Il policlinico sezione pratica anno 1904 parte 1 ocr parte1

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1804

Faso. 52 (fine)

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IL

PERIODICO DI ]IEDICINA, CHIRURGIA E IGIRNB . DIRETTO DAI PROFESSORI

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

DIRETTORE

DIRETTORE

DEI.I.A R. CLINICA MEDICA DI ROMA

DEL R. ISTITUTO CHIRURGICO DI ROMA

I

SEZIONE PRATICA

I

ANNO

Xl

ROMA N.

219

N.

Corso Umberto :I

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21.9

1904

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PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

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Roma, l~ -

r Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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Anno XI

PRINCIPALI COLLABORATORI

1904

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Prof. GUIDO BACCELLI, direttore della Clinica medica della R. Università di Roma. Alessandri prof. Roberto - Roma. Andreoli dott. Italiano - Sassoferrato. Angelici dott. Gaetano - Roma. Angelini dott. Arnaldo - Frosinone. Ascarelli dott. Attilio - Roma. Ascoli prof. Vittorio - Roma. Baglion1 dott. Silvestro - Gottingen. Ba1ardi dott. Alessandro - Roma. Baldaccini dott. Filippo. Ballerini dott. Enrico - Roma. Balli dott. R. - !\Iodena. Barbieri òott. Domenico - Roma. Baroni dott. Giulio - l,ucignano. Ba chieri -Sal vadori dott. G. - Roma. Basso dott. Augusto - Smirne. Basile dott. G. - Roma. Battistelli dott. Luigi - Rieti. Beccari dott. Lodovico - Bologna. Bellei dott. Giuseppe - Bologna. Bel li prof Carlo - Venezia. Bertolotti dott. Mario - Torino. Betagh dott. Giuseppe - 1'1essina. Biagi prof. Nello - Roma. Bidoli dott. G. Lorenzo - Co1denons. Bindi dott. 1:4.,erruocio - Grosseto. Bonanni prof. Attilio - Roma. Bonaoome dott. Giuseppe - Frascati. Bossi prof. L. M. - Genova. Brunelli dott. Andrea - Gradara. Brunetti dott. Carlo - Roma. Bruno dott. Agostino - Pisa. Buglioni dott. G. B. - Alatri. Cagiati dott. Luigi - Roma. Caiendoli dott. Enrico - Napoli. Canali prof. Leonida - Parma. Carducci dott. Agostino - Roma. Carra dott. Vincenzo - Roma. Catterina prof. Attilio - Camerino. Cavazza dott. Ernesto - Bologna. Cazzamali dott. Aldo Giov. - 1'reviglio. Ceraulo dott. Salvatore - Palermo. Ch1adini dott. Massimo - Fiumana. Cicaterri dott. Bano - Roma. Cipollino dott. Ottavio - Novara. Collina dott. Mario - Bologna. Colombo prof. Carlo - Roma. Cova dott. Alessandro - Borgomanero. Curti dott. Egisto - Narni. Cuturi dott. Filippo - Pari~. De Chiara dott. Donato - li i letto. De Dominicis prof. Nicola - Napoli. De Ji~abi dott. Achille - Ro1na. Deganello dott. Umberto - Torre di Mosto. De Giovanni prof. Achille - Padova. Del Genovese dott. Paolino - Suvereto. De Marchi dott. Alberto - Lucera. De l{ossi dott. Scipione - Roma. Dominicis dott. Leonardo - Roma. Ducceschi prof. Virgilio - Roma. Fabozzi dott. Salvatore - Napoli. .Fedele dott. Nicola - Palmanova. .Ferreri prof. Gherardo - Roma .

Prof. FRANCESCO DURAN'l'E, direttore dell'Istituto chir. della R. Università di Roma.

Ferretti prof. Tito - Roma. Fiori prof. Paolo - ~1odena. Flamini dott. Mario - Roma. Fortunati prof. Alfredo - Roma. FrascelJa dott. Paolo - Roma. Frongia dott. Gildo - Cagliari. Gag ho prof. Gaetano - Roma. Galbo dott. Calogero - Napoli. Galdi dott . .Francesco - Padova. Galimberti dott. Adolfo - Roma. Gallenga dott. Pietro - Roma. Galli dott. Giovanni - Roma. Garofalo dott. Alfredo - Roma. Garovi dott. Luigi - Piacenza. Gatti prof. Gerolamo - Ostiglia. 1 Gaudiani dott. Vincenzo - Roma. Gavazzeni dott. Silvio - Bergamo. Ghedini dott. Annibale - Copparo. Gherardi dott. Giuseppe - Asiago. Ghilarducci prof. Francesco - Roma. Giudiceandrea prof. Vincenzo - Roma. Grandinetti dott. Alberto - Napoli. Gualdi prof. Tito - Roma. Guglielmetti dott. Edoardo - Roma. Guidi dott. Enrico - Roma. Guidi dott. Guido - Roma. Isaia dott. Angelo - Roma. Jella dott. Luigi - Roma. La Torro prof. Felice - Roma. Legnani prof. Torquato - Fabriano. Leotta dott. Nicola - Roma. Lesignoli dott. Giuseppe - Parma. Leuzzi <lott. Nicola - Roma. Licci dott. Polidoro - Genova. Lodoli dott.. Giuseppe - Civitavecchia. Loriga dott. Giacomo - Roma. Luzzatto prof. 1\1ichelangelo - Roma. Maggiora dott. Romano - Roma. Manaresi dott. Giuseppe - Trani. Mancioli dott. Tommaso - Roma. Manega dott. U1nberto - Osimo. ~!arei.letti dott. Gioacchino - Otricoli. Margaruoci prof. Oreste - Roma. Mari dott. Goffredo - Roma. Mariani prof. Filiberto - Genova. Martini prof. Enrico - 'forino. Masaat.a prof. Giovanni - Stradella. Massalongo prof. Roberto - Verona. lvlastri dott. C3 rlo - Copparo. MasLrosimone dott.Francesco - Napoli. Mayol dott. Paolo - Roma. Mergoni dott. Francesco - Levanto. Meynier dott. Emilio - Torino. Michelazzi dott. Alberto - Pisa. Micheli <lott. Cesare - Roma. Mil esi dott. Pietro - Roma. Mingar.zini prof. Giovanni - Ro1na. Mod1nos dott. p. c. - Alrssandria d'Egillo. Mòglie dott. Giulio - Roma. Montesano prof. Vincenzo - Roma. Monzardo dott. U1no - Jsoh1 della Scala. ~azari prof. Alessio - Roma. ·

Neuschiiler dott. Alfonso - Roma. Ortali dott. Cesare - Capitignano. Padula prof. Fabrizio - Napoli. Pagano dott. Francesco - Roma. Pagliari dott. Filippo - Roma. Panegrossi dott. Giuseppe - Roma. Parenti dott. Giovanni. - Pescia. Parlavecchi() prof. Gaetano - Palermo. Pasquini dott, Pio - Roma. Passalacqua dott. Antonino. Peoori dott. Giuseppe - Roma. Pende dott. Nicola - Roma. Pensuti prof. Virginio - Roma. Parassi dott. Antonio - Firenze. Perez prof. Giovanni - Roma. Perrone dott. Ernesto - Roma. Pettazzi dott. Attilio - Monforte d'Alba. Piazza dott. Angelo - Roma. Piergi1i prof. S. B. - Roma Pignatti dott. Giuseppe - ~Iodena. Pini dott. Alberto - Castel del Piano. Pinna dott. Giuseppe - Cagliari. Poli prof. Camillo - Genova. Polizzotti riott. Salvatore - Roma. Ravenna dott. Umberto - Ferrara. Reale dott. Giovanni - Lauria. Rem- Picoi prof. Giacomo - Roma. Rho prof. Filippo - Napoli. Riva dott. Umberto - Roma. Rivalta dott. Fabio - Cesena. Rocca dott. Costanzo - Massaua. Rossi Doria prof. Tullio - Roma. Rossini dott. Arturo t Bolsena. Rossini dott. Luigi - Albano. Rossoni prof. Eugenio - Roma. Ruggi prof. Giuseppe - 1'1odena. Salvo dott. Vito - Trapani. Sanarelli prof. Giuseppe - Bologna. ~antori prof. Saverio - Roma." Saraceni dott. Filippo - Roma. Schifone dott. Orazio - Roma. Schupfer prof. Ferruccio - Roma. SciaUero dott. 1Yiarco - Genova. Senni dott. Guido - Roma. Sereni dott. Samuele - Roma. Sgambati <lott. Oreste - Roma. Signorelli dott. Angelo - Roma. Silvestri dott. Silvio - Verona. Solina dott. Carmelo - Napoli. Spolverini prof. L. ~11. - Roma. Sul1i dott. G. - Palermo. Taruffi dott. Pompeo - Bagno di Romagna. Terzagbi dott. Roberto - Roma. 1,esti prof. l?ranoesco - Firenze. 'l'ramonti dott. Ernesto - Roma. Turrisi dott. Marcantonio - Roma .. Urso dott. Cosimo - Parco. Varisco dott. Enrico - Fossal1a di PiaYc. Verney dott. Lorenzo - Roma. Zeri prof. Agenore - Roma. Zevi dott. V1ttorio - Roma. Ziveri dott. Alberto - Parma.

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INDICE ALFABETICO Anno Xl

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A

Aborto di gravidanza iniziale (Studio sulla patogenesi dell'). (Rilievo istologico di una rete capillare con ectasie cl1e progressivamente si addossano al corion ed ai suoi villi, che dalla capsulare dell'uovo umano va al corion, attorno ai suoi villi n~lle prime settimane di sviluppo, interpretata come fisiologica). Marocco . • . . • • • • • • Pag . 1486 Accessi convulsivi che compaiono dopo rapido riassorbimento di edemi e di versamento pleurico in un ar teriosclerotico con sclerosi renale. - F. Mergoni. » 1264 A ccidenti febbrili puerperali (Gli). - Budin » 1078 Accumulo fecale (Un caso di straordinario). - W allace • . • • • • • • » 214 Acidità del pane, sue cause e metodi per determinarla. - Lehmann. . . • . » 218 Acido borico e del borace mescolato agli alimenti (Azione dell') . . . . • . » 1083 Acido borico per irrigazioni intestinali (Azione dell'). - Cloetta . . . . . » 312 Acido fenico nella cura dei tumori maligni delle ossa (L') - Mencière . . » 1459 Acido formico sul sistema muscolare (Azione del!'). - Clément . . . . » 282 Acido ippurico (I risulta ti di determinazioni di - - in sog~etti malati di reni). - Rempicci e L1verziani . . . » 43 Acido urico n el le feci (Sulla costante presenza, quantità ed origine dell'). Appiani e Galdi . • • . . • . • » 1421 Acidosi sanguigna e urinaria nella tubercolosi polmonale (L'). - Massalongo e Zambelli . • . . • • . . . • • » 1389 Acinesia algera (Un caso di). - Fioren• • t1n1 • • • . . . . . . • • . . » 184 Acloridria (Un caso di). - Curio . • • » 47 Acne giovanile (Cura dell') . . . . . » 1237 Acne volgare (Etiologia dell,). - Gilchris t . . . .. . • . • . . . . » 1234 .Aconito (Limiti nell'uso dell' - e del veratro verde) - Hill • . . . . • » 153 Acqua nelle malattie (Uso interno dell'). - Homberger. • . • • . . • . » 1464 Acqua per la città (Provvista di). La pu· rificazione per filtrazione delle acque fluviali. -- A. . . . . . . . . » 1239 Acqua potabile (La scelta dell'). - L. Verney . . . . . . . . . . . • » 1522 Acqua radioattiva e il suo uso terapeutico (L'). - Romme • • • • . . » 815 Actinomicosi della co ngiuntiva (Sull'). Magnani . • . • . • . . . • . » 145 I

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1904 Actinomicosi primaria della pelle (Un caso di). - Dreyfus . • • • . . • . Actinomicosi primitiva della pelle (Pa'tereccio actino1nicotico) (Un caso di). Ra mognini • . . . . • . • • • Acuità visiva (Apparecchio semplice per misurare il rapporto della luce coll'). - Reymond . . . . . . . • . Adenoma cistico della prostata. - Aiello Adrenalina contro le emorragie gastrointestinali (Uso dell').-· Schlesinger Adrenalina e il suo uso nelle emorragie gravi (L'). - Kirck. . . • • . • Adrelina in alcuni casi di ostetricia e ginecologi'a (Sull' uso ipodermico dell'). Mirto • . . • • . . • • • . Adrenalina (Inefficacia delle vecchie soluzioni d'). - Livon. . . . • . . Adrenalina nell'emottisi (Danni dell'). Gray Duncanson . . . . . . . . Adrenalina (Nota sull'). Sua azione e suo impi ego clinico. - Breton . . . . Adrenalina per ridurre le emorroidi (L'). Mossè . • • • . . . . • . . • Affezione cerebrale curata chirurgicamente (Sopra un caso non comune di). - Durante . . . . • . . • . . • Affezione vertebrale nella tabe dorsale (Un caso di). - Frank . • • • . Affezioni cardiache (Farmaci utili nelle). . . • - Solis Cohen . . . . Affezioni gastriche (Sull'origine traumatica di alcune). - Monprofit • • . Affezioni leucemiche (Sùlle). - Rivis ta sintetica del prof. V. Giudiceandrea . Affezioni pruriginose (La medicazione surrenale nella cura delle). - Tugmam e Lot . . . • • . . • . . . Agglutinazione (Applicazioni del fenomeno dell' - alla diagnosi clinica e alla identificazione dei batteri del gruppo del bacillo del tifo e « bacterium coli )> (paratifo, ecc.) • . • . . . . . Agglutinazione e precipitazione. - Paltauf • • . . • . . . • . . Agglutinine (Nuove conoscenze sulJe). Angelici . . . . • . . • . . . Ago ingerito (Raro luogo di uscita di un). - O. Cipollino . • • . . • • . Albumina solubile nelle urine (L'). Chiadini . . . . . . . . • . Albuminuria ortostatica (Sopra un caso di). - Ziveri . • • • . . . . . Albuminurie alimentari. - Micheli . • Alcaloidi se(:ondari della china (Sull'azione antiperiodica degli). - F. Pagano • •

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VI I

Alessine (Se le - si trovino, oltrechè nel • siero, anche nel plasma circolante). Sai violi • . . . • . • • . • . Pag. 908 Alienati (Quali motivi g li - adducano 685 dei loro sentimenti ed atti). - Rivari » Alimentazione artificiale ipodermica nella pratica chirurgica (Della). - Friedrich » 1163 Alimentazione lattea nei bambini lattanti e della mortalità t ra i nJedesimi (Dell'). 366 - Behring . . . . . . . • . . » Alimentazione nel puerperio. - V. Win· ckel . . • • . . • . . . . • » 1555 Alimentazione rettale, specia ln1ente in caso di ulcera gastrica. - l(lieneberger » 1365 Allattamento materno (A proposito di certe indicazioni e controindicazioni dell '). - Schlossmann . . . • . . » 694 Allattamento mis.to (Sull'). - Poppi. • » 751 Alluce valgo (Sull' etiologia dell'). Grandinetti . . • . . . • . . . » 1430 16 Allucinazioni e frenosi sensoria. - Mondio » Amaurosi tabe tica ed a tassia loco1no trice. - Bened,ikt . . . . • . . » 953 Amigdale (Rapporto fra le affezioni delle - ed il reumc;\tismo articolare). Gurich . . . • . . . . . )) 1463 Amministrazione sanitaria Pag. 62, 121, 443, 668,

791, 1143, 1334, 1368.

Ammon~aca

dell'urina (Sull'). - Ortali . Pag. Ammoniaca (Influenza del grasso sull'eliminazione dell' - per i reni). - Steinitz » Amoeba coli (Sull'azione patogena dell'). Enterocolite da Amoeba coli. . . . » Am?rfo dello ~ pa~io retto-coccigeo (Su d1 un). - B1ag1 • • . . . • • . )) Amputazione del collo uterino col processo « La Torre » (L'). - F. La Torre » Amputazione osteoplastica della gamba senza acr:orciainento. - Pad ula . • . » Anaerobiosi (Studio sull'). - C . Fermi ed E . Bassu . . . . . • . • . » Analgesia per la via rachidea lombare con l'idroclorato di tro pacocaina e la sua applicazione nella chirurgia di cru~rra (L'). - Caccia . • . . . ~ . . » Anamnesi sifilitica (L'). - Marshall . . » An~stomos.i la~erali asettiche (Risultati sperimentali d1 un nuovo processo per lt!) . - Parlavecchio . . . . • . . • » Anaston1osi laterali asettiche (Risultati sperimentali di un nuovo processo per le). - Parla vecchi o . . . . . . . » Anastomosi. terminali asettiche, praticate col proprio en teros tomo, ulteriormente 1nodificato (Risultati sperimentali delle). - Parla veccl1io . . . . . . • >) Anen1ia (Cura di alcune forme di). Tirard. • . . . . . . • . • . » Anemia nei bambini (Rapporti tra la tumefazione cronica della milza e J'). Giudiceandrea . . . . . . . . . » Anemia perniciosa (Contributo alla terapia dell '). - Gra \Vitz . . . . . . . • » Anen1i.i splenica (Sulla patolog ia della). - Giudiceandrea . . . . . . . . » Anestesia all'adrenalina ed alla cocaina nelle estrazioni dentarie. - Stolz )) Anestesia d~continua nella chirurgia ·ga~ :>tro-1ntest1n.1le ( l) ell'). - Goullioud . »

420 552

1013 471 748

543 1524

517 1510 193 467

467 1623 72 1254

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1\neurisma aortico (Falso): rottura in due t empi nel cavo pericardico. Aneurismi aortici e aortite sifilitica. - Melis. . Pag. Aneurisma artero-venos~. - Horte . . » Aneurisma cirsoideo (Contributo alla patologia ed alla cura dell' ). - Burci . » 459 Aneurisma dell'arteria femorale destra presso il canale deg li adduttori. Cavice hia • . . . . • . . . . » 876 Aneurisma dell'arteria splenica nel campo di un'ulcera gastrica (Formazione e rot· tura di un). - Ugolini. . • • . . » 848 Aneurisma vero dell'arteria splenica (Di un). Elaston1a della tunica media. Tarozzi , . . . • . . • • . • » 437 Aneurismi dell'arco dell'aorta. - De 1v!ag istris. . . . • . • • • . . . )) 1038 Aneurisn1i (l'lapporti statistici fra la sifi )) lide, la t a be e gli). - Ruge . • . . 953 Ang ina acuta infantile (L') . . . . )) 1237 « Angina pectoris » : Critiçhe e ipotesi (L'). - Colbeck . . . . . )) 628 Angolo facciale e longevità . . • • • )) 759 Anon1alie toraciche (Influenza delle - sulla rison.anza percussoria dei pol1noni e sulla posizione del cuore). - Baumler )) l448 Anticorpi immunizzanti nel siero dei convalescenti di tifo e sul rapporto di questi con le agglutinine tSugli). Bonome e Rave nna . . . • . . . )) 1200 Anticorpi nella cura dell'aoemia essenziale. - L ucatello . . • . . • • )) 1415 A ntipirina nella sciatica (Iniezjoni di). Scheuer . . • . . . . . • • • )) 1270 Anemia in un ~aso d,i isterectomia vaginale per cancro (Patogenesi dell'). )) Betagh . • . . . . • • • . . 470 Apofisi lemurinica nei crani umani (Sulla freque nza della cosiddetta). - Balli . )) 775 Apomorfina (L'idroclorato di - come sedativo ed ipnotico nell'alcoolismo acuto). - Becket . . • . . • . . )) 154 Appendice xifoide (Semeiolooia dell'). Labrazès . . . • . • ~ . . . . )) 785 Appendice vermiforlne nella enterite cronica da a1nebe (Sulle affezioni dell'). - H oppe-Seyler . . . . . . . . )) 1095 Appendicite acuta (Cura conser'vatJ;ice dell'). - Morton . . . • • . . )) Appendicite acuta (Cura conservatrice dell'). - Morton . . . . . . . . )) 953 Appendicite complicata a g ravidanza estrauterina. - T èm oi n . . . • . • . )) 51 . Appendicite (Contributo all'etiologia, anatomi~ pa~ologica, diag nosi e cura dell'). - B1ond1 . . . . . • • . . • )) 488 Appendicite è più frequente oggi che un tempo (L') ? - Villaret . . . . . )) 982 )) A ppendicite (La frequenza delP). - Clark 1271 Append.icite (l:'intervento precoce nell'). - Signorelli . . • . • . . . . )) 799 Appendicite simulante un'ernia strozzata (Un'). - B asile . . . . • • . . )) 689 Appendicite (Sull'). - Ulmann. . . . )) 1094 Appendici te (Sull' intervento chirurgico nell'). - R. Bastianelli . • . • • )) 619 Appendicite (S\.\ll'intervento nell' - e sue complicazioni). - R. Bastianelli. . . )) ' 487 Appendicite tifosa t lntervento chirurgico )) per). - Gaudiani . • . • . . 45


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Appendicite (Trattamento dell'). - Pel • Pag. Appendicite (Valore diagnostico e prognostico della febbre nell'). - Chai,nisse • » Appendiciti latenti (Le). - Moty • • • » Applicazioni radioterapiche nel cancro (Danno delle). - Oudin. . . . . . » Area gastrica (Nuovo metodo per li mitare 1'). - Senni. • • . . . • . » Aree percettive del mantello cerebrale in rapporto alla dottrina del Flechsig (Contributo alla conoscenza delle). L. Bianchi . . . • • . . • . . » Aria nelle vene (L'entrata dell' - - nel corso delle operazioni ginecologiche). - Dc:lore . • . • . • . . . . » Aristolo in rinojatria e in otologia {L'). - Fink • . . • • • . . . • . » Arsenico (Dell'azione dell' - sulla formazione del sangue). - Biernacki . . . • » Arsenico (Sull'azione così detta ematopoietica dell'). - Biernacki . . . • » Arte di vivere (L'). - Toulouse . . . » Arteria epatica propria ( Il primo caso di allacciatura dell' - - - , praticata per aneurisma e con successo). - Kehr • » Arterie delle ossa e della i1nportanza loro nei processi morbosi (Ricercl1e sulle). - Lexer . . . . . . . . " Arterie nelle ossa (La distribuzione delle - - in relazione con i focolai ossei). - Lexer • . • . • • . • . • • » Arteriosclerosi (Cura dell'). - Gnthrie Rankin • • . . . . . . • . • » Arteriosclerosi diffusa simulante un aneuris1na dell'arco dell'aorta (Un caso di).

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s\,ran.

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Arteriosclerosi ed angina pectoris (Diagnosi fra). - Sihle . . . . • . . Arteriosclerosi (Etiologia e cura dell'). Osborne • . . . . . • . . . . Arteriosclerosi (Etiologia e patologia dell'). - Anderson . . . . . . . . . Arteriosclerosi (Diagnosi precoce dell') Stengel. . . . . • . . . . . Arteriosclerosi (L'). - Marchand e Ron1· berg . . . • . . • . . . . • . Arteriosclerosi (Lesioni bulbari nell') Pie e Bonna1nour. . . . . . . Arteriosclerosi (Trattamento precoce e diagnosi dell'). - Erleomeyer . . • Arteritis obliteraos ed embolia arterio5a accanto ad infarto muscolare embolico in caso di endocardite. - Schwarz • . Artrite purulenta acuta d'origine pneumococcica. - Ciechomski. • . . • . Artrodesi (L'). - Taruffi. . . . . . Artropatia (Rapporti dell' - coll'intero organismo). - W eirz . . . • . Artropatie sifilitiche. - P aton . . • Artropatie siringo mielitiche. - Brissaud Ascessi caldi della mammella. - Lezione clinica del prof. Tillaux . . . . • Ascesso appendicolare intrapelv~co (Trattamento dell'). - Owen . • . . . Ascesso cerebrale traun1a tico (Su due casi di). - Senni . . . . . . . • • Ascesso del fegato. - Lezione cli~ica del prof. G. Baccelli. . . . . . • Ascesso della milza (L'). - Gaudiani .

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Ascesso del lobo frontale (Disturbi psichici in un). - Borcl1ard. . . . . Pag. 711 l\scesso del lobo frontale (Disturbi psichici prodotti da u,n). - Borchard . » 689 Ascesso del lobo frontale sinistro del cervello, conseguito a ferita d'arma da ' fuoco (fucile); tre altre craniectomie per ferite d'arma da fuoco. Guarigioni. De Gaetano . . . . . . • . . >> 427 Ascesso epatico a reazione di Wida l positiva (Un caso di). - Cicaterri • • » 1586 Ascesso pelvico di origine appendicolare (Trattamento dell'). - Berard e P atel » 102 1\scesso pulmonare da streptotrix. D' Antona . • • . • • . • . • » 457 A scoltazione stetoscopica dell'apice polmonare (Sull'). - Plessi . . • • . » 208 Asepsi operatoria. La questione del catgut. - Longuet . . • . • . • . . » 838 Asilo di maternità di Bologna (Resoconto statistico sul bilancio clinico dell'). Bordè . . • . . . • • • . • . » 713 Asma (Sull'). - Saeoger . . • . . . » 1449 Asma (Trattamento dell' ). Carrière . » 820 Atassia locomotrice traumatica . . . . » 249 Ateromasia dell'aorta in conigli in seguito ad iniezioni intravenose di soluzione ,di adrenalina. - ' Rzentkowski » 1325 Atrofia muscolare di origine vasomotoria (Sull'). - A. M. Luzzatto. . • . • » 172 Attività cardiaca (Influenza, sull' - - e sulla pressione sanguigna, delle eccitazioni elettri che e cliniche applicate alla superficie estern<t del cuore). Bal. • . . . . . . • » doni . • 240 Avvelenamento da fosforo (Dell'influenza dell' - - sulla fenomenologia stricnica). - Cevidalli e Prodi . • . . » 776 Avvelenamento da stricnina (Sopra la. dimoc;trazione microchimica dell'). Ponzio F. . . . . . . . . . . >l 146 Avvelenamento per carne ed il paratifo nei loro reciproci rapporti (L') - Trautmann . • . . . • . . • . . » 1622 Avvelenamenti di Taranto ( Gli). • . • » 283 Avvelenamenti per pomidoro non abba· stanza tnaturi. - Paradis . . . . . » 1622 Azione del l'alcool, del tabacco, della morfina, della caffeina sulla circolazion e ~rter1osa del cervello in un caso di breccia cranica con afasia ed agrafia sopracorticale (Ricerche intorno a.Il'). Forlanini . . . . • . • . . » 1171 Azione vaccinante dei filtrati batteriologicamente sterili di certi virus di natura ignota o incompleta1nente nota e i così detti ger1ni ultra1nicroscopici (Sui rapporti di causa ed effetto tra l'). - Casagrandi . • • • . . . . . . • » 1038 Azione vulnerante del proiettile di pie- ' 494 colo calibro italiano (L'). - Bonomo » 108 Azioni eletti ve dei farmaci (Le). - Gag li o »

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Bacc11e di mirtillo con1e disinfettante i[\testinale (Le). - Bernsteio . . . • Pag. Bacilli del c~i.-boqchio e le cellaje endoteliali dei topi e delle cavie (I). Behring e Mucl1 . . • . . • . • ,.

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VIII -

Bacilli di Loffier (Quanto tempo persistono i - - nelle vie aeree dei difterici curati col siero) . • • . . . Pag. 887 Bacilli fusiformi di Vincent-Miller nell'uomo e negli animali (I). - An225 gelici . . . . . . . . . • . . » Bacilli pseudotubercolari in un caso di 58 grossa bronchiectasia (I). - Milchner . » Bacilli tifosi nelle feci e nell'orina di convalescenti di tifo (Della presenza di). 942 - Herbert • • . • • . • . . . » Bacilli tubercolari (Trasmissione per lo sperma dei bacilli tubercolari all'em248 brione). - Seige . . . • . • . . » Bacillo della difterite (Ricerche sulla persistenza del - _,. nei convalescenti e sulla sua presenza nei soggetti sani in 724 contatto dei difterici). - Bourcart. . » Bacillo di Eberth (La tossina solubile del). - Rodet, Lagriffoal e Aly W ahby. • » 1200 Bacillo di Eberth nelle feci di individui sani (Sulla presenza del). - Cler e Ferrazzi • . . . . . . . . • . . » 1200 Bacillo di Koch (Trasmissione placentare del - - al feto in un caso di tu· bercolosi pulmonare a decorso rapido). 153 - Sleitz. • . . • • • . . . . » Baco da seta (Ricerche intorno alla macilenza e flaccidezza del). Giorgi e 503 F alleroni. . . . . . . • • . . » Bagni contenenti acido carbonico o altri gas (Dell'azione dei). Senator e 814 Frankenhàuser . . • . . . . . » Balbuzie . . . . . • . • . . • . » 1176 Bambini accidentalmente soffocati in Inghilterra . . . . • • • . • . » 313 Batteri anaerobi (Nuovi metodi per la coltura dei). - te. . . . . . . • » 1356 Batte1i dell'intestino (l); - Weiss. . . >, 1069 Batteri nell'organismo normale ed infetto ed organi protettori del corpo contro gli agenti infettivi (Distinzione dei). Hoke . . . • . . . . . . . . » 1517 Batteri norn1ali nell'intestino umano (Del significato dei). - Strasburger . • . » 395 Batteriologia del sangue nella febbre tifoide. - Colemann e Buxton. . . . » 1518 Biberon (L'antichità del) . . . . • • » 822 Bibliografia medica italiana: Pag. 61, 92, 121, 157,

178, 188, 219, 252, 285, 314, 346, 442, 506, 538, 573, 636, 667' 700, ':'32, 760, 792, 823, 955, 986 1017, 1084, 1115, 1142, 1242, 1274, 1307, 1334: 1532, 1560, 1595, 1627. Bile (Azione della sul muscolo cardiaco). - Ricciardi . . . . • • • Pag. 1419 Bioreazioni dell'arsenico, tellurio, selenio, e relati~e pratiche applicazioni (Sulle). - Gos10. • . . . . • . . . • » 1047 Bla~tomiceti in diverse dermopatie croniche. - Montesano. . . • . . . » 1610 Blefarite impetiginosa. - Scrini • . . » 1434 Blenorragia e la tabe (La). - Erb • . » 693 Blenorrea cronica e ricerca del aonoco::co. - Meyer • . . . . • " • . . . o 595 Boicottaggio e krumiraggio sanitario. Cajus . . . . . . . . . • . • » 506 Botu1ismo (Tre casi di). - P elzl . . . » 1622 Briglia congenita attraversante l'addome nel ~enso .1ntero-posteriore (Di una). Berti . . . . . . . . . • . . » 81

Bronchi extra-polmonari (Anatomia chirurgica e chirurgia dei). Schwartz. Pag. Broncostenosi. - Fraenkel. . . • . • ,. Burro (Il fluoruro di sodio nella conservazione del). . . . • . • • • . »

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e Cacodilato di sodio (Osservazioni cliniche sopra l'uso e gli effetti del). - RemPicci • • • • . . . . . . . . Pag. 65Caffeina nella cura della tossiemia alcoolica (La). - Hall . • . • . • . » 154 Calcoli biliari della parte terminale del coledoco (Estrazione dei). - Kragke. . » 688 Calcolo in un diverticolo della vescica tDi un voluminoso). - Gardini . . » 81 Calcolòsi vescica1e e n eoplasma della cupola VfiScicale. - Alessandri . . . » 1611 Calici di Held nei centri acustici (I). Tricomi Allegra . . . . . . . • » 715Calomelano come diuretico (Sul). - G. Le. 1.i. . • • . • • • • • • • » 1439' s1gno C3lomelano (Sull'assorbimento del - applicato per via epidermica nel trattamento della sifilide). - Manicardi. . » 47 Camera pneumatica del Sauerbruck nella chirurgia polmonare (Sull'uso della). Mayer. • . . . . • . . . • . » 1491 Camera .pneumatica del Sauerbruch (La). - Lé1ars. . • . . . . • . . • » 1603. Campi magnetici variabili (L'azione biolologica e terapeutica dei). - Colombo » 1414: Canale deferente (Dell'influenza della resezione del - - sul tono dello sfintere vescicale). - W assilieff . . • • » 397 Cancro della pleura e del polmone (Sopra un caso di). - Queirolo . . . • . » 1412 Cancro dello stomaco (La questione dell'~ntervento operatorio nel). Moyn1ham . . . . . • . • . . . » 501 Cancro dello stomaco e sintomatologia intestinale. - Giacomelli . . . . . » 21l Cancro dello stomaco (La questione dell'operazione n el). - Moyniham . . . » 184 Cancro dello stomaco (Nel) . . . . • » 75& Cancro dell'utero in Germania (Lo stato attuale della chirurgia del). - Olshaùsen. » 1509 Cancro e le~coci tosi in soggetto sifilitico. - F errar1 • • . . • . . . . . » 16 Cancro gastrico (Sulla diagnosi del). s·ige1 • . • . . • . • • • • . » 744 Cancro intestinale (Osservazioni cliniche e risultati operativi rispetto al). Mikulicz . • . • . . • • . . . » Cancro mammario (Sulla cura del - con l'ovariectomia). - Thiéry . . . » 1459 Cancro primitivo dell'appendice • • • » 213 Cancro primitivo della milza. - Lezione del prof. G. Baccelli . . • • . . » 523 Cancro (Recidive tardive del). - Jordan » 588 Cancro uterino . . . • • . . • . » 917 Cancro uterino (Profilassi e cura del). T • R OSSI. D or1a. . . . . . . • • . )) 793 Cancri multipli successivi su uno stesso malato. - Mondot . . . . . . • » 51 Capsule surrenali (Smidollamento delle - - in due tempi). - Cioffi . . . » 1418 " Carcinoma gastrico (Contributo allo studio del). - Chiadini . . . • . . • • • 1479 I


IX -

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Carcinoma gastrico (Per la diagnosi del). - Salomon. • . . . . . • • • Pag. 24 Cardiaci (Cura dei). - Hecl1t • . • • » 1401 Cardias (Fisiologia del). - Sinnhuber • " 691 Ca rdiolisi (La). - Ba vi era . . . • . » 426 Cardiolisi (Sulla) . - Von Beck . . . » 588 Cardiopatici (Il trattamento dei - coi metodi fisici di cura). - Baumler • . » 1505 Cardiopatie nei miomi uterini. - Fleck. » 849 Carne di ca vallo (I metodi per ricono)) . . . scere Il). - Angelici 888 Casse di rnaternità (Le). - Loriga . . » 982 Castrazione utero-ovarica per cancro inoperabile della marnmella - Reynés . . » 50 Cataratte dia be tic h e. . . . . . . • » 757 Catgut (Sul processo di Claudiu s per la sterilizzazione del). - Piso da Costa. » 1355 Cause in vece di cose . . . • . . . » 1332 Cefalopina e l'organoterapia cerebrale (La). )) - Sciallero . . . . . . . . 980 Cellule epatiche nell'infezione tubercolare (Su di una alterazione speciale necrotic1 delle). - Pernice . • . . • . » 1133 Cellule neoplastiche nel sangue. Nt!ucitemia (La ricerca delle). Loeper e Louste . . . . . . . . . • . » G14 Cenni bibliografici: Pag. 26, 91, 120, 156, 187, 219, 251, 28-l, 313, 345, 377, 408, 441, 475, 505, 538, 572, 599, 635, 667, 699, 731, 759, 791, 8~l, 855, 890, 920, 954, 086, 1017, 1049, 1083, 1114, 1141, 1180, 1242, 127 4, 1306, 1333, 1368, 1403, 1435, 1465, 1531, 1559, 1594, 16 26. Centri delle reazioni pupillari (I). - Marina • • . . . . . . . . . . Pag. 1387 Cerviciti ed endocerviciti. Metodo razionale e procedimento radicale nella cura delle eodocerviciti croniche (che

coinvolgono buona parte della patologia della matrice e deisli anne-;si) nelle sterili e nelle partorite. - Marocco . . . . . . . . . . . . Chimica della retina e della lente cristallina (Contribu to all a). - E. Cavaz· . zan1

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Chinino (Consumo mondiale del} . . . Chini n~ ~el . cancro . (Sul!a pretesa azione cura ttva dl:l). - èurt1 • . . . • . Chinino puro o chinino grezzo? - Filippo Mariani • . . . . . . . . Chirurgia dello ston1aco e dell'intesfino (35 casi di). - Burci • • . . . Chirurgia dcl torace (Contributo alla) . Di· sarticolazione della III, IV e V costola . . . sinistra. - P. Fiori . Chirurgia di 50 anni fa e la chirurgia • . . odierna (La). - Konig . . Chirurgia d'urgenza (Co1nunicazione rela~ tiva ad un caso di). Perassi • . . Chirurgia d'urgenza del fegato (Contri· buto alla). - Ange1oni . . . . Chirurgia traumatica del poln1one (Contributo sperimentale alla) - Valerio . Chirurgia uretrale nella donna (La). Van De Warker . . • • • . . . Chorea (Cura della). - Windscheid . • Chorea di Huntington (Anatomia patologica della). - Stier . . . . . . Chorea minor (Anatomia patologica della). Hudovernig. . . . . . . . •

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Chorea (Natura della). - Aldrich. • • Pag. Ciarlatanismo in Germania (Il). - Tucci » Cifosi eredo-trauma tica (Autopsia di un caso di). Contributo alla patologia della rachide. - Levi . . . . . . . . » Circolazione cerebrale. - Gatta R. . . » Circolazione del sangue (Influenza del regime latteo assoluto sulla). - Colombo » Cirrosi dello stomaco. - Sheldon. . . » Cirrosi epatica e diuresi. - Schuster . » Cirrosi epatica (Le prime manifestazioni della - - antecedenti alla comparsa dei segni fisici). - Stockton . . . . » Cirrosi epatica sperimentale. - Joannovics » Cirrosi epatica (Trattamento chirurgico della). - Monprofit. . • . . . . » Cirrosi ipertrofica biliare ipersplenomegalica. - Testi . . . . . . . . . » Cisti cerebrale cotn<! causa di emicl1orea. - Aufschlager. . . . . . . • . » Cisti da echinococco del fegato curata col metodo Baccelli (Un caso di). Masucci • . . • . • . • . . • » Cisti della porzione interna ed t:!Sterna del ligamento rotondo e del ligamento infundibulo pelvico. - Giglio • . . >> Cisti ematica apoplettica della testa del pancreas' con degenerazione e necrosi del tessuto pancrt:!atico e itteri zia (Di una). - Calabi • . . • . . . • » Cisti ematica del mesenterio guarita colla marsupializzazione. - Cova . . . . » Cistifellea (Casuistica di operazioni sulla). - De Paoli • . • . . . . . . » Cisti multiloculare del pancreas guarita con l'estirpazione totale. Calcolosi epatica. - Andreoli . . . . . . . . » Cistocele (Osserv<lzioni sul - e sulle ferite della vescica nella cura radicale dell'ernia) . - R. Bastian~lli . • • . » Cistotomia soprapubica nelle gravi ritenzioni di urina da . ipertrofia prostatica (La). - G. Baroni . . . . . • » Citasi (Ancora sull'origine delle). - Molon » Claudicatio intermittens o disbasia angioscleritica (La). - Erb . . . . • » Clima delle grandi altezze (Un fattore fin qui sconosciuto dell'azione del). - Elster e Geitel . . • . • . . • . . • >> Clisteri nutritivi. - Schmidt . . . • » Clisteri oleosi (Influenza dei - - sulle variazioni del contenuto di lipasi nel sangue dell'uomo). - Garnier • . . » • Cloroformio negli ospedali (Il). - Lucas. . . . n Championoière. . • Cloruri nei nefritici (Il significato della ritenzione dei). ·- Ferra11nini. • . . » Cloruro di sodio negli edemi, nelle asciti, nei versamenti pleurici siero-fibrinosi ! (Il). - R. Massalongo e G. Zambelli . » Coagulazione del sangue (L' influenza di · alcuni germi sulla). - Loeb . . • . » Codice per i medici (Un) . • • . . . » Coito (Lesioni nel) . . . . . . . . » Colecistenterostomia ad Y. - Monprofit » Colecistenterosto1nia (Nuovo· n1etodo di): colecistenterostomia ad Y. - Monprofit » Colecist\te acuta (La). - G. Senni . . »

117 1369 1462 1420 ' 1254 1013

119 969 1329 1392 1235 916

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Colelitiasi infettiva (Indicazioni terapeutiche nellà). - Chauffard • . . . Pag. 451 968 Colelitiasi (Osservazioni sulla). - Grube. » Colera infantile (Il trattan1ento del - - · con speciale riguardo alla tecnica tera. ) . - R oe der . . • . . . . » 128'"'1 peut1ca Coliche degli arteriosclerotici (Le). Buch . . . . • . . • . . . . » 123G Colite cronica (Cura della). - Jesse Shoup » 13l15 Colite muco-membranosa (Nella). )) 250 Roussel . . • . . . . . . • Colite muco-membranosa (Terapia della). - Matth' eu . . . . . . . . . » 1464 Colite mucosa e sua cura. - Runyon . » 152l CoJiti gravi (Sulla cura chirurgica delle). - P<:tuchet . . . . . . . • • . » 1492 Collo uterino (L'an1putazione del - 491 col proprio processo). - La Torre . » Colonplicatio come cura delle ectasie essenziali del colon (La). - Parla vecchio P ag. 351, 468. Coma diabetico (Cura del) - Leoné . Pag. 1136 Coma diabetico (Un sintoma oculare del). - l{rause . . . . . . . . . . » 1433 Comme1norazione del dott. G. Marre. 145 A. Mosso . . . . . . . . . . » Con1memorazio ne del prrf. L. Bertù1i. Mazzoni . . . • . . . . • . . » 43 Concorsi e condott,e : Pag. 32, 64, 9o, 124, loO, 192,

256, 288, 320, 350, 382, 414, 446, 477, 510, 542, 605, 637, 670, 702, 734, 978, 830, 861, 894, 926, 958, 089, 1022, 1054, 1086, 1118, 1150, 1182, 1214, 124ò, 1277, 1~10, 1374, 1406, 1438, 1565, 1598, 1630. Congestione uterina primi ti va nelle artritiche nervose (La). - Pier(a. . • • Pag. 1258 Congresso (XIV) di Medicina interna. . » 1412 Congresso della Società italiana di Chi427 rurgia (X VI I) . . . • . • . . . » Congresso (X) della Società italiana di Ostetricia e Ginecologia . . . . . » 1422 Congresso dermatologico internazionale (V). • . . . . . . . . . . » 1214 Congresso i~ternazionale di der1pa tologia (V). - v. Montesano. . • . . • » 1261 Congresso medico interprovinciale ljgurepien1011tese in Mondovì. . • . . • » 1213 )) Congresso medico umbro (V) . . . 1213 Consiglio federale degli Ordini dei sanitari del Regno. • . . . . . . » 857 Consiglio superi~re di Sanità: Pag. 93, 855, 1335. Contenuto gastrico (Sul valore dell'esame microscopico del). - Gallenga . • • Pag. 1184 Conferenza sanitaria internazionale di Parigi ( r 903) Pag. 189, 220, 252, 285. Connettivo di sostegno dei muscoli lisci (Contributo allo studio del). - Balli . Pag. 775 Contagio coi libri (Per evitare il) . . . » 533 Contrattura del ginocchio (Sulla cura funzionale nei casi di grave). - Codivilla » 337 Contrazione uterina e centri motori dell'utero. - Chidichi mo . . . . . . » 883 Controllo dei nuovi medicamenti chimici (il). - Doctor Cajus . . . . . . » 1144 Contusioni ~ddominali (Sulle). Perez » 462 Corda del timpano ed intermediario del Wrisberg. - De Gaetani • . • • . .)> 429 Corea cronica grave (Intorno a due casi di). - Forni . . . . • . . • • » 688 Corea del Sydenam grave g uarita col metodo Baccelli (Un caso di). - GalJenga >> 398

Corea del Sydenam guarito col metodo Baccelli (Un caso grave di). - Manaresi . . . • . . . . . . • • Pag. 1010 333 Corea molle (La). - Escherich • . • » 872 Corpi di Negri (Struttura dei). - Bandini » Corpi di Negri (Ulteriori ricerche sui - in rapporto all'etiologia della rabbia). - D'Amato. . . . . . . » 1419 Costa (Importanza diagnostica della X). 653 - Rubi ns tei n • • . • • • . . » 652 Costola cervicale. - Riesn1an . • . • » Cotone radioattivo. - Landow. . . . » 1435 Coxite (Importanza dei sintomi iniziali della - in relazione alla sua cura). Salaghi . . • . • • . . . . • » 404 Crepitazione laringea nello stadio iniziale della tubercolosi pulmonare (La). 153 Remonchamps . . . . . . . • . » Crioscopia clinica (Sulla). - Pace . • . » 1415 Cuore dei tubercolosi (Il). - Segner, . » 630 Cuore (Nuovo metodo per riconoscere l'integrità funzionale del). - Katzenstein » 1171 Cuore (Sulla revi vescenza del) . -Salomooi » 458 Cura antineoplasica (Risultati della sua) . - Do1·en . . . . . . . . . » 1459 Cura antirabica (Rapporto fra l'azione della - - e quella dei glicerofosfati, delle lecitine e degl'ipofosfiti). - Fratta » 714 Cura antirabica (Se l'azoturia e la fosfaturia nella - - dipendano dal virus rabico o dalla sostanza nervosa iniettata). - ·Maiara • • • . . • . . » 714 Cura del riposo di Weir Mitchell . . . » 474 Cura osteoplasti~a delle perdite di sostanza delle ossa lunghe. - Samter . » 717 Cysticercus cellulosae della lingua (Su di 456 un caso raro di). - De Gaetano . • »

D Deambulazione nei ve.:chi (I disturoi della). - Tramonti . . • . • . • . . Pag. 768 Debolezza di cuore e iniezioni ài morfina. - Rosenbach . . . • . . . . • » 1323 Decapsulazione e fisaazioue del rene. Ceccherelli • . . . • • . . • • » 1394 D ecorticazione del polmone per essudato 563 pleurico calcificato. Mastrosirnone. » Decorticazione renale nella cura della nefrite. - Roienstein . • . . . • • » 71& Decubito addominale nella peritonite set716 tica. - Kuster. • . . . . • . • » Decubito nell'appendicite (Il). - Signorelli » 3 Degenerazione fisica e morale (Per op376 porsi ai progressi della). - Rentoul . » Delirio da choc nervoso. - Bailey . • » 1495 Deliri proprii dei tisici (Qei). - Riebold. » 903 Denti sifilitici (Contributo allo studio dei). 15 - Calderone . • • . • . . . • » 59& Deontologia medica . . • • . • • » Dermite nei nichelatori (La). - De Busscher. . . • . . . . • . . . » 1224 Deviazione coniugata degli occhi con rotazione della testa negli emipl egici (Sul423 l'origine sensoriale della). - Bar l . . » 38 Diabete bronzino. - Parker . • • . • » Diabete (Cura farmaceutica del). - H. Thomson . . . • • . · . . • • » 1590 Diabetè insipido (Cura del). - Stein. • » 159() '


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Diabete traumatico (Contributo clinico e medico-legn le allo studio del). - Morselli • . . . • • • . . . • • Pag. 712 Diabete zuccherino (Ricerche e osservazioni circa l'influenza delle operazioni sul decorso e l'esito del). - Korner . » ~67 Diabetici (Sulla questione della tolleranza degl'idrati di carbonio nei). - Koliscl1 e Schun1ann leclerq. • . . . . • » 1004 Diagnostica (Relazione sui progressi della - nel I 904). - Schupfer. . . . • )) 1481 Diapason come mezzo di esplorazione degli organi (Il). - Mignon. . . . . » 154 Diapositive radiografiche (Dimostrazione di). - Buxbaum • . . • . . . . » 108 Diarrea cronica (Nella) . . . . . . » 758 Dieta iper- ed ipoclorurata sugli scambi nutritivi e sull'ascite della cirrosi epatica (Sull'influenza della) - Calabrese » 1416 Dieta ipo- ed iperclorurata (Influenza della - - - sugli scambi nutritivi nei sani e nei cirrotici). - Calabrese . » 1264 Dietetica (Un grande principio di). Sch \\'eninger • . • . . . . . . » 136G Differenze tra fratelli (Sulle cause normali delle - - indipendente1nente dal sesso di essi). - Curreri • • . . . . • » 300 Difterite (Profilassi della). Istruzioui della Società toscana d'igiene . . . . . » 113~ Digestione gastrica (Sull'influenza del cloruro di sodio sulla). - Booniger • . » 393 Digitale ad azione costar1 te (Foglie di). - Deneke . . . . . • . . . . )) 851 Digitale nelle affezioni degli organi circolatorii ~L'azione della). - Tschyplajeff » 281 Digitale nelle cardiopatie (Pericoli della). - Dauby . . . . . . . . . » 282 Digiuno (Influenza del - completo e prolungato sul contenuto in secretina ed enterochinase del tenue intestino). • • . . • . . » 583 Barbèra . Dilatatore Bossi nei casi ostetrici d' urgenza (Il). - Noto . . • • . . • » 1482 Dila tazione acuta del cuore (Studi speri• . » mentali sulla). - De La Camp 438 Dilatazioni del cuore nella pubertà (Le). Friedlander. . . . . . . . • » 438 Dimetilarnidobenzaldeide reazione di Ehrlich nelle urine (La). - Simon. . • » 106 Direzione tecnica negli ospeaali. - Bian» chi • . . . . • . . . • . 875 Disarticol azione e ablazione completa della )a, 4a e sa costola sinistra' ecc. Fiori . • • . . . . . . . • » 8ì4 Discorso inaugurale del prof. G. Baccelli » 1377 Disinfezione dei pa,·imenti • . . . . » 853 Disinfezione dei pettini e delle spazzole da barbiere (La). - Angelici . • . » 1625 Disinfezione urbana (Sublimato corrosivo e formaldeide). - A. G. . . '· . . » 1305 Dispepsia ipostenica (Nella cura della). Martinet • • • . . . • . • . . » 502 Dissenteria bacillare, specie nei bambini {Sulla). - Leiner . • . . . . . . » 1222 Dissenteria bacillare (Sulla). - De Blasi » 1289 Distacco epifisario traumatico (Il). Kir1nisson . . . . . . . . • . » 1492 Distacco precoce di placenta normalmentt inserta (Intorno àd alcuni casi di). Ferroni • • . . . . • • • . . » 1361

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XI -

Disturbi mentali a forn1a melanconica con ansietà dovuti alla esistenza ignorata di polipi mucosi delle fosse nasali e guarì ti coll'ablazione di questi tumori. - Royet Pag. 274 Disturbi psichici e nialattie organiche. • )) 1577 Gamble . . . . . . . . . Disturbi pupillari negli infermi con dilatazione aortica (I). Chaillons. • • » 437 Disturbi trofici consecuti vi alla sezione e resezione del simpatico cervicale - Beyne . . . . . • » 514 Dito ippocratico nella tubercolosi poln10nare cronica (Frequenza del). - Besançon e De Jong . . • • . • . » 1268 Diuretici negli itteri (Scelta dei}. - Liè· • geo1s . • . . . . . • . . . . » 1496 cc Docteurs d'urinoirs ». - Doctor Cajus » 1050 Dolore addominale e pulmonite. - Foote » 1133 Dolore epigastrico (Semeiologia del). . . . . » 785 Murdoch . . • . . . Dolori abituali (I). - Brissaud . . . • )> 391 Dolori di origine uterina e periuterina • » 215 Dolori esagerati nel parto (I ). - Degaud . . • . . . . . . • . » 1362 Dormire (Come si deve)? Sopprimian10 • • • 1 CUSClnl . • . . . . . . . . . » 1497 Drenaggio del pericardio (Pel). - Mintz. >> 426 Drenaggio nella cura dell' an(lsarca car83 diaco (Sull'utilità del). - Ranelletti . »

E Eclampsia delle donne incinte (Teorie attuali riguardo all'). - Seydel . . . Pag. 3'36 Eclampsia puerperale (Nuovi casi di - cura ti col veratrum vi ride ). - Pinzani. » 215 Eclampsia (Studi clinici sul!'). - Meyer Wirz . . . . . . . . . . . . » 1363 Edema acuto circoscritto (Alcune rare localizzazioni di). - Quincke e Gross . » 1031 Edema invadente con necrosi della regione 455 infraorbita.le (Un caso di). - Bernabeo » Edemi nevro-artritici. - Crèpin . . . » 914 Edenli (Tratt::in1ento meccanico degli). Colombo. Pag. 1037, 1215. Educazione (1 metodi di - e di rieducazione nella terapi a attuale). - Coutet . » 1318 Elementi ultramicroscopici del sang ue (Su alcuni). - Raehlmann . • . . . . » 1011 Ematoporfirinuria parossistica. - Paul . » 165 Ematoporfirinuria parossistica. - Pal • ': 343 Embolia delle membr~. nella pulmoni te (L'). - Kredel . . . . . . . • » 1134 Emicrania oftalmoplegica periodica (Dell'). • » 612 - Molarr • . . , . . . . Emiplegia oculare (Dell'). - Brissaud e Péchin . . • • . . . • . . . » 1267 Emisezione traumatica del midollo (sindrome di Brown-Sequard). - Peugniez 199 e Philippe • • • . • . • . . • » Emoglobinuria da chinino in infezio~e 589 malarica a tipo quartanario. - F. Bimbi » Emoglobinuria parossistica (Di una teoria 16 4 sull'). - Kretz . • . • . . • . » 215 Emorragie (Contro le) • . . . . • • » Emorragie dell.a menopausa (Cura delle). - Lwow • • . • • . • . • . » 695 Emorragie emorroidarie (Cura delle - mediante Je iniezioni di cloruro di calcio). - Boas • ,. . • . . • . » 1255

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Emorragie meningee sotto-aracnoidee (Fenomeni di localizzazione nel corso di). - Froin e Boidin. • • . . . • • Pag. 269 Emorragie nel morbo di Santi (Le). 23 Senator . . . • • . . . . . . » Emorroidi (Cura delle - con l'adrena)) 886 lina). - Demay . • . . . . • Emorroidi (Iniezioni calde di soluzione salina decinor.male nella cura delle). 24 Lofton . . . . . • . • . . . » En1orroidi (La cura delle colla adrena1ina). - Demay . . . . . . . » 1 v~21 Emorroidi (Modo d1 prevenire il dolore che succede alle operazioni ignee sulle). . . . • . » 146 4 - Silienthal • . . Emorroidi (Trattamento delle - con la 119 glicerina iodat a). - Preissmann . . » E mottisi nei tubercolosi (Trattan1ento 532 delle). - Chauffard . . . . . . . » Empiemi (Trattam ento dei vec.:hi - per mezzo delle estese resezioni costali). Voswinkel . . . . . . . . . . » 1331 Endocardite acuta (Con tributo allo studio della). - Baschi eri-Salvatori. Pag. 575, 607. Endocardite fetale - Stenosi mitralica e pulmonare - Comunicazione abnorme intrauricolare. - Lezione del professore G. Baccelli, raccolta dal dott. P. Gallenga . . • . . . . . . . . Pag. 321 Endocardite nascente (Un nuovo segno premonitorio e rivelatore dell'). Teissier . . . . . . . . . . . » 437 Endometriti (La terapia delle). - Lauro » 1426 Endoteli i va sali (Rapporto degli - coi grandi leucociti n1onucleati del sangue). - Patella . . . . . . . » 1543 Enfisema pulmonare nella tubercolosi (L1). - Bernheim. . . . . . . . . . » 153 Enteroclasi e le sue possibili nuo ve indicazioni (Sulla). - Parlavecchio • . . » 1037 Enterococcia a forma di febbre intermittente. - Courtois-Suffit e Trastour . » 941 Enterocolite muco-membranosa infantile (Cura dell') . - Giffard • . . . . . )) 59 Enterorragia nella tifoide (Prognosi dell'). » 24 Epatoptosi (Cura cl1irurgica dell'). - Ma-

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. . . Epilessia cronica con parossismi e dello stato di male epilettico (Cura dell'). Vires . . . . . . . . . . . . Epilessia (Il trattamento idrico dell'). Sadger. • . . . . . . . . . . Epilessia (La cura bromica dietetica dell'). - Richet e Toulouse . . . . . • Epilessia parziale di origine sifilitica(Studio di un caso di). - Capogrossi . . . Epilessia (Prognosi e guaribilità della). Turner . . . . . . • . . . Epilessia (Ricerche statistiche sulla prognosi e sulla curahilità dell'epilessia basata sui risultati della cura). - Turner. Epiploon (Nuove ricerche sulla funzione protettiva dell') . Ciuffi . . . . . Epistassi n.ell'ipertensione sanguigna (L'). - Marunet . . . . . . . • . Epitelio dei villi intestinali (Modificazioni Jell' - - - nella digestione e nel digiuno). - De Luca . . . . . . Epitelioma del mascellare superiore guarito radicalmente. - Reverdio . . .

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Epitifiite (L'). - Bi.ingner . . . • . Pag. 1535 Eredità in pat ologia (Del significato dell'). - Orth . . . • . . • • . . • » 778 Erisipela (Di alcune recenti ricerche batteriologiche sull'). - Kraus • . . • » 1164 Eresipela (Influenza dell' - sulla tubercolosi chirurgica). - Taruffi. . • . . » 17 Eritema come sintomo di altre malattie (Sull'). - Gallowa y • . . . • • . » 479 Ern1ofenile (Ricercl1e sull1). - Grilli . » 618 Ernia. Com plicazione. Infortunio? Borri . . . . . • • . • . » 711 Ernia crurale (Cura radicale dell'). Guibé e Proust. . . . . • . . . » 554 Ernia inguinale dell'infanzia (L'). - Kirmisson . . . . . . . . . . • ». 13 27 Ernia inguino-properitoneale (Sull'). Monzardo . • • . . . . • . • » 1195 Ernia intravescicale (L'). - Blum. • . » 1033 Ernia ombellicale (Sul trattamento de11'). 103 - Collins Warren . . . . . . . » Ernie crurali e ing uinali (Sulla origine congenita di tutte le). Hamilton Russel . • . . . • . . . . . » 646 Ernie dell'ovaia e della t uba (Le). Schifane . . . . . . • . . . . » 1328 Errori di diagnosi cagionati dai dolori di origine appendicolare. - Guinard . . » 366 Ernie voluminose (Cura delle) . - Madelung . . . . . . . . . » 717 Esclusione del duodeno (Dell'). - Monprofit . . . . . . • . . . . . » 1164 Esofago-gastrostomia transdiaframma ti ca (L'). - Gosset . . . . . . • . » 240 Esofago (Sul poterè assorbente dell'). Bonanni • . . . . . . . . . . » 1107 Esostosi borsata (Per la genesi dell'). D alla Vedova . . . . . . • . . » · 493 Estirpazione della carotide comune, della giugulare in terna e del vago per cancro di origina branchiale. - Ceci . . . » 1460 Estremità (L'arresto di sviluppo delle nel reumatis1no articolare acuto dell'infanzia). - Hoppe-Seyler . . . . » 1463 Estrofia cengenita della vescica (Nuove modificazioni al metodo di Maydl pel t rattamento dell'). - Borelius . . . » 237 Etere iodoformato nel morbo di Flajani (Iniezioni di). - Hutchinson. • . . » 1495 Evoluzione umana (I periodi dell') ; le quattro stagioni della vita. . . . • » 24

F False membrane (L'esame diretto delle). . . . . Pag. 725 - Deguy e Patry . Famiglia coreica (Una). - D'Ormea. • » 432 Fanghi naturali e le applicazioni di calore secco (I). - Colombo . . . • » 1414 Fascia di Cooper (Su di una rara disposizione della - - a livello di un'ernia dirett a della vescica). - Vaccari . . » 776 Febbre clinicamente criptogenetica. Rodini . . . . . . . . . . . » 1452 Febbre di Malt a (Intorno ad un caso di). 338 - Gnudi . . . . . • . . . • » Febbre ~moglobin.urica (Etiologia e patogenesi della). - P lehn . . . . . . )) ' 360 Febbre gialla a Cuba (La). - Vincent . » 15~


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rebbre gialla (La). - Rivista ai1alitica di G. Sanarelli. • . · . . • . . . . Pag . 1056 Febbre in uno splenecton1izzato (Il de554 corso della). - Moraczewski. • • . » 89 Febbre n ervosa (Kaurin) . . . . . . » Febbre remittente dell' India prodotta da un piroplasma nuovo. - Laveran e 86 Mesnil . . • • • • . • . • . » 397 Febbre termale (La) . - Baccarani • . » 784 Febbre tifoide appendicolare . • . . . » Febbre tifoide (Casi irregolari di). - Cur885 schmann . . . . • . • . . » Febbre tifoide con con1plicazioni arteriose 885 (Un caso di). - Steiner . . • . . » Febbre tifoide (La forma emorragica della). 472 - Samohrd. • . . . . . . . . » Febbri di origine nascosta (Sulle). Bozzolo. Pag. 87, 1379. Febbri sifilitiche (tipi essenziali di). 47 Casarini • • . . • • . . • • . » Feci itteriche (Sulla natura dei cristalli 970 nelle). - Tokuje Kimura . . . . . » Feci (L a fermentazione delle - ed il suo valore clinico). - Habel . . . • . » 1070 Feci libere nel cavo peritoneale (Osservazioni sopra un raro caso di lunga per·· manenza di). - G. Pecori . . • . » 1292 Fegato e la milza nella distruzione dei 57 corpuscoli rossi (Il). - Bain • . • . » Fegato (Resezione del lobo sinistro del per endotelioma). - 1v1azzoni • • • » 43 Fegato (Sull'indipendenza funzionale dei vari lobi del). - Pincherle • . » 713 Fenomeno degli alluci (Ilj. - Marinesco » 1174 l< Fenomeno delJe vene » di Gartner e sul rapporto esistente fra Ja pressione arteriosa e la pressione del sangue dell'orecchietta c\estra (Sul). - Zuccola . » 176 Fenomeno diaframmatico di Litten (Il). 402 - Pugliese . . . . • . • . . • » Fenomeno di Babinsky (A proposito di una comunicazione fatta dal dott. Audenino sul - - alla Regia Accademia di Medicina di T0rino). - Bertolotti e Gavazzeni. . . • . . . . . . » 133 F enomeno gastrico osservato nell' emicrania e nell'epilessia (Sopr:i un). Mangelsdorf. • • • . • . • • . » 746 Ferita d'arma da fuoco al torace (Un importante caso di). - Corrado . . . » 877 Ferita d'arma da fuoco di un re11e unico. 84 - Del Genovese . . . . . . . • » Ferite d'armi da fuoco dello stomaco (Delle). - Forgue e Jéanbrau . . • » 325 Fermento glicolitico (Del). - Blumental » 1002 Fermento lipolitico nello sto1naco umano. - Gallenga . . . • • . • . • ,> 1610 Fermenti solubili del rene (Contributo allo studio dei). - Bat testi e Barraja . » 1077 Ferro (Contributo alla funzione biologica del). - Baldoni . . . . · . . . » 613 Ferro del sangue delle gravide, delle puerpere e dei neonati in condizioni normali e patologiche (Ricerche del contenuto in). - Alfieri . . . . • . » 56 Ferro introdotto nelle vene (Sul modo di comportarsi del). - Novi • • . • • » 752 Fibromioma dello stomaco felicem ente estirpato. - Salomoni • . • . . • » 82

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Fibromiomi dell'utero (Alcune considerazioni sulla sintomatologia e sulla cura dei). - Senni . . . . • . . . . Pag. Fibromi uterini (Dell'enucleazione dei). Tuffier . . . . • • • • . . • . » Finsen (Nielsen R.). - Terzaghi . . . » Fisico-chimica nei suoi rapporti con la medicina clinica (La). - Ceconi . . » Fissazione dei tendini come cura delle paralisi (La). - Tilanus . . • • • » Fistole biliari con secutive a colecisto s tomia (Processo opera ti vo per la cura delle). - Chibret . . . . . • • . » Fistole retto-vaginali (Il mio processo operativo delle). - D'Alessandro • • » Flebite blenorragica. - Heller . . . • • » Flebite gonorroica. - Heller. . . . • » Flebiti (Cura delle). - Robin . . . • » Flemmone ligneo tardivo a lento decorso, in operati di erniotomia radicale alla Bassini e guariti di prima intenzione (Due casi di). - G. Betagh . . . • >> Flemmoni della guaina dei muscoli retti (I). - Le Den tu • . . . • . . . » Flora inicrobica termofila dell'intestino dell'uomo (Sulla). - Bruini . . . • » Fluorescina nella transilluminazione dello stomaco (La). - Kèmp . • . . . » Fobia (Ititorno al significato clinico di una) . .- Battistelli . • . . • • . » Focolai tubercolari 11tenti e sul valore diagnostico deUa tubercolina (Sui). Cornet. . . . • . • . • . . • » Frattura dell'epifisi inferiore del radio nei manovratori di automobili e sul relativo meccanismo di produzione. - Ghillini » Frattura longitudinale del radio, simulante una lussazione posteriore. Artrotomia. Gnarigione. - Betagh . • . » Frattura spiroide dell'estremità superiore (Della). - Bayer . • . . . . • . » Fratture complicate (Del trattamento delle). - Doberauer. . • • • • • » Fratture (Cura delle - colla sutura ossea). . . . . >> - Konig. • . . . . Fratture dell'estretnità inferiore dell'omero (Le con1plicazioni nervose nelle). - Savariand • • . • . . . . . . » F ratture dello sterno nelle fratture della colonna vertebrale (Ricerche sperimentali sulla genesi delle). ·- Otz . • . » Fratture limitate del fondo della cavità cotiloide (Ricerche sperimentali sulle). - Thèvenot . . • . . • • . . » Fratture sub- periostali dell'omero nei ban1bini. - Stone • • • . . · . . » Freddo locale (Influenza del sull'azione cardiaca). - Krebs . . . . » Frigoriferi e la conservazione delle carni (I). - Angelici . . • . . . • • » Funzione del cieco e dell'appendice (Sulla). - Macewen . . • . . . . . . »

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G Gangli linfatici nella febbre tifoide (Stato dei). - Edsall . . • . • • • . Pag. 885 Gangli bervosi dello stomaco in talune malattie gastriche sperimentali e spontanee (I). - O' Amato . . . • . . » 1417


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XIV

Gravidanza e paresi generale. - Dedow Pag. 1363 Gangli nervosi intramuscolari in alcuni m uscoli inGravidanza gemellare (Di un sintoma che trinseci della larjnge (Sulla presenza di). Gefacilita la diagnosi di). - Le\iiUOYitch » ronzi. P ag. 905, 1581. 59 4: Gravidanza tubaria (L'etiologia della). Gangrena per arterite infettiva (La). Micholitsch • . . . . . • . . . » 1125 Tillaux . . . . • • . . . . . Pag. 1169 Gravidanza tubarica (Contributi anatoGangrena polmonale (Nell a). - Lance821 mici e clinici sulla). - Spinelli . . . » 1482 raux • . . . . . • . , . . . » Gangrena polmonare (L'intervento chiGuardia ostetrica in Bologna (Risµltati dei primi sette m esi della). - Bidone » rurgico nella). - Auvray. • • . • » 1189 714 Gangrena totale del polmone con speciale reperto semeiologico e necroscoI 945 pico (Un caso di). - Michelazzi . . » Gastroenterostomia nei disturbi gastrici Idiotismo sapiente (Un caso di). - Budei nevropatici (La) . - Brio. . • • » 1492 glioni. . . • • • . • • . • . P ag. 877 Gastroenterostomia (Nuovo processo di) . Idrocefalia (Trattamento dell' - col dre465 - Masnata. . • • . . . . • • » naggio). - Taylor • . • • . . . » 1014 Gastroenterostomia (Semplificazione al Idrocefalo interno idiopatico cronico . • » 566 465 Idronefrosi (Effetti del!' - sui globuli bian· proprio metodo di). - Mugnai • . . » 184 Gastroptosi (l'era pia della). - Coste. . » chi e sull'apparato cardiovascolare). 23 Gastrorragie diffuse settiche. - Fuchsig . » Magni • . . . . . . • . • . » 874 Gastrost omia (Nuovo processo di). Igro ma della borsa trocanterica profonda 50 Depage • • . . . . . . . . . » (L'). - Lippfert . . . . • • • • » 77 Germe fissatore dell'azoto libero atmoIleo per aderenze nel corso dell'appendisferico (Esperienze su di un nuovo). cite. - Federmann . . . • . . » 716 872 Ileo precoce acuto traumatico dopo una -- Volpino . . . . • • . • • . » Germi patogeni ultramicroscopici (I). laparotomia asettica. - Manega . • . » 1551 545 Ileo-tifo (Sulle setticemie secondarie n ell'). V crney • . . . • . . • . • . » Ghiandole a secrezione interna dal punto - F ornaca . • . • . . . . . . » 472 di vista chirurgico (Le). Contributo speImene (Contributo allo studio dell'origine rimentqle alla fisiopatologia di esse. dell'). - D e Arcangelis • . . . • » 1482 338 Imene (Rottura dell' - nelle cadute) • » Cecca e Zappi . . . . . . • • . » 25 Ghiandole sebacee libere nell'uomo (O s· Immunità contro i veleni può essere tra909 servazioni preliminari sulle) - Bovero. » smessa dai genitori alla prole (L'). Giornata di lavoro nella mondatur a delle Lustig . . • • • • . . • . . . » 529 186 Impregnazione metallica del sis tema ner. . . » risaie (Durat a della). . . Glicogeno epatico delle rane ibernanti voso, estendibile all'impregnazione mee sulle sue modificazioni quantitative tallica dei tessuti in genere (Di un nuovo in seguito ad un aumento rapido della metodo per I'). - Sanzo . . . . • » 300 t emperatura nelle rane normali e n elle Inanizione assoluta nel Gongylus ocellarane con vago tagliato. - Vasoi n. . » 171 tus alla luce diffusa e nell'oscurità (SoGlicosuria diurna. . . • . . . . • » 757 pra il decorso dell'). - Manca e CaGlioma della retina sviluppatosi nell'occhio 172 sella . • . • • . • . . . . • » di un piccione (Sopra un caso di). Incompatibilità degli estratti di china con P. Chiarini . . . . . . . . . . " 1586 gli antipiretici • • • . • . . . . » 851 G lobuli rossi giovani nella sifilide. Incontinenza d'urina (Cura dell' - - con F errari . • • • • • . . . • . " 873 la puntura lon1bare). - Babinski e BoisGlomeruli neJla nefrite cronica intersti979 seau . . . . . • . • • • . . » ziale (Alterazioni cistiche dei). - Beer » 1078 Incontinenza d'urina nei bambini (L').· Glomerulite produttiva epiteliale. - FiMon tfort . . • . • • . • • . . » 169 chera e Scaffidi . . • . . . • • » 43 Incontinenza notturna d'urina. - Weill. » 1015 Gonococco di Neisser (Studii batteriolo· Incontinenza notturna d'urina. - Weill. " 1589 gici sul). - W ildbolz . • . . . . » 182 Indacano nell'urina (Ricerca dell'). Gonorrea ed ipertrofia prostatica nei 310 Riegler . . . . • • . • . • . » loro reciproci rapporti etiologici. Infezione carbonchi~sa (Influenza degli orFinger • . • • . . . . . • . ,, 1330 gani sull'). - Caporali R. . . . . . » 1420 • Gonorrea nel puerperio. - Ma rtin . • » 844 Infezione (Contributo alle vie che segue Gonorrea nelle donne in parto (Prognosi l' - nell'organismo). - Boeri . . . » 1419 della). - 1vlartin • . . . . . . . » 1330 Infezione della ferita conseguente al parGozzo (Ricerche preliminari dirette a prelare durante l'operazione (Sul pericolo cisare la causa del - e del cretinismo). 840 di). - Mendes de Ledo . . • . • » - Grassi e M unaron • • . . • • » 627 Infezione malarica (Grave). - Martella » 875 Granulazioni eosinofile nelle cell..ile nerInfezione mista tifica e paratifica. vose dell'uomo idrofobo (Le) - Pace. » 1420 Conradi . . • . . • . . . • • » l ò22 Granulazioni neutrofile del sangue (Sulla Inf~zione paratifoidea (Due casi di). dottrina delle). - ~fotte . . . . . » 10 Smith • • • . . . . • . . . » 1533 Grassi nei liquidi dell'organismo (Appa· Infezione puerperale (Profilassi dell'). recchio di Soxhlet pel dosaggio dei F ehling • • • . . • . . • . • » 214 - - ). - T reves . . . . • . . » 910 Infezione tifosa (I veicoli n ell')]. • • . » 633 Grasso del sangue e di qualche organo Infezione tubercolare primitiva di origine nell'uomo (Sul contenuto di). - Rumpf. » 1108 248 intestinale. - Wagner • . • • . • »

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-xvInfezioni miste sperimentali con bacilli tubercolari ed acidofiH. - Cantani. . Pag. 1390 Infezioni pneumococciche extrapolmonari (Contributo allo studio delle). - Maccone • . . . • . . • • . • . » 402 Infeziosi tà tifoidica delle urjne. - Herbert » 887 Infiammazione del diverticolo di Meckel con ostruzione del lume intestinale. Rebentisch . • . . . . . . . . » 531 Inibizione e gli stati ipnotici (L') - Gallerani . . . . . . • • . • • . » 172 Iniezione di parafina nel naso seguita da 274 amaurosii immediata. -- Hurd . . . » Iniezione intrauretrale di glicerina calda per facilitare il cateterismo nell' anuria calcolosa. - Kreps . • . . · • . » 294 Iniezioni di acido fenico nella infezione carbonchiosa dell'uomo (Le). - G. Mar-

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1293

Ipofisi cerebrale (Per la funzione dell' ). - Dalla Vedova . • . . • • . . Pag. 240 Ipofisi e la patogenesi del morbo di Basedow (L'). - Salmon. . . • . • » 1451 Ipofisi (Lesioni traumatiche dell'). - Ma688 delung. . . . . . . . . . . . » Ipofisi (Ricerca sull'istologia normale e 908 patologi ca dell'). - Morandi. . • • » Ipofonesi degli apici e i relativi fatti ispettivi e ascolta ti vi senza lesione polmonare (L'). - Fedeli . . . . . . . » 1267 Ipofonesi sopracarcliaca (Dell') . - Zeri . » 1412 Ischemia artificiale (Sull'). (Studi sperimentali intorno all'azione della soprarenina sui tessuti e sua applicazione nella pratica chirurgica). - Mi.iller. • • . . » 486 lsopral (Un nuovo ipno tico: l'). - Mende. » 663 Ispettori medici del lavoro (Gli). - G. Lo• r1ga . • • • . . . . . . . . >) 8 23 Isterectomia in gravidanza per affezione maligna dell'utero (Cancroide della porti o, miofibroendotelioma dell'utero). - 1'ruzzi . . . . • . . . . n 1454 Isteria infantile. - Thiemich . . . . » 500 Istone contro la difterite (Studio sull'a· zione immunizzante dell'). - Flamini. » 183 Ittero catarrale di origine eberthiana. 885 Gilbert e Lipf1'nann . . . . • • . »

Iniezioni di bicloruro di cl1inina sulla cura della sciatica. - Nanni . • . • • » 876 Iniezioni di sangue eterogeneo nella vena porta e nella giugulare nei cani normali e smilza ti (Le) - Pugliese . . n 172 Iniezioni di siero artificiale (Le). 850 Huchard e Fissinger . . . . . . . n Iniezioni endovenose (Apparecchio per 686 - con velocità costante). - Simon . >) Iniezioni endovenose di bicloruro di mercurio nella setticemia puerperale (Le). L - Bidoli. . • . . . . . . • . » 8'18 Iniezioni endovenose di sublimato nella Lacerazione centrale del perineo (Sopra cura della infezione puerperale e nella una nuova possibile causa di). febbre tifoide - A. V. . • . . . >) 729 T. Rossi-Doria. . . • • . . . • Pag. 1034 Innesti cancerosi (Sugli). - Petersen . >> 588 Lacerazioni perineali recenti (Trattamento Innesto dell'uretra del bue nell'uomo. delle). - Bucura. . . . • . . • » 1555 Pringle . . . . . . . . . . • J1 1581 Laminectomia della terza e quarta lomInsonnia (Cura dell') . . . . . . . » 663 bare per lesione della cauda equina. Insonnia di origine cardiaca (Cura dell' Alessandri • . . . . • . . . . » 1610 - - - associando la digitale con la Laparo-isterectomia e lo svuotamento del 663 morfina) . . • . . . • . • • • » bacino nel cancro del collo dell' utero Insonnia (Pozione caltnante contro l') . » 1016 (La). - Pettazzi 4 . . . . . . . ,, 294 Insonnie false. - Behm . • . . • . JJ 915 Laparotomie per c~lcolosi biliare (ResoInsufficienza renale intermittente nella conto di 137). - Kehr. . . . . • » 1218 arteriosclerosi (Sopra 1'). - Landau . » 101 Laringectomia alla Durante. - Padula • » 257 Interruzione della gravidanza in alcune Laringoscopio (L'inventore del) . . • . » 822 malattie mediche (Delle indicazioni per I'). - U. Arcangeli . . . . . . . >) 106 Lattato di calcio (Ossidazione del - nell'organismo). - Bonanni. • • . . » 161 O Intestino (Sul valore clinico dei metodi Latte (Conservazione del - coll'acqua osproposti dallo Schmidt per saggiare la sigenata). - R.enard, Nicolle ed E. Dufunzionalità dell'). - G. Rem-Picci .. P ag. 639, 672. claux • . . . : . . . . . . » 1178 Intestino tenue (Esplorazione dell' - - Latte (Conservazione e pasteurizzazione e differenziazione pratica delle sue anse). del). . . • • . • . . . . . . » 504 - Best e Laroyenne • • . . • Pag. 59fi Latte crudo e il Lltte pasteurizzato (DiaIodio (Tintura di): metodo di conservagnosi differenziale fra 11). - Angelici. JJ 729 • z1one . • . . . • • • • . . . )> 312 Latte delle due mammelle (Ricerca sul). Ioduro (Per cominciare una cura di). . » 312 155 - Zappert e Jolles. . . . . . . • » Iperacidità urinaria • • • . • • . • » 343 , Legatura dei vasi iliaci (La sistematica Ipercloridria (Nella). - Hayem. . . • >) 185 - - - , come primo tempo della paIperemia del faringe come guida alla rinisterectomia addominale: suoi vantaggi cerca dell'albumina o dello zucchero immediati e remoti). - Merletti. . • » 1454 nelle urine (L'). - Garel . . . . • » 758 Legatura della vena iliaca esterna e delIpertrofia del tessuto linfoide alla base l'arteria femorale nel medesimo arto della lingua come causa di tosse (L'). per ferita d'arma da taglio. Guarigione. - Jarech • • . • . . . . • . . » 1269 - Parenti • . . • . . . . . . » 1039 Ipnotici (Uso ed abuso degli). - BlairLegge sanitaria. (La nuova) - Ballerini. • » 346 Stewart . • • . . • • . • • . » 1016 Legge sanitaria (L'articolo 8 della nuova Ipodermoclisi (Di ·un apparecchio da - - e un'inchiesta sull'assistenza meper un più pronto soccorso). - Micheli » 562 dica nei Comuni). - Dott. Cajus • • » 1561

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Leptotneningite circoscritta ~ ~ul la p~~a· lisi dell' abducente di origine ot1t1ca (Sulla). - Gradenigo • . • . . .Pag. Leptomeningite otitica (Intorno alla cura della). - Gradenigo : . . . . .. • • » Lesioni chirurgiche di i;ierv1 per1fer1c1 (Due casi di). - Galeazz1. • • . • • . » Lesioni oculari che si verificano nel corso di ma]attie del cuore, dei vasi sanguig11i e dei reni. - Stedmann Bull. . • • » Lesioni ulcerose del faringe e del laringe di natura tubercolare e sifilitica (Cura delle). - Sokoloff . . . . .. · . >> Leucanemia (Sulla). - Saccon~gh1. . . » Leµcemia nei bambini (Rapeor~1 tra l'anemia splenica e la). - G1ud1ceandrea : » Leucemia spleno-midollare (Tre casi di - - curati coi raggi Rontgen). Colorobo . • . . . . . . . . . \ » Leucociti (Della reazio~e iodi.ca d~i - e del suo significato in chirurgia). Kuttner , . . . . • . • · • · » Leucociti nella pleurite (Comportamento dei). - Sazianz • • . • . . . . . . . » Leucociti neutrofili nelle malattie infettive (Sul modo di comportarsi dei) - Arneth . . . . . . • . . · • • » Leucociti (Sulla co~ta . dei. - ~ del suo impiego nelle affez1on1 ch1rurg1che). Reich . . . . . . . . • . • . >> Leucocitosi nelle contusioni e ferite dell'addome (Ricerche sperimentali sulla). Caz;n . . . . . . . · · · · · » Leucoterapia nelle infezioni (I tentativi di). - Labbé . • . . • • • . • » Linee bianche sulle unghie nell'avvelenamento arsenicale. - Aldrich • • . >> Linfa nei fasci e nei cordoni spinali (Sul corso della). - · Orr . • . . . • • » Linfen1ia acuta (Passaggio di una forma di anemia splenica in). - Giudiceandrea . . • . . . . . • . . . » Linfocitosi e pseudolinfocitosi. - Barjon e Mazuel. • . • . • • . . . . » Linfocitosi nella tabe (La). - Ballet . . >> Lingua nera (Nella). - Papon . . . . » Lingua prensile (Un curioso caso di). Rodier e Capdepon t . . . . . . . » Lipen1ia nel diabete mellito . . . . . » Lipoèmia diabetica intraoculare. - Hale White. . • . . . . . . . . • » Liquido cerebro-spinale nelle malattie nervose tSull't=san:e citologico del). - Giudiceandrea . . . . . . • . . . » Liquido cerebro-spinale nella tetania (Il). - ' R'1st e s·imon • . . . . . . . » Liquido erniario in ernie strozzate (Alcune considerazioni sui risultati del!' esame batteriologico del). - Rotella . . • » Litiasi biliare e l'iperacidità (Rapporto fra la). - Kaufmann . . . . • • • » Localizzazioni motrici spinali (Ricerche sulle). - Marinesco . • . . • . . » Lombaggine e del reumatismo muscolare (Sulla patogenesi e sulla cura della). Giglioli . . . . . . . . • . » Lombaggine (Nella). . • • . • . • » Lombrici (Contro i). - Mery . • • • » Lombricosi biliare (Sulla). - Turri • . »

XVI -

208 687

455 143

1582 725

72

1413

Lupus (Cura del - coll'aria calda). - Ferrari. . • . • . • . . . . • Pag. Lupus (Cura del - colle correnti ad alta frequenza). - Vinay • • . • • • » Lupus erythematosus. - Warde • . . )) Lussazione abituale della rotula (Del trattamento chirurgico della). - Krogius. » Lussazione congenita delle anche (Sulla cura della). - Davis . . • . . • • » Lussazione esterna completa e abituale della rotula (Nuovo processo di cura chirurgica per la). - Ruggì • • • . >) Lussazione indietro della testa dell'omero, da azione muscolare (Osservazioni sopra un caso di). - Mausell Mollin . . • » Lussazione posteriore dell'anca (Un nuovo metodo di riduzione per la). - Elgard. >> Lussazione sottoglenoidea del femore. Niederle • • . . . . . . . • • » Luxatio coxae congenita (Terapia incruenta della). - Braun . . • . . »

873

14 239

454 78 767 453

786 1286 1285

1001 614 998 999

50

615 1111 400 72 7 693 1556

1522 757

1004 389 915 12 531 1032 402 24

1365 430

M Macchie di Koplik come sintoma precoce 89 del morbillo (Le). - Manasse . . . . Pag. Macchie di Koplik nel morbillo (Le)· 89 Aronheim • • . . . . . . . . » 569 Madagascar (Come si n~sc~ nel). -: Joll~ » Malaria (Atti della Soc1eta per gli studi della). Celli • • . . • . • . » 1112 Malaria (Circolare ministeriale su « i Campi sperimentali per la - » )· • : )> 1205 Malaria (Per la lotta contro la). Sui campi sperimentali. - Verney . . . . • » 1272 Malaria (Sulla trasmissione della - me· dian te le zanzare). - V erney . . . » 1522 23 Malattia di Hirschsprung . . • • • . » Malattia di Parkinson (Ricerche cliniche ed anatomo-patologiche sqlla). -Alquier » 1095 779 Malattia di Stokes-Adams. - Modinos. )> Malattie infetti ve nella scuola (Profilassi 788 delle). - Hueppe. . . •. . • • . . » Malattie intra- ed extrapont1ne (La dia197 gnosi differenziale delle). - Schwarz . » 787 Mal di terra (Il) . . . . . ,· • • • .» Mal perforante (Due casi di - - curati collo stiramento del n. tibiale poste877 riore. -- Angeloni e Cavicchia . . • » Mal perforante esterno dello stomaco 332 (Sul). - Hayem . . • . . • . . » 759 Mangiamo troppo. - Chittenden . . • » Massaggio del cuore messo a nudo. D'Halluin • . • • • . • . • . · » 1271 Medici condotti (Circolare ministeriale sul regolamento provvisorio per la nomina dei - - e degli ufficiali sanitari). » 1206 Medici (Come muoiono i). . . . . . » 1332 918 Medici (Di che cosa muoiono i) • . . » Medici consorziali (I giusti e modesti de· sideri dei). - A. Brunelli . . • . • » 1498 Medici e le Società di mutuo soccorso (I 315 r apporti fra i). - Ca j us . . • . • » Medici e le Società di mutuo soccorso. 122 Doct. Cajus . . . . • • . • • . » Medici stranieri (A proposito dell'esercizio dei). - Dott. Cajus . . • . • . . ,, 1467 Medicina clinica (Sul criterio fisiologico 722 nella). - W olkow • • • • . . . »


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.206 .332 918 498

X.VII

Medicina coloniale (Alcune note terapeu.. tiche di). - Ro::ca . . • . . . . Pag. 1166 Medicina in Germania (Decentramento dell'insegnamento pratìco della) . . . » 1332 Medico (La scienza e l'arte del) . - Buum. " 1138 Megacolon congenito (Contributo clinico allo studio del). - E. Meynier . . . » 1407 Megariociti nel sangue circolante (Sulla presenza di). - Boccardi . • . • . » 177 Membrane sierose (Osservazioni sul processo infiammatorio delle). - Vig liani. » 910 Meningite cerebro-spinale per stafilococco in due tifosi (possibile contagio). Sergent e Lemaire . . . . . . . » 472 Meningite (Note batteriologiche intorno ad alcuni casi di). - Monti . • • • » 566 Meningiti (Etiologia delle - ed in1portanza diagnostica della pun tura lombare). - Lewkowicz . . • . . • » 248 Meningocele sacrale anteriore (Casuistica del). - Nieberdiog . . . • . . • » 1447 Metacro1nasie (Contributo allo studio delleJ. - Sereni . • . • . . • . • • » 617 Metastasi gooococcica. Colgan e Cooper . . • . • . . . . . . » 1331 ~eteo rismo (Spostamento del fegato e degli organi toracici nel - ; loro importanza diagnostica e terapeutica) Oppenheim . . . • . . . • . • ,, 37 Metrite cronica (Contributo allo stud io anatomo -patologico della). Lorentz » 850 Metroflebite putrperale. - G rossn1ann . » 1079 Metrorragia per al terazioni pritn iti ve delle pareti vasali. - Ricci . . • . . » 148 2 Metrorragie (Cura delle) . . . . . . » 916 Microbi sm arriti . . • • • • • . . » 887 Microscopio (Due metodi molto comodi per fissare e ritrovare al - un punto qualunque di un preparato). - L anza . Pag. 14 7, 148. ~fidollo spinal e (Sulle degenerazioni del - - negli avvelenamenti da fosforo e da stricnina). - Cevidalli . . . . Pag. B97 Mielite infettiva acuta sperimentale (Contributo alla patogenesi della). Ghilard ucci . . . . . . . • . . • » 511 Mielocitosi nei tumori n1aligni .con riproduzione secondaria nelle ossa (La). Kurpjnweit . . • . • • • • . . » 76 Miocardite crobica ( Aspetti clinici della). - Bell . . . . . . . . . . • » 1299 Miosite sifilitica. - Fordyce . . • . • » 280 Miosite tubercolare del piccolo obliquo e del trasverso con sintomi di compressione del sigma colico. - Alessandri. » 750 Mixedema anomalo. - Batty Shaw . . » 118 Mixomiofibroma primitivo dell' appendice. - P ascale • • • . . . . . . . » 469 Morbo di Basedo'v (Nota su sinto1ni cardiaci del) . G rocco . • . . . • » 373 Morbo di Basedow (Patogenesi del) . Saln1on . . . . . . . . • . • » 1298 Morbo di Basedow (Ricerca sulla cura del - - col lat te di capre tiroidectomizzate). - Christensen . . • . . » 668 Morbo di Pott (Ciò che si può sperare dagli apparecchi nel). - Calot . . • » 1491 Morbillo (Diagnosi e prognosi del) • . » 661 Morbillo (Durata dell'incubazione, andamento della tempera tura e valore dia-

gnostico delle macchie di Koplik nel). - G. Cozzolino . . . • . • • . Pag. 1452 Morbillo (Il periodo d'invasione del). Smith • • • • : • . . • • • » 661 Morfina (Il centenario della scoperta della) » 1112 Morfina nei cardiaci (Uso della). - Grassmann • . • . . • . • . • • » 1270 Morfina nei g randi t rauma tis1ni del cervello (Uso profilattico della). Mac 954 Dougall . • . . • . • . . . . » Morfina (Per evitare l'azione depressiva 312 della). - Aubert . • . . . . • • » Morfinis1no (Qualche sintoma poco noto del). - Douglas . . . • . . . . » 1495 Mortalità degli astemi (La bassa) . . . >) 533 Morte per en1orragia, dedotta dal reperto anatomo-patologico (La diagnosi della). 523 - Borntrager • . . . . • • . . " Morte per emottisi isterica. Contributo allo studio della pseudotisi i sterica. N. Pende. . . . . . . . . . . >) 1279 Morte per emottisi ist erica (Sopra un caso 816 di). - Pende • . . . . . . . . » Morti improvvise da cause interne (O s servazioni sulle). - Lochte . . . . » 1074 Movimenti involo ntari della test a come espressione di una affezione isolata di uno dei canali semicircolari nell'uomo (I). - Okounev . • . • . • . . " 1494 Mucosa del canale intestinale (Sulle mo· dificazioni che la - - - subisce durante lo sviluppo del feto). - Fusari. >) 907 Mucosa dell'intestino, dello ston1aco e dell'esofago dell' uomo (Su alcune partico297 larità deJla) . - Fusari • . • . . » Mughetto (Intorno a lla profilassi e alla cura del). - Pagliari • . . • . • » 1542 Muscoli lisci (Contributo allo studio dei). )) 775 - Balli . • . • . . . . . . Muscolo nelle rane stricnizzate (llicerche 618 sulle sostanze riducenti del). - Prodi. » Musculatura liscia dell'areola e del capezzolo della g hiandola mammaria nel· l' uomo e negli a nimali (Sulla). - Ni46 cola • . . . . . . . . . . » 759 Musicoterapia . • . . . . . . . . »

N Necroscopie (La funzione sociaie delle). Pieraccini. . • . . • • • • . Pag. 600 Necrosi del grasso endoperitoneale, acco1npagnat a da necrosi del pancreas. A. Testi . . • . . . . • • . . » 1235 Necrosi parziale del mascellare superiore sinistro durante il decorso di una febbre infettiva. - G. Gherardi • • . . >) 91 O N e fralgia e sua cura chirurgica. - Quattrociocchi . . . . . . . . . » 845 Nefrecto mia per cisti da echinococco. Berruti • . . . . . • . . . . » 208 N efrite acu ta; rapido riassorbin1ento degli edemi con eclampsia. - Bouveret . » 819 Nefrite ac uta (Sulla cura chirurgica della). 632 - Fabris • • . . . . . . . . » Nefrite (Di una epidemi~ d i). - Bonanon1e • . . • . . • • . . • • » 51 Nefrite e sua cura chirurgica. - QuattroCioccl1i . . . . . . . . . . . n 1005 •

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XVIll

Nefrite latent e rivelata da edema della glottide. - Derville. . . . : . . Pag . 553 Nefrite scarlattinosa (Per prevenire la) . - Widowitz . . • . . . . . » 633 819 Nefrite sifilitica precoce. - Bailey . . » Nefrite da cloruro di sodio (Le) . - Cioffi » 1417 Nefriti (La terapia delle). Kovesi e Roth-Schulz • . . . • . . . . » 1539 Nefroptosi consociate ad altre lesioni e 469 spostamenti viscerali (Delle). - Ruggi >l Neoformazione a tipo progressivo intorno 750 a un corpo estraneo. - Alessandri . » Neoplasmi papillari delle vie biliari. 688 Pels-Lcusden • . • • . . . • . » Nervi articolomotori delle inembra (I) . 117 - Grasset . . • . . . . . . . >> Nervi tiroidei e sull'influenza della loro resezione sulla ghiandola (Sull'azione dei). - E. Martini. Pag. 1119, 1151. Nervo ottico dell'amaurosi tabetica (Studio del). - P. Marie e A. Leri • . . . » 1266 91 Neurastenia. - Ballet . . . . . . • » Nevrastenia spinale (sessuale). - Lezione 831 clinica del prof. G. Mingazzini • . • » Nevrastenici ad ipertensione (La cura dei --- - colle correnti ad alta frequenza).

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G., y . , • . • . • . . . .

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1414

Nevrite acuta retrobulbare (La). - Grimsdale . • . . . . . . . . . . » 1450 Nevrite ascendente acuta colla sindrome della paralisi di Landry. - Senna. . » 501 Nevriti nel tetano (Le). - Grunberger . » 1172 Nevriti otticl1e nel corso delle malattie infettive acute dell'infanzia (Le). Antonelli . . . . . . . . • . » 1290 118 Ne\'rosi d'angoscia - Capgras. . . . >> Nevrosi dei pianisti e violoncellisti. Dona th . . . . . • . . . . • » 91 Nevrosi traumatiche (Sulle). Lezione del pro[ G. Mingazzini, raccolta dal dott. G . Panegrossi. 1512, 1545. Nodosità sottocutanee reumatiche (Una forma insolita di). - Morichau-Beauchaut e Laudry. . . . . • . . . » 293 Noma io adulto (Sopra un caso di). Mastri. . • . . . . . . . . • » 339 Nomine, promozioni, onorificenze . Pag. 31, 63, 95,

124, 159, 191, 222, 255, 287, 320, 349, 381, 413, 445, 477' 509, 54:1, 57 4; 605, 6 37' 669, 702, 733, 798, 830, 860, 894, 925, 958, 989, 1021, 1053, 1086, 1149, 1182, 1246, 1406, 1533, 1565, 1597, 1630. Notizie diverse. Pag. 31, 63, 94, 124, 158, 191, 222, 255, 287, 319, 349, 381, 412, 444, 477' 508, 541, ~ 73, 605, 637, 669, 701, 733, 797, 829, 861, 893, ~125, 957, 988, 1020, 1053, 1117, 1147, 1181, 1245, 1276, 1309, 1373, 1405, 1437, 1469, 1501, 1533, 1597, 1628. . Nucleone (Ricerche sul). - E. Cavazzani. Pag. 431 Nucleo rosso (Lesione antica del - ). Pierre D egenerazione secondaria. Marie e Quillain . . . . . . . •

))

1433

o Obesità (Sulla cura della). - Grocco • Pag. 1135 Occhiali (La storia degli). - Bock . . » 664 Occlusione intestinale (La diagnosi di sede dell'). - Tavel . . • • . • . • » 202

-

Oftalmia dei neonati (Per la profilassi della). Dauber. . • • • . . . Pag . 584 Oftalmoplegia in terna bilaterale prodotta dall'estratto di segale cornuta . Schneider . • . . . . . • . . » 118 Omento come organo protettivo (L'). De Renzi e Boeri. . . . . . . . » 102 Omento (Spostamento meccanico dell' nella posizione di Trendelenburg). Bakes . . . • . . • • . . . . » 554 Omicidio medico (L'). - Doctor Cajus . » 921 Onorari (La dicotomia degli). - Doctor Ca j us . . . . . . . . . . . • » 27 Operazione conserva tric e in un caso di sarcoma n1ielogene dell'epifisi superiore della tibia. - D ' Antona • . . . . » . 491 Operazione da me eseguita in W aldeckRousseau (Sull'). - Kel1r. . . . . » 1302 Operazione del Bottini nella cura dell'ipertrofia prostatica (L.). Contributo clinico. - C. Bruni . . . . . • . . . » 1264 Operazione di T alma (Indicazioni e risultati dell' - - per la cirrosi epatica atrofica). - Lenzmann. • . • • . » 118 Operazi one di Talma nella cirrosi del fegato (Sei casi di). - Harris • . . . » 568 Operazioni intratoraciche nlediante una camera pneumatica (Le). Sauterbruch . . . . . • . . . . . » 587 Operazioni sulle vie biliari (Cinque nuove). ;;~.8 - Kehr . . . . . . • • . • • •) O rdini dei medici (Gli). . . . . . . » 1308 Orecchio medio (Lesioni dell' - da vegetazioni adenoidi). - Poli . . • . . » 205 Orecchioni (Contro i dolori deg li). - Ra• gazz1 . • . . . . . • . . . . » 376 Organi linfopo ietici ed ema topoietici nella genesi dei globuli bianchi (Sull'ufficio degli). - Banti . . • . . . • . •> 950 Origine portale di alcuni accidenti gravi • consecutivi a certi interventi sulla regione dell'ilo epatico (Sull'). - Villard » 1394 Orine nelle pleuriti e peritoniti essudative (Il potere riduttore delle). - Plessi » 618 Ospedali per malattie contagiose costituiscono dei centri d'infezione per le vicinanze (Gli). - F ornasier . ' . . . » 504 Ossicini medio-frontali in crani di neo910 nati (Due casi di). - Bovero . . . » O ssidasi nella patogenesi della cataratta naftalinica (Sulla presenza e sul valore 430 di una). - Gatti . . • . . . • • » Ossido di carbonio (Esperienze sull'). Giacosa . . . . . . . . . . . >) - 909 Ossigeno nelle fJnzioni del sistema nervoso centrale (L'irnportanza dell'). 130 S. Baglioni . . . . . . . . • . )> O ssiuri (Trattamento degli) • . • . • » 1238 Osteocondrosarcoma a cellule giganti prin1itive dell'ovaio ; primo caso finora 298 descritto. - Donati . . • . . . . » Osteomalacia (Contributo allo studio dell'). - Caporali . . . . . . • » 1422 Osteomalacia simulante una infezione acuta (Sopra un caso di). - Pende . » 1614 Osteomielite acuta primaria della colonna 279 vertebrale. - W eber • . . . . • » Osteo-sarcon1i primitivi dell' astragalo (Contributo allo studio degli). - Caz· za mali. . . . • . • • . . . . » 1226


XIX -

Ostetrica (La mia opera - nella pratica privata dal punto di vista del nuovo indirizzo t erapeutico nell'infezione puerperale). - v-itanza . . • . . . • Pag. 1483 Ottica fisiologica (Osservazioni di). - Ovio. » 171 Oxyuris vermicularis (Dell'). - Heller . » G28

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Padiglione dell'orecchio nell'uomo (Sulla funzione del). - Gradenigo . . . . Pag. Palpitazioni e tubercolosi . . . • . • » Pancreas (Contributo alla patologia della necrosi ed emorragia del) - Hochhaus » Pancreas (Dei rapporti che esistono fra affezioni delle vie biliari e flogosi del). Korte • . . . • . . . . . • . » Pancreas (Sopra una singolare lesione del - in due casi di cirrosi epatica). Luzza tto . . . . . • • . . . • » Pancreas (Sull'anaton1ia del). - Opie . » Pancreas (Sull'eziologia dell~ necrosi del). - Vanzetti e Schedini . . . • . » Perforazione da t ifo ed intervento precore. - B::tsile . . . . . . . . » Paralisi agitante (L'ioscina come specifico nella). - Rose . . • • . . • . » Paralisi al terna di \Ve ber (Un caso di). - Rossi. . • . . . . . • • . )> Paralisi dei muscoli oculari (Diagnosi delle). - Terrien. • • . . . . . » Paralisi dell'adducente di origine otitica (Sulla). - Gradenigo • . . . . . » Paralisi dcl n. abducente di origine otitica (Un nuovo caso di). - Gradenigo. . » Paralisi facciale negli orecchioni. Dopter . . . • . . . . • » Paralisi generale (Cura della - - e .della t abe} . - Devay . . . . . . » Paralisi generale (Resul t a ti della cura mercuriale intensiva applicata alla - ed alla tabe). - Lemoine. . . . . » Paralisi parziale di un arto superiore, dipendente da una lesione vascolare della colonna laterale e del corno •an teriore nel lato corrispondente del midollo spinale. - Spiller e Weisemburg • . » Paralisi pos t-~1fettive (Forme cliniche delle). - Pi tres . . . . . . . » Paralisi progressi va (Prognosj della). Gaupp . • . . . . • . • • . » Paralisi pseudobulbare nei bambini (La). - Decroly • . . . . • • . • . » Paralisi radicolare inferiore del plesso brachiale ed aneurisma arterovenoso succia vio. - Calabrese . . . . . . . )) Paralisi saturnina (La). - Raymond . » P aralisi traumatica del nervo spinale consecuti va alla frattura della base del cranio (La). - Krahemann • . . • » Paramioclono molteplice (Appunt i clinici ed anatomo-patologici nel). - P oggio » Paraplegi a cerebrale infantile (La). Marie . . . • . • . . . . . . » Parassiti della malaria (Sulla tecnica per la colorazione dei) - Koreck • • . » Paratifi (I). - Rivista sintetica. ~ . • » Paratifo (Sul). - Cle1nens . . • • • »

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Paresi spasmodica degli ateromatosi. Pie e Bonamour . . . • . . . . Pag. 694 Parto trigemino (Sopra un caso di). 906 F . Rocchi . . . . . • . • . • • » Pasto (~ome si pub dividere un). - Fonssagr1ves • • . . . . . . . . . » 1366 Patate invece del pane negli artritici (Le). - A. Gautier . . • . . • . . • )) 1556 ,Paura (Non bisogna aver paura di aver). - Grasset e Metchnikoff . . . . . » 1465 Pellagra (Difesa contro la). Circo]are ministeriale ai prefetti del Regno • . '' 406 Pellagra e sua cura nella provincia di Bologna (La). - Badaloni . . . . . » 82 Pemfigo (Sulla questione del). Prism ann . . . . . . • . . . . . » 238' Pepe (Ricerche metodiche delle sofisti· cazioni del - per mezzo del microscopio). - Collin e Villiers . • . • » 60 Percussione 111ediata digito-angolare e l'angolo eia ve o-costale (La). - Signorelli . . • . • . . . • . . . » 654 P ercussione polmonare (Della). - Walla . » 1448 Perdita in peso delle marmotte ibernanti (Sulla). - Polimanti. • . . . . . » 1611 Perforazione da tifo ed intervento precoce. - Basile. . . . • . . . . . >' 1391 Perforazioni intestinali nella febbre tifoide• (Il trattamento chirurgico delle). Casin . . • . . . . . . . . » . 271 Perforazioni tifoidee. - L. Frank. . • » 1110 Pericistiti lacrimali (Le). - La Roche • » 1194 Perineorrafia col processo proprio. - La Torre • . . . . . • . . . Pag. 491, 655 Peritiflite acuta (Per la cura della). Sonnenbutg . • • . . . . . . • Pag. 1538 Peritoneo (Aumento artificiale della resistenza del - contro l'infezione di origine gastrica o intestinale). Von Mi kul icz . . . . . . . . . • . » 716 ' Peritoneo (Per aumentare la resistenza del - alle infezioni nelle operazioni sul tubo digerente). - Mikulicz . . • » 964 Peritonite diplococcica (Sulla ,. - Ghon. » 843 Peritonite e infiltrazione degli apici polmonari di natura tubercolare guarita completamente colla laparo tomia. Angelinì • . • • . • • • . . • » 876 Peritonite generale complicante la scarlattina. - Collon e Blake. . • . . » 153 Peri toni te pneumococcica (L'etiologia del8-12 la). - D e Quervain . . . . • • » Peritonite postappendicitica (Resultati ope)) rativi nella). - 1·rendelenburg • • Peritonite tubercolare traumatica. 57 Lucke . . • • • • . . . . . . » Permeabilità renale (I metodi di esplora309 zione della) . • • . • • . . • » Pertosse nel bambino durante i primi 685 mesi di vita {La). - Poppi • • . . >) Peso del cervello. - Tricomi Allegra . » 430 Peste bubbonica (I ratti, i t opi e i loro parassiti nei loro rapporti con la pro)) 1366 pag<:lzione della). - C. Tiraboscl1i Peste (Misure di difesa contro la - in 25 Francia). Il lazzaretto del Frioul . . » Pianofor~e (La medicina ed il) . . . . » 1112 Piedi torti paralitici (Cura dei cogl'innesti e t rapianti tendinei). R. Alessandri . • . . . . • . . )> 158 3

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Polmonite fibrinosa del bambino (Particolarità e forme della). - Gillet . . Pag. Polso nel decorso della tubercolosi (Significato prognostico costante della fre• » quenza del). - Sterling . . . Popolaz;one, le nascite, le morti a Roma negli ultimi due secoli (La). - O. Casagrandi . . . • . . • . . . » 50 Potere emolitico del siero sanguigno nel10 l'uremia (Dèl). - (Senator) • . . . » Precipitina (Alcune applicazioni pratiche della - nella chimica delle sostanze 1486 alimentari). - Schiltze. • . . • . » 1 38 Precipitine dei prodotti della digestione (Sulle). - Sacconaghi • . . . • • » 497 Precipitine (Sulla formazione delle). Obermayer e Pick . . . • • . • » Preparati arsenicali nei reni dei bambini 655 (Sull'azione dei). - Gianasso . . . » Preparazione dei n1edicinali chinacei (De655 creto sulla) . . . . . . . . . . » Pressione attnosferica ed apoplessia. W alth er . . . • . . . . . • » 527 Pressione cardio-vascolare nei cardiopatici ] 271 (La). - Baccarani . • . . • . . » Pressione dell'atrio destro del cuore se439 condo il Gaertner (Metodo di determinazione della). - Gaertner-Peters . . » Prezzo di un cada vere a Dublino (Il). . » Processo autoplastico per il •serramento cicatri ziale della mascella (Nuovo). 1511 Alessandri . . . . . • . . . . » 1456 Procidenza del funicolo nelle presentazioni dell'ovoide cefalico (Il trattamento della). - Majocchi . . . . . • . • . . ,, 1511 Professionisti italiani nella Repubblica Argentina (Le condizioni dei). - Doctor • • 008 Ca Jus . . . . . . • . . . . » Prolasso del retto curato colla paraganglina Vassale (Sopra un caso di). 370 Pagliari • . . . . . . . . . . » Prolasso rettale (Processo operativo del). 1484 - Duval e Lenormant. • . . . . » Prolasso rettale (Sul trattatnento operativo 401 del). - Becker . . • . . . . . » P romesse degli agenti delle Compagnie 19 di assicurazione (Le). - Doct .. Cajus. » Prurigine (Nella) . . • • . . . . » 1243 Prurito anale (Il). - Brocq . • . • . » Prurito senile, cause e cura. - Gaucher » 1174 Pseudo-appendicite nervosa • . . . . » Pseudotumori dell a cavità addo11: inale. 1343 Shutschenkow . . . . . . . . » Psittacosi contagiosa all'uomo. - Bian1608 cale . . . • . . . . • . . » Psoriasi (Etiologia della - e delle sue varietà). - R. Campana . • . . . » 426 Puericoltura . . . . • . . . . . » Pu\lmann Cars (Come si puliscono e si 1173 disinfettano i - - agli Stati Uniti). » 5~~ Pulsazione delle vene dell'avatnbraccio nella cirrosi atrofica del fegato - Hit1-0!5 schmann . . . . . . • . . • . » Puntura lotnbare nei tumori cerèbrali 31 1 (Della). - Masing • . . . . . . » Puntura lombare nei tu1nori cerebrali (Pe4O2 ricoli della). - Masing. . • . . » Pun:ura lombare nella meningite (Valore diagnostico e terapeuti co della). - Wer236 tl1einl er • . . . . • • . . . »

Piedra nostras (Sulla) - Lombardo . . Pag. 776 Pielite acuta primaria in gravidanza. Haeberlin . . . . · · · · · · » 1363 Pielite acuta primitiva dei poppanti. 343 Hartwig • . . . · . · · · ; • • · » Pilorectomia per le1om1oma maligno della grande curvatura gastrica. Goul-

lioud . . . · · · · · · · · · Piloroplastica (Nuovo metodo di). - Finney

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Pinza per collo d'utero puerperale (Nuovo mod ~llo di). - Sirena . .. . . . . : Pinza tagliente per operaz1on1 nasali (Nuova). - V?ss. • . . . . : . . • Pinze per allacciature 1n profond1ta. Sgamba ti . . . . . . • . • • . Pinzetta fissatrice utile nella tecnica della chiruraia nasale e faringea (Su di una b particolare). - Geronz1. . . • . . • Pioemia d'origine auricolare senza flebite del seno. - Geronzi . • . . . . Piotorace per versa1nento di contenuto gastrico in seguito a ferita da punta e taglio dello stornaco. - Salina . . • Piramidone (Uso del) • • . . . . • Pitiriasi delle sopracciglia, della barba, dei baffi (La). - Sabouraud . . . • . Placenta (Contributo allo studio degli elementi cel lulari del punto d'inserzione della nell'utero gravido e puerperale). - Pinto . . . • . . Placenta (Sui fertnenti solubili e sulla funzione digestiva della). - Raineri . Placenta (Sul potere antitossico della). . . Mirto . . • . . . . . . Plasmacellula nei suoi rapporti col fibroplasta e coll'osteoblasta (Della). Parodi • . . • • . . • . . . « Plasmoo » (Ricerche sullt! proprietà die· tetiche del). - Rossoni e G. Galli • Plastica vaginale con processi a lembo per strisciamento, per cicatrice anulare acquisita. - Giglio . . . . . . Plessi coroidei cerebrali (Fisiologia dl:i). - Veneziani . . • . . . . . . Plesso solare e sindrome di Addison. Lezione del dott. Laiguel Lavastine . Pletora professionale (I rimedi proposti . contro la). - Doct. Caj us . . Pleurite tubercolare. - Pleurite siero-fibri nosa • • . . • • . . . • . . Pleuroton1ia (L'incisione di scelta nella). - T. Legnani. . . . . . . . . Pneumoniti post-operative : ricerche sulla loro patogenesi. - Chapmann. . • . Pneumotorace (Per evitare lo stabilirsi del - nelle operazioni chirurgiche). Sa uerbruch • . . . . • . . . . Policlono infettivo. Contributo allo studio delle mioclonie - Valobra . . . . Polineurite infettiva atrofica. - Nearo . Polineurite malarica (Contributo clinico allo studio della). - Borrelli. . . . Poliomielite acuta (Patologi'1. della). Precbrajcnsky . • . . . . . . . Polmonite crupale (Osser vazioni sulle ricadute della). - Lovera . . . . . Polmoni (Disturbi della sensibilità cutanea nelle n1alattie dei polmoni e specialmente nella tubercolosi). - Goldn1ann

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Pupilla (Come si modifichi la reazion~ della - all'atropina in seguito all'uso prolungato della sostanza). - U. Stefani Pag. Pupille (Reazione paradossale delle - , con osservazione personale del restringimento delle pupille sotto l'influenza dell'ombra). - Piltz . . . . . . » Purganti (Influenza dei-, dei vomitivi, ecc., sul contenuto di secretina ed enterochinase dell'intestino tenue). - Alessandro » Pu.s (Sull'azione protettiva del - contro le infezioni chirurgiche mortali). - Binaghi • . . • . . . . • • . • » Putrefa ione dell'albumina (influenza de· gl'idrati di car1'onio sulla). - Simnitzki. » Putrefazioni intc:stinali e sull'azione dei vari medicamenti (Sulle). - Albertoni »

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Rabbia aviaria (Prime ricerche sperimentali e microscopiche sulla). - Pace . Pag. Rabbia (I risultati delle nuove ricerche sull'eziologia della). - Negri. . . . » Rabbia (L'origine della - nel regno ani· male). - Sin1e . . . • . • . • » Rabbia paralitica a forma mielitica (Un caso di). - Bozzolo . . . • • . . » Rabbia (Osservazioni su1la). - Viana . >) Rabbia (Sul valore della diagnosi istologica nella). - L. Dominici • • • . . • '> Rachi-cocainizzazione (Nuovo metodo di) » Rachitismo (Eredità del). - Seigert • • » Rachitis1no (Un sintoma non ancora studiato di). - Neura t • . • . . . . » Radiazione oscura nell'ozena e nelle otiti suppurative croniche (Sulla). Dio•

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Radio (Azione del - sui tessuti animali). - . Heineke . . . . . . . . . . » 1356 Radio (Effetti del - sui protozoi del genere Paramaecium). - Veneziani . • » 432 Radio (L'azione del - sui tessuti viventi). - Czerny . . . . . . • • . • » 1459 Radioterapia del cancro. - Perthes . . » 588 Radioterapia del cancro. - Tuffier . • » 1458 Rugadi anali (Contributo alla cura delle). 597 - Katzenstein 1 • • • • • • • • » Ragadi anali (Cura delle). - Katzenstein » 758 Ragadi anali (Topici per le). - Katzenstein . . . • . . . . . . . . » 250 Ragadi dei capezzoli (Profilassi e terapia delle). - Guidi . . . • . . • • » 1554 Raggi N. (Esperienze sui). - Maragliano » 1422 Raggi n (raggi di Blondlot) (Che cosa sono i). - Sgambati . • • . . . » 215 Raggi n (Raggi dì Blondlot) (I). - Charpentier . . • . . • . • . • • » 119 Raggi Roentgen (Influenza dei - - sui tessuti epiteliali e specialmente sul car• . • • . . » cinoma). - Perthes 238 Ranule (Le). - Abadie . • . • . . » 942 Raschiamento uterino (La vera indicazione del). - O' Alessandro . . • . » 1511 Reazione battericida nel siero dei tifosi (Della prova della). - Stero e Korte . » 518 Reazione di Widal (Quanto tempo dopo la febbre tifoide si può ancora constatare la). - P. Krause . . • . • . » lllO

Reazione Gruber-Widal (Esperienze cliniche sulla). - Kreissl • • . . . • Pag. Reazione iodofila dei leuco.citi per la diagnosi chirurgica (Valore della). Kuettner . . . . . . • . . • » Regolamento provvisorio per la nomina dei meclici chirurghi condotti comunali e consorziali e degli ufficiali sanitari . » Rene (Azione nefrotossica ed emolitica del - in confronto a quella di altri organi). - De Renzi e Boeri • • . » Rene (Diagnostica fisica dell'attività funzionale del). - Koeppe. . . . . . » Rene in ptosi (Considerazioni cliniche e sperimentali sulla fissazione del). Ceccherelli . . • • • . . . . . » Reni (La terapia salicilica e i). - Brugsch » Rene (Nuove ricerche farmacodinamiche sulla fun zione del - e sui suoi r:ip· porti coll'azione de~ diuretici). - San· tesson • . . . . • . . . . • . » Rene raggrinzato (Sulla natura ed etiologia del - - e sulla cura efficace del n1edesimo). - Edel . . . • • » Resezione costale per tubercolosi in due tempi. - Roux . • • • • . . • » Resezione della vescica per epitelioma. Alessandri . . . • . . • . » Resezione del retto per cancro (1 risultati lontani della). - Depage . . . . • » Resezione del tarso alla Mikulicz (Nuovo procedimento nella). - Padula . . . » Resezione di stomaco per cancro con gastroenterostomia col bottone oblungo e con pinze sp_eciali dell'autore. - Busachi • . . . . . . . . • . . » Respirazione interna dei tessuti (Sull'elemento essenziale per la). - Novi . . " Resoconto del Consiglio federale degli Ordini dei medici (A proposito del). Garofalo . . . . . . . . • . . » Restringimenti dell'esofago (Della via ga· strica per il trattamento di alcuni). Delagenière . . . . . . . . . . » Reticolo fib rillare endocellulare degli elementi nervosi dei vertebrati di fronte a recenti ricerche (Il). - Donaggio • » Retina degli uccelli (Ricerche sulla). Roselli . . . . • • • . . . . » Retina dei vertebrati (Cambiamenti morfologici che si verificano nella - - per azione della luce e dell'oscurità). - P. Chiarini . • • . . . . . . . • » Retina nell'a.n1aurosi tabetica tStudio della). - P. Marie e A. Leri . . • . » Retroposizione congenita del colon e vol. vulo del cieco. - Muscatello . • . » Reumatismo acuto (Patologia del - e delle malattie analoghe). - Walker e Riffel . . . . . . • . . • . )> Reumatismo articolare acuto considerato nella successione degli attacchi (Decorso del). - Bonet. . . • • . • . » Reumatismo · articolare acuto (Cura del - - - con le iniezioni endovenose saliciliche) . - Mendel • • . . . . » Reumatismo articolare acuto (Di una rara complicazione del). Rheumatisn1us apoplecticus, apoplexia rheumatica. Massotti • • • • . • . • . . . »

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Reumatismo articolare acuto guarito con il metodo Baccelli (Un caso gravissimo di). - A. Rossini • . . . . . • Pag. 752 Reumatismo articolare acuto (L'origiQe del - - - dall'apparecchio digerente). - Gilbert e LereboulJet . . . . . » 295 Reumatismo blenorragico (11); sue varie forme e loro cura. - Renault • . . » 375 Ricambio materiale nei de1nenti precoci 431 (Ricerche sul). - D'Ormea e Maggiotto » Ricerca batteriologica nella meniogite acuta purulenta (L'importanz~ forense 522 della). - Hugs Maro . . . . • . » Riflessi nel morbo di Pott (Esagerazione dei) . . . . . • . . . . • . » 694 Riflessi tendinei e cutanei (Intorno a~ si· gnificato diagnostico di alcuni). - Op201 penheim . . . . . • • . . . • » Riflesso patellare (In1portanza del). Stembo . . . . . • • . • • . » 184 Riflesso pupillare nella sifilide (Il) . 501 Alexander . . • • . . . • . . » Rimedi (Di alcuni nuovi). - F. Behring. » 1082 Rinoscleroma (Sopra un caso di). - Pini » 751 Riposo festivo ed i medici (La legge sul). 379 ·- Cajus. . • • . • . . . • . » Risposte a quesiti e a domande: Pag. 29, 63, 94,

124, 157, 190, 221, 286, 319, 348, 380, 410, 443, 475~ 508, 539, 573, 604, 636, 669, 700, 732, 757, 763, 796, 828, 859, 892, 924, 987' 1018, 1052, 1085, 1116, 1146, 1180, 1211, 1244, 1276, 1338, 1371, 1404. 1436, 1468, 1532, 1544, 1563, 1596, 1625. Rodopsina (Come si rigeneri la - sulla retina della rana a circolazione sospesa e a temperature diverse). Calzo lari . . • . . . . . . . • Pag. 17 3 Rottura d'utero in tra vaglio di parto (Un caso di). Feto idrocefalico. - Rienzi . » 1485 Rottura isolata dello sfintere esterno dell'ano. - Roseofeld • . . . . . . » 1014 Rottura spontanea della milza. Cra ig. » 727

s Sanatogen (Sull'uso del). - Ewald . . P ag. Sangue (Azioni biolog iche reciprocl1e del - materno e d el sangue fetale e so.!. stanze immunizzanti del latte materno). - Schenk . • . . . . • . . • » Sangue (In fluenza dell'esame del - in chirurgia). - Tuffier . • ~ . . • >l Saponata (Studio bacteriologico sulla e considerazioni sul valore pratico di un tal mezzo di disinfezione in ostetricia e ginecologia). - S. Polizzotti . » Sarcoma a piccole cellule rotonde dei n1uscol_i estreman1ente maligno cyn caso d1). - Salvo. . . . • • . • » Sarco1na della diploe. - Bellandi. . . » Sarcoma del seno frontale. - Kutvirt . » Sarcon~ atosi generale con ascite deforn.: ate. -

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Scan1bi respiratorì nei vertebr1ti eterot ern1i e sul sig11ifica to della legge di su per~cie ~Sull' intfnsità degli). - P ari Scarl.1tt1na (La diffusibilità del virus della). - Sutherland . . . . . • . . • Sciatica (Nella). - l{len1perer . • . •

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1493 1457

1311 973 1516 1446 5&g

172 89

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Sciatica (Sul trattamento della - mediante le iniezioni gassose). - B3sso . Pag. Sclerosi a placche famigliare; Contributo al1a patogenesi delle paraplegie spasmodiche erede-famiglia r i. - Massalengo. » Sclerosi delle arterie coron1rie del cuore (Su la). - Marchia fa va • . . . . » Sclerosi ed ossificazione delle vene. Beck . . . . . • • . . • • » Sclerosi laterale amiotrofica. - Collins . » Scoliosi non grave (Sul trattamento della). - Codivilla . • • . . . . . . » Scompenso cardiaco (Sulla genesi dello). - Verney . Pag. 951, 1005. Scoperte del prof. Otto von Schron (Le nuove). - Galbo . . . . . • ~· » scottature (Le alterazioni prodotte dalle 1 estese - e la patogenesi della relativa morte). - Leotta. Pag. 161, 493. Screpolature delle mani (Nelle) . . . . » Scrittura (Centro della). - Gordinier » Seborrea del capillizio (Nella). - Brocq. » Secretina (Influenza della - sulla secrezione lacrimale, ecc.). - Alessandro • » Secrezione biliare (Aumento riflesso della - - per introduzione di acido nel duodeno-digiuno). - Fleig • . . . » Secrezione gastrica in seguito all'estirpazione di un solo rene (Modificazione della). - Stejskel u. Axisa • . . • » Segno di A rgyll e la meningite sifilitica (Il). - Bertelotti • . • . . • . . » Segno di Kernig nella polmotiite (Il). Georget • . • . . • . • • . . » Sepsi gonoco::cica, con din1ostrazione dei gonococchi nel sangue durante la vita. - Krause . . . • . . . • • • » Serramento cicatriziale delle mascelle (Nuovo processo operatorio autoplastico pel). - Alessandri . . . . . . . » Servizio sanitario nell' Arn1a ta giapponese durante la guerra con la Russia (Il) . » Setticemie secondarie nell'ileo-tifo e pseudo-ricadute tifiche. - Fornaca . . . » Sfigmosemeiologia (Note di). Omodio amia e allodinamia del polso. - Trevisanello . . . . . . , • . » Siero antidifterico nella pertosse (Studi sull'efficacia del). - A. Passalacqua . '> Sierodiagnosi della tubercolosi (La). Angelici . . . . . . . . . . . » Siero-diagnosi del tifo (Semplificazione del n1etodo di vVidal pella). - Bellei e Collina . . • . . . • . • . » Siero di sangue (La reazione del). Tedeschi . . . . . • . . . • . » Siero neurotossico (Su di una possibile virtù curativa del). - Cappiello • . » Sieroreazione tubercolare e sulla possibilità di estrarre sostanze agglutinanti dalle urine dei tubercolosi (Sulla). · Paganelli e Melchiorre . . . . . . » Sieroreazione tubercolare neg~tiva nel feto di madre tubercolosa con sieroreazione positiva. Cavazza . . . . , . l> Siero sanguigno (Sulle modificazioni specifiche del - - in seguito ad iniezioni di orina). - Cler. . . . . . . . » Sieroterapia del carboncl1io (Contributo alla) - Pini. . . • • . • . »

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Sieroterapia nell'eresipela col siero di convalescente (Tentativi di). - L. Fornaca Pag. 1414 Sifilide cerebrale (Note sulla cura della). - Broaddus Pritchard . . . . . • » 1300 S ifilide ereditaria del cuore (Sulla). B. Fischer. . . . • . . . . • . » 649 Sifilide in fan ti le (Cura della) . • . . . » 1301 Sifilide (Manifestazioni oculari della - e . . . . • . » 1300 loro cura). - J essop Sifilide nei bambin i (Cura dell,a). - Still » 1434 Sifilide ossea e le sue differenti forme )) cliniche ( La). - Renault . . . • 1131 Sifilide (Ricerche ematologiche sulla). F errari • . . • . • . . . . » 16 Sifilide secondaria (Un caso gr ave di - g uarito colle iniezioni end,ovenose di sub limato). - Amenta. • . . . )) 978 Sifilide (Trattame nto della con le iniezioni di olio g rigio). Galimberti . . . • . . . . . . • . » 534 Sifilide (Un eLnoprotista agente della). R Horand . • . • . . . . • • » 615 Sigmoidite e perisigmoidite . - Lejars . » 365 Sitnulaziooe delle malattie genito.urinarie. - G.alien kowski . . . . . . . » 344 Sincope (La). - Lurnière e Chevrotier . » 281 Sindron1e di Dejerine-I{lun1pke (Sulla). - Negro . . . • . . . . . . » 560 Sindron1e miotonica (Miotonia congenita, acquisita e stati affi ni ). - G. Mingazzini e G. Perusini. . . • . • . . » 951 Sindrome spasmodica nelle jnfezioni e nelle intossicazioni (La). - Massalongo » 1390 Sindromi a tetosiche (Con tributo alla conoscenza delle). - Valli • . . . . » 183 Siringo-emorragia nel midollo spinale. G owers . . . . . . . . . • . » . 265 Sobrietà dei giapponesi (La) . • . . » 918 Socializzazione della professione inedica a Zurigo (Un esperimento di ). Doct. Cajus. . • . . . . » 1338 Soffio diastolico aortico senza lesioni valvolari. - Girson . . . . . . . • » 437 S offio venoso epatico (Un caso di). - Rivalta . . . . • . • . . . » 1421 Solfato di calcio nell'urina dell'uomo (Il). - Reale . . • • . . . . . . . » 49 Sordità e tabacco . . . . . • . )) 787 Sostanze che precipitano alla speciale prova coll'acqua acetica che serve a difft!reoziare gli essudati sierosi dai sen1plici trasudati (Sulla natura delle). - Rivai ta . . . . . . . • . . . )) 97 Sostanza fosforata nell' umor acqueo e nel vitreo (Di una) - E. Ca varzaoi . . )) 431 Sostanze ipnotiche difficilmente solubili (trional e veronal), con speciale riguardo dei disturbi del sonno negli arteriosclerotici (Sulle condizioni e sui limiti del)) l'efficacia di). - Hamburger . . . . 1126 Sostituzione artificiale del sangue (Ricer· che speri1nentali sulla). - Kiittner. • )) 614 Spatola illun1in :i nte boccale con specchietto amovibile. - Kricheldorf . . )) 1238 Splenectomia per anemia splenica . Carsten s . . . . . . . . . . )) 1624 Splenon1egalia nella diagn0si della sifilide ereditaria (La) - Martinez Vargas • )) 727 Splenopessia (Cootrib~to alla). Ceccherelli . . . • . . . . . . . )) 470

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I

Splenotomia (Due casi di). - Sti rling . Pag. 1624 Spondilosi rizomelica. - Pie e Villiers . )) 6~14 Spondilosi rizomelica e ~ubercolosi . • . )) 385 }) Starnuto (Lo) . . . . . . . . • . 982 Sta tistica difterica • . . . . . • . )) 852 « Status epilepticus » (Una forma special1nente insidiosa di - - car atterizzata dalla mancanza degli accessi convulsivi). - Pick . • . • . . . . . . . )) ~J52 Stenosi cicatriziali tubercolari multiple dell' intestino. Ostruzione da ascaridi. 466 - Muscatello . . . • . . . • . )) Stenosi mitralica assai grave disconosciuta. I nsufficienza dei segni fisici. - D e Mas · sary e Tessier . • . . . • • . • )) 1554 Stenosi mitralica e deficienza intellettuale. - D ' Astros. . . • . . . . • . )) 1554 Stenosi mitralica e tubercolosi. Potain )) 1554 Sterilizzare r apidamente l'acqua (Per) . )) 533 Stimolanti cardiaci (Abuso degli). - Blair Stewart . . . . . . . . . . )) 1401 251 . )) Stipsi (Pillole contro la). - Huchard Stomaco a clessidra (Cause della). 531 Moyowin . . . . . . • . • . )) Stomaco a clessidra (Contributo a lla diagnosi dello). - Landi . . • . . . )) 1234 Stomaco (Del valore del 1netodo di Sal1li per l'esame clinico delle funzioni dello). 484 - Habel e Humbe rt . . . . • . )) Stomaco (La temperatura e secre zione dello - in una donna con fistola ga· strica). - G . Galli . . . . )) 743 Stomaco ( Patologia Jelle lesioni dello 688 per ar1na da fuoco) . - Von Friscl1 • )) Stomaco \Ricerche sui processi di digestione e di assorbimento nello). Reach . . . . . . . . . . . . )) 692 Sto1na tite mercuriale (La) . . )) 1302 Stovaina (Studio comparativo della co caina e della - con1e anestetici locali). - Ree! us . . . . . . · . )) 1356 Strabismo convergente spasmodico . Curschn1ann . . . . . • . . . )) 1173 Strapazzo oculare come causa di cefalea . )) 9L5 e di altre neurosi (Lo). - Snele • . Struma collo)·des cistica, nell'ovaio. 236 Walthardt . . • • . • . . . . )) 598 Strutto (Vigilanza sul commercio dello) . )) Studenti di meJicina (La diminuzione 918 degli - - ) . . . . • . . . . )) Subcontin ua tifoidea (Sulla) . - G. Bac-

celli

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Sublimato corrosivo (Ricercl1e spe rimentali sull'azione del - - sui reni). - Sisto Succo intestinale dell'uon10 (Sul). - I-lam,burger et Hekma . . . • . • • . Sudore nei casi di insufficienza funzionale dei reni (Valore comparativo del). Chauss . . • . . . . . . • . Sudori n o tturni dei tisici (Curn dei). -

W eil . . . ...

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Sudori notturni (Nei) . . . . . . . SuicidiQ nelle varie epoch e dell'ann o (La tendenza al). - Von Mayr • • • . Suicidio pel ferita del polmone dal dorso (Un caso di). - Ferrere di Cavallerleone . • . . • • . • . . • . Sutura del cuore (Un caso di). - Cimoroni Sutura del ve ntricolo d~stro del cuoJ;e. P. Milesi. . • . . . . . . •

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Suture per ferite trasversali c<;>~plete. d~lle arterie, delle vene, degli intest1n1 e degli ureteri (Un nuovo mezzo di sostegno nelle). - Bernabeo . • . • P ag.

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T Tabac~o

nell'arteriosclerosi (Il). - Adler. Pag. Tabagismo ed impotenza . . . • . . » Tabe e malaria. Contributo allo studio delle associazioni morbose in genere. Signorelli. . . . . . . . . • . )) Tabe e matrimonio (Frequenza della). Pi tres . . . . . . . . . . . . )) Tabe giovanile. - Knapp . . . . • )) Tabe giovanile e sifilide ereditaria. . • )) Tabe (Le forme febbrili della). - Faure )) Tabe (Prognosi della). - Faure de Lamalon . . . . . . . . . . . . )) Tachicardia (Nella). - Fernet • . . . )) Tachicardia parossistica. - Hoffmann. . )) Tachicardia parossistica nelle affezioni del sistema nervoso (La). - Schle• stnger . . . . • . . . . . . • )) Tachiolo nella cura dell'cresipela. - C. Urso . . • . . . • . • . )) Tagli cesarei (Venti). - Landucci. . • )) Talalgia e la sua cura chirurgica (La). Vincent . • . . . • . . . • )) Tappi ceruminosi (Instillazioni di etere per l'estrazione dei). - Meierhoff. • )) T artrato sodico-potassico sulla circolazione (Influenza del). - Klieberg . • )) Telefono e l'udito dei suoi addetti (Il). - Braustein . . . • • . • . . )) Telepatia rivelata dal Petrarca (La) . . )) Temperatura cutanea addominale nella peritonite tubercolare (La). - De Paoli )) Temperatura locale addominale n ella tubercolosi peritoneale. - De Paoli . • )) Tempera ture costanti (Apparecchio per ottenere istantaneamente). - Treves . )) Tensione arteriosa nelle malattie (La). Bose e Vedel . . . . . . . . . )) Teobromina nelle manifestazioni dolorose delParteriosclerosi (La). - Breuer • . )) Teocina come diuretico nei'iambini (La). - B. Guttmann . . • • . . . • )) Terapia (Relazione sui progressi della nel I 904). - Rubino . . . . . . )) Terapia fisica {Istituto centrale di). Mayol. . • . . . • . . . . • )) Termometro clinico (Metodo per disin· fettare il). - Denny. . . . • • • )) Tessuti a secrezione interna (Gli studi recenti sui). - L. V. . . . . . . . )) Tessuto adenoide gastro-intestinale (Patologia del). - O. Stoerk . . • • • )) Tessuto elastico nell'utero gravi do (Sulla presenza e sulla distribuzione del). Rnineri • • . . . . . • . • • )) Testicoli (Anomalia di formazione e di posizione dei). - Rebustello. . . . . )) Tetano (Di alcune recenti esperienze sul veleno del tetano e sul siero della difterite). - Cl1iqdini . . . • . . . }) Tetano e metodo Baccelli. - Varisco . )) Tetano grave guarito col m etodo del professore BacceHi (Un caso di). - G. LoJoli . . . . . . . . • . ))

438 186 653 283 1432 311 1201 90 282 375 1299 1075 1482 1286 982

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Tetano g uarito col metodo Baccelli (Un caso di). - Deganello . . . • • . Pag. Tetano (La cura Baccelli nel). - V. Ascoli )) Tetano reumatico (Intorno all'eziologia del cosiddetto). - Racine e Bruns • . )) I Tetano traumatico e fenolo. - Barba )) I Tetano traumatico guarito col metodo · Baccelli (So pra un caso di). - M. Luzzatto . . . . . . . . . · · )) Tetano traumatico (Quattro casi di - curati col metodo Baccelli). - C. Ma-

stri.

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Tetano traumatico (Tre casi di - guariti col metodo Baccelli). - F. Putzu Tifo addominale (Con tributo alla etiologia e patogenesi del). - Jurgens. . . . Tifo addominale (Osservazioni sulla cura del). - Miiller . . • . . . . . . Tifoide (ll costo di un'epidemia di) . . Tifoide (Ricerche batteriologiche in alcuni casi di febbre tifoide con speciale riguardo al reperto del bacillo tifico nelle urine). - Stefanelli e Cumbo . • ; . . . Tiphusdiagnosticum Ficker (Sul valore del). - Da tta • . . . . . • • • Tic (È possibile sbarazzarsi di un) . • Timo e gli organi sessuali (Rapporti fra il). - Anderson . • • . . . . . . Tintura dei capelli (Scelta di un preparato inoffensivo per la). - Gaucher • Tinture per capelli (Le) . • . . . . Tiroide nella clorosi (La). - Giudiceandrea

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Tiroide nella guarigione delle fratture (Influenza della). - Bayon • . . . . Tirosina (Sulla presenza della - e sulla diazoreazione nelle urine dei diabetici). - Nicola . . . . . . . • . . Tisi polmonare cronica (Dell'importanza che la reazione glicogena intracellulare dei leucociti ha per la dottrina della infezione mista nella). - Schroder. • Tonicità vasale (Un sintoma per lo s tudio clinico della). - Ferrannini • . . • Tono (Il meccanismo del - e dei riflessi nello stato attuale della scienza). Crocq. . . . . . • . . . . Topoamnesia in seguito a pachimeningite cerebrale emorragica. - Nanni . . . Topografia cranio-cerebrale sen1plificata ed il cranion1etro di Kroenlein (La). Bert et Vignard . . . . . . . . Toracentesi (Apparecchio per eseguire razionalmente la). - Famulari. • . . Toracentesi (Sul limite di estrazione dei liquidi pleurici nella). - Riva . . . T9rcicollo (Caput obstipum) Nuovo inetodo opera torio del). - W ullstein. . Tosse convulsa (Lesioni del sistema nervoso centrale nella). - Neurath . . Tosse emetizzante dei tisici (Contro la). Tosse faringea (Cura della) . . • . . Tosse nei casi avanza ti di tubercolosi pulmonare (Cura della). - Barty King Tosse (Trattamento della). - Smith . Tossicità urinaria durante la fatica (Sulle variazioni della). Astolfoni e Soprana . . • • . • • . . . . . « T ot » (L'azione del - su alcuni microrganismi). - Gavina . • . . .

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Tracoma (Ancora sulla cura chirurgica del). - Fortunati . . . . • • • Pag. 616 Trapanazione del cranio nell'epilessia trauma ti ca (Contributo alla). - Garovi . » 383 Trapianti tendinei. - Hoffa. . • . • » 588 Trasmissibilità dei microrganismi dalla madre al feto attraverso la placenta (Sulla). - Jovane e Chiarolanza • . » 884 Traumatismo come fattore etiologico dell'insufficienza aortica (Il). - Sinnhuber » 1553 Traumi cranici (Intorno agli accidenti terz1ar1 consecut1v1 a1 traunn cran1c1, 1n rapporto singolarmente alla loro terapia colla craD;io-resezione). - Roncali. . » 454 Traumi spinali (Sull'intervento chirur429 gico nei). - Jacobelli . • . • . . » Traversata digestiva (La prova dello). Si card e lnfroi t . . . • . . • . » 693 Trazione dell'arto inferiore applicata direttamente allo scheletro (Sulla). 491 Codivilla . . . • • . • . . . » Tremuloterapia (Apparecchio per la). Carbone . . . . • • . . . . . » 872 Triangolo paravertebrale di Grocco (Il). 652 - Baduel e Siciliano . • . . • . . » Tripanosoma ne~li uccelli in India. 292 Hanna. . . . . . • . . . • . » Tripsina (Sull'influenza degli acidi nello sviluppo della - dal tripsinogeno). Hekma . . • • . . . . • • . » 395 Trombosi dell'aorta addominale (Un caso di). - Cimoroni • . . . • . . . » 560 Trombosi dell'arteria mesenterica supe977 riore. - Mudd • • • • • . • . » Trombosi del seno cavernoso. - Hildebrand • • • • . . • . . . . . » 689 Trombosi ed embolie nei laparatomizzati. - Albanus . . . . • • . . » 41 (< Trypanosoma noctuae » (Il ciclo di sviluppo di - - e di « Spirochaete Ziemanni » ). - Schaudinn . . - • » 613 Tubercolina (Sul meccanismo dell'in1mu902 nità da). - Loewenstein e Rappopoof » Tubercolosi cecale (Due casi di). - Elbogen. . . • • • • • • • . • » 1587 Tubercolosi vescicale (Diagnosi precoce della). - Guyon • . . . • . . . » 1519 Tubercolosi (Contagio familiale della). Moeller . • . • • • . • . . • » 251 Tubercolosi (Contributo alP immunizzazione attiva contro la). - Friedmann )) 451 Tubercolosi (Critica della nuova teoria del Behring sulla origine della). Cornet . • . . • . . . . • . » 679 Tubercolosi della vescica (Sulla). Studio anatomo-patologico e clinico. - Hallé e Motz . • • • . . . . . . . » 1089 Tubercolòsi (Dell'importanza ch e le goccioline di sp uto hanno nella diffusione della). - Sau gman . . . • . . . » 1350 Tubercolosi (Dell'infezione second aria nella). - Sorgo . . . . . . » 1352 Tubercolosi del peritoneo. - Th oenes . » 729 Tubercolosi e carcinosi uterina . . . . >> 850 Tubercolosi e gravidanza. - Merletti . » 1422 Tubercolosi fra i bambini ed i fanciulli considerata dal punto di vista delle sorgenti d'infezione, della profilassi e della cura ospedaliera (Della). - Guglielme tti • • • . . • • • . . » 1023 •

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Tubercolosi (Il passaggio dei bacilli della - a traverso le pareti dell'intestino). - Ravane1 • . . . . . . . . • Pag . Tubercolosi infantile (Degli . atrii d'infezione nella). - Westenhoe!fer . . . » Tubercolosi intestinale primitiva nei bambini. - Raw . . . . • . . . . » Tubercolosi in un ban1bino di 10 mesi; combinazione della si ndrome di Benedict e di Millard-Gubler (Grave). Jovane . • . . . . . . . . . » Tu bercolosi (La lotta contro la - in Germania). - Verhaeghe . . . . . • >> Tubercolòsi negli organi genitali femminili (Studio sperimentale sulla genesi e sul modo di propagazione della). Cusmano • . . . . . . . . » Tubercolosi ossea e articolare (Trattamento della). - Durante . . • . . » Tubercolosi primi ti va della milza e sulla patogenesi dell' iperglobulia (Sulla). -

Lefas . . .

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Tubercolosi polmonare (Sulla cura della - - coi prepara ti iodici). - A. Cavazzan •t • • • • • • • • • • • lt 173 Tubercolosi pulmonare (Sopra la patogenesi della). - Aufrecht . . . . • . » 235 Tubercolosi pul1nooare (Sulla patogenesi 248 della) - W elemi nsky • . • . . • » Tubercolosi (Questioni controverse e di attualità nel campo della). - Orth. . ,. 676 Tubercolosi renale (Contributo alla nefrectomia e alla diagnosi nella). Hofmann. • . • . . . • . . • » 1518 Tubercolosi renale (Trattamento chirur715 gico della). - Kun1mel • . . . . » Tubercol~si traumatica. Ranelletti. . » 1099 Tubercolosi (Ubiquità dei bacilli tubercolari, predisposizione alla tisi e profilassi 447 della). - Flugge . • • • . . . • » Tubercolosi verrucosa- vulva- vaginale. 240 Frattali . . . . . • . . . . • » Tubercolosi co ngenita per tubercolosi genitale della m adre. - Simmonds • » 1519 Tubercolo solitario della regione rolaodica sinistra. Craniecton1ia. Guarigione. - R. A lessan dri . . • . . • . . » 1582 Tubi Malpighiani degl'insetti (Sulla so173 stanza colorante dei). - Veneziani . » Tubuli contorti del rene (Potere secre' tore e significato glandolare dei - - e valore terapeutico dei loro prepro551 dotti solubili nell'acqua). - Renaut. . » Tubuli sen1iniferi dell'uotno (Le alterazioni delle pareti dei - - - nei pro· cessi atrofici primitivi e secondari). Guizzetti . . . • • . . . • » 1038 Tumore cerebrale con abolizione dei ri268 flessi tendinei. - Ray mond . . . . » Tumore dell'apofisi (Note sopra un caso 335 di) . - De Buck . . • • • . • • » Tumore dell'ipofisi senza acromegalia . 118 Cestan ed Ha1bers ta d t • • • . • . » Tumo re sporgente a larga base dalla plica 368 g1otto-epiglottica. - Durante. . . • » Tumore del cervello in seguito a t rauma (Un caso di). - Liefmann • • . . » 1445 Tumori nel cervelletto (Manifestazioni dei). - Duret . • . . . • . • . » 1202


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Tumori della glandula pituitaria (La sintomatologià. nei). - Cestan e Halberstand . . • . . . . . . • . • Pag. 710 Tumori dell'encefalo (Sui). - D uret . » 5-0 Tumori dell'ipofisi (Contributo clinico ai,. 708 - Rosenhaupt . • • . • . . . » 455 Tun1ori del palato (Su alcuni). - Rizzo » Tumori epatici guariti con là semplice laparoton1ia esplorativa. - Barnsby . » 1394 Tumori metastatici dell'encefalo. - Gutt567 mann • . . • . . . . . . • • » Tumori orbitari (La diagnosi dei). Terrier e Morax . . . . . . . . » 970 Tumori pancreatici (Contribt1to alla dia· 621 gnostica dei). - Ceraulo e Sulli • • » Tumori primitivi della scapola (Due casi 458 di). - Pascale . • • . . . • . » Tumori vescicali (Contributo alla diagnosi 489 e alla cura dei). - Alessandri . . »

u Ufficiale sanitario (L'evolu?ione dell'). Veritas. Pag. 533, 664, ~96. Ufficiale sapi tario -- Sua nomina - Obbligatorietà dell'esercizio della ca~ica. Doct. Justitia • • . . • • • . . Pag. 155 Ulcera gastrica cronica ed aderenze peristomacali - Fenwick . • . . . . » 1013 Ulcera gastrica (Il sottonitrato di bismuto nelle forme dolorose dell'). . . . • » 186 Ulcera gastrica (Il trattamento dell'). Max W agner. Pag. 485, 485. Ulcera gastrica perforata (Fallacia di alcuni sintomi per la diagnosi di). Harland Peake. . . . • . • . . » 484 Ulcera gastrica

(Ricerche sperimentali sulla possibilità di produrre - - me-

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diante lesioni dei nervi estrinseci dello stomaco). - Dona ti. . . . . . • Ulcera gastrica (Risultati della cura medica nell'). - Russell . . . . . . Ulcera sen1plice del duodeno. - Ugolini . . . • . . . • . • . • Ulcera semplice del duodeno (Osservazioni cliniche ed anatomo-patologiche sopra un caso di). - Marchiafava . • Ulcera sifilitica dell'occhio (Sull'). - Ter• r1en . . . • . . . . . • . . Ulcerazioni nella febbre tifoide (Distribuzione delle). - Baer . . . . . . Ulcere gastriche e duodenali perforate, trattate colla laparotom ia (Osservazioni su so casi di) . - Crisp English e Alessandri . . . . . . . . . . . • Ulcero semplice, non complicato, dello ston1aco (Cura delP). - Hayetn. . • U1nidità delle case (L'accertamento dell'). - G. Arrgelici. • . • . . • • . Urati (Sulla forn1azione dei depositi di -, specialmente nei reni gottosi). - Brissaud e Brécy . . . • • . . . . Uremia nei tubercolosi albuminurici (L'). Ureometro che può servire anche come . idrogazometro. - Magni . • . Uretere (Contributo alla cl1irurgil dell' nella cura .della fistola uretero-vaginale). - Garov1 . . . . . . . . . . Uretere. (~egatura dell' - e suoi esiti). - F1or1 . . . . . . . • • • •

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Uretrismo (L'). - Ziemmsen . . • • Pag. Urina (Dell'influenza che la concentrazione dell' - esercita sulla comparsa del precipitato nelle rezioni dell,albumin). - Hallaner . • . • • . • » Urina nera (Significato dell'). - Garrod » Urine degli scottati (La tossicità delle). - Leotta • . . . . . . . . • » Urobilina (Constatazione chimica dell').Schlesinger . . . . . • . . . . » Urobilina (Ricerca clinica). - SchweisSinger . . • • • • . . • . • . » Urorubina (Sulla presenza di cristalli di - . nell'urina). - Reale . • • • • » Uova in varie malattie (L'uso delle). Ely . . • . . . • . • • • • • » Ustilago maydis (Sui principii attivi dell'). - De Marchis. . • . . • • . • » Ustioni (Soluzione per la medicatura delle). - Thichy . . . . . . . . » Utero (Autoa1nputazione sopravaginale dell'). - R. Bastianelli. . • . • • » Utero e la mammella (Rapporti umorali tra I'). - G. Frongia • . . . • . » Uva (Influenza del succo d' - sulla utilizzazione degl'idrocarburi). - Melocchi . »

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V Vacche artificiali (Le). - Romme. • . Pag. 136& Vagito uterino. - Sippel. . • . . • )) 594 Valeriana (Azione specifica della). - En· gels . . . . • . . . . • . . » 1111 Valeriana (Variabilità delle preparazioni di). - Kochmann. . . . . • • • » 312 Varici (Cura delle - e delle flebiti col movimento). - Lucas Championnière » 12014 Varici della vescica in rapporto alla diagnosi ed alla cura dei calcoli vescicali (Le). - Leotta • . . . . . . . » 750 Varicocele (Nuovi metodi per la cura del). - Phocas . • _ . . • . . » 631 Vasi cerebrali [Di alcun i mutamenti fisiopatologici dei - - in rapporto alla esistenza di speciali centri vasomotori (centri angectasici) del nevrasse]. E. Ca vazzani . . • . . . •. . . » 1'71 Veleni del bacillo di J(o:h nella meningite tubercolare e nella tubercolosi dei cen cri nervosi (I). - Deville • . • • • . » 1132 Veleni del cervello in rapporto alla coscienza e alla volontà (I). - Gaglio . » 1016 Veleno difterico (Sulla natura del). 872. Belfan ti . . . . . . . . . . . » Vene epatiche (Occlusione e trombosi delle). - F abris . • . . . . • • » 90& Veratro verde (Alcune ricerche sull'azione biologica del). - Neppi • . . • . » 174Veratro verde nella cura dell'eclampsia' • puerperale e della sua azione sul prodotto del concepimento (Dell'uso del). Bertino . • . . . . . . . . . » 727 Vermi intestinali (Cura dei). - Carrière » 1520 25(} Vermi intestinali nei bambini (Cura dei) » Verniciatura delle mani nelle operazioni chirurgiche (La) . . . . • . • » 1332 Vero nal nelle malattie 1nentali (Il). 91 Montagnini . . . . . . • . . • » Vescica (Contributo sperimentale alla chirurgia della). - Nagano . • . • . » 397


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Vescica doppia osservata nel coniglio (Caso raro di una). - Fiori • • • . Pag. 209 Vescica (Patologia della). - Greene e Brooks . • . • • • . . . • . » 342 Virulenza del contenuto intestinale riguardo al peritoneo (Ricerche cliniche e sperimentali sulla). - Brunner . . » 716 Virus aftoso (Sul). - Perroncito • . . » 686 Virus dell'agalassia contagiosa degli ovini 849 (Filtrazione del) . . . . . . . . » Virus rabbico (Le nuove conoscenze sul). - Angelici . . • . . . . . • • » 1556 Virus rabico nelle glandole linfatiche degli animali morti per rabbia (Sulla presenza del). - Pace . . . . . . . » 1420 Virus rabido (Sulla via per la quale il - - arriva alle glandole salivari del cane). - Bertarelli . • . . . . . » 8 72 Virus rabido di strada e sull'esaurimento del virus attraverso i filtri (Sulla). . -Bertarelli e Volpino • . . . . . • » 872 Virus sifilitico (Attenuazione del). Metchnikoff e Roux . . • . • . • » 616 Virus sifilitico (Filtrazione del) . . . » 849

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Vita in Svezia (La) . . . . . • . . Pag. 6 33 Vizi cardiaci congeniti (Della influenza della eredità sifilitica su i). - De Chiara. • . . . • . . . . . . » 1599 Vocali n~lla lingua itali ana (Sull'altezza tonale delle). - Stevani . . • . . » 560 Vomiti detti incoercibili della gravidanza (Pozione contro i). - O ehschlager. . » 1238 Vomiti gravidici. Guarigione con glicerolato di ittiolo. - A. Pettazzi . . . » 178 Vomito delle gravide (Contro il). Oehlschlagcr • . . • . . . . . » 1556

z Zona (I recenti dati sulla patogenesi dello). - Faure-Beaulieu • . • . . . . Pag. 104 Zucchero ad alte dosi contro il dimagramento dei nevropatici (Lo). - Chauveau . • • . . . . • • . . . » . 1136 Zucchero nella cura della tisichezza polmonale (Lo). - Massalongo e Daneo » 1421

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Anno XI .

Roxna, 2 gennaio 1904.

SEZIO~E

PRA.TIOA ..

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF .

REDATTORE CAPO: PROF.

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FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Signorelli: Il decubito nell'appendicite. - Riviste: - M~UJ CI ~A: - Barjon e 'Niazuel : Linfocitosi e pseudo-linfocitosi. - Motte: Sulla dottrina delle aranulazioni neutrofile del sangue. - CHlflURGIA: - Fin :iey: LVuovo metodo di piloroplastica. - R otella: Alcune considerazioni sui riaultati detl'esa1ne batteriologico del liquido. erniario. s'n ernie strozzate. - Ot.l!LISTJCA: - Terrien : Diagr,osi deltrt paralisi dei mu$c:oli oculari. - Accademie, Società mediche, Oongressi: - R. A~c\n..:111 \. 0 1 111-;01t·1, \ ur ToRr'\o. - R. At:c.\DE)ll.\ PF.LORITA~A 1' ME SIN.-t. - Soc1 ..:TÀ MenrcoC111Kt ttGH. \ DI ~lout-:,A. - Osservazioni cliniche· - Taruffi: Jn{l"enza dell'~resipela sulla tubercolosi chirurgica. - Nostre corrispondenze: - LaigucJ Lavastine : Plesso solate e ~indronie d' Addison. l ezione clinica. - Note di medicina scientifica: - Applica;;ioni del ft!-nome1~0 dell'agglutinazione alla diagnosi clinica e alla identificazione dei batteri del gruppo bacitlo del tifo e < bu.c:terium coli > (paratifo, ecc.). ··

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Pratica professionale : - C\ S l ISTICA : - Gastro1·raqie diffuse aettiche. - Le emor1·agie nel morbo di Banti. - .l!ala,ttia di Flirschsprung. - Re~triligimenti 01ultipli dell' intestino per tubercolosi. - Prognosi dell'enterorragia nella tifoide. - PeP la, diagnosi del carcino1na gastrico. - A PPl ;\TI 01 Tti~JlAPIA : - Nella lornbaggine. - lniezioni calde di soluzione salina clecinorrnale nella cura delle emorroidi. - .Solu;;ione i1t iettabile di mercurio. - Varia. - Igiene: - Jftsure di difesa contro la peste in F1·a11cia Il lazzaretto del Frioul. - Oenni bibliografi.ci - B1BLIOG1tAl"IA I T .\LT ANA: Medicina.

Interessi professionali: - Dott. Cajus: Lu dicotomia degli onorari. - Risposte a quesiti e a doniande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Ooncorsi e condotte. analitico del presente numero.

. Indice alfabetico-

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Gli abbonamenti si debbono pagare esclusivamente all'Amministrazione del '' f' oliclinico, ,, Corso Umberto 1, 219. Non si riconoscono i pagamenti fatti ad altri.

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Diritti di proprietà r i s e r v a t i r .

Ai Meiici Italiani,

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La forza del successo impone al Policli"nico il duplice dovere di seguire il suo costante indirizzo e di tendere a1 suo progressivo perfezionamento. Com'è noto, esso si compone di 2 fascicoli mensili, uno medico ed uno chirurgico, e di un fascicolo settimanale. I fascicoli n1en8ili ~ono destinati ad accogliere n1emorie origina! i siann strettamente cliniche, siano , scientifiche, ma in stretto legame con la clinica. . . Rispetto a queste sezioni del Policlinico - veri· archi.vi - ci atterremo al principio di e~.itare . · lavori lunghi e infarciti piCt di erudizione che non di fatti nuovi. Ma provvederemo, per converso.: con piu sollecitudine alla loro pubblicazione e con pift larghezza alla illustrazione con tabelle o figure. I.,a sezione settimanale - prati.ca - raggiunge il suo scopo, mirando con ciascuna delle Slle 01wai note e stabili rubriche alle singole facce della funzi one poliedrica che il medico esercita nella . vìta · ''• moderna. ) Non è il caso di fermarci a<l illuc;trare la designazione delle singole rubriche: ogni arguto lettore ·se .:~ ne persuade da questo fascicolo di saggio, che non è meglio curato di tutti i consimili dell'annata.· .. _ Riteniamo in vece opportuno dare ragione di alcuni intendimenti nuovi. · -· - _, ·· · Dopo una preparazione che non è stata lunga ma molto intensa, da qualche anno l'Italia si è·. sollevata ad una robusta rinascenza in tutte le sue manifestazioni vitali. Le branche mediche non sono rimaste da meno delle altre. Già nel programma dello scorso anno affermammo ]a necessità di tenere in maggior conto la produzione nazionale. · ·\ Per ragioni di varia indole questa parte del programma non fu attuata nell'anno scorso. Costituirà ..' . invece un vero rinnovamento quest'anno. Oltre una più ampia relazione del movimento rnedico nelle varie accademie e società mediche e nelle cliniche italiane, n~i faremo riassunti dei lavori italiani più salienti in tutte le branche dello scibile me1


[ANNO

IL POLICLINICO

XI, F ASC. 1]

dice-chirurgico e daremo nello stesso tempo l'elenco per materie, il più completo possibile, dei ri1nanenti lavori. Cosl le principali memorie itali~ne fi.gllrera~no - . e degn.amente - acc~nto. a que.11~ d'altra nazioni nelle riviste che secruono e segnano d1 settimana 1n settimana il progresso sc1ent1fico-cl1n1co attuale. Con 0 l'indice bibliografico poi sarà resa accessibile a tL1tti, italiani e st1·anieri, la ricerca del contributo nazionale. Nelle rubriche per così dire tecnicl1e della nostra sez ion~ pratica p0rteremo sempre più scrupolo di revisione e lavoro di sintesi, concedendo posto a quello soltanto che può interessare un pratico illuminato. Ci siano concessi brevi commenti ad alcune nostre rubriche speciali . Con il notevole sviluppo CQncesso alla <( Rubrica dell'ufficiale sanitario l> abbiamo sempre inteso di dare la dovuta importanza alla parte del medico di fronte alla vita sociale. Ma questo campo è di ventato ormai vasto e uno dei nostri Direttori, il Baccelli, ha, come ministro, arditamente iniziato quella che già. felicemente aveva definito Medicina politica, intesa allo studio delle malattie sociali, alla loro prevenzione, nonchè alla tutela dei diritti dei deboli e degli abbandonati. Il Policl1nico fin dal suo nascere viene offrendo gratuitamente ai suoi abbonati il consiglio giuridico sagace e pronto del doct. Justitz"a : una particolarità che parecchi altri giornali hanno copiato senza però riuscire ad avere un collaboratore altrettanto sperimentato e valoroso. Gli Interessi p1~ofessionali non hanno nel Poli"clini'co una parte principale; ma neppure subordinata: le maggiori e più vive questioni generali che hanno interessato la nostra classe si sono iniziate nel nostro periodico o hanno in esso trovato lo strenuo paladino. Ci siamo però se!llpre mantenuti nel campo elevato delle idee e, grazie alla nobiltà dei sentimenti e alla maestria del nostro doct. Ca1·us. abbiamo svolto ogni questione con tanto maggior efficacia quanto meg1io abbiamo contemperato i diritti della nostra classe ai diritti della giustizia e agli interessi generali. Anche gli annunzi delle condotte vacanti vengono dati cop. particolare precisione e larghezza. Così il medico o che scruti i difficili problemi diagnostici, o s'industri per riuscire utile ai suoi infermi. o intenda a prevenire malattie, o si trovi a cozzare con le autorità, o sia impigliato nelle strettoie della concorrenza, trova sempre nel Poli"oli.nico un consiglio prezioso, un aiuto autorevole. A questi vantaggi per i pratici si sono compiaciuti i nostri insigni Direttori, i professori Guido Baccelli e Francesco Durante, rivolgere la sezione settimanale del Policlinico, mentre con gli archivi intendono elevare e diffondere il prestigio della medicina italiana. L ' . 4mniinistrazione, . come ha già mostrato nel suo speciale programma di quest'anno, riorganizzando, in più ampi locali, il servizio amministrativo, migliorando la carta, sia del periodico sia degli estratti, meglio sovvenendo nelle spese per illustrazioni, pubblicando un apposito ed utile volume di terapia fisica come premio, e concedendo speciali facilitazioni in abbonamenti cumulativi (1), seconda con fervido slancio ·gli intendimenti dei Direttori. l\Ia è pur doveroso affermare che la fonte prima e valida del successo è l'alta coltura dei nostri medici che, con il crescente favore accordato al Poli.clinico, mostrano di apprezzare a pieno e il nostro indirizzo clinico e le cure assidue e concordi, mercè cui in 1O anni tanta strada ha fatto nella pubblica stima in Italia e all'estero. Il loro appoggio serve per noi ad un tempo di forza e di sprone continuo a far meglio. #

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RED AZIONE

(1) P er gli abbonamenti cumttlativi si vegga il fase. oO della Sezione pratica, spedito agli abbonati •

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Istituto di Clinica medica della R. Univsrsità di Roma d ircl lo dal prof. BAc<.:ELLl.

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L'esame generale dell'ammalato, e più specialmente l'apprezzamento delle diverse posizioni ed attitudini che un individuo può assumere nelle più svariate circostanze morbose, ha una grande importanza nella diagnostica in genere. L'osservatore attento spesso vede nell'atteggiamento di un infermo il riflettersi dello stato e delle sofferenze cli esso e per ciò soltanto il più delle volte è consentito all'osservatore i8tesso di rapidamente orizzontarsi verso la diagnosi. Ora, se è vero che la intuizione in clinica non è che un rapido orizzontarsi ed un rapido dedurre, e che abile è quel medico, il quale rapidamente si volge verso la diagnosi, più evidente apparrà l'importanza dell'esame e dell'apprezzamento già detto. Noi in questo lavoro ci siamo preoccupati del decubito nell'appendicite, basan· doci sullo studio dettagliato di 40 infermi, curati chirurgicamente per la detta ma· lattia, e che furono dapprima ricoverati o in clinica o nel quartiere medico, diretto dal prof'. RossoN1, dell'ospedale di Santo Spirito

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I diversi autori che più diffusamente si son o occupati dell'appendicite, parlano di speciali atteggiamenti che talvolta assumono gli ammalati; così accennano alla flessione della coscia di destra sul bacino, alla flessione e alla rotazione in dentro di quest'arto istesso (posizione psoitica), all'incurvamento del tronco a destra (1); ma oltre questi semplici accenni nessuno ha cercato di meglio descrivere e definire tali (1) SoNNENBURG. Per;typlttitis, 1900. <t Die Patienten ziehen dabei unwillktirlich <.las r echte Bein an und neigen den Korper zur Seite. »

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atteggiamenti, come non si è insistito sulla frequenza e sul valore diagnostico di essi. L'appendicite è un'affezione dolorosa per lo più localizzata dell'addome; e, come in ogni affezione dolorifica, l'infermo cerca di evitare e di difendersi dal dolore, scegliendo quella posizione che meglio risponde a questo scopo. 11 dolore dell'appendicite è quasi esclusivamente un dolore peritoneale, quindi si esacerba alla pressione e ad ogni menomo movimento (1); esso è accompagnato sempre da una contrazione dei muscoli della parete dell'addome, per lo più limitata ai muscoli soprastanti alla regione appendicale . Ora tutte le cause, le quali hanno per effetto di esagerare in qualsiasi modo la tensione dei muscoli della parete, devono necessariamente influire sul dolore peritoneale; q11indi la tendenza ad evitare una più forte contrazione di tali muscoli, o meglio ad immobilizzarli in una posizione di minore tensione. l\il a oltre la tensione dei muscoli ed i movimenti della parete dell'addome, influisce sul dolore lo stato di quiete o di movimento dei visceri entrostanti, cioè dell'in· testino: il quale peraltro può contrarsi per virtù propria (movimento di peristalsi) e quindi indipendentemente dalla volontà dell'infermo, oppure si può muovere e spostare in toto, in rapporto coi movimenti del tronco n quindi in rapporto dei djversi decubiti. È per questa seconda cagione che l'infermo si difende cercando di mantenere sempre un decubito, e qt1el decubito che più gli assicura l'immobilità del pacchetto intestinale; mentre tt.lla prima cagione non può opporre una difesa volontaria, ma solo ve ne ha una involontaria, patologica (la paresi infiammatoria dell' intestino) ed una medicamentosa, procurata da speciali farmaci (l'oppio). Da ciò le condizioni più favorevoli all'infermo, perchè il dolore sia evita.to il più possibile, sono: i·1rimobilizzazione delle pareti dell'addome nella posizione di mino re tensione; immobilizzazione del pacclietto intesti·n ale, e sia per i ?novimeriti di1

(1) Vedi NuTH~AGEL. Dar1nkran/,·ll eite11. - Ca · rntteri del rlolore nella peritonite. ( 3)


pertdenti dal tronco, che da quelli inv< lontari di peristal:>i. 1

Col decubito l'infermo cerca appunto di realizzare queste condizioni sin dove esse sono realizzabili.

Perchè le pareti dell' addome siano il meno tese possj bile, è necessario che le coscie siano flesse e leggermente abdotte sul bacino, cioè si pongano in tale posizione che la fascia lata che concorre alla costituzione della metà esterna dell'arcata crurale, stiri il meno possibile quest'ultima ed eserciti perciò una trazione minore su uno dei punti d'inserzione dei muscoli delle pareti istesse. Inoltre, quando la flogosi peritoneale è limitata da un lato solo dell'addome, come il più delle volte accade nell'appendicite, l'arcata costale dello stesso lato tende a riavvicinarsi alla cresta iliaca (in tal modo vengono ad essere riavvicinati i punti di inserzione dei muscoli), da cui l'incurvamento del tronco e più specialmente l'inarcamento della r egione del fianco verso destra. Dato ciò, l'immobilizzazione delle pareti dell'addome allo stato d1 minore tensione (quando la flogosi è limitata da un sol lato), si otterrà portando la coscia in flessione ed abduzione sul bacino ed inarcando il tronco e la regione del fianco dallo stesso lato. Qui si potrebbe far questione se effettivamente nella peritonite appendicolare la posizione suddetta sia assunta per evitare una tensione maggiore dei muscoli, oppure non dipenda dalla esistente e viva contrazione di questi muscoli istessi: cioè sia un fatto passivo e involontario, piuttosto che un fatto attivo e volontario. Entrambe le ragioni si possono ugualmente invocare per la spiegazione del f·enomeno, come entrambe possono coesistere a provocarlo: noi però non insistiamo oltre su tale questione, ritenendola, di fronte ai fatti accertati, sottigliezza d' interpetrazione. Quello che noi asseriamo è che nell'appendicite con peritonite circoscritta (che è la forma più comune della malattia), gli infermi per lo più flettono la coscia di (4 )

de3tra sul bacino (flessione ad angolo retto od ottuso), nel mentre che l'abducono e la ruotano leggermente all'infuori, e spesso il tronco è leggermente incurvato verso destra, con inarcamento della regione del fianco dello stesso lato. Inoltre se ci facciamo a considerare quali siano quelle altre condizioni che permettono una relativa quiete ed immobilità al pacchetto intestinale, dato che il focolaio di peritonite è a destra, ci appare chiaro che l'infermo non possa decombere che supino e volto verso destra-, mentre il de· cubito laterale sinistro tenderebbe a spo· stare i visceri dalla fossa ileo-cecale verso la parte opposta e quindi provocherebbe, per ciò soltanto. esacerbazione del dolore. Ora, da tutto ciò che precede, la posizione abituale assunta dagli infermi nel· l'appendicite (con peritonite circoscritta, anche appena accennata) è la seguente: decubito quasi supino, col tronco leggermente ruotato a destra, iriarcamento della regione del fianco d allo stesso lato, .flessione ad angolo ottuso o retto della coscia sul baci1io (con semifiessione della gamba sulla coscifl), abduzione leggera e ruotazione all'esterno d~lla stessa (per modo che l' arrto i·n ferio1·e poggi sul pia1io del letto con la sua faccia esterna e con la faccia inlerria guardi verso l'alto). Tale atteggiamento è quello che noi più

di frequente abbiamo osservato e lo riteniamo per caratteristico, tanto che pro· poniamo di denominarlo il decubito appen. dicolare. Naturalmente tale decubito non è l'unico o l'esclusivo e talvolta si osser~ano modalità differenti, le quali tutte però si possono ricondurre a quelle condizioni che dianzi esponemmo. Così, invece del decubito supino, coltronco inclinato a destra, si può osservare il dBcubito semilaterale o laterale destro (con le coscia flesse sul bacino e le gambe sulle coscia), come si può osservare il semplice decubito supino. Il de?ubito laterale destro in genere è mantenuto quando la flogosi peritoneale non è tant0 viva o quando ha oltrepassato il periodo della maggiore acuzie, forse perchè le condizioni d'immobilità del tumore tiflo-appendicolare sono in tal caso quelle


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che più influiscono sulla quiescenza del cerba f'u or di misura e molto più che il dolore, ed ancora perchè la flogosi peri- decubito laterale destro il dolore perito· toneale iste::>sa s'è andata sempre più cir- neale. 'f ale fatto è ancora più spiccato e coscrivendo. cos~ant~ nel.l a for:na di ~pendici~e con Quest'ultima asserzione dipende dal fatto per1ton1te c1rcoscr1tta; qu·1 11 decubito la· che quanto più la flogosi peritoneale è tarale sinistro provoca od esacerba i diestesa, tanto più gl>infermi tendono ad as - stl1rbi dolorifici e perciò esso viene in sumere ed a mantenere il decubito supino; ogni caso evitato dagli infermi. e nella peritonite diffusa, sia essa di O'rigine Il dolore e le sensazioni dolorifiche sono apperidicolare O d·i alt1~a O'rigine, il <fecitbito per lo più riferite nella f'o ssa ileo·cecale; è su1Jino con le coscie flesse szil bacirio e le gli inf'ermi stessi dicono che nello spogarrtbe sulle cosci e (decubito pe1 itonitico ). Ora starsi dal decubito supino nel dec11bito late· tale decubito si avvera anche nell'appen· rale sinistro sentono come qualche cosa dicite e quando ~i posseggono altri ele- che si sposti nell'addome, che stiri, che la· menti per poter porre la diagnosi di tale ceri: e questo qualche cosa tende d~lla malattia, il decubito già detto depone per fossa ileo cecale verso la linea mediana. una diffusioue del processo a tutto 11 peri- Queste sensazioni valgono come spiegatoneo. zione del fenomeno: cioè nel decubito laQui però (;i domandiamo: il decubito terale sinistro il cieco e l'appendice tendono peritonitico dell'appendicite (da peritonite a spostarRi verso il mezzo e quindi stirano diffusa) si può differenziare dal decubito le aderenze infiam1natorie neof'ormate: da delle altre peritoniti diffuse? ciò l'esacerbazione del dolore e le speciali A rigore d ovremmo rispondere di no ; ma sensazioni dolorifiche. noi abbiamo spesso constatato come nelle Noi insistiamo su tale segno, poichè talperitoniti di origine appendicolare il cam_ volta la diagnosi di appendicite n on è biamento di decubito esacerba le sofferenze tanto facile a porre· come si crederebbe, e dolorifiche, ma più le esacerba il decubito anche la constatazione del dolore..nel punto laterale sinistro. Torneremo qui appresso caratteristico di Mac· Burney può trarre sulla im1Jortanza di quest'ultimo segno. in inganno. Infatti quest.o dolor e pt1ò esUna speciale posizione, dipendente dalla sere in rapporto con tutt'altra affezione localizzazione della flogosi peri-appendico- (colica epatica, colica nefritica, dolore ne~ lare, è quella psoitica: decubito supino, co- vralgico intercostale, ecc. ) che l'appendi scia di destra fies.sa sul baci1io e leggerrrtente cite; mentre quando il dolore si risveglia abd1.1 tta e riiotata all'infuori. Tale atteg- o si esacerba nell'assumere il decubito lagiamento si ha appunto quando la flogosi terale sinistro, ed è localizzato nella fossa si svolge in prossimità o al diso1Jra della ileo-cecale, allora non vi può essere alcun guaina del muscolo psoas e questo mu- dubbio e sulla sede e sulla natura (peritoscolo è in qualche modo partecipe al pro· neale) di esso. cesso morboso. E in tali circostanze che Naturalmente questo segno può valere la diagnosi può pendere incerta tra psoi te p er tutte le flogosi peritoneali, localizzate ed appendici te. . nella fossa iliaca di destra: però siccome il maggior numero delle volte tali flogosi Oltre che sul decubito noi qui richia- sono determinate da un'a.ppendicite è ovvio miamo l'attenzione su di un segno quasi che esso segno debba aver valore special· costante a verificarsi i1ell'appendicite e che mente per la diagnosi di quest'ultima ma~ è in rapporto col mutamento di posizione. lattia Già dicemmo che per differenziare una Come abbiamo detto, noi l'abbiamo riperitonite diffusa di origine appendicolare scontrato pressochè costante nelle appendida una peritonite diffusa da altra cagione citi con peritonite circoscritta e sia nelle giova tener presente che talora nell'ap· f'orme acute, che nelle croniche ; in genere pendicite il decubito laterale sinistro esa- però esso è più manifesto qualche giorno \

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dopo l'inizio del maìe e si può constatare guardo potrebbéro confondersi con l'aplJer parecchio tempo, anche dopo la scom- pendicite? Nella coxite al primo stadio si ha la fl.es· parsa di ogni altro disturbo (dolore spon · taneo, febbre, ecc. ). Esso è ancora presente sione della coscia sul bacino, con abduzione nelle appendiciti con peritonite diffusa: e rotazione esterna della stessa (come nelqui però è più manifesto all'inizio che n el- l'appendicite) ; però all'infuori della posil'ulteriore decorso del male, poichè col pro- zione dell'arto il decubito è indifferente e gredire della lesione peritoneale, il dolore si hanno in più quelle deviazioni di comva acquistando un carattere di uniformità penso del bacino e della colonna vertebrale, che mancano nell'appendicite. per tutti i segmenti dell'addome. Nella litiasi renale, come nella perine· Come eccezione alla regola si ha che tal volta anche il decubito laterale destro, frite, si può osservare la flessione della che in genere è il preferit.o, si fa provo- .coscia sul bacino (senza però abduzione catore di maggiori disturbi dolorifici ; e e rotazione esterna) come anche l'inarcaciò si verifica in quelle forme di appendi- mento nella regione del 'fianco ; ma in tale ci te, in cui il f'ocolaio di periappendicite è affezione l' infermo in genere tende a raggoall'esterno del cieco ed immediato alle pa- 'm itolarsi e ad assumere posizioni forzate reti, per modo che il poggiare diretto che ed esagerate, mentre n ell'appendicite ciò fa la regione del fianco sul piano del letto non si verifica mai ed il decubito è fisso , vale a risvegliare maggiore dolorabilità. quasi supino. Inoltre n ella litiasi renale l'infermo può muoversi in ogni direzione senza che insorgano speciali disturbi, cosa * ** che non accade nell'appendicite. Tornando ora a discutere del decubito in Nella psoite la posizione dell'arto infegenerale nell'appendicite ci domandiamo : riore è identica a quella che talune volte quale valore diagnostico è ad esso asse- si stabilisce nell'appendicite, e per diffegnabile ? renziare una psoite primitiva o che ha oriSi può riten ere per patognomonico il gine diversa dall' appendicolare è. necessa· decubito appendicolare, oppure vi sono rio prendere in disamina tutti gli altri altri stati morbi si che lo realizzano ? disturbi. Noi non vogliamo, nè possiamo essere Ora da questo abbozzo di diagnosi diffeassoluti; il decubito appendicolare è un renziale appare come il decubito appendicosegno di molto valore nella diagnosi dj lare effettivamente si possa distinguere da appendicite ; però esso si può osservare quelle speciali attit11dini morbose che si anche in tutte le flogosi peritoneali loca- osservano per altre affezioni dell'addome lizzate a destra e che non dipendono dal- e del bacino, sicchè esso depone quasi l'appendice (nelle r are affezioni primitive esclusivamente per un processo flogistico del cieco, nelle annessiti con pelvi-perito- localizzato nella fossa ileo-cecale ; e meglio nite localizzata a destra, ecc.) ; per ò la determinando il nostro pensiero, ciò che frequenza di gran lunga superiore delle vale riassL1mere il lavoro già esposto, di- • appendiciti su tutte le mentovate affe- c1amo: zioni, fa accordare al decubito in parola Nell'appendicite l'attitudine degli infe rmi uno spiccato valore diagnostico ; e se ci è spesse volte caratteristica e permette al riconduciamo a quello che abbiamo scritto medico che la osserva di rapidamente orizzon· in fronte a questo lavoro, diremo che il de- ta rsi verso la d·iagnosi. cubito appendicolare ci permette in tutti T ale attitudine rappresenta quello che i casi di rapidamente orizzontarci verso la noi denominiamo i'i decubito appenclicolare : diagnosi. decubito il quale si osserva quasi costanInfatti, ali' infuori delle affezioni le quali temente nella forma più comune di appen• danno peritonite circoscritta a destra, quali dicite (appendicite con peritonite circosono le altre affezioni nelle quali si osserva scritta) e talora nella forma con peritonite t1no speciale decubito, e che sotto tale ri- diffusa, specie se il processo è all'inizio. 1

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V'ha poi un decubito peritonit·ico che si verifica per lo più nell'appendicite con peritonite diffusa, ed un decubito psoitico, ec· cezionale, che si verifica allorchè la :flogosi appendicolare è localizzata in prossimità del muscolo psoas. Inoltre un segno da utilizzarsi nella diagnosi di appendicite è la dolorabilità che si risveglia o si esacerba in corrispondenza della fossa ileo-cecale, quando gl'infermi assumono e mantengono il decubito late· rale sinistro. Ottobrf1 1003.

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Li11foti tosi e pseudo·linf'ocitosi. (BAR.JO~

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Are Il. ,qéu rr. 111 écl., n. !O, 1903).

L'argoxnento trattato dagli AA. è l1no di quelli più clibattuti n egli ultimi tempi, ed è della mltssima i111portanza }Jer l a ci todi agnosi. Tt1tto il lavoro è diretto a combat· tere n1olte dell e obbiezioni sor te recente· mente contro questo nuovo metoclo d'inda· • g1ne . Essi cominciano col rile,,.are che negli ultimi tem1)i si è cercato di scuotere il va· l ore c1ella, citocliagnosi m ettendo avanti un fe11om eno cli trasformismo cellulare, cui si è dato il nome (li }JSeuclo-linfocitos i. I Lpunto di partenza segnato cla WoLFI~1 nel 1902 era f\, atto e clierle luogo a interessanti co nsi· derazioni. i\la, quasi• subito dopo, una inter1Jretazione er1·on ea di P ATELJ, A, ed una generalizzazione tro ppo prematura di l\.IoN· T.r\.GARD , fecero deviare dalla sua via il pseudo-linfocito, dandogli unni importa nza esagerata, ch e lo sostituiva completamente al linfocito vero. Do}JO questo esordio, che fa compren· dere q11ale sarà la direttiva cl el loro la'Toro essi si pro }Jongono di far e uno studio completo clella quistione: Linfocitosi e Pseudo-linfocitosi, mettendo insieme a contribuzione la clinica ed il laboratorio.

** * Nelle successive ricer che citodiagnosti ch e sui liquidi, specialmente ple11rici, si sono ricercate tre specie di cellule : linfociti, }JO· linucleari, cellule endoteliali. La distinzione fra queste tre varietà di

cellttle sembrerebbe facile, se ben conser· vate. Ma esse, come tutti gli elementi viventi, sono alterabili. Così si è visto che sono ·molto alterabjli i po 1inucleari. Così pure le cellule endoteliali, ch e in certi casi possono esser e difficilmente distinte dai grandi mononucleari. I linfociti, che pas· sano fra i IJiù resistenti f r·a questi tre elementi, subiscono anch essi fenomeni di citolisi. La l or o vulnerabilità, che è d'ordinario in rapporto con l'età del versa· mento liquido, cresce p er circostanze ac· cessorie. L'aspetto classico del linfocito normale, quale può v edersi n el sangue circolante, cioè con lln nucleo }Ji ccolo, molto omogeneo, fortemente colorante~i, circondato da un an ello protoplasmatico troppo sottile che in certi casi manca completamente, difficilmente si trova come tale n ei liquidi pa· tologici. Il protoplasma appare talvolta più abbon· clante, irregolarmente ripartito, e coi suoi contorni, ch e in alcuni punti l ar gamente si spostano cla quelli del nucleo, mentre in altri a1Jpena li sfiorano. I bordi ne sono spesso intaccati, il modo di colorarsi variabile ed irregolare. Il nucleo, elemento essenziale del linfocito, p11ò presentare anch'esso notevoli alteraz ioni. Esso può essere m olto più pal· lido o con la cromatina disposta irregolarmente, ecc. In alr.uni casi il linfocito ha forma al· lungata od ovalare, o appiattita; può }Jr e· sentarsi ingrandito e pallido, ed in questo caso alcuni lo confondono con una cellula endoteliale alterata . Se a questa de formazione dei linfociti aggiungiamo quelle transitorie degli altri elementi (polinucleari, cellule endoteliali), ch e a certi stadi della loro trasformazione lJossono somigliare ad un linfocito alterato, noi avremo mostrato l'insie me delle condi· zioni che fan sorgere la pseudo-linfocitosi di fianco alla linfocitosi, e spiegate,> l'errore di coloro ch e p1~etendono dimint1ire il valore della seconda a tutto profitto della prima. ~Ia, se la pseudo·linfocitosi esiste, com'è stato dimostrato da EHRLICH , WoLFF, ecc., e gli stessi AA. ammettono, essa non corri· sponde che a forme celll1lari alterate, e si produce forse più spesso a spese della lin· fo citosi medesima che non dei polinucleari e delle cellule endoteliali. Segue la dimostrazione di questo con· cetto , ch 'è la conferma dell'esistenza di una (7) I


linfocitosi vera, ammessa da quasi tt1tti gli autori che si sono occupati di citologia. Le cause dell'alterazione clei linfociti pos· sono essere rli verse : alct1ne so no in i·ap· porto con la dimora pii1 o meno lunga dei medesimi n el liq t1ido ; altre si IJrodu couo seconrla·riamente in vitro, se il liquido non viene esaminato immediatamente dopo la puntura ; oppure nell'atto del distendere, disseccare e fissare il liquido stesso. Un liquido patologico può presentare con· dizioni favo1~evoli alla conservazione degli elementi cellulari, se la composizione chimica e la tensione osmotica del m edesimo si avvicinano di m ')l to a quelle clel siero del sangue e se inoltre n1ancano fenorne11i di coagulazione. Alcuni liquidi eletti ipotonici, p er esem· pio il liquiclo cefalo-rachidiano cli alcune meningiti tubercol ari, alterano gli elementi molto più che jl liquido . di una IJleurite ordina1·ia. Inoltre tutti i liquidi p1--o,renienti da una malattia infettiva possono contenere tossine, alessine ed altri i:>rodotti, la cui azione citolitica è b en conosci11ta. Infezioni seconclarie possono aggiungersi, aumen· tando queste sfa,rorevoli condizioni. Non occorre insistere molto ~ulle g1·a,ri alterazioni, che possono esser e rl.ovute alla tecnica, specialmente nell'atto della distensione e del disseccamento del liq11ido. Qt1anto ;llla fissazione sono da impiegarsi: la miscela cli alcool ed eter e, i vapori di acido os1nico, l'acido cromico a 1 p er c~nto, il sublimato al 7 per cento, il formolo , ecc. Qua11to al cl oroformio, bisogna ricor (larsi che esso, più ch e essere lln fissatore, può dissol,re1·e l'emoglobina e alte1·are il protoplasma, sen za fissar molt o bene la nt1cleina. Occ upiamoci or a in modo lJarticol are tlel coRì detto pseudo-linfocito. È cla paeecchio tempo che i poli1tucleari son o sta.ti ritenl1ti capaci èli poter cla1~e orig ine. mercè le loro f orm0 <li clegen erazio ne, a }Jseuclo-linfociti. EHRLICH aveva notato questo fatto n ell ètnen1ia, ecl avey·a des eritto queste forme come eleme11ti cl ella grossez za clei })ÌCeoli linfociti, con un nucleo arrot•lndito. intensamente col orato, ed un ce1·cine protopla. matico stretto e disseminato di gr·a· n11laziorti ne1ttrofile. K el 1V02 \VoLFJ." descrisse altre forme di p . . Pullo-linfociti. cl1e egli a'rrebbe incontrato ... m olto fretl uenternonte n ei liq11idi ple urici. Lrt loro f ort11:1zione èl spese dei polinucleari tien1lJ ra indisct1tibile. ell a'rver1·ebbe per un clOilllio n1eccanisruo: o perchè i differenti (8)

lobi del nucleo si separano completamente, e lo stesso protoplasma si segmenta, restandone, intorno a ciasc1tno dei eletti lobi, un le1nbo, ch e con la colorazione triacida ap· pare cope1·to da gra11uli neutrofili: o perchè i clifferenti lobi del nucleo si avv"icinano così strettamente da sin1ulare un nucleo t1nico (1). Più r ecentemente l\foNT.AGARD è rito1·nato su questi pseudo-linfociti d'origine polinucleare. La teo1·ia che fa provenire i linfociti dalle cellule encloteliali, è, seconùo BARJOX e ~IAZUEL, inolto piìi cliscutibile. Secondo PATELLA i linfociti degli essudati patologici sono tt1tti i:>seudo-linfociti e provengo110 tut ti da forme di clegenerazione delle cellule enc1oteliali. B.A.RJON e ~IA.ZUEL ritengono che i prinripì sui · q11ali P .-lTELL.A. si fondò sono in gran parte evidentemente falsi. Egli crede che in t:>rincipio .nessu !l ' rer samento contiene linfociti, ma solamente cellt1le endoteliali, che a poco a poco si trasformano in lin· fociti; ammette inoltre che qt1esti così detti linfociti sono tanto più piccoli e intensamente e t1niformemente colora.ti, per quanto più il versamento è antico. Però tutti i citologi sono d'accordo nel· l'ammetter e che linfociti si tro'\Tano n ei 're1~­ samenti anche molto recenti; e Ai . è visto pt1re cl1e più i.l , .. ersamento è antico, . più gli elementi cellulari, compresi i linfociti, sono alterati e in conseguenza si colorano meno intensan1ente. Il modo di t1·asformazione clella cellula endoteliale n el pseudolinfocito, quale è stato descritto da P A· TELLA, non sareblJe veramente accettabile, e le varie forme çli degenerazione delle cell11le endoteliali sono ben di verse. (1) Qt1esto modo cli formarsi cli pseu 1lo-linfo· citi pu ò rile,rarsi anche nei preparati cli sangt1e, colorati colla solu zione triacida, in qt1elle parti dol preparato n elle quali i corpuscoli sono piit am1nassati. Talvolta i nuclei si fo11dono cosi stret· ta1uente da simulare qt1ello di t111a delle form~ piiL piccole dei linfociti. Attorno ad esso il piì1 d elle ·volte ri e -ce di rile·v are 11n piccolo cercine v iol etto ch e ra1)presentel. la ft1sione, l'ammassa· monto clei g ran11li n e11trofili. Qt1est' uJtin10 fatto dà un b11on criterio p er dis ting11erli n ei prepa· rati colorati coll a sol11zion e triacida ~ Ulèl. se si l l ano altri i11etodi di colo raziono p er cui si co· l orano solo i nltclei tlei polinucleari e n on i grn.· n11li n eutrofili, non è in tali casi molto facile di· stingt1e1·0 qt1oste forme di pse11dolinfoei ti. Per evitare ogni err ore è bene n on tener <;onto delle forme che si Yeggono n elle parti del prepa.rato, in cui i corpt1scoli sono più ammassati, p er imperfetta (1isten~ione. V. G.


