Il policlinico sezione pratica anno 1903 parte 2 ocr parte3

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Aono IX

Roma, 30 znaggio 1903.

S8ZIONB

Faso. 31.

PR.A.TIO.A

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: .PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Zampilloni: La terz.ana semplice estivo-autunnale. - Riviste: ..:. MALATTIE INFETTIVE: Pratt: Febbre paratifoide e sue complicaz.ioni. - Ebstein: 'Delle recidive precoci di polmonite fibrinosa. - Panichi: Primo sag~io di applicatione all'uomo del siero antipneumonico Tiz.z.oni. - De Oliveira: La sindrome asmatica nella injluen-i,_a. - Ford: Casi rari d'infez.ione malarica. - CHIRURGIA: Boas: Cancro e diabete. - Payr: Pel trattamento dei tumori angiomatosi. - Adrian: Sui tumori delle borse mucose. - Zoppi: Pritno tentativo di trapianto autoplastico di cartilagine interepifisaria eseguito nell'uomo. - OSTETRICIA: Diehl: Delle cure da dare alle pareti addominali prima e dopo il parto. - Osservazioni cliniche : - Rossini: Contributo alla casistica dell'ernia inguinale dell'ovaio. Pratica professionale - CASUISTICA: Sintomi dentari del diabete zuccherino e della tabe. - La secrezione salivare. - La sindrome del morbo di Flaiani. - Significato dell'ossaluria. - APPUNTI DI TERAPIA: Operazione per l'arresto del testicolo nell'inguine. - L'intervento chirurgico nelle injiammazJoni croniche dell'intestino crasso (retto eccettuato). - Achilia gastrica ed anemia perniciosa. - Nelle emorroidi. - Varia. Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene: - Sulla depurazione del vaccino antivaioloso. grafici.

Cenni biblio-

Interessi professionali: - Il Congresso dei medici condotti a Firenze. - 'l{isposte a quesiti e a domande. - Amministrazione sanitaria. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e conpotte. -

Indice alfabetico -

Diritti di propri eta r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI '

OSPEDALE DI

S.

SPIRITO IN

SASSIA

La terzana semplièe -estivo-nut11noale per il dottor

GIOVANNI ZAMPILLONI aiuto alla cattedra di Semeiotica medica di Roma.

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L'infezione malarica estivo-autunnale pro· duce differenti tipi febbrili. Un tipo febb1~ile è la quotidiana estivo-autunnale, illustrata nel 1889 da MARCHIAF.A.V.A. e CELLI. Un altro tipo febbrile è quello cui credo convenga il nome di terzana composta estivo-autunnale, tipicamente costituito da accessi che sono composti di due no·tevoli e caratteristiche oscillazioni termiche, l'iniziale e la precritica, sogliono durare circa tre mezze giornate, ricorrono ogni due giorni e sono seguiti ordina:riamente da una breve apiressia di circa mezza giornata. Questa f 01·ma

speciale di febbre corrisponde a quella che fu illt1strata nel 1891 da MARCIDAFAVA e BIGNAMI, dai quali venne denominata terzana estivo-autunnale o terzana maligna, e in se· guito bidua da BACCELLI e anche da GoLGI e f~b bre tropicale da KocH ; come pure corrisponde a quella che gli antichi chiamavano te1·ti'a1ia not}ia, sive spuria, sive extensa, e che CELSO aveva descritto nel passo citato da MAR· CHIAFAVA e BIGNAMI e che riferisco: « tertio « quidem die revertitur, ex octo autem et qua« draginta horis, fere sex et triginta per ac« cessiones occupat, interdum etiam \rel plus cc vel minus; neque ex toto in remissione e desistit, sed tantum laevius est » . Dai tipi febbrili ora i·ico1·dati va distinto nn altro tipo speciale e della massima impor· tanza, giacchè si può considerare come il tipo fondamentale dell'infezione malarica estivo. .


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autunnale, al quale credo convenga il nome di terzana semplice o terzana vera o anche semplicemente terzana estivo-autunnale. Essa avendo una curva termica del tL1tto simile a quella della terzana benigna (o comune o primaverile) potrebbe, senza l'esame del sangue e ove decorresse senza speciali sintomi, scambiarsi con questa. L'accesso febbrile è simile agli altri accessi semplici da malaria. La durata è come in questi altri p1~ess'a poco di mezza giornata o anche alquanto di più o di meno, e ciò a differenza della terzana composta estivo-autunnale. L'accesso, pur ri· manendo semplice, può essere prolungato, naturalmente dentro certi limiti: il prolungamento dell'accesso suol essere dato da una lenta discesa della temperatura. L'accesso, come in tutti gli altri accessi semplici da malaria e a differenza della terzana composta estivo-autunnale, è costituito da una sola oscillazione termica, nella quale si ha una. rapida elevazione, un acme e una defervescenza o crisi, cui segue l'apiressia. L'acme suole raggil1ngere le altezze termiche o;rdinarie in queste febbri, o essere più basso come negli accessi abortivi spontanei o influenzati dalla chinina. Si possono anche avere piccole ed insignificanti oscillazioni sia nella ascesa, come specialmente nella discesa della temperatura, comB pt1ò avvenire negli accessi semplici da malaria. L'accesso febbrile suole svolgersi nel pomeriggio, come nelle altre febbri malariche : così può accadere che l'inizio si abbia ' ' erso il mezzogiorno e la fine verso la mezzanotte, e rispettivamente .. alquanto più tardi o più presto. Il brivido iniziale può mancare o essere leggero, come nelle altre febbri estivo-autunnali; e tale fatto potrebbe spiegarsi come una mancata reazione dell'organismo per causa della spiccata virt1lenza dell'infezione; oppure l'accesso può incominciare con br·ivido al quale tiene dietro il senso di calore. Verso la fine dell'accesso si suole avere il sudore. L'accesso di terzana semplice estivo-autunnale è ve1·amente semplice, sia per la sua durata che corrisponde a quella degli accessi semplici delle febbri estive, come le quotidiane estive, sia pe1·chè costituito da una sola e regolare oscillazione termica. L'apiressia fra due accessi suol darare circa un giorno e mezzo, come nella comune terzana,

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così da aversi fra i due accessi il giorno di completa apiressia e di perfecta integritas: la durata dell'apiressia può anche variare alquanto per la variazione della durata dell'accesso. Il periodo f.ebbrile è tf'rzanario; e gli accessi possono ricorrere regolarmente ogni 48 ore circa, come pure possono alquanto anticipare o ritardare, come negli altri tipi febbrili da malaria. Con~ludendo, anche nell'infezione malarica .. estivo-autunnale esiste una febbre terzana re· golare e semplice, che dal punto di vista della curva termica non presenta alcuna differenza coli 'altra terzana, la terzana benigna (o comune o primaverile). Questa terzana semplice estivo-autunnale è affatto diversa dalla terzana composta estivo· autunnale o bidua. Infatti, la durata dell'accesso è nella terzana composta di circa tre mezze giornate, cioè circ~ tre volte maggiore che nella terzana semplice e in tutti gli altri accessi semplici da malaria. Conseguentemente è anche diversa la durata dell'apiressia, che è solo di mezza giornata nella terzana composta estiva, mentre nella terzana semplice estiva è di circa tre mezze giornate, a somiglianza della terzana benigna. Inoltre l'accesso della terzana semplice estiva è costituito da una sola oscillazione termica, come gli altri accessi semplici da malaria, quali si hanno _nella terzana benigna, nella quairtana e nella quotidiana estiva; a differenza della terzana composta estivo-autunnale, nella quale l'accesso è tipicamente costituito da due notevoli e caratteristiche oscillazioni termiche, la iniziale cioè e la prec1·itica. ~ La terzana semplice estivo-autunnale può decorrere senza sintomi gravi: può invece di· ventare perniciosa, come le altre febbri estivo· autunnali. La terzana semplice estivo-autunnale può essere _sia primitiva, sia recidiva, come ho potuto osservare. La terzana semplice può trasformarsi in terzana composta e anche in quotidiana; come pure può __ nascere da una te1~zana composta o da una quotidiana. Nella terzana semplice estivo·antunnale si trovano le stesse forme parassitarie che nelle altre febbri estivo-autunnali. Il ciclo di sviluppo dei parassiti febbrigeni o mononti nella terzana semplice estivo-autnn· \


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SEZIONE PRATICA

nale, secondo i risultati delle mie osservazioni, è il seguente: Una moltiplicazione simultanea B numerosa, e cioè una « epidemia di moltiplicazione » si ha all'inizio di ogni accesso di terzana semplice estivo-autunnale : intendendo per moltiplicazione non la sporulazione, ma la liberazione delle spore, nel quale atto si ha una vera moltiplicazione, giacchè ciascuna f 01"ma di spo· rulazione produce più spore libere, rappresentanti ciascuna un pa1·assita ; e amm ettendo che i parassiti malarici non provocano l'insorgenza dell'accesso febbrile nè nell'atto della sporulazione, nè quando aggrediscono i globuli rossi {ANTOLISEI).

I plasmodi apigmentati compaiono all'inizio dell'accesso febbrile; e questa prima fase si svolge durante la prima mezza giornata del ciclo di sviluppo o del periodo febbrile, in corrispondenza cioè dell'accesso febbrile. La fase dei plasmodi con g1·anulini si svolge n ella seconda mezza giornata del ciclo evolutivo o del pe1·iodo febbrile. I plasmodi apigmentati e con g1·anulini sono rappresentati dagli ordinari parassiti anulari o discoidi o ameboidi, che compaiono nel sangue circolante. 1'o sviluppo ulteriore non appar·e se non raramente nel sangue pe1·if erico, ma prosegue negli organi interni durante la seconda gior· nata del ciclo evolu tivo. Sicchè durante questo tempo nella terzana semplice esti,ro-autun· nale il re1Jerto parassita1"io del sangue peri· fe1·ico suol essere. negativo. D onde la necessità di eseguire la puntura della milza. Dai plasmodi con g ranulini si arriva prima fino alla formazione dei parassiti adulti mo· nonucleati, e si completa così lo stadio vegetativo (o mononucleare) del parassita. A fre· sco si nota un'aumentata rifrangenza del pl"O· toplasma; aumenta la quantità del pigmento, il q•tale si va progressivamente concentrando in un piccolo accumulo ; il vacuolo, visibile specialmente n ei preparati colorati, si va man mano r"endendo meno distinto dal citoplasma, finc11è scompa1·e; la cromatina aumenta di vo· lume e diventa meno omogenea. Poi segue lo stadio di divisione (o polinucleare) del parassita. Si ha prima la moltipli· cazione del nucleo, per cui procedendo dal parassita adulto m ononucleato si arriva fino alla formazione di tutti i nuclei figli. Il pig·

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mento trovasi raccolto in un grosso accumulo; colla colorazione alla Romanowski si v edono gli accumuli distinti della cromatina nucleare. Infine si ha la divisione completa del paras-sita, caratterizzata dalla formazione delle spore (sporulazione). La fase di sporulazione si compie in vicinanza dell'inizio dell'accesso feb· brile. La comparsa dei globuli rossi ottonati suole a' venire nella terzana semplice estivo-autunnale nella seconda mezza giornata del periodo febbrile o del ciclo di sviluppo parassitario. I fenomeni di fagocitosi si comportano secondo la solita legge che « il massimo delle fagocitosi co1·risponde al periodo di tempo in cui i parassiti si moltiplicano » (MAROHIAFAv A e BIGNAMI). In qt1el momento avviene, per dir così, un'« epidemia di fagocitosi ». Il comportamento dei gameti è simile a quello che si ha n ella terzana composta estivoautunnale e nella quotidiana. Il reperto parassitario nella terzana sem· plice estivo-autunnale dimostra la presenza di una colonia parassitaria che compie la fase di sporulazione in vicinanza dell' inizio di ogni accesso. Ma in qt1esto tipp febbrile si possono anche avere due colonie parassitarie che com' piono le fasi corrispondenti coll'intervallo di circa llll giorno: in questo caso una delle due colonie, la forte, è quella che dà l'accesso febbrile, ment1·e l'alt1·a, la debole, non è capace di provocarlo, fintantochè r·imane così esigua. Questo fatto t1"'ova un p erfetto i·iscon tro con quanto può avveni1·e !Lella infezione terzanaria (benigna), n ella quale molte volte si ha una febb1·e terzana (pura) con due colonie parassi· tarie. La presenza di due colonie nella terzana somplice estivo-autunnale si può osservare quando essa tende a t1..asforma1·si in una te1·· zana composta o in una quotidiana. Allora si può avere una seconda gettata di plasmodi nel sangue periferico corrispondente all'accesso, per dir così, latente : e cioè })lasmodi apigmentati nella terza m~zza giornata dallo inizio dell'accesso febbrile e plasmodi con granulini nella quarta. In questi casi si può avere un'altra comparsa di globt1li rossi ottonati n ell'ultima m ezza gio1~nata del periodo feb· brile; e un'altra recrudescenza dei fenomeni di fagocitosi intorno alla metà del pe1,iodo febbrile. Quanto all'azione della chinina sulle febbri e sui parassiti nella t~rzana semplice estivo· 1


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autunnale, si può dire che in q t1esta, come nelle altre febbri estivo-autunnali e a somi· glianza delle altre specie di infezione mala· rica, si avvera il fatto che la chinina agisce sui parassiti quando es&i si t1·ovano nello stadio vegetativo, e allora essa è capace di ostacola1·ne lo sviluppo ulteriore e di impedire l'accesso successivo; . ma non agisce sullo stadio di divisione, giacchè allo1..a essi sogliono continuare lo sviluppo fino alla sporulazione, e moltiplicandosi p1·ovocano l'accesso febbrile. Però l'a~ione della chinina si può esplicare in questo modo tipico solo q11ando la dose è sufficiente relativamente alla intensità ed alla resistenza dell' infezione; differenza questa fondamentale tra l'infezione estivo-autunnale -e le altre. I rapporti esistenti fra la terzana semplice estivo-autunnale e le altre febbri estivo-au· tunnali sono da me studiati ·i n uri altro lavoro. Mi basta qui rilevare che l'infe.zione estivo· autunnale ha il suo tipo fondamentale nella terzana semplice estivo-autunnale. L'infezione quartanaria e la terzanaria hanno ciascuna un tipo fondamentale (GoLGI). Le quartane · doppie, le quotidiane di natura quartanaria, le quartane duplicate; le intermittenti com· poste di nat111·a quartanaria; le irregolari di natu1·a quartanaria; le subentranti di nat11ra quartanaria hanno per tipo fondamentale la quartana. Le q11otidiane .di natura terzanaria, le terzane duplicate e triplici; le intermittenti composte di natura terzanaria; le irregolari di nat11ra terzanaria, le subent1~anti di nat11ra terzanaria hanno per tipo fondamentale la.ter· zana. Sitnilmente le qt1otidiane estivo-autun· nali, le terzane composte estivo-autunnali ; le irregolari estivo-aut11nnali, le subentranti e le sub-continue estivo-a11tunnali hanno anch'esse un tipo fondamentale che è la terzana semplice estivo-autunnale da cui tutte le altre f<>rme si possono conside1·are come derivate. E' na· turale che non può essere considerata come tipo fondamentale la terzana composta, perchè gli accessi sono composti e straordinariamente lunghi, e nemmeno la quotidiana.. Mi limito a i·ipo1·ta1·e alcuni esempi di terzana semplice estivo-autunnale, facendoli pre· cede1·e da esempi di quotidiana e te1·zana co1n· posta estivo-autunnali, per far rilevare le dif · ferenze fra questi tipi febbrili dell'infezione malarica estivo-autunnale.

Infezione mala1~ica estivo- a1,,,t1,nnale. Quott· diana. P ... P ... , di anni 15, contadino. Da 4 o 5 anni ha avuto febbri malariche ogni anno. Ora da qualche mese non ne soffriva più. Proviene da Carano. Malato dal 1° novembre 1902, con febbre a tipo quoti· diano, che insorge verso le 12. Grande tt1more di milza; rimane api1~ettico per 4 giorni; poi di nuovo febbre a tipo quotidiano, con parassiti estivo-autunnali. 13 novembre, ore 3, T. 36. Id. » 6. » 36. Id. » 9, » 36. 4. Id. :. 12, » 36. 3. Id. 15, » 36. 6. Id. :. 18, >> 39. 13 novembre, ore 21, T. 39. 4. Id. » 24, » 38. 4. i>

14 novembre, ore 3, T. 37. 6. Id. » 6, » 36. 2. Id. » 9, » 36. Id. » 12, » 36. Iò. » 15, » 37 . 7. Id. » 21, » 39. 2. Id. » 24, » 39. 15 novembre, ore 3, T. Id. » 6, » Id. » 9, » Id. )) 12, » Id. » 15, » » 18, )) Id.

37. 36. 4. 36. 36 2. 36. 3. 36. 4.

Si somministra chinina. G uarigione. Sono due accessi di quotidiana estivo-autunnale.

Infezione 1nrtlarica estivo-a1itiinnale. Terzana composta. N ... C... , cli anni 18, contadino .. Quattro anni fa ha avuto polmonite sinistra. Del resto è stato sempre bene e non ha mai avuto febbri malariche. Proviene da Torre del Padiglione. Da parecchi gio1~ni ha febbre. Tumore di milza. Pa1·assiti estivo-autunnali. Z.2 •

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Id. 3, T. 37. ,5. Id. 38. 6, Id. 37. 5. > 9, 11, » 36. 8. » 37 .1. 12, Oscillazione 15, » 37. ziale. Id. » 18, 1> 38. 2. Id. 19, » 38. 9. Id. » 21, » 39. 2. Id. > 24, » 39. 4. Id. ore 3, T. 38.1.

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ore 18, T. 38. 8. Oscillazione pre· critica. Id. 21, » 39. 6'. » 24, Id. 37. 7. ))

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SEZIONE PRATICA

• • 6, T. 37. 7. Oscillazione llllziale. 9, 38. 2. 12, 38.1. 15, T. 39. 3. Oscillazione pre· critica. 18, » 39 . ..,9.. Id. 21, » 38. 5. Id. 24, » 38. 3. Id. 3, T. 38. Id. 6, » 37. Id. 9, » 36. 9. 37. 12, • • 1n, » 37. Oscillazione llllziale. 18, » 38. 7. Id. 21, 39 6. Id. 24, » 38. 6. Id. 3, T. 38. 4. Id. 6, » 38. 2. Id. 9, 38. 3. 12, » 38. 4. Oscillazione pre· critica. 14, » 39.1. Id. 15, » 39. 5 . Id. 18, 39 .5. Id. 21, » 38. 9. Id. 24, 37. 8. Id. 3, T. 37 4. Id. 6, :o 37. 7. Id. 9, :o 36 9. 12, > 36. 7. Oscillazione iniziale. 15, )) 38.1. Id. 17, Chinina biclorid. gm. 2 per inie· • z1one. 18, > 40. 2. Oscillazione iniziale. Chinina biclorid. gm. O. 50 per • • • m1ez1one. • • 21 T. 39. Oscillazione in1ziale. 24, » 38. 8. Id. 3, » 37. 5. Id. 6, » 37.1. Id. 9, » 37. 4. 12, )) 37. 7. • 1 13 I~' T. 37. 2. 15, T. 37.1. 18, » 36. 6. 21, » 36. 3. 24, » 36. 2. 3, T. 37. • 6, » 36. 5. 9, » 36. 2. 12, » 36. 1. , 15, » 36. 1. 18,, )) 36. 21, )) 36. 3. 2J, .. 36. 1. 3, T. 36. 6, » 36 2. 9, > 36 .3. 12, > 36. 4. 15, ,. 36. 3. 18, » 36. 4. 21, .. 36. 7. )) ))

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Continua l'apiressia. Si riprende l'uso della chinina. G·ua1--igione. È un caso di terzana composta estivo-autunnale, colle due caratteristiche oscillazioni, Iniziale e i)recritica. Dietro la somministrazione della chinina fatta durante l 'oscillazione iniziale manca l'oscillazione prec ritica (accesso semplice iniziale terminale).

lnfezionè mala1--ica estivo-azitzin1zale. Terzana composta con forte pse udocrisi (forma di passaggio fra terzana composta e quotidiana). Primitiva. G... C ... , di a.nni 38, bracciante. Non ha mai avuto febbri malariche. P1~0viene da Palo. Da 6 giorni ha febbre iniziata con brivido, il quale non si è più I"ipetuto. Tt1more di milza. Parassiti estivo-al1tunnali, nel sangt1e periferico e nel materiale sple• nico. VII giorno rli malattia, or e 9, 'I'. 37. 2. Oscillazione precritica. Id. · » 12, » 37. 5. Id. Id. » 15, » 39. 2. Id. Id. » 18, » 40. 3. Id. :{d. » 21, » 40. 2 . Id. » 24, » 38. 4. Id. Id. Id. VIII giorno cli ma.lattia, ore 3, T. 36. 9. Id. )) 6, » 36. 1. Id. • 9, » 36. 2. Id. }) 12, » 36. 3. » 15, » 36. 5. Oscillazione I cl. iniziale . Id. » , 18, » 39. 7. Id. Id. » 21, » 40. 6. Cd. Id. » 24, » 39. 4. Id. IX giorno di malattia, ore 3, T. 38. 3. Id. Id. » 6, » 37. 9. Id. Id. ~ 9, » 37. 4. Id. Id. » 12, » 38. 4. Oscillazione precritica. Id. » 15, » 38. 9. Id. Id. Id. » 18, » 39. 5. Id. Id. » 21, :t 40. 1. Id. Id. » 24, » 39. Id. X giorno di malattia, ore 3, T. 37. 4. Id. Id. » 6, » 38. 4. Id. » 9, » 36. 5. · » 12, » 37. Oscillazione Id. iniziale. Id. » 15, » 38. Id. Id. » 18, » 40. 5. Id. Id. ~ 21, » 40. 2. Id. Id. » 24, » 39.1. Id. XI giorno di malattia, ore 3, T. 38. 7. Id. Id. » 6, » 37. 9. Id. Id. " 9, » 38. Id. Id. » 12, » 37. 2. Id. Id. ,, 15, " 38. 5. Oscillazione precritica. » 18, » 39. 7. Id. Id. » 19, Chinina biId. cloridr a t o gr. 2 per • • • iruez1one.

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IL POLICLINICO

X I g iorno di malattia, ore 21, T. 38.1. Oscillazione precritica. Id. » 24, » 38. Id. X II giorno di malattia, or e Id. » Id. » » I d. Id. » ' Id. » Id. » Id. »

3, T. 36. 9. 6, » 36. 5. 9, .,, 36. 1. 12, » 36. 4. 15, » 36. 5. 18, >? 36. 1. 21, .. 37. 9. 24, ~ ~7. 8.

Id.

XIII giorno di malattia, ore 3, T. 37. 4. Id. » 6, )) 37. 1. I d. » 9, » 37. 4. Id. » 11, Ol1inina solfato gr. 1.50 per os. I d. » 12, » 37. Id. » 15, >> 37. 2. Id. » 18, .. 37. Id. » 21, ,. 36. 7. Id. » 24, .. 36. 6.

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IV giorno di malattia, ore 3, T. 36. 7. Oscillazione precritica. Id. » 6, '/> 37. 4. Id. » 9, » 37. 2. Id. 12 » 86. 8. ,. 15,' » 37. 5 . Oscillazione Id. iniziale. Id. » 18, » 39. 2. Id. Id. » 21, » 39. 6. Id. , 24, » 38.9. Id. Id. V giorno di malattia, ore 3, T. 38. 4. Id. Id. » 6, )) 38 . 6. Id. » 10, » 38. 1. Id. Id. ,. Id. 12, » 39. 6. Oscillazione precritica. Id. » 15, » 40.1. Id. Id. » 21, » 39. 4. Id. Id. · » 24, » 38. 5 . Id. VI giorno di malattia, ore 3, T. 37. Oscillazione precritica. » Id. 6, » 36. 5. . » Id. 8, Sudore profuso. Chi· I nina biclo· ridrat. gr. 2 • • per in1ez. » ' Id. 9, » 36. 2. » 12, » 36. 4. Sudore pro· Id. ))

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XIV giorno di malattia, ore 3, T. Id. » 6, » Id. » 9, » Id. » 12, » Id. » 15, » Id. 17,

36. 2. 36. 7. 36. 2. 36. 36. 2.

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Chinina sol· fato gr .1.50 per os.

18, » 36. 3. 21, )) 36. 5. 24, )) 36. 1.

Continua l'apiressia. Guarigione. È un v ero caso di terzana composta estivo· autunnale, primitiva. Gli a ccessi sono com· posti delle due caratteristiche oscillazioni iniziale e p1~ecritica. Si ha una forte pseudocrisi (forma di passaggio tt'a terzana composta e quotidiana).

Infezione malarica estivo·aut>ennale.

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15, )) 36. 1. 18, » 38. 4. Oscillazione iniziale. 21, )) 40. 3. Id. 24, » 39. 9. Id.

VII giorno di malattia, ore 3, T. 38. 9. Id. » Id. Id. 6, » 38. 5 . » Id. 9, )) 36. 9. Sudore pro· fuso. 12, » 3 7. 5. Oscillazione Id. precritica. Id. Id. • 15, :t 39. 7. » 18, » 40. 2. Id. ld. » 21, » 40.1. Id. Id. » 24, » 39. 8. Id. Id. ))

Id. V III giorno di malattia, ore 3, T. 36. 2. 6 » 36. 9,' » 36. 12, )) 36. 1. 15, » 36. 18, )) 36. Oscillazione iniziale. Id. 21, »38.1. Id. 24~ » 40.

Terzana composta con forte pseudocrisi Id. (forma di passaggio tra terzana composta e ,. Id. quotidiana). » Id. F ... A ... , di anni 26, contaclino. • Id . Id. L 'anno precedente aveva nontratto le febbri malariche a Ponte Galera, che gli comincia> Id. rono nel luglio e dopo essergli durate circa ·Id. un mese cessarono dietro l 'uso della chinina. Da allo1~a non ha avuto più febbri. Ha diIX giorno di malattia, ore morato di nuovo a Ponte Gal~ra dall'ottobre Id. » Id. » ultimo, e vi ha ripreso la febbre che insorse con brivido 2 giorni prima dell'ingresso all'ospedale. » Id. ,. La mattina del giorno dell'ingresso all' O· • spedale la febbre era più leggiera; verso le » Id. 12 si è i·inforzata. Nel · sangue periferico e » Id. nel materiale splenico i)arassiti estivo-autun» Id. nali. ))

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III giorno di malattia, ore 18, T. 39. 8. Oscillazione precritica. » 21, » 39. 9. Id. Id. Id. > 24, .. 39. Id.

Id.

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3, T. 39. 2. Id. 6, » 38.1. Id. 9, » 38. Chinina sol/ fato gr.1.50 per os. 12, » 3 7. 7. Oscillazione iniziale. Id. 15, » 36. 9. 18, ~ 38. 5. Oscillazione precritica. Id. 21, » 39. 5. Id. 24, » 40.

X giorno di malattia, ore 3, T. 38. 5. Oscillazione precritica. .. 6, » 3 7. 6. Id. Id.

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ASC.

31

SEZIONE PRATIOA.

~giorno

di malattia, ore 9, T. 37. 2. Chinina solfato gr. 1.50 per os. Id. » 12, » 37. Oscillazione • precritica. Id. » 15, » 36. 8. Id. » 18, » 37. 2. Id. » 21, » 36. 5. Id. » 24, » 36. XI giorno di malattia, ore 3, T. 36. 9. Id. > 6, » 36. 5. Id. » 9, » 37. 9. Chinina sol· fato gr.1.50 per os . .Cd. )) 12, )) 37. 5. Id. » 15, » 37. 2. Id. » 18, » 37. 1. Id. )) 21, )) 36. 5. Id. » 24, » 36. 2. XII giorno di malattia, ore 3, T. 36. 1. Id. » 6, » 36. 2. Id. » 9, » 36. 4. Chinina sol· fato gr.1.50 per os. )) 12, 'I; 36. 2. Id. Id. » 15, » 36. 4. ,. 18, » 36. Id. » 21, » 36. 4. Id. )) 24, )) 36. 3. Id.

Continua l'apiressia.. Guarigione. E un caso di terzana composta estivo- autunnale, colle due caratteristiche oscillazioni iniziale e precritica, e con forte pseudocrisi (forma di passaggio fra t erzana composta e quotidiana).

Infezione 1nala1·ica ·estivo-az1,tzinnale. Primitiva. G ... C .. ., di anni 23, contadino. · Tre anni fa ebbe la febbre tifoide; non ha avuto mai altre malattie, nè febbri malariche. Da un mese frequentava i luoghi dove ha preso la febbre: dormiva a Fiumicino e lavorava a Macca1--ese. Da 5 giorni ha febbre che insorge ora con freddo ora senza, a tipo terzanario ; cefalea: il 22 a notte ha vomitato. Tumo1·e di milza. Parassiti estivo-autunnali. 23 • . . Id. Id. Id. Id.

. , ore 12, T. 36. 2. » 15, )) 36. » 18, » 36. » 21 . » 36. 5. ., 24, » 36. 7.

24 . . . . . , ore 3, T. 36. 6. Id. » 6, » 36. 3. Id. )) 15, » 37. Id. » 18, » 37. 8. Id. » 21, » '39. 7. Id. » 24, » 40. 1. 25. • . • . , ore 3, T. 39 8. Id. 6, 38 3. » Id. 9, » 37.1. » Id. 12, 36. 9. Id. > 15., 36. » Id. 18, » 36. 3. > Id. 21, 36.1. Id. > 24, .,, 36. 2. })

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3, T. 38. 3 . • 6, » 37. 1 . 9 36. 12, » 36. 15, » 36. ))

Sono due accessi di terzana semplice estivoautunnale. Segue la g uarigione.

Infezione malarica estivo-autzrnnàle. G ... T ... , di anni 48, carrettiere. Ebbe una prima febbre verso la metà di agosto che durò pochi giorni : seguì un in tervallo di apiressia di 8 giorni. Poi ha avuto successivamente delle recicli,re ed ha preso chinina. Nel sangue pa1"assiti estivo- autunnali. 10 . . . . . , ore 6, T. 36. Id. » 9, » 37.1. Id. » 12, » 37. 7. Id. » 15, » 37. 9. Id. » 18, » 37. 6. Id. ,. 21, » 36. 6. Id. ,., 24, » 36. 2. ., 12 . • • . . , 13 . • . ., 14 . • • • . ,. Id. Id. Id. Id'. Id. Id. IJ.

apirettico. apire ttico. apirettico. ore 3, T. 36. » o » 36. » 9,' 36 6. 7> 12, » 38. 15, 39. » 18, » 38. 2. » 21, 37. 4. 24, 36. 15 . • • • . ' ore 3, T. 36. » Id. 10, » 36. Id. 12, 36. Id. 15, » 36. » Id. 18, » 36. Id. 21, 36. » Id. 36. 24, 16 • • • . . , ore 6, T. 36. 9. » Id. 9, 37. 8. Senso di freddo. » Id. 12, » 40. 1. Id. > 38 . ::. 15, » Id. 18, » 37. > Id. 21, » 36. 8. » Id. 24, 36. 17 . • • • . , ore 3, T. 36. » 36. Id . 6, » 36. Id. 12, 11 .

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Sono due accessi di terzana semplice estivoautunnale, in una ricaduta dopo la soppressione di un accesso (del 12). Dopo presa la chinina si ha u11 intervallo

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968

IL POLIOLINIOO

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3, T. 36. " 9, » 36. 12 » 38. 6. 15,' » 39. 7. 18, 3 7. 7. 9.1 /) 7. 3. ~ ' 24, » 36. 9. )}

F. N .... , di anni 50. L 'infermo racconta che non aveva avuto mai febbri malariche innanzi ai primi di settembre 1902, in cui ammalò con febbre che durò 5 o 6 giorni e èessò in seguito all'uso della chinina. Seguirono ad intervalli nuove febb1·i. Enti·a all'ospedale1 ed è apiretico per 9 giorni. Poi ha una r e cidiva con parassiti estivo-autunnali.

3, T. 36. 6. 36. 6, 9, » 36. 1. 12, » 36. 5. 36. 4. 15, 36. 3. 18, 21, » 36. 4. ))

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3, T. 36. 6, » 36. 9, » 36. 8. 12, 36. 6. 36. 15, 18, » 36. 21, • 36. 24, » 36. ))

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3, T. 36. 8. ,. 6, » 36. » 9, » 36. 8. » 37. 4. 12, » 15, > 39. 6. » 18, » 39. 2. » 21, » 38. 5. » 24, » 37. 7. )}

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. ' ore 3, T. 37. 4. 37. 3. > 6, » 9, » 36. 7. ))

Sono due accessi di terzana sAmplice estivoautunnale. Guarigione.

Infezione malarica estivo-a1it11,nnale. Terza1ia semplice. P1·i1nitiva.

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3, T. 36. 2. 6, » 36. 3. .9, » 36. 6 . 12, » 36. 4. 15, » 36. 6 . . 18, » 36. 8. 21, > 36. 7.

Continua !'_a piressia. Il 13, e cioè dopo otto giorni di recidiva si trovano nel sangue pe· (8)

31 .

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3, T. 36. 36. 6, 9, » 36. 36.1. 12, 15, » 36. 4. 18, » 36. 21, » 36. 24, » 36.

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lnfezio1ze malarica estioo-autunnalc. Recidiva.

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FASO.

riferico gameti [adulti semilunari e fnsati, • • • scars1ss1rm. ' E una terzana semplice estivo-autunnale, che guarisce spontaneamente, coll'attenuarsi degli accessi (gli ultimi due sono leggeri) . Si somministi.·a nl1ova chinina. Guarigione.

6, T. 36. » 9, » 36. 2. Id. 38. 9. S enso di freddo. 12, Id. 39 . 7. 15, Id. » I cl. 18, » 3 7. 6. 21 36. Id. 2!,' » 36. Id. . 8 . • • • . , ore 3, T. 36. 6, )} 36. 1. Id. 36. 9, Id. » 36. 12 Id. 36. Id. 15,' » 18, >> 36. 2. Id. » 21, :I> 36. 3. Id. 24, » 36. 2. I cl. 7 .

IX, •

di apiressia della durata di 6 giorni e poi una r ecidiva, sempre con pa1--assiti estivoautunnali. D .

[ANNO

A. T ... , di anni 46, vacca1--o.

Da bambino ebbe febbri malariche: ma poi è stato sempre bene. Proviene da Tor di Quinto. Due giorni fa fu preso da febbre, insorta senza brivido verso le ore 16: apirettico il giorno seguente e la mattina successiva in cui entra all'ospedale. Ha dolori lombo-sacrali e cefalea. Non ha apparente tumore di milza. . Nel sangue plasmodi estivo-autunnali, scarsi. III giorno di malattia, ore Id. > Id. .. • Id. »

14, T. 37. 16, • 39. 5. 18, • 39. 5. 21, • 39. 3.


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[ A~"TNO

IX, F ASC. 31]

IV giorno di malattia, ore Id. » Id. » Id. > Id. » Id. » Id. ) Id. »

3, T. 37. 5. 6, » 37. 9, » 36. 8. 12, » 36.5. 15, » 36. 18, » 36. 2. 21, » 37. 24, » 36. 8.

V giorno di malattia, ore Id. » Id. » Id. > Id. ,, Id· :. Id. » Id. »

3, T. 36. 6. 6, ,. 36. 9. 9, » 36. 8. 12, » 36. 7.

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SEZIONE PRATICA

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39.3. 39. 2.

VI giorno di malattia, ore 3, T. 38. 5 . Id. » 6, » 38. 2. Id. » 10, > 3o. 4. Id. » 12, » 36. 9. 1 Id. » 12 / 2 Chinina biclo· ridrato gr. 2 p. iniez. » 15 ,. 36 5. Id. )) 18,' )) 36. 9. Id. Id. » 24., )) 36. 4. VII giorno di malattia,' ore 3, T. 37. Id. » 6, » 36. 7. Id. » 9, » 36. 7. Id. » 11, Chinina solfato gr. 1 p . os. Id. » 12, » 36. 5. Id. » 15, )) 37.1. Id. )) 18, ~) 37. 4. )) 21, » 37. 6. Id. Id. » 2!, » 37. 7.

969

VIII giorno di malattia, ore Id. • Id. » Id. . » Id. »

12, T. 36. 4. 15, » 36. 5. 18, » 36. 21, » 36. 24, » 36.

IX giorno di malattia, ore 3, T. 36. 2. Id. ,, 6, » 37. 4. Id. » 9, » 3.9. 3. Id. » 12, » 39. Id. » 14, » 40. 4. Id. » 15, » 40. 3. Id. » 18, » 40. 5. Id. ~ 21, » 39. 6. Id. » 24, » 39. 2. X giorno di malattia, ore 3, T. 37. 9. » 6, » 36. Id. )} 9, )) 36. 2. Id. » 12, » 36. Id. » 15, )) 36. 2. Id. » 18, » 36. Id.

Si somministra chinina. Gl1arigione. Sono due accessi di terzana semplice estivo· autunnale prolungati. Gli accessi constano di una sola oscillazione e non sono composti di oscillazione iniziale e precritica. Si hanno nella curva oscillaz.ioni piccole ed insigni· firanti. I.

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Si continua la somministrazionP della chinina. Gua.r igion e. È un caso di terzana semplice estivo-autun- · nale.

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Infezione mala1·ica estioo-autiinnale. Terzana semplice taccessi prolungati) P1·ir;iitiva.

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F. R .... , d'anni 59, stalliere. Non ha avuto mai febbri malariche. Da cinque giorni ha febbre a tipo terzanario. Nel sangue periferico e nel materiale splenico parassiti estivo-autunnali. VI giorno di malattia, ore 9, T. 36. 3. Id. » 17, » 36. 2. VII giorno di malattia, ore 6, T. 36 . 1. Id. » 12, » 39.1. Id. » 15, » 40. 2. Id. » 18, » 39. 5. Id. » 21, » 3.?. 7. Id. » 24, » 39. 5. VIII giorno di malattia, ore 3, T. 39. Id. » 6, » 37.6. Id. )) 9, » 38. 1 Id. » 10 / ,, > 36.2.

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971

SEZIONE PRATIOA

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Terzana semplice estivo-autunnale. Primitiva.

RIVISTE MALATTIE INFETTIVE

Febbre paratifoide e sue corraplicazioni. (PRATT.

Bosto1i med. and surg. Jour.,n.6,1903).

Nel 1897 GwYN studiò un ca~o in cui vi era il quadro clinico completo della tifoide senza che vi fosse però la siero-diagnosi di GR1JNBAUM·WIDAL. Tuttavia ottenne dal san· gue un bacillo di tifpo intermedio fra il bacillo tifoide e il colon bacillo. L' agglutina· mento si aveva nella proporzione da 1: 200. Batteriologia. - I bacilli paratifoidi .appartengono al gruppo dei bacilli che fermentano il glucosio con formazione di gas e in ciò rassomigliano al b. coli, ma, come i bacilli del tifo, essi non formano indolo. Il bacillo paratifoide è quello che produce

nell'uomo i sintomi tifosi. Gli fu dato nel 1895 il nome di « paracolon » da G ILBERT, ma quello di « paratifico » usato da ARCH.ARD nel 1896 e introdotto nel 1901 da ScHorrTMUL· LER è quello più appropriato siccome dimostra un più stretto rapporto del microrganismo col bacillo del tifo. Di bacilli paratifici ve n'è 2 specie: il gruppo a: e il gn1ppo 0· Essi hanno sul latte la stessa azione del bacillo del tifo: il bacillo paratifo i de a: produce un:i acidità che nel siero di sangue è più accen· tuata: il bacillo paratifoirle fj produce un'acidità che termina in un'alcalinità. Secondo BuxToN il bac. a: non cambia il colore del giallo; il b. (j cambia il ro&so in giallo, ma lentamente, alla fine, dopo 5 settimane, il giallo è del t1ttto sostituito dal rosso. Casuistica. - Prima del caso riportato dal1'A. vi sono altri 3 casi di infezione paratifoide riportati da À.RCHARD e BENSAUDE nel 1896 e da GwYN nel 1898.


972

;

IL POLIOLINIOO

Caso I. Orchite suppurativa consecutiva a un supposto attacco di febbre tifo i de. Bac. paratifoide (5 isolato dal pus. Caso II. Colelitiasi da bacillo paratifoso ~· Caso III. Febbre pa1·atifoide a decorso be· nigno; flebite della safena. Etiologia. - Durante questi t1ltimi anni il numero dei casi di infezione paratifoide è notevolmente aumentato fino ad 84. La malattia ha una larga distribuzione geografìca {quasi tutto il N 01·d America). Quasi tutti gli osservatori ammettono la sorgente dell'infezione nelle acque infette dei pozzi e delle caserme. Solo un caso sembra che sia stato contratto in laboratorio dall'as· sistente di ScHOTTMULLER per opera d~lle culturEl! di bacilli parati~osi. L'infezione, prevalente come il tifo in autunno, colpisce a preferenza i giovani, ma non si può dire che le altre età siano rispar· miate. Per la frequenza il bac. a è stato trovato in 12 casi, il bac. (5 in 69 casi. Sembra che un attacco dia una immunità per attacchi successi vi; ma vi sono dei casi in cui questi si sono ripetuti al m~nimo con lln intervallo di 9 o di 3 mesi. CoLE~IAN però crede che nei casi descritti si sia trattato una volta . di feb· bre paratifoide, l'altra di tifo. Anatomia patologica. - La malattia produce infezione generale, raramente locale. Nei casi terminati con la morte e che e1·ano dovuti al bacillo paratifoso (j si trovò ingrandi~ento di milza; nel caso di Strong, piene di bacilli le ghiandole linfatiche meseraiche. In altri 2 casi, queste erano integre, ma si trovarono i bacilli nel sangt1P.) nei polmoni, fegato e milza. Sinto11zatologia. - L'infezione paratifoide può p1·esentare tutto il quad1·0 clinico del tifo. Benchè la febbre sia elevata, ra1·amente l'esito è letale. KuRTH propone dJ dare ad essa il nome di « febbre gast1 ica » e infatti molti casi di questa e di « febbricola » ·si possono considerare esempi di infezione paratifoide. Il decorso ''"aria da 12 a 84 giorni. Non è infrequente una bronchite iniziale. Fra gli altri sintomi osservati notiamo: epistassi, i·oseola, tumo1·e di milza, herpes labialis }Jolso lento e r egolare; m·ina con albumina. Nei casi non complicati, mai è stata I'iscont1~ata leucocitosi. Co11zplicazio11i. - Il numero e la frequenza delle complicazioni è uno dei tratti caratteristici dell'infezione paratifosa, Le seguenti tabelle ne danno un elenco. 1

12)

(ANNO IX,

Infezioni col bacillo paratifoso Bronchiti • • • • • • • • N. Polmoniti ipostatiche. • • • Id. lobari • • • • • Pleuriti . • • • • • • • • Endocardite acuta . • • • • Trombosi della vena femorale Rammollimenti cerebrali da embolia . . . . . • • • Flebite della sa,fena . • • • Meningite. . . . . • • • Peritonite . . . . . • • • Emorragie intestinali . • • • Colecistite suppurativa . • • -. . Id. cronica . . • • • Colelitiasi . . . . . • • • Nefrite . . . . . . • • • Orchite suppurativa . • • • Cistite. . . . . . . • • • Decubiti • • • • • • • • Foruncolosi . • • • • • • Osteomieliti . • • • • • • Totale .

FASO.

31]

(5 : dei casi• id. id. id. id. id. id. id. id. id . id . id. id. id. id. id. id. id . id . id. •

1 1 1 1 1

1 I 1 1 1

5 1 1 1 1 1 2 1 1 1

N. 29

lnfezioni col bacillo paratifoso a : Bronchiti . . • . . . . . N. dei casi id. Bronco-polmoniti . • • • • id. Cistiti . . . . . • • • • Trombosi delle vene femorali id. id. Emorragie intestinali. • • • Totale . • . N. \

1 1 1 1 1

6

Infezioni paratifose con bacilli di specie . indeterminate: . Bronchiti . . . . . • • . N. dei casi 1 id. 1 Flebite femorale . . • • • id. 1 Miosite . . . . . . • • • id. 1 A1·trite suppurativa . • • • id. 1 Cistite o pielonefrite . • • • id. 1 Ascessi del collo . . • • • Totale • • . N. 6

Diag1zost. -

Per la diagnosi dell'infezione paratifosa, quando il quadro clinico non è abbastanza chiaro, ci si può servire dell'ag· glutinazione come si fa per la reazione di Widal. In certi casi il bacillo flt isolato dalle urine, dalle feci, dalla vagina, dalla roseola, dal sangue e sempre si ebbe il fenomeno dell'agglutinazione. Il rapporto per tale prova deve essere da 1: 10. Prognosi. - L'esito letale è raro, apparen· temente molto più raro che nel tifo, sebbene tale conclusione sia dedotta da un numero limitato di casi, Su 83 casi si indubbia infezione pru.·atifosa, sole ~ terminarono col decesso ~ ciò è uguale al 3,6 per cento. Dott. ANGl'JLO PIA.ZZA.


[A.NNo IX, FAsc. 31]

SEZIONE PRATICA

Delle recidive precoci di polmonite fibrinosa. (Dott.

EBSTEIN.

Mii1iclt. 1nediz. Wocke1i., n. 18, 1903).

973

Primo saggio di applicazione all'uomo del siero antipnen1nonico Tizzoni. (PANICRI.

Gazz. degli Osp. e delle Cli1t., n. 47, 1903).

L'A. dice che sono relativamente assai rari L ' A. riferisce i risultati, ottenuti col siero i casi di polmonite fibrinosa sviluppantisi durante il periodo di convalescenza di un antipneumonico, su sette malati ricoverati nelattacco dello stesso processo morboso, m entre l'ospedale di S. Spirito in Roma, sezione Basono frequenti le recidive di polmonite fibri· glivi, diretta dal prof. Angelini. nosa in Apoche più o meno remote dall'atC ASO I. E ..... C ..... di anni 14, entra in tacco anteriore, quando siaD:o completamente ospedale il giorno 11 agosto 1902. Diagnosi : scamparse le lesioni proprie del medesimo. polmonite crupale genuina. Questo ripetersi di una stessa entità morAlle ore 19 del 2° giorno di degen21a, s' inietbosa in uno stesso individuo fu variamente tano~ nella vena della piega cubitale, 4 eme. di designato dagli autori. Allo scopo di evitare siero di coniglio della potenza di 1/ , per kg. malintesi e confusioni l' A. propone di chia- di peso dell'animale: Alt1·e 2 iniezioni di 4 eme. ma1·e recidive p1~ecoci o ,·ecidive di convalescenza si fanno in 3a e 4a gio1·nata. Dopo ogni inie· quelle che si manifestano durante il periodo 21ione, si ebbe una remissione di temperatt1ra di convalescenza, e recidive tardive;o se1~oreci­ perfino di 2°; in 4a giornata, cominciarono i dive quelle che · si manifestano dopochè si è rantoli di ritorno; il miglioramento generale interamente esaurito il processo morboso pre· s'iniziò nella 5a e la febbre cessò per lisi nella cedente ed omonimo. 9a giornata. Una iniezione di 9 eme. di siero L' A. riferisce la storia assai particolareg- fatta nel 6° giorno allo scopo di tentare l'in· giata di un caso di recidiva precoce di pol· terruzione della febbre non sortì alcun effetto. monite fibrinosa: L' A . spiega questo fatto 1·itenendo che il proUn operaio tii 17 anni ammala di polmo· cesso febbrile declinante per lisi è dovuto alle nite fibrinosa del lobo inferiore di destra. Al alterazioni anatomiche e ai tossici derivanti 7° giorno cade la febbre per crisi : dalle con- da queste, più che al processo pne11monico ; . dizioni del polso e sopratutto dalla presenza quindi Sll tale processo non può agire il ri· dei rantoli di ritorno si arguisce con certe21za medio specifico. che si è iniziato il periodo di risolu21ione del CASO II. C ...•• F ..... di anni 23, entra in processo polmonitico. Trascorsi 7 giorni di ospedale il 31 agosto 1902. Malaria pregressa convalescen21a {solo al 4° giorno si ebbe un contratta nel 1896. Tumore splenico. Polmoaumento di temperatura subfHbbrile 37°. 8) nite lobare destra. Il malato aveva cominciato l' operaio ammala di nuovo di polmonite fi· ad ammalarsi il 29 agosto. La sera del 31 brinosa localiz21ata come prima al lobo infeagosto, iniezione nella vena cubitale di 10 eme. riore di destra. Anche questo secondo attacco di siero a potenz;j alità uguale a quella del caso polmonitico si risolve del pari che il primo precedente. Dopo un'ora aumento della temper crisi, e precisamente nella notte dal 3° peratura a 40° con remissione improvvisa; al 4° giorno. Secondo l'A. è da escludere in questo caso sudore e vomito. Il 1° settembre apiressia; si pensa a un l'ipotesi di una recrudescenza o peggiora· mento di un processo flogistico già in atto; p1·ocesso malarico, ma l'esame del sangl1e riesce ma si tratta invece di una recidiva vera e negativo ; si trovò leucocitosi abbondante e propria, analoga a quella descritta da altri inoltre un'iniezione sottocutanea di 1 eme. delautori, come il GRISOLLE, il W AGNER, il RusE l'espettorato emorragico in lln coniglio di 1 kg. o 1'0SLER, ecc. ecc. Ma sono forme assai rare, di p eso ne prodl1ce in 12 ore la morte ·col quadro al contrario delle serorecidive che si riscon- clinico ed anatomo-patologico della setticemia trano invece molto frequenti. L ' A. nei nu- pneumococcica. Tornando al caso nostro dopo merosi casi di polmonite osservati in 43 anni 12 ore dalla pratic.ata inie21ione, in 4a giornata di pratica medica n e ha riscontrato un solo si ascoltarono i i·antoli di ritorno e questi si caso. Il W AGNER ne osse1·vò 2 casi dubbi e mantennero anche in 5a. Al 7° giorno, soli due certi in un totale di 1100 polmonitici; scarsi ronchi. Il 4 settembre l'ammalato esce nella clinica di Berlino sopra 440 casi ve ne · dall'ospedale. furono due soli di ·recidiva precoce. CASO III. - D ..... V ..... di anni 18, ammalato In qua.n to alla patogenesi di queste recidive il 14 settembre 1902; entra all'ospedale il 15 ; precoci di polmonite fibrinosa l' A. dice trat- polmoni te destra pregressa sofferta un anno tarsi di una nl1ova infezione. Dott. E. G. prima: padre e madre morti di polmonite. t13)


974

Entrato in ospedale, si diagnostica polmonite del lobo inferiore destro e la diagnosi è con· fermata dalla morte di un coniglio di setticemia da diplococco di Fraenkel in seguito a inie· zione sottocutanea di eme. 1,5 di espettorato emorragico. La sera del 15 settembre si pratica un'iniezione endovenosa di 10 eme. di siero del valore di O. 50 °/00 , cioè inferiore quasi della metà a quello usato . nei dt1e casi precedenti. La mattina del 16 settembre i sintomi fisici ust1ali del processo sono invariati, ma l'infermo è più calmo in seguito alla scomparsa del dolore puntorio. Durante il 16 (3a giornata di ma· lattia) altre due iniezioni di siero; una alle 10 di 5 eme., l'altra alle 20 di 10 eme., del mede· simo valore di O. 5 nella prova sul coniglio. La mattina del 17 risoluzione dei fatti pol· monari, benessere del polso, respiro e ~ello stato generale. Però nel pomeriggio del 17 propagazione del processo al lobo superiore del polmone destro, reso più grave dal forte de· lirio, dalle condizioni fisiche del paziente e dalla debolezza del miocardio. Si praticano due iniezioni di 10 eme. il 18 e una di 10 eme. il 19. Dopo queste, si sospesero perchè erasi manifestata la, risoluzione del processo pneu· • mon1co. CASO IV. - S ..... T ..... di anni 17, ammalò il 23 settembre 1902 su di un piroscafo tor· nando dall'America; entrò all'ospedale il 27 settembre. Polmonite lobare inferiore sin.i stra con sfregamenti pleurici: condizioni gravissime del polso e respiro. Il 27 (5° giorno di malattia) due iniezioni endovenose di eme. 9 ognuna di siero del vàlore di O. 5 °/00 • Altra nel mat· tino del 28 di siero simile; nel pomeriggio altra con siero del valore di 1/" 0/ 00 ; il 29 altre due iniezioni simili. Tuttavia le cattive con· dizioni peggiorarono e la morte avvenne in sa giornata il 30 settembre 1902. All'a.utopsia: pericardite fibrino-e.morragica ; epatizzazione rosso-grigia del lobo inferiore sinistro con pleurite fibrinosa; noduli di b1'oncopolmonite catarrale nel polmone destro; milza e fegato grossi; enterocolite follicolare. CASO V . - B ..... E ..... di anni 18, entra in ospedale il 2 ottobre con polmonite crupale del lobo inferiore del polmone destro. In 24 ore cominciando dal 2° gio1'no (3 ottobre) di malattia, l'infermo ricevette eme. 31 di siero del valore di 1 / " 0 / 00 con 3 iniezioni endovenose. Con la calma del malato, la detersione della lingua, cessazione del vomito, comincia la risoluzione del processo pneumonitico in 4a giornata (5 ottobre) sicchè si sospende la sieroterapia. CASO VI. - R...... G..... di anni 22, entra in ospedale il 13 ottob:t"e 1902. Nel 1896 ma(14:)

L.ANNO IX, FASO. 31]

IL POLICLINICO

laria; nel 1900 polmonite sinistra. L'esame praticato il 13 rileva: polmonite del lobo medio del polmone destro; tumore splenico, alb11mina nelle orine. Fra il 13 (3° giorno di malattia) e il 14 ottobre (4° giorno) si praticano 3 iniezioni di 10 eme. ciascuna di siero del valore di O. 5 °/00 • In 4a giornata fenomeni di ritorno con espettorato f lnido e scorrevole. I

CASO VII. - T ..... P ..... di anni 42, alcoolista. Febbre, tosse e dolore all'ipocondrio destro il 23 ottobre; polmonite destra il 26. Disponendosi di siero di valo1'e inferiore al O. 5 °/00 se ne aumentò la quantità da iniettare, vale a dire se ne iniettarono nella vena cubitale 20 eme. e ciò in 4a giornata. Bt~nchè di· minuisse la febbre e migliorassero le condizioni del respiro, si manifestò delirio con scosse tonico-cloniche diffuse a tutti gli arti. Tuttavia i fatti polmonari migliorarono. Essendosi il 27 ottobre riaccesa la febbre, si praticò una nuova iniezione endovenosa di 10 eme. di siero per raggiungere il valore de· finitivo .nella prova del coniglio. Il 28 il miglioramento si stabilì con evidenza e tale continuò fino a guarigione. Esposti così i casi l'A . osserva che data la loro esiguità, essi non possono a vere il valore di dati statistici; stanno solo a dimostrare che le iniezioni di siero non producono nessun accidente spiacevole secondario: sono ben tol· lerate e non sono dolorose. Rileva come si sia attenuto alle prescrizioni di Bozzolo nell'applicare il siero, vale a tlire: « compie:ce le esperienze sopra ~oggetti giovani e senza complicazioni » . · Circa gli effetti ottenuti questi si riferiscono specialmente ai fenomeni generali (febbre, polso), al processo morboso dnl polmone e alla rispettiva funzione respiratoria. La febbre si abbassò di 1°, 2° per diverse 01'e, talora anche di 3° pe1' un giorno (caso II) e anche di 4° per poche ore. Con tale abbas· samento coincise anche la regolarizzazione del polso e i·espiro. Importanti sono poi i mutamenti a carico del polmone, e dell'espettorato: precocità nella presenza dei rantoli c1'epitanti di ritorno e cambiamento dell'espettorato da rosso rutilante, attaccaticcio e vischioso in rugginoso, gial· !astro e fluido. L' A. conclude paragonando gli effetti del siero antipneumop.ico sulla polmonite a quelli del siero antidifterico sulla difterite in cui si verifica pure il rammollimento dell'essudato, _ e il distacco e l'eliminazione delle membrane difteriche. .. Dott. A. P.


(A:NNo

IX,

FAso.

31)

975

SEZIONE PRATICA

La sindrome asmatica nella influenza. (La Seniaine 1nédicale, 13, v, 1903).

L'autore, il dott. OLINTO DE OLIVEIRA., dopo aver notato che la sindrome asmatica, caratterizzata da una dispnea parossistica con espirazione difficile. rantoli secchi e sibilanti, è comune a differenti stati patologici, e dopo aver fatto rilevare che ben poco nella letterattira medica si trova intorno alla relazione che passa fra questa sindrome e la influenza, passa a riportare alcani casi da lui osservati :specialmente in bambini. Durante certe recrudescenze epidemiche della << grippe » non è raro vedere malati nei quali al cata1·ro più o meno intenso delle vie i·espiratorie si aggiunge un elemento nervoso. non molto marcato ma sufficiente a caratterizzarlo. Sarebbe questa la forma più lieve di « asma grippale » • . Vi sono casi in cui la sindrome asmatica si presenta fin dal principio e accompagna nelle differenti sue fasi la mala.ttia e persiste poi per lungo tempo da sola. La manifestazione nervosa è intimamente legata all'infe· zione e in qt1esti casi si potrebbe appunto parlare di una forma tossica di « asma grip· pale » . Vi sono poi ammalati in cui la sinm""ome asmatica appare, come le nevralgie, tardivamente e con lo stesso andamento irregolare. Sarebbe questa la forma nervosa. Possiamo noi precisare le condizioni che facilitano il presentarsi di questa forma'? L'autòre crede di no, ma pure si mostra disposto ad accettare la teoria del VOLTOLINI, confermata dal FRANCK e dal MA.CKENZIE, e credere che anche queste forme di asma possan esser date da irritazione di zone speciali sen· sitive del naso e della faringe sempre attaccati nel decorso della « influenza » . !Ja diagnosi non p~esenta difficoltà nell e forme leggere, nelle forme tossiche - le più gra,Ti - essa può riuscir difficile a causa del predominio che l'elemento asmatico ha su gli altri. Bisogna quindi escludere da prima tutte le manifestazioni asmatiche croniche, poi le forme di asma vero a manifestazioni classiche e cosl pure quelle legate a lesioni croniche del naso, della faringe o a compressione dei bronchi. L'asma uremico non ha alcun segno fisico apprezzabile all'ascoltazione, così l'asma dispeptico. Resta da ultimo l'asma infantile febbrile del TROUSSEA.U. In questa forma, come nell'asma grippale, si ha febbre e infiammazione catar· rale delle vie respiratorie, ma l'invasione nella

forma infantile è più brusca, la fine è più precipitosa e l'attacco non è unico. Non si hanno poi nevralgie, faringiti nè segni di herpes labialis come nella forma grippale. Sembra pure che l'asma grippale possa costituire una epidemia a tipo speciale. La prognosi è buona - anche nelle forme più gravi: le tossiche; si ha spesso guarigione. Per la cura l'autore si serve con vantaggio del chinino ma non lo crede specifico, si serve pure del cloridrato di ammoniaca, dell'aconito e della an tipirina. L'ioduro d' ammonio avrebbe oltre a una azione espettorante, una azione calmante nella forma asmatica della influenza e l'autore se ne è spesso giovato. P. MoLINARI T.

Casi rari d'infezione malarica. (HERBERT FORD.

Medical .Record, 5 aprile 1903).

L ' A. descrive alcuni casi non comuni d 'in· f ezione malarica. Cinque· di essi presentavano febbre alta e dolore alla fossa iliaca di destra così da mentire un'appendicite. Infatti il primo a capi· tare n ell'ospedale fu persino operato senza che si trovasse n essuna alterazione a carico dell'appendice. Nel sangue di tutti e cinque si rinvenne1·0 i parassiti estivo-autunnali. G t1arirono col chinino. Altri tre ammalati provenienti da Cuba presentavano il quadro clinico della pneu· monite cruposa: la temperatura era molto alta, ma irregolare. Negativa riuscl la ricerca del diplococco lanceolato, mentre l'esame del sangue rivelò i parassiti estivo-autunnali in gran numero. Furono curati col chinino a larghe dosi e due guarirono. · Infine l' A . riporta cinque casi d'infezione malarica complicata a tifo. 11 quadro clinico ch'essi presentavano era simile a quello dei tifosi nella seconda settimana. La prova di VIDAL e l'esame del sangue per la ricerca dei parassiti malarici riuscirono positivi. Si ebbero due casi di morte seguiti da autopsia, la quale confermò la coesistenza delle due infezioni. Dott. E. FERRONE.

CHIRURGIA.

Cancro e diabete. (I. BoA.S. Med.·Oll ir. Oentralblatt, 1903, n. 16).

La coesistenza dei due processi morbosi in uno stesso individuo, le influenze reciproche esercitate dall'un processo sul decorso del· l'altro e sopratutto le considerazioni intorno alla indicazione di una terapia attiva nel canceroso diabetico, da parte del chirurgo, danno 115\


976

[ A.NNo IX, F Aso. 31].

IL POLIOLINIOO

occasione all'autore di presentare al lettore la sua casuistica di diabetici fra i cancerosi del canale digerente. Egli conta fra 366 casi di cancri dell'appa· rato digerente : 12 casi di canc1.. o in diabetici (7 del retto, 2 dell'esofago, 2 dello stomaco, 1 del fegato e dell'omento). L'A. discute su questo materiale vari quesiti: a) Il decorso del cancro nel diabetico non presenta abnormità o specialità, che lo distinguano in qualche modo notevole dai cancri non complicati. b) Il decorso del diabete nel canceroso pe1..mette di distinguere due categorie di malati: gli uni, allo stabilirsi del cancro, acquistano una grande tolleranza per gli idrati di carbonio; gli altri restano sempre glicos11rici, ma la glicosuria diminuisce proporzionatamente alla invadenza della cachessia (diminuito afflusso di idrati di carbonio). e) In i--apporto all'indicazione operativa, l' A. distingue i casi di cancro, in ct1i col1' intervento si può sperare una guarigione radicale, da q11elli in c11i l'intervento potrebbe riuscire soltanto palliativo. Se può tentarsi una opera21ione radicale, deve esser tentata anche nei pericoli delle complicanze derivanti dal diabete. Non si eseguirà una operazione palliativa che quando esista un'indicazione vitale o se il diabete sia e.la lungo vinto. Allorchè ci si decide ad 11na operazione, si deve prima far 0essare la glicostLria. Se la guarigione del diabete è recente il diabete può rip1·esentarsi in s~guito all'intervento: forse per la narcosi o fors anco per il semplice eccitamento psichico, se si tenga conto che si è visto i·ipresentarsi la glicosuria, in interventi per anestesia cocainica locale o per i--achio-cocainizzazione. Non è però legge costante che il diabete latente scoppi in seguito allo intervento : indi la necessità di deglucosare il malato. Del tutto infausta sarebbe la prognosi di un intervento in diabetico acetonurico, sia la acetonuria in i·apporto col solo diabete o insieme anche col cancro. Quanto al trattamento del canceroso diabetico non pub quindi stabili1·si una norma generale; ma se non si imponga un tentativo di deglucosare l'infermo, per passare ad un intervento radicale, limitf>1·emo la somministrazione di idrati di carbonio~ ma non ci sforzeremo a dezt1cchera1·lo ad ogni costo. I

R.

DALLA VEDOVA. 1

Pel trattamento . dei tumori angiomatosi. (PAY~. Centralblatt f. Chir., 1903. n. 8). L' A., che in altra occasione ha praticato la immissione di piccole freccie di m·e tallo riassorbibile (magnesio) come trattamento degli angiomi, propone ora uno strumentino per facilitare la pratica di questo metoèlo di cura. Esso consiste in un tre quarti, il cui stiletto è rappresentato da 2 parti distinte: l'una acuminata e lunga appena cm. 1 1/ 2-2, costruita di magnesio, l' al.tra cilindrica di metallo duro, di lunghezza uguale alla lunghezza della canula. Una vite a pressione permette di fissare lo stiletto in varia profondità sulla ca-nula. Portato il 3/4 nello spessore del tumore, si introduce completamente lo stiletto nella canula, e allora la sua sezione anteriore acumi· nata resta nella massa del tumore, provocandovi quelle alterazioni nelle pareti vascolari, che portano alla obliterazione vasale.

R. D. V.

·sui tumori d~IJE:' borse mucose. (ADRIAN. B~itr.

z. J.:lin. Cliir., 38, II).

Un sarcoma della borsa prerotulea e un sarcoma della borsa sottodeltoidea - diagnosticati per borsite cronica rispettivamente nelle cliniche di Rostock e di Strasburgo offrono occasione all' A. di far seguire alla storia dei 2 malati il quadro clinico offertoci dai tumo1·i delle borse mucose, come sin tesi dei vari casi noti nella letteratura. Vanno più facilmente soggetti a tumori delle borse mucose gli individui occupati in professioni manuali faticese: e a preferenza· gli uomini (11: 15). Senza difficoltà, nell'anamnesi dei pazienti si riscontrano i traumi più svariati. Con maggior frequenza si riscontrano in p ersone adulte. Delle varie bo1·se mucose dell'organismo la borsa prerotulea è p1·ediletta dall'affezione (quasi in una metà dei casi), segue per frequenza la borsa sottorotulea; poi la sottodeltoidea e la trocanterica, la sottotricipitale, l'olecranica, la sottoquadricipitale, la semi· membranosa, e la borsa del Lewis della pianta del piede. · Eccezionalmente sono passionate contemporaneamente più borse. Di solito il decorso è insidioso, lento, probabilmente perchè la neoplasia sorge in borse già cronicamente igromatose: di rado il decorso è rapido. Non suole un tumore delle borse acquistare molto notevole volume prima .. di indurre il paziente a ri1rolgersi al chi·

-


(ANNO

IX,

FASO.

311

n1rgo, per quanto siano noti i casi in cui il neoplasm~ aveva raggiunte le dimensioni di una testa d'uomo. La cute che riveste il tumore è per lo più normale, talvolta fortemente distesa e lucente, di rado ad esso aderente: spesso il sottocu· taneo è percorso da un reticolo venoso vari· coso. La consistenza varia con la natura del tumore. Il tumore suole godere di t1n e.erto grado di spostabilità sullo scheletro ; non provoca notevoli disturbi; di rado giunge a trapian· tarsi nelle ghiandole e ad ulcerarsi. Per lo più si tratta di tumori maligni, con· nettivali; cioè di sarcoma lfuso cellulare): segue pe1· frequenza il mixoma, l'endotelioma, l'encondroma, l'osteocondroma, il papilloma. La diagnosi nell'inizio della malattia è dif· ficile: non essendo per lo più possibile differenziarla dall'igroma c1'onico e specialmente dall'ig1--oma emorragico (bursitis cronica haemorragica); tanto più che spesso la neoplasia so1--ge per l'appunto in borse cronicamente infiammate. La tube1·colosi delle borse (colle sue due form~ di igroma caseoso e igroma a grani i·iziformi dei francesi) può venire differenziata e p er i dati anemnestici e per i fatti obbiettivi

(crepitazione). Non è difficjle di scambiare il tumore delle bor·se con tumori periostali: ra1·amente (borsa pre1·otulea) può il tumore essere scambiato con un tumor~ che sorga dalle ghiandole della cute che riveste la borsa. La precoce tendenza all'ulcerazione, insieme con focolai concomitanti in altri organi, con l'anamnesi e col crite1•io ex juvantibus, ci pe1... metterà di distinguere la gomma della borsa dal neoplasma. La cura non può essere che chirurgica, e non dobbiamo dimenticare che un inte1·vento tardivo o inoompleto ha potuto rendere necessaria perfino l'amputazione (Naste).

R.- DALLA

VEDOVA·

Prirno tentatiro di trapianto autoplastico di cartilagine intei·epiflsaria eseguito nell'uomo. (ZOPPI. '-

977

SEZIONE PRATICA

Arch,;vio di ortopedia. Anno XIX, fase. 5° e 6°)

L'Autore ricorda come, in segt1ito a ricerche sperimentali fatte sui conigli da lui e da altri, fu dimostrato indiscutibilmente l'attecchimento della cartilagine interepifisaria tanto in un innesto a.utoplastico, quanto in un innesto omoplastico; mentre il trapianto ha un esito negativo in ogni innesto eteroplastico.

Quindi riferisce un caso clinico, in cui era indicato un tale intervento: trattavasi di una bambina, in cui l'arresto di svilu1Jpo della tibia, per osteomielite ac.uta, aveva prodotto oltre all'accorciamen.t o dell'arto un forte va· rismo del piede, perchè il perone crescendo normalmente aveva spinto in basso il malleolo esterno. Ha praticato sul perone un'ampia osteotomia cuneiforme estirpando un cuneo cl'osso comprendente la ca.rtilagine interepifisaria. Con una sottile sega ha separato il disco cartilagineo dal tessuto osseo della diafisi e della epifisi e, praticata sulla tibia una osteotomia lineare interepifisaria, ha incuneato tra i d11e frammenti ossei la cartilagine del perone previamente isolata badando che la superficie diafisaria ed epifisaria si t1·ovassero nel nuovo posto rispettivamente a contatto con la diafisi e l'epifisi della tibia. Indi per corr eggere la posizione del piede ha accorciato i tendini del tibiale anteriore e del pe1·oneo. Il decorso postoperativo fu normale. Dalla radiografia fatta circa 21 giorni dal· l'atto operativo e dall'altra eseguita do1)0 due mesi, si vede in ambedue che il disco cartilagineo trapiantato non è stato riassorbito e quindi si mantiene come un tessuto ' rivo nel punto della tibia, ove fl1 collocato, perchè altrimenti in cl ae mesi si sarebbe riassorbito senza lasciare di sè alcuna traccia. L ' A. non può affe1·mare che la cartilagine attecchita possa anche funzionare fisiologicamente producendo del nuovo osso, perchè ciò sarebbe assai pre maturo, dato il poco tempo trascorso dall'atto operativo. Dott. A. ISAIA.

OSTETRICIA

Delle cure da dare alle pareti addominali prima e dopo il parto. {DIEITL.

.Medic.-cliirurg. Oentral-Blatt., n. 17, 1903).

La cura incomincia sopratutto dopo il te1·zo mese di gravidanza; consiste di due parti : della dieta e del moto. In quanto alla dieta una donna normale e sana non deve mangiare d11rante la gravi· danza più del solito, nè tampoco seguire qual· siasi regime alimentare che tenda all'ipernutrizione, nè be1·e grandi quantità di latte (2-3 litri al giorno) o di birra, poichè in tal modo si formano feti eccessivamente g1·assi i quali poi- rendono difficile il parto; inoltre, l'ingestione eccessiva di liquidi conduce facil· mente ad una quantità eccessiva di liquido (17) ,


978

I

IL POLIOLINIOO

[ANNo IX, F Aso. 31]

amniotico. il quale a sua volta determina una di Madrid, sulla casistica dell'ernia inguinale distensione inutile dell'utero e della parete del!' ovaio. addominale. In questa memoria l' A. illustra due casi Anche il moto ha una grande importanza di simile lesione e facendo rilevare il fatto nella donna incinta, la quale deve attendere importante che il contenuto del sacco erniario alle sue occupazioni abitt1ali, al lavoro anche era dato unicamente dall'ovaio, aggiunge che faticoso, come lo alzare o trasportare pesi : secondo KosSMANN di casi si mili nella lettepnrchè non si eccedano i limiti della prudenza; si eviti il riposo nelle ore pomeridiane, dopo ratura non se ne conoscono che 6 i quali, aggiunti ai due curati dall' A., sommano ad 8 il pasto. La donna incinta che può darsi allo sport, in tutto. Ora per l' interesse statistico mi piace ri· lo faccia pure: ascensione di montagne, giuochi, ecc. ; in questo modo non solo il parto ferire un caso di ernia dell'ovaio che presen· riuscirà più facile, ma i muscoli si fortifi· tava le condizioni accennate dall' A., e cl1e fu cheranno in modo da poter contenere la di· · da me osservato ed operato nell'Ospedale di stensione dello addome prodotta dall'aumento Santo Spirito nel 1895. di volume dell'utero, senza subire a loro volta Riferisco senz'altro la storia: uno stiramento eccessivo nè rilasciarsi. In tal S..... T ..... di anni 60. Presenta i sintomi caso, vuotatosi l'utero, i muscoli addominali saranno in grado di i~iprendere la posizione di ernia inguinale sinistra strozzata. Il tu· more inguinale della grandezza di una noce di prima. Durante i primi giorni successivi al parto è molle elastico, ottuso alla pe1~cussione, do· la puerpera deve stare in riposo assoluto, ma lente, arrossato. Il dolore si irradia ai reni appena trascorso questo periodo di tempo bi· ed alla gamba dello stesso lato. L' inferma sogna che pensi a ritemprare il tono dei suoi dice che potè sempre ridurre l'ernia, la quale muscoli addominali, e ciò tanto per ragioni di solo da un giorno è divenuta irriducibile. estetica cui la donna non deve trascurare ri· Esiste vomito, ma il polso è buono e non vi guardo al marito, quanto dal punto di vista sono fatti generali gravi. profilattico contro i molteplici disturbi che La r.ircolazione intestinale è sospesa. Faccio possono manifestarsi appl1nto in seguito aldiagnosi di ernia omentale. All'atto operativo l'eccesdivo rilasciamento delle pareti addominali, come costipazione cronica, prolasso del trovo un corpo duro, poco più grosso di una retto, spostamento dei reni e del fegato, adi· noce avellana, che riconosco essere l'ovaio. Stirato in fuori , traggo porzione del ligamento posi, ecc. Non bastando il semplice moto, si ricorra largo. alle applicazioni elettriche, le qt1ali giovano Sbrigliato l'anello, riduco l'ovaio. Sutura a assai a ridare ai muscoli addominali il tono tre piani. che avevano prima della gravidanza. Guarigione per seconda avendo suppurato L' A. termina il suo articolo constatando con la ferita operativa. piacere l'accrescersi continuo del numero di ragazze e donne maritate che rinunziano a por· tare il busto, il quale oltre a provocare alteTRATTATO PRATICO razioni negli organi dell'addome; impedisce PER LE anche lo sviluppo normale delle mammelle con grave danno dell'allattamento. Dott. E. GuGLIEI,METTr.

Ricerche di elettricità in Medicina

OSSERVAZIONI CLINICHE Contributo alla casistica dell'ernia ing11inale dell'ovaio. Per il dott.

LUIGI ROSSINI.

Nel fascicolo 26 del Szipple1nento al Policli· 1iico (7 maggio 1903) è 1·iferito in una accurata recensione un lavoro del PERI di Sestri Ponente, letto all'ultimo Congresso internazionale (18)

di A. BATTELLI Prof. ordin. di Fisica sperimentale nell'Università. di Pisa e di F. BATTELLI Aiuto alla Cattedra di fisiologia nell'Università. di Ginevra

Un volume in-8° di 1250 pagine con '782 figure inserite nel testo, L. 20. La Società Editrlc3 Dante Alighieri di Roma offre ai signori abbonati al Policlinico questa interessante e nuova opera originale itahana mediante paga.mento a rate mensili di L. 2. . Coloro che intendono profittare di questa favorevole combinazione debbono spedire cartolina-vaglia da L. 2 insieme alla dichiarazione d'acquisto diretta.mente alla Società Editrice Dante Alighieri, di Albrlghi , Segati & C. , ROMA , Via dei Prefetti, l5.


(ANNO

IX,

FASO.

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SEZIONE PRATICA

PIl ATICA PI\ OFESSI ONAIJ E Sintomi dentari del diabete zuccherino e della tabe. Nella Wien. Jlfed. Woch. n. 22, 1902, il dottore KRONFELD richiama l'attenzione sulla c.a duta pre· coce dei d enti nelle due malattie di maggiore im· portanza a questo riguardo che sono la tabe ed il diabete zuccherino. Le alterazioni dei mascellari, durante il decorso della tabe, non sono rare. Esse sono intimamente unite all'anestesia della mucosa della gengiva ma· lata. Possono manifestarsi in tutti gli stadii della malattia, ma possono mostrarsi anche come sintomi iniziali. Queste alterazioni consistono, sia nella semplice · caduta dei denti, sia nella caduta dei denti accom· pagnata da necrosi della parte corrispondente del mascellare, necrosi che si sviluppa colla più grande rapidità. L'atrofia e la degenerazione delle radici hanno certo un'azione importante nell'espulsione spon· tanea dei denti. Concludendo, si dovrà pensare alla tabe ogniqualvolta il medico si troverà in presenza di individui di età media con caduta d ei denti seguita da retrazione dell'alveolo, accompagnata d a insensibilità dei denti o delle gengive, insensibilità che può arrivare al punto che, applicando una sonda sulla polpa vivente e infiammata, non si determina alcun dolore, ed ancora q11ando la caduta dei denti non è giustificata da altra causa. Anche nei malati di diabete i denti cadono, ma sotto l'influenza d'un processo tutto speciale. Non si tratta qui di disturbi nervosi, ma d'in· fiammazioni che sono freqt1entissime nei diabetici; • in questo caso pigliano il nome di piorrea alveolo· dentaria, artrite purulenta dell'articolazione dei denti e dell'alveolo. Oltre la malattia generale che diminuisce la forza e la resistenza dei tessuti, vi sono le cause locali che hanno pure una. grande importanza, come sarebbero: la gonfiezza e l'iperemia delle gengive, l'accumulo del tartaro dentale (infatti la quantita anormale di zucchero che si trova nella saliva subisoe la fermentazione acida, che viene neutralizzata dagli alcalini; il risultato di tale azione chimica dà la formazione del tartaro dentale). Oltre a ciò, in un simile ambiente, i microrga· nismi trovano un terreno particolarmente favore· vole al loro sviluppo. Presto le gengive si staccano dal colletto dentale formando una specie d'escava1

zione attorno al dente, dalla quale uscirà alla più leggera pressione, un pus spesso e denso. Il dente scosso finirà per cadere. Fortunatamente, curando la malattia generale, le gengive ripigliano vigore, e il pus diminuisée in quantità ed il dente riprendendo un po' di solidità può an· cora servire alla masticazione.

La sec1·ezione salivare. I rapporti che esistono tra la secrezione salivare e le malattie nervose sono noti da tempo. L'inter· pretazione però dei fenomeni è stata piuttosto tra· scurata: tanto all'ascialia quanto alla scialorrea non è mai stato a ttribuito lm esatto valore clinico e patologico. Da suoi studi il dott. A . .A.CQUA:ÒERNI arrivava alle seguenti conclusioni: 1. La scialorrea trovasi in un grandissimo num ero di affezioni nervose, ed è un sintoma che in patologia può stare occanto alla poliuria, alla glicosuria, all'ittero. 2. Si produce sia per irritazione diretta sul centro saUvare (affezioni del blllbo), sia p er abolizione d ell'influenza moderatrice cerebrale o per eccitazione delle vie secretorie degli emisferi (ram· 1nolli1nenti, e11iorragie), ovvero, in via riflessa, per lesione irritante i n ervi di senso (neuriti', tic dolo· roso). 3. Nelle paralisi centrali del facciale la secre· zione salivare del lato affetto non appare generai· m ente modificata, ed in tutti i casi questa non è mai diminuita, ma piuttosto aumentata. Nelle paralisi facciali periferiche si ha invece diminuzione od abolizione di d etta secrezione a seconda del grado della lesione. 4. La prognosi nella scialorrea varia dal punto di vista dell'affezione nel corso della quale soprav· viene: in talune indica la progressività del male, ed in assenza di altri fenomeni bulbari prova in generale che il bulbo è interessato (paralisi labiog losso-lari1tgea, tabe, sclerosi laterale amiotrofica) . 5. Una scialorrea persis tente e proltmgata, considerata indipendentemente dalla malattia che la genera, può di per sè rendere assai gravi le condizioni del paziente. ( Gazz. med. Lombarda 10 maggio 1903). \

La sindrome del morbo di Flaiani. L. von ScHROETTER riferisce nella Zeitschr. f . kli1i. Med. (Vol. 48, fase. 1 e 2), un caso di gozzo esoftalmico che presentava i sintomi tipici di questa malattia ed in più una particolare pigmentazione della pelle ed una tumefazione della pal'te inferiore del corpo. La pigmentazione era brunastra, irregolarmente distribl1ita, ed ora nettamente circoscritta, ora sfumata sulla pelle normale. La tumefazione includeva la parte inferiore dell'addome e le estre· (19)


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IL POLICLINICO

mità inferiori, ed aveva un aspetto simile a quello dél mixedema. L'esame microscopico di piccoli lembi della cute e di brani del sottocutaneo escissi mostrava in essi i cara.tteri della lipomatosi. Fu quindi considerato il caso come un gozzo esoftalmico complicato da alterazioni cutanee do· vute ad alterata secrezione interna, della glandola tiroide. L' A. è di opinione che vi sieno tre forme della malattia do·v·ute ad anomalie della tiroide : 1) il morbo di Basedow o di F .laiani, dovuto ad uno stato di ipertiroidismo ; 2) il mixedema dovuto ad uno stato di atiroidi· smo. ~d in casi più rar~, 3) una affAzione dovuta a secrezione anormale o ad uno stato di distiroidismo.

Significato dell'ossaluria. J. B. OGDEN afferma che l'acido ossalico è un normale costituente dell'urina fino alla quantità di 2 centigra.mmi nelle 24 ore. Esso esiste in combinazione col calcio come ossalato di calcio, che nor· malmente è tenuto in soluzione dal fosfato acido monosodico. Se l'ossalato di calcio è eccessivo, esso è precipitato dalla soluzione in forma cristallina. L'ossall1ria p11ò essere transitoria o permanente. Sostanze alimentari contenenti acido ossalico pos· sono dar luogo ad ossaluria. Fra queste sono il ra· barbaro, l'acetosella, i pomidoro, gli asparagi, gli spinaci, le cipolle, i cavoli, ecc. BALDWIN ha dimostrato sperimentalmente su cani che l'ingestione di carne e di una grande quantità di zucchero di canna o di glucosio produce una ac~entt1ata ossal11ria. Una parziale o una completa assenza di acido cloridrico nel succo gastrico, una gastrite acuta o subacuta ed alterazioni fermenta· tive del tratto intestinale, sono accompagnati da ossaluria. L'indacano, un costituente normale de1l'uri1ta, è molto aumentato da alterazioni fermentative nel tratto gastro-intestinale le quali aumentano l'indolo, donde l'indacano trae l'origine. Un tale aumento di inda.cano si accompagna di solito con ossaluria ed è probabile che esista una causa comune. I cri· stalli di ossalato di calcio possono essere causa di irritazione e di formazione di calcoli, meccanicamente. (Med;cal N ezvs, 4 aprile 1903).

Achilia gastrica ed anemia perniciosa. Il prof. MAX EINHORN ha trattato nel Medical Record del 28 febbraio 1903 dei rapporti fra queste due affezioni. L'achilia gastrica, chiamata un tempo atrofia dello stomaco, è un'affezione ostinata e fino ad oggi non si sapeva se un ritorno della secrezione normale potesse aver luogo. EINRORN ha riferito lln caso di guarigione ed ora altri tre. (20t

(ANNO

IX, F ASC. 31) .

L'A. non crede che l'anemia perniciosa sia prodotta. dall'atrofia dello stomaco per le seguenti ragioni: 1° Nella maggior parte dei casi di achilia ga· strica si trova una condizione quasi normale del sangue. In un caso di achilia gastrica, nel quale all'autopsia si tro,rò un'atrofia totale della mucosa gastrica, non v'era stata in vita anemia perniciosa; 2° Occasionalmente si osserva la presenza di succo gastrico in casi di anemia. perniciosa, talvolta anche in quantità aumentata, come è evidente nei tre casi riferiti dall' A. Se l'anemia perniciosa fosse causata da un'atrofia della mucosa gastrica, l'achilia dovrebbe essere ben marcata appena appaiono i sintomi dell'affezione ematica. Noi non possiamo negare che l'achilia e l'anemia perniciosa possano verificarsi insieme. Questi casi sono, è vero, in minoranza e probabilmente dipendono dal fatto che hanno entrambe le affezioni una causa comune o che l'anemia perniciosa trova un favorevole terreno in casi di achilia. Noi dobbiamo anche pensare alla po$sibilità che in casi gra\i di anemia (anemia perniciosa) negli ultimi stadii della malattia si abbiano. alterazioni nello stomaco e nelle glandole intestinali (atrofia) precisamente come analoghe alterazioni posson<> osservarsi, nella stessa malattia, anche a carico del midollo spinale. (Tlze Plzilacletp/1,ia med. Journal, 7 marzo 1903).

. A.PPUNIIll DI 1l'El\APIA Operazione per )'arresto del testicolo nell'inguine. Il KATZENSTEIN ha descritto un processo opera· tivo, destinato a produrre una trazione sul testicolo ectopico, dopo che è stato posto nel suo sito nor· male, in modo da impedire al cordone spermatico che lo riporti nel ca.n ale inguinale. Egli ha ottenute> questo scopo mercè un lembo autoplastico, preso dalla coscia, e cucito sul testicolo. LONGARD (Zeitscltr. f . Cliir., 21 febbraio 1901) ha. cercato di ottenere lo stesso intento in una maniera. più semplice, che è la seguente: Egli fa una incisione lungo il canale inguinale. Tagliata la cute, ed aperta ampiamente l'aponevrosi dell'obliquo esterno, isola e mobilizza il testicolo ed il cordone spermatico, quanto più è possibile, in alto. Poscia apre trasversalmente la vaginale co· mune e spinge il testicolo nel fondo della corri· spondente saccoccia scrotale, pre,riamente dilatata. ottusamente. Nel punto più basso dello scroto fa una incisione d'un paio di centimetri, attraverso la. quale fa sporgere u piccolo segmento del testi· colo; e con 6·7 punt · sutura fjssa circolarmente la cute sull' albuginea. I fili, non recisi, vengono assicurati ad alcune striscia di sparadrappo sulla faccia interna della coscia. Dopo ciò la ferita in-


guinale viene ·chiusa, comprendendo, se occorre, nella su.tura (secondo il processo di Kocher) la va· ginale comune del cordone spermatico. Mercè i fili, che uniscono la cute all'albuginea . ' s1 può esercitare una trazione più o meno energica, secondo il bisogno, ed impedire che il cordone spermatico faccia rientrare il testicolo nel canale ingni~ale. In due casi Longard ha ottenuto col suo processo ottimi risultati.

L' intervento chirm·gieo nelle iofianunazioni c1·0·

niche dell'intestino crasso (retto eccettuato). I risultati delle operazioni chirurgiche dirette contro le infiammazioni localizzate si trovano rac· chiusi in quelli delle resezioni intestinali in genere. Questi risultati operatorii sono dati in un lavoro di LABEY del 1902 su 26 casi di colostomia e 10 di entero· anastomosi. Alle 26 osservazioni di colite curate con l'ano ar· tificiale, LA UNAY ne aggiunge tre; una di BoAs e STEINER, una di BoAS e KoRTE ed una di Ew ALD ' comunicate in quest'anno alla Société de 11iédecine di Berlino. Su queste 29 osservazioni, soltanto dodici speci· ficano la chiusura dell'ano temporaneo (undici nella tesi di LABEY ed il caso di BoAs·STEINER) in un periodo di tempo vario, da 6 settimane ad un anno. I malati sono generalmente migliorati con la crea· zione dell'ano, i dolori sono spariti, le evacuazioni purttlente e sanguigne si sono fatte meno abbon· danti. Si può aiutare la guarigione con grandi lavaggi fatti nell'intestino malato per l'ano artificiale. Pure, in molti casi, non si nota che un miglioramento e non la completa guarigione che permetta la chiu· sura dell'ano provvisorio. In altri casi, dopo la chiusura dell'ano, il malato è ripreso da qualche piccola emorragia, da evacuazioni di false membrane e soprattutto riappare la costipazione, che può por· tare alla recidiva. Sembra dunque che si possa con· tare sopra 11n miglioramento notevole, ma che non si possa sperare la guarigione definitiva con chiu· sura dell'ano artificiale. Le 10 osseryazioni di e11,fero-a1iastomosi compren· dono otto anastomosi semplici e due esclt1sioni uni· latera.li. Un solo malato è morto, al 20° giorno, di strozzamento interno, essendosi strangolato l' inte· stino tenue nell'ansa formatasi per l'anastomosi ileo-sigmoidea.

Nelle emorroidi. Tintura di vaniglia. . . . . gm. 5 Estratto fluido di hamamelis . » 10 Spirito di vino . . . . . » 60 Sciroppo di scorze d'arancio . » 30 Acqua fino a . . . . . . . ,> 100 D. S. Tre volte al giorno un bicchierino da li· quori.

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V .ARI.A

La mastn1·bazione nella donna è vizio assai più diffuso di quanto comunemente si creda e può dare origine a disturbi gravi e svariatissimi tra i quali il medico si può difficilmente raccapezzare : tra le conseguenze più costanti e notevoli sono i dolori ovarici intensi ed esacerbantisi in specie nel pe· riodo menstruale; i disturbi gastrici ed intestinali, vomiti ostinati, gastralgie, catarri del colon, stiti· chezze ribelli, ed infine, impressionanti per la loro gravità, le turbe nervose, diversissime a seconda del temperamento individuale. Dell'argomento si sono specialmente occupati i ginecologi americani, insistendo in particolar modo sui segni da cui il medico può sospettare che la donna la quale ricorse alle sue cure sia o sia stata dedita alla masturbazione. Le manifestazioni morbose che seguono a questo • • • v1z10 raggiungono in genere la loro massima in· tensità in donne dai 25 ai 35 anni: non si può però trarre alcuna norma dalla generale costituzione della donna, per quanto molto si sia scritto sui rapporti tra questa ed il temperamento sessuale individuale: della massima importanza invece è l'ispezione degli organi genitali esterni, sebbene anch'essa fornisca solo criteri di probabilità. . Intanto è erronea la co· mune credenza che la donna in genere si procuri sensazioni volutt~ose con l'introduzione di corpi estranei in vagina : q11esta è forma di vizio di grado più raffinato, ma assai più raro, e che soltanto in pochi casi succede all'altra, molto più frequente, della confricazione delle piccole labbra, della clito· ride e dell'orificio uretrale. I segni che possono fare sospettare tale modalità di masturbazione trascu' signi· rando anomalie di pigmentazione, di nessun ficato, sono : una maggiore casca,ggine delle grandi labbra, inusitatamente molli e rilasciate - l1na lunghezza straordinaria del prepuiio, pendente come una palpebra affetta da pt~si, la protrusione delle piccole labbra, ispessite, corrugate, molli, aride; t1na di solito è più pendente dell'altra, e qt1esto è sintomo molto importante, e deriva dal fatto che in genere la donna abusa sempre con la medesima mano (si noti però che nelle bionde, con molto adipe, è nor· male una leggiera protrusione delle piccole labbra nella loro parte postero-inferiore), infine, la rileva· tezza del cercine del meato urinario, che si presenta lobulato, di un colore rosso cupo, ma indolente al tatto, e l'aumento del tono dello sfintere anale, talvolta in preda ad un ' rero crampo. In quanto alla terapia, ogni caso ,-a particolar· mente curato a seconda della costituzione, dell'indole~ dello stato della paziente e del grado e qualità. dei disturbi da essa accusati: gioverà sempre la suggestione e più di tutto è d'uopo insistere s1ùla profilassi, ed è bene che il medico, per qt1a11to l'argomento sia scabroso, si aaopri a persuadere le t21)


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IL POLICLINICO

madri e le persone dedicate all'educazione delle fanciulle, sulla diffusione e sulla gravità di questo vizio e sui mez.zi più opportuni a prevenirlo e a combatterlo. Primo tra tali mezzi è quello di opporsi alla cattiva abitudine di far dormire le bambine nel medesimo letto, e d'esercitare un'acc11rata sor· veglianza sulle persone che le hanno in custodia e che spesso fungono da turpi ammaesttatrici. (Pacific Jned. jo1ir1i., n. 2, 1903).

Relazione fra malattie gastriche ed uterine. -

[.ANNo IX, FAsc. 31)

pressione sul plesso ipogastrico inferiore. Se questa. pressione viene eserritata per lunga tempo, ne può seguire un vero disturbo motorio e secretivo dello stomaco, così da avere un disordine organico im.. piantato sopra un disturbo primario puramente funzionale. (Pite Philadelphia 1nedical Jourv.al, 11 aprile 1903).

l\UBIUCA DELL'UFFICIALE SANITAIUO ·

ed IGIEN9E L 'associazione dell'11tero e degli altri organi pel· vici col sistema nervoso simpatico è sempre stata considerata dai ginecologi causa frequente di di· Sulla depurazione del vaccino antivaioloso. sturbi riflessi. Il meglio conosciuto di q11esti ri· flessi patologici è il cosi detto clavzis liystericus o In un articolo 8ztgli esiti delle vaccinazioni, punto doloroso sul sommo della testa, ma vi sono comparso, non è molto, in questo stesso giorpochi neurologi che credano esser e questo dovuto nale (8uppl. settiman., 19 luglio 1902) a propoad affezione o a deviazione posteriore dell'utero. sito dei metodi odierni sull'epurazione del vacIl fattore nervoso nella metà clei casi ginecolo· cino, si accennò ad un lavoro del dott. SBRISCIA gici è senza dubbio un importante elemento da dal quale rile·vasi che un buon fattore per la eliminare nella cura della paziente. Spesso l'esito depurazione d'un vaccino è dato dalla tempefavorevole dipende da un arresto dei disturbi ner· vosi che sono così accentuati in molte di queste ratura, giacchè, sottoponendo la polpa vaccinica glicerinata, anche quella ottenuta di recente malate. La correzione di una alterazione apparen· e perciò con contenuto rilevante di germi, altemente insignificante dell'utero o del perineo può spesso essere seguita da un miglioramento sor· l'azione di una temperatura di 37° a 40° c.~ si prendente dei sintomi generali, ma ciò è dovt1to ottiene in• pochi gio1"ni una notevole diminuspesso ad una pura impressione menta.le. zione dei germi fino alla loro completa scomRecentemente OnoN, di Budapest, ha richiamato parsa senza che il vaccino perda della sua l'attenzione in modo speciale sugli stretti rapporti attività, e si concluse alla possibilità di una tra malattie uteri11e e disturbi gastrici. In molti via molto più spedita per ottenere un vaccino · casi di gastrite cronica e di gastro-neurosi, che ave· antivaioloso puro di germi estranei e sicuro vano largamente res.istito al più accurato trattanella stta azione, al1gu1.. ando che ulteriori studi mento da parte di specialisti di malattie dello sto· rendessero definitivo questo metodo che, fra maco, l' .A. ha veduto sparire interamente tutti i disturbi dopo corretto uno spostamento dell'utero gli altri vantaggi pratici, avrebbe quello di o curata 11na metrite od endometrite cronica. Egli potere avere una soll~cita produzione di vacafferma che la lesione locale può essere leggiera cino fresco in casi urgenti come nella minaccia e consistere pt1ramente in una deviazione mode· d'un' epidemia. rata in senso sagittale od orizzontale, ma per quanto •• Vediamo ora pubblicato nel Bollettino della lieve sia la lesione, marcatissimo ·è il sollievo che Società 1nedica di Pavia (comunicazione fatta si r eca correggendola. Nelle sue ricerche l'ODoN nella seduta del 23 gennaio 1903) un lavoro è stato guidato dal suggerimento di HILDEBRANDT del dott. NEGRI intitolato 8ztll'attività del vacche deve farsi un esame genitale in ogni donna cino jenneriano sottoposto ad alta temperatura, che si lagna di disturbi digestivi. nel quale viene ripresa la questione e ne viene Questa è forse un'esagerazione. studiata l'applicazione sotto un punto di vista Basterebbe che questo esame fosse fatto tutte le volte che un'esatta terapia gastro-intestinale, con- pratico. L' A. infatti si domanda se il vaccino , tinuata per un ragionevole periodo di tempo, non depurato coll'alta temperatura conserva sem· avesse dato risultati apprezzabili. Allora l'esplora· pre la s11a attività per rispetto all'uomo, e zione pelvica dovrebbe essere considerata neces· siccome nel lavoro dello SBRISCIA il controllo saria, a meno che i sintomi pelvici non fossero sull'attività del vaccino fu limitato alle especosi marcati da indicar e in qualche caso speciale rienze sulle vitelle, egli ha creduto bene di fin· da principio l'esame genitale. fare due ordini di esperienze, riprendere cioè La causa diretta di un'affezione gastrica dovuta all'associazione di una malattia uterina come, per quelle dello SBRISCIA per vedere ancora come esempio la retrodeviazione è, secondo l'OnoN, una si comporti questo metodo di depurazione del

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[ A.NNo IX, F Asc. 31]

SEZI;ONE PRATICA

vaccino e controllare l'attività del vaccino così depur~to, usandolo sull'uomo; a quest'ultimo scopo ha innestato su• parechi bambini in un braccio il vaccino riscaldato, nell'altro lo stesso vaccino conservato in glicerina colle solite modalità. Da questo duplice ordine di esperienze il dott. NEGRI ha concluso che i risultati ottenuti sulle vitelle col vaccino depurato me· diante il calore e quelli avuti sull'uomo, se da una parte permettono di ritenere che pe1· l'azione di una temperatura a 37° per 5 giorni il vaccino non perde la sua efficacia, perchè può ancora dare l'eruzione sugli animali e talvolta anche su11·uomo, d'altra parte autorizzano a concludere che per il riscaldamento questa attività viene ad essere notevolmente diminuita, e che, sebbene qtlesti sforzi diretti a metterP a disposizione dei vaccinatori una linfa amicrobica sieno degni della massima lode, tuttavia i m ezzi escogitati, come questo del riscaldamento, non sono attuabili nella pratica. I dati sui quali 1' A. si poggia per ti·ar!e queste conclusioni sono i seguenti, e cioè che ~ su 109 innesti praticati con diversi vaccini conservati con i sistemi attualmente in pratica, se ne ebbero 93 con sviluppo di pustole e la vaccinazione considerata per riguardo agli in· diviclui diede il 100 per 100 di esiti positivi, mentre su 109 innesti di vaccino riscaldato, soltanto 19 diedero la pustola, non potendosi . tener conto delle piccole papule che talvolta si osservarono, e la vaccinazione, considerata pe1· riguardo agli individui, ebbe il 76 p. 100 d'esiti negativi. Certamente questi risultati sull'uomo non sembrano molto confortanti per questo me· todo di depurazione del vaccino, che pure dovrebbe presentarsi con tanta speranza di successo, almeno per le analogie coi metodi usati per altri vaccini. Non possiamo però esimerci • dal far notare due cose, la prima che i risultati positivi dei controlli sull'uomo circa alla attività del vaccino 1·iscaldato sono stati bensì scarsi ma non hanno mancato del tutto, il che dimostra che forse vi sono altre condizioni speciali, eliminate le quali potranno forse . avere un risultato diverso; la seconda che non sempre sembrano doversi ritenere come indizio di risultato negativo le papule che qualche volta osservansi invece della genuina pustola vaccinica, giacchè nei recenti lavori

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che con una certa frequenza si seguono in Francia a proposito dei risultati delle vaccinazioni e specialmente in uno del FERRIER (Revue d'hggiène et de police sanitair·e, 20 aprile 1902), a proposito del modo di interpretare i risultati delle vaccinazioni, è stato ammesso che le efflorescenze vaccinali, mancanti di caratteri nettamente definiti, nella maggiore parte dei casi non sono che pustole autentiche. Per questi motivi e pur tenendo calcolo delle conclusioni dell'accurato lavoro del dott NEGRI, non vorremmo dare l'ostracismo assoluto al metodo di depurazione rapido del vaccino per mezzo del riscaldamento, persuasi che ritornando ad esperimentare, o con qualche modifil/azione di tecnica o saggiando più minuziosamente l'azione delle varie temperature, si debba riescire a qualche cosa di utile per la soluzione• di un problema tanto importante quale è quello dell'amicrobicità del vaccino antivaioloso. te.

CENNI BIBLIOGRAFICI Dott. V. BuE. Isterotomia ed isterectomia in ostetricia. Edit. Rudeval, .Paris. , L' .A.. in questo lavoro passa in rivista le indica· zioni dell'isterotomia ed isterectomia in ostetricia. Il lavoro stesso si compone di 14 capitoli: Capitolo 1°. - Tratta della cesarea nei vizi pel· vici, facendo il parallelo colla sinfisiotomia nei r estringi.menti rachitici del bacino: espone poi le indicazioni dell'operazione di Porro nelle pelvi ristrette. Capitolo 2°. - Parla dell'osteomalacia e dei vizi pelvici che ne provengono e del suo trattamento coll'isterotomia seguita dall'isterectomia parziale o totale. Capitolo 3°.. - Passa in rassegna i lavori sulle indicazioni della cesarea nell'eclampsia. Capitolo 4°. - Intervento nell'atresia vaginale, soprat11tto nell'acquisita; è partigiano dell'isterec· tomia totale. Capitolo 5°. - Fa lo studio delle varie cause che portano seco la non dilatabilità del collo dell'utero e distingue i casi in cµi la cesarea s'impone. Capitolo 6°. - L'operazione di Porro è sopra· tutto inaicata nei casi di putrefazione del feto. Capitoli 7°, 8°. - Intervento nella gravidanza complicata da cancro del collo e da tumori fibrosi dell'utero. Capitolo 9°. - È lo studio comparato dei cli(23)


LANNO IX, FA.SO. 3 t]

984 versi trattamenti nella rottura uterina: si conclude per l'isterectomia. Cap;tolo 10°. - La cesarea può trovare la sua indicazione anche in distocie dovute ad interventi sull'utero (isteropessie, ecc.). Capitoli 11°, 12°. - Intervento nell'infezione puer· p erale e questioni ad esso inerenti, nello scolla· m ento prematuro della placenta inserita in luogo normale, n ella morte od agonia della madre, nelle cisti ovariche inoperabili, nella r etrazione esage· rata dell'anello di Bandl. Capitoli 13°, 14°. - Si occupa d ell'operazione ce· saréa vaginale, e della tecnica particolareggiata dei va.ri interventi. Chi~de il lavoro l'esposizione di 9 osservazioni raccolte nella Clinica ostetrica di Lilla. B IAGI. O. ScHULTZE. A.tlas und GrundI·iss der topogra· phischen und angewanden Anatomie. - L ehmann's V erlag. Miinchen. Qt1esto atlante anatomico è il primo di una nuova serie in quarto, tra i manuali editi a cura del Lehmann. L '.A. non si è proposto « di scrivere per gli anatomici, ma per coloro che vogliono divenire ed essere medici. » E quindi, lasciando da parte tutto ciò ch e costituisce un lusso puramente anatomico di conoscenze morfologiche e topografiche, egli si sfor~a di non dimenticare nessuna di quelle parti· colarità che pure sfu ggono a molti notomisti, e che hanno per contrario un sommo interesse per quel pratico, che voglia in ogni esame di malato lasciarsi guidare dalla anatomia nelle sue ricer che obbiettive. L'A. si propone col suo la·v oro di r avvi,rare nella m emoria del me.dico tutti quei ricordi ana· tornici che possono con tribuire a farlo pensare anatomicamente. E questo intento è raggiunto egr egiamente. Settanta tavole originali, a colori, delle quali 22 in litografia, oltre alle numerose figure intercal ate nel testo, rendono pregevole l'atla nte anche dal punto di v ista artistico. R. DALLA VEDOVA. DcPLAY, RooHARD, DEMOULIN. Manuale di diagnostica chirurgica tradotto dal dott. S. D'ESTE. - Società Editrice Libraria, 1903. La tradu zione p-.;ibblicata recentemente dalla Casa milanese del manuale del Duplay è fatta s11lla dodicesima francese, e basta questa cifra ad attestare il s11ccesso già riportato in Francia. Non inferiore accoglienza avrà cer tamente l,edi• zione italiana. I l trattato consta di 2 parti : Nella prima sono esposti i principii generali di di~gnostica, ossia i mezzi di ei::iplorazione clinica in rapporto alla diagnosi delle malattie chirrtr· (24)

giche con le istruzioni opportune per l'interroga· torio del malato e per l'esame clinico obiettivo. In questa prima parte inoltre è dato un breve ragguaglio delle applicazioni chirurgiche della ra· diografia e della radioscopia, della fon.endoscopia, e sono indicati i mezzi pratici per raccogliere i tessuti ed i liquidi patologici e per inviarli al laboratorio in buone condizioni d'esame. N ella seconda parte è esposta l'anatomia clinica e l'esplorazione delle singole regionj ; è poi fatta la diagnosi differenziale delle principali affezioni chirurgiche che in esse si riscontrano.

Pubblicazioni vervenutc al << Policlinico >> . CURTI dott. E. e B ATTISTELLI dott. L. L'ernia in rapporto colla legge sugli info1~tuni del lavoro. ~Iilano, Estr. dalla Gazzetta degli Ospedali, 1903. BERTINO dott. A. Contributo clinico alla teoria della predisposizione ereditaria nella patogenesi del prolasso genitale. - Napoli, Estr. dall' .Archivio di Ostetricia e Ginecologia, 1903. MATAS dott. R. An Operation for the Radical Cure of Aneurism based upon Arteriorrhiiphy. Annals of Surger_y~, 1903. ROMANO" prof. C. Prelezione e programma del corso di Ortopedia dell'artno scolastico 1902-903. Napoli, Estr. dalla Chirurgia internazionale, 1903. P ANSINI prof. S. Sulle algie aneurismat,iche e peria.ortitiche. - Napoli, Estr. del Giorn. int. delle Se. Med., 1903. PozzA dott. P. Contributo clinico alla cura d el· l'invaginamentoacuto con lo svuotamento immediato dell'intestino ed enteroanastomosi later ale. - Mi· lano, E str. dalla Clinica Chirurgica, 1901. BERTINO dott. A. Rendiconto della Clinica Oste.. tric-oginecologica della R. U niversità di Cagliari dal 20 novembre 1900 al 12 luglio 1902. - Cagliari, 1903. B.ERNABEI prof. C. e dott. LIOTTA. Emfisiterapia enterica ossigenata. - ~filano, Estr. dal per.: Il Morgagni, 1902. VoLPE dott. MAZZINI. Anomalie di un apparec· chio genito-uropoietico maschile e dell'ultima parte dell'intestino. - Lanciano, Elstr. dal Giornale di ~Iedicina legale, 1899. DI L UZENBERGER prof. A. Sul trattamento della costipazione intestinale colla dieta e coi mezzi fisico· terapici. - Napoli,. Elstr. dagli Annali di Elettri ci tà medica e terapia fisica, 1903. MASSALONGO prof. R. La sindrome miastenica Erb-Goldflam-Oppenheim ed il concetto morfolo· gico di De Giovanni. Est. dagli Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, ecc., 1901-902. ANTONELLI dott. I. Contributo alla casuistica del taglio cesar eo e della ister ectomia nelle infezioni deÌl'ntero. - Pavia, 1902.


NNO

BANTI dott. I . Sulla -preparazione di un siero an· tidifterico antibacterico. Suo va.lore profilattico e curativo. - Sao Paulo, 1902. CozzoLINO prof. F. Una sintetica cas11istica d'oto chirurgia e rinochirurgia con relative consider azioni di patologia e terapia. - Fi1·enze, 1902. ZACCARIA dott. A . Istituto antirabbico di Faenza. Rendiconto statistico delle vaccinazioni antirabbiche nel quinquennio 1898·1902 e note clinico-speri· mentali sulla rabbia. - Pisa, 1903. DE DOMINICIS prof. N . La physiopathologie du panoréas par rapport au diabète et à la glyoosurie. - N ap~li, 1903. MANNINO dott. F. Laparatomie per ferite penetranti. - Catania, Estr. dalla Rassegna int. della Me· clicina Moderna, 1902. CAMAGGIO dott. F. Un oitso di isterismo sifilitico diagnosticato chirurgicamente. - Napoli, Estr. dal Giorn. int. delle Scienze mediche, 1902. MASSALONGO prof. ~· Sulle artriti anchilosanti o collesiche. - Firenze, 1902. MASNATA prof. G. Emostasi, r esezioni e suture del fega.to. - l\lilano, 1903. GRThIALDI dott. A . e PALLERI dott. G. Perchè la laparotomia guarisce la p eritonite tubercolare'? Imola, Estr. dal Nuovo raccoglitore medico, 1903. •

t

4

Recentissinia pubblicazione: Chirurgo primario Direttore dell' Ospedale civile di Tolentino

Metodi ODerativi - Indicazioni · Risultati ~~

Studio critico-clinico ·sperimentale con 17 osservazioni persona li, 65 figure intercalate nel testo ed una

Statistica originale italiana della gastro·enterostomia Tabelle statistiche individuali di: Agostinelli, Amour, Antonelli Arcoleo, Babacci, Bastianelli R ., Bedeschi, Bendandi. Bigi, Biondi, Boari, Bonara., Bufalini M., Carie, Casucci, Catellani, Catterina, Cavazzani G , Cavazzani T. , Ceccherelli, Codivilla, Crespi A., D' Antona, De Paoli, De Sanctis, Di Bella, Donati, Durante: D'Urso, Fantino, F.arina, Ferrari A., Fummi, Garbarini. Gardini, Gianna.ntoni, Giordano, Guarneri, Lampiasi, Legnani, ~fanara., Manega, Mariani, Margarucci , Mattòli, Mazzoni, ).finucci, Mischi, Monguidi, Moreschi , Mugnai, Orecchia, Parlavecchio, Parona, Parrozzani, Pasca., Por ta, Poste1npski, Raffa, Remedi, Ricci, Rosi, Rossi U., Rostirossa, Salvia, Santovecchi, Schena, Schiassi, Seganti, Sorge, Tacchi, To si, Tricomi, Turazza, Turretta, Velo, Vincini, Zatti. '

Un grosso volume di pag. 330, stampato su carta di lusso ·~ Lire 7. 50 ~· Indirizzare le richieste alla. Società Editrice Dante Alighieri, via dei Prefetti, 15, Roma.

INTERESSI PROFESSIONALI Il Congresso dei medici condotti a Firenze. L 'Associazione nazionale d ei medici condotti si è riunita a Congresso nei giorni 16, 17, 18 cor· rente a Firenze. L'inaugurazione ebbe luogo nel Salone dei Due· cento in Palazzo Vecchio alla presenza di oltre 350 medici. Sorse primo a parlare l 'assessore prof. G. Del Greco il quale diede ai congressisti il benvenuto in rappresentanza del sindaco. Prese poi la parola l'illustre prof. Grocco, il quale pronunciò il seguente discorso : « Affidatomi l'onorifico mandato di rappresen· tare in questo impo,·tante Con gr esso il Consiglio federale degli Ordini dei medici italiani e l'Ordine medico provinciale, mando un saluto cordiale a tutti voi, egregi colleghi, che in nome cl ella. solida· rietà medica siete qui convenuti in grande numero dalle diverse parti della nostra Penisola, ed auguro che discussioni calme ed assennate condu· cano a risultati di sicuro e pratico valore. « Non sono medico condotto : ma qui e altrove ho vissuto molto fra voi, e conosco davvicino i bisogni vostri, ohe sono niunel'osi ed in parte ve· ramente imponenti. È quindi con grande compiacimento che vi v eggo associati allo scopo di migliorare le condi· zioni della classe, di consegl1ire intenti, Clli avete un sacrosanto diritto. « Non v'hà classe ch e superi in benemerenze sociali quella dei medici condotti, i quali, veri soldati ed apostoli umanitari, dedicano sè stessi giorno e nott~ a l sollievo cli chi soffre, fra disagi e re· sponsabilità che non hanno confini, esposti di continuo a germi morbigeni e mortigeni, ed in continua lotta con pregi11dizi e passioni sociali, che mirano a farne disconoscere e persino a colpire con iniqua ingratitudine l 'opera loro benefattrice. « D'altronde (poche classi sono tuttodi trascurate quanto quella uei medici condotti, i quali nel più gran numero veggonsi chiusa innanzi ogni carriera, per quanto zelo, intelligenza ed onestà dedichino all'opera loro sanitaria, invano desiderano di poter di volta in volta riposare, come l'igiene v11ole, o tornare ai centri scentifici per ritemprarsi nei progressi incessanti dell'arte diagnostica e curativa, e che, per quanto tutto sacrifichino e non di rado anco la vita per la salute sociale, non hanno dalla società debitamente assicurata nè l'esistenza loro, quando sono vecchi ed incapaci del lavoro, nè quella dei loro figli, se morte immatura li colpisce. « Non più in là di una settimana si presentava nel mio studio una giovane dai fini e patiti linea· menti, chiedendomi le avessi procurato un posto, anco d'infermiera, pur di poter gnadagnare di che vivere onestamente con sua madre, poichè il padro medico eragli morto senza lasciar m ezzi di fGrtuna, e senza una sufficiente posizione. Arrossii per la società di fronte ad una tale domanda! A questi fatti deplorevolissimi la società d eve porre riparo, se vuole essere in realtà, come si crede, vera11ten,te civile! <:: Ed io non dubito che nell'opera vostra solidale ed intesa al miglioramento della classe vi atterrete, o egregi colleghi, a quei sani criteri di condotta, che assicurano più . pronto e completo il facile sue' cesso!

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Dott. ABISTlDE •ATTÒLI

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SEZIONE PRATIOA

ASO.

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I

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IL POLtCLIN.!00

Non lirismi: non clamorose declamazioni; non la pretesa di conseguire in un giorno quella radioale trasformazione di cose, cui pure si deve mirare; ma fermezza e solidariotà nel cltiedere man mano qt1ello che più urge di ottenere, e che la società può e deve concedere coordinatamente alle giuste esigenze delle altre classi. « E stringiam,>ci non soltanto per conseguire e tt1telare. i diritti nostri; ma anco per ricordare i nostri doveri, giacchè nell'adempimento di questi sta la prima e precipua forza clella nostra organiz· zazione. « Stringiamoci per chiedere ed ottenere dai pub· blici poteri quanto a vantaggio e decoro della classe ci debbono e possono dare; ma insieme per trarne dalla nostra compagine tutti ql1ei vantaggi straor· dinari che apporta una savia applica,zione dei prin· cipi ili cooperazione socia.le. « E poichè i diritti e doveri dei medici condotti si intrecciano e fondono con quelli di ogrii altro gruppo dei medici pratici, è bene che l'opera nostra si svolga coordinata e solidale onde una maggior forza d'insieme r enda più prontamente apprezzate le. giuste aspirazioni della nostra classe. « A questo concetto si inspirò l a SociAtà nazio· nale dei medici cond-0tti quando si affigliò alla Fe· derazione degli Ordini dei medici italiani; a questo, -0ome compresi ùa un privato colloquio, in tutto si improntano le vedute del valoroso vostro presidente. Ed al medesimo concetto anzi ispirasi esemplar· mente !,Ordine medico fiorentino che io ho l'alto onore di presiedere, a cui sono iscritti quasi tutti i medici della provincia, e dove tutelansi con ogni forza gli interessi morali . e materiali di ogni col· lega, sia esso un professore universitario od il me· dico condotto del più remoto comunello di campagna. « Proéediamo, o egregi colleghi, uniti ed in tutto solidali; temperiamoci nell'esercizio dei doveri per essere forti e r esistenti n ella lotta dei diritti nostri; . e vinceremo » . x.-

* * Villa, presidente

Poscia il dott. E. dell'Associazione nazionale, espresse la sua soddisfazione per il gran numero di medici intervenuti, per l'ade· sione e l'appoggio di tante autorita, d'ogni parte d'Italia; ringraziò quindi il Governo, « il quale, se nelle r ecenti disc11ssioni in Parlamento i1on ha vo· luto accettare che ben poca cosa d egli emendamenti da noi avanzati, abbandonando gli altri all'accademica disp11ta di pochi valorosi in un ambiente di indif· ferenza e di avversione - di cui sara bene un giorno ricordarci - ha dimostrato pttr tuttavia di -0omprendere la necessità di incamminarsi grada· tamente sulla via che a noi preme battere, ed ha poi dichiarato cl1e dalla nostra classe « molto e -0on fiducia può attendere il paese per il suo pro· gresso igienico e sociale "» . « Tutto questo, continuò, imprime un alto signifi· cato morale a ql1esto Congresso, il quale si svolge nel· l'ora in Clli $embra che ci sia toccata una sconfitta, e che de,re riuscire - non v'ha dubbio - una manifestazione della più legale fra le lotte di classe, -0ome quella che si compie per l't1nione delle forze intelletti~e e morali di 10,000 professionisti, affra· tellati n ella sublime finalità di migliorare, a costo di ogni ostacolo, le proprie sorti. « E concedetemi ch'io ringrazi, fra tante autorevoli personalità che oggi concorrono a rendere solenne questa i.tffermazione, l'ill·11stre prof. Grocco, presi· dente dell'Ordine dei sanitari di Firenze, e qui (26)

[ ANNò IX, F .A.SO.

rappresentante il Consiglio Federale degli Ordini, cui ci sentiamo legati tutti dai più amichevoli rapporti. « E fate ch'io dica la nostra riconoscenza al primo magistrato di questa poetica Firenze, la q11ale ospitandoci coi . più squisiti sentimenti di gentile cordialità,, rende imperituro n ell'animo di ognuno di noi, tornanti alle case nostre lontane, il ricordo soavissimo di q11esto famigliare con· vegno. « Lo scopo pal~se, direi ql1asi ufficiale, pel quale l'Associazione nazionale ha indetto questo suo pri,mo Congresso è là discussione in torno ad argontenti importantissimi, sui quali si impernia tutto il lavoro che deve condurre senza dubbio, e fra non molto, al miglioramento delle condizioni economiche e morali della nostra classe. « In tali argomenti non ultimo di certo è quello che riguarda le recenti modificazioni alla le gge sanitaria, sul quale tema noi non possiamo credere che si sia detta l'ultima parola. <! Ad ogni modo, nelle discussioni voi siete chiamati a dire il vostro parere, svolgendosi le relazioni, sulle quali volenterosi colleghi hanno fermato la loro attenzione, condensandovi il risul· tato di personali osservazioni coscienziose e pazienti. « Su quell~ r elazioni, che rispecchieranno il vero intendimento d ei medici condotti, il Congresso ~ormalerà i suoi voti, procurando che si addivenga presto alla pratica soluzione di quei problemi, i quali - per quanto ancor oggi ritenuti difficili ed immaturi per bisogno di ulteriori studi - pur tuttavia per fatalità di legge sociale oggi si impongono, e la nostra costa.nza, che ci viene sopratutto dal non sentirci soli, saprà presto, in modo a noi favorevole e pur consono a giustizia, far ri· solvere. « Ma concedetemi di affermare qui franca· mente ciò che ritengo un assioma, dal quale è in· dispensabile prendere le mosse ; che cioè : se vo· gliamo riuscire ad elevare il nostro livello morale, dobbiamo prima con ogni sforzo, a costo di qualsiasi lotta, ottenere il miglioramento economico delle nostre miserrime condizioni. « A coloro che, scandalizzati, volessero timoro· samente susurrarmi all'orecchio : Non de solo pa1ie vivit lio1no I io non mi periterei di rispondere con quanta forza lo consentono i miei polmoni: ..1 vero ! 1io1i de solo pane ... ma, disgraziatemente è proprio- il pane che ci abbisogna per vivere! ..· Che se poi c'è anche un po' di companatico, dopo tutto non guasta. « Va sfatato il concetto falso che molti hanno della nostra professione, quando pensano che il medico - più che per ricevere la ricompensa che spetta alla sua prestazione d'opera - deve lavorare per l'umanità, quasi a rendere più agevole e completa la beneficenza e la carità cittadina. « Ma, oltre lo sco-po palese, ufficiale, il Congresso odierno dice l'O., ne ha un altro. « L'Associazione nazionale dei medici condotti, conta tra le sue ·file più di 1500 soci, ha le sue fondamenta non in tutte, ma soltanto in alcune pro· vincie del regno; in quelle poche ove, per una in· finità di cause che ql1i è inutile esaminare, fu pos· sibile la propaganda, specialmente iniziata da due comitati provvisorii, il Lombardo e il Piemontese, residenti il primo a Milano, a Vercelli il secondo. « Ed è perciò che l'Associazione, invitando al suo primo Congresso tutti i medici condotti d'Italia, ha voluto in certo modo presentarsi ai coJleghi caris·


ASO.

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SEZIONE PRATICA

simi, che ancora non la conoscevano loro manife· stando il programma che riassume i ' suoi intendi: m enti, la via che si è tracciata, il cammino fin qui percorso. « L'Associazione non ha colore 1)olitjco. Essa ha assunto p er sua divisa questa affe'r mazione di G1ROLA~ro BoeCARDO : • « La .forza de~ deboli si associano e d1v~ntano

~

!?residenza cli studiare il modo più opportuno per far conoscere a tutti gli interessati i o-ravi difetti contenuti n ella legge, esortandola a continuare nella sua opera di raggruppamento delle forze sparse della gl'ande famiglia dei medici condotti onde g11idarli a.lla r i,rendicazione déi prop1·i diritti » .

è infinita ql1ando i deboli

legione )>. • « E mentre in alto, chiude l'O., va face:r1dosi st1~ada il concetto moderno e umanitario che l'ufficio del ~edico coi;dotto non deve oggi ritenersi quello solo di curare il malato, ma deve essere piuttosto allar· gato allo studio d elle cause dei morbi e dell' in' fl uenza ch ' essi. possono esercitare sulla forza e sulla potenzialità di tutto il popolo : mentre da al c11ni, nelle sfere del governo, si ostacola il consegtlimento dei nostri sacrosanti diritti, voi pensate che la nostra organizzata agitazione può ritenersi ormai fatale p e rchè l'ora ·v iene propizia e ci coinvolge per l·t~ grande legge umana nel movimento ch e nel nascente secolo tende a rialzare in linea morale ed econo· mica ogni prestazione d'opera. « E voi quest'ora solenne e propizia non lasciate trascorrere invano ! »

I lavori dei congressisti.

* **

Il Congresso, considerato che l'intera classe me· dica ma ~oprattutto.quella dei medici condotti porta colle ,·arie forme di preTidenza individuale un con· tingeute straordinario allo sfruttamento capitalistico delle Compagnie d'assic11ra.z ione · « Co11~iderato che tutte le varie f~rme di previdenza dovrebbero essere eserci tate dai medici stessi as· socinti, che in tal modo "\"errebbero a <lare alla cÌasse lln .P~trimo11io proprio ~ai posseduto e ql1indi usu· fru1b1le anche per ulteriori e sempre più elevati fini di previdenza ; « Affida alla presidenza dell'Associazione nazio· nale dei meclici condotti il còmpito di costituire al più presto una Commissione composta. di colleghi e di persone competenti coll'incarico di form1llare lo statuto di una Associazione nazionale di previden~cL fra i medici e stl1denti di m edicina da presentar si rella prossima a.ssemblea general~ dei me· dici condotti » . «

Il Congresso incominciò i Sl1oi lavori nella stessa giornata, alle ore 14, n ella sede dell'Associazione generale degli impiegati civili. ~eco alcuni degli ordini clel giorno stati approvati: « I m edici condotti riuniti n el loro pl'i1no Congresso nazionale per da,re assetto definitivo alla loro organizzazione e per prov,edere al modo mi· gliore di ottenere i dovuti miglioramenti n1orali e materiali fanno voti p erch è una più equa distribuzione delle spese nei bilanci dello Stato permetta quella sollecitR, radicale soluzione del problema igienico-sanitario ch e civiltà e llmanità urgente· mente r eclamano » . ·

vennero proclamate Napoli e Milano. Napoli per il 1904: e Milano per il 1905. La destinazione dell'epoca precisa. ,,.enne affidata alJ'ufficio di presidenza. . ~ Con~resso si sciolse d opo un n.uo·\To applat1di· ~ss1mo cl1scor~o dell'egregio dott. Villa, ottimo pre· sidente, la cui opera altamente illuminata e tenace fu insieme a. q11ella degli altri membri dell' llffici~ di presidenza ben a ragione applaudita col pilì sin· cero e ca.Ido entusia smo.

..**

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

:k

Il Congresso, pur affermando che gli interessi dei medici con~lotti debbano esser tlltelati pura· ID;ente e semplicemente dalla loro- organizzazione d1 classe, approvano per ora l'adesione alla Fede· razione d egJi Ordini dei m edici come affermazione degli interessi morali comuni a tutta la classe medica, lasciando alla presidenza lo studio del pro· getto presentato dal dott. Medici e che si plasma sul tipo delle Camere del lavor9 .,, .

A serli dei futuri

** * Congressi

«

* **

..: . ..\.ffinchè l'ufficiale sanitario possa esplicare la sua mansione necessaria alla tutela della salute pubblica, senza essere dannosa alla causa di ·medico condot~, de;e essere assol11tamente indipendente. , (( Il licenziamento anche durante il periodo di prov:-a,, deve essere solo per motivi gravi « S1 deve nel regolamento stabilire il minimo di s~ipendio, sia per l'uf~iciale sanitario che per il m e· dico condotto, e quelli che non possano ragD'iUn· 0 gerlo si uniscano in consorzio » .

** * Il Congresso nazionale; indetto dall'Associazione

~ naz.ionale. dei medici condotti di Firenze, più che mai convinto della necessità della legge della cassa· pensione per i medici condotti, dà mandato alla

(2552) Sig. dott. O. F. da P. - Disgraziata1uente non Ti è n essuna via da tentare per ottenere l'e· sonero dal pagamento, cl1e l 'è stato imposto ùalla Cassa pensioni. A ·vrebbe dovuto rifletterci prima con maggiore ponderazione e non scrivere l'ade· . s1one. Pl1r troppo è rincresce1role la sua posizione, ma nulla vi è ora da fare. • (255±) Sig. dott. M. G. da S. A. - A noi sembra che abbia djritto a percepire il compenso di lire due p er ogni certificato che sarà obbligato a rilasciare in caso di infortunio · st1l lavoro. La dicitura llsata in materia dall'articolo 72 del regolamento 25 settembre 1898 non potrèbbe, seco11do noi, dar luogo a dubbio di sorta. (2555) Sig. dott. E. P. da N. Abbiamo letto l'incartamento inviatoci. Se da esso, cont.rariarnente a quel che risulta dalla pratica quotidiana, rilevasi che il medico sociale non ha obbligo di curare le famiglie degli agenti ferroviarii, si rileva però ch e q1ieste debbano pagare le visite sanitarie - e ciò (27)


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rÀNNo

IL POLICLJNIOO

ix, F Aso.