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Adunque una forma di pseudo-linfocito ~siste indubbiamente, ed è quella formata a spese dei polinucleari, ma è relativamente i~ara, e come causa di errore nell' interpre. tazione delle formole citologiche non è quasi da tenersi in calcolo. L'altra forma, cioè quella che si produrrebbe a spese delle cellule endoteliali, non è probabilmente che un e1·rore d'interpretazione. Tuttavia P A· TELLA non ammette la for·mazione di pseudo-linfociti che a spese delle cellt1le endo-teliali ; crede che non esistano veri linfO· citi nei liquidi e che la citodiagnosi non abbia altro ' ' alore che di darci criteri st1lla età del versamento. Il solo WoLFF pare che abbia veduto giusto nella questione, poichè ammette per· fettamente l'esistenza ed il valore della lin· Iocitosi vera, ma i·iconosce che possono esservi clei casi in cui alcune forme pseudo· linfocitiche, formate a spese della frammentazione o della condensazione dei nuclei dei polinucleari, possono trarre in e1·rore. Alla loro volta BARJON e .NlAZUEL ammettono che, a lato di questi pseudo-linfociti di origine polinucleare, esistano infinite cause capaci di modificare la struttura, la forma, le dimensioni e la colorabilità dei veri linfociti. Ed è di tutte queste varietà morfologiche che bisogna i~endersi esatto conto, per poterle differenzia1,e ed interpretar bene i preparati fatti con una tee· nica sufficiente. Riitssunta rapidamente la questione, gli AA.. riferiscono i rist1ltati di alcune loro ricerche, dirette a tre ordini di propositi. Essi hanno anzitutto studiato in un certo numero di casi, mercè punture successive, la evoluzione del versamento, rileTando le ~'"ariazioni citologj che in ciaHcuna puntura. Poi, facendo uno studio di citologia pura, hanno esaminato minuziosamente gli elementi dei varì preparatj, comparando per ciascun versamento i risultati ottenuti con tecnica differente. Infine hanno studiato le alterazioni che possono subire gli elementi artificialmente tenuti in vitro, in un versamento abbandonato a sè stesso per più o meno tempo, e paragonando le preparazioni immediate con p~eparazioni ottenute per defib1~inazione diciotto o ventiqt1attro ore dopo e anche sei giorni dopo. Le conclusioni di tali ricerche sono le seguenti : 1° Il valore del metodo citologico e ci· todiagnostico è basato sull'esistenza di tre lormule tipo:

Linfocitosi: Pleurite tubercolare: Polinucleare: Pleurite infettiva acuta; Endoteliale: Pleurite meccanica. 2° Alcuni autori hanno cercato di scuotere il valore della prima di dette formule, dichiarando che la linfocitosi non esiste. I lmfociti non sarebbero che pseudo-linfociti provf-'nienti da forme di degenerazione dei polinucleari (WoLFF) o delle cellule endoteliali (PATELLA). \ , 3° Quest'afferma7'ione presa nel suo assolutismo è radicalmente falsa. La linfocitosi vera esiste indubbiamente, ammessa da tutti gli autori, che si so~o occupati sistematicamente di citologia; è anche molto frequente. 4° A lato di questa linfocitosi vera pos· sono talvolta esistere pseudo-linfociti, formati a spese dei polinucleari, ma sono re· lativamente rari, e n on posso1to essere considera ti come una causa di errore, da diminuire il valore del metodo. Quanto ai pseudo-linfociti formati a spese delle cellule endoteliali, essi non sono stati visti che da P .ATELLA che dà. loro un valore primordiale e da IARDINI. che è molto meno affermativo e più i~iservato. Noi non ne abbiamo mai osservato. 5° I linfociti che s'incontrano nei versamenti sono veri linfociti, simili a quelli del sangt1e, emigrati pe1, <liapedesi o attirati per chemiotassi positiva nei versamenti. 6° Il polimorfismo dei linfociti, che è stato visto da tutti gli autori, è dovuto anzitutto all'alterabilità più grande di q uesti elementi, che han soggiornato più o meno a lungo in un liquido patologico, ed in sPgui to alle manovre della tecnica, spe· cialmente nel distendere e disseccare la gocciolina di liquido. Questo polimorfi~mo è infatti estremamente frequente nei pre· parati secchi, anche se ottimamente fatti, mentre è eccezionale nei preparati fatti con metodi speciali, che permettono di fis· sare allo stato vivente, e nel liquido stesso che li contiene, gli elementi cellulari di un essudato patologico. I

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e MAZUEL adunque negano ogni importanza alla teoria italiana della genesi dei pseudo-linfociti. Ma mentre essi rimproverano a PATELLA un soverchio• assolutismo nelle sue conclusioni, non parrebbe ai detti autori che, in riguardo appunto della mol· tiplicità delle forme cellulari alterate che possono sembrar veri linfociti, e su cui così BARJON

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ragionevolmente insistono. non sia pur~ da }Jarte loro un po' troppo assoluto il giudi· zio negati ,.o sulle forme veclute dal PATELLA. '?

. P nrtroppo sono tante le forme cellulari })iù o meno modificate che possono trovarsi nei liqt1idi patologici (pei quali le condi· zioni sono ben diverse che p er· la citologia del sangue), che anche il parlare, come essi fanno, di formule cito-diagnostiche tipo, a1J par~ ormai abbastanza azzardato. Qunnti deplorevoli errori diagnostici non si sono finora commessi per aver voluto mostrar sover chia fed e in queste tanto de· cantate formule tipo f \. GrunrcEA ~DRE.A .

St1lla dottriua <lell e gr:11111lazioni neutrofile tlt*l sa11gue. (:\,I OTTE.

B erl. fi·li11Js. Woclie1tsclir1j't, n. 32, 1903).

Il nfOTTE, cercando di portare un contri· buto alta dottrina di EHRLICH sulle granula~ioni specifiche dei leucociti, ha studiato i preparati di sangue: proveniente da una malata affetta da leucemia mielogena. I preparati sono stati colorati in una solu· zione alcoolica di .eosina acida e bleu di metilene. Esaminanclo particolarmente le gra,nula· zioni neutrofile, l' A. ha notato, che i mielo· cj ti assumono tln tono di colore diverso da qtlello dei leucociti polinucleati; le grant1· !azioni dei mielociti sono violette, quelle dei leucociti sono un po' rossastre. Queste ultime poi si distingt1ono n ettamente dalle granu· lazioni acidofile intensamente colorate in rosso : d'altra parte il violetto dei mielociti è flel tutto differente dal bleu degli elementi basofili. Ciò costituisce d1tnque una differenza nella colora,zione delle granulazioni neutro· file. Come si può spiegare questo comportamento delle granulazioni n eutrofile verso 1 eosina acida e il bleu di metilene'? A priori tre spiegazioni sono possibili; o i mielociti hanno p1~eso la sostanza colorante net1tra pura, e allo1~a i leucociti polinucleati non sono purame11te neutrofili, ovvero i lettcociti polinucleati hanno assunto il coloro clell'eosina acida e del bleu di m etilene, ecl nJ lora non si p11ò parlare dei mielociti come di cellule n et1trofile, oppure in terzo luogo 1 eosina acida e il bleu di metilene non formano un corpo consustanziale ma bensl un miscuglio. (10)

Ora, secondo la teoria, due sali sono pos .. sibili tra il bleu di metilene e l'eosi11a; un sale formato dall'unione cli una molecola di bleu ed una di eosina, un secondo sale consistente in due molecole di bleu di metilene e in una .di eosina. L'analisi elementare mostra che l'unione tra l'eosina a cida e il bleu di metilene è formata da dt1e molecole di bleu, e da una molecola di eosina. E i)oichè i soli mielociti assumono il colore violetto derivante dall'intima unione tra l'eosina acida e il bleu di metilene, così essi soltanto si devono consi· clerare come vere cellule nezztrofile. Mentre . in vece i l eucociti polinucleati, assumendo un colore rossastro, non si possono considerare come pure cellule net1trofile. E ciò perchè le granulazioni dei l eucociti IJolinucleati staccano una molecola di b leu dall'unione dell'eosina acida col bleu di metilene e pren~ dono t1na molecola di eosina ed una di bleu. di metilene. Esse sono adunque debolmente acidofile, o meglio 1zettt1·oacidofile. L ' A. proporrebbe di introdurre questa nuova denominazione, se in seguito all'autorità di EHRLICH anche i leucociti polint1· oleati non fossero indicati come neutrofili,. e se questa vecchia denominazione non avesse ottenuto il diritto di cittadinanza. Dott. Gurnr.

CHIRVRGIA

Nuovo metodo di piloroplastica. (FINNEY. Il.

Bull. Joli1ts Hopli·i1ts Hosp., vol. XIII,.

136).

L' A ., d.opo aver rilevato i pregi della pi· loroplastica alla Heinecke-Mikulicz e ricordato l e modificazioni apportatevi special· mente da RICHMOND (escissione di una losanga dalla pa.rete anteriore del piloro), da KoEPPELlN e J ABOULAY (piloroplastica sottomucosa) e da l\iIAYO RoBSON (plastica con l'aiuto del cilindro d'osso decalcificato),. raccoglie anche le varie obbiezioni fatte a tali atti operati vi e, io. genere, le controindicazioni. La piloroplastica, infatti, non potrebbe essere eseguita quando· esistono estese e valide ade1·enze del piloro, oppure ulcera· zioni ancora in atto. D'altra parte spesso si avrebbe a deplorare la recidiva della stenosi per retrazion@ della cicatrice operato1·ia. In molti casi, quando le pareti dello stomaco e del duo--

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rleno sono assai spesse e i·igide, difficilissimo pot1·ebbe riuscire l'esnitto coml)acia· mento dei labbri della ferittt. Aggiungasi che la troppo alta, posizione dello sbocco gastrico, i ..ispetto al fonclo del viscer(\, n ei casi di gastrectasia con ins11f· ficienza motoria, costituisce un gra,re in· con-veniente per la funzione. mancando I aiuto della g1·ayità pe1.. lo svuotamento clello stomaco. 1Ialgrado il gran favore che in seguito fu accordato alla gastroenterostomia la piloroplastica rimane sempre un'operazione ideale in moltissimi casi, specie nelle stenosi benigne. L'o1Jerazione che il FINNEY ha ideata ed eseguita con successo potrebbe piuttosto chiamarsi llna gasfrodzlocle1zosto11zia laterale, ed essere i·iguardata come una moclificazione clel processo di HALSTED. Ecco come procecl e : L'incisione cutanea cade sttl muscolo retto di destra. Giunto sullo stomaco, libera anzitutto. il più flstesamente possibile il pilo1·0 e il dt10· deno dalle adesioni con le }Jarti vicine. Dal modo come qu(l to tem1Jo è condotto dipende in gra11 parte l'esito dell'o1Jerazione . I .i' A. insiste sulla possibilità di poter liberar e quasi sempre il IJiloro clalle aderenze che a tt1tta 1Jrin1a sembrano invincibili. È que· stione cl i pazienza. A1Jplica quincli tre anse di sostegno t111a s11lla lJarete s11periore del piloro, una sulla pa1·ete anteriore dello stomaco e una ter~a s ulla }Jareie anterio1·e del c1 uocleno. Queste dt1e ttltime anse segnano i punti dove rispetti,'"ami·nte clebbono étrrivare le incisioni tanto st1llo stomaco che stil duodeno: cioè a f'irca 12 cm. dal piloro. . ..\.llora, mentre un assistente tira in alto l'ansa {li sostegno del J>iloro e in basso le altre clue anse, onde distendere quanto è possibile l e Huperfici dove deve radere la anastomosi, l 'operatore applica un primo piano di sutu1·a (posteriore) lungo il duodeno e la parte clella grande curvatura dello stomaco che gli è stata posta in contatto. Questa sutura è siero-muscolare, a soprit· gitto, e deve esser e fatta il più indietro lJOssib ile. Pa.ssa quindi al piano anteriore. Questo , .. a fatto a punti staccati, passando prima l'ago armato cli qn lungo filo , ron un punto alla Lembert sullo stomaco, con direzione orizzontale, quincli st1l duodeno con un altro

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punto alla L embe1·t e con la stessa dire· zione : poi ancora sul duodeno, ma con dir ezione pa1·allela al suo grande asse, e poi anco1·a un alt1·0 punto alla Lembert sul duodeno, con direzione uguale al pri~o punto, cioè orizzontale, ma in senso inverso - cioè verso lo stomaco. Finalmente l'ago riattraversa la parete gastrica, alla Lembert, con di1·ezione uguale al primo punto che rimane circa 1 / 1 cm. più basso, ma in senso in .. ' rerso. Si è così posto un filo i cui due capi si tro,,.ano sullo stomaco, l'ansa sul duodeno - e che basterà tira.re perchè le pareti dei due ' ' isce1·i vengano a contatto per (lue · punti di sutura. Altre anse (6 o 7 in tutto) vengono applicate rome la sopra desc1·itta a distanza di circa 1 / 2 cm. una dall'altra e tutte vengono lasciate lunghe, senza annodare. Con due uncini si spostano parte in alto 0 parte in basso, onde lasciare allo HCO· p erto le r egio11i st1lle quali cleve caclere 1 incisione. Questa vien fatta a forma di un ferro cli cavallo cl1e contorna e comprende, con la curva in alto a concavità rivolta in basso, il piano posteriore di sutura : una branca cioè, del fer1·0 di cavallo si tro·v·a sul duodeno 1 altra sullo stomaco, la curva passa sul piloro. Questa incisione determina così la formazione di una specie di s1Jerone costituito dalle pareti gastrica e duoclenale già accostate dalla sutura lJO· steriore. Un altro piano cli sutura a sopraggitto a1-,ricina ancora meglio fra l oro l e due pareti che costituiscono lo sper:one orlandone i ma,1·gini: e così 0 stabilita tutta la semicirconfer enza posteriore della eno1·me apertura di coinunicazione fra i due organi. i escidono se è il caso l e pa1·ti supe1·flue o is1Jossite delle pareti gastrica e duodenale si ar1·esta l'emorrag ia e quindi non resta, cl1e ti1·are e annodare le anse clel piano anteriore~ ciò che si eseguisce i11 brevissimo tempo. La sutura è com}Jiuta, l'addossa· m ento clei margini della nuo ·v~i, apertura è ampio e sicu1·0. Si può qt1indi applicare qualche punto staccato qua e là, specie , .. erso gli angoli della st1tur·a . L 'ampiezza della . nuo,,.a coni.uniç.azione varia secondo la maggiore o minore mo· bilità dello stomaco e del dt1odeno. Ese· guendo l' incisio ~1e clella lunghezza di 12 centimetri,, come ha pott1t J sen1pre fare l' A ., la parte più bassa della anastomosi corri· sponde più o meno al li vello clel fon do dello stom.aco, a m eno che coesista una esagerata dilatazione del viscere. In questo 1

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12

l ANNO

IL POLICLINICO

caso, del i·estoJ potrà sempre eseguirsi nella stessa seduta una gastroplicazio o una ga· stropessia. I casi operati dal FINNJiJY con q11esto suo processo sono cinque e tutti, come si è detto, segt1iti da guarigione completa. L' A. clà una grancle impo1·tan.za alla preparazione ùegli infermi nei . ~iorni prece· denti all'atto operativo. Ol tre le ripetute lavande antisettiche della bocca e le irrigazioni gastriche, gli infermi non si nutriscono che di cibi resi acc11rata· mente asettici, sino a dodici ore prima della • aperaz1one. In tre dei suoi casi fu saggiato batterio· logicamente il contenuto gastrico prima dell'intervento: in due era asettico. Nelle prime 2-1 ore dopo l'operazione si somministrano solo clistéri d'acqua salata e di caffè allungato. A l 2° e 3° giorno si -0omincia l a nutrizione p er la via gastrica con albumina a cucchiaini. Poi latte e brodo, in qua11tità rapidamente crescenti. In tutti e cinque i casi si trattava di stenosi pilorica più o meno grave, con forte dimagramento e deperimento generale. In du~ furono pot11te constatare le traccie di p1·egresse ulcerazioni. Negli altri tre si trovò peripilorite con estese e forti aderenze ch e imbrigliavano duodeno e piloro.

In t1no solo dei casi fu necessario prolun· gare l 'incisione gastrica p e1· 15 centimetri , essendo lo stomaco molto dilatato. Le guari gioni clatano in quattro casi da 15 a 18 mesi ; l'ultimo risale a due mesi, ma l 'infermo è già, si può dire, comple· tamente guarito come funzione. L'età degli operati ,raria dai 20 ai 55 anni. Col processo descritto verrebbero ad es· sere ovviati quasi tutti gli inconvenienti obiettati alla piloroplastica in genere. Infatti, data 1 ampiezza della nuova comunicazione, è impossibile che si verifichi la recidiva della stenosi. Essendo possibile recentare generosamente i margini in duri ti della ferita, sarà sempr e più facile la giustapposizion e delle superfici crt1ente; prolungando tanto in basso l 'apertura gastrica, in caso di atonia motoria, lo stoma.co potrà ugualmente s"\ruo· tarsi per l 'azione della gravità. Il rigurgito di bile nello stomaco, se pure dovesse avvenire, non ha importanza) data la posizione della anastomosi, ch e rende possibile il pronto rito1·no del liquido n ell'intestino. Non dando poi 1 A., come i è detto so(12)

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verchia importanza alla difficoltà di vincere le aderenze piloriche, tutte le contro· indicazioni a questo metodo, per le stenosi benigne, si ridu1·rebbero a una: la presenza di ulcerazioni in atto. Dott. O. SGAMBATI. '

Alcune considerazioni · sui 1~isulta.ti del· l'esame batteriologico del liquido erniario in ernie sti·ozzate. {ROTELLA.

Rtf. 1ned., XIX, 46). I

La possibile insorgenza di una peritonìte da passaggio dei microrganismi attraverso le pareti dell'intestino, non lese nella loro continuità, è dimostrata sia dalla clinica ch e da riche1·che sperimentali. Però sia la clinica che le ricerche spe· rimentali non hanno stabilito in quali condizioni possa stabilirsi questa Dzirchwan-

de1·ungsperi'tonitis. L' A. riferisce di 5 osservazioni di ernia . strozzata, nelle quali l 'esame batteriologico istituito sia per gli aerobi che per gli an:terobi dimostrò la ster·ilità dell'essudato con· tenuto nel sacco (anche n el caso V nel quale lo strozzamento durava da tre giorni). L 'A. non ritiene debba questa sterilità po1·si in rapporto con il potere microbicida dell'essudato, ma piuttosto con la variabilità della flora batterica intestinale in i·apporto col periodo della '1.igestione. L' A. accetta i risultati delle ricerch e del Kohlbrugge (che confermano talune osservazioni di DE GrAXA e van SENNS) il quale conclude per la sterilità dell'intestino vuoto, da riportarsi a un fatto di autosterilizzazione del· l'ansa intestinale che seguirebbe quando q11esta abbia espulso il suo contenuto nelle sezioni distali del tubo digerente. L ' A. fa voti che ricerche nell'uomo affermino la verità di queste conclusioni sperimentali. R. D ..\.LLA VEDOVA.

OCULI,STIOA

Diagnosi delle paralisi dei muscoli oculari. (TERRIEN.

La Presse 11iéd., n. 28, 1903).

Le paralisi (lei muscoli oculari sono frequenti ed hanno molteplici cause, che peraltro sono quasi sempre dipendenti da affezioni d'ordine generale: importa quindi il loro studio esatto. In p1·esenza di una simile affezione si deve porre un triplice p1·oblema: Vi è paralisi '/ Qual'è il muscolo


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Qual è la sede probabile e la j l'esistenza della paralisi e di riconoscere natt1ra della lesione'? il muscolo paralizzato. Il malato vede dopOccorre anzi tutto ben ricordarsi il modo pio ogni qual volta !,oggetto fissato si trova nella sfera d'azione del muscolo pa· d'azione dei singoli muscoli. Il globo oculare è mosso da sei muscoli, ralizzato. Ad esempio nella paralisi del di cui quattro sono innervati dal III e retto esterno dell'occhio destro la diplopia cioè retto interno, retto superiore, retto ap ~ are quando lo sguardo si volge a de· inferiore e piccolo obliquo, uno dal nr stra. La .spiegazione è facile: mentre l'oc(grancle obliquo), e uno dal VI (retto chio sinistro si ' rolge regol?..rme1tte a de· esterno). Questi sei muscoli possono esser stra -e l'imagine dell'oggetto cade sulla fovea distinti con F .A:RABEUF ·in tre paia. Il 1° di quest'occhio, l'occhio non può eseguire paio è dato dal retto esterno e dal i~etto la stessa rotazione a destra o l'imagine si interno i·ispettivamente abducente ed ad· dipinge sulla parte · interna della retina d11cente : nella doppia escursione da essi anzichè sulla fovea, e così vien proiettato prodotta il meridiano verticale dell occhio sulla parte dest1~a del campo visivo, onde resta verticale. Il 2° paio è rappresentato diplopia omonima poichè l'ìmagine falsa dagli elevatori, e cioè il i·etto superiore ed (cioè veduta coll'occhio paralizzato) è vista il piccolo obliquo. Quando questi due mu· dal lato dell'occhio malato; nel nostro caso scoli agiscono di conserva il bulbo è ro· a destra mentre la vera è dalla parte deltato direttamente in alto, f3e essi invece 1' occhio sano. La diplopia non manca mai, specie al .. agiscono isolatamente sono antagonisti poichè il retto superiore attira il bulbo in l'inizio della paralisi. Essa è tanto più alto ed all'interno, e il piccolo obliquo in netta quanto più la paralisi è completa; alto ed all'esterno. Il 3° paio è formato quando il mt1sc9lo è soltanto paretico, il dagli abbassatori, il retto inferiore ed il malato si lagna solo di veder confuso, poi· grande obliquo pei quali si ripete lo stesso chè le imagini son tanto vicine, che per fatto, e cioè agendo di conserva spostano poco non si sovrappongono. In tal caso, il bulbo direttamente in basso, mentre sepa· per mettere la diplopia in evidenza, si pone i·atamente il retto inft3riore attira il bulbo avanti all'occhio presumibilmente sano un in basso ed all'interno, il grande obliquo vetro rosso. La diplopia inoltre è tanto in basso ed all'esterno. Riassumendo, i sei più spiccata quanto più si porta l'oggetto muscoli detti potrebbero anche ripartirsi nella sfera d'azion~ del muscolo paraliz· più semplicemente in due gruppi. Tre sono zato. Accanto alla diplopia s'osserva tal· adduttori (retto interno, retto superiore e volta qualche fenomeno accessorio : cefalea, retto infe1·iore), e tre abduttori (retto in· vertigini, nausee, vomiti, ecc. terno, piccolo obliquo, grande obliquo). Diagnosi differenziale. - Riconosciuta la Ricerca della paralisi. - La presenza di paralisi1 bisogna stabilire qual'è il muscolo questa si manifesta con due ordini di sin· paralizzato ed a ciò si arriva dai caratteri della diplopia. tomi: Anzitutto si stabilisce se essa è omonima a) Segni obbiettivi. - Anzitutto l'attitudine del malato che cerca di supplire all'insuf. od incrociata: si disse sopra già della omo· ficienza del muscolo inclinando la te~ta dal nima; incrociata è qt1ando l'imagine vista lato corrispondente all'azione di questo mu- dall'occhio paralitico è riportata dal lato scolo. Così, se un retto esterno è paraliz· sano : un esempio di tale diplopia incro· zato, nello sguardo all'esterno il malato ciata si ha nella paralisi del retto interno volge lateralmente il capo. Secondo segno dell'occhio destro quando lo sguardo si è la diminuzione della motilità dal lato volge a sinistra; l'occhio destro, non poparalizzato, e ciò si constata quando l'og- tendo seguire il sinistro in tal direzione, getto fissato si trova sulla sfera d'azione l' im,agine dell' oggetto cade nella parte del muscolo paralizzato. Infine il devia· esterna della retina ed è quindi riferita a mento del bulbo nel senso opposto alla pa- sinistra cioè dalla parte dell'occhio sano la 1·alisi, e ciò ben s'intende, perchè, avendo cui imagine (vera) è riferita a destra della il muscolo paralizzato perduto della st1a prima (falsa}. tonicità, l'antagonista predomina. Se al soggetto si dice di indicare colle b) l)egni obbiett&lJi. = Il segno capitale è la mani le 2 im.agini, si vedrà pertanto che diplopia che da sola permette di affermare esso incrocia le mani. Dal detto sin qui (13)


risulta che la diplopia è incrociata ogni qualvolta si tratta di paralisi degli adduf,. to1·i ed, al cont1·ario, omonima quando si tratta ~li paralisi degl i abduttori; se a t}Ue· sta i·egòla aggiungiamo l'altra che l'ima· gine è sempre deviata dal lato dov~ agisce il muscolo })a1·ali~zato, noi vediamo che è ormai assai facile stabilire senz'altro il mttscolo paralizzato. ~' apponiamo ad esempio la paralisi del retto s11pe1"'iore dell'occhio destro : questo è un muscolo addutto1·e, quind i diplopia crociata; di più 1 imagine falsa è posta più in alto della vera. Invece nella paralisi del g1·ande obliq110 (abduttore) si ha una diplopi~ omo~ima e l'imagine falsa è spo· tata in basso, essendo esso un muscolo ab· bassatore. I l ragionamento inverso conduce così facilmente alla diagnosi del muscolo leso : riconosciuta la di1Jlopia, se l'imagine falsa è più elevata che la vera, si tratta della paralisi di un elevatore ; se oltracciò la lli1)lopia è incrociata, si tratta allora della IJaralisi di un aclduttore ed elevato1·e nello stesso tempo e qui.u di cli un retto s111Jeriore: infine se la diplopia stessa appare nella metà clestra c1el campo v isi,'o (q uanclo cioè si ruota il b11lbo a destra) si tratta cl t1nque della paralisi del r etto supPriore cli destra. Nelle due figt1re schematiche riportate dnll' A.. si vede che l'imagine falsa, eccetto che IJer la lJaralisi del retto esterno ed in terno, è sem1Jre obliqt1a in confronto all:t ' Tera : ciò clipen<.le dall'inclinazione a.el .m.el'idia~o "\''erticale che, come sopra s 1 c11sse, è effetto dell'azione di tutti i muscoli oculari m eno i cll1e accennati. Tale inclinazione non ha però importanza diag no stica poichè, come vedemmo, gli altri tla t i di posizione sono perfettamente suff i· cienti n, sti:lbilire la diagnosi del muscolo paralizzato. Dott. C.ARRA.

. prof A lt[a1tuale dell'igienista ad Celll • . (legli ufficiali sanita.ri medici pro,·in\.·iali, i11gog11eri, chimici vote1·in,~1·i icrie· llSO

. t.1, . nt"f.ic1. ~ ] a b oratori cl'igiene, ' b n1s con la ' colla.llor è!Y.10110. (lo1 1)~ofcsso ri: <) . Casagr~-i..ndi, A . Scala 1. ~ osott1, D. Spntaro T. Gualdi C Fr·tdella •)!\ l' • 1 1 .,,. ~· ~'t tY.1onc ( e ...lfn11uale dell'Ufficiale SanitRrio. . ' o.LU:\IE r.: ~ieroscopia - Protozoologia - Batte0

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'r~Ju1ni in 8° di c:ircn 900 pagine eia. cuno

·01n11le"'s1,·amente L. 82. (14

I Accademie,

Società mediche, Congressi

RE S OCONTI

PAR T ICOLARI

R . ACCADEMIA DI MEDICINA DI TORINO. Seduta del 4 dicembre 1903. Presidenza : Gua1·eschi. Dott. S. Vinay. Cura del lnpus colle corre1iti acl alta freqlle1tza . - La cura del lup t1s colle correnti ad alta freq t1enza è stata in questi u ltimi anni oggetto d i numerose ricerche. I risultati che si ebbero sono favorevoli nel l upus eritematoso, come lo dimostrano in modo assoluto ' i lavori d i BISSÉRIÈ, d i BOLLAAN, di J ACQ1TET, d i GASTON, CHABRY e RIEDER, di CrIATIN e DRUELLE. In tutti qt1esti casi i vari autori si s ono serviti del metodo d,e ll'Oudi n col resonatore llnipolare e coll'elettrodo eccita-' tore speciale. Le sedute -erano d ella dura1ta di 2 e di 5 ininuti, ed il loro numero variava da 23 a 30. Dove esistono i dubbi maggiori è nella ct1ra· del lup11s -volgare, perchè di fronte agli esiti fa .. vorevoli di 0UDIN, riportati dal BARTJIÉLEl\11 a quelli di ALBERT VEIL, di Du CASTEL ~ FOUVEAU DE COURMElLLES, di DIDSBURY, di Bt)LLAAN, di BLASI, stanno gli esiti negativi d egli stessi GASTON, CHABRY e RIEDER, e SO · pratutto quelli del OENTOLA. I/O., a\rendo avuto l'opportunità di poter curare due casi di lupu s volgal'e, volle s p erimentare queste correnti ad alta frequenza, inodificanc.lo p erò la tecnica dell'OUDIN. Egli si servì del nuo,ro resonatore bipolare ed isolò completamente l 'ammalato. Le scintille ' ronnero progressivamente accresciute sino ad tlYere una lunghezza di 6·8 centi· m etri. :i\Ialgrado qttesta ene1·gia ùi trattamento l'O. non el)be il pil'°L piccolo inconveniento e questa cura ' "enn e sempre tollera,ta. Nel primo caso si tratta,.,.a di una siD'norina di 27 anni, tubercolotica, il c11i lupus~ molto esteso, durava da tre anni, ribelle ad ogni trattamento . La cura durò un pri1uo p eriodo di ±0 applica.zio11i, fatte due ' rolte la settimana. Si ebbe un esito soddisfacentissi1no. N ell'an110 seguente i noclu1i erano in piccolis· sima parte comparsi nella guancia lasciata quasi del tutto libera n oll'a11110 preced ente : si fecero ancora altre 25 applicazioni. La gt1arig ione ottenuta del lupus ft1 a ccertata. anthe n ell'anno seg11ente. Nel 2° caso si tratta,, ..a di llilèt contadina di 52 anni. e l'affe zione dura,,.a da oltre 10 anni : il lupt1s era in questo caso ulcerato; furono

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[ANNO XI, FASC. 1]

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fatte 30 applicazion i della durata di 10 minuti i·una e si ottenne un~ guarigione assoluta . Per spiegare il meccanismo dell'azione delle correnti ad alta freq11enza, 1'0. ricorda gli studi di LEREDDE e di LAQUERRIÈRE, il primo dei quali vorrebbe che l'effetto in qt1esti casi fosse dovuto all'azione vaso-costrittrice e v-nso·dilatatrice delle correnti, il secondo invE\ce "t"orreblJe riferire l'esito clella cura agli effetti lnminosi clelle correnti stesse. L'O., p11r accettando ambed11e questo ipotesi, crede che debba 11gualmente darsi 11n'importanza all'enorme calore svil11ppato clalle cor· renti, calore cl1e può in determinati casi pro· durre anche delle escare e delle flitte11e. Dott. B. Giana.sso. Snll' azione {/ei JJreparati arsenicali nei reni dei ba11ib;n;. - L'O. osc.iminò ripetl.1tamente le t1rine di 22 bambini sottoposti a curct aese11icale (liquore del Fo,Yler e del B "udin per via gastrica e cacodiln.to di sodio per via ipodermica) prima, durante e dopo la cura, senza meli osservare segni di t1na alterazi011e rena.lo (cilindri, epitelii o globl1li sa11e:11igni), contrariamente ai ris11lt<tti otte11nti da SCOFONE o BRINDA dall'esame cli llrine di ani· inali e rli ad1tltl sottoposte n.lJ ug11ale trattamento tora1)e11tico. ,

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Dott. S. lriana. Osservazioni snlla rabbia. Riferisce alcune osservazioni fatte da lui jn oc· casione clPi casi cli rablJia sviluppatisi n ell'estate scorsa i11 l>l'O,Tincia cli Novara. 1\.ccon11a iilla possibilità c1eila trasmissione dolla rttbbia per mezzo dj 11n insetto, ed in· siste 11ella tendenza n, mordere le per one. os· se1"Vétta in un caso. Prof. Bozzolo. Un caso di rabbia Jlfll'a!itica a fornta JJtir/itica . - Osserva, a proposito della con1uni ~·azione precedente, che il bisogno di mordero noi rah biosi è un fatto non comnne e forse psicl1ico. Ooml111ica J)Oi t1n caso cli rabbia paralitica a .forma. 111iolitica. S\Tiluppatosi in un indi,riJuo. accolto nolla s11a clinica dieci giorni do1)0 llna morsicatura ricevt~ta alla mano sinistra. Il paziente accusa,·a un senso di stringimen1o allo gambo, un formicolio alle <"Atren1ità, ed un senso di sbarra a11' epigastrio. La par".lisi di senso o di Jnoto si manifestò tre giorni dopo cl1e si ora inio1,tato il virus forte (n1idollo di tre giorni) . L'am1nalato presentava, inoltre tenesmo vescicale con iscuria, mancanza del ri !'lesso ro · tt1loo, febbre a 39°- 39°.5. L'A. ha fatto diagnosi di rabbia paralitica, avvicinando il suo caso a q11elli descritti da, RENDU CBANTEMESSE. MURRI, BORDONI UFFREDUZZI, DADDI. Essendosi queste manifestazioni rabbiche svil11ppate dopo sole

PRA'11IC.à.

15

tre iniezioni, 1'0. crede ragionevolmente di 11on doverle attribuire alla cura, e cita il caso di MURRI, in cui l'ammalato guarì, essendosi fatte iniezioni p~ù forti endo"\"enose, mentre· nei ca i di BORDONI e di DADDI la gl1arigione avvenne s1)on taneamente. Nel cas? in discorso l'ammalato morì improv''isamentè al 4.0° giorno di malattia, senza avere mai presentato fenomeni di rabbia comune. L'at1topsia, eseguita dal prof. FoA, dimostrò un'imponente mielite emorragica dorso-lombare. Prof. P er1·oncito. Riferisce p11re·su di un caso di ra,bbia paralitica nell'uomo, decorso a guarigione: soggiunge che d~i cani affetti da rabbia ac11ta possono attaccare la rabbia agli uomini, senza presentare essi stessi sintomi di rabbia, come .......-i sono dei cani affetti da rabbia parali· tica che possono guarire della loro malattia. Dichiara di non avere mai notato in ammalati di rabbia la tendenza al mordere, ed in merito alla comunicazione del dott. VIANA, dove accenna ad una possibile trasmissione della rabbia per mezzo della morsicatura di insetti, dice che essa è })Ossibile e degna di essere controllata. Se l'agente della rabbia, coml· risulta dalle ricerche di N .RJGRI BERTARELLI e VOLPINO, è un protozoo, le min11tissime spore possono benissimo essere trasportate anche cla. un insetto. . Prof. Pagliani. Domanda ql1alcho schlarin1ento sul caso ril'erito clal i)rof. BOZZOLO, in merito alla questione della tras1nissione della rabbia per mezzo delle. iniezioni Paste11r, da alct1ni ammessa. Dott. Abba. Crede che se nel caso descritto clal prof. BozzoLo il "\ irt1s fosse stata la ca.usa dello S\Til11ppo della rabbia, questa avrebbe do· vuto s·v-ilupparsi :.i11che i11 a.ltre l)e1·sone ct1rate contemporaneamente collo stesso \Tirus. Accenna pure alla rarità dolla. voglia di mordere negli arrabbiati. Riferisco poi il caso di tu1 cane che presentò i sintomi' rabbiosi senza che all'a11topsia presentasse sintomi di rabbia., I ma solo tm eustro11.r1.lflus g(qas n el cavo addon1inale. Prof. Pe1·1·oncito. Di corro della, fa.Isa rabbia prodotta nei cani c.lalla taenia da echinococco e soggiunge che finora nossltn caso si conosce di pse11do-rabbia prodotta dalre n trong;\-l ns. 1

R . ACCADEMIA PELORITANA

IN ~IESSINA .

Adunanza dol 5 clice1nbre 1903. Presidenza : A. Zincone.

Calder one C. Co1itribnto allo stllclio dei clenti L'O., dopo ricorda,te le osservazioni di HuTCHINSON, di PARROT e di moltissimi altri, per cui la causa essenziale delle malformazioni

sifilitici. -

(15)


16

IL POLICLINICO

dentarie verrebbe in ogni caso ricercata nella sifilide, le raffronta con le ricerche di MAGITOT e della sua scuola, i quali edificarono e sosten· nero la dottrina che tutte le lesioni del sistema clentario debbano riportarsi alla eclampsia. Volendo st11diare la questione con ricer che cli embriologia 1'0. asportate le due arcate ma· scellari di un feto sifilitico, nato in 6°-7° mese, morto il giorno dopo; e fatte le necessarie ope· razioni di indurimento, di decalcificazione e di inclusione, vi pratica dei tagli in serie, che egli esamina e clescrive molto accuratamente per ciascun follicolo dentario, tanto del mascellare superiore che dell'inferiore, venendo alla conclusion e dopo un'accurata critica dei suoi reperti anatomo-patologici, in rapporto ai ris11ltati avuti ecl alle ipotesi emesse dal FOURNIER, e parallelamente agli studi del MAGITOT, che veramente la sifilide d ebba rappresentare la causa più CO· mun&e più grave delle malformazioni dentarie, le quali non debbono esser e limitate come dallo HUTCHINSON ai soli incisivi mediani superiori, potendo più denti esserne colpiti E} nel modo più vario, senza volere con ciò dire ohe si possa costituire uno o più tipi di anomalie dentarie (meno forse per i denti di HUTCHINSON), specifici della sifilide ereditaria. L'O. illustra la sua com11nicazione con nume· rosi preparati istologici.

Mondio G. (Istituto di Psichiatria). Allzicin,azioni e /'renosi sensoria. - L'O., dopo avere esposte e discusse le varie teorie che a ttual · mente primeggiano intorno alla patogenesi delle alll1cinazioni, riferisce s u 5 osservazioni clinich e come contribt1to alla [renosi seu,soria, dalle quali trae poi le seguenti deduzioni: 1. L'inizio della malattia esordisce in tutte e cinqt1e con alterazioni sensoriali, alle quali se· guono secondariamente disturbi vari dell'ideazione, del sentimento con stati successivi di con· fusionismo mentale, o"vero con esito in delirio sistematizzato. 2. Lo stato allucinatorio è possibile e si sviluppa per lo più in inditjdui predisposti ere· clitariamente, ovvero in individui che, per fatti acquisiti, presentano il loro sistema nervoso no· tevolmente infiacchito. 3. A seconda del grado della labilità n er'70 <:t ereditaria o acquisita, a seconda della fiacchezza dei poteri più elevati della mente, per effetto della sovreccitazione dell'area sensoriale, si hanno diversi gradi o diverse forme di malattie mentali che vanno dalle più semplici (frenosi illusionali del Bianchi) alle più gravi (confusione mentale e tupidità dello Chaslin, delirio di ina· nizione del Breq t1et, amenza del Meynert, det 1H)

[ANNO

XI, F ASC. 1J

I menza

acuta e delirio sensoriale acuto dello· Schiile e di Krafft-Ebing fino al delirio sistematizzato (Bianchi~ ecc.). 4. Dall'importanza giustamente data in questi ultimi tempi ai disturbi sensoriali, viene giustificato il costituir$i ora di quella n11ova ·entità clinica detta fre1iosi se1isoria. B. SocmTÀ

~fEDICO·CHIRURGICA

DI MODENA.

Seduta 11 dicembre 1903. Dott. A.. Ferrari. Oancro e lencocitos; in sog-· getto sifilitico. - L ' A. premette subito che col riferire questi fatti morbosi uniti, non intende di entrare in questioni molto oscure di istogenesi e di istologia, e neppure di voler dare t1na grande importanza alla preesistenza di queste entità pa· tologiche, ma piuttosto si interessa di far notare particolarità riguardanti specialmente la cronologia di evoluzione. Riassumendo ha voluto far rilevare la rapida comparsa della neoplasia sulla zona di atrofia cicatriziale, dove due anni e mezzo prima esisteva il sifiloma ; in secondo luogo poi riguardo alla leucocitosi si limita a far notare n el suo caso la comparsa di qL1esta, solo quando il tumore era enormemente aumentato di volume, ulcerato e si osservavano fatti di metastasi. Ciò gli fa rite· nere~ come del resto è già dalla maggior partedegli AA. ammesso, che la leucocitosi nei ·cancri non abbia g.1.ande importanza quale coefficientediagnostico precoce. I

Dott. A.. Fe1·ra1·i. .Ricerclie e11iatologiclie sulla sifilide. - Dai risultati delle ricerche l' A. crede· di poter arrivare alle seguenti conclusioni: 1. Che negli infermi, affetti da sifilide costituzionale recente all'atto delle manifestazioni: generali cutanee (fine period·o secondo incubazione) trovasi una spiccata anemia, che ha molti punti di contatto colla cloro-anemia. Resistenza (potere isotonico) variamente diminuita, tassoemoglobinico molto basso, quantitativo del ferrodiminuito, globuli rossi numericamente poco di· minuiti, globuli bianchi in aumento; meno spiccate sono le alterazioni a carico d ell'alcalinità edel peso specifico. 2. Che le modificazioni ematologiche, osservate durante la somministrazione dei preparati mercuriali e rappresentate da un progressivo innalzamento del tasso emoglobinico, della resistenza, del ferro, dalla tendenza a ridursi al normale dei globuli bianchi e dal riavvicinamento dei rapporti dei di versi componenti, sono precedute nei primi giorlli del trattamento mercurial~ (3a. e 4a. iniezione) da una stabilità del tasso emo· globinico, da un aumento subitanAo numerico dei


[ANNo XI,

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globuli rossi e da una diminuzione ancor più accentuata della resistenza. 3. Che anche spontaneamente, senza inter· vento terapeutico ha potuto notare, nei detti in· fermi, pur persistendo lo stato di cloro-anemia, llna lenta lotta a difesa dell'organismo, lotta che si appalesa con un leggero miglioramento dei diversi componenti del sangue preso in esame (all'infi1ori dei leucociti che tenderebbero egual· men te a crescere) nonostante che la dermatosi specifica (roseola) propenda ad assumere un'ul· teriore evoluzione. 4. Che il trattamento mercuriale ha un'azione energica sulle manifestazioni sifilitiche e coadiuva il miglioramento delle alterate condizioni ematologiche col meccanismo specialmente della rigenerazionA sanguigna (ematopoiesi). 5. Che l'esame del sangue non può dare un sussidio tale da essere elevato a concetto diagno· stico. Il segretario

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OSSEHVAZIONI CLINICHE Inftuenza dell'eresipela s11lla tubercolosi chirurgica per il dott.

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I. - B. F., .. da N,, di anni 67, massaia, oon ereditarietà morbosa e con tre fratelli, uno dei quali morto come il padre di tubercolosi polmonare, fu da me operata nel febbraio 1902 per osteite lzibercolare con carie circoscritta al· l'estremità epifisoria dell'ulna destra, me· diante il raschiamento dell'osso ammalato, e contemporaneamente per infiltrazione fu· bercolare (necrosi tubercolare del KtlNIG} del malleolo esterno e d.ell' astragalo del OSSERVAZIONE

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POMPEO TARUFFI.

L'esposizione di tutto ciò che di interes· sante cade sotto l'osservazione del medico pratico, è sempre utile, e non tornerà perciò discaro ai colleghi conosce1·e la storia ed il risultato 'di due osservazioni fatte da me nello spedale civile di Norcia clurante il biennio 1902·1~03. Ne farò t1na breve esposizione cor1·edata da un po' di storia e da qualche considerazione, nella speranza che serviranno ad arricchire la letteratura di osservazioni e di fatti dovuti certamente alla pura acci· dentalità, e dei quali, per quanto mi ri· sulta, nessuno ha avuto occ~sione di os· servarne gli uguali.

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17

SEZIONE PRATICA

I piede destro, con asportazione del malleolo,

di un sequestro dell'ast1'agalo e raschiamento dell'osso. Entrambi i processi furono i·ibelli all'in· tervento ed alle c11re post-operatorie e la tubercolosi al piede si diffuse talmente alle articolazioni da r ende1·e necessaria ·nel maggio l'amputazione della gamba al 3° inferi ore che guarì per prima. Non così avvenne nel braccio dove essendo I'imasto un seno fistoloso ed avver· tendosi la presenza di t1n sequestro, spaccai nuovam~nte asportando il seqt1estro, ed essendosi il processo diffuso al midollo, praticai colla sgorbia un solco nella dia· fisi dell'osso, asportai col cucchiaio porzione di tessuto areolare e cauterizzai col termocauterio. Neppure q nesta volta il proceslio fu viqto giacchè dopo tre m esi di cure continue, e cioè nel settembre, la ferita era sempre beante nella porzione inferiore con granulazioni to1·pide e da un seno fistoloso si avvertiva l'ulna in alto e all'interno denudata dal periostio e dal medesimo colava, sebbene in poca quantità, secre· zione purulenta. Mi ero deciso per 11n nuovo intervento più radicale sulla continuità dell' osso, quando fu l'ÌCo,rerato nell'ospedale un ammalato di eresipela flemmonosa dell' arto inferiore destro. Quantunque questo ammalato fosse stato messo nella sezione di isolamento, pure, per deficiente . servitù dello spedale stesso, essendo continuo il contatto fra le suore e l'unico infermi ere addetto alla sorveglianza del malato infetto e che doveva contempo· raneamente accudire alle faccende grosso· lane dell'istituto, non ostante le tassative ingiunzioni al medesimo fatte di avvici· nare l' eresipelatoso indossando ima vestaglia, di disinfettarsi scrupolosamente e di non accostare gli ammalati della sezione chirurgica, pure pochi giorni dopo ebbi l'ingrata sorpresa di vodere l'operata in parola colta da grave· infezione eresipelatosa all'avambraccio affetto già dal processo tubercolare, e per quanto facessi per vincere il nuovo processo, questo si diffuse a tutto l'arto supe1·iore, limitandosi fortunatamente a livello dell'articolazione omerale. L'eresipela assunse rapidamente la forma flemmonosa e dovetti anche praticare due ampie incisioni, ·una al lato esterno del bicipite, l'altra al terzo superiore del radio, per dare esito a due rac· colte marciose. Con una cura razionale di iniezioni di acido fenico all' 1-2 per cento fatte nella zona circostante sana, colle incisioni e cen medicature antisettiche, il pt'ocesso fu limi·

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(17)


18

IL POLICLINICO

Circa duecento anni or sono fu osservato r.he un certo numero di neoplasie scompa· rivano dopo un attacco di e1·esipela; e do1)0 la scoperta dello streptococco dP.l Felheisen. fu da questo proposta e praticata s11lle os· servazioni di B uscH, l'idea di iniettare una coltura di questi microrganismi per pro· d11r1--e una infezione eresipelatosa a scopo terapeutico nel cancro inoperabile e seb· bene, secondo il FELHEISEN, il risultato OssERVAZIONE II. - ~I. . . V... di anni 62 da T. durante una mia temporanea as· fosse felice in un caso e in altri quattro se nza del marzo 1903 dalla direzione del- ottenesse temporanea atrofia, pu1·e tale idea l'osp eclale, fu n el medesimo ammesso ed fu presto abbandonata per i pericoli ad operato clal collega dott. CoLANTONI di i·a· essa inerenti (1). schiamento del malleolo esterno destro per Il CoLEY (2) riferendosi al canc1·0 concrtrie hTbercolare con seno fistoloso di antica. siglia di iniettare nella sostanza del tumore data. Ritornato vidi l operato che al dire del stesso un liquido risultante dal miscuglio collega quantunque avesse migliorato in di tossine streptococciche con quelle del seguito all'inter,·ento, pure detto miglio1·a· n1euto procedeva ta11to lentan1ente da la· bacillus prodigiosus, ma per quanto esso ri· sciar e dubbi sul risultato finale. Il lato in· levi un rist1ltato radicale n el 12 prr cento terno lJID'e er a t11mefatto e dolente; la f e· ed un miglioramento nel 24 p er cento su i·ita esterna a bordi irregolari, infiltrati e 148 casi ùa lui curati, e 26 guarigioni rai·i vPstiti di gr anulazioni torpide e sece1·· dicali su 35 casi c1u--ati da altri chirurghi nenti pus. Queste er àno le conclizioni circa 11n mese dop o l'intei·vento. quando una sera ·colle iniezioni clel suo ljquido, pure tali l'ammalato fu col to da intenso brivido con successi mai si ' rerificarono negli espe1·i· ele·v·azione di temperatura ad oltre 40°, ros- men ti fatti dall' HERICOURT, dallo CZERNI, sore, dolore, gonfior e e aumento notevole d al DuR1\..NTE, dal BRU NS e d a altri insignì di calorico al piede ammalato. K on sapen clo come spiegarmi la presenza chirurgi, per cui tale metodo pu1·e finì per (}ello str eptococco cleJl'eresipela anche in essere abbandonato (3). questo caso, seppi dall'infermiere co me L'HALLOPEAU (-!) p er più anni 11a espe· !"ammalato viciniore di letto, un ferito al rimentata l'efficacia dell'eresipela sul lupus Clloio ca.pelluto dopo il suo ingr esso all'o· spedale fosse stato invaso da eresipela mi- ed ha persino p1·oposto di adibire una ap· grante clel cuoio rapellt1to ed in breve posita sala p er l'inoculazione di el'esipela gt1arito. benigna sug li individui affetti da lupus, I l n11ovo }Jrocesso infettivo, non ostante riser\andosi poi d' inter·venire o con ino· le c11re en ergich e adottate n el caso prece· <lente, invase g1·adatamente tutto l'a1·to in· culazione di tossine eresipelatose o con fe riore limitandosi fort11natamente alla i·a· ittiolo, se l'eresipela minacciasse di di,. . entae dice della coscia, producendo llna gravissima g rave. Ulteriormente (5) dichi:n-a pe1·ò che i11fiammazjone del medesimo con numerose l'azione f avore, ole delle tos·sine c1ell'erosi- · P gra,t1cli flittene. I:r on i verificò s t1ppu· pela sopra gli elementi del lt1pus 1zon è CO· i·nziont?, ma per circa 15 giorni la tempe· i·att1ra, oscillò fra i 40° ed i -!0° 5 accompa- stante e ch e ·n el trattamento di individui gnata cl a delirio e albumint1ria sì ch e le affetti da lu1)us, con iniezioni sottocutanee C'ondi~ioni gene1·ali del paziente dette1·0 di tossine contenute n elle colture di eresi· molto a. temer e per una catastrofe fort1ma- pelococco, non ha potuto ottenere miglio· tamentP scongit1rata. La lesione preesistente ramenti. i11 qttPsto ca. o pure collo sgonfiarsi delBESNIER (6) ammette che molti si so110 l'arto. andò rapidamente miglioranclo p er il comparire <li abbonclanti e rosee g1·anu- liberati dal lupus col sopraggiungere di litzio11i fin o a ,~erìficarsi la co mpleta cica- llna infezione er esipelatosa, in casi p erò trizz:tzione circa :20 giorni dopo la scom}Jarl'la <lel }Jroeesso infetti,~o eresipclatoso nei quali l'affezione era isolata e p oco clif· P se nza dar fino ad oggi (sei m esi dalla fusa: afferma che 1 eresipela opera sul lupus gt1ario·ione) egni di sè. com e sulla lepra, ma che non bisogna contato e vinto ed in breve volger di tempo le incisioni praticate sul bicipite e sul radio ci catrizza1·ono. Fui g randemente sorpreso nel , .. edere con· temporaneamente alla guarigione di quelle, sorgere abbondanti e i·osee granulazioni anche sulla preesistente lesione all'ulna e questa pure cicatrizzare circa 20 giorni clopo. Sono trascorsi oltre 12 mesi e la paziente non ha avuto manifestazioni tubercola1·i di sorta.

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fonde1·e la guarigione con una temporanea inibizione prodotta da una inoculazione in· fetta nel corso cli un'al t1·a infezione e che è sempre imprudente prodt1rre in un in· fermo una infezione p ericolosa quanto l'e· resi pela. FouRNIER (7) ammette pure ch e l'eresip ela fa da elem ento inibito1·e e ch e le l esioni creclute guarite ricompariscono col· l 'allontanarsi dell'infezione. BESNI ER più tardi (8) conferma che non ha mai veduta una guarigione completa di l11pus in segt1ito a risi1)ola e che i beneficì che se n e i·icaverebbe1·0 non sono mai proporzionat i ai danni ai quali la 11uo,..,. a in· fezione espone i malati (enclocardite, ne· frite, morte). G.~UCHER (9) 11a osservato ch e il lupus può risentire influenza benefica al1che da altre malattie infetti,Te, quale 1). es. il ' raiolo; ma BARTllELE'l[Y {10) ' ruole cl1e l'insorgere della infezione er esipelatosa sia sempre molto pericolosa fino a produr1·e la morte come esso stesso ha verificato in un caso morto per complicanze m eningee: il VER· RI.ì<~RE (11) invece cita sette sue osser· vazioni cli 111posi colt i da l'isi1)ola tutti scampati alla, nuova infezione, ma in n ess uno clei qttali ha riscontrato la g uarigione. Dell'effetto r adicale da me osser vato sia pure acciclentalmente, clall'eresipela sui due casi sovraesposti, affetti da tubercol osi cl1i· rurgica di non clubb ia diagnosi, non è cla . dubitare giacch è esso ftt · tro1)po evidente e ra1)iclo, quanclo ap1)uuto il processo tt1ber· col are in corso, nel }Jrimo caso i)eggiora,,.a € nel secoutlo, se pur m ig liora,ra, lo faceva l entamente ec1 in modo da lasciare dubbi sull'esito finale. Che altri abbia. a\ru to al pari cli me la fortuna di osser,'"are quanto sopra, non mi consta ; in ogni modo ho creduto 01Jportuno rendere cli p11bblica rag ione l e s11esposte dt1e osser,razioni ortde })Ossano, se del ca.so, servire ad opportuni studi se non ad applicazioni pratiche nei casi , nei qua.li il pro· cesso bacillare sia senza s1)eranza di risul· tato o si renclano necessariè ve1·e mutilazioni, pe1· quanto però convengo che il p e n sie1·0 di creare volontariamente una nuova

e pericolosissima infezione acuta, che di per sè stessa rappresenta una gravissima p er centuale di mortalità , possa r endere più che p erplessi nel tentare la p1·0,a. Novembre 1903. BIBLIOGRAFIA.

1. COOPER. La cura ordi1taria clel cancr o inOJJe· 2. 3. 4.

5.

G. 7. 8.

9. 10. 11.

rabite. Riforma l\iedica, .A.. 1902, pag . 9. COOPER, loco citato. BETTI. Cancro, 111atar ia e cltinino. S uppl. al Policlinico, A . IX, fase. 24, pag. 75:1:. HALLOPEAU, Società di D ermatologia e S ifi · lografia di Parigi, 12 dicembre 1895, Riforma }Iedica. 1895, pag. ·s±6. HALLOPEAU, Société cle D ermatologìe et Sy philograi:>hieJ f. 3, 1901, Semaine 1\ilédica.le, 1901, pag. 87. BESNIER, R iforma Medica, 1895, pag . 8-!6. FOURNIER, ivi. BESNIER, Semn.ine l\fédicale, 1901, pag. 87. G AUCHER, ivi. BARTHELE~IY ivi. V ERRIÈRE, i vi .

NOSTRE CORRISPONDENZE Plesso solare e s indro1n e d'Addison. Dott. LAIGUEL LA VAST~E. Lezione tenuta alla Salpetrière, raccolta e pu bblicata dal dott. SILVIO G A 'rAZZENI, allie,ro della Salpètrièl'e. Anzitutto desidero ringr~iare il mio maestro. l'illustre prof. RAY.l\IOND, del gr an de onore cl1e egli mi fa, invitandomi a prendere la parola nell'anfiteatro della cliniCi'1. d elle malattie n ervose, alla Salpètrière, illus tl'ata dai lumina r i della nevrologia fra11cese. L 'a1nma.lato eh' io sto per presentar,ri è colpito cl a un'affezione che si trova, per così dire, di· pinta s ulla s11a pe1·sona, e che, in questo caso. è facile a riconoscersi; ma l a sua patogenesi è ancora assn,i oscura.. Per ct1i, in q11esta occa · sione, attingo all e ricer che r ecenti che ho fatto sull'a1ta!onzia, fisiolo.r;ia e JJCt!olo.r;ia del ]Jlcsso solare, per te11tare d'esporvi come si pllò con· cepire l a genesi cli tale malattia.

I. Qt1esto l1on10, di 28 anni, fiorista, che si pre· senta dinanzi a voi, nudo fino alla cintl1ra, non è nè lln arabo, n è un mulatto, sebbene n e abbia la pigmentazione. Di fronte ad una simile m e· l anodern1ia, la prima c ura, deve essere di esa· minare le mucose. La. faccia intern a delle labbra , e delle gt1ancie è pt1nteggiata di · inacchie nere (19)

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20

IL POLICLINICO

come la gola dei cani gordons. Q11esta constatazione permette di fare subito la ipotesi di ma· lattia di Addison. Infatti, la pigmentazione delle mucose accompagna la melanodermia soltanto in questa malattia" si è notata però - in via del tutto eccezionale (THIBJERGE) - in q11alch e caso di malattia d ei vagabondi. Un rapido esame clinico conferma immediatamente la diagnosi di malattia di Addison. L'ammalato assai intelli· gente, ha r edatto 111i stesso la sua storia. L'e vo· lnzione ò classica : antecedenti brqnchitici nel1' infanzia; tumore bianco del gomito che ha r eso n ecessaria la resezione ; inizio della mela· nodermia nella primavera del 1900, della astelrl.a n el giugno 1901, e dei dolori lombari nel di· cembre 190!. Dopo questa eppca il quadro clinico è completo. Oggi l'ammalato si lamenta di una fatica dolorosa intensa, al minimo sforzo; fatica che pre · cl omina negli arti inferiori, ma ch e esiste ovun · q11e, persino nei mt1scoli accomodatori dell'oc· chi o. Una stitichezza cronica è interrotta da scariche diarroiche; l 'appetito è nullo, i vomiti rari, la tosse secca, l 'espettorazione poco abbon· dante. All'esame si constatano tutti i segni clas· sici della malattia di Addison; vi ha l' induri· mento dell'apice del polmone sinistro e l' inte· grità d elle funzioni genito-urinarie. Studiamo ora un po' più particolarmente qualche segno cardinale della maiattia di Ad· dison in "questo addisoniano tipico. Ci si rende conto dei caratteri d ell'astenia addisoniana. mediante la prova del dinamometro, e meglio ancora sui tracciati ergografici che noi tlobbiamo alla gentilezza di JEAN PHILIPPE. Il dinamometro segna. 30 solamente a destra, alla prima pressione, e questa cifra cade subito a 20 quando si ripetono le pressioni. I tracciati d elle fl essioni del medio sollevante lln p eso fli 2 chilogrammi con l a maggiore ra· pidità possibile, dimostrano una diminuzione <.l ell'altezza generale delle flessioni assai più grande del solito, come nello stesso tempo una l'adt1ta più brusca della contrazione. I tracciati d elle flessioni del medio eseguite o~ni 10 secondi in base all'addattamento di J ean Philippe al procedimento di Maggiora, che lascia un tempo di riposo ~ufficiente, in generale, a far spal'ire la fatica della contrazione precedente prima che sopraggiunga quella per la contra· zione sogu ente, mostrano una diminuzione ma· nife ta, n ella altezza delle contrazioni, n ello stesso moclo ch e lln aumento nella d11rata dello sforzo per raggiungere un massimo, ed una caduta sempre piì1 brusca della contrazione, rappresen· tata da l1na linea assolutamente verticale. {=20)

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Come si vede, l'astenia addisoniana, assai più. d'una paresi, è una fatica dolorosa, straordina· , riamante rapida. La te1tsiorie arteriosa misurata alla radiale· mediante lo sfigmomanometro di Potain, è di 14- cm. di Hg. Il polso capillare misurato mediante il pletismografo digitale di Hallion e Comte, è impercettibile. . La niacchia bia1ica « tache blanche «, prodottai da una pressione moderata sulla pelle, impiega 14" a scomparire. Questo fatto è conforme a ciò che abbiamo prima dimostrato col signor HALLlON (1), che la rapidità a cancellarsi della. macchia bianca - · ìndice della attivi ta dell~ circolazione locale - è proporzionale all' inten·· sità del polso capillare. D el r esto a tutte cose· uguali, proporzionale alla pressione arteriosa. L'esan,ie del sa1igue ci ha dato una formola istologica normale, ma una diminuzione nella quantità di emoglobina, una dimin11zione dellla resi· stenza globulare, ed una colorazione un poc<> intensa del siHro , senza poter trovarvi dei gran11li di pigmento.

II. Dopo l'a~n1alato, dobbiamo studiare alcuni punti dell'anatomia, della fisiologia, e della patologia del plesso solare, per poter in questo caso discutere l'origine della pigmentazione. Ioinsisterò sopra i due punti seguenti : l'uno teo· / rico, l'altro pratico : 1° teorico : esiste una topografia funzionaledel simpatico, come del sistema cerebro-spinale.. • 2° pratico : in clinica la questione deve essere posta in presenza. di certe sindromi, comesi tratti d'una alterazione del simpatico a fo· colaio. 1. Studio teorico. - Per stabilire la topografia del simpatico, e nel caso di cui ci occupiamo, la topografia del sistema solare, bisognava ricorrere all'esperimento. Per dilucidare la tecnica e per trarne delleesperienze, delle induzioni valevoli, bisognava , conoscere bene l'a1iatoffiia 11(acroscopica e l'a1iatoniia coniparata. ~ oi abbiamo cosi constatata la disposizione simmetrica del vago simpatico ad· dominale dell'uomo ; nella generalità delle nostredissezioni, noi abbiamo trovato a sinistra una anastomosi simmetrica dell'ansa di Wrisberg, e(1) HALLION et LAIGUEL·LAVASTINE. Soc. deBiologie, 26 ,j uillet 1902, VII Cong. degli alie· nisti e nevrologi. - Soc. m éd. des Hòpitaux deParis, 30 janv. 1903: Reclierclies sur l' activité de

la circulatio1i capillaire de la, peaz:i. daris diver.~ cas patlzologiqnes, à l'aide d'1i1i procédé 11onveazi. Procédé de la e Tacite bla1tclie ».

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SEZIONE PRATICA.

noi abbiamo ancora - stabilendo l'omologia -del pneumo-gastrico destro dell'uomo col pneumo· gastrico posteriore degli animali - dimostrato la perRistenza del medesimo piano nel sistema -vago-simpatico dei mammiferi. Questa base ci ha permesso di indagare lato· pografia solare per mezzo dei due metodi fisio· logico ed anatomico. Seguendo HALLION, applicando il m etodo pletismografico allo studio dei vaso-motori, noi .abl:>iamo visto che esiste per i vaso -costrittori viscerali, nel plesso solare, delle vie di condu· zione nettamente delimitate. Per esempio~ i vaso-costrittori della milza passano per il ganglio semilunare sinistro, ~uelli del fegato per il destro, quelli dell'intestino tenue per i mesenterici superiori. Nicotiz· zando i gangli noi abbiamo vist.o per di più fra i '"aso-motori, déi fili vaso-costrittori ohe attraversano i gangli senza fermarsi, mentre i fili inibitori, i vaso-dilatatori, vi presentano un col· legamento forzato. Infine, separando i gangli solari dagli altri centri nervosi, noi abbiamo J>Otuto ottenel'e degli atti riflessi, e così mostrare che il plesso solare, era non solo un <arre/'our, ma una riunione di centri e che al-0u11i di questi centri erano nettamente loca]iz· zati. Cosl, il ganglio semi-lunare sinistro è un centro riflesso vaso-cost1ittore della milza, come i gangli mesenterici superiori lo sono per l'in· testino tenue. Il metodo anato11tico, consistente, sia in abla· :zioni della catena simpatica, sia in ablazioni dei nervi emergenti dal plesso solare, seguito dallo -esame del midollo e dei gangli, ci ha dato ri· sultati concordanti con quelli della fisiologia. Il metodo dolla reazione a distanza ci ha per· messo inoltre di localizzare nel corno laterale del midollo dei centri simpatici e nel ganglio -semi-lunare sinistro, i centri trofici clelle fibre dei nervi splenici. La concordanza dei nostri risultati colle ri· -cerche dei nostri antecessori ci ha permesso di esprimere per mezzo di schemi, una concezione semplice della topografia del si1npatico : Eccola riassunta: Un 11ieta1nero simpatico comprende, oltre a grosse fibre afferenti, a mielina, di cui il centro trofico è nel ganglio rachidiano: dei protoneuroni efferenti a mielina, per lo meno nella maggior parte del loro decorso. e di cui il centro trofico è nel corno laterale ; dei cle1ltoneuror1,; efferenti, senza mielina, di -0ui il centro trofico si trova nei gangli sim· patici; dei J1rotone1ironi afferenti, a mielina, almeno

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parte del loro decorso, e di c1tl il centro trofico è nei gangli della catena; dei dez1,toneztro11i afferenti, la maggior parte senza mielina, qualcuno a mielina, di cui il centro trofico è nei gangli simpatici periferici del solare. Il sistema spla1icnico, di cui i punti di emergenza sono . compresi fra 5° e 12° com11nicanti, e di cui i centri midollari sono nella parte inferiore del midollo cervicale, e superiora del midollo dorsale, ha una metameria che non dif· fe1·isce da quella del simpatico in generale, se non per il fatto che non vi hanno deutoneuroni efferenti che si originino nei gangli della catena. Di questa topografia generale fanno parte e il sistema sola.r e ed il pneumo· gastrico che ci appare come il piano bulbare del simpatico. Noi arriviamo così ad t1na concezione semplice, chiara ed uniforme. ,. Ci avviciniamo, probabilmente, alla realtà. 2. S!1tdio pratico. - Ogni risultato teorico ha il suo criterio nell'applicazione pratica. Così noi ab biamo cercato di applicare alla clinica ql1esta nozione di topografia del sis~ema solare. La fisiologia patolo,qica sperimentale, per mezzo di ablazioni, di eccitazioni, di intossicazioni e di infezioni del sistema solare, ci ha permesso di individualizzare delle sindromi e dei sintomi solari che si incontrano in clinica. La si1tdro111e solare di paralisi che segue la ablazione del plesso solare consiste essenzial· mente in vomiti, in diarree sanguinolente, e no· tevole abbassamento della pressione arteriosa, con oliguria, col uria, uro bilinuria, indicanuria e talora acetonuria. Acuta, es~a si chiude con la morte, o passa. allo stato cronico, ma pttò a11che finire colla guar1g1one. La cagna che ·vi presento è stata operata or sono 18 mesi e non ha più alcun disturbo no· tevole. La si1idro11ie solare di eccitaz;one consiste in dolori epigastrici, stitichezza ed elevazione della pressione arteriosa. I si1ito1ni solari possono essere multipli, poichè essi comprendono tutte le perturbazioni dei vi· sceri addominali in rapporto con una lesione del loro meccanismo nervoso regolatore solare, e i disturbi a distanza, sinto11'ti solari d'irradia.~ione, dovuti alle connessioni vago-simpatiche, bulbo· • midollari. Per stabilire una anttlogia fra la patologia sperim8ntale e la clinica, bisognava avere un criterio d~lla localizzazione morbosa sul plesso solare. Come le induzioni della fisiologia erano state pi:ecisate dall'anatomia, così le induzioni (21) •

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gli s tessi sintomi clie una lesione clel suo pa· rencl1ima ·? Contrariamente dnnqt1e a BERNARD e B1Gou n, che in questi ultimi ten1pi vollero localizzare la lesione della pigmentazione adùisoniana' alla p erif<;,ria d ella caps11la soprarenale, noi p ensiamo cl1e la clinica non s'accontenta di una localizza zione si precisa e ris tretta · e clte q11i ancora, alla contingenza lesionale deve op· porsi la ne cessit~t f11n zionale . La pigmentazione addisoniana è funzione di meiopragia surren a le, q_ual11uque sia il punto in. cui risiede la lesiono. sopra il si~ tema anatomico d ella funzione. P ercbè allora - mi direte si osser,ra talvolta l'insufficienza surrenale senza pigmentazione '? G li è clte a noi occorrono due fattori : una rottura cli equilibrio pig tnentario ed una evoluzione cronica . La m e iopragia soprar enale r esterà latente fino a tanto che essa con· trobilancierà la i)roduzione di pigmento. Stabilitasi l'insufficienza p igmentaria. resterà ancora un dato tempo prima cì1e il pigme nto soprabbondante possa impregnare i tegun1enti. Così, tre fattori ci sembrano nec ssat·i percl1è vi sia pigmentazione addisoniana: la n1 eiopra,qia soprar eriaLe, l )azi1ne1tlo (li JJi,r;nzento 1tell' econo11tia, (per distinzione e ma tica esagerata, per esempio) ed evolnzione cron,ica tiella 11talattia causale (la. tube rcolosi, ad esempio). Infa tti, il nos tro ammalato, cl1e ha segni fla· granti di insuffi cienza s urrenale (astenia, i po· tensione) ha d elle emazie pove r e in emoglobina e facilmente distruggibili, e ancora è ammaliito, da lungo tempo, di tubercolosi. Chiudendo questa rassegna, ancora troppo lenta,, sebben e assai semplificata., io sarei ben lie to se ne deducest e q L1estèi cloppia nozione delle localizzazioni simpatic]1e, s orelle minori delle localizzazioni cer ebrali e 111idollari, e della ' legittimità clella ipotesi, i11 clinica, al letto di t1n ammalato colpito d a si11tomi addon1inaJi, cli una lesione solare a fo colaio.

clella fi iologia i)atologica dovevano essel'e pre· cisa1.e dall'anatomia patologica; con questa riser-ç'a tuttcx\·ia, c he 1'11na snpera di molto l'altra, J)Oich è v i sono p ert11rba.zioni di funzioni cl1e non hanno a ncora s ubstrato morfologico conosciuto. Ora p er g iudicare la lesione, bisognava cono· scor e lo s tato n ormale. Q ties to stato noi l'ab· bia mo d escritto e schematizzato clopo lo studio lli quasi 100 casi. Su q11esta. base n oi possia1no d11nq11e cercare la risp osta alla questione pra· tica: al let to d ell'ammalato, in presenza. d'una si11drome solare, possiamo fare cliagnosi di una lesion e solare localizzata'? Prima, cli dare una, soluzione, non bisogna perder e cli v"ista qneste due r eg ole g e11erali: Un sintomo è una 1>ert11rbazione di funzioni. Q nesta pe rt11rbazione pu ò essere ca.usa.ta da una lesion e esistente i11 i1n punto qualsia.si d el 1necca11ismo reg olatore di ques ta funzione. U na cliagnosi pratica potrà d11nque attenersi più ai segni accessorì Ioga.ti alla localizzazione lesional e, ch e alle indica zioni fornite dalla fisiologia.

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III. ..Applichiamo queste asserzioni alla spiegazione cl ella m elanodermia nel nostro addisonia.no. Sape te ch e gli autori non sono d 'a ccordo circa il pt1nto in cui l'isiede la lesione causa della pig men ta zione aduisoniana: gli uni amme ttono una lesione soprat'e nale, gli altri una lesione sol a r e ; il prof. J ACCONEL e il prof. RAYL\IOND l1anno riportato fat ti confermanti questa opi· i1ione ; altri infi11e, con AR)lA UD, lo calizza no la lesione a lla l)erife ria d elle g l1i a ndole soprarenali. Tutti hanno ORser v azioni indis cutibi li in ap· poggio (l elle lor o teorie. Qt1a n clo d egli osserv·atori u g nn.lmente coscien zios i ottengono risultati contr addittori, bisog na sempre s upporre che tm olen1ento è loro sfu ggito, e praticare 11n s t1pple1uento di inchiesta. :Nelle nostre osservazioni a,b b iamo cons tatato ora 111ta lesione surrenale, ora una lesione so lare ora on t ram be le clue. In t1n caso in c11i la lesione solare el'a i1nilate rale, abbiamo trovato a ""sai minor pig n1ento dal la.to ammalato ch e non cla c1nollo so no. Dunqt1e, in questo stesso caso, tlo,·e la g hiandola oprare nale e ra macros copi· ea111e nto sana, esiste,Ta lln disturbo evid0nte 11ella. s11a funzione . E allora p er ch è non ammettere cl1e " uccecla p er la cn.p s11la .sopra r enale co rno por g li a.lt1·i , .. i. ceri, e ch e 11na alterazione • tlel s110 , is te n1a n e r'"'ORO regolatore (che è il i· !'o.tenia Rplanc11ico) e soln.r e, corno l abbiamo cli1nostra to col i.-.ig11or H ALLION (1}, l) UÒ prod11rre

N()'fE Dl MEl•ICTNA H(1lEN'rIFIOA

Applicazioni del feno1neno dell'agglutinazione alla diagnosi clinica e alla identificazione dei .batte1·i del groppo bacillo del tifo e « bacterium coli » (paratifo, ecc.). La r eazione cl ell'a,gglutinazione con sieri spe· cifici valse già a stab ilire che il bacillo clel tifo è una llnità biologica. m entl'e il b. coli ne costi· t 11isce \ '"arie. H. BRuxs e H. l{AYSEll (Zeitsclirift / 'iir Hy,r;iene llll(l l nj'ectio11 skranlt·ft pife1t, ·v ol. 43, 2), pog·giar1do s ulla ossery·a.zione di PF .\ trNDLER, che i sieri molto attivi agglutinano le specie batteri· ch e affini più o m eno en ergicamente in rap-

(1) HALLION et LAIGUEL LA,,,.ASTINE. Recite/'· l'll r.-; sur l' i1111er vation t:aso-JJ1 otricf fl f ,' snrre11alr .... .

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porto con la loro affinità, ricercarono il com· portamento di 22 specie batteriche del tipo b. typJii e b. coli a cont;;itto di sieri di animali im· m11nizza.ti col b. tgplti, con i due bacilli paratifi di Schottmliller, col b. brenzensis f ebris ,qastricae e b. coli, allo scopo di dedurre dal vario grado di agglutinabilità, il gradò di affinità di queste specie batteriche. Dei bacilli similtifo era più sensibile all' azione di un siero antitifico molto attivo il b. Friedberge1isis (da lungo tempo in coltura) e alcuni bacilli isolati in caso di avve· lenamento alimentare e anch'essi da tempo in col lezio11e. Il b. paratyplii B di Schottmi.iller è molto affine o identico al b. bre111ensis /'ebris gastricae di KURTH ecl è più affine al b. typhi che non il b. paratyplti A dello stesso Schottmiil· lt3r. D ei sette stipiti di b. coli saggiati, t1no solo era facilmente agglutinato dal siero antitifico i11entre quattro 11on lo era.n o affatto. Dal titolo del siero dipende il grado di agglt1· tinazione delle specie affini~ gli .A.A. consi· gliano qt1indi di valersi per l a di;;tgnosi delle forme batteriche sospette di lln siero antitifico non molto attiv·o e di ritenere per bacilli del tifo quelle forme ché so no aggl11tinate in 30' (prova macroscopica) alla diluzione 1 : 100 da un siero antitifico del titolo 1 : 5000. Nei casi clinici in cni la pro·y·a cli Widal è 11egativa, essi consigliano la prova agglutinante con i due bacilli jJaratypJii di Schottmi.lller che 8Ì possono acquistare tla Kral. Il s iero anticolico non agglutina il b. typlli e fa riconoscere n el b. coli n1olte '"~trietà. Gli .A.A. confermano il gran de valore diagnostico della p1·ova agglntinante, av,rortendo però cli attenersi alla proporzione 1 : 75 tra siero e materialo batterico, di ,~alersi di colture in brodo di 12 oro e di protrarre l'osservazio11e macroscopica l)er 2 oro al piìL a 37° O. Con sieri molto attivi la prova microscopica è più sensibile della macroscopica; ma. co1L sieri di mediocr e attività le clue pro·ye si equivalgon o presso a poco. I ba· cilli di coltura sono più sen sibili al siero dei bacilli isolati di recente; e si consiglia, Recondo l\Iilller, nei casi sospetti con agglutinazione n e· gativa, di ripetere la prova con i bacilli dopo n1olti trasporti in coltura . Convi ene altresi riconoscel'e il valore massimo clel potere aggluti· nante del siero e determinare il e;rado mas· siino di cliluzione al qt1ale la. prova riesce ancora positiva. Nella diagnosi clinica conviene fare la pro,ra d~l Widal oltre che col b. tyjJlti anche coi due b. parctl!Jplii; se queste due ultime prove riesciranno positive, si tratterà di agglutinazione per affinità qualora i massimi disteranno tra

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l loro di 20 e più volte:

se invece sono pif1 ·vicini sorge il dubbio di llna infezione mista, n el qual caso è opportuno ri correre alla. prov·a di Castellani; cioè si esat1risce l'attività agglutinante del siero in esame per t1na specie batterica, e quindi / si saggia con l'altro batterio. La cliagnosi clinica di i)aratifo è utile altresl per la prognosi, più favorevole in confronto a quella di tifo.

PRATICA Pl\OFESSIONALE CA~Ulpl'J.lICA Gastrorragie diffuse settiche. Nella Wiener li:li1i. Wocli. (n. 25, 1903) il dottor Focas1G riferisce il caso di u11 ragazzo di 13 anni nel quale in seguito ad una operazione sull'intestino cieco si sviluppò t1na sei)si : n el decorso di questa fu vomitato del sa.agite ed usci sangue con le feci. L'osservazioq.e clinica aveva già fatto sospettare che si trattasse di emorragie capillari nello stomaco. L'autopsia e la ricerca istologica confermar ono il sospetto : accanto alle diffuse emorragie p11ntiformi, specialmente visibili al son1mo delle pliche delli.l, m1t· cosa, si notavano anche erosioni emo1·ragicho. ~Ianca 'rano 'rere t1lcer azioni. Ohe q11esto gastrorragie difft1se fossero co11· seguenza dell'infezione settica è fuori d11bbio, ma non è chiaro il modo di a,zione della tossina sui vasi capillari. Si deve qtli s npporr e che l'al· terazione determini ttna permeabilità nJaggiore nelle anse capillari per i corpuscoli r ossi e che le emorragie <lipenclano perciò da una lliape· desi di alto gr ado . (Zentrbl. ;·. irin . M erlizin,, n. !3, 1903). '

Le e1norragie 11el morbo di Banti. attira i•attenzione sull<·t frequenza delle emorr agie ed in particolare di q11elle gastro· intestinali, nel morbo di Banti: esse sono spesso il primo sintomo che colpisce i l malato e si ripe· tono rit't o mono spesso nel cor so della malattia. (11féd . lltOd.). 8EN1\TOR

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Malattia di Hirscbsp1·ung. È u1ta malattia dell'infanzia caratterizzata anatomica1nente da t1na clilatazioue idiopatica dell'intestino crasso co11 iper trofia totale della parete del colon e clinicanterite da una, stiticl1ezza ostinata che giunge fino all'occlusione intestinale completa e da t1na enorme distensione del ventre a botti· cella od a pallone. (Jlféd. mod.). (23)

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Restringi1nenti 1nultipli dell'intestino, per tubercolosi. I restringimenti tubercolari multipli dell'intestino si osservano specialmente nell adulto~ hanno sede di preferenza nell'intestino tenue e sono prodotti piuttosto da lesioni interstiziali p e · rivascola.ri, che da ulcerazioni progressive. PA· TEL, nel 1902, ne ha rit1nito 62 casi, dei quali uno solo riel bambino. (M éd. 11iod.).

P1·ognosi dell'enteror1·agia nella tifoide. Nella febbre tifoide una emorragia intestinale è meno grave "rerso il 10° giorno che "\'"erso il 20°.

Per la diagnosi del ca1·cinoma gastrico. Secondo SALOì\ION di Francoforte, il lavaggio delJo stomaco, praticato la mattina a digiuno, dà sempre un liquido albuminoso nel caso di t1n cancro, mentre il liquido cosi ottenuto non contiene mai albumina se si tratta di una affe?.lione gastrica n on cancerosa. (Mécl. rtiod.).

usando l'elettricità a corrente continua (il se11so della corrente non importa) e delle iniezioni locali di salicilato di soda. (Jonr11. 1néd. de Bru.'C., n. 29, 1903).

Iniezioni calde di soluzione salina decinormale nella cura delle emorroidi. Il dott. L. LoFTON, di New-York, inietta il liquido bollente ed afferma che questa alta tem· p~ratura agisce anestetizzando. Ha curato 17 casi di voluminose emorroidi, tanto esterne, quanto interne, oon questo mezzo e col risultato più radicale. L'ago viene conficcato nel nodo emorroidario e si iniettano dieci goccie circa di li· quido, avendo cura di ritirare l'ago a poco a poco fino alla mucosa·. Una pomata costituisce la cura consecutiva ed ambulatoria. (Zen,trbl. f GJi;r.J.

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Soluzione iniettabile di mercurio. La più efficace e meno dolorosa iniezione di mercurio pare che sia la seguente : Benzoato di mercurio . . . gm. 1 Cloruro di sodio chimicamente )) o. 75 puro . . . . . • • • • )) 100 .Acqua sterilizzata . • • • •

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per frizioni mattina e sera. Oppure: I

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Si possono anche fare frizioni con balsamo Opodeldoch, che contiene ammoniaca e sapone. Si può pl1re al balsamo Opodeldoch aggiungere clorofor· • mio: Cloroformio . . . . Bal ·au10 e podeldocl1 .

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Si possono fare delle frizioni rivulsive o cal· manti. L'essenza di trementina dà sovente buoni ris11ltati: Essenza di trementina. . Acido salicilico . . . • VaselinaJ e lanolina ana .

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Il massaggio p11ò talvolta riuscire efficace; ed efficace ptlre è lln mezzo popolare, che realizza tlna specie di bagno a vapore locale. Esso consiste nell\ipplicare alle reni due larghe pezzuole di lana imbevute di aceto caldo e ricoprirle con altre pezzuole asciutte. A.l di sopra vi si fa scorrere un ferro caldo per circa 10 o 20 minuti. Si ripete l'operazione mattina e sera. Il medico si troverà però bene sopra tutto,

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I periodi dell'evoluzione umana; le quattro stagioni della vita. - Secondo i filosofi pitagorici che attribuivano al numero 7 una funzione cabalistica nei fenomeni dell'evoluzione umana, la vita attiva si divide in 9 periodi di 7 anni ciascuno. Sette anni - Fine dell'infçtnzia. Quattordici anni - Pube:rtà. Fine della fan. ciullezza. Ventuno anni - Crescenza della barba. Fine dell'adolescenza. Ventotto anni - Cessazione dello sviluppo ge· nerale. Trentacinque anni - Tempo del maggior vigore. Quarantadue anni Principio della deca· denza. Età criti ca. Quarantanove anni - Menopausa. Cinquantasei anni - Principio della vecchiaia. Sessa.ntatre anni - Grande climaterio. La divisione proposta da GALENO in 4 età: infanzia, giovinezza, età adulta e vecchiaia, è più generalmente adottata. Un ingegnoso scrittore ha stabilito il quadro seguente per mostrare il parallelismo fra le

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quattro età dolla ·vita e le quattro stagioni del· l'anno, i quattro elementi, i quattro umori ecl i ti pi morbosi cl1e ne deri va.no : Infanzia: aria; caldo ed llmido~ primavera; sangue; disturbi sanguigni. Giovinezza: fuo co; calclo e secco~ estate~ bile; affezioni epatich e. Età ad11lta; terra; freddo e secco; autunno; bile n ern,: malattie diatesiche e cach ettiche. Vecchiaia: a cqua; freddo e t1mido; inverno; pituita: affezioni catarrali.

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Rottm·a dell'in1ene nelle cad11te. - Negli .Annales rl'hggièue publiqne et de 111édeci1te légale (settembr e 1903, p. 206) N. RODllIGUEZ si oc· ct1pa cli q11e8to argomento. Dno opinioni ben i1ette si manifestano a q11esto riguardo: gli autori tecleschi negano for1nalmente l'e istanza di queste lesioni (HOF:\!ANN, STRASSì\lANN, ecc.). gli at1tori francesi n e ammettono qt1asi tutti la possibilità (LACASSAG~E, THOINOT, ecc.). ROORIGUEZ riferisce parecchie osser,Tazioni indiscutibili sia di cac.luta con impalaruento (il che è fa. cilmente a1nmesso ), sia cl i cac.lu ta senza im1)a1amento. Per spiega re la patogenesi di q11esto r ottt1re l'.A.. ammette cl1e esse siano il riF\t1ltato di una pressione che agi ca dall'intlentro all'inf11ori; aun1e1tto della tensione nella ca·v ità }Jelvica e i)ropt1lsione degli organi del bacino nella Yl tl\a . In qttesti casi ]e lesioni clell'imene sono esattamente limitato ai punti deboli e presentano i med.esimi caratteri di q11elle prodotte dalla <.l e· florazione geritale.

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Misu1·e di dif'esa cont1·0 la peste in F1·ancia. I·l lazza1·etto del Frioul. ~olla

secluta dell'8 ùicembre 1903 all' Acarlénzie rie 111 érleci.'le, ùi Parigi, il clott. A. Josr,AS a nome di una commissione composta dei dottori PROUST, L ÈON COLIN, BROUARDEL, ERNEST BESNIER, VALLI~:, ~IAGNAN, ~fOTET, CHANTEMESSE, J OSlAS, membri tlella sezione d'igiene, e BuCQUOY, aggiunto, ha. riferito szzl lazzaretto rlel Frio1il e le 111isure rii rl1j'esa co1tlro la jJeste. Dopo aver rilevato l'importanza g t·andissima tlell'a.rgomento che tocca. ad un tempo e deve conciliare i diritti della difesa sanitaria, l e ga· ranzie della libertà individuale e le necessità del commercio internazionale, il r elatore indica cla una i)arte ]e riforme urgenti da applicate subito al l azzaretto del Frioul e dall'altra i mezzi di clifosa sanitaria ch e oggi si impongono

ad ogni nazione che voglia mettersi al riparo dalle malattie pestilenziali. Il R. clivide in due parti il s uo rapporto : nella prima Bi occupa d el ·1n.zzaretto del B1rioul, che rapp,resenta p er la Fra.n oia l 'unica barriera di protezione contro le infezio11i dell'Oriente; n ella seconda parte tratta. delle misl1re di difesa contro ]a. p este. •

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Si è fatta t1na notevole inchiesta s11lle quaranten e e si sono fatte molte criticl1e a qu este ed ai lazzaretti; ma non tutte le critich e furono giuste. L azzdr etti e qua.rantene rappresentano ancora un m ezzo efficace cli clifesa. coutro le pestilenze : solo è certo cl1e bisogna migliorarne assai le condizioni. Bisogna r e11der e più igienici, più confortevoli i locali di abitazione dei viaggiatori, provvedere ad t1n b uon riscaldamento e ad t1na b11ona ven tilazion e, sor vegliare piC1 rigorosa1uente l'ali· mentazion e dei T"iaggiatori medesirni. Inoltre riconosciuta la peste in una nave, questa cl eve essel'e evacuata., clopo giunta in porto, con la, massima cel erità possibile e non, come è avvenuto, dopo p e rfino 48 ore. L e di· sinfezio11i dev·ono essere fatte con ogni cura, i passeggieri e l'equipaggio debbono essere vac· cinati col siero antipestoso. Contro i viaggiatori non debbono esser e tlsate ir1utili ed arbitrarie vessazioni, come troppo sp esso succec.le. I

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Per ciò ch e riguarda le ruist1re contro la peste, la Comn1issione è lieta di rile·vare come sia sp er abile che esse possano perfazionarsi presto così da r ender e inutili lazzar etti e qua· rantene e cla completare la difesa. contro la p este ch e quelli e queste n on sono in grado m assicurare. Più dell'uomo è p ericoloso il sorcio come agente di trasmissione della p este bubbonica: esso è pericoloso sia. per sè stesso, sia p er i s11oi escrementi ch e inquina.no le mercanzie nelle stive delle n avi, sia per i s11oi parassiti. Ora, le q11ai·antene isolano gli uomini ma trascurano i topi e l e mercanzie da essi e dai loro parassi ti infettate. L a r ecente epidemia marsigliese è stata pro· vocata da balle di carta e stracci contan1ina.ti da sorci pestosi. Bisogna dunql1& distr11ggere i topi, a bordo d elle n avi, in modo sistematico a disinfettare, ben e, le me1·canzie delle n a·yi sospette. La Commissione dichiara int1tile la disinfe· zione delle stive fatta coll'acido carbonico, p er· (25)


cl1è. se ql1esto u ccide i topi, resta senz'azione st1gli insetti loro parassiti e Slli bacilli della peste. ::N'"el mo1nento attuale, afferma, ]a Oo1n missione, noi possedian10 ttn mezzo che in modo certo distn1gge i topi, i parassiti di questi ed i ba· cilli della peste: consiste esso nella sulfurazione per mezzo dell'anidride solforosa, in misct1glio con dell anidride solforica ad alta concentra· zione, q11ale si ottiene con l'apparecchio Cla:yton. Questo gas, diffusibilis~dmo, penetra nello spessore delle balle di mercanzia senza deterio· rarle e si spande da pertt1tto, distrt1ggendo topi, parassiti e bacilli. Ciò è stato dimostrato da PROUST e F AIVRE, i quali in una r elazione sui vari processi di ùistruzione dei topi e di dis in· fezione- delle navi accord~no la preferenza al g'\s ed all'apparecchio Cla:yton « che mette in contatto con l'intiero cari co della nave un gas dotato di proprietà battericide più potenti di q11elle di tt1tti gli altri gas fino ad oggi u tiliz· zati » . In base a questo nuovo orientamento della difesa contro la peste, la Commissione crede ne· cessario di pro1)01·re : che ogni porto sia fornito di grandi apparecchi di disinfezione moderni, capaci, come il Clayton, di d istrugger e com pletaroente i topi ed i bacilli p estosi disseminati da essi nelle balle d i mercanzia e nelle stivo, prima dello scarico. Sarebbe deplorevole che una q ues.tione di clenaro non permettesse la realiz~azione di ql1este indispen sabili misure : le economie sono misera· bili q11anto si tratta. della salute pt1bblica. Le tasse sanitarie possono essere adoperate per co· prire in parte qt1este spese, le Camere di comme1·cio dei porti, i costruttori stessi potrebbero p;:irtecipare alle spese in vista dei vantaggi provenienti loro dalla soppressione d elle quaran· tene, ·ecc. (Bntleti1i rie l'Aca(léniie de 111édeci11e rlP Paris, n. ±0, 8 dic. 1903).

CENNI BIBLIOGRAFICI Gr11ndt·iss der deslu·iptiven Anatomie des M:enscl1en. - Atlas dei· deskriptiven A.na· ton1ie des Menschen. Erste .A bteilt1ng: Knocl1en,

OBOTTA.

Bnnder, Gelenl\:e u . l\It1sl\:eln. 190:1. , ... orlag ,J. F . Lel1man11.

ì\Iitncl1en,

Il SOB0'1'1'A i1rofessore e prosettore d i ana· to1uia. in Wilrzb11rg, p11bblica,. n ei ~Ian11 ali della Collezione L«1lnnann, lln trattato eù un Atlante (li anatomia l1n1ana in due pnrti di tinte. Ne è 11scita 01·<1 la 1a })arte. cl1e co1nprende le ossa, i lognmenti le articolazioni e i m11scoli.

Un libro è dedicato all'Atlante; l'altro alla. esposizione del testo, elle T""a di })ari passo con le figure pubblicate nell'A.tlante. Abbiamo sott'oc· cl1io le inciRioni di q nesto : sono un vero mo dello di esattezza e d i precisione tipografica; da notare specie la riproduzione delle figt1re delle ossa, dei legamenti e delle articolazioni, in ciii son rilevati così bene i parti colari anatomici cl1e sembra di vedere un preparato dal vero. Il clottrinale rtnatomico è riunito in un vo. lume di appena pagine 200, ed è esposto in .forma cl1i ar a e, per quanto con cisa, molto esa tl· riente. Il libro onora l '.A.l1tore e la Casa editrice • Leh:mann, c]1e continua con tanta p erseveranza la pubblicazione d ei suoi splendidi l\Ianuali. a. p.

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La genesi ~el diabete mellito ed i suoi i·appo1·ti con I., alterazioni (lelle glandole ematiche. - Berlin. Verlag v . .A.. Hirsch-nrald.

LORAND.

L' A. in questa breve monografia, facendo tesoro di quanto fu già pt1bblicato in proposito n ella letteratura,, accenna dapprima ad alcune cau se che favoriscono la co1nparsa del diabet3 mellito, quindi parla dei rapporti di rassomiglianza etiologica e sintomatica che esistono tra il diabet J, i l morbo di Basedo y\r e l'acr omegalia; delle alterazioni che le glandole vascolari san· guigne presentano in ti1tti e tre gli anzidetti processi morbosi; dei rapporti di causalità mor· bigena tra la glanclola tiroide e le altre glandole vascolari san gt1igne, specie il pancreas; d ella frequenza della glicosuria nei casi d'iperfunzio· nalità della tiroid e; della rarità della glicosuria nei casi di t iroide inattiva. Da ciò l'A. conclude : Nel diabete occorrono alterazioni di parecchie glandole emat iche. Se si considera ch e i s intomi tipici del diabete pos· sono trovarsi anche in altri ·processi morbosi diversi dal diabete, aventi solo traccie di glico· suria e qualche volta privi affatto di glicosuria~ se si con~idera inoltre che questi sintomi, del pari che l a glicosuria, s i possono pro,,.ocare mercè l'introdu zione di sostanze estratte da una glan· dola ematica, sembra logico il considerar e il cliabete quale una malattia delle glandole em a · tiche: nel diabete si tratta di 11n'intossicazione cronica (autointos3icazione) prodotta da tossine che vengono eliminate da certe glandole ema· tiche, tra ct1i !a tiroide . .A.11ch e le capsule so· pra rrenali hanno verosimilmente una grande im · portanza etiolog ica. Dott. E. GUGLIEL1\1ETTI. I

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I INTERESSI PROFESSIONALI I.a ùicoto111ia degli

onora1~i. •

Nei gio1""nali francesi sono comparsi in questi ultimi tem1'.>i di,rersi articoli st1lla così detta · dicoto1nia degli 01zorari. Si tratta c1i uno degli argomenti più spi· no si che rigt1ardano la vita · p1·ofessionale. In poche parole, la questione della dicotomia è questa: ad un dato momento di una ct1ra medica, si impone la necessità di un intervento operatorio; è chiamato un chirurgo, quasi semp1·e illustre, che esegue 1 operazione e che domanda per essa un onorario molto alto due <l t1·emila lire ed anche più. L 'onorario è pagato senza os· • serv azione. Il medico curante è invece ricompensato; spesso con molto ritardo ed in seguito a t'eplicate sollecitazioni, con un centinaio ap· pena di lire, e chi lo paga crede in buona fede di da1·gli anche più di quello che gli sp ~tterebbe.

Fatti simili a q11est0 accadono tutti i giorni ed in tutti i paesi di questo mondo. Tale grandissima ingiustizia distributiva ha faito nasce1'e l'idea della dicotomia. Si è detto : il chirurgo accetterà il grasso onorario , ma ne farà parte al medico curante che lo ha , fatto chiamare. Si è voluto andare più in là e stabilire anche le proporzioni delle somme dicotomi21zate: due terzi al chirurgo, un terzo al medico , secondo taluno; metà e m età, secondo altri. ~Ia eviclentemente si 1·orrebbe rimediare ad un male con uno sconcio peggiore. La dicotomia così intesa metterebbe il m ecli co nella poco b ella condizione di un 1·abatteu1· che scova della ghiotta selvaggina per uso e consumo dei grandi chirurgi alla moda, e che è ricompensato da questi per i s11oi servigi. E la speranza di r ealizzare quel te1·zo o quella metà di un vistoso onor~rio indurrebbe qt1alche rabatte1lr di pochi scrupoli a proporre operazioni di lusso non giustifi· cate da nessu1J.a inclicazione. E se pure ciò non fosse ''"ero~ chi potrebbe impedire al cliente di dubitarlo'? (27)

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Nella nota guida di Baedeke1· pubblicata per l'esposizione di Parigi del 1900 er·a scritto a pro1Josito clella disgrazia che pote,~a capitare a qualcuno dei visitatori cli am· malarai nella grande metropoli: « Si a'rvera facilmente che, in T"ista della facilità con cui si fa11no oggi le oper·azioni chirurgiche, molti medici consigliano operazioni più o meno necessarie raccomandando ~ei col· leghi che chiedono prezzi esorbitanti, clei quali i primi i·icevono t1na buona pal'te. Si abbia molta ct1ra di informarsi prima e cli pattuire il prezzo in anticipazione » . La dicotomia all'insaputa del malato, }Jer· tanto, è immorale e la deontologia non può ammetterla. Ma come regolare altrimenti la questio11e dei rapporti fra chi1·t1rgi e medici quando si tratta cli pagamento cli ono1·ari per cure fatte in comt1ne '? La Società medica del Louvre ha sottomessa la questione al giudizio cl ella Sociéfé ntédicale des lzòpitctzzJ; proponendo la pr·esentazione di una nota comt1ne. Ecco la i·isposta clella commissione nomi· nata dalla Société des liòpitazTx : « Per la cli,risione di onorari fra chiru1"'gi e medici nessun accordo deve a\Ter lt1ogo all'insaputa del malato o della sua famiglia. « D'altro canto, è giusto e necessario che gli onorar·i del medico curante siano garentiti tanto qt1anto qt1elli del chi1·t1rgo operatore e proporzionati alle Slle i)1·esta. zioni ecl alla responsabilità Clli è ·a ndato incontro. « Desti11ata a ottenere ql1esto doppio risultato, la pi·esentazione cli una nota in comune non è in contraddizione con i princi1Jì clella deontologia a co1zdi'zio1te clze

q1zesta 1zota specificlti lrt parte rl'onora1·io spetta1zte a ciascTl1zo. » Evidentemente qt1esto voto risponde ad tln concetto giustissimo ed onesto e sarà :iccolto con com1)iacimento dai medici~ ma io temo che gli mancherà il consenso ge· nerale dei chirurgi, i quali pense1·a.nno ehe sia più pt·uclente creclere alla saggezza dell antico pro,.. erbio : og1zn1t per sè e Dio

per t11tfi. . .t\uche enza la presentazione materiale cli ttnn nota comune di onorarì, i chi1·urO'i ~

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operatori. specialmente se appartengono alla classe privilegiata dei granòi opera· tori, hanno il dovere di tutelare in ogni mot1o lJresso i clienti l'inte1·esse c1ei medici che hanno dato il consiglio di ricorrere a loro. !Ia disgraziatamente, appunto perchè alcuni di questi chirurg·i, grandi o mezzani, non sentono questo dovere, esiste una questione sulla dicotomia. Bencl1è rappresentino una brutta eccezione, pure vi sono dei chirurgi che:. sistematicamente e pe1·sino con ostentazione fanno passare in seconcla linea il medico curante, appena essi si insediano vicino acl un malato con la 101·0 corte di coadit1tori ed assistenti, i quali li aiutano, lavorando di gomiti, a confin~11·e a poco a poco il pove1"'0 medico ai piedi clel letto, e poi a farlo uscire addirittura dalla came1·a. Questi chirurgi non si degnano nemmeno di affidare qt1alche mansione, sia pur modesta, al medico che ha consiglittto cli farli cl1iamare~ nè durante l'operazione (con la • scusa dell'asepsi, dell'affiatamento che deve regnare fra l 'operatore e i suoi aiutanti, ecc., ecc.) nè nel seguito della cura, in guisa che veramente la famiglia dell'operato finisce col convincersi che quel malcapitato è un intr11so che bisogna levarsi dai piecli al primo mom~nto opportuno, mettendogli in mano pocl1e li1·e ! Qt1esto brutto quadro della vita professionale moclerna io ho trovato descritto qt1a e là, in parecchi giornali stranie1·i e ' st1 qualche trattato cli cleontologia, al calJitolo della dicotomia, e pt1rt1·oppo ciascuno di noi, ripensando ai casi propri, si per· suaderà che in esso non vi è molta esage. razione. La colpa principale di questo sconcio, tt1ttavia, dipende dai falsi c1·iterii che s·o no in vigore nella società }Jer q tLanto riguarcla l'onorario del medico. Il malato non paga l·importanza del· l'ope1·a professionale, ma la materialità della stessa. In un vecchio libriccino di P .\.OLO )LAN· TEGAZZA io rico1·clo cli a,.,.er letto nella mia giovinezza qt1esta arguta osse1·vazione : '\"'"enti n1edicature cli t1n't1nghia incarnita mi fruttano venti , .. olte piì1 cli t1na diagnosi

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Sì, la dicotomia è immorale, ma vi sono di diabete, facendo la quale io posso sal· j nella nostra vita professionale delle ingill· vare t1na vita umana. stizie assai lJiù immorali della dicotomia. Ed è proprio e sempre così. Doctor 0AJUS. Una sola visita basta ad un medico buon osservato1'e per fare una diagnosi della I)iù alta impo1·tanza ed è pagata cinque lire. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE La disarticolazione di un dito per un panereccio osseo, fatta da un grantie ope(2798) Sig. tlott. M. C. da S. - Ella abbando · ratore in candido camice attorniato cla tre nando ora la condotta. non avrebbe diritto alla o quattro satelliti, da suore e da infermieri, indennità, perchè qt1esta s i conferisce unica· è pagata t'eligiosamente tre o quattromila mente a coloro che abbiano compit1to non meno di 10 anni di servizio, nè più di 24, e sieno co· lire. Più evidente è l'ingiustizia nella ,,.alu· stretti a lasciare il servizio per infermità con· tazione dell'opera del medico e del chirurgo tratte, non a causa del servizio. Siccome Ella lascerebbe il Comune solo per per la cura di un malato comune. Il medico che ha sospettato, diagnosticato ragioni di opportunità o con,renienza econoe localizzato un tumore cerebrale con tanta mica, così non potrebbe far valere alcun diritto verità ed esattezza da guidare lo scalpello pel conseguimento della pensione o della in· dennità. del chirurgo nettamente. sul focolaio da di· (2799) Sig. dott. S. S . da D. - Nessuna legge struggere, non dovrà aspettarsi che una ri· è esecutoria ed obbligatoria se non è sanzio· compensa eguale a dieci se quella elargita nata da S . M. il Re, promt1lgata e pubblicata. al chirt1rgo sarà eguale a cinquecento od Dopo la. s11a pubblicazione, che avviene nella a mille. « Gazzetta ufficiale del Regno », devono decor· N ell'ap1)rezzamento fatto in simil guisa rere 15 giorni per · essere osservata da tutti. "l'è forse qualche volta malafede, ma il più D'ordinario la sanzione, la promulgazione e spesso l'ignoranza e l'incoscienza dominano la pubblicazione avvengono a brevissimi inter· in questa come in tante altre contingenze valli. Se la pubblicali'/ione a'rvenisse prima del compimento del triennio, ma dopo il biennio, della vita moderna. Che cosa volete che intendano i nostri Ella diventerebbe 1]Jso ii.ire stabile: se anche la buoni e tranquilli borghesi, questi onesti disdetta fosse data prima del biennio, ma p er trafficanti di borsa, questi mercanti di spe· avere effetto dopo il triennio, ed. Ella, alla pro· mulgazione della legge, si trovasse ancora in zie e di droghe timorati di Dio, delle diffi· servizio, diverrebbe egualmente stabile. coltà spesso insuperabili, dei sentimenti sì Non crediamo possa ammettersi tardiva iscri· diversi, delle ansie angosciose che agitano zione alla Cassa; a,va11zi ad ogni modo domanda la vita professionale del medico moderno '? al Consiglio provinciale di sanità. Un fanciullo si ammala di appendicite. (2800). Sig. dott. A.. P. da S . M. V. C. - I Il meclico curante fa subito la diagnosi. titoli posseduti da entrambi i concorrenti quasi Quale immensa responsabilità comincia a si eguagliano, ne~suno dei due possedendo quelli pesare su di lui t Deve chiamare lln chi· tassativamente prescritti dalle leggi in vigore. ru1·go '? quando'? quale'? un temporeggia- D eve essere preferito pertanto chi è proposto tore. un intervenzionista immediato un dal Consiglio comunale. La nomina tutto al più potrà essere limitata ad un solo anno. astensionista intransigente? È proibito avvalersi, in ogni caso, dell'opera Chi sarà capace di apprezzare il ser· dell' ufficiale sanitario di un Comune vicino, vizio che può rendere un medico prudente, giacchè la legge prescrive che tale carica . deve colto, onesto, soltanto con la scelta del· essere conferita ad uno dei medici esercenti del l'uomo da cl1iamare in simil caso in suo Comune. ed in mancanza al medico c·ondotto. , aiuto'? (2801) Sig. dott. E. M. da M . - Ella potrà Nella Presse nzédicale un giovane medico rifiutarsi sempre quando non trattisi di caso 11r· degli ospedali ha narrato un caso eguale gente per cui possa essere compromessa la Vita a questo. o la incolumità del cliente o quando, anche senza Egli ebbe un onorario di cento franchi, essere ca3o urgente, vi sia in città l'altro collega disponibile . l'operatore di cinquemila. (29)


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--------=--============~----·(2802) Sig. d ott. D. G. O. da S. ~I. - II Comt1ne p11ò sempre sopprimer e la cura piena e ridurre lo stipendio a quella cifra che in bilan· cio è stanziata per la cura clei poveri. L'elenco dei poveri deve essere stabilito dalla Giunta municipale. Contro di esso si può ricorrere a S. }I. il R e in sede straordinaria. Nessuno p11ò stabilire la tariffa di onorario pe l' gli agiati. D ipende dalle libere contrattazioni avuto ri· guardo anche alla tradizione che esiste in paese.

(2803} Sig. dott. T. L. da P . - P er r egola oO'enerale tt1tte le dichiarazioni mediche debbono esser e estese st1 carta (la bollo da lire O. 60, tranne q11ando si tratti di p erso~a che il sincl aco attesta povera, o quando la richiesta del certificato è fatta per uso scolastico, di le·va militare o di beneficc1Lza. La multa in caso di contravvenzione è di lire 50. Ella p11ò promuovere l'impianto cli un armadio farmace11tico consorzial e facendone domanda al Prefetto, ma, secondo l'ultima legge sugli armadi, E lla come medico condotto potrà tenerne la gestiòne, ma non la proprietà. Spetta per detta ge· stione apposito compenso da determinarsi caso per caso mediante contratto co11 l'Amministrazione. (2805) Sig. dott. V . A. da R. - La nomina fatta dal Prefetto non è stata H,ncora distrutta. Deve essa aver valore, con lo stipendio, però, ridotto a lire 200. Se sarà approvata la nuova deliberazione che porta lo stipendio a li.ce 300 potrà riscuotere la differ enza . . Per la nomina dell'ufficiale sanitario per tre anni il Prefett.o deve sentire il parere del Consiglio provinciale cli sanità. (2808) Sig. dott. F. S. cla C. G. - Ella per la prima visita del ferito ha diritto a pagamento dalla Autorità giudiziaria. P er le Sl1ccessive non è obbligato se non espressamonte in,ritato, ecl in questo caso ha pure diritto a compenso dalla Autorità gi1lcliziaria. N all'attuale legislazione non v i è alcun articolo di legge o di r egolamento che dia diritto al medico di avere annualmente un congedo. Per le operazioni, gli ausiliari debbono essere pagati dalle famiglie. Pei po,reri è indispensabile operare in ql1alche ospedale non essendo possibile attribuire anche al Comlm e tale spesa, che non è obbligator~a. Ortlinariamente le famiglie si rimettono al me· ùico per la no1nina tl'un cons11lente, ma se si volesse ciò fare direttamente il m edico Cllrante " i potrebbe rifit1tnre, quando l'individuo prefe. rito fos e uo av,Ter sario per5'onale o scien· tifico.

{2 )09) ig. dott. X . Y . V. - E lla si è rego· lata. bene percl1è a,. . rebbe, in caso opposto~ as· t30)

I sunta una g rave r esponsabilità. La denunzia al potere g iudiziario è poi i11dispensabile, sia percl1è tassativamente imposta dal Codice pe· nale, sia perchè è bene ch e si metta un freno al dilagal'e di ql1esti eser centi abusivi, che pro· ducono danno agli infermi ed ai professionisti • laureati. (2810) Sig. dott. A. B. da E. - L'ufficiale sanitario d eve presenziare personalmente le di· sinfezioni cl1e si eseg11ono nelle abitazioni o per gli effetti di vestiario in caso di malattie epi· d emiche o contagiose.. Le chiamate possono essere lasciate anche alla famiglia od in farmacia; il medico non può imporre r estrizioni. Esistendo in paese il veterinario, libero esercente, do· vrebbe egli fare le visite alle carni macellate, mediante compenso. Se lui ÌlÒn le fa o non le vt1ol fare l e fal.!cia pur l ei, ma ]1a diritto a chieder e al Comune la concessione, almeno, di una gr atificazion e. La sostituzione del collega. d ell'altra circoscrizione non assente od infermo, ma fatta in seguito a liber a scelta d egli infermi, dà diritto a compen so da parte cli costoro. Ore· diamo cl1e il diploma speciale di ufficiale sani· tario sia s11periore ad ogni altro titolo equipol· lente ed anch e al 111ngo prece(lente lodevole servizio. Quei certificati sono pagati a cura dell'arma. d ei RR. Carabinieri. Pel combinato disposto degli articoli 32 a 55 del r egolamento genera,le sanitario contro la censura si ricorre al Ministero d ell'interno fra 30 g iorni anche pel merito. , (~812} Sig. dott. S . G. C. da R. - L e ragioni addotte dall'esattore e dal :àl11nicipio sono asso· lutamente infondate. Lo stipendio deve essere, sempre ed in ogni caso, pagato, per la legge d el 1898. Rivolga domanda alla Giunta provin· ciale amministrativa per la emissione del man· dato e vedrà che l'esattore pagherà per evitare la m11lta d el 4 per cento. Por l a cura della suora bisogna legger e il capitolato. (2813) Sig. dott. B. .D. :LVI. da C. - Il r egolamento 1± mar zo 1901, n. 127 riguarda app11nto la questione degli armadi farmaceutici. Trovasi in vendita. Può farne richiesta all'editore Pietrocola in Napoli. Ella è di,rentata stabile, giacchè a nulla influisce agli effetti della ina· movibilità l a nomina anno per anno o per un triennio. La disdetta datale, non essendo dive· n11ta esecutoria prima del compimento del triennio, non J1a pi1\ valore ed è diventata se· rotina ed ultronea. (2821) Sig. dott. abbonato 1700. - Per pre· sentarsi a qua.lsiasi conco rso di posti di m e · dico condotto, non l1a bisogno di essere essen· zialmente fornito de] diploma universitario di ltfficiale sanitario. Doctor .JusTITIA. 1

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NOTIZI E D IVERSE RoJrrA. - Il Presidente del Consiglio Federale degli Ord;1ii dei sa1iitari del Re.r;1io lin. diramata la seguente circolare : Il l.11io signor Presiden,te, N e11·~.ssumere la Presidenza del Consiglio Federale degli Ordini, rivolgo a.gli egregi colleghi d'Italia un cordiale ed affettuoso saluto e rendo grazie ai rappresentanti degli Ordini eh~ .vol: lero affidarmi llna seconda volta. l'alto uff1c10 d1 presidente delln. Federazione. Io assicltro codesta. on • .Presidenza che porrò da mia parte ogni cu.ra affinchè il Consiglio Federale continui a tener presenti i bisogni della classe meclica, compia in quanto è possibile l'opera di organizzazione di classe e giovi ognora più all'adempimento dei nostri voti coi mezzi che verranno reputati più acconci e più op· portuni. Cosi operando, ho ferma fiducia cl1e il Con· siglio stesso raccoglierà il beneplacito di tutti gli Ordini. .All'opera mia, del Consiglio F ederale concorra l'attività d ello .Associazioni fed erate, cui spetta la cura di estendere e mantenere viy·a nelle rispetti,Te sedi la propria a11torità ed in· flt1enza. Unisco l'elenco dei componenti l'attt1ale Consiglio e mi di0hiaro con perfetta esservanza Il PI'es ide1ite

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DURANTE.

UPFICIO DI PRESIDENZA.

Presirleute, on. prof. sen. Francesco Durante. Yice·1Jresiclente, prof. Ezio Soiamanna. Sf'gretario, dott. Enrico Ballerini. lr;ce- segretario, dott. Pellegrino .A:scarelli. Eco1io1JtO·cassiere, dott. Santo Marino Zuco. Oo1isigtieri re:;;iclent; i11, Ronia: Caccialupi dott. Giulio - Cr espi dott. Giacomo - Ferraresi dott. Paolo - Garofalo dott. Alfredo -- La Torre prof. Felice - Rossoni prof. Eugenio - Santini on. <.lott. Felice - Stagnitta dott. Francesco - Torti dott. Alfonso. Consi,r;t;eri 1ion reside1iti in Ro1;ia: Bossi prof. Lt1igi ~Iaria (Genova) - · Bruni dott. Carlo (Cl1ieti) - Casazza dott. Eugenio (Pavia) - Colosimo dott. Vittorio (Catanzaro) - Grocco prof. Pietro (Firenzo) - Lava prof. Giovanni (Torino) - :nrarano dott. Salvatore (Salerno) - · Pittarelli dott. Emilio (Campobasso) - · Villa dott. Enrico (~filano).

PAVIA. - Il 5 dicembre u. s., dinanzi a numerosissimi studenti, a molti professori della facoltà di medicina, alle rappresentanze poli· ti che ed amministrative, a molti colleghi ed amici, venuti espressamente, ebbe luogo la pre· lezione del nuovo direttore della Clinica opera· tiva della R . U11iversità di Pa,via, l'illustre pro· fessor Iginio Tansini, sul tema : Progressi del.la cliirurgia ed azione del clinico.

Consiglio Sz1periore di Sa11.ità. - Il Con· siglio Superiore di Sanità è convocato in sessione ordinaria pel giorno 8 corrent6. ROMA.

31

SEZIONE PRATICA..

a omine, promozion.l , onorificenze. I l prof. Guido Baccelli è stato da poco insi· gnito clel più alto titolo accademico che in Francia sia r iservato agli scienziati : è stato nominato membro dell'Accademia delle Scienze. Con quest'onorificenza del nostro D irettore viene ora a fare il paio lilla nomina da parte tedesca. Egli è stato scelto come membro della Società medica d i Breslavia, di cui sono capi Foer ster e Ponfick. · Degli onori resi al nostro clinico ci compiacciamo come si trattasse del nostro padr e.

** * prof. Rocco Santoliquido, Direttore

A l comm. generale della Sanità pt1bblica, è stata conferita, per là parte preminente da lui presa alla Conferenza Sanitaria internazional e di Parigi, la commenda della Legione cl'Onore. I nosti~i vivissimi rallegramenti.

** * Bologna,

N ell' Università di all'ufficio di as· sistente n el gabin etto di anatomia umana venne nominato il dott. Giulio Trinci, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre 1904. Nell'Università di Messina fu accettata la ri· nuncia del dott. Pasquale Perez all'ufficio di assistente nella clinica d ermosifilopatica. N ell'Università di Pisa vennero nominati, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre 1904 : Pardi dott. Francesco (2° clissettore) 1° disset tore nell'Istituto anatomico. Sforzi dott. Andrea Ippolito, 2° dissettore nell'Istituto anatomico.

Cionini dott. Ernesto (assistente) ait1to nella clinica medica. Bocciardo dott. Adolfo Dario, assistente n-0lla clinica medica. Vignolo dott. Quinto (assist~nte) aiuto n ella clinica chirurgica. Casanello dott. R inaldo, assistente nella, clinica chirurgica . F11rono poi confermati, per l 'anno scolastico 1903- 190±: l\Iichelazzi dott. Alberto e Bruno dott. Ago· stino, ad assistenti nella clinica n1edica. Panella dott. Amilcare, aiuto n el gabinetto di fisiologia. Goggio dott. Empedocle, aiuto n el gabinetto di zoologia ed a~atomia comparata . l\iiartini- W edard dott. Emilio, aggregato nel gabinetto di zoologia e di anatomia comparata. Farulli Ezio, preparatore nel gabinetto di zoo· logia ed anatomia comparata. Sfa1neni dott. Pasquale, 1° assistente, e Eoni dott. Andrea, 2° assistente n ell'Istituto ostetrico. Di Ciolo Opelio, preparatore nel gabinetto di anatomia patologica. Pepere dott. A lberto, aiuto nel gabinetto di anatomia patologica. . . Torri dott. Odoacre, assistente nel gabinetto di anato1nia patologica . Rossalino dott. Domenico, ait1to nella clinica oculistica. 1\-faggi clott. Francesco, assistente, nella clinica oculistica. (31) •


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-~lessi

clott. 1Jrbano, aiuto nel gabinet.to di psichiatria e medicina legale. De Rossi dott. Gino. aiuto nel ga.binetto di . . igiene. Loschi clott. Sil,,.io, assistente n el gabinetto di igiene. · ..d.nzilotti dott. Git1lio, aiuto nel gabinetto di patologia generale. , _ Marrassini dott . .Alberto. assistente nel gabi· 11etto di patologia genera le. Nella Scuola o tetrica cli l\Iil no fu accettata la rinuncia cl el dott. Ermenegildo Roccl1ini, clal· l'ufficio di mecLico 1° assistente. N ell' Istitt:1to di st11di s11periori pratici e di perfezioname11to cli Firenze, il prof. Umberto Flora f11 confermato, per l'anno scolastico l903· 190!, incaricato di patologia speciale meclica di· mostrativa.

-•

Concorsi e 09l;ldotte.

SAN DAN~ELE NEL FRilTLI. Concorso per la nomina di 11µ meclico- chi:çurgo .ostetrico col· l'obbligo dell'assis.t~nza gtatuita ' ai pò~. . eri. PopolazioI;Le 6500. Stipendio lir,e .~QOO a:l netto di . ricchezza mobile, più 1tannuo assegn9 dol . civjco ospedale. Età non maggio~·e di anni 40. Ter· mine per la presentazio11e dei documenti 31 gen· naio 190!. L'eletto dovrà assumere il ~ervizio entro 20 giorni dalla parteèipazione di nomina. Richiedesi prevalenza in chirurgia. ·Per ·mag· giori ~phiarimentl .ed informazioni ri\'·olgersi alla segreteria comunale. N ETTUNQ (Ra1na.). Concorso a.d t1na delle due eg\1ali con·d otte medico-c hirurgiche. Stipen· dio annuo li1·e 8000 nette da ricchezza mobile, più lire 2QO se nominato ufficiale sanitaTio. Il comune cont.a n,na, popolazione di abitanti 5072. Dista cla Roma 60 chilometri con stazione fer roviaria nell'abitato. Stazione balneare frequentatissima e climatica, invernale. La cura è gra· tuita per le persone nate a Nettuno. Per mag. giori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. Scadenza 9 gennaio 1904. ASOOLI PICENO. Concorso al posto di dir ettore clel Laboratorio municipale per la vigi· lanza igienico-sanitaria, c11i v a annesso anche l'incarico di 11fi;iciale sanitario. Età non mag· giore di 40 nnni al 20 dicembre u . s. Stipendio a11n110 lire 2400 con ritennta per tassa di i·ic· chezza mobil~' e co11tributo alla. Oass~a. pensioni per i medici condotti. Per . maggiori schiarimenti ri,olgersi alla Segreteria comunalo. Scaclenza 31 gennaio 190!. - Concorso a dt1e posti di medìco egual pl'i· . inario. Stipendio aun110 lire 2800 soggetto a ri· t~nut.a i)er im1)0 ta cli ricchezza mobile e per il contributo alla Cas a pensioni clei medici con· dotti. Età non maggiore cli !O anni al 20 clirembre 11. , . Per mu,ggiori schiarimenti rivolger i alln. egl'eteria. comunale. Scadenza 31 gennaio 190!. - Co11c0rso acl un })Osto di medico -chirurgo per.il forese. tipondio ann110 lire 2500 soggetto a ritenuta. per impo ta di ricchezza. mobile e peJ contribt1to alla Cassa pensioni dei medici con· dotti. Età 11011 pit\ di ±0 a11ni al 20 dicembre u. s. Per maggiori schiarimenti i·ivolgersi alla Segre· teri<t comunale. cadenza 31 gennaio 1904. Roma , 1904 - Tip

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Indice alfabetico analitico del presente numero. Agglutinazione (Applicazioni del fenomeno dell' - alla diagnosi clinica e alla identificazione dei batteri del gruppo .del bacillo del tifo e « bacteriutn coli \) (para tifo, ecc.) . . . . . . . Allucinazioni e frenosi sensoria. - Mondio Bibliografia italiana. - 1'1edicina . . Cancro e leucoc; tosi in soggetto sifilitico. - Ferrari . . . . . . . . . Carcinoma gastrico (Per la diagnosi del). . . . . . . - Salou1on. . Cenni bibliografici • . . • . . . Concorsi e condotte. . • . . . . Decubito nell'appendicite (Il). - Signorelli Denti sifilitici (Contributo allo studio dei). - Calderone . • . . . . . . Emorragie nel morbo di Banti (Le). Sena tor• . . . • . . . . . . Emorroidi (Iniezioni calde di soluzione salina <lecinormale nella cura delle). Lofton . . . . . • . • . . . Enterorragia nella tifoide (Prognosi dell'). Eresipela (Influenza dell' - sulla tubercolosi chirurgica). - T aruffi. . • . Evoluzione umana (I periodi dell'); le • quattro stagioni della vita . . Gasrrorragie diffuse settiche. - Fuchsig. Granulazioni neutrofile del sangue (Sulla dottrina delle). - ?vfotte . . . . Imene (Rottura dell' - nelle cadute) . Linfocitosi e pseudolinfocitosi. - Barj on e Mazuel.

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Liquido erniario in ernie strozzate (Alcune considerazioni sui risultati dell' esame batteriologico del). - Rotella . » Lombaggine (Nella). . • . . . » Lupus (Cura del - colle correnti ad alta frequenza) . - Vinay • • . . . . » Malattia di Hirschsprung . . . . . » Nomine, promozioni, onori fìcenze . . )) Notizie diverse • , . . : ~ • • » Onorari (La dicotomia degli). - Doctor Caj us . . . . . . . . >l Paralisi dei muscoli oculari (Diagnosi delle). - Terrien. • . . . . . ·.. Peste (Misure di difesa contro la - in Francia). Il lazzaretto del Frioul . . » Piloroplastica (Nuovo metodo di). - Finney • . . • . . . . • . >) Plesso solare e sindrome di Addison. Lezione del dott. Laiguel Lavastine . " Prepara ti arsenicali nei reni dei bambini (Sull'azione dei). - Gianasso . . » Rabbia paralitica a forma mielitica (Un caso di). - Bozzolo . . • • . . » Rabbia (Osservazioni sulla). - Viana . » Restringimenti multipli dell'intestino per tubercolosi. - Patel. • . . . . • )) Risposte a quesiti e a domande . . . » Sifilide (Ricerche ematologiche sulla). Ferra ri . . . • . • . . . . . »

di G. Bertero e C.

L.

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TR.1MAN1,

22 16

&egr1 resp.

12 24

14 23 31 31 27 12

25 10 19 15 15 15 24 29 16

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Anno XI.

Ro:rna, 9 gennaio 1904.

l'aso. 2.

?9 ••

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DIRETTORI' lG

PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

FRANCESCO DURANTE .

REDATTORE CAPO: PROF.

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SOMMARIO. Riviste: - P A.TOLOGIA

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VI1.,TORIO .A.SCOLI

Angelici: Nuove conoscenze 1ulle agglutinine. - MEDICINA : - Op{>enheim: Spostamenti del fegato e degli organi toracici nel meteorismo, loro importanza diagnostica e terapeutica. - 0,1ne: Sull'anatomia del primo caso di allacciatura dell arteria epatica propria pancreaa. - Parker; Diabete bronzino. - CHIRURGIA: - Kehr: praticata per aneurisma e con successo. -Albanus: Trombo1i ed embolie nei laparotomizzati. - Delore: l'entrata aell'aria nelle vene nel corso delle operazioni ginecologiche. - Accademie, Società mediche, Congressi : - R. AccAGENEUALE: -

n

DE\llIA JUEDIC.1\. . DI R OrtlA. - SOCI ETA LA NClSlANA DEGLI OSPEDALI 01 ROMA. - R. A ccADEJn lA DI ìUEDICINA DI TORINO. - R. CLINICA M EDICA Dl G El\'OVA. - Xl Il CONGRESSO DI MEDI CI NA INTERNA. - X VI CO l\'GRESSO FRANCESE DI CH1Rt:RGIA. Osservazioni cliniche: - Bonanome: Di una epide1nia di ne{'rite. - Note di medicina scientifica~ - Ricerche del contenuto in ferro del sangue delle gravide, delle puerpere e dei neonati in condizioni normali 1

e patologiche. - Il fegato e la milza n ella distruzione dei corpuscoli rossi. - Aumento rifl,esso della secrezsone biliare per introduzione di acido nel d·uodeno-digiuno.

Pratica professionale : -

CASUISTICA: - Peritonite tubercolare traumatica. - I bacilli ~pondilosi rizometica e tubercolosi - Palpitazioni e tubercolosi.

1~

pseudotubercolari in un caso di gro1sa bronchiettasia. - APPUNTI DI TERAPIA: - Cura d~ ll'ulcero semplice, non complicato dello stomaco. - Cura dell'enterocolite muco-membranosa infantile.

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Rubrica dell'Ufficiale sanitari o ed Igiene : - Ricerche metodiche delle sofisticazioni del pepe per mezzo del microscopio. - Bibliografia. italiana : - .Medicina. - Chirurgia. - Amministrazione sanitaria: - Atti Ufficiali.

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Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Conéorsi e condotte. analitico del presente numero.

Premio gratuito agli abbonati:

,.._r:t: -.

~ ~:I:S:I:O ' Manuale teorico-pratico del dott. GIULIO MOGLIE.

Tltill

Sommario : Introduzione generale - L'avvenire della terapia fisica. -

L' Idroterapia. - L'Elet• troterapia. - Massaggio. - Pneumoterapia 1 Climatoterapia - Terapia dietetica. Elegantissimo volume della collezione Policlinico di circa 500 pagine, rilegato in tela e oro. - Iri corso di stampa. . . - Tale volume sarà inviato gratuitamente ai vecchi abbonati che rinnovano l'abbonamento pel 1904, rimettendone l'importo DIRETTAMENTE all'Amministrazione, Corso Umberto I, n. 219. entro 11 mese corrente. - Unire centesimi cinquanta per la raccomandazione.

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Diritti. di proprietà r i s e r v a t i

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RIVISTE

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PATOLOGIA GENERALE

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Nuove conoscenze sulle agglutinine.

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Rivista sintetica del dott. GAETANO ANGELICI.

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24 29

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Indice alfabetico-

Il potere agglutinante di un siero è dovuto, come è noto, alla numerosa categoria di · sostanze, che con termine generale io chiamai già sostanze anticellulari. Scoperto da CHA.RRIN e RoGER, esso fu applicato alla clinica da WmAL, il cui me·

todo per la diagnosi precoce del tifo è a tutti noto. Ricorderò soltanto in questa breve nota le opinioni più recenti circa la natura ed il meccanismo del fenomeno di agglutina• z1one. Potremmo innanzi tutto distinguere l'ag· glutinazione delle cellule di organismi superiori (per esempio i globuli ro~si, emoag· glutinine) da quella dei batteri (batterio· agglutinine). Le batterio-agglutinine o cito-agglutinine in genere assumono, a quanto pare, un compito 'di difesa dell'organismo contro i bat( 1)


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IL POLICLINICO

teri o le cellule eterogenee ; poichè è logico ammettere, con il VERNEY (Revue gén. des 8ciences, 1903), che desse agiscano sulla vi· talità o sulla virulenza dei germi. D'altra parte è possibile che in seno all'organismo i batteri agglutinati non riescano a nutrirsi ed a moltiplicarsi facilmente, come se fossero liberi. I liquidi nutritivi invero non potranno rinnovarsi sufficientemente nel· l'interno degli ammassi dei batteri agglutinati. Inoltre i fagociti (METCHNIKOFF) assaliranno meglio i microbi agglutinati. Va tenuto presente però che il fenomeno dell'agglutinazione non si potrà produrre in vivo, almeno con la stessa intensità come si produce in vitro, dove la presenza del· l'ossigeno dell'aria lo favorisce (SALIMBENI). Ricordiamo inoltre, sulla base di nuove ricerche del BoRDET, che le batterio-agglutinine non possono essere considerate come un mezzo di fiifesa speciale ed indipendente da altri mezzi di reazione o di difesa anticellnlare ed antitossica. Parecchie sostanze infatti, mentre sono battericide, antivirulente (attenuanti o contrarie alla sec1'ezione delle tossine) o antitossiche (cioè neutralizzanti semplicemente le tossine microbiche) possono anche essere al tempo stesso agglutinanti. Necessita però che dette sostanze si uniscano con i microbi e ne alterino i i·apporti di attrazione; per modo che se si stabilisce una forza di attrazione s1pe1~io1·e a quella che i microbi stessi posseggono nelle condizioni ordinarie, si verifica necessariamente il fenomeno dell'agglutinazione (BoRDET). Quando invece una sostanza, sia pure battericida, unendosi con i microbi non ne altera i rapporti di. attrazione, o li fa diminuire invece che aumentare, allora non si può verifica1'e il fenomeno dell'agglutinazione (1). Il potere agglutinante di un siero non può dunq11e essere indice del potere batte(~) ~Ii par~

opportuno ricordare a questo pro· pos1tn, che il fenomeno dell'agO'lutinazione dei bacilli del tifo si può ottenere talvolta ;nte1iso an<' he con la bilo normale di cane o di uomo o con sostanze chimicamente pure (acido tauro~ co~ico, I)Otassa cau" ti ca, ammoniaca, formolo, ecc.: l{OHLER, 1903). La bile invece riscaldata a 60° per dno ore perde questo potere aO'O'lutinante · . . d.~ a.mmoniaca Ob come pure .1e d.1'} uz1on1 o di po-' tns a cat1st1ca. 1n acqn11 d1st1llata, invece che in acqt1a eornlme, non sono più agglutinanti. J oo scopri anche che la presenza di N a Cl è 1nolto importante i)erchè si prodt1ca il fenomeno tlell'agglt1tinazione. (2)

[ANNO XI, F ASC. 2)

I ricida

od antitossico del siero medesimo; • ma nello stesso tempo non può neppure, ripeto, venire considerato come potere autonomo, cioè dipendente esclusivamente da sostanze speciali, e distinte da ogni altra sostanza anticellulare od antitossica. Questo nuovo concetto sulla natura e sul meccanismo di azione delle agglutinine mi pare si reintegri con quanto io stesso scrissi tempo fa. (Clinica mode1~1za 1902) a proposito del rapporto fra le sostanze aventi azione tosso-dinamica (agglutinine e immobiline) e quelle aventi azione litica propriamente· detta. Io allora per qualche considerazione d'i:r;idole teorica preferiva ammettere che una stessa sostanza di reazione organica, in seguito ad accentuazione o modificazione delle sue proprietà e per altre circostanze, potesse esplicare una duplice o triplice azione citotossica. Allo stato attuale delle nozioni dobbiamo più esattamente dire che le sostanze anticellulari od antiplasmatiche non possono essere distinte, cioè non possono ritenersi essenzial11zente diverse per gli effetti che eventualmente esplicano, ma soltanto per la costituzione diversa che eventualmente abbiano. Infatti BoRDET e GENGOU hanno trovato che alcune sostanze. chiamate recetto1~i di 3° 01~dine od a1nbocetto1·i, non sempre producono la morte e dissoluzione dei microbi (come aveva ammesso EHRLICH); e d'altro canto BA.IL, EI8ENBERG ed altri avrebbero dimostrato che alcune sostanze semplicemente agglutinanti hanno la costituzione dei recettori di 3° ordine od ambocettori. Altri autori poi ("\VECHSBERG) osservarono che certi sieri agglutinanti, a forti concentrazioni, uccidono anche i microbi agglutinati. Infine ErSENBERG e V OLK, W .A.SSERJ\f A NN, ecc. osservarono perfino che certi sieri i quali non agglutinano a forte concentrazione, diventano agglutinanti se diluiti (fe-

no11zeno pa1~adosso) .

.

Riepilogando possiamo ritenere che il fenomeno dell' agglutinazione può essere determinato da diverse sostanze di reazione o difesa organica aventi anche alt1'e proprietà anticellulari ed è subordinato anche alle condizioni diverse di affinità maggiore o mino1·e tra le sostanze medesime ed i microbi, nonchè al rapporto quantitativo fra queste sostanze ed i recetto1'i microbici capaci di fissarle. I recettori microbici agglzitinabili sono


o XI, F ASC. 2]

SEZIONE PRATICA

gruppi atomici del corpo dei microbi, sui quali si fissano per speciale affinità l e agglutinine. Il più delle volte anzi questa affinità è specifica, per modo che un' agglutinina capace di produrre agglutinazione di una data forma batterica è in generale diversa da quella che pr·oduce agglutinazione di altra forma batterica. Uno stesso animale può p1..odurre contemporaneamente molte agglutinine distinte (MALKOFF, CASTELLANI, VERNEY). .Anche allo stato normale, nel siero di animali non t1.. attati coesistono agglutinine diverse, per esempio l'agglutinina antitif osa e quella anticolerica (WASSERMANN}, dotate di affinità specifica. Negli animali in preda ad infezione batterica o subito dopo la guarigione, queste agglutinine si trovano nel siero in maggiore quantità che allo stato normale ; poichè i batteri ne provocano la formazione od ipe1. produzione. l\iolto probabilmente alcuni gruppi atomici soltanto dei batteri sono sufficienti a provocare la produzione di agglutinine; e p1. ecisamente saranno gli stessi gruppi atomici o molecolari dei batteri (recettori agglutinabili), sui quali si fissano, come ho detto, le agglutinine in 1Jit1·0, per determinare il fenomeno dell'agglutina.zione. I recettori agglutinabili dt1nq11e dei batteri possono essere considerati come catene laterali molecolari della cellula batterica ; le quali catene o gruppi molecolari complessi partecipano in modo attivo al metabolismo del protoplasma batterico, e quindi potranno essere trasformate, distaccate e rigenerate dai batteri. Anche le tossine (difterica, tetanica) po· t1·ebbero essere considerate come catene laterali o gruppi molecolari complessi dei corpi batterici, dai quali appunto si distaccano passando nei liquidi colturali (CouRMONT, WELCH, 1902-1903, VVECHSBERG, 1903). Questa nuova concezione sulla natura delle tossine mi pare collimi perfettamente con le vedute citologiche di EHRLICH e nello stesso tempo tenderebbe quasi a spiegare il meccanismo di elaborazione della tossina per opera della cellula batterica. Orbene, come le tossine passano nelle brodocolture, così gli altri gruppi molecolari (recettori agglutinabili) potrebbero trovarsi liberi nelle brodocolture. Le ricerche importanti e recentissime sulle culture di I

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tifo (DE Bi.ASI E DE BERNARDINIS) (1) portano invece a ritenere che questo fatto o non avviene, o avviene in proporzioni mitissime. Pos.sono però i ricettori agglutinabili venire distaccati artificialmente dai corpi batterici: . ed in queste condizioni inoculati negli animali, sono da soli capaci di provocare la produzione di agglutinine specifi0he. I recettori agglutinabili sono dunque, come ho sovra accennato, anche ·agglutinogeni, cioè capaci d_i provocare la formazione di agglutinine. Queste agglutinine avrebbero secondo molti autori una costituzione complessa, ~naloga alle emolisine, e risulterebbero composte di lln ambocettore od agglutino· foro, e di un complemento od emiagglutinina. Ciascuna varietà di agglutinina specifica risulterebbe, s' intende, composta sempre di queste due sostan~e (agglutinoforo ed emiagglutinina). Alcune intricate ipotesi si sono in breve tempo succedute sulla importanza relativa dei due componenti l'agglutinina, e sulle diverse possibilità di rapporto quantitativo fra i due componenti medesimi. Una p-rima possibilità sarebbe quella che gli ambccettori si trovino nel siero in quantità esuberante rispetto ai complementi. Gli ambocettori poi, unendosi ai batteri, perderebQero in parte la loro affinità verso i complementi. Ne avviene quindi che quando la quantità di essi è molto esuberante, alcuni si uniranno ai batteri, e moltissimi rimarranno liberi. Questi ultimi avendo maggiore affinità per i complementi, li fisseranno tutti; e quindi i batteri non verranno nè agglutinati, nè uccisi; poichè i soli ambocettori che si sono ad essi fissati, senza i complementi, non possono esplicare azione tossica. Gli ambocettori dunque che si trovano liberi deviano o per così dire stornano il complemento dagli ambocettori fissati ai batteri (DE BL.A.SI). Queste condizioni ap· punto si verificherebbero nei sieri che a forte concent1~azione sono inattivi, mentre sono agglutinanti a concentrazione media; e spiegherebbero il comportamento par·a· dossale dei sieri medesimi. Questo comportamento paradossale po· trebbe anche edsere spiegato con EISENBERG (1) DANTE DE BLASI e DE BERNARDINIS • .A.nn. d'igiene speriment., 1903, fase. IV. (3)


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IL

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POLICLINICO

e VoLK ammettendo che le agglutinine fos· f superiori, n el senso voluto da BEHRING e sero aptine semplici, e che potessero subire CENTANNI. Ho sovraccennata la possibilità di tratrasformazioni inattive, analoghe a quelle che subiscono le tossine. Si potrebbe cioè sformazioni inattive delle agglutinine (come ammettere in un siero la presenza di molti delle tossine) in agglutinoidi; ed ora sog· agglziti1io1di, derivati dall'agglutinina, i quali gi11ngo che questa trasformazione si può come i tossoidi non avrebbero più azione ottenere artificialmente con diversi mezzi, specifica, ma potrebbero lo stesso fissarsi per esempio riscaldando le agglutinine a per forte affinità sui batteri; impedendo 70°-75° C. (BAIL), o sottoponendole all'azione così la fissazione ed azione .specifica del- del cloroformio. Con q11esta. sostanza lo 1' agglutinina inalterata. SHIGA trasformava recentemente le aggl11Pare non risponda co1npletamente ai fatti tinine antidissenteriche in agglutinoidi, in· sperimentali nessuna di queste due ipotesi capaci di agglutinare i batteri. (DE BLASI). Sulle agglutinine del tifo invece, il cloSi deve ad ogni modo ricordare il fatto roformio non esercita la stessa azione tra· importantissimo che da questo autore è sformatrice (DE BLASI e DE BERNARDINIS): stato riferito, e cioè che il f enomeno para- fatto codesto che pur comproverebbe, se ce dosso può riscontrarsi eccezionalmente anclie ne fosse bisogno, la diversità tra un'ag· nel sie1·0 frese o di uomo affetto da tifo ; glutinina e l'altra. donde la possibilità di un grave errore nella Ad ogni modo queste trasformazioni inatpratica siero-diagnosti ca. tive . delle agglutinine in genere, sono più l\1oJteplici altre condizioni possono anche o meno possibili; e quindi se le agglutiinibire il fenomeno dell'agglutinazione, pur nine fossero aptine semplici (come vorrebbe essendo presenti le agglutinine nelle debite EISENBERG e VoLK) la loro trasformazione • • proporz1on1. consisterebbe senz'altro nei così detti ag· Ricorderò innanzi tutto che nei sieri imglutinoidi; e se invece le agglutinine sono munizzanti freschi ~d anche n ei sieri nor· • aptine complesse, costituite da un ambomali freschi, l'agglutinazione può essere cettore e da un complemento (come sembra ostacolata da una parziale batteriolisi, cioè più probabile), allora le trasformazioni inatdalla presenza c1i false agglutinine (sostanze tive riguarderanno soltanto la parte comtermolabili e batteriolitiche: LIPSTEIN, VoLK plementare delle agglutinine, e non l'ame DE WAELE). Ricorderò inoltre la possibilità ammessa bocettore. Tale è almeno per ora la conclusione che da BAIL, SACQUÉPÉE, W .A.LKER, EHRLICH, ecc., che i batte1·i, o i globuli rossi perdano si p11ò dedurre dalle oculate e recenti ril'attitl1dine ad essere agglutinati o dissolti, cerche s11lle agglutinine del tifo : DE BLASI in quantochè possono avere perduti i re· e DE BERNARDINIS. Ricorderò infine un altro fatto messo cettori agglutinabili, cioè quei gruppi ato' g enialmente in luce da questi due autori, mici che attirano l'agglutinina o la lisina. U n'altra possibilità (contraria al feno- e cioè che nel siero anti.tifoso .delle cavie meno dell'agglutinazione) che io suppongo, esistono almeno due specie distinte di agglu· potrebbe anche consistere nel fatto che i tinine: 1° agglutinine facilmente attaccabili batteri possedessero i r ecettori agglutina· bili molto instabili cioè capaci di staccarsi dal cloroformio ed aventi la massima affi· con molta facilità dalle cellule batteriche; nità per i corpi batterici (protoagglutinine); 2° agglutinine non intaccate dal cloroalla stessa gt1isa che le cellule degli orga· nismi superiori potrebbero, secondo EHR· formio ed aventi minore affinità per i corpi LICH e VERNEY, esser e talvolta immuniz· batterici (deuteroagglutinine) (1). Ciascuna di queste due agglutinine risul· Zitte contro una infezione, per virtù di questa facilità acquisita dalle cellule me- ter et•be, s'intende, costituita di un ambocetdesime, di abbandonare i recettori sensibili. tore (agglutinofo1·0) e di un complemento e non erro, potremmo dunque asserire (emiagglutinina). I due autori poi lasciano intravveàere la che queste due ultime condizioni (mancanza od instabilità dei recettori batterici, deter(1) Sulla base di questa dualità delle aggluminano una specie d i11z11zu1zità che direi gli A.A.. hanno formulata una nuova ipo· istoge11a dei batteri analoga all'immt1nità tine tesi, con la quale spiegano il fenomeno para· i togena delle cellule e degli o~ganismi dosso. (~)

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possibilità, perfino della esistenza di una terza specie di agglutinine antitif ose ! Questo fatto importante della plu1·alità delle agglutinine rispetto ad una stessa forma batterica, mi pare collimi ed armonizzi con le conclusioni analoghe cui pervenne re0entissimamente lo J oos (Oe1it. f. Bakt., 1903), che ha ammesso due specie di agglutinine a e ~ ' e forse anche con quelle del LEVADITI (C. R. Soc. Biolog. 1902) che ha ammessa la duplicità delle sostanze battericide specifiche. Basti l'annuncio di qt1este poche scoperte e delle ardue e disparate vedute citologiche che ho sovra tentato di i·iassumere e coordinare, per avere un'idea dei numerosi problemi d'importanza t eorica e pratica che ancora potranno sorgere intorno al fenomeno, appctrentemente semplice ' dell'agglutina• z1one. A me pare intanto che una ricerca d'importanza tutta pratica, sulla quale gli autori non hanno portato la loro attenzione, m eriter ebbe di essere esperita; e cioè si dov.rà v edere se il cloroformio, il quale è capace talvolta di affrettare e i~endere più manifesto i1i vit1·0, nei rapporti m edi e bassi, il poter e a gglutinante del siero antitif oso delle cavie, sarà pur capace di quest'azione ipe1·agg!nti1za1zte od agglutinogena nel siero normale fresco di uomo sano ed in quello cli uomo tifoso ; e conseguentemente si dovrà estender e questa ricer ca su altri sieri agglutinanti di uomo o di animali affetti da altre malattie microbiche (tuber colosi, morva, ecc.). Q11ando si consideri che spesso la dia gnosi cli queste malattie con la reazione GRUBER·VIDAL non è possibile o perde molto valo1~e specifico, perchè talvolta si ottiene una r eazione debole, e perchè an· che il sier o di uomo o di animale sano può eser citar e forte azione agglutinante, appare subito la importanza di queste ricerche. Desse potrebbero offrirci, se non erro, il mezzo di r endere più forte e manifesta la differenza tra il potere agglutinante di 11n siero specifico, e quello del corrispondente siero normale!

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Sezione Medica, Anno XI 1904

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. Som::t::kia..rio de1 Fa..soi.ool.o 1. . I. Prof. V. Ascoli - le alterazioni funzionali ed anatom&che del fegato nella tubercolosi p olmonare come contributo allo ~t~di~ della sua evolu iio~e - li. DotL. A. Borri - ~ulle condizto1u del dotto pancreattco in alcune itterizie e 1pecialm ente nella catarrale. - lll. Dott. V. Gi ordano - Le alterazioni e gli a~euri.smi dell'arteria polmonare - Casuistica propria - . Un caso s1'!'-golare di aneuris ma dissecante del tronco unico di tale <frteria aperto.si nel pericardio.__: IV. Dott. L. Cagiati - Contributo allo &tudio della ipertrofia congenita._

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MEDICINA

Spostamenti del regato e degli organi to1"acici nel meteorismo; loro impo1·tanza diagnostica e terapeutica. (OPPE NHEIM.

Med;c,· CJi;rz:irg;scJies Centralblatt, 43, .l903).

L' A. parla dello spostamento del fegato, dei polmoni e del cuore n ei processi patologici della cavità addominale. Riporta alcune sue osservazioni e ricerche su lapa· ratomizzati, su cadaveri e su animali, e dà alcuni criteri pratici per la cliagnosi di tali affezioni. Riferisce il caso di un indi vi duo da lui operato per tumore cistico del pancr eas, che però non fu estirpabile, e che alcuni giorni dopo morì con sintomi di paralisi cardiaca. A.Ila sezione, avanti al fegato si vedeva il colon trasverso rigonfio: la cupola dia.frammatica raggiungeva a sinistra il 2° spazio inter costale: il cuore era ad· dossato alla parete anteriore del torace e spinto in alto e a destra: il polmone cor· risp ondente atelettasico: tutto l'intestino rigonfio, specialmente lo stomaco e il colon: non esistevano segni di peritonite. Richiamando le sue osser,razioni del 1902 su cadaveri e viventi prova che la scom· parsa dell'ott usità epatica non è data, come ritengono Gerhardt ed altri, dalla sovrap· posizione dell'intestino disteso, ma da un a rotazione del fegato sul suo asse front al.e, verso l' alto e in dietro, causata dalla spinta delle anse meteoriche. Tale fenomeno sul v ivo ha importanza indicando un primo stadio di meteorismo non altrimenti avvertibile. Detta scomparsa, unita alla difesa muscolare, secondo B U R· KARDT e ALI KRO GIUS, ha grande , ralore nella perforazione dell'appendice. L ' A. ri· tiene che la scomparsa dell' ottusità epatica sia un sintoma molto espre.ssiv o, provanrlo ana peritonite loeale, pure se il polso non sia ancora caratteristico; e quando essa tarda a r·icomparire non c'è molto da fidare del miglioramento degli altri sintomi. Inolt1'e la scomparsa dell'ottusità del fegato può servire per la diagnosi differenziale tra il volvulo dell'intestino tenue e quello del crasso. In condizioni normali il margine del fe· gato viene mosso dal colon disteso, ed è sufficiente una modica di stensione per far scomparire l'ottusità epatica. Tali fatti l'A. (5)

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IL POLICLINICO

ha i·iscontrati in 2 casi di ileo per chiu· sura del tenue dei grossi calcoli bilia1·i e in un reperto necroscopico. Ricorda però anche il caso di una ragazza con tubercolosi primitiva del cieco, operata di entero· anastomosi tra colon ed ileo per stenosi: 15 giorni dopo l'operazione presentava la parte dell'addome dall'ombelico in giù ri· goufia e una manifesta depressione al di sopra: l'ottusità epatica era completa. In questo caso era, da ammettersi lo svolgi· mento di un volvulo subact1to del tenue. Del resto il sintoma della scomparsa del· l'ottusità epatica ha valore individuale e r elativo, dovendosi tener presente il caso di una enteroptosi o di un .legamento ga· stro-colico molto lungo. Rileva, dimostrando, quanto in alto può salire lai cupola diaframmatica e quanto il meteorismo dello stomaco possa ostacolare la circolazione sanguigna e la re~lJirazione. Ritiene che le morti per peritoniti e volvulo non sono da riportare alle sole influenze tossiche, ma anche alle meccani· che. Alla quale persuasione aggiunge le esperienze rhe insufflando animali dal retto si possono far sospendere le pulsa· zioni cardiache e farle rincominciare non appena che avvenga uno svuotamento per puntura dell'intestino: in tal modo si spie· gano i risultati palliativi della formazione dell'ano preternaturale. Parlando dello spostamento dei polmoni dice di aver trovato sempre che il limite superio1·e di ottusità al dorso è a destra di 3 dita trasverse e a sinistra di 2 più alto del no1·male; e quindi tale condizione deve ten ersi presente nel praticare p11ntt1re esplo· rative di ascessi subfrenici o di ' rersamenti pleurici. O. Br.

Sull'anatomia del pancreas. E. L.

0PIE.

A111er. Med., n. 25, vol. V, 1903).

Il pancreas, per la varietà delle sue funzioni, ha una struttura più complessa degli altri organi glandolari che gli somigliano. La descrizione anatomica dovrebbe, secondo 1 A. esserne modificata: egli trova che la testa è formata da due lobi ben delineati, corrispondenti ai due dotti glandolari. Il lobo che forma la parte antero-infe1·iore di es a è tributario del dòtto del Santorini e consiste in lobuli aggruppati attorno a questo ed alle sue branche; l'altro lobo consiste • in una ma a minore di parenchima, di· ( 6)

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I sposta attorno al dotto ili Wirsung che passa attraverso la testa della glandola. In alcuni • casi esaminati dall' A. si è potuto osservare una specie di solco, riempito da tessuto areo· lare (connettivo lasso), che separava i due lobi le cui superfici interne erano liscie come quelle esterne. Questo solco si riscon· trava fra i due dotti pancreatici. Recenti osservazioni hanno dimostrato un fatto che serve a spiegare alcune anomalie della. glandola. HELLY ha trovato parecchie volte, nella papilla del dotto di Santorini, lo· buli di parenchima pancreatico situati imme· diatamente al disotto della mucosa. duodenale, provvisti occasionalmente di un dotto speciale, che si immette nel duodeno vicino all'orifizio del dotto di Sa:r;itorini. Questi lo· buli costituiscono un vero pancreas accessorio. HELLY ha riscontrato che, embrio· logicamente, questo tessuto pancreatico ha origine, in uno dei primi periodi di sviluppo, da branche laterali che si. formano attorno al dotto, mentre esso passa attraverso agli strati mesoblastici della pfrete intestinale. L' A . crede di poter spiegare così la pre· senza di piccole masse pancreatiche aberranti nelle pareti dello stomaco e dell'intestino, a una variabile distanza dal pancreas. Prima si credeva che le glandole aberranti avessero origine da una formazione embrio· nale accessoria o dal canale intestinale. La presenza di tali glandole è meno rara di quanto si creda. In quanto alla struttura del pancreas, l' li. rileva due fatti importanti che finora non hanno richiamata abbastanza l'attenzione degli studiosi, cioè : 1° che l'organo è formato da due ordini di elementi fun· zionalmente diversi: cellule secernenti, che forniscono all'intestino importanti fe1"menti digestivi, e cellule che non hanno alcuna comunicazione coi dotti della glandola (isole di Langerha.ns), ma che sono in istretta relazione con i vasi sanguigni; 2° la stretta relazione anatomica del dotto pancreatico col coledoco, che favorisce la trasmissione di processi morbosi dal fegato al pancreas. Dott. N. LEuzzr.

Diabete bronzino. (PARKER.

Brit. Med. Joz:irn., novembre 1903).

Dal 1882, anno in cui HANOT e CH.A.UF· FARD descrissero per i p1·imi il diabete bron~ino, fino ad oggi, sono stati registrati solo 25 casi di questa malattia. Ge-


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SEZIONE PRATICA

I stini

neralmente essa si riscontra in uomini di oltre 50 anni ed alcoolisti. Nel diabete bronzino la poliuria e la glicosuria sono raramente molto marcate ; il fegato è cirrotico, ingrossato e dolente, vi è leggiera itterizia, addome tumido con diarrea ~ costipazione e la pelle acquista un colore d'ardesia, quasi metallico. Questo pig1nento, che contiene una quantità straordinaria di ferro, si è riscontrato nello strato di Malpighi della pelle, nel cuore e negli altri muscoli, in grande quantità nel fegato e nel pancreas e sopratutto i: elle glandole linfatiche. Il morbo di Addison ha, a prima vista, qualche somiglianza col diabete bronzino, ma nel primo il pigmento non contiene ferro, le mucose sono scolorite e il fegato e gli altri organi, normali. Vi è anche un gruppo di casi di cirrosi, caratterizzata dalla pigmentazione della cute, ed in cui il pigmento- è costituito in gran parte di ferro. Quest'ultima affezione è stata chiamata « emocromatosi » e sembra, istologicamente, assai difficile distinguo:rla dal diabete bronzino. Un terzo gruppo di malattie, caratterizzato da pigmentazione parziale della cute, fu stabilito da RECKLING· HAUSEN nel 1889 ; ma queste malattie non , possono essere confuse nè con il diabete bronzino, nè con l'emocromatosi, poichè in esse il pigmento viene depositato solo in zone circoscritte, senza altri sintomi speciali. Queste pigmentazioni parziali sono state osservate in alcuni casi di anemia perniciosa progressiva) nel tifo ed in al. enne malattie del fegato. L' A. riporta la storia clinica di un infermo di 64 anni, non alcoolista, che presentava grande dimagramento, forte sete, dispepsia e frequente minzione. L'urina conteneva il 5 1/2 per cento ai zucchero. La pelle, tranne nelle palme delle man i e nelle piante dei piedi, era di colore bruno metallico, specialmente sul viso, sul collo e sulle gambe. Le labbra e le mucose erano grigiastre; la lingua dapprima asciutta, si andò facendo · semp1"'e più sporca, con le papille di color bruno prominenti come punte. Dopo un mese l'ammalato peggiorò e morì. All'autopsia il fegato, di colore bronzino, mostrava la superficie scabrosa come la pelle di un rospo ; le capsule surrenali erano di colore grigio scuro, e così pure il J?ancreas, che si presentava leggermente atrofico. Il peritoneo parietale e gl'inte-

avevano lln colore grigio-giallognolo, i vasi mesenterici grigio-lavagna ; le placche del Peyer ed i follicoli solitari si distinguevano dal resto per il colore grigioscuro. La cistifellea conteneva calcoli minutamente sfaccettati. La milza e le glandole linfatiche avevano un colore bruno· olivastro. Gli altri organi non presentavano nulla di notevole. All'esame istologico nel fegato, nel pancreas, nella milza e capsule surrenali si riscontrarono numerosi granuli di pigmento, isolati o disposti a mucchi, che presentavano tutti la reazione del ferro. Dott. N. LEuzzr.

CHIRURGIA

Il primo caso di allacciatura dell'arteria epatica propria, praticata per aneu1·isma e con successo. (KEHR. Jlfiincli. inedie. Wo chen., n. 43, 1903).

L' A. riferisce il seguente caso clinico : Individuo di 29 anni, anemico e denutrito. Da circa due anni soffre di accessi, crampi di stomaco acco:rµ.pagnati da dolore nella regione del fegato. Questi accessi hanno l& durata di mezz'ora ed anche di più: sono seguì ti da itterizia per lo spazio di 3-4 giorni; punto febbre; punto brividi. Dapprincipio si avevano due ac~essi al mese: poi se ne ebbe un numero maggiore . In seguito l'infermo ha avuto dei vomiti abbondanti di sangue, che si sono ripetuti ogni gio1·no per un periodo di 14 giorni, ed erano accompagnati da dolori vivissimi nella regione dello stomaco. Attualmente alla palpazione si percepisce la cistifellea come un tumore insensibile, della dimensione di un pugno d'adulto. Fegato punto ingrossato; punto itterizia. Si stabilirono le seg~enti diagnosi: 1. Idropè della cistifellea e quindi ulcera del duodeno 2. Ulcera del dl1odeno nella papilla, donde la cistifellea ingrossata e ripiena di bile. 3. Aneurisma dell'arteria epatica. 4. Echinococco della cistifellea (donde ulcera del duodeno?). L'infermo fu operato previa narcosi cloroformica. Ecco come si svolse l'opera• z1one: Apertura del cavo addominale mediante I

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IL POLICLINICO

un'ampia incisione che incomincia in alto in corrispondenza del processo xifoideo, e ciò allo scopo di mettere a nudo il legamento epato-duodenale. Come in tutte le opera· zioni per calcolosi biliare, si fa un'esatta ispezione e palpazione della cistifellea, del cistico e del coledoco, e quindi sbriglia· mento di alcune aderenze tra la cistifellea, il fegato ed il peritoneo parietale. La ci· stifellea appare assai ingrossata e ripiena: la si punge, e si ottengono circa eme. 360 di una sostanza liquida, di color di cacao (sangue). Punto calcoli biliari. In corrispon· denza del collo della cistifellea si avverte un tumore duro, pulsante, della dimensione di un uovo di gallina. Si pensa subito ad un aneurisma dell'arteria cistica, probabil· mente del ramo arterioso epatico di destra e comunicante col cistico. Ectomia della \ cistifellea, spaccamento del cistico, ripieno di coaguli; sbrigliamento del legamento epato-duodenale, del dotto coledoco, della vena porta, e dell'arteria epatica (allaccia· tura di alcune vene). Quindi coll'indice della mano sinistra si penetra nel f orame di Winslow e s'innalza il legamento così in alto che la punta del dito compare al di sopra, dello stesso legamento. Si praticano due allacciature dell'arteria epatica, cioè una periferica ed una centra le, rispetto all'aneurisma. Mercè l'introduzione di una sonda nel cavo dell'aneurisma, non più san· guinante, e grosso come un uovo di oca, ci si assicura che in seguito all'allacciamento non esiste pii1 comunicazione tra il sacco aneurismatico e l'arteria. Ciò fatto si allontanano i coaguli sanguigni e si asporta il sacco; q11indi spaccamento del cistico fino al coledoco ed epatopessia addominale; da ultimo tamponamento e sutura parziale della parete addominale. Trasco1·si otto giorni dall'ope1'azione si osserva una necrosi secca a carico dell'ala destra del fegato ch'era stata fissata. Dopo qualche giorno allontanamento della por· zione i1ec1·osata. Dopo un mese e mezzo dall'operazione la ferita è quasi completamente cicat-riz· zata e l'infermo si trova in ottime condi· zioni generali. Osservazio1ii. - In quanto alla diagnosi l' . fa notare che nella massima parte dei ca i, finora osservati, di aneu1·isma dell'ar· teria epatica, fu impossibile fare una dia· gnosi certa, non })Otendosi avvertire la tumefazione dell'aneurisma, mentre l'emor· {8)

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e la colica si possono avere anche in caso di colelitiasi. In quanto alla tecnica operatoria l' A. non ritiene necessaria la doppia allaccia· tura, con l'asportazione d'e l sacco aneuri· smatico, siccome raccomanda il LANGEN· BUOH; basta la semplice allacciatura dell'arteria propria; del resto, nella maggior parte dei casi è impossibile asporta1·e il sacco nella sua totalità, a motivo delle vaste e numerose adérenze con gli organi limitrofi: fegato, vena porta, coledoco. · L ' A. conclude dicendo che ogni qualvolta ci si presenta un infermo con ematemesi, enterorragia, colica ed itterizia, dobbiamo sospettare subito la presenza di un aneurisma dell'arteria epatica ed allacciare sen· z'altro l'arteria, allacciatura che allontanerà dall'infermo un pericolo imminente di morte. Alla domanda, se la circolazione del f egato venga seriamente disturbata in seguito all'allacciatura dell'arteria epatica propria, l' A. così risponde con il LANGENBUCH: Stando agli esperimenti clei fisiologi, è certo che la detta allacciatura dà luogo alla necrosi immediata del fegato, poichè nell'animale sano manca quel compenso cir· colatorio collaterale che nell'organismo ammalato si è venuto sviluppando a poco a. poco in seguito alla s~essa malattia. Questo compenso collaterale è dato, oltre che dall'arteria coronaria destra del v entricolo (ramo dAll'arteria celiaca) e dalla gastroduodenale (ramo discendente dell'arteria epatica), anche dalle arterie freniche; queste ultime 01·iginatesi dall'ao1·ta, imme· diatamente al di sopra della radice della celiaca, irrorano dapprima la porzione vertebrale del diaframma, e quindi si divi· dono in due rami; uno posteriore si spande verso la parte meclia del diaframma, gira intorno al forarp.e esofageo ed al forarne venoso. Dalla superficie· del diaframma si dipartono - e questo è di massima impor· tanza per il caso presente - dei rami che vanno al fegato attraverso il tessuto con· nettivale fra it legamento coronario ed il legamento sospensorio; onde il margine posteriore del fegato è irrorato a destra dal ramo destro dell'arteria frenica, ed a sini· stra dal ramo sinistro della detta arteria. Naturalmente queste arterie f1·eniche hanno, in condizioni normali un piccolo calibro ; però esse si anaston1izzano con le arte1·ie lombali superiori, e quindi possono a poco

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SEZIONE PRATICA

a poc_o adattarsi ad esercitare un'azione compensatrice al difetto di sangue arterioso a cui il fegato potrebbe andare incontro per parte di vasi importanti. Questo adattamento compensatore I'ichiede tempo, quel tempo che manca ai fisiologi nelle 101'0 • esperienze. Dott. E. G.

Tr o m b o s i e d e in b Q I i e nei laparotomizzati. (ALBA~us.

Brnu' s Beitrtt.qe z. kli1i. CJiir., Bd. XL, 2. Hf.)

Come materiale di studio l' A. mette a }Jrofitto le storie del sessennio 1895-1901 della cli11ica del Ki.lmmeJ, che comprendono 1140 laparotomie. ComplAssi,ramente si ebbero 53 casi di trombosi (pari al 4. 6-! per cento). Quanto alla etiologia l' ..:.\ . distingue 5 ordini cli cagioni che possono portare a. trombosi negli operati di laparotomia sia per 1)rocéssi settici che per processi asettici. a) .F'attori che già prima dell'intervento tleterminavano difficoltà n el i·eflusso del sangue venoso, tali da rappresentare una dis1Josizione allo stabilirsi della trombosi, per effetto dell'intervento : in prima linea malattie proprie del cuore, dei vasi, e del sangue; stato marantico generale ; dimi· nuita resistenza del cuore da tossinemia n~i p1·ocessi settici, da eccitamento psichico protratto; e finalmente momenti che agi· seono clirettamente per azione meccanica sui tronchi venosi, come la pressione di tumori, di raccolte liquide addominali, il meteorismo, ecc. b) Fattori inerenti all'intervento ; per lo iue,rita.bile raffreddamento e la conse.guente azione dannosa sui ' asi, per gli sti1·amenti e strappamenti di vasi ; per la emostasi dei vasi interessati nell'opera• z1one. e) Fattori inerenti alla narcosi: ogni cloronarcosi provoca necessariamente ef· f etti cl annosi sul muscolo cuore, tanto più notevoli per quanto più profonda e prolungata. Nella eterizzazione sif.a sovraeccitazione dell'attività cardiaca; seguita da indebolimento al cessare dell'azione del farmaco. (l) Fattori inerenti al trattamento consecutivo all'intervento: eccessiva costrizione dell'apparecchio, protratto decubito dorsale, meteorismo da paresi intestinale. 1

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e) Condizioni topografi0he dei vasi addominali, che rendono dannoso il necessario riposo a let to del laparotomizzato ; influenza della copro stasi del sigma colico sulla cir· coJaziùne della vena iliaca sinistra, rapporti fra la vena e l'arteria iliaca sinistra. 11 maggior numero di trombosi si ha n egli interventi per appendicite, sia per l'in· debolimento tossinemico del muscolo cuore, sia per l'impiccolimento dell'aia cardiaca (e quindi dell'orecchietta destra) da distensione degli organi addominali e conseguente innalzamento del diaframma; seguono per frequenza le trombosi negli interventi su altre sezioni del tubo intestinale e specialmente sulle vie biliari. Più della metà dei casi si ebbero in. in· terventi ch e durarono più di un'ora ; il maggior numero si presentaro110 nella prima settimana, però se ne manifestarono fino 40 giorni dopo l'intervento. La trombosi si stabilì quasi esclusivamente nelle vene della metà inferiore del corpo, a prevalenza n egli arti inferiori, e a sinistra con ma.g gior frequenza che a destra. Il sesso femminile è più esposto che il maschile a qt1esta complicanza, forse per le frequenti alterazioni predisponenti (varici) che in esso conseguono a pregress~ gravidanze. L'età più frequentemente colpita è l'età media (maggior n umero di in· terventi). Per quanto in sè e per sè una trombosi rapp1·esenti una complicazione non indif fe· rente (chè vincola l'infermo a letto per 2-8 settimane) essa lacquista qui una speciale importanza per la frequenza con la quale predispone allo stabilirsi di emboli polmonali ed infarti. Fra L140 laparotomizzati si ebbe embolia polmonale in 23 casi (pari al 2 °/ 0 ); cifra che si impone e ne consiglia ogni attenzione a prevenire la trombosi. Circa l1na metà dei casi di trombosi (4. 34 °/0 ) furon seguiti da embolia e di questi il 43. 5 °/ 0 f u1~ono mortali (10 casi). La sede dei trombi da cui si staccarono emboli in q nesti 1O casi fu la cava inferiore, l'ipogastrica, le vene del bacino, e le vene dell'estremità infe1·iori; qu elle più frequenti di queste. L'embolismo fu già frequente nell'età meclia e ·nel sesso femminile. Se non fu per se stesso mortale l'embo· lismo fu per lo più seguito da broncopol· monite o da cancrena polmonale che poi·· tarono ad esito letale; in due soli casi si ebbe gùarigione. ( 9) '


IL POLICLINICO

La sindrome clinica dell'embolismo nulla presentava in questi casi di speciale: fu caratterizzato da improvvisa dispnea, cianosi, angoscia, dolore laterale; apnea, senso di svenimento, vacuità del polso. La profilassi dell'embolia (vedi lavori del Lennander e dell'Oppenheim) consiste soprat11tto nell'evitare ogni eccitamento psichico (cardiaco) e ogni momento mec· canico negli operati in cui si sia stabilita una trombosi. R. DALLA. VEDOVA.

L'entrata dell'aria nelle vene nel corso delle ope1·azioni ginecologicl1e. (DELORE •

Revne de Chirurgie, 10 ott. 1903).

Le osservazioni esatte di morte avvenuta in seguito all'entrata dell'aria nelle vene si vanno facendo sempre più rare; le più frequenti si sono avute nelle ferite delle grosse vene del collo, del torace e dell'ascella. È fatto eccezionale osservare un tale accidente nelle ferite i.lellc ve11e di piltre regioni. Pur nondimeno alcune osservazioni cliniche dimostrano come questo accidente sia possibile in altre regioni più lontane dal cuore e più indipendenti, per dir così, dall'aspirazione toracica.

Un esempio molto dimostrativo ce l'off1·e la seguente osservazione raccolta nel servizio chirurgico del prof. PoNCET. Donna di 46 anni, affetta da. mio-fibroma uterino, ad evoluzione rapida; e complicato da metrorragie copiose ed incoercibili, ohe, in bre,re tempo, minacciano la vita della inferma. Anestesia eterea - Posizione di Trendelenburg - Isterectomia addominale - Alla operazione si i~iscontra un enorme sviluppo dei plessi venosi periuterini - Senza causa apprezzabile, l'anestesia p1·ocedendo nel modo più regolare, sopraggiunge bruscamente la morte, con arresto della i·espirazione e del cuore dilatazione della pupilla, cianosi e i segni di grave asfissia, quando, fatta l'ablazione del tt1more. si procede all'emostasi definitiva. L'autopsia, praticata 24 01·e dopo la morte con la massima di· ligenza e con tutto il possibile controllo, dimo tra 1 esistenza di 8 centimetri cubici rl'azoto nel cuore destro, mentre nel cuore sini tro non si i·iscontra alcuna bolla gassosa commista al sangue. enza invocare il risultato delle autopsie fatte da Cr.JESS, che, su 1200 cada,. . eri presi a caso, non ha mai {10}

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riscontrato gas nel cuore, il fatto che l'aria. si sia riscontrata soltanto nel cuore destro e neppure in traccie nel cuore sinistro si deve ritenere come dimostrativo che qui non si è trattato di un banale fenomeno di putrefazione cadaverica. L'entrata dell'aria nelle vene durante lei operazioni ginecoiogiche e la morte consecutiva è un fatto molto raro; le 1·icerche molto minuziose dell'autore, hanno potuto· rintracciare un altro caso di mortt-~, per· embolia gassosa, avvenuta durante la enucleazione di un mloma uterino, pubblicato da BrnaMER ( Oent1~alblatt fti1· Ggnaekologie del 1896). Fra le condizioni predisponenti~ che possono spiegare grande infJ uenza sulla comparsa di questo accidente, la più importante è la dilatazione delle vene che circondano il tumore uterino. Nell'osservazione dell'autore infatti fu notato un enorme sviluppo delle vene utero-ovariche da ambo i lati : sulla sezione .del ligam ~nto largo di sini· stra, una delle vene pt·esentava all'incirca. il calibro di una safena interna "\raricosa. Tutte queste' vene, che d'ordinario collabiscono dopo la loro sezione, sotto l'influenza. della pressione atmosferica, possono restare beanti in alcuni casi, che è difficile precisare, e dare così luogo ad un embolia gas·· sosa mortale. Un'altra causa predisponente è data dall'intensa anemia, consecutiva alle profuse emorragie ; in questi casi il sangue è più fl11ido, si coagula più difficilmente, ed a ciò si aggiunga che la capacità dei vasi resta la stessa nel mentre che la massa del sangue è considerevolmente diminuita. Anche la posizione cli Trendelenburg sarebbe stata, secondo l'autore, un'altra. causa occasionale dell'aero-embolia. Tutte le esperienze dei fisiologi dimostrano l 'in· fluenza della gravità sulla circol~tzione venosa ; la posizione declive favorirebbe_, in un certo grado, la circolazione venosa del bacino e per consegt1enza la penetrazione dell'aria nelle vene. La causa detern1inante non può essereche l 'aspirazione toracica. VERTHEIMER ha. dimostrato che l'aspirazione toracica può spiegare la sua influenza fino nella safena interna, che subisce delle variazioni di pressione di 30 millimetri di mer·curio durante le inspirazioni forzate. Ora le vene uterine acquistano talvolta un calibro analogo a quello della safena interna e si trovano ' Ticine alla cava inferiore, pe1~ cui è breve

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SEZIONE PRATICA

ria il tratto tra i vasi sezionati ed il cuore de· stro ; si spiega quindi facilmente la possi· bilità della penetrazione dell'aria nei plessi venosi uterini, sotto l'influenza di una forzata inspirazione. Il solo modo di prevenire questo terri· bile accidente sarebbe, secondo l'autore, la accurata emostasi pt'"eventiva, particolarmente negli individui anemici. Tutte le volte che la ectasia venosa è rimarchevole, deve essere di regola praticata la sezione dei vasi tra due pinze. Si evitano così due pe· ricoli, ugualmente minacciosi nP,gli anemici, e cioè la perdita di sangue e l'entrata dell'aria nelle vene. I vantaggi della posizione di Trendelenburg sono tali che non è certamente da consigliarsi di evitarla per il timo1·e di un accidente così raro. Do tt. O. SoHIFO~TE.

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RESOCONTI

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ACCADE~IIA i)fEDICA DI R011IA.

Re(luta, ordinaria del 27 dicembre 1903.

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Presiùenza : prof. F. Durante, ]Jreside1ite.

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Il socio ordinario prof. G. Mazzoni commen1ora. il socio ordinario, defunto, prof. L. BER· TINI, no 1nette in giusta luce i meriti scientifici e le ,·irtù citta.dine e termina così: qziel se1iso

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di ]Joesia per qnan lo ntistico erl indeterniinato, 1na che JJUl'e .r1ra11rle111ente conforta, e; lasci sperare che al rolte.tJa nostro 1iel s;lenzio della ton-tba .tJi1111,r;a l'eco clel no.i;,lro tributo di ajff'tl1ioso rint· pianto. Il prof. G. Mazzoni illustra il caso clinico in cui do,rette intervenire, resecando il lobo sinistro del fegato, per un endotelioma, con esito feli ce . Prof. Rem-Picci comunica anche a nome del dott. LIVERZIANI ; risz:tlfati d; deter11iinazionz' di acido Tj1purico in soggetti nialati di reni, cui e ra stato iniettato sotto cute del benzoato sodico. Secondo la idea comunemente• accettata che la sintesi dell'acido benzoico con la glicocolla ad acido ipJ_Ju1ico avvenga nel r ene, dove,ra atten· dersi che la elimin:.izione di questo prodotto fosse deficiente rispetto a quella di individui a reni sani sottoposti alle identiche iniezioni. L' A. invece ha tro\rato che nei nefritici cronici la cifra abituale di eliminazione di acido ippurico è più elevata di quella di altri soggetti e che mentre in q11esti l'acido benzoico iniettato riappare nelle t1rine solo in parte sotto forma di '

acido ippurico; nei nefritici cronici la sintesi dell'acido benzoico con la glicocolla può dirsi completa. I nefritici acuti in,rece si comporterebbero, al riguardo, come gli individui normali. Per spiegare questi fatt.i a priori inaspettati, l' A. rammenta come una serie di esperienze intraprese sopratutto dallo SCHMIEDEBERG provi che all'organismo animale oltre il potere di sintesi spetti anche q ttello di scissione dell'acido ippurico; e suppone come ipotesi più adatta a spiegare i risultati ottenuti, che nell'organismo profondamente alterato dei nefritici cronici il processo di scissione dell'acido ippurico dal benzoico venga ad essere grandemente ridotto. L'A. conclude col ricordare che se le sue esperienze hanno messo in luce un fatto apparente· ment8 strano quale è quello della quasi completa sintesi da parte dei nefritici dell'acido benzoico iniettato al contrario che nei normali, la determina.zione dell'acido ippurico non può quindi menomamente servire come misura della fun· zionalità renale .

Il dott. G. Ficbera anche a nome del dottor V. HcAFFIDI riferisce sulla .r;lon1erul;te prod11,t. tiva epitet;ate e viene alla conclusione che tale proliferazione epiteliale glomerulare si deve com· prendere in q11ella categoria di processi produt~ tivi epiteliali, nei ql1ali la moltiplicazione avviene, se non esclusiva.mente, certo prevalentemente per divisione diretta. A. B.

SOCIETÀ LANCISIANA DEGLI OSPEDALI DI ROMA.

Sedl1ta del 19 dicembre 1903. Presidenza: prof. E. Marchiafava •

R. Ugolini. Ulcera seuiplice clel d11,ode1zo. Premesse alcune brevi notizie sulla anatomia patologica e sugli esiti dell'ulcera rotonda del duodeno, 1'0. ne presenta tre cu.si osservati in meno di t1n mese dl1rante il corso di lezioni di anatomia patologica del prof. ~IAROHIAFAVA, uno dei qua'i degno di nota. In un vecchio ottantaduenne, morto in seguito ad enterorragia, si riscontrarono nelle pareti inferiore e posteriore del duodeno due ulcerazioni coi caratteri del· l'ulcera rotonda: una più piccola, acuta; l'altra pi1ì grande, cronica. In questa, s1ù fondo del1' ulcera, si scorge,ra chiaramente un'arteriuzza beante come recisa, ed un'altra arteriuzza in cui si era formata una piccola dilatazione aneurismatica già con coaguli fibrinosi e che si era lÙcerata. Ambedt1e le arteriole derivavano dal ramo epato·duodenale dell'art. epatica. L'O. fa r;.otare: appoggiandosi alle statistiche degli A.A., (11) \


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IL POLICLINICO

la rarità della esistenza dell'ulcera rotonda del duodeno in cosi tarda età, e la particolarità anatomica molto rara di un ane11risma ulcera,to sul fondo dell'ulcera. Degli altri due casi, in uno per la perfora· zione di un'ulcera rotonda acuta del duodeno si era formato ùa.pprima lln ascesso fra la parete del duodeno e la. testa del pancreas, che, rot· tosi in seguito, aveva provocato 11na peritonite act1ta diffusa. Nell'altro, per la perforazione di una vasta ulcera del duodeno ad andamento cronico, si era sviluppato un vastissimo ascesso sottodiaframmatico.

E. ])[archiafava. O:sserva;Jio1zi cliniche etl a1ta· to1110-11atolo,r1iclle sopra u1t caso di ulcera se1n· plice tlel cluodeuo. - La comunicazione doll UG·O· gli porge occasione di presentare un altro caso di t1lcera semplice d&l duodeno. Il pre· parato a11atomico relativo è conservato i1ella col· lezione l1el1'Istitu to anatomo-patologico dal 1889. Di q11esto caso 1'0. conser,ra 11n sunto della stol'ia clinica, p erchè curò più volte l'infermo insieme con altri medici della città. L'infermo, che er·a un ingegnere intrapre11· de11te cli la'' ori edilizi, morì nell'età di 52 anni. Egli da 12 anni prima a·veva i sintomi della malattia che fu la causa della sua morte: spesso 4 o 5 ore dopo il pasto, fatto con appetito, a'reva dolori localizzati n ella regione epigastrica, a de· stra. della linea mediana; raramente ave,ra vo· miti acicli · soffriva di ineteorismo e di eruttazioni acide. Curato dal prof. CANTANI, questi sintomi scomparvero; ma soffriva più o meno n ella digestione q11ando si allontana,ra dal re· gime prescrittogli. Sei anni dopo l'insorgenza dei pri1ni sintomi, c.lopo parecchi giorni di progressivo indeboli· m ento e di pallore con diarrea, s'accorse che le deiezioni erano picee, fetidissime, e un giorno ebbe anche ematen1esi. Curato bene. cessarono le emorragie, si riebbe gradatamente dallo stato anemico, scomparvero i dolori· e cosi passarono quattro anni di di creto benessere con lievi peg· gioramenti qt1ando non s i atte11eva alla c1tra • • • ig1en1ca. Nel novembre 1886 dopo gra,ri affaticamenti fi~ici, gravi preocct1pazioni ecl errori dietetici, ebbe n11ovo enterorragie ed emateme::.i, e rica.dde in ltno tato di anemia e di depressione, da.l q11alo si riebbe gradatamente, ma non in modo "ompleto. N ell'aprile 1887 i1uo,·a enterorragia ecl ema· to1ne i e vomiti acidi simi (ipercloriùria), quindi 11uovo miglioramento, per virtù del riposo in campagna o del regime scrupoloso. (12) Lil\I

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Nel novembre 1887 ritornato al lavoro piccola ricaduta; nuova ricaduta nell'estate del 1888. Quindi andò a Carlsbad; ma dalla cura di quelle acque non ebbe alcun ' rantaggio ; anzi ritornò a Roma peggiorato. Quindi migliorò alqt1anto fa· cendo un' è!liinentazione quasi esclusivamente lattea. IVIa sulla. metà di febbraio insorsero im· provvisamente dolori fieri ssimi all' epigastrio, seguiti da vomito con poco sangue e lievi ente· rorragie ; poscia si manifestò uno stato febbrile non molto elevato, continuo; e dopo 16 giorni di .., sofferenze, lenite soltanto clalle iniezioni di mor· fina, avvenne l'esito letale. L'O. riassume le cose più importanti tro,Tate all'autopsia, che si dovè limitare a quella dell'addome. Dilatazione ed ipertrofia d ello stomaco, questa soltanto nella parte pilorica. Nella piccolçt cur· vatura d.ello stomaco ét pochi centimetri dal. l'orifizio pilorico due ulceri semplici della grandezza di t1n centesimo, le quali per i loro caratteri si di111ostravano di formazion e recente. Fra il i:)iloro e queste ulcerazioni lln piccolo lipoma so ttom llCOSO. Appena sorpassato !,orifizio pilorico s i tro · vava t111,ulcera semplice antica nella parte po· steriore del duorìeno, della grandezza di una moneta da due lire con i margini fortemente sclerotici, la quale immette,·a in un diverticolo i111brittj'or1rte decorre1tte per sette centi111etri l1z1zgo la jJiccola curvatnra dello stoJJ1aco, a.Ila cui estremità si ritrovava tma perfo1·azione che comunica\a con un ascesso peritoneale lirnitato in alto dal diaframma, a destra dal fegato, in basso e a sinistra clallo stomaco. Questo con una parte della sua parete anterio1·e era. aderente .al borclo costale, donde la mancanza di peritonite diffusa. e la formazione dell'ascesso sottodiaframmatico. L'omento gastro-epatico er,i retratto e la ci· stifellea aderiva alla regione pilorica nella facc ia anteriore, al dinanzi del diverticolo descritto. L'O. ha presentato qt1esto caso percl1è gli sem· bra importante: 1° -per la lunga durata della malattia, i cui primi sintomi cominciarono certan1ente 12 anni prima clella. morte ; e p er il decorso intermit· tente, che di1nostra. la grande utilità di conti· nuare il r egime dietetico anche clopo che sono scomparsi i sintomi dell'ulcera ; e la importanza delle cause occasionali (sopraffaticamenti, patemi d'animo, sopratutto errori die tetici) nel pro· vocare la ricarluta · 2° p ercl1è l'ulcera c.1uodenale a'reva dato luogo alla formazione di lln cliverticolo decor· rente lungo la piccola curvatura stomacale, dalla cui perforaiione era, venuto l'ascesso sottodia · frammatico.


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SEZIONE PRATICA

Questo è il solo caso di diverticolo da ulcera semplice che egli ha veduto. Nei trattati non se ne parla; soltanto n el Prctttato di patologia di N othnagel i1el capitolo delle malattie dello stomaco R1EGEL ricorda, c]1e KOLACZEK ha os· servato un diverticolo dello stomaco formato si da un'ulcera semplice; 3° per la complicazione del lipo1na softonzzi . coso e delle clne ulceri se1nplici recenti dello sto· maco, a proposito delle quali 1'0. ricorda che quando si trovano ulceri semplici antiche dello stomaco e del duodeno non è raro di ritrovare anche ulceri recenti, come ò avvenuto in questo caso. G. Senni. In un caso operato n ell'ospedale di San Giacomo-, di llDa ragazza clorotica cl i 20 anni presentante i sintomi di peritonite da p er· forazione. alla la paro tomia si riscontrò un'ulce· razione nella metà dell'intestino tenue, e n es· s11n'altra lesione. La morte avvenne dopo 36 ore dall'intervento, ma l'autopsia non fu p ermessa. Domnnda quale sia l'etiologia di tali ulceri del tenne. R. Ugolini. Ricorda che le ulceri peptiche • non si rinvengono mai al di là dell'ampolla di "\T atei" E. Marcltiafava. Esistono n ell'intestino ten11e dello t1lceri semplici (non peptiche) isolate, causa lli poritoniti, davanti alle quali si rimane incerti per l'etiologia e la patogen esi. Furono d escritte anche cl a l\'IARAGLTA.NO.

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V. Gandiani. J11,terve1ito cltirzirgico per a]Jpertdi· cite tifosa. - L'O. ebbe occasione di operare n el·

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l'ospedale di S. Spirito, p er sintomi di p erfora· zione intestinale, un tifoso. nel quale riscontrò la perforazione dell'appendice vermiforme con consegue nte peritonite generalizzata. L 'ammalato era ricoverato in uno d ei riparti medici delrospoùale stesso. La diagnosi di tifo era stata stabilita con tutti i mezzi della diagnostica mo· derna (esame del sangue, prova di Widal, ecc.). Per disordini dietetici ebb e una ricaduta, du· rante la quale le condizioni ftlrono pittttosto gravi. 1\-fentre s'iniziava il periodo della cor1valescenza, l'infermo fu improvvisamente colpito da dolore diffuso all'addome, che divenne m eteorico e dolentissimo alla palpazione. Praticatasi la laparotomia esplorativa si riscontrò una raccolta i)urulenta nell'addome senza aderenze. Allargata convenientemente l'incisione si trovò una perforazione in corrispondenza dell'appendice vermiforme, cl1e fu resecata, la cavità peritoneale drenata dall'angolo inferiore della inci· sione e da una contro-apert11ra nella regione lombare sinistra. Il decorso operatorio fu buono

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tantocltè l'infermo potè lasciare il riparto chi· rurgico, quasi completamente gua.rito, dopo circa 25 giorni. L'appendice asportata non presentava niente di notevole esternamente : aderenze recenti riscontravansi fra essa e le anse vicine, era uni· formemente ingrossata e ripiegata su sè stessa. All'apertura notavansi l e pareti di uno spessore 11niforme, l a mucosa non alterata. Nel mezzo di essa notavasi una perdita di sostanza d ella grand ezza di una moneta di due centesimi ch e in· ter essava quasi tutti gli strati d elle pareti. N el mezzo si scorgeva la p erforazione : i margini erano ipertrofici, scollati e di un color rosso vivo ch e con trastava col colorito della circo· stante mucosa. Il fondo di questa p erdita di sostanza era quasi t1niformemente rosso : notavasi t11ttavia qualche pt1nto in cui esisteva un colorito grigio sporco. Perciò all'O. parve trattarsi di una tipica ulcerazione tifosa, cl1e si era ulcerata mentre CO· minciava il p eriodo della d et ersione. L 'O. fa notare cl1e sebbene non sja infrequente notare al tavolo anatomico d elle ulcerazioni tifose che colpiscono l'apparecchio lin· fatico d ell'appendice, pure è rarissimo trov!1'reuna perforazione tifosa di quest'organo. Gli anatomo·patologi dàn110 una p erce11tuale bassissima di simile p erforazione. Il CURSCHMANN, in 6! casi di p erforazione p er tifo, trovò una sola volta p erforata l'appendice. Perciò assolutamente eccezionale è poter vedere simile lesi.one al ta· volo· operatorio. Pigliando le mosse d a questo oaso, 1'0. ritiene elle i sintomi d ell'appendicite t ifosa p erforativa contrastino con quelli della perforazion e di altri tratti d ell'intestino : i sin· tomi ch e egli ris<?ontrò (addome leggermente meteorico, dolenzia diffusa alla palpazione, punto di massimo dolore n ella fossa ilia'ca destra, polso frequente e piccolo, un solo conato di vomito), si avvicinavano molto a quelli d ella colica ap· p endicolare. E se non fosse stato p er la rarità con cui si osserva una tal lesione nel decorso del tifo, si sarebbe forse potuto fare una dia· gnosi più esatta. Nota infine che il SONNENBURG, che tanto diffusamente si è occupato dell'appendicite, non parla affatto dell appendicite tifosa, mentre re· gistra altre forme rare di malattie dell'appendice (tubercolosi ed actinomicosi) ; ne conchiude che almeno dal punto di vista chirurgico questa le· sione sia a,ssolutamente rara. R. Bastianelli. Osserva che la · p erforazione dell' appendice avvenuta nel d ecorso di un tifo, potrebbe provenire da un'appendicite pregressa non tifosa. D all'esame del pezzo anato .. (13)


46

IL POLICJ,INICO

mico gli sembra riconoscere dei caratteri di cronicità del processo ulcerativo. G. Parlavecchio. Ricorda il contributo por· tato recentemente da T uFFIER allo studio della appendicite tifosa. A. Signorelli. A vendo osservato nel riparto di medicina il malato operato dal GAUDIANI con· ferma i fatti clinici riferiti da questo. Ha os· servato altri casi di appendicite tifosa, e dalle storie di circa 40 casi di appendicite curati n el riparto diretto dal prof. RossONI, ha veduto risultare in 12 il dato anamnestico del tifo oc· corso da uno a tre anni prima. E. Marchi afava. Nel caso in' questione crede si trattasse proprio di un'appendicite tifosa, della qttale egli conserva altri esemplari irrefu· tabili. V. Gaudiani. Crede ch e le note anatomiche d ell'ulcerazione siano alterate dal liquido fissatore (formalina). A fresco, la lesione aveva ti1tte le caratteristiche dell'ulcera tifosa, simile a quelle cl1e si trovano nelle altre sezioni dell'intestino. L'O. si astenne da un esame istologico perchè cr edette che niente di più preciso a1rrebbe po· • tu to dare unn. tale ricerca. A. G. I

R.

A..CCADE~IIA

DI MEDICINA DI TORINO.

Seduta dell'11 dicembre 1903. Presidenza: Guareschi.

Ferrero di Cavallerleone. Un caso di sziicirlio co11 j'er ita rlel pol11,to1te dal clorso. - Riferisce il •!aso del suicidio di un soldato per m ezzo di ft1eile con proiettile a piccolo calibro, il quale avev·a attraversato il polmone d estro. Rileva che l'esèl,me dei due fori del tragitto della ferita dimostra,·a. cl1e quello anteriore situato al quarto spazio intercostale era più la~go, e coi bordi fra· stagliati ri,roltati all'esterno, di quello sitt1ato posteriormente, n el decimo spazio intercostale. Ricostrt1e11do il fatto si venne a stabilire che il soldato si era sparato il fucile per la schiena. :N011ostante che il proiettile fosse di q11elli a piccolo calibro, il tessuto polmonare era tutto ~ pa.ppolato. L'O. fa notare che l'autopsia dimo· strò nell individ110 segni di pregressa meningite e ple11rite. H. Nicola (Istituto anatomico). Sulla 11insc1ilafllra liscia dell'areola e del capezzolo della gh ia11(/ola 111a1n111aria nell'uouio P 1tegli ani11ictli. I/.A.. 11a st1Ldiata la fine distribuzione delle fibre muscolari liscie del cap ezzolo e dell'areola mammil.rin, nell uomo, nei vari gradi di sviluppo ed in ambo i es i, ed in v·ari ordini di mammiferi ( cimmie, antropoidi, insettivori. carnivori, ro· ditori ~\rtiodattili). (1•)

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[ANNO

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Dalla somma delle constatazioni obbiettive fatte per ciascun ordine di mammiferi, l'A. è arrivato alle seguenti considerazioni morfologiche generali : 1° La musculatura liscia del capezzolo esiste costantemente come formazione più o meno sviluppata o rudimentale, più o meno distinta ed individualizzabile a seconda dei vari· ordini e delle differenti famiglie di uno stesso ordine, in tutta la seriè dei mammifel'i presi in esame, dall'uomo agli artiodattili. 2° Tale musc11latura è schematicamente costituita da due ordini di fibre muscolari : le une sono circolari, concentriche al maggior asse del capezzolo, a disposizione plessiforme, le altre lo11,gitudinali, pressochè normali al detto asse. 3° Questa musct1latura liscia del capezzolo in realtà assume il suo massimo sviluppo nell'uomo e negli antropoidi, e si può pure asserire che in essi occorre una minore individuc.ìlizza. zione nella distribuzione dei fasci muscolari. 4° Come carattere essenziale della muscu· latura liscia del capezzolo nella, nostra specie è da ricordare il prevalente s'riluppo per numero e disposizione delle fibre circolari rispetto alle longitudinali. Negli antropoidi invece esiste una tendenza all uguaglianza o per lo meno all'equi· pollenza fra qt1esti due orclini (circolare e lon· gitudinale) di fibre muscolari. Nei primati in genere, come fatto comune, .è ancora da ricordarsi l'ubicazione delle fibre muscolari circolari rispetto aJle longitudinali e cioè le prime occupano costantemente gli strati più esterni del capezzolo e si trovano subito al disotto della cute, le seconde invece, le longi· tudinali, decorrono nelle parti più oentriilli. 5° Oltre a ciò nei primati, al qisotto della cute della zona areolare, occorrono fibre musco lari liscia, in grande numero ed in parte disposte concentricamente alla base del capezzolo, in parte radialmente alla base del capezzolo ed in· trecciate finamente colle prime. 6° La musculatura liscia del capezzolo ass ume disposizioni più semplici e regolari negli a.Itri ordini di mammiferi, insettivori, carnivori, roditori, artiodattili, n ei quali, per altro, salvo la maggior facilità colla quale si possono dilfe· renziare i singoli fascetti, il comportamento è fondamentalmente ~dentico a quello dei primati. Ad ogni modo come caratteri essenziali di detta musculatura sono da ricordarsi : il graduale e preponderante sviluppo delle .fibre muscolari longitudinali rispetto alle circolari, disugua· glianza accentuatissima n ei roditori ed in ispecie nella ca via - la tendenza d elle fibre circolari ad occupare una porzione ventrale riguardo le


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longitudinali, per modo che le prime si trovano più numerose all'apice del capezzolo, le altre in· vece dimostransi prevalentemente più sviluppate alla base; in ultimo, contrariamente a quanto si -è osservato nei primati, le fibre muscolari circo· lari occupano le parti più centrali del capezzolo, formando dei veri sfinteri attorno ai dotti latti· ferì, quelle longitudinali occupano gli strati più superficiali e sono esterne rispetto alle prime. SOCIET.A. MEDICA CHIRURGICA DI MODENA.

Seduta del 20 novembre 1903. Dott. Cesare Casa1·ini. Pipi essenziali di febbri .sifiliticlie. ·- L' A. nella Clinica dermosifilopatica del prof. ~lazza, ha potuto osservare due tipi di queste febbri, una colla varietà tifosa, l'altra colla varietà atipica. Dopo averne descritto m.inuta· mente i caratteri ed esposti i dati diagnostici pei quali si venne in tale concetto, conclude af· fermando il vantaggio terapeutico del trattamento mercuriale, che in questi casi ha anche valore sommo per risrhiarare la diagnosi. Dott. Giuseppe Manicardi. 8ull'assorbi111e1ito del

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SEZIONE PRATIG.A.

calo1nelr1no applicato per via epiderniica nel tratta· ;nento clclla sifilide. - L'A. nella Clinica dermosifilopatica c.lel prof. J\iiazza ha istituito esperienze per assoda,re il potere di assorbimento della cute rispetto al calomelano quando questo sia incorpo· rato colla. traumaticina. Ed è venuto alle seguenti ~onclusioni: 1) che il calomelano applicato sulla cute, anche se si trasforma in sale solubile per opera delle sec:;.·ezioni fisiologiche non viene assorbito; 2) cl1e la minima quantità trovata nell'orina non pt1ò essere dovuta a vapori di cloruro mercuroso sviluppatosi direttamente dal calomelano, ma piuttosto a. vapori sviluppatisi dal prodotto di trasformazione del calomelano per opera delle secrezioni fisiologiche ; 3) che l'introduzione di questa piccola quantità deve verisimilmente avvenire per le vie re· spiratori e. Ed è secondo questo ordine di idee che l' .A.. si promette ulteriori ricerche. Il socio prof. Patrizi legge un lavoro, fatto nel1' Istituto fisiologico, da lui diretto, dall' allievo dott. GIUSEPPE BELLENTANI sul tema « Il riflesso dell' a1n11iicca1nen,to e le fasi della pzilsazione ». L' A., con una disposizione tecnica diretta a in· scrivere sulla curva pletismografica d'una regione :facciale l'istante preciso dell'ammiccare delle palpebre, esamina sperimentalmente l'ipotesi di Lan· dois: se cioè il riflesso palpebrale sia esattamente sincrono alla sistole cardiaca. I risultati dell' A. sono contrari a tale ipotesi, pur essendo tali da far Aupporre llna coopera-

I zione e non costante al manifestarsi del riflesso. Questa cooperazione, oltre che dall'onda primi· tiva sistolica, può essere adempit1ta dall' onda secondaria dicrotica.

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C.LINICA MEDICA DI GENOVA .

Ooriversazioni c liniche. Seduta del 7 dicembre 1903. Presidenza prof. Mircoli. Dott. C1ll·lo. Utz caso di acloridria. - Un individuo che soffri di gastrite per un anno e mezzo, si lamentava di dolori accessionali alla regione gastrica, dolori urenti in nessun rapporto evidente coi pasti. Lo stomaco era ectasico; si avev~tn dati di megalogastria. L acido cloridrico mancava poco dopo il pasto, un'ora, due, quattro, sei ore dopo il pasto. La funzione motrice era integra; alquanto indebolita la flmzione assorbente. ' Sottoposto ad una ct1ra di brom11ri, gli accessi gastralgici si attenuarono. Fatte nuove indagini riuscirono negative. Si usò pure l'atropina sempre con risultato negativo. L' A.. cita un altro caso di una giovane isterica, con dolori accessionali <-3 in c1ti molte volte mancava la reazione cloridrica: solo un'ora dopo il pasto la trovò positiva. In questo caso si ebbe miglioramento dopo la cura bro111ura.ta. L' A.. ascrive alla neurosi secretoria il 2° caso. Quanto al primo caso, l'A. crede si siano avute lesioni organiche della mucosa gastrica. Qui non si ebbero fatti fermentativi, non avendosi avuto ristagno. Prof. Mircoli. Trova molto interessanti i casi citati dall'A. Dice che alcuni considerano l'aclo· ridria e l'ipercloridria come esponenti di malattia generale e non malattie a sè. Domanda se nel primo caso l'acloridria fosse primaria o secondaria alla lesione della mucosa e se nella anamnesi potè riscontrare qualcosa che riguardasse questo fatto. Dott. Curio. Dice che il catarro gastrico pre· cedente non era accompagnato dai sintomi <.i el· l'acloridria. Nella anamnesi remota non potè accertare il fatto indicato da.I Mircoli. Dott. Rossi. U'll caso di paralisi alterna cli Weber. - Si tratta della paralisi dell'oculomotore di un lato ed emiplegia dell'altro iato. Una donna, che aveva avuto glicosuria transitoria alcuni inesi prima, il 6 novembre, dopo alcuni giorni di malessere e sonnolenza, si accorse che aveva l'occhio sinistro chiuso e che aveva diplopia, debolezza generale, più spiccata agli arti di destra; ciò non osta.nte attese al suo lavoro. (15)


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IL POLICLINICO

Il 14: novembre, colta da un ictus, fu trovata in stato comatoso, con r espiro stertoroso, polso frequente, e 39° di tempera.tura; esiste,~a emiplegia destra, limitazione in certi movimenti clell'occhio e ptosi della palpebra superiore si· nistra. Durante l'ict11s aveva avuto perdita di orina e di feci. Dopo 24 ore dall'ictus, si notò paresi del lato destro del corpo, emiparesi faciale destra a tipo centra.le, paresi dello ipoglosso, ptosi d ella palpebra s11periore sin·i stra, paralisi del muscolo retto interno sinistro, del retto superiore e infe· rio r e; le pupille un po' ristrette reagivano abbastanza alla luce; vi era diplopia binoculare. L'A. pensa che la lesione dell'oculomotore deve essere stata o alla uscita del nervo o lungo i peduncoli. La lesione qui non può essere stata che al piede dei ped11ncoli cerebrali. L ' A. ritiene che la lesione abbia solo compresse le fibre del fascio piramidale, mentre distr11sse le fibre dell'oculomotore. La lesione sarebbe av·venuta nella parte alta e int~rna del piede ùel peduncolo. Crede che si sia avuta una emorragia e non un'embolia o trombosi, specialmente per l'ictus e per la temperatura alta, pre· sentata durante l'ictus. Dott. Cu1·lo. Domanda se la donna era arteriosclerotica e se vi eran tracci9 di intossicazio11e che a,,resse dato sclerosi dei vasi centrali. Prof. Mircoli. Chiede se vi era acetone nelle urine. Giangrande (la11reando ). Domanda come spiega l'O. Je lesioni dello ipoglosso e d el faciale. Dott. Rossi. Dice che per l'ipogloss(1 e pel fa ciale vi sono anche delle vie centrali, onde anche nel caso presente si pote·'{;ra spiegare la loro lesione. La donna non era arteriosclerotica. Non vi era acetone nelle llrine. Trevisanello (lal1reando). Nota di Sfigniose·

111eioiog;a-011todina111ia e allodi1ia1nia del Polso. Riferi co sull'importanza che deve avere la ginsta differenziazione sfigmografica e termino· logica dei caratteri del polso. La regolarità del polso si deve mettere in rapporto soltanto col modo con Clti ad ogni sistole è cacciato il sang11e nell'arteria, il ritmo dipende invece dal tempo secondo il quale si succedono le sistoli e le corrispondenti pulsazioni arteriose. Oosicchè si p11ò a'rer e t1n polso perfettamente ritmico e non regolare e viceversa, cioè si può avere un dato numero cli pulsa7.ioni succedentisi ad eguale interv·allo. di c11i però alcune sieno più forti, altre più tleboli : o'-rvero ltn succedersi cli pulsazioni t11tte tli identica forza (di identica grandezza d'onda) a temp11 coli non equidistanti. (16)

r.ANNO XI, F ASC. 2]

Propone di chiamare 01nodi11a1nico il polso rap· presentato da curve sfigmiche di altezza uniforme, allodina1nico, quello rappresentato da curve. di altezza diversa. Ciò indipendentemente dal ritmo. Dott. LICCI.

XIII Congi·esso di Medicina interna Padova, 29 ottobre-i 1iove1nbre 1903. '

Prof. R. Massalongo (Verona). Sclerosi a ]Jlacche-

famefgliare; corttribzito alla patoge1iesi delle paraple,qie spasniodiclie eredo-faniigliari. - L'O., dop0> aver esposta la storia clinica di due fratelli, l' uno di anni 6, l'altro di anni 4, affetti da paraplegia spas1nodica a fornia di sclerosi a placclie, s~ilnppatasi n el primo, all'età di 2 anni e mezzo, nella convalescenza di una graTe gastroenterite acuta, nel secondo a 22 mesi nella convalescenza di una bronco-polmonite successiva ad ipertosse, fa rilevare il fatto importantissimo· dell'esagerazione dei riflessi tendinei nelle estremità inferiori, dell'esistenza del segno di Ba· binski e della facile contrattl1ra muscolare in seguito alla corsa n ad un pI'olungato camminonei due altri fratelli, il maggiore di a11ni 9 ed il minore di anni 2 i quali, immuni sempre da. malattie, passavano agli occhi dei ge1titori e dei parenti, come perfettamente normali. Dopo aver informato esistere nella letteratura. nevrologica solo 15 osservazioni analoghe alla. sua di paraplegia spasmodica famigliare a forma di sclerosi a placche, si occupa diffusamente della patogenesi di questo patologico avvenimento, una delle particolarità più importanti del grande problema dell'eredità morbosa. Egli dimostra come non si possano accetta.r e, senza beneficio d'inventario, le condizioni volute indi· spensabili alla realizzazione delle sindromi eredof amigliari; in pratica le cose non procedono in una maniera cosi semplice ed unica. Non è pos·· sibile escludere che altri fattori, durante lo svi· luppo e la crescita, possano favorire, modificare· l'evoluzione della forma clinica conclamata. Chi può garantire che questa forma clinica famigliare si sarebbe egualmente sviluppata tale e quale, senza l'influenza o partecipazione di con· dizioni estrinseche che, non è improbabile, si possano ripetere uguali o simili nell'utero materno o fuori, in più membri di una n1edesima generazione'? L'O., crede che l'abituale indirizzo di voler ad ogni costo e sempre interpretare colle grandi leggi dell'eredità ogni fenomeno morboso nei di· scendenti, abbia non rare volte noci11to alla giusta interpretazione di questi avvenimenti trascurand<>


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[ANNO XI, F ASC. 2]

SEZIONE PRATICA

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sviluppo . .Perchè questa predisposizione nevro· altri fattori antecedenti, contemporanei o sue· cessivi. Non sempre la predisposizione o stato patica conduca ad una nevropatia determinata, è spesso n ecessario, conclude l'O., l'inter,rento di ne\ropatico ereditario è quello che governa ed autocraticamante questa o quella forma nervosa cause morbigene accidentali ed estrinseche, cause morbigene acquisite che, più che altrove, tro· nei discendenti. ..i\. sostegno della st1a tesi porta le seguenti vano il terreno propizio alle loro patologiche localizzazioni, d'onde la clinica constatazione che considera,zioni; le malattie famigliari non sono sempre eredia) che avvenimenti morbosi durante il pe· tarie. riodo di gestazione o nella vita extra-uterina non mancano J1ella storia di molti di questi pa· Prof. En1·ico Reale (Napoli). Il solfato rli calcio zienti di paraplegia spasmodica famigliare; 1iell'urin.a clell' uomo. - L'O. ricorda che finora b) che non tutti i figli d ella medesima gR· il solfato di calcio è stato dimostrato in d11e casi, nerazione andarono incontro alla stessa forma da VALENTINER e FtJRBRINGER, esclusivamente clinica, ciò che dovrebbe accadere se n el germe, n oi sedimenti delle llrine ipe racide in cui si noo n ei germi, esistesse preformata la malattia ere· tavano i caratteristici cristalli prismatici, scoditaria~ ma con predilezione invece .in coloro nei lorati, di gesso. Egli, bollendo d elle urine addiquali precedflnti morbosi individ11ali non man· zionate con acido acetico, è riuscito a constatare carono durante o dopo lo sviluppo, prima della un precipitato cristallino di solfato di calcio in comparsa dei fenomeni spasmodici · tre urine, di cui due appartenenti ad artritici c) che non sempre· in queste paru.lisi spa· con intossicazione acida. La natura del composto · stich e erodo-famigliari è mantenuta la omologia ·è stata stabilita in modo non dubbio con analisi o la omocronia; chimiche qualitative e quantitative . cl) cbe in molti di questi casi ancora non è Uguale precipitazione 1'0. ha ottenuto dall8 JlOssibile gu.rantire e rigorosamente l'eredità. soluzioni acq11ose del sale e dalle urine di indi· Delle 16 osservazioni di paraplegia spasmo· vid11i sani ai quali somministrò d el solfato di dica famigliare a forma di sclerosi a placche, calcio, fatto quest'ultimo che dimostra qt1anto sia comprefia q11ella dell'O., solo in tre Ja malattia si priva di base la cr edenza generale d ell'inassor· era trasmessa da una generazione in 11n'altra bibilità dei composti di calcio . in 1± soggeftti sopra un totale di 4:7 c·asi. R esta per tal modo assodato in modo no11 dub· L~interpretazione dei suoi casi conduce l'O. a bio, con queste ricerche, il fatto che, accanto ritenero che non sempre ed esclusivamente le all'ordinario fosfato calcico, si può rinvenire in affezioni famigliari sono governate n ella loro soluzione il solfato n elle llrine, ove la sua solu· genesi dalle classiche leggi dell'eredità, potendo bilità sarebbe favorita dalla t emperatura del esse non infrequentemente essere provocate e corpo e dalla cont~mporanea presenza di altri subordinate da condizioni morbose che non è sali, soprattutto del cloruro sodico. difficile possano colpire più membri di una me.· Qual'è il significato fisiopatologico del s9lfato desimn, generazione. di calcio nelle urine'? Dei 4 fratelli sunnominati, solo in 2, ad epoca L'O. ritiene ch'es$o possa indicare la defidilferentH, si presentò un quadro morboso iden· cienza, con molta probabilità relativa soltanto, tico in seguito a gra,ri malattie a decorso acuto; delle basi alcaline, per la quale l'acido solfo· gli altri due fratelli invece sfuggirono alla ero· rico in eccesso si combinerebbe alla calce, depau· niua mielopatia, malgrado anche i?- q11esti fosse p erando l'organismo di questo principio così im· palese la predisposizione alla medesima forma portante alla sua normale costituzione e funzione . morbosa. .Anzi la spasmodia delle estremità infe· Prima però di poter esprimere alcun giudizio riori nel maggiore dei due fratelli, invece che su questo argomento., occorre studiare accura· peggiorare, andò progressivamente migliorando. tamente il ricambio del calcio, in rapporto a È solo ]a predisposizione nevropatica ad am· quello dell'azoto, del fosforo e dello zolfo, cosa malare in questo o quel moilo, che è sempre che 1'0. non ha avuto il t em.l:?o di assodare fi· ereditaria. Ma questa predisposizione nevropa· nora, avendo da poco constatato questi nuovi tica - consista essa in anomalie n Glla costitu· fatti, i quali sono un'altra prov·a del sussidio zione biochimica degli t1mori o nella debolezza, che la chi mica clinica arreca alle nostre cono· deficienza o ritardato sviluppo degli elementi scenze di chimica biologica. o sistemi degli apparati nervosi - non conduce fatalmente a determinate malattie, essendo queste anomalie passibili di riparazione per adattamento, st1pplenza funzi <Jnale o ripresa del rallentato (17)


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IL

POLICLINICO

XVI CONGRESSO FRANCESE DI CmRURGIA. Della via gastrica per il trattamento · cli alcm1i rest1·ingimenti dell' esofago. DELAGENIÈRE riferisce su tre casi di restrin, gimenti insormontabili dall'alto in basso; in tLno di qt1esti si trattava di una stenosi n~o­ l)lastica, negli altri due di stenosi semplici cicatriziali: si potè per l'apertura gastrica introdurro una minugia con cui si sormontò la stenosi; sulla guida di questa si po tè con facilità introdurre tma sonda che venne lasciata q llalche giorno onde rammollire i restringimenti e preparare la dilata~ione. L' A. consiglia di as. ociaro alla cura di questa stenosi la gastro· stomia. . Nuovo p1·ocesso di gastrostomia. DEPAGE riferisce su 6 casi operati col suo metodo: allo scopo di costruire un canale suffi cientemente ristretto, tappezzato di mucosa, eo-li fa un lembo sulla faccia anteriore dello b stomaco a base in alto, v erso cui lo ribatte. Sutul'a ila ferita gastl'ica fino a congiungere i d11e estremi basali, allora i due lati del lembo sono affrontati: si prosegue alla sutura lungo questi fino all' estremo, si ha così costituito un canale che viene fissato alla pelle. Pilorectomia per leio1nio1na ntaligno della grande curvatura gastrica. GoULLIOUD comunica un caso di tumore a clecorso rapido della grande curvatura in un t1omo di 50 anni. Fu fatta una vasta pilorectomia. associata a gastroenterostomia alla von Hacl\'.er, con ampià resezione d ell'epiploon per ' la prese11za di gangli infetti. All'esame istologico si tro,Tò trattarsi di un tttmore misto, parte di e len1enti sa rcomatosi parte di fibre ml1scolari lisce. Castrazione utero-ovarica pe1· cancro inoperabile della manunella. REYNÉ. . Si trattava di lllla donna con cancro. bilaterale lllcerato di un lato ea adenopatie ascellari. in c11i fu praticata la isterectomia totale. Un mese dopo l'intervento gjà il tu111ore era cli molto ridotto dopo due mesi l'ulcora,zione cicu.trizzata: presentem_nte dopo 5 anni 11on i ha qua ·i più 11tùla. di anormale e lo stato generale è ottimo (!). Dell'anestesia discontinua nella chiru1·gia gast1·0-intestinale. GOULLIOt 'D consiglia specialmente nei soggetti n1olto <.l operiti di interromper e 1 anes tesia allorchè i aggr edisce il viscere, essendo nota la ~e11 ibilità ottu a dell intestino e d ello stomaco.

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[ANNO XI, FASO. 2]

Sui tumori dell'encefalo. Relatore DURET. Parla della necessità di intervenire prima che essi esplichino la loro influenza nociva sull'encefalo, vale a dire prima che la sindrome fenomenica sia completa: la locali ~zazione topografica ha da essere, per quanto è possibile, precisa; per quanto la faci· lità con cui oggi si può aprire il cranio, abbia diminuito molto l'importanza di essa. Ha rac· colto 34:4 casi di tt1mori con una mortalità del 18, 20 per cento, mentre nella statistica di BERGMANN nel 1899 si aveva una mortalità del 25 per cento. Trassero vantaggio dall';:itto ope· rativo il 64. 06 per cento; la vista fu ricuperata completamente nel 60 per cento di casi, par· zialmente nel 18 per cento. Su 344: in ben 176 operati si ebbero miglioramenti duraturi e gua· • • • r1g1on1. Nella metà dei casi si trattava di sarcomi e gliomi, della cui recidività ha da tenersi conto. In 214 casi si trattava di tumori della regione motrice: in questi ultimi anni cresciuta la possibilità. diagnostica per le al tre sedi, si operarono 44 easi di tumori dei lobi frontali, 34 dei lobi parietali, occipitali, e temporo-sfenoidali, e 52 del cervelletto. Ricerche spe1·imentali sulla leucocitosi nelle contusioni e ferite dell'addome. CAZIN. Espone le sue ricerche f~te su cani per vedere fino a qual punto si poteva trarre vantaggio del tasso l eucocitario per una diagnosi precoce di lesione viscerale in contusioni e ferite addomilta!i. È venuto ai seguenti resultati: se non vi è lesione viscerale il tasso leucocitario non subisce che un debole aumento; se vi ha lesione leggera, la leucocitosi è alquanto più accentuata" si produce rapidamente, però i1 numero dei leucociti non supera 1nai i 23,900 per mmc. a 3 ore di distanza dal trauma: dopo 24 ore il tasso è normale. Nelle lesioni gravi si ha iperleucocitosi molto accentuata e rapida : cos~ in un cane con rottura della vescica si trovò che il tasso leucocitario da 9950 salì a 23,150 dopo 3 ore e 36,450 dopo 4. Nelle ferito del· l'addome per colpo di revolver non si ha mai aumento notevole del tasso da utilizzare a scopo diagnostico.

Processo operativo pe1· la cura delle fistole biliari consecutive a colecistostomia. 0HIBRET propone un suo metodo da lui praticato in un caso: cauterizza l'orificio e lo disseca con un incisione ellittica separando la pa· rete muscolo-mucosa dal rivestimento peritoneale per 6 o 7 cm. Esamina se vi han calcoli, quindi ' colla pinza a pressione di Doyen afferra in

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XI, FA.SO. 2]

SEZIONE

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PRATICA

. massa la cistifellea sotto il collaretto cutaneo e la stringe; sulla traccia lasciata dallo stringi· mento passa un laccio, sopra del quale seziona la cistifellea, indi fa due suture di rinforzo al ·disopra a borsa comprendenti le tt1niche muscolari ed affonda il moncone. In questa guisa se la legatura cedesse la bile sarà condotta fuori dal canale fatto del peritoneo di rivestimento.

lattina. Ma l'esiguo numero di tali osservazioni non ha permesso ancora che fosse consacrata la v erità di questo fatto. tanto che di esso nessun cenno si trova nelle più repu·tate oper e di patologia medica, e solo l 'EICHHORST (1) n e tocca di volo rifer endosi a · quanto fu osser\rato dal FIES· SINGER, che è stato il primo, che io sappia, .Appendicite complicata a gravidanza il quale ne abbia parlato. · ext1~a uterina. , Il FIESSINGER pubblicò il suo lavoro T1DMOJN riferisce 2 casi in ct1i la gravidanza nel 1893, nella Revz1e de Médec ine, e da €stra.11 terina er a passata inosservata, quando fu- quell'epoca fino ad ogg·i, io non ho trovato rono colti ùa appendicite: operati con successo altre comunicazioni intorno alla nefrite in uno in J a, uno in 5a giornata, si trovò in uno forma epidemica, sia p er ch è essa non è J1e11iato-sa lpin~\· con tenente un feto di tre mesi , certamente frequente , sia perchè l'ipotesi -con appe11clice di volume enorme intimamente che debba rientrare nel gruppo delle scar· saldata alln, sacca ; n ell'altro il feto era libero, • dietro l'utero uscito da una sacca a dipenden za lattine jJ~ustes, essendo diventato, p er molti, un dogma, l'apparizion e di essa, giudicata della trombn, cui aderiva intimame11te l 'appen· alla stregua di questa credenza, perde ogni dice gangrenata . sua importanza e si c1·ede cosa superflua Cancri multipli successivi su uno stesso di farla conoscere, sacrificando così alle n1alato. idee dottrina1·ie dominanti la osservazione ~IOND<)T riferisce d i una donna operata nel spassionata dei fatti. 1887 tli a.1nputazione del collo uterino per can· Non è certo mia intenzione n egare che -0ro, n el 180U di isterectomia per r ecidiva., n el ci siano delle epidemi e cli n efrite in diretta 18H8 cli an1pntazione d ella mammella destra per dipendenza della scarlattina, bensì di av~a.nero, clella sinistra n el 1900 pure p er cancro. N ol 1901 si presenta con un can cro cu tan eo del valorare le osser,· azioni del FIESSINGER sulla possibilità di un andamento epidedorso, finchè i1cl 1902 muore per cancro allo stomaco. . Dott. B1AGI mico nella nefrite, la quale non sia secon· daria, n è alla scarlattina, nè ad altre OSSERVAZIONI CLINICHE · malattie infettive generali. E di questo a me pare cli averne avuto una prova irrefragabile in una epidemia di nefrite, che Di una epidemia di nefrite mi occorse di osser,rare n el 1898, in q11esto per il dott. GIUSEPPE B ONANOME. paese. Ho l asciato decorrere circa 5 anni La 11ef ri te acuta in forma epidemica è prima di darne comunicazione, allo scopo stata i·aramente osservata e nelle sue poco di attendere se, per· caso, ci fosse stata una freq11Pnti ap1)arizioni è stata sempre inter- ripetizione della malattia: ciò che finora pretata come manifestazione della scarlat· non si è verificato. La epidemia in parola cominciò nel· -tina, ossiit come espressione di una forma rt1dimentale di essa. Però, se da una parte l 'agosto e si protrasse fino al novembre dell'anno suddetto, con un totale di circa -è esatto quanto scrive lo STRUMPELL (1) 20 casi di nefrite. Mi dispiace di non poter « ch e parecchi casi di nefrite acuta, appa· rentemente del tutto spontanea e primaria, dare la cifra esatta dei malati e di dovermi -e tiologicamente debbono essere riguardati contentare di questa approssimativa, sia come nefriti scarlattinose », dall'altra al· perchè di alct1ni dei primi easi non t enni ct1ne r ecenti osservazioni hanno messo in nota, non sospettando che rappresentass€'.ro ·e videnza la possibilità dello sviluppo della. il preludio di una epidemia, sia perchè altri nefrite acuta con andamento epidemico al furono curati da un mio collega, e così non di fuo1~i di qualsiasi influenza della scar- ho potuto mettere insieme il numero esat(1) STRUl\IPELL. Tratt. di Pat. spec. medica.

(1) E1CHHORST. Tratt. di Pat. e terap. speciale.

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1


IL POLICLINICO

tissimo dei colpiti, che p erò non è lontano cla quello accennato. La distribuzione ùella malattia offre questo d'importante, che, non ostante la sua manifestazione in punti diversi del paese, pure conservò, in ciascuno di essi, t1n carattere a focolaio; i colpiti erano quas_i sempre vicini fra loro o membri di una stessa famiglia. Tutto ciò risveglia facil· mente l'ièlea del contagio, sulla cui possi· bilità n ella nefrite ha già insistito il FIES· SINGER. Notevole il fatto che ammalarono solamente persone giovani e di tenera età, dai 5 ai 20 anni : uno solo dei malati aveva superato questo limite (n. 5). I caratte1·i che presentò la malattia furono quelli .della nefrite acuta, comt1ni a tutti i casi. di al· cuni dei quali eceo brevemente qualche cenno. \

CASO I. P ... V ... , di Domenico, di anni· 5, si ammala il 20 di agosto con febbre, dolor cli capo, edema al viso, 11rina scarsa e san· guinolenta cun notevole quantità di albumina. Sani i visceri to1·acici e addominali la p elle e le mucose visibili. Muore per uremia il 1° di settembre. O.A.so II. -- P ... E ... , di anni 7, fratello del precedente, si ammala qualche giorno dopo di lui, con gli stessi sintomi: febbre edema al viso, urina scarsa, ma non san· g uinolenta, albumint1ria (3 °/00 all'albumina· metro di Esbach). Nulla a carico del petto, dell'addome e della gola. Con le cure ordi· 11arie scompare l'albuminuria e gli altri intorni e dopo 12 giorni si ha guarigione completa. O .i\ . o III. G ... l\I .. ., di Luigi, di anni 17, cugina dei P ... st1accennati, abita una casa attigua alla loro ed è stata a contatto con ssi, m entr e erano malati. Ha avuto la scar· lattina nel 1903. Il 3 di settembre si ma· nifesta anche in lei la febbre; indi edema nella. faccia urina scarsa, gia.llo-scura e albuminuria. Non presenta disturbi a carico dei p olmoni, nè del cuore, n è dei visceri a<ldominali. Mucosa della bocca e della gola sn.na. Durata della malattia 18 giorni: esito in guarigione. C..\. o IV. - ... T ... di l\1ariano di anni 19. La. visito il 12 ottobr e e mi narra che da circa una settimana si è accorta di un leg· p:iero gonfiore al viso e alle gambe; du· rnnte q nesto tPmpo n ella notte si sentiva affannata. Il giorno 11 aveva avuto forte cefalalgia, e la mattina del 12, vomito; nPlla era di nuovo dolor di capo. Organi toracici P addominali sani ; nulla a c a1~ico (=20)

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pelle; esame della faringe negativo;. urina ricca di albumina (2. 5 °/ 00) ; temperatura 37°. 6 C. Nella notte del 13 si ha febbre abbastanza fortEl, annunziata da in· tenso br·ivido; febbre che persiste nella mattina del 14 (38°. 5). Dopo tre giorni di cura scomparve l'edema al viso e alle gambe; il 18, nell'urina non c'era più albumina e· s'iniziò la convalescenza. CASO V. - S .. . F ... , in C... , di anni 28, mi si fa vedere 1'11 ottobre e mi racconta. di aver avuto, fin dai primi del mese, dolori generali reumatoidi, indi dispnea e gastralgia. Prende un purgante ed emette alcuni ascaridi. La sera del 13 ritornò intensa la dispnea, con vomito e dolore al· l'epigastrio. Nulla a carico degli organi del petto; temperatura 38° C. ; edema al ,,..iso ;. faringe sana; urina scarsa, giallo·scura; al... bumina 2 °/ 00 • La dispnea migliorò in seguito a un salasso; l'albuminuria andò scemando gradatamente, finchè il 24 non ven'era più traccia, e con essa cessò ogni manifestazione del male. CASO VI. - P ....... P ....... di Giuseppe di • anni 6. Fin dal 6 di ottobre, la madre si acco1·se, che gli si era manifestato un T~ggiero gonfiore alle pn.lpebre. Dopo 10 giorni son chiamato e trovo il fanciullo con no· tevole edE\ma al viso, agli arti inferiori,. allo scroto; è dispnoico. Temperatura 37.5 nella mattin~, e 38.5 nelle ore vespertine; urina scarsa e scura ; albumina 5 °/00 • Iniziata la cura con la dieta lattea e con frizioni della ct1te di tutto il corpo, con. olio caldo e avvolgimento in coltri di lana,. dopo due settimane si ha guarigione completa. CASO VII. - P ..... N..... di Venanzio, di anni 8, è nipote della 0....... T....... (n. 4) .. Cominciò ad ammalarsi il 9 di ottobre, con edema alle palpebre, al quale dalla famiglia. non fu data importanza. Nella notte del 12 ebbe forte cefalalgia.. Lo visito la mattina del 13 e lo trovo con dispnea e con la faccia edematosa. Organi toracici e addominali, sani; nulla a carice> della gola ; temperatura 37 .5; urina scarsa e scu1·a, contenente una rilevante quantità. di alb11mina. Solite cure. Dopo una quindicina di giorni, guarigione perfetta. CA.so VIII. - 0 ....... T ....... di Francesco,. di anni 6. Il giorno 10 ottobre, le si manifestò gonfiore al viso e una leggi era dispnea: temperatura di poco superiore alla normale. Nulla a carico del petto, dell'addome e della faringe; urine non me>lto scarse, di color giallo carico, ricche di albumina (3 ° 00 ): diarrea. Durata della ma· lattia, due settimane e mezzo: esito in gua• • r1g1one.

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SEZIONE PRATICA

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CASO IX. - F ..... G ..... di Pio, di anni 4 lo visito il 2 di novembre e lo trovo co~ anasarca generale e grave edema polmo· nale: nell'urina grande quantità di albumina . Era ammalato dal 20 ottobre con febbre leggiera, edema al vis.o e cef alalgia : urina scarsa. Da questi fatti la famiglia arguisce che la malattia è identica a quella del P ..... P ....... (n. 6) che abita una casa vicina, e s?mbrandole non pericolosa, non si dà pen· siero alcuno di chiamare il medico, se non quan~o,. per. ~~ncanza ?i ogni cura e per errori dietet1c1, 11 male s1 aggravò. Il giorno -seguente, 3 novembre, il bambino morì. CASO X. - V ..... A ..... di Pietro, di anni· 10, ammala il 25 novembre con febbre, dolore al c:.apo edema al viso e alle <Yambe oliguria e albuminuria. L'esame delle fauci e degli organi toracici e addominali nulla rivel:1' a .carico. d.i essi. Cure solite: dopo 12 g1orn1, guar1g1one. Tutti gli altri casi si manifestarono, presso .a poco, co11 i medesimi caratteri, in modo da dare alla malattia una sola fisonomia . Era sempre il medesimo q11adro: edema al ' ""iso, che in alcuni si generalizzò; inoltre ~efalalgia e vomito, nella maggior parte; temperature febbrili moclerate u1·ine scarse ' ' ." l)lll o meno ricche di albumina, in tutti. E su questi sintomi è facile fon dare la dia· gnosi di nefrite acuta, senza pericolo d'in· correre in errore, non essendovi altra le· sione al di fuori di quella renale, che dia la sindrome fenomenologica accennata. Stabilito ciò, la questione più importante che si presenta è quella cli sapere se nei casi ora descritti, avevasi a fare con una nefrite cosidetta idiopatica o con una ne· frite secondaria. Noi sappiamo che la infiammazione del parenchima 1·enale può associarsi o tener diet1·0 a q11asi tl1tte le malattie infettive per il fatto, che tanto i germi viventi, quanto' le tossine da essi el~borate, circolanti nel sangue, vengono, in gran parte, eliminati per la via dei reni, sopra i cui epiteli fi· niscono coll'esplicare una influenza nociva. Ed è così che, con di versa frequenza si può avere la nefrite nell'ileotifo, nella dif feria, polmo1zife, scarlattir:,,a, nel reumatis1no articolare aczito morbillo, vaizzolo, nella 7·0-

solia, va1·icella, febbre ricorrente, m(jftingite epidemica, in certe angine, nella f ebbre ghian· dolare del PFEIIì'FER7 nell'erisipela, ecc. ecc.

Ora è facile escl11dere dai fattori delìe nefriti, da me osservate, qualsiasi influenza da parte delle malattie qui enumerate. In queste, l~ nefrite si manifesta in un periodo più o meno avanzato della mala.ttia, dopo che i .virus specifici, nel passaggio attraverso i reni, abbia® avuto il tempo di determinare le lesioni flogistiche e dopo che il quadro della malattia principale siasi svolto, ordinariamente, in maniera così ,.completa da non dar luogo a dubbi sulla esattezza della diagnosi. Quando poi la nefrite non rappresenta che una successione morbosa, allora non è difficile raccogliere dei fatti, i ql1ali facciano risalire alla con· statazione di una malattia pregressa, tan tò più che la flogosi renale, se è la conse· guenza di 1wa malattia infettiva qualsiasi. segue, di solito, ai casi più gravi di essa, cosicchè è impossibile che una malattia 1 seria passi del tutto inav,Tertita. Ora nes· suno dei nefritici in parola presentò mai alcun sintoma il quale, non di co potesse avvalorare, ma neppure far nascere il sospetto, che, dietro il quadro della lesione renale si nascondesse un'altra malattia che ne fosse la causa, come pure l 'essersi ' 1oa· nifestati i segni della nefr·ite in tutti i malati mentre erano in condizioni di completo benessere, fa esclude1·e, nel modo più assol11to, che essa J otesse rappresentare lo strascico di una infezione precedente. Qualche volta un germe infettivo, specifico cli una malattia generale, può localiz· zarsi di primo acchito nei reni , e piuttosto che alle ordinarie manifestazioni, dai~ luogo a una infiammazione renale, per esempio, il 11efrotifo. Ma questa infezione tifica ini· ziatasi in forma di nefrite non rimane così p er tutta la sua durata; soppravvengono. più o meno presto, dei fenomeni. al cui lume viene completamente riscbia1·ata la natura dell'affezione. ~la basta dare uno sgl1ardo all'anòamento delle nefriti da m e descritte, per pers11adersi che il sospetto di n efro tifo è destituito di qualsiasi fon· damento. Non rimane ora che risolvere la que· stione, che ha la maggiore impo1~tanza se i miei casi di nefrite non rap p 1~esentino altro che forme rudimentali miti di scar(21)

......


54

IL POLICLINICO

[ANNO

XI,

F.A.SC.

2J

I

lattina. Queste, così son tratteggiate dallo un'epidemia di scarlattina, molto graver cominciava con un simile caso, decorso. 8TR1tMPELL: « Alle miti forme rudimentali, nelle quali la malattia non si sviluppa senza esalttema, e con esito rapidamentecompletamente, appar~tengono i casi di an- letale: in tln altro caso, un bambino di sei gina semplice senza esante~a evidente o mesi ammalò con \romito, alta febbre , coneon e san tema leggierissimo e parziale (scar· vulsioni e morì assai presto: dopo ql1attro latina si1ze e.x:antJzemate). Tal\rolta l'angina giorni il fratello ammalò di scarlattina. medesima è poco manifesta e non vi è che Una volta alla malattia di due bambini una febbre leggiera e di breve durata con precedè un'angina molto in tensa del padre disturbi generali di poco conto. Questi casi senza che si osservasse traccia di esanpossono essere chiamati di scarlattina sol- tema. Ho curato di n,ngina difterica dt1e tanto quando i:>ossono essere messi in rap· bambini della stessa famiglia, senza traccia po1·to etiologico con altri casi certi della di esantema; in uno di essi seguì nefrite .. stessa malattia. Talvolta una diagnosi è . Dopo alcuni giorni, il te1~Z(l bambino ammalò resa probabile non solo perchè più tardi di scarlattina con esantema copioso » ( 1).. Tutto ciò chiaramente dimostraJ che il appare una desql1amazio11e, spesso tenue, ma evirlente, della pelle, ma anche sopra· virus scarlattinoso può bensì dare luogo a, tutto dal fatto che ai 'casi leg,r;e1~i ssimi di forme leggiere e oscure della malattia, in questa specie, più tardi, pziò associa1·si zina alcuni casi, ma contem1Joraueamente o su· 1zefrite aczzta » (1). E così anche nei casi bito dopo · si avranno sempre e in prevacli scarlattina rudimentale senza esantema lenza delle manifestazioni tipiche di essa, non mancherà quasi mai un'angina più o le quali non lasciano alct1n dl1bbio sulla meno intensa, che invece non si manifestò interpretazione delle prime. E questo è un in nessuno dei nefritici da me osservati, fatto abbastanza comune; ma nessuno ha mai come pure non si verificò la più piccola osser"'\rato fino.t~a una epidemia di scarlattip.a desquamazione della pelle, la quale spesso unicamente di forme rudimentali; un'epi- · tenzie, 1na eviclente, appare più tardi, anche demia, nella quale la malattia. spoglian· nei casi così leggieri, nei quali l'a1zgina dosi di tutti i suoi caratteri più importanti,. 1;zedesima è poco 11zanijesta e i disturbi ge- ne conservi uno solo - la complicazionenerali sono di poco conto. r enale; e questo costantemente in tutti i )la non bisogna di men ti care chf' questi casi. senza che, in mezzo a siffatte forme casi di scarlattina rudimentale si osservano frzlstes, neppure uno .ae ap1)arisca con solamente dura11te una epide mia, e allora, qualche nota propria della malattia clasaccanto ai quadri classici della malattia, sica; fatto questo, che non 11a riscontro si ,riscontrano talvolta quelle forme appena nella storia di nessuna epidemia, e già a abbozzate, la cui cliagnosi esatta sarebbe p1'iori dovrebbe parere non pure strano, ma impossibile senza il criterio della epidemia impossibile. dominante. « Io ho veduto. dice lo STRUM· Poichè le modalità, che una malattia. PELL di tali casi ((li scarlattina frzista) sopresenta, se in parte son dovute alla dive1•sa. v-ratt1tto quando nelle sale p ediatriéhe del. vi1·ulenza dell'agente patogeno e a condil'ospedale si era manifestata la scarlat- zioni speeiali di tempo e di luogo, in parte tina » (2). E il BAGINSKI l'iferisce splendidi certamente devono attribui1'si alla varietà esempi, che credo opportuno riportare qui dei terreni ricettatori clell'aigente stesso,. lJer intero. « È certo, eo-li dice ' ed io meagl'individui, i cui tessuti offrono una re· o . desimo l'ho osservato molte volte, che du· sistenza dive1·sa ali attacco dei microrga-• • i·ante una epiclemia di scarlattina, si sono n1sm1. s,.. ilu1lpate angine con nefrite consecutiva, E questa varietà essendo il risultato del evidentemente sotto l'influenza del contagio, concorso di numerose circostanze {ereditasenza che siasi mai osservato lln esantema; rietà, genere di vita, ambiente, malattie (1)

TRùMPELL . (2) STRtr.rtrPELL.

(22)

Trattato <.l i Pat. Spec. medica. 1. cit.

(1) bini.

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Trattato ùelle malattie dei bam-


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SEZIONE PRATICA

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pregresse, ecc), mal si concepisce la possi· SKI, hanno descritto casi di nefrite acuta bilità di riscontrare, in una epidemia, tutti primaria nei bambini, prodotta da microri colpiti, nesst1no eccettuato, nelle identiche ganismi (1). condizioni di organizzazione, di maniera Di no~ poca importanza sarebbe il ricoche, alla invasione di un virus, così vario noscere la porta d'ingresso nel nostro or· nelle sue manifestazioni, come è quello ganismo di . . questi germi, che poi vanno a della scarlattina, essi reagiscano, i11 modo ledere i reni, ma nelle mie osser·vazioni uniforme, presentando un solo fenomeno, non riuscii a trovarla, non ostante le inil quale possa mettersi in rapporto con dagini fatte, specialmente su la mucosa faringea, la q11ale non presentò mai altequesta malattia; fenomeno, che in fondo, non è certo il più frequente a verificarsi razioni di sorta, a meno che esse non f os• sero state così lievi da sfuggire facilmente in essa. Si sa infatti che la complicazione a ca- all'esame. Che questa nefrite acuta batterica, qualrico dei r eni nella scarlattina, pu1~ oscillando entro limiti amplissimi, a seconda che volta possa avere una diffusione epi· clell'epidemie, non è stata mai riscontrata demica, i casi da me osservati e ora rife· che in un certo numero di casi. Così BAR· riti lo dimostrano pienamente, confer· mando le osservazioni del FIESSINGER; TELS , in una prima epidemia, su 180 casi di scarlattina, ebbe 22 nefriti; in una se- anzi, per quanto riguarda la indipendenza conda, su 180 malati, la nefrite si osservò dello sviluppo della epidemia dalla scar· 13 ' olte, mentre in altre. epidemie questa lattina, oso dire che essi siano più dimocomplicazione si è presentata nella propor· strativi di quelli del citato auto1·e; poichè, zione dell' 1 per cento (1). Invece, nei miei mentre alla epidemia di nefriti da esso casi, la proporzione sarebbe stata del 100 descritta aveva preceduto di u11 anno a1)· p er 100, se si fosse trattato di scarlattina: pena quella di scarlattina, questa, in Rocca e ciò in una piccola epidemia di 20 malati, , di Papa, c'era stata cinque anni prima con andamento piuttosto b enigno dell'affe· della manifestazione delle n efriti, ossia nel zione, e in una stagione, durante la quale 1893, cosicchè l'ambiente poteva dirsi linon si poteva certo invocare l'intervento bero dai germi di essa, come ha continua.to del frPdclo, ch e generalmente è ritenuto a mantenersi tale fino ad oggi, cioè c"!opo come una delle cause, che favoriscono lo dieci anni. Le ragioni poi, per le quali la nefrite sviluppo clella n efrite scarlattinosa. Queste brevi considerazioni cr edo che microbicà acuta diventa talora epidemica. siano più che sufficienti a dimostrare che sfuggono tuttavia. nella i)roduzione della epidemia di n efrite Rocca di Papa (Roma), lt1glio 1903. da m e rl escritta, sia stata completam~nte (1) BAGINSKI. 1. cit. estranea la scarlattina, come altre malattie inf etti,"e generali; e rimosso così ogni Manuale dell'igienista ad uso dubbio che tali nefriti potessero essere • • d egli ufficiali sanitari, medici state secondarie e consecutive ad altr·e provinciali, ingegneri, chimici, veterinari, igieinfezioni, a me sembra si possa stabilire nis ti, llffici e laboratori d'igie11e, con la collaborazione dei professori : O. Oasagrandi, A. Scala, esser~si trattato di una epidemia di nefrite I. N osotti, D. Spataro, T. Gualdi, C. Fradella. acuta cosidetta idiopatica, alla cui etiologia, 2a edi~ione del Manuale dell'Ufficiale Sanitario. alcuni anni or sono ab bastanza oscura, è VoLUME I: Microscopia - Pro,ozoologia • Battestata portata molta luce dagli studi batte- riologia - Chimica applicata all'igiene - Ispezione rioloe;ici, cosicchè ora si ritiene che sia di delle carni e del latte. · VoLUME II: Epidemiologia generale e speciale origine microbica, come hanno dimostrato Ingegneria sanitaria - Propedeutica dell'Ufficiale saLETZERICH, MIRCOLI, TIZZONI, per tacere di nitario. ' altri, i quali, siccome accenna il BAGIN· Due volumi in 8° di circa 900 pagine ciascuno, complessivaI!.lente L. 82. Dirigere richieste alla Società Editrice Dante (1) Zr~MSSEN. Enciclop. medica. Aligliieri, Ronia, via dei Prefetti, 15. 1

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[ANNO

IL POLIOLINIOO

XI,

FA.SO.

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I rono subito dopo il parto o nei primi giorni di NOTE DI MEDICINA. SCIENTIFICA puerperio, e di ciò va tenl1to calcolo nell'inter· Ricercl1e del contenuto in ferro del sangue delle gravide~ delle puerpere e dei neonati in condizioni no1·mali e patologiche. Al recente congresso di ostetriC'ia e ginecologia di Firenze il dott. E. ALFIERI ha fatto la seguente importante comunicazione : L' .A. ha dosato col metodo di J OLLES il ferro ematico clelle donne fuori e clurante la gravidanza e il puerperio, tanto in condizioni normali che patologiche; ed ha pure eseguito la stessa determinazione su buona parte dei baro.bini nati dalle donne prese jn esame (211 esami). Parallelamente a questa ricerca l' A. determi· na,ra il contenuto globulare ed emometrico dello stesso sangue, per studiare i rapporti esistenti fra i tre ' ralori così ottenuti. .F11ori di gra,ridanza s11 21 esami praticati si ebber o le seg11enti medie: Globuli rossi 4,619,000; Emoglobina 83°.6 ; Ferro 0 / 0 gin. 0.0420. Durante gli ultimi mesi di gravidanza (30 e· sami) si notò una diminuzione del ferro parallelamente a quella dei globuli rossi e della emo· globina : G . r. 4,069,500; Hb 71°.1: Fe 0 / 0 gm. 0.0367. Tale c1iminuzione si fa più spiccata nei primi giorni cli puerperio (16 esami): G. r. 3,814,400 · Hb 09°.6;• Fe 0 / 0 gm. 0.0338 p er poi risalire in seguito fino alla norma, rag· giungendo e superando spesso già alla. fine della prima settimana i valori ottenuti in gravidanza (22 esami): G. r. 4,128.900; Hb 76°.8; Fe 0 / 0 gm. 0.0396. In condizioni patologiche l' ""~· si limitò quasi e clt1si"'·amente allo stt1dio delle ane1nie complicanti la gl'avidanza e n e riporta 21 osservazioni con 31 esami. Egli distingue i casi osser,rati in <.liversi ()'ruppi a oconda dei caratteri ematolo· gici e clinici, e si offerma in particolare sulle anemie et tipo clorotico ed a tipo pernicioso pro· gre i vo, tenendo calcolo degli esami praticati prin1n cli ogni cura nel pri1110 p eriodo di puer· p orio (fino alla 5u giornata) ed al momento <.lelln <.limi ione d elle donne dall'Istituto. N otisi 1)erò che <.lclle forme pernicioso 5 su 11 mori-

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pretazi0ne delle roE-die. TIPO CLOROTICO.

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TIPO PERNICIOSO

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Prima di ogni e ura:

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G. r. 2,576,250 Hb 32°.2 Fe 0 / 0 gm. 0.0241

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Primo periodo di p11erperio: G. r. 2,~82,500 (?) Hb 31°.3 Fe 0 / 0 gm. 0.0224

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In magg.

Secondo periodo di puerperio : G . r. 2,965,830 Hb 35° Fe 0 / 0 gm. 0.0270

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2,1:12,800 38°.6 0.02695

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Risulta quindi anche nelle gravide e p11er· pere anemiche lo stesso comportamento del con· tenuto emoferrimetrico osservato in condizioni normali. Risulta inoltre che la dimint1zione del ferro ematico è in questi casi di regola propor· zionatamente minore a quella del ' ralore emo· metrico, e che tale sproporzione è maggiore per le forme perniciose che nelle clorotiche. Questo fatto che contraddice all'asserto di B4Ro e .l\'lELLET, e conferme invece alle più recenti ricerche di JoLLES, è probabilmente do· vuto alla presenza di ferro libero nel siero sangui~o, rile,rato in casi simili dallo stesso JOLLES. Il sangue dei neonati da donne sane e di quelli da donne anemiche diede le medie seguenti: •

NEONATI DA DONNE SANE. G. r. 6,022,450 ~ Hb > 120· Fe 0 / 0 gm. 0.0535.

NEONATI DA DONNE ANEl\CICII.E.

G. r. 5,665,000; Hb circa 120 : Fe 0.04966. La differenza fra il contenuto in Fe, del san· gue materno e fetale fu pei primi di gm. 0.0156, e pei secondi gm. 0.0260. Risulta quindi anche dall'esame emoferrimetrico la relativ;t indipen· denza della crasi sanguigna fetale da quella materna. I>all'insieme di tutte q11este ricerche appare la mancanza assoluta di un rapporto costante fra contenuto emoglobinico e ferrimetrico di uno stesso sang11e per quanto in genere all'at1· mento od alla dimin11zione del grado emometrico si accompagni di regola t1n aumento od una di·

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SEZIONE PRATICA

di ninuzione del ferro ematico, ma non di egual ler. ~rado, cioè conformemente a quanto avevano rilevato BIERNASKI, .A.LBER.TONI, JOLLES, JEL· 10 LINECK, RIVA·ROCCI. Questo fatto potrebbe in condizioni fisiologiche trovare spiegazione, o nell'esistenza nel sangue, t lato della emoglobina, di un'altra sostanza ~olorata priva di ferro, o di altre combinazioni li ferro incolore; oppure in variazioni fisiolo· ~iche del valore mometrico e del contenuto in ierro della emoglobina corrispondenti probabil· uente a diversi stati evolutivi di assa. In condizioni patologiche contribuirebbero a :naggiormente far variare tale rapporto la pre· ~enza di ferro nel siero (J OLLES) e di ferro li· ooro, non in combinazione albuminoidea, nel )Orpo stesso dei globuli rossi (LAZARUS).

Il fegato e la milza nella di§trozione dei corpuscoli i·ossi. ] · Nel Journal of physiology (XXIX, 352-368; ru• .el lfJ03) il dott. W. BAIN pubblica un suo lavoro ir· 0•

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dal quale risulta che, facendo cir· ~olare artificialmente nel fegato del gatto- o nella uilza del cane, con l'apparecchio di Brodie, una "erta quantità di sangue e determinando le mo· lificazioni in questo sangue avvenute, dopo una ·ircolazione di 2 ore, sotto una pressione di ~O mm. ùi mercurio, si trova che il fegato di· :;trugge i corpuscoli rossi, ma specialmente quelli Joveri di emoglobina, .p erchè la ricchezza in 3 moglob~na dei globuli rimanenti è più elevata Jhe prima dell'esperienza. Una parte dell'emo· globina liberata vien distrutta nel fegato e si nota una secrezione biliare ricca di pigmento. [l fegato si arricchisce in ferro durante la cir· 0olazione. Il si10 contenuto in ferro (ferro secco) pRssa dal 0.14 al O. 26 per cento. L'azione della milza è analoga, benchè più lebole, ed essa si esorcita principalmente sui ~lobuli bianchi, essendo affetti ~ più i polinu1leati. Come esperien'l-a di controllo l'.A.. mise in mo· vi.mento nell'apparecchio solo del sangue della medesima ori~ine, senza farlo passare psr gli ) rgani.

.Aumento riflesso della secrezione biliare per introduzione di acido nel duodeno-digiuno.

Nei Comptes rendas de l'Académie des Sciences CXXXVI, 701-703) il dott. C. FLEIG si occupa ' Jell'argomento. L'introduzione di acido nell'intestino provoca il deflusso della bile non solo per l 'azione di un · meccanismo umorale, ma anche per l'intervento . :li un meccanismo reflesso. l

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Il reflesso avrebbe per vie centripete i nervi mesenterici, per centro il plesso mesenterico superiore, celiaco ed epatico o semplicemente i gangli intraep~tici e per vie centrifughe delle vere fibre escretrici e non escretrici-vasomotrici.

r·&ATI eA pI\ oFEs sIoNAL E CA~UI~1J.'ll CA Peritonite tubercolare traumatica. LuCKE ha pubblicato sulla B erliner Kli1t. Woclt. (4 maggio 1903) una memoria sulla peritonite tubercolare traumatica, che crediamo utile riassu· mere. Per l'insorgenza della peritonite traumatica vi sono le seguenti tre possibilità: 1° Comparsa primaria della tubercolosi; 2° Acuto peggioramento di una antica tubercolosi delle sierose fino allora latente; 3° Infezione partente da altro or~ano tuber· coloso, per la via sanguigna o linfatica, o in seguito a diffusione per continuità. Nella letteratura sono descritti tre casi di tubercolosi primaria traumatica della pleura: un caso di tubercolosi traumatica del pericardio; nessun caso di affezione tubercolare del perito· ., neo, se si eccettui un caso dubbio del KRIES. La porta di entrata per la tubercolosi traumatioa del peritoneo può essere rappresentata dal sistema uro-genitale (tube); da esulcerazioni in· testinali ed affezioni tubercolari delle glandole linfatiche o delle ossa (colonna vertebrale). Il caso riferito dal LUOKE è il seguente: Un fanciullo di 12 anni, senza labe eredi· taria, che a 4 anni aveva avuto un ganglio sup· purato alla coscia, nel correre sul ghiaccio cadde, e un suo compagno inciampando sul suo corpo, gli si piombò addosso, colpendolo al ventre. Subito si presentarono forti dolori al ventre, e ben presto sintomi di una grave a.ffezione addo· minale. Il ventre si presentava enormemente gonfio, le vene delle pareti ventrali erano dilatate, alcune anse intestinali si disegna.v ano nettamente, palpazione poco sensibile, suono chiaro timpa· nico alla perc11ssione, le anse intestinali meteoriche non davano a notare alcun movimento peristaltico. Vomito bilioso, coprostasi, scadi· mento delle forze e dimagrimento. Do-po 15 giorni, laparotomia, che scopre una peritonite tuberco· l~re diffusa. Dopo 4 ore, morte. A.11' autopsia: si riscontra scrofolosi con degenerazione caseosa specialmente delle glandole linfatiche mesente· riche e mediastiniche, e lievi residui di un'an· (23)


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tica irritazione peritoneale sotto forma di ade· renze fibrose. Secondo le odierne conoscenze sul rapporto tra scrofolosi e tubercolosi, si dovrebbe ammettere che il trauma sia stato la causa della tuber· colosi addominale per opera dei bacilli tuber· colari virulenti, giacenti nelle glandole m ese11· teriche caseificate. Le ghia:tldole mediastiniche parimenti caseificate non hanno potuto influen· zare anche esse, perchè avrebbero dovuto tras· mettere l'infezione mercè una corrente linfatica retrograda. È anche possibile, ma molto impro· babile, che le anticl1e aderenze peritoneali abbiano avuto origine da una infezione specifica. Il reperto del caso riferito coincide esatta· mente coi dati del BAUMGART~1N, il quale dimo· strò sperimentalmente che lo s'riluppo dei noduli tubercolari comincia 3.4 giorni dopo l'invasione, al 10°-11° giorno esistono già evidenti fenomeni infiammatori, e al 12° giorno i tubercoli sono già completamente sviluppati. L'A. finalmente dice che, dal lato diagnostico, poteva pensarsi alla tubercolosi peritoneale per l'assenza dAlla peristalsi, sintomo che si riscontra spesso nella tubercolosi peritoneale; dal rapido decadimento delle forze e dal forte dimagri· mento, e dalla non sensibilità alla pressione del· l'addome. Contro la tuber colosi invece parlava l'anam· nesi e il ris ultato negativo dell'esame degli altri organi, specialmente dei polmoni.

I bacilli pseudotubercolari in un caso di grossa bronchiettasia. Nella B erliner kli1i. Woclt. (n. 29, 20 1uglio 1903\, il dott. R. ~1ILCHNER fa la storia molto istruttiva di un malato rilevando la possibile confu. sione del bacillo tubercolare vero col pseudotubercolare, confu.sione tanto più facile in quanto che si tratta di bacilli negli sputi. Nel caso dell' A. esistevano tutti i segni im· portanti della tubercolosi e solo l'inoculazione all'animale ha permesso di rettificare la diagnosi. Il malato aveva 52 anni; l'esame fisico, i sin· to1ni funzionali, le emottisi ripetute, tutto parla va per la tubercolosi; la presenza negli sputi di bacilli acido-resistenti simili nell'aspetto a quelli di Koch pareva confermare la diagnosi. Solo lo stato generale, rimasto buono per tutta la d11rata della malattia, infirmava alquanto la diagnosi stessa. La inoculazione degli sputi ad animali fu negativa. Dopo una nuova ed llltima emottisi, gli sputi che continuavano ad essere ricchissimi di ba· cilli, divennero fetidi, il che fece pensare alla dilatazione dei bronchi ed infatti all'autopsia ' ' i constatò 1ma enorme bronchiettasia. {26)

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L'esame macroscopico dei polmoni, come dei gangli peribronchiali, fatto con la massima cura, non rivelò la minima traccia di caseificazione e neppure di indurimento.

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Spondilosi rizomelica e tubercolosi. I dottori Pio e BOMBES DE VILLIERS nel Lyon M édical del 4 ottobre 1903 riferiscono due osserva· zioni di spondilosi rizomelica con autopsie. I due malati avevano presentato nettissima· mente il tipo clinico di questa affezione, descritta nel 1898 da MARIE e caratterizzata dalla rigi· dità della rachide, dalla fusione più o meno completa delle articolazioni coxo-femorali e scapolo-omerali. N 011 si trovava negli antecedenti di questi ma· lati alcuna causa infettiva o tossinfettiva che potesse essere l'origine delle loro artropatie ero· niche ; ma si constatavano lesioni di tubercolosi polmonare e la sierodiagnosi tubercolare era po· sitiva. Così gli A.A.. ravvicinano questi due fatti ad un'osservazione del PoNCET (Société 1néd. des Jiopi· tan.,y; de Paris, 10 luglio 1903) dove la spondilosi rizomelica era di natura tubercolare e li col.locano nel gruppo del reumatismo tubercolare, ricono· scendo d'altra parte e di non aver trovato fatti tubercolari nelle articolazioni anchilosate e di spiegarsi la sierodiagnosi positiva con le lesioni pulmonari senza provar nulla riguardo alle lesioni articolari. Queste osservazioni presentano ·un grande inte· resse. Dal reumatismo articolare acuto sono state distinte successivamente le diverse varietà di pseudoreumatismo infettivo. Sarà sènza dubbio lo stesso per i reumatismi cronici. I lavori di PONCET e dei suoi allievi permettono già di de· scrivere il reumatismo tubercolare anchilosante.

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Palpitazioni e tuberco1osi. Secondo CHAVIGNY i quattro quinti dei gio· vani soldati che vanno a consultare il medico militare per delle palpitazioni di cuore sono dei tubercolosi ignorati o misconosciuti.

APPUNIJ.ll DI 1J.lEI\APIA Cura dell'ulcero semplice, non complicato dello stomaco. Il prof. HAYEM ( Go1iconrs tnédicat 17ottobre1903) così formula questa cura, che deve essere applicata non appena stabilita od anche sospettata la diagnosi dell'ulcerazione. Il paziente deve essere tenuto in riposo, a l etto, e sottoposto ad una alimentazione legge·

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condo giorno 300; il terzo 350 e cosi di segl1ito rissima. Cominciare da un quarto di bicchiere di latte ogni due ore e continuare cosi per i . fino a 500 eme., dose quotidiana massima. L'uso della soluzione artificiale di Carlsbad quattro primi giorni. P er calmare l a sete, s0m· ministrare ogni giorno tre clisteri alimentari deve esser e protratto per circa un mese, non più: l'eccesso finirebbe per stancare. cosi composti : / Tale è il tr~ttamento tipo dell'ulcera semplice Acqua tiepida . . • . gm. 200 dello stomac~ . Applicato a lesioni recenti ed a Polvere di peptone sec~o . · . » 30 malati che non hanno avuto alcunf.t. cura ante· Tuorli d' uovo . • . . . » 2 riore, la sua efficacia è grande . Emulsionare ed iniettare nel r etto, dopo averlo Dura, in media. 70 giorni. svuotato con un primo clister e evacuatore alla glicerina. od all'olio di ricino. Cura dell~enterocolite muco-membranosa Al quarto giorno la quantità. Ji latte deve infantile. essere aumentata di mezzo bicchiere ogni due Alla Society fo r the Stz:idy o/ diseasP.s of Cliildren ore. A ll'ottavo giorno essa deve ra.ggiungere i il dott. GYFFARD ha comunicato il suo metodo di 3/ di bicchiere ed un bicchiere intero al dodi· 4 cura nell'enterocolite muco -membranosa infantile. cesimo. Poi, secondo lo stato delle funzioni di · La costipazione è la causa principale di questa gestive si debbono ravvicinare le prese di latte forma di enterite ; per combatterla i mezzi sono senza oltrepassare un bicchiere all'ora e tre litri numerosi: l'olio di ,.;c;1io adoperato a piccole dosi, al giorno. Se le digestioni sono tardi ve, si dia. cioè uno o d ue cucchiarini la mattina al risvéglio, del latte meno spesso ed in più quantità ogni dà eccellenti risultati. Si può farlo prendere me · volta. scolato a s ucco d'arancio, a caffè nero, a sciroppo In capo ad una ventina di giorni, quando il di menta. Si può anche darlo in capsl1le. Secondo malato non vomita e digerisce bene, si dimi· l'opinione generale è il niiglior lassativo : si può, nuisca la quantità di latte giungendo progressi· d'altronde, alternarlo con le polveri seguenti: vamente all'alimentazione sostanziale. Magnesia calcinata . • • Ecco quali sono gli alimenti dei quali si può Solfo lavato . . . . • • ana parti. permettere l'uso, per tappe successive. Cremor di tartaro . . . Zuppe al latte, chiare, al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Uova al guscio, brodi, latte È il miscuglio che prescriveva G. SÉE prima di ogni pasto alla dose di un cucchiarino. di gallina (brodo e tuorlo d'uovo), succo di carne, La podofilli1ia, la cascara sagrada, l'evo11,imi1ia crema, carni bianche, tener e e bollite, legumi possono determinare de' dolori : si associano alla allo staccio. Da ultimo, pane. L'irritazione gastrica sarà combattuta col sot· belladonna ed al giusquiamo : tonitrato di bismuto. Podofillina . . . . . centgm. 2 Prescrivere questo m edicamento, che costiEstratto di belladonna . )) 3 tuisce una vera medicazione della piaga stoma· Cascara sagrada . . . » 5-10 cale, ad alta dose e far prendere ogni g iorno : per una pillola da prender la sera. Sottonitrato di bismuto puro. . gm. 20 Le crisi dolorose che simulano le coliche epa· Acqua . . . . . . . . . » 100 tiche, nefritiche, l'appendicite, sono abitualmente seguite da una rivoluzione intestinale con espl1l· Agitare e prendere in una volta. Nelle circostanze ordinarie l'uso della mistura sione di scibale e di muco-membrane. Si ordinerà al bismuto durerà 13 giorni ; aggiungersi gli allora il riposo in letto, l'applicazione di co1npresse calde e, per uso interno, la bellado1ina ed il 1nentolo. impacchi umidi con compresse calde sull' epiMentolo . . . . . . . centgm. 20 gastrico. A lcool. . . . . . q. b. per sciogliere Rivolgersi quindi alla cura gastrica d ell'iper· Sciroppo semplice . . . . gm. 25 cloridria, che si realizza per mezzo dell'acqua Acqua. . . . . . . . . eme. 100 di Carlsbad artifici ale. Essa ha la formula se· guente: La codeina è anche un buon sedativo del dolore e non dà costipazione. MATHIEU préscrive: Acqua . . . • • • . gm. 1000 Solfato di soda • • • • « 3 Codeina . . . . . . . centgm. 20 Bicarbonato di soda. • • » 2 50 Acqua di lauro ceraso. . . gm. 25 Cloruro di sodio . . • • 1 Acqua distillata . . . . . » 75 Il malato deve prendere, in tre volte, a 25 Da t1no a cinque cucchiarini nelle 24 ore. minuti d'intervallo, il primo giorno 250 gm. di Ma l'indicazione essenziale è di pro~ocare l'e· questa acql1a, scaldata a bagno maria; il sespulsione delle muco-membrane con lavaggi o (27) ))

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IL POLICLINICO

purgativi dolci, giacchè questa è la causa dello spasmo doloroso. · Contro la costipazione anche il lavaggio dell'irttesti110 darà eccellenti resultati nelle forme più ac· centuate. Al primo la.vaggio si produce llil gran sollievo e se l'intestino non si sbarazza subito, fin dal primo giorno, del suo contenuto, i lavaggi se· guenti provocano una scarica di S<'ibale e di mu· comembrane. ~Ia questi lavaggi non possono essere dati quo· tidianamente per lungo tempo; si alterneranno coi grandi clisteri oleosi che, secondo FLEINER, sareb· bero il rimedio per eccellenza nei casi nei qt1ali esiste spasmo dell'intestino. FLEINER fa passare ±00-500 gm. d'olio nell'inte· stino di un adulto. La quantità sarà almeno della metà minore nel bambino. Il malato, coricato, si inclina dapprima a sinistra per far penetrare l'olio nella S iliaca., poi a destra perchè la penetra· zione abbia luogo quindi nelle altre parti dell'in· testino crasso. Secondo FLEINIDR, nella parte inferiore dell'inte· stino crasso l'olio protegge la mucosa contro le sci· bale indurite; nella parte superiore esso si scinde· rebbe in glicerina ed in acidi grassi ed acquiste· rebbo proprietà lassative. In ogni caso questi clisteri agiscono meraviglio· samente, ma hanno l'inconveniente di essere lun· ghissimi: mezzo litro di olio impiega quasi una mezz'ora per penetrare tutto.

Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene Ricerche metodiche delle sofisticazioni del pepe per 111ezzo del microscopio. Le numerose sofisticazioni del pepe e la di·v·ersità delle sostanze che in esso si possono rin· , ...enire, git1stificano pienamente il serio imbarazzo nel qua.le si trova sovente l'osservatore che vuole definire con sicurezza l'origine e la natura delle sostan ze in esame. COLLIN e V ILLIERs riasst1mono chiar a men te le indicazioni più utili per facilitare co!1 l'aiuto del microscopio l'identificazione dei saggi e giungere ad una determinazione µressochè esatta delle sofisticazioni più note. Ecco secondo gli AA. come bisogna procedere. L'o servatore comincerà anzitutto con l'esa· minare una, pol,rere di pepe dopo averla fatta macerare per circa 12 ore in una soluzione <tcquo ~i di cloralio all ·s per cento. Quando in seguito all'osservazione cli cinque o sei prepa· rati i sarà reso conto clella relativa proporzione dei cli,Y'ersi elementi del pepe in esame, allora (2 }

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I solo procederà all'esame del pepe sospetto e pre· \

viamente sottoposto alla suddetta macerazione. 1° Verifica1ido 11rella polvere sospetta u1i eccesso di amido, - se questo amido è più piccolo di quello del pepe, se è racchiuso in cellule fusiformi, e se a lato di queste cellule si rin· vengono delle cellule epispermiche brune, fusiformi, a pare ti spesse ed incurvate, delle cellule sclerosa brune a lume pt1ntiforme f3 delle cellule trasversali regolari, si concluderà per la presenza di cardamo1no. Se l'amido è in piccoli grani chiusi entro cel· lule poligonali allungate, se vicino a q11este cel· lule si osservano delle cellule epispermiche a p at'ete molto sinuosa e dei detriti di tegumenti con d elle lacune tondeggianti, vuol dire che c'è del gra1io saraceno o friimento nero. · Se l'amido è in grani molto voluminosi e striati concentricamente e se questi grani sono accompagnati da larghe cellule epidermiche a parete sottile e da trachee ben sviluppate o da vasi molto larghi, nella polvere ci saranno i residui

della preparazione della fecola di patate o delle spezie d' Alvernia. S e l'amido è in grani ovoidali molto grossi ed accompagnati da cellule sclerosa a parete me· diocremente spessa e dentellata a guisa di sega, vi sarà aggiunto del niiglio o dell'orzo. Se l'amido si presenta in grossi grani striati concentricamente e parallelamente, sotto forma di pera allungata o di bottiglia, e accompagnati da fibre, da grossi vasi raggiati e da cellule re· sinose, si sospetterà la presenza dei rizomi di ,qala1iga. 2° Verijican,do la prese1iza di 1tumerose cel· lnle sclere1iclii11iatose prive di 1nateria brii1iastra. - Se queste cellule sono molto irregolari nella loro forma e se sono tutte munite di pareti molto spesse e canalicolate, si potrà sospettare l'aggiunta di sansa di olive. Se queste cellule sono un poco più r egolari e se qualcuna di esse è provvista di pareti assai meno spesse e punteggiate, sarà un indizio della presenza· di gusci di 1ioce. Se qt1este cellule sono a pareti spesse e rag· giate, se hanno dimensioni ineguali e se le cel· lule epidermiche brune sono munite di peli mar· ginali conici, corti ed unicellulari, vi sarà ragione di sospettarè la presenza di glisci di nocciYole. 8° Verifìca11do la presenza di 1iumerose goc· cioline d'olio e1itro cellzile poligonali irregolari, edi detriti colorati di episper11ia, se questi ultimi sono ricoperti da una r ete a maglie esagonali, se pre· sentano una tinta bruno-scura, si concluderà per la presenza di mostarcla ttera. Se invece sono colorati in giallo-pallido, se sono r egolari ed accompagnati da cellule poli· •

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XI, F .A.SO. 2]

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gonali che presentano delle striature concentriche e da cellule poligonali più piccole, a pareti rifrangenti, piene di corpuscoli, vi sarà stata ag· giunta della 1tiostarda b;a1ica. Se vi sono detriti bruni, con strie molto larghe e sinuose, si tratterà di sansa di aracliidi o pi·

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stacclii di terra.

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Se sono colorati in bruno cupo ed accompa· gnati da ce1lule fusiformi rio.operte da lln lato con cellule rotondeggianti e dall'altro con cellule trasversali irregolari, vi sarà aggi11nta della sansa

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Se sono rotondi, finamente striati e accompa· gnati da grosse cellule parenchimatose a pareti molto spesse e sinuose, vi sarà aggiunta invece della sa1isa di canapa. 4° Verificar1ido la prese1iza di gruppi di cel· lnle regolari e punteggiate che delimitano degli ' stomi disposti irregolarmente, delle cellule a pa· lizzata. ed alcune cellule sclerosa a pareti me· diocremente spesse, vi saranno aggiunte foglie di lauro. 5° Ver;fica1ido la ]Jresenza di grosse ghia1i-

dole otricolari e cli piccole gliiandole unicellnlari d

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sopra dei frammentini di epiderma muniti di stomi disposti perpendicolarmente al tramezzo .~he Fiepara d11e cellule vicine, si rivelerà l'esi· stenza delle so1nfltità fiorite di labiate (ti1no, pe· .

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SEZIONE PRATICA

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po l 1110, ecc . . 6° Verificando la presen,za di grosse cellzile sclere1iclii11iatose e bernoccolute, a pareti niolto SJJesse e si1iuose, accompagnate da cellule con· tenenti una materia colorante rossa e da cellule sclerose a pa1·eti più E?ottili e sinuose, si conclu· derà per l'aggiunta di pepe di Caje1i 1ia. 7° Verificando la presenza siniultanea di iiu-

1nerose celli:ile sclerose intrecciate irt vario se1iso, di cellule ispessite e contenenti dei granuli di aleurone 0 dei cristalli a rosetta, si ri'\relerà l'ag· giunta di polvere di coriaiidolo. 8° Verifica1ido l' abbo1ida1iza di detriti forte1ne1tte colorati, di fibre molto spesse, di cellule sclerosa molto larghe, a pareti punteggiate e poco spesse, separate da grandi meati e la pre· senza di lunghi peli · marginali conici, uniseriati ~ pluricellulari, sarà permesso di sospettare l'ag· giunta di frant1:inii residuali di pepe. 9° L'abbondanza di cellule epidermiche, di

fibre spesse e di cristalli semplici od agglomerati rivelerà l'esistenza probabile di una polvere di scorze diverse. Oltre a tutte queste sofisticazioni di cui è fa · cile la constatazione e la determinazione mediante l 'aiuto del microscopio, si aggiungono poi di so· vente al pepe macinato numerose e svariate sosta1ize 1ni1ierali (solfato di Ba, carbo1iato di Ca, cro1nato di Pb, ecc.) finamente polverizzate. Il

microscopio, in questi casi, serve a poco, poichè solo con speciali e adatti processi chimici ci 6 permesso di svelare l'aggiunta di polveri mi· nerali. A. B . •

BIBLIOGRAFIA ITALIANA Medicina. LucrBELLI GrqsEPPE. - Intorno alla genesi del murmure vescicolare. Nota di semeiotica me- dica. - Napoli, Estr. dalla Nuova Rivista Clinica-terapeutica, 1903. CATTANEO G. e F.ERRARI 1\iI. - Nota sui rap· porti fra resistenza delle emazie ed emolisi. Estr. dai Rendiconti della .Assoc. medico-chi· rurgica di Parma, 1903. GENNARI DEPLANO G. - Tetano ed acido fenico - Contributo alla cura Baccelli. - Mi· lano, Estr. dalla Gazz. degli Ospedali, 1903.

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA Atti uf'ficiali.

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[ANNO XI, F ASC. 2]

IL POLICLINICO

CASTELVOLTURNO. Lice11,zia1nen,to del lltedico condotto dott. Gapitelli. - Il dott. Giovanni Capitelli ha ricorso al Governo del Re contro le deliberazioni 17 dicembre 1897 e 30 maggio 1898 del Consiglio comunale di Castelvolturno, con le quali il ricorrente era, per fine di capitolazione, licenziato dall'ufficio di medico chirurgo condotto, e veniva disposta l'apertura del concorso per la nomina del successore. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso che il ricorso del dott. Capitelli è da dichiararsi irricevibile, con recente sovrano provvedimento si è provveduto di conformità. POMARANCE. Spese p er provvedi11ie1iti profilattici co1itro la d1fterite. - Il Sindaco di Pomarance, debitamente autorizzato dal Consiglio comunale, ha ricorso contro il provveclimento preso dal Ministero dell'interno di non concedere a quel Comune ulteriori soccorsi per le spese sostenute nel combattere la epidemia di difterite colà vArificatasi, ritenendosi sufficiente quello di L. 500 già concessogli ed in vista della tenuità dei fondi all'uopo stanziati in bilancio. Il Consiglio di Stato nell'adunanza generale del 10 a.1tdante mese, avendo espresso avviso cho i motivi sui quali il Co~une ricorrente ba· sava il suo diritto ad un sussidio più ampio, non abbiano giuridico fondamento, il ricorso stesso è stato respinto. ALLISTE. Servizio sanitario. - È stato accolto il ricorso prodotto dal comune di Alliste per l annullamento della decisione 19 giugno scorso clella Giunta provinciale amministrativa di Lecce, che provvedeva d'ufficio alla istituzione di un secondo posto di medico condotto. BANNARI USELLUS. - Paga11-ie1tto di stipe1tdio al 11tedico condotto. - Il comune di Bannari Usellus ha ricorso contro la decisione 30 dicembre 1902 della Giunta provinciale amministrati va di Cagliari, che, previa dichiarazione di obbligatorietà della r elativa spesa, ordinava al Comune ricorrente di rinnovare, entro il termine·di g iorni 10, il mandato n. 40, pel pagamento di L. 580 a favore del dott. ~Iancosu Federico. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso cho l'in1pugnata clecisione della Giunta provin· ciale amministrativa è illegittima, con recente so-vrano provvedimento la decisione stessa è stata revocata. BARRA. Medico cll;rurgo condotto. - Il dottor Gi11seppe Ascione, medico chirw·go conclotto (30)

nel comune di Barra, ha ricorso in via gerarchica contro il decreto 6 marzo 1903 del pre· fetto di Napoli, che dichiarava priva di effetto la deliberazione 9 dicembre 1901 del Consiglio comunale di detto Comune, portando la sospen· sione del medico ricorrente dalle funzioni e dallo stipendio per la durata di un mese, ed applicava al medico stesso il provvedimento di· sciplinare della censura. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso che il provvedimento prefettizio è viziato di incompetenza, con recente decreto reale è stato in ogni sua parte revocato. MOSCHIANO. Organico della co1idotta 11tedica. Sn conforme parere del Consiglio di Stato è stato accolto il ricorso prodotto dal sindaco di Moschiano contro la decisione 26 giugno 1903 della Giunta provinciale amministrativa di Avel· lino, che sopprimeva d'ufficio il secondo posto di medico condotto di qt1el Comune.

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SEZIONE PRATICA

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

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(2814:) Sig. dott. V. G. da V. - Non avendo otuto ripartire nello stesso giorno, ha diritto l0ll· nche ad un'altra giornata di indennità, .calco• u e tta in altre vacazioni, essendosi tale maggiore ed npiego di tempo r eso necessario per l'entità di. el lavoro e per r estit11irsi in residenza. - J;a istinzione fra periti di 1 a e di 2a cate oria, si iso iferisoe alla professione eh~ Essi esercitano in di elazione al fatto, che sono chiamati ad ~sami­ ato are e discutere. · (2815) Sig. dott. S . .A. da C. Se il Comune, ome Ella dice, eccede la sovrimposta, oltre alapprovazione della G. P. A . sul deliberato au· • I e l ento di stipendio occorre anche il previo padi !03 ere del Consiglio sanitario provinciale, per onstatare se l'aumento stesso risulta proporzioel· .ale all'accresciuto numero delle ~amiglie podi ·ere. La G. P. A. può non approvare l'au1ento. Ella in tal caso ha diritto di ricorrer e l Governo del Re, cioè, al Ministero d ell'In3rno nel termine di giorni 30 dalla notifica. ;a Giunta provinciale amminist;ativa può ben ancellare l'assegno stanziato in bilancio pel 1edico necroscopo, dal momento che tale ser• izio è affidato per contratto all'ufficiale sani1rio. Quando tal funzionario ha assunto l'obligo di eseg11ire anche tale servizio, non ba .i.ritto a speciale compenso.Non è possibile ad.u rre che il r egolamento d'igiene è entrato in ·igore dopo la di L ei assunzione in servizio, ·iacchè Ella avendolo accettato d eve subirne utte le conseg11enze; trattavasi, del resto, di isposizioni generali ch e non consentivano op•osizioni nell'interesse privato. Forse quella diposizione non avrebbe dovuto, a stretto rigore, sser compresa nel regolamento, ma dal mo1ento che vi è ed è stata approvata, deve esere rispettata, n è è possibile promuoverne, ora, èlnnullamento. Tutta la famiglia d el professore eve, come ab bi ente, pagare le visite mediche, ompresi a.nch e i figliuoli del prin10 letto, che, or effotto delle seconde nozze d ella madre for1ano una famiglia t-iola con quella del parigno. Doctor J USTITIA. I

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a) Interessi fra medici e privati. Esercizio abusivo professionale ; b) Questione sanitaria comunale ; e) Questione ospitaliera; d) Assistenza sanitaria p8r parte della Congregazione di ca:rità e di altre Opere pie. E, finalmente, deliberava un voto di biasimo per il tenore di una circolare inviata di recenté ai medici da un Istituto di cura della capitale. ROMA. - S tante le tristi condizioni clel servizio sanitario, nella Palude Pontina, i lavoratori della quale si trovano non di rado nella impossibilità di chiamare il medico chirurgo del Comune sul cui territorio si trovano, per far cessare un cosi grave inconveniente, l'Ufficio medico provinciale ha opportunamente pensato ad istituire delle condotte sanitarie r esidenti nella Palude stessa, condotte che fra breve in· cominceranno a funzionare regolarmente, grazie al valido appoggio di alcuni benefici e g enerosi proprietari. La Prefettura della nostra Provincia che, istituendo le nuove condotte ha pensato a garantjre ai lavoratori della terra l'opera benefica del medico nella Palude Pontina, sta provvedendo perchè, in tutti gli altri Comuni della r egione stessa il servizio m edico-chirurgico venga esteso, indistintamente, a tutti quanti gli abitanti della campagna, esonerandoli dall'obbligo di dover provveder e la cavalcatura al medico e di pa· gare a questo la sua visita. · R OMA. - Con decreto dei ministri d el tesoro, i1iteri11t delle finanze, e del ministro d~ll'interno, il prezzo del bisolfato di chinino, che lo Stato venderà ai Comuni ed alle Congregazioni di carità delle zone malariche, per la gratuita somministrazione da farsi ai poveri, è stato ridotto, dal 1° marzo 1904, da centesimi 8 a centesimi 6 al grammo per 5 tavolette compresse di 20 c~n ti grammi ciasclma. Ro:r.rA. - In seguito alle inondazioni del Piave ed al p ericolo di un aumento d ella pellagra il Ministero dell'interno - Direzione generale della sanità pubblica - a fine di scongiurare il terribile flagello ha concesso un sussidio di lire 300 al comune di Torre di ~!osto in provincia di Venezia da impiegarsi pel funzionamento di qualche istituto curativo della detta malattia. ROMA. - Il Consiglio Superiore di Sanita si è adunato oggi, 8 gennaio, in seduta plenaria sotto la presidenza dell' on. Guido Baccelli. Si è iniziata la discussione sul progetto di Re· golamento per l'esecuzione della legge sulle case popolari; discussione che stante l'ora tarda è stata rinviata a domani.

.Romine, promozioni, onorlftoenze.

NOTIZIE DIVERSE ROMA. - Il Consiglio direttivo dell'Associaione medica romana, n ella sua seduta del 5 ennaio deliberava: 1° Di spedire una circolare a tutti i soci, afnchè si affrettino ad inscriversi nell'Ordine dei Ledici, secondo le norme stabilite. 2° D procedere alla nomina di quattro membri, icaricati di ·s tudiare i seguenti temi : •

Il cav. uff. avv. Adolfo. Cotta, primo segretario al Ministero dell'interno, è stato nominato ufficiale della Legion d'onore per la parte importante da lui presa alla conferenza sanitaria internazionale di Parigi nella sua qualità di del egato italiano aggiunto. Il dott. cav. Pasquale Vincenti, medi co di porto di 1a classe, collocato in aspettativa per motivi di salute, è stato ~ichiamato in servizio a datare dal 16 dicembre 1903, essendo cessate le cause che avevano determinato quel provvedimento. (31)


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IL POLICLINICO

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Concorsi e condotte.

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SAN DANIELE NEL FRIULI. - Ooncorso per la nomina di un medico-chirurgo ostetrico col· l'obbligo dell'assistenza . gr~tuit,a ai poveri. Po: polazione 6500. Sti:J:>en~10 lire 2000 al net~o :di ricchezza mobile, più 1 annuo assegno del c1VJco ospedale. Età non maggiore di anni 40. Ter· mine per la presentazione dei documenti 31 gen· naio 1904. L'eletto dovrà assumere . il servizio entro 20 giorni dalla partecipazione di nomina. Richiedesi prevalenza in chirurgia. Per mag· giori schiarimenti ed informazioni rivolgersi alla segreteria comunale. CITTIGLIO (Co1no). - Il 15 gennaio corrente si chiuderà il concorso bandito per il posto di medico-chirurgo di questo Ospedal{:1 L11vini, re· tribuito con l'annuo stipendio di lire 2000 oltre l'alloggio. I candidati non debbono avere età maggiore di 40 anni. MILANO. - Dal Ministro della pubblica istru· zione è stato aperto il concorso, per titoli, al posto di medico 1° assistente presso la r egia scuola ostetrica pareggiata di Milano. Lo stipendio è di lire 1500 a.n nue, oltre all'al· loggio, con obbligo di residenza nell'Istituto .. La nomina sarà biennale, e potrà essere rm· novata di triennio in triennio. La domanda (in carta bollata da cent. 60) ed i titoli dovranno essere presentati al direttore dolla scuola ostetrica di Milano non più tardi del 15 gennaio 1904.

Indice alfabetico analitico del presente numero. Acido ippurico (I risultati di determinazioni di - - io soggetti malati di reni). - Rempicci e Liverziani . . . Pag. Acloridria (Un caso di). - Curio • • • » Aggll1tinine (Nuove conoscenze sulle). Angelici . . . . • . . • . . . » An1ministrazione sanitaria . . . . » Anestesia discontinua nella chirurgia gas tro-intestinale (Oell'). - Goullioud . » Appendicite complicata a gravidanza estrauterina. - T èmoin . . . . . • . » Appendicite tifosa (Intervento chirurgico per). - Gaudiani . . . • . . . » Aria nelle vene (L'entrata dell' - - nel corso delle operazioni ginecologiche). - Delore . . . • . • . . . . » Arteria epatica propria (Il prin10 caso di allacciatura dell' - - - , praticata per aneurisma e con successo). - Kehr . » Bacilli pseudotubercolari in un caso di grossa bronchiectasia (I). - Milchner . » Bigli ografia italiana. . . . • • . • » C~lomelano (Sull'assorbimento dcl applicato per via epidermica nel trattamento della sifilide). - Manicardi . . » Cancri multipli successivi su uno stesso malato. - Mondot . . . . . . . » Castrazione utero-ovarica per cancro inoperabile della mammella - Reynés . . » Commemorazione del prof. L. Bertini. Mazzoni . . . • . . . • • • • » Concorsi e condotte. . . • . . . . » Dia bete bronzino. - Parker . • • . • » Enterocolite muco-membranosa infantile (Cura dell'). - Giffard • . . • . . » Roma, 1004 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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Febbri sifilitiche (tipi essenziali di). Casarini • . . . • • . . • • . Pag. Fegato e la milza nella distruzione dei corpuscoli rossi (Il). - Bain. . • . » Fegato (Resezione del lobo sinistro del per endotelioma). - ~Iazzoni • • • >> Ferro del sangue delle gravide, delle puerpere e dei neonati in condizioni normali e patologiche (Ricercl1e del contenuto in). - Alfieri . . . . . . » Fistole biliari consecutive a colecisto stomia (Processo operativo per la cura é:lelle). - Chibret . . . . . • . . » Gastrostomia (Nuovo processo di). D epage • • . . . . . . . . . » Glomerulite produttiva epiteliale. - Fichera e Scaffidi . . . . . . • • » Leucocitosi nelle contusioni e ferite dell'addo1ne (Ricerche sperimentali sulla). Cazin . . . . • . . . . . • . » Meteorismo (Spostamento del fegato e degli organi toracici nel - ; loro importanza diagnostica e terapeutica) Oppenheim . . . • . . . • . • " Musculatura liscia dell'areola e del capezzolo della ghiandola mammaria nel· l'uomo e negli animali (Sulla). - Nicola • . . . . . . . . . . . » Nefrite (Di una epidemia di). - Bonanon1e • . . • . . • • . . • • » Palpitazioni e tubercolosi . . . • . • » Pancreas (Sull'anatomia del). - Opie • » Paralisi alterna di Weber (Un caso di). - Rossi. . • . . • . . • • • » Pepe (Ricerche metodiche delle sofisti· cazioni del - per mezzo del microscopio). - Collin e Villiers . . . • » Peritonite tubercolare traumatica. Lucke . . • . • . . . . . . . » Pilorectomia per leiomioma ~aligno della grande curvatura gastrica. Goullioud . . . • . . . • • . . • » Restringimenti dell'esofago (Della via ga· strica per il trattamento di alcuni). Delagenière . . . . . . . . . . » Sclerosi a placche famigliare; Contributo alla patogenesi delle paraplegie spasmodiche eredo-fan1igliari. - Massalengo . » Secrezione biliare (Aumento riflesso della - - per introduzione di acido nel duodeno-digiuno). - Fleig • . . • » Sfigmosemeiologia (Note di). - · Omodinamia e allodinamia del polso. - Tre· visanello . . . • . . . . • . . » Solfato di calcio nell'urina dell'uomo (Il). - Reale. . • • . . . • . . . » Suicidio pel ferita del polmone dal dorso (Un caso di). - Ferrere di Cavallerleone . • . . • • . • . . , . » Trombosi ed embolie nei laparatomizzati. - Albanus . . . . • • . . » Tumori dell'encefalo (Sui). - Duret . » Ulcera semplice del duodeno. - Ugolini . . . • . . . . · • · • » Ulcera semplice del duodeno (Osservazioni cliniche ed anatomo-patologiche sopra un caso di). - Marchiafava. • » Ulcero semplice, non complicato, dello stomaco (Cura dell'). - Hayem. • • » L. TRIM.un, aegr. r~ip.


.Roma, 16 gennaio 1904.

Anno Xl.

l'aio. 8.

ll

DIRETTORI

»

PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

FRANCESCO DURANTE

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VITTORIO ASCOLI

REDATTORE CAPO: PROF. Jl

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SOMMARIO. Lavori originali: - Rem-Picci : Osservazioni cliniche sopra l'uso e gli effetti del cacodilato di sodio. - Riviste: -

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Giudiceandrea: Sulla patologia dell'anemia splenica - Passaggio di una forma di anemia splenica in linfemia acuta - Rapporti tra la tumefazione cronica della milza e l'anemia nei bambini - Rapporti tra l'anemia splenica e la leucemia nei bambini (Rivista sintetica) . - Kurpjnweit: la mielocitosi nei tumori maligni con riproduzione secondaria nelle ossa. - CHIRURGIA: - Lippfert: l'igroma della borsa lrocanterica profonda. - Davis: Sulla cura della lussazione congenita delle anche. - TEllAPIA: - Breton: Nota su.ll'adr.:nalina (Sua a zione e suo impiego clinico) . - Fink: l'aristolo in rtnoiatria e in otolo 1ia. - Accademie, Società mediche, Congressi : - So c I.E'J' A' lUKDICO-cHIUURGICA DI BuLOG:V ,\.. - R. A CCA.DEllllA PJ<'.LOlll'l'ANA IN MESSI NA. - SOCl.ETA. LA NCIS lANA DEGLI O SPE\)ALT l)J C\o.nrA . - Osservazioni cliniche: - Del Genovese: Feril<L a·arma da fuoco di un rene unico. - Note di medicina scientifica: - Febbre remittente dell'India prodotta da un. piroplasma nuovo. - Sulla tecnica per la colorazione dei parassiti della malaria. MEDI CI NA : -

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Pratica professionale : D

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Sulle febbri di origine nascosta. - Febbre nervosa. - La diffusibilità dBl virus della scarlattina. - Le macchie di KopUk come sintoma precoce del >norbillo. - Le macchie di Koplik nel morbillo. - Il segno di Kernig nella polmonite. - APPUN'rt DI TERAPIA: - Resultati della cura mercuriale intensiva applicata alla paralisi generale ed alla tabe. - Cura della paralisi generale e della tabe. - p..,.ognosi della tabe. - Prognosi e gu.aribilita dell'epi· lessia. - il veronal nelle malattie rnentali. - Varia. - Cenni bibliografici - Bibliografi.a italiana: Ostetricia e ginecologia. - Amministrazione sanitaria: - Consiglio superiore di Sanita. · CASUISTI CA: -

Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. )

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. analitioo del presente numero.

Indice alfabetico-

D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI Osse1·vazioni cliniche sopra l'uso e gli effetti del cacodilato di sodio. Prof. GIACOMO REM·PICCI.

Dopo che il GAUTIER, nel 1897, introdusse l'uso di questo nuovo preparato di arsenico, vantan· done le "' irtù terapet1tiche, molti lavori furono pubblicati, specialmente in Francia, sulla 1nedi· cazione cacodilica. Su molti punti sorsero con· troversie e discussioni: sulla via preferibile per la somministrazione; sttlle dosi da poter essere introdotte; sugli effetti dell'accumulo del rimedio nell'organismo e sopratt11tto st1lla indicazione terapeutica, volendosi da alcuni ritenere come quasi uno specifico di alcune malattie; non attribuendoglisi da altri maggior valore dei co· muni preparati di arsenico. Nell'anno 1900, quando appunto, data la no· vità del rimedio, fervevano le polemiche sull'ar· gomento, volli anch'io occuparmi di sperimen· tare la nuova cura, tanto su alcuni malati che

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mi arano confidati in tma sezi<1ne della Clinica m edica, e su indiv idui che si r ecavano all'am· bulatorio del nostro Istituto, quanto su alcuni infermi degenti nelle corsie dell' ospedale di Santo Spirito. Ebbi in queste ricerche a collaboratore atti· vissimo ed intelligente il dottor SPEZZAFmro, allora laureando, che qui mi corre l'obbligo di ringraziare pubblicamente. Esaurito un certo numero di esperienze cli· niche, era mia intenzione completare l'argomento con uno studio biologico, cercando di determi· nare il modo d'azione del rimedio, le sue tra· sformazioni nell'organislllo, il suo accumulo nei diversi organi, le vie di eliminazione, ecc. Ma, avendo dovuto rivolgere i miei studi ad altri argomenti, mi mancò il tempo di espleta1~e lo studio che avevo in animo di intraprendere; d'altra parte le ricerche da me iniziate in pro· posito sono ancora cosi incomplete, che non pos· sono esser e utilizzate alla risoluzione dei problemi ora enunciati. Sicchè, senza frapporre altro indugio, debbo (1)


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IL POLICLINICO

limitarmi a pubblicare i soli risultati clinici delle mie ricerche, sembrandomi che esse pos· sano recare un contributo . pratico per le indicazioni della cosidetta medicazione cacodilica. Non è mia intenzione, naturalmente, di fare una rivista dej molteplici lavori esistenti sull'ar· gomento; mi limiterò a pochi accenni letter ari. Il GAUTIER, cui è dovuta l'applicazione del preparato in medicina, nella sua prima comlmi· cazione all'Accademia di Parigi, lo ritenne ef· ficacissimo nelle malattie consuntive in gen er e, le quali, con ql1esto rimedio, venivano combat· tute con risultati più sicuri che con gli altri pre· parati arsenicali, contenendo l'acido cacodilico il 54. 3 °/0 in peso di arsenico metallico (equiva· lendo cosi a 72 di acido arsenioso), e potendosi perciò somministrare delle dosi di arsenico di gran lunga superiori che con altri preparati. Inoltre egli affermava che in questa combina· zione l'arsenico si trova in forma latente orga· nica tale che gli vengono tolte tutte le proprietà fisico-chimiche degli altri preparati arsenicali, in modo che esso ne perde tutte le proprietà venefiche e necrosanti. La innocuità del preparato - con le riser,re che verremo esponendo appresso - venne gene· r almente confermata, e assodata cosi la possi· bilità di introdurre nell'organismo quantità assai maggiori di arsenico che per. il passato. Molto più controversi ft1rono gli appr ezzamenti sulla utilità del rimedio nelle varie malattie. La cura cacodilica fu sperimentata su lar ga scala - come era da aspettarsi - ·n ella tubercolosi, sopratutto nelle forme pulmonari. Buoni risultati, soprattutto nelle forme incipienti con miglioramento, più o meno gr ande, sullo stato generale, con risveglio dell'appetito ed aumento delle forze, ma con poco o niuno effetto SlÙ processo locale, f11rono comunicati da, GAUTIER, DALCIIÉ, WIDAL, l\fERKLEN, HIRTZ, B.E~nu, HAYEM, BARTH, RÉNAUT (che si è mostrato tra i più entusiasti, a1nmettendo anche un'azione della cura sul processo specifico), PoT.\lN, CARDILE, RouSTAN, EvoLr (il quale riferì ohe in alcuni casi iniziali poteva ritenersi avve· nl1ta una guarigione completa) ed altri. ~Ia non mancarono i contraclittori, tra cui il MARAGLIANO, il qu.c'llo. al Congresso di medicina interna, tenuto a Pisa nel 1901, affermò, in base alle sue o. ervazioni, che il cacodilato di soda nella tt1· barcolo "i non gio,~a più di altri preparati arse(2)

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nicali, ed in genere di altri metodi che tendono ad aumentare l'autodifesa dell'organismo. Un altro gruppo di ma]attie, in cui fu appli· cata largamente la cura cacodilica, è rappresen· tato dalle malattie del sangue. WIDAL e MERKLEN trovarono che in anemici di vario grado e natura il cacodilato di soda aumentava notevolmente e talora in modo straor· dinariamente rapido il numero dei globuli rossi,. e tanto più quanto i soggetti erano anemici. P er ò l'aumento si arrestava ad un certo limite,. sempre inferiore al normale, nè era possibil& superarlo, anche insistendo nella cura. Il valor& emoglobinico non saliva però parallelamente ai globuli rossi. APORTI invece riferisce che nella Clinica medica di Parma la cura cacodilica, in casi di anemie primarie e secondarie, dette ri· sultati scoraggianti, tantochè si ritornò all'usodell'arseniato di soda. Applicazioni del rimedio a casi di clorosi f11rono fatte anche da HAYEM, il quale ugualmente non n e ha osservato risultati migliori che con altri preparati arsenicali. BILLET invece n ella cura della cachessia malarica ha ottenuto un aumento rapido n el numerodei globuli rossi e della emoglobina raggiun· gendo in poco tempo delle cifre quasi normali e talora anzi superandole (per il numero dei globuli), asserendo ch e dopo la cura specifica, ma emolitica della chinina, l'uso del cacodilato di soda è un eccellente rim~dio nella cachessia malarica. Il cacodilato di soda fu pure adoperato nella le11cemia con risultati discordi. Mentre R ÉNAUT affermò di aver ottenuto guarigione in un caso di leucemia splenica, WIDAL e MERKLEN in due leucemi<·i, in una donna af· fetta da adenia ed in un uomo con linfoadenoma. al collo non trovarono alcun effetto sulla formula leucocitaria ; ma solo un sollevamento tempo· raneo nelle forze ed un risveglio nell'appetito. MARTINELLI in un caso seguito molto a lungo e trattato comparativamente con iniezioni di li· quore del Fowler e di cacodilato di soda, trovòcon quello diminuzione dei globuli bianchi che non riscontrò invece sotto la cura cacodilica. Ricorderemo anche come sopratutto per opera di DANLOS, il q11ale anzi rivendicò a sè la priorità della introduzione sistematica del rimedio in medicina, la cura cacodilica ha avuto larga ap· plicazione in varie forme di dermatosi (psoriasi, sarcomatosi della pelle: niycosis fnngoides, lepra ed altre) con vantaggio (GASTOU, PELAGATTI,


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SEZIONE PRATICA

RAYNAUD di Algeri, CHIAPPORI, PETRINI-GA· LATZ, ecc.). La cura cacodilica fu anche applicata alla corea del Sydenham da G ARAND e BELBÈZE in tre casi di media intensità in bambini con dosi abbastanza elevate per via rettale (fino a 75 cen· tigm. al giorno) e con esito in guarigione. Lo stesso esito ottenne in un mese circa di cura BENOIST in un caso ab bastanza grave, in un bambino di 14 anni nel quale, con intervalli, fu. rono praticate 18 iniezioni di 5 centigm. ciascuna. La cura fu sperimentata anche in altre ma· lattie - in genere nelle malattie esaurienti -(p. es. da LANNOIS nel morbo di Basedow) che qui meno ci interessa di passare in rivista, tanto più che i risultati ottenuti sono incerti, e si ba· • • sano su osservaz1on1 poco numerose. Fino dalle prime pubblicazioni sulla cura ca· codilica non parve indifferente la scelta della via di somministrazione del rimedio . A prescindere dalla circostanza che occorre sempre aver tra mani un preparato purissimo sotto pena di vedere insorgere gravi fenomeni tossici, il GAUTIER nella stessa sua prima comuni· cazione aveva richiamato l' attenzione sul fatto che il cacodilato di soda introdotto per via orale dava luogo a varii in.con venienti, quali cefalee, vomiti, disturbi vasomotorii, dolori e disturbi ga· stro-intestinali, perdita dell'appetito, stanchezza generale, sgradevole sapore agliaceo avvertito dagli infermi ed odore analogo che emanerebbero l' alito, la pelle e le urine· degli individui sotto· posti a quèsto trattamento, mentre per via sotto· cutanea pttò essere impiegato per molto tempo senza che si v erjfichi abitudine o fenomeni di accumulo. GAUTIER assicura al riguardo che le iniezioni possono continuarsi per anni senza fu. tolleranza ed ass11efazione, purchè vi si aggiun· gano piccole dosi di ioduro di sodio. Dobbiamo però rammentare che mentre molti ' degli autori che sperimentarono sul rimedio eb· bero a notare la comparsa di simili disturbi, col tempo invece si è andata sempre più ingrossando la schiera di quelli che non ebbero a lamentare inconvenienti dalla somministrazione orale del rimedio (DALOHÉ, ROCAS che ha sperimentato su bambini con dosi relativamente elevate, GRASSET e GIBERT, GARAND, CARAGEORGTADES, D.ANLOS, BROUSSE ed altri). Fu inoltre assodato da IMBERT e BADEL che il preparato usato per bocca diminuisce la secre· zione e la permeabilità renale, mentre GAUTIER •

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I (sperimentando su se stesso) e TEISSIER osservarono perfino albuminuria. La ragione di un comportamento così diffe· rente tra i dt1e modi di somministrazione del rimedio si volle ricercare da HAYEM e da altri nella trasformazione che l'acido cacodilico su· bireb be in ossido di cacodile e composti ana· loghi tossicissi mi, incontrandosi nel tubo gastro· enterico con materie riduttrici. Fu tentata aneli.e la via rettale (DAL CHÉ, RÉ· NAUT) ma l'uso non se ne è generalizzato, da 11na parte perchè secondo alcuni sarebbero a temersi gli stessi inconvenienti che con l' im· piego del rimedio per via orale, dall'altra perchè, se per la preferenza di quest' ultima militano ragioni di comodità, non altrettanto può dirsi per la via rettale. Ma oltre la ipodermica, la orale e la rettale è stata tentata anche la via endovenosa. Esperienze di LANGLOIS sui conigli dimostrerebbero che le stesse dosi che usate sotto cute riescono tossiche, iniettate nelle vene non danno luogo ad in· convenienti, ciò che l' A. spiega con la rapidità della eliminazione. ANELLI ha impiegato la via endovenosa in una donna tubercolosa al terzo stadio; nella quale le iniezioni sottocutanee erano rimaste inefficaci, mentre iniezioni di 5 milligrammi dettero miglioramento notevole nella febbre, nello stato generale, nei sudori notturni e diminuzione di bacilli di Koch e di stafilo. cocchi e scomparsa delle fibre elastiche nello sputo ; tantochè l' A. raccomanda di sperimen· tare questa terapia endovenosa per i casi di tu· bercolosi incipiente. Quanto alle dosi medie del preparato adope· rato queste hanno oscillato tra i 5 e 10 cgm. al giorno per via ipodermica; per la via gastrica o rettale fu raggiunta una dose anche maggiore di circa 40 cgm. al giorno. Ma qt1este cifre sono state anche di molto superate; per esempio il BuRLUREAUX arrivò ad iniettarne fino a 15 gm. in 70 giorni nei tubercolosi e G A UTIER si è spinto fino ad iniettarne 1/2 grammo al giorno; m entre DANLOS, in forme di dermatosi, è giunto a somministrarne per bocca fino a 80 cgm.in una sola volta. Rammentiamo qui che sopratutto clal GAU· TiffiR è stato insistito sulla opportunità di inter· rompere la cura a brevi intervalli. Generalizzato l'uso del cacodilato di soda si introdussero in terapia altri preparati dell'acido cacodilico. ( 3)


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Così fu sperimentato da 01VATTE e FRAISSE sformazione nell'organismo dell'arsenico metallico in un composto organico. sotto la direzione di BROCQ l'us·o del cacodilato MARTINELLI però in base alla sua accurata di mercurio nella sifilide con risultati incorag· osservazione (riferita di sopra) su un caso di gianti, e da TOM?\iASJ, ugualmente con b11oni ri· leucemia nega che l'arsenico inorganico possa sultati, l'uso del cacodilato iodo-mercurico. agire solo trasformandosi in una composizione GILBERT e LEREBOULLET nelle forme di clo· rosi e cloroanemie ed in genere nelle forme di cacodilica, altrimenti difficilmente potrebbe spie· garsi come nel suo caso avesse agito il liquore anemia in cui olti·e il numero dei globuli è del Fowler e non il cacodilato. diminuito il valore emoglobinico, hanno prefeLa cura cacod.ilica deve dunque considerarsi rito come più efficace l'uso del cacodilato di ferro a quello di soda; asserendo anzi che il identica nella sua azione alla comun'e cura arprimo preparato anche usato per via orale dà senicale? Tale opinione ha sostenuto RÉNAUT e sopra· minori inconvenienti dell'altro. Da questi stessi autori il sale di ferro è stato raccomandato in tutto FR.A.SSI, ritenendo che tra le dt1e cure non diversi tipi di linfoadenia e di leucemia nei , siavi differenza che nelle dosi e nella tollera· bilità, producendosi in ogni caso l'accumulo quali è indicato l'uso dell'arsenico. d el grasso (da diminuzione di ossidazione degli Si vollero stabilire varie controindicazioni per la cura cacodilica: prima di tutte le alterazioni idrati di carbonio e da aumento nella decompo· sizione delle sostanze albuminose che è dimorenali (MERKLEN, GAUTIER, TEJSSIER) potendo strato dall'accrescimento notevole nella elimi· come abbiamo rammentato più sopra - l'uso del rimedio provoca.re disturbi nella secrezione :qazione dell'urea). Altri però, come il ROBIN, hanno sostenuto renale e perfino albuminuria: però non tutti t1na opinione differente, ritenendo che. la cura sono d'accordo su questo punto, anzi GJLBERT e arsenicale rallenti la n11trizione, mentre la cacoLEREBOULLET hanno perfino notato tln miglio· ramento in 5 casi di nefrite s0ttoposti all'uso dilica la ecci ti. Rammentiamo infine che dalle ricerche fatte del cacodilato di ferro . è stato dimostrato che l'a.cido cacodilico si ri· Sul meccanismo di azione dell'acido cacodilico non vi e accordo. Mi limiterò ad alcuui trova come tale nelle urine, ed i reni rap· accenni non interessando alla indole pratica di presentano l'unica o la principalissima via di eliminazione. questo contributo di sviscerare la questione. Le ricerche del BESREDKA, fatte con prepa· rati minerali di arsenico, avrebbero dimostrato *** che esso viene assorbito ed assimilato dai leucoI miei esperimenti furono fatti su 17 soggetti citi passando in una forma organica sotto la avendo voluto preferire ad una grande statistica quale solamente può agire sull'organismo. Egli di casi studiati superficialmente un numero piutè riuscito a dimostrare, determinando prima la tosto limitato di osservazioni seguite a lungo e dose tossica mortale per un animale e quindi con scrupolo. mettendo direttamente dei preparati arsenicali Furono praticate in alcuni soggetti delle inie· inorganici a contatto coi centri nervosi ohe zioni ipodermiche, in altri il rimedio fu sommi· ' ' l'arsenico metallico non modificato dai leuco· nistrato per via orale sotto forma di uno sciroppo citi è cento volte più \elenoso di quello che preparato dal dott. GAMM.A.RELLI, direttore deHa giunge ai centri nervosi stessi trasportatovi farmacia dell'Ospedale di Santo Spirito. Le dal sangue; dopo cioè essere stato assimilato iniezioni contenevano 5 centgm. di cacodilato di ed organizzato dai leucociti. Queste interes· soda per ogni eme.; lo sciroppo conteneva 2 cen· santi esperienze starebbero a dimostrare la relatigrammi per ogni cucchiaio (di 20 gm. ). tiva innocuità del composto organico di arse· Si ebbe cura di rinnovare spesso le soluzioni • ruco. per evitare alterazioni del preparato. Anche le ricerche di SELMI, che avrebbe ri· In alc11ni soggetti fu usata alternativamente trovato l'arsenico in forma organica nelle urine la via orale e la ipodermica. di animali c11i era stato largamente sommi· Le dosi furono moderate, perchè ali' epoca nistrato l'acido arsenioso, dimostrerebbero la tra· delle mie osservazioni (1900) ancora non si era I

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sperimentato sulle dosi assai maggiori che si sono dimostrate innocue. Durante .la cura furono fatte a brevissimi. in· tervalli osservazioni sul peso del corpo, sul valore emoglobinico, sul numero delle emazie e dei leu· cociti, tenendo conto nàturalmente del vitto e dei sintomi obbiettivi e subbiettivi presentati. La brevita dello spazio concessomi mi obbliga a riassumere sommariamente le osservazioni cliniche. I. - T. A., di anni 27, cucitrice, nubile. L'inferma si presenta emaciata, pallida. Tranne una lieve diminuzione nella risuonanza alla per· cussione ed una dimin~ione del mormorio vescicolare nell'apice pulmonare sinistro (esame degli spu,ti eseguito varie volte, negativo) nes· suna alterazione si rileva a carico degli organi interni. Si lamenta di frequenti deliqui, di affanno, di palpitazioni, di vertigini e cefalee e di mancanza di appetito. Poco o nessun giova· m{'nto ha ritratto dall'uso del liquore del Fowler e di preparati marziali tanto per iniezioni quanto per via orale. Si fa diagnosi di aneniia semplice e · si intraprende la ct1ra cacodilica ambulatoriamente. Si praticano iniezioni sottocutanee di cacodilato sodico alla dose di 5 centgm., poi di 10 pro ùie dal 31 maggio al 30 giugno 1900 (totale gm. 2. 20). Nessun sintoma d'intolleranza. 1\-Iiglioramento notevole nei sintomi presentati dall'in· ferma. Il valore emoglobinico sale gradatamente da 65 °I 0 a 85 °/0 , il numero delle emazie da 3,480,000 a 4,325,000, il numero dei leucociti (in limiti normali) non subisce variazioni. Aumento di peso del corpo da kg. 41. 500 a 43. 600. CASO II. - L. C ., d 'anni 22, sarta, nubile. Alla età di 19 anni in seguito ad uno spavento notò debolezza generale, facile affanno, inappe· tenza, cefalee, ronzii agli orecchi, irregolarità nelle mestruazioni. Sottoposta ad una cura ferruginosa migliorò, ed è stata relativamente bene fino a sei m esi fa, quando in seguito ad eccessivo lavoro in ambiente poco salubre ed a. di· spiaceri morali, sono insorti gli stessi sintomi notati altra volta: una nuova cura ferruginosa intrapresa non le ha giovato. Si presenta abbastanza pallida: lo stato generale discreto: l'esame obbiettivo degli organi interni è negativo. Stabilita la diagnosi di anemia semplice si intraprende anche in questo caso la cura ambu· la tori amen te. Si praticano iniezioni ipodermiche di cacodilato sodico di 5 e poi di 10 centgm. pro die dal 31 marzo . al 15 ~~ggio 1900 (totale gm. 3,05). Nessun s1ntoma d intolleranza. Miglioramento notevole. Hb da 70 °/0 a 95 °/0 , emazie da 3,900,000 a 4,500,000, i leucociti st1biscono un lieve aumento da 6500 a 7000. Peso del corpo da kg. 40 a 46 : sono scomparsi i disturbi che tormentavano l'inferma, la quale ha ripreso il suo aspetto normale. CASO III. - A . R., di anni 18, orlatrice nubile. Anche questa inferma in seguito ad 11n forte spavento prova da tre mesi sintomi di anemia analoghi alla precedente. Non ha in tra· preso alcuna cura. CASO

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Si fa diagnosi di anemia semplice: la cura è eseguita, ambr1latoriamente. Fa iniezioni ipodermiche di 5 centgm. pro die fino alla dose totale di gm. 3, dal 15 aprile al 30 maggio (negli ultimi giorni si praticavano due iniezioni). Miglioramento notevole. Hb da 55 °I0 a 85 °I0 , glob1ùi rossi da 2,564,000 a 4,525,000, aumento anche nel numero dei leucociti (da 5000 a 8000), aumento di 3 kg. nel peso del corpo. Ha notato ad intervalli un lieve sa· pore agliaceo al mat~ino. IV. - A. C . di anni 40 coniugata. L'inferma è stata di salute sempre gracile ; ha avuto riJ?etuti parti, ed ha sofferto di frequenti bronchiti. E assai denutrita, pallida: accusa un dolore epigastrico a carattere accessuale esacer· bantesi dopo i pasti: ha frequenti cefalee, ver· tigini. Le mestruazioni sono irregolari, scarse. Sul torace notasi lievissima ipofonesi e lieve diminuzione del murmt1re vescicolare all'apice destro (l'esame ~egli sputi più volte eseguito ha dato risultato negativo per i bacilli di Koch). Diagnosi: a1te1tiia se1nplice. Anche essa esegue la cura ambulatoriamente per due mesi (maggi.o e giugno) con iniezioni ipodermiche di 5 centgm. ciascuna al giorno. La somministrazione del rimedio deve sospen· dersi più volte sul principio per la compai·sa di disturbi intestinali (diarrea, dolori): talchè la dose totale giunge solo a gr. 1. 50. L'inferma non si sente gran che migliorata alla fine della cura tHb da 30 a 40 °/0 , emazie da 3,400,000 a 4,000,000, peso del corpo quasi invariato). È a notare che la inferma è rimasta incinta all'inizio della cura. CASO V. A. B., di anni 32, conit1gata, por· tiera. È stata sempre b en e : tre mesi fa, dopo tln parto felice, ha sofferto di frequenti metrorragie; in seguito alle qual~ si ~ impallidita ed ha notato i soliti disturbi che accompagnano le anemie (vertigini, cardiopalmo, affanno, eçc.). Diagnosi: anemia post-emorragica: cura ambulatoria. Esegue iniezioni sottocutanee di 5 centigm. al giorno per un 45 giorni di seguito (totale gm. 2.10). Miglioramento notevole. Hb da 50 a 87 °/0 ; emazio da 3,136,000 a 4,200,000 : peso Q.el corpo da 58 a 59. 200 kg. CASO VI. - C. G., di anni 21, sarta, nubile. Sei anni fa dopo uno spavento le mestruazioni comir1ciarono a scarseggiare ; notò pallore, vertigini, affanno; scintillio agli occhi. Migliorò con una cura arsenicale (liq. Fowler). Nel settembre 1899 ebbe una ricaduta attri· buibile a lavoro eccessivo: si rimise con 11na cura di ferro; nel gennaio 1900, in seg11ito a dis piaceri, ha avuta una nuova ricaduta, n è si è più rimessa malgrado una c11ra arsenicale e fer· ruginosa intrapresa. L'inferma conduce 11na vita strapazzata, e si alimenta scarsamente. L'esame obbiettivo è negativo (soffii anemici al cuore). Diagnosi: clorosi. L'inferma è degente in clinica. Trae pochissimo giovamento da 17 iniezioni ipodermiche di 5 centgm. ciascuna di cacodilato sodico (totale gm. 0,85). Sospesa questa cura (per la quale non a.veva mostrato intolleranza) migliora notevolmente con l'uso di preparati di ferro (pillole Blaud). ( 5) CASO


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ramento (All'infuori di un lieve aumento nel CASO VII. - R. V., di anni 17, stampa· valore emoglobinico e nel numero delle emazie). trice, nubile. Si tratta anche qui di un caso tipico di clorosi ' CASO XIV. - A. A ., di anni 17, domestica, che pare abbia avuto il suo punto di partenza nubile. Diagnosi: relitti di peritonite, pleurite in uno spavento. I primi sintomi inso~ti 3 anni tubercolare. In "\Tia di guarigione. fa migliorarono con una cura ferrugmosa. Da Per un mese ingerisce 4 centigm. al giorno 4 mesi ha notato una ricaduta. ~ accolta in cli· di cacodilato; succes'3ivamente per 15 giorni fa • n1ca. iniezioni di 5 centigm. sottocutanee; in tutto Dal 22 aprile al 20 maggio ingerisce gm. 1. 44 gm. 2. 23. Lievi sintomi di intolleranza ai primi di cacodilato per os (centgm. 4 pro die), mostra giorni, spariscono quando si ricorre alla via sintomi di intolleranza (diarree, dolori, disturbi ipodermica. Miglioramento notevole soprattutto , 1rasomotorii) per cui si è obbligati spesso sospen· nello stato generale. (Peso del corpo da kg. 36,3 dere il rimedio. a 43,2, Hb. da 75 a 100 °/0 , gl. rossi da 4,090,000 L'inferma migliora (Hb da 55 a 75 °/0 , emazie a 5.340,000, leucociti da 3,125 a 4,538). da 3,648,000 a 5,728,000, peso del corpo da kg. 58. 8 CASO XV. - I. C., di anni 16, domestica, a 64. 2 · i l~ucociti da 5780 salgono a 7968). nubile. Diagnosi: postumi di pleurite e peritonite CASO VIII. - C. A. di anni 17, operaio. Dia· tubercolare. Con(lizioni generali molto decadute. gnosi : tubercolosi pulmonare (secondo stadio), Esegue ogni giorno un'iniezione sottocutanea stenosi mitralica. Condizioni generali discrete. di 5 centigm. fino alla dose di gm. 1. 50. Le Esegue per 15 giorni iniezioni di 5 centigm. condizioni dell'inferma vanno gradatamente pegciascuna. Si hanno sintomi di intolleranza; inap· giorando. (Diminuzione della Hb, delle emazie e petenza, debolezza generale, fenomeni vasomo· del peso del corpo). tori; aumento della febbre. Nessun migliora· CASO XVI. - P. C., di anni 17, sarta, nu· mento. bile. L'inferma è affetta da morbo di Basedow; è in condizioni abbastanza gravi; sta in letto. CASO IX. - M. M., di anni 18, sarta, nubile. Diagnosi: tubercolosi polmonare (infiltrazione Ingerisce per vari giorni 4 centigm. di cacodilato (dose totale centig. 60). L'inferma peggiora (ac· dell'apice sinistro) ; pregressa pleurite. Condi· cessi gravi di tachicardia, dispnea, vomito, cefazioni generali discrete. Lievi elevazioni febbrili. Esegue 1! iniezioni ipodermiche di 5 centigm. lea), e si è obbligati sospendere la cura. ciascuna. Si hanno evidenti sintomi di intolleCASO XVII. - R. R. di anni 34, coniugata; af· fetta da leucemia spleno-midollare. Entra in ranza (sapore agliaceo, inappetenza, prostrazione, stanchezza, diarrea, aumento della febbre) con clinica in condizioni generali piuttosto gravi peggioramento della inferma. (Hb 50 °/0 ; emazie 3,218,000, leucociti 366,554; lieve albuminuria). CASO X. - P. G., falegname. Diagnosi: tu· Ingerisce per vari giorni 4 centigm. di cacodi· bercolosi polmonare (infiltrazione dell'apice sini· lato sodico (do~e totale gm. 1. 8±) con sintomi di stro). Condizioni generali buone. Non febbre. intolleranza sul principio (sapore agliaceo, nausee, Esegue iniezioni ipodermiche di 5 centigm. diarrea). per un mese (totale gm. 1. 50) con miglioramento. Non si ottiene alcun miglioramento. Peso del corpo da kg. 56. 2 a 58. 7, Hb da 70 a 85 °/ 0 , gl. rossi da 2,992,000 a 4,200,000. I fatti Riassumiamo brevemente i risultati ottenuti: polmonari non subiscono nessuna modificazione. A1ieniie (casi I-V). - In tutti i casi -si è otteCASO Xl. - L. A., di anni 17, scalpellino. nuto un miglioramento notevole che mi sembra Diagnosi: processo tubercolare incipiente api· cale bilaterale. Condizioni generali discrete. Non poter attribuire senz'altro all'uso del rimedio, febbre. poichè in tutti la cura fu intrapresa ambulatoEsegt1e t1na cura cacodilica identica al prece· riamente, senza cioè che nulla fosse variato nelle dente con notevole miglioramento nello stato condizioni di vita e nelle abitudi1ti dei soggetti. generale come nel precedente. N esstma modi· ficazione nei sintomi polmonari. Il miglioramento si è avuto tanto nelle condizioni CASO XII. - T. A., di anni 43, calzolaio. generali e nei sintomi subbiettivi, quanto, so· Dia.gnosi: tubercolosi pol1nonare (infiltrazione prattutto, nella sanguificazione . bilaterale). Condizioni generali assai scadute. Nel caso in cui il miglioramento è stato quasi Febbri pit1ttosto elevate. L'infermo è stato con· tagiato da. sifilide nel 1892. nullo, la ragione se ne pllò attribuire alle condi· E egtte iniezio1ti di 5 centigm. al giorno fino zioni speciali dell'inferma (gravidanza e poca alln do e totale di grm. 1. 25. Il miglioramento tolleranza del rimedio, forse anche prodotta da e,·idente (Hb da 60 a 73 °/0 , emazie da 2 912 000 it 3,500,00U, pe o del corpo da kg. 59 a 61, ~es· questo stato speciale). azione delle febbri) può in parte attribuirsi alle In tutti i casi si sono usate iniezioni ipoder· migliora~e co1;1dizioni igienico-dietetiche. (L'in· fermo p1·1ma di es ere accolto nell'ospedale usciva miche. lln 1111a ca. a di pena). Concludendo: nelle anemie essenziali semplici ..,A o . . ~III. B. O., di anni 33, commesso. e post-emorragiche (nel caso I non è escluso Diagno i: tubercolosi i)olmonnre piuttosto avan· il sospetto di ruta tubercolosi polmonare inci· znta. Condizioni O'l'a"\-i, febbri suclori notturni. piente) non possiamo negare la utilità della cura E egt1e iniezioni di 3 ce11tigm. pro die fino nlln. dose cli gm. 2. 33. Non si ha. nessun miglio· caeodilica.

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Clorosi (casi VI-VII). - Nel primo, nel quale si trattava di un caso piuttosto grave, inveterato, la cura cacodilica può dirsi negativa; mentre lln enorme vantaggio ha prodotto una cura marziale. N all'altro il miglioramento è indiscutibile; però non sappiamo quanta parte dobbiamo attribuirne al riposo ed alla dieta ricostituento della Clinica in un soggetto che aveva menato fino allora lllla vita assai stentata. Tubercolosi polmon,are (casi VIII-XIII). - Di questi 6 casi, dei quali nessuno poteva più dirsi incipiente, 3 (X, XI e XII) hanno migliorato in· duòbiamente nella nutrizione, nello stato generale, nella sanguificazione, senza che però il processo tubercolare abbia subito modificazioni; il miglio· ramento - tranne che nel caso XII che usciva da una casa di pena - non può attribuirsi alle migliorate condizioni igienico-dietetiche, poichè si trattava di infermi che erano già da tempo degenti all'ospedale, ed erano stati assoggettati ad altre cure senza alcun risultato. In dt1e altri casi (VIII e IX) il nessun miglio· ramento (anzi in uno il peggioramento) è da attri· buirsi evidentemente alla intolleranza dei soggetti al rimedio. I11 un terzo caso (XIII) la ragione del mancato (od appena accennato) miglioramento può ricercarsi nelle condizioni già gravi del sog· getto prima della cura. Pzibercolosi delle s;erose (casi .XIV-XV). - Le condizioni dei due soggetti sperimentati erano diametralmente opposte ; il primo si era già bene avviato verso la guarigione sotto l'azione di altre · ct1re, ed in questo l'az'ione del cacodilato ha espli· cato effetto favorevole. N all'altro la ct1ra cacodilica non è valsa ad arrestare il peggioramento progressivo che gia si era iniziato da tempo. Finalmente in un caso di 1norbo di Basedow (XVI) ed in uno di leuce11iia spleno-1nidollare (XVII) l'effetto della cura cacodilica è sembrato dannoso o di nessun effetto (con sintomi d'intol· leranza al rimedio).

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SEZIONE PRATICA

Dalle mie osservazioni risulta che la via ipoder· mica per la somministrazione del rimedio è la preferibile, non essendo mancati mai sintomi, più o meno accentuati, di intolleranza nei quattro soggetti che hanno ricevuto il rimedio per via orale. È a notare però che tali sintomi si sono avuti anche in alcl1ni soggetti con la cura per via ipodermica. Però, in ogni caso, dalle mie osservazioni non risultano affatto i pretesi gravi

I pericoli temuti da alcuni con la somministrazione orale del rimedio. Inoltre appare dalle mie osservazioni come non sia necessario alternar~ la cura con soste di riposo (8 giorni di cura ed 8 di riposo come vorrebbero 'GAUTIER ed altri), senza negare con ciò la opportunità di tali soste; poichè alcuni soggetti hanno continuata ininterrotta la cura per un mese e mezzo, senza presentare nesstln fenomeno spiacevole: questo fatto viene a smen· tire l' opinione che il cacodilato di sodio riesca dannoso, se dato per lungo tempo, accumulandosi nell'organismo. Altra deduzione da trarsi dai miei esperimenti ' è che non vi è necessità di somministrare questo medicamento assieme ai pasti, poichè a tutti i miei infermi veniva propinato a digiuno. Per riassumere: Dalla mia casuistica mi sembra <li poter trarre le seguenti conclusioni che si ac· cordano, del r esto, con la maggior parte delle osservazioni eseguite prima e dopo le mie: 1° La maggior benefica azione del rimedio si ha nei casi di anemia essenziale semplice. 2° Nella· tt1bercolosi (specie nella polmonare) giova, la maggior parte delle volte, nei casi non inoltrati, a migliorare però soltanto lo stato gene·

rale non influenzando per nulla il processo locale. 3° In un caso di morbo di Basedow ed in uno di leucemia l'effetto è stato negativo. · 4° Per la via di somministrazione ritengo preferibile la ipodermica. 5° La somministrazione orale non dà luogo però ad inconvenienti gravi. 6° La cura può essere sopportata per lungo tempo senza danno alcuno. 7° Non è necessario dare il preparato soltanto all'ora dei pasti. 8° In parecchi casi ho notato un lieve aumento nella quantità dei leucociti.

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904 S o m m a . r i o d.e1 Fa..soioo1o 1. l. Prof. V. Ascoli - le alterazioni funzionali ed anatomiche del fegato nella tubercolosi polmonare come contributo allo studio della sua evolu~ione. - li. Dott. A. Borri - Sulle condizio1'i del dotto pancreatico in alcune itterizie e •pecialmente nella catar-rale. - lll. Dott. V. Giordano - Le alterazioni e gli aneurismi dell'arteria polmonare - Cawi.stica propria - Un caso singolare di aneuriama dissecante del tronco unico di tale arteria apertosi nel pericardio. - IV. Dott. L. Cagiati - Contributo allo studio della ipertrofia congenita.

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RIVISTE MEDICINA Szilla patologia dell'anemia splenica - Passaggio di zlna /orma di ane1nia splenica in linfemia ac1i,ta - Rappo1·ti tra la tur1zefazione c1·onica della 11zilza e l'anemia nei bambini - Rapporti tra l'anemia splenica e la leu. cemia nei ba1nbini (Rivista sintetica). Nell'ultimo Congresso annuale dell'Associazione medica britannica ha avuto luogo un'importante discussione intorno alla pa· tologia dell'anemia splenica. Un'ampia relazione ne ha fatto RoLLE· SToN, il quale ha preso in considerazione le modificazioni strutturali del sangue della milza, del midollo delle ossa, delle glan· dole linfatiche, le relazioni tra la detta forma e la malattia di BA.NTI, e la sua patogenesi. Il sangue presenta una diminuzione del numero dei corpuscoli rossi, ma non ecce=-;siva, ed in grado diverso che .n ell'anemia perniciosa. La cifra oscillerebbe fra poco più di due milioni e tre milioni e mezzo circa per mmc. Il ' ralore emoglobinico è basso, più basso che nelle anemie seconda1'ie, e quasi analogo a quello della cloI'Osi. Se l'anemia è grave, si può notare poikilocitosi, e l'esistenza di corpuscoli rossi nucleati, specialmente normoblasti. Ordinariamente non vi è leucocitosi, anzi vi è lieve leucopenia, a meno che infezioni secondarie o emorragie non producano aumento dei leucociti. Vi è pure per lo più un aumento relativo dei mononucleari, ed una diminuzione dei polimorfonucleari. La milza è ingrandita, talvolta in modo enorme. Presenta spesso segni di perisplenite · al taglio è più resistente del normale, e possono notarvisi infarti. Lo studio mi· CI'oscopico può far I"ilevare tre tipi. In uno si ha un alterazione fibrosa d ll'organo con at1,ofia fibrosa dei corpuscoli malpighiani; in tm altro si ha notevole proliferazione endoteliale n egli spazi sanguigni clella polpa splenica; in pochi casi infine tale proliferazione è in estremo grado e p er lo stato di atrofia fibrosa dell'organo si formano larghi spazi i~iempiti da grandi cellule, con nuclei che dimo trano un'attiva cariocinesi, in modo da rassomigliare una neo· pla ia alveola1·e come un endotelioma od • ltn carcinoma.

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Il midollo osseo può presentare alterazioni sulle quali è ancora molto disaccordo. In alcuni casi è normale ; in altri si è tro· vato il midollo rosso nel corpo delle ossa lunghe, come nell'anemia perniciosa. Le glandole linfatiche, secondo i più, non sarebbero ingrandite. Rig11ardo alle relazioni tra l'anemia splenica e la malattia di BANTI, ROLLESTON non viene a conclt1sioni precise. Ricorda le distinzioni istologiche della milza stabi· lite. nei due casi da BANTI. Aggiunge che si può arguire che quei casi di apparente anemia splenica, che eventualmente vengono complicati da cirrosi del fegato, formino un anello di una serie di malattie strettamente tra loro collegate, cioè : 1° cronica anemia splenica ; 2° una condizione chiamata « Ittero cronico splenomegalico », descr·itto da LE· REBOULLET, in cui vi è ingrandimento cronico della milza e ittero, ma non cirrosi ; 3° malattia di BANTI ; 4 ° cirrosi biliare splenomegalica. Quanto alla patogenesi è chiaro che la malattia non è dovuta all'insufficienza o alla soppressione della funzione splenica, poichè la splenectomia può curarla; e, quando essa venga pratiuata in soggetti sani, non induce i sintomi della malattia. HARRIS ed HERZOG hanno pensato che, avvenendo normalmente nella milza la distruzione dei globuli rossi mercè un enzima prodotto dalle cellule endoteliali della polpa, possa in date condizioni, per l'aumentato numero di dette cellule, aumen· tare l'azione di detto enzima emolitico, donde l'anemia. Ma questo non spiega l'o· i~igine dell'iperplasia endoteliale. Poichè la splenectomia cura spesso la malattia, pare logico il supporre che un processo cronico infettivo o tossico sia localizzato nella milza, e che produca la proliferazione endoteliale, lo stato fibroso dell'organo, l'at1'ofia dei corpuscoli malpighiani e le alterazioni del sangue. Clinicamente, la malattia può riassumersi nel modo seguente: Splenomegalia, senza alcuna causa nota ; mancante ingrossamento delle glandole linfatiche; anemia di un tipo medio tra l'ane· mia secondaria e la clorosi ; leucopenia, oppure nessun aumento del numero dei globuli bianchi ; decorso molto p1~0111ngato; tendenza a periodiche emorragie, specialmente gastro-intestinali. Gli studi fino1~a compiuti su questa sin-


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** * TRE'\""OR, prendendo parte alla discussione, ha specialmente insistito sulla distinzione tra il linfDadenoma della milza e le alterazioni clell'anemia splenica, mostrandone le differenze macroscopiche e microscopiche. Nel linfoadenoma splenico si ha l'ingrandimento e la proliferazione dei corpuscoli Malpighiani, o masse di cellule linfoidi, apparentemente di nuova formazione, che ingombrano e comprimono la polpa splenica. Nell'anemia splenica le alterazioni sono clifft1se e interessano generalmente i diversi tessuti della milza simultaneamente ed in cliversi modi ; nel linfoadenoma sono localizzate al tessuto linfoide.

* ** espressa in

L '9pi1rione seno alla stessa associazione da SENA.TOR è che la cosl detta anemia splenica non può essere rigorosamente distinta da quelle analoghe affezioni degli organi emopoietici, che hanno grande 1·assomiglianza colla leucemia, senza però lo alterazioni caratteristiche del sangue, e per c11i C'1oHNHEIM propose nel 1865 il nome di pseuclo-leucemia. I sintomi ed il decorso di dette affezioni sono molto simili, e la combina.zio ne dell'anemia splenica con af · lezioni di altri organi e_m opoietici è stata frequentemente osservata. La ragione della tumefazione splenica deve in genere ricercarsi in una condizione anormale del sangue, che può derivare da parecchie cause. Nei casi in cui la spleno· megalia si osserva in seguito a malattie infettive acute o croniche, la causa ne è la specifica alterazione del sangue, peculiare a ciasc11na delle .medesime. Per gli altri casi in cui l'etiologia è sconosciuta si deve supporre che le sostanze nocive pervengano al sangue per mezzo del tubo intestinale, att1'averso le vie lin· fatiche, come è dimost1~ato dal fatto che possono trovarsi tumefatte le glandole lin·

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SEZIONE PRATICA

<lrome lasciano ancora in molti punti il campo alla discussione ; cioè : accettando l'anemia splenica cronica come un'entità ~linica, può accettarsi come una evidentemente stabilita entità patologica ? Quale significato deve attribuirsi alle alterazioni strutt11rali del sangue, della milza, del mi· dollo delle ossa, ecc. '? Vi è una relazione esatta tra a·n emia splenica. e malattia di :SANTI 'l Riguardo alla natura della malattia, è questa un'intossicazione o un'infezione'?

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fatiche addominali, mentre non lo sono quelle del resto del corpo. È noto come facilmente la milza risponda a tutte le irritazioni procedenti dal sangue. sia d'origine infettiva che tossica. In simil modo si comportano gli altri organi em opoietici, il midollo osseo, e le glandole linfatiche. Ma il potere reattivo cle' detti organi alle diverse irritazioni può essere-dif· ferente~ ed essere più o meno prevalente nell'uno o nell'altro . SENA.TOR considera il processo morboso della splenomegalia, nei casi in cui l'etio. logia è sconoscit1ta, nello stesso modo che per esempio il tumo~e splenico si sviluppa nel decorso di una tifoide, cioè : sostanze noci ve introdotte dal tubo alimentare, tumefazione delle rispettive glandole linfatiche, alterazioni del sangue ed iperplasia della milza. L'affezione splenica può produrre ulteriori alterazioni nel sangue e queste esser causa di alterazioni nel mi· dollo delle ossa o nelle glandole linfatiche. Oppure quella stessa alterazione del sangue, che ftl la primitiva causa dell'iperplasia splenica, può, persistendo a lungo, prodt1rre le lesioni dei suddetti altri organi emopoietici. Può anche supporsi che le sostanze nocive assorbite dal tubo intestinale non sieno s~mpre le stesse, e che il risen· timento verso le medesime dell'uno o dell'altro organo emopoietico sia diverso. Data questa patogenesi generica., l'ane. mia splenica dov1~ebbe, secondo SENA.TOR, riunirsi colle affezioni analoghe degli altri organi emopoietici in sol gruppo, cui do· vrebbe darsi il nome di pseudo-leucemia, che potrebbe essere suddivisa nelle forme splenica, ltnfatiea e midollare, secondo che l'affezione p1·evale nell'uno o nell'altro organo. Queste forme inoltre posson~ combinarsi tra loro o fin da principio, o in uno stadio più inoltrato.

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Queste conclusioni di SENATOR sono una nuova èonferma dellA intime relazioni che passano tra le diTerse ~alattie del sangue. l\!Iolti fatti ormai possono autorizzarci a i·itenere che non si può circoscrivere nettamente nessuna tra le malattie del sangue cui abbiamo dato finora un nome speciale. Un'altra prova ne è il possibile trasfor· marsi della sindrome dell't1na in q nella di un'altra. , Così si hanno già più casi nei quali si è vista un'anemia perniciosèji trasformarsi ( 9)


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IL POLICLINICO

in una leucemia (casi di Litten, di \iValdstein, di Gottlieb, ecc.). Anche per l'anemia splenica si va ora osservando qualche caso analogo. Dopo la prima pnbblicazione di FRIZZONI, segue ora un nuovo caso di ZYPKIN, il quale ha visto una forma di nnemia splenica tra· sformarsi in leucemia linfocitica. In questo caso il quadro dell'anemia splenica era evidente. Si trattava di una donna di 39 anni. Il 13 dicembre 1902 l'esame del sangue avea dato: eritrociti 2,700,000; Hb 35 °/ 0 ; globuli bianchi 8800. Il 26 dicembre gli eritrociti erano 2 milioni ; l'Hb 30 °/ 0 ; i globuli bianchi 9500. In questo giorno nei preparati di sangue si trovarono plasmodi della malaria. La ma· lata continuò ad aver febbre per più giorni. Il 9 genna.io 1903 il numero degli eritrociti era di 1,550,000; quello dei globuli bianchi era salito a 106,400; l'Hb dava una cifra di 24 °/0 • Il 5 gennaio il r eperto leucocitario dava una not(lvolissima prevalenza dei grandi linfociti, con pochissimi polinucleari neutrofili, pochi mielociti, scarsi eosinofili. Invece il 26 dicembre i linfociti erano in numero normale. Il 10 gennaio l'inferma morì. L 'autopsia diede il i·eperto di una linfeID:ia act1ta. ~Ia quale importanza ha avuto in ql1esto caso l' i11f1::>zione malarica'? E lo stato precedente dell'infermo. più che ad una Yera anemia splenica, non poteva mettersi in rapporto con un'anemia dipendente dalla detta infezione '? La storia clinica del caso, quale è i·ipor· tata da ZYP1CIN, non ci dà s11fficienti notizie in proposito· nè le considerazioni ch'egli aggiunge bastano ad eliminare ogni dubbio.

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lTn recente lavoro di LovETT l\tioRSE è cleclicato allo studio dej rapporti tra l'ingr·andimento cronico della milza e l'anemia nei bambini. :\la il problema della cosidetta anemia splenica infantile è studiato dal detto autore con criteri cl1e tenderebbero a demolire l'esi tenza stessa di una speciale malattia co ì denominata. Precetl<>no nel detto la,roro alcune nozioni sulle condizioni del sangue nei bambini, rhe è utile qui riportare. Il sanO'ue dei bambini al di sotto di due anni, presenta normalmente differenze da <1uello degli adulti. La cifra dell'emoglo(10)

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bina, sebbene relativamente alta per un certo tempo dopo la nascita. è, durante il resto dell'età infantile, relativamente bassa.. Il numero dei corpuscoli rossi è quasi lo stesso, o poco più alto che negli adulti, e talvolta un po' più che 5 milioni per mmc .. Nelle prime settimane della vita si possono notare variazioni nella grandezza & forma dei glabuli rossi, e talora formenucleate. I leucociti superano la media degli adulti e possono variare fra 10 e 14 mila,, per mmc. Anche le varieià leucocitarie nelle loro proporzioni numeriche presentano differenze notevoli dal sangue degli adulti. Per lo più si ha il 50, fino al 70 °/~ di piccoli mononucleari; 5 a 15 °/0 di grandi mononucleari; 30 a 40 °,'0 di polinucleari neutrofili; 1 a 10 °/ 0 di eosinofili. I mononucleari presentano molte varietà di forma. e di grandezza. Le modificazioni del sangue, come risultato di differenti condizioni morbose possono, come negli ad-µlti, rilevarsi nei bambini; ma in questi t1ltimi la tendenza a tali modificazioni è oltremodo esagerata. Tuttele malattie del sangue nei bambini possonoessere associate con ingrandimento della, milza e tendono marcatamente verso il ritorno al tipo fetale. I globuli rossi presentano notevoli alterazioni di grandezza e di forma, e se ne trovano nucleati molto più che nelle malattie analoghe degli adulti~ La leucocitosi si svolge nei bambini moltopiù rapidamente ed in più alto grado, e' po· mentre negli adulti è per lo più a tipo linucleare, nei bambini è talvolta a tipolinfocitico, o di grandi mononucleari. o di polinucleari, o di eosinofili. La leucocitosi si trova più facilment e nelle malattie con splenomegalia; i mielociti si trovano in condizioni meno gravi ed in più gran nllmero che negli adulti. L 'aumento del numero degli eosinofili, ~ebbene talvolta no· tevole, può non per questo avere uno speciale ed importante significato. Il tumore cronico di milza è molto più_ comune nell'infanzia che nell'età adulta, e si può trovare anche in quelle condizioni in cui in quest'ultima ordinariamente manca.. Come negli adulti, nei bambini quasi costantemente esiste n ella leucemia, nella pseudo-leucemia, nella cirrosi del fegato e nella malaria; e si trova nelle alterazioni amiloidi della milza. Le neoplasie maligne della milza sono quasi sconosciute nei bambini .


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malattie croniche degli adulti de· corrono senza ingrandimento della milza, ma le stesse possono esserne accompagnate nei bambini, specialmente se la cachessia è grave. Valga ad es. la sifilide. Può tro· varsi anche nella rachitide. Ma è specialmente comune l'ingrandimento splenico nei bambini in alcune condizioni morbose as· sociate con anemia, primitiva o secondaria. Qui sarebbe necessario specificare i due termini « anemia splenica dell'infanzia » e « anemia infantile pseudo-leucemica ». Al· cuni autori, specialmente inglesi, ritengono che l'ingrandimento c1--onico della milza sia per se stesso sufficiente nei singoli casi a giustificare il nome di anemia s1)lenica. Altri hanno invece usato questo nome per quel complesso clinico più comunemente conoscit1to come anemia infantile pseudoleucemica. Però oggi si ritiene generalmente che i detti due termini, come anche quello · cli anemia splenica infettiva (lei bambini, rappresentino le stesse condizioni morbose e }lOssano essere usati come si~onimi. Tuttavia molte sono state le opinioni in prOf)O· sito, riunite in un'ampia rivista bibliogra· fica cla "\VENTWORTH. Ri tratta di una forma di grave anemia progressiva dell'infanzia, coi sintomi e col decorso r linico della leucemia. Si nota notevole ingrandimento della milza e del fegato; spesso ingrandimento delle glandole linfatiche superficiali. Diminuzione del nu· mero clei globuli rossi e dell' Hb; poichilocitosi; molti corpuscoli rossi nucleati, specialmente normoblasti e talvolta corJ. figure cariocinetiche; più o meno marcata policromatofilia; assai marcata leucocitosi, sempre polimorfa. Il d.e corso è meno rapido e la prognosi è migliore che nella leucemia. Occupandosi di questo argomento, LOVETT MORSE ha ' roluto compiere minute osservazioni in molti casi d'ingrandimento cro· nico della mil~a nei bambini, rilevando in i·iassunto i seguenti fatti: In generale l'ingrandimento· della milza era accompagnato da quello del fegato, ma si rilevava fra i due fatti . lln rapporto molto diretto. Le glandole linfatiche superficiali si trovarono un po' ingrandite in pii1 casi, specialmente se la milza era molto grande; ma bisogna ricordarsi che questo fatto a carico delle glandole linfatiche può rilevarsi in tutte le condizioni di cattiva nutrizione generale dei bambini. Il numero dei globuli rossi non mostra-

I vasi in relazione

costante colla. grandezza della milza e del fegato. La diminuzione dell'Hb era sempre relativamente più grande che quella del numero dei globuli rossi; e poichè anche in condizioni normali nei bambini l'Hb è in proporzioni piuttosto basse, così la grande diminuzione della medesima è una caratteristica delle anemie dei bambini. Il colore indice in questi casi non mostrava rapporti colla grandezza della milza e del fegato. Anche la leucocitosi non si trovò colla medesima in rapporto costante, come non lo era con l'ingrandimento delle glr11ndole linfatiche. Con una milza poco ingrandita si poteva trovare notevole leucocitosi, e viceversa. Così pure le proporzioni reciproche tra il numero dei globuli rossi e quello dei biancl1i non erano in rapporti evidenti. Il grado delle alterazioni morfologiche dei globuli rossi era in genere più notevole quando il numero ne era più basso ; ma vi erano eccezioni a questa regola. Così pure era più' notevole nei casi con leuco· citosi. Ma nessuna corrispondenza esso presentava collo stato di grandezza della milza, o del fegato o delle glandole linfatiche. Spesso i corpuscoli nucleati erano molto numerosi, sebbene il numero totale dei globuli rossi fosse poco diminuito. Era da rilevarsi la tendenza al riprodursi del tipo ematologico fetale. • L' osse1"'vatore da ciò conclude che se l'anemia e l'ingrandimento della milza e del fegato e delle glandole linfatiche possono trovarsi associati i1ei bambini, questi fatii devono considerarsi non come dipen· denti l'uno dall'altro, ma come il risultato di t1na medesima causa : la disturbata nutri21ione; che nessuna caratteristica diffe .. l"'enza esiste fra le alterazioni del sangue trovate in casi con ingrandimento splenico ed in casi senza il m edesimo; ehe l'anemia è piuttosto secondaria che primitiva; che non è giusto riunire i casi di anemia dell'infanzia associata con ingrandimento della milza e del fegato in una classe speciale, col nome di anemia infantile pseudo-let1cemica o anemia splenica dell'infanzia. Queste denominazioni dovreb hero essere i--adiate dalla nomenclatura. Però evidentemente in queste conclusioni, come in tutto il te~to del lavoro, l'auto1·e ha confuso i più disparati casi patologici nei quali la milza od il fegato possono trovarsi ingranditi, secondariamente ad una (11)

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IL POLICLINICO

causa, specialmente infettiva e che è nello stesso tempo anemizzan te. Egli ha dimenticato che qt1 ando si parla di anemia splenica infantile, 01·dinariamente si escludono a1Jpunto le più comuni cause dell'ipertrofia splenica nei bambini, cioè la sifilicle, la malaria, la i·achitide, ecc. Invece il momento etiologico dei casi pei quali veramente si riservano le denominazioni, che egli vorrebbe escluse, è ancora un' inco· gnita. Volendosi dunqt1e accettare la Slla pro· posta, la confusione sarebbe veramente grandf'.

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Altre importanti osservazioni sulle anemie dell'infanzia in genere e sull'anemia splenica in ispecie trovansi in uno studio di 0LI\TE RIVIERE.

Egli considera le tre gravi forme di ane· mie infantili cl1e sono state prese in conside1--azione negli ultimi tempi, cioè: l'ane· mia splenica infantile, l'anemia splenica pseudo-leucemica di J aksch e la leucemia. Ritiene che le due prime non sieno due forme morbose distinte, ma gradi diversi di t1na stessa forma, che può esser data nei bambini da ogni anemia che si aggrava. Esse non sarebbero quindi malattie specifiche del sangue, ma assumerebbero peculiari caratteri semplicemente perchè sviluppatesi nell'età infantile. La ca11sa più comune di grave anemia nei bambini sarebbe il catar1--o gastrointestinale, per assorbimento di tossine batteriche o di veleni originatisi dai prodotti della digestione. Anche la leucemia dei bambini non è una malattia distinta, ma semplicemente un . grado più avanzato delle suddette forme. La leucemia degli adulti è un ritorno alle condizioni di un anemia infantile.

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Tutte le dianzi riportate opinioni most1·ano quanto ancora sia complesso lo studio delle anemie. La patologia dell anemia splenica, considerata da più punti di vista, lascia larghi3simo campo alla discussione e pochissimi sono i punti sui quali si può dire ormai raggiun1 o l'accordo. Pare però che la tendenza più recente sia verso il raggruppamento di tutte le anemie infantili, che ass11mono speciali caratteri solo perchè speciali sono nelle prime età le con· t12}

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dizioni del sangue ed il compo1·tarsi degli organi emopoietici. Che tutte le forme di anemja splenica in· fantile, indicate ron diversi nomi, e tenute finora distinte, in fondo non rapp1·esentino che gradazioni di una stessa entità morbosa, non si può forse più mettere in dubbio. Molto più difficile è riconoscere tra l'al!e· mia splenica infantile e la leucemia dei bambini quei legami intimi che v~rrebbe ammettere RIVIERE. Abbiamo visto precedentemente che anche per gli adulti il passaggio di una forma di anemia splenica nella leucemia è stato notato in pochissimi casi, i quali erano pure molto discutibili. Prof. \T. GIUDICEANDREA. BIBLIOGRAFIA. RoLLESTON. British m ed. jour., settembre 1903. TREVOR. I vi. SENATOR. Ivi. ZYPKIN. Wiener l\.lin. Woch., 1903, n. 39. LOVETT J\iioRSE. Boston med. and surg. jour., 1903, n . 22. OLIVE RIVIERE. The Lancet, 21novembre1903.

La mielocitosi nei tunaori maligni coi• rfproduzione secondaria nelle ossa. '

(KURPJNWEIT. Med. Reviezv, novem. 1f.}03).

L'A.. crede che I' esame del sangue nei casi in cui il tumore primario non può es· sere diagnosticato, sia di grande aiuto pe1' differenziare questa malattia dall'anemia perniciosa progressiva, e per stabilire la diagnosi di cancro con metastasi ossea, se nel sangue si rilevano mielociti in ec, cesso. L' A. riporta particolareggiatamente la storia clinica di un infermo in cui il com· plesso dei sintomi faceva supporre o una mal~ttia del midollo spinale, o anemia perniciosa progressiva, o endocardite, o una malattia della midolla ossea; ma queste diagnosi venivano subito escluse non tro· vandosi per nessuna di esse tutti i sintomi essenziali. L'esame del sangue dell infermo aveva dato i seguenti risultati : 25 per cento di emoglobina; 1,825,000 corpuscoli l'ossi e 9100 bianchi· questi ultimi erano composti del 48. 4: per cento di leucociti polinucleati, dell'11 per cento di mielociti neutrofili, del 6. 6 per cento di fo1·me transito1·ie fra le prime due varietà, del 12 per cento di linfociti grandi e 19. 2 per cento piccoli, dell 1. 6 per cento di leucociti eosi·

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nofili e di una cellula glandulare. Mo1·to j sono : una borsa fra la fascia lata e il trol'infermo, ·all'autopsia fu riscontrato un cantere; la borsa trocanterica superficiale carcinoma al piloro con riproduzione me- o sottocutanea; la borsa. del medio gluteo; tastatica nella midolla ossea. 11 fegato con- la borsa del tendine dell'otturatore interno; teneva traccie di ferro ed aveva i capillari la .borsa iliaca posteriore ; le quali tutte molto dilatati e pieni di sangue, che con- (t1·anne la superficiale) quando esistono, teneva mielociti neutrofili,, pochi mielociti possono comunicare con la trocanterica proeosinofili, leucociti eosinofili polinucleati fonda. . e corpuscoli rossi con e senza nucleo. L' A. riferisce tre casi di igroma della L' A. ha potuto raccogliere la storia di trocanterica profonda trattati chirt1rgica13 casi di cancro con riproduzione nella mente nella clinica del BRUNS; uno certamidolla ossea in cui l'esame del sangue mente di origine tubercolare (diagnosi mifaceva rileva1·e mielocitosi. croscopica); gli altri du~ probabilmente Altri osservatori corno il (}RAWITZ, Rous- della stessa natura. TEIN e STrtAUSS convengono che il sangue Raffrontando i casi del BRUNS con quelli nel carcinoma sia caratterizzato da oligo- già noti, l' A . mette in evidenza, in rapci tamia con poichilocitosi. Secondo questi porto all'etiologia dell'affezione, che la tuA.A.. la proporzione media delle cellule bercolosi rappresenta il più frequente fatbianche e di quelle rosse sarebbe di 1 a tore di igroma (63 °/ tubercolari, 21 °I 0 0 295, e la percentuale di emoglobina dimi- da traumi, 3 °/ reumatici, 12 °/ da causa 0 0 nuita in proporzione degli eritrociti. ignota) talora accompagnato da lesione (tuI mielociti possono t1.. ovarsi nel sangue bercolare) del gr. trocantere. anche in altre malattie, come difterite, polLa borsa sinistra è affetta più di fre· monite e tumori maligni senza riprodu- quente della destra; il sesso maschile più zione nella midolla ossea, ma in piccolissima del femminile. quantità. Sono grosse cellule, che provenNuija di speciale ci dice in riguardo alla gono dal midollo osseo, con nuclei poyeri anatomia patologica dell'igroma di q11esta rli c1·omatina, i quali riempiono quasi la borsa. cellula intera. Clinicamente si risnon tra 11na tumE>faN ~lla leucemia i mielociti sono comuni, ma in grande parte eosinofili, mentre nel zione elissoide, poco sporgente. situata sul· l'estremità del gran trocantere, estesa alla carcinoma questi sono rarissimi. Al confaccia esterna della coscia; mal delineata, t1·ario, nella leucemia non vi è poichilocidata la sua p1·ofondità. La cute non è motosi e la proporzione fra leucociti ed eridificata o solo quando il processo sconfina. trociti è più alta. Comuni alle due malattie La fluttuazione può esser mascherata per sono l'anemia, la dolorabilità delle ossa, la diatesi emor1·agica e la pi1..essia emor- la . grande ten~ione del liquido e per l'ispessimento delle pa1·eti : a volte (1/H3) esiste ragica. Dott. N. LEuzzI. crepitìo (corpi orizoidei). Lo spostamento s11i tessuti profondi o manca del tutto o è CHIRURGIA di poco momento. Nella flessione della coscia la t11mefazione si estrinseca massima-· mente indietro. L'igroma Di rado raggiunge grande vol11me prima della borsa t1'ocanterica profonda. di venire al trattamento chirurgico. Non (LIPPFERT. Br1i11/s Beitrage zur h:li1t. Med., 40, II). provoca gravi disturbi al paziente ; ma un La borsa t1·ocanterica profonda è com- modico dolore e conseguente limitazione presa fra il gi·. trocantere, il m. vasto dei movimenti. esterno e il gr. gluteo: è una larga borsa, Talora potrebbe realmente trarci in ercostante, che non offre lo stesso spessore rore di diagnosi la posizione assunta dal· in tutta la sua parete (Vanselow), ma pre- l'arto (flessione, adduzione, i ..otazione esterna) senta tre punti di minor resistenza (uno ùiretta a diminuire la tensione muscolare nella parete posteriore e due nella parete sull'igroma (rilassameuto del muscolo gran anteriore) predisposti quindi a estrofles- gluteo) : fu osse1·vata anche la flessione in sioni diverticolari nelle raccolte infiam- adduzione e rota~ione interna (caso di matorie della borsa. FRANZE); se si aggiunge la dolorabilità Altre borse (incostanti) della regione alla pressione s11lla regione trocanterica, ci '

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renderemo ragione dell'errore diagnost~co ripetutamente intervenuto con la coxite. Però non si risveglia 1nai dolore respin· gendo il femore contro l'acetabolo: e se i movimenti attivi sono alquanto limitati, i passivi sempre liberi, per quanto talora dolorosi. Il gran trocantere è nei rapporti normali con la Roser-Nelaton (1) . . Spes o non è possibile clinicamente dif· f erenziare l'igrorqa dalla tubercolosi del gran trocantere, e stabilire se la malattia sia primitiva del trocantere o della borsa, e finalmente differenziare l'igroma dallo ascesso fr·eddo, sintomatico di una tubercolosi del trocantere.· E se si pensa che in realtà i due processi ...morbosi possono svolgersi insieme, e che la malattia dal1' osso può diffondersi alla borsa o viceversa, non farà meraviglia se in tali casi non sia possibile stabilire una diagnosi • precisa. Facile è invece distinguere l'igroma della trocanterica profonda da quello della superficiale; questo contrae stretti rapporti con la cute, non si sposta coi movimenti dell'arto, non è mai tanto grande, è ben delimitato e delineato, è nettamente flut· tuante. La prognosi è favorevole purchè si in· tervenga chirl1rgicamente. Nessun vantaggio si può sperare da ap· plicazioni topiche o da· aspirazione e iniezioni irritanti. Lo spaccamento e il raschiamento col cucchiaio e la riunione per granulazioni può dare buoni risultati, ma sol· tanto a patto di distruggere .col raschia· mento fino all'ultimo residuo della borsa (evitando innesti di germi nelle forme tubercolari) e semp1~e richiede un trattamento assai lt1ngo. Il metodo che r ealmente ri· sponde in ogni caso mettendoci a riparo dalla r ecidiva. e procurandoci una rapida guarigione, è la estirpazione totale della borsa e la r. p. p. R. DALLA VEDOVA.

Sulla cura della lussazione congenita delle anche. (DA vrs. A111er;c. .Afed., n. 9, 1903).

N'elle lussazioni tra11matiche delle artico-

lazioni no1·mali e bene svilup pate se si i·icolloca, con le mano\re opportune, la testa clel femore al st10 posto è possibile qt1asi 8empre ripri tinare completamente le funzioni enza che ,.,. i sia tendenza a recidive; (1) ~Ia.ncn l'atrofia. clell'arto. (14)

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lussazioni patologiche invece i risultati della cura dipendono dalle alterazioni che la malattia ha apportato nelle artico· !azioni. Le lussa~ioni congenite possono presentare dei casi, rarissimi però, in cui le varie parti dell'articolazione sono bene svilup· pate, ed allora, come nelle lussazioni trau· matiche, la cura è possibile. Il più delle · volte però la testa del femore, i legamenti, i muscoli, la cavità cotiloide, sono tanto al· te-rati nei loro rapporti e deformati da im· pedire o almeno rendere molto difficile la riduzione; da· ciò i risultati imperfetti e gl'insuccessi avuti anche dai più valenti operatori nei varii tentativi di cura. L' A. ricorda quanto è stato fatto fino ad oggi dai chirt1rgi antichi e moderni pe.r la cura cruenta ed ineruenta di queste lussazioni; descrive i varii metodi escogitati ed accenna alle varie polemiche cui dettero luogo. Egli ha llsato, nei bambini al disotto degli 8 anni, il metodo dell'estensione forzata e continua e dice che così quasi tutte le lussazioni uni o bilaterali posso.µo essere ri· dotte. Nella metà dei casi vi è poca differenza fra l'articolazione normale e quella ottenuta con questa cura; nel 40 °/ 0 dei casi la testa si fissa un po' lontano dalla sua posizione normale, in alto ed in a vanti, ma anche in questi casi i risultati, dal lato della funzione, sono buoni. La cura, lunga e pa· ziente, deve durare almeno due anni, ed occorre, dop o, fare uso di busti speciali o fascie, per fissare meglio la testa del femore ed impedire che coll'andare del tempo il difetto nella deambulazione aumenti, come spesso avviene quando si trascurano queste precauzioni. Fissandosi in avanti la testa del femore, la lordosi sparisce, i mo· vimenti di flessione ed estensione dell'arto diventano normali) solo quelli di abduzione rimangono alquanto incompleti. Il lieve grado di zoppicamento persistente ancora, è ,1ovuto all'accorciamento dell'arto. Secondo l' A. la percentale degl,insuccessi, anche con ql1esto metodo di cura, è bassa. Quanto pii1 a lungo l'ammalato ha camminato con le anche lussate~ tanto più forti sono le alterazioni delle parti molli e delle ossa specialmente e tanto più, naturalmente, è difficile ottenere la guarigione. In questi casi è consigliabile l'intervento chirurgico per aprire la strada alla testa del femore ed ail1ta1·ne la fissazione. I raggi Ron tgen


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:rendono molto più agevole la cura di questi .ammalati. L'A. spera ehe presto si possa fare anche per gli adulti quanto si è fatto per guarire i bambini. Dott. N. L.

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SEZIONE PRATICA

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al di là di quattro minuti, e che alla ipertensione succede un'i poten · sione, del pari transit oria ; e la pressione sang11igna si innalza ancor più ·dopo la sezione del vago o la paralisi per atropina. Sembra, secondo LANGLOIS, che questa transitorietà si~ dovuta all'ossidazione della sostanza nell'organismo; secondo SCHAFER, TERAPIA alla distruzione del principi~ attivo nel • suo passaggio per i muscoli. Quando cessa Nota sull'adrenalina (S11a azione l'ipertensione la pressione torna poco a poco e suo impiego clinico). al normale, allora con una nuova iniezione (.A.. BRETON. Gaz. des Hopitaux, n. 75, 1903). i fenomeni tornano a ripetersi. Il meccanismo d'azione è il seguente: L'adrenalina è uno dei principii attivi dapprima elevazione della tensione arte· delle capsule surrenali: fu isolato nel 1901 riosa, rallentamento del polso . che è rin· da TAKAl"\IINE ed ABEL e da LERMOYEZ, forzato, il cuore si fa lento ed aritmico. -prese nome di « alcaloide della fascia Questi fatti sarebbero di origine centrale d'Esmark » per le sue proprietà altamente secondo 0YBULSKI, 0Yo~, SzYMoNowrcz, ischemizzanti. È una polvere a piccoli GuL~ARD e ..MARTIN, d'origine periferica .cristalli, bianca, di sapore amaro, . poco secondo OLIVER, ScHAFER, TAKAMINE , solubile nell'acqua a freddo, insolubile nel· HouNGTON e questa azione periferica per l'alcool e nell'etere, la cui formula è 0LIVER, ScHAFER sarebbe dovuta diretta·C 10 H 1 a Az0 3 : ha reazione alcalina ; il più· mente al tessuto muscolare cardio-arterioso, usato dei suoi sali è il cloridrato, che ~ ai gangli nervosi periferici vasocostrittori il più solubile e le cui soluzioni sono per GOTTLIEB, all'eccitamento di tutto l'ap· molto stabili. parato vasomotore periferico (nervi, mu· Il potere secretivo interno delle capsule scoli), secòndo BoRNTAN e LANGLOIS, all'eç"Slll·renali era noto dai lavori di BROWN citazione di tutto quanto l' apparecchio SEQV-ARD. GLEY, LANGLors, ABELous, Szy. simpatico vasocostrittore centrale e peri· JtIONowrcz : DE CERENVILLE al Congresso ferico ~econdo CYON, GuINARD e MARTIN. di medicina di Montpellier (1898) dimostrò L' A. ha impiegata l'adrenalina Clin, cloche la loro azione precipua era q1tella di ridrato, in soluzione 1 per 1000, adoperando elevare la pressione arteriosa ed eccitare per i suoi esperimenti cani, gatti, conigli, e mantenere la tonicità muscolare, oltre- sorci, quasi sempre p1·evia curari~zazione, -diohè avevano una funzione antitossica la respirazione era mantenuta artificialgenerale, specialmente contro i prodotti del mente mercè un motore ad acqua. Ogni metabolismo m usoùlare; GILBERT e l\'.[. CAR·_ esperimento aveva il suo controllo a conNOT p1·ov-arono che tale azione era assai dizioni normali. La p1'essione sanguigna complessa, energica, vasomotrice, transi- era presa in una delle carotidi, mentre toria, e gli animali decapsulati avevano l'iniezione era praticata in una delle ' rene corta sopravvivenza : lo '3tesso fu provato dell'arto posteriore. Nei gatti e nei cani dal Lr,-oN, dal CYBULSKI, l' OLIVER, lo potè registrare graficamente i battiti car· Sc'HAFER. LANGLOIS vide che un tal prin- diaci ed il ritmo respiratorio. cipio attivo resisteva alla temperatura di Coll'iniezione endovenosa, un minuto e 110 gradi: esso inoltre abbandonava la mezzo dopo, si ha elevazione della presglandola per le vie venose, tanto è vero sione che fa salire il manometro da · 10 ad ·c he SERGENT e BERNARD riottenevano i fe- 11 cm. fino a 20 e più oltre. _ 11omeni iniettando il sangue delle vene Questa ipertensione si mantiene per 3 o 4 -surrenali. BATTELLI pensa che le capsule minuti e 1·itorna lentamente al normale. non fanno che ac0umulare l'adrenalina por- Immediatamente prima di tale aumento -tatavi clal sangue ; sarebbero dunque una si ha una cadt1ta di corta durata, come se riser,ra non un organo produttore. fosse stato eccitato il capo periferico del Dagli altri lavori sull'a1·goinento oltre di pneumogastrico. Dopo l'iniezione eccitando Tedere assodata questa azìone vasocostrit- questo, si ha solo una debole cadt1ta della trice energica, e l'aumento della tensione pressl.one, con rall~ntamento del cuore. L" eccitamento del moncone cent1·ale~ arteriosa, si rileva che questi effetti non (15)


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causa parimenti una diminuzione di pressione ma lievissima. Producendo sull'ani· male uno stato d'asfissia compatibile colla sopravvivenza, ristabilendo la respirazione, si vede coll'iniezione di mezzo milligrammo in un cane di 11 chili risalire la pressione da 5 a 14 cm. ed allora l'eccitamento del pnel1mogastrico, moncone periferico, riproduce debole caduta di pressione, mentre l'eccitamento del moncone centrale non dà luogo ad alcuna reazione. La bassa pressione che segue all'eccitamento del mon· cone periferico del vago è rapidamente segt1ita da una ascensione manometrica ; la asfissia si produce in un tempo doppio del normale. Nei conigli l'eccitamento dei depressori è senza ef tetto. u Il coniglio di 3 chili muore per l'iniezione di 5-8 . milli· grammi di soluzione di cloridrato di adre· nalina al mezzo milligrammo per centi· metro cubo. Un cane da 10 a 12 chilogrammi tollera senza danno un'iniezione endovenosa di 1 milligrammo. Nei conigli e nei gatti ebbe più ·volte nel corso delle esperienze morte per ·s incope cardiaca, subito dopo l'iniezione con arresto del re· spiro in fase espiratoria e diminuzione di ampiezza dei movimenti respiratori. Sotto l'influenza dell'adrenalina la respi· razione si accelera e si fa più superficiale; al periodo ter1ninale si ha perturbamento conside1~e,role del ritmo respiratorio che diviene disordinato. Le dosi forti arrestano la respirazione senza che porti giovamento la respirazione artificiale. I riflessi del vago son tuttavia diminuiti. L'adrenalina è dunque un tossico bulbare: le sostanze attive delle capsule sur1·e· nali hanno un'azione analoga a qt1ella del cura1·0, tanto è vero che i tracciati nell'un caso e nell'altro si sovrappongono e l'uno e 1 altro portano all'asfissia bulbare. Tli accidenti sincopali osservati negli animali furono altresì osservati nei malati. VoN FuERTH ha vecluto una sincope con convulsioni, Rous EL ha. notato vertigini, senso di angoscia, a1·itmia carcliaca, lo stesso ..: oUQUE e :àloREL. Secondo MICHAUT l'inia· zione di adrenalina, che si fa in molti cancerosi dopo 20 o 30 secondi porta angoscia toraci ca assai penosa, tremore generale e respiro affannoso. lJ ~.A.. acloprandola all ~1 per mille in sup· positori e in tamponi bagnati, nelle emor· roidi prolassate ed ulcerate che daYano sangue. vicle in prosieguo di tempo cesare 1~emorragie, i disturbi e la procidenza: \16)

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I gli stessi vantaggi nelle emorroidi alte. Del

pari utile riuscì nelle emottisi, all'1 per I mille, somministrata in bevanda, 15-20 gocce: lo stesso in una isterica con gastrorragia ribelli ad ogni emostatico. Il suo impiego per bocca, associato ad iniezioni di bicloridrato di chinina, protrasse di dueanni, passabilmente, la vita in una donna. Riferisce poi un caso di cancro dellecapsule surrenali in uomo di 59 anni, con emorragie multiple, dal naso, emottisi, enterorragie, ematurie, gastrorragia, stomatorragie, effusioni sanguigne sottocutanee: trattato con 20 gocce al giorno di una soluzione all' 1 per mille ebbe arresto delleemorragie e riassorbimento delle infiltrazioni sangnigne sottocutanee: morì dopo. qualnhe tempu cachettico. BIAGI.

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L'aristolo in rinoiatria e in otologia. (FINK. Die H eil/czi1tde, luglio 1903).

L' A. ha utilizzato le proprietà esiccanti e leggermente eccitanti dell' aristolo nel trattamento dell' ozena. Egli fa precederel'impiego del topico da una scrupolosa pulizia della cavità nasale facendo delle polverizzazioni intranasali d'una soluzione di 300 grammi d'acqua contenente un mezzocucchiaino da caffè di polvere di sapone. Procede con questi lavaggi due o tre volte al giorno; ciascun lavaggio è seguitoda insufflazioni di aristolo. Poco a poco la secrezione diminuisce, la formazione dellecroste è più scarsa e si possono rendere· meno frequenti le medicatt1re. È nelle sinusite mascellare che l'aristolo dà i migliori risultati a condizione di farlo penetrare nel seno malato. L' A. riporta 55 casi di gua-• • r1g1one. In otologia le condizioni sono meno nette~ Nella otite media acuta con perforazionedel timpano è imprudente d' insufflare un topico pi.1lverulento che può occludere la perforazione. Nelle forme croniche con larga perforazione, l'aristolo gioverà, t1~anne nei casi in cui esista carie ossea. Dott. V. MANCIOLI.

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Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904

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So121ma..rio del. Fa..soicol.o l.. I. Prof. F Durante - Un nuovo metodo operativo perl'aaportazione del laringe. - Il. F. Neri - Contributo alla conoactn.za dei corpi liberi peritoneali. - lll. Dott. G. Betagh. - Igroma della bursa aub-serrata. Contributo alla conoscenza delle borse mucose della spallu. - J V. Prof. G. Perez - Sul trattamento chirurgico delle nefriti con speciale riguardo o.llt cosidette nefralgie e nefralgie ematur1 che essenziali.

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SEZIONE PRATICA •

Accademie, Società n1ediche, Congressi I RESOCONTI' PARTICOLARI SOCIETÀ MEDICO-CHIRURGICA DI BOLOGNA.

Seduta del 10 dicembre 1903.

Il socio· prof. U. Gardini legge una sua nota st1 Di u1t volri1ninoso calcolo in iin clivertico40 rlella vescica, presentando un infermo, che a lui ricorse, quattro mesi or sono, per disturbi nella minzione. Egli era stato operato un anno avanti, cla altro chirurgo, di cistotomia soprapubica e 11retrotomia ester1ta, per calcolosi vescicale e ltretrale. Al presente aveva un seno fistoloso nella cicatrice della regione perineale ed una tale ristrettezza del calibro uretrale da essere impossibile anche la introduzione di una mint1gia. L' A. pensò di operarlo di uretrotomia esterna per svuotare la vescica, ed anche per curare il r;;eno fistoloso, ma prima dell'operazione riscontrò ~tll'esplorazione anale un voluminoso tumore al di dietro del lobo sinistro della prostata, tumore rotondeggiante, della grossezza di un arancio, a Sltperficie liscia e con tutta l'apparenza di un calcolo. Pl'aticata l'nretrotomia estertta introdusse in vescica una aonda molle per svl1otarla, ma non ebbe alcuna impressione della presenza di t1n corpo nella cavità. Allora aprì di più la breccia in modo da interessare il collo della V'e· scica; feco cioè una vera cistoto1nia perineale; introducendo il dito ed esplorando accuratamente le pareti vescicali riuscì ad avvertire un piccolo orifizio, attraverso al quale potè sentire il calcolo. Pensò allora trattarsi di un calcolo incuneato in llil diverticolo della vescica. Non essendo possibile estrarlo dalla via perineale perchè l'orifizio che metteva in comt1nicazione il diverticolo con la vescica era troppo ristretto nè era possibile dilatarlo, si accinse ad estrarlo per la via soprapubica. Fece perciò una incisione in c~orrispondenza della cicatrice residua ùella antecodente cistotomia, e, staccate tutte le aderenze che si erano formate, scoperse la ve· scica e, guidato dalla presenza del tumore, il di· verticolo. Incisa la parete sottilissima di quest'ultimo, scopérse un grosso calcolo del peso di gr. 280, e dopo di esso altri 8 piccoli calcoli pure contenuti nella cavità diverticolare. Cercò clipoi di asportare in parte le pareti di questo diverticolo, richiudendo in parte la cavità resid11a con sutura a borsa di tabacco, e lasciando in esso un drenaggio, che fuorusciva dalla ferita ct1tanea. Chiuse questa ferita per due terzi, la· sciando nell'angolo inferiore un piccolo drenag·

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gio di garza ; pose poi, Jier la via perineale, una sonda a permanenza in vescica, lasciando fermo il malato per 8 giorni. Il decorso post-operativo fu ottimo. Tolto allora il drenaggio e la sonda, mise la siringa a permanenza per l' 11re.t ra ~ che lasciò in posto per 12 giorni. La cicatrizzazione della ferita si compì regolarmente e il calibro dell'uretra, mantenuto largo mediante il passaggio regolare di sonde, permette ora che la vescica si svuoti fisiologicamente e senza difficoltà. Il socio prof. G. Berti comunica un caso di u1ia br(q lia COPtgen,ita attrave1!san,te l'addome ne l senso antero-posteriore, ritrovata in t1n bambino. L'A. avverte che l'esistenza di briglie intraddominali non è tm caso nuovo, come neppure nuova' è .la loro divisione in infiammatorie e te· ratologiche. Tuttavia, lo studio di queste ultime non sembr~ assolutamente completo; e ciò gli fanno supporre due lavori recentissimi 1'11no americano e l'altro inglese, i cui autori, mentre insistono sulla natltra teratologica delle briglie da loro rinvenute, insistono pure sulla necessità di meglio studiare questo punto. Nel caso co· municato dall' A. si rinvenne un cordone, il quale, · partendo da un punto della faccia interna della parete addominale anteriore, vicino all'ombel· lico, si mostrava attraverso il cavo addominale passando come una corda in mezzo alle anse del tenue, e perdevasi nella regione vert~braie in mezzo alle radici del mesenterio. I d11e at tacchi della briglia erano foggiati ad imbuto o a ventaglio, confondendosi così l'invol11cro pe· _ ritoneale della briglia stessa con il peritoneo parietale e mesenteriale. Il cordone era sottilis· simo come filo nella porzione iuxtaombellicale, nel resto era irregolarmente grosso; dello spes· sore medio di un millimetro. L' A . . avverte cl1e il pezzo anatomico non è un esempio Taro di briglia addominale congenita, ma più raro come esempio di briglia. addominale congenita anteroposteriore. Ricorda tl1ttavia che il TARUFFI parlò di casi di questo gene1·e, nonchè di casi in cui tale cordone o briglia era tripartita, e fu ca11sa di strozzamento. L'A. si fa poi due domande: Questi cordoni sono tutti permanenti, o ve ne ha che sono d e· stinati a scomparire almeno in parte? Questi cordoni riconoscono tutti una stessa origine? In base ad ltna espressione del TARUFFI e in base alla sottigliezza estrema del capo ombellicale della briglia da lui presentata, l'A. crede probabile in qualche incontro la scomparsa almeno parziale di questi cordoni. In rapporto al secondo quesito l' .A.. divid·e le briglie in discorso in 3 specie: le mesentero-mesenteriche o trasver· (17)


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sali, le antero-ombellicali od oblique, e le me· senterico-ombellicali o antera-posteriori. Per le ultime due specie si pllÒ ritenere col TARUFFI, che esse rappresentino gli avanzi degli origi· nari vasi sanguigni omfalo-mesenterici; per le prime all'incontro gli sembra più probabile una origine differente. L' .A. ter,mina insistendo sul vantaggio che sempre più si manifesta derivare dallo studio del materiale fetale ed infantile per la teratologia e per la specialità pediatrica non solo, ma anche per lo studio della etiologia morbosa di tutte le età.

Il socio prof. G. Badaloni infine comunica una nota su La pellagra e sna cara nella pro· vincia di Bolog1ia. - Ricorda l'.A.. che i pellagro· logi. sono concordi nell'ammettere che la pellagra non è il risultato immec1jato di un fatto sem· plice, l'alimentazio1te maidica, sibbene l'esponente di llll cumulo di fattori, fra Clli quel fatto è essenziale. Tra questi fattori, secondo il ~IAR· ZOCCI-II, il MARAGLIANO, l' .A.MADEI, il 8.EJPILLI, l ' ANTONINI, si nota costantemente il rapporto intimo che passa tra il numero dei pellagrosi, dei pazzi per pellagra con l'aumento del prezzo del grano e d el mais. Richiama quindi gli studi suoi e dell' A NTONINI, comunicati al Congresso pellagrologico nazionale di Bologna nel 1902, e poi quelli consecutivi dell' AMADEI relativi al· l'identico rapporto che corre tra i suaccennati fattori e la mortalità non solo, ma la mortalità ancora per pelJagra. .A questi dati l' .A.. aggiunge oggi una indagine nuova, importantissima, di carattere sociale, la quale deve richiamare la maggiore sollecitudine di tutti per lottar e contro questo JJtale della nziseria. L 'A. riassume in una tavola grafica le sue osservazioni, fatte per questa provincia negli a.nni 1890·1902. In essa si scorge subito un pa· rallelismo costante tra l'aumento dei casi di pazzia e di mo1;te per pellagra, non solo, ma un aumento corrispondente nella delinquenza. Quando infatti dal 1891 al 1894, il prezzo dei cereali fu ribassato, le oscillazioni del totale dei reati denunziati per ciascun anno, seguirono qt1elle del costo dei viveri di prima necessità, dn. 11 a 12 mila. nia, allorchè, dal 1895 al 1898, il frumento sali rapidamente di costo, da lire 21 a 27 al quintal e. e la mortalità in genere e c111ella per· pellagra crebbero pure in proporzione (e tanto da, raddoppiare la cifra dei colpiti), anche la clelinq11enza totale annua, da 12,189 reati tleni1nziati nel 1895 raggiunse nel 1898 la cifra di 1B,31 "'. In <111esti llltimi 4 anni furono istituite nume· ro e locande anitarie nei territori infetti dalla pellagra ed allora la curva dei fenomeni stu(1 )

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I diati non seguì più il rapporto delle variazioni del prezzo del frumento o del mais, ma discese sempre e notevolmente. Le locande sanitarie istituite e dirette da una Commissioue provinciale iniziarono l'opera be- · nefica: Nel 1900 con 212 curandi in 7 Comuni, 14 . locande e con 85. 85 per cento di successi; Nel 1901 con 433 curandi in 14 Comuni, 29 locande e con 92. 15 per cento di successi; Nel 1902 con 566 curandi in 15 Comuni, 35 locande e con 94.12 per cento di successi; Nel 1903 con 740 curandi in 13 Comuni, 30 locande e con 95. 55 per cento di successi. I risultati benefici ottenuti nei curandi, 1a diminuzione notevolissima dei ca si di pazzia e di morte per pellagra, asso.ciata ad una propor· zionale decrescenza nel numero delle d enunce dei reati, hanno indotto la Commissione a per· severare nella lotta intrapresa, invocando l'ap· poggio di tutti i Comuni, del Governo e della Provincia, per la redenzione del proletario dei campi dal flagello della pellagra. Dott. L. B:mcCARI. R. ACCADEMIA PELORITANA

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MESSINA.

Adunanza del 12 dicembre 1903. Presidenza: Prof. A... Zincone.

Ferraro P. Trova importante l a comunica zione fatta nell' adunanza precedente (vedi Poli· clin,ico, sezione pratica, fase. 1°) dal professore CALDERONE, c ui raccomanda di completare lo studio dell'argomento, facendo altre ricer che in altri casi. Calde1·one. Ringrazia il prof. FERRARO del benevolo giudizio dato s ulle sue ricerche, ed assicura che appena gli si presenterà l'occasione non mancherà di estendere le sue indagini nel sen~o consigliato dal FERRARO. · Salomoni A... '(Istituto di patologia chirurgica). Fibro11iioma dr.Ilo sto1naco felice1nente estirpato. - I miomi d eJlo stomaco sono molto rari, e fi· nora furono oggetto di osservazione al tavolo anatomico più che di operazioni sul vivo. Nella letteratura, da MORGAGNI, SANGALLI, VIRCHO,,r, a STEINER, BORMANN, CARLE, CA:t\'lINITI, CEH · NEZZI, ALESSANDRi ne trovò circa 40 casi beno accertati, dei quali solo 8 venn ero estirpati, così che questo può essere il nono caso operato. Era una donna di 2! anni, da Benestare (Reggio Calabria), profondamente anemica, sofferente cli stomaco e di intestini da circa 3 anni e che da un anno circa a.veva avvertito, nella parte bassa sinistra dell'epigastrio, lln tumore~ diagnosticato

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s:mzIONE PRATICA

milza o rene mobile. Ai 17ottobre19021'0. fece la laparotomia mediana, trovò il tumore dentro lo stomaco, incise verticalmente la parete ante- · riore di questo e ne resecò a t11tto spessore per -circa 5 cmq. la parete posteriore, dove presso la piccola curva era impiantato il tumore. Fece la sutura LAMBERT-CZERNY delle due breccie parietali gastriche e l'ordinaria a tre strati delle pareti addominali. L'andamento consecutivo ft1 felicissimo e l'operata sta berle anche adesso. Il tumore era ovoide, grosso come testa di feto maturo, pesante gm. 830, ricoperto da mucosa p~esso che integra. Constava di fibre muscolari liscia a grossi fasci variamente intrecciati t3 misti a connettivo. I vasi erano piuttosto scarsi e di strutt11ra normale. L'O. infine dice -Ohe ai casi registrati da CAMINITI e ÀLESSANDRI va.ano aggiunti quelli di OoHN, GouLLIOND (pi· lorectomia), LuCKSCH, MAGNUS-ÀLSTEBEN, MroDOROSKI, POIRIER (escisione) e ZIRONI.

I ricordati,

Famulari S. ÀJJpareccJi;o per eseguire razio1ial1nente la toracentesi. - Per la descrizione di RI.

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questo appareccll.io vedi Policl;nico, sezione pra· tica, 1903, p. 1473. Salon1oni. Osserva che tutti gli apparecchi per la toracentesi, ormai fin troppo numerosi, sono superflill, potendosi riuscire allo scopo con un semplice treqt1arti e nit1nendosi di certe pre• • -0auz1on1. Famula1·i. In proposito dice che il trequarti per sè stesso non può essere lo strumento vero ·e proprio per il v11otamento della pleura, giac-0hè se da una parte non garantisce in modo .assol~to dall'entrata dell'aria nella pleura, dal· ·l 'altra non riesce allo scopo, allorquando ]a pres· sione intra-toracica è uguale a quella esterna, -ovvero inferiore. B.