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credo che, nell'inter.e sse di lei, possa considerarsi tanti non possa fare a meno di mantenere la con· dotta estesa alla generalità per mettersi in grado come soddisfacente sol11zione. di avere un medico residenziale che altrimenti, data (2556) Sig. dott. F. D. B. da G. D. C. - Lo stipenrlio che si percepisce nell'atto dello acquisto la scarsita dello stipendio, non potrebbe ottenere .. 1 (2565) Sig. dott. Circa l'obbligo • da F. della stabilità è irriducibile. Quello che si gode durante il triennio di prova nemmeno può essere della cura per un medico condotto a cura piena ridotto perchè l'ammontare relativo fa. capo all'atto bisogna tener riguardo alle condizioni fatte nel di nomina, che avendo forza contratt11ale deve es- rispettivo capitolato. In mancanza di speciali dispo· sizioni, bisogna curare gratuitamente tutti qt1elli sere rispettato claJle parti. L'aumento di servizio è permesso perchè il Co- che si ammalano nel Con111ne, vi abbiano essi dimora, mune può prendere tutte l e disposizioni che crede residenza o domicilio. (2566) Sig. dott. C. U . da C. - Stando a quanto necessarid per rendere più efficace la cura dei po· 1reri. Ella contro la diminuzione ingiustificata dello Ella dice, molto probabilmente le autorità locali, stipendio può ricorrere alla Giunta Provinciale. conoscendo i reposti desiderii di Lei, le negheranno amministrativa od anche all'at1torità giudiziaria il permesso di assentarsi per tre mesi, ed Ella non ordinaria. avrà diritto di obbligarle a concedf\rglielo perchè, (2557) Sig. dott. P. P. da L. - E lla deve pagare in mancanza di capitolato, le leggi attuali non danno la tassa esercizii e rivendite solo in quanto eser· diritto a sitnili licenze. Ad ogni modo provi e sì cita la professione presso gli agiati, e nella mis11ra. sappia regolare all'occorrenza. (2567) Sig. dott. P. P. da A. L. - Non puossi che corrisponde al guada.gno che ritrae. Faccia istanza al Sindaco per il passaggio in llna, cate- ammettere in tesi generale che sia vietato al Comune di introdu1Te nel servizio medico chirurgico, anche goria inferiore. di fronte a medici stabili, modificazioni che meglio (2558) Sig. dott. F. B. da L . - Per effetto dell 'articolo 9 clel nuo1ro progetto di legge pei medici valgano a renderlo corrispondente ai bisogni della che alla data della legge stessa non abbiano an- cittadinanza od a migliorarlo in qualsiasi modo. P erò cora acqtiistato la stabilità, i dt1e anni di prova si nel caso propostoci non si può non riconoscere nella disposizione data dal R. Commissario una disposizione computano dall'epoca della assunzione in servizio. Quindi Ella potrà. essere i·itenuto inan1ovibile lesi1ra dei diritti dei sanitarii e, quindi, illegale. La coll'entrata in ' rigore della legge. Il servizio ne·_ disposizione infatti, non è intesa a migliorare ma a peggiorare il servizio; e lo peggiora difatti, abol~ndo oroscopico non è compreso nella condotta e perciò non pti.ò essere esercitato gratuitamènte se dal sa- il posto di flebotomo e di dentista e mandando ai con· nitario non è accettato liberamente nel capitolato. dottati di esercitarne le funzioni. Certamente pel pub(2559) Sig. clott. P. T. da N. - Ella può agire blico riesce meglio servirsi di una terza persona pei bisogni di flebotomia o di odiontatria, anzichè dei anche giudiziariamente per ottenere quanto le com· condottati i quali, oltre che occt1pati continuamente pete per il servizio straordinario prestato. Il suo triennio di prova scade col 23 setten1 bre giacchè per ben l)iù inportanti esigenze e pertanto non bisogna tener calcolo, come dies a quo, del giorno sempre, per tali bisogni, a disposizione del pubblico, mancano certamente della p1·atica necessaria in ct1i si è assunto ser,rizio. Approv:ata la riforma sanitaria Ella di1renterà s tabile ;pso facto, in forza e sopratutto, specie per le malattie dentarie, degli strumenti ch e occorrono ed in larga copia. Or se dell'articolo 9. la disposizione data non è intesa a migliorare il (2562) Sig. dott. X-Y. - Cel'to la legge non dà servizio ma unicamente a procurare al Comune, con diritto al condottato di assentarsi dal Comune, nè danno dei citte:tdini, una assai trascurabile economia, il Comune è in do,rere cli accordare il relativo per· essa non può essere attuata di fronte a medici e ~ messo. Ma se l'assenza d.eve durar poche ore sol· ' chir11rgi, che sono da tempò divenuti stabili. Oltre tanto e s~ nel frattempo, come Ella dice, si fa r ap · presentare e sostituire, pei casi urgenti, da un col- a ciò la flebotomia non è fnnzione chirurgica, ma lega v-iciniore, nessun dubbio che il sindaco, al costit1riva un tempo funzione di ba~sa chirurgia, quale, in ogni caso, per dovere di ~11bordinazione ché ora, abolito il titolo speciale, è demandata all'assistente e non al chirurgo titolare, e per l 'esercizio deve essere riferita la cosa, ·accorderà sen za obbie· della odoiontatria, occorrono, come accennamn•o, zione la chiesta licenza. svariati e costosi strumenti chirurgici. Se anche il (2564:) Sig. dott. G. B. da M. - È vero che i Comune volesse obbligare il condottato ad eserci· Comuni in genere llon hanno l'obbligo di provve· dere al servizio degli agiati, dovendo limitare la tarla, dovrebbe provvedere un adeguato gabinetto con tutto ciò che occorre ed in tal caso la spesa propria azione solo per i poveri, ma è vero pure sarebbe assai superiore a quella che ora sostiene che la cura degli agiati diventa anche essa obbli· gatoria quando si provi che sia indispensabile per indennizzando caso per caso apposito professio· assicurare un buon servizio per i poveri. Ora a noi nista. Crediamo che contro l'atto del R. Commissario pare cl].e codesto Comune contando solo 800 abi-

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LANNo IX, FAsc.

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si possa e con molta probabilità di successo, ricor· rere alla Giunta pro,rinciale amministrativa. (2568) Sig. dott. E. G. in P. - La mancanza del capitolato non impedisce l'acqt1isto clella stabilità. Il medico condotto a gt1arentigia della già acqui· stata inamovibilità non può opporsi alla formazione del consorzio coattivo. S e i Comuni consorziati, di accordo nomu1ano lln altro medico, non si ha diritto a ricorrere. Doetor JuSTITIA.

AMMINISTRAZIONE SANITARIA

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SEZIONE PRATICA

Sotto la presidenza del senatore Todaro si è i·iu· nito il 23 corrente il Consiglio superiore di sanità il quale ha iniziato le sue sedute. Dall'.Alto Consesso, nella seduta del 25 st1cces· sivo, vennero approvate . e discusse' le nuove pro· poste di delimitazione di zone malal'iche nelle pro· vincie di: Pavia · Trapa.ni · Campobasso · Cosenza. . Cal· tanissetta · Girgenti · Rovigo · Palermo · Roma . Grosseto · Como · Bari · Sondrio · Milano . V enezia · Cagliari · Napoli · Belluno · Reggio Oa· labria · Catanzaro · Lecce · Pado,;a . No vara . Potenza · Torino che avevano ottenuto in antece· denza il voto favorevole da.i rispettivi Consigli provinciali sanitari. Salvo alcune osser,azioni ha dato parere favorevole sulle do1nande di concessione dei lavori di bonifica del consorzio di asci11ga1nento di San Pietro di Cavarzere (Venezia) e sulla proposta di bonifica del 5° bacino del consorzio di Cavazuccherina. Dopo di che il prof. Mosso ha svolto la sua mo· zione sulla « Inserzione delle specialità medicinali nella farmacopea ufficiale » . Il grave argomento ha suscitato una vivace di· scussione alla q11ale ha preso parte qt1asi l'intero Consiglio. La discussione che ha occtipato le sedute dei giorni 25 e 26 si è chiusa con i seg11enti due or· dini dei giorno votati ad unanimità dal Consiglio: « Il Consiglio superiore di sanità, applicando « l'art. 77 del vigente regolamento in q11anto ri· « gt1arda la inserzione delle specialità medicinali e nella farmacopea ufficiale; « convinto doversi efficacemente provvedere « alla tutela dell'industria nazionale delle specialità <i: medicinali; « fa voto che tale protezione si possa conse· -« guire mediante convenzioni internazionali. « PESSINA » . « Il Consiglio st1periore di sanita : « ritenuta la opportunità di regolare la appli· « cazione dell'ultimo comma dell art. 77 del reo-o0 « lamento generale sanitario: « ritenuta la propria ftLcolta di disciplinare « ogni singola iscrizione di una specialita medici' nale nella farmacopea nei modi che ritenga più « adatti alla tutela della sal11te e della fede pt1b« blica; « delibera: « 1° che ogni concessione del genere, oltre che e alle norme peculiari da stabilirsi di volta in e volta, debba essere sempre subordinata alla con· « dizione esplicita che negli avvisi ed annunzi al « pubblico, comunque ed in qualunque sede fatti, e non possano contenersi nè commenti sulla qua·

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lità e portata della iscrizione, nè qualsiasi affermazione di riconoscimento di efficacia terapeutica da parte del Consiglio st1periore di sanità o del Ministero dell'interno; « 2° che la inosservanza da parte dei concessionarii ~r noi di detta condizione generale vuoi di qualunque altra delle speciali debba produrre di pieno diritto la revoca della concessione, giusta la clausola da inserirsi esplicitamente n ell'atto di ciasc11na con,~essione. « SANTOLIQU'IDO -

CAPRINO » .

NOTIZIE DIVERSE Il XIV Congresso internazionale medico. Il XIV Congresso inte1~nazionale di medicina si svolse nei giorni dal 23 al 30 aprile; vi partecipa1·ono complessivamente circa 8000 medici e fra qùesti l'Ita.lia tiene uno dei primi posti, avendone in·viati 374. D el reste tutte le altre nazioni erano largamente e dognamente rappresentate essendo presenti, o cli persona o con l'invio d ella loro ade· sion.e, tt1tte le più spiccate notabilità scientifiche di ogni paese. La missione italiana, presiQduta dal senator Maragliano era composta dei professori Romiti, Bian· chi, Fede, e 'Ti era. ade.letto il prof. Vittorio .A.scoli. Il lVIinistero della guerra era rappresentato dal co· lonnello Sforza; ql1ello della marina dal medico capo Colletti. Tra i medici italiani 22 ft1rono chiamati all'alto onore di presidenti onorari nelle varie sezioni, mentre la Francia non ebbe che 9 presidenti onorari e la Germania 11. Erano infatti alla presidenza nelle sezioni :. di Anatomia i professori Romiti (Pisa) e Valentini (Bologna) : di Fisiologia, Capparelli (Catania); di Patologia. generale e anatomia patologica, lVIonti (Pavia) e Centanni (Ferrara); · di Patologia interna, Maragliano (Genova); di Neuro patologia, Castellino (Napoli) ; di Pediatria, Concetti (Roma); di Dermatologia, Pellizzari (Firenze); di Chirt1rgia generale, Ceccherelli (Parma) e Gatti (Modena)~ di Urologia, Giordano (Venezia) ; di Otologia, Gradenigo (Torino); di Rinolaringologia, Grazzi (Firenze) : di Odontologia, Giuria (Genova): di Ostetricia, Calderini (Bologna); <.li Ginecologia., Bossi (Genova); di Medicina o igiene militare, colonn. Sforza (Firenze); di Igiene e scie11za sanitat·ia, Rubino (Napoli). L'infl11enza d egl'italiani emerse poi anche da un altro fatto: dall'essere essi riusciti a far conferire 1mo dei grandi premi del Congresso al nostro pro· fessor Grassi' per le si1e scop erte circa l'etiologia della malaria. L'altro pl'emio fu dato al lVIetschnikoff. Tt1tto ciò dimostra l'alto livello inteJlettt1ale a cui il nostro paese è git1nlo; la stima e la fiducia che esso si è cattivato da per tutto e in ogni ramo della scienza. Lo spazio ristretto ci vieta di dare un largo riassunto dei lavori del Congresso. Bisogna quindi che ci limitiamo a una nuda esposizione dei pi1ì importanti temi svolti e alla cui discussione han preso parte i più eminenti scienziati del mondo.


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IL POLICLINICO

Vogliamo p rima p erò dire i u omi d ei più illustl'i rappresen tanti presenti delle altr e na zioni: W aldeyer e L eyder1, p er la Germania; Pa.v y, Broadben t, Thom· son; p èr l'Ingh ilterra; Laacl1e, p er 1n, S ve?Jia: Brouardo], Corl1 il, R .obin, Le De11 tl1, R éclus, Pi· nard, D oyen , p er la Francia · Tarno nrslrJr, Poel, Pawlovsky, per la. R ussia ; K itasato, i)er il Giap· pone · S cl11·oetter , F renkel, W eichselbii11m, Chiari, per l'Austr ia. La sed11ta inaugurale rl el Con gresso ebbe 1uogo il 23 aprile nel Teatro R eale e vi assistettero il R e con la famiglia r eale e i m en1l)ri d el governo. Il preside11te del Congr esso D on J ulian Ccillej a pro· nunziò il discorso di a pert11ra ~ tl. questi risp osero i rappresentanti delle singole nazioni. P er l'Italia prese la parola Maragliano. Nelle sedute generali, tennero confer en ze L aache sui rapporti funzionali tra gli organi; Waldeyer , sull'er edità; ~Iaragliano sull'immunizzazione contro la tuber colosi; Brouardel, sulla falsificazione degli alime nti; Hollander, sull'arte e sulla medicina. N ella sezione chirt1rgica ft1rono importa nti le re· lazioni st1lla chirurgia dello stomaco di Cardenal, Cecch erelli e Hartmann, alla c ui discussione par· teciparono Delaunay e S egale. Bockenheime r di Berlino: « L'erniotomia, secondo il metodo Bassini, della clinica di B ergmann a Berilno, con modelli plastici di cinqt1e diversi atti di quest'operazione » . N elle altre sezioni si ebbero le comunicazioni più importanti seguenti: Anatomia: Livi di Roma : « Sui caratteri auatomici indi· spensabili p er lo studio della razza europea » . Hunn a di Hambur~: « Intorno a due . so~tanze protoplasmatiche (g ranoplasmi e .spongioblasmi) nelle cellule normali dei differenti organi » . Van Ge huchten: « Sulle degenerazioni nel si· sterna n er voso » . J uan Manuel Diaz Villa r: « La glicosur ia pan· creatica prodotta. sp erimentalmente ». P atologia gen erale compresa. l'anatomia patolo· gica e la b a tteriologia. : Poy n ton e P aine d i L ondra: « L'etiologia della feb bro r eumatica » . N e UI·opatologia, P schiatria e Antropologia cri· minale : R a mon y Ca,jal: « Piano di costruzione del Ta· lamo » , Frenkel di H eiden: « L,efficacia dell a riedu· cazion e » n ei casi avanzati di atassia locomotrice ». Pitr es d.i Bordeaux: « Ta be e matrimonio. Studi sulla fe condità c1ei tabici e l'avvenire dei loro di· . discendenti ~ . V aschide e V urpas di Parigi: « I sogni dei de· menti p ar alitici » . Ter a peutica : Po11sson di B ordeaux : « Ctu·a radicale dell'ipertrofia d ella prostata ». Ostetricia e g inecologia: R ich elot di Parigi: « Vantaggi della ister ectomia addominale totale i1ei casi di fibromi uterini '> ' Simpson di Edimburgo: « Cura d ella placenta praevia ~ . Me di cina e ig iene navale e militare: Cole tti di Spezia: « L e infermerie p er i feriti in guerra » . Strick or di B erlino: «Il modo di risolvere la que· stione d ella tuber colosi n elle armate ». Come clicevamo, ra.gioni di spazio c'impediscono di riforire i1i e~--çfe nso tutti i lavori dei valorosi pro· fessori italiani, quindi anche per questi dobbiamo '-

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LANNO IX, F .A.SO. 31]

li1nita r ci ad una semplice e nuda esposizione delle loro rela zioni. N eJla sezione di anaton1ia, oltre l 'opera dei pre· s icl enti Romiti e Valenti, destarono vivo interes· samento gli s plendidi preparati del prof. Donaggio, s11lla struttura d ella oellt1la n ervosa. Notevole specialmente l'opera c.lel prof. A. 1\.'lonti, n ella sezion e di anatomia patologica. Nella sezione di m edicina interna, r el·ltore il prof. Vittorio Ascoli, correlatori Huertas Barrera e Pittaluga, fu pienamente ricoc1osciuto che agli italiani, da Baccelli a l\'Iarchlafava, Celti, Golgi, Grassi, Bignami, si deve la costituzione d ' una nuova e completa dottrina sulla malaria: dottrina cui hanno portato importanti contributi Laveran, Koch e Ross. Con la sua rehlizione sulle aritmie cardiache, il Castellino ottenne un vero successo. Una parte molto viva presero nella sezione di pediatria il prof. Concetti e i suoi aiuti Valagussa e Spolverini. In q11ella di dermatoldgia, oltre il Pellizzari si distinse il Bertarelli. Degna di particolare ricordo la relazione del Giordano 1 sulle cause di morte post-operatorie. Nella sua se~ione il prof. Poli (Genova) trattò della diffusione endocranica dei processi otitici tubercolari e presentò un interessante schema per lo studio del temporale. Nelle sezioni di ostetricia e ginecologia parteci· parono largamente ai lavori il Calderini e in specie il Bossi. È giustizia riconoscere che della bella figura fatta dai nostri connazionali, la parte più impor· tante ~petta a loro certamente ; ma vi contribui non poco sia la solerzia della rappresentanza uf· ficiale, sia l'opera dell'ambasciatore italiano. L'oRpitalità offerta dagli spagnuoli ai congressisti tutti, 'fu invero principesca. L e feste si succedettero alle feste, trl'inviti agli· inviti. Rimarrà certo ri0ordo duraturo nell'animo e nei cuori di tutti gli intervenuti, il ricevimento al palazzo reale e al palazzo del ininistro di Stato, senor Sil,rela; il Garden party nel parco del Buen Retiro offerto dal municipio; le escursioni all'Escorial e a Toledo. Così si è chiuso questo XIV Congresso interna· zionale di medicina che si può dire completamente riuscito sotto tutti i rapporti: p er il fatto che si son fatte o rinnovate e strette r elazioni cordiali, sempre utili e benefiche fra gli scienziati d'ogni paese e perc!1è col cono~cere e comparare la pro· duzione delle varie . nazioni in ogni branca clello scibile umano, scaturiscono sempre nuovi v eri a b eneficio dell'umanità sofferente. Chi vi ha parte· cipato, ne avrà ritratto grande -vantaggio e specie la Spagna vi ha moltissiiao profittato perchè ha potuto così dimostrare che là la cultul'a non è meno elevata che altrove; ha potuto dimostrare il buon indirizzo 1lelle scuole spagnuole e il valore pratico dei medici che ne escono. .A.· sede del futuro Congresso fu scelta Lisbona. a. p.

II Congresso me dico siciliano. In Catania si è costituito in questi giorni il Co· mitato ordinatore, presieduto dall'ill.mo prof. To- m:a.selli e com posto come segue : Presid~nte·: Prof. S. Tomaselli. - Vice presidenti: Prof. G. B. U ghetti, prof. A. Orsini-Faraone, pro· fe~sore Eugenio Di Mattei, delegato per gl'interessi professionali.


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SEZIONE PRATICA

Presidente della Sezione medica: Prof. R. Feletti. - Vice presidenti sezione medica: Pr0f. G. D'Abundo, prof. A. CapparelJ:!., prof. A. Petrone. Presidente della Sezione chirurgica: Prof. G. Cle· menti. Vice presidenti Sezione chirurgica : Professore F. Francaviglia, prof. F. De Luca, profes· sore A. Maugeri. Segretario ~enerale: Prof. R. Staderini. - Te· soriere dott. F. Marchesi. Fra pochi giorni sarà diramato a tutti i medici della Sicilia e della vicina Calabria l'invito a partecipare a questo convegno della scienza che avrà luogo nella primavera del p. v. anno. ROMA. - Sono usciti due nuovi giornali medici: uno, Rasse.qna di bacter;o.opo-sieroterapia, diretto dal prof. Belfanti, organo dell'Istituto sieroterapico milanese, ed un altro, Giornale italia1to delle scie1ize 1nediclte, organo della testè fondata Acca· demia medica di Pisa. Ai due confratelli il saluto e l'augurio nostro. VARSAVIA. - Il prof. Zakharoff dell'Università di Varsavia, direttore della scuola veterinaria di que· sta città, praticando l'autopsia di un cane morto per rabbia si ferì leggerissimamonto a un dito e non vi prestò attenzione. Circa due settimane dopo senti i primi sintomi della rabbia: fu trasportato subito all'istituto Pa.steur di Varsavia, ma il suo stato è disperato. .

Nomine, promozlonl, onorl8oenze. Il dott. Alfredo Villa fu auto-rizzato a trasferire dall'Università di Roma a quella di Genova la sua libera doC'enza di pediatria e clinica pediatrica. Il dott. Giuseppe Licata è stato abilitato, per titoli, alla lil•era docenza in idrologia medica presso l'Università di Palermo. Il dott. Carmelo Calderone è stato at1torizzato a trasferire alla · Università di Messina la libera do· cenza di dermosifilopatia e clinica dermosifilopatica da lui conseguita nella Università di Bologna. Il dott. Gino Galeotti, professore straordinario di patologia generale e direttore del relativo gabinetto nell' Universita di Cagliari, è stato trasferito, per l'anno scolastico 1902-1903, alla cattedra stessa ed alla dire?jione del gabinetto relativo nell'Univer· sita di Siena, coniServando il grado di professore straordinario nonchè lo stipendio ·e l 'assegno di cui è provveduto. Nell'Università di Torino il dott. Benedetto Morpurgo, professore ordinario di patologia generale e dirclttore del relativo gabinetto nell' Uni,rersità di Siena, fu nominato professore ordinario della stessa disciplina e direttore del gabinetto relativo nella Università di Torino. Il dott. Carlo Mazza, già assistente nel gabinetto d'igiene, è stato ammesso in seguito a st1a domanda, a far valere i suoi titoli per il conseguimento di quanto può competergli a termini di legge. Nell'Istituto e.li studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, il dott. Pio Mingazzini, professore ordinario di zoologia, anatomia e fisio· logia comparata nella Università di Messina, venne trasferito, col suo consenso, alla cattedra di zoologia e anatomia degli invertebrati nell'Istituto di stuùi superiori di Firenze, conservando il grado e lo stipendio di cui è attualmente provveduto, e fu no· minato direttore del gabi~etto relativo.

Nella Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, il dott. Giuseppe Levi, in seguito a sua domanda, venne richiamato in servizio nella sua qualità di professore ordinario di patologia e cli· nica medica veterinaria, e di direttore della' clinica stessa. •

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* * Fontana,

Il dott. Michele medico di 2a classe, venne destinato a prestar servizio all'Ospedale di· partimentale della Maddalena. Il dott. Valerio Ma~telli, mt)dico di 2a classe è stato chiamato ad imbarcarsi sulla R. nave Partenope, in sostituzione del dott. Serse Sabbadini, che deve rientrare al proprio dipartimento. Il medico di prima. classe, dott. Edoardo Dattilo, è stato destinato ad imbarcarsi sul piroscafo L es Alpf's in servizio di emigrazione. Furono destinati ad imbarcarvisi, in servizio di emigrazione, a Genova, i dottori Alfredo Luzzatti, Luigi Papa, Vincenzo Cocozza Campanile e Giu· sepp.e ~icci sui piroscafi Ma1tziet Calvo, Ravenna, Aquitaine e Venezuela. Sul piro:;cafo UHibr;a s'im· barchera il dott. Alfonso l\1asucci.

Conoorat e oondotte. (Ascoli Pice1io). -

Concorso alla con· dotta chirurgica per la cura dellèl, generalità degli abitanti. No mina per un triennio, purchè tre mesi innanzi allo scadere del primo anno non sia data dal Comune disdetta, nel quale caso l'eletto decaderà dalla nomina non appena compiuto il primo anno. Stipendio annuo L. 3000 con tassa ricchezza mobile e Monte pensioni impiegati comt1nali. Scadenza: 15 giugno p. v. .. Per maggiori schiarimenti rivolgersi al l\'Iunicipio di Amandola. AMANDOLA

. R?~A. -. Pio lst;tuto di 8rt1tto Spirito ed ospedali r1unztz. - E aperto il concorso per la elezionH di dodici medici aiuti e di otto chirt1rghi aiuti da de· stillarsi secondo il bisogno e con dichiarazione che gli eletti conseguiranno l'am1nissione alla classe e non al posto in un determinato ospedale. S'invitano pertanto coloro che vogliono pre11dervi parte, ~d esibire nella Segreteria generale della Commissione ospitaliera posta nel palazzo di S. Spirito p. p. fino alle ore 12 del giorno 6 giugno 1903 le proprie istanze di ammissione al concorso per l'aiuto medico o per quello chirurgico, in carta da centesimi 60 con la elezione del domicilio in Roma e coi seguenti requisiti: a) il certificato di moralità rilasciato in data r·e cente dalle autorità competenti; b) il diploma di laurea nella facoltà medico·chi• rurg1ca; e) tutti gli altri reqt1isiti determinati dal rego· lamento igienico sanitario e da quello per la elezione del personale sanitario curante e farmaceutico, ambedue ostensibili nella segreteria. generale. Le norme ed il metodo del concorso, gli obblighi degli eletti, il tempo della loro durata in servizio, ecc., risultano rispettivamente per gli a.iuti medici e per gli aiuti chirurghi dai due predetti regolamenti. Con avviso particolare sarà notificato ai concor· renti il giorno, il luogo, e l'ora degli esperimenti. Gli eletti saranno i primi dodici medici e i primi otto chirurghi che riporteranno la maggioranza dei voti favorevoli, saranno posti in servizio secondo il 1n1 \


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[ANNO IX,

IL POLICLINICO

bisogno e secondo la scala di merito , e dovranno osservare le regole in vigore e le altre che venis· sero in seguito pubblicate. Roma, 15 maggio 1903.

Il presidente della Con111i;ssio1te A. SrLVESTRELLI.

It segretario generale G. CALDANI .

FASC.

PIETROBURGO (Accade11iia delle Scienze). - Con· corso per il miglior ritrovato adatto ad evitare l'avvelenamento dovuto alle tossine dei pesci coi tser· vati nel sale. Tre premi da 5000, 1500 e 1000 rubli. Il concorso è internazionale e le memorie scritte in russo, latino, francese, inglese o tedesco, debbono essere pl'esentate al ~Iinistero d'agricoltura russo. Scadenza 1° agosto 1903.

Indice alfabetico analitico del Dresente

FIRENZE (Accademia medico-fisica fiorentina). ColtCOl'SO al preniio quinquennale di l;re 500 fon· dato ·dall'Accaqemia medico-fisica fiorentina e dalla Società filoiatrica di Firenze, per favorire il progresso della chirurgia in Italia e per onorare e .perpetuare la memoria dell'illustre prof. FERDI· NANDO ZANNETTI. ·Tema per il concorso: Chirurgia dell'ulcera ga· stricct e dei postumi della 1neàesi1na. - Il termine utile per la presentazione delle opere scade il 15 aprile 1904. - Il premio sarà conferito secondo le norme del seguente

nnmer~.

Achilia gastrica ed anemia perniciosa. - Einhorn . . . . • . • . . . . . . Arresto del testicolo nell'inguine (Operazione per l'). - Katze nstein . . . . . • • Cancro e diabete. - Boas. . . • . . • Cenni bibliografici . . . . . . . . . Concorsi e condotte . • • . . . • . . Congresso dei medici condotti a Firenze (Il). Diabete zuccherino (Sintomi dentari del - e della tabe). - Kronfeld . . . . . Regolal1tento. Emorroidi (Nelle). . . . . . . . . • Art. 1. È aperto il concorso al premio quinquenErnia inguinale dell'ovaio (Contributo alla nale di lire 500, istitùito dall'Accademia medicocasistica dell'). - Rossini . . . • . . fisica e dalla Società filoiatrica fiorentina col ti- Febbre paratifoide e sue complicazioni. tolo : Pre1nio Za1inetti. Pratt . . . . . . . . . . . . . Art. 2. Saranno ammes.s i al concorso soltanto i Infezione m alarica (Casi rari d'). - Ford . lavori di autori italiani. Infiammazioni croniche dell'intestino crasso Art. 3. Il premio ·sarà conferito dall'Accademia (retto eccettuato) (L'intervento chi_rurgico medico-fisica e dalla Società filoiatrica -riunite in · nelle). - Labey . . . . . . . • . seduta plenaria, discusso ed approvato il rapporto Malattie gastriche ed uterine (Relazione fra). della Commissione esa'minatrice sopra i lavori pre· ~ Odon . . . . . . . . . . . sentati al concorso. Art. 4. Detta . Commissione sarà composta di Masturbazione nella donna (La) . . . . . membri scelti nelle due Società, cioè di due membri Nomine, promozioni, onorificenze . . . . Notizie diverse • . . . . . • . . . della medico-fisica e di uno della filoiatrica. Ossaluria (Significato dell'). - Ogden . • Art. 5. La Presidenza dell'Accademia medico-fi· sica annunzierà l'apertura del concorso un anno Pareti addominali prin1a e dopo il parto avanti il termine utile per il conferimento del premio. (Delle cure da dare alle). - Diehl • . Art. 6. Il termine utile per la presentazione dei Polmonite fibrinosa (Delle r ecidive precoci lavori scadrà il dì 15 aprile 1904, ed i lavori do· di). - Ebstein . . . . . . . . • vranno esser diretti, franchi da ogni spesa, alla Pubblicazioni pervenute al cc Policlinico » • Presidenza dell'Accademia medico· fisica. Risposte a quesiti e a domande . • . . Art. 7. Tutti i lavori presentati al concorso di· Secrezione salivare (La). - Acquaderni . . verranno proprietà delle due Società e saranno con· Siero antipneumonico Tizzoni (Primo saggio servati in archivio. di applicazione all'uomo). - Panichi . • Art. 8. Quando, entro il termine di un anno, l'autore del lavoro premiato non l'abbia fatto stam- Sindrome asmatica nell'influenza (La). De Oliveira . . . • . . • . • pare per proprio conto, le due Società avranno il Sindrome del morbo di Flai ani (La). diritto di pubblicarlo nei loro atti. Schroetter . . . . . . . . . . . Art. 9. Nel .caso che nessun lavoro fosse presenTerzana semplice estivo·autunnale (La). tato al concorso o che non si facesse luogo al con· Zampilloni . . . . . · . . . . ferimento del premio, le due Società provvedera.nno subito a riaprire il concorso. Trapianto autoplastico di cartilagine interepifisaria eseguito nell'uomo (Primo tentaFirenze, dalla r esidenza dell'Accademia medico· tivo di). - Zoppi . . . . . . • . fisica, via degli Alfani 33, 5 aprile 1903. Tumori angiomatosi (Pel trattamento dei) . Il Preside1ite - Payr . . . . . . . • . . . • Prof. GIULIO FANO. Tumori delle borse mucose (Sui). - Adrian I Segretar; degli atti Vaccino antivaioloso (Sulla depurazione del). Dott. CARLO CoMBA.

Dott. FRANCESCO RADAELLI.

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.Rom a, 6 giugno 1908.

Ao.no llC

Faso. 32. ,

SEZIO~E

P.RATIC.A

DIRETTORI , •

PRnF. GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCO&.I

SOMMARIO. Lavori originali: - Tarantino: Cancro ed angiomi cutanei. - Riviste: - PATOLOGIA GENERALE : - Pirrone: Contributo sperirnentale allo studio della funzione dell'ipofisi. - Luzzatto : Ricerche istologiche sull'ipofisi di animali nutrili con grassi alogenati e privati dell'apparato tiro -paratiroideo. - NEUROPATOLOGIA: - Stevens : Caso di acrome~alia acuta. - Cattle : Caso di acrome~alia cronica. - Rad : Contributo clinico alla dottrina della emianestesia alternarite. - Ughetti: Sopra un caso di febbre isterica. - OSTETRICIA : - Doleris : L'isterectomia nell'infez.ione puerp-erale. - Faure: La salpingopessia. - Accademie, Società mediche, Congressi: - Ghillini : Trattamento del piede torto. - Osservazioni ~liniche : - Bartolotti : Un caso di -sifilide gravissima guarito colle iniezioni endovenose di sublimato (metodo Baccelli). - Santoro: Un raro caso d'aneurisma falso traumatico alla piega del gomito destro. Pratica orofessionale - CASUISTICA : - Un nuo·vo segno premonilorio e rivrlatore dell'endocardite incipiente. Condizioni croniche circolatorie simulanti malattie renali e cardiache. - Sifilide del cuore. - APPUNTI DI TERAPIA: - Cura dell'orticaria. - '1Josi massime dt>ll'eroina. - Borato di soda invece di acido borico. - Vini medicamentosi. - L 'olio di fegato di merluz.z.o per clistere. - Mistura contro le metrorragie. - Varia. Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene: - Giorgi e Pagano : Le frutta secche nell'igiene alimentare. Cenni bibliografici. Interessi professionali: - 'l(isposte a quesiti e a do1nande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Amministrazione sanitaria. Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

Diritti di proprietà r i s e r v a t i '

.

T~A VORT

ORTGTN ALI

CLINICA CH lRURGICA DELL'UNIVERSITÀ DI CAMERINO,

diretta del prof.

ATTILIO CATTERINA.

Cancro ed angiomi cutanei. I

(Pel dott.

SALVATORE TARANTINO,

1o assistente).

Al prof. LESER (1) di Hall e, già prima del 1898, era occorso più volte di constatare un sintoma, fino allo1--a sconosciuto, in individui affetti da cancro, sintoma· che consisteva nella presenza sulla Cllte di tali ammalati di piccole macchie multiple, ben delimitate, sovrastanti al livello della ~ute, di color bluastro o rosso , .ino, situate a preferenza sul tronco, (1)

LESER

raramente sugli arti. Tanto macroscopicamente che al microscopio, queste macchie si d~agnosticavano per angiomi. Su 50 cancri della cute, della mammella e degli organi interni questi t11moretti si riscontrarono sempre, ad eceezione d'l1n solo caso. In 17 uomini se ne contarono 310, in 33 donne 444; in qualche caso &e ne videro 58, 76 e perfino 216, mentre in 300 ammalati non affetti da cancro, si trovarono solo eccezionalmente, e solo qualche rara volta, in individui al di là dei 50 anni. Questa p1~ima comunicazione del L:ESER invogliò altri chirurghi a studiare questo cu1·ioso rappo1·to fra il cancro e gli angiomi cutanei. Nel 1902 il GEBE~E (1) nella Clinica chi·

(Halle). Ueber ei1i die Krebskranklieit

bei1n Me1isclieri httufig begleitendes nocli wen(q ,qeJca11ntes Sgniptoni. Miinchener med. Wochenschrift, 1901, n. 51.

Ueber .A.ng ionie nnd ilzreri Zu.in,11tJJie11 Jtang 1nit Oarci1io1ne1i. Aus der Kgl. chir. Klinik Zll }'lt\nchen. Munchener med. W ochenschrift, 1902, n. 4. (1)

GEBELE.

( 1)


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IL POLICLINICO

[ANNo IX, FAsc. 32j

rurgica di Monaco studiò il sintoma del LESER sano più o meno confermare la giustezza del in 21 carcinomatosi e in 200 altri malati. In sin torna di LESSER. 11 dei 21 carcinomatosi potè constatare la Ecco le storie: presenza di angiomi ; ma anche in 86 dei non STORIA I. - A. S., fu Luigi, di anni 70, da carcinomatosi ebbe reperto positivo. Cinque Camerino, attendente a casa. Il padre è morto dei primi e 35 dei secondi avevano passati i a 80 anni di malattia ignota all'inferma, la 50 anni. In genere negli individui al di là madre, ancor giovane, di polmonite. È l'ul· tim~ di nove figli, di cui quattro morirono dei 50 anni gli angiomi erano più numerosi bambini: un maschio a 15 anni, di epilessia, che n eg1i individui giovani. un altro a 40 di affezione acuta dell' appa· Lo sviluppo di questi tumoretti, secondo il recchio respirato1·io, e due femmine in età GEBELE sarebbe da riferirsi ad alterazioni avanzata, nòn si sa di che. Nell'infanzia soffrì dei tessuti, per senilità. Anche in altri tumori il morbillo ed il vaiuolo. Le mestruazioni comparvero a 18 anni, t1n po' scarse, ma rebenigni e maligni si riscontrarono degli an· golari fino ai 47. Verso i 26 anni si maritò giorni, e specialmente in giovani, con capelli a persona di ottima salute, da cui ebbe un figlio ora vivente e sano. biondi e pallidi. Dopo coniL1gata. e prima del presente male, Il RosENBAUM (1), nel Policlinico di Monaco, non ha soffAr·to che di qualche cefalea fronnon potè confermare il valore diagnostico tale e disturbi agl'intestini, specialmente dopo degli angiomi cutanei n el cancro, avendoli i pasti e per ingestionA di ·acqua, con nausea potuti riscontrare in individui di oltre 30 anni, e vomito. Nel luglio scorso cominciò a soffrire sia che fossero o meno affetti da carcinomi, di un dolore continuo, qualche volta pu.ll..· torio, che dall'ipocondrio sinistro si estendeva quantunque sia stato esiguo il numero dei all'epigastrio ed all'ipocondrio destro, dolore carcinomatosi esaminati. che aumentava dopo l' ingestione dei cibi,. Il RAFF (2) studiando . gli angiomi, dal ·specie solidi, dando anoressia; nausea, rigurpunto di vista dermatologico, trovò che essi gito di sostanze alimentari con sapore amasono frequenti al di là dei 20-30 anni e quasi rognolo e più tardi anche stipsi. Le urine furono sempre normali; mai alterazione nelle sempre poi si riscon~rano in persone di oltre deiezioni intestinali; ma.i disturbi nella sfera 60-70 anni . Egli trovò che non si tratta .di genitale. Tali sintomi son venuti sempre più accen· vere neoformazioni, ma sibbene di una dila· tazione dei capillari subpapillari e di quelli tuaridosi, accompagnati poi da brividi con cefalea verso sera, dimagramento, perdita di papillari della cute e talvolta anche dei più forze e qualche volta vomito, di cui l'inferma profondi. non osservò mai i caratteri. Entrata in cli· • Richiamato allo studio di questo sintoma nica il 2 dicembre, ha sofferto sempre del dal mio maestro prof. CATTERINA ebbi presto dolore continuo, diffuso, accentuato all'ipo· occasione di esaminare tre casi tipici di car· condrio sinistro; alla stipsi è successa diarrea • e continua l'anoressia, la nausea ed il rignr· cinoma : uno dell' ovaio sinistro, con metastasi gito, specie dopo l'ingestione del latte. alle glandole retroperit<?neali e preaortiçhe, Stato p1·esente. - Donna di bassa statura1 un altro della mammella, un terzo del fegato. aspetto gracile, fisonomia indifferente, stato Nel primo il reperto venne in aiuto alla dia· di nut1'izione gener·ale deficiente, pannicolQo adiposo assai scarso, masse. muscolari ridotte .. gnosi dubbia, perchè si riscontrarono 20 tra Decubito elettivamente supino, r espiro costale,. angiomi e nei pigmentari, nel secondo 25, 16; polso ritmico regolare, di media ampiezza, nel terzo 50. Nei non carcinomatosi il r.eperto 80; temperatura 37°. Cranio dolieocefalo, bene fu q11asi sempre negativo. Mi riserbo di ·tor· sviluppato e conformato; faccia con cute unnare sull' argomento quando avrò raccolto tuosa; mucose rosee; organi dei sensi un po' indeboliti. Collo mobile, simmetrico. regolare;. maggior numero di osservazioni; mi parve fosse sopraclavicolari e giugolo depressi~ però prezzo dell'opera di riferire la storia ghiandole sopraclavicolari normali. Si nota. clinica dei tre casi osservati, spe1'ando che polso venoso alla giugulare e diramazioni. altri, disponendo di materiale più vasto, pos· To1~ace cilindrico con spazi intercostali de· pressi; murmure vescicolare e toni cardiaci normali. (1) RoSENBAUM. Ueber àie diag»ostiche B edelltung Addome: si notano sparse varie rilevatezzeder A11gio11te der H azit. Mtinchener med. W ochen· della pelle, la maggior parte delle quali ha "?n schrift, 1902, n. 16. colorito rosso vinoso, le altre nerastro, colorito (2) RAFF. Z11r K e111ihiiss der senile1i A1igiome che anche ad una for.te pressione digitale non (Kapillar- Varice11, der Haut). Mlinchener me-d. Wo· ~ scompare. La loro forma è circolare, grossech enschrift, 1902, n. 18. t2)


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SEZIONE PRATICA

alcune quanto una lente, altre quanto la ca· pocchia d'uno spillo. Ve ne sono due però: una della grandezza e forma di un centesimo sulla 58 inserzione condro-costale di sinistra, e l'altra di forma ov~lare lunga 2 cm., larga 1 col maggior diametro orizzontale, n el 7° spazio intercostale di sinistra, sull'ascellare media, le quali per un leggiero p1~nrito risvegliarono l'attenzione dell'inferma, la 1 a tre anni, la 2a dieci anni or sono. Sull'epoca di comparsa delle altre non si hanno risposte sicure. Si noti anche che la maggior parte di esse sta dal lato sinistro, e propriamente 15; e 5 dal lato llestro, così distribuite: A sinistra, oltre le 2 più grosse già descritte: 2 sulla mammillare, sotto l'arco costale. 1 sull'ascellare m edia\ 7a costola. 2 sull'ascellare posteriol'e, 9a costola. 1 st1lla parasternale, 2a costola. 2 sulla cresta iliaca. 1 due cm. sotto la spina iliaca anteriore • superiore. 1 a metà della faccia interna della coscia. (Tutte queste di color rosso vinoso). 1 sull'inserzione clavicolar e dello sterno cl. m., tre dita sulla clavicola. 1 sulla stessa direzione 1 cm. più sopra. 1 sull'inserzione sternale dello stesso mu· scolo tre dita sullo sterno. A destra: 1 sulla paraste1~nale sulla 4a costola. 2 sull'ascellare anteriore 5° spazio. 1 sull'inserzione clavicolare dello sterno cl. m., tre dita sulla clavicola. (Queste di color rosso vinoso}. 1 sulla r egione trocanteri.ca . L'inferma ha forte dolore all'ipocondrio sinistro. L'addome è poco trattabile; si ha leggera sensibilità del peritoneo parietale. Il li· mite inferiore del fegato è normale; quei clello stomaco non si possono delimitare, non avendo esso una t onalità. spiccata. Alla palpazione nel quadrante superiore di sinistra si sente un'intumescenza della grandezza e forma di un pugno d'adulto, a superficie globosa, poco dolente, dura carnosa. Non si sposta coi movimenti 1..espiratori e sembra piuttosto fissata. La percussione è ottusa. L'insufflazione rettale non riesce; l'esame dei genitali è negativo. Tenuto conto d(l l sintoma di LESER e degli aJtri dati anamnestici si diagnostica un tumore d'indole maligna della loggia retrope· ritoneale; meno probabile un tumore dell' intestino. Alla laparotomia si constatò che il t11more era realmente retroperitoneale con larga base d'impianto, inoperabile. La diagnosi esatta non fu possibile farla nemmeno a ventre aperto. L'inferma morì di esaurimento 21 giorni dopo l'operazione. L'esame delle urine fu sem· pre normale. Del reperto di autopsia fatto nell'Istituto di

anatomia patologica, riferiamo quello che ~ noi interessa: Addome : il colon trasverso è abbassato in corrispondenza dell'inginocchiatura splenica; il grande epiploon è aderente al peritoneo in corrispondenza dell'incisione laparotomica. Nel rimuovere le anse inte~tinali il colon discendente e porzione dell'S iliaca, per antiche briglie si vedono aderenti ad una massa neoplastica alquanto voluminosa che sembra avere il suo massimo sviluppo 11ei tesst1ti retroperitoneali, in corrispondenza dell' articolazione sacro-iliaca sinistra. La milza è piccola, mà non ha alterazioni degne di nota. Il rene si· nistro è piuttosto piccolo, consistente, con piccole cisti 11rinose: la capsula si toglie con dif· ficoltà. Il rene destro ha un volume un po' maggiore e la capsula si isola facilmente. Il fegato ha volume quasi no1.. male, piuttosto povero di sangue: nella cistifellea v'è una quantità no· tevole di bile verdastra, filante. Nei genitali interni nulla di notevole, tranne che all'.ovaia di sjnistra un nodulo n eoplastico, duro, scirroso, grande quanto una grossa castagna. Al tagliente dà un succo laitiginoso, come se sì trattasse di una forma cancerigna. Le ghian· dole retroperitoneali, quelle preaortiche di si· nist1~a sono tt1tte infilt1·ate da masse canee· rigne che costituiscono un grosso neoplasma, nel loro insieme di un volt1me quanto la testa di lln feto. Da ql1esto t11more rimane comp1..essa l' ultima porzione dell'aorta addominale e dell'i liaca primitiva di sinistra. l\tla la conduttura esiste ancora pe1~ q11anto rist1..etto dal neoplasma sia il l°'me dell'iliaca. La massa neoplastica non s'infiltra entro i vasi. Diagnosi anatomica. Antica pericardite ed endocardite, pleurite pregressa a destra, atrofia bruna del cuore; bronco-polmonite ipostatica bilaterale come causa t1ltima della morte, in donna già in cachessia cance1..igna, per carcinoma primitivo dell'ovaia sinistra, metastatico alle ghiandole retroperitoneali, preaortiche, a sinistra. STORIA II. - N ... L ... , fu Costantino, di anni 66, da Polverina, bracciante. Il padre è morto a 86 anni per mara~ma, la madre a 56 per colica intestinale. È il terzo di nove figli, di cui quattro morirono bambini: una sorella a 20 anni, di tubercolosi polmonare; ed un'altra con emorragie diffuse, non si sa pe1' qrtale causa. Non ha avuto manifestazioni rachitiche, scrofolose o sifilitiche. A 14 anni soffrì, ·per un mese, di reumatismo, ed a 22, facendo lite con un compagno, ebbe una coltellata sotto lo scrobicolo per cui stette a letto circa tln mese. A 50 anni, per gli sforzi del mestiere, s'accorse che nella regione inguinale dest1·a ave~ una tumefazione della g1·andezza e forma dt una nocciuola, che scompariva a letto e com· pariva sotto ogni sforzo. Un anno dopo una gimile tumefazione compariva a sinistra. Tre mesi fa, nel caricare ceppi, intese t1n forte do· ,_~\

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IL POL IOLINIOO

lore, che dall'ipocondrio sinist1·0, a guisa di folgore, scese per l'ombelico e salì all'ipocon· drio destro. Si pa~pò subito senza riscontrare nulla. D'allora cominciò a sentire la bocca cattiva, un sapore amaro, disgu,stoso; dopo il pranzo lo stomaco si dilatava; vennero poi e1·uttazioni freq t1enti e dolori puntori nella regione ombellicale; le urine lasciavano un grande sedimento giallo rossastro. S'accorse poi che nella regione dello scrobicolo v'era una tumefazione, della grandezza e forma di una mela, che scompariva alla pressione e ri· compariva cogli sforzi. Impressionato di quèsto, venne in questa clinica il 10 marzo. Non è stato mai itterico, non ha avuto vomito ed è dimagrato. Stato presente. Individuo di statura alta, in . stato di nutrizione scadente; pannicolo adiposo e masse muscolari ridotte, mucose esterne giallo pallide. Nulla al collo e torace. Nell'addome, sotto l'apofisi ensiforme, v'è un'in· tumescenza della grandezza e forma di un grosso pugno, che aumenta di volume facendo tossire l'infermo. La cute soprastante è normale; la superficie9è liscia e la consistenza sfuggevole: ai limiti della base d'impianto, si avverte come un cordone duro e teso. Il suono è timpanico. Due t11mefazioni erniose si ve· dono nelle regioni inguinali. V arie macchie, un po' sollevate dalla pelle e di dive1'sa grandezza si notano sull'ambito cutaneo, così distribuite: A sinistra di color rosso vinoso: 1 nel 2° spazio, sulla marginale. 1 nel 4° spazio, sulla parasternale. 3 attorno al capezzolo della mammella. 1 sotto l'arco costale, sulla papillare. 4 nel quadrante inferiore ·dell'addome. ± sulla faccia. 1 sulla natica. E di color grigiastro: 1 sull'inserzione clavicolare dello sterno cl. m. 1 sull'inserzione ste1·nale dello stesso mu· scolo. 1 attorno al capezzolo della mammella. 1 nel 6° spazio sull'ascellare ant. 1 nella regione trocanterica. 1 n ella regione zigomatica. 4 n ella r egione sottospinosa. A destra di color rosso vinoso : 1 nel 2° sp.azio ascellare medio. 1 nel 2° spazio sulla parasternale. 1 sotto l'arco costale sulla ma1'ginale. 6 nel quadrante inferio1·e dell'addome. 3 nella regione fronto orbitale. 2 nella fossa so pras pino sa. E di color grigiastro : 2 sull' inserzi~ne clavicolare dello sterno cl. m. 1 n el 1° spazio intercostale sulla marginale. 5 nel 3° spazio fra mammillare e ascellare ante1'iore. 2 nella fossa sopraspinosa.

LANNO

IX,

FASC.

32]

L'addome è trattabile. I limiti dello stomaco e milza sono normali. Il margine superiore del fegato è in limiti normali; l'inferiore deborda dall'arcata due dita trasverse. Alla palpazione uncinando tale bordo, si sente spostare in basso coglf atti respiratori, ma è molto duro ed arrotondato. La superficie della faccia anteriore è come bernoc· coluta ed offre una resistenza quasi lignea. Diagnosi: cancro del fegato. ·STORIA III. - S ... L ... , fu Luigi, di anni 56, da Camerino, donna di casa. Il padre è morto a 70 anni di marasma, la madre a 62 per in· fAzione tifosa. È la 2a di sette figli, di cui cinque sono morti bambini, ed una a 33 anni di tubercolosi polmonare. Ha sofferto gli esantemi, e le mestruazioni dai 14 ai 49 anni furono sempre regolari. A 22 anni sopra l'areola della mam· mella sinistra ebbe 11n t11more a lenta crescita, della grandezza e forma di t1na noce, di consistenza dura fibrosa, indolente, senza sintomi generali ed a distanza, del quale fu operata. Nel settembre scorso notò, nel punto stesso in cui fu operata, un'altra intumescenza, ~ella grandezza e forma di un uo,ro di pie· cione, con cute normale e sollevabile in pieghe, di consistenza fibrosa, bernoccoluta, indolente, spostabile. L'inferma dà come causa la com· pressione del busto nei mo,rimenti di elevazione e adduzione del braccio, eseguiti nei la,rori di filatura. L'intumescenza ha a'ruto lenta ere· scita. Qualche volta dal capezzolo è fuoriuscito sangue misto ad un liquido bianco, denso ere· moso, non fetente, mentre nello stesso tempo la tumefazione era dolente al tatto. Stato presente. Donna d'aspetto robusto; pannicolo adiposo e masse muscolari discre tamente sviluppati; cute di color ter1·eo lu· cente, mt1cose visibili rosee. Si notano varie macchie scure o rosso vi nose sulla pelle, poco da questa sollevate grosse come uva lente o capocchia di spillo A destra, di colo1~ rosso vinoso : 1 sull'inserzione clavicolare dello stern cl. m . 2 s11lla i~egione mastoidea. E di color nerastro: 3 nel cavo ascellare. 1 sulla 1·egione trocanterica. 3 nella fossa sopraspinosa. A sinistra, di color l'osso 'rinoso: 1 nella r egione tempo1·ale. 1 nel terzo inf. del braccio, lato esterno 1 nel cavo ascella1'e. E di color nerastro: 6 nella r egione masseterina. 1 sotto l'arco costale. sull'ascellare ant. 2 nel 10° spazio, asnellare post. 3 nella regione sopraspinosa. La mammella sinistra, di cui non vedesi i capezzolo, ha l'areola più alta ed il bordo i fe1·iore più basso che la destra. Sull'areola, circa 1 cm. di distanza, v'è una striscia bia


[ANNO IX,

FASO.

32]

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SEZIONE PRATICA

Con una pinza afferra lo stelo dell'ipofisi che strappa. Abbandona a sè stessa senz~ sutu~ rarla la ferita meningea, i di cui margini ten· dono a stare a contatto. Zaffa la breccia estracraniéa con un tam pone di garza al iodoformio e fascia: dopo 24 ore sutura le parti molli. Con questo metodo egli ha asportata l' ipofisi ed ha eseguito quatt1·0 serie di esperienze. Con la 1 a serie studia gli effetti dell'asportazione completa dell'ipofisi; con la 2a gli effetti dell'eccitazione elettrica dell'ipofisi; con la 3a gii effetti dell' ipofisectomia parziale; con la 4a studia i fenomeni che potreb1bero ascriversi all'atto operativo. La 1a serie consta di 6 esperienze, in cui l' A. ha asportato completamente 1' ipofisi ed ha quasi costantemente osservato i seguenti fatti: Immediatamente dopo l'atto operativo, .PATOLOGIA GENERALE gli animali presentavano acceleramento del polso e rallentamento del respiro, a cui pe1·ò Contributo sperimentale seguivano, dopo poche ore, rallentamento del allo studio della funzione dell'ipofisi. polso ed acceleramento del respiro, che era (PIRRONE. Rifor1na 1nedica, n. 7, 1903). anche qualche volta ineguale pe1· ritmo. La Il dottor PIRRONE ha eseguito nei cani la temperatura si elevava a volte 6 o 7 clecimi ipofisectomia allo scopo di studiare la funzione di grado. L'animale però, subito dopo l'opera· della glandola pituitaria. Egli, per asportar~ zione, si abbatteva profondamente, si risollela glandola, si serve di un processo operatorio vava un po' nei giorni consecutivi, ma non riacideato da lui. Lega l'animale stil tavolo ope- quistava mai la sua vivacità normale: reagiva ratorio, con il ventre in giù, ed adagia la testa debolmente 1agli stimoli; aveva però gusto, in modo che una metà della faccia sia rivolta udito, vista ed odorato no1·mali. Tutti i sei in alto. Previa narcosi morfio-cloroformica, fa animali operati presentarono un incu1·vamento, una incisione quanto più lunga è possibile, sull'addome, della colonna vertehrale, un'anlungo l'arcata zigomatica; scopre l'osso che datura paretico-spastica e rigidità del, treno reseca ed asporta, dopo avere distaccate e dis- posteriore. Per solito gli animali i·ifiutavano secate le aponevrosi temporale e massaterina. il cibo nei primi giorni a causa del dolore, Distacca l'inserzione del muscolo temporale ma mangiavano più tardi; presentavano ~titi· dall'apofisi coronoide del mascellare inferi ore chezza e qualche volta diarrea; le orine erano e se il muscolo è voluminoso lo disseca e lo normali e non dettero mai tracce di glucosio. asporta. Reseca indi l'apofisi coronoide ed in- Gli animali deperirono continuamente e mo· cide gli pterigoidei quanto più in basso è pos- i·irono tutti fra i 12-16 giorni. sibile; distacca i muscoli del tavolato esterno, Con la 2a serie di esperienze l' A. ha potuto anche qui per quanto può i1t basso. In dire· determinare, che con l'eccitazione elettrica zione dell'estremo anteriore del moncone del· della glandola si provocavano rallentamento l'apofisi coronoide trapana il cranio, allargantlo clel polso ed acceleramento clel respiro, fenopoi nel senso antero-posteriore la breccia, con meni che ha ottenuto anche eccitando il tube1· forbici osteotome. Cerca di distaccare la dura cinerea1n, le circonvoluzioni temporo-sfenoidali;. madre dalla base, servendosi di batuffoli di ed ha anche notato costantemente nhe questi garza sterile e riesce facilmente nell' intento, fenomeni diventavano maggiori a misura che operando con delicatezza e scegliendo per gli la cor1·ente veniva applicata in punti poste• • esperimenti cani giovani. Distacca la meninge r101·1. fino alla sua inserzione alle apofisi clinoidee: Otteneva gli stessi fenomeni eccitando il a questo punto incide con un piccolo bisturi cervello dopo l'aF2portazione della glandola. la dura, un po' più in alto delle apofisi cliLa 3a serie consta di due esperienze in ct1i noidee. Divarica con una spatola le labbra l 'A. ha asportato una parte dell'ipofisi. Egli d~lla ferita e scopre subito la prima branca ha osservato che i cani così operati presendel trigemino ed il pat.e tico: solleva la sostanza tavano, durante i pr·imi giorni che seguivano cerebrale e vede subito l'oculomotore comune l'operazione, tutti i fenomeni che aveva riscon· e più in là lo stelo dell'ipofisi e I' ipofisi stessa. trato nei cani operati di ipofisectomia totale;

castra di 2 cm., con raggiature. La cute si solleva in pieghe, tranne sulla macchia bian' ca~tra. Nella parte superiore rle'lla mammella si sente una tumefazione, della grandezza e forma d'una patata, bernoccoluta, indolente, spostabile, anche contraendo il gran pettorale. Il capezzolo è affondato. All'ascella di sinistra vi sono ghiandole ingorgate, e fra esse, una quanto una nocciuola. Diagnosi: Adeno- ca1·cinoma della mammella recidivante, su un adenoma operato 34 anni fa. Atto ope1·ativo: .A..mpt1tazione della mammella, e svl1otamento del cavo ascellare. Il decorso fu apirettico e l'inferma si dimette in 1oa giornata.

RIVISTE

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IL

POLICLINICO

questi fenomeni però erano meno intensi e, dopo pochi giorni, andavano sempre più di· minuendo, fino a scomparire affatto ed il cane ritornava così in condizioni normali. Le esperi enze della 4a serie sono due : l' A . ha eseguito tutto il processo operativo per arrivare sulla glandola senz::ti però lederla. Gli animali così operati presentavano immediatamente dopo l'operazione lieve rallentamento del polso, qualche disturbo del ritmo r espira· torio e leggiera elevazione della temperatura (6-7 decimi) durante il primo giorno. Qualche giorno, però, dopo l'atto operativo (circa una settimana e mezzo) gli animali ritornavano completamente al normale. Venendo a delle considerazioni l' A. discute. e non ammette che il trauma cerebrale, l'ap er· tura del 3° ventricolo e la fuorit1scita di liquido cefalo-rachidia.no possano provocare la morte dell'animale ed a sostegno di questa idea invoca i risultati della 3a e 4a ser·ie delle sue esperienze. Crede ·che lo spappolamento della glandola eseguito dal Lo MONACO, G. VAN RYNHERK ed altri, non valga l'asportazione, ed a sostegno cita il seguente caso capitato al CASELLI: U n cane operato di i pofisectomia to· tale, ùopo aver presentato il quadro tipico descritto, migliorò e visse per 72 giorni, dopo i quali fu sacrificato. All'autopsia, al posto occupato dalla glandola pituitaria, ft1 trovato un tessuto di resistenza fibrosa, aderente alla sella turcica · all'esame microscopico fu tro· vato composto di giovane tessuto connettivale, in mezzo al quale si notavano ammassi cellulari, che per la loro forma e disposizione furono ritenuti come residui di ipofisi, compresi nella cicatrice. L' A. cer ca di dividere i fenomeni dovuti all'atto operativo da quelli dovuti alla sop· pressione dell'ipofisi. Ritiene infatti c11e i di· sturbi del polso e del i~espiro siano dovuti al· l'apertura del 3° ventricolo ed alla conseguente diminuzione della pressione endoventricolare, per la fuo1~it1scita del liquido cefalo-rachidiano. Il coagulo che si forma sull'apertura del 3° ven· tricolo e la chiusura di questa apertura hanno per conseguenza il_ristabilirsi della pressione endoventricolare, che in primo tempo, per la iperemia che si era stabilita, viene ad essere maggiore del no1·male e ciò spiega l' invertirsi dei disturbi del polso e del respiro. Il rito1·no al norn1ale della circolazione endo, rentricolare segna la sco mparsa dei disturbi anzidetti. Si me1·aviglia di non avere i·iscontrato ]a ipotermia, di cui parlano gli altri ed assicura di a.v er fatto minuziose ricerche colle quali ha notato solo leggiere oscillazioni della te1npe· I'atura, che attribuisce all'atto operativo. (6)

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Mette a carico dell'estirpazione dell'ipofisi i disturbi della motilità, la depressione psichica, la denutrizione, la cachessia e la morte, fenomeni che ritiene di natura tossica. Dott. F. LoFARO.

Ricerche istologiche sull'ipofisi di ani· mali nutriti e.on grassi alogenati e pri· vati dell'apparato tiro-paratiroideo. (Dott. R.

Riv. veneta di Scienze med., fase. V, 15 III 1903).

LuzzATTO.

L' A., dopo avere brevemente accennato agli studi principali, che riguardano la fisiologia dell'ipofisi ed ai suoi rapporti con quella dell'apparato tiro-paratiroideo, e dopo avere esposte le opinioni diverse dei molteplici spA· rimentato1·i sulla interpretazione di alcuni fatti sullo stesso argomento, fa una nota pre· 'rentiva, con la quale espone alcune sue ricerche istologiche, fatte sulla glandola pituitaria di cani nutriti con grassi iodati e bromati, e so· pravvissuti, per un tempo più o me)l.o lungo, all'ablazione dell'apparato tiro paratiroideo. Ha studiato le ipofisi di tre cani, a cui il prof. CoRONEDI, dell'Università di Sassari, aveva., alcun tempo prima, fatta la tiro-para· tiroidectomia. Dopo avere esposte, riassumen· dole dal lavoro pubblicato dallo stesso pro· fessore CORONEDI (1), le storie degli animali, sulle cui ipofisi ha praticate le sue ricerche istologiche, espone i i·isultati di tali indagini e viene alla conclusione che « in animali nutriti con grassi iodati e b1·omati e morti da 66 a 85 giorni, dopo l'asportazione totale del· l'apparecchio tiro-paratiroideo, non si riscon· trano modificazioni degne di nota. » Fa inoltre rilevare che nei casi descritti, non potendosi ammettere, dopo l'asportazione dell'apparato tiro-paratiroideo, un compenso funzionale da parte dell'ipofisi, si dovrebbe pensare che la comparsa tardiva dei sintomi caratteristici negli animali tireopri vi ed il prolungamento della vita di essi animali, possano attribuirsi all'introduzione nell'orga· nismo di molecole alogenate sotto forma di grassi iodati e. bromati. . . ., . Si riserva d1 esporre conclus1on1 p1u sicure, .quando pubblicherà il lavoro completo sul· l'argomento, dopo avere estese le sue ricerche specialmente su altri due cani, di cui uno è ope1·ato da circa due anni e l'altro da circa un anno, e dopo avere atteso i risultati delle indagini che fa il prof. CoRONEDI nel campo fisiologico. Dott. M. T. (1) CoRONEDI e MARCH~T;r1. L' a~lazio!1e co1~1P.leto dell, apJJarecchio tiro-paratzrozdeo 11 e1 co1ii 1it1fr1t1 co11

grassi aloqenah·. Rivista di patologia nervosa e mentale, 1902.


tANNo IX,

FASO.

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SEZIONE PRATICA

NEUROPATOLOGIA

può obbiettare che \llOn in tutti i casi si ha un aumento di voli1me reale del corpo pituitario, ma apparente, dovuto a una distruzione di esso per tumore cistico, degenerazione colloide, ecc. Ne deriva che le alterazioni della ghiandola pituitaria, con conseguente perdita delle sue funzioni è la causa dell'acromegalia e lo sviluppo del lobo anteriore ha una qualche funzione secretrice influenzante il metabolismo delle glandòla pituitaria. Contro di ciò le principali obbiezioni: che tumori del corpo pituitario possono esistere senza sintomi di acro· megalia; che l'uso terapeutico di Astratti di ghiandola pituitaria ha searso o negativo effetto sul co1·so della malattia. · Nella cura dell'acromegalia dobbiamo aver di mira due punti: 1° la cura delle condizioni locali, il tumore pituitario da cui dipendono i sintomi di pres~ione intracranica; vi si ripara a volte felicemente con la trapanazione; 2° cura dei sintomi dipendenti dalla mancata funzione della ghiandola pituitaria (acromegalia). In questo però non ci possiamo attendere i buoni effetti che si hanno nella cura del mixoedema in c1ti non si hanno sintomi locali dovuti alla presenza di un tumore. Buoni risultati si sono avi1ti invece con l'uso di est1·atto di ghiandola pituitaria unito a quello

Caso di act:omegalia .a cuta. (MITCHELL STEVENS. B1·it. med. Jou1·rt., 4 Iv 1903). Si tratta di una ragazza che, tre anni dop9 l' inso1'genza di un indebolimento di vista e di un forte dolore di capo intermittente, limitato specie alla regione frontale, cominciò a manifestare le note tipiche dell'ac1'omegalia nelle labbra, nelle palpebre, nelle mani, nella tiroide e nei piedi. Ricoverata nell'infermeria di Cardiff, il suo stato andò peggiorando. Fu colta da vomito, da convulsioni con spasmo clonico delle du~ parti del corpo durato due minuti, poi cacicle in istato semicomatoso per la durata di parecchie ore. Si praticò la trapanazione del cranio allo scopo di diminuire la compressione intracranica; si tolse un pezzo d'osso che comprimeva nell'area rolandica di sinistra. La paziente cadde in coma e morì. La sezione del cervello dimostrò la presenza di un grande tumore nella fossa mediana alla base del cervello, occupante quasi tutto lo spazio fra il Ponte, dietro i lobi frontali e lateralmente i lobi temporo-sfenoidali: era separato dalla parte destra e sinistra da una depressione longitudinal~. Il tumore si estendeva al di là della « sella turcica » e non esisteva più alcuna traccia del corpo pituitario. Integro il nervo olfattorio. Il chiasma ottico preso dal tu1nore e atrofizzato insieme al nervo ottico. L'esame microscopico dimostrò trattarsi di un sarcoma a piccole cellule rotonde. . In questo caso tipico di acuta acromegalia si devono distinguere due ordini di sintomi: 1° i disturbi della visione e la cefalea, ef· f etto del t11more intracranico ; 2° associazione dei sintomi acromegalici, specialmente a carico delle mani e dei piedi. Per ciò che riguarda la patogenp,si dell'a~ro­ megalia, due ne sono i punti principali: 1° Qual' è la causa della condizione acromegalica '? 2° Quali sono le sue relazioni col gigantismo'? Tali questioni sono state per molto tempo discusse, ma su di esse non c'è ancora accordo perfetto. Innanzi tutto si deve dire che l'ac1·0megalia non è in tutti i casi una malattia della ghiandola pituitaria: e allora si chiede: l'acromegalia dipende da una alterazione del corpo pituitario o l' ingrossamento di questo è llno dei fenomeni dell'acr9megalia '? Alcuni infatti considerano quest'ingrossamento analogo a quello delle mani e dei piedi. Ma si

di ghiandola tiroide, probabilmente però perchè

si trattava di casi in ci1i vi era concomitanza di manifestazioni mixedematose. Per ciò che 1~iguarda le relazioni che corrono fra acromegalia e gigantismo, è interessante il fatto che circa il 20 °/~ degli aoromegalici sono giganti e anche che circa il 14 °/0 dei casi di acromegalia, cominciano dopo i 20 anni. Se poi vi ò assenza congenita della tiroide, si ha cretinismo con nanismo; ciò sta a dimostrare che la mancanza del~a funzione pituitaria conduce ad un accrescimento con ritardata unione delle epifisi e che la mancanza della funzione tiroidea ha effetto contrario. I casi poi di ac1·omegalia in cui non esiste il gigantismo, si possono interprf'tare ammettendo una probabile coesistenza di mancata fun~ione tiroidea che non permette uno sviluppo eccessivo. Dott. ANGELO PIAZZA. '

I

Caso di ~tcro111egalia <~ronica. (CATTLE. Brit. 71zed. Joz1,r·1ial, 4 IV 1903).

a . F.,

donna di 50 anni, aveva sofferto di cefalea da quattro anni prima di i'ecarsi all'ospedale. Nessun antecedente fa1nigliare, nè altro dato, fuorchè « un aspetto un po' acro· megalieo )) . Ricoverata, ebbe violenti attacchi parossistici di cefalea, a volte accompagnati (7)


1000

IL POLICLINICO

da vomito, dolori alle ginocchia, progrediente debolezza. Non note a.nemiche. L'esame obbiettivo rivelò una corporatura ingrandita, grande specialmente il capo, il naso, le labbra, le mani e i piedi. Esisteva ingrossamento della tiroide: polso a 120, bulbi oculari prominenti, non sintoma di Graefe. Prognatismo: sterno prominente, sul dorso nume1·osi piccoli tumori pigmentati di circa 6 cm. di diametro. Il caso è importante per l'assen.za dei segni oara.tteristici della compressione del chiasma e dell'aumento della ghiandola pituitaria : emianopia omonima, nevrite ottica od atrofia, paresi d~gli oculomotori, ecc. L'ingrandimento della tiroide spesso è associato all'acromegalia. Nel caso nostro, la tachica1·dia, l'esoftalmo, le pigmentazioni e l' iperidrosi potrebbero far pensare al morbo di Graves. Tale combinazione è anche stata descritta dal MuRR.AY. Poco son conosciute le affinità funzionali di ambo i dotti delle dl1e ghiandole. Sembra che la ghiandola pituitaria contenga iodotirina come contiene la tiroide ed è stata trovata aumentata nel mixedema e nel cretinismo. In tal modo la natura ste§lsa verrebbe a provvedere a una specie di compensazione da parte della tiroide quando è leso il corpo pitl1itario. Il timo è spesso, ma non invariabilmente, aumentato. Tuttavia vi son molte difficoltà e anomalie. L'opinione di PIERRE ~fABIE sulla patogenesi dell'acromegalia (la fa dipende1--e da una mancata f t1nzione della ghiandola pituitaria) ha ancora il primato. I casi ben eonosciuti in cui questo corpo era stato distrutto dal tumore senza con tl1tto ciò aver causato acromegalia, possono esser paragonati a quelli in c11i si aveva lesione delle capsule sur1·enali (specie per cancro) senza inorbo di Addison. L 'ac1·omegalia dunque presenta con quest'ultimo notevoli rassomiglianze, specie nella cattiva l"'iuscita comparativa col trattamento mediante gli estratti delle rispettive ghia-ndole. Riguardo al deco1"so dell'acromegalia si è desc1--itto: 1° un andamento benigno che può svolgersi durante un periodo anche di 50 anni; 2° lln andamento cronico al quale appartiene il caso sopra riportato ; 3° un andamento a.cuto della durata di 3-4 anni. In quest'ultimo, tumo1·i sarcomatosi della ghiandola pituitaria sono i fattori della morte. Dott. A. P.

( 8)

(ANNO

IX,

FASO.

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Contributo clinico alla dottrina della emianestesia alternante. (RAD. Medic.-cliir1irg. G·e1itral-Blatt, n. 15, 1903).

L' A. 1·iferisce il caso clinico di un uomo di 37 anni, alquanto bevitore, che nel pieno benessere, senza nessun disturbo p1·ecedente, tutt' ad un tratto, nel corso di una notte, lamentò pesantezza dolla testa, cefalea, vertigine e ' romito, e insieme presentò diminu· zione della sensibilità tattile, dolorifica e termica a carico delle estremità superiori ed inferi ori del lato si1zistr·o e della metà destra della faccia. Contemporaneamente si notò pure : tendenza nella deambulazione a cacl ere dal Iato sinistro ; riflesso della cornea a destra meno pronto che a sinistra ; solco nasolabiale di destra alquanto spianato. Del resto nulla di anormale negli altri organi; punto disturbi della motilità; riflessi tendinei intatti. L'infermo dopo 7-8 mesi dalla comparsa di questi disturbi · potè di bel nuovo attendere alle proprie occupazioni di operaio. Per· ciò che riguarda la patogenesi di questo caso di emianestesia alternante I' A. ne ripone la causa in un'emorragia della sostanza nervosa, emorragia che a st1a volta, dice, provocata dal vomito e favorita fo1--se dalla grande quantità di birra e di cibi ingeriti il giorno innanzi, i quali avevano potuto determinare un maggiore afflusso di sangt1e verso gli organi nervosi centrali. Che il vomito possa cagionare emorragie lo prova il fatto dei versamenti sanguigni sottocutanei ch·e spesso si osse1·vano dopo un accesso di vomito. L' A. d'altra parte esclude la ipotesi di un processo per avvelenamento da carni guaste, poichè in tal caso la sindrome f~nomenologica sarebbe stata diversa, ed inoltre lo stesso disturbo si sarebbe dovuto osserva1"'e in più d'una delle persone che mangia1·ono le stesse carni, siccome suole accaqere negli avvelenamenti in genere. La sede anatomica di questa emorragia cerebrale sarebbe, secondo l' A., nella metà dest1·a del ponte di Varolio, in cui appunto un versamento sanguigno colpirebbe tanto il nucleo d'o1--igine e le radici del trigemino quanto il vicino nt1cleo per il quale passano le impressioni sensitive della mètà sinistra del corpo, dopo di essersi incrociate nel midollo allungato, per portarsi ai centri corticali. In quanto alla leggera paresi del facciale di dest1·a l' A. fa due ipotesi : o essa dipendeva da una affezione morbosa sita in un


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SEZIONE

punto anatomico alquanto più profondo a li· vello del nucleo d'origine e· delle radici del facciale ; o dipendeva da un unico focolaio, il quale alterava nello stesso tempo il nu· eleo del facciale e le radici spinali del tri· gemino, poichè si sa che in seguito a lesioni di qt1este radici spinali del trig.e mino si pos· sono ave1·e disturbi della sensibilità nella metà corrispondente della faccia. Per l' A. sembra di gran lunga più verosimile ammettere che nel caso da lui riferito la paresi del facciale esistesse già prima della comparsa della emianestesia, e ciò perchè a motivo degli intimi rapporti di vicinanza tra il nervo facciale e l'abducente nel ponte non è possibile che si abbia una lesione del primo, rimanendo completamente integro ed inalterato il secondo. Dott. E. GuGLIELMETTI.

Sopra un caso di febbre (UGHETTI.

iste1~ica.

Rif 1nedica, 1903, n. 9).

PRATICA

1001 OSTETRICIA

L'isterectomia nell'infezione puerpernle. (I)OLERJS.

La Gy1técolo,qie . .A.vril 1903).

Il Policlinico ha già riferito largamente le conclusioni alle · quali intorno a questo argo· mento pervennero il LEOPOLD, il FEHLING, il TREUB, il TUFFIER nelle loro relazioni al Congresso internazionale ginecologino di Roma nel settembre ultimo. A quelle conclusioni si associa completamente l' A., accordando una limitatissima fiducia all'isterectomia nelle in· fezioni gravi post-partum. L' A . afferma che il t1..attamento efficace dell'infezione puerperale è il cu1~ettage immediato che riesce sempre quando è praticato dopo la prima elevazione termica , quando cioè il focolaio infetti,ro è ancora nella mucosa. I casi che resistono a questo trattamento e all'antisepsi rigorosa sono : 1° i casi trattati localmente troppo tardi ; 2° i casi insufficientemente trattati local-

L' A. crede che a q nesta forma morbosa si possa, anche a titolo provvisorio, conservare mente ,· il nome di febbre, quantu1tque di questo pro· 3° i casi d'intossicazione iperacuta n de· cesso essa non abbia che l'ipertermia. Ricorda corso rapido. poi le classificazioni che della febbre isterica Lasciando da parte quest 'ultima specie di si sono date, molto varie perchè tutti i tipi casi per i quali, lo si comprende, non può febb1~ili ne sono rappresentati. Ne passa in razionalmente proporsi la isterectomia, è nelle rassegna i varii sintomi, ed i più spiccati ca· altre due specie di casi che è possibile parratteri, trattenendosi specialmente sulla tem· lare di questo trattamento. peratura., in taluni casi straordinaria, sulla La clinica e lo studio anatomo-patologico dissociazione di quest~ dalla frequenza del delle forme puer·perali debbono guidarci di· cuore e degli atti respiratorii, e sul rallen· sentendo di questa terapia. tamento del ri<~ambio materiale. La clinica ci cleve persuadere che una ce· Tali caratteri sono appunto dall' A. stu- liotomia praticata in soggetto puerpHrale è diati in un interessante _ caso clinico, da lui operazione molto differente. da quella che si osservato e qui minutamente riferito, nel qual pratica per la cura di flogosi suppurate, anche caso l'ipertermia d11rò sei mesi circa, e per settiche, .anche virulente fuori dello stato più di tre mesi tenne un andamento regolare puerperale e la differenza sta tutta nella fa. oscillando tra :J5° 3 al mattino, e 44• 3, 44° alla cile diffusione dell'infezione dopo l'intervento sera. praticato nella pue1~pe1'a. Le temperature più alte coincidevano con L 'anatomia patologica c'insegna che si hanno diminuzione assoluta di urea e abbassamento · pe1~ solito due fo1~me anatom~c.he d'infezi~~e di densità dell'urina. puerperale: la forma lin/angztica e la flebitica Il caso dall' A. fu notevole non tanto per e che è nella fo1'ma flebitica che l'infezione l'altezza termometrica giacchè il massimo non si diffonde molto più lentamente e i--esta per fu che 44°, quanto per la durata; sotto questo molto tempo nello st1--oma uterino e nel para· rispetto è forse unico nella letteratura medica. metrio. È dunque - pensa l' A. - .solo in questi casi che forse la iste1'ectomia potr~bb~ essere utile quando con l'utero essa togl1era Prof. V. PENSUTI ogni focolaio infettivo locale e quan~o. non • si avranno focolai infettivi metastat1c1 lon· Sulle nevrosi dello stomaco tani o se vi furono, saranno già sp~nti-ste­ Volumetto in-8° grande, Lire 2. 50 rilizz~ti. Operando in altre condizioni noi c.T Indirizzare cartolinar-va.glia alla e Società Editrice Dan1e dobbiamo persuaderci che, lasciando da parte i pericoli stessi dell'intervento, noi faremo Alighieri > - ROMA ~

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IL POLICLINICO

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IX, F ASC. 321

sem p~re un'operazione azzardosa, opereremo stente la virulenza dei germi patogeni dell'in· • • • alla cieca, come se c1• acc1ngess1mo a ragg1un· fezione puerperale anche di fronte alla più gere in tutte le sue invasioni lln epitelioma alta resistenza dell'organismo e nonostante la pelvico gene1~alizzato. Con questa persuasione terapia che si era sperata risolutiva, quella non ci meraviglieremo di apprendere che al- appunto dell'isterecton1ia. cuni operatori ebbe1~0 tante morte qt1ante L' A vide la donna al 10° giorno del pro· operate o poco meno! cesso infettivo (sorto dopo un parto artifi· DoLERIS riferendosi alla sua statistica dei ciale), quando l'utero era già quasi fissato da . casi. . di donne morte per infezione pt1erperale ispessimenti ed indu1·amenti parametrali. negli ultimi 5 anni, potè constatare all'autopsia Un curettage ed un ecouvillonnage migliorache solo in due casi le malate forse ,, avreb- rono per poco le cose e l' A. si decise per bero potuto esser salvate con l'isterectomia, il l'isterectomia iniziata per vagina, terminata focolaio infettivo essendo rimasto in esse pe1· addome. esci usivamente par ieto-rete1·ino. Le condizioni della puerpera non miglioraIn tutti ·gli altri casi la molteplicità delle rono per questo, nè la temperatura cessò Sll· lesioni toglieva la possibilità di parlare solo bito di esser febbrile chè in me.zzo ad alto di qualunque intervento, anche p1~eco ce, per· febbricitare dopo 5 giorni comparve un flem· chè al contrario era evidente in molti casi mone alla coscia destra nella sede di un'inieche le lesioni stesse dopo essere state diffuse zione di siero ed insorse1·0 minacciosi sintomi si erano progressivamente ristrett~e e limitate di congestione polmonare, edemi agli arti in· senza però cedsare di esser gravi, poichè ave· fe1·iori, formazione di vesciche purulente sotto vano u cciso le pazienti. In altri casi non si i calcagni, ed altri ascessi più o meno grandi poteva pur parlare d'intervento alcuno perchè alla gamba sinistra ed alla regione glutea le donne presenta tesi troppo tardi alla cura, destra. L 'apertura successiva di queste racerano condannate appena toccate. Negli altri colte -pu1·ulente fece mano mano cader la temcasi infine con decorso lento oscillante della p eratura febbrile e ricondurre la malata i11 malattia l' A. pensa che la variabilità stessa disc1·ete condizioni generali e tutto faceva della prognosi e la sua ince1~tezza interdicono spera1·e la guarigione completa, molto più che qualunque operazione grave. intanto (circa sei settimane dopo l'isterectomia) Sono stati oramai pubblicati circa un cen· era scomparsa ogni traccia di fatti parametinaio di casi di isterectomia nell'infezione trali. Ma d'un tratto le fu scoperta una per· puerperale, ma disgraziatamente sono stati forazione certo di natura settica del setto sénza discussione riuniti insieme i casi pili nasale e sopravvennero nuovi fatti dispnoici disparati : casi d'infezione dopo aborti e casi per un piccolo focolaio alla base del polmone dopo parti a termine o premat11ri, casi ope· destro. 1·ati nel 1° o nel 2° settenario di puerperio e In ogni modo le speranze d'aver salvato casi operati dopo 4 o 5 settimane, casi carat- questa donna non erano cadute .e l' A ..con· terizzati da un'infezione strettococcica ipera· fessa che in base a questa esperienza s1 accuta e casi sostenuti da un'infezione saprofi- cingeva a modificare le sue idee circa le intica o dipendenti da una flora patogena com- dicazioni deìl'isterectomia n elle infezioni puerplessa. . perali per ammetterle « ne!· casi ben precisi ~ Per risolvere in qualche modo la questione limitati nei quali l'infezione è a /orma fle~i­ del trattamento dell'infezione puerperale bitica o pioemica a decorso lento e pe1· q11,esto, in· sognerebbe fare una selezione dei casi pubdice sicu1·0 della resister1,za della malata ::. quando blicàti e stabilire di non pubblicare d'ora in· ·1a sua operata presentò i segni ~ ai una pl~u­ nanzi che i casi utili e completi nella loro rite purt1lenta e di miocardite e morì per sin: illustrazione clinica, batteriologica, anatomocope sotto la narcosi al momento c~e. le s1 patologica, ecc. L'A. cl1e da g1'an tempo perseg ue con spe- praticava la pleurotomia. Il pus pleur1t1co fu ciale amore questo problema, confessa che dimostrato strettococcico. Il fatto essenziale affermato da questo caso tutto ciò che egli sa dell'infezione puerperale lo ha semp1·e allontanato instintivamente dal· è che la donna era infetta al momento della, morte come il primo giorno, benchè da quasi l'idea di tentare l'isterectomia. Malgrado fosse in queste idee, si decise or 39 giorni non avesse avuto più temperature è quasi un anno ad ister ectomizzare una febbrili. L'A. conclude che l' isterectomia nell'infe. clonna per salvarla da un'infezione puerperale ed ora pubblica molto clettagliatamente zione puerpera.le deve esser sempre conside· • questo caso, perchè esso mostra qt1anto sia persi- rata come un'operazione insicura ed infida I

(10t


rANNO ix, .F Asc. H21

SEZIONE PRATICA

sempre azzardata, come del resto è ben affer· mato dalla statistica della sua mortalità che è del 90-95 oI o· Dott. e. MICHELI.

1003

'llCCADEMIE ' SOCIETA MEDICHE CONGRESS . I 9 RESOCONTI

PARTICOLARI

La salpingopessia.. (J. L.

FAURE.

La (iynécologie. A vril 1903).

Nella Ggnécologie FAURE 1-.ende conto di una operazione che egli ha fatto nel gennaio pas· sato e che gli ha dato buon risultato. Egli stesso dichiara di non sapere se altri ebbe prima di lui occasione di praticare questa tecnica ginecologica la quale principalmente consiste nella « sospensione con due o tre punti «

«

«

di catgzlt della parte della tromba che è pile p1·esso al padiglione al ligalnento in/1J,rtdibulo pelvico ».

La donna nella quale praticò questa salpin· gopessia soffriva violenti dolori contro i .quali era stato inutil~ ogni trattamento medico ed ... aveva gli annessi sani .ma caduti nel cul-disacco del Douglas completamente nascosti dall'utero un poco retro,rerso, ed ivi mantent1ti da fitte aderenze col retto, con le intestina e coll'utero. Dopo il distacco d elle aderenze che riuscì difficile, e in qualche punto i-.ichiese anche l'aiuto delle forbici, gli annessi erano facilmente riportati n el loro stato anatomico, ma rilasciati tornavano a cadere nel « Doziglas » ed ivi, l' A... pe11sava sarebbero rimasti presto fissati da nuove aderenze. Per ovviare a questo inconveniente il FAURE ebbe l'idea di sospendere le trombe al ligamento infundibulo pel,rico, il quale come è risapt1to va a fissarsi sul « dist1·etto superior·e del ba· ci1io » . La tecnica è naturalmente semplicissima ed è eseguita passando i punti di sutura tra il rivestimento peritoneale dal ligamento al terzo esterno della tromba. L' 1\... osservò che la doppia salpingopessia valeva nel suo caso a mantenere il fon do del· l'utero nella sua posizione normale. La guarigione fu i-.apiùa, completa. La sospensione delle trombe, pensa l'A., non deve disturbare in alcun modo i movimenti del padiglione tubarico, che resta libero e conserva i suoi fisiologici rapporti con l'ovaio, ed in caso di Sl1ccessiva gravidanza non de,re produrre inconveniente alcuno essendo il legamento infundibulo pelvico trasportato con la tuba nel movimento d'ascensione del fondo uterino. Dott. C. M.

Recentissime pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. 6 Indirizza.re richieste con CartoJi.na-vaglia alla Società Edl trlce Dante Allghlerl - Roma.

.

.

,

Trattamento del piede torto. Relazione del prof CESARE GHILLINI al XJTT Oo1zg1·esso internazionale di Medicina in .Mad1·icl ' 23-30aprile1903. E a grande onore che ascrivo la mia nomina a rappresentante dell'Italia per l'orto:pedia. Fui forse indicato dall'essere amante delle lotte scientifiche, alle quali molte volte presi parte, e di ciò mi . compiaccio, perchè è dalla lotta serena che scaturisce il vero .. L 'ortopedia scientifica nacque appunto in un periodo di lotte gigantesche. Al principio del secolo xrx, mentre Volta di Pavia e Galvani di Bologn_a combattevano sul campo dell'elett1--icità; Scarpa e gli anatomici di Pavia combattevano contro Galvani e gli anatomici di Bologna, sulla strutt11ra delle ossa. Ed è per· Scarpa coi suoi studi sull'anatomia patologica del piede torto, che l'orto- · pedia abbandonò l'empirismo ed entrò nella via della scienza. Assai giustamente fu scelta questa defo1-.. mità a tema delle nostre diseussioni. Il piede torto, secondo alcuni, rappresentando una alterazione regressiva, ci avvicina ai nostri progenitori, come punto di 11nione colla famiglia dei primati, gli orang, il chim· panzè, i quali hanno l'astragalo assomigliante a quello dell'uomo affett? da piede torto (BESREL·HAGEN, HoFFA, ScHw ANN). Il piede torto fu inoltre più delle altre deformazioni oggetto di diligente studio, perchè valenti medici, che ne furono colpiti, si appli· carono alla ortopedia, con ingegno e speciale affetto. E questi medici furono V ANZEL, LITTI,E e HuNTLY e rappresentano nella terapia, i tre periodi storici più importanti: il periodo della meoc~nica, giacchè al V ANZEL furono applicati dal V ENEL i suoi apparecchi ; il periodo della tenotomia sottocutanea, giacchè il LITTLE fu operato da STROMEYER di Achilletenotomia; e il p eriodo delle sezioni all'aperto, giacchè l'HUNTLY fu operato col processo di PHELPS, e ttttti con ottimi risultati. (11)


1004

IL POLIO;LINIOO

[ANNO IX, F ASC. 32]

Al 19° congresso dei chirurgi tedeschi {1890) ' altre teorie, della torsione de11·esti..emità inil BERG}IANN non accettò la discussione sul feriore durante lo sviluppo; della ma11canza piede torto, perchè credeva la questione non di rotazione esterna. che deve normalmente ancora matura e questo ripeteva lo SPREN· avvenire nell'ultimo periodo della , . . ita intrauGEL nel 1896 al congresso dei naturalisti, in terina; delle malattie del feto, che dimin11iDresdà. scono la capacità di resistenza; delle malattie A. me pare oggi si possa francamente amdel sistema ner,"'oso. mettere il problema risolto. « Nous croJrons qu'une commune pathogénie Col nome di piede torto vanno comprese « réunit les deux grandes variétés des pieds diverse deformità; ma io non mi occuperò che « bots congénitaux: sans impotence et a,~ec di quella che va generalmente sotto questo « impotence. nome e cioè del piede varo-equino. « Cette origine commune se trouve dans Si distinguono due g.r andi classi : con geni ti « les lésio n s du s~'"steme nerveux centrai ou e acquisiti, ma io tratterò solamente della « périphérique: lui seul est capable de p1·0forma più f1·equente e più interessante, cioè « dnire les altérations qui conduiseut au pied del piede varo-equino congenito. « bot.C'est la théorie souteLue par GUÉRIN(1838), Il piede torto congenito, rappresenta il vero « BELL, DELPECH, CHARCOT, \TuLPIAN . (1870), adattamento della forma alle condizioni esterne; « LITTLE (1881) au Congrès de Londres. A la vera dimostrazione dell'influenza della pres- « son appui, nous pouvons fournir de preuves sione sullo sviluppo delle deformità. « de première importance » . A torto I. WoLFF volle combattere la Quanto esclusivismo nell'opinione emessa teoria della pressione per ammettere che il d~ GrLLES DE LA TouRETTE·, nel 1896, la piede torto è un adattamento funzionale del quale è p11re oggi strenuamente sostenuta da piede alla torsione all'indentro dell'estremità ÀDAMS, MoRTON, FrscHER, VuLPms. inferiore. Io dimostrai, in via sperimentale e Riguardo all'anatomia patologica, mentre si colle leggi della statica, che la torsione della è quasi tutti d'accordo nell'ammettere una gamba, rappresentava l'adattamento dell'arto retrazione di tutte le parti molli al lato inalle condizioni statiche cambiate per la de- ter~o del piede, e relativo rilassamento al formazione del piede. lato esterno ; non si è punto d'accordo sulle Sento il dovere però di fare omaggio a questo alterazioni dello scheletro. Lo SCARPA con illustre ortopedista, citando le parole di un grande diligenza ha studiato le ossa del piede grande chirurgo., l'ALBERT, esso pure scom- •torto, e ha notato che l'astragalo è assai poco parso : « sebbene le osser·vazioni di BXHR, deforme, mentre, altri autori ammettono la KoRTEWEG e GHILLINI lasciano l'impressione massima deformazione in ques~'osso . che la teoria di WoLFF non regga più, pure Ed ora della cura. non si dimenticheranno mai i meriti di Ju« Peu d'affections chirurgicales out pl'O· LIUS WoLFF » . voqué l'invention d'un aussi grand nombre La forma dei piedi dei chinesi è un'altra d'appareils et de méthodes opératoires c1ue le chiara dimostrazione dell'influenza della pres- pied bot. Cette fécondité semble indiq11e1· q t1e sione, sulle deformità e ultimamente il PERTHES le succès, n'est pas la règle, que les résultats du traitement ne sont pas toujot1rs satisfail'ha illustrata con un forte st11dio. P e1' la patogenesi del piede torto devono sants. » Così diceva nel 1893 DELORl';, ma oggi ammettersi due fatti: l'esagerata posizione fisiologica di supinazione del feto, e la pres- credo di poto1' sostenere che il p~ede torto è sione intrauterina. Con ciò non si possono la deformità che più di t11tte le altre può escll1dere altre teo1'ie, che in certi casi hanno essere corretta, qualunque sia la gravità e valore, come l'arresto di svil11ppo, una dispo- l'età del paziente. J ouNG 1·iferisce per fino sopra la guarì· sizione difettosa primitiva del germe. In ap· poggio all'arresto di sviluppo, io, sperimen- gione spontanea di un caso grave di piede talmente ottenni un piede varo in seguito a torto congenito bilaterale. in un negro della lesione della cartilagine epifisaria inferiore età di 36 anni. Il DuPUYTREN accenna pure ·ad t1n caso di clella tibia, dal lato interno. Così si dica di (12)


[ANNO IX, F ASC. 32]

SEZIONE PRATICA

guarigione spontanea, in un ragazzo di 12 anm.• Il trattamento del piede torto congenito cominciò con manipolazioni e fasciature. « Quasi ce1·am fingamus , debemt1s et manibus in naturalem sedem compellere, et v inculo similite1-, non magna vi, sed leniter adclucere. » È il consiglio d'Ippocrate. · -Dalle fasciature si passa alle applicazioni di apparecchi costrutti cqn diversissime materie: guttaperca, gomma lacca, celluloide, cuoio feltro , cartone, legno, silicato, gesso, fe1·ro , ecc. Di 114 apparecchi meccanici lessi la de· scrizione da. VENEL e SCARPA., ad HoFFA e JunsoN. Dai puri meccanismi, si passa alle operazioni inc1·uente e cruente. Alle incruente appartiene il i·add1·izzamento forzato eseguito o colle mani o colle macchine. Il i·addrizzamento forzato manuale, proposto (la DELORE e TILLA ux, viene anche oggi usato su larga scala. Il LoRENZ dà g1·ande importanza al raddrizzamento forzato, tanto da crederlo il miglior metodo che coll'ail1to dell'achilletenotomia arrivi alla correzione di qualunque piede torto, a~che negli adulti~ senz'avere bisogno di ricorrere a metodi cruenti. Egli lo esegue a vari periodi, · p er vince1·e successi,ran1ente i va1·i componenti la deformità e lo chiama modellante. Nell'adulto però, e nel piecle torto recidivo degli adolescenti, adopera per la correzione il suo osteoclasta raddrizzante e così si arriva al secondo metodo : al radò1·izzamento colle macchine. Numerosi sono gli osteoclasti costrutti per piede torto (VELPEAU, HoFFA, ~ÉDARD, BRAD· FORD, THO)IAS, MoRTON, PHELPS, TRELAT, ecc.). Confesso di non averli mai usati, perchè prefe1·isco le mani, e, in caso negativo, i·icorro al metoòo cr·uento. E siamo alla tenotomia. Le p1·ime· operazioni di questo genere, dice BouvIER, rimontano fino al 1784, epoca in cui LoRENz, chirurgo ·di Francoforte, tagliò il tendine d'Achille in una giovane di 17 anni. USILENIUS pubblicò nel 1789 il caso. Nel 1811 il dott. MICHAELIS, di Merburgo, tagliò il tendine del tibiale anteriore. Nel 1812 SAR· TORI~s, del dt1cato di Nassau, tagliò di nuovo

1005

il tendine di Achille. Fino a DJ!;LPECH, l'incisione comprendeva i tegumenti ed il tendine . Fu questo chirurgo il primo che consigliò di recidere il tendine senza troncàre i tegumenti ; e nel maggio 1816 mis~ in esecuzione i suoi precetti. Il DELPECH. dopo 28 gior11i metteva in flessione il piede : lo STROMEYER, fletteva il piede dopo 10 giorni negli adulti, e 5 n ei fanciulli. BouvrnR nel 1835, in base alle memorie .ii MoLINELLI, di CLE~NT, e a' st1oi esperimenti sugli an.imali, eseguì la flessione del piede subito dopo il taglio del tendine e dimost1·ò egli stesso come il meccanismo della riunione fa vedere che l'allontanamento immediato dei due estremi del tendine non si oppone alla formazione di un nuovo tendine non meno capace dell'antico a sopportare lo sforzo ordinario dei muscoli. Basterebbe ripetere queste parole a coloro, fra .cui lo SHAFFER e SAYRE, che anche oggi consigliano di non riportare in talismo il piede, subito dopo l'achilletenotomia. Grande diffusione prese questa operazione, anche perchè fu eseguita al Little, e in Italia la praticarono n el 1837 il MORI; il BRUNI nel 1838 e il RrzzoLI nel 18±2. Altri tendini e l'aponevrosi plantare furono sezionati sempre in modo ·settocutaneo. Il metodo listeriano portò la vera i·ivoluzione nella chirurgia; ma mentre nella chirurgia generale si ebbero concetti conservativi, n·e lla chirurgia ortopedica s'insinl1ò una tendenza distruttrice. Nessun osso del tarso fu più risparmiato; enucleazioni, resezioni, fu- . . rono all'ordine del giorno; e in Italia non si eseguiva che l'astragalectomia e qualche resezione cuneiforme: MARGARI n e fu l'iniziatore. La demolizione dello scheletro non si eseguiva purtroppo nei soli casi di piede torto· inveterato, ma eziandio in bambini di tenerissima età, in cui lo scheletro non ha quasi defor• maz1one. Da questi eccessi operatòri, susseguiti da poco b1·illanti resultati si ritornò alla c11ra incruenta, cioè al raddrizzamento forzato manuale (HEINICKE, WoLFF, KoNIG), finchè il PHELPS annunciò, n el 188 i', al congresso di Copenhagen la sua operazione. PHELPS esegue prima la tenotomia &ottocutanea del tendine d'Achille, e m entre cerca di raddrizzare il piede colle mani o con mac(13}


1006

IL

POLICLINICO

chine, fa un taglio, che comincia in corrispondenza del malleolo interno e va fino al lato interno del collo dell'astragalo, e seziona tutti i tessuti che fanno resistenza, fino alla osteoto .. mia dell'astragalo e resezione cuneiforme del calcagno. Il processo di PHELPS ha portato davvero enormi vantaggi. Sono state consigliate varie modificazioni; il KIRMISSON dà grande importanza al taglio del legamento astragalo-scafoideo e il P ASCALE al taglio d.el legamento ad Y, calcaneoscafocuboideo. Per togliere gl' inconvenienti - piccoli se si v11òle - della larga ferita, furono consigliati: incisioni sottoc11tanee, LANE BA· f1HANAN; l'incisione lineare lungo il margine interno, BESSEL HAGEN, PANZERr; DESCHAMPS fa un lembo rettangolare; J ONAS un lembo a V , KELJ ,oK dal bordo esterno del piede. Io credo sia necessa1·ia l'incisione aperta., trasversale anche della pelle, la quale pure, per il suo notevole accorciamento, impedisce la perfetta correzione del . piede. Ohe la pelle sia stirata ne danno prova le lacerazioni che notarono il BRADFORD, HENSE~ e KoNIG nell'eseguire il raddrizzamento del piede. Alla tenotomia si è voluto sostituire l'allungamento tendineo da RUPPRECHT, BAYER, 0HA.· LOT, PoNCET, HrnBs, ma con poco ·vantaggio. « Un tendine tenotomizzato è tanto solido dice J ouNG - quanto un tendine che sia stato sottomesso alla trazione forzata » . Altre operazioni furono eseguite sui tendini; l'accorciamento, il'. trapianto, e la fissazione periostea, e possono servire nelle forme paralitiche. Il trapianto, praticato per primo da NICOLADONI, e da me introdotto in Italia, non fu che i·aramente applicato nelle forme congenite. Il VuLPIUS, in una 8ua memoria al 1° Congresso tedesco di chirurgia ortopedica, riporta una statistica di 23 casi, descrivendone però solo 4, con buon resultato. Il 01rRc10 ne pubblica 7 casi; ma per ottenere una buona correzione ricorre al raddrizzamento forzato , applicando un apparecchio in posizione iper· cor1·etta. Un'operazione di passaggio fra il trapianto tendineo e l' artrodesi, è quella consigliata da DRONIK e poi abbandonata e i·imessa oggi in onore da Oonrv11,LA ; cioè la fissazione perio· stea dei tendini trapiantati. Non fu fatta ancora alcuna applicazione nelle forme congenite. F1·a gli atti operativi cruenti, debbo da (14:)

LA~NO

IX, FASO. 32]

ultimo ricordare l'artrodesi, di cui siamo debitori all' ALBERT. Se nelle forme ciondolanti, che sono quasi sempre acquisite, ha notevole importanza e giusta applicazione; rarissimamente viene eseguita nel piede torto co:p.genito. Vengo ora alla conclt1sione fondata sulla • • mia esperienza. Nel piede torto congenito, io intervengo fin dai primi giorni della nascita con manipolazioni e poi col raddrizzamento forzato manuale, e se non è possibile la correzione, anche al· l' età di un anno, Bseguo l'operazione di Phelps; cioè achilletenotomia e incisione, all'aperto, di tutte le parti molli, che oppongono 1·esistenza, fino - se è necessario - all'apertura dell'articolazione mediot~rsea di Ohopart. A due problemi si d~ve rispondere per ottenere una buona correzione. Il 1° è di togliere tutti gli ostacoli che si op· pongono al raddrizzamento completo; e siccon1e solo raramente, cioè nei casi inveterati, questi ostacoli sono dati dalle ossa, così è quasi sempre sufficiente l'operazione del Phelps. E quando sia necessario l'intervento sullo sche· letro, si deve - dopo avere eseguito il pro· cesso Phelps - asportare quella parte indi· spensabile alla 0orrezione. Non si possono dare regole sulla tarsotomia o tarsectomia parziale o totale, giacchè assai varie sono le deformazioni, ma è certo buona norma, conservare lo scheletro il più possibile. Il 2° problema, il più importante, è di mantenere il piede in posizione corretta, e questo si ottiene colla lnnga applicazione di ~pparecchi.

Dopo il taglio. applico subito una stecca di legno ad angolo retto; dopo otto giorni faccio la 1a medicatura, e sostituisco alla stecca un apparecchio gessato, mettendo il piede in po· sizione ipercorretta. Dopo otto giorni pratico una finestra in corrispondenza della ferita e medico. in questo modo fino alla cicatrizzazione completa. Mantengo il gesso - che rin· novo però ogni mese - per molto tempo e, in bambino di due anni , fino a sette mesi. Non ho mai avuto inconvenienti. I risultati sempre ottimi e per la forma e per la fun· zione · e non ho mai eseguite operazioni sullo scheletro per piedi torti congeniti. Ottenni per· fette co1Tezioni anche in pazienti di 16 anni col metodo suddescritto. E ora finirò citando il consiglio di BROD·


[ANNO IX,

FASO.

32J

100i

SEZIONE PRATICA.

r cioè di evitare possibilmente operazioni ossee, come causa di deturpazioni, giacchè il piede torto congenito è piuttosto un'affezione dei mussoli che delle ossa.

HURSE 7

OSSEltVAZIONI CLINICHE •

Un caso di sifilide gravissima guarito colle iniezioni endovenose di sublimato (metodo Baccelli). Pal dott.

ROSARIO BARTOLOTTI.

Eccone brevemente la storia: S... S... di S erafino, campagnuolo, di anni 27, celibe. da Reitano. Ha il padre ed un fra· tello viventi e sani ; la madre morì di pneu· monite alcuni anni addietro. Nella sua anamnesi remota nulla rammenta degno di nota; ali' età di 20 anni prestò il servizio militare e fece parte della spedizione del Baldissera in Africa. Durante il servizio contrasse delle malattie veneree di lieve entità, al dir di lui, e fra esse rammenta di avere avute delle ulceri. Ritornato al suo paese, menò una vita assai scapestrata ed ebbe a subire nuove infezioni veneree e nuove ulceri, delle quali si dava • poco pensiero. Circa un anno dopo l'ultima ulcera contratta cominciò a deperire fisicamente ed a soffrire periodicamente dei dolori. Ignaro della vera causa non se ne curò punto e continuò nel medesimo tenore di vita fino a che, colpito da atroci sofferenze, fu ob· · bligato a tenere il letto. Chiamato a visitarlo trovai : colorito pallido, sviluppo scheletrico normale, pannicolo adi· poso scomparso, masse muscolari flaccide e dolenti; sistema glandolare ingorgato; sulla faccia macule rotondeggianti di colorito rosso rameico; alla coda del sopracciglio destro un piccolo tumoretto di colorito rosso ct1po; ma· cule sparse su tutto il corpo, ed alcune di esse in via di desquamazione; papulette rosse e puntute sulla volta _palatina, papt1le più grosse ed ulcerate sull'istmo delle fauci ; intenso eri· tema faringeo ed afonia quasi completa. Il paziente era obbligato ad una assoluta immobilità per i fierissimi dolori che si sve· gliavano al più piccolo movimento, e forte . mente ostacolata n'era la deglutizione. Sede di dolori acerbissimi era l'avambraccio destro che, tumido e di colorito rosso cupo fino alla punta delle dita, era completamente insensibile al tatto e assolutamente ine1'te. Nell'urina niente di patologico.

Data questa sintomatologia, la diagnosi di sifilide costituzionale al p eriodo secondario si imponeva da sè stessa. Piuttosto per l'intensità dei sintomi biso· gnava vagliare fra i diversi metodi di cura quale fosse il più conveniente. Detti la preferenza alle iniezioni di calome· lano, come quelle che, agendo più intensa· mente, avrebbero i)otuto più presto far regre· dire il morbo. · Non ebbi che a lodarmene, poichè appena alla sesta iniezione cominciò a tornare al pa· ziente la voce, scomparvero le papule nel cavo orale e le macchie sul corpo, ed esente di dolori potè alzarsi e fare un modico rrioto. Gliene praticai ancora altre dt1e, ed avrei voluto arrivare almeno a dieci,- ma egli si oppose per le forti sofferenze che gli arreca· vano. Stimando opportuno di fargli respirare l'aria di campagna, pel deplorevole stato in cui erasi ridotto ve lo inviai, prescrivenclogli del protoioduro di mercurio in forma pillolare, della china, del ferro e dell'arsenico, colla raccomandazione però di ritornare dopo 2 mesi per sottoporsi ad un altro ciclo di iniezioni. Se non che., vedendosi egli in buona parte rifatto, credette di poter trascurare il mio consiglio, e continuò semplicemente la cura ~olle pillole. Ma proprio ai primi di marzo dell'a~no scorso mi viene condotto a Santo Stefano in uno stato da far pietà : era assolutamente impos· sibilitato a muqversi per acerbissimi dolori agli arti inferiori e più specialmente . all'arto superiore destro. La nutrizione era nuovamente assai scaduta ed un'accentuata anemia lo travagliava. " Volevo ricorrere di bel nuovo alle iniezioni di calomelano ma egli si oppose, memore delle sofferenze a'rutene ; dovetti appigliarmi alle iniezioni ipodermiche di sublimato ed alle fri· zioni merc11riali, ma non ne ebbi il benchè minimo vantaggio. Gli feci parecchie applicazioni di corrente continua, ma tutto era vano: i dolori persistevano sempre. Sfiduciato l'infermo di queste cure, avendo inteso raccontare mirabilia della stufa del MAN· NINO, volle recarsi in Palermo a sottoporsi alle fumigazioni mercuriali, non ostante io gli avessi fatto capire che non ne avrebbe cavato un ra. gno dal buco. E difatti dopo 15 giorni mi torna in uno stato più deplore,role di prima giacchè continuavano colla medesima intensità i dolori. e la profusa sudorazione, in dieci fumigazioni. cui si sottopose, lo stremò completamente. Per un intero mese non volli praticargli cura alcuna, eccetto che qualche po' di mo1·fina nei gio1~ni di maggiori sofferenze; te~tai (15)


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[ANN0 IX, FAsc. 32]

IL POLICLINIOO

1

dop() i decotti dello ZITTMAN, e, falliti anco questi, stimai come sola ancora di salvezza le iniezioni endovenose di sublimato corrosivo. Cominciai colla dose di mezzo milligrammo e pervenni mano mano a 5 mmgr. Il risultato ne fu, direi quasi, immediato. Sin dalle prime tre iniezioni si calmarono i dolori all'arto destro, il di cui gonfiore scemò a vista d'occhio di giorno in giorno e scomparve anco quel colorito rosso cupo rameico che dalle dita si estendeva al gomito. Si ridestò la sensibilità, lo stato generale si faceva sempre più soddisfacente, finchè alla decima iniezione l'infermo, quasi rinato a no· vella vita, poteva ritornare alle sue occupa· zioni senza ~he da un an110 a q11esta parte abbia risentito il più lieve dist\lrbo, ed oggi anzi che l'ho riveduto nessuna traccia serba della gra-ye infezione celtica subita.

blimato non appena assodata la lesione iniziale, sublimato di cui eleva rapidamente la dose a 14-16-18 mmgr. ; che detto farmaco può essere introdotto nelle vene alla dose anco di cen· tigr. 2 al giorno e non solamente nelle sifilidi gravi ed incurabili con gli altri metodi di cura; ed infine che colle iniezioni endovenose fatte nel periodo primario iniziate al più presto possibile ed energicamente, facendovi seguire per alcuni mesi la cura secondo gli antichi metodi, si è al caso di fare abortire la sifilide in una proporzione che attualmente può stimarsi dell'80 °/ 0 dei casi. S. Stefano Camàstra, 26 febbraio 1903.

Come vedesi dall'ora riportata storia, buona parte dei diversi prepa1·ati mercuriali e ·i più in voga furono adoperati per le comuni vie fino ad ieri seguite senza che il paziente ;ivesse risentito quel reale vantaggio che i medesimi farmaci ar:>po1"'tano in buona parte ùi detti infermi. Se la · genialità del BACCELLI non avesse ardito affidare alla velocità della corrente sanguigna l'intensità d' azione dei farmaci eroici il mio _infermo e tanti altri con lui avrebbero pagato con la vita il funesto 'contributo all'in· f ezione luetica. La sua azione quindi è rapida e diretta, come rapidi e sorp1"'endenti ne sono i i·isultati. Nel mio infermo credo che avrò impiegato in tutto tre centigrammi di sublimato corro· si,ro, che valsero a d ebellare un morbo, che aveva r esistito a parecchi grammi di mercu· rio, e che senza il metodo BACCELLI conterebbe adesso ttna , ,.ittima di più. Ave,ro appena terminata la presente me· moria quando mi giunse il Supplemento al Policlinico del 21 febbraio, fase. 17, _nel quale con mia personale soddisfazione leggo il rias· sunto di una nota intorno alle iniezioni en· dovenose di sublimato nella sifilide, pttbblicata dal chiarissimo prof. ToMMASOLI dell'UniverHità di Pale1~mo, il quale, dietro l'esperienza di 44 casi, è venuto alla conclusione di ritenere come metodo obbligatorio, e non di scelta o di eccezione, le iniezioni endovenose di su-

Un raro caso d'aneurisma falso traumatico alla piega del gomito destro.

t16)

OSPEDALE MJLITARE DI LIVORNO.

Nota clinica del dottor medico.

GIUSEPPE SANTORO,

capitano

L'originale traùmatismo arterioso capitato alla mia osservazione nel luglio scorso in qlte· sto ospedale, n1a più d.i tutto i suoi non comuni effetti prossimi, ed il suo decorso patologico, m 'autorizzano a non ritenere superflua la conoscenza della lesione violenta che andrò a descrivere, corredandola dell'intervento chirurgico da me eseguito, e di poche considerazioni cliniche. L. G., soldato di fanteria, il 2 luglio 1902, uscendo dalla camerata per prendere il rancio, a titolo di scherzo, colla mano destra volle dare una spinta ad un suo compagno che venivagli contro in direzione opposta, e che in quel momento era intento a curarsi le unghie delle mani con un coltello appuntito. Nel dare effetto allo scherzo l'avambraccio destro di L. fu esteso con1pletamente, ed in modo che la piega . del gomito corrispondevaall'altezza del campo della troppo volgare pulizia eseguita dal compagno colla punta del coltello. Comunque, per la naturale sorpresa seguita alla spinta, il compagno, movendo la mano destra che impugnava il coltello, riuscì, involontariamente s'intende, a ferire L. alla piega del gomito destro. Alla ferita, lung.i, cm. 1 1 / 1 , tenne dietro emorragia piuttosto discreta, pe1· cui fu creduto necessario l'intervento del medìco. Sulle prime, vista insistente la perdita sanguigna, e , tenuto conto de]la topografia, stimò conveniente il sanitario sbrigliare la ferita, forse anche col lodf'vole intento di passare subito ad un' emostasi definitiva: ma, diven·


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FASO.

321

SEZIONE PRATICA

tando sempre più esigue le proporzioni del· · l'emorragia, seduta stante, fu eseguita la su· tura delle parti molli scontinuate, e fu ap· plicato un ben adatto bendaggio, mettendo l'avambraccio ad angolo retto. Contemporaneamente l'ammalato fu lasciato a riposo e successivamente ogni giorno fu · rinnovata la medicazione, essendo la fascia· tura sempre un po' sporca di sangue. Al q11into giorno dal traumatismo in loco vulne1·is com· parve una tumefazione pulsante la quale non accennando a sparire, obbligò l'infermo ad entrare in quest'ospedale in dodicesima giornata. Al suo ingresso il soldato 11. aveva un tumore pulsante situato nel bel mezzo della piega del gomito destro della grandezza di una grossa nocciuola. Tale tumore col suo maggior diametro e1·a trasvers~le all'asse longitudinale del membro superiore, avea margini precisi e netti ed era spostabile limitatamente. La cute sovrapposta, di colorito cianotico, presentavasi tesa~ ed avea an~ora nel senso obbliqt10, e per l'estensione di circa 2 cm., le tracce della f e1·ita e della sutura praticata. N essu1t marezzamento venoso si vedeva in sito ; il tt1more pulsava in modo ritmico al1'itto cardiaco, e con battito espansivo, uniforme , totale, senza provocare all'ascoltazione un distinto soffio. Alla pre~sione leggiera la tumefazione riducevasi alquanto, senza far compa1·i1~e nello strato venoso superficiale del· l'avambraccio, o del braccio, alterazioni circolatorie degne di nota. P1·emendo sull'omerale nel solco bicipitale interno spariva la pulsazione alla piega del gomito, ma persisteva la tumefazione ; pre· mendo in toto l' avambraccio rendevasi più appariscente l'anormale battito. Il polso della radiale destra non era sin· crono alla sistole cardiaca; nessuna molestia provava l'ammalato, attiva o passiva, nessuna limitazione esiste,,.a ai movimenti dell'avam· braccio.

***

Senza dubbio l'accidentale trauma ripo1·tato dal soldato L. interessa,ra, in te1·mine gene· rico, l'importante circolo ~ascolare della piega del gomito, e, con giustificata naturalezza, s'affacciava spontanea alla mente l'idea d'essere di fronte ad un anet1risma artero-venoso, tanto facile a prod11rsi, una volta, dalle mani di certi flebotomi. · Il salasso involontario causato al L. faceva pensare ad una doppia lesione, venosa ed arteriosa, prodottasi al momento del trauma. Senonchè la direzione della ferita da punta e taglio, obliqua dall'alto in basso e dall'esterno all'interno, sebbene nel centro della piega del

1009

gomito, contrastava coll'idea d'una ferita si· · multanea dell'omerale e della mediana basilica. Più logico era ammettere una lesione arte1·iosa, ed una lesione della mediana cefalica, visto il parallelismo della ferita cutanea presso a poco con quello di questa vena, se pe1·ò, sottoposta ad essa, corresse un'arteria di una ce1·ta importanza, cosa che non è. D'altra parte le dime.nsioni, in dodicesima giornata, del tumore seguìto al traumatismo, molto inferiori a quelle che avrebbe raggiunto un aneurisma artero-venoso, l'assenza nell'avamb1.. accio e nella mano di qualsiasi visibile alterazione di circolo vascolare venoso, e la considerazione che il famoso M venoso, ·che, per semplicità mnemonica, si descrive dagli anatomici nel gomito fatto dalla cefalica, basilica, e rispettive origini, colle anastomosi terminali della mediana dell'avambraccio, non è matematicamente a distanze sempre precise, fecero escludere completamente la fe1·ita dop· pia artero-venosa. Inv·ece, sapendo l'arma feritrice della grandezza d'un comune coltello a punta, e, riflettendo che l'emorragia, per quanto discreta non ft1 straordinariamente copiosa, tanto è vero che l'ammalato restò in caserma 12 giorni, si sospettò che molto facilmente, e per brevissimo tratto, fu impegnata l'arteria radiale o la cubital~ al punto d'origine dall'omerale. La scontinuità arteriosa indubbiamente fu causa dell'emorragia immediata che seguì al traumatismo, e ad essa inevitabilmente) per le modificazioni dell'intima e pel coagulo formatosi in sito, tenne dietro la formazione di un trombo parietale, che, circoscritto jn principio forse dall'avventizia e dal lasso tessuto circostante, e! ovette necessariamente a poco a poco cedere innanzi all'onda pulsante, pigliando le parvenze degli anem·ismi falsi. E dico falso l'anet1risma, e non ve1~0, sia ]Jel momento etio· logico, sia pel suo decorso, e sia da ultimo perchè la sua parete non era costituita da tutto lo spessore del tubo arterioso. Nè era permesso pensare a quella lesione chiamata dai patologi e1natoma pulsante, giacchè, sebbene abbia comune all'aneurisma falso la causa traumatica, non è a margini p1·ecisi e decisi come qt1elli che presentava il tumore di L .. non offre una pulsazione espansiva e totale non è prograssi,ramente crescente, è sempre accompagnato da visibile ecchimosi. (17)


1010

IL POLICLINICO

***

Come co1·olla1~io logico della diagnosi d'anetl· risma falso sorgeva nat11rale l'idea d'un inter· vento chirurgico piuttosto sollecito, visto l'aumento progressivo del volume del tumorE:', e visto il lieve e persistente gemizio sanguigno, che da un momento all'altro poteva cambiarsi in inquietante emorragia. ·Così fu disposto, se· n0nchè, la decisione per un atto operativo fu anticipata a causa d'un'emorragia abbondante, comparsa senza causa e d'un tratto, al mezzodì del 13 luglio, gio1·no cioè susseguente all'en· trata dell'infermo all'ospedale. Fatta nel miglior modo la pulizia della parte, previa ischemia artificiale ottenuta con laccio elastico, applicat ~ nel quarto sl1periore del braccio destro, e p1·evia anestesia cocainica locale, seduta stante eseguii l'allacciatura dell'omei·ale nel suo terzo medio. Scelsi la legatura del vaso afferente all' a. . neurisma nel sito <l'elezione (metodo HtlJzter), piuttosto che a ridosso della patologica dila· tazione (metodo Antillo) per ragioni di oppor· tunità e tii convenienza. Allaccia1·e l'omerale nel terzo medio del solco bicipitale interno, ove è più accessibile, è operazione pii.1 spiccia che legarla alla piega del gomito, dove i tessuti erano già maltrattati un po' dalla ferita, un po~ dagli stravasi sanguigni, ed un po' dal· l'ulcerazione avven11ta nei margini non sicuramente asettici. Ma con generale sorpresa, pnr avendo inter· cettato la cor·r ente sanguigna nell'omerale con robusto filo di seta, e, pur essendomi varie volte accertato, togliendo il laccio elastico, che l'aneurisma non pulsava più, mentre mi accingevo alla sutura delle parti molli, incise da me, comparve in discreta quantità una nuova emorragia, chiaramente arteriosa nella ferita del gomito. · Tale fatto strano, o pe1~ lo meno non comune, che avrl'bbe fatto dubitare d'avere io non allacciata l'omerale, o d'essere innanzi ad un'anomalia, non ;rara, di questa nella sua terminale divisione, se, come .ho _detto, ripetutamente • non avessi constatato; a braccio non stretto, che l'aneurisma non pulsa,,..a tale curiosa manifestazione dico, mi decise a praticare subito la legatura i1i loco del capo afferente ed effe· rente dell'aneurisma (metodo antico di Antillo). Questa seconda operazione la feci anche perchè mi sovvenni che l'emorragia secondaria (18)

[ANNO IX, F ASC. 32]

non è rara negli aneurismi pel pronto stabi. lirsi del circolo collaterale (1). Sicchè, secondo le comuni norme. mi accinsi all'allacciatura della omerale nell~ piega del gomito, e trovai l'aponeurosi brachiale, tesa e sfibrata, sovrastante ad un grumo sanguigno a margini precisi, della grandezza d'una grossa noeciola, di consistenza molle, clel colore del cioccolatto, a superficie non liscia, libero nella faccia cutanea, lievemente aderente nella. faccia prof onda e poggiato, nella ~if orcazione precisa dell'omerale, sulle due arterie radiale e cubitale, colle quali facea corpo. Rimosso il circoscritto tt1more senza fatica, apparvero subito le sopradette arterie del volume. normale non pulsanti e con una soluzione di continuo per ciascuna di esse nella perife1·ia ct1tanea. I due fori a1·tificiali P.rano della lunghezza di circa 3 mm. allo a.tesso livello della parete anteriore, e si clirige,.,. ano, parti.c ola.re importante, quasi nel senso longitudinale o parallelo all~asse dei vasi. Ciò posto, assicuratomi che non esistevano rami collaterali nel punto delle ferite arteriose, e dopo . aver constatato che dai capi inferiori solamente gemeva ancora sangue, circostanza anche questa degna di rilievo, allacciai sopra e sotto alla scontinuità, con un solo filo di seta la radiale e la cubitale~ evitando di ma~trattare il mediano situato al lato interno p1~ima e poi posteriore. Da 11ltimo, assicu1·atomi della completa emòstasi, suturai le parti m<•lli nel miglior modo possil)ile, applicando anche qualche punto sulla scontinuità fatta dall'involontario feritore, e circondai tutto l'arto superiore destro con con· veniente bendaggio asettico. Il decorso post-operatorio non poteva essere migliore: il calore della mano destra si tenne normale, nessuna alterazione di nutrizione o di sensibilità manifestò l'ammalato alle dita per 11'.?-odo che il 29 agosto, guarito, potè usci1·e dall'ospedale. •

*

:;: . X..

Dal su descritto resoconto trovo non supe1·· flue alcune riflessioni. Dichiaro prima di tutto che le sorprese che ci riserbano i traumi in genere sono senza nu·m ero, per quanto abile e sottile diagnosticatore uno sia . .. (1) TILLAUX . Trattato di Anato111ia topografica, vol. I.


[ANNO IX, F ASC. 32)

1-011

SEZIONE PRATICA

Molte volte la diagnosi anatomica si finisce col farla de visz-t, giacchè l'intervento imme· diato s'impone sulla perdita di tempo pre· zioso in sottigliezze di~gnostiche. Ora, tornando al caso nostro, indubbia· mente un'arteria era lesa, ma due nessuno l'avrebbe sospettato, se si de ve tener calcolo dal sang11e perduto da L. in quantità, cliscreta sì, ma non inquietante. Invece le arterie ferite erano proprio due, e, secondo il mio modo di veder~e, fu proprio la fortuna ed il decorso consecutivo del trauma che ci permisero di visitare l'ammalato in 13a giornata. Ho detto la fortuna perchè le ferite delle arterie erano longitudinali e non tras1rersali, e dalla fisiologia sappiamo che queste, le rotture arteriose trasversali cioè, quando avven· gono, restano perennemente beanti per la retrazione delle fibre muscolari longitudinali prevalenti nella tunica muscola1~e delle arterie, al contrario di quello che avviene quando si hanno ferite arteriose longitudinali. Ho detto pure che le alterazioni consecutive al trauma, coadiuvate dalle condizioni anatomiche della regione del gomito, favorirono il nostro in· fermo, e spiego subito la mia opinione. Molto facilmente do1Jo la lesione violenta per l'e· morragia si formò un trombo parietale, il quale, tenuto fermo dell'avventizia, dal con· nettivo vicino, e dall'espansione aponeurotica del bicipite coll'annessa aponeurosi brae.hiale fece da tappo alle anormali soluzioni prodottesi. Se a questo s'aggiunge la sutura cutanea fatta d:tl medico il bendaggio protettivo e la posizione del braccio in riposo ad angolo retto, abbiamo vari elementi per spiegarci la formazione del}' aneurisma falso e l'emorragia discreta, ma mai profusa, avuta varie volte nell'ammalato. Naturalmente questo stato di cose non po· teva essere che precario. e noi, di ciò edotti, al primo accenno di perdita sanguigna credemmo utile intervenire radicalmente. Un'altra considerazione fermò la mia mente durante l'operazione. Ho detto perchè prescelsi l'allacciatura dell' omerale nel sito d' ele· zione, ora aggiungo che la legatura del vaso afferente ad un - aneurisma falso non .è rime· dio sicuro ed efficace~ e perciò se mi dovessi trovare di fronte ad un nuovo aneurisma trau· matico del gomito non indugerei m enoma·

mente ad allacciare i dt1e monconi nel sito della ferita, qualunque siano le alterazioni delle parti molli. E la ragione me l'ha data l'anatomia: il gomito, indipendentemente dal· l'arteria omerale e dalle sue due branche te1·· minali offre un circolo arterioso ben pronun· ziato formato dall'anastomosi delle 4 ricor· renti collaterali interne ed este1~ne o radiali e cubitali. Vi ha dunque, dice TILLAUX, attorno al go· mito un éircolo arte1·ioso completo, largamente aperto, che permette d'allacciare l' omerale senza pericoli, perchè stabilisce, aggiungo io, un rapido e facilissimo circolo collaterale. Così è successo a me: nel momento dell'allacciatura dell'omerale nel sito d' elezione, dalle ferite del gomito nqn s'è a'ruta più emorragia, ma, ristabilitosi il circolo collate1·ale, dai t1·onchi inferiori delle arterie scon· tinuate è riapparso il sangue in quantità tale che mi vidi obbligato alla legatt1ra delle arterie nel I uogo della ferita. E perciò, concludendo, nella cura chirurgica degli aneurismi veri p1~ef eriamo pure il metodo Hunter, ma negli aneurismi falsi lo po· sponiamo al metodo antico o di Antillo.

PI\ ATI CA PIl OFESSI ON AIJ E U11 nuovo segno pre1nonitorio e i·ivelatore dell'endocardite incipiente. Sono spesso i piccoli segni che ·permettono le diagnosi precoci, cioè veramente utili ; quando ap· paiono i grossi, spesso è tropp 0 tardi per curare le lesioni corrispondenti. A conferma di questo principio il prof. TEISSIER descrive nel Bulletin Médicàl del 28 febbraio cor· rente anno, un nuovo segno rivelatore dell'endo· cardite incipiente. E sso consiste in un ritardo sen· 1

sibilissimo della pzilsazione radiale s1ill' urto cardiaco della punta, quando sia esclusa, ben s'intende, ogni preesistente stenosi della mitrale. Questo segno fa parte del gruppo di sintomi che rivelano l 'eccita· bilità del miocardio o che dipendono dalla presenza di prodotti essudativi a livello delle valvole e che precedono sempre i soffii organici, cioè d'origine orifiziale. Egli ha osservato questo segno in 11na malata affetta da reumatismo articolare acuto re.c idivante . Ad un certo 1nomento il cuore divenne impttlsivo e si sentì n el secondo spazio intercostale sinistro, a

..

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1012

IL POLICLINICO

5 centimetri dallo sterno, un urto estremamente netto. EFa l'espressione dei battiti dell'orecchietta sinistra. N elio stesso tempo alla punta vera un doppio impulso. Paragonato al polso radiale, il secondo impulso, che era meno forte, era sincrono col bat· tito dell'arteria, di modo che il primo impulso, il più forte, quello che credevasi in clinica rappre· sentare l'urto della punta, precedeva nettamente la pulsazione radiale. TEISSI.EJR, basandosi su cardiogrammi, dà la se· guente spiegazione : il 1rero llr!o della punta, quello_ che corrisponde alla sistole ventricolare, dà luogo al secondo impulso ed è per ql1esto che è sincrono col polso radiale. Il primo impulso, che è ·dunquH presistolico, corrisponde alla contrazione dell'orec· chietta sinistra.. Nella sua malata questo primo im· pulso era sincrono co.n l'urto cardiaco percepibile nel secondo spazio intercostale sinistro, cioè col· l't1rto dell'orecchietta sinistra. Q11esto sintomo non è del resto che l'esagerazione di un fenomeno normale. CHA UVEAu e l\tIAREY hanno dimostrato infatti che le contrazioni dell'orecchie tta si traducono costantemente, sui tracciati d ella pulsazione carcliaca esteriore, con un noi evole scatto. Non v 'è dunque da meravigliarsi, quando v'è ipereccitabilità cardiaca, se si vede questo scatto più nettamente nei cardio· grammi e se ne ha perfino l1impressi_one tattile sotto forma di choc presistolico. È ciò che avviene all'inizio dell'endocardite. Nel caso di TEISSIER la .d iagnosi è stata co11fer· mata in seguito dalla comparsa dei varii segni della stenosi mitralica conclamata. . (Arclt. gé1i. (te J1féderine n . 18, 1903).