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Sedt1ta del 19 dicembre 1903. Presidenza: prof. E. Marchiafava. !.. Ranelletti. Snll'ntilità del clrenaggio nella cnra llelt' anasarca cardiaco. - Nei casi di iposistolia cardiaca, con edemi non troppo avanzati, si p11ò in genere riavere il compenso coli' uso dei cardiocinetici associati ai diuretici,- e coadiuvati da lievi purganti, dal massaggio, dalla fasciat11ra esp11lsi va degli arti e associando, se è posi;;ibile, a.nche t1na dieta secca (Oertel), che però in genere è poco sopportata. Qt1ando invece i·iposistolia si fa più grave, gli edemi si generalizzano e la diuresi si fa più scarsa, -nonostante che siano messi in atto tutti i mezzi

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83 è inutile perder tempo coll'insistere

nei cardiotonici più comuni, e peggio ancora nei ]oro succedanei, e nei varii diur~tici : col gene· ralizzarsi degli edemi si stabilisce un tale osta· colo alla circolazione periferica., che il cuore, già di per sè insufficiente, viene ad indebolirsi ancora più e insistendo nella somministrazione dei tonici cardiaci, si accelera la fine che si... vuole scongiurare. Altrettanto deve dirsi dei diuretici che non • possono giovare quando l'ascite aumenta la pres· sione sui reni (BACCELLI). In tali casi di grave iposistolia cardiaca con anasarca, il meglio che si possa fare è diminuire gli ostacoli perif~rici, colla sottrazione diret.ta del liq ttid~ dalla pelle, ma non troppo tardi, tanto più che qualche volta il riassorbimento dei forti edemi nei cardiaci ha dato fenomeni di intossicamento. Diminuiti cosi gli ostacoli .alla circolazione periferica, si risollevano le forze . del cuoi e, e allora, risomministrando i cardio· cinetici, ne a v :~emo quegli effetti tonici, ·che fino allora erano rimasti sospesi. I mezzi ·per a'Tere una sottrazione diretta del liquido dalla pelle sono molti. Sono da rigettarsi, per le dannose conseguenze, i vescicatori; le punture capillari con un ago asettico, sono di scarso effetto · le incisioni cutanee, col bis tori o col termocau · terio 1 hanno non pochi inconvenienti (pericolo di infezioni, dolore, macerazione ed eczemi della cute, vuotamento troppo rapido colle inerenti conseguenze, ecc.). Nè le modificazioni a.p portate a questo metodo da varii autori, lo rende pre· feribile: così l'applicazione di un imbuto ·sulle parti incise, in modo che il liquido venga aspi· rato per effetto del sifonaggio prodotto da un tubo di caoutchohc innestato all'imbuto o da una ventosa di vetro o di allum~nio. Essi si spostano facilmente, e non rimuovono gl' inconvenienti delle incisioni. Piu efficace invece, senza inconvenienti, e assai più pratico, percl1è 1·iù semplice, è il metodo del drenaggio, proposto primitivamente da BocK, perfezionato da SouTHEY, il cui strumentario consisto in trequarti capil· lari d'argento, con cannule lungl1e circa 2 cm., con un lume di circa 1 mm., 2 forellini laterali ad un estremo, e una protuberanza olivare al· l'altro estremo. Essi si infiggono alla regione anterolaterale delle gambe, nel terzo superiore, 1-2 per lato, e all'esterno si innesta un tt1bo di gomma. I varii autori consigliano di lasciarli in sito 12-24: ore, per ripetere, se occorre, l'opera· zione nei giorni seguenti. Questi trequarti capillari hanno il difetto di essere troppo piccoli. e quindi si occludono facilmente, o facilmente si spostano. A ciò evitare molti autori han (19)

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IL POLICLINICO

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fr portato delle modificazioni che sarebbe troppo lungo ricordare. L'O. si è domandato se fosse proprio necessario ricorrel'e a tanti diversi artifizi, o se 1lon .·i fosse potuto ottenere il miglior effetto, ricorrendo al metodo primitivo del SoUTBEY, per ciò che riguarda la tecnica generale, e solo modificandolo nello strumentario, ossia sostituendo ai • tllbi capillari d'argento un comune trequarti di medio calibro, che ha il vantaggio su quelli ca· pillari, di non occludersi facilmente, di non spostarsi, di dare un deflusso più abbondante, e di • • essere 1n genere in possesso comune. Due volte 1'0. ha avuto occasione di praticare il drenaggio con ,questo metodo, con esito molto buono · ambedue i ca.si erano in uno stato di gravissimo scompenso contro il quale nessun ef· fetto avevano avuto tutte quelle cure solite dianzi ricordate. Furono applicati allora 2 trequarti di medio calibro, uno per lato, nella regione antero· esterna della gamba, adattando all'estremo esterno un tubo di gomma. ~.,urono lasciati in sito non poche ore, ma finchè continuava il d eflusso del liquido, e il malato li tollerava: cosi in uno dei casi rimasero 3 giorni e si raccolsero circa 6 litri di liquido, nel 2° caso 8 giorni e si raccolsero circa 10 litri, di cui oltre la metà nei prjmi 2 giorni. Nel modo più evidente si potè constatare che, appena comi~ciò la sottrazione del li· quido, e quindi si ebbe dimi,nuzione degli ostacoli nella circolazione periferica, il cuore migliorò nella sua h1nzione, e risomministrata la digitale, si riebbero quegli effetti tonici e diuretici che fino allora, anche cort dosi massime, erano rimasti sospe.si, effetti che andarono migliorando, di pari passo che a11menta,ra la, sottrazione del liquido. Dopo aver ricordato il recente contributo portato all'argomento dal TREVISANELLO 1'0. conclt1de : 1. Nei casi d'iposistolia e anasarca car· cliaco allorquando nonostante la somministrazione di rimedi1 tonici e diuretici, associata alle altre solite cure coadiuvanti (lievi purganti, mas· saggio, fasciat11ra espulsiva degli arti dieta "'ecca, ecc.) gli edemi a11mentano, le forze del c11ore diminuiscono, la diuresi si fa sempre più . car a, è in11tile, anzi dannoso, insistere s11i car· cliocinetici: 2. 111 tali condizioni il meglio che '"'i pos a fa.re è diminuire al più presto questi ostacoli periferici inediante Ja sottrazione del liltnido dalla polle, e permettere quindi che dai ri111edii to11ici e diuretici si possano riavere qt1ogli offetti che fino allora erano rimasti so· SJ> si: 3. P er la ottrazione del liquido dalla l) "'lle~ il n1iglior mezzo è il drenaggio, e pel dre· naa~io non ono necessari nè tecnica spec~ale, i1è a.ppi\recchi S})eciali cli vetro cl'argento o d'oro

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quali sono stati proposti dai varii autori, ma si può ottenere col massimo effetto nel modo semplicissimo dall'O. praticato, cioè con un comune trequarti di medio calibro, che, oltre i vantaggi tecnici già notati sui tubi capillari del SQUTBEY,. ha pur anco quello di essere in genere in possesso comune, per modo che il metodo si rende alla portata di tutti, non solo negli ospedali, ma anche nella pratica privata . e in campagna. G. Quattrociocchi. Ricorda di aver effettuato. in t1n caso grave _di anasarca cardiaco in un giovane con vizio aortico il vuotamento degli edemi per mezzo di gr~ssi aghi di platino; si ebbe un giovamento abbastanza solleclto ma. transitorio. Dott. A. GAROFALO .

OSSERVAZIONI CLINICHE

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Ferita d' a1·ma da fuoco di un rene unico.

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Osservazione clinica del dott. PAOLINO DEL GENOVESE.

Non mi sembra superfluo illustrare un caso clinico, traumatico ~ a decorso rapidissimo, che da me seguìto, vivo il pazientet e alla necroscopia, ordinata dall'autorità giudiziaria, dà occasione a considerazioni chirurgiche, a mio git1dizio, assai interessanti. Sul calar della notte dell'8 novembrescorso, certo Q. P. riceve, in pieno petto,. un colpo di fucile, a distanza di 3 o 4 metritcarico dei cosiddetti maltagliati, proiettili di forma irregolarmente quadrilateri, otte-nuti colla sezione delle palle di piombo ed usati comunemente per la caccia al cin-ghiale. Chiamato d'urgenza, io arrivo presse> il ferito, per ragioni di distanza, solo dope> due ore dal gravissimo accidente; lo trov<> già adagiato nel proprio letto, gli taglio le 'resti e riscontro una ferita nella regioneepigastrica costituita da sei fori d'ingresso, del diametro ciascuno di circa un centi· metro, a bordi frastagliati, anne1·iti dei q11ali cinque penetranti in cavità ed uno soltanto accennato. L'insieme dei fori costituisce, tanto è simmetrica la loro disposi· zione. una rosa, con circonf~renza del diamet1--o di cinque centimetri, che occupa la metà sinistra dello sc1·obicolo, fra la emi-sternale e la parasternale sinistra. Il fe1·ito non ha polsi, è !1·eddo e dt

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SEZIONE PRATICA

freddo si lagna cogli astanti, pallido, scon· volto, in preda ad un'agitazione estrema, conservando però il pieno possesso delle facoltà mentali. La natura e la sede della fe1--ita mi obbligano a dichiarare in imme· diato pe1·icolo di vita il paziente alla famiglia e all'arma dei carabinieri, poichè giudico indiscutibilmente leso lo stomaco e l'ala sinistra del fegato. Prima del mio arrivo vi era già stato vomito, che si ripete me presente; e per :favo1·irlo il ferito si piega repentinamente sul fianco sinistro; in tale posizione esce iosto sangue in larga c9pia da due ferite per cessa1·e appena il Q. P. torna, per mio 01·dine perentorio, nella posizione supina. L'emorragia interna è perciò indubitata. . Insisto nell'ordinare la più coillpleta im· mobilità, ma colla convinzione di riportarne _poco ' rantaggio, non tanto perchè l'immo· bilità non può arrestare l'emorragia in· te1·na, quanto perchè l'infermo non può non reagire a stimoli e bisogni, che in quell'<?ra ·estrema non tollerano restrizioni. A questo punto mi preme rilevare che fatto il primo esame sommario penso alla convenienza o meno di un intervento chirm·gico colla laparotomia; ma vi rinun7iio subito, non tanto per la lontananza clel più vicino ospedale (Campiglia Marittima), <J.Uanto per la convinzione che il chirurgo non sarebbe intervenuto per le condizioni gravissime, quasi preagoniche, del ferito. Inutile aggiunga quali cure locali e generali pratico al paziente, senza però illudermi di poterlo salvare. Circa tre ore dopo dell'avven11to accidente il P. Q. è colto improvvisamente da stimolo ' rivissimo di urinare; si prova a soddisfare questo bisogno senza mai riuscirvi.\ La percussione st1ll'ipogastrio mi convince che la vescica non è piena, per quanto !~infermo -dica di non avere urinato da qualche ora; d'alti·a parte non mi era stato possibile di constatare se al momento del colpo mi· ·cidiale vi fosse stata perdita involontaria d'urina. Lo stimolo si fa così forte e tiene tanto agitato il paziente, che scende e -sale il letto furiosamente, malgrado gli -venga fatta violenza morale e materiale, che

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stimo prudente provvedere alla siringatura, per quanto ritenga detto stimolo di origine riflessa e sintomatico forse di lesione di un rene. Solo dopo due ore di attesa posso procedere al cate~erismo, incontrando col becco della siringa grande difficoltà a superare il collo vescicale, evidentemente in contra- · zione spasmodica; nondimeno supero il collo, entro in vescica, ma non ne ottengo che poca m·ina {80-100 eme.) intiniamentecommista a sangue. Dal cateterismo infatti il paziente non accenna di risentire ~lcun sollievo, cade tosto in un completo abbandono e di lì a 20 minuti spira, coi segni più [chiari di una notevolissima. anemia acuta, dopo 6 01,e dall'avvenuto accidente. La mattina del 10 novembre il dottor MORI, direttore dell'ospedale di Campiglia Marittima, e il dott. FoRZONr-AocoLTI, titolare della I condotta di Suve1"eto, eseguiscono l'autopsia fiscale e constatano la perforazione dello stomaco in tre punti diversi della parete anteriore con un solo foro di egresso in quella posteriore e una triplice perforazione dell'ala sinistra del

fegato ; ritrovano un proiettile nel corpo del pancreas, un secondo nella parte più alta del rene destro e due altri liberi nella cavità addominale; nella cavità stessa sangue non coagulato in non troppa quantità. A ve,rano sospettato i necrosc9pi la lesione del rene destro prima ancora di toglierlo d~l suo post.o per a'\"'er trovato tutta la loggia perirenale e la capsula surrenale infiltrata di sangue. Con loro sorpresa, ricercato il i·ene sinistro, constatano che il P. Q. ne era assolutamente mancante, ciò che viene confermato dalla mancanza eziandio dell'uretere e dell'arteria renale di sini~tra. Tale anomalia anatomica della quale ri· ferirà in una prossima seduta dell'Accademia medica di Pisa, l'egregio collega dott. MoRr, non è eccessivamente rara, meno rara anzi di quello che non si creda: già nota ad Aristotile e Valsalva, fu largamente illustrata da lVIoRGAGNI; e mentre è più frequente l'anomalia di due reni fusi in modo da costituire un solo insieme, a forma di ferro di cavallo o di focaccia, nel caso (21)


86

IL POLICLINICO

più raro di un solo rene, questo ordinariamente è ipertrofico; nel ruio infatti misu · rava 16 centimetri di lunghezza per 6 cen· timetri di larghezza. Ora la necroscopia del P. Q., alla quale desiderai assistere per mia istruzione, oltre il controllo esatto delle lesioni da me dia· gnosticate in vita, ha rivelato un tale di· fetto congenito, quale la presenza di un unico re~e, da offrire campo a brevi ma importanti considerazioni d'indole chirur• g1ea. e infatti il P. Q. o per a1·ma da fuoco o da taglio fosse stato ad es. colpito dal di dietro a destra in un punto tale da ritenere leso il rene, il chirurgo avrebbe dovuto intervenire o zaffando la ferita, nella migliore ipotesi~ o con la resezione, o colla nefrectomia, se la lesione renale avesse riconosciuto molto vasta. A parte la considerazione che l'intervento sul rene è sempre cosa grave per sè, neppure. in questo caso di vera urgenza l' operatore a'rrebbe potuto esimersi dall'obbligo cli acce1·tarsi, prima di intervenire per la n efrectomia dell'esistenza dell'altro rene. E ciò non tanto nell'interesse della ' rita del paziente s.tesso, quanto per ovviare ad una grave questione di medicina legale, quando l'autopsia avesse assodato che il rene aspor· tato era unico. La cistoscopia è mezz o di inclagine sicuro, giacchè anche in caso di r ene a ferro di cavallo, o a fo caccia gli ure. ' teri sono sempre due e sboccano separatamente in vescica mentre la constatazione di un solo 01·ifizio ureterale nella vescica è sempre segno sicuro di un solo rene; ma per la cistoscopia o~corrono strumenti speciali e manualità pazienti e lunghe che non sono po il>ili nei casi, n ei quali si richiec.l e un p1·onto intervento o lo stato del paziente non permette tali applicazioni. Sicchè al chirurgo non resta che assicurarsi della prese~za dell'altro rene durante l'atto operato1·10 e come preliminare di esso. A tal~ uopo ove si rifiuti la nefrectomia transperitoneale che la maggio1' parte degli operatori non raccomandano punto consigliandola solo quando la concomitanza di alt1·e le ioni. oltre quella del rene, obbliga a.Ila laparotomia con taglio mediano 0 a-

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XI. F ASC. 3J

i·amio~ettale

(nel qual caso pure dal late> inciso si può con una mano esplorare bene anche il rene dell'altro lato), si può ese· guire il p1'ocedimento indicato dal KocHER o più speditamente quello del T.A.NSINI. Col primo si apre il peritoneo nell'an· golo inferiore dell'incisione lombo-iliacat vi si introduce la mano e si ricerca, pal· pando, il rene del lato opposto. Si sutura quindi il peritoneo e si asporta il rene leso (1). Ma per non toccare il peritoneo, è mi· gli or consiglio seguire il TAN 8INI, il quale indica di far precedere st1l rene di cui si vuole accertare l'esistenza, un'incisione lombare ohe, ove si trovi il rene sano, si richiude a strati, per poi procedere alla nefrectomia dall'altro lato (2). Oltre a confermare adunque con quest~ · mja osservazione il precetto pei chirurghi di constata1·e sempre, anche nei casi d'urgenza, la esistenza di due i·eni, quandoè necessario asportarne uno, debbo in ultimo far rilevare che n el paziente che io ebbi occasione di curare, lo stimolo della minzione si dovè ad una azione riflessa non tanto per il·ritazione del pa1·enchima renale, quanto; forse, per ost;tcolo al deflusso dell'orina dal rene, a causa del sangue che andava coagulandosi nel lume ureterale .. E mentre l'emattlria è sintoma caratt€'ristico di grave lesione trat1matica del rene ,. io D(·l P. Q. potei metterla in evidenza solo col catete1·ismo. vincendo il violentissimo spasmo del collo vescicale. Suvt-reto, dicembre 1903. (1) G~ORDANO. 2hirurgia r enale. T orino, 1898. (2) R1f. Med., / gennaio 1896, pag. 58.

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NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA

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Febbre i·emittente dell'India prodotta da un piroplasma nuovo. e MIDSNIL hanno recentemente descritto come un piroplasma nt1ovo, sotto il nome di Piroplas1na Doriova1ii, 11n parassita trovat<> nel sangue della milza di malati colpiti da una febbre remittente speciale, ribelle alla chinina. (8e11iai1te 11iédicale, 1903, p. 369). Questa. affe· zione pare estendere il suo dominio SOP.ra una gran parte dell'India, poichè è stata constatata dal dott. LEISHltIAN vicino a Calcutta e dal dott. DoNovAN a Maùras. LAVERAN

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SEZIONE PRATICA

Il parassita in questione era stato veduto ( facendo agire 10 secondi e poi lavando abbon· prima di tutti dal clott. LEISHMAN che n e faceva dantemente in acqua ed alcool. ttn tripanosoma con alterazioni cadaveriche. L ' .A. si è servito di vecchie soluzioni di bleu R oNALD R oss lo considera come un nuovo spo· . di metilene, con le quali si hanno tal volta dei bt1oni risultati, ma non è abbastan za facile di· t·ozoo, per il quale crea il genere L eislz 11ta1iia. In quanto agli .A.A., appoggiandosi su nuovi sporre dei mezzi ch e producono la maturazione di queste soluzioni. ' preparati in via ti loro dal DoNOV AN (il quale non aa osser,rato meno di 16 casi della febbre in Egli ha voluto correggere i dife"tti d elle solu~arola da.I 17 git1gnò al 5 novembre ~corsi) essi zioni alcaline del bleu , adoperando il borace, mantengono la loro anteriore opinione, come l'ossido di piombo, ma senza buon r esultato. b.anno dichiarato nella seduta dt:>l 7 dicembre E gli ha avuto invece · dei successi utilizzando lll'Acadé11iie des Scie1ices, e vedono in questo mi· il collargolo secondo la formula seguente : A 100 eme. di una soluzione cli ble11 di m e'.!rorganismo il primo piroplasma parassita del· tilene 1 °/0 aggiungere gm. O. 5 di collargolo i'l1omo. di Credé, agitare e d opo qualche ora filtrare . Questo protozoo, nei preparati ottenuti per 3fregamento di fegato o di milza, si presenta .Ad 1 eme. di questa soluzione aggiungere O eme. 6 di una soluzione di eosina all'1 °/ 0 • Colorazione ~otto la forma di corpicci'l1oli piriformi, ovolari o in 15 minuti. 3ferici , di 2. 5-i :). di lunghezza su 1. 5 P· di lar· • Q;h ezza, liberi o inclusi nelle emazie e nei l eu· JOCiti.

Essi si riprod t1cono sia, più spesso, per bi· partizione e di,"isione longitudinale della cellula, 1 • 3ia per multi partizione: in qt1est'ultimo caso il l!> 'oro volume si accr esce, poi il loro nucleo si lO .;egmenta ùue ed anche tre ,rolte, sicchè giun• )1 ~ono a contenere 4-8 nuclei. Le ema,zie parassitarie aumentano di volume in proporzione clel numero dei piroplasmi (da 1 a 7 od 8) cl1e contengono~ esse si alte rano molto o rapidamente, impallidiscono, si colorano male. La e presen za cli queste forme endoglobulari permette li supporre eh{\ il parassita d eve ad un dato l,. momento trovarsi nella circolazione periferica, ma DoNo\rAN non ce l'h.a trovato e neppure LAVJ<}RAN e J\i[ESNI L nei preparati di san gt1e da.I a DONOVAN loro inviati. La classificazione di questo microrganismo nel genere piroplasma è stata fatta dagli A.A. p ~r le sue numerose analogie col piroplasma bige· minum - ag~nte della febbre epizootica del ''· Texas e i)rototipo del gruppo - e specialmente i1er l'esiRtenza cli forme a pera e di elementi • endoglobulari, come pure dal modo abituale di riproduzione per divisione longitudinale in due. • (Presse 11iédicale, 16 dicembre 1903).

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Sulla tecnica per la colorazione dei parassiti della n1alaria. Il dott. J OSEF KORECK nella Deutsche 1tted. Tlroch . (T. XXIX, n. 17, 1903) riferisce i risultati delle sue esperienze sui vari modi di ottener e la colorazione di Romanowsky. Alla fissazione con alcool l'A. preferisce quella con alcool ed etere o con una soluzione acquosa di acido cr omico (1 °/0 ) e di acido acetico (1 °/0 )

PllATICA PllOFESSIONALE Sulle febb1·i di origine nascosta • Il prof. BozzOLO ha fatto Sll questo argo· mento la seguente comunicazione al recente Con· gresso XIII di m edicina interna in P adova : Davanti a certi casi, in cui il sintomo mor· boso principale è costitt1ito da l1na febbre a lunga durata , senza alcuna localizzazione riscontrabile, il medico si trova assai spesso in imbarazzo gr ave, a malgrado dei progressi della diagnostica odierna. Tali casi sono molto simili alla criptopiemia, ma la differ enflla fondamentale sta in ciò, che nella criptopiemia, non mancano quasi mai di comparire, a un certo momento del decoTso, delle loca· lizzazioni secondarie ev identi nella pelle, nelle articolazioni, ecc. Un ten tativo di rJ.assificazione di questi pro· cessi ha senza dubbio un interesse pratico. L 'O. propone di distinguerli nei quattro gru1Jpi se· guenti. In un pri1no gruppo la febbre costituisce bensi · l'unico fenomeno clinico, ma più tardi si ri· scontrano all'autopsia dei fo co lai profondi. Esem· pio classico di questo gruppo di casi è costituito dall'en,docarditis albct. N el secondo gruppo la febbre costituisce il sin· tomo unico durante un tempo più o mE:inO 111ngo, ma delle localizzazioni evidenti compaiono più tardi. Tali. ad esempio, sono le febbri che pre· cedono la comparsa dei tumori ghiandolari nella pseudoleucemia: queste febbri talora si protrag· gono o ricompaiono dopo aVlenuta tale com· parsa (febbri ritorrenti di Ebstei1i). A questo (23)


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IL POLICLINICO

gruppo appartengono inoltre le febbri ghiando· lari ; le febbri pretubercolari con andamento ti· fico (tifò tzibercolareJ, nei quali casi pt1ò la febbre cessare e il paziente apparir g uarito par lungo tempo ; le febbri che precedono lo sviluppo del carcinoma (e specialmente di quello dello sto· n1aco, della milza, del fegato), e che non sono da confonder e con quelle, che si hanno talora nei periodi di rammollimento e d'11lcerazione del car cinoma stesso, in dipendenza probabil· mente da infezioni aggiunte. Il terzo grn11po è costitl1ito dalle febbri del pe1'iodo terziario della sifilide, o, per meglio dire, dei periodi di latenza di una sifilide antica. In tali casi la diagnosi può diventar possibile quando compaiono frattanto altri sintomi nettamente sifilitici : gomme, tumori pseudosar comatosi: ·ma in altri casi la comparsa di questi si fa aspettare a lungo o non accade affatto. Tali feb· bri durano più o meno a lungo, non raggiun· gono mai dei gradi elevati, assumono talora il tipo intermittente. La caratteristica loro consiste in ciò, che scompaiono sotto l'uso dell'ioduro po· tassico o dei preparati mercuriali. Probabilmente esse dipendono da localizzazioni in organi pro· fondi, non accessibili col nostro esame. In 11n ca8o d'osservazione personale riusci al· 1'0. possibile di fare la diagnosi perchè a un certo punto sopravvenne un'emiplegia, che mise in chiaro la, natura sifilitica del processo. Finalmente il qliarto gruppo comprende le febb ri rl'origi1te JJroprianiente elette. Lo studio di questo gruppo cli febbri è del tutto moderno, dovuto ai recenti progressi della tecnica e della batterio· scopia del sangue. Tali febbri sono assai frequenti e siccome i risultati positivi della batterioscopia del sangue sono molto r ecenti, lo studio loro è destinato ad acquistare un interesse sempre maggiore. Si tratta di febbri setticemiche senza localizzazione o con localizzazioni molto tardive e sono sostenute da batterii o da prodotti bat-' terici. Alcune delle specie batteriche r elative sono facili a riscontrarsi nel sangue, come lo stafilococco, lo streptococco, il pnelrmococco : per altre ta.le r eperto è molto meno facile (come per il bacillo del tifo, la c11i presenza nel sangue circolante fu negata a lungo, sebbene l'O. già l'avesse egnalata al Congresso di Berlino del 1892, pel tetra,qono, che può dare delle febbri 11mghissime 0011 tumefazioni del fegato sin1ulanti l'ascesso, pel gruppo dei coli, pèi proteidi). A tale proposito il FoR~ACA della Clinica stessa di Torino studiò recentemente, sovratutto dal p t1nto di vista batterioscopico, alcuni casi di in· fezioni pacifiche (tifo, pneumonite fil>rinosa), 11ei quali la febl)re persistette do}>o che ogni lo(24)

I calizzazione 1

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dell'infezioue era scomparsa (tifo) ovvero il processo infettivo stesso era parso per risoluzione (pneumonite). La parte che i batterii e le loro tossine, che la loro quantità e qualità, che le alterazioni degli organi, in cui essi si fissano_ a determinarle, hanno nella produzione dei fenomeni generali morbosi nell'organismo, e particolarmente della febbre e della sua intensità, gravità e tipo, noi .supponiamo, ma non sappiamo, almeno per la maggior parte dei processi setticoemici ; e C'i mancano i dati per stabilire l'influenza, che sul decorso di tali processi hanno le proprietà bat· teriche del sangue e degli altl'i prodotti anti· tossici n ei singoli processi e nei singoli indi· vidui. Sappiamo, ad es., ohe la setticemia streptococ· cica tende a produrre dei fenomeni a tipo ac· cessionale; mentre la pneumonitica, la tifosa, la tubercolare acuta tflndono piuttosto a produrre i tipi di febbre continua; e la febbre cronica della tubercolosi, specialmente se questa è asso· ciata ad altre i1tfezioni (i1ife.ziorii 1niste), dà pre· valentemente la intermittente quotidiana (febbre etica). Queste febbri però sono sostenute dalle localizzazioni dei rispettivi batterli in organi profondi e nel sangue, o solo negli organi, o solo nel sangue; e la localizzazione negli organi può essere tale da non esser e riscontrabile coi nostri mezzi d'indagine; e neppure p11ò la localizza· zione n el sangue esser e constatata, sia perchè si tratta di specie batteriche difficili a coltivarsi. sia perchè i batterii presenti nel sangue stesso. sono troppo pochi, sia perchè la causa dei di· stt1rbi generali sta non nei batterli, ma 'nelle tossine. Importante pel medico è il fatto che queste febbri, sebbene in molti casi siano assai lunghe (per due-tre mesi) o siano piuttosto alte, pure de· corrono con una relati,· a euforia: il malato ha appetito, vuol alzarsi, si cr ede guarito, ecc. Già il CONCATO aveva intravisto queste forme, ch 'egli chiamava di febbre semplice, e conosceva il decorso benigno. Appartengono ad esse molti dei cosidetti casi di tifo leggiero, diventati oggi ben differenziabili dai casi di vero tifo appunto in base alle nuove cognizioni batterioscopiche e sieroscopiche. L'O. dichiara d aver voluto abbozzare sol· tanto degli studi, ch e meritano di esser più am· piamente svolti, e che posseggono un interesse non solo per la medicina scientifica, ma anche per la medicina pratica.

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SEZIONE PRATICA

Febbre nervosa.

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EDWARD KAURIN (Pidskrift for den, Norslce Laege, p. 1, 1903), richiama . l'attenzione sulle . alterazioni della temperatura che si osservano frequentemente nei pazienti che risiedono nei sanatori per tubercolosi. La febbre nervosa sembra dipendere da qualche disturbo nervoso o funzionale nei centri per la regolazione del calore. Le temperature aumentano quando il paziente è in discreta salute e non è constatabile alcuna ' alterazione obbiettiva. La condizione è più frequente fra le donne e specialmente fra quelle che sanno l'importanza della temperatura del corpo. KA URIN ha trovato che ql1esta condizione rapidamente sparisce se si usa un termometro, nel quale i gradi della tempera tura rimangano nascosti all'ammalata.

La diffusibilità del vir11s della scarlattina. Il dott. SUTHERLAND (Lancet, 10 genn. 1903) ha potuto studiare, durante un'epidemia di scar· lattina, 224: casi di questa affezione. Ha potuto constatare che la scarlattina è intensamente con· tagiosa: infatti solo un bambino potè sfuggire alla infezione, nonostante che fosse stato in con· tatto con uno scarlattinGso. Ciò non pertanto la diffusione d~l contagio è molto lenta. In 4:8 fa· miglie nelle quali il bambino am1nalato fu iso· lato in una camera separata dal resto dell'ap· partamento, non si manifestò alcun altro caso di scarlattina, quantunque la madre facesse da in· fermiera ed oltre a ciò avesse cura degli altri bambini. In 34 famiglie in cui gli altri bambini erano ammessi i1ella camera del malato si manifestarono sempre casi di contagio. L' .A.. crede che difficilmente una infermiera od una madre che assiste 11n malato possa ap· portare agli altri bambini della famiglia il con· tagio. Qt1esto parrebbe dovesse essere diretto. (Riv. Ctin. p erliatrica, dic. 1903).

Le macchie di Koplik con1e sintoma precoce del morbillo. Le qpinioni espresse sul significato delle mac· chie di Koplik nel morbillo differiscono notevolmente, benchè la maggioranza degli autori consideri questo segno veramente importante per la diagnosi precoce del morbillo. MANASSE (D;e H eilk1inde, VII, n. 10, 1903) ha potuto osservare 48 casi di morbillo in uno stadio molto precoce ed ha riscontrato le macchie di Koplil\:. Queste macchie sono piccole e rosse, di forma irregolare, con centro bianco bluastro

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I brillante e si presentano specialmente in

corri· spondenza dei molari nella mucosa buccale o sul palato. In 45 dei 4:8 casi osservati, le macchie erano ben marcate ed apparse circa 24 ore dopo i primi sintomi. morbosi. Esse potevano facilmente differenziarsi dall'eruzione morbillosa, che appariva due, tre, quattro ed anche ci1lque giorni più tardi. In casi di roseola e di scarlattina tali mac· chie non si trovano e ci~ porta l' A.. alla conclusione che le macchie di Koplik sono un buon segno differenziale dell'esantema morbil· loso dagli altri .esantemi, utilissimo per la dia· gnosi precoc~ del morbillo.

Le macchie di Koplik nel morbillo. ÀRONHEThl su 150 bambini affetti da morbillo non ha oss ~rvato che nove volte le macchie di Koplik nel periodo prodromico. tMéd. mod.).

Il segno di Kernig nella polmonite. G.mORGET ha ricercato il segno di Kernig nella polmonite e l'ha ~onstatato spesso, in ge· ntjrale, nei primi giorni della malattia, ora iso· lato, ora preceduto o accompagnato da sintomi di reazione meningea, ma senza che la presenza di questo segno. implicasse menomamente un ag· gravamento della prognosi.

APPUNJitl DI 1'.ItEl\APIA Resultati della cm·a mercuriale intensiva applicata alla pa1·alisi generale ed alla tabe. Il prof. LEMOINE nella R evae 1ie11,rologiqae del luglio s. a . riferisce sei osserva~ioni di ]Jf:!rat;si generale, nelle quali è stato nettamente constatato un miglioramento in seguito alla cura mercuriale intensiva. Sono più le alte dosi di mercurio quelle che agiscono, anzichè il tale o tal altro sale; pure il LEMOINE riconosce dei V!tntaggi al benzoato di mercurio, tanto da.I punto di vista dei buoni resultati terapeutici ottenuti quanto da quello dell'innocuità delle iniezioni. Le probabilità di riuscita della cura intensiva paiono tanto più grandi, quanto più il malato è giovane. Quelli che spariscono per primi sotto l'influenza della cura intensiva sono i movimenti conge· stivi verso il capo; lo stesso dicasi degli attacchi apoplettiformi, che non si mostrano più se si fanno le ini~zioni con perseveranza. Cosa cu · riosa, sono i disturbi psichici, che si migliorano (25)


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IL POLICLINICO

per primi. I disturbi pupillari spariscono con g rande lentezza e persistono anche lungamente dopo spariti gli altri disturbi. La tabe sembra più ribelle alla cura della pa· ralisi generale: uno dei risultati più importanti t) più sicuri ottenuti in tutti i casi della cura intensiva è la rapida e durevole scomparsa dei dolori folgoranti sentiti dal malato. Quasi sempre basta un mese di cura perchè essi si estinguano del •tutto. L'atassia dei movimenti è anche migliorata, in modo più o meno grande. È certo che il successo è tanto più facile ad ottenere quanto più la cl!ra è fatta presto; nel periodo detto preatassico.

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[ANNO

XI, F .A.SO. 3]

Prognosi della tabe. Alla Société de tltérapeu,tiqlle, nella seduta del 9 dicembre il dott. FAURE DE LAMALOU ha fatto su questo argomento una comunicazione, le cui conclusioni sono le seguenti: Sono occorsi numerosissimi fatti, pubblicati in differenti 1uoghi, per provare : 1° Che 1, evoluzione della tabe non è necessariamente e fatalmente progressiva; 2° Che non era t1tile agire sulle sue stesse lesioni per ottenere l'attenuae;ione degli accidenti tabetici. Quindi, invece di seguire i consigli un tempo classici e di incoraggiare un tabetico alla rassegnazione ed alla morte perchè non possediamo alcun rimedio che agisca sulle sue ·1esioni, noi dobbiamo oggi insegnargli che il suo sistema nervoso è abbastanza ricco pet supplire generalmente alle sue funzioni distrutte o compro· messe e permettergli di rifarsi t1na saluto ed una vita nuove le quali, se non equivalgono alle precedenti, sono almeno sopportabili. L'opinione medica s'è d'altro canto molto mo· dificata in q11esti ultimi anni e si può dire attualmente che in più della metà dei casi la tabe ha evoluzione benigna, cioè non solo non pro· duce la morte del malato, e neppure una dimi· nuzione apprezzabile della durata della sua vita, ma anche non gli impedisce di condurre un'attiva ed utile esistenza. Un certo numero di éasi di tabe, circa un quarto, si arrestano in modo cosi completo nella loro evoluzione, eh~ non si vedono più ritornare nuovi accidenti e talvolta perfino i primi acci· denti taglian corto e spariscono. La prognosi si è sensibilmente migliorata da quando va crescendo la parte attribuita all'igiene, ai movimenti, alla sorveglianza più stretta dell'alimentazione, ad una migliore osservanza delle buone regole della vita. Tal malato che un tempo si abbandonava as· solutamente a sè stesso giacchè si ammetteva che i rimedi eroici non avessero azione sul suo male, è oggi sorvegliato, guidato, curato in modo incessante con mille prescrizioni e medicazioni che non hanno più per iscopo di agire sulla sua malattia, ma semplicemente di mantenerlo in vita coi minori incomodi possibili. Bisogna dunque, in ultima analisi, attribuire all'igiene ge· nerale ed alla terapia fisica una responsabilità importante nella atten11azione della prognosi della tabe. (Presse 1nédicale, 12 dicembre 1903).

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Cura della paralisi generale e della tabe. Il dott. DEVAY ha comunicato alla Société des sciences 11tédicales de Lyon l'osservazione di un tabetico con distt1rbi psichici, manifestamente migliorato con le iniezioni di calomelano e lo ioduro di potassio ad alta dose. Questa osservazione è interessante da varii punti di vista : 1° dell'etiologia nettamente sifilitica e della rapidità con la quale la tabe è seg11ita all'accid ente primitivo, meno di 7 anni; 2° della contaminazione della donna del malato, che è . divenuta anch'essa tabetica ; ma in questa l'evoluzione è stata più lunga; 10 ad 11 anni; 3° del trattamento specifico intensivo. Per il DEVA X la c11ra specifica deve essere più intensiva di quella che si applica a~itual­ mente. Egli non ha 1\;vuto resultati apprezzabili, n ella paralisi generale e nella tabe, se non dall'11so di dosi di iorl11ro -superiori a 10 grammi. Il timore di accidenti cardiaci non deve essere un ostacolo, in ragione della loro rarità. Essi non sopraggiungono se non Degli individui idiosin· crasi ci. L .A. non ha osservato che una volta sintomi serii in un malato tabetico, con segni di paralisi generale che prendeva 1 gm. 50 di ioduro. Il timore di accumulazione del farmaco non e iste perchè l'eliminazione si fa per l'urina con grande rapidità. Con numerosi dosaggi fatti per mezzo di un processo particolare basato sulla formazione di ioduri mer c11rici insolubili il DEVAY ha potnto constatare che tm malato il quale prend eva 12 gm. di iodt1ro da un mese , eliminava 11 ~n1. al O'iorno e l'indomani della ce sazione del medicamento non se ne tro\ava più nelle llrine cl1e circa, un grammo~ in capo a 4 8 ore no11 n t• e i tevano pi\1 che delle traccie. (20)

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[ANNO

XI,

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SEZIONE PRATICA

P1·ognosi e guaribilità dell'epilessia..

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Nel Lartcet del 13 giugno 1903, il dott. W. A. TURNER riferisce s u 366 casi di epilessia da lui studiati. Egli ha veduto il 10. 2 per cento d ei malati guariti, contando come tali quelli che non hanno più avuto crisi da nove anni. I casi di epilessia confermata sono assai spesso qQelli nei quali l'eredità ha messo la s ua im· pronta, ma anche ciò non milita assolutamente contro la prospettiva di arresto o di migliora· mento della malattia in un caso dato. . I casi più cattiv i sono stati quelli nei quali la malattia ha cominciato al disotto di 10 anni: essi hanno dato la più piccola percentuale di • • • guar1g1oru.

Il veronal nelle 1nalattie mentali.

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In base alle esperienze da lui eseguite sulle alienate del manicomio femminile S. Clemente in Venezia, il dott. TEOFILO MONTAGNINI con· elude c]1e : 1° Il veronal è un ottimo ipnotico, che può felicemente entrare nella terapia psichiatrica e che sebbene non possa soppiantare del tutto gli altri di uso già conosciuto, tuttavia potrà con utile risultato a loro surrogarsi e felicemente alternarsi. È anche un sodativo efficace che si mostrò utile assai non solo negli stati di eccitamento mania· cale, ma anche negli stati deliranti allucinatori, negli stati di ansia e in quegli stati di irrequie· tezza nervosa, che ordinariamente precedono l'accesso convulsivo nelle epilettiche. Anzi a q11esto pr.fposito sar ebbe bene allar· gare il numero delle esperienze per vedere quale influenza possa per avventura eser citare il ve· ronal sul numero e sull'intensità degli accessi. 2° Per rispetto alla dose si può dire che nelle insonnie tranquille o lievemente agitate, nelle persone avanzate in età e deperite fisicamente è consigliabile una dose di mezzo grammo, la quale molte ' rolte è suffi ciente a produrre l'ef· fetto desiderato. Ma negli stati ansiosi e negli stati di grave eccitamento psico-motorio la dose ordinaria, secondo l' A., dovrà essere di O. 75. 1 grammo~ dose cl1 e si potrà portare in certi casi anche a 1 grammo 8 mezzo, ma non sor· passare. (.Riv.ista veneta di scien,ze 1nediche, 15 dic. 1903).

V .A..RI..A La medicazione sur1·enale nella cura delle affezioni pruriginose. - Partendo dal concetto che il prurito è spesso causato da mancanza di tonicità dei capillari, TuGMAM e LoTH hanno

91

I avuto

l 'idea di combattere le affezioni prurigi· nose (prurito generale, orticari:! cronica, lichen urticatus) colla medicazione s urrenale, che, com e si sa, .ha azione vaso-costrittrice. Così poterono convincersi che la sostanza surrenale, sommini· strata in dose di centigrammi 30 per 3 volte pro die, fa rapidamente cessar e il prurito. (Sem. 1néd., n. 24, 1903).

Nen·osi dei pianisti e violoncellisti. -

È tema di un interessante studio d el dott. DoNATIT. La prognosi è però m eno infausta di quella del crampo degli scrivani. E' una n evr osi professio· nale che, contrariamente alle nevrosi d ello stesso ordine, non si presenta con crampi o fenomeni di paralisi ma invece si traduce con dolori ne· vralgici risiedenti lungo i troncl1i n er vosi del· l'arto superiore, plesso brachiale e sottoclaveare. I dolori talora sono spontanei e alla pressione i nervi sono sensibilissimi, tal'altra si ha solo un indolenzimento generale dell'arto superiore. Si osserva specialmente negli individui giovani ane· miei, nervosi, presso i quali il talento non è al· l'altezza delle aspirazioni.

Neurastenia. - BALLET insiste sulla parte che rappresenta nella neurastenia la mancanza di fiducia in sè, il continuo timore che spinge il malato a cercare costantemente il medico, non per farsi prescrivere dei rimedii, ma per farsi rassicurare, incoraggiare, persuadere da una suggestione ragionata che il suo caso non è di· sperato.

CENNI BIBLIOGRAFICI A. LETULLE. La pratique des autopsies. C. N aud. Ed., Paris, 1903. Il ben noto patologo parigino prof. A. LETULLE ha recentemente pubblicato questa importantissima opera, frutto di lunghe e pazienti ricerche, edita con tipi elegantissimi dalla tipo· grafia N aud, con numerose figure t utte origi · nali e di una chiarezza dimostrativa insupera· rabile. È un trattato vasto, completo di tutti i metodi tecnici oggidì indispensabili per eseguire con modernità d'indirizzo una accurata autop~ia. L ' A ., mettendo a profitto 28 anni di lavoro e di ricerche anatomo·patologiche personali, dimostra in quest'opera col fatto che è giusto co· noscere ormai « una vera medicina operatoria delle autopsie cadaveriche )>. Nel suo volume l' A . ha riunito ed ordinato tutto quell'insieme di atti oper ativi sul cadavere, che, sparsi sui trattati, avevano bisogno (li essere coordinati in un insieme armonico e completo ed esposti in una forma semplice e chiara per servire di (27)

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IL

POLICLINICO

norma sicura a coloro che intendono l'impor· tanza capitale di una vera anatomia patologica per l'educazione dello studente e del medico. Dopo aver descritto i vari locali di cui si com· pone il cosiddetto e pavillon des morts ~ , ag· giunge il dispositivo istrumentale ed il regola· mento generale comune a tutte le persone addette all'anfiteatro. E qui il LETULLE pone giu· stamente in rilievo l'assoluta n ecessità di severe norme igieniche. Passa poi alla tecnica gene· rale delle autopsie, delle varie r egioni, dei vari apparati, dei vari organi, insegnando l'ordine delle varie investigazioni. Diligentissime e pratiche sono nello stesso tempo le norme che insegna per lo studio ana· tomo-patologico del cuore, dei polmoni, delle vie orinarie e degli organi genitali, coordinan· do con fine studio le varie tecniche consigliate ed apportando nell'esame di ogni singolo organo un nuovo dettaglio ed un più preciso indirizzo. Finalmente nell'autopsia dei centri nervosi descrive con grande chiarezza i vari tagli da praticarsi nelle diverse direzioni per mettere in rilievo le localizzazioni delle possibili alterazioni. N all'ultima parte del suo trattato il LETULLE dà alcune brevi ed utilissime note su alcune autopsie speciali, quali qt1elle del neonato, della ptlerpera, le medico-legali, ecc., che possono più fre4uentcmente cadere nella pratica medica. Questo libl'o del LETULLE è un vero gioiello di chiarez'za e di praticità; è necessario ed ogni medico, indispensabile p er gli studenti. R. MASSALONGO. SPALTEHOLz WERNER. Handatlas der Anato1nie des Menschen. - Volt1mi tre. - Leipzig. Ver· lag Hirzel. L'atlante dello SPALTEHOLZ in tre volumi, di (lt1e parti ciasctmo, è un'utilissima guida allo studio delle discipline anatomiche. Il primo volume si occupa dello stl1dio delle ossa delle articolazioni e dei legamenti· il se· condo tratta delle singole regioni del corpo umano degli organi più importanti, ql1ali i vasi e il c11ore, e dei muscoli; il terzo comprende lo svolgimento del cervello, dei nervi e degli or· galli cli senso. Il libro si raccomanda per la concisione e la cl1iarezza d&l testo aggiunto alle figure che adornnno l'opera. Queste, in numero di 750, in parte a nero in parte a colori, sono tutte prese dal cadavere o c1a appo. iti preparati microacopici quindi tutte fedelissime eù esatte. ~Iolte di esse figure sono n.s ol11tamente nuove e del tutto diverse da q11elle che siamo soliti vedere nei comuni atlanti di anatomia: così, per esempio, accenniamo ad (2 )

[ANNO XI, F ASC. 3]

I alcune figure degli organi di senso ed altre ri' guardanti la fine anatomia degli organi nervos · centrali. a. p. Prof. G. GERONZI. Il linguaggio e i suoi di sturbi nella infanzia. Lezioni fatte alla Scuola magistrale per i bambini deficienti, come in· dirizzo alla scuola pratica per la correzione. dei disturbi del linguaggio. - Roma, 1903. Dopo alcuni accenni sul linguaggio in gene· rale, mimico e fonetico, espone sommariaments l'anatomia e l:t fisiologia della laringe, della trachea e dei bronchi e delle cavità di risonanza. Viene quindi a parlare del linguaggio colato propriamente detto, ed, esposto il mec· canismo di pronuncia delle vocali e delle con .. sonanti, considera com'esso sorga e si sviluppi nel bambino (passando per le stesse fasi per cui, trasformandosi sempre, gi11nse dai popolL. primitivi fino a noi) e come sia il fedele espo· nente della intelligenza. L' A. parla quindi dei disturbi del linguaggio, sia che essi dipendano da alterazioni dei centri• di recettività del linguaggio, sia che sieno sinto· matici di insufficienza della sfera intellettiva,sia che consistano in disturbi riguardanti la parola como costituto di suoni (articolazione, pro· nuncia, alterazione dell'elemento fonico, dislalie, disartrie). Si intrattiene da ultimo sui vari metodi di cura dei disturbi del linguaggio insistendo special· mente su quelli più opportuni per combattere il sordomutismo, il pseudo-sordomutismo idiotico e la balbuzie. Dott. T. MANCIO LI.

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LANNO

XI,

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA . p.

Seduta del 9 gennaio 1904. 1zior )3,

P r e s i d e n t e: G u i d o B a c c e 11 i. Continua la discussione del progetto di rego· lamento sulle case popolari ed il Consiglio superiore di Sanità approva, previe modificazioni, tutti gli articoli sui quali era stato chiamato ad :emettere il suo parere. Si riserva però di dare il giudizio definitivo dell'intero regolamento alla prossima seduta che si terrà il giorno 11. Il Direttore generale della Sanità pubblica, comm. prof. Rocco Santoliquido, è delegato dal· l'illustre Presidente a nominare i relatori incaricati di riferire sugli affari sui quali si richiede l'avviso del Consiglio superiore. Sedl1ta del giorno 11 gennaio 1904.

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I.

93

SEZIONE PRATICA

Il Consiglio superiore di sanità ha tenuto seduta nelle ore pomeridiane. Ha approvato, ap· portandovi varie modificazioni, lo schema di regolamento per l'esecuzione della legge 31 mag· g io 1903, n. 254 sulle cas~ popolari. Ha dato paroro favorevole per l'acquisto di chinino della ditta Sisto-Oderio . e C. di Torino; ha respinto il ricorso Pozzi relativo a negata autorizzazione di impianto di una fabbrica di concimi chimici in Vercelli; ba proposto alcune modificazioni relativamente al limite di tolleranza dcl piombo nelle suppellettili da cucina o da tavola; ha accolto il ricorso del comune di S. Giovanrti Battista contro l'impianto di un Ospedale deliberato dal comune di Sestri Po· nente; ha accolto il ricorso Bocchia ed altri di Parma per introduzione di carne macellata; ha respinto il ricorso Gargantini di Vimercate per costruzione presso il Cimitero; ha respinto i ri· corsi dei comuni di Capriglio, Liveri, Brignano Curone, Saviano, Frascata per iscrizione di contributi alla Cassa pensioni per medici condotti; ha accolto i ricorsi dei comuni di Fivizzano e Casapul!a contro imposizione di contributo alla Cassa }-lensioni pei medici condotti per un posto di veterinario; ha respinto il ricorso del dottore Lonighi, medico condotto del comune di Canneto sull'Oglio per contributo alla Cassa pensioni, ha dato parere favorevole per l'annullamento della deliberazione del comune di Campo di Giove relativa al licenziamento del medico condotto dott. Giacinto Nanni ed infine ha dato parere favorevole su moltissime domande di privative industriali.

I

Seduta del 13 gennaio 1904.

Il Consiglio si è occupato di affari d'ordinaria . amministrazione; ha accordata, su domanda pre· sentata dal dott. Prospero Airoldi e dal profes· sore Edoardo Pcrroncito, l'autorizzazione per l'apertura di un Istituto per la fabbricazione e vendita del vaccino anticarboncbioso Pasteur; ha accolto il ricorso prodotto dal dott. Cassini, medico libero esercente in Genova, contro prov· vedimento disciplinare della censura inflittagli; ha respinto il ricorso del medico condotto del Comune di San Gallo e Fuipiano al Brembo contro sospension~ inflittagli; si è pronunciato contrario al licenziamento del dottore Giacomo Scalpelli, medico condotto del Oomune di San· t'Oreste, ed ha accolto il ricorso del dott. Cavara contro il suo licenziamento da medico condotto del Comune di Fontana Elice. AVELLINO. - Questo medico provinciale è stato incaricato di recarsi nel Comune di Ca· litri per ispezionare il nuovo locale destinato ad asilo sotto il titolo di « Regina Mar~he· rita ». PERUGIA. - Il ricorso straordinario dei fra· zionisti di Sant' Angelo (lVIontone) avverso la deliberazione 1° marzo 1903 del Consiglio co· munale di Montone relativa alla scelta della. località per la scuola elementare, è stato dalMinistero dell'Interno, per ragione di compe· tenza, trasmesso a quello della Pubblica Istru· zione, poichè nel ricorso si dedl1ce in linea principale la violazione d ell'articolo 317 della legge sulla istruzione pubblica del 1859 e degli articoli 5, 7 e 8 del regolamento 9 ottobre 1895 della istruzione elementare. TRAPANI. Il Ministero dell'Interno ha espresso il suo vivo compiacimento per l'opera prestata da ql1esto medico provinciale nell'or· ganizzare la profilassi della malaria in questa • • prov1nc1a. NAPOLI. - È stato approvato il contratto di fitto dei locali ad uso del 6° dispensario celtico di questa città. È stato pure approvato il con· tratto stipulato con l' Am1ninistrazione degli ospe· dali riuniti di Napoli pel funzionamento del di· spensario celtico annesso alla clinica dermosifi· lopatica dell'Ospedale Clinico.

** * accordati i seguenti

Sono stati prestiti di fa· vore per opere igi.eniche ai comuni appresso indicati: Salcedo (Vicenza) L. 12,000 ; Rosignano (Ales· sandria) L. 7300; Giovinazzo (Bari) L. 11,600; Tissi (Sassari) L. 20,000; Roffa (Brescia) L. 15,000; (29)


IL POLICLINICO

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Bugnara (Aquila) L. 2950; Monteleone di Puglia (Avellino) due distinti prestiti, l'uno di L. 10,600 l'altro di L. 16,800; Collescipoli (Perugia) L. 20,000 ; Bonito (Avellino) L. 20,000; Corneto Tarquinia (Roma) L. 20,000; Sangineto (Cosenza) L. 13,000; Ferentillo (Perugia) L. 17,000; Crocetta Trevigiana (Treviso) L. 9200; Santa Do· menica J alao (Cosenza) L. 20,000; Cetraro (Co· senza) L. 20,000.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2816) Sig. dott. A. G. da V. - A vendo Ella ricusato d'inscriversi alla Cassa pensioni, se per effetto di n11ova nomina, l'iscrizione dive· nisse obbligatoria, non potrebbe far più valere gli anni di servizio precedentemente prestati. Il Comune può sempre istituire la cura piena, quando non eccede il limite normale della so· vraimposta. Se l'eccede non può istituirla, tranne se tale istituzione si renda indispensabile per assicurare il regolare andamento del servizio dei poveri. (2817) Sig. dott. F. G. da C. D. P. - Trattandosi di un regolamento generale da avere vigore per tutti gli impiegati e salariati, il me· dico non può rifiutarsi di osseryarlo. Se il ser· vizio sanitario è r etto da apposito capitolato, non è escll1so, p erò, che possa essere invocato il r egolamento generale per tutti gli altri diritti e doveri disciplinari imposti agli altri impie· gati d el Comune. Ella può chiedere ed ottenere il collocamento a riposo e seguitare a pagare alla Cassa p ensioni per altri 5 anni, onde otte· n ere la pensione a horma dell'articolo 36 della legge 14: luglio 1898. Ella con 35 anni di ser· vizio, quanti ne avrà quando liquiderà la pen· sione e 60 anni di età, in base al contributo massimo, liquiderà annue lire 2831. 20. (2818) Sig. dott. L. E. da G. - Non può pret ender e compenso speciale per il servizio n ecroscopico, dal momento che p er capitolato ha obbligo di eseguirlo. Se nella distinta dei compen si nulla vi è stabilitL> p er tale servizio, è segno che esso è stato dal Comune incluso nello assegno che p ercepisce come medico con· dotto. (2819) Sig. dott. R. R. da C. G. - Il vete rinario, tuttoch è mt1nito cl el diploma d'igiene, n on può eser citare le funzioni di ufficiale sanitario. p er chè l'articolo 12 della legge sanitaria co11sente solo ch e tali funzioni sieno esercitate da p er sone diplomate in medicina e chirurgia. econdo il nostro parer e, il lungo esercizio corue ufficiale sanitario non può mai costituire (30)

[ANNO

XI, F .A.SO. 3)

• • titolo prevalente al diploma speciale un1vers1· tario. (2820) Sig. dott. C. A. da S. S. Q. - Come medico condotto a cura piena ha l'obbligo di curare anche chi fu ferito in rissa. (2822) Sig. dott. A ... da... - Per, ora non può fare alcuna pratica preliminare. E d'uopo at· tendere che sia approvato e diventi legge dello Stato l'attuale progetto di riforma alla legge sanitaria e che sia bandito il concorso per titoli in conformità del disposto dall'articolo 9 bis. Il non essere ella medico condotto è circostanza favorevole per la eventuale nomina alla carica di ufficiale sanitario. (2824) Sig. dott. C. G. da S. - Ella avendo condotta piena, non può mai pretendere com· penso per le cure che presta ai casellanti, i quali appartengono di fatto al Comune. Potrebbe,. però, rivolgersi al collega, che è medico con· sorziale per invitarlo a prestarsi lui in casi somiglianti, perchè effettivamente e principalmente a lui incomberebbe tale onere. (2825) Sig. dott. C. G. da L. - Se ella ha diritto per contratto alla esenzione dalla tassa di ricchezza mobile, ora non potrebbe il Comune pretenderne il rimborso. Se però trattasi di una concessione, o tacita o temporanea, il Comune ha sempre il diritto di farla cessare e di pre· tendere il pagamento ex 1tnnc della tassa. (2826) Sig. dott. J. N. da F. - Ella si è re· cata nella frazione a far la visita al congestio· nato in seguito ali' inYito dt un ufficiale di po· lizia giudiziaria (brigadiere dei carabinieri) ed ha redatta la perizia nell'interesse della giustizia. Deve, quindi, essere pagato o a cura della locale pretura o a _cura dell'arma dei reali ca· rabinieri, che direttamente richiese l'opera diLei. Doctor JuSTITIA.

NOTIZIE DIVERSE Presieduta dall'on. GUIDO BACCELI,JI, nella sua qualità di presidente del ·Consiglio superiore di sanità, si è riunita 1'8 corr. la Commissione giudicatrice dei titoli dei medici pro· vinoiali concorrenti ai posti superiori della Dir ezione generale della sanità. Sono s ta~e, frattanto, nominate due Sotto-Commissioni. di tr.e m embri ciascuna con l 'incarico di riferire, rispettivamente, sui titoli di carriera e scientifici d ei candidati. - La Commissione p er la revisione della legge e del r egolamento sui sieri e vaccini ha term~­ nato i suoi lavori ed ha presentato a S. E. il Ministro d ell'Interno una dettagliata relazione delle modificazioni che ritiene necessarie apportarvi. NIZZA. - .A. Nizza, dal 4 al 9 aprile 1904, si terrà il 1° Congresso francese di clilnatoterapia e igien e urbana.

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SEZIONE PRATICA

Le questioni all'ordine del giorno sono : 1° Clima del li ttorale mediterraneo francese, relatore: dott. Cha!s (di Mentone) ; 2° Adattazione climaterica, relatore: dottor Manquat (di Nizza); 3° Influenza del clima mediterraneo (litto rale frances~) sulla tubercolosi e sui tubercolotici, relatori: dottori Baréty, Guiter, Rénon; 4° Influenza del clima del littorale mediterraneo francese sul reumatismo e sui reuma· tici, relatori: dottori Huchard e Triboulet; 5° Disinfezione urbana, relatori: dottori Ba· lestre e Camous. Grandi agevolazioni di viaggio in Francia e dall'estero sono accordate ai congressisti (1). I medesimi usufruiranno pure di prezzi ridotti e fissati anticipatamente negli Hotels di Nizza. Gli stessi vantaggi sono concessi alle famiglie dei congressisti ed agli studenti di medicina ade· renti al Congresso. Indirizzarsi per informazioni al sig. dott. H érarà de B essé, segretario generale del Congresso, B eaulien-sur-Mer (France). Scrivere preferibilmente in francese, inglese e tedesco. SAN GIORGIO PIACENTINO. - In questo CO· mune si è verificato un caso di carbonchio esan· tematico. Sono state adottate tutte le prescritte misure sanitarie. Il prefetto di Piacenza a ter· mine dell'articolo 3 dell'ordinanza di polizia veterinaria 20 febbraio 1902 ha emesso il relativo decreto d'infezione dichiarata. TORINO. - Nei comuni di Alpignano, Maren· tino, Scarmagno e Vinovo si sono verificati alcuni casi di afta epizootica. Con decreto prefet · tizio tali comt1ni sono stati dichiarati zona in· fetta. PARIGI. - Dall'Istitt1to di medicina coloniale sono stati consegnati i diplomi di medico coloniale agli allievi che seguirono la seconda sessione del corso di studi che si chiuse testè. Dei 4:2 allievi che si erano inscritti, stante la mancanza dei locali, ne furono ammessi 25 soltanto, cioè 12 stranieri e 13 francesi, q11asi tutti addottorati in medicina, e dei quali parecchi occupano posizioni elevate nella marina, nel· l'esercito coloniale o nell'amministrazione sani· taria delle colonie in Francia e fuori. Dei 25 allievi anzidetti, 19 ebbero l'ambito diploma di medico coloniale. - Nell'ospedale della Salpetrière ora si sta costruendo una nuova e vastissima sala desti· nata ad accogliere, da una parte, una serie di nuo,ri strumenti che servono alla sempre ere· scente applicazione dei raggi Roentgen, e, dall'altra, un classificatore speciale per i clichés radiografici, il cui numero è di già più di 8000. •

a omine,

promozioni, onorifloenze.

N ell' Università di Genova, per l'anno scola· stico 1903-1904, a cominciare dal 1° novembre 1903, eono stati confermati i seguenti professori incaricati : Severi dottor Alberto, di medicina legale per i~~~.

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Gilll'il!i dottor Pier Michele, di odontoiatria. (1) Concessione speciale n. 1 sulle st~ade ferrate italiane.

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Bottazzi dottor Filippo_.di chimica fisiologica. J emma dottor Rocco, di pediatria. Bazzi dottor Ernesto, di patologia speciale dimostrativa chirt1rgica. Fu.t;'ono pure confermati nella stessa U niver· sità, per l'anno scolastico 1903-1904, i seguenti professori straordinari : Bottazzi dott. Filippo, di ·fisiologia sperimen· tale. Livierato dottor Panagino, di patologia spe· ciale medica. Brigidi dottor Vincenzo, di anatomia patolo· gica e della direzione del relativo gabinetto. Furono confermati nella R. Università di Messina, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre 1904, i signori: Betagh dott. Giuseppe, aiuto nella clinica chirurgica. Fradà dott. Attilio, assistente nella clinica chirurgica. Tricomi dott. Giuseppe, settor~ nel gabinetto di anatomia umana. De Gaetani dott. Luigi, aiuto settore nel ga· binetto di anatomia umana. Ferrara dott. Antonio, assistente nel gabinetto di anatomia patologica. Alessandro dott. Giovanni, assistente nel gabi· netto di fisiologia. Vinci dott. Gaetano, assistente nel gabinetto di materia medica. Sanzo dott. Luigi assistente nel gabinetto di zoologia ed anatomia comparata. Alessandro dott. Francesco, assistente nella clinica oculistica. Marchesi dott. Pietro, assistente nella clinica ostetrica ginecologica. Ponzio dott. Francesco, assistente nel gabi· netto di medicina legale ed igiene. Perez dott. Pasquale, assistente nella clinica dermosifilopatica. Grassi dott. Leonardo, assistente nel gabinetto di patologia generale. Il dòtt. Vincenzo Velo fu autorizzato a tra· sferire nella R. Università di Padova la libera docenza di medicina operatoria, da lui conseguita nella R. Università di Napoli. Nell'Università di Napoli furono nominati, dal 1 ° novembre 1903 al 31 ottobre 1904 : Paladino dott. Giuseppe, assistente nel gabi· netto di fisioJ ogia. Puoti dott. Giovanni, assistente nella 2a clinica medica. Salvatore dott. Alessandro Antonio, 1° pre· paratore, coadiutore nel gabinetto di materia medica. Margiotta dott. Beniamino, 1° preparatore nel gabinetto di materia medica. Chirivino dott. Vincenzo, coadiutore nella clinica dermosifilopatica . Verrotti dott. Giuseppe, assistente coadiutore nella clinica dermosifilopatica. Ronchi dott. Giuseppe, assistente nella clinica dermosifilopatica.. Cristalli dott. Giuseppe, assistente nella clinica ostetrica ginecologica. Colucci dott. Gennaro, assistente coadiutore nella clinica oftalmica. De Gaetano dott. Luigi, coadiutore nella clinica chirurgica. (31)


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IL POLICLINICO

Laccetti clott. ~,rancesco, libero docente, fu jncaricato, a decorrere dal 1° nov&mbre 1903, dell'insegnamento della medicina operatori~, fino aJla risoluzione del concorso, e non mai oltre il 31 ottobre 1904. Nell'Università di Palermo, il dott. Ernesto Tricomi, col suo consenso, fu trasferito, per l'anno scolastico 1903-904, a decorrere dal 1° no· vembre 1903, alla cattedra di clinica chirurgica e alla direzione della clinica relativa, con il grado di professore straordinario, cessando in pari data clalFufficio di professore ordi1!-ario d~ clinica chirurgica e medicina operatoria, e d1 direttore dell'annessa clinica n ella Università di Bologna. Nell'Università di Torino, il dott. Giuseppe Vicarelli, libero docente, venne incaricato del· l'insegnamento dell'ostetricia e della clinica ostetrica, nonchè della direzione della clinica stessa, per l'anno scolastico 1903·904.

Conoorsl e oondotte. l'IILANO. - Fino al 31 gennaio corrente ri· marrà aperto il concorso al posto di medico-chi· rurgo direttore dell'Ospedale dei contagiosi in Dergano. Retribuzione lire 4500 all'anno, più l'allogg io. .A.SCOLI PICENO. - Concorso al posto di direttore del Laboratorio muriicipale per la vigi· lanza igienico- sanitaria, cui va annesso anche l'incarico di ufficiale sanitario. Età non maggiore di 40 anni al 20 dicembre u. s. Stipendio annuo lire 2400 con ritenuta per tassa di ricchezza mo bile e contributo alla Cassa pensioni per i medici .condotti. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. Scaclenza 31 gennaio 190!. - Concorso a due posti di medico egual pri· mario. Stipendio annuo lire 2800 soggetto a ri· tenuta per imposta di ricchezza mobile e per il contributo alla Cassa pensioni dei medici con· dotti. Età non maggiore di 40 anni al 20 dicembre ll. s. Per maggiori schiarimenti rivol· gersi alla Segreteria comunale. Scadenza 31 gennaio 1904. - Concorso ad un posto di medico-chirurgo per il forese. Stipendio annuo lire 2500 soggetto a ritenuta per imposta di ricchezza mobile e pel contributo alla Cassa pensioni dei medici condotti. Età non più di 40 anni al 20 dicembre u. s. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segre· teria comunale. Scadenza 31 gennaio 1904.

Indice alfabetico analitico del presente numero. Adrenalina (Nota sull'). (Sua azione e suo impiego clinico). - Breton . . . . Pag. Affezioni pruriginose (La medicazione surrenale nella cura delle). - Tugmam e Lot . . . • . • . . • . . . » Anemia splenica (Sulla patologia della). - Giudiceandrea. . . . . . . • » Anemia nei bambini (Rapporti tra la tumefazione cronica della milza e l'). Giudiceandrea . . • . • . . • • » Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertere e C.

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[ANNO XI, F ASC. 3J I

I Aristolo in

rinojatria e in otologia (L'). - Fink . . . • • • . . . • . Pag. Bibliografia italiana . . . • . . • » Briglia congenita attraversante l'addome nel senso antera-posteriore (Di una). Berti . . • . . . . • . • . . Cacodilato di sodio (Osservazioni cliniche sopra l'uso e gli effetti del). - RemPicci • • . . . . . . . . . . » Calcolo in un diverticolo della vescica l Di un voluminoso). - Gardini . . ,, Cenai bibliografici . . . . • . • • » Concorsi e condotte . . . . • . . » Consiglio superior e di Sanità. . . . . » Drenaggio nella cura dell' anasarca cardiaco (Sull'utilità del). - Ranelletti . » Epilessia (Prognosi e guaribilità della). Turner . . . . . • • • . . » Febbre nervosa (Kaurin) . . . . . . >t Febbre remittente dell'India prodotta da un piroplasma nuovo. Laveran e Mesnil . . • . . • . . . • . » Febbri di origine nascosta (Sulle). Bozzolo • • . . . • . . . • • » Ferita d'arma da fuoco di un rene unico. - Del Genovese . . . . . . . • » Fibromioma dello stomaco felicemente estirpato. - Salomoni • . .. . . • » Igroma della borsa trocanterica profonda (L'). - Lippfert . . . . • . . • » Leucemia nei bambini (Rapporti tra l'anemia splenica e la). - Giudiceandrea • . » Linfen1ia acuta (Passaggio di una forma di anemia splenica in). - Giudiceandrea . . . . . . . . . . . » Lussazione congenita delle ancl1e (Sulla cura della). - Davis . . • . • . Macchie di Koplik come sintoma precoce del morbillo (Le). - Ma nasse . . . Macchie di Koplik nel morbillo (Le). Aronheiin • . . . . . . . . . Mielocitosi nei tumori maligni con riproduzione secondaria nelle ossa (La). Kurpjnweit . . • . • • • • . . » Neurastenia. - Ballet . . . • . . • » Nevrosi dei pianisti e violoncellisti. Donath . . • . . • . • . . • » Nomine, promozioni, onorificenze • . . » Notizie di verse. . . . • . . . . > Paralisi generale (Cura della - - e della tabe ). - Devay • . . . . • Paralisi generale (Resul tati della cura mercuriale intensiva applicata alla - ed alla tabe). - Lemoine. . . • • Parassiti della malaria (Sulla tecnica per la colorazione dei) - Koreck • • . Pellagra e sua cura nella provincia di Bologna (La). - Badaloni . . . . . >t Risposte a quesiti e a domande . . • » Scarlattina (La diffusibilità del virus della). - Sutherland . • . . • • . • • Segno di Kernig nella polmonite (Il). Georget • . • . . • . • • . . » Tabe (P rognosi della). - Faure de Lamalon. . . . . . • . . . . • » Toracentesi (Apparecchio per eseguire razionalmente la). - Famulari. . • • Veronal nelle malattie mentali (Il). Montagnini • . • • . • • . • • » L.

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Anno Xl.

Roina, 23 gennaio 1904.

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DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Rivalta: Sulla natura delle aostanze che precipitano alla apeciale prova coll'àcqua acetica che aerve a différenziare gli essudati sierosi dai semplici trasudati. - Riviste: - MEDICINA: - Koeppe: Diagnostica fisica dell'at· timtà funzionale del rene. - Landau : Sopra l'insufficienza renale intermittente nell'arteriosclerosi. - CHIRURGIA.: - De Renzi e Boeri: l'omento come orqano protettivo. - Berard e Patel: Trattamento dell'ascesso pelvico di origine appendicolare. - Collins Warren: Sul trattamento dell'ernia ombelicale. - DER:ltATOLOGIA: - Faure-Beaulieu: I recenti dati sulla patoge"eai dello zona. - Accademie, Società mediche, Congressi: - Soc1ETA L ANCISlANA DEGLI OsPEDALI DI Ro111A. - Lezioni: - Gaglio: Le azioni elettive dei (armaci. - Note di medicina scientifica.: - ll meccanismo del tono e dei rif1,essi nello stato attuale della scienzu. - I nervi articolomotori delle membra. 1

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Pratica professionale : -

Natura della chorea. - Nevrosi d'angoscia. - Mi:cedema ano1nalo. - Oftalmoplegia · interna bilaterale prodotta dall'e1tratto di segale cornuta. - Tumore dell'ipofisi senza acromegalia. - APPUNTI DI TERAPIA: - Indicazioni e 1'itultati dell'operazione di Talma per la cirroai epatica atrofica. - Cirrosi epatica e diuresi. - Trattamento delle emorroidi con la glicerina iodata. - L'adrenalina per ridurre le emortoidi. - Varia. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana: - Ostetricia e ginecologia. CASUISTICA: -

Interessi professionali: - A propo1ito dei rapporti fra i medici e le Società di mutuo 1occorso. - Risposte a quesiti e a domande.

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. analitico del presente numero.

Indice alfa.betico-

72 Diritti di proprietà r i s e r v a t i

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LAVORI ORIGINALI OSPEDALE CIVILE E ì\IILCTARE DI 0EtiENA.

Snlla 1iatu1·a delle sostanze che precipitano alla speciale prova coll'acqua acetica, che serve a differenziare gli essudati sierosi dai semplici trasudati. Nota preventiva pel dott. • • pr1mar10.

FABIO R1VALTA.

Nell'aprile del 1895 pubblicai nella R1for1na Medica un procedimento speciale per la diagnosi chimica differenziale fra gli essudati sie· rosi ed i semplici trasudati, il cui valore pra· tioo è senza dubbio grandissimo. Io non devo in questa comunicazione preventiva soffermarmi sul valore indiscutibile di questa prova, poichè questo sarà. argomento che io tratterò nell'in· iero lavoro di prossima pubblicazione. Io voglio per ora solo riferire sulla natura chimica delle sostanze che precipitano secondo questo speciale metodo di indagine diagnostica da me per primo ideato, come ebbi già a di· mostrare recentemente in un articolo della Ri·

vis.fa Critica di Clinica Medica, anno 1903, n. 41, pag. 655. Il procedimento da usarsi in questa prova consiste in ciò : si versano in un bicchiere circa 200 eme. di acqua distillata od anche comune, a etti si aggiungono 4 gocce di acido acetico glaciale, cioè, meglio di una come prima proposi, due gocce ogni 100 eme. circa di acqua usata, indi si lascia cadere nel bicchiere a fior d'acqua una goccia del liquido da esaminarsi, che eventualmente può essersi ottenuto con una · semplice puntura con siringa di Pravaz. Se trattasi di essudato si vedrà allora, osservando per trasparenza, che la goccia nel discendere fino al fon do del calice lascia dietro di sè una bella striscia bianco-azzurrognola si· simile alle striscia opalescenti e tortuose di fumo che veggonsi innalzarsi dall'estremità ac· cesa di uno zigaro. Tale nubecola si scioglie prontamente in un lieve eccesso di acido. Se trattasi invece di trasudato, sa.ggiando nello stesso modo, non si ottiene alcun precipitato. Solo in qualche raro trasudato, e questo si tenga bene a mente, facendo la prova della ( 1)


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IL POLICLINICO

goccia in acqua acetica, può aversi un lievis· simo e appena visibile inalbamento, però questo non dovrà mai confondersi colla distinta nube· cola biancastra e lattescente data dagli essu· dati, e per la quale soltanto deve dichiararsi positiva la prova,, che tanto utilmente serve a differenziare questi liquidi patologici dagli altri. Anche l'aggiunta <li poche gocce di acido acetico fatta direttamente al liquido Q.a esaminarsi produce un precipitato negli essudati e non nei trasudati; però, siccome anche questi ultimi coll'acido acetico perdono in seguito la loro trasparenza e restano un po' torbidi, cosi • per questo motivo conviene esegt1ire la rea· zione nel modo da me indicato, anche perchè, eccedendo di poche gocce nell'aggiunta dell'acido, il precipitato non si forma o appena formato si ridiscioglie. Infine, colla. prova da me proposta basta una sola goccia di liquido essudato o trasudato ottenuta colla puntura di SH ggio per stabilire la diagnosi differenziale, e a mo' esempio, in un attimo giudicare se un liquido peritoneale è dovuto a peritonite tubercolare o a cirrosi epatica! Nel tentativo che feci nel 1894 di un esame preliminare di questa sostanza che precipita in acqua debolissimamente acetica, i miei sforzi furono diretti dapprima a trovare un modo di poter raccogliere quantità sufficienti di questo corpo e vi riuscii prendendo grandi quantità di acqua che io acid1tlavo con 5 gocce di acido acetico glaciale ogni 100 eme. e versandovi poi entro un volume di liquido essudato pari all:t metà dell'acqua usata. Dopo qualche ora io potei raccogliere dal fon do del grande bicchiere a calice da litro o da più 11n abbondante precipitato bianco niveo fioccoso che io isolai per decantazione, poi lavai sul filtro prima con acq11a leggerissimamente acidulata (2 gocce di acido acetico glaciale 0 / 0 di H 20) per togliere la siero-albumina, indi con acqua distillata per saggiare la solubilità della sostanza. Però, sia per la fa.elle alterabilità di questo corpo, sin, per avervi riscontrato tracce di fo· sforo io caddi allora in un errore di apprezzamento gil1clicando trattarsi di nuc~leoalb11mina. Io mi accorsi dell'errore, del r esto scusabile in ricercl1e cosi difficili. a.llorchè nel 1895 con ' ' mia grando Aorpresa, constatai che anche il siero di sangue normale dava la stessa r eazione degli ess11dati e -pensai che il precipitato do,"' e V' a esser <lato da un componente normale <.lel snngt1e tanto più che per escludere si tratta so di sostanza protoplasmatica dovuta a macornzione: o trasformazione di corpuscoli del (~)

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XI, F .ASC. 4]

sangue, ottenni lo stesso precipitato anche dal , siero di sangue ottenuto per rapida centrifu· gazione. Ma allora perchè questo componente normale del sangue si rivelava colla mia prova della goccia negli essudati e non nei trasudati? Do· veva trattarsi di una sostan~a permeabile attraverso alle sierose alterate per un processo flogistico, come negli essudati, e non permeabile attraverso alle membrane integre dei tra· sudati, o almeno molto meno permeabile, co· sicchè in questi ultimi la detta sostanza trova· vavasi in quantità non sufficiente per dare un precipitato alla mia prova. Le ulteriori ricerche, che qui devo ommettere per brevità, confermarono pienamente questa mia ipotesi. Modificando alquanto la tecnica e premunendomi dalle <'ause che fauno facilmente alterare il precipitato, potei constatare che questa so· stanza era difficilmente solubile in acqua, fa · cilmente solubile in soluzioni saline neutre allungate (io mi sono servito della soluzione fisiologica di N a Cl) ove si conserva bene. Da queste soluzioni la sostanza si separa di nuovo, quantunque mai completamente, diluendo sufficientemente con acqua. Riscaldando essa coagula. La stessa si scioglie in acqua per ag· giunta di pochissimo acido od alcali e neutralizzando riprecipita. La sua soluzione in minima quantità di alcali è precipitata dall'acido carbonico e ridisciolta in un eccesso del medesimo. Saturando le sue soluzioni saline neutre con clort1ro di sodio o solfato di magnesio in so· stanza, precipita a temperatura ambiente. Pre· cipita poi completamente con solfato d'ammonio fino a saturazione. Per tutte queste proprietà comuni alla siero· globulina la sostanza che negli essudatl e nel siero di sangue precipita alla prova della goccia in acqua acetica era da ritenersi come sieroglobulina. Passando in rivista le varie sostanze albuminoidi, per ragioni, che solo per brevità qui tralascio, si deve escludere trattarsi cli fibrinogeno (reazione positiva nel siero di sangue dopo coagulazione), di fibrinoglobulina (reazione positiva nel plasma sanguigno), di albumine, albnminati, albumose, peptoni, e, fra i proteidi, di glicopro· teine, fra cui le sostanze mucoidi e le i;nucine vere (mucina tipica). Inutile poi ricordare gli albumoidi. Non resta, dunque a par] are che delle nuclealbtrmine, che si distinguono dalle globu· line e dagli albuminati per non essere che ap· pena solubili nei sali neutri, e sopratutto poi si distinguono da entrambe queste sostanze per· chè contengono fosforo. Orbene, anche nella sostanza da me ricercata,


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SEZIONE PRATICA

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le caratteristiche reazioni della sie· f e l'altra difficilmente solubile in acqua ecc., non roglobulina, seguendo un dato procedimento, che contenente fosforo (globulina vera o euglobulina). io descriverò, si aveva la presenza di fosforo, e Se poi nei trasudati, ove pure non mancano seguendone un altro non si aveva, per cui ~ro queste due globuline, la reazione della goccia propenso ad ammett~re che il fosforo fosse do· in acq11a acetica non si ha, ciò dipende dal fatto vuto ad impurità, sia per la grande facilità con che queste sostanze proteiche vi si trovano in cui le lecitine accompagnano ed inquinano la una percentnale molto minore, come anch'io in· sieroglobulina, sia per tracce di nuclealbumina fatti ho potuto verificare sottoponendo alla dia· o di fosfati. lisi trasudati ove ho notato molto minor quan· . A tal punto era per me la questione quando tità delle suddette globuline, e come bo anche l'anno scorso usciva a Strasbu:vgo n01 labora· verificato satt1rando trasudati con solfato di torio del prof. HOFMEISTJDR un lavoro molto im· magnesio. E d'altra parte anche in essudati, dopo portante di SALY WALLERSTETN Slllla determi· una certa diluzione con soluzione fisiologica, ho nazione quantitativa delle varie globuline con· visto mancare la reazione. tenute nel siero del sangue e in a.Itri liquidi Per concludere dunque diremo, ché la nubeanimali, che finì per chiarjrmi del tutto l'argo· cola prodotta da una goccia di essudato lasciata mento. In esso si parla e si dimostra nel siero cadere in acqua acetica è data dal precipitare di sangue ed in altri liquidi anima.li {essudati) di due globuline del sangue, la globulina vera la pr9senza, indipendentemente della fibrinoglo· o euglobulina (paraglobulina) e la pseudoglobubulina, di altre due globuline, cioè la globulin·a lina, quest'ultima continente fosforo e con pro· tipica (paraglobulina) precipitabile per dialisi, ed prietà affatto differenti dalle nuclealbumine. un'altra globulina non precipitabile p ~ r dialisi, ma solo per aggiunta di solfato di magnesio, ed inoltre, cosa singolare, contenente fosforo. Allora facilmente ho compreso che la preMEDICINA senza del fosforo nella sostanza che precipita colla mia prova non era dovuta ad impurità, Diagnostica fisica dell' attività bensì ad una globulina contenente fosforo, e che il precipitato era dovuto a due globuline, cioè funzionale del rene. ' la fosforata e la non fosforata o globulina vera. (KoEPPE. Dezitsclz. 11iedic. Woclie1i., n. 45, 1903). Secondo proposta di HoFMEISTER quest'ultima Nell'apprezzamento della mFtlattia di un do,·rebbe chiamarsi euglobulina e l'altra pseu• dato organo, siccome giustamente fa osser· do globulina. vare l' A., non basta conoscere lo stato ana· Per brevità dirò che io ho ripetuto in essu· tomico, ma bisogna anche stabilirne l'attidati le rioerch~ di SALY w ALLERSTEIN ed ho potuto separare per dialisi le due globuline, di vità funzionale: la dignosi anatomica deve essere completata con la diagnosi della cui una che precipita s11l dializzatore unitamente funzione. alla fibrinoglobulina, e l'altra che sta sciolta uni· · A tal'uopo) per ciò che riguarda la dia· tamente alla sieroalbumina, da cui si pt1ò sepa· gnosi funzionale del rene, è in uso da cin· rare saturando con solfato di magnesio. que anni a questa parte un metodo d'in· Ricercando in entrambe la presenza ùel fosforo dole fisico-chimica, il metodo cioè della dedopo averle lavate, sottoposte a bollitura e SllC· cessiva l•1 vatura su filtro con alcool ed etere per terminazione dell'abbassamento del punto di congelazione dell'orina. liberarle dalle lecitine, seccate a 100°, dopo aver L'A. discute a lungo il valore di questo distrutto la sostanza organica ho ottenuto col metodo di diagnosi funzionale, e conclude molibdato ammonico anch'io nell'una llna reaquanto segue: zione negativa e nell'altra positiva pel fosforo. L'energia osmot.ica, nella secrezione della .Inoltre, tanto la sostanza precipitata Slll dia· orina, si esplica solo sulla concentrazione lizzatore, previa soluzione in soluzione neutra, dell'orina, ma non prende parte diretta alla come quella rimasta disciolta, dànno in propor· secrezione medesima dell'orina; questa è zione di una sola goccia il caratteristico preci· determinata solo dalla pressione id1~osta­ pitato nell'acqu~ acetica. D'altra parte ho po· tuto anche constatare che il precipitato ottenuto tica. Ma la pressione id1~ostatica per il fatto che determina la quantità dell'orina, specie colla mia prova acetica consta principalmente di dell'acqua, influisce per ciò stesso sullo stato due sostanze, l'una facilmente solubile in acqua, di concentrazione dell' orina. Da ciò ne viene da cui precipita saturando con solfato di .macome conseguenza che la « concentrazione gnesio, e che contiene fosforo (pseudoglobulina), ( 3)

RIVISTE


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IL POLICLINICO

molecolare » dell'orina, e quindi la sua pressione osmotica e l'abbassamento del suo punto di congelazione dipendono da tre fattori : 1° dalla pressione sanguigna, che è determinabile a seconda della quantità di orina, cioè la quantità di acqua in cui sono disciolte le molecole; 2° dalla parete del glomerulo, parete che ipoteticamente si ritiene permeabile solo da un lato, ciò che spiegherebbe la comparsa di orina fortemente diluita: indicando questo fattore come una funzione che avrebbe il rene di secernere orina fortemente diluita, vi sarebbe un terzo fattore, la funzione cioè che avrebbe il rene di secernere orina fortemente concentrata, e che ipoteticamente si potrebbe localizzare nell'epitelio renale e nei vac11oli. Da ciò si deduce senz'altro che da un abbassamento del punto di congelazione di una data orina non si può determinare quantitativamente il lavoro osmotico di cui i reni abbisognano per tale orina, poichè questo è solo il lavorio di un fattore, mentre la concentrazione molecolare è il pro· dotto di tre fattori. Una sola determinazione del punto di congelamento dell'orina può a-vere solo un valore diagnostico mi· nimo per ciò che riguarda l'attività renale. Naturalmente non può dirsi lo stesso, qualora si praticassero f1~equen ti ricerche nelle condizioni più svariate nelle quali è prodotta l'orina. Posto che l'influsso eser· citato della pressione sanguigna sia co· stante, posto cioè che du1~ante il tempo della ricerca non vi siano grandi oscillazioni nella pressione sanguigna, indebolì· menti dell'attività cardiaca od altre varia• zioni, in tal caso le determinazioni del punto di congelazione ci autorizzano a ti1·are due conclusioni diagnostiche. 1° Se l'abbassamento del punto di congelazione dell'orina non è stato mai più piccolo di quello proprio del sangue, an· corchè in seguito a copiosa introduzione di liquidi, od altre simili sostanze, si fosse dovl1ta avere un'orina diluita in tal caso i può concludere con una certa qual si· ct1rezza che nel rene funziona in modo difetto o l'appa.rato che secerne orina diluita: (questo apparato sarebbe la parete dei glome1~uli, che si suppone essere permeabile olo cla un lato). 2° e l~itbbassamento del punto di con· g lazione dell'ori1La non fu mai più grande <l.i t1~1el~o ~ ~ an~ue, o lo ft1 solo pe1' quantità ins1gn1f1cant1, allora si può concludere (4)

XI, F .A.SO. 4]

che nel rene non funziona l'apparecchio che prepara orina concentrata (l'epitelio renale). Per la diagnosi bastano due determina· zioni del punto di congelazione: se per mezzo di un catetere introdotto nell'uretere si raccoglie l'orina separatamente da ambo i rAni, allora dalla disuguaglianza dell' ah· bassamento del punto di congelazione si può vedere quale dei due reni è ammalato e funziona meno dell'altro. Sarà ammalato, cioè meno funzionante, quel rene, la cui orina abbia un abbassamento del punto di congelazione più pros· simo a quello del sangue. Che se l'abbassamento del punto di congelazione è per l'orina di ambedue i reni superiore a quello del sangue, allora deve ritenersi ammalato quel rene alla cui orina corrisponde l'abbassamento maggiore nel punto di congelazione. Quest'ultimo caso non è stato ancora considerato; lo si ha quando le orina è esaminata durante una diuresi più intensa che d' ordinario. Per giungere ad una giusta diagnosi bisogna raccogliere separatamente l'orine di ambe· due i reni ed esaminarle tanto nella poli· uresi artificiale quanto nelle condizioni ordinarie di un'orina soarsa e concentrata. Quindi nella ricerca dell'attività funzionale di ambedue i reni possiamo esperimentare la capacità che ha il rene malato di eli· minare l'orina Vl10i diluita, vuoi concentrata. Il KovEsr e RoTH ScHuLz esaminando l'orina emessa in seguito all'ingestione di litri 1. 8 di acqua Sal vator ebbero i seguenti risultati:

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DIAGNOSI

Quantità. Abbassamento di orina emessa minimo durante del punto le prime 3 ore di dall'ingestione del liquido congelazione eme.

Reni sani . . . . • .

0.09-0. 26°

1020-2170

Vizio cardiaco compensato

0.16-0.17°

Rene raggrinzato genuino

O. 12-0 38°

1197-1 822 609-1 543

Ne f r i .te parenchimatosa cronica.

o. 35-0.53°

339-1 112

Vizio cardiaco con rotto compenso.

O. 59-0. 77°

Nefrite parenchimatosa subacuta.

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373- 4.13 180- 217

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[ANNO

XI, F ASC. 4]

Come si vede, &iffatte ricerche non danno, nè possono dare risultati uniformi. I reni malati nella nefrite parenchimatosa subacl~ta f un1Jionano, rigtta1,do all'eliminazione del· l'acqua, come i reni sani nel vizio cardiaco con rotto compenso; però è diverso il mo· tivo per il quale in ambedue i casi si eliminano quantità minime di orina a con· centrazione media ; mentre nella. nefrite si tratta di una lesione a carico della f un· zione che secerne orina diluita, cioè di un difetto della parete dei glomeruli, invece nel vizio cardiaco con rotto compenso la causa è data da indebolimento della attività cardiaca. l\tiancano le ricerche sistematiche riguardo all'altra proprietà che ha il rene di secer· ne1,e orina concentrata. Ttttte queste prove vanno soggette a mo· dificazioni, potendo variare la diuresi a se· conda del m ezzo adoperato per provocar la: acque minerali, alcool (birra), caffeina, ecc. D'altra parte per la prova della capacità di secernere orina concentrata , possono aversi risultati diversi a seconda delle di· verse condizioni nelle quali ha luogo la ricerca; così l'orina eliminata dopo una lunga astinenza da liquidi, presenterà un grado di concentrazione diverso da quello che si osser\Ta in orina eliminata dopo la ingestione di alimenti fortemente salini o di bevancle. La concentrazione dell'orina dipende dalla presenza tanto di sostanze organiche, quanto di molecole organiche; l'abbassamento del punto di congelazione dà un valore per la somma di ambedue. Dott. E . GuGLIELMETTI. Sop1~a

l' insut·ficienza renale interrnittente nell'arterio~clerosi.

(LANDAU.

101

SEZIONE PRATICA

B erlin. kli1i. Woclienscr., 1903, n. 51).

L 'A.. si propone di ricercare mediante la crioscopia se, in quel periodo dP.ll'arterio· sclerosi, in cui l'orina non contiene nè elementi figurati nè corpuscoli bianchi, la funzione renale non mostri deviamento alcuno normale. Nell'insufficienza renale il pnnto di congelazione del sangue diminui· sce per l'accumulo nel sangue di alcuni prodotti del ricambio, che non vengono eliminati per i reni. Ora, se si possono esclu· dere alcuni momenti eziologici che portano at1mento della. pressione osmotica del sangue (dispnea, stati febbrili, diabete mellito) tale aumento, qualora non concomiti una

diluzione del sangt1e, parla per un'insufficienza renale. Prendendo in considerazione il punto di congelazione dell'11rina (ò) (il quale è subordinato al numero dei Ioni contenuti in un eme. di urina), la quantità totale delle urine nelle 24 ore ("), il prodotto ò " darà il nt1mero delle molecole emesse nelle 24 ore, e

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dividuale) lo stesso numero ridotto al chilo. La diminuzione del prodotto ò ,, e del quoziente

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p l'ins11fficienza renale. . L' A.. ha . eseguite le sue ricerche su 5 malati con evidenti sclerosi periferiche, ed ha visto che mentre in 2 malati la funzione osmotica del sangue era pressoc:P.è normale, negli altri tre era aumentata, e ciò in conseguenza di un ·disturbo funzionale dei ,reni, come lo comprovarono le ricerche c1·ioscopiche eseguite sull'urina. Questo disturbo funzionale era passeggiero, infatti il quoziente

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che in un malato

raggiunse in un dato giorno appena 15, si elevò nel giorno seguente a 31. Qeesti fenomeni vanno considerati come accessi di insufficienza renale, che rapidamente si compensano, come lo dimostrò l'aumento del quoziente

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nei giorni se-

guenti alla forte diminuzione, accessi che furono constatati esclusivamente con la crioscopia, in quei casi in cui la clinica nqn era giunta a diagnosticare che arte· riosclerosi. Se poi l'insufficienza renale intermittente sia t1n'entità nosologica, o un prodromo del raggrinzamento renale non diagnosticabile con i comuni metodi di ricerca, l' A. non può dire, se non dopo un maggior numero di ricerche, confortate dall'esame anatomo· patologico. ATTILIO Asc ARELLI.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 Som•-raa.:rio d.e1 Fa.soioo1o 1. I. Prof. F. Durante - Un nuovo metodo operativo per l' a&portazione del laringe. - 11. F. Neri - Contributo alla conoacen.za àei corpi liberi peritoneali. - lll. Dutt. G. Betagh - Igroma della bursa sub-serrata. Contl'"ibuto alla conoacenza delle bor3e mucose della spalle.i. - l V. Prof. G. Perez - Sul trattamento chirurgico delle nefriti con speciale riguardo alle cosidette nefralgie e n efralgie emnturiche essenziali.

(5)


102

IL POLICLINICO

OHIRVRGIA

L'omento come organo protettivo. (nE RENZI e BOERI. B erl. klin,. WocJi. 1903, n. 34: ber. in Zeits. f. Cliir. 1903, n. 45).

Allo scopo di studiare la funzione del· l'omento gli AA. hanno eseguito numerose esperienze sul cane coi segt1enti i·isultati : a) Se nel cane si allaccia il tronco principale della vena o dell'arteria sple· nica la milza mantiene la sua integrità.. Si trova l'omento spesso. aderente alla milza, con ricco e straordinario sviluppo di vasi, che stabiliscono nuove ' rie sangt1igne allo splenè. b) Se si interrompe la circolazione lie· nale mediante legatura dBi vasi afferenti od efferenti in immediata vicinanza dell'ilo l'organo si necrosa. Si vede allora già dopo pochi giorni come l'omento circondi lo splene privato della sua circolazione. E a lungo andare la milza è lentamente ma completamente riassorbita. e) Se si legano tutti i vasi clella milza e nello stesso tempo si reseca l'omento nella maggiore estensione possibile, l'or· gano si cancrena ma non si riassorbe e l'animale muore in 24-48 ore. Se i due in· terventi si eseguono in tempi successivi l'animale muore più tardi. Estirpata la milza necrotica ed iniettandone il st1cco allo stesso rane con omento integro o resecato esso succo esercita una azione tossica più o meno intensa. d) La stessa azione esercita l'omento anche se si legano i vasi dell'ilo renale; il rene vien incapsulato dall'omento e poi lentamente digerito e riassorbito. e) l corpi estranei portati n el cavo peritoneale vengono dall'omento incapsu· lati e possono senza nessun nocumento restarvi dt1revol::nente. Le esperienze con le quali gli AA. pen· sano di aver dimostrato la attitudine del grande epiploon a 1·iassorbire elementi corpuscolari e !~attività emolitica della n1embrann, in condizioni fisiologiche, in p:.trte confe1"mano risultati già noti, in parte danno luce nuova a talune quistioni di te1""a11itt che hanno interesse pratico pel chirurgo. Non ono però nel vero gli AA. quando affermano che « la maggior parte clei chirtlrgi trattano (l'omento) con t1na indifferenza, con1e se si trattasse di un oraano la cui p1·e enza non porta vantaggio di sorta e la Clti e i tenza è enza impo1·· l6)

[ANNO XI, F A.SC. 4J

I tanza

per l'organismo » . Il chirurgo sperimentato non si accingerà mai ad interve· nire sull'omento senza una indicazione : dacchè egli considera come fatti acquisiti alla scienza che all'intervento possono seguire aderenze omentali, che alla resezione estesa possono succedere trombosi ed em· bolie.. e riconosce nell'omento la benefica attitudine a formare barriera ai focolai flo· gistici contro l'invasione della intera cavità ·peritoneale. Ma quando fra due mali si debba scegliere il minore, certo non ci periteremo nell'avvenire, anche dopo le esperienze degli AA., a resecare 1'omento, specialmente quando sia sede di profonde alterazioni. R. DALLA VEDOVA.

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Trattamento dell'ascesso pelvico di origine appendicola1·e. e PATEL. Re1/zie de Gyn. et de Ghir. abdo1n., VII, 5).

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L'ascesso pelvico di origine appendicolare - di solito intraperitoneale (1) (nel DouGLAs), raramente sottoperitoneale per lo più periappendicolare, di rado (e forse mai) parappendicolare - per la sede va distinto in su peri ore e inferiore (BROCA), a seconda che il pus si raccoglie in vicinanza clello stretto superiore o francamente nel piccolo bacino. Quest'ultima varietà special· mente occupa il DouGLAS, ricacciando in· dietro la parete anteriore del retto; può esser così voluminoso da occupare l'intero piccolo bacino. Esistono poi dei tipi intermediari e forme dovute alla combinazione dei due tipi, come pure forme dov11te alla combinazione coll'ascesso iliaco, e cioè ascesso pelvico primi· tivo con diverticolo nella fossa iliaca; ascesso iliaco primitivo con diverticoli nella piccola pelvi più o meno ampiamente comunica:1 ti:

l'ascesso pelvico secondario pzlò stabilirsi per i1zsacca11zento a1zche dopo che è stata incisa la raccolta iliaca. L'ascesso pelvico può non essere percepibile affatto alla palpazione addominale; sempre invece si sente nettamente all'esplorazione digitale del retto. Può aprirsi nella cavità peritoneale (ra· ramente), nel retto, nella vagina, nella ve(1) Sarebbe pertanto più corretto parlare di, peritonite purulenta saccata, che non di ascesso intraperitonea1e. (Nota del R.).

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FASO.

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103

SEZIONE PRATICA

scica; di rado estrinsecarsi nel cavo di Re- f pone a riparo dai pericoli di diffusione del tius (3 casi personali). processo flogistico ai tessuti nei quali cade Nel trattamento dell'ascesso pelvico i la incisione. R. D. V. vari metodi operativi o seguono la via addominale o si dirigono contro il punto più Sul trattamento dell' ernia ombelicale. declive della raccolta. L'A. crede da sconsigliarsi la via addo- (COLLINS WARREN - Boston Med. and l?arg. minale (p~r quanto almeno si riferisce alle J ourn., V ol. CXLIX, p. 15). • raccolte esclusivamente pelviche) e pensa L' A. intende parlare non dei casi della sia da preferire la via bassa; rifiutando sia il metodo parasacrale sia il metodo peri- infanzia e dell' adolescenza, ma dei casi, neale; per dare la preferenza all' apertl1ra diremo così, tipici dell'ernia ombelicale, attraverso le vie naturali (vagina, retto) e che richiedono, nella pratica, il presidio consigliare la via rettale corno metodo di chirurgico. Si tratta ordinariamente di scelta. Ideato da GoRSTER (1890) questo me- donne, di età media o avanzata, corpu· todo fu da principio male accolto; soltanto lente, polisarciche, già madri df numerosa dopo il 1896 (J.A.BOULAY) si tenne presente p1·ole: ricorda succintamente la patogenesi il fatto che l'ulcerazione nel retto rappre- di queste forme di ernie, a contenuto fre· senta l'esito più favorevole di guarigione quentemente epiploico, spesso aderente al sacco, accompagnate da disturbi Rubbiettivi, spontanea delle raccolte pelviche. L' A. passa a descrivere la tecnica ope· che dal semplice fastidio doloroso possono ratoria e cioè la preparazione del malato, arrivare sino ai veri attacchi colici; sono il processo di operazione (incisione tra- malate che vivono bene ed a lungo, sotto sversale della parete anteriore del retto l'egida di un buon cinto ; ma, con tutto media11te una forbice curva, gttidata sull'in· ciò, il pericolo di uno strangolamento è dice sinistro, che esplora il retto mante- sempre presente. -· Le statistiche odierne mostrano che l'ohe· nendo il contatto con la parete della raccolta ascessuale) , il drenaggio , le cure sità e la glicostrria, che spesso l'accom· pagna, non sono controindicazioni per l'insuccessive (sconsiglia i lavaggi). Riporta le osservazioni nuove, e i casi tervento : raffrontando, però, i risultati della letteratura, raccogliendo così 24 casi della cura e.li tale varietà di ernia con di ascesso pelvico, appendicolare, aperto per quelli delle inguinali e crurali, le recidive il retto senza alcun decesso e sempre con suc- in essa sono più frequenti : sebbene con la migliorata tecnica operatoria il numero cesso. Il solo accidente operatorio di qualche delle recidive vada diminuendo, tal fatto, importanza è l'emorragia, ma questa si do- l 'A. dice, si deve, più che a nuovi metodi mina facilmente SA si attira all'ano il mar· di chiusura del colletto del sacco, alla mag· gior cura nella sutura dei differenti piani, gine superiore dell'incisione. Passa poi a comparare i vantaggi e i in . maniera da portarli in mutuo contatto danni dei varii metodi, concludendo per senza esercitare troppa tensione. la superiorità della via rettale , perchè Descrive quindi la tecnica operatoria: senza farci operare più alla cieca che il il sacco erniario viene messo allo scoperto metodo perineale ed il vaginale , senza mediante due incisioni curve sulla linea me· provocare una rettite (obiezione teoretica diana, riunentisi al disopra e al disotto, in che si rivela come priva di base nella ap - modo sufficiente da mettere in evidenza i plicazione pratica), senza esporci più fre- differenti piani superficiali sino all' apo· quentemente che gli altri metodi per via nevrosi : viene aperto il sacco, ridotto il bassa alla formazione di fistole stercoracee conten~to ed escissa quella parte di omento - e in ogni caso assai m€no temibili che è aderente, se ve ne ha: emostasi ac· senza esporre l'infermo al reflusso del ma· curata: sutura del peritoneo. Una modifica teriale fecale nella sacca ascessuale (obie· importante è data dalla coattazione dei mar· zione teoretica di grande importanza, ma gini aponevrotici dell'anello erniario. Poidel tutto scalzata dalla osservazione cli· chè, ridotta l'ernia, la forma dell'apertura nica) offre i vantaggi capitali di permet- delle pareti addominali è ovale, col maggior terci di praticare il drenaggio nel punto diametro perpendicolare alla linea alba, più declive della raccolta, mediante una la miglior chiusura del piano aponevrotico manualità operatoria assai semplice, che ci è quella che riunisce il labbro superiore ,

( 7)


IL

POLICLINICO

con quello inferiore di detta apertura se· condo una sutura trasversale. Indi si passa alla riunione del tessuto sottocutaneo, previa escissione dell' ombelico e ji un tratto di pelle da ciascun lato di esso. Se il piano adiposo è molto abbondante, pt1ò essere ten· tata un' asportazione più generosa della cute e del sottocutaneo, cominciando circa due pollici sotto la cartilagine ensiforme e terminando alla piega trasversale limi· tante supe1~iormente il Monte di Venere. L'A. riporta 14 casi di ernie ombelicali, dei quali 11 furono operati con il metodo st1ddescritto: solo in un caso, la cui ernia era voluminosa quanto una testa di feto, si ebbe recidiva: benchè tale recidiva, cal· colabilè pel 2 °/0 secondo l'A., non sia un risultato soddisfacente in confronto del· l'intervento radicale per l'ernia inguinale e crurale, egli conclude che è ancora molto lontano il temp o nel quale il metodo di cura chirurgico dell'ernia ombelicale potrà riva· leggiare con quello delle altre due varietà di ernia. Dott. P. FRASCELLA.

DERMATOLOGIA

I reeenti dati sulla patogenesi dello zona. (FAURE -BEAULIEU.

Gazette des lzopita11x, s. a.135).

Dive1·si processi di ricerche sono stati applicati in questi ultimi anni a meglio conoscere la patogenesi dello zona. Di questi processi quelli che hanno portato a notevoli risultati possono essere riuniti in q11attro grt1ppi principali, lasciando in di· sparte le osservazioni riferentisi alla con· tagiosità, epidemicità, comparsa della ma· lattia nel corso di intossicazioni o di infezioni diverse, ecc., le quali non costituiscono nulla di nuovo e che possa contribuire a edifi· ca1·e una teoria patogeniC'a dello zona.

I. Dati anato1no-patologici. Le autopsie dello zona non scarseggiano neppure in tempi antichi, ma sino al 1900 manca l'esame della midolla o è fatto in modo incompleto con una tecnica imperfetta. Nel 1900 HEAD e 0AMPBELL p11bblicarono i risul· tati di 21 autopsie di zona e dei relativi esami microscopici completi del midollo e dei nervi cui la malattia in ogni singolo caso si ri· feriva. Le lesioni riscontrate costantemente nel midollo dimostrano l identità con quelle che si hanno dopo la sezione sperimentale ( 8)

[ANNO XI,

FASO.

delle radici posteriori e gli AA. paragonano l'anatomia patologica dello zona a qt1ella della paralisi infantile. In questa la le8ione è una poliomielite anteriore acuta, cioè una infiammazione acuta delle cellule delle corna anteriori, dei neuroni motori periferici, nello zona le lClsioni affettano similme.n te, e con gli stessi caratteri in· fia1nmatori e distruttivi, il midollo, le radici posteriori, i gangli rachidici (omo· loghi delle corna anteriori) e i nervi peri· ferici. Si potrebbe dunque chiamare lo zona una poliomelite posteriore acl1ta. Altre osservazioni posteriori egualmente accurate e complete di GI:LBERT BALLET, LAIGUEL·L.A.V ASTINE e DELILLE·CAMUS portano egualmente alla conclusione che lo zona è semp1~e la conseguenza d'una lesione del ganglio rachideo, seguita da lesioni deg enerative periferiche e centripete (radice posteriore nel suo tragitto extra· e intramidollare). I

II. Dati clinici. Due teorie, dal punto di vista clinico si disputano ancora il campo anche in questa come in al . tre affezioni nervose : la teoria spinale, la teoria radicolare. Per compren· dere ora l'importanza della questione, bi· sogna ricordare ciò che si sa sulla ri par· tizione delle aree nervose della pelle e sulla teoria dei metameri. Nell'uomo la divisione del corpo in tanti segmenti o metameri non è così netta come negli anellidi, nei qt1ali ogni metamero riassume la costituzione essenziale dell' or· ganismo; tuttavia un fatto di questo ge· nere si ha per il sistema nervoso spinale. Infatti la cresta ganglionare primitiva, dal]a quale nascono i gangli rachidei, si frammenta in un numero di segmenti (ri· · zotomi), caratterizzati anche nell' adulto dalla sovrapposizione dei gangli rachidici e delle loro radici posteriori. A ciascun metamero risponde 11n segmento midollare (mielotom0) ed il segmento della pelle in· nervato da ciascun rizotomo sarà chiamato rizo1nero o zona radicolare, mentre il seg· mento della pelle innervato da ciascun mielotomo sarà detto mielomero. È chiaro che se la metameria radicolare e quella mi· dollare restano allo stn to puro il rizo mero cutaneo e il mielome1~0 devono confondersi. Per la determinazione dei rizomeri (me· ta11ie1~ia radicolare) il metodo della dissezione, l'embriologico e qt1ello sperimentale sugli

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animali non poterono dare risultati proba· tivi per l'uomo, però quelli ottenuti da SHERRINGTON sulle scimmie concordano .assai con quelli ottenuti in seguito con le ricerche anatomo·cliniche. Le leggi generali -che si possono enumerare sono tre: 1° Le zone radicolari non· si sovrap· pongono alle zone di distribuzione cutanea .dei nervi periferici ; 2° Si ha compenetrazione reciproca delle zone radicolari, di modo che un punto qualunque della pelle è innervato da due -0 tre radici ; 3° La forma generale di queste zone è di striscie continue circolari sul tronco ~ perpendicolari all'asse del corpo ; al· lungate nel senso della lunghezza sulle membra. Per la metameria spinale (mielomeri) 'BRISSAUD ha creduto di poter stabilire una teoria secondo la quale nel midollo i seg· menti corrispondenti agli arti e precisa· mente il rigonfiamento cervicale e quello lombare sarebbero divisi in tanti mielomeri disposti non, come per il tronco, in serie verticale, ma in serie orizzontale e questi metameri sarebbero tanto più ravvicinati alla linea mediana quanto più apparten· gono a segmenti prossimali degli arti. Per tale teoria le anestesie degli arti disposte in bande longitudinali sarebbero dovute a lesioni radicolari, le anestesie in bande trasve1'sali (a manichetto, ecc.), a lesioni spinali. · Però i fatti non confermano questa teoria -e più di tutti DÉ.JERINE l'ha combattuta cercando di dimost1·are in ogni anestesia, anche nella siringomielia, nella tabe, ecc., la disposizione radicolare, fatta soltanto eccezione per l'anestesi~ isterica, leprosa e per quella consecutiva a gangrena senile. Se la teoria di DÉJERINE sarà confermata ne risulterà. ch e le zone cutanee radicolari o rizomeri si confondono esattamente con i mielomeri o zone cutanee corrispondenti .ai diversi segmenti o metameri del midollo. Clinicamente la topografia dello zona rischiara il problema della metameria spi· nale. Se si eccettuano i rari casi di zona consecutivi alla ferita d'un nervo, n ei quali l'e1·uzione avviene per lo più seguendo il distretto cutaneo del n ervo interessato, la esperienza clinica ha dimostrato già prima di ogni teoria che l'eruzione zosteriana è sul tronco generalmente perpendicolare .all~ asse del corpo (e quindi obliqua in rap-

*

105

SEZIONE PRATICA

I porto ai nervi intercostali)

e sulle membra parallela al~'asse, ciò che poi ha servito a dimostrare la distribuzione radicolare (ri· zomerica) dell'eruzione stessa . Pochi casi sono stati pubblicati da BRIS· SAUD e da ~Itri a distribuzione mielomerica, ma il fatto importante, comune a tutti questi casi, è che l 'e1·uzione senza occupare una sola zona radicolare per intiero, occupa sempre parzialmente parecchie zone. La coesistenza assai frequente di di· sturbi paralitici con l'eruzione di zoster è un altro argomento a favore della teoria spinale: infatti soltanto un processo mor· boso che interessi i centri nervosi può essere capace di portare contemporaneamente dist11rbi trofici e disturbi paralitici.

III. Risultati della puntura lombare. Numerosi casi sono oramai stati pubblicati di zoster n ei quali la puntura lombare svelò una reazione meningea, sotto forma di netta linfocitosi. Anche questo . fatto è in favore della origine spinale della ma· lattia, perchè secondo alcuni, come ""\VIDAL, una lesione puramente ganglionare non potrebbe dar ragione dell'irritazione meningea. Altri però ricordando che gli spazi sotto-aracnoidei comunicano liberamente con le guaine e gli spazi interfascicolari delle radici e dei tronchi nervosi, ammettono che una l esione vicina ai centri possa modifi· care il liquido aracnoideo. D 'altra parte in alcuni casi la puntura lombare è riescita negativa; quindi sono necessa1~ie altre osservazioni prima che la teoria spinale possa con sicurezza appropriarsi dell'esistenza della linfocitosi come argomento a suo favo re.

IV. Esame batte1·iologico. Diversi fatti non dublli di contagiosità e di epidemicità, alcuni sintomi speciali dello zoster (febbre, adenopatia, ecc.) hanno indotto a i·itenere lo zoster una malattia infettiva. Era quindi naturale che se ne volesse trovare l'agente patogeno. Ma sino ad oggi i risultati dell'esame batteriologico tanto delle vescicole dell'eruzione quanto del liquido cefalo-rachideo non hanno portato ad alcuna conclusione precisa, essendosi avuti dei reperti variabili e non sem· pre scevri dal sospetto di una possibile contaminazione accidentale delle culture. Dott. G. PECORI. ( 9)

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106

IL POLICLINICO

Accademie, Società mediche, Congressi I RESOCONTI

PARTICOLARI

SOCIETÀ LAN CISIANA DEGLI OSPEDALI DI ROMA.

Seduta del 2 gennaio 190!. Presidenza: prof. E. Marchiafava.

U. Arcangeli. Delle i1id;cazio1ti i1er l' interru· tione della gravida1t.~a ;n alcune 1nalattie medie/te. - L'O. trova necessaria l'interruzione nel rene gravidico, qua.n do il riposo e la dieta lattea non abbiano rapidamente migliorata l'inferma: vide l'attesa pericolosa: in un caso vide il passaggio della nefrite gra,ridioa in nefrite cronica. Nelle nefriti acute da infezione o da intossicazione, crede più opport11no soprassedere: nelle nefriti croniclte attendere che il feto sia ·v itale per il parto premat1u·o. N ell' lzg11ere11iesi. · .rJravidara11z crede opportuno non parlare troppo presto d'interrompere la gra'ridanza; il pitì delle volte si tratta. d' isteriche nelle quali è possibile agire con opportuna suggestione ; quando v' è indizio cl' intossicazione aciùct, gli alcalini a grandi dosi gli l1anno reso b noni servigi. Nelle anemie delle gravicle crede necessario distinguere quelle a tipo pernicioso, da quelle a tipo di anemia secondaria, o clorotico : nelle prin1e non c'è i1ulla da sperare clal parto pre· matttro poichè l e malate muoiono ltg11almente · forse si potrà sperare qt1alche cosa clall' aborto provo cato~ egli le ha viste sempre nlorire, il parto premattu·o 11on ha. mai dato feti vita.li. Nelle anemie a ti1)0 clorotico, il parto prematuro può essere utile alla madre, il feto ha poche probabilità di vivere sebbene non risenta il s uo sang11e dell' ane1nia della madre. Il parto prematt1ro spontaneo è la regola: è clubbio se sia opportuno intervenire vista la faciJitit di qt1este ma.late a contr'arro infezioni set· tiche. N ell'o teomalacia ci edo utile non interrompere la gra,·iclanza, , .i to che le malate non devono pifL a,..er figli e spe so devono esser e castrate per assicurarne la gt1arigione. Vi è dunque molto inter esse a Ral,"n.re il prodotto del concepimento. La. eurti fosforata. e la cloroformizzazione arre~tcrn.nno i progr essi della malattia e permette· rnnno di atte11dere il parto, che in genere si com})io l>eno : co i egli ha fatto due '"olte. N elle 1nalattio a.cute da infezione si d eve ta· lora provocare il parto nell'inter esse del feto ci uando l~i malattia e sicuramente mortale, in t1uolle che abitualmente gllariscono è q11asi im· (10)

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possibile prevederne a tempo la fine lAtale per fare il parto prematuro. Non va dimenticato che in molti casi (polmonite, pericardite, eresipela, vaiuolo, ecc.), il parto può essere pericoloso o pel travaglio o per la pro· babilità d'infezione. Resta poi spesso la speranza di salvare madre e feto. Non può dunque accettare la conclusione chesi potrebbe trarre dalle esperienze di Bossr nelle cavie e coniglie per l'opportunità d'inter· rompere la gravidanza nelle malattie acute da infezione, nell'interesse della madre. In 413 ti· fose di tutte le età ctITate in 4 anni nell'ospedale di San Giovanni, ebbe il· 6. 53 °/0 di morte,. in 15 gravide una morta; cioè il 6. 66 °/0 (se è lecito dedurre il percentaggio da cifra così pie· cola). Nelle 15, ebbe 5 aborti, un parto a terminee tre parti prematuri: di questi 4 feti un() visse ; in 6 si eb l)e la prosecuzione della gra· vidanza. In 2 malate il parto prematuro sponta· neo parve migliorare rapidamente la malattia.• l\'Ialgrado ci ò, non crede opportuno l'intervento. Nelle cardiopazienti crede necessario ~divi· dualizzare: esse sopportano la gravidanza megli<> di quello che si crederebbe · il parto è il momento più pericoloso. Crede utile l'aborto in malate che per un parto precedente corsero pe· ricolo di morire : in queste il parto prematur<> può non bastare. Non ha vista la maggior gravezza della stenosi mitralica: in 3 malate di ql1esto genere curate nell'anno 1903, ha. potuto attendere il parto spontaneo. Crede opportuna l 'interruzione in malate con scompenso cronico, c11ore assai grande e viziomolto s,riluppato, che sono ancora lontane dal termine d ella gravida11za. Nella tubercolosi polmonare spera poco dalla interruzione della gravidanza : il più delle volteil peggioramento è nel puerperio. Malate con lesioni leggere, o già guarite, pos· sono dare alla luce figli sani che si mantengon<> sani: non bisogna dunque esagerar e in questa. indicazione. Concludendo, 1'0. dice che è necessario in· terrompere la gravidanza tutte le volte che la. vita della madre è in pericolo per il solo fatte> della gravidanza; negli altri casi bisogna tener conto· ugualmente della vita del feto. V. Giudiceandrea. Le nuove conoscenze acquisite intorno alle singole malattie tendereb· bero a restringere piuttosto che ad allargare,. il numero dei ca i in cui l'interruzione della gravidanza è giustificata. .A.d esempio, pe1~ quanto riguarda l'anemia perniciosa si ha già un certo numero di osservazioni che dimostrane>

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che nelle gravide può esistere, anche per l'e· riati mezzi: ittiolo, elettricità, massaggio, pur· same del sangue, tutta la sindrome dell'anemia ganti, raddrizzamento dell'utero, ecc. Quindi interrompere la gravidanza nel prin· perniciosa, senza che ne esista veramente il cipio dei vomiti incoercibili non è razionale e fondo morboso. Questi casi, raccolti recent·e · mente da HouSTON, ci devono rendere molto bisogna esperire prima tutti i mezzi di cura. Tanto -più irrazionale è la pratica di coloro cauti prima di far la diagnosi di detta malattia che interrompono la gravidanza per vomiti ostinella gravidanza, e di ricorrere all'interruzione nati, più o meno frequenti, ma che non hanno di questa. Nella malaria si parla spesso d'interrl1zione per nulla il carattere d'incoercibilità. Albuminuria. - Per ciò che si riferisce a questa della .gravidanza nell'interesse del bambino, complicazione della gravidanza, il relatoi·e ha senza pensare che ordinariamente il sangue del medesin10 non presenta le note morbose del parlato della albt1minuria dovuta a nefrite acuta o cronica; ora questa, non è maggiormente da sangue materno. Per nulla giustificata appare l' interrt1zione temere. La nefrite in donna incinta · è grave complicazione e in molti casi o si ha l'interra· della gravidanza nella febbre tifoide. In questa zione spontanea della gravidanza o la morte della malattia, anche nelle forme r elativamente lieTi, paziente. E quando si può aiutare a li~erare la l'infezione eberthiana del sangue può dirsi malata è bene provocare il parto. ormai la r egola, e può comunicarsi al feto Ma nell'albuminuria gravidica non abbiamo anche in un periodo non molto avanzato. Il volesione del rene ed è questa l'albuminuria che ler ricorrere all'interruzione, per preservare il dà luogo all'eclampsia, e tante volte l'eclampsia bambino dall'infezione, può qt1indi riuscire per· si sviluppa senza che vi sia albumina n elle urine. fettamente inutile; poichè è possibile che ciò Ora in questi casi prendere per criterio delsi faccia quando esso è già infetto. D'altra parte l'interruzione la presenza o meno dell'albumi· l'atto operatorio stesso, per quanto semplice, nuria non pare un criterio esatto; poichè nella })UÒ presentare gravi pericoli per la madre. albuminuria dovl1ta a nefrite difficilme.n te l?albu. Oltre l'emorEagia, bisogna temere sopratutto la minuria scompare e l'eclampsia è rara; in questi possibilità di un'infezione streptococcica, la quale casi dunque la interruzione della gravidanza potrebbe non essere difficile date le condizioni p er evitare lo sviluppo dell'eclampsia è inutile ; doll'inferma, nella quale i poteri difensivi del· . m entre nell'albuminuria gravidica, ove l'eclam· l'organismo sono cosi gravemente impegnati psia è frequentissima, l'albumina con approcontro l'elemento tifico. Ora si sa ormai di quale priata cura lattea può diminuire e scomparire. gravità eccezionale . sieno le infezioni miste tifo· E anche quando l'n,lbumina tton scompare, fastrep tococcic11 e. cendo una buona cura lattea, l'eclampsia meno Quanto alle cardiopatie dalla lunga esperienza facilmente insorge. di molti ostetrici risulta che il parto può com· Pubercolosi. - V erso il 1896 il prof. ACCONCI piersi ottimamente, an~he se le condizioni del di Genova pubblicava t1na lezione clinica sui cuore sono oltremodo gravi. r [:lipporti della gravidanza co lla tubercolosi e F. La Torre. Felicita il prof. ARCANGELI p er concludeva ch e si deve interrompere la graviessersi dichiarato razionalmente conservatore. danza anche fin dal primo momento che la Egli da molti anni divide i medesimi concetti a donna presenta sintomi di tubercolosi. All'O. proposito dell'interruzione della gravidanza n elle questa condotta p arve eccessiva, troppo radiinalattie mediche. Prende l'occasione per presen- cale e basandosi su quanto aveva veduto nella tare qualche considerazione in proposito. sua pratica pubblicò in una lezione q11ale doVoniiti i1icoercibili. - Egli non è perfettamente vrebbe essere la condotta giusta. Cioè tutte le volte ehe in g ravidanza i fatti d 'accordo coll,ARCANGELI sulla causa dei vomiti incoercibili, poichè è dimostrato che i vomiti detti polmonali diminuiscono d'intensità e la donna mangia ed ingrassa, non è necessario interrom· incoercibili, nei due primi stadi principalmente, non sono effetto di una intossicazione, ma la pere la gravidanza allo stato abortivo; si può attendere che. il feto sia vitale e andare anche causa risiede in una lesione del collo uterino come egli ha da molti a.nni dimostrato e come n termine: se lo lesioni polmonali aumentano in ha confermato ultimamente il dott. PETTAZZI estensione ed intensità e la donna deperisce, ecc. di Torino '1on ricerche anatomo·patologiche. Nel allora l'interruzione s'impone. Non è quindi ra· terzo periodo forse, a causa dell'enorme emacia· zionale la pratica d'interrompere la gravidanza zione, vi sarà intossicazione, ma nei due primi principalmente allo stato abortivo in tutti i casi di tubercolosi qualunque siano le circostanze in no. E lo dimostra il fatto che i vomiti incoerci· bili possono guarire nel principio con i più sva· cui il processo si svolge. (11)


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Malattie di cziore. - L'O. ricorda la formula del Peter a proposito dei rapporti fra le malattie cardiache e gravidanza: « Se una donna è affetta da malattia cardiaca, non deve mari· tarsi, se maritata non deve avere figli, se in· cinta dev'essere accuratamente sorvegliata » . L'O. però è d'avviso che in clinica le cose debbano riguardarsi diversamente. Egli ha pub· blicato dieci osservazioni che dimostrano con chiarez~a come non tutte le malattie del cuore reclamano l'int~rruzione della gravidanza, poichè donne affette da lesioni valvolari del cuore l1anno potuto avere 5, 8, 11 figli senza il minimo disturbo. Anche su questo pt1nto bisogna essere molto prudenti e non provocare l'aborto o il parto prematuro per piccoli disturbi. L'O. stigmatizza quei medici che si prestano troppo facilmente alle richieste di clienti che vogliono sbarazzarsi delle noie della gravidanza ed accusano o esagerano disturbi del cuore. Concludendo, l'O. crede che Ia mania della interruzione della gravidanza per ogni più pie· colo disturbo, fondn.ta s11 vedute più teoriche che pratiche, debba cessare : l'ostetrico dovrebbe occuparsi della questione e non il medico in· terno: a.nclte l'ostetrico sa fare una diagnosi di malattia interna (non ostante ]'opinione contraria del l\{ARAGLIANO), sa provocare il parto, ove occorra, e sa governare madre e figlio.

S. Buxban1n (di Carlsbad). Din,zostraz ·011 e {li diapositive rad;ograficlte. - L'O. mostra alla Società le proiezioni di molte interessar1ti ra · diografie, rigt1ardanti malattie chirurgiche e me· diche, diffondendosi a parlare st1lla tecnica ra.· diologica e s1ti vantaggi che in essa possono 'renire tlall'11so della corrente alternata.

Dott. A.

GAROFALO .

. nrof A Manuale dell'igienista ad u so Celll degli ufficiali sanitari, medici pro\rinciali, ingegneri, chimici, veterinari, igie· .}I

nisti, uffici o labora,tori d'igiene, co11 la colla· borazione dei professori: O. Oasagrandi, A.. Scala, I. N osotti, D. pataro T. Gualdi, O. Fradella. 2'\ eclizione del Manuale dell'Ufficiale Sanitario.

I: Microscopia - Protozoologia - Batteriologia - Chimica applicata all'igiene - Ispezione delle carni e del latte. VoLUl\IE

VoL Ul\IE II: Epidemiologia generale e speciale -

Ingegneria sanitaria - Propedeutica dell'Ufficiale sa· nitario. Due ,~olumi in 8° di circa 900 pagine ciascuno, compie . iy·amente L. 82. Dirigere richieste alla Società Eclitrice Dante i1/igllieri, Ro111a, via clei Prefetti, 15. (12)

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LEZIONI

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Le azioni eletti ve flel tlrmaci per il prof.

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GAETANO

GAGLIO.

Prol1isio1te al corso di 1nateria 1nedica e farmacolog~a sperimentale dell' U1tiversità di Ro1na, 24 7zovembre 1903. Nella vita operosa è nostro desiderio. e in· sieme nostro dovere di spingerci avanti; ma quando si giunge ad una mèta, ci attende spesso la malinconica riflessione, che desiderare e ot· tenere gli uffici è assai più facile che meritarli. È in questo stato di animo che io mi presento oggi in questo Ateneo, ove trovo per colleghi, maestri insigni, e grande sarebbe il mio scorag· giamento, se non mi sostenesse la fiducia, che anche l'opera mia possa essere giovevole col lavoro diligente e col trasfondere in voi, o gio· vani eletti, quell'interesse e quell'amore alla scienza, che è la prima forza dell'insegnamento . E queste idealità altamente sentiva il professore GIUSEPPE OOLASANTI, che ad esse dedicò tutta la sua vita laboriosa.. Egli era un,entt1siasta della scienza biologica, alla quale si preparò colti·vando con amore tutte le sue parti, anatomia comparata, istologia, fi. siologia, chimica fisiologica, e scegliendo a gt1ida i più illustri maestri. Passato all'insegnamento della farmacologia, se da llna parte egli tenne fermo l'indirizzo spe· rimentale e cercò che il laboratorio fornis.se norme sicure, dall'altra parte seppe sempre in· teressarsi vivamente delle questioni terapeutiche, così come sorgevano dalle cliniche, esempio di felice equilibrio di educazione medica. La sua attività, il s110 inter essamento egli seppe trasfon· · ùere a quanti lo circondavano, promovendo largamente il lavoro dei giovani. Si deve alle sue attive insi tenze la fonda· zione del nuovo laboratorio di farmacologia, ma la morte, che talvolta ci attende come in ag· gt1ato, lo colse non appena ebbe egli raggiunto l'aspirazione di avere a sua disposizione più ampi mezzi, e q nando pii1 ricca di promesse si presentava la sua produzione scientifica; gli u}. timi istanti della vita egli volle legati al ricordo dei gio\::tni, statuendo 11n premio che li incoraggiasse allo studio della scienza. Ben meritato è il tributo di omaggio che oggi r endiamo alla Slta memoria.

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Lo studio della farmacologia richiede vera· mente un'intelligenza ricca di svariate cognizioni ed esercitata nelle questioni di chimica, di fis~o­ logia, di patologia e di clinica. La farmacologia o materia medica una volta rappresentava quasi tutta la medicina, essendo stata una delle prime parti di essa a svolgersi per l'urgenza che senti l'uomo sofferente di cercare il rimedio, pur igno· rando completamente la natura del male, al quale voleva portare sollievo; per ciò fu per lungo tempo empirica e segui le vicissitudini della cli· nica, cercando di risolvere problemi terapeutici, nell'ignoranza completa dei singoli fattori, cer· cando alla cieca la guarigione, sforzandosi quasi di saltare da un capo all'altro della scala senza pas· sare per i gradini intermedi. Fu solo quando si svilupparono e progredirono la chimica, la fi· siologia e la patologia, che la farmacologia potè ricostituirsi su basi scientifiche; così essa, che fu la prima a nascere, dovette essere una delle ultime branche della medicina a peJ.·fezionarsi. Per mezzo dei farmaci o ci proponiamo di ~ agire direttamente sulla causa della malattia al· lontanando o combattendo i parassiti grossi e microscopici del corpo umano o cere biamo di provocare nell'organismo ammalato delle modi· ficazioni, cl1e compensino i disturbi apportati . dalle malattie. Comunque, il farmaco è un modificatore del protoplasma cellulare, del protoplasma, cioè, dei nostri tessuti o del protoplasma onde sono co· stituiti i parassiti. Quando il farmaco penetra nell'organismo, t11tte le parti di questo non avvertono egualmente la sua presenza; il far· maco agisce secondo la sua composJ.zione chi· mica su punti speciali dell'organismo, là dove trova affinità chimica, dando perciò luogo a par· ticolari modificazioni di funzione. Questa affinità chimica delle cellule dei no· stri tessuti per determinati corpi è la base fon· damentale della vita. Come le piante diverse, nutrite dallo stesso terreno, presentano compo· sizione chimica diversa, perchè non assorbono dal terreno indifferentemente tu'tti i principii e quelli, che ciascuna assorbe, elabora in maniera speciale: cosl le cellule dei nostri tessuti che vivono in un ambiente uniforme, nel plasma sanguigno, conservano una composizione chimica diversa per ciascun tessuto, in grazia del1' affinità chimica per la quale attraggono a loro determinati principii e li elaborano in ma· niera particolare.

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È questa stessa affinità chimica, che si eser·

cita fra la cellula e l'alimento, la cellula e l'ossigeno, quella che determina anche l'assorbi· mento e l'azione dei farmaci. In qualche caso come per l'ossido di carbonio e l'emoglobina questa combinazione chimica è .facilmente di· mostrabile e spiega con la logica di una mara· vigliosa chiarezza tutti i disturbi funzionali, che seguono alla sua formazione. Ma per molte sostanze la. prova materiale che possiamo dare dell'affinità cl1imica loro per determinati organi consiste nella dimostrazione della presenza e dell'accumulo di esse in questi organi e nelle peculiari alterazioni istologicl1e, che sono capaci di determinare, specialmente in seguito alla loro somministrazione continuata per molto tempo. Se non sono dimostrabili com· binazioni chimiche ben definite, cerchiamo però sempre ragioni di chimica affinità, come quando rapportiamo l'azione dei sali metallici pesanti alla loro affinità per l'albumina o quella del· l'alcool e del cloroformio alla loro azione sol· vente sulle sostanze grasse costitutive dei centri nervosi.• Alcune sostanze coloranti, che introdotte nel· l'organismo vivente sono capaci di tingere de· terminate parti di organi, ci aiutano a ricono· scere ad una prima vista per il solo fatto del coloramento la elettività delle sostanze per i tessuti. È osservazione antica, che amministrando con gli alimenti la robbia ad animali in via di svi· luppo; si tingono in rosso le ossa, a mano a mano che queste si formano, mentre tutti gli altri tessuti, compreso il connettivo, il periostio e le cartilagini, non si colorano affatto. È una vera combinazione chimica che si determina fra i principii coloranti della robbia · purpurina, ali~arina · e il fosfato calcare delle ossa, combinazione analoga a quelle che, si operano nei processi di tintoria fra le sostanze coloranti e le materie, che sono capaci di fissarle, e che son dette 1nordenti. La combinazione dei prin· cipii coloranti della r,obbia con il fosfato cal· care delle ossa è così resistente, che una volta formata nell'organismo più non scompare che con la scomparsa fisiologica dell'osso già for· mato; in grazia a queste proprietà la robbia. nelle mani di DUHAMEL e di FLOURENS servi a farci conoscere i processi di formazione e di riassorbimento delle ossa.

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È a ragioni di chimica affinità che dobbiamo noi rapportare la fissazione d elle sostanze colo· ranti sui tessuti, e su questa via si sono fatti veri progressi, quando s'è cer cato di riferire la facile colorabilità dei nuclei delle cellule alla presenza dell'acido nucleinico, che si combina con la sostanza colorante, e quando PFEFFER ha fatto conoscer e che il bleu di metilene nelle cel· lule vegetali viventi è fissato dall'acido tannico. Preziosa per queste affinità elettive è stata l'ap· plicazione del bleu di metilen e nella tecnica isto· logica del tesst1to ner,roso, essendosi potuto met· tere in evidenza le più fini espansioni nervose, iniettando questa sostanza nell'organismo vivente o negli organi dell'animale di fresco ucciso.

Sulla via delle ragioni chimiche è stata in teressante l'osservazione dell'EHRLIOH che molte sostanze, le quali colorano le estremità nervose negli organi fresclti, contengono il grt1ppo eti· lico e che d erivati di queste sostanze nei quali manchi il gruppo etilico non mostrano più questa affinità elettiva; così queste sostanze per la loro composizione chimica si sono avvicinate a quei farmaci come l'alcool, l'etere, il sulfonale, l'ure· tano il veronale, la cui azione sul sistema nervoso dipende appunto dalla presenza del g ruppo etilico. ~fa

la proprietà più generale dei farmaci ch e ci mette sulla via delle loro affinità elettive è l'a~ione ben detern1inata che essi spiegano sulle singole funzioni dell'or ganismo· per alcuni di essi si è potuto dimostrare cl1e questa localiz· zazione f11nzionale corrisponde ad una localiz· zazione materiale come per la stricnina, che è stata ritrovata nel midollo spinale e per la di· gita.lina, che è stata ritrovata nel c11or e piiL che n egli H1tri organi. Per molte altre sostanze l'analisi chimica non git1nge alla finezza fisiologica, che ha permesso ùi localizzare l'azione dei farmaci in una maniera talvolta sorprendente. Felice è stata a questo riguardo l'influenza del curaro, il cui studio po sia1no dire che ha aiutata la farmaco· logia scientifica nel suo nascere e l'ha seO'uita o nel tto svolgimento. Primo il FONTANA, avvolgendo 11i tronchi dei nervi degli animali viventi compresse di soluzioni di curaro a'reva dimo trato che esso non ha alcuna azione sulla fibra del nerv·o ~ il FUNKE ammise, che poichè non vengono dal curaro attaccati nè la fibra ner· '"osa nè il muscolo, doveva esistere una so(14)

stanza intermedia fra nervo e muscolo, sulla quale doveva il curaro spiegare la sua azione; il KfiHNE, che a'reva prima rimproverato il FUNKE di ammettere l'esistenza di t1n apparec· chio particolare fra le estremità dei nervi mo· tori e i muscoli, scopriva di poi le placche mo· trici terminali. Il BERNARD eseguiva le espe· rienze classiche, che fanno di questo capitolo del curaro un capitolo di metodica farmacologica. STAHLSOHMIDT trovava; che trasformando la stri· cnina in metilstricnina, essa perdeva le sue pro· prietà convulsivanti e mostrava un'azione paralizzante analoga a quella del curaro, e poichè nella metilizzazione degli alcaloidi si formano basi quaternarie, basi di ammonio, presto furono fatte ricerche su di una serie di basi di. ammonio, nelle quali fu riconosciuta l'azione generale sulle estremità dei nervi motori, che si distribuiscono ai muscoli striati, analoga a quella del curaro. Il BOEHM finahnente dimostra che nel curaro oltre alla curari1ia si contiene un alcaloide ter· ziari'o la curina, che è poco velenosa, ma ohe sottoposta . ai processi di metilizzazione si tra· sforma in una base di ammonio, identica alla curarina e che è 260 volte più attiva della cu· • rma. Questa affinità elettiva, che la curarina e le basi quaternarie h anno per le placche motrici terminali, spiega lln'influenza così intensa, che le più forti eccitazioni praticate sul decDrso del nervo più non sono capaci di trasmettersi al muscolo, ma nello stesso tempo non altera pro• fondamenta la struttura della placca, poichè in poche ore con la eliminazione della sostanza ri. torna del tutto normale la funzionalità nerveo· muscolar e. E sempre coll'avanzarsi delle nostre cono· · scenze per la compless~tà delle questioni di meccanis~o farmacologico si affacciano nuovi pro· blemi. Di ch e nahITa siano i cambiamenti intimi, che la curarina provochi in corrispondenza d'3lle placche motrici terminali, ignoriamo ancora ; forse sar ebbero da mettere in rapporto con la fatica muscolare e sarebbe da ricercare, se n e· gli animali affaticati o nei muscoli, il cui nervo sia stato ripetutamente eccitato con la corrente elettrica, il curaro spieghi azione più intensa, che negli animali e n ei muscoli normali. Può essere questa la circostanza per la quale il cu,. raro, che è descritto come un Teleno folgorante

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delle frecce e delle lance dei selvaggi, nella caccia e nella guerra, si è mostrato nei 1tostri laboratori di azione assai più lenta. La facile alterabilità del curaro, che è stata invocata a • spiegazione di questo diverso modo di compor· iamento, non risulta invero abbastanza giusti· :ficata. In rapporto allo studio degli altri farmaci il curaro ha eccitato tante ricerche, che la sua storia è gran parte di quella della farmacologia sperimentale; un'influenza benefica· simile dello ~tudio di un solo argomento sullo sviluppo di tutta una scienza abbiamo recentemente visto esercitarsi dal carbonchio a vantaggio della bacteriologia e dell'igiene. Esempi altamente istruttivi di affinità elettiva, che localizza l'azione del farmaco in punti ben determinati dell'organismo, ci fornisce lo studio di quelle sostanze, che agiscono sulle -0stremità intracardiache del nervo vago o ec· eitando, come fa la muscarina, o paralizzando "~ome fa l'atropina, o provocando dopo breve eccitazione paralisi dura tura, come fanno la pi· locarpina e la nicotina. E poichè dopo la paralisi del vago determinata dall~ pilocarpina e dalla nicotina è possi· bile ancora eccitare il vago p er m ezzo della muscarina, e questa eccitazione non cede che all'azione dell'atropina, è chiaro che l'atropina ~ la muscarina agiscono sul cuore su punti di· -versi, diremo così più profondi di quelli, su cui .agiscono la pilocarpina e la nicotina. L e ecciiazioni · determinate dalla pilocarpina e dalla ni· {)Otina si possono paragonare alle eccitazioni elettriche praticate lungo il tronco del nervo vago, all'altezza del collo, e le eccitazioni della muscarina all'effetto della corrente elettrica ap· plicata alla periferia del vago, in corrispon·denza del seno venoso del cuore. Anche qui, come per il curaro, il farmacologo si trova all'avanguardia della fisiologia e ne esplora il terreno ancora ignoto. Ma l'atropina, oltre alla. funzione del cuore, modifica quella di molteplici organi;. con bella sintesi si è potuto coordinare le sue azioni, ammettendo che essa agisca sempre paralizzando sulle ~stremità dei nervi, che si distribuiscono ai mu· scoli lisci e sulle estremità dei nervi secretori. Essa si comporterebbe come una specie di curaro della vita organica. Nè mancano le ragioni -0himiche di questa elettitività di azione, poichè \

I abbiarao conosciuto che tutta una serie di corpi di composizione analoga all'atropina hanno azione

analoga nell'organismo. L'atropina risulta di acido tropico e di tro· pina; ora sostituendo all'acido tropico altri acidi della serie aromatica furono fabbricati alcaloidi di struttura e di azione simili all'atropina; e uno di essi, l'omoatropina, che risulta di acido fenilglicolico e di tropina, per la sua azione di· latatrice sulla pupilla e la minore sua tossicità, ha trovato utile impiego nella pratica medica. La base tropina, che per se è q nasi inerte e che diventa attiva quando è combinata con un acido della serie aromatica, è stata trovata simile nella struttura chimica ad t1n'altra base, all'ecgonina, ohe è un prodotto di decomposizione della_cocaina. La cocaina non è che ecgo· nina metilizzata e benzoilizzata; essa ha pro-prietà elettive anestetizzanti sulle estremità d ei nervi sensitivi e le conserva nella serie dei . corpi analogamente ad .essa costituiti. Si può con procedimenti di laboratorio trasformare la tropina in pseudotropina, che ha con essa iso· meri~t. geometrica, e questa pseudotropina me· tilizzata e benzoilizzata dà la tropococaina, che ha un'azione anestestica più intensa della co· caina, ed è di questa meno velenosa; in natt1ra l:.i trepococaina è stata trovata nelle foglie di coca giapponese. È partendo da queste considerazioni sui rap· porti fra costituzione chimica ed elettività di azione, che si è preparata in laboratorio tutta una serie di corpi di costituzio1Le e di azione analoga alla cocaina, fra i quali ha attirato l'att~nzione generale l'eucaina, preparata di sana pianta per ·via di sintesi, partendo dall'azione dell'ammoniaca sull'acetone. Le considerazioni, che potrebbero estendersi a molte serie di farmaci sui punti nei quali agi· scono nell'organismo e sulla natura dell'azione, in rapporto alla loro composizione chimica, se in qualche parte sono ancora manchevoli, vanno però d'accordo nell'indole generale e mostrano che siamo su una delle vie maestre della scienza, che ci cond11rrà molto avanti. Immaginiamo pure di essere molto progrediti su questo indirizzo, e che, modifica11do la com· posizione chimica dei farmaci, si riesca a con· ser,rare in essi quei gruppi molecolari, che sono attivi nel senso che vogliamo, e a sopprimere quelli , altri gruppi molecolari, che agendo su (15)

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altri a"(>parecchi, rappresentano azioni collaterali moleste, causa talvolta di tossicità. Ma, per quanto possiamo immaginare che divengano li· mitate queste azioni accesi:;orie dei farmaci, non possiamo mai sperare che esse scompaiano del tutto. Invero il farmaco, mentre spiega su di un punto determinato elettive affinità, non è del tutto indifferente per gli altri organi, perchè non del tutto diversa la costituzione chimica dei tessuti; la sua azione inoltre sarà sempre una funzione della dose, e riuscirà tanto più lo· calizzata , quanto più si raggiunga con una quantità minore di sostanza, poichè col crescere della dose si destano le al tre affinità chimiche piu ottuse per gli altri costituenti dell'organismo e si irradia il suo campo di azione. Un'altra ca11sa di azioni accessorie si avrà nelle varia· zioni individuali di sensibilità e di eccitabilità, specialmente in condizioni mClrbose. Malgrado la variabilità dei fattori dai quali risulta l'azione del farmaco esigeremo dalle nostre progredite conoscenzo di averé farmaci di azione più pre· cisa e che presentino sempre minori i pericoli di tossicità. Ma comunque avanti in questo indirizzo, sono sempre i mezzi di una terapia sintomatica, che saranno a nostra disposizione e si sentirà sempre più vivo il bisogno di avere farmaci, che dirigano la loro azione contro la causa mor· bosa e che, com battendo questa, ristabiliscano in modo durevole il turbato equilibrio funzio· nale dell'organismo. Tali sono i farmaci, che agiscono contro i t>arassiti della pelle e dell'in· testino o contro i microrganismi che rappresentano la causa delle malattie infettive ; anche qui entrano in gioco chimiche affinità, che o agiscono direttamente sui parassiti o indiretta· mente modificando l'ambiente nel quale essi vivono. Ma se lo sviluppo dei nostri mezzi antisettici ci ha fatto conoscere sostanze particolarmente attive per il diretto loro contatto con i diversi microrganismi, la cura causale invece delle ma· lattie infettive, la distruzione o l'attenuazione dei microbi entro l'organismo è risultata com· plicata dalle più grandi difficoltà. Uno degli esempi più dimostrativi, che pos· siamo addurre sulla possibilità di questa cura è quello che ci viene fornito dalla chinina nella malaria conoscendosi ora come la chinina agisca (16)

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direttamente sulle forme giovani del parassita. malarico e ne sopprima il ciclo evolutivo. È interessante che la chinina abbia elettività. per i globuli rossi che ospitano il parassita ma· larico, come risulta da antiche osservazioni sulla diminuzione del potere di ossidazione del san· gue, al quale sieno state aggiunte tenui dosi di chinina. E veramente la sostanza dei globuli rossi è capace di fissare la chinina ; in alcuneesperienze di iniezioni endovenose di cloridrato. di chinina nei cani, mentre nel siero del sanguedopo breve ora i processi di estrazione della. chinina davano risultato negativo, si riusciva invece ad avere prova sicura della presenza di essa nel coagulo e nei globuli rossi. Anche·me· scolando direttamente un sale di chinina al • sangue defibrinato e separando i globuli rossi per mezzo della centrifugazione; si può dimo· strare un maggior contenuto di chinina nei ~lo­ buli rossi che nel siero. Cura causale, rivolta cioè contro l'agente pa· togeno, facciamo anche assai efficacemente nella. sifilide con il mercurio e il iodo. Ma se conosciamo assai bene quando e come bisogna ado· perare i preparati di queste sostanze, siamo. ancora al buio sul meccanismo della loro azione, come siamo al buio sulla natura dell'.agente patogeno. Le elettività di azione che i sali mer· curiali e iodici spiegano nell'organismo amma· • lato sono intense. Quando si vede in pochi giorni di una cura di ioduro di potassio rapi· damente riassorbirsi e sparire prodotti gommosi, non può non pensarsi alla possibilità, che il iodo entri a far parte della sostanza organica. della gomma e che questa sostanza iodata, in· capace di restare organizzata, sia destinata a distruggersi e a riassobirsi. Noi abbiamo altri esempi, e precisamente nella. sostanza colloide della tiroide, che ci mostrano, come nell'organismo esista questo potere di for· mazione di sostanze organiche iodate, a speseanche dell'ioduro di potassio somministrato. Sarebbe interessante la ricerca dell'iodo nelleneoplasie gommose sifilitiche di individui, chefacciano cure iodiche, sul quale argomento, perquanto a me consti, nulla si è fatto. L'acido salicilico è conquista dei nostri labo· ra.tori; scoperto dal Piria, fu da un altro chi· mico, il Kolbe di Lipsia, che trovò modo di prepararlo in grande partendo dal fenolo, rac· comandato come sostanza antisettica, bene tol •

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SEZIONE PRATICA

lerata dall'uomo. Tutte le sostanze antisettiche, che nell'organismo non vengano trasformate profondamente e siano tollerate, riescono antipiretiche e come antipiretico fu l'acido salicilico · sperimentato. Nelle molteplici prove al letto dell'ammalato il salicilato di' sodio, oltre alle • preziose virtù antifebbrili, mostrò azione curativa specifica nel reumatismo acuto, e precisa· mente nella forma articolare di esso, poichè in tutte le altre manifestazioni della malattia riusci inefficace. .A spiegazione del modo di agire del salicilato di sodio, è interessante il fatto della sua facile eliminazione per la sinovia, ove lo si riscontra anche in seguito a somministrazione di piccole dosi, e prima ancora che' esso compaia in molte altre parti dell'organismo, cio ·che dimostra una elettività di esso per la membrana sinoviale. E' logico pensare che sia per un diretto contatto con l'agente patogeno nell'articolazione amma· lata, che il salicilato di sodio riesca utile. Recen· temente il BouéHARD ha dimostrato, che q11esto modo di vedere è esatto, essendo egli riuscito ad ottenere guarigioni di artriti reumatiche iniet· tando pochi centigrammi di salicilato di sodio in vicinanza dell'articolazione ammalata. Nella cura generalA quindi fatta con il salicilato di sodio, non è la sua azione sul sangue o sul si· ~tema nervoso che riesce particolarmente efficace, ma solo quella quantità di farmaco, che si eli· mina per la sinovia e giunge a contatto dell'ar· ticolazione ammalata.

I stanze, che a

sempre ben grande il valore scientifico del ri· trovato del KooH, per avere noi conosciuto so·

dose tenuissima, a guisa di fer· menti, sono capaci di agire in una maniera elet· ti va in determinati stati morbosi. Non è mancata poi la pratica di avvantaggiarsi delle nuove conoscenze per la diagnosi della tubercolosi negli animali . . Dobbiamo allo sviluppo degli studi sulle in· fezioni e sulla immunità la conoscenza di quosti terribili veleni mic·robici, che sono le tossine, dotati di elettive affinità per i centri nervosi e specialmente per quelli bulbari, e che riescono attivi alla dose di decimi e di centesimi di mil· ligrammo. Nessuna delle sostanze della farma· cologia poteva vantare si alto potere velenoso; fra le sostanze, che .agendo sul centro respira· torio, concentrando quindi l'azione su di un punto ben delimitato del bulbo, siano capaci di apportare la morte a piccolissima dose, cono· scia.mo l'acido cianidrico e l'aconitina, ma l'acido I cianidrico non è capace di uccidere lln uomo che alla dose di 4.5 centigrammi, con il nitrato di aconitina cristallizzato si sono avuti nell'uomo casi di morte alla dose di 3.4 milligrammi. La dose immensamente più tenue nella quale agiscono le tossine, ci ha fatto ammettere che esse siano attive alla maniera dei fermenti solubili, come ad esempio quelli del canale digerente, che in piccolissima quantità esplicano grandi effetti. Sotto l'influenza delle tossine si sviluppano nell'organismo e passano nel sangue sostanze di azione chimica contraria a quella delle tossine, tale da neutralizzarne l'azione; per questa via s'è introdotto nella t~rapia il siero antidifterico. La formazione di queste sostanze antitossiche ha luogo durante il decorso naturale dell'infezione difterica, e può anche venire provocata negli animali in seguito alle iniezioni di tossina difterica, privata di bacilli. E cosi in molte altre infezioni insieme con le tossine specifiche si sviluppano specifiche anti· tossine, che rappresentano uno dei potenti mezzi di difesa dell'organismo. Questo processo di di· fesa dell'organismo mercè corpi che si combi· nino chimicamente con la sostanza velenosa e la rendano innocua, lo riscontriamo in molteplici circostanze · cosi ad esempio il fenolo, lo scatolo e l'indolo si accoppiano con l'acido sol· forico, l'acido benzoico e l'acido salicilico con la glicocolla, la canfora e il cloralio con l'acido 1

La virtù spècifica desiderata, rivolta cioè con· tro la causa morbosa, è mancata alla quantità immensa di prodotti che i laboratori di chimica ci hanno riversato per l'esperimento, e si sen· tiva grande la sfiducia, quando la bacteriologia ci ha dischiuso un nuovo orizzonte. Le sostanze che essa ci ha offerto allo studio $Ono attivis· sime e di squisita elettività. Il KocH ha estratto dai bacilli tubercolari una sostanza, dotata di grandissima affinità elettiva per il tessuto tubercolare, la quale è capace di fondere i tubercoli, provocando una reazione febbrile generale. Benchè l'applicazione di questa sostanza per la cura della tubercolosi aia andata fallita, perchè gl'infermi piq che vantaggio ritraevano danno dalle proprietà del nuovo farmaco, tuttavia resta

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glicuronico. Ma nel caso delle tossine la formazione del· (17)


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I sostanze di natura albuminoide, di azione ,

l'anticorpo non avviene nelle proporzioni deter· minate dalla tossina, essa eccede nella quantità e l'antitossina circola nel sangue, quando nel· l'organismo più non esiste presenza di tossina. Caratteristica proprietà delle antitossine è la specificità per cui ad ogni tossina corrisponde l1na determinata antitossina. Straordinaria è dunque la quantità di anti· tossine, che si è potuto studiare in rapporto alle tossine iniettate negli an~mali. Solamente le so· stanze albt1minoidi, la cui struttura chimica è tanto complessa e labile, possiamo credere ca· paoi di produrre tanta varietà di sostanze, e veramente tossine e antitossine appaiono costituite di una composizione chimica affine a quella delle sostanze albuminoidi, ed è loro proprietà generale quella di essere insolubili nell'alcool, e di alterarsi per quel grado di calore per il quale le sostanze albuminoidi incominciano a coagulare. Seguendo questo concetto è stato facile tro·v are antitossine e stabilire processi di immunizzazione per quelle sostanze velenose di natura albuminoide, che esistono in alcuni ve· getali, come per la rici1ia, che si estrae dai semi del ricino, l'abri1ta da quelli dell'abrus precato· ri11s, la croti1ia da quelli del crotontiglio, la l'O· bina dalla robinia pseudoacacia. Anche per quella sostanza velenosa che si contiene nel san· • gue delle anguille e delle murene, appena Mosso la fece oonosoere e ne indicò la natura albuminoide, si rit1sci subito per mezzo di attent1azioni d ella sostanza velenosa a provocare formazione di antitossine e processi di immu· • • n1zzaz1one. Dall'altro canto possiamo ritenere come intel'a1nente falliti i tentativi fatti per ottenere for· mazione di antitossine, somministrando agli anin1ali sostanze v·elenose di natt1ra non alb11minoide, come stricnina, morfina, arsenico, alcool. Questa proprietà di reagire dell'organismo all'<lzione delle tossialbt1mine, mercè la formazione di sostanze albt1minoidi dotate di sqt1isita elettività per esse, non si è .. mostrata limitata alle sole tossine, ma è apparsa di natura assai generale. Inietta11do negli animali colture di microbi o a.ngt1e di altri animali o estratti acquosi di orgnni i è o servato, che il sangue acquista 0110,. . e proprietà in così stretta r elazione col mnteriale iniettato da doversi paragonare ad t1n reatti,.. o chimico, poichè si sviluppano in esso

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spe· cifica, capaci o di dissolvere i microbi e i glo· buli rossi (lisine), o di agglutinarli (glutinine), o di produrre precipitati nei liquidi albuminosi (precipitine). Sono questi i mezzi chimici, che rappresentano lo sforzo dell'organismo per neu· tralizzare il materiale estraneo ad esso pervenuto; sicchè il sangue, oltr~ ai materiali di nu· trizione e a quelli destinati per l'escrezione, contiene una· quantità variabile di sostanze albu· minoidi specifiche di natura difensiva o protettiva per l'organismo. La presenza nel sangue di questo materiale, che è capace di neutralizzare le tossine e le sostanze alb11minoidi estranee, risparmia le cel· lule dei tessuti dalla loro azione; per qualche sostanza tossica si. è potuto nettamente dimostrare questo meccanis1uo di protezione, così il RANSOl\I ' ride, che la saponina distrugge i globuli rossi combinandosi con la colesterina che essi contengono, ma se nel sangue circolante c'è colesterina libera, la saponina si combina con questa e i globuli rossi restano incolumi.

Questi studi delle reazioni specifiche del sangue in rapporto al materiale iniettato sono stati fecondi di applicazioni nuovissime e interessanti; è per essi che si è potuto risol,-ere la questiono agitata per secoli, se fosse possibile distinguere il sangue dell'uomo da qt1ello degli altri animali. Iniettando entro l'addome del coniglio a più riprese sangue umano, si provoca nel sièro del sangue del coniglio la formazione di una sostanza, che coagula in una maniera specifica il sangue uinano. E poichè veramente oltre al sangue umano questo siero determina identico coagulo anche nel sangue delle scimmie antropomorfe, ecco un nuovo argomento di ra.gione chimica - un'affinjtà di sangue - che viene ad aggiungersi a quelli di ordine anatomico e fisiologico, che avvjcinano questi animali al· l'uomo. Come complessa deve essere la costituzione di queste sostanze albuminoidi che si riesce a plasmare in modo da far loro dare le reazioni specifiche nel senso che si desidera! È con febbrile attività che per molte malattie d'infezione si esperimentano processi immunizzanti e terapici mercè delle antitossine; chi può prevedere tutto il vantaggio che la medicina trarrà dalle proprietà elettive di queste sostanze, che

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alla potenza di azione aggiungono tanta d elica· tezza specifica'? ~fa qualtmque sia lo sviluppo che raggiun· gerà la ricerca di nuovi farmaci e lo st11dio · delle loro affinità elettive per le sostanze n.or· mali o patologiche dell'organismo, sarà sempre il criterio medico, che guida alla scelta e all'uso <>pportuno del farmaco, che trionferà in terapia. Questo criterio è l'elaborazione di tutte le CO · gnizioni della scienza medica, e prezioso è il contributo che la farmacologia apporta alla sua formazione. Essa nel passare in rivista le so· stanze medicinali, nello spiegarne il modo di azione, i vantaggi e gli svantaggi che esse ap · portano all'economia animale, congiungendo le idee del passato a quelle del presente, coordina tante cognizioni di chimica, di fisiologia e di patologia, che si solleva alla dignità di una eattedra di logica medica. Da questo punto di vista lo studio del comportamento dei farmaci di azione antagonista riassume su di .una base sperimentale lo ~forzo del clinico di compensare i disturbi osserva ti nei processi morbosi. Se non che per raggiungere la sicurezza d el ~riterio sul valore di un nostro intervento stanno, a favore del farmacologo i f~tti più semplici da osservare, le condizioni determinabili sperimen· talmente e la ser enità del giudizio. Circostanza anche quest'ultima di grandissimo valore, poichè l'i11teresse, che ispira lo stato dell'ammalato, tende in una maniera naturale. ad appassionarci, ad .annebbiare cioè la mente. La farmacologia cosi i~tesa quanto diversa ci .appare dall'antica materia medica, la cui prin· -0ipale preoc0upnzione era il catalogo dei farmaci ~ clelle preparazioni, e il catalogo delle malattie nelle qua.li venivano usati. Il più antico di questi cataloghi è l'opera di materia medica di Dioscoride P edacio, che visse ai tempi di Nerone. Il divino poeta vede Dloscoride nel limbo e -0e lo presenta come «

il buon accoglitor del quale

»

delle qualità, cioè, delle ' rirtù delle piante e dei prodotti medicinali; il suo libro, prezioso per il riassunto che rappresenta delle cognizioni della medicina di ql1ei tempi, nell'interesse della raccolta contiene ingenuità e stranezze tali, che, ispira.n doci alla genialità di Dante, possiamo interpretare il bu.01i con una punta di dabben,e. La materia medica mantenne per secoli il di·

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I fetto

fondamentale della mancanza di critica che lasciò accumulare errori e superstizioni. Lo STAHL diceva a suo riguardo: Io vorrei che una

ma1to ard;ta iritrapre1idesse a ripulire questa stalla di Augia. Il BrCHAT nel misurare la portata del· l'opera sua di riformatore dell'anatomia e della fisiologia in relazione alle altre scienze m ediche, avvertì la strana conf11sione che presentava la materia medica, sulla quale .a ve vano a turno rifluito tutti i sistemi generali che avevano do· minato in medicina, e che m eglio di ogni altra scienza fisiologica serbava le tracce delle traversie dell'intelligenza umana. Essa gli apparve u1i' infor1ne ,.;1i1iio1ie di idee i1iesatte, di osservazio1ii spesso pn,erili, di mezz;

illusori, di formole tanto bizarra1nente co1tcepite quanto fastidiosamente 1nesse i1isieme. La materia medica cominciò a sollevarsi a dignità di scienza con lo sviluppo della chimica e della fisiologia; messa da MAGENDIE sulla stessa strada della fisiologia sperimentale, i suoi progressi, per quanto sieno stati fra. i più sten· tati di ql1elli delle altre scienze mediche, sono stati però continui. Ventisette anni or sono, uno dei padri coscritti della farmacologia sperimentale, il B uoHREIM, in un suo discorso difendeva i diritti dell'insegna· mento della farmacologia di fronte a BILLROTH, che aveva sostenuto, che sarebbe stato sufficiente per i giovani medici un corso superficiale e abbrevia.to della scienza, poichè, diceva il BILL· ROTH, il modo di ricettare i farmaci, la scelta B l'opportuno variare di essi, le maniere di som· ministrazione, sono cose che non si imparano . nelle lezioni di farmacologia, ma nelle cliniche. 11 BUCHHEI~I, . dopo di avere delineato la posizione attuale che la farmacologia ha conqui· stato fra la fisiologia e la pa.tologia, e l'influenza preziosa che essa spiega sulla formazione del criterio d el medico, osserva quanto grave sia il compito di colui che insegna la farmacologia, il quale deve possedere profondamente la chimica e la fisiologia e deve intendersela ab bastanza con i medici pratici, da compr ender e bene le questioni, che da queste parti vengono a lui ri· volte. E d_opo ciò, egli esclama, quale sarà il desti>10 che attende il professore di farmacologia? ..... una sala vuota di studenti. Q uesto lamento ci fa conoscere che i giovani disertavano gl'insegnamenti sperimentali e i laboratori per affollarsi nelle cliniche. }'fa tan · (1g)


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t'anni passati hanno cambiato le cose ed hanno fatto penetrare nella coscienza generale la ne· cessità che lo studio clinico sia precedt1to e so· stenuto da quello sperimentale. Non si tratta di concorrenza cli scienze, ma di tutta una scienza medica, alla quale le varie parti sono necessarie come gli organi all' orga· • n1smo. È cosi felice questo indirizzo armonico della medicina, che coloro i quali dopo di avere studiato medicina, si dedicano alla coltura di una pura scienza naturale, portano in loro preziose attitudini, che sono deficienti in quelli che hanno • seguito solamente il corso regolare delle Scienze naturali. È buona fortuna per l' insegnamento medico che certe riforme di divisione in carriera scien· tifica e carriera professionale siano rimaste sterili progetti. X on si pttò separare la scienza medica dalle sue applicazioni, poichè l'opera difficile del medico non può ridursi a quella di un sem· plice operaio. Vero è che teoria e pratica hanno potuto progredire con una certa indipendenza, talvolta senza troppo curarsi l'una dell'altra; ma non c'è una verità teorica e un'altra pratica, poichè per teoria dovremmo intendere la logica che ritmisce i fatti; ora se i fatti sond esattamente osservati e ie deduzioni logiche sono rigorose, , teoria e pratica finiscono p er fondersi n ella piena conoscenza delle cose, che è lo scopo della scienza.

NOTR DI MEDICINA SCIENTTFIOA Il 1neccanismo del tono e dei riftessi nello stato attuale della scienza. Nel Jonrnal de Nezirologie, n. 19 e 20, 1902, il dott. C ROCQ si occupa di questo importante argomento. Sulla natura dei riflessi corrono varie dottrine, di cui le principali appartengono al VAN GEHUOHTEN' al GRASSET' al CROCQ. Mentre il primo in sostanza ammette che il tono muscolare e i riflessi oltre l 'influenza delle eccitazioni periferiche siano sottoposti ad un'eccitazion e continua da parte delle fibre cerebello e mesecenfalico-spinali e a un'influenza inibi· trice d a parte del cervello condotta per la vìa piramidale, mentre il secondo, pur ammettendo questa doppia via eccitatrice e inibitrice, nega alla, corteccia l'azione di regolare il tono e l'ac· corda invece a un centro automatico della pro· tt1beranza, il CROCQ distingue il determjnismo del tono da quello dei riflessi e in questo rico(20)

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una diversa modalità a seconda si tratti di riflessi tendinei o cutanei. P er lui i riflessi cutanei stanno sotto la dipendenza di centri cor· ticali, i tendinei soggiacciono ai centri basali e in particolare al nzicleo rosso col suo fascio discendente di V ON MoNAKOW o rabro-spi1iale. Ecco i punti essenziali della sua teoria: 1. N ell'ziomo le vie lunghe sono le sole cheabbiano ufficio di produrre i riflessi tendinei e cutanei, meno alcuni pochi (di difesa) che se· guono l'arco diastaltico spinale; i centri dei ri· flHssi tendinei sono basilari e sottomessi all'azioneinibitrice del cervello e del cer'\relletto ; quelli dei riflessi cutanei sono corticali; nel 1ieonat<> invece i riflessi tendinei e cutanei si producono,. come nei vertebrati inforiori, per le vie corte; 2. A misura che le fibre piramidali si sviluppano funzionalmente, i centri midoìlari, che sino allora ubbidivano alle eccitazioni direttedelle radici posteriori, si abituano vie più a fun· zionare sotto l'influenza delle eccitazioni cere· brali e le vie corte cadono in disuso, fuorchè,. come si è detto, per le impressioni forti che de· terminano movimenti di difesa. 3. Nella serie animale i disturbi dei riflessi consecutivi ai traumi cerebrali e midollari su· periori sono direttamente proporzionali al vo· lume del fascio piramidale. 4. L'antagonismo dei riflessi cutanei e ten· dinei è frequente: si riscontra non soltanto nellemalattie organiche del sistema nervoso, ma an· cora in certe intossicazioni ed infezioni, non chein ogg9tti reputati sani. Questo antagonismo conferma la diversa localizzazione d elle due speciedi riflessi. 5. Nelle affezioni pericilindrassili del fasciopiramidale l'irritazione delle fibre provoca l'ere· tismo dei neuroni basilari che presiedono ai riflessi tendinei e l'esaurimento più o meno ac· centuato dei neuroni corticali che governano i . riflessi cutanei: da ciò l'esagerazione dei primi,. l'esaurimento dei secondi. 6. Questo fatto è in armonia col seguente:. I centri dei riflessi cutanei si esauriscono col ripetersi e col rinforzarsi dello stimolo, mentr& quelli dei riflessi tendinei divengono, nelle ~tesse­ cond.izioni, vie più atti a produrre una rea.zioneenergica. 7. L'esagerazione dei riflessi tendinei si pro· duce vuoi p er ch è l'azione inibitrice cerebrale <>cerebellare sia indebolita o abolita, vuoi perchè il fascio piramidale o le cellule basilari siano irritate, o allorquando sia irritato il n eurone pe-. riferico. Il loro indebolimento o la loro aboli· zione si riscontra ogni volta che le cellule o lefibre che servono alla loro produzione sono al·

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terate organicamente o funzionalmente inde· vano già mostrato che la distribuzione musco· lare delle paralisi cerebrali incomplete avviene, bolite. non per muscoli is.o lati, per territorio anatomico 8. L'esagerazione dei riflessi cutanei pro· 'Viene non per lesione organica delle vie nervose, · nervoso, ma per gruppo muscolare periarticolare, individualizzato ed 11nificato dallo scopo ma piuttosto per particolarità individuali o in· iossicazioni varie; il loro indebolimento e la fisiologico del suo funzionamento. l<>ro abolizione si mostra ogni volta che le cel· lule o 1e fibre da cui dipendono sono alterate organicamente o funzionalmente indebolite. Questa teoria, che intanto ha il ,merito di spiegare due fatti incontestabili, l'indipendenza delle due specie di riflessi e la possibile disso· -0iazione delle loro modalità morbose da quelle del tono (valga ad esempio la emiplegia flac· Natura della chorea. -0ida ove coesistono ipotonia ed esagerazione dei CHARLES J. ALDRICH negli Arcliives o/ Periflessi tendinei), è stata obbietto di critiche più diatrics si domanda che cosa sia la chorea~ -0 meno profonde, le quali l'autore considera n.el Egli divide quest'affezione in due classi: lavoro di cui diamo la recensione, sofferman· 1. Chorea ael Sydenham; dosi in quella che a lui sembra la più grave e 2. Chorea secondaria o sintomatica, la quale -0he si basa sul contegno dei riflessi medesimi comprende: nelle lesioni trasverse del midollo. Alcuni, come a) la chorea progressiva cronica o di il BASTIAN, il van GEHUCHTEN e l' A. stesso, Huntington; vogliono che il taglio completo provochi nel· b) disturbi preemiplegici di movimento; l'uomo abolizione totale del tono e dei riflessi e) disturbi moto.r ii postemiplegici; in genere, lasciando solamente intatti alcqni dei ' d) chor,ea congenita, più propriamente difensivi· gli altri in"\"ece (BRISSAUD, GRASate tosi congenita ; SET,. ecc.), affermano che il detto taglio, sol e) chorea cronica. qt1ando avvenga bruscamente, determini aboliUna soddisfacente esposizione della patoge· zione dei riflessi e del tono ; in caso diverso, si nesi della chorea nel presente stato delle nostre avrebbe non solo conservazione, ma anche esacognizioni è impossibile. gerazione di coùesti fenomeni. · È evidente che noi abbiamo a che fare con Ora secondo l' A., tale divergenza d'opinloni un sistema nervoso anormalmente suscettibile e sarebbe dovuta a ciò che i clinici interpretano con l'azione di una o più tossine che sono il differententemente la natura delle lesioni che risultato di un' infezione batterica. È sempre essi osservano, dando gli uni come completa pi1ì seguita l'opinione che la malattia sia douna sezione che gli altri, e fra questi l' A., avvuta ad irritazione dell'apparato motore, e più visano incompleta. probabilmente delle cellule della corteccia cere· Ciò che parrebbe poter risolvere la questione bralé, da parte di qualche sostanza irritante di è l'esame istologico, non essendo, pBr ciò che si origine infettiva. è detto, sugli animali concesse esperienze di Che esistano di solito predisposizioni indivi· -0onfronto; ma tale indagine non suffraga, poichè duali è certo ed è anche provato ohe I~ diatesi alcune fibre nervose possono persistere in mezzo reumatica, specialmente associata con la preal focolaio di mielite senza che i metodi odierni senza di tipi degenerativi e di precoce sviluppo le ri,relino. delle funzioni mentali e psichiche, costituisce (Ii .J..·r..,r1;iovo raccoglitore niedico, ottobre 1903). una causa importante della chorea. Questa. malattia quindi deve essere riguardata I ne1·vi articotomotori delle membra. come una malattia a fondo neurotico e tale che In uno studio del dott. GRASSET, basato su la sostanza nervosa, troppo finamente organiz· ieonstatazioni anatomiche e cliniche si dimostra zata, non può tollerare nè lo strapazzo :fisico o -0he ogni movimento semplice di una articolamentale, nè le ansietà, nè i successi o le sconzione (flessione~ estensione) ha uri centro corfitte scolastiche negli anni che precedono l'ado ticale e che i nervi corticali degli arti sono, non lescenza; nè, dopo, può riescire a superare senza gli antichi nervi anatomici, ma dei nervi detti danno la crisi pubere; nè, in seguito, può subire articolo1noto1·i. senza pericolo le gravidanze, ecc. Insomma si L'A. analizza completamente i lavori di WER· tratta di una tale alterazione di resistenza or· NIQKE, di ~IANN, di FLECHSIG, ecc., i quali aveganica del sistema nervoso, che ogni anche lieve (21)

PllATICA ·rllOFESSIONALE

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lavoro lo stanca e lo predispone all'azione delle tossine coreiche delle quali si è più sopra parlato come della più probabile e diretta cau sa della chorea.

Nevrosi d'angoscia. Il dott. CAPGRAS negli Annciles 1nédico-psycologiqnes (nov-dic. 1903, pag. 397) riferisce d11e casi (t:i:~ malati, concernendo la seconda osserva· zione lln caso di fobia a due n el marito e nella moglie) di questa sindrome distinta dalla netn'atenia, ch e FREND ed HARTENBERG caratterizzano con irritabilità gen er ale, tensione ansiosa di spirito con crisi a ·angoscia, vertigini e ' rarie

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Il malato aveva preso sera e mattina, a sto· maco vuoto, 20 centgm. di estratto in polveret fino a 16 volte. J)opo l e 10 prime prese, ebbe solo qualche brivido agli arti e solo dopo l'ultima presa si stabilirono i suddetti sintomi oculari. Con la soppt'essione del medicamento scom· parvero tutte le manifestazioni di avvelenamento. SCHNEIDER r accomanda attenzione nel dosare il farmaco e consiglia di distanziare di più lesu ccessive somministrazioni. (Tlierap. Monatsltefte, agosto 1903).

Tnmo1·e dell'ipofisi senza acromegalia.

CEST AN ed HALBERST ADT hanno comunicato In queste due osser,razioni si trova l'infl11enza testè alla Société de Nezirologie di Parigi (3 di· de11· eccitazione generica lungamente insoddicembr e 1903) la osservazione anatomo-clinica di sfatta (coito interrotto, ecc.), ma l'.A.. non accetta un caso di adenoma cistico dell'ipofisi verifica· la teoria. dell'etiologia sesst1ale specifica, formu· tosi in un uomo di 60 anni. Dal punto di vista. lata ùa FREND · il vero fattore etiologico è un istologico il tuniore ha avuto il suo punto di traumatismo morale. partenza nella parte glandolare dell'ipofisi e può In quanto ali' al1tonomia della nev1·osi d'ango· essere considerato come un epitelioma cistico. scia, il CAPGRAS non Cl'ede che le sue osser va- ipofisario. zioni per1nettano di stabilirla : « questa sindrome Questa osservazione presenta così lln doppi<> costit1tisce, ha detto LALANNE, uno stato inter- interesse. Prima di tu tto la malattia ha evolut<> medio, 11n termine di passaggio fra le n evrosi sotto la forma non di un tumore cerebrale, ma. e le psicosi a base di ansietà » . Cosi l'associa· · di un'affezione m entale con sonnolenza, delirio, zione, abbastanza noemale, di accessi di ango- indebolimento intellettuale, ecc. Secondariamente scia e di idee di suicidio sembra costituire in questa lesione ipofisaria non h a determinato d11e clei tre· malati, la tappa iniziale della nialinlln'ipertrofia dello sch eletro (gigantismo od acro· conia JJresen;/e. m egalia). Da questo p11nto di vista gli AA. en1ettono lLn'ipotesi. Se l'ossificazione periostea od epifisaria persjste nel malato, l'adenoma del Mix.e<lema anomalo. ' corpo pituitario può provocare l'acromegalia od il H. BATTY SHA\V (Ei/.inbur.c;lt 111ed. Journrtl), gig·antismo. J\tin. se l'adenoma sopraggiunge ad una. età a''"anzata, qt1an do l'ossificazione periostea ha riferisce un caso nel qt1ale esistevano dt1e fatti perc.luto la s ua attività, l'adenoma non potrebbe cli speciale intores ·e. cioè lln effetto incompleto più provocare lln'ipertrofia sch eletrica. Sarebbe <lel trattamento ti.roideo ed una co1nparsa di pign1<:n1tazione c11 ta.noa. questo il caso del m all:tto osservato dagli AA._ È dunque necessario fornire d'ora innanzi con È b en noto cbe in certi casi di mi:x:edema, e specialn1ente in persone di età avanzata, i di- l'esame del tumore anche quello dello stato istostul'bi p ichici sono ribelli alla ct1ra tiroidea ed logico d el periostio c.lelle ossa delle estremità. (Presse 1nédicale, 12 dicembre 1903). i pazienti graù11almente passano a.Ilo stato di cl etne11ti a tipo melanconico per morire all a fine i11 tato di accentuato dimagramento. APPUNfilI DI 1.I'lEl\APIA In. questi casi è opportuno congiungere il trattnn1ento paratiroicleo al tiroi(leo.

Il c{ott. CIINEIDER ha os ervato un caso di llètralisi pupillare e rl'acco1uodazione, il quale, como l'ana1nne i dimo trò, era stato prodotto da av' lenamento con estratto di segale cornuta. (22)

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Oftalmoplegia interna bilaterale prodotta dall'estratto di segale cornuta.

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Indicazioni e risultati dell'ope1·azione di Talma. per la cirrosi epatica atJ.·oftca. LENZMANN ( Berti1ter fi·ti1z . Woclt., 23 novem· bre 1903), crede che l 'ascite della cirrosi epa· tica sia dovuta in gr an parte ad insufficienza cardiaca, piuttosto che ad ostruzione portale per neoformazione d i tessuto conn ettivo. L'operazione di Talma diminuendo l'ascit()

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rende gli organi digerenti più adatti alla funzione loro, la nutrizione generale migliora ed il cuore si rinforza e funziona meglio alla sua volta: cosi vien reso meno facile l'accumularsi di nuovo liquido nell'addome. L' A. riferisce un caso nel quale l'operazione, associata alla fissazione della milza, ha, appa· rentemente almeno, prodotto una perfetta guarigione. Le indicazioni dell'operazione di Talma sono, secondo l' A., le seguenti: 1. Casi nei quali non ha avuto luogo una evidente contrazione del fegato, ma esistono segni sicuri di congestione portale, come l'ascite. 2. Casi nei quali l'atrofia e l'ascite esistono entrambe, ma è provata l'assenza di un'estesa perdita funzionale del fegato. Manca l'ittero od è lieve. Altri casi più rari sono i seguenti : 1. Casi nei quali esiste un ittero accen· tuato. 2. Casi con ittero urobilinico. 3. Casi nei quali ·emorragie, delirio, ecc., indicano un'estesa perdita della funzione epatica.

Cirrosi epatica e diuresi.

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SEZIONE PRATICA

I viduale del soggetto. La cura si fa nel seguente modo: Dapprima il malato prende un semicupio tie· pido. Quindi imbeve dei tamponcini di ovatta nella glicerina iodata e li applica st1i cercini emorroidali. Q~este applicazioni, che non pro· ducono se non una sensazione passeggiera di bruciore, tollerabilissima, si rinnovano ogni ora o ad intervalli più lunghi fino alla scomparsa delle emorroidi. (Presse 11iéd;cale, 12 dicembre 1903).

L'ad1·enalina per ridurre· lt\ emor1·oidi. Per ridurre le emorroidi turgescenti e in p eri· colo di strangolarsi il MossÉ, di Tolosa, applica sul pacchetto vascolare un tampone di ovatta imbevuto di una soluzione di adrenalina al mil· lesimo.

-VARIA I raggi n (raggi di Blondlot). A. 0HARPE~ · TIER, Acadé1nie des sciences · sedute 14 e 18 di-

cembre 1903). - L e radiazioni studiate per la Il dott. V . SOHUSTER, di Aachen, ha fatto delle ricerche dalle quali si può concludere che prima volta dal BLONDLOT, di cui portano il lo iodio è capace di produrre, specialmente in nome, sono emesse allo stato fisiologico dagli forma di clisteri iodati, una notevole diuresi . orgap.i nervosi o ricchf di terminazioni nervose. nella cirrosi epatica con ascite. Lo CHA.RP.IDNTIER ha istituito una nt1ova serie SOHUSTER preferisce per la cura iodica la tin· di osservazioni su questi ragg i, ch e vengono resi tura di ioclio di fresco preparata, cominciando visibili per mezzo di uno schermo di platino· da,l somministrarne 5 gocce due volte al giorno cianuro di bario (lo stesso sale che si adopera e crescendo di una goccia ogni volta, fino a 30 per il fluoroscopio n ella radioscopia). Orbene, ecl anche 4:0 gocce1 in latte o caffè o un po' di l'A. ha pott1to constatare che questo schermo, vino rosso prima dei pasti. posto a contatto del corpo umano, n ella oscu(Klin. t/ierap. Wocli., n. 8, 1903). rità, .si r ende luminoso n ei punti corrispondenti ad un tronco n ervoso, a un muscolo o a un centro nervoso. Si può in qt1esto modo riconoscere e Trattamento delle emon·oidi con la 1glicerina segt1ire il percorso di un nervo superficiale. iodata. Questi fenomeni si producono anche q11ando Da molti anni PREISSMANN, di Odessa, adopera lo schermo sia tenuto ad una certa distanza dalla col maggior successo nei casi di emorroidi, le superficie del corpo; allora, n aturalmente, p erapplicazioni di glicerina con aggiunta di ioduro dono in intensità. di potassio e di iodio secondo le due formule se· Alcune sostanze li intercettano, altre li lasciano guenti : passare. Non sono in rapporto con alcuna, ema· 1. Ioduro di potassio . gm. 2 nazione calorifica, poichè l'interposi?".J.one di uno Iodio puro . . . . centgm. 20 schermo calorifico non li influenza affatto. Glicerina . . . • . gm. 35 Inoltre ha v isto che animali a sangue freddo, M. Solzizione àebole. • come le rane, anche se mantenuti a. temperature 2. Ioduro di potassio . . gm. 5 più basse di quella del laboratorio, emettono i Iodio puro . . . • . • ~ 2 raggi 7t. Glicerina . . . . . . » 35 I raggi cosi emessi dall'or ganismo si rif1·an · M. Soluzione forte. gono e si riflettono nello stesso modo che i raggi x. Sono realmente emessi dal corpo e Egli prescrive l'uno o l'altro di questi due non imma.gazzinati durante il giorno, stante ch e preparati, regolandosi sulla suscettibilità indi· (23)


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IL POLICLINICO

si producono anche dopo che un individuo sia rimasto al buio per nove ore. Sembra poi esistere un intimo rapporto tra l'intensità di queste radiazioni e l'attività fun· zionale degli organi donde emanano. Per esempio, è possibile con tali radiazioni delimitare esattamente l'area .cardiaca : l'attività funzionale continua del miocardio, infatti, fa si che un corpo fluorescente fatto scorrere sui limiti del cuore, si illumini più intensamente quando arriva in corrispondenza_ dell'organo. La contrazione di un tendine non aumenta la produzione dei. raggi in corrispondenza del tendine stesso, ma sibbene ai suoi punti di attacco e sulle parti ossee che esso comprime , parti tutte che sono ricchissime di terminazioni nervose. Infatti l'A. ha constatato che la fluorescenza data da un nervo è notevolmente aumentata quando il nervo ·viene compresso. Pilì interessante ancora è osservare il feno· meno in rapporto all'attività dei centri nervosi. Cosi si è potuto 'radere l'aumento di luce sullo schermo in corrispondenza del rigon.fiamento cervicale del midollo quando l'individuo muove gli arti superiori - e si sarebbe riusciti a loca· lizzare il centro di BROCA facendo parlare il soggetto ora a voce alta, ora a ' roce bassa. ~ieno netti sono i risuJtati per gli altri centri psicomotori' (scrittl1ra, movimenti degli arti jnferiori, ecc.). . Ognuno vede quanti criterì d'investigazioni fisiologiche e cliniche possano trarsi da queste importanti osservazioni. Dott. O. SGA~IBATI.

CENNI BIBLIOGRAFICI ONNENBURG E. u. 1\-I'OHSAM R . Co1npendiun1 der Operations-und Verbandstechnik. II. Theil. Berlin, A . Hirsch ,,.ald 1903. Gli AA. in questo secondo '"olume si occupano clelle operaziorti speciali, distribuendone la trattazione per regioni anatomic]1e. L,indiriz. .zo pt1ramente pratico del compendio non 'ieno abbanclonato neanche in questa seconda parte, doy·o vediamo st1ccintamente descritti tutti i ,~ari metodi operatori, attenendosi però })01' eia cl1no al 1netoclo di celta e senza offrirci 11n , ingombrante sfoggio di descrizioni di proce."'si ormai vieti o di modificazioni spesso 8enza. ragione e senza scopo. Le nt1merose fotozincotipie che ill11strano il te.::;to pc. o rie cono più dimo .. trative che non snrobboro ltmglte e noiose clescrizioni. (24)

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Se fosse in tutte le figure curato con maggior amore il lato artistico, il compendio sarebbe da raccomandare sotto tutti i rapporti.

R. D. V. GILBERT et PosT.EJRNAK. La médieation phos· phorée. - 1903, Paris, Masson et C.ie édi· teurs. Il fascicolo è il 36° della collezione delle « Mo. nographies cliniques 1> del]' « Oeuvre médico· chirurgica!» diretta da Critzman. Da quando HORBACZEWS'KI nel 1892 sommini· strò per la prima volta ad un malato un com· posto organico del fosforo, la nucleina, si assiste a un'evoluzione curiosa nel campo della terapia, vale a dire alla sostituzione delle combinazioni organiche del fosforo ai fosfati minerali. Molti· plicate le osservazioni cliniche, l'industria chi· mica ha per proprio conto lanciato in commercio una straordinaria quantità di prodotti organici del fosforo (lecitine, nucleine, paranucleine, acidi nucleici e paranucleici, acidi glicero-fosforici, ecc.) avanti ai quali il medico coscienzioso rimane perplesso prima di prescriverli. La chimica biologica ha però in questi ultimi tempi fatto progressi cosi notevoli riguardo allo studio della composizioné intima dei tessuti, che le cognizioni sulla metamorfosi fosforata di questi nell'economia animale sono profondamente mo· dificate. Gli AA. han creduto quindi di riunire tutto ciò cl1e si sa riguardo alla nutrizione in fosforo nell'orgaJrlsmo normale e patologico, aggiungen· dovi il contributo di numerose esservazioni per· sonati. Dopo aver trattato tt1tta la parte chimica· fisiologica dei singoli tessuti ed organi riguardo ai vari componenti fosforati, gli A.A.. esaminano partitamente i vari composti adoperati di fosforo e concludono affermando che i composti fosfo~ organici di origine alimentare rappresentano i' migliori modificatori della nutrizione che abbia a propria disposizione la meclicina. a. p. Dott. FILIPPO AccoRIMBONI. Nozioni d'igiene e di economia domestica per -la 5a elementare. (Società editrice Dante Alighieri, di Albrighi, Segati e C. - Roma). Il concetto che sia, più che opportuno, neces· sario insegnare a bambini delle scuole elementari superiori le più semplici e pratiche nozioni del· l'igiene ha trovato, in questi ultimi tempi, molti ed autorevoli fautori. Si è riflettuto, giustamente, che i figli del po· polo devono ricevere nelle scuole elementari quel complesso di cognizioni, che possono più utilmente aiutarli nella lotta per la vita; è dun·

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que indiscutibile che essi debbono avere anche le cognizioni, che servono più direttamente a salvaguardare la salute umana, prima sorgente di forza, di benessere e di proficuo lavòro. È innegabile, d'altra parte, che l'igiene pub.' blica - la quale è tanta parte della moderna civilizzazione - non potrà fare passi solleciti e sicuri se non quando si sarà formata una vera educazione igienica dei cittadini. Ora, per formar questa, bisogna senz'altro cominciare da.I rivol· gersi all'età infantile. L'on. BACCELLI, infatti, fin dal 1899, raccomandò l'insegnamento dell'igiene nelle scuole elementari e ne tracciò un programma. Disgraziatamente questo insegnamento è in genere molto trascurato. Il volumetto pubblicato dal dott. A.ccoRIMSO.NI sarà una b11ona guida per gli scolari e anche per gl~insegnanti. È scritto con stile piano e facile, e contiene le nozioni che maggiormente possono riuscire utili nella pratica della vita, e che possono riuscire più facilmente accessibili alle tenere menti degli scolari. V. A.

BIBLIOGRAFIA ITALIANA Ostetricia e ginecologia.

ALFIERI EMILIO. - Ricerche sul contenuto in ferro del sangue delle gravide, delle puerpere e dei neonati in condizioni normali e pv.tolo· giche. - Parma, tip. Rossi· Ubaldi, 1903. CozzoLINO OLIMPIO. - Se ed in quali condizioni debba interdirsi l'allattamento alle donne albuminuriche. - Napoli, Estr. da: La Medicina Italiana, 1903. MAROCCO C. - Poche considerazioni sopra il contegno della Portio e sull'azione del segmento fornico-cervicale, tratto da un caso di inversione cronica dell' utero trattato colla isterectomia vaginale. - Roma, Estr. dal Bullettino della R. Accademia ~edica, 1903. MAROCCO C. - Sulla formazione della decidua. Studio di un preparato di gravidanza iniziale raccolto in una amputazione alta dell'utero. Roma, Estr. dal Bullettino della R. Accademia Medica, 1903. ALFIERI EMILIO. - Di llna particolare alterazione del rene fetale ne' suoi rapporti colla degenerazione cistica congenita. Parma, Ed. R. Pellegrini, 1903. FERRAR! LORENZO. Altre ricerche intorno alla struttura della membrana amniotica. Firenze, Lo Sperimentale, 1903.

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA Ro:&IA. - Con regio decreto 17 gennaio 1904, sono state accettate le dimissioni presentate dal dott. Arnaldo Cantani dal posto di coadiutore, presso il Laboratorio di micrografia e bacterio· logia, a decorrere dal giorno 16 novembre 1903. Toss1cc1A. Assistenza sanitaria. - Sul con· • forme parere del Consiglio di Stato è stato accolto il ricorso prodotto dal dott. Raffaele P etril1i, contro il decreto 30 settembre 1903 del Prefetto di Teramo, che annl1llava la delibera· zione 9 stesso mese del Consiglio comt1nale di Tossiccia, con la quale veniva riconfermato al ricorrente l'incarico dell'assistenza medica di quella popolazione per tutto il suddetto anno. CARONIA. Condotta 1nedica. .- Il Comune di Caronia ha ricorso al Governo del Re contro il decreto 11 agosto 1903 del Prefetto di Messina, che annullava le deliberazioni 8 giugno stesso , anno, in linea di urgenza, di quella Giunta municipale e 11 luglio successivo di quel Consiglio comunale, relative alla concessione di un mese di congedo a favore del medico condotto dott. Vincen210 Reale, ed all'assegno di lire 250, quale retribuzione al medico supplente. Il Consiglio di Stato a'rendo eme~so avviso che l'impugnato provvedimento del Prefetto è illegittimo, con regio decreto 17 gennaio cor· rente, il decreto stesso del Prefetto è stato r e· vocato. BOLOGNA. }lomi1ia del capo del Laboratorio chimico 11i1l1ticip1ile. - Il dott. Adolfo Bono ha .ricorso al Governo del Re contro il decreto 15 ottobre 1903 del Prefetto di Bologna che, previa dichiarazione di illegalità del relativo avviso di concorso, annullava la delibera~io11e 29 Hgosto stesso anno del Consiglio comunale di quella città, portante la nomina del ricorrente all'ufficio di capo del Laboratorio chimico mu· nicipale. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso che l 'impugnato provvedimento era da r e vocarsi come illegittimo, con regio decreto del 17 cor· r ente si è provveduto di conformità. CASTELLAM~IAREl

DEL GOLFO. NoJJti1ia di uffi· ciale sariitario. - Il dott. Vincenzo Gervasi ha ricorso contro il provvedimento 17 agosto 1903 del Prefetto di Trapani, che, uniformandosi al parere di quel Consiglio provinciale sanitario, dichiara va ru non poter accogliere la proposta fatta dal Consiglio comunale di Castellammare del Golfo, per la nomina del ricorrente a uffi. ciale sanitario. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso (23)


IL POLICLINICO

che l'impugnato provvedimento del Prefetto era da r evocare, perchè illegittimo, con regio de· creto del 17 corrente è stato provveduto di con· formità.

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Il traffico rurale con bestiame a unghia fessa lungo il confine Svizzero-italiano, è pure per· messo dall'11 g ennaio in poi. Le pelli d'animali dovranno (dalla medesima data) essere trattate come prima che fosse stato emanato il divieto.

Roma, 18 gennaio 1904.

Prefetti Regno. Ho dovuto constatare come non sempre sia r ettamente inteso lo spirito vero e la portata delle disposizioni vigenti intorno alla prostitu· zione ed alla profilassi delle malattie celtiche, onde nella pratica applicazione si giunge tfilora a conseguenze che non solo costituiscono fatti illegittimi, ma nuocciono graven1ente alla effi· cace _tutela della saluto pubblica. Illegittima è qualsiasi costrizione diretta all'accertamento e alla cura delle malattie: e riesce sopratutto di danno alla pubblica profilassi, poichè cosi si ac· cresce a dismisura il numero delle persone spinte a dissimulare il male ed a sfuggire all::i cura. -' stato per impedire simile iattura che il r ego· lamento vigente ha soppressa. ogni coazione sic· come offensiva della libertà e dignità, d~lla. per· sona umana ed alle viete norme di profilassi ha sostituito la cura gratuita senza limiti di am· missioni nelle sale celtiche, a ' spese dello• Stato e la assistenza a domicilio e ambulatoria, cui, pure senza limiti di ammissioni, provvedono ora Stato e Comuni. . N ecessaria conseguenza di tutto ciò si è che il campo d ella profilassi delle malattie celtiche va. tenuto ben distinto da ql1ello della polizia dei costumi e delle altr e misure di pubblica sicu· rezza. I due servizi hanno finalità diverse e si svolgono ciascl1no in un'orbita propria: il primo a vendo uno scopo igienico sanitario, rientrando il secondo nella funzione della t utela dell'ordine pt1bblico. Ogni confusione diventa pericolosa e costitt1isce abuso. E così è atto illegittimo arr e· star e una donna, quale che ne sia la professione, al solo scopo di verificarne lo stato di salute : come è illegittimo privare della libertà personale la donna in cura nella sala celtica. Prego i signori Prefetti a voler tenere sempre presenti i criteri s aespospi che tr acciano la ,ria sicura da seguire in tema di profilassi celtica e di polizia dei costumi. Vogliano essi far sl che i funzionari adibiti a tali servizi evitino da ora innanzi con ogni cura di ricader e negli er· rori 0he più volte si sono avuti a deplorare. E li prevengano che ogni abuso sar à severamente represso. Attendo ricevuta della presente. Il Mi1iis tro GIOLITTI.