Condizioni c1·oniche circolatorie simulanti malattie i·enali e cardiache. G. ST.IDIDL richiama l'attenzione sopra una classe di malati i cui sintomi sono spesso male interpre· tati. Essi si lagnano di brevità di respiro ed infine, se trasct1rati, rivelano idropisia ed ingorgo venoso del fegato. L'esame dBl cuore non rivela malattia alcuna di quest'organo. Il polso è abitualmente leggiero e re· golare, un piccolo polso con prolungamento dell'onda di rimbalzo. Il cuore è debole soltanto relativa· mente al suo carico. Disturbi del metabolismo hanno alimentato le resistenze periferiche. Casi tipici di tal genere si riscontrano nel periodo climaterico. In presenza di grande stasi venosa anche grandi qt1antità di albumina nell'ur:ina con cilindri non bastano per la diagnosi di morbo di Bright. L'albuminuria si ha non solo nell'alta ma anche nella bassa pressione arteriosa. Questa ultima si tr·ov·a spesso in giovani soggetti di sesso maschile (201

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IX, F .A.SO. 32]

il ct1i sfigmogramma è molto simile a quello che spesso si riscontra nella comune anemia, essendo suoi caratteri speciali l'ampiezza dell'onda. di percussione e la piccolezza di quella di rimbalzo e la posizione bassa della dentellatura Hortica. Tali individui di solito sono deboli. L'albumina è meno abbondante o manca il mattino ed aumenta col prolungarsi della stazione eretta. L'alta tensione arteriosa deve e~sere trattata re· strigendo l'uso dei farinacei e degli alcoolici e. li· mitando quello dei liquidi nei pasti del mezzogiorno e della sera. La digitale è controindicata. È meglio lasciar tranquillo il cuore, affida.ndos i alla dieta opportnna ed all'attiva eliminazione. Utile è lo io· duro di potassio. Ottimi sono i tonici nella bassa tensione generale. (Jllerlical Cltro1iicle).

Sifilide del cuo1·e. La sifilide del cuore e clei vasi sanguigru, considerata un tempo così rara da non meritare l'attenzione del clinico, è oggi conosci11ta come 1111a conseguenza abbastanza frequente di una lesio11e specif~ca prin1aria. Secondo J. \V. RUNEBURG (Dentscll . 11ied. WocJi., genn. 1 e 8, 1903) le varietà che possono osser· varsi sono: le affe~ioni gommose dei 1rasi e dei mu· scoli cardiaci ed aortici con dilatazione aneurisma· tica. dell'aorta; le alterazioni coronarie con mioma· lacia e sclerosi del muscolo cardiaco (probabilmente è questa la malattia pi1ì comune) e la iniocardite gommosa diff t1sa. La sifilide cardiaca è caratterizzata da dolore anginoide occasionale o parossistico; da asma car· diaco, da contrazioni cardiache irregolari con suo11i cardiaci sordi e battiti indistinti, occasionalmente accompagnate da mormorii; raramente la malattia. può condurre ad ins11fficienza cardiaca con ipertrofia ·e dilatazione. Se si verifica in individt1i giovuni o di media età, senza sclerosi diffusa dei vasi At1perficiali e senza altro noto fattore ca11sale, specialmente se p116 rile,rarsi nell'anamnesi un'infezione sifilitica, il caso è 1nolto facilmente da ritenersi una sifilide cardiaca. Le statistiche di aneurismi aortici mostrano an· tecedenti sifilitici nel 56 all'85 °/ 0 dei casi. L' A. insiste sull'importanza di una diagnosi pre· coce che permette di fare una rapida e sollecita cura specifica, specialroen te necessaria in casi di arterite, aortite e dilatazione arteriosa. L ' .A. mette la mort!lrlità per sifilide del sistema circolatorio allo stesso li,re]lo di quella pe1· sifili ~e del sistema nervoso.


(ANNO

IX,

FASO.

32J

ov,,..ero:

APPUNJ'lll DI !J.lEl\APIA

.Amido • • • • Acido salicilico .

Cura dell'orticaria.

X egli Ann. de ThéraJJ., 1902, il dott. J ACQUET consiglia le seg11enti regole dietetiche e le seguenti cure, interna ed esterna. Regi1Jie. - Vegetale quanto più è possibile, le· gt1mi verdi, p11'rées di legumi, carni bianche, com· poste, ' rino bianco tagliato con tre quarti d'acqua di Vals, birra leggiera. Non liquori alcoolici od eccitanti. Nei casi ribelli, regÌm~ latteo assoluto.

Lassatlvi, purganti leggieri, diu· retici: tisana di gambi di ciliege, di gramigna ni· trata. Antisettici gastro-intestinali: naftolo ~' ben· zonaftolo. C[l,ra in terna. -

Ergotina . . . . . Estratto di genziana . Estratto tebaico . . . . E stratto di belladonna

1013

SEZIONE PRATICA

. . . . . . . .

. . cgm. 10 » . . o . . 1 . . mgm. 1

-

))

ì\I. s. a. per una pillola. - Di simili n. 20. Due al giorno. Granttli di azotato d'aconitina di 1/4 di milli· grammo . .... • Uno o due al giorno. Acqua distillata . . . • • • gm. 250 Bromur,> di potassio . • » di sodio . . • ,~ ana gm. 16 \ » di ammonio .

)1. s. a. Un cu ochiaio la sera. Bromidrato di chinina da 25 a 50 centgm. al giorno, per parecchi giorni. Non atropina. Acque llti1ierali. - Specialmente nelle orticarie croniche recidivanti: Vichy, Royat, Sange· • • m1n1. , ecc. Cura esterna. - Contro il prurito. Lozioni con aceto ; lozioni fenicate dal 2 al 5 per cento, lo· zioni ed applicazioni di compresse imbevute di de· cozione alcalina di guaco contuso al 5 per mille ; lozioni tiepide con una ~soluzione di acido monocloro-acetico 1 : 200; lozioni con Acqua . . . gr. 1000 A cqt1a c l orof ormata Cl f . oro orm10 . cgm. 50 con alcool canforato all'1: 1000.; con i ·Acqua. • • gm. 200 Lozione etfir ea • - • f Etere . • • • 100 con Acqt1a di lal1ro cera so • • • • • gm . 250 » 5 Cloralio • • • • • • • • • • con latte di mandorle. • Dopo le lozioni cospargere con polvere di a mido : Amido • • • • • • • • • • • gm . 50 • Ossido di ZlilCO 5 • • • • • • • •

~

))

gm .

50

10 Eccettuati i cas i di orticaria. cronica, nei quali i bagni prolungati caldi possono essere consigliati, non si facciano bagni, sopratutto freddi. Abban· donare anche le lozioni fredde. Impacco o·v attato e rn1etico. •

»

. Dosi 111assin1e dell'eroina. Nella letteratura queste sono assai diverse, per lo più alquanto elevate. Secondo l'elenco tedesco dei rimedi eroici la dose massima sarebbe di gm. O. 015. Anche questa però pare troppQ alta, poichè, secondo H ARNACK, l'eroina sarebbe assai più venefica della morfina. L e fabbriche di Elberfe1d hanno designato, secondo H ARNACK, la dose di gm. O. 005 alquanto alta e consigliano di impiegare dosi di cloridrato di gm. O. 003, di O. 01 pro die. Il rimedio per conseguenza va considerato fra i più venefici e dev e esser e perciò adoperato con grande cautela. (Plt. Ztg.).

Bo1·ato di soda i1tvece di acido borico . Invece delle soluzioni di acido borico si consi· glia nella~ M édeci1ie nioder1te di adoperare quelle di borato di soda, ch e sono meno irritanti per lavaggi della gola e ~argarismi.

Vini medicamentosi.

Vi1to di cascara sa,grada. - Estratto fluido di cascara desamarata 30, vino marsala 60, tint11ra di arancio composta 5. Vin~ diuretico. Squilla tagliuzzata 3, foglie digitale tagliuzzate 6, bacche di ginepro contt1se 30, acetato potassico 9, alcool 50, ·vino bianco 100. Dopo macerazione per 4 giorni si spreme e dopo riposo si filtra. (Boll. cliin1 . farni., maggio, 1903). L'olio di fegato di merluzzo per clistere. Tutti conoscono l'azione ricostituente effic acis · sima dell'olio di fegato di merluzzo. ESso ha però l'inconveniente del pessimo sapore che non lo fa tollerare dagli stomachi delicati e dalle nature impressionabili. N ella Médecine 1noderne si consiglia la sommini· strazione dell'olio di fegato per mezzo di clisteri. La mucosa rettale assorbe benissimo gli olii in precedenza emulsionati. Basta <?Sser\are le precat1· zioni segu enti : 1. D are il clistere tiepido a 38° circa. 2. Non iniettare una quantità di emulsione superiore ai 150 eme. 3. Fare 1 iniezione lentissimamente. {21)

-


1014

IL

POLICLINICO

4. Portare l'olio abbastanza in alto per mezzo di lma sonda molle di 20 cm. circa di 111nghezza. Si può adottare la formula seguente: Olio di fegato di merll1zzo. . Tuorli di uovo . . . . . Clor11ro di sodio . . . . . Acq11a . • • • • . . .

. gm. 500 . N. 2 . gm. 3. 50 . oO'fil . -=>.o

Per 3 clisteri. Fare prima l'emulsione e ql1indi aggiungere l'acqua salata.

Mistura contro le metror1·agie. Ew ALD formula la mistura seguente che ha tro· ·vato nella massima parte dei casi efficace: Acido fosforico . . . . . . . . . . grammi 5 Sciroppo di lamponi. . . . . . . .,, ?lO Un cucchiarino ogni due ore in un po' d'acqua. •

V .A:R.J:A Consigli pe1· non diventare nev1·opatici. -

Il clott. .P A TRICK consiglia a coloro che vogliono con. servare l'equilibrio del loro sistema nervoso le seguenti misure profilattiche : Bisogna proporsi uno scopo nella vita e reO'olare . o saviamente la propria esistenza, non pensare alle eh i mere, non rammaricarsi di ciò che non si può rifare, non 'roler giungere alla ricchezza o acqui· stare troppe cognizioni ; non andare in collera per delle piccolezze, non essere egoisti, ma amare il bene ed il prossimo. · Queste verità devono essere insegnate ai bambini fin dalla loro più tenera età. Il più grave errore della nostra educazione moderna è quello di iniziare i bambini ai piaceri ed alle distrazioni che non sono dell'eta loro, come pure di imporre loro doveri e .lavori che sono al disopra delle loro forze. (Médeci1ze 1noder1ie).

Nella cm·a del tifo. -

BERNSTEIN e DRYsDALL richiamano nel Olie1n. a1id Drugg. (n. 1203, 1903) l'attenzione sul frutto del mirtillo come rimedio assai utile nell'infezione tifosa. In forma di infuso o di decotto, q1testo frutto non solo eserciterebbe un'azione astringente ma anche un'azione · antisettica sull' intestino, favori· . rebbe la cicatrizzazione delle t1lcera.zioni e ridurrebbe '~osi notevolmente la durata e la oo-ra,Tità della malattia. Le ricerche fatte poi dal BERNSTEIN in unione coli' ANDREWS hanno dimostrato in modo evidente l'azione battericida di queste bacche, il cui ingresso nella terapia del tifo dovrebbe essere favorito, non a,~endo esse altre azioni secondarie sfavore,roli. (22)

[ANNO IX, F ASC. 32]

l\lJBRIGA DELL'UFFICIALE SANITARIO ed. J:GIEN'E

LABORATORIO

DI

BATTERIOLOGIA

E

MICROGRAFIA.

Direttore ~ prof. B. Gos10.

Le fi-·utta secche nell'igiene alimentare. Nota prim~dei clottori l'I.

G10RG1

e F. PAGANO.

Da molti sperimentatori si è rivolta l'attenzione ai pericoli che possono derivare alla salute pubblica dalle più com11ni sostanze alim entari come veicoli di microrganismi. A questo fine si sono fatte delle ricerche sul numero e sulle specie dei germi che in tali sostanze sono contenuti o ad esse aderiscono. Qualr.una di queste indagini, quale, ad esempio, quella sull'acqua potabile, ha avuto tale importanza da persuadere sulla necessità di t1na vigilanza permanente a mezzo di ricerche metodiche e continue per parte dell'autorità san i tari a. La ragione per la quale un siffatto trattam~nto non si è potuto estendere ad alt1~i aliment~ è senza dubbio da ricercarsi nella difficoltà che incont1~erebbe un tale servizio di vigilanza qualora gli si volesse dare . un carattere pubblico, benchè non minori, anzi forse maggiori sieno i p eri coli che possono provenire da taluni cibi usi a consumarsi anche crudi, specialmente da molti vegetali e dalle stesse frutta. E appunto la possibilità di tali pericoli ci ha mosso alla ricerca dei germi delle frutta secche, ricerca che non ci risulta essere stata ancora eseguita. Ci era già noto dal recente lavoro dell'EHRLICH sulle frutta fresche dal titolo ReiJ!tigung des Obstes vo1~ dem Genusse, non essere ingiustificato il timore che le frutta, a prescindere dai disturbi che può arrecare un consumo eccessivo cli esse, anche per il numero non indifferente di microrg~nismi e come eventuale veicolo di germi patogeni potessero ~ssere dannose alla salute. Ma ci muoveva ad estendere le ricerche dell'EHRLICH alle frutta secche anche il fatto che, mentre dalle impurità delle frutta fresche,_come bene osserva lo stesso EHRLICH in éonclusione del suo lavoro, è possibile salvagt1ardarci, sia pure in grado minimo, con la lodevole e ormai comune abitudine del lavaggio prima di mangiarle, q11esto trattamento non ha luogo nelle frutta secche. Vero è che l'alta temperatura e la lunga esposizione al sole necessarie al disseccamento contribuiscono, e notevolmente, a fai· diminuire il numero dei microrganismi che ad esse aderiscono, ma sono


(ANNo IX,

FAsc.

32]

poi tali e tante le cause successive di inqui· namento che in gran parte tali vantaggi sono neutralizzati. I continui passaggi da ' renditori a ' Tenditori e da ' renditori a compratori, i quali tutti, ma più specialmente i primi, hanno quasi sempre le mani non pulite e eventualmente possono essere affetti da .ma· lattie contagiose, la ll1nga esposizione all'aria e alla polvere delle vie, e sopratutto la superficie ' rischiosa di molte frutta secche sono tutte condizioni favorevolissime a un forte inquinamento che, d'altra parte, come abbiamo già osservato, non è possibile sia pure in parte, evita1~e, come nelle frutta fresche. Lo scopo delle attuali ricerche è stato pe1~ ora il calcolare solamente · il numero dei germi di ciascun frutto, non interessandoci per il momento alla questione se un frutto piuttosto che un altro offra un terreno di sviluppo favorevole ai microrganismi. U n p1~imo problema di tecnica da risolvere era quello di t1~0,.. are il modo di potere distaccare dalla superficie delle frutta, se non tutti, almeno la più gran }Jarte dei germi. Iniziammo a tale scopo llna serie di ricer ch e dalle quali risultò ahe, tenendo per un'ora circa delle frutta seccl1e in acqua distillata e sterilizzate e facendo di quest'aoqua delle semine in piastra, si aveva lo sviluppo della grande maggioranza dei germi, nel senso ch e, se

anche si prolungava il soggiorno delle frutta, le differenze in più e1~ano poco apprezzabili. Non riporteremo qui tutti gli esperimenti fatti per determinare questo punto per noi di capitale importanza, ma riferiremo soltanto quelli, dai quali potemmo trarre un risultato utile per le conclusioni finali . In l1na prima serie di esperienze furono portate ora in 100, 01·a in 50 eme. d'acqua due frutta, nelle altre ..uno solo: soltanto dell'uva prima si portarono quattro acini, poi due. Le frutta furono tenute per due ore circa nell' acql1a, che ve· niva di quando in quando agitata. Del liquido, dopo avere agitato ancora immediatamente prima del prelevamento, fu portato 1 eme. ora in 10, ora in 20, ora in 25, ora in HO, ora in 50 eme. d'acqua. Di tale diluizione, fu portato dopo dl1e ore circa in piastra ora .1/10, ora 2/10 di eme. Le prime semine furono in solo agar o in sola gelatina, poi in agar e gelatina al tempo stesso; nelle prime esperienze per lo più si sono adoperate due piastre. Fu calcolato il numero delle colonie corrispondente a ciascun frutto, riferendo alla soluzione ma· dre il numero delle -colonie rinvenuto nella piastra. Le nostre esperienze sono riassun~e nelle seguenti tabelle, di~tinte a seconda della di· luizione adoperata.

TAVOLA.

GIORNO E "'IESE

Frutta secc h e

della esperienza

sperimentate

Diluizione

11 febbraio . . . I

r

..

..

Due datteri . . . . .

Id.

1a piastra

Id.

Id. Id.

za. piastra

)' Quattro acìn i di uva . Id. Due castagne. . . . .

Id. l)ue datteri . . . . . Id . . Due prugne • • • • • Id.

Numero delle colonie

Terreno di cultura

In 100 eme. 1 eme. in 25 1 / 1 0 in piastra

Id.

I

I.

Due prugne . . • . . Due castagne. . . .

Due castagne. • • • • 12 febbraio ... / Id. Due fichi .. • • • • • Due prugne .•.. .

13 febbraio ...

1015

SEZIONE PRATICA

Id. Id. Id. Id.

Id. ld.

Id. Id. Id.

Id. Id.

Id.

1a piastra 2a piastra • •

1a piastra 2•i piastra 1n piastra za piastra 1a. piastra 2a piastra 1a piastra 2a piastra 1a piastra 2a piastra

8 3 -

100,000 nella prugna. 37 ,500 nella castagna.

104 155 3 2

- 1,300,000 nel dattero. - 1,937,500 nel dattero. 37,500 nella castagna. 25,000 nella castagna. 5 62,500 nel fico. 57 712,500 nella prugna. 73 912,500 nella prugna. 8 50,000 per acino. 43 268, 750 per acino. 11 137,500 nella castagna. 20 ·- 250,000 nella castagna. 26 325,000 nel dattero. 30 375,000 nel dattero. 35 44 1,500 nella prugna. 20 250,000 nella prugna.

I (2~)


-

1016

lL POLJOLI N I CO

.

TA Y"OLA

lA-NNo IX, FA.so. 32]

II. ...:..

GIORNO E MESE

-

I? rutta secche

della esperjenza .

Diluizione

sperimentate

- Terreno

di cultura

~ umero

delle colonie

.

Un fico

14 febbraio . . .

Agar 1a piastra

36 -

90,000 nel fico.

Id.

In 50 eme. 1 eme. in 10 2 I 10 in piastra

Agar 2a piastra

39 -

Quattro acini di uva .

Id.

Agar

27

97,500 nel fico. . 16,875 per acino.

Una prugna .

Id.

Id.

39 -

97 ,500 nella prugna.

• • • • •

Id.

Id.

• • • •

• • •

Un dattero

• • •

I

Una castagna

• • •

Id.

TA"VOLA

GIORNO E MESE

Frutta secche

della esperienza

• • <

Id.

400 - l ,000,000 nella castagna.

III.

Diluizione

Terreno di cultura

ln 100 eme. 1 eme. in 20 1 I 10 in piastra

Gelatina

• • • •

Id.

Id.

17 - 340,000 nella oliva.

Una castagua . . • .

Id .

Id.

40 - 800,000 nella castagna.

Una prugna . . . . .

Id.

Id.

8 - 160,000 nella prugna.

sperin1enta.te

• •

28 inarzo. . .

400 - 1,000,QOO nel dattero .

Una oliva

• •

TAVOLA

Numero delle colonie

28 - 560, 000 nel fico.

IV. .

...:..

GIORNO E l\IIESE

Frutta secche

della esperienza

Diluizione

Terreno di cultura

In 100 cn1c. 1 eme. in 25 1 / 1 0 in piastra

Agar

Id.

Gelatina

Id.

Agar

3

15Ò, 000 nel fico

Id.

Id.

Gelatina

9

450,000 nel fico.

Due acini di uva ••

Id.

Agar

Id.

Id.

sperimentate

\ Un ditttero . • .

• • •

Id. Un fico . . -.

80 marzo.

• • •

Una castagna

...-

Id. Una oliva .

• •

Id.

I

Una prugna •

Id.

• •

• •

Nu1nero delle colonie

16 -

800,000 nel dattero

153 - 7,650,000 ner dattero.

1 -

25, 000 per acino.

Gelatina

2

50,000 per acino.

Id.

Agar

2

100,000 nella castagna.

Id.

Gelatina

4 -

200,000 nella castagna.

Id.

Agar

2

100,000 nella oliva.

Id.

Gelatina

1 -

50,000 nella oliva.

Id.

Agar

1 -

50,000 nella prugna.

Id.

Gelatina

14 -

700,000 nella prugna.

I

~~~~~~~~~~~-

(24)

-


[ANNO IX, FASO. 32]

TAVOLA

GIORNO E MESE

V.

li"' r u t t a se e e h e

della esperienza.

Diluizione

Terreno di cultura

In 100 .eme. 1 eme. in 50 1 I 10 in piastre Id. Id. ld. Id. Id. Id.

Agar

Nun1ero delle colonie

sperimentate

I Un dattero. 1

31 marzo. . . . •

I•

• • • •

Una oliva •• • • Id. Una prugna . • • Due acini di uva Id. Una castagna • •

I•

• •

TAVOLA

GIORNO E MESE

Frutta secc h e

della esperienza.

Agar Gelatina Agar Agar Gelatina Agar

20 - 1,000,000 nel dattero.

28 -

3 4 -

12 4 -

100,000 400,000 150,000 100, 000 300,000 200,000

nella oliva. nella oliva. nella prugna. per acino. per acino. nella castagna.

VI.

Numero delle colonie

· Dilu izione

Terreno di cultura

In 50 •eme. 1 eme. in 50 1 / 10 in piastra Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id.

Agar

46 -

Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Id. Id. Id. Id. Id. Id.

100 -

Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id.

Id. Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina

10 10 -

sperhnentate

Un dattero. • . . .. Id. Una prugna . • Id. Una oliva .•. Id. Una castagna • Id. Un fico ...• •

1 aprile • . . . .

• •

• • •

• •

• • •

Id. Due acini di uva • • \ Id. Una prugna . • • • • Una oliva .. • • • • Una c~.stagna • • • • 11 aprile. . . .. Due acini di uva . . Un fico . . . • • • • • Un dattero. • • • • • 1

I

14 aprile. • . • .

1017

SEZIONE PRATIOA

Un fico. . . • • • • • Un dattero. • • • • • Id. Una prugna .. • • • Id. Una oliva •. • • • • Id. t' na castagna • • • • Id. Due acini di uva . . Id.

3 -

93 -

254 -

32 10 20 2 5 2

-

3 -

4540 -

8 -

231 1 -

58 -·

10 40 -

1,150,000 nel dattero. 2,500,000 nel dattero. 75,000 nella prugna. 225, 000 nella prugna. 75,000 nella oliva. 50,000 nella oliva. 125,000 nella castagna. 100,000 nella castagna. 75,000 nel fico . 50,000 nel fico. 125,000 per acino. 25-0,000 per acino. 50,000 nella prugna. 125,000 nella oliva. 50, 000 nella castagna. 37, 500 per acino. 100,000 nel fico. 13,500,000 nel dattero. 250,000 250,000 200,000 50,000 75 000 25,000 25,000 125,000 200, 000 125,000 500,000

nel fico. nel dattero. nel dattero. nella prugna. nella prugna. nella oliva. nel1a oliva. nella castagna. nella castagna. per aci110. . per acino. l25)

..


1018

IL POLIOLIN .lOO

(8eg1ie) GIORNO E MESE della esperienza

'

I

sperimentate

, Una cas_tagna ..

• • •

Un dattero. . . • • • Id. Un fico. . . . • . . . 16 aprile. . . . . ' Id. \ . Una oliva . • • • • • Id. Due acini di uva .. f Id. ! Una prugna . • • • • Id. I Un fico. . . . . . . . I Id. Una prugna . . . . . Id. Un dattero. . • • • • 17 aprile.. . . . ( Id. Una castagna • • • • Id. Una oliva .. • • • • Id. I Due acini di uva . .

VI.

Diluizione

Terreno di cultura

In 50 eme. 1 eme. in 50 1 / 10 in piastra Id. Id. Id.

Gelatina ·

12 -

300, 000 nella castagna.

Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar Gelatina Agar

15 32 -

375,000 nel dattero. 800,000 nel dattero . 50, 000 nel fico. 100,000 nel fico. 125,000 nella oliva. 250,000 nella oliva. 125,000 per acino. 125,000 per. acino. 50, 000 nella prugna. 125,000 nella prugna. 50, 000 nel fico. 125,000 nel fico. 100, 000 nella prugna. 25,000 nella prugna. 250,000 nel dattero. 1,125,000 nel dattero. 50,000 nella castagua. 100,000 nella castagna. 25,000 nella oliva. 300,000 nella oliva. 200,000 per acino.

Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id.

td. Jd.

. •

Id. Id. Id.

Id. Id. Id. Id.

Id. Id.

TAVOLA GIORNO E MESE

I.

Numero delle colonie

-

24 5 10 10 -

52 5 2 5 4 1 10 45

sperimentate

· Un fico

• • • • • • •

Un dattero.

• •

• • •

Jd. Una prugna .

I

Id. 7 aprile . . . . . ) ) Una castagna

• • • •

Id . Una oli'tla .

• • • •

Due acini di uva

Id.

• •

-

24 1 -

12 8 -

VII.

.

Frutta secche

della esperienza

(26)

IX, F .A.SO. 32]

Frutta secche

I

TAVOLA

[ANNO

Diluizione

Terreno di cultura

Nu111ero delle colonie

In 50 eme. • 1 eme. in 30 1 I10 in piastra

Gelatina

5-

Id.

Agar

40 -

Id.

Gelatina

Id.

Agar

10 -

150,000 nella prugna.

Id.

Gelatina

5 -

75,000 nella prugna.

Id.

Agar

2-

30,000 nella castagna.

Id.

Gelatina

2-

30,000 nella castagna.

Id.

Gelatina

4 -

60,000 nella oliva.

Id.

Agar

2-

15,000 per acino.

Id.

Gelatina

5 -

37,500 per a-0ino.

75,000 nel fico.

600,000 nel daLtero.

55 - 1,375.000 nel dattero.

..


[ANNo IX, F ASC. 32]

SEZIONE PRATICA

• Dalle esperienze riprodotte nelle tabelle disopra risulta la seguen.t e media di colonie per ciascqn frutto:

Datteri . P1·ugne . Castagne Fichi: • Uva • • Olive. •

1,921,710 200,522 194,875 152,333 138,272 136,666

Il maggior numero di cc,lonie si è osservato nei datteri, e di gran lunga superiore a quello delle altre fr11tta secche. Certam6nte a tali differenze numeriche ha potuto contribuire la s11pE>rficie più o meno estesa del frutto: ma vanno invocate anche altre condizioni più proprie di ciascun frutto , quali la .v aria acidità, la varia percentuale di so· stanze zuccherine e la varia assimilabilità di esse da parte dei microrganismi, la superficie liscia o rugosa, vischiosa o secca, ecc. Peraltro non sapremmo dire per ora in qt1ale misura esse abbiano potuto influire. Sulla q t1ali tà dei germi rinvenuti ci riser· viamo di fare uno studio a parte, per quanto ci sarà possibile esatto. Ma sin da ora possiamo dire che rilevante ft1 il numero dei cromogeni osservati che non di rado furono rinvent1ti dei batteri liquefacienti, che furono viste parecchie muffe, specialmente nell'uva, e che in qualche piastra ft1rono osservati dei germi del gruppo del bacillo coli. Maggio 1903. BIBLIOGRAFIA.

Obstes vor (le111 Genzisse. Archiv f1lr Hygiei:ie begrtindet ' ' On Pettenkofer, 41. Ba.nd, p. 152.

EHRLICH • .Rei1tig1i11g (/es

.

CENNI BIBLIOGRAFICI •

Resoconto statistico clinico di un triennio di esercizio chi1·nrgico nell'ospe· dale Umberto I, di F1·osinone. - C. Stracca,

Dott.

Lu1G1 DESANTIS.

edit. Frosinone. Questa pubblicazione ha il gran pregio di mo· strare a luce meridiana come oramai la chirurgia in mano abile possa raggiungere le più alte vette anche fuori dei grandi ospedali e delle cliniche, con mezzi anche limitati. L' A., un giovane e forte chirurgo, allievo della scuola chirurgica romana, ha potuto in questo modo

-.

1019

presentare pressochè un migliaio di cure phirurgi· che, eseguite nell'ospedale di Frosinone, da lui meglio disposto ed ordinato. Sarebbe interessante davvero, ma troppo lungo per' un cenno bibliografico, un ricordo anche sommario dei casi e delle operazioni descritte in questa pubblicazione, che, pur presen· tandosi con la veste modesta di una statistica, in non pochi punti acq~ista il valore d'interessantis· -sima lezione clinica. E sono davvero inter essanti le descrizioni degli interventi chirurgici sul capo fra i qt1ali una trapano-puntura e drenaggio dei ven· tricoli cerebrali laterali col processo di Mayo-Robson, modificato coll'impiccolimento della breccia cranica, per la cura di un idrocefalo congenito ed un intervento in un caso di frattura del cranio, che dimo· stra l'esattezza del freie Interval, intervallo libero dei tedeschi, n ella lesione della meningea media. Notevole il numero degli interventi s ulla mastoide, tutti con buon esito, anche n ei casi gravi; non pochi quelli sull'apparecchio visivo, nella faccia, nella bocca, nel faringe (flogosi suppurate di varia estensione, epiteliomi, ecc.), st1l collo, specie quelli sulle glan· dole; notevoli per il numero davvero grande, sulla glandola tiroide (gozzo, ecc.). Importanti gl' inter· venti sul torace per ferite penetranti, fra le quali una ferita del diaframma e del fegato, una del pe· ricardio ed una del ventricolo sinistro del cuore. L ' A ., già noto per un suo intervento con sutura del polmone in un caso di ferita penetrante del petto ct1rato qui in Roma nell'ospedale della Consolazione (Rifornta 1nedica 1894), mostra in questi interventi chirurgici tutta la st1a sicurezza chirurgica. N urne· rose sono le operazioni sulle mammelle (flogosi ·sup· purate, epiteliomi) e quelle per la ct1ra di raccolte pleuriche purulente. Nella chirurgia addominale trovansi descritti in· terventi arditi ed efficaci per la cura di ferite pe· n etranti, di ascessi del fegato, della fossa iliaca., peri· e sottodittframmatici, per la cura delle ernie; interventi laparotomici pèr ferite penetranti con le· sioni viscerali, per stenosi-piloriche, per strozzamento dello stomaco erniato in una ferita diafram· mati ca, per idropeasci te da cirrosi epatica, per la quale fu praticata con bt1on esito la deviazione por· tale alla Talma, per volvolo del cieco, per neoplasmi, per tubercolosi peritoneale, per tumori e prolassi del· l'utero, per gravidanza estrauterina, per cisti ova· riche, ecc., notevole un caso di ascesso dell'utero. Ricchissime sono le descrizioni delle cure chirur· giche per le malattie degli organi genitali maschili e femminili (fra questi ultimi, interessanti dlte casi d'isterectomia vaginale per epitelioma). Numerosi e felici gli interventi ostetrici. N all'impossibilità in cui siamo di dare esatto rag· guaglio anche solo delle operazioni, degli inter· venti che hanno veramente alta importanza clinica, ci piace, di chiudere questo cenno bibliografico espri· mendo l'augurio che la pubblicazione del DESANTIS c27)


1020

IL POLIOLINIOO

sia letta da molti giovani chirurgi che vivono nei piccoli centri. Essa fornirà loro non pochi utili am· maestramenti. C. M .

L' « Ischias » nella pratica pro· t•essionale. - Editore: A11gust Hir~chwald . Berlin, 1903. .

FEDDERSEN.

Si tratta di una piccola ma completa monografia I"'iguardante la nevralgia del n. ischiatico. L' A. premette brevi nozioni cli ricordo ri· guardanti l'anatomia di questo nervo, che ha un decorso molto esteso, e passa quindi a dire d.elle cat1se che possono p1·otlurne le affe~ioni; cause che sono molto complesse e svariate: trau1natismi, infezioni e intossicazioni, anomalie del ricambio della materia. L' A. tratta poi partitamente di tutti i sintomi; li discute e ne spiega la causa e l'ori· gine; ·tratta della diagnosi, specie di q nella differenziale fra « ischias· » di origine centrale e di origine periferica; parla della prognosi e, in fine, della cura. All'a terapia sono dedicate 12 pagine, e in queste l' .A.. esat1risce completamente l'argomento. Dà il consiglio per i casi acutissimi, acuti e cronici. Raccomanda l'olio di terpentina (5 gocce nel latte o in capsule gelatinose 5 volte al giorno), l'elettricità e i bagni caldi. Per non ispendere più parole, non crediamo di esagerare dicendo che il libro è di utilità grandissima pe1· i medici pratici, che possono, molto di frequente, trovar·si alle prese con tale malattia. a. p . ,

Revue géné1·ale de Bibliographie .F1·ançaise. Librairie Schleicher frères et C. 6 15, rue des Saints-Pères, Paris. Questa rivista, che contiene un grande numero di resoconti dettagliati ed estese indicazioni biblio· grafiche (indicazioni e resoconti classifica,ti metodicamente e n ello stesso ordine), permette di tenersi esattamente al corrente della produzione letteraria e scientifica Llei paesi di lingua francese. Ogni mese se ne pubblica 1ln numero; il prezzo cli abbona· mento ann110 è di 6 franchi per la Francia e di 7 per l'estero. Memorie di anatomia e di eu1briologia dedicate al prof. Guglielmo Romiti. Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia, vol. II, fase. I, 1903. - Firenze, Ditta editrice Luigi Nicolai . . Tutte l e Università italiane 11an vol11to rendere omaggio al grande maestro cli anatomia, al RoMITI, nell'occasione del 25° anniversario del suo insegna· mento accademico. Nè la maniera di rendere gli onori poteva essere più degna : offrire al maestro, in lln voltune, gli studi fatti o le ricerche esegl1ite (28)

rANNO rx, F ASc. s~J

nel campo dell'anatomia e dell'embriologia, le scienze che egli predilige e con tanto affetto e passione in· segna ai s11oi allievi. Il plebiscito, come dicevo, è stato unanime. Del1' Istituto di Firenze, CHIARUGI e BIANCill tra.ttano rispettivamente. il 1° di un « Ovo con allantoide vescicolare libera nella cavità del corion »; il 2° (( Della minuta struttura della midolla spinalè dei chelonii ». Dell' Istituto di Genova, LACHI parla «Della crista petrosa del temporale »; così vi sono lavori delle • Università di Bolog11a, Catania, Ferrara, Padova, Perugia, Pisa, Sassari e Siena. Una dimostrazione di tale fervida attività scientifica ' è un gran conforto per l'animo del ROMITI, dacchè gli prova che in Italia il culto dell'anatomia non è per anco scadt1to. a. p.

Pubblicazioni Dervenute al

<<

Policlinico )) .

TRUFFI dott. M. Un caso grave di gangrena dei genitali esterni curato. colle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo. - Pavia, Estr. dal Bollet· tino della Soc. ~Ied. · Ohirurgica di Pavia, 1903. BENT!VEGNA dott. A . Patogenesi, profilassi e cura dell'eclampsia puerperale. - Palermo, Estr. dalla « Lucina Sicula », 1903. FERRERI prof. G. La percezione act1stica dopo gli interventi operativi nell'apparecchio di trasmis· sione Q.el suono. - Torino, Estr. dal Giorn. ital. di Otologia, ecc., 1903, vol. XIV. SALA dott. G. Degdnerazione psichica consecutiva a trauma al capo (N). - l\.'Iilano, Estr. dalla « Gazzetta Medica Lombarda », 1903. 0ERNEZZI dott . A. Sull'ernia dell'appendice ver- , miforme del cieco. - ~1ilano, Estr. Dal giornale « La Clinica Chirurgica », 1903. 0ERNEZZI dott. A . L'operazione di Bottini nella disuria e nella iscuria da ipertrofia prostatica. Estr. dalla « Gazzetta Medica Lombarda », 1903. SERAFINI dott. G. Ascesso delle pareti addomi· nali da gonococco · Rara ferita dell'arteria ipogastrica. Torino, Estr. dal (( Pl'ogresso Me· dico », 1903. PRANDI dott. .A. La cura della gonorrea col massaggio prostatico. - Milano, Estr. dalla « Gaz· zetta degli Ospedali », 1903. PRANDI dott. .A. Di un'endocardite traumatica. latente. - Milano, Estr. dalla « Gazzetta degli Ospedali » . 1903. SIMONE dott. M . .Adenolinfomi al collo. - N apoli, Estr. dalla « Pratica del Medico », 1903. TRUFFI dott. M. "Qn caso grave di gangrena dei genitali esterni, curato colle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo. - Estr. dal Boll. della Soc. Med.-chirurgica di Pavia, 1903. FIORENTINI dott. P. Sulle artriti da stafilococc<> piogene aureo consecutive ad iniezioni endovenos&


LANNO

IX,

FASC.

H2]

ed ottenute senza traumatismo articolare. - Milano, Estr. dalla Gazzetta degli Ospedali e delle Clini· che, 1903.

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

Rece1it,i ssinia pubblicazione: •

[

Dott. ARISTIDE MATTOLI Chirurgo primario Direttore dell'Ospedale civile di.. Tolentino

Metodi operativi - Inùicazioni - Risultati /"~~

Studio critico-clinico-sperimentale con 17 osservazioni persona li, 65 figure intercalate nel testo ed una

Statistica originale italiana della gastro-enterostomia Tabelle .~ tatistiche individu ali di: Agostinelli, Amour, Antonelli Arcoleo, Babacci, Bastianelli R., Bedescbi, Bendandi. Bigi, Biondi, Boari, Bonara., Bufalini M., Carie, Casucci, Catellani, Catterina, Cavazz11ni G , Cavazzani T., Ceccherelli, Codivilla, Crespi A., D' Antona, De Paoli, De Sancti~, Di Bella, Donati, Durante: D'Urso, Fantino, Farina, Ferrarì A., Fummi, Garbarinì. Gardini, Giannantoni, Giordano, Guarneri, Lampiasi, Legnani, Manara, Manega, Mariani, Margarucci , Mattòli, Mazzoni, Minucci, Mischi, Mvnguidi, Moreschi , ?vfugnai, Orecchia, Parlavecchio, Parona, Parrozzani, Pasca, Porta, P ostempski, Raffa, Remedl, Ricci, Rosi, Rossi U., Rostirossa, Salvia, Santovecchi, Schena, Schiassi, Seganti, Sorge, Tacchi, Tosi, Tricomi, Turazza, Turretta, Velo, Vincini, Zatti.

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA l\'l lNISTERO DELL'INTERNO. •

(2569) Sig. dott. G. D. A. da l\f. D. S . - Come ab biamo più volte dichiarato, il Comt1ne, e per esso il R. Commissario straordinario, non può diminuire lo stipendio dei medici condotti che hanno acqui· stata la stabilità. È permesso d i modificare le con· dizioni e le modalità del servizio per renderlo me· glio rispondente ai bi&ogni della popolazione, ma non è permesso ' rariare gli stipendi dei sanitari. Questo principio, g ià ammesso n ella g iurisprudenza, è stato ora consacrato nel progetto di riforma alla legge sanitaria, già approvato dalla Camera dei de· putati. Del resto lit modifica proposta deve essere approvata dal Consiglio pro,rinciale di sa11ità ed, a nostro parere, non sembra giustificata dal momento che il Comltne provvede bene e sufficientemente al servizio dei poveri. Sarebbe bene che E lla pro· ducesse ricorso al Consiglio sanitario provinciale e se non otterrà favorevole risuJ tato circa la trasfor· . mazione delle condotte, dovrà rivolgere reclamo alla Giunta provinciale amministrativa contro l' ingiu· stificata riduzione dello stipendio. Doctor JUSTITIA.

1021

SEZIONE PRATICA

Ministero dell'interno - Di1·ezione generale della sanità pubblica - Div. 9a -- Sez. 2a. - 11 mag· gio 1903, n. 20900-14 - Circolare n. 26. Ai signori Prefetti del .Regno :

ELENCO DELLE INDUSTRIE INSALUBRI. È già noto alle SS. LL., per la pubblicazione fatta nel Bollettino ufficiale del 1° aprile 1903, che con decreto di questo Ministero del 14 marzo u. s., sono state disposte alcune aggiunte e modifiche allo elenco delle industrie insalubri, approvato con de· creto del 21 aprile 1895. Per ma.ggior comodità dei funzionari e del pub· blico, si è creduto ora opportuno di compilare 11n unico testo dell'elenco formato nel Ì895 con le ag· giunte e le modifiche apportate nel recente decreto del 14 marzo, il quale testo si co1nunica alle SS. LL. • perchè possa essere portato a conoscenza dei mn· nicipi delle rispettive provincie. Pel 1ni1iistro

SANTOLIQUIDO. Industrie di 1a Classe clie dovra1i1io esser e isolate nelle ca1npag11,e e lonta1ie dalle abitazio1ii. Acido cloridrico (fabbricazione) - Acido nitrico (fabbr.) - Acido picrico (fabbr.) - Acido soforoso e solfiti preparati con gas solforoso. Arrostimento dei minerali solforati in genere - Acido solforico (fabbr.) - Acido stearico (fabbricazione mediante distillµ.zione) - Albumina (fabbricaz.) - Allume (estr. dall'allumite) - Amido preparato per mace· razione) - .Anilina (fabbr.) - Argento (ùisargen· tazione e coppellazione) - Arsenico ed antimonio (fabbricazione dei prodotti di) - Asfalto e bitumi (fabbricazione). Bario cloruro ed altri sali di bario, ottenuti per riduzione del solfato di bario (fabbr.) - Bisml1to (sali di) - Bleu d'oltremare (fabbr.). Canapa, lino (macerazione) - Carbone animale - Catrame di origini diverse ed olt min erali (di· stillazione) - Ceneri di orefice (trattamento col piombo) - Cloro , cloruro di calce secco o sciolto (fabbr.) - Colcotar (rosso di Prussia, d'Inghilterra (fabbr.) - Colle animali (fabbr.) - Combustibili agglomerati, mattonelle piriche (fabbr. con pece grassa) - Corde a.r moniche (dalle budella, fabbr.) - Cromo (composti di). Dégras (fabbr.). Fecola, °'r· A.mido - Ferrugine e cloruro ferrico - Fiammiferi di fosforo (fabbr.) - Fosforo (fab· bricazione). Gelatina (fabbr.), v. Colle animali - Grassi (fu· sione a fuoco nudo dei) - Guauo (fabbr.), v. In· grassi artificiali. (29)


1022

Inchiostro da stampa (fabbr.) - Ingrassi artifi· ciali (fabbr.). Materie fecali, v. Residui animali - Mercurio (fab· briche di preparati e colori, distillazione, tqrrefazione dei minerali) - ~linio e litargirio (trattamento per via ignea dei minerali di). Naftalina (depurazione), v. Catrame - Nero fu,mo (fabbricazione), v. Catrame - Nitrobenzina, v. ·Anilina. Olii animali (preparazione e distillazione) - Olio delle sanse (estrazione dell') (mediante il solfuro di carbonio) - Olio di crisalidi (estrazione dalle) - Ossa (deposito di). Pergamena animale (fabbr.) - Perfosfati, v. In· grassi artificiali. R esidui animali (industria dei). Sangue (industria dei prodotti) - Secrétage Segu, v. Grassi - Soda (fabbr. col metodo Leblanc) - Solfo (fusione e distillazione, calcaroni, forni a storte e Gill, in cui si effettua liberamente la fusione) - Solfuro di carbonio (fabbricazjone) e de· posito - Spazzature (depositi) - Stagno (industria dei sali di). . Vernici grasse (fabbricazione delle). Zt1cchero (fabbr. dalle barbabietole). • J1idush·ie cli 2a Glasse clie esigono speciali cautele per lei i1tcoln1nità del vicinato. Acetati (industria degli) - Acido acetico (purifica· zione) - Acido (ossalico fabbr.) - Acido salicilico (fabbr.) - Acido stearico pe r saponificazione cal· care) - Acido tartarico (fabbr.) - Anilina (colori di) - Alcool (distillazione dai cereali e dai tuberi - Amido (fabbricato con metodi che non siano a base di macerazione) - Ammoniaca (fabbr.). Baccalà (deposito e cisterne per dissalare) - Battitura di fili, cuoi, tele, borra, p elli e crini - Bianco di zinco (fabbr.) - Birra fabbr.) - Bleu di Prus· sia (fabbr.). Calce (fabbr.) - Candele (prep. con · acidi grassi, cera, paraffina, spermaceti, ecc. - Cappelli di feltro e di tela (fabbr.) - Caratteri di stampa (fonderia) - Carta (fabbr.) - Cauciù e guttaperca (fabbr.) Cemento (fabbr.) - Cera (fusione e depurazione) - Ceralacca (preparazione) - Cerussa e colori a base di piombo (fabbr.) - Combustibili agglomerati e mattonelle piriche (fabbr. con pece secca) - Con· • cer1e. Doratura ed argenta.tura dei metalli (a fuoco). Fecola, v. Amido - Ferrocianuri e Ferricianuri (fabbr.) - Fiammiferi ili fosforo (deposito) - Fila· tura c.otone e lino - Filatura di canapa - Fonderie (di rame, ottone, piombo, ferro bronzo). Gas e gas carburati (fabbr.) - Gesso (fabbrica· riione) - Glucosio e destrina con ricuperazione del nero animale (prep.). Imbianchimento con ipocloriti a gas solforoso. (30)

LA..NNO IX,

IL POLIOLINIOO

FASO.

32]

Lacche (fabbr.) Lana meccanica (fabbr. e car· bonizzazione) - Lana sudicia e crine (lavat11ra). ~Iacinazione dei minerali Macinazione delle sanse - Majoliche (fabbr.) - Marocchini, v. Concerie - Mercuriali (composti) (prep.) - Metallur· gici (stabilimenti). · • Pallini da eaccia (fabbr.) - Panni (fabbr.) - Pelli fresche, v. Concerie - Pesce (depositi e cisterne per dissalare), v. Baccalà - Porcellane (fabbr.), ve· trerie conterie - Potassa dalle melasse (estr.). Sapone (fabbr.) - Scagliola, v. Gesso - Soda (fabbr. col processo Solvay) - Specchi (argentatura e doratura coll'amalgama) - Stoviglie di terra, v. Majoliche - Stracci (cernita e deposito). Taffetà (cerate e tele cerate) - Tele dipinte, tes· suti impermeabili - Tintorie - Torba (carboniz· zazione, v . Gas) - Trattura doi boz71oli e filatura cascami.• Verniciatura a fuoco degli oggetti metallici (stabilimenti). s

NOTIZIE DIVERSE · Consiglio federale degli Ordini dei sanitari ; del Regno. ROMA. - Il Consiglio federale degli ordini dei sa· nitari del Regno è convocato il 12 giugno, alle ore 19.30 in. prima e alle ore 20, in seconda convoca· zione, nella sede federale, in via Borgognona 38. Ordine del giorno. 1° Comunicazioni della presidenza; 2° Ammissioni nuovi Ordini alla Federazione ; 3° Proposta di Comizi medici. (Ordine di Cam· pobasso); 4° Ricorso dell'Ordine di Piacenza riguardante le nomine dei sanitari e loro carriera nell'ospedale di quella citta; 5° Definizione della funzione dell'Ordine di Lecco nella provincia di Como e suoi rapporti con la F ederazione ; 6° Progetto di legge sulla t11 tela e.ordina:mento delle professioni sanitarie. (Dott. E. P1ttarelli); 7° Progetto di legge sui pensionanti a.giati negli ospedali. (Prof. G, Lava). Il Preside1ite L. BIANCHI.

Il Segretario E.

BALLERINI.

Consiglio Superiore di Sanità. Presiden.za TonARO. Seduta 27 maggio 1903. Si è occupato della Conv~nzi.one .inter~a:zionale per modificare le formole d1 rimedi ero1c1 e. ha espresso avviso s? v~rie. doman.de. per concessione di libretti per pr1vat1ve mdustr1al1. Preso quindi in esame il ricorso prodotto c:Ial dott. Ricci contro il suo licenziamento da medico condotto del comune di Bovino, dà parere di so· spendere ogni qualsiasi deliberazione onde richie·


LANNO IX, F AS(}. 32]

1023

SEZIONE PRATICA

.

dere maggiori schiarimenti sulle condizioni fisiche e sulla salute di lui. Respinge poi il ricorso del comune di Ranzi contro la sua iscrizione nell'elenco dei contribuenti alla Oassa pensione pei medici condotti.

La Direzione generale di s;tnità - La Direzione generale delle gabelle - La Direzione generale delle privative - La Società delle ferrovie Medi· terranee - La Società delle ferrovie Adriatiche - La Società della ferrovia Sicula·Occidentale L Ispettorato generale delle strade ferrate - La Deputazione provinciale di Verona - La Deputazione provinciale di Mantova - · I marcl1esi di Canossa - I marchesi Ferraioli - Il sig. Ernesto Fortunato - I dottori: A.mbrogetti - Bettinetti - Bianchi - Zezzi - Giussani - Maggi - Mossi - Martinelli - Mendini - Polettini - Soliani Orta - Ghigi - Peserico - Vivenza - Scalzone - Massalonga. Segui una elaborata relazione del prof. CELLI, degli studi epidemiologici e profilattici fatti dai vari soci, sotto la sua direzione, in ogni parte di Italia. Queste ricerche sono pubblicate nel IV volume degli atti, distribuito nell'adunanza. Dalla relazione del CELLI sono emerse varie cose importanti nel campo della profilassi e che possono . . cosi: ' r1assurners1 Conferma della grande efficacia della protezione meccanica, generalizzata dalle società ferroviarie, dalla direzione delle gabelle, e da qualche altra pubblica amministrazione; · Grandissima efficacia del chinino non solo come curativo, ma eziandio come pre,rentivo. Praticità grande di questo mezzo potente di risanamento, oggi assai economico, poichè lo Stato per mezzo della farmacia centrale militare di To· rino ne fa fabbricare tutta quella quantità necessaria pei bisogni d el paese, a prezzo minimo. Efficacia indiscutibile della somministrazione del rimedio in tabloidi zuccherati, ch e vengono presi anche dai più riottosi alle cure. La società quindi, confermando la sua fiducia al suo Consiglio direttivo, ha deliberato di vigilare in tutta Italia sull'applicazione della legge contro la malaria, e di farsi centro dei reclami delle popola· zioni, alle quali i benefizi accordati dalla legge non arriveranno. Ha stabilito anche a tale scopo di iniziare un'attiv·a propaganda. Colla collaborazione quindi delle amministrazioni, dei medici, dei cittadini volonterosi si potrà avviare in Italia un'attiva ed efficace campagna contro il suo nemico secolare: la malaria. 1

Seduta 28 maggio 1903. Il Consiglio Superiore si è occupato di affari di ordinaria amministrazione. Ha r espinto il ricorso del comune di San Giorgio la Montagna contro il contributo suppletivo alla Cassa pensioni p ei medici condotti. Ha respinto il ricorso prodotto dal dott. Costanzo, del comune di, Rogliano, per cancellazione dalla Cassa pensioni pei medici condotti. Ha respinto il ricorso del comune di Bultei contro il decreto prefettizio di licenziamento da medico condotto del dott. Cobeddu. Ha respinto il ricorso del medico condotto del comune di Grumo Appula, dott. Servedio, contro il decreto del prefetto di Bari che gli infliggeva la censura. Ha accolto il ricorso prodotto dal dott. Orlan· della contro il proprio licenziamento da medico oondotto del comune di Trevico. Ha sospeso ogni deliberazione sul ricorso pro· dotto dalla Latteria Faccioli di R eggio Emilia, contro il decr eto prefettizio col q11ale ne ordinava la chi11sura, nominando una Commission~ nelle per· sone clei consiglieri N azzani e Maggiora, . coll' in· carico di recarsi sul luogo, onde procedere ad una accurata verifica, riferendone al Consiglio in una prossima. tornata. •

Seduta 29 maggio 1903. Ha trattato affari di ordinaria amministrazione: Ha accolto il ricorso del sindaco di N a.poli contro l'esercizio di un ospedale per gli israeliti in Po· sillipo. Ha respinto il ricorso del dott. L~jolo contro il suo licenziamento da medico condotto del comune di Marene. Si ò pronunciato sui seguenti ricorsi: Ricorso del comune di Pomarance, riflettente il capitolato per le condotte ostetriche. Ricorso Galeazzi, per costruzione presso il cimi· tero di Ancona. Ricorso del comuue di Casale Monferrato, p er rimborso co•tributo alla Cassa pensioni pei medici oondotti. Ricorso del dott. Cavara, contro il suo licenziamento da medico condotto del comune di Fontana E lice. Ricorso del dott. Voarino, contro il suo licenzia· mento da medico condotto del comune di Lesegno. Ha infine iniziata la discussione stù progetto di Regolamento sul personale dei veterinari provin: ciali, che verrà proseguita nella prossima seduta. ROMA. - Società per gli stndi della nialaria. Presieduta dall'on. Giustino Fortunato, nell'Istituto di igiene si è riunita la Società contro la malaria. Sono stati distribuiti i diplomi di benemerenza a soci studiosi, e alle pubbliche amministrazioni e a qualche privato, che oltre all'avere contribuito con denaro od altri aiuti, hanno altresi di propr:ia iniziativa fatto delle campagne antimalariche. I premiati furono:

Nomine, promozioni, onor11loenze. .

Il prof. Gherardo Ferreri, in seguito a concorso, è stato, dal 1° marzo c. a., nominato professore straordinario di oto-rino-laringologia e di· rettore della Clinica medesima nella R. Università. di Roma.

*** Ieri sono termin.ati gli esami per 7 posti di primario medico negli ospedali di Roma. La Commissione esaminatrice, composta del professore Ballori, presidente, e dei professori l\Iar· chiafava, Rossoni, Sciamanna, Arcangeli ed lmpac· cianti, ha dichiarato vincitori del concorso i dottori Schupfer, Carducci, N azarri, Panegrossi, Marchesi, Lugli e Chiarini. Ai valorosi vincitori del con corso i più vivi ral· legramenti della r edazione. (31)


1024

IL POLIOLIN reo

Conoor:al e oondotte. ROMA. - L ' iscrizione dei medici assistenti della Croce Rossa Italiana per la prossima campagna an· timalarica verrà chiusa il 10 del corr. mese. I medici concorrenti dovranno avere almeno un anno di anzianità di grado come assistenti nel per· sona.le della Croce Rossa. È fatta eccezione pei medici provenienti dal Corpo sanitario militare ed inscrittisi nella Croce Rossa Italiana, e per coloro che abbiano titoli speciali per studii fatti. La presidenza della Croce Rossa si riserva il di· ritto di scelta fra i sanitarii che ne avranno fatto domanda. CASTEL DI SANGRO. - Concorso pee titoli al posto di un secondo medico-chirurgo condotto in Castel di Sangro, mediante lo stipendio annt10 lordo di ricchezza mobile - di lire 1680, ct1i vanno aggiunte lire 150 pel servizio sanitario delle locali carceri mandamentali. Qu gli che otterrà la nomina non potrà rifit1· tarsi pel servizio del Civico Ospedale, che dipende dalla locale Congrega di Carità., la quale abitual· mente consente all'uopo una gi·atifièazione annua di lire 170. Il capitolato è quello che regolava la condotta da rimpiazzarsi. , Al servizio da prestarsi a tutti i residenti nel Comune, di qualtmque condizione, . in concorso dell'altro medico condotto, è inerente l'obbligo, in caso di legittimo impedimento di quest'ultimo, che ha anche l'onere della condotta nella limitrofa fra,zione di Roccacinquemiglia, di surrogarlo. E obbligatoria la r esidenza nel Comune, e gli aspiranti devono avere un'età non superiore ad anni 40. La nomina avrà la dul'ata di anni due, ed agli aspiranti è consentito il termine fino al 30 del corrente mese di giugno p er la presentazione d ei titoli al Municipio. Per schiarimenti rivolgersi al sindaco signor Ferdina1tdo Iacobucci. FIRENZE (Accademia medico-fisica fiorentina). Co1tcorso al pre1nio qy,j1iq1ierinale di lire 500 fon· dato dall'Accademia medico-fisica fiorentina e dalla Società filoiatrica di Firenze, per favorire il pro· grasso della chirurgia in Italia e per onorare e perpetuare la memoria d ell'illustre prof. FIDRDI· NANDO ZANNETTI. Tema per il concorso : Oliirurg ia dell'ulcera ga· strica e ctei post11,1ni detta medesima. - Il terrnine utile per la presentazione delle opere scade il 15 aprile 1904. - Il premio sarà conferito secondo le norme del seguente

Regola11tento. .Art. 1. È tiperto il concorso al premio quinquen· nale di lire 500, istituito dall'Accademia medicofisica e dalla Società filoiatrica fiorentina col ti· tolo : Preniio Zan ltetti. Art. 2. Saranno ammessi al concorso soltanto i lavori di autori italiani. Art. 3. Il premio sarà conferito dall'Accademia medico-fisica e dalla Società filoiatrica riunite in seduta plenaria, discusso ed approvato il rapporto della Commissione esaminatrice sopra i lavori pre· sentati al concor so. Art. 4. D etta Commissione sarà composta di Roma, 1903 -

Tip Nuionale di G. Benero e O.

[ANNO

IX,

FASO.

32

membri scelti nelle due Società, cioè di dt1e membri della medico-fisica e di nno della filoiatrica. APt. 5. La Presidenza dell'Accademia medico-fi· sica annunzierà l'apertura del concorso un anno avanti il termine utile per il conferimento del premio. Art. 6. Il termine utile per la presentazione dei lavori Acadrà il dì 15 aprile 1904:, ed i lavori do· vranno esser diretti, franchi da ogni spesa, alla Presidenza dell'Accademia medico.fisica. Art. 7. Tutti i lavori presentati al concorso di· verranno proprietà delle due Società e saranno con· servati in archivio. Art. 8. Quando, entro il termine di un anno, l'autore del lavoro premiato non l'abbia fatto stam· pare 1)er proprio conto, le due Società avranno il diritto di pubblicarlo nei loro atti. Art. 9. Nel caso che nessun lavoro fosse presen· tato al concorso o che non si facesse luogo al con· ferimento del premio, le due Società provvederanno subito a riaprire il co11corso. Firenze, dalla residenza dell'Accademia medico· fisica , via degli Alfani 33, 5 aprile 1903.

Il Preside11,te Prof. GIULIO FANO.

I Segretari degli atti Dott. CARLO CoMBA. · Dott. FRANCESCO RADAELLI.

Indice alfabetico analitico del vresente numero. Acrome-galia acuta (Caso di). - Stevens . Pag. 999 Acrromegalia cronica (Caso di). - Ca ttle . )) 999 A~eurisma falso traumatico alla piega del gomito destro (Un raro caso d'). - Santoro . . . . . . . . . . • • )) 1008 Borato di soda invece di acido borico. . • )) 1013 Cancro ed angiomi cutanei. - Tarantino . )) 994 Emianestesia alternante (Contributo clinico alla dottrina della) - Rad . . . . . )) 1000 Endocardite incipiente (Un nuovo segno premo11itorio e rivelatore dell'). - Teissier. )) 1011 Eroina (Dosi m assime dell'). - Harnack. . » 1013 Febbre isterica (Sopra un caso di). - Ughetti. )) 1001 Frutta secche nell'igiene alimentare (Le). Giorgi e Pagano . . . . . • • . . )) 1014 Ipofisi (Contributo sperimentale allo studio 997 della funzione dell'). - Pirrone . . . . )) Ipofisi di animali nutriti con grassi alogenati e privati dell'apparato tiro-paratiroideo (Ri998 cerche istologiche sull'). - Luzza tto . . )) Isterectomia nella infezione puerperale (L'). - Doleris . . . . . . . . . . • )) 1001 Malattie renali e cardiache (Condizioni croniche circolatorie simulanti). - Steel . . )) 1012 Mistura contro le metrorragie. - Ewald . • )) 1013 Nevropatici (Consigli per non diventare). )) 1014 Pa trick. . • . . • . . . . . Notizie diverse • • . • . • • • . . • )) 1022 Olio di fegato di merluzzo per clistere (L') . • )) 1013 )) 1013 Orticaria (Cura dell'). - Ja qu~t. • . .. : Piede torto (Trattamento del). Gh1lhn1 . }) 1003 Pubblicazioni pervenute al « Policlinico». . )) 1020 . . )) 1021 Risposte a quesiti e a domande . • Salpingopessia (La). - Faure. • . . . . )) 1003 Sifilide del cuore. - Rune burg . . . . . )) 1012 Sifilide [Un caso di - gravissimo guarito colle iniezioni endovenose di sublimato (metodo Baccelli)]. - Bartolotti . • . . . . . )) 1007 Tifo (Nella cura del). - Bernstein e Drysdall )) 101•1 Vini n1edican1en tosi . . . . • . . • )) 1013


A.ano

a

~orna,

13 giugno 1908.

SEZION:E

Faso. 38

P~TIC.A

DIRETTORI PROF. GUIDO BACCELLI -- PaoF. FRANCESCO DURANTE . REDATTORE CAPO: .PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMA.RIO. Lavori originali: -

Sopra il decorso del tifo senz.a lesioni intestinali. Riviste: - DIAGNOSTICA: Vaquez e Laubry: L'e1nodiagnostica in chi1·u1·gia. - Kurpjuweit: Il comportarnento dei grossi leucociti mononucleari e le forme di passaggio (Ehrlich) nel «carcinoma ventriculi ». - MEDICINA: - Nicholls: Adenoma semplice del pancreas originantesi dalle isole di Langerhaus. - Weichselbaum e Stangel : Ricerce istologiche sul pancreas nel diabete m~llito. - APPUNTI DI TERAPIA: - Schutz : Sulla cura della diarrea cronica dispeptica. - Brunton : Sull'uso del nitrato di potassio e nitrito di potassio nell'aumento cronico della pressione çirteriosa. - Netter: L'argento colloidale in terapeutica. - Accademie, Società mediche, Congressi: - Ascoli: Etiologia e profilassi della malar1'a. - R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI BOLOGNA. - ASSOCIAZIONE MEDICO-CHIRURGICA DI PARMA. - R. AccADEMIA DI MEDICINA DI TORINO. Lezione: - Bradford: 'Dei processi morbosi organt'ci che si svolgono senza sintomi molto nlanijesti. Bruno:

Pratica professionale -

'Diagnosi della meningi/e tubercolare. - Un caso di zona a topografia radicolare seguito da au,topsia. - Alterazioni midollari nella polineurite. - APPUNTI DI TERAPIA : 'Irattarnento siero-terapico dell'epilessia. - Il delirio nelle nialatt{e infettive. - Angine e laringiti consecutive alle iniez.ioni di siero antidifter1·co. - 'Trattamento delle malattie acute setticoemiche. - Nella cura della eresipela. - Vapori-z-zazioni anttseltiche nelle caniere dei malati. - Varia. - Cenni bib1iografici. CASUISTICA : -

Interessi professionali: - 'l{isposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

·n i r i t t i

Istituto di Clinica medica della R. Universita di Pisa. Direttore prof. G. B. Queirolo.

Sopra il decorso del tifo senza lesi on i intestina I i. AGOSTINO BRUNO,

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

di propri età riservati

LAVORI ORIGINA LI

Pel dott.

Amministrazione sanitaria.

assistente.

Sebbene la possibilità che l'infezione tifica potesse decorrere senza produrre le lesioni caratteristiche nell'intestino fosse ammessa da molti clinici, pure la dimostrazione pratica fu data per la }Jrima volta dal prof. BANTI con una comunicazione apparsa s11lla R1fo1·ma Medica n el 1887. Da allora, att1~atta l'attenzione degli studiosi su tale a1·gomento, furono fatte molte ricer· che in proposito ed altre osservazioni furono pubblicate.

Il dottor PrccHI in un suo lavoro, oltre a riferir~e due casi da lui osservati, p1"ocede ad un esame crìtico di tutti gli altri apparsi nella letteratura e che sommano a 23; di questi però solo in dieci ritiene essere stata bene accertata l'infezione tifosa. insieme alla man· canza di lesioni intestinali; riguardo agli altri non crede che debbano essere accettati come prove sicure di un tal fatto. Da allora fino acl og·g i altre due osserva· zioni si debbono al prof. PIETRO GurzzETTI: in conclusione i casi sino ad ora accertati sono molto scarsi di numero. .Aclunque la possibilità che avvenga un infezione tifica senza lesioni dell'intestino deve essere ammessa, senza che in proposito possa aversi alc11n dubbio: si potrà solo dire che sia ltna evenienza molto I"'ara, essendo così scarse le osservazioni in proposito; ma in

t 1)


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IL POLICLINICO

realtà possiamo ritene1·e che sia molto più frequente, perchè in molti casi si st1pporrà un'altra malattia, e perchè non possiamo in nessun modo calcolare la percentuale dBlle • • • guar1g1on1. L'importanza di tali osservazioni riflette il modo di propagarsi dell'infezione medesima, sebbene si rite1tga che l'infezione avvenga per parte dell' apparecchio digerente, dovuta al passaggio dei microrganismi del tifo attraverso l e pareti dell'intestino, senza produrre in esso nessuna lesione, come avverrebbe per la tt1bercolosi del pe1..itoneo quando, pure originandosi dall'intestino, non è congiunta a tubercolosi dell'intestino stesso. Però un'importanza grande tali casi l'hanno rispetto alla clinica e alla terapia. Sino ad ora p e1. il clinico, la constatazione della mancanza di lesioni intestinaJi nel tifo è stata, per così dire, una sorpresa i .. iserbatagli dall'autopsia: se in vari casi, nemmeno la diagnosi del tifo si è potuta stabilire, in nessuno, in vita, è stato possibile emettere il dubbio sopra la mancanza di l esioni da parte dell'intestino: ciò significa che dall'esame dei casi fino ad ora riferiti, non è i·isultato alcun sintomo che abbia servito se non a stabilire una diagnosi, a fare almeno sorgere dei dubbi. Io ritengo che la ricerca. di tali sintomi non debba riuscire infruttt1osa poichè non senza conseguenza sulla sintomatologia e decorso del morbo, le lesioni dell'intestino posson(> essere talvolta molto estese e profonde ; basta solo pensare alla facilitata intossicazione dell 'or· ganismo in causa di assorbimento di sostanz ) tossiche dei prodotti della putrefazione intestinale; assorbimento dovuto alla mancanza dell' epitelio in alcuni tratti dell' .intestino e perciò all'imperfetta funzione del medesimo con1e organo protettore dell'organismo. Il prof. QUEIROLO, iu uno sttlllio fatto unitamente agli assistenti dottori CARDI e BERTINI sull'inflt1enza clella dieta con clisteri in I"ap· porto colla dieta lattea nella febbre tifoide, riscontrò che usando i cliste1·i p er la nutri· zione degli individui si aveva: modificazione nella cu1·va te1.. mica, tln più breve corso di malattia, e fenomeni tossici mino1·i. Tali resultati dimostrano l'importanza della dieta sul decorso della febbre tifo i de in causa appunto delle alterazioni dell'intestino e dimostrano ancora l'influenza e le modificazioni ch e nel decorso della malattia ha la presenza ( 2) •

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delle ulcerazioni della parete dell'intestino, e sopra questo indirizzo io credo che sarà possibile un giorno distinguere nella complessa sintomatologia della febbre tifoide, quali siano i sintomi dovuti alla presenza di tali ulcerit e in base a questi ammetterle o negarle. E riguardo alla terapia questa verrebbe ad essere profondamente modificata nella parte che riguarda la disinfezione dell'intestino: e .la sicur:ezza che l'apparecchio digerente sia estra-' neo, per così dire, alla malattia e la conse· guente impossibilità di enteror1..agie e di altre complicanze, potranno ancora influi1·e sulla dieta alla quale si sogliono sottoporre con tanta 1·igidità qt1esti ammalati. Ritengo perciò che sia cosa utile allorchè è dato di constatare uno di q t1esti casi il riferirlo con un acct1rato esame dei sintomi presentati in vita; nella speranza r.he si possa giungere un giorno ad uoa diagnosi diffe1·en· ziale al letto dell'ammalato. P. G ... , di anni 50, tessitrice di Putignano. La famiglia da cui proviene l'ammalata è composta di persone sane e robuste. Nel passato non ha sofferto malattie. A 21 anno prese marito ed ha avuto 8 figli. Da q11alche giorno a"'\Tanti l'insor gere della malattia per cui ri· corse alla clinica, aveva disappetenza e co .. nati di vomito da lei attribuiti al fatto che assisteva in tutte le necessità st1a madre paralizzata. La malattia insorse 1'8 di marzo. Durante la notte fu colta da intenso brivido di freddo a cui successe una elevazione ra· pida della temperatura senza dolori, nè sudori .. La -temperatt1ra si mantenne sempre febbrjle .. -I l giorno appresso l'ammalata accusò cefalea e sopraggiunse il delirio : fu purgata due volte ma con poco resultato stante il ·vomito che si svegliava insistente ogni qualvolta l'ammalata ingeriva qualche cosa. Tre giorni dopo l'inizio della malattia fu condotta in Clinica. All'esame obbiettivo si notò: donna di robusta costituzione, con sviluppo scheletrico i·egolare, masse muscolari bene sviluppatet adipe in giusta quantità, colorito della pelle 1·oseo-palliilo. Accusava legge1·a cefalea, aveva. delirio intenso : accusava un dolore assai vivo alla colonna vertebrale; allorchè si voleva porre seduta sul l etto si manteneva rigida piegando le gambe. Ancora premendo sopra i ~i­ nocchi non si riusci,ra :t porre le gambe in estensione. Allorchè l'ammalata era sdraia.ta nel letto le gambe e1·ano in perfetta posizione di estensione. Alla faccia, agli occhi non si notava alcun fatto anormale; la p1·0ssione sulle vertebre non acutizzava il dolore, i riflessi va· somotori non erano accentuati. Pulsa~ioni 1~2 .. Respirazioni 20. Decubito supino.


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SEZIONE PRATICA

All' appa1·ecchio respiratorio nessun fatto anormale. Cu,ore nei limiti normali con toni netti, polso f1'equente, piccolo, ma ritmico. La milza leggermente ingrandita. raggiungendo la . sua ottusità senza sorpassarla la ascellare inedia. All'apparecchio digerente si notava: la lin· gua ricoperta di una patina biancastra arrossata anteriormente, sulle labbra, e su i denti come squame di colore brunastro, le fauci molto ascit1tte. Non si aveva più vomito·, nè disturbi da parte dello stomaco. L'addome leg· germente teso, meteorico e dolente alla pal• paz1one. Aveva stitichezza. N ell~ orine una leggera quantità di albu· mina. Diario del 23 ma1~zo. - Le condizioni dell'inferma sono migliorate ; )1 delirio perdu· rato molto intenso è scomparso, la diarrea, comparsa nei giorni passati, è diminuita, il polso è buono ma frequente e sproporzionato alla temperatura. La linea termica non ha mai raggit1nto gradi elevati. Da parte del· l'apparecchio r espiratorio niente di notevole, traru1e qualche scarso rantolo alla base del polmone di destra : esiste tuttavia rigidità della colonna vertebrale, è diminuita la rigi· dità dolla nuca e degli arti. Nell'orina è del tutto scomparsa l'albumina. Diario dell'8 aprile. - L e condizioni dell'inferma si sono molto aggravate in questo frattempo. La linea termica non ha oltrepas· sato mai i 33°, e molti giorni è stata anche al di sotto del normale; solo n ella giornata la febbre si è elevata a 39°. La frequenza del polso è stata sempre con· siderevole e sproporzionata. alla temperatura. Il respiro si è mantenuto sempre di fre· quenza pressochè normale. La milza, in questi t1ltimi giorni, si è un po' ingrandita e sorpassa appena l'ascellare anteriore, ma non si palpa sotto l'arco co stale. Da pa1·te dell'apparecchio digerente si ha la lingua sempre arr ssata e ricoperta di una patina i·ossastra ; denti f uliginosi, alito fetido. La diarrea che si era manifestata nei primi giorni di degenza in· clinica, ha ceduto grazie alla somministrazione di astringenti. Ha sempre avuto delirio, e negli ultimi giorni un certo grado di stupore; ha persi· stito pure la rigidità della nuca, della colonna ve1'tebrale, ed uno stato spastico del~e estre· mità, specie della metà sinistra. L'ammalata ha dovuto per molti giorni essere siringata perchè non orinava spontaneamente. Il giorno appresso morì. ·All'autopsia\ praticata il giorno appresso, si constatò: Cadavere di donna regolarmente sviluppata, con adipe scarso, ron addome depresso, di co·

lorito ve1·dastro, con ampie piaghe da decubito al sacro ed al trocantere. N èvrasse: Congestione dei seni' della dura madre, liquido subaracnoideo un po' torbido. Pia madre con iperemia passiva; leggera ateromasia dei vasi della base del cervello; leggero edema della sostanza cerebrale, nel resto del cervello, ponte, bulbo, midollo spi· nale, niente di notevole, tranne un po' di stasi nella pia madre spinale. Torace: I visceri sono in posizione normale; rielle cavità pleuricho e nel pericardio è un poco di liquido sieroso. Cuore con carni flaccide, di colorito pallido. Endocardio liscio; apvarato valvolare integro. Grossi vasi con chiazze a,teromasiche. Polmoni .turgidi e crepitanti con edema ed ipostasi. Addome: Visceri in posizione normale. Peritoneo liscio. Anse intestinali in parte di· stese ·da ga~, in parte flosce. Fegato un poco ingrandito e flaccido con stasi. Rigonfiamento torbido del parenchima a chiazze, e degene• i·az1one grassa. Cistifellea con poca bile picea. Milza un po' ingrandita, con capsula rugosa: al taglio iperplasia dei follicoli e stasi. R eni con rigonfiamento torbido della so· stanza corticale. Stomaco con mur.osa anemica. Intestino tenue : nella prima porzione non presenta niente di speciale; nel suo ultimo tratto mostrasi alle pareti un po' edematoso ; le placche del Peyer sono normali: in vici· nanza alla valvola ileociecale pochi follicoli agminati sono lln po' più evidenti clel no1·male ; niente altro di speciale. Nel colon la mucosa è torbida, con qualche soffusione sanguigna, non esistono ulcerazioni di sorta. Vescica sana con orina torbida. Utero e ovaie : Normali. In questa ammalata già in vita era stata fatta diagnosi d'infezione tifoidea; diagnosi che era stata confortata dall~esito positivo della prova del Vid.al. Noi aggiungemmo una parte di siero sop1'a 40 e 60 parti di coltura giovane di tifo in bro rl o : adoperammo delle diluizioni cos\ forti ben sapendo che in propo1·zioni minori, ancorchè si abbia un risultato positivo, questo però non costituisce una p1·esunzl.one per la malattia. A vendo ottenuto ancora nel rapporto di 1 : 60 la agglutinazione caratteristica, non avemmo più alcun dubbio sulla natura della malattia. N el cadave1'e, constatata la mancanza assoluta di lesioni dell'intestino, volli ricercare il • • m1c1·organ1smo. ~fi servii della milza e del fegato. Cauterizzata la superficie di questi visceri e tagliati, feci delle colture in brodo e delle piastre di gelatina. Riuscii così ad ottenere un microrganismo mobilissimo, cor1·ispondente nei suoi '3) ...


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IL POLICLINICO

caratteri morfologici a q nello di Ebert. Ne feci col ture in agar, in gelatina, tanto per strisciamento, che per infissione : nel brodo e nell'agar con aggiunta di glucosio non dette luogo a sviluppo di ga,s; aggiungendo alle colture in b1·odo, sie1·0 di altro ammalato di tifo, nelle proporzioni di 1 / 30 a 1 / , 0 ebbi la ag· glutinazione. Ritenni perciò che il microrganismo da me trovato fosse in realtà quello descritto da Ebert come specifico della febbre tifoide. In questo caso l'andamento della malattia si discosta assai dal modo con cui decorre ahi· ' tualme11te l'infezione tìfosa e presenta delle · particolarità interessa.n ti ad essere rilevate. L'inizio infatti non fa quale ordinariamente si riscontra in tali affezioni; fu caratterizzato infatti da un intenso brivido di freddo cui tenne dietro una rapida elevazione della tem· peratura. La curva termica non ebbe affatto i caratteri della curva del W unde1·lich in nessun pe· riodo della malattia. La temperatura, tranne cl1e nei primi e ne· gli ultimi giorni nei quali raggiunse notevoli altezze, si mantenne sempre assai moderata, sorpa.ssando raramente i 38°; subiva inoltre delle remissioni giornaliere, o quasi, raggiungendo il norma.le, e le stesse elevazioni, oltre ad essere }Joco · accentuate, erano anco1--a di br~ve durata. Da parte del cuore la cui funzione si com piè s~mpre assai bene, si potè notare una frequenza di pulsazioni non in relazione alla tempera· tura ed alla malattia: difatti ancora quando l'ammalata era apiretica, il polso superava i 100 battiti al minuto; era piuttosto piccolo, ma ritmico. Da parte d ell'appa1·ecchio respiratorio non si ebbe alcun fatto speciale, tranne qualche scarso rantolo alla base del polmone, dopo pareccl1i giorni di malattia: i movimenti re· spiratori si mantennero sempre assai calmi, regolari e di normale ampiezza. Da parte dell'apparecchio dige1·ente, passato il vomito dei primi giorni, si presentò una diarrea piuttosto intensa, che provocata dai purganti si mantenne costantemente per· t1ttta la durata della malattia: il ventre si man· tenne sempre meteo1·ico e dolente alla palpa• z1one. I fatti più ca1·atteristici però, si ebbero da parte del sistema nervoso. Il delirio insorse pre~tissimo e durò ancora quando la tempe· i·atura si i·idusse poco superiore al normale. Da lJarte pure del sistema nervoso si notò un irrigidimento della persona, di tutta la colonna vertebrale e degli arti, sia s11periori che in· feriori , ma più specialmente degli arti di de· stra; allorchè si tentava di sollevare il capo all'ammalata, questo non si fletteva sul tronco altro che in piccolo grado; sollevandola per le braccia si piegava il tronco sulle articola· zioni coxo-femorali, ma la colonna vertebrale (4)

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rimaneva costantemente estesa ; tali manovre inoltre procuravano dolore assai vi,,.o all'inferma. All'inizio della malattia si ebbe un lievissimo opacamento albuminoso nelle orine che non era nemmeno apprezzabile quantitativa· mente e che si dileguò prestissimo, mentre poi la funzione orinaria si compiè sempre re· golarmente. Questi sopra descritti, sono i fatti più importanti presentatj dall'ammalata; sia pe1·chè rendono il corso della malattia assai diverso da quello usuale delle febbri tifoidi, sia perchè la presenza di essi si aveva in una ammalata nella quale pure avendosi una infezione tifosa, mancava qualunque lesione da parte dell'in· testino. Nella lette1·atura i casi di tifo senza lesione intestinale non sono ni1merosi, ed ultimamente sono stati raccolti dal dott. PICCHI in numero di 23; alcuni dei q11ali, però, il dott. P1ccm medesimo i·itiene che non sieno sufficiente· mente corredati cli ricerche, per potersi ritenere come certi. In seguito il prof. GuIZZETTI . ne ·ha aggiunti alt1·i due. Nel primo caso desc1·itto dal BA.NTI, la ma· lattia insorse senza presentare alcun fatto par· ticolare ; si ebbero dei leggeri brividi di freddo, si manifestò ben presto uno stato adinamico molto forte ; la temperatura, sebbene irrego· lare; pure si mantenne sempre molto elevata ; nelle orine si aveva presenza di albumina; da parte dell'intestino non ' ri erano i fenomeni usuali a riscontrarsi in tal malattia; non diarrea: lo stato tifoso era molto pronunciato ; vi fu delirio assai insistente, milza a·umentata di volume. Nel 2° caso del prof. BANTI non riscont1--ò niente di speciale; nel modo d'insorge1·e mancò la diarrea; ventre non meteorico, non dolente; stato tifoso molto pronunciato; vi fu delirio poco insistente, milza non aumentata di volume e febbre assai elevata. La prima osservazione del prof. GuIZZETTI presenta un inizio anormale, stante la man· canza di temperatura elevata per i primi 12 giorni; indi la temperatura si innalzò ra· pidamente sui 40°; oscillò poco nei giorni seguenti sino alla morte dell'ammalata. La milza non era aumentata ; non meteorismo, non diarrea; delirio fortissimo, fino dai primi giorni. La 2a osservazione riguarda un bambino. Inizio normale; temperatura elevata, diar1·ea,

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SEZIONE PRATICA

meteorismo, tumore di milza, in ultimo con· trattt1re generali e midriasi. Nelle due osservazioni del PICCHI si nota : nella prima normale l'inizio· temperatura molto elevata, non diarrea, delirio molto intenso. Nella seconda durante il decorso che era . I'egola1'e, sopravvenne un aborto ; la malattia decorse con una febbre piuttosto elevata, indi la febbre si ridt1sse al normale; l'ammalata morì ad un t1'atto in seguiio ad u.n embolo clella polmonare. In un caso riferito dal SILVESTRINI, si ebbe regolare il modo di insorgere, ed il decorso con temperature molto elevate: lo stato tifoso era molto p1·onunciato; addome meteorico con gorgoglio n ella fossa ileo-cecale, .milza molto ingrandita; l'ammalato morì tra fenomeni di grave intossicazione. In un caso del PoLL.A.CK, di cui fa cenno il prof. GurzzETTI, si osservò un delirio straor· dinariamente g1·ave. Nei pochi casi sopra accennati di tifo senza lesioni agli intestini, e nel mio, si può facil· mente osse1'vare come l'andamento della ma· lattia non sia stato quello che si suole usual· mente avere nella infe:,ijione tifica; però se noi prendiamo in esame i va1--i sintomi, per i quali l'andamento differisce dal normale, non ne troviamo uno solo su cui ci si possa razio· nalmente basare, pe1· emettere una diagnosi durante la vita dell'infermo; nè si è nemmeno i·iscontrata la mancanza di alcuno di questi sintomi che razionalmente si potrebbe rite· nere che dovessero fare difetto. E difatti, da parte del ventre, in alcuni casi, e nel mio, non mancò nè il meteorismo, -n è il gorgoglio nella fossa ileo-ciecale, nè la diarrea, nè la dolorabilità: non possiamo perciò su tali sintomi fare assegnamento per esciudere od ammettere la presenza delle ulcerazioni nelle placche del Peyer, come del resto e1·a già stato osservato che la maggiore o minore estensione delle ulcerazioni delle placche del Peyer non è in diretta relazione con la gravità della ma· lattia; si possono, in conclusione, ave:re fenomeni gravi, da parte dell'intestino, senza che ciò ci autorizzi a ritenere che le pareti di esso debbano essere lese. Vero è bensì che fino ad ora, in riguardo alla sintomatologia, non possiamo prendere in considerazione altro che i casi seguiti da morte, e perciò i più gravi, mentre sfuggono alla

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nostra osservazione tutti i casi meno gravi, che perciò non terminano con esito letale, sopra il nume1~0 dei quali non possiamo emettere nessuna supposizione. Un fatto quasi costante negli ammalati suddes~ritti, è stato la gravezza dei fenomeni di intossicazione in parte espli~antisi con delirio molto intenso, in parte con manifestazioni tali da far suppo1'1~e delle lesioni organiche dei centri nervosi. A. prima vista semb1'erebbe che, allorchè mancano lesioni da parte dell'intestino, i fe· nomeni d'intossicazione generale dovessero essere minori mancando l'assorbimento delle sostan7.ie tossiche dell'intestino, restando sempre a vede1·e quale e quanta tossicità abbia il contenuto intestinale dei tifosi; lasciando però da parte tale argomento, è da ritenere che i maggiori fenomeni nell~ sfera del siste1na ne1·voso, risconti·ati n ei casi suddescritti, sono dovuti alla maggiore quantità di micro1·ganismi, e perciò alla maggiore produzione cli tossine che essi emettono, vivendo e moltiplicandosi nel sangue degli ammalati, senza localizzazioni speciali in nessun organo, do· vendosi questi casi ritenere come veri esempi di setticoemie tifiche. Voglio ancora in ultimo richiamare l'atten· zione sopra un fatto ehe si <>onstatò durante tutto il tempo della degenza .dell'ammalata al lazzeretto e cioè sopra la presenza del sintoma del Koe1·nig. Tale sintoma non solo era ritenuto costante nelle m eningiti, ma esclusivo di esse; ad esso, dunque, si annetteva la massima impo1·tanza nelle probabili diagnosi di meningite. Pe1·ò in qualche ra1'0 caso è stato i·iscon· trato ancora in altre affezioni, per esempio, nelle sciatiche, nell'emorragie cerebrali, ecc. (PIERY e A.BADIE), talvolta però unilatera~e. Nel mio caso era bilaterale e la flessione tlelle. gambe sulle coscie e delle coscie sul bacino} quando l'ammalata passava dalla posizione estesa a quella seduta, era accentuatissima, nè si poteva ottenere la estensione delle gambe. Abbiamo già detto come all'autopsia non venisse riscont1·ato alcun fatto da parte delle meningi, sebbene sia d'avvertire che pe1' il complesso dei sintomi presentati dall'aroma ... lata, e per il grave stato d'intossicazione, una lesione per così dire funzionale delle meningi stesse dovesse ammettersi. Si era dunque

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davanti ad un caso del così detto menin· gismo. Questo, adunque, è un nuovo caso dell'esi· stenza del sintoma di Koernig, senza lesione organica delle meningi durante il corso di una setticemia tifica. Oltre che sul sintoma del Koernig; con questo mio lavoro ho voluto richiamare l'attenzione sopra il decorso clinico di questo modo speciale di svolgersi delle in.fezioni tifiche, mentre fino ad ora tutte le ricerche erano state rivolte solo ad accert~rne la possibilità, recando così u11 contributo alla dia· gnosi differenziale, dalle forme comuni, al letto dell'ammalato. BIBLIOGRAFIA.

Localizza.zioni atipiclie dell'infezio1te tifosa.

BANTJ.

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RIVISTE DIAGNOSTI CA

L'emodiagnostica in chirurgia. tVAQU EZ

e

LAUSRY.

La Presse 1néà., 1903, n . 36).

A vendo gli AA. avuto occasione di praticare un numero considerevole di esami di sangue in ammalati con affezioni d'ordine chirurgico, credono utile comparare i loro, ai risultati degli altri, per i--itrarne delle conclusioni praticamente utilizzabili. Allo stato normale~ il sangl1e presenta presso a poco la composizione seguente : Globuli rossi: da 4,500,000 a 5,000, 000. Globuli bianchi: 7,500, clei quali per cento Leucociti polinucleati . . . 66 Linfociti gran cli e piccoli . 25-28 1\iononucleati grandi . . . . 4-8 Eosinofili . . . . . . . . . . . 1 ·2 :rtiastzellen . . . . . . . . . . 0.2. Se il numero dei globuli bianchi aumenta in rappo1·to a quello dei globuli rossi, qua· lunque sia il tipo dei leucociti in eccesso, si ha modificazione quantitativa della formula; se il rapporto tra leucociti e globuli rossi resta presso a poco normale, mentre è rotto i~equi· (6)

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librio tra le differenti varietà di globuli bian· chi, si ha modificazione qualitativa della f ormula. A) MODIFI CAZIONI QUANTITATIVE.

A umento assoluto df'i globuli bianchi che può essere specifi co, ossia dipendente da una affezione in cui la lesione sanguigna pare sia il fenomeno essenziale (leucemia), o può essere transitorio, meno pronunziato, come epif eno· meno nel corso di af fazioni di natura diversa (leucocitosi sintomatiche). Chirurgicamente hanno importanza le leuco- · citosi, e anzitutto. prima di dare una interpretazione di essa, bisogna assicurarsi che la ,. leucocitosi non dipenda da un'affezione polmonare (pneumonite) capace da sola ad esplicarla. La leucocitosi della pneumonite, che varia abitualmente da 15 a 30,000, può eccezionalmente raggiungere il nl1mero di globuli bianchi 30,000. . 1° Leucocitosi nelle suppzlrazioni. .À vviene quasi sempre a carico dei leucociti

polinl1cleati neutrofili, il che ci dà ragione · del -fatto che i dati seguenti traggono la loro importanza dalla semplice nt1merazione glo· bulare, senza ricerca dell'equilibrio leucocitario. Spetta a MALASSEZ il merito d'a"'rer notato per primo i rapporti tra leucocitosi e suppurazione. Egli stabilì che la presenz;a d'una raccolta purulenta aumenta il numero dei let1co· citi fiuo a 25,000~ 30,000. Tale proporzione s'abbassa d't111 tratto al momento in cui il pus si vuota all'esterno, per aumentarsi di nuovo quando alla e'racuazione segue una suppurazione secondaria . Numerosi osservatori, tra i quali HAYEM, hanno confermato questi lavori. Praticamente la reazione leu cocitaria può ave1--e una grande importanza. Dividendo infatti le suppurazioni schematicamente in tre gruppi, a seconda che hanno sede nel tessuto cellulare sottocutaneo, che ·si localizzano in un viscere, che si svilt1ppano a spese o in vicinanza d'l1na serosa., potranno essere poste le regole seguenti: a) 8z,ipp1irazioni esterne. - In esse i sin· tomi visibili e palpabili hanno il primo posto, ~ e sono eccezionali i casi nei quali l'esame del sangue offre altri vantaggi all' infuo1·i di un interesse speculativo. Tale è quello riportato, p . es., da WEZEL, d'l1n tumore dell'amigdala preso per un sarcoma, in cui la leucocitosi _ fece ammettere l'esistenza d'un ascesso, con· fermata dall'atto operativo. ~) 8upp1r1·azio1ii viscerali. - Nelle suppu·


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razioni viscerali, o si tratta d' infiammazioni parenchimatose diffuse, e la reazione lflu· -0ocitaria è marcata, ma l'affezione è esclusi· vamente medica (pneumoniti lobari, ecc.), o si può tratta1·e di suppurazioni e localizzazioni multiple, traducenti un'infezione generale di origine puerperale, endocarditica, ecc., che sfuggono quindi all'intervento chirurgico, o si può trattare di i·accolte incistate della milza e del fegato in pa1"'ticolare, ma sembra che la leucocitosi sia allora incostante, o nulla, o troppo elevata. Pare che la cifra data da BoINET e MAUREL come l1tile per la dagnosi degli ascessi del fegato, non sia che un massimo ecc~zionale . Tuttavia queste I"'eazioni di media intensità sono utili quando si esita tra un flemmone viscerale e un'affezione generale a manifestazioni leucocemiche, la febb1·e tifoidea, per esempio. 1) 811pp11razioni dellt> serose. - In queste la leucocitosi è costante, 01·dinariamente elevata (tranne in cf.rte manifestazioni piemiche articolari nel corso della blenorragia, per ese1npio ). Però essa non raggiunge mai un grado oosl elevato e un' impo1~tanza quindi .così netta come nelle suppurazioni peritoneali. O che il peritoneo sia interessato direttamente o per un'affezione viscerale vicina, o che esso i·eagisca nella s11a totalità o sotto la forma di raccolta isolata, la leucocitosi si manterrà raramente al disotto di 25,000 e oltrepassPrà frequentemente la cifra di 30,000. Clinicamente qt1esta iperleucocitosi deve darci l'avviso. In un paziente che presenta come solo sintomo un dolore puntorio all'ipocondrio dPstro e febbre, senza edema e seD.za iperirofia o abbassamento del fegato, in cui l'e· <Bame dfll sangue rivela successivamente 34,000, 27 ,000 e 26,000 globuli bianchi~ si è auto1·iz· zati ad affermare l'esistenza d'una raccolta pt11·ulenta e reclamare l'intervento chirurgico. L'apparizione rapida ed il tasso elevato della leucocitosi, ecco i caratteri dominanti che devono fornire le suppurazioni peritoneali, e che per le loro modalità presentano un interesse capitale nelle più frequenti tra esse : l'appendicite e le infiammazioni pelviche. Leucocitosi nell'appendicite. - Sono stati i tedescl1i ad insistere pe1· primi sull'utilità chi· rurgica dei dati forniti dall'esame del sangue nel corso delle appendiciti. L'allpendicite non· st1ppurata non è accom· pagnata mai da leucocitosi attiva, nonostante la chiarezza che possono presentare i sintomi clinici: elevazione della temperatura, dolore elettivo, con tumefazione leggera e crescente della regione iliaca. In tale forma il numero dei globuli bianchi varia fra 5,000 e 10,000, '

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oltrepassando raramente e per molto poco quest'ultima cifra. Da.nqt1e il chirurgo, nel- . l'assenza di risultato positivo fornito dall'e· sam~ del sangue, può contentarsi di una sag· gia astensione. Il valore però di questo difetto di leucoci· tosi non è assoluto, poichè come tutte le regole cliniche, questa soffre delle eccezioni delle qt1ali due sono. specialmente degne di nota. La prima riguarda le vecchie raccolte incistate, nelle qt1ali la leucocitosi, dopo essersi temporaneamente manifestata, di1!1in11isce poco a poco, si mantiene a un livello debolmente elevato senza significato, o anche sparisce, per non mostrarsi che all'occasione d't1n nuo,ro accesso infiammatorio. La seconda, segnalata già da SoNNENBURG, ha luogo nelle peritoniti acutissime, genera· lizzate, che col piscono troppo brutalmente la serosa per permetterle una reazione intensa. In una forma simile, V AQ rrEz e LAURRY hanno trovato, qualche ora prima della morte, 12,000 globuli bianchi; ma il fatto di aver trovato una cifra più elevata, 18,000 e 20,000, nel corso di due appendiciti con peritonite #!eneralizzata, fa agli AA. formulare 1'•3ccezione con molta riserva. All'infuori di queste eccezioni, l' appendicite suppurata provoca t1na lel1cocitosi progressiva, che aumenta dopo il secondo giorno dell'affezione, e cresce con rapidità fino alla formazione dell'ascesso. Secondo la ·maggioranza degli autori, le cifre abituali variano fra 20 e 30,000 globuli bianchi. È necessario fare delle numerazioni frequenti, biquotidiane, di stabilire una curva che permetter&, di control· lare la calma ingannatrice della curva termica o del polso. Con tutte queste precauzioni, è possibile af· fe1·mare ~he il fatto d'aver trovato ad ttn dato momento una leucocitosi elevata, implica ne· cessariamente l'intervento per cui spetta al chirurgo di stabilire il momento favorevole. .An che q11esta decisione può essere sottopo· sta al controllo dell'esame del sangue : o la ct1rva le11cocitaria si mantiene elevata per parecchi giorni, indicando l'osistenza di una :raccolta che sarebbe (lannoso non evacuare d'urgenza ; ovvero dopo un'ascensione brusca essa ritorna alla cifra normale. Ma questo minimo non è raggiunto che a capo di parecchie settimane, da 25,000 i g lobuli bianchi cadono a 10 o 12,000, vi si mantengono un certo tempo e molto lentamente riprendono il loro livello abituale. Si può affermare allora che si è avuta una raccolta, ma che essa è riassorbita, incistata, o in ogni modo divenuta inoffen( 7)


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IIJ POLICLINICO

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IX,

FASO.

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siva. Così, p er essere sicuri di operare « a subordinata all'e' ' acuazione più o meno comfreddo », è necessario di attendere fino a che J pleta. la leucocitosi sia completamente sparita. Infine, se il chirt1~go pratica su una di Re~tn. ancora a precisare un ultimo punto: queste raccolte una operazione palliativa, le l'influenza dell'intervento sulla evoluzione variazioni della leucocitosi fo1·niranno presso della leucocitosi. a poco le stesse indicazioni che nell'appendiEsso è ordinariamente seguìto da un i·itorno cite e non sarà raro constatare la reazione rapido al normale, ma l'abbassamento è pre- immediata i)ostoperatoria. ceduto sovente da un'ascensione sensibile. 2° Lertcocitosi nei canc1·i. Può al contrario avvenire che, malgrado l'inte1·vento, la leucocitosi persiste o riappa· La questione, per quanto studiata., non è i·isce dopo una falsa defervescenza. In questo ancora ben maturata. caso si può es-ser sicuri che si forma un nuovo Il ' rantaggio considerevole che presenta l'inascesso, che l'evacuazione della sacca è im- tervento precoce, ha stimolato le i·icerche sui perfetta, e che sono da temere tutte le conse· segni che permettono di stabilire la diagnosi guenze della ritenzione. precoce. Sembrava la leucocitosi un segno acRiassumendo: astensione possibile e fre- cidentale e non specifico. Essa non è speciquente quando la leucocitosi non esiste o i·e· fica per questa o quella varietà di cancro, sta nei limiti normali; intervento costante non dipende dalla sede del ne.o plasma. nelle forme che presentano, in un momento Dividendo i cancri in due categorie, a sequalunque, una leucocitosi attiva, intervento conda che sono ulcerati o no, largamente ache sarà ora immediato, ora i·itardato; indi· perti o affatto, si ba che i primi soli provocazione preziosa sui risultati ope1·atori: ecco cano un a leucocitosi, che sarà quindi la magli elementi che ci fornisce l'esame del sangue ni f~s tazione seco~daria dell'infezione sopragnell'appendicite. giunta. Lezicocitosi nelle peritoniti da pe1forazione. Più accettata invece pare sia 1'01)inione che E' poco studiata. Secondo CusHING, che l'ha quando il neoplasma non è localizzato, ma ha ricercata nelle perforazioni tifo idee, i globuli determinato nell'organismo delle i·eazioni inbianchi aumenterebbero nella fase ch e pre· fiammatorie ir1..imediabili, allora produca la cede immediatamente l'accidente. Si avrebbe leucocitosi. Così RAVAUT e BIBIERRE ammetcon essa, per· i partigiani dell'intervento chi· tono che i neoplasmi, con tendenza a generurgico, che deve essere immediato, una im· ralizzarsi o a ripercuotersi sul sistema linfaportantissima _1'eazione, tanto più sensibile e tico, s'accompagnano con reazione ganglionare significativa in quanto essa succede brusca· e con leucocitosi. Se questa concezione fosse completa.m ente mente alla leucocemia. La si dovrà dunque ricerca.re dopo l'apparizione di fenomeni a· esatta, sembrerebbe, dietro le nozioni attualmente accettate sull'origine delle differenti normali. ' Leucocitosi nelle szlpp1i1·azio1zipelvicl1e. - Dal varietà di leucociti, che la leucocitosi dopt1nto di vista diagnostico, tutte le affezioni vrebbe allo1·a essere sempre una linfocitosi. suppu1·ate del piccolo bacino: salpingite, ova· HA.RTMA.NN e SrrJHOL tendono infatti ad amrite, pelviperitonite, ematocele suppurato, ecc., mette1·e la r ealtà di q t1esta linfocitosi. La q uistione della leucocitosi nei canc1·i, si traducono in l1na leucocitosi quasi sempre attiva come quella dell'appendicite. Si com· poi aumenta d'importanza quando si tratta prend e come sia possibile 11tilizzarla., come di cancri viscerali e specialmente di cancrr: hanno fatto DTITZMANN, LAUBENBURG, ecc., dello stomaco, relativamente ai quali sono conquando si esiti t1..a un tt1more uterino. ova· tradittori i fatti capaci di far asserire alcun rico (fibroma o cancro) e un piosalpinx, fra che cli positivo ci1·ca alla diagnosi e all'interun aborto tubario ed una pelvi-peritonite; vento chirurgico. Tuttavia pare possa ritenersi: quando si tratti di determinare la ~atura. di 1° Quando, in presenza d'un) affezione gauna raccolta salpingea (pus, sangue o siero). Se 1 affezione termina colla :risoluzione, o strica di natura indeterminata, l'esame-del sans'incista, o se, come capita nel pio-salpinx, a gue resta negativo dal punto di vista della una fase infiammatoria succede un periodo di leucocitosi, non bisogna per ciò rigettare come i·iposo, in cui sacca e contenuto subiscono improbabile la diagnosi di cancro. Se d'altra delle trasformazioni fortunate, l~ leucocitosi parte, i segni osservati, rendono questa dia- _ gnosi verosimile, si potrà ammette1"e, ma non diminuisce e sparisce. Se la sacca s'apre spontaneamente, l'abbas· in modo assoluto, che il cancro è localizzato e non ulcerato. sam~nto della cifra dei leucociti è i ..apida e l8)


(ANNO IX, F ASC. 33]

2° Quando, in presenza di un'affezione ga· strica di natura indeterminata, l'esame del sangue è positivo, e la leucocitosi l'aggiunge il num~r·o di 12 a 15,000 elementi si potrà considerare come più probabile l'esistenza di un carcinoma gastrico e ammettere che esso, già d'antica data., sia accon1pagnato, sia dn, ulcerazione, sia da propagazione }Jiù o nteno lontana. 3° Quando, con un cancro gastrico, la leu· cocitosi raggiunge o oltrepassa 20,000 ele· menti, si dovrà ammettere che ·il cancro · si accompagna 0011 }Jropagazione peritoneale e· stesa e probabilmente con infezione generale <lell'organismo. Queste cllte ultime proposizioni possono es· sere anche estese agli altri neoplasmi, e for· nire anche delle indicazioni o controindica· zioni operatorie.

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SEZIONE PRATIO.A.

rassitaria, e per consegt1enza alla cisti ida· ti dea. Ciò vale anche per la filariosi, ecc. Dott. N. LEOTT.A.

Il co1111Jorta111euto dei grossi let1cotit i 010001111cleari e le forane di passaggio (Ehrlich) nel cc carcino1na ventricoli ». (KURPJUWEIT .

Deul. 111ecl. Wocli., n. 21, 1903).

dice: « I grossissimi leucociti mo« nonucleari sono cellule voluminose, grandi « circa 2-? volte più delle emazie, che pos· « sie.dono un nucleo grande, ovale, per lo più « eccentrico e debolmerita colorato, e un pro« toplasn1a relativamente voluminoso. Qu8st'ul« timo è povero di granulazioni basofile, cioè « in opposizione al protoplasma dei linfociti • « è più p overo del nt1cleo . B) ~IODIFIC.AZIONI QU.ALIT~.\..TIVE. « Il gruppo dei grandi leucociti mononuAlla numerazione globulare è necessario « oleari è nel sangue normale nella propor· acco1Jpiare l'esame clel sangue, su preparati « zione cli circa 1 °/ 0 : origina dal midollo fissati e colora.ti; altiJimenti potrebbero sfug· « osseo. I grossi leucociti mononucleari si tragire, se esistono, le alterazioni dipendenti dal- « sformano nel sangue mediante forme di 1' alterato eql1ilibrio della fo1'ma leucocitaria. « passaggio. Qt1este si distinguono dai prece· Due alterazioni qualitativ·e possono sopra· « denti mediante grancli insenature del nu« eleo che gli cl anno la for'ma di un diaframma, tutto avere interesse: « poi da llna certa più grande affinità del 1° La linfocitemia, ossia l'aumento del nu« nucleo per le sostanze coloranti nuclea1·i, mero dei linfociti, che se ha pe1· co1·ollario « come pure per il presentarsi di ;rare gra· un aumento del numero totale dei globuli « n11lazioni neutrofile nel p1·otoplasma. Ambianchi, costit1Lisce uno dei gruppi della leu· « bedue i gruppi formano il 2-4 °/o di tutti i • cernia. « corpuscoli bianchi del sangue ». Non sempre però la linfocitemia si accòmSecondo TùRK il numero delle grosse celpagna con leucemia perchè talora, pur re· 1ule uninucleari e delle forme di passaggio stando no1·male il numero totale dei globuli ascende al 5-10 °/0 • Alt1--i invece (STRAUSS e bianchi 8i ba at1mento dei linfociti, si ha allora RoHNSTEIN) danno come 1Dedia èlei leucociti quella forma che gli AA. chiamano lirtfoci- nel sangue normale: multinucleari 75. 8 °/0 , te11iia aleucemica, che può essere transitoria uninuclea1·i 24. 5 °/ , di cui linfociti 20. 5 °/ 0 e sintomatica di una affezione palustre, ecc.; e grossi l~n inucleari0 4. o 0 / • 0 o può essere permanente, ed allora accom· L' A . nella sua clinica, attenendosi alle dipagna certe ipertrofie ganglionari. visioni di EHRLICH ha potuto confermare il Simile modificazio11e del sangue è quindi . valore di q11este nella tara dei leucociti. llna controindicazione formale all'operazione. Nel « ca1--cinoma ventriculi » senza compli· 2° L'eosinofilia consiste nell'aumento delle cazioni si è tenrtto conto dell'emoglobina (Hb), celll1le bianche eosinofili e può essere impo1--- dei corpuscoli bianchi (W), dei corpuscoli rossi tan tissima per il chirurgo. (N), dei let1cociti polinucleari (P), dei linfociti Essa è stata segnalata in numerose affezioni (L), delle cellule monont1cleari (lVlo), delle cel· parassitarie (a.nchilostoma duodenale, trichi- lule eosinofile (E) e delle « Mastzellen » (Ma). nosi, bilarzia, cisti da echinococco del fe· Dall'osser.v azione di vari casi, l'A. può congato, ecc.). fermare i dati di GRA wITZ che cioè le fo1'm e In presenza quindi di un tumore viscerale, di cellule ematiche non si corl'ispondono fra loro 1-iguardo al numero. Quasi sempre si ~ sopratutto epatico, di natura indeterminata, si dovrà fare l'esame completo del sangrie. t1·0T"ò un abbassamento degli eritrociti colle· Se questo indica l'esistenza dell'eosinofilia, gato a uno scarso « quantum » di. :ab e ~1~e­ bisognerà pensare ad un tumore d'origine pa· sto « quant11m » diviene sempre p1u sens1b1Le EHRLIOH

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*

,

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IL POLICLINICO

quanto più cresce la diminuzione dei corpu· scoli rossi. I corpuscoli bianchi sono aumentati. Il rapporto fra erit1~ociti ed emazie si sposta considerevolmente in confronto del r·ap· porto normale che ammonta a

1 se s1. f a 666

N = 5,000,000 e W = 7,DOO. La percentuale dei singoli leucociti mostra solo poche deviazioni dalla norma. Per quel che riguarda i reperti di sangue nel cancro dello stomaco l' A. non crede affatto che n el carcinoma la media dei leucociti polinucleari sia conside1~evolmente più elevata di quella che si tro,ra nell'uomo sano e che E?ia diminuita la media degli uninucleari. L'A. r·iporta una storia clinica. ' Si tratta di una donna di 43 anni ; n ell' a· namnesi si trova: nell:infanzia, scarlattina e i·osolia; a 15 anni, tifo addominale gt1arito dopo molto tempo; in seguito, tre m esi di malattia per infiammazione renale, intestinale e coliche epatiche; trichinosi. I disturbi pre· senti cominciarono ci1·ca sei m esi prima della sua accattazione in clinica: e.attivo appetito, dopo i pasti senso di peso sullo stomaco e pienezza. Da 3 settimane vomito dopo i pasti; questo però non è sanguigno e contiene solo r·esidui alimentari. Stato pr·ese1zte (25 gennaio 1903). - Non f ebbre; intenso pallore; stato generale buono. Polmoni, normali. Cuore: dolce rumore sistolico alla ptlnta. Polso a 100, piccolo, regolare. Addome: un po' meteorico. Tumor~ duro, grande quanto un piccolo pugno nello stomaco. Nello stomaco a digiuno, ritenzione di 1200 eme. di m1 liquido nerastro, cli reazione fortemente acida senza HCl libero. Reazione fortemente sensibile dell acido lattico; acidità totale= 176. Esame microscopico: lt1nghi bacilli, fermento, amido. Milza e fegato: non ingranditi. Sangue: Hb == 75 °/0 •

w

1 N = 3,850,000 W = 8,900 N = 432 P = 67 °/0 L = 25°/ 0 (gr. L = 21 °/ 0 , picc. L = 4 °/ 0 ) J.\tio = 3 °/0 E = 5 °/0 •

Nell'ulteriore deco1·so non verificandosi complicazioni, si ventilò la proposta di una ga· stroenteroanastomosi. Improvvisamente si ma· nifestò un agg1·avamento subitaneo ; la pa· ziente vomitò moltissim~ e non riteneva nè meno i cliste1~i nutritivi. Un giorno prima della morte si manifestò un'affezione dolorosa della parotide destra, la temperatura contem·

[ANNO

IX,

FASO.

331

Sei ore p1·ima della morte l'esame del sangue diede: Hb

w

=

72

°/ 0 ; N = 3,875,000; W

=

6,300

1 N = 615 ; P = 32 o/o ; L = 35 o/ o; Mo = 33 o/o·

Tutte le cellule, eccettuati i le11cociti mononucleari non presentavano essenziali alterazioni. I leucociti polinucleari e1·ano forse un po' più piccoli dell'ordinario. I mononucleari erano cellule grandi dl1e volte circa una cellula polinucleare normale, dello spesso1'e di mm. O. 0238: il nucleo era rotondo, il protoplasma aveva una struttura alveolare; colorato col metodo di J enne1· mostrava scarsi gran11li neutrofili. Autopsia. - Noduli duri, piccoli e numerosissimi sul peritoneo. Milza molle, facilmente spa.p polantesi, di colorito rosso scuro ; sulla superficie vari nodi puntiformi. Nulla nei reni. Massa dura nel piloro, occupante la regione e la valvola. Sulla superficie · anteriore dello stomaco, la mucosa mostra noduli duri, circoscritti, in parte confluf'nti; sulla superficie esterna corr·ispondente a queste parti vi è una quantità di grandi noduli biancastri che si continuano ininterrottamente sulla curvatura dello stomaco. Fegato pallido; noduli duri, biancastri sulla sua superficie. Numerose piccole emorragie nell'intestino. tenue ; nel colon discendente numerose vecchie cicatrici. Diagnosi anatomica. - « Carcinoma ventriculi » con parziale divisione a nuclei grandi; carcinosi del peritoneo. Enterite; cicatrici dissenteriche nel colon e nel r etto. Esame mic1·oscopico. - Degeneraziop.e grassa del fegato. Carcinoma ghiandolare dello stomaco. Leucociti polinucleari eosinofili e neutrofili, linfociti grandi, scarse cellule mononucleari con granuli neutrofili. Non visibili piccoli linfociti e « Mastzellen » . Se consideriamo, 01·a, il quadro clinico è perfettamente chiaro. Il cancro dello stomac~ era chiaramente palpabile, produceva le ordinarie manifestazioni, senso di peso e di dolore nell'epigastrio e il vomito di masse ritenute .. Quando si ebbe l'aggravamento impro,rviso che determinò la morte, si trovarono alterazioni nei reperti dell'esame di sangue; ciò si puù spiegare ammettendo la pro~uzione. di tossine che danno il complesso smtomat1co sopra descritto. A. P.


J

r A.~No rx,

FAso. 33J

1035

SEZIONE PRd.:TlOA

MEDICINA

creas. THIERFELDER descrive un tumore da lui considerato come adenoma e così anche REVE ma dalle loro relazioni non risultano ben~ Adenoma se1npliee del pancreas evidenti i caratteri adenomatosi del tumore e 01·iginantesi dalle isole di Langerhaus. la loro descrizione è più quella di un carci{NICHOLLS. Plie ,]onr1i. of m ed. r esearclt., nov. 1902). noma scir·rotico anzichè quella di un tumore semplice. I tumori primitivi del pancreas non sono CESARIS riporta un caso di ve1'0 adenoma del frequenti. SEGIE sopra 11,500 autopsie fatte a Milano i~iscontrò solo 132 tumori primitivi del panc1·eas, e BIONDI tln caso di fibro·adenoma. Pochi alt1~i casi di questo ge:tiere sono stati panc1~eas .; una proporzione di 1. 14 per cento. ricordati, ma non si possono considerare come St1 questi 132 casi egli riscontrò trattarsi di veri adenomi che con molta esitazione. Tale è carcinoma 127 volte; due volte di sarcoma due volte di cisti ed una volta di sifiloma. ' il caso di BAUD.A.OH il quale descrive una cisti emorragica del pancreas la quale si svilt1ppò Il tumore osservato dall 'autore consisteva entro un ade.aoma del pancreas. MARTIN riin un nodulo piccolo, 'rotondo, in corrispon- porta un caso di adenoma e Rr·GGI un caso denza della superficie ante1~iore del pancreas di adenosa1·coma. situato al punto di unione del terzo m edio ~ I tu~o~·i ghiandolari del pancreas si posdel terzo terminale. Esso colpiva anzitutto sono distinguere a seconda della loro origine l'?sser"'\rato1·e per il suo colore il quale e~a in tre gruppi : 1° adenomi i quali si originano giallastro, attràversato da pochi 'rasellini sandall'epitelio dei dotti ; 2° adenomi che si ori· guigni dilatati. Tale colorito contrastava col ginano dagli acini del pancreas; 3° adenomi bianco ebt1rneo del pancreas normale. .Al tachn si originano dalle isole di Langerhaus. glio era poco resistente e dalla superficie Gli adenomi del pancreas fino ad ora clegemeva poco sangue. Il tumore era circondato scritti dagli autori sembra che derivassero tutti da una capsula delicata fatta di lamelle di dall'epitelio dei dotti, poichè gli elementi epi· tessuto connettivo disposte in modo lasso. F1'a teliali erano disposti in genere a colonne in qt1este in alct1ni punti si scorge,rano delle modo da lasciare di solito fra di loro un lume. cavità all11ngate tappezzate da cellule piatte , Nel tumore descritto dal NrcHOLLS le cellule con~enenti dei nuclei fusati. Alcune di queste ghiandolari non erano simili a quelle dei dotti cavità contenevano sangue ed evidentemente poichè non erano gran~lose e non erano die~ano dei seni sanguigni, mentre altre appa· sposte in modo da lasciare fra loro dei lumi. r1van~ come spazi linfatici. Inoltre n ella capRimaneva a decidersi se il tt1more traeva la sula s1 scorge,· ano dei piccoli gruppi di cels11a origine dagli a cini o dalle isnle di Lan· lule simili a quelle degli acini pancreatici gerhaus. Dall'esame microscopico degli alveoli però appiattite, compresse ed atrofiche. L~ dell'adenoma si poteva 1~ilevare co me questi massa del tumore appariva composta di nuavessero più l'aspetto di un' isola di Langer· me1·osi ammassi cellulari separati da tramezzi haus, che di un acino del pancreas. Infatti la di tesst1to fibroso in modo che clavano n ello struttura e la disposizione delle cellule del • • insieme t1n aspetto al ,~eolare. L e cellule che tumo1~e, e l'aspetto dello stroma fibroso (lavano riempivano gli spazi alveolari erano simili alla neoformazione l'apparenza di un'isola di alle c~llule ~el pancreas; però erano più picLangerhaus ingrandita. Quindi l' .A. ritien e che ool~, i nuclei erano relativamente più grandi ed il protoplasma si tingeva più debolmente l'adenoma traesse la sua orJgine da una delle ed irregolarmente. I tramezzi che costitt1ivano cellule delle isole suddette. Dott. M. FLAMINI. lo stroma del tumore erano più grossolani di quelli che circondavano gli acini del pancreas. Tutto sommato si aveva a che farà con un Ricerche istologiche sul panc1~eas tumore fatto di l1no stroma di tessuto fibroso nel diabete n1ellito. disposto a formare degli alveoli irregolari, (A. WEICHSELBAUM e E. STANGEL. Wieuer kli1i. en~ro i quali erano riunite delle cellule a tipo Wocliensclir.). ghiandolare : quindi si poteva facilmente ar· In tutti i 32 casi di diabete pancreatico stuguire che si trattava di un adenoma. Inoltre per il fatto che il tt1more era incapsulato e diati dagli A.A. l~ alterazioni più gravi i~iguar­ mostrava tendenza ad infiltrazione, esso era davano gli isolotti di Langerhaus. Le alte1·a. evidentemente benigno: quindi l'.A. ha creduto zioni di essi rigua1·davano il loro numero, la •

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1036

IL PO LIOLIN I 00

diminuiti in ogni caso. Si avevano inoltre alterazioni speciali delle isole ; di qt1este gli AA. distinsero tre forme, cioè la senzplice at1·ofia degli epiteli, la vacuolizzazione e flziidificazione degli isolotti (degenerazione idropica), e la sclerosi delle isole, che talvolta era accompa.g nata anche da emorragie o da deposi· zioni calcaree. Tutte queste specie di alterazioni conducevaito al rimpiccolimento ed in fine alla morte dell'isolotto. Le alte1·azioni del restante parenchima glan· dolare pancreatico, come l'atrofia dei tuboli, l'aumento delle cellule centro·acinose, l'aumento del connettivo interstiziale, la pancreatite acuta e cronica, la necrosi del grasso, la lipo111atosi e sclerosi delle arterie del pancreas non erano Q.è costanti, nè, in ge11erale, di alto g1..ado, ed erano })erciò semp1·e di secondaria importanza alle su descritte alterazioni degli isolotti. Para.gonando il risultato degli A A. con quelli degli altri che più recentemente studiarono il diabete panc1·eatico, si trova una ammirevole conco1·dia. , OPIE, HERZOG, SsoBOLEW ed in parte anche WRIGHT e J OSLIN, misero in speciale evidenza le alterazioni delle isole di Langerhaus nel diabete. La alte1~azioni descritte da 0PIE e WRIGHT e J OSLIN corrispondono a quelle descritte dagli AA. come accreseimento connettivale, o sclerosi, quelle desc1..itte da HERZOG e SsoBOLEW, corrispondono a quelle definite dagli AA.. come atrofia se1nplice e vacuolizzazione degli epiteli. HERZOG e SsoBOLEW affermano anche di aver trovato diminuzione del nume1·0 delle isole di Langerhaus fino alla totale scomparsa di ess ScH~:IIDT ed HANt;;EM.A.NN hanno trovato nelle loro ricerche alcune cliscordanze. Il primu non riuscì mai a constata1--e la perfetta mancanza delle isole ; il secondo, trovò bensì la sclerosi delle isole, ma la credette dovuta a propaga· zione del p1·ocesso di accrescimento dal connettivo interstiziale, e non primaria. Le osservazioni di tutti gli altri AA. che trovarono la sclerosi limitata alle sole isole di Langerhaus combatte l'opinione di HANSEMANN, mentre il fenomeno della rigenerazione spiega il i·eperto di SoHMIDT. Una questione assai importante è la caz1isa delle alterazioni degli isolotti di Langerhaus, e la 101·0 dipende1z/~a col diabete. Siccome da tutti gli AA. sono state ritrovate negli isolotti del pancreas di diabetici alterazioni tali da poter diminuire o render nulla la funzione di quelli, alterazioni che nei non diabetici mancano, e poichè in tutti i casi dì marasma generale e di ati·ofia non diabe0

LANNO IX,

FASO.

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tica del pancreas quelle alterazioni mancano si può ritenere con una certa sicurezza che debba esistere una di pendenza causale fra le alterazioni delle isole di Langerhaus ed il diabete. Lo sviluppo embriologico differente e la struttura istologica degli isolotti di Langer· haus rendono verosimile che qt1esti debbano avere una funzione differente dal restante parenchima glandolare df>l pancreas, e che se- · condo l'opinione della più parte degli AA. dovrebbe rigl1ardare la trasformazione degli idrati di ca1·bonio nell'organismo. 0PIE, HERZOG, SsoBOLEW ed anche ScHMIDT ritengono gli isolotti di Langerhaus come glandole a secrezione interna alla cui-f11nzione è legato il normale decorso c~ella trasformazione degli iclrati di carbonio nell'organismo. Le ricerche sperimentali di SsoBOLEW e SCHULTZE e molti altri su gli effetti della le· gatura del dotto di WIRSUNG, dopo la quale si ha atrofia generale del pa1·enchima proprio del pancreas, ma per la conservazione degli isolotti, non si ha diabete, conferiscono anche esse peso alla su esposta teoria. V. Z.

TERAPIA Sulla cura della diarrea Ct'Onica dispeptica (SCHUTZ.

San1111l. klin. Vortrage, 1901, n. 318).

L'A. comprende con questo nome una forma di diarrea cronica, che sorprende per la sua lunga durata, anche di 10 anni e pe1" la sua persistenza contro qualunque cura medicamentosa e p1--ocede con frequenza quotidiana va· riabile di 8cariche diarroiche, però secondo la dieta e il modo di vita del paziente; la ma· lattia può presentare delle remissioni com· plete oppure durare senza interruzione tanto che nel corso di 6 e 12 anni non vengano mai emesse feci consistenti. Le scariche sopravvengono spesso improv· visamente durante o dopo i pasti e la mag· gior parte di questi pazienti si lagnano di irrequietezza addominale, gorgoglii prima delle scariche, flatulenza esagGrata e dolori co· lici. Talvolta si uniscono disturbi neuraste· nici di ogni specie e anche distru·bi gastrici. ma la metà dei 16 malati dell'A. si lamenta,ra quasi soltanto deI suo intestino. Le scariche alvine si caratterizzano per un partic-olare odore non fecale ma piuttosto acutamente acido, che può essere così intenso da invadore tutta la stanza. Anche i gas emessi dall'in· testino hanno un odore acido uguale. Innt1• merevoli bollicine gassose si svolgono dalle feci acquose o poltacee che non di rado con· tengono residui alimentari, pezzetti di carne, di patate, di tessuto connettivale, ecc. In 10


[ANNO

IX,

FASO.

33]

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SEZIONE PRATICA

infermi si sviluppò insieme a queste diarree un catarro intestinale. Impo1·tante per queste anomalie dell'intestino è il comportamento dello stomaco, poichè esse non raramente si determinano come sintomi secondari nell'achilia gast1·ica in cui spesso la malattia gastrica pri· maria è lJOtuta rimane1·e completamente latente. In 14 casi in cui l' A. ha esaminato lo stato dello stomaco, esisteva una sola volta una sicu1·a e vera achilia, invece si trattava• quasi senza eccezione di diminuzio11e della se· c1·ezìone cloridrica di varia intensità con o senza alterazioni moto1·ie : le quali consistevano nell'ator1ia quasi sempre e in un caso in ipermotilità. Il legame etiologico dei vari fatto1·i in questo quadro morboso è il seguente: dimi· nuzione p1·imaria del potere digerente dello stomaco, che da principio può esser compensata dal t en11e, g1·aduale inst1fficienza della digestione del tenue, quindi diarrea e infine catarro secondario clel tenue. Quindi l'esame della funzione gastrica deve dare i ca1·atteri diagnostici differenziali tra i catarri intesti· nali p1·imar1, le c]iar1·ee ne1·,rose, il cancro e la tubercolosi dell'intestino. Secondo S CHUTZ la diagnosi di questi ca.ta1·ri cronici dispeptici dipende in prima linea dal . carattere della malattia gastrica fondamentale, dallo stato dell'intestino e dallo scrupolo del paziente nel seguire le prescrizioni dietetiche. Nella cura sono innanzi tutto da respinge1·e gli stittici perchè per essi i })rocessi putrefat· ti vi persistono più a lungo e inoltre con le evacuazioni i i·esidui alimentari indigeriti vengono allontanati. L'indicazione principale della terapia consiste nel vuotamento del canale digerente dalle materie indigeste con le lavande gastriche e del c1·asso, queste ultime sotto forma di semplici enteroclismi di acqua e nelle forme più ostinate con le alte irrigazioni. Nella dieta · è da limitare la carne che nei casi gravi da principio si deve sopprimere del ttitto. La base del regime deve consistere in varie specie di fini farine sotto forma di zuppe mucillagi· nose, fari11ate, Ol"'ZO mondato, panata di patate, biscotti, Zwieback, uova in numero di 5-6 p1·0 die e ap.che più: poi secondo i ca8i pi·eparati di a.l bumina come plasmon e polve1·e di carne. Quando le fermentazioni siano abolite e non si debbano più svuotare residui alimentari indigesti, si possono dare gli stittici. Sul prin· cipio della cura è da prescrivere il riposo a letto . poi un riposo di 5-6 ore ogn.i giorno . dopo il pasto. Come validi adiuvanti sono da impiegarsi le acque saline di Wiesbaden.calde prima del pasto e l'HCl dopo cli esso. Questo metodo di c11ra ha dato all' A. buoni e permanenti risultati. Dott. P. G.A.LLENGA. ~

.

Sull'uso del nitrato di potassio e nit1·ito di potassio nell'aumento cronico della pressione arte1·iosa. Dezit. med. Wocli., n. 16, XXVIII Jahrg).

(LAUDER BRUNTON.

Uno dei fenomeni della senilità è che le arterie perdono la loro elasticità ed oppon· gono alla corrente sanguigna una maggio1·e resistenza: donde ipe1·trofia cardiaca e au· mento di tensione arteriosa. Questo auménto di pressione endovasale può ave1·e dannose conseguenze sia a carico clel cuore, angina pecto1·1s, sia a carico del cervello, emorragia con paralisi, ecc. È perciò della massima. importanza abbassare terapeuticamente la tensione arteriosa. Il nit1·ito di amile e la nitroglicerina ci sono cli validissimo aiuto per es. nell'angina pectoris, quando vogliamo imme· diatamente ottenere l'abbassamento <li pressione : ma la loro azione è alt1·ettanto rapida e passeggiera. Col Nitroe1·itrol, 0,03 tre volte al giorno, possiamo conseguire lo stesso fatto, ma per una durata più lunga: con l't1so pro· lungato di questo rimedio si possono prevenire gli accessi di angina pecto1·is in coloro, che altrimenti ne soffrono di continuo. lVIa nessuno di questi i·imedi è adatto, se desidederiamo prevenire ed evita1·e la i·ottUl·a di una arteria cereb1·ale e le st1e funeste conseguenze. A ciò fa duopo un rimedio, che agisce in misura più debole, ma più duratu1·a. A q t1esto scopo corrisponde un vecchio rimedio, 01·a andato fuori uso, il nitrato di potaE,sio. Un vecchio sanita1..io, che soffri va fortemente di gotta, i·accontò all' A. come egli aveva potuto prevenire ed evitare pe1· molti anni ~ la gotta, mentre tzitti i suoi parenti ne soff1•ivano, prendendo ogni mattino 1.8 bicarbonato di potassio e 1.2 nitrato di potassio sciolti in mezzo litro di acqua. Egli aveva poi fatto l'osse1·va~ione curiosa che il nitrato di potassio, preso da un droghie1·e, era molto migliore di q11ello proveniente da una farmacia. In seguito l'A. fu chiamato · a consiglip per t1n individt10 di 65 anni che soffriva di gravi epistassi, che lo avevano in sommo grado indebolito. Come cura locale sintomatica consigliò l'estratto di capsule surrenali. ~Ia tali epistassi essendo un effetto della aumentata tensione arte1·iosa (individuo gottoso), pensò l' A. di consigliare come cura causale la stessa f ormola del -vecchio medico: che sortì t1n ef· fetto pressochè miracoloso. Lo stesso non avvenne. più quando il nitrato di potassio fu preso pzlro da una farmacia . .A.llo1·a l' A .. pensò, che nel nitrato impuro dei droghieri fosse con· tenuta piccola quantità di nitrito: ordinò allora: (13}


I

bicarbonato sodico 1,8, nit1·ato di potassio 1,2, nitrito di sodio 0,03, da. prendersi ogni mattina in un grande bicchiere d'acqua. Questa novella formola ebbe lo stesso successo meraviglioso: l'epistassi non si presentò mai più, e la tensione a1·teriosa si mantenne bassa. Tale trattamento può esser continuato p er moltissimo tempo ininterrottamente: il suo vecchio amico la continuò per 30 o 40 anni. L'azione del potassio sul muscolo cardiaco è nei casi di alta pressione piuttosto utile, che dannosa, diminuendo l'ipertrofia e la corrispondente vigoros:t attività. LEACH poi ha dimostrato, che i nitrati hanno la stessa azione dei nitriti di dilatare le piccole arterie, ma più lentamente e meno - completamente, ma pe1~ più lungo tempo. Di più i sali potassici attivano anche la secrezione t1rinaria, essendo diuretici. Dott. BAGLIONI.

ACCADEMIE, .SOCIETA &IEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

Etiologia e

PARTICOLARI

p1~ofilttssi

della malai·ia.

(Relazione del prof. VITTORIO ASCOLI al Congresso di Madrid · Sez. di Medicina interna). I

Per corrispondere agli scopi di un Congresso internazionale, mi lilD.iterò a riepilogare le cose oggi meglio stabilite su questa malattia che, pur essendo causata da un pa1·assita ben diffe1·ente dagli altri più diffusi germi patogeni, può considerarsi come una delle più fondatamente conosciute.

I. -- ETIOLOGIA.

L'argento colloidale in te1·apeutica. (M.

NETTER.

Presse 11zédicale, n. 6, 1903).

L' A . i·i ferisce 130 casi da lui trattati con questo medicamento : la via di somministrazio11e preferibile è la ct1te per frizione, e l'ininzione endovenosa; da rigettarsi la via sottocutanea p erchè facilmente dà luogo ad ascessi. Per frizione è asso1·bibilissimo; dopo qualche ora l'infermo ha sapore metallico in bocca, e così pul·e l'infermiere che pratica il massaggio. La teq_nica è la seguente: si rend e i·ubefacente la parte colla frizione semplice, indi si applica da 1 a 3 gm. di po· mata al 15 pe1· cento IJer due volte al giorno; l' A. dà. molta importanza alla rubefazione ct1tanea prima di procedere alla frizione. Fu im1Jiegata in forme settiche gravi tanto da micro1,ganismi speciali qt1anto da comt1ni piogeni (infezioni pt1erp erali~ osteomieliti, appendi citi, ecc.). La temperatt1ra si abbassa 01·a ra1Jida.mente, ora p er lisi, ma l'effetto si fa soprattutto sentire sullo stato generale che ne avvantaggia grandemente fin dal principio della c11ra. L'O. più che all'azione battericida dà i1nportanza all'alto pote1~e catalitico e modificante dell'argento allo stato col· Ioide. BIAGI .

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi sua organizzazione e sue aspi1"azioni. Un elega11te volu,1netto di 90 pagi1te, Lire •. NB. - La vendita di tale volume, sottratte le spese, è a vantaggio della Lega Nazionale contro la Tubercolosi.

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O.r edo che la malaria, e per l'indiscutibile· agente patogeno e per il suo ben determirtato decorso e per le sue chiare manifestazioni cliniche 5 possa venir definita, dal nostro punto di vista, come un 'infezione specifica con

mantfestazioni pe1~iodiche pili o meno gravi: di indole contagiosa, co1z evolz,,,zione epidemica a1inuale. In tale definizione sQm bra racchiusa la patologia della malaria. Questi dati che dall'etiologia trapassano nellò studio epidemiol.ogico ci istraderanno alla profilassi. . .

A). -

llz/ezione specifica.

È oramai noto che la malaria è prodotta • da un germe che appartiene ad un gruppo _di

esse1'i ben determinato nella scala zoologica: al gruppo degli sporozoi. Gli sporozoi, alla loro volta, si dividono in ·v·ari ordini ; ad uno di questi appartiene - l'emospo1·idio,_ che è l'agente produttore della malaria 11mana. N ell,organismo umano qu~sti emosporidii attaccano i globuli rossi vivendo nel loro in· terno, secondo la maggior parte degli autori, rimanendo, secondo altri, soltanto ad essi aderenti. Nel nostro organismo percorrono due cicli di vita. Un ciclo conduce alla maturazione del parassita e alla scissione di esso ; in eorrispon-


danza di questa si manifesta l'accessò febbrile. È il ciclo asessuale (così bene de• scritto da GoLGI, l\i1ARCHIA.FAVA e BIGNAMI). Il secondo ciclo si inizia a un determinato punto, come una deviazione del primo e dà luogo a forme differenziate. Esse restano inerti e innocue nel nostro co1·po, ma passando nel corpo di una speciale zanzara, finiscono per generare una quantità di piccoli organismi che le zanzare stesse con la puntura inoculano all'uomo. È il ciclo sessuale (GRASSI, Ross, BIGNAMI e BASTIANELLI). Pe1~

ben comprendere le p1·oprietà cli questa infezione è necessario addentrarci t1n po' più nella vita di questo emosporidio. 1. Biologia gene1·ale del parassita. La fase di vita che si compie nell't1omo è la fase febbrigena e la pjù nota. In essa i parassiti si p1·esentano nelle loro forme giovani come piccolissimi corpiccioli ameboicli (mononti), dotati di movimenti più o meno vivaci, che vivono a spese dei globuli i·ossi, convertendo l'emoglobina in pig· mento ne1·0 ; nutrendosi, aumentano di vo· lume, perdono alquanto della loro motilità e si moltiplicano per un processo di scissione (sporozoiti). I co1·piccioli figli, risultanti dalla scissione, cliventano liberi nel plasma e in· vadono nuovi globuli rossi, nei quali incominciano lo stesso ciclo di vita. Noi conosciamo solamente le forme giovani e quelle in scissione : le tappe intermediarie non svno state descritte esattamente. Nella scissione si producono sostanze tossiche per il nostro organismo. Nel processo evolutivo si notano 11ei parassiti malarici differenze riguardanti : la densità del loro protoplasma : la motilità di esso; i caratteri minuti del pigmento di CUl• Sl• ca1·ica · la durata clel tempo necessa1·io perchè il parassita compia il c.iclo asessuale; il numero dei corpiccioli figli risultanti dalla scissione del parassita adulto, e alcune particolarità con cui tale scissione si compie.

Anche le emazie presentano parallelamente alterazioni differenti nel vol11me, n el colore . Tali differenze costituiscono la base morfo· logica per ct1i i parassiti malarici sono stati divisi in varie specie distinte: ad ognuna di queste specie corrisponde una determinata forma di febbre malarica. Quando i parassiti del globulo rosso arri· vano ad uno sviluppo discreto, mentre in parte s'a,rviano alla scissione, altri, come si è accennato più su, si differenziano costitt1endo gli elementi. iniziatori del ciclo ses· suale. Gli elementi differenziati diconsi ga· me ti.

Si distingue il gamete maggiore od ovoide e il gamete minore o spermoide ; ovoide e spermoide, fecondandosi nell'intestino del· l' anopheles formano lo zigote. I gameti fecondati o zigoti risiedo110 nel· l'intestino medio della zanzara. -... . Ivi aumentano di voltime: il nucleo si 1:11oltiplica e costituisce numerosi sporoblasti (poco protoplasma accanto al nucleo): In cellula così diventa come un sacco, una spora· cisti, mentre i corpi con+ _)nuti diventano fili· formi (sporozoiti) e C<tpaci di ulte1~iore sviluppo. Gli sporozoiti, nel modo come sopra si è detto, si versano nella cavità generale del corpo della zanzara e per la circolazione lacunare arrivano fino alle glandole salivari, ove si accumulano in grandissimo nurµero. La zanzara, pungendo l 'uomo, colla sua saliva inocula un certo numero di questi sporozoiti, i quali poi, nel sangue dell'uomo, danno luogo a quelle generazioni asessuali già state descritte. Meno esattamente noti sono i caratteri dif· ferenzia.li nei corrispondenti cicli sess·uali che si compiono ne1l'a1zopheles clavige1'. • ~Ialgrado che tanto perfezionamento ab· biano subito recentemente le nozioni intorno a questi due cicli, la biologia dei parassiti malarici nell'11omo e ft1ori dell'uomo) è tutt'altro ch e completa.. 2. Olassiflcazio1ze dei parassiti. - La massima parte degli autori distingl1e varie specie di parassiti malarici. (15)


10-10

IL POLIOLINIOO

Oltr<l le differenze mo1~fologiche nel sangue e negli a1ioplzeles, a consolidare il concetto delle specie distinte concorre pode1~osamente il fatto che le forme del sangue umano si riproclticono identiche quando da un soggetto si inoculino ad 1m altro : anche più dimo· strativo è il fatto che le forme sessuali di una specie fatte succhiare dalla aJ11,opheles e in essa sv·iluppate, e quindi portate me· diante la puntura dj questa zanzara in un alt1~0 uomo si })resentino ancora identiche. La ' rarietà della specie pare dunque pro· vata. I fatti clinici po1·tati da molti autori a fa· vore del concetto della trasformazione di una specie nell'altra non si possono mettere in dubbio. .Vanno pe1·ò interpretati con la grande fre· quenza con cui si osservano l e infezioni - miste da malaria, cioè la infezione dell'uomo con più specie di parassiti. La classificazione dAi parassiti clelle febbri malariche ha dato luogo a molte discussioni fra i numerosi autori che si sono in ogni tempo occupati della malaria ; _si può rite· nere per ora come accertato che le specie di parassiti malarici con caratteri nettamente riconoscibili, siano tre: 1. Plas11!lodilt11t 11zalariae (qiiartana). 2. Plas111odium viva.r: (te1·tiana). '

3. Laverania malariae (aef tivo-aut1inznalis). È possibile che esistano anche varietà o sottospecie del 3° parassita (per esempio, una

varietas l1zitis). Il parassita della qziartana compie il ciclo di vita asessuale in 72 ore. Questi, inoltre, l)llò in,rader e anche completamente l'emazia senza pPrò farla nè ingrandire, nè scolora1·e; i suoi contorni spiccano abbastanza nettamente sul resto dell'en1azia ; ha movimenti ameboidi piuttosto scarsi e lenti. e la sua fo1~ma i1on cambia molto nei vari tempi in cui lo si osserva. La pigmentazione è a g1·a· nuli grossolani e i granuli hanno mo,rimenti poco vivaci. Verso la fine dell' apiressia il pigmento si raccoglie al cent1·0 e comincia la scissione o formazione di spor~e. Queste sono in nt1mero da 6 a 14; spesso quando il pig·

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mento è al centro le spore gli si dispongono attorno in modo da somigliare il fiore della margherita. Il ciclo delle forme sessuali è i·elativamente agli altri i)arassiti meno ·noto. I parassiti quartanari danno luogo a forme flagellate che rappresentano l'organo sessuale maschile (spermoide); ma è raro trovare q11esta fase di vita. I flagelli sono più piccoli di quelli di 01·i· gine te1~zanaria ; i granuli di pigmento, contenuti nel corpo da cui ha origine il flagello, sono neri e grossi. Le caratteristiche principali del parassita della terzana p1·imave1~ite, be1tzg1za o· co11iune, sono : il parassita compie il ciclo di vita asessua1e in 48 01·e. Esso, invadendo tutta l'emazia, la ingrandisce e la rende pallida, talvolta così pallida che la rende quasi invisib.ile. Il parassita ha vi,raci movimenti ameboi<;Ii, emette pseudopodi e li ritira ; la -sua pigmentazione è a granuli fini che si muo· vono vi,.. acemente. Verso la fine dell'apiressia, il pigmento si raccoglie al centro e si inizia la moltiplicazione. Il numero delle amebule oscilla da 12 a 20. J\Ientre questo ciclo matura, si sviluppano parallelamente le forme sessuali, che i·aggiungono un volume maggiore, in parte si tras· formano in maèrogameti, in parte si flagellano (microgameti). I flagelli grandi e numerosi si devono considerare come el ementi fecon .. danti: con i mac1·ogameti costituiscono il nucleo d'origine dello sviluppo del parassita nell'anofele. Il r)arassita esti,ro-autunnale compie il ciclo dj vita asessuale in 48 ore. È dato da un emosporidio piccolissimo che occupa appena 1/4-1/f> dell'emazia· dotato di mo,rimenti ameboidi vi,racissimi; fornito di g1·anuli di pigmento assai fini, quasi in,risibili. ·I l parassita nel· l'emazia cambia di }Josto; passa poi allo stato di riposo e in questo si presenta sotto fo_:ma anulare o discoide. Per vedere tutto il ciclo di vita asessuale dell'emosporidio, bisogna praticare la puntura della milza o esaminare post morte1n .il sangue di questa, del fegato o del midollo delle ossa, /


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SEZIONE PRATICA

o dei capillari cereb1·ali, perchè è in questi organi che il parassita si i·accoglie n el mo·. mento in cui accade la scissione in amebule. Mentre si svolge il ciclo di vita che conduce alla moltiplicazione asessuale; alt1·e forme • si avviano a dal'e le semilt1ne di Laveran, a parassiti cioè formati a semiluna con nucleo e pigmento raccolto al centro. Esse diventano ovoidi, fusate e rotonde. E talune delle i·o· tonde emettono dei flagelli che sono m eno grandi e m eno numerosi degli spermoidi della terzana. Dalla fecondazione fra · l 'elemento • maschile, dato dal flagello , e il femminile dato dalle semiluna adulte, origina il primo • esse1'e~ il quale comincia jl nuo,ro ciclo di , ..ita dei parassiti n elle zanzare .

B) -- Manzfestazioni pe1'iodiche

pizì o J1ieno graoi. Basti <.1ui accennare ai concetti fondamen· tali. Ad ogni scissione del ciclo asessuale insorgono rapidamente disturbi funzionali, in gene1·e febbre che s'inizia con br--ivido, divien e pit1ttosto alta: dura poco (8-12-15 ore) e si scioglie con sudore. La p eriodicità dipende dal tempo che intercede tra l' una scissione del parassita e la successiva; Dal parassita quartanario si ha: febbre quartana (1 accesso ogni 2 giorni); qt1arta1na doppia e triplice rispettivamente con 1, 2, 3 generazioni n el sangue. Dal terzanario si ha : terzana semplice (febb1'e a giorni alterni) e doppia. Queste febl>ri sono quasi sempre miti. Le febbri che dipendono dal pa1·assita con fase semilunare diconsi. estivo-a1ttzin1zali perchè si osservano in estate e in autunno; tropi· cali percl1è predominano nei paesi caldi; di· consi anche maligne, perniciose perchè danno prevalentemente luogo alle perniciose. Il tipo febbrile, spesso caratte1·istico, è la terzana maligna con la pseudocrisi ca.1,atteristica. Secondo me, essa non è altro che una terzana doppia con accessi subentranti. Le cosiddette quotidiane estioe sono terzane doppie con accessi staccati. ~

Le pe1·niciose sono subcontinue o comi tate. Nelle subcontinue si trovano più generazioni nel sangue ciI·colante. Le comitate sono pro· dotte dalla localiz71azione in singoli organi del -parassita con fase semilunare . Sono frequenti le infezioni miste, cioè con due generazioni di parassiti cliversi in evoluzione contemporanea. ·P iù frequente è ancora che n ello stesso individuo si rinvengano successi,ramente parassiti differenti. · · .A. tale periodicità eh' è in i·apporto diretto con il ciclo di vita di ogni parassita, fa riscontro una vasta se1·ie di fenomeni con periodicità meno esatta e meno chiaramente definita. Sono le r ecidive che a inter,ralli di giorni (pe1· lo più 8- 21 giorni) o anche di mesi parecchi sogliono più o meno a lt1ngo protrarsi dopo ogni infezione.

O) .-- Indole contaqiosa. Abbiamo già implicitamente detto che l'emosporidio può arrivare al sangue umano o i)er· la puntura di a1iophele infetto, o l'iniezione sperimentale di sangue umano contenente parassiti, o nel feto , attrave1·so la placenta materna. La prima maniera d' infezione, essendo la via abitua!~ d' ingresso, è la più importante dal pttnto di vista scientifico e pratico, e sulla conoscenza di tale 1neccanismo deve basare la profilassi individuale e sociale dell' infezione. La seconda ha solo t1n' importanza scientifica di laboratorio. Quanto alla terza maniera d'infezione che costituirebbe la cosiddetta malaria congenita, ha bensì qualche fatto in appoggio, ma non è ammessa dalla maggio1.. parte dogli autori ~ non è st1f ficientemente provata. Nelle .condizioni naturali l'uomo prende la malaria da particolari zanzare. Le vie dell'aria e dell' acqt1a e le conoscenze che si possiedono sulla biolog~a dei parassiti malarici fuori dell' uomo, portano a pensare con fondamento ch e l' inoculazione è _il solo meccanismo per cui si prendono le febbri. •

(17)


L'etiologia della malaria deve adunque in· tegrarsi nel determinare le condizioni di vita (habitat) e le abitt1dini delle zanzare malariche. La malaria endemica nelle zone calde e temperate , più estesa ed intensa presso l'Equa· io re, allontanandosi dalle regioni equatori.ali va digradando nella estensione e nella gra· vezza tanto nell'emisfero boreale che nell'au· strale. In molte parti della terra la malaria è cessata o si presenta in lievi pro porzioni nelle forme più miti, com' è avvenuto per il progresso della civiltà e dell'ag1'icoltura nel· l'Inghilterra, nell'Olanda, nel mezzogiorno della Francia, e in molti punti del Nord di Italia. In altre parti invece è rimasta stazio· naria e ha invaso i--egioni che ne era.no libere. Non farò la geografia della malaria. Dalla distribuzione della malattia si i·ileva che i paesi con temperat1ira relativamente calda (sopra i 20° C.) sono più colpiti: questo grado di calore è anche il più adatto alla vita degli anopheles. L'ambiente malarico è infatti quello in cui . vi sono condizioni favorevoli per lo ~vil11ppo e la ' rita degli anofeli. Tali condizioni si dividono in climatiche e telluriche: tra ]e cli· matiche, oltre la temperatu1·a , importa spe· cialmente la umidità.; delle telluriche, cioè di quelle relative alla costituzione geologica del terreno è di prima importanza la formazione di paludi. stagni, acquitrini gore, ecc. Luoghi bassi ed lunidi (singolarmente acque stagnanti) e con temperatura calda costit11iscono l'ambiente malarico per eccellenza. Da ciò si comp1·ende che la malaria non abbia diffu· sione e1Jidemica, ma possa estendersi di tanto quanto è consentito dalla vita degli anofeli e cl1e essi con le masserizie e le vesti traspor· tino direttamente l'infezione o che, p11r ' rivBndo in luogo immuni, trovino d~ succhiarla da uo· mi11i infetti. Le abitudini degli anofeli di essere distt1r· bati nella prima evol11zione dalle acque cor· i·enti, di non 1·esistere adulti alle rapide coi·· renti d 'aria, di p11ngere in determinate ore del giorno, sembrano collimare in modo perfetto con le nozioni a noi trasmesse con la tradì· • zione circa i pericoli di cont1--arre la malaria. (18)

Abbiamo visto che la zanzara s'infetta sul· l'uomo e a sua volta inocl1la ad altro individuo il parassita. Dopo un periodo di incubazione, variabile per le varie specie di parassita, si sviluppa, costantemente o quasi, nel soggetto inoculato, la infezione. D) -·

Evoluzione epidemica an1tnale.

È innegabile l'importanza della contagiosità per la diffusione della malaria. Pure essa non basta a bene intendere lo sviluppo delle epi· demie annuali. Noi vediamo che n ei nostri paesi alla 2a metà di maggio e 1a metà di giugno il nu· mero dei malarici è scarsissimo; sale ql1asi di un tratto a cifra relativamente alta tra la fine di giugno ed i primi di luglio, i~imane alto in agosto) poi gradatamente discende fin quasi a sparir del tutto verso la 2a metà di novembre. Sicchè io ho crerluto di poter pa· ragonare tale andamento alla curva del polso che . è ripida nell'ascesa e più o meno lentamente declina: le curve epidemiche dei diversi paesi ed annate di,rersificano nel fatto che il fastigio si prolunga più o meno e che la linea catacrota è più o meno regolarmente scosecsa. Quanto ai tipi d'infezione mala.r ica preval· gono Il' !l'epidemia la terzana mite (prima,re. rile) e la terzana maligna (estivo-autunnale); le quartane poco inflt1enzano il decorso e1Ji· detnico, gene1·a.Ie. Nell'epoca della più intensa epidemia le zanzare infette sono in numero straordinariamente scarso rispetto al nl1me1'0 dei colpiti ; nell'ei:>oca che precede l'epidemia il numero degli indjYidui infetti da c11i potrebbero essere succhiati i g~rmi è anch'esso relativ·a· mente ristretto. Una parte dei colpiti d'un anno e1--ano pure infetti ne11·epidemia antecedente: è ovvio quindi pensare che in essi la malaria possa svilup· parsi anche senza che subiscano una nuova inoculazione, ma soltanto per il riaccendersi dell'infezione dell'anno prima. Non sono n1a· larici primitivi, ma recidivi. Nella genesi clel· l'epidemia la diffusione per contagio si inne~ta


sul rinnovellamento dell'infezione per le recidive. Le recidive vanno distinte in recidive a b1·eve scade1zza (da 8 giorni a 1-2 mesi) e in reci· dive a lunga scadenza (da 5-6 a 9 mesi fino a 1·2 anni) : le prime dipendono dalla moltiplicazione dei parassiti sop1·avvissuti agli attacchi precedenti, o dal rientrare in circolo di pa· rassiti rimasti, per così dire, sequestrati negli organi ematopoietici. Le seconde si possono interpretare con lo sviluppo partogenetico delle forme sessuali, a somiglianza di ciò che avviene nella vita di altri organismi .affini al parassita malarico, secondo che SoH.A.UDINN ha recentemlf)nte dimostrato. Le recidive della prima specie si prolun· gano più o meno dalla stagione epidemica lungo l'inverno e la primavera a seconda dell'intensità della cura e delle condizioni in· dividuali e possono p1·otrarsi fino alla sta• gione preepidem.ica dell'anno successivo, fa· cendosi centro di nuove disseminazioni. ~1:a sarebbe1·0 specialmente le recidive a lunga scadenza che insorgerebbero col prin· ci pio di ogni epidemia annuale e allaccerebbero il ciclo di un,epidemia con quello dell'anno .precedente. Gli anofeli troverebbero il seme per l'epidemia iniziale per una piccola parte in soggetti ap1larentemente sani (bamf>ini), per t1na parte nei malarici con le abituali recidive e per una parte n ei malarici con l e recidive i)artenogenetiche. Le zanzare muoiono nell'inverno e dalle larve nascono individui immuni: l'uomo tra· smette fl'anno in anno il seme malarico. E' egli. dunque l'ospite definitivo del parassita. Conoscendo com-e la mala1·ia si prolunghi nel tempo, non conosciamo ancora come as· s1una intensità epidemica. Ciò sarà agevol· mente inteso quando nei mesi dell'epidemia si sommino i seguenti fattori: 1) numero dei colpiti da recidive (sia a breve sja a lunga scatlenza) ; 2) massa d'individt1i non infetti conviventi • • con i• pr1m1; 3) numero degli anofeli esistenti in siti caldi (stagione calda o luoghi chiusi ·riscaldati); 4) possibilità per gli anofeli di ' renire co·

'

modamente e liberamente in contatto con i soggetti sani e i malarici. Le case coloniche, le baracche per contadini, ove possono trovarsi insieme. sani P- ma.lati per ore ed ore sono centri epidemici. Dal nu.mero di questi centri infettivi e i·i· spettivamente dalla quantità di persone che o· gnuno di essi raccoglie dipende,. a condizioni telluriche e · climatiche pari, l'intensità della epidemia d'una regione. La stagione epidemica aecresce e poi cessa a mano a mano che questi aggruppamenti di lavoratori si sciolgono, e da una parte i soggetti colpiti guariscono e dall'altra le condi· zioni climatiche rendono più difficile · o im· possibile la vita dei parassiti. Casi nuovi pos· sono verificarsi anche ad inverno inoltrato quando individui sani vengano ospitati in case ben protette o riscaldate ove siansi ri· fugiate zanzare infette . 1

II. -

PROFILASSI.

Teoricamente la profilassi della malaria non si presenta difficile. I>ato che l'anofele succhia da un uomo infetto il parassita e che dopo lo rinocula all'uomo sano riproducendo così l'infezione, ne i~isulta che la malaria è com· presa come in un circolo chiuso. In qu~lunque punto questo s'interrompa si avrà per effetto l'arrestarsi dell'epidemia malarica. Per 4 vie si può teoricamente raggiungere lo scopo: 1. Eliminare l'uomo infetto. 2. Levar via le zanzare malariche. 3. Impedire il contatto tra uomo e zan• zare. 4. Render l'uomo ref1·attario. In pratica ognuna di queste vie si trova però irta di scogli e di inciampi. 1. Elimi1za1·e l 'uo1no infetto. - Ci semb1·a uno dei mezzi ideali, giacchè l'uomo infetto è un pericolo per gli altri e }ler sè stesso. Egli infatti può soggiacere a r ecidive, può con gli anofeli disseminare la malattia. Ocporrerebbe dunque sterilizza1·e l' uomo; la cura si iclenti· fica con la profilassi. E tale cura dovrebbe essere protratta all'iniz;io d'ogni infezione ed imposta a coloro che vogliono lavorare iii. comune con altri. Nei casi gra-vi e pertin[tCi l19)


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IL POLICLINICO

essa si dovrebbe accoppiare con l'isolamento dei malati e almeno durante il pe1·iodo malarico. Utile riuscirebbe inoltre sia la spa1·tizione della ter1"'a, sia la suddivisione delle geuti nel lavoro e nella convivenza, poichè è chiaro che altro sarà il danno economico che un malarico po1. ta se abita con poche persone o se vive in comunità con molte. 2. Levar z;ia le zanzare malariche. - È pe1· se stessa cosa difficile. Si è cercato di distrt1ggere le zanzare distruggendole nelle acque, quando sono nei primi stadi di sviluppo, con sostanze minerali od 01..ganiche ; distruggen· dole quando sono adulte: a) all'aperto atti1·andole con · la luce ed affogando]e con petl'olio; b) in luoghi chiusi, con la zanzolina, odo1·i, fumi che le uccidono o le paralizzano addo1·mentanclole. Ma è impresa assai ardua e forse altrettanto inutile far scomparire da tt1tta una regione ·una specie animale, specie degli in· setti. Quando ' ri si riuscisse facilmente gli anofeli , ,i accederebbero da luoghi più prossimi e d 'altronde la. loro scomparsa non è indispensabile per sradicare la malaria. In· fatti son conosciuti molti l?oghi in cui vi sono anofeli (naturalmente anche condizioni adatte alla vita loro) e non ·v'è malaria. Più semplice e piano si è presentato il problema di rende1"'e tale regione disadatta alla vita di tali insetti. • Se non si possono cangiare le condizioni climatiche, si l"'iesce bene a miglior~re le 1·a· gioni telluriche della mala1..ia. La bonifica idraulica e la razionale cultura del te1·reno ap· paiono come i mezzi definitivi contro la malaria. Però non si possono raggiungere se , non media.n te grandi sacrifici di vite 11mane ed enorme dispendio. Se pertanto indiscutibilmente deve questa essere la nostra meta costante con altri meccanismi dobbiamo cercare di raggiungerla. H. I1npedi1·e il contatto t1·a zlomo e za1iza1·a. - A ciò sono stati suggeriti vari espedienti che in g1""an parte non sono che usanze già antiche sugge1·ite dalla sola esperienza popo· lare. Ricordiamo così, ad esempio, la costru(20t

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zione di villaggi e borgate sulle colline: le case fabbricate con finestre site a 4-5 metri di altezza e con po1..te piccolissime; l 'uso di riparare i letti con cortine (zanza1·iere) e le · finestre con reticelle; l'abitudine di spalmare il corpo di sostanze chimiche che risparmiano la puntura degli insetti, ecc. La scienza ha. rettamente inter1Jretato e la1·gamente esteso l'uso di tali meccanismi con cui l'uomo si difende dalle zanzare. Le })l"'otezioni meccaniche (1·eticelle, guanti ,. maschere metalliche, ecc.), sono molto utili pe1"'. singoli individui colti e prudenti, perspeciali classi di persone sottoposte a disciplina e adrlette a dete1·minati uffici, quali sol-dati, ferrovieri, ecc. Sono un mezzo valido,. ma devono considerarsi come indiretti e p1·ov• • v1sor1. Oltre a ciò bisogna anche provvedere me· diante visite accurate agli attrezzi di lavoro, all~ vesti 111nane, al fieno, alla i;:aglia, ecc., che le zanzare, rimanendo attaccate a tali oggetti, non trasportino l'infezione in un luogo. che ne era immune. 4. Rendei. l'uo1no refratta1·io. - Tale sistema di profila.ssi non sembra tangibile nel senso stretto della i)arola. I numerosi tentativi di CELLI e SANTORI per rendei· l'uomo immune, iniettandogli siero· di sangue di cavalli e bufole, siero di bovini gua1·iti della infezione analoga alla, malaria. umana, siero di sangue degli individui api·· rettici, siero di cavallo per lungo tempo trattato con dosi alte di chinino per iniezioneendovenosa, non hanno recato a.lcun dato positivo; anzi, , ..ista la maniera rigorosa con cui tali esperimenti sono stati condotti, si può concludere che essi tolgano perfino la spe1·anza di poter mai riusci1·e ad ottenere con questo mezzo una sicura profilassi. Più fo1·tt1nati sembrano i risultati i ..aggiunti con i mezzi chimici che valgono a combatter le infezioni; fra queste sostanze i·icordo il bleu di metilen~ e il chinino. Sotto la sua azione restano in salute e capaci al lavoro gli ope1·ai delle regioni malariche. Esso infatti impedi1·ebbe o i·idnrrebbe al minimo le recidive e non lasce1""ebbe ammalare i sani.


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SEZIONE PRATICA

Qualche caso di infezione primitiva sop1·aggiunta nei chininizzati o per llno strapazzo o spontaneamente dopo alquanti giorni lascerebbe sospetta1""e che esso non agisca tanto immunizzando gli individui quanto opponen· dosi a mano a mano che si presentano alla evoluzione d~i parassiti in circolo. Non agi· r·ebbe diversamente che nella cura delle infe· zioni costituite. Se ciò pone in f 01.. se la im· munizzazione vera e assoluta, non toglie impo1·tanza p1·atica alla chinizzazione p1..even· tiva, ci insegna anzi a circondarla di cautele e a prolt1ngarla olt1·e i limiti str etti della per· manenza in luogo e in stagione malarica. Però mal sapremmo rassegnarci al precetto che soltanto chininizzandosi possano gli uomini trarre dalle zone malariche la v ita e la prosperità economica. · Concludendo: La profilassi della malaria deve intanto farsi curando con sani criteri e con insistenza gli individ11i infetti ed evitando, sia con la temporanea segregazione degli infetti, sia proteggendo i sani con mezzi meccanici, sia con la chininizzazione quando non può evitarsi ohe possano essere inoculati dalle zan· zare. I mezzi per preservare i sani saranno adoperati con ogni scrupolo e cautela e insi· stenza, variamente, a seconda dei casi (luoghi, professioni, ecc.). l\fa la profilassi non sarà completa e noi non saremo soçldisfatti fino a che, bonificato il terreno e scisso il latifondo, onde eliminare i grandi aggruppamenti di pe1·· sone, no11 sarà all'ltomo consentito di lavorare la terra senza essere blindato e senza intos• • s1cars1. R.

A<.:CADEMIA DEJLLE SCIENZE DI BOLOGNA.

Adunanza del 10 maggio 1903. L'accademico onol'ario, dott. Luigi Mazzotti, legge una sua comunicazione intitolata: Di u1ia rarct com·

plicazion,e cerebrale del reri11iatis11io articolare acu,fo (RJieu11iatis1n11,s apO]Jlecticiis, Apoplexia rlie1111tatica) . - Dopo avere accennato alla rarità delle con1pli· cazioni encefaliche nel corso d el r eumatismo arti· colare acuto, egli si occupa delle manifestazioni apopletiche non prodotte da embolismo successivo ad endocardite. Nota come intorno a queste forme apopletiche le idee dei patologi· sieno piuttosto in·

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determina,te, tanto che alcuni, come il GowERS, le nega.no decisamente. Intorno all'argomento riporta d11e osservazioni. In una, dt1rante un reuma.t ismo articolare, si ebbe perdita di coscienza q11a-si istan· tanea e paralisi del lato sinistro del corpo, che si manifestò con grande rapidità. Alla necroscopia si trovò una encefalite ac11ta, estesa a gran parte del centro ovale, dal lato destro, senza meningite, n è endocardite, nè em bolismi. Nella seconda osserva· zione si ebbe da prima turbamento della coscienza e cefalea, poi, dopo circa tre giorni, contrattura se· guita da paralisi al lato destro e infine inorte rapida con fenomeni apopletici. La lesione anatomica consistette in una ependimite ventricolare sinistra ad essudato siero-fibrino·emorragico, con rammollimento circoscritto alla coda del nt1cleo caudato del corpo striato dello stesso lato. Per queste osservazioni, il MAZZOTTI ammette che nel re11matismo acuto si possono r ealmente ve· rificare, sebbene molto di rado, manifestazioni encefaliche di ·forma apopletica, da non confondersi con le emiplegie per embolismo in seguito ad endocardite, e che p er indical'le sono appropriate le denominazioni di rheu1natis1nus ctpoplectir;us, apo· • ptexia. rlieu1natica, g ià llsate dagli antichi scrittori. !Je alterazioni anatomiche, rare e molto differenti in cia.sctrno dei due casi da lui descritti, mostrano come l'argomento sia degno di studio e richieda n11ove osservazioni per v-enire meglio chiarito. L'accademico onorario prof. Ivo Novi l egge llna com11nicazione 811 lla ferrati1ia 1iatnrale e sni nucleoproteidi del fegato . - Dalle sue ricerche l ' A.. sar ebbe gi11nto alle seguenti conclusioni: La ferratina n aturale estratta da organo fresco, avente reazione neutra, in condizioni esatte di precipitazione, di dissoluzione e di filtrazione, si presenta in ogni animale con valori costanti per qualità e quantità. Se essa con tiene un gruppo nucleinico di certo va· lore, sia che esso provenga da materiali assorbiti e destinati a funzioni anaboliche, sia da prodotti cellulari di m etabolismo o anche di catabolismo, è git1sto ed esatto l'affermare la grande impo:tanza di questo composto, voglia esso considerarsi come un prodotto naturale o voglia dirsi il risultato artificiale, ma costante, di t1na datn semplicissima operazione chimica. Il n11cleoproteide o i nucleoproteidi, che possono isolarsi dal fegato, secondo il processo di Halliburton, non conten gono tutta la ferratina., che può estrarsi direttamente per deco · zione dal fegato fresco, ma solamente il quinto circa di questa. Nel residuo di fegato, da c11i siano già stati tolti {~) i nucleoproteidi, si trovano anco1·a i q11attro quinti ci.rea della ferratina totale epatica. L'aceademico on. prof. GIULIO VALENTI presenta una sua comunicazione Sopra il significato delle

apofisi laterali delle vertebre lonibari e delle 11ia?se laterali del sacro. - In seguito a ricerche eseguite (21)


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IL POLICLINICO

sopra una serie di embrioni della lt1nghezza dai 15 ai 48 millimetri, l' A. viene alla eone] usione che le apofisi laterali (proces~i costiformi) delle vertebre lombari non rappresentano delle coste saldate alle vertebre, nè contengono rudimenti di coste. Piuttosto quelle apofisi sono da ritenere come analoghe ai tuberroli costiforflii delle apofisi trasverse delle vertebre sovrastanti, i quali incominciando a mo· strarsi nell'uomo 11ella 11 a e 12a vertebra toracica, raggiungono uno straordinario sviluppo nelle ver · tebre lombari. A ' rendo inoltre verificato l' .A.., conformemente alle osservazioni dell'HOLL, che nessuna differenza esiste nelle prime fasi del loro sviluppo fra, le vertebre lombari e le sacrali, ri· tiene, rig ua rdo a queste ultime, che la porzione ventrale delle rispettive 1nasse lateral; non abbia - un significato costale, contrariall1:ente all?opinione del GIDGENBA.UER generalmente seguita, ma, che pur q11esta trovi la sua omologia negli stessi tubercoli costali, i quali nella regione sacrale si sarebbero sviluppati anche maggiormente che nelle vertebre lombarj. Tanto le apofi:si latPrali delle vertebre lombari, che la. così detta porzione costale delle masse laterali ù el sacro, non sono infa.tti che emanazioni dirette del tessuto costituente primitivamente le vertebre. Riguarclo ai nuclei di ossificazione che in questa parte si formano successivamente, e molto tardi in rapporto all'epoca di formazione dei nuclei di ossificazione delle coste, l'.A.. ritiene, che essi11on debbano essere considerati come 1triclei costali, ma pi11ttosto come nuclei di ossificazione aggiunti alle v ertebre lombari e sacrali in seguito allo straordinario s'riluppo che in tali vel'tebre ha raggiunto la porzione ventrale delle apofisi trasvel'se (t11bercoli costali) sia per adattamento alle diverse condizioni meccaniche o di ambiente (rapporti muscolari) in cui si trova, la porzione lombo-sacra.le della oolonna \ei:tebrale ' rBlati,'amente alla porzione . toracica, sia per compensazione dovuta alla scomparsa in q t1ella regione stessa delle vere coste. Riguardo a.I fa,tto, non infrequente a vel'ificarsi, di apofis i laterali articolate con la 1a vertebra lombare, l' A. ritiene che soltanto in tal caso sia da riconoscere (conformemente alle oeserva~ioni di ROSENBERG) la presenza di una costa nella regione lombare. In appoggio alle sue conclusioni l' A. porta fatti comparativi riguardanti specialmente la morfologia. della colonna vertebrale di molti art;odntlili (Bos . Sus · Ovis · Capra), ove le apofisi laterali delle vertebre lombari manifesta1uente fan seguito aJla serie dei processi costiformi d~lle vertebre toraciche, e due casi di coste lo11ibar1 osservato nel cavallo in rapporto con apofisi laterali normalmente sviluppate.

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ASSOCIAZIONE MEDICO· CHIRURGICA DI p ARMA. Sed11ta del 15 maggio 1903. Presidente prof. Corona. Il dottor Baldoni parla su i1n .Raro caso di iper-

trofia prostatica.

Descrive una prostata ipertrofica del peso di gr. 500, che pel peso e pel volume tiene il terzo posto fra le più grandi prostate finora conosciute, ed espone il reperto istologico dei tre lobi ipertrofici. Il prof. Zoja riferisce alc11ne ricerche (co11,tribu,to alla fisiolog;a clel rene) fatte dallo studente A. Fe1·· rata nel laboratorio di istologia e chimica clinica dell'Istit11to di clinica medica. FERRATA studiò la cellula renale nel periodo di riposo (stato ibernante), all'inizio della f11nzione, fino alla completa attività funzionale. Nel riposo le cellule sono ricche di granulazioni (tale reperto conferma i risultati dei fratelli ~Ionti) di,rersamente affini per le Rostan~e coloranti; gran11lazioni che vanno man mano diminuendo in numero ed in grandezza coll'attivarsi dellèl, funzione, fino a scompa· rire totalmente nel periodo della completa attività cellulare. L'orlo a spazzola n elle differenti fasi non presenta modificazioni apprezzabili. I tubuli in riposo si presentano in gran parte chiusi, però va notato che a11che dt1rante la funzione molti hanno la medesima disposizione anatom.i~a. L' .A.. osser°'rò che fino dall'inizio della funzionerenale nel lt1me dei tub11li contorti si trovano delle fini granulazioni decisamente basofile. Insiste su tale fatto poichè in un n nmero considerevole di prepal'ati di rene in condizioni perfettamente normali in animali di specie diversa, qt1alunque fosse ' il liquido fissatore usato, riscontrò sempre tali gra· nulazioni. Escluso che esse dipendano dn. una inesattezza. di tecnica, datH. la loro costanza., la. buona conservazione delle cellule e dell'orlo, la loro mancanza nel glomerulo, ritiene che siano gr·anuli di natura. secretoria dovuti all'attività specifica delle cellule del tratto post-glomerulare (secrezion~ esternaJ. Però non esclude che tali sostanze che si appalesano sotto forma granulare possano in realtà fuoriescire dalle cellule in soluzione e venire poi precipitaté, coagulate dal liquido fissatore. Circa alla natur~ chimica delle granulazioni non crede per ora d1 emettere alcuna ipotesi; le sue ricerche continuano in questo senso. . Presenta i preparati microscopici e n11merose nn· ero-fotografie. _ Parlano al proposito il prof. Rrv A, il dott. A I.FIERI e il prof. CORONA. Il dott. Pa1fnJ espone le sue ricerche sull'orlo a spaazola nelle ghiandole siidor1fere. Il dott. PASINI


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dei tubuli secretori delle ghiandole sudorifere di un appareccliio a spazzola simile a quello che esiste nel rene ; dopo aver dimostrato la importanza di tale apparecchio quale conoscenza anatomica, passa a parlare della importanza dello stHsso per la (\ono· scenza sl1l modo fisiologi co di funzionare del r ene. Discutono ZOJA e CORONA. Il dott. Pclicelli, a proposito di due casi di spina bifida da lui operati felicemen te nell'ospedale civile di Poviglio, parla sulla terapia di questa af. fezione : fa q t1indi una critica serena dei vari me· todi di cura proposti, esponendo l'opinione Slla, sul metodo che preferisce. Discute le indicazioni e le condizioni p ermittenti di un intervento chirurg ico. R.

ACCADEi'IIA DI MED I CINA DI

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SEZIONE PRATICA

TORINO.

Seduta del 29 maggio, 1903. Dott. G. .Ma191·0 (Istituto di fisiologia). Srill' a1ia lisi dei gas 'ltel sa1tgue. - L ' A. presenta alcune mo· dificazioni al nuovo apparecchio di Barcroft ed Haldane, col quale si può fare l'analisi dei gas sopra un centimetro cullico di sangue. L'ossigeno si svolge facendo cader e del ferrocianuro potassico sul sangue misto ad ammoniaca; poi si mette in liberf.à l'anidride carbonic~1 mediante acido tartarico. I gas che si svolgono vengono misul'ati dall'aum ento di pressio11e che si v erifica n ella boccetta in cui avvie ne la r eazione e che è a tale scopo 11nita ad un m<tnometl'o ad acqua. L e moclificazioni presentate rendono il motodo più facile e più esatto. Inoltre l' A. indica alcune correzior1i da farsi al risultato della determinazione dell'ossigeno nel caso di sangue preso direttame11te dall'org·anismo. Dott. E. A.ndenino. Snt fe1iomen,o del Babi1tsli:i tteg li alienati. - Senza partire da alcun preconcetto ha esaminato il maggior numero che gli è stato possibile di amm~lati; per ora 187 l101nini e 132 donne (319). Trovò il riflesso di Babinski n el 12. 2 °/6 dei primi e nel 15. 9 °/0 dell e seconde. Il fenomeno si presentò in forme cliniche diversissime (mania, ma· linconia, epilessia. imbecillità, isterismo) ed in 11essun rapporto col decorso d elle medesime. Vo~le perciò stabilire dei confronti con persone sane; esaminò 120 bersaglieri e lo riscontrò nel 20 °/0 • Ql1antunque BABINSKI, van GEHUCHT.EN ed altri non l'abbiano mai trovato n ei 11ormali, OoHN e ScR'OLER lo rinven· nero per cui rimane intanto accertato che il fenomeno può essere presente an?he in persone sanissime. l\'lentre compieva le ricerche sugli alienati l' A. fu colpito maggiormente da un isterico che presen · tava evidentissimo il fenomeno del Babinski dai due lati; il caso gli parve inter essante ed allora lo seguì per alcune settimane. Sopravvenne una monoplegia alla gamba sinistra ed i riflessi compreso il