T raffico di bestia11te colla Svizzera. - Il Go · verno sviz~ero in seguito alle assicurazioni avute clilll'Italia, r elative alla sanità del bestiame da e. portare, ha richiamato in vigore fin dall'11 c. m. le a utorizzazioni g ià. accordate per l'introduzione. di buoi, 1naiali e pecore da macello di provenienza ita.li~tna, dagli uffici doganali di Cl1ia O· tazione, Luino e L a Plaine. Gli animali cosi importati dovranno esser e macolla.ti, otto sorveglianza veterinaria nel macello gt1bblico del lt1ogo di destinazione al più tardi :.4 ore dopo il loro arriYo. (~0)

INTERESSI PROFESSIONALI

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VIZIO

Soci1

A. proposito dei rapporti fra i medici e le Società di mutuo soccorso. Il circondario di Biella, che è uno dei più in· dustriali dell'Alta Italia, è in questo momento teatro di un'aspra lotta fra i medici ed alcune organizzazioni operaie per la questione del ser· vizio sanitario delle Società di mutuo soccorso. E poichè l'esempio di Biella è uno dei più in· inter essanti per la casuistica della crisi profes· sionale e fa sentire sempre più il bisogno di una intesa generale ed uniforme a proposito dei rap· porti ch e debbono interceder e fta i medici e le società mutue, io ben volentieri accolgo il desi· derio dei medici del Biellese che mi domandano cli informare dei loro guai i lettori di questa rubrica del nostro giornale. I medici del circondario di Biella_ recentemente si riunirono in un'a8sociazione circonda· riale per la tutela dei loro interessi, ed uno dei primi argomenti da essi studiati fu quello d ei loro rapporti con le Società operaie colà nume· rosissi~e e rigogliose. Il risultato dei loro studi fu che lo sfruttamento dell'opera sanitaria passava ogni limite. Il servizio era retribuito à fo1fait in modo irrisorio ed indecoroso, e ne profittavano jnnumer evoli soci abbien,ti, il cui bilancio familiare era assai superiore a quellp dei medici. Per la Società Generale Operaia, per esempio; che fece poi le più fiere opposizioni ai deside· r ati dei m edici, in llll solo anno si ebbero le se· guen ti cifre per il servizio sanitario: 1868 giorni di malattia a letto 1664 » » in convalescenza 423 )) senza sussidio ))

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L 'onorario corrisposto agli otto medici fu di ottocerito lire fra tutti, cioè di venti ce1itesin-ii per og1ii vis ita, non ten endo conto delle visite notturne, d ei consulti, degli atti operativi. Essendo l 'onorario calcolato a 80 centesimi annui per ogni socio, l'Associazione sanitaria

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circondariale, con speciale Re,qola1ne1ito e tariffa per il servizio medico delle S·ocietà operaie, coope· rati1:e e ferroviarie del circondario di Biella, do· mandava che fosse portato a L. 2 - 2. 50 - 3, a seconda delle distanze, delle esigenze del ser· vizio e del numero dei soci, facendo facoltà alle Società operaie di retribuire i medici non a fo1fait, ma in proporzione del numero delle vi· site fatte e delle altre prestazioni, con tariffa da approvarsi dall'Associazione sanitaria. L'Associazione inoltre voleva che fossero esclusi i soci abbienti dalla cura gratuita, co· stituendosi un elenco d -:! i soci poveri, con facoltà di ricorso ad un collegio di probiviri per le possi· bili contestazioni al riguardo. L'Asso,•iazione, infine, chiedeva l'abolizione di alcu11e disposizioni vessatorie e indecorose contenute in quasi tutti i capitolati regolanti il servizio medico delle Società operaie, come l'obbligo per il medico sociale di curare anche le malattie causate da ferimento in rissa, l'ob· bligo di portarsi, entro m ezz'ora dalla richiesta, al letto dell' infermo, sia di giorno che di notte, con la minaccia di far pagare al medico sociale che ritardasse, la spesa degli onorari di un altro medico soprachiamato, e altre simiglianti piace· vol~zze per il medico sociale che anche mo men· taneamente si assentasse dal paese, e cosi via. Le Società di mutuo soccorso si misero su· bito sulla difensiva, e si riunirono in congresso, si intavolarono trattative che in parte riuscirono ad esito i;oddisfacente, in parte portarono ad un'aperta lotta specialmente con la Società Generale degli Operai di Biella (che ha un capi· tale di oltre 200,000 lire) la quale allegò come pregiudiziale di voler trattare direttamente con i suoi medici e non con l' .Associazione, che non riconosceva. I sanitari della Generale si dimisero in massa, dando sei mesi di tempo alla Società per cercarsi altri medici, organizzando però nel frat· tempo il boicottaggio del sodalizio, che riusci solo in parte percl.è tre krumiri si provarono a comparire alla luce del sole, ma due si affr~t­ tarono a tornare nell'ombra appena sentirono i sibili di tutta la classe medica dtil circondario che concordemente deliberava di non accettare consulti con essi. La vertenza pertanto è sempre aperta nella patria di Quintino Sella, e molte Società rimaste senza medico non sanno che pesci pigliare· il

I krumiraggio fu esperito con t.ale scarsa fortuna soltanto dalla Società GenPrale di Biella, mentre le altre associazioni del circondario per un quarto accettarono le condizioni dei medici, e per tre quarti rinunziarono all'assistenza medica sociale. Notevoli in q11~sta vertenza sono due fatti : la concorde benevo lenza verso i medici della stampa di tutti i partiti, compreso il clericale, e l'inter,rento a favore dei medici stessi della Camera del lavo!o, che votava il seguente ordine del giorno : Il Comitato direttivo della Camera del lavoro di Biella e Circondario, preso in consid~ · razione lo stato attuale cirea le divergenze esi· stenti fra i·Associazione medica e le Associa · zioni operaie e cooperative circa il servizio medico, deplora la deliberazione presa nel Congresso fra le Associazioni operaie che r espinse il riconosci· mento dell'Associazione medica ; non approva l'operato della S. G. Operai di Biella che decise per il concorso, senza tentare per mezzo della costitu· zione di un arbitrato di venire a conciliazione senza ricorrere al l{rumiraggio, invita le altre .Associazioni operaie e cooperative che ancora non presero deliberazioni circa il servizio medico a non voler seguire l 'esempio della S. G. Operai di Biella, favorendo il lcrumiraggio, di· chiarandosi di~posto, qualora richiesto, di intro· mettersi per mezzo di una Commissione arbitrale per transigere nelle di,rergenze e procu· «

rare, se possibile, la conciliazione. «

Il Co11iitato direttivo

».

Auguro ai coraggiosi medici biellesi la completa vittoria per i loro desiderati, che se hanno un difetto, hanno quello di essere troppo modesti Questo incidente dimostra da una parte la. forza dell'organizzazione della classe medica fatta , sul serio, per la difesa di tangibili inte· ressi comuni, dall'altra la necessità di una ri· forma generale dei rapporti fra i medici e le Società di mutuo soccori:;o. Col sistema attualo i medici sono sfruttati, mal retribuiti, seviziati con capitolati indecorosi e talor a ridicoli; conseguenza logica e naturale è che i malati sono trascurati, assistiti di mala· voglia, da poveri paria della professione sem· pre incalzati dal lavoro eccessivo ed esauriente, nella cui scienza i malati non hanno fiducia e dalla cui premura non hanno ad attendersi nulla. Una riforma che abolisca l'indegno forfait e che metta il malato in condizioni di scegliersi un vero medico di famiglia fra quelli che ac· cettano le decorose condizioni del sodalizio, ridonderebbe a tutto beneficio delle classi lavo(27) 1


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IL POLICLINICO

ratricj, che sono veramente bisognose del mutuo soccorso fraterno. Noi dobbiamo in questo argoniento rivolge1·e la nostra parola persuasiva a questa povera gente i cui dolori e le cui miserie noi soli conosciamo veramente, percl1è noi entriamo nelle sue misere case, mentre i declamatori riman· gono sull'uscio per paura del lezzo che ne emana. Noi dobbiamo convincere q11esta gente che i metodi attuali ridondano al suo più che al nostro danno, e che facendo la nostra causa noi facciamo quella d i Ja,~oratori. Doctor CAJUS.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

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[ANNO XI, FASC.

41

trebbe solo tentare di essere autorizzato a porre qualche supplente a spesa di Lei, ma sempre col beneplacito ed assentimento della amministrazione. (2830) Sig. dott. A. da G. - Ella di qm a 5 anni, quando si incominceranno a liquidare le pensioni della Cassa pei medici condotti non potrà avere, come dice, 39 anni di servizio, ma bensì 25 p erchè degli :anni precedentemente prestati, sono a.mmessi non tutti i 20, ma solamente 15. In base, pertanto, a 25 anni di servizio, alla indicataci età di anni 60, ed al contributo massimo di lire 396, Ella liquiderà la pensione annua di lire 1195. 20. (2831) Sig. dott. K. K. K. da K. - Ella ha acquistata la stabilità per il posto, per cui fu nominato e non per la condotta tenuta fino al novembre prossimamente decorso dal suo col· lega dimissionario. Ella non ha ora alcun diritto 1 di percepire le lire 200 che furono solamente per tre anni deliberate dal Consiglio come in- . denni tà di alloggio. L' averle il Consiglio nuovamente stanziate in bilancio non è ragione per cui si debbano a L ei od al collega attribuire. Occorre un nuovo deliberato consigliare con cui chiara~ente si indichi che per altri due o tre anni od anche per l'avvenire continuativamente, si intenda accordare al medico condotto la in· dennità di alloggio in lire 200. Solo cosi I' assegno diventa intangibile, altrimenti Le potrà esser negato fin dal primo anno. Anche per lo assegno dell' Opera pia occorre che si premunisca di un deliberato speciale da approvarsi dall'autorità tutoria, altrimenti potrebbe col vol· gor d egli anni o esser soppresso o esser con· cesso ad altro sanitario, senza che Ella abbia modo o ragione di dolersi, non avendo nessun titolo legale per reclamarne la concessione.

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(2827) Il dott. L. A. da C. -

Lo stipendio che, dopo tant.i andirivieni, Le si deve corrispondere è quello di )ire 1150 come fu determinato e stabilito dalla G. P. A. e nella mist1ra che godeva quando acquistò la stabilità nella carica, essendo allorn, come ora. il servizio ri· stretto ai soli poveri ed ai meno agiati. La dizione meno agiati è un non senso, perocchè o si è po,reri, cioè, tali da non poter da soli con le proprie forze pro 'r'redere alle spese, talora non indiffer enti, della cura ed assistenza sani· taria, o si è agiati, cioè tali da poter da sè provvedere alla bisogna. Per noi 1nerio agiato è, in subiecta 111'ateria, sinonimo di povero, di modo

che il numero di costo1·0 deve andare ad. in· grossare quello dei poveri propriamente detti, ed entrambi si parificano agli effetti della condotta. Forte come è della decisione, anzi delle deci· sioni dell'autorità tutoria relati,re allo stipendio, ella non l1a bisogno di notificare alcun atto di protesta. Quando cominceranno nuovamente cosa. che speriamo non a,·venga, le tergiversa-' zioni del Comune, lo fa ccia citare innanzi l'autorità giudiziaria per il pagamento dello stipendio di lire 1150. (2829) Sig. dott. A. O. da B. - Il contratto deve essere rispettato per l'intero biennio. Ella non potrebbe, quindi, ex abrnpto lasciare il servizio. Il congruo termine di a''viso, si ammette olo in fine di contratto per impedire. dall' una parte e dall'altra, la tacita riconduzione. E poichè i contratti legalmente conclusi si possono scio· gliere per mutuo consen o, Ella, volendo abbandonare definiti,ramente la condotta, deve fare n.nalogn domanda al Consiglio comunale ed attenderne le risoluzioni. Se il Consiglio sarà con· trario, Ella, non potrà allontanarsi dalla residenza ed altrimenti abbanclonare il servizio. Si po· (2 )

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NOTIZIE DIVERSE

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Consiglio dell' Ordine dei medici della provincia di Roma. Si è ad11nato, sotto la presidenza dell'on. Santini, ed ha proceduto all'ammissione a nuovo socio del dott. Angelo Ohiavaro. Il presidente ha poi commemorato il compianto prof. Bertini Leopoldo, ricordandone il valore scientifico e deplorandone la perdita, anche per l'Ordine, del quale fu consigliere sino dalla fon· da.zione dell'Istituzione. Il Consiglio stabili inoltre d'indire l'assemblea generale annuale ordinaria per la prima dome· nica di marzo prossimo. Esaminati altri affari di carattere interno, prese in considerazione quanto riferì il dott. Bal· lerini, relatore di una Comn1issione nominata per

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SEZIONE PRATICA

riferire su di un quesito posto dal dott. Allegri di rivoli, sull'obbligo o meno dei medic·i condotti di Jurare le famiglie degli agenti ferroviari residenti nel Comune e gl'internati nel riformatorio oolà asistente e su proposta del Ballerini stesso, ap· provò il seguente ordine del giorno: e Il Con'3iglio dell'Ordine dei medici, presa conoscenza delle lagnanze del dott. Natale Allegri per la parte del servizio sanitario alla quale, nella sua qualità di medico condotto, è obbligato per il personale dei caselli ferroviari e del ri· formato rio di Tivoli; « ravvisando nella quistione da lui proposta all'esame del Consiglio un fatto d'interesse ge· nerale per tutti i medici condotti, dà mandato .!tlla Presidenza di chiedere il concorso del Con3iglio federale presso le Autorità competenti !l.ffinchè sia distribuito con maggiore equità il 3ervizio di assistenza sanitaria nei Comuni del Regno », Il Consiglio si occupò infine di una mozione iel consigliere dott. Garofalo intorno alla inte· ressanza offerta ai medici dall'Istitttto Kinesi· terapico di Roma Rugli onorari pagati dai client\ inviati da essi all'Istituto. Parlarono sull'argomento Ascoli, Bastianelli, Ballerini, Durante, Piccirilli, Santini, Sciama.nna, rorti, ma poichè la discussione si protraeva lun· gamente e l'ora era inoltrata, fu deciso di rinviare alla seduta prossima ogni deliberazione al riguardo.

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E: J. Moure, presidente del Comitato di organizzazione del Congresso, Cours du J ardin Public, 25 bis, a Bordeaux.

Nomine, promozioni, onorlflcenze. LORETO. - L'Amministrazione del· Pio Istituto della Santa' Casa di LorHto ha invitato il presidente del Consiglio Superiore di sanità a nomi· nare una Commissione per la scelta della terna dei candi(lati al posto di medico·chirurgo primario dell'ospedale. L'on. prof. G11ido Baccelli aderendo di buon grado all'invito di quel Pio Isituto si è compia· ciuto nominare a far parte di detta Oommissione i seguenti professori della regia Università di Roma: Prof. comm. Francesco Durante ; Prof. comm. Eugenio Rossoni ; Prof. comm. Ettoro Marchiafava.

* **

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Nell'Università di Modena, il dott. Antonio Dionisi fu nominato, per l'anno scolastico 1903· 1904, professore straordinario di anatomia pa· tologica e direttore del gabinetto, cessando, dal 1° g~nnaio corrente, dall'ufficio di aiuto nel gabinetto di anatomia patologica dell'Università di Roma. Il dott. Giuseppe Resinelli, professore straor· BORDEAUX. VIII Oongresso inter1iazionale di dinario di ostetricia e clinica ostetrica e diret· 1tologia sotto il patro1iato del Mi1iistro dell'istrz:i. tore della clinica nell'Università di Cagliari, fu ~io1ie pubblica. In occasione dei Congressi trasferito, per l'anno scolastico 1903·1904, alla internazionali di otologia, dal barone Léon de cattedra di ostetricia, ginecologia e clinica re· Leuval, di Nizza, è stata accordata una somma lativa, e alla direzione della clinica medesima li 3000 franchi per fondare un premio detto nell'Università di Parma. e Premio Lenval "· Nell'Università di Pisa, il prof. Giuseppe Tu· Nel V Congresso internazionale, tenuto a Fi· sini, libero docente, è stato confermato nell'in· 1•onze nol 1895, è stato deciso: carico dell'in~egnamento di patologia speciale 1. Che l'interesse di questa somma, accu· chirurgica dimostrativa, dal 1° novembre 1903, nulato nell'intervallo fra due Congressi otologici fino alla risol11zione del relativo concorso, e non n· iarà accordato all'autore che abbia realizzato i mai oltre il 31 ottobre 1904. oregressi più marcati sul trattamento pratico Il dott. Tito Carbone, professore straordinario lelle affezioni dell'apparecchio uditivo durante di anatomia patologica e direttore del relativo ,:iuesto periodo, o all'inventore di qualche ap· gabinetto nell'Università di Modena, venne tras· parecchio facilmente portatile, suscettibile di ferito, per l'anno scolastico 1903-1904, alla stessa 'lligliorare notevolmente l'audizione delle persone cattedra nell'Università di Pisa. '\Orde. Nell'Università di Sassa.ri, il dott. Umberto 2. Che la somma <.li 3000 franchi sarà de· Cano, fu nominato assisteJ1.te nel gabinetto di ?Ositata, in una banca pubblica, nelle mani del ')residente del giury. · · igiene e venne revocata la recente conferma 3. Che il Congresso otologico internazionale del dott. Riccardo Luzzatto nell'ufficio di assi· stente nel gabinetto di materia medica, perchè ~leggerà ogni volta un giury di 7 membri, che gli fu conferito un posto di perfezionamento !arà conoscere la sua decisione all'ultima seduta all'estero per la Facoltà di medicina e chi· li ciascun Congresso. ' . rurg1a. I membri del giury attuale sono : presidente, 1 prof. Politzer, di Vienna; i dottori Benni, di LIBERA DOCENZA. Varsavia, Gellé di Parigi; il prof. Pritchard, :li Londra; il prof. Saint J ohn Roosa, di N e'v· Il dott. Luigi Adolfo Oliva fu abilitato, per F ork; il prof. Kircher, di Wurzburg; il pro· esame, alla libera docGnza in ostetricia e gine· 'essor Grassi, di Firenze; e il prof. E. J. Moure, cologia nella regia Università di Pisa. li Bordeaux. Il dott. Raffaele Vivante fu abilitato, per ti· Il ~ premio Lenval sarà dunque aggiudicato toli, alla libera docenza di igiene nella regia iel prossimo Congresso internazionale, che avrà Università di G~nova. Il dott. Francesco Vigorita fu abilitato, per uogo a Bordeaux dal 1° al 4 agosto 1904. Le persone che ùesiderano concorrere al pre· titoli, alla libera docenza di materia medica e nio, sono invitate ad inviare i loro titoli di farmacologia sperimentale nella R. Università ~1tndidatura, prima del 1° luglio 1904, al dot· di Napoli. (29) }>

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IL POLIOLINICO

[ANNO

XI, F ASC.

Il dott. Giuseppe L evi fu abilitato, pErr titoli, naio 1904. L'eletto dovrà assumere il servizit alla libera docenza di anatomia umana normale entro 20 giorni dalla partecipazione di nomina nel R. Istituto di studi superiori pratici e di ' Richiedesi prevalenza in chirurgia. Per mag. perfezionamento di Firenze. giori schiarimentl ed informazioni rivolgersi all· Il dott. Lorenzo Mandalari fu autorizzato a segreteria comunale. tra~ferire, dalla R. Università di Napoli a quella di Messina, la libera docenza di psichiatria e clinica psichiatrica; il dott . .Alberico Testi, dalla R. Università di Parma a quella di Bologna, la libera docenza di clinica medica generale.

Gli

Indice alfabetieoanalitico del presente numero.

Conoorsi e oondotte. •

CASALMAGGIORE (Cre1nona). - Concorso alla prima condotta medico-chirurgica. Cura gratuita d ei poveri (abitanti 3650, due terzi dei quali po· veri). - Stipendio annuo lire 1800, più lire 400 per mantenere il cavallo. Scadenza 15 febbraio 1904. - Per maggiori schiarimenti rivolgersi al Ml1nicipio. AREZZO (Ospedali riuniti). - Concol"so per ti· toli a Direttore del manicomio. - Stipt3ndio annl1e lire 4000, gravate di ricchezza mobile e aumentabile di lire 400 ogni quinquennio fino a raggiungere il limite massimo di lire 6000. - Scadenza 15 febbraio. - Per ulteriori scl1ia· rimanti rivolgersi alla Direzione degli Ospedali riuniti. :JYIILANO. - Fino al 31 gennaio corrente ri· marrà aperto il concorso al posto di medico-chi· rurgo direttore dell'Ospedale dei contagiosi in D ergano. Retribuzione lire 4500 all'anno, più l'alloggio. ASOOLI PICENO. - Con corso al posto di direttore del Laboratorio municipale per la vigi· lanza igienico-sanitaria, cui va annesso anche l'incarico di ufficiale sanitario. Età non mag· giore di 40 Hnni al 20 dicembre u. s. Stipendio annuo lire 2400 con ritenuta per tassa di rie· chezza mobile e contributo alla Cassa pensioni per i medici condotti. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. Sca(lenza 31 gennaio 1904. - Concorso a due posti di medico egual pri· mario. Stipendio annuo lire 2800 soggetto a ri· tenuta per imposta di ricchezza mobile e per il contribl1to alla Cassa pensioni dei medici con· dotti. Età non maggiore di 40 anni al 20 dicembre u. s. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. Scadenza 31 gennaio 1904. - Conc0rso ad un posto di medico-chirurgo per.il forese. Stipendio annt10 lire 2500 soggetto a r1t~nuta per imposta di ricchezza mobile e pel contributo alla Cassa pensioni dei medici con· dotti. Età non più di 40 anni al 20 dicembre u. s. Pe~· maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. Scadenza 31 gennaio 1904:. SAN DANIELE NEL FRIULI. - Concorso per In nomina di un medico-chirurgo ostetrico coll'obbligo dell'assistenza gratuita ai poveri. Popolazione 6500. Stipendio lire 2000 al netto di ricchezza mobile, più l'annuo assegno del civico ospedale. Età non maggiore di anni 40. Termine p er la presentazione dei documenti 31 gen· Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

(30)

Adrenalina per ridurre !'emorroidi (L'). Mossè . • . . . . . . • . . • Amministrazione sanitaria. • . . . . Ascesso pelvico di origine appendicolare (Trattamento dell'). - Berard e Patel Azioni eletti ve dei farmaci (Le). - Gag li o Bibliografia italian a: O stetricia e Ginecologia . . . . • . . . . . . . Cenni bibliografici • . . • . . Chorea (Natura della). - Aldrich. • . Cirrosi epatica e diuresi. - Schuster . ConcorsL e condotte. . • . . . . . Diapositive radiografiche (Dimostrazione di). - Buxba um • . . . . . . . Emorroidi (Trattamen to delle - con la gli~erina io c)ata). Preissmann . . Ernia ombellicale (Sul trattamento dell'). - Collins W a rren . . . . . . . Insufficienza r ena le intermittente nella arteriosclerosi (Sopra l'). - Landau . Interruzione della gravidanza in alcune malattie mediche (Delle indicazioni per l'). - U. Arcangeli . . . • . . • Medici e le Società di mutuo so:corso. Doct. Cajus . . . . . • . • . . Mixedema anomalo. - Batty Shaw . . Nervi articolomotori delle membra (I) . - Grasset . . • · . . . . . . . NeYrosi d'angoscia - Capgras. • . . Nomine, promozioni, onorificenze • . . Notizie diverse . . . . . . . • • Raggi n (Raggi di Blondlot) (I) . - Charpentier • . • . . • . • . . • Rene (Diagnostica fisica dell'attività funzionale del). - Koeppe. . . . • • Risposte a quesiti e a domande. • • . Sostanze che precipitano alla speciale prova coll'acqua acetica che serve a differenziare gli essudati sierosi dai sen1plici trasudati (Sulla natura delle). - Rivalta . . . . . . . . • . . • Tono (Il n1eccanismo del - e dei riflessi nello stato attuale della scienza). Crocq. . . . . . . • . . . . Tumore dell'ipofisi senza acromegalia. Cestan ed Halberstad t • . . . . . Oftalmoplegia interna bilaterale prodotta dall'estratto di segale cornuta. Schneider . . . . . . . • . . Omento come organo protettivo (L'). De Renzi e Boeri. . . . . . . . Operazione cli Talma (Indicazioni e risultati dell' - - per la cirrosi epatica atrofica). - Lenzmann . • . • • . Zona (I recenti dati sulla patogenesi dello). - Faure-Beaulieu • . • • • . . L.

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Roma, 30 gennaio 1904.

Anno XI.

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PR.ATICA

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DIRETTORI

GUIDO BACCELLI

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REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vl'l'TORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Baglioni : L'importanza dell'ossigeno nelle funzio1li del sisterna netvoso centrale. - Riviste: NEUROP!TOLOGL\: - Bertolotti e Gavafzeni : A di Babinaki > alla Regia Accademia di medicina

proposito di una comunica.zione fatta dal dott. A·udenino aul <Fenomeno di Torino. - CHIRURGIA: - Schwartz: Anatomia chirurgica e chirurgia dei bronchi e(l}tra-polmonari. - Valerio: Contributo sperimentale alta chirurgia traumatica del pol1none. - 0CULIS1'ICA: Stedman Bull : lesioni oculari che si verificano nel corso di malattie del cuore, dei vasi ~anguigni e dei reni. - Acca-

demie, Sociétà mediche, Congressi: - H. Ac..:cADl<~!UIA n1 ;)'CEDICI~A nl TORINO. - K. ACc ADt; ìli t A P..:LORITA1'"'A IN MESSINA. Osservazioni cliniche : - Betagh: Frattura longitudinale della testa del radao, simulante ·una lussazio1ie posteriore. Artrotomia. Guarigione.

Pratica professionale : -

Peritonite generale complicante la scarlattina. - Due casi di infezione parati{oidea. - l 'enfiserna pulmo11are nella tubercolosi. - Trasmissione placenta1·e del bacillo di Kock al feto in un caso di tubercolosi polmonare a decorao rapido. - La crepitazione laringea. nello stadio iniziate della tubercolosi polmonrire. - APPUNTI DI 'fERAPIA: - Limiti nell'uso dell'aconito e del veratro verde. - l'idroclorato di apomorfìna come sedativo ed ipnotico nell'alcoolismo acuto. - la caffeina nella cura della tossiemia alcoolica. - l'adrenalina e il suo uso nelle emorragie gravi. CASUISTICA : -

- Varia. Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene: - l'u!fi.ciale sanitario - Sua n omina. Obbligatorietà dell'esercizio della carica. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana: - Pediatria. Interessi professionali: - Risposte ·a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. analitico del presente numero.

Indice alfabetico-

D i r i t t i di p r o p r i et& r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI l8TITUT O

FISIOLOGICO DI GOTTING.liN diretto dal prof. MAX VERWORN.

L'imporla11za dell'ossigeno nelle ru11zioni del sistema ner\'oso centrale del dott. S. BAGLIONT, assistente.

Che la presenza dell'ossigeno libero sia una delle condizioni più indispensabili e più generali alla vita degli organismi pluricellulari, è un fatto oramai ben assodato dalle migliaia di esperimenti eseguiti sia sugli animali, che sulle pian te. Solo alcun i esseri monocellulari, alcuni batteri, che si dicono perciò anae1·obi, fanno · eccezione a questa regola generale. E' un fatto sorNB. .Accogliamo ben volentieri questa nota preventiva, che lumeggia, con diretti esperimenti, i vantaggi dell'ossigeno, che il nostro prof. Bac· celli ha introdotto nella terapia. Tra i migliori benefici dell'O:l il clinico di Roma ha sempre messo la diminuzione dei danni dell'anossiemia sui centri nervosi. (Nota delta Red.) .

prendente però, che alcuni animali e alcuni tessuti, senza perdere la loro capacità di vivere, possono rimanere per un tempo più o meno lungo in un'atmosfera priva di ossigeno e continuare ad emettere , malgrado ciò dell'anidride carbonica. E nota l'esperienza di Pflnger, che, dopo aver tenuta una rana per venti ore in un ambiente a 0° O privo di qualsiasi traccia di ossigeno, estrattala priva completamente di ogni moto, apparentemente morta, potè, . dopo due ore di soggiorno all'aria aperta e di respirazione artificiale, osservare ripristinarsi i mo vimen ti riflessi , respiratori, ecc. Gli epiteli vibratili possono vivere e funzionare parecchie ore senza ossigeno (ENGELMANN), i muscoli di rana distaccati e posti in un ambiente di puro idrogeno continuano per molte ore ad esa· lare anidride carbonica prima di divenire ineccitabili (HERMANN). ( 1)


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IL POLICLINICO

Le cellule del sistema nervoso degli animali omotermi sono le più sensibili alla privazione dell'ossigeno. I vertebrati superiori, i c11i moti respiratori, l'attività cardiaca, la pressione sanguigna, ecc, sono intima1mente legate alla vitalità dei centri nervosi: sottraendo loro l'ossigeno muoiono in brevissimo tempo con violenti fenomeni di eccitazione (crampi asfittici). Mentre gli animali poikilotermi, in cui il metabolismo dei centri è molto più lento, possono sopravvivere per parecchie ore in un' atmo· sfera priva di ossigeno. Ma dopo un certo tempo muoiono ancora i oentri nervosi di questi animali, e precisamente, come negli animali omotermi, prima di tutti gli altri tessuti e cellule dell'organismo. Il cuore seguita a pulsare per un tempo incomparabilmente più lungo, i muscoli, i nervi sono ancora eccitabili, quando ogni movimento riflesso, cioè ogni segno della vita dei centri è completamente scomparso. Parimenti se si soffoca artificialmente un coniglio, impedendo all'aria di penetrare nei polmoni, si vede, che, dopo la morte del sistema nervoso, il cuore pulsa ancora per un certo tempo, che i muscoli sono irritabili sia direttamente, che indirettamente per mezzo dei nervi, che le glandole digestive ancora possono funzionare. ~i deve dunque ammettere, che il si. sterna nervoso centrale è quello dei tessuti animali, che in prima linea e in maggior copia consuma ossigeno e la cui vita è più intimamente legata alla presenza di questo gas. 11 V ER,\ 0RN ha potuto r ecentemente dimostrare in modo evidente que· sto stretto rapporto, tra l'eccitabilità dei centri nervosi e la presenza dell'ossigeno nei succhi circolanti, che in ultima analisi rappresentano il vero rn,edi·um, in cui vivono le cellule nervose. Egli fece il seguente esperimento. Se si fa circolare artificialmente per tutto il sistema vasale di una rana (mercè una piccola cannula, che si introduce e si fissa alla radice dell'aorta) 7

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[.ANNO XI,

FASO.

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una soluzione fisiologica O. 6-0. 8 °/0 di N a Cl, che si è resa previamente priva di ossigenot scacciando e sostituendo il sangue normale, si eleva inoltre l'eccitabilità delle cellule nervose del midollo mercèl'avvelenamento con stricnina, così che i neuroni durante la circolazione artificiale col liquido indif·. ferente ed escluso ogni materiale nutritivo (in prima linea l'ossigeno) vengono a lavorare enormemente, essi dopo meno di un'ora si esauriscono completamente e perdono ogni loro eccitabilità riflessa, che non riacquisterebbero più, se durasse la detta circolazione. Ma se invece della soluzione fisiologica priva di ossigeno, si fa a questo punto circolare la medesima soluzione carica di ossigeno (scuotendola lungamente in un'atmosfera di questo gas), si vede immediatamente ricomparire l'ec· citabilità riflessa dei centri, come prima: si possono tornare a determinare i noti t etani da stricnina, toccando in un punto qualsiasi la pelle dell'animale. Ogni ulteriore interruzione della circolazione deter. mina in pochi minuti la perdita di questa eccitabilità, che tosto ricompare, appena si ricomincia la circolazione colla soluzione ossigenata Da tutto ciò si può evidentemente conchiudere, come è la presenza dell'ossigeno nei succhi circolanti la condizione precipua dell'eccitabilità çlei centri. lo ho potuto in questi giorni con un esperimento diverso e forse con evidenza · maggiore (poichè, come si vedrà, mi è riuscito potere eliminare ogni e qualsiasi cir· colazione) dimostrare questo t•atto. Poichè questa esperienza presenta ancora sotto altri riguardi un interesse speciale, mi permetto di comt1nicarla qui preventivamente con questa b.reve nota. Se si apre in una rana lo speco vertebrale dalla parte dorsale e si pone a nudo tutto il midollo spinale, si disgiunge poi con un taglio trasversale in corrispondenza della punta del calamo scrittorio il midollo spinale dai centri superiori (midollo allun-

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131

SEZIONE PRATICA

gato, cervello medio e anteriore), è noto come il midollo può sopravvivere per un certo tempo a questa operazione, ossia si possono eccitare dei riflessi cutanei coi diversi stimoli (meccanici, chimici, elettrici). Ordinariamente però, stante la gravità dell'operazione, che implica la distruzione del circolo sanguigno irrorante il midollo medesimo, il sistema nervoso cessa di vivere in pochissime ore. Io sono andato più .innanzi coll'operazione, e dopo aver posto a nudo gli ischiatici delle due estremità inferiori, ho preparato i medesimi dal ginocchio sino alla loro emergenza dalla colonna vertebrale, seguendoli dalla coscia nel bacino e recidendo i rami nervosi, che essi inviano nel loro passaggio ai muscoli e alla pelle della coscia e del bacino, ho distaccato poi completamente le due gambe normali dalle coscia, recidendo queste nel loro terzo inferiore a tutto spessore. Ho distaccato quindi tutta la colonna vertebrale dal restante corpo dell'animale, col reciderla ai suoi due lati nei processi trasversali e quindi tra la prima vertebra e il foro occipitale; sollevandola senza offendere minimamente la sostanza nervosa ho i"eciso i singoli nervi, che invia ventralmente e i vasi, che dalla s~ttogiacente aorta decorrono ad esso midollo : infine ho dist~cca to con un taglio netto il sacro al limite inferiore dell' ultimo nervo, che emerge dalla rachide. Si ha così t1n tratto scoperto del sistema nervoso completamente staccato dal resto del corpo, ad esso tratto sono uniti ancora i due nervi ischiatici, i quali pongono normalmente in relazione i centri colle due gambe e i piedi rimasti normali. In altre parole ab biamo un trflit~o di midollo perfettamente a nudo, che può funzionare ancora come tale, perchè è tuttora in connessione cogli organi terminali sensitivi e motori. Infatti, se l'operazione è riuscita bene e non si sono lesi direttamente i centri spinali, si possono avere dei riflessi I

I toccando

o pizzicando le dita o la membrana natatoia di un arto : l'arto stesso viene ritirato e se lo stimolo è forte abbastanza il riflesso si comunica anche all'altra gamba. In ciò i centri sopravviventi e funzionanti sono assolutamente staccati ~a ogni circolo sanguigno e da qualsiasi altra influenza, che gli altri or· gani e sistemi del corpo hanno normalmente su di lui; artificialmente abbiamo cioè dinanzi a noi l'unità 'Vivente nervosa ideale, corrispondente all'arco riflesso, lontana da ogni altra influenza e condizione. Quanto può sopravvivere un tale pezzo di midollo? 1. Se lo si pone in una camera umida e s'in1pedisce ogni influenza e~teriore d~n­ nosa, que--to preparato può dare riflessi sino ad un'ora, e d'inverno sino a due ore dopo compiuta l'operazione. Naturalmente gli ultimi riflessi sono appena visibili e determinabili coi più forti stimoli, poichè l'eccitabilità riflessa va scomparendo mano mano sino alla completa cessazione della medesima, dopo la quale con nessun mezzo si può eccitare un riflesso; le cellule nervose centrali sono morte, mentre i muscoli sono ancora eccitabili sia direttamente che indirettamente per mezzo dei loro nervi. 2. Se ora però un tale pezzo di midollo spinale così separato dal corpo si pone in una adatta piccola camera di vetro, attra.. verso un'apertura della quale si lasciano p·assare i nervi, che uniscono le due estremità rimanenti al di fuori della camera stessa, da ogni parte ermeticamente chiusa, e si fa passare attraverso questa camera una corrente di ossigeno puro, così che il midollo viene a trovarsi in un'atmosfera di ossigeno, si ha come meraviglioso risultato, che 0ra i centri invece di morire in due ore sopravvivono per un tempo incomparabilmente più lungo. Bisogna naturalmente evitare che gli arti e i nervi, come il midollo si dissecchino: a ciò si bagnano di tanto in tanto gli arti e si ~

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IL POLICLINICO

coprono i nervi con batuffoli di ovatta imbevuti di soluzione fisiologica, con essi batuffoli si chiude anche l'apertura della camera per cui fuoriescono i due ischiatici; per impedire poi che il midollo dissecchi si lascia passare il gas prima della camera attraverso una certa quantità di acqua distillata, dove sì carica di vapore acqueo. Posto così l'esperimento e stimo· lando di tanto in tanto i due arti si os· servano dei riflessi per un tempo lunghissimo, per venti ore circa dopo compiuta l'operazione. Dopo venti ore a mala pena si hanno ancora dei riflessi, ina estraendo il midollo dalla camera e eccitandolo direttamente, si hanno ancora contrazioni dei due arti, segno che i neuroni vivono ancora. Io ho potuto convincermi con esperi. menti di controllo, che dopo venti ore di un tale soggiorno in una camera piena d'ossigeno puro non è il sistema nervoso, che muore, bensì le terminazioni sensitive cutanee degli arti, che giacciono fuori di detta camera, poichè se esse in animali normali vengono sottratte al circolo san· guigno in 15 o 20 ore cessano di funzionare. (Gfr. nota). 3. Se invece dell'ossigeno si lascia passare dell'aria nelle medesime condizioni, il midollo cessa di reagire dopo due ore, ossia come quando lo si lascia in una camera umida all'aria aperta. Se subito dopo la cessazione dell'eccitabilità si lascia passare ossigeno, il midollo riacquista in due o tre quarti d'ora la sua eccitabilità riflessa. 4. Se si lascia passare, un gas indifferente, l'azoto p. e., la perdita dell'eccitabilità si ha completa dopo tre quarti d'ora circa. Torna l'eccitabilità parimenti dopo due o tre quarti d'ora se immediatamente dopo l'azoto. si sostituisce l'ossigeno. Se si attende mezz'ora o un'ora dopo tale scomparsa, l'ossigeno non è più capace di rivivifica.re le cellule nervose. 8e invece che dall'ossigeno si lascia l'azoto imme( 4)

[ANNO

XI, F ASC. 5]

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seguire dall'aria, non torna l& eccitabilità riflessa. 5. Se dopo aver ottenuto coll'azoto una prima perdita di ecc~itabilità, dopo tre quarti d'ora di passaggio di questo gas, e si è tornati a ridare l'eccitabilità ai centri col1' ossigeno, si lascia passare di nuovo l'azoto, questa seconda volta la perdita di eccitabilità compare assai prima, dopo un quarto o mezz'ora circa. Da queste esperienze si può con· eludere: a) che i centri nervosi del midollo spinale della rana messo a nudo e distaccato completamente dal corpo muoiono dopo circa due ore di soggiorno in una camera umida e esposti all'aria (Espe· rienze 1 e 3) ; b) che essi centri invece sopra vvivono per un tempo incomparabilmente più lungo (venti ore e più) se si i1ongono in un'atmosfera di ossigeno puro (Esp. 2); e) che essi centri muoiono ancora più presto (in tre quarti d'ora circa) se si pongono in un'atmosfera priva completamente di ossigeno (Esp. 4) ; d) che essi non possono utilizzare l'ossigeno dell'aria, perchè la pressione parziale del medesimo in essa è troppo bassa (Esp. 1, 3 e 4), mentre possono utilizzare l'ossigeno, quando esso raggiunge una alta pressione (Esp. 2, 3, 4, 5) : la causa della loro morte perciò nel caso a) di pende dalla mancanza di ossigeno ; e) che la massima importanza funzionale del circolo sanguigno per i centri nervosi sta nel portare ad essi continuamente ossigeno; f) che nei centri è sempre presente una quantità di ossigeno di riserva, che permette loro di vivere lontani dal circolo per due ore all'aria aperta e per tre quarti in un'atmosfera priva d'ossigeno, e in cui perciò l'ossigeno tende a diffon· dersi, più che nell'aria, dove è presente nella proporzione del 21 per cento circa (Esp. 1, 4) ;

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SEZIONE PRATICA

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(Esp. 6) (1). Gtlttingen, gennaio 190!. (1) Dura11te la stampa della presente memoria

preventiva, son giunto a risultati ancora più sorprendenti ponendo tutto il preparato (midollo ed estremità) in un mediu1n ·liquido (soluzione di RINGER), dove esso, alla presenza di ossigeno (lasciato gorgogliare attraverso il liquido), ha dato ancora dei riflessi dopo 36 ore di soggiorno, cessando di ·vivere dopo un tal tempo, forse per inflnenza batterica, poichè il liquido alla fine esalava fo1·te odore di pùtrefazioue. Lo stesso preparato posto medesimamente nello stesso li· quido, senza lasciarvi passare O, cessa di vivere dopo lm'ora o poco più.

RIVISTE NEUROPATOLOGIA

A proposito di una comuni~azione fatta dal dott. Audenino sul '' Fenomeno di Babinski ,, alla Regia Accademia di medicina di Torino. (a) ,J. BABINSKI nel 1896 (1) attirava l'attenzione dei neurologi sopra un segno clinico cli un g1·ande valore semeiologico che egli chiamava col nome di fenomeno delle dita del piede « phénomène des orteils » . Con altri lavo1·i susseguenti, (2) e (3), lavori ormai classici, J. BABINSKI insisteva sul valore clinico di que_s to sintoma, che in net1ro-patologia, concordemente da tutti gli a11tori veniva designato col nome di « Segno del Babinski » . • La conclusione principale che si deve cledf!rre dalle interessanti ricerche di questo autore è la seguente : ~ Il movimento riflesso consecutivo alla puntui·a della pianta del piede può subire, nei casi di paralisi crurale, dipendenti da t1na affezione organica del sistema nervoso, non solo una modificazione nella· sua in· tensità, ma « anche una variazione n~lla sua forma: l'estensione del grosso dito o fenomeno dell'alluce può essere il primo ed unico segno rivelatore di l1na alterazione nel sistema piramidale » . Le clichiarazioni del BABINSKI erano destina te a fornire agli studiosi della neuro· logia un tema molto interessante per le (a) I numeri tra parentesi si riferiscono alle citazioni, che,

per ragioni di spazio, abbiamo dovuto omettere.

La Red.

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I loro

ricerche. In poco tempo difatti lo studio di questo segno clinico andò rapi· damente estendendosi e numerosi autori se ne occuparono, tanto che oggigiorno si è potuto riunire una ricca bibliografia su questo argomento. La maggioranza degli osservatori ha con· fermato pienamente le vedute dell'illustre clinico clella Pitié ; qualche raro contra•i· dittore tt1ttavia ha trovato non vero ciò che dal BABINSKI era stato segnalato. Siccome noi reputiamo l'argomento molto interessante ed abbiamo l' inten1jione di · voler dimostrare tutto il valore che in se· meiologia nervosa conserva il fenomeno dell'alluce, così crediamo conveniente di ripassare in una breve rassegna di critica bibliografica tutto quanto si è scritto e ri· ferito in proposito da otto anni a questa parte: noi esaminermo i vari doct1menti nel loro ordine cronologico : 1898. V AN GEHUCHTEN in una prima nota a questo p1·oposito concbiude dicendo (4) : « Il fenomeno dell'alluce non si riscontra mai nell'uomo normale: esso ha un grandis· simo valore semeiologico e sta ad indicare una lesione nel sistema cortico-spinale >> . 1898. GLORIEOX (5) è uno dei primissimi autori che verifica il valore del sintoma riferito dal BABINSKI : le s11e conclusioni sono totalmente affermative e concordi col BABINSKI. 1898. GANAULT (6) dichiara di aver riscon· trato il fenomeno dell'alluce nell'85 per cento degli emiplegici da lui . esaminati e che questo sintoma è preziosissimo per la diagnosi delle lesioni organiche del sistema nervoso centrale. 1899. CESTAN e LE SouRn (7) confermano , in appieno le affermazioni del BABINSKI: secondo le loro ricerche: « il fenomeno delle dita del piede non lo si riscontra mai nell'uomo normale; quando esistt3 esso sta sempre ad indicare un perturbamento nel fascio piramidale » . 1899. LETIENNE e MIRCOUCHE (8) arrivano alle identiche conclusioni. 1899. J.A.MEs COLLIER in Inghilterra (9) riferisce di aver trovato il segno di Babinski « solamente nei casi di lesioni organiche del sistema nervoso centrale con sclerosi del fascio piramidale » . ( f' )

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IL POLICLINICO

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1899. BuzzARD (10) è completamente con· corde col BABINSKI. 1899. PEPO .AccHIOTE (11) conferma le idee del BABIL~SKI. 1899. BoERI (12) conchiude : 1. « Non ho mai riscontrato il feno· meno negli isterici o nei neurastenici; 2. « Nessuno dei numerosi individui. sani. da me esaminati presentò mai il fe· nomeno di Babinski; 3. « Il fenomeno dell'alluce non richiede assolutamente nè la contrattura mu· scolare, nè l'esagerazione dei riflessi (cosa già fatta notare dal BABINSKI stesso per il primo); -!. « Il segno del Babinski ha importanza semiotica maggiore che non l'epi· lessia spinale; è di più facile i·icerca che non il clono e si verifica più frequentemente che non la trepidazione epilettoide » . 1899. KALISCHER (13) e KOENIG (14) rife· rendo le conclusioni dei loro lavori dichia· rano di non aver mai trovato il fenomeno dell'alluce « se non nei casi in cuj si doveva supporre una lesione delle vie piramidali » . 1899. * (1) M. 8cHULER(15). « Pur riconoscendo che questo segno è t1n indizio di le· sio11e organica del sistema nervoso cen· trale, non lo considera però come assolutamente patognomonico di alterazione delle ·v-ie piramidali » . 1899. * l\iA.RTIN CoHN (16) è affatto con· trario alle idee del B.ABINSKI; secondo l'au· tore il segno del Babinski pl1ò . trovarsi nell uomo normale nel 10 per cento dei casi. 1899. * GIUDICEANDREA (17) conchiude : 1. « Il fenomeno dell'alluce è certamente un fatto patologico; 2. « Esso esiste sovente nei casi in cui il fascio piramidale è leso ; 3. « Lo si può riscontrare anche nell'iste1·ismo · -!. « Il fenomeno dell'alluce IJUò non e e1·e in i·appo1'to di1'etto coll'esagerazione dei riflessi tendinei e col clono » . 1899. RAYMOND (1 ) nelle sue lezioni sulle n1n la.ttie d 1 sistema ne1'voso serie V, acl)biamo segnato con un asterisco gli autori non confermano i dati espo ti dal BABIN. KI.

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completamente le vedute del BABIN· SKI dichiarando che è: « doveroso ricono· scere che questo sintomo è una delle più preziose risorse che abbia acquistato la clinica e la semeiologia del sistema ner· voso » . 1900. V AN GEUCHTEN (19) ritorna sull'argomento e nel Congresso di Medicina in· terna del 1900 a Parigi si dichiara sempre più convinto che: « il segno di Babinski è un riflesso anormale che non appare mai nell'uomo sano indenne da qualsiasi lesione del sistema nervoso ». 1900. In Inghilterra 4 autori: LANG· DON (20), GILBERT CHADDOOH (21 ), G. V AL· TON e N. P AUL (22), difendono la tesi sostenuta da J. BABINSKI: G. V ALTON e N. P AUL trovano il riflesso cutaneo plantare in esten· sione « nel 70 per cento dei casi di emiplegia organica: non lo l"iscontrano però mai negli isterici e tanto meno nell'uomo normale » . 1900. CHARNEL a N ancy (23), sostiene la tesi seguente : a) « Il fenomeno del Babinski è dovuto ad 11n'alterazione del fascio piramidale; b) « Può mancare qualche volta in casi con lesione delle vie piramidali, ma non si presenta mai nè nei sani, nè negli isterici ». e) « Si trova talora nella paralisi generale progressiva. (Questo era già stato visto dal BABINSKI stesso t fin dal 1898. Vedi 8emaine 11zédicale, pag. 321, 1898); d) « Nell'epilessia idiopatica il segno del Babinski può mostrarsi durante l'accesso . per scomparire poi dopo la crisi » . 1900. CHARPENTIER (24) Rcrive nella Re· vzze I nternationale de Médécine : « Il segno · di BABINSKI è patognomonico di lesione del fascio piramidale : esso non si ritrova mai nell'isterismo e neppure nell'uomo nor· male » . 1900. ARDIN DELTHEIL e Ro-cvIÈRE (25) nelle loro ricerche sul comportarsi del ri· flesso cutaneo plantare nei paralitici gene· rali vengono a dire ciò che BABINSKI già aveva segnalato pel primo (1898) 7 seguito poi da CHA.RNEL (1900): Vale a dire che : « il fenomeno dell'alluce può osservarsi in casi di paralisi generale progressiva, stando ad indicare in tal modo una sclerosi del fascio piramidale concomitante » .

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1900. MUGGIA (26) trova che : « nel neonato l' estensione dell'alluce è la regola: dopo i 6 mesi il riflesso di BABINSKI si fa meno frequente e dopo i due anni non si produce c_ome nell'adulto se non esiste uno stato patologico delle vie cortico-spinali. 1900. FINIZIO (27) esamina il riflesso cutaneo plantare in 500 neonati e riferisce di aver trovato il riflesso di BABINSKI nel 20 °/0 dei casi da lui esaminati. - Ora, le conclusioni di questo autore non hanno un valore ben determinato: perchè il fenomeno dell'alluce può riscontrarsi normalmente nei bambini al disotto di due anni - anzi prima clei 6 mesi il riflesso dell'alluce in estensione è la i·egola. 1900. ZLoTOROFF (28) e DE PASTRO\.\'"ICIC (29) sono completamente d' accordo col BABINSKI nel dichiarare che: « il fenomeno dell'alluce è sintomatico di una alterazione dei fasci laterali del midollo ». 1900. VERGER e ABADIE (62), DE BuoK e DE MooR (63), VrcEs ET 0ALMETTE (64), D. FERRIER concludono pure in modo affatto concorde col BABINSKI. 1900. S. BRoUCHTEIN e A. GRIBO~EDOFF in diverse note successive (30) nella clinica delle malattie nervose e mentali di Pietroburgo e più recentemente nella Revue de Nez1rologie de Pa1·is, 1903 (31), concludono che: · 1) Nell'adulto il riflesso cutaneo plan· tare in estensione è sempre patologico. 2) Nella più tenera infanzia si osserva normalmente il fenomeno del BABINSKI. 3) Col progredire dell'età nei bambini i casi di riflessi in flessione diventano più frequenti. 1901. ESKRIAGE (32) e MORTO~ PRINCE (33) riferiscon0 le loro esperienze per le quali « rimane dimostrato che il segno di BABIN· sKI è sinonimo di un'alterazione nel dominio del fascio piramidale » . 1901. E. TEDESCHI (34) « il sintoma di B ..IBINSKI si accompagna quasi costantemente a lesioni del fascio piramidale » . 1901. V AN EPs (35) pubblica una statistica in cui egli trova il fenomeno dell'alluce nel 63 °/ 0 dei casi con lesione delle vie piramidali : « esso sta ad indicare sempre quando esista t1n'alte1·azione del neurone cortico-spinale » .

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1901. H. ScHNEIDER (36) : « Il fenomeno del BABINSKI è patognomonico di una le· sione delle vie midollari » è vero - egli aggiunge - che « si riferiscono rarissimi casi isolati con presenza del fenomeno dell'alluce in individui isterici o normali, ma si deve star bene in guardia contro gli errori di tecnica non improbabili » . 1901. PASSINI (37) « Non ha mai riscon· trato il fenomeno dell'alluce nell'uomo normale ». 1901. BoETTIGER (38) « riconosce tutta l'importanza del segno di BABINSKI ; anzi questo autore sarebbe riuscito ad ottenere in qualche raro caso di emiplegia organica lln riflesso in estensione dorsale dalle dita della mano solleticandone la· faccia pal· mare ». 1901. F. SANO (39) in uno studio accurato sul comportarsi del riflesso plantare cutaneo appoggia pienamente le teorie del BABINSKI. 1901. 0APRIATI (40) a proposito del rifleHso antagonistico di Schaef~r attribuisce al f enomeno del Babinski la più alta importanza semeiologica. · 1901-02. ScnoENBORN (41 e 42) in due lavori suoi fatti nella clinica di Erb, riconosce tutto il valore semeiologico che si deve assegnare al riflesso di Babinski. 1901-02. VON dott. AUGUST HoMBURGER (43) cerca di spiegare la genesi del segno di Babinski e si sforza di stabilire che : « la flessione dorsale del grosso dito è l'espressione di una lesione delle fibre motrici che attraversano la capsula interna » . Egli ha constatato la presenza del fenomeno dell'alluce nel 76. 8 per cento dei casi con lesione del fascio cortico-spinale. 1902. Buzz.A.Ro (44) ritorna per la seconda volta sull'argomento: « È probabile - dice - che si debbano attribui1'e ad errori di tecnica i pochi casi in cui si è creduto di riscontrare il riflesso di Babin· ski nelle nevrosi o nell'uomo normale. Il fenomeno dell'alluce è anzi uno dei sintomi clinici più preziosi per la diagnosi differenziale tra l'emiplegia organica e l'emiplegia funzionale » . 1902. BRISSA un (45) I'iferisce alla So( 7)


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IL

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cietà di neurologia di Parigi di alcuni casi da lui osservati in cui subito dopo l'ictus apoplettico potè constatare il fenomeno di Babinski: conchiude facendo 1·ilevare come il segno dell'alluce sia particolarmente pre· zioso in queste speciali circostanze: quando appunto lo stato dei riflessi tendinei non permette di riconosrere lo stato del si~tema piramidale » (già il BOERI fin dal 1899 ave1'·a segnalato la cosa). 1902. CROCQ (46) combatte le teorie clel v A.i.~ GEHUCHTEN sull'antagonismo tra i i·i· flessi cutanei e tendinei e conchiude : « 1° è vero che questo antagonismo ha una certa quale importanza diagnostica; « 2° però questo antagonismo non può avere l'eguale valore patognoFonico che ha invece il fenomeno di Babinski, la cui importanza clinica ed il cui significato si precisano sempre più di giorno in giorno nel senso di t1na alterazione organica del fascio piramidale » . 1902. * RossoLCMO (-17) trova il riflesso del Babinski nel 50 per cento degli ammalati con lesione del fascio piramidale, ma dice di aver trovato questo riflesso anche in individui che non presentavano segni clinici di lesione delle vie piramidali » . 1902. EsMENARD (48) arriva alle seguenti conclusioni: « a) il fenomeno dell'alluce indica un perturbamento del sistema piramidale. « b) può constatarsi molte volte nella epilessia clui·ante l'accesso, ma non mai nell'iste1·ismo » . 1902. VAN GEHUOBTE.N (49) in un terzo lavoro sul fenomeno del Babinski nQn fa ch e confermare totalm€nte le conclusioni delle sue rice1·che antecedenti. 1903. HELDEMBERG (50) scrive il 20 gen· naio 1903: « Il riflesso di Babinslri tipo incontestabile cli un riflesso cutaneo anormale è un riflesso cutaneo extra-piramidale (riflesso spino-mesencefalo-corticale) : esso si estrin· seca quando la via piramidale è lesa ; ciò pro,Ta tutto il suo , . .alo1·e semeiologico » . 1903. SPECHT (51) ecco quanto i~iferisce: « ~u diciassette casi nei quali la le· (

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sione del fascio piramidale era certa ; in tutti diciasette si è trovato il fenomeno del Babinski, su trecentocinquantanove casi invece, in cui qualsiasi lesione del fascio piramidale si doveva sicuramente scartare in tutti questi casi (359) non esi· steva mai il fenomeno » . 1903. PEPO AccHIOTE (52) al Congresso di Madrid 23-30 aprile 1903 sostiene cl1e : « Il segno di Babinslri può in certi casi essere il solo segno precursore di una le"' si one del sistema piramidale » . 1903. PIERRE MARIE e 0ROUZON (53) scrivono nella Revue .ftTe1lrologigue de Parist 5 mars 1903: « Per fare la diagnosi clinica della forma tabetica delle sclerosi combinate 3 sono i segni caratteristici: « 1° l'andatura ; « 2° la paraplegia subitanea; « 3° il segno di Babinski. • Il fenomeno dell'alluce specialmente ha una importanza capitale perchè dinota che oltre alla sclerosi dei cordoni posteriori esiste una degenerazione dei fasci piramidali (già il BABINSKI aveva insistito su questo punto al Congresso di Madrid 1900). 1903. P. MARIE e CRouzoN (54). « Noi pensiamo collo STRUMPELL che il tibialis phitnomen è legato come il segno di BABINSKI ad un perturbamento del sist~ma piramidale e che può servire come il fenomeno dell'alluce a far diagnosi clinica di sclerosi combinata a forma tabetica » 1903. R. HmscHBERG (55) descl'·ive un ri· flesso speciale (riflesso adduttore del piede) che, secondo l'autore, sarebbe da mettersi a lato del riflesso di BABINSKI; il quale « è un indizio certo di un disquilibrio nella funzione delle vie piramidali ». 1903. ANDRÉ LERì (56) nel Revue Neuro· logiqzle de Paris dà le seguenti conclusioni del suo lavo1'0 (156 casi) : · « 1) alla itascita l'estensione dell'alluce è la regola quasi generale, la fles· sione invece è una rara eccezione ; « 2) dopo i tre anni la flessione è la regola l'estensione è eccezionale senza tuttavia acquistare lo stesso valore diagno· stico certo che il riflesso del BABINsKI presenta nell'adulto » .

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SEZIONE PRATICA

1903. RAYMOND (57) in una discussione alla Società di Neurologia di Parigi sul· I 'importanza semiologica clel clono del })iede dichiara : « È certo che il fenomeno <lel pied.e (clono) ha un grande valore cli· nico, ma a me pare che il fenomeno dell'al· luce abbia un'importanza anche maggiore: j nfatti per parte mia non ho mai ·visto una sola eccezione alla regola stabilita dal BA· BINSKI » . 1903. GRA.SSET (58) in una sua tesi molto -documentata, dove dimostra la correlazione .che esiste tra la contrattura e lo stato del neurone cortico-spinale, attribuisce il più gran valo1·e al fenomeno dell'alluce. 1903. G. MARINESCO: ecco quanto riferisce in un suo 1·ecentissimo lavoro (59) : « Il segno di BABINSKI si ritrova colla più grande frequenza nell'emiplegia organica d'origine cerebrale; le mie ricerche personali mi permettono di affe1·mare che lo si può constata1·e n e11'86 per cento dei casi all'incirca. « (~ualche autore pare dispo$to a credere che il fenomeno dell'alluce può esistere indipendentemente da qualsiasi lB· sione del sistema piramidale, la cosa sarà }JOssibile, ma non mi pare ancora dimostrata. Per conto mi<;> non mi perito ad ~f· fer111are che ogni qual volta si riscontrerà il riflesso del B.1.\.BINSKI sotto forma di estensione manifesta del grosso dito del piede con partecipazione o non delle altre dita si può essere ce1~ti che ci si trova di fronte acl un'affezione in cui il sistema nervoso è alterato~ questa alterazione potendo an~he essere leggera come ad esempio una semplice comp1·essione oppure una lesione poco estesa del fas cio piramidale. « Insomma il fenomeno dell'alluce può ~ssere il primo ed il solo segno rivela· tore di un perturbamento delle vie midol· lari, esso è il primo a mostrarsi e l'ultimo a scomparire. « J. BA.BINSJ{I non ha solo avuto il me1·ito di scoprire questo segno importante, ma ql1ello ben I)iù grande di comprenderne tutta la portata e di darne la spiegazione })Ìi1 conforme ai fatti. « Gli autori che dopo di lui si sono oc-cupati di questo fenomeno non hanno fatto

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confermare le vedute del BABINSKI o non vi hanno apportato che delle questioni di dettaglio » :.::..

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Così ad otto anni di distanza dalla p1·ima memoria originale del BABINSKI si esprime MARINEsoo, un' autorità incontrastata in Neuropatologia. A. pochi fatti d 'osservazione clinica è ri· servata una tale fortt1na ed è consolante almeno per chi nutre amore di scienza, il constatare che una volta tanto un fatto d'indole puramente clinict:Ji abbia potuto resistere vittoriosamente all'influenza demolitrice del tempo e dello spirito critico. Noi abbiamo passato in esame nella nostra rassegna bibliografica le conclusioni dei numerosi autori, abbiamo vedt1to che . se non tutti, certamente l'immensa maggioranzct è concorde nell'affermare e consacrare il valore del sintomo clinico scoperto dal BABINSKI e la conclusione a cui si deve logicamente arrivar·e oggigiorno su questo proposito si è che : tutti i primi neurologi del mondo considerano il /eno-

11ze1zo dell'allzice come patognomonico di n1i pertzlrba1nento nel dominio 'delle vie pira1nidali. Pochissimi contradditori adunque ave· vano alzato una debole voce di dubbio ed a questi JEAN BABINSKI nel 1900 poteva rispondere: (60) « I ~risultati delle mie i·icerche sono stati confermati da numerosi autori solo 1'1ARTIN CoHN e G1uDICEANDREA sono' affatto in disaccordo con me, ma mi pare n1anifesto che i miei contradditori l1anno commesso nelle loro rice1~che degli errori di tecnica contro i quali tuttavia io ho avruto cura di mettere in guardia gli osservatori » . Dopo d'allora nè MARTIN CoHN, nè G1u DICEANDREA hanno ribattuto parola. Le cose stavano in questi termini quando 'nel Giornale della R. Accade1nia di Medicina di Torino (61) nell'ultimo numero (luglio e agosto) comparve ana memoria del dott. AUDENINO (della Clinica psichiatrica di Torino) in cui l'autor e cont1~addice totalmente le vedute del BABINSKI. 01·a noi ci permettiamo di chiede1·e all,autore di questo la\oro alcune spiegazioni. ( 9)


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POLICLINICO

Anzitutto ci teniamo a dichiarare che non del fenomeno dell'alluce. Di tutto questoci basiamo soltanto sulla nostra personale noi non prenderemo in considerazione che esperienza in proposito per contraddire i dati di fatto positi vi. L ' A. dt1nque i·iferisce di aver trovato il apertamente e pubblicamente le sue asserzioni ; ma ce n~ arroghiamo il diritto riflesso di BABINSKI « Venticinque volte sentendoci confo1·tati pienamente dall'opi· su cento e venti persone sanissime, per cui nione di tutti i più distinti Neuropatologi. si domanda: se realmente il fenomeno del Pe1-- ciò poi che rigt1arda le nostre convin· BABINSKI può stare ad indicare che il fa .. zioni affermiamo che durante tutto il tempo scio piramidale è più o meno leso - ed in cui noi abbiamo seguito l'insegnamento inoltre dichiara di aver riscontrato il fedella clinica CHARCOT alla Salpétrière e nomeno dell'alluce nel 12 e 15 °/ 0 degli alie· durante la nostra pratica ospitaliera al· nati da lui esaminati » . l'Hotel Dieu, a la Pitié ed a Bicètre, ove Ora ciò desta in noi la più legittima sor· ci fu dato poter esamin·a re un gran dissi· presa e, diciamolo pure, i nostri dubbi più mo numero d'ammalati, noi abbiamo potuto che legittimi ; per cui l' A. deve permetterci e dovuto riconosce1·e al fenomeno scoperto di manifesta1·gli la nostra poca fiducia per dal BABINSKI un valore incontrastato ed , i dati ch'egli riferisce. Se infatti fosse incontrastabile. vero quanto l' AUDENINO afferma bisogneMa ecco in riassunto la comunicazione rebbe proprio credere che BABINSKI, van fatta dal dott. AuDENINO il 26 maggio alla GEHUOHTEN, MARINESCO e tutti gli altri abbiano avuto le traveggole. , R. Accademia di medicina in Torino: Il dott. AuDENINO non ha pensato che « Sul fenomeno di BABINSKI negli alie· nati (61). Senza partire da alc"m precon· quando in scienza si contraddice ciò che è cetto - dice l' A. - egli ha esaminato il stato riconosciuto unanimemente dai più ilmaggior numero possibile di ammalati lustri scienziati, bisogna avvalora1~e le pro· (alienati). 319, e trovò il riflesso di BABIN· prie asserzioni con dei fatti sicuri, altriSKI su 187 t1omini nel 12,2 °/0 dei casi, su m enti si cor1~e il rischio di essere smentiti. 132 donne nel 15 °/ 0 » . L'AUDENINO ha avuto i] torto di non fare « Il fenomeno dice l' A. si pre- ciò: s'egli afferma con tanta sicurezza di sentò in forme cliniche diversissime (1na- aver riscontrato 25 persone su cento 0 nia, melanconia., imbecillità, isterismo, ecc.) venti col segno di BABINSKI, perchè non ed in nessun i .. appo1·to col decorso delle ne ha portato qltalcuna alla R. Accademia medesime. Volle perciò stabilire dei con· di Torino '? Egli invece si è accontentato di fronti con persone sane, esaminò 120 ber· presentare a questa A ccademia una persona aglieri e vi trovò il fenomeno del BABINSKI sola : un'isterica in cui aiz:itandos i colla sng1iel 20,2 °/ 0 dei casi. ges tio1ze poteva far comparire e scomparire Ed allora l' A. conchit1de : « Quantunque il segno di BABINSKI. Ora una tale dimo- · BABINSKI, van GEHUCHTEN, ecc., non ab- strazione è tutt•altro che sufficiente. biano mai riscontrato il i·iflesso del BASi è quindi per m eglio accertarci sul vaBINSKI i1ell'uomo no1•male, CoHN e ScHULER lore e sulla i·ealtà delle sue affermazioni lo rinvennero per cui rimane intanto ac- che noi lo preghiamo vivamente a ' roler certato che il fenomeno può essere pre· presentare ad una delle prossime sedute sente anche in persone sanissime » . della R . Accademia di medicina di Torino Oltre a ciò 1 A. rife1..isce di tln caso di - o altrove - (dandone precedentemente clonna isterica ~n cui trovò il segno di BA· avviso perchè possa intervenire anche uno BI~ . . K t evide11tissimo e in cui potè a suo di noi che è lontano) qualcuno soltanto, piacimento colla suggestione e coll'ane· non pretendiamo troppi, dei suoi così nume· te~ia plantare provocata~ far comparire e 1·osi individui normali che presentano a sue> comparire il i·iflesso di BABINSKI. modo di vedere il fenomeno dell'alluce. Sarà questa una delle lezioni più istrut· " eguono poi va1·ie riflessioni dell'A., che tenta cli piegare a modo suo la genesi tive per noi non solo ma per tutti quanti !.._

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SEZIONE PRATICA

si interessano alla N europatològia; poichè se veramente ciò' che il dott. ÀUDENINO afferma fosse vero, ci sarebbe proprio ragione di congratularsi con lui per la sua fortunata -ed inopinata scoperta, la quale verrebbe a sconvolgere improvvisamente d'un colpo solo le teorie elaborate dai più distinti fondatori e continuatori della N europatologia. Pe1·ò fino al gio1'no da noi impazientemente atteso. in cui dovremmo inchinarci dinnanzi all'e,ridenza delle prove e dei fatti, che l' A. ci fornirà, noi non possiamo ammettere a priori. le sue asserzioni' e consigliamo anzi l' A. a voler prima rileggere attentamente la memoria originale del BA· BINSirI in cui è descritta la tecnica per la r·ioerca e per l'interpretazione del fenomeno dell'alluce. Ed ora che crediamo di esserci spiegati ben chiaramente circa le nostre intenzioni e(l i nostri desideri rivolgiamo alcune osser'razioni all'auto1'e: L'.l\..UJ)ENlNO riferisce di aver esaminato !li~) alienati e di ave1'VÌ riscontrato nel 12· 15 per cento dei casi (rispettivamente negli uomitii e nelle donne) il fenomeno del Babinski. Ora noi domandiamo quale valore tJossono a"\,.ere le constatazioni dell' Audenino e le st1e conclusioni s'egli non ha fatto disti11zione alcuna tra le varie forme clini· cl1e d'alienazione mentale da lui esaminate. È uensl VP-ro, che l'autore aggiunge di aver sca1·tato accuratamente tutti i casi in cui era,ri un'emiplegia organica concomi· tante, ma ciò non è anco1·a sufficiente : infatti in ,,.ari& forme d'alienazione men· tale, il cui st1bstrato è un' alterazione organica delle meningi o della corteccia ce1·ebrale, si può l'iscontrare il fenomeno ò.ell alluce. J. BABINSKI fu il primo a :q.otare questo fatto, e fin dal 1898 (vedi ~· H) egli riferisce lli avei' trovato il riflesso dell'alluce in un pa1'alitico generale. Dopo d'allora molti auto1'i hanno confermato questo primo reperto · (, .. edi n. :23-25). Oramai è cosa nota · che nella paralisi generale quando esiste il fenomeno dell'allt1ce, questo rivela t1na degenerazione coneomitante del fascio cortico-spinale (o per

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perturbamento nel dominio di questo neurone). È notorio pure che in varie forme d'idiozia a substrato organico (sclerosi cerebrale, porencefalia, ecc.) si può osservare il ri· flesso del BABINSKI ed infine è pure assodato che durante l'accesso un epilettico banale può presentare il fenomeno dell'alluce. L'autore dice : « Ho osservato il fenomeno in forme cliniche diversissime ed in nessun rapporto col decorso delle medesime. » Che cosa vuol dire con ciò'? Vuol signi· ficare forse che egli ha trovato : il segno di Babinski negli epilettici indifferentemente dura.nte o dopo l'accesso'? Sarebbe sommamente int~ressante saperlo ; e se l'autore ~a notato veramente questo fatto dovrebbe precisare meglio le sue affermazioni e per accreditarle presentare qualcuno di questi casi. Ad ogni modo, a noi pare manifesto, che le sue statistiche non possono avere un grande valore, s'egli non ha fatto le distinzioni le più elementari, che erano indispen· sabili in queste sue ricerche. L' AUDENINO vorrà perdonarci se ci permettiamo ancora di fargli osservare che egli ha citato a torto nel novero dei contradditori del BABINSKI : il 0ROCQ, l' ARDIN DELTHEIL, il RouvIÈRE ed il Frnrzro. Per ciò che : riguarda il primo autore basta riferirsi a quanto egli ha dichiarato recentemente e che noi abbiamo riferito (vedi numero 46). Quest'autore - lo ripetiamo - combattendo le idee del Van GEHUCHTEN sull'antagonismo tra i riflessi cutanei dice che: questa dissociazione in neuropatologia non pt1ò avere il valore patognomonico che in, vece presenta il segno di Babinski, il cui significato giorno per giorno va sempre più precisandosi nel senso di una lesione organica dei fasci piramidali. » Dietro queste dichiarazioni non sappiamo proprio spiegarci come l' AuDENINO voglia vedere nel 0ROCQ un contradditore del BABINSKI.

ÀRDIN DELTHEIL e RouvIÈRE sono pure citati erroneamente dall'AUDENlNO : questi due autori trovando infatti il fenomeno del(11)


IL POLICLINICO

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[ANNO XI, F ASC. 5]

del Babinski ; infatti cite1·emo in proposito le conclusioni del MARINESCO. (Vedi n . 39). « Il segno di Babinski non ha valor_e attualmente che per la sua presenza; la sua assenza non esclude affaitto l'alterazione del fascio piramidale. Può darsi che tra q11alcl1e tempo ci sia dato di poter ap· prendere la causa per cui questo segno non compare in tutti i casi di emiplegia organica : BABINSKI, M .ARIE DEJERINE hanno già insistito st1 questo punto. » T11tti sanno che su cento casi di emi· plegia organica ce ne sono 10-15 in cui il segno di BabiIJ..ski non compare: le statistiche dei vari al1to1·i lo dimostrano · ora n essuno mai ha sognato di concludere in qt1ei casi in cui il fenomeno dell'alluce era mancante, che quivi il fascio piramidale non fosse df)generato o, inversamente, nessuno ha mai creduto di poter togliere qualche valore al f~nomeno dei Babinski perchè mancava qualche volta là dove la cl egene1·azione del fascio piramidale era. evidente. E PlJure converrà l ' Auto1·e in questo; che la degenerazione del fascio piramidale è ancor più certa in t1n caso di emiplegia 01·ganica d origine cerebrale che non in 11n caso dj sclerosi laterale amiotrofica. L egga a qt1esto proposito i lavori di BRISSAUD, PIERRE MABIE, GEREST, GRASSET, SENATOR, ecc., e ql1ello che il professor BoERI scriveva nel 1899. (Vedi num. 12). « Trovo degno di considerazione il par· ticolare dell'assenza del fenomeno cli Ba· binski da me riscontrata in q t1att1~0 casi di . sclerosi laterale amiotrofica, reperto che potrP-bbe tro,' are riscontro nelle i ..ecenti i·icerche , le qt1ali vanno togliendo sempre più importanza all alterazione delle fibre proprie del fascio piramidale nella malattia di Char·cot. )> Con tutto ciò noi non vogliamo dire al· l ' A UDENINO che se egli non ha trovato il i·iflesso del Babinski in un caso di sclerosi laterale amiotrofica, ciò significhi che qui vi il fascio piramiclale non el.·a leso; noi de· sideriamo soltanto affermare che non '" i può, nè si deve basarsi sopra un caso di eccezione per· formulare giudizi contrari a quelle teorie che lo studio, la i ..icerca e

l allLtce in alct1ni paralitici generali, non hanno fatto che confermare le vedute del BABINSKI. Circa al F1NIZI0 1 ÀUDENINO lo mette in· s i eme a CoHN e a ScHtrLER, ma non con si· dera affatto ch e mentre CoHN e ScHULER nelle loro statistiche classificano a parte gli adulti ed i bambini, Frnrz10 ha solament~ istittiite le sue ricerche su cinquecento neo· nati, per cui se egli ha trovato il 20 per cento dei casi col segno Babinslri, ciò non significa affatto che la sua statistica IJossa infirmare m enomamente il valore semeiolo· gico rlel fenomeno dell'allt1ce. Basta infatti legger e le conclusioni di tutti gli autori inrli· stintamente che si sono occupati di studiare il compo1·tarsi del rifl13sso cutaneo tJlantare nel bambino (vedi n. 9, 26, !6, 56). Dietro queste considerazioni, n on è possibile, l o ripetian10, il poter attribuire un senso contraclclitorjo alle statistiche del FrNrzro, sicchè l' Aur>ENINO lo cjta male a p1·oposito. L'autore dell:t memoria l etta alla !{ . .Acca1demia medica di Torino, come chiusa del st10 lavoro, riferisce di lln caso da lui e~a­ minato in cui si t1·attava indubita,tamente <li una se lerosi laterale amiotrofica classica ed in cui si constatava : l1n'esage1·azione <lei riflessi c11tanei e l'assenza del fenon1eno di Babinski. Ed allora affrettata mente l' A. esclama: « Il caso è istruttivo in quanto che esso è in contraddizione con quanto si ammette gPt1Pralmente dopo i lavori del V AN GHEU· ('IITE X sull'antagonismo tra riflessi ct1tanei e tenclinei: nel presente caao sono in,Tece e agera.ti i i·iflessi tendinei, i (\t1tanei e manca il fenomeno cli Babinski, inentro non è negabile che il fascio }Jiramidale sia fortemente cor11promesso da.I processo 1no1·· boso. :.

Anzi tutto l'autore dimentica che non tt1tti i ne1u·o1Jatologi sono concordi n C'll'am111ettere un'importanza così assoluta aJl' anttlgonismo tra i riflessi tendinei ecl i r·i · f le . i ct1 ta,nei. ("\redi a proposito la relazione <li ( IlOf'l~, n. 4:6). < ltre a ciò non c'è poi da formalizZ<tr i oltre mi u1·a se p er eccezio11e tlna ,~ olta t~tnto in un caso in cui il fascio pi· r:t1nidale ' leso, può mancar s il fenomeno l12) 1

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[ANNO

XI, F ASC. 5]

SEZIONE PRATICA

l'esperienza dei più illustri scienziati hanno consacrato. 12 settembre 1903. Dott. ~IARio BERTOLOTTI - Torino. Dott. ·SILvro G A,~ AZZENI - Bergamo.

CHIRURGIA

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Anatomia ehirurgica e chirurgia dei bronchi extra-polmonari. Paris, 1903. La Presse j1Jrdicate, 1903, n. 95, pag. 827).

(ScHw ARTZ. Pltèse de

La chirurgia dei bronchi può dirsi ancora nell'infanzia: gli inte1·venti cruenti praticati sul 'Ti vo pe1.. la via del media· stino raggiungono solo il numero di tre; una volta e stato assalito il bronco per toracotomia posterio1·e (CuRTis, 1896), due 'rolte per toracotomia anteriore (MILTON, 1901, RICARD, 1901). In questi tre oasi si trattava di corpi estranei t1ei bronchi, e tutti e tre furono seg11iti d~t mo1·te. Non essendo ancora fissata la v ia migliore per raggiungere i bronchi l' A . ha intrapre'3o delle ricerche sul cadavere per precisare la topografia ed i rapporti dei broncl1i ~tessi. Nel capitolo che egli consacra all'anatomia chiru1·gica dei bronchi mediastinal~, studia gli elementi p1·incipali del peduncolo }JOlmonare (tronco, arteria e vene polmonari) dal plLnto di 'rista dei loro i·appo1·ti • • 1·ec1proc1. L'ilo polmonare non è un.a superficie piana, ma lln vero seno, profondo 1 centimetro e inezzo, in cui si dividono i dive1·~i elementi del peduncolo. La clivisione del b1·onco primitivo, o llronco pedt1noolare principale, in bronchi peduncolari seconda1·i (supe1·iore, medio ed inferiore a sinistra) av,riene fuori del tessuto polmonare, contrariamente a quanto è dfltto nella grande maggioranza delle <lescrizioni classiche. Il peduncolo polmonare può allora essere diviso in due segmenti: un segmento inte1·no~ mediastinale che comprende tutto il i)eduncolo principale e completamente all'in· fuori del polmone (vero segmento chirurgir.o); ed un segmento esterno, ugnal~ente ext1·a-polmonare, ma profondamente inf osSé1to nell'escavazione dell'ilo, e che non può essere scoperto senza sollevare la parete

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anteriore e posteriore del seno, manovra difficile e che non permette di portare la azione chirurgica che sull'origine di ql1esto segmento. Tutto il bronco primitivo, dopo la biforcazione della trachea. fin dopo l'origine della prima collaterale è libero sulla sua faccia posteriore e perciò facilmente abbordabile, mentre che la faccia anteriore è in rapporto ~on la grossa arteria polmonare. Le arterie bronchiali, che ordinariament~ sono descritte come posteriori al bronco, $Ono, è vero, retro-bronchiali, percl1è sono situate in un piano posteriore ma a livello del bo1·do superiore dei bronchi stessi; esse quindi sono anche sopra-bronchiali oltre ad essere retro-bronchiali, e non molestano la messa a nudo della porzione mPmbranosa del bronco. · I gangli linfatici, lasciano anch'essi libera la faccia i:>osteriore del bronco, mentre la faccia anterioi.·e è i·icoperta alla origine dal gruppo pre-tracheo-bronchiale, prima di esserlo dall'arteria polmo1Jare. Indi l' A., passando allo studio dei rap· porti con gli organi extra-peduncolari, mo· stra che nella faccia anteriore il segmento chirn1·gico dei bronchi è assolutamente invisibile a sinistra; che a destr.a non lo si può vedere che attraverso 1 occhiello arterio-venoso limitato dall'aorta e dalla vena cava, dopo aver liberato il fondo della doc.cia da un ganglio che vi si trova con una certa c.ostninza. Quanto alla faccia posteriore della por· zione chirurgica dei bronchi, la si può di· vid ere in tre segmenti : 1° Un segmento interno, viscerale, ll1ngo 1 centimetro a destra, 3 centimetri a sinistra; mascherato dagli organi del mediastino, azigos e pneumogastrico a destra; esofago, aorta e pneumogastrico a sinistra. 2° Un segmento medio, pleurale, ricoperto dal polmone e dalla plem--a che s'inclinano verso l'ilo e che possono esse1·e spostati con grande f aoilità. 3° Un segmento esterno, ilàre formato dal bronco priruiti vo, un po' al di là della prima collate1·ale, nascosto nel seno dell .ilo. e che si può anche facilmente liberare. Infatti, a questo livello, non avvi che un foglietto pleurale unico, viscerale, ad eren te al tessuto polmonare fino al fondo dell'ilo; non avvi più cavità plem~ale , e per conseguen~a danno ad aprirla. SCHW A.RTZ termina questo studio anato(13)


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IL POLICLINICO

mico con quello della topograifia toracica dei bronchi mediastinali determinata col metodo anatomico e specialmente colla ra· diografia. Da queste ricerché anatomiche, l' A. con· elude che è impossibile di abbordare i bron· chi dal mediastino anteriore, mentre che la via posteriore perm~tte facilmente senza rischio di ferire ·alcun organo, di abbordare l'estremità inferiore della trachea ed i due b1..onc:hi. Per ultimo è esposta dettagliatamente la tecnica operatoria della broncotomia posteriore. Il soggetto, coricato sul lato affetto, in posizione latero-ventrale. Incisione ad U a base esterna, di cui la branca orizzontale superiore va dal bordo spinale dell'omo· plata, a livello della spina, fino a 3 cm. dalle apofisi spinose; la branca verticale discende parallelamente alla cresta spi· nosa p~r 12 cm. ; la branca orizzontale inferiore parallela alla prima ed un po' più lunga. Questo grande lembo si disseca mettendo a ·nudo le costole. For1nazione di zino sportello costale. - A tal uopo sezionando la 5a, 6a, 7a ed sa costola a 2 cm. dall'apice delle apofisi tras· ver·se all'interno, ed il più lontano possibile all ester'no, si solleva lo sportello, che scol· lato dalla pleura parietale viene ribattuto all'esterno sulla scapola. . A questo punto si possono scegliere due vie: a) Via transplezirale (eccezionalmente). Dopo avere per una piccola apertura della pleura, prodotto un pneumotorace lento e progressivo, si incide la sierosa e col dito introdotto nella pleura si va a sentire all'interno il bronco ove devesi incidere. J)opo sutura ermetica del bronco, sutura della pleura ed aspirazione dell'aria. <~uesto processo semplice ha l'inconve· ~ient~ di ap1·ire la pleura, ed esporla alla infezione per il versamento nella sua cavità dei prodotti bronchiali. b) Via e.-r:trapleurale. Le manovre dif· f eri cono a destra e a sinistra. A destra, la pleur'a parietale è scollata facil.me~te. dalle costole e dai corpi vertel)ral1; s1 i·1conosce allora la ' rena azigos ottimo punto di ritrovo poichè nella con: cavità del suo arco si trova il br'onco destro. ' i continua lo scollamento della pleura ma solamente al disotto dell azigos · si ri· (14:)

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conosce l'esofago, ed a destra dell'esofago il pneumogastrico. La pleura ed il polmone sono allora mantenuti all'esterno da una larga valva vaginale, e nel fon do della ferita, si vede uno spazio triangolare limitato in alto dalla porzione orizzontale dell'azigos, al· l'interno dall'esofago, all'esterno dal pneumogastrico. Nella porzione superiore di questo spazio triangolare, proprio al tli· sotto dell'a~igos, il dito sente il condotto bronchiale e può seguirlo verso il polmone e verso la trachea. Se il corpo estraneo sta nel segmento chirurgico del bronco, il dito lo sente, e si incide su un centimet1·0 la porzione mem· branosa a eguale distanza dai rilievi cartilaginei laterali. Se il corpo estraneo sta all'esterno od all'interno di questo punto, è sempre qui. sito di elezione per la broncotomia, che si inciderà, e con una pinza adatta introdotta per l'occhiello, si andrà alla ricerca del corpo estraneo. A sinist1·a, lo scollamento della pleura, altrettanto facile che a destra ci fa arri· vare sull'aorta toracica, primo punto di ritrovo preso sul pneumogastrico. Il bronco è cercato e trovato dal dito in uno spazio lungo circa 5 cm. limitato in alto dalla porzione orizzontale dell'arco, all'interno dell'aorta discendente, all'esterno del polmone divaricato da una valv·a ; il pneumogastrico può stare tànto all'interno quanto all'esterno. Il sito di elezione della broncotomia si· nistra è il punto del bronco situato al· l'esterno dell'aorta. Dopo l'estrazione del corpo estraneo, il bronco_ è suturato, lo sportello toracico ri· battuto, ed i piani s11perficiali sl1turati. Il drenaggio è quasi sempre indicato. L'indicazione di questa broncotomia po· steriore si avrà quando avranno fallito tutti gli altri metodi; ma per quanto più sarà precoce tanto maggiori saranno le pro· babilità di successo. LEOTTA.

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Cont1·ibuto spet"imentale alla chirurgia traumatica del polmone. (VALERIO.Estr. dal Gior1iale 11iedico del R. Esercito del luglio 1903).

L ' A. divide il suo lavoro in due parti. Nella prima si propone di ricercare quali modalità operative, relative all'apertura del torace, alla sutura e alla resezione polmo-

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SEZIONE PRATICA

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più si adattino ad attenuare nella loro gravezza e frequenza le complicazioni immediate e tardive proprie dell'intervento. Nella seconda, di riprodurre sui cani molte ferite del polmone con armi da pt1nta e taglio e da fuoco, per seguirne i rispettivi caratteri evolutivi, normali o patologici, in i,elazione con le condizioni del ferimento e -col metodo curativo prescelto. In quanto alla prima questione, dopo una numerosa serie di esperienze, conclude -0he : il maggior· pericolo immediato di ogni azione chirurgica diretta sul polmone normale (nei cani) è principalmente dovuta al pneumotorace operatorio, il quale, mantenuto nelle condizioni di pneumotorace aperto conduce ad una rapida morte per asfissia. L'operatore deve quindi presce· gliere le piccole breccie facilitanti la trasformazione del pneumotorace da aperto in chiuso. Associando al semplice taglio intercostale la mobilizzazione di parte delle costole adiacenti, per il tratto che corri· s1)onde alla lunghezza della incisione dei tessuti molli, ne risulta n ei cani una breccia s11fficiente all'asportazione di tutto un polmone di 11n lato. Con una breccia così fatta, ~1·niato il viscere o parte di esso, riesce facile, accollando i margini della ferita al peduncolo .del viscere erniato, impedire la comunicazione tra la cavità pleurica e l'e· sterno. . Sono della maggiore utilità quei mezzi che rendono facile l'ac~ollamento degli archi costali, integri o frammentati, sia al peduncolo del viscere, dopo l'estrazione, sia fra loro durante la chiusura della ferita tora·

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sia la natura, tendono alla1 guarigione spontanea ; che la floi;a micro· bica del polmone non esercita influenza sulla origine delle infezioni traumatiche polmo· nari, il ct1i sviluppo risulta intimamente legato alla penetrazione dei germi nel torace attrave1·so la ferita della parete ; che di rado tali infezioni, per ciò che riguarda l'inquinamento diretto del parenchima, pre· sentano carattere suppurativo; èhe la pleurite purulenta costituisce d'ordinario il punto di partenza delle suppurazioni tra11matiche del polmone ; che l'emotorace predispone alle infezioni pleuro-polmonari ; che la te· rapia delle pneumorragie irrefrenabili deve essere chirurgica, diretta sul viscere ferito e sarà rappresentata dalla pneumorafia nelle ferite da taglio e dalla pne11monecto· mia in quelle da fuoco. Per le esperienze fatte risulta inoltre all' A. che l'intervento chi1·urgico, non re· clamato da indicazioni urgenti, allo.rchè non fu causa diretta di insuccess,o, mostrò di aggravare notevolmente le condizioni del· l'animale, rispetto alle esperienze di con· trollo, in cui venne p1·escelta la cura astensiva. Dott. ACHILLE DE F A.BII.

OCULI,STIOA

Lesioni oculari che si ve1·ificano nel corso di malattie del cuore, dei vasi• sanguigni e dei reni. (STEDMAN BULL.

dicembre 1903) .

M ed;cal R ecord, N e''r York,

~1ca.

Cor1·ispondono efficacemente allo scopo ~·obuste anse pericostali di seta. Passando ~Ila sutura polmonare l' A. consiglia i processi di Lembert e di D'A polito per l'enterorafia. Nella pneumonectomia ha avuto i mi· gliori risultati con un taglio cuneiforme che facilita 1 accurata sutura del moncone re-sid110. La sutura del moncone deve essere preceduta da t1n'accurata occlusione dei vasi e dei bronchi, visibili alla superficie di ta~lio.

Quando non possa praticar&i la sutura, l'A. preferisce per l'emostasi l'uso di sottili lamine ossee decalcificate. Nella seconda parte del lavoro, in quella -cioè che tratta delle ferite polmonari, arriva alle conclusioni: che le ferite del polmone,

a) Malattie del sistema circolatorio. - Normalmente la pressione endoculare deve con,. side1·arsi come una delle funzioni della pressione sanguigna vasale : una anormalità pertanto della pressione sanguigna può dar luogo ad alterazioni nel fondo oculare constatabili coll'oftalmoscopio. In un'anemia assai forte si trova la papilla assai pallida, quasi bianca. Se esiste notevole e rapida diminuzione della pressione sanguigna, la più leggera pressione col dito sul bulbo provocherà pulsazione delle arterie retiniche, poichè la pressione endoculare ostacola la circolazione retinica. Se tale condizione di cose dura a lungo non è raro segnano emorragie retiniche spontar1ee. Queste emorragie, se associate con tensione arteriosa alta, sono il segnale di degene· razione arteriosa estesa. (15)


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IL POLICLINICO

L'iperemia venosa della retina accompagna q11elle affezioni cardiache in cui il ri· torno del sangue verso il cuore è ostacolato, come nelle lesioni valvolari e nel cuore grasso. Nell'insufficienza aortica uno dei sintomi più costanti è l' alternant~ arrossamento ed impallidimento del disco ottico P così pure è quasi costante la presenza di una pulsazione arteriosa retinica sincrona col polso i·adiale. Questi fenomeni ben si comprendono q11ando si pon mente all'ipe1·trofia compensatoria del ventricolo sinistro. al forte aumento della tensione arteriosa nella sistole e alla sua diminuzione nella diastole in causa del i·iflusso del sangue nel ventricolo sinistro. Una generale congestione ' renosa retinica è poi di regola in quasi tutte le lesioni valvolari. Negli stadi a'ranzati delle lesioni mitraliche è poi quasi costante una pulsazione retinica. Nella dilatazione del cuore senza lesione valvolare si trova di s0lito iperemia clella retina con forte dilatazione delle vene. Nel cuore grasso non mancano numerose emorragie retiniche. . Come regola generale si può asserire che le emorragie retiniche senza segno d'infiammazione sono un sintoma: o di aumento della pressione ~anguigna (ipertrofia cardiaca o lesioni ' ralvolari) o di malattie dei ' rasi r etinici o di condizioni patologiche del sangt1e. Ben si sa come malattie del sistema circolatorio possono dar luogo a trombosi ed embolie retiniche (endocarditi ulcerative o i·eumatiche). Embolie nei vasi coroidea]i non inducono disturbi f nnzionali in grazia delle numerosissime anastomosi l'erhbolia dell'arteria centrale della retina o clei suoi rami invece è assai gra,,.e, trattandosi di ltn'arteria terminale che ha solo })Oche anastomosi capillari. Tale embolia p11ò essere il primo sintoma che svela l'esistenza di una endocardite latente: se si tratta del tronco dell'arteria • centrale si ha subitanea cecità; le arterie a1)paiono vuote, le vene ristrette; presto un'opacitit dif ft1sa in,.. ade tutta la retina e specialmente i dintorni del ne1·vo ottico che va a.trofizzandosi. Se l'embolo i·isiede in un ramo dell arteria centrale, l'opacità si li1nita ètd una dat~t zona della retina e co ì pure la cecità. L embolo stesso può esse1·e tal,rolta ' '"isibile coll'oftalmoscopio. . -\.Iterazioni . arteriosclerotiche dei vasi re· tinici i vedono a sai spesso ma sono anco1· pii1 frt qt1 nti nei , .. asi coroideali. Le pareti tlU)

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vasali appaiono ispessite o attorniate da un margine bianco (pe1·iarterite o perifle· bi te); il lume è assai i·istretto, talvolta affatto obliterato; cambiato in un cordoncino bianco. Talvolta dilatazioni del vaso si alternano con i·estringimenti tanto da fai-l'impressione di ane11rismi miliari. Come rist1ltato si hanno facilmente emorragie della retina che insorgono spontaneamente o alla più piccola occasione : lo' stesso fattopuò aversi nella co1·oide e nella congiun· tiva bulbare specie di persone attempate .. Tali emorragie in generale hanno una grande importanza diagnostica essendo nellepersone adulte un ammonimento di pros-sime future apoplessie. L'arteriosclerosi dei vasi sanguigni octt· lari deve inoltre essere considerata la causa del glaucoma emorragico. Parecchi autori ritengono pure la arte .. riosclerosi della carotide interna la causa della cataratta ed infatti in molti di questi casi la condizione morbosa della carotide comune può essere rilevata da un'attenta palpazione. Anche l'aitrofia del nerv<> ottico. può essere il risultato di un' arteriosclerosi della carotide in terna e delle arterie otfalmiche. · L'aneurisma dell'aorta o dell'arteria anonima inducono spesso sintomi vasomotori ed oculopupillari dallo stesso lato: più tardi questi sintomi ir1·itativi iniziali possono. dar luogo a pto~i, miosi ed enoftalmo. b) Malaltie 1·eJ,ali. - Tutte le forme di malattie organiche i·enali possono indurre certe lesi~ni dell'occhio, ma queste si presentano colla maggior frequenza nelle nefriti propriamente <lette. L' edema delle palpebre s'incontra nella nefrite acuta e negli stadi avanzati della nefrite cronica; specialmente l'edema della palpebra inferiore si può presentare p1·ima di ogni altro. sintoma. Lo stesso fenomeno si può dare nella congiuntiva, benchè assai più rara.mente (chemosi). Anche l'irite fu qualche volta riportata alla nefrite quando ma.nchi ogni altra causa. Certo che in essa i vasi dell'iride sono spesso notevolmente alterati, onde la più piccola causa p11ò fare insorgere un'h·ite. Emorragie nel vitreo furono talvolta purenotate. Senza dubbio poi si possono avere paralisi dei mo.scoli oculari nel co1·so di nefriti, tanto che è buona pratica esami· nare attentamente le t11·ine d'ogni paziente con paralisi oculare. La causa di tale paralisi è probilmente un emorragia nella re-

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SEZIONE PRATICA

gione dei nuclei. Di solito tali:paralisi gua: riscono t'apidamente; esse sono fra i sintomi. terminali della nefrite. Ma i sintomi più importanti sono a . carico della retina e del nervo ottico : essi possono ma.nifesta~·si tanto in forma di semplice congestione della retina e nervo ottico, quanto in forma di una retinite o papillite. In molti casi quando i segni generali sono sfuggiti per esser lievi, i sintomi oftalmo· scopici provano l'esistenza della nefrite, che di solito è già in tal caso assai avanzata. Vi sono due forme di i·etinite albuminurica: 1° Infiammazione degenerativa della retina con t'ene raggrinzato e caratterizzata da emorragie retiniche e chiazze bianche nella retina. 2° Infiamtnazione essudativa in forma di ne,,.ro-retinite, che s'ha nella forma cli nefrite parenchimatosa. La f 01·ma caratteristica è <luando le plac· che bianco-giaJlastre di essudazione sono disposte in modo più o meno stellato at· torno alla macu!a lutea ed usl1almente (ben· chò non sempre) unite ad emorragie. Vi è sempr~ una certa tendenza ad aumentare nel numero e volume di queste placche ; un loro co1npleto riassorbimento e scomparsa non fu mai osservato. Le emorragie invece non sono tanto caratteristiche, la loro quantità è assai ,-ariabile; il più spesso sono lineari. JJe pa1·eti vasc0Ja1·i, specie delle piccole arterie sono ispessite ed ap· paiono come stl'iscie bianche. Le chiazze bianche consistono di una più o meno estesa degenerazione grassa degli elementi retinici, accumulo di cellule con granuli grassi ed emorragie in processo di riassor· biu1ento. l mutamenti oftalmoscopici mo .. strano cl1e la malattie è essenzialmente una malattia, dei vasi sanguigni: tutti gli altri fatti sono secondari e nella retina sono tanto marcati, pe1·chè qui si tratta d'arterie terminali. La malattia è generalmente bilaterale benchè non in grado uguale nei due occhi: l'impedimento alla vista vario ; maggiore se il nervo ottico è preso. La retinite albt1minurica occorre in ogni forma cli nef1·ite acuta scarlattinosa ed anche n el rene amiloide. Deve essere considerata come uno dei segni terminali del nefrite, ahè la vita ben raramente vien prolungata al di là di tino o due anni: di solito la morte s'ha anzi prima di sei mesi. In quanto alla per· centuale del s110 apparire nella nef1·ite si

può dire in media che sia del 25·30 i)er cento. È al massimo f1·equente nel rene raggrinzato. La prognosi è quindi sfavorevole tanto per la vista che per la vita: completa guarigione si può avere solo quando si tratta di nefrite acuta scarlattinosa o nella nefrite acuta delle gravide. La retinite albuminuri ca delle gravide può esistere senza una estesa let:-iione organica dei reni: è al .massimo frequente verso il 7°-8° mese spe· cie nelle primipare: il parto p1·ematuro è soltanto consigliabile quando la retinite stessa appare in un })eriodo assai precoce della gravidanza (3° mese). L'ambliopia od amaurosi uremica è uno dei sintomi di avvelenamento g ene1·ale u1·e· mico: non è molto frequente (poco più di 1 per cento), sempre bilaterale e di solito finisce colla cecità totale: il rep erto oftalmoscopico è negativo, le pupille durante l'attacco sono dilatate. L'ambliopia uremica è certamente il risultato di u11' acuta autointossicazione. ' In q nei casi di albu1nin11ria cosi detta fisiologica o tl'ansito1..ia che occorrono in uomini giovani e robusti bisogna attentamente osse1·vare la retina per scoprire nel caso l'esistenza di emol'ragie retinich e. Se poi al contrario è dato di riscontrare emor· ragie retiniche in giovani persone senza alb11minuria, bisogna tenel'e i pazienti sotto osservazione ed esamina1·e assai spesso l'urina. Dott. 0ARR .i..

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Accademie, Società niediche, Congressi RESOCONTI

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PARTICOLARI ~IEDIClNA DI TORISO.

Sedut;i del 15 gennaio 190!. Presidenza Gua1·escbi. Prof. Mosso. Commemora il c.lott. G 1AUO)IO MARRO, assistente all'Istituto cli Fisiologia. vittima di avvelenamento cli ossido di carbonio, e, quale estremo omaggio alla st1a memoria rias· sume un'interessante memoria cl1e il dott. !Iarro aveva terminato di scrivere per presentarla al· l'Accademia iritorno alla polipnea. Prof. Reymond. Presenta una. comunicazione preventiva, a nome del dott. CAl\flLLO nIAGXANI s1ilCactino11iicosi della co11gi111itiua, illustrandone un caso occorsogli di osservare a mirne, doT"e · esercisce l'oculistica. (17)


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IL POLICLINICO

Dott. Marco Treves. Appareccliio per ottenere ista11,taneame1ite te1nperatare costanti. - L'O. ri· corda le viste teoriche che lo_ guidarono alla costruzione dell' apparecchio presentato alla R. .Accademia di Medicina nella seduta del 28 maggio 1899. Accenna quindi alle difficoltà incontrate nel· l'utilizzazione di detto apparecchio in causa d ella impossibilità di ottenere con tal mezzo d elle temperature assolutamente precise e co· stanti. Di qui la necessità di inoltrarsi nell'argo· mento con una minuta indagine delle condizioni fisiche occorrenti perchè dalla mescolanza di d11e sorgenii liquide a diversa temperatura si possa rapidamente ottenere un liquido alla vol11ta temperatura e tale da conservarsi esatta e costante per un tempo indefinito. Risultato di questi studi furono i seguenti co· rollari: 1° Che le due sorgenti liquide che entrano a formare la mescolanza presentiuo costante· mente una ug11ale pressione ; 2° Ohe le due sorgenti conservino costan· temente la rispettiva loro temperatura; 3° Che le due sorgenti siano mantenute iso· late nel miglior modo possibile fino al punto in cui ha da avvenire il reciproco loro contatto ; 4° Che sia preventivamente nota la propor· zione con cui le due sorgenti liquide debbono contribuire perchè dalla loro unione risulti. una miscela presentante il grado di temperatura voluto. A questo intento si dovette ideare uno spe· ciale apparecchio regolatore della pressione, uno speciale apparato di riscaldamento, una special e coppia di rubinetti e camera di mescolanza re· lativa (nielange1i1~ ed infine degli speciali abachi o diagrammi indicatori d elle temperature. L' A. mette in funzione quest'appareccl1io che ri11nisce opportunamente quanto può occorrere al medico per raggiungere comodamente in pratica il sucldetto scopo, ubbidendo ai corollari sovraesposti. Sofferma in particolar modo l'attenzione sugli abachi termici, che rappresentano l'ultimo per· fezionamento apportato al detto istrumentario, e per mezzo dei quali riesce possibile di stabi· lire una graduazione preventiva del Tnela1igezir llualunque siasi la temperatura delle due sor· genti termiche originarie che ad esso mettono capo. Con l esperimento e m ediante controllo ter· mometrico dimostra come in grazia di detti aba· chi sia possibile otten ere istantaneamente la 111escolil.nza d elle due sorgenti termiche nella (1 )

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giusta proporzione perchè si ottenga la tempe· ratura voluta e questa si mantenga in seguito costante per un tempo indefinito. Presenta in se~uito una serie di « termofori • da raccordarsi con l'apparecchio e poter, me· diante una circolazione continua d'acq11a nel loro interno, fare applicazioni termiche su circoscritte parti del corpo. Presenta pure vari apparecchi analoghi de· stinati a studii di laboratorio e ·per ultimo lmo speciale « termoestesiometro » mediante il quale la sensibilita termica può essere studiata con insolita PFecisione, potendosi con esso apportare stimoli termici di qualunque grado o frazione di grado. Accenna infine alla importanza pratica di tanta precisione non solo per gli studi di labo· ratorio, ma anche per la termoterapia inqi1an· tochè i be:11efici effetti curativi del calore spe· cialmente sull'attività rigenerativa dei tessuti e sulla resistenza contro l'assalto dei microrga· nismi sono ostacolati all'applicazione pratica dalla necessità di armeggiare entro limiti relativamente ristretti di temperatura, al di là dei quali sta il perit"}Olo di ledere i tessuti ed al di qua quello di non usufruire di tutta l'efficacia curativa: limiti circa i quali non è prudenza far a fidanza sulle indicazioni che potrebbe dare il paziente in causa della irregolare distribuzione del senso termico alla superficie del corpo, della sua fallacità ed infine per il pericolo ine· rente al fatto che una differenza di appena qual· che grado è sufficiente per trasfo1·mare uno sti· molo termico da gradevole in doloroso. L'O. infine mette in fun_z ione il suo apparec· chio e ne spiega ai soci le molteplici applica· zioni. Dott. E. MEYNIER. I

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ACCADEMIA PELORITANA IN MESSINA.

Adunanza del 16 gennaio 1904. Presidenza : A. Zincone.

Ponzio F. (Istituto di medicina legale). Sopra la di1nostraz io1ie microchi1nica dell' avveleiia11iento da stric11,ina. Estraendo col metodo Stass· Otto l' alcaloide dai tessl1ti, in quantità non in· feriore ai 10 gm., si possono identificare microscopicamente la stricnina ed i suoi _ sali, e pra· ticare le reazioni generali e speciali di essa. L'estrazione della stricnina dal contenuto ga· strico si può fare molto più rapidamente: 4-5 gm. di esso: diluito con acqua~istillata, con la quale venne lavata la ml1cosa gastrica, si filtrano e si addizionano d'ammoniaca, fino a reazione al· calina forte· il liquido alcalino si sbatte con cloroformio in un separatore ; il cloroformio,

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SEZIONE PRATICA

quasi sempre torbido e lattiginoso, si filtra o meglio si centrifuga; la sua parte limpida si fa . evaporare in "Vetri da orologio o sopra vetri porta oggetti, e su di essi fare l'osserv·azione microscopica ed anche chimica. Il diagnostico medico-legale richiede inoltre la constatazione del caratteristico sapore amaro e la prova fisiologica. Il bicromato di potassa in soluzione, agendo sopra il r esiduo della evaporazione del cloro· formio, dà luogo a formazione di bicromato di stricnina in cristalli di forma caratteristica, i quali in contatto di acido solforico dànno la caratteristica colorazione.

Sanzo (Istituto di zoologia ed anatomia comparata). Due nietodi 1nolto co1nodi per fissare e ritrovcire al 11iicroscopio nn pu1ito qualu11,que di 11n preparato. L'O. dopo di aver dimostrato discusso gli inconvenienti di varia natura presentati dai m ezzi sinora usati allo scopo di ri· trovare un punto interessante di un preparato, ,~iene alla proposta di 2 nuovi metodi : t 0 1netodo : Si segna sulla piattaforma del mi· croscopio una linea indefinita, parallela ad un piano laterale del microscopio, e passante per il centro ottico visuale, e perpendicolarmente a questa, n ella parte anteriore di essa determinata, dl1e linee, l'una a destra e l'altra a sinistra, equidistanti di un dato numero di millimetri da llna linea mediana antero-posteriore passante, se prolt1ngata, per il centro ottico visuale. Quando si 'Tuole segnare un punto che interei::;si con una manovra che non presenta alcuna difficoltà, si fa c.lelioatamente girare il porta oggetti intorno al pt1nto ceutrale d'osservazione, in modo che un lato 've.cga a mettetsi perpendicolarmente alla linea trasversale. Ciò fatto si fa. comba c:lare col· l 'orlo laterale ed anteriore del porta oggetti, una squadrettina appositamente costruita. Essa € fermata da due bracci ad angolo retto fra loro ; ogni braccio mostra la superficie superiore inclinata ai angolo acuto sulla inferiore che poggia sulla piattaforma ; la massima distanza 1ra le clue superficie è all'orlo interno della squadra, di modo che l'orlo esterno mostrasi qtta.si tagliente. Sulla detta superficie è tracciata ttna divisione in millimetri e mezzi millime tri. Fatta combaciare quindi la st1ddetta squadrettina con due lati consecutivi del porta oggetti, s i legge sulla divisione a che punto le due linee perpendicolari tracciate sulla piattaforma escono fuori al disotto dei due bracci, e se ne piglia , nota. Quando si vuole ritrovare il suddetto punto, basta rimettere la 's quadra n ella posi· zione data dalle cifre in precedenza lette ed annota.te, e fare combaciare il portaoggetti con la B

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. superficie interna della squadra. Cadrà sotto l'osservazione il punto desiderato. 2° n·ietodo : - Questo metodo si propone lo scopo di evitare la lettura in millimetri e decimil· lime tri, cosa che per alcuni può offrire q t1alche difficoltà, e la necessità di mettere il copriog: getti con un lato perpendicolal'e alla linea della pi<tttaforma. Per q t1esto, senza tracciare alcu1ta linea sulla piattaforma, giova un semplicissimo marcatore. . È costituito da due telaietti ad U con cerniera sul lato di unione delle due branche dell'U. In ogni telaietto, quando esso poggia sulla piattaforma, la superficie superiore delle due branche e del tratto di unione trovasi sullo stesso piano, però l' inferiore d·i una branca trovasi, per il minore spessore di ·q uesta, ad un livello supe· riore della superfieie inferiore dell'altra branca e del tratto di unione, in modo che viene a tro· varsi ad un'altezza tale dalla piattaforma che vi possa passar sotto un preparato. Fra l'uno e l'altro telaio si può far scorrere una striscia di carta e a proprio piacimento fissarla con un semplicissimo congegno. Ora volendo marcare un punto interessante, in qualunque posizione si trovi il preparato, si fanno combaciare con due lati del portaoggetti i due lati interni d el telaietto rispondenti alle due branche che pog· giano sulla piattaforma; la terza branca resta al disopra del preparato. Si fa in una striscia di carta un piccolo foro, mediante un sottil ago, ed attorno a questo foro un cerchio osct1ro con un lapis allo scopo di r ender]o più evidente. Si fa scorrere questa striscia di carta orizzontal· mente fra i'uno e l'altro telaietto in modo che il foro praticato si mostri all'osservazione mi· croscopica al disopra del pltnto interessante. Si fissa allora la carta abbassando il telaietto superiore sull'inferiore, e, tolto tutto l'apparecchio con un lapis a punta finissima, percorrendo l'orlo interno, si vengono a marcare sulla carta due linee ad angolo r etto, ch è ad angolo r etto sono i dt1e lati del telaio. Per ritrovare quel punto basta rimette re la striscia di carta fra i dlte telai, fare combaciare le due linee segnate in essa con i due lati interni dell'apparecchio, rimettere al centro di osservazione il forellino che vi si trova praticato e fare scorr ere al di sotto della carta il preparato fino a comhaciare con i lati dell'appar&)cchio, perchè togliendo questo r esti nel centro di osservazione il punto che in· taressa. La n essuna lettura di scale millimetrate, la posizione indifferente del preparato per l'im· piego di questo marcatore, l a sua esattezza la sua semplicità, il suo esiguo costo (poche lire} ed il vantaggio di poterlo t1sare su qualunq11e (1~)


IL POLICLINICO

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modello e di potere fare ritrovare a distanza lln p11nto cl1e inter essi inviando insieme al prepa· rato la strisciolina di carta col foro e le due 1il1ee segnate, fanno sperare che il d<:-tto mar· catore ·ven g a a sostituire gli apparecchi costosi sinora usati, e a con1parire fra il corredo ac· cessorio da micros copio di ogni microscopista.

Trico1ni·Allegra G. (Istitt1to di anatomia nor· male). L'O. riferisce anche lui tre me todi pra· tici sullo stesso argomento. Il prinzo consiste nel tirare due linee graduate a millimetri, occorrendo ancl1e a mezzo e quarto di 1nillime tro, perpendicolari fra di loro, che si incrociano sul centro del tavolino del micro· scopio. Il secondo m etodo consiste n el tirare tre line ~ tangeuti al foro del tavolino, pa1·allele t1·a di loro, le q11ali vengono tagliate perpendicolar· mente da 11n'altra anch'essa tangente al f0ro. Anche queste linoe sono graduate come sopra. Il terzo m etoclo si compone di un telaio ret· tangolare cl1e porta u11a clivisione a millimetri s11i due lati più lunghi. Al momento opportuno si dispone il , ..etrino coprioggetti dentro il telaio e si fa scorrere questo sul ta"\1 olino del microscopio su c11i si troy·a tracciata una linea, graduata. a millime tri, tangente al foro del rui· cr oAcopio in senso meridionale. Col primo e col secondo m etodo basta segnaro il grado corrispondente a due margini del ·ve· trino portaoggetti per chl.\ si possa facilmente ritro,rare quand o lo si voglia llll pllnto qua· 111nquo d el preparato , purch è il v etrino sia <.l isposto in senso normale. cioè, con i lati paral· leli ai rnargini d el t,ivoli110. Col secondo e col ter zo me todo si PVò rin tracciare un punto <I ualunq ue del preparato in qualunque p osizione si trovi il v etrino stesso al inome11to clella, pri1na osservazione. solo che a 1lora occorrono tre nt1meri. B. w

OSSERVAZIONI CLINICHE Istituto di Clinica chirurgica della R, Università di Messina ùir etto dal prof. G. D' UR!3o.

F1·attt11·~l longitudinale'clella testa del

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<lio, sin1ufante una lussazione poste1·io1·e. Art1·oto111ia. Gua1·igione. l">el dot.t. G1u. E PPI<J

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aiuto.

Il r a o clinico cl1e forma oggetto di questo stt1dio. e che io 110 avuto l'opportunità di 01)erare. pre s~nta tlati interes anti per la tliagnostica delle affezioni traumaticl1e del ao1nito e nello stesso tempo.sebbene non rap· t:!O) •

[ANNO

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FASO.

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I presenti una vera

rarità, pure non si può dire uno dei casi ·p iù frequenti di tali affe.. zioni. Difatti, sebbene sia conosciuta come abbastanza frequente la frattura longitudi· nale della testa del radio, a preferenza di quello che non sia la frattura del collo del radio, pure non è comune trovare la le· sione limitata, come nel nostro caso, e tale da potere essei· confusa con un'altra le· sione, cioè con 11na lussazione della stessa. STORIA CLINICA..

S. A., di anni 30, donna di casa. Eredita.. rietà negativa, nessuna malàttia pregressa. Due mesi e mezzo fa cadde, battendo sul gomito e sulla regione esterna dell'avam· braccio destro, rimanendo impossibilitata di muovere l'avambraccio. Il dolore' e la forte tumefazione accompagnata da suffusione emor1·agica dei tess11ti, in pochi giorni regredirono, i:imase però la lin1itazione dei movimenti, ed una discreta dolenzia nei tentativi di essi. Quando si presenta a noi l'inferma, si nota obbietti"\rame11te come l'avambraccio tro"\rasi in atteggiamento di semiflessione sul braccio ed in una posizione intermedia tra la pronazione e la supinazione. Normali sono i rap1)orti tra olecra;no ed estremo inferiore dell omero. In,rece, in corrispondenza del solco normale esistente tra olecrano ed epicondilo, si nota una piccola prominenza, la quale si i·iconosce facilmente }Jer la testa del radio, di cui segue i movimenti di pronazione e di supinazione .. Durante la manovra si ha un senso di (\repitìo piuttosto secco. Dal lato anteriore della regione. trovasi il bicipite teso fo1·temente e non riesce di approfondire qui le dita in modo da percepire la testa del radio nel suo sito normale. La distanza tra epicondilo ed apofisi stiloide del 1~adio è più corta di mezzo centimetro che dal lato sano, e l'angolo aperto all'esterno che fa l' asse del braccio con quello dell'avambraccio è più accentuato che a sinistra. Sono inoltre limitate le escursioni che pas· sivamente p11ò subire l'avambraccio sul braccio, come anche quelle di pronazione e di supinazione dell avambraccio. L esame radioscopico ci .fa vedere come dal lato ammalato, a ~ominciare dal terzo medio, il radio tende a di1·igersi indietro ed in alto ve1~so l'estremo superiore del cubito e non si può scorgere b~ne la testa del radio, la cui ombra viene mascl1era ta cla tutta l ombra data dall estremo superiore . del cubito, giaccl1è per l'atteggiamento in emiflessione dell'arto non è possibile si· tuare q11esto se non in posizione laterale.

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SEZIO~""E

Ora, sia nella posizione laterale interna, come nell'esterna, la testa del radio viene nascosta dall'ombra proiettata dal cubito, in modo da avere un'ombra unica intensa.. L'esame generale non fa rile,rare alcunchè di anormale. Si pone la diagnosi di sublussazione po· steriore della testa del radio, e si decide d' intervenire chi1'urgicamente allo scopo di i·idl1rre in maniera cruenta la lussazione, o di fare la resezione parziale nel caso· che non fosse possibilè la riduzione. Operazio1ie - 19 agosto 1903. - Narcosi morfino-cloroformica. Previa emostasi tem· poranea con la fascia di Esmarch si incide al di sopra della piccola sporgenza tra ole· -erano ed epicondilo. Si apre così l'articola· zione e si trova la testa del radio per la sua metà anteriore ancora in rapporto col -0onclilo omerale, mentre la sua metà posteriore ne è stata nettamente separata se· condo llna linea di frattura verticale, ed ha subìto uno spostamento posteriormente ~d in alto. Questo frammento per altro non è isolato n1a per rapporti legamentosi è connesso al legamento anulare ed al resto del radio, in modo da sentire trasmessi i 111ovimenti eseguiti con quest'osso. Asportato il frammento osseo, separan· dolo eon un colpo di forbice dai suoi at· tacchi, si constata che non esiste altro osta-0010 e cl1e si compiono completi i movimenti <li estensione e di flessione. Si sutura la ca.psula articolare lesa, e si riuniscono al di so1Jra di essa gli strati superficiali. S'immobilizza il gomito ad angolo retto. Decorso post-operatorio del tutto apiretico. Tolti i punti in 7a giorn·a ta si vuota un pie· colo e1natoma sottocutaneo. In seguito a ciò la gt1arigione si fa completa. I movimenti passivi ed il massaggio sopportati dapprima male clalla inferma I'estituiscono all'arto la sua per fetta funzionalità normale dopo -circa lln mese e mezzo dall'intervento ope· rativo. La forza muscolare si conserva bene. L'inferma, lavandaia, ritorna dopo poco tempo alle st1° abituali occupazioni.

** * Quando 1~inferma si presentò

alla nostra osse1·vazione, nei movimenti impressi all'ar· ticolazione del gomito, noi notammo un -certo senso di crepitìo, e lì per lì ci parve di aver da fare. con una frattura intrarticolare, ma considerando bene la posizione ed i i·apporti dei capi articolari tra di loro e riconoscendo per altro come il rumore di crepitìo, che del resto si percepiva dopo due mesi dall'avvenuto trauma, aveva non ì caratteri dello scricchiolìo dato da super-

1-19

PRATICA

I fici

scabre di frattura, ma quello più seCC l> di un rumore ligamentoso, escludemmo che si potesse trattare di fr,attura ed ammettemmo una sublussazione posteriore della testa del radio. Difatti la sola defo1·mità esi· stente nella regione era data da una spor· genza os&ea situata in corrispondenza cle 1 solco esistent ~ tra olecrano ed epicondilo, sporgenza rotondeggiante, liscia, non sr.a· brosa, e la ql1ale, per giunta, seguiva p e1·· fettamente i movimenti di supinazione e di pronazione, nello stesso tempo che per la sua presenza impediva sia la completa estensione, come la flessione totale del!' avambraccio sul braccio. E l'idea della sublussazione veniva riba· dita dal fatto che la testa del radio non era percepibile dalla faccia anteriore della regione, dal fatto che il tendine del bicipite stava come corda tesa, non solo per la }JO· sizione di semipronazione, ma anche perchè noi credevamo che il suo punto di inse1·· zione, la tuberosità bicipitale, fosse risa· lita sì, ma anche spostata posteriormente e quindi si fosse resa più distante dalla norma, dal fatto ancora che una frattur~t

si sarebbe in quel periodo di tempo con· solidata e non avrebbe dato luogo a quella sporgenza ossea sulla faccia posteriore del gomito, e finalmente dal i·isultato dell'esame radioscopico che ci da1ra un'inclinazione del i·adio in senso posteriore e non ci faceva scorgere l'ombra della testa nel suo sito fisiologico. Però con tutto che noi non si poteva mettere· che quella diagnosi,. l' ope1'azione dimostrò l esistenza di t1na frattura. Noi non ci potevamo ingannare giudi· cando essere la testa del radio quella che si sentiva sotto le dita fare sporgenza sul lato esterno del gomito, solo però che quell~l era data non da tutta la testa del radio, ma da un frammento di essa corrispondente al· meno alla sua metà, e che i rapporti non più ossei, ma ligamentosi che essa man· teneva col I'esto del radio, facevano ì che i movimenti di pronazione e di Sl1pinazione fossero ad essa trasmessi. Il bicipite stava come corda tesa per il solo fatto della posizione abituale clella semipronazione che rende più corto il tenl

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150

IL POLICLINICO

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cline del bicipite, perchè esso si involge at- tossilina e l'eosina o colla safranina ed azzurro di anilina dimostrano come in mastorno al radio. Tale tensione im1Jediva l'esplorazione pro· sima parte il tessuto che lo costituisce si fonda della regione articolar~- del gomito conserva vitale. Le sezioni dimostrano il rivestimento dove del resto sarebbe stato difficile sentire la testa normale del radio, sia per lo spes- cartilagineo del frammento con i vari strati so re muscolare esistente sopra di essa, sia della cartilagine articolare i cui elementi petcl1è essa era ridotta a circa metà a causa sono disposti in senso trasversale esterdella frattura; ed il fatto della piccola ·dif. namente e acquistano ve1~so l'interno un ferenzadi misurazione tra l'arto 's ano e l'arto ordinamento in senso longitudinale. Tutti questi elementi si colorano bene e ammalato 0i dimostra nient'altro che la fallacia delle misurazioni, ed il poco valore non mostrano note degenerative. Più alda attribuire aél esse quando si tratta di l'interno si hanno le sezioni delle trabecole lie,ri divergenze. La frattura, d'altra parte, ossee del tessuto s pongioso· della testa del non si era consolidata perchè frattura in· radio ; queste trabecole mostrano le varie trartico]are completa ed a cagione dello spo· se1~ie di lamelle provviste di cellule ossee1 stamento del frammento, ed infine l'esame che si colorano in genere abbast~nza bene radioscopico ci aveva ingannato, sia perchè e solo in alct1ni punti si osservano piccole la testa del radio ridotta nel suo volume t1·abPcole, che prendono t1na tinta omonon poteva darci un'ombra decisa come nel· genea colla safranina o colla eosina, e che l'arto sano, sia perchè la posizione late~ contengono elementi pallidi, i cui n11clei rale che bisognava dare all'arto impediva non si tingono bene coi colori elettivi nula giusta proiezione dei raggi Rontgen per· cleari. Del r esto, tutto il tessuto intertrabecoch è si ottenesse netta l'ombra separata degli estremi superiori delle due ossa dell'avam- lare non mostra alterazioni di sorta; ben braccio, e l'ombra unica veniva resa più sensibile alle varie colorazioni esso contiene e·v idente dal sovrapporsi del condilo del· ,.,.asi sanguigni e alla perifer·ia mostrasi formato di tessuto connettivo più ricco di l'omero e del frammento libero lussato • elementi. posteriormente (1). Tale è in breve la costituzione istologica. La frattura della testa del i·adio avvenuta nel caso nostro per trauma <liretto, caduta de~ frammento osseo rimasto quasi indipensttl gomito e sulla faccia esterna dell'avam- dente. Bisogna pensare che mercè le conb1·accio, era l'unica lesione esist~nte nel nessioni connettivali arrivava in esso abgomito dell'inferma. Difatti è bastata l'abla· bastanza. materiale di nutrizione, perchè zione del frammento osseo perchè si ripri· esso non cadesse in necrosi, ma si mantestinassero tutti i. movimenti articolari e nesse vitale. Ora tali connessioni erano di perchè in segt1ito la paziente riacquistasse neoformazione o preesistevano? Certamente alcune erano di neoformacompleta la funzionalità dell'arto. Inoltre, fatto degno di nota nel caso no· zione; non si può difatti ammettere come stro. il frammento di frattura, distaccatosi possano esistere normali aderenze tra la dall'osso intero, mercè una lacerazione del testa del radio da una pa1·te ed il legamente> legamento anulare, ha potuto allontana1·si anulare e la capsula dall'altra; queste cer-e rendersi quasi un corpo mobile endoar- tamente dovevano essersi formate in se· ticola1·e, ancora per altro fornito di connes· guito alla lacerazione del legamento anulare ioni fib1·ose c]1e ne pe1·mettono la sua nu· m edesimo, giacchè le connessioni originarie che potevano riunire il frammento al rimatrìzione. Difatti i preparati i tologici eseguiti su nente dello scheletro non potevano essore fra rnmenti di esso fis sati o in sublimato o ch e, o un lembo di sino,riale strappata o in liql1ido di )ltlller. colorati o con l'ema· una lacinia di periostio. La costituzione istologica del tessuto connettivo all'estremo del frammento, conforta l'dea di un tessute> f1) Rendiamo grazie al dott. CONTINI per averci }lerm s o l'u o del uo apparecchio radiografico. connettivo di neofo1~mazione. (2-2)

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[ANNO XI, FASO. 5]

SEZIONE PRATICA

151

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Le fratture della testa del radio non avvengono molto raramente, sebbene raramentepossono venire diagnosticate. Pare che il primo caso di cui si fa menzione nella letteratura ap!Jartenga al MALGA!· GNE (1). In esso si trattava di una frattura parziale della testa del radio con separ azione del 4° posteriore, la quale per altro era. bo1nplicata a lussazione incompleta del i~adio in avanti, e come tale era stata dia· g nosticata. Invece alla sezione dopo 5 set~ t imane si trovò una frattura che non mo. strava indizio di consolidazione. Una frat· t ura della metà esterna della testa del radio si trova in due pezzi esistenti nel nluseo del Miitter: in uno lo spostamento è in fuori; in un altro in basso, essi però si sono consolidati in questa nuova posizione. L' HoDGES (2) 1·accoglie quattro casi esistenti nella letteratura ed appartenenti a BERAitn, VELPE.A.u, FLOWER e BRYANT e ne eita cinque personali, in: quattro dèi quali s'intervenne chirurgicamente per la dif· ficile ~·iposizione del frammento, ed uno fu eonoscit1fio alla sezione. In tutti e cinque pe1· altro la frattura della testa del radio non er:t isolata, ma accompagnata o a frattura dell'olecranon e del processo coronoide, o a f ratt1lra rlel condilo esterno, o a frattura (lello stesso radio al terzo superiore. L'HoFM01r1, (3) parla della frequenza con CLti q1lesta 'rarietà di frattura si riscontra nei bambini. Egli nel periodo di quattro anni ha osser,rato 1i casi di frattura della testa clel radio su 52 fratture dell'avambraccio in bambini, di cui 12 avevano da uno a qt1attro anni. Il BRu~s (-t.) presenta una os.servazione i)ersonale di una frattura del 3° anteriore della testa del radio, in cui il frammento era rimasto endoarticolare, appeso ad u.na porzione della capsula, però coesisteva una (1) HAl\IILTON. Tr(;i.ité pratique des fractures et des 111 xations. Paris, 1884. (2) HoDGES. Fractures of tlie liead ot tlie r arli11s. Bost. med. and surg. Journal, 1877. Centr. f. Ch., 1877. (3) HOP)IOKL. Ueber den, intracapsnlare11, Brnclt tles RarlinsJ.·opjèlte1is beini Ki1ide. Wiener med. Presse, 18i9. (!) BRUNS. Die Fracktnr der Radius-Kop/cliens Centr. f. Chir., 1880, p. 383.

I lussazione

del radio ed una frattura del cubito e dell'omero. L 'infe1·mo che n el cadere aveva anche riportato frattu1'a del • • cranio, ne mori. Il BauNs citando altre osservazioni del VERNEUIL, del FLOWER, del GRoss, d~l GURLT, del WEIOHSELBAUM, del LESSER, dell'HiJTER, raccoglie in tutto 2~ osserva• • ZlOnl. Il LoBKER (1) ha tre casi di frattura longitudinale della testa del radio, di cui due con spostamento dei frammenti in a'ranti ed indietro, uno con spostamento al~' esterno. In essi è intervenuto con la i·esezione. Esistono poi il caso del DELORME (2) di frattura della testa del radio per causa di· retta, cioè per caduta sulla. regione postero· esterna dell' avambraccio ed il caso del CHEYNE citato da RIOARD e DEMOULIN (3). Cito infine il caso del GORDON (4) di una fesst1ra longitudinale · della testa del radio ' insieme a ·frattura trasversale del collo e a lussazione del gomito per una caduta ad avambraccio esteso. S'intervenne colla r ese· • z1one. Negli ultimi anni n ella lette1·atura non sono stati registrati altri casi del gene1·e. Come si scorge dalle osservazioni citate, nella maggior parte dei casi la frattura della testa del radio si presenta accompa· gnata ad altre lesioni che sono o la lussa· zione del gomito o la frattura del collo del radio, o quella dell'estremo inferiore dell' omero o dell'olecranon e dell'apofisi coronoide. Così tra le 22 osservazioni racr.ol te dal BRUNS solo cinque ' rolte si tratta,ra di frattura isolata della testa del i·adio. Inoltre anatomo-patologicamente o si trova una semplice fessura longitudinale della testa, ovvero può essere una frattura com· pleta con formazione di uno o più fram· menti di frattru·a. Il framm ento ch e si distacca di solito dal rimanente della testa

(1) L OBKER. Ueber die B eh.a1idlnn.fJ gervisser Lzixatio1ien u1id Fral·frlren des C(l jJitnl11.11t radii dure/i Resektion. Wiener 1ued. Presse, 1883, Centr. f. Chir., 1884. (2) DELOR~f.E. Gazette des Hòpitaux, 1891. (3) DrrPLAY e RECLUS. Traité de Chirurgie. , Paris, tome II. (4) GORD ON. A case of n1in11ited f racture of tlte lzead an,d 11,eck of radius treaterl by e~l·cision .

Dublin J ourn., 1897. (23)


152

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I

IL POLICLINICO

appartiene per lo più alla semicirconferenza ante1·iore, più raramente, e così nel caso nostro, alla sezione postero-esterna. Vi sono casi in cui, come nel nostro, il frammento è rimasto come un corpo libero intrarticolare. Sono queste le osservazioni <lell'HiiTER e del BRUNS. In questo caso il frammento può avere ancora dei legami per mezzo cli lacinie della capsula articolare. Le cat1se cl1e possono dar luogo alla frat· tùra della testa del radio possono essere clirette o indi1·ette, però più facilmente la frattura avviene per causa indiretta, specie nella caduta sulla mano, mentre l'avam· braccio sta in forte estensione sul braccio. In qt1esta posizione sarebbe più facile in quanto cl1e non tutta la c11pola del radio sta in rapporto col condilo omerale, ma lo € solta11to la porzione anteriore. La frattura per causa diretta è più rara, ina vi 8ono dei casi; così nella osse1·vazione cla me illustrata il trauma aveva ag:ito sulla regione postero-esterna dell' avambraccio, stando l'arto in flessione. Quando la fles· sione è esagerata il meccanismo di frattura ' "iene spiegato pe1· l'incontro brusco tra il bordo anteriore della cupola radiale e la faccia anteriore dell,ome1·0. {Tn altro meccanismo di questa fratttu·a è designato dall.HoF~IOKL per tra?Jione fo1·te $Ulla mano. Questo succede nei bambini q uanclo volendo impedirne 11na caduta si e ercita forte trazione sulla loro mano. Sarebbe lo stesso meccanjsmo per il quale può avveni1·e 11na lussazione in basso del radio <letta anche per allungamento, nel qual caso il radio viene stirato in modo che il • legament~ anulare risale sulla testa e si fissa i11 questa posizione. Rigua1·do all età la frattt1ra della testa <lel raclio può avvenire a qualunque epoca, })erò clalle statistiche risulta che è piìL col}Jita l,età infantile. Così tt1tti i casi osservati <lall'HoJ."')IOl~L apparterrebbe1·0 a bambini. E riguarclo al la.to diagnostico se la frattt1ra <lella testa del radio è rappresentata ~olo (la una fessura decorrente più o meno ,.. erti ca lmente in essa. i)assa inosservata e ~1lontaneamente se ne ottiene la gua1~igione . Ht" invece a,.. , . iene distacco di frammenti, potrebbe essere diagnosticata la frattura, qna(24)

[ ÀNNO

XI,

FASO.

51

I lora

si percepisse crepitio n~i movimenti localizzati alla testa del radio. Ma il più delle volte la frattura della testa del radio è ri· masta sconosciuta o è passata in seconda linea di fronte alle lesioni più gr·avi deter· minatesi nelle ossa vicine. E vi può essere finalmente il caso in cui essa può essere scambiata con una lussazione del radio. Ciò quando, comè nelle nostre condizioni, si ha spostamento di un frammento, il quale pur avendo soltanto connessioni fibrose col resto dell'osso segue perfettamente i movimenti di pronazione e di st1pinazione in modo da mentire tutta la testa del radio; e special· mente può acca le1·e questa parve.Q.za quando. tsaminando l'infermo a una certa distan21a dal trauma, non si avverte più il crepitio della frattura recente . · Pur avendo subito uno spostamento si può avere consolidazione della frattura con deformità, ovvero lo spostamento del fram· mento è tale che si sono perfettamente abo· liti i rapporti tra le superficie di frattura ed allora il frammento ri1 nane libero nell'articolazione ed ha l'azione di un corpo estraneo, impedendo la completa escursione dei movimenti. In qt1este circostanze s'impone quindi un intervento che, come nel nostro caso, si limita all'artrotomia e ali' allonta· namento del frammento. Così avvenne anche nel caso dell'HuTER. Nei casi infine in cui la guarigione è avvenuta ma con spostamento del frammento, è anche necessario ricorrere ad un intervento che consisterà in t1na resezione allo scopo di evitare la deformità e ridare la funzionalità all articolazione .

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904

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l. Prof. V. Ascoli - Le alterazioni funzionali ed anatomiche del fegato nella tubercolosi polmonare come contributo allo studio della sua evolu:ione. - li. Oott. A. Borri - ~ll~ condizio1ti del dotto pancreatico in alcune iteerizie e 1pecialmente nella catarrale. - 111. Dolt. V. Giordano - Le aUerazioni e gli aneurismi dell'arteria polmonare- Casuiitica propria - Un caso aingolare di aneuràa"1a di1secante del tronco t.4nico di tale arteria aperto1i ml pericardio. - IV. Dott. L. Cagiati - Contributo allo studio della ipertrofia congenita.

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LANNO XI,

FASO.

51

153

SEZIONE PRATICA

I col metodo di Gram. Era mobile, ma più pigro Pl\ATICA Pl\OFESSIONAijE del bacillo di Ebertl1. CA~Uip!J."'ICA Peritonite generale complicante la scarlattina. J OIIN H. ~Io. COLL(•N e J OHN BAPST BLAKE in un loro lavoro su questo argomento presentano i segl1enti suggerimenti relativi alla cura: se i segni dell'infezione peritoneale sono leggieri di grado ed estesi, possono bastare le sole misure palliative come clisteri, trementina e nutrizione rettal~.

Se però il polso gradualm ) n ~e aumenta la sua frequenza ed aumentano il dolore, la sensibilità, lo spasmo, allora è imperativa l'indicazi0ne del drenaggio. Le condizioni renali costituiscono la più precisa controindicazione dell'atto operativo e quando è possibile la cocaina deve sostituirsi all'eter e ed al cloroformio. L'operazione deve consister e in una ra.pida laparotomia, nella irrigazione con soluzione sa· lina calcla e nel drenaggio. Se non ,ri siano pre· cisi sintomi locali che lo impediscano, l'incisione aeve esser fatta sulla linea mediana. Per favorire il drenaggio è desiderabile il cambio freqt1ente delle medicature calde ed a,sciutte. Indicato sono anche le soluzioni saline per i11iezione ipodermica e rettale e l'uso di acqua per bocca, se il paziAnte non vomita. PermeRsi gli stimolanti, ma contro~ndicato l'alcool clalla nefrite. Caffoi11a, stricnina e digitale possono essere usato energicamente. La prognosi è sempre grave. (Medical Record, 19 dee. 1903).

Due casi <li infezione paratifoidea. I casi sono riferiti da G. B. S:àilTH. Il primo caso è c1uello di un 11omo di 58 anni, con febbre moderata, cefalea frontale, dolore e sensibilità addominale, nessuna eruzione. Al 9° giorno di cura due emorragie intesti· nali. Una settimana dopo miglioramento. Alla 3a settimnna guarigione completa. In nessun periodo della malattia fu ottenuta la prova di 'Vidal positiva. Varie ricerche batteriologiche furono fatte del san~ue del braccio. Fu isolato un bacillo simile a quello d'3lla febbre tifoide per la morfologia. Non aveva capsula, non era sporigeno, si colorava disugualmente coi colori di anilina e facilmente si decolorava

Nel 2° caso, clinicamente simile al precedente, furono ancora isolati bacilli morfologicamente simili a qt1elli del 1° caso, ma con certe, note'roli, differenze di r eazione. (M edicdl Recorcl, 19 dicembre 1903).

L'enfise1na pnlmonare nella tube1·colosi. Secondo il BERNEIEil\I di N anc:\r, .. l'enfisema creato dalla bronchite tubercolare nei soggetti con tendenza enfisematosa arresta o rallenta nel pulmone l'evoluzione bH,cillare.

Trasmissione placentare del bacillo di Koch al feto in un caso di tt1bercolosi pulmonare a decorso rapido. Nella Revne cle lrt tnberc11lose il dott. JEAN SLEITZ riferisce un caso di trasmissione certa del bacillo di Koch dalla madre al feto. Una donna di 29 anni, incinta di 5 mesi e mezzo, mt1ore di t11bercolosi. All'autopsia la placenta, come pure gli organi fetali, non presen· tano macroscopicamente alcun segno di tuber· colosi. Con tutto ciò l'inoculazione di una sol11· zione contenente i detriti tritl1rati di placenta e di fegato fetale rende le cavie inoculate tubercolose.

La c1·epitazione laringea nello stadio iniziale della tube1·colosi pulrnona1·e. Il dott. RÉMONCHAMPS di Gard, segnala come caratteristico della tubercolosi pulmonare, fin dallo stadio iniziale, Lln rumore ch e egli designa come crepiiazioue larin,gea e che è paragonabile a quello fatto dalla pl1nta di una penna che gratti lentamente della carta. Per percepire questo rumore, che si prodl1ce nei due tempi della respirazione, ma che è, in gene· rale, più marcato nell'espirazione, il medico deve tenere l'orecchio a 5-10 cm. dalla bocca del pa· ziente, stando questo ritto in piedi davanti a lui, con la bocca moderatamente aperta. (Méd. niodern,e) .

APPUNWI DI WEX\APIA Limiti nell'uso dell'aconito e del veratro verde. W. B. H1r.L afferma nei 1Iedical Ne11.:s 12 di· cembre 1903, che l'azione primari~ di questi rimedii è una stimolazione delle terminazioni • nervose periferiche, che produce una sensazione di brulichio o localmente o sistematicamente ; una stimolazione dell"apparato vasomolorio con (2o)


154

[ANNO XI, F ASC. 5]

IL POLICLINICO •

costrizione delle arterie e leggieri effetti diure· tici; una stimolazione potente del centro respi· ratorio. L'azione secondaria è la paralisi dei nervi periferici ultrastimolati che produce anestesia, la depressione pronunciata del cuore che è at1· mentata dall'effetto sul vago; l'abbassamento della pressione sanguigna e la riduzione della temperatura che è dovuta, almeno in parte, ad aumentata evaporazione per l'azione diaforetica dei farmaci in parola. ·· Le indicazioni terapeutiche sono quindi le seguenti: alleviare il dolore, abbassare la tem· paratura, promuovere la diaforesi, rallentare il cuore, ridurre la pressione sangui~na; ma siccome le proprietà a11algesiche dell'aconito non sono manifeste se non dopo la comparsa dei fenomeni secondarii o tossici del farmaco, è questo pericoloso ad 11sarsi e noi possediamo ri· medii, come la fenacetina ed altri, che sono più efficaci dell'aconito senza presentarne i pericoli. Come diaforetico esso non è da paragonare con le polveri del Do\i\rer o con la pilocarpina. Come agente per r egolare il cuore è assai inferiore al1a digitale, allo strofanto ed alla sparteina che rallentano il cuore prolun~andone la diastole e fa,rorendo cosi il rinforzamento dell'organo.

L'idroclorato di apomorftna come sedativo ed ipnotico nell'alcoolis1no acuto. Il dott. PAUL E. BECKET, di New Orleans afferma (Nezv Orlea1is JIIedical a1id Szirg;cal Jonrnn.l) : 1. Che la stricnina n e11tralizza la depres· sionc del cuore e del r espiro che segue all'uso dell'apomorfina a dosi frequenti. 2. Che l'apomorfina agisce cosi nel det;rizi1n frfntens, come in altre condizioni di alcoolismo etl è indica.ta in questi casi. 3. Che è meglio cominciare con piccole dosi, e crescere quindi, se è necessario.

La caffeina nella cm·a della tossiemia alcoo1ica. preconizza qt1esto rimedio nella cura clell'intossicnzione alcoolica, e ritiene la caffeina co111e antagonista dell'alcool. Il fn.tto più import.ante per il terapei1ta è che la caffeina, clata alla close di centgm. 6-12 ogni llnc ore, in C<1po a 2-!-±8 ore porta la scomparsa d lla sete od anche il disgusto dell'alcool, al Jlttuto che l'individt10 più abituato abbandona ruso llegli alcoolici. L' .... cita 1>arocchi ca i. ma non crede rhe la caffeina ia uno . pecifico in tutti i casi di tos('20) HALL

I siemia alcoolica ad esclusione di tutti

l'esa1 fiam'.

gli altri

trattamenti. Egli la preconizza soltanto come un antagonista fisiologico, allo stesso modo della belladonna e dell'oppio. Se il fatto è stabilito, non si dovrà più ammettere che l'alcoolismo è una malattiél, ma piuttosto una tossiemia. (Medical Nezvs, 31 dicembre 1903).

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suon delle braz l'os~

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L'adrenalina e il suo uso nelle emo1·ragie gravi.

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Nella .De-atscJie med. WocJi. (26 nov. 1903) il dott. KmcK, in due casi di emorragie gravi in· terne, una polmonare, l'altra renale, ha o~tenuto la cessazione degli accidenti con la iniezione sottocutanea di 1 centimetro cubico della solu· zione di adrenalina 1 : 1000. Queste iniezioni non hanno provocato alcun disturbo accessorio, i malati non hanno accusato alcun dolore nel punto dell'iniezione ; la pelle era in uno stato di anemia tale, al momento dell'intervento, cl1e fu impossibile vedere se la iniezione d'adrenalina aveva avuto localmente per c-onseguenza delle contrazioni vascolari san· guigne del tegumento cutaneo. Come spiegare questi due risultati 'I Si tratta di un'eccitazione del centro vaso-costrittore o di una eccitazione periferica dei vasomotori 'I L' A. non si sente in grado di elucidare tale questione, dato il picc0lo numero delle sue osservazioni. Egli consiglia in ogni caso calorosamente ad ogni pratico che si trovi in presenza di una emorragia interna grave di tentare la sommini· strazione sottocutanea di adrenalina.

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Il diapason come 1nezzo di esplo1·azione degli organi. -. Il dottor l\'1AURICE MIGNON di Nizza, applicando sul corpo un diapason e ascoltando con un fonendoscopio, è venuto a concludere che la risonanza è tanto maggiore per quanto i tessuti sottos~anti sono meno densi, e che la trasmis· sione delle onde sonore avviene tanto meglio, per quanto i tessuti stessi sono più compatti. Egli si serve del diapason usato in otoiatria, aggiungendo al manico llna placca metallica per tenerlo ben applicato sul luogo da esamina.re: pone molto vicino ad esso, senza toccarlo, il fonendoscopio, se vuol sentire la risonanza : se invece vuol ascoltare la trasmissibilità delle onde sonore, pone i due istrumenti su i punti estremi dell'organo. L ' A. ha tratto interessanti risultati nelle fio· gosi acute o croniche dei seni frontali e nel-

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l'esame dei polmoni. Costantemente in ogni in· fiammazione, infiltrazione, ecc., la risonanza di· 1 minuisce, mentre aumenta la trasmissione del suono. Applicando i due istrumenti a ciascuna L'ufficiale sanitario - Sua 11omlna delle estremità delle ossa lunghe sane, le viObbligatorietà dell'esercizio della carica. brazioni . si trasmettono bene, il contrario se Una recente decisione della 4a Sezione del l'osso è fratturato. Consiglio di Stato parmi che meriti di essere por· (Blllleti1i de l' À<!adé1nie de M édecin,e. Paris). tata a conoscenza della classe medica, come quella che sancisce due massime di speciale impor· Rice1·ca sul Jatte delle due mammelle. tanza in materia non mai prima trattata dalla ZAPPERT e J OLLES hanno fatto ricerche sul latte delle due mammelle ed ha.n no veduto che giurisprudenza. Per la nomina degli ufficiali sanitarii sorsero il latte può essere da entrambi i lati della stessa gravi e complesse quistioni dopo la pubblicaoomposizione, ma più spesso esistono delle dif· zione della legge del 1888. Fra l'altro, i Consigli ferenze più o meno notevoli, che non possono comunali si credettero spesso in diritto di non essere attribuite agli errori dei metodi di analisi. tener conto della disposizione èontenuta nell'ar· Se si cerca da quale lato si trovi iI latte più ticolo 25 del regolamento generale sanitario e ricco, si giunge a questo risultato sorprendente proporre, nei relativi deliberati, coloro che ad che per lo più è la mammella sinistra queJla essi meglio talentava, disconoscendo o non dando che fornisce il latte pift ricco. ' il più delle volte, giusto valore ai titoli di cui In moltissimi casi il latte conteneva più burro, più alb11mina, più zucchero a sinistra; ed il fossero per avventura forniti altri concorrenti. Si instradò perfino il principio di essere, cioè, latte di questo lato dava più calorie. Gli .A.A. consentito di dare in taluni casi la preferenza credono che queste differenze dipendano da con· dizioni esterne e non presentino ancora una nelle nomine ad ufficiale sanitario, a coloro che non potevano altro titolo esibire oltre il lungo importanza pratica determinata. esercizio per aver di fatto retto l'ufficio per più (Wie1ier 1ned. Woch., 10 ott. 1903). o meno lungo periodo di tempo. E cosi si ritenne perfino ozioso lo scendere La febb1·e gialla a Cuba. - Il dott. V1NCENT, a disaminare se l'addotto lungo esercizio fosse medico is1)ettore delle colonie francesi, ultima· mento comunicava all'Accademia di medicina stato, almeno, lodevole e tale da far presupporre di Parigi llna sua relazione sui risultati che il nell'esercente un corredo di cognizioni sufficiente servizio sanitario degli Stati Uniti ottenne nella a poter autorizzare la preferenza eventualmente anche di fronte a colui che, oltre alla pratica s ua lotta contro la febbre gialla a Cuba; e, od anche senza di questa, conferiva un diploma citando dati statistici ufficiali, dimostrò che, che costitui va la prova juris et de jzire della grazie a dei provvedimenti profilattici ben com· sua capacità ed attitudine. presi e sev·eramente applicati, il Governo delNon poche volte dalle colonne di questo pe· l'Unione raggiunse l'encomievole scopo che si riodico abbiamo stigmatizzato il s'istema, non era prefisso. poche volte abbiamo proclamato non essere le· Nel 1896, all' .Avana, focolare principale del· cito nè legale dare troppo peso al lungo eser-· l'epidemia, si ebbero non meno di 1200 casi di cizio, ed ora siamo lieti vedendo i nostri concetti febbre gialla. condivisi dalla suprema autorità amministrativa Nel 1900, allorquando Cuba fu occupata dalle contenziosa. truppe dell'Unione, i casi di febbre gialla fu. La 4a Sezione ha, infatti, ritenuto che il Con· rono soltanto 310; ma, grazie ai prov~edimenti siglio comunale, ove nel comune esista un solo sanitari che vennero imposti ed applicati a co· professionista che abbia fatti studi speciali e mincia.re dal 27 marzo 1901, in tutto quell'anno pratici di pubblica igiene, deve imprescindibil· s i ebbero a deplorare solamente 18 casi di febbre gialla· e la bontà e la grande efficacia di mente proporre costui per la nomina ad ufficiale sanitario. quei provvedimenti fu tale che durante tutto Non si potrà, qtlindi, d'ora innanzi seguire il 1902 non fu denunziato nemmeno un caso di solo il cieco criterio della anzianità o priorità febbre gialla, e che lo stesso avvenne dal 1° gen· di esercizio, non si potranno più disconoscere na,io étl 30 gil1gno 1903. i titoli accademici di cui sieno gli altri sanitarii provvisti, non si potrà aJ tassativo disposto d ella legge sostituire impunemente il volere del Corpo deliberante.

Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene

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IL POLICLINICO

La 4a. Sezione ha dichiarato che in somiglianti casi fra tutti i concorrenti, il Consiglio comu· nale ha l'obbligo tassativo ed imprescindibile di proporre colui che risulta aver fatto studi speciali e pratici di pt1bblica igiene. Ecco le parole testuali della decisione: 01nissis . « La proposta per la nomina 9-ell'ufficiale sani· tari o spetta al Consiglio comunale; ma la libertà di proposta da parte dei Consigli comunali riceve una limitazione nell'articolo 25 del regolamento approvato col 1-teale decreto 3 febbraio 1901, n. 45, limitazione che può, secondo le circostanze locali, manifestarsi in modo assoluto o negativo. È assolt1to, quando llilO solo fra pitì sanitarii del comune abbia frequentato i corsi d'igiene pubblica, nel qual caso il Consiglio comunale 11011 pziò sottrarsi alt' obbligo di designare questo sanitario per la nomina: è relativo quando ve n e sieno più forniti del titolo speciale, potendo allora il Consiglio proporre fra costoro quello in cui ripone maggiore fiducia » . N è si dica che altro è la nomina trienna.le ed altro l'incarico annuale, dovendosi solo per la prima tener presente l'articolo 25 del regola· mento sanitario e potendosi per .la seconda pre· scinder e da esso e dare campo libero al Con· siglio comunale ed al Prefetto per l<t proposta e la nomina di qualsiasi professionista, perchè la stessn. 4a. Sezione dichiara che i termini per l'applicazione dell'alinea secondo dell'art. 25 del "11ccitato r egòlamento ricorrono solamente in c.lifetto di esercenti forniti del requisito spe· ciale e cli fronte alla imp.ossibilità di nominare n el comune un ufficiale sanitario che abbia fatti st11di d 'igien e, ma non per ragioni di comodità o p er attuare una specie di rotazione fra i vari meùici. P erò la surricordata decisione oltre questo importante principio n e stabilisce un secon clo di non minore importanza e gravità. Dice, infatti, la 4a. Sezione: Se è vero che fra. più medici esercenti in un com11ne, solo colui che è fornito del titolo speciale deve essere advrrsus 011111es preferito nella 1tomina, è v·ero d'altra, parte che siccome qt1esto privi· legio non è concesso iutnitzi perso1tae, cioè per p ociale riguardo alla persona, ma per il pn.b· blico bene ed interesse, importando chiamare i migliori all'esercizio delle delicatissime n1an· sio11i di ufficiale sanitario, il preferito 110 1i pnò rifiutarsi, ma deve imprescindibilmente accettrtro la carica. od esercitarla come onore e co· sciunza gli eletta. L'e ercizio della carica di ufficiale sanitario, i11 , ... ista dell'alta, mis ione af!ida.ta, si eleva t111indi nlla. altezza di u11 1111111ns }Jllblicnnz~ p er (2 )

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che il professionista che ha diritto di esercitarla ne ha del pari indeclinabile dovere. Secondo che sapientemente ragiona la ±a Se· zione, l'esplicito e categorico obbligo di prefe· rire chi abbia titoli speciali e pratici, non è seri tto tanto in considerazione dell'interesse del medico quanto per maggior vantaggio dell'uf. ficio e non si ammette che dallo adempimento di tale ufficio si possa liberamente sottrarre un medico stipendiato dal Comune e fornito del re· quisito prescritto, quando nessun altro sanitario loca.le offra eguali garenzie di idoneità. Queste due importanti massime del Supremo Collegio amministrativo, mentre sanciscono un solenne principio di giustizia distrib11tiva, se· condo cui le cariche debbono essere conferite solo a coloro che hanno titoli per esercitarle, meritamente elevano in dignità e prestigio l' eser· cizio di una carica per quanto difficile altret· tanto benefica ed altamente umanitaria. Doctor J USTITIA.

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CENNI BIBLIOGRAFICI I. von BEHRING. A.etiologie und aetiologische The1·apie des Tetanus. - II. von R5MER. Neue Mittheilungen iibe1· Rinde1·tuberculosebekampfung. - Berlin, 19()4. Hirschwald August V erlag. Il libro edito daJl' Hirschwald, è il 7° fasci· colo della pubb]jcazione diretta da BEHRING in· torno alla terapia sperimentale (Beitrage zur Experimentellen Therapie). Esso comprende due monografie; 1'11na di BEHRING intorno all' « etiologia e alla terapia etiologica del tetano »; l'altra svolta dal R5MER e che ha per oggetto « Nuove com11nicazioni intorno alla lotta contro la tubercolosi bovina ». Son dt1e lavori condotti con criteri e metodi strettamente scientifici. Specie quello di BEHRING il quale .fa una esatta e completa esposizione delle tossine tetanicl1e, della teoria dell'avvelenamento da tetano, di q11ella delle sostanze neutralizzanti il virus tetanico, diffondendosi infine a dimostrare i benefici effetti cl1e si posson ri· cavare da una terapia essenzialmente antitos• sica. a. p. CONTI E~r1L10.

L'infanzia e la società. - Lodi, DAll' Avo, 1903.

La questione sociale ha uno de'suci lati più caratteristici, più dolorosi e più urgenti, nella tristissima condizione in etti ancol'a oggi vivono tanti bambini, tanti fanciulli, tanti giovinetti, privi di quelle cure materiali e morali che sole

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possono farli crescere cittadini onesti, utili, ope· rosi. La protezione dell'infanzia e della fanciullezza, è un dovere sociale che spetta a tutti, allo Stato come ai cittadini, come alle molteplici isti· tuzioni create e formatesi a tale scopo. . Questa protezione deve svolgersi e manife· starsi in più modi: essa comprende i diritti del futuro cittadino, ed è giur'idica; la sua salute fisica, ed è igienica; la st1a istruzione ed edu· cazione, ecl è morale e intell(-4ttuale. L' A. ha studiato tutti questi diversi aspetti del problen1a cosi vasto e complesso, preoccu· pandosi specialmente di mettere in evidenza la terribile responsabilità elle grava su tutti quelli che, per indifferenza, per inerzia e per egoismo, non si curano affatto di uno stato di cosè cl1e in sostanza è un pericolo sociale cl1e va conti· nuamente crescendo e accostandosi allo stadio ac11to. Ogni lato del problema è studiato ed esposto in appositi capitoli. Notevoli, fra gli altri, sono quelli cl1e in forma viva e arguta fanno la storia delle vicende disgraziate dei progetti di leggo per l'infanzia, presentati alla Camera dall' A. Interessanti sono gli Allegati, nei quali sono riprodotti da cronache di giornali, fatti tristis· simi e raccapriccianti. Questo libro è una vera opera buona. I

BIBLIOGRAFIA ITALIANA -

Pediatria. V ALAGUSSA F. - Sul valore antitossico e c11ra· ti''o di alcuni sieri antidifterici. - Firenze. Estr. dalla Rivista di Clinica Pediatrica, 1903. SEGADELLI G. - Contributo a.Ilo studio delle cat1se di morte improvvisa nei bambini. Milano. Estr dalla Gazz. degli Ospedali, 1903. OVAZZA V. E. - Sulla comparsa dei soffii endo· carditici nei bambini. - Torino. Estr. dal Giornalo della R. Accademia di l\'Iedicina, 1903. CozzoLINO 0Lil\f PIO. - Per la patogenesi degli edemi nel neonato. Contributo alla conoscenza dei disturbi nei lattanti allevati al seno di donna albumint1rica. - Estr. dal per. La Pediatria, 1903. CozzOLINO 0LirtIPIO. - Un caso di guarigione, persistente da oltre un anno, dell'idrocefalo cronico congenito. - Napoli. Estr. dalla Gaz· zetta Internazionale di l\ile,licina, 1903. MISEROOCHI LAVINIO. - La tint11ra di jodio nella gastro-enterite acuta dei bambini. - Napoli. Estr. dal per. La Pratica del }Iedico, 1903.

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2832) Sig. dott. R . G. B. da P. D. S. - Cer· tamente bandito il concorso e formata la torna non era più in facoltà del Comune di variare le condizioni della nomina e di proclamare un sanitario, che non solo non era com preso nella terna, ma, a quanto pare, non avea preso parte al concorso. }'folto probabilmente tutta la pro· cedura seguita finora sarà annullata, ma occorrerebbe far ricorso alla 4a. Sezione del Consiglio di Stato contro il deliberato del Consiglio co munale, che provvede alla nomina di altro sa· nitario. Il ricorso dovrebbe essere svolto in sede contenziosa per legittimità, per essere, cioè, stata violata la legge del concorso. (2833) Sig. dott. C. E. da S. N . 1±51. - Se alla pubblicazione della nuova legge, Ella si troverà di aver rassegnate le proprie dimissioni, non potrebbe goderne i vantaggi. Secondo noi, forse, il migliore espediente si è quello di aspettare gli eventi per regolarsi di conformità. Potrebbe anche darsi che nella discussione del progetto fosse inclusa una nuova disposizione transitoria per regolarizzare la posizione dei moltissimi sanitari, che furono durante il primo biennio licenziati, per ogni eventuale salvezza. (2834) Sig. dott. S. F. da R. - Per ottenere la . divisione in due parti dello stipendio è mestieri fare innanzitutto domanda al Con~iglio comunale. Qualora, come Fila teme, la quota per lo sti· pendio relativo al servizio dei poveri, sarà troppo esigua, Ella potrà ricorrere per congruo aumento alla Giunta provinciale amministra· tiva, la quale d.eciderà dopo aver inteso il pa· rere del Consiglio provinciale sanitario, unico corpo tecnico competente a conoscere della equità del compenso di fronte al più o meno esteso lavoro della condotta. (2835) Sig. dott. }il. P. da B. Ripigliando servizio, si possono ricongiungere gli anni pre· cedentemente prestati a quelli posteriori, per gli effetti della pensione. Di eonseguenza, sono utili anche i contributi pagati prima. Faccia domanda al Consiglio provinciale sanitario. (2837) Sig. dott. C. S. da M. - Se lo stipendio assegnato è irrisorio, ricorra. alla Giunta provinciale amministrativa per ottenere l'aumento in seguito a voto del Consiglio provinciale di sanità. Il Comune non può fare l'elenco delle famiglie agiate. Esso può fare solo quello dei poveri. I criteri adottati sono certamente ecces· sivi, perchè ~tpplicandoli, quasi nes llilO più do· vrebbe pagare il medico. Trattandosi però di provvedimento definitivo, si può ricorrere solo alla ! a Sezione del Consiglio di Stato per le· (29)


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petente a giudicare sul licenziamento di un me· gittimità, o per lo stesso motivo, in linea straor· dico condotto, non provocato da ragioni discipli· dinaria, a Sua ~faestà il R e. nari, e che venga impugnato per 1Tiolazione del (2838). Sig. dott. G. G. da P. - Data la spe· diritto alla Rtabilità e di patti contrattuali. cie di malattia che la impedisce di fare il serLa stessa Cassazione Unica dice che l'aprire vizio, crediamo che debba trovare applica- nel Veneto una nuova farmacia senza l'autoriz· zione la disposizione del capitolato, secondo cui zazione governativa non costituisce reato, poichè pel 1° semestre la supplenza è del Comune e le leggi e le ordinanze austrjache relative a tale autorizzazione f11rono abrogate dall'articolo 26 pel secondo metà a carico del sanitario e per della legge sanitaria 22 dicembre 1888, e perchè, l'altra metà a carico del Comune stesso . .Alla anche se sq.ssistessero ancora, non potrebbero dare -vita ad un reato mancando di saltzioni cassa pensioni dei medici condotti Ella deve corrisponder e i contributi dal 1° gennaio 1903, penali. perchè anche il servizio interinale o provvisorio è calcolato agli effetti della pensione. ** * (2840). Sig. dott. R. F. da F. - Possono i me· Il Cons1gliere dei Comzini sc!ive che : « L'obdici chieder e la istitlizione di una ntlova condotta bligo del Comune di contribuire alla Cassa pensioni per i medici condotti non è determinato rurale ma non hanno il diritto di ottenerla, dal fatto della retribuzione data al medico, ma perchè l'accresciuto numéro della popolazione dall'esistenza del posto per esso nel Comune, di non è ragione per reclamare contro il più gra· guisa che l'obbligo corre anche quando il me· voso servizio. Potrebbero farne anche consape· dico non sia pagato, o lo sia in misura tennis· sima., e vi si fa eccezione soltanto per iJ caso T"ole il Consiglio provinciale di "anità per qllelle provvidenze che, in caso di rifi11to del Comnn e, in cui, anteriormente alla legge del 14 luglio 1898, il Comune stesso avesse avuto un regolamento credesse in linea obbiettiv~ adottare per assi· speciale pel conferimento di assegni di riposo curare un bt1ono e più spedito ser·vizio sanitario. ai meclici, o che questi avessero il diritto di non (2841). Sig. dott. }I. C. da Bt1. - Certo Ella non iscriversi alla Cassa pensioni, e che realmente • pl1ò trovarsi in condizione di ass11mere la 2a con· non vi si fossero iscritti (art. 2 della legge del 14 luglio 1898). » dotta in tempo debito, nè può provvedere ad eventuale supplenza nella condotta attuale, senza il consens~ del Cornune che potrebbe riportarsi ** Il 0011,sigliere dei ,q indici coricilia!ori scrive ed esigere che sieno osserva te 1e disposizioni che, commette il reato di rifiuto di obbedienza clel capitolato. Se Ella è in bt1one relazioni col all'autorità, il medico che non rilascia il certifi· Co1n11ne si metta d'accordo· sono cose che solo cato della g11arigione di lma lesione giudicata l'accordo benevolo ed amichevole può tlerimere guaribile entro i dieci giorni, richiestogli dal brigadiere dei carabinieri per ordine del pretore. con eg11ale reciproca soddisfazione. Ella. per ottenere il minimo della pensione dovr<i prestar servizio per altri 13 anni. In base * al contribl1to minimo potrà liqt1idare annt1e Il Go1ts;gtiere dei Com11ni scrive che il Pre· lire 460. Doctor J USTITIA. fetto p11ò giudicare soltanto in merito ai ricorsi dei medici licenziati dopo il triennio di prova per motivi di servizio. Relativamente ai prov· vedimenti disciplinari, agli deve limitarsi allo GIURISPRUDENZA esame clella legalità delle prese deliberazioni. La Cassazione Unica scri'e che, a tenore clel· l'articolo 23, n. 7 della legge comunale e pro· 1-incialo, costitt1isce partecipazione a servizio, etl è quindi cat1se:t di ineleggibilità, la coopera· NOTIZIE DIVERSE zione e procaria urrogazione nella cura degli infern1i, pattl1ita. cla un medico libero esercente col 1nodico condotto del Comune stesso, autoriz· ROMA. La profilassi a11tinzalarica per i lavo· zato a, farsi aiutare o s11rrogare a proprie spese. rc1tori. - La Commissione presieduta dall'ono· Lo ~tesso periodico scrive che, l'esercizio aburevole Pozzi incarica.ta di studiare i migliorasi,~o dell'arte sanitaria, e, nella specie, l'avere n1enti da introdursi nella profila.ssi antimalarica, esercitato l'oculistica, senza essere fornito ·di sia nei riguardi della protezione meccanica, sia la11rea o ùi altri docu1nenti, è favorito dal regio in quelli della cura preventiva chimica, ha decroto di amnistia 23 novembre 1902 dal mo· ultimati i suoi lavori approvando con qualche monto cho l'articolo 2 lettera rl cli quel decreto lieve emendamento le proposte formulate dal· co111prontle tutto lo contra.T'"'Venzioni alla legge l'apposita sotto Commissione presieduta dall'ono· ~ulla tut 'la dcll' igiene e clella sanità pubblica. revole Celli. Le dette proposte si suddividono in 3 distinti .:: :;: * titoli, l'uno per le norme relative al servizio Ca.·srrzione T'uica scrive che l'autorità giu· ferroviario, il secondo per ql1elle relative agli tliziaria e non già quella amministrativa è com· altri servizi dello Stato e l'ultimo per le norme (30)

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SEZIONE PRATICA

relative agli appalti ed alla esecut.ione dei la· vori pubblici in zone malariche. Per le ferrovie si propone: di addivenire alla classificazione delle zone malariche lungo le ferrovie, delimitando la ma· ]aria in due zone, una di malaria grave e l'altra di malaria lieve; di continuare ad applicare la legge 2 novembre 1901 e con la maggiore ur· genza nei luoghi di malaria grave; che la protezione meccanica per la quale si sono anche indicate precise modalità di ese· cuzione sia al più presto completata nella località di malaria grave, provvedendo intanto nelle zone di malaria lieve con la profilassi chi· • • runica· ' l'obbligo assoluto delle protezioni per· che sonali sia limitato ai guardiani notturni; cl1e siano emanate dalle Società esercenti ordini di servizio per la osservanza delle norme preventivo contro la malaria; che il servizio sanitario contro la malaria sia organizzato secondo le esigenze della nuova profilassi, intogrando il servizio ordinario con medici specializza.ti nella materia; che si stabiliscano apposite norme, del pari addita.te clalla Commissione, per regolare la pro· filassi chininica; che lo Stato fornisca anche l'idroclorato di chinino e cl1e sia resa obbligatoria una conve· niente clotazio11e di fiale sterilizzate per le inie· zioni di chinino insieme coi mezzi necessari per faro le iniezioni. Per gli altri servizi dello Stato si propone di contiu11are la campagna antimalarica, così bene intrapresa, sia con l'adozione delle protezioni meccanicho, sia con la profilassi cllininica; lli non ùare ')USRidi in danaro a scopo antimalarico, pro' \''etlenc.lo invece alla diretta sommini· strazione rlel chinino di Stato; di proteggere meccanicame11te le case da costruire ad uso degli agenti clei di,Tersi servizi come i caselli fer1·oyiari e tli prescri,rere la cura preventiva <lel nl1ini110 di Stato agli agenti stessi. Per gli operH,i addetti ad opere pubbliche in zone di n1nla.ria, si propone che le norme sta· bilite dall'art. 3 della legge 2 novembre 1901, in tegratc e conformate ai criterì pratici sovra espoRti pel servizio ferroviario, siano inserite nei ca.pit.oJati di appalto delle opere pubbliche con riferi111ento anche alle norme analoghe già proposto tla.l la Commissione centrale delle boni· fiche. Che noi capitolati di appalto sia fatto obbligo a.Ile imprese per lavori dello Stato, di provincie e dei com11ni di eseguire gli scavi, sia per aprire cave di i)restito, sia. per qualunque altro movi1nento di terra, in modo che possa poi sempre assero dato libero scolo alle acque. 1

CASTELNUOVO DI GARFAGNANA. - Il dottor G. V erciani, presidente dell' Associazione Sanitaria della Garfagnana», ci trasmette il seg11e11te ordine del giorno approvato ad unani· 1nità dall'Associazione predetto. e cl1e pubbli· chia1no per intero: « L'Associazione Sanitaria della Garfagnana, J1ella sna adunanza del giorno 2-! dicembre 1903; « Udita la relazione del suo presidente circa il risultato delle pratiche dirette alla istituzione lli lln servizio di vigilanza. annonaria nel circondario: 'l)

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Rilevato come, sebbene non pochi dei Comuni del circondario stesso abbiano aderito a tale iniziativa reclamata da un preciso ed ur· gente bisogno della salute pubblica~ pure questa non trovò per parte del Comune capoluogo sufficiente aiuto; « Preso nota che la Giunta provinciale am· ministrativa cancellò dai bilanci preventivi dei diversi Comuni la quota a ciascun Comune spet· tante oon1e contributo ali' istituendo consor~io; « Mentre deplora il danno che alla salute pubblica viene recato da disonesti speculatori che liberamente introducono in questa regione generi alimentari adulterati o nocivi, declina ogni responsabilità dell' insuccesso e stigmatizza quelle amministrazioni comunali che non seppero raccogliere la nobile iniziativa e tutte le at1to· rità provinciali che non la sostennero convenientemente. « Protesta infine contro il deliberato della Giunta provincia.le amministrativa della provincia d i Massa, annullante gli stanziamenti già votati e delibera di comuni care il presente ordine del giornç> al Governo del Re, il quale, anche pochi giorni or sono, rispondendo alla Camera dei deputati a due interrogazioni intorno alle adulterazioni dei generi alimentari 1 esprimeva il desiderio di studiare ed aippoggi~re quei nuovi pro,rvedimenti che potessero rendere più efficace la vigilanza annonaria; alle autorità sanitarie superiori ed al principale interessato e danneggiato, il Paese. » FIRENZE. Contro la tnbercolosi. - La Facoltà medica fiorentina, al fine di dare maggior.3 ef · ficacia alla lotta contro la tubercolosi, ha in,ri. tato l e Facoltà di Pisa e di Siena ad una adunanza che si terrà domani per studiare i mezzi di fa,rorire le iniziative private e per indn.rre il Governo ad adottare serì provvedimenti per combattere la terribile malattia. PIETROBURGO. Un,' altra vitti11ta della scien.za. Il Messaggero del Goverrio pubblica la segttente informazione in data 23 gennaio : « Il Direttore del laboratorio ove viene pre· parato il siero antipestifero per l'Istituto impe · riale di medicina aperimenttile si ammalò il 16 corrente. « Il laboratorio, che è situato nel forte Ales· sandro I, sull'isola di Kronstadt, è perfetta.mente separato dalla città di Kronstadt e dagli altri forti. « Il Direttore, cl1e si occupava della coltu1·a di bacilli della peste, morl tli peste il 20 cor· rente, malgrado le energiche ct1re dei medici che gli fecero iniezioni di siero antipestifero. « Dt1e iniezioni fatte in tempo su persone che avvicinarono l'infermo ebbero un risultato fa,-o. revole. Il maggior generale Orgelian ordinò l' isolamento completo del personale. » «

Nomine, promozioni onorificenze. N all'Università di Cagliari, per l'anno scola· stico 1903-904, furono nominati, l'assistente dot· tor Giovanni Sanna, aiuto nella clinica oct1li· stica, ed il dott. L11igi )Joro11giù, assistente nella clinica stessa. (31)


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IL POLIOLINICO

Nell'Università di Genova, il prof. Luigi l\'Ia· ria Bossi fu nominato professore ordinario di ginecologia ed ostetricia· e il dott. Antonio Zan· frognini venne nominato secondo assistente nella clinica ostetrica. Nell'Università di Pavia, il dott. Tullio Bru· gnatelli, già professore ordinario di chimica ge· nerale, è stato nominato professore emerito della Facoltà di scienze. N ell'Uni,rersità di Siena, il dott. Giuseppe Ovio, libero docente, fu incaricato, per l'anno scolastico 1903-904, dell'in:!egnamento della cli· nica oculistica e della direzione della clinica stessa, cessando, dal 1° dicembre 1903, dall'uf· ficio di ait1to nella clinica oculistica dell'Uni· versitr~ di Pavia. N ell'Univer$ità di Torino, il clott. Giuseppe Vicarelli, aiuto nell'Istituto ostetrico, cessò da quell'ufficio e fu nominato professore straordi· nario cli ostetricia e clinica ostetrica, e direttore della clinica stessa. ~Iinervini dott. Raffaele fu autorizzato a tra· ~ferire nella R. Università di Napoli la libera docenza di patologia speciale chirurgica dimo· strativa da lui conseguita per titoli, nella R. Uni· versità di Genova.

Concorsi e condotte. CASALM-~GGIORE

(Cre11zo1ta). -

Concorso alla prima condotta medico-chirurgica. Cura gratuita dei poveri (abita.n ti 3650, due terzi dei quali po· veri). - Stipendio annuo lire 1800, più lire 400 p er n1antenere il cavallo. Scadenza 15 febbraio 1904. - Per maggiori schiarimenti rivolgersi al Municipio. AREZZO (Osp edali rinniti) . .- Concot'SO per ti· toli a Direttore del manicomio. - Stipt3ndio ann11e lire 4000, gravate di ricchezza mobile e aumentabile di lire 4:00 ogni qt1inqt1ennio fino <t raggiungere il limite massimo di lire 6000. - Scadenza 15 febbraio. - Per ulteriori scl1iarimenti rivolgersi alla Direzione degli Ospedali riuniti. MILANO. - Dal R. Istituto Lombardo di scienze e lettere sono stati bamditi i seguenti • con corsi• a premi: Fondazione Cag1iola (pel 1904). - La velocità dei raggi catodici, storia critica dell'argomento e nuove ricerche in proposito. Scadenza 1° a prilo 190!. Premio, L. 2500 ed una medaglia d'oro del ' ralore di L. 500. · Fondaz ion p, Fossati (pel 190!). - Premessa la storia, della evoluzione doitrinale s1tll'argomento, localizzare, con ricerche ed esperienze proprie, lln qualsiasi centro di azione cerebrale psichica, sensoria o motoria. Scadenza, 31 marzo 1904, ore 15. Pren1io L . 2000. Pe111a per111anente (pel 1905). Una scoperta ben 1>ro,"ata sulla c ura della pellagra, o sulla natura dei miasn1i e contagio. Scadenza 31 dicembre 1904:. Premio, L. 2500 e una medao-lia d'oro de l 0 , ,.aloro di L. 500. Fo11<lazio11r Fossati (pel 1905). - Stato attuale dello cono~c onze s ulla nevralgia nei riguardi anato1110-eml)riologici ed istogenetici, fisioloO'ici e catlenza. 1° aprile 1905. P~emio. µntologici. L. :.. 00. Ron1a, 100! - T ip. Nazionale di G. Bertero e C.

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[ANNO XI, F ASC. 5

Indice alfabetico analitico del oresente

nnm~ro.

Aconito (Limiti nell'uso dell' - e del veratro verde). - Hill • • . . . • Pag. Actinomicosi della congiuntiva (Sull ). Magnani . . . . . • . . . • . » Adrenalina e il suo uso nelle emorragie gravi (L'). - l{irck . • . • . • » Apomorfina (L'idroclorato di - come sedativo ed ipnotico nell'alcoolismo acuto). - Becket . • • . . . . . » Avvelenamento da stricnina (Sopra la. dimoc;trazione microchimica dell'). Ponzio F. . . . . . . . . . • » Bacillo di Koch (Trasmissione placentare del - - al feto in un caso di tu· bercolosi pulmonare a decorso rapido). - Slei tz. • . . • . • . • . . » Bibliografia italiana . . • • • . . . » Bronchi extra-polmonari (Anatomia chirurgica e chirurgia dei). - Schwartz. » Caffeina nella cura della tossiemia alcoolica (La). - Hall . . • . • . » Cenni bibliografici . . . • . • . • » Chirurgia traumatica del polmone (Contributo sperimentale alla). - Valerio. » Commemorazione del dott. G. Marro. A. Mosso • . . . . . . • . . » Concorsi e condotté. . • . . . . . » Crepitazione laringea nello stadio iniziale della tubercolosi pulmonare (La). Remonchamps . . . . . . . • . » Diapason come mezzo di esplorazione degli organi (Il). - Mignon. . . . . » Enfisema pulmonare nella tubercolosi (L'). - Bernheim. . . • . • . . » Febbre gialla a Cuba (La). - Vincent . » Fenomeno di Babinsky (A proposito di una comunicazione fatta dal dott. Audeni no sul -- - alla Regia Accademia di Medicina di Torino). - Bertolotti e Ga vakzeni. . • • . . . . . . » Frattura longitudinale del radio, simulante una lussazione posteriore. Artrotomia. Gnarigione. - Betagh . • . n Infezione paratifo~dea (Due casi di). 3Smith . • . . . . • . . . . n Latte delle due mammelle (Ricerca sul). - Zappert e Jolles. . . • • . . . » Lesioni oculari che si verificano nel corso di malattie del cuore, dei vasi sanguig11i e dei reni. - Stedmann Bull. . • • » Microscopio (Due metodi molto comodi per fissare e ritrovare al - un punto qualunque di un preparato). - Lanza. » Id. id. id. - Tricomi Allegra . • . • » Nomine, pro1nozioui, onorificenze • • • » Notizie diverse . • • . . • . • . » Ossigeno ne1 le funzioni del sistema nervoso centrale (L'importanza dell'). S. Baglioni . . . . . . . . . . >l Peritonite generale complicante la scar· lattina. - Collon e Blake. . • . . >) Risposte a quesiti e a domande. • . . » Temperature costanti (Apparecchio per ottenere istantaneamente). - Treves . » Ufficiale sanitario - - Sua nomina - Obbligatorietà dell'esercizio della carica. Doct. Justi ti a • • . . • • • . . » L.

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Anno Xl.

Roma, 6 f'ebbraio. 1904: • .

SEZIO~E

Faso. 6.

PR.A.TICA

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

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REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vli,TORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali : - Leotta : l e alterazioni prodotte dalle esteae scottatu1·e, e la patogenesi della 1'elaliva morte. Nota prelirn i·nare : La tossicità delle urine degli scottati. - Riviste : - MBDICINA : - Hallaner : Dell' influen-;a che la concentrazione dell'orina esercita sulla comparsa del precipitato nelle reazioni dell'albumina. - Kretz: D'una teoria sulla emoglobinuria parossistica. - Leuzzi: Ematopor/irinuria parossistica. - Simon.: la dimetilamidobenzaldeide reazione di Ehrlich nelle urine. - CHIRURGIA: - Lexer: la distribuzione delle arterie nelle ossa in relazione con i focolai ossei. - Neura.t : U11 sùlloma non ancora studiato di rachitismo - \Vullstein : Nuovo metodo operatorio del torcicollo (caput obstipurn). - PF.UI.\TRIA: - Decroly: la paralisi pseudobulbare nei ba111bini - ?\Iontfort: L'incontinenza d'urina nei barnbini. - B10LOGLl: - E. C. : Scritti biologici pubblicati dagli allievi pel giubileo del prof. A. Stefani. - Accademie, Società. mediche, Congressi: - R. A cC.\ D&JIIA DI a11-; 01c1NA ut Ton1No. - R. A ccADE11I.\ M En1co-CatRFRGICA DI NAPOLI. Osservazioni cliniche : - Pettazzi: Vomiti gravidici. Guarigione con glicerolato di ittiolo. - Note di medicina scientifica! - Studia batteriologici sul gonococco di 1Veisser. - Flamini : Studio su.ll' azione immunizzante dell'istone contro la di('erite. Pratica professionale : - C\S ISTI CA: - Di una rara complicazione cerebrale del reu1natismo articolare acuto. Rheuniatismus apoplecticus, apople$ia rheu111atica. - Contributo alla conoscenza dette 1indromi atetosiche. - Un caso di acinesia algera. - Jmportan-;a ciel rifl,esso patellare. - APPUNTI 01 TER!PIA : - La questione d~ll' operazione nel cancro dello stomaco. - Terapia della gastroptosi. - Nella ipercloridria - Il sottonitrato di bismuto nelle for1Tie dolorose dell'ulcera gastrica. - Varia. - Medicina. politica : Dttrata della giornata di lavoro nella mondatura delle risaie. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana.: - Chi1·urgia. - Ostetricta e ginecologia. - Amministrazione sanitaria: - Conferenza sauitaria internazionale di Parigi (1903). Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onoriftoenze. - Concorsi e condotte. - Indice altabeticoanalitico del presente numero. Diritti di proprietà riservati

LAVORI ORIGINALI I

"TlTUT() CHIIlURGIOO DELLA

R.

u~r'çERSITÀ

DI ROl\IA

diretto dal prof. F . Durante.

Le altei·azioni p1·odotte dalle estese scottature, e la patogenesi della relativa mo1·te. Nota preliminare

La tossicità delle m·ine degli scottati per il dott.

NICOLA

LEOTTA, assistente.

Nella patologia delle scotta,t11re esistono ancora alc11ni punti poco o nulla studiati ; mi è sem· brato quindi· che lo studio relativo avrebbe po· tuto riuscire interessante. A tale scopo ho eseguiti llna seri e di esperi· menti sugli animali mettendo a profitto le mo · dificazioni ed· i progressi moderni d ei metodi di esame. e cercando di rimanere il più possibile nel campo della obiettività. Senza la preocc11pazione quindi di inda.gare

la tanto oscura i)atogenesi della morte per scottatura, ho cercato di stt1diare sistematicamente le alterazioni che clietro u stioni di varia esten· sione e di ' raria intensità subiscono gli organi ed i tesst1ti da me presi in esame, onde la pa· togenesi della morte possa sorger e spontanea· mente come ded11zione secondaria dall'insieme dei singoli risultati. H o studia,to : 1. Le alterazioni del sangue in rapporto ét tutte le pl'oprietà fisiche e chimiche, considerato nel s110 insieme e negli elementi che lo costituiscono ; 2. L e alterazioni anatomiche e funzionali del rene: 3. La tossicità delle urine ; !. Le alterazioni dei principali orgàni interni (polmoni, cuore, fegato, milza, glandole linfa· tiche) ; 5. Le alterazioni del sistema nervoso. Nella presente nota preventiva dirò dei risul tati già ottenuti dallo studio della tossicità delle • urme. ( 1)


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IL POLICLINICO

Ricordo a tal uopo che fra le teorie emesse per spiegare la patogenesi della morte per scotta· tura, quella che più d'ogni altra ha forse incon· trato il favore dei patologi è l?i teoria tossica; e tra i sostenitori di essa RE1ss, BOYER e Gur · NARD hanno creduto di dimostrarla in base all'au· mento della tossi0ità urinaria, saggiata coll'inie· zione sottocutanea nei sorci bianchi dal REISS; e col metodo del BouOHARD, nell'epoca stessa in cui questo sorgeva, da BoYmR e GUINARD. Io ho voluto nelle mie esperienze studiare anche la tossicità urinaria, paragonando i valori della tossicità dell'urina degli animali scottati coi va· lori della tossicità dell'urina normale degli stessi animali. Per lo studio della tossicita urinaria sono state proposte e seguite tre vie: 1. Iniezione dell'urina per via ipodermica; 2. Iniezione intraperitoneale; 3. Iniezione endovenosa. Fra questi tre, il ter.zo, il metodo dell'inia· zione endovenosa del BouCHARD, è general· mente ritenuto più esatto e preferito agli altri due. Anch'io l'ho preferito, pur avendo lltiliz· zato anche i metodi dell'iniezione sottocutanea e della intraperitonea.le. Adoperando però il metodo dell'iniezione endovenosa io non ho segt1ito le norme di tecnica del metodo classico del BOUOHARD, ma ho seguito delle speciali modificazioni, onde evitare q11egli errori grosolani di apprezzamento. sui quali recentemente è stata richiamata l'attenzione, e n9i quali si p11ò incorrere adoperando il metodo classico. Difatti se i liquidi che si infondono in u.n a vena sono, rispetto al sangue, i per- od ipotonici, danno, com'è noto, alterazioni dei globuli sanguigni e di tutte le cellule colle quali vengono in contatto. Onde la tossicità dell'urina che per via endo. '"enosa uccide 11n animale, tossicità totale o glo· brtle, come vien chiamata, si compone della somma di due elementi : della tossicità, vera (tossicità chin1ica dovuta alle sostanze chimiche disciolte), e della tossicità fisica (risultante dal perturbamento dell'eqtlilibrio osmotico), che OLAUDE e BALTHA· ZARD chiamano os11zotossicità. Per giudicare esattamente so in un liquido esistono delle sostanze tossiche bisognerebbe elimi· 11are ]a sua osmotossicità, e misurare la sola tossicità vera, a]trimenti si otterrà il ' ralore della (2)

. [AN~ XI, F ASC.

I tossicità globale, con un errore a carico della tossicità vera, · di tanto più alto quanto più grande è il valore della osmotossicità. Un altro grave errore in cui si suole incorrere, come sono incorsi gli autori che mi hanno pre· ceduto nella ricerca, e che io ho cercato di evi· tare, è il seguente. Le urine anche normali sono tossiche. Le so· stanze che generano tale tossicità trovansi in soluzioni variabili. Bisogna quindi, a11che rispetto a tali sostan~e, tener conto della concentrazione delle urine ; o tanto più bisogna tenerne conto nelle scottature ove, come dirò nel lavoro completo, parlando delle alterazioni anatomiche e funzionali del rene, l'urina emessa dopo lo scottatura è concentra· tissima. Ecco quale tecnica ho seguita : Pratico l'iniezione endovenosa così come la fanno OLAUDE e BALTHAZARD, ossia iniettando il liquido nella ' rena marginale dell'orecchio dei co:y.igli, animali preferiti ormai da tutti per l'inia· zione in parola, a mezzo di una siringa della capacità di 20 cc., con cui iniettando una siringa di liquido al minuto, si può raggiungere una velocità di iniezione assai grande e costante, e si sopprime la reazio1ie t1idividuale, come dicono i suddetti autori, da parte del coniglio, e la morte si ottiene per l'azione diretta delle sostanze tos· siche sugli elementi anatomici. L'urina è iniettata appena raccolta, facendo trascorrere solo il tempo necessario alla filtra· • z1one. Per evitare gli errori dati dalla osmotossicità, in base alla legge di RAOULT da una parte: « le

solzizioni equi1nolecolari lta1t1io lo stesso grado di co1igelazio1ie »; ed alla legge di DE VRIES e VAN T'HOF.F dall'altra: « te solzizio1ii equi11iole· colari so1to isotoniclie »' io ho cercato di inocu· lare soluzioni con punto di congelazione uguale a quello del sangue dell'animale da iniettare, soluzioni quindi isotoniche. Il sangue del coniglio ha un punto di congo· lazione, .i, che oscilla, secondo gli autori, tra -- 0°.56 e~ 0°.57. Io ho ritenuto isotoniche le urine con .l l1gua.le a - 0°. 56; però ho ritenuto come minimo, e quindi inapprezzabile, il difetto .di isotonismo dellè soluzioni con .i = -- 0°. 57. Per rendere isotonica l'urina da saggiare, clie per solito è ipertonica, ho seguito il metodo di LESNÈ, che consiste nell'aggiungere d ell'acqua

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SEZIONE PRATICA

distillata fino ad avere una soluzione con .l = j per ciascuna di queste vie la tossicità delle - 0°. 56. urine di un coniglio scottato, riportate alla con· In tal modo ho saggiato la tossicità llrinaria centrazione molecolare delle t1rine normali eli· in 4 conigli tenuti a regime erbivoro costante minate <lallo stesso coniglio prima della scot· tatura. per alc11ni giorni prima della scottatt1ra e dopo In t11tto quindi ho saggiato la tossicità uridi questa. · Ho prima saggiato il grado di tossicità v era naria di 10 conigli scottati. I risultati sono stati concordi con tutti i metodi suddetti. dell'l1rina normale ed il normale coefficiente Ho potuto vedere che nelle urine eliminate, urotossico. Poi li ho sottoposti a scottature di estensione dopo la scottatura, la tossicità globale ed a11cl1e varia di 1° e 2° grado socondo la classificazione la tossicità vera sono più o meno aumentate, ma, riferendoci alla, quantità di urina eliminata del DURANTE (2° e 3° degli autori), dopo di che nelle 24: ore, abbiamo un coefficiente urotossico ho saggiato la tossicità v~ra, e determinato il coefficiente urotossico· rispettivo per le urine sempre più basso del normale. della 1a, della 2a giornata ..... e cosi di seguito Poco superiore al normale è il coefficiente fino alla morte o alla guarigione. urotossico pochi giorni dopo la scottatura, quando Ho pensato che un sostenitore della teoria tos· non a ' rviene la. morte ma la gl1arigione. sica potrebbe fare a questo metodo la obiezione Tali risultati sono in co1ttraddizione perfetta con quelli ottenuti dagli autori precedenti e spe· seguente: . Se esistono nelle urine degli scottati sostanze cialmente con quelli del RErss, di BOYER e tossiche anormali, ess~ potrebbero venire forteGUINARD, sostenitori, come ho detto, della t eoria mente diluite, quando si renda l'urina isotonica tossica. col metodo di LESNÈ, e potrebbero non spiegare La contraddizione si deve precisamente al fatto che essi non tengono conto della concenpiù la loro azione tossica. Per non urtare contro questa obiezione bisotrazione molecolare e dell'assenza di isotonia del· gnerebbe adoperare tm metodo ideale, secondo l'urina che iniettano, cosicchè l'aumento di tosil ql1ale, iniettando l'urina nella concentrazione sicità devesi alla maggiore concentrazione delle con Clli viene eliminata, si possano calcolare in sostanze tossiche normali da una parte, e dalese:;a, senza diluizione, gli errori da ti cl al valore l'altra al fatto che essi hanno scambiato per della osmotossicità. tossicità vera la tossicità globale. CLAUDE e BALTHAZARD hanno risoluto questo In base a tali risultati ed in base a quelli otproblema. Essi hanno dedotto tma formola mercè tenuti dallo studio della tossicità e delle altera· la qualo, misurando la tossicità globale, si de· zioni del sangue, delle alterazioni anatomiche e su.me, dal punto di congelazione, il valore della funzionali del rene, discuterò sul valore della osmotossicità; onde dalla tossicità globale si può, teoria tossica nel lavoro completo, che sarà presto con una correzione, desumere la tossicità ·vera pubblicato. st1pposta misurata in soluzione isotonica. Ln formula è questa: Mant1ale dell'igienista ad uso degli ufficiali sanitari, m edici U - T = I -+- K (-l - 0°. 56) U 11, provinciali, ingegneri, chimici, veterinari, igie · nisti, uffici e laboratori d'igien e, con la collaO"\'"e : U rappresenta la tossicità globale, T la borazione dei professori: O. Casagrandi, A. Scala, tossicità ' rera misurata in sol11zione isotonica, ecc. I. N osotti, D. Spataro, T. Gualdi, C. Fradella. (vedi CLAUDE e BALTHAZARD, « Toxicité urinaire 2a edizione del Manuale dell'Ufficial e Sanitario. dans ses rapports avec l'isotonie » , Jo11r11,al de VoLuME I: Microscopia - Protozoologia - Batteriologia - Chimica applicata all'igiene - Ispezione Physiologie et de Patll. Ge1i., 1903, pag. 53). delle carni e del latte. Por facilitare il calcolo si può ricorrere ad t1na VoL UME II: Epidemiologia generale e speciale • tabella proposta dagli stessi autori. Ingegneria sanitaria - Propedeutica dell'Ufficiale sa· Ho applicato tale m etodo per saggiare la tosnitario. ici tà urinaria in altri ± conigli scotta ti. Due volumi in 8° cli cir ca 900 pagine ciascuno, Finalmente ho anche adoperato come concomplessivamente L. 82. trollo i metodi, certo meno p erfetti, dell'iniezione Dirigere richieste alla Società Editrice Dante Alighieri, Ro11ia, via dei Prefetti, 15. sottocutanea e della intraperitoneale, saggiando ( 3)

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IL

[ANNO XI, F ASC. 6]

POLICLINIOO

L'ebollizione dà un precipitato più abbon· dante nell'orina concAntrata che nell'orina normale:, al contrario con una concentrazione più forte di orina la reazione dell'albumina diviene più debole, o manca del tutto. La prova del ferrocianuro di potassio, che è ritenuta dai chimici per la più sensibile, viene a maucare la prima; manca costantemente, quando l'orina la si riduce ad una metà del proprio volume. Con q nesta concentrazione la J>rova dell' HELIJER si comporta in un modo abbastanza vario: spesso si ha il solito reperto, ma più spesso si ha risultato negativo; ordinariamente l'aggiunta di i:>ochissimo acido nitrico dà luogo ad un precipitato di albumina che con lù scotimento o col riscaldamento, ovvero anche con l'aggiunta di altro acido nitrico si ridiscioglie di bel nuovo. Se l 'acido nitrico aggiunto corrisponde ad un terzo di volt1me, come suol praticarsi ordinariamente, allora l'orina nou s'intorbida affatto; l'intorbidamento compare appena si aggiunge acqua all'orina. Il fin qui detto vale per nn contenuto piccolissimo di albumina, contenuto che non deve oltrepassare il O. 2 o il O. 3 per cento. Da ciò si conclt1de che nelle ricerche cliniche dell'orina concentrata (contenente una piccolissima quantità di albumina) 'si può essere indotti in errore: di qui la necessità di diluire qt1este orine prima di sottoporle alle prove dell'albumina. In quanto alle cause degli accennati feno· m~ni, ulteriori ricerche hanno mostrato al1' A. che l'ostacolo alla reazione dipAnde: dall'ul'ea per la prova dell'HELLER; dall'urea e dai sali neut1'i per l'ebollizione; da certi sali, specie da quelli dell'acido fosfo1·ico per la prova del ferrocianuro di potassio. Dott. E. GuGLIELMETTI.