Rese colla s uggestione aneste tico l'arto e scomparve il fenomeno: e lo stesso a"\rvenne nell'anestesia della pianta del piede. Nello stesso modo e collo stesso mezzo fece scomparire nello stesso am· malato i riflessi cutanei addominali ed in un altro isterico il riflesso plantare, che in esso era normale. Ora l' A. domanda se il riflesso del Babinski può stare ad indicare cl1e il fascio piramidale è più o m8no leso. E. Mensi, docente di pediatria e medico primario del Brefotrofio di Torino. /}zill'eziologia e.p atogenesi dello sclerede1na del neo1tato. - 1<1 ra le varie teorie emesse per spiegare la patogen esi dello scleredema del n eonato, pare sia più attendibile la teoria infet· tiva, intraveduta dal BAGINSKY e svolta ampiamente dal COMBE. S econdo questa teoria lo scl er edema del neonn,to rappresenta un edema sottocutaneo in ra,pporto con una nefrite acuta e con disturbi della circolazione secondarì ad un processo infettivo, non specifico, locale o. genèrale. L ' .A.. riferisce dt1e serie di òsservazio11i, di ct1i l'una, co mposta di 6 casi, rappresen ta lo scleredema come il prodotto d 'un' infezione locale o generale accompagnata da nefrite, l'altra, composta di 4 casi, r appresenta lo scler e dema com e il ris11ltato di tma semplice ·infezione locale o generale non associata èl.d evidenti lesioni r enali. La prima parte delle osservazioni costituisce un contributo alla teoTia infettiva r enale dello sclera· dema. Secondo l'altra serie di osserva~ioni lo scle redema sarebbe legato semplicemente ad un processo infettivo gener ale o localizzato, favorito nella Slla azione morbosa da condizioni speciali di clebolez~a circolatoria od' ipotermia, quali si riscontrano nei n eonati prematuri. Il rene, in questi casi, anatomicamente integro, pt1ò semplicemente, p er la s11a funzione ancora immatl1ra, contribuire col processo infettivo alla produzione del· l'affezione, immaturità che ha appunto la massima. esplicazione negli individui in cui si manifesta per lo più lo scler edema, cioè nei nati prima del termine. E. Mensi. Contribnto all' iltfezione e111orragica del 1ieonato. - L' A . riferisce un caso d'infezione e1nol"· ragica in un neonato di 6 giorni, .importante. perchè la diagnosi batteriologica flt fatt.a in vita colla dimostrazione nel sangue estratto dal pericardio (emo· p ericardio) dello str·eptococco quale a.gente patogeno dell'affezione. L'esame batteriologico di tutti i vi· sceri rilevò la presenza dello stesso agente infettivo.

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La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. & Indirizza.re richieste con Canolina.-vaglia alla Società Elfi· ... - - . -

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POTJTOLINTCO

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durre altro disturbo notevole all'infuori di una diminuzione del peso specifico dell'orina e poliuria. • Dei processi n1orbosi organici che Sl Così pure la pielonefrite può sussistere • svolgono senza sintonii molto ini1n1- provocando l eggera albuminuria, poliuria, di· ft'Sti. minuzione del peso specifico dell'orina e leg· gera piressia vespertina. (Dott. BRADFORD. Plie Lance!. April 4, 1903). Un altro esempio di malattia latente è dato L'A. premette la considerazione dei casi · dall'ascesso del cervello quale una complicanza di malattie croniche, a decorso talvolta la- di una malattia d rll'orecchio. In tali casi tente, in cui si hanno sintomi acuti. La loro possono mancare completamente la cefalea, il comparsa si può far dipendere da varie cause, vomito e gli altri sintomi caratteristici del cioè : detto morbo: e l'infermo muore tutt' ad un 1. In alc11ni casi dipende da un'esçicerba- tratto, in seguito ad apertura dell'ascesso nei zione acuta del processo morboso, come per ventricoli ce1·ebrali. esempio nella pe1,itonite perforante, nell'ulAnche la pe1·ica1·dite può decorre1·e inossercera perforante dello stomaco, n ell ulce1--a per- vata, quando insorga come complicanza di forante dell'intestino da tifoidea: per moltis- un'affezione renale. Un attento- esame fisico simi di questi casi la perforazione avviene in basta d'ordinario a rivelarcene la presenza. indiv idt1i nei quali non si è neppure sospetVi sono altri casi in cui delle complicanze tata la presenza dell'ulcera medesima. gravi decorrono inosservate, solo perchè i loro 2. Può dipendere da t1no sviluppo pro- sintomi 'engono erroneamente rife1'iti alla gressivo della malattia; esempi: l'uremia malattia fondamentale. Un esempio importan· acuta che si manifesta nella nefrite Cl'onica; tissimo l'abbiamo nell'essudato pleu1·ico che si i disturbi prodotti dalla estirpazione totale di riscontra nelle affezioni cardiache valvolari, e alcune glandole, tiroide, soprarenali, pan- forse più specialmente nei casi di insufj'icienza creatica., sintomi che compaiono solo quando dell' ctorta. Questo essudato può prodursi senza si estirpa l'ultima fr·azione delle glandole me· pro' ·ocare dolore alcuno o altro sintoma cadesime, mentrè non si mostrano durante l'e· pace di richiamare l'attenzione sul cavo plet1· • stirpazione parziale. r1co. 3. Può dipendere da tL.'1a complicazione; Di gran lunga più importanti per il clinico esempi: coma e cangrena nel diabete; riten- sono le malattie che decorrono inosservate zione n'orina in alcune malattie croniche del fin clà.ll'inizio. In alcuni casi n on solo è impossi· midollo spinale (tabe dorsale). bile diagnosticare alcuni processi morbosi re· L' A. osser,ra che la comparsa clì sintomi conditi, ma non si riesce neanche a sos1)ettare act1ti n el decorso di malattie cronicl1e non è l'esistenza di certe gravi lesioni organiche affatto i·ara. Ciò premesso l' A. viene a parlare rivelateci dall'autopsia. delle malattie latenti che decorrono senza Esempi di questo genere li abbiamo in quasi sintomi apprezzabili e eh~ costit11isco110 ap· tt1tte le ' rarietà di malattie. L' A. ne cita alcune: pt1nto l'oggetto del suo lavoro. Febbre tifoidPa. Tutti i clinici sanno di casi Da questo punto di 'rista le malattie latenti di p erforazione intestinale do,,..uta a febbre possono raggru ppa1·si in d11e categorie. La tifo idea che decorse inosservata o che per lo pritna comprende tutti quei casi in cui le meno provocò sintomi di nessuna importan"1a malattie latenti SOnO Complicanze di altrA ma• s1lecifica. Febb1·e re1t1natica. Fo1·se non è anco1·a deciso lattie già diagnosticate e o non determinano nessun sintoma degno di nota, ovvero il sin· se la febbre reumatica abbia un vero decorso toma da esse determinato è tale che lo si fa latente. . Difterite. Si osservano talvolta paralisi dif· dipendere erroneamente dalla malattia fon· <lamentale. La seconda categoria comprende teriche gravissime, senza che la storia della tutti quei casi in ct1i la malattia fondamentale malattia ci parli in modo definito di una pre· la si diagnostica solo per la comparsa della cedente a.ffezione <lelle fauci e del laringe. 8ca1--lattina. In taluni casi di nefrite la pos· complicanza. Ambedue qu este catego1·ie sono importanti sibilità di un precedente attacco di scarlattina dal p1mto di ' '"ista clinico. Un esempio della più o meno latente spesso s'impone, specie . prima categoria l'abbiamo n ei disturbi renali per i casi di nefrite cronica. Degenerazio1ie grassa del cuore ed a1zezzrzs11iz. che occor1--ono nelle malattie della vescica e <legli organi pelvici. Un' idronefrosi intensis- Queste due affezioni possono avere un de· sima anche bilaterale può esiste1·e senza pro- corso del tutto latente. Così l' A.. rico1·da un

LEZIONE

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[ANNO

IX, F .A.SC. 33 J

SEZIONE PRA TIC.A.

caso di un grosso aneurisma . della porzione toracica dell'aorta, il .quale non aveva dato luogo a disturbi di so1""ta finchè non ebbe cor· roso il co1'po della qu.arta vertebra dorsale p.rovocando così fenomeni di paraplegia. Affezioni pol11zonari. Sono rare le forme a decorso latente; tra le forme di pleurite quella essudativa è ritenuta associarsi più intimamente con la tubercolosi polmonare. Peritonite. Tal,rolta anche le forme gravis· sime e violente di peritonite possono non pro· vocare distu1·bo alcuno ~degno di nota. lllcera dello stomaco. In un gran numero di casi i disturbi propri di qt1est'affezione, se non mancano, sono nondimeno assai equivoci tanto che neppure viene il sospetto che possa t1·attarsi di ulcera dello stomaco; quindi la man· canza di sintorni clinici notevoli non è argo· mento Sllfficiente pe1· escludere l'ulcera ga· st1'ica ; la quale d 'altra parte può perforare lo stomaco e dare 01·igine ad. una peritonite difft1sa. Così pure per la frequenza onde es8a ulcera si associa sovente alla clorosi, è difficile esclude1·ne con certezza la presenza in ogni caso di clorosi.

Tu1no1·i 1naligni dello stomaco, del colon e del retto non solo possono esistere senza provo·

1049

dorsale e la siri~gomielia. Così la forn1azione improvvisa di un grande ascesso in corrispondenza dello psoas può essere il primo indizio di una carie delle vertebre. Del pari la frattura della colonna vertebrale in seguito ad un movimento improvviso può far nascere il sospetto t.ii un sarcoma o di altro tumore maligno delle ossa. Malattie dei reni. Esse· costituiscono fo1·se l 'esempio più evidente di processi morbosi gravi, i quali sfuggono al controllo tanto del l'infermo che del medico: tali sono l'idronefrosi, la pielonefrite, le cisti renali, ma sopratutto il morbo di Brigl}.t nelle sue varie forme. Quest'ultima affezione è diagnosticata in un grande numero di casi solo quando insorge tlna gra,re complicanza come 1'11remia, l'ambliopia., l'amaurosi, le eruzioni cutanee, eppure l'esame dell'orina avrebbe potuto sugge· ri1·e la diagnosi già da gran tempo. L' A. conclude dicendo che, se nelle malattie a decorso latente manca il sintoma, non mancano però i segni fisici; quindi nell'esame di u:µ infe1·mo, lungi dal contentarsi di esami· nare solo gli organi indicatici dall'infermo siccome la sede, o ·1a causa delle s11e sofferenze, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a tutti gli organi, facendone uno studio clinico accurato e sistematico. .. Dott. E. GuGLIELMETTI.

care élisturbi considerevoli, ma possono anche raggiungere un alto grado di sviluppo senza alterare .affatto le condizioni generali di salute. Questi casi sono rari, è vero, ma pure si danno in realtà. L' A. cita in proposito un esempio a lui occorso. Malattie del fegato. I casi di malattie del fegato a decorso latente si riscontrano spe· cialmente nelle regioni t1'opicali e la maggior parte delle volte sono dati dalla cir1·osi nelle Diagnosi della meningite tubercola1·e. sue va1..ie forme. Nel Preatment (pag. 808, anno 1903t, il dottor Malattie del ce1·yello. Tra esse figurano i tu· C. P. HANDSON, si occupa della diagnosi precoce mori, la m eningite e l'aneurisma. L' A. ricorda in proposito un caso di aneudella meningite tubercolare. risma dell'arteria basilare in cui il sintoma Se in un paziente v'è costipazione, vomito cereiniziale era rappresentato dalla rigidità del brale, cefalea, convulsioni, ineguaglianza pupillare, collo; dopo alcuni giorni si ebbe : aritmia del strabismo e r etrazione della testa, questi sintomi giu · polso, anuri a, coma e morte .. Ricorda pure tre stificano nel loro i,nsieme llna prognosi grave} ma casi di meningite col seguente decorso : un tale sindrome complessa non è assolutamente caratprimo periodo caratterizzato da cefalea, f eh bre, teristica e può a.n che mancare. Al principio della retrazione della testa all'indietro e vomito; un malattia la temperatura ed il respiro non presen· secondo periodo, di apparente guarigione, ter- tano caratteri speciali, benchè possa esservi talminato con morte di lì a poco tempo. L'au- volta un'espirazione prolungata e sospirosa. Il grido topsia in tutti e t1·e questi casi rivelò la pre- idrocefalico manca -spesso nella meningite tubercosenza d'ispessimento della meninge basilare lare, e l'A. lo ha osservato in una bambina di tre non che distensione del quarto vent1·icolo. anni, che avev.a una polmonite acuta lobare.

PRATICA PROFESSIONALE

Malattie del 1nidollo e della colonna ve1'teb1·ale. l\iiolte di esse possono decorrere per molto tempo inosservate. Così un'ulcera perforante ptlò costituire tal volta il primo si ntoma di malattie croniche quali sono appunto la tabe

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Varii disturbi vasomotorii, come sarebbero arrossamento di una o di entrambe le guancia, eri· tema, ecc., sono comuni; ma la 11iacclzia cerebrale è di rado ben marcata prima degli ultimi stadi. La neurite ottica spesso esiste fin dall'inizio. Secondo

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1050

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IL POLIOLIN ..eco

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il dott. GEE è assente se il processo è limitato alla convessità. , L'aiuto più importante per la diagnosi precoce è il carattere del polso. ROBERT WHYTT, fin dal 1768' divideva la 1neningite tubercolat·e in tre stadii : stadio prodrom!co, stadio di polso lento, stadio di polso frequente. La sua d escrizione può applicarsi alla maggior parte dei casi. Considerando il polso in rapporto alla t emperat1tra, i. casi ·dell' A . dimostrano, in pFincipio della menin gìte tubercolare, nel 56,25 per cento una infrequenza relati'\ra se non assoluta del polso. Un polso tardo, con una tempe· ratura elevata, è quasi patognomonico di lln morbo intracranico. Ma può av~rsi anche nella febbre tifoide. Un altro carattere del polso n ella meningite t11- · bercolare incipiente è l' irregolarità, e quando la lentezza e l ' irregolarità coesistono, la loro impor· tanza diagnostica, in casi dubbii, è grandissima. Sol tanto in uno dei 16 casi dell' A ., il polso non era nè frequente n è irregolare. N elio stadio finale, paralitico, il polso è quasi sempre frequente. È n e· cessario contare i battiti r ipetutamente ed. a brevi intervalli, perchè è caratteristico il fatto che il numero delle pulsa~ioni varia enorn1em ente entro pochi minuti. La presenza di tubercoli n ella coroide, constatata con l'oftalmoscopia., è decisiva nella diagnosi di un caso dubbio. Ma a rigore non è questa una ma· nifestazinne di meningite tubercolare, bensì invece di tubercolosi paralizzata. Cosi BotJCHARD ha os· servato questa presenza di t11bercolosi n ella coroide in lln caso che non aveva alcun segno di menin· gite, e FR.ANKEL li ha trova ti sei settimane prima che la meningite cominciasse a rivelarsi. L'avvenuta g uarJgione non invalida la diagnosi di meningite tubercolare. Il prof. CLIFFORD ALLBUTT ed altri, ha11no ricordato casi nei quali i pazienti erano morti di un secondo attacco rlell' infezione, ed all'autopsia. presentavano i segni dell'antica o della recente meningite tubercolare. FREYHAN ha p11bblicato un caso di guarigione dopo confermata la diagnosi dalla presenza di bacilli ti1bercolari nel liquido cerebro -spinale estratto con l a puntura lomba.re. Ma probabilmente la mag· gior parte dei casi di supposte guarjgioni di me · ningite tubercol are,. sono esempi di altre malattie ch e possono simularla, come la men ingite ac11ta semplice, un tuntore ti1bercolare cerebellare o la trombosi di un seno cer ebrale. Un'otite doppia ac11ta, non complicata, una semplice iper emia cere· brale, hanno qualche volta simulato n ei bambini la meningite tl1bercolare. Diag1iosi dijfere1iziale. - Un lungo periodo pro· dromico di cattiva salute favorisce l~ diup:nosi di meningite tubercolare, benchè in q11alche caso pos· sano non esservi prodromi L'A.. ha vedt1to un bambino ch e fu preso d'un (26)

[ANNO IX, FASO. 33]

tratto da cefalea frontale. Due giorni dopo insorsero vomiti e diarrea, e dopo altri due giorni era morto. All'autopsia si trovarono pochissimi tuber· coli fuori della cavità cranica. Questo caso illustra la r egola che i sintomi prodromici sono, eccettuata l a cefalea, prodotti da tubercolosi di altre parti del corpo piuttosto che dell e meningi. Innanzi a tutti questi sintomi, è collocata us11almente l'emaciazione, ma spesso i pazienti possono anche essere ben nutriti. Diagnosi co1i altre infezio1ii iritracraniclte. - La meningite semplice non ha prodro1ni, a quanto si afferma, e se in taressa così la volta come la base, prende un corso più rapido. La meningite tuber· colare e la non tubercolare della base, hanno pro· babilmente i medesimi sintomi. · L'otite media deve sempre essere esclusa, po· tendo essa sim11lare la m eningite tubercolare, almeno in tre modi ; 1° producendo trombosi di un seno cerebrale, con o senza pioemia ; 2° ca11saindo una meningite c_on o senza ascesso cerebrale. Se la meningite è dovuta ad e~tensione diretta, l' inizio probabilmente è rapido: ma se v'è t1n ascesso, i sintomi possono rassomigliare a quelli iniziali della meningite tubercolare; _ 3° l'otite può cominciare corno un' affezione tubercola.r e della mucosa timpanica o come una osteite tubercolare della mastoide. La meningite in questo caso è tubercolare, in qt1anto è secondarl.a all'affezione tubercolare dell'orecchio. Un · tumore cerebrale può simulare anch'esso uria meningite tubercolare, specie i1ell'adulto. n;agnosi COll 1Jlalattie extra·Cl'aJticlie. - 1. La dis pepsia può strettamente somigliare nei bambini alla meningite tubercolare. V i può essere vomito, stitichezza o diarrea, cefalea, ed anche un polso rado, irregolar e, teso. Se, come spesso avviene, la tem· peratnra è anche at1mentata, può per parecchi g iorni essere impossibile l'esclusione della menin· gite. In molti piccoli bambini si possono anche avere (~onvulsioni od an che strabismo con iperemia, ma non dilatazione pupillare. 2. 2.'1/oide. L ' inizio cosi della tifoide come della m eningite tubercolare è per lo più insidioso. Siccome la roseola generalmente manca 11ei pie· coli bambini e spesso vi è c.o stipazione, la diffi. coltà della diagnosi è aumentata. Il polso è p er di più, molto spesso, tardo in confronto alla elevata temperatura esistente. Recentemente il dott. WEST hn richiamato l'attenziono st1lla irritabilità del me· ningitico paragonata con la atonia clel tifoso. FAGGE dice che lo strabismo, l'inegt1aglianza pupillare, il vomito, la costipazione, la cefalea, il delirio ed il coma possono verificarsi nella febbre tifoide. La retrazione del capo, in sè stessa, non ha valore nella diagnosi di m eningite, potendo verificarsi, oltre che


(ANNO

IX,

FASO.

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nella febbre tifoide, anche nelle affezioni reumati· che, nella polmonite e, nei bambini, dopo cadute sul capo, senza meningite (GEE E BARLOW). Frattanto i più sict1ri segni p er distinguere la meningite si hanno nella distensione e nella sen· sibilità dell'addome che esi~tono generalmente nella febbre tifoide e nella retrazione addominale senza dolorabilità (benchè possa esservi iperestesia cuta· nea) abitualmente esistenti n ella meningite. 3. Pulmonite. FAGGE cita JORGENSEN circa il fatto che nella bronco-pulmonite può spesso es· s_e re impossibile dire se esistano o no tubercoli nel cervello. In due casi ài pulmonite lobare osservati dal· l'.A.. i primi sintomi furono vomito e retra.zione del capo. Nella pulmonite, a meno che non vi sia meningite, la frequenza del polso segue la tempera· tura e ql1esta, come si è detto, nella meningite è eccezional -.. . La meningite tubercolar~, specialmente negli adulti, può non . dar luogo a sintomi finchè il paziente cade in uno stato di delirio « tifoso » . La meningite, in simili casi, è probabilmente un epifenome110 di t1na tubercolosi generale miliare acuta. Diagnos; negli adn.lti. - Spesso tale diagnosi è -estremamente difficile, data la frequenza con la· quale si ' rerificano forme atipiche. CHANTEì\IESSE divide questi casi atipici in quattro grt1ppi principali : 1° una forrna latente, nella qt1ale il paziente può, senza prodromi, entrare rapidamente in coma o morire senza segni di affiezione cer ebrale ; 2° una forma delirante, la quale, se acuta, è facilissima a scambiare con una febbre tifoide e, se cronica, con "'\rari dist11rbi inentali; 3° un~t forma che comincia come se fosse .u na mielite asce11dente acuta e che si afferma essere specialmente frequente n ella tisi; 4° una forma « emiplegica » che inclnde anche casi caratterizzati da monoplegia, afasia o epilessia .Jacksoniana, ciascuno dei quali sintomi può essere il primo ad apparire. La puntura lombare è stata provata un t1tile sussidio diagno3tico nella meningite tubercolare. Il liquiélo che esce dalla puntura può esaminarsi bat· teriologicamente. La scoperta in esso di bacilli tubercolari è una prova certa della natura tuberco· lare della meningite, ma la loro mancanza non la esclude, come non esclude la tisi la ma11canza di bacilli tubercolari nello sputo. (Tlte 11iedical .Review, n. 4, 1903).

Un caso di zona a topografia radicola1·e seguito da autopsia. I dott. ARMAND DElLILLE e JEAN CAl\IUS hanno . -comunicato alla Soc;été de 1ienrologie di Parigi un -0aso di zona radicolare seguito da autopsia: zona

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SEZIONE PRATICA

dei secondi e terzi rami cervicali sinistri in una donna di 60 anni. La morte essendo avvenuta d'un tratto per emorragia cerebrale si potè fare la se· zione del cadavere. L'e1'ame istologico delle radici cervicali e dei gangli prelevati ha potuto far constatare lesioni nettissime del C.3 S. vicino al s110 ingresso nel midollo. I l ganglio C.3 S . aveva cellule in ero· matolisi. . Le medesime lesioni per la radice ed il ganglio C. 9, sempre a sinistra. Nessuna lesione midollare.

Alterazioni i11idollari nella polineuritet Il KRAM:WR ha illustrato, in una dissertazione con questo tito~o, due casi di polineurite, nei quali si poteva chiaramente osservare una straordinaria ri· gidità pupillare ecl alterazioni nervose vescicali. La presenza di questi due sintomi è considerata tipica per la tabe, ma sono aumentati in questi ultimi tempi i casi di polineurite nei quali tali di sturbi si verificano. L' A. ha trovato nel midollo spinale dei suoi casi delle alterazioni anatomiche che consistevano in degenerazione delle radici e della sostanza bianca dei cordoni posteriori. Una differenza specifica tra le alterazioni ana· tomiche che si trovano nella tabe e q11elle che si riscontrano nelle polinevrite, secondo l' A. non è possibile. La tabe in generale interessa solo la parte ce11· trale d el ne1trone sensitivo, la polinevrite in,rece la parte periferica del n eurone motorio, ma esistono svariati gradi di passaggio fra queste e quelle le· •

SlOill.

(Berl. !cliii. Woclt., Litt. Auszlige, 21, 1903) .

APPUNWI DI 11'Ell.APIA Trattainentò siero·te1·apico dell'epilessia. Il dott. J. W. RussmLL crttica q11esto metodo di cura che consiste, come si sa, n ella iniezione di siero di epilettici in altri individui malati di epilessia. In qualche caso il siero ottenuto da , tm paziente ft1 iniettato ad un altro; in altri casi i pazienti furono inoculati con lo stesso loro siero. Le dosi iniettate furono progressi,ramente mag· giori, cominciando da 3 a 5 eme. In 8 casi su 10 i resultati furono eecellenti. Si verificò tma grande diminuzione nel numero degli accessi, così del piccolo male come tlel grande, ed in due casi gli accessi disparvero affatto; nel medesimo tempo le condizioni fisi che e mentali mi· gliorarono grandemente. L'A . pensa che tali l'esultati non siano da attri· buire necessariamente alla cu.ra. Egli crede che t27)


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IL POLIOLINIOO

E. DE G1uLJ. Commento alla legge sulla igiene e sanità pubblica. - Milano, Società· editrice libraria, 1902. La pubblicazione dell'egregio consigliere di Cassazione DE GroLJ è fatta specialmente pei cultori delle scienze giuridiche, ed b.a lo scopo precipuo di presentare al giurista, al magistrato che deve applicare la legge, a. colui che ha bisogno di con· sultarla n ei diversi casi della propria vita sociale, il mezzo di trovare quell'interpretazione meglio rispondentG ad una retta applicazione della legge. Per quanto però essa sia fatta specialmente per una classe di stt1diosi, e si mantenga sempre nello .stretto campo giuridico, evitando ogni discussione cl'ordine tecnico, .la pubblicazione stessa non può che riuscire 11n'utile ed attraente lettura anche pel medico e specialmente per l'igienista, il quale avrà modo di meglio corroborare le proprie cognizioni di legislazione sanitaria con un esame dettagliato e critico di quanto ad essa iii riferisce. Il libro è diviso in due volumi. Il primo comprende l'ordinamento dell'amministrazione e del· l'assistenza sanitaria del Regno, e tratta degli uffici sahitari, del Consiglio superiore di sanità, del Consiglio provinciale di sanita, dell'ufficiale sanitario, dell assistenza medica, chirurgica ed ostetrica nei comuni, della sanita marittima, dell'assistenza e vigilanza zooiatrica. Il secondo tratta dell'eser· cizio delle profesc;ioni sanitarie ed affini, dell'igiene del s11olo e dell'abitato, d ell'igiene delle bevande e degli alimenti, delle misure contro le malattie in. fettive, della polizia mortuaria, dei regolamenti lo· cali d'igiene, delle disposizioni generali. Un importante capitolo preliminare tratta del· l'evoluzione storica delle leggi sanitarie, da quella più remota mosaica, alle più recenti dei diversi paesi civili. te.

Pubblicazioni Dervenuto al

<<

Policlinico

>>.

BORRI dott. A. Note cliniche ed istologiche sopra· un caso di pse11dol eucemia. Comunicazione fatta al1'Associazione medico·chirurgica di Parrua. - 1903. GuICCIARDI dott. G. Sopra l'uso terapeutico della paraganglina Vassale. - R eggio-Emilia, estr. dalla Rivista sperimentale di Freniatria, 1903. FIORENTINI. dott. P. Tossicità . urinaria. - Fi· renze, estr. dalla Rivista critica di clinica medica, 1902. DI VESTEA prof. A. Prelezione al corso d'igiene pedagogica. Bologna, estr. dal Bollettino del laboratorio di pedagogia scientifica, 1903. BERTINO dott. A. Ricerche sul battito cardiaco fetale. - Milano, estr. dal giornale « L'Arte Oste· trica • , 1902. LIONTI dott. G. Emostasi nelle resezioni della milza. - Napoli, Estr. dalla Riforma medica, 1903. (30)

LANNo IX,

FA.so. 33)

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

(2572) Sig. dott. D. M. da S. - Non è un diritto del condottato pei poveri avere anche la cura degli agiati. Trattandosi di una spesa eminentemente facoltativa, il Comun.e può provvedervi come meglio crede. Però è sempre opportuno che il servizio sia assunto dallo stesso medico dei poveri sia per ri· sparmio di spesa, sia per non essere obbligato a rispettare la stabilita di chi, a rigore, non potrebbe conseguirla. (2573) Sig. dott. G . V. da C. - Ella ha pienamente ragione. Se alla promulgazione della nL1ova legge sanitaria il medico condotto trovasi di aver · compiuti dt1e anni di non interrotto servizio, di· venta ipso iure stabile ed inamovibile. In quanto agli effetti del licenziamento dato nel terzo anno di servizio, ritoniamo che esso non possa produrre conseguenza ùi sorta, giacchè l'articolo 11 del progetto di le.g ge proclama il - principio, senza preoc· ct1parsi della circostanza, <'erto non improbabile di un licenziamento dato nel terzo anno prima della promulgazione delle nuove norme. Se il Comuns intende licenziare i] sanitario deve seguire la pro· cedura segnata n ell'articolo 6 dello stesso pro· getto. (2574) Sig. dott. S. A. da C. - L'anno si computa sempre da.Ila data del decreto e non dal 1° gen· naio. Il mese di gennaio 1903 spetta a colui che ha effettivamente prestato servizio in quel mese. Esercitando di passaggio in qualche citta deve esibire il titolo di abilitazione. Se poi si fissa stabilmente nel comune deve far registrare il diploma ai sensi dell'articolo 65 del Regolamento sanitario. (2576) Sig. dott. E. S. da l\iI. - Se per effetto del dispensario, cui Ella allude, il Comune resta. complet.amente disimpegnato dal servizio medico • pei poveri, non vi ha dubbio che ai E-anitari ad· detti,ri sieno applicabili tutte le disposizioni del nuovo progetto di legge, non escluse quelle del· l'articolo 11. Per la Cassa pensioni è provveduto fin da ora coll'articolo 2 della legge 14 luglio 1898, , n. 335, che dichiara facoltativa la iscrizione ai me· dici, ·che trovansi alla dipendenza di istituzioni di pubblica beneficenza, costituite in corpo morale. Nessun argomento ptlò trarsi dal pagamento del contributo pel collegio di Perugia, perchè il relativo onere grava distintamente tanto su medici condotti, quanto su quelli stipendiati dagli istituti di benèficenza. (2578) Il dott. R. B. da G. P. I. G. - L'articolo 5 del Capitolato si riferirà certamente ai licenzia· menti dati per ragioni di servizio al medico dive· nuto stabile, perchè i contratti privati, quale è il Capitolato, non possono derogare alla legge, che permette incondizionatamente al Comune di licenziare il proprio medico condotto, per impedirgli l'acquisto della stabilità. Dagli ammalati compresi


LANNO

IX, F ASC,. 33]

SEZIONE PRATICA

nella sezione del collega, ha diritto a speciale com· penso. Per gli infermi compresi nella sezione pro· pria, nulla può pretendere, salvo pel servizio 11ecrosco· pico, sempre che non glie se ne faccia espresso obbligo n el Capitolato. Per l'allegata illegalità della inflitta sospensione, deve rivolgersi alla Giunta provinciale amministrativa, in sede contenziosa.. Doctor JuSTlTIA.

NOTIZIE DIVERSE Una vittima della scienza. All' Agen,zia R ezlter telegrafano da B erlino che, in q_uell'ospeclale della Cttrità, il 5 corrente moriva un giovane medico viennese, il dottore Sachs, che s i occupava di studi batteriologici all'Istituto delle malattie infettive. La malattia a cui soggiacque il dottor Sachs presentò i 11oti sintomi della peste bt1bbonica., e tutto induce a credere eh' egli sia stato colpito dalla terribile epidemia che continua a fare strage nell'India inglese; ma, siccome le a.utorità adottarono tutti i n ecessari provvedi· menti e le precat1zioni richieste da.l doloroso caso del dottor Sachs, è da sperare ch e la peste non d~bba fare i.1.ltre vittime.

Nomine, promozioni, onorlfloenze. N ell' Università di Torino, il dottor Giuseppe Raine ri è stato confermato, per l'anno scolastico 1902·1903, i1ell'incarico dell.insegnamento d el· l' ostetricia e di di1·ettor e della Scuola ostetrica annessa all' ospedale Maggiore di S. .Andrea in Vercelli.

**~ Il dottor Osvaldo Polimanti è stato autori~~ato a trasferire nella Università di Roma la hbera do· cenza di fisiologia, da lni conseguita in quella di Genova. Il dottor Giuseppe Ronchetti-Montevista fu autoriz.zato a trasferire n ella Scuola superiore di· me· dicina veterinaria di Milano la libera docenza di zoologia, anatomia e fisiologia comparate, da lui conseguita n ell'Università di Genova.

Conooral e oondotte. . PAVIA. - Dal Ministero dell'istruzione pubblica si avverte che, il termine utile per la presentazione delle domande di ammissione al concorso ·per pro· fessore ordina.rio alla cattedra di ostetricia e gine · oologia e cliniche r elative nella R. Università di Pavia, scade il 20 giugno 1903 (come risulta dal decreto inserito nella Gazzetta Ufficiale d el 18 feb· braio 1903, n. 40) e non il 30 giugno 1903, come fu erroneamente stampato n el Bolletti1to Ufficiale del Ministero d ell'istruzione pubblica. ROMA (Ministero dell'interno - Direzione gene~ rale della sanita pubblica). - Concorso per titoli ad un posto di coadiutore presso il Laboratorio chimico della asn.iia. S~ipendio lire 4000, scadenza 30 giugno.

1055

MESTRE ( Ve1tezia). - .A. tutto il 30 giugno corr. è aperto il concorso al posto di medico-chirurgo del primo riparto, con funzioni di chirurgo per tutti e tre i riparti del Comune. Lo stipendio annesso al posto è di L. 3000, gravate da imposta di ricchezza mobile e da contributo alla Cassa pensionj. Il titolare del d etto posto gode altresi un assegno di L. 200 quale sa.nitario del carcere mandamentale. Gli a spiranti devono produrre istanza in carta bol1ata da centesimi 60, corredata dai documenti comprovanti: a) <li avere un'eta non inferiore a 30 anni, nè superiore a 45; b) di avere tenuto sempre una condotta politico-morale irreprensibile e di non avere subìte con· danne per i titoli ricordati dall'art. 22, l ettera f, della legge comunale e provinciale; e) di avere coperto il posto, p er almeno due anni, di assistente di un professor e titolare di un ripa.rto chirurgico in un ospitale di prim'ordine, o di titolare di un riparto chirurgico in t1n ospitale secondario. · L'istanza deve contenere la dichiarazione di accBttazione di tutte le condizioni stabilite dallo s peciale Capitolato di servizio, visibile nelle ore d'11f. ficio presso la segreteria municipale. A norma dei concorrenti si avverte: a) che il comune di Mestre è situato tra Padova1 Treviso e Venezia, dalla quale t1ltima città dista solo otto chilometri circa; b) che al 31 dicembre 1902 la popolazione del Comune era di 18,216 abitanti, di cui circa 4000 appartengono al 1° riparto; e) che il 1° riparto comprende la parte centrale d el capoluogo e si estende in lt1nghezza per circa due chilometri ; che i] titolare clella condotta ha l'obbligo di curare gratuitamente t11tti i po,Teri che appartengono alla medesima (700 circa), nonch è di curare gli infermi per malattia chirurgica di tutti i riparti d el Comun e o che sono degenti nell'ospitale, di pros· sima apertura; e) che ove il Consiglio d'ammi11istrazion e dell 'ospitale prescegli esse l'eligendo a direttore sani· tario del Nosocomio, potrà essergli dal medesimo assegnato un congrt10 compenso. La nomina è di competenza del Consiglio comu· nale ed avrà la durata di un triennio. L'eletto dovrà assumere le sue f11nzioni entro 15 giorni dalla partecipazione della nomina. SAMOLACO (Sonclrio). - È aperto il concorso al posto di medico-chirurgo condotto pel Consorzio Samolaco-N ovate-Mezzola e Verceja a tutto il giorno 29 giugno corr. I Comuni componenti il Consorzio 1nedico hanno una complessiva popolazione di 3933 abitant.i, dei quali un q11into din1ora in montagna. La condotta è pienà ed il servizio è vincolato al capitolato superiormente approvato e visibile presRo gli uffici di segreteria dei Comuni consorziati. Lo stipendio annuo è di lire 2400 lorde di ricchezza mobile, più lire 100 quale ufficiale sanitario. MONTÙ BECCARIA (Pa via). - Condotta medico· chirurgica, lire 3000 nette. Età massima anni 40. Occorre certificati comprovanti servizio continuo pratico in ospedali o condotta per tre anni almeno dopo la laurea; scadenza 23 luglio. POGGIO NATIVO (Perug;a). - }'!edico·chirurgo, Ufficiale sani tario lire 1800. Cura piena, scadenza. 20 giugno. (31)

a,


1056

(ANNO IX, FASO. 33]

IL .POLIOLIN lCO

(Treviso) . - Medico-chirurgo-ostetrico lire 2300 per la cura dei poveri, lire 100 pei non poveri e lire 100 quale ufficiale sanitario; scadenza 13 agosto. . l\'lORIAGO

(Pesaro Urbi1to). - Condotta medico-chirur· gica rurale, lire 2200. Nomina biennale, cura piena. Obbligo cavalC'atura. Scadenza 30 gi11gno. MESSINA. R . Università. Concorso a profes· sore ordinario di clinica medica medica; scadenza 15 luglio. · FANO

Gon,corso al pre1nio Bufalini presso il R . Istitnto di stu,di su11eriori JJratici e di pe1fe· z;o1ia 1nento ;li F;re1ize. 1. È aperto fino d a q t1esto giorno 1° maggio 1903 il concorso al premio Bufalini. 2. Il termine legale per la presentazione delle mo morie a questo concorso scade nel dì 31 dell'ot· · tobre 1904 a ore 15. R. La somma d el premio è determinata in lire 6000. 4. Il cancelliere della sezione di medicina e chir11rgia dell'Istituto di studi superiori pratici e d i perfezionamento (via degli ALfani, n. 33) è in· caricato ufficialmente di ricevere le memorie dei concorrenti rilasciandone al consegnatario ricevuta. Ten·za. · « Posta l'evidenza d ella necessità di assicurare al solo 1netodo sperimentale la verità e l'ordine di tutte le scienze, dimostrare in una prima parte, quanto veramente sia da usarsi in ogni scientifico argomentar& il metodo suddetto, ed in una seconda parte, quanto le singolari scienze se ne siano pre· valso n el tem1Jo trascorso dall'ultimo concor so fino ad ora (1), e come possano esse ricondursi nella più fedele ed intiera osser vanza del metodo me· desimo » .

Alterazio ni midollari nella polineurite. l{ramer . . . . . . . • . . . . Pag. Apofisi lat erali delle vertebre lon1bari e delle masse laterali del sacro (Sopra il significato delle). - Valenti . . . . . • . )) .i\.rgen to colloidale in terapeutica (L'). Netter • . . . . . . ' . . . • . • )) Associazione medico-chirurgica di Parma • )) Cenni bibliografici . . . . . . • . . )) Concorsi e condotte . . . . . . . . . )) Delirio . . nelle malattie infettive (Il). - Amantlfll .

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F IRENZE. -

Diarrea cronica dispeptica (Sulla cura della). - Schutz. , . . . . . . • . . Disinfezione delle spazzole nelle botteghe dei barbieri. - Strassmann . . . • . . . Emodiagnostica in chirurgia (L'). - Vaquez e Lau bry. . • . . • . . • • . . Epilessia (Tratta mento siero-terapico d cll'). Russe I. · • . . . . • . . . . . . Eresipela (Nella cura dell' ). - Martzinowsky. F armaci (Mezzi per nascondere il gusto di varii). - F arp . . . . . • . . . • Ferratina naturale e sui nucleo-proteidi del fegato (Sulla). - Novi , . . . . . Gas nel sangue (Sull'analisi dei). - Marro . I nfezione emorragica del neonato (Contributo all'). -- Mensi . . • . • . • . Ipertrofia prostatica (Raro caso di). - Bal· doni . . . . . • . • ... . . L·eucociti inononucleari e le forme di passaggio (Eh rlich 1 nel « carcinoma ventriculi » (Il c8 mportamento dei grossi). Kurpjuwei t . . . . . . . . . . . • Malaria (Etiologia e profilassi della). - Ascoli V. . . . . . . . . . • Malattie acute setticoemiche (Trattamento delle). -Werniz . . • • . . . . . Men ingite tubercolare (Diagnosi della). Handson . . · . . . . . . . . . . Nnrato di potass;o e nitrito di potassio nel· l'aumento cronico della pressione arteriosa MAURIZIO BUFALINI. ,Sull'uso del). - Bruntoh . • • . . • Nomine, promozioni, onorificenze • . . PIETROBURGO (A ccademia delle Scienze) . Con· Notiz\e di verse. . . . . . . . . . . corso per il m iglior ri~rovato adatto ad evitare l'av· Orlo a spazzola nelle ghiandole sudorifere velenamento dovuto alle tos~ine dei pesci co1 Lser· (Sull'). - Pasini . • . . . . . . . vati nel sale. Tre premi da 5000, 1500 e 1000 rubli. Pancreas 11el d iabete mellito (Ricerche isto I l concorso è internazionale e l e memorie scritte logiche sul). - Weichselbaum e Stangé~. in russo, latino, francese, inglese o tedesco, debbono Processi n1orbosi organici che si svolgono esser e presentate al l\'Iinistero d'agricoltura russo. senza sintomi molto manif~sti (Dei). Bradford , . . . . . . • . . . . Scadenza 1° agosto 1903. Rabar baro nell'urina (Ricerca del). - Proksch Rene (Contributo alla fisiologia del) .- Fer(1) ·11 tema scritto nel suo testamento dal prof. Burata-Zoja . . . . . . . . . fali11i devtl esser riproposto di ventennio in ven· Reumatismo articolare acut o (Rheumatismus te\lnio e IJerciò l'illustre professore parla del tempo apoplecticus, Apoplexia rh.eumatica) (Di trascorso d<tl concorso ultimo, il quale fu effettuato una rara complicazione cerebrale del). nel 1884. Mazzetti . . . . . . . . . • • . Risposte a quesiti e a domande. . . • ~~~===~====== Sclerede1na del neonato (S ull'eziologia e pa• togenesi dello). - Mensi . . . • . · Spina bifida . - Pelicelli . . . . . Tifo senza lesioni in testinali (Sopra il decorso Accaden1ia delle scienze di Bologna (R.). • Pag. 1045 del). - Bruno . . . . . . • . . Accademia di medicina di Torino (R.) . . » 1047 Vaporizzazioni antisettiche nelle camere dei Adenoma se1nplice del pancreas originantesi mala ti . . . . . . . . . . . . · dalle isole di Langerhaus. - Nicholls . • » 1035 Alienati (Sul fenomeno del Babinslci negli). Zona a topografia radicolare seguito da aut opsia (Un caso di). - Delille e Can1us. - Audenino. . . . • . . . . • • » 1047 -!

___,_ --·- Indice alfabetico analitico del nresente numero.

Roma, 1903 -

Tip N uionale cli G. Benero • O.

1051 1045 1038 1046 1053 1055

)) 1052 ))

1036

))

1053

))

1030

)) 1051 )) 1052 »

1053

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)) . 1049 )) 1037 )) 1055 'f> 1055 )) 10 46 )) 1035 )) 1048 )) 10fl3 )) 1046

)) 1045 )) 1054 )) 1047 )) 104 7 )) 1025 )) 1052 )) 1051


A.ano IZ

Roma, 20 giugno 1903.

Fuo. 34.

-

I

SEZIONE . .

P:RA.TICA.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI REDATTORE

CAPO:

FRA·NCESCO DURANTE

PROF.

PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Rolandi: Dieci casi di gravidanza extrauterina. - Riviste: - NEUROPATOLOGIA: - Leyden: L'etiologia della tabe.. - Flatau: Contributo clinico relativo al periodo iniziale della tabe dorsale. - CHIRURGIA > - Burkard: Pel trattamento chirurgico drlle emorragie co1'isecutive alla tonsillotontia. - Purpura: Sulla legatura de.Ila vena cava inferiore. - Albe.rs taedter : Le conseguen-ze della legatura della vena femo1·ale al di sotto del. lega1nento di Poupart. - TERAPIA: - - Mendel: Dell'applicazione endovenosa dei nieJJcamcnti. - Heim: L'uso del chinino nella tosse convulsa. - Accademie, Società mediche, Congressi : - R. AccADEMIA DELLE SCIENZE DI BOLOGNA. - R. ACCADEMIA DI MEDICINA DI TORI NO . Note . di medicina scientifica: __ Solu-zione di sublimato corrosivo e batterii. - Trasmissione placentare del bacillo di Koch al feto in un caso di tubercolosi pol1nonate a decorso rapido. · Pratica professionale - CASUISTICA : - Dosaggio del pign1ento urinario (urocronio) a scopo diagnostico - Natura di certe concrezioni molli, verdastre, simulanti calcoli biliari. - Ittero ereditario . .- Tubercolosi primaria della nzil-za. - .Atonia ~astrica e suoi rapporti col rumore di guaz.z.amento e cot? la gastrer.tasia. - Un'ulcera gastrica per trau111a. - 'Diagnosi dell'appendicite incipiente. - APPUNTI 01 TERAPIA: - L'alcool .'1ella cura dell'avvelenamento per acido fenico. - Se il mercurio può determinare la tabe. - Controindicazioni del salicilato di soda. - Il cloroformio per uso interno. - Varia. Rubrica dell'Ufficiale Sanitario ed Igiene : - A proposito della denu.nz.ia obbligatoria della tubercolosi. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Il seireto professionale ed il 1natrimonio. - 'I{isposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

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LAVORI ORIGIN ~~LI Istituto Ostetrico-Ginecologico della R. Università di Roma diretto dal prof. E.

PAsQUALl

Dieci casi di gravidanza extrauterina. Note ed osservazioni cliniche del dott. ULDERICO ' ROLANDI, assistente.

La gravidanza extraitter·ina è stata oggetto, specialmente in questi ultimi anni, di numerosi studi, ed è tuttora argomento rli attualità n-ella letteratt1ra medica contemporanea. Spero perciò che possa riuscire di qualche profitto il riferire su alcuni casi che ho avuto l'op· portunità di seguire nella Sezione ginecologica dell~Istituto Ostetrico-Gi11ecologico di Roma. Porgo al venerando mio maestro, amatis· simo prof. P A.SQUALI, i sensi della più sincera gra~itudine per il lJermesso accordatomi.

I casi di gravidanza ext1~a-uterina che qualche anno addietro non si osservava.no molto di fre· quente in questo Istituto, tanto che in 10 anni scolastici (1889-1899) se ne ebbero solo tre, sono in·vece divenuti da alcuni anni relativamente freque11ti, e negli ultimi quattro anni scola,.. stici (1899-1903) se ne sono potuti osservare costantemente 3 o 4 ogni anno, sopra una media di circa 60 inferme che vengono accolte ann1talmente nella Sezione ginecologica,. Dei casi osservati fino a tutto l'anno 18991900 ebbe già a parlare il collega dott. N OC· CIOLI (1). Negli ultimi tre anni poi caddero (1) Resoconto cli1iico della sezio1te gi1tecologica tlal 1889 al 1900. -- Rassegna d'ostetricia e ginecolo· gia - Napoli 1901. (1) •

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-

1058

IL POLICLINICO

• sotto la nostra osservazione 10 casi• partiti: . ....,,,

\

COSI'

r1·•

. .~nno 1900-901 - 3 casi• (schede 6. 28. 34) . Id. 1901-902 - 3 id. l id. 13. 40. 54). Id. 1902-903 - 4 id. ( id. 1. 12. 21. 45). Riassumerò qui la storia clinica di questi 10 casi, soffermandomi brevemente su alcuni che riescono non privi d'interesse, special· mente dal punto di vista dell'etiologia, del de· co1·so e della terapia.

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CASO I. - Anno 1900-901. Scheda 6. - In· g1'esso 19 novembre 1900. Uscì il 24 dio. 1900 per rientrare il 20 gennaio 1901. Anni 25. Mestrui a 14 anni, normali. Maritata da 4 anni, Dopo il matrimonio, mestrui abbondanti e do· 101·osi, talora con emissione di coaguli. Dolo· rabilità diffuse in tutta la sfera genitale. Nel 1898 endo1netrite in utero ret1·oflesso. Il 23 luglio 1900 cominciò una mestruazione che durò 23 giorni, con dolori violenti alla fossa iliaca sin. ; il 23 settembre n11ovamente me.t rorrag1a e dolori, vomito, dèliquio, frammenti di mem· b1·ane emessi col sangue. Da allora rimasero, fino al presente dolori all'addome ed ai reni. Ingrossamento e abbrunamento delle areole mammarie e secrezione biancastra dai capez· zoli. Dall'11 ottobre al 10 novemb1,e stette al· l'ospedale (diagnosi . oscilla11te tra g. ex. e gr. in utero retroflesso); fu punto lo sporgente fornice posteriore e ne uscì · liquido_ giallo· bruno to1'bido. Stette bene pochi giorni, poi, peggiorando, fu accolta in Clinica. Esame obbiettivo. Addome tumefatto in tutta la metà inferiore e più sporgente sulla lip.ea mediana. Un'intumescenza occupa il piccolo bacino e risalisce per 17 cm. dal margine su· periore del pube, giungendo così a 3 cm. sotto l'ombelico : lateralmente ha 17 cm. di diametro e dista 3 dita trasvP.rse dalle sp. iliache ant. sup.; è liscia, molle fluttuante. Ascoltazione negati,· a. Dalla vagina: fornice posteriore ab· · bassato a cono, la ·c ui punta, a 3 cm. dalla vulva, è la continuazione della intumescenza · addominale. Collo piccolo, schiacciato contro la branca orizzontale destra del pube; al di· sopra di esso avvertesi un rilievo (corpo uterino). Fornice sinistro piit basso del destro. Solco prof on do tra il collo e l'intumescenza. Dal retto si sente anche meglio la fluttuazione di tutta la massa. D u~ante la degenza in clinica la tumefa· zione raggiunse l'o mbelico e, per vaginam, si seBtiva a 2 dita dalla vulva. Si intese il bat· tito cardiaco fetale e i movimenti attivi. Il forni ce posteriore venne man mano occupato da una tumefazione dura, coi caratte1·i della testa fetale. Uscì pe1· Natale. R ientrò il 20 gen· naio 1901 : la tumefazione ra.g git1ngeva 3 dita l 2} •

(ANNO

IX, F ASC. 34 J

sop1·a l'ombelico, la testa era nel fornice posteriore. La mano palpante sull'addome riceveva l'impressione come di cont1·azioni uterine sopra una piccola parte fetale. Collo non più raggiungibile. Operazione - Lap(l,1·oto11tia. Utero grosso con1e a 3 mesi di gestazione, Vl1oto, flaccido. La cisti fetale extrauterina.. i·icca di vasi venosi, cir' con<lata intimamente dal legamento largo di sinist1·a. sta posteriormente ed a sinistra dell'utero anti-destroverso. Sezione del legamento largo e della cisti : si càpita p1,oprio in mezzo all' in&erzione placentare donde imponente emorragia. VuotamP-nto rapid0, disimpegno della grossa testa fetale dall'ingresso pelvico~ tamponamento della cavità con garza Jodoformica, marsupializzazione della cisti, con sutura del margine tagliato della placenta a tutto spessore. Ma perdita enorme di sangue. Il feto era a termine e presentava delle usure, prodotte da giri di cordone ombelicale, sul braccio destro e sul collo. Anche le ossa degli arti inferiori erano notevolmente deformate. Visse circa 2-! ore . .Deco1·so post-operato1~io. Eccitanti, autotrasfusione, ipodermoclisi: degenza lunga: numerose emorragie nei rinnovamenti di tamponamento e nei tentativi di distacco placentare. Qualche curva febbrile (sl1perando una sola 'rolta i 39°). Trombosi della vena femorale sinistra, presto risolta, finalmente guarì. Rivedutala il 12 novembre dello stesso anno 1901 ; stava benis• simo. -

CASO II. - ~t\.nno 1900-901. Scheda 28. Ingresso. 23 gennaio 1901. Anni 40. Mestrui regolari a 18 anni. Due parti a termine con intervento ostetrico per presentazione trasversale. Primo parto gem~~llare. Da 5 mesi mestrlli sì abbondanti cla dover ricorre1·e all'ergotina. Addome crescente da vario tempo, dolori lombari intensi. Ultima mestruazione 12 giorni • • innanzi. Esame obbiettivo. Condizioni generali scadenti. Una intumescenza dura liscia occupa la piccola pelvi e risale a 2 cm. sopra l'ombelico. A destra, un prolungamento che pare atero col suo annesso destro. Il tumore sem· bra far corpo coll'utero ed è spostabile, grosso come testa di feto a termine. Collo appiattit') indietro e in alto, quasi a livello ùel promontorio. A sinistra si sente un tumoretto liscio come un llovo di gallina, peduncolàt-o sul tumore, verso la parete posteriore (ovaio sin. 'l ). Operazione. - La sacca gravidica, oircotl· data in sopra e indietro dal legamento ro· tondo destro, è sviluppata tra le pagine del legamento largo destro, sollevandone s1Jecialmente il foglietto anteriore ed è aderente in basso éd ai lati. Le due tube sono ingrossate~ le ovaie con cisti emorragiche, sicchè si fa l'ovarosalpingectomia bilaterale. La puntura del tumore fa uscire poltiglia scura. Marsupializzazione, incisione e svuotamento della.


[ANNO

IX, F ASC. 3!]

SEZIONE PRATICA

sacca (ne llScì sangue parte alte1·ato, parte in via di organizzazione. I resti fetali andai· ono perduti) tamponamento alla Mikulic11. Deco1·so post-ope1·atorio lungo f) turbato da febbre e da secrezione di cattiva natura del cavo, che si chiuse con molto stento. Guari· • g1one. CA.so III. - Anno 1900-901. Scheda 34. Ing1'esso 11 marzo 1901. Anni !2. Mestrui a 12 anni, regolari, ma dolorosi ed abbondanti. ~Iaritata da 21 anni, 4 parti normali e due aborti con puerperi febbrili. Ultimo aborto un anno adclietro, poi due mestruazioni normali, ultima delle quali il 4 maggio 1900. Il 4 agosto fu 1·icoverata in Maternità per dolori e fu tenuta per deviazione posteriore del· l'utero gravido. Vi 1·estò 4 giorni: tornata a casa, stette più o meno bene fino al febbraio 1901, allorchè ftL colta da dolore violento, de· liq uio, ,·omito <~ perdite ''agip_ali sanguigne con frammenti carnosi. Fu di nuovo accolta in Maternità; ma con· tinuando a deperire e ad aver febbre quotidiana, fu trasferita in Clinica. Esame obbiettiuo. - Donna sofferente, denutrita, vomito frequente. Addome sviluppato come in gravidanza a termine, ma disteso ai lati. Palpazione dolorosa. Fornice poste1·iore molto abbassato da un'intumescenza che si diffonde più a sinist1~a, nettamente fluttuante, di cui si sente l'onda liquida trasmessa alla mano palpante a piatto sull'addome. Oollo pervio sino all'orificio interno e traspòrtato avanti e a dest1·a. L'isterometro penetra per cm. 13. Dall'utero vien sangue scuro. Operazione - Laparotomia. - Peritoneo pa· rietale spesso e i--osso-bruno. Ape1--tolo, esce liquiflo brt1nastro fetidissimo, con zolle grasse galleg~ianti e straccetti cli membrane. Placenta j nserita tt1tta a destra a un centimetro dall'incisione, cordone inserito jn basso, feto posto trasversalmente al di sopra clel taglio con testa a sinistra e dorso in alto. Estrazione, svuotamento. Tutta la sacca fetale era così aderente alle pareti addominali da costituire una specie di marsupializzazione, per così dire, naturale. Tamponamento alla Mikulicz. Il feto sembrava a termine ed era in istato di avanzata macerazione e putrefazione. Decorso post-operato1·io un po' lungo. Pla· centa tolta in parte dopo 10 giorni, il resto dopo 17 giorni; qualche elevazione termica. Fu dovuta fare llna contro apertura nel for· nice vaginale posteriore, per rendere più facile il deflusso delle secrezioni del cavo. Guarì. Riveduta nel 1903 stava bene. C.A.so IV. - Anno 1901-90~. Schecla 13. Ingresso 20 novembre 1901. Anni 37. Mestrui a 13 anni, i·egolari, ma dolo1'osi. -lVIaritata da 22 arini, 7 parti normali e 3 aborti, di cui l't1ltimo 3 anni addie.t1·0. ~Iestrui semp1'e regolari, ma dal 20 ottobre scolo cli sa11gue e-

105Q

dal 12 novembre dolori acuti alla fossa iliaca destra è corrispondente regione lombare. Esanze obbiettioo. - Venne al nostro Ambulatorio il 15 novembre e le si i,iscontrò una tumefazione retro-uterina che giungeva a ! dita sotto l'on1belico. Collo spinto contro il pube, fornice anteriore rialzato, Douglas depress) dalla intumescenza e dolentissimo. Utero antiflesso, isterometria mm. 80, annessi liberi. Rifiutò di essere ammessa in Clinica: ma dopo 4 giorni, avendo ambascia, febbre, vomito fu portata. d'urgenza all'ospedale dove le praticarono una puntura esplorativa nel fornice vaginale posteriore, est1·aendone liquido sanguinolento grigiastro. Di lì fu trasferita in Clinica., sempre oppressa da acuti dolori, meteorismo, febbre, vomito. Somministratile dei calmanti e dei cardiocinetici fu_ sotto posta alla Oper·azione - Oolpoto1ttict posterio1·e. - Inci· sione, svuotamento (uscì sangue nerastro fetido, misto a frammenti che andaron perduti), la·va.ggio a doppia corrente e drenaggio. La secrezione i·imase fetida per alcuni giorni: vomito, fenomeni di peritonismo ed ancora qualche giorno di febb1·e. Con il CO· stante e }Jrolungato lavaggio della cavità i feno~eni furono vjnti, sì che dopo 27 giorni uscì di sua volontà, sentendosi molto migliorata. Rimaneva ancora una lie,7 e tumefazione nel Douglas, nessuna secrezione. . CASO \ T. _:... Anno 1901-902. Scheda 40. Ingresso 9 marzo 1902. Anni 35. ì\festr11i a 1! anni, scarsi, ir1--egolari, indolori. ~la1-.itata da 7 annj , un parto a tern1ine 6 annf addietro, con pt1erperio febbrile verso il 15° gio1·no e che guarì in breve. Ultima mestruazione il 20 novembre; il 4 gennaio dolore act1to alla fossa iliaca destra e a tutto il lato omonimo, vomito, deliquio e il dì seguente perdita di sangue dai genitali: do1Jo 7 giorni emissione di un framment() di memb1-.ana. lVIigliorò e tornò alle sue occupazioni, ma il 12 febbraio nuovamente dolori e poco sangt1e. Dall'epoca dell'ultima mestruazione, ptialisnio molesto (rl a cui era stata afflitta durante tutta la gravi· danza no1·male preced11ta). Esame obbiettivo. - Nell'addome si sente una tumefazione che da 14 cm. sopra il pube, cioè circa all'ombelico, scende nella piccola pelvi. Sta tutta verso destra, oltrepassando di sole due dita la linea mediana ed è molle, fluttuante. Utero in basso, a sinistra; collo schiacciato contro il pube, a sinistra. La tt1mefazione cresceva durante la degenza in Clinica e pe1'manevano i dolori e la per· dita di sangue sì che : Operazione - Lapa1~oto1nia. - Sacca fissa ante1~iormente all'omento. Distacco delle ade· renze. specialmente con la parete posteriore clell'ntero che è innanzi alla sacca e un po' a sinistra. Ma la sacca si lacera ed esce il contenuto ematico in mezzo al quale è un ( 3)


1060

IL POLICLINICO

fetino di ci1·ca 12 settimane. Vuotamento e asportazione della cis'ti. Un'emorragia ' rie11 · domata con la legatura del peduncolo tubaFio fra il corno uterino e la sacca. Tamponamento alla ~iikulicz. Decorso post-ope1·ato1·io: qualche giorno di debolezza ca.rdiaca, torpo1--e delle pat·eti della scontinuità rimasta ap{l1·ta per il ta1npona· u1e nto e che fu stretta in 2° tempo, sicchè richiese varie medicature. Ptialismo persi· stente ancora due giorni dopo l'operazione. Uscì in buone condizioni dopo 28 giorni. '

CASO VI. - Anno 1901-902. Scheda 54. In· gresso 19 aprile 1902. Anni ~4. ì\'Iestrui a 11 anni, normali. Maritata da 15 anni, sterilP.. Dall'epoca del matrimonio mestrui irregolari , 7 od 8 accessi di dismenorrea 11temb1·anacea (mestrui dolorosi, talor preced11ti da 2-3 amenorree, con c0liche uterine ed emissione di t1na membrana). Ultimo accesso dismenorroico 8 mesi addietro. Al presente amenorroica da 3 mesi, nel qual tempo soffrì, a pochi giorni d'intervallo, 3 accessi di lipotimia per dolore violento all;:t fgssa iliaca des.tra, sudore e pallore. In questo tempo non mai perdite di sangue, nè emissione di membrane, nè altro flusso. Esame obbiettivo. ·- Ventre dolente, specie a destra. Utero ingrossato, sinistro-retroverso. Collo schiacciato contro il pube. Una tumefazione fluttuante occupa la fossa iliaca destra e l'ipogastrio corrispondente. Operazione · Laparoto11zia. - La sacca gravidica occupa la fossa iliaca destra: tenta·n do di isolarla, si lacera ed esce sangue coagulato ; i resti dell'uovo vanno perduti. La lacera· zione p1·ovoca discreta emorragia, presto se· data con la compressione digitale del peduncolo tubarico che si lega e si seziona asportando . sanca e contenuto. Deco1·so post-operatorio normale; uscì gt1arita òopo 25 giorni . CASO VII. - Anno 1902-903. Scheda 1. In· gresso 15 novembre 1902. Anni 38. Mestrui a 17 anni, normali. Maritata da 19 anni, 4 parti normali ed un aborto 6 anni addietro , seguìto da 3 mesi di èmorragia. Ultima me· struazione 22 agosto ; il 10 ottobre forte emo· zione e dopo 8 giorni abbondante m etrorragia e dolori acuti alla fossa iliaca sinistra. Conati di vomito. Esame obbiettivo. - Intumescenza che dalla fossa iliaca sinistra risale a g cm . sotto l'ombelico• e continua verso la fossa iliaca destra. Collo a 4 cm. dalla vulva, grosso, molle, diretto verso il pube destro; forni ce anterio1·e quasi nullo, posteriore abbassato. Douglas occupato da una intt1mescenza che pare aderente all'utero e continua dietro il legamento la1·go di sinistra. Utero in avanti al>bassato, spinto a destra. Iste1·ometria 75 mm. Operazio1ie - Laparoto1nia. - Distacco delle nclerenze della tt1mefazione che si riconosce

LANNO IX,

FASC..

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pe1" tuba sinistra gravida. La tuba si lacera e se ne ve1·sa il contenuto sanguigno con residui ovulari. Detersione, controa1Jertura nel fornice vaginale posteriore con stuello di garza. Deco1·so post-operatorio discreto, disturbato solo da infiltrazione dell'angolo superiore della ferita addominale, do,re si formò un piccolo ascesso che fu curato chirurgicament~. La guarigione della ferita vaginale fu · rita1·data anche da una coesistente endometrite, per la quale fu pratieato in 2° tempo un raschiamento dell'endometrio. Guarigione perfetta. CASO VIII. - Anno 1902·903. Scheda 12. Ingresso 1° dicembre 1902. Ann_i ~5. Mestrui a 14 anni, normali. ~iaritata da 6 anni, un parto no1·male 3 anni addietro. Ultima me· struazione, gennaio 1902. Il 9 marzo dolori fo1·ti a.i reni ed all'epigastrio; il 20 ma.1·zo emorragia per la quale ricorse all'ospedale dove le fu praticata un'operazione lJer via ' raginale ('?) (diagnosi: emosalpinge sinistra): Uscì in maggio e notò aumento di volume del ventre ed amenorrea, salvo un lie,rissimo flusso di sangue, circa due mesi fa (ottobre), cui seguirono dolori da simulare imminenza di parto: venne invece metrorragia e diminùzione del volume del ventre. Da quell'epoca non più avvertiti i movimenti attivi fetali. Esame obbiettivo. - Condizioni generali scadenti. Ventre tumefatto quasi come in gravidanza a termine; dolentissima la palpazione, specialmente nella regione epigastrica. Si palpa.n o parti fetali e in alto pare di sentir la testa. Ballottamento fetale. Collo in alto, schiac· cìato contro il lato destro della pelvi; isterometria 127 millimetri. Ascoltazione negativa. Dalle mammelle, alla pressione, esce liquido lattiginoso. Operazione. - Pr·evia fissazione del peritoneo l)arietale alla superficie esterna e anterio1·e della sacca gravidica extrauterina, questa viene incisa lungo il diametro verticale per circa 18 cm., estraendone un feto a termine, macerato. Detersione del cavo e tam· ponamento alla lVIikulicz, non essendo consi· gliabile il tentar di distacr.are la placenta o le membrane per l'estrema fragilità delle pa· reti della sacca. Decorso post-operatorio. - Si ebbe qualche emorra.gia nei prudenti tentativi di distacco placentare e poi alterazione e disfacimento necrotico delle pareti. Si manifestò pure ca· tarro bronchiale e tosse molto insistente. J\fa improvvisamente, circa 20 giorni do1)0, un'imponente emorragia inondò medicatura e letto. Si tamponò f ortem ent~ con ga1·za io· doformic&, si usò autotrasfusione, clisteri di ~ gelatina, ergotinina, ipodermoclisi, ossigeno. Ma l'emo1·ragia sebbene in minor grado. seguì fino a condurre l'inferma. dopo 36 ore. ad esito letale. All'autopsia si constatò che la sacca gravi· dica era aderente all'intestino e sottilissima.


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SEZIONE PRATICA

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da un'intumescenza ineguale ~ in parte fluttuante, che occupa quasi tutta la J•iccola pelvi, sulla linea mediana. L'isterometro penet1·a, a concavità anteriore, circondando la sinfis~, per 60 mm . Annesso destro ingrossato e do. lente. C~.\.SO IX. - . ._t\..nno 1902-90H. Scheda 21. InOperazione · Lapa1·oto11zia. - Distacco delle g1·esso 9 gennaio 1903. Anni 35. aderenze dell'intestino· e dell'utero con la tu!lest1.. ui a 12 anni, normali. J\Ia1·itata da mefazione che però si lacera e ne esce sangue 12 anni 3 parti prematu!·i (8 mesi) e 2 aborti: coagulato, nero, inodoro. Si asporta pure l'anpuerperi fisiologici, ma sempre metrorragie nesso destro malato (degenerazione cistica clurante parti ed aborti: ultimo aborto 2 anni dell'ova.j o, perisalpingite. occlusione dell'oriaddietro. Nessun flusso, nè malattia dei ge· ficio tubarico addominale). Asportazione della nitali, nè ir1·egola1'ità di mestruazioni. Ultima sacca. Drenaggio nel Douglas con controaper· il 25 dicembre, interrotta il 26 pe1.. grave tura del fornice vaginale posteriore. emozione e tornata il 28 con dolori acutissimi Decorso post-ope1·atorio b11ono, salvo dif · P bre,~e deliquio. Rimase debole con ·dolori ficoltà alla minzione durante 10 giorni e torar,cessionali e poco, ma continuo sangue. Da pidissime funzioni intestinali con tenesmo ret2 mesi dolenzia e ingrossamento delle mam- tale notevole. All'uscita dalla Clinica si senmelle, donde, alla pressione esce secrezione tiva una tumefazione, come un uovo di colattiginosa. . lomba, indolente, nel fornice destro. La inEsn111e obbiettivo. - Condizioni generali di- ferma stava così bene che domandò ella stessa screte, clolore al q11adrante inferiore sinist1·0 di uscire. clell'addome: lieve otti1sità alla percussione in quel p11nto. Collo a 5 cm. dalla vulva, ::< ·** ' rolto inclietro, lacerato a sinistra; fo1'nice siCome si può facilmente i·ilevare dal })recenistro abbassato da un'intumescenza dole11te, i11 i·apporto con l'annesso che è dolentissimo. dente riassunto, per riguardo alla etiologia l te1·0 at1mentato di ' Tolume. nei nostri casi si ebbe ad osservare la graviDecOJ'SO. -- La tumefazione crebbe durante la degenza in clinica: si ebbero dolori acces- danza extra-uterina pi11ttosto in età un po' matura, che giovane. Infatti, acl eccezione di una di ~ionali talora acuti e lieve flusso sanguigno; pt11·e migliorò sì cla uscire pe1· szia volontà 25 e una di 31 anni, le altre donne andavano dai 2 gio1·ni. Tornò in discreto stato, ma fu poi l'ipresa da accessi dolorifici e flusso sangt1igno 34 ai 42 anni, con una media complessiva di poco. più che 35 anni, confermando così ancora t1na e le si consigliò l'ope1·azione, che rifiutò. I fenomeni peraltro scemarono, la tumefazione volta le osservazioni dell' ASTRUC, del DEPAUL . clecrebbe (dopo a'rer raggiunto 17 cm. sop1"a il pube col suo limite superior·e) e dopo un del CoRRADI, dell'HECKER e di tanti altri. Anche la pluriparità venne più frequ entemese circa si alzò dal letto. Volle use.ire qualche giorno appresso, in queste condizioni: mente osservata (8 volte), sebbene essa, come l . . te1·0 antif lesso, disc1...'tamente mobile. Dal fondo dell't1tero ltn'intumescenza risale fino cat1sa predisponente della gravidanza extra· a 3 clita sotto l'ombelico: fornice dest.1..0 vuoto, t1terina, abbia un ' ralore relativo, in quanto, sinistro pieno, }JOstcriore sollevato, non più più facilmente che la nt1lliparità, espone la depre$SO. Tutto il tumore i ..idotto e più localizzato a sinistra. Nessun dolore spontaneo, donna a morbilità ginecologica. E nelle due nullipa.re si osservò per comnè pro,.. ocato coll'esame ginecologico. penso che in una (I), maritata da 4 anni , ave,ra CASO X. - Anno 1902-903. Schecla 45. In· preceduto una specie di dismenorrea soprav. g1·esso 13 aprile 1903. Anni 31. ' Tenuta all'epoca del matrimonio e l)Oi una ~Iestrtti a 14 anni, regolari~ ma clolorosi. ~Iaritata da 5 anni. Poco dopo il matrimonio, endometrite in utero retroflesso ,· nell'altra (VI), flusso biancastro dai genitali e tal volta merlorragie inclolori di 10-15 giorni. Due parti maritata da 15 anni, vi erano stati 7 od 8 ac· normali, ultimo 11 mesi addietro: allattò 10 cessi di dismenorrea membranacea. mesi, ame1Lorroica fino all'8°, poi ebbe 2 meDi questa affezione, brevemente trattata norragie, l'ultima delle quali durava tuttora dagli autori ed ancora etiologica~ente oscura, (il 13 aprile). Capogiri, dolori all'ipogastrio. n~lla Esame obbiettivo. - Addome tumefatto nella non trovo fatto_ cenno clagli osservatori, . regione sottombelicale. Collo a 3 c111. dalla etiologia della gravidanza extra-uterina : e non vulva applicato contro la sinfisi pubica, pe1·,. . io all'indice. Fo1..nice a,nte1'iore un po' mi sembre1·ebbe difficile l'ammetterla come abbassato : più ancora il posteriore occupato una probabile cat1sa (li gra,.. idanza extra-ute-

si cl1e si era lacerata 'rerso la parte posteriore e la ancora ricca irrigazione san· guigna clelle stte pareti, in quel punto corri· spondenti ad impianto placentare, era stata !\origine clell'emorragia mortale.

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i·ina, simile ad alt11 processi i quali producono, per di1·la col KusTNER, « un disturbo nella conduzione dell'uo,ro » . Infatti è naturale che una tumultuosa iperplasia proliferante della mucosa uterina, qual'è la dismenorrea membranacea, agisca a somiglianza dei piccoli polipi mucosi addossati contro la tuba ed invo· cati pure come fattori e~iologici di gravidanza extra-uterina (PETIT' V\Ty-nER, 0LSHAUSEN)' ostrt1endo cioè o per lo meno assottigliando il lume dell'orifizio tubouterino e l"endendo dif· ficile o im1Jossibile il passaggio dell'uovo attraverso di esso. Anche nelle pluripare si raccolsero quasi sempre dati anamnestici tali da dimostrare o almeno da far presumere una preg1·essa alfe,. zione ginecologica; infatti, in -! di esse vi erano stati prima parti e poi abo1·ti in una vi era stat? t1n parto 6 anni prima con jJ1tB~'fJerio febbrile, in u11'altra ft1-1,sso dai gertifali datante dall'~poca del . matrimonio. Solo in 2 non si potè i·ilevare alcuna n otizia anamnestica di sofferta affezione ginecologica. È ovvio però notare, a questo proposito, cl1e l'interrogatorio delle inferme non riesce semp1·e esatto e completo, dal punto di vista clinico; in quanto che molte donne, specie del popolo, J1anno tale ti.. ascuranza cli osservazione della })ropria sfera genitale, da non tener quasi a.lcun conto o da dimenticarsi affatto, ad esem· pio, di qualche flt1sso dai genitali, di qualche }JOstpartum o postabortum patologico, febbrile; ed affermano di essere state sempre bene, di non a,·er mai a"T·uto disturbi o affezioni ginecologiche (1). laddove talvolta all'esame obbietti \O notansi i segni cli croniche metriti, cndomet1..iti annes~iti , ecc., la cui sintomatologia st1bbiettiva non av1·ebbe do,Tuto cert&mente sfltggi:re alla auto-osservazione anche })iù gros- . solana.

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In quanto concerne il cleco1·so potemmo anche noi constatare la più facile coincide1zza

dell'aborto fzlbrr1·ico o dellct 1·ott111·a coll'epoca (1) Qt1ando pt1r non vogliano, sia 11er un mali11teso pt1dore sia p er altre ragioni intime o fa.mi· glia.ri, nasconder e al medico la . . . non rara ble1101·r agia clel coni11ge. ecc.

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1nestruale. Questo fatto, notato cla vari a11tori CREUTZER ecc.), si è verificato in 6 dei nostri casi e più p1·ecisamente in 1 (IX) alla prima epoca mestruale, in 3 (I, VII. \ TIII) alla 2a e in 2 (III, VI) alla 3a. I suddetti autori darebbero come momento casuale òi un certo valore alla interruzione della gravidanza extra-uterina appunto « quel maggior afflusso sanguigno che si verifica nel sistema genitale ad ogni epoca catameniale » (1). Infatti, è ovvio l'ammettere come in tali condizioni i tessuti (specie la sottil pa1·ete della tuba resa ancora più delicata dal distendi· mento gravidico subìto) siano più agevolmente lacerabili o diano facile 01·igine ad emorragie; e poichè molti, tra cui lo SPIEGELBERG, VO· glion vedere nell'emorragia tubar·ia, grande o piccola che sia, la causa, non solo di lln aborto . tubarico, ma altresì della rottura per l'improv· "'riso, soverchio distendimento della tuba già tro·p po tesa, mi sembra si possa riconoscere . l'epoca catameniale come un f atto1·e etiologico abbastanza frequente per l'inte1..ruzioue della gravidanza extra-uterina, confortato in ciò anche da vari altri casi, in nt1i peraltro tale coincidenza dell'interruzione coll'epoca me· sttuale non venne s'e mpre messa in rilie,,.o (alcuni casi del PRÉOBRi\JENSKY (2), del PINNAPINTOR (3) del GOTTIGNIES (4), clel BoUR· SIER (5), ecc. (BARNES,

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A proposito poi di periodo catameniale durante la _gravidanza extra-uterina, in tr~ delle nostre inferme sembrò persiste1~e la /1Tnzio1ze

n1est1·zlale. L'uscita del sangue da.Ile vie genitali, al· l'epoca mestruale, durante la gravidanza l1terina, non è un fatto molto raro~ specialmente nei })rimi due mesi: e per quanto il PINA.HD neghi l'esistenza di mestruazioni dL1rante la (1) VICAl:ELLI G. Delta gravidanza tubarica. P e· rt1gia, 1895. (2) PRÉOBRAJEN KY. C~lpocmlioto.1nie JJOsféricure avec l'·éctairage de la cavzté abdo11t1nale (IV Cono·resso internazionale di Gin . e Ostetr. Roma, 190"2). 0 (3) Pr~:NA·PJNTOR. [ Tu caso cli gravidanza P.\·tra11teri11a, con esito raro. Milano. 1900. (-!) Soc. d anat. pathol. d e Br11:xelles, 7. Il. 1902. (5) Soc. d.Obst., de Gyn. e t de P •d. tle Bordeaux,

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gravidanza (1), ma ammetta solo delle emorragie (ovariche, tubariche), pure non si può disconoscere che esistano dei casi almeno durante i primi mesi di gravidanza, in ct1i si verifica emissione di sangue dai genitali, con tt1tte le parvenze di t1na mestruazione, corrispondentemente a11·epoca mestruale (2). e però tale evenienza, dal punto di vista teorico~ etiologico e fisio-patologico, riesce dif ficile a spiegarsi, non così a,. . v·iene nella gravi<lanza extra-ute1·ina; dove si può age,rolmente pensare che l' ute1·0~ in alcuni casi poco o nulla. disturbato o influenzato dal processo gravi<lico esistente fuori della sua cavità, non Rl• modif icl1i quasi affatto e continui ad avere •

(lJ Nella seduta ùel 9 dicembre 1901 della So cietà d'Ostetricia, Ginecologia e Pediatria di Parigi, <lisse infatti cl1e egli " ne connaìt pas d'observations de femme enceint.e ayant eu ses r ègles, q11e la grossesse soit utérine ou extra-utérine I> . (2) B1icordo io stesso, a q11esto proposito, un caso molto caratteristico occorso nel novembre 1902 nl nostro Amb11latorio (re ..r. 54, p. 4817). Trattavasi di una giovane di 23 anni, mestruata normalmente a. 12 e maritata da 5 anni sterile. A.ve-va sofferto molte int\lattie (bronchite cronica, febbri). L e mestr11azioni erano sempre r egolari, ~olo da qualche tempo un po' scarse: l'nltinia, 15 giorni i1ina1izi. A yeva dolore alla regione dellcL punta clel cuore, edemi intermittenti e da 8 mesi a'reva notato tume· fazione progressiv·a dell'addome con qualche dolore. Altri sanital'i le a vovano fatto diagnosi di ascite d'origine probabilmente cardiaca (!) e le ave,rano ~onsigliato una operazione o almeno la paracentesi: prima di decidersi però volle sentire il parere di <>stetrici e ricorse pel'ciò al. nostro Ambulatorio. Esaminatala, le si riscontrarono (co11 somma mera,; glia di lei, che del resto se ne racconsolò) tl1tti i caratteri di una e'ridente gravidanza, con1preso,·i un chiaro battito cardiaco fetale. Il limite superiore dell't1tero, 3 dita al di sotto dell'apofisi xifoide, fece credere ad u11a gra,ridanza di 8 mesi, tanto più che la testa era poco impegnata: in, ece dove\a già essere nella seconda nietà del 9° mese: c bè infatti partorì 11n feto a termine, due giorni dopo la visita. Rivedutala pochi giorni or sono (giugno 1903) sta bene ed allatta i.l st10 bambino. È • amenorro1ca. E che dire poi di quei fenomeni periodici (malessere, dolori lombari, ritorno od accentt1azione di ,·omiti gra, idici, ece.J, che si presentano in moltissin1e gestanti ad ogni epoca. catameniale (finanche alla 9a) cosi simili alla fenomenologia mestruale da far pensare si tratti di una, mestruazione a ct1i non manchi che l'indice esteriore (emissione di sangt1e dai genitali)? Questi periodi, che le nostre donne ben conoscono e chiamano ' rolgarmente e1itrafura rli 1nese, sono quasi del t11tto trascul'ati dai trattatisti e riescono ancora etiologicamente e fisiologi· camente incerti. Forse il loro studio non sarebbe privo di interesse e getterebbe qualche luce nuova sullèt tanto dibath1ta questione dei rapporti tra o'Tt1lazione e mestrt1azione. 1

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per così dire, l'abituale impulso alla mestruazione: ed essendo libera la sua mucosa, può facilmente defluirne il sangue mestruo (1), meglio che non possa succedere nella gravidanza uterinfl , dove,' naturalmente, i ra.pporti più o meno la.ssi tra l'uovo e l'endometrio i·endono per lo meno un po' difficile tale deflusso. Inoltre, essendo ancora non bene assodata la parte ch e lP, tube e le ovaja prendono alla mestruazione, può darsi anche che nella gradanza extra-uterina l'annesso non gravido concorra in maggiore o minor grado alla p1~ovocazione di questa specie di funzione mestruale, la cui espressione esterna (fuo1·uscita del sangue dai genitali) può naturalmente avvenire a causa della libera via attraverso l'utero vacuo. Tale possibile concorso spiegherebbe anche .più chiaramente la non rara interruzione della gravidanza extra-ute.. rina in corrispondenza d.e lle epoche catameniali, in quanto l'annesso non gravido, ma mestruante (e forse ovulante'?), determine· rebbe un'iperemia riflessa anche sull'annesso g1·avido, donde i dolori, le contrazioni, le emorragie, l'aborto e perfin la rottura. I dolori, del resto, che accompagnano molto di frequente la gravidanza extra-uterina, si ac· centuano quasi sempre (JoùoN) ad ogni periodo corrispondente all'epoca mestruale, siavi o no indice esteriore di mestruazione.

Fenomèni gravidici a distanza si osservano tal'\rolta nella gravidanza extr:i-uterina come in una gravidanza intrauterina e possono essere di guida alla diagnosi di probabilità almeno di una esistente gravidanza. Principale fra questi la partecipazione, al processo gravidico, delle rnammelle, nelle quali si può verifica1·e tanto il semplice turgore l'imbrunì·

----(1) Ciò sembrere.b be sopratutto verosimile nei casi in cui, durante la gra.vidanza extra- uterina, si era manifestata mestruazione od a.l tra atipica emor· ragia e l' utero, alla sezione, .si mostrava privo di decidua e quasi per nulla moc.lificato (RIBOLI, MAR· COLINI, GRENSER). Del resto il BEAUCAMP e l 'HEN · NIG hanno constatato che l' utero tanto meno si modifica nella gravidanza extra-uterina, quanto più lontana da esso è la sede dell'uovo (gravidanza tubo·o, arica., ovarica,. addon1inale). 1


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inento dell'areola., la maggiore sensibilità e , <lolorabilità, quanto anche una secrezione sie1·osa o a dirittura lattea. Nelle nostre inferme questi fenomeni si p1·esentarono e' ri. denti in tre casi e pii1 chiaramente a g1·a,ri· danza inoltrata. N ote,role è poi il caso. - V in cui si presentò durante la g1·a,ridanza ext1·a-uterina un ostinato ptialis1no (tanto ostinato da persistere perfino qualche gio1·no dopo l'operazione). Un fenomeno del tutto simile a'reva afflitto l'infe1·ma dt1rant0 tutta l'unica gra,ridnnza pre· gressa (a1r,renuta 6 rtnni prima) ecl era stato forse il fatto più saliente che, insieme colla ameno1·rea, le ave·y a fatto p en sa.re di esserA f1i nuovo incinta. Infine è interessante ,il i·icorda1·e come nel caso \ TIII si era a,·t1to, appunto quando la· gravidanza ext1·a-ute1·ina era stata a termine (cioè poro òopo compiuto il 9° mese dall'ultima mestruazione reg.olare), una specie di falso travaglio o di sopraparto con èlolori i1·regola1~i, fuoruscita di poco sangue dai genitali e moti atti,ri fetali più energici. Tutto poi andò man mano cessando e segt1ì la morte del feto. imile sindrome fenomenica già rilevata dal .AXTORPH, dal RùMITI dall'Au· v ARD (1) pl1ò, secondo i detti autori, accom· pagnarsi anche ad emissione di pezzi di decidua e perfino di acql1e amniotiche ('? ) ed esser seguìta, o da remissione di tutti questi fenomeni, come nel nost1·0 caso, o dai segni nella sop1·a,reniente rottttra clella cisti.

** *parlare

Ed 01·a ' reniamo n. della c11r:t. Non tutti gli autori son'l concordi sull'opportunità dell'int~rvento chi1·urgico e Rul modo di esso. Alcuni sono partigiani incondizionatan1ente convinti di tale intervento. Il WERTH, a <..1 uesto proposito, conside1--ava la donna con gra,ridanza extra-uterina come avente un tun1ore maligno nell'addome. Lo SCHAUTA, seguendo l analoga affermazione del TLLLAUX, dice che « ogni gravidanza extra-ute1·ina diagnosticata deTe essere trattata operati·'\Tamente » a qualunque epoca essa (1) \,..ICARELLI J. c.

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si trovi: anche il blARTIN .A.., il Pozzr, l'ORTHMANN, il VEIT ed altri ccncordano in questo concetto. D'altra parte alcuni preferiscono in molti casi il metodo aspettante : e .. senza . pa.rlare del FEBLING che consiglia la aspettazione nel 60 per c "'nto dei casi, anche recentemente il DoBBERT (1) i·iferisce di avei.. t1·attato in tal modo, con esito buono, ben 14 ca~i st1 60 (cioè il 23 pe1· cento) e lo 'SoA.NzoNr (2) è favorevole al trattamento conse1·vativo, tutte le volte che possibil~ , dimostrandone i vantaggi. Egli lo ha usato dal 1890 al 1899, in 56 casi su 119 (47 per cento). Il n ostro prof. PASQUALI no!! è peraltro molto favo1·evole ·a l trattamento aspettante : e i·ico1·da egli stesso cl1e, nel suo esercl.zio privato, gli è occorso di ' rede1·e, no ~1 ha guarì, i11 consultazione, tre casi di gravidanza extra·l1terina ben accertata e C<?mplicata acl ematocele, nei quali l'ope1·azione fu proposta, ma i--icusata dalla famiglia. Due casi poterono guarire con cure mediche, l'altro invece fu_ seguìto da morte. In quanto alla via da seguire anche qui il campo è diviso. Il DiiHRSSEN', il PROCHOWNIK, il MARTIX,. lo ScHAUTA, il DE 0TT, preferiscono, al p1~e­ sente, la via vaginale ; altri se ne astengonocompletamente (KusTNER, ABEL, THORN); altri infine, pur servendosene in qualche caso, prefe1·iscono però cli regola la via adclomi-· na.Ie (BouRSIER (3), PIQUÉ (4), ecc.). Il DE. 0TT, con t1n s110 speciale metodo cli illuminazione della ca,.,.ità addominale nella colpoceliotomia posteriore, sembra aprire un nuovo orizzonte alla via vaginale; ed il PRÉOBRAJENSKY (5) rifet'endo st1 8 casi così trattati, ne è addirittura entusiasta. Ma il metodo non è ancora abbastanza noto e diffuso da poterne desumere concll1sioni pos~tive.

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Dei no~tri 10 casi, un·o solo (IX) non ven11e operato a:p_che perchè l'inferma stessa rifi11tò .

(1) .Arch. filr: Gynaekol. LX"\r, 1 p. 70 (1902). (2) .Arch. filr G~rnaekol. LXV 3, p. 558 (1~2). (3), (4) Congr. frane. di chirt1rgia. PHrigi, 20-2•) ottobre 1902. (5) 1. c.

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SEZIONE PRATICA

una cura chirurgica, che fortunatamente non si impose in modo assoluto. Infatti l'ematocele formatosi, sotto l'azione del ghiaccio, delle pomate risolventi e sopratutto del riposo assoluto, andò limitandosi tanto da permetterle di usciI·e, sebbene sconsigliatane, per due giorni dall'Istituto. Rinetrò e fu ripresa da accessi dolorosi accompagnantisi a flusso di sangue (corrispondentemente all'epoca me· struale) tanto che le fu insistentemente con· sigliata l'operazione, che ella rifiutò. Pure i fenomeni scemarono man mano e la tumefa· zio ne decrebbe sì che dopo un mese circa potè t1scire i11 buone condizioni. Nelle altre inferme, sia perchè non si ve· i--ificasse una tendenza alla regressione, sia perchè le condizioni della donna o le sue sof· ferenze imponessero un pronto intervento, si ricorse all'operazione, che in una (IV) fu la colpoto11zia posteriore con vuotamento della sacra il cui contenuto ematico erasi alterato, . nelle altre fu la laparotomia. Il nostro p1·ofessore, pt1r non dissimulan· dosi gli inconvenienti che non di rado posson0 de1·ivare dalla laparotomia, la preferisce quasi sempre alla elit1·otomia, potendo per q nella rendersi più esatto conto dei rapporti _ patologici della sacca fetale con gli organi -0ircostanti, dominare più agevolmente le eventuali emorragie, verificare lo stato del· l'altro annesso che talvolta trovasi pure am· malato ed occorre perciò aE""portare, ecc. È evidente poi che quando la gravidanza extra-uterina abbia raggiunto una certa epoca (4 mesi circa) non è più il caso di parlare ragionevolmei:ite di elitrotomia. In qualcheduno dei nostri casi alla la.pa· rotomia si unì anche la controape1·tzi1·a nel fornice vaginale posteriore, metodo molto raccomandato dal DoBBERT (1). In generale si cercò di asportare la sacca iutta intera e, non potendolo, si ricorse alla marsupializzazione della sacca e tamponamento alla Mikulicz, senza far l'est1·azio1ze della placenta, metodo preferito dal prof. P A· SQUALI, d'accordo in ciò col LAWSON-TAIT, col

(1) I. c.

*

1065•

PINARD e col SEGOND, specialmente nelle cisti fetali intralegamentose. Il nostro profes· sore, infatti, ritiene opportuno non fare tentativi di distacco placentare durante l'operazione a causa della troppo facile e impo· nenta emorragia, sopratutto per il fatto che la ectoplacenta ha in generale una superficie d'impianto estesissima che, a differenza della contrattile pa1~ete uterina, non dà sufficiente garanzia per una sicura emostasi conse· cutiva.

RIVISTE NEUROPATOLOGIA

L'etiologia della tabe. (LEYDEN.

B erliner !.:lift. Woclien., n. 20, 1Q03).

L ' A., prem esso come egli per 40 anni ha combattuto per sostenere che la tabe è una malattia sifilitica (rispettivamen-te metasifili· ti ca), dice che altri fattori entrano nella sua produzione, quali: il raffreddamento, i traumi e gli strapazzi. Non parla del raffreddamento perchè ancora non vi sono argomenti dimostrativi in suo favore; intende invece discorrere più dif· fusamente dei traumi e degli strapazzi (eccessi funzionali). 1. - P er ciò che riguarda i traumi come mo· mento etiologico della tabe, noi troviamo non solo le ferite, ma anohe le commozioni e le contusioni. Ciò è conoscit1to da molto tempo e l' A. ricorda a q nesto proposito la storia di un operaio che riportò frattura del piede si· nistro in seguito a caduta su di q11esto di una spranga di fe1~ro. Il paziente fu curato con impacchi freddi e alcuni mesi più tardi mo· strava manifestamente i segni della tabe. Fra gli autori, che han pubblicato casi di tabe in seguito a traumi, notiamo per primo E. ScHULZE nel 1867; in seguitoLAl"'\:IMERS, SPILLM.A.NNePARI· SOT, MORTON PRINCE, JY.f. BERNI-IARDT, STR.A."GSS, L.A.HR' TROMMER' ADAMKIEWICZ ' LEMBKE, G. Mi.JLLER, ecc. Nel 1889 KLE}fPERER ne pubblicò 4 casi della clinica di L EYDEN. Ultime sono le dissertazioni di LIOHTE sotto la diJ.~e ­ zione di ,JAKOB e di HITZIG nel 189:1:. In tutto questo periodo molte sono state le discussioni nella letteratura e nelle società scientifiche, ma ancora non si è giunti a una completa co· noscenza della tabe, diremo così traumatica. La difficoltà consiste nel fatto che da t1na (9~


1066

IL POLIOLINIOO

parte è difficile dimostrare che la tabe si svi· luppa direttamente dal trauma; dall'altra che, in una serie di casi, descritti come tabe traumatica, esistevano prima del trauma dei sin· tomi che si dovevano attribuire a una tabe _ già preesistente, quali : dolori nevralgici, anestesie, dist11rbi della vescica, disturbi delle pu· pille e diplopia. Di fronte a tutto questo .però rimane sempre un numero di easi di tabe .re· lativamente grande. in cui non fu potuto tro· vare altra causa che l'influenza del trauma, poichè dopo qt1esto se ne manifestarono i sin· tomi e colla più grave intensità. Come esempio l' A. cita un mercante russo di 32 anni, in cui la tabe si manifestò dopo una caduta sul capo; i sintomi della malattia consi· stevano in disturbi. delle pupille e dei riflessi rotulei, senso doloroso di stringimento all'epi· gastrio, in seguito si aggiunsero anche dolori lancinanti nella gamba sinistra. L'andatura era, in modo incerto, vacillante: debolmente acc~nnato il sintoma di Romberg. Infine si manifestò periodicamente perdita dell'appetito, nausea e qualche volta vomito (crisi gastriche): e ancora dopo altro temp-0 cefalea nevralgica dall'occipite alla fronte. Disestesie al torace consistenti in senso di costrizione. La lues fu sicuramente esclusa. Un altro esempio riguarda un impiegato ferro via.rio di 46 anni, il quale riportò una quantità di traumi nella gamba sinistra, l'ultimo dei quali, una frattura, è ancora visibile dal callo osseo ; in questo si sviluppò la tabe nello stadio atassico, molto più manifesto n ella gamba colpita che non nell'altra. Il paziente presentava inoltre un altro fenomeno ancora poco conosciuto. Trattasi della deter·minazione della sensibilità delle ossa mediante le vibrazioni del diapason. Tale metodo inventato anni or sono da EGGER assistente di DÉJERINE dimostrò che nel paziente il senso della vibra· zione era quasi completamente abolito nel focolaio di frattura. Accanto ai casi clinici ci sono le ricerche sperimentali compiute da LAZ.A.Rus, ScH:M.A.us, K1RCHGASSER e BICKELES. ScHMAus, praticata una breccia sulla rachide dei conigli, durante una settimana, percosse questa ogni giorno 8-15 volte con un martello. Si manifestò alla fine una paresi, specie degli arti posteriori; gli animali poi furono uccisi ed, esaminato il midollo, si trovarono i·ammollimenti mielitici, idromielia, gliosi e in fine de· generazioni in parte diffuse, in parte disposte sistematicamente. In un animale, principalmente, ambedue i cordoni poste1~iori del mi· dolio lombare e i fasci posteriori erano degenerati; da qui il proceisso di degenerazione si (10)

[ANNO

IX,

FA.SO.

34J

estendeva anche più in alto nel midollo spinale. Le osservazioni, fatte sull'uomo sotto l'influsso della commozione, inoltre non dimo· strano soltanto l'esistenza della tabe, ma di altre affezioni midollari che concordano con la tabe in quanto presentano una progressiva malattia in forma di degenerazione dei cor· doni. Tale è per esempio il caso di SCHMA us : uomo di 29 anni; commozione del midoll<> ipinale per caduta da una scala: in seguito smprovvisa paraparesi, ri~lessi aboliti, dolori intensi nelle due gambe, « incontinentia alvi et urinae », amaurosi completa. L'autopsia rivelò: degenerazione dei cor· doni laterali e posteriori, degenerazione delle fibre e delle cellule, delle colonne di Clarke, dei fasci posteriori, formazione di cavità 11el midollo lombare e dorsale (gliosi-siringomie· lica). Nulla di abnorme nella colonna vertebrale, nelle meningi midollari e nel cervello. Un altro caso di ScHM.A.us con degenerazione discendente della via del fascio pirami· dale late~ale e degenerazione ascendente dei cordoni posteriori, che produsse t1na paralisi progressiva delle gambe, è in rapporto ana-tomico con i casi di STRUMPELL di malattie combinate sistematiche le quali però, mentreson conosciute clinicamente come paralisi spinali spastiche, differiscono dalla paralisi di ScHM.A.US che è flaccida. Del resto son cono· sciuti anche altri esempi di degenerazioni pro· gressive midollari in seguito a traumi: citiamole poliomieliti croniche, post-traumatiche di ERB, HuT, FRANKE, HARTMANN, RosE, MENDEL,. THIEM e altri. Oramai dunque è definitivamente provatO' come, per effetto di una lesione transitoria,. si possano manifestare malattie progressive: però non è ancora data la prova del come si originino da un trauma (benchè raramente) la siringo mielia e la sclerosi multipla. Nella sclerosi multipla, che può svilupparsi anche pe1· cause congenite o in seguito a malattie infettive, abbiamo un esempio che prova che accanto alle influenze traumatiche agiscono anche le infezioni. Si deve dunque effettivam ente ritenere che cause traumatiche sulla rachide e quindi sul midollo, abbiano una grande importanza per lo sviluppo di malattie del midollo spinale. Sotto questo rapporto precisamente è da ritenere la questione vera· mente pra~ca dell'origine traumatica della. tabe. Nei casi di lesioni accidentali, è stato ripetutamente osservato che, se il primo effetto sulla rachide non è stato grave e in apparenza è facilmente cessato, più tardi però si


rANNO 1x,

F Aso. 34 I

SEZIONE PBATIOA

manifestarono ancora altri sin t<>mi di una malattia speciale che alla fine portano alla degenerazione dei cordoni. Importante a questo proposito è la nuova pubblicazione di STA· DELMANN intorno all'apoplessia tardiva con· secutiva ai traumi. Non si può dunque, anche nel caso nostro, fare a meno di ammettere che un trauma del cervello produce .dapprima solo scarsi effetti, presto dileguantisi, ma che, dopo un tempo variabile da un mese perfino a qualche anno, danno origine ad apoplessie tardive che si possono solamente spiegare me· diante l'invasione della malattia sia nei vasi, • sia nei• nervi.• Le nostre vedute intoi.·no alla commozione d el sistema nervoso centrale devono essere modificate. Prima si parlava di « movimenti molecolari » non dimostrabili istologicamente, ma . sufficienti tuttavia a spiegare le alterazioni dei nervi e i disturbi fun2.1ionali. Recentissime ricerche invece fra cui quelle di MINOR di 1\-Iosca, han dimostrato che le commozioni del sistema ne1·voso centrale son collegate con lesione anatomiche : piccole emorragie e pic· coli focolai nel midollo spinale fan conchiudere a 1\-frNOR che anche le così dette « com· mozioni molecolari » erano unite a vere alterazioni della sostanza, quali possono essere delle piccole lacerazioni. Se dunque queste commozioni producono tali piccoli laceramenti nei vasi sanguigni e linfatici, si può benissimo ritenere che quegli stessi arrivino anche alle fib1·e nervose. Certamente le alterazioni dirette primarie non si possono dimostrare ma è chiaro che tali commozioni posson produrre lesioni anatomicl1e e che le lesioni traumatiche, sotto certi rapporti che non si possono ulteriormente definire, hanno in loro una disposi· zione a un decorso progressivo. Giustamente osserva ScHMAUS che la commozione spinale non soltanto può portare a delle emorragie o a delle lacerazioni di alcune cellule e fibre1 ma che essa può dare anehe alterazioni più fine da lui ritenute come stati di malattia « posttraumatica » . La forte commozione può, secondo ScHMA.us, portare alla necrosi traumatica del cilindrasse o colla decomposizione delle molecole, cioè col cambiamento di posizione dei singoli atomi della molecola, o in modo che « per un de- . .: terminato forte stimolo dell'eccitazione mec« canica del nervo, la fibra n ervosa non solo « è paralizzata, ma è anche resa insensibile» . Anche teoreticamente dunque non c'è alcuna difficoltà a ritenere un trauma origine della tabe. L ' A. i·icorda anche parecchi casi di tabe avvenuti nelle guerre e molti casi pure rac- 1

1067

colti nella letteratura di commozione spinale passa.ti in tabe. Tra gli altri i casi di ADAM· KIEVICZJ di LEMBKE e di TROMMER sviluppati in seguito a fratture, contusioni, pestamenti, ecc. In tutti i primi sintomi erano a carico del· l'arto colpito e le manifestazioni tabiche sono a volta asimmetriche. 2. -Ai traumi in un certo senso vanno aggiunte le fatiche esagP-rate. L'A., sostenitore dello sviluppo della tabe nel territorio dei n~rvi sensitivi, ha dovuto attribuire anch'egli grande importanza agli eccessi di fatica specie dopo il lavoro di KRoN e dopo i numerosi casi di tabe da lui visti nei qt1ali, esclusa con certezza la lues, non. si potè attribuire alla malattia altra causa fuorchè la fatica fisica. Tre esempi sono specialmente dimostrativi: si tratta di tre lavoranti e cucitrici a macchina obbligate da anni ad un lavoro giornaliero variabile da 6 a 10 ore; i dolori lancinanti, le- parestesie, ecc. cominciarono appunto in quella gamba ·Che maggiormente doveva faticare per mettere in moto la macchina ; poi passarono all'altra e infine ora le inferme sono in uno stadio squisitamente atassico. Casi di tabe sviluppatisi in seguito ad eccessi di fatica ne ricordano anche LoWENFELD, GoLDSCHEIDER e l' A., solo varia la specie di lavoro; si tratta invece di lavoranti alle macchine per tagliare la carta, computisti, scrivani, ecc. Sempre la parte prima. colpita è qt1ella che compie maggior lavoro. Anche ciò è stato confermato con la prova sperimentale fatta da MENDEL e da FùRSTNER. FURSTNERha ogni giorno per più mesi obbligato dei cani a fare fino 80 giri al minuto per 1-2 minuti intorno ad una rotella. Uccisi dopo un anno e più gli animali ed esaminatili, trovò nel midollo una degenerazione bilaterale dei cordoni laterali, una parziale degenerazione dei cordoni posteriori e alte1'azioni n ella retina; una volta p erfino un'incipiente atrofia del n ervo ottico. Ricerche dirette allo stesso scopo sono state fatte da EDINGER di Francoforte; questi parte dal punto di vista della questione della riparazione degli elementi della sostanza nervosa logorati dalla fatica. Secondo quanto ammette EnrNGER l'alterata riparazione o uno stato re· lativamente grande d'inanizione delle vie ner· vose posson p1'odurre quelle lesioni che pot"· tano alla fine all'atrofia della sostanza nervosa e alla prolife1'azione della glia. In tal modo dobbiamo tornare alla teoria dei neuroni. Uno stimolo o uno stimolo eccessivo che colpisce una fibra nervosa, colpisce anche la cellula gangliare, quando la fibra nervosa è il pro· lungamento periferico di t1na cellula gangliare. (11)_ _~~~


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IL POLIOLINIOO

Così è sufficiente la cellula gangliare per ispiega1·e un processo centrale senza dover ricorrere a una nevrite ascendente; come pure non vi è alcuna diffiooltà a ritenere con EDIN· GER che la cellula . gangliare può esser lesa da uno stimolo eccessivo. Qui l'A. fa una certa ammenda ·della sua teoria, dicendo che egli si era semp1·e ripetuto che era troppo proclive a ricercare nella pe· riferia l'origine della tabe. L'aver trovato parecchi punti di degenerazione atrofica nei nervi sensitivi periferici., corrisponderebbe alla sua prima teoria sulla tabe esposta nel 1863, basata sull'atrofia dei fasci posteriori, delle cellule gangliari nelle colonne di Clark e forse anche dei corni po· steriori e dei gangli spinali. EDINGER e HELBING esperimentarono su di un gran numero di topi per ,~edere gli effetti dello strapazzo. Tali animali furono sospesi per la coda giornalmente 3-4: ore od obbli· gati a correre ogni giorno per parecchio tempo in un quadrato. La fatica era aumen· ~ tata per i movimenti di difesa compiuti dagli animali. Uccisi dopo molte settimane, col me· todo di Marchi si trovarono, nel midollo spi· nale, lesioni importantissime, simili a quelle della tabe. Degenerazione quasi costante delle radici posteriori, dei cordoni posteriori e della sostanza grigia dei corni posteriori: nei casi di degenerazione dei cordoni posteriori, si tro· varono anche punti di degenerazione nei cor· doni anteriori. L'identità colla tabe era a tal segno manifesta da restare integre perfino le estremità dei cordoni posteriori, appunto come avviene nella tabe. Tutto ciò offre una solida base, insieme alle ricerche di ScHMAUS, al trauma o allo strapazzo nell'etiologia della tabe. 3. - Per ciò che r·iguarda il raffreddamento, questi (specie dei piedi) per un certo tempo ebbe t1na grande importanza nell'etiologia della tabe; caduto poi in dimenticanza, l' A . non cr ede che si debba assolutamente trascurare. Infatti l' A. ne dà in p1·ova tre esempi: il primo riguarda un fabbricante di birra obbli· gato a stare parecchio tempo con i piedi fino alle ginocchia nell'acqua gelata; il secondo una cenciaiuola che prese una terribile in· freddatt1ra; il terzo un ufficiale di giustizia che fece ripetuti pediluvi freddi eseguendo la cu1·a Kneipp; in tutti e tre, ·dopo un tempo variabile, si manifestarono i sintomi caratteristici della tabe: dolori lancinanti, pÙpillari, segno di Robertson, W estphal e Romberg, atassia e paraplegia. L'A. rico1·da infine e si riporta, in sostegno della sua tesi, alle recenti ricerche di KoH·

(ANNO

IX, FAsé. 34]

secondo le quali le «fibre per il freddo» vanno nelle corna posteriori dai cordoni po· steriori nei cordoni di Gowers del lato oppo· sto ; la via del freddo si può seguire fino in vicinanza del centro respiratorio nella « for· mati o reticularis grisea » . Dato ciò non è improbabile che un'impressione di fr-eddo che colpisca un nervo perife· rico, analogamente a una lesione meccanica, leda anche i gangli speciali con i relativi neuroni dei cordoni posteriori e produca in questi alterazioni degenerative. Dott. ANGELO PIAZZA. STAMM

Contributo clinico relativo al periodo i11iziale della tabe dorsale. {FLATAU.

Berl. ltli1i. Woclien., n. 5, 1903).

Come è importante diagnosticare una forma di tabe dorsale fin dal suo inizio, così l'è altrettanto difficile. Vi sono casi in cui i di· sturbi subbiettivi hanno così poQa importanza da nascondere affatto l'imagine morbosa, men· tre vi sono altri casi in cui i disturbi subbiettivi fanno nascere subito il sospetto di tabe, quantunque i sintomi obbiettivi abbian,o un carattere indeciso ed incerto. L'ERB, che ha descritto un buon numero di casi consi· mili, dà moltissimo peso alla sifilide, dalla cui pre~enza nell~ anamnesi egli trae argomento positivo per i casi dubbi. Il ~ RENKEL crede che la mancanza del ri· flesso tendineo brachiale sia nella tabe un sintoma più costante della mancanza del ri· flesso rotuleo : egli infatti in 23 casi di tabe trovò 14 volte abolito il riflesso brachiale e 12 volte quello rotuleo. Però il :M;oHR giunse a risultati notevolmenti diversi: egli ebbe a · constatare che le recrute milita1·i da lui esaminate, e del resto dotate d'ottima salute, presentavano il 30 cento l'abolizione del riflesso brachiale ·talvolta in ambedue i lati e tal' altra in un sol lato. L ' A . su 100 . casi di malattie nervose funzionali, in cui era co.n certezza esclusa la tabe dorsale, constatò l'abolizione del riflesso del tendine d'Achille due volte in ambo i lati, e due volte in un solo lato, mentre il riflesso i~otuleo non mancò mai. L'OPPENHEIM considera come p1~imi segni della tabe i seguenti : 1° Sintoma del Westphal; 2° Rigidità riflessa della pupilla; 3° Dolori lancinanti ; 4° Analgesia nelle estremità inferiori ed ipoestesie tattili al tronco. Secondo il LEYDEN i disturbi procedono 1


[ANNo IX, F Asc. 34:]

SEZIONE PRATICA

nella loro comparsa con quest'ordine : dolori lancinanti con parestesie ; leggera stanchezza delle estremità inferiori; poi rigidità riflessa della pupilla con o senza distt1rbi dei mt1scoli degli occhi ; sintomi del W estphal. Il MoBIUS ritiene che non può esservi più dubbio alcuno circa la diagnosi di tabe appena sia dimostrata la rigidità riflessa della pupilla ; per 111i la esistenza della detta rigidità equivale praticamente alla esisten~a della tabe dorsale; attribuisce minor valor diagnostico al modo di comportarsi dei riflessi tendinei ; i dolori lancinanti verrebbe1..o in terza linea. Il SARBò dice di avere constatato che negli individui sani il fenomeno del piede è tanto raro quanto lo è quello del ginocchio, e che l'abolizione del riflesso del tendine d'Achille ha lo stesso significato diagnostico che il sinioma del 'Vestphal. Ciò detto l'A. riferisce i seguenti casì cli• • n1c1. O.A.so I. - Uomo di 34 anni. L'anamnesi ricorda un'ulcera sifilitica sofferta circa 10 anni prima. Attualmente l'infermo presenta visione con imagine tloppia, senso di torpore n ella coscia destra e disturbi a carico della vescica ; }Jaresi leggerissima dell'abducente; movimento del globo oculare in alto alquanto limitato ; i ..eazione pronta della pl1pilla ; riflesso rotuleo normale; leggera ipoalgesia alle gambe. Viene il sospetto cli t1n principio di tabe dor· sale ; un anno dopo si esamina di nuo,ro il detto in(li,ridt10, i disturbi subbiettivi ed obbiettivi sono scompa1·si. In q11esto caso si vede come la pregressa sifilide non 11a p oi quel valo1·e diagnostico decisivo, che l'ERB vorrebbe attribuirle. CASO II. - Donna di 55 anni. Il marito è affetto da paralisi. Essa ha: dolore a cin · golo, dolori vivi che dal dorso si irradiano al ventre; grande sensibilità della pelle. Punto sifilille preg1·essa; la pupilla destra più ampia della sinistra; a sinistra la reazione della pupilla alla luce è lenta, mentre è normttle il riflesso n ell'accomodazione; ipoalgesie evidenti in alcuni punti delle gambe e degli ipocondri. . Tutti qt1esti disturbi; non che la contemporanea affezione nervosa del marito fanno nascere grave sospetto di una forma incipiente di tabe dorsale. CASO III. - U omo di 37 anni. L'anamnesi fa menzionB di sifilide sofferta 10 anni addietro. Attualmente presenta : atrofia del nervo ottico e dolori lancinanti. Ipoalgesia in più di un punto delle gambe; reazione lenta della pupilla alla luce in ambo i lati; la pupilla destra più ampia della sinistra. Dopo sei mesi: abolizione completa del riflesso della pupilla

1069

alla luce, mentre si conserva il riflesso nella accomodazione ; -l'ipoalgesia persiste. CASO IV. - Donna di 30 anni. Parecchi mesi innanzi ricevette un grosso peso ~ulla testa ; d'allora in poi : cefalea, ambascia, accessi di spavento. Punto sifilide ; la pupilla reagisce assai lentamente alla luce in ambo i lati, mentre reagisce bene nell'accomodazione; ipoéstesia leggerissima nella regione del capezzolo sinistro. Ulterio1..i esami dànno lo stesso reperto. Si fa diagnosi di tabe incipiente. O.A.so V. - Uomo di 53 anni. Nell' anam· nesi figura la gonorrea cronica ; punto sifilide. Attualmente: cefalea, vertigine, accessi di spa,rento, ambascia ; abolizione del riflessò i·otuleo ; rea.zione della pupilla normale ; di· stm~bi a carico della vescica. Si fa diagnosi di tabe incipiente. CASO VI. - Uomo cli 45 anni. Da lungo tempo senso di torpore a carico dei <liti grossi dei piedi. L 'anamnesi ricorda un'ulcera dura sofferta circa 20 anni prima. All'esame obbiettivo si ha : pupilla che reagisce lentamente allo stimolo della luce, ed invece assai prontamente nell'accomodazione ; riflesso 1·0tuleo evidente; abolizione del riflesso del tendine di Achille. Il paziente può trattenersi a lungò dall'orinare. Si fa cliagnosi di tabe incipiente. CASO VII. - Donna. L 'anamnesi ricorda accessi di vomito e dolori acuti due volte la settimana p er lo spazio di 6 settimane. L'esame obbiettivo i·ivela : la pt1pilla sinistra più ampia della des-tra; abolizione del riflesso all~ luce nella pupilla sinistra. Abolizione d el riflesso del tendine di Achille a destra: leggera ipoestesia Rulla mammella destra e localizzazioni incerte di ip e1~este sia tattile. Si fa dia· gnosi di tabe incipiente. CASO VIII. - Donna. Diminuzione della facoltà visiva nell'occhio destro ; cefalea. Lo esame obbiettivo rivela: la p11pilla destra più ampia della sinistra ; riflesso della pt1pilla allo stimolo della luce più lento a destra che a sinistra ; ipoalgesia leggerissima alle gambe; abolizione del riflesso del tendine di Achille a sinistra. Diag nosi : tabe incipiente. Da tutti questi casi rist1lta che per la dia· gnosi della tabe dorsale al suo inizio bisogna considerare l'insieme dei disturbi, giacchè ~ singolo sintoma, come la lentezza del riflesso della pupilla allo stimolo della luce, l'aboli· zione di un riflesso tendineo o un disturbo leggero della sensibilità, non può condurci ad una diaO'nosi certa. Dai casi riferiti di sopra risulta ;ure che le alterazioni della sensibilità ancorchè in grado leggero, ma in punti ' circoscritti, 11anno una grande importanza d.iagnostica. Dott. E. GuGLIELMETTI. (13)


1070

IL

POLICLINICO

CHIRURGIA

Pel trattamento chirurgico delle emorragie consecutive alla tonsillotomia. (O.

BURKARD.

Wie11,er lclin. WocJi., 1903, 22).

L'emorragia consecutiva alla tonsillotomia rappresenta una complica~ione di discreta im· portanza e che, se per lo più può essere fre· nata senza intervento chirargico, può rendere necessaria una terapia chirurgica attiva, se non si vuole esporsi al 1·ischio di perdere l'infermo. La letteratura degli ultimi quaranta anni è ricchissima di casi gravi di tali emor• i·ag1e. Il trattamento più comune, in tali c_a si, va dall'applicazione di topici emostatici (fra i quali certamente dovrà in avvenire riuscire assai utile la adrenalina) alla compressione diretta sulla superficie sanguinante, alla tor· sione o alla legatura di qualche vasellino sanguinante sulla superficie di sezione, alla cauterizza~ione, alla acppressura, e finalmente alla legatura della carotide comune : la lega· tura della carotide esterna non risulta nella letteratura che sia mai stata a questo scopo eseguita. La legatura della carotide comune per con· trario fu ripetutamente necessaria: e intanto è intervento che può por1·e in pericolo la vita dell'infermo (8. 69 per cento di mo1·talità secondo la statistica di Kranf uhl) e che per lo meno ci espone (26 per cento· dei casi) a f e· nomeni cerebrali più o meno intensi, più o meno transito1·i e che possono portare ad una emiplegia per1nanente. L'arteria che suole esser lesa nella tonsil· lotomia è l'a1·te1·ia tonsillare, che per le sue aderenze alla capsula della' tonsilla non pl1ò a sufficienza retrarsi nè contrardi onde per· mettere la spontanea emostasi. Ora l'arteria tonsillare, che di regola è ramo della palatina · ascentlente, abbastanza spesso sorge dalla fa. ringea ascendente; e questa spesso nasce assai profondamente, di frequente dal punto di di· visione delle carotidi, o anche dalla carotide interna : indi la legatura della carotide esterna non ci darà la sicurezza di giungere alla emo· stasi, e in ogni caso ci- esporrà con facilità ad una emorragia secondaria per l'ampio cir· colo coliaterale della base e del fa1·inge. Del resto la legatura della carotide comqne, ap· punto per il ristabilirsi del circolo refl110, non ci rende più sicuri della emostasi; che infatti in taluni dei casi è venuta a mancare e si ebbe soltanto allo stabilirsi della anemia. Non solo l'arteria tonsillare, ma la mascellare (1!)

LANNo IX, FAsc. 34]

esterna (MERKEL} e la linguale (DEMME) furono ferite nella tonsillotomia: ma in questo caso seguì emo.t>ragia assai più imponente che non soglia seguire per la ferita della tonsillare : la quale provoca emorragia, più pericolosa per la pertinacia con la quale si ripete che per la imponenza del getto sanguigno; per cui l'indi· viduo è ridotto lentamente in uno stato di anemia pericoloso. Contro questi casi nei quali non è possibile di afferr~re il ramt1scolo sanguinante, e la compressione non riesce a dominare stabil· mente la emorragia, piuttosto che rivolgere il nostro intervento sulle carotidi l' A. consiglia di seguire il precetto (di NrcoLADONI) di passare cioè alla estirpazione dell'organo san· guinante, raggiungendolo dall'esterno con la tecnica che ci guida nella estirpazione dei tumori della tonsilla (taglio di LANGENBECK, di MIKULICZ). Questo intervento - che l'A. descrive dettagliatamente - per quanto tecnicamente più difficile della legatura della carotide, si compie abbastanza rapidamente, e sopratutto non pre· se~tando nessuno dei pericoli di quella, ci dà la assoluta certezza di ottenere l'emostasi.

,

R.

DALLA VEDOVA.

Sulla legatura della vena cava inferiore. (Dott.

PURPURA.

Palermo).

L' A. dopo aver ricordato molti casi di obli· terazione della vena cava ascendente esistenti nel campo medico, nonchè quelli sperimentali di legatura della cava inferiore (sul cane), e il caso clinico del prof. BOTTINI, seguito da successo; riferisce le proprie esperienze (fatte sul cane) divise in due serie. 11:1 una prima serie legava b1·uscamente la vena -ca,ra inferiore nelle diverse sezioni di vaso, che va dall'angolo di unione delle iliache primitive, allo sbocco delle sopra epatiche, ~ioè :_ 1° nel tratto che dall'angolo d'unione delle vene iliache primitive arriva allo sbocco della spermatica destra; 2° nel tratto com· preso tra lo sb,occo della spermatica destra e quello delle emulgenti ; 3° nella porzione che va dalle vene em11lgenti alle sop1·a·epatiche. Nella maggioranza dei casi la legatura era causa di morte a poche ore dall,.operazione. In un_a seconda serie di esperienze deter· minava restrizione, in primo tempo, della vena, con un nastrino di seta o con un tumo1·e di celloidina, e in secondo tempo legava il vaso. Quindi l' A. viene alle seguenti conclusioni: 1. In alcuni rasi, nei cani e nelle cagne, è possibile la vita con la legatura in primo


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SEZIONE PRATICA

tempo della cava inferiore, in un punto qualunque dall'unione delle vene iliàche primi· tive alle vene epatiche, ma assai più difficil· al di sopra delle vene renali. 2. La stenosi del lume della cava prepara un terreno favorevole all'obliterazione assoluta. 3. L'ufficio di compenso, se l'obliterazione si trova immediatamente al di sotto delle r enali, viene assunto dalle vene extra-rachidiane anteriori, dalla utero-ovarica sinistra, dalle ureteriche e, in linea secondaria, dalle vene delle pareti addominali e dalla mesenterica inferiore; se l'obliterazione si trova al di sopra delle renali, il circolo viene rista bilito dai vasi, appartenenti alla vena, al parenchima ed alla capsula dei reni, dalle vene extra-rachidiane anteriori, da quelle delle pareti addominali e dalla mesenterica inferiore. 4. Anche nell'organismo umano, una stenosi della vena cava inferiore prepara condizioni favorevoli all'obliterazione assoluta del vaso. Dott. A. IsAJA.

Le conseguenze della legatura del la vena femo1·ale al di sotto del legamento di Po11part. (A.LBERSTAEDTER. Beit. z . klin. Ohi1·., 38, II).

La mancanza di vie collaterali, che possano sop perir~

al circolo refluo d ell'arto inferiore, allorchè sia allacciata la vena femorale al di sotto del ligamento falloppiano , che era stata rilevata dagli anatomici, e che spiegava i casi di cancrena dell'arto, susseguiti alla allacciatura (Roux, LINHARDT) aveva permesso al Rovx di stabili1~e l'assioma chirurgico: o~ni emorragia infrenabile della vena femorale al di sotto del falloppiano è indicazione assoluta alla disa1·ticolazione dell'arto. LANGENBECK, alla <lisarticolazione dell'arto, per emorragia della vena, sostituì la legatura contemporanea della vena e dell'arte1·ia: e BARDELEBEN, RABE, .LossEN si associarono alle conclusioni cliniche del LANGENBECK. Intanto nella letteratura si vennero racco· gliendo casi di cancrena, seguìti sia alla legatura della sola vena, sia alla legatura simul· tanea di ambeclue i vasi. L' A.. prende occasione da un esito per cancrena dell'arto inferiore, in un individuo cui nell'asportazione di un tumore inguinale s'era dovuto resecare la vena femorale per la lunghezza di cm. 5, onde richiamare la nostra attenzione sulle conclusioni statistiche: le quali

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dicono che su 54 casi di legatura isolata della vena si è avuto 3 volte l'esito in cancrena: su 28 casi di legatura simultanea della vena e dell'arteria si sono av11ti 14 casi di cancrena; L' A. passa poi a· studiare il decorso postoperatorio dei vari casi e mette in evidenza la immensa diversità dei fatti obiettivi notati nell'arto dai vari operatori : e a spiegare il fatto che in seguito alla legatura della vena a volte non sono riconoscibili disturbi di cir· colo, mentre in altri casi si hanno fenomeni di stasi, più o meno gravi, che possono arri· vare fi110 alla cancrena; richiama i risultati delle i·icerche anatomiche ed esperimentali, le quali avrebbero dimostrato, che se non esiste un circolo collaterale preformato, questo può però stabilirsi, purchè l e valvole delle vene afferenti della femorale si lascino vincere •lalla corrente retrograda e le venuzze si ampliano nel loro lume. Cioè la circolazione collaterale potrà stabilirsi, purchè non esistano alterazioni nelle pareti venose e la pressione arteriosa sia· abbastanza alta da vincere la resistenza valvolare, la quale, del resto, anche normalmente, è assai varia per condizioni individuali. Conclude: 1. La legatura della vena .femorale al di sotto del falloppiano non rappresenta un in· tervento indifferente per la circolazione, dell'arto. Essa è spesso seguìta da gravi disturbi circolatori, che combinandosi con una serie di momenti sfavorevoli, che nop. possono per lo più esser previsti, possono arrivare fino alla cancrena dell~estremità. 2. Nelle ferite della vena femorale si devono tentare tutti i mezzi di emostasi che mantengano il lume vasale, ,dei quali il più proprio è la sutura della vena. 3. Nella r esezione di tumori che abbiano invasa la vena, questa deve esser r esecata p er quanto meno è possibile, e devono esser risparmiati quanti possono dei rami laterali. 4. In ogni circostanza si deve cercare di conservare l 'arteria femorale . . 5. Si deve nell'emostasi avere la massima .. diligenza nell'evitare la infiltrazioue del sangue n ei connettivi. 6. Nei casi in cui l 'arteria· è conservata e la pressione sanguigna è buona, la estremità deve, dopo l'operazione, esser sospesa, o elevata: ciò che è controindicato nella simultanea legatura dei due v asi e in condizioni circolatorie generali scadenti. R. DALLA VEDOVA.

(15)


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IL POL.IOLINIOO

TERAPIA

Dell'applicazione endovenosa dei medicamenti. (MENDEL. Therap. Monatsliefte April 1903}.

L'introduzione diretta dei medicamenti nelle vene praticata dal BA.OCELLI, fu poi seguita da molti altri, essendosi veduto che, me1·cè una tecnica opportuna e ·la scelta dei medicamenti propri, si era certi di relldere la terapia endovenosa imm11ne da pericoli. La tecnica è as~ai semplice e si riassume nei seg11enti momenti: Sterilizzazione dell'ago con l'ebollizione per lo spazio di tre minuti entro ana provetta; lavaggio della siringa con acqua bollita (le siringhe tutte di vetro sono preferibili, e per ogni liquido va adoperata sempre la stessa siringa); e introduzione del liquido nella si1·inga, allontanando tutte le bollicine· d'aria. Legatura con laccio di gomma del braccio che ha maggiormente sviluppate le vene nella piegatura del gomito, praticata in modo che rimanga libero il deflusso del sangue arterioso e sia invece ostacolato l'afflusso di quello venoso. Disinfezione con etere del punto in cui si vuole introdt1rre l'ago, ed introduzione del medesimo tenendo fissa, col pollice sinistro, al di sotto del punto d'inoculazione, la vena inturgidita. La comparsa nella siringa di una colonna di sangue indica che la punta dell'ago pesca entro la vena; ve1·ificatasi · questa _condizione si inietta il liquido. Estrazione dell'ago è· compressione con ovatta della puntura ed allontanamento del laccio di gomma. L' A. in più di 2000 iniezioni eqdovenose, da lui praticate, non ha avuto mai a lamentare il minimo spiacevole incidente come em· boli, suppurazioni, ecc., ecc. Naturalmente dalle iniezioni endovenose vanno proscritte tutte quelle . . sostanze che possono provocare direttamente la coagula· zione del sangue dando. cos). luogo agli em· boli, o danneggiare in qualsivoglia modo la vitalità degli elementi corpuscolari del sangue, non che alterare l'intima e specie l'endotelio, potendo le alterazioni dèll'attività fi· siologica di questo endotelio condurre facilmente a trombosi. Le iniezioni endovenose sono preferibili alle sottocutanee, in quanto che nelle prime mancano tutti quei fenomeni d'ir1·itazione che si ri8contrano nelle seconde (dolore, infiltra· (16)

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IX,

FASO.

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zioile; indurimenti, asc€4ssi), e che impedi· scono l'assorbimento della sostanza inoculata, reJ).dendo.ne così dubbia l'azione terapeutioa. Le iniezioni intramuscolari sono invero meno dolorose, però in questo caso l'assorbimento da parte del sangue è anche più lento e più incerto di quello che si abbia con le iniezioni per la via del sottocutaneo tanto ricco di vasi linfatici. Infatti spesso accade che in mezzo alla infiltrazione dei tessuti o negli ascessi consecutivi alle iniezioni si riscontrano traccie delle sostanze inoc11l~te per- . sino molti mee:i addietro. Nell'iniezione endovenosa il medicamento entra in circolo subito, e senza alterarsi, e si porta a quegli organi per i quali ha rapporti più intimi e sulle cui alterazioru funzionali o anatomo-pa tologiche noi intendiamo che eserciti un influsso benefico. Ma è soprattutto nelle malattie costituzionali ed infettive che le iniezioni endovenose dei medicamenti debbono , addimostrarsi sommamente efficaci, se è vero che in ql1este ma• lattie infettive la lotta decisiva tra l'organismo e l'agente patogeno si svolge nell'alveo circolatorio. Ben a ragione il Liebreich, apprezzando i meriti del Baccelli nella introduzione in terapia della cura endovenosa, f_a osservare come in mezzo alla odierna corrente che mira a sostituire l'applicazione di sostanze farmacodinamiche con metodi di terapia unilaterale, l'applicazione endovenosa dei medicamenti favorisca il ripasci)nento della terapia farl1'zacodinamica, tanto più che la chimica moderna col suo p1"o~igioso sviluppo non solo p1·epara sempre nuovi rimedi efficaci, ma quelli già ~sistenti li elabo1·a ~ trasform~ in modo da renderli adatti per le iniezioni endovenose.

I. - Czi1·a arsenicale endovenosa. I com posti organici di a1~senico vanno immtllli dagli inconvenienti che sogliono accompagnare i composti inorganici; inoltre l'organismo ne tollera l'uso più a lungo ed in dosi assai maggiori (il quadruplo). I primi preparati organici di arsenico introdotti in terapia furono i sali dell'acido cacodilico. L'esperienza ha mostrato che essi sali non solo sono innocui, ·vuoi per la via sottocutanea, "'7"noi per la endovenosa, ma oltre l'azione terapeut~ca propria dell'arsenico in certe determinàte malattie esercitano anche un influsso benefico sullo stato di nutrizione dell'organismo. Così l'azione benefica che questa sostanza ha sui tubercoÌosi dipende dallo stimolo che essa dà al ricambio materiale dei medesimi, accre-


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SEZIONE PRATICA

scendone in tal modo l'ene1·gia vitale delle cellule ed il 101·ò indice di resistenza contro il virus patoge~o. L' A . nelle iniezioni en~o­ venose dei sali di acido cacodilico, anche a grandi dosi, non riscontrò mai i disturbi che altri lamentano, come : eruttazioni, sapore di aglio, diarrea. Il solo inconveniente dei sali dell'acido cacodilico è la loro facile decompo· nibilità ; bastano pochi giorni, perchè soluzioni del tutto inodore prendano l'odore caratteristico e penetrante, il quale non di rado si sviluppa anche dopo i·ipetute ebollizioni ; ed allora queste soluzioni sono inservibili tanto pe1~ la via sottocutanea quanto per l'endove· nosa. Per ovviare a tali inconvenienti si pre· parò un altro composto organico di arsenico l' « atoxil » (metai·seniato d'anilide) il quale non si alte1·a neanche in seguito a ripetute ebollizioni, e che secondo gli esperimenti dello ScHILD torna vantaggioso nelle malattie cu· tanee, nè produce reazione alcuna tanto per via sottocutanea, quanto pe1· l' endovenosa. L' A. sperimentò anche lui l' « atoxil » , e trovò che questa sostanza, inoculata (al 20 °/0 ) nel sottocutaneo, provoca dolore, gonfiore, a1·rossamento ed infiltrazione in corrispondenza del punto d'iniezione, me11tre l'introduzione della stessa sostanza direttamente nelle vene non dava reazione alcuna : più di cinquanta iniezioni praticate sempre allo stesso punto di una vena non lasciarono nesst1na traccia: in quanto al valore terapeutico l' « atoxil » sta allo stesso livello dei composti dell'acido ca· codilico finora adoperati. L ' A. incomincia con mezza si1·inga di una soluzione al 15 °/0 , che non è necessario sia riscaldata, come vorrebbe lo ScHILD, ed arriva, in alcuni casi, fino a 2 siringhe = O. 3, mentre nella maggior· parte dei casi come dose massima i·itiene quella di gm. O. 2. Le iniezioni si praticano ogni due giorni, per lo spazio di 4 settimane; trascorso questo tempo si fanno due sole iniezioni pe1-- settimana e da ultimo una ogni 8 giorni. L' A. esperimentò le iniezioni endovenose di atoxil in circa 60 infermi, in gran parte , i~agazze e donnA anemiche e clorotiche (21 caso), le quali p1-.esentavano anche clisturbi nervosi dipendenti appunto dalle alterazioni della massa sanguigna. In seguito alla cura scomparvero la cefalea e il cardiopalmo, migliorò l'appetito, e dopo 4-6 settimane si constatarono.: aumento di peso, colorito roseo della pelle e delle mucose visibili. Buoni risultati si ebbero con l'atoxil anche in malattie nervose: nevrastenia, isterismo, asma nervoso, sciatica, corea. Straordinario -fu il risultato conseguito in

-

tre casi di mo1·bo del Basedow, dopo 6-8 settimane di cura. Quanto alla tubercolosi polmonare l'atoxil è, secondo l'A., un rimedio capace di rialzare la depressa vitalità delle cellule e di accrescerne l'io.dice <li resistenza contro l'azione deleteria del virus tubercolare. . L'atoxil riesce pure vantaggiosissimo nelle linfadeniti, nelle forme gravi di scrofola (eczema della pelle, ch~ratite, ingorgo delle glandole cervicali). L' A. con le sole inizioni endovenose di atoxil guarì due casi ostinatissimi di eczema cronico diffuso su tutto il corpo : dopo la decima inie· zione era cessato il prurito. L'azione terapeutica esercitata dall'atoxil, si deve . ripete1--e, secondo l' A., dalla proprietà che ha l'arsenico di modificare il ricambio materiale ed i processi di nut1--izione in genere. Così nelle affèzioni cutanee l'arsenico non agisce gi~ come rimedio, ma bensì come tonico e come vasodilatatore dei vasi cutanei: .vasodilatazione che favorisce la bt1ona nutri· zione della cute e l'eliminazione dei prodotti patologici ivi accumulati; lln esempio di. qt1e~ta vasodilatazione da arsenico lo si ha nell'au· mento costante che subisce i:alone rosso delle macchie di psorirtsi in seguito appunto all'uso dell'arsenico. A questa stessa proprietà, e-ii.e ha l'arsenico di dilatare i vasi cutanei e fa.cilitare in tal modo il riassorbimento delle pigmentazioni patologiche accumulatesi nella cute, l' A. riferisce un caso di guarigione di cloasma della fronte e della guancia da lui ottenuta in seguito a 20 iniezioni endovenose di ato~il (O. 2-0. 4 per ogni iniezione). L' A. trovò efficace l'atoxil. anche contro i disturbi che si manifestano talvolta al principio della menopausa: cita in proposito quattro cas1.• Cita pure un caso tipico in cui l'epilessia scomparve completamente dopo una cura di iniezioni endovenose di atoxil a dosi alte (fino a O. 4 per iniezione) e per lo spazio di circa 3 mesi. Ad onta del suo impiego molteplice lievi sono i disturbi che talora cagiona l'atoxil, cioè: . dolori lancinanti delle estremità, i quali però scompaiono dopo le prime iniezioni. In lln solo caso l' A., dopo la prima iniezione osserYò do· lori di ventre, vomito, diarrea; qt1esti stessi disturbi si i·ipeterono, quantunque con intensità minore, anche dopo la seconda iniezione, e perciò dipendevano da specia.le idiosincrasia per l'atoxil, onde se ne sospese l'applica• z1one. (17)


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IL POLICLINICO

II. -

....

Cura combinata dell'arsenico e della tubercolina.

[ANNo IX, FA.se. 34]

. L'organismo si abitua all'atoxil, abitudine che porta con se un a11mento progressivo della dose. L' A. prescindendo dal valore terapeutico e Il metodo di cura all'atoxil praticato daldiagnostico della tl1bercolina, ritiene come certa 1'A. è il seg11ente: una prima iniezione d'una la proprietà che ha la tubercolina di agire miscela di atoxil e tubercolina: quest'ultima come stimolo flogistico nei tessuti che circon· nella quantità di O. 5 mgr. : quindi a giorni dano un focolaio tubercolare, stimolo flogistico alterni 3-5 iniezioni di arsenico, a dosi ·e re· il quale può condurre alla morte del tessuto, scenti; di nuovo una seconda iniezione com· alla necrosi, non che ad iperemia della zona binata di tuberco~ina ed arsenico con 1 mgr· pe;ritubercolare. di tubercolina e cosl di seguito; l' A. non suOrbene la cura combinata dell'arsenico e però mai per la tuberc-o lina la dose di 5 mgr.; della tub~rcolina tende appunto ad utilizzare anzi sospendeva la tubercolina e faceva più terapeuticamente q11esta zona flogistica peri· · di rado le iniezioni di arsenico, appena si tuber·colare. manifestava un accenno evidente . . di miglioCome per il mercurio e per i C<?mposti ùello ramento; che se il processo di guarigione si iodio così ·pure per l'arsenico l'esperienza ci arrestava, allora riprendeva di nuovo le inie· dimostra che queste sostanze si depositano zioni combinate di arsenico e tubercolina. prevalentemente ed agiscono in quei punti L'A. praticò questo metodo di cura in dieci dell'organismo che sono in uno stato di ecci- casi di tubercolosi con i seguenti risultati: tazione flogistica. Quindi se con piccolissime - 4 casi di tubercolosi polmonare : notevole dosi di tubercolina si riesce ad aumentare l'in· miglioramento dei sintomi subbiettivi ed oh· dice di reazione flogistica nella periferia di biettivi ; miglioramento dello stato generale, focolati tubercolari, periferia che normalmente con relativo aumento di peso. si contrassegna per un grado minimo di rea- 1 caso di linf o-adenite tubercolare: gua• • .zione flogistica, è evidente che in tal modo r1g1one. l'arsenico introdotto nell'organit:1mo con le inie· - 3 casi di tubercolosi ossea di cui una zioni endovenose oltre ad agire come tonico carie della clavicola (esito con guarigione) e sull'organismo eserciterà an?he un energico due spondiliti (esito: lln miglioramento ed un stimolo nutritivo nei gruppi cellulari maggior· senza miglioramento). mente lesi, aumentandone così l'i11dice di re· - 2 casi di lupus della faccia : notevole sistenza contro il virus tubercolare. miglioramento, ma non vera guarigione. D'altra parte l e iniezioni endovenose di dosi L' A. da queste sue esperienze conclude che piccolissime di tubercolina (un decimo di mgr.) le iniezioni endovenose combinate di arsenico sono immuni da qualsivoglia pericolo; purchè e tubercolina non dànno luogo a disturbo al· la tubercolina vada tutta nell'interno della cuno, rinforzano l'orga~ismo ed esercitano vena, manca ogni traccia di reazione locale un'azione benefica sui tessuti limitrofi ai fo· nel punto d'inoculazione; se invece una parte colai tubercolari. di essa penetra nel tessuto sottocutaneo, allora non di rado si manifesta localmente un pro· III. - Iniezioni endovenose ed intramuscolari di sublamina . cesso di dermatite che ricorda l'eczema acuto. L 1A. ricorda come il BACCELLI, vuoi allo Le iniezioni endovenose di tubercolina danno luogo alla stessa reazione generale che si os- scopo di evitare gli inconvenienti che soserva nelle iniezioni ipodermiche, cioè : bri· gliono accompagnare l e iniezioni intra mu· vido ; aumento di temperatura ora rapido, scolari di sublimato, cioè: dolore, tumefazioni, ora lento ; sudori profusi ; punto collasso ; infiltrazioni ed ascessi, vaoi anche per averé punto sintomi minacciosi; in complesso si ba un'azione terapeutica più rapida e più intensa una reazione gene1·ale considerevolmente più propose e raccomandò le iniezioni endovenose debole di quella che si ha · con gli altri me· di sublimato; però il suo metodo non ebbe todi di cura finora usati; mentre poi la rea· molti seguaci, e ciò a motivo delle proprietà zione locale sembra essere di gran lunga più caustica e coagulante del sublimato, le quali non permettono di adoperare soluzioni molto intensa. Se questi due fatti si fossero constatati in un roncentrate di detto rimedio. Una sostanza la quale è scevra da tali in· grande numero di casi, si sarebbe raggiunto convenitinti e nello stesso tempo possiede tutta lo scopo a cui mirano appunto coloro i quali a11cora adoperano la tubercolina in terapia; l'azione antisettica del sublimato è la subla· cioè: reazione locale intensa e reazione gene· mina, nuovo preparato introdotto in terapia dal KRoNIG e dal BLUMBERG. Secondo le espe· rale la più deb-ole che sia possibile. (18)


ANNO

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FASO.

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SEZIONE PRATICA

rienze tossicologiche dello ScHUFTAN una dose di gm. 1. 7 ~ublamina contenente la stessa quantità di mercurio che un grammo di sublimato, somministrata per bocca è quattro volt~ meno velenosa del sublimato ; secondo lo stesso ScHUFTAN la sublamina introdotta per le vie sottoc11tanea ed endovenosa ha una efficacia uguale a quella del sublimato introdotto per le stesse vie. L' A. esperimentò la sub lamina in 20 casi di sifilide, somministrandola in tre modi per le tre vie sottoct1tanea., intramuscolare ed endovenosa ; si servì a tal uopo di una soluzione all' 1 °/0 ; osservò quanto segue : Le iniezioni sottocutanee sono accompagnate da dolore e tumefazione del punto di inoculazione. Le iniezioni intramuscolari nella regione glutea sono accompagnate da dolore e tumefazioni sopportabili, nè conducono mai, come accade per le iniezioni di sublimato, alla formazione di noduli ed ascessi. Le iniezioni endovenoee non alterano in alcun modo la struttura degli elementi morfo logici del sangue, però in non pochi casi producono trombi più o meno estesi delle vene so1Jrattutto delle _vene piccdle ; l' A. li attribuisce ad una lesione dell'endotelio in seguito ad una pressione eccessi va da parte del liquido inie ttato; e quindi preferisce inoculare s~mpre l e vene molto sviluppate ; inoltre alla soluzione di sublamina aggiunge una soluzione di cloruro di sodio al O, 6 °/ 0 , e ciò allo scopo di modificare i 1·apporti osmotici della sublamina i·ispetto alle cellule della pa· rete vasale e forse anche per evitare il do· lore ed il trombo. Nei venti casi di si fili cl e curati dall'A. la guarigione seguì in tempo relati,Tamente breve. Non si ebbe stomatite, quantunque al· cuni degli infermi inoculati soffrissero già di carie dentaria e gengivite cronica ; non si ebbero nè disturbi intestinali, nè disturbi a carico dei reni , nè diminuzione di peso ; insomma nessuno di quegli inconvenienti che sogliono aversi nella maggior parte degli infermi sottoposti alla cura mercuriale. Pe1· la sublamina la via endoveno~a ha pochi vantaggi sulla intramuscolare in qua.nto .ad intensità e rapidità dell'azione terapeutica; ciò dipende dalla proprietà che ha la subla· mina di non coag11lare l'albumina, di penetrare perciò facilmente in m ezzo ai tessuti e di essere da questi presto assorbita. Dott. E. G.

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L'uso del chinino nella tosse convulsa. (HEIM. Pester Mediz . . Chirarg. Presse, n. 31, 1902). '

OO'ni anno si può dire che .venga lanciato ~ . in terapia un rimedio che dovrebbe servire quale specifico contro la tosse convulsa; ben presto però .esso cade in oblio perchè non lo si vede nella pratica corrispondere opportunamente allo scopo. Tale fatto dipende dal nori essere concordi le idee degli autori sul meccanismo dell'attacco di tosse. Ciò che tuttavia è stabilito è che la tosse convulsa appar· tiene alle malattie infettive; quindi contro di essa abbiamo due gruppi di rimedi : gli antiparassitari e i sedativi nervini. Tra gli antiparassitari occupa il primo po- sto il chinino introdotto in t erapia da Brnz nel 1868: per ottenerne benefici risultati con· tro la tosse convulsa conviene però usarlo in dosi forti e non piccole come sostiene HUF}j· LAND. Dopo BrNz numerosi altri autori continuarono ad esperimentare il chinino, ma con risultati diversi. Alcuni se ne mostrarono entusiasti; altri ne ottennero risultati buoni, ma solo in numero limitato di casi e ia bimbi al disotto di due anni; altri infine non ne con- .. futarono 1'11tilità, ma dissero che di rado si poteva impiegare causa il suo cattivo sapore. Ricercando l'origine di tali opip.ioni discordi, ne ris11lta che tutti gli autori adoprarono delle dosi varianti da gm. O. 3 a gm. O. 1 pro clie ; tali dosi si posson considerare grandi solo per i bambini piccolissimi (anni 2 fino a 2 e mezzo) e infatti solo in questi hanno giovato. L'A. nelle 's ue cure ospitaliere ha esperimentato il chinino in 18 casi di tosse convulsa somminist~andone due volte al giorno tanti centigrammi quanti ne corrispondevano ai mesi di età dei bambini. Nei bimbi da 1-4: anni usò due volte al giorno tanti decigr~mmi ~or~isponden~i ~gli anni ; e nei bambini super1or1 a1 ·i anni g1or· nalmente gm. O. 5-1. 5. Sorpassò tale dose solo una . volta somministrando a un bimbo di 6 anni una dose giornaliera di gm. 1. 75. Gli ammalati presero le loro dosi durante 2-3 g iorn~ tre volte al giorno; in seguito durante altri 3 giorni, due volte p1·0 die. Dopo .tale tempo le dosi furono dimin11ite. La cura completa durò dai 10 ai 20 giorni. Nei bambini ·a ffetti da tosse convulsa e trattati col chinino, uno dovette inte erompere la cura perchè preso da vomito ; altri. due la tralasciarono non ottenendone nessun· risultato. N egli altri casi il chinino diede i ri.sultat~ séguenbi : diminuzione del . . n.ume~o g1or.nal1e_ro degli accessi di tosse; d1m1nuz1one della v 10· (19J


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IL POLICLINICO

lenza di questi ; guarigione della malattia in 10-20 giorni invece di 3.7 settimane. Oltre ai citati 18 casi, l' .A.. in altri 5 casi di tosse convulsa, esperimentò una cura com· binata di chinino e antipirina: diede da prin· cipio il chinino; dopo 2 giorni amministrò l'antipirina; dopo altri 2 giorni il chinino; e infine dopo altri 2 giorni l'antipi1'ina~ Però, • avendo in 4 casi attenuto un peggioramento che spariva col chinino, si attenne infine all'e· sclusiva amministrazione di quest'ultimo. L'autore n e conclude col dire che il chinino è ben sopportato dai bambini ad alte dosi.: ciò collima anche con i risultat i sperimentali di BRIQUET che ha dimo_ s trato n ei cani che grandi dosi di chinino sono tollerate meglio dai gio· vani che non dai vecchi animali. Per qttel che rig uarda la qualità di chi· nino da impiegare, l' A. è partigiano del mu· riato (}i chinino, gi~cchè il solfato di chinino, contenendo troppo acido, paralizza le funzioni gastriche ed è perciò che si prodt1ce il vomito. Circa al modo di somministrazione, i barri.bini piccolissimi posson_ prende1·e il muri ato di chinino pe1· bocca diluito in circa 50 gr. di acqua e sciroppo, i più grandi possono pren· derlo in ostia. Intorno al meccanismo -d 'azione l' A. è incli· nato ad attribuire i suoi buoni effetti alle sue qualità antiparassitarie, com e sostiene anche BrNz, e non alla sua azione paralizzante del midollo spinale come afferma invece Ross· BA.OH. Dott. A. P.

· ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

R.

PARTICOLARI

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI BOLOGNA.

Adunanza del 26 aprile 1903. L'accademico benedettino prof. Pietro Albertoni comunica le sue Ricerclie sull'idrogeno solforato riette feci 1i1ria1ie, secondo le determinazioni fatte da diversi giovani laureanc1i nelle feci normali .e in varie condizion i. • Nelle feci si trova - solo l' H 2 S che fa parte di composti insolt1bili. Il laureando ZoNGHl nel 1895 in nl1merose determinazioni, ripetute e confermate da lVluGGIA nel 1901, trovò. di H 2S gr. 0,0050 in 100 di feci fresche e gr. 0,0269 in 100 di residuo secco. La elimina7..ione dell' H 2S anche sotto una dieta costante presenta oscillazioni in rapporto alla quantità assoluta che trovasi nelle feci giornal· mente emesse, ma assume invece una costanza notevole nel suo rapporto con il r esid110 secco degli (20l

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FASC.

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alimenti. Aumenta poi di poco nella sua quantita. assoluta sotto le piccole dosi di solfato di sodio (5 gr.), mentre spesso diminuisce, forse per l'impedito assorbimento delle sostanze alimentari, in quella relativa. Aumenta sempre e notevolmente, in tutti i sensi, dopo ie grandi dosi di solfato di sodio, che producono l'effetto drastico. Il ferro contenuto nor· malmente nelle feci non è, secondo le determina· zioni del laureando MUGGIA, in condizioni di fissare l' H 11 S dell'intestino; ma se viene somministrato qualche preparato di ferro (lattato) si osserva una certa simmetria nell'eliminazione del Fe e dell'H11 S e cioè ad aumento o diminuzione del ferro corrisponde - benchè a grande distanza - a1rmento o diminuzione dell'H 1 S. Tale simmetria non si ve· rifica affatto in seguito all'ass11nzione cli solfuro di ferro, dove non si tratta di H 1 S· preesistente nell'intestino, ma di H 2 S introdotto cc1l ferro. Il ·sottonitrato di bism11to riesce a fissare l'H 1 S che si svolge nell'intestino durante la sua presenza, come si induce dalla diminuzione notevole e costante dell'acido solforico preformato nelle orine e dalla quantità maggiore di H 1S emessa con le feci. Dott. BECCAR!.

R.

.A.CCADE~iIA DI MEDICINA DI TORINO.