RIVISTE MEDICINA

Dell'influenza che la concentrazione dell'orina ese1·cita sulla comparsa del p1·ecipitato nelle I'eazioni dell' albu• mina. (HALLANER .

.lJlnnclt. 11ledic. Woclz.e1i., n. 36, 1903).

L'A. osservò i seguenti feno~eni, che sono di grande importanza nell'esame clinico dell'orina. Si prendono due date quantità di orina normale allo stato di concentrazione pure 11ormale; una di queste quantità la si .riocalda a bagno maria o nel vuoto fino a metà del proprio volume : ora, aggiungendo del siero (4 eme. con albumina al O. 32 per cento) tanto all'orina concentrata mediante il riscaldamento, quanto all'orina non concentrata si osserva che nel primo caso (orina concentrata) la prova dell' ebollizione per l'alb11mina riesce positiv. . a in ambedt1e le orine; però è più intensa nell' orina concentrata,. La prova dell'HELLER e quella del ferrocianuro di potassio sono assolutameute negative per l'orina concentrata, mentre danno un 1·eperto positi,ro ed intenso per l'orina concentrata a cui sia stata aggiunta dell'acqua. ~\.n che la pro,ra dell' ebollizione riesce negati\a se l'orina concentrata la si acidifica con acido nitrico prima di esporla al fuoco. In questo caso l'aggiunta di una quantità considerevole di acqua produce il })t·ecipitato. Riconducenclo l'orina concen· trata alla sua concentrazione originaria, mecliante l'aggiunta di acqua distillata, al· lora le prove <lell'albumina danno gli stessi i·isultati che per l'orina normale, non concentrata. Facendo bollire anco1· di più l'orina fino a ridtirla ad un quarto del proprio volume, la prova rlell'ebollizione praticata nel modo ordinario i·iesce negativa. L'orina acida i1on s'intorbida nè con l'aggiunta di acido a cetico diluito, nè con !,aggiunta di acido r1itrico, in,rece l'aggiunta di acqua determina un abbondante precipitato fioccoso . L~ ...~. l1a tl1diato gli anzidetti fenomeni in moltissime orine servendosi a tal'uopo del iero di cavallo e di bue non che dell'orina di un nefritico e della sieroalbnmina cristallizzata. Il risultato in sostanza fn emp1·e lo stesso.

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D'una teoria sulla emoglobinuria parossistica. (KRETZ.

Wie1z.. klin. Woclz.e1i., n. 18, 1903)

L' A. ricorda come 1 0RTNER ha avuto I'ecentemente un caso di emoglohinu1·ia pa· i·ossistica in cui si è proposto di studiare il fenomeno dell'emolisi in rappDrto alla teoria che l'EHRLICH ha emesso in proposito. Insieme con lo stesso 0RT~""ER e col FLODERER l'A. ha tentato di fare questo stesso studio. L' A. nei suoi esperimenti si servl di I

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[ANNO

XI, F ASC. 6]

SEZIONE PRA TIC.A.

siero e sangue umano ottenuti: da due fle· botomie praticate in un caso di emoglobi· nuria parossistica, dopo passato l 'a ccesso; da una flebotomia in un caso di ulcera dello stomaco, di nefrite e di herpes zoster; e finalmente da cadaveri. · Nel sangue dell 'emoglobinurico si stu· diarono e la solubilità degli eritrociti per mezzo di siero umano fresco (fissamento degli amboc~ttori da parte delle emazie) ed il potere solvente del siero fresco sepa· rato (ambocettori liberi e complemento). Da questi esperimenti risultò cl1e una emulsione al 5 °/ 0 di eritrociti provenienti dal sangue di un emoglobinurico (non du· rante l'accesso) è disciolta, in m.odo com· pleto o quasi, tanto dal proprio siero fresco (cliluito all' 1: 2), quanto da altrj sieri umani freschi (lliluiti all' 1/ 9• 1/ 8 ); il siero dell' indi· vidu o affetto da herpes zoster produce lo stesso fenomeno in una diluizione dell' 1 / 96 • Quindi, secondo la teoria dell' EHRLICH, gli eritrociti di un individuo emoglobinurico sar ebbero carichi di abbondanti ambocettori emolitici, e, molto più di quello che non lo sieno gli eritrociti di altri individui non emoglobinurici, siccome risultò dalle prove di co11trollo. Il siero fresco dell' individuo emoglobinurico durante l'accesso (emulsioni di eri· trociti al 3 °/ 0 ) non ha un potere emolitico pit1 intenso di quello posseduto dal siero umano in altri stati patologici (ulcera, nefrite, en1bolia, 2 casi di cirrosi): questo stes8o sie ro reso inattivo non è in grado, qua11clo lo si mesroli con altri sieri umani freschi, ò.i esercitare sugli eritrociti umani cli altra provenienza un'azione solvente più intensa ò.i quella esercitata dai rel ativi sieri attivi ado1Jerati da soli; perciò molto probabilmente questo siBl'O non possiede amborettori allo stato libero. Dagli espeeimenti fatti con sieri freschi di,Tersi risulta1·ono le i1ote differenze del loro pote1·e solvente sugli eritrociti; p erò gli eritrociti dell' emoglobinurico si addi· mostrarono essere i più solubili fra tutti q11anti gli altri. Notevolissimo era l'innalzamento del po· tere emolitico che su questi eritrociti emoglohinurici esercitava il siero del sangue proveD:ie11te dal braccio raffreddato di un individ110 affetto da he1·pes zoster· aggiungendo a questo siero r eso inattivo alti·i sie1·i umani freschi, il suo potere emolitico sop1·a gli e1·it1·ociti t1mani di alti·a prove-

165

nienza non era per questo pii1 inten so. Quindi, secondo la teoria clell' EHRLICH, l'azione cli questo siero sugli eritrociti dell'e· moglobi11urico deve i·ife1·irsi aò. un aumento con icl erevolissimo di « complemento •>. Da siffatte espe1·ienze l' A. con clude: 1° che il sangue dell'emoglobint1rico contiene p er il « complemento » umano più << ambocettori emolitici » che non il sangue di altri individui ; 2° che nel siero fresco proveniente dal braccio r·affreddato si contiene più « complemento » che non nei sieri 11mani tolti da estremità non raffreddate. ·Da ciò ne ' riene come conseguenza che l'accesso di emoglobinuria lo si può considerare come l·effetto di un « aumento di complemento » aumento che è determinato clall'azione del calo1·e sul sangue ci1·colante entro vasi ' rivi, e che nelle masse sangui· gne dotate di « ambocettori abbondantissimi » è in grado di esercitare un'azione emolitica di un'intensità tale da aversi come conseguenza l'eliminazione di emo· globina inalterata. L'A. da uno studio del BETTMANN crede che qt1est'anomalia del sangue possa pre· sentarsi anche sotto l'imagine morbosa cl' ittero cronico a fegato integro; egli inoltre fa . osser,.,.are che l'emoglobinuria parossi· stica non ha nulla da vedere con la formazione di autolisina da emorragia, come vor· rebbe il ~IICHAELIS. Dott. E. G.

Em atoporfirin111~ia parossistica. 1

L'ematopo1·firina è un pigmento urinario descritto da Mac J\'IUNN, isomero clella bilirubina. Si trovano tracce di questo pigmento nell'u1·ina normale, ma esso aumenta in certi stati patologici dando luogo allora alla ematoporfirinuria, che è stata osservata n ell'a,rvelenamento per sulfonale, nelle co· liehe saturnine, n elle emorragie intestinali ed in ' rarie affezioni epatiche. ~Ia se l 'ematoporfi1·int1ria semplice è oggi beu cono· sciuta, non è lo stesso p er quella parossistica. E. 1\f. P A..UL, che pubblica un caso cli questo genere n el Oent1·alblatt fiir iJz11ere Medici11, affe1~ma che non ne esiste un altro nella lette1~atura medica. Egli ha fatto questa sua osservazione su un uomo di 66 anni, affetto da lunga data da sifilide e febbri malarich e, che da 6 anni è soggetto a degli accidenti ( r; )


166

IL POLICLINICO

identici a quelli dell'emoglobinuri:1 parossistica. Ogni volta che egli si espone al· l'azione del freddo è preso da dolori alle i·eni e, qualche ora dopo, emette delle urine di color nero. Questa colorazione persiste durante 12 o ~4 ore, poi scompare e l'u· rin.a riprende il suo aspetto normale. Al· lorchè M. P A U L osservò questo fatto ed all'esame dell'ammalato non trovò che un po' di arterio-sclerosi ed un leggero grado di ipertrofia del fegato, convenne trattarsi di un caso banale di emoglobinl1ria parossistica. Ma la sua sorpresa fu grandissima quando, esaminando le urine, constatò l'assenza completa di emazie e emoglobina e la presenza di ematoporfirina in grande quantità. N atural111ente non è possibile stabilire una teoria sopra una sola ed unica osservazione. Così è che, con grande ri· serva, ~l . P AUL fa dipendere dalla sifilide e dall'arterio-sclerosi la ematoporfirinuria parossistica. Dott. N. LEuzzr.

La dimetilamidobenzaldeide reazione di Ehrl ich nelle urine. (Sil\ION.

A1ner. journ. o/ nzed., settembre 1903).

Stl1diando questa reazione EHRLICH trovò che in varie urine patologiche, e specialmente in quelle degli ammalati di tisi. di febbre tifoide e di enterite cronica, dopo l 'aggiunta di alcune goccie di una soluzione acida di climetilamidobenzaldeide si sviluppa t1n bel colore rosso ciliegia. Questa colorazione appare anche, ma meno intensa, nella urina normale riscaldata, mentre a freddo il colore rosso non è distinto. CLEMENS e KozoczKOWSKY sperime11tando questa reazione non la osservarono mai in individui sani, mentre la verificarono comunemente in ammalati di gastro-enteriti acute, specialmente se in rela.zione a tumori, come pure in alc11ni casi di appendicite e carcinoma. CLEMENS l' ha riscontrata anche in tre malati di polmonite. Nei casi esaminati di tubercolosi polmonare la reazione si verificò solo qua11cto esistevano disturbi gastro-intestinali (e ciò è stato i~iscontrato anche da ENGEL), oppure quando 'Ti era associata peritonite tubercolare. Invece gli stessi CLEMENS e KozoczKO· W,K.Y ebbero rist1ltati negati vi in casi gravi di tt1bercolosi polmonare, in alcuni di anemia splenica. di reumatismo articolare ( 6)

[ ANNo XI, F Asc. 6]

I acuto ·e

subacuto, di diarrea acuta, di ar· trite, di nevrastenia, di bronchite cronica, di diabete mellito, d' inflttenza, di cirrosi epatica, di tabe e di sifilide terziaria. Nei suoi esperimenti SrnoN adoperava una SO· luzione al 2 °/0 di dimetilamidobenzaldeide in parti uguali di H 2 0 eJ H 1 SO, concentrato. Per ottenere la reazione bastano da 5 a 10 goccie del reagente in pochi eme. di urina, emessa dall'ammalato non più di 12 ore prima. Dopo aver agitata l'urina si aspetta che si verifichi la reazione, che per essere considerata positiva deve prendere un bel colore rosso ciliegia. La formalina impedisce che avvenga la reazione, onde come controllo, nei casi dubbii se ne può aggiungere qualche goccia all'urina da esaminare. SrMON ha osservato rhe la reazione non si verifica costantemente per la stessa malattia e anche nello stesso individuo. Dal suo lungo elenco dei casi studiati, risulta che la reazione è positiva in pal·ecchi casi di tubercolosi polmo11are, tubercolosi del· l'articolazione delle anche, polmoniti, tifo, appendiciti ed itterizia. In quanto alla tubercolosi sembra che la reazj one si verifichi più facilmente nei casi acuti che nei ero• • n1c1. Quasi tutti i casi positivi presentano anche la diazo-reazione positiva; non pare però che vi sia relazione fra le due reazioni. SrMoN crede, avvalorando questa sua ere. denza con la citazione di esempi, che la reazione avvenga più facilmente nei casi in cui vi è marcato e rapido dimagra· mento. Riassumendo i risultati clinici delle sue ' esperienze, l'autore conclude: 1° Che la reazione non avviene in con· dizioni normali ; 2° Che le reazioni positive si hanno più comunemente nella tubercolosi; 3° Che la reazione si verifica anche in casi non tubercolosi con febbre o senza; 4° Che essa non ha nulla di comune con la diazo-reazione ; . 5° Che per la sua produzione non sono necessari nè elevazione di temperatura, nè disturbi gastro-intestinali e cianosi; 6° Che sembra comune a tutti i casi un a11mentato catabolismo dei tessuti albuminoidi. Dott. L.

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LANNO XI,

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SEZIONE PRATICA

CHIRURGIA

La distribuzio1te delle arterie nelle ossa in relazione con i focolai ossei. Bericlit itber die Verhan,d. d. DeutscJien Gesellscliaft f. Cliirnrgie, XXXIII Kongress. - Beila,qe· z. Zentralblatt f. CJiirzirgie, 1903, n. 36).

(LinxER.

Le nume1·ose esperienze fatte finora non hanno potuto spiegare la predilezione dei focolai tubercolari per certe ossa e seg· menti di ossa. Gl'infarti dell'osteite tullercolare indi· cano una correlazione certa con il sistema circolatorio osseo. L' A. studiando ne.Ile ossa iniettate la distribuzione arteriosa, coll'aiuto della ra· diografia nei neonati. e nei bambini, ha potuto constatare parecchi fatti importanti capaci di darci la spiegazione delle sud· dette osservazioni cliniche. Nelle ossa lunghe i vasi intraossei si distribuiscono in tre ter1·itori, che si uni· scono a mezzo di anastomosi, tanto più nume1·ose quanto più pronunziata è l'osteo· genesi. I . / arteria nutritizia all'inizio è molto flessuosa e spesso si ripiega non conser· vando la direzione secondo la quale era penetrata nel tessuto compatto della dia· fisi. Il femore è sempre doppio, e le ramificazioni vanno verso l'estremità spongiosa della diafisi stesAa (metafisi di Kocher). Qui essa è rafforzata da una se1·ie di ar· te1..iole, che arrivando dalla periferia formano delle arborizzazioni, le quali pene· trano anche in parte nell'epifisi, perforando la cartilagine di coniugazione. Questi vasi metafisari sono importanti perchè si riscontrano numerosissimi precisamente nei siti di elezione della tubercolosi ossea, come al collo del femore, al collo dell'omero, nel femore al disopra dei condili. I vasi epifisari vengono da ogni parte ve1..so il punto di ossificazione, a q nesto livello o si ripiegano per portarsi verso la ca1--tilagine articola1·e, o traversando la cartilagine di coniugazione si distribuiscono nella metafisi. La ca1·tilagine diafiso-epifisaria riceve così dei vasi perforanti da ciascuna delle sue due facce. Se, considerando un osso bene iniettato, si cerca di stabilire ove vanno a finire i

167

I batteri

o gli emboli settici, si arriva sempre ai posti noti come sedi frequenti della tubercolosi ossea ; ossia alla metafisi per l'arteria nutritizia, alla cartilagine di coniugazione per i vasi metafisari, alla epifisi per i vasi perforanti ed epifisari. Nelle piccole ossa lunghe (metacarpi, ecc.) si vede in tutte un'arteria nutriti\a sottile, che si ramifica rapidamente ; si comprende quindi facilme:µte perchè in tali ossa la tubercolosi sia pre"V"alentemente epifisaria. Nelle vertebre si riconoscono sempre 2 arterie, che si distribuiscono dall'indietro in avanti nei corpi vertebrali, ed alle quali corrispondono i focolai tubercolai cunei· formi a base anteriore. Alla base delle apofisi trasverse, si trova ancora costantemente un piccolo vaso. L'atlante ne ha uno di discreta grandezza nel suo arco posteriore. Nelle costole un'arteria nutritizia lunga , e sottile si porta verso l'articolazione con· dro-costale, punto a livello del quale si vede arrivare un secondo vaso proveniente dal pericondrio. È noto che questo è il punto prediletto delle metastasi tifiche. L'omoplata ha un'arteria che si ramifica verso la spina ed il collo. Nell'osso iliaco si vede che l'arteria più robusta proviene dall'indietro, a livello della grande incisura ischiatica, per gettarsi nella faccia interna dell'ala iliaca, donde le ramificazioni si portano in tutte le direzioni. La distribuzione e l'obliterazione di questi rami esplicano la forma dei seque· stri che si osservano nell'osso iliaco. L ' A. conclude dicendo che tutti i focolai ossei che rispondono ai territori vascolari, devono avere dei rapporti con il sistema arterioso e si producono per ammassi batterici od emboli infetti. Se ciascuno dei vari segmenti ossei non è inva~o con uguale frequenza dalla tubercolosi e dall'osteomielite suppurata, ciò dipende forse dal fatto che il processo embolico è molto più comune nella prima affezione che nella seconda. LEoTTA.

Un sintoma non ancora studiato di rachitismo. {NEURAT.

Wie1ter ltlin.• Woclte11,., 4 giugno 1903).

Il sintoma su cui ri0hiama l 'attenzione l' A. consiste in una alterazione della parte mediana della diafisi delle falangi, parte { 7)


168

IL

POLICLINICO

[ANNO XI,

FASC.

61

I

che appare ingrossata rispetto alle estre· mità articolari delle falangi stesse. Si ri· leva guardando la piccola mano contro la luce . Tale ingrossamento si deve ad ispessi· menti d' origine periostale, privi di sali calcarei; difatti la radiografia non ha fatto constatare produzioni ossee nella parte in· grossata. LEOTTA.

Nuovo metodo operatorio del torcicollo (caput obstipum). (WuLLSTEIN.

Zentralb. f. Cltir., n. 33).

Tra i vari metodi i .. accomandati per il trattamento del torcicollo, meritano di esser ricordati specialmente la tenotomia sotto· cutanea (STROMEYER), la sezione a cielo aperto (VoLKJ\fANN) e la estirpazione parziale o totale (v. l\'lIKULicz) dello sternocleido-mastoideo accorciato. Tutti questi metodi potranno ottenere risultati favore· voli a patto ehe l'operazione sfa seguìta dall'applicazione di apparecchi in posizione ipercorretta e dal massaggio, allo scopo di r endere allo sterno-cleido antagonista la potenza a mantenere il capo nella direzione desiderata. L ' ortomorfismo si avrà soltanto quando questo muscolo non sia troppo allungato dallo stiramento prolungato cui 'è stato sottoposto. E sarà tanto pii1 difficile ad ottenersi dal semplice trattamento ortopetico post-operatorio per q ùanto più marcato era il vizio di po· sizione primitivo e per quanto maggiori alte1--azioni secondarie erano intervenute néllo scheletro clel collo, per deformità delle ' '"ertebre cer,ricali e dei dischi intervertebrali (collzi11i obstip1l11i di Lorenz). L' .A. insieme con la sezione o la estirpa· zione parziale dello sterno-cleido-mastoideo accorciato, di1·etta contro il capzit obstipz,z»i, si propone di interveni1. e accorciando lo .sterno-oleido-mastoideo de1l'altro lato, diri· aendosi così anche contro il collzttli obstip1i11z. Tale accorciamento egli ottiene mettendo allo scoperto e isolando il ventre musco· lare, ripiegandolo ad ansa e suturandolo in q t1esta nuova posizione: si può così ottenere un accorciamento di 4-8 cm. Pe1· la ripiegatura ad ansa viene utilizzato soltanto quel tratto del ventre musco lare, che sta tra il punto di immersione llella branca dell'accessorio e il punto di clivisione del mt1scolo n ei suoi dt1e capi sternale e claYicolare. ( 8)

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Con tale ripiegatura si mantiene con la continuità del muscolo la contrattilità cli tutte le sue fibre, ciò che rende il p1·ocesso preferibile alla· resezione che sostituirebbe u·n a cicatrice e porterebbe all'abolizione della innervazione nel tratto periferico alla • sezione. Alla ripiegatl1ra praticata a testa in posizione ipercorretta, deve seguire l'applicazione di un apparecchio in questa mede• • • s1ma pos1z1one. Il metodo implica il resid11are di due cicatrici invece dell'unica, che si ha con gli altri metodi. R. DALLA VEDOVA. ERRATA -CORRIGE. Nel passato numero, nella recensione « Anatomia chirurgica e chir11rgia dei bronchi extra· polmonari» a pag. 141, colonna 1 a, riga 39a, in· vece di: peduncolari seco1tdari (superiore, 1nedio ed inferiore a sinistra) avviene fuori del tesszito, ecc., si legga: pedzincolari seco1idari (superiore, 11tedio ed inferiore a destra; superiore ed inferiore a sinistra) avvie1~e fziori det tess1ito, ecc.

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PEDIATRIA

La paralisi pseudobulbare nei bambini. t

(DECROLY.

La Policliniqzie de Bruxelles, n. 19, 1903).

Esiste nell'adulto una sindrome cono· sciuta col nome di « paralisi pseudobulbare » a causa di alcuni segni (paresi del VII in· feriore, disartrie, disturbi della deglutì· zione, ecc.) del tutto simili a quelli che si riscontrano nella paralisi bulbare o labio· glosso-laringea; solo si distingue da questa per l'assenza di sintomi di degenerazione . ' muscolare (tremori fibrillari, reazione elet· trica) e per la localizzazione delle lesioni. Infatti queste, inTece di colpire i nuclei del bulbo, si trovano localizzate nella coi·· teccia o al di sotto della corteccia della zona rolandica, o nel centro ovale, o nel ginocchio della capsula inter11 a, o nel fascio interno del pecluncolo cerebrale dove le fibre di questo fascio si arborizzano attorno ai nuclei bulbari (DÉJERINEì. Tale sindrome non è IJarticola.re solo agli adulti; essa può riscontrar~i anche nei baro· bini e può anche essere congenita; in que· st'ultimo caso è la conseguenza della di· struzione di alcune porzioni dei centri e delle vie sottobulbari, sia della mancanza

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XI, F .A.SO.

61

SEZIONE PRATICA

<> dell'insufficienza di tali centri e di tali vie. Però in questi casi la denominazione di paralisi pseudobulbare congenita è troppo limitata e può ingenerare degli equivoci. L' A. riporta un caso clinico. . Si tratta di un bambino di 6 anni, discretamente microcefalo e con un aspetto <I'el viRo simile a quello dell'idiota e del bulbare; solo gli occhi attestano un'attiva vita mentale. L'esame obbiettivo dà: paresi delle corde vocali, della lingua, del velopendolo e delle labbra, per per c lli è quasi impossibile la fonazione. il fischiare, il soffiare, il fare qualsiasi mov\mento della lingua. Il riso 11a ltn carattere spasmodico ; il vomito, fa-cile a provocarsi a causa di alimenti male ingeriti, si compie normalmente. Pe1"" ciò che rigt1arda i sensi specifici: solo la sensazione clell'amaro è avvertita ed espressa -con una mimica vivace; l'irritazione della n1ucosa nasale non provoca il vomito; l'utlito è quasi del tutto abolito. I mo-vimenti attivi e passivi degli arti superiori -e inferi ori si compiono normalmente. In (1ua11to ai riflessi : esagerati tutti i tendi· nei: i ct1tanei, addominali, cremasterici e8istono; il faringeo è esagerato. Nessun distt1rbo a carico della minzione e defeca• z1one. PolRo 8-! al minuto; respi1·0 a tipo addominale 21. Le ft111zioni psichiche sono presso a poco normali, il ·bambino è affettuoso, docile, ~dt1cato; compensa la sua sordità con una squisita educa~ione dell'apparato visivo; è capace di far la ginnastica, pi eseguire un git1oco froeb eliano, di ricopiare un di· segno elementare; in somma, nonostante l'aspetto infelice che gli danno la sua fronte bassa e le labbra cadenti, si possono considerare le Stle facoltà. superiori come disc1..etamente sviluppate. Quanto all'anamnesi si sa che ' Ti sono stati dei fenomeni epilettiformi ~l crisi dista1tziali, ma tali. fe· nomeni sono posteriori ai fenomeni sui q11ali è richiamata l'attenzione nell'esame obbietti v-o. Tale caso corrisponde a un altro osservato dallo stesso A. e l'analogia è data da fenomeni ugulmente a carico della faccia, della lingua, del velopendolo insomma dal1,aspetto bulbare. In tali due casi di qual disturbo si tratta'? Qual 'è la lesione che corrisponde ai fenomeni osservati? L 'A. basandosi sulla diagnosi fatta in

*

169

I vari

casi di oftalmoplegia, di diplegia facciale, cli paralisi pseudo-bulbare infantile~ si crede autorizzato ad ammettere con MoliIBIDs, quale centro della lesione, il neurone bulbare, preferendo tuttavia piuttosto l'interpretazione di BERNHARDT e HEuBNER che parlano di un' « aplasia », mentre . MoEBIUS ammette una scomparsa di elementi precedentemente formati. Se si pensa ora alla numerosa casuis ti ca clinica in cui in casi <li oftalmoplegie, o di paralisi facciali congenite sono stati riscontrati vari altri sintomi quali: atrofie della lingua, disturbi del linguaggio, assenza o arresto di sviluppo di una parte o della totalità della muscolatu1·a generale ano· malie congenite diverse, contratture, arrt'· sto di sviluppo intellettuale. ecc. · non ap· pare certamente strana 1 idea di attribuire la causa di tutto ciò a un arresto di svi· luppo, a una ipoplasia, aplasia, agenesia dei nuclei motori a dive1·sa altezza dell'asse cerebro-spinale, ma localizzata più special· mente nei centri dei nervi cranici motori, specie dei nervi dell'occhio. Il caso su l"'iportato può quindi conside· rarsi come la conseguenza di una aplasia o ipoplasia nucleare ; localizzata non nei protoneuroni motori del bulbo perchè mancano i segni della degenerazione m11scolare · non nei centri sotto-corticali {talamo) per· chè son conservati i movimenti clell'espressione mimica; bensì nei centri motori cor· tiéali, e in favore di questa ipotesi stanno la lieve microcefalia e le crisi epiletti· formi. L' A. par_la infine della cura. Poco biso· gna sperare per ciò che riguarda la parola, dato lo stato degli organi periferici del linguaggio· ma si Iltlò far molto pe1· lo sviluppo intellettuale utilizzando per I 'educazione il senso della vista in sostituzione di quello dell'udito poco o nulla ervibile. Dott. ANGELO PIAZZA.

L'incontinenza d' urina nei ba1nbiÌli. (MONTFORT• .dn1i. de

111écl. et clzir. infant., n.18, 1903).

Esiste n ei bambini tutto un gruppo di incontinenze considerate abitualmente come essenziali. Queste, sì diurne che notturne, costituiscono la maggior parte delle in· continenze dei bambini e hanno una pa· togenesi ancora discussa. ~la vi è un altro g1""uppo di incontinenze che . i possono chiamare sintomatiche e che è bene che il medico si avyezzi a diagnosticare. ( 9)


170

IL POLICLINICO

In genere ne sono affetti bambini con tara nervosa; si tratta di figli di alienati, epilettici, coreici, isterici, alcoolici, sifilitici; i bambini stessi irritabili, apprensivi, o, al contrario, apatici e pigri; hanno convulsioni, terrori nott11rni, tics, pollacuria, pre· occt1pazione nella minzionP.; in una parola sono dei veri nevropatici. .iVIa in tali casi, come ha bene osservato GçrrNoN, tutto si riduce a questo lieve di· sturbo nella prima infanzia. Altre volte, al contrario, l'incontinenza d'urina non è che la prima manifestazione di un'eredità nervosa che sarà più tardi seguìta da una deficienza intellettuale più o meno pronunciata o da altri diversi fenomeni sempre degenerativi. v,..icino a questi casi, ve ne sono altri patognomonici di un' affe?Jione primitiva della vescica o di una localizzazione sull'apparato urinario di una malattia primi· tiva indipendente. Così, p. e., una pollacuria diurna, una incontinenza notturna, unite all'anamnesi e all'esame dell'urina possono far fare diagnosi di cistite infettiva gonococcica o più spesso coli-bacillare, di ci· stite da corpi estranei (calcoli o altro) o di un neoplasma nella sua forma iniziale. Più insidiosa è la cistite tubercolare: questa ' . primitiva o secondaria a una lesione renale della stessa natura, può, a parte l'iruzio e i dolori nettamente localizzati, mani· festarsi in tutto e per tutto con il quadro di µn'in~ontinenza essenziale. GurnoN ha osser,rato parecchi casi di questa che egli chiama ~ falsa incontinenza » e l'A. ne riporta anch'egli un caso. Una bambina di 10 anni, abitualmente in buona salute, ma pallida, poco sviluppata e di un temperamento linfatico, im· provvisamente cominciò ad orinare a letto e a perdere di giorno l'urina senza che se ne accorgesse. i credette a un' incontin enza, ma a nulla giovarono gli usuali rimedi. Esaminate allora le urine della piccola inferma vi si riscontrò uno strato di pus e all'esame microscopico si rinvennero i bacilli di Koch. L'esame dei r eni mise in evidenza un aumento di volume e una lieve dolenzìa alla palpazione a carico del rene sinistro. Investigando allo1~a accuratamente I anam· ne i si seppe che la bambina qualche anno prima aveva avuto una malattia r enale non ben caratterizzata, ma a cui probabilmente rimontava la lesione renale. (10)

[ANNO XI, F ASC. 6]

La cistite dunque può, in certi casi, far credere a tl na vera incontinenza di urina.. Ugualmente dicasi dei calcoli: per gli sforzi ripetuti che fa la vescica per liberar-sene, può avvenire che un calcolo s'impegni nel centro del collo senza per altr<> ostruirne completamente il lume. L'uretra. posteriore, disturbata nelle sue contrazioni,. non compie più che incompletamente il su<> ufficio di sfintere e in tal modo l't1rina. sfugge di continuo senza che il bambino. possa trattenerla. Pure un calcolo (o un tumore : sarcoma:,. mixoma, mixo-sarcoma) impegnato nell'm~e.. tra può manifestarsi con incontinenza; questa però si ha per rigurgito. I vizi di conformazione dell'uretra e della verga (ipo- ed epispadia, atresia del meato,, fimosi accentuata, restringimento congenito dell'uretra, ecc.) costituiscono nel fanciullo un ostacolo più o meno completo alla minzione. Per azione riflessa la vescica si irrita e ne risulta, durante il giorno,. una. pollacuria che può arrivare fino all'incon· tinenza notturna. Se non si rimuove prest<> l' ostacolo, le cose divengono più gravi; il muscolo vescicale si stanca nella lotta per espellere l'urina, perde la sua tonicità e, a. poco a poco, si lascia distendere dal liquido. Immediatamente la minzione avviene perrigurgito e il bambino è incontinente giorno. e notte. Certe pollacurie diurne con incontinenza notturna si possono avere quando, p . e., dei polipi rettali o delle scibala dure percostipazione ribelle comprimono la vescica; anche qui è un'incontinenza per rigurgito. Incontinenze passeggiere si riscontrano durante la convalescenza di malattie gravi; cessano quando l'infermo riacquista le sueforze e dipendono da una esagerata irritabilità vescicale per il contatto di urine troppo acide. Infine si riscontra incontinenza nei piccoli infermi affetti dal mal di Pott dorso· lombare, nei piccoli epilettici, nei casi di mielite trasversa, di atassia locomot1·ice infantile, come complicazione di spina bi· fida. Tale incontinenza rileva una malattia. nervosa ben caratterizzata e non è il caso di confonderla con q nell'incontinenza che ripete la sua origine nelle cause sopra. citate. Dott. A. P . >

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[AsNo XI, FAsc. 6]

SEZIONE PRATICA.

BIOLOGIA

· Scritti biologici pubblicati dagli allievi pel giubileo del p1·of. A. Stet·ani. (Ferrara, tip. dott. Zuffi, 1903, p. x -304:, 8° grande).

Il vol11me pubblicato nell'occasione, che il fisiologo di Padova, prof. A. STEF ANI, compiva il XXX anno del suo insegnamento ufficiale, contiene 17 memorie di argo· mento biologico. La prima memoria è dettata dal profes· sore I. N ovr sotto il titolo: Sull'elemento

essenziale per la respirazione interna dei tesszlti. L'autore richiama ricerche sue e dei suoi allievi sull'ossigeno mobile del sangue, quell'ossigeno cioè che il sangue può cedere ai tessuti, ed il loro risultato principale consistente nella dimostrazione, che non vi è relazione costante fra l'os· sigeno totale del sangue quale è dato dalla pompa, cioè per il vuoto e per il calore, e l'ossigeno mobile: donde si deduce che l'ossigeno mobile non è un reperto pura· mente sperimentale, ma un momento causale del valore respiratorio del sangue. Espone altre ricerche s11ll'ossigeno mobile nei soggetti trattati con iposolfito di sodio, con cloruro di sodio, con solfato ferroso, dalle quali emerge, che l'ossigeno mo bile del sangue tiene molto a speciali condizioni del ricambio dei tessuti. La seconda memoria è scritta dal profes· sore E. CA A.ZZ.A.NI e porta il titolo : Di al-

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c1i1ii 1Ji1ita111e1iti fisiopatologici dei vasi ce1~e­ b1·ali i1i rappo1·to coll'esistenza di speciali ce11tri vasoniotori (cent1·i angectasici del ne· vrasse). L'autore ha misurato la pressione nel cir colo del Willis in diverse condizioni e precisamente nell'attacco epilettico spon· taneo del cane; nell'attacco epilettico pl"'O· vocato coll'assenzio e colla canfora; nell'attacco epilettico provocato coll'irritazione della corteccia cerebLale ; durante la som· ministrazione di sostanze non epilettogene (essenza di cedro di melissa, d'anici, di cannella), ed infine durante speciali lesioni del midollo allungato. Nella 11mga serie delle esperienze è stato veduto, che la pressione nel circolo di W illis non segue sempre le oscillazioni della pressione ge· ne1·ale, ma talvolta ha un andamento anche

171

I del

tutto contrario, e ciò accenna all'esistenza di centri speciali vasomotori: è stato 1 poi dimostrato un abbassamento della pres. sione locale, quando venga lesa una zona .della ~ostanza reticolata del midollo allungato, ove l'autore localizza i centri vasodilatatori dei vasi del cervello e del mi· dollo. Della terza memoria è autore il profes· sore G. Ov10; il titolo è: Osservazioni di ottica fisiologica. Due capitoli riguardano le imagini secondarie e il campo visivo. Riguardo alle imagini secondarie sono state fatte dall'autore numerose osservazioni so· pra se stesso : si trovano molti particolari sulla produzione e sulla proiezione delle medesime che qui non si p1"'estano per essere riassunti, e si discutono le teorie del Bocci e del Sergi, concludendo p er la possibilità che esista una imagine riflessa l"'etinale in un occhio, dovuta ad eccitamento luminoso dell'altro. Il campo visivo è stato studiato nei suoi limiti, negli agenti modificatori dei limiti stessi, nella ~ensi­ bilità ed affaticamento. Segue un terzo capitolo, che esamina i movimenti degli occhi e del capo combinati: nell'uso comune della vista quasi sempre si combinano i movimenti oculari coi movimenti del capo: i movimenti degli occhi si limitano ad escursioni di 30 gradi circa. Il dott. V ASOIN pubblica 1"ice1--che aut gli-

cogeno epatico delle 1·a11e ibernanti e szllle sue lnodificazioni quantitative in seguito ad un ai:imento 1·apido della te1nperatura nelle 1·ane no1·1J'iali e nelle ra1ze co1i uago tagliato. Egli ha affrontato in un particolare il que· sito generale, se al sistema nervoso possa essere attribuita una ingerenza anche nei fatti del ricambio. È noto che il glicogene rappresenta un materiale termodinamogeno di riserva: questo materiale viene imma· gazzinato in grande copia n el fegato della rana . prima dell'ibernazione : se la rana ibernante è esposta improvvisamente ad una temperatura elevata, il fegato si impoverisce i·apidamente del glicogeno. Questo impo,Terimento, secondo l'autore, si effettua anche con maggiore rapidità se i vaghi sono stati in precedenza tagliati: donde si ha fondamento a ritenere, che (11)


172

IL POLICLINICO

per mezzo dei vaghi si esplichi un'azione inibitrice sulla funzione protoplasmatica della cellula epatica in rapporto alla sac• carificazione del glicogeno. La q11inta memoria è dettata dal pi..ofessore G A.LLERANI ed ha pe1· titolo: L 'inibizio1ze e gli stati ipnotici. L autore ha stuellato la corrente corporea, i caratteri del polso e del respiro in giovani studenti portati nello stato ipnotico. Riguardo alla prima, egli ha rilevato un aumento di in· tensità: riguardo agli altri aumento cli fre· quenza del polso, che si fa piccolo e duro, scomparendo la elevazione dicrota, aumento rli frequenza del respiro con diminuzione di ampiezza degli atti. L 'autore ne conclude, che « n ella corteccia cer ebrale esi· tono centri di interferenza, di inibizione, di controllo, la cui azione normalmente si esercita Slli centri sottostanti. che hanno funzione automatica nel cam1lo stesso psichico, vasale r espiratorio, ecc. La cessazione della loro attività, at1mentanclo quella dei centri dinamici, determina un aumento clello stato elettronegativo eccentrico dell'organismo specialmente nel dominio mu· scolare » . La sesta memo1·ia comprende le i·icerche clel prof. ~f.A.NCA in unione allo stt1dente Casella, sopra il decorso del!' i1zarzizione asso-

l1lta 1zel Go1zgyl11,s ocellatzis alla lnce dijfnsa e Jlell'osczlrifà. Gli autori si sono p1·oposti (li verificar e se esistano differenze nella diminuzione di peso dru·ante il digiuno e nel tempo in cui sopravviene la morte pe1.. effetto dello stesso, nei gongili esposti alla luce ed in quelli mantenuti all'osc11ro e ciò in relazione col quesito, se la luce abbia ql1alche influen~a sui fatti del i·icambio, come esperienze anteriori las~iavano cre<lere. Il risultato è stato negati,ro: la du· r~tta Llella vita, dei gongili sottoposti a cligiuno assoluto 1no tra la tendenza a preti 11tarsi come t1na costante pochissimo in· flt1enzata dalle condizioni di espe1""imento. È a rilevare\ fra le itltre co e, ch e le perdite integrale percentuale e 01·aria percentt1ale delle femmine "'ono notevolmente in· feriori a qt1elle c·orrispondenti dei maschi, u1entre la durata della ' rita è la. medesima -ll i due sessi. t12)

[ANNO XI, F ASC. 6]

Del .prof. A. M. LuzzATTO è la settima memoria: Sull' at1"'ofia muscolare di 01~igi1ze vasofJeotoria. Vi sono esposti cinque casi di atrofia muscolare, di Cl.ti tre osservati nella }Jratica del prof. OPPENHEIM di Berlino.

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I. Ufficiale di 55 anni. Pregressi disturbi sensoriali alle mani ed ai piedi. .Atrofia dei mu~coli delle mani. II. Medico, suonatore di violino. Disturbi vasomotori alle mani. St1ccessivamente atrofia con reazione degenerativa. III. Donna di 53 anni. Disturbi vasomo· tori alle mani. Atrofia all'eminenza di dest1..a. IV. Uomo di 28 anni. Due mesi prima trauma al lato destro del capo. Disturbi vasomotori persistenti alla mano sinistra. Atrofia del 4° e 5° inte1..osseo. V. Donna di 60 anni, sifilitica e tabetica. A ttacco apoplettico lieve, con imme· diati fenomeni vasomotori alla mano destra. Due mesi dopo at1·ofia degli interossei. L 'autore discute i rapporti, che possono esistere fra i disturbi di ciI·colo e la alterata n11trizione dei muscoli. La memoria è accompagnata da larga recensione della letteratura. Il prof. PUGLIESE pubblica le i~icerche da lui fatte n el laboratorio del N ovi sotto il titolo: Le i1ziezioni di sangue eterogeneo nella

vena porta e 1tella gi11gulare nei cani 1zo1·nzali e s1nilzati. Da una se1·ie di dodici espe· rienze, sei nei cani normali e sei nei cani smilzati, l'autore è stato condotto alle seguenti conclusioni: se si inietta a un cane del sangue defibrinato di vitello nella vena · porta e ad t1n alt1~0 la identica quantità di sangue per r·apporto al peso 001·poreo nella gi11gulare e si sacrificano i due animali alla stessa distanza di tempo dall'iniezione si tro,,..a nel fegato molto meno ferro nel pr..imo caso che nel secondo, sia o no stata estirpata la milza. La nona memoria è dello studente G. A. PARI e po1. ta il titolo: Szill'inte1zsità degli

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ricerche, eseguite nel laborato1·io di Pa· dova, non si prestano per un brevissimo riassunto, tanto piì1 che sono collegate con una larga critica dei risultati avuti da altri

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6)

SEZIONE

autori. La conclusioni speciali sono: il ri· cambio respiratorio per ogni chilogrammo <l~animale è minore negli animali grandi che non nei picco~i. Non vale la legge di s11perficie, con c11i il RICHET la stabiliva nei cani: però l'intensità del ricambio si approssima più spesso ad essere proporzionale alle superfici che non ai pesi degli animali. Il ricambio respiratorio pe1.. unità cli superficie è maggiore negli . animali grandi che non nei piccoli. Da ciò si desume una conclusione generale: l'attività del ricambio è 11na funzione del peso e cl.ella superficie e l'uno e l'altro fattore acquista maggiore o minore importanza secondo che essa attività~ che nell'animale non sottoposto ad eccitazioni è proporzio· nale al peso, viene nel caso concreto più o meno aumentata riflessamente dalle eccitazioni periferiche, che sono, almeno pa· prossimativamente, proporzionali alla superficie del corpo. La decima memoria si intitola: 8zllla cura

della t11bercolosi polmonare coi pl·eparati iodici, ed è del prof. A. CAv AZZANI. Sono b1.. evi cenni complementari al metodo, già pul•blicato, cli cura della tubercolosi mediante la presa di ioduri combinata colla inalazione di trementina e diretti questi cenni principalmente a dimostrare la possibilità di t1n'applicazione di cura negli ambulatori. Seg11ono quatt1'0 lavori dell'Istituto di fisiologia cli Fe1·ra1·a, diretto da E. CA AZ·

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Z.~NI.

Il dott. A. VENEZIANI ha fatte delle ricerche sulla sostanza colorante dei tubi malpigl1 ia1zi degli insetti. Le ricerche sono state fatte sulla locusta mig1.. atoria, sulla grillo· talpa ' "'ulgaris, sulla blaps ottusa: sono descritti i caratteri fisici e chimici di questa sostanza e stabiliti i caratteri differenziali rispetto al colore, alla fluorescenza, alla solubilità. all'assorbimento nello spettro, alle i .. eazioni colorate e di precipitazione fra urocromo, u1.. obilina e la sostanza medesima:' questa ha alcune delle proprietà dell'urocromo ed alcl1ne della urobilina; 1 autore propone la denominazione speciale di entomurocromo. Il risultato interessa, perchè conferma ai tubuli la funzione urinaria, che altri autori vo1~rebbero negare.

PRATICA

I

173

Il dott. A.. GARDINI ha studiato la oscil·

!azione negativa dell' alcali1zità del sangzle dz1· 1·ante l'accesso convulsivo in ordine al concetto di esaminare se il carico e lo 13carico dei materiali alcalini del sangue e di quelli acidi siano assoggettati strettamente ad attività speciali di determinati organi oppure se avvenga il contrario. È rjsultato che l'accesso epilettico consecutivo alla irritazione corticale elettrica è seguito da una diminuzione notevole nel grado alcalime· trico del sangue: che •la diminuzione non è durevole ·e poco dopo di aver toccato un minimum il grado alcalimetrico risale al livello primitivo o presso a poco : questo ritorno si effettua in un·o spazio di tempo che varia da 30 a 60 minuti. Per queste pro· prietà la diminuzione stessa presenta il carattere come di una oscillazione negativa, oscillazione che ha un comportamento llni· forme ed abbastanza costante. In due ani· mali spancreati l'oscillazione negativa si è modificata nel senso, che il ritorno al livello primitivo si è effettuato con lentezza notevolmente maggiore. Lo studente T. CALZOLARI ha stabilito come si 1·i'9eneri la rodopsin,a 11ella 1·eti·1za

della rana a circolazione sospesa e a temperatzzre diverse. Prima di lui nello stesso laboratorio il dottor GATTI aveva dimostrato, che intra vitani le temperature di 1°.4° C e di 35°-40° C, le prime costantemente, le seconde incostantemente diminuì· scono in modo evidente la formazione della i ..odopsina, essendo più favorevole la tem· peratura di 20° C. Coincidendo questi dati con quelli avutì dal FLATO"'\\r sul la,roro utile del cuore, poteva crede1·si la influenza della temperatura sulla rigenerazione della rodopsina si estrinsecasse coll'intermezzo del circolo. L'autore per esaminare la questione ha fatte ricerche sui bl1l bi di rane uccise di recente, esposti a temperature dive1·se : i i·isultati collimano con quelli sopra citati ottenuti nelle rane viY-e. L'A. conclude, che pur essendo l'integrità funzionale dell'organismo una condizione favorevole, essa non è indispensabile alla formazione della rodopsina, la quale fino ad un certo punto è indipendente dalla circolazione sanguigna allo stesso modo come l o è dalla influenza del sistema nervoso. (13)


..

174

IL

POLICLThTICO

Lo studente A. N EPPI ha eseguite alcune

ricerclie szill'azione biologica del veratro verde. Descrive nove esperienze sul cane, dalle quali emergono gli effetti depressori, che susseguono anche nel cane alla iniezione endovenosa dei principii attivi. del veratro verde. Le dosi medie (O. 01 - O. 02 gm. di estratto per cani di 6-8 kg.) provocano ral· lentamento del polso, qualche volta preceduto da momentaneo arresto del cuore, diminuzione durevole e considerevole della pressione sanguigna.: le dosi forti {O. 10 c. s.) danno rallentamento ed arresto del cuore: poi questo si rianima~ la frequenza resta al di sotto del no1·male e la pressione resta molto e per lungo tempo bassa. A vaghi recisi mancano e il rallentamento del cuore e l'abbassamento della pressione. Dopo una <l.iscussione di queste e di altre particolarità, l' A. dà l'interpretazione del meccanismo d'azione, attribuendolo al nervo depressore che interviene come valvola di sicurezza dell'apparato circolatorio. La quindicesima memoria è scritta dai dottori ASTOLFONI e SOPRANA, e comprende ricerche eseguite nell'Istituto fisiologico di l )adova, szille va1·iazioni della tossicità ii1~i­

I seguito

all'uso prolungato della sostanza cont1·ibuto allo studio dell'adattame1zto. L'a11· tore ha osservato che in seguito all'uso prolungato dell'atropina si sviluppano nella pupilla del cane, del gatto e dell'uomo notevoli fenomeni di adattamento. Questi sembrano presentarsi sotto due forme di reazione: a) grande diminuzione dell'azione; b) comparsa più rapida dell'azione e durata più breve. Le conclusioni fondate su molte particolarità, qui non riassunte, sono le seguenti: la condizione produttrice dell'adattamento si sviluppa e resta localizzata negli elementi specificamente affini ed in qt1elli soltanto di essi che furono sottoposti ad azione sufficientemente prolungata della sostanza. L'adattamento sembra legato ad una più rapida circolazione della sostanza nella intimità di questi elementi: esso non modifica sostanzialmente la reazione, ne modifica sol tanto la intensità. E. C.

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Accademie, Società niediche, Congressi ()

RESOCONTI PARTICOLARI

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naria durante la fatica. Le esperi~nze furono fatte su tre persone, una cli 13 anni e due di 25 anni. Metodo di ricerca adottato, quello di U , Stefani. Ri· sultò, che l'orina dell'uomo affaticato possiede spiccata azione miotica, azione antidiuretica, azione convulsivante maggiore della letale. Concludono gli autori, che durante la fatica, l'organismo elabora delle sostanze di elevato pote1·e tossico : grande parte di queste sostanze viene velocemente eliminata per mezzo delle urine, mentre una piccola parte r esta nell'organi8mo per qualche tempo. Nella decimasesta memoria il dott. G. RE· BU TELLO descrioe u1i caso di anomalia di for111azio1te e di posizio1te dei testicoli. Si tratta di 1·itenzione addominale iliaca del t esticolo, complicato da un tumoretto, simulante il testicolo ectopico all'anello inguinale esterno originato probabilmente dalla tunica cremasterica interna. Della decimasettima memoria è auto1·e il p1·of. U. STEJ1.,.A.NI ed il titolo è: co11ie si 1Jzodificl1i la reazio11e della pttpilla all'at,-·opi11a i1z

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ACCADEi\1IA DI ~IEDICINA DI TORINO.

Seduta del 22 gennaio 1904.

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Presidenza: Guareschi.

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Prof. Dionisio. Sulla radiazion,e oscura 1iell' oze1ia e 1telle otiti s1ippurative croniclte. - D11e anni or sono esposi all'Accademia i primi ri· sultati delle mie ricerche sull'azione della luce nell'ozena. À questi studi fui indotto dai noti lavori di FINSEN sulla guarigione del lupus colla foto· terapia. Per quanto mi consta l'applicazione della ra· diazione a scopo terapeutico nelle cavità naso· faringee e nell'orecchio non venne ancora ten· tata. Attualmente posso registrare più di 30 casi di ozena e 12 di otiti supp11rative curati con successo col mio metodo, sul quale mi diffusi in un recente lavoro. Ho potuto constatare che la radiazione lumi· nosa ha un potere curativo lbnto, progressivo e costante sul processo ozenatoso. Nelle s11ppu· razioni croniche dell'orecchio l'azione curativa, è pure evidente, talora più rapida, ma non cosi costante come nell'ozena. In alcuni casi difatti ft1 necessario oltre alla radio-terapia applicare

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{A~~o XI, F .A.SO. 6]

SEZIONE PRATICA.

175

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Dott. Gennari (Ospedale di S . Giovanni, sez. eioè esportazione di -polipi o degli ossicini. dott. Dogliotti). Sali' azion,e della di,qitale sulla Trattandosi di una cura lunga, con sedute pressio11,e sangnign,a 11ei cardiopflfici, con alcune .qt1otidiane di una o due ore, ho dovuto, onde co11siclerazioni sni ra1Jporti f'ra la pressione ar· • -evitare dispendio di tempo, organizzare un ap· teriosa e la venosa. - L'O., con osserva~ioni posito istituto per la terapi!t ambulatoria delle cliniche, notò come nei cardiopatici scompensati la somministrazione della digitale è seguìta da un sovra accennate malattie colla luce. P1·esento stasera all·'osservazione dei colleghi abbassamento della pressione sanguigna, quando 4 pa.zienti ozenatosi. Due possono considerarsi si abbia un'abbondante eliminazione di urina. g11ariti non avendo più fetore ; gli altri sono Questo fatto avviene anche nei cardiopatici in cui mancllino gli edemi, ma vi siano soltanto notevolissimamente migliorati. Questi ammalati verranno n11ovamente pre· fenomeni di stasi. Questi risultati vengono ad sentati, unitamente ad altri, parecchi mesi dopo affermare ohe la pressione cardiaca nei cardio· la cura. patici scompensati, contrariamente a quanto si Gli st.udi di FINSEN e di vari autori hanno credeva, è aumentata. Tale aumento va consi· dimostrato che le radiazioni più attive per la· derato come un fatto di compenso, dovuto alle guarigione del lupus e per la distruzione dei resistenze poste al circolo arterioso, dall'aumento microrganismi patogeni sono quelle violette ed della pressione del sistema venoso e dalla stasi ultraviolette. degli organi interni. Contro q11este resistenze il Appena io ebbi la certezza che la luce eser· V. S. deve reagire~ perchè si mantenga il circolo citava 11n'azione potente per la guarigione del· attraverso i capillari e le 'rene : e quindi in l'ozena e delle suppurazioni auricolari, iniziai questi ammalati il circolo si compie, per cosi delle esperienze dirette a stabilire a quale parte dire in una scala più elevata di pressione. dello spettro appartenessero le radiazioni più Le resistenze date dalla stasi sono do"\rttte agli efficaci. organi interni, e fra questi sopratutto ai reni. Limitai finora il mio studio alle radiazioni L'O. con esperienze sui conigli dimostrò: ~sc11re cl1e precedono il rosso e vengono emesse I. Legando la vena renale, la pressione san· da metalli riscaldati in maniera tale da non guigna aumenta a mano a mano che il rene in;r aggiungere il colore rosso scuro. Proiet~ai tali grossa, levando poi la pinza e ritornando il rene radiazioni opportunamente in modo da farle pe· al volume primitivo la pressione ridiscende. netrare attL·a,rerso alla narice fin entro le fosse II. Lasciando legata la ' rena permanentenasali, e nella cavità timpanica attraverso al condotto t1ditivo. L'azione calorifica di queste mente, la pressione aumenta finchè il rene sia completamente indurito, da questo punto ridi· radictzio11i nel printo d'incrocio dei raggi è minima, taniochè il termometro segna un aumento scende al valore primitivo. III. Legando tutto l'ilo si ha 11n'oscillazione di temperatura di llnc o due gradi. L'influenza .curativa di. queste radiazioni oscure riAultò evi· insensibile della pressione. Non è facile spiegare se questo fatto sia dodente in ! casi di ozena ed in 2 di otiti s11pvuto ad un ostacolo idraulico al circolo arterioso, purative. Da q11este mie prime ricerche mi pare sia o nou piuttesto ad eccitazione dei nervi capsu· possibile dedurre che alla radiazione oscura la lari per distendimento della medesima. Che alla stasi renale debba attribuirsi una speciale imporquale 'riene emessa insieme alle altre radiazioni della preslllminose, deve attribuirsi in parte l'efficacia tanza, nella produzione dell'aumento a e11rativa. clella lu(·e. Nell'ozena l'azione calorifica sione sa11guigna è prevista dai fatti clinici che la minima di questi raggi lascia supporre che nella pressione si abbassa in seguito all'eliminazione radiazione oscl1ra vi siano proprietà. ancora dell'urina prima che gli altri sintomi di stasi siano scomparsi: e l'eliminazione dell'urina fa ignote non dipendenti dal solo calore, e che fi. supporre che la stasi renale sia scomparsa. - Bi· nor:i non è facile dimostrare. sogna ancora tener conto di un altro fattore cJ1e Ho in animo di continuare questo la\ oro stu· diH.ndo s11ccessivamente le radiazioni colorate è la dispn,ea; a questo ~riguardo non si hanno dello spettro e quelle della parte ultravioletta ancora dati abbastanza sicuri. La digitale perciò agisce, attivando l'azione -onde decidere se nella cura dell'ozena e delle suppurazioni auricolari convenga ricorrere (come del cl1ore e favorendo la diastole tanto per il io feci finora nella maggioranza dei casi) alla V. S . come per il V. D., favorendo in que t'ulluce, utilizzandone la triplice proprietà calorifica timo l'aspirazione del sangue dalle '"ene, per cui l11minosa e ch1mica, oppure ricorrere a quelle si ha una diminuzione della stasi stti reni.• ed tma conseguente eliminazione di urina. radiazione isolate~ che risulteranno più efficaci. (15) i noti mezzi chirurgici per le otiti suppurative


176

IL POLICLINICO

La pressione sanguigna diminuisce, ma essendo diminuita mag~iormente la pressione v enosa aumenta la ' relocitit del circolo nei reni, come con· seguenza del dislivello di pressione che si stabilisce fra il sistema v enoso e l'arterioso. La digita.le perciò deve essere somministrata molto cautamente quando l'eliminazione dell'u· rina non si compia in modo sujficien te.

gati. Nei casi poi in cui si sospetti una lesion& polmonare che non ci è dato diagnosticare si. curamente coi mezzi che abbiamo a nostra disposizione il (/. metodo di Gartner » può essere di valido aiuto nel diagnosticare la sospettata al· terazione. Dott. E. MEYNIER.

R. ACCADEMIA MEDICO·CHIRURGICA DI NAPOLI ..

Dott. Zuccola (Istituto di patologia speciale . Seduta 10 gennaio 1904:. medica). Sul « f'eJtomeno delle vene » cli Gart1ter e s11,/ raJJJJOrto esisten,te fra la press;oue arteriosa Presidente : D e M a i· t i n i. e !et pressione ciel sa1tgue dell'oreccJtietta destra. Bianchi prof. Leona1·do (socio ord.). Contribrt· - Il G.ARTNER, partendo dal fatto di conoscenza generale che tutte le volte un individuo tiene zio11,e alla ~01ioscenza delle aree percettive del 1na1itello cerebrale ;,,, rapporto alla dottri1ia del il braccio abbassato in modo che le vene si in· Fleclisig. - La discussione intorno a]la dottrina turgidiscono e poi lo solleva ad una data aldi FLECHSIG sta sul tappeto da circa dieci anni. tezza queste si accasciano, ha potuto determi· nare un metodo per misurare la pressione del Questo autore ha distinto sul mantello cerebrale sangue contenuto nell'orecchietta d~stra. Egli delle zone di proiezione, nelle quali arrivano le ha trovato esperimentando in individtti sani che fibre degli organi dei sensi, e delle zone asso· eletto accascia.mento non avviene gradatamente ciative, nelle quali si trovano le fibre di associazione fra le diverse parti del mantello cere· ma tutte le volte che le vene hanno raggiunto brale. Nelle prime zone si formano le immagini,. 11na data altezza: che egli chiama pn1ito cr;tico. che però non si riproducono, ma sono tramasse Perciò la pressione del sangue contenuto nel· 1' 0.D. è sempre data dalla distanza in senso in altri punti, ove, incontrandosi con altre imv erticale ch e intercede fra il livello dell'O.D. magini, formerebbero i prodotti più complessi e l'altezza a cui viene ad aversi il punto critico. dello spirito. Questo il fondamento della dottrina del FLECH· Ripetendo le esperienze del G.ARTNER, l'O. ha trovato che il pt1nto critico varia d'altezza a SIG, che per altro in di,rerse epoche ha cam· seconda dei mo, imenti respiratorii e che nella biato le sue concl11sioni. Egli rammenta una grande zona intellettuale occipito-parieto-tempo· inspirazione si ha costantemente una diminuzione della pressione del sangue conten11to nel- rale, nella quale ha trovato che le fibte si mie1' O.D. e nell'espirazione un aumento; inoltre clte lizzano molto più tardi che nelle zone di prodetto punto critico varia d'altezza per il braccio iezione. cl estro e(l il braccio sinistro dovendosi ciò attri· Il prof. BIANCHI, che da parecchio tempo è buire ai differ enti rapporti anatomici esistenti oppositore del FLECIISIG, crede che di fronte al fra i due tronchi brachio-cefalici. metodo dallo stesso seguito, fondato s11 ricerche P er quanto rigt1arda i vizi cardiaci i vizi nli· istologiche, colle quali difficilmente si riesce a tralici cl eterminano un mag~ior innalzamento colpire le differenze, che spieghino le diverse d ella pressione d el sangue dell'O.D. che non i vizi funzioni delle aree cerebrali, potesse stare, se aortici e in ge11erale a mano a mano che dal non alt~o per servire di controllo, qt1ello dei periotl o di scompenso si passa al p eriodo di difetti funzionali, prodotti dai focolai distruttivi, compenso aumenta11do la pressione del circolo localizzati nelle diverse parti del mantello. Egli arterioso si abbassa il punto critico e diminuisce ha raccolto una serie di casi, dai quali risultano c11rindi ln, pressione nell'O.D. A tale conclusione fatti diversi da quelli che hanno dato luogo alle l'O. è perve11uto speri1nentando in individui conclusioni del FLECHSIG. Questi casi illustra, affetti rla, maJattie altera11ti in qualche modo il presentando i relativi cervelli, disegni, e foto· circolo pt1lmonare. grafie. Il (lC'terminare la pressione del sa.n gue dell'O.D. Il 1° è rappresentato da un cer,rello, apparptt(> aver e ttna certa importanza rlal lato pra· tenente ad un indi'\riduo, che aveva avuto sor· tico potendo dare qualche indicazione per un dità verbale, che però non era completa, poichè atto operati,·o (paracentesi, taracentesi o anche poteva ancora pronunziare frasi e pensieri, pur pe r proceder o a cl ttn salasso), inoltre con tal guastando alcune parole (parafasia). All'autopsia metodo si p11ò non solo determinare il grado il centro uditivo verbale era in parte conserdella. stasi venosa, ma anche le variazioni delvato, trovandovi la lesione molto più innanzi l'affezione di fronte ai mezzi terapeutici impie· nella prima circonvolt1zione temporale. Però era llfl) 1

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lesa l'insula e quindi le vie associa tive tra il centro uditivo della parola ed il centro motore. L'O. ricorda che, in seguito allo studio di di· versi casi, ha potuto descrivere una sindrome speciale. Sono individui molto colti, che hanno molto imparato leggendo. Essi hanno molto svi· luppata funzionalmente una data zona del cer· 'rello, che negli analfabeti è una zona incolta, e sono più visivi ohe uditivi, come la maggior parte degli uomini colti. La mielirtizazione di quosta zona avviene al tempo della nascita o anche dopo. Or bene, allorquando in questi in· dividui si verifica un focolaio distruttivo nella detta zona, vengono colti da una forma di ver· tigine, in seguito alla quale sono disorientati, non tro,rano più il filo delle idee· non possono formulare una fraRe, non ricordano più un nome, un verso, mentre non presentano paralisi o al più unà paresi leggere, che scompare dopo pochi giorni o settimane. Nella maggior parte dei casi vi è e111ianopsia bilaterale omonima. Si tratta di un1;t lesione nel giro angolare e vicinanze: che ò considerato come centro della lettura e che ò divenuto in tali condizioni il meccanismo centra.le i>er la formazione ed il movimento (lel • pensiero. L'anno Rcorso ha presentato nella Scuola un profflAsore di letteratura, che aveva una vasta cultt1ra ed era tin mnemonico visivo. Dopo un attitcco cerebrale, senza traccia di paralisi e senza altro disturbo funzionale, dimenticò t1itti i nomi sostanti,ri, ti1tte le poesie. Tutta la parte intollett11alo della st1a persona era scomparsa, a'To,..a le immagini delle cose e poteva pensare con lo immagini, ma non con le parole. Ha a'Tuto 2, 3 altri casi somiglianti, nei quali i focolai di t"ammollimento si sono trovati pure nel giro a,ngolare. ~;\ nclte il commendatore B., che era stato colto tla t1na vertigine, fu trovato dall~O., accorso }>Oco dopo, sensa paralisi nè disturbi di senso. A ' Teva dimenticato le parole; non poteva for· mttlaro nè una frase, nè un pensiero, nè par· l~i11do, nè scrivendo, pure essendo stato uno dei più grandi oratori del foro napoletano. Vi era ~mianopsii1 bilaterale ed andò sempre più peg· giorando con la demenza afasica visiva. . Un'altra serie di casi confortano il prof. BIAN· 0111 nel formt1lare una dottrina, che sta meglio in piedi di quella del FLECHSIG. Egli ha stucliato il cervello di un idiota microcefalico, il quale era incapace di dire una parola, di associare due immagini. In questo individ110 la zona intellettuale del FLECHSIG presentava uno svil11ppo grandissimo rispetto alla piccolezza della zona rolandica e dei lobi frontali.

I

Da poco ho avuto opport11nità di esaminare il cervello di due individui. Uno apparteneva ad un uomo, che ebbe un attacco cerebrale, dopo il quale restò qt1asi completamente demente. Non udiva il significato di qualsiasi frase; non arrivava a formulare un concetto: non aveva alcun movimento di pensiero, nè estrinsecava alcun desiderio, che dimostrasse una vita intellettuale qualsiasi. Morto per ma· lattia intercorrente, al tavolo anatomico si trovò un focolaio di rammollimento nel centro delle immagini verbali acustiche, che è segnato dal FLECHSIG come centro di proiezione. Di questi ' casi se ne trovano molti, ma sono stati raccolti sotto altra luce. Essi dimostrano che le alterazioni dell' intelligenza dell'uomo non sono in rapporto con le lesioni delle zone associative del FLECHSIG, bensl con quelle anche n1olto li· mitate delle diverse aree, formanti le zone del linguaggio. L'altro cervello apparteneva ad tma. donna emiplegica, che presentava contratture ed un leggero decadimento mentale, appena un po' più accentuato di quello che si verifica orclinaria .. mente negli emiplegici. Non si sarebbe supposto che il focolaio distruttivo fosse così esteso : il rammollimento vastissimo si estendeva alla maggior parte dei lobi temporale, parietale ed occipitale. Solo perchè la lesione era a destra si era avuta una lie,Te decadenza mentale, l a

quale invece era · molto pronunziata nell'altro caso con limitatissima lesione a sinistra. Presto vedrà la luce un lavoro molto esplicativo sttll'argomento, del quale la presente co municazione non è che un piccolo e pallido riassunto. Boccardi prof. Giuse1>pe. Sulla presenza di 11iegacariociti nel san.gue circolan,te. - Presenta preparati dal sangt1e di t1na leucemica nei quali si riscontrano parecchi elementi, che hanno tutti i caratteri di megacariociti (della midolla ossea), con lievi modificazioni della forma. Ricorda gli studi di L URBACH, FoÀ, ecc., sull'argomento, ed accenna alla spiegazione di tale reperto. Trattandosi nel caso in parola di gravissima leucemia mielogena, 1 O. nota che sarebbe seducente la spiegazione di questo fatto seconrlo ' la dottrina di EHRLICH sulla genesi della leu· cernia midollare (fenomeni di chemiotassi). Egli non può però disconoscere l' importanza che spetta alle lesioni midollari, in base, sopratt11tto, alle osservazioni e ricerche del FoÀ. Dott. ENRICO €ALENDOLI.

(17)


178

IL POLICLINICO

OSSERVAZIONI CLINICHE Vomiti gravidici. Gua1·igione con ~licerolato di ittiolo. Nota clinica del dottor A. PETTAZZI. In un recente lavoro sulla eziologia e sulla pa· togenesi dei vomiti uterini (1) ho richiamata l'at· tenzione dei ginecologi sopra t1na alterazione notevole della costituzione delle pareti uterine, la quale invariabilmente si constata in ogni caso di vomiti ab utero laeso. Sull'esame accurato di 39 casi di ' romiti gine· cologici, da me direttamente studiati e di 71 casi di vomiti gravidici raccolti nella letteratura ho creduto di poter affermare che la causa dei vo· miti riflessi prodotti da una metropatia non ri· . siede, in tesi generale, in uno spostamento del· l'asse t1terino più che in una stenosi del canale cervicale; ma è posta specialmente o sopratutto nella te11sione, nell'irrigidimento o nella ipercon· nettivazione della tonaca propria dell'utero, con· co1nitante llna abnorme pie11ezza flogistica o fun· zionalo, assoluta o relati va dei vasi sanguigni uterini. Però, mentre per la parte ginecologica ho po· t11to riferirmi a ricerche e constatazioni perso· nati, per la parte ostetrica del mio lavoro ho dov11to limitarmi a studiare i referti di altri a11tori, mancandomi in proposito il materiale cli· nico, su c11i fondare la mia ipotesi ed il mio ragionamento. Ora un r ecente caso occorsomi nella pratica privata, ed a me ben noto in tutti i suoi particolari, mi clà occasione di ritornare sull'argo· mento: 1° per riconfermare il mio concetto sulla eziologia dei vomiti uterini; 2° per portare un nuovo contributo statistico ad un presidio terapeutico preconizzato da LA TORRE e che, secondo le mie vedt1te. è, sotto ogni rispetto, raziona.le. G. Idn,, d'anni 23, da Vezza d'Alba attendente a ca.sa. Da bambina oltre i comuni esantemi non fece nesst1na malattia d'importanza. l\'.festr11ata la prima volta a 1± anni, irregolarmente, non ebbe però ma i llismenorrea: leggera leucorrea. ~Iari­ tata a 17 anni, continuò in q11esto n11ovo stato a(l a"\'"ere gli stessi disordini mestruali: durata dei flu si variabile : talora amenorrea. Ebbe già B araviclanze a tern1ine, normali, seguite da puer(~) P~TTA~z.1. Su_ll~ eziologia e s ulla patoge11es1 rlc1 vo11i1h 11ter1n1. - Rassegua d'ostetricia e

ginecologia 1902. (18)

[ ÀNNO XI~

F A.SC. 6J

peri fisiologici. Ultimo parto un anno e mezzo fa. Da circa un anno soffre di inappetenza e di una certa difficoltà nella digestione. Da un mese ae· cusa vomiti persistenti e molesti, i quali compaiono tanto a digiuno, quanto dopo la inge· stione di cibi. Talora gli alimenti permangono nello stomaco solo pochi minuti; tal'altra invece vi restano anche alcune ore. Se lo stomaco è "\ruoto, rigetta masse acquose, verdastre; sulla fine degli accessi nelle masse vomitate com· paiono delle striature .sanguigne ; talora ha CO· nati asciutti, che lasciano la paziente profondamente spossata. Scialorrea, anorresia, senso di sostanze putride in bocca, ecc. Ultimi mestrui addl 6 luglio 1902. Escludendo risol11tamente la donna di essere incinta, per non sottoporla ad un esame ginecologico, prescrivo una dieta li· quida, prevalentemente lattea, ghiaccio, bibite gassose, antiemetico del Riverio, ecc. Tutte queste cure però lasciano la donna invariata, per non dir peggiorata. Consiglio allora alla giovane di sottoporsi ad un esame completo. Stato presen,te - 18 settembre 1902. - Costi· tuzione e stato nutritizio normale. Senso di bolo alla faringe. Organi dei sensi specifici normali. Nulla di noteYole all'esame dei polmoni; del fe· gato, dei reni e della milza. Addome trattabile. Nessun punto isterogeno; nessun dolore a11· epi· gastrio. Stomaco legg(:'rmente dilatato. Il ri· scontro uterino mostra: Collo duro, lungo, spe· cialmente per una ipertrofia della porzione so· pravaginale; leggermente eroso. Corpo in legge· rissima r etroversione : l'asse del corpo dell'utero continua direttamente l'asse della cervice. Il fondo è mobile, molle ed alquanto più grosso che un utero vuoto, senza tuttavia p~rmettere, solo in base all'aumento di volume, di formulare con sicurezza la diagnosi di gravi danza. Colpisce sopratutto la differenza molto notevole di consi· stanza fra il collo ed il corpo. Nulla agli annessi. Diagnosi. - Metrite ulcerativa del collo. Gra· ' ridanza ini7liale (~). Vomiti gravidici gra'li. T erapia. - 10 settembre 902. Applico un tam· pone vaginale all'ittiolo alle ore 14. Nessun altro rimedio nè per 'ria in terna, nè per applicazione esterna. Decorso. - Alla sera la donna, con suo grande stupore, non viene colta da co11ati di vomito. quantunque si sia nutrita dei cibi ordinari. N ep· pure al mattino s11ccessivo (11-9-902) ritornano i vomiti. A sera seconda medicazione vaginale. 14-9-902. La donna, per quanto stanca e de· nutrita per il lungo periodo di intolleranza ga· strica, può nutrirsi; non ha più alcun disturbo e si ritiene perfettamente g uarita. Permane solo un po' d'inappetenza. 30·9-902. Continua la amenorrea, segno evi· dente che la diagnosi prima a'"eva sospetti fon· dati. I vomiti non si son più riprodotti. ..A q1tando a quando però la donna continua anco1·a le ap· plicazioni ittioliche. 30-10-902. Visi1.ata la donna trovo: utero in buona posizione, grosso come una melarancia, molle; orifizio esterno bene aperto, nessuna secrezione. Amenorrea. Stato generale ottimo. N es· s1m disturbo dal lato genitale. 17-4-903. Parto a termine. Premetto che noi ci troviamo qui di fronte senza dubbio ad t1n caso di vomiti uterini e

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fANNo XI~ F..:\SC. 6]

SEZIONE PRATICA

più precisamente di 'Vomiti gravidici. Infatti l'a. namnesi, la lunga durata, la forma, la rapida scomparsa in seguito ad un tratta1nento diretto esclusivamente contro l'utero, l'aspetto e la na· tura delle sostanze emesse, le speciali condizioni <lel corpo e del collo dell' utero, l'assenza di qualunque nota patologica a carico di altri organi ci obbligano a ricercare solo nell'utero la causa periferica genera.trice dei fenomeni riflessi stomacali. Ora, quale dei momenti eziologici finora dagli autori assegnati a questa speciale forma di ri· flessi gastrici sarà in questo nostro caso inter· vent1to a suscitare i vomiti incoercibili? La deviazione dell'asse uterino (HEWITT} Il '/ processo flogistico della cervice (LA TORRE) ? La abnorme resist.enza delle pareti cervicali, aggravata, da una eventuale iperdistensione funzionale delle pareti vasali {PETTAZZI) "? Una stenosi del canale cervicale, con ritenzione di materiali infettanti (PUGLIATTI)? Un se1nplice tem· peramonto 11evropatico (A.HLFELD)? Le intossi· cazioni e le alterazioni dèl ricambio proprie clollo stato gra·v idico (CLIVIO)? Io con1incio da tiuest'ultima ipotesi che è la J>iù recente, e, per me, la meno probabile. OL1v10, P1NARD, eoc., pensano che i v:omiti in· ~oercib1li (lella gravidanza siano assolutamente ! 'espressione di una tossiemia, propria dello stato gravidico. Quando la intensità di questa intossicazione ha raggiunto un certo grado, allora l'organismo reagisce e si producono i vomiti. Ed i fautori di questa ipotesi si appoggiano ~ll fé1tto che, avendo in gravide affette da vomiti gravidici con apparato genitale apparentemente sano st11diato il ricambio, constatarono dei gravi pertt1rbamenti nel metabolismo .organico. Ma nella mia ammalata i 'romiti cessarono dopo ttna brevissima cura di medicazioni ittiolate con· tro il collo dell'utero. Ora, se veramente i vomiti fos ero stati provocati e sostenuti dalla tossie· mia gra,,.idica, q11ale influenza avrebbero potuto e sercitare i tamponi vaginali di glicerolato di ittiolo? Evidentemente dovevan resistere a.d ogni cura topica e non scomparire se non in seguito ad ltna c11ra generale o per lo meno dopo lo svuottimento dell'11tero: essenclo invece scomparsi in poche ore, q11asi d'eniblée in seguito ad un trattamento uterino, segno è ch'essi non dipendevnno affa,tto da t1na alterazione generale in·

179

I tossicativa

dell'organismo. ma da una lesione locale dell'utero.

Di più, se la intossicazione ovulare, se la in. sufficienza degli emuntori, se l'aumento dei veleni circola11ti, come ammette CLIVIO, fossero stati da soli capaci ad eccitare il sistema ner· voso ed a determinare i vomiti, poichè nella nostra paziente un. terreno adatto allo sviluppo dei riflessi vi era, poichè gli squilibri organici della gravidanza erano in pieno sviluppo noncl1è scomparire in seguito ad un. qualsiasi intervento locale, i vomiti avrebbero dovuto continuare non solo, ma andarsi via via aggravando coll'inol· trarsi della gravidanza. Non è dunque ammissibile nel caso nostro la ipotesi eziologica di Clivio; tanto più che nesslm indizio esiste per ammettere che in questa gra· vidanza i disordini dell'economia organica siano stati più gravi e compromettenti che non nelle precedenti, in cui non si era avuto il minimo accenno a vomiti. Sarà forse stata la causa dei vomiti una even· tuale stenosi del canale cervicale, secondo il concetto di PUGLIATTI "? Evidentemente nel dub· bio cosi fondato di gravidanza iniziale mi sono rigorosamente astenuto da ogni mano,·ra diretta a scoprire lo stato dell'orifizio cervicale interno · per quello però che si riferisce all'orifizio esterno, posso affermare che era ab bastanza ampio da permettere qualunque deflusso di mucosità. Viene quindi a mancare il punto più importante, su cui si appoggia questa teoria patogenetica. lnfa tti, secondo PuGLIATTI, i prodotti di secrezione del collo, difficoltati nel loro deflusso per la stenosi dell' orifizio esterno, finiscono per dilatare la cavità del canale cervicale e l'orifizio cervicale in.terno, determinando una contrazione spastica delle sue fibre muscolari. Di qui l'eccitamento al vomito. Ora questa disposizione nel nostro caso non era. Si sarebbe tuttavia potuto com· prendere una con1partecipazione della sten.osi nella patogenesi di questi vomiti, se questa,· colpendo special.mente l'orifizio interno, aves e determinato un ristagno di mucosità infette non nel canal cervicale ma nella ca,,..ità stessa del· l' utero. Ognuno sa però che la ipersecr ezione gravidica affetta il collo: e che un rista,gno di materiale di questo genere oltre l'orifizio interno sten otico non sarebbe andato disgiunto da fe· nomeni ùi metrite del corpo di cui nella paziente nostra non era neanche la traccia. D el resto la (1!l)


IL POLICLINICO

1

clonna non soffriva di leucorrea; la gravidanza, appena iniziale, non poteva aver dato g ra,re produzione di secr eti infetti; ed infine, argo1nento capitale, i vomiti scomparvero senza a' rer procacciata alla donna nè la dilatazione del canal cervicale, nè la enUssion e di e1rentuali mucosità. Dtmq11e n el caso nostro n eppure la teoria del· l'accumulo di mt1cosità irritanti nel canal cer· Ticale basta a dar ragione della prod1izione dei vomiti incoercibili. Maggior consistenza in,rece sembra acquistare in questo caso l a ipotesi di HEWITT. Questo a11tore ammette che i vomiti incoercibili della gravidanza abbiano il loro momento causale in una deviazione dell'asse uterino. E nella nostra pa.ziente infatti troviamo un lieve grado di r ela· tiva r etroversione, o, per esser più precisi, tro· '"iamo l'utero non antiflesso; vizio, che all'esame praticato il 30 ottobre 1902, si riconosce esser e scomparso, essendosi l'utero posto in decisa autiflessione. Saranno d1mque i vomiti stati prodotti dalla versione dell'11tero all'indietro'? A.1nmetto che il caso si presta alla discussione e pe1· q nesto appunto ho voluto esat~amente ed 011estamente riportare tutte le particolarità del riscontro ginecologico : tuttavia io non esito a n egare grande importanza a questo fattor e ezio· logico per la ragione che il raddrizzamento del corpo sul co~lo non era di tal grado da deter· minare gli stimoli e le compressioni, che si verificano nei casi ripo1~tati da HEw1TT. So pure che gradi leggerissimi di spostamenti uterini possono determinare molestie gravissime, mentre <.leviazioni di alto grado possono mantenersi celate senza produrre disturbo di sorta; ma nella p a· ziente no tra bisogna tener presente ch e i vomiti cessarorto st1bito dopo la applicazione di un tam· ponamento ittiolato contro il collo uterino, senza ~t,Ter portato alcnn mutamento nella stati ca uterina. mentre il raddrizzamento, o meglio l'an· tifle ione non potè avvenire che molto pilì tardi. È bensl voro che tln tampone ft1 da me collocato in ,~agina · ma que to non potè assolutamen te clal fornice posteriore agire ul fondo dell'utero, p• rchò si tratta,-a di un piccolo batuffolo di cotone. portn.to contro il muso di tinca senza la n1inima azione sul corpo e stù fondo t1terino. Per q11cRt() ragioni nepp11re il supposto diHEWITT <lft una ragione eziologica convincente dei ,,.omiti graTidici della no tra paziente. Xè la. ipotesi, che assimila in tutto e per tutto questi riflessi ai fenomeni i terici p11ò racco· (20)

ANNO

glier e il consenso unanime dei ginecologi. Evi· dentemente un fondo nevropatico, un certo grado di iper eccitabilità è necessario per comprendere lo scoppio di queste reazioni motorie gastriche. l\!Ia per questo appunto, nel caso nostro è lecito domandare: Come va che nelle precedenti gra· vidanze la paziente non ebbe vomiti'/ Se questi fossero l'espressione esclusiva di ttna turba ge· nerale, com'è l'isteria, dovevano i vomiti comparire anche prima, tanto più che l'anamnesi ci svela nell'ammalata qualche punto vulnerabile dal punto di vista nevropatico. Una flogosi dunque? Questo supposto, pure se non vale a spiegare tutti i casi di vomiti, p. es. i vomiti gravidici dovuti a idrammios, acl incarceramenti dell'utero, a fibromiomi, a sclerosi congenite, in cui non esiste affatto una lesione flogistica della cervice, ha tuttavia un fondamento razionale ~ perchè molti infatti sono i casi di vomiti sostenuti da una infiammazione acuta o cronica della massa cervicale. P erò, siccome i] fatto flogistico in sè non p11ò essere con· siderato che come nno dei varì fattori, capaci di determinare le condizioni favorevoli alla provocazione dei vomiti, così da questo fenomeno è necessario assurgere acl una causa pitì ge· nerale, raggruppando tutte le varie cause speci· fiche, e riferirsi alle conclizioni strutturali delle pareti ltterine comuni a tutte le lesioni capaci di produrre i riflessi gastrici, piuttosto che limitarsit come fa L A TORRE, a condizioni proprie di un nu· mero r elativamente ristretto di casi, cioè all'osta· colato deflusso di sangue sovraccarico di acido carbonico ed al conseguente edema cervicale. Io ho dimostrato r ecentemente che tanto i vo· • miti gravidici, quanto quelli ginecologici, hanno tma genesi comune, e sono dovuti alla resisten~a opposta dalle .p areti uterine agli stimoli, siano essi fisiologici, siano patologici, che richiamano nel· l'utero una quantità di sangue più abbondante della norma. Sia data questa resistenza da una iperdisten· sione della cavità o da compressione contro il pube ed il sacro ; sia da iperconnetti vazione acquisita o da sclerosi congenita ; sia data cla tumori, che restringono il lume dei vasi o da congestioni, che anormalmente lo dilatano non monta: l'elemento importante è la conseguenza di queste lesioni, per cui le pareti dei vasi, forte· mente distese contro i tessuti circostanti irrigiditi, vengono a comprimere le 11ltime r eti ner· vose peri-vascolari. Perciò, secondo me, nel mas·

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(ANNO XI, F ASC. 6]

SEZIONE PRATICA

simo nllmero dei casi, e tranne forse i vomiti da idrammios, o da incarceramenti, o da flessioni, in cui, plrr essAndo identica la patogenesi, il momento causale è legato intimamente allo sviluppo della gravidanza, le lesioni, che sosténgono i vomiti, preesistono alla gravidanza, la quale non fa che r endere evidenti d elle lesioni, che nello stato di decongestione e di vacuità del· l'utero e rano passate pilì o meno inosservate. Difatti n ella nostra paziente due circostanze :fermavano specialmente l' attenzione del gine· cologo: 1° la rigidità grande delle pareti cervic ali, specialmente in confronto colla mollezza delle pareti del corpo ; 2° il processo flogistico della massa. cervicale. Finchè l'apparato genitale della donna fu perfettamente normale, le gravi· danze clecorsero normalmenta · non appena p erò dopo l,L1ltima gravidanza si produsse una leggera flogosi c1ella cer,rice l1terina, si .formò dapprima un infarto <lel parenchima con infiltrazione di elementi embrionari, e più. tardi un vera neoformazione di tessuto connettivo con iperplasia degli elernenti interstiziali. Di qtti la durezza e la rigidità dcl collo constatata all'esame ostetrico. Tutta.via qttusta relati,Ta dl1rezza finchè 1'11tero si mante11ne nello stato di vacuità rimase com· patibile collo periodiche oscillazioni congestizie, deter n1iuat~ (lalla funzione mestrua. Non ap· pena però per lo s,·iluppo della gravidanza una quantità maggiore di sangu e fu richiamata nelle })cl.reti (lell'organo, per il mancato rammol· limento (la 11na parte, dall altra per la cresciuta distonsio11e va.sale si produssero gli stimoli sufficienti a provocare i riflessi gastrici. È c111esto, secondo me, il vero processo genetico, che ha determinato lo sviluppo dei vomiti nella gra.vidn., di c11i ho riportata la storia cli· • n1ca.

***

Il secondo insegnamento molto inter essante, che ci porge lo studio di questo caso, è la scom · parsa repentina. c.1t1asi sorprendente. dei vomiti in segt1ito alla medicazione ittiolica. Ognuno sa quanti rimedi s iano stati dagli a11tori proposti contro i vomiti incoer cibili & quanto sovente ciascuno ùi q11esti presidì iJt venuto mono alla aspettazione dei ginecologi e delle pazienti appunto perchè o si limitavano a curare semplicem ente il sintoma o tutt'al pi\1 fini,Tano per combattere empiricamente una causa non vera. Per ciò ho voluto pubblicar e questo mio caso,

I non foss'altro che a scopo

statistico per dimostrare quanto valore abbia nella terapia di questo genere di vomiti il m etodo di La T•rrP,. È noto in qual modo rispondano le pareti di 11n utero o sclerotico, o fortemente flesso, o iperdisteso, ecc., ad 11n aumentato con corso sang uigno : la contrazione degli strati esterni spinge od a,l· meno tenta di spinger e verso la mucosa uterina una determinata qt1antità di sangt1e · i v·asi sollecitati dall'a1unento d ella pressione endovasale si dilatano~ ma ad un certo plmto trovano n ella inestensibilità delle fibre connettive perivascolari un ostacolo insormontabile alla loro dilatazione. In conseguenza di questo primo fatto, per la conseguente pressione, cui dal sangt1e spinto dalla contrazione dei fasci più ester1li della tonaca muscolare v engono sottopos te le pareti dei vasi, tutta l a rete simpatica, che accompagna le arterie nel loro decorso, viene ad esser e compressa fra l e pareti dei vasi ed i tes· suti perivasali inestensibili. Di qui la irritazione che ad nra poi ad agire in via riflessa sulle pa · reti dello stomaco. E'ridente1uente, di fronte ad un t1tero in cosiffatto condizioni , un rimed io ch e, m entre insensibilizza la parte, la scarichi abbondantemente di iero, restrin~a il lt1me dei capillari sanguigni e rammollisca la compagine uterina, neutralizza11do così egregiamente l 'azione antagoni ta dei vasi e dei tessl1ti pe1~ivasali, rappresenta il mezzo terape11tico piit razionale ed efficace per eliminare 1 eccitamento d elle ultime fibre n ervose perivascolari e per far cessare rapidamente i vomiti uterini riflessi. Ora., il glicerolato di ittiolo adoperato nella pro· porzione del 10-20 per cento acct1mula le dl1e proprietà della glicerina e del solfo-ittiolato di ammonio . La glicerina è essenzialmente un topico ad azione osmotica. ed emolliente; e secondo qualche autore ha pure UJ1a spiccata azione analge,sica.. Per qt1anto riguarda l'ittiolo poi, i farmacologi sono concordi nel considerarlo : 1° come un ottimo analgesico ed un antiflogistico di primo ordine: 2° come nn modific;!atore della circola · zione locale, restringen(lo i capillari · 3° come un disinfettante pa,ragonabile all'acido fenico, tanto che {NEIS ER) all' 1 per cento uccicle il gonococco, e (A.BEL} al 3-± per cento impedisce lo sviluppo delle c1ùture dello tafilococco e dello streptococco. (21)


182

IL POLICLINICO

È quindi agevole immaginare come debba r eagire un collo uterino rigido, infiammato o cungesto sotto l'azione di questo medicamento. Evid~ntemente, prima di ogni altra azione, per l'effetto analgesico associato della glicerina e del solfoittiolato d'ammonio, verrà repentina· mente attutita la sensibilit,à locale, diminuendo già di per sè, se pur non intervenissero altri fattori coadiuvanti, la violenza dei fenomeni rif]essi.

Questa duplice azione analgesica spiega appunto la rapidità, con cui il farmaco in discorso • cond11ce alla cessazione qt1asi immediata dei ·vomiti. Ma entrata appena in campo q11esta prima qualità insensibilizzante, altre ben più impor· tanti si mettono in azione; il potere cioè osmo· tico della glicerina e quello antiflogistico, disinfettante e risolvente dell'ittiolo. La derivazione prodotta sul muso di tinca anche da un piccolo tampone di glicerolato· di ittiolo è tale, che spesso si riesce con questo solo mezzo a modificare dei gravi stati congestivi, sottraendo una quantità relativamente grande di siero (talora qualche cm. cubico) e rammollendo il parenchima della por· zione cervicale. Inoltre nel tempo stesso che avviene tutta questa sottrazione di umori, cosi che .t utto q11anto il tessuto viene ad afflosciarsi ed a farsi meno rigido e teso, il solfoittiolato d'ammonio concorre ancor più ad ottenere l'effetto desiderato restringendo sensibilmente il lume dei capillari sangt1ig'Ili. Q11indi in un utero, • nella cui costituzione abbia grande prevalenza lo sviluppo del tessuto connettivo , sopra la parte muscolare, · per modo che il normale rammollimento e la ipercongestione fisiologica vengano ad essere fortemente ostacolate dalla poca distendi· bilità, che il tessuto fibroso ha in confronto .del tessuto muscolare, il glicerolato di ittiolo ri· sponde perfettamente a tutte le indicazioni, eli· minando tt1tti i momenti capaci di agire co~e causa. irritante, sopra le ultime diramazioni ner· vose del par~nchima ttterino. Cosi, riassumendo quanto del presente caso 0 interessante rilevare, io concludo: 1" Che l'agente provocatore dei vomiti gravi· dici risiede precisamente nelle pareti dell'utero: ed i fenomeni generali intossicativi o nevropa· tici non co. titl1i cono che elementi secondari e semplicemente coadiuvanti. 2° Che questi vomiti gravidici sono (per quanto riguarda l'utero) effettivamente ed esclu· (2-2)

[ANNO

XI

F.ASC.

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I sivamente

prodotti dalla pressione che le pareti dei vasi per qualunque ragione iperdistesi eser· citano contro un tessuto perivasale anormalmente resistente; schiacciando così le termina· zioni simpatiche perivasali. 3° Che allo stato attuale delle nostre conoscenze il miglior trattamento è dato dalle medicazioni locali con glicerolato di ittiolo, quando i vomiti dipendono da metrite o da rigidità. delle pareti cervicali. Nei casi prodotti da false posizioni dell' utero o da iperdistensione della cavità uterina, il rimedio non avrà naturalmente che una azione coadiuvante, ed il vero intervento sarà rappresentato dalla riduzione dell'organo e da quei mezzi atti a scemare la tensione dei tessuti parietali. Monforte d' .Alba, agosto 1903.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Studii batteriologici sul gonococco di Neisser. Nell'ArcJiiv f . Dermat. und Sgpliilis (T. LXIV, 1903, p. 225) il dott. H. WILDBOLZ ha pubblicato un importante studio fatto alla clinica del prof. JODASSHON a Berna. Esso racchiude un certo numero di fatti sui quali è utile attrarre l'attenzione del batterio· logo: 1. Si sa, per l'osservazione di HEFFTER, che il liquido delle cisti ovariche, che sostituisce vantaggiosamente il siero nella preparazione del terreno di cultu1·a del gonococco, non racchiude spesso che pochissima albumina e globulina e che esso è, al contrario, ricco di pseudo-mucina; partendo da questo fatto l' A. ha preparato un nuovo terreno: gelosio pseudo-mucina, aggiun· gendo al gelosio peptonizzato (al 2 °/0 ) fuso il 5 °/0 di pseudo-mucina finamente polverizzata, facendo bollire per un'ora il miscuglio, filtrando ed eliminantlo in tale modo la pseudo-mucina. che non è passata nella soluzione. (La pseudo· mucina si ottiene allo stato di polvere dopo precipitazione del liquido delle cisti ovariche con l'alcool); 2. L'A. dichiara, contrariamente all'opinione generalmente adottata, che il gonococco non dà sempre, su siero -gelosio, delle colonie incolori s che, in certi casi, delle colonie notoriamente pure di gonococchi possono presentare un aspetto opaco e hiancastro ; 3. I gonococchi che hanno dato più gene· razioni su siero·gelosio a 36° 5 possono dare almeno una coltura ricchissima alla temperatura di 22°-24°;

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4. L'A. non ha potuto confermare l'osserva· zione di W ASSERMANN secondo la ql1ale un ter· reno nel qt1ale il gonococco aveva dato una cultt1ra e cessato poi di svilupparsi, pl1ò servire di bt1on mezzo di cultura per un altro gonococco; 5. In certe condizioni difficili a precisare il gonococco può coltivarsi per parecchie genera· zioni su terreni ordinarii, non racchiudenti siero; l~A. adoperava sempre in questi casi del gelosio clebolmente alcalino; 6. Il siero di cavie che hanno ricevuto per iniezione peritoneale culture di gonococco in brodo-siero e che hanno reagito a queste inie· 7.ioni con dimagramento ed altri sintomi mor· bosi, acquista la proprietà di agglutinare culture giovani e specialmente culture invecchiate di gonococchi. L' .A. ha esaminato sotto questo rap· porto il siero di due malati affetti da epididi· mito o prostatite blenorragiche con elevazione cli temperatura; nel primo caso non vi sono state traccie di agglutinazione; nel secondo il siero J1a agglutinato con t1na vecchia cultura di gonococco e con una giovane no. Il siero normale non aggl11tina.

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Studio sull'azione immunizzante dell'istone contro la difterite. ha rilevato l'azione immunizzante dell'istone contro il diplococco di Frankel e il l>. llel carbonchio. FLAMINI (Rivista di Clinica pediatrica, n. 10, 1903) ha voluto esperimentare se tale azione esistesse anche contro il b. clella difterite, e, usando un istone proveniente da ani1nale di diversa specie (vitella) ha ope· rato st1lle cavie : le iniezioni di istone di timo precedevano di 17-18 giorni le iniezioni di tos· sina o di bacilli difterici: le cavie precedente· mente iniettate di istone (O. 10) morivano con closi minori della minima mortale di tossina, e, Re iniettate con bacilli, in un tempo più breve. L'istone del solo timo non possiede adunque potere im1nunizzante, il che contraddice alla teoria che il timo rappresenti nel primo a.nno di vit.a l organo di difesa contro alcune infezioni. Il clo· ridrato di istone ricavato invece da varì org~ni insieme (timo, reni, fegato, milza, intestino e ghiandole mesenterich~) ha dimostrato azione immunizzante positiva contro la tossina, e spe· cialmonte contro i bacilli difterici. 0ARRONE

Recentissinie pnbblicaaioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. & Indirizsare riohieate con Cartolina-vaglia alla Società

Edltrloe Dante Alighieri - Roma.

183

SEZIONE PRATICA

I

PRATICA PROFESSIONALE CA~UI~TillCA Di una ra1·a complicazione ce1·ebrale del 1·eu1natismo articolai·e acuto. Rheumatismu apoplecticus, apoplexia rheumatica. Il dott. L. MAZZOTTI di Bologna ha tostè letto una comunicazione alla R. Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna (serie V tomo X, pagina 549), riferendo due casi da lui osservati. In uno, durante un reumatismo articolare, si ebbe p erdita di coscienza quasi istantanea e paralisi dal lato sinistro d el corpo che si ma· nifestò con grande rapidita. Alla n ecroscopia si trovò l1n'encefalite acuta estesa a gran parte del centro ovale dal lato destro, sen za menin· gite, nè endo cardite, n è embolismi. Nel secf>ndo caso si verificò da prima turbamento della co· scienza e cefalea, poi, dopo circa tre giorni, con· trattura seguita da paralisi al lato destro ed jnfine morte rapida con fenomoni apopletici. La lesione anatomica consistette in una epen. dimite ventricolare sinistra ad essudato sierofibrino- emorragico , con rammollimento circoscritto alla coda del nucleo ca udato del corpo striato dello stesso lato. Per quet=te osservazioni l '.A. amm ette che nel reumatismo articolare, oltre alle emipl egie prodotte da embolismo cer ebrale in seguito ad en· docardite, si possano verificare manife tazioni encefaliche di forma apopletica, bene indicate dagli antichi scrittori colle denominazioni di « rlieuniatis1nns apoplecticus , apople~·ria rlieu 1natica » . Queste apoplessie reumatiche sono estremamente rare e meritano di venire ulteriormente studiate, sopratutto per qt1el che spetta all'anatomia patologica.

Contributo alla conoscenza delle sindromi atetosicbe. Nella Rivista sp eri11ie1ita le di freniatria. fascicolo III, 1903, il dott. VALLI studia dt1e casi di atetosi. Nel primo caso la sindrome atetosica è sorta· in età giovanile (15 anni) in un soggetto pre· disposto per ereditarietà psicopatica ed imbecillità congenita dopo una malattia infetti,ra grave. A ]l'epoca dell'invasione dell'ateto i sono comparsi contemporaneamente dist11rbi psichici gr avi e tali da fare inviare la paziente al ma• • n1com10. Nel secondo caso l'atetosi si è sviluppata quando il soggetto aveva già raggiunta l'età (23)


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184

IL POLICLINICO

adulta (41 anni) senza che a'resse preceduto alcuna malattia infettiva, in un soggetto già infermo da parecchio tempo di franosi epilettica e la sua comparsa non ha portato alcuna modificazione nel corso dei disturbi mentali. Nel primo caso in cui è più grande l'ana· logia coi casi di vera atetosi doppia, la con· temporanea insorgenza dell'atetosi e dei feno· meni psicopatici, l'aumento d'intensità dei mo· vim~nti atetosici durante gli atti intenzionali, e la diminuzione di essi dopo gli accessi epilettici, fanno pensare che la sede della lesione sia corticale, e probabilmente localizzata nei centri psicomotori. N el secondo caso il comportamento del tutto opposto del disturbo motorio durante gli atti intenzionali e dopo le crisi convulsive, unito ad 11na maggiore accent11azione dello stato spastico m11scolare inducono ad ammetter e che la sede della lesione non sia corticrtle. Devesi ritenere perciò che nell'atetosi doppia associata, all'epilessia si può avere un comportamento diverso rispetto all'accesso convulsivo in ordine all'intensità del disturbo motorio, e ch e nei soggetti predisposti l'inizio dell'atetosi può accompagnarsi a disturbi psichici. Di più la sede dello lesioni che dànno luogo ai movi1uenti a te tosi ci probabilmente non è unica, ma varia n ei diversi casi, sempre mantenendosi circoscritta n el clecor so del fascio piramidale. U11 •

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manifestazione monosintomatica dell'isterismo, ciò che è stato accertato da tutti gli os· servatori. C.

.. Iu1portanza del i·iftesso patellare. N el Nenrolog iscJies <Jen,tralblatt (n. 18, 1903}. il dott. STEMBO ha portato l'attenzione degli studiosi sopra l' esistenza di un riflesso non an· cora osservato nè descritto. J~d esso dà il nome di riflesso patellare superiore. Si provoca per· c11otendo rapidamente con un martellino non troppo piccolo sopra il limite inferiore del le· gamento superiore della patella, legamento che, come è noto, s'inserisce ai margini laterali della rotula. Per ottenere più facilmente questi riflessi si fa sedere il paziente sopra un letto, sopra una ta' rola o sopra una sedia, in modo che le gambe si appoggino al margine del sedile e formino colle coscia un angolo di 120° presso a poco. Negli adulti questo riflosso si trova 50-60 volte su 100 · in 15 o 20 su 100 poi è esagerato e questo è un segno che tutti i riflessi profondi sono pure esagerati. Nei fanciulli si rinviene 40 volte su 100. La scomparsa del riflesso pa· tellare superiore precede nei tabetici la scom· parsa d el riflesso patellare inferiore. Il riflesso patellare superiore poi. è esagerato in tutte le affezioni clelle ·v ie piramiclaJi.

caso di acinesia alge1·a.

È doscritto da1 dott. FIORE~TINI nella (}az .zetta de.r;/i Os1Jedali e delle Cli1iiclie, n. 86, 1903.

Di ta,le malattia non sono descritti ch e 8 casi in Italia: si presentét per lo pitt tra i 20 e 30 anni, e più spesso nelle clonne. Il caso clell' A . è tanto pii1 in1portante in quanto è l 11nico osservato nell'età infantile. Trattasi di bambina di 10 anni: da. 4 a.11ui 11a violentissimi dolori a.i polpacci nel ca.mminare, mentre in letto i movimenti sono lil)ori: n1ai febbre, tt1mefazione delle articolazioni: i clolori rimette,rano di molto nell'estate, esa· cerba,ndosi assai all'inverno. L'esame fisico mostra nna bi111ba gracile : gli organi interni nor1uali · feci, l11·i11e normali~ iper este ia. ai polpacci e anteriormente aneste ia : zone anestesiche al tronco, regioni sottom:immarie e o,..ariche; riflessi del)oli agli arti inferiori : all'esa1ne elettrico n1tlla di a11ormale. È poco suggestionabile. Operata per g inocchio , .. algo ebbe gt1arig ione completa; mn. al pros imo inv·erno i ripresentarono i fe nou1eni. L'informa, e per gli antecedenti t:freditarii, e per le stimmate sensitivo-san oriali che presenta.v a. era, corta1uente. tlna isterica. L'acinesia era {24)

[ANNO XI, F ASC. 61

APPUNIDI DI IDEI\APIA La questione dell'operazione nel cancro dello stomaco. In Pite Practitioner (decembre 1903), il dottor A. MoYNIHAN si occupa dell'interessante ar· gomento. Comjn eia dal rilevare che se la chirurgia dei tumori maligni in generale ha fatto grandi pro· grassi da 20 a,nni a questa parte, non è lo stesso dell'intervento nel cal1cro dello stomaco, i ct1i risultati lasciano molto a desiderare. Ciò dipende dalla difficoltà della diagnosi precoce della malattia. L' A. passa q11indi ad esaminar e le q11estioni seguenti : 1. Un'operazione palliativa sullo stomaco p11ò prolungare l'esistenza? 2. Questa operazione si giustifica con un grande miglioramento riportato dal malato? 3. La r esezione offre una speranza ragio· nevole di guarigione'? 4. La r esezione in caso di recidi,ra ha dato

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LANNO XI, F ASC. 61

185

SEZIONE PRATICA

una maggiore sopravvivenza e migliorato la salute? Si trattava di stabilire prima in quali casi l'operazione deve essere palliativa ed in quali altri si può t(:lntare un'operazione radicale. Dal punto di vista dei resultati terapeutici ·dell'operazione, l'autore cita le conclusioni di KRONLEIN : il cancro dello stomaco, senza ope· razione, ha un esito fatale circa in capo ad t:.n anno; la gastro-enterostomia prolunga la vita dei malati affetti da cancro gastrico per tre mesi in media; la gastrectomia, per quanto sia seguita da recidiva, prolunga l'esistenza di circa 14 mesi. Dal canto suo MIKULICZ ba fatto le opera· zioni seguenti: incisione semplice esploratrice, con una mortalità del 9 per cento; gastro· ente· rostomia col 33 per cento di mortalità. ed una sopravvivenza media di 6 mesi e 4/10 dopo l'operazione, di 14 mesi dall'inizio della ma· lattia; resezione dello stomaco col 25 per cento di mortalità, con 10 malati viventi ancora dopo due anni dall'operazione, 4 dopo tre anni e mezzo e considerati radicalmente guariti. I re· sultati per l'autore sono altrettanto buoni quanto quelli che si ottengono nelle operazioni per il cancro della lingua o del retto. Per ciò che riguarda le indicazioni opel'atorie, };i gastro-enterostomia può dare i migliori resultati quando esiste stenosi in vicinanza del piloro e v'ha stasi di alimenti. Il peso aumenta, l'appetito ritorna ed i vomiti cessano immedia· mente. Anche qt1ando non vi sono ostacoli al passaggio degli alimenti, l'operazione può dare a.ncora buoni resultati, perchè lo stomaco si svuota meglio ed i malati possono prendere pasti più frequenti. Pure, n ella maggior parte dei casi non si deve contare su questi resultati. La gastro-enterostomia porterà un grandissimo sollievo se v'è abbassamento del piloro o dello stomaco d eterminante la forma a clessidra o se 'r'è stasi alimentare marcata. Se, d'altro canto, il t11more è situato sl1lle curvature e se non esiste n è stenosi, nè stasi, la gaslro-enterostomia non darà se non poco sollievo e non prol11ngherà l'esisten~a. La gastrectomia, fra le mani di 1\fIKULICZ, di CARLE e FANTINO, ]1a dato una mortalità mi· 11ore della gastro-enterostomia. I sttoi vantaggi sono: di prolungare l'esistenza di 10-11 mesi e di portare t1n gran solli'3vo al malato. Benohè la recidiva possa verificarsi, nella maggioranza. dei casi il malato n en migliorato grR.nde1nente dall'ablazione di questo tumore ulcerato, che fornisce un liquido sanioso e del angue. Cosi si può domandarsi se la gastrectomia non

I debba esser praticata deliberatamente come operazione palliativa n ei casi n ei quali ,-r'è lln tt1· more secondario n el fegato o si trovano dei gangli inaccessibili. Se si tien conto del fatto che la mortalità non è più grande, ma è anzi minore tii quella d ella gastro-enterostomia, la. quale, da.l canto suo, da una minoro soprav-..·ivenza, e che il malato ha sempre llna probabilità di ottenere una guarigione completa, non si può dubitare che l'operazione di scelta debba essere sempre la gastrectomia. Se, all'aperttrra dell'addome, si trova che è impossibile prati· care le d"Q.e operazioni in1licate, si p11ò ottenere qualche resultato praticando la d11odenostomia o la digiunostomia. Queste operazioni sono sem· plici, rapide, non accompagnate da choc epos· sono, al bisogno, essere praticate con la cocai· nizzazione. Ma si conosce poco sul loro valore.

Te1·apia della gastroptosi. Il dott. COSTE (Are/i. f . lclin. Gltir., vol. 71, fase. 3), ha operato due casi, uno dei quali pre· sentava una irrequietezza motoria dello stomaco, e l'altro una straordinaria. freq11enza di vomiti per minime cause psichiche. In entrambi i casi la t erapia interna era ri· masta senza rislùtato; entrambi fi1rono guariti con l'operazione. La pjccola curvatura fu fissata salùamento con una sutura al p e ritoneo parietale, al ùisotto del diaframma. Crede p er ciò l'A. che l'operazione di una en· teroptosi sia indicata in quei casi n ei ql1ali le lesioni siano chiaramente localizzate in 11n or· gano, come qui nello stomaco, quando esse l1anno lLn carattere tutto speciale ed esiste un tale disturbo funzionale da minacciare la v"ita dcll'in· fermo.

Nella iperclorid-ria. Il prof. HAYED1 prescrive contro l'iper cloridria l'acqua di Carlsbad artificiale, così formu]ata: .Acqua . . . . gm. 1000 Solfato di s0da . . ~ 3 Bicarbonato di soda > 2.50 Cloruro di sodio . . » 1 Da prendere 3 "'olte, a 2-5 minuti di inter,~ ano, n ella quantità, il primo giorno di 250 gm., il secondo di 300, il terzo di 350 e co ì di seg11ito fino a 500 eme., do, e quotidiana ma sima. L'acqua deve essere riscaldata a bagno-n1aria.. La c11ra deva continuare per un mese c irca~ non più.. (Jll'd. 11101/.).


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IL POLICLINICO

. Il sottonitrato di bismuto nelle forme dolorose dell'ulcera gastrica. Nelle forme dolorose dell'ulcera gastrica, il sottonitrato di bismt1to rende i migliori servigi a preferenza che nelle altre forme cliniche. A forte dose questo farmaco d eve essere ri· guardato come il migliore sedativo dello stomaco.

VARIA Tabagismo ed impotenza. -

Tra le numero· sissime alterazioni funzionali prodotte dall'abuso del tabacco, poco conosciuta e poco ricordata dai trattatisti è l' impotenza: e che ' '"e ramente decorra un nesso di ca11salità tra i due fatti è pro·vato, sia da espHrienze sugli animali, sia dalla comune osservazione che molti ammalati riacquistano prestamente lo stimolo sessuale e la ca.pacità di soddisfarlo, quando si astengano per qualche tempo dal fumare. Il fumo del tabacco agisce come un veleno, assorbito lentamente per la via r espiratoria e per la mucosa gastrica, in ispecie quando esso venga deglu· tito: da esso furono isolate una diecina di so· stanze tossiche, molto più nocive dell'alcaloide più conosciuto, la nicotina, e che sembra pos· sano agire direttamente sull'eccitabilità del mi· dolio. Secondo le ricerche di GIORGIO PET1T, si av·rebbero, oltre all'azione depressiva che il tabacco esercita sul sistema nervoso centrale, delle vere lesioni anatomiche degli organi geni tali; egli, in intossicazioni acute sperimentali di ta· bacco, ha potuto osservare ingrossamento del· l'epididimo, il tHsticolo congestionato, i canali· coli seminali otturati da abbondantissima proli· fbrazione e desquamazione epiteliali; mentre nelle intossicazioni croniche il testicolo si pre· senta più piccolo e biancastro al taglio, l'albu· ginea ingrossata, aderente alla. polpa, con chiazze cicatriziali, e la polpa stessa tutta invasa da un processo di sclerosi affatto simile alle cirrosi più comuni in altri visceri. Le vescicole seminali sono come vizze e non conton· gono pilì spermatozoi; un medesimo identico processo sclerosante si può osserv-are assai fre· quentemente anche nell'ovaia. (Progrès 1nédical, n. 35, 1903).

Lesioni nel coito. -

Il dottor WERTHEIMER ricorda il caso di una donna, di 38 anni, pluri. para, che presenta "f'a stilla parete posteriore della ,·agina t1n centimetro e mezzo al disopra del f re11l1lo, proprio lungo la linea mediana, una ferita lacera, della lunghezza di quattro <'enti· (20)

[ À.NNO XI~ FASO.

6]

metri e fortemente sanguinante, tanto che si dovette ricorrere dapprima al tamponamento e quindi alla sutt1ra con otto punti, poichè l'emor· ragia, riappariva di nuovo appena rimosso il tampone. Questa lacerazione erasi prodotta du· rante il coito compiuto stando la donna e l'uomo in decubito laterale. Siffatte lesioni, sicùome giustamente fa osser· vare l' A., · sono rare nelle donne pluripare, men· tre sono di gran lunga più frequenti nelle gio· ' rani spose, specie durante i primi rapport.i ses suali. Queste lesioni vaginali possono aprire • delle false vie al pene che penetra nello spazio compreso tra la ' ragina ed il retto, nel retto medesimo, nella vescica, cagionando persino la morte della donna, specie quando esso pene sia voluminoso ed introdotto con violenza, siccome dovette accadere n el caso osservato dall'EKLUNu, cioè di un parrucchiere di Parigi che sfondò il fornice po,s teriore della vagina a tre donne, e tre volte, nella prima notte nuziale, restò vedovo. Le donne più specialmente predisposte a tali lesioni sono le climateriche e quelle che da poco hanno subìto plastiche del retto. In ogni caso momenti etiologici importanti sono dati dalla speciale posizione in cui si compie il coito, dal volume del pene e dall'impeto onde esso viene introdotto in vagina. (Miin ch. niediz . Woclien., n. 43, 1903).

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Oorata della giornata di lavoro 11ella mondatura delle risaie. Il Consiglio Superiore di Sanità nella seduta del 14 gennaio u. s. tornando a prendere in esame la questione sul lavoro delle risaie no· minò una Commissione composta del prof. GOLGI CAMILLO, senatore del Regno, della R. U nive}'· sità di Pavia, Dr VESTEA prof. ALFONSO, della R. Università di Pisa, MAGGIORA prof. AR· NALDO, della R. Università di Modena, per sta· bilire, d'accordo col Consiglio del lavoro, la durata della giornata di lavoro nella mondatura delle risaie. La. Commissione, espletato il proprio mandato, ha presentato a S . E. il Ministro dell'interno la relazione che segue : « I sottoscritti, incaricati dal Consiglio Supe· riore di Sanità di mettersi in rapporto con l'Uf. ficio del lavoro, per discutere il reclamo dei risicultori dell'Alta Italia, circa la proposta fatta dal Consiglio stesso di fissare ad otto ore la durata del lavoro dei fanciulli e delle minorenni addetti alla mondatura del riso, si sono radu·

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(AN.No XI, F Asc. 6]

187

SEZIONE PRATICA

nati presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio una prima volta il 15 gennaio e successivamente nei giorni 27 e 28 dello stesso mese sotto la presidenza r~el senatore 0ERRUTI. In una delle ultime adunanze intervennero i rappresentanti dei risicl1ltori delle pro,rincie di N o·v ara e di Pavia, estensori del reclamo so· pracitato, i quali illustrarono i motivi del reclamo medesimo e diedero spiegazioni su pa· racchie domande che furon loro rivolte così dai sottoscritti come dai rappresentanti del Comitato del lavoro. « Avuto intanto occasione di prendere cono· scenza del d;seguo di legge snl lavoro 1telle ,.;saie, redatto dnl senatore Oerruti, i sottosegnati acqui· starono il convin<:imento, e son lieti di qui di· chiararlo. che per le disposizioni in detto disegno contenute, il la·yoro nelle risaie sarà disciplinato in modo confor1ne alle moderne viste scientifiche sulla n1alaria e nel suo complesso seg11erà un notevole progresso nella relati,ra legisli\zione sanitaria. « Tutt«ivia i sottoscritti hanno Cl'ed11to di espri· mero il voto che nel disegno di legge no11 man· chino alcune disposizioni conformi a particolari sl1ggeriruenti, dati. a suo tempo dal Consiglio Superiore di Sanità. Hanno all'11opo ramm en· tato che questo co11sesso, nel formulare le sue proposte circa il lavoro della mondatura del riso, partiva dn1 concetto che questo lavoro merita di essere llisciplina.to non solo dal punt<.> di vista della profilassi della malaria, ma ancora da quello della difesa contro altre malattie trasmissibili di carattere diffusivo (tubercolosi, malattie vene· reo-sifilitiche, scabia, tracoma, ecc.) a cui può dare occasione il considerevole assembramento di persone di diversa provenienza, specialmente nei dormitori; e si preoccupava inoltre di po_ssibili disturbi della salute generale e del pro· cesso di accrescimento, e come pure di altri inconvenienti d'indole sanitaria, in rapporto tanto alla specialità del lavoro quanto alla giovane età ed al sesso della grande maggioranza dei lavoratori. e In ordine alla ql1estione principale, circa la dltrata del lavoro per i mondarisi, la Commissione è d'avviso che sarebbe miglior consiglio mantenere nel limite di otto ore la giornata di lavoro per le donne minori di età e p er i fanciulli. Tuttavia apprezzando le osservazioni fatte dai rappresentanti delle r egioni risicole e quelle nccenna,te nella relazione del senatore OERRUTI, la Commissione non si 01lpone a che si accolga la, proposta del Consiglio del lavoro di permettere che la giornata sia di nove ore, e perch è in tal modo si tien conto di talune ragioni d'or·

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le quali toccano eziandio gli inter essi dei la,~o ratori, e perchè nello schema di legge è stabilito che la giornata sia di nove ore anche per gli adulti. Ma tutto ciò pltò es· sere acconsentito ove si accetti, come fu già dichiarato dai delegati del Comitato del ]a,roro che si accetterebbe, di introdurre nello schema alcune altre previdenze igieniche. Queste sono: " 1. Ohe dai mondarisi provenienti da altra località ed ai quali deve fornirsi rico,rero si esiga un certificato di sanità da rilasciarsi gra· tuitamente dall'a11torità sanitaria del comune di provenienza; col quale certificato si attesti l'attitudine allo speciale lavoro e si escluda il sospetto di malattie trasmissibili. « Questa disposizione si ritiene utile anche dal punto di vista della stessa profilassi clella malaria, perchè lo persone che soffersero di questa malattia e non ne sono del tt1tto gllarite, possano farsi segno a speciale vigilanza i1oi ri· guardi del trattamento chinico preventivo. « 2. Che, fermo restando l'ultimo alinea del· l'art. 11 del disegno, sia accettata in massima l'esclusione d elle donne incinte all'ultimo mese di gravidanza. « 3. Ohe non si cominci il la,roro della mon· datura prima del levar del sole. « Questo provvedimento, che per antica e non ancor smentita esperienza,, ha pure la sua im· portanza per l a profilassi della malaria (tanto più che si esige nel caso presente la dife. a, mec· canica dei dormitorii contro l'invasione delle zanzare), è poi di indiscutibile utilità tanto per assicurare il n ecessario riposo ai lavoratori più giovani, quanto per salvaguardare da dannose perfrigerazioni quelli più deboli e predisposti ad ammalare. « Fir111 ati: O. GoLGI A. DI VESTEA À. MAGGIORA > .

CENNI BIBLIOGRAFICI Prof. V. PENSUTI. Saggio di Clinografla. (Roma tip. Becheroni, 1903). Il prof. V. Pensuti, nal e Saggio di Olino· . grafia » testè pubblicato, espone un suo nuovo metodo per la rappresentazione grafica degli esami obbiettivi degli infermi. Il lavoro consta di 16 tavole, ciascuna delle quali porta a lato la leggenda esplicativa. In sostanza, si tratta di senziogra11111zi (rappre· sentazioni grafiche dei segni obbietti,i) in. critti in topogra11111ti (l·appresentazioni topografiche schematizzate). (2i)


188

[ANNO XI, F ASC. 6

IL POLIOLINIOO

A Il sistema, per quanto a prima vista possa sembrare complicato, è semplice e facile, poichè il P ensuti 11a dato a tutte le varie rappresen· tazioni grafiche, base mnemonica. I dia.r;ran1 nii, risultanti clalla seri ttura clinica di ciò che ci viene a fornire la semiotjca fisi ca, pongono d' un tratto sotto l'occhio dell'osserva· tore tutti i dati dell'esame obbiettivo degli in· fermi, e, se ripetuti giorna.lmente, ci riass11mono in breve spazio le storie cliniche e i processi morbosi meglio e con maggior precisione di quanto si possa ottenere col linguaggio comune. ~Ii auguro che il sistema entri presto nelle cliniche e negli ospedali, ed io sono lieto di aggiungere il mio modesto elogio ai tanti che certamente saranno git1nti all'indirizzo dell'amico prof. Pensu ti. Alatri, 15 gennaio 1904. Dott. G . B. BUGLIONI.

R. TRIPIER et J. PÉAVIOT. Pé1·itonite sousl1épa· tiq11e d'origine vésicnlaire. lVIasson-GauthierVillars, éditet1rs, Paris, 190!. . Gli autori svolgono nel presente voltunetto, che fa pat'te della brillante collezione « (les airl~s-111 é1noire » , il concetto già espresso in altre pt1bblicazioni,. che la colica epatica, non altrimenti che l'appendicolare, è dovuta in fin dei conti ad una peritonite pericistioa. È evidente l'importanza di questo concetto nella s toria della calcolosi epatica e delle sue consegt1en ze. Ciò riveste grande interesse ancora per la genesi di altre affezioni addominali , e oostitttisce della calcolosi la causa di molte peritoniti circoscritte e perfino di talt1ne appenc.liciti. Alla p eritonite, più o meno diffusa, anclrebbero attributi i disturbi di molte dispesie, delle coliche mt1cose. Le indicazioni curati,re variano in oonso· gt1enza. Gli autori poggiano le loro conclusioni su r eperti ana tornici. Per quanto sia. giustificato dubitare se la generalizzazione dei fatti da loro osservati sia g itl "'ta, è sempre grande e vivo l 'interesse clinico cho s11scita la monografia di cui ci occu})iamo. A. V. GoLDSCH)IIDT. Uebe1· .Asthma. - 1\Iiinchen, 1903. \ erlagstuch. Seit u. Schn.uer.

I/A. dopo 1111 resoconto sommario e completo cl ei lavori appar i s11ll'argomento, svolge in maniera e auriente il capitolo rigt1ardante l'asma. L'e~n1ne clolle tliver se teorie in,.,. ocate per ispien-are la patoge1te i e l' etiologia dell'affezione '> trattato co11 arguto criterio di critica. Cosi pt1re " data. 11na larga de crizione dell'accesso, non (28)

trascurandone nessuna complicanza a11che mi· nima e di rara comparsa. La terapia occupa circa la metà della mono· grafia. Riportati i mezzi anche i più strani e i più empirici usati, l' A. fa uno studio accurato e razionale della cura, sia delle cause occasionali, ohe di quella dell'accesso asmatico. Riporta infine le conclusioni suggerite dall'osser,razione di 10! pazienti da lui avu ti in cura nell'estate d el 1902. 11 lavoro, come si ' rede, è completo in tutte le sue parti; data l'autorità del nome di chi l'ha compilato, e per le notizie utili che esso contiene, meriterebbe di esser letto da tutti i medici pra· tici. a. p.

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BIBLIOGRAFIA ITALIANA Chirurgia. VIGNOLO L . - Sull'applicabilità dell'anastomosi arterio-venosa nell'insufficienza della circolazione arteriosa r egionale. - Pisa, Estr. dal Giornale italiano delle So. Med., 1903. LAUREATI FRANCESCO. - Ferita delle pareti addominali con enfisema sottocutaneo. Enfi· sema sottocutaneo da frattura dell'8a costola sinistra. - Napoli, Estr. dalla Gazz. intern. di ì\iedicina, 1903. SALINARI SALVATORE. - Contributo allo studio dell'angina di Ludwig (Flemmone soprami· Ioideo del collo). - Roma, E~tr . dal Giorn. ì\Ied. del R . Esercito, 1903. Zana1·di dott. P. - Di un caso di ernia otturatoria strozzata. - Milano, tip. Grilli, 1903. ZANARDI dott. P. - Ascesso cerebrale trauma· tico della prim.a circo.nvolt1zione frontale di ·sinistra. Mirandola, tip. Grilli, 1903. Ostet1~icia

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SEZIONE PRATICA

AMMINISTRAZIONE SANITARIA Conf"erenza sanitaria intet'nazionale di Parigi (1903). Di quest:.t Con,renzione internazionale, in cui l'Italia ebbe tanta 13 sì onorevole parte, pubblicheremo, testualmente tradotti, i titoli che si riferiscono alle nazioni europee, onde ogni nostro medico abbia una guida sicura nelle contingenze epidemiche. Tralasceremo quanto si riferisce alle misure sancite nella Conferenza circa i provvedimenti per i pel· legrinaggi alla :àiecca, il Canale di Suez, ec0.

I.

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CO:\'VENZIONE. TITOLO

I. -

Dis1Josizio1ii generali. Capitolo I.

Prescrizioni da osservare dai paesi firma tari d~lla. Co n,..enzione quando la peste o il colera. co1npn.iono s ul loro t erritorio. Seziono I. - Notificazioni e comunicazioni ulteri ori a gli altri paesi.

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Art. 1. Ogni Governo deve immediatamente n otificare agli altri Governi la prima appari· ziono nol s uo tQrritorio dei casi accertati di peste o di colera. Art. 2. Ql1eRta 11otificazione d eve esser e accom· ' pag11ata o prontamente seguita da informazioni circostanzia te s u: a) il l11ogo dove la. malattia è apparsa; b) la datH, d oll'a.pparizione, sua origine e fo1·n1a. di ql1esta; e) il nl1rnero dei casi constatati e quello dei llecessi ~ \/) pet· l a peste: l'esisten za, fra i topi, della i1este o di una insolita mortalità; e) le mist1re immediatamente prese dopo la • • • pruna cippar1z1011e. A.rt. 3. Lit n otificazione e le informazioni di cui agli ~trticoli 1 e 2 sono indirizzate agli agenti diplo1uatici o consolari n ella capitale del paese contagiato. Per i paesi ch e non sono rappresentati esse s ono trasmesse direttamente p er telegrafo ai Go· verni di questi paesi. Art. -!. La notificazione e le informazioni di cui agli articoli 1 e 2 sono seguite da comuni· e azioni t1l teriori date in modo regolare affinchè i Gov erni siano al corrente del progredu:e del· l'ep idemia. Quoste comunicazioni, da farsi almeno una Yolta alla settimana e più complete ch e è possibile, indicano più particolarmente le precau·

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j zioni prese p er coml)attero l 'estender si della malattia. Esse devono precisare : 1° le misure profilattich e applicate r elati,·a,· mente all'ispezione sanitaria. o alla visita me· dica, all isolamento e alla, disinfezione; 2° le misure prese alla partenza delle navi per impedire l'esportazione clel male o special mente le misure prese contro i topi (art. 2, let· tera d). .Art. 5. L'adempimento pronto e sincero d elle suddette prescrizioni è di t1n'essenziale impor· tanza. L e notificazioni hanno v·alore r eale soltanto quando ogni Governo è a,T,·isato direttamente e a tempo dei casi cli p este, colera, e dei casi dt1bbi sviluppatisi l' nl s uo territorio. Non sono dunque mai abba~tanza raccomandate le preghier e fatte ai diversi Governi di r e nder e ob· bligatoria la dichiarazion e dei casi di peste e dei casi di colera e di essere informa~i d ella insolita mortalità dei t opi specie n ei porti. Art. 6. S 'intende che i paesi ·vicini si riser· vano di prender e i provvedimenti speciali per organizzare un servizio diretto di informazioni fra i capi c1eile amministrazioni cl elle frontier e. Sezione II. - Condizioni che permettono cli considerare una circoscrizione t&rritoriale com e infetta o tornata sana. A..rt. 7. L a notificazione d~un primo caso di peste o di col era non porta con sè l'applicazione d elle misure preventive (vedi cap. II) nella cir· coscrizione territoriale dove si è s·v iluppato il caso. l\fa quando si sono manifestati parecchi casi di p este non importati o quando i casi di co· lera formano t1n focolare, la circoscrizione è di · chiarata infetta. .A..rt. 8. P er r estringere le misure alle sole re· gioni colpite i Go,erni non devono appli· carle cl1e alle provenienze delle circo crizioni infette. Con la parola « circo crizione > s'intende una parte di territorio ben determinata nelle infor· mazioni che accompagnano o seguono la notifi· cazione~ così: una provincia~ lln di tratto un dipartimento, un cantone, un 'i ola, un comune, una città, un quartier e cli città, un villaggio un porto, tln agglomerazione, ecc. ql1alunq11e sia l'esten sione e la po1)olazione di quoste parti cli t erritorio. P er ò questa r estrizione, limitata alla circoscrizione infetta non de,·e essere accettata che a condizione formale che il Go1·erno llel 1>ae e infetto prenda le nece sarie misure : 1° per preYenire~ con di i11fezioni i)reYen· (29) •

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tive, l'esportazione degli oggetti nominati ai numeri 1 e 2 dell'articolo 12, provenienti dalla circoscrizione infetta ; 2° per combattere l'estensione dell'epidomia.. Quando una circoscrizione è infetta, non è presa nessuna misura restrittiva contro le pro· venienze da questa circoscrizione, se l'hanno abbandonata almeno 5 giorni a'ranti lo scoppio dell'epidemia. Art. 9. Affinchè una circoscrizione non sia più ritenuta come infetta occorre la costatazione ufficiale : 1° che non vi è stato alcun decesso nè 1tuovo caso di peste o di colera 5 giorni dopo sia l'isolamento (1), sia la morte o la guarigione dell'ultimo individuo affetto ùa peste o da co· lera; . 2° che tutte le misure di disinfezione sono state applicate e, se si tratta di casi di peste, che tutte l e misure contro i topi sono state ese· guite. a. p .

(1) La parola e isolamento • significa: isola· mento del malato, delle persone che lo curano permanentemente e interdizioni di visite per tutte le altre persone.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2843) Sig. dott. G. l\i1. in A. - Ritornando in servizio dopo due o tre anni, Ella può nuovamente iscriversi alla Oassa pensioni e far va· lere come utili agli effetti della liquidazione gli anni di servizio precedentemente prestati. Non è possibile rimane-re iscritti durante l'in· t erruzione. (2844) Sig. dott. F. Z. da P. - Nei comuni dove manca il °'reterinario, la visita delle carni macellate deve farla l'ufficiale sanitario. Diritto di ottenere maggioi· compenso non vi è, ma però in linea di equità si suole da talune am_m inistrazioni corrisponder e agli ufficiali e:ianitari, che si sono addossati questo lavoro, una annua gratificazione. L'elenco dei poveri deve essere ri· ' "eduto ogni anno dalla Giunta mtmicipale. Qualora la detta Giunta non compia il suo dovere, può riferirne al signor Prefetto d ella provincia p er gli opportuni richiami. S e lo stipendio è esig110 di fronte al lavoro, oppure mer cè inconsulte inclusioni n ello elenco dei poveri si debba orclinariamente far visite non do, ute, può chieder e lln congruo aumento di stipendio, in sede di bilancio, alla G . P. A. ch e deciderà dopo aver inte .. o il parere del Consiglio provinciale sani· tario. (28-!5) Sig. dott. Y. G. da S. A . .A.. E. - N essuna legge v"ieta ai comuni di istituire la conclotta piena qt1ando nel comune esercitino pa7

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recchi medici. Costoro non hanno del pari diritto di ricorrere per eventuale discapito dei propri interessi.

(2846) Sig. dott. G. V. da C. - Per ottenere compenso per il servizio di necroscopia deve fare domanda al Consiglio comunale. In caso di rifiuto, potrà ricorrere al signor Prefetto della provincia per la Giunta provinciale amministrativa. Di arretrato non crediamo si possa parlare dal momento Ella ha finora fatto questo servi· zio senza diffidare il comune e senza mai ester· nare l'idea di voler esigere speciale compenso. (2847) Sig. dott. B. D. 1\1. da C. U. - Fino a quando non sarà approvato e reso esecutivo il regolamento organico st1l personale in cui Le viene imposto l'onere della gratuita gestione dell'armadio farmaceutico, ha diritto a ricevere speciale compenso agli effetti della disposizione contenuta nell'art. 4 del R. decreto 14 marzo 1901. Avanzi domanda analoga al Consiglio co· munale. (2848) Sig. dott. A. G. da V. - Potrebbe avvalersi solo del disposto dall'art. 37 del rego· lamento secondo cui, dovrebbe, per conseguir l'intento, corrispondere alla Cassa nel primo decennio in tante rate annuali anticipate la somma complessiva dei contributi arretrati ordinari e straordinari a carico proprio e del comune ac· c11mulati dal 1° gennaio 1899 fino al giorno della iscrizione coi relativi interessi composti e quote mutue. (2850) Sig. dott. C. D. da B. - Nessuna legge o regolamento o disposizione ministeriale deter· mina per quali malattie infettive il medico sia obbligato ad impedire !~accesso alla scuola dei bambini. Certamente se il malB è tale da potersi ritenere scientificamente che si propaghi col con· tagio, dovrà essere il Direttore dell'Istituto ad allontanare quel bambino, o, se trattasi di generale infezione il Sindaco, su proposta dell'~· ficiale sanitario. (2851) Sig. dott. P. Z. da F. - Il compenso della ' risita fatta per constatare la causa della morte di quell'individuo trovato cadavere sulla pubbliC'a via, deve essere corrisposto dall'auto· rità. giudiziaria. (2852) Sig. dott. abbonato 1521 S. - Certamente il comune ha malamente sin ora pagato la ricchezza mobile che dovea andare a carico di Lei. Sarebbero responsabili gli amministra· tori salvo rivalsa. v erso il sanitario, che avrebbe us11fruito di un beneficio che non gli spettava. Trov·i modo di , -enire ad una transazione ammettendo la sua buona fede per la mancata notifica della aggiunta fatta di ufficio dalla G. P. A. Doctor JUSTITIA.

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NOTIZIE DIVERSE Riceviamo e pubblichiamo integralmente : « In questi giorni si è costituita in Roma una Società 1nedica cattolica che ha raccolto in brevissimo tempo l'adesione di molti d istinti professionisti, e di cultori di scienze affini alla medicina. Le loro tornate saranno dedicate alla discu ssione d i argomenti scientifici riguardanti la loro professione; ma si propongono in par· ticolar modo lo studio di tutte le gravi questioni che collegano la medicina alla morale e alla fede. « Una scienza ultra-materialista oggi non si perita di proporre perfino nei Congressi argo . menti di esperienze ch e sono un vero attentato a ql1esti due ideali ; senza parlare della porno· grafia che sotto il pretesto di un esagerato po· sivitismo si è infiltrata perfino nella scienza e diffonde pubblicazioni abominevoli. « È bene che su tutto ciò si levi la voce di scienziati onesti e indipendenti. La Società 11iedica cattolica sorge in buon punto con questi scopi, che le varranno l'incoraggiamento di tutt.i i buoni. La sua opera di restaurazione morale avrà una efficacia eminentemente so· ciale e civile. e L'ufficio di presidenza è stato costituito cosi: « Preside1tte: Tal1ssig dott. Leopoldo; e Vice-presidente: Petacci dott. Giuseppe; e Consiglieri : Amici dott. Andrea., Baldas· s~iri dott. Lamberto, Lang dott. Ludovico, Lap· poni prof. Giuseppe, Stampa dott. Umberto, T11ccimei prof. Giuseppe, Virili dott. Pietro ; e Segretario: Ponce de Leon dott. Adriano; « Vice-segretario: Gagliani dott. Francesco Saverio. « La sede provvisoria della nuova Società è in via. dei Modelli, n. 73, dove si ricevono le adesioni Il dott. CAJUS si è già occupato con la sua solita arguzia fine e garbata della costituzione di questa Società ll'tedica cattolica, della quale i fini non erano ancora ben chiari. Oggi questo coml1nicato comincia a lumeggiarli. La Società prende senz'altro un'attitudine di combattimento. Vuol lottare specialmente contro 1'1tltra. niaterialismo, in quanto è nemico della fede e della morale. e contro l a pornografia che si diifonde in p11bblicazioni abominevoli, sotto le larve della scienza. E ben venga. Veda però la nuova società di lasciare da parte vecchie pose e frasi generiohe. Gabellare per ultra ·materialista la scienza mo· derna che volentieri fa a meno anche del ma· terialismo puro ; mostrare di credere che esista una scienza protettrice della por1iografia, via, non è affare da medici che amino qualificarsi scie11.::iati onesti e inclipe1tde1iti. . Se la società 11zedicrt vt1ol davvero sorgere 111 b11011 11n11to, riporti fatti concreti e provati, e usi linguaggio preciso. Altrimenti sembrerà voglia servirsi del troppo comodo sistema di far fin~a di combattere le esagerazio1ti per aver occa ione ad oppt1gnare i buoni risultati scientifici. I medici della nascente società si propongono poi, nella. parte positiva del programma enunciato, lo studio delle questioni cJze collegano la 111erlici11a alla 1norale e alla fede . 'I) .

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Secondo noi, la medicina non deve a·v·ere altri rapporti che con la verità : solo dei medici si deve fare la distinzione in onesti e disonesti. Se ogni libera iniziativa va incoraggiata, deve essere non dirò consentita, ma quasi obbliga· toria la aperta e leale discussione di ogni idea. Epperò ci siamo permessi questo breve e ser eno commonto al programma inviatoci. Sarebbe abbastanza attraente seguire lo svolgimento che il rispettabile e solerte Consiglio direttivo ne darà. REGGIO CALABRIA. - I medici condotti il 31 gennaio hanno tenuta l'adunanza per costituire una sezione dell'Associazione nazionale, i tomi· nando presidente il signor Tiberio Evoli. Furono approvati lo statuto e il regolamento, e fu telegrafato al presidente del Consiglio dei ministri, invocando la sollecita discussione in Senato della legga sanitaria, già approvata dalla Camera. L ONDRA. L 'Ospedale itatian,o. -- Coll'intervento del rappresentante dell'Ambasciata e del Consolato d'Italia e deJle notabilità della colonia italiana, ha avuto luogo il 30 gennaio l'assem· blea generale dei contribuenti al mantenimento dell'Ospedale italiano. Dalla r elazione presentata dal segretario ri· sulta che, mentr e n el 1902 si curarono soltanto 10,711 malati, nel 1903 se ne curarono 13,743, dei quali 6586 er ano sudditi inglesi, 5433 st1d· diti italiani e 1724 appartenenti a nazionalità diverse. Di questo ingente numero di ammalati 13,074 furono esterni o 669 interni. Mentre nel 1902 gl'introiti per beneficenza ascesero a 3419 lire sterline e le spese a 2353 lire sterline, nel 1903 i primi discesero a 2532 lire sterline e le seconde giunsero a 2866. A '\rendo il Re Vittorio Emanuele III, durante la sua visita a Londra l'anno scorso, donato 1000 lire sterline all'amministrazione dell'Ospe· dale italiano, le entrate salirono a 3522 lire sterline, permettendo di ·chiudere l'esercizio del 1903 con un avanzo di 666 lire sterline. Il patrimonio totale dell'Ospedale, in proprietà e titoli, ammonta a 31,300 lire sterline, delle quali 23,000 vennero elargite dal defunto com· mendatore Ortelli. La relazione si chiude con un caldo ringraziamento a tutte le istituzioni e personaggi che contribuirono al ma11tenimento dell'Ospedale, come pure alle signore patronesse che, sotto la direzione della vedova Ortelli, vigilano al con· tinuo incremento ed al miglioramento dei ser· vizi ospitalieri a beneficio dei connazionali. Assistevano all'assemblea, oltre l'incaricato d'affari, La,ignani, ed il console Allatini, il cav. Derin, i signori Grancini, Beneto e Ra· ghetti. Venne proposto ed approvato un indi1izzo di vivissime grazie a S . ~I. il R e d'Italia per il recente dono, ed t1n altro ringraziamento all'am· ministrazione del K;ng E(/1vard's Hospital per i larghi e continuati soccorsi dati all'Ospedale italiano.

Nomine, promozioni, onorlftoenze. Il dott. Vincenzo Patella, profe ore ordinario di clinica medica nella R egia Uni,~er ità cli iena fu comanda,to, per l'anno scolastico 1903-190-1, (81)


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ad impartire il medesimo insegnamento ed a dirigere la relativa clinica n ell'Università di Bologna, dal 1° gennaio 190!. N ell'U niveraità di Catania, il professore .Gian· giaco1 no Ferrando fu incaricato, per l'anno sco· lastico 1903·904, dell'insegnamento speciale di medicina legale per i giuristi. Nell'Università di Palermo, il dott. Ferdi· nando Gangitano fu nominato assistente n ella clinica chirt1rgica, dal 1° dicembre 1903 al 31 ottobre 1904.

Concorsi e condotte. Dal R . Istituto Lombardo di scienze e lettere sono stati bamditi i seguenti concor si• a premi• : Fondazione Cag1tola (pel 1904). - La velocità dei raggi catodici, storia cri tica dell'argomento e nuove ricerche in proposito. Scadenza 1° a prile 1901. Premio, L. 2500 ed una meda~lia d'oro del valore di L. 500. Fondazione Fossati (pel 1905). - Stato attuale delle conoscenze sulla 1ievratgia nei riguardi ana· tomo -embriologici ed istogenetici, fisiologici e patologici. Scadenza, 1° aprile 1905. Premio, L . 2000. l\fILANO.

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Indice alfabetico analitico del vr.esente numero. Acinesia algera (Un caso di). - Fiorentini. . . . . . . . . • . . . Pag. Aree percettive del mantello cerebrale in rapporto alla dottrina del Flechsig (Contributo alla conoscen za delle). L. Bianchi . . . . . . . . . • » Arterie nelle ossa (La distri buzione delle - - in relazione con i focolai ossei). - L exer . . . . . • . . . . • » Atr?fia, muscolare di origine vason1otoria (Sull ). - A. M. Luzzatto. . • . . » Cancro dello stomaco (La questione dell'operazione n el). - Moynihan . . . » Conferenza sanitaria internazionale di Parigi (1903) . . . . . . . . . . » Dimetilan1idobenzaldeide reazione di Ehrlich nelle urine (L a). - Simon . . . » Ernatoporfirinuria parossistica. - Paul . » Emoglobinuria parossistica (Di una teoria sull'). - Kretz . . . . . . • . » (< Fenomeno delle vene » di G a rtner e sul rapporto esistente fra la pressione art e riosa e la pressione del sanaue dell'oreccl1ietta destra (Sul). - Zuccola. » Gastroptosi (1'erapi:i della). - Coste. . » Giornata di lavoro nella n1ondatura delle risaie (Durata della) . . . . . . » G licogeno epatico delle rane ibernanti ~ sulle ~ue modificazioni quantitative in seguito ad un a umento rapido della t emperatura nelle rane norn1ali e nelle rane con vago tag liato. - Vasoin . . » Gonococco di Neisser (Studii batteriologici sul). - \Vildbolz . • . . . . » Inanizione assoluta nel Gongylus oce1latus alla luce diffusa e n ell'oscurità (So?ra il decorso d~lP). - Manca e Casella . . . • • . . . . . . • >> Inco ntinenza d'urina nei bambini (L'). ?\fon tfort . . • . • • . . • . . » Ron1a, 1004 - Tip Nazionale di G. Bertero e C.

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Iniezioni di sangue eterogeneo n ella vena porta e nella giugulare nei cani norn1ali e smilzati (Le) - Pugliese . • P ag. Ipercloridria (Nella). - Hayem. . . • » Istone contro la d ifterite (Studio sull'a . zio ne immunizzante dell'). - Flamini. » Megariociti nel sangue circolante (S ulla presenza di). - Boccardi . . . • . l> Ottica fisiologica (<:)sser vazioni di). - Ovio » P aralisi pseudobulbare n ei bambini (La). - D ecroly • . . . . • . . • . » Pupilia (Come si n1odifichi la reazione della - all'a tro pina in seguito all'uso prolnngato della sostanza). - U. Stefani )) Rachitisn10 (Un sinton1a non ancora studiato di). - Neurat. . • . . . . )> R adiazione oscura nell'ozena e nelle otiti suppurative croniche (Sulla). Dio• • nis10 • • . . . . . . • • . • » R espirazione interna dei t essuti (Sull'elemento essen ziale per la). - Novi . . " Reumatismo articolare acuto (Di una rara complicazione del). Rhe umatismus apoplecticus, apoplexia rheumatica. Masso tti . • . • . • . • . . • » Ri flesso patella re (In1portanza del). Stembo . . . . . • • . • • . » Risposte a quesiti e a domande . . • » R o dopsina (Come si rigeneri la - sulla retina della rana a circolazione sospesa e a ten1peratu re dive rse). Calzolari . . • . . . . . . • • » Scan1bi respiratori n ei vertebrati eterot ermi e sul significato della legge di superficie (Sull'intensità degli). - Pari » Scotta tu re (Le a lterazioni prodotte dalle estese - e la patogenesi della r elati va morte). - Leotta • . . • . • . » Sindro mi ateto~ i che (Contributo alla conoscenza delle). - Valli • . . • . » T esticoli (Anomalia di formazione e di po· sizione dei). - R ebustello. . . . . » Torcicollo (Capu t obstipum) Nuovo 1netodo opera t or io del) - W ulls tein. . » T ossicità urinaria dura11 te la fatica (Sulle variazioni della). A stolfoni e Soprana . . • . . • . . . . . . » Tuoercolosi polmonare (Sulla cura della - - .coi preparati iodici). - A. Cavazzan1 . . • . . . . • . . . » Tubi Malpigbiani degl'insetti (Sulla ~o­ st anza colorante dei). - Veneziani . » Ulcera gastrica (Il sottani trato di bismuto nelle forme dolorose dell'). . . . • » Urina (Dell'influenza che la concentrazione àell' - esercita sulla comparsa del precipitato nelle r ezioni d elt>albumin). - H allaner • . . . • . • » Urine degli scot tati (La tossicità delle). - Leotta • . . . . . . . . . )) Vasi cerebrali [Di alcun i mutamen ti fisiopatologici dei - in rapporto alla esistenza di speciali centri vasomot ori (centri angectasici) del nevrasse]. E. Ca vazzani . . • . . . . . . » Vomiti gravidici. Guarigione con glicerola to di ittiolo. - A. Pettazzi • . • » Ver~ tro ~erde (Alcune rice!che sull'azione b1olog1ca dei). - Nepp1 · • . • • • » L. Tn1MAN1, aegr. reip.

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DIRETTORI

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vl'l'TORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Parla.vecchio: Riaultali aperimentali di un nuovo processo per le anaatomoai laterali aaettiche. Riviste: - MEDICINA : - Scbwa.rz: La diagno1i differenziale delle malattie intra- ed emtra-pontine. - Peugniez e Philippe: Emisezione tf'aumatica del midollo &pinale (•indrome di Brown-Séquard). - Oppenheim: Intorno al 1ignifìcato diagnostico di alcuni riff,essi tendinei e cutnnei - CHIRURGIA: - Tavel: La diagnosi di sede delt'occ luaione intestinale. Gosset: l'eaofago-gastrostolnia tranadiaframmatica - OToJATRIA: - Poli : Leaioni dell'orecchio medio da vegetazioni adenoidi. - Accademie, Società mediche, Congressi: - R. A ccA J>BMIA DI m EOICI NA 01 T ORINO. - SO CIBTA' IEUi co-cHJJlURGI C:A u1 àJoDE~A. - Osservazioni cliniche : - Ziveri: Sopra un ca10 di album~nuria ortostatica.

Pratica professionale : -

Cancro dello atomaco e sintoma,oLogia intestinale. - Cancro primitivo dell'appendice. - Un caso di straordinario accumulo fecale. - APPUNTI DI THRAPIA : - Profilassi delt'iri(ezione puerperale. Nuova casi ài eclampsia puerperale curati col veratrum viride. - Nei dolori di origine uterana e periuterina. - Cor•'ro le emorragie. - Divagazioni s cientifiche : - Che r.oaa sono i raggi n (raggi di Blondlot). CASUJS1'Ji:A: -

Rubrica dell'Ufficiale sanitario .,ed Igiene; - Il ff,uoru.ro di sodio nella consarvazione del burro. - Lebmann: Acidità del pane, aue cause e metodi per determinarla. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana: - Medicina. Amministrazione sanitaria: - Conferenza sanitaria internazionale di Parigi (1903). Interessi professionali: - Risposte a queaiti e a domande. NoUzle diverse. - Nomlne, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

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Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico,

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ABBO~ATI

è in corso di

stampa. Fra poco si comincerà la spedizione secondo il numero progressivo degli abbonamenti pagati per intero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne linvio per aver subito il premio. Coloro che hanno già spedito il solo importo dell'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato. I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Corso Um-

berto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto

Prof. E.

MORELLI.

D i r i t t i di p r o p r i e t à r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI Risultati spe1·imentali di un nuovo processo per le an«lstomosi laterali asetticl1e dol l)rof. G.

PARLAVECCHIO.

Sbolliti alquanto gli entusias1ni per le an.astomosi rapide coi vari bottoni, l'attenzione dei chirurgi è ritornata allo studio delle anasto 1nosi asettiche. Le prime son dirette contro i pericoli dello shok, le altre mirano a risolvere il problema ben più importante della asetticità di tali operazioni. Se in esse, in-

fatti, la rapidità è un pregio incontestabile, non è men vero però che quella delle bottono-anostomosi è più immaginaria che reale; che le riunioni per suture fatte con aghi Junghi e ben maneggiati, son rapide lo stesso o p oco meno; che i pericoli dello shok diventan piccoli quando si sa riscalclar bene l'ambiente ed i visceri durante l'intervento, e l'infermo dopo; che lasciare un bottone nel tubo digerente è lasciare un pericolo ; e che infine nessun apparecchio meccanico può rassicurar tanto la coscienza del chirurgo quanto una sutura ben fatta. E d'altra parte i pericoli della se1)si non (1)


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IL POLICLINICO

sono certo meno gravi di quelli dello shok, ' Parlavecchio. Atti della Soc. Lancisiana, 1897, seduta 10 marzo. coll'aggravante che ancora la terapia è Doyen. Atti dell' XI Congr. fr. di chir., 1897.. quasi affatto disarmata contro le peritoniti seduta 22 ottobre. settiche, primarie o secondarie. Parlavecchio. Atti del XII Congr. it. di chir., Restava però evidente che le nuove ricer1897, seduta 30 ottobre. che dovessero mirare alla scoperta d'un Id. Volumi augurali pel Giubileo di Durante, 1898, febbraio. metodo che accoppiasse ai pregi dell'asepsi Id. Policlinico, sez. chir., 1898, aprile. quelli della rapidità. Id. La Cl. Chir., 1900, marzo. Guidati da queste aspirazioni, nello soor· Vidal. Revue de gynécol. et de chir. abdom., cio del secolo XIX i chirurgi studiarono, 1903A •

sperimentarono e proposero 1 pr1m1 processi di anastomosi asettiche, sia laterali che termjnali. I tentativi per le laterali furono iniziati da HARLEY nel 1883; quelli per le terminali da me nel 1893. I. Le terminali, quantunque cominciate a studiare dopo, giunsero più presto a lo· devole sistemazione. La storia n'è breve e non è inutile ricapitolarla. Nel 1896 provai ripetutamente su cadaveri il mio processo dei 4 lacci, che nel gen naio '87 usai in un caso clinico, e nel marzo '97 comunicai alla Societa Lanci• s1ana. Nell'ottobre '97, DoYEN comunicava al11X I Congresso francese di chirurgia il suo processo, che in qualche punto somiglia al mio suddetto, e quasi contempo· raneamente nello stesso mese io comunicavo al XII Congresso italiano di chirurgia il mio secondo processo, quello dell' erite· irectomo.

Nel febbraio '98 avevo già provato sull'uomo il mio terzo processo, quello dell'e1iterostomo, che pubblicai n el febbraio e nell'aprile dello stesso anno nei Volumi augurali pel D uRAN T E e nel .?olicliriico, sezione chirurgica. Nel 1900 modificai la chiusura dell'enterostomo, e n el pubblicare la cosa, resi noti i successi che io ed altri chirurgi comjnciavamo ad avere col mio metodo. Nel 1903 il Vidal vi apportò qualche variante, e tra non molto pubblicherò quella che penso di apportarvi io stesso e che ho in corso di esperimento. (:2)

II. Le laterali, le prime ad essere studiate, contano già molte proposte, senza che però alcuna di esse abbia sinora ri· scossa tanta fiducia da entrare nella pratica ordinaria. I:r;i. questa breve nota non può trovar posto che il sempljce, ma molto interessante, schema cronologico di questi tentativi. llarley, 1883, colecistenterostomia : sutura delle pareti causticate colla potassa. Gaston F ., 1884: colecistenterostomia colla dieresi affidata al filo elastico. Knie, l8 ·10 : iricisio1ie, s·u ent rambi i visceri, di· sierosa e muscolare, che vengono ricucite in giro, lasciando nella tasca risultante un -'rotolo di seta non sterilizzata. Postinkow, 1892: incis. di sierose e muscolari che vengono ricucite in giro dopo d'aver legati i 2 cappucci mucosi p rotrudenti, alle basi. Bastianelli, 1894: sutura delle pareti causticate sino alla sottomucosa col te'rmocaiitei..io. Sot1ligoux, 189G: schiacciamento e cauterizzazione colla potassa. Chaput, 1896: incide le 2 tiiniche esterne e ci ciice dentro della potassa. Chaput stesso, 1896: cauterizza con pinza arroventata la parete intestinale intatta, e cauterizza la sola mucosa gastrica, previa escissione di disco sieroso-muscolare. Bonomo e Rho, 1896: inci·lono le 2 tuniclie este rne, cauterizzano le mucose, ciascuna delle quali trapassario con un' ansa di filo ; a suture .firiite tagliari le ?nucose movendo i fili a sega.

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SEZIONE PliATICA

Parlavecchio, marzo J.897: processo dei 4 ' Bonomo e Rho. Giorn. med. R. esercito 1896. Bonomo. Giorn. med. del R. esercito. 1897. lacci. Boari, l b97 : tabloide caustico senza inci- Parla vecchio. Atti della Società Lancisiana. 1897, 10 mar~o . sione delle tuniche esterne. Boari. XII ConO'r. Ita]. di Chir. 1897, 30 oto Parlavecchio, ottobre 1897: p ·rocesso deltobre. l' enterectomo. Parla,recchio. XII Congresso Ital. di Chir. 1897, 30 ottobre. Id., febbraio e aprile 1898: processo delParlavecchio. Volumi augnrali pel Durante. 1898, l' enterostom o. febbraio. Paul, giugno 1898 : incisione delle 2 tu- Par]a,recchio. Policlinico, Sez. Chir. 1898, aprile. niche esterne e causticazione delle miicose con Pat1l. Brit. med. J ourn. 1898, ! git1gno. cloruro di zinco. Porta. XIII Congr. Ita1. di Chir. 1898, 5 ottobre. Martini, 1898 : ·incappuccia e lega su di· l\tiartini. XIII Congr. Ital. di Chir. 1898, 7 ot· schi a puleggia le 2 pa·ret i mucose. tobre. Porta, 1898: die'resi affidata ai fili ela- Podrez. .A.rch. f. Klin Chir. 1898. st.?• ci.• Topai e Parla-vecchio. Atti della Soc. Lancisiana. 1899 febbraio. Podrez. 1898: affida la dieresi a 2 piinti Modlinsky. XXVIII Congr. T edesco di chir. di seta iri croce fortemente st1~etti. 1899, aprile. Topai e Parlavecchio, febbraio 1899: suDoyen , in Terrier et Hartmann: Cliir. rie l' estoture circola ri strozzanti. JJtac. 1899. Modlinski, aprile 1899: due lacci i·n seta Raffa. La Cl. Chirurgica. 1899, settembre. lVIugnai. XIV Congr. Ital. ùi Chir. 1899, ottobre. a croce come Podrez. Doyeu, 1899: schiacciamento, lacci, escis- Doyen. XIII Congr. Frane. di Chir. 1899. • Giannettasio e Lombardi. La Clin. Chir. 1900, sione. ottobre. Raffa settembre 18~J9: dieresi con 2 a1ise l\f. G1·aw in Clhumsky : B eitr. z. Klin. Chir. 1900. elastiche opposte, ma divergenti da unico foro ì\I. Gra,,~. N ew-York m ed. Jollrn. 1901. Mattòli. La gastro-enterosto11iia. 1903. centrale. Mugnai, ottobre 1899: cauterizza alla BaNel lavoro completo che sto preparando stianelli e mette laccio con purito a croce esporrò la critica di tutti i detti processi Do.yen, 1899 : processo della pinza a glise dirò attraverso quale lunga serie di tensière tativi sono arrivato ad ideare e sperimenGiannettasio e Lomba1..di, ottobre 1900: tare quello ch'è oggett0 della presente colle forbicine di Ec/<,. nota. Qui mi piace solo accennare che su M. Graw, 1900 e 1901: dieresi col filo intestini e ventricoli di animali vivi od elastico, ma duro , rotondo, forte, 1~ ivestito di uccisi h o provati parecchi processi nu.o vi seta e art itn, sol nodo. da me ideati e che descriverò n el lavoro Mattoli, 1903: processo colla sua pinza completo a titolo di curiosità; che miriente1·ostonia gorriitata, tubitlatn, le cui due servo di sottoporre 3 dei detti processi a brariche pren,don le sole mucose, che veri.gon r egolari esperimenti; e che per uno di essi tagliate dallo stilr:tto a suture finite. ho fatto costruire e sto facendo perfezioHarle:y-. Disea.ses of the li,er. 1883. nare dal fabbricante Carpani di Roma Gas ton ~"'. Gaillard's n1ed. J ourn. 1884. . . " uno speciale bottone fondato su pr1nc1p1 l(ni1.: . '\'r orhantll. des X intern. med. Congress. diversi da tutti gli altri (1). B erlin 1890. 1

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Postinko,,·. entrn.lbl. f. Chir. 1892. Bn stin11elli R. Rif. med. 189!. ~ot1ligo11x.

em. m<:ad. 1896.

C hapl1t. Soc. ~\nat. de Pari . 1 96. 27 marzo. Cl1a1>11t. Bull. et )Iém. de la Soc. de Chir. 1896.

(1) Un abbozzo di qt1e. to bottont~ ~l)bi l.'onore di presentare alla Co1n1ni.. ione e am1natr1ce d~l con corso alle catteclre ùi )Iedicina <)1Jerator1a di Palermo e Geno ,·a, profesRori CECI. CLE!\IE);TJ, D'UR. o, R O)IJTI e R OTH n ell 'ottoùre 1903. (3 )


19~

IL POLICLINICO

Il processo di cui qui mi occupo e che ho sperimentato sui cani, mi è parso tra tutti quello che per rapidità d'esecuzione e per garanzie d'asepsi fosse il migliore ed il più pratic.o. Gli esperimenti li ho fatti praticando anastomosi laterali entero-enteriche ed enterogastriche. Con q11est'operazione io taglio emosta · ticamente le due pareti dei visceri da anastomizzare, dopo d'aver completate le suture circolari L'istrumento necessario per eseguirla è un comune robusto serranodi, che abbia per ansa una corda metallica da chitarra. Queste corde son costruite in maniera analoga alla sega elicoidale del Gigli, e sono potentissime: io mi servo delle più sottili (la 4 a da chitarr_a a sei corde). Per le su ture intestinali mi servo di aghi cilindrici sottili, a punta di tre· quarti, ma molto lunghi (circa 8 cm.) e conformati ad amo. Giacchè, secondo la mia esperienza, il segreto delle suture ra· pide ed eleganti, sul tubo digerente e simili, consiste nell'usare questi aghi e nel mettere all'estremità due punti di posizione, che, convenientemente stirati, sollevano sui visceri da riunire due pliche addossate parallele, che si possono cucire insieme colla maggiore facilità e rapidità. Ciò premesso, ecco i particolari della tecnica di questo mio processo : 1° tempo: estratti i due visceri, le parti di ·essi da riunire si fissano insieme con due punti di posizione alle estremità e se ne pratica la sutura posteriore siero·muscolare a sopraggitto, alla seta. 2° tempo: parallelamente alla sutura fatta e distante 5-7 mm. da essa si fa passare, merliante robusto ago, un'ansa di seta attraverso tutt' e 3 le tuniche, prima dell'uno dei visceri e poi dell'altro; cosicchè quest'ansa di seta, i cui capi restano a destra dell'operatore, abbracciano le due pareti che, a sutura finita, dovranno es· sere tagliate per aprire il passaggio.

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LANNO XI,

L'ago ed il filo all'uscita dalle cavità dei visceri vengono convenientemente strofinati con tampone antisettico e poi tenuti avvolti in pezzuola. 3° tempo: si pratica la metà anteriore della sutura siero-muscolare in maniera analoga alla posteriore, avendo cura d1 circoscrivere con essa un disco ovale, · la cui periferia disti in tutti i punti 5-7 mm. dalla linea della futura asola. 4° tempo: la corda di chitarra viene legata ad un'estremità dell'ansa di seta e tirata ad occupare il posto che prima occupava quella; se ne infilano quindi i capi ~ si legano nel serranodi, stringendo la vite del quale si ottiene il taglio emostatico delle pareti toccantisi dei due visceri. Di rado occorre mettereun punto nel sito per cui viene ritirata la canna del serranodi. A questa operazione estremamente s~m­ plice e che riuscì bene in tutte le prove, ho in seguito apportate delle modifiche allo scopo di avere suture più ermetiche, di precisare in maniera sicura la linea del taglio, e di evitare possibili stenosi tardive. A tal uopo, dopo fatta la semisutura posteriore siero-sierosa, o siero-muscolare, incido sui due visceri la sierosa ed, in tutto od in parte, la muscolare (ad , o escidendone un'ovale) ; faccio - , o ad 1- 1 la semisutura posteriore dei labbri sieromuscolari corrispondentisi; passo l'ansa di seta attraverso le sole pareti mucose o muscolo ·mucose ; completo le semisu tur,e anteriori, profonda e superficiale, e poi espleto il resto al solito. Nelle gastroenterostomie l'incisione delle due tuniche esterne basta farla sulla sola parete del ventricolo. Anche in queste maniere i risultati furono eccellenti. Gli esperimenti li ho fatti sui cani nel settembre 1903, coll'aiuto dei colleghi P1· RAINO e PARATORE , che ringrazio di cuore. L'operazione è di esecuzione facilissima, e si compie in tempo breve: tutti i cani operati la sopportarono bene, non avendo

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XI, F ASC. 7]

SEZIONE PRATICA

avuto nè vomiti, nè diarrea, nè anorres· sia. Uccisi dopo 16 giorni circa \uno dei cani servì a due esperienze successiVP) pre · sentarono tutti delle anastomosi sotto ogni punto di vista eccellenti: ampie, roton· deggianti, rivestite di mucosa. Tutti i pezzi

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197 .

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provare per le anastomosi di altri j visceri cavi (comprese le vene), mi sembra che offra tali garanzie di asepsi, di rapi 1 dità e facilità di esecuzione da potersi credere di pratica attuabilità. La figura riproduce la fotografia dei

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di questi esperimenti furono presentati agli illustri professori CLEMENTI, 0Ecr, RoM1T1, RoTR e D'U Rso, nella prova pratica del concorso alle cattedre di Medicina Opera· toria di Palermo e di Genova. Il processo, di cui altri esperimenti mi mostreranno i risultati lontani, e che de·

RIVISTE MEDICINA

La diagnosi differenziale delle 1t1alattie intra- ed extra-pontine. (RCHWARZ.

Mediz.-011,irnrg. Ce1itralb. n. 40, 1903)

Coi continui progressi che fa la chirurgia cerebrale, s'impone alla neuropatologia il compito di una diagnosi precisa; specie nei casi di tumori cerebrali, importante è una

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pezzi d'una gastro-entero-anastomosi (guardata dalla parte dell'intestino aperto), e d' t1na entero~ anastomosi laterale, pezzi nei quali le asole anastomotiche sono belle malgrado il forte raggrinzamento dell'al· cool assoluto in cui, per errore, furono conservati. sicura diagnosi di sede. È questa che indica se un tumore è o no aggredibile dal chirurgo. Guardando le statistiche dei vari autori, vediamo, p. e. che secondo WEIL soltanto nel 32 per cento dei casi è possibile fare la diagnosi di sede e consigliare 1 intervento operativo: tali casi non sono però per lungo tempo operabili: in 166 operazioni radicali, solo nel 30 per cento dei casi si è avuta guarigione o almeno un notevole miglioramento. WE11, su quattro casi ebbe in due gua1~igione completa; nel l r. )


19S

IL POLICLINICO

[ ÀN:NO

XI, F ASC. 7] base

terzo non si trovò il tumore; nel quarto il tumore fu trovato ed estirpato, ma il paziente morì nella quarta settimana per infezione sopraggiunta alla ferita. L'estirpazione è in genere indicata nei tt1mori della convessità, vale a dire della regione motoria. I tumori della base, spe· cialmente del cervelletto, secondo 0PPEN· HEIM, sono inoperabili. Però ìn questi ul· timi anni gl' interventi operativi nel cer· velletto e in altre parti del cervello sono stati tentati; così HoRSLEY ha estratto tlalla tempia un tubercolo del chiasma; e, secondo il metodo che .dà KRAUSE per l'estirpazione del ganglio di Gasser, si può arrivare alla fossa media craniana. Anche i tumori situati nella regione del Ponte o extrapontini son suscettibili di ope· razione purchè la diagnosi ne sia precoce. L' A.. riporta un caso clinico a lui occorso. 8i trattava di un paziente affetto da una tubercolosi generale, compresa una meningite tubercolare propagata da un' infezione specifica dell'apice polmonare destro. Da quattro mesi soffriva di cefalea rj tre· mori, e da un mese e mezzo aveva voce nasale e disturbi della deglutizione : lieve paresi degli arti di sinistra; nesst1n di-

sturbo a carico del 7° o del 12°; prima di morire J•aralisi oculare. La sezione rilevò un tubercolo grosso quanto una noce avellana nella porzione superiore del Ponte. In tal caso non si poteva pensare a una affezione del Ponte poichè mancava l'emiplegia crociata, caratteristica delle lesioni di tale i·egione e moito simile all'emiplegia di 01.. igine capsulare. Sicchè l' A.. fece diagnosi di meningite tubercolare con uno o più focolai nel cer,rello: pensò p e1--ò che si poteva anche trattare di una paralisi pseudobulbare, ch e può anche essere crociata quando vi sono nel cervello focolai bilaterali. In un altro paziente che a\Te,Ta presentato in vita sintomi tali da far pensare a un'affezione extra-pontina (diplopia per pa· i--esi del 6° di destra, papilla da stasi, diminuzione dell'udito a destra, paresi de l 7° di destra) si tro,~ ò all'autopsia un sarcoma fusocellulare nella metà destra del Ponte. La diagnosi differenziale fra i tumori basali e medullari della fossa cranica poste· riore è olo possibile quando s i conosca il decorso dei sintomi, il loro inizio e il 101~0 esito quindi è do,·ere del medico di ri· ( G)

1

cercare l'anamnesi con ogni più possibilP diligenza. Per diagnosticare con sicure~za un tu· more intrapontino, BRuNs dà come segno iniziale una paralisi oculare monolaterale~ secondo GoWERS si può ammettere 011 tu· more b~sale quando il primo sintoma è costituito da una diminuzione dell'udito: infatti, non son rari i tumori (fibromi, sarcomi, neurof ibromi) che 01--iginano dalla guaina dell'acustico. Caratteristiche per la diagnosi dei t11mori basali sono alcl1ne com· binazioni di paralisi dei nervi cerebrali quando insorgono primitivamente, così p. e. la paralisi del 7° e S0 ; 5°, S0 , 7°; l' impor· tanza della rigidità pupillare riflessa, ammessa da 0PPENHEIM come patognomonica delle malattie del Ponte, è co)ltestata da MANAKOW e BRUNS. Potrebbe però darsi che essi autori a'ressero poco pensato o che non avessero prestato molta attenzione alla rigidità pupillare riflessa qt1ale sintoma del Ponte; in ogni modo il centro, la di cui lesione dà jl quadro della rigidità pupil· lare riflessa,era sconosciuto. Gli schemi che si hanno lo collocavano presumibilmente nella regione del nucleo dell'oculomotore} fra questo e il corpo genicolato esterno. BACK e W oLF hanno fatto studi interessan· tissimi e nuovi sulla lesione che provoca la rigidità riflessa della pt1pilla. Essi so· stengono l'ipotesi di FORSTER e RIEGER chB la rigidità pupillare riflessa dipenda da una lesione del midollo cervicale superiore. Mediante le loro ricerche si deve ritenere che esiste una via riflessa della pupilla discendente dal ganglio ottico primario al midollo allungato o al midollo cervicale superiore (e probabilmente l'ansa), e una via ascendente al nucleo dell'oculomotore o al ganglio ciliare (forse con più sicu· rezza il fascio longitudinale posteriore). Se ciò fosse realmente, con facilità si compren· derebbe l'esistenza di t1na rigidità pupil· lare riflessa nelle lesioni di una metà del Ponte e in quelle delle vie sopra accennate. Circa la questione se convenga o no la operazione nell't1lteriore decorso del tumore, dato che questo risieda in luogo tale da potersi operare, bisogna con sicurezza ri· s pondere di no. L ' A. c1·ede che, in vista delle considerazioni fatte sopra, sia con \ ' 0· nientemente dimostrato il p1--incipio che in un complesso di sintomi, la rigidità riflessa della pupilla unilaterale, la quale permette di distinguere se la lesione ha origine dalla •

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SEZIONE PR.ATICA.

base o nel Ponte, sia di qualche agevola· zione e parli per una localizzazion~ intra· pontina quando essa si manifesta sul prin· cipio della malattia. Dott.

.ANGELO PIAZZA.

Emiseziooe tra un1atica del n1i dollo spinale (siodro111e di Brown-Séquard). e PHILIPPE: Archives de Nelirologie, dicembre 1903).

tPEUGNIEZ

Vari ed importanti problemi riguardanti il complesso sintomatico, che va sotto il nome di sindrome del BROWN·SÉQUARD, attendono ancora una soluzione soddisfacente. Ad e='. perchè i sintomi iniziali presentano una diffusi one maggiore di quelli che comporti la lesione della zona colpita'/ quale è il meccanismo, che presiede alla reintegrazione funzionale\? A quali nuove lesioni sono dovuti i fenomeni, che in alcune osservazioni si sovrap ponciono alla sindrome originaria allargando la cerchia degli elementi mor· bosi ed alterandone il carattere sistematico '/ Allo scopo di portare un nuovo contri· bnto allct soluzione di questi quesiti gli AA. riferisoono un interessantissimo caso completato dall'esame anatomo-patologico, di cui fu ]>Ossibile l'osservazione clinica ripe· tuta a diversi anni di distanza per un periodo di tempo abbastanza lungo. Si tratta di t1n l1omo di 33 anni, che nel 1887 venne ferito da un colpo di coltello cl1e gli procl usse una lesione profonda a destra dell'apofisi della 3a vertebra cervi· cale, lesione in seguito alla quale si mani· festò una paralisi degli arti inferiori accom· pagnata da ostinata 1·itenzione di urine e feci. Dopo il 7° giorno nel mentre la ferita tendeva a regolare cicatrizzazione, la motilità incominciò a ritornare nella gamba sinist1•tt nel mentre la sensibilità era del tutto scomparsa da questo lato, la gamba destra inT"ece era s~mpre completamente paralizzata. Il 29 novembre 1893 il malato entrò nell 'Hòtel-Diet1 di Amiens, dove si constatò: a destra emiparaplegia con esagerazione dei riflessi~ atrofia delle masse muscolari ed iperestesia ; a sinistra emia.nestesia che arri-vava sino all'altezza della mammella, scom· parso ogni dist11rbo a carico della minzione e della d~fecazione, invece il senso gene· sico appariva molto indebolito. Il malato lasciò l'ospedal<~ nel dicem· bre 1 93 per rientrarvi nel marzo 1897. In

I

199

quest'epoca si potè constatare eh<~ la para lisi era alquanto migliorata, ma predomi· nava a destra l'elemento spastico tanto da dare un carattere atassico alla maggior parte dei movimenti volontari. A sinistra l'ane· stesia primitiva aveva lasciato il 11osto ad un specie di disestesia, che faceva percepire al malato q nasi tutte le impressioni del mondo · esterno come vibrazioni dolorose mal localizzate, la sensibilità t~rmica era tornata, inolti.. e da questo lato si i ..iscontravano gravi disturbi trofici sotto forma di escare, mal perforante ed ulceri. Il malato ritornò per la terza ed ultima volta all'Hòtel-Dieu nel maggio 1901 bisogna premettere che qualche giorno prima del suo ingresso, la cicatrice che egli presentava a destra della 3"· vertebra cervicale si era riaperta lasciando fuoriuscire del pus e poi si era nuovamente chiusa. L'individuo entrò in istato comatoso, ricoperto d'escare, con parali~i dei quattro arti, insensibilità completa ed incontinenza di urina e feci. La situazione rapidamente si aggravò e l'esito letale ebbe luogo dopo pochi giorni. .All'autopsia si trovò un pezzo di lama di coltello nella colonna vertebrale, la sua superficie di sezione era infissa nello spessore della lamina della 3a vertebra dorsale e la punta dopo avere attraversato lo speco vertebrale si era conficcata nel disco intervertebrale sottoposto alla 68 dorsale. Macroscopicamente si rilevava nel midollo una lesione in senso verticale che ne aveva di· strutto per 2 cm. quasi in toto la metà destra; la sostanza nervosa a livello di questa lesione sembrava trasformata in una specie di piccolo cordone fibroso aderente strettamente alle meningi : al disopra era apparentemente sana : al disotto sino alla carlda equi1za appariva come marmorizzata e cosparsa di placche e di strie brunastre residuo di antiche emorragie. L 'esame istologico, eseguito su di verse sezioni del midollo spinale, diede il seguente reperto: a) a livello del focolaio principale {51 dorsale). Non è possibile riconoscere nei tagli la sostanza bianca e quella grigia, i due terzi della preparazione a destra s ono essenzialmente forma ti da un tessuto di sclerosi connettivale d'antica data con zoll~ di pig· mento d'origine ematica ed ammassi cellulari costituenti dei veri nodl1li flogisti ci. Il i·imanente terzo a sinistra è formato da t1n tessuto gio-vane di sclerosi ne-vroglica in (7)


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piena evoluzione con qualche elemento ner· voso residuale specie alla periferia. b) a livello della 6° radice dorsale. Le stesse lesioni iu grado minore : la sclerosi occupa solamente la metà destra del prepa· rato e nemmeno tutta, nella metà sinistra occupata in parte dalla sclerosi nevroglica si notano degli elementi nervosi in numero maggiore. e) a livello della 7a radice dorsale. Nel mentre le corna della sostanza grigia non sono rappresentate da pochi elementi cellulari alterati, i cordoni laterali sono sclerotici e tutta la periferia del segmento ante1~0-laterale è presso a r: :>~o completamente amielinizzata, i co1'dcn1 posteriori e le radi ci adiacenti sono pieni di fibre ner· vose e nello stesso tempo le meningi sono diventate pressochè normali. d) A li,rello dell'8a radice dorsale. La sostanza grigia ha rip1'eso la sua configurazione e la sua struttura normale, così la sostanza bianca, salvo i cordoni antero-la· terali, che continuano ad essere degen erati da ambo i lati, specialmente a destra, dove il tessuto sclerotico, più denso .e più retrattile mostra di essere di data più antica. e) A livello della 3a vertebra dorsale. Il midollo non mostra tracce di lesioni pri· mitive: vi è da notare la degenerazione secondaria ascendente del fascio di Goll, quella del fascio cerebellare diretto e la (legenerazione retrograda dei due fasci piramidali incrociati, prevalentemente a destra. Da qnanto è stato esposto risulta un primo fatto importante, ossia che malgrado il grave traumatismo e malgrado che nello speco vertebrale sia rimasto per lungo tempo un corpo voluminoso e settico, non vi è stata suppurazione, ma semplicemente un processo di sclerosi connettivale. Ciò è la. conferma di un fatto conosciuto da lungo tempo, che cioè le lesioni gravi del midollo spinale non determinano mielite suppurativa, fatto che trova il suo riscontro anche nei nervi perife1·ici In secondo luogo come spiegare la difft1sione dei fenomeni spinali insorti dap· prima come una vera paraplegia immecliatamente dopo il trauma, nel mentre che la sinclrome del Bro'\Y·n-Séquard non si è <lelineata che qualche tempo dopo ? Ciò si può facilmente spiegare mer cè l'emorragia susseguita alla lesione di cui l'esame istologico ha dimostrato le tracce; emorragia ( 8)

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che ha esercitato compressione sul midollo ed i cui effetti si sono sommati con quelli derivanti dall'emisezione; la sua azione deve essere stata violenta e profonda tanto da essere risentita perfino dalla sostanza grigia peri-ependimale, in cui risiedono i centri della tonicità degli sfinteri e perciò si sono avuti i disturbi della minzione e della defecazione presentati in })rimo tempo dal malato. A poco a poco si è verificato l'assorbimento del focolaio emorragico e per conseguenza anche i sintomi si 1:;ono attenuati n ella stessa misura, restando solo quelli dovuti all'emisezionè. Ma si è a'ruto un secondo miglioramento dopo il 1893, miglioramento che non si pnò spiegare più col riassorbimento del· l'emorragia, ebbene per questo gli AA. in· vocano una funzione vicariante che a beneficio del lato leso si sarebbe stabilita per mezzo di fibre del lato sano. Così al· l'inizio ' ri e1·a abolizione completa della sensibilità, ma sei anni dopo la lesione l'anestesia f>I'a stata sostituita dalla dise· stesia più sopra descritta nel mentre che la sensibilità termica era torn·a ta. Una funzione vicariante si era dunque stabilita a beneficio della sensibilità termica, beneficio del quale non aveva goduto quella dolori· fica; quindi è probabile che le impressioni termiche e quelle dolorifiche ·non seguano le stesse vie di conduzione. del midollo . Anche il senso muscolare era in parte ritornato perchè la deambulazione era pos· sibile nel 1893, la qual cosa implica come co:r;idizione necessaria il ripri~tinamento almeno in parte di questa specie di sensibilità. In quanto ai disturbi trofici essi trovano agevole spiegazione nell'este1tsione sia della lesione dist1·uttiva iniziale, sia del processo flemmasico sviluppatosi originariamente nelle immediate vicinanze della ferita del midollo. Come risulta dall'esame istologico è evidente che nel primo periodo è stata l'emi· !ezione quella che ha dominato tutto il quadro sintomatologico ed in questo periodo si ha appunto la formazione di un tessuto rli cicatrice estendentesi a piccola distanza dal focolaio t1·aumatico. Invece n el periodo terminale, in cui si è avuta una sintontatologia più complessa e tale da mascherare ed alterare la purezz!! primitiva della sindrome del Brown-Séquard si de,re ammettere la presenza di un secondo fat•

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SEZIONE PRATICA I

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iore morboso, l'elemento infettivo, il qual~ è llenetrato dalle ampie po1·te d'ingresso forma.te dalle nt1merose escare dell'arto in· foriore sinistro. Si è stabilita così una vera z1ozlssée infiammatoria che ha prodotto l'in· f ezione del vecchio focolaio cicatriziale del mi<lollo formatosi attorno al corpo estraneo, infezfone che dapprima si è limitata allo ascesso verificatosi nell'ammalato prima del suo ultimo ingresso all'ospedale e che clipoi per nuove invasioni microbiche ha finito col sorpassare i limiti del focolaio traumatico iniziale. E di ciò si ha con· fermn. sia nell'esame istologico che dimostrò la presenza di un giovane tessuto di scle· i·osi novroglica in piena evoluzione, sia nell:t1 complessità dei segni clinici, per cui la sindrome c.lel Brown-Séquard, che per lungo tempo si era presentata coi suoi tratti più caratte1·istici, si trovò ad essere confusa, e mascherata dai ' rari sintomi di llna mielite diffusa. Dott. E. TRAMONTI.

lntor1lo al signif'lcato diag1lostico di alcuni riOessi tendinei e cut1tnei. Il·

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Med. Record, gennaio 190!).

L' A. rileva l'importanza che ha rag· giunto l'esame dei riflessi nella diagnosi delle mitlattie nervose ed espone le stle idee rigt1ardo ~l valore di tale investiga· zione~ basandosi sulla esperienza pe1~sonale e limita11do le osservazioni ai riflessi ten· dine i e cutanei degli a1~ti inf e1·iori. L' A. inro1nincia dal riflesso rotuleo la di cui scomparsa è da tutti riconosciuta come un sintomo impo1·tantissimo, non mancando mai tale riflesso negli individui sani. Dice (li aver '?isto solo 2 o 3 individui in cui il riflesso 1·ott1leo mancava fin dalla prima gioventù, e cli non aver nennche potuto riscontrare tale riflesso in altri tre indi· vidt1i marcatamente neuropatici, con varie anomalie di sviluppo. Nei figli di genitori sifilitici \l contagio ereditario può manife· . tarsi esclusivamente con la mancanza del 1·iflesso rotuleo· ma in questi casi rimane Aem1lre il dubbio 'che si sviluppino più tardi altri sintomi di malattie nervose provenienti da lue eredita1·ia. l\.Ialg1·ado queste poche eccezioni cl1e confermano la regola, l ...\. dichiara che la sua esperienza gli per· mettò tli poter affermare che il riflesso rotttleo non manca mai in inclividt1i sani. .1.: on bisogna, però dimenticare che T"i

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1

sono alcune condizioni meccaniche che ren· dono molto difficile se non impossibile, la produzione di questi fenomeni. L'obesità per l'eccessivo deposito di grasso intorno al tendine, le 'malattie dell'articolazio11e del ginocchio caratterizzate da gonfiore, de· formità. o edema marcato, un tendine corto e r·igido possono avere simile effetto. Passando al riflesso del tendine di Achille chiamato dall' A. fenomeno del calcagno. nota che esso, pur essendo conosciuto da lungo tempo, è stato considerato senza im· portanza per la diagnosi, perchè creduto incostante negli individui sani. Quest'opi· nion e è stata mutata da quando, modifi· cato il metodo di esame e fatto mettere lo indivicluo in ginocchio, il fenomeno è stato trovato costante nei sani. ' Ti sono però condizioni che impediscono il manifestarsi di questo riflesso: la sciatica, anche do1Jo la guarigione, può far scomparu~e il feno· meno del calcagno dal lato corris1Jondente. Inoltre, condizioni meccaniche come le deformità del piede, e specialmente il piede valgo, le affezioni traumatiche e infiam· mato1·ie del collo del piede, l'eccessivo sv·i· luppo di vene varicose possono far dimi· nuire o mancare del tutto il riflesso del tendine di Achille. Qtlanclo nessuna di tali eccezioni giu· stifica l'assenza del riflesso, questo solo fatto permette di stabilire la diag11osi di tabe dorsale incipiente. g iaechè, secondo recenti osse1~vazioni il riflesso del calcagno può scomparire molto prima di quello del ginocchio. Bisogna pe1"ò tener conto che anche l'alcoolismo, il diabete ed altre malattie possono produrre tale effetto . Fra i riflessi cutanei quello del piede, scoperto dal BABINSKI, sebbene trasct1rato in pratica, ha raggiunto una grancle im· portanza. Come è noto, il fenomeno, }Jro· vocato dalla percussione st1lla cute plan· tare del piede, consiste normalmente nella flessione dorsale del piede e nella flessione plantare delle dita· in condizioni patologiche inT"ece i ha flessione clorsale di tutte le dita e specialmente dell~alluce (sintomo di BABINSKI). È impossibile formula.re una regola che comprenda tutte le condizioni patologiche in ct1i si può T"e1·ificare il sin· tomo di BA..Brxsr~I che è però em1)re rile· T"abile nella para1Jlegia pastica cli oriaine S})inale o cerebrale. nei casi di ipotonia ecl atonia clei muscoli clelle gambe nel morbo di Frieclrich. n ella tabe clorsale con erni·

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IL POLICLINICO

plegia e nelle forme comuni di emiplegia. L ' A. fa notare che potendosi osservare que· sto sintomo anche negli epilettici, non ab· biamo sempre il diritto per la sola pre. senza di esso di diagnosticare una malattia organica delle vie piramidali. L' A. co1tclude richiamando l'atten?jione su di 11n fenomeno, analogo a quello del BABINSKI, che egli ha per il primo osser· vato e descritto. Se in un individuo nor· male si striscia dall'alto in basso sulla cute della superficie interna delle gambe, o non si ha alcun movimento riflesso, o si ha flessione delle dita . del piede. Invece, in condizioni patologiche (nelle affezioni delle vie piramidali) si osserva flessione dorsale del piede e delle dita. Questo riflesso dif· ferisce da quello del BABINSKI non solo pel punto in cui viene provocato, ma special· mente perchè l'estensore lungo dell'alluce vi partecipa costantemente insieme al tibiale anteriore e spesso all'estensore co .. mune delle dita ed ai peronei. La contra· zione dell'estensore del piede è - quando si esamina il riflesso plantare - fisiolo· gica, ed il fenomeno diventa patologico solo quando si aggiunge ad esso la con· trazione degli estensori delle dita. N el fenomeno di Oppenheim la contrazione degli estensori è sempre patologica. Vi sono nou pochi casi in cui l'apprezzamento del fenomeno di BABINSKI è in· certo, ed è appunto in questi casi che il comportamento del si?Jtomo descritto dall' A. può avere un valore decisivo. Dott. N. LEuzz1.

CHIRURGIA

La diagnosi di sede dell'occlusione Intestinale. (TAV.ElL .

Revne de cliir., VIII-IX-X-XII 1903).

Esposte le cause e i sintomi dell'occlu· sione intestinale, l'autore passa alla questione della diagnosi di sede dell'occlusione, che forma la parte principale del suo lavoro. Innanzi ad un infermCl ohe presenta i sintomi dell'occlusione intestinale, quattro sono l e questioni diagnostiche che il medico dev e sempre porre: 1. È un'occlusione acuta o cronica 'I 2. L 'occlusione è di natura m~ccanica o parali tica '/ (10)

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3. Se è di natura meccanica, qual' è sede dell'ostacolo 'I 4. Quale è la natura dell'occlusione? La prima diagnosi differenziale è interessante dal punto di vista della questione ' della sede; occorre quindi saperla bene ~tabilire ed eccone i criteri principali: a) Nell'occlusione cronica, mancando i segni dello strozzamento acuto, non si ha 1 nè il dolore iniziale intenso, nè il punto doloroso fisso ; b) Nell'occlusione cronica l'inizio di re· gola non è mai brusco; i distur:bi della cir· colazione intestinale si manifestano gradatamente ed insidiosamente ; e) In generale l'occlusione cronica è preceduta da disturbi della defecazione, da dolori localizzati al punto dove più tardi si fa1·à l'occlusione. Inoltre il dolore che precede l'occlusione cronica non si produce che durante il passaggio delle materie fe· cali ed è quindi temporaneo, mentre il do· . lore iniziale dell'occlusione acuta è fisso; d) Un altro sintoma differenziale molto importante è la presenza o l'assenza della peristalsi. Se l'ansa occlusa presenta evi· denti movimenti peristaltici, ci troviamo in presenza di un'occlusione cronica, mentre la peristalsi manca ne 11~ occlusione acuta o subacuta, dove la nutrizione e la circola· zione dell'ansa stessa è sempre tanto com· promessa che ogni peristalsi cessa; e) L'occlusione cronica è frequentemente accompagnata da itterizia o da una tinta subitterica. Stabilito questo primo punto della dia· gnosi si passerà subito dopo alla diag11osi di sede dell'occlusione. L' A. propone la seguente divisione, se· condo la varia sede dell'occlusione: 1° Occlusione pilorica (e sottopilerica); 2° duodenale (e duodeno-ampollare); 3° digiuno-iliaca; 4° ileo-cecale ; 5° colica (angolo colico destro e sinistro; 6° sigmoide (iliaca e pelvica); 7° rettale; 8° anale. Riportiamo qui in riassunto i sintomi dell'occlusione intestinale in genere e quelli delle varie sedi del canale intestinale se· condo la classificazione proposta dall'autore. 1. Siiitomi dell'occtzisione intestinale. a) 8i1itomi generali: Faccia. Addominale, ippocratica.

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SEZIONE PRATICA

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Sistema 1zervoso. Sopore, agitazione, an· ' Resistenze. Essudati. sietà, crampi, brivido. 2. Sintonzi dell'occl1lsio1ze 1zei diversipu1zti Teniperatzira. Elevazione gene1·ale. del canale intestinale. Diagnosi della sede Oi1·colazio1ze. Polso piccolo e celere. Cia· del/'occl11,sione. nos1.• 1. Occlusione pilo1~ica . - Vomito mucoso, Respirazio1ze. Superficiale e frequente. alimentare, misto talvolta a sangue. Secrezione Zlrinaria. Minzione frequente, Feci scarse. Emissione di gas poco frean11ria, indacanuria.

8into1ni a carico del tubo digerente e del peritoneo. Lingzla. Carica, rossa, arida. Vo1nito. Per natura : mucoso, biliare, feb)

caloide, fecale, sanguigno. Per il momento della comparsa : immediato o tardivo. Per la frequenza: frequente, regolare, raro. Per quantità : abbondante o scarso.

Nazisea. Erz1-ttazioni. 8i1zgliiozzo. Costipazione. Contemporanea o posteriore alla causa dell'occlusione ; contemporanea o anteriore all'arresto dei gas. Natzira delle feci. Acoliche, sanguinolenti. Melena. E11zissione dei gas. Segno di peristaltismo, ottimo criterio differenziale tra la occlusione acuta e la cronica. Dolori. Da ricercarsi la sede, l'inizio se brusco o lento e subdolo, la continuità o l'intermittenza, le esacerbazioni parossistiche, le esacerbazioni. c) 8i1itomi forniti dall'esame obbiettivo.

Meteorismo generale. Meteorismo regionale (della regione epiga-

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Meteoris1no locale (dipendente da un'ansa fissata e dilatata).

8po111e1iza della cicatrice onzbelicale. Peristaltis»zo. Peristaltismo o aperistal· tismo dell'ansa fissata. Iperperistaltismo o antiperistaltismo al disopra dell'ansa. PERCUSSIONE. - Timpanismo, ottusità. Versamento di liq nido nel peritoneo (segno di Btinnecken-Gangolphe). ASCOLTAZIONE. Aperistaltismo completo o incompleto. Gorgoglio intestinale. PALPAZIONE. - Difesa muscolare. Edema. Dolore localizzato al punto dell'occlusione o in altre sedi. Gorgoglio. Sensazione di vuoto. Esplo1·azio1ze rettale. Sensibilità del Don· glas e d'una parete del piccolo bacino. Resisistenze. Essudati. Esplorazio1ze vagi.,zale. Sensibilità del Douglas, cli una parete del piccolo bacino.

quente. , Dolori nella regione epigastrica o al dorso. Dilatazione gastrica più o meno pronunziata. Resistenza nella regione pilorica. 2. Occlusione dz:,,odeno-a11zpollare. - Gli stessi sintomi che per l'occlusione pilorica, in più l'ittero. 3. Occl1isione duodenale. - Vomito ali· mentare con o senza Lile e succo pan· creatico. Bile o succo pancreatico in abbondanza nello stomaco. I vomiti sono estremamente abbondanti; l'ammalato rigetta più di quello che inge· • r1sce. · Le feci e i gas sono scarsi o mancano del tutto. Meteorismo regionale della regione epi· gastrica. Dilatazione enorme dello stomaco. 4. Occlusione digi11,no-iliaca. - ·vomito mucoso misto a bile, più tardi vomito fecaloide. Feci e gas assenti quasi in totalità. Meteorismo 1·egionale della parte media del ventre più o meno pronunziata, secondo che la sede dell'occlusione è più o meno bassa. 5. Occl1lsione ileocecale. - Vomito più raro e più tardivo che nella occlusione digiuno·iliaca. Le feci e i gas mancano totalmente. Meteorismo regionale delle regioni me· die del ventre senza che il fegato e gli organi toracici sieno ricacciati in alto. Sensibilità localizzata alla regione ileocecale. Sensibilità della parete destra del piccolo bacino alla esplorazione rettale o vaginale nella maggior parte dei casi. 6. Occlusio1ie dell'a1zgolo colico destro. Il vomito è ta1·divo e può mancare com· pletamen te. Feci e gas assenti. ~Ieteorismo pronunziato col diaframma spinto in alto. Dilatazione del colon ascendente. (11)


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IL POLICLINICO

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Sensibilità nella regione epatica. I lavaggi sono ben tollerati. 7. Occlzlsio1ze dell'a1zgolo colico dest1·0. Vomito tardivo; può mancare. Feci e gas assenti. ~Ieteorismo enorme col diaframma spinto fortemente in alto. Dilatazione del colon ascendente e trasverso. Sensibilità nell'ipocondrio sinistro. I grandi lavaggi sono meno bene sop· portati. 8. Occlusione sigmoidea iliaca o pelvica. - \Tornito tardivo o assente. Feci e gas assenti . . ~Ieteorismo pronunziatissimo. Colon ri· gonfiati formanti una cornice. Spinta del fegato e del cuore, talvolta fino alla scomparsa dell'ottusità normale di questi organi. I piccoli lavaggi soltanto sono più o meno bene sopportati secondo la sede dell'ostacolo. 9. Occlusione 1·ettale. - Vomito tardivo o assente. Feci e gas assenti. Compressione degli organi addominali. Meteorismo enorme e generale. Anche r piccoli lavaggi sono poco sop· portati. Il dito arriva direttamente sull'ostacolo pe1"" mezzo dell'esplorazione · rettale. 10. OcclzJ.sio1ze anale. - Il dito non può essere introdotto nel retto. Roma, 2 febbraio 190!.

Dott. O. ScmFONE.

L' esofago -gast1~ostomia transdiafram-

rnatica. (Go

SET.

R evue de Oliirurgie, 10 dicembre 1903).

Con ql1est'atto operativo, eseguito sul cadavere e sul cane, l'autor e ha cercato di stabilire, attraverso il diaframma, un'anastomosi tra la grossa tuberosità dello stomaco e l'esofago. E ccone la descrizione : Posizio1te clell'z)i/er1110. L'infermo è messo in decubito laterale destro, coll'arto inferiore clestro in estensione. l'arto sinistro fless) ecl il braccio sinistro in abduzio11e f orzat~t. Pri1110 te111po. - Si descrive sulla regione latero-1Josteriore sinistra del torace un gr,lnde len1bo a forma di U la cui branca posteriore sia parallela alla cresta delle (12)

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apofisi spinose, a quattro dita trasverse al di fuori di queste, la branca anterioro segua la linea mammillare e l'apice corri· sponda al nono spazio intercostale. - Il lembo deve comprendere le parti molli, le costole e la pleura parietale ; un lembo che comprenda quattro o cinque coste è più che sufficiente. Secondo tempo. - Sollevato il lembo in alto, diligentemente ravvolto in una compressa di tela asettica, è d 'uopo procedere nel cavo toracico con le stesse norme che si seguono nelle operazioni add-0minali, cioè a dire, circondare la regione dove debbono esser dirette le manovre operatorie co11 pezze di gar·za asettiche, disposte a strati. Queste compresse permette1·anno di operare in un campo limitato, ed isole· ranno tutta la parte superiore del cavo pleurale e il polmone, i cui movimenti saranno m eglio dominati e parzialmente ridotti, avendosi così una respirazione più r egolare. Te1~zo tempo. -Si passa quindi alla esplo1·azione e all'isolamento d.e lla parte inferiore dell'esofago. I r·appo1·ti con l~aorta e la palpazione permetteranno di riconoscerlo; in conclizio:Q.i patologiche, la lesione stessa e la dilatazione esofagea esistente al disopra di questa faciliteranno ancora più la i·icognizione dell'organo. Per isolare il segmento dell'esofago soprastante alla lesione, si applir.ano sulle sue pareti due pinze di Kocke1', che lo stirano fortemente in avanti ed in fuori, nel mentre che con la tenta s'isolano a destra ed a sinistra gli pneumogastriei, ciò ohe si compie con una ce1·ta facilità, poichè i cordoni nervosi son compresi in un lasco tessuto cel· lulare, che si lascia facilmente scollare. Qua1'to tenzpo. - Incisione del diaframma. Nel praticare la breccia diaframmatica, onde esser sic. uri di cadere esattamente sulla grossa tuberosità dello stomaco, è mestieri palpare attraverso il diaframma la resistenza della milza in fuori e la resistenza del fegato in dentro. Dividendo il muscolo tra questi due punti cli ritrovo, nel senso antéro-poste1""iore e per una lun· ghezza di due a tre centimetri, si cade, con tutta certezza sulla grande tuberosità dello stomaco. Si aff e1·ra alloJ·a con un clamp quest'ultima e la si porta, gradata· mente e dolcemente, nel cavo toracico, attrave1""so l a b1·eccia del diaframma. i può in questo modo portare nella cavità pleu·

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ANNO XI, F ASC. 7]

SEZIONE

rale llD cono gastrico di circa 10 centi· metri di lunghezza, e la cui base corri· s1)onde alla b1'eccia del musco lo. Si sutura immediatamente lo stomaco al contorno del· l'apertura di~tframmatica e si passa quindi all'a,nastornosi gast1'0-esofagea. ·QTii1zfo te111po - A1zastomosi. - Si può fare tanto l'anastomosi laterale, mettendo a p1·of itto la dilatazione esofagea sopra· stante al restringimento, .quanto l'anastomosi terminale, innestando il capo superiore delt'esofago sul vertice del cono gastrico. L'autore ha preferito l'anastomosi laterale, seguendo la. stessa tecnica della gastroenterostomia ed assicurando con alct1ni }lltnti la parete èlello stomaco a.Ila pleura parietale. Si ri~tbbassa il lembo e si sutura per primam, aspirando l'aria int1,atoracica. L'o1)erazione praticata in un cane ha a'?uto completo successo; qua1·antotto giorni dopo l'opera?Jione il cane è ingrassato di 600 grammi; l'autore promette di pubbli· care ln, relazione dell'autopsia. Ql1~st' operazione sarebbe indicata in t11tte le stenosi esofagee esistenti al cardias e nel tratto inferi ore dell'esofago per circa 8 centimPtri di altezza sopra il diaframma. Lo stesso autore però confessa, in ultimo, che la priorità di questo concetto spetta al BIONDI, che lo comunicò al Congresso cl1ii·urgiro italiano del 1895 e fu pubblicato da questo gio1'nale nel novembre dello stesso anno (Suppl. nov. 1895, n. 52). Il GossET vi ha aggiunto la ricerca sperimentale, sul cane, seguita da completo SllCCOSSO.

Resta 01·a a determinare, se queste ricerche potranno mai ave1'e un'applicazione pratica nella chirurgia dell'esofago, o se non rima1·ranno allo stato di pure e semplici concezioni e tentativi sperimentali, i1·1·ealizza.bili nell'uomo. Dott. O. SE.

OTO:TATRIA

Lesioni dell'o1·ecchi o medio da vegetazioni adenoidi (1) per il prof. C. POLI (Genova).

ETIOLOG I.\ E AN ATOMI.A PATOLOGICA : 1° Nel corteggio dei sintomi riferibili alla iperplasia adenoidea quelli auricolari sono fra i più salienti nel quadro morboso. (1) Relazione fatta al Congresso di laringologia, otologia e rinologia (ottobre 1903).

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P RATIO.A.

I

Riferendoci alle statistiche nostrane, nel complesso degli otopazienti le vegetazioni adenoidi rapp1·esentano una pe1·cen tuale varia fra il 10 °/ 0 (CoRRADI: 1894), 1'8 °/ 0 (POLI: 1895) e il 12 °/ 0 (A.R 'LAN : 1 93-95). D'altra parte nel complesso degli adenoidei i sintomi auricolari sono oltre modo frequenti, come lo dimostrano osservazioni fatte fra noi in adenoidei del Piemonte (GRADENIGO: 45 °/0 ) clel Veneto, (ARSLAN: 50 °/0 ) e della Liguria (PoLI-LEIDI: 49. 4: per i maschi, 53 °/0 per le fen1mine) così da conclude1·e che la metà circa degli adenoidei soffrono di lesioni auricolari. In confronto delle nostre, le statistiche straniere, specialmente dei paesi nordici sarebbero alquanto più elevate ; HALBEIS: 57 °/ 0 di adenoidei o topazi enti; LOEVEM· BERG, MEYER e KILLI.A.N : 75 °/ 0 • 2° Le condizioni che spiegano il rappo1~to fra vegetazioni adenoidi e orecchio medio sono d'o1'dine an.a tomico e fisiologico. Le ragioni anatomiche sono rappresentate soprat11tto dalla continuita della mu· cosa faringea e tubo-timpanica, dalla di· stribuzione del tessi1to adenoide sulla vòlta e sulle pareti laterali del naso-faringe, dai rapporti circolatorii faringo-timpanici, dalla particolare costituzione e conformazione del diverticolo tubario, va1~iabile secondo l'età. Le ragioni fisiologiche consistono nella intimità dei rapporti fra la funzione del faringe nasale e del velopendolo con quella tubaria, la cui motilità è affidata ad un sistema muscolare in gran parte comune. 3° L iperplasia adenoidea può manifestare una influenza sull'apparato tubo-timpanico in periodo di stato, in periodo di infiam· mazione acuta, in pe1'iodo di involuzione. Nel periodo di stato i disturbi auricolari dipendono, più che dal grado dalla dispo· sizione delle vegetazioni adenoidi. È spe· cialmente nelle forme laterali che la sindrome auricolare è più spiccata e ciò pe1 disturbata ventilazione tubaria e per dif· fusione di lesioni rife1·ibili a un processo di infiammazione catarrale. Una tale diffusione di lesioni è piegata dal fatto che anche in periodo di tato. le vegetazioni adenoidi sono ede di uno tato 9

(13)


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di microbismo latente (MAGGIORA e GRA· DENIGO) e mostrano delle note chiaramente infiammatorie (VEx). La scarsezza delle attuali conoscenze sulle condizioni istopatologiche del diver· ticolo tubario in presenza delle vegetazioni adenoidi indusse l' A. a istituire una serie di ricerch e a tale proposito. Da tali ricerche l ' A. si crede autorizzato a ritenere innanzi tutto che la così detta tonsilla tubaria, da alcuni autori rilevata lungo tutta la porzione cartilaginea (GER· LA.OH ; TEUTLEBEN) e financo ossea della tuba (Ru nINGER; ANTON), non esista o quanto m eno che il tessuto limo-adenoide che la rappt'esenta sia, in condizioni normali, li· mitato dall'ostio tubario e alla porzione contigua più mediale della tuba. Quando esistano delle v egetazioni adenoidi bene sviluppate, l' A. ha rilevato bensì l 'esistenza di uno strato adenoideo sotto. epiteliale lungo tutta la porzione cartilaginea, così da p ot ersi interpretare quale una così detta tonsilla tubaria, ma in questi casi crede 1 A . che si debba trattare d'una condizione patologica. Le alterazioni concomitanti rilevabili nell'epitelio, nello strato ghiandolare e nella cartilagine autorizzerebbero una tale interpretazione. Nei casi in cui, pure esistendo tali accennate alterazioni concomitanti nei tessuti della tuba, manca lo strato adenoideo, questo si trova sostituito da uno stipato tessuto connettivale, indice, secondo l'A., di pt'egressi fatti di natura infiammatoria. Nel pe1·iodo di infiammazione acz1,ta delle vegetazioni adenoidi l'apparato tubo-tim· panico spesso compartecipa al processo è ciò p er una propagazione pet' continuità lungo la mt1cosa tubaria o per penetrazione violenta di germi p er la ' ria tubaria nella cavità dell'orecchio medio. La propagazione p er continuità deve certamente, secondo 1 A . essere fav orita dal fatto giit rilevato ch e anche in p eriodo di stato le condizioni normali di difesa da pa1·te della tuba si trovano p er la mancanza dell'epitelio, per l'alterazione dello strato gltiandolare~ ecc. in condizioni tali cla opporr e una minima r esistenza all'in· fezione in,.. adente. (14:)

Un processo infettivo acuto, propagato per via tubaria, tende ad estendersi a tutte le cavità secondarie dell'orecchio medio determinando delle lesioni più o meno gravi e profonde a seconda tdel grado di virulenza della infezione e della resistenza organica dell'individuo e il cui esito è subordinato, oltrechè alle speciali condizioni di drenaggio della regione, alla persistenza o alla scomparsa delle vegetazioni adenoidi medesim_e. Nel periodo di 1nvol1lzione delle vege· tazioni adenoidi che, almeno nella porzione centrale, generalmente si verifica tra 15 e 25 anni, le lesioni, eventualmente stabi· litesi nell'orecchio medio, tendo:çio in via generale a modificarsi favorevolmente. Una completa l'estitutio ad integ1·u1;z .delle parti però, come difficilmente si verifica dal lato della iperplasia adenoidea, così pure raramente si constata da parte dell'orecchio medio. Trattandosi di forme catarrali, l'evolu· zione suc0essiva tenderà in questi casi o verso la forma iperplastica, o verso le forme secche o atrofizzanti. La maggior parte delle sclerosi riconoscono, secondo l' A., la loro origine dalla precedente esi· stenza . di adenoidi, favorite da speciali condizioni dell'organismo (ereditarietà cel· tica o tubercolare). Nelle forme suppurative può verificarsi nell'orecchio medio un processo cicatriziale, o possono per speciali condizioni generali o locali, procedere tali lesioni in modo in· dipendente per un tempo indefinito e c~n esiti vari. 4° I rapporti fra le diverse forme morbose dell'orecchio medio nelle vegetazioni ade· noidi possono, dal punto di vista anatomo patologico, essere studiati in quanto ri· guarda la sede o la natura di tali lesioni. Per la sede, tenuto conto della conti· nuità della mucosa, una netta distinzione non è possibile. La differenza che, per la forma dell'epitelio o p er l'esistenza dello strato ghiandolare, esiste fra la porzione cartilaginea ed ossea della tuba nel rive· stimento mucoso non giustifica, secondo l' A. la distinzione stabilita da SIEBENMANN dei due segm enti tubarii, secondo cui la por· \

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zione mediale apparterrebbe al cavo naso- I faringeo e la distale al sistema cavitario timpano-mastoideo. Per la natura le lesioni auricolari si distinguono in catarrali e purulente. L e statistiche al riguardo (ARSLAN·GRA· DENIGO) constatano una maggiore frequenza delle forme catarrali in confronto delle pt1r11len te. Su 80 adenoidei otopazienti, studiati nel1' ambulatorio dell' A. dal dottor LEIDI, l'af· fezione auricolare era unilaterale in 24 casi, bilaterale in 56. Nella p1·ima serie (lesione unilaterale) si notarono 2 casi di otite media catarrale acuta, 4 di otite media catarrale cronica, 7 di otite m. purulenta acuta e 11 di otite m. purulenta cronica. Nella seconda serie (lesione bilaterale) si notarono 5 casi di otite m. catarrale acuta, 23 casi di otite m. catarrale cronica, 2 casi di otite m. purulenta acuta, 24 di otite m. purulenta cronica. Donde la con clusione che negli adenoidei la l~sione auricolare è prevalentemente bi· laterale e tende a stabilirsi in modo ero• nico. Ai può aggiungere che le forme catarrali sarebbero più frequenti nel periodo di stato e nell'involutivo, le purulente nel periodo infiammatorio. 5° Le vegetazioni adenoidi e l'orecchio medio nel sordomutismo e nell'idiozia. Il fatto, oramai bene stabilito e confer· mato anche dall' A. in una serie di ricerr.he dell'Istituto di Genova, della notevole fre· quenza delle vegetazioni adenoidi e di concomitanti lesioni dell'orecchio medio, nei sordomuti, induce a credere che le vegetazioni adenoidi i·appresentino una parte importante n ell'eziologia del sordomutismo. L 'A. basa tale asserzione sui seguenti fatti anatomo-patologici e clinici : a) Una forma catarrale o purulenta bilate1·ale quale può aversi n elle vegeta· zioni adenoidi, dete1·minando un g rado no· tevole di sordità n ei primi mesi di \ita, pt1ò }Jortare al sordomutismo anche quando persi ta un certo grado d udito. Il fatto ha la sua contropro\a nel risultato favorevole verificatosi talora con un intervento sulle

vegetazioni adenoidi tale da ottenere una guarigione dal sordomutismo. b) U na sordità grave (PANSE) o asso· Iuta (MYGIND·HABERMANN} può essere de· terminata dà una fissazione della staffa o da una occlusione ossea o membranosa della finestra rotonda eon integrità del la· birinto. La controprova clinica fu portata da L UCAE che, distruggendo una esostosi occludente la nicchia della finestra rotonda avrebbe ottenuto un notevole miglioramento dell'udito. È da lamentarsi, secondo l' A . che al ri· guardo dell'anatomia patologica del sordo· mutismo le nostr e cognizioni siano ancora troppo scarse e imperfette. Nell~idiozia BRuHL rilevò r ecentemente (maggio 1903) una notevole frequenza di vegetazioni adenoidi e conseguenti lesioni dell'orecchio m edio. Su 271 idioti le vegetazioni adenoidi esi· stevano nel 75 per cento dei casi; m eno frequenti negli idioti capaci di edu cazione che in quelli incapaci . L e lesioni dell'orecchio m edio catarrali o suppurative, si riscontrarono nel 68 per cento dei casi esaminati, le ~rime in pro· porzioni eguali n egli idioti edt1cabili e no, le seconde più frequenti negli educabili. Tale frequenza di lesioni auricolari negli idioti supererebbe la percentuale riscon· trata da B EZOLD negli scolari e nei sordomuti. Quantunque non sia, secondo l'A., ancora ben chia1·0 il rapporto fra vegetazioni adenoidi, 01~ecehio medio e idiozia pure ha creduto di doverne tenere nota per sollecitare ulteriori indagini anche su questa importante questione. '

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904

somx.o.a.rio d.e1 Fa.soioo1o

~.

I. Dolt. S. De Rossi - Lo. cura del periodo iniziale della nefrite acuta col metodo del prof. G. Baccelli. - 11. Oott. A. Miche lazzi - L'i1nportanza della ricerca batteriologica 11ella diag11osi clinica della difterite. - lll. Pr of. C. Poli - flue ca•i di en1iplegia (aringa-laringea associata ad altre turbe ncrco.te. _ iv·. Dolt. L. Cagia ti - Contributo allo itudio della ipertrofia congenita.

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IL POLICLINICO

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI PARTICOLARI

R.

.ACCADE~1IA DI MEDICINA DI T ORINO.

Seduta del 29 gennaio 1904. Presidenza: Guareschi.

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XI. F A~C. 7)

mente questa reazione, anche in soluzioni assai deboli, e che non gli parve improbabile potesse trovarsi in queste urine. Seguì dapprima un metodo che si può considerare come una modificazione di quello di FRERICHS e STADELER, e riuscì cosi ad isolare cristallizzata ed a caratterizzare la tirosina. In seg11ito, più rapidamente, la isolò calori· metricamente coJla reazione d el Denigés. La presenza della. tirosina nell'urina dei diabetici, dovuta alla lesa funzione epatica, spiega perciò la diazoreazione in queste urine. Dott. ~IEYNIE~.

Prof. Gradenigo. Szilla lepto11ze1tingite circo· scritta e sulla paral:.si dell'abducente di origi1ie otitica. - L'O. presenta una donna di 31 anni che sofferse di otite media act1ta destra e ma· stoidite reattiva e nella quale circa un mese e mezzo dopo l'inizio della otite si stabili la pa· SOCIETÀ MEDICO· CHIRURGICA DI MODENA. ralisi isolata del retto esterno oc11lare di destra, senza altri sintomi di reazione locale o generale. Seduta del 29 gennaio 190±. Tutto rientrò i1ella norma a poco a poco ed ora A. Plessi. Sull' ascoltazioue stetoscopica della paziente può considerarsi guarita. ·l, apice polniorzare. L'ascoltazione dell'apice L'O. ha avt1to occasione di osservare altri polmonare si pratica generalmente esaminando quattro casi, perfettamente analoghi al prece· la regione sopraspinosa e sottoclavicolare; nesdente, e di rintracciarne altri dispersi nella. letsuno ha fermato l'attenzio:ie, almeno in modo teratura otoiatrica, sicchè egli pensa che si sufficiente, sulla regione sopraclavicolare. L' A., possa parlare di una speciale sindrome morbosa. che gia da qualche anno si giova con vantaggio Passa in rivista brevemente l~ ipotesi che si di questa ricerca., in special modo nei casi di possono avanzare per spiegare la genesi dei fe· , tl1bercolosi polmonare, insiste perchè si completi nomeni indicati ed espone con dettaglio una sua l'esame dell'apice, eseguendo con accuratezza recente osservazione che getta luee sull'argo· l'ascoltazione ~tetoscopica della regione sopra· mento. clavicolare, potendosi con tale pratica raccoIn t1n uomo di 31 anni, ozenatoso, in seguito gliere dei dati preziosi per la diagnosi di tu· ad otite media acuta sinistra, si svolse, insieme bercolosi incipiente. a forti dolori alla regione parietale, la paresi Paolo Fio1·i. L egatura dell'ur etere e suoi esiti tlell'abducente di sinistra; ma in questo caso, (Studio sperimentale). - In base a numerose clopo circa due mesi dall'inizio della affezione esperienze su animali svariati (cavia, coniglio, auricolare, esplosero fenomeni di meningite pucane, pecora), l'A. è venuto alle seguenti con· rulenta con localizzazione prevalentemente saelusioni: crale. 1° L'idronefrosi è più facile a prodursi nei La plmtura lombare, ripetuta, che non ·valse casi di insufficiente sviluppo del circolo peria scongiurare l'esito letale, fece riconoscere la ferico del rene e può mancare quando il circolo p1 osenza dello streptococco in coltura pura. È stesso si sviluppa spiccatamente fino dall'inizio_; giustificato però il ritenere che anche nei casi 2° I casi in cui il rene non ingrossa affatto analoghi ad andamento benigno Si tratti di fo· od anche rimpicciolisce dopo la legatura del colai circoscritti di leptomeningite purulenta di dotto escretore, non costituiscono un argomento origine otitica, che d'ordinario passano a guari· per ammettere l'atrofia precoce dell'organo; giac· gione, una volta eliminati i focolai infettivi della chè questo può ridiventare capace di funzione cassa timpanica e dell'osso temporale. Da questa se l'uretere vien rifatto permeabile (esperienze constatazione deriva la necessità di energici inin proposito); terventi atti a combattere per tempo l'infezione 3° La secrezione renale è sin dall'inizio pro· otitica. · fondamente modificata nel senso che special· Prof. Berruti. 1\'efrecton1ia per cisti da eclti1iomente diminuita è la prodt1zione dell'urea, delle cocco. - Presenta il rene asportato. sostanze estrattive e di certi sali, specialmente Dott. Nicola. 811 l la prese11z<t clella tirosi1ia e i fosfati; snl!a <linzoreazione nelle l1ri11.e dei diabetici. 4° In idrofrenosi avanzate si può osservare L·o .. avendo notato in molte urine diabetiche la contin11azione della funzione glomerulare oviclentissima la diazoreazione, ricercò in esse press'a poco nei limiti normali, mentre la epi· la tirosina, sostanza che in i·ih·o dà intensa· teliale è profondamente modificata e soppressa; (16)

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5° È molto discutibile il trattamento con· I osservatori, ma non ha trovato un caso di1noservativo di elezione nelle idronefrosi asettiche, strativo come qt1ello da lt1i riferito. Dott. T. Silvestri. L'ab1iso di clornro cli sodio, appunto per i dati che ci offrono gli esami della co11ie cansa di 1tefrite. - Dei 4 casi riportati funzionalità di idronefrosi avanzate; 6° Il punto di congelazione del liquido en · nel lavoro, 2 riguardano dei nefritici. nei quali dopo 8·10 giorni di cura con acque cloruratodorenale si avvicina molto e costantemente a sodiche, e senza intorvento d'altri momenti pre· quello del siero di sangue e del sangue defi · sentarono un notevole aggravamento (aumento brinato; d'albumina, di cilindri, d'elementi renali, occ.), 7° I liquidi endorenali sono tossici se iniet· tati per le veno di animali omogenei e la tos- che non si può logicamente riferire che ad azione deleteria sul rene esercitata dallèt grande q11an· sicità loro è dovt1ta ai nucleo-proteidi~ tità di cloruro di sodio ingerito (DUFOURT, CA 8° Gli animali con atresia di uno degli ure· STAIGNE e RATBERY). teri presentano fenorneni di insufficienza renale, Negli altri 2 si ha a fare con bambini rispetcaratteristica specialmente dei primi periodi con tivamente di 4:-7 anni, che, senza prececlenti innalzamento del rapporto ~ , ed insufficienza morbosi, nè tare ereditarie, in segl1ito all'uso smoclato e protratto di sale di cucina, ammala degli scambi organici e delle attività metabo· liche generali, la quale è messa in rilievo an· rono di n efrite, dièlgnosi che in un caso ft1 con· zichè dal calcolo della quantità e qualità delle fermata al tavolo anatomico. Sperimentalmente molecole llrinarie, dal calcolo del peso della model resto, lesioni degenerative ed infiamn1atorie del r ene col cloruro di sodio sono sta.te ripro· lecola elabora.ta media, il quale ci dimostra ap· punto che per gli animali profondamente distro· dotte da STOKWJS, LEVI, CASTAIGNE, RATIIERY. fici con esito letale a lunga scadenza, il peso I l Segr etario: PIGNATTI. della molecola urinaria si innalza notevolmente, mentro la permeabilità renale non si apprezza OSSERVAZIONI CLINICHE sensibiln1ente modificata. Paolo Fiori. Caso raro di una vescica doppia Istituto di Clinica medica della Regia Università di Parma osservato nel co1t(qlio. - Trattavasi di una vediretto dal Prof. A R1vA. scica sopran1m1eraria, del volume della vescica LABORATORIO DI CHilIICA E MICROSCOPIA CLINICA normale, in comunicazione con questa e con l'ure· diretto dal Prof. ZoJA. tere sinistro. Le interpretazioni embriologiche fatte clall'A. st1ll'argomento, escluso il concetto Sopra un caso di albuminuria di una vescica doppia da imperfetta od abnorme 0·1 ·tostatica obliterélzione dell'uraco per l'ubicazione laterale per il dott. ALBERTO ZIVERI. della l1rocisti sopranumeraria, anzichè mediana e d'11n diverticolo ureterale, per i dati dell'esame Poichè l'argomento è tuttora (liscusso, credo citologico e pel volume della sacca, sono le sebene rendere noto un caso di albuminuria cosi g11enti: detta ciclica, se non altro per la casistica . 1° O ammettere un'origine a parte per cia· Il caso riguarda un collega, fu potuto segttire scuna delle d11e vesciche, e cioè un'origine allan· esattamente per 6 mesi, dopo di che il feno· toidea per l'una. e una cloacale per l'altra· meno fattosi irregolare si è andato attenuando 2n O ritenere le du~ vesciche provenienti fino a scomparire. da due abbozzi allantoidei non successiva.m ente È noto come a poco a poco per opera di os· fusisi e in questo concetto :::.mmettere che l'al· servazioni cliniche qua e là si andassero scevela. ntoide, anzichè da 11n abbozzo unico impari, rando casi di alb11minurie che non si volevano si sviluppi talvolta da due abbozzi pari della annottere alle comuni forme brig11tiche, ma che parete ventrale dell'intestino· per la sintomatologia, il decorso la prognosi 3° O credere che la vescica sopranumeraria facevano intuire la differenza originale. Paro fosse l'espressione di una s11ddivisione del seg· che allo stesso BRIGHT non fosse sfuggita tale mento posteriore del peduncolo allantoideo sud- differenza; dalle sparse e prime o servazioni di di'\""isione la quale potrebbe avere originata la SPITTAL (1832), G)IELIN e FGR~ER, CHRISTISO~, formazione di t1n diverticolo allantoideo posteBECQUEREL, GxGoN n'.ANGOULÈ)IE. GuENAU DE riore t1bicato pit't verso l'intestino retto. MussY V OGEL GUBLER si giunge cosi alle prime Di queste ipotesi l' .A. crede forse più probasistematiche osservazioni del LEUBE (1 71) . ui bile la seconda. L' A. ricorda alcuni casi di \0· soldati. scica doppia nei mammiferi riportati da vari Da quest epoca. si accr ebbe empre piì1 il

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numero degli osservatori, e con l'aumentare delle osservazioni sorse la critica e al complesso uni· tario del fenomeno si andarono sostituendo sin· gole forme; la grande categoria delle albuminurie cosi dette non brightiche venne a sua volta suddivisa in categorie minori e cosi sorsero le classificazioni. Si ebbero per tal modo le alb11minurie fisio· logiche (SENATOR), le cicliche (PAvY), degli ado· losoenti (MoxoN), parossistiche (RALFE), fun· zionali (RALFE), latenti (J OHNSON), intermittenti, ricor1·enti, famigliari e ereditarie. Si specializzò ancor meglio e furono descritte la albuminu· ria ortostatica (STIRLING), le nervose, la dige· stiva, ecc. Ma se buona parte degli autori accettò il concetto della pluralità delle forme di albuminuria alcuni altri invece si mantennero per cosi dire unicisti, e fra essi per esempio il J OHNSON, il LECORCHÈ e TALAllION, il LEUBE e il SE· NATOR. Il TEISSIER di Lione recentemente in una sua pubblicazione fece t1n suddivisione delle forme di albuminurie non brightiche, la quale sebbene abbia il difetto di volere ridurre a schema ciò che invece ha confini tanto vaghi e incerti, però non è destituita di fondamento e nel concetto generale può accettarsi. Il suo schema è il E:e· guente: 1. Albuminurie intermittenti irregolari dei soggetti sani in apparenza. 2. Albuminurie degli adolescenti intermittenti e ciclicl1e (descritte specialmente dal MoxoN). 3. Albuminurie digestive (epatogena-gastrica e intestinale). 4. Albuminurie nervose o neuromotrici in ct1i sono comprese la epilettica e la ortostatica. X ... A .. ., d'anni 25. Dal lato paterno risulta ereditarietà nervosa. Il padre che soffriva di renella mori per emorragia cerebrale. Null'altro di importante dal lato materno~ madre vivente e sana. Il soggetto in esame, tolti gli esantemi roseolari st1perati nell'infanzia A 1m'affezione pleuri· ticu. a carattere reumatismale guarita perfetta· mente, che sofferse a circa 15 anni, non ebbe altre entità morbose a superare. Cir ca 3 anni or sono essendo ancora st11dente ùi n1edicina, esaminando per caso le proprie orino del mattino dopo due ore circa da ch'3 era alzato, ebbe a notare una traccia d'albumina, ripetò altre volte e sempre positivamente l'osser,razione, da prima se ne impensierì, ma poi essendogli stato assic11rato trattarsi di una albuminuria fisiologica non se ne curò più; l'anno scor o avendo aTIJ.to occasione di studiare l'arao1uonto riesaminò le orine e notò ancora l 'alb11me: allora solo f11 intrapreso sistematicamente lo stt1dio come accenneremo in eguito. {18)

Il soggetto ebbe più volte in questi ultimi anni a soffrire di disturbi di atonia gastrica, specialmente in seguito a lavoro mentale e nella stagione calda. La costituzione è gracile; l'individuo è assai impressionabile, soffre di <}isturbi vasomotori caratterizzati da subitanei e intensi rossori spesso accompagnati da alterazione del ritmo cardiaco e tremore nelle mani per ogni piccola emozione e preoccupazione, sp ~ cialmente se im· provvise. Non ebbe affezioni celtiche; non è bevitore, leggero fumatore e a intervalli. Come già fu detto la scoperta causale del· }'albume nelle orine dell'osservando rimonta a circa tre anni or sono; è a notarsi come gli esami praticati in quell'epoca riguardavano le orine del mattino due ore o tre dopo l'alzarsi e dopo l'essere stato per questo tempo in piedi. L'inizio delle osservazioni giornaliere sistema· tiche rimonta al dicembre dell'anno scorso, esse furono continuate per i mesi dal gennaio a tutto il giugno del 1903. L'esame delle orine fu pra· ticato sempre tutti i giorni non mai meno di due volte, in date epoche 5 o 6 volte al giorno. Vennero di quando in quando pure praticati gli es~mi completi delle orine medesime. E evidente che sarebbe cosa inutile riportare le osservazioni cosi a lungo protratte sotto forma di tabelle; riassumerò invece i risultati. Dal giorno 17 dicembre del 1902 al 25 gen· naio 1903, l'esame delle orine venne praticato su quelle immediatamente emesse prima di alzarsi, su quelle emesse mezz'ora a un'ora e mezza circa dopo alzato, dopo tlue o tre ore circa e alla sera prima di coricarsi. , Risultò sempre negativo per l'albume l'esame delle orine prima emesse dell'alzarsi; compari· vano invece tracce in quelle emesse per se· conde, traccia diminuiva in quelle esaminaite dopo due o trA ore e già era scomparsa in quella che era esaminata alla sera prima di coricarsi. L'esame dell'albume le prime volte fu prati· cato con l'acido nitrico e controllato con la prova della ebollizione e acido acetico, col ferro-cianuro di K e l'acido acetico, coi reattivi di Spigler e di Roberts; in seguito fu usato solo il primo metodo. Le orine della sera furono come dicemmo sempre esenti di albume; invece vi si riscontrò sempre una forte quantità di urea (da 23. 8 °/00 al 34:. 89 °/00 col metodo di Esbach) e un forte sedimento di urati. In questo primo periodo di osservazioni il massimo di albume trovato fu del O. 50 °/00 nel giorno 29 dicembre e O. 40 °/00 nei giorni 19 e 25 gennaio ; riporto i diarii dei detti giorni : Giorno 29 dicembre 1902: ore 9 (prima di alzarsi) alb. ass. ; ore 10 1/2 tracce O. 50 °/00 ; ore 15 alb. ass. ; ore 17 1/2 alb. ass. · ore 23 alb. ass. Giorno 19 gennaio 1903: ore 8 (prima d'alzarsi) alb. ass. · ore 11 tracce O. 40 °/00 • ore 22 alb. ass.

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Giorno 25 gennaio 1903 : I Durante il lungo periodo fu più volte esamiorine del mattino prima d'alzarsi, alb. ass. · minato se una influenza si potesse accertare ore 12 tracce O. 40 °I 00 ; nella produzione o modificazione del fenomeno ore 15 1/2 alb. ass.; dipendentemente dalla digestione o dai disturbi ore 17 alb. ass.; di essa, ma il risultato fu sempre negativo. ore 22 alb. ass. Nei giorni in cui il fenomeno era pilì intenso Un secondo periodo di osservazione va dal giorno 25 gennaio al 19 aprile. In questo tempo spesso coincideva una modificazione nel caratl'esame delle orine venne praticato solo 2 volte t ere dell' O., specialmente facile irascil)ilità. al giorno, n ell'ora in Clli comunemente si soleva Mai furono riscontrati edemi in alcuna parte riscontrare l'albume e alla sera; solo in qualche del corpo. giorno irregolarmente gli esami si praticarono più copiosi come nel primo periodo. I risultati Praticato più volte l'esame m,icroscopico del furono analoghi a quelli del primo. sedimento orinario, se si eccettui qualche cri· stallo di acido urico e di triplofosfato, nulla, di In questo secondo p eriodo è da notarsi come per 2 volte fu fatta la prova di alzarsi dopo il notevole fu dato di riscontrare. Esposti così per sommi capi i dati riguardanti mezzogiorno ; prima di tal ora non si ebbe alil caso, viene spontanea la domanda a qual forma bume, esso comparve solo dopo che !'osservando e a quali cause devesi annettere e attribuire il si fu alzato. complesso sin torna tico in parola. Un terzo periodo d'osserva,zioni va dal 19 aprile Rianda:iido a quanto fu esposto, spicca subito alla fine del gil1gno. In questo tempo le osser· il fatto che l'apparizione dell'albume nelle orine vazioni furono più ripetute e numerose. era in stretta dipendenza col cambiamento della Ebbi campo di osserY-aro questi fatti che posizione da orizzontate a eretta; infatti l' inizio quando l'ossorvando appena alzato faceva eserd el fenomeno si eh be sempre al mattino dopo cizi ginnastici coi pesi, la quantità di albume un certo t empo dall'alzata dal letto e l'apparire si faceva più evidente e persisteva più a lungo. dell'albume era sempre in relazione stretta con In maggio fu osservato il fatto seguente: l'ora in cui 1'0. si alzava, talchè variò dalle come quasi sempre dopo il mezzogiorno la traccia ore 6 alle ore 13. Questo fatto fa subito esclu· di albt1n1e era scomparsa; !'osservando si recava dere il concetto di un cielo puramente mattutia riposare, e dopo circa 11/2-2 ore di riposo in nale dell'albuminuria: finchè 1'0. non lasciav~ posizione distesa si esaminavano le orine emesse il letto mai si potè dimostrare la presenza del alquanto tempo dopo il ritorno alla stazione più tenue intorbidamento da albume. eretta e compariva di nuovo un lieve inalbaCome fu detto l' influenza della digestione fu mento nelle medesime che diveniva più evidente negativa ; cosi che i disordini dietetici e i disorquando, dopo l'essersi alzato, 1'0. eseguiva eser· dini gastrici non produssero modificazione alcizi coi pesi. , 1 cuna in ciò che si riscontrava abitualmente. ] u osservato p11re questo che, quando l'O., Che si tratti di una vera forma di morbo di il quale in questo periodo di tempo fece vita Bright credo, alla stregua dei fatti, si d ebba sedentaria, nel dopo mezzogiorno aveva occa· escludere a prima vista. L'assenza di cause p~­ sione di restare a lungo in piedi ricompariva togeniche, l'insorgere del fenomeno, il suo de· una traccia di albume che poi più tardi scom· • correre senza il benchè minimo concomitante par1~a. Nella seconda. metà di maggio l'andamento sintomo di vera partecipazione renale conser· del fenomeno cominciò a farsi irregolare ; si van.dosi la salute buona tale da permettere all'O., ebbero periodi di anche 6·8 giorni in cui conbenchè gracile di costituzione escur.sioni in tinuamente risl1ltò l'assenza dell'albume; questo montagna e gite in bicicletta senza risentirne: non ricon1pariva che ~opo gli esercizi ginnastici il n egativo reperto microscopico ripetutamente e eguiti fermo l\ll' impiedi protratti per un certo e a diverse epoche ottenuto: lo stretto legame n ella produzione del fenomen6 albuminuria col tempo, o olamente dopo una stazione eretta, senza importanti deambulazioni, protratta per cambiamento della posizione, sono tutti fatti su un tempo abbastanza ltmgo. cui mi baso per escludere t1na anatomica com· Negli llltimi 12 giorni del gi11gno non fu mai partecipaiione r enale. riAcontrarto l'n.lbume, però in ql1esto tempo non Accettato il concetto delle albuminurie non furono eseguiti Esercizi ginnastici nè l'O. ebbe brightiche da una gran parte del <·eto medico e l'occasione di dovere stare a 111ngo in piedi pure accettato dai moderni trattatisti. io pongo e fermo. È da aggiungersi che nell'ultimo mese subito il mio ca o in que ta categoria di albu· di o ervazione (giugno) fece una cura tonica: minurie. Come accennai, l'accor(lo nelle clas ifi· ipofosfiti e tricnina. cazioni in particolare è ben lungi llall' essere (10)


212

IL POLIOLINICO

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XI, F ASC. 7] Ruoo1

stabilito ; ad ogni modo seguendo le divisioni più note credo di dover porre il caso osservato fra le così dette forme di albuminuria ortostatica. Se confrontiamo jl nostro caso con gli altri riportati dai diversi autori dobbiamo però notaro alcune differenze ; cioè nella maggior parte delle osservazioni mentre il fenomeno. quan· tunque a produzione decrescente, col progredire della giornata, pure si manteneva per tutto il giorno fino alla sera; nell' osservazione nostra la scomparsa dell'albun1e si faceva sempre più rapidamente in cnpo a poche ore; perchè il fe· nomeno ricomparisse era necessaria una lt1nga stazione eretta con poco . movimento o pure che l'osservato dopo un periodo di stazione orizzon· tale ripiglia~se di nt10,ro la stazione eretta e la mantenesse per un certo tempo. D el r esto lo scomparire dell'albume nella po· sizione orizzontale o assisa fu un fatto comune al nostro caso e a qt1elli di molti osservatori, p. es. i personali e i riportati n ella tesi di V IRE . Analogamente l'influenza della fatica nella po· sizione eretta fu riscontrata nel caso nustro e negli altri. Perchè il fenomeno persistesse era necessario che 1'0. stesse lungamente in piedi facendo poco movimento, come accennammo più volte, al contrario dopo il passeggio si constatava la assen2a di quello; anche nei casi personali d el V IRE il fenomeno era legato i:;pecialmente a una lunga stazione er etta con poco movimento. La negatiT"a influenza del periodo e dei di· stt1rbi digestivi osservata_n el mio caso s'accorda pure con ciò che fu descritto negli altri casi classificati come albuminuria ortostatica. Se orn ci mettiamo a indagar e il meccanismo della produzione della sintomatologia in parola ~i troviamo di fronte a diverse opinioni ma non a una spiegazione positiva o decisiva, ciò che del resto è, come dicemmo, anche per tutte l e rimanenti forme in cui si vollero scindere le albuminurie non brightiche. La maggior parte degli at1tori ammette un primo fattore n ei disordini vasomotorii, secondariamente fatti predisponenti dati da neurosi e artritismo ereditari o da infezioni pregresse o da fatti di indebolimento organico con rallen· tamento nei processi di ricambio, per ct1i gli elementi renali modificati non r esistono alla ra· pida turba vasomotoria. Nel nostro caso abbiamo evidenti i fattori predi ponenti, er editarietà artritica e n ervosa. Il oggetto è esso stesso di temperamento em i11entcmente tlerY'o o, facilmente irritabile ed esnuribile · manifesti presento. i fenomeni vasomotorii. {20)

Il cambiamento della posizione e la fatica debbono produrre, dato il modo di prodt1rsi del fenomeno, una paresi vasomotoria nei vasi del rene con conseguenza di albu,minuria; tale pa· resi poi analogamente agli altri fatti vasomotorii accusati dall'osservato cesserebbe e il fenomeno conseguente sparirebbe. La fatica muscolare e la lunga stazione eretta mantenendo un disequilibrio circolatorio fareb· bero sì che la paresi vasomotoria persista. Probabilmente l'alterazione che determina il fenomeno delL'alb11minuria è · glomerulare; nel glomerulo avverrebbe il passaggio del materiale sangt1igno; alcuni A.A. potrebb~ro anche aggiun· gere che l'albume, analogamente a q11anto venne sostenuto per la nefrite, potrebbe derivare dagli epitelii tt1bola.ri per la loro diminuita nt1trizione, ma l'albume avrebbe una maggiore.-fiendenza a coagulare in cilindri, ciò che non avviene nei casi di albuminuria ortostatica. Daltra pa.rte la lesione glomerulare spiega più facilmente la produzione del ,fenomeno e credo che almeno per ora bisogna attenersi a tale concetto. Che poi l'alterazione sia funzionale o reparabile ri· sulta pienamente dalla guarigio11e o dal miglio· ramento che frequentemente si riscontrarono nei casi osservati e che si ebbero pure nel nostro. Credo però che una certa labilità rimanga e che in vari casi il sopraggiunger~ di dati fattori (esal1rimento nervoso, fatti di intossicazione, ecc.t siano sufficienti perchè di nt1ovo appaia l'albu· minuria con lo stimolo rist1ltante dal cambi.amento di posizione. La benignità de)Je forme descritte risulta pure dalla loro guaribilita in seguito a opportune cure: sedativo-tonica (TEISSIER) e ricostituente. La numerosa copia di osservazioni e il caso che potei cosi ampiamente osservare mi hanno convinto dell'esistenza di una forma speciale di albt1minuria, albuminuria ortostatica di carattere benigno, guaribile e che chiaramente debba es· sere separata dalle albuminurie dipendenti da lesioni anatomiche renali. È da sperarsi che l'osservazione sperimentale e più maturi studi istologici e fisio -patologici confermeranno quanto clinicamente è stato chiara.mente distinto. Parma, agosto 1903.

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ANNO

XI.

FASC.

7]

213

SEZIONE PRATICA

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stra da solide aderenze ; il gran<.le epiploon era fortemer1te infiltrato di tessuto neopla. tico ed il colon trasverso, avendo acco1npagnato lo stomaco nel suo movimento di discesa, si troT"aT"a fissato con esso, per uo mezzo llt:)lla fossa iliaca. Essen.d o il paziente morto -1 giol'ni dopo per pulmonite, 1 autopsia p e rmi se di controllare tutti i dati g ià forniti dall'operazione.

PRATICA PllOFESSIONALE

Cancro primitivo dell'ap1>en1lice.

Cancro dello ston1aco con sintomatologia intestinale. Se i tu111ori maligni dello stomaco sono spesso difficili cln rico110, cere all'inizio, la diagnosi ne è di solito molto più facile quando l 'affezione è giunta ~tcl lln certo punto della sua evolu· • z1011e. Il fn tto riferito da GIAOO~IELLI ( Oti1t;ca 1nodP.r11n) dimostra però che anche quando il neo· plas1ua lu-t raggil1nto uno svil11ppo C'Onsidere· ,,.olo il clinico pl1ò ancora trovarsi esposto ~1 co1111uctforo gravi errori, se non in ciò che si riferiRco al la i1ntura. del male, almeno in ciò cltA co1u·er1tu In secle della lesione. Si tratta di lln ·v·ecchio di 70 anni che si fect3 i·ice,?oro i1ell'ospedale di Pisa per dist11rbi iniziatiRi cla circn un anno con alternative di diarron. o cli stipsi ed accompagnati, da qua.lche filOt'O e.la dolori abbastanza vivi, ma intermittenti, 11olla foAsa iliaca sinistra, regione do·ve si er~t S\riluppata inoltro una tumefazione; i di· st111•bi funzionali s i riducevano ad un certo gra<lo di anoressia. .All'eHa111e obbiottivo l'A. constatò che il paziento, al) ba ta11za magro, non ave\a p er ò l'aspetto oachettico. La. presenza di un tumore duro, a superficie liscia. che spingevasi in basso nel piccolo l>acino, che risn.liva in alto fino in vicinauza doll<t linea ombellicale, l'età del malato, l'ingorgo delle g-ln.ndule inguinali fecero ammettere elio si tra.ttas e di 11n neoplasma mnligno · la setlo {li q11esto, la sintomatologia pura1uente i11to"' tinalo (diarrea e stitichezza, forso melena) ed in i)articolare l'assenza di qualsiasi -vomito o (lolore gastrico, tanto a digit?-no qt1anto dopo i pasti, roudt1ssero nat11ralmente all<:t diagnosi di ca11cro tlcll 'i11t ~ ti110. probabilmente della S iliaca. Ora, praticata la lap<-trotomia, si trovò un ,~o­ lu1ni11oso cancro nello stoma.co che occ11pav·a la faccia ant'3riore e la granda cm·,atura dell'orgn.no il qltale era fissato alla fos a iliaca ini·

N OTHNAGEL e MAYDL hanno trovato due soli casi di cancro dell'appendice in 40,000 autopsie e DEAVER ne ha trovati 3 su 706 appendici asportate; ma il dott.Ch. C. NORllIS (Universily o/ Pe11,nsylva1titt !Jled. Bnll., no,r. 1903) afferma che questa rarità del cancro dell'appendice de-ve essere solo apparente. La sintomatologia è così banale ed oscura e l ' appendicite neoplastica, anche sotto gli occhi, sul tavolo anatomico, somiglia tant0 all'appen· dicite cronica volgare, che non è da,rvero strana l'ipotesi che molti cancri di quest'organo siano rimasti nascosti. Il N ORRIS riferisce precisamente un caso, nel quale la scoperta dell'appendice cancerosa fu interamente fortuita. Trattavasi di una donna cli 27 anni, nella quale erasi fatta diagnosi di retroflessione acle· l'ente dell'utero, con p~rosalpin:x: clestro ecl ernia in!rninale del meclesimo lato. Alla fine dell'ope· o razione il dott. J OHN G. CLARIC J1l'ÌIDèt di ri· chiudere il ventre, cercò l'appondice, secondo l1na pratica assai saggia che ha. comune con molti altri chirurghi, speci~Jmente americani, t' che consiste nel non fer11iiuare 11iai u1ta laparo to1nia sen,~a esa111i1iare nella fossa iliaca clestra lo stato dell'appendice. Difa,tti l'appentlice era un po' rossa ed aderente alla. sua estremità : f11 escissa. Qt1est'appendice aveva la. lunghezza. di 7 eme. e mezzo, il diametro, alla s11a 11a e. cli 7 inm.: era un po' ispessita alla sua estremità, ina l'a petto era quello della appendicite cronica, così allo esterno come alla sezione. La porzione terminale era obliterata per una lunghezza di un c1n. e mezzo da tlDèL massè.t solida, durè1. bianco·giallastra. che si sarebbe detta cica.trizia.le. All'esamo i!:;tologico si riconobbe che que ta porzione, cl1e pareT"a obliterata, era invece forn1rLta cli tess11to carcinoma.toso che infiltrava tutta la parote e ~i pro· lungava anche nel meso a1)11endice. Qt1esti cancri appc11dicolari la/, nli merita110 lli es ere conosciuti e ricercati con c11ra ecl i loro rapporti ordinari con l'appenclicit cronica a ~- i· curano loro llll reale interes <.-' go11era le. (21) 1


214 Un caso di straordinario

IL POLICLINICO acc~mulo

fecale.

[ANNO

XI, FA so.

questa. Anche la gravità di questa affezione è molto diminuita, ma sarebbe inesatto dire che W ALLACE riferisce nel Phgsicia1t and 81irgeon la prognosi delle infezioni puerperali è divenuta dell'agosto 1903 un caso straordinario di ecces· benigna. FEHLING (Mitnclie11er 11ted. Wocli. 18 sivo accumulo di feci. Trattavasi di un contadino di 57 anni, la cui agosto 1903) su 377 casi d'infezione puerperale osservati nella clinica di Strasbourg, ha rilevato salute era stata sempre buona, eccetto il fatto una mortalità del 17 per cento, proporzione re· che aveva perduto tutti i denti. In un suo fra· tello ed in tre sorelle fu rilevata una tendenza lativamente assai forte. La massima parte di questi casi provenivano dal di fuori; solo un grande alla inerzia gastro-intestinale. Era stato piccolo numero apparteneva a donne che ave· affidato al W ALLACE come un caso di polmo· vano partorito nelle sale cliniche. D'altro canto nite. Il W ALLACE trovò una temperatura di 40°5 C, le malate n~lle quali era stato praticato un in· tervento operativo qualsiasi (forcipe, versione, con un polso di 122 e un respiro a 42. Il ma· lato tossiva. incessantemente ed aveva brividi rottura di membrane, estrazione manuale di ripetuti. La percussione· faceva rilevare però placenta; ecc.) erano molto più ~pesso affette delle altre. una risonanza in corrispondenza dei polmoni. Così, mentre 11 per cento soltanto delle donne L'addome, d'altro canto, era enormemente tume· che avevano avuto un secondamento spontaneo fatto e dava un suono assolutamente ottuso dap· morirono, la mortalità raggiunse il 29 per cento pertutto. La circonferenza addominale a li vello del· nelle donne che avevano secondato artificial· mente. l'ombellico era di 20 pollici superiore alla nor· L'infezione può rivestire varie forme, pioemia male, cioè di 52 invece di 32 pollici. Il paziente setticemia, settico-pioemia, peritonite generaliz: affermava di aver sempre avuto regolari le de· zata, pelviperitonite, metrite purulenta ed anche fecazioni, una ed ançhe, spesso, due volte al suppurazione di una cisti ovarica. giorno. Le forme più gravi sono la setticemia e la Pure l'intestino era tutto pieno di feci. Lo pioemia. svuotamento della enorme massa fecale non fu Secondo FEHLING, questa statistica deve far facile compito. Dapprima fu svuotato il retto riflettere il pratico H indurlo a praticare l'estra· per mezzo di irrigazioni d'acqua calda ~furono zione manuale della placenta più di rado che rimosse poche scibale col manico di un cucsia possibile. Secondo la sua personale espe· chiaio. Fu dato per bocca dell'olio di castoro e circa 8 ore dopo avvenne la prima di una rienza il FEHLING trova che questa estrazione è necessaria solo una volta su 200. Si può serie di e"\racuazioni con~istenti in una massa putrida nera, della consistenza di una salsa e di sempre adottare una cura aspettante~ salvo -ad odore cosl orribile che il paziente stesso non intervenire più tardi, se proprio sia necessario. poteva tollerare. Le intestina continltarono ad Se v'è atonia uterina, si deve fare il massaggio dell'organo e se i dolori so1to 1nolto forti lo si agire due o tre volte all'ora fino all'indomani. La temperatt1ra cadde allora a 36°5, il polso a praticherà sotto l'azione del cloro/ormio. Pure, in un certo nnmero di casi, sarà neces· 110 il respiro a 36. sario di praticare il secondamento artificiale ed Fu ripetuta la somministrazione dell'olio. Senza dare altri dettagli, basti dire che in allora bisognerà disinfettare assolutamente la vulva, La vagina e la cavità uterina stessa quanto una settimana, avvennero 171 scariche abbondanti, senza contare altre molte minori. Evacuate più è possibile. Al momento dell'introduzione della mano la regione anale deve essere protetta ql1oste feci, le successive si fecero di aspetto normale e tutti i sintomi di autointossicazione da garza sterilizzata od anche allo iodoformio. La disinfezione delle mani è difficilissima e scomparvero. spesso non è assoluta, qualunque sia la eura che si mette nel farla. In quanto all'uso dei guanti, l'A. distingue due casi: l'esame delle malate affette d.a complicazioni settiche e pur\J.. lente, per il quale detto uso è assolutamente Profilassi dell'int'ezione puerperale. necessario e le operazioni di ostetricia Sll donne L'antisepsi moderna ha molto diminuito la non infettate. froquanza della febbre puerperale, ma disgrazia· Per queste ultime l' A. ha studiato compara· tamente que ta persiste ancora, così in città. tivamente i due processi e non ha rimarcato come in campagna, più forse in quella che in notevoli differenze: d'altro canto i guanti ren· (22)

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215

SEZIONE PRATICA

dono il tatto meno preciso e meno chiari i risul· I trattate si ebbero 9 guarigioni, senza poter per ora considerare tale rimedio come specifico del· tati dell'esplorazione. Ma i guanti sono assolutamente indicati nei l'eclampsia, afferma però che esso, usato con casi con infezione. Invece dei guanti di caut· certe regole, è un medicamento ino!fensjvo e chouo il pratico si troverà bene adoperando di un'efficacia sorprendente. • semplici ditali in baudrouche. Questi si trovano dappertutto, sono poco costosi, non oscurano Nei dolori di origine nterina e periuterina, gràn che il tatto. Nulla di più facile che munire FABRICIUS raccomanda l'aspirina contro la mag· ciascuno dei cinque diti di una simile protezione. Ciò che è difficile a disinfettare nella mano è gior parte dei dolori di origine uterina o peri11· il dito: solchi ungueali, pliche delle falangi ; la terina; essa costitl1irebbe anche un buon succe· daneo della morfina contro i dolori del cancro palma ed il dorso della mano non presentano llterino. anfrattuositA. cosi numeroRe ed accentuate. (Jozir1ial des praticie1is, 12 dicembre 1903).

Contro le emorragie. Nuovi casi di eclampsia puerperale curati col veratrum viride. Il prof. E. PINZANI riferisce nel Bolletti1io della òoc. Toscan.a di Ostetr. e Gin., n. 1, 1903, altri tre casi di eclampsia curati col veratrum viride in aggiunta ad altri sei, già comunicati l'anno precedente alla società. Da essi risultano con· siderazioni pratiche di non lieve importanza. Cosi n ei tre casi riferiti 'le convulsioni sono cessato dopo l'uso del rimedio, sempre che il numero delle pulsazioni fosse portato e mante· nuto per un certo tempo ad una cifra piuttosto bassa, verso le 60 al minuto; ed il ripresentarsi degli aC'cessi convulsivi era preannunziato da·un aumento nella frettuenza del polso. Ciò conduce l'A. a ritenere che lo stato del polso d eve appunto essere g11ida all'ostetrico nella sommini· s1.rn.7lione del rimedio, ed accetta le regole se· guenti dettate da RENÉ DE COTRET: Se il polso dell'eclamptica, egli dice, batte a 120 o al di là, si danno tosto 20 o 22 gocce di es;tratto fluido di veratrum viride per iniezione ipodermica. Con un polso al disotto di 120, la iniezione ipodermica varierà da 10 a 20 gocce, secondo la frequenza del polso. Siccome l'inie· zione sottocutanea richiede presso a poco 30 mi· nuti per r:.ggiungere la massima efficacia, cosi se non si è ottenuto l'effetto desiderato entro questo limite di tempo, si dovrà ripetere l,inie· zione alla medesima dose o a dose più piccola, secondo la necessità o, per meglio dire, secondo la frequenza del polso. È d uopo conservare gli effetti ottenuti per circa 2! ore e a tale scopo bisogna ripetere ad intervalli più o meno lontani, il medicamento alla dose di 6 gocce. In tutti e tre questi casi in cui si usò il veratr11m i feti nacquero morti, senza che per questo si possa dire che il rimedio esercì ta ùna azione micidiale sul prodotto del concepimento. L,A., constatando che s11 no~e donne cosi

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Ergotina . . . . . Solfato di chinina . M. f. pillole 40.

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EJ{LUND.

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Dl VAGAZIONI SCIENTIFICHE

Che cosa sono i raggi n (raggi di Blondlot).· Nel n. 4 di questo giornale riferii brevemente le importanti osservazioni comunicate ultima· mente dallo CHARPENTIER R.ll' Accademia delle scienze di Parigi sui raggi scoperti dal BLON· DLOT. Lo CHARPENTIER ha mostrato come dagli organi nervosi o ricchi di terminazioni nervose si sprigionino delle radiazioni capaci di render fluorescente {o meglio azimen,tare la ftoresce1iza) di alcuni sali metallici, come il platinocianuro di bario. Questi raggi godono di proprietà fi. siche e chimiche tali che l'A. in parola, crede di poter affermare la loro identità con quelli del BLONDLOT o raggi n. La grande impressione destata in questi ultimi tempi dagli studi sul ratlizi11z, ha scemato forse l'interesse che una scoperta come qt1ella dello CHARPENTIER avrebbe meritata e, poi che le applicazioni pratiche d ei raggi 11,, almeno per ora, e nel campo dei nostri studi sarebbero forse superiori a qt1elle della radioattività, è bene che sui raggi del Blondlot si sappia qual· cosa di più d ettagliato. I raggi 11. sono stati scoperf i dal BLONDLOT nello scorso anno: con la iniziale del nome della città dove il BLONDLOT insegna. fi. ica (Nanc.,~) egli ha voluto distinguere i raggi che per il primo aveva studiati. Le sorgenti luminose che possono fornire i (23)


216

[ANNO

Th POLICLINICO

raggi u sono molte. La più semplice e una delle miglio1~i, è una comune lampada a gas a incan· descenza. Se .si circonda questa lampada con una ca· micia di ferro, che per un breve tratto sia so· stituita da una lastrina di alluminio, tutti i raggi .lu1ninosi ch e impressionano la nostra retina saranno intercettati, mentre, in corrispondenza della lastra di alluminio, passeranno delle ra· diaiioni cl1e occupano n ella parte oscura dello spettro un posto intermedio fra le onde H ert· ziano, i rap;gi di Bequerel e le calorifiche. Questi ra.ggi, con proprietà in parte comuni ad altre radiazioni note, in parte del tutto differenti e stranissime, sono i raggi 1i . Questi raggi, che attraversano 1' alluminio, sono riflessi clallo specchio con l e medesime leggi della riflession e in genere. Attraversano il I)iombo (in spessore di O. 2 mm.), jl platino (O. 04: mm.), il ferro battuto, il rame (O. 2 mm.), l'acciaio, l'argen to (0.1 mm.). Ugualmente pos· sono attraversare 11n libro fra lo cui pagine siano stati introdotti sino a 21 fogli di lamina d'oro; lo stesso dicasi per la mica, il vetro, il solfo, la pal'affina, occ. nira basta interporre s ul loro cam· mino anche un foglietto di carta da sigarette ba.r;1iato cli acqz1a JJnra, perchè siano assollltamente intercettati. Viceversa anche una • certa qt1antità d'acqua purchè salata li lascia passare. A differenza dei raggi .i- (Rontgen) essi si ri· frangono a ttra,,..erso al })risma (andando ad oc· c upa.re nello spettro la parte oscura, nella se· zione dove risiedono le serie di radiazioni così dette i1tesplorafe). A q uesta loro proprietà di rifrangersi si deve la r olativa facilità con cui n e sono stati s tudiati gli effetti. I11fatti il BLONDLOT~ con centrandoli per mezzo di una lente di qt1arzo sopra. una fiamma di Bunsen (l11ce bleu) la fiamma diveniva bian· cast ra. Lo sostanze cho si rendono fosforescenti con la l t1ce non lo div·engono per l'azione dei raggi 71,; ma ql1anclo un corpo fosforescente (come il solft1ro cli calcio) ia stato già reso luminoso con 1. ospo izio110 alln, lt1ce solare, i raggi stessi Cè.t· dentlo,·i sopra 11e aumentano sensibilmente la 111mi11osi tà . Q t1alel1e cosa cli ~U11ilo a'"viene })er i corpi i11cantle conti. con10 11n filo cli platino o una lan1pntla Eùison })Ortata nl rosso. t2J)

XI, F ASC. 71

Un'altra loro proprietà interessante è questa: essi possono esser conservati per qualche tempo da certi composti; per esempio se si projettano stil solfuro di calcio prima reso fosforescente questo rimane luminoso per oltre 20 minuti dopo cessata l'azione dei raggi. Così altri corpi posson divenir a loro volta sorgente dei raggi Blondlot ; per esempio, la stessa lente di quarzo che ha servito a concentrarli. N elio stesso modo si comporta lo spato d'Islanda, il fluorospato, la barite, il vetro, il solfato di calcio, ecc. Molte altre sostanze, invece, non mostrano af· fatto qt1esto potere : per esempio il legno, la carta, l'alluminio. l\Iolto interessante è la proprietà che hanno i r aggi 1i di r endere più intensa l'azione della luce sull'occhio. P er dimostrare questo fenomeno si può eseguire facilmente il seguente esperime11to. In una camera oscura si pone un oggetto bianco d ebolmente illumina.to, per esern · pio un foglio di carta, su cui cada un raggio di luce diffusa da uno spiraglio dell'uscio. LTn mattone, esposto in preceden za ai raggi solari, ciò che gli ha conferito il potere di emettere raggi 1i, si dispone nella stessa stanza in modo che i raggi che ne emanano possano colpire l ' occhio dell' osservator e, ma, non la carta. Questa tosto appare molto più intensamente illuminata. L'inflt1enza così esercitata dal corpo prodt1· cente i raggi n si esplica a considerevole di· stanza e anche se il corpo s ia involto in carta nera. Dunque sono i raggi lt che rinforzano nel nostro apparato v isivo i raggi luminosi; il li· quido contenuto in tt1tti gli strati del globo ' oculare, 1na specialmente nel vitreo, non li ar· r esta, stante la q11antità di sali in esso disciolti. A que~to proposito giova notare che la stessa soluzione salina in cui si fanno passare i raggi lt pt1ò a sua volta sostituire il mattone nell'espe· rienza descritta: così pure un gl obo oculare di animale, esposto alla lt1ce precedentemente. Tra le sostanze che possono in certe condi· zioni emettere i raggi Jt vanno annoverate an· c-he quelle appartenenti al regno ,·egetale : p er e empio il l egno (se 1nolto conzpresso, altrimenti\ come si è dettoJ è inattivo) il caoutc}1ouc, ecc. L'acciaio te11111erato, i metalli battuti, lo zolfo ,

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SEZIONE PRATICA

cristallizzato emettono i raggi, mentre l'acciaio non temperato è inattivo. Il tempo non sembra influire su questa pro· prietà nei corpi che la possiedono : così un'arma del x secolo e la lama di un coltello moderno emettono i raggi 1i di stessa intensità. Questa alineno apparente persistenza di vibrazioni tanto differenti da quelle note sino ad oggi le fanno ravvicinare a qt1elle dell'uranio, del radio, del polonio, ecc. Come tutte que.ste altre specie di radiazioni, i raggi n possono esser riflessi, po· larizzati, refratti come i raggi luminosi ed hanno una lunghezza d'onda ben definita. Le esperienze dello CHAl{l'ENTIER, che ab· biamo già riferite nell'articolo citato d el n. 4, hanno oggi portato lo studio di questi fenomeni nel campo fisiologico : domani, forse, le appli· cazioni cliniche lo renderanno di maggior e im· portanza anche per i pratici. Ecco perchè non ci è sombra,to del tutto estraneo all'indole di un gior· nale di medicina invadere, per una volta tanto, il campo dL'i fisici. Dott. ORESTE SGAMBATI.

Rubrica dell'Ufficiale saniiario ed Igiene Il fluoruro di sodio nella conservazione del burro. Nei numeri 1291 e 1292 del Journal d'Hggiène sono comparsi due articoli, nei quali si difende, anzi si incoraggia, l'impiego del fl11oruro di sodio por la conser, azione di certe derrate alimentari, ma specialmente d el burro. È raro, per non dir unico, il caso che medici ed igienisti, lungi dal getta.re un grido d'allarme su questi mezzi con· serva.tori che la maggior parte dei medesimi ' 'orrebbe vedere per sempre' proscritto dall'ar· senale tecnico degli alimenti conservati, cerchino una via più moderata e pensino anche agli in· ter essi industriali e commerciali del proprio paese cercando di conciliare la salute dei con· s umntori colle esigenze dei provveditori, ed è perciò che crediamo opportuno, anche perchè questo argomento tocca. o può toccare uno dei quesiti più importanti relativi ad una industria fiorente in alcune regioni d'Italia, riassumere quanto gli at1tori dei predetti articoli ci dicono in proposito. Il primo degli articolisti, dopo aver dichiarato che è d'a.ccordo colla grande maggioranza degli igienisti nel condannare l'impiego degli antisettici nelle materie ali men tari perchè sono agenti 7

217

inibitori della vitalità delle cellule, perchè vi sono sempre degli inconvenienti a impiegarli giornalmente e continuamente per via interna, e perchè in conclusione, nella grande generalità dei casi, non servono che a mascherare la cattiva qt1nlità o la cattiva preparazione di certe derrate, stima, per quanto si riferisce al burro, che il solo agente conservatore che meriti di fare eccezionu alla regola di proibizione degli antisettici sia il fluoruro di sodio. Egli cita le comunicazioni di ARTHUS e di H uBER all'Ac· cademia delle scienze nelle quali è sostenuto che il fluoruro di sodio uccide tutti i microrganisn1i e si oppone ad ogni fermentazione vita.le (n1icotica) senza sospendere le fermentazioni chi· miche e le azioni diastatiche ; fa oss8rvare cla una parte che la conservazione del burro non esige che 10 a 15 grammi di ilt1oruro di sodio per 100 chilogrammi di b11rro, ossia 10 ét 15 milligrammi per 100, dall'altra che questo sale, introdotto nello stomaco a questa dose minima, deve essere trasformato immediatamente dalla calce dell'acqua potabile e degli alimAnti in fluoruro di calcio insolubile ed inerte che tro· vasi nella composizione normale delle ossa e del tessuto dentario; fa vedere, appoggiandosi sulle . esperienze fatte sugli animali per valutarne la dose noci,ra, che la quantità introdotta giornal· mente nell'organismo umano per la consuma· zione di lln burro così trattato è assolutam~nte insufficiente a produrre il benchè minimo cli· sturbo, e . conclude dicendo che pel grande in· teresse che ne verrebbe [tl commercio d'espor· tazione dei burri coll'uso di un tale mez~o con· servatore, efficace a dose minima ed innocuo, è da desiderarsi che il fluoruro di sodio venga studiato in modo esauriente dai fisiologi e dagli igienisti. Il secondo articolista ripete in parte le cosa dette dal primo. Però si approfonda anche più sull'argomento e cerca di rispondere alle se· guen ti qt1attro questioni : 1° se il fluoruro di sodio sia nocivo a11 a sal11te · 2° come lo si impieghi per la conservazione delle derrate alimenta1·i e specialmente a quella del burro; 3° quali effetti produca e di quale durata • essi• s1eno; -.1° quale influenza eser citi sltll'organi mo l'uso delle derrate alimentari stddizionate con questo antisettico. Alla prima domanda risponde collo esperienze di Thompson, Taffeiner e Brandl. Effront, Le· doux Lazzaro, ~ rthus ed Huber, Perret, Robin dalle quali risulta che 1 uso continuato del fluo· (23)


218

ruro di sodio somministrato sperimentalmente, non produce inconvenienti, che, pure arrestando le fermentazioni vitali, non ha alcuna influenza sui succhi digestivi naturali, saliva, succo ga· strico, succo pancreatico, che può essere usato anche a scopo terapeutico e per lungo tempo come antifermentativo senza alcun disturbo della salute generale e delle funzioni dei succhi di· gestivi . .Alla seconda risponde facendo conoscere che in genere, trattandosi di burro, si usano per la. conservazio11e o una Roluzione di fluoruro di sodio al 3 per mille al più, colla quale si lava il più completamente possibile il burro in appa· recchi speciali, oppure ·l'incorporazione diretta del sa.le polverizzato alla dose di 25 centigrammi a un grammo al più per 1000 grammi di burro, secondo la durata di conservazione che si vuole ottenere. Alla terza questione risponde citando esperienze le quali dimostrano una potente azione sui fermenti lattico, butirrico e sui germi contenuti nel burro, quali il bacillo della tuberco· losi, del colera e della putrefazione, le muffe, ecc. Infine la terza questione vien risolta riportando le conclusioni degli autori che se ne occuparono, dalle quali risulta che il fluoruro di sodio non è tossico, non si accumula nell'economia animale, che la s ua eliminazione dalla medesima si fa senza irritare gli organi incaricati di qu~sta funzione, che la sua presenza non modifica per nulla il f11nzionamento fisiologico degli organi digestivi. Conclude dicendo che quesio antisettico è un antisettico indispensabile al commercio e che non se ne potrebbe impedire l'uso senza arrecare un grave danno all'industria locale. Abbiamo voluto riassumere con una certa lar· ghezza questi due articoli per due ragioni: prima (li tutto per richiamare l'attenzione sul fluoruro di sodio come antisettico il quale, dato anche che sia quel prezioso ed innocuo mezzo steriliz· zante che vogliono gli autori dei detti articoli, certamente non è stato ancora studiato nelle Slle proprietà con quella ricchezza di esperimenti e di ricerche che merita la questione, ed in se· condo luogo per porre ancora una volta sotto occl1io certe divergenze di pareri che in igiene applica.ta sono ancora in dibattito, vale a dire che nella lotta <'011tro gli agenti dannosi, nella <.lifesa ad esempio verso le possibili alterazioni delle sostnn~e alimentari, sia da sacrificàrsi ogni interesse industriale e commerciale, o sia possi· bile conciliare una cosa coll'altra. (~nesto dissidio appare manifesto quando si Jl0n i che anche ultimamente nel Congresso di igi'3n~ tenutosi a Bruxelles, questioni di tal ge· nere furono poste all'ordine del giorno, tanto è vero che mentre la maggioranza emise il voto (213)

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lL POLICLINICO

XI, F .A.SC. 7]

che non si d~ve tollerare l'uso di alcun anti· settico nelle conserve alimenta.ri, accogliendo la proposta del prof. Vaillard, vi furono però con· ferenzieri quali il Bergè, il Liebermann, il Ranwez, i quali fecero delle riserve per alcuni an· tisettici. Spècialmente il Liebermann di Budapest insistette sulla questione consigliando di non esagerare ed ammettendo che, pure escludendo in generale l'uso degli antisettici, per le conserve alimentari è indispensabile che in certi casi se ne possa aggiungere una determinata quantità col consenso e col controllo del governo.

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pane, sue cause e metodi per determinarla. LEHMANN. Arcliiv f. JI.ZJgiene, vol. 44, 3).

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L. distingue nel pane: 1° Gli acidi volatili conten11ti nell'estratto etereo costituiti essenzialmente dall'acido acetico, con traccie di acido formico. L. non vi riscontrò mai l'acido butir· rico. Egli consiglia di determinare gli acidi volatili per differenza dall'acidità totale, essendo assai difficile nella distillazione di evitare delle perdite. La quantità loro varia molto, da 43-76 per cento di acidità totale. 2° Acidi fissi solubili in, acq1ia rappresentati dall'acido lattico; esso aumenta specialmente per la fermentazione pa· naria prolungata. 3° .Acidi grassi s1iperiori non volatili e insolubili in a.equa, dovuto probabil· mente alla scissione del grasso ~el pane deter· minata dalle operazioni di titolazione. L'acidità del residuo dell'estrazione eterea del pane è dovuta in gran parte ai monofosfatì del pane; e la scarsa acidità del residuo di estrazione eterea e acquosa è da riferirsi all'albumina. L. determina l'acidità direttamente nel pane triturato e ridotto a pappa con N aOH. N indica la fenolftaleina; questo metodo dà dei valori più bassi del metodo di l\t!enicanti e Praussintz, quantunq11e questo trascuri l'acidità insolubile in acqua. L'.A.. spiega questa varietà di risultati con la precipitazione dell'albumina dovuta ali' alcali e al Ba Cl2, llSaf.i in eccesso nel metodo di Menicanti e Pra.ussintz. •

Recentissime pubblicazion'i:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. S Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla Società Editrice Dante Allahlerl - Roma.

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[ANNO

XI, F ASC. 7]

219

SEZIONE PRATICA

CENNI BIBLIOGRAFICI -

BIBLIOGRAFIA ITALIANA

I. ORSCIIANSJ{Y. Die Vererbung im gesunden

Medicina.

und krankhaften Zustande und die Entste· hung des Geschlechtes beim Menschen. -

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Stuttgart, verlag von Ferd. Enl{e. Il prof. ORSCHANSJCY dell'università di Ora· covia era noto per lavori importantissimi s ulle gravi questioni dell'eredità di c1ti si ,occupa da c irca 15 anni. Il presente 'rolume, edito dal· l'Enl~e, è uno st11dio completo, un vero trattato. L'eredità 'ri è considerata dal punto di vista storico, naturalistico, e fisiopatologico, mentre tutti gli studi altrui sono valutati e riscontrati con la l~rghissima esperienza personale dell'A. Le forzo di trasmissione dei caratteri eredi· tari non sono per l'ORSCHANSKY fisse e stabili per ogni individuo, ma s'evolvono nei vari pe· riodi dollcì vita cosi come si modifica l'energia delle rimanenti funzioni. Alla profonda conoscenza dell'argomento fa perfetto e ùegno riscontro la semplicità, la chia· rezza e la procisione del dettato. Per i medici, e specie per gli ostetrici, che amino fortnarsi 11na buona coltura; per i cul· tori dell e diHci1)line biologiche in genere, questo '-'"Olume. che in meno di 350 pagine condensa lo stato attt1nle del problema dell'eredità, riesce verame11to prezioso. V. A. BÉCL:hlRm. Les i·a)rons de Rontgen et le diagnostie des maladies internes. - Paris, 1904. Librairie Baillière et Fils. L'uso dei raggi Rontgen che rende,ra servizi cosi granlli a.l chir11rgo è divenuto in questi ultimi teiupi prezioso per il medico. L'impiego medico dei raggi Rtintgen come strumento di diagnosi i a,pplica sia allo scheletro e agli altri eleme11ti dell,apparato locomotore che auli ~ organi splancnici. .Alle cli,•crse cavità splancniche, alle cavità craniche, della rachide, del torace e dell'ad· dome corrispondono altrettante divisioni di di· versa importanza e che non richiedono tutte la medeRimn. tecnica. Precisamente tiuesti particolat·i di tecnica illustra 1 A. col corredo di numerose fig1tre e con la forma chiara ed attraente che costituisce uno dei più bei pregi dei libri della « Collec· tion des actualités médicales >~ edita dal Bail· lière di Parigi. a. JJ.

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220

IL POLICLINICO

AMMINISTRAZIONE SANITARIA

I

Cont·erenza sanitaria internazionale di Parigi (1903). Capitolo lI. Misura di difesa degli altri paesi contro i ter· ri tori dichiarati infetti. Sezione I. -

Pubblicazione delle misure prescritte. Art. 10. Il Governo di ogni paese è obbligato a pt1bblicare imm ediatamente le misure che egli crede di dover prescrivere riguardo alle prove· nienze da un paese o da ltna circoscrizione ter· ritoriale contaminata. Egli comunica subito questa pubblicazione all'agente diplomatico o consolare del paese in· fetto, r esidente nella sua capitale, come pt1re ai Consigli sanitari internazionali. È ugualmente obbligato a far conoscere, per l e medesime ·v ie, l'abolizione di queste misure o le modificazioni che vi si apportassero. In mancanza d'agente diplomatico o consolare nella capitale, le comunicazioni son fatte dire tta mente al Governo del paese inter essato. Sezione II. - Mercanzie. Disinfezione. Importazione e transito. Bagagli. Art. 11. Non esistono mercanzie che siano capa.ci di trasmetter e spontaneamente la peste o il colera. E sse non diventano pericolose altro che quando sono state imbrattate dai prodotti clella peste o del colera. Art. 12. La disinfezione non pu.ò essere ap · plicata che alla mercanzie e agli oggetti che l'a utorità sanitaria locale considera come in· f1 tti. Tuttavia le seguenti mercanzie o i seguenti o~getti possono essere sottomessi alla disinfe· zione o anche proibiti, indipendentemente da ogni contestazione che siano o no infetti: 1° L 9 bia.ncherie di corpo, i panni e vestiti lJOrtati (effetti d 'uso), gli oggetti del letto che son ser"\Titi. Qnando questi oggetti son trasportati come bagaglio o in se~uito a cambiamento di domi· cilio (effetti d'in tallamento), non possono essere proibiti e son sottomessi alle r egole dell'arti· colo 19. I pacchi la ciati dai soldati e marinai e rin· via.ti in patria dopo decesso, sono assimilati agli oggetti compres i nel primo alinea del n. 1. 2° Gli strncci, eccettuati, riguardo al colera, <1ttelli compre si ch e son trasportati come mer· c:an zie in grandi balle cer chia.te. 1

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[ANNO

XI, F ASC. 7]

Non possono essere interdetti gli avanzi nuovi provenienti direttamente dai magazzini di fila. tura, tessitura, di confezione o di imbianca. mento; le lane artificiali (Kunst"\volle, Shoddy) e i ritagli di carta nuova. Art. 13. Non occorre interdire il transito alle mercanzie ed oggetti specificati ai nn. 1 e 2 dell'articolo che precede se sono imballa.t i in modo che non si possano manomettere nel viaggio. 'Ugualmente, quando le mercanzie ed og· getti sono trasportati in maniera che nel corso del viaggio non possano aver contatto con gli oggetti imbrattati, il loro transito traverso una circoscrizione territoriale infetta, non deve essere un ostacolo al loro ingresso nel paese di desti. naz1011e. Art. 14. Le mercanzie e oggetti specificati ai nn. 1 e 2 dell'articolo 12 non cadono sotto le misure di proibizione all'ingresso se si dimostra all'autorità del paese di destinazione che son(} stati spediti 5 giorni prima almeno dell'inizio dell'epidemia. Art. 15. Il modo e il luogo di disinfezione, come pure i procedimenti da impiegarsi per assicurare la distruzione dei topi, son fissati dalle autorità del paese di destinazione. Queste operazioni devono esser fatte in modo da non deteriorare gli oggetti che il meno possibile. È còmpito di ogni Stato di regolare la que· stione r elativa al pagamento dei danni-interessi derivanti dalla disinfezione o dalla distruzione dei topi. Se, in causa delle misure prese per assicurare la dist1·uzione dei topi a bordo delle navi, dalle autorità sanitarie sono percepite delle tasse, sia direttamente, sia con la mediazione di una so· cietà o di un particolare, il tasso di queste tasse deve essere fissato con una tariffa. p11bblicata. in antecedenza e stabilita in modo che dall'in:· sieme della sua applicazione non ne risulti un~ sorgente di beneficio p er lo Stato o per l'Am· ministrazione sctnitaria. Art. 16. Le lettere, corrispondenze, stampe, libri, giornali, carte d'affari, ecc. (non compresi i colli postali), non sono sottomessi ad alcuna restrizione nè disinfezione. Art. 17. Le mercanzie che arrivano per mare o per terra, non possono essere ritenute alle frontiere o nei porti. Queste devono essere solo sottoposte alle misure stabilite nell'articolo 12. Tuttavia, le mer canzie che arrivano per mare in imballaggi difettosi e che siano state, nella traversata, contaminate da sorci riconosciuti pe· stosi, senza potere essere state disinfettate, devono essere lasciate in d eposito per una durat&

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SEZIONE PRATICA

massima di 2 settimane affinchè si assicuri la I ufficiale sanitario, per effetto delle accrescit1te distruzione dei germi. loro mansioni. Faccia istanza in primo grado al S'intende che l'applicazione di quest'ultima Consiglio co1nunale e, contro le decisioni di misura non deve importare alcun indugio per questo, potrà ricorrere alla Giunta provinciale le navi, nè spese straordinarie che risultino dalla amministrativa c]1e deciderà dopo a'rer e inteso mancanza di deposi ti nei porti. il parere del Consiglio provinciale di sanità. Art. 18. Quando le mercanzie sono state disin(2856) Sig. dott. O. C. da C. - Non crediamo fettate p er l'applicazione delle prescrizioni del· che la casa di maternità eser citata dalla leva· l'articolo 12, o messe in deposito temporaneo in trice debba ottenere nuova approvazione e suvirtù del terzo alinea dell'articolo 17, il pro· bire per conseguenza nuova visita da parte del· prietario o il suo rappresentante ha il diritto di l'ufficiale sanitario. A tali stabilimenti si ap· esigere dall'autorità sanitaria che ha ordinato plicano g li articoli 35 della legge sanitaria e 83, la disinfezione o il deposito, un certificato indi· 84: del r egolamento relativo. In nessuno di quecante le misure prese. sti articoli si parla dell'ufficiale sanitario, mentre Art. 19. Bagagli. - Ln disinfezione della in tutti si accenna ad autorizzazione del Prebiancheria sporca, dei panni, vestiti e oggetti fetto. che fan parte dei bagagli o dei mobili (effetti (2857) Sig. dott. M. P. da C. C. - Il docu · d'installàzione) provenienti da una circoscrizione mento che andrebbe a carico dell'altro concorterritoriale dichiarata. infetta, non si deve ef· r ente, non dovrebbe essere preso in considerafettuare altro che nei casi in cui l'autorità sa· zione dalla Commissione, perchè ognuno deve, nitaria consideri tali cose come infettate. n ei concorsi, cercare di migliorare la proprja condizione, ma non danneggiare quella degli altri. Come però si potrà dimenticare l'impressione ricevuta da quel documento'/ RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2858) Sig. dott. A . G. B. da B. - Degli anni di servizio precedentemente prestati sono com(2853) Sig. dott. B. C. da R. - Il veterinario pt1tati solamente 15, di modo che Ella compisce devo essere dichiarato obbligatorio dal Prefetto i 25 anni di servizio dieci anni dopo la costituin viRta della maggiore o minore importanza e zione della Cassa e, cioè, nel 1909. Liquiderà la svil11ppo che nel Comune a.b bia la industria ar· mentizia. Fino a quando il veterinario che costà pensione appunto a 72 anni di età e riceverà annue lire 1274. 40, non potendosi in corso di domicilia, non avrà ottenuta la nomina, non è iscrizione variare l'ammontar e del contributo, obbligato a verificare l e carni da macello. Tale cui si è obbligati. incombenza deve, quindi, ancora ricader e sul(2859) Sig. dott. F. da C. - L'ufficiale sani· l'uffici alo sanitario. Se è l't1nico residente nel tario per aver e il dirito, con la nuova legge, di Comune, che sia fornito di titoli speciali d'i· gjene non pl1ò rjnunziare alla nomina triennale rimanere in servizio senza esporsi più al con· nè, socondo una recente decisione della quarta corso, deve aver fatti non due, ma tre anni di sezione, alle successivB eventuali riconferme. servizio. Epperò Ella non potrà aver mai ti· (285!) Sig. dott. G. P. da S. S. - La tassa mor e, perchè se la nuova legge si p11bblica focatico decorre dal 1° gennaio a] 31 dicembre. prima del triennio, deve attendere che questo Ella per i mesi dal novembre al dicembre del· termini, se si pubblica dopo, avrà già fatti i tre l'anno scorso non deve nulla pagare. L'avviso anni di servizio. Quando la condotta è piena, che a' rà rie.avuto sarà per la tassa che deve l'obbligo della cura dei feriti in rissa spetta inpagare entro il corso dell'anno, cominciando dal tera al condottato. Per poter liquidare la pen18 febbraio e terminando a11'8 dicembre. P er sione occorre conoscere l'età che avrà quando la tas a focatico non vi è legge speciale. Esiste sarà collocato a riposo e quanti anni di servizio un regolamento speciale per ogni provincia ed ha prestati prima della istituzione della Ca a. un regolamento comunale. Contro la tassazio1te La R. M. deve cadere a carico dell'impiegato cl1e Ella ritiene eccessiva, può ricorrere in nel silenzio del capitolato. prima sede al Comune ed in grado di appello, (2862) Sig. dott. F. M. da T. - I l certificato contro le decisioni di questo, alla Giunta pro· medico deve essere esteso su carta da bollo ed vinciale amministrativa. anche legalizzato dal sindaco. - Presentato il (2 55) Sig. dott. D. C. da R. F . - Crediamo referto su di un ferito non vi è altro olJbligo anche noi che !,aumentata estensione del terridi ulteriori visite, tranne che non spetti tale torio comunale porti per necessaria conseguenza onere per altra causa. un aumento di assegno al medico condotto ed Doctor J USTITIA. (29)


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NOTIZIE DIVERSE FIREN~E.

- Riportiamo per intero l' ordine del giorno sulla questione de]la lotta contro la tubercolosi : « I professori delle Facoltà mediche di Fi· renze di Pisa e di Siena e della Scuola vete· rinarla di Pisa, preoccupati che l'agitazione per la profilassi e la cura della tubercolosi non ab· bia sufficientemente interessato il paese ed i pubblici poteri, convenuti in Firenze per dare nuovo impulso a tale agitazione e per indicare quali provvedimenti sieno da raccomandare come più urgenti e di più facile attuazione : « insistono anzi tutto sulla. necessità di dif· fondere sempre più nel popolo le conoscenze sui danni, che reca questa malattia e sui più comuni mezzi di difesa individuale e sociale ;" « pensano che sia ìmperioso il bisogno di una razionale separazione, negli ospedali, dei malati di tubercolosi polmonare dagli altri in· fermi, perchè la promiscuità e la impropria or· ganizzazione dei servizi ospedalieri, ora in uso, mentre costituiscono un pericolo per i malati comuni e per il personale di assistenza, rendono impossibile un utile trattamento della tisi polmo· nare ad onta delle g:a.·avi spese che si sot5tengono; « sono d'avviso che gli ammalati di tubercolosi debbano essere possibilmente accolti in I stituti costruiti nelle più adatte località delle rispettive r egioni e do·ve concorrano nella maggior misura quelle condizioni che meglio pos· sono conferire alla cura della t11bercolosi ; "' esprimono il giudizio che i Sanatori, quando con le condizioni di regime igienico e dietetico con corrano speciali condizioni di clima, hanno nn'indubbia efficacia profilattica e curativa ; « riconoscono che per la profilassi della tub er colosi può trarsi grande vantaggio dalle isti· tuzioni, razionalmente indirizzate, le quali mi· rano a rinvigorire i bambini deboli e predisposti (ospizi marini, colonie estive, eclucazione fisica, r efezione s colastica, ecc.) ~ « richiamano l'at tenzione sugli stretti rap· porti, ch e legano l'origine delle affezioni tubercolari con lo cattive condizioni di vita di gran pnrte della popolazioue italiana, in riguardo sp. ecialmente delle abitazioni e della alimenta· z1one. Dopo maturo esame del complesso problema nntituber colaro, ch e così intimamente si collega colle pi1ì di,rerse questioni di igien e individuale e ociale le Facoltà mediche toscane e la Scl1ola ,~eterinaria di Pisa fanno v o ti : « 1° ChP l e scuole, a cominciare dalle ele· m entn.ri, sie110 m esse in grado di poter contri· bltiro alla difft1sione cl elle i1orme più importanti (li ig iene : 2° Che, uniformandosi ad llno dei voti formulati n ol r ecente Congr esso d'igiene di Bru-xelles, il G overr10 fa\ori ca e incoraggi <.1uanto più è po sibilo ql1alunque iniziativa per l'i ·tituzionc tli tabiJimenti cli ct1ra e ricovero tl Ai tt1ber colo i t "anatorì. disp en sarì. ospizi n1arini. Cltre d 'aria a ili. ecc.); « 3° CJ1e s i affretti da parte del Governo, f' a ' rn.ntaggio anche cl egli I stituti, cl1e hanno in mira la profilassi e la ct1ra della t nbercolosi. la tra. formazion e cli q11elle ()p er e pie, ch e più l)

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I non corrispondono ad un serio scopo della vita

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civile; « 4° Che il Governo intervenga per pro· muovere dalle diverse amministrazioni ferroviarie la istituzione di un Sanatorio per il loro personale, una delle corporazioni da noi meglio or~anizzate sotto il punto di vista della previdenza e del mutuo soccorso; « 5° Che agli ammalati di tubercolosi dell'esercito, (lella marina e dei corpi militarizzati, prima che siano restituiti alle loro famiglie, si renda possibile la cura nei Sanatori, ciò che facilmente potrebbe ottenersi eventualmente col concorso della benemerita istitu~ione della Croce Rossa; e 6° Che le Federazioni degli impiegati civili prendano l'iniziativa per l'istituzione di Sanatori, aiutate all'uopo dalle pubbliche ammini· strazioni; « 7° Che essendo l'ambiente carcerario un fomite spaventevole di diffusione della tubercolosi, sia oggetto di provvedimenti solleciti e'l appropriati ; « 8° Che si dia il più valido impulso all'esatta applicazione della legge sanitaria nei Comuni, seg~atamente integrata nei riguardi dell'igiene edilizia e scolastica; « 9° Che i servizi pubblici di disinfezione sieno ovunque bene organizza.ti, resi attivi e assiduamente invigilati; « 10° Che dai servizi di igiene annonaria vengano severamente fatte rispettare le norme regolamentari sulla produzione e la vendita del latte; « 11° Ohe lo Stato si studi di rendere viep· più proficue le leggi sociali, indirizzate al mi· glioramento delle clas~i indigenti e lavoratrici, mercè provvedimenti di igiene del lavoro in rapporto all'età ed al sesso, e di soccorso in caso di malattia; , « 12° Che le classi colte e le abbienti por· tino con vigore e con zelo il contribt1to dell'opera loro nella lotta contro la tl1bercolosi.

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Nell'adunanza che l'Associazione medica romana tenne in via Volturno per di· scutere sull'ese.ccizio professionale abusivo, dopo che il dott. Al essandri11i ebbe letta una dotta ed elaborata relazione in proposito, fu nominata tma Commissione composta dei dottori Caccia· lupi, Alessandrini, l'It1santi, Tioli, Piazza e Lozzi, alla quale venne affidato l'incarico di recarsi dal medico provinciale e presentargli i reclami d ei professionisti. Infatti, lt1nedì sera, quella Gommissione ftt gentilmente ricevuta dall'egregio dott. cav. Ra· vicini, nledico provinciale, ed avendogli esposti i d esicl erata della classe medica riguardo all'e· sercil';l.O abusivo d ei vari rami dell'arte salutare, n e ebbe ris poste con cr ete, di efficacia pratica e di grande importanza per la tutela della pub· blica, salute. ~ P erciò, fra bre, re sarà presentato al prefetto d ella provincia un 11te11iora1tdu11i, affinchè il po· ter e esecutivo pos a provvedere alle singolP questioni in moclo tale da migliorare le condi· zioni d ella popolazione riguardo alla necessarin assis tenza sanitaria, e tt1telare quindi ~on valida efficacia gli interessi morali ed economici della classe m edica. R O:\IA.

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SEZIONE PRATICA

ROl\J:A. - L'Associazione tra i medici del Co· I cato, per l'anno scolastico 1903-904, dell'insegna.mune di Roma, nella seduta che tenne il 3 cormento della medicina legale per i giuristi. r ente, approvò quest'ordine del giorno: N ~ll'U niver~ità di Sassari, il dott. G iuseppe « I medici del Comune di Roma, n el mentre D ev1lla funomtnato, per l'anno scolasti co 1903-904 ch e rinnovano i voti già espressi in altre se- assistent~ nella clinica dermosifilopatica. ' dute che siano apportate opportune riforme al A vanz1 dott. Riccardo fu abilitato, per esa.me servizio sanitario municipale, chiedono frattanto alla libera docenza di odontoiatria nella R. Uni~ che, in base al vigente R egolamento s11lle norme versità di Padova. per le nomine, promozioni, supplenze, ecc., ecc., Ferrari dott. Carlo fu abilitato per titoli alla app;ro,Tato n el giugno 1898 ed .alle disposizioni libera docenza di medicina legale nella R. Uni· del Co11siglio comunale del marzo 1900 pei con· versità di Genova. corsi eventuali ai posti di sanitari non compresi Nell'Università di Roma, il professore Salvanel ruolo organico, l'Amministrazione comunale to~e Ottolenghi fu incaricato, per l'anno scola· voglia al più presto coprire con personale effet· stico 1903-904, dell'insegna.mento della. medicina tivo i posti r esisi da tempo vacanti, e che, at· tualmente, sono in parte coperti da supplenti legale per i giuristi. Il dott. Alessio N azari, settore nel gabinetto ed in parte ancora vacanti; facendo notare ch e, di anatomia patologica, fu . promosso aiuto dal dei st1ddetti posti 13 sono contemplati n ell'at1° gennaio al 31 ottobre 1904, e il dott. Rddolfo tt1ale ruolo organico, ed altri 7 furono già rico· U golini fu nominato settore in quel gal)inetto, nosciuti n ecessari, e qui1tdi p er effetto delle dalla stessa data. anzidette disposizioni del 1900, d ebbono essere Nella Università di Pale'rmo il dott. Pusateri coperti con personale effettivo. » Ercole fu autorizzato a trasferirvi la libera PARIGI. - Nell'ultima conferenza sanitaria docenza in psichiatria, da lui ottenuta, per tiinternazionale di Parigi, la Commissione incari· toli, n ella R. Università di Pavia. cata di studiare le misure profilattiche oontro Il dott. Emilio Engel f t1 nominato assistente le malattie infettive stabiliva che vi debba esn el gabinetto di anatomia umana normale e tosere a Pn.rigi un Ufficio interna!liionale d'inforpografica, per l'anno scolastico 1903-904. mazioni stilla marcia delle malattie infettive · le Nell'Università di Parma ' rennero confermati info1·mitzioni devono esser e comunicate d~lle . ' per l'anno scolastico 1903-904, i seguenti profesAutorità Auperiori preposte all'igiene di ogni sori incaricati: Sta.to. Cugini Alessandro, di psichiatria. e clinica L'Ufficio esporrà e renderà pubblich e le inforn1azio11i a'rute, come pure comunicherà tutti psichiatrica. Rattone Giorgio, d'igiene. i st1oi lct,"ori ai Governi aderenti alla confeZoja Luigi, d'istologia e clinica medica. renza. Nell'Univer8ità di Pisa, per l'anno scolastico COSTANTINOPOLI. - In seguito ad un caso di 1903-904, vennero confermati i seguenti profespeste cl1e si ebbe èt deplorare in Alessandria di sori incaricati : Egi~to , il Consiglio sanitario ordinò che le proSadun B eniamino, cli m edicina legale pei ven1onze da ql1el porto siano sottoposte alla osgiuristi. servazione medica per 2! ore ed alla disinfe· Di Vestea Alfonso, di igiene pedagogica . • z1one. Il dott. Giovanni P ete1la è stato autorizzato C111v AGO (Sia I i Uniti) . - Il Bollettino sani tario a trasferire dalla regia Università di Torino a ufficial o pl1bblicato per ct1ra del Municipio, con- quella di Napoli, la libera docenza di ofta.lmoia stata ch e, da alcuni anni in qua, la mortalità tria e clinica oftalmoia trica. dei bambini di otà inferiore ad un anno è di· ~inttita d el 6~) per cento, e nota che questo • immenso progresso è dovt1to alle Associazioni Conoorsi e condotte. femminili che impartiscono alle giovani madri le cognizioni igienich e relative all'allevamento L ORETO (A11i11ii1i;strazioue del la S . Ca. ·a di). dci fancittlli. Concorso al posto di medico -chirurgo direttore dell'ospedale. Stipendio annllO lire JOOO, aumen· tabile ogni sei anni del clecimo. col beneficio Nomine, promozioni, onorificenze. dell' intera pensione dopo 30 anni di continuato servizio. Scadenza 31 marzo p. v. Per maggiori 1 Xell'l.Tniversità Lli Torino furono nominati dal schiarimenti rivolgersi alla egreteria clell am1() novembre 1908 al 31 ottobre 1904. il dottor ministrazione stessa. Romolo .C'aloin.o, aittto. n ella clinica ·chirt1rgica MILA~O. Dal R. Istituto Lombardo di operator1a, e i dottori Eugenio Delfino e Raf. scienze e lettere sono stati banditi i seguenti faele Giani a. si tenti nella clinica med esima. concorsi a premi : N elln ct1ola di o tetricia in :N" ovara il dotFondazione Cag1iola (pel 190!). - La ·velocità tore )lari o Lampugnani fu nominato as' i "'tente, dei raggi catodici. storia critica ll ell argomento dal 1° gennaio 1904 al 31 ottobre 1905. e nuove ricerche in propo ito. cadenza 1° a · Ne 11' l n iv·erRi t à cli Siena, il dot t. Emilio Fa. prile ~90±. Premio. L . 2500 ed u11n. medaglia la:schi, ll1·ofessorc ordinario di ostetricia e clid\oro clel \alore di L. 500. nica. ostetrica. è tato nominato. per l'anno co· Foudazioue Fossati tpel 1903). tato attuale la ' tico 1903·904. preside '1ella Facoltà ò.i m edi· cit\a o chirurgia. delle conoscenze sulla neL"raf.qia nei riguarcli anaIl profe ~ ~ore Dome11ico Mirto è stato incaritomo-embriologici ed istogenetici !i ·iologici e (31J


IL POLICLINICO

ANNO

XI,

Indice alfabetico aualitico del presente numero.

patologici. Scadenza, 1° aprile 1905. Premio, I L. 2000. Fondazion,e Fossati (pel 1906). - Illustrare Accumulo fecale (Un caso di straordinaqualche fatto di fina a natomia dei centri visivi rio). - WalJace . . . . . . . . Pag. dei vertebrati s11periori. Scadenza 31 marzo 1906. Acidità del pane, sue cause e metodi per Premio, L. 2000. determinarla. Lehmann. . . . , . Fo1tdazione Secco- Con-ineno (pel 1907). - Una Albuminuria ortostatica (Sopra un caso scoperta ben dimostrata sulla nat11ra d el virus di). - Ziveri • . • • • • • . . . della rabbia. Scadenza, 1. 0 aprile 1907. Premioi Anastomosi laterali asett~che (Risultati speL. 864. rimentali di un nuovo processo per le) . .Fo1idazione Zanetti (pel 1905). - Premio di - Parlavecchio • • . . • • . • L. 1000 da conferirsi a quello fra i farmacisti italiani che 'rag~iungerà un intento qualunque Ascoltazione stetoscopica dell'apice polch e venga giudicato utile al progresso della far· monare (Sull'). - Plessi . . . • . » macia e della chimica moderna. Bibliografia italiana • • • . . • • . » Fo1idazione Fossati (p el 190~). - Premessa la Burro (Il fluoruro di sodio nella conserstoria della evoluzione dottrinale sull'argomento, vazione delt • . • • . • • . . » ' localizzare, con ricer che ed esperienze proprie, Cancro dello stomaco e sintomatologia un qualsiasi centro di azione cerebrale psichica, intestinale. - Giacomelli. . . . . » sensoria o motoria. Scadenza, 31 marzo 1904, Cancro primitivo dell'appendice • . • » ore 15. Premio, L. 2000. Cenni bibliografici . . . • . • • • » Te11·ia per1nane11,te (pel 1905). Una scoperta ben Concorsi e condotte • . . . . • • » provata sulla cura della pellagra, o sulla natura Conferenza sanitaria internazionale di Padei miasmi e contagio. Scadenza. 31 dicembre rigi (I 90 3) . • • . • . • , . . lt 1904. Premio, L. 2500 e una medaglia d'oro del Dolori di origine uterina e periuterina • ~ valore di L. 500.

Premio Semigratuito IInportante 1 La nostra Amministrazione è in p.;rado di offrire agli abb011ati del POLICLINICO l'uti· lissimo

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(32)

Eclampsia puerperale (Nuovi casi di - curati col veratrurn viride). - Pinzani. Emisezione traumatica del midollo (sindrome di Brown-Sequard). - Peugniez e Philippe • • . • . . • . . • -E morragie (Contro le) • . . . . • • Esofago-gastrostomia transdiaframma tic a (L'). - Gosset . • . . . . • . Infezione puerperale (Profilassi dell'). Fehling . • • . . • . . . .. . Lepto1neningite circoscritta e sulla para· lisi dell' abducente di origine otitica (Sulla). - Gradenigo • • . . . . Malattie intra- ed extrapontine (La diagnosi differenziale delle). - Schwarz . Nefrectomia per cisti da echinococco. . Berruti . . . . · . . . . . Nomine, promozioni, onorificenze . . • Notizie diverse . . . . . . • • . Occlusione intestinale (La diagnosi <li sede dell'). - Ta vel . . • . . • . . Orecchio medio (Lesioni dell' - da vegetazioni adenoidi). - Poli . . • . . Raggi n (raggi di Blondlot) (Che cosa sono i). - Sgambati . • • . . . Riflessi tendinei e cutanei (Intorno al si· gnificato diagnostico di alcuni). - Oppenheim . . . . . • • . . . • Risposte a quesiti e a domande. : . . Tirosina (Sulla presenza della - e sulla diazoreazione nelle urine dei diabetici)• - Nicola . . . . . . . • . . Uretere (Legatura dell, - e suoi esiti). - Fiori . . . . . . . • • • • Vescica doppia osservata nel coniglio (Caso raro di una). - Fiori . • • . L. Ta1wAN1,

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Roina, 20 :febbraio 1904.

Anno XI.

Faso. 7.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vl'l'TORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Angelici: I bacilli fusi{orn1i di Vincent-Af1ller nell'uonio e negli animali. - Riviste: - ~lEOlCI~A: - Anfreobt: Sopra la patogenesi della tubef'colosi pulmonare. - Goldmann: Disturba della senaibilità cutanea 11elle 1nalatli& clei pnlmorii e speciu.lmente nella tubercolosi. - CHJR U RGlA: - Walthardt: Struma colloydes cystica dell'ovaio. - Borelius o 1'Iuller: 1\Tuove 111odificazioni al metodo di Maydl pel trattamento dell' estf'o{ia cor.yenita della vescica. - Ritter von Stejskel und Axisa : JJodi{icazioni della secrezior•e ga~trica in seguito all'estirpazione di un solo rene. -1.)erthes: Influenza dei raggi di Rontgen sui tessuti epiteliali e specialmente sul carcinoma. - UER 11.\. TOLOGI \. : - Prissma.nn : Sulla questione del pemfigo. - Wilfl'id B. \Varùe: L1,pus erytheniatosus. - Accademie, Società. mediche, Congressi: - RE(}I A Ace Allt<: ~llA M1·: uu :A 1>1 RontA . - Osservazioni cliniche: - Andreoli: Cisti 111utticolare del pancreas guarita con l'est1r11azione totale. Calcolosi panct·eatica. - Note di medicina scientifica! - Sulla patoge11eai della tubercolosi polrnonare. - ln{ezio11e tubercolare primitiva di origine intestinale. - Tra smissione per lo sperma dei bacilli tubercolari a ll 'enibrione. Pratica professionale : - CASUIS'l'ICA: - Etiologia, delle meningiti ed importanza diagnostica della puntura lonibare. Atassici locomotrice t1·au1natica. - Forme cliniche delle paratisi post-infettive. - APPUNTI DI TRRAPIA: - Cura d ·i vermi inteslirlali r&ei ba111bini. - Contributo all'estirpazione clell' appendice. - Nella colite muco-membranosa. - Clisteri nutritivi. - Topici per le ragadi anali. - Pillole contro la stipsi. - Varia. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana : Aledicino.. - Amministrazione sanitaria: - Con{er8n :a scuiitaria interna,zionale di Parigi (1903). Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico

Ricordia1no ai Signori Abbonati che pe1· ricevere il volu111e di premio debbono spedire subito l' inte1·0 i1n1>orto del 101·0 abbonamento. Chi non l'avrà spedito entro il mese di febbraio, non avrà più diritto al premio. Coloro c11e l1anno già spedito il solo in1porto dell'ahbo11a111ento, sono 1>regati di mandare i soliti 50 centesin1i se desiderano avere il lib1·0 raceo1nandato.

I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Corso Umberto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. E. C\10RELLI. Diritti di proprietà r i s e r v a t i

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L i\ VORI ORI GIN ALI LABORATOitlO BA TTERfOLOGICO DELLA SANITÀ PUBBLICA diretto dn.l Prof. B. GOSIO (Conunissiooe n1ilitare per lo studio di alcune epizoozie)

I ba\cilli f"11sifor1t1i cii Vincent - Miller 11ell'uo1no e 11egli animali per il dottor

GAETANO

ANGELICI.

Questi bacilli furono descritti prima dal V INCENT, che li trovò nelle f'orme di angina pseudo-difterica ed ulcero-membranosa dell'uomo. Sono lunghi 8-12 p. ; non resistono alla colorazione col metodo di Gram; non sono stati ottenuti finora in coltura pura nei comuni terreni nutritivi.

Accanto ad essi si trovano nella forma ulcero-membranosa altri bacilli (spirilli) che pur non resistono al Gram e sarebbero incoltivabili ( V1NCENT) . Il BERNHEIM e PosPI :-.cHILL trovarono in più di 30 casi di stomatite ulcerosa nell'uomo lo stesso bacillo f·usiforme, che da altri autori venne poi identificato con quello di V1NCENT, e che pur dal B ERNHEI:\l fu ritenuto i·ncoltivabile, perchè in nessuno dei comuni mezzi di coltura aerobica ed anaerobica si riesce a farlo sviluppare. Altri autori in seguito confermarono il V1N CENT e il BERNHE1~1, attribuendo tutti più o meno grande importanza etiologica o patogenetica ai bacilli fusiformi nelle ( 1)


226

IL POLICLINICO

due forme morbose surricordate: angina e stomatite ulcerosa. Questi bacilli, oltrechè nella bocca e faringe sono stati poi anche rinvenuti su altre parti del corpo in diversi processi morbosj; per cui assunsero una importanza • , sempre maggiore. ABEL e V1NCENT li trovarono nella can· grena di Ospedale; S~ITZ li ha trovati 110 volte su 202 casi fra le più svaria.te affezioni della bocca e dell'apparecchio respiratorio, ed anche dell'apparecchio digerente (nelle feci dei malati). Sono stati riscontrati anche nel sangue da S1LBERSCHMIDT, e perfino nel noma dal RANKE, il quale recentissimamente attribuiva appunto a queste forme microbiche una grande importanza per la etiologia del noma. RooELLA ritrovò questo bacillo f'usiforme, insieme con altri aerobi ed • anaerobi, in lln caso di ascesso gassoso. Altri autori infine hanno trovato nel noma un bacillo che corrisponderebbe, come esporrò appresso, a quello di V1NCENT. Importante è poi il fatto messo in rilievo con una recente nota dal RonELLA, e cioè che i bacilli di Millerr presenti negli interstizi dei denti dell'uomo sano, sono jdentici completamente per la forma -ed il comportamento nelle colture ai bacilli fusiformi di Vincent. Sono tanto· gli uni che gli altri immobili, e non prendono il Gram: non sono coltivabili in coltura pura.: si sviluppano bene entrambi nei mezzi colturali liquidi e non nei solidi: in brodo comune danno, secondo l'autore, sviluppo di gas e forte odore nauseabondo : resistono bene agli acidi per 3-5 generazioni (in brodo col 3 per cento di acido acetico), qualora i trapianti si facciano assai abbondantemente ogni 24-48 ore: si trovano però sempre associati an· che nelle colture in brodo acido con molti o pochi oocchi. Per questi caratteri la cui importanza speciale metterò in rilievo nelle considerazioni di cui appresso, io ho creduto utile ricercare e studiare ancora questi bacilli negli interstizi dei denti di alcuni animali domestici, ol treohè nell'l1omo. (2)

1

[ ÀNNO

XI, F ASC. 8)

Tecnica. ·- Il metodo seguito per tutti è questo, indicato già dal RooELLA. Con materiale tolto dagli interstizi dei denti si insemenzano alcune provette sterili di brodo comune (e talvolta anche contemporaneamente ne infettavo alcune di brodo zuccherato con 1 per cento di zucchero d'uva). Dopo due o tre giorni di sviluppo a 37°, si decanta il brodo dalle provette, e si versa subito in sua vece sull'abbondante sedimento il brodo all'acido acetico 3 per cento. Ogni uno o due giorni si ripete la stessa operazione, aggiungendo sempre nuovo brodo acido. ' Con questo procedimento, si ha il van· taggio di trapiantare nel brodo acido un materiale molto abbondante; e si giunge ad ottenere il bacillo f"usiforme se non in coltura pura, in quantità assai preponderante e mescolato con pochi cocchi. Ho fatto anche, come dirò, altri tentativi di coltura del bacillo in terreni solidi e liquidi diversi, per potere precisare meglio qualche particolare relativo alla biologia di questo interes~ante microrganis~o-. Finora le mie ricerche riguardano, oltrechè l'uomo, i seguenti animali: cane, gatto; cavallo e asino; bue e vitello; co· niglio ; cavia; ed anche una scimmia. Ho avuto sempre cura _di allestire con il materiale di ogni animale anche i preparati microscopici diretti, saggiando diverse colorazioni, come riferirò partitamente appresso. Uomo - Ho innanzi tutto potuto confar· mare l'esattezza dei risultati suaccennati, ottenuti dal RooELLA; inquantochè ho ri· scontrati i bacilli fusiformi nella mia bocca ed in quella di un mio inserviente. I ca· ratteri colturali coincidono con quelli ad essi assegnati dal RoDELLA. Si trovano nel brocto commisti con molti cocchi, i quali nei . successivi trapianti in brodo acido vanno diminuendo, :finchè dopo 5 trapianti circa, i bacilli fusiformi che prima erano abbondantissimit cessano lo sviluppo. La reazione del brodo comune dopo 24-48 ore da che è stato insemenzato con mate· riale interstiziale dei denti, è palesemente acida. ;

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SEZIONE PRATICA

Feci da questo brodo un trapianto (ol- 1 saggiato anche vis·à-vis dei bacjlli fusiformi trechè nel brodo all'acido acetico), anche trovati negli animali, ottenendo identico nel brodo f enoftn,leiriico ctlcalino (brodo risultato. Abba); il quale dopo 18-24 ore si presentò Per quanto riguarda la morfologia dei decolorato; ma nel materiale sedimentato bacilli, la loro disposizione e simili, vedi in questo brodo non erano più presenti i appresso (cane e scimmia). .La loro lunbacilli fusiformi. E trapiantando abbon· ghezza va dagli 8 ai 12 (J. circa, come dantemente questo materiale nel solito quella dei bacilli f'usiformi di Vincent. brodo acido, neppure mi fu possibile ritroCane e gatto. - Nel materiale interstivarli. Vi ho trovato invece in grande quan- ziale dei denti di parecchi cani (1) ho ritità uno streptococco a grossi cocchi, con scontrato, con il metodo della coltura in catene spesso avvoltolate a gomitolo. brodo all'acido aoetico, i bacilli fusiformi Ho trovato anche, come dirò appresso, come nell'uomo. che questi bacilli e quelli del cane, non si Nei preparati microscopici diretti del sviluppano nel brodo glucosato, in coltura materiale sono pur visibili, ma di solito aerobiotica. in minor numero che nell'uomo. Si trovano Per quanto riguarda le proprietà di co- sempre uniti con altre forme batteriche lorazione, che ho voluto studiare un po' par· (specialmente a cocchi, a leptothrix e qualticol~.rmente, ho trovato che questi bacilli, che altro bacillo grosso, avente diametro tanto nei preparati diretti che in quelli trasversale più grande ed estremità non delle colture, non resistono alla colora- appuntite, e qualche spirillo). zione con il metodo di Gram ; si colorano Sono in genere più corti di quelli del· bene in genere con gli ordinari colori di l'uomo, cioè 4-8 fino ad 11 11. circa. anilina, e poco resistono ai decoloranti Si presentano il più delle volte diritti (alcool assoluto, acidi). Si colorano meglio e sempre con le estremità che terminano con j} liquido di Ziehl, o con la soluzione a punta, ma non mancano anche le f'orme Weigert, modificata da Gu1zzETT1, sen- alquanto ricurve, ed altre forme che prez'acqua di anilina (cioè gm. 1 di violetto sentano t1na sola estremità assottigliata. di genziana; eme. 5 di acido fenico ; eme. 10 Così pure si riscontrano anche delle di alcool assoluto; 95 di H 2 0). forme con diametro trasversale sottile come Con questa soluzione, come con lo Ziehl, le precedenti, ma più lunghe, quasi filai bacilli si colorano benissimo anche in mentose: e talvolta ho visto qualche forma 6-8 secondi a freddo; mentre con la sem- filamentosa distinta in segmenti, l'ultimo plice soluzione di violetto di genziana o dei quali aveva l'estremità assottigliata (2). Ho tentato di provocare lo sviluppo di di bleu di metile sono male colorati anche dopo 1 1 / 3 -2 minuti primi. Però anche dopo queste forme, variando la quantità di acido la colorazione con il \\' eigert o con lo acetico nel brodo di coltura ; ma non mi è Ziehl, l'azione della tintura di jodio o della riu cito. I bacilli non vegetano più nel soluzione acquosa di acido tannico al 2ò brodo con il 4-5 per cento di acido acetico. Le suddette forme allungate di bacilli per cento riesce decolorante come nell'ordinario metodo Gram. ho trovate anche in alcuni preparati a Ho tentato anche la colorazione con il fresco, accanto alle forme per così dire metodo Neisser (soluzione A e soluzione B ), normali. Dopo 3-5-ti trapianti in brodo acido il che si adopera per la diagnosi microscopica del bacillo difterico; ma i bacilli fu. numero dei cocchi diminuisce moltissimo, mentre è diventato preponderante quello siformi non si colorano (1). Questi procedimenti di colorazione ho dei bacilli fusiformi. I micrococchi si presentano parte sparsi e parte in ammassi, (1) Dn. <.1uanto dirò appresso apparirà la ragione <.l i qne to \ano tentati\o di colorazione: como pw·c tlegli altri saggi di colorazione st1rriforiti.

(1) E con minor freq11enza in c1ualche ga tto. (2) Qualch e forma filamento a che ~: tro,a, s'intencle. anche n ell't1omo rag cri11nge ;-5 /·circa.

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IL POLICLINICO

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nei quali sono frammisti, intrecciati i bacilli fini. Questi sono spesso riuniti a piccoli gruppetti o cespugli, e talora riuniti a due, a tre nel senso della lunghezza. Se ne vedono talvolta anche alcuni più corti degli altri, leggerissimamente ricurvi, con estremi assottigliati, quasi come mezze parentesi.

È notevole che nello stadio per così dire di fa stigio, o di apice dello sviluppo (al 3° trapianto circa nel brodo acido) io non ho riscontrate, anche nei, bacilli dell'uomo, le forme allungate di cui sopra; o per lo meno dovevano essere molto più rare. Le ho trovate invece abbondanti e quasi da sole insieme con ammassi di cocchi, dopo 5 trapianti in brodo acido del materiale preso da un cagnolino. Per quanto riguarda le proprietà di co· !orazione, questi baoilli si comportano come quelli dell'uomo. Cavallo e asirio. - Non si trova in questi animali un materiale interstiziale dentale, come quello dell'uomo e dei cani. Spesso fra gli incisivi manca del materiale, o seppure si trova qualche arista di biada o frammento di fieno od erba e simili. La flora microbica in questo materiale osservato a fresco è sempre ricchissima; ma mancano i bacilli fusiformi. Neppure con il suaccennato metodo colturale mi è stato possibile metterne in rilievo la presenza o lo sviluppo non dubbio come nel1' uomo e nel cane. Dopo 7-8 trapianti di cui sopra, nel brodo acido, anche qui rimangono soltanto pochi cocchi sotto tutto il campo del microscopio. Anche in questo materiale equino dunque i cocchj dimostrano una indubbia proprietà di resistenza agli acidi, quasi come i bacilli fusiformi. Anche con questo materiale, pur non essendo presenti i bacilli fusiformi si ottiene s'intende un rigoglioso sviluppo batterico nel brodo comune e nel brodo zuccherato; e specialmente nel primo si verifica lo stesso dopo 12-24 ore la presenza di reazione acida, e di un <1dore fetidissimo, nauseante. Dopo il primo trapianto in brodo comune, riscontrai una volta nello esame ( 4}

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XI.• F ASC.

microscopico del sedimento, fra molti cocchi e bacilli grossi, alcuni bacilli fini, che a vevano l'aspetto dei fusiformi (?) ; ma nei successivi trapianti in brodo acido non ne ottenni lo sviluppo; onde in assenza di questo, credo conveniente astenermi dalla identificazione o diagnosi batteriologica, trattandosi pur troppo di un batterio non coltivabile in coltura pura. Bue e vitello. Coniglio e cavia. - Per questi animali posso ripetere quanto ho sovraccennato per il cavallo. Non è possibile a vere il solito materiale interstiziale dei denti incisivi, che in ge· nere sono bianchissimi, levigati. Ho fatto perciò qualche ricerca sulla saliva e sur un po' di muco vischioso asportato dagli interstizi dei denti incisivi; e sur una vitella trovai nell'esame a fresco, accanto a leptothrix e cocchi, alcuni piccoli bacilli, più corti ancora di quelli del cane, con le estremità assottigliate, immobili, non re .. sistenti al Gram. Avrebbero avuto lo aspetto (non considerando la lunghezza) dei bacilli fusiformi; ma nei trapianti successivi in brodo acido non ne ottenni lo sviluppo rigoglioso (1). Anche con il materiale preso da questi animali si ha sviluppo batterico in brodo comune, con produzione di gas ed odore fetido; e lo stesso dopo 4 trapianti in brodo acido sopravvivono quasi soltanto pochi cocchi. Scimmia. - Dopo che avevo fatte già le ricerche negli animali di cui sopra, pervenne a questo laboratorio per altri espe· rimenti una scimmia (un cercopiteco femmina); dalla quale mi è riuscito facile· avere un po' di materiale interstiziale dei denti, che ho sottoposto al soìito esame microscopico a fresco, e colturale. Tanto nel primo che nel secondo mi sono potuto accertare deJla presenza dei bacilli fusiformi, commisti con cocchi ed altri bacilli più grossi e corti. ' E notevole che anche nei preparati di.. (1) Nel coniglio pure tro,,.ai con lo esame di materiale a fresco t1n identico bacillo, corto. Quelli st1accennati della vitella mi ricorda"'Vano qttelle forme corte cl1e 110 trovate anche nelle colture del enne, e che ho somigliate a mezze parentesi.

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XI F .A.SC. 8]

SEZIO:.N'E PRATICA.

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retti del materiale i bacilli si trovano in ' b) Nelle molteplie;i osservazioni a gocgrande numero, come quelli dell'uomo ; ed cia pendente, ho trovato sempre in1mobili anche per la lunghezza si avvicinano di i bacilli f'usiforn1i. Il HERNHE1M, contradpiù a qt1elli dell'uomo, variando dai 9 circa, detto poscia da altri; riteneva il suo bacillo ai 16 11. Se ne trovano anche molti di circa mobile. 18-19 IJ•• Nella saliva dell'uomo o degli animali Per il resto della morfologia e per le essi non si trovano, fatta astrazione da proprietà di colorazione, rispecchiano com. qualcuno rarissimo, somigliante per la forpletamente i caratteri di quelli del cane e ma e lunghezza. . dell'uomo. La reazione delle colture in brodo sia • con mate1·iale dei denti contenente bacilli Ritengo opportuno fare menzione di al- fusiformi, sia con materiale dentale che cuni fatti generali, che ho avuto occasione non ne contiene, diviene come ho già acdi rilevare nel corso delle mie ricerche su cennato più o meno acida. questi bacilli tanto nell'uomo che negli e) Essi non sempre resistono alla conanimali. correnza vitale in genere con altri microra) Nel brodo zuccherato con l'l 0 / 0 di ganismi. Questo f'a tto io ho voluto constaglucosio in coltura aerobica non si svilup- tare, per una ragione che riuscirà chiara pano i bacilli in parola ; e quindi il brodo nelle considerazioni di cui appresso, metzuccherato non può essere sostituito, come tendomi presso a poco nelle stesse condiio avevo tentato, al brodo acido per la zioni sperimentali adottate dal Gu1zzETT1 coltura dei bacilli medesimi. Si sviluppano per studiare la resistenza alla putrefazione invece in queste colture in brodo zucche- di certi germi trovati da lui nel noma. rato tanto con materiale proveniente dalHo perciò infuso un'abbondante quanl'11omo che dagli animali, molte forme di tità di sostanza interstiziale dei denti delgrossi cocchi (diplococchi, streptococchi) (1) l'uomo o del cane, con alcune gocce di e meno di bacilli (grossi e lunghi o tozzi, saliva e di brodo, ed ho lasciato il miscu. ' . . e p1t1 o meno r1curv1). glio al termostato. Questo fatto, che io pongo in rilievo, Dopo il primo giorno il miscuglio, che dell'assenza <li sviluppo dei bacilli fusi- già emana odore nauseante, contiene molti formi nei brodi glucosati, non potrebbe bacilli fusiformi, insieme con cocchi ed altri essere facilmente spiegato con la eventuale batteri. Dopo il terzo giorno si trovano già molto formazione di acidi nei brodi medesimi; poichè sappiamo che questi bacilli invece diminuiti; mentre sono aumentati specialvegeta.no bene nei brodi acidi. mente dei grossi cocchi ; dopo il quinto Nelle colture in brodo glucosato, manca. giorno i bacilli fusitormi sono scomparsi, come nelle colture glucosate di altri bat- e predominano ancora le catene ed i cumoli teri, la produzione di gas o di odore fe- di grossi cocchi. ' d ) E pur degno di nota il fatto, che tido. A questo proposito ricordo che il RooE1 LA attribuisce la produzione dell'o- avevo già osservato con il materiale prodore fetido nelle colture in brodo comune veniente dall'uomo, ed ho ripetuto nelle ai bacilli fusiformi. ricerche sugli animali trapiantando mateP er parte mia ho trovato nella ricerca riale (1) dal brodo comune nel brodo f edi cui alla lettera seg. d, che i cocchi col- noftaleinico alcalino (brodo Abba). Questo viene entro 24 ore completamente tivati i1el brodo fenoftaleinico alcalino dimostrano da soli, senza i bacilli fusi~ decolorato, ed acquista pur odore f etidissimo: e tanto se viene infettato con maformi, questa. proprietà. teriale contenente i bacilli fusiformi o con (1) Ho i.. olato q ue~ti gros i cocchi. e li ho tromateriale che non n e contiene. Nei .fiocchi ':n~i f e r caratt.eri micro copici e colturali idenI

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t1c1 (.) a q t1ell1 tro,-a1ti n ei brodi fenoftalei11ici ' d 1. ct11. a ppres8o.

(1) Con una o due an e di }>latino s·intentle: e non con il metodo della decantazione.


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IL POLICLINICO

depositati in fondo a questo brodo deco- 1 lorato non si trovano invero nell'un caso o nell'altro i bacilli in parola; e tanto meno si riesce a provocarne lo sviluppo trapiantando il materiale dal brodo fenoftaleinico nel solito brodo acido. Si noti però che anche dopo 4.5 trapianti successivi del materiale nel brodo acido, quando si ha uno sviluppo rigoglioso dei bacilli fusiformi, questo materiale stesso riesce ad intorbidare e decolorare completamente entro circa 40 -48 ore il brodo fenoftaleinico, con la produzione solita di gas ed odore fetido. Non si può tuttavia supporre che questo importante fenomeno sia dovuto ai bacilli fusiformi; poichè l'esame microscopico delle colture nei brodi decolorati fenoftaleinici lascia vedere soltanto molti grossi cocchi e diplococchi in coltura quasi pura (senza i bacilli fusiformi) . Questi coc· chi, che avevo già trovati negli stessi brodi insemenzati con materiale proveniente dall'uomo, possono essere di nuovo trapiantati èon sviluppo positivo in altri brodi fenofta· leinici, che vengono decolorati ed acquistano odore fetidissimo . Essi coagulano completamente il latte entro 18-24 ore; e si sviluppano benissimo nei terren~ solidi (agar '· Sulla superficie dell'agar inclinato entro 24 ore f'ormano colonie biancastre, rotonde, umide, spesse e rilevate, con abbondante deposito fiocconoso nell'acqua di condensazione, e con sviluppo del solito odore fetido. Questi grossi cocchi trapiantati sia dalle colonie in agar, sia dai brodi decolorati fenof'taleinici, nel brodo comune si sviluppano ancora, e danno la reaziorie dell'i·ndolo (da me saggiata dopo circa 3d ore) positiva. (Si ottiene subito dopo circa 10' la colorazione rosa del brodo, che si fa più intensa nelle ore successi ve: metodo Kitasato). Ricorderò infine che questi grossi cocchi trapiantati anche abbondantemente nel solito brodo acido con 3 °/ 0 di acido acetico, non si sviluppano (1). 1

(1) ... :ron ho iutPso s'intende c.he fare uno studio 1nolto soJJ1111ario e direi quasi preliminare (rist rhandomi di co111pletarlo in segtLito se sarà 01>pol'lt1no) tlello streptococco di ctLi opra, al ( G)

[A?rno XI, FA.Se. 8)

e) Per quanto riguarda i tentativi da

me fatti circa la coltura pura dei bacilli, riéorderò innanzi tutto ohe mi sono riusciti infruttuosi anche per i bacilli f'usiformi degli animali, non avendo mai potuto ottenere lo sviluppo di colonie di questi bacilli su terreni nutritizi solidi (agar semplice e glicerinato, patate, siero di sangue solidificato). Qualche volta ho trovato soltanto nell'acqua di condensazione i bacilli fusiformi, ma non in coltura pura: e due volte su quattro ho riscontrato una evidente :fluidificazione del siero in fondo all'innesto. Qualche coltura anaerobica liquida, sia in brodo comune, sia in quello con acido acetico (metodo Gruber), non mi ha dato migliori · risultati; e così pure ho tentato senza risultato la coltura del bacillo su patate acidulate (con acido lattico). N eppure nell'acqua di condensazione di queste ho trovato i bacilli in parola. Infine ho tentato lo sviluppo dei bacilli, trapiantando abbondante materiale ·nel brodo comune dalle cdlture in brodo acido (dopo il 4° o 6° trapianto nel brodo acido stesso); e così pure pensai di trapiantare abbondante materiale da queste colture in brodo acido, su colture in brodo dei grossi cocchi e streptococchi di cui sopra ; ma pur troppo anche questa associazione microbica non mi ha f'avor!to lo sviluppo dei bacilli fusiformi (1 ). Ritengo peraltro necessario insistere nelle prove con colture anaerobiche, come mi consiglia il direttore di q nesto laboratorio prof. Gosio.

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* ** Conside1·azioni e conclusioni. -- L'insieme

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delle osservazioni da me fatte mi autorizza dunque a ritenere che anche in alcuni animali sani (e specialmente nel cane e nella scimmia) si trovano come nell'uomo

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solo scopo di sorprendere o svelare qualche e'rentt1ale rapporto tra la biologia di questo microrganismo e q11ella oscura del ft1siforme. (1) Questo te ntativ-o mi era stato ispirato an: cl1e dal fatto cl1e l'associazione di streptococchi e comnni piogeni con i bacilli ft1siformi del Vincent, valse a determinare (come ricorderò n elle considerazioni Aeguenti) l'azione deleteria i11 zivo clei bacilli mollesimi. 1

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XI, F .A.SO. 8]

SEZIONE PRATICA.

i cosidetti bacilli fusiformi (bacillo di Mil- ' V1NCENT nei suoi bacilli riscontrò una forte ler o bacillu,s hastilis di Sei tz) ; e che pur resistenza agli antisettici in genere; al essi sono incoltivabili nei terreni nutritizi punto che i bacilli stessi si ritrovano nelle solidi, mentre possono essere coltivati in piaghe anche dopo 10 giorni di disinfezione simbiosi con altri (cocchi) nei terreni liquidi, quotidiana con iodoformio e compresse di e particolarmente nel brodo con acido ace- sublimato. Potrebbe sembrare un controsenso la tico al 3 per cento. Non si sviluppano nel brodo glucosato poca resistenza che il m.icrorganis mo offre ali' 1 per cento, e nè nel brodo fenoftalei- invece in qualche circostanza alla concornioo alcalino da me adoperato; e nè su al- renza vitale in genere con altri microrga · cuni terreni solidi o liquidi sp'3ciali da me nismi in vitro ; ma b en di verse invero sono le condizioni della sua vitalità in vivo, da saggiati. Altre proprietà morfologiche e di colora· quelle i·n viti·o zio ne di questi bacilli degli animali corri· Per quanto riguarda lo sviluppo simbiospondono perfettamente a quelle dei bacilli tico del microrganismo, sul quale io penso di Miller dell'uomo, e quindi anche a quelle di riportare !,attenzione con altre ricerche, dei bacilli fusiformi Vincent-Bernheim; con osserverò sin da ora che mj pare un fatto i quali sono stati giustamente identificati molto interessante anche dal punto di vidal RooELLA i bacilli di Miller. sta pratico, cioè in rapporto ad una evenQuestn. identicità fra questi bacilli tra- tuale azione patogenetica del microrgasparirebbe in vero, per quanto è possibile, nismo nell ~ uomo e negli animali. Osservo inoltre che questo fatto trova anche dal confronto tra le figure che dei suoi bacilli diede il V INCENT (Ann. PASTEUR), intanto il suo posto nella batteriologia a fianco di parecchi altri casi di simbiosi ed i miei preparati microscopici. Si può qttindi conchiudere che i bacilli mi"-crobica ,· con i quali potrebbe essere in· fusiformi trovati da V1NCENT, BERNH·EIM ed tegrato e rischiarato. altri in alcune forme morbo8e (angina, stoE. GoTscHLICH, nel trattato in via di matite, ecc.) ~i~trovano anche con gli stessi pubbliea7ione di KoLLE e WASSERMANN, ne caratteri negli interstizi dei denti dell'uomo cita due soli casi: uno dovuto a FRoscH resano e di alcuni animali. lativo alle amebe ed ai batteri, l'altro relaDal lato teorico o batteriologico lo studio tivo ai bacilli della difterite, osservato e di questo microrga11ismo si preset1ta molto studiato da GRASSBERG, MEUNIER, 0ANT ANI interessante, per tre fatti principali, che juu., GHoN e PREYss, LuERSSEN, e ultimarisultano anche dalle mie ricerche surrife- mente da N EISSER nell'istituto di EHRLICII. rite, e oioè la necessità dello sviluppo simE sistono però, come è noto, molti altri biotico clel microrganismo nei terreni nu- casi di simbiosi, scoperti fra batteri anaetritivi da me provati; lo sviluppo limitato robi ed aerobi, da P 1\STEUR, a LABOR1us, soltanto in colture liquide e non nelle so· Roux, PENZO ed altri ricordati nel recenlide ; e la sua resisteriza. speciale agli acidi. tissimo studio del WALTER. Quest'ulti1no fatto avvalora in certo qual Merita anche di essere ricordata l' ossermodo le vedute del RANKE circa la classe vazione di METCHNIKOFF circa la simbiosi cui appartiene detto microrganismo (classe dei germi del colera con altri microrgadelle streptotrichee); pcichè è noto che fra nismi (sarcine, torule, ecc. ) ; e l'osservale streptotrichee appunto sono le f'orme zione di CuNNIGHAi\t, il quale trovò che in più resistenti agli acidi. certi casi il vibrione del colera non si Anche il fatto da me rilevato circa la sviluppa se non quando altri germi ridupresenza di forme allungate o filamentose cono o sopprimono l'acidità del mezzo. (frammentate o no ) starebbe a ricordare Ulteriori ricerche ci diranno se il nostro questa veduta del RA~r~E. fosse un caso speciale di simbiosi necessaria A proposito di resistenza del microrga- o se dovrà asoriversi fra i molteplici casi nismo è bene tener presente che anche il di simbiosi non necessaria degli anaerobi. (7)


IL POLICLINICO

Oltre qu_esti casi di simbiosi per così dll.·e in vitro dei batteri, vanno tenuti presenti s'intende anche i molteplici casi di simbiosi i1z vivo, che da molti autori sono stati indicati, se non dimostrati, quali fat· tori essenziali nella patogenesi di alcune malattie infettive. Per forte ragione di analogia, quindi, noi constatando che il nostro microrganismo (il fusiforme) ha uno sviluppo simbiotico e limitato in qualche terreno di coltura, e che si trova in quantità preponderante in alcune malattie, la cui patogenesi è osc11ra (angina di Vincent, stoma ti te ulcerosa, gangrena nosocomiale, ~orna, ecc.), siamo indotti a ritenere che desso microrganismo anche in vivo, cioè negli organismi presi da queste malattie, vegeti ed esplichi la sua azione patogena in simbio.~i con altri, o che per lo meno con· corra ad aggravare le condizioni di queste malattie. Eccoci dunque dinanzi alla questione della importanza tutta pratica, che può riconnettersi con lo studio di questo mi• crorgan1smo.

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XI, F .ASC.

ripetere quasi alla lettera la descriz1one da me fatta dei bacilli fusiformi dell'uomo e degli animali. Anche il bacillo del confine del noma (Gu1zzETT1) è incoltivabile; ·n on resiste al metodo di colorazione Gram, ed ai forti decoloranti (tintura di jodio·, acido tannico); mentre si colora benissimo co·n lo Ziehl, e con il metodo Weigert, modificato appositamente dal G u 1zzETTt. Inoltre anche esso microrganismo, che è lungo circa 3-4 !1 , presenta gli estremi assottigliati, ed ha una disposizione nel tessuto del confine del noma, che è identica, al dire dello stesso autore, a q1tella dei bacilli fusiformi del Vincent nella gangrena di ospedale. Ed anche questo microrganismo del Gu1zzETT1 resiste appena 2-3 giorf:li nel tessuto del noma in via di putrefazione, precisamente come i nostri bacilli nella prova da ine fatta. Stante codesta singolare comunanza di caratteri, siamo indotti almeno per ora a ritenere identico il bacillo del con fine del noma con i bacilli fusiformi del Vincent, e i, nostri bacilli degli interstizi dentali . E appunto per ciò che io ho voluto provare su questi ultimi bacilli gli stessi *** P ercorrendo la letteratura in rapporto metodi di colorazione indicati dal Gurz • a certe malattie gravi della cavità orale ZETT1 per il suo bacillo; e come ho sodell'uomo e degli animali~ io trovo alcuni .vra espresso, il risultato è stato positivo. Riguardo alla via per la quale i bacilli fatti veramente interessanti a questo ridel noma dovevano essere arrivati nei guardo. Innanzi tutto mi sorprende la descri- tessuti, il Gu1zzETTI si esprime « ritenendo zione dettagliata che diede il Gu1zz ETTI che f'osse quella della ca vi tà della bocca, di un bacillo trovato da lui costantemente perchè la gangrena era sempre più ampia nel noma, e che avrebbe importanza etio- dal lato della mucosa, ed ivi doveva eslogica sp~cifica in questa grave forma sere iniziata, e perchè i bacilli appunto morbosa. E il così detto bacillo del confine verso la mucosa assumevano meglio la del noma, che si trova nel confine tra la loro disposizione caratteristica >> . gangrena ed il tessuto vivo, nel quale il Conviene però notare che il sullodato bacillo stesso si avanza a misura che si autore in una successiva memoria non estende la gangrena stessa. avrebbe dimostrata sperimentalmente coIn molti preparati microscopici il Gu1z- desta giusta supposizione, poichè fra i ZETT1 lo trovò solo; in altri lo trovò inmicrorganismi della bocca che invadono sieme con cocchi in quantità variabile, ed alcuni pezzetti di carne tenuta nella bocca anche con rari bacilli molto g!ossi. stessa, egli non avrebbe mai trovato il Credo inutile riportare qui dal Gu1zZETTI bacillo del confine del noma, od una t·orma la completa descrizione dei caratteri mor· simile; e non l'avrebbe trovato neppure fologici di questo microrganismo, e_ delle nel tessuto della lingua o della guancia, sue proprietà di colorazione; perchè dovrei gangrenate per soppressione di circolo o

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SEZIONE PRATICA

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per causticazione. Soltanto una volta in I BUSTI, si trova in armonia con i concetti una escara prodotta uella gt1ancia di uomo di cui sopra. Dirò anzi che il TRAMBUSTI ferma parnon potè escluderne la presenza (?). In quali speciali condizioni dunque, pos- ticolarmente la sua attenzione sullo streptosiamo ora meglio domandarci, quei bacilli cocco e comuni piogeni in genere, ohe invaderanno i tessuti nella cavità b0ccale? · sono ·Stati trovati costantemente da q nasi · E' un fatto che anche nella stomati te ul- tutti gli ~utori; ed è noto, egli dice, come -0erosa, che avrebbbe stretta parentela con l' associa?.,ione di questi microrganismi fra il noma, dessi trovansi sempre abbondan- loro e con altri serva ad esaltare reciproca· tissimi. mente la virulenza. Orbene, questa giusta E nel noma dessi bacilli furono trovati considerazione del prof'. T f-lA )IB rrsrr mi ri. non soltanto da GurzzE'rTr, ma anche da corda ancora una volta il fatto che il no· S1MoNrNr, che pur non riuscì ad ottenerli stro microrganismo si trova in frequente in coltura pura, e da ScHMIDT (1898), e da simbiosi con i cocchi, tanto in vi·vo, quanto Co\iJBA in 3 casi su 5 di noma, e da TRAM· in vitro; e pur mi ricorderebbe il fenomeno llUSTI in 2 casi su 5 di noma. Va ricor- osservn.to dal V1NCENT, circa l'azione dele· dato poi che anche P r1SSIN1 e LEr~E R rin- t eria in, ·vivo dei suoi bacilli fusiformi, favennero nel 1essuto n ecrosato certe f'orm e vorita e determinata mediante l'associa· bacillari che riportarono a quelle di BER N · zione con lo streptococco e com l"ni piogerti • in genere r1 1-:1M e PosPSl'I-IILL nelle stomatiti u lceTuse. 8arà dt1nque casuale sempre ed innocua *** Dopo avere richiamata l'attenzione sulla la i1resenza abbondante di questi bacilli nel confine del noma, ed in dioherà soltanto etiologia e pat og enesi del noma e delle che essi rifuggono dalla lotta con gli altri surricordate forme morbose dell'uomo, in m1crorgan1smi l che sono più abbondanti rapporto col bacillo fusiforme, richiamerò nel centro del tessuto gangrenoso, e perciò infine l'attenzione su alcune forme moravanzano e si dispongono a ridosso del bose consimili (?) degli animali (quali la stomatite i"lcerosa del cane e gatto, la diftetessuto vitale? ! Pare a me stesso questa supposizione rite dei vitelli, ed altre forme di n ecrosi o un po' astrusa, tanto più se considero che gangrene), che hanno tutt,ora una etiodovrei poterla estendere anche per le altre logia abbastanza oscura. Nella stomatite ulcerosa del cane e gatto, formè morbose; angina, stomatite, ganaccompagnata spesso da fenomeni gene· grena nosocomiale, ecc. Riesce pj ti logico in vece ritenere, almeno rali anche gravi, e che ha sintomi comuni finchè non potremo completare lo studio con quella dell'uomq, sono sta ti trovati della biologia di questo interessante mi- microbi diversi a ljvello delle ulcerazioni crorganismo, che desso (come ho già sovra ·(spirilli da PA STEUR e NBTTER, piogeni ed accennato) abbia realmente un qualche altri batteri); ma nessun autore finora, compito nella patogenesi di queste ma~ eh' io mi sappia, è riuscito a riprodurre la lattie, associato con altri microrganismi. malattia con uno qualunque di codesti Saranno questi dunque che offriranno o microbi, e nessuno poi ha ricercato o deprepareranno le condizioni speciali che scritto i nostri bacilli fusiformi, che B ER!\ consentano lo sviluppo, la invasione nei H EI~r, Gu1zzETTI ed altri hanno descritto tessuti, e la probabile azione patogena del nella corrispondente malattia dell'uomo. • • D'altro canto, nella difterite dei vitelli: m1ororgamsmo. La i potesi a questo proposito di una malattia che è stata paragonata al noma simbiosi microbica (?) nella patogenesi del dei bambini, e caratterizzata da necrosi, con noma, enunciata da CHARRIN, non esclusa essudati pseudo-membranosi alla lingua, dallo stesso Gu1zzETT1, ed ammessa da al palato molle, faringe, ecc. ; sono stati DuRANTE, e più recentemente dal TRAM· trovati i comuni micrococchi ed un bacillo,

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IL POLICLINICO

che per LoFFLER (1884) ed altri autori; sarebbe l'agente specifico della malattia.. E' un bacillo, coltivabile in vitro, anaerobio, che apparterrebbe alle strepthotriro (ScHMORL) e fu detto da BANG e J ENSEN, bacillo dell,a, necrosi. Un bacillo simile od identico a questo fu isolato da GRA v1Tz nel tessuto gangrenoso del noma (1). Questo bacillo della necrosi sosterrebbe la cosidetta necrobacillosi dei conigli (con lesioni ulcerose della faccia) ; ed è stato trovato anche nelle necrosi della mucosa boccale e pituitaria del porco (K1TT); nella gangrena cutanea e nella gangrena alle estremità degli arti del cavallo (BRANDMA uKE); nella necrosi degli unghioni dei buoi (J ENSEN) ; negli essudati pseudodifterici del ceco, dell'utero e della vagina dei buoi; ed in lesioni necrotiche di diversi tessuti presso il cervo, l'antilope e la scimmia (J ENSEN). Si può ritenere però, secondo NocARD e LECLAINCHE, che desso bacillo « nella maggior parte di tutti questi oasi, non interverrà che secondariamente, imprimendo caratteri comuni a dei processi differenti per la loro origine e patogenia ». Questa opinione dei due dotti francesi lascia di per sè sola trasparire, pur troppo, la grande oscurità nella quale sono tuttora avvolte per la etiologia e patogenia le suaccennate malattie (necrobacillosi?) degli animali, come l'altra malattia surricordata (stomatite ulcerosa dei carnivori). Mi pare quindi che allo stato attuale della scienza. si imponga e sia urgente uno studio batteriologico più completo anche di queste f'orme morbose negli animali, diretto, non fosse altro, alla ricerca dei nostri bacilli fusiformi, che si trovano abbondanti nelle corrispondenti forme morbose dell'uomo (stomatite, angina, noma.?). Io mi propongo di t·arlo appena ne avrò il materiale. Ottobre~

1903.

(1) .Anche LI~G.t\RD l'iferisce di aver trovato in un caso di noma dell'uomo gli stessi bacilli, che insieme con BATT, aveva trovato su ulcerazioni della lingua e mucosa boccale dei vi· telli !

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* ** Ann. Pasteur,

Apprendo dal Bull. 30 dicembre 1903; 1nentre stava corregge1ido le bozze di sta1n1J<1det 1nio lavoro, c}te LEWKOWICZ KsAWCRY è riuscito ad ottenere in coltura pura i fiiso-bacilli (t. Przelad lekarski, 1903); media1ite colture pret-· tame1ite .anerobiche in agar zuccherato co11 ag,qiurita di sierosità. Non ve,qetano i1t nessu1i mezzonutritivo senza l'aggiunta di sierosità. Non è stata provata ancora a qua1ito pare l'azio11,e pa· togena sugli an,imali. Ci compiacciamo di questa scoperta che 1io1t· toglie valore alle inie modeste osservazioni, e re11,. derà più agevoli le ulteriori ricerclie s1ii1idicate.

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IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 _

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I. Prof. A. Regn oli - Alcune comiderazioni sulla opera-

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zione cesarea-vaginale (istero cervicotomia) ed una 1ua noot14 Il. Dott. P. Bastianelli - Strozzamento acuto. di ame del tenue attraver10 ad una (e1mra congenita tkl tntsocolon traRVerso es~endo il colon trawerao in retroponsione.

applicazione. -

Laparotomia. Guarigione. - lll. Dott. A. Isaia - Studio clinico1tati1tico 1opra i 1arcomi osservali in dicioUo anni di clinica chirurgica dal Prof. France1co Durante. - IV. Prof. G. lngianni - Cateleri1no dell'uretere in un ccuo di genicolaturo di quello condotto e rilen.ziont renale.

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SEZIONE PRATICA

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RIVISTE MEDICINA

·Sopra la patogenesi della tubercolosi pulmonare. • (AUFRE<'HT. Deut. Arcli. f. klin. Med., LXXV, 3-5). L' . .\.., . in seguito all'esame necroscopico di un individuo morto di pleurite emor· ragica, ha iniziato una serie di esperienze che l'hanno portato a modificare le idee dominanti circa il meccanismo di sviluppo del tt1bercolo nei pulmoni. L 'esame necroscopico accennato mostrava come l e sole lesioni tubercolari apprf'zzabili ad occhio nudo nell'apice del pulmone cl estro consistessero in due focolai caseosi grandi quanto una nocciuola. I tag li in serie di uno di q11esti focolai mostrarono al microscopio un'arteriuola af · fe1'ente ostruita da un trombo e con le pareti fortemente ispessite: tutta la pro· vincia dipendente da quell'arteriola, caduta in n ec1·obiosi, era trasfo1'mata in una massa amorfa, caseosa. Le stesse alterazioni furono in seguito riscontrate dall' A. in un gran numero di casi esaminando il tessuto pulmonare limi· trofo cti focolai caseosi. QueAti fatti, dunque, porte1·ebbero a c1·erl er e cl1e le lesioni tubercolari del pt1lmone non s i iniziassero n elle ultime ramificazioni dei bror1chioli, come gene1·almente si asse· risce; il bacillo di Koch inve0e, eccite1·ebbe la proliferazione degli elementi dei ' Tasi sang uigni, onde la loro occlusione e la prod11zione di un infarto e la n ecrobiosi con8ect1ti,,.a della regione già irrigata dal ,~aso occluso. L e P p erienze fatte dall' A. nei conigli (iniezioni n e lle ,~ene di culture pure di tuber colo i bo,.. ina) a'rrebbero confermato pie· namen te la teo1·ia avendo ottenuto nei pulmoni l esioni identiche. Le ma~se caseose, du11que, rappresenta· r ebber o non un prodotto specifico della tt1ber co lo i, ma la degenerazione dei tessuti caduti in necrosi per le alterazioni dei vasi che li nutri,.. ano; in questo infarto - non ancora sp ecifico - i bacilli troverebbero poi. emigrando attraverso le pa1'eti vasali un ottimo terreno per il loro sviluppo sue• cess1vo. "Lna interpretazione analoga dov1·ebbero

avere le lesioni tubercolari diffuse dei pulmoni. In esse prevar1·ebbero i fatti 1·eattivi intorno ad ogni tubercolo primitivo. Circa gli agenti chimici e fisici che secondo l'opinione generale avrebbero tanta importanza nel determinare le manifestazioni tubercolari, per l' A. non potrebbero che favorire l'irritazione reattiva dei bronchioli e degli · alveoli pulmonari circondanti i tubercoli già esistenti .. Un altro punto in cui l'AUFRECHT dis· sente dagli altri patologi è l'interpretazione del tubercolo caseoso. Questo non sarebbe il risultato della trasformazione di un tuber· colo crudo, ma bensì rappresenterebbe la necrobiosi semplice di tessuti irrorati da un'arteriola terminale obliterata dal pro· cesso tubercolare. A convalidare questa ipotesi sta il fatto che i tubercoli caseosi si trovano di preferenza negli organi con circolazione arteriosa a tipo te1·minale (pulmoni, reni, milza); mentre i tubercoli crudi, che si riscontrano più spesso in organi con circolazione a tipo anastomoti co, come il fegato, proverrebbero dallo stimolo specifico esercitato dai bacilli sugli elementi delle pareti vasali. La predilezione della tuber colosi p er gli apici pulmonari non infirmerebbe, anzi conforterebbe la teoria ematogenetica, poichè la minore aereazione dipende dai mo· vimenti respiratorì in ql1ella r egione più superficiali, onde anche un rallentamento della circolazione sanguigna. L ' A., negando l'origine p er inalazio1ze della tubercolosi pulmonare, doveva anche cercare la porta d'entrata dell'infezione. Dagli studr fatti con un suo allievo il GC>RDELER ha potuto piit volte oss?.rvare il passaggio dei bacilli da g angli tuber colari del m ediastino in vasi sanguigni ad essi a derenti. Inoltre ha esaminato le tonsille e i gangli linfatici cervicali e p eri· b1·onchiali d un gran numero di individui morti non p er tubercolosi pulmonare e molte ' Tolte ha constatato la presenza dei bacilli di Koch sia nelle tonsille sia nelle glandole linfatich e . L A. pe1,ciò dà una g1·ande importan za alle tonsille come punto di partenza dell'infezione tubercolare del pnlmone. Dott. O. G AlIBATI. 1

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IL

POLICLINICO

Disturbi della sensibilità eut.ane~ nelle malattie dei polmoni e specialme·nte 11ella tn bercolosi. (GOLDMANN.

Beitri.(ge zur Kli1iik der Puberkzilose, vol. I n. ±, p. 361).

Ha pubblicato alcuni suoi stl1di sulle al· terazioni della sensibilità cutanea in i·ap· po1·to alla tubercolosi polmonare. Riporta l'opir1ione di HEAD il quale si occupa del meccanismo di produzione del dolo1·e cu· taneo, così frequente nei tubercolosi. Quest' A. nota che la distribuzione cli tale do· lore corrisponde a quella dell'erpes zoster e ammette che esso non cor1·ispo11da al t~1·· 1·itorio innervato da 11n n ervo pe1·iferico, ina a ql1ello <li un ganglio spinale o cli una porzione cli midollo. Ogni ganglio o ogni zona midolla1·e inner,rerebbe ilete1--minate porzioni cli organi e cli ct1te ; la lesione <lell'organo con l'altmento della eccitabilità i·iflessti del rispett.ivo centro, determine· rebbe nella porzione di cute corrispondenti la ipersensibilitii ed il dolo1·e. · Le affezioni dei polmoni producono al· terazioni c1ella sen ibilità in alcune zone clefinite clella pelle del collo cor1·ispondenti al 3° e 4° paio cervicale; C'ioè in dietro ed in basso fino all. una linea tirata a liTello delle spalle, in avanti fino al margine po· steriore dello sterno-cleido-mastoideo ed in basso fino sotto la cla,ricola; sul tronco t1ueste alterazioni si possono riscontra1·e nelle regioni corrispondenti clal 3° al 9° paio clorsale, cioè in dietro dal livello clelle spalle fino alla 12n vertebra dorsale e in avanti dalla 3a costola all'ombelico. La parte inferiore di quest't1ltima regione, compresa fra l'ensiforme e l'ombelico, pllò presentare alcuni punti di maggiore sensibilità anche nelle affezioni dello stomaco, clegli intestini e del fegato. HEAD ha riscontrato punti circoscritti di maggio1~e sensibilità in 001--rispondenza dell'osso frontale nelle affezioni polmonari. GoLD)!.tU\TX in 11n certo numero di casi stu .. <liati 11a potl1to constatare che nella tubercolo i del lobo superiore ]'ipersensibilità si n1anifesta Sll tutta 1 area di cute corrispondente a detto lobo con un punto massimo <l'inte11sità in corrispondenza della fossa sopra pinosa. Quando la tubercolosi comincia ad inv~tdere anche il lobo sottostante <1t1est a.rea può ~stendersi in basso fino al clisotto del ma1~gine inferiore del lobo su• per1ore. (12)

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Queste nevraJ~ie tendono ad irradiarsi e procedono di pari passo con la lesione polmona1·e. In una serie di casi di tubercolosi cronica con le&ioni antiche l' A. conferma l'osse1""vazione di H.EAD, che cioè in detti casi il dolore riflesso manca o è molto meno intenso. L'A. esclude che altre malattie dei pol· moni, come ascessi, gangrena, tumori, sifi· lide, bronéhite, pneumonite, catarro, ecc., possano essere accompagnate da dolore cutaneo localizzato. Questo fenomeno si può rilevare in co1·rispondenza dell'organo am· malato, non può estendersi simmetricamente dall'altra pa1--te del co1·po, o ir1·adiarsi, diminuito d'intensità, ad una metà intera del corpo, come avviene negli isterici. Accenna. anche alla possibilità che l1na grande quantità cli ne,rralgie del trigemino, per l'origine spinale di alcune fibre di questo ner,ro; siano sintomi. di malattie poln1onari. CoRNET richiama l'attenzione sulla sensibilità clei processi spinosi e (lello sterno nelle .m alattie dei polmoni. PE~r1:iusCHKY considera il dolore nella regione compresa fra la ~a e 7a ve1·tebra clorsale come sintomo nervoso clel'la tubercolosi dell'apice. Solo occasionalmente si possono t1·ovare IJUnti di maggiore sensibilità al difuori delle zone affette, e in questi casi si tratta probabilmente di fenomeni d'irradiazione. Bisogna differenziare la iperse11sibilità cutanea dovuta a malattie polmonari dalla nevralgia intercostale; ~n quest'ultima il dolo1·e si procl uce premendo sui filetti nei·· 'rosi, mentre nella prima il dolore si ha spontaneamente o in seguito a semplice ir· ritazione cu tanea. L' A. crede ehe l'esatta conoscenza delle zone di HEAD possa essere di molto aiuto . nella diagnosi. Dott. LEuzzr.

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CHIRURGIA

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Struma, colloydes cystica nell'ovaio. (WALTHARDT. Corresp. Blatt f. Sclizl'. Aer.~te.1904.).

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L' A. presenta (alla Società medica di Berna) i pezzi anatomici e i preparati mi· oroscopici di 3 tumori ovarici importanti sia per la dottrina dei tumori ovarici, che per quella dei tumori in gene1·ale. Appartengono alla classe, nota sotto iì nome di « cisti dermoidi » dell'ovaio, ma rispondono, sia nell'apparen21a macroscopica

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SEZIONE PRATICA

che nella struttura microscopica, alla dege· nerazione dplla ghianclola tiroidea che vien definita per gozzo, cosl da autorizzare il 'VALTH ~\RDT a classificarli con questa deno· • • m1naz1one. Lo studio anatomico e istologico delle cisti dermoidi ha dimostrato che oltre ai i·appre:;entanti dell'ectoderma, in molti casi evoluto fino a riprodt1rre ghiandole sebacee e sudorifere e follicoli piliferi, possono le dermoidi comprendere formazioni derivate clagli altri due foglietti, di solito spor· 'genti in forma rli zaffi nell'interno della cavità ristica. Ohe in questi zaffi potessero esistere pro· dotti mesodermici era già da tempo dimo· strato dall'avervi riscontrato cartilagine ed osso; 1na con lo studio microscopico su sezioni seriali si sono in essi dimostrati anche proclotti entod8rmici, in forma di organi del tratto dige1·en te e respiratorio, con ghiandole 'tiroidee e gl1iandole mucipare. A spiegare la contemporanea presenza (li derivati clei 3 foglietti nella medesima cisti, l'A. i~itiene debba considerarsi come assai verositnile ammettere (ciò che tenderebbero a climostrare le ricerche di MARCHA.UD e BENNET) che questi tumori riconoscano la loro origine da blastomeri dell'uovo ' umano che perdono i loro rapporti reciproci e con i blastomeri vicini in un periodo assai precoce della evoluzione dell'uovo, quando ancora posseggono l'attitudine a formare ciascun.o dei 3 foglietti, e si inne· stano nei germi delle ghiandole genitali. BENN~'11 11a anche dimostrata la ragione per cui q t1esti blastomeri si piazzano più frequentemente sulle ghiandole seminali (testirolo, O\raio) che non negli altri organi. Fra i prodotti entodermici che si presentano con i~elativa frequenza abbiamo la ghianilola tiroidea. I tre casi dell' A. hanno uno speciale in· teres e pel fatto che in tutti t1~e questi te1·atomi la sola ghiandola tiroide ha preso il sopravvento sugli altri tessuti, e precisamente degenerando nel suo par~nchima così come nella struma colloide cistica, mentre i derivati degli altri due foglietti o si sono limitati a residui di poco conto (caso II e III) o non si i·iscontrano più affatto (caso I). Per la teoria dei tumori in generale qne· sto 1° caso dimostra che oltre ai germi neoplastici che contengono rappresentanti di tutti tre i foglietti embrionali o almeno tessuti di due foglietti, ne esistono alt1·i

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che contengono formazioni di un solo f o· glietto, e di questo hanno rapp1·esentanti di un unico organo, come ad es. la ghian· dola tiroidea, e che può sorgere un tumore cistico ovarico da un'evoluzione patologica di ql1esto organo. Se in q nesti ultimi esistessero sempre originariamente costituenti originati clagli altri foglietti, che a poco a poco abbiano !asciato il sopravvento allo sviluppo prevalente della ghiandola tiroidea, così da scomparire completamente, non può esser asseverato cou certezza assolt1ta. R. DELLA VEDO~TA.

Nuove modificazioni al metodo di Maydl pel trattamento dell' estrofta conge· nita della ve8cica. (BORELIUS. MtJLLER.

Zentralb. j: Chir., 1903, n. 29. Zentralb. f. GJiirnr., 1903, n. 33).

Nei casi gravi di estrofia vescicale nei quali esista ao1pia diastasi della sinfisi pu · bica, come pu1·e in quelli nei quali ogni altro tentativo di cura chirurgica sia riu· scito vano il metodo di Maydl (trapiantazione del trigono vescicale nell'intestino) è certamente l'unico che possa condurre a un buon risultato funzionale. Però anche questo metodo, per quanto lasci agli sboochi ureterali la loro normale struttura e quindi ci permetta di sperare ostacolata la infe· zione ascendente, non pone a riparo 1 ope· i·ato da gravi complicazioni renali. BoRELms propone una modificazione alla operazione di 1\-Iaydl, ideata da un suo as· sistente (il BERGLUND), e cioè il trapianto del trigono vescicale nella cupola del sigma colico, praticando insieme l'anastomosi la· taro-laterale fra l'ansa afferentA e 1 ansa efferente alla base della flessura sigmoidea. Sarebbe così relativa1ne1ite esclusa dal rircolo fecale l'ansa (sigma) che viene a rap· presentare il nuovo ricettacolo dell'orina. BoRELIUS ha applicata tale operazione di Maydl modificata una volta nell'uomo (9 marzo 1903) con esito immediato favore· volissimo (continenza perfetta: vuotamento delle orine ogni 3 ore): la comunicazione che ne fa l' A. è del giugno 1903, cioè a soli 2 mesi dall intervento, quando ancora non era lecito inferire sall'esito remoto in i~ap­ porto all'infezione renale ascendente. Alla modificazione del BERGLUND oggi viene proposta una nuova modificazione dal ~11tLLER: e cioè, praticati il trapianto (13)


IL POLICLINICO

[ANNO XI, F ASC. 8]

del trigono nella cupola del sigma-colico, ' Influenza dei raggi di Rontgen sui tese l'anastomosi latero-laterale fra le anse af· suti epiteliali e specialmente sul • ferente ed efferente alla radice del sigma, carcinoma. l' A. vorrebbe escludere la flessura sigmoide interrompendo la continuità dell'ansa af- (PERTHES. B. it. d. V. d. Deutsche1i Gesellscliaft f. Chirurgie, Zentralblatt /: Ohirurg;e, XXXIII ferente col restante del colon discendente; Kongress, 1903, pag. n. 36). si otterrebbe così, secondo l' A ., la canaliz· zazione delle feci escludenclo la flessura L' A. comunica al congresso di chirurgia sigmoide, che acquisterebbe il valore di tedesco di aver frequentemente osservato una formazione diverticolare nella quale la scomparsa di verruche sotto l'azione dei si aprirebbero le papille ureterali. raggi di R<:>ntgen, e di avere ug11almente La modificazione del MiJLLER non è an· constatato la guarigione di tre casi di cancora stata applicata nell'uomo. croide ulcerato della faccia. R. DALLA VEDOVA. In sei casi di cancro del seno con metastasi cutane~, dice di aver visto sparire quest'ultime. Modificazioni della secrezione ga~trica Dopo 10 giorni di trattamento le cellule in seguito ali' estirpazione di un solo cancerose sono aumentate di volume, ed i rene. loro nuclei si colorano meno intensamente. Dei leucociti e delle cellule connettivali (RITTER von STEJSKEL und AXISA. Ze1itralblatt penetrano nelle granulazioni neoplastiche. f. i1i1iere Med;zin, 1903, pag. 929). I raggi di R<:>~tgen potrebbero ancora A vendo notato che la secrezione elori- arrestare la rigenerazione epiteliale, come drica diminuisce nei pazienti affetti da ne- l' A. avrebbe constatato in diverse ferite. frite, gli .A.A. hanno cercato di studiare i LASSA.R nello stesso congresso presenta rapporti tra la funzione renale e la fun- un cancroide della faccia guarito dagli zione gastrica. Hanno a tal uopo fatto degli stessi raggi di Rontgen. esperimenti sui cani con la fistola esofagea. KùMMELL cita al contrario un caso, ove Davano un pasto di prova composto di 10 I 'azione prolungata dei raggi in parola, grammi di estratto di carne Liebig e di 250 avrebbe dato origine ad un carcinoma. centimetri cubi d'acqua; talvolta anche dopo Si trattava di un'ulcera della mano, che la nefrectomia davano della carne allo scopo degenerò in cancro, e per il quale si do· di provocare una secrezione cloridrica più vette praticare la disarticolazione della intensa. spalla. L. Determinavano la quantità di HCl col metodo di MAR.T EN e LtrTTKE. Così gli AA. hanno visto che, nei cani DER:A!CA TOLOGIA nefrectomizzati, la se~rezione cloridrica diminuisce considerevolmente nei giorni seSulla questione del pemtigo. guenti alla nefrectomia, e più precisamente (PRISSMANN. St.-Petersburger .1.lledic;1iisclte W ti· l'ipocloridria s'inizia dopo i primi due giorni, ck enschrift, 10 dic-embre 1903). . e raggiunge il massimo al quarto o quinto giorno dopo l'estirpazione del rene, nella Attualmente, secondo l'autore, esistono quale epoca l'HCl è completamente scom- intorno alle cause del pemfigo due opinioni: una che attribuisce a questa malattia una parso. Indi la sec1·ezione ricomincia, elevandosi origine infetti va; una seconda che la fa man mano per ritornare al normale verso dipendere da disturbi del sistema nervoso. il decimo giorno. Senza clubbio l'etiologia e la patogenesi del Questo fenomeno non può attribuirsi ad pemfigo sono ancora molto oscu1·e: con un'influenza riflessa per il suo compo1·ta- tutto ciò l'autore inclina a credere che le men to lento e progressivo ed è attribuito rare forme acute siano di natura infettiva; dagli AA. alle modificazioni chi miche su- quelle croniche invece abbiano una base bite dal sangue dietro 1 estirpazione del nervosa. Forse si tratta di due processi morbosi del tutto differenti, i qt1ali non rene. LEOTTA. hanno di comune che l'apparenza mo1·folo· gica delle bolle. 1

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[ANNO XI, F .A.SC. 8]

SEZIONE

In quanto al pemfigo dei neonati, oltre all'azione di irritanti di natura meccanica ~ chimica, vi è anche la probat,ilità che abbiano la loro parte etiologica i bagni troppo caldi. Per la prognosi, i casi con decorso acuto hanno sempre, qualunque sia l'età del pa· ~iente , molta importanza: mentre in gene· rale le forme croniche sono meno gravi, fatta eccezione per il pemfigo foliaceo (CA· ZENAVE) e per il pemfigo vegetante {NEU· 1

~1ANN).

Naturalmente la prognosi in generale dipende dall'intensità e dall'estensione della malattia e quasi del tutto disperati sono i -casi nei quali Ji ha un rapido succedersi di nuo,'" e bolle con febbre continua, e quelli nei quali le bolle, anche se non si estendono molto, diventano rapidamente di aspetto -emorragico, cangrenòso e crupale. L'autore passa quindi a discorrere di al· cuni casi da lui osservati. Nel primo trattavasi (li un pemfigo dei neonati, acuto, cangrenoso, maligno, notevole per il suo de· -0orso straordinariamente rapido (3·4 giorni), per il suocede1'si di forme cangrenose alle bolle, le quali non erano molto numerose, e per l'esito letale. Forse in questo caso, -essendo stata esclusa la sifilide, si trattava di un'infezione mista, probabilmente per il sov1•apporsi di un processo settico: in ogni modo ~sso dimostra che il pemfigo dei neonati non è sempre benigno, come ammettono molti autori. Nel secondo caso si aveva da fare con un pe111figo foliaceo subacuto sopraggiunto due settimane dopo l'estrazione di un dente: la malattia incominciò con sintomi nella bocca, sensazione di dolore alle gengive, tendenza di queste a facili emorragie, ecc., al punto che, in principio, si pensò ad uno sr.orbuto. 8ubito dopo incominciò l'eruzione, formata da bolle che si aprivano dopo poco tempo lasciando allo scoverto soluzioni di continuo che si coprivano in parte di croste. In breve l'eruzione si estese su tutta la su· perficie cutanea che era così quasi total· mente ricoperta da croste e da erosioni con ~angue e con essudato purulento: la bocca, il naso, le orecchie, le palpebre e la con· giuntiva oculare non erano risparmiate. Vi -era inoltre febbre a 38°-39°. Poco o nulla giovò il bagno a permanenza, salvo che a modificare l'odore nauseante che emanava dall'inferma ed a mitigare i sintomi subbiettivi della paziente la quale alla sesta

PRATICA

I

settimana di malattia cessò di vivere. Non fu possibile stabilire in questo caso la coe· sistenza di lesioni in altri organi o qualche eredità patologica. Per l'autore in questa inferma, si sarebbe trattato di pemfigo f o liaceo, malgrado la rapidità del decorso (essendo stati da altri autori degni di fede descritti casi di q nesta varietà di pemfigo terminati con la mo1·te, dopo 7-8 settimane) (MEYER, NIKOLSKY) e malgrado che anche la congiuntiva oculare fosse stata presa, ciò che non dovrebbe avvenire secondo il NoSAROW, nel vero pemfigo foliaceo. Non mancava però il sintoma del NIKOL KY (cioè la diminuita aderenza fra lo strato corneo e lo strato lucido) sintoma il quale è, e sarebbe, patognomonico del pemfigo foliaceo, nella qual~ malattia si potrebbe altresì constatare nei tratti cutanei apparentemente sani, onde il nome proposto dal N IKOLSKY di Keratolgsis universalis. Malgrado tutti queliti fatti che fanno inclinare a credere che siasi trattato, nel caso in esame, di t1n pemfigo foliaceo subacuto, l'autore confessa che si sarebbe potuto altresì pensare ad un pemfigo acuto maligno degli adulti. Dott. V. MoNTESANO.

Lupus

' I

eryth~matosus.

B. W ARDE. Pite Britisli Jo11,r1ial of Dermatologg, dicembre 1902).

(WILFRID

Già in altro lavoro (Brit. Jou1·nal o/ Derm., vol. XIV, p. 381), l'autore, basandosi sull'esame delle condizioni della mucosa del naso e della bocca, aveva espresso il dubbio che il lupus erythematosus non fosse un'entità patologica distinta, così come generalmente si i·iteneva. In questo secondo studio l'autore nota anzitutto la multiformità delle lesioni in questa singolare malattia studia poi tutte le altre affezioni con le quali essa può venir confusa, e dopo essersi dilungato in considerazioni cliniche, istologiche ed etio· logiche, perviene alle seguenti conclusioni: ' 1° Il lup\lS erythematosus non è una malattia a sè, ma è soltanto uno dei mo· menti di un comune processo che s'incontra spesso in una certa categoria di individui che hanno contemporaneamente una rinite atrofica; 2° Il sintoma più importante, che è anche in rari casi l'unico, è un edema difficile a curare e tale da produrre altera· zioni atrofiche e degeneratiTe: (1i)


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IL POLICLINIOO

8° Que~t'edema è dovuto a paralisi e dilatazione dei piccoli vasi sanguigni, e finisce dopo un tempo maggiore o minore e s~ non curato, con la -loro degenerazione e la distruzione e con la formazione di un tessuto di granulazione nel modo usuale per la riparazione di ·perdite di sostanze; 4° Quest'edema e questa degenerazione '""ascolare dipendo110 indiretta11zente da una circolazione debole la quale finisce col pro· clurre uno stato di cattiva nutrizione delle pareti vascolari, o da condizioni anatomiche locali, p. e. il fatto che la pelle sia assottigliata per essere distesa su parti che non cedono, e da molte altre cause note o no; direttaniente dall'azione del calore e del freddo, dall'esistenza di eruzioni c~tanee dovute a ".,.eleni, a tossine all'azione di al· cuni microbi, e da altre più o meno cono· sciute influenze ; 5° La dP.generazione e l'atrofia ' rasco· la1'e possono essere causate direttamente da alcune forme superficiali .di lupus vol· gare, e possono venir predisposte da una eredità tubercolare o da tubercolosi acqui· sita; ma le lesioni principali di questa ma· lattia non· sono in nessun seri.so tubercolari. V. M.

Accademie, Società mediche~ Congressi RESOCONTI

R.

PARTICOLARI

ACCADE~IIA ~IEDICA

DI

RO~IA.

Seduta ordinaria 31 gennaio 1903. Presidenza del prof. F. Durante, Presidente.

R. Dalla Vedova. Per la fzi1izio1ie dell'ipofisi cerebro le. - Aveva - 21 febbraio 1903 - fatta t1na. comunicazione preliminare sulla sopravvi· , --enza di cani (3) alla ipofisectomia tota.le dalla base. Ora - studiati i~tologicam~nte i pezzi anatomici - riferisce di aver sempre riscontrato in questi ammali, sopravvissut~ .aµa ablazione, bloc· chetti (J'hiandclari residuali iperplastici, incapsulati nella cicatrice durale, e che quindi aT"evano potuto sfuggire a.ll'esame macroscopico durante 1,n.utopsia. , Il dott. D. F1·attali r ende note alcune osser· ,-a~ioni e r elitti-ve osservazioni istologiche sulla /11bercolosi oerruco. a vriloo-caginale.

Dott. Bai doni. lnjlue11aa, snll' attioità cardiaca · r sulla pressio1ie san,q1iig1ia, delle eccitazio1ii eletlric/le e chi11iiclle, applicate alla s11perficie ester11a . (16)

[ANNO

XI F ASC •

del cziorP. - L 'O., dopo aver ricordato le ricerche di J ACOBI, w YBA uw e BENEDICENTI, espone

la ragione delle sue indagini. Da queste con· elude che la digitalina e glicosidi ad analoga azione f armacologica, eccitano l'attività diastolica d~l cuore. Tale attività diastolica, aumentata, si manifesta con un aumento nel numero delle pulsazioni, abbassamento della pressi~ne e incoordinazione della meccanica carcliaca.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE CIVILE DI SASSOFERRATO.

Cisti mnltilocnlare del pancreas gnarjta con l'estirpazione totale. Calcolosi pancreatica. Per il dott. ITALIANO ANDREOLI, chirurgo. La chirurgia del pancreas conta poco più di un ventennio di vita e giustamente l' .ÀLBERT dice che essa è l'11lti1no parto di n1ta 1nadre così fecond,t.

Le cause che ne ostacolarono lo sviluppo sono molteplici, ma possono riassumersi in tre categorie principali. 1. Difficoltà di diagnosi, dipendenti da ragioni anatomiche e fisiologiche. Il pancreas è molto profondamente situato nell'addome, e perciò dif· ficilmente accessibile all'esame attraverso la pa· rete anteriore. Di più esso è ricoperto e attor· nia.to strettamente da numerosi altri organi, dimodochè è di.fficile distinguere le affezioni st1e proprie da quelle degli altri. L'~ntimità dei rap· porti suddetti fa si che le malattie pancreatichefacilmente si propagllino agli organi vicini e vi· ceversa, rendendo impossibile rintracciarne il punto d'origine. L'esame dei disturbi funzionali del pancreas è stato sempre anch'esso di poco aiuto alla dia· gnosi delle sue malattie. Sino alla metà del se· colo scorso la ft1nzione di questa glandula era affatto sconosciuta. Gli studi di VALENTIN (1844) dimostrarono nel succo pancreatico un'azionedia.stasica, quelli di BERNARD (1855) un'azionepeptica, quelli dello stesso BERNARD e di EBERLE un'azione emulsionante sui grassi. Ma la cono· sc-enza di tali molteplici funzioni ha poco valorecome elemento diagnostico, poichè esse sono compiute anche da altri organi. Il potere dia· stasico è comune anche alla saliva e al succo intestinale, il potere peptico al succo gastrico e a quello intestinale, il potere emulsionante dei g rassi anche alla bile. Si son dati come segni importanti di affezione pancreatica la steatorrea e il diabete zuccherino .


[ A.NNo XI, F Aso. 8]

SEZIONE PRATICA

La prima proverrebbe dalla mancata emulsione dei grassi, c11e cosi non vengono assorbiti e pas· l'ano abbondantemente nelle feci; l'altra dalla soppressione della secrezione interna del pan· creas. Ma tanto l'uno che l'altro fatto richiedono la soppressione totale dGlla funzionalità della glandula, poichè sperimentalmente e clinicamente s'è dimostrato bastare un piccolo residuo fun· zionante perchè nè la steatorrea (BoNnt), nè il diabete (MERING, M1NKOWSKI) sì verifichino. D'altra parte il diabete non è sempre accompa· gnato da alterazioni pancreatiche e può aversi senza di queste. Per tutte le suddette ragioni, la diag1iosi delle

1nalattie del pan,creas è una delle i1nprese pizì ardue della cli1tica e rara11ien,te è possibile (Mu· GNAI).

2. Difficoltà nella ciira. I rapporti del pan· creas con molteplici organi importantissimi, rap· porti cl1e facilmente divengono più intimi per propa[;;azione ad essi di malattie pancreatiche; la profondità e l'oscurità del campo operativo, costituiscono un continuo pericolo di produrre lesioni gra,,i e difficilmente riparabili. Di piit il pancreas ha vene ed arterie numerose e con· siderevoli rispetto al volt1me dell'organo (CRU· \ ' .HllLIJIER), che così viene ad avere uno scarso tessuto di sostegno, donde pericolo d'emorragia prof11se e infrenabili. Perciò RuGE opi1ta clie le

operazio1ii

quest' orga1io presenta1io pericoli e difficoltà 11011 se11ipre siiperabili (B10Nn1). 3. Gravità delle conseguenze derivanti dalle operazioni stil pancreas. Gli studii sperimentali e clinici del SENN, del 1\-IuGNAI, ecc., hanno di· mostrato ehe nè l'estirpazione di tutta la glan· dtlla, nè quella della sua testa è possibile, perchè, se non si ha morte rapida per infezione, per lesione dei plessi nervosi, per emorragia, per col· lasso, ecc., si ha lentamente per soppressione della ft1nzionalità glandulare, donde diabete, stea· torren, den11trizione, esaurimento. Le difficoltà ohe ostacolano ancora lo svi· luppo della chirurgia del pancreas, fanno sì che le affezioni di quest'organo assumano un grande interesse e p13rciò credo doveroso per tutti dal c1inico più insigne all'ultimo gregario della chirurgia - portare, quando può, anche il piit modesto contributo in un argomento così impor· tante. Questa considerazione mi ha indotto a . pubblicare il caso da me curato, il quale offre un notevole interesse tanto dal lato dell'etiologia e della diagnosi, quanto da quello della cura e dell'esito che se ne è ottenuto. Sll

L ... G ..., d'anni 23, contadino, ricorre al nostro ospedale per un tumore s'liluppatosi nella por· zione superiore dell'addome.

241

A1ia11inesi. - Il L ... non offre nullll. dal lato gentilizio. Non ebbe malattie d'importanzn, non disturbi digesti,l'i, n è di altro genere, nè alc1tn trauma, prima delPa,ttuale malattia. Racconta ohe, circa sei anni addietro, ft1 proso improv,·i· samente da dolore fortissimo all'epigastrio. cho si irradiava. alla schiena e al resto doll'acldome. Il dolore . spasmodico durò circa tre ore poi cessò. Non ebbe vomito durante l'accesso. Que to si riprodusse dopo circa tre mesi e poi altl'e dt1e volte nello spazio di un anno. In seguito, per circa due anni, si mantenne in perfetta salute. .A. quest'epoca, s'accorse di un tumore, che ere· sceva nell'epigastrio e che fu preso per ingrossamento della milza. L 'intumescenza andò sempre crescendo e solo quando essa ebbe raggit1nto lln notevole sviluppo, l'infermo cominciò au a·v ver· tire un certo fastidio e anche un moderato dolore a carattere gravativo, che si esacerbava col lavoro prolungato e con troppo forte ingestione di cibi. Le funzioni digestive si ma utennero sempre integre. Esa11ie obbiettivo. - Il L ... è individuo di b11ona costituzione fisica, ha sviluppo scheletrico, masse muscolari e pannicolo adiposo perfettamente • ' "i· luppati. Da tutto l'insieme si scorge che il me· desimo trovasi in abbastanza buone condizioni di salute. PQrtando l'attenzione sull'addome, si vede che tutta la regione epigastrica è fortemente promi· nente per una tumefazione tondeggiante, liscia., ricoperta da pelle assolutamente normale. Il tumore va, nel senso longitudinale, dall'apofisi xifoide sino a circa due dita trasverse al di sopra dell'ombelico. Nel senso trasversale raggiunge i prolungamenti d elle linee para.sternale destra e mammillare sinistra. Con la palpazione si percepisce un t11more tondeggiante, a superficie liscia, di forma ovoidale, coll'asse maggiore disposto trasversalmente. La consistenza è resistente, elastica, fluttuante: il volume raggiunge la grossezza d'una testa d'adulto. Il margine inferiore e la porzione più bassa dei margini laterali netti e lisci, il resto si perde sotto l'apofisi xifoide e sotto le arcate costali, più profondamente a sinistra che a destra. Non si sentono fremiti, nè pulsazioni. Tutto il tumore è spostabile lateralmente e segue abbastanza bene i moti respiratori del diaframma. Con la percuHsione si nota ottusità completa su tutto l'ambito del tumore, ottusità che a d e· stra si continua senza interruzione con quella del lobo sinistro del fegato. La risonanza gastrica è completamente mascherata dal tumore. Percuotendo su di un dito, tenendo il resto della mano appoggiata sul tumore, si percepisce una certa ondulazione, che ricorda lontanan1ente quella del fremito vibratorio idatideo. Ascoltazione affatto negativa . L'esame obbietivo surriferito ci portò alla diagnosi d echi11ococco del fegato. Atto ope1·ativo. - .A...ssistito dall·esimio collega prof. TORQUATO LEGNANI di Fabriano, proce· detti alla laparotomia mediana opra-umbelicale. Aperta la cavità peritoneale, si trova il tumore ricoperto da uno strato di altro tes uto ieroso certamente spinto innanzi dal tumore dalle parti (17)


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IL POLICLINICO

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.Al terzo giorno si toglie il drenaggio e si profonde. Scoperto il tumore nella sua porzione I chiude completamente la ferita laparotomica. In ant~riore, si vuota del contenuto liquido con l:aspiratore POTAIN. Esce circa un Jitro e mezzo nona giornata si tolgono i punti e il malato, al 15° giorno, viene licen~ato 001npletamente gua· di liquido limpido, ma leggermente tinto in rossiccio. Si isola la sac.ca dalle .ader.enze esistenti rito. nella parte esposta al campo operativo, si apre largamente con un ta~lio lungitudinale e si dà esito a una quantità di liquido, che non si sarebbe Il caso suesposto merita alcune considerasospettato fosse ancora nella cavità, dato l'afflo· sciamento della parete. Affondando il dito nella zioni. Cominciamo dalla parte m eno confortante cavità cistica, si trova che il liquido proviene per il nostro amor proprio: dall'errore di dia· da una concamerazione profondamente situata gnosi. Come s'è visto, noi avevamo creduto si e comunicante . con la cavità anteriore per mezzo trattasse d'echinococco del fegato, mentre alla di un forarne a contorno resistente, avente il 4 operazione, si trovò che la cisti non era da echi· diametro di circa quattro centimetri. La se· conda saccoccia ha il volume di una comune ' nococco e che essa non aveva col f~gato altro testa di feto. rapporto che quello della contiguità. Fortunata· Si restò un poco in dubbio se si dovesse aspor· mente, in fatto di errori nella diagnosi delle tare la porzione di cisti già isolata e fissare il cisti pancreatiche, siamo in buona e numeroRa r esto alla parete, oppure tentare l'enucleazione compagnia. SPENCER·WELLS, PÉAN, TREVEs con· completa. Confesso che, senza il consiglio e l'aiuto d 'un operatore valente come il prof. LEGNANI, fusero cisti di qu.e st'organo col lipoma e col difficilmente mi sarei azzardato a tentare l'estirsarcoma del mesentere; . BILLROTH, KATZ, Ro· pazione totale, perchè troppo gravida di sor· KITANSKY, .A.HLFELD, BOZEMANN, HULKE, HER· prese e di pericoli. SCHE, MARTIN, LUCKE, RIDEL con cisti ovari· Prevalsa l'idea di un'operazione radicale, si continua a scollare la parete cistica, allacciando che; HAHN, K'OSTER, KuLEN, KAMPF, ALBERT man mano i vasi più importanti e dividendo le con tumori cistici del fegato; KE"r, CATHEAT, aderenze fra due legature. Cosi si riesce all'isolamento completo della cisti, la quale si mostra TROMBETTA con tumori della milza; GIFFEN, attaccata alla testa d el pancreas per un pedun- TIERSCH con l'ascesso delle pareti addominali ; colo di circa 4 centimetri, che viene legato ac- RuGGI con tumore del rene sinistro. AL~ERT curatamente e poi reciso. diagnosticò come cisti del pancreas un tumore, Prima d'arri,rare a questo punto, si er~ sen- che da molti chir.u rgi era stato ritenuto errotito un corpo rotondeggiante, duro, impia1ttato neamente· per echinòcocco del' fegato: · al di sotto del. peduncolo suddetto. Il med-esimo Nel caso riferito da noi, si trattava d'un tuera costituito di due logge, grosse quanto un comune acino d'oliva, fatte d'una parete di tes· more teso, liscio, duro, elastico, fluttuante, situato suto fibroso, e aventi internamente una super· ficie leggermente villosa. Ciascuna di esso con· nell'epigastrio e, alla percussione, facente corpo col fegato . Di più si aveva lunga durata, volume teneva un corpicciuolo duro, nereggiante ed avente forma e grossezza d'una bolletta da rilevante, senza disordini a carico del sistema scarpe. Erano cioè costituite da una testa a sudigerente o della salute generale. Alla percus· perficie convessa, sotto la quale si notava un sione, si. notava una sensazione ricordante - sia picciuolo breve, sottile ritorto su sè stesso. Le· pure lontanamente - il fremito vibratorio ida· gato alla base anche qMsto tumoretto, viene asportato completamente. tideo. Ce n'era d'avanzo perchè il pensiero cor· Durante l'atto operativo, protrattosi per circa resse spontaneo alla diagnosi d'echinococco del un'ora e mezza, si ebbe una mediocre emorra· gia, che cessò spontaneamente appena asportata fegato. Gli autori danno parecchi caratteri differen· la cisti. ziali per diagnosticare le cisti del pancreas, però Per timore di possibili emorragie secondarie, 11i lascia in cavità un drenaggio di garza steri·· spesso qt1esti hanno valore' molto limitato, ta.· lizzata e si chiude tutto il resto della ferita ]ora nullo. operatoria nel modo ordinario. In primo 111ogo le cisti pancreatiche p~sseg­ La cisti asportat~ aveva una parete spessa, , uniforme. N ~ll'interno si trovavano loculazioni · gono una certa fissità, dipendente dai rapporti multiple, limitate da robuste liste trasversali. che ha il pancreàs con la colonna vertebrale e Le due sacchA principali erano riunite da un col duodeno, per sè stesso poco mobile. Così 10 istmo ristretto, percorso dal canale ricordato di cisti si mostrano poco spostabili e seguono dif· sopra. Tanto sulla parete che nel liquido cistico si 1·invennero piccoli detriti nerastri di varia fici]mente i movimenti respiratori del diaframma. forma, ricordanti, per il colore e per l'aspetto, Questo carattere perde ogni valore quando la la sostanza, onde erano costituiti i corpicciuoli · cisti, come nel caso nostro, è bene peduncolata, trovati nelle due piccole cavità suddescritte. la qual cosa permette movimenti abbastanza Decorso postoperatorio. - Fu dei più rego· pronunciati. .Allora se il tumore resta nella por· lari. Non si ebbe che un moderato vomito da zione alta dell'addome e segue il ritmo respira· (\loroformio nei primi due giorni. Temperatura sempre normale. torio, Tiene confusa con l'echinococco epatico ; (18)

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SEZIONE PRA.TICA.