Seduta del 5 g i11gno 1903. Dott. Ettore Tedeschi. Di n1ia singolare reazio1ie pupillare alla lzice. - L' .A.. riferisce sopra un nllOVO fenomeno pupillare, caratteriz?Jato da ciò: facendo cadere sopra l'occhio 11na luce, per quanto moderata, si ha una costrizione pupillare che per lo più non è molto rapida, ma completa, poi subito dopo la pupilla si dilata raggiungendo, e talora, ma raramente, sorpassando, l'ampiezza primitiva. Lo stato midriatico persiste tutto il ten1po che l'occhio rimaine illuminato, cessa appena si allontana l'agente luminoso; affin<'hè il singolare fenomeno si presenti basta un'illuminazione di pochi istanti, come si usa comunemente per esplorare il comportamento delle pupille. Il fenomeno può essere unilaterale o da ambed tle gli occhi. Il riflesso in discorso si differenzia evidentemente dal rillesso pupillare normale e da alcune sue modalità. Si differenzia pure dalla così detta 'r eazio1ie pupillare paradossa: infatti, in questa, o manca la costrizione pupillare oppul'e è fugacissima e debole assai; nel fenome110, descritto ora, invece la costrizione è breve ma completa, e sempre esiste ; di più nella reazione paradossa, quasi sempre si verifica il segno cli .A._rgyll-Robertson, qui invece no. Però, come la reazione paradossa, pare si presenti spe· cialmente nelle forme n ervose sifilitiche e parasifilitiche. L ' .A. crede, che il fenomeno si debba chiamare riflesso p11pillare esanribile ed ;11,vPrso, appunto pe1·


[ ÀNNO

IX, F ASC. 34]

l'esauribilità nella funzione costrittiva dello sfintere pupillare e per la successiva dilatazione della pu· pilla, che è l'inverso di quanto avviene normai· mente per lo stimol~ luminoso. Dott. E. MEYNIER . •

NOT~

1077

SEZIONE PRATICA

DJ MEDICINA SOIEN1'JFl(JA

PRATICA PROFESSIONALE Dosaggio del pigmento urinario (ru·ocromo) a · scopo diagnostico .

Soluzione di sublimato corrosivo e batterii. e H. w ALKER, dopo uno studio completo sull'argomento, così concl11dono: 1. Che varie specie di germi patogeni e varie culture della stessa specie differiscono assai gran· demente nella loro resistenza all'azione del sublimato corrosivo. 2. Con qualche specie la resistenza è diminuita in grado notevole da uno stato di disseccamento, così che anche la soluzione 1 : 10000 può renderla sterile in brevissimo tempo. Ma qualche altra spe· cie non è influenzata gran che dal disseccamento. 3. Il sublimato corrosivo in una soluzione ·1: 5000 è inefficace contro i comuni batterii pato· geni, compresi i piogeni, quando sono allo stato umido, eccetto il caso di un contatto molto pro· lungato. Siccome un contatto di 15 minuti non è suffi· ciente per distruggere il b. coli con-1m11n,e, il b. p!JO· cianeus e lo stapliilococcus pyogenes .albus allo stato umido e i1eppure lo staphylococcus pyoge1tes anreus allo stato umido o secco, così l'uso di questa ed altre soluzioni più deboli in chirurgia, ecc., per ir· rigazioni ed usi consimili, deve essere abbandonato. 4. Il sublimato corrosivo in soluzione 1 : 1000 ha azione molto leggiera su qualcuno dei più fre· quenti germi cutanei, e siccome sotto le più favorevoli condizioni un contatto di più di ~O minuti può essere necessario per uccidere con tale solu· zione lo stapliylococcns pyoge1ies albus, cosi non si può molto fidarsi di q11esto disinfettante per la sterilizzazione delle mani e degli strumenti.

c.

HARRINGT~N

Trasmissione placentare del bacillo di Koch al feto in un caso di tubercolosi pol1nonare a de· corso rapido. Il dott. JEAN SLEITZ nella R evlle ae la tziberculose (settembre 1902) riferisce un caso di trasmis· sione certa del bacillo di Koch dalla madre al feto. Una donna di 29 anni, incinta di 5 mesi e mezzo, muore di tubercolosi . .A.Il' autopsia, così la placenta come gli organi del feto non presentavano macro· scopicamente alcun segno di tubercolosi. Pure l'ino· culazione di una soluzione contenente i detriti triturati di placer>.ta e di fegato fetale rese delle cavie tubercolose.

Questo dosaggio a scopo diagnostico è proposto dal KLEMPERER nella Berl. med. Wochensclirift del 6 aprile scorso. Non v'è da tener conto, fa notare l' A., se non dell'urocromo, esistendo tutte le altre sostanze coloranti allo stato di sole traccie. Per ottenerlo puro ci si serve del metodo di Garrod: solfato di ammònio nell'urina a caldo, agi· tazione dell'urina con alcool, che discioglie l'urocromo, il quale, alla sua volta, si distilla nel vuoto a 40°. ~LEMPERER stabilisce questo dosaggio col metodo colorimetrico per mezzo di uno speciale ap· parecchio. L'osservazione insegna che nelle ma.Iattie gravi del rene l'urina diventa scarsa senza diventare più scura. Più un'11rina scarsa è anche chiara e più il rene è gravemente affetto. Nelle malattie cardiache l'esame del colore dell'urina ha una spe· ciale importanza. L'astenia cardiaca con stasi venosa intensa dà un'urina scura finchè il rene funziòna. Nei car· diaci con cianosi e dispnea un'urina scura indiçhere b be l1na prognosi favorevole perchè si può an· cora contare sul lavoro del rene. La prognosi è grave, al contrario se, in simili condizioni, l'urina è scarsa e chiara.

· Natura di certe concrezioni molli, verdast1·e, simulanti calcoli biliari. Certi individui affetti da coliche epatiche e curati con grandi dosi di olio di ulive, spesso emettono con le feci delle concrezioni di colorito verdastro e di coitsistenza molle che sembrano calcoli biliari e non sono invece se non dei pseudo-calcoli for· mati dal miscuglio di grassi neutri e di acidi grassi, residui dell'olio non digerito. (Médecine nioderne).

Ittero e1·editario. Una forma morbosa già più volte descritta, pe· raltro conosciuta poco. ALOIS P101c ne comunica tre casi osservati in tre fratelli (maschi e fem· mine) la cui madre parimenti fin dalla nascita era stata itterica. Gli altri fratelli (maschi e fem· mine) non presentavano quusta anomalia. La pelle e la congiuntiva oculare hanno un colo· rito nettamente giallo ; le feci hanno però un co(21)


1078

IL POLICLINICO

lore normale e nell'urina non si è mai trovato nè pigmento biliare nè acidi biliari. In questi casi, cre~e l'autore, l'ittero o è deter· minato da una congenita comunicazione fra le vie linfatiche e le biliari o da una congenita insuffi· cienza delle cellule epatiche. ( Wie1i. /cli1i. Woche1iscltr., 1903, n. 17).

Tnbercolòai primaria della milza.

,

Nel n. 41 del .Russlc(j Wratsch il dott. TH. J. ROMANOW si occupa di questo argomento. Una tubercolosi primaria della milza è della massima rarità. Fin qui 9 soli casi se n e tro,rano pubblicati ed il caso dell' A. è il decimo. Si distinguono, secondo COLLET e GALLAVARDIN, tre tipi di tubercolosi primitiva della milza, secondo l e alterazioni cliniche ed anatomo·patologlche della malattia _e queste sono : 1. Il tipo sple1iico, nel quale soltanto la milza è presa dal P!ocessg tubercolare. 2. Il tipo sple1io -rpatico, nel quale accanto alle lesioni spleniche si han110 anche le lesioni tuberco· lari epatiche. 3: Il tipo spleno-epato-gan.c;lion,are, nel quale non solo la milza ed il fegato ma anche glandule lin· fatiche E:-;Ono prese dal processo tubercolare. · Nel cai:;o studiato dall' A. trattavasi di un uomo di 80 anni ed all'autopsia si trovarono nella milza, fortemente ingrandita, , . .ecchi focolai tubercolari caseificati e frflschi tubercoli miliari del fegato, cosicchè il caso medesimo appartiene al secondo tipo.

Atonia gasti·ica e suoi rapporti col rumore di guazzan1ento e con la· gastrectasia. Nella B erliner lclin. Wocll. del 6 aprile il CON. HEI11I studia questa atonia sotto tali rapporti. Ogni guazzamento epigastrico è un segno dell'a· tonia congenita di Stiller~ dell'abito enteroptosico, eccezion fatta p er i casi di rapido dimagramento. Lo si trova in soggetti normali ma predisposti alla neurastenia gastrica. Costituisce un segno pre· monitorio che annunzia qt1alche affezione cronica dello stomaco. Le cause determinanti sono lo strapazzo, la tisi, i parti, le cattive condizioni igieniche. Mai questa atonia sopraggiunge in persone obese. L'atonia o la dispepsia n ervosa, al contrario della dilatazione, è specialmente una malattia costituzionale. Il guazzamento accompagna ogni atonia, ma non v'è sell).pre atonia dove questo segno si trova. La sua esistenza permette di determinare il limite inferiore dello stomaco. Per combattere l'atonia bisogna rialzare lo stato generale e se non si teme la dilatazione, si possono ottenere buoni successi con la sovralimentazione. t22)

LA.NNo IX, F ASC. 34] Un'ulcera gastrica per trauma.

È stata osservata dal SILBERMANN (Wiener meà. Woclt., n. 21 e 22, 1902). Trattavasi di una donna. che nel cadere aveva battuto nella fossetta epigastrica ed aveva quindi cominciato ad avvertire dolori e nausee dopo i pasti... Vi era forte sensibilità. alla pressione dello stomaco ed iperacidità. Sul territorio ulcerato si svi· luppò più tardi e fu diagnosticato all'autopsia un cancro.

Diagnosi dell'appendicite incipiente. Secondo SONNENBURG, per fare la diagnosi di appendici te all'inizio, non si può tener conto, come alcuni vorrebbero, dell'aumento dei .globuli bianchi, perchè la reazione del peritoneo determina una leucocit~si notevole in tutte le forme, siano esse gravi o leggiere.

L'alcool nella cura dell'avvelenamento per acido fenico. In questi ultimi tempi si sono pubblicate parecchie osservazioni di questo metodo di cura. La seguente, riferita da MARSHALL, conferma il valore dell'alcool come contravveleno dell'acido fenico. A vendo un'infermiera, per isbaglio, somministrato ad un malato un clistere contenente due cucchiai di acido fenico invece di glicerina, il soggetto provò immediatamente nel retto un senso di bruciore. L'infermiera si accorse allora dell'errore e fece im· mediatamente con acqua un'irrigazione intestinale; il liquido usci facilmente, spandendo un odore di acido fenico e producendo sulle coscie una bruciatura superficiale. Il polso era debole ed irregolare In capo a due ore circa diventò impereettibile. Il malato aveva perd11to la conoscenza fin da 10 a 15 minuti dopo la somministrazione del veleno. Gli occhi erano spal~ncati e le pupille contratte. L'infermiera, e~sendosi rammentata che in simili casi si adoperava l'alcool, ebbe l'idea di iniettarne 100 grammi, mescolati ad una eguale quantità di acqua, per mezzo della cannula rettale introdotta abbastanza in alto. Poi fece di nuovo un' irrigazione, prima con acqua, poscia con latte. Si fece nello stesso tempo inghiottire al malato una certa quantità di brandy, ma presto la deglutizione divenne impossibile. · Il MARSHALL, che vide il paziente 45 minuti dopo l'accidente, fece di nuovo somministrare un miscuglio d'acqua e d'alcool p~r il retto. Praticò delle iniezi_o ni ipodermiche di stricnina e digitalina per r sostenere le forze del cuore.


[ANNo IX,

FAsc.

34]

L'avvelenamento si era prodotto alle ore 3. 30 po· meridiane. Alle 6. 30 il soggetto era in istato di morte apparente e si ~ra sul punto di abbandonare ogni tentativo per rianimarlo quando s'intesero leg· giere pulsazioni della radiale. Alle 11 il malato potè chiedere il vaso ed ebbe una scarica nor· male. Le urine restarono brune per 36 ore e la gua· rigio1Le fu completa in capo a qualche giorno. ( Gaz. des ltopitau.~).

Se il mercnrio può determinare la tabe. Il dQttor KoHN, nella Berl. klin. Woch. del 12 aprile, si domanda se il mercurio può determinare la tabe e dà una risposta negativa a questa domanda. Egli riferisce 117 casi di tabe, 43 dei quali ave· vano avuto precedentemente la sifilide. 15 malati non erano mai stati trattati col mercurio. 28 ave· vano preso. il mercurio, ma non avevano seguito un trattamento mercuriale in regola. Nella maggior parte dei casi i malati non avevano pr0so se non piccole dosi e intermittenti. I malati che non hanno mai avuto la sifilide hanno però contratto qualche malattia infettiva, specialmente l'influenza e la feb· bre tifoide. È evidente eh~ se la sifilide può essere un fattore etiologico clella tabe, non è il solo e che altre . malattie infettive possono avere una certa parte nel suo svilt1ppo.

Controindicazioni del salicilato di soda. Secondo BARTH (Jonr1i. Jnéd. de Bruxelles 2, 1903) sono controindicazioni assolute : 1. Un'anormale v11lnerabilità dei centri nervosi (nevropatie, alcoolismo), p~rchè bisogna allora temere l'insorgenza di accidenti cerebrali; 2. Le affezioni organicl1e del cuore, almeno quando esistano gravi disturbi nell'innervazione e dinamica del cuore, che predispongono all'adinamia ed alla sincope (aortite ulcerosa, endocardite vege· tante, degenerazione del miocardio, ecc.). 3. L'impermeabilità renale, assoluta o relativa (nefrite scarlattinosa o interstiziale). Queste controindicazioni sono però assolute solo nei casi nei qt1ali il medico non può esercitare una stretta sorveglianza e visitare il malato due o tre volte al giorno, diventando invece relative in caso contrario. Sono controindicazioni rela.tive: 1. Lo stadio di gravidanza, in rapporto colla permeabilità renale, colla possibilità dell'azione del salicilato sulle fibre liscie. Però l'autore stesso suole somministrare con pru· denza il salicilato nella gravidanza senza inconve· nienti degni di nota ; 2. La vecchiaia, in causa della frequente ar· I

...

1079

SEZIONE PRATICA

terio-sclerosi e delle sclerosi viscerali,, in ispecie renali. 3. Il reumatismo recidivante con complicanze viscerali (pleurite, pericardite, albti.minuria).

Il cloroformio pe1· uso interno. Nelle gastralgie di forma e causa diversa hanno una spiccata azione analgesica, antifermentascibile e prevengono il vomito le seguenti pozioni: Pr. Acqua cloroformiata. satura . . gm. 150 Acqua distillata di fiori d'arancio » 50 oppure: Pr. Acqua cloroformiata satura . . gm. 80 Acqua di menta . . . . . . . » 20 Sciroppo d'oppio . . . . . . . >> 50 ·un cucchiaio da frutta ogni quarto d'ora. Queste pozioni sono preferibili all'acqua cloro· formiata semplice, la quale nelle persone delicate e colla mucosa stomacale iperestesica produce un senso di bruciore talora insopportabile. All'azione del cloroformio si può associare quella della morfina, cocaina., codeina, od elisire paregorico. " Azione analoga hanno le pozioni molto usate dai . medici inglesi ed americani col no ine di « cloro· dina » la cui composizione sarebbe, secondo SE· NILLER, la seguente : Pr. Cloroformio . . . . . . . . gm. 100 30 Etere . . . . . . . . . . » 120 Alcool . . . . . • • • Melissa . . . . . . . . . . » 120 Estratto di liquerizia . . . . . » 75 Cloridrato di morfina . . . . . » 50 Essenza di menta . . . . XVI goccie Sciroppo semplice . . . • . . gm. 350 Acido cianidrico diluito . • • • > 60 •

l)

La dose è da V a XV goccie. UJt altra forma di cloridrina poco diversa clalla precedente contiene della tintura di capsico. È classica contro il vomito e la nausea quest'altra formola al cloroformio: Pr. Cloroformio Tintura iodica

l

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ana

-

0

.

grammi

V goccie sopra un dato di zucchero, due volte al giorno, sopra i pasti. Anche la cocaina può essere l1tilmente associata al cloroformio n ella gastralgia ; ecco due formule : Pr. Cloridrato di cocaina . . . . gm. 0,05 Acqua cloroformiata satura ) 50 l ana » Acqua distillata . • . . l Un cucchiaio da tavola ogni dl1e ore. Pr. Cloridrato di cocaina • • • . gm. 0,45 0,10 Mentolo . . . . . • • • • Sciogli in alcool q. b . Acqua cloroformiata satura l 75 Acqua di fiori d'arancio . ~ ana > Un Cllcchiaio da tavola ogni due ore. ( Gazz. degli Ospedali). (23) '


1080

IL POLICLINICO

V ARIA Lapis contagiosi. -

Il Figaro scrive che, un medico ispettore delle scuole della città di Parigi, il cui circondario è attualmente affetto da una epi· demia di difterite, in seguito ad una accurata in· chiesta, ha scoperto che il contagio era dovuto principalmente all'uso dei lapis fra gli scolari affidati alle sue cure. Ql1ei lapis, che appartengono al f:UUnicipio e non già agli scolari, ogni mattino si distribuiscono a . questi, e tutte le sere sono ripresi dai custodi, di maniera che, tutti i giorni, ogni lapis cambia di locatario. Ora, stante l'abitudine che hanno i r a· gazzi di mettersi continuamente in bocca il lapis prima di servirsene per scrivere, ne viene per conseguenza che la difterite passa di bocca in bocca con la massima facilità~ Perciò, quel medico ispettore scrisse ed inviò una relazione nella quale prega il Municipio di dare, ad ogni S<~olaro, un lapis, che sia proprio suo ed esclusivamente suo.

Perfeziona1nenti igienici nelle botteghe di barbiere. - Gli americani continuano a fare lodevoli sforzi per assicurare la pulizia delle botteghe e \. degli istrumenti di barbiere. Fin dal 1900 il Comitato di igiene di Boston ba fatto affigger e in tutte le botteghe di barbiere il seguente regolamento : « Tutti gli istrumenti devono essere conservati in uno stato di pulizia assoluta. « Essi devono essei·e sterilizzati con l'immersione in acqua bollente non appena hanno servito. " Una sal,rietta pulita de ve essere adoperata per og.n i cliente. « L't1so dei pil1mini da cipria ·e delle spugne è proibito. « Il barbiere deve lavarsi le mani subito dopo aver servito il cliente. « Ogni bottega di barbierè deve essere munita di acqua corrente, calda e fredda. 'O

Le superstizioni in Bretagna. - In Bretagna quella protl1beranza del laringe, che prende il nome di pomo d'.Adamo, nella superstizione popola.re è prodotta da un pezzo del pomo che Adamo ricevette da Eva e che egli \-olle mangiare. Il pomo gli rimase in gola. Tt1tti ·gli uomini portano perciò nella gola il marchio della ghiottoneria, della leg· gierezza d'Adamo. Quando poi, dicono i Brettoni, .A.damo ebbe man· giato il pomo, sul punto di soffocare non poteva quasi più parlare. Fece segno alla compagna che un pezzo del pomo gli era rimasto in gola ripe· tendo « a tani, a falrt, » un pezzo, un pezzo. Ella gli rispose « Ef, e/' » bevi, bevi. Ecco l'origine dei nomi: Adamo ed ET"a. (24)

fANNO

IX,

FASO.

34]

l\UBRIGA DELL'UFFICIALE SANITARIO ed. IO-IEN9E

.A. proposito della denunzia obbligatoria della tnbercolòsi. · La questione della dichiarazione obbliga· toria della tubercolosi è stata messa da parte, senza discussione, ·dall'Accademia di Medicina di Parigi. Per tal modo i voti emessi a Pa· rigi stesso in occasione del X° Congresso in· ternazionale d'igiene tenutosi nell'agosto del 1900, sono rimasti allo stato platonico. • Come si sa, la denunzia obbligatoria della tubercolosi è applicata in Norvegia, in Sassonia, agli Stati Uniti, ed in Italia il nuovo regolamento sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica, al capitolo sulla denuncia delle malattie infettive, prescrive, in quanto alla tubercolosi polmonare, che essa sia oh· bligatoria: 1° negli ospizi di mendi~ità o di _ invalidi, negli orfanotrofi, nelle carceri; negli alberghi, nei convitti, scuole e conventi; 2° nei bref otrofì, ospedali e case di salute; 3° nelle latterie e vaccherie; 4° dovunque, in seguito alla morte o a cambiamento di alloggio del· l'infermo. Il n. 17 di quest'anno del giornale La Mé· decine mode1·ne riporta a questo proposito un articolo pubblicato nella Revue beige de la ttl· berculose del dott. V AN RYN di Bruxelles; il quale all'ultimo Congresso di Berlino si pro· nunciò per il principio della dichiarazione obbligatoria, e riteniamo utile riassumerne i con· cetti principali, data la grande importanza della questione. L ' A. trova prima di tutto troppo coercitivo il sistema applicato in Norvegia dal 1° gen· naio 1901 ed anche in Sassonia dopo il 1900, e non si dissimula che nel Belgio sarebbe di applicazione molto difficile, per non dire im· possibile. Egli, partigiano convinto della di· chiarazione obbligatoria, ritiene indispe11sabile che la misura non debba venire appli· cata se non gradatamente, ed è perciò che non può avere che calde parole di lodi per quello che si fa agli Stati Uniti dove la dichiarazione dei casi di tubercolosi è bensì ob· bligatoria, tanto pei medici che pei direttori di stabilimenti ospitalieri pubblici e pri,rati ma è sprovvista di ogni carattere coercitivo e T-essatorio, e non è_ neppure rimunerata. Le


IANNO

IX, F ASC. 3-!J

SEZIONE PRATICA

1081

infor·mazioni cl te i sanitari dànno all'ufficio chio qualche pt1nto impo1·tante sulle modalità d'igiene non sono seguite da alèun intervento relative ad una possibile denuncia obbligaufficiale, a meno che l'ammalato non abiti un toria della tubercolosi, persuasi che con un' a albergo o una pensioD:e dove sia maggiore il zione conciliante, la quale . tenga calcolo di pericolo di c~ntagio, ed anche in questi sta· tutti gli elementi a favore e contro la medebilimenti non è preso alcun provvedimento sima, dati specialmente i di versi tempe l'amen ti se il me~ico stesso dichiara di prescrivere dei popoli, possa trovare almeno una via di quelle misure igieniche che sono ritenute ne- mezzo fra l e misure forse troppo S'3ver e che ressarie; solo in caso cont1~ario, gli ispettori si hanno in Norveg ia e i11 Sassonia ed il comdi servizio si recano al domicilio clell'amn1a· pleto astensioni~mo dell'Accademia di medilato per dare le istruzioni classiche concer- cina di Parigi. nenti la profilassi. Ogni volta poi che un'abiCertamente vi sono interessi, riguardi pertazione o un appartamento occupati da t1n sonali, f ors' anche idee da tempo radicate tubercoloso divengono vacanti in eausa di de- che si oppongono fino ad t1n certo punto ad cesso o di cambiamento di domicilio, un ispet- una misura così importante che è, si può dire, tore è incaricato, a spese del municipio, di il caposaldo di ogni profilassi bén intesa contro assicurare la disinfezione degli oggetti, degli 1b malattie infettive. n1a d'altra parte se si abiti, degli oggetti letterecci~ men tre si ordina considerano i benefici che possono derivare al proprietario di far disinfettare i locali, im· nella lotta contro la tubercolosi da i1n'esatta p~dendogli di nuovamente affittarli, se prima cognizione del vero i;;tato delle cose, non si non aiano state eseguite le debite disinfezioni. pt1ò negare che la denu1lr.ia di questa terri· Con questo sistema è possibile soddisfare alle bile malattia de,re portare dei frutti benefici esigenze della profilassi antitubercolosa senza come ne ha portati agli Stati-U niti. È natutroppe molestie dei cittadini, giacchè è bene rale che per combattere un nemico bisogna ricordare che alla sempliee notificazione di prima conoscerlo, ed in ve1·ità questo nem~co un caso di tubercolosi, le autorità non si muo- lo conosciamo ben poco. 'rono, ma solo si limitano a registrare il caso. Certamente le misure coercitive come quelle La notificazione non implica forzatamente la usate in Sassonia, dove pe1·fino la p1·igione divulgazione, ma p ermette oltre ad assicuminaccia coloro che non si confo1~mano alla rare la p1·ofilassi, che si stabilisca una sta- legge al riguardo, sono da lasciarsi da parte tistica· abbastanza esatta della frequenza della in un paese come il nostro. Altrettanto però non tubercolosi e della situaz ione dei focolai i più sembra potersi dire quando le misure fossero pericolosi. Nel medesimo tempo si può tener :;tpplicate col sistema adottato agli Stati l Jnitj, dietro alla decrescenza_ della mortalità per paese di libertà per eccellenza. Del , resto il tubercolosi, e all'efficacia delle misure prese. nostro paese, se non è all'avanguardia di questo I risultati di questo sistema sono che nel movimento tendente alla comune difesa contro 1894 sono stati denunziati 4166 casi di tuber· !,.infezione tnbercolar·e, non è neppure fra gli colosi, che nel 1892 se ne clenunziarono 8334 ultimi, giacchè colla denuncia obbligatoria, in e nel 1908 piii di 12,000, mentre d'altra parte certe circcstanze ben specificate nel i~elativo la mortalità, g ià discesa al 3. 9 per mille abi- regolamento, ha fatto un buon passo verso la • tanti n el 1889 si è abbassata ancora al 2. 11 profilassi antitubercolare, e non è difficile che col diffondersi delle cognizioni su questa queper mille nel 1902. Il principio della denuncia obbligatoria della stione così importante, ' renga sempre più abitube1·colosi trova qnindi la sua applicazione tuata l'opinione pubblica a riconoscere in in diverE?i paesi e dai risultati ottenuti può queste misure, non delle leggi vessatorie che dirsi ché abbia molto di buono. L' A. quindi possano offendere la libertà individuale, ma i·itiehe . legittimo il preconizzarne l'estensione uh mezzo d1 difesa reciproca altamente umaa tutti i paesi, lasciando pe1~ò la libertà a cia- nitario e consono allo spirito della moder·na società. E per terminare ci sia concesso far scuno di .. scegliere quella formola d'applicanotare che il DE G1ULJ, nel suo recentissimo zione che meglio gli conviene. Oo1n11zento szilla Igiene e Sa1zità pzrbblica, fa os.Abbiamo voluto riferi1·e alquanto in esteso le idee del dott. V AN RYN pe1~ mettere sott oc- servare come, mentre vediamo che pe1· l'arti· (25J


1082

IL POLIOLINICO

colo 45 della legge, qualsiasi medico, sotto comminatoria di gravo pena, che abbja osser· vato un caso di malattia infettiva e diffusiva., pericolosa o sospetta di esserlo, è ten11to ili farne immedia.ta denunzia, tanto al sindaco quanto all'ufficiale sanitario comunale; tro· viamo poi nel regolamento che non per tutte qt1este malattie è adottato un eguale trattamento a prevenirne la diffusione; ed in fatti, mentre il medico è tenuto e denunciare i casi di tubercolosi nelle circostaoze designate dal regolamento stesso, non è te>tuto, come è tas· sativamente prescritto per altre malattie, a suggerire il conve1liente isolamento dell' in· fermo. V ero è che nel caso della tubercolosi, malattia a lunga scadenza, che presuppone anche un terreno favorevole pel suo atteJ.<,chimento, non si hanno forse quei pericoli im· mediati come nel caso di molte malattie dif. fusi ve ; ma se si tion conto delle speciali condizioni date dalla coabitazione in tutti quegli stabilimenti designati dall'articolo 129 del regolamento, non si può disconoscere la utilità che se ne trarrebbe specificando meglio nelle norme i·ispettive l'azio11e protettiva che in· combe al medico denunziante i casi di tubercolosi nelle abitazioni collettive. te.

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CENNI BIBLIO.G RAFICI MossÉ. Il diabete e l'alimentazione lli pa-

tate. •

Felix Alcan, Editeu.r. Paris, 1902.

Questo volume rip1·oduce le comunicazioni fatte dal prof. lVIossÉ all'Accademia di medi• -0ina e i suoi articoli pubblicati ne.I Jo1t1~nal de Phgsiologie e nella Reviie de Médecine. L' A. ha coordinato fra loro questi di versi lavori e vi ha aggiunto os&ervazioni e note inedite. Termina co11 parecchie nozioni sulla bromatologia comparata della patata e del pane. Il MossÉ stabilisce che la patata, ricca in acqua e in sali organici di potassio, trasformata ulteriormente nell'organismo in carl>o· noto di potassa, fornisce ai diabetici una cura alcalina. N ume1~ose osservazioni raccolte nella Clinica medica dell'Hotel Dieu di Tolosa, nei dive1""si ospedali delle grandi città di F1--ancia e dell'este1·0, dove è stato esperimentato il metoito del ~IossÉ, confe1--mano i risultati che questi ave-va già da qualcl1e a11no pronosticato. a. p. {26)

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LANNO lX, FASO. 34]

Nichtarzneiliche The1·apie innerer Kraukbeiten. - Berlin, 1903 · Hirschwald Verlag.

• B UTTERSACK.

Il libro del BUTTERSACK è un libro filosofico : come prefazione egli prende degli aforismi de.gli autori più vari e disparati quali B, UNGE, BAGLIVI, GRIESINGER, Ouv1ER, SENECA, LA BRUYÈRE e Wu·N· DERLICH che affermano non essere l' organismo umano simile all'organismo animale, perchè fornito in più dell'anima e del senti1nento. Ciò premesso: l'A. parla dei punti principali di vista della moderne dottrina nichilista per ciò che riguarda la farmacoterapia; considera l'effetto terape11tioo della psiche e tratta dell'opera del medico che deve esplicarsi sotto forma di consigli. Dopo aver accennato all'importanza della relig·ione, uell'umore, ecc. si diffonde a dire della l11ce, dell' aria, dell'acqua e della ginnastica come presidì di terapia. Il libro del BUTTERSACK quantunque discutibile in molte sue parti, pure contiene molto di nuovo, di originale e di pratico. a. J>.

G. GIARDINA. La vita, il lavoro e le 1nalattie degli operai delle mi11iere di zolfo in Sicilia. - Estr. dagli atti del R. Istit. d'incoraggiamento di N a poli. Serie V, Voi. IV, n. 2. - Napoli, 1903. L'egregio medico prov·inciale di Napoli chiama troppo modestamente il suo la,·oro : Note d' (qie11,e sociale. Esso costituisce invece un ' rero capitolo di igiene industriale. trattato con molto criterio e competenza, ed un domumento fedele al q11ale potrà ricorrere il legislatore per tutti quei miglioramenti igienici che si riterranno opportuni . Scorrendo il lib1·0 del GIARDINA, si ha una chiara visione di tutto quanto si riferisce all'industria mi· neraria dello zolfo, della sua importanza economica in Italia, giacchè rilevasi che nell'a,nno 1900 il valore di qt1osta produzione raggiunse la somma di lire 4,170,381, dei diversi modi di estrazione e lavorazione del minerale delle condizioni igieniche delle zolfare studiate in tutti i loro fattori, sia naturali che artificiali, delle condizioni sociali ~el zolfata.ro, dello stato sanitario del medesimo, dell~ diverse malattie che lo colpiscono, fra le quali principalmente l'anchilostomiasi. Tutti questi diversi punti sono studiati con a.more, con un senso di obbiettività rigorosa e minuta, il quale ci dà una giusta, idea del come stieno le cose e mette s11lla rett.a via in quanto ai pro'''~edi· menti adottabili. Il capitolo s1tll'anchilostomiasi è trattato con 'rera competenza, ricco di osservazioni personali, corredato da ricerche interessanti, e le misure profilattiche sono esposte con chiarezza e ci rendono con· vinti 0he con opportuni mezzi, i quali poi non sono dei pi1\ difficili, è possibile fare scomparire qt1esta piaga funesta, la quale colpisce, come l'A. ha potuto rilevare da llil rigoroso esame di circa 20.000 operai, circa il 30 per cento rlei moclosimi. L e ini-


ANNO

IX,

FASO.

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SEZIONE PRATICA •

sure più opportune ch e l' A . consiglia sono quelle dirette ad evitare la dispersione dei materiali infettanti e la pullulazione delle larve, e a rid11rre le occasi,)ni di contagio a quelle che le esigenze di servizio rendono inevitabili. La bella relazione termina colla esposizione di quei rimedi generali diretti a conciliare, fin dove sia possibile, l'interesse sanitario con quello industriale, e con consigli destinati a tutelare l'igien_e del la· ,· oro delle zolfare ed il benesse1~e degli ?.iolfatari. Crediamo do,'eroso segnalare questo lavoro all'esam e degli studiosi di questo ramo così impor· tante dell'igiene che si riferisce 1 lavoro, con,rinti che esso costituisce un utile e fecondo modello per coloro che si danno a studi consimili. te.

CACOPARDO CRISAFlJLL·I dott. G. Patogenesi del l'anchilostomo ·anemia. - Catania, estr. dalla Ras segn·a internazionale della m edicina moderna. 1902. BRAGAGNOLO dott. G . Contributo alla s11tura dei tendini. - Venezia, estr. dalla Rivista Veneta di scienze mediche, 1903. BRAGAGNOLO dott. G. Conteibuto allo studio d èl· l'ematoma della. vagina e della vulva. - Venezia, estr. dalla Rivista Veneta di scienze mediche, 1903. FERRERI prof. G . Considé rations st1r la t11berc11lose laryngée infantile. - Paris, extrait de La Parole, 1902. MATHIEU dott. A. Su di un caso di senilità a,·anzata. - Cagliari, 1903. PEZZA dott. F. Un caso raro di monoplegia agi· tante. - Milano, estr. dal p eriodico « I l Morgagni », Cot;R~IONT et ~loNTA.JARD. Les leucocytes. - Mas1902. son et C.ie, Paris. _FIORENTINI dott. P. Ricerche batteriologiche in Gli stuùi Rul sangue hanno in questi l1ltimi Rnni tre casi di porpora emorragica. - ì\iilano, estratto preso gt~ancle slancio e ogni medico se n e interessa. dalla Clinica medica, 1902. L'argomento è complesso e sopratutto per qt1ello GANDINI dott. V . U n caso d i opistotono isterico ch e rigl1arda i leucociti le questioni sono molte e infa.n tile. - Napoli, estr. dal giornale « La Penon facili. diatria », 1903. Questa pt1bblicazione si occupèl. dello st11dio dei , S:mRGI dott. S . Contributo allo studio anatomo· leucociti quasi esclusivamente dal punto di v ista clinico del lemnisco principale. - Firenze, estratto della tecnica n ecessaria per ottenere clei buoni pre· dalla Riviste-i. di patologia n ervosa e mentale, 1903. parati da! sangue e dalle sierosità e per la vaccinazione. Brevi accenni ' ri sono s ul numero e specie dei le ucociti allo stato normale e patologico senza r ; : centissima; vnbbliéazione: entra.re in merito ai vari problemi. Dott. ABISTfDE MATTÒLI La pubblicazione si chiude con l1na ricchissima Chirurgo primario bibliog1·afia, 11tilissima a chilmque si occup i di ema· Dirèttore dell'Ospedale civile di Tolentino tologia. Dott. P. G .

Pubblicazioni uervenutc al

<<

Pol1clinico )) .

Metodi operativi - Indicazioni . Risultati /"'"~~

~!ARCHETTI

dott. O. e FILIPPI dott. E. St1l po· ter e di riduzione dei tl1mori: - Firenze, esti-. dal periodico « Lo Sperimentale » 1903. RONCHETTI dott. F . Il tachiolo Paternò nella, .cura delle suppurazioni dell' orecchio medio. - Mi· la.no, 1903. G ARZIA dott. A . Contributo clinico alla sierote1·apia specifica anticarbonchiosa. - Milano estratto dalla Gazzetta degli osp edali, 1903. CozzOLINO prof. O. e P Ezzt·LLO clott. P . Sullo stato della pressione cer ebrale nel bambino lat.tante durante il vomito. - Napoli, estr. dal p eriodico « La Pediatria .,,, 1903. ,. CozzOLINO prof. O. Intorno all'eritema scarlatti· nifor1ne desquamativo recidivante. Firenze, estr. dalla Rivista clinica p ediatrica, 1903. CARDILE dott. P . e FIORENTINI dott. P . Sopra un caso di mixoedema acquisito. - Milano, estratto dalla Clinica medica, 1902. PEPERE dott. A... St1ll'endote]ioma dell'.t1tero. Napoli est.r. dall'ArchiT"io itaJ. di ginecologia, 1903.

Studio critico-clinico-sperimentale con 17 osservazioni persona li, 65 figure intercalate nel testo ed una

Statistica originale italiana della gastro-enterostomia Tabelle statistiche individuali di: Agostinelli, Amour, Antonelli Arcoleo, Babacci, Bastia.nelli R., Bedeschi, Bendandi. Bigi, Biondi, Boari, Bonara., Bufalini M., Carle, Casucci, Catellani, Catterina, Cavazzani G. , Ca.vazzani T., Ceccherelli, Codivilla, Crespi A., D' Antona, De Paoli, De Sanctis, Di Bella, Donati, Durante, D'Urso, Fantino, Fa· rina, Ferrari A., Fu mmi, Garbar ini. Gardini, Gia.nnantoni, Giordano, Guarneri, Lampiasi, Legnani, 1\fanara, Maneg~, Mariani, Margarucci, Mattòli, Mazzoni, Minucci, Mischi, Monguidi, Moreschi, l\t!ugnai, Orecchia, Parlavecchio, Parona, Parrozzani, Pasca, Porta, Postempski, Raffa, Remedi, Ricci, Rosi, Rossi U., Rostirossa, Salvia, Santovecchi, Schena, _Schiassi, Seganti, Sorge. Tacchi, Tosi, Tricomi, Tu razza, Turretta, Velo, Vincini, Za tti.

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fL POLICLIN!CO

INTERESSI PROFESSIONALI Il segreto p1·of·essionale ed il n1atri111onio. Il segreto professionale lega il medico in modo as~oluto , senza eccezione di sorta, quanao egli è interrogato sulla salute di llll stto cliente che vuole ammogliarsi'? Ecco un argomento sempre <1i attua.lità, che abbiamo già sfiorato in <1uesto gio1·nale. ma che merita di essere ancora ricordato. Un magist1·ato francese , Le Grin, p1·esidénte del tribunale di Avranches, ha pubblicato nel Joz;e1~nal de Rozle1i _ d el 13 marzo un interessante studio su questo tP-ma così delicato. Egli ha preso le mosse .da ùna frase del seconc1o atto della commeclia Les Remplaçantes . ' in cui un dottore esclama: il gzlaio ..si è clie

1iess11no si preoccupa della razza 1zmana co11ze de!!ct razza e_qziina .... E il presidente LA G1·in scri,re: Quale stranezza! la legge protegge tutti i contratti commerciali, e non il matrimonio! Io non posso introdurre sul mercato un ani· male malato ; se il mio ca,rallo diventa. mor· voso ho l'obbligo di denunziarlo al Comune e, subito, visita del ' reterinario, disinfezione' della scuderia abbattimento dell'animale, or<.linauze della prefettura, ecc. ecc., tutto l 'in· g1""anaggio amministrativo si mette in movi· mento; 8e un bue o l1na vacca è colpita da febbre aftosa, tl1tto il paese è m esso in qua1·antena, un cordone sanitario è tirato pe1· proteg· gere questa benemerita i·azza animale. Provate,ri a destinare alla i·ip1·oduzione ltno stallone non approvato~ e vedrete tiu·,.llo che vi capi· terà! , « Ma in g1·azia del segreto professi i1ale del medico, io posso introdurre in una famiglia la tubercolosi, l'epilessia, la pazzia, tutte le malattie con il loro corteo di onte, di rimorsi e di clolori. Se la carne tubercolosa è bandita dall' alimentazione, sia del pari permesso ad lln lJadre di famiglia di sal ' raguardarsi dalla sifilide e di prese1·,~arne coloro che gli sono cari! « ia, pure che il me<lico non d ebba con proposito deliberato rivelare lo stato dei suoi ma· lati: sia concesso che alla partecipazione di un matrimonio egli non possa rispond er e con la n otizia che il futuro è sifilitico o tuberco· l oso: noi non andremo fin là~ benchè un'iÌlcli· «

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L..\.NNO . lX,

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scr ezio ne in q t1esto se11so potrebb<~ anche essere un do,,.ere · riconosciamo cl1e in questa mate1·ia si potrebbA clar luogo a grandi abusi. . « :Nia p~rchè , q1la1iclo il 11ierlico fosse cate.r;oricaJ'nente l1ite1·1·ogato, do,rrebbe trincerarsi sotto l'egida del segreto più assoluto'? Quale è l 'uomo di ~uona, fede che gli darebbe i·agione '?I giovani. no.n p1""enderebbero meglio le loro precauz1on1, se sapessero che il giorno in cui vol essero ammogliarsi i loro « accidenti » sarr bbero conosci11ti 'I » . . . L.a legge, tale qual'è, è catti,ra.. Ecco il pal· 11at1vo proposto da q11esto egregio magistrato. L'articolo 378 <lel codice penale francese (che corrisponde nel pri11cipio all'articolo 16S del codice penale italiano) do,rrebbe essere così modifica.to: '< I medici, chirurgi ed altri ufficiali cli sanità, i farmacisti e l e levatricj, e tutte le altre persone depositarie a cat1sa c1el loro stato 0 ~ella loro p1""ofessione di segreti loro co11ficlati, che, fuori dei casi nei qt1ali la legge li obbliga a farse11e denunziatori (1), avra.nno ri· ' rélato i 101~0 segreti. saranno puniti, ecc.

T11ttavin i1z caso rli1;1·ogetto cli 11taf1·i111011io ,; l'lzedicipotrct1z1io, clietro clo11za1tda for11zale, sia dei j'zltz1r1~ sia clel!e pe1·so1ze di c1li è 11,ecessa1·io il co1zsenso, essere clisp e1zsati cla!l obbligo del segreto professio1zctle, e far co1ioscere lo stnto cli sal1lte dei futzl1·i. Co/01·0 a Clli sa1~an"Jtto /alte tali rivelazioni sat~a1z1io tenz1,ti rtl segreto piiì asso· lz1,fo e in crtso rli divzilgctzio11e cli q1lesto seg1·eto sarrtnrio p1:,,1ziti co1t le pe1ze porfctte dal p1~ese1ite a1·ticolo. « Le 11otizie 1zo1t sarr1n1io rlo11trt1zclrtte e forriite clie verbalme1ite » . -«

Non è . qui il ll1ogo di cli5'cutere Sè questa modificazione del presidente Le Grin al ro· dice penale abbia la probabilità di essere ac· cettata dagli uomini di legge, o se ac1 essa possa sostituirsi q ttalche altra formula. È evidente che la legislazi 1ne attuale è odiosa, e per <.1 t1anto si debba ammettere che p1·ima di modificarla, la questione meriti di essere studiata con est1·e1na pruclenza, tuttavia non si può essere cliscordi da coloro che pensano che fra i doveri sociali del medico mo· derno dove esservi anche quello di opporsi all'inc1·t1delire della degenerazione della razza, . (1). Il codice. penale italia110 p11nisce invece chi r1vel1 se11~a g111sta ca1ls a un segl'eto che, i)al e. ato, possa cagionare nocnmen to.


[A~N"O

IX, .FA.SO. 34)

SEZIONE

PRATICA.

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llroveniente <lai n1atrimoni fatti leggermente t1·imonio, e se, il lliù so,~ente, egli deve tacere da ogni sorta di at1a~iatz. . e rispettare il segreto \oluto dal codice peSotto L11igi Filip1lo il generale conte ·d11 nale. vi sono 11ondimeno circostanze nelle Chaffal1lt, de1luta~o della Vandea, presentò al- quali LA. COSCIENZA p ..t.~RLA. PIÙ ALTO DELLA l"A.ssemblea legislati\a un IJrogetto di legge LEGGE e atl essa sola il medico deve is1li· per impedire il matrimo11io fra malati di petto, i·ars1• » . scrofolosi sifilitici e uomini colpiti da a.Itri Ql1esta mozione fu discussa violentemente malanni. llalla stampa medica, e per molti mesi durò La st1a proposta fu appoggiata da Lamat"· il run1ore della poletnica. Poi tutto tacque, ed tine, Arago e Thiers. Esiste una caricatura oggi l'argomento riappare quasi come nuovo. Il dottor C.AFFE~ colpito dal grande jnte<lell'e1loca rappresentante i quattro difenso1·i resse della questione, ma tuttavia campione del 11zatri11ionio sa110. Il generale d11 Chauffault a\eva avuto dei d~l segr·eto assoll1to, ha proposto di recente IJredecessori assai antichi. Nel testo del :Nla- u11a .soluzione 01""iginale per pre"\renire i cattivi na,ra-D ha1·ma-Sastra, cioè di una delle -più matrirnoni. ''"ecchie legislazioni indiane, è s __.ritto che Egli propone cl1e ciascun matrimonio sia « l'uomo delle tre prime classi cercando una preceduto da un consulto medico da cui doinoglie deve evitare le famiglie (qualunque ne v1·ebbe1·0 essere esclusi i medici 01·dina1·i di fa s:ia la potenza e la ricchezza) nelle q11ali si 11ziglia, ed al quale sa1--ebbero chiamati alt1·i disp1""ezzi la religione, che non producano figli in~dici con veste di periti. In poche pa1·ole maschi~ o clie sia1io colpite da malattie ereditasi entrerebbe nel inatrimonio come in una 1·ze conze l'etisia l 'ejJi!essia, la lebb1·a, l'elefart- · compagnia d'a.ssicurazione o come nell'ese1·tiasi: dai matrimoni buoni nasce t1na poste- cito. 1·ità buona; dai matrimoni riprovevoli posterità Questo 1netodo ha trovato molti contradditmiserabile; bisogna perciò evitare i matrimoni tori ma l'obbligo della visita medica prima 1·iprovevoli » . del matrimonio fu propugnato in altri tem1)i Ho in altra occasione ricordate in questa ru.., da uomini come RrcoRD ed è oggi sostenuto brica {1) le leggi di alcuni Stati nord-americani da uomini come HEGAR. (Ohio, Massachusset, Pensylvania, Maryland, Sulla necessità di dare ascolto in qualche Texas, Michigan Dal\:ota) che vietano il ma- caso piuttosto alla coscienza che alla parola trimonio ai sifilitici, ai tubercolosi ed a.g li fredda della legge, convennero poi gli llomini alcoolisti ; ed ho discusse le idee di HEGAR e più insigni della nostra professione. di C.A.ZALIS sulla necessità di una legislazione Questo concetto l1a av11to anche la st1a vitigienica del matrimonio. tima nella persona del dottor DELPECH. ucFondamento di qualunque disposizione di ciso da un giovane al quale il medico di legge sarebbe, come ognun ' rede, il giudizio Montpellie1· ave,ra impedito lln _matrimonio, di un medico, il quale deve essere liberato in palesando una sua infermità al padre della ql1esto caso dal segr( to IJrofessionale ad ol- fidanzata, c~e e1·a uno dei suoi migliori a.miei. tranza. L 'Abeille médicale pubblicava non ha guari Circa quarant'anni fa la « condotta da se- un aneddoto da cui traspare il pensiero di guirsi dai medici consultati in occasione di DuPUYTREN a questo proposito. un matrimonio » fl1 argomento messo all'orUn giovane medico che ave,ra saputo che dine del giorno dalla Società medica del IX la s11a futura moglie aveva subìto un'opera· circondario di Parigi. Provocò una polemica zio11e da parte del grande chirurgo di Franlunga e vivace, e la questione si diffuse ad altre ci~, gli fece domandare se la giovane fosse associazioni mediche, alcune delle quali ac- affetta da una diatesi incurabile. cettarono la seguente mozione di G.A.IDE: DuPlTYTREN gli rispose che essa non sa1""ebbe « Non vi è regola assoluta che debba diriguarita mai, ed infatti la sve11turata mori\a gere la condotta del medico consultato sulla di tube1·colosi dopo quindici mesj. _ salute dei suoi cli~nti in occasione di lln maDu PUYTREN diceva: se in questa circostanza io mi sono messo sotto i ·piedi l'articolo del Codice e il giur-:'tmento d'Ippocrate, è perchè (1) Srtpple11ie11to al Policlinico, a. VI, pag. 1181. t29J 1


1086

ho avuto presente al mio spirito questo divino precetto: a11irt il tz1,o prossi11to cor;ze te

stesso e no1z fctre agli altri quello che 1zo1i vor1·esti fosse fatto a te. Doctor

0AJUS.

RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE

(2575) Sig. dott. F . G. da C. - Ella non può avere ragione. Quando assunse servizio era per l egge obbligato alla inscrizione e si inserisse di fatto alla Cassa pensioni. Se il Comune non ha curato di trattenere finora dai suoi stipendi le quote do· vute da Lei, non vi è ragione per non poterlo fare ora, non ostante che Ella sia., nel frattempo, di''e· nuto stabile. Ogni atto in senso diverso fatto dal Consiglio comunale, meriterebbe annullamento, come vera e propria liberalità. (2579) Sig. dott. N. P. da R. - Il trasporto di un cada vere dalla nicchia provvisoria a quella definì· tiva prende sempre il nome di esumazio1ie e va regolato dall'art. 83 del. Regolamento di polizia mortuaria del 25 luglio 1892, n. 44:8. La circolare Nasi del 31 marzo 1901, n. 51, regola il rilascio di tutti i certifi cati medici perchè, pur riflettendo specialmente quelli che si rilasciano nell'interesse dei maestri elementari, rip.orta un parere del 1\'linistero delle finanze, che è generale,_ riferibile, ,, cioè, a tutti i certificati. In qt1ànto al pagamento della ricchezza i;nobile il Comlme non è obbligato a l'imborsarla della quota che Ella corrispond~ in quanto proprietario e pòssidente. (2580). Sig. dott. C. S. da L . - Ella sarà sempre il medico consorziale perohè non è stata disdettata in tempo. Con la promulgazione della nuova legge Ella di,renterà stabile dopo dt10 anni dalla data di as· sunzione in se1..vizio. Il servizio precedentemente prestato nei com1rp.i .A e B, tuttochè nella qualità di medico consorziale, è sempre utile p8r lo acquisto della stabilità. (2581) Sig. dott. A. R. da C. V. - Siccome il capitolato estende l'obbligo della cura gratuita solamente ai forestieri: poveri, così Ella potrà essere solo per costoro chiamato alle cure : per i capi mastri, per i cottimisti agiati, per tutti, insomma, coloro che non si possono strettamente ritenere come poveri ha diritto a compenso _ direttamente dalle famiglie, che lo invitano. (2582) Sig. dott. F . .A.. da S. - Passando al Senato il progett<' di legge sanitaria già approvato dalla Camera d ei deputati, Ella diverrà stabile subito. (2583) Sig. dott. M. A. da. S. N. T. - · Ella non può pi-Ct essere iscritto alla Cassa pensioni perchè ha fatto trascorrere il tempo che era assegnato senza manifestare legalmente la sua volontà. La seconda domanda non può essere tenuta in nessun co11to perchè prodotta intempestivamente, ~ molto (30)

LA!mO IX,

IL POLICLINIOO

'

FASO.

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meno può essere presa in considerazione la prima. perchè essa rimase giacente in ufficio senza aver corso. Doctor J CSTITIA.

NOTIZIE DIVERSE. Consiglio federale degli Ordini dei sanitari del Regno. It Con,sigtio federate de,qti Ordin,i dei sanitari rlet Regno si è adunato il 12 corrente sotto la presidenza del prof. Mazzoni con l'intervento dei consiglieri: Bruni, Ballerini, Crespi, Garofalo, La Torre, Mazzoni L., Marano, Marino Zuco, Pif. farelli, Torti. Il Consiglio ha deliberato sopra contro·v ersie e comunicati di Ordini ed ha approvato il bilancio preventivo. A vendo il prof. Bianchi mandato una lettera di dimissioni, il Consiglio ha votato all'tmanimita. il seguente ordine del giorno: e Il Consiglio federale, udita com11nicazione delle dimissioni del presidente on. Bianchi, prendendo parte affettuosa al dolore df famiglia da cui è stato colpito e pel quale fu impedito ad essere presente alla discussione della legge sanitaria; « Dispiacente che al Congresso dei medici con· dotti in Firenze, possano essere sta.ti fatti apprez· zamenti non corrispondenti alla realtà; « Convinto in,rece dell'opera intelligente e so· lerte compillta dal prof. Bianchi nella preparazione della legge sulla riforma sanitaria, fa voti perchè receda dalle date dimissioni. « Firmati: Bruni, lVIazzoni » . Indi il Consiglio si occupò nuovamQnte delle modificazioni alla legge sanitaria testè votata alla Camera e ora allo stato di relazione dinanzi al Senato e riaffermando i voti emessi nella seduta del 9 marzo, ha deliberato di presentare ai signori senatori un l1'te1norandzim i cui capi saldi siano i seguenti: 1 . .Abolizione del periodo di prova. 2. Licenziamento del medico condotto per gravi motivi a lui impt1tabili. 3. Ricorso alla Giunta provinciale amministra· ti,ra con effetto sospensivo contro il licenziamento e ricorso anche pel merito alla IV Sezione del Consiglio di Stato. 4. Licenziamento coi ' ' oti della maggioranza assoluta dei consiglieri comunali. Quali gara.nzie sono le medesime concesse dalla legge ai maestri elementari e ai segretari com11nali. Roma, 13 giugno 1903. ROMA. -

L' Associazio1ie Sctrtitaria tlei circou· dari di Jl1rosi1torte e Velletri e co11in1ti li1riitro/'i ha diramato la seguente circolare: Il giorno 30 corrente, in Valmontone, alle ore 9 e mezzo, nell'aula municipale, gentilmente con· cessa, si terrà l'aclunanza ordinaria della nostra .Associazione per trattare il seguente FROSINONE. -

ORDINE DEL GIORNO :

Argo1ltenti d'interesse professio1iale. 1. « Solidarietà » discorso auguralo (dott. .A. • .A.ngelini, presidente). 2. « Si1lle perizie medico-legali > (dottori ~I. Bianchi - G. B. Buglioni e G. Ingegni).

-


LANNO 3.

IX, F AS<'· 34]

SEZIONE PRATICA '

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Proposte st1l modo di risol,rere la questione delle perizie giudiziarie » (dott. O. Sensi). 4. « Il veterinario di fronte all'ufficiale sanitario » (veterinario dott. R. De J uli is). 5. o: Disegno di legge sull'assistenza sanitaria nei Comuni » 111odificazioni da proporsi al Senato (dott. A. Angelini). 6. « A proposito della circolare dei u1edici co11dotti di .Anagni in data 5 giugno 1903 )) - Comt1nicazioni del Co11:siglio direttivo. 7. « La q gestione sanitaria in Frosinone )) - Re· lazione della Commissione eletta nel Congresso di Alatri (dottori A. Nanni, F. Chiocca e O. Sensi). « R esoconto economico della gestione dal 15 settembre 1902 a.I 15 giugno 1903 » (dott. F. Chiocca, cassiere). Argo11ienti sc;eutifici. 1. Dott. A. Angelini (Frosinone) 1. « Steano decorso clinico di t1n tumore addominale; 2. Lo· calizzR zioni chir11rgiche dell'influenza ». 2. Dott. R. Besson (Ferentino) « Del materiale di sutura in genere in rapporto ad t1na sutura nell'ernia ing11inale obliqua esterna » . 3. Veterinario dott. F. Biancale (Valmontone) « Una storia misteriosa » . J.. Dott. }I. Bianchi (Ferentino) « Considerazioni profilattich e s ull'idrofobia e sul tetano » . 5. Dott. G. B. Buglioni (Alatri) « Sull'azione emo statica della gelatina - Contributo clinico )) . o. Dott. A. Cicer chia (Terracina) « Sulla cura della, malaria coll'esanofele ». 7. Dott. G. Ingegni (Frosinone) « Forme anomale d'influenza. » 8. Dott. F. Chiocca tValmontone) 1. « Ferita della carotide esterna sinistra - emostasi spontanea - aneurisma tra11matico consecutivo - guarigione Apontanea del medesimo » (presentazione del ferito) ; 2. « S ull'iufezione puerperale » . 9. Dott. A. Nanni (Velletri) 1. « Un caso di iopo· amnesia in seguito a pachimeningite cerebrale emorragica )) ; 2. <e Sulla c11ra d elle pleuriti es· sudati ve sierose con iniezioni di liqt1ido pleurico » . 10. Dott. R. Sarnielli (San Vittore) « Recisione della radiale - emostasi spontanea » . 11. Dott. R. Sensi (Ferentino) « .Relazione sulla s' agione balneare del 1902 a.Ilo stabilimento di .Ferentino » . 12. Veterinario dott. G . Testa (Ceccano) « U n caso di carbonchio curato colla creolina e canfora » . I l Presiderite Dott. .A. ANGELlNI. Il Segretario Dott. G. B. BUGLIONI.

plauso altre volte pronunziati per l'opera spiegata dal cavaliere Ravicini nel combattere epidemie e nell'organizzai:;e ·pubblici servizi, ha nuovamente espresso il suo vivo compiacimento, erl ha votato altresì il plauso al ca,r. ~!assoldi, segretario;· pe1~ Ja intelligente ed attiv·a sua rollaborazione. Su pro· posta poi del medico provinciale, mentre n1rono espressi ringra.ziamenti vivissimi al sindaco di Roma per il concorso ~apiente e disinteressato del Comune nell'organizzazione di pubblici ser,ri;r,i, f11 encomiato l'ufficiale sa.n itario prof. Gualdi, che n e assunse la direzione, e venne altresi espresso encomio al clottor Lodoli di Civitavecchia, ai dott. V enere di, Terracina. al dott. N emo di Onano, e al dott. Giacomini di Poli. Nella stessa adunanza, a proposito della discussione sulla n11ova proroga del regolamento municipale d'igiene, votata dal Consiglio comunale di R oma, il Consiglio sanitario ha deliberato di tenere fermi i precodenti suoi pareri, di non accot·dare proroghe, concedendo al Comune di Roma la facoltà di proroga a tempo determinato in qt1elle cose, in cui di volta in volta l'ufficio d ' igiene mu11iQipale riconoscesse ]a necessità e la innocuità. Si espresse anche il voto che le cas8 popolari compiute o non compil1te, che ]a Banca d'Italia cede, siano diligentemente adattate a questo uso, e vitando che si a pra.no delle nuove case-caserme; o che st1lle aree ced11te si costruiscano altri consi.mili tipi di case. - Con recenti RR. decr eti è stata autorizzata l'anticipata esecuzione delle seguenti opere di pubblica utilità e di risanamento per il complessivo importo di L. 3,500,000: Bonifica d ei terreni paludosi del comprensorio di ~Iotaponto , tra i fiumi Branc.lano e Basento. Bonifica d elle gronde paludose del lago di Lesina e sistemazione della foce dello stesso lago, d etta Spinazzola·Acquarotta in provincia di Foggia. Completamento della bonifica d ello sta.gno di Sanluri in provincia di C~gliari. Bonifica d ella valle di Santa Lucia in provincia di Sassari. R Ol\lA. - In seguito al passaggio dei dispensari celtici . alla dipendenza dei Comuni, presso il lVIinister o dell'interno è stata costituita una Commis· si on e per· lo studio e la proposta delle norme tran · sitorie d el passaggio stesso. Qt1ella Commissione è cosi composta: Comm. Calcedonio Inghilleri, oonsigliere di Stato. Comm. Napoleone Vazio, consigliere alla Corte dei conti. Oomm. Santoliquido, dil'ettore gen erale della Sanità. ROMA. - N elradunanza che il Consiglio provin· Comm. Boselli-Don~i, capo divisione al ~fini· ciale sanitario tenne il 15 corrente n el palazzo della stero dell'interno. prefettura, il dott. cav. Ravicini, médico provinOav. Cotta, capo dell'ufficio degli affari gene ciale, lesse la stta r elazi<'ne sulle condizioni delrali presso la Direzione gen erale della sanità. 1' igiene e della sanità pubblica nella provincia di - Per le spese della campagna a.ntimalarica, che Roma durante il biennio 1901-1902, e sull'opera andrà ad intraprendere il 1° luglio prossim0, la spiegata. dall'ufficio sanitario provinciale nello stesso periodo, occupandosi del movimento demografico, Croce Rossa Italiana ricevette testè queste offerte di concorso: delle malattie infetti,re dell'uomo e del bestiame, Oa~sa di risparmio di Roma, L. 1000. Dagli dell'assistenza sanitaria e v eterinaria nei Comuni, delle opere d'igiene, d elle ispozioni compiu~e, o er edi Torlonia, 500. - D all'Ordine sovrano di Malta, della efficace cooperazione di alcuni ufficiali sa- 300. - Dalle Assicurazioni Generali di Venezia, 250. - Dalla Compagnia di assicurazioni « La Fonnitari. . diaria », 200. - Dai marchesi Alessandro e Filippo Il Consiglio sani t~rio ha deliberato che la rela· F erraioli, 200. - Dal duca Leopoldo Torlonia, 100. zione in parola, che è il primo documento comple to del genere nella nostra provincia, sia pubblicata e . - Dal d11ca Loren zo Sforza-Cesarini, 100. - Dal principe Chig i-Albani, 100. Dal comm. Marco distribt1ita a tutti i Comuni. e riassumendo i voti di «

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lL POLIOLINIOO

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(ANNO

lX, F .A.SO. 34J

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Besso, 50. - Dal conte Luigi Pela.gallo, 50. - Dal conte Lt1ca Bruscl1i- Falgari, 50. - Dal principe _-\.ldobrandini, 50. - Da don Enrico dei principi Ruspoli, 50. VIAREGGIO. - In questa stazione balneare avrà 111ogo fra giorni la « Riunione estiva » dell'Asso-

ciazione Medica Italiana di ldrolo,qia e Oli11iatologia (Co1nitato dell'Italia Centrale). Eccone il programma comunicatoci dalla Presidenza : Domenica 28 giugno. - Ore 10 - Seduta inaugt1· rale - Ore .14 · Seconda seduta · Relazioni e comu· nicazioni scientifiche - Ore 17 · Gita in mare con barcke automobili e a vapore - Ore 20 ·Banchetto offerto dal Comitato ordinatore. Lunedì 29 g iugno. - Ore 8 · Visit.a agli Ospizii marini - Ore 10 · Terza seduta - Relazioni e comunicazioni scientifiche - Ore 14 . Seduta per i soci del Comitato - Ore 17 · Gita a Porre del La,qo con bicchierata offerta dal Comitato ordinatore. Martedi 30 giugno. - Ore 5 · G ita. a J\'Iatanna (Alpi apuane) (1). Le comunicazioni scientifiche già annunziate, e quelle che lo saranno fino all'apertura della Riunione saranno svolte in ordine di presentazione.

Il Pres;de1tte

Il Segretario

Prof. BARDUZZI.

Dott. FAIR1'fAN.

Nomine, promozioni, onor11loenze. Ro~1À . -

Domenica scorsa terminarono gli esami di co1icorso a cltirurgo pri1nario de.r;t; Os11edali dJ

.Ronza. I con correnti erano 11; i post.i 3.

1

La Commissione esaminatrice, presiedt1ta dal prof. BALLORI e composta dei professori Son. ToDARO, Sen. DURANTE, POSTEMPSKI, ~IARINO - Zuco e MORINI, ha dichiarato eletti, per ordine di n1erito, il dott. ROBERTO ALESSANDRI, professore di Patologia speciale chirurgica nella R. Università ili Roma, il dott. ORESTE MARGARUCCI, libero docente di Patologia speciale chirurgica e il dottore EUGENIO CASSINI. Ai tre eletti, che hanno collaborato al nostro pe· riodico fin dalla fondazione e che ancora vi collaborano, i nostri più vivi rallegramenti e più sinceri at1g11rì. (l.)

* **

Sono stati destinati ad imbarcarsi, in servizio di • • em1graz1one : .A. Genova : sul piroscafo Italie, il dott. A11tonino AnzA, medico di 2a classe; sul piroscafo Prinzess Irene, il dott. Teodoro Gatti, medico di 1•i cl.; sul piroscafo Città di Genova, il dott. Stefano Serra, medico di 2a classe. A Napoli: sul piroscafo 8icilia1i Pri1ice, il dottor C. Tomrnaso Bottini, medico di 1a classe.

Concorsi e oondotte. ROMA: (~Iinistero dell'interno - Direzione gene· rale della sanita p11bblica.). - Concorso per titoli ad lln posto di coadiutore presso il Laboratorio ehimico della sa.nita. Stipendio lire 4000, scadenza 30 giugno. MORIAGO (Previso). - Medico-chirurgo-ostetrico lire 2300 per la ct1r.a dei poveri, lire 100 pei non

(1) Le iscrizioni a questa gita, facoltativa, a pa· gamento, sono ricevute clal Comitato ordinatore cli \ Tiareggio. Roma, 19C3 -

Tip Nuionale di G. Bertero • C.

poveri e ]ire 100 q11ale ufficiale sanitario; scadenza 13 agosto. lVlESSINA.. R. Uni,rersità. - Concorso a professore ordinal'io di clinica medica m edica; scadenza 15 luglio.

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Accaden1ia delle scien ze di Bologna (R.). . Pag. 1076 Accademia di medicina di l 'orino (R.) . . » 1O76 Alcool nella cura dell'avvelenamento per acido fenico (L' ). - Marshall. . . . . • . » 1078 Appendioite incipiente (Diagnosi dell'). Sonnenburg . . . . . . . . . . » 1078 Atonia gastrica e suoi rapporti col rumore di guazzamento e con ]a gastrectasia Conheim . . . . . • . . . . • » 1078 Barbiere (Perfezionamenti igienici nelle botteghe di) . . . • . . . . . . . • » 1080 Cenni bibliografici . . . . • . . . . » 1082 Chinino nella tosse convulsa (L'uso del). - . Heim . . • . • . . . • . . . . » 1075 Cloroformio per uso interno (Il) . . . . » 1079 Concorsi e condotte. • . . . . . . " 1088 Concrezioni molli, verdastre, simulanti calcoli biliari (Natura di certe) . . . . . )) 1077 Emorragie consecutive alla tonsillotomia (Pel trattamemto chirurgico delle). - Burkard. » 1070 (;ra vi danza extra-uterina (Dieci casi di). Rolandi . • • . . . . . . . . • -» 1057 Idrogeno solforato nelle feci umane (Ricerche sull'). - Albertoni . . . . . . . » 1076 Ittero ereditario. - P ick . . . . . . . » 1077 Lapis contagiosi . . . . . . . . » 1080 Medicatnenti (Dell'applicazione endovenosa dei). - Mendel. . . . . . . . . . l> 1072 Mercurio può determinare la tabe (Il). Kohn . . . . · ~ . . . . . . • » 1079 Nomine, promozioni, onorificenze . . . » 1088 )) 1086 Notizie di verse. . . . . . . . . Pigmento urinario (urocromo) a scopo diagnostico (Dosaggio del). - Kletnperer . » 1077 Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » . » 1083 Reazione pupi Ilare alla -luce (Di una singolare). - Tedeschi. . . . . . . . » 1076 Risposte a quesiti e a domande. . . . . » 1086 Salicilato di soda (Controindicazioni del). Barth . . . . . . . . . . . . . » I 07~ Segreto professionale ed il matrimonio (fl). - Doctor Cajus . . . . . . . . . » 1084 Sublimato corrosivo e ba tterii (Soluzione di). . . » 1077 - Harrington e W alker . . . Superstizioni in Bretagna (Le) . . . • . » 10'80 T abe dorsale (Contributo clinico relativo al periodo iniziale della). -:- Flatau . . . » 1068 · Tabe (L'etiologia della). - Leyden . . . » 1065 Trasn1issione placentare del bacillo di Koch al feto in un caso di tubercolosi polmonare a decorso rapido. - Sleitz . . • . » 1077 Tubercolosi (A proposito della denuncia obbligatoria della) . . . . . . . . . » 1080 Tubercolosi primaria della milza. - Romanow . . . . . . . . . • · )) 1078 Ulcera gastrica per trauma (Un'). - Silber· mann . . . . . . . . • · · · · )) 1078 Vena ca va inferiore (Sulla lega tura della). - Purpura . . . . . . . . . · . )) 1070 Vena femorale (Le conseguenze della legatura della - - al disotto del legamento di Poupart) . . • . . . . . . . . )) 1071 L. TIUK.Un,

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. AGDO

Roma, 2? giugno 1908

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Fuo. 3& .

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SBZION:E

P:RA.TICA

DIRETTORI

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PaoF. GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali : - Pagano e Giorgi: Il sol/ato di cinconina nelle febbri malariche. - Zampilloni: Metodo delle soluz.io!Ji definite per la colorazione alla Romanowski. - Riviste : - MEDICINA: - Castellani: La malattia del sonno (letargia dei neKri) ed il suo agente specifico scope1·to. - Sterberg: Le malattie nervose nella diatesi urica e nell' arterio-sclerosi. - PEDIATRIA: - Delcourt: I vomiti ciclici dti bambini. - CHIRURGIA: - I~eroy e Maystrian: Corpo estraneo nell'esofago. Gastrotomia. - Secreti: Infiammazioni e tuniori nei seni sfenoidali. - Note di medicina scientifica: - Proporzione dei leucociti durante la gra·vidanza, il parto e il puerperio. - Riaerche e studi intorno ai poteri selettivi delt' epitelio dei villi coriali. ra comunicazione: sul potere proteolitico. - I fermenti del liquido amniotico. · Pratica professionale : - CASUISTICA : - La coxalgia e la sciatica. - li,1ielite trasversa tubercolare. - Sèmeiologia del dolore dell.'orecchio. - Il riflesso acromia/e. - Il riflesso faringeo nell'isteria. - APPUNTI DI TERAPIA: - Importanza della medicazione calmante nella cura dell'ulcera gastrica. - Cura della dilataz._ione di stomaco. - Contro i violenti dolori del carcinoma gastrico. - Cura dei vomiti incoercibili delle gravide. - Un buon sedativo. Rimedi nuovi: Montefusco: Il tachiolo nella cura dell' eresipela. - Varia. Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Sul recente progetto di legge d'assistenza sanitaria e vigilanza igienica. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico analitico del presente numero. Diritti di proprieta riservati

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LAVORI ORIGINALI LABORATORIO DI MICROGRAFIA E BATTERIOLOGIA

Direttore : Prof. B. Gos10

Il solt•ato di cinconina n e I I e f e b b r i m a I a r i e h e. Nota prima dei dottori F.

PAGANO

e M.

GIORGJ.

Come abbiamo detto in llna nostra nota precedente nella (quale abbiamo riportate le nostre esperienze col solfato di chinino grezzo (1), noi fummo mossi alla ricei.·ca di questo pro· dotto anche dal desiderio di agire con un mi· scuglio dei vari alcaloidi della china, nel quale per lo m eno alcuni degli aloaloidi seconda1·i entrassero a far parte, sia pure in basse percentuali. Con le nostre esperienze volevamo infatti controllare in certo modo l'azione di questi alcaloidi, ben sapendo che nella ipotesi, che poi è divenuta certezza, che il prodotto grezzo da noi adoperato agisse bene contro le febbri malariche, legittimamentè avremmo po· tuto concludere che nel successo, benchè in (1) V. Policlinico -

Sezione pratica, pag. 673.

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piccola parte, non potevano ritenersi estranei quegli altri alcaloidi della china che, ptll' costituenclo una impurità di fronte alla chinina, come anche legalmente è riconosciuto, sono sempre per sè stessi delle sostanze di una qualche azione specifica. Nello avverarsi di tale ipotesi, era nostra intenzione di riprendere le esperienze cliniche già in gran parte fatte con ciasct1no di questi alcaloidi, salvo a tentare dei miscugli nel caso che le singole pro1re i~iuscissero clinicamente efficaci. Certamente • a queste esperienze ci incoraggiavano ben poco le precedenti cl1e verremo a loro luogo riassumendo, ma esse erano in certo m odo legittimate1 pe1~ quel che abbiamo detto sopra, dalle esperienze col solfato di chinina grezzo. Ed è perciò che, sin dai primi successi avuti con questo ultimo prodotto, noi non abbiamo esitato a incominciarle. Il prlmo sale da noi adoperato è stato il solfato basico di cinconina, e siamo ora in grado di riportare tutte le esperienze su forme di mala1·ia primaverile. premesse alc11ne notizie storiche e chimiche sul sale da noi adoperato e un riassunto delle


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IL

POLICLINICO

[ANNO IX, FASO. 35]

precedenti espe1·ienze che S(>no a nostra cono- WENHurs, HALLÉ conclusero dalle loro esperienze che questo sale poteva competere con scenza. • Isolata, benchè non completamente pura, quello di chinina. Nel 1825 BAILLY sperimentò dal dott. GoMES di Lisbona che le avea dato il solfato di cinconina in 16 terzane e in 9 il nome ma non ne avea riconosciuto la na- quotidiane. In 7 delle terzane non vide ritortura alcalina - la quale fu poi scoperta da nare l'accesso già alla prima dose: le altre PELLETIER e CAVENTOU che ottennero la SO· cedettero a dosi replicate e dopo un tempo stanza .quasi allo stato puro, - liberandola che variò dal 3° al 14° giorno. Ma le recidive non ,Jalle materie grasse - la cinconina è una mancarono. Le 9 quotidiane cedettero tutte tra sostanza incolore, cristallina, di reazione ba- il 2° e il 7° giorno e dopo dosi ripetute. BLEYNCE sica, di un sapore amaro particolare, stitico, dalle sue esperienze comparative tra il sol· persistente : precipita per evaporazione dalla fato di chinina e il solfato di cinconina fatte soluzione alcoolica in aghi sottili e in prismi nello stesso anno conclu~e che i due sali aveano quadrilateri. È appena solubile nell'acqua, un lo stesso valore terapeutico e che anzi il sol· po' più se questa è bollente, meno solubile fato di cinconina poteva esse1·e preferito. MAdella chinina nell'alcool, nel quale si scioglie RIA.NINI nel 1836 pubblicò 37 esperienze, tutte più facilmente se q11esto è concentrato. Jia un con buon successo. GIRA.ULT da sue esperienze potere rotatorio energico, devia fortemente a fatte nello stesso tempo concluse che nella destra il piano di polarizzazione della luce. maggior parte dei casi il solfato di cinconina Scaldata verso 165° fonde · e, raffreddata, si può sostituire quello di chinina, ma, quanto i·apprende in una massa cristallina. - Il sol- alle febbri perniciose , espresse il timore che fato basico di cinconina - che è il sale da le alte dosi che sarebbero necessarie potessero noi sperimentato - si ottiene o come preci- produrre delle sincopi. Nel 1854 BoucHA RD riferì su 15 esperienze pitato dalla evaporazione delle acque màdri che hanno servito alla preparazione del sol- fatte da PEPPER in Pensilvania, in 11 delle fato di chinina o neutralizzando dell'acido quali la prima dose impedì il nuovo accesso. solforico con un leggiero eccesso di cinconina. mentre in due fu necessaria una seconda dose È un sale che cristallizza in prismi romboi· e due recidivarono. Poco dopo W AHN, avendo sperimentato dali duri, trasparenti, ;solubili in 54 p. di acqua alla temperatura ordinari~" in p. 6. 5 di alcool questo sale nell'ospedale di Cherchell in Al· della densità di O. 85 e in p. 11. 5 di alcool geria, pubblicò due memorie sull'azione di assoluto, insolubili nell'etere, inalterabili all,a· questo· !ebb,rifugo: egli fermò più specialmente ria, fosforescenti a 100° come quelli del sol- la sl1a attenzione sul fenomeno della cefalalgia fato di chinina e, che a poco più di 100° periodica che dopo la, somministrazione di questo sale non di rado si osserva, e qualche fondono. Il solfato di cinconina sin dai primi del volta per lungo tempo. BRIQUET, sperimen· secolo scorso ha attirato la attenzione di molti tando quasi contemporaneamente, concluse sperimentatori sopratutto per il prezzo assai che il solfato di cinconina poteva rendere gli basso (1), molto inferiore ar quello del corri· stessi servigi del solfato di chinina. Egli spondente sale di chinina. Le prime ·esperienze nella sua pratica lo sostituì addirittura a che sono a nostra conoscenza sono quelle di questo ultimo. La febbre per il solito cede,ra CHOMEL e DoUBLE del 1821 ; da esse risultò al 1° accesso, di rado durava fino al 2°, in che il solfato di cinconina è bensì efficace nessun caso fino al 3°. Non ebbe mai recidive: nelle febbri malariche, ma non è da sostitt1irsi adoperava sempre dosi maggiori di un terzo a quello di chinina, essendone necessarie più di quelle del solfato di chinino. Nel 1856 alte dosi. MA.GENDIE qualche anno dopo, ben- HuDELLET) medico dell'ospedale di Bourg chè avesse in principio ottenuto dei st1ccessi, (Ain), portò un terzo contributo di osserva· pure finì con l'abbandonare e sconsiglia.re zioni, benchè non molto dettagliate : egli riferì su 507 casi di febbri periodiche di ogni questo sale. _ Poco appresso invece PoTHIER·PETROZ, NIEU· genere, trattate con 30-40 cg. di solfato di _ cinconina, dati in pozione in tre volte du(1) La casa ~Ierck di Darmstadt è in grado di rante la apiressia: il più delle volte non ' 'enderlo al prezzo di lire 13. 50 il kg., corri$pOn· vide il 2° accesso, raramente vide il 3°. dente a lire O, 01 il grammo. 2


(ANNO

IX, F ASC. 35]

SEZIONE PRATICA

Alla pozione egli aggiungeva 10-20 gocce di laudano per aumentare la efficacia del ri· medio. Nello stesso anno il LAVERAN pubblicò nella Gazette 1nédicale de Paris i risultati de' suoi esperimenti fatti per cinque anni a Blidah con questo sale, in comparazione con casi trattati con solfato di chinina o con la. semplice aspettazione. Egli desum·e va il ,~alore dei risultati delle sue esperienze dalla media degli accessi avuti nei singoli casi di ciascuna serie di esperimenti. Benchè egli concluda che il solfato di chinina è indispensabile pe1· combattere ogni accesso intenso pure sorprende il consiglio che egli dà di adoperare appunto il solfato di cinconina nelle febbri reeidivanti. Quasi contemporaneamente MrcHEI,E LÉvY faceva sperimentare il solfato di cinconina a Varna da ARTIGUES e nel Pi1"eo da BERBIS, e due anni dopo, nel 1858, si facevano esperienze su larga scala nei principali ospedali militari . dell' Alge1'ia e di La Rochelle per ordine del Consiglio di sanità francese. Queste esperienze furono 205: 106 su febbri primitive, 99 su recidive; si ebbero 194 successi e 11 in· successi. In complesso tanto dalle une qt1anto dalle altre esperienze risultò pure che il sol· fato di cinconina, malg1..ado le sue evidenti proprietà febbrifughe, i·estava sempre dietro al cor1"ispondente sale di chinina. Fu constatato infatti che le febb1·i primaverili che cedono a mezzo grammo di chinino richiedono una dose tripla di cinconina e che per con· seguenza il suo impiego µelle febbri estive sarebbe stato inutile se in dosi tollerabili, dannoso se in dosi proporzionali, tanto più in quanto che fu osservato che le proprietà tossiche di questo sale non sono minori, a dosi eguali, di quelle del corrispondente sale di chinina. E perciò il solfato di cinconina venne solo consigliato nelle febbri leggiere e al più nelle febbri di media intensità, se associato in parti eguali col solfato di chinino o dopo che per qualche tempo si era adope1--ato questo sale. Se ne sconsigliò ad ogni modo 1'11so nelle febbri gravi. Ne] 1860 l\ioUTARD·MARTIN, in una memo1. ia sul valore del solfato di cfuoonina nella cura delle f eh bri intermittenti diretta al direttore della pubblica assistenza, riferi su 23 casi nei quali avea dato questo sale dopo avere assistito almeno a tre accessi e in un tempo che fosse il più lontano possibile dallo accesso

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venturo. Delle 23 febbri 12 erano quotidiane, 10 terzane, una quartana. Delle quotidiane in 6 il sale agì, in 2 non agì: dalle altre quattro nulla potè concludere perchè il sale fu dato quando gli accessi eran<;> in decrescenza spon· tanea. Delle terzane 6 scomparvero più o meno rapii.lamenta, due soltanto furono attenuate, due restarono immutate. Anche il MourrARD·MARTIN qoncluse che le dosi devono essere per lo meno tre volte maggiori di quelle del solfato di chinino, a condizioni eguali, e consigliò una dose che con gli individui variasse dai 60 cg. al grammo. Egli propose questo sale quale ausiliare del solfato di chinina, prezioso anche dal punto di vista economico ed efficace nel , completare una cu1·a cominciata, per esempio, con una o due dosi di solfato di chinina. Anche a MICHELE LÉVY questa successione nei due sali sembrava più vantaggiosa che non la loro associazione la quale, a suo avviso, non aumenterebbe nè diminuirebbe la indi- . vid11ale potenza terapeutica di ciascuno di essi.• Nel settemb1"e del 1873 il dott. DouGALL pubblicò nell'Edinbu1!] Medical Journal una memoria nella quale riassumeva alcune sue esperienze comparative coi sal~ di chinidina, cinconidina e cinconina - 108 in tutto, delle quali 39 con la chinidina, 35 con la cinconi· di11 a e 34 con la cinconina - , su varie forme di malaria. Egli osservò che poca era la dif· ferenza nella efficacia terapeutica dei tre alcaloidi, e soltanto nelle dosi, che doveano es· sere più forti nella cinconina, meno nella cinconidina, e meno ancora nella chinidina. Non fece confronti coi sali di chinina. Nel 1880 il BouRRU l'ese note alcune sue espe· rienze col solfato di cinconina, dalle quali risulò la efficacia terapeutic:;t di questo sale, benchè più debole di quella del corrispondente sale di chinina. Q-µi si arrestano le esperienze con la oin· conina, dalle quali risulta evidente il fatto che non già dei dubbi sulla sua efficacia cli· nica, ma soltanto la maggiore efficacia della chinina ha tenuto finora lontano questo alca· Ioide dalla pratica medica. E le seguenti nostre esperienze, che ora riferiamo, fatte nell'ospedale di Santo Spirito a Roma nella scorsa staigione malarica, non sono che una nuova confe1·ma di questo fatto.


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IL POLICLINICO

I. G... A ... , di anni 24, manuale muratore. ' ~ Entra nell'ospedale di Santo Spirito la sera del 9 giugno ed è ammesso nel Conservatorio al letto n. 72. La mattina aveva avuto febbre che cominciata alle 8 ant. con brivido, era cessata alle 4 pom. con sudore. Due giorni prima la febbre era apparsa per la prima volta ed -_-_

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LANNO IX, FASC. 331

era cessata lo stesso giorno. Già il 10 marzo lo avevano colto le febbri. che erano durate due mesi e mezzo : e prima, nello agosto del 1899, ne aveva pure sofferto. Giovane robusto. Organi toracici e addominali sani. Milza non ·debordante . .Dia1·io. - 9 marzo. Entra apiretico alle 6 pom. 10 marzo. A piretico tutta la giornata. '

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8EZIONJl PRATICA.

II. B ... D ... , di anni 16, birraio.

40° 4: nel sangue parassiti di terzana p1'imaverile. adulti e in sporulazione. .A.Ile 6 pom. la febbre è cessata. 1 settembre. Apiretico tutta la giornata. Alle 10 ant. parassiti in via di sviluppo. · 2 settembre. Alle 5 ant.. cioè solo un'ora p1·ima che si attende i~ accesso, un grammo di solfato di cinconina. Febbre alle 8 ant. Alle 10 ant. 38° 4. Poi deferv escenze. . a settembre. Apiretico tutta la giornata. Alle 10 ant. esame del sangue negativo. 4: settembre. Apiretico tutta la giornata. Alle 10 ant. esame del sangue negativo. 5 settembre. Apiretico tutta la giornata. 6 » La mattina esce dall'ospedale.

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Entra nell'ospedale di Santo Spirito il 29 agosto ed è ammesso nella sala San Carlo, sezione Bacci, al letto n. 14. Due mesi fa, ad Ostia, ebbe febbri malariche che gli durarono 6 giorni. Tre giorni prima del suo ingresso nell'ospedale è ritornata la febbre non p1·eceduta da brividi, e da allora riappare a giorni alterni. Polmoni sani. Secondo tono della polmo· nare sdoppiato. Tumore <li milza. Diario. - 29 agosto. Entra nell'ospedale alle 9 ant. con febbre che dura fino alle 3 pom. circa. 30 agosto. Apiretico tutta la giornata. 31 » Febbre dalle 6 ant. A.Ile 9 ant.

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III. B .. U ... , di anni 14, meccanico. Ent1·a nell'ospedale di Santo Spirito il 30 agosto ed è ammesso nella sala San Ca:rlo sezione Bacci, al letto n. 10 c. Ha lavorato quest'anno a Fiumicino . ))a otto giorni ha febbre a giorni alterni, con cefalea interna e diarrea. La febbre declina con sudori profusi. Discreto .tumore di milza. Gli altri 01~gani • sono sani. Diario. - 30 agosto. Entra nell'ospedale con febbre a 38° 8. La febbre va declinando, e a mezzanotte è apiretico. 31 agosto. Apiretico tutta la gio1·nata. 1° settembre. Alle 10 ant. febbre preceduta

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III.

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1094

IL POLICLINICO

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[ANNO IX, F ASC. 35J

IV. R ... V .... , di anni 37, muratore. Entra nell'ospedale di Santo Spirito il 10 settembre ed è ammesso nella sala San Carlo, sezione Bacci, al letto n. 9. Viene da Anzio dove ha lavorato per due mesi. Il 3 o 4 agosto lo colsero le febbri malariche, che curò prima ad Anzio e poi all'ospedale, dove fu ricoverato 1'8 o 9 agosto. Qt1indici giorni fa le febbri sono ritornate : gli accessi dapprima si succedevano con intervalli di due giorni, poi si intercalarono degli accessi a giorni alterni, non sempre preceduti da brivido, accompagnati da cefalea. Ha preso chinino l'ultima volta il 31 agosto. Organi to1·acici e ad dominali sani. Diario. - 1O settembre. Entra di sera nell'ospedale senza febb1'e : ha avut"o febbre dalle 9 alle 15. 11 settembre. Apiretico tutta la giornata. Nel sangue parassiti di quartana adulti. 12 settembre. Apiretico tutta la giornata. 13 » Alle 6 ant. febbre; a mezzogiorno 38° 8. A mezzanotte temperatura normale. 14 settembre. Apiretico tutta la giornata. ·15 » » Alle 9 ant. parassiti adulti. 16 settembre. Alle 6 ant. febbre: a mezzogiorno 38°9. Poi defervescen'1a. A mezzanotte tempe1'atnra normale. 17 settembre. Apiretico. Leggie1~a elevazione di 37° 2 alle 6 pom. 18 settembre. Alle 9 1/ 4 ant. 1tn grammo di solfato di cinconina. Apiretico. 19 settembr·e. Apiretico. Alle .6 pom. 37° 4, poco dopo temperatura normale. 20 settembre. Esce dall'ospedale.

V . Z ..... G ..... , di anni 23, bracciante. Entra n ell'ospedale di Santo Spirito 1'11 settembrè ed è ammesso nella sala San Carlo, sezione Bacci, al letto n. 28. Non è stato mai malarico nè ha mai sof· ferto malattie gravi. Il primo di settembre fu colto da febbri che durarono 3 o 4 giorni e che non sempre erano precedute da brividi. Il giorno prima del suo ingresso nell' ospedale ebbe febbre con cefalea. Non ha preso chinino. Organi toracici e addominali sani. La milza non è palpabile. Diario. - 11 settembre. Entra nell'ospedale con febbre a 37° 8 che v~t declinando: a mezzanotte la tempe1'atura è normale. . 12 settembre. Alle 9 ant. parassiti di terzana primaverile adulti e giovani. Alle 3 ant. 38° 3. A mezzanotte temperatm·a normale. 13 settembre. Alle 9 ant. febbre ~ a mezzo-


lANNo IX,

35]

FAsc.

i5 settembre. Alle 6 ant. temperatura normale. Apiretico tutta la giornarta. Alle 9 ant. esame del sangue. n~gativ o . 16 settembre. Apiretico.

giorno 40° 4. Alle 6 pom. temperatura normale. Diagnosi di terzana primaverile doppia. 14 settembre. Alle 9 1/4 ant. un grammo di solfato di cinconina. Alle 3 pom. febbre; alle 6 pom. 39° 6. La tempe1~atura si mantiene elevata fino alla mezzanotte.

1095

SEZIONE PRATICA

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Esce dall'ospedale.

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[ANNo IX, F Asc. 35]

IL POLIOLINIOO

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V I. P. ... .. V ..... , di anni 33, bracciante. Entra nell'ospedale di Santo Spirito il 17 settembre ed è ammesso nella sala San Carlo, sezione Bacci, al letto n. 25-c. Dodici o tredici anni fa fu malarico. Da 7 o 8 anni abita fuori Porta del Popolo. Da 3 anni non a vev a avuto più febbre, q11ando 1'1 l agosto fu colto da febbre che· durò 7 a 8 giorni e scomparve col chinino. La febbre è ritornata il 15 settembre, ma leggiera e di breve durata.. E riapparsa il ~iorno seguente, complicata a sca1~iche liquide. Polmoni sani. Soffio sistolico alla punta del cuore. Secondo tono della polmonare rinfor· zato. Milza non debordante. Dia1·io. - 17 settembre. Entra nell'ospedale alle 9 ant. Poco dopo febbre: alle 6 pom. 39° 5. A mezzanotte 38°. ~

male. Alle 9 1/ 4 ant. parassiti di terzana prima· v erile in avanzato sviluppo. Verso le 11 ant. febbre: alle 6 pom. 40° 5. Temperatura elevata fino all~ mezzanotte. Diagnosi di terzana primaverile doppia. 19 settembre. Alle 9 ant. temperatura nor· male: gli si dà un grammo di solfato di cin· • con1na. Verso le 5 pom. febbre: alle 6 pom. 38° 6 ; alle 9 pom. 40° O, a mezzanotte 38° O. 20 settembre. Alle 3 ant. temperatura normale. Apiretico tutta la giornata. 21 settembre. Apiretir.o. 22 )) ))

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Alle 9 ant. febbre ; alle 3 pom. 40° 7 ; a mezzanotte temperatura normale. Diagnosi di terzana primaverile doppia. 3 ottobre. Alle 9 1/ 2 ant. parassiti adulti di terzana primaverile. A. mezzogiorno 37° 4 ; alle 3 pom. 39° 6 ; alle 6 pom. 38° 2, a mezzanotte 37° 2. A lle 9 pom. un grammo di solfato di cin • con1na. 4 ottobre. Api1·etico. 5 ottobre. Alle 3 pom. febbre ; alle 6 pomeridiane 38° 3 ; a mezzanotte 37° 7. 6 ottobre. A piretico. » 7 » 8 ))

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I casi da noi t1·attati sono stati dunque tre terzane prima,re1·ili semplici , t re terzane .. •


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primaverili doppie, U)la quartana: in tutti un grammo del rin1edio è stato tollerato ed è stato sufficiente a impedire il ritorno, se non sempre dello accesso immediato, del secondo accesso. Anche nell'unica quartana, forma, come è noto, assa.i resi stente alla chinina, l'effetto è stato assai manifesto per· chè alla somministrazione del rimedio non seguì che un accesso rudimentale. Senza dare una grande importanza a tali risultati, trattandosi di forme primaverili che, come è noto, facilmente si vincono, pur non permettendoci ancora di venire a conclusioni più favorevoli di quelle dei precedenti espe· i·imentatori i qt1ali tt1tti, tranne il BLEYNIE e il BRIQUET, non consigliano di sostituire il solfato di cinconina al solfato di chinina, ci sentiamo non di meno incoraggiati a tentare questo sale nelle forme di malaria estiva e ad estendere le nostre esperienze ad altri alcaloidi della china, il che ci proponiamo di · fare nella prossima stagione malarica. Marzo 1903.

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14. LEVY. Sur le traite1nent des ftèvres i1itermit· tentes par le srilplicite de ci1iclionine. Expérien · ces faites en 1854 au Pirée et à Varne. Mé· moire lu à l'Académie de médecine et reproduit dans le Bulletin de thérapeutique, t. XVIII. 1860. 15. Résnltat des expéri1ne1itatio1is faites da1is les

Jiopitaux 1nilitaires sur les sziccédanés de la quinine, savoir: szilphate de cincho1iine, ecc. (Recueil des mémoires de m édecine, de chi· rurgie et de pharmacie militaire, 1859, 3.me serie. t. II, p. 1). 16. MoUTARD- 1\IIARTIN. Mémoires sur la valeur du

sulphate de cinclto1iine dans le traitement des fièvres i1itermitte1ites (Mémoires de l'académie de médecine, 1860, t. XXIV, p. 447). 17. DouGALL. Phe febrifuge properties of the cinchona, qui1tidia and cinch{)ttidia (Edinburgh Medicai J ournal, sept. 1873, p. 193). 18. BouRRU. De l' action, comparative dzi szilphate de

ci1ichonine da1is le traiteJJien,t des fièvres inter· 1nitte1ites (Bulletin de Thérapeutique, 1880, t. XCVIII, p. 385). OSPEDALE DI S. SPIRITO IN ROMA

Metodo delle soluzioni definite pe1" la colorazione alla Romanowski per il dott. G1ovANNI ZAMPILLONI medico aiuto degh Ospedali.

BIBLIOGRAFIA.

RoMA.NOWSKI è stato l 'autore di una spe·

1. CHOMEL. Nouveau J ournal de médepine. Paris, ciale colorazione per cai la cromatina dei pa· novembre 1821, t. X, pag. 278, t. XII, p. 233, rassiti malarici e i nu~lei dei leucociti del mars 1825. ~. MAGENDIE. J ournal de Physiologie. T. 1, p. 91, sangue assumo1to elettivamente il terzo colore 1821. - In. J ournal de Pharmacie. T. VII, pavonazzo o i·osso-violetto che si forma nella p. 138. miscela di ·:i_uantità opportune di soluzioni 3. POTHIER. E1nploi dli s1tlphate de qninilte et ile la cincltoni1ie da1ts le traite11ie1tt des fièvres in· acquose di bleu di metilene e di eosina. Il ter1tiittentes (Thèse de Paris, 1821). valore di questa colorazione per lo studio dei 4. P.mTROZ. Bulletin de la Société m édicale d'é· parassiti malarici è addirittura enorme, tanto mulation. Novembre 1821. 5. NIEUWENHUIS. Dissertatio1t sur la ci1tclio1tine. da supe1·are tutti gli altri metodi di esame: Amsterdam, 1823. questo è addirittura il metodo principe per lo 6. BAILLY. Nouvelle Bibliothèque médicale, 1825. T. IX, p. 190. studio dei parassiti malarici. Questa colora7. BLEYNIE. Nouvelle Bibliothèque médicale. T. IV. 2ione sola finora permette di seguire tutte le 8. MAltIANINI. Osservazione sulla pratica aet sol· fato di ci1tconina (Formulaire de Magendie, modificazioni della cromatina e 1 intero pro1836). cesso di moltiplicazione nucleare dei parassiti 9. PEPPER. Possibilité de remplacer les sels de qui1nalarici. Essa è addirittura insupe1·abile sia 1ii1ie par cezix de ci1tcltoni1te dans le traitenient des ftèvres i1iter111,;tterttes. Annuaire de m édec. p er la diagnosi di parassita, sia per quella di et chir. prat., 1854. specie, sia per quella di età : infatti il paras10. W AHN. Annuaire de médecine et de chirurgie sita malarico si riconosce senza pericolo di pratiques. Paris, 1854·55. 11. BRIQUET. Praité thérapeutiq1ie du q1ii1tqzi;1te et scambio, giacchè è rivelata la st1a intima e de ses ]Jréparatio1is. Paris, 1855. speciale struttura ed è manifesta la cromatina 12. HUDELLET. Etude comparative des 'de11:r sulplta· tes de qui1iine et de ci1tclio1iine da1ts le traite- nucleare che è un indice della massima impo1·1ne1it des ftèvres inter1nittentes. Supplément à tanza; la diagnosi di età specialmente è assai l' Annuaire de thérapeutique de Bouchardat, · facile e sicura per la colorazione della croma· 1856, p. 121. . 13. LAvERAN. Etude sur l'action co11iparée du sul· tina, onde è possibile stabilire con precisione phate de q1iini1ie, du sulpliate de ci1iclto1ii1ie, la fase in cui si trova il parassita nel suo svi· et du q1ii1iiu11i dans le traite1ne1it des fièvre_s luppo graduale durante lo stadio vegetativo o inter1nitfe1ites d'Afriq1ie (Gazette médicale de mononucleare e lo stadio di divisione o poliParia. 3.me série, 1856, t. XI, p. 4 e 19). . ,,... ... ----------------~~~

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nucleare fino alla completa formazione di tutti i nuclei figli e delle spore. La colorazione alla Romanowski è anche ottima per lo studio degli elementi del sangue, di cui si colorano olt1~echè le emazie, e il cito· plasma e il nucleo dei leucociti, anche le gra· nulazioni dei leucociti e le piastrine. Però per quanto è importante la 0olorazione alla Ro· manowski, altrettanto n e è difficile la tecnica: ragione per la quale il suo uso non si è af· fatto divulgato. Ecco il metodo ordinario pnr la colorazione alla Romanowski: si prepara una soluzione concentrata o satu1·a di bleu di metilene e una soluzione all'1 per 100 o anche all'1 per 1000 di eosina; si mescolano in varie proporzioni e si cerca per via di tentativi la proporzione in cui si ottiene la colorazione speciale. Ora le proporzioni della soluzione di bleu di me· tilene e di eosina necessarie per avere una mis~ela buona, sono incostanti. Infatti, secondo RoMANOWSKI, che ha ado· perato una soluzione satura di bleu di metilene e una di eosina all' 1 per 100, le propor· zioni erano in media di 1 : 2. Secondo BASTIA· NELLI e BIGNAMI, che hanno adoperatq una soluzione preparata con 10 gr. di bleu di me· tilene e 100 di acqua, e filtrata dopo 24 ore (a t. di 24°, 25° circa), e una soluzione di eo· sina all' 1 per 100, le proporzioni erano di 2 : 5. Secondo ZIEM ANN, che ha adoperato una so· luzione di bleu di metilene satura a 25°-30° per tre giorni e una di eosina all'1 °/ 0 , le proporzioni erano di 1-3 : 2-5. Secondo LAVE· RAN, che ha adoperato una soluzione satura di blet1 di metilene, trattata in un modo speciale (azzurro di Borrel) e filtrata; e una soluzione di eosina all'1 per 1000, le propor· zioni e1·ano di 1: 4, coll'aggiunta di 6 di acqua. Secondo un altro processo di ZIEMANN, che ha adoperato una soluzione di bleu di meti· lene all' 1 per 100 e una di eosina all'1 per 1000, le proporzioni si trovavano in generale tra 1 : 4 e 1 : 7. Le proporzioni da me. tro· vate per una soluzione di blen di m etilene, preparata con 5 gr. di questa sostanza e 100 di acqua, filtrat a dopo qualche gio1·no ; e una di eosina all'1 · per 100, erano di 1 : 1, ooll'ag· giunta di 50 di a cqua. Come apparisce anche da questa breve e incompleta enumerazione, rist1lta che le propo1~zioni delle solazioni di bleu di metilene e di eosina sono variabili entro limiti abbastanza estesi; sicchè si è oh·

bligati ogni volta che si preparano le soluzioni, anche adope1'ando sostanze della stessa provenienza, di trova1·e per via di tentativi le proporzioni giuste in cui avviene la colorazione, il che porta gran dispendio di tempo e di lavoro. Secondo me, la ragione fondamentale della variabilità di queste proporzioni sta n el fatto che le soluzioni di bleu di metilene non sono definite, e quindi sono di· verse l'una dall~altra; il che proviene dal fatto che nella loro preparazione si mette del bleu di metilene in eccesso e la quantità che se ne scioglie non è affatto costantf', ma è variabile entro limiti abbastanza estesi, secondo le solite leggi delle soluzioni. Il metodo da me adottato già da parecchio tempo consiste nell'adoperare soluzioni definite di bleu di metilene, la qual cosa cerco di ottenere sia eseguendo le m}sure colla massima. precisione, sia titolando la soluzione in modo che la qua11tità impiegata di bleu di metilene si sciolga completam~nte . Questo metodo ha lo scopo di eliminare quelle ragioni determinanti la variabilità delle proporzioni adatte delle soluzioni di bleu di metilene e di eosina, che sono inerenti alla loro variabile composizione: e presuppone naturalmente che le .sostanze adoperate siano pure, la q11ale questione non riguarda la tecnica microscopica, ma la fabbricazione dei prodotti. A questo scopo soglio preparare delle soluzioni volumetriche di bleu di metilene e di eosina, nel modo seguente :Il blen di metilene, essendo una sostanza non troppo · facilmente solubile, come l'eosina, si può pestare in un mortaio. Si pesa la quan· tità voluta colla bilancia di precisione. In un matraccio quadrato si versa ut1 po' d'acqua distillata, poi il blen di metilene pesato, avendo naturalmente l'avvertenza di non .perderne ; quindi si aggiunge altra acqua distillata, senza però arrivare alla quantità- voluta di solu· zione, evitando di produrre bolle d'aria e fa .. cendola scorrere lungo le pareti in modo da trasportare la sostanza rimastavi aderente. Si lasGia in riposo ·e s~ può eventualmente riscaldttre a bagno maria a circa 25°, in modo da ottenere che tutto il bleu di m etilene si sia sciolto. Non si scuota mai per evitare la produzione di bolle d'aria. Poi si completa il volume con altra acqua distillata. Il matraccio di cui mi soglio servire è graduato a eme. 500 ed è munito di tappo smerigliato. L'eosina si pesa alla bilancia di precisione,


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SEZIONE PRATICA

si versa in un matraccio graduato in cui si sia previamente versata dell'acqua distillata; si aggiunge quindi altra acqua distillata senza però arrivare alla quantità voluta di soluzione ed evitando anche qui di produrre bolle d'aria. Si lascia in riposo fino a com· pleta soluzione, poi con altra acqua distillata si completa il volume. Il matraccio di cui mi soglio servire è graduato a eme. 100, ed è munito di tappo smerigliato. Le due soluzioni non vanno fil trate, perchè le sostanze devono essere completamente sciolte: vanno tenute bene tappate e conser· vate fuori della luce. Dopo un certo tempo non sono più buone e vanno rinnovate. Volendo fare la miscela colorante, si ver· sano al momento del bisogno in un vetro di orologio o in una vaschetta le quantità d~ter­ minate delle soluzioni di bleu di metilene e di eosina, che si misurano con due distinte . pipette graduate. Le pipette graduate sottili e con spazio morto sono preferib"ili per la p1·ecisione della misura alle burette graduate. Si mescola accuratamente il liquido con una bacchetta di ' retro e vi si immerge il vetrino col sangue disseccato all'aria e fissato in alcool assoluto per 30 minuti; avendo cu1·a di rivolge1~e la superficie che porta lo strato di sangue in basso e di allontanare, ~nche col ma1·gine stesso del vetrino, la patiua che si forma alla superficie del liquido, allo scopo di evitare rhe i precipitati vi si depositino sopra. Si lascia in riposo per un tempo determinato, sotto coperchio per evitare l'evaporazione, e alla luce diffusa; quindi si estrae il vetrino dalla miscela, si la,ra in acqua cor· rente, eventt1almente si pulisce dal precipi· tato, e si asciuga. Io ho adopPrato il Blet1 méthylène medicinale e l' Eosine cristall. B ambedue di Hoechst, acquistati da pa~ecchi anni. Faccio la soluzione di bleu di metilene al O. 50 per 100, e ne prendo eme. 2 con una pi· petta graduata a eme. 2 con sp::.,zio morto. La soluzione di eosina è all'1 per 100 e la mi· suro con una pipetta graduata a eme. 1 divil:la al 1/ 100 di eme. : la proporzione relativa della soll1zione di eosina per ottenere i mi· gliori preparati è di eme. O. 78. Il tempo necessario per la colorazione dei preparati è di minuti 30-45. Adope1·ando sostanze semp1·e identiche, cioè pure, ed evitando gli errori nella pesata di

esse e nella misura volumetrica delle soluzioni, si hanno risultati costanti. Ove ciò non accada, si vari di 1/ 100 di eme. alla volta la quantità della solu~ione di eosina, e si corregga l'e· vent11ale errore, che non può essere rilevante ; il clìe riuscirà senza confronto più agevole che l'avventurarsi alla ricerca delle propor· zioni giuste con delle soluzioni non definite. Roma, Ospedale di Santo Spirito, 1902.

RIVISTE JMIEDIOINA

La malattia del sonno (letargia dei negri) ed il suo agente specifico scoperto pel dott.

ALDO CASTELLANI.

I giornali medici inglesi, e spe·cialmente 11 Jou1·nal o/ tropica! medicine (1° giugno 1903) ci portano la notizia di un'importante scoperta del dott. A. CASTELLANI (1); il quale, inviato in missione al Congo dallft Scuola di medicina tropicale di Londra per studiarvi l'eziologia della malattia del sonno, avrebbe, secondo ogni probabilità., trovato l'agente specificc' di questo morbo in una specie di Prypanoso11za vivente nAl liquido cefalorachideo e nel sangue dei pazienti. Come· è noto, i t1·tpanoso11zi sono sporozoi dell'ordine dei flagellati, ed ebbero il loro nome per i movimenti a trapano di cui sono dotati. Son organismi fusiformi, talora ovoidi, terminanti all'estremità anteriore con un flagéllo che si prolunga lungo il corpo ed arriva quasi all'estremità opposta, dove mette capo ad un centrosoma o micronucleo. Tra il corpo e questo prolungamento o radice del flagello si ste~de una membrana animata da ondulazioni (membrana ondulante). Oltre al cen· t1·osoma o micronucleo esiste un nucleo o ma· cronucleo situato verso la metà del corpo. La trota, la rana, possono albergare nel loro sangue di questi tripanosomi innocui, così pure i t0pi delle chiaviche ne hanno un'altra spE>cie. Nel 1880 EwANS però scoprì nel sangue il primo organismò patogeno di q nesto gruppo nel· l'India, in una malattia degli animali eqt1ini, conosciuta col nome di Surra. Nel 1894 il BaucE studiando la nagana, malattia che fa stragi in tt1tto il grosso bestiame domestico dell'Africa australe e propagata dalla mosca Psé-tsé (Glossina 11zo1~sita1is), scoprì pure un pro· (1) Dott. ALDO CASTELLANI: ResearcJz,es

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IL POLIOLINIOO

tozoo di questo genere. Nel 1896 RouGET, medico militare fran·cese, riconobbe esser pure un tripanosoma la causa della dourina o malattia del coito, comune fra i cavalli del Nord dell'Africa, in Ispagna, ecc. Finalmente nel 1901 ELMA.SSIAN scoprì un altro tripanosoma nel mal de caderas (malattia delle cadute) dif· fusa fra gli animali eql1ini nell'America me· ridionale. Il tripanosoma innocu~ dei topi delle chia· viche è propagato dalle pulci e dai pidocchi di questi ~oditori. La nagana, malattia di tutto il bestiame domestico dell'Africa australe, è caratterizzata da debolezza ml1scolare, dima· gramento, paresi del treno posteriore, anemia, -edemi, febbre irregolare intermittente, tumore· Bplenico. I cavalli vi aono in special modo sensibili ed ammalano in forma acuta e, ben· chè conservino l'appetito fino alla fine, muoiono in un mese o poco più ìn uno stato cachet· tico, con profonda atrofia musco lare; i bovini, capre e montoni invece presentano una forma più lenta di cui possono guarire ; la malattia è inoculabile anche ad altri mammiferi; l'uomo e gli uccelli vi sono ~efrattari. La mosca tsé-tsé agisce unicamente come vettore, senza che il parassita abbia in essa uno speciale riclo di sviluppo. La surra degli equini indiani, sembra una nagana attenuata e l'agente · propagatore sa· rebbe una specie di tavano ('l'abanus tropicus). La durina o malattia del coito si propaga al· l'atto della monta e produce come lesione iniziale e principale localizzazione parassitaria degli edemi dei genitali; il sangue è infetto solo secondariamente ed i sintomi generali sono affini a quelli delle malattie preced.e nti, ma in forma ancora più attenuata. Invece il mal de caderas dell'America meridionale è più grave, con paralisi del treno posteriore, ecc.; non si conosce ancora come si propaghi. Tutti questi tripanosomi hanno differenze morfologiche molto piccole e non mancano autori che li ritengono semplici varietà più o meno patogene di uno stesso organismo . miCl'OScopico; ma gli ultimi studi di LAVERAN e MESNIL sono contrari a questo modo di ve· dere; infatti i modi di propagazione sono di· versi e d i sintomi pure, per quanto affini, presentano inoltre delle differenze morfo lo.· giche. · Si credeva che l' uomo fosse refrattario ad ogni infezione pa tripanosomi, ma recentemente (1901) DuTTON ne descrisse un primo caso, e poi MANSON (1902) un secondo, in in· dividui provenienti dall'Africa australe, dove erano stati curati prima come malarici; l'e· same del sangue rivelò assenza di parassiti

[ANNO IX, FASC. 35]

malarici, presenza di tripanosomi più piccoli di quelli osservati nelle epizoozie già note. Probabilmente si tratta di q11alche tripano· soma proprio di altri animali selvaggi, acci· dentalmente inoculato nell'uomo da qualche in· setto, giacchè anche per la nagana pare provato che l'origine della infezione p·r ovenga dai bu· fali selvaggi, che· la sopportano senza incon: venienti. Nell'infezione umana si rilevarono i seguenti sintomi : 1° andamento cronico, la malattia durava da più di un anno e non era stata influenzata dai chinacei ; 2° d~perimento generale e debolezza, specialmente agli arti inferiori; 3° febbri ad accessi irregolari in· termittenti con temperature non molto ele· vate (38°-38° 5, al massimo 39°); 4° anemia ed edemi locali alle gambe ed alla faccia, senza albuminuria ; 5° polso celere e lieve dispnea ; 6° eritema maculoso alla pelle ; 7° tumore splenico. Il parassita è lungo al massimo 22 mi· cromillimetri, compreso il flagello. Nella sua comunicazione sulle ricerche intorno alla ezio· logia della malattia del sonno, parla di altri tre casi di febbre da tripanosoma . ('l'rgpanosoma gambiense) da lui osservati col dott. BAKER nella regione del Congo. •

** * le cognizioni

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Queste in breve che finora si avevano sulle specie patogene di tripanosomi. Prima di venire alla nuovissima specie scoperta dal dott. CASTELLANI nei negri in· fermi di letargia, sarà bene dare un cenno di questo morbo, che attualmente fa stragi nella regione del Congo spopolando interi villaggi. È una malattia mortale di corso cronico, propria dei negri ai quali pare fino1·a limitata, · caratterizzata da disturbi nervosi e da una letargia lentamente crescente. Si incontra sol· tanto nei bacini del Senegal, del Niger, del Congo e dei fiumi ' minori intermedi. Il corso è molto variabile, da quattro mesi a qualche· anno, e si può dividere in tre pe· riodi. 1° Periodo d'invasione} che può durare dei mesi ed anche degli anni, è caratterizzato da cambiamento del carattere, che si fa violento, collerico ed indisciplinato; da accessi febbrili più o meno violenti; pe1'dita della memoria; cefalea; dolori vaghi; diminu,,;ione dei riflessi, specie del rotuleo, nonchè del senso muscolare e della potenza sessuale; lieTi disturbi della vista nelle ore in cui più sfolgora il sole : edemi limitati d'ordine trofico, specialmente tibiali e sternoclavicolari; ingorgo più o meno doloroso dei ganglii linfatici cervicali, talvolta anche delle ghiandole salivari; raramente com· plicazioni nervose (corea, epilessia, mania, ecc.


[ANNO IX, FASO. 35]

SEZIONE

PRATICA

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2° Periodo detto dl sonnolenza. Può. durare da qualche mese ad un anno. L'infermo è triste, apatico, taciturno, cerca la calma e la solitudine, si addormenta in un sonno irresi· stibile; questo stato di apatia può essere frammezzato da brevi periodi di eccitazione (loquacità, follia gaia o ~riste, monomanie diversé con impulso omicida o suicida). L'in· telligenza in ogni caso è indebolita, l'epilessia e la corea frequentissime, il riflesso rotuleo abolito, nella maggioranza dei casi anche gli altri riflessi tendono a scomparire. La forza muscolare, rimasta fino allora integra, dimi· nuisce rapidamente e così pure la sensibilità generale. Compaiono formicolii ed altre pa· restesie; i disturbi visivi aumentano, inentre scompaiono gli edemi e gl'ingorghi glandolari ed il polso si rallenta. Compaiono ancora ac· cessi febbrili accompagnati da dolori nell'asse cerebrospinale, ma l'appetito e le funzioni di· . gerenti sembrano conservate. Il 3° periodo detto paralitico, con decadimento generale dell' organismo, dura ordina· riamante almeno un mese, ma può essere prolungato dalle cure ospedaliere. È caratterizzato da aggravamento di tutti i sintomi; l'infermo dorme anche mangiando, presenta incontinenza di feci ed urine, piaghe di de· cubito; abbandonato a sè, diventa preda vi· vente degli insetti; generalmente finisce in coma. All'autopsia si t1'ova una mielite cronica diffusa con fatti degenerativi ascendenti e discendenti va1~iabili. Nell'ultimo stadio compariscono fenomeni e alterazioni proprie della meningite cronica e dell'encefalite diffusa.

dal diplococco di Frankel; una Commissione portoghese recentemente isolò un diplostrep· tococco dal liquido cerebrospinale d~i cada· veri ; BROEDEN dal sangue ottenne un bacillo speciale. A questo punto vennero le ricerche del CASTELLANI. Dapprima nell' 80 per cento dei casi ri11scì ad isolare dal sangue e dal liquido dei ventricoli laterali del cadave1..e una va· rietà di streptococco con caratteri culturali che divergono alquanto da quelli dello strep· tococco tipico. Il reperto però era molto raro in vita e solo per così dire in extremis. Ciò nonostante egli propendeva a dare un'impor· tanza eziologica a questo germe, quando, usando una tecnica più accurata nelle ricer· che sul liquido cefalorachideo, gli avvenne di trovarvi con molta frequenza un tripano· soma. Estraeva almeno 15 eme. di liquido con la puntura lombare, rigettaya i primi 5 eme. perchè commisti a sangue ed i restanti 10 centrifugava per 15 minuti in un tubo di saggio affilato all'estremità. Otteneva così sul fondo del tubo, un .lieve deposito biancastro, che esaminava a fresco a mode· rato ingrandimento e in cui scopriva facil· mente i tripanosomi, se presenti, per il loro moto caratteristico. Esaminati così 34 casi tipici rinvenne nel 70 per cento il tripanosoma. In due autopsie praticate lo rinvenne pure nel liquido dei ventricoli laterali. In pochi casi lo cercò anche nel sangue e lo trovò con certezza in uno. Fece ricerche di con· trollo in 12 casi di malattie ordinarie, fra cui 3 affetti da febbre da tripanosoma, · ma pel liquido cef a.lorachideo il reperto rimase negativo. Il trgpanosoma in questione non differisce gran che dal trgpanosoma gambiense proprio *** In quanto all'eziologia della malattia del dell'infezione febbrile umana; ma presenta sonno, finora si era al buio completo; essendo alcune particolarità che bastano a diff erenrisultate incerte e contraddittorie le ricerche ziarlo. Nel tripanosoma della malattia del e le ipotesi emesse al riguardo. La malattia sonno, il micronucleo è più vi ci.no ali' estrefu a volta a volta considerata come una forma mità posteriore e situato eccentricamente dal di malaria, di beriberi, di intossicazione ali· relativo vacuolo; questo vacuolo è generai· mentare, di insolazione, ecc. mente più grande; il flagello prende la sua Alcuni la ritennero causata da vermi; LE origine apparente dal micronucleo, anzichè DENTU ·l'attribui all' Angziillula intestinale, FER- dal vacuolo; infine la parte libera del fJaGUSON all' Ankglostoma dzlodenale, MANSON alla gello è più lunga. Benchè il CASTELLANI non Fila1'ia pe1~stans e quantunque quest~ultima abbia potuto fare esperimenti d'inoculazione ipotesi venisse enunciata dal suo autore con negli animali, per le citate diffe1..enze morfo· molta riserva, ebbe per qualche tempo il logiche propende a ritenerla una specie pa· maggior credito, ma non resistette alla cri· togena affatto nuova e causa della malattia tica ed al conf1·onto dei fatti. Altri ricerca· in questione. Di questa opinione è pure il tori le attribuirono un'origine batterica; CA· KausE, il quale, presentando i preparati del GISAL e LEPIERRE credettero di avere trovato CASTELLANI all'associazione medica di Bonn, il suo germe specifico in un bacillo isolato · propose che il nuovo parassita, analogamente del sangue; MAROHOUX la ritenne causata agli altri tripanosomi più conosciuti (Trgpano· (13)


1102 '

IL POLIOLINIOO

soma Lewisi1~ P: Bruce1~ T. Evansii) venisse chiamato, dal nome del suo scopritore, Trg· panosoma Castellani. In quanto al reperto streptococcico il KRlJSE ritiene giustamente debba attribuirsi ad un'invasione secondaria • negli ultimi stadii della malattia.

***

Altri fatti rimangono da assodare intorno all'eziologia ed alla . patogenesi di questo morbo, ma siamo lieti che il primo passo sulla via sicura sia stato dato dal giovane nostro connazionale, che onora l'Università di Firenze da ct1i è uscito nel 1899, non meno che l'Istituto d'igiene di Bonn diretto dal KRUSE, il J enrier Institute e la Scuola di medicina tropicale di Londra dove successivamente ha atteso a studi complementari di perfezionamento. F. RHO.

Le 111alattie nervose nella diatesi urica e nell'arterio-scl~rosi. (STERBERG.

Kli1iisch-tlierapezit. Woch., n. 7, 1903).

Nelle divèrse malattie :::i.on è sempre possibile clinicamente una classificazione anatomo·patologica dell' arterio-sclerosi. Per quel che i·iguarda l'etiologia dei vari processi, si devono differenziare : le malattie infettive acute (specie il tifo, la scarlattina e la difterite); le malattie infettive croniche (sifilide, malaria); le intossicazioni (con alcool, piombo, tabacco) e le autointossicazioni (artrite urica). Inoltre hanno grande importanza per il decorso dell'arterio-sclerosi le influenze eredi· tarie, gli strapazzi corporei, e i traumi psichici (affanni, emozioni, ecc.). Il GRASSET divide il decorso e le varie in· fluenze dell'arterio-sclerosi negli organi in tre stadi. 1° stadio : dell'infezione generale: i pazienti ingrassano, diventano precocemente vecchi; in alcuni casi si ha un'atrofia della cute che diviene raggrinzata inelastica; da parte del circolo si nota dispnea, rallentamento del polso e spesso un rinforzo del 2° t ono ao1·tico. 2° stadio : è caratterizzato dai casi di claudicazione intermittente. Tale sintoma consiste nel fatto che mentre i pazienti nello stato di riposo non avvertono alcun disturbo, o al più parestesie lievi, dopo 1/4-1/2 ora di cammino, sono stanchi e accusano dolori n elle gambe ; se gli ammalati non si hanno riguardo, sopra,7V Pngono formicolii e crampi ; le dita con· temporaneamente si fanno cianotiche, fredde o, a volte, pallide e anemiche. Tutti questi distu1·bi spariscono però dopo breve riposo. (14)

LANNO

IX,

FASO.

35]

Fenomeni anche di cosi detta claudicazione intermittente, si hanno pure a carico del cuore, caratterizzata da dolori sternali irradiantisi alle braccia, rallentam ~nto del polso, oppres· sione e accessi stenocardici. Similmente si hanno distn.rbi a carico dei reni (dolori, albu· minuria transitoria, edemi), dello stomaco e dell'intestino. Così pure le vertigini e le sin· copi che si hanno nel morbo di S tokes-Adam si devono riferire a ·fenomeni di « claudicazione intermittente » del cervello e del midollo allungato. 3° stadio : l' arterio-sclerosi ha localizza· zioni speciali che si rivelano sotto forma di miocardite con insufficienza cardiaca, aneurismi, trombosi delle arterie cerebrali, nefrite interstiziale, gangrena spontanea, ecc. La gotta è una infermità squisitamente ere· ditaria. Essa colpisce gli individui in pieno benessere, ma il più delle volte preludiano sintomi cerebrali quali un'eccitazione nevra· stenica, cefalea a tipo emicranico e vertigine. Nel suo quadro clinico poi troviamo: insor· gere spontaneo di varici, varicocele ed emorroidi, manifestazioni di urticaria ed eczenri cronici ; inoltre i pazienti van soggetti a bronchiti, reumatismi articolari del tipo dell'artrite defo1·mante ; infine, in alcuni casi, si trova una gotta genuina, in altri sedimento laterizio n ell' urina o calcoli renali. L'artrite anomala o la gotta viscerale degli antichi nlediri, che questi spjegavanc dicendo che un trattamento inconsulto abbreviasse l'attacco di gotta ri· cacciandolo negli organi interni, ci è resa chiara dai reperti anatomo-patologici rilevanti dei tofi nelle meningi del cervello e del mi· dollo, dei cristalli di acido urico nel liquido cerebro-spinale. Infine l 'art1·itis retropulsa si basa specialmente sull'arteriosclerosi che fini· sce per prendere nella gotta un completo dominio. In tal modo ci è chiara la « gotta cardiaca » e_ la « gotta cerebrale » degli antichi. Nella etiologia della diatesi urica troviamo tre fattori : l'eredità, un tenore di vita disordinato e le intossicazioni croniche con alcool · o piombo. Le manifestazioni ner,rose della diatesi urica sono di natt1ra cerebrale e neuritica. I primi ne formano i sintomi premonitori : pseudonevrastenia, vertigine, cefalea emic1"anica. La pseudo-nevrastenia si differenzia dalla vera nevrastenia p erchè non ha nel suo quadro le idee fisse e l'ansia. La gotta neuritica non è rara e colpisce le estremità superiori o inferiori. Un medico accorto non deve però mai dimenticare la pos· sibilità di una nevrite a.Icoolica o luetica. Nel quadro complesso della lombaggine, vi è una


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FASO.

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1103

SEZIONE .PRATICA

forma insorgente spontaneamente senza ma· lattie articolari con violenti dolori e con leg· giere e transitorie manifestazioni febbrili che . ' non è altro che un attacco di gotta nel campo delle ultime vertebre lombari unito molto spesso a una nevrite dei piccoli nervi che quivi decorrono. L'etiologia di tale forma la troviamo nei pazienti stessi, accesi in volto, pletorici, sofferenti di varici, emorroidi e per p1 ocessi articolari. Inoltre tale origine gottosa della lumbago è confermata dalle tarde mani· festazioni articolari e dal risultato efficace della cùra consistente nella astensione dall'alcool. Ai sintomi nervosi della gotta si riportano spesso manifestazioni dipendenti dall'arterio· scle1·osi: dolori vasali, dolo1"" di capo, cla11dicazione intermittente: la quale ultima può rimanere stazionaria o anche migliorare se mi. gliora la circolazione negli arti inferiori. · Nel terzo stadio dell'arterio-sclerosi si ha anche una pseudo-nev1·astenia preceduta da vertigini. In questo stadio possono manife· starsi negli ultimi anni emiplegia e anche pro.. cessi c"!i rammollimento cerebrale che determinano la paralasi pset1do-bulbarè. Poco conosciute sono le sclerosi pseudo-sistematiche dei co1·doni posteriori e laterali con manifestazioni paretiche o spastiche. La llrof ilassi della gotta consiste nella nutrizione appropriata, in sufficiente ginnastica del corpo; la dieta vegetale in molti casi ha avuto buon esito. Dei farmaci si possono usare alcali di acido ca1·bonico, soluzioni di sali di calcio e magnesia, variamente combinate spe. sotto fo1""ma di acque minerali. Nelle' nec1e vriti gottose la termoterapia ha grande importanza (bagni caldi, fanghi, bagni di aria calda secca) come pure l'elettricità e il massaggio. Nella lombaggine le iniezioni di acido carbolico o di antipirina hanno ben corrispo· sto. Se vi è arterio-sclerosi bisogna astenersi da un'energica cura di acque, al più ordinare una leggiera cura di acqua di Karlsbad solatii caztsa. La terapia medicamentosa dell'arteriosclerosi, ad ecce1Jione della cura iodica non dà risultati soddisfacenti. Come rimedi ~asali s~ecifici s'impieghi l'acido . nitrico (nitroglicerina, ecc.) ; così pure il trattamento con i pre· parati di teobromina (p. e. l'agurina) è molto lodato. La digitale è riservata ai casi di de·b olezza ca1~diaca, ad eccezione però dei casi di insufficienza aortica perchè restringé il lume vasale. Dott.

ANGELO PIAZZA.

PEDIATRIA

I vomiti ciclici dei bambini. (A. DELCOURT. Journal Jliédical de Bruxelles

11 giugno 1903).

'

Quest'affezione è di cognizione recente. · Studiata dapprima in America, attirò l'attenzione dei pediatri tedeschi e francesi tra . ' questi ultimi di CoMBY e MARFAN. In Ame· rica fu chiamata cgclic vomiting; altrove furono p1""oposti nomi rlifferenti. L' A., dopo aver riferito una sua interes· sante osservazione personale, così sintetizza il quadro nosografico di quest'affezione. Tre sintomi principali · ne dominano l'evoluzione: 1° Inizio sopravveniente senza causa apprezzabile, e terminazione brusca ; 2° Vomiti incoercibili; 3° Ricomparsa degli stessi sintomi ad in· tervalli più o meno prolungati. 1° Inizio. - La crisi scoppia senza cause ap~ pa1'enti. Talvolta il bambino va a l etto sano e nella notte presenta i sintomi caratteristici; altre volte, al contra1·io, la crisi si prApara dolcemente, ed alcune madri che hanno osservato 1 primi attacchi sanno prevedere la comparsa del male: il bambin·o è svogliato, stanco, senza appetito; la lingua è leggerm ente biancastra, gli occhi sono brillanti. La stitichezza è oBtinata. Qualche volta sembra che l'accesso sia dete1'minato da urta causa futile, innocente in altre circostanze (irrego· larità del regimf1 alimentare). 2° I VO'fl'titi. - Sono g ener31lmente , facili, poco dolorosi; nell'inizio contengono materie alimentari, poi sono sostituiti da un liquido ~ianco filante, con qualche traccia di sangue; in alcuni casi i vomiti erano nettamente verdastri. La loro reazione è sempre fortemente acida, e soprattutto al p1""incipio della crisi spandono odore di acetone. Questo carattere, secondo MARFAN, è costante, e q11esto auto1'e att1·ibuisce all'acetonemia la causa essenziale della malattia. Altri al1tori, specialmente americani, non concordano in q11esto concetto di MARFAN. Per gli americani i vomiti ciclici sono una mani· festazione della uricemia, e sarebbero dovuti non ad una accumulazione dell'acido urico ina ad una intossicazione per prodotti connessi all'acido urico, paraxantina ed ete1'oxan· tina (RoCHFORD). Anche per V ALAGUSSA (vedi Policlinico sez. medica) l'intossicazione acida ha pa1·te preponderante; per questo autore i vomiti ciclici sa1'ebbero l'equivalente di attacchi gottosi in bambini eredo-artritici. Negli inte1·· (15)


1104

[ANNo IX, FAso. 35)

IL POLICLINICO .

valli degli accessi si trova acido urico in ~ccesso nelle orine. Altri at1tori hanno p~nsato che i vomiti periodici siano le prime manifestazioni <'.lel· l'emicrania. ~videntemente. ricerche l1lteriori lumegge· ranno la patogenesi ancora oscura di questa affezione. È certo che i vomiti ciclici riconoscono la loro origine in una intossicazione del sangue, e che possono paragonarsi ai vomiti che si producono dopo la cloroformizzazione; in molti casi l'acetonemia non fu dimostrata; in quanto alla eredità neuro-art1·itica non bi· sogna esagerare la sua importanza, conside· rando il numero considerevole di fanciulli n~uro-artritici, di fronte alla rarità dei vomiti ciclici. L' A. ritiene che l'insufficienza epatica debba avere una parte nella genesi di questa affe· • z1one. 3° La pe1·iodicità. - Secondo l' A., contrariamente all'opinione di MARFAN, la pe1·iodicità è t1n carattere costante della malattia. Quando il bambino non è curato e non segue un re· gime conveniente, l'affezione ha tendenza ad aggravarsi, a ricomparire con intervalli sem· pre più ravvicinati, con serie consegl1enze per lo stato generale. Al contrario sotto l'influenza di un regime razionale, i vomiti non si riproducono e la guarigione può essere completa. N ell'inter· vallo delle crisi, il bambino presenta i segni di una salute ·p oco fiorente, è pallido, ed è in uno stato di nervosismo rimarchevole. DIAGNOSI. La diagnosi dei vomiti ciclici può presenta1--e in alcuni casi delle difficoltà grandi. In effetti la cefalalgia, i gridi !amen· tosi del bambino, la posizione che prende nel letto, i vomiti ripetuti, la stitichezza possono far pensare alla meningite tubercolare all'ini· zio. l\'Ia in questa i vomiti sono più facili, il ventre è generalmente retratto, non doloroso, i fenomeni pupillari sono precoci, lo stato del polso è caratteristico. Il cambiamento di ca· rattere del bambino, che precede l'evoluzione della meningite, è un sintoma importante per la diaO'nosi; più raramente valgono il segno di Ke;nig e la rigidità della nuca. Nei casi molto dubbi, la puntura lombare, facile ed innocua, seguìta dall'esame citologico del li· quido ce1·ebro--spinale, fisserà il diagnostico. Cr:RA. - 1. Al mo1nel'zto della crisi. - Lo stato di na.u sea pe1·manente del bambino sugge· risce, come prima indicazio11e, la dieta assoluta. MARFAN consiglia l'acqua zuccherata, fon_ d an· dosi sul suo concetto della p1·evalente acetonemia. L'A. preferisce astenersi assolutamente (16) •

dal fare assorbire al bambino nè meno l'acqua pura; egli due o tre volte al giorno fa segni re .ad un clistere evacuante una larga irrigazione di siero fisiologico al 7 o 8 per 1000; con ciò raggiunge il doppio risultato di combattere la marcata stitichezza e di permettere al malato di traversare la crisi, sopportand() la dieta; nei casi gravi bisognerà ricorrere anche alle iniezioni ipodermiche di siero fisiologico. 2. Dopo la crisi. ____; Cessati i vomiti, il bambino dovrà essere alimentato con grande prudenza, con latte aJlungato con acqua di Vichy, decozione di cereali, ecc., arrivando gradatamente ad un regime dietetico severo sul quale converrà insistere. La base dell'alimentazione saranno il latte e le uova; di tempo in tempo, non tutti i giorni, un po' di carne bianca. Saranno proibiti i végetali acidi (pomidori, cipolle); saranno del pa1·i proibite le spezie, le carni in conserva, i dolciumi, la birra ed il vino. Come bevanda si userà l'acqua pura o un'acqua alcalina. Al mattino, a digiuno, qualche frutto crudo (uva o arancio) o della conserva di frutti. Si consiglierà l'esercizio moderato · all'aria aperta, specialmente col soggiorno in campagna se il bambino è molto n~1·voso; tutte le mattine si farà un bagno tiepido con frizione di sapone. Come medicamento si potrà dare ogni 8 giorni, e poi ogni 15; un cucchiaino di sale di Carlsbad in un mezzo bicchiere d'acqua tiepida e tutte le mattin~ UD cucchiaino di glicerina in un po' d'acqua. Questo medicamento per il suo sapore dolce è molto ben accetto ai bambini e la sua azio11e influisce favorevolmente sulla secrezione epatica. Dott. A.. G AROFALO . .

CHIRURGIA.

Co1·po estraneo nell'esofago. Gastrotomia. (LEROY

e

MAYSTRIAN.

Àrcli. 1néd. belges,

Il.

4, 1903).

Riferiscono di UD individuo, il quale durante il sonno aveva ingoiato una dentiera, montata in gutta-perga, a piastrone: costui si presentò al medico nel giorno seguente all'a~­ caduto. senza alcun sintoma, ingoiando bene ali· menti ·l iquidi e minestre soltanto, senza che la palpazione facesse nulla rilevare nella regione del collo ed in quella dello stomaco. Sottoposto alla radioscopia questa riuscì nega tiva.


(A.NNo IX, FAso. 35]

1105

SEZIONE PRATICA.

Il medico pensò che il corpo estraneo fosse già Infiammazioni e tumori nel seni sfenoidali. sceso nello stomaco, e la difficoltà alla ùtge(SECRE~I. 1902). stione completa fosse di natura irritativa~ con· Nella sua importante memoria l' A., dopo sigliò vitto liquido e rimandò il malato; senonchè questi in capo a 12 giorni di com- aver premessi degli opportuni ricordi di anapleto benessere in cui si era nutrito di uova tomia e fisiologia dei seni sfenoidali, tratta crude, latte e purée di patate, fu colto da vo· la patologia dei seni stessi. Si occupa dapprima delle infiammazioni o miti al minimo tentativo di introdurre cibi solidi: tornò al medico. Si pensò che il corpo sinnsiti. Riporta varie statistiche ed attribuisce la estraneo ancora si trovasse nell'esofago e si praticò il sondaggio (un po' tardi!) e con una diversità dei pareri tra gli autori, ci1~ca la sonda si incontrò un ostacolo a cm. 35 dal· frequenza delle varie sinusiti, al fatto che l'arcata dentaria, che non solo non si spo· molte volte i sintomi vengono ad essere tra· stava, ma ai tentativi provocava sangue, fa· scurati o rimangono più o meno latenti così che tali sinusiti vengono scoperte solo col re· cendo prevedere che fosse im1Jegnato. Si procede all'intervento per la laparotomia, perto dell'autopsia. Le sinusiti sfenoidali si dividono ·i n acute non potendo l'ostacolo, per la su~ positura~ , aggredirsi d'altre vie. Messo allo scoperto lo e croniche, La forma acuta, che abitualmente è una stomaco, v i si pratica un'incisione sulla pa· rete anteriore, nel punto medio, dell'ampiezza complicazione della corizza acuta, è poco indi due centimetri o mezzo; indi si passa attorno teressante. La fo1·ma cronica, invece è molto più inteall'incisura un'ansa di filo a borsa di tabacco e la si stringe attorno al dito esploratore intro·' ressante. La sua etiologia è oscura. Può sucdotto in cavità; così la parete può essere re· . cedere alla acuta, può aversi per propagazione spinta e seguire il dito che si affonda, senza di lesioni vicine (fosse nasaii, altri seni) ; o che materiale fuoriesca per la breccia. L' ope· di lesioni lontane (polmonite, reumatismo, turatore p11ò così raggiungere attraverso il car· be1~colosi polmonare) pe1· via sanguigna; o per dias l'esofag o, e coll' aiuto di una sonda immessa traumatismi (frattu.re della base del cranio)~ per la bocca e r espingente il corpo estraneo, un· o interventi settici; o infezioni generali, ecc. I sintomi della fo1·ma ac1ita sono : dolori gra· cina la dentiera con delicatezza e per quanto con una certa difficoltà, riesce a ti1~are il corpo vativi propagantisi all'occipite ed al vertice estraneo n ello stomaco. Indi sutura e riunisce della testa, spesso rigidità del collo, febb1·e • quasi sempre, insonnia, abbattimento, vertigini per prima. N ella letteratura, di casi di corpi estra· ~pecialmente nell'abbassare il capo, disturbi nei nell'esofago, trattati eolla gastrotomia ve oculari vaghi (lacrimazione, blefarospasmo, ne hanno altri 6, di RICHARDSON, W. B u LL, ambliopia), sintomi obiettivi tutti spiegabili con la ritenzione del secreto entro il seno. FINNEY, KoRTE, LEJAR s, TH1RuR. Obiettivamente, con la rinoscopia anteriore, La tecnica adottata dall'autore ha qualche. somiglianza con quella di W. BuLL, il quale si nota la mucosa tra il tramezzo ed il corpraticò pure un'incisione di cm. 3, adattando . netto medio molto rossa e spinta in a vanti ; la breccia esattamente al dito con due punti la fenditura olfattiva molto ristretta o chiusa del tutto dall'accollamento del cornetto medio di sutura estremi. · L' A. dice il suo metodo superiore a quello tuip.efatto al setto. Tra queste due parti, muco-pus, più o meno degli altri, non solo per l'esattezza assoluta, con cui la mucosa gastrica viene a serrarsi abbondante. Con la rinoscopia posteriore si attorno al dito, ma perchè ovvia le grandi vede del p11s sulla estremità posteriore dei coraperture e d'introdurre tutta la mano nello netti, sulla volta del faringe. Nella forma Cl'Onica si ha: cefalea diffusa, stomaco. Consiglia in casi analoghi di ricorrere alla radiografia anzichè alla radioscopia, sorda, prof onda, gravativa (localizzata .per lo perchè la prima è più sicura e permette che più al centro della testa e irradiantesi alla si fissi ·un'immagine, anche quando questa nuca o ::tl fondo degli occhi) persistente pe1· non si apprezzi colla radioscopia semplice, anni e dovuta all' ostacolato deflusso del pus tanto più che in quella regione l'ombra car- dal cavo sfenoidale attraverso il piccolo orificio. diaca si presta benissimo a mascherare un Talora viene colpita una delle b r anche del trigemino. I malati hanno incapacità al lavoro, corpo estraneo non molto denso. ottundimento delle facoltà cer ebrali, scolo di BIAGI. pus nel faringe o dalle narici; e mettono un odore cattivissimo simile a quello dell'ozena, (17}

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1006

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Th POLICLINICO

e che si differenzia dalla rinite atrofica p~rchè n~lla sinusite il cattivo· odore è per lo più percepito dal malato stesso. Con la rinoscopia anteriore e posteriore si scoprono i dati del· l'infiammazione cronica. · Non poche sono le co1nplicazi'oni che acèom· pagnano le sinusiti sfenoidali e quasi tutte di gravità eccezionale come: perinevrite e nevrite ottica retrobulbare, meningo-encefaliti, flem· moni orbitari, flebite della ve.n a oftalmica, emor1·agia mortale consecutiva a necrosi delle pareti del seno, che _si spiega con i rapporti di vicinanza esistenti t.ra la carotide, il seno cavernoso e il seno sfenoidale, ecc. Quanto all'aria tomia patologica l' A. dice che il contenuto del seno sfenoidale nelle sinusiti è formato da muco d'aspetto ora normale, 01·a sieroso filante, ora da liquido purulento e tal· volta anche caseoso. Nel pus si è trovato il bacillo dell'influenza, il pneumococco, il diplo· cocco, stafilococchi e streptococchi, non di rado associati al bacillo fetido. La mucosa pu.ò essere poco o molto modificata; spesso coperta di essudati fibrinosi, edematosa, infiltrata; talora germogliante fun· go sa. L'osso è spesso alterato, ed è stata trovata interrotta la sua continuità (più spesso in cor· rispondenza della sella turca) nei due quinti dei casi. Qt1anto alla diagnosi l'A. p1..emette che è difficile in vita,· e ad essa ci indirizzeranno non tanto i sintomi, che poco o nulla potranno dirci, quanto l'esame diretto della località con: l'esplo1·azione specillare, il cateterismo, la pun· tura esplorativa, la resezione del cornetto me· dio, la radiografia. Per llltimo l' A. illustra un interessante caso di osservazione personale e tratta della profilassi e terapia delle sinusiti. Dopo le infiammazioni, sono esposti i tun1ori dei seni sfenoidali ;4umori che però sono rarissimi e quasi ignorati. Pochissimi sono i casi pubblicati: VIRCHOW, ZucKERKA.NDL hanno riscontrato degli osteomi; Lo\\. .SON un condroma congenito; BEHRING· WICHERKIEWIZ il sarcoma; ALBERT l'epite· lioma; FERRERI il fibro-sarcoma. Svolta quindi la sintomatologia e la diagnosi, espone il trattamento chirurgico, per il quale esistono pa· recchi processi, che l' A . descrive, illustrandoli con delle figure. Dott. LEOTTA. Rece1itissime pu,bblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. & Indirizza.re richieste coD Cariolina-vaglia alla Società Edl· trlce Dante Allghlerl - Roma.

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NOT~

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DI MRDICINA SCIEN'fTFJOA

Proporzione dei leucociti du1..ante la gravidanza, il parto e il pue1·perio. L'ha indagata HAHL in 36 donne, ed ha ottenuto questi risultati: 1. Negli ultimi. giorni della gravidanza il numero dei leucociti è aumentato. 2. Quando cominciano le doglie comparisce una iperleucocitosi discretamente forte. 3. Questa iperleucocitosi è determinata da un aumento numerico delle cellule polinucleate. 4. Nel puerperio l'iperleucocitosi scema unifor· memente, sicchè per .solito, entro la prima setti. man~, ha luogo un ritorno alla norma. Questa iperleucocitosi HAHL cerca spiegarla, nel modo più interessante, in consonanza alle teorie dell'EHRLICH. Si deve ammettere che l'aumento numerico delle cellule polinucleate sia dovuto alla presenza di una sostanza chemiotattica positiva. È anche probabi· lissimo che tale sostanza si formi durante i pro· cessi in atto durante la gravidanza nello sviluppo del prodotto del concepimento. I leucociti aumentano considerevolmente di 11u· mero all'insorger delle doglie, perchè i leucociti accumulati nell't1tero v engono discacciati per via puramente meccanica; essi, per la contrazione del· l'utero, vengono spremuti fuori, nel circolo gene· rale. Gli è d11bbio se in questo si debba scorgere llna _ragione sufficiente di tale iperle11cocitosi, la quale persiste dt1rante tutto il parto e spesso fin parecchi giorni dopo. Se la durata in vita dei leucociti si valuta a giorni o a settimane,. non c'è bisogno di ricercare la causa di questa persistente iperleucocitosi in una nuova immigrazione di leucociti. Ove però ai leu· oociti · non si conceda una cosi lunga vita, si po· trebbe ammettere che forse lo stesso elemento che· miotattico, il quale nella gravidanza ha spiegato azione attrattiva su i leucociti, durante il parto venisse in maggior quantità portato nel circolo ge· nerale e con la sua presenza determinasse nel san· gue una viva emigrazione di cellule polinucleate. Un nuovo stimolo di cotesta specie potrebbe anche esser dato dall'involuzione dell'utero nel pe· riodo del puerperio. (Arch. f. Ginali·., Bd. 67, Heft 3, 1902; rif. in B erl. klÌn. TVoclienschr. Litterat. A1is.zti.ge. 1903).

Ricerche e studi intorno ai poteri selettivi dell'epitelio dei villi coriali. 1 a comunicazione : Sul potere p1·oteolitico. In questa prima serie di ricerche il dott. MERLETTI si è proposto di indagare, con ricerche chimiche di· rette. sùl sangue p1acentare e fetale, se i proteici del


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sangue materno, nel passaggio al feto, subiscono in della gamba del med_esimo lato : i muscoli sono atrogrembo alla placenta, la scomposizione proteolitica. fizzati. I medici concludono per una sciatica ed in· Furono determinati i proteosi ed il peptone di viano la malata all'ospedale. Kuehne, coi metodi di Kuehne-Balke e di Devoto: Ora, nella nevrite sciatica un segno non manca dubbia, od almeno eccezionale, rimase la dimostra· mai: l'abolizione del riflesso achilleo. Questo riflesso zione dell'antipeptone; in forte copia, invece, sono · si esercita sul dominio dello sciatico, mentre il ri· flesso rotuleo occupa la regione del crurale e perciò rappresentati i proteosi e più nel sangue placen· tare, che n el fetale. Quest'ultimo fatto denoterebbe nella sciatica resta normale. Per studiare il riflesso achilleo bi~ogna far inginocchiare il malato sopra - che i prodotti della proteolisi, non passano tutti, -0ome tali, al feto e lascia credere ad 11n potere una sedia coi piedi ballanti e abbandonati, fuori dell'orlo della sedia stessa. Una percussione sul ten· sintetico degli elementi staminali placentari. La proteolisi è ottenuta da un fermento peptico dine di Achille provoca un movimento del piede. Ora, questo segno persisteva accentuatissimo nella elaborato dalla placenta, che digerisce la fibrina: questo enzima è un prodotto degli elementi del maJata del Babinski. Non. dunque da sciatica ella era affetta, persivillo, ed è da escludersi che sia liberato dall'ele· mento deciduale. stendo il riflesso achilleo. La malata aveva, invece Esistono prove indt1bbie che i prodotti della pro· una coxalgia all'inizio. L'esame dell'anca non ri· ieolisi non sono da addebitarsi ad un processo di velava nttlla a tutta prima : i movimenti di flessione, autolisi, ma provengono r ealmente dn. un processo di abduzione, di rotazione, si esercitavano presso a poco in modo simile da entrambi i lati. Pure, sol· digestivo placentare. Per molti argomenti devesi ritenere che la spie· levando la gamba sinistra, l'anca sinistra seguiva gazione, comunemente data ed accettata del feno· il movimento . .A. destra questo sollevamento del· meno pepton1tria p1ierperale non corrisponda al vero : l'anca non si verificava nel raddrizzare l'arto in· la genesi del fenomeno, f?tarebbe, invece, in rap· feriore. porto diretto con questi fatti di proteolisi placentare. Aggil1ngasi che i riflessi rott1lei erano in questa donna molto esagerati e si sa che questa esageraIl potere digerente dell'epitelio coriale, spièga, fors'anche, il carattere maligno, metastatico, rico- zione dei riflessi rotulei si osserva di solito nelle affezioni articolari. Qui la causa ne era una coxalgia. nosciuto ai corioepiteliomi. I due segni concomitanti, atrofia ed esagerazione (.Rassegna di Ostetricia, aprile-maggio 1903). dei riflessi tendinei, non si osservano se non in una malattia che è al)bastanza rara e inte1·essa egual· I fe1·menti del liquido amniotico. mente gli arti st1periori: la sclerosi laterale amio Il dott. BIONDI, aiutante del pròf. SCHAUTA a trofica. Nella malata del Babinslti la diagnosi do· Vienna, pubblica nel Cen,trbl. j. Gyrial;ologie di aver veva essere stabilita con certezza perchè da essa -trovato nel liquido amniotico, raccolto prima della dipendeva la scelta della cura. Non è indiffer ente rottura delle membrane, in 25 casi, sempre della infatti confondere una sciatica con una coxalgia: pepsina e del fermento amilolitico, qualche volta l'immobilizzazione e l'estensione dell'arto, inutili d ella lipasi, il fermento che sdoppia il salolo ed u.n nella scia ti ca, sono indicati nella coxalgia.. enzima analogo al fibrino-fermento. Donde provengono questi fermenti '? Mielite trasversa tube1·colare Non dall'urina, non dal sangue del feto - egli ha escluso ciò con ricerche sperimentali - ma dal La tubercolosi miliare del midollo spinale e le sangue della madre. s11e infiammazioni di natura tubercolare consecutive a spondiliti non sono rare e-venienze ; ma focolai tubercolari isolati di rado sono stati osser· vati in quest'organo. T SCHISTOWITSCH ne descrive un reperto in lln uomo che soffriva di tubercolosi polmonare ; in esso. lentamente si svilupparono i sintomi di una La cox9ilgia e la sciatica. mielite trasversa. 1.A.ll'autopsia si rinvenne un foIl dott. B ABINSKI, dell'Hopital de la Pitié di Pa· colaio tubercolare a livello della IX-XII vertebra rigi, ha riferito testè, nel .Toiirnal cles praticiens, toracica. N ei dintorni del canale centrale la so· sopra un caso di diagnosi dubbia tra coxalgia e stanza grigia era quasi completamente trasformata in masse caseose ; all'esterno di questo focolaio se sciatica. ne trovarono parecchi pi1ì piccoli ; qua e là tipiche Tale diagnosi differenziale non è sempre facile. Il caso è il seguente : giganto-cellule. (ORTH. Festschrift, rif. in Berl. klin. l1Voclie1tscltr., Una giovane donna soffre da un anno di vivi 1903, L;tt11rt-Anszitge). dolori a.I la parte posterio1~e della coscia sinistra e , (19J

rI\ ATIeA pI\ oFEssIoNAI, E


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Semeiologia del dolore dell'orecchio. Il dott. CONNAL in Pke Glasgow Med. Jo1irrtal (marzo 1903) pubblica lln lavoro con questo titolo. Il dolore dell'orecchio, secondo l'A., può essere dovuto ad un processo morboso localizzato nel· l'orecchio o nelle parti immediatamente vicine. In questa classe che comprende le affezioni infiam· matorie, il dolore è di rado localizzato nell'orec· chio, ma si irradia n ella testa. L'otalgia può dipendere da malattie che non sono direttamente in rapporto con l'orecchio. È così che CONNAL studia successivamente il do· lore dell'otite media, qualunque ne sia l'origine, delle lesioni del condotto auditivo esterno, della mastoidite. Passa qu,indi in rivista alcune delle cause più comuni del dolore riflesso, come la carie dentaria, l'ascesso e le alterazioni delle tonsille, le ulcera· zioni della parete faringea e del naso-faringe, le affezioni della base della lingua, dell'epiglottide e del laringe. Finalmente esistono anche casi di nevralgia della regione mastoidea..

i rimedi atti a combattere le contrazioni piloriche riflesse, le quali impediscono la cicatrizzazione del· l'ulcera. Cosi, anche allorquando non vi sieno do· lori intensi, oltre le solite prescrizioni medicamen· tose, dietetiche e igieniche, egli propina per clistere tre volte al giorno 15 grammi della segu~nte solu· • z1one: Bromuro_ di potassio . . . gm. 10 Codeina . . . . . . • • 0.20 Acqua distillata . . . . . .. > 150 Se oltre i dolori epigastrici il malato accusa ce· falalgia ed altre nevralgie, l' A. prescrive la seguente soluzione: Bromuro di potassio. • • . gm. 10 5 .Antipirina . . . . • • • • Acqua distillata . . • • • > 150 da usare nel medesimo modo che sopra. Se l'ipersecrezione acida è molto intensa, l'.A.. pra· tica iniezioni ipodermiohe di una miscela di atropina e codeina. L'.A. dichiara di aver ottenuto risultati lusinghieri dall'uso di questo metodo in una cinquantina di casi, nei quali tutti i disturbi morbosi si· dissiparono nello spazio di tre settimane.

Il riflesso acromiale di BECHTEREW consiste in questo: quando si percuote l'estremità acromiale della scapola e l'apofisi coracoide si provoca una leggiera flessione dell'a· vambraccio e del braccio corrispondente accompa· gnata da una leggera rotazione della mano all'in· dietro, qualche volta anche da una flessione delle dita.

Il riflesso faringeo nell'isteria. WEILL, di Lione, constata che il riflesso farin· geo manca spesso in persone benissimo equilibrate. La sua assenza non costituisce dunque, come alc11ni pretendono, un segno molto importante di isterismo.

APPUNfl'I DI fl'El\APIA Importanza della medicaiione calmante nella cura dell'ulcera gastrica. Le sofferenze cui ' ranno soggetti gli individui ammalati di ulcera gastrica, sono dovute non solo alla ulcerazione per sè, ma altresl allo spasmo con· comitante del piloro. KELLING perciò giustamente, in una sua comunicazione all'ultimo Congresso dei naturalisti e medici tedeschi a Carlsbad, ha insistito (Wiener Med. Wocli., 29 novembre 1902) sulla necessità di som· ministrare ai pazienti, metodicamente e con energia (20~

Cura della dilatazione di stomaco.

Nella dilatazione gastrica dei neurastenici il dottore C. LEMOINE nel Nord médical del 15 aprile 1903 raccomanda specialmente, come stimolante del tono stomacale, la stricnina e l'ipecacuana. Tutte le settimane egli prescrive di prendere, per tre giorni di seguito, al principio dei tre pasti, un cucchiarino della soluzione : Solfato di stricnina Acqua distillata .

• •

centgm. 5 gm. 150

Negli altri 4 giorni fa prendere, invece di questo cucchiarino, una cartina di queste: . Polvere di belladonna . . . centgm. 50 Id. di follicoli di senna. gm. 2 Id. di cascara sagrada. ·. ana gm. 3 Id. di genziana . . . Id. di ipecacuana . . . ( 2 Naftolo ~ polveri~zato . . . \ ana gm.

l

M. e div. in 30 cartine. Questa cura alterna ha per iscopo di evitare la intossic~ione stricnica e di lasciare il malato sotto l'influenza della cura intestinale. Tutte le sere frizioni s11lla peJJe, specialmente sulla regione dello stomaco, con :

Essenza di trementina . Alcool canforato . . . .AJcoolato di lavandula . (La

. . . gm. 20 . . . • 100 . . . > 120 B elgique médicale).


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SEZIONE PRATICA

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Contro i violenti dolori del carcinoma gastrico. Giovano contro questi dolori, in sostituzione delle non sempre indicate iniezioni sottocutanee di mor· 1ina,. le seguenti formule medicamentose: Idroclorato di cocaina . , t 5 Codeina . . . . . . ~ ana cen gm. gm. 150 .A.equa di calce . . . . . . Ovvero: Sottonitrato di bismuto . . . gm. 4 Acido fenico . . . . . . . gocce XV Acqua distillata . . . . . . gm. 120 Di ciascuna di esse un cucchiarino ogni ora fino a scomparsa del dolore. .. (Pherap. MoNatshefte, maggio 1903).

J.\IMEnI NUOVI I

OSPEDALE COTUGNO DI NAPOLI diretto dal Prof. MonLefusco.

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Il tachiolo nella cura dell'eresipela

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pel Prof. ALFONSO MONTEFUSCO, docente d'igiene nella R. Università di Napoli.

N ell' eresi pela è raziona~issima l'applicazione di metodi di cura locale antisettica. Il tachiolo, fluorur~ d'argento, è un nuovo antisettico, preparato e proposto dal prof. PA· TERNÒ.

Sono note da tempo -

per gli s.tudi di

BEHRING, SCHILL, CREDÉ, BEYER, PosTEMPSKI,

Cu.ra dei Tomiti incoereibilJ delle gravide.

MEYER, ecc. - le proprietà antisettiche dei sali

Un medico russo, il dott. 0CHEROFFSKY pubblica su questo argomento un lavoi:o nel PJierap. Mod. Russe (n. 2, 1903) per dimostrare gli eccellenti ef· fetti da lui ottenuti con le lavande gastriche. In una delle sue malate, una giovane bipara, i vomiti gravi si sono Yerificati nel corso del secondo mese. Tutti i mezzi terapeutici sono stati adoperati invano e la malata era giunta ad un completo esaurimento quando l' .A.. ricorse alle lavande gastriche. Il liquido adoperato per queste lavande era o dell'acqua semplice o dell'acqua con aggiunta (due cucchiarini su mez~o litro) di una soluzione alcoo· lica di timolo al 5 °/0 • La malata guarì con 6 lavande. In altro caso trattavasi di una primipara di 19 anni, nella quale i vomiti si produssero nel corso • del quarto mese e si ottenne la. guarigione con tre lavande sole. L'A. crede che la lavanda gastrica debba essere considerata il migliore agente terapeutico nei vomiti incoercibili e fonda questa sua opinione sul fatto che durante la gravidanza si creano condizioni favorevoli all'autointossicazione, della quale i vomiti gravi non sono che un epifenomeno.

d'argento. Tra i diversi sali d'argento, al fluoruro era stato riconosciuto da LAZZARO, fin dal 1894, un'energica azione antibatterica (1). Questo sale, però, nop aveva avuto, fino a poco tempo fa, alcun'applicazione nella pratica, special· mente per le notevoli difficoltà che offre la conveniente preparazione di esso allo stato puro. P ATERNò è riuscito a t1~ionfare felicemente di quest'ostacolo, ed il fluor11ro d'argento da lui preparato. conosciuto in commercio col nome di tachiolo, si presenta in soluzione acquosa limpidissima, incolore, inodore, che si può portare al titolo che si vuole . Il tachiolo è stato oramai bene studiato sperimentalmente ed ha av11to già diverse utili applicazioni nella pratica medico-chirurgica. Sul potere antisettico del tachiolo le ricerche più importanti sono quelle di INGHILLERI,

Un buon sedatiTo. È il seguente : Bromuro di potassio . . Idrato di cloralio . . , Estratto di cann,abis i1idica Id. di giusquiamo . Acqua distillata q. b. per

. gm. 10 . > 10 • centgm. 10 . centgm. 10 . gm. 200 Un cucchiaio la sera nell'andare a letto. Prof. V. PENSUTI

Sulle nevrosi dello stomaco ~

Volumetto in-8° g1·ande, Lire 2. 50

'E.r

Indirizs&re cartolina-vaglia alla e Sooieià Editrice Dante Alig:bieri > - ltOMA.

SrMONCINI e RrENZI e PEREZ.

(2), che ha eseguito le sue espe· rienze, nel laboratorio batteriologico della Di· rezione generale di sanità, s11 molti micror· ganismi patogeni, comprese le forme sporali del bacillo del carbonchio, ha conchiuso che, paragonando i risultati da lui ottenuti con quelli finora assodati sui batteri patogeni in rappo1~to ai disinfettanti, il tachiolo deve considerarsi il più potente antisettico finora conosciuto. INGHILLERI

Studio speri11·ie11,tale szil f'l1zor11r~ di argento (Archivio di Farmacologia e Terapeutica, 1894). (2) INGHILLERI. Ricerche speri11ie11tal; sul pote~·e antisettico del tacliiolo (Archivio di Farmacologia sperimentale, 1902). (1)

LAZZARO.

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IL

POLICLINICO

SIMONCINI e RIENZI (1) hanno eseguito, nel· l'Istituto d'igiene di Palermo, diretto dal pro· fessore MANFREDI, uno studio sistematico e completo sul valore antisettico del tachiolo. Dalle loro ricerche risulta che il tachiolo è dotato di un energico potere battericida e riesce ad impedire lo svolgersi delle più sva· riate infezioni, quando sia inoculato, alla dose di gr. O. 005 o di gr. 9. 01 per cento grammi d'animale, nello stesso punto e sino a 10-20 minuti ed in qualche caso fino a 30 minuti dopo l'inoculazione del materiale batterico. Sugli animali inoculati con tossine o proteine, in,~ece, il tachiolo non esercita alcuna influenza, anche se iniettato immediatamente dopo l'inoculazione. A conclusioni presso a poco identiche è per· venuto PEREZ (2) nelle sa.e numerose ed accu· rate esperienze, eseguite nell'Istituto chirurgico di Roma, diretto dal prof. DURANTE. Per quanto recente sia l'inti'oduzione del tachiolo nella pratica medic o-chiru1'gica, sono tuttavia numerose le appli<!azioni che esso ha avuto finora. ~APPDLLA (3) ha riferito clieci casi di pustola maligna curati e guariti rapidamentemercè iniezioni t1niche o ripetute di 1 eme. di soluzione all'uno per mille di fluoruro d'ar· gento. PEREZ, nella cl~nica del prof. DURANTE, ha sperimentato l'efficacia del tachiolo in nume· l'Ose e svariate affezioni, sia nel trattamento delle ferite, sia per disinfettare cavità o tramiti suppuranti, sia nei processi tubercolari, nei processi ulcerosi, nelle piaghe atòniche, in casi di cistite, proctite, endometrite, ure· trite. Dalle osservazioni di PEREZ risulta pure che il fluoruro d'argento ha un potere tossico minimo, relativamente agli antisettici e spe· cialmente al sublimato. Nella terapia oculare il tachiolo ha dato ottimi risultati nella clinica del prof. Crarn · croNE (4) e si è dimostrato un antisettico potentissimo e nello stesso tempo innocuo per l 'occhio.

L.A.NNo IX, F ASC.

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Anche nell'uretrite posteriore cronica e nel carbonchio sintomatico dei bovini, il tachiolo è risultato un efficace mezzo curativo in molti casi riferiti da CARRUCCIO (1) e MASSA (2). Nella pratica medica, il tachiolo è stato adoperato finora solamente nel vaiuolo da CoR· SELLI (3) e da LAZZARO, il quale, però, non ha ancora pubblicato le sue osservazioni cliniche. CoRSELLI ha sperimentato il tachiolo in quattro casi di vaiuolo, ed ha concluso dalle sue osservazioni che questo preparato ha il poteré di determinare l'a.ssorbimento del contenuto delle vescicole vaiuolose e d' impedire che si ti·asformino in pustole. Egli ritiene che probabilm~nte il tachiolo, oltre all'azione lo· cale, esplica nell'infezione vaiuolosa anche una azione generale, pur adoperato solamente per via cutanea. Il tachiolo nel vaiuolo è stato adoperato da CoRSELLI in soluzione ali'uno per mille. I ·o ho curato con le applicazioni locali di tachiolo 14 casi di eresipela. Ho cominciato ad adoperarlo nella proporzione di uno a diecimila ed ho aumentato gradatamente il titolo della soluzione fino al mezzo per mille. Dati i buoni risultati che ho ottenuto con quest'ultima soluzione, non ho creduto adop~rare una concentrazione maggiore. Sulla parte colpita da eresipela ho applicato, per la durata da un quarto d'ora a mezz'ora, delle compresse imbevute nella soluzione di tarhiolo, e le ho ripetute per tre volte n ella giornata. A tutti gli infermi di eresipela non ho somministrato altri farmachi, tranne piccole dosi di chi:q.ina, unicamente come tonico, qt1ando vi era febbre molto elevata o le condizioni generali· erano depresse. L'alimentazione seguita dagli infermi è stata sempre costituita da latte, brodo e marsala. Ecco il riassunto delle storie cliniche clegli infermi di eresipela da me <~urati col tachiolo.

(1) S1MONCINI e RIE~zr. Szil JJOtere antisettico del

I. - E ... A ... , di anni 43, si presenta al Cotugno il 19 gennaio 1902 al terzo giorno

taclziolo. Palermo, 1902. (2) PEREZ. Sul potere ant;settico del tachiolo e . sue a11plicazio11i 1zetla pratica cliiriirgica (Policlinico, 1902). . (3) ZAPPULLA. Il fluor1iro d'a1:qen,to l'iella rnra della 11nstola 111aligua (Atti della R. Accademia delle Scienze me liche di Palern10, 1899). (4:) CARAPELLE. Il tacliiolo Pater1zò nP!la disinfe:. zio1ie ocntare (La Clinica oculistica, 1902).

Il tacliiolo nella czira dell' riretrite cronÌca posteriore (Bollettino d ell a Società Lancisiana degli ospedali di Roma, 1902). (2) MASSA . .Risultati spPr '1tz~1i.tati del~a . c":ra. ~el carbo1zcltio sintou1atico dei bov11iz co1i le zn1ez1onz 1utran-1nscolari di tarlziolo (Policlinico, 1902). (3) CoRSELLI. Il tacliiolo netta c11ra del vaiuol~ (Policlinico, 1902). (1) CARRUCCIO.

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IX,

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SEZIONE PRATIOA

della malattia, la quale cominciò con febbre preceduta da brividi, e quindi apparve un arrossamento sul naso, che andò sucnessiva· mente aumentando e si diffuse al volto, alla fronte, al cuoio capelluto e ai padiglioni degli orecchi, regioni che ora sono arrossate e tumefatte. La temperatura ascellare è 40,3 C. Si cominciano le applicazioni di tachiolo al· l'uno per 10 mila. La temperatura il giorno successivo se-, gna H9,1 al mattino; a9,5 la sera. Le regioni invase dall'eresipela si presen· tano imm11tate, ma non si ha ulteriore diffu· sione del processo eresipelatoso. La febbre , sempre meno elevata, dura altri due giorni, dopo i quali comincia la desquamazione. II. - P... F .. ., di anni 3~, è ammesso al Cotugno il 2 febbraio, al quarto giorno di ma· lattia, e presenta e resi pela diffusa al volto ed al cuoio capelluto. Soffre per forte cefalalgia e la temperatura è 38,5. Si applicano le com· presse di tachiolo all'uno per diecimila. La febbre cede fin dal p1~im o giorno ed il pro· cesso ere si pelato so inizia la sua fase regres· siva. Dopo due giorni, senza aumento di temperatura, si ha diffuslone d ell'e1~esipela alla metà destra del v olto, diffusione che è vinta in due giorni con l'applicazione di compresse di tachiolo all'uno per 5 mila. . III. - R... A ... , di anni 45, affetto da eresipela òiffusa a tutto il volto, con edema sottocutaneo, è ricoverato al Cot11gno il 5 feb· braio. Tempe1·atura 37,8. Si applicano le compresse di tachiolo all'uno por 5 mila. Non si ha ulteriore diffusione dell' eresipela e co· mincia rapidamente la desquamazione. IV. - L ... E ... , di anni 66, affetto da di· versi giorni da eresipela, che ora è estesa al volto ed al cuoio capelluto. Il 18 febbraio, giorno dell'ammissione dell'infermo, la tempe· i·atura è 37,6, ma si eleva a 39 il giorno successivo, e quest'aumento di temperatura coin· ci de con una maggiore diffusione dell'eresipela. Si applica il tachiolo, in solt1zione all 'uno per 3000, e rapidamente comincia il periodo regressivo. L'infe1'mo lascia l'ospedale completamente guarito il 24 febbraio. V. - C... N ... , di anni 30, si presenta al Cotugno il 23 febbraio, affetto da eresipP-la, con febbre a 39, assai depresso, senza delirio. La. testa è enormemente edematosa. S11lle regioni zigomatiche si osservano varie croste, prodotte da flittene aperte; sui padiglioni ed alla fronte ~i notano gra1tdi flittene. Si ap· plica il tachiolo al mezzo p(lr mille, col solito metodo. La temperatura solo il giorno st1ccessivo si mantiene a 39,5-39, ma poi scende rapidamente al grado uormale. Non si ha dif· fusione dell' eresi pela e l'edema diminuis<~e gradatamente. Il 2 marzo è cessata ogni traccia di eresipela, ma l'infermo è ancora molto ab~ttuto e nell'urina. si rilovano tracce di a.I·

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bumina. Le forze ritornano lentamente, e l'infermo il giorno 8 marzo lascia l' ospeJ ale completamente guarito. VI. - S ... A ... , di anni 24, è ricoverata al Cotugno il 23 febbraio, perchè affetta da e1~esipela diffusa al volto ed alla fronte, con temperatura a 39. 9. Si applicano le compresse di tachiolo al mezzo per mille. J..Ja temperatura febbrile persiste solo il giorno successivo, poi si ha defervescenza completa. L'e1·esipela non si diffonde e risolve rapidamente. VII. - C... R ... , di anni 38, è ricevuta al Cotugno il 25 febbraio per eresipela diffusa al volto ed ai padiglioni delle orecchie. Il cuoio capelluto è molto dolente e il te1'mometro segna 40. 1. Si cominciano le bagnature con tachiolo. Le febbre si mantiene alta pe1~ due giorni ancora, poi ·scende per lisi e do po due altri giorni si ha completa defervescenza. Contemporaneamente s'inizia la fase reg1·essiva del processo eresi pela toso. VIII. - R ... M ... , di anni 37, è ammessa al Cotugno il 25 febbraio con eresipela diffusa al volto, alla fronte, ai padiglioni dell'orecchio, al ci1oio capelluto. La temperatura è 38. 8 ed il giorno successivo si mantiene costantemente a 39. Si applicano le compresse di tachiolo al mezzo per mille. Il 27 febbraio la temperatt1ra al mattino è 37 e n ei giorni successivi scende al disotto della normale. Lo stesso giorno 27 si osservano flittene alla fronte che si essiccano rapidamente. Il 1° marzo comincia la desquamazione, e l'inferma esce gua1'ita dall'ospedale il 4 marzo. IX. - O... E ... , di anni 4, è ricoverato al Cotugno il 5 marzo con eresipela diffusa all'arto inferiore sinistro, alle due natiche ed alla coscia destra. Non si nota.no flittene e solo alla gamba sinistra esistono croste eczema tose, che s0no state il punto di partenza dell'eresipela. La temperatura è 38. 5. Si ap· plicano su tutte le regioni invase dall'erisipela bagnature di tachiolo al mezzo per mille col solito metodo. Il 6 marzo la temperatura è 37. 5 e nei giorni successivi si mantiene costan· temente al disotto di 37. Il 6 marzo persiste il processo eresipelatoso nelle regioni nelle quali esisteva, ma non si ba alcuna diffusione di esso. Il 7 marzo comincia la fase regressiva dell'eresipela e l'infermo esce completamente guarito dall'ospedale il 10 marzo. X. -

G ... A ... , di anni 38, è inviato il gio1·no 8 ma1~zo al Cotugno dall'ospedale Incurabili, ove era ricoverato per insufficienza aortica. È affetto da eresipela al naso, alla region~ zigomatica destl'a ed alle pHlpeb1~e dello stesso lato, con temperatura a 40°. Nei giorni successivi l'eresipela si diffonde al cuoio capel· luto ed alla metà sinistra del volto. La tem· peratt1ra si mantione elevata per i due giorni successivi alla sua entrata in ospedale, con ~


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IL POLICLINICO

oscillazioni da 37. 5 a 39 ; indi si hanno due giarni con temperatura elevata solo di pochi decimi sulla normale e poi t1n'altra giornata di temperatura a 39 corrispondente alla diffusione del processo eresipelatoso. L'infermo, precedentemente affetto da sifilide, oltrechè pel vizio cardiaco, soffre pe1· dolori osteocopi che non lo lasciano riposare la notte. Nella urina vi è albumina in discreta quantità ed intensa diazoreazione. La cura seguita è quella del tachiolo per applièazioni locali al mezzo per mille. La desquamazione s'inizia appena cessata la febbre ed il 19 marzo è scomparsa ogni tr~ccia di eresipela.

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tosa. La fase regressi,,,.a dell'eresipela procede rapidamente e l'infermo, completamente guarito, lascia l'ospe~ale il 1° aprile.

I casi di eresipela da me trattati col tachiolo, e completamente guariti, sono ancora troppo poco numerosi per permettermi di trarre delle conclusioni gene1·ali e definitive sul valore di questo metodo curativo. Non posso, però, astenermi dal ricordare che nell'Ospedale Cotu. gno, dalla sua fondazion e a tutto l'anno 1901, si son curati 473 infermi di eresipela, con una proporzione di mortalità del 10. 1 per cento. XI. - C... F ... , di anni 44, è ammesso al Cotugno il 17 marzo per eresipela alla regione Durante il mio esercizio, nell'anno 1902, la zigomatica destra, senza alterazione febbrile. percentuale di mortalità pe1~ eresipela, su 74 Nel novembre scorso ha sofferto er.e sipela alla casi, è stata del 4 per cento e, quantunque stessa regione che è affetta ora. E Flottoposto inferiore di molto a quell~ degli anni precealla cura locale del tachiolo al mezzo per mille. · denti, appare nondimeno più elevata perchè Fin dal secondo giorno della sua permanenza in ospedale, l'arrossamento e l'edema diminui· vi è compresa quella aV11:tasi negli infermi scono di molto, e l'infermo, completamente gravissimi di eresipela consecutiva ad operaguarito, lascia l'ospedale il 22 marzo. zioni chirurgiche, in,riati dall'Ospedale IncuXII. - D'A... M ... , di anni 23, ammessa rabili e che ora non sono più ammessi al al Cotugno il 21 marzo per eresipela diffusa Cotugno. a tutto il volto e ai padiglioni oogli orecchi. Ma, non tanto pe1· l'esito in guarigione di Non vi è febbre, però, nelle ore pome1..idiane del giorno successivo, la temperaturà si eleva tutti gli infermi di eresipela curati col t~­ a 39. 5. Si comincia la cura locale col tachiolo chiolo, quanto per la rapidità con la quale al mezz o per miJle. L'eresipela non ha alt1·a si è iniziata la fase r egressiva della malattia diffusione, e si f or·mano diverse flittene alla e si è avuta la scomparsa dei più imponenti guancia destra e alla fronte, che si disseccano fenomeni generali, mi c1~edo autorizzato a ri· rapida.mente. La fase' regressiva · della malattia procede regolarmente, e l'inferma lascia l'o- tenere che questo metodo curativo rappresenta spedale completamente guarita il 31 marzo. un progresso su tutti gli altri che finora si XIII. - V... P ... , di anni 37, invìato il sono tentati nell'eresipela. Io sono, infatti, in grado di paragonare i 22 marzo dall'Ospedale Pellegrini, ov'era ri· coverato per frattu1·a del femo1--e sinistro. Pre· risultati ottenuti dal tachiolo con quelli che senta eresipela al volto ed all'orecchio sinistro, hanno dato le altre medicature locali prece· che s'iniziò con febbre , ma· che, durante la permanenza dell'infe1~mo al Cotugno, non ha dentemente adoperate, quali il sublimato, l 'iti1resentato alcun'alterazione della temperatura. tiolo, la trementina, ecc., senza parlare dei Si prati ca. la. solita cura. locale del tachi olo metodi, oramai abbandonati, delle iniezioni di al mezzo pe1· mille. L'ar1~ossame.nto e la tume· acido fenico e di sublimato corrosivo, e posso fazione delle sezioni invase dall'eresipéla di· minuiscono rapidamente e s'inizia il periodo affermare che giammai ~o constatato, come di desquamazione. L' infermo è i~inviato ai col tachiolo, una così rapida evoluzione del Pellegrini, completamente guarito dall'eresi- processo eresipelatoso con corrispondente mipela il 29 marzo. glioramento di tutti i fenomeni generali del· Xl'T· - P... F ... , di anni 32, soggetto pe· l'infezione. 1·iodicamente ad eresipela che, negli ultimi 15 Basta dare uno sguardo alle precedenti mesi, si è ripetuta 7 volte, è ammesso al Co- storie cliniche per rilevare che in nessun caso tugno il 28 marzo. L'eresipela è diffusa al padiglione dell' orecchio destro, alla fronte, si è avuta, dopo l'inizio della c11ra col ta· alla 1·egione palpebrale sinistra ed alla guan- chiolo, una ulteriore larga diffusione del pro· cia corrispondente. Le palpebre sono molto cesso eresipelatoso, pur così facile e frequente edematose. La tempe1..atura è 38. 8. Si comin- a verificarsi in qt1esta malattia. U nica ecce· ciano le applicazioni lorali di tachiolo al mezzo zione sarebbe costituita dall'infermo n. 10, pel per mille. Il giorno seguente, la temperatura non oltrepassa 37. 2 e si nota una diminuzione quale, però, bisogna tener conto delle st1e dell ~a1·rossamento e della tumefazione edema· scadenti condizioni generali, della gravità 24:}

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IANNo

IX, F Asc. 35]

1113

SEZIONE PRATICA

della forma clinica e della minima reazione generale alla nuova invasione di eresipela. Questi risultati cosl soddisfacenti sono, del resto, concordi con la nozione che oggi abbiamo sull'azione biologica del tachi<?lo e sulla patogenesi del processo eresipelatoso. Può ritenersi oramai accertato, dalle numerose esperienze istittlite in p1·oposito, che il ta.chiolo è dotato di un potere antibatterico altissimo e che la sua azione è eminentemente . locale. Si spiega quindi perfettamente come, mentre non vi è da aspettarsi da esso dei grandi 1·isultati nelle infezioni generali, se ne possono o~tenere effetti lusinghieri nei processi locali. Epperò nell'eresipela è naturale ch'esso dia risultati favorevoli, perchè agisce direttamente sulla sede del p1·ocesso infettivo, determinando conseguentemente una modifi· cazione dei fenomeni reatti,ri generali. Le mie osservazioni provano indiscutibil· mente i vantaggi che il tachiolo può rende1·e nella cura dell'eresipela. s11periori a quelli ottenuti dagli altri metodi di ct1ra locali fj. nora adoperati.

V.A.RIA •

Perchè il riposo a letto 11a azione favorevole sulla febbre dei tisici? - La pratica giornaliera conferma la giustezza della raccomandazione di BREHMER, di favorire cioè la scomparsa della feb· bre dei tisici mercè il riposo a letto. S e però si è d'accordo nell'ammettere l'efficacia di siffatta norma terapeutica, non si è d'accordo nel dare la spiega· zione di tale efficacia. Si è anzitutto i11vocato, come spiegazione, il fatto ohe mercè il riposo a letto si evita, per quanto è possibile, ogni dispendio organico di fo~~ze e così l'individuo conser,ra energia lltile ~ dominare la febbre. Non si sa però comprendere perchè mai lò stare comodamente sedt1to sopra llna poltrona non produca gli stessi benefici effetti che non il riposo a letto. Come non si p11ò invocare a spiegazione il riposo fisico, non si può invocare il riposo morale; impe· rocchè spesse ' ?olte anzi l'obbligo di stare a letto può riuscire assai molesto e dar luogo a crucci ed eccitamento. Si ritiene dai più come vero n1otivo del vantag· gio dol riposo a letto il fatto che a letto la respi· razione è superficiale e sono così evitati tal11ni processi dannosi, come stiramento di aderenze, assorbimento rapido di tossine, diffusione di bacilli, ecc. Ma si pensi quante volte la respirazione s11perficiale è dist1uba ta da colpi di tosse, da ster·

nuti, ecc., senza che q11esto fatto conduca a conse· guenze disastrose ! Si è infine pensato che la posizione orizzontale del corpo produca pei polmoni condizioni circolatorie in certo modo analoghe alla iperemia da stasi che agisce così favorevolmente nella tubercolosi ossea, e che queste condizioni circolatorie abbiano buona efficacia sul processo piretogeno. Se questa teoria è giusta, dovrà in,rersamente provocarsi feb· bre ogni qualv·olta nei tisici in luogo della ipere· mia polmonare si produca un certo grado d'anemia . Il dott. PICKERT (MUnch. 11ied. 1Voclz., n. 19, 1903) dimostrò che così appunto si verifica. Egli in un dato n11mero di tisici apiretici o quasi apiretici, de· terminò la temperatura: 1° durante il riposo a letto; 2° in seguito a posizione seduta con piedi tenuti orizzontalmente; 3° in seguito a posizione seduta con piedi app<?ggiati a terra. Vide cosi la tempe1·atura. aumentare nella posizione seduta e specialmente nella posizione seduta coi piedi ap· poggiati al suolo. Il dott. J>1cKERT cercò di trarre a profitto questa conoscenza, sperimentando se mai fosse possibile di infl11enzare favorevolmente il processo febbrile dei tisici determinando una più forte iperemia polmo· nare mediante opporti1na inclinazione del letto e pressione sulle estremità, ma pur teoppo non ottenne alcun risultato.

Guerra al pianoforte. -

Un medico di Berlino ha intrapreso una campagna contro l'uso molto dif . fuso di dare lezioni di piano ai bambini. Egli rende questo istrumento musicale responsa· bile in gran parte dello s'ril11ppo setnpre pi1ì allar· mante delle affezioni nervose. A suo avviso non si do,Trebbe permettere ad una giovinetta lo stt1dio della musica prima del· l'eta. di 18 anni ed anche a q11esta età il numero d'ore consacrato a pestare sulla tastiera sonora non dovrebbe essere superiore a. due. St1 1000 ragazze sottoposte al st1pplizio delle gamme prima dell'età di 12 anni, 600 sono votate .a qualcl1e forma di malattia llervosa, mentre sopra un n11mero eguale di gio,rinette la cui educa~ione mt1sicale è negletta non si contano se non 100 ne' rropatiche. (Méd. 1noder1ie).

CENNI BIBLIOGRAFICI Lehrbuch der allgemeinen Patho· logie ud Th erapie innerer Krankheiten. - Berlin 1903, A. Hirscl1wald's Verlag. Il Trattato di patologia generale e di terapia delle malattie interne dello S cHMIDT pubblicato dal solerte e rinomato editore Hirschwald di Berlino è un libro sotto tutti i rapporti utile e pratico. Di opere simili nella letteratura medica vi è abbon8CH1\1IDT ADOLF.

(25)


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IL POLIOliI:NIOO

LANNO

IX, FASO. 35J

danza, ma il la·v oro in questione può dirsi con si· a lattie veneree in generale, sia dal punto di vista curezza che colma una lacuna. L' A . ha sfrondato indi,riduale che sociale, espone con copia di parti· la sua opera di tutto ·ciò che è .scienza pura, ha colari, di datl di fatto e di cita~ioni lo· stato di abbandonato le questioni controverse e non ancora questa questione, cosi palpitante, come .si dice, di attualità. risolute e ha in·vece s'1olto abbastanza difft1samente tutto ciò ·che vi è di pratico, di assodato, di vera· La ca:pitale importanza dell'argomento, svolto con mente utile per il medico, alle prese giornaliere colle molta competenza ed in forma· popolare, ed il vigore malattie più varie. e l'efficacia con cui l'autore si esprime rendono la Il libro recentissimo si vale delle cognizioni più. lettuTa di questo libro indubbiamente utile e non recenti acquisite dalla fisiologia, dall'anato1;nia e priva d'interesse. Dott. V. MONTESANO. dalla semeiotica. A questo proposito vogliamo segnalare il capitolo riguardante le alterate funzioni · << dell'apparato digerente, quello del sistema nervoso MALUTA dott. G. Principii di suggestione tera· intorno alla dottrina dei riflessi, alle localizzazioni peutica. - 2a edizione, Padova, e,d. A. Draghi, 1903. cerebrali, alle paralisi e ai digturbi della psiche. OouRMONT J. et LESIEUR Oh. - Sur le bacille Ma la parte più importante del libro è quella che si occupa della terapia. In qt1esta è compen- d'Eberth dans le sang des typhiques. Applications au diagnostic précoce de la fièvre typho1de (2e mé· diato il lavoro veramente proficuo compiL1to dallo SCHMIDT. Il trattamento della febbre, delle malattie moire). - Paris, extrait du J ournal de Physiologie et de Pathologie générale, 1903. di cuore nel periodo di compenso e di scomp~nso, PASQUALE prof. A. Scopo ed importanza d~l· delle malattie del fegato, dei reni, ecc., costitt1isce un tutto omogeneo, comprendendo quanto di più l'igiene na,rale e coloniale. Discorso inaugurale. positi"\"ò, esatto e pratico si possa pensare: a. JJ. Roma., 1903.

Pubblicazioni Dervenute al

..

A. MoucHET, chef de clinique chirurgicaile à la Faculté de médecine de Paris. - Chirurgie intesti· nale d'urgence. - Un 'rol. in 16°, fr. 1. 50. Libraire J. B. Baillière et fils, 19, rue Hal1te. feuille, Paris. Il posto importante che le operazioni sull'inte· stino occupano nella chirurgia d'urgenza ed i per· fezionamenti che, per la migliorata tecnica, sono stati introdotti in questi ultimi anni, ci danno la ragione di . questa nuova pubblicazione del dot· tore MOUOHET. Egli passa successivamente in rassegna le con· tusioni e le ferite dell'addome, l'oqclusione intesti· nale, l'appendicite, l'imperforazione ano.;.rettale, lo strozzamento emorroidario, le ernie strozzate e le · ernie cancrenate. Per. ciascuna malattia le indicazioni operatorie sono esposte con precisione e chia· rezza e la tecnica operatoria è descritta in base ai lavori più recenti ed ill11strata da, numerose figure originali, intercalate nel testo. . La questione dell'appendicite, sempre di attualità, e le recenti discussioni ali'Accademia di medicina, alla Società di chirurgia e al Congresso di Bruxelles, sono esposte con gran cura e così dicasi della questione delle ernie, che particolarmente interessa i medici pratici e che è tratt::ita con chiarezza ~ precisione. R. A.

G. FRANCESCHINI. Le malattie veneree. Pe1·icoli individuali e sociali. Mezzi di prevenirle. -F. V allardi ed., 1903. L ' A. ha nel suo libro minutamente analizzati i danni e i pericoli della sifilide e della blenorragia, e venendo poi a parlare della profilassi delle ma(26)

Policlinico )) .

·INTEllESSI Pl\OFESSIONA.LI Sul recente progetto di legge d'assistenza

sanita1"ia e ·vigilanza igienica. Sul grave argomento che giustam-ente preoccupa la classe· medica, e .s pecie i nostri medici cori.dotti, pubolichiamo volontie1·i il memoran· dunz che la Federazione degli Ordini 8anita1·i d'Italia ha spedito al ~Iinistro ·degli Interni e a tutti i Senatori del regno. È un lavoro coscienzioso, se.r io, organico, equanime. Speriamo sia altrettanto utile. .

* **

Il Consiglio Federale degli Ordini Sanitari flel Regno; · Presa cqnoscenza. del disegno di legge testè votato dalla Came1·a dei deputati intorno alla carriera dei medici condotti ed ufficiali sani· tarii comunali; Veduti i voti emessi dagli Ordini Sanitarii e da altre Associazioni professionali; Facendosi eco della voce di 1O mila medici sparsi per tutta l'Italia e confederati in un fascio sotto la st1prema direzione di Bsso Con· siglio; Pur riconoscendo, per quanto ci abbiano pubblicamente rimproverato del contrario, le parti utili e vantaggiose contenute in detto disegno, atte a beneficare i poveri (gratuità dei medicinali) e ad allevia1~e le depresse


ANNO

IX,

FASO.

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condizioni di quella benemerita e derelitta classe di funzionarii, quali: il consolidamento dello stipendio; la continuità effettiva del servizio per il compimento del periodo di prova; il pareggiamento dei medici condotti stipendiati dalle Opere Pie a quelli stipendiali dai Comuni; le discipline dei medici condotti estese agli ufficiali sanitarii;

. HA

1115

SEZIONE PR.A.TIC.A.

CONSIDERATO

Che conservandosi ai Comuni, come fa il disegno in parola, la facoltà assoluta di licenziare, senza esporne le ragioni, i propri sanitari durante il periodo di prova, l'abbreviazione di questo da tre a due anni torna non a van· taggio ma, per contrario, ad evidente danno della classe medica, la quale si troverà così esposta a mutar condotta ogni biennio invece che ogni triennio ; Che in quanto alla carriera dei menzionati funzionarii, dopo superato il periodo di prova, torna propriamente vano parlare di stabilità, ove non si tolga ai Comuni di potersi disfare dei sanitarii ad ogni momento, mediante l'arma insidiosa e terribile della costituzione e dissoluzione dei Consorzi, senZJ'obbligo di rispet· tare i diritti dei medici divenuti stabili ; Che illusoria parimenti torna la creduta stabilità, quando non s'innovi il diritto vigente, il quale permetterebbe ai Comuni di mandare via in ogni tempo i propri medici, con un pretesto q1talsiasi, come quello, spesso invocato, del riordinamento dei servizi sanitari; Che queste imprescindibili necessità della modesta classe dei sanitari comunali sono rese, se fosse possibile, anche più impellenti dalla severa giurisprt1denza testè fermata dalla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite ; secondo la quale la legislazione in vigore in ciò non punto modificata dal precitato di· segno di legge - ammette che un medico divenuto stabile possa essere legittimamente licenziato anche per motivi estranei alla sua persona; Che tale iniqua e singolare condizione di cose, per cui la legge concede una stabilità che può essere defraudata ad ogni istante, rende nel fatto permanentemente precaria la posizione dei sanitari comunali, che la legge stessa vole-va sicura ; e ne forma un caso unico e tipico in tutta la legislazione italiana, la· qual~ , mentre testè ha trovato doveroso di I

. tutelar persino la carriera degli inservienti comunali, nega ai medici condotti e le garanzie del diritto privato e la tutela del diritto pubblico; Che il comma ultimo dell'articolo 6 del disegno in parola costituisce un vero t'egresso e per i medici un disastroso peggioramento, in confronto dell'articolo 16 della legge sanitaria in vigore; poichè mentre questo richiede pe~' il licenziamento del medico stabile l'approvazione del Prefetto ed ammette il ricorso nel merito al Minist1'0 dell'Interno, colle nuove discipline stabilite nel citato articolo 6 i licenziamenti deliberati dai Comuni sarebbero ipso facto es~cutivi, e le Giunte Provinciali Amministrative diverrebbero arbitre assolute e insindacabili del merito delle controversie fra rnedici ed enti locali ; Che non sembre1'à eccessiva la richiesta dei medici condotti di essere trattati dal legislatore alla stregua degli insegnanti elementari, e di avere nella loro carriera le medesime garanzie concesse a questi loro nobili compagni di lavoro· PER QUESTI MOT.nrJ

Fa voto al Se11ato del Regno e al R. Governo: 1. Pe1·chè in .riguardo alla nomina, alla disciplina e al licenziamento dei medici· condotti e degli uffieiali sanitarii sieno adottate le stesse norme testè sancite per gl'insegnanti elementari nella legge 19 febbraio 1903, n. 45~ con l'unica natural sostituzione del medico provinciale e dei Consigli Sanitari al Prov,~editore e &i Consigli Scolastici;

2. Perchè, in quanto alla costituzione e risoluzione dei Consorzi e al riordinamento dei servizi sanitari, sia stabilito in ogni caso il rispetto dei diritti acquisiti dai medici ;

3. Perchè 'Tenga fissato nella legge un equo congedo annuale, tanto pe1' i medici condotti quanto per gli ufficiali sanitari :

4. Perchè in quanta alle garenzie per il licenziamento dei medici, si ritorni senz'altro all'art27 )


1116

IL .POLfOLINLOO

(ANNO

IX,

FA.SO.

35]

ticolo 16 della legge 22 dicembre 1888; ovvero I zione del Consiglio di Stato sia esteso anche al l'ultimo comma dell'articolo 6 del disegno in merito. parola venga modificato nel senso : a) che i Roma. 12 giugno 1903. ricorsi fatti alla Giunta J!rovinciale ammini· Per la Jiederazione degli Ordini sanitari strativa abbiano effetto sospensivo, e b) che co1i· i Dott. GAETANO MAZZONI, TT. Pres. !1·0 le decisioni di questa il ricorso alla IV Se- I Dott. ENRICO BALLERINI, 8egreta1~io.

I

lit

co11formltc't dei voti su,espressi, il diseg110 di legge andrebbe modificato collie segu,e :

j

Testo approvato dalla Camera.

Modificazioni deside1·ate dai medici.

Art. 3. I Con1uni sòno tenuti, oltre all'assistenza. sanitaria dentro e fuori dell'abitato, a sommini· strare gratuitamente ai poveri anche i medicinali, se ed in quanto a tale somministrazione non sia già provved11to o non si debba provvedere da opere pie, o con altri mezzi o in altre leggi. Il regolamento stabilirà le norme ed i limiti di tale somministrazione.

.A.rt. 3. I Comuni sono tenuti, oltre all'assistenza sanitaria dentro e fuori ~ dell'abitato, a somministrare gratuitamante, o a prezzo nii1ti1no, ai poveri anche i medicinali, ecc.

.Art. 4. La nomina dei medici chirurghi condotti stipendiati dal Comune o Consorzio di Comuni deve a'rer luogo in seguito a concorso bandito dal Comune o dal Consorzio . • La Commissione giudicatrice del concorso è no· minata dal Consiglio provinciale di sanità e sarà composta nei modi stabiliti dal regolamento. Essa nella relazione da presentare al Com11ne o alla rappresentanza del Consorzio, designerà, fra tutti i concorrenti, i più merite°'roli e la nomina da parte del Consiglio comunale o della rappre· sentanza del Consorzio dovrà cadere sopra una delle persone designate. Nei Comuni riuniti in Consorzio il medico con· dotto è nominato dall'assemblea consorziale eletta nel seno dei rispettivi Consigli comunali, in ragione di ogni ci11que consiglieri assegnati al Comune. Con l'identico procedimento deve farsi la nomina del perso1tale tecnico dei laboratori di vigilanza igienica comunali o consorziali; il concorso dovrà farsi per esame e titoli S8condo le norme da stabilirsi dal regolamento.

.Art. !. Sostituire gli articoli 1, 3 e :1 della legge sugl'insegnanti elementari, 19 febbraio 1903, n. 45, che ridonano ai Comuni completa autonomia nella nomina dei loro funzionari.

Art. 5. Il medico chirurgo condotto acq11ista diritto alla stabilità dell'ufficio e dello stipendio dopo due anni di prova in un medesimo Comune o Con· sorzio di Comuni.

Art. 5 sostituire : « Il 11tedico condotto no11iinato in co1tfor11iità degli articoli preceden,ti, acquista la stabilità dell'zijficio e dello stipendio fin, dal gior1to dell' assnnzione in, servizio. »

Art. 6. Il licenziamento del medico condotto du· ran te il periodo di prova deve esser deliberato almeno tre mesi prima della scadenza del biennio, dal Consiglio comunale coll'intervento della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al Co· mune o della rappresentanza del Consorzio eosti· tuita come al precedente articolo 4 coll'i11tervento della maggioranza assoluta dei suoi membri. Trascorso il periodo di prova, il Comune o Con· -orzio non pl1ò licenziare il medico condotto se non per moti,ri gravi, da essergli contestati in

Art. 6: primo comma - soppresso. Secondo comma - togliere : « trascorso il periodo di prova » e dopo le parole « motivi gravi » ag· git1ngere le altre: « i11tp1itabili ad esso » . Quarto comma - modificarsi come segue: « Con· tro tale deliberazione è ammesso ricorso, con effetto sospe11sivo, alla Gi11nta provinciale amministrativa, la quale deciderà dopo udito il Consiglio sanitario provinciale. Co1itro le decision,i della Gizinta a11t· 1ni11istrativri è a11t11tesso il ricorso, a1tclie i11 inerito, alla IV Sezio1te del Co11siglio di Stato.

(28)


[ANNO IX, FASC. 351

1117

SEZIONE PRATICA

iscritto, con in"-ito a presentare le sue giustificazioni in un termine non minore di 15 giorni. La relativa deliberazione motivata deve essere presa dal Consiglio comunale o dalla rappresen· tanza del Consorzio con l'intervento di almeno due terzi dei consiglieri assegnati al Comune o dei componenti l'assemblea consorziale. Contro la deliberazione che licenzia il medico condotto è ammesso ricorso alla Giunta provinciale amministrativa, la quale deciderà dopo sentito il Consiglio provinciale sanitario. Art. 9. Il medico condotto licenziato durante il periodo di esperimento e poi riassunto in servizio nello stesso Comune o Consorzio di Com11ni, con o senza interruzione, congiunge al nuovo il prece· dente servizio, agli effetti del compimento del pe· riodo di prova .

Art. 9. Sopprimersi, perchè soppresso coll'art. 5 il periodo di pro,,.a.

.Art. 10. Col regolamento saranno fissate le norme per la costituzione, il funzionamento, le mo· dificazioni e lo scioglimento dei Consorzi indicati nella presente legge. Saranno del pari determinate le norme prin· cipali c11i dovranno uniforma.rsi i capitolati delle condotte mediche comunali e consorziali per le nomine che verranno effettuate dopo l'attuazione della presente legge. Saranno inoltre stabilite le norme per coordinare gli attuali capitolati di con· dotta colle disposizioni della presente legge. Fra tali norme, dove le condizioni locali lo con. sentano, dovranno essere comprese anche quelle relativ·e ai congedi, nonchè alle supplenze nei casi di malattia. Tutti i capitolati dovono essere appro,rati dalla Giunta provinciale amministrativa, sentito il parere del Consiglio sanitario provin~iale.

A.rt. 10. Al primo comma a.ggiungere : in og1ti caso) i rliritti acquisiti dai 11iedici.

NB. -

òyi riportano .qli articoli della legge sugl'i1tse,q1tanti eleme1ttari 19 feb braio 1903, accorda1/IO ai Co1nuni co1npleta autono1nia 1iella no11,iina dei loro f 'anzionari:

1t.

«

ferini,

»

45, che

Art. 1. Tutte le nomine degli insegnanti per le scuole elementari comunali debbono essere delibe· rate in seguito a concorso. Da questa regola non sarà lecito derogare, se non nei casi, riconosciuti volta per volta dall'ufficio provinciale scolastico, nei quali sia necessario provvedere d'urgenza alla nomina dell'insegnante o per rifiuto del Comune di nominarlo o per esito sfa,,.orevole del concorso bandito o per vacanza improvvisamente verificatasi dopo la scadenza dei termini del concorso o durante l'anno scolastico. In quest·ultimo caso, ove il Comune pro,rveda entro quindici giorni da quello in cui la vacanza si è verificata, disporrà il provveditore agli studi, il quale di ogni nomina di urgenza darà notizia al Consiglio provinciale scolastico nella sua prima seduta. Qualunque nomina fatta senza concorso è provvisoria e non può avere durata maggiore dell'anno scolastico per il quale fu necessario, in via eccezionale, di pro,rvedervi: col chiudersi di questo iì maestro si intende di fatto licenziato, senza che occorra per parte del Comune deliberare e notificargli a,lct1n atto di licenziamento. , Art. 3. La Commissione giudicatrice è sempre presieduta dal sindaco o da chi ne fa le veci. Se il concorso è solo per titoli, i membri della Commissione, oltre il presidente, sono quattro· se il concorso è per titoli e per esame, possono essere anche sei. Due membri della Commissione sono sempre nominati dal Consiglio provinciale scolastico, quando la Commissione è di cinque; tre quando è di sette; gli altri sono nominati dalla Giunta m11nicipale. I commissari dovranno essere scelti tra persone idonee a norma del regolamento. Il Comune può delegàre direttamente al Consiglio provinciale scolastico l'esame dei titoli e la formazione della graduatoria del concorso per titoli e la nomina della Commissione esaminatrice del concorso per titoli e per esame. Art. 4. La Commissione git1dicatrice è la stessa per tutti j posti messi a concorso da un Comune e per q11ell'anno. ...


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IL POLICLINICO

LANNO IX,

FASO.

35J

E ssa graduerà tutti i concorrenti eleggibili secondo il merito, il quale, ove il concorso sia anche pe r esame, dovrà risultare dalla votazione m edia sui titoli e sull'esperimento. Il Consiglio comunale coll'intervento, pena di nttllità, della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al Comune, procederà alla nomina, scegliendo per provvedere al primo posto vacante fra i primi tre d ella graduatoria ; al secondo fra i primi quattro · al terzo fra i primi cinque; e cosi di seguito. Ove la n omina del Consiglio comunale non sia fatta secondo questa r egola, il Consiglio provinciale scolastico procederà alla nomina ; la quale sarà considerata eome nomina r egolare di concorso ed avrà. tutti gli effetti derivanti d alla med esima. · L a terna e la graduatoria di un concorso non potranno in n essun caso avere altra durata ed effi· cacia se non . per i posti che rimanessero v acanti durante l'anno scolastico, per. il quale fu bandito. Ove, indetto il concorso, per causa d el Comune o della Commissione giudicatrice, non sia provveduto alla nomina dell'insegnante entro il 15 settembre, il Consiglio pro·y inciale scolastico vi provvederà non più tardi del 15 ottobre.

servono di gt1ida alla compilazi9ne di una legge e di un regolamento che disciplini l'uso e l'esercizio delle acque e degli stabilimenti Le acque termali e minerali termo-minerali così come impongono le monella legislazione sanitaria. derne condizioni igieniche e sociali, nel 1898 Il p1·oblema della difesa delle acque t ermali al Congresso di idrologia di Liegi si nominò e mine1·ali, mentre chiede con urgenza di es· una commissione internazionale. Ora al Consere risolto, presenta d'altro canto un cumulo gresso di Grenoble, il dott. Bouloumiè ne ha eno1·me di difficoltà, create principalmente dal presentata la relazione, che è riassunta nel numero grande di interessi piccoli e grandi · n. 6 (giugno 1903) degli A.nnales d' Hggiène pziche y i sono impegnati, dal capitale che vi si blique et de Médecine Légale. dovrebbe ancora impiegare, e dalla estrema Quella Commissione, presi in considerazione • facilità con l a quale le acque minerali, una ì voti di ·ciasct1na nazione, concernenti la l ev olta lontane dalle sorgenti, si sottraggono ad gislazione delle acque minera] i, pass.a in rasogni controllo. Altre e non lievi difficoltà pro- segna la polizia sanitaria degli stabilimenti v engono dal fatto che queste acque, nei secoli termali e delle diverse sta~iorii climatiche, nocelebrate una ad una, o disprezzate in fascio, tando ql;lali modificazioni vi si dovrebbero ap· richiedono regola enti e leggi internazionali. po.rtare. Veri regolamenti· di polizia sanitaria In alcuni paesi, eggi o regolamenti in pro· per quegli stabilimenti non esistono. posito non esistono affatto ; in altri vi sono In Germani~ esiste una commissione sani· leggi latissime ed imperfette, o solo speciali taria , dalla quale fa parte un agente del Gocircolari o raccomandazioni non codificate. v erno col diritto di infliggere ammende in caso ' In Italia, nella legge sanitaria 22 dicem· di disobbedienza alle prescrizioni. bre 1888, un solo articolo (art. 35) si riferisce In Inghilterra, nel Belgio, in Italia, in elementarmente anche all'esercizio degli sta· Russia, non vi ha n essuna sp~ciale norma di bilimenti idroterapici o termici. Due articoli polizia sanitaria. In Austria·U ngheria esiste un commissario poi del regolamento 3 febbraio 1901 si riferiscono all'apertura ed all'esercizio degli sta· dei bagni, il quale poi in fondo non è che un bilimenti medf'simi (art. 83), ed .allo smerèio agente e giudice di polizia generale. Nel Portogallo la polizia sanitaria vien fatta ed alla preparazione della acque minerali, non· chè alla fabbricazione delle acque artificiali da agenti del governo, ingegneri e rappresen· tanti della sanità pubblica. In Francia, p e1.. (art. 124). In una circolare del Ministero dell'interno quanto la questione si sia · agitata in congressi ai prefetti, in data 24 marzo 1898, riunito in ed in a ccademie scientifiche, ben poco si 11 capitoli, si è costruito un vero e proprio è fatto. Sarebbe utile, purchè rigorosamente applischema di r egolamento per il commercio delle acque minerali. Ma questi 11 capitoli sono cata, la legislazione sulle marche di fabbrica e sulla proprietà commerciale ed indt1striale, . piuttosto che 11 articoli, 11 consigli. I n Francia anch e esistono poche l eggi sparse · estesa alle acque minerali. Nel Portogallo, in Ungheria, in Germania, e non codificate. U na vera legge (3 settembre 1892) esiste sol· in Inghilterra, in Italia, in Francia e in l a nt o in Portogallo ; ove esistono anche un Russia si è provveduto, con minore o mag· r elativo r egolamento generale (5 luglio 1894) giore larghezza, a rendere possibili ai poveri le cure termo-minerali; ma purtuttavia lunga e dei r egolamenti speciali. A llo scop o intanto di formulare i v oti che è ancora la strada da percorrer e prima che

AMMINISTRAZIONE SANITARIA

I


LANNO IX, F AS<'· 35]

1119

SEZIONE PRATICA

si giunga all'urgente organizzazione ed alla creazione dei sanatorii, al c·h e tutti, p1~ivati , municipi e Stato, dovrebbero concorrere. In conclusione: le acq11e minerali devono essere considerate come una preziosa sorgente di ricchezza e di salute nazionale; perciò si impone una legge che non trascuri in nessun lato le esigenze dell'igiene e delle nuove ' redute sociali ; la polizia sanitaria nelle stazioni termo· minerali e nelle stazioni climatiche deve ri· spondere a tutte le moderne esigenze della igiene, sotto la guida di una speciale Com· missione sanitaria ; si devono incitare, mettendone in rilievo i vantaggi economici, tutti i proprietari di stabilimenti termali, d' h.otels, di pensioni a porsi nelle migliori condizioni igieniche ; si cleve })roteggere, a nome della sanità pubblica e dei legittimi interessi dei proprie· tari e dei concessionari delle sorgenti, il nome che ha fatto conosce1·e e resa preziosa un'ac· qua, punendo severamente gli abl1si di con· correnza; è desiderabile che i governi si acco1·dino a non aggravare di tasse le acque minerali, chA devono divenire il tesoro di tutti; in cambio delle facilitazioni che accorde· ranno i gove1·ni, si dovranno ammettere in più larga scala al benefizio clell'uso gratuito o semi-gratuito delle cure gli indigenti ; e una parte delle acque dovrà essere messa a disposizione degli stabilimenti ospitalieri. ~.,acciamo voti caldissimi che presto i go· verni, illuminati dai più autorevoli scienziati, nell' interesse dell'umanità e della nazione, regolino con savie, consonanti leggi e con regolamenti dettagliati, tassativi, tutte le que· stioni che regionalmente ed internazional· mente riguardano una questione ~osi impor· tante, quale è quella delle acque termali e 1nine1~ali. divenute p er molti scusa ad inuti,le .ritrovo, per molti benefizio invano sospirato, con grave iattura della scienza, della salute pubblica e dell'economia nazionale. p. p. I

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi sua organizzazione e sue aspirazioni. Un elegante volumetto di 90 pagine, Lire •. NB. - La. vendita di tale volume, sottratte le spese, è a vantaggio della uga Nazionale contro la Tubercolo1i.

NOTIZIE DIVERSE La Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Vienna fece testè una grave perdita nella persona del prof. Gussenbaue1·, chirurgo emi· nente e successore del celebre Billroth alla cattedra ed alla clinica di chirurgia, che soccombette ad una malattia di cuore. Il Gussenba11er, che era nato ad Obervelloch (Cari11zia) nel 1842, studiò la medicina e la chi· rurgia a Vienna; e, dopo di es~ere, nel 1875, professore a Praga, e, nel 1878, professore a Liegi, nel 1894, quando mori Billroth, di cui era stato l'allievç> più brillante e prediletto, fu chiamato a Vienna quale suo successo1~e. Il Gussenbauer, che fu un ope1·atore di rara valentia, e che fece fare notevoli progressi alla chirurgia operatoria, fu un instancabile collaboratore dei giornali di medicina di Vienna e di Praga, e pl1bblicò non poche memo· rie scientifiche. VIENNA. -

1'fomlne, promozlonl, onorl8oenze. Il cav. dott. Paolo Caruso, addetto al gabinetto del prefetto di Roma, è stato promosso commissario di 1 a classe. Il cav. avv. Giuseppe Mazzoldi, segretario di pre· fettura, addetto all'ufficio sanitario provinciale, è stato nominato llfficiale dell'Ordine della Corona d'Italia. •

* **

Il dott. Antonio Parrozzani è stato di recente eletto, a voti unanimi, titolare della quarta condotta di questa città. TIVOLI. -

donooral e oondotte.

PrsA. -

È aperto il concorso a 5 posti di assi·

stente volontario nella Clinica chirurgica della Regia Università di Pisa. I dottori in medicina e chirurgia che desiderano entrare durante le ferie estivo-autunnali come assistenti volontari n ella Clinica chi· rurgica di questa Università debbono mandare la loro domanda in carta semplice, corredata da quei documenti che crederanno unire, al direttore pro· fessore Antonio Ceci non più tardi del 20 luglio prossimo. Il servizio, che è uguale a quello di assi· stante effettivo e che durerà dall'agosto al 31 ottobre, sarà comprovato alla fine da un certificato del rettore dell'Universita. Uno degli assistenti, ove ne esprima il desiderio, potrà essere ancl1e destinato esclusiva· men te ad osser,razioni e ricerche scientifiche di laboratorio. MESSINA. R. Università. Concorso a profes· sore ordinario di clinica medica; scadenza 15 lu· gli o.

Oo1icorso al pre11iio Buf a /;ni presso il .R. Istituto di studi superiori pratici e di pe1fe· zio1ia11ie1ito iii Fire1tze. 1. È aperto fino da questo giorno 1° maggio 1903 il concorso al premio Bufalini. 2. Il termine legale per la presentazione delle memorie a questo concorso scade nel di 31 dell' o t· to bre 1904 a ore 15. (31) F IRENZE. -


1120

IL POLIOLINIOO

3. La son1ma del premio è determinata in lire 6000. 4. Il cancelliere della sezione di medicina e chirurgia dell'Istituto di stt1di superiori pratici e di perfezionamento (via degli .Alfani, n. 33) è in· caricato ufficialmente di ricevere le memorie dei concorrenti rilasciandone al consegnatario ricevuta. Tenia. « Posta l'evidenza della necessità di assicurare al solo metodo sperimentale la verità 'e l'ordine di tutte le scienze, dimostrare in una prima parte, quanto veramente sia da usarsi in ogni scientifico argomentare il metodo suddetto, ed in una seconda parte, quanto le singolari scienze se ne siano pre· valse nel tempo trascorso dall'ultimo concorso fino ad ora (1), e come possano esse ricondursi .nella più fedele ad intiera osservanza del metodo medesimo » . ~!A URI ZIO BUF ALil\TJ:. FIRENZE (.Accademia medico-fisica fiorentina). C'oncorso al pre11iio quinque1inale di lire 500 fon· dato dall' .Accademia medico-fisica fiorentina e dalla Soc.ietà filoiatrica di Firenze, per favorire il progresso della chirurgia in Italia e per onorare e perpetuare la memoria dell'illustre prof. FERDI· NANDO ZANNETTI. ' Tema per il concorso: Cliirurg ia dell'ulcera gastrica e dei postumi della 1nedesima. - Il termine utile per la presentazione delle opere scade il !5 aprile 1904. - Il premio sarà conferito secondo le norme del seg~ente •

Regolanien.to. .Art. 1. È aperto il concorso al pre1nio quinquennale di lire 500, istituito dall' .Accademia medicofisica e dalla Società filoiatrica fiorentina col titolo : Pre1nio Za1i1ietti. Art. 2. Saranno ammessi al con corso soltanto i lavori di autori italiani. Art. 3. Il premio sarà conferito dall'Accademia medico-fisica e dalla Società filoiatrica riunite in seduta plenaria, discusso ed approvato il rapporto della Commissione esaminatrice sopra i lavori presentati al concorso. Art. 4. Detta Commissione sarà composta di membri scelti nelle due Società, cioè di due membri della medico-fisica e di uno della filoiatrica. Art. 5. L~ Presidenza dell'Accademia medico-fi· sica annunzierà l'apertura del concorso un anno avanti il termine utile per il conferimento del premio. Art. 6. Il termine utile per la presentazione dei lavori Acadrà il di 15 aprile 1904, ed i lavori dovranno esser diretti, franchi da ogni spesa, alla Presidenza dell'Accademia medico.fisica. Art. 7. Tutti i lavori presentati al concorso diverranno proprietà delle due Società e saranno con· servati in archivio. Art. 8. Quando, entro il termine di un anno, l'auto1·e del lavoro premiato non l'abbia, fatto stampare per proprio conto, le due Società avranno il diritto di pubblicarlo n ei loro atti. Art. 9. Nel caso che nessun lavoro fosse presen(1) Il tema scritto nel suo testamento dal prof. Bufalini deve esser riproposto di ventennio in ven· tennio e perciò l'illustre professore parla del tempo trascorso dal concorso ultimo, il quale fu effettuato nel 1884.

(ANNo

1x,

F Aso.

3uJ

tato al concorso o che non si facesse luogo al con· ferimento del premio, le due Società provvederanno subito a riaprire il concorso. Firenze, dalla residenza dell' .Accademia medicofisica , via degli .A.lfani 33, 5 aprile 1903. Il Preside11te Prof. GIULIO FANO. I Segretari degli atti Dott. CARLO COMBA. Dott. FRANCESCO RADAELLI.

Indice alfabetico analitico del vresente numero. Assistenza sanitaria e vigilanza igienica (Sul recente progetto di legge d'). . • . Pag. 1114 Carcinoma gastrico (Contro i violenti dolori del) . . . . . . . . . . . » 1109 Cenni bibliografici . . . . . . . . . » 1113 Colorazione alla Romanowski (Metodo delle soluzioni definite per la). - Zampilloni . » 1097 Concorsi e condotte . . . . . . . . » 1119 Corpo estraneo nell'esofago. Gastrotomia. I.eroy e Maystrian . . . • . . . . » 1104 Coxalgia e la scia ti ca (La). - Ba binski . . » 1107 Dilatazione di stomaco (Cura della). - Le• · moine . . . . . . . . . . . . . )) 1108 Febbre dei tisici (Perchè i 1 riposo a letto ha azione favorevole sulla). - Pickert . . )) 1113 Fermenti del liquido amniotico (I). - Biondi )) 1107 Infiammazioni e tumori nei seni sfenoidali . - Secreti • . . . . . . . . . . )) 1105 Leucociti durante la gravidanza, il parto e e il puerperio (Proporzione dei). - Hahl )) 1106 Malattia del sonno (letargia dei negri) ed il suo agente specifico scoperto (La). - Castellani . . . . . . . . . . • )) 1099 Malattie nervose nella diatesi urica e nell'arterio-sclorosi (Le). - Sterberg . • • . )) 1102 Tsch i stoMielite trasversa tubercolare. )) 1107 witsch. • • • • • • • • • • • )) 1119 Non1ine, promozioni, onorificenze . . . Notizie diverse • . . . . • . . . . )) 1119 Pianoforti (Guerr,1 ai) . . . . . . . • )) 1113 Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » . )) 1114 Riflesso acromiale (Il) . - Bechterew . . . )) 1108 Riflesso faringeo nell'isteria (Il). - Weill . )} 1108 Sedativo (Un buon) . . . • . . . . . )) 1109 Semeiologia del dolore dell' orecchio. Connal . . . . . . . ·. . . . )) 1108 Solfato di cinconina nelle febbri malariche (Il). - Pagano e Giorgi . . . • . . )) 1089 Tachiolo nella cu ra dell'eresipela (Il). - Mon· tefusco . . . . . . . . . . )) 1109 Ulcera gastrica (Importanza della medicazione calmante nella cura dell'). - Kel-

. . . . . . . .

))

1108

Villi coriali (Ricerche e studi intorno ai poteri selettivi dell'epitelio dei - - . Prin1a comunicazione sul potere proteolitico). • . . . . . . . . Merletti . . Vomiti ciclici dci ban1bini (I). - Delcourt. Vomiti incoercibili delle gravide (Cura dei). - O cheroffsky . . . • . • . . . .

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1106

ling

. . .

)) 1103 )) 1109


.&a.no

a

Roma, 4: luglio :l.908

SBZIONS

Fuo. 38.

P~TICA.

DIRETTORI

PaoF. GUIDO BACCELLI - PaoF. FRANCESCO DURANTE • REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Salvatore Fabozzi : Sull'istogenesi del cancro priniario del pancreas. - Riviste : Guglielmetti: Latte cotto o latte crudo? - PATOLOGIA DEL RENE: - Heubner : Osser·vaz.ioni sui reni nella scarlattina e difterite. - Klemperer: Determinazione della materia colorante dell'ort'na e suo valore diagnostico. - Senator: ~4lbaminuria traumatica. - Claude : Stillo scapsulamento d~l rene nelle nefriti rnediche. - SIFILOGRAEIA: - Preisich: Della trasmissione ereditaria della sifilide. - Osservazioni cliniche : - Mambrini: Secondo caso, finora conosciuto, che dimostra la possibilità dell'ernia inguinale diretta nella donna. - Petrilli: La cura iodo-iodurata alla Durante nella tubercolosi articolare e glandolare. - Divagazioni storiche : - Sanità militare presso gli antichi Greci e Romani. - Note di medicina scientifica: - Funzione ipofisaria. - Succo pancreatico umano normale. Pratica professionale : - CASUISTICA: - Arteriosclerosi del tnidollo spinale. - La tabe ~iovanile e la sifilide ereditaria. - Prognosi della tabe. - Neurite ottica nella sifilide. - Paralisi dolorosa (del Chassa-ignac). - APPUNTI DI TERAPIA: - 'Trattamento operativo della gastroptosi•. - Trattamento chirurgico dell'anuria. - Sulla questione della castraz.ione nella tubercolosi del testicolo. - Risultati tardivi del carcino1na mammario quando sono ingrossate le glandule sopraclavicolari. - Le seborree con ascesso tuberoso d~JI'ascella. - Nella tricofiz.ie del capo. - Varia. Cenni bibliografici. Interessi professionali: - ..A proposito della crisi della prof essione medica. - 7?.._t'sposte a "quesiti e a domand e. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero. D i -r i t t i

d i p r o p r i e t ·à

LAVORI ORIGINALI OSPEDALE DEGL'lNCURABILI lSTITl TTO ANATOI\-IO·l>ATOLOGICO

L.

Sull'istogenesi del cancro del pancreas (1J.

ÀRMANNI.

prima1~io

Nota preventiva del dott.

SALVATORE FABozz1,

Assistente.

Ho avuto occasione di studiare, dal 9 marzo 1900 al 31 gennaio 1902 f) casi di cancro primario del panc1·eas, su cui b .<) istituite min11tissime ricerche microscopiche per poter dire qualche parola a proposito di sì importante morbo in un organo che tanto ha occupato ed occupa i diversi ricercato1'i. Riassumen,do quanto ho osservato nei casi esaminati abbiamo: (1) Questo lavoro, terminato nel marzo 1902, fu spedito al B eitrage ~. ]Jafhol. Anat., etc.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

r i s e r v a t i

1° Il tumore ha tutto l'aspetto del canc1·0 scirroso formato cioè di cellule epiteliali più o meno raggruppate fra di loro a nidi, con protoplasma decisamente acidofilo, contenute in spazi connettivali a pareti più o meno fibrose o fibrillari. 2° Nei tratti di passaggio fra neoplasia e pancreas si assiste ad una proliferazione degli isolotti del Langerhans, i quali in primo tempo si rendono iperplastici per proliferazione dei loro elementi, crescono di numero. si fondono fra di loro, dando luogo a cumuli epiteliali più grossi, e poi in fase ulterio1·e, mano mano si trasformano e si confondono con gli elementi della neoplasia, avendo con questi tutti i caratteri istologici e mic1·ochi· miei di comune. In questi punti si osserva la distruzione o per at1·ofia o pe1· digestione degli elementi glandolari secernenti e nessuna ipe1'plasia dei d6ttì escretori, anzi raramente ' 1 \


1122

(ANNO IX, F ASC. 36 J •

IL POLICLINICO

se ne riscontra qualche piccolo tratto ben con· servato. 3° Gli elementi epiteliali secernenti dei tubuli pancreaticj suno ben conservati verso la coda dell'organo, con protoplasma basofilo; in mezzo ad essi spiccano le insule del Langerhans ben conservate, ma iperplastiche, ed i cui elementi sono aciclofili, cose che si osservano benissimo nei pezzi fissati col liql1ido di Hermann o cli Flemming e colorati col me· todo Galeotti. Il connettivo periacinoso è iperplastico ed in mezzo ad esso decorrono i d6ttolini escretori senza alcun segno di prolife• razione. Ora apparreb be chia1·0, alm,eno dai miei preparati, la provenienza degli elementi neo· plastici da q ~Ili degl'isolotti del Langerhans, e nei miei casi agevo I cosa riesce seguire le diverse trasformazioni: dalla semplice iper· plasia degli elementi cellulari degl' isolotti, alla proliferazione di essi fino alla formazione di noduli ~piteliali, i quali ultimi hanno tutti i caratteri, istologici e microchimici, degli ele· · menti delle insule.

RIVISTE Latte cotto o latte

sull'esperienza clinica, la quale in tal caso è preferibile ai ragionamenti teoretici, ed ai con· trolli di laboratorio, poichè gli uni e gli altri riescono spesso fallaci, specialmente quando si tratta di un processo vitale così complicato ed intimo qual'è quello della digestione. È certo che il latte bollito si differenzia da quello crudo: con l'ebollizione cambiano il volume,_l'odore ed il sapore· g_uesti ultimi diven· gono spesso sgradevoli; con l'ebollizione si sprigionano varie sostanze gassose come acido carbonico, azoto, ossigeno: diminuisce la ten~enza del latte alla fermenta~ione acicla; il latte anfotero diventa alcalino ; scompare la proprietà che ha il latte fresco di colorare in azzurro la tintura di guaiaco (SACHACHT, c. ARNOLD), forse vengono distrutti dei fèrmenti inorganici che si trovano nel latte, e che insieme con iprincipi digestivi esi~tenti nel tubo gastroenterico concorrono a provocare le v-a,r ie me- · tamorfosi cui va incontro il latte medesimo nel · p1·ocesso della digestione. Il BAGINSKI (1) constatò notevoli alterazioni chimiche nel latte di vacca sottoposto a forti e ripetuti scaldamenti praticati per ottenere una completa sterilizzazione. Lo stesso fatto ebbero a constatare il WACHSMUTH (2) ed altri . auto1·i. '

crudo~

Rivista sintetica del Dott. E. GuGLIELMETTI, Eoma.

. La questione se il latte animale, che s'in· troduce nell'organismo l1mano a SC<>po semplicen1ente alimentare od anche terapeutico, debba essere cotto o crudo può sapere di sov· versivo a coloro i quali, considerando il la.tte prove11iente dagli animali siccome un veicolo possibile di ogni sorta di germi patogeni, specie di quello terribile e micidiale della tubercolosi, i·itengono assolutamente necessario che lo si faccia bollire allo scopo di sterilizzarlo. E così l'idea di avere eliminato, o per lo meno di avere fatto il possibile per eliminare dal latte il pericolo della trasmissione dei germi patogeni, specie di q nello della tubercolosi, fa dimenticare la questione importantissima della digeribilità ed assimilazione di questo p1~ezioso alimento. Or bene, dal punto di vista della digeribi· lità ed assimi I azione, il latte crudo è di g1·an lunga pr·eferibile al latte cotto; tale è l'opi· nione di n11merosissimi autori, opinione basata

* . **

Il latte alterandosi più o m eno con l'ebol· lizione diventa per ciò stesso più o meno inadatto ad essere debitamente digerito. Ciò dimostra l'espe1'ienza. Infatti, consultando i numerosi autori tanto antichi che moderni (3) i quali hanno trattato del latte animale e del modo di 11sarlo sia come alimento, sia come

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(1) BAGINSKJ. Berl. klin. W ochen., num. 44, 1894. (2) W ACHS~IUTH. J ahrb. f . Kinderheilk. Bd. 41, H. 2, 95. (3) I più autorevoli ed importanti p er il nostro argomento sono: V1sCHER. De lactis eizisque jJartin11,t tiatura ·et viribns. Tubingae, 1586. - KOBER. De lacte et pultibz:ts qrtibus irtfa1ttes snsten,tantnr. GoerJitz, 1593. - COSTAEUS. De facili 11iedicina per seri et lactis usli11t libri tres. Bononiae, 1595. - COURING. Dissert. de lacte. H elmstaedt, 1648. - RESTAURAND. Hippo·

cratis de 1tatura lactis eiusqne riszi in, curation,ibns 11iorboru1n. Orange, 1667. - MARTIN. Trriité de l1nsa,qe dn lait, etc. Paris, 1684. - F1sOHER. De lacte optinto ali1ne1ito et 11iedicaJJ·te1tto, 1719. - CoLOMBIER. Dulait co1isidéré da1is tous ses rapports. Paris, 1782. A. questi a11tori vanno aggiunti quelli che citerò più • • inna.nz1.


[ANNO

IX, F ASC. 36]

SEZIONE PRATICA

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medicamento, si vede che è gene1..ale ed insi· stente la raccomandazione cli somministrare, specie nei bambini, latte fresco, non cotto, solo i·iscaldato leggermente ed allungato con acqua, nel caso che conteng~ abbondante ca• se1na. Così GALENO ( 1) ' ruole chè si prenda il latte direttamente dalla mammella per timore che esposto all'aria non abbia ad alterarsi. Il BARICELLI (2) dice c1=J.e il latte cr11do ha una azione piuttosto lassati,ra, mentre il latte cotto è pi11ttosto a.s tringente·; e siccome il latte munto e lasciato all'aria, continua lo stesso autore, perde qualche cosa della sua nativa bontà, così dev'essere pr·esto sorbito, e quando ciò non è possil)ile, lo si cleve conservare in luogo freddo: « q11za lac mnlctz,i1n aliquicl 1zativae bo-

1iitatis al'liittit, ideo stati11i hauriendum est, et sl· fie1·i neqziit, i1i locis /1·igidis serva1zdzinz » . Il RosEN t3), parlando dell'allattamento artificiale, cl1e dice fattibile dopo sei mesi di allattamento naturale, propone di dare al bambino latte tf}pido. Il FouRCROY (4) trattando del nutr·imento che meglio conviene al bambino sullito dopo il divezzamento tanto normale che precoce i·accomanda « il ti--itello o la semola d'orzo oppure di avena cotta con pura acqua e sale,' e poi i·arefatta con del latte munto di fresco e clie non sia stato al fuoco , perchè, se si fa bollire, egli dice, cagiona stitichezza, e nuoce al bambino ». Lo stesso autore in altro luogo (5) dice : « La pappa si fa mettendo a cuocere una piccola crosta di pane sul fuoco entro una scodella con d()11' acqua e poco sale, sicchè sembri che il pane si sciolga in se medesimo. .Allora si toglie dal fuoco e stemperandolo con un cucchiaio, si rarifica con del latte /re· sco che non si sia fatto p1into riscalda1·e, o anche con un po' d'a.cqua chiara, e così si dà al fanciullo ». Il V .<\.NDERMONDE (6) ' yuole il latte f1·esco quando parla della possibilità di allatta.re i bambini sin dal principio con latte di vacca, di asina o di capra, ricordando in proposito la cost11manza che hanno gli abitanti di G1·oen(1) (2)

et

GALENO. De sa1iit. tuenda. BARICELLI. De lact;s, seri et

bu,tyri /'acn ltatibus

Napoli, 1623. {3) ROSEN. Traité des maladies des enfants, chap. 1. (4) FOURCROY. 1ère part., § 47. (5) FOURCROY. 2ème part., chap. 6. (6) V ANDER)IONDE. Tom. 2, chap. 5. Tl,Sll.

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landia di t1·ar1·e il latte clall' anin1ale, e di collocarlo i11 llll ' 'aso donde il fanciullo lo succhia per mezzo di un t11bo. Il BANDINI (1) nei casi in cui la madre non può allatta1·e il bambino, raccoman(la ili al· latta1--lo con latte di vacca, asina, capra o 1 ecora, nzunto di fresco, 1·iscalcl,reto ogni "'rolta alla tenipe1·at1ir·a di 35°- .37. 5 C. (somminist1·ato per mezzo <ii una mammella ctrtificiale). Il FoNSSAGRIVES (2) parlando dell allattamento artificiale richiama l'attenzione delle mamme sopra questo fatto, siccome di grande importanza, che cioè il latte di vacca non è lo stesso alimento a seconda che è ingerito freddo o riscaldato, poichè nel primo caso si digerisce più facilmente. Il Gu A~TALLA (3) in base alle sue indagini ed alle lunghe esperienze, praticate da suo padre tanto nella clientela p1--ivata quanto al Ricovero cli Trieste, si dichiara affatto contrario al sistema di dare ai bimbi il latte di vacca cotto, anzichè semplicemente riscaldato con l' aggiunta di acqua calda. Finchè seguì la pratica di cuocere il latte ed aggiungervi acqua fredda, il nutrimento procedeva sten· tato ed inter1~otto da infiniti disturbi gastroenterici, onde si dovette rinunziare alla cottura del latte. Nel Congresso pediatrico italiano tenuto in Napoli nel 1892 (4) il RuGGERI dichiarò che con la ebollizione del latte, specie nel modo come la si pratica nelle famiglie, si propina al bambino latte meno digeribile. Nello ste.sso Congresso il DE BoNIS assicurò di avere osserv~to bambini, che digerivano bene il latte appena munto, mentre av·evano come un , .. e. leno il latte bollito . Il FREEMAN (5) propone la sterilizzazione ripetuta a 73° appunto per evita1·e che il latte si alteri chimicamente con tempe1·ature più alte e quindi se n e alteri la dige1·ibilità. Il G ARTNER (6) dice che il latte bollito pe1~de un po' del suo colore e del suo sapore · anche i co1--puscoli lattei si radunano insieme e diventano di meno facile assorbi111e11to. (1) BANDINI. Metodo di allattare a 111a110 i banlbi11i. - Napoli, 178!, p. 50. (2) FONS. AGRIVES. L e r ote rles IJtèr es dans /es 11ta la dies cles e1t/'an,ts. Paris, 1870, pag. 285. (3) STEINER. Compendio (lelle 1nalattie dei hantbini. Traduzione di Guastalla. Milano, 1877, p. 232. (4) Architio di P ediatria. 1892, p. 289. (5) FREEi\IANN. l\Iedi cal ~e~ord. Jun. 1~93. . (6) G.:(RTNER. Manuale d'1g1ene. Traduzione ital.,

p. 126.


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IL

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Se non che in opposizione ai citati autori, ed _a molti altri che tralascio di citare per brevità, e che sono unanimi nel rip1·ovare non solo la cottura del latte· ma anche la semplice ebollizione, vi sono alc1mi i quali invece sono pe1~ la cottura del latte, specie di quello di vacca. Tra essi. primeggia lo J ACOBI (1). Con la cottura., dicono costoro, si forma nel latte llna pellicola costituita essenzialmente di burro e di caseina, e quindi il latte di vacca diviene più analogo a quello di donna, per ciò che i·iguarda la caseina (2) e il b11rro e perciò è più digerihile che quello crudo. ..._l\_ siffatto argomento si l""isponde che per corregge1·e l'eccesso di caseina basta allunga1·e il latte con acqua, del pari che per correggere il difetto cli zucchero. nello stesso latte di vacca, rispetto a quello <li donna, basta aggiungere lattosio. Così il BIEDERT (3) si serve in tal caso della seguente fo1""mola : 1/4 di litro di latte non scremato .. 3/4 di litro di acqua - 15 grammi di lattosio. Questa miscela rappresenta per il BIEDERT un ~uccedaneo del latte di <lonna: e contiene 1 per cento di caseina, 2. 6 per cento di burro e 3. 8 per cento <li lattosio. In quanto al burro esso sembra essere assolutamente identico nel latte di donna come in quello di ' racca, ed ugualmente cligerito dal bampino, siccome ebbe a constatare lo stesso BrEDERT in moltissimi casi. Ancl1e il GUASTALLA (4) ebbe campo di curare molti bambini affetti da fo1"tme gravi di enterite, in cui sotto date condizioni, a differenza di molti altri medici usa,ra precisamente il latte quale esclusi,To nutrimento: nelle scariche alvine di tali bambini rin,renne molti grumi coagulati. ma pochissime sostanze grasse, a prova della loro i11nocuità, dacchè perfettamente dige1"tite in uno stato in cui la mucosa intestinale era sì gravemente malata. Dunq11e p e r ciò che riguarda la caseina ed il bt11·ro non è necessario fai· bollire il latte di vacca. n è l'ebollizione ha quei vanta.g gi che le si vor1·ebbe1""0 att1·ibuire. (1) J-AC9BI. Trattato delle malattie di bambini. <1-erhard t. (2} Secondo le ricerche del BIEDERT (.A.rch. f. path. .A.nat. u. Phys. Bd. LX, p. 353) il latte di ' racca contiene il 4 per cento.. di caseina, mentre q11ello di donna ne contiAne solo il 2 p er cento. (3) BIIDDERT, I. c. (4) GlJASTALLA, 1. c.

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a parte lo J ACOBI e pochi altri compagni, la maggior parte di coloro che si dicono favorev-oli all'ebollizione del latte partono non tanto dal concetto dalla maggio1·e o minore digeribilità del latte, a seconda che è cotto o c~udo, quanto e 'dalla maggiore facilità onde lo si conserva quando è bollito, e soprattutto dall'idea di poterlo ste1·ilizzare mediant~ l'ebol. lizione, di potere cioè distruggere i germi che • • v1• s1• possono r1n,,.en1re, specialmente quello della tubercolosi. Ed infatti ft1 appunto il timore della trasmissibilità della tubercolosi dai bovini all'uomo quello che più d'ogni altra considerazione valse a diffondere e tra i ·medici e tra i p1:0f ani dell arte F;alutare l'l1so di far · bollire il latte di vacca~ e che conseguentemente dette il massimo impulso alla fabbricazione di appositi appa1·ecchi e sistemi di sterilizzazione non che all'impianto di veri e propri stabilimenti. Fu il concetto della trasmissibilità della tubercolosi bovina all'uomo quello che e in Congre~si come _il Congresso internazionale per la tube1·colosi del 1888, ed in varie sedute. di .a ccademie, come · l' Accade1nia di Parigi n el 1889 e 1890, ed in vari trattati d'igiene (1) fece p1·opor1·e e raccomandare l'~bollizione del latte quale llna n orma imprescindibile di i:)rofilassi contro la tube1·colosi . bovina. Esaminiamo ora le due ragioni che consi · gliarono l'ebollizione del latte, l'economica. cioè, e la 'profilattica. In quanto alla ragione economica è certo che il latte bollito si conserva meglio del latte crudo, e questa piì1 facile e più lunga conservazione si deve al fatto che il calo1·e distrugge, almeno in parte, i germi saprofiti contenuti nel latte. Il più importante tra essi è il germe della fermentazione acida del latte, uno speciale microrganismo denominato dal PASTEUR fermento del latte, e dallo HUEPPB bacillus a~idi lactici, il quale trasforma il lattosio in acido lattico in un periodo di tempo (1) DE GIAXA, Manuale d 'igiene pubblica, p. 1233,

dice: « La tubercolosi bovina si ritiene identicct con quella dell'uomo ..... l'unico mezzo di sterilizza· zione fisica è il calore...•. Oggi l'igiene non p11ò raccomandare che la sterilizzazione a mezzo d el calore » .

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che va1·ia da uno a quattro giorni a seconda ' i capezzoli della mammella e che contengono della tent1)e1·atura. una numerosa e svariata flora bacte1·ica tra Oltre il baci(lus subtilis, possono vive1·e nel cui il bacteri1l11z lactis aerogenes e il bacillzzs latte anche altr·i microrganismi capaci del pari coli comm1inis ,· secondo le ricerche di WURTZ di alterarne la costituzione modificandone il P LENDET (1) il òacill1ls acidi lactici è identico colore, il sapo1·e, la densità, ecc.; tali sono, col bacte1·iz:e1n lactis ael·oger1,es, microbo che_ per esempio, il bacill1ls cyanogenus, il mic1·0- dimora nel tubo gastro-enterico di quasi tutti coccus prodigiosus, il saccha1·omiees 1·ube1·, il j mammife1·i. Ma il bacte1·ium lactis aeroge1tes (2) bacillus sgnxanthiis, il thy1·oth1·ix .r;eniculat11,s, è una Hpecie assai Yicina al bacterium coli il òacillus lactis pitziitosi, ecc. co11znz1zne, il quale è anche lui capace di p1·0Se non che gli anzidetti micro1·ganismi ca· 'rocare la fermentazione acida del latte; 3° dall' acqua impura aggiunta al latte paci di altera1·e il latte e di i·enderlo così inservibile all'alimentazione, non si trovano per allunga1·lo, o adoperata per il lavaggio nel latte quale viene secreto dalla mam- dei r ecipienti in ctii si racc .>glie il latte. In conclusione, l'inquinamento del latte con mella di un animale sano, ma ' ri penetrano dall'ambiente esterno; non sono parti costi- germi sap1·ofiti e pat<)geni è dovtito alla mantuenti del latte, ma corpi estranei venuti dal canza (li nettezza, al sudiciume dei lattai e delle latterie (3). L'aria che fu incriminata di di fuori. E infatti il DucLA.UX (1) e· l'EscHERICH (2) essere il fattore precipuo di questo inquinat1·ova1·ono che il latte contenuto nelle mam- mento, non ' ri ha invece che 11na piccolissima melle <li un animale sano, e raccolto con pa1·te, anzi, come bellamente fa osservare il tutte le cautele della più rigorosa asepsi, è DucLAUX : « Nelle sorgenti d'inquinamento privo di microrganismi. del latte l'aria non conta, per così dire; e se Altri sperimentatori ' rennero alla stessa spesso l' accusano, ciò dipende o dal fatto che conclusione; e quelli che riscontra1·ono germi questi accusato1·i non si rendono i·agione della nel latte; come il KpHN e NEUMA.NN (3), l'Ho- sua poca importanza.. o vogliono dispensarsi NIGMANN (-!), il PALLESKE (5), il RlNGEL (6), dalle cu1·e di nettezza che si possono avere, il KNOCHENSTIERN (7) ed il TRINCI (8)~ sono col pretesto cl1e è inutile distruggere i germi concordi nel ritenere che i .microbi trovati clei recipienti dal momento che si rimane nel latte si tro,rano solo all'orificio o alla esposti ai germi dell'a1·ia (4) ~. E questo poco pe1·iferia dei canaljcoli galattofori. o punto inquinamento del latte da pa1"te del· Quindi il latte secrèto da un animale sano 1 a1·ia è un fatto cosj cert.o che il latte perfetè di per sè stesso ~te1·ile , privo cioè tanto di tamente sterilizzato, lasciato all'aria libera e germi saprofiti, quanto di germi patogeni ; non agitato, rimane talora molto tempo, per· gli t1ni e gli altri vi ar1·ivano dall' ambiente sino pareccl1ie settimane senza coagularsi. Ora le accennate cause <l'inquinamento saest~rno~ e, per ciò che riguarda i ma.mmif eri domestici, tra cui la vacca, provengono preci· profitico clel latte e conseg11ente alterazione si possono elimina1'e me1·cè la nettezza comsamente: 1° dai foraggi che servono alla loro ali· pleta, unive1·sale e rigorosa di tt1tto ciò che ha contatto rliretto o indiretto col latte, non m~n tazione, e di cui alcuni sono i·icchi di microrganismi: bacill11s subtilis che oscura il che l'allontanftmento di quelle sostanze che si sospetta contengano germi nocivi al latte o latte e lo peptonizza senza coagularlo; 2° dagli escrementi che imbrattano spesso all't1omo, e quindi se la. bollitura rappresenta un mezzo sicu1·0 e sbrigati,~o per la conserva(1) DUCLAUX. Clii11tie bioto.r;iqne, 1883, p. 60, 61. (2) ESCHERIOH. Fortschritte der Medicin, 1885, lC. 3, S. 231. (3) KoHN e NEUMANN. Ueber der Kei11igehalt der Fra11,en11iilclt. Virchow's Archiv. Bd. 76, 1891. (4) HONIGl\iIANN. Hyg. Rundsch., N. 22, 1893. (5) PALLESKE. Virchow's Archiv. Bd. 130. Hf. 2. (6) RINGEL. Miinch. med. Woch., N. 27, 1893. (9') KNOCHENSTIERN. Revue des sciences m édicales, 1894, p. 151. (8) TRINCI. Lo Sperimentale, 1898, p. 112.

(1) WURTZ et LENDET. lde1ttité dzi bctcille loctiq11e de Pasteur avec le bacférin111 lactis at>ro,qe11Ps. So ciété de biologie, l O mai 1893. (2) M:ARFAN. Traité de l'allaitem ent. . (3) Ben a r agione il DUCLA ux nel su o bel libro Pri1tripes de laiterie, pag. 54, scrive : « C'est la malpropreté des laitiers et des laiteries qui est la cause à peu près unique des clifficultés de conser· ' ration d11 lait » . (4:) D UCLAUX, l. c. I 5)


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zio ne del lattH, non è però 1 unico mezzo ; anzi come vedremo in seguit.o, si pt1ò ottenere lo stesso effetto indipendentemente dalla bollitura, e, quel che importa, senza provocare nel latte quelle alterazioni fisico-chimiche, le quali, come abbiamo veduto, si hanno semp1""e nel latte cotto, e lo rendono meno digeribile ed assimilabile rispetto a q11ello .crudo . :·j<:

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Esaminiamo ora il secondo moti,ro per il quale si fa bollire il latte, la distruzione cioè dei germi patogeni, specie di q11ello della tubercolosi. Che il latte in genere, e ql1ello di ' racca in specie possa contenere germi patogeni, è un fatto constatato come pure è constatato che vi si sviluppano bene e conservano a lungo essendo il latte lln eccellente terreno di cultura. Ora questi germi patogeni, ad esempio quelli del colera, del tifo, della difterite, della scarlattina,.. della stom_atite aftosa, possono penetrare nel latte di vacca dall'anirnale malato o dall'ambiente esterno'? E sono essi virulenti per l'organismo umano'? Consultando i vari autori che studiarono sperimentalmente tali questioni, vediamo che essi non -sono tutti d'accordo. Per la stomatite aftosa il ~I~IBF AN (1) ritiene che il latte delle vacche aftose non è sempre , .. irulento. Il N OCARD (2) ed il LELEST cr·edono cl1e l' ~i:tquinamento del latte è possibile solo quando vi sono afte sulle mammelle: il virus patogeno si mescolerebbe al latte dt1rante la mungitura. In quanto alla peripneu1nonite contagiosa dei bovini il DUPRÈ ed il LECUYER l"iferiscono dei casi di pneumonite osservati in bambini che avrebbero bevuto il latte proveniente da mucche affette appunto da peripneumonite. Ma la patogenesi di ' questi casi non è rigorosamente stabilita perchè non è detto che sono da escludersi tutte le altre possibili sorgenti d' infezione. In quanto al tifo addominale si citano alcune epidemie che si sarebbero pro pagate per mezzo del latte. Così l'ELG.AR BucK narra come nella . inferme1·ia di Leicester si svil11pparono pa· ... recchi ca~i di tifo addominale in i11dividui che (1) (2) 1lf'S

(ANNO IX,

IL POLICLINICO

MARFAN, NoC1\RD

1. c.

et LECLAI~CHE. Jfalarlies 111icrobie11 des a11;111anw,.. Paris. 1896: pag. 3!4.

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FASO.

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avevano bevuto latte di mucche le quali })a· scòlavano in un terreno in cui trovavasi un pozzo siti1ato accanto ad un pozzo nero non intonacato. Da quel pozzo si attingeva l'acqua necessaria per lavare i recipienti ove si raccoglieva e conservava il latte. Il PENCKERT riferisce pt1re di un'epidemia di tifo sviluppatasi in Edinburgo in persone che si fornivano di latte da una vaccheria in cui i recipienti del latte erano lavati con acqua inquinata da. una vicina fogna. Lo OH.A.VANE parla di 17 casi di febbre tifoidea manifestatasi in uno squadrone di cavalleria di Parigi, in seguito all'uso di latte proveniente da una . località ove si adoperava l'acqua attinta da un pozz;o inquinato . Altri autori, come lo JANSSEN, il MuRCHrsoN, il TAYLOR, il BALLARD, il TRIPE, il ROTH, citarono casi cli febbre tifoidea svoltasi in ~eguito ad ingestione di latte inquinato. Ora in tt1tti questi casi, ammesso che il germe patogeno sia penetrato nell'o1~ganismo umano per mezzo del latte, · resta sempre in· contestabile il fatto che esso germe, del pari che quelli della fermentazione, non si trovai;io nel latte quale si contiene nella mammella dell'animale sano, ma ·v·i penetrano dall'ambiente este1""no.

**:!! Se non che la questione più importante e discussa è quella della trasmissibilità della tubercolosi, la quale trasmissibilità costitt1isce il motivo primo se non t1nico dell'ebollizione del latte, della sua sterilizzazione. Lo stato della questione cotanto studiata specie in questi ultimi anni, dopo che il KocH al Congresso internazionale per la tt1bercolosi del 1901 ebbe dichiarato che la tubercolosi umana e la tisi perlacea sono due malattie distinte si può riassumere nei seguenti capi : 1° I tentativi eseguiti cla vari sperimentatori per pro,rocare nei bovini la tubercolosi, somministrando loro il virus patogeno tolto dall'uomo tubercoloso, condussero finora a risultati o negativi o per lo meno <li assai d11bbia interpretazione (1).

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(1) Questa è la conclusione a cui si arriva esami· nando attentameute e spassionatamente le .ricerc~e sperimentali. fatte in proposito dai seguenti autori: SCHOTTELIUS. Mttnch. medie. Wochen., n. 39, 1902. 0RTH. Berl. klin. W ochen., n. 31, 1902. THO~L-\.SSEN. Recueil de Médecine vétérinaire, 15.


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2° Non si conosce nessun caso rigorosa- ' ' ono il latte così inquinato dovrebbero aversi mente accertato, in cui l't1omo abbia contratto vere epidemie di tubercolosi: lo cl1e non acla tubercolosi in seguito a penetrazione nel cade. Lo stesso si dica dei prodotti del latte, proprio organismo, di materiale settico pro- specie del burro, che assai spesso contiene '"eniente da t1n bo,"ino affetto da tisi perla- bacilli di tisi perlacea ed allo stato virulento ; cea (1 ). mentre sono tanti e tanti, e adulti e bambini, E infatti per ciò che riguarda la inocula- quelli che ingeriscono burro così contaminato, zione diretta del virus tubercolare bovino senza che neppu1·e v enga l'idea di un possinell'uomo è noto come il BAUMG-ARTEN iniettò bile effetto di questo supposto contagio (1). bacilli vi1,ulenti di tisi perlacea in individui Si trovano, è vero, riferiti nella letteratl1ra cancerosi, in n essuno dei quali si sviluppò il dei casi isolati d'infezione tubercolare che si menomo focolaio tubercolare. E' vero che in dicono essere stati prodotti mercè l'ingestione que~to caso l'esito negativo si pot1·ebbe attri· di materiali pro venienti da bo-vini tt1bercolosi ~ buire ad una certa i·efratta1·ietà di cui sarebbe però, come giustamente fa osservare il KocH (2), è!otato l'individuo canceroso per la tuberco- in nessuno di q11esti casi si possono esclulosi ; ma questa è sempre una supposizione, dere con certezza le altre sorgenti d'infezione, mentre sta il fatto che l'esperimento ebbe un come la convivenza con individui tubercolosi , rist1ltato negativo. Quanto poi ai bacilli di il sudiciume delle unghie nei bambini, Sl1ditisi pe1·lacea che numerosi penetrano n ell'or· ciume che seconùo le ricerche del PREISISCH, ganismo llmano per la via del latte, burro dello ScHtJTz e del DrEunqNNÉ contiene spesso e ca1·ni di bovini tubercolosi, sappiamo ch8 bacilli tubercolari umani, ecc. ecc. essi bacilli non producono quei disturbi che Il RAvENEL dice: « Il nt1mero dei casi nei dovrebbero certamente produrre qualora il quali l'infezione può 1·ipetersi dall'uso del germe clella tisi perlacea fosse virulento per latte di vacche tubercolose non è grande, e l'uomo come lo è per i bovini o per altri ani· quasi tutti vanno incontro all'obbiezione che mali. Se, come dice bellamente il FRXNKEL (2), non si possono eliminare tutte le alt1""e sor· i germi della tisi perlacea , che si trovano n el genti d'infezione (3). » latte, f_osse1·0 causa di tubercolosi nell'uomo, Il BAGINSKI (4) riferendosi ai casi di tuberallo1·a tra i bambini 11umerosissimi che be- colosi nei bambini dicl1iara che all'ingestione di materiale nutritivo contaminato da bacilli I, 1903. L' irn11t11nisation des .feu1tes bovidés co1tfre la provenienti. dagli animali non si deve attritnbercrilose. buire nello sviluppo della tubercolosi dei bam· ScHtJTZ. B erl. klin. Wocb.en., n. 8. 1903, bini quell'importanza che le fu attribuita per CIPOLLINA. Berl. ltlin. w och., n. 8, 1903. Row. Brit. medie. J 011rn., n. 14, 1903. lo addietro. MAFFUOCI. Clin. med., n. 4, anno IX. Adunque, se la questione della trasmissibi· BEHRING. Berl. klin. W ochen., n. 11~ 1903. KLEBS· Y OUNG · ARLOING. lità della tubercolosi dagli animali, specie bo· (1) Cfr. a tal uopo i seguenti autori: vini, all'uomo, non è ancora i·isoluta in modo OSTERTAG. Deutsch. Zeitschr. f. Thierm. Bd. I e II. definitivo, abbiamo però il dh·itto di ritenere, OLLIVIER. Acad. de médecine, 24 febbraio 1891. almeno per quel che finora se ne sa, che il H OLS. Mtinch. medie. W ochen., 1902. BAU~1GARTEN citato dal KocH. Deutsch. medie. latte contenente i germi di tisi perlacea non W ocl1., n. 48, 1902. ha, nella genesi della tube1·colosi umana, il BoLLINGER. D eutsch. Zeitsch. f. Thiermed. B. 2, valore etiologico che gli ft1 generalmente i·i· p. 281. RAVENEL. Pite i1tterco11i1nii1iicabilitg of Jiu11ta11, and conosciuto per l'innanzi, e che q11indi da bovine t1tberc1ilosis, 1902, p. 18. questo punto di vista 1 ebollizione del latte UFFELl\IANN. Archiv f. Kinderheilk., 1880, Bd. I, p. 142. non va più considerata come .una norma inGORING. Det1tsch. Zeitschr. f. Thiermed., Bd. VI, dispensabile di profilassi contro il morbo mi· p. 142. cidiale della tubercolosi. S CHONGEN, nella dissertazione del BEHRENS sul tema: Prim.tire t11,berh·ntose Darniitifection des MenAccade per il latte di 'racche tt1be1·colose schen. JOHNE. Geschicht. d . Tuberkulose, Lipsia, 1883. BOLLINGER. Deutsch. Zeitschr. f. Thiermed. Bd. 2, p. 281. . Koc.t!. Dentsch. medie. W ochen., n. 48, 1902. (2) FRANREL. Berl. klin. W och., n . 8, 1903.

(1) KocH, l. c. (2) KocH, I. c. (3) RA' 7 ENEL, 1. c. (4J BAGINSKI. Berl. klin.

w oche11.,

n. 3, 1903. ( 7)


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IL POLICLINICO

quel che è accaduto per le carni di bovini pure tu.bercolosi. Ment1·e nei Congressi per la tubercolosi tenuti in Parigi nel 1885 e nel 1901 fu decisa la totale esclusione delle carni provenienti da qualsivoglia animale affetto da tubercolosi, invece nei Congressi del 1893 e 1898 furono formulati provvedimenti meno i·adicali, permettendosi l'uso delle carni di quegli animali nei quali il processo morboso è rimasto localizzato. Del pa1·i per il latte di vacche tubercolose, mentre nei congressi, nelle adunanze di società scientifiche, nei trattati d'igiene, e 11 ella tJ1·atica domestica, specie nelle grandi città, si riteneva come un vero assioma la trasmissibilità della tubercolosi all'uomo per mezzo del latte, e quindi si raccomandava ' rivamente la ebollizione · e sterilizzazione del medesimo, quale una norma profilattica indispensabile, invece il KooH, nell'11ltima conferenza intern·a zionale per la tubercolosi tenuta a Berlino, dichiarava non essere finora dimostrato che il latte di vacca affetta da tisi perlacea ed i suoi prodotti siano nocivi al· l'uomo (1).

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Ma poi con l'ebollizione, quale si p1--atica con i comuni apparecchi di sterilizzazione, si è forse certi di ottenere un latte veramente sterile, di distruggervi cioè tutti i germi, tanto saprofiti che patogeni che vi si possono trovare '? L'esperienza dimostra che la efficacia di questa sterilizzazione è assai dubbia. E infatti sappiamo che vi .s ono germi pa· togeni i quali resistono a temperatu1·e alte, • a cui non si sottopone mai il latte per tema di alte1·arne l'odore, il gusto, in una parola, la costit11zione fisico- chimica. Perchè t1n lattB si possa di1·e veramente sterile è necessario che rimanga almeno per 30 minuti ad una temperatura superiore a 120° · solo questa temperatura è capace di distruggere le spore del bacillus subtilis, del fh,ljrothri.i· teJ1tztis, ed in genere di quasi tutti i battèri peptonizzanti. Invece nella sterilizzazione che si fa con gli apparecchi in uso, cioè dell' Escherich, del Soxhlet, dell' Egl, del Sinclair del Gentile, del Tedeschi, ecc., la tempeì·atu1·a si aggira sempre intorn<'> ai 100°. (1) KocH, 1. c. ( 8)

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Ma abbiamo un'altra prova di questa non avvenuta sterilizzazione, ed è che il latte, così detto sterile, subisce, dopo un tempo che varia, a seconda della temperatura ambiente, la fermentazione acida del latte. Così il latte sterilizzato con l'apparecchio del Soxhlet (1) si conserva, a eletta dello stesso SoXHLET, 3-4 settimane senza subire fermentazione di sorta. Quello che si dice dei ge1·mi della fermentazione acida vale anche pe1· i germi patogeni. L ' HErM (2) ha veduto che nel così detto latte sterilizzato il bacillo del colera si mantiene . vitale per più di quattro settimane, quello della febbre tifoide quattro mesi: e l' RESSE trovò nel medesimo latte sterilizzato il bacillo del Loffler dopo quattro settim~ne, e quello dell' Eberth dopo quattro mesi. L' AUERBAOH (3) dice che per sterilizza1·e il latte, nel vero senso della pa1·ola, occorre tenerlo dai 30 ai 40 minuti alla temperatura di ebollizione. Il ·FLUGGE (4:) osse1~va come la frequenza del chole1·a infantu11t non è diminuita, quantunque l'idea di sterilizzare il latte sia molto diffusa e generalmente seg1ùta. Egli attJ:ibuisce questo fatto alla imperfezione con cui f?Ì sterilizza il latte che serve alla nutrizione artificiale dei bambini. Isolò dal latte, così detto sterile, quattro specie di microrganismi anaerobi ed un nume1·0 considerevole di battèri peptonizzan ti. Secondo lo stesso FLttGGE le diverse qualità di latte sterilizzato che vanno in commercio si conservano tali solo quando si tengono ad una temperatura inferiore a 18°. Per ciò che riguarda il bacillo della iisi perlacea in specie, il KooH (5) fa osservare che la cottura non ci garantisce la distl.·11zione dei germi della tisi perlacea ne.I latte, ' poiohè, se nei laborato1·i si riesce a ste1~iliz· zare il latte con l'ebollizione, ciò non a,-viene di certo nelle case. E i 1 BEOK (6) sullo stesso (1) SoxHLET. Mtinch. medie. W ochen.; 1886. (2) Cfr. DUCLAUX. De la vitalité des divers 1nicrobes patl1,ogè1tes da1is le tait. _.\.n11ales de l'Institt1t Pastaur, 1900, pag. 185. (3) AUERBACH. Berl. klin. V\-och, 11. 17, 1903. (4) FLuGGE. Zeitschr. f. Hygien. u. Infectio11slu~ank. Bd. 22, 1894. (5) KOCH, 1. c. (6) BECK. E."l;perime1t.telle Beih·ttge zzi.r U1t!ersucltu1tg tiber die .Jfarkhn1lcll. Deutsche V1erteljahrsschrift f. offentliche Gesundheitspflege, 1900, p. 430.


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argomento dice che in seguito a numerose ri- trare n el latte di animali sani sono di origine cerche è , .. enuto alla conclusione che la sem- esogena, provengono cioè dall'ambiente in cui plice e breve cottura in recipienti con larga è i·accolto e conservato il latte, e non già dalape1·tura, come si pratica d'ordinario nelle fa- l'interno dell'animale ; miglie, non basta ad uccidere i bacilli della 3° Che gli attuali metodi ji sterilizzazione tisi perlacea; a tal uopo occorre un'ebollizione sono di un'efficacia molto dubbia o per lo protratta per parecchi minuti, cosa che non meno incompleta; ne viene di conseguenza che intendono affatto le c11oche ed i cuochi, poichè non si deve cuocere il latte che serve all'ali· in tal modo, dicono costoro, il latte facilmente mentazione specie dei bambini, e che il mezzo ' reramente pratico e sict1ro per avere un latte si st1·acoce e non è più buono. Nè tampoco si ha da porre molta fiducia no'n fermentabilf>, e sopratutto t;terile da germi nella sterilizzazione industriale, poichè anche patogeni consiste: 1° nel tenere il latte di animali sani lonq ui (1), mancando le cautele necessarie, pene· trano nel latte ogni sorta di microrganismi tano da tutti i possibili focolai d'inquinamento; patogeni, come lo addimostrano le grandi epi- cioè nell'osservare tutte le norme necessarie demie di tifo, che si sono talvolta sviluppate di nettezza e d'igiene capaci d'impedire che. in segt1ito all'uso cli questo latte sterilizzato. il latte secreto asettico abbia a contaminarsi Finalmente gli attuali processi di steriliz- lungo tutto il tragitto che deve fa1·e dalla zazione sia domestica che industriale se non mammella dell'animale sino alla bocca delci garantiscono la distruzione dei g e1·mi pa· l'uomo; 2° n el conserva1~e il latte in luoghi puliti, togeni nel latte, sono certo impotenti a diati·uggere le sostanze tossiche che si possono aereati e freschi, dacchè sappiamo che i mi· trov·a1·e nel latte quali prodotti d'infezione c1·organismi della f e1·mentazione non si svi· parassitaria nell' organismo animale da cui pro- luppano a temverature basse : e dove mancano 'riene il latte (2), e che sono veramente dan- siti freschi natu1·ali, come le grotte, si costruiscano delle ghiacciaie, considerato il tenue nose. Q11anto poi alla così detta pasteurizzazione costo del ghiaccio e la facilità di averlo. Per ciò che i·iguarda l'allontanamanto dei del !Ritte, si noti come questo metodo di sterilizzazione, se al contrario dell'ebollizione non possibili focolai d'infezione del latte si rimodifica nè il gusto, n è l'odore clel latte (3), chiede: ' 1° una nettezza scrupolosa delle stalle, d'altra }Jarte, a motivo del breve e mediocr e risca;ldamento (65°-70°) che con esso metodo (4) degli animali, specie delle mammelle, delle si fa subire al latte, non si dist1·uggono n è i mani di chi munge, dei r ecipienti nei qt1ali ge1·mi saprofiti, nè molto meno i germi pa- si i·accoglie il latte, dell'ambiente in ct1i lo • s1 con ser"'\ra ; togeni, compresi quelli dell<t tubercolosi, sic· 2° 1 allontanamento degli animali ammacome hanno dimostrato le ricerche del LAZA· lati dalle vaccherie. Rus, del van GEUNS, dello YERSIN, del BITTER Come volete che non sia conta.minato il e di altri. latte di quelle vaccherie, che raccolgono ogni * sorta d'immondizie, e dove si munge con mani ** che sono state a contatto di foraggi e spesso In conclusione, dimostrato : 1° Che l 'ebollizione altera il latte, e lo di escrementi 'l (1). Pe1.. i--imediare a cotanti mali 'ri sono dt1e i·ende meno digeribile di quello che sia il latte metodi di cura, l'uno palliativo, l'altro radicale. crudo ; 2° Che tanto i germi della fermentazione, (1) Nel M a1iuale dell'njficiale sanitar;o per il proquanto i germi patogeni che si p ossono i·iscon- fessor CELLr, allo SclteTna lJeiterale d; Tllt re,qola· I

locale d'1gienr, sta scritto : .Art. 182. Immediatamente prima della mungitura la person a che la deve praticar e si laver a con cura le mani con acqua e sapone; saranno p11re a ccuratamente lavati i capezzoli delle mammelle. .Art. 183. I locali di deposito e di vendita del latte debbono essere freschi, aereati e puliti, e d ebbono presentare t11tte le condizioni opportune per la buona COn8erva~iOTI A ÒAl l a.ttA. 11ie1ito

{1) KocH, l. c. (2) D E GJAXA. Manuale d'igiene pubblica. Tradt1zione italiana, p. 1223. (3) GXRTNER. Manuale d'igiene. Traduzione italiana, p. 126. (4) N ella pasteurizzazione si sottopone il latte ad lln llreve riscaldamento di 63°-70° per poi raffred· darlo rapidamente a 10°-12°.


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[ANNO IX, F ABO. 361

IL POLIOLINICO

Il primo, il palliativo, deve applicarlo l'autorità che presiede alla pubblica igiene: con· siste nell'osservanza delle no1..me igieniche già sancite, ma che spesso rimangono lettera morta. Questo metodo lo dico palliativo, per· chè l'esperienza insegna che praticamente le ispezioni, per quanto assidue, i·igorose ed in· telligenti, possono eliminare qualche grave infrazione ai regolamenti, ma sono incapaci di far scomparire d'un sol tratto e del tutto alcune pessime abitudini di sudiceria inveterate ne~ nostri vaccai e loro consimili, quali - · note caratteristiche professionali, e che spesso sono in rapporto con l'indole stessa del popolo e le loro condizioni sociali, cioè con un ~nsieme di fattori, i quali hanno per comune esponente quello che si chiama l'educazione del popolo, e per p1..odotto la diffusione di n11merosi e talvolta micidiali contagi. Chi ha visitato il Nord d'Europa, e mette in conf1·onto una vaccheria olandese in O landa o una vaccheria svizzera in Svizzera, con una vaccheria nostrana, vede subito la differenza spaventosa che corre tra quelle e questa per i ..iguardo alla nettezza ed all'igiene, differenza del resto che trova un perfetto i·iscontro tra la nettezza di una cucina olandese, inglese, danese, ecc., e quella di una cucina italiana, spagnuola, francese, ecc., ecc. L'altro metodo di cura inteso a rimuovere tutto ciò che può inquinare il latte, metodo che ho chiamato radicale, perchè veramente efficace e pratico, consiste nell'impianto di vaccherie proprie presso tl1tti gli istituti, ospizi, ospedali, ecc., ecc., in cui si faccia un grande consumo giornaliero di latte, ed im· porti averlo fresco e non bollito, com'è sopra tutto il caso degli ospedali di bambini, e delle

case di allattamento a1·tijiciale. I vantaggi di queste vaccherie prop1--ie si possono riassumere nei seguenti: 1. Certezza di avere un latte proveniente da animali sani, e raccolto con tutte le ca~ tele dell'asepsi più rigorosa, non scremato, non adulterato in qualsivoglia modo. ~. Possibilità di conservare facilmente il latte in luoghi freschi ed opportuni senza esporlo allo scotimento ed alle temperature talvolta elevate, specie nei mesi caldi, a cui è necessariamente esposto il latte che dalla campagna s'importa in città. 3. Possibilità di avere latte freschissimo, milliiii ____

In tal modo, inercè l'opera di queste vaccherie proprie, si effettuerà, se non in tutto, almeno in buona parte, il desiderato di GALENO, il quale vuole che, non potendo il bambino succhiare il latte dalla mammella, come si fa per la donna, si conduca l'animale in casa, e lo si munga: « ideo nisi (lac) sugatur

ab ube1·e, ut in mulieribus, inducatur in domul'li anima! et mulgeatu1· » (1).

PATOLOGIA DEL RENE

Osservazioni sui reni nella scarlattina e difterite. {HEUBNER.

Mtt1icli. 1nediz. Woche1i., n. 4, 1903).

Il metodo seguìto dall' A. nelle sue ricerche ft1 il seguente : Immersione di piccoli pezzi di rene in una soluzione di formalina al 10 per cento per lo spazio di un giorno ; preparazione di tagli dai " medesimi ; colorazione dei tagli con ematossilina; aggiunta di acido cloridrico; lavaggio abbondante e per molte ore; colorazione con una soluzione diluita di eosina. In questo modo si ottengono preparati, in cui ogni corpuscolo sang~igno spicca dal fon do per il suo colorito rosso vivo splendente. L' A. riferisce i risultati delle ricerche anatomo-patologiche da lui istituite, secondo questo metodo, in due casi di scarlattina e due di dif· terite. Nei due casi di scarlattina si trattava di una forma di nefrite squisitamente emorragica: le altera~ioni anatomiche erano localizzate prevalentemente ed in primo tempo nei glomeruli, e solo nel periodo secondario si riscontrarono lesioni a carico dell'epitelio renale. Il reperto fu il seguente: degenerazione e coaguli sanguigni nei tubuli contorti di prim'ordine; nei tubuli retti; spesso cilidri ialini ed epi· teli distaccati, di rado emo1'ragie. Perciò quest'affezione del rene che aveva sede prevalentemente nella porzione vascolosa della sostanza renale è in perfetta armonia con i sintomi clinici della nefrite da scarlattina, la quale si contraddistingue in modo così chiaro per il suo carattere emorragico. Del tutto diverso fu il reperto anatomico osservato nella nefrite da difterite. Anche qui v'erano emo1·ragie, esse però non si riscontrano mai nei glomeruli e tubuli conto1·ti, bensì solo in alcuni tubuli retti. Queste sembrano corrispondere alla porzione ascendente del glo·

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SEZIONE PRATICA

merulo, forse anche ad alct1ni sottili tubuli collettori, e non si trovano nè nella vera so· stanza corticale, nè in quella midollare, bensì nello strato intermedio tra le due sostanze. Nei due casi di nefrite da difterite osservati dall' A. si aveva degenerazione primaria clell'epitelio renale che però era limitata solo aid alcune porzioni del sistema tubulare. In uno dei due casi l'alterazione dell'epitelio era esclusivamente a cari~o dei "l'lome· ruli e della porzione ascendente del sistema tubulare e che si designa anche col nome ·di tubuli irregolari. Questo reperto anatomico fu del resto già descritto nella difterite dàl RmBERT, il quale lo spiegò ammettendo che la sullodata porzione del sistema di canalicoli orinari abbia la funzione di concentrare l'o· rina che viene dalla corteccia e che è assai diluita; in questo modo il veleno che potesse trovarsi nell'urina diverrebbe molto più ener· gico ed agirebbe sull'epitelio dei canalicoli, alterandolo. Ora questa spiegazione non s'accorda col secondo caso osserv·a to dall' A. nel quale il sistema glomerulare era del tutto esente da qualsiasi degenerazione, mentre i tubuli contorti erano in massima parte notevolmente degenerati. Nell'uno e nell'altro caso i grandi tubi collettori non presentavano siffatta alterazione; in alcuni punti però si osservavan o ammassi cli epitelio e cilindri ialini. L 'alte1..azione delle cellule epiteliali fu ar· guita in parte dall'accumulo abbondante di grasso nell'interno del protoplasma, in parte dall'aspetto torbido a zolle del medesimo e dalla difficile colorazione del nucleo, e soprattutto dalla mancanza assoluta di questo. L'alterazione parziale di singoli tratti della sostanza del rene è, secondo l' A., di grande importanza: essa si accorda con più di un fatto sperimentale ; così l'EHRLICH trovò che negli animali la somministrazione di vinilamina pro· duceva necrosi delle sole papille renali, mentre tutto il resto del tessuto renale rimaneva inalterato. Il LINDEMAMN trovò che la cantaridina ed alcuni veleni provocàno una glomerulonefrite, mentre l'avvelenamento con sali metallici con· duce alla nec1·osi dell'epitelio renale. I reperti anatomo-patologici osservati dal· l' A. nei due casi di nefrite da difterite concordano con i sintomi clinici, in quanto che l'orina non conteneva traccie di sangue, ma solo cilindri epiteliali e leucociti. Ambedue i casi di difterite erano gravis· simi, ma senza complicazioni vuoi bronchiali vuoi polmonali ; i casi di scarlattina erano ..

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ambedue caratterizzati da puri disturbi renali in cui la morte seguì in mezzo a gravi feno· meni di uremia e debolezza cardiaca. Dott. E. G.

Determinazione della materia colorante dell'orina e suo valore diagnostico. (KLEMPERER.

Berli1i. lrli1t. WocJie1i., n. 14, 1903).

Tra le varie sostanze coloranti che si riscon· trano nell'orina _normale dell'uomo, la più im· portante è l'urocroma, che, secondo l'.A.. si forma nel rene direttamente dall'emoglobina. Le altre sostanze, come l'urobilina, l'uroeritrina l'uro· . 1'ematoporfirina vi si trovano 'solo in rose1na, quantità minime, le quali aumentano in certi stati patologici; allo spettroscopio danno deter· minate linee d'assorbimento ; l'urocroma non dà nessuna linea d'assorbimento, e quindi l'esame spettroscopico dell'orina normale è negativo. L'urocroma isolato dall'orina nel modo descritto dal Ga1..rod e riferito dall'.A.. è una sostanza polvert1lenta, scura, facilmente solubile in acqua, e combustibile sulla lamina di pla· tino; contiene azoto al 4. 2 °/0 ; manca di ferro. In soluzione acquosa al 2 °/0 ha un colorito rosso scuro ; in soluzione all'1 °/0 ha un colorito giallo scuro ; in soluzione al O. 2 °/ 0 ha un colorito giallo paglierino ; in soll1zione al O. 1 °/0 ha un colorito giallo chiaro. Soluzioni più concentrate si alterano assai presto. Per poter misurare la quantità di urocroma contenuta nell'orina l' A. si studiò di fissare i colori delle diverse soll1zioni ; non riuscendogli di fissarli sopra la ca1--ta per poter così preparare una scala colorimetrica, escogitò il seguente metodo : si prendono gm. O. 5 di una speciale polvere gialla preparata dal LEITZ e si sciolr gono in un litro di acqua ; si prendono 5 eme. di questa soluzione e si aggiungono a 20 eme. di acqua ; ne risulta una soluzione di un colorito giallo chiaro ugualissimo al colorito giallo chiaro di una soluzione di urocroma al O. 1 °/ 0 ; queste due soluzioni debbono essere contP,nute entro recipienti di vetro, a pareti di spessore uguale ed ugualmente distanti l'una dall'altra; l' A. si serve a tal'uopo di due parallelepipedi di vetro, di cui uno piccolo contenente la so· luzione di giallo, e l'altro graduato in parti uguali, ognuna corrispondente a 2 eme. Si versar10 in questo recipiente 2 eme. dell'orina da esaminare. e si aggiunge acqua fino a che -l'orina acquisti una tinta identica a quella del recipiente piccolo. Il nt1mero della scala numerica raggiunto da questa dilui~ione lo si moltiplica per O. 1 :


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l ANNO

IL POLICLJNl< O

il prodotto così ottenuto rappresenta la percentuale di urocroma contenuto nell'o1..ina. Tale metoclo dà valori esatti per le orine che allo spettroscopio non presentano· nesst1na stria d'assorbimento ; dà invec,e valori solo approssimativi per le orine contenenti urobilina ed ematoporfirina. L' A. determinò la quantità di uroc1.. oma nell'orina di individui tanto sani che infermi. Queste determinazioni furono fatte sempre con orina raccolta nelle 24 ore. Dai valori ottenuti dall' A. e riferiti in ap· posita tabella si deduce quanto segl1e. In nove individui dai reni sani la quantità di t1rocroma eliminato nelle 24 01~e fu di gm. O. 8-2. 7. La quantità variò da individuo arl individuo: in alcuni si ebbe gm. O. 8-1. 4; in altri .gm. 2. 1-2. 7. Non si constatò nessun rapporto .~ra l'eliminazione dell'urocroma e la qualità della dieta precedente. I valori ottenuti dall' A. sono molto più bassi di quelli avuti dal VoGEL. L' A . ha misurato la quantità di urocroma oltre che negli individui sani anche negli in·dividui affetti da malattie renali: si tratta però di soli 3 individL1i. Due di essi orinarono pochissimo : la quantità di l1rocroma eliminato nelle 24 ore variava da O. 3 a O. 4 gm. ; ambedun morirono in breve tem1)0. Il terzo era affetto da albuminuria da stasi dovuta a debolezza cardiaca; l'orina era scarsa e scura; la quantità di urocroma era di gm. 1. 7 al giorno; l'infermo presto guarì. Da queste esperienze, in realtà poco numerose, siccome osserva lo stesso autore, si pt1ò concludere che la qt1antità di urocroma elimi· nato con l'orina diminuisce con l'alterarsi del tessuto renale. Riguardo all'utilità diagnostica della dete1... minazione q1tantitativa dell'urocroma l' A. a\· verte che nella pratica clinica basta parago· nare il colorito dell'orina con la quantità della medesima. Il colorito giallo oro proprio dell'orina normale emessa nelle 24: ore, gm. 1500 in m edia, corrisponde ad un contenuto di circa gm. O. 15 per cento di urocroma. C1·esce1tdo la quantità giornalie1--a dell'orina in segt1ito a copiose bevande, il colorito della medesima diviene più pallido e chiaro; al contrario diminuendo la quantità giornaliera in seguito ad astinenza da bevande, a sudori, a diarrea, a 1·accolta di transudati, l'orirta prende un colo1--ito che va dal rosso vivo al rosso . scuro. Questa tinta co1--risponde ad un contenuto di g m. O. 3-0. 4 i)e1· cento di urocroma. Dott. G . •

IX,

~'AS<.

36)

Albuminuria t1·anmatica. (SENATOR.

Ber!. ltli1t. Woçli., n. 11, 1903).

Sotto questo titolo FR. ENGEL (Cairo), ha pubplicato un caso di albuminuria transitoria manifestatasi in seguito ad un trauma. Egli insiste perchè i medici, sull'esempio dei chirurghi, annoverino il trauma t1·a i fattori etiologici della nefrite ed albuminuria. Egli dice non conoscere nessun. trattato di medicina interna o pubblicazione qualsiasi sull'albuminuria in cui si faccia menzione di questo fatto1·e etiologico. Ora ciò non è esatto, poichè come i chirurgi solo ultimamente hanno stabilito il concetto della nefrite traumatica (astrazione fatta dalla ematuria traumatica). così anche la medicina interna si è occupata di siffatta questione solo negli ultimi tempi . Lo stesso ENGEL conosce l'osservazione del MENGE st1lla compa1·sa dell'albuminuria in seguito a pressione del rene nella palpazione. Lo STERN nel 1899 accennò alla possibilità della compa1.. sa di nefrite in seguito a trauma, -e nella seconda edizione del suo trattato sulle malattie dei reni, il SENATOR così si esprime riguardo all'etiologia della nefrite acuta: « È dubbio se un trauma (astrazione fatta da una ferita diretta o contusione) possa dar luogo alla nefrite, ed i disturbi che furono osseryati immediatamente . dopo un trauma (emorragia, albumin11ria, eilindruria) non dimostrano in modo assoluto un processo flogistico, ma possono essere la conseguenza della lacerazione di vasi e di tessuti. Ma pt1ò darsi che queste lesioni conducano a necrosi e per mezzo di queste ad una flogosi di reazione » . Dott. E. G.

Sullo scapsulamento del i·ene nelle nefriti n1ediche. Société lllédicale cles Hopitanx, 1° mag· gio 1903 e Presse Jlféd., 1903, n. 30).

(CLAUDE.

Nelle ricerche anterio1·i, pubblicate con BAL· THAZARD, l' A. aveva mostrato che lo scapsulamento del rene, determina, come e1·a provato dallo studio c1~ioscopico, un rallentam_ento della circolazione locale, un funzionamento migliore dell'apparecchio di secrezione, con diminuzione della tensione vasale. Questi effetti immediati si mantenevano per un tempo molto lungo, malgrado la rigenera· zione della ca.p sula, che non ostacolava lo svi· luppo di anastomosi tra la circolazione renale ed i vasi delle ade1·enzo, che si formavano tra la corticalità del rene e la ganga cellulo-adi· posa o l'epiploon. Qt1este anastomosi erano


[ANNO

IX, F ASC. 36J

SEZIONE PRATICA

e,~identi

sulle sezioni istologiche di reni soap· sula ti, che gli A A. avevano studiato. Esse sono state messe in evidenza i·ecente· , mente ancora da GAYET e BossoN, per mezzo d' iniezioni colorate. Lo soapsulamento ha dunque l'effetto im· mediato di fai· sparire la congestione edema· tosa, che è così importante per la patogenesi degli accidenti uremici complicanti l'evol11zione delle nefriti, e l'effetto lontano di creare delle vie complementari d' i1~rigazione o di derivazione al circolo renale, più o meno ostacolato. Questa operazio1_1e appare soprattutto indicata n ei soggetti giovani, che nel corso di nefriti acut e o subacute presentano oliguria e la sindrome uremica; nelle nefriti complicate con ematurie, nei casi ove l'intensità dei fe· nomeni dolorosi di wn lato lascia pensare che si tratta cli lesione particolarmente localizzata. Essa è molto più discutibile nelle sclerosi i·enali dei soggetti arterio-scle1~otici, nelle ne· friti cronicJ1e di lunga data. Prima d'intervenire, sarà necessario studiare per parecchi giorni, a m ezzo della crio· scopia, lo stato della funzioue renale, e anche di procedere ad una divisione vescicale delle urine, p er riconosce1·e il valore funzionale di ciascun rene, e scoprire le atrofie renali unilaterali , assai freq t1enti nelle nefriti mediche. Dott. LEO'fTA.

STFILOGRAFIA

Della trasmissione 6redita1·ia della sifilide. (PREJSICH.

Wie1i. J;li1t. Woch., n. 12, 1902).

L' A., a proposito di un articolo del R. MATZENAUER, circa l'impossibilità di una trasmis· sione ereditaria della sifilide da parte del padre, fa osservare quanto segue. La presente questione, egli dice , è avvolta ancora entro fitte tenebre, che impedi· scono di risolverla in modo chiaro e preciso. Se non che vi sono alcuni pri11cipii che si possono considerare come definitivamente stabiliti, e che ci pongono in grado di spiegare le manifestazioni cliniche della sifilide. Questi principii sono tre, cioè : 1. La virt1lenza dell'agente patogeno della sifilide può diminuire o aumentare con mezzi tanto naturali che artificiali. 2. L'agente patogeno della sifilide, che s'è indebolito fino ad un certo grado, può pene· trare in un organismo senza determinarvi processi morbosi apprezzabili, ed esercitarvi l1n'imm11nità attiva e durevole.

1133

3. L'organismo giunto a maturità e quello che è ancpra in via di formazione o di svi1u ppo si comportano diversamente di fronte alla stessa infezione: e cioè l'agente patogeno trova nell'uno e nell'altro organismo terreni di coltura diversi. In base a questi tre principii si possono spiegare tt1tte quante le manifestazioni cli· niche relative alla trasmissione ereditaria della sifilide. L'uomo, sifilitico solo da poco tempo, infetta la donna; ed il frutto cl ella fecondazione è an· che sifilitico. Coll'andar del tempo il padre, con o senza. cura, diviene sifilitico in una forma latente; ed allora si deve e si può ammettere cl1e il virus patogeno ha subìto un affievolimento. Una donna sana che ha rapporti sessuali con quest'uomo può rimanere sana secondo tutte le apparenze; essa dà alla luce un bambino più o meno sifilitico. In q11esto caso si è' au.. torizzati a ritenere che l'agente patogeno, il quale dal paùre fu trasmesso alla donna, possedeva una virulenza così debole da non poter determinare nessun fenomeno morboso apprezzabile; l' immunità attiva sviluppantesi nella madre dimostra come l'infezione do· vette aver luogo: la donna divenne sifilitica dal punto di vista batteriologico, ma rimase sana dal punto di vista clinico. Se non che quello stesso agente che, dotato di una viru· lenza attenuata, non f11 in grado di provo· care fenomeni morbosi nella madre, fece in· vece ammalare il feto ; cosa del resto facile ad intendere, poichè l'organismo, in via di formazione, off1"e al germe patogeno 11n terreno di cultura più favorevole, sul quale la virulenza accrescendosi con la moltiplicazione del germe medesimo, dete1'mina da una parte i fenomeni morbosi nel feto, mentre dall'altra rende la madre sempre più immune. Nel caso descritto possiamo, a seconda del grado di virulenza del germe patogeno, l'ap· presentarci tutta una serie di variazioni e spiegarle. Così ci spieghiamo 1a legge Co:LLES·BAU1\rEs, relativa alla proporzionalità tra l'intensità della sifilide ereditaria e l'intensità della steasa malattia nei genitori. Ci spieghiamo anche le al te1"native che si osse1"vano nella trasmissione per eredità della sifilide medesima; quanto a ciò tutti sono di accordo nel ritenere che tali alternative si hanno solo quando la madre è sifilitica da molto tempo, e che in più d' un caso si pos~ono attribuire all'influenza esercitata dalla cura mercuriale. Anche la legge del Profeta trova la sua conferma. Si katta sempre di (13)


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IL

POLICLINICO

bambini la cui madre contrasse il germe dopo il concepimento. Qui naturalmente può parlarsi solo di una immunità passiva del bambino, immunità che può essere di varia durata. In quanto al modo onde l'infezione passa dai genitori al bambino, non è definitivamente provata la tesi di coloro, i quali ritengono che l'infezione avviene per il passaggio dei germi dal padre o dalla madre al feto. _ U110 spe1..matozoo o un ovulo, se sono vitali, sono in grado di opporsi alla penetrazione di germi infettivi, i quali però possono accompagnare lo spermatozoo, come pure l'ovulo, e annidarsi nello stesso punto in cui si sofferma l'ovulo. lVIa, siccome insegna l'esperienza, quando il virus passa dal padre alla madre, questa o ammala, o diviene attivamente immune ; e quindi siamo autorizzati ad ammettere, nel maggior n11mero dei casi, un'infezione diretta del feto da parte della madre. Resta a vedere se q11esta infezione avvenga nel momento della fecondazione o solo più tardi: in q nesto secondo caso essa avviene certo attraverso una plaçenta ammalata o in qualsivoglia modo lesionata. Il fatto che il bambino è sano nei casi in cui la madre contrasse la sifilide dopo il concepimento, tende certo a far ritenere che una placenta sana può opporsi al passaggio dell'agente patogeno sifilitico come pure di molti altri. I fenomeni che si osservano nella trasmissione ereditaria della sifilide confermano le conoscenze positive a nui siamo giunti con gli st11di batteriologici, e c'insegnano che la sifilide appartiene a quel tipo di malattie infettive nelle quali l'immunità durevole può prodursi anche senza che si abbia per questo llna malattia clinicamente constatabile. Dott. E. G.

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LANNO IX,

FASO.

36]

OSSERVAZIONI CLINICHE RIPARTO CHIRURGIOO DELL'OSPEDALE CIVILE DI 1\'IANTOVA

diretto dal prof.

G1us&PPE RoNCAGLlA·

I

Secondo caso, finora conosciuto, che dimo- stra la possibilità dell'ernia inguinale diretta nella donna per il dott.

DARIO MAMBRINI,

aiuto.

Fra i molti casi di ernia, che ebbi occa· sione di curare radicalmentP-, ho ritenuto degno di speciale menzione quello, che sto per riferire, riguardante una donna, affetta da ernia crurale destra e inguinale sinistra, che operai nell'agosto dello scorso anno, quando dirigevo la sezione chirurgico-ginecologica dell'Ospedale civile di Mantova, durante le vacanze annuali del primario pr<>f essore RoN· CA.GLIA. Nella donna operata potei, in modo certo, constatare la possibilità dell'ernia inguinale di1~etta, di cui il primo caso, per quanto mi consta, sarebbe quello riportato sul Policlinico, sezione chirurgica, fascicolo 1° e 2° nu· mero 15, dell'anno 1901, dal dott. LUIGI FR•.\..· CASSThTI, assistente del prof. P ACI, il quale, operando d'ernia una donna, olt1·e ad avere trovata nel sacco erniario la vescica e la tromba Falloppiana, cosa non tanto rara, ri· levò trattarsi di vera e propria ernia diretta. In DuPL.A.Y e REcLus, Trattato di chirurgia, al capitolo dell'ernie, pagina 181, si trova scritto: « Sc.A.RP .A. dice aversi del pari ernie « inguinali dirette od interne nella donna; « ma le indica appena in un punto, nessuno « ne parla e, pur probabile essendone la esi« stenza, non abbiamo veruna nozione della « loro frequenza e dei loro car·atteri anato• • • • « m1c1 prec1s1 » . _ Il TILMANN di Lipsia, nel suo Trattato di patologia generale e speciale chirurgica, non accenna affatto a questa possibilità dell'ernia inguinale diretta nella donna, la cui esistenza è quindi da ritenersi eccezionalmente rara. È tale rarità che rende specialmente interessante il caso, che sto per riferire in brave. G. M. di anni 46, coniugata con G. F., ca· salinga, di Mantova, entra nella sezione chi· rurgica il giorno 12 agosto 1902, perchè af· fetta da ernia cru1·a1e· destra e inguinale si· nistra. Dall'anamnesi risulta che il padre è


~~10.N.E

morto di apoplessia cerebrale e la madre, in tarda età., non si sa per quale malattia. La madre dell'operanda fu erniosa, nessun altro ernioso si ebbe nella famiglia. La G . M. non ebbe in passato malattie degne di nota ; sei anni fa, senza causa apprezzabile, le si manifestò un'ernia a destra e le fu consigliato di mettere un cinto, che ha poi sempre portato ; alcuni mesi dopo anche a . sinistra le si manifestò un'ernia·, per la quale non ricorse al cinto che qualche settimana prima di entrare all'ospedale, essendo cre· sciuto il tumore e1--niario. La donna dice di ~ssersi decisa a farsi operare per le sofferenze cagionatele dall'ernia destra. All'esame obbiettivo notasi: nutri?Jione generale cliscreta, cute pallida, mucose visibili pure pallide, pannicolo adiposo scarso, apparati respi1..atorio, circolatorio e uropoietico normali. Facendo tossire la donna si rende manifesta, n.ella regione inguinale sinistra, una tumidezza, grossa come un ovo d'ì gallina, bene cir coscritta, emisferfca, ricoperta da cute normale, occupante la parte mediana del ca· nale ing11inale, tendente a sporgere in avanti, }Jiìt che a discende1·e verso il grande labbro cor1·ispondente. La t11midezza si riduce facilmente colla pressione, e con rumore di gorgoglio. Ponendo il dito contro l'orificio in· guinale interno e facendo tossire la donna, manifestasi ugualmente la tumidezza e ciò fa nascere il dubbio che possa trattarsi di un'ernia diretta.. A destra si riscontra un'ernia crurale, non molto voluminosa, riducibile. Il giorno 13 agosto 1902, in narcosi, pra· tico la ct1ra radicale destra col processo del NovARO e la cura dell'ernia i>1guinale sinistra seconclo il metodo del BASSINI. Aperto a sinistra ampiamente il canale inguinale, isolo, per via ottusa, il sacco erniario, che ha parete piuttosto spessa e costituita da due strati, da due foglietti, f1--a i quali trovasi del tessuto adiposo. Il foglietto più esterno mi ricorda la fascia trasversa, che q11asi sempre si incon· tra, prima del vero sacco, nelle e1·nie dirette e ciò non fa che con.fe1marmi nella opinione di essere davanti a un caso r~ro di ernia diretta in una donna. N elio isolare il sacco, prima di esciderlo, noto che il legamento rotondo dell'utero se ne scolla facilmente, al contrario di quello che suole verificarsi nelle ernie inguinali comuni della donna ; trovo

PRATICA

infine che i vasi epigastrici decorrono all'e· sterno del sacco, percui non mi resta alcun dubbio che si tratti di eT~nia di1~etta. Allacciato ed esciso il sacco, ricostruisco la parete posteriore del canale ing11inale, con quattro punti alla BASSINI e completo quindi l'operazione. Il· decorso postoperativo fu normale, in ottava giorn·a ta tolsi i punti e in dodicesima giornata licenziai la donna dall'ospedale, guarita . Poichè non ho, clopo la comunicazione fatta sul Policlinico dal dotto1· FRACASSINI, tro· v"a to accenno ad altri casi di e1--nia inguinale di1·etta, nella donna, ritengo sia. questo, da me riportato, il secondo caso constatato di una simile varietà di ernia nella donna ed è per ciò che l'ho i·eputato degno di menzione.

La cura iodo-iodu1·ata alla Dt1rante nella tubercolosi a1·ticola1·e e glandolare. . Note cliniche del dott.

AMERIGO PETRILLI.

I brillanti successi ottenuti con le iniezioni iodo-iodurate prima dal DURANTE, poi da altri osservatori, nelle varie manifestazioni di t11· bercolosi chirurgica, hanno indotto anche me a portare il modesto contributo alle statistiche delle guarig~oni avutesi col metodo dello il· lustre maestro. Riferisco molto brevemente due casi di . tube1·colosi: articolare e gla ndolare: E ... G ... , di anni 28, contadina, da Monte Flavio. Ha genitori viventi e sani : nessuna malattia degna di nota, tranne i comuni esantemi ed un eczema pustoloso ~ll'età di 10 anni. Mestruazioni a 17 anni regolari, ma scarse. All'età di 26 anni circa accidentalmente cadde, battendo a terra il ginocchio destro: lì per lì risentì forte dolore, sopravvenne edema, per il che fu costretta a gua1--dare il letto per 15 giorni: dopo ciò, tutto scompa1·ve e la E ... attese alle prop1--ie faccende. Nel dicembre del 1901, a suo dire, senza ·causa apprezzabile, il ginocchio destro tornò a tumefarsi, suscitandole dolore nei movimenti sì attivi che passivi e rendendo la deambulazione leggermente claudicante. Vi applicò un cataplasma di lin seme e con un po' di riposo, tutto parve assopirsi. Nel 26 febbraio 1902, il ginocchio si gonfiò di nuovo, la deambulazione era dolorosa ed inceppata, e l'inferma s'avvide che l'arto s'incominciava a dimagrare: per questo s'indusse a chiamarmi pe1· essere visitata. Esame obbiettivo. Costituzione scheletrica regolare, masse muscolari flaccide, pannicolo adiposo scarso: tempera.n1ento linfatico: pallore della cute e delle mucose visibili. Il ginocchio (15)


[136

IL POLIOLINICO

[ .ÀNNO

IX, F ASC. 36]

destro è abbastanza tumefatto, la pelle che ricopre la regione è tesa, rossa, lucente: si nota altresì ipotrofia dei muscoli della coscia e della gamba, per cui riesce stentata la deambulazione. Alla palpazione si suscita dolore, si ha senso di pastosità, dovuto alla presenza di fungosità : lieve rigidità articolare. A vendo anche pe1· altri dati diagnosticata un'artrosi· novite tubercolare del ginocchio destro, con· siglio alla paziente un intervento locale e le iniezioni iodo-iodu1·ate nelle regioni glutee. Accettata a malincuore la proposta, il 1° marzo, pratico in corrispondenza del condilo esterl!-o del femore un'incisione, da cui fuoriesce t1n liquido giallo-citrino, delle fungosità e qualche corpo risiforme, 1·aschio col cucchiaio di V olkmann e medico antisetticamente per 2a inten· zione. Il giorno dopo principio le iniezioni iodo-iodurate con l'aggiunta di guaiacolo nelle p1·oporzioni di :

J odio metallico • J oduro di potassio Guaiaco! • • • • Glicerina neut1·a •

Gr.

»

»

»

Dati i precedenti ereclitari, fo diagnosi di linfo-adenite tubercolare e sottopongo la bambina alle iniezioni parenchimatose iodo-iodurate ad intervalli nella proporzione di: J odio metallico

Gr.

J odµ.ro di potassio .

»

Acqua distillata .

»

.

1

3 100

e dopo il terzo giorno noto miglioramento marcato: movimenti possibili, deglutizione facile, dimint1zione della tumefazione. Alle inie· zioni che poi proseguo nelle regioni glutee, circa 80, associo cure tonico-ricostituenti, ottenendo dopo 25 giorni completa guarigione locale tanto da non potersi distinguere quale la parte stata affetta, ·quale la sana. La bam· bina è stata proposta ed ammessa per la pros· sima stagione balneare nell'ospizio marino di Anzio.

1"'

***

3 2.50 50

Dalle osserva.zioni suesposte e da quelle di altri valenti osservatori affermo che la cura divinata dallo illustre prof. DURANTE fin dal 1872, vanta oggi nella tubercolosi chirurgica, tanto glandolare , quanto articolare [ALEsSANDRI (1) D'URso (2)] numerosi successi, ed è della massima importanza, poichè lo iodio, benchè si creda dai più che non abbia azione specifica sul bacillo di Koch, non solo agisce come ricostituente dei tessuti, rendeudo l'or· ganis.mo più vigoroso e più atto a lottare contro ogni germe patogeno invasore, ma an· menta l'appetito dei pazienti e migliora l'ematopoiesi.

.

e con questa cura abbastanza lunga, circa 120 iniezioni, associata ad olio di fegato di merluzzo e al liquore arsenicale del Fowler, il successo non poteva essere più splendido, poichè la G ... è n1olto migliorata nelle condizioni generali, la t11mefazione è affatto scom· parsa, i movimenti sono liberi, la nutrizione dell'arto soddisfacente, tanto che essa oggi accudisce senza il menomo inconveniente alle s11e faccende.

***

E ... C... , di anni 13, da lVIonte Flavio; ge nitori viventi. Il padre ha goduto sempre buona salute: la madre è stata affetta da lues: attualmente da herpes zoster. Due sorelle sono morte in tenera età per adeniti tubercolari multiple: un'altra., vivente, ha sofferto la stessa affezione, usufruendo con successo dei bagni marini (Ospizio d'Anzio). Esantemi dell'infanzia. Nel maggio 1902 la E... ammalò di pe1·iostite alla tibia destra, risol11ta con pennellature io· diche. Temperamento linfatico: pallida, gracile di costituzione. Nell'ottobre poi, t1..ovandosi a Roma a lavo1·are in una vigna, s'accorse che la I"'egione laterale destra del collo incominciava a tumefarsi, impediti i movimenti, dolorosa la deglutizione: immediatamente rimpatriò. Chiamato d'urgenza noto che la pelle di detta re· gione è di aspetto normale e 1ibera da ogni aderenza: il collo, piegato a sinish..a, presenta una tumefazione di forma sferica, della gran· dezza di un'arancio, indolente alla palpazione, di consistenza duro-pastosa, ben delimitata, t;postabile; tempe1..atura locale aumentata: ge· ne1·ale 37. 5.

Monte Flavio (Roma) 25 aprile 1903. (1) Suppl. al Policlinico. Anno VI, 1899, n. 3. (2) Il Policlinico, sez. prat. Anno 1902-903, ·fascicolo 3. .

DIVAGAZIONI STORICHE Sanità militare presso gli antichi Greci e Romani e•). . Fin da tempi antichissimi gli eserciti combattenti e le flotte si veggono accompagnati da medici. Ne troviamo cenno in Omero, nell'Iliade (lib. XI, v. 651 e segg.) là dove parla di MACAONE, fratello di PODALIRIO, figli entrambi di ESCULAPIO, il quale aveva su trenta navi condotto contro Troja genti tessaliche.

1

(*) .A. questo articolo ha dato occasione un lavoro r ecente, del dott. MARCUSSE, di Mannheim (cfr. Mit;fararzt, MCMIJ, nn. 22 & 23).

(16) ,


ASC.

61

V enne ferito in battaglia da Paride con una freccia. « N éstore, illustre Felide gli grida Idorµ.eneo <i fa' presto a raccorre MACAONE sul tuo carro e « portarlo alle navi: llil medico che estrae le frecce, o: che applica balsami lenitivi, vale assai più degli e altri uomini ». Nel IV libro, parimenti dell' I· liade (v. 252 e segg., trad. ital. del Monti) Agamennone fa chiamare il cWrurgo MACAONE per· chè gli cavi una freccia e sopra gli ci applichi un balsamo che ne calmi il dolore. MACAONE e PODALIRIO, due Asclepiadi, erano non solo medici e chirurgi, bensì capitani combattenti, quindi punto assoldaf.i, ma direi « chirurgiens en amateurs » . Che fin dalle più remote antichità, ai malati, ai feriti si apprestasse in guerra assistenza sanitaria, lo attesta anche DIODORO SICULO (Bibliotheca histo· rica, lib. I, cap. 82). Egli scrive che i soldati egizi erano regolarmente accompagnati, nelle loro spedizioni, da medici stipendiati. Non è ancora, per altro, il caso di parlare di organizzazione di sanità militare. Si rammenti che siamo un bel pezzo fa; la bel· lezza di circa 12 secoli « ante Christ11m natum ,. .

***

Ci vogliono ben altri sette secoli prima di trovare ,_,.estigia di lln servizio sanitario militare organiz· zato, ben inteso, come lo poteva essere allora. Gli Ateniesi, quando - fautore Alcibiade - al· lestirono t1na spedizione marittima in aiuto di Se· gesta, città della Sicilia, cont1~0 Siracusa (416 avanti Cristo), agitarono in un'assemblea la quistione se si dovesse con l'armata far partire anco dei medici. IPPOCRATE, che vive,,.a in quei tempi (era nato a Coo nel 460 a. Cristo; morl a Larissa di Tessaglia verso il 356 a.. Cristo), e che, a quanto pare, era p11re lui presente all'assemblea, promise di far partire suo figlio (HIPPOCR., Epist. rif. da MARCUSSE. 1. c.). (Quale'? Ne aveva due, medici tutti e due: Tessalo e Dracone), che raccolsero, ordinarono e pubblicarono le opere del padre.

* ** Senofonte (-.131

1137

SEZIONE PRATICA

E veniamo a (!) -354 av. Or.). È il notissimo scrittore e generale greco. Come tale egli è il primo che riconosce e mette in rilievo l' im· portanza di t1n organamento sanitario militare. N è si potrebbe pensare altrimenti ove si considHri che serio, grave, difficile era stato il c6mpito dei medici militari che accompagnavano i famo&i diecimila nella non meno famosa ritirata. Di più, in tutte le opere di Senofonte eh.e si ri· feriscono a spedizioni militari si rinvengono tracce di una vera e propria organizzazione ufficiale del servizio di sanità mili tare. Nel libro II della Oiropedia, Ciro dice a suo padre: c. Quanto alla sanità ho udito a dire e ho visto che « come le città che vogliono mantenersi sane si «scelgono i medici, cosi i generali conducono seco

medici per i so-Ida ti : ecco perchè, prima di entrare « in campagna, mi sono occupato anche di questo; « e credo, padre mio, di avere con me uomini abili « nell'arte medica » (XENOPH., Cyropaedia, lib. I, cap. vj) .... « Giacchè - soggiunge un po' più in là « ch'è mai un esercito senza la sanità'? » Alla battaglia di Cunassa (401 av. Or.) Arta· serse Mnemone, nella sua campagna contro Ciro il giovane, fu ferito al petto da un giavel· lotto, e lo curò CTESIA (n. 416 av. Cr., m. '?), ce· lebre medico dell'epoca, che alcuni vogliono fosse parente d'Ippocrate. N ell' A1iabasis è sempre Senofonte - al III libro si legge, aver dovuto i Greci, accerchiati dai :nemici, abbandonare nei villaggi i loro feriti e i loro malati e averli affidati alla custodia di otto medici. Di medici dunque Senofonte, al s110 eser· cito, non pare avesse penuria. Del resto, la narrazione dei patimenti sofferti dalle truppe, l'indicazione netta e precisa degli effetti del freddo e delle precauzioni necessarie per resi· starvi, la descrizione del delirio onde furon presi i soldati per aver ingoiato del miele selvatico (accidenti di attossicazione da belladop_na), ci sem· brano argomenti bastevoli a provare che la pre· senza di medici nell'esercito comandato da Seno· fonte non fosse dovuta al caso, ma ad una bene intesa organizzazione, fatta con senno e in propor· zione numerica congrua all'importanza delle tr~ppe • m campagna. «

** * suppergiù

In l1n'altra opera della medesima epoca « Lacedaemor1riae respzibtica, capo XIII » troviamo la prova - per così dire - ufficiale della presenza di medici negli eserciti in campagna. Difatti vi sono annoverati - forse meglio, con odierno linguaggio militare tecnico - inquadrati addirittura come i musicanti (sonatori di flal1to). Si noti il livellamento, il confronto ! Anzi si Ya più in là l Si assegna loro perfino il posto che debbono occupare i1ell'ordine di battaglia. Siamo perciò ai primissimi albori di un servizio di ambulanza!

* ** risulta