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se scende verso il bacino, assume i caratteri I disordini digestivi, diarree ribelli, diabete zuc·cherino, rottura della cisti nel canale alimen. della cisti ovarica. AJtro dato differenziale è la costatazione di tare, o nella cavità peritoneale. emorragia nolla una piccola zona di timpaniismo fra l'ottusità del cisti. Nel nostro caso il volume raggiunto era fegato e quella del tumore. Anche questo manca, presso a poco una volta e mezza quello della quando, come nel nostro infermo, il volume della testa d'un adulto e il liquido circa quattro litri. cisti è tale da fare un tutto continuo col fegato . Tutto ciò senza che n ò gli organi vicini, nè le • Un altro criterio - di certo il più importante condizioni generali se ne risentissero sensibilmente. - è dato clalla posizione dello stomaco al daLe cisti del pancreas sono per lo più unilo· -vanti e in alto, e del colon trasverso al di sotto culari, la nostra era multiloculare. La sensadel tumore, dalla qual cosa deriva risonanza zione, che si a ve va dalla percussione e che ritimpanica tanto in alto che in basso del mede· cordava il fremito idatideo, è pure una rarità simo. Ciò dipende dal fatto che questo, prove· in questo genere di cisti. Forse dipendeva dal nendo dalla partf.- profonda dell'addome e ten· ripercuotersi delle onde liquide sulla parete, dopo dendo a crescere verso l'avanti, s'insinua fra lo stomaco e il colon, allontanandoli sempre più essere andate ad urtare contro gli orli del ri· stringimento che divideva la cavità in due difra di loro e distendendo il legamento ga~tro· stinte concamerazioni e contro le briglie che colico. Dilatando con acido carbonico lo sto· ma.co, si esagera il timpanismo superiore ; riem- andavano da un punto all'altro della parete cipiendo di liquido il colon, si fa scomparire il stica. Meritevole d'essere notata è anche la presenza timpanismo inferiore. Tutto questo non poteva aver valore nel nostro infermo, in cui la cisti di concrezioni calcolose, incapi;;ulate in prossi· mità del punto d'origine di una vol11minosa occupava largamente i due ipocondri e )'•;)piga· strio o si prolungava sino all'•.it'U~·<='lico, impe· . cisti, fatto che non ho trovato notato da nessun. osservatore. dando la percussione dello stomaco. Gran conto si fa generalmente, per la dia· :"· " gnosi delle cisti pancreatiche, sull'apparire di ** Quale sarà stata la causa produttrice della disturbi digestivi compresa la steatorrea, e sulla cisti nel nostro infermo? Difficile stabilirlo, per· glicosuL·ia seguìta da forte denutrizione generale. l\i!a nel nostro caso, nulla di ciò apparve chè la patogenesi delle cisti pancreatiche è an· cora molto oscura e vi sono in proposito pareri e lo stato generaìe si mantenne sempre inal· molto discordi. te rato. La pt1ntura esplorativa e l'esame del liquido Comunemente se ne fanno due classi prin· avrebbero certamente rischiarata la diagnosi. Ma cipali: cisti ematiche e cisti da ritenzione, non ora tt1tti sono d'accordo nello sconsigliarla come tenendo conto di quelle, che provengono da tupericolosa in tal genere di tl1mori. Su nove casi mori d'altra natura, come i cisto-sarcomi, i cistoadenomi, ecc. ecc. di cisti pancreatiehe, nelle qttali si fece la pun· tura esplorativa, si ebbero tre morti per peri· Essendosi osservato sopravvenire cisti dal tonite (KUSTER, AMANDATJE RIEGUER). Perciò, pancreas in individui che avevano riportati traumi nei caRi dubbi, è meglio affrontare la laparoto- sulla regione (ZENKER, LE DENTU, FRIEDRERICH mia, anche senza la certezza della diagnosi, BRowN) si pensò che esse dipendessero da piuttosto cl1e ricorrere alla puntura esplorativa, emorragia, da formazione di ematoma e da con· in apparenza cosi innocente. secutivo incapsulamento del sangue stravasato. Oltre alla mobilità insolita nelle voluminose MUGNAI produsse infatti sperimentalmente un cisti pancreatiche, specialmente se - come la ematoma per mezzo di un traumatismo attranostra - impiantate sulla testa dell'organo, dob· verso la parete addominale. Ma le osservazioni biamo notare la grossezza che essa aveva rag· di HAGENBACK tendono a dimostrare che le cisti giunto, senza produrre notevoli alterazioni nè provenienti da tali cause non raggiungono mai locali, nè generali. Comunemente esse vanno dal le dimensioni a cui sogliono arrivare quelle del -volume d'un arancio a quello di una testa di pancreas e che Je cisti ematiche siano dovute a feto; più raramente rag~iungono quello di una stravaso di sangue entro cisti preesistenti. Ku · testa d'adulto. Il liquido contenuto va per lo più TER ritiene che lo stravaso possa dipendere da uno è\ d11e litri. Crescendo ancora si ha geanche dal potere digesti'Vo del ~ucco pancrea· neralmente la morte, che può seguire per varie tico sui vasi sanguigni~ donde a11mento facile e cause: disturbi circolatori per compressione di rapido nel volume delle cisti. grossi vasi, denutrizione, atrofia del pancreas, Nè minora incertezza regna in riguardo alle (10)


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IL POLICLINICO

cisti considerate da ritenzione. Si crede che la occlusione del canale di Wirsung o di uno dei canali secondarì possa produrre stasi del succo pancreatico e consecutiva dilatazione del canale stesso. Quando la dilatazione non si limiti al dotto principale, ma si propaghi ai canalicoli collaterali, si pt1ò avere una cisti a più con· camerazioni. La occlusione può dipendere da cause intrinsecl1e, come concrezioni calcolose, flogosi interstiziali, tumori della testa del pan· creas ; oppure da cause estrinseche, come aderenze peripancreatiche, calcoli biliari incuneati nel coledoco e comprimenti lo sbocco del 1:v ir· sungiano, tumori de.gli organi vicini, delle glan· llole , ecc, ecc. (MUGNAI). La formazione delle cisti per occlusione fu dimostrata colla legatura del dotto di Wirsung, dal PAWLOV, da À.RNOZAN da W AILLARD. Se non c]1e il SENN, legando il dotto escretore, osservò, in vece della dilatazione cistica~ atrofia dell'organo, mentre il succo, arrestato nel suo deflusso, veniva riassorbito, e perciò negò che l'occlusione possa produrre la forma· zione della cisti. HARTMANN (1881) è della stessa opinione e dà molta parte, nella loro formazione, alla preesistenza di tumori maligni. Infatti, in un caso vide morire il malato per cachessia cancerigna, dopo operata la cisti. NIMIER (1895) dimostrò con preparati microscopici una serie completa di alterazioni istologiche, ricordanti neoplasmi di varia natura. Però MUGNAI nega va.lore alle esperienze del SENN, poichè questi, oltre al condotto, compren· deva nella legatura anche i 1rasi sanguigni, donde l'atrofia da lui notata, la quale, del resto: segue sempre, anche alla formazione della cisti, qt1ando essa ha raggiunto un tal volume~ da esercitare compressione sul tessuto pancreatico. Del r esto, CRUVEILHIER cita due casi di cisti, che dice sicuramente prodotte da ritenzione; altri due casi ne ri1)orta l' ABBE (1895). DURANTE ne operò una, che era dovuta ad occlusione fatta .da un ascaride incuneato nel canale escretore. P er tutto ciò molti affermano, ed io credo che attualmente non sia da negarsi la possibilità di cisti pancreatiche dèrivanti da chiusura dei dotti escretori. N el nostro caso ò da escludere, per la natura (lel liquido, per il modo di insorgere, per la mru1canza di qualunque trauma, la forma ematica, ed è ovvio invece pensare a quella da ri· tenzione. Abbiamo trovato, in prossimità del pedun· colo, un tumoretto costituito da una capsula fi. brosa con due concamerazioni, contenenti eia· cuna un calcoletto. Tale produzione patologica. (20)

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XI, F .ASC. 8]

io credo possa essere· interpretata come l'inizio di nuove cisti attorno ai due caleoletti. Ciò può lumeggiare la patogenesi della cisti principale, potendosi ammettere benissimo che essa abbia avuta la stessa origine delle altre due, ossia es&ere stata prodotta da incuneamento di un calcolo sul dotto escretore e da dilatazione consecutiva di quest'ultimo. L'origine calcolosa sarebbe anche confermata dalla preseniia sulla parete cistica e nel liquido, dei piccoli frammenti nerastri e ricordanti, per l·aspetto loro, i due calcoli detti di sopra. Quei frammenti potevano essere avanzi dei vecchi calcoli, che primitivaménte avrebbero prodotto la chi11sura del canale. Anche i dati anamnestici porterebbero ad ammettere un'origine calcolosa. L'inizio della malattia si manifestò con accesso improvviso di dolori colici molto forti ed ac· compagnati da senso d'oppressione e da males· sere generale. Io credo che si trattasse di una vera e propria colica pancreatica, prodotta dall'incuneamento di un calcolo. Questi accessi improvvisi si ripetettero tre rolte, st3mpre allo stesso modo. ' In seguito ci fu t1n periodo di qualche anno, senza altro disturbo; poi cominciò a manifestarsi la tumefazione e il dolore ricomparve solo quando essa aveva raggiunto un notevole volume. Inoltre cambiò di natura: non era più accessionale, ma più o meno continuo, sebbene si esacerbasse coi lavori prolungati; aveva carattere sordo grava· tivo e dipendeva evidentemente dalla co~pres· sione del tumore sugli organi vicini e forse s11i plessi del simpatico. Quali canali fossero passionati non è facil(} stabilire. L'anatomia dell'apparecchio escretore pan· tJreatico può darci qualche lume in proposito. Il dotto principale del pancreas, detto dotto di Wirsung, cammina nell'asse longitudinale della gl~ndula · le ramificazioni, che esso invia a ciascun acino glandulare, se ne staccano ad an· golo rett~ per tutta la sua lt1nghezza, donde la espressione di CRUVEILHIER di mille-pàttes, millepiedi. Ne deriva che tanto il dotto principale, quanto i secondari possono essere lesi separatamente e indipendentemete gli uni dagli altri. Le due piccole cisti in formazione certo erano a carico di ui;.o, o di più dotti secondari. Per la cisti primitiva la questione è più complessa. Secondo KLEBS l'ostruzione del condotto 'vir· sungiano è quella che dà le cisti più volt1mi· nose, le quali frequentemente assumono la forma a corona di rosario, condizioni ambedue verifi· catesi nel nostro malato. Perciò è probabile che

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SEZIONE PRATICA

l'occlusione sia av·y·enuta nel dotto principale e che la s11a consec11tiva dilatazione si sia propagata ancl1e a canalicoli secondari, donde le con~ amorazioni rinvanute sulla parete cistica. Si potrebbe obbiett are ch e. 'lata l'occlusione d el <lotto principale, questa s are bbe clo\t1ta ca· d e re ,~orso lo sbocco del canale, poicl1ò si trat· ta ,ra <li cisti d ella testa, la qual cosa avrebbe i)roclotto im1)edimento completo al d eflusso (lel liq ni(lo i>a.ncr oatico. Questo fatto data la lt111ga clnrata della malattia - - avrebbe dovuto pro(lurre disturbi digestivi e forse generali, n1ontrc <.i11esti mancaro no completamente. Anch e qui ci p11ò soccorrere l'anatomia. Il dotto pancroH,tico. a. li y·ello della testa, si bifor ca in due ran1i ~ il prirno s'uni~ce al coledoco e con questo sl>occa n ~ll'i11testi110 , il secondo (clotto d el San· t ol'i11i ) si co11duco clirottamente all~intestino . Ora no n '> ill ogico 11ensar e che il deflusso del s t1a~o ]1H nerAat.ico non Ria, stato soppres o de l t11tto, 11ut i s ia parzialm ente con servato J)0l' es er e r in1n sto 1>er vio t1n o d ei clue sbocchi s11ddetti. Re Ja, patogen esi (lelle cisti è a11cora oscura, -OH<.:uriH~inut ò qnc11n dei cal coli pancr eatici; a11zi n1n 11ca110 - J)O l' quanto 110 i>ot 11to veder e - s tudi co11cl11cl en ti su tale argomen to. Non ])OH~iatn o perciò ch e azzar dare qua lch e ipot esi, l>asn.11<loci - per se1nplice analogiu. - st1i ri· ultn.ti otter1l1ti in rigl1ardo ai cal coli d 'altri OJ'g ani. ·~

I .iHRcia11do (fa i)n.rto tutte le antich e opinioni 8 ll ta lo soggett o, a ccen11er emo soltanto all'1tltima t.oorin , c1Le ri1>o rta la formazione di t ntti i cal· coli u.<l t111' origine parassita.ria. GA LIP PE (1886) affermò ch e i calcoli salivali e ra no (lati tlalla precipitazione di sali terrosi ~l elln sali,·a cl etel'1ninata <lai microrganis mi, che '°~~a cont ien e, allo stes o m odo cli c111anto av' "ior1e peL' la formazione del tartaro dei denti. Q ttosti calcoli sono costitl1iti cli una trama organicn. e di sali terrosi. L n. trama. co11s ta di una fitta r eto di micror· g a11is111i, facilme11te isolabili e conser,Ta,nti la lo ro ' '"italità per m ezzo di spor . .Alla presenza (li e si si dovrebbe la precipitazione dei sali e q11e to si spiegherebbe col fatto ch e certi paras iti 11anno azioni chimich e l1en definite e co tnnti. ...\Jct1ni, ad esempio, fissano l,azoto, altri oss idn,110 l'ammoniaca e formano i nitrati, altri ridl1cono i nitriti e i olfati, mettendone in li· b ertà gli elemeuti costitutivi eèc. ecc. (PIAZZA}. Il MAJ OCOHI (1892) trovò n ei calcoli alivali Jepfotri.,· bucc.alis. streptotri.x F. e acti110111yces. La stessa genesi è stata. assegnata, per gli st.11di di Fol:RNIER e d ,altri alla litiasi biliare,

p er la quale si ono riconosciuti d11e a ern1i produttori, il bacillo tifoso e il co1ibacillo. L o stesso GALIPPE e T UFl!'IEll hannG dimostru.to la origine parassitaria pe r i calcoli urinari, siano eRsi cl'acido urico o cl' urati, di carbonato cli cal cio o di m ngn esio. .l.:rei calco]i lagrimali F OS TE R ed altri trovaro no .<:freplotri~· F. R E \ '". MOND e P ERROXCITO actino111l/ Ce."

(1893·9J) e1lpoi PI AZZA (1898) ammettono ancl1e lln'orig ine cliver Ra dall a. parassitaria, ossia fI.llella fl ogogena, n o11 i1rod otta, da ba tter i, m a da ristag n o ·di secreti, cla presen za cli corpi straniori, ecc., ecc. Intanto le esperier1ze di T t:FFJE R por i ca 1coli vescicali e di FouRNIER })Or i calcoli lli· liari, hanno dimostrato ch e i corpi strnnier i non bastano, p er sè soli a prod11rre i calcoli stessi , senza la presen za a tti,Ta, dei micr or gani mi. 111 segt1ito L OI SON tro, rò in t111 calcolo \Yl1artonian o uno stret tococco. )[1 C~NOT in ' Tontitr è s t1 set· ta11ta casi di calcolosi b iliare, rin,""enne il colibacillo e questo, iniettato n ella cistifellea d i ani· mali <l'esperimen to, diecl e, dopo llll mei::ie, con cr e · zio11i n1olli ; d opo 5-6, co11cr ezioni d111·e identi ch e ai calcoli comllni. L 'HART1'IANN per ciò - con· fron tando q11esti r isul tati con q uelli otten11t i cla FOt TRNIER e da è.t ltri per il bacillo tifoso - con· cl udo por l'origine asi:;olntamen te parHR. i tHri a cl i t utti i calcoli. D el r esto la rliver go11za cl ell e opi · nioni pt1ò dipende re dal fatto ch e n on sempre i batteri producon o 11er az ion e diretta i calcoli n1 a talora p or m ezzo cl elle alter azioni ch e e. se i nducon o nei tesst1t i. Fot·R~IER infatti hn, osser· v ato ch e la. litia i biliare p11ò clipentle1'e cla s Y·i· luppo m ;cr obico n ellct bilo, ch e clia dire ttamente precipitazione d 'alcnni elem enti di essa. P er ò, più cl 'or d inario, ossi danno t1n'ang iolol1cite o una colecistite desquamati,,.a, d onde degen erazione d ell,epitelio, p er la c1uale si proùuce colesterina e calce, ch e, combinata c·on la bilirubina forma un biliru binato di calcio insolubile. Così sempre - dire ttamente o indirettamente l'orig ine d ei calcoli sarebbe microbica. D ei calcoli pancrea tici si sa olta,nto ch e sono forma.ti più frequentemente cli Cétrbonato, più d i r ado da fosfa to di calcio, o da t1na miscela dei d11e sali. Circa alla loro ~ene i n on i sono fa tti s tt1di concludenti; ma se si p en sa all a analogia secr etiva e funzionale cl el p an creas con le glan· dole sali,Tali, non è a olutamente tem erar ia la ipotesi ch e anch e la litiasi pancr eatica riconosca un'oriO'i ne microbica. come l,altra . Data p oi l'an a · logia di ede e di rilpporti con l'inte. tino. e istente fra il pancr ea ed il fegato non è impr o· babile che come n ella produzione cl elln. calcolosi biliare: così in quella della liti a i pancr ea tica il (21) MAIOOCHr,

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IL POLIOLINICO

colibacillo rappresenti una parte molto impor· tante. Sarebbe stato utilissimo saggiare chimicamente e batteriologicamente i calcoli estratti; ma, per disgrazia, andarono perduti durante l'operazione.

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Poche considerazioni riguardo al trattamento curativo. La letteratura, riguardante la chirurgia delle cisti pancreatiche è recente e poco ricca. La prim~ opt!razione fu praticata dal TIERSUH, nel 1881 · poi ne fu eseguita un'altra dal BoZEMANN. Undici anni dopo -- nel 1892 - il numero dei casi operati e resi di pubblica ragione, era appena giunto a 38 (TRICOMI); nel 1894, a 50 (NIMIER). Secondo la statistica del BRAUN, inserita nel Manuale di M ed;ci1ia Pratica di EBSTEIN e SCHWALBE, attualmente in pubblicazione, che è la più recente e la più estesa fra quelle che ho potuto consultare, il numero delle operazioni eseguite e pubblicate sarebbe di 129. Ben poca cosa, se si pensa all'enorme lavoro, cht! si compie attualmente per tutto il mondo, in ogni branca della chirurgia. I metodi di cura chirurgica sin qui adoperati sono vari. Non ·parlerò della p11ntura semplice, inutile e pericolosa per possibili lesioni gastriche e intestinali, per facile caduta del liquido cistico nel peritoneo; nè della puntura doppia. proposta dal SIMON, che offre gli stessi pericoli e non vale a produrre le sic11re aderenze che l'autore se ne riprometteva. Il processo RECAMIER, consistente nell'apertl1ra della cisti per mezzo di caustici, è pure da rigettarsi come troppo ~ungo, troppo do· loroso e perchè, nel solo caso in cui è stato ado· parato, s'è avuta morte Jell' infermo. I metodi principali di cure adoperabili e ado · perati possono ridursi a dt1e classi : l' incisio1ie e l'estirpazione. Seguirò la classifica e la stati· stica datane dal BRAUN. 1. L'incisione può esser fatta in uno o in due tempi. a) N all'incisione in un tempo, dopo aperta la cavità addominale, si sutura alla cute il pe· ritoneo, s'apre la sacca e si suturano i bordi dell'incisione alla pelle. Su 84 cai;ii cosi operati, si ebbero 80 guarigioni e 4 morti; b) N all'incisione in due tempi s'apre la cavità peritoneale e si zaffa con garza sterile la ferita, suturando, o no, il peritoneo alla cute. Si aspetta per 5-6 giorni che si siano formate solide aderenze perj toneali, e poi si incide la sacca, e se ne zaffa la cavità. Su 17 casi ope· rati, si ebbero 17 guarigioni. .

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2. L'estirpazione può essere parziale e totale. a) Per l'estirpazione parziale, si apre il ven· tre, si vuota la cisti del contenuto liquido, si isola, si estrae e s' escide più che si può della sacca e il resto si sutura alla parete. Di 7 operati in questo modo, 4. morirono, 3 giunsero a g11arigione; b) l'asportazione totale si fa vuotando la. cisti, tirandola fuori dalla cavità, liberandola dalle aderenze, fino a trovare il peduncolo, ch0 la tiene attaccata al pancreas, e che si recid(} previa accurata legatura. Su 17 casi, si ebbero 14 guarigioni e 3 morti. Dalla statistica suddetta si vede che i risultati di gran lunga migliori si ebbero dall'incisione in uno o meglio in due tempi. Tuttavia i chirurgi molto mal volentieri e solo in caso di assoluta necessità, si atterranno ad essa. Infatti la guarigione, che ne consegue, è molto tarda, restando intatta per intero la cavità cistica. Spesso si ha suppurazione profusa, accompagnata da febbri alte e ostinate. Talora residuano seni fistolosi, che si protraggono per mesi e per anni. Perciò si preferirà. sempre la estirpazione, malgrado le maggiori difficoltà ed i più gravi pericoli, cui si va incontro. L'estirpazione parziale presenta dei punti di contatto con l'incisione in un sol tempÒ e la. consecutiva marsupializzazione; ha però il van .. taggio di rendere più rapida la guarigione togliendo una parte più o meno vasta della par ete e restringendo cosi di molto la cavità cistit:a. Però i ris11ltati finora otten11ti con questo. metodo, non soi:io troppo incoraggianti. Il BRAUN dice che tali operazioni dann,o risziltati peggiori; perchè si tratta di estirpazioni, clie 1iot1 si pos·

sol'io tecn;camente eseguire, e/te dan1to occasion,e ad attacchi p;ù gravi. L'estirpazione ;n toto rappresenta certamente il processo ideale. Esso permette di richiuderecompletamente la cavità addominale, toglie il pericolo di suppurazione e di febbri, di seni fistolosi consecutivi, assicura la guarigione in po· chissimi giorni. Perciò essa deve essere tentata. tutte le volte che riesce possibile. Disgraziatamente molto di rado può essere eseguita, tanto che da qualcuno è stata sconsigliata, da tutti consigliata con la massima prudenza. Difatti presenta spesso difficoltà e pericoli insuperabili.. La cisti di frequente aderisce in modo tale agli organi vicini e ai vasi importantissimi della. adiacenze, che riesce impossibile vincerle e pericoloso anche il semplice tentativo. Il peduncolo è spesso tanto breve da non potersi recidere senza apertura della cisti e consecutiva caduta.

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del contenuto nel peritoneo. La parete talvolta è sottile e facilmente lacerabile (SENN). P er la vascolarità del pancreas e per le aderenze con vasi importanti, si hanno spesso emorragie pri· mitive e secondarie, che possono mettere in pe· ricolo la vita dell'opera.to, già minacciato dal collasso prodotto dalla lunga durata dell'opera· • zione e dal maltrattamento del simpatico addo· minale. Dice il B10No1 che l'asportazione totale è indicata nelle cisti del corpo, o meglio in quelle della coda, non in quelle della testa, per· chè può rimanere intercettato completamente il flusso del succo pancreatico, con tutte le conseguenze, che ne sogliono derivare. Nel nostro caso, l'impianto era sulla testa e il buon risul· tato ottenuto con l'estirpazione completa, dimo · stra come tale timore sia esagerato. Quando la cisti ha lln impianto non molto esteso sulla testa del pancreas, io credo che difficilmente si in· terromperanno tutti e due gli sbocchi del dotto pancreatico e si avranno i cattivi effetti d ella soppressione fl1nzionale della glandula. Noi dunque, nel nostro infermo, abbiamo scelto il processo più elegante dal lato operatorio ; ma più lungo, più difficile, più pericoloso. Lo ab· biamo scelto perchè ci offriva la possibilità di guarigione rapida, senza complicazioni e senza postumi; pronti però a sospendere l'atto opera· tivo e a ri0orrere all'estirpazione parziale, qna-

lora troppo salde aderenze con or gani o con vasi, difficoltà d'avere una buona peduncolazione, minaccia di collasso, ecc., ci avessero sconsigliato l'enucleazione completa. Io credo che i poco confortanti rii;;;ultati dell'estirpazione parziale dipendano in gran parte da troppo audaci e troppo prolungati tentativi d'asportazione totale, a.nche quando condizioni locali o generali l'avrebbero sconsigliata. Tutto il segreto del successo io credo stia nel sapersi fermare a tempo, non appena si vegga che la continuazione dell'atto operativo riesca impossibile, o anche troppo pericolosa.

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Sull'esito sortito dalla nostra operazione non c'è molto da dire. Esso fu il migliore che si potesse desiderare. Cosi il nostro caso sarebbe secondo la statistica del Braun - il 18° operato e il 15° guarito con l'estirpazione totale.

** * qt1anto s'è venuto fin

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SEZIONE PRATICA

Da tutto qui esponendo, crediamo possa venirsi alle seguenti conclusioni: 1. Che le cause produttrici delle cisti pan· creatiche sono molteplici e ancora molto oscure,

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ma che fra esse può annoverarsi l'occlusione dei dotti escretori, prodotta. da calcoli pa::icreatici ; 2. Che l'etiologia dei calcoli del pancreas non è ancora nota, ma che probabilmente riconosce la stessa genesi parassitaria, dimostrata. per la litiasi d'altri organi; 3- Che la diagnosi delle cist.i pancreatiche è spesso molto difficile e talora impossibile, prima della laparotomia. ; 4. Che il trattamento chirurgico offre spesso difficoltà e pericoli notevoli, ma che questi possono nella maggioranza dei casi, essere superati con la buona scelta del processo, adatto ai singoli casi; 5. Che il processo d'elezione debba essere l'estirpazione totale, salvo a contentarsi della asportazione parziale, appena si conosca che la prima possa riuscire troppo lunga e pericolosa ; 6. Che l'incisione semplice, in uno o in due tempi, debba esser e riservata ai soli casi, nei quali le cattive condizioni generali, o le troppo estese ader enze della cisti con gli organi limitrofi, non permettano assolutamente l'asportazione di nessuna parte della parete cistica. $assoferrato, novembre 1903. BIBLI O G R.A.FI.A.. ALBERT. Trattato di chirurgia e di medicina, operatoria. Volume 3°. MUGNAI. P atologia e terapia clzirurgica del 11a1icreas. Collezione italiana di letture sulla medicina. Serie V, n. 9. E.sSTEIN. Malattie del pan,creas. Manuale di medicina pratica di EBSTEIN e SCHWALBE. Volume 2°. BRAUN. Terapia chir urgica delle malattie del pancreas. Opera suddetta. TRICOMI. L e cisti del pancreas. Gazzetta degli Ospitali, anno 1892. n. 96. DURANTE. Congresso chirurgico di Roma. 1893. N1MIER. Chirnrgia del pancreas. Gazzetta degli Ospitali, anno 1894, n. 100. BIONDI. Con,tributo cli1iico e sperinzentale alta cltirzirgia del pancreas. Clinica chirurgica, anno 1896, n. 4. PIAZZA. Sulla gen,esi par assitaria dei calcoli sa· livali. Policlinico, sez. chirurgica, anno 1898, p. 511. HARTMANN. Sur la patliogénie de la litltiase. La Presse Médical, anno 1898, n. 19.

Recentissime pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L . 5 Indirizza.re riohieste coB Cartolina-va.glia alla. Società Editrice Dante Allahlerl - Roma.

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IL POLICLINICO

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Sulla patogenesi della tubercolosi pulmonare. Il clott. WELEMINSKY nella Berl. kli1z. Wocll., n. 37, attira l'attenzione sulla possibilità che la tt1bercolosi pulmonare pro-v·enga direttamente da 11na inoculazione per la via digerente. ·N 011 è la prima volta che questa possibilità vieno enunciata, ma la ge11erale· tendenza degli autori è stata, a questo proposito, di dimostrare che il bacillo tubercolare, introdotto nel tubo digerente può dar luogo ad ltna tubercolosi lo· cale e questa diffondersi poi al p11lmono . . • L' . ..\. ha inveco cercato di dimostrare, con ri· carche sperimentali, che spesso il virt1s tuber· colare, p en etrando n el t.t1bo digerente, p11ò la· sciare immune l 'intestino E-' andare a localizzarsi nell'appa1·ecchio r espiratorio o ciò. spesso, ad escl11sione di ogni altro organo. L e esperien ze sono state fa.tte s11 conigli e su cavie infettate per mezzo cli alimenti inquinati da bacilli tubercolari fina1nente emt1lsionati. Spe· cialmente i conigli, che sono r elativ·amente poco sensibili alla t11bercolosi, hanno dato risultati dimostrati vi: tre co11igli non hanno preso per 11ulla l'infezione, uno ha presentato tt1bercolosi dell'apparato digerente e del respiratorio, e tre 11anno fatto rile,~ are una tubercolosi esc]usivamente localizzata ai pulmoni, senza la minima lesiono del tubo digerente. Altrin1enti è avve11uto n elle ca.vie, dove l'infezione tt1ber colare ha sempre inter essato così il sistema digerente come il r espiratorio. ~Ia se· guendo da ·vicino l'evoluzione della malattia si pote,ra vedere che n,nche in questi ani1nali cosi l'icettivi, era, l'apparecchio respiratorio (gangli bronchiali, pulmoni) il primo ad essere attaccato, inclipendentemente dal tubo digerente (gangli intestinali e mesenterici) nei qt1ali la. malattia si sviluppava più tardi. (Bnll. de l' lnstitnt Paste1ir, novembre 1903).

Infezione tubercola1·e primitiva di 01·igine intestinale. Nella Mii11 ch. 1ned. Worlt. (25 nov. 1903) il clott. vVAGNER pubblica uno studio su questo argomento. L'autopsia dei tubercolosi non costituisce un m ezzo appropriato per stabilire la porta d'in~ gresso dell'infezione, p erchè le lesioni sono troppo e tese ed avanzate; per contrario le autopsie di b<tmbini morti per malattie infettive acuté sono della più alta importanza. In un certo numero di casi si trova l'inizio (24)

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di una• tubercolosi come constatazione accidentale e si può allora riconoscere la porta d'entrata. I casi n ei quali si. trova la tubercolosi ' dell'intestino, dei gangli mesenterici, del peri· toneo e clel fegato, senza alcuna lesione tuber· cola,re d egli orga~i toracici sono frequenti. Si è voluto considerare come una forma attenuata o lieve di tubercolosi i casi nei qt1ali si produce t1n arresto temporaneo o definitivo della tuber· c.olosi intestinale o gangliare, ma ciò non è esatto.

Trasmissione pe1· lo spe1·ma dei bacilli tubercolari all'embrione. (Arb. a. d. !caiserl.. Geszi1idlieit., T. XX, f. 1) dopo a\rer r!levato che la possibilità di contaminazione d el feto da parte della madre, benchè estremamente rara, p11re può indubbia· mente avvenire, afferma che varie considera· zioni si op pongono a, fare ammettere la possibi· lità di una iufezio110 tubercolare di concezione per mezzo dello spe1·matozoo ed in particolare il tempo ostremamente breve d al contagio e la minima quantità del contagio medesimo. G.A.RTNER e FRIJiJD lYIANN a\revaao tentato di riprodt1rre artificialmente una simile contami· n azione. SE!GID riferisce oggi esperienze oonsi· mili. Come FRIED71IANN egli adopera coniglie che hanno partorito, le fa cop rire dal maschio e sul>ito dopo la fecondazione si assicura, col· l'esame del muco "\raginale, della presenza di qualche sperma,tozoo. Allora inoc11la, goccia a goccia n ella vagina un'e1nulsione di bacilli tubercolari, ora umani, ora bovini. Dai risriltati di queste esperienze è impossi· bile concludere, perchè i piccoli delle coniglie infette si mostrarono immuni di lesioni tubar· colari. BEIGE

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PRATICA PROFESSIONALE

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CA~UI~TilICA Etiologia delle meningiti ed importanza diagno· stica della puntura lombare. . LEWKO'''ICZ descrive la tecnica della rachido· centesi e le qualità del liquido ricavato con la puntura, sia normale, che patologico, per quanto riguarda la pressione, i caratteri fisico-chimici, la formazione, o meno, del coagulo. Tratta delle diverse specie di meningiti. Descrive i casi di meningite cerebro-spinale epidemica, in uno dei quali riscontrò insieme meningococco e bacillo tubercolare.

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SEZIONE PRATICA

Rinvenne il meningococco nei prodotti d'in· I Rileva una particolarità, nei casi di tuberco· losi miliare pura senza tubercolosi meningea, fiammazione del naso, delle fauci, dell'orecchio, ed è : una forma iperestetica genera.le, tale da nell'espettorato, nelle feci diarroiche, in essudati rendere impossibile l'esame clinico del bambino. pleurici, articolari, renali, pericarditici e nel· Per la costituzione del liquido cefalorachideo l'urina. dà valore alla specie d ei leucociti. Il meningococco, o diplococco intracellulare, L'essudato sieroso semplice contiene piccoli può avere dimensioni varie e disposizione varia linfociti; laddove un essudato con prevalenza alla colorazione. di polinucleati neutrofili potrebbe significare, Nel sedimento del liquido cefalorachideo cen· con una certa approssimazione, la presenza di trifugato e n el pus raccolto dalla meninge, ha focolai caseosi nelle meningi cerebrali o spinali. sempre rinvenuto il diplococco nei corpuscoli Fra i processi non infettivi annovera quelle del p11s : raramente fuori di questi; ed i corpu· meningiti non microbiche, ma da cause diverse scoli che li inglobano sono polinucleati neu· (i raggi solari diretti e le intossicazioni interne trofili. od esterne) fra .Le qua.Ii annovera: Dalle colture ha ottenuto diplo, o tetra.cocchi, a) le meningiti tossiche, con molta albudi O. 6 - 1. 5 p., formanti catenule brevi, costi· tuite da. coppie di elementi, di cui la linea di mina nel liquido cefalorachideo : tensione alta; presenza di leucociti; divisione sta nell' asse della catena : colorabili b) l'idrocefalo acuto; col Gram. e) i disordini circolatori : ischemia, iperemia; Ha ottent1te colture di diplococco in agar, o siero glicerinato, costituite da colonie isolate, o d) l' azione dei veleni organici su gli elementi parenchimali. riunite, rilevate, splendenti, incolore. Non ve· geta s1t patata, in brodo, in gelatina e nel latte. Ritiene che la puntura lombare sja un buon Egli C'recle che questi caratteri possano diffe· mezzo diagnostico e t erapeutico. renziaro il diplococco, tipo W eichselbaum da (Jalirbucli f . Kinclerlzei/.lc. Bd. 55, H. 3). quello tipo J~tger -Heubner, che vegeta bene su golatinn,, brodo, patate, che non fluidifica la ge· Atassia locomotrice traumatica. ' la.tina e s11 agar forma ammassi come mucosi, di Nel M edical .Record del 21 novembre il dottor colorito giallo-grigiastro, ed è i·esistente in, vitro HAMILTON riferisce due casi di atassia loco mo· di,?e11endo patogeno, assai più dell'altro, specie trice traumatica. Egli evita il t ermine di tabe so iniettato nel p eritoneo dei topi. che implica l'esistenza di fatti degenerativi. SttLdia, 110i tutte le forme infiammatorie meL'atassia traumatica può essere ravvicinata nigeo semplici, dovt1te alle diverse specie di ad altre forme di tre ·specie : atassia isterica e microrganismi di suppurazione e considera : le nevrastenica, che è la pseudotabe, atassia conmeningiti llneumococciche non epidemiche; le streptococciche da colibacillo, o da bacillo di secl1ti,ra a lesioni delle colonne posteriori ed atassia per tensione o torsione dei nervi spinali Eberth; quella da influenza, ecé. ; e ritiene che p·osteriori, donde tina nevrite traumatica con q11esti microbi p erven gono nelle meningi: o per predominio dei sintomi dal lato della sensi· lesioni del capo, ovvero per metastasi, nelle bilità. forn1 e dissentoriche, siccome ebbe a constatare Il traumatismo non dà luogo alla vera tabe in una epidetnia di dissenteria. con artropatie, nevrite ottica, .A.rgyll Robertson, Finalmente viene a trattare della infiamma· erisi gastriche e quando si constatano questi zione meningea tub,1.3rcolare e della tt1 bercolosi fenomeni dopo un accidente, si suppone la loro miliare genArale. esistenza anteriore non constatata. Egli crede sintomo importante della tuberco · Il trauma non può dar 1uogo se non ad una losi meningea la pressione elevata del liquido pseudotabe, cioè ad un'affezione i cui sintomi cerebro-spinale; il disaccordo fra la forte percentuale cli albumina contenuta nel liq1tido e il possono erroneamente indurre alla diagnosi di tabe. leggiero dealbamento che esso presenta; il numero geande di linfociti nel sedimento. Ritiene si debba distinguere bene il fatto che Forme cliniche delle paralisi post-infettive. le sierose possano rimanere integre per tu ber· colosi miliare acuta, o subact1ta; laddove per Secondo il prof. PITRES, di Bordeaux, le pa· meningite tubercolare si debba intendere una ralisi post-infettive si presentano sotto 4: forme cliniche principali : l'astenia dei convalescenti, vera infiammazione delle meningi con tubercolosi miliare. la paralisi astenica diffusa di Gt1bler, la paralisi (25) /


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lANNo XI, FAsc. 8]

IL POLICLINIOO

generi.Ile diffusa di Duchenne, la malattia di Landry - forme un po' schematiche, ma tali da poter essere considerate come gradini successivi di una scala di cr escente gravità. (Méd. rttoder1ie).

APPUN!J.'tl DI !J.'tEl\APIA Cura dei vermi intestinali nei ba1nbini. I. ASCARIDI LOMBRICOIDI (Vermi cilindrici, SO· miglianti ai vermi di terra; seconda. infanzia). 1° Dare la sera, al momento di andare a letto : a) Due pastiglie di santonina (cioè 5 centgm. del medicamento) da 2 a 5 anni; 4 pastiglie (cioè 10 centgm.) fino a 8 anni; 6 pastiglie (cioè 15 centgm.) fino a 10 anni. Ovve1·0 :

b) Semen contra: 1-2 gm. in un po' di miele o di conserva di frutti, la mattina a digiuno. 2° Dare l'indomani mattina : a) Calomelano . . l Scamonea. . . ~ ana centgm. 10-30 Secondo l'età. Oppure: b) Scamonea . . . Polvere di gia·

lappa Ovvero:

ana centgm. 10-20

. . •

e) Olio rli ricino.

gm. 10-30

II. 0SSIURIDI VERMICOLARI (Ricordarsi per il successo della cura che questi piccoli vermi cilindrici abitano l'ultima parte dell'intestino crasso, il retto). 1° Dare per una diecina di giorni, la mattina, un clistere fatto con infuso di piante aromatiche (assenzio, piretro, finocchio) od uno o due cuc· chiai di glicerina. 2° La sera, prima di andare a letto, introdurre nel r etto un piccolo suppositorio, s. 1. f. s.: Calomelano . . . centgm. 10 Burro di cacao . . gm. 2 La sera, fare un'unzione intorno e fin dentro all'ano con una quantità di unguento napolitano uguale al volume di un pisello. 3° La mattina a digiuno, dare, una volta o due, a tre giorni di intervallo, come per I, del semen contra o della santonina. (Ann.ales de 11iéd. et e/tir. i1ifa11,tiles, 15 genn. 190!).

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Contributo all'estirpazione dell'appendice. Nel Ceritralblatt f. Cìtir. del 7 novembre 1903 il dott. ZELLER fa notare che la resezione del· l'appendice nella peritiflite ha due inconvenienti. Il primo è di lasciar sussistere un frammento infettato, che può divenire l'origine di un a· scessò. Il secondo risiede nel fatto che nelle in· fiammazioni acute la parete del colon è spesso cosi fragile che i fili tagliano i tessuti. L'A. propone l'estirpazione dell'appendice in· vece ~ella resezione. Dopo avere distaccato il mesentere, la si attira e si. pratica alla sua base una sezione ellittica che la distacchi dal cieco. La perdita di sostanza si ricolma con una su· tura a due strati.

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Nella colite muco-me1nbranosa. 1

Il clott. Rou SSEL, di St. Etienne, preconizza come trattamento della colite muco·1nembranosa la dilatazione forzata dello sfintere anale. Su 5 casi così curati ha ottenuto 5 guarigioni.

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Clisteri nutJ:itivi.

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Il prof. ADOLPH SCHMIDT ha avuto una notevole e pratica idea. A sua prescrizione la fab · brica chimica di Heyden ha preparato e messo in commercio dei clisteri nutritivi in tubi di vetro. Per usarli si rompono entrambi i capi dei tub etti ed all'apertura di uno di essi si applica un tubo di gomma mentre l'altro serve per entrata dell'aria. La miscela contenuta in questi tubi è costi· tuita da 250 gm. di soluzione salina al O, 9 per cento ; di 20 gm. di sostanza nutritiva Heyden e di 50 gm. di destrina ed è capace di svilup· pare 287 calorie. (Muncli. nied. Woclz..)

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Topici per le ragadi anali. E cco un topico proposto da KATZENSTEIN di Berlino (Tlierapie der Gege1vanrt, dee. 1903: Estratto di belladonna. . . centgm. 5 Cloridrato di cocaina . . • 5 Ittiolo . . . . . . . . • gm . 6 Riscaldate dolcemente a bagno-maria il mi· scuglio, impregnatene un tamponcino di cotone idrofilo e introducete il tutto nell'ano, più in alto che sia possibile. A questo scopo dite al malato che spinga come per andar di corpo : la mucosa rettale esce immediatamente un poco; applicate allòra il tampone, ed appena il malato cessa di spingere, il tampone è, per così dire, attratto dalla mucosa stessa. ))

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[ANNO

XI, F ASC. 8]

251

SEZIONE PRATICA

• La cocaina anestetizza, la belladonna rilascia I ora. Que~ta quantità di uova è stata spesso ben tollerata ed ha diminuito la necessità dell'uso lo sfintere e l'ittiolo disinfetta potentemente . degli alcoolici. Gli effetti di questo topico sono immediati ed L e uova devono esser prese in vari modi, al eccellenti. guscio, sciolte in latte, ma più facilmente natu· rali~ rompendole in un bicchiere. Il malato deve Pillole cont1·0 la stipsi. inghiottire il tuorlo intiero avvolto n ella sua HuCHARD raccomanda nella stitichezza le se· m embra11a e natante nell'albume. Allora il tuorlo non lascia sentire il suo sapore e non può ri· guen ti pillole : pugnare. Estratto di rabarbaro. . . gm. 1 Sa sopraggiungono nausee, vomiti o diarrea, Estratto di giusquiamo . . centgm. 30 si darà il bianco solo. Nel periodo critico della Podofillina . . . . . . centgm. 30 febbre tifoide I' A. ha fatto prendere fino a Sapone medicinale quanto basta. 48 uova al giorno per parecchi giorni (!). Per 10 pillole.Una pillola di quando in quando, (Nen·-Yorlc 11ted. Jonr1zal, 1:1 nov. 1903). la mattina o la sera.

CENNI BIBLIOGRAFICI

-V- .A..RI.A Come si puliscono e si disinfettano i Pnll· manu Cars agli Stati Uniti. - Appena una vettura è arrivata a destinazione, essa viene completamente sguarnita. I tappeti sono sbattuti e mossi all'aria e l'interno del vagone viene la· vato e sfregato con sapone ed aequa. Le co· perte vengono ritira te e sottoposte ad esatta pulizia per mezzo dell'aria compressa. È impos· sibile la' arle a.d ogni viaggio, ma parecchie volte all'anno sono inviate alla lavanderia. Tutta la biancheria è rinnovata ad ogni viaggio. Ogni caso cli inalattia, per quanto leggiero, è seguito da una disinfezione antisettica del com· partimo11to occt1pato dal malato e sono praticate polveriz~azioni di formolo in tutta la vett11ra. Nei nuovi carrozzoni la compagnia ha sop· presso tutte le tappezzerie puramente decorative: non ha conservato se non quelle indispensabili ed esse sono fatte di sostanze leggiere che non prendono nè la polvere nè gli odori. Fanno altrettanto nei vagoni-letto delle nostre ferrovie?

Contagio familiale della tubercolosi. -

1\IoEL·

di Berlino, ha esaminato dal punto di vista del modo di infezione, 200 tubercolosi del· l'istituto per lo studio delle malattie infettive. Egli ha constatato che più della metà, 114, ave· vano preso il germe della malattia in famiglia, 50 all'officina, 14: nel loro alloggio. In un caso la tubercolosi era d'origine animale, in 21 casi l'origine non si potè precisare.

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L'uso delle uova in va1·ie malattie. -

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dott. ELY dà delle indicazioni sull'uso delle uova in varie malattie, come la consunzione nervosa, la pulmonite, la difterite, le febbri intense. Egli spesso giunge a somministrare un uovo ogni

Il tabacco. Lesioni del· l'orecchio, del naso e della gola nelle operaie della Regia Manifattura di Ron1a (Oom1mi·

Dott. T.

1\tIANCIOLr.

cazione presentata al VII Congresso della So· cietà italiana di oto-rino-laringoiatria il 31 ottobre 1~03). L'autore, dopo aver ricordato le otigini e le varietà dell'uso d el tabacco, la sua diffusione, il suo potere battericida, le sue proprietà nocive ed utili per l'organismo a seconda di svariate circostanze, si sofferma sull'azione locale delle prime ·vie respiratorie. Rileva le lesioni prodotte dal fumo, dalla masticazione, dall'annasamento del tabacco sulle mucose nasale e faringo-laringea, e riporta la sua opinione personale che tali lesioni catarrali debbano essere considerate oome mezzi di difesa, proteggenti l'organismo contro l'assorbimento della nicotina. Viene quindi a parlare delle condizioni sanitarie delle operaie addette alla ~Ianifattura d ei tabacchi, e, rife· r endosi a quanto accade nella Manifattura di Roma, non ammette l'esistenza di un « tabagi· smo professionale )) , Di questa mancanza di avvelenamento ero· nico che sembrerebbe tanto logico dovesse esistere l'A. dà una convincente spiegazion·e con· siderando le vie di assorbimento della nicotina nei -vari periodi della lavorazione della foglia di tabacco. Viene infine a parlare delle lesioni della gola e del naso nelle sigaraie, riporta le osservazioni fatte su tale argomento su 335 operaie. Rile· . vata una forma clinica di fHringite propria delle lavoratrici del tabacco, ben di1rersa da quella dei fumatori, viene alle conclusioni seguenti : 1. Ne.Ile sigaraie le faringiti croniche sono frequentissime; predominano le forme catarrali (27)


252

IL POLICLINICO

e rivestono di solito un carattere mite (Su 335 esaminate solo un a trentina avevano la faringe in condizioni normali). 2. Sono in rapporto di frequenza coll'anzianità della operaia al servizio e col genere del lavoro, essendo dovute prevalentemente all'azione irritativa meccanica della polvere delle foglie. · 3. La laringe partecipa non raramente alla flogosi cronica faringea (13 per cento) e più frequentemente nelle operaie esposte alla nicotina. 4. È generale uno stato irritativo catarrale cronico della mucosa nasale. 5. La flogosi cronica delle prime vie respiratorie va in questi casi considerata come un mezzo di protezione dell'organismo contro l'assorbimento della nicotina. 6. Le lesioni dell'orecchio ·sono nelle siga· raie molto rare.

BIBLIOGRAFIA ITALIANA Medicina. INGRALDI VITO. - Contributo allo studio delle malattie funzionali del cuore. - l\1ilano, Gazz. degli Ospedali, 1904. STUPARICH. - Lacerazione dell'intestino tenue p er esagerata azione istantanea dei muscoli addominali. - Venezia, Riv. Veneta delle Se. Med., 1904. LIGORIO EDOARDO. - Ascaridiasi a forma tifoidea. - lVIilano, Gazzetta degli Ospedali, 1904. CAMP ANRLLA GIUSEPPE. - Il valore uroclinico dell'indacano. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. FAZIO G. - Sulla origine del fremito e di un tono diastolico sulle medie e piccole arterie nell'insufficienza aortica. - Milano, Gazzetta degli Ospedali, 1904. MARAGLIANO E. - Sulla modalità di praticare la vaccinazione antitubercolare. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. S1LV ESTRI T. - Terapia della pleurite sierosa primitiva. - Pisa, La Clinica moderna, 1904. VoLPINO G. - Sulla diagnosi istologica della rabbia. - Torino, Riv. d'Igiene e sanità pubblica, 1904. BOZZOLO C. - Sulle febbri di origine nascosta (Criptogenetiche). - lVlilano, La Clinica medica italiana, 1903. PRODI F. - La malattia delle nevralgie e sua forma familiare. - Milano, La Clinica me· dica italiana, 1903. (28)

I

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA Conferenza sanitaria inte1·nazionale di Parigi (1903). Sezione III. - Misure nei porti e alle frontiere marittime. Art. 20. Classificazione delle navi. - È considerata come infetta la nave che abbia a bordo la peste o il colera, o quella che presenti uno o più casi di peste o di colera da sette giorni. È considerata come sospetta la nave che abbia avuto a bordo dei casi di peste o di colera al momento della partenza o durante la traver· sata, ma nessun caso nuovo dopo 7 giorni. È considerata come immune, anche arrivando da un porto infetto, la nave che non ha avuto nè un decesso, nè un caso di peste o di colera a bordo, sia avanti la partenza, sia durante la traversata, sia al momento dell'a;rrivo. Art. 21. Le navi infette dalla peste son sot· tomesse al seguente regime: 1° visita medica; 2° i malati sono immediatamente sbarcati e isolati; 3° le altre persone devono essere ugualmente sbarcate se possibile e sottom~sse, a datare dal· l'arrivo, sia a una osservazione (1) che non sorpasserà i 5 giorni e che potrà essere o no se· guita da una sorveglianza (2) di 5 giorni al massimo, sia semplicemente a una sorveglianza che non potrà eccedere i 10 giorni. È còmpito dell'autorità sanitaria del porto d'applicare q11elle misure che l e sembrino pitì opportune a seconda della data dell'ultimo caso, della condizione della nave e delle possibilità locali; 4° le biancherie sudicie, gli effetti d'uso e quelli dell'equipaggio (3) e dei passeggieri che, s-econdo le autorità sanitarie, sono considerati come infetti, saranno disinfettati; (1) La parola « osserT azione » significa: iso· lamento del viaggiatore sia a bordo d'una nave, sia in una stazione sanitaria, prima che ottenga libera prati ca. (2) La parola « sorveglianza » significa che i viaggiatori non sono isolati, bensì che essi otten: gono subito libera pratica, ma son segnalati all'autorità nelle diverse località dove essi si recano e sottomessi a un esame medico consta· tante il loro stato di salute. (3) La parola « equipaggio » s' applica alle persone che fanno o hanno fatto parte dell'equipaggio o del personale di servizio di b?rdo, com presi i maitres d'hotel, camerieri, guatteri, ecc. In questo senso senso si deve intendere la pa· rola ogni volta che questa è adoperata nella presente Convenzione.


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XI.

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SEZIONE PRATICA.

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5° le parti della nave che sono state abitate t sottomessi a una sorveglianza ch e non olt1~e­ da pestosi o che, secondo il giudizio delle autopassi i 5 giorni dalla partenza della nave clal rità sanitarie, son considerate come infette, de· porto infetto. Si può ugualmente, durante q11evono essere disinfettate; sto tempo, impedire lo sbarco dell' equipaggio 6° la distruzione. dei sorci della nave deve salvo che per ragioni di servizio. essere effettuata, prima o dopo lo scarico del L'autorità competente del porto di arrivo può carico, più presto che sia possibile, e, in ogni sempre r eclamare sotto giuramento un certifi· caso; a.1 massimo entro 48 ore, evitando di dete - cato del medico di bordo o, in mancanza di riorare le merca~zie, le latte e le macchine. questi, del capitano, attestante che non vi è Per le navi sopra zavorra, quest'operazione si stato un caso di peste sulla nave dopo la pardeve fare il più sollecitamente possibile prima tenza e che non è stata constatata un'insolita moria di topi. dell'imbarco delle merci. Art. 24:. Ql1ando su di una nave « immune » .A.rt. 22. Le navi sospette di peste son sotto· messe alle misure indicate nei nn. 1, 4, 5 d eldei topi, dopo esame batteriologico, sono stati l'articolo 21. riconosci11ti affetti da -peste, o quando si constati Inoltre l'equipaggio e i passeggieri possono in questi rosicanti una mortalità insolita, allora essere sottomessi a una sorveglianza che non è il caso di prendere le misure seguenti: sorpasserà i 5 giorni a ciatare dall'arrivo della 1. Navi con topi colpiti dalla peste: nave. Si può, nel tempo stesso, impedire lo sbarco a) visita m edica; dell'equipaggio, salvo per ragioni di servizio. b) i topi devono essere distrutti prima o Si raccoma,nda di distruggere i topi della dopo lo scarico del carico con tutte le regole nave. Questa distruzione è eseguita prima o date all'art. 22; e) le parti della nave e gli oggetti che l'audopo lo scarico del carico con la maggior rapi· dità possibile, al massimo entro 48 ore, evitando torità sanitaria locale giudica essere contami· di deteriorare le merci, le latte e le macchine. nate son disinfettate : .Art. 23. Le navi « libere dalla peste « sono d) i passeggieri e l'equipaggio possono es· ammesse alla libera pratica immediata, qualunsere sottomessi a una sorveglianza di l1na duque sia la natura della loro patente. rata non maggiore di 5 giorni a partire dalla Il solo regime al quale può sottometterle la data d'arrivo, sal,ro i casi eccezionali in clli la autorità del porto d'arrivo consiste n elle mi· autorità sanitaria pt1ò prolungare la sorveglianza fino a un massimo di 10 giorni. sure: 2. Navi in cui è stata constatata un' insolita 1°. visita medica; 2°. disinfezione d ella biancheria sporca, de· mortalità di topi : gli effetti d'uso e degli altri oggetti dell' equi· a) visita medica · paggio e dei passeggi eri, ma solamente n ei casi b) esame dei topi fatto dal punto di vista eccezionali quando l'autorità sarlitaria ha radella peste in quanto è possibil e e con la maggioni speciali di credeee alla loro infezione ; giore celerità; 3°. senza che la misura possa esser e eretta e) se la distruzione dei topi è giudicata n e· ~i r~gola generale, l'autorità sanitaria può sot· cessaria, questa avrà luogo n elle condizioni in· tomottere le navi, pro"·enienti da un porto in· dicate all'art. 22 ; fetto, a un'operazione destinata a distruggere a d) fino a chè non sia eliminato ogni soborclo i topi prima o dopo lo scarico del carico. spetto, i passeggieri e l'equipaggio possono essere Ql1cst'operazione dev'esser fatta il più presto sottomessi a una sorveglianza come a q11esto possibile e, in tutti i casi, non clave durare più stesso art. 24. 1. d. di 2.J: ore, evitando di deteriorare le mercanzie, Art. 25. L'autorità sanitaria del porto i1lascia le latte, le macchine e di inceppare la circolaal capitano, all'armatore o al suo agente, quando zio11e dei passeggieri e dell'equipaggio fra la se ne faccia richiesta, un certificato constatante nave e la terra ferma. che la misura di distruzione dei topi è sta,ta ef · (~uando una nave pro"'\reniente da un porto fettuata e indicante le ragioni per c11i è stata infetto · è stata sottomessa alla distruzione dei applicata tale misura. topi, questa non può essere rinnovata altro che Art. 26. Le navi infettate dal cholera son sotallora ql1ando la nave si è fermata in un porto tomesse al regime seguente : infetto, ormeggiandosi al (( quai » o ql1ando si 1°. visita medica· constati a bordo le presenza di topi morti o 2°. i malati sono in1inecliatamente sbarcati e malati. isolati; L'equipaggio e i passeggieri possono essere 3°. le altre persone devono essere del pari (29)


254

IL POLICLINICO

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XI,

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sbarcate, se è possibile, e sottomesse, a datare I In ciò ·che concerne la peste, l'autorità avrà dall'arrivo della nave, a un'osservazione o a una ugualmente riguardo all'installazione a bordo sorveglianza la di cui durata varierà, a seconda di apparecchi per la clistrt1zione dei topi. lo stato della nave e la data dell' ultimo caso, Le autorità sanitarie degli Stati che cred• . senza peraltro oltrepassare i 5 giorni ; ranno conveniente intendersi s11 questo punto, 4°. la biancheria s11dicia, gli effetti d'uso e potranno dispensare dalla visita medica e dalle gli oggetti dell'equipaggio e dei passeggieri, con· altre misure, l e navi immuni che abbiano a siderati infetti dall'autorità sanitaria del porto, bordo un medico specialmente delegato dai loro paesi. sono disinfettati; 5° le parti di una nave ch e sono state abiArt. 30. Misure speciali possono essere pl'e· tate dai malati colpiti dal colera o che sono scritte a riguardo delle navi ingombrate, specie considerate dall'Autorità sanitaria come infette, quelle di emigranti o di tutte le altre navi cl1e offrono cattive condizioni igieniche. sono disinfettate; 6° l'acqua della stiva è vuotata dopo la Art. 31. Tutte le na,Ti che non si vogliono disinfezione. sottomett~re agli obblighi imposti dall'autoritit L'autorità sanitaria può . ordinare la sostitud~l porto in virtù delle stipulazioni della pre· zione di una buon'acqua potabile a quella che sente convenzione, son libere di riprendere il mare. è immagazzinata a bordo. Si può proibire di lasciar colare o di gettare Si può dare l'autorizzazione allo sbarco delle nell'acqua del porto le deiezioni umane, a meno loro mercanzie dopo che saranno prese le nedi una preventiva disinfezione. cessarie precauzioni, cioè : Art. 27. Le navi « sospette di colera )) sono 1° isolamento della nave, dell'equipaggio e sottoposte alle misure prescritte ai nn. 1, 4, 5, dei passeggieri ; 6 dell'articoio 26. 2° per ciò che riguarda l a peste, doma.ncla di informazioni relative all'esistenza di una L'equipaggio e i passeggeri possono essere sottomessi a tma sorveglianza che non deve mortalità insolita di topi; oltrepassare i 5 giorni a cominciare dall'arrivo 3° per ciò che riguarda il colera, la eva· della nave. Si raccomanda di impedire, durante cuazione dell'acqua della stiva dopo disinfe· questo tempo, lo sbarco dell'eqt1ipaggio, salvo zione e sostituzione di buon'acqua potabile a che per ragioni di servizio. quella immagazzinata a bordo. .A.rt. 28. Le navi « immuni dal colera » sono Si può ugualmente autorizzare lo sbarco dei ammesse alla libera pratica immediata, quapasseggieri che lo richiedonù a condizione che lunque sia la natura della loro patente. questi si sottomettano alle prescrizioni dell'auIl solo regime che possa prescrivere a loro torità locale. riguardo l'autorità · del porto d'arrivo, consiste Art. 32. Le navi, provenienti da luoghi in· nelle misure previste ai nn. 1, 4, 6 dell'arti· fetti, ch e sono state disinfettate e in cui le mi· colo 26. sure sanitarie siano state sufficientemente ap· L'eqttipaggio e i passeggeri possono essere plicate:o non subiranno una seconda volta qnesto sottomessi, dal punto di vista del loro stato di misure al loro arrivo in un nuovo porto a meno salute, a tma sorveglianza che non deve oltre· che non si sia prodotto alcun caso nuovo dopo passare i 5 giorni a cominciare dalla clata praticata la disinfezione e che non abbiano preso quando la nave è partita dal porto infetto. fondo in un porto infetto. Si raccomanda d'impedire, durante questo Quando una nave sbarca soltanto i passeg· tempo, lo sbarco dell'equipaggio, salvo che per gi8ri con i loro bagagli o la cassetta postale. ragioni di servizio. senza avere avuto comt1nicazione con la terra L'Autorità competente del porto d'arrivo può ferma, si considera che la nave non· abbia toc· sempre reclamare sotto giuramento un certifi· cato il porto. cato del medico di bordo o, in s11a assenza, del Art. 33. I passeggieri, arrivati con una nave capitano che attesti non esservi stato alcun infetta, ·hanno la facoltà di reclamare dalla caso di colera a bordo dopo la partenza della autorità sanitaria del porto, un certificato in· nave. dicante la data del loro arrivo e le misure a. Art. 29. L'autorità competente terrà conto, cui si sono sottomessi, come quelle dei loro ba· p er l'applicazione delle misure indicate negli gagli. Art. 34. I vapori di cabotaggio sara.n no og· articoli 21 a 28, della presenza del medico e getto di un regime speciale da stabilirsi di co· degli apparecchi di disinfezione (stufe) a bordo tlelle nc:l.vi d elle tre categorie summenzionate. mune accordo fra i paesi interessati.

(30)


[ANNO XI, FASO. 8]

SEZIONE PRATICA

SPEZIA. - Il Consiglio comunale di Licciana, Art. 35. Senza pregiudizio del diritto che hanno ' adottando l'esito del refereudu1n popolare nel i governi di mettersi d'accordo per organizzare risolvere la questione del servizio sanitario, de· delle stazioni sanitarie comuni, ogni paese deve liberava, in seconda lettura, alla quasi unaniprovvedere almeno lino dei porti del litorale di mità, un ordine del giorno del consigliere av· vocato Ricci per la municipalizzazione del ser · ciascuno dei suoi mari, d'una organizzazione e vizio a favore della generalità degli abitanti, di arnesi sufficienti per ricevere una nave qua· gravando la spesa maggiore sulla tassa focatico lunque sia lo stato sanitario di questa. progressivamente, per modo ohe i veramente Quando una nave immune, pro,Teniente da un colpiti abbiano ad essere gli agiati. L ordine del porto infetto, arriva in un gran porto di navi· giorno votato esonera dallo specìale aggravio le gazione marittima, si raccomanda di non in- famiglie che attualmente si trovano tassate di viarla in un altro porto in vista delle esecuzioni lire tre e ciò dopo che già furono abolite le quote minime, fino dall'anno scorso. La delibera, delle misure sanitarie prescritte. informata a criteri sinceramente democratici, In ogni paese, i porti aperti alle provenienze incontrò l'approvazione e il plauso di quella po· polazione, la qt1ale si vede così liberata dal fa. dai porti infetti dalla peste o dal colera, devono stidio degli « abbonamenti » . Reintegra poi i essere equipaggiati in modo che le navi immuni medici nella dignità del loro ufficio, col sottrarli possano subirvi al loro arrivo le misure pre· all'umiliante condizione di trattare degli abbo· scritte e non siano a questo scopo inviate in un namenti. altro porto. ROMA. - La signora Olga De wa,rilow, ve· dova dell'illust1 e senatore professor Palasciano I Governi faranno conoscere i porti che, presso di Napoli, testè defunta, ha lasciato al Comitato di loro, sono aperti alle provenienze da quelli centrale della Croce Rossa italiana un legato infetti dalla peste o dal colera. di lire diecimila, oltre ad un quadro di Salvator Art. 36. Si raccomanda che nei grandi porti Rosa. Un altro legato di lire diecimila venne la· di navigazione marittima sia stabilito: sciato a.I Sotto Comitato della Croce Rossa di a) u11 servizio ,medico regolare di porto e Firenze dalla signora A malia Torre, defunta pouna sorveglianza medica permanente dello stato chi giorni or sono in quella città. sanitario degli equipaggi e della popolazione del PARIGI (Ospedale Sant'Antonio). - Il dottor porto; Lermoyez, medico degli ospedali di Parigi, capo b) locali adatti all'isola.m ento dei malati e del servizio di oto-rino·laringoiatria dell'ospedale . di Sant'Antonio, col concorso dei proprii assi· all'osservazione delle p ersone sospette; stenti signori Bourgeois e Bellin, comincierà il e) le installazioni necessarie a un'efficace 20 aprile 1904 un corso pratico di oto·rino-larin· disinfe~ione e laboratori batteriologici; gologia. d) un servi2iio di acqua potabile non sospetta Questo corso avrà luogo tutti i giorni, alle por l'uso del porto e l'applicazione di un sistema ore 8 e mezza del mattino. Sarà ultimato in presentante tutta la sicurezza possibile per to- 30 lezioni. Gli u.llievi saranno individualmente esercitati nell'uso degli strumenti. gliere ogni immondizia e lordura. Essendo limitato il numero dei posti, gli al· lievi sono pregati d'iscriversi in tempo presso il dott. Bourgeois, via Miromesnil, 96, Parigi.

NOTIZIE DIVERSE Nomine, promozioni, onorifioenze. ROMA. -

I nostri lettori conoscono certa-

11zente, per i la1'l}hi riassunti dei giornalipolitici, lo svolgi11ie1zto, i1znanzi al Senato costituito in Alta Oo1·te di Giustizia, del processo i1ttentato a carico del senato1·e prof D' Antona. Ad arte ci aste1zemmo dall'occupa1·cene e principal11zente per dzle 1·agioni: anzitutto per la co1zside1·azione clie 1zella coscienza 01zesta di tzitti i 11zedici che sanno, la questione era già 1·i'soluta; poi pe1·chè fidava1no nel senno e nell'alta sapienza del 811p1·e11zo Consesso. Oggi sia11zo lieti di constata1·e clze abbia11zo avzito ragione: il p1·of D'Antona è stato prosciolto da ogni i11zpzitazio1ze pe1· assoluta inesistenza di reato.

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Nell'Università di Modena, il dott. Girolamo Daccomo, professore ordinario di chimica far· maceutica., è stato confermato nell'ufficio di di· rettore della Scuola di farmacia, per il triennio scolastico 1903.90!·90b-906. Nell'Università di Padova, il dott. Luigi L11· catello, professore straordinario di patologia spe· ciale medica dimostrativa, fu promosso a pro· fessore ordinario della stessa disciplina dal 1° febbraio 190!. Nell'Università di Parma, venne revocato e dichiarato senza effetto il decreto 31 ottobre 1903, col quale il dott. Mario Farina fu nomi· nato assistente nel gabinetto di anatomia umana, ed in sua vece è stato nominato il dott. Giuseppe Lusignoli, dal 1° dicembre 1903 al 31 ottobre 1904. N ell'UniTersità di Pavia, il dott. }fanfredi Albanese, professore straordinario di materia {31J


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IL

POLICLINICO

me 1ica e farmacologia sperimentale e direttore del i·elativo gabinetto, fu promosso professore ordinario della stessa disciplina, dal 1° febbraio 1904.

Concorsi e condotte. NAPOLI. - Concorso al posto di assistente nel laboratorio chimico municipale. Stipendio annuo L. 1650 lorde. Scadenza 2 marzo. ONANO (Pro vincia di Roma, Circol'tclario di Viterbo). - Condotta medico -chirurgica. Stipendio annuo L. 2000. Scaden za 28 febbraio. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria co· munale. MONS AMPIETRANGELI (Provi1icict rli Ascoli Pi· ceno, Circo1idario di Ferino). - Con corso ad una d elle due condotte medico-chirurgiche, « preva· lentemente chirurgica» . Stipendio annuo L. 2400, con ritenuta per R . ~I. e C. P. Scadenza 15 marzo.

COMUNANZA (Ascoli Piceno). - Condotta me· dico-chirurgica. Stipendio annuo L. 2500, grayato di ritenu ta per R. ~I . e C. P. Scadenza 27 feb · braio. CASAL111AGGIORE (CreNio1ia). - 1 a Condotta medico-chirurgica. Stipendio annuo L. 1800, oltre L . ..!00 per il cavallo. Scadenza 29 febbraio. LORETO (A1n1ninistrazione della 8. Casa di) . Concorso al posto di medico-chirurgo direttore dell'ospedale. Stipendio annuo lire 4000, aum entabile ogni sei anni del decimo. col beneficio dell'intera pensione dopo 30 anni di continuato servizio. Scaden~a 31 marzo i1. v. Per maggiori schiari1nenti rivolgersi alla segreteria dell' am· ministrazione stessa.

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Edizione italiana, eseguita sull' 8' Edizione tedesca 1

per cura del Prof. GIUSEPPE LAPPONI Grosso vol. di 600 pag. in-8° grande e in carta di lusso, contenente ben 790 figure colorate, L. 32, e per i nostri a,bbonati: L. 2 0 f ranco cli porto, pagabili in una sola voltn. e L. 25 franco di jJOrto, pagabili a rate me11sili anticipate di L. 5 ciascl1na. (Unire la prima rata alla richiesta). Inviare cartolina vaglia esclusiva1nente alla nostra Am-

ministrazione :

Roma -

Corso Umberto I, N. 219 -

Roma

Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

(32)

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[ANNO

XI,

FA.SO.

8I

. Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Atassia locomotrice traumatica • . . . Pag. 249 Attività cardiaca (Influenza, sull' - - e sulla pressione sanguigna, delle eccitazioni elettrj che e cliniche applicate alla superficie esterna del cuore). Baldoni . • . . • . . . . . . • )) 240 Bacilli fusiformi di Vincent-Miller nell'uomo e negli animali (I). - Angeli ci . . . . . . . . • • . . )) 225 Bacilli tu bercolari (Trasn1issione per lo sperma dei bacilli tu bercolari all'embrione). - Seige . . . • . • . . )) 248 Bibliografia italiana . . • • • . . • )) 252 Cenni bibliografici . . . • . • • . )) 251 Cisti multilocu lare del pancreas g uarita con l'estirpazione totale. Calcolosi epatica. - Andreoli . . . . . . . . )) 240 Clisteri nutritivi. - Schmidt . . . • )) 250 Colite muco-membranosa (Nella). Roussel . , • . • . . . . • . }) 250 Concorsi e condotte. . • . . . . • )) 256 Conferenza sanitaria internazionale di P arigi ( I 90 3) • • . • . • . . • . )) 252 Estrofia congenita della vescica (Nuove modificazioni al metodo di Maydl pel trattamento dell'). - Borelius . . • )) 237 I n~ezion.e tubercolare primitiva di origine 1n tes t1nale. - W agner • . . . . . )) 248 I pofisi cerebrale (Per la funzione dell' ). - Dalla Vedova . • • . • . . . )) 240 Lupus erythematosus. - Warde • . . )) 239 Meningiti (Etiologia delle - ed importanza diagnos tica della pun tura lombare). - Lewkowicz . . • . . • )) 248 Nomine, pro1nozioni, onorificenze . • . )) 255 Notizie diverse . . • . • . . . . )) 255 P aralisi post-infettive (Ferine cliniche delle). - Pitres . . . . . . . )) 249 Pemfigo (Sulla questione del) . Prismann . . . . . . • . . . . . )j 238 Polmoni (Disturbi della sensibilità cutanea nelle n1ala ttie dei polmoni e specialmente nella tubercolosi). - Goldn1ann )) 236 Pullmann Cars (Come si puliscono e si disinfettano i - - agli Stati Uniti )~ )) 251 Ragadi anali (Topici per le). - Katzens t ein . . . • . . • . . . . . )) 250 Raggi Roentgen (Influenza dei - - sui tessuti epiteliali e specialmente sul carcinoma). - P erthes • • • . . . )) 238 Secrezione gastrica in seguito all'estirpazione di un solo rene (Modificazione della). - Stejskel u. Axisa • . • • )) 238 Stipsi (Pillole contro la). - Huchard . )} 251 Struma collo)·des cistica nell'ovaio. V/althardt . . • . . . . . . . . )) 236 Tubercolosi (Contagio familiale della). Moeller . . . . • • . • . . . )) 251 Tubercolosi puln1onare (Sopra la patogen esi della). - Aufrecht . . . . • . » 235 Tubercolosi pul1nonare (Sulla patogenesi della) - Weleminsky . . . . . • )) 248 Tubercolosi verrucosa- vulve- vaginale. Frattali . . . . . . . . • . • )) 240 Uova in varie malattie (L'uso delle). Ely. . • . . . • . • • • . • )) 251 Vermi intestinali nei bambini (Cura dei) )) 250 L.

TR.tMANJ,

se9r. relJ).


1904.

SEZI01'1JB

PR.A.TIC.A.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

FRANCESCO DURANTE •

REDATTORE CAPO: PROF.

VI1.,TORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali : - Padula : Laringectomia allu Duf'anle. Stato anatomico degli organi della deglutizione. quando si debba asportare anche l'osso joide. - Riviste: - N•~UROPATOLOGIA: - Gowers: Siringo-emorragia nel midollo spinale. 4

Raymond: Tumore cerebrale con abolizione dei riflessi tefldinei. - Froin e Boidin : Fenomeni 'di localizzazione nel corso di emorragie meningee sotto-aracnoidee. - Spiller e W eisemburg: Paralisi parziale di un arto superiore, dipendente da una lesione vascolare delta colonna laterale e del corno anteriore nel lato corrisponderne del midollo spinale - CHIRURGIA: - Oazin: ll trattamento chirurgico delle perforazioni intestinali nella feb bre tifoide. - 0TORil\OLOGIA: - Royet: Disturbi mentali a forma melanconica con ansietà dovuta alla esùtenza ignorata di polipi mucosi delle fosse 1~asa.li e guariti colla ablazione di questi tumori. - Hurd: Un caso di iniezione di parafina 11el naso seguìta da amaurosi immediata. -

- Accademie, Società mediche, Congressi: - Sot:IETÀ LAN<.:tSlANA DEGLI OSPEDALI n1 .fiontA. -Osservazioni cliniche : - Basso : Sul trattamento della sciatica mediante le iniezioni gaasoae. Pratica professionale : - CASU1STI CA : - Osteomielite acuta primaria della colonna vertebrale. - Artropatie sifilitiche. -

Mioaite ai/ìlitica. - I flemmoni della guaina dei mt1.Scoli reeti. - APPUNTI DI 1'ERAPIA : - La 3incope. - l 'azione della • digitale nelle affezioni degli organi circolatori. - Pericoli della digitale nelle cardiopatie. - lnf1,v.enza del tartrato sodico. potcuaico sulla circolaziO'ne. - Nella tachica1"dia. - Varia. Rllbrioa dell'Ufficiale sanitario ed Igiene: - Gli aooelenamenti di Taranto. - Cenni bibliografici - Bibliografla i'taliana: - Patologia generate. - Amministrazione sanitaria: · Oonferenza sanitaria internazionale di Parigi {1903). I lp.teressi professionali: - Rispoate a que•iti e a domande.

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorifloenze. analitico del presente numero .

Ooncorsi e condotte. - Indice alfabetico-

Ricordiamo ai Signori Abbonati ohe per ricevere il volu111e di pre111io debbono :S})edire subito l'intero importo del loro abbonamento. Chi non l'avrà spedito entro il mese cor1·ente, non avrà più diritto al pre1nio. Colo1·0 che hanno già spedito il solo importo dell'abbona1uento, sono pregati di mandare i soliti oO centesinti se desiderano avere jl libro raccomandato. I pagaroenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Corso Umberto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. E. MORELLI . •

D i r i t t i di p r o p r i e t à r i s e r v a t i • -- . -- - - -- .. -

LAVORI ORIGINALI La1·ingectomia alla Durante Stato anatomico degli organi della deglntizione quando 8i debba asportare anche l'osso joide. ~

Studio di anatomia chirurgica di tecnica operatoria per il Prof. FABRIZIO PADULA.

Nel decorso anno scolastico ricoverò nella clinica del DURANTE t1n ufficiale dei reali carabinieri sofferente di cancro della laringe. Il tumore era voluminoso e diffuso tanto da rag$iungere l'osso joide e da aver occluso tutto il lume laringeo, onde il :Paziente era già stato operato di tracheotomia in un

ospedale militare e portava la cannula tra· cheale. P er la vastità del tumore, che avrebbe imposta una demolizione estesissima, e per il giustificato timore della recidiva, il D uRANTE era propenso a dichiarare inoperabile il caso; anche non tenendo conto della possibilità di un insuccesso operatorio, sopratutto per la f"acile insorgenza della polmoni te da penetrazione di sostanze settiche entro la trachea, la quale nel comune pro cesso di laringectomia resta con l'apertura quasi inniccbiata in fondo a una larga doccia suppurante. Il processo operativo del P E RIER, che con(1)


258

IL POLICLINICO

siste nel cucire i labbri della ferita addosso all'esof'ago al disopra dell'apertura tracheale, lasciando aperta la faringe sotto il mento, attenua forse, ma non toglie del tutto il pericolo della discesa della mucosità e della saliva dalla bocca per il collo, dove, per la presenza dell'apertura tracheale~ non è molto facile applicare abbon· danti strati protettori di garza e cotone. Perciò, anche questo processo non dava sicuro affidamento. ~la alle insistenze dell'infermo, il DuRA.N·TE ·Si decise all'atto operativo, escogitando un nuovo e pi1\ completo mezzo di protezione, e affidò a me il gradito compito di studiare la cosa sotto l'aspetto anatomico, e di provare l'operazione sul cadavere. Il concetto del D URAN T E è questo; Fis-

[ ÀNNO

XI, F ASC.

mico del lembo corrisponda al margine mucoso del canale alimentare reciso, al doppi o scopo di incanalare per un canale chiuso tutti i prodotti del cavo orale, evitando così qualunque penetrazione di sostanza settica nella trachea, e di ottenere un rapido attecchimento dai margini ricuciti per la natura stessa dei loro elementi oel· lulari.

* ** Nel . caso speciale poi, trattandosi della. possibilità di dovere asportare anche il A

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Fio. 2. - Muscolo genio-ioideo e Muscoli della lingua. l e 2, :\fuscolo stilo-glosso - 3, Basio-glosso - 4, Cera.toglosso - 5, Suo fascio accessor io - 6, Interstizio fra. il basioglosso e il cerato-glosso - 7, Genio-ioideo - S, Genio-glosso V, L}nguale inferiore - 10, Palato-glosso -11, Faringo-glosso 12, P a rte del eostrittor superiore della faringe che va alla lingua col nome di faringo-glosso - 13, Costrittor medio 14, Stilo-faringeo - 15, Stilo-ioideo.

Fco. 1. -

Laringectomia alla Perier.

sato di preferire la fistola aerea giugulare al ristabilimento d' 'u na comunicazione tra le prime vie respiratorie e la trachea, occorre impedire le complicanze pulmonari che possono con ogni f'acilità essere causate da una aipertura della faringe al collo al disopra della trachea recisa. A tale problema risponde completamente il metodo del DuRANTE, che è il seguente : Preparare tln lembo semiellittico con la base in alto e rovesciarlo s11l mento finchè si asporti la laringe, e abbassarlo poi come un grembiule innanzi alla breccia faringea o f'aringo-esofagea, cucendolo a.li' orlo di questa breccia in modo che il margine der(2)

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tessuto che aveva tenuto luogo della membrana tirojoidea e l'osso joide stesso, so_rge· vano spohtanee queste domande: 1. Recisi i muscoli ohe fissano l'osso joide e asportato l'osso joide stesso, come si aprirà la bocca se i muscoli abbassatori della mandibola non hanno più un punto d'appoggio fisso? 2. Mancando alla lingua l'azione del muscolo jo-glosso come si comporterà quel· l'organo nella deglutizione? 3. Recisi i costrittori medio e inferiore della faringe, che cosa avverrà del bolo alimentare quando esso sia giunto all'istmo delle fauci?


[ANNO

XI,

FASC.

9]

259

SEZIONE PRATICA

I quesiti, come appare alla semplice lettura, so no della massima importanza e lasciano a prima vista dubitare f'ortemente della possibjlità di una demolizione simultanea dell'osso joide e della laringe. 1° Egli è fuori contestazione che noi apriamo la bocca mercè i muscoli c~e dal· l'osso joide si dirigono alla mandibola, a condizione che l'osso joide sia immobile. Così il genio-joideo, attaccato in alto alle apofisi geni inferiori e alla faccia anteriore del corpo dell'osso joide, tende, contraendosi, a portare lo joide in alto e in avanti, ma se esso joide è fisso, porterà la mandibola verso il collo, la qual cosa sembra difficile a intendersi se ci lasciamo impressionare dal fatto che il corpo dell'osso joide trovasi sullo stesso piano orizzontale con le apofisi geni, mentre s'intende con la massima facilità se consideriamo che il punto di appoggio della mandibola è molto in alto, sotto l'osso temporale, e che quindi il muscolo agisce come agirebbe su una leva dritta estesa dalla f'ossa glenoidea dell'osso tèmporale alla linea mediana del mento (AB nella fig. 2). Identica è, naturalmente, l'azione del muscolo milo-joideo (fig. 3, n. 17) e pur facile a intendersi è quella del digastrico (fig. 3, numeri 16 e 16') se si tien presente che esso col suo ventre anteriore agisce sul punto di inserzione alla mandibola come se l'attacco fisso si trovasse in corrispondenza dell' anello fibroso sul quale si riflette, sempre che questo sia immobilizzato. E' evidente dunque che, distrutto l'osso joide, l'azione di questi muscoli sarebbe nulla. Ma un altro fatto deve richiamare la nostra attenzione a questo riguardo, e il fatto è questo: che, se l'osso joide non possa in qualche modo esser reso fisso dai m11gcoli che lo traggono in basso, l'azione dei muscoli abbassatori della mandibola si trasformerà in azione elevatoria dell'osso joide, non potendo nè i genio-joidei, nè i milojoidei, nè i digastrici vincere l'azione anta-

1

gonista dei muscoli massateri, temporali e pterigodei interni.

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F1a. 3. - Muscoli ioidei del collo (Modifica zione del Testut). ' 1, Car t ilagine tiroide - 2, Corpo tiroide - 4, Apofisi zigomatica - 5, Cavità gJe noide dell' osso temporale - 6, Condotto udi· tivo esterno - 7, Apofisi mastoide - ~. Grande corno dell•osso ioide - 9, Clavicola - 10, 10, Sterno-cleido-ioideo - 11, Sternotiroideo - 12, Tiro-ioideo - 13, Inserz. dei due muse. preced. alla c art ilagine tiroide - 14, 14, Omopla t a-ioideo - 15Ì S uo

t endine intermedio - 16, 16 , Dio-astrico - 17, 17, 17' , due milo-ioidei e il rafe da essi formato - 18, Stilo.ioideo 18', Genio- ioideo - 19, Io-glosso - 20, Sterno-cleido-mastoideo .

Rendono fisso l'osso joide traendolo basso tre muscoli pari, l' omoplata-Joideo, lo sterno-cleido-joideo e 1o sterno-tiro-joideo

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(figura 3, nn. 14, 10, 11 e 12) i cui nomi indicano bene i punti di loro inserzione (1) . (1) Ciò ch e io chiamo tern o-tir o·j oideo è formato ver amen te di d11e muscoli, lo sterno-tiroideo e il tir o-joideo, in con tinuazione l'tmo dell'altro, ( 3)


" 260

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LAN~o

IL POLICLINICO

XI, FAsc. 9]

Kotiamo intanto che la linea la quale conSupponiamo la mandibola perfettamente giunge le apofisi geni inferiori col corpo del- libera di tutte le parti molli ohe la circon!' osso joide fa un angolo con quella che con- dano, e articolata, com'è, alle cavità glegiungei} corpo dello joide col manubrio dello noidi dei due temporali. Ebbene, nell'atteg· sterno ~fig. 4, G. J. 8.), e però nella contra- giamento eretto o supino del tronco, la zione simultanea dei muscoli che trascine· mandibola che ha il suo centro di gravità rebbero l'osso verso il mento e di quelli che press,a poco a livello del margine inferiore lo tirerebbero verso il giugulo, esso joide a circa due dita trasverse dietro la sinfisi sarebbe necessariamente obbligato a spo- del mento, tenderà naturalm~nte a cadere, starsi in avanti seguendo la diagonale del rotando sulla sua articolazione e quindi parallelogramma delle forz ~, o, come po- aprendo la rima dentaria, come dimostra tremmo dire con linguaggio meno proprio la direzione dell~ frecce (figure 4 e 5). ma più alla portata di tutti, perchè la linea Ebbene nell'uomo desto questa naturale spezzata (G. J. S.) tende a trasformarsi in oaduta della. mandibola non avviene in una linea retta. Ad impedire che ciò si verifichi interviene l'azione del ventre posteriore del a digastrico insierhe con quella del muscolo stilo-joideo. Perciocchè questi due corpi carnosi tirano l'osso in alto e indietro impedendo oosì lo spostamento all'innanzi, e impònendo ali' osso di spostarsi soltanto nel senso vertioa1e . Ora quando si debba asportare anche solo Fio. 6. li'1G. 5 . • il corpo dell'oss<i> joide (al quale i mentovati muscoli si inseriscono) è manifesto che, I grazia dell'azione di quattro muscoli, di sparito jJ .punto fisso pei muscoli abbas· cui uno di poca importanza, il b11ccinatore, satori della mandibola, ogni azione di questi e tre importantissimi, il temporale, il massatere, lo pterigoideo interno. Questi muè impedita. Così stando le cose, sembrerebbe che l'a- scoli per .il loro tono bastano a vincere sportazione dell'osso ioide debba impedire la gravità e a farci tenere la bocca chiusa, completamente l'apertura della bocca. E ma se il loro tono diminuisca, come si non pertanto ciò non si verifica perchè nella verifica negl'individui profondamente adfunzione dell'apertura della bocca inter- dormentati, o cessi del tutto (morte) è naviene una altra forza, la gravità; ed ecco turale che la gravità non troverà ostacolo come: a f'ar cadere la mandibola. Il tono muscolare intanto può fino a inserentisi alla superficie estern·a della tiroide. I due muscoli possono agire separatamente o un certo segno essere diminuito a volontà insieme. Se lo sterno-tiroideo si contrae solo, mentre il tiro-joideo sia rilasciato e siano rilasciati dell'individuo, non essendo il tono se non anche lo sierno-cleido-joideo e l'omoplata-joideo, un certo grado della contrazione, del quale viene mantent1ta fissa la · laringe mentre l'osso per l'esercizio perdiamo completamente la .ioide può esser e tratto in alto da.i museoli a bbas· satori della mandibola, se questa è immobilizzata. coscienza '(l ). La membrana tiro-j oidea. allora ' 'ien e distesa in· <lucendo una modificazione nellè\ cavità che sovra.sta alla laringe e che è parte dell'apparecchio di risonanza della voce. l\iia se i due muscoli agiscono sim11ltaneamente. la loro azione è unica e co11siste nell'abbassare o nel fissare l'osso joide. È sotto questo aspetto che io li considero qui come muscolo unico.

(1) Un individuo che in lln braccio abbia il ten· dine del trici1)ite reciso e l'anconeo distrutto~ può distendere lentamente il suo avambraccio non già contraendo quei muscoli, che non possono più funzionai·e, ma rilasciando a grado a grado il bicipite e il brachiale anteriore.

( 4)


SEZIONE PRA TIC.A.

Se ora un individuo che non abbia più mezzi attivi per aprire la bocca, rilasci gradatamente i muscoli che la tengono chiusa., la mandibola si scosterà, più o meno, dall'arcata dentaria superiore e lascerà una rima per la quale sarà possibile per lo meno la introdt1zione degli alimenti liquidi. L'esercizio e il bisogno fisiologico ridurranno i muscoli a maggior capacità di rilasciarsi e nulla da questo canto si avrà a temere dopo qualche giorno dall'asportazione del1' osso joide. 'rutto ciò naturalmente non volendo tener conto alcuno della possibilità che ha il chi· rurgo di aprir lui la bocca al paziente per introdurre i cibi nella faringe, alla quale del resto possiamo fa.re arrivare dei liquidi anche per una cannula nasale. Dopo la guarigione le condizio.ni debbono necessariamente migliorare perciocchè innanzi all' esof'ago si costituisce una specie di cent1·0 cicatriziale al quale faran capo i muscoli che furono recisi e distaccati dall'osso ioide ; si @Ostituirà cioè nel collo una specie di muscolo poliventre, i cui vari capi a poco a poco si andranno abituando ed ordinando per il ripristino dell'antica fun· • z1one. ....;.

**

2° Non è meno importante il que~ito che riguarda' la lingua. Reciso infatti il muscolo io- glosso in tutte e tre le sue parti, quella che si attacca al corpo (base) dell'osso, o basio-glosso, quella che si attacca al grande corno, o cerato· glosso, e quella che si inserisce al piccolo corno, o condro-glosso, mancherà l'agente abbassatore dei margjni ed anche un po ' del corpo della lingua, sicchè questa, tratta in avanti dal muscolo genio-glosso (vedi fig. 2) e tratta indietro e in alto rlallo stiloglosso, dal faringo glosso e dal palato .. glosso (costrittore dell'istmo delle fauci), sarà naturalmente sollevata verso il palato, qt1ivi spingendola la risltltante delle azioni dei diversi muscoli ora mentovati. Onde

nell'apertura della bocca in queste condizioni, dobbiamo vedere la lingua sollevarsi e ahiudere le fauci (fig. 5). Senonchè anche qui interviene un aiuto, per quanto modesto, nell'azione di quel fascio che· il costrittor superiore della fa .. ringe invia alla lingua col nome di muscolo faringo -glosso, e nell'azione del muscolo linguale inferiore di cui la parte maggiore viene dall' aponevrosi che costituisce, diciamo così, lo scheletro dell~ faringe e che porta il nome di a po nevrosi faringea.

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F1G. 7. - Muscoli della lingua. l , Stilo-glosso - 2, Suo fascio superiore - :3, Suo fascio n1edio - 4, Suo fascio inferiore - 5, Linguale inferiore 6, Basio-glosso reci8o - 7, Sue fibre terrninali -8, Cerato-glosso - 9, Sue fibre terminali confuse con fibre dello stilo-glosso 10, Palato-glosso - li, Faringo-glosso - 12, Sue fibre rov esciate in a lto per n1ostrare il comportamento delle fibre del1' io-glosso (cerato e basioglosso ), o dell o stilo-glosso 13, ~,aringo-glosso - 14, Costrittor medio dell a fa ringe confondente le sue fibre con lo stilo-ioiùeo p1·esso il piccolo corno dell'osso ioide. '

Il f aringo-glosso ha le fibre trasversa!· mente dirette, onde la trazione in avanti che sarebbe operata dal genio-glosso è in parte diminuita. E il linguale inferiore ha direzione obliqua dal basso e (ii dietro (punto fisso ) in alto e in avanti verso il setto della lingua (punto mobile) e perciò concorre a retrarre e ad abbassare la lingua attenuando alcun poco l'azione elevatrice dei muscoletti stilo glosso, faringo·glosso e palato-glosso. Per questa ragione e per l'accennato adat.. tamento dei muscoli alla necessità della diminuzione del tono, quando un tono elevato non risponde più a un bisogno organico l !i )


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IL POLICLINICO

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XI, F ASC. 9)

o lo ostacola, si può essere sicuri che rese- ' stilo-faringeo e del petro-faringeo, due mucando l'osso ioide la lingua potrà permet- scoletti che discendendo rispettivamente tere l'arrivo dei cibi, e nel caso nostro del dall'apofisi stiloide (figura 8) e dalla faccia cibo liquido. •

* **

3° Come si verificherà la deglutizione 13 per ciò che riguarda l'azione ·d ella faringe 14 e l'innalzamento dell'esofago? Ecco : nella laringectomia totale con 15 asportazione anche dell'osso ioide vengono 16 ad essere recisi il costrittore inferiore e il 17 costrittore medio della faringe ( fig. 7, 18 , 19 nn. 4, 9, 11 e 12), ma resta integro il mag· 20 giore dei muscoli della deglutizione, il co· 2J strittore superiore (ibidem, nn. 1 e 20). Le sue fibre in f'atti, inserite: a) al margine posteriore e all'uncino della lamina ' interna dell'apofisi pterigoide; ò) a quella bandeletta fibrosa che da esso uncino si getta alla spina dello Spix col nome di legamento pterigomandibolare; e) alla parte posteriore della linea miloide, si portano indietro orizzontalmente incurvandosi ad , arco di cerchio sulla faccia posteriore dello F1 c; 8. - Muscoli costrittori della faringa scheletro membranaceo fibroso della fa(:\Iodificazionc tlol Sappey). ringe (aponeurosi faringea), :finchè sulla 1, Costrittore superiore della fa1·inge .- 2, Stilo-fS;ringeo - 3, Petro-(aringeo - 4, Costritto~e 1ned10 della f~r1n~e - linea mediana in parte s'incrociano con 5, :::itilo-j oideo - 6. Costrittore n1ed10 - 7, Suo 1n~rg1ne 1n~e­ riore al:1uanto sollevato per m_ostrare. 8, ~ascett1 dello ~tilo fibre del muscolo omonimo del lato opposto, faringeo - 9, 10, l l: ~2 , Costri ttor~ 1 nfer1ore d~lla faringe - 13 e 14 Peristafilln1 - 15, Inserz1one del costrittore supein parte s'inseriscono sulla linea mediana riore dell~ fa1·inge all'ala intern a dell'apofisi pterigoidea 16 Inserzione del costrittore superiore al legamento pte(raie) dell'aponel1rosi faringea. rjgo-mandibolare - 17, Bnccin atore - 18, Sezione della mandibola - 19, Stilo-o-losso - 20, Parte inferiore del costrittore Quando dunque il bolo è alla radice della superiore - 21, Ce1~to-glosso - 22, l\Iilo-joideo - 23, Cr ico-tir oideo. lingua, esso respinto indietro da quest'organo, che come abbiamo visto può innal- inferiore della rocca petrosa, giungon 0 a . zarsi e retrarsi, e abbracciato dal cingolo confondere le loro fibre con quellè longi· costituito dal costrittore superiore di destra tudinali dell' esofago e riescono perciò a e da quello di sinistra che formano fionda trarre in alto quest'organo quanto basta (mentre il palato molle si solleva e chiude per ricevere il bolo alimentare e precipiil fornice faringeo, o retrocavita delle fosse tarlo verso lo stomaco. · nasali), deve necessariamente precipitare Per le esposte condizioni anatomiche verso l' esof'ago. l'asportazione simultanea della laringe e Il costrittore medio e jl costrittore infe. dell'osso ioide può dt1nque essere compiuta riore cuciti con l'orlo reciso della faringe senza timore per la deglutizione. al lembo possono a loro volta in qualche • * modo funzionare, ma se anche l'azione ** L'operazione pratjcata s1ù cadavere non loro fosse nulla, la deglutizione potrebbe egualmente compiersi per l'azione dello presenta la più piccola delle difficoltà. (6 )


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F .A.se. 9J

263

SEZIONE PRATICA

Un largo lembo a mezza ellissi si prepara con un taglio a convessità inferiore, che con gli estremi raggiunge, da un lato

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di prendere a qualche distanza l'aria e i vapori di cloroformio. . Si compie allora la dissezione dall'alto al basso, a.ttendendo a recidere la trachea all'ultimo momento. Dissecato il tumore, la faringe (e talora anche la parte più alta dell'esofago) resta più o meno largamente aperta in avanti. Fatta scrupolosamente la emostasi e recisa la ' trachea, si abbassa il lembo per - -. cucirne l'estremo sul margine reciso del-~~ l'esofago e della faringe, il che costituisce la essenza del metodo D uRANTE.

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Primo operato · del Durante.

e dall'altro del collo la regione sopraioidea, a un dito circa sotto l'angolo della mandibola e che con l'apice della curva arriva poco sopra il giugulo. Il taglio interessa tutti i tessuti fino a scoprire i muscoli. Il lembo si scolla .e si rovescia sul mento (fig. 9). Se non esiste già un'apertura della trachea, os ia se ancora il malato respira per la laringe, si apre dopo la dissezione dei tessuti più superficiali, la membrana tirojoidea e vi si introduce una cannula che, allungata. da un tubo di caucciù, i:>ermette

** * Con due procedimenti

diversi si può conseguire la chiusura completa dell'apertura faringea: o cucendo l'orlo del lembo all'orlo cruento della f'aringe e medicando l'ampia breccia che resta ai lati del collo per seconda intenzion e (fig. 11 e 12), o attaccando il detto orlo faringeo sotto la faiccia profonda del lembo con punti che da una parte prendano 1 orlo cruento della faringe, dall'altro la spessezza del lembo fino a comprendere il derma, ma non sull'orlo del lembo, sibbene secondo una linea parallela 1

( 7)


264

IL POLICLINICO

ad esso, ed estesa ·quanto la _b reccia faringea, come indica la linea punteggiata nella fig. 10. Dei due processi operatori parrebbe a prima vista che il secondo dovesse essere i I più semplice e quello che più rapidamente menasse alla guarigione; ma, come il DuRANTE insegna1 è a tener presente che l'attec· chimento del margine epiteliale del lembo cutaneo è f'acile sul margine.epiteliale della mucosa recisa, mentre è assai difficile o anche problematico l'attecchimento del tessuto epiteliale della mucosa sul tessuto · connettivale della faccia profonda del

[ANNO

XI,. lfASC.

sgraziatamente una; recidiva abbastanza rapida obbligò il pazi~nte nel periodo delle ,,acanze es tive a ricoverare nell' ospedale militare di Roma, dove morì in seguito ad emorragia per ulcerazione della carotide.

***

Un secondo infermo, operato a breve distanza dal primo e con lo stesso metodo . e 1procedimento, ma di sola laringectomia. senza demolizione dell'osso joide, ha ottenuto eguale esito immediato, cioè guarigione operatoria rapida ma con un sene> fistoloso pure verificatosi all'angolo supe-

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12. -

Secondo operato del Durante.

lembo; onde, dovendosi più che alla estetica e alla rapidità della guarigione badare alla sicurezza di questa, fu nel caso in esame adoperato il processo di sutura dermo-mucoso, con piena fiducia di riuscita. Il decorso post-operatorio f'u dei pit\ regolari, e si ottenne la guarigione operatoria nel giro di tre settimane. Solo inconveniente fu la f'ormazione di un seno fistoloso verificatosi all'angolo superiore sinistro della ferita; seno fistoloso che operato in secondo tempo guarì perfettamente per prima. Il malato uscì di clinica guarito; ma di- f ( 8)

riore sinistro della ferita. L'individuo è tornato in clinica all'aprirsi dell'anno sco· lastico ed è stato operato della fistola ambulatoriamente con effetto di guatigione . per prima. Per l'altro processo operatorio, che a prima vista sembrerebbe non dovesse presentare inconveniente alcuno, ho intrapreso uno studio sperimentale sui cani, principalmente per indagare se e come si possa verifica.re l'innesto dell'orlo cruento faringo·esofageo con la superficie connettivale cruenta del lembo. Notiamo ohe lo studio sul cane può farsi perfettamente, giacchè per la posizione

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stessa dell'animale, verificandosi lo scolla- 1 mento, non si avranno a temere quelle infiltrazioni settiche del collo, che nell'uomo sarebbero pericolosissime o mortali. Il primo tentativo non -è davvero inco· raggiante dacchè nel cane operato nel quale la deglutizione si è compiuta dal secondo giorno dall'operazione fino all'ottavo senza .che una sola goccia del latte deglutito si .affacciasse al collo, è comparso invece al· l'ottavo giorno un gocciolio, sebbene modi· -0issimo, del liquido ingerito da uno scolla· mento verificatosi nel lembo proprio sulla linea mediana al disopra della trachea. Aumentata tale perdita nel nono e decimo giorno, fu ucciso il cane e la sezione dimostrò che nessuno attecchimento, neanche parziale, si era verificato. Avrebbe dunque torto chi, visti i buoni risultati del processo DuRANTE, non dando il giusto peso alla sutura d'un margine cruento epiteliale contro un margine cruento egualmente epitaliale, si facesse illudere dalle apparenze e cercasse · una semplificazione per riguardo alla possibilità di una guarigione per prima o di una cicatrice più estetica, senza attendere il ·r isultato dei lunghi e numerosi esperimenti che mi paiono necessari, e che per conto mio ho intrapreso con l'intendimento di pubblicarne gli esiti a suo tempo. Più ragionevole sarebbe il tentativo di riunire direttamente i ~argini della faringe recisa e dell'esofago, qualora la parte asportata lo permettesse senza pericolo di una stenosi grave, anche consecutivamente , incurabile. Tale riunione dei margini cruenti del canale alimentare trova nella presenza dell'osso joide, quando non: sia stato asportato, un ostacolo serio, ma sormontabile con la resezione del corpo dell'osso. ciò che riesce bene sul cadavere, ma che proverò sul cane con maggior fede di buon esito che non abbia sulla riunione del margine faringo·esofageo sulla faccia profonda, cruenta, del vasto lembo cervicale.

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'R IVISTE •

NEUROPATOLOGIA

Siringo-emorragia nel midollo spinale. (GOWERS.

Phe Lancet, 4180, 1903).

L'argomento su cui voglio richiamare l'attenzione è lo sviluppo imperfetto della midolla spinale e propriamente sulla pre· senza di speciali cavità in essa. Il midollo, in un primo stadio è una massa allungata di tessuto. embrionale con un solco centrale, che alla fine dello sviluppo si chiude. L 'incompleta chiusura insieme all'incompleta formazione degli archi -çertebrali dà la « spina bifida » . Dove il tessuto em· brionale non si è trasformato in tessuto nervoso, s1 può trovare una cavità con o senza tessuto emb1~ionale all'intorno, o con tessuto embrionale disfatto. Queste sono le cause della « Siringomielia » . Tali cavità possono essere in continuazione col canale centrale. Esse, dilatandosi, possono comprimere le corna anteriori dando atrofia muscolare o i cordoni laterali causando paralisi spastica delle gambe. Da poco è stato asserito ch e simili cavità possono essere date talora da emorragie, e SCH OLTZE ha opinato che tali cav ità possono formarsi per minute emorragie nella sostanza grigia dov ute a parto difficile. Il tessuto embrionale che circonda tali cavità può proliferare tanto da formare ciò che si dice « gliomatosi » ; quando non forma tumore si dice « gli osi ». Ed è certo che il glioma del ponte è talora in continuazione con tratti di tessuto consimile, con gliosi, intorno alla cavità congenita della midolla spinale. Ciò porta all'ipotesi che tali tumori possono aver e origine da tess11to embrionale non ev oluto. I sintomi prodotti da tale stat o sono con· seguenza o della distensione delle cavità o della proliferazione del tessuto adiacente. P erò essi non sempre sono caratteristici e difficilmente possiamo sospettare tale causa se hon va congiunta ad evidente imperfe· zione di sviluppo data da imperfetta chiu· sura del canale' osseo, « spina bifida occulta» . Tale impe.r fetta chiusura del canale osseo senza tumore esterno, dà rag ione a sospet( 9)


266 .

IL POLICLINICO

tare un simile stato di imperfezione nel midollo spinale. Il seguente caso servirà di illustrazione. Un uomo, di 35 anni, musicante, soffriva da 8 anni di dolore alle braccia, accompa· gnato da un certo grado di de bolez~a. Quando io lo vidi il dolore si estendeva al lato interno di ciascun braccio, special· mente nella parte superiore. Obbiettivamente non si trovava nulla d,i anormale. Solo il trapezio destro era meno sviluppato del sinistro, e presentava minore ec· citabilità alla corr·ente galvaniGa e faradica. Molti eran~ stati tratti in inganno e vi fu chi pensò alla mielite. Però vi era un fatto che poteva servire di guida. Al fondo della spina dorsale vi era una cicatrice ombelicata con raggi disposti a poca distanza. La 1a e 2a apofisi spinosa lombare sembrava mancante. L'infermo asseriva di avere la 1 ci~atrice fin dalla nascita. Così stando le cose, sembrava un caso di spina bifida esterna cicatrizzata nell'utero. Si poteva qui pensare ad un caso di spina bifida occulta. ]) poichè tale imperfezione sp~sso si associa a maggiore imperfetto sviluppo in alto, potevano esservi una o più fessure. Ciò rende la siringomielia probabile causa del dolore, e si spiega come non avesse ceduto ad alcun trattamento. Però vi sono fatti più gravi, che pos· sono occorrere in tali cavità - le emorragie - che dànno sintomi speciali e ta. lora caratteristici. Prima mostrerò una sezione di midollo, in cui è avvenuta un'emo~ragia, e vi per· s11aderà come questa :e.on sia patologia ipo· tetica. In essa si vede una cavità che dal ca· nale centrale va lateralmente e indietro al corno posteriore sinistro, dalla regione cervicale alle parti più basse del midollo. Lo stesso a destra. Quella di sinistra era distesa da sangue versatosi. . Il caso rimonta a 25 anni addietro e le note sono alquanto incomplete. Si trattava di un uomo di 48 anni, e sembra non pre· sentasse sintomi che facessero pensare alla presenza di tali cavità. L'esordio avvenne in modo acuto, non istantaneo. Una sera, stando al suo lavoro, avvertì grande de· bolezza alle gambe, però potè andare a casa. Nel giorno seguente egli non poteva stare in piedi, e nel corso della giornat·a non po· teva muovere le gambe. Egli non perdè il (10)

potere di contrarre i muscoli; questo per· sistette fino alla morte, avvenuta 5 settimane dopo l'attacco. Tale acuta -insorgenza faceva pensare alla mielite, ma vi erano altri sintomi che stavano per qualche cosa di diverso dall'infiammazione. Durante la prima notte egli aveva t1n formicolio do· loroso nella porzione tra i ginocchi ed il collo del piede, accompagnato da forte do· lore alla spina. Anche tre settimane dopo,. all'ammissione all'ospedale, ogni movimento Qausava dolore spinale, come se una lama fosse infitta in essa, tanto da strappare grida all'ammalato. Tale dolore non occorre nella semplice mielite, esso è caratteristico dell'emorragia .. Ancora, all'ammissione nell'ospedale era diminuita la sensibilità tattile, cresciuta la dolorifica e la termica. Condizione questa. difficilmente riscontrata nella mielite. Vi era paralisi flaccida con perdita dei riflessi. La debolezza alie braccia si sviluppò. durante la 4a settimana, e divenne impotenza alle spalle e ai gomiti, mentre qual· che movimento delle dita persistette fino alla fine. Questa; diminuzione di forza si ebbe prima. a sinistra ehe a destra e fu seg11ita da pa· ralisi del diaframma. Morì trenta tre giorni dopo l'attacco. La precisa relazione fra i sili.tomi. e il processo morboso non è agevole a vedersi,. però se ne distingue qualche punto importante. L:apparire dei sintomi dell'emorragia mi· dollare può essere meno improvviso di quello delle comuni emorragie. Gli effetti di tale emorragia nelle funzioni del midollo possono essere meno asso: luti e meno persistenti di quelli prodotti da semplice stravaso nella sostanza propria. Gli effett, di tali lesioni possono essere aggravati da una mielite secondaria. Quindi bisogna ricordare che l'emorragia può dare i suoi sintomi per la distruzione del tessuto, per la pressione, per lenta ero· sione degli organi circostanti e per infiam· mazioni secondarie. Ricorderò altri casi: CASO I. -Un medico, di 40 anni, dopo un gravoso lavoro giornaliero in una stagione molto fredda, sentì una notte una fitta dolorosa nella parte destra del capo, seguita da senso di vertigine, stando al buio. Alle

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SEZIONE PRATICA

3 clel mattino si acco1·se che non ~oteva muove1·e il braccio sinistro. Lo punse e vide che era anche aneste· sico. Al mattino fu trovato completamente paralizzato, abol~zione di moto e di sensibilità, e così rimase. Era nelle stesse con· dizioni quando lo vidi tre mesi dopo. La paralisi del braccio sinistro fu subitanea, preceduta dal dolore nel lato destro del capo e da vertigine; ciò fece pensare naturalmente ad. una lesione corticale, forse trombosi. Ma i sintomi, bene vagliati, erano incompatibili con una lesione cerebrale. In questa non vi è mai completa para· lisi del braccio senza alcun disturbo della faccia o delle gambe, tanto sono contigui i centri. _ Nelle paralisi del braccio di origine ce· rebrale i muscoli della spalla non sono mai completamente paralizzati. In questo caso era completa impotenza del trapezio, dello sterno-mastoideo e del pettorale del lato sinistro. Il movimento del capo dallo stesso lato può essere diminuito a principio per la le· sione cerebrale, ma completa paralisi dei muscoli del collo non occorre mai. Questo fatto dimostra che la lesione era a carico del midollo. Il disturbo della sensibilità viene a confermarlo. Era diminuita nell'avambraccio, al lato interno del braccio, alla spalla, al lato del collo fin quasi all'orlo della bocca e posteriormente all'occipite, al torace. Da pertutto finiva bruscamente e non oltrepassava la linea mediana. Il sintoma suggestivo del dolore nel lato destro dei capo, diminuiva d'importanza per il fatto che il paziente andava soggetto a dolore transitorio in tal punto, da qualche anno. La transito1·ia vertigine ha anch'essa poco valore, come ved1·emo, per la localizzazione cerebrale. Egli aveva un difetto congenito in certi movimenti dell'occhio; l'occhio sinistro era dii.·etto all'esterno, l'occhio destro non poteva ruotarlo all'esterno. Tale limi· tazione dimost1·a un difetto di struttura congenito del ponte nel lato sinistro. E, come si è detto, tali difetti di sviluppo del ponte, , .. anno congiunti a difetti similari nella midolla (cavità siringomielitiche o fessure). Un difetto congenito del ponte può spiegare la momentanea vertigine. La paralisi rimase, come al principio, fino a poco fa, ed ora ho saputo che dopo

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due anni la forza è cominciata a tornare gradualmente in .tutto il resto del corpo meno che al braccio. Ciò con ferma la. mia diagnosi. · CASO H. - Uomo soggetto a diatesi emor• rag1ca. All'età di 16 anni egli si elette un colpo mentre giocava su un palco. Immediatamente non avvertì nulla, m·a la mattina dipoi aveva perduta la forza e la sensibilità nelle ga~be. Ora sono passati 20 anni ed ha riacquistato lentamente la forza, ma non la sensibilità. La ~ona anestesica era simmetrica in ambedue gli arti inferiori; dall'ultima lombare a tutto il sacro. È ragionevole ammettere che sia avvenuta una emorragia in cavità del midollo. CASO III. - Questo ha sintomi meno definiti. Una giovane di 21 anno era stata ricoverata all'ospedale per paraplegia che durava da 2 mesi. Per 18 mesi la gamba sinistra aveva mostrato dolle intermittenze nella forza. Questo repentino senso di debolezza delle gambe è ritenuto come un segno peculiare dell'isterismo, dato poi che era una giovane. Un mese prima che avvenisse la pa· ralisi .vera anche la gamba destra cominciava ad avbre meno forza, ed era sede di un noioso dolore simile ai crampi. Sette settimane prima dell'ingresso nell'ospedale la paraplegia p1·ogredl molto rapidamente, con dolore crescente alla gamba sinistra, accompagnato un giorno da forte dolore al midollo spinale. Il dolo1·e abbracciava l'addome a livello dell'ombelico. Gli arti inferiori erano inerti, tranne leggieri movimenti dell'articolazione tibio-astragalica e dei mtiscoli intrinseci del piede. Inerti i muscoli della sura. Il riflesso rotuleo abolito, così il plantare, l'adçiominale e il gluteo. I glutei, i flessori del ginocchio e quelli della snra non reagi vano alla corrente faradica; reagivano invece gli estensori, maggiormente quelli dell'arto destro, i peronei e il tibiale anteriore di sinistra. La voltaica aveva gli stessi effetti dell'altra. Nei qt1attro mesi di degenza all'ospedale lo stato migliorò, e i muscoli rispondevano all'eccitazione faradica. La sensibilità tattile era abolita in tutte e due l e gambe, meno che al lato inte1·no della gamba de· (11)

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stra ; quasi simile era la sensibilità dolo- I dei riflessi tendinei, ed infine iperestesia localiziata nella metà destra del corpo. In rifica. Quando abbandonò l'ospedale poteva com· base a questi sintomi l' A. fece diagnosi piere qualunque movimento colle gambe, di tumor cerebri e sorvolando sulla quema la sensibilità non aveva migliorato, e stione di sede e dì natura (1) fissa ia sua le era impossibile mantenersi nella posi· attenzione sull'abolizione dei riflessi ten· zione eretta per l'estremo grado di incoor· dinei, sintoma che sta ad indicare compli· dinazione. cazioni da parte del midollo spinale. In questo caso il danno era maggiore Lavori recenti di MA YER, P10K, HocHE, nelle corna posteriori, e il grado e la sim· HoFFMANN in Germania, di BATTEN e CoL· metria di tale lesione fanno p.e nsare a una LIER in Inghilterra, di NAGEOTTE in Fran· emorragia in una o più cavità. . cia, hanno dimostràto la frequenza di le· Era mio intento richiamare l'attenzione sioni midollari nei tumori cerebrali, le· sui sintomi che sembrano in rapporto con . sioni consistenti specialmente nella dege· una emorragi~ in cavità del midollo. nerazione delle fibre radicolari posteriori Le emorragie midollari pure sembrano e qualche volta persino in una vera scle· raramente fatali. La morte sembra gene· rosi pseudo-tabetica. ralmente legata all'estensione del versa· Queste lesioni si manifestano clinicamento, e più tardi allo sviluppo di una mente con l'abolizione precoce dei riflessi infiammazione s~condaria. tendinei, con iperestesie, dolori folgoranti, Il più piccolo sforzo può aiutare ~ accre· qualche altr·a volta con ipo- od anestesia a scere l'emorragia, o farla ricominciare se tipo radicolare, ed infine, ma molto più è cessata. La posizione del malato dovrebbe raramente, con altri segni tabiformi, come essere tale che la spina non occupasse la inooordinazione motrice, fenomeno del Rom· parte più bassa, quindi ottima sarebbe la berg, ecc. posizione .ventrale, o~ quando questa fosse Ma se i precitati autori sono d'accordo impossibile, la posizione laterale. nella descrizione anatomo-patologica e cliConsigliabile sarebbe di tenere le gambe nica, altrettanto non si può dire dAlla in· alquanto pendenti. Necessaria sopratl1tto terJ>reta~ione del meccanismo patogene· una calma assoluta. E. PoRRONE. tico, che presiede allo stabilirsi di lesione nel midqllo spinale, perciò il RAYMOND diede incarico ai suoi allievi PHILIPPE e Tumore cerebrale con abolizione LEJOUNE d'istituire delle ricerche dirette in questo senso. Da queste indagini sarebbe dei riflessi tendinei. risultato un fatto importantissimo, ed è (RAYMOND. Arck. de Neur., V ol. XVII, n. 97). che le alterazioni dei cordoni posteriori È noto che . coi tumori cerebrali si ac- sono dovute all'enorme aumento di prescompagna quasi sempre esagerazione dei sione del liquido cefalo-rachidiano e che in riflessi tendinei, l' A. presenta invece un fondo si tratta di fenomeni di compressione, caso con abolizione e spiega sulla guida che dal punto di vista della patologia gene· di ricerche anatomo-patologiche le ragioni raie si possono mettere insieme cogli altri di questa contradizione apparente. accidenti di compressione cerebrale così coSi tratta di una donna di 24 anni con • muni nell'evoluzione delle neoplasie del· antecedenti tubercolari' sia personali che l'encefalo. ereditari. L'attuale infermità esordì 3 mesi È noto che lo spazio sotto-aracnoideo si prima con vertigini e successivamente in continua sino ai gangli inviando dei diver· bre\e tempo comparvero vomiti a tipo ce· ticoli attraverso i fasci delle radici spinali, rebrale, cefalea e diplopia. Negli ultimi specialmente posteriori; ora sopravvenendo due mesi i disturbi oculari rapidamente si un eccesso di tensione del liquido cefalo-ra· aggravarono sino ad arrivare all'amau- chidiano, come succede nei tumori cerebrali, rosi completa ; nello stesso tempo si stabi- si ha dapprima distensione ili questi spazi liva un'oftalmoplegia bilaterale to~ale e si (1) Poco tempo dopo l'ammalata mori; l'aumanifestava paralisi a carico del facciale topsia dimostrò la presenza di un sarcoma inferiore, paresi generale degli arti, spe· della regione ottica inferiore destra con com· cialmente di quello superiore destro, anos- pressione del peduncolo cerebrale corrispon· mia pressochè completa, abolizione in toto d'ente e dei tubercoli quadrigemini vicini. (12)


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SEZIONE PRATICA

e dipoi sfiancamento, in modo che le fibre nervose rimangono dissociate e stirate al punto da essere compromesse nella loro vitalità e da subìre perciò lesioni degenerative a lent--ai evoluzione, che attaccano dap· prima la mielina ed in seguito il cilindrasse, ossia in una parola si ha un vero idrope di tutta la regione pre- e periganglio· nare, idrope che spiega a sufficienza tutta la sintomatologia e nella sua evoluzione e nei suoi caratteri. Dott. E. TRAMONTI.

Fenomeni di localizzazione nel corso di emorragie 1neningee sotto-aracnoid ee. (FROIN

e Bo1n1N. Gazette des H opitaux, 77e année, n. 2).

L'introduzione nella clinica della puntura lombare ha dimostrato la frequenza delle emorragie meningee e degli aspetti diversi sotto cui possono presentarsi. Finora è stato studiato di preferenza il pe· riodo iniziale d'irritazione che può rivestire le apparenze delle diverse forme di meningiti, opp11re può simulare un coma uremico, un coma diabetico, ecc., invece gli AA. hanno rivolto la loro attenzione al periodo successivo in cui si manifestano ordinariamente i fenomeni di localizzazione, qltasi sempre sotto forma emiple· gica, e perciò riportano due casi importan· tiRsimi dal punto di vista clinico. Nel primo caso merita ogni attenzione il modo d'iniziarsi dell'emorragia. In una donna di 52 anni, senza ictus, all'improvviso sopravvenne una cecità brusca accom· pagnata da vomito e d_a cefalea. È uno dei rari casi di emorragia non t1·aumatica delle meningi, n~lle quali non si riesre ad osservare il più lieve accenno a coma. Si comprende bene che qui il giudizio diagnostico era estrema.mente difficile e che tutto~ l'età compresa, portava a ritenere che si· trattasse di una forma uremica malg1·ado l'assenza di albumina nelle urine. Ebbene, qui la diagnosi esatta fu possibile mercè la puntura lombare che diede esito ad un liquido di natura ematica. È eccezionale oss~rvare l'amaurosi prodotta da un'emorragia meningea : l'esame del fon do oculare praticato in terza giornata di malattia dimostrò che essa era dovt1ta ad un edema papillare bilaterale con stasi, il quale diminuendo a poco a poco

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finì collo scomparire in 23a giornata, nel mentre che la vista progressivamente migliorava sino a tornare allo stato normale. Circa la patogenesi di questo edema gli autori pensano che si tratti di uno stravaso sanguigno nello spazio sottovaginale del nervo ottico mettendo da parte l'ipo· tesi che possa essere stato prodotto dalla ipertensione del liquido cefalo-rachidiano sia per l'estrema rarità dei disturbi oculari nelle emorragie meningee, nel mentre la ipertensione del liquido cefalo-rachidiano è la regola, sia per il fatto del miglioramento dei disturbi oculari nella stessa misura colla quale si riassorbiva l'infiltrazione sanguigna, come le successive pun· ture lombari dimostrarono all'evidenza. La seconda osservazione riguarda un uomo di 36 anni colpito da ictus seguito da fenomeni di eccitazione.con delirio agi· tato, rigidità della nuca A segno di Kernig. Questi segni avrebbero fatto pensar~ ad una meningite se la pt1ntura lombare non fosse intervenuta ad illuminare la diagnosi. A questa fase di eccitazione successe la fase emiplegica banale, ma non appena questa incominciò a risolvere ed il malato ricuperò il possesso delle sue facoltà intellettuali si manifestò un nuovo sintoma: un'afasia motrice pura. Questa persistette come sintoma isolato anche quando il malato ricuperò tutte le altre funzioni ; dopo qualche tempo migliorò rapidamente ed in due mesi circa guarì del tutto. Per spiegare il meccanismo patogenetico di que~to sintoma gli AA. invocano il fatto della grande abbondanza della emorragia meningea ed ammettono che essa abbia avuto una ripercussione sulla corteccia eerebrale la cui sostanza avrebbe sttbìto tutta la violenza dell'm·to dell'onda sanguigna. Al sesto giorno di malattia difatti si contavano 400,000 globuli rossi in ogni millimetro cubo di liquido cefalo-rachidiano, quantità di emazie raramente osservata anche nel corso di emorragie primitivamente corticali ed in seguito me• n1ngee. Giustamente perciò in questo malato nel mentre la puntura lombare lasciava riconoscere un'emorragia abbondante l'esame clinico faceva riscontrare dei sintomi corticali violenti ma passeggeri ; questi sono i casi in cui bisogna parlare di emor1·agie (13)

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IL

POLICLINICO

meningo- ~erebrali

che sono da contrapporre alle emorragie denominate cerebro-meningee dallo CHAUFFARD e dagli autori stessi. Infine gli AA. fanno notare l'importanza che ha la topografia dell'arteria i-.otta dal punto qi vista dei sintomi. Se un'emorragia a.bbondante si produce a li· vello della volta, la massa sanguigna sotto pressione trova per il suo déflusso dei canali troppo stretti rappresentati dagli spazi sottoaracrioidei intramezzati da tra· becole e quindi è costretta a forzare le pareti e ad esercitare una comp1·essione nociva sulla sostanza nervosa, come è av· venuto nel secondo dei casi riportati. Se invece l'emorragia è di lieve entità come n el primo caso (12066 globuli rossi per millimetro cubo in 3a giornata), gli spazi areo~ari sono sufficienti per incanalare il sangue stravasato ed in ql1esta maniera la corteccia non ne viene a soffrire e si ha quasi completa assenza di sintomi cerebrali gravi. È difficile allora localizzare la sede della rottura vasale, purtuttavia lo 0HAUFFARD ha indicato un prez· zioso mezzo d'indagine, ossia la percussione cranica con un martelletto da riflessi, con questo procedimento si a1'riva spesso a localizzar.e un punto doloroso, che probabilmente è la sede della lesione. Quando la rottura di un vaso meningeo avviene invece alla base dell'encefalo, allora l'estensione delle lacune sotto-aracnoidee ed , il sacco spinale largamente aperto mettono la sostanza nervosa ·al coperto d'ogni pericolo di un'a~ione distruttrice determinata dalla violenza d'urto dell'onda sanguigna. Dott. E. T.

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Paralisi parziale di un arto superiore, dipendente da una lesione ''ascolare della colonna laterale e del corno anteriore nel lato corrispondente del midollo spinale. W EISE.MBURG. ' Univ. of. P enn. Medical Bulletin,, n. 4, 1903). (SPILLER e

Gli AA. dopo aver detto che la paralisi di un arto in un adulto, non dipendente da poliomielite, ma da lesione vascolare del midollo, non è cosa frequente, e ri· cordati due casi: un caso loro in cui si po· teva discutere se la paralisi dipendeva da poliomielite; ed un caso riportato da DE· JERINE, di 1·igidità spastica congenita degli arti, morbo di Little, vengono a parlare del loro caso in cui la lesione primitiva era a , carico dei vasi spinali. (14:)

[ANNO XI, F .A.SO. 9)

L'ammalato, di 66 anni, entrò nell'os1Je· dale il 15 gennaio 1902, ma non potè essere bene esaminato perchè morì poco tempo dopo. Era alcoolista, non sifilitico. Tre anni prima aveva avuto un disturbo della pa· rola che gli durò due settimane, e che gli A A. attribuiscono ad un attacco d'uremia~ Due settimane più tardi cadde sul ghiaccio battendo la spalla destra, riportando solo una diminuzione nella funzionalità del braccio. Nulla di anormale nella lingt1a, nella stazione e nella deambulazione. I ri· flessi pate~lari leggermente a ccentuati. Il clono del piede assente. Il paziente si era accorto, svegliandosi una mattina, che la mano dest1·a si era indebolita, era fredda. e non poteva sollevare nulla. Due mesi dopo la paralisi, fu notato che un po' di forza era tornata in questo arto. Fin qui la storia, che purtroppo non è completa. L'importante è che l'infermo si è accorto solo dopo circa 11 giorni dalla caduta dell'iltdebolimento dell'arto destro~ mentre la stazione e la deambulazione si conservavano normali. All'esame microscopico del midollo . . spi· nale trovarono sclerosi e ispessimento delle t11niche vasali, e degenerazione delle cellule nervose situate nella porzione laterale e dorsale del corri.o anteriore nel segmento tra l'ottava cervicale e la prima vertebra toracica. Tali alterazioni persistevano, ma in grado minore, nel segmento tra la prima e la seconda vertebra toracica. Sicchè · gli AA., basandosi anche su studi di STANLEY, BARNES, MoTT e TREDGOLD, BICKELES e FRANKE, concludono che le cel· lltle situate nella porzione laterale e dorsale del corno anteriore sono molto impor· tanti per la funzione motrice, e quindi che la mon0plegia brn.chiale del loro paziente aveva una origine spinale. Notevole in questo lavoro è la parte mi· CI'oscopica, condotta con molta accuratezza dagli A A., che hanno mostrato di posse· dere 1nolta pratica nella istologia del tes· suto nervoso spinale. E. PoRRONE. 99~99~99~999999999999~9~99

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904

So•..-.x..-.e..ri<> d.e1 Fe..soioo1o 3 · I. Oolt. A. Rossi - Contributo al ricambio, alla patog.enesi ed all'ur~oieai del diabete imipido. - li. Ootl. G. GaU1 In.torno alla requenza del pol&o in posizione o_riz.zontale e. 1'6r· ticale nei ma ati di cuore. - Ili. Oott. L. Cag1at1 - Contributo allo &tudio della ipertrofia C()ngenita. - IV. Dott. A. Nazara Alterazioni re-n ali nella telania gaslrica.


ANNO XI,

FASC.

9]

CHIRURGIA

Il trattamento chirurgico delle perforazioni intestinali nella febb1~e tit•oide. (CAZIN.

Se11iai1te Méclicale, 6 janvier 1901).

Non vi ha più alcun dubbio che oggidì il t1·attamento medico delle perforazioni intestinali da tifo deve cedere il campo al· l'intervento chirurgico. La peritonite da perforazione nella febbre tifoide non è che eccezionalmentA circoscritta e, p er conse· guenza, sempre fatale all'infermo; i casi di guarigione spontanea citati dagli autori sono rarissimi, mentre l e guarigioni otte· nute con l'intervento chirurgico sono ormai così numerose che bisogna assolutamente ignorare tutti i felici risultati ottenuti fi· no1~a per respingere l 'operazione, ultima àncora di salvezza per questi ammalati vo· tati fatalmente alla morte. Fatto un rapido cenno storico del trattamento chirurgico delle perforazioni intestinali da tifo, l'autore ci presenta una statistica di 358 casi operati, di ct1i uno per· sonale, comprendenti 251 morti - mortalità 70. 21 °/0 ~ e 107 guarigioni - 29. 88 °/ 0 • Eli· minando tutte le osservazioni dubbie o incomplete, come pure alcuni casi in cui fu semplicemente aperto e drenato un ascesso circoscritto, la statistica si riduce a 228 casi di perforazioni tifose dell'intestino trattate chirt!rgicamente, con 165 morti, 72. 36 °/0 di mortalità e 63 guarigioni, cioè il 27. 36 °/ 0 • KEEN, nel 1900, su 158 osservazioni, trovò il 23 °/ 0 di guariti; ELsBERG, su 289 casi il 25. 9 °/0 di successi, ed infine HARTE, s~ 332 casi, ha trovato 245 morti e 87 guarigioni, cioè una proporzione del 26. 20 °; 0 di successi. 4

* * * obbiezioni

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SEZIONE PRATICA

Le principali mosse al trattamento chirurgico delle perforazioni ti· f ose consistono : 1° nella difficoltà che s'incontra in moltissimi casi di diagnosticare a tempo utile la perforazione; 2° nei danni che derivano di1~ettamente dall'intervento; 3° nella sua inutilità, a causa della molteplicità delle perforazioni. 1. Le difficoltà della diagnosi della perforazione tifosa sono spesso grandissime,

' e certamente sta in ciò la causa più frequente dell'esitazione dei medici a ricorrere all'opera chirurgica. La perforazione d'ordinario si manifesta con un dolore addominale brusco, intenso, ben localizzato alla metà inferiore dell ad· dome in vicinanza della linea mediana o poco a destra di questa ; un dolore che insorge repentinamente con questi caratteri è spesso sufficiente per ammett€re la per· forazione, specialmente se vi ha una podero~a difesa muscolare ; altri sintomi di grande importanza sono il singhiozzo, il vomito, la tumidezza del ventre, la faccia ippocratica, il polso piccolo, ineguale, fre• quentissimo, l'ipotermia. Disgraziatamente però vi sono dei casi anche frequenti in cui i sintomi non sono molto pronunciati e possono sfuggire facilmente all'osservazione o non essere convenientemente apprezzati, ed al contrario altri casi in cui i sintomi non lasciarono alcun dubbio sulla esistenza della perforazione ed autorizzarono il chirurgo alla lapar·otomia, mentre all'atto operativo non fu riscontrata alcuna benchè minima traccia di lesione di continllO intestinale, come fu anche confer· mato dall'esito favorevole. In presenza di tali difficoltà diagnostiche, si è cercato di ricavare dall'esame del sangue altri criteri di diagnosi più precisi. lVIolti autori infatti hanno praticato la numerazione dei globuli bianchi, nell'intento di utilizzarla per la diagnosi della perforazione tifosa come per q t1ella della appendicite acuta. In alcuni casi, la constatazlone di un notevole aumento numerico dei globuli bianchi, messo in rapporto con l'abituale ipo· .l eucocitosi della f ebbr·e tif oid~, ha permesso, insieme agli altri sintomi, di fare a tempo utile la diagnosi della perfora· zione. In un caso, osser,rato da RussEL, . quattro numerazioni successive dei globuli bianchi dimostrò un a11mento numerico dei leucociti a 28,000 per mmc., nel tempo stesso che un dolore violento si manifestava nella fossa iliaca destra insieme atl una nettissima difesa · muscolare. La laparotomia dimostrò l'esistenza di una perforazione intestinale, che fu suturata; si ebbe completo Ruccesso. In un am· malato di Briggs il numero dei l eucociti salì a 31,600 per mmc. ; l'operazione im· mediata scoprì una perforazione intestinale che fu suturata.

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In altri casi, in cui fu anche praticato

l'esame del sangue a scopo diagnostico, la iperleucocitosi noh si è manifestata così rapidamente da permettere la diagnÒsi precoce della perf oraz~one. In un caso di Briggs, in cui vi erano netti tutti i segni di una perforazione tifosa dell'intestino, il tasso leucocitario era soltanto . di 4,460. In un'altra osservazione dello stesso autore, il numero dei leucociti raggiunse la cifra di 9,200 al momento in cui si manifesta~ rono i sintomi della perfo1·azione; nn'ora dopo la cifra si elevò . .a 13,000 e dopo un'altra mezz'ora a 13,200. T ,, aumento numerico dei leucociti non mancò, ma si produsse lenta men te, in modo che se si fosse ancora aspettato per intervenire, con molta p c·obabilità sa~ebbe mancato il risultato favorevole. Si sono avuti infine dei casi in cui la leucocitosi ha tratto in errore il chirurgo, facendo pensare ud una perforazione che non esisteva punto. In un caso, osservato da RussEL, si contarono fino a 17,000 globuli bianchi per mmc. di sangue, ed alla laparotomia non furono riscontrati che due gangli ipertrofici nella r egione ileocecale. In un altro ammalato dello stesso

sempre e che, come è avvenuto finora, si darà il caso di praticare una laparotomia senza trovare la perforazione che si sup·· poneva esistere; ma non per questo si do· vrà respingere l'intervento, che in tali casi ha il valore di una laparotomia esploratrice, atteso che non vi ha finora alcun casopubblicato, in cui la morte sia stata la conseguenza dell'errore diagnostico, men-tre nu1nerosi sono quelli in cui il chirurgo. ha dovuto dolersi di non essere interve• nuto in tempo utile, spesso, d'altronde, perchè il medico ha lungamente esitato prima di ricorrere all'opera sua. 2. Riguardo ai danni che deriverebbero dall'intervento chirurgico nel corsodella febbre tifoide, si può dimostrare cheessi non sussistono affatto, anche facendo astrazione dei casi in cui, non essendovi perforazione, la laparotomia è stata semplicemente un'opera.zione esplorativa ed è stata costantemente seguita da guarigione .. Numerosi esempi stanno a dimostrare qualepuò essere la resi8tenza organica degl'in· fermi colpiti da perforazione intestinale~ CUSHING, nel 1898, riporta l'osservazionedi un ammalato, nel quale: nel corso di una febbre tifoide, furono praticate tre

autore, in cui vi era dolore intenso loca-

laparotomie in 15 giorni, le due prime. per-

lizzato alla regione iliaca destra con difesa mt1scolare, il numero dei leucociti variava tra i 14,500 e i 16,000, e ciononostante all'operazione non si ·riscontrò nè perforazione, nè peritonite. Riassumendo, si può concludere che la leucocitosi è incostante n~lla perfora~ione intestinale e spesso non si manifesta che molto tardivamente, allorquando la peritonite si è generalizzata, e che, in conse· guenza, non le si può accordare che uri valore molto limitato, dal punto di vista diagnostico e dell'indicazione operatoria, poichè l'assenza dei leucociti non permette di respingere l' idea della perforazione, come, al contrario, l'aumento numerico dei globuli bianchi può manifestarsi senza che l'intestino sia perforato. Non si deve pertanto aspettare che il tasso leucocitario si elevi per pensare alla possibità di u.na perfo1·azione tifosa dell'intestino e per ten· tare un intervento, che solo può salvare la vita dell'infermo. Deriva per conseguenza da qt1anto ab· biamo detto, che, nonostante l'esame del sangue, le difficoltà d-lla diagnosi precoce della perforazione intestinale sussistono

perforazione intestinale e la terza per occlusione intestinale da aderenze; l'infermogt1arì perfettamente. 3. Infine gli a-vversari del trattamento chirurgico lo dichiarano inutile a causa. della frequente molteplicità delle perforazioni. Questa obbiezione però non ha va· lore. Le statistiche dimostrano che questa. molteplicità non si riscontra che in numero molto ristretto di casi. Su 94 osservazioni riunite da MAUGER, 9 volte soltanto sono state osservate perforazioni multiple; secondo KEEN, 82 volte su 100 la perforazione sarebbe unica. D'altra parte il LorsEN fa giustamente osservare, che il timore delle successive perforazioni non dovrebbe costituire un argomento contro l'intervento chirurgico, poichè nel caso in cui lo stato generale del malato non permette un se· condo intervento, ovvero una nuova per· f orazione passa clinicamente inosservata, questo accidente presenta, a causa del largo drenaggio del cavo peritoneale, minor pericolo che se il versamento del contenuto intestinale si facesse in cavità chiusa e il materiale settico non potesse cosl farsi st1·ada all'esterno. •

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* * adunque* il

Ammesso principio della ne· cessità dell'intervento chirurgico, che rap· presenta il solo trattamento razionale della perforazione tifosa dell'intestino, conviene stabilire se ]'intervento deve essere immediato, appena fatta la diagnosi di perforazione, senza tener conto dello stato generale grave del paziente, o se si debba aspettare che le condizioni ge1terali sieno migliorate. Allorchè lo shock è insignificante, non vi è ragione per differire l'intervento; il tempo necessario per i preparativi dell'atto operativo è più che sufficiente per sollevare le forze dell'infermo mediante l'ipodermoclisi e le iniezioni di etere e caffeina. Allorquando, al contrario, i fenomeni di shock sono molto accentuati e tendono a prolungarsi, malgrado gli stimolanti più energici, è vano attendere il mi· glioramento dell'infe1'mo; l'infezione tende a generalizzarsi, lo stato generale ad aggravarsi maggiormente; bisogna subito in· tervenire. D'altronde, nella pratica, è eccezionale il caso che il chirt1rgo sia chiamato alla comparsa dei segni della pe1·forazione; deriva da ciò ch'egli non i;arà mai nel caso dj scegliere tra l'intervento immediato e l' aspettazione. Ai primi sintomi allarmanti, il medico deve cedere il posto al chirurgo, senza perdere t1n tempo prezioso con lln trattamento medico illusorio; le probabilità di g1tarigione diminuiscono rapidamente, a :\UÌSura che ci allontaniamo dal momento della comparsa dei primi sintomi; dei 48 malati riportati nella statistica dell'autore come salvati dall 'operazione, 38 erano stati operati nelle prime ~4 ore, e 10 soltanto dopo questo periodo di tempo. Ciononostante, anche quando il chirurgo è chiamato molto tardivamente, non deve astenersi dall'operare, anche nel caso in apparenza più disperato, a meno che non sia in presenza di un agonizzante. Non bi· sogna mai dimenticare che, anche dopo 48 ore dalla comparsa dei primi segni della perforazione, l'intervento è stato seguito da guarigione, nonostante la diffusione della peritonite.

** * i~egole

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SEZIONE PRATICA

Riguardo alle dell' intervento, ri· portiamo qui in succinto quale dovrà es· sere la condotta dell' ope1~atore.

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Nella maggioran~a dei casi, tanto il clo· roformio quanto l'etere sono stati adope· rati con successo come anestetici generali. Riguardo alla sede dell'incisione, alcuni preferiscono l' incisione mediana, perchè essa agevola le manovre sull' intestino e permette la facile evacuazione dei liquidi peritoneali ; altri preconizzano la laparo· tomia laterale, praticata nella fossa iliaca destra, in. modo da avvicinarsi alla sede delle perforazioni, che, 0om'è noto, si tro· vano d'ordinario sulla porzione terminale dell'ileo, più raramente sull'appendice, sul colon e sul cieco. Per la ricerca della perfora~ione, tutti gli autori sop. d'accordo sulla necesi::;ità di una esplorazione metodica, a partire dal cieco che si esamina per il primo insieme all'appendice, per esplorare in seguito il e,egmento terminale dell'ileo, dove si ri· scontrerà d'ordinario la perforazione, negli ultimi 50 centimetri. Dal punto di vista del trattamento della perforazione, la maggioranza dei chirurgi ha praticato la sutura alla Lembert con fili di seta e non di catgut, perchè questo si riassorbe troppo presto. Alcuni operatori hanno creduto di dover abradere i bordi della perforazione o resecare la zona ulcerata; questa manovra non sembra ·necessaria e non fa che aumentare la durata dell' operazione. Due piani di sutura, eseguiti in modo che i fili vengano a trovarsi ad una certa distanza dalla perforazione, assicureranno l' occlusione perfetta. In un caso in cui la fria· bilità dell'intestino era tale che la sutura era impossibile, LEGUEU praticò un innesto epiploico, ricoprendo la perforazione per mezzo dell'epiploon fissato da p11nti seroepi ploici ; una fistola stercoracea si pro .. dusse al 5° giorno, per chiudersi dopo 20 giorni, dopo di che si ottenne la gt1ari• g1one. In alcuni casi in cui vi hanno delle p erdite di sostanza di un'estensione tale che la sutura non può essere praticata , la re· sezione di un segmento d' intestino può sembrare necessaria, ma siccome questa 'operazione è lunga e determina certamente t1no shock grave, sembra preferibile di ri· correre all' innesto epiploico, o all'isolamento dell'ansa affetta con p ezze di garza dal resto della cavità peritoneale, come pratica LE CONTE. Ugualmente, quando si riscontrano su di un segmento intestinale f

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ulcerazioni multiple in via di perforazione, in luogo d~espori·e il paziente al pericolo ·d i una resezione, sarà molto più prudente disporre attorno all'ansa affetta delle pezze di garza allo scopo d,isolarla dalla grande cavità peritoneale e limitare così l' infe· zione: È ciò che LE CONTE ha fatto con successo in un caso in ct1i esistevano sul· l'ileo, sul cieco ed una p orzione del colon ascendente cinque o sei ulcera.zioni del diametro di un' oliva con un nucleo cen· trale di gangrena; tutta questa porzione d'in~estino fa circondata da garza e tren· tasei ore più tardi, attraverso la ferita ad· dominale, si riversò all'esterno una quantità enorme di pus e materiale fecale; la fi· stola stercoracea guarì in quattro setti· manE>. Il lavaggio della cavità peritoneale con .soluzione salina calda e il largo drenaggio completano l'intervento. Dott. O. ScHIFONE,

OTORINO LOGIA

Disturbi mentali a forma. melanconica con ansietà •lovuta alla esistenza ignorata di polipi mucosi delle rosse nasali e guariti colla ablazione di questi tumori. ,

{ROYET.

Progrés Medicai, n. 33, 1903).

L' A. riferisce di un infermo,·già dichiarato ;i,ffetto da delirio di persecuzione, e che era stato in precedenza sottoposto a cure svariate: idroterapia, calmanti, antisifilitici, senza alct1n successo, e nel quale paziente non si era sospettata la lesione del naso. L'A. constatò sensibilità olfattiva quasi nulla, diminuzione del gusto e dell'udito a sinistra. Cefalea, sensazione pronunciata di stanchezza e .di depressione. Angoscia costante, sensa.zioni psichiche anormali, allncinaiioni auditive e psicomotrici. Idee di suicidio, percezione ritardata, impossibilità di fissare l'attenzione sulle sensazioni ricevute dallo esterno, inquietudine, tri· stezza. I disturbi era.no cominciati da tre anni.• All'esame obbiettivo delle cavità nasali furono constatati numerosi polipi m11cosi attorno ai cornetti medì ma che rendeva110 possibile la respirazione per il naso; non scolo purulento leggiera faringite cronica. (18)

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Estirpati tali polipi l'infermo guarì del tutto dei suoi disturbi. L'A. a proposito del caso riferito i·am. menta gli studi sperimentali del FRAYK sull'argomento, e gli studi anatomici di di AXEL KEY e RETZIUS, i quali trovarono comunicazioni dirette tra i vasi linfatici della mucosa nasale e gli spazi sottoarac· noidei; donde si può dedurre che c&.mbia· menti nella quantità e nella composizione degli umori del naso possono avere azione sullo stato della ,corteccia o reciprocamente. La circolazione venosa intracranica ha anche delle comunicazioni dirette con quella del naso a livello della lamina cribrosa e per l'intermediario della circolazione arbi· traria. L' A. richiama finalmente l'attenzione sulla intensità dei disturbi nervosi in rap· porto alla })iccola importanza della lesione. Egli fa in ciò intervenire la predisposi· zione ·individuale, ereditaria, o accidentale, la cui importanza nelle nevrosi riflesse di origine nasale è stata affermata da BRAUJ,T. Dott. M. T.

Gn caso di iniezione di parafina nel naso seguita daamaurosi inimediata. (HURD. Jonrn. des praticiens, 5 settembre 1903).

È noto come già da qualche tempo .si

sogliono praticare delle iniezioni di paraf ina sotto la pelle del dorso del naso per migliorare l'estetica nelle forme di naso a sella. Tale metodo dà dei buoni e dura· turi rist1ltati, ma non è scevro di gravi, ben· chè rari, pericoli. Tale è il caso riportato dal LEISER ( Vereinsbeilage der deutselien medie. ·wochens., 3 aprile 1902), consimile a questo che l'HuRD descrive. Si trattava qui di un malato che aveva già subìto due inie· zioni di parafina nel 1902 per migliorare l'estetica del naso, con buonissimo risultato: desiderò sottoporsi ad un terzo intervento nel 1903 per avere un naso perfettamente regolare: ma durante l'operazione fulmineamente l'occhio destro divenne amauro· tico. :à"lezz'ora dopo si praticò 1 esame oftal· moscopico: la pupilla non reagiva più alla luce, le branche st1periori delle arterie re· tiniche erano ancora gonfie di sangue, ma le inferiori erano afflosciate. Tutti i mezzi più energici per attivare la circolazione retinica (forte dose di digitale, nitrito di amile, energiche compressioni sul globo oculare a più riprese) riuscirono inutili. \


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Siccome fnrono anche descritti un caso I volte a diminuire, sino a ch e n el decennio di embolia polmonare . (PFARMENSTIEL, Cli- 1801-1810 ha toccato il massimo dell'aumento, niqzie Oplitalmologique, 1902) e un caso di . che non si era mai raggiunto per l'addietro. morte per embolo polmonare (KuNMSEL) Nei tre decennj successivi si ha però una diconsecutivi a iniezioni di parafina, così minuzione notevolissima, sino ~ . raggiungere bisognerà sempre usare queste fondamen- quella del principio del dueoentennio e anche da rimanerne inferiore: il decennio 1841-1850 tali precauzioni: 19 di non fare l'iniezione prima del- sarebbe stato sotto questo punto di vista quello 1' essersi assicurati che dall' ag~ non coli che J.al 1702 al 1870 avrebbe pr8sentato il mi· nor numero di morti e il maggior numero di sangue; 2° non iniettare mai una dose troppo nati. Nei due decenni successivi 1851-1860 e forte (non più di 15 eme.) per lo stesso 61-70 si nota un nuovo aumento, più sensibile punto, e ciò per impedire la rottura brusca nel primo decennio, meno n el secondo ; è da questo momento che doveva incominciare la dei vasi nei tessuti troppo distesi. discesa della mortalità e l'ascesa delle nascite. Dott. T. MANCIOLI.

Accademie, Società mediche, Coògressi RESOCONTI PARTICOLARI SOCIETÀ LANCISIANA DEGLI OSPEDALI DI ROMA.

Seduta del 6 febbraio 1904:. P~esidenz a :

prof. E. Ma1·chiafava.

O. (}asagrandi. La popolazione, le nascite, le morti a Ro1na negli ulti1ni due secoli. - Da tutti si afferma che i progressi dell'igiene nella seconda metà di questo secolo sono stati grandi e che in Italia, dopo il 1888, cioè dopo la promulgazione della legge sulla tutela dell'igiene pubblica divennero manifesti. Quindi diventava di grande interesse lo studiare l'andamento della mortalità nei centri più popolosi, dove i dettami dell'igiene trovano le maggi<;>ri e più razionali applicazioni. L'O. si accinse a studiare siffatta questione per Roma, a.pprofittando dei dati che la dire· zione comunale di statistica pubblicò nel 1886 a cominciare dal 1702. Tenend~ pres~nti le cifre esprimenti la popolazione, le nascite, le morti, ha diviso lo studio statistico demografico del duecentennio in p e· riodi decènnali, stabilendo anche una grafica della natalità e della mortalità, dalla quale si ricava che: 1. Costantemente in tutti i decenni sino al 1880, la media della mortalità decennale relativa superò quella delle nascite. 2. Subito dopo il primo decennio, in cui la mortalità ha superato relativamente di poco le nascite, si è avuto un aumento della prima che si .è fatto notevolissimo nel decennio 1741-1750 e si è mantenuto sempre alto, con qualche oscil· lazione in vari decenni, accennando solo due

Poscia, dopo aver fatto notare sommariamente le cause di questo andamento della mortalità e clella natività nei vari decenni, fa osservare che ' tale studio n el decennio 1871·1880 si pt1ò fare con maggiore ricchezza di particolari grazie alle belle ricerche dello SCALZI, che ha fatto: « La statistica della salubrità r egionale di Roma nel decennio 1870-1881 paragonata con quella del decennio precedente »,E dalle ricerche dello SCALZI risulterebbe che nel decennio 1871-1880 si sarebbe avuta una diminuzione notevole della mortalità, diminuzione ohe egli mette giustamente in relazione q: con spostamenti igienici » ossi11i con l'attuazione di provvedimenti st1ll'igiene del suolo e dell'abitato, che operarono bonifica locale indubbia. Negli anni s11ccessivi, 'per continuare lo studio seguendo lo stesso metodo, bisogna però conten· tarsi di dividere la città di Roma in Rioni (per quanto facendo t1na tale divisione a priori si comprenda come diventi assai difficile stabilire dei paragoni tra rioni vecchi e rioni nuovi), ed è meglio secondo 1'0. dividere il ventennio 1881-1900 in quinquenni. Cosi operando egli avrebbe trovato: - Una progressiva diminuzione della mor· talità da un quinquennio all'altro, specialmente sensibile n ell'ultimo quinquennio (eccezion fatta p er i rioni Campit&lli, Fa.rione e Ponte); nessun rapporto tra la media della mortalità quinql1ennale e la densità della popolazione (sia al 1881, sia al 1900)· - La possibilità di stabilire (sia con le cifre esprimenti la mortalità annua relativa, sia con q11elle esprimenti la quinq11ennale) delle zone di mortalità massima n ei Rioni di Ripa e di Tra· stevern e minima in quello di Sant'Eustachio, ecc. A spiegare poi perchè determinati rioni ab· biano presentato n ei singoli qninqt1enni unii mortalità massima, avendo veduto che come fattore di essa non si può invocare la densità (10)

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della popolazione, ha tentato di prendere in con· siderazione le condizioni sociali degli abitanti dei singoli rioni, elencando i rioni secondo una cla·ssificazione. approssimativa, andando dai più agiati ai più poveri, come ha fatto il GuALDJ . Cosi l'O. avrebbe trovato: 1° che il massimo della mortalità si trova nei rioni più poveri, e particolarmente in quello di Ripa, che comprende il poverissimo quartiere di Testaccio, e poi nel rione Campitelli, il quale comprende il quaFtiere del Celio, che si trova nelle condizioni di quello del Testaccio e del rione Trastevere, che del pari è un rione povero ; 2° che una mortalità intermedia è presentata dai rioni abitati in buona parte da persone agiate, ma comprendenti intieri quartieri abitati da povera gente, come i rioni Esquilino e Borgo. Conclude quindi col dire che ,}ando ora uno sguardo a tutto il duecentennio, appare chiaro come la popolazione, dopo le diminuzioni subìte nel principio del secolo XVII, sia andata crescendo gradualmente, con qualche breve oscillt:.izione, sino a quasi triplicarsi e come l'aumento di essa si sia specialmente fatto sentire nell'ultimo tren· tennio, alla fine del quale la troviamo raddop· piata rispetto a quella che era al principio. È ancora evidente che mentre la curva della mortalità ha superato quasi sempre quella delle • nascite fino al terzultimo decen~io, da questa epoca in poi invece, è andata diminuendo, mentre per converso la curva della natalità si è andata progressivamente elevando. I due ultimi decenni 1881-1890 e 1890-1900 segnano quindi un progresso enorme nel movimento . sanitario della città, progresso derivante dal con· corso della maggior parte delle zone in cui è divisa Roma, nelle quali singolarmente considerate, i })rimi segni del miglioramento sanitario si deli· nearono subito dopo l'insediamento della capitale. Così Roma in un breve periodo di anni, mercè l'intervento largo ed attivo dell'igiene nella vita pubblica, è pervenuta in condizioni tali da potersi paragonare a quelle delle città che hanno da un tempo incomparabilmente più lungo applicati i principi fondamentali di bonifica igienica. Dott. A. GA.ROFALO.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno ,XI, 1904 -<>-

So• a-ima.rio de1 Fa.soioo1o 2 . l. Prof. A. Regnoli - Alcune considerazioni sulla operazione cesarea-vaginale tistero cervicotom·ia) ed una rua nuova applicazione. - 11. Dott. P. Bastiaoelli - .Strozzamento acuto di ame del tenue attraver&o ad una (e1rura congenita del mesocolo" tra~V6f'BO es~endo il colon trasverso in relroposizione. Laparotomia. Guarigione. - lll. Dott. A. Isaia - Studio clinicoatati1tico sopra i aarcomi osservati in diciotto anni di clinica chirurgica dal Prof. Franceaco Durante. - 1V. Prof. G. lngiannt - Cateterimo dell'uretere in un caso di genicolaturo. di quejlo condoUo e ritenziom renale.

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OSSERVAZIONI CLINICHE . . Sol trattamento della sçiatica mediante le inirziooi gassose per il dott. ERNES':I'O AUGUSTO BASSO. Tra le nevralgie, una delle più frequenti è certam~nte quella che occupa la totalità o parte del nervo sciatico, ramo terminale del plesso sacro. Il dolore, i disturbi della sensibilità, della motilità, i fenomeni di reazione o simpatia benchè • più rari, sono in fondo quelli stessi che si -Osservano in qualunque nevralgia. La eziologia ne è varia: le malattie diatesiche, le malattie infettiv~, J traumi, le intossicazioni, le affezioni degli organi pelvici nella donna, possono essere la ca usa della sciatica. ·S enza fermarmi ad enumerare la molteplicità dei rimedi usati, fra cui alcuni (primo l'acido fenico per iniezioni ipodermiche proposto dal BACCELLI) si sono mostrati in singoli casi utilissimi, mi fermerò ad una pratica terapeutica che recentemente è stata vantata. CORDIER, ex-chlrurgo « aux antiquailles > di Lione, usa da .alcun tempo, e con vantaggio, iniettare una certa quantità di gas indifferente nei tessuti sottocutanei sul territorio del nervo ammalato e con particolare successo s~l territorio del nervo sciatico. Colpito dai benefici ri· sultati ottenuti nella cura delle nevralgie, coll'allungamento del nervo, ma conscio pure dei pericoli che questo metodo può riserbare, ebbe l'idea di operare questo allungamento non più sul tronco nervoso stesso, ma ·sui rami perifici. Un fatto casuale, occorso al dott. CORDIER, molto tempo prima di ricorrere a queste inie· zioni gassose per la cura delle nevralgie, già gli aveva fatto intravvedere l'effetto benefico di una distensione rapida dei tessuti sull' elemento dolore di alcune affezioni.. Trovandosi allora capo-clinica nel servizio di D esgra.nges, incaricò un esterno di praticare coll'aspiratore Potain la punzione di una idrartrosi molto dolorosa del ginocchio. Per un errore di manua· lità, l'operatore iniettò una certa quantità di aria nel ginocchio; non solo l'ammalato non ebbe da patire alcun danno, ma avverti ben presto una diminuzione netta dei fenomeni do· lorosi. Ricordo "' titolo di cronaca, che in questi ultimi tempi in Francia, venne ripreso queste> metodo di cura per le artriti blenorragiche, ed


alcuni entusiasti lo vanno consigliando in tutti I regione esterna e superiore della gamba al di i fatti articolari dolorosi. sopra della testa del perone. J OBN BELL, nel 1812, nel suo e discorso sulla Dopo la iniezione si farà un massaggio ener· gico per favorire una. estensione regolare del· natura e la cura delle piaghe•, senza consi· derare come affatto innocua la presenza d'aria l'enfisema. A vendo personalmente osservato in nel tessuto cellulare, già diceva in contraddi· a~cuni ammalati un leggiero rialzo di tempera· tura, da cinque a dieci ore dopo l'operazione zione in ciò con MoNRo, che il pericolo non è s0glio somministrare una piccola dose di anti· in rapporto colla gravità apparente dei sintomi. ÀSTLÈY COOPER più tardi inietta aria nei tessuti, piretici, valendomi della associazione dell'anti· per dimostrare l'innocuità di simile pratica, e pirina (1) fenacetina (2) ed acetanilide (1/ ,) prole sue esperienze sono confermate. in poi da posta dal BozzoLo nella cura delle nevralgie. L'assorbimento dell'aria iniettata si ha lentaFINLEY. mente e la tumefazione dura all'incirca per una Agire .sui filetti terminali amielinici che tro· diecina di giorni. Durante questo tempo, la parte . vansi nei setti del tessuto conrtettivo, ecco lo presenta alla percussione un suono nettamente scopo di questa disten$ione rapida e durevole, preconizzata dal CoRDIER. E che questa azione timpanico, che va scomparendo c.ol riassorbirsi dei gas. sia effettiva, lo dimostra l'esperienza di RENAUT, In quanto al pericolo della tanto temuta em che sole va distendere i setti che dividono gli bolia gassosa che può trattenere alcuni operaspazi primitivi con iniezioni d'aria per studiare il tessuto lasso sottopigmentario. E quindi un tori giova ricordare: 1° che si può fino ad un certo punto evieffetto loca.le che si vuole ottenere, e la sensi· bilita generale non ne è per nulla impressionata. tare di andar a finire in una vena, impiantando nella pelle prima l'ago della siringa, e non adatCORDIER si servi dapprincipio dell'aria -a tmo· tandovi il tubo di gomma che lo riallaccia alla sferica ; più tardi provò pure l'ossigeno, l'idro· siringa che dopo a-ver constatato che non esce geno, l'azoto e principalmente l'acido carbonico, senza constatare tuttavia differenze sensibili sangue; 2° iniettando l'aria lentamente, perchè come nell'azione di questi differenti gas. La rapidità di assorbimento sola cambiava, lo dimostrò MAGENDIE il pericolo sta tutto in una divisione rapida della colonna sanguigna. essendo questa rapidità nell'oraine: 00 11 - O- H Inutile raccomandare tutte le cautele di anti· -A.ria-AQ . • Semplice nella sua tecnica, la operazione non sepsi che devono accompagnare ogni iniezione. CoRDIER curò con questo suo metodo 25 ne· tichiede alcun materiale speciale. Basta posse· dere una siringa di 50-100 eme. od ancora la nalgie o nevriti, con 13 gt1arigioni, sei miglio· pompa di un aspiratore Pota.in, un tubo di ramenti e due insuccessi. Quattro ammalati fu. rono persi ,di vista. Conosco pure 13 osservagomma ed un ago di Pravaz. Si iniettano len· tamente da 500 eme. d'aria ·ad un litro e mezzo, zioni del dott. VIGNE e due del dott. PIERCY tutte con risultati favorevoli. due litri. Per ovviare allo inconveniente di inPer conto mio ebbi campo di sperimentare trodurre coll'ària atmosferica germi patogeni, questo metodo di cura, e piacemi riportare qui si può far passare il gas in un liquido antisetalcune delle mie osservazioni più dimostrative : tico, o semplicemente collocare tamponi di coOSSERVAZIONE I. Sciatica destra. - P. T ..., di tone nel tubo di gomma. L'aria si troverà pu· anni 45, cocchiere. Presentasi all'ambulanza il rificata in virtù di quel principio di PASTEUR 1° gennaio 190q. Nulla nel gentilizio. Padre e madre morti di affezioni indeterminate. Due fra· che ci dice che l'aria circolante in u.n tubo ri· telli sani. Nessuna malattia d 'infanzia. Nè al· curvo si purifica sui punti di curvatura. Il cocoolismo, nè sifilide, nè malaria. Soffre da quattro tone agisce nello stesso modo: lo dimostra il anni di dolori reuma.t ici agli arti superiori ed suo larghissimo uso in batteriologia per turare al torace. Fa risalire il dolore sciatico ad un anno. Il dolore va dalla regione lombare al cavo bottiglie contenenti colture od altro. poplitèo. Dolore alla pressione sui punti di Val· La iniezione si farà sui punti dolorosi indi· lein. La piega glutea è abolita. La coscia pre· senta una leggiera atrofia per rispetto a quella cati dall'ammalato. Son raccomandabili in linea sinistra. I dolori sono ad accessi, esacerbantisi generale, come punti di elezione, la regione lomdi notte. Nessun disturbo apparente della sen· bare tutta, la faccia esterna della coscia, e la sibilità. Pratico una prima iniezione nella re· (21)


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IL POLICLINICO

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gione glutea di un litro 1 / 9 di aria sterilizzata. t • d'origine pleuritica. Lo stesso CORDIER, allar· Alla percussione la regione presenta un timpa· gando il suo campo di esperimento, preconizza nismo molto accentuato. L e pieghe della pelle scompaieno; questa appare •liscia. Pratico un· queste iniezioni nella lumbago, nella distorsione, massaggio energico della regione per ottenere nelle manifestazioni articolari o tendinee della. la diffusione del gas. Ordino all'ammalato per blenorragia. Le 24: ore che seg11ono i seguenti antipiretici Non che questo metodo non incontri insuc· preconizzati dal BozzoLo in alcune nevralgie: .A.ntipirina gr. uno; c~ssi. Ma il più delle volte risponde, principal· Fenacetina gr. due; mente nella sciatica, allo scopo primo del medico: .A.cetanilide centigr. cinquanta in sei cachets. Il P... ritorna dopo 10 giorni, perchè i suoi la scomparsa del dolore, .meglio di qualunque dolori sono riapparsi. al tra medicazione. Pratico una. seconda ed ultima iniezione colla In base alle mie osservazioni, non esito a quale il dolore scompare totalmente. OsSERv AZIONE II. Sciatica destra. - F. T ..., · consigliarlo come uno dei rimedi più efficaci e d.e i più comodi che possegga la terapeutica mo· di anni 25, sarta.. Si presenta nel mio servizio ~ 3 febbraio. Madre morta di emorragia utederna. rina. Padre vivente. Fratello morto di meninSmirne, 15 maggio 1903. gite tubercolare all'età di 12 anni. Mestruata a 12 anni, regolarmente. Nè malaria~ nè alcoolismo, BIBLIOGR.A.FI.A.. nè sifilide. Soffre da cinque giorni di un dolore violento nella gamba. Punti di V allein dolo .. LEGROU x.. E1nploi de l' acide sz:ilfurique co1nme rosi. Can1mina salta1Ldo. Formicolio nella gamba. cau,stique colitre la sciatique. Un. Médic., Iniezioni d'aria nella regione glutea. Un litro 1860. e mezzo.~assaggio. Antipiretici. I dolori scom- BloSART. Du traitement de la sciatique chronique paiono in capo a 24 ore. Rivedo la F. un mese par les injections de nitrate d' argmit. Thèse dopo. I dolori non ritornarono più. . de Paris, 1872. J. CADO. Du traitement de la sciatique par les OSSERVAZIONE III. Sciatica.nevrite sinistra. courants continues. Thèse de Paris, 1872. .A.. M. E ..., di anni 50, scrivano.· Niente nel gen· B. CROSS. Etiologie et traitement de la sciatiqzie. tilizio. Nessuna antecedente specifica. Da 10 a:nni New·York Physiological and medico·legal soffre di reumatismo cronico. Da un anno dojourn., 1874. lore sciatico sinistro che scompare in un mese, .A.xENFELD et HuCHARD. Praité des 1iévroses. dopo due iniezioni. Paris, 1883. OSSERVAZIONE IV. Sciatica destra. - .A.. S ..., LASÈGUE. Oo1isidératio1is s1:ir la sciatiq1ie . .A.rchiv. di anni 25, meccanico. Niente _n ella famiglia. de lVIéd., 1864. Febbre tifoidea a 20 anni. Dolori nella regione LANDOUZY. De la sciatique et de~l'atrophie mns· lombare trattati con cauterizzazione Nè reuma. czilaire qui peut la conipliqzier . .A.rch. de Méd., tismo, nè sifilide, nè alcoolismo. La sciatica 1875. • . principiò in marzo con colpi di dolore lungo lo RUMIIBERG. L elirbucli der Neroe1ikra1iklieiten. sciatico fino al malleolo. Punti dòlorosi del ValBerlino, 1840. lein. Cammina saltando. Piede in fuori. N es· FERNET. .A.rchiv. génér. de Méd., 1878. suna scoliosi. Atrofia muscolare evidente. N es· G1BSON. Analisi di 1000 casi di sciatica primi· su11: disturbo sensitivo. Le polverizzazioni al tiva. The Lancet, 1893. cloruro di metile non avendo dati risultati, si ID. .A.nal. nella Revue N eurol., 1893. fa al 25 marzo una iniezione d'aria. L'indomani BoucHARD. Trattato Patologia Gener., 1896. i dolori sono diminuiti. Il camminare riesce più G. M. HAMMOND. J ourn. of nerv. and mental facile. Otto giorni dopo, seconda iniezione, colla diseases, 1890. qt1ale si ottiene la guarigione completa. 0PPOLZER. Neuralgia rliezi11iatica. Wien. Med. Zeig., 1865. KRAUSS. Nitro,qlgceri1i ;,1, tlte treat1ne1it of sciatica. * New-York Journ., 1896. ** Aggiungerò poche parole di cronaca su questo MALGAIGNE. Praite11ie1it de la sciatiqae por les si1iapis1nes. Gaz. Méd., 1836. metodo di cura che in Francia tende a gene· BERNE. Névralgie rebelle traitée et guérie par le ralizzarsi e viene adoperato nella cura di altre 1nassage. Bulletin de la Soc. méd. prat., Paris, 1886. malattie. TROUSSEAU et Pmoux. Traité de Thér. et Mat. BÉRARD, ad esempio, dietro le indicazioni di 1\tlédic. T. I, pag. 573. · JABOULAY, con lieto successo inietta 150 eme. DuCHENNE. Szir la cantérisatio1i auriczilaire co11i11ie traite11ient de la sciatique. Thèse Métlic. Paris,. d'aria nel rafe retto-coccigeo, contro l'inconti· 1860. nenza notturna di orina. BORELLI. Osservazio1ti di sciaticli,e tratt. co1i M. MA.RIE E CROUZOR riportano dei casi di cauter. dell' oreccltio. Torino, 1851. zona antichi, di placche iperestesiche in tabetici, FIORANJ. òciatica ribelle guarita collo stira1nent<> i1icrue1ito. Milano, 1883. guariti e.olio stesso processo. RICKETTS. Neurecto11iie of tlie great Sciatic 7zeroe Med. N ews, 1892. CHAUFFARN fa scomparire un dolore tenace (~J) •


SEZIONE PRATicfA

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1'raité de la 1iev. sciat. par · l' el. 1io1i I dolore può essere intenso nell'articolazione e n ei sa11,.ql. dll 1ie1f. Thès. Lyon, 1885. tessuti periarticolari, esacerbantesi di notte. BARRIER. De la cautérisation de l' 01·eille da1is la Spesso p•:ecedono la roseola. Non vi si trovano 11évraf.q. se. Gaz. Med. Lyon, 1850. per lo più lesioni anatomiche. Spesso parecchie BÉHIER. lnj. 1nédic. sozis-cuta1iées. J our. Méd. articolazioni sono contemporaneamente affette. et chir. pratiq., 1859. RIND. Dublin Medical Press. Marzo 184:5. 2. La sin,ovite si associa a dolore ed immobi· LAWSON. Sciatica, Lu1nbago an,d Brachiologie. lità con o senza febbre ed altri disordini gene-

London, 1872. C&oss. New-York Psych. and Medie. J ournal.

1874. PIOTROWSJ(I. Compte rendu Soc. biol. Paris, 1893. GERMAJN SÉE. .Acad. des Sciences. J uillet 1887. A. ROBIN, Thèse Paris, 1896. DEBOVE. Bull. et Mém. de la Soc. Médic. des Hòpitaux de Paris . .Aout 1884.

Discours sur la 1iature et le trait. des plaies, 1812.

BELL.

Arch. Gén. de Méd., 1824. LECONTE et DEMARQUAY. Arch. Gen. de Méd. 1859. CORDIER. In Thèse Vigne. Lyon~ 1902. BERARD. Semaine Médic., 1903. CORDIER. Semaine Médic., 1902. 1\-f. 1\-fARIE et CROUZON. Soc. Médic. des HOpit. Décembre 1902.

DAVY.

PRATICA PROFESSIONALE CA~Ulp1.llICA Osteomielite acuta primaria della colonna vertebrale. Nella Deutsrlie med. WocJi. (n. 19, 1903) il dot· tor F. WEBER pubblica un caso di osteomielite della colonna vertebrale; tumefazione acuta ad inizio febbrile, al dorso, con infiltrazione notevole della muscolatura e poi fluttuazione. Ben· chè l'operazione abbia poi permesso di scoprire una grosRa raccolta marciosa che si spingeva fin nel canale vertebrale ed aveva dato luogo alla comparsa di un ascesso da migr;:tzione, nessun segno di compressione si notò nella malattia.

Artropatie sifilitiche. Il dott. E. PERCY PATON (Britisli n-ied. JourJla I, n. 2239) si occupa delle artropatie sifilitiche, ehe non sono troppo frequenti, ma neppur cosi rare come si crede. Nel periodo secondario della sifilide possono a.versi: l'artralgia, la sinovite acuta e subacuta • o l'id.rartrosi. Nel periodo terziario la sinovite subacuta o cronica, la gomma della sinoviale e del teRsuto sottosjnovia1e, le affezioni iniziantisi dall'osso o dalle cartilagini o dai tessuti periar· ticoln.ri e l'anchilosi, che è una terminazione tlelle altre varietà più che una varietà a parte. .A) Sifilide secondaria: 1. Nelle arh·algie della sifilide secondaria il

r.a li. Talvolta si ha un quadro clinico identico al reumatii::lmo articolare, per cui V AFFIER parla di reumatismo sifilitico, benchè manchino le complicanze cardiache ed i sudori acidi proprii del reumatismo. Spesso sono colpite contempo· raneamen te parecchie articola7iioni. 3. L'idrarh·osi per lo più attacca il ginocchio e si ha molto tardi quando comincia come affezione primaria, ma pel' lo più succede ad una sinovite acuta. .Abitualmente non si hanno altri sintomi e tutto finisce con la cura specifica. V 01SIN ne ha riferito un caso tipico. Non si è avuto opportunità di studiare l'anatomia patologica di queste lesioni. La diagnosi per lo 'più si fa in base ai precedenti ed agli ·effetti della cura specifica. B) Sifilide terziar;a: 1. Nella sinovite terziaria il ginocchio è più spesso affetto. Si ha un ispessimento della Si· noviale, che limita i movimenti, ma provoca scarso dolore. La temperatura si eleva di poco. Questi casi spesso si confondono con un' osteoartrite banale. . 2. Le go1n11ie spesso cominciano con una sinovite essudativa. L'ispessimento d ella. sinoviale si fa in modo molto irregolare, il dolore è di varia intensità, i movimenti sono poco limitati. Si hanno spesso remissioni e recrudescenze. In alcuni casi la gomma somiglia all'artrite tuber· colare. La gomma di solito comincia n el tessuto sottosinoviale. 3. Più ·grave è la forma che comincia come

malattia pri1naria delle ossa e delle cartilagini. Anche qui il dolore è scarso, ma la deformazione delle articolazioni e la limitazione dei movimenti sono maggiori, come consegu enza del vasto processo distruttivo e della retrazione del tessuto fibroso. Anche qui spesso, solo in base alla notizia dell'infezione pregressa e agli effetti d ella cura 1specifica, si può fare la diagnosi con la comune osteoartrite. Quando la malattia comincia dall'osso si ha un ingrossamento graduale di esso; quando invece comin cia dalle cartilagini si ha la condrite sifilitica di VIRCHOW, in Clli il tessuto cartilagineo si trasforma e dege· nera producendo infine !~anchilosi . Un'artropatia sifilitica può cominciare anche dai tessuti periarticolari. Talvolta allora la (23)


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gomma arriva all'esterno ed apre cosi l'artico- I lazione, producendo un'artrite settica e talvolta anche una setticemia generale. 4. L'anchilosi è per lo più il risultato di una artrite sifilitica. C) Sifilide ereditaria: Nella sifilide ereditaria si hanno le seguenti forme articolari : effusione sinoviale semplice, artrite con epifisite sifilitica, gomma primaria della sinoviale, o~ei te con gomma della sino· viale, artrite deformante. 1. L'effusione sinoviale semplice per lo più è simmetrica e colpisce a preferenza il ginocchio, si associa ad altre manifestazioni sifilitiche, ma è poco dolente e limita poco i movimenti. 2. L'artrite con, epifisite si ha nei bambini ad 1-24 mesi: talvolta dà luogo a suppurazioni e cede subito alla cura specifica. 3. La go1nma e l'osteite non differiscono dalle forme descritte per la sifilide acquisita. 4. Nell'artrite defor1na1ite l~ più gravi altera· zioni si hanno nelle epifisi che sono deformate dagli osteofiti e quindi limitano i movimenti fino a produrre le anchilosi. In questi casi v'è poco da sperar e dalla cura. La diagnosi delle artropatie sifilitiche per lo più si fa solo in base ai commemorativi e ai risultati della· cura. La cura efficace è la ct1ra specifica jodo-mer· curiale, eventualmente associata ai movimenti passivi.

Miosite sifilitica. FoRDYCE (Journ,. of (!ntan. Diseases, apr. 1903) descrive parecchi casi di miosite 'sifilitica dif· fusa. Egli nota che l'affezione è rara. L'esame istologico mostrò che le alterazioni della miosite interstiziale e della gomma sono le stesse, tendendo a diffondersi il processo flogistico nella sifilide primaria, mentre nella s]filide ter· ziaria le infiltrazioD;i sono più nettamente cÌr· coscritte. ·I vasi sanguigni nel tessuto connettivo inter· fibrillare sono i primi affetti ed i muscoli sono pre~i secondariamente. La attività funzionale del muscolo può essere preservata solo da una sol· lecita diagnosi della natura della malattia e da una pronta applicazione della cura specifica. Nei tre casi riferiti dall' .A.. il muscolo affetto era lo sterno-cleido-mastoideo. I

I tlemmoni della guaina dei muscoli retti. •

Un uomo di 31 anno, operato dieci mesi sono~ per una cura radicale di ernia dal lato destro, con ablazione del testicolo per un tumore inde· (24) J

terminato di quell'organo, è stato preso, dopo l'operazione, da una· suppurazione che si è prolungata per molti mesi. In capo a 5 mesi la suppurazione essendosi arrestata, altri accidenti comparvero: dolori addominali acuti, continui, parossistici, accompagnati da violenti coliche e da feci mùcose. ) Il malato, così afferma il prof. LE DENTU in in una sua lezione clinica sul caso, entra allora nell'ospedale per una tumefazione globulosa del lato destro del ventre che raggiunge in basso l'arcata di Falloppio, non oltrepassando la linea mediana e non risalendo .al disopra della parte inferiore del ventre : questo tumore non si pro• lunga nella fossa iliaca, appare sotto forma di placche e non pare sferoide. Si ha l'impressione che abbia sede nella parete. Infatti il malato nel movimento che fa per sedersi nel letto fissa il tumore che si trova immobilizzato dalla con· trazione dei muscoli addominali; quando, in tale movimento, un tumore è immobilizzato, si può dire che ha sede nella parete. Se fosse intraddominale, la contrazione dei muscoli addominali respingerebbe indentro il tumore, non lo si sentirebbe più. Si tratta senza dubbio di un flemmone sviluppatosi nella guaina del muscolo retto. Q11ale può esserne l'origine? Senza dubbio l'operazione di cura radicale praticata qualche mese prima. Ci si ra~menta della suppurazione che aveva s~guito l'intervento. All'infuori di qualsiasi sup· purazione gli accjdenti possono mostrarsi. In tal caso, quando nel corso della cura radicale si è l~gata un~ porzione più o meno voluminosa dell'epiploon, può prodursi una epiploite. Questa tarda_da più settimane a parecchi mesi, si ma· nifesta con una tumefazione più o meno alta, secondo che, l'epiploon risale più o meno, si complic·a di fenomeni intestinali di peritonite localizzata, può portare una propagazione della flogosi alla guaina dei m11scoli retti. La malattia termina per risoluzione, per indurimento, per suppurazione. Il riassorbimento dei fili di catgut insufficientemente asettici che le· gavano l'epiploon sembra essere la· causa prin· cipale. Che. cosa bisogna fare nel caso presente? Il tumore tende a diminuire di per sè stesso; non v'.è febbre. Bisogna contentarsi dunque di un in· tervento benigno. Basterà una semplice incisione. Questa incisione sarà risolutiva; anche in as· senza di pus, produrrà un'azione efficace. Non si· penetrerà nel "'!entre. Inutile di rischiar di rompere delle aderenze protettrici che senza dubbio si sono elfettuate in profondità. (J ournal des praticie11s, 26 dicembre 1903).


LAN~o

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~AsC.

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SEZIONE PRATICA

La sincope. La -;incope dipende da cause diversissime. Quasi mai è il sintomo o l'indice di un'affezione cardiaca; salvo nell'angina di petto e nel morbo di Stokes- Adams, non si verifica nei cardiaci o nei cardio·arteriosi {HUCHARD). Quando si pre· senta, è in giuoco un'altra malattia: isteris1no, epilessia, dispepsia, neuropatia, anemia, adina· mia generale. Sono queste ultime malattie ac· compagnate in pratica più spesso da sincope. In altre circostanze la causa ne è più semplice ancora: un'emozione, un dolore, una semplice impressione olfattiva.. Il trattamento varia, natt1ralmente, secondo la causa. Non si applicherà, per esempio, una cura energica ad una sincope di origine emo· tiva. Il decubito orizzontale, qualche affusione d'acqt1a fredda basteranno a rimettère le co~e a posto. Sopratutto non ci s i affretti a fare un.a iniezione di etere : se il medioo per affrettare la ripresa di coscienza pratica subito t1na inie· zione d'etere in una patte del corpo diretta· mente accessibile, come il polso o l'avambraccio, pllÒ seguire una nevralgia tenace e persistente che non gli procurerà davvero la gratitudine del cliente. Le inalazioni di vapori ammoniacali, di acido acetico, di etere, costituiscono anche essi un buon mezzo adiuvante. L1 TMIÈRE e CHEVROTIER spiegano il risultato favorevole di queste inala· zioni cilme l'effetto di un'azione diretta sulla congiuntiva. Con esperienze sui cani e sulle cavie, essi mostrano che l'eccitazione della coli· giunti,ra da parte di una sostanza irritante (etere, acetone, benzina, ammoniaca, formalina), può rianimare l'animale più rapidamente e più sicuramente dei processi classici noti. In pra· tica l'inalazione dei vapori an1moniacali ed altri da lt1ngo ten1po serve a provocare questa salu· tare eccitazione della congiuntiva. :l\'.[a si possono formulare miscugli più efficaci con varie sostanze eccitanti associate: Alcool • • • • • • ana gm. 10 Etere • • • • • • .Acido acetico od a.mmoniaca gm. 1 » 1 Mentolo . • • • • • • •

!

Da versare sopra tln fazzoletto per farlo aspirare. Negli anginosi si prescriverà per inalazione il nitrato d'amile. Essi a"'\'"ranno sempre alla mano flelle ampolline piene di questa sostanza, da spandere li per li in un fazzoletto e da inalare.

Si ordineranno anche bevande stimolanti, the o rhum, ed una pozione all'acetato d'ammoniaca. Si potrà anche ricorrere a rimedi nuovi, come il validol, che è una combinazione di acido valerianico e di mentolo. È un liquido incolore, di piacevole odore, di sapore acre e bruqiante: V alidol . . . . . . . gm. 10 Dieci gocce sopra un pezzo di zucchero; tre volte al giorno. Oppure: V alidol . . . . . . . gocce XXX Sciroppo semplice . . . gm. 90 Acqua di fiori d'arancio . ., 10

Un cucchiarino ogni mezz'ora. Nei casi gravi, un'iniezione sottocutanea di etere canforato nella regione della natica : •

I

Canfora . . . . . Etere solforico . .

. . . gm. 2 50 . . > 1O

Per iniezione di 1 eme. •

Ovvero: 2.50 Canfora. • • • • • • gm . Olio di olive sterilizzato » 5 Etere solforico . • • • Questa seconda for1nola, n ella. q11ale l'etere è associato all'olio di olive, è meno dolorosa della prima.

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L'azione della digitale nelle affezioni degli organi circolatorii. Il dott. TsCHYPLA.IEFF ha fatto rlelle ricerche intorno all'azione della digitale sulla pressione sanguigna nelle arterie, nei capillari e nelle vene dei ~ardiaci ed è giunto ai segt1enti risultati : 1° Nei_cardiaci che presentano disturbi di compenso la digitale aumenta dapprima la pres· sione sanguigna: questo aumento, nei casi fa·vo· revoli, dopo aver raggit1nto il massimo cade, sia o no continuato l'uso della digitale. 2° L'abbassamento della pressione arteriosa è sempre preceduto da un aumento della differ enza primitiva fra la pressione capillare e la pressione venosa, nonchè da una diuresi nor· male . Non si osservano fenomeni inversi. L ·aumento di differenza fra la pressione capillare e la pres· sione venosa va quasi a pari con l'aumento della quantità di urine emesse nelle 24 01•e , mentre la diminuzione di questa differenza è accompagnata da una diminuzione della dill· resi.• 3° :Nei casi assolutamente sfavoreT"oli 11on si osserva nè aumento di differenza di pressione, (23)

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lL POLICLINICO

[ANNO

XI, F ASC.

In1luenza del tartrato sodico-potassico sulla circolazione.

nè attmento della quantità delle urine emesse nelle 24 ore, nè infine abbassamento della pres· sione arteriosa. Questa differenza nei casi favorevoli rag· giunge progressivamente il suo massimo, che coincide più spesso col massimo della pressione arteriosa; in seguito diminuisce, ma non cade mai al disotto del livello iniziale. 4° Nei casi assolutamente favorevoli la pressione arteriosa cade al disotto del livello iniziale. 5° La pressione arteriosa nei cardiaci con disturbi di compenso è aumentata, lnentre la differenza fra la pressione capillare e la press ione ' renosa è diminuita. 6° Le variazioni della pressione sanguigna sono spesso irregolari (a sbalzi): ciò dipende, con molta probabilità, dal genere di affezione, dagli accessi d'asma~ dal grado della dispnea. ecc. ecc. 7° Durante gli accessi di asrqa la pl'essione sanguigna aumenta di 30-40 mm. 8° L 'azione d ella digitale si manifesta fin dal primo giorno. 9° L'azione pitL favorevole della digitale si osserva nei casi di affe~ione mitralica; è in questi casi che si osserva la differenza minima fra la pressione sanguigna e la pressione ve· nosa. 10° In quanto all'azione della digitale, per sè stessa, non si potrebbe attribuirla esclusiva.mente all' a11mento della pressione sanguigna nei va~i arteriosi. - (Rel)ne rle tltéraJJ., 15 genn. 190±).

Il dott. KLIEBERG scri,re nella A1nerican Me· dicine (17 ottobre 1903) su questo argomento ed espone l e differenze di opinioni che esistono s ull'effetto dei sali di potassio iniettati nelle vene, per ciò che riguarda l'influenza dei medesimi sali sull'uomo. · Furono fatti esperimenti sui cani ed i sali fu. rono iniettati in una delle vene crurali. Le conclusioni alle quali è giunto l' A. sono le seguenti: 1° Il tartrato sodico potassico introdotto nelle vene in piccole quantità produce un abbassamento della pressione sanguigna ed una irre· golarità ·nel ritmo cardiaco; può verificarsi un primitivo rallentamento del polso, ma, di re· gola, il numero dellA pulsazioni aumenta. Se il sale è somministrato in quantità relati· vamente grande: l'animal~ muore per paralisi cardiaca, continuando la respirazione per qualche momento ancora dopo fermatosi in di?-stole. 2° Il tartrato neutro di sodio, quando è in· trodotto nelle v ene in quantità moderata, Rti· mola il ct1ore e ne segue un innalzamento della pressione sanguigna insieme ad un leggiero aumento del numero delle pulsazioni cardiache. 3° La depressione dell'azione cardiaca pare che sia il resultato dell'azione dello io11e po· tassico, non possedendo gli ioni di sodio e cli potassio proprietà deprimenti.

Pericoli della. digitale nelle cardiopatie.

Il dott. FERNET preconizza, in certi casi di tachicardia, l'applicazione di compresse fredde sulla regione precordiale: tachicardia del]~ feb· bre tifoide, del morbo di Basedo,v.

N el Ball. gén. dé tliérapeutiqne (15 dee. 1903) il dott. DAU BY richiama l'attenzione sul pericolo della digitale a piccole dosi n ei cardiopazienti atero1nasici. Egli ha. osservato due casi di morte repentina in dL1e cardiopazienti sulla sessantina sottoposti al trattamento d ella digitale a piccole dosi p er fenomeni di palpitazione, di piccolezza ed irre· golarità del polso, di accentuata dispnea e di e den1i. ~Iigliorati rapidamente i sintomi morbosi, di 11p. tratto i due mala ti morirono. L' ...i\... non \ide altra ca11sa di questa morte r ep entina oltre all'aumento della tensione san· gt1igna prodotto dalla digitale e conclude ch e n egli individ11i con segni di degenerazione ate· ron1asica d ei ' "asi sanguigni bisogna essere molto cauti n el pro. cri,-er e · la digitale.

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Nella tac11icardia.

VAB.I.A Azione dell'acido formico sul sisten1a musco· lare. - L'acido formico era adoperato n el XVII secolo come cordiale, stomatico e diuretico, ed era la base di un preparato conosciuto nelle vecchie farmacopee sotto il nome di acqua od aceto di niag1ia11i11iità di Hof!111a1i11. Oggi questo prodotto è presso a poco dimen· ticato. Il 0LÉ1\I&NT ne ha mostrato recentemente un'azione innegabile sul potere muscolare. A ,~en· dolo preso alla dose di 8 a 10 goccie, quattro volte al giorno, in un po' d'acqua alcalina per nectralizzarne l'acidità eccessiva, egli ha pro· vato, nello spazio di 2! ore al più, i suoi primi effetti, che sono andati accentuandosi per tre o quattro giorni, per r estare quincli stazionari.

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