Dal fin qui detto pertanto non potersi dubitare che t1n servizio sanitario, comunque pre· disposto e organizzato esisteva già negli antichi eserciti ; che nella sua organizzazione, si può rile· vare un certo, benchè lentissimo progresso. Gia.cchè, l'ho detto di sopra, si giunge nei Greci antichi, sino ai primissimi albori di un servizio di ambu · lanza. Al chirurgo è assegnato un posto nelle or· dinanze tattiche; posto relativamente fisso, ma natu· ralmente mutabile con lo svolgersi dell'azione cam· pale, coll'avanzata o col ripiegamento delle truppe. Al chirurgo, porta-feriti, forse improvvisati, re· cheranno i caduti, a braccia, su veicoli, su barelle pure improvvisate, chè di materiale - come di· (17)

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IL POLICLINICO

remmo oggi, cli ambulanza - non sarebbe fatto cenno negli scrittori nominati. Nulla, in realtà, sembra indicare che vi fossero, a quest'epoca, vere e proprie « formazioni sanitarie. » Le ferite leggiere erano medicate li sul campo di battaglia; i feriti gravi venivano curati nelle tende, nei padiglioni o nelle navi. Di ospedali mi litari, fissi o da campo, non si aveva neppure l'idea ; i tempi di Esculapio erano consacrati cosi ai civili come a~ militari. l feriti che non si potevano trasportare - cfr. la predetta opera di Seno· . fonte (' .\ ,,&~~v~ç -r~u Kupou) - come si rileva dagli esempi ivi citati, là dove è descritta la celebre ritirata de' diecimila, veniva.no affidati alla pietà degli indigeni, ahi! non sempre troppo pietosi. In un altro articolo parleremo, in proposito, dei Romani. Prisclieir.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Funzione ipofisaria. Dopo che BROWN SÉQUARD metteva l'ipofisi tra le ghiandole a secrezione interna, concretando cosl il concetto al quale porta vano le osservazioni di BuRDACH, BERNARD, L1ÈGE01s, le ricerche fonda· mentali di VASSALE e SACCHI, seguite da quelle cli una serie di sperimentatori (GATTA, KRIEDL e BIELDL, CASELLI), assodavano l'alta importanza ft1nzionale dell'ipofisi: quest'organo è indispensabile alla vita; la stia distruzione provoca la formazione e l'accumulo nell'organismo di speciali sostanze tossiche le quali conducono alla morte gli animali con una fenomenologia in cui prevalgono i sintomi nervosi.• L'accordo tra i fisiopatologi parve in questi ultimi anni mancare per le esperienze di FRIEDMANN e MAAS, di LOl\10NACO e V AN RIMBERK, dei qtiali i primi ammettono che se pure l'ipofisi ha un'im· portanza funzionale la · sua funzione può essere sup· plita da un'altra ghiandola, gli ultimi considerano addirittura l'ipofisi come un organo involuto privo d'importanza. Le conclusioni di FRIEDMANN e MAAS sembrano v~ramente strane se si riflette che per giungere ad esse gli .A.A. hanno dovuto veramente forzare la logica, sia perchè ammettono che animali mortL molti giorni dopo l'operazione abbiano dovuto soccombere per infezioni, che un esame batteriologico non ha accertato, sia perchè manca l'accurato esame istologico della cicatri~e cli un animale sopravvissuto all'operazione, non escludendosi la possibilità del residuo cli frammenti di ghiandola nel tessuto cicatriziale stesso. Di LOl\IONACO e V AN RnraERK è poi difettoso il metodo operatorio, poichè altro è asportare l'ipofisi, altro è lo spappolarla; lo spappolamento rende fa· cile l'innesto di fran1menti di ghiandola, ed è qui opportUL.o ricordare che in t1n oane sopravvissuto (18)

alla ~pofisectomia CASELLI trovò nella cicatrice elementi dell'ipofisi in attiva rigenerazione e in fun. z~one : le loro conclusioni non sono quindi accettabili essendo mancato l'esame istologico completo dei pochi animali sopravvissuti all'operazione. Del resto recentemente nuove ricerche confermano il concetto dei primi esperimen tatori. Pm. RONE da accurate esperienze, nelle quali arriva a distruggere la ghiandola per la via della regione temporale, mentre VASSALE e SACCHI, com'è noto, assalivano la ghiandola per via orale, cerca di scindere i sintomi della ipofisectomia pure da quelli dipendenti dal trauma, e conclude che l'ablazione totale dell'ipofisi è costantemente seguita da una serie di fenomeni che terminano con la morte (di· sturbi della motilità, forte abbattimento, depressione psichica; dimagramento rapido, cachessia}; e che all'ablazione parziale tengono dietro sintomi di insufficienza funzionale che più o meno rapi· damente scompaiono. COLLINA con un metodo sperimentale ben diverso giu11ge alle stesse conclusioni : egli riproduce nei conigli fenomeni uguali a quelli dei cani e dei gatti operati di ipofisectomia, iniettando loro un siero citotossico dell'ipofisi, e osserva che questi feno· meni sono secondari alle lesioni degli elementi fun· zionali dell'ipofisi. Accettando le conclusioni concordi di questi a tl · tori, come potrebbe accettarsi il noto concetto di RoGOVITSCH di Ulta supplenza funzionale tra ipofisi e tiroide'? È vero che nel mixedema si trova quasi regolarmente ipertrofia dell'ipofisi, e che lo stesso fatto (RoGOVITSCH) si rende manifesto negli animali tiroidectomizzati, ma l'aumento cli funzione della pituitaria può semplicemente spiegarsi come una ipertrofia da lavoro secondaria alle alterazioni del ricambio che si producono per l'abolita funzione tiroidea (VASSALE, 1896). È in questo senso che più tardi PONFICK, già sostenitore della supplenza funzionale, si è ricreduto trovando alla sezione di un mixedematoso l'ipofisi piccola e indurita. VAS· SALE spiega in ql1esto caso la sclerosi dell'ipofisi ammettendo che la ghiandola, primitivamente al· terata, non si sia trovata in condizione di ri~pondere a un più forte stimolo funzionale e perciò non abbia potuto ipertrofizzarsi. D'altronde, a parte che GLEY nulla ha potuto concludere sperimentalmente Slti rapporti fra tiroide e ipofisi, il quadro morboso del mixedema continua malgrado la iperfunzione ipofisaria; e gli animali cui si asporta tutta la piccola ipofisi muoiono seb· bene si lasci loro tanta massa cli tessuto tiroideo mentre sopravvivono se un piccolo fra.mmento di ipofisi sfuggendo alla distruzione della ghiandola attecchisce e funziona. Ma un'altra questione importantissima tocca daY· vicino la funzione ipofisaria, e questa sta nei rap· porti che esistono tra ipofisi e acromegalia.


ANNO

IX, F ASC. 361

SEZIONE PRATICA

Secondo la teoria del MARIE l'acromegalia sa· rebbe legata ad abolizione della ft1nzione ipofisaria; -0ggi però è in generale · più accettata la interpretazione di TA1\:1BURINI, sostenuta anche da BENDA, secondo la, q11ale nell'acromegalia sono a considerarsi dt1e stati della ipofisi: un periodo di funzio· nalità patologicamente esagerata, che sarebbe la causa diretta dell'accrescimento delle oRsa, e un secondo periodo di degenerazione della ghiandola al q11ale corrisponde lo stato di cachessia dell'acromegalico. Q11esta teoria poggia sull'osservazione della presenza quasi costante di tumori dell'ipofisi n ei casi sino ad ora studiati di acromegalia, e della costante ipertrofia dell'ipofisi nel gigantismo, en· tità morbosa del tutto affine all'acromegalia. STRtbiPELL invece, avendo osservato che clini· camente i fenomenti acromegalici precedono spesso i sintomi di tumori dell'ipofisi, considera l'acrome· galia come una lesione .primitiva del ricambio che insieme con le alterazioni costituzionali è la cat1sa delle alterazioni dell'ipofisi, analogamente a ciò che in questa ghiandola si verifica nel mixedema. A questa. interpretazione si associano SCHULZE, VAS· SALE, CARBONE. Se ciò che STRùì\'IPELL sostiene è vero, ma.le si comprende come un semplice stimolo funzionale possa destare nell'ipofisi lo sviluppo di tumori ati· pici, che pure spesso sono descritti sulla ipofisi degli acromegalici. A questo proposito è da notare che CASELLI, dall'esame di numerosi tumori della pituitaria, mentre trova da un lato che nella lette ratt1ra esistono n1olti casi di carcinomi, gomme, tubercoli dell'ipofisi senza fenomeni acromegalici, d'a.ltl'o lato fa osservare che nell'acromegalia si hanno nell'ipofisi o semplici ipertrofie o adenomi totali in c11i è conservata la struttura della ghian· dola. .Anche BENDA crede che i vari tipi di tu1uore dell'ipofisi nell'acromegalia, per la descri· zione stessa che ne vien fatta dai diversi a11tori, si possano ~icuramente ridurre a lln solo tipo, la struma adenomatosa: per osservazione propria trovò in tre casi di acromegalia un'ipertrofia semplice della ipofisi, con numerose cellule cromofile, e in lln quarto caso un processo maligno impiantatosi in una neoformazione che aveva sul principio un semplice carattere iperplastico. HAN Au parla di sei sarcomi dell'ipofisi che in realtà erano da conside· rarsi con1e forme adenomatose. V ASS.t\.LE stabilisce poi nettamente la differenza tra adenoma e ipertrofia. Dietro le ricerche di BENDA, il quale desr.rive nell'ipofisi normale tre specie di cellule da interpretarsi come tre stadi funzionali diversi degli elementi, di cui le cellule di media grandezza e ripiene di granuli aventi af· finità coi colori acidi rappresentano lo stadio di più elevata funzione (cellule cromofile), V ASSALE osr;;erva che, come BENDA, egli ha potuto notare nei casi osservati di tumore dell'ipofisi con acro-

1139

megalia la presenza nel tumore di numerose cel· lule cromofile, mentre queste mancavano in 11n caso di tumore dell'ipofisi senza aaromegalia studiato da CARBONE. Egli conclude che questa pre· valenza di cellule cromofile caratterizza i tumori della pituitaria degli acromegalici, ed è da riferirsi ad una iperattività funzionale: da questo stato di i per· plasia pt1ò esservi il passaggio alla struma adenoma· tosa e da questa alla neoplasia atipica, ma il fatto pri· mitivo è un semplice processo iperplastico. Questo spiegherebbe perchè i fenomeni acromegalici prece· dano spesso i sintomi di tumore dell'ipofi3i. L'aile· noma, ossia la vera forma neoplastica, si svilupperebbe primitivamente dalla ghiandola senza il concorso degli ele1nenti cromofili (VA$SALE, CARBONE) e non è perciò accompagnata da aumento di funzionalità. N ell'a· cromegalia la produzione del tumore ipofisario si ha per cause diverse da quelle che dànno luogo alle forme neoplastiche: la ghiandola si ipertro· fizza perchè iperfunziona e l'iperfunzione è da ri· cercarsi nello stimolo che sulla ghiandola esercitano gli abnormi prodotti del ricambio che danno pure, come fatto collaterale, alterazioni ossee. Sta di fatto che sotto l'inflt1enza di sostanze tos· siche che nulla hanno a veçlere con la secrezione ipofisaria si svolgono nelle ossa, sovratutto in quelle delle estremità, pr.o cessi analoghi a quelli che si verificano · nell'acromegalia (EVALD·FR.ANI{EL). Non si riesce poi a spiegare con la teoria ipofi· saria dell'acromegalia i casi descritti nella lettera· t11ra di acromegalia senza tumore dell'ipofisi (WALDS, LIUSMAYER, HUNTER, BONARDI). In due casi di BONARDI l'ipofisi era piccola e indurita: uno di questi due era un caso misto di acromegalia e mi· xedema; vi era dunque, per la concomitanza del mixedema, una doppia ragione d' iperplasia dell'i· pofisi, malgrado ciò essa era atrofica. Ora, accettando la dottrina di 8TRùl\1PELL, questi fatti pos· sono chiaramente spiegarsi ammettendo con VAS· SALE che la ghiandola, appunto perchè primitiva. mente atrofica non potè rispondere allo stimolo funzionale che su di essa esercitava l'alterato ri· cambio . .A. sostegno della teoria ipofisaria uell'acrome· galla si trovano però descritti nella letteratura medica casi in cui i sintomi di tumoTe dell'ipofisi hanno preceduto, secondo gli autori, i fenomeni acromegalici: ciò starebbe per una lesione primitiva dell'ipofisi. 1\'Ia è da osservare che questa precedenza non pt1ò essére rigorosamente dimo· strata. N all'acromegalia le" alterazioni d el ricambio si stabiliscono ed agiscono, specialmente sul principio della malattia, con una estrema lentezza: lo stabi· lire nettamente quando incomincino le alterazioni ossee appare impossibile, se si pensa che queste compaiono manifeste soltanto quando sono molto avanzate; e, d'altra parte, il loro modo di progre· (19J


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IL POLICLINICO

dire per la natura stessa del tessuto e dello sti· molo che le produce è necessariamente lentissimo. Dal lato dell'ipofisi poi si osservi che . una iper~ trofia uniforme della ghiandola darà disturbi v1sivi solo quando abbia raggiunto tm grosso 1rolume; mentrechè se l'ipertrofia si presenta come in~ros­ samento nodoso laterale, si hanno st1bito compres· sioni e lesioni ottiche: non sarebbe questo il caso di APORTI, in cui i disturbi "\ isivi si ebbero assai presto ma a carico di un solo occhio'? Ed è anche da osservare che nella donna ogni disturbo dell'acro· megalia è sempre preced11to da arresto delle mestr11azioni, questo grande indice di lesioni del ricambio. E poi incomprensibile, seguendo la teoria ipofi· saria, come agiscano beneficamente (APORTI) gli estra.tti d'ipofisi, se anche negli stadi terminali si trovano tanto numerose nell'ipofisi le cellt1le ero· mofile, testimoni di una funzione molto attiva: a meno che si ammetta che l'introd11zione di estratto ipofisario soddisfi appunto alle e13igenze esagerate del ricambio, coadiuvando così la funzione della ghiandola resa ipertrofica per l'aun1entato stimolo . fisiologico (VASSALE). La teoria ipofisaria dell'acromegalia è perciò ben lungi dall'essere dimostrata: chè anzi, se i casi come quelli di BONARDI si moltiplicassero, sarebbe -a ll'evidenza c1imostrata la concezione di STRUMPELL e di V ASSALE, non essendo assolutamente ammis· sibile, come vorrebbe DENTI, che la sclProsi della ghiandola in questi casi possa, rappresentare il processo involutivo di una ghiandola già ipertrofica. A risolvere la questione è da sperarsi concorrano esatte e pazienti _le osservazioni cliniche ed a.n a· tomo-patologiche. (Rivlsta sintetica del dott. A. ZANFROGNINI p1lb· blicata 1ieg li Autoriassu1iti clel JJrof. RIVA) . 7

Succo pancreatico umano norniale. Fino a questi 11ltimi tempi lo studio della dige· stione tripsica venne fatto servendosi di s11cco proveniente dal pancreas di alcuni mammiferi o dal· pancreas umano, ma che aveva subìto altera· zioni morbose; nè si era mai presentata la opportu· nità di utilizzare a questo scopo il prodotto di secre· zione di un pancreas umano assolutamente normale. In una seduta recente della Società di Medicina interna di Berlino GLAESSNER ha comunicato i ri· sultati di questo genere di ricerche che egli ha potuto istituire st1 una donna operata per una enorme dilatazione della 1rescicola biliare da occlu· sione del coledoco al suo sbocco nel duodeno, occll1sione dovi1ta molto verosimilmente ad un'ul· cera preesistita in detta località. Allo scopo di ricostruire l'orificio duodenale del coledoco si ri· corse ad una operazione di autoplastica ; e per evi· tare la produzione di una stenosi del canale pa.n · <'reatico durante la cicatrizzazione della ferita ope· {20)

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FASO.

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rato ria si introd asso nel canale di Wirsung un sottile drenaggio, che si fece poscia passare sul coledoco ed t1scire dalla ferita addominale, cli modo che il succo pancreatico poteva stillare al· l'esterno. Questo drenaggio fu tolto dopo dieci giorni : in questo periodo GLAESSNER potè studiara con attenzione il succo pancreatico. È un liquido chiaro e limpido, di reazione fortemep.te alcalina, di peso specifico basso. La sua quantità variava da 7()() a 900 eme. nelle 24 ore : fluiva in quantità maggiore nella q11arta o quinta ora dall'inizio della dige· stione: aumentava quasi del doppio quando si fa· ceva ingerire alla ammalata una soluzione di acido cloridrico al 2 per mille. L'acido cloridrico è dunque un n1ezzo potente per stimolare la secre· zione pancreatica. Invece la somministrazione degli alcali e dei grassi non esercitava alcun e_ffetto con· siderevole sulla attività secretoria del pancreas. Si ammette generalmente che il pancreas secerna tre specie di fermenti: la tripsina che dige· risce le albumine, la lipasi che decompone i grassi e la dictstasi che trasforma l'amido in zucchero. Ora il st1cco pancreatico della donna, che ha servi~o per le esperienze, non attaccava nè l'albumina nè l ·t fibrina, anche quando vi si fosse fatta aggiunta sia di acidi (organici o minerali), sia di sostanze alcaline, sia infine di succo intestinale di cane. Per altro bastava aggiungervi ·11na quantità minima di succo enterico ottenuto sotto la pressione di 300 atmosfere dall'intestino di un cadavere umano per conferirgli il potere di digerire le sostanze albuminose. Il succo pancreatico umano dunque si comporta in modo affatto indifferente verso le al· bumine ; contiene non la tripsina propriamente detta, ma un prefermento di questa, il quale acqt1ista la proprietà di digerire l'alb11mina, va.le a dire si trasforma in tripsina solamente a contatto del st1cco enterico. Questo fatto non è privo d'importanza anche dal punto di vista pratico: p~rocchè lascia supporre, concordemente ai risultati sperimentali ottenuti da PAVLOW, che i disordini digestivi osservati nelle affezioni dell'intestino sono dovuti, almeno in gran parte, all'assenza od alla sospensione di questa funzione del succo enterico consistente nella trasfor· mazione in tripsina attiva del prefermen~o inattivo del pancreas. L'azione solvente del succo pancreatico umano sui grassi è invece delle più manifeste, e si trova essa pure accresciuta in modo considerevole dalla presenza della bile e del succo enterico. Il succo pancreatico umano contiene inoltre una proporzione abbastanza rilevante di fermento diastasico: il quale trasforma rapidamente l'amido in zucchero, ma questo zucchero è sotto forma di maltosio, che non è assorbito dall'intestino e che


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SEZIONE PRATICA

di,renta glicosio assorbibile soltanto sotto la in· flt1enza del succo enterico. Da quest'ultimo fatto emerge un insegnamento per la clinica, e cioè che in tutti gli stati morbosi con affievolimento delle secrezioni ghiandolari, ad .esempio nelle affezioni febbrili, sarà conveniente sostituire gli alimenti feculenti con sostanze ali· mentari a base di glicosio e di lattosio. ( Gazz. Med. Lombarda).

Pl\ATICA Pl\OFESSIONALE CAfUipil'ICA .

A.rterioscle1·osi del midollo spinale. Il dott. WILLIAM HIRSCH espone in un suo studio alcuni fenomeni clinici certi per riconoscere l'esi· stenza di questo stato patologico del midollo spi· nale e differenziarlo da altre malattie dello stesso organo. Dice l'A.: 1° che una delle note caratteristiche dell'arterioscl erosi spinale è il fatto che le cellule della metà ~tnteriore del cordone sono più disposte ad ammalare di quelle della metà posteriore; 2° che le arterie spinali anteriori sono molto meno numerose d elle posteriori ; 3° ch e della metà anteriore· del midollo spinale ~ la llarte inferiore quella che più spesso diviene la sede d ella malattia ; 4° che i disturbi trofici sono molto più frequenti dei sintomi sensoriali, essendo qt1esti ultimi piuttosto rari in questa malattia: che per conseguenza le manifestazioni esistenti sono più comuni ~ più marcate n elle parti inferiori che nelle parti superiori del corpo : 5° che i sintomi motorii consistono in un au· mento graduale della debolezza, caratterizzato da stanchezza do po lln moder ato esercizio e da un leggiero tremore del capo e delle estremità infe• • • • r1or1 e super1or1; 6° che i riflessi patellari possono essere dap· prima esagerati, quindi diventare deboli e perdersi perfino interamen te da ultimo; 7° che non vi sono sintomi sensitivi; 8° che la percezione di stimoli esterni rimane inalterata e non esiste dolore; 9° che i riflessi della "\rescica e del retto so110 normali; 10° che presto o tardi gli al tri organi vengon o presi nella stessa inaniera ed il paziente muore per lo più di emorragia cerebrale o di malattia inter· corr ente. (Tlie Pliilacl. 1ned. Jo1ir1ial, 18 aprile 1903).

La tabe giovanile e la sifilide ereditaria. . I rapporti intimi cl1e, nell'adulto, esistono fra la sifilide e la, tabe sono oggi bene stabiliti. Questo rapporto esiste anche n ella tabe giovanile? Si sa che in questa si tratta di una forma particolare di atassia locomotrice che si rivela all'epoca della pubertà, si svolge in modo lentissimo ed offre una sintomatologia incompleta, in qualche modo frusta, cosicchè la diagnosi esatta e specialmente la diagnosi differenziale con l'isteria non è sempre facile. Ebbene, questa tabe è anch'essa d'origine sifilitica? Si comprende fino a qual punto tale questione sia talvolta difficile da risolvere, ed anche quanto essa sia interessante, tanto per la diagnosi, quanto per la cura. A questo duplice titolo l'osservazione pubblicata dal LINSER nella Mit1iclt. 1ned. Woch. merita di essere riassuIJ ta. Si tratta di lma donna di 34 anni, nubile, ultima di sette figli, tutti v iventi, il cui padre è morto in lln asilo di pazzi. Da bambina ella ha avt1to delle eruzioni cuta.nee, delle adenopatie, delle oftalmie che f urono attri· buite alla scrofolosi. A 15 anni apparvero cefalee e v ertigini, a 20 anni dolori lancinanti tipici, ai quali sintomi si aggiunsero 5 anni dopo rigidità. pupillare, parestesie, abolizioni dei riflessi rotulei e finalmente il segno di Romberg. La diagnosi della tabe è dunque assolutamente certa in questo caso, e la questione che LINSER dovette porsi era q t1ella se la sifilide fosse o no in causa. ~ Scrisse dunque al m edico direttore dell'asilo nel q11ale era morto il padre della malata. F 11 trovata la storia di ql1est'uomo e v i era notato ch e, rico· verato per llna paralisi generale, aveva contratto la sifilide nel 1867. La malata del LINSER, nata n el 1868, era dunque una sifilitica er editaria. L 'origine specifica della sua tabe veniva così ad esser e completamente dimostrata. P1~ognosi

della tabe.

N egli Arcltives boliè11ies de ltlécleci1te cliuique (T. IV, fase. 4, 1903. p. 290-301), il dott. C. RoHAC pubblica un lavoro il quale tende a. dimostrare che la tabe dorsale è migliorabile ili t utti i st1oi periodi senza che, disg1·aziatamente, si possa af · fermare che tutti i casi di tabe siano miglio· rabili. In untL prima osservazione il malato, che pre· sentava dapprima una leggiera atassia, diT"enne presto del tutto paraplegico, con paralisi dello sfintere vescicale. Ma un giorno, senza alcun serio trattamento, cominciò a migliorare e potè cammi· nare come prima dopo poche settimane. In una seconda osservazione il malato, dopo lln


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IL POLICLINICO

periodo preatassico di due anni, presenta,,.a, al suo ingresso nell'ospedale, un'atassia completa. Dopo qualche mese l'atassia disparve ed il malato cam· minava con una atassia minima ancora cinque anni dopo. La cura consistette nel riposo assoll1to in letto e nello ioduro di potassio. . Un terzo malato presentava una tabe ad evolu· zione rapida. Il malato, che ballava ancora il 25 gennaio 1901, presentava il 18 marzo dello stesso anno una atassia grave, e non poteva camminare, qu~lche giorno dopo, se non appoggiandosi ad un'altra persona. Le ginocchia erano gia incurvate. Nel giugno 1901, si ebbe un considerevole migliora· ·mento dell'atassia. Si sa, lo afferma sopra tutti MOEBIUS, ·~he- la tabe ad evoluzione rapida può migliorare. Disgraziatamente però questa non è la regola, ma l'eccezione. L'.A.. cita llna osservazione nella quale la ma· lattia, benchè a rapida evoluzione, mantenne il suo carattere progressivo. Si afferma ancora che la cecita dovuta alla atrofia del nervo ottico arresti lo sviluppo della malattia. Nemmeno quèsta affermazione ha un va· lore assoluto. L'.A.. cita cinque casi nei quali i malati, dopo la evoluzione dell'atrofia completa del nervo ottico, sono divenuti atassici. La tabe, essendo qualche volta migliorabile in tutti i suoi periodi dopo una cura qualsiasi, si comprende perchè i diversi metodi terapeutici siano reputati sovrani un giorno e abbandonati l'indomani. Ciò dipende dalla natura · dei casi che la sorte getta µelle mani dell'uno o dell'altro.

Neurite ottica nella sifilide.

Il dott. VEAREY, di Filadelfia, riferisce nell'A1tte· rica1i tT011rnal of Med. 8cie1ices (giugno 1902) due casi di neurite ottica che. per una singolare coin· cidenza, si verificarono in due persone che erano marito e moglie. Il marito, in età di 45 anni, aveva indebolimento visivo, specialmente a sinistra e considerevole do· lore dietro gli occhi. L'oftalmoscopio mostrava pa· pillite, non d'alto grado, in ambo gli occhi, senza emorragie e lieve invasione della retina circostante. Il campo visivo era buono e non v'era scotoma centrale, il che prova che la neurite non .era retro· bulbare o discendente ». Il paziente aveva contratta la sifilide tre mesi prima ed era in cura mercuriale. Continuando in qt1esta, rapidamente e bene guari. La moglie, sofferente anch'essa di placche mucose e di eruzione cutanea di origine sifilitica, ebbe anch'essa una papillite, c;h.e passò con l'uso energico di frizioni mercuriali senza lasciare cattive conse· g uenze. (t

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Paralisi dolorosa (del Chassaignac). Nella pubblicazione della Zeitsclir1ft f . klin. Mecl., in onore del prof. RuNEBERG, fatta in occasione del suo giubileo professorale, il dott. LOVEGREN, di Helsingfors, descrive 4 casi della su nominata af· fezione, che è propria dell' infanzia ed è caratterizzata da una paralisi per lo più di uno degli arti inferiori, accompagnata da intensi dolori, in imme· diato rapporto con un trauma, senza segni di frattura o di lussazione o di distacco epifisario, 1a quale nel corso di una settimana sparisce senza lasciar traccie. Per lo più ne è causa una trazione sulla mano._CHARPY ha stabilito che quando si prende un cadavere di bambino per una mano e se ne lascia pendere liberamente il corpo, la testa cade dalla parte opposta producendo una notevolissima disten· sione del plesso brachiale; appare quindi gillStificatissima l'opinione del BEZY che fa dipendere la malattia in parola da uno stiramento del plesso bra· chiale. Le altre spiegazioni che si è tentato di darle, attribuendola o ad una lesione delle epifisi o ad una paralisi riflessa di inibizione per sensibilità do· lori.fica o ad una paralisi isterica, sono quindi da tenere in poco o niun conto.

APPUN!J:tI DI !J:tEìl\APIA Trattamento operativo della gastroptosi. Nel riferire quattro casi di gastroptosi nei quali egli ha operato, BAYEA ( Univ. Pen,'"· Med. Bull., febbraio 1903), espone i vantaggi di portare lo stomaco al suo livello normale, accorciando i suoi legamenti sospensori, piuttosto che fissandolo alla parete addominale anteriore, come facevasi dai primi operatori. L'operazione immaginata dall'.A.. è simile a quella praticata da BIER, e consiste nel porre parecchi punti di sutura interrotta, di seta, dall'alto al basso e da destra verso sinistra, attraverso i legamenti gastro-epatico e gastro-frenico, così da formare un unico la.rgo piano trasverso che innalza lo stomaco al suo normale livello, senza disturbare la mobilità fisiologica dell'organo. In tutti i casi, compresi quelli operati da BmR, l'operazione fu seguita da un notevole migliora· mento delle condizioni generali di salute e un completo sollievo dei sintomi dov11ti allo spostamento gastrico. I pazienti di BAYEA rimasero tutti in letto in posizione ricombente per quattro settimane dopo l'operazione e sotto una dieta speciale: precauzione necessaria per avere dalla cura un esito buono. •


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SEZIONE PRATICA

Tratta1nento chirurgico dell'anuria.

Le sebor1·ee con ascesso tube1·oso dell'ascella.

A. D. BEVAN fa la seguente classificazione di casi• : 1. Ostruttivi (ostruzione ureterale, ·unilaterale o bilaterale); 2. Reftessi o paralitici (ostr11zione unilaterale ureterica sopprimente la funzione. dell'uretere op· posto per azione reflessa) isterici o traumatici; 3. Non ostruttivi o .n efritici (infiammazione de rene, anestetici, veleni, tossine, febbre uretrale e lesioni gradualmente distruggenti un rene e poi l'altro, tubercolosi, degenerazione cistica, ecc.) . L'A. fa le seguenti considerazioni: 1. Deve essere messa in luce l'importanza cli· nica di riconoscere le tre forme di anuria : ostruttiva, reflessa e non ostruttiva ; 2. Si deve riconoscere la necessità di un in· tervento chirurgico nelle forme ostruttive e riflesse ed il suo possibile valore nei casi non ostruttivi; 3. Almeno nelle prime due varietà è opera· zione di scelta una rapida nefrotomia dal lato de dolore, della sensibilità e della rigidezza muscolare Se fosse necessario, non si dovrebbe esitare a fare una doppia nefrotomia; 4. È probabilmente da preferire una anestesia all'ossido d'afljoto; 5. Si d eve operare presto, al principio del 3° giorno.

L'ascesso tuberoso dell'ascella viene in seguito alla seborrea. Si sa che questa è caratterizzata da una desquamazione epiteliale (pellicole) che interessa il cuoio capelluto, la barba, e pu~ raggiun· gere gli inguini, più spesso le ascelle. La pelle, di un rosso giallastro, è ricoperta di squamme grasse. Mai DARIER ha veduto ·g li accessi tuberosi dell'ascella all'infuori della seborrea. Il trattamento consiste nel curare insieme la se· borrea e l'ascesso. L .o zolfo è l'agente specifico. Sulla testa, per combattere le pellicole, si faranno, mattina e sera, delle frizioni col liquido seguente per 8-1.0 giorni: Polisolfuro di potassio . . . gm. 10 .A.cq ua distillata . . • . • gm. 300 Il sapone al naftolo solforato, le pomate allo zolfo saranno anche molto utili. • Cold cream o vaselina. • • • gm. 40 Solfo precipitato . . . • • gm. 2 Sul corpo si useranno delle paste solfora te : Ossido di zinco Vaselina . . • Lanolina . . . Solfo precipitato Acido salicilico • Resorcina . . .

• •

ana gÌn. 10

. . .. .

. . • . . gm. 2 . ~ ana centgr. 40 . •

Per unzioni tutte le sere. Oppure: Sulla questione della castrazione nella tubercolosi del testicolo. Ossido di Zin{}o. • • ana gm. 10 Vaselina • • • • • BERGER negli Arch. f. klin. chir. (vol. 68, fase , 4) Lanolina • • • • • si pronunzia favorevole ai metodi operativi nella · Solfo precipitato • • i tubercolosi testicolare. Finchè persistono condizioni ana gm. 2 Olio di cade. • • • \ cli buona nutrizione generale dell'organismo bisogna Contro l'ascesso tuberoso dell'ascella si faranno, cercare di fare una cura conservativa, ma quando tre volte al giorno, delle polverizzazioni della dll· il processo t•1bercolare accenna a diffondersi e l'in· rata di 20 minuti col seguente liquido: dividuo · deperisce, allora bisogna senza indugio operare. Alcool . . . . . • ) 50 . . ~ ana gm. . Il materiale clinico sul quale l' A. posa queste Acq11a . • • • sue conclusioni, non è, per verità, molto notevole Resorcina. • • • • • • . gm. 3 per ciò che riguarda i casi non operati e dei 43 Una volta aperto l'ascesso, si sopprime l'alcool operati di castrazione mono· o bilaterale 26, cioè il dalla preparazione. 60. 4 per 100 sono rimasti sani. Acqua . . . . . . . . . . gm. 100 Resorcina. . . . . . . . gm. 3 Risultati tardivi del carcinoma mam1nario quando DARIER raccomanda inoltre ai suoi malati il sono ingrossate le glandule ~opraclavicolari. lievito di birra: un cucchiarino prima dei pasti. (Journal des pratic;e1is). Il prof. KtJTTNER (Beitr z. Klin. Ohir. Bd. 36, H. 2) ha osservato che d.e lle donne oper~te di carcinoma mammae nella clinica del Bruns nessuna guarì duNella ti·ico:flzie del capo. revolmente che avesse prese dal ca.nero le glandule . centgm. 1 Sublimato corrosivo . . . sopraclavicolari. ~ 10 Glicerina . . . . . . • • E ciò è tanto più spiacevole e interessante in ~ 10 Tintura di iodio . . • • • quanto tutte le malate furono operate con la magD. S. Per spennellature. giore accuratezza, asportando tutto il tessuto maT"L.>"'Ti resezione della clavicola.


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IL POLICLINICO

V .ARI.A Il suicidio nella sifilide. -

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Non è molto raro il caso di sciagurati che per causa della sifilide. si tolgono la vita. Uno di questi casi - riguard~nte un giovane uccisosi il giorno dopo avere appreso d'essere affetto da ulcera sifilitica - venuto a conoscenza del Fo1JRNIER, lo indusse a tenere una comunicazione su questo importante argomento alla Accademia di medicina di Parigi: comunicazione che qui riassumiamo. I casi in cui la sifilide è, o meglio, può essere causa di suicidio, si possono distinguere in: 1) casi in cui il suicidio è determinato da una alterazione psichica in conseguenza della sifilide; 2) casi in cui il suicidio è deter1!1inato dalla disperazione del pa-ziente di fronte a fenomeni reali o immag-inari di sifilide; 3) casi in cui il suicidio è determinato dalla scossa morale ;ricevuta all'annuncio d'essere affetto da sifilide : 4) casi in cui il suicidio è determinato dalla grave situazione creata dalla doverosa astensione dal matrimonio. Il primo gruppo comprende la grande maggioranza dei casi di suicidio per sifilide: trattasi di una encefalopatia specifica, di una gomma cere· brale, di una psicosi, di una paralisi generale, ecc. La sifilide qui è causa di suicidio solo in quanto essa determina una alterazione psichica: non è la diretta ed immediata causa. A questo proposito è interessante notare: 1) che l'impulso suicida è spesso il segno premonitore della en'Cefalopatia sifilitica, la quale as· stime ordinariamente la forma melanconica., de: pressiva · 2) che la psicosi sifilitica con impulso suicida pt1ò manifestarsi anche in individui a labe sifilitica ereditaria, fatto questo finora non segnalato dagli at1tori. Riguardo ai casi del secondo gruppo, il sui.oidio è meno frequente di quanto parrebbe, dato il senqo di orrore che desta nell'animo lo spettacolo di molte delle forme terziarie. Quanto al terzo gruppo di casi, si comprende di leggieri quale grave impressione deve ricevere la psiche di taluni individl1i nell'apprendere la notizia di essere affetti da sifilide-. Non è raro il caso di assis tere a v eri e propri d eliqui dei pazienti, non appena si è pronunciata la diagnosi così· temuta: come l'un paziente riceve uno shock cardiaco, l'altro uno shock morale, che lo conduce a toglier si la vita. È degno di nota che dinanzi alla temuta notizia rimangono spesse volte assai sconvolti appunto quegli individl1i che di fronte ad ogni altro pericolo di vita dimostrano più degli altri coraggio ed audacia. No tisi ancora· che la donna è più indiffer ente d ell'uomo di fronte alia sifilide.

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Per evitare per quanto è possibile le funeste conseguenze di una diagnosi lanciata senza compli· menti, sono necessarie da parte del medico grande circospezione e prudenza : non si dichiarerà mai la natura sifilitica della malattia senza prima aver detto al paziente parole incoraggianti. Riguardo all'ultimo gruppo, infine, trattasi o di individui che dovendo passare a nozze ricordano di essere contagiati e vanno a consultaré il medico sulla loro posizione di fronte al matrimonio, oppure di individui che durante il periodo di fidanzamento contraggono l'infezione. È facile immaginare la im· barazzante e penosa situazione dell'ammalato di fronte al sentimento amoroso, alla parola data e al divieto morale di dare corso legittimo al suo sentimento, di mantenere la parola. (Klin,. tJier. Woch., n. 22, 1903).

La fisiologia.: della morte. -

Sotto. questo titolo il prof. BOLK, .di Amsterdam, ha fatto testè una conferenza clel più alto interesse. La morte non è una forza autonoma estrinseca alla vita, ma bensi lln attributo fisiologico di ogni esistenza. Essa è della più elevata t1tilità, indispen· sabile al mantenimento della vita norma.l e per 1ciò che essa impedisce la persistenza disastrosa di organismi di valore abbassato (V\TErSSì\IANN). Ma questo fatto di utilità non ci spiega affatto il meccanismo intimo del processo fisiologico della morte 1iaturale, la sua etiologia. Per spiegare questa etiologia bisogna partire dall'essere unicellulare. Questo ·ha llna vita limi· tata ad un cielo di generazioni. Ogni ciclo termìna con la morte della specie, a meno che un processo di coniugazione non ·venga a rinnovarla. L'organismo multicellulare differisce evidentemente troppo dall'essere unicellulare perchè il pa· ragone dal p11nto di vista della mor~e sia permesso, ma si può paragonare all'evoluzione degli esseri unicellulari quella delle cellule generatrici dell'essere pluricellulare. Queste m11oiono dopo un ciclo generatore determinato. L'ovulo, per esempio, perde finalmente il suo potere di riproduzione. L'ovulo non fecondato su· bisce la morte naturale. Nella specie umana, già al secondo anno di vita, l'ovaio della donna rac· chiude la totalità degli ttvuli riproduttori, cioè circa 40,000. Se ad 11n dato periodo della vita non a,,rviene coniugazione (copula) gli ovuli subiscono la morte naturale. V'è d1rnque identità fra la fi· siologia degli esseri unicell11lari o quella dei multicell11lari. In questi ultimi però bisogna tener conto dell'involucro organico (altro genere di cel· lule differenziate) che ricovera le cellule genera· trici e che serve alla copula. L'essere multicellulare subisce dunque due morti: ]a morte delle cellule sessuali o morte biolog;ca e la morte co;rporale o morte sociale.


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IX, F .ASC. 36J

SEZIONE PR.ATIO.A

Il valore biologico dell'individuo dipende dalla qt1antità di vita nuova alla q11ale ha dato nascita. Il corpo può sopravvivere più o meno alla morte sessuale, ma si può paragonare questa vita al bar· lt1me che persiste per un certo tempo in una lam· pada elettrica quando è soppressa la corrente. È probabile che la v ita della specie stessa sia limitata e che le specie finirebbero per sparir e se l'energin. vitale non possedesse l'attrib11to di dar luogo a mutazioni di queste medesime specie (teoria della mutazione di HuGo DE VRIES). È infine q11esta modificazione di specie che garantisce la con· tinuità della vita s11lla terra.. (La Be(qique 111édicale).

Odori e disturbi digestivi. -

Qualche bizzarria

d'origine nasale: BARTHOLIN ha conosciuto 11na famiglia, i cui membri tutti avevano una tale antipatia per il burro e per il formaggio, che i bambini, persuasi rla carezze a vincere la loro ripugnanza per questi cibi, provavano costantemente, dopo averne m~n­ giato, nausee ed epistassi. Vi sono delle persone che si purgano con poca spesa. SMETIUS riferisce il caso di pa.r ecchi indi· vidui che erano purgati dal solo odore della bot~ tega di un farmacista. E. SCHNEIDER ha osservato una giovanetta che fu abbondantemente purgata per avere soltanto sentito l'odore di un purgante ordinato alla aorella. L'odore di una vivanda saporita « fa venire ac(\.uolina in bocca. » Ma questa secrezione riflessa p11ò raggiungere in certe p ersone proporzioni tali, che la rendono ben spiacevole per i loro vicini di tavola. MA.GEJ\TDIE ha conosciuto un signore nel quale l'odore di un buon piatto determinava la proiezionf\ involontaria di un getto di saliva a parecchi piedi cli distanza. (Méd. ntoderne).

TRATTATO PRATICO PER LE

.

Ricerche di elettricità in Medicina di A . BATTELLI Prof. ordin. di Fisica sperimenta.le nell'Università di Pisa

e di F . BATTELLI Aiuto alla Cattedra di fisiologia nell'Università di Ginevra

Un volumè in-so di 1250 pagine con '782 tlgure

lnserJte nel testo, L . 20. La Società EditrlC3 Dante Alighieri di Roma. offr e ai signor abbonati al Policlinico questa interessante e nuova opera originale italiana mediante pagamento a rate mensili di L. 2. Coloro che intendono profittare di questa favorevole combinazione debbono spedire cartolina-vaglia da L. 2 insieme alla dichiarazione d'acquisto direttamente alla Società Editrice Dante Alighieri, df Albrlghl , Segati & C. , ROMA , Via dei Prefetti, 1.5.

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CENNI BIBLIOGRAFICI Compendium dei· Operations t1nd Verbands tecnik (Compendio di tecnica delle operazioni e delle fasciature). E. Sonnemburg med. R. Miihtam. Berlin., 1~03. Hirschwald (Parte prima: tecnica operatoria in generale : fasciature]. Ecco un compendio che lasciando da ba11da tutto ciò che rappresenta la storia della e1roluzione del tecnicismo in chirtrrgia~ si sforza di esporre nel modo pi1\ breve e più chiaro possibile i metodi accolti n ella pratica moderna, quali si applicano nell'o8pedale del Moabit di Berlino. Lo stile succinto non ridonda mai a danno della chiarezza del concetto, cui elucidano anche nume· rose figure intercalate nel testo, e che rende il compendio una prez~osa g uida al tecnicismo chi· rurgico. R. D. V. BERNHEIM. L'administration intestinale des médi·

ca111ents (Ètullo expérimentale et cliniqne). -Paris, 1903. Maloine, éditeur. Ai giorni nostri , .a prendendo sempr e più terr eno 11na corrente terape11tica, o meg·lio antiterapeutica, astensio11ista, dpvt1ta ai p ericoli dell'assorbimento dei farmaci, alle incompatibilità cli questi, e all'intolleranza dn, parte dell'apparato digerente. Se qt1esta fiducia cieca nella « natura medicatrix » dà spesso bt1oni rest1ltati, non bisogna però prenderla assol11tame11te come pa11acea in ogni caso di malattia. IJ' A. partendo da. q11esto principio e clall'altro che non tt1tte le ostanze possono essere sommini· state pure per la via boccale, g iacch è a causa della lunga loro permanenza nQllo stomaco s i producono delle trasformazioni cl1imiche noci,re all'organismo, intra1)rende uno studio per propagare l'impiego delle s ostanze stesse i11volte in oggetti inerti, inoffe11sivi e ch e hanno lo soopo di portare il rimedio a diretto contatto con l'intestino. Così, basandosi sulla fisiologia e s11lle prove sperimenta,li « ii1 ' ' itro »,negli animali e n ell'uomo, l' A. conclude per racco1uandare l'uso di parecchie sostanze (arsenico, fosforo ferro, salicilato, chinino vermifughi, purganti, merc11rio, ioduro, ecc.), incluse, in capsule, fra le quali, m1gliori di tutte, corrispondono qt1ell8 di gll1tine. o. jJ . Lavori dell' Istituto di clinica medica di Padova., diretto da ACIIILLE DE G10VAN~1, \Ol . I. Studi flsico-cl1imici sul sang11e. - Pado,a, 1903, Stab. Prosperini. Il volume di 2±-1: pagine contien e per la. iuaggior pa.r te lavori del VIOLA eseguiti da solo o in collaborazione co11 TARUGI e TOR:'\IENE ; altre 1ne morie sono · dei dottori }fESSEDAGLIA. G ALL~.\NI. 1\ifoLON, GASPARINI.


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Alcuni di questi lavori sono stati pubblica.ti in e..'l:te1iso, Sltl nostro ~.\.rchi,yio di m~~dicina. Il sang11e è studiato dai vari autori, sia di per sè stesso, sia nei suoi rapporti con varie affezioni o intossica· zioni. Il libro onora la Clinica cli PadoT"a e il st10 Maestro cl1e, con an1ore indefesso, a'rvia i suoi valorosi assistenti~ nell' ardlto ca.minino della • scienza. a. 11. BESS(>N.

Tecnica microscopica e sierote1·apica. -

Torino, Unione tipografico-editrice, 1903. Pochi sono i cultori della batteriologia, i quali non abbiano f,i,tto ampio tesoro del manuale del BESSON che ha tanti pregi di esattezza di cognizioni, concisione non disgiunta mai dalla chiarezza e praticità. E bene ha fatto la Società tipogr~fico-edi· trice torinese a pubblicarlo in italiano, r endendolo così anche più diffuso ed accessibile a tutti . Questa edizione itali~na ha poi il ' rantaggio di essere stata ampiamente ed acc1rratamente annotata dal dott. BERTARELLI, il quale non ha trascurato di aggiungere in modo speciale quanto i nostri scienziati italiani ha11no fatto nel campo della bat· teriologia.. Con queste aggiunte, il libro del BESSON può dirsi completo, e nelle mani dello studioso, tanto di colui che sta per iniziarsi nelle discipline batteriologiche, quanto nel batteriologo provetto il quale potrà attingervi utili ricordi, potrà avere quel successo di pratic~tà che si merita. Esso infatti, a differenza di tanti altri, rivela la pratica estesa dell'autore consumato neJle ricerche batteriologiche, e mostra. di essere compilato 11on sui trattati solt 1nto ma nell'ambiente del labo· te. · ratorio. PACE

l ANNO lX, FASO. 36J

IL POLICLINICO

Dol\rEN1co. Ricerche sperimentali e cliniche

sulla pressione osmotica dei liquidi organici. Napoli, 1903. Stabil. tipogr. Pesole1 L' A. fa t1no studio esatto e completo della funzione renale, occupandosi specialmente del mezzo diagnostico dato dalla crioscopia. Il libro è diviso in VI capitoli. Dopo aver detto della dottrina mo· derna dell'osmosi e della crioscopia (cap. I), tratta. i segt1enti argomenti: II Oap. L e applicazioni della crioscopia nelle scienze mediche. III• Oap. A ppltnti di tecnica crioscopica; IV Cap. Ricerche sulla pressione osmotica del sangue e delle l1rine in diverse condizioni fisio· logiche : V Cap. Id. delle urine e del sangue in alcltni stati patologici. VI Oap. Id. di alct1ne raccolte liql1ide patolo· giche. Numerose storie cliniche e una ricchissima bi· bliografin. corredano il lavoro granden1ente utile an· che per la pratica e.li laboratorio. a. ]J. (26)

INTEl\ESSI PROFESSIONALI A proposito ·della c1 isi della professione medica. 9

Il Tribunale della Senna ha recentemente giudica.to lln medico la cui storia è veramente impressionante, dal punto di vista dello studio della crisi professionale. Questo medico era stato sorp1·eso in un grande magazzino di novità, mentre rubava (bisogna pure .usare la dolorosa parola) della merce rappresentante un valore di 65 franchi. Condotto al commissariato di polizia, il nostro collega dichiarò che era stato determinato al delitto dalla fame. L 'inchiesta dimostrò che egli non esagerava; il disgraziato era ridotto a tale miseria che moriva letteralmente di fame. Fu condannato a sei mesi di carce1·e dalla polizia correzionale e i·imesso in libe1·tà provvisoria in attesa del giuclizio del Tribunale a cui egli si era rivolto in opposizione alla prima sentenza; ma la pena fu mantenuta, sebbene con a.pplicazione dall:t legge Bé· renger. Nel processo è i·isultato che questo medico, costrett'> negli u1timi tempi a dormire sotto i ponti della Senna ed a rubare per mangiare. era stato uno studente modello, a-,~eva passato con buoni risultati i suoi esami e si era lau· reato con una tesi degna di nota. La legge Bérenger lo ha i·imesso nella vita e, fortunatamente per lt1i, il fl1more del caso pietoso gli ha in certo modo giovato. Alcuni amici sono venuti in suo aiuto e gli è stata procurata una modesta posizione in una pie· cola città di provincia do"\"'e forse l'opiniont' pubblica non si dimostrerà tanto arcigna verso di lui, ma lo ainte1~à a riabilitarsi. L'a,rventura finisce perciò meno tragica· mente di quello che si poteva c1·ede1·e, ma non si può conclude·r e da ciò che in casi ana· loghi dovrà terminare sem1)re così. U Il giornale politico molto al1torevole, Le Temps, ha preso occasione da questo fattarello di cronaca giudi7.iiaria per scrivere un articolo molto sensato, diretto ai giovani che si dedi· cano alle carriere liberali, ed in particolar modo alla medicina,, e le osservazioni di quest articolo sono degne di essere meditate, ahimè,


ANNO

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SEZIONE PRATICA

dalla gioventù italiana con altrettanta attenzione che dalla gioventù frances e. Bisog·na, dice il giornale boz,tlez a1·die1', che questa dolorosa istoria ottenga una larga pubblicità e sia conosciuta dagli innt1merevoli adolescenti che le famiglie clestinano alle ca1"'· rie1·e liberali. L'ingombro di queste car1·iere non p11ò essere meglio illustrato che dal caso di questo medico costretto dalla fame al de· litto. Nell'ora che corre, il punto di saturazione è arrivato: la società ha troppi avvocati, troppi medici troppi professo1·i ; essa no·n sa più che farsi di quelli cl1e le Università contint1ano a fabbricare in massa ciascun anno; essa non può più nulla per loro. Quelli che non hanno risorse personali o un talento assoluta.men te di prim'ordine sono destinati, salvo qualche eccezione, ad una esistenza precaria.. Essi corrono il rischio di morire di fame o n ella migliore ipotesi arri,reranno a vegetare terra te1·ra. Aggiungasi a ciò un'altra osservazione del Temps che può applicarsi anche a noi: il gran torto del disgraziato comparso al correzionale è stato quello di ostinarsi a cercar fortuna a Parigi, mentre Parigi, come tutto le altre grandi città europee, soff 0ca per la· pletora di medici. È vero, dopo aver ostenuto l1na tesi b1·illante, ed aver ricevuto le congratulazioni di tutta la facoltà, è doloroso partire da Parigi, da Vienna o da Roma per andare a spezzare il pane della scienza in qualche lontana landa perduta, in mezzo a 'rillani suj1erstiziosi ed igno1·anti. Il furore di lanciarsi n elle carriere liberali è alimentato, naturalmente, dalla ambizione di , . . iver~ e di emergere in una grande città. Ebbene, bisogna· gridar forte che per i tre quarti di coloro che la concepiscono, qt1esta ambizione è una pura follia. Lottando contro i fatti si ' ra incontro a un nal1fragio sicuro. Non è questo il luogo di discutere se noi italiani possiamo ripetere le parole del Temps quando dice · che « la Francia ha bisogno di commercianti, d'industriali, di agricoltori, di coloni, e non più di licenziati e di dotto1~i » . Il problema della scelta di una carriera in Italia è disg1~aziatamente di risoluzione più difficile, perchè le famiglie dei giovaui che si affacciano alla vita alle quali lo Stato te1

nesse un simigliante discorso per dissuaderle dal dedicarli alle carriere liberali, avrebbero bene il diritto . di domandare a 101·0 volta ai signori che da quarant'anni maneggiano il mestolo dello Stato : « Che cosa avete fatto per favorire nel nostro paese quelle industrie e quel commercio in cui vorreste ora invogliarci a gettare i nostri figli 'l » Ma il veder poca luce nelle case degli alt1·i non de,re farci illusioni sul buio pesto cl1e c' è nella ll.f>stra. La pletora dei medici, i progressi della scienza, la coltura pubblica accresciuta, la vita affannosa moderna hanno creato uno stato di cose nella professione sanitaria che non si modificherà con i pannicelli caldi dei codici deontologici e delle leggi sui medici cùndotti e sui medici stranieri. Dirlo forte ai giovani, ad ogni momento" mettere sotto ai loro occhi gli spettacoli dolorofli dei medici languenti di fame e mendicanti, se pure non delinquenti per necessità, è oggi diventato un -dovere della stampa medica. E senza cercarli nella cronaca gi1tdiziaria dei giornali francesi, questi esempi di mise:ria e di dolore crescono ogni giorno attorno a noi, e qualunque professionista di Roma, di Napoli o di Milano potrebbe se volesse, raccontare 1)arecchi lacrimevoli casi ili colleghi che hanno battuto vergognosi alla loro porta peJ.• raccontare u~a storia di dolori e di stenti che terminava con la •iomanda di un « prestito» di due lire, o per offrire in vendita per trenta soldi un volume dello Striimpell o un trequarti mai adoperato. Doctor CA.JUS.

Occasione favorevole per i signori abbonati al Policlinico La Società Editrice Dante Alighieri di Roma offre ai.signori abbonati al Policlinico l'interessan· tissimo

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IL POLICLI N.iCO

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2584J Sig. dot.t. A. E. da C. - I liquori di cui Ella parla si possono vendere liberame11te. I11 quanto ai congedi le parole del progetto ' Togliono riferirsi non solo al nt1mero dei medici esercenti. ina anche alle condizioni sanitarie del 111ogo e alla stagione, che più si presta alle malattie. (2585) Sig. dott. F. C. da B. - Certo non è oppol'tuno f~re tutto di un colpo una tratte11uta pi11t· tosto rilevante sullo stipendio, ma disposizione tassativa di legge che disponga diversamente non esiste,, e perciò Ella non avrebbe alcun ricorso o altra azione giudiziale da far legalmente valere. (2586) Sig. dott. S . ...i\_. da C. - Alla pro1u11lga· zione della nuova. legge sanitaria, Ella , se trovasi ancora in servizio, diverrà stabile, essendo gene· rale la disposizione contenuta. nell'articolo 11 del progetto. (2587) Sig. dott. E . F. da. C. - Il n11ovo tesoriere pagher~~ certamente i vecchi ed i nuovi man· dati, perchè i nuovi fanno parte della competenza del volgente esercizio, i 'recchi fanno parte dei re· sidui passivi, che gli sono stati addebitati nel pas· saggio di cassa. Si intende che l'obbligo del pagamento è subordinato all'esistenza di fondi in cassa, se1npre che il medico non abbia invocata ed ot· tenuta l'applicazione clella legge 1± luglio 1898, n. 317 sul pagamento degli stipendi ai medici condotti. (2588) Sig. dott. F. B. da L. - Stando al licen· ziamento già dal Consiglio comunale pront1nziato a suo riguardo pe1· il 1904 Ella non potrà ritenersi stabile allorchè andrà in vigore la nuo,~a legge sa· nitaria, perchè la disposizione dell'articolo 9 si ap· plica naturalmente a. coloro che non sono stati mai disdettati, ma non a coloro che lo fnrono i11 modo le· gale. Il servizio necroscopico non può ritenersi, come dicemmo, compl'eso i1ella cond-otta, ma se però il Comune lo vorrr1 includere nella imminente l'evi· si one del capitolato, de,re Ella sapersi regolare, o cioè, accetta.n do pro bono pacis tale nuova condi· zione o rinunzianclo alla condotta. Se fosse divenuta stabile non potrebbe essere introdotto il patto delle visite necroscopiche. (2589) Sig. dott. E. D. C. da C. - .Per la ma· lattia, c11i Ella accenna, non \ Ti è impedimento per en1igrare in America. (2590) Rig. dott. R. da A. D . F. - Anche le ' '" accinazioni straordi11arie debbono essere grat11ita.mente eseguite dai medici conclotti. (2592) Sig. dott. C. G. da. C. ·- Ella. alla pt1bbli· ca~.Joue della nuova legge acq11isteréi la stabilita, p ercl1è a'Trè1 in quell'epoca prestato un biennio cli servizio, in parte presso il Comtme isolato in parte presso il Consorzio A. B. C. D. Potra anche essere riten11to stabile con1e 11fficiale sanitario consorziale co11 decreto del Prefetto, a sensi dell'articolo 9 b;s I

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[ A.NNO

IX, F ASC. 36]

del progetto, giacchè, come è noto, con le norme testè appro,.,. ate la stabilita dell'ufficiale sanitario 11on si opera di diritto, ma deve essere dichiarata dal Prefetto della provincia, clopo aver inteso il Consiglio provinciale sanitario e con decreto mo· tivato.

(2594:) Sig. dott. Q. "\T. da V. B. - L'articolo 2 della legge 19 gi11gno 1902, n. 242, s11l lavoro delle donne e dei fanciulli tassativamente prescri,,.e che l'uffiziale sanitario del Com11ne deve eseguire l:t visita medica e rilasciare il certificato nel libretto senza alcu11 compenso a carico dell'operaio. (2595) Sig. dott. P. F. da S. M. - Non ha bisogno di alcun'altra deliberazione. Se il Consiglio comunale, revocando il licenziamento ha ricono· scinti i suoi diritti acquisiti, , . . uol dire che Ella è già stabile O/Je le.q is e i1on poh'C-1 èssere più licen· ziata. (2596) Sig. dott. S . D. R. S. da P. T. - Non vi è alcun mezzo legale per riacquist~re, agli effetti della legge sul ì\>Ionte pensioni, i due anni trascorsi fuori condotta. Essi debbono essere detratti dal computo finale degli anni necessari pel conseguimento della pensione di riposo. (2597) Sig. dott. G. }t!. da G. - Ella ha acquistato la. stabilità nella carica. e nello stipendio commistl· rato a qt1ello che percepiva nel mom~nto in cui decorsero i primi tre anni di ser,Tizio. Quando anche, cosa impossibile, le si voglia disconoscere il diritto acquisito, ella per il mancato licenziamento in tempo debito, avrebbe diritto a rimanere in carica un altro anno. Il triennio di prova comincia a d ecorrere dal giorno in cui ha effettivamente assunto servizio. . (:2598) Sig. dott. I. A. da G. - Il biennio di prova comincerà per Lei dall'ottobre 1901 perchè ap.che quella nomina fu fatta dal Consiglio comunale, e q11in,li col 15 ottobre ,~enturo di~enteeebbe stabile. Il licenziamento dovrebbe èssere pronunziato tre mesi prima, divene11do applicabile la nuova legge, che verrebbe, in tal parte re modificare il capitolato vigente. Non ostante il licenziamento, se dopo com· piuto il periodo di prova seguiterà a prestar servizio, diventera stabile lo stesso, e ciò sia con la legge attuale, sia col nt1ovo progetto. (2599) Sig. dott. Z. X. - Pur troppo non di rado colleghi poco riguardosi si insinuano in famiglie servite da altri medici per aumentare, a danno degli altri, la propria clientela Si rivolga all'Ordine dei me· dici della provincia per tma provvisione almeno di • massima. (2600) Sig. clott. B. G. da L. - Il licenziamento stando al capitolato, è legale. Ella avrebbe dovuto prender visione del capitolato integrale prima di assumere servizio. Non avendolo fatto a tempo, ora non pt1ò dolersi di uno stato di cose, in cui si tro'a per la sua so\er chia buona fede. Il capitolato, per norma, de,·e essere inscritto nel .registro delle de·


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FASO.

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SEZiIONE PRATICA

liberazioni del Consiglio e portare il visto cli ap· })rovazione da parte delle s11periori autorità. (2601) Sig. dott. I. D. B. da V. - Suo fratello ha diritto ad essere ricompensato dell'opera prestata ed il compenso potrà essere con libera contrattazione stabilito col Comune. Essendo stata annullata la nomina di Lei, ,Ella non ha alcun diritto. (2602) Sig. dott. A . .A. da G. - Ella deve fare istanza pel ripristino dell'antico stipendio in prima sede al Consiglio comunale quando esaminera il bilancio pel 'rentt1ro esercizio. Se non otterra nulla, ricorra in seguito alla Giunta provinciale ammini· strativa. (2603) Sig. dott. C. R. da T. O. S. - Stando alla <licitura usata dall'articolo 9 delle disposizioni tran· sitorie del nuovo progetto di legge, secondo c11i non si parla pi1ì di nomina, ma solo di medici cli~ fa1i1io servizio di co1idotta, Ella diventerà stabile dopo il l)ie11nio. (260!) Sìg. dott. R. ...~. da G. - È il Prefetto e non l' A 1n ministrazione che deve mutare la data della decorrenza della nomina di ufficiale sanitario. Ripeta la istanza alla P1·efettura, e se non le riesca. di incomodo si rechi, come sarebbe meglio, perso· nalmente dal medico pro:vinciale. (2605) Sig. dott. L. B. da A . - Pei certificati di cui pa.rla non vi è diritto a compenso dai poveri, se la condotta è solamente a costoro limitata. Può l)en pretendere speciale compenso per le analisi chimiche che f"': nel proprio laboratorio e con propri ~strumenti e reagenti. La odontoiatria va compensata ' separatamente dagli agiati, quando il condottato sia pro,rvisto di apposito speciale gabinetto ed arma-.. me11tu.rio completo. (2607) Si!Z" dott. G. B. di R., Vicenza. - Il con· s tùto ordinariamente si fa con medici sommi, cono· sciuti dalla famiglia, e proposti dal curante, che fissa l'ora del convegno prendendo accordi con i colleghi. Al secondo cons11lto diretto, come Ella dice, qi1asi a inettere in cattiva lt1ce il curante, questi può astenersi dall'intervenire. Il curante deve seg.u itare la cura dell'amn1alato, fino a ql1ando la famiglia non lo dispensera. Il medico deve seguire la scienr;a, non i pregiudizi del popolo. Le denunzie sono obbligatorie : si cade in contravvenzione non facendole. Il medico ordina le medicine secondo la scienza, l'ammalato è libero di prenderle o meno. Il Sindaco non può fargli nessun appunto. L'odon· toiatria per gli agiati è a pagamento, quando si ha gabinetto proprio e armamenta.r io completo . . Il Co· mune anche di fronte a medici stabili può modificare le condizioni della condotta per rendere il servizio più rispondente ai bisogni della popolazione. (2609). Sig. dott. A. L. da A.. - Incompatibilità legale esiste per l'esercizio contemporaneo in due diversi comuni delle fl1nzioni di llfficiale sanitario e di medico condotto, giacchè l'articolo 12 della ~ente legge sanitaria dice che sarà ufficiale sa-

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i1itai·io il medico comuna.le ove 1ton risiedo110 altri medici e che ove risiedo1io più medici la nomina spetta al prefetto. bi guisa che l't1fficiale sanitario o deve essere il medico condotto od altro medico residente nel Com t1ne. (2610). Sig. dott. L. }'l. da B. - Se q nel capitolato ft1 regolarmente reso esectLtorio e fn, come Ella dice, attuato costantemente per dodici anni di seguito, i1on può essere più impugnato, massime ora che da esso sono derivati diritti di terzi. Contro le sospensioni inflitte dal sindaco, si applicano le dispo· sizjoni contenute nella legge organica del 1° maggio 1890 e cioè il ricorso in sede contenziosa alla Giunta provinciale amministra.tiva. Che se la sospensione fosse inflitta d'ufficio dal prefetto sarebbe ammessibile il ricorso al Ministero dell'interno in virtiL del disposto dall'articolo 32 del Regolamento gene· rale annital'io. t2611). Sig. dott. P. A. P. da C. - Non sappiamo se prima delle vacanze estive il Senato potra discutere la legge, già approvata dalla Camera dei dept1tati per i medici condotti. - Il periodo di prova è sempre di due anni, perchè il licenziamento, anche fatto tre mesi prima,, avrà effetto al c)Ompimento del biennio. Certo è però che il ine· dico prima di assicurarsi il posto a vita resta espo sto alla volontà degli amministratori solo per un anno e no,,.e mesi, giacchè, dopo, non è più possi· bile disdetta e qt1indi licenziamento. È indubitato che il licenziamento dato solo un mese prima dalla scadenza del biennio è assolutamente inefficace. (2612). Sig. dott. L. V. da L. - Il Comune, anche in base alla nuova l egge, potrà licenziarla tre mesi prima che compia il biennio. Ella però avrà; ciò non ostante, il diritto di rimanere in carica lino al tel'mine della capitolazio11e in corso. Dal giorno in cui ha riass11nto servizio, calcolabile dalla data della deliberazione di nomina, Ella deve asst1mere st1 di sè la quota di contrib11to che il Comune ha paga,to pel medico. Possono essere calcola\i gli anni di servizio prestati prima della pubblicazione della. legge, se 11ell'atto di iscrizione li dichiarò in base all'articolo 28 della legge. Ella a 60 anni di età avrebbe fatti, tolto l'anno d'interruzione e calcolati i 13 a.nni di servizio anteriori alla legge, anni 34: di servizio e perciò liquiderebbe lire 1,093 60; a 65 anni liquiderebbe lire 1,941 60; a 70 lire 2,000. (2613). Sig. dott. G. S. da C. N. 1375. - Quantunqt1e dalla dicitura usata dall'articolo 2 lett. r della legge 7 luglio 1901 n. 306 parrebbero esclusi gli t1fficiali sanitari, perchè parlasi di stipendiati, pur tuttavia àall'articolo 1 del Regolamento si ri· leva che tale onere incombe anche ai detti profes· sionisti perchè i vi è detto che ne sono colpiti coloro che ricevono una retribuzione fissa di qua· lunq ue entità e sotto qriatsiasi de11011ii1iazio1ie sul bilancio co11ti11~ale. (2614). Sig. dott. G. P. dtt G. La s11a posi· 1~Al


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IL POLIOLThYJOO

zione difronte alla Cassapensioni potrà esser e regola· rizzata in base all'articolo 37 del Regolamento 9 marzo 1899, n . 121. È assolutamente gratuita pel medico con· dotto l'amminìstrazione dell'armadio farmaceutico. (2615) S ig. dott. G. V. da C. - E lla ragion a bene· ma noi crediamo che per esser e rispettato quel licenzian1ento dov r ebbe essere g ià c9mpiuto allo apparire clella n1tova legge. Se questa trova ancor a in ser vizio il medico, lo ritien e stabile, non ostante il licenziamento anteriormente pronunziato dal Con siglio. Il Comune, con ciò, non r esta vincolato in eterno ; potrà pure disfarsi in seguito del medico, ma dovrà seguire la procedura indicata dalla prima pa r to dell'articolo 6. (2617). Sig. dott. A. C. da B. C. - Il triennio di prova comincia a decorrere dal giorno 11 maggio, avendo solo allora ricevuta nomina r egolare. Agli effetti della nuova .legge il biennio di prova comin· cerebbe a decorrere da aprile, perchè allora Ella ha cominciato a servire. La nuova legge non modifica i contratti in corso: Ella servirebbe sempre per t utti i tre anni di nomina, quando anGhe fosse licenziata prima del compimento del biennio. La legge diviene esecutoria, a prescinder e dall'es!stenza o meno del r egolamento, dopo 15 giorni dalla sua promt1lga~ione. Il sindaco non ha termini fissi pel rilascio di qualsiasi certificato. L'el enco che Ella deve rispettare è quello del 1902. Il nt10.,tro elenco dei poveri pel 1903 avrà vigore dal giorno in cui Le sarà consegn ato. Tutti coloro che Ella ha cu· rato prima della consegna debbono pagare le visite, perchè nel momento in cui furono fatte non si conosceva se erano poveri o no. Contro l'eccessiva inclt1sione n ell'elenco dei poveri ricorra . al prefetto pel Consiglio provinci ale di sanità. Non potremmo consigliarla a fa r e quel git1dizio perchè il sindaco potrà sempre addurre a discolpa che egli non intendeva rilasciare quel certificato che gli fu, poi, imposto dalle alttorità competenti. (2620) Sig. dott. K. H. da M. Y . - Se il Prefetto od il :àiinistero hanno annullata la deliberazione consiliare di licenziamento per solo vizio di forma, il Comune può sempre ripeterla fino al 31 agosto 1903, epoca in ct1i scade la nomina, tranne nel caso che nel Capitolato fosse indicato un per entorio ter· mine da doversi rispettare, per impedire la tacita riconduzione per un altro anno. Certamente i concor si pei posti di medico con· dotto dovrebbero essere espletati da persone tecni· che competenti, ma questa disposizione, che si trova sanzionata nel nuovo progetto di legge sanitaria, non figura nè nella legge nè nel r·egolamento sa· nitario ora in vigore. Quindi i concorsi ora possono essere fatti anche da t1na Commissione consiliare. Con la nuova legge Ella poi non solo avrebbe ragione del concorso, ma avrebbe anche gi;t acquistata la stabilità per aver compiuti due interi anni cli servizio. D octor J usTITIA.

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NOTIZIE DIVERSE V1ARE<~u10 .

- Nella g ean sala del R. Casino, domenica, 28 giu gno, fu inaugurato il primo Congr esso idrològico e climatologico italiano, a cui in· ter, ennero medici valenti di tt1tte le regioni della nostra penisola. . Dopo che l'avv. Del Prete, si11daco, ebhe dato il benvenuto ai congressisti, il prof. Barduzzi, del· l'Università di Siena, quale presidente del Congresso, ring raziò, a nome suo e dei suoi 0olleghi, la cittadinanza viareggina per le festose accoglienze fatte loro, e disse che Viareggio è ]a città clima· tica e halnear e per eccellenza. Nella seconda adunanza, tent1tasi alle ore 15, furono discussi varii ed importantissimi temi , ed alla discussione presero parte i professori Grazzi e F edeli (Pisa), Casciani e Tommasi (Lucca), Del Prete (Viareggio), B arduzzi (Siena) e Bordoni (Roma.). La seduta si sciolse alle 17 e mezza, e, dopo che i congressisti ritornarono da llna gita in mare, nello stabilimento balneare Balena, fu dato loro un gran banchetto d'onore, a cui intervennero pure il prefetto di Lucca e le autorità locali. 7

VALMONTONE. - Il 30 giugno, nell'aula del Con· siglio comunale ebbe lt1ogo l'adunanza dell'Associazione sanitaria dei circondari di Frosinone e di Velletri, a cui assisterono una quarantina dei no· vanta medici ch e aderirono all'Associazione me· desima. Dopo che il dott. Arnoldo Angelini, di Frosi· none, che presiedeva, dichiarò aperta la seduta con un discorso in cui accennò all'elevata missione del· l'A ssociazione testè costituita, ed al quale rispose, con molto acume il nostro sindaco, av,r. Bernardi, furono trattati i ~eguenti argomenti: S ulle p erizie 1nedico-le.r;ali, i dottori Bian\1hi, Buglioni ed Ingegni; - Del veter;nario di fro1ite all'ufficiale sanitario, il d'Ott. De J uliis; - Della quest101ie sa1iitaria iJt Frosin,one, il dott. Nanni; Della rabbia, il dott. Biancale; - Del teta1to, il dott. Bianchi; e Della solidarietà 't~lla classe, il dott. .A.ngelini. · Svolti quei temi che, come si vede, furono oltremodo interessanti, i convenuti si riunirono a sontuoso banchetto prima di accingersi a fare ritorno alle rispettive residenze. SEGNI. - In un'adunanza tenutasi il 27 giugno in questa stazione, venne costituita la sezione cir· condariale di Frosinone dell'Associazione nazionale dei medici condotti, a cui aderirono tutti ì 58 medici condotti del circondario. appro,rando il regolamento della sezione, e deliberando che la costituzione definiti,ra. del Consiglio direttivo debba farsi per mezzo di schede da inviarsi al Consiglio provvisorio residente in Anag ni, e composto dei dottori ·calcagni, Sellari e Massini, che furono i promotori della costituzione della sezione. FIRENZE. - Lunedì passato, 29, nella sala di L eone X, in Palazzo Vecchio, in seguito ad invito del Consigli.o della presidenza della F ederazione ginnastica italiana, sotto la presidenza a.ell'on._ s~­ n ator e Todaro, ebbe luogo l'adunanza dei Com1tat1, allo scopo di organizzare il concorso nazionale gin· nastico, che deve aver luogo fra noi, nel 1904. . Siccome il sindaco era indisposto, l' on. Sanareil1 (-1 l'assessore Borgioni, portavano agli intervenuti il saluto di Firenze ; e, dopo che il senatore To· daro, in uno splendido e forbito discorso, dimostr ò

-


l ANNO

IX,

~.,A.S<J.

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SEZIONE .PRATICA •

i grandi '"antaggi che risultano da una bene intesa

** * Bologna.

edl1cazione fisica e pose in .evidenza la eccezionale · Nell'Università di il d1)tt. Carlo Comba importanza che a,ri·à l'indetto concorso 0o-innastico, è stato nominato, per l'anno scolastico 1902-903, furono nominati: ad alto patrono del concorso, dal 1° maggio, professore straor3inario di pediatria. S. M. il Re; a presidente d el Comitato esecutivo, Nell'Università di Napoli, il dott. Domenico :i\'Ioil d11ca Strozzi, e i membri co mponenti il Comitato risani, professore ordinario di clinica chir11rgica e ù'onore e di quello esec11ti,ro . direttore della clini ca relatiTa n ell' Università di TERAI\-10 . Il Comita.to teramar10 per la Lega Siena, è stato trasferito, col suo consenso, alla catnazionale contr o la tllber.::olosi ha indirizzata all' iltedra di patologia speciale dimostrativ·a chirurgica lustre presidente della Camer<i dei deputati t1na penell' Università di Napoli, dal 1° aprile 1903, col tizione degna di essere da :QOi Ticordata: grado di professore ordinario. . « Il Comitato con voto unanime e fervidis~imo, Nella seconda clinica medica dell'Università di esorta il Parla.m ento a non modificare il valore Napoli, dal 1° maggio al 31 ottobre hanno effetto presente clel bollo per le lettere e a devolvere a le seguenti disposizioni: vantaggio della lotta contro la tubercolosi i cinque Il dott. Arnaldo Cantani, preparatore, è stato centes;111i che il Ministero delle poste e telegrafi promosso coadiutore. propone dimi11uire Rul bollo -anzidetto » . Il do.tt. Luigi D'Amato, assistente, f11 promos ..;o Ro.r.rA. - Nelle ore a11timeri<liane di mercoledì preparatore. scorso partirono da, Roma, p e r le diverse stazioni Il dott. Pietro Maori venne nominato assistente. istit11ite dalla Croce Rossa Italiana n ell'Agro roN ell' Università di Parma, il dott. Luigi Sabba· mano, per la campagna anti-malarica, le ambulanze tini è stato nominato, p er l'anno scolastico 1902-903, destinate n. tale servizio. dirett,lre del gabinetto di .materia medica. I dottori adibiti a quel servizio furono: per Santa 1\Iaria di Galera, iJ dott. Luigi G11idi; per Castel . di Guido , il dott. Raffaele Liberali~ per Carano, Conoorst e oòndotte. • il dott. Git1seppe Tuzi ~ p er Pratica di Mare, il dott. Carlo Pt1lieri; per Torre Nuova, il dott. OtROMA. Direzlone ge1ierale della )~anitlt pubblica. Con decreto Ministeriale del 31 maggio 1903 è stato tavio Corona~ per Marciglia11a, il dott. Carlo Be11aglia; e, per Lunghezza, il dott. Filippo Mariani. aperto un concorso l}er esame e titoli a dieci posti Per tlisi1n1)ognare il servizio alle ·stazioni ferro· di medico di porto di 3a classe con l'annuo stipendio viarie ed alle stazioni di riserva sono rimasti a di lire 2500. Roma i dottori Gitùio Valenti ed Enrico Secreti. Il concorso avrà luogo colle norme stabilite dalla legge 7 luglio 1902, n. 286, e relativo r egolamento ROM.\. - Dal 1\'linistero dell'Interno venne riparapprovato con R. decreto 3 maggio 1903, n. 181, e tita tra \rarie provincie del R egno la somma di secondo i programmi particolareggiati approvati con lire 100,000 stanziata., a titolo di sussidio, ai Comuni decreto ministeriale 30 maggio 1903. che hanno istituti por la. cura della pellagra; e, su P or essere ammessi al concorso, i candidati doquella so1nma, alla pro,~incia di Roma furono con· vranno, o direttamente o per mezzo dei prefetti del cesse 1000 lire. Regno, presentare al Ministe1~0 dell'interno, non oltre il 30 settembre 1903, domanda stesa su carta . da bollo da lire 1. 20, unendovi i suguènti docu· Nomine, promozioni, onorl8.oenze. menti: 1° diploma originale di laurea in medicina e V ffi ltONA. - Nel concorso bandito dal Consiglio chirurgia conseguita in una delle Università dello ospi~aliero di Verona per il posto di 1nedico priStato, di data non posteriore al 30 maggio 1901, 11tar10 dell'Ospedale Maggiore, e chiu~osi il 31 gen· ovvero copia notarile del diploma stesso; naio 1903, riusci ' rincitore il dottor SILVIO SILVE· 2° att~ di nascita l egalizzato dal presidente del STRI, che f11 dal Consiglio stesso nominato ad unaTribuitale, comprovante che il concorrente non ha nimità nella seduta del 9 giugno 1903. oltrepassato il 30° anno di età alla data del decreto .Al valente collaboratore ed abbonato, fin dal- che bandisoe il presente concorso; l'inizio, del nostro periodico, i nostri più vivi ral3° certificato p enale di data non anteriore a legramenti e più sinceri a11guri. (l). quella del presente avviso; 4:0 certificato di buona condotta rilasciato dal * sindaco del comune di dimora, di data non ante· * * Nei recenti esami di concorso a cinque posti di riore a quella del presente avviso; medico pro"\inciale riuscirono v-incitorii dottori Fiore 5° certifirato di cittadinanza italiana· Bochicchio, ~Iomigliano, Sirleo e Valerio. 6° certificato medico legalizzato, comprovante la sana e robusta costituzione fisica del concor rente; * ** 7° foglio di congedo illimitato, ovvero certifiIl prof. Aristid~ J\'Iattòli, chirurgo primario a To· cato di esito di leva · lentino e libero docente di Anatomia chirurgica e 8° tutti i titoli e documenti scientifici e di car· ~edicina operatoria n ella R. Università di Roma, riera che il concorrente crederà di presentare a e st~t~ testè chiamato a dirigere l'Ospedale Civile prova delle sue attitudini al poRto cui aspira. e Militare <.< Costa.nzo 1\iazzoni » di Ascoli Piceno. P er quanto concerne le pubblicazioni non sono ammessi manoscritti nè bozze di stampa. Nel testo della domanda i concorrenti dovranno *** Il dott. Vincenzo Casoli è stato autorizzato a. indicare la lingua o le lingue estere nelle q~al~ sono disposti a dare esperimento, e dovranno dichiarare trasferire nella Università di Modena, la libera di essere pronti, in caso di nomina ad accettare do.cenza. di patologia e clinica der1nosifilopatica da ql1alsiasi residenza.. 1111 conseg11ita nella Università di Palermo.

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IL POLIOLIN 100

Do,~ranno inoltre fare dichiarazione esplicita (che

(ANNO

IX, F A.SC. 36]

ad ora (1), e come possano esse ricondursi nella

potrà essere espressa nel corpo stesso della domanda) · più fedele ed intiera osservanza del metodo n1e· di èl.Ccettare le nuove no.ri-me che r egoleranno la Cassa desimo )) , di previdenza in sostituzione della legge ancora vi· MA UR1z10 BuFAL1~1. gente per le pensioni e che potrà cessare di avere effetto per gli impiegati che vanno ad assumersi • • • in serv1z10. (1) Il tema scritto nel suo testamento dal prof. Bufalini deve esser riproposto di ventennio in '"enAi concorrenti verrà dato a s uo tempo a'\rviso tennio e perciò l'illustre professore parla del tempo dell'ammissione e della data che v e rrà stabilita per trascor:=:o dal concorso lll timo, il qt1ale fu effettuato le prove di esame. nel 1884. Roma, 1° giugno 1903. Il Direttore ,qe1ierale della Sa1tità 11nbbtica SANTOLIQ.UID O.

BASSA. - Concorso al posto di medico-chirurgo-ostetrico del Consorzio dei Co1nuni di Oltressenda Bassa, Oltressenda Alta e Piario. Stipendio di lire 2350, netto da R. M., oltre lire 150 di. indennità ql1ale ufficiale sa.nitario e alloggio gratt11to. Scadenza 18 luglio p. v. Per schiarimenti rivolgersi all'Ufficio mt1nicipale di Oltressenda Bassa. 0 LTRESS}!}NDA

PISA. -

.•

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E aperto il concorso "" 5 posti di assi·

stente volontario nella Clinica chirurgica della Regia U11i,rersità di Pisa. I dottori in medicina e chirurgia che desiderano entrare durante le ferie estivo-au· tunnali come assistenti volontari nella Clinica chi· rurgiCè\, di questa Università debbono mandare la loro domancla in carta semplice, corredata da quei documenti ch e crederanno unire, al direttore pro· fessore Antonio Oeci non più tardi del 20 luglio prossimo. Il servizio, che è uguale a quello di assi· stente effettivo e che durerà dall'agosto al 31 ottobre, sarà comprovato alla fine da un certificato del rettore dell'Unive rsita. Uno degli assistenti, ove ne esprima il desiderio, potrà essere anche destinato esclusivamente ad osservazioni e ricerche scientifiche di laboratorio.

R. Università: -

Concorso a profes· sore ordinario di clinica medica; scadenza 15 lt1· gli o. lVlESSINA.

Co1tcorso at pre11iio Bafalini 11resso il R. l stitu,to di stndi Sllperiori ]Jratici e di p er/e· z ioua1nento i1t Firenze. FIRENZE. -

1. È aperto fino da questo g iorno 1° ma.ggio 1903 il concorso al premio Bufalini. 2. Il termine legale per la presentazione delle memorie a questo concorso scade n el dì 31 dell'ot· tobre 190-! a ore 15. 8. La so1uma clel premio è determinata in lire 6000. 4. Il can celliere della sezione di medicina e chirurgia dell'Istitt1to di studi sup eriori pratici e di perfezionamento (via degli Alfani, n. 33) è in· caricato ttfficialmente di rice,rere le memorie dei con correnti rilasciandone al consegnatario rice,ruta.

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Albuminuria traumatica. - Senator . . . Anurja (Trattamento chirurgico dell'). Bevan . . • . . . • • . . . . Arterioscltrosi del midollo spinale. - Hirsch Cancro primario del pancreas (SulP). - Fabozzi . . . . . . . . . . . • . Carcinoma inam mario (Risultati tardivi del - - quando sono ingrossate le glandole sopraclavicolari). - Kilttner . • . . . Castrazione nella tubercolosi del testicolo (Sulla questione della). - Berger . • . Cenni bibliog rafici . . . · . . . . Concorsi e condotte . . . . . . . . • Crisi della professione medica (A proposito della). - Doctor Cajus . . . . • • Ernia inguinale diretta nella donna (Secondo caso, finora conosciuto, che dimostra la possibilità delP). - Mambrini . . . Funzione ipofisaria. - Zanfrognini . . . Gastroptosi (Trattamento operativo della). - Bayea . • • . . . . • . . . • Latte cotto o latte crudo? - Guglielmetti. Materia colorante dell'orina e suo valore diagnostico (Determinazione della). Klemperer · . . . . . . . . . . Morte (La fisiologia della). - Bolk . . . Neurite ottica nella sifilide. - Vearey . . Nomine, promozioni, onorificenze . . . . Notizie diverse. . . . • . . . • . . Odori e disturbi digesti vi. - Bartholin . . Paralisi dolorosa (del Chassaignac) . - Lovegren . • . • . . . . . . . Reni (Osservazioni sui neJJa scarlattina e difterite). - Heubner • . . • . • R isposte a quesiti e a don1ande. • . • . Sanità militare presso gli antichi Greci e Romani• . . . . . . • . . . . . . Scapsulamento del rene nelle nefriti mediche (Sullo). - ClauJe. . • . .. . . . . Scarlattina e difterite (O sser vazioni sui reni nella). - Heu bner . . . . . . . . Seborree con ascesso tuberoso dell'ascella (Le). - Darier. . . . . . . . • . . . Sifilide (Della trasn1i ssione ereditaria della). - Preisich • . . . . . • . . • • Succo pancreatico umano normale. - Glaes-

!I'e111a. sner . . . . . . . . . . Suicidio nella sifilide (Il). . . . . . . . e Posta l'evidenza d ella necessità di assict1rare al solo metodo sperimentale la verità e l'ordine di · Tabe giovanile e la sifilide ereditaria (La). . . . . . • . • • Li nser . tutte le scienze, dimostrare in t1na prima parte, Tabe (Prognosi della). - Rohac . . . . q11anto veramente sia da usarsi in ogni scientifico Tricofìzie del capo (Nella). . . . . . . argomentare il metodo suddetto, ed in una Aeconda parte, qt1anto le singolari scienze se ne siano pre· Tubercolosi articolare e glandolare (La cura ' ralse nel tempo trascorso dall'ultimo concorso fino iodo·iodurata alla Durante nella). - Petrilli Rom a, 1903 -

Tip N uionale di G. Beriero • C

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.Roma, 11 luglio 1908 ·

Anno llC

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l'a•o. 37.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

SOMMAR·IO.

'

Lavori originali: - Brugnola: Claudicazione intermittente meralgica. Contribuzione clinica allo stu.dio del morbo di Bernardt·Roth. - Riviste : - PATOLOGIA GENI10-URINARIA: - G a tti e Pascale: La sinorchidia nelle operazioni conservatrici del testicolo. - Halbam: Diagnosi cistoscopica delle affez.ioni urinarie. - Drucbert: La deri· vaz.ione delle urine per l'intestino. - Hartmann e Roger : Batteriologia delle cistiti·. - Viheser: Circa i rest'dui del rene primitivo negli annessi dell'utero umano. - Guiteras: Trattamento chirurgico del morbo di Bright. - PATOLOGIA DEL RICAMBIO MATERIALE: - Falck: Sul modo di comportarsi di alcuni glucosidi e della formazione dei composti · coniugati di acido glicuronico negli animali. - Bruining: La glt"cosuria alimentare nei mala_ti di fegato. - Seelig: Della glicosuria da etere e del suo modo di comportarsi durante l'infusione intravenosa di ossigeno. - Kaufmann e Mohr: Adiposi da albumina. - Accademie, Società mediche, Congressi: - ACCADEMIA MEDICO-CHIRURGlCA DI FERRARA. - ASSOCIAZIONE SANITARTA DEI CIRCONDARI DI TROFI. Osservazioni cliniche : - Isidori: Contributo alla c11.ra

di subli1nato corrosivo. -

FROSINONE, VELLETRI E COMUN I LIMI-

del caroonchio colle iniezioni endovenose Divagazioni storiche: - Perchè Leonardo da Vinci scriveva « a specchio ».

Pratica professionale: - CASUISTICA: - Il flemmone ligneo del collo. - La cilindruria nell'eresipela. - Diagnosi precoce degli orecchioni. - Morte del feto consecutiva ad iniezione di siero antidifterico nella madre. - APPUNTI DI TERAPIA: - Azione del bismuto. - Incompatibilità medica1nentose. - U11, buon mez.zo per adoperare l'acido salicilico senza inconvenienti. - Somministrazione delt' « h11drastis >) e dell' « hamamelis ». - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. - Notizie. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico-

Diritti di proprietà riservati

LAVORI ORIGINA LI ISTITUTO DI CLINICA MEDICA DELL'UNIV. DI PERUGIA

diretto dal prof.

ZAGAR.I.

Claudicazione intermittente meralgica. Contribuzione clinica allo studio del morbo di Bernardt-Roth per il dott. A. BRUGNOLA, assistente.

Storia clinica. -

Padre e madre mo1·ti in ta1·dissima età, per apoplessia cerebrale. Collaterali ugualmente morti in età avanzata, alcuni per affezione di cuore, altri pe1· alcoo-· lismo (delirium tremens), ed altri per malattie mentali. Ad onta che l'infermo si sia sottoposto continuamente a gravi trapazzi corporei, com· pi0ndo marce lunghe in regioni malagevoli~; ed, essendo dedito alla caccia, si sia esposto in tali circostanze alla pioggia e alla neve, rimanendo a lungo c9n gli indumenti bagnati, non ebbe a soffrir malattie degne ai nota : ha 45 anni d'età.

Solo merita ricordare che otto anni fa circa, per caduta sulla neve, ebbe a soffrire una grave lombaggine, la quale nei p1·imi momenti fu acutissima e non gli permise di rimane1·e in piedi se non appoggiandosi, e in seguito pure, essendo cessato il dolore, lasciò un senso di debolezza al cinto pelvico che tuttora persiste e si manifesta quando l'in· fermo assume speciali posizioni nel sedere e dopo avei.. can1minato. A 27 anni si ammogliò con una donna sana e robusta, e dal matrimonio ebbe 5 figli, di cui uno morì 8 giorni dopo la nascita ; e degli altri 4 (2 maschi e 2 femmine) il maggiore ha l'età di circa 17 anni e fu colto da diabete mellito per il quale è tuttora sofferente, quantunque accenni a migliorare. L'infe1·mo abusò di vino, consumandone abitualmente circa 2 litri al giorno, equivalenti a 250 centimetri cubi di alcool approssimativamente. Non soffrì mai affezioni celtiche, però fu dedito a Vene1·e e specialmente un anno fa ebbe occasione di compiere frequentemente il

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IL POLICLINICO

coito in piedi, per il qual fatto, oltre a risentir danno, fu costretto all'uso di afrodisiaci (coca boliviana). Da vario tempo l'infermo dalla vita attiva e di moto è passato ad abitudini sedentarie, rimanendo gran parte del giorno seduto pel disbrigo ò.ei propri affari. Anamnesi prossima. - In ordine alla presente malattia, rarconta come, da vari anni notava ad intervalli di tempo vari e nei bruschi cambiamenti di temperatura, senso di lieve trafi ttu1"a alla regione esterna della coscia destra transito1·iamente. Un anno fa poi, e un m ese e mezzo da che aveva tralasciato l'abitudine del coito. in piedi, durante la stagione in vernale cominciò a notare senso di formicolio alla regione laterale interna della coscia ad intervalli vari di tempo e che si ripeteva frequentemente non solo durante la copula compiuta fisiologicamente, ma anche durante la semplice erezione non se· guita da coito. Poco appresso al formicolio si aggiunse senso di ingranchimento, sia mentre provava anche il fo1·micolìo, sia senza di questo. Contemporaneamente a tali due fatti, e1"a sop1·aggiunto senso di debolezza all'arto in· feriore destro, p1·incipalmente loca~izzato al ginocchio, e che al dire dell'infermo si ac· centuava a digiuno, mentre scompariva o si attenuava sensibilmente dopo i pasti. In se· guito si manifestò un senso di freddo quasi continuo alla faccia interna della coscia de· stra e principalmente sul ginocchio. Tal fe· nomeno avvertiva anche stando in letto. Mentrt1 si mantenevano i distt1rbi allo stato ora descritto, sulla fine del dicembre 1901, costretto a voltarsi d'improvviso durante il camminare, per inattesa ed inesplicabile de· bolezza localizzata esclusivamente al ginoc· chio destro, cadde a te1"ra, potendo però rial· zarsi st1bito e proseguire la deambulazione. Dopo questa caduta rimase pe1·manente il /01·micolio sulla /accia inte1·na della coscia de· stra e senso dt ingranchimento al ginocchio, espressione questa che l1sa l'infermo per voler indicare mancanza di sp<lditezza e di elasticità nei movimenti del ginocchio in confronto a quelli dell'alt1"0 lato. In seguito sopravvenne1"0 parestesie sulla faccia inte1·na della coscia destra, come pt1re sul dorso del piede e sulla pianta dello stesso lato. Tali parestesie consistevano in sensazioni speciali rassomigliate dall'infermo allo scor1·ere dall'alto al basso e viceversa di liquido lzingo la gamba e da senso di calo1·e al piede. Questi fatti avevano carattere accessionale e si ripetevano ad intervalli di tempo vari. Un anno ci1·ca fa, cioè nell'aprile 1902, mentre camminava leggermente in salita, senti improvvisamP-nte accentuarsi il senso di ingranchimento del ginocchio destro, accompagnato da debolezza dell'articolazione, tanto

[ANNO IX,

FASO.

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che cadde a terra da cui potè sollevarsi coll'aiuto di altre persone. Dopo breve riposo, po tè cttmminare di nuo'\ro appoggiandosi a un bastone. Nell'ottobre successivo mentre stava chinato raccogliendo oggetti da un terreno accidentato, provando gli stessi fenomeni di cui sopra, cadde di nuovo, e si rialzò però spontaneamente~ Ultimamente poi, il 17 marzo ultimo scorso, dopo aver percorso due chilometri di strada a cavallo, n ello ascendere una scala appoggiato ad un bastone, venutogli meno, per inavvertenza l'appoggio, urtò col ginocchio destro lungo la scala e, _!lerduto l'equilibrio, rotolò fino in fondo. Da 4 mesi circa lentamente era andato scomparendo il senso di fredclo alla regione laterointerna della coscia destra e al ginocchio, però persisteva sempre un senso d'ottusità specialmente al tatto in quest'ultima parte, e i fatti parestesici descritti a carico della faccia interna della gamba e del piede. Mentre si venivano stabilendo i fatti ora rife1·iti a carico della sensibilità., l'infermo no· tava prog1~essivo aggravarsi del senso di ingr~nchimento e di rigidezza al ginocchio de· stro, tanto che mentre nei primordi del male riusciva a compiere marce di qualche chilo .. metro senza grave difficoltà, negli ultimi tempi ciò era impossibile. Oltre a tali fatti, da due mesi notò una leg· giera diminuzione di volume a carico del polpaccio della gamba destra, e da poco più che un mese un dolore che si localizza a tutta la regione antero·laterale esterna della coscia destra. Talo dolore nei printi tempi aecessionale a periodi lontani di tempo, ora si è fatto freqt1ente quasi continuo, ed esacerbantesi durante la deambulazione. Così, all'ingresso dell'infermo _in Clinica, a ccusa: 1° dolore alla regione antero-laterale esterna della coscia destra (fig. I, 2); 2° senso di ingranchjmento e debolezza all'articolazion.e del ginocchio dello stesso lato, con ottl1nti.imento della sensibilità della cute della regione corrispondente; 3° parestesie lungo la faccia antero-laterale interna cl.ella gamba, al dorso del pi~de e alla pianta dello stesso lato (fig. I, 1); 4° difficoltà nella deambulazione resa claudicante a causa del senso di debolezza e di ingranchimento al ginocchio destro, come pure del dolore di stiracchiamento alla faccia antero-laterale esterna della coscia dello stesso lato. Tutti i sintomi, che l'infermo lamenta, si presentano frequentemente nella stazione e1..etta, mentre scompaiono, in tempo vario, quando decombe sul letto. Il più persistente e più molesto è il dolore ù·ltimamente comparso nella regione antero· late1·ale esterna della coscia. Le cure espe1·ite furono lo iodm·o di potas-


[ANNO

IX, F ASC. 37 J

SEZIONE PRATICA

sio, lo iodu1"0 di sodio, lo sciroppo di ipofo- . sfiti per· uso interno; e localmente e successivamente sull'arto ammalato venne1~0 applicati i fitnghi artificiali, la doccia fredda, senapiz· zazioni, il massaggio, la corrente faradica: il tutto senza alcun risultato. STATUS PRAESENS. - Ge1ie1·alità. - Uomo ùi media statu1·a, sviluppo scheletrico regolare, eccetto un accenno di cifo-scoliosi a convessità sinistra in corrispondenza delle ultime vertebre dorsali e p1~ime lombari. lVIasse mtt· scolari molto bene sviluppate. Pannicolo adiposo abbondante. Pelle di colorito tendente al bruno , elastica. 1\Iucose visibili rosee. Sistema linfatico normale, eccetto un ganglio grosso come una noce avellana in corrispondenza della piega inguinale sinistra, a superficie liscia, elastica, di consistenza fibrosa, spostabile sui tessuti circostanti, e pie· colissimi gangli palpabili nelle regioni epi· trocleari. Sistema 1ierooso. - Sensorio desto, intelligenza pronta e vivace, memoria benissimo conservata, parola facile. Andat11ra lievemente rlaudicante pe1· un disturbo alla gamba destra, di cùi si fa1·à particolareggittta dei.;crizione. Sensibilità. - Arto inferiore destro: a1iestesia completa di tutta la i·egione del ginocchio fino alla protuberanza anteriore della tibia in basso, in alto fino a 6 centimetri al disopra del margine superiore della rotula. Lateralmente, tanto dal lato interno che dal lato esterno, fino ai due condili del femore (figura Il, 1). Al disopra di questa zona di anestesia, com· pleta lungo la faccia antero-late1·ale esterna della coscia, suben tra ipoestesia, la quale si estende in alto sempre più attenuandosi fin sotto il g1·an trocantere (fig. Il, 2, 3). Ne risulta in tal guisa una zona ana ed ipoestetica a forma losangica disposta a guisa di fascia sulla faccia anterio1'e ed antera-laterale esterna della coscia che da 10 centimetri circa al disotto del gran trocantere si estende fino alla tuberosità anteriore della tibia. Uno sguardo alla figura (Il, 2, 3) dà un'idea chiara di questo speciale disturbo sensitivo. Vale a dire sono interessati i due terzi inferiori della faccia anteriore della coscia, il terzo medio e il te1-.zo inferiore della faccia esterna, e nulla affatto quasi la faccia interna. La sensibilità tattile è conservata perfettam ente normale sulla faccia posteriore e sulla faccia laterale inte1'na della coscia, come pure su tutta la superficie della gamba ~ del piede. Al compasso di W eber, fatta e.c cezione per la zona anestetica, in cui non è possibile stabilire alcuna misurazione, n elle limitrofe re· gioni ipoestetiche l' infermo app1-.ezza il contatto di due punte ad un angolo di 10°. J\.Ienti'e nelle regioni omologhe della coscia sinistra ad llno di 6°.

1155

In tutte le altre r egioni sia ante1·iori che later· ali della coscia, della gamba, del piede, mentre la sensibilità tattjle in generale non p1·esen ta differeni1e con i punti omologhi dell'_a1·to sinistro, al compasso di W eber invece si ha che ment1·e . a sinistra l'infermo apprezza le due punte ad un angolo di 5° o 6°, a dest1·a in,rece appena di 10°--12°. \

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F ig. I.

Se1tso della pressioPte.

Fig. II.

Al baraestesiometro di Eulemburg, si ha che sul centro della rotula, men tre a sinistra apprezi1a benissimo llll peso di 150 grammi, a destra invece una pressione eq t1ivalente a 500 grammi è avvertita dall'infe1·mo come se vi si poggiasse su llna piuma. Topograficamente e quantitativamente la distribuzione di queste anomalie del senso di pressione sono perfettamente identiche a quelle del tatto s·uddescritte. Senso te1"ntico. - La sensibilità te1'mica nel te1'ZO superiore della coscia, sia nella faccia anteriore, che n elle due laterali si mantiene normale, però n ella faccia anteriore, a mano a mnno che si scende verso il ginocchio, l'infermo non distingue più le sensazioni di freddo e di caldo, ma solo la sensazione di contatto. In corrispondenza della rotula non avverte nemmeno questa. Sulla regione laterale este1~na nel terzo superiore, la sensazione è normale; nei due terzi inferi ori non riesce a distingue1-.e il caldo dal freddo e non ha che la sensazione di con' tatto molto vaga. Lungo tutta la faccia laterale della gambasulla pianta e sul dorso del piede la sensazione è normale : vale a dire che anche i •


1156

IL POLICLINICO

disturbi della sensibilità termica presentano la stessa distribuzione di quelli tattili. 8ensioi1ità dolorifica. - Esiste ipoalgesia sul terzo superiore e medio della faccia anteriore della coscia e su ambedue le faccie laterali, sì interna che esterna; analgesia completa in corrispondenza di tutta- la regione anestetica sopradescritta e lieve ipoalgesia sulle due faccie antero-laterali della gamba: nulla a carico del piede. La sensibilità elettro-cuta1zea, saggiata con una comune slitta di Du-Bois Reymond ha • offerto i seguenti dat~: Coscia destra Coscia sinistra

Faccia anteriore : terzo superiore . id. medio. • id. inferiore • ginoccl1io. • • •

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laterale interna: st1periore • • • • medio. . • • • • ... • inferiore • posteriore • • • •

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Faccia laterale esterna: terzo supe~·iore . • • . id. medio • • . • • id. inferiore • • • • Faccia terzo id. id. Faccia

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Gamba destra Gamba sinistra

Faccia laterale interna . . mm. id. id. esterna . . )) id. id. posteriore . )) Immediatamente al di sotto della rott1la, fino alla pro· tuberanza anteriore e superiore della tibia. . . . »

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mm. 62 )) 75

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41

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63

La sensibilità elettrocutanea del piede, sia nella parte dorsale che plantare è ugt1ale da ambo i lati. · I millimetri indicano la distanza fra i 2 rocchetti. A O mm. corrisponde il massimo d' intensità della corrente, e così il grado di eccitabilità elettroct1tanea sta in ragione inversa della intensità della corrente. Quanto più è sensibile la eccitabilità di una data regione, altrettanto è leggiera la intensità della corrente necessaria alla eccitazione, e conseguentemente più grande la distanza fra il i·occhetto indutto1·e e l' indotto. ( 4)

LANNO

IX,

FASC.

37]

Coscia destra Coscia sinistra

Circonferenza alla metà stl· periore . . . . . . . . . ce11t. 53 Circonferenza alla 1netà in· feriore . . . . . • . . . 46

-eent. 53 »

-!()

Gan1ba destra Gamba sinistra

Circonferenza al terzo SU· • per1ore . • • . . • • • • cent. 36,5 cent. 37,8 Circonferenza. al terzo medio 'I> .o 3'" 36 Circonferenza al terzo ·infe· • r1ore » 24 • . • . • • • . . . 2±,5. ))

Uno sguat'do alla figura qtl.i contro (fig. III) dà, oltre che le stesse mist1re, una idea chiara delle condizioni t1·ofiche dell'arto destro affetto. .Motilità volontaria. - È ben conse1..vata su tutti i te1·ritori muscola1--i del corpo: sia alla faccia., jn cui si compiono tutti i movimenti mimici perfettamente, sia alla nuca, al collo, al tronco, a tutti e quatt;r o gli arti. Del pari i movimenti degli arti superiori e degli arti inferi ori sono perfettamente coordinati. ·Forza Jttuscolare. ~ - La mano destra segna al dinamometro 110; la sinist1·a 90. Durante il decubito dorsale, applicando dei pesi ai piedi mentre a sinistra possono essere sollevati kg. 11. 500, a destra appena kg. 6. 500. Andatr1,ra. - L ' infermo conserva la posi· zione eretta assai bene. Manca il sintomo di Romberg. L'andatura, dUl·ante i primi passi, è completamente normale, tanto che non si riesce, astrazione fatta dell'atrofia delle sura, a distinguere quale dei due arti inferiori sia il malato. Dopo breve tempo, però, da che il paziente cammina, i movimenti di flessione e di estensione dell'arto inferiore destro si fanno lenti e stentati; proseguendo ancora, appare evidente lo strisciamento della pianta del piede destro, e la claiidicazio1ze da questo lato, la ql1ale aumentando sempre, dopo 10-15 minuti di m~rcia, obbliga l'infermo a sostare, altri· menti si sente, ed è trascinato a cadere. Prima che insorgano i disturbi motori della deambulazione, subbiettivamente l' in· fermo p1·ova dolore alla regione latero-esterna della coscia, orripilazione sulla faccia laterale intern~ della gamba, bruciore al dorso del piede ed alla pianta. I disturbi motori consistono in un senso d' ingranchimento alla articolazione del ginoc· chio, tatto l'a1·to inferiore- destro diviene pe· sante · e 1ion piit obbediente alla volontà dell' in· fermo, il ql1ale deve compiere un grave sforzo per giungere ad eseguire i movimenti neces· _ • sar1. Tutti questi fatti, sia di dolorabilità, sia di pa· l'estesia, sia di incapacità meccanica vanno, a


l ANNO IX, F ASC. 37]

SEZIONE PRATIOA

mano a mano che prosegue la ma1·cia, aggravan· dosi, fino al punto che, per non cailere, l' infe1·mo è obbligato a fermarsi sedendosi o sdraiandosi sul letto, spossato come persona che abbia com· piuto una grave fatica, e tutto ciò nello spazio, come è stato detto, di 10-15 minuti al massimo.

1157

allo stato primitivo cioè sono possibili tutti i movimenti d'estensione, flessione, abrluzione, adduzione, rotazione di tutto l'arto, e anche di nuovo la deambulazione. Persistono però, quantunque con minore intensità, il dolore sulla faccia laterale esterna

-

Fig. III.

Subito dopo il sostare dalla deambulazione, tutto l'a1·to infe1·iore destro giace inerte, abbaii· donato a sè stesso, nella assoluta incapacità di compiere qualsiasi movimento, anche r.ol più energico sforzo di volontà. J?opo il tempo già detto, l' infe1"mo torna

della coscia, il senso di orripilazione alla faccia interna della gamba. e il seuso di b1·uciore al piede. Questi due fatti sono i primi a scom· parire, menti·e persiste assai più a lungo il dolore alla fac cia latero-este1·na della coscia. Non si nota oltre a ciò obbiettivamente, ( 5)


1158

[ANNO IX,

IL POLICLINICO

alcun altro fenomeno degno di nota a carico dell'arto inferiore destro. Non pallo1·e delle parti pii1 periferiche, non cia1zosi, non scomparsa della pulsazione delle arterie accessibili. Gli stessi fenomeni, testè descritti per la deambulazione, si verificano ugualmente al· lorchè l'infermo mantiene la posizione eretta, pure non camminando ; solo è da notare che i medesimi compaiono dopo un tempo più lungo e dopo un tempo assai più lungo lo obbligano a sedere. RIFLESSI.

Riflesso congiuntivale conser,rato. Id. faringeo abolito. Id. addominale abolito. Id. cramasterico conservato (più vivace però a sinistra). Riflesso patellare abolito a destra (normalmente conservato a sinistra). Riflesso tendineo del brachiale conservato da ambo i lati. Riflesso tendineo bicipitale conservato solo a si· nistra. Le pupille reagiscono bene tanto alla. lt1ce che alla accomodazione.

)'Iuscolo vasto di destra . . di sinistra. . ~1uscolo lungo di destra. . di sinistra .

interno : . . . Ampères, O. 012 mm. 25 . . . . . )) O. 004: » 50 addt1ttore: . . . . . » 0.007 » 61 . . . . . » 0.007 ) 70

Muscoli della ga1nba. Galvanica

Muscolo til>iale anteriore : di destra. • • . • Ampères di sinistra . . • . • • » l\'Iuscolo estensore collltme delle dita: di destra. • . • • • • • di sinistra . • • • . Muscolo peroneo : di destra. • . • . • di sinistra • • • • • • Muscolo bicipite femorale: di destra. . . • • • . di sinistra . . • . » Ml.1scolo soleo : di destra. • • • • • di sinistra . • • • • • Muscolo gemello esterno: di destra.. • • . • • . . di sinistra . . • • • • l\it1scolo gemello interno: di destra. . . . . . . » di siuistra . • • • • • » )) ))

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E CCITABILITÀ ELETTRICA. DEI NERVI.

cr11rale: Destro. • • Milliampèr es » Sinistro • • • • Nervo ischiatico : Destro • . . . Sinistro . • • Nervo peroneo : Destro . . . . Sinistro . • • • Nervo tibiale posteriore : Destro. • . Milliampères Sinistro • . . . )}

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0.7 1.3 1.5 1.5

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ECCITABILITÀ ELETTRICA <~U.ANTITAT IV .A DEI MUSCOLI.

M1fscoli della coscirt. Galvanica

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Fa.radica

O. 004 mm . 70

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0.009 0.006 0.006 0.006 0.018 0.012 0.006 0.006 0.008 0.008 0.008 0.008

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Faradica

Galvanica. N~rvo

37J

FASO.

Faradlca.

ECOITA.BILITÀ ELETTRICA QUALITATIVA DEI MUSCOLI.

Tutti i muscoli, saggiati per la eccitabilità elettrica quantitativa, furono del pari studiati per il modo di comportarsi di fronte alle variazioni qualitative della corrente. Tutti indi· stintamente e uniformemente si contennero secondo la nota f 01·mula : O. Oh. Ka > O. Oh . A.n.

L'esame degli organi del torace e dell'addome - ripetuto, come tutto l'esame precedente, più volte alla presenza del Professore e col suo aiuto - non rilevò nulla di anormale. Normali pure le funzioni renale e intestinale. Appetito discreto. Nulla di rimarche,role a carico delle 01--ine.

~Iuscolo

tensore della fascia liita.: di destra. . . . . Ampères O. 010 di sinistra . . . . . . » O. 005 l\Iuscolo ql1adricipite clel fe· more : 0.00± di destra. . . . . . . » 0.006 di sinistra . . . . . . » Mt1scolo retto del femore : 0.010 di destra. . . . . . . » 0.006 di sinistra . . . . . . » l\iuscolo vasto esterno : 0.003 di destra. . . . . . » 0.005 di sinistra . . . . . » \6)

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Riassltmeh.do, i sintomi presentati dal no· stro infermo, che troviamo localizzati esc!usiva11ze1z.te all'arto inferiore destro, sono i se· guenti:

Soggettiva11iente: a) senso di torpore doloroso con formicolio a.Ila i--egione laterale-este1--na della coscia il qunle è sttf'eeduto ad altra sensazione di for·


SEZIONE PRATICA micolio al terzo inferiore della regione interna, ora scomparso ; b) parestesie, consistenti in formicolio ed orripilazioni, nei due t~rzi superiori della re· gione antero-laterale interna della gamba (fig. I); e) f ormic~lio e b1·uciore al do1·so e alla pianta del piede (fig. I); d) senso di ottundimento a tutta la regione anteriore del ginocchio; e) con il riposo in letto e sedendo, i di· stru·bi si limitano a semplici punzecchiature ed a formicolio e che compaiono ad intervalli ' rari di tempo senza r ecare però grave incomodo; all'incontro la stazione eretta e la dea.m bulazione non solo p1·ovocano tutti i disturbi sopraccennati, ma li aumentano progressivamente; conducendo fino alla claudicazione e alla sospension·e della deambulazione, onde evitare la caduta.

Obbiettivamente: 1° anestesia completa di tutta la regione anteriore del ginocchio, ipoestesia del terzo inferio1·e della faccia anteriore e del terzo inferio1·e e medio della faccia laterale esterna della coscia; la zona così ipo ed anestetica può essere rappresentata da una figura di racchetta od ovalare disposta obliquamente sulle due facce anteriore e laterale della coscia con l'est1·emità superiore poco al di sotto del gran trocantere e l'inferiore al punto d'inserzione del legam~nto rotulieno della tibia (vedi fig. II); 2° eccitabilità elettrocutanea diminuita e abolita del tutto nelle rispettive zone di ipostesia e di anestesia; 3° atrofia della massa muscolare della sura (vedi f ig. III);

4° diminuzione della forza muscolare; 5° abolizione del riflesso patellare; 6° dimin11ita eccitabilità elettrofaradica del nervo femorale ; 7° diminuita eccitabilità elettrica, sia galvanica che faradica, dei seguenti muscoli : tensore della fascia lata, quadricipite femorale, i·etto del femore, vasto interno; 8° assenza di reazione degenerativa per tutti i muscoli dell'a1·to affetto; 9° assenza di dolorabilità lungo il decorso .

1159

dei nervi crurale, femoro-cutaneo, ischiatico , ischiatico-popliteo interno ed esterno; 10° claudicaziozte inter·mittente classica, che va fino alla caduta del paziente, con debolezza motoria dell'arto e senza disturbi vasomotori, rilevabili anche all'esame più attento.

*** A tutta prima, un complesso sintomatico, quale presenta il nostro infermo, richiama alla mente la meralgia parestetica: vediamo ora se una disamina spassionata e rigo1·osa dei vari sintomi ci permette di ascrivere anche questa singolare forma - offertasi nell'esercizio privato al Professore ed avuta in Clinica in os· servazione - alla malattia di Roth. La meralgia parestetica solo da otto o nove anni è entrata nel dominio della neuro-pato logia. Quasi contemporaneamente BERNHARDT (1) a Berlino e RoTH (2) a Mosca nel marzo e nel. . . l'aprile del 1895, desc1"ivevano vari casi d1 una speciale affezione localizzata nel territorio del nervo femoro-cutaneo esterno, affe· zione che oggi va sotto il nome di me1·al9ia parestetica. o di 1nor·bo di Rotlt. Alle prime osservazioni dei due succitati • autori, in breve spazio di tempo, seguirono quelle di NA.cKE, di EscAT, di FREUD, di AnLER, di KosTER. di LucAs-OHA1\1e10NNIÈRE, di DEVIO, di KNAUER e di numerosi altri, tanto che nel 1900, cioè poco più di cinque anni da quando era stata descritta la prima volta, BRISARD (3) ne poteva raccogliere nella letteratura 94 casi; nè quindi oggi può rin· scire difficile tracciarne in base ai dati rilevati il quadro nosografico, il quale pl1ò riassumersi come appresso: esclusiva localizzazione dei distt11·bi alla branca anteriore del nervo femoro-cutaneo esterno; immunità quasi assoluta della branca posteriore; unilateralità della lesione tanto che dei 94 casi raccolti da BRISARD, solo 8 erano bilaterali; parestesie. I

(1) M. BERNHARDT. Ueber isolirt i111 Gebiete ~es N czita1teus fe 1noris externns vorkol1'zn1e1ide Parasthesie1i. N eurologisches Central~latt, n . .6, 1895. (2) RoTH. Meralgia paras thet1ca. B erlm. S. Karger, A vril 1895. . . (3) C. BRISARD. La 1néralgie paresthés1tjue. Par1s. Steinheil éditeur, 1900.

l 7'


1160

IL

POLIOLINIOO

anestesie e dolore del territo1·io inne1·vato dal nervo femoro-cutaneo esterno. Questi tre sintomi sono cardinali e, a causa della loro intensità, possono giungere fino al punto da determinare la claudicazione. La parestesia è il primo disturbo che gene· ralmente appare, o isolata, ovvero unita alla anestesia. La forma più frequente sotto cui si manifesta è quella dell'intormentimento della faccia laterale esterna della coscia a comin· ciare da qualche centimetro al di sotto del gran .troncatere fino a livello del ginocchio, occupando in parte anche il terzo inferiore della faccia anteriore. Oltre che soito forma di intormentimento la parestesia può manifestarsi ancara sotto forma di ca.lore, più o meno urente, come nel primo caso di DoPTER (1) o di freddo, come nel secondo caso di VENTURI (2). Alcuni in· fermi assomigliano i fenomeni parestetici all'applicazione sulla parte malata di una placca . di metallo calda come nel caso di SABRAZÉS e 0ABANNES (3), o all'applicazione di un ves· sicatorio, come nel caso di FÉRÉ (4), o di un senapismo, come nel caso di BENDA (5). L'anestesia può essere soggettiva .ed ogget· tiva. L'anestesia soggettiva non è frequente ad incontrarsi, però può esistere e può essere :riprodotta sotto svariati caratteri dagli in· fermi che la provano. I dati più attendibili a q nesto riguardo sono forniti dai medici che per sè stessi erano sofferenti di questa spe· ciale malattia. NXcKE (6) e FREUD (7), toccando la pelle nel I

Des troribles de se1tsibilité da1ts la zo1te du 11.erf f'émorocuta1té. Th. de doctorat. Lyon, 27 novembre 1896. (2) VENTURI. 1'er1noestesia crz:irale. Riforma medica, 18 febbraio 1896. (3) SABRAZÈS et 0ABANNES. Méralgie paresthés;que. Revue de médecine. Paris, 10 novembre 1897. (4) FÉRÉ . Note sur u1t cas <le 1néralgie reftexe. Méd. mod. Paris, 22 j anvier 1898. (5) BENDA. Zur Pari:istliesie. der H azitnerve1i aJl't Obersclte1tkel. N eurol. Oentralblatt. Leipzig, Mars 1897. (6) N A.CKE. Beitrag zzi de11, isolirt a1iftrete1ide1i Pariistliesie1i i11i Gebiete des N. cuta1ieus femoris e..--vter1i1zs. N eurologisches Oentralblatt, n. 8, 1895. (7) FREUD. Ueber die Ber1iliardt' sclie 8ensibiliftttsstor1t1ig am Obersclte1ilrel. N et1rologisches Oen· tralblatt, n. 11, 189n. (1)

[A.NNo IX, FAso. 37]

punto in cui esistevano i fenomeni parestetici, provavano una speciale sensazione, simile a quella che si ha allorquando si tocca la pelle di un altro individuo, o come se la medesima fosse stata ricoperta da un fitto strato di peli. L'infermo di ADLER (1) asseriva che toccando il lato infermo gli sembrava che la sua pelle fosse addormentata. . ESCAT (2) assomiglia il fenomeno, che pro· vava su sè stesso a quello che si ha allorquando si pratica una iniezione di cocaina. L'anestesia obbiettiva si può accertare sia con semplice contatto, sia alla pressione, alla tem· peratura, come pure all'eccitazione .elettrocu-· tanea. Secondo DoPTER (3) la sensibilità della cute affetta allo stimolo elettrico varia a seconda che l'arto è affaticato o in riposo; nel p1·imo caso sarebbe diminuita più che nel secondo. Però secondo KosTER (4) e JoNCHERAY (5) non esisterebbero queste differenze e si av1·ebbe solo diminuzione come si ve1·ifica pe1· gli altr·i stimoli. Il modo, come vengono percepiti nella zona anestetica gli stimoli vari che vi si portano è difff'rente. Talvolta lo striscia1--e sulla medesima con la punta di un lapis mentre, su· bito, o non viene percepito o è percepito debolmente, dopo qualche tempo, invece, lungo la linea s11 cui passò la punta del lapis, l'in· fermo prova un senso di formicolio - così si verificava nel caso di EsCAT (6). Raramente il semplice contatto provoca iperestesia come nel caso di Lt:ZEMBERGER (7); la pressione può riuscire assai penosa e }lro-

DoPTER.

(8)

(1) AnLER (in Breslau). Zur Ken1ihiiss der B er11liardt' schen, 8e1isibititatsstoru1ig. N eurologisches Oen · tralblatt. Nr. 15, 1897. (2) EscAT. U1i cas de 11iéralgie pltrestliésiqne de .Rotli (parestliésie dzi fé11ioro-cnta11é f :J.~terne). Rev. n eurol. Paris, 30 octob. 1895. (3) DOPTER, loc. cit. . (4) KosTER. Ei1i Beitrag zur Ke1tnt111ss {ler Bern-

ltardt' sche1i 8e1isibilittttsstor1l1tg a11i Obersclie1i/,el. N eurol. Oentralblatt. Leipzig, Mars 1897. (5) J ONCHERA Y. A propos de 111éral,qie parestésique dzi 1ierf fé1tioro·cz:ita1ié exter1ie . .A.rchiv. méd. d' .A.n· gers, 30 nov. 1898. (6) ESCAT, loc. cit. (7) LuxEMBERGER. Beitrag zur .J§tiologie der B ern· ltardf sclie1i 8 e1tsibilitatsstor111tg a11i Oberslte1ikel. Netrrolog. Oentralblatt. Nr. XV, 1896,


[ANNO

vocare

IX,

FASO.

37]

accesso doloroso come nel caso di ' rERHOOGEN (1). Le punzecchia.tu1·e sono appena percepite, o così attenuate, come se fossero fatte atti·averso acl una memb1"ana: così è in uno dei casi di . RoTH (2). Ciò che si l1a di comune, in tutte le forme di meralgia. parestetica fino acl ora clescritte, si è la speciale forma che presenta la zona anestetica.; quella cioè « di un ovale disposto obliquamente sulla faccia laterale este1·na della coscia e sul ter·zo inferiore della faccia ante· • i·iore cl ella medesima. con una delle estremità un })OCO nl disotto clel gran trocante1·e e con l'altra al margine inferiore (lella rotula » . I I rlolo1·e, che si ha nella meralgia, a diffe· i·enza della parestesia e dell'anestesia che sono . pe1· lo pii1 pe1·manenti, è intermittente; la sua comparsa avviene semp1·e nella zona aneste. tica. Generalmente manca durante il i·iposo, mentre <·ompare sempre durante la stazione eretta e il cammino. Sia il modo di inso1·gere. come quello rli scomparire del dolore può essere variabilis· simo. e flAl pa1·i varia })Uò essere la forma, sotto ct1i si p1·esenta. P e1'" una clonna di RoTH esso si esacerbava qualche giorno avanti la comparsa delle me· struazioni per scomparire rlurante le mede· -sime. P11ò essere solo o accompagnarsi a sen· sazioni parestetiche come nel caso di VEN· TURI (3), in ctti aveva il carattere di un calo1·e urente ed era accompagnato a senso di stiracchiamento: può compari1·e lentamente con un crescendo graduale, o d'un subito. Gene· ralmente è il camminare che aggrava l'inten· sità del clolore, pe1·ò talvolta ciò accade anche per opera del freddo, come si verificò nel caso di HIRSOH (4). Quanto più è i·apida la deambulazione altrettanto cresce d'intensità il do· lore; però può aversi che, mentre durante la

(1)

t1n

VERHOOGEN. BERNHARDT·ROTH.

Snr ta 111,éralgie JJarestésiqne rle Jol1rn. méd. de Bruxelles, 1897,

p.) 185. (2) ROTH, loc. cit. (3) VENTURI, loc. ci t. (4} Hmsca. Paroestliesia of tlie e.xter1ial cutaneus nerve. Journal of ner,r. and. mental diseases, l\'Iars

1896.

1161

SEZIONE PRATICA

marcia non si verifica alcun dolore, coll'ar· restarsi rapido della medesima immediatamente compare anche il dolore - così nel ca.so riferito da -SHAW (1) - E, ciò che è an· cora più degno di nota, si è che, mentre il clolore riesce assai molesto nel camminare a piedi. non lo è affatto nell'andare in veloci• pede, come a'rveniva nel raso riferito da FLO· RAND

(2).

Causa il ·dolore che viene pr·ovocato dalla cleambulazione, questa spesso si fa claudica~te - {donde il nome di claudicazione interr1iittente di Rotli). - Giova notare però che tale claudicazione è pu1·a e semplire conseguenza del dolore, poichè mai vi si associano disturbi motori nello stretto senso della pa1·ola. E come mancano disturbi motori di qualsiasi specie, così pure - nella generalità dei casi - man. cano l'atrofia clell'arto e l'alterazione del riflesso rotuleo . 01·, nel nostro infe1·mo, si ha che mentre esi· stono disturbi sensitivi perfettamente identici a quelli che si verificano nel morbo di Roth, notasi di più abolizione del riflesso patellare, difft1sione della pa1·estesia al segmento inferiore dell'a1·to e atrofia delle masse muscola1·i della sura; e inoltre claudicazione intermittente i1on tanto per i dolori che si manifestano sul territorio del nervo femoro-cutaneoesterno, quanto per un indebolimento pro· gressivamente c1·escente nell'articolazione del ginocchio. In modo che mentre nel morbo di Roth classico pur claudicando è tuttavia possibile con tino sforzo della volontà di proseguire la deambulazione ; nel nostro infermo invece tanto il dolo1·e che la claudicazione sempre più si aggravano. fino al punto che, ad onta di ogni buona volontà, non è più possibile comandar·e all'a1·to e l'infermo o si ar1·esta, o cade a terra. La funzione deambt1latoria insomma nel nostro infermo si compie in una maniera che ricori.'l a quella della mio-astenia di Erb e Goldflam. Si p otrebbe quasi di1·e che in esso esiste « una mio-astenia limitata al solo arto infe1·iore destro » . (1) SHAw. Paraestltes;a of tlte exter1tal fe111oral regio1i. New-York med. J om·nal, 3 febr. 1897. (2) FLORAND. Soc. méd. des hòp. D écembre 1898. ( 9)


..

1162

IL POLIOLINICO

Questo fatto si rileva anche clal modo come procede la deambulazione. Mentre durante i primi passi la pianta del piede viene ben sollevata dal suolo ed ogni singolo atto di flessione e di estensione si compie normalmente, tanto da non potersi distinguere quale delle due gambe sia la colpita;· quando la marcia invece dura da qualche minuto, la pianta del piede incomincia a strisciare sul suolo e la claudicazione diviene evidente. Del i·esto ql1esti caratteri della deambl1lazione tro· vano un risco11tro nella mioastenia esistente Sll tutto l'a1--to colpito, come si rile,ra .jall'e same obbiettivo; infatti la forza mt1scolare della gamba destra è oltre alla metà meno della gamba sinistra. Con tutto ci~, non si può nega1·e - e noi vi conveniamo per i primi - che fra i casi, fino ad ora riferiti di morbo di Roth non 'Ti siano di quelli che pe1· qualche lato non si possano 1·avvicinare al nostro caso. In nessuno però, come in questo, si hanno ragg1·uppati e sommati sintomi cti così vario aspetto ed esplicazione. Del pari si ha che in un caso di KNAUER (1) si aveva una leggera paresi di uno llei pe1..o· nie1--i; in un altro caso di DESTOT (2) esisteva una legge.l'a at1--ofia della coscia ed in un altro ,]i STEMBO (3) solamente del tricipite c1.. urale. Anche il riflesso patella1·e, che generalmente i·imane intatto nel morbo di Roth, si è trovato esagerato in due casi di WrLLIAM OsLER (4) e fliminuito in un caso dello stesso RoTH (5). Le anomalie della deambulazione, riscon· trate nel nostro infermo, si a'rvicinano assai più a quelle descritte da CHARCOT sotto il nome di claz1,dicazio1ie inte1·n1 itte1ite isclze111ica. In questa forma pe1· uno stato di miopra· gia, come la chiama PoTAIN, i muscoli di un

(1) KNAUER. Beitrag .zar Meralgia paraestltesica.

Oentralblatt N erv. und Psychiat. J un. 1896. (2) DESTOT. Méralgie parestltésique. Lyon méd. Septembre 1895. (3) STEMBO. Zar Casaistilc der parastltetisclte11, Me· ralgie, Ber1thardt-Rotlt' sclten, Parastliesie. St. Peters. med. W och., Mai 1896. (4) WILLIA~I OsLER. 011, certai1t n1iusuat for1ns of paraestJzesie 111eralgia. Journal of nerv. and ment. <liseases. New York, Mars 1897. (5) RoTn. Loc. cit. ' .•

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arto non più convenientemente sanguificati, esplicano un' attività e compiono un lavoro che sono al disotto del normale. Questa speciale fo1·ma di claudicazione intermittente è caratterizzata cl al fatto che l'in· fermo mentre è in riposo non soffre alcun disturbo ; non appena però si pone in cammino, o, dopo breve tempo dacchè compie una tale funzione, uno degli arti infe1·iori è colto da vivo dolore, associato a senso di formicolio e di torpore. Questi fatti si accentuano sempre più fino a che, con lo stabili1·si di un cra1npo che pone in istato di contratti1ra ti1tta la gamba, l'infermo è obbligato a sostare ed a sedersi . ..1...\.ppena sedutosi, l'arto colpito si lJresenta freddo, pallido, esangue, con i battiti arte1·iosi appena rilevabili, e cianotico nelle pal'ti più IJeriferiche. Come si vede, il nostro infermo presenta alcu~i caratteri perfettamente identici a questa speciale forma di claudicazione, come qi1ello

della claudicazio1ze pr·ogressiva1nente c1·escente., fino a co1idii1·re alla cadzita. Pe1--ò, mentre nella claudicazione intermittente di C11arcot il for~ato arresto della deambulazione avviene per il sopraggil1ngere di una cont1.. attura dell'arto affetto; il nostro infermo invece si sente costretto ad a1·restarsi pe1· la incapacità in cui si trova di più oltre comandare al st10 arto, cl1e si comporta perfettamente allora come un arto emiplegico; e mentre nella forma di CHARCOT la gamba resta contratta come in preda ad una specie di rigidezza cadaverica, nel nostro caso invece essa è abbandonata a sè, flaccida, inerte, incapace anche ad essere semplice· mente sollevata dal suolo o dal letto su cui l'infermo decombe si1pino. Tale fatto si determina principalmente a carico dell'articolazione del ginocchio, la quale, per usa1·e la caratteristica espressione del nostro infe1·mo , « dà, l'impressione subbiettiva di essere stata recisa con u~ taglio netto » . Fann~ escludere inoltre nel nostro caso la forma di Charcot, l'assoluta mancanza dei di· sturbi vascolari: pallore algido della cute, eia· • nos1, ecc. A qual quadro f:'intomatico noto pe1·tanto . noi possiamo r•iconnettere il presente caso'?


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IX,

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SEZIONE PRATICA

Come può r ilé\rarsi dall' unita figura sche· matica (fig. IV) sulla distribuzione dei nervi nell'arto inferiore, si ha che n el nostro infermo, oltre al femoro-cutaneo esterno (fig. IV, 1), }Je1· quanto si riferisce alla sensibilità, sono interessate alct1ne branche del nervo crurale (fig. I'T, 6) e(l alcune del nervo ischiatico, poichè esiste ane· stesi a non solo della faccia laterale esterna dP Ila

..,

,, '

Fig. IV (1).

ferenti tronchi nervosi la mente correrebbe subito ad tln processo polineuritico, sia pure localizzato al solo arto infe1""iore. Ad ammettere però questa sp eciale forma morbosa 1nancano tre dati fondamentali e cioè: 1° dolorabilità provocabile lungo il tragitto dei nervi colpiti · 2° reazione degenerativa ; 3° incoordinazione dei movimenti. Fatti tutti questi che assoluta111ente fanno difetto nel nostro infermo, quantunque ripe tutamente ed insistentemente I"'icercati. ' P er noi quindi non resterebbe che o di comprendere i sintomi prese11tati dal nostro infe1·mo nel quad1~0 della meralgia parestetica di • Bernhard-Roth, o di lasciare sospeso il giudizio diagnostico. Certo è ch e l a nostra forma di claudicazione inter1nittente meralgica , per quanto a noi costi, non trov a p erfettamente il i~iscontro n ei casi descr·itti fino ad ora ; a meno che, come giustamente osserva JVI ARA· GLIANO (1) in un r ecentissimo suo commento ad un lav oro di IDE LSHON, non voglia conside1·arsi la claudicazione intermittente quale un semplice sintoma, più ch e com e una forma a sè, e indipendente. Sia nell'uno, sia nell'altro ca so, tanto più a noi sembra - s'imponeva il dovere di render e l'osser v azione di pubblica ragione e sottom etterla al giudizio di chi, un giorno, troverà n el patrimonio nosologico tanto m ateriale per un lavoro di sintesi, ch e porti 111ce in un oampo così oscuro.

coscia, ma anch e dei dt1e terzi infe1·iori della faccia anterio1·e (lella coscia; di più i fatti pa1·e· st etici si estendono anche alla faccia interna e ante1'io1·e della gamba e a tutto il piede; e qt1indi <lal p11nto di vista della sensibilità anche il cru· rale (fig. I V , 6) ecl il safeno interno (fig. IV, 7) con il calcaneare, il plantare inte1·no ed il planA l prof. ZAG ARI, ch e mi fu di guida ed aiuto tare esterno vengono interessati. Non solo, ma n el presente studio, mi è g rato esprimere la i fatti i·ilevati dall'esame eletti·o-galvanico ed • • mia riconoscenza. elettro-fa1'adico dei muscoli, come pure la esistenza di un lieve grado di atrofia della massa (1) 1VIARAGLIANO. Attualità :-.;cientificlte. Gazzetta clella sura, e della esistenza all'inizio del p1~0- degli ospedali, n. 59, 1903. cesso di parestesie sulla faccia interna della J111portan,t;ssi1na pnòblicazio1ie : coscia in seguito scomparse, ci dicono che, oltre D ott. G. Badaloni ai nervi st1 i·icordati, anche le b1'anche mo· torie del crt1rale, trofiche dello ischiatico popliteo interno, e sensiti,Te dell' otturatore e la loro profilassi (fig'. IV, 5) sono inter essate . Un, grosso volume di oltre 300 pagin,e Di fronte ad una lesione così multipla di dif•

Le malattie della scuola

·- ---

ti) 1 femoro-cutaneo, 2 cutaneo peroneo, 3 ramo crurale del genito-crurale, 4: rami genitali del plesso lombare, 5 ottt1ratore, 6 crurale, 7 s~feno intern o.

con tavole a colori e figure intercalate nel tes'o

~ ·• Indirizzare cartolina-vaglia. alla. • Società Editrice Dante Alighieri ~ ROMA. -1...

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1164

IL POLICLINICO

RIVISTE PATOLOGIA GENITO-URINARIA .

• • conservaLa sino1·chidia nelle ope1·az1on1 trici del testicolo. •

(G. GATTI. n Poticti1tico, Sez. chir., aprile 1ft03 G. P ASCALE. Rifornta niecl;ca, an110 XIX, n. 23).

Nel fascicolo 4 del Policlinico (Ai~chivio, sez. chir.) dell'anno co1~rente, è stato pubblicato un lavoro del GATTI (1) che, preoccupandosi dell'inter1·uzione delle v ie di defll1sso dello sperma (epididimo, defe1~ente) sia che questa, secondo espe1·ienze mie (2) e di altri, porti all'atrofia della glandola genitale, sia che, secondo alcuni, resti un testicolo morale, ha tentato di anastomizzare il testicolo leso all'altro con vie di emissione integre. Questi tentativi hanno sopratutto impor· tanza, se, nel trattamento della tubercolosi testicolare, prevarranno le tendenze conservatrici. che il B.ARDENHEITER e poi specialmente la scuola f1·ancese (vedasi il bell'articolo di LÉJ.ARS nel n. 2 della Semai1ie 1nédicale, 1902) sostengono strenuamente nei casi adatti. Quando in,.. ero Ria ferito il (leferente, è più semplice e più ~ic11ro consiglio suturare i moneoni del dotto sia direttamente (DURANTE, .A..LESSANDRI), sia con un'anastomosi termino· terminale su un sostegno (POGGI), o terminolaterale (VAN HooK), o latero-late1·ale (D'URso e TROCELLO). Nella i~esezio11e clell;epididirno, invece, Sc~­ DUTO, ·n ella Clinica chirurgica di Roma, tentò speri1ne11talmente e con successo, l'innesto del clefe1·ente nel co1·po d' Highmoro, e RA.su:rtIOWSKY {Eine nelle conseruative Operation am Hode11 Arch. f. lrlin. Ohir., vol. 65, pag. 557, 1901), ne i·iporta quattro casi operati sull'uomo, sia innestando il deferente sulla t·ete testis o al principio dei coni vascolosi, dopo resezione totale dell'epididimo, sia anastomizzando il defe1.. ente col canale dell'epididimo, dopo re· sezione della metà inferiore dell'epididimo stesso. Anche P A SCALE ne a.ccenna due casi suoi e uno del professor D' ANTONA, con sue· cesso. Ma, mancando anche un buon tratto del deferente, come comportarsi'? E questo è il caso più comune, poichè è noto come la tubercolosi, sia discendente sia primitiva nella glandola genitale affetti nel maggior numero (1) 8eaio1te del dotto deferente e anastoniosi ;uter-

testicolare. (2) Policlinico, 1895, pag. 212. (12\

. (ANNo JX, FA.se. 37]

dei casi l'e1)ididimo e il deferente (a corona di rosario), mentre il testicolo è spesso e a principio quasi sem1)1·e, integro. Da ciò, l'idea dell'anastomosi intertesticolare. ~l MAUOLAIRE (Ann. des mal. des org. gé11.· n1~i1z., settembre 1902), l'ha praticata pel primo, allo scopo però di fissa1·e un testicolo ritenuto all'altro sano e normalmente disceso, cercando così di evita1·e la risalita dell'organo, ed ha pl'oposto il nome d_i sinorchidia a1~tificiale. Dopo un solo espe1'imento sul cane, ha fatto nove operazioni sull'uomo, fli c11i otto con blton successo immediato. GATTI pt1bblica ora una prima se1·ie di espel'ienze, in cui ha unito le faccie interne dei due testicoli, c1,uentandoli coll'escissione cli un cuneo cli sostanza glandolare, o soltanto di un lembo elissoide di albug.~neh. (Il GATTI a p1~incipio, parla veramente di vaginale })l'opria, ma s'intende, e poi lo dice anch'egli, che si escide l'alhuginea). Le concll1sioni dei suoi esperimenti non soi::i-o decisive; accanto a fatti degenerativi dovuti al t1·a:uma, ha notato fatti rigenerativi del rivestimento epiteliale dei tubuli, che pare vengano a stabilire una connessione fra le due sostanze glandolari, benchè dal connettivo delle tL~abecole interlobulari, dallo stroma inte1~tubolare e talo1'a anche dalla 'raginale. si ' 'enga a costitt1ire t1na barriera· connettivale fra i due organi. A diminuire ocl eliminare questo ostacolo il GATTI promette altre esperienze. E in una nota accenna all' idea di anastomizzare invece che la faccia inte1·na dei d11e testicoli, la se· zioile dell'epididimo di quello isolato colla faccia interna dell'alt1~0 sano· mantenendosi così normale la direzione di deflusso dello sperma, e contando anche sulla dilatazione dei dotti epididimali, che si ha in p1·imo tempo dopo la sezione del deferente. (ALESS.A.NDRI). Se non che, l'epididimo dovrà quasi sempre essere asportato in totalità, e sarà più oppo1·tuno e pratico vedere dunque sperimenta!· mente se riesca l'innesto fra il corpo d' High· moro e l'altro testicolo. È quanto ha fatto il P .A.SCALE, che da qual· che anno afferma essersi occt1pato dell'argo· mento e non solo spe1'imentalmente ma anche st1ll'uomo. Il suo primo operato data infatti dal 1901, però senza risultato, tanto che dovette in secondo tempo ricorre1'e all'emicastrazione. Abbandonò anche la proposta dello ScA· DUTo, sia pe1·chè in gene1·ale oltre l'epididimo è preso anche il defe1·ente, e conviene i·esecarlo e innestandolo si lascia la via ad una


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IX,

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SEZIONE PRATICA

. -infezione discendente, sia pe1·chè si è trovato sperimentalmente contento del processo di si· norchidia, che egli ha p1·aticato RU c~gnolini giovani, e p1·ecisamente asportando tutto l 'epididimo e il deferente. lasciando integri i vasi e i nervi del cordone, e innestando il corpo d'Highmoro s11l co1·1)0 clel testicolo dell'altro lato. Con c1uesto }Jrocesso, egli ha operato anche quattro infermi, tre di. epididimite tubercolare ·e d uno di un n eoplasma non precisato limitato all'epididimo. Il processo Pascale segna evidentemente un p1·ogresso nel concetto i·azio.aale e nella tee- · nica dei tentativi di anastomosi testicolare, e l' A. ha il merito d'avPre usato il processo più conveniente e <.li averlo a1·ditamente applicato all'uomo. R(?sta a ,,.edere quali rap1Jorti anatomici in realtà si costituiscan-o fi·a il corpo d'Highmo1·0 cl'u11 lato P i canalicoli o i coni efferenti dell'alt1·0 testirolo, e se 1'11nione connettivale che indubbiamente de,re stabilli·si tra i due organi. non i1npedisca la continuità clel lume dei dotti ~ la funzionalità dell'organo. I casi clinici del P AS CALE segui ti pe1· un certo tempo sa1·anno a questo riguardo molto importun ti. Intanto l ' A . 11a in parte fatto e in parte sta facendo esperimenti sugli animali sotto vari punti di vista : 1. Asportando in animali molto giovani l'epididimo e il deferente di un lato lasciando integri i vasi e i nervi e confrontando lo stato clel testicolo coll'altro integ1·0. 2. Asportando epictidimo e deferente e innestando il corpo d'Highmoro colla base dei coni I efferenti dell'altro testicolo a vie integre, e ciò sia in animali adulti, sia molto giovani e in T"ia di sviluppo. 3. . I11nestando il corpo d 'Highmoro d'un testicolo s ul cor1)0 dell'alt1·0, e asportando in secondo tem1Jo epididimo e defe1·ente. 4. Praticando la sino1·chidia senza aspor- , tazione dell'epididimo e del deferente. I risultati di queste serie di edperienze che l'A., seconqo com t1nicazione personale, pubblicherà quanto p1·ima, ci permetteranno portare un giudizio più pl'eciso st1l valore di questo metodo ct1rativo. Io voglio però ricordare, come anche nel la tt1be1~colosi degli organi genitali maschili, le iniezioni iocliche locali e gene1·ali alla Durante hanno dato in pa1·ecchi ca,s i successo. completo, e tanto più che, con tal metodo, si può ottenere non solo la guarigione del processo, ma come ft1 dimostrato dal prof. DURANTE stesso in dt1e casi, la conservata permeabilità delle vie di de·

flusso, raggiungendo così nel modo migliore l'integrità anatomica e ftmzionale delle glandole, che i nuovi tentativi del GATTI e .specialmente del P A.SCALE si st11diano di ottenere a1·tif i cialm ente. R.

..~LESS1\Nn R r.

Diagnosi cistoscopica delle att·ezioni • • ur1nar1e. (HAL-SAl\I.

1Viener lrti1tische Wochensclir1/'t, 1902).

Riferisce di un malato di 56 anni soffe1·ente di coliche renali a dest1·a, il quale aveva di recente espulso t1n calcolo. L'esame cistoscopico mostra l' orificio ureterale destro come lace1·ato con scollamento parziale della mucosa ed un edema di tutta la regione circostante }Jer cui questa faceva prominenza a cono ' '" erso la , .. escica.: otto giorni dopo l'uretere aveva all'inci1·ca i·ipreso il suo a.spetto normale. Questo modo di lJoter <leterminare dai postumi il passaggio di un calcolo può non essere privo di tln certo interesse, quando esistano dubbi circa il rene affetto da litiasi. In un altro caso I' A. potè constatare alla sommità della vescica a sinistra u11a fenditura lunga otto centimetri obliqt1a in fuori in baRso e in avanti, limita.ta da bordi convessi ; Jacendo tossire il malato s i \ede la mucosa infossarsi sul diverticolo, al contra1·io la i ..iduzion~ dell'ernia face,ra scompa1·i1·e il diverticolo. Questo r eperto, per quanto interessante, è molto difficile a rilevarsi. In tln terzo caso si trattava cli gio\~ ane donna cl1e al seguito di lln a blenorragia fu p1·esa da i·itenzione di urina, in cui si sentiva dalla vagina un ttrmore duro assai voluminoso. Presentava al cistoscopio · u.na tt1mefazione arroto11data., a superficie regolare, ·ch e p1·endeva il basso fondo della 'rescica e gli orifici ureterali, coperta di muco~a normale, senza ·la vascolarizzazione e l'edema bolloso delle flogosi ' ' esci cali: la localizzazione pe1·iu1·etrale era evidente, però la diagnosi di nat11ra incerta fra un t11mo1·e ed un ascesso periuretrale: a.Il' atto 01)erativo si t1·ovò un nucleo flogistico peri11l'etrale. senza pus. In un caso di annessite doppia aasociata a cistite, l 'esame cistoscopico mostra,ra ., ticino al fondo della vescica una (lep1~essione della parete vescicale, che dava la forma di un'ansa ed in cui si notavano mo,rimenti peristaltici. Evidentemente là esisteva un'ansa intestinale aderente alla vescica, giacchè il conta.tto solo di un'ansa intestinale non basta a prod11rre una defo1·mità visibile. BI.AGI.


1166

LANNO IX, F ASC. 37]

IL POLICLINICO

La de1·i vazione delle urine per l'intestino. Arclt. prov. de chir., maggio e giu· gno 1902; A1in~ des nia/.. rles or,tJ. gé1iito-11rinaires, 1902, p. 758).

(DRUCBERT.

L' A . si propone di ricerca1·e se la sostituzione ·della vescica, se1·batoio normalmente asettico, col retto, 01~gano dove pullulano i microrganismi, è un'operazione giustificata dai risultati finora ottent1ti dalla clinica e clalla medicina spe1·imentale. P er legittimare tale atto operatorio, basta dire, come alcuni autori tra i quali BOARI, che bisogna ricordare llno stadio filogenetico od autogenetico (prime sei settimane della vita embrionale) nel quale i serbatoi urinario e fecal e sono confusi'? Oe1·tamente no, i)erchè non si può compa· rare l'intestino d'un adulto all'intestino d'un emb1·ione. In secondo luogo, negli animali a cloaca, il cQntenuto intestinale e ~a secrezione urinaria differiscono troppo da quello che essi sono nei mammiferi. N eanche l'innesto Stlll' intestino dei canali escretori clel fegato fornisce 11n argomertto va· levole poichè si conosce, in tali casi, la fre· quenza rlell'infezio11e ascendente delle vie bi· liari. J\fi<>'liori sono forse le argomentazioni im·. o prontat0 all 'osser,razione clinica e basate sui • • • casi i1ei qt1ali esis.teva una comun1caz1one acc1dent.ale o congenita tra l' intes ti110 e l~ vie di escrezio.n e dell u1·ina. Se la derivazione in parola però deve con· siderarsi come una necessità patologica impo· sta in taluni casi, Pssa conta in suo favore i seguenti vantagg i. Il retto in generale tollet~a bene il contatto dell'ttrina ed è tln serbatoio che si può vuo· tare a volontà, di capacità qt1asi uguale a quella della ve~cica. I pazienti sa1,anno poco incomodati nella loro vita sociale, o se lo saranno certo saranno meno i11comodati ehe da una fistola cutanea, da una estrofia vescicale, che prod1tce forte irritazione della pelle e costringe a portare qualche ap1)arecchio. . . Di fronte ai eletti ' rantaggi ci ono i seguenti incon,renienti e pericoli. Anzitutto relativamente ·all' atto operati,ro è a, temere l'infezione del peritoneo e l'insuffi· rienza della sutura, data la difficoltà di sal· dare solidamente l'ureteI·e, di calibro tanto })Ìccolo, all'intestino. Poi come accidenti a distanza clevono temersi : l'intolleranza del 1·etto; la stenosi cicat1·iziale dell'uretere; l 'infezione renale ascendente. Se l'infezione del peritoneo è evitabile, è

impossibile }lrevedere se il retto sopporterà bene il contatto dell'urina, e quanto agli alt1~i tre accidenti i processi operatori de,rono cercare di fissare solidame11te l'uretere all'inte· stino, rendere impossibile la stenosi, ed evitare il reflusso dell'urina dal retto verso l'uretere. Malgrado tutto però, quello che persiste sempre è la minaccia dell'infezione renale ascendente: L' A. finalmente, <lopo aver riportato, de· scritto e criticato i molteplici processi ' sinora impiegati per attaccare l' Llretere all'intestino e citati tutti i casi r elati,ri esistenti nella let· teratura e gli studi sperimentali fatti da vari autori tra i quali il BOARI, con clude dicendo: « La de1·ivazione dell'urine per l'intestino può essere impiegata con vantaggio nei casi ove gli altri Jnetodi meno dannosi sono inappli· cabili. Tra tutti i processi devono esser e pre· feriti quello di l\'IA.YDL (impianto degli ureteri assieme al tessuto vescicale che attornia il loro orificio), e quello di BoARI (impianto del· l'uretere per mezzo di uno speciale bottone anastomotico ). Tanto l'uno che l'altro di questi processi ha dato dei buoni risultati, ma nep· pure essi rendono impossibile l'infezione i·enale. La derivazione intestinale dell'urina non può dunque essere co11side1·ata che come un pro· cesso di necessità, che trova le sue principali indicazioni nelle lesioni e alterazioni dell'n· retere l'estrofia, la tubercolosi, i tumori, e certe fistole della vescica. Dott. LEOTTli... •

Batteriologia delle cistiti. (HARTl\IANN

e

ROGER

La Presse JJtétl.,

110'\r,

1902).

Gli .A.A. limitano il loro studio agli anae· robi. essendo stati questi batteri generalmente trascurati da chi ha e-seguito tali ricerche. Di 6 malati di cistite, solo in uno non vennero trovati. decrli anaerobi, negli altri cinque esi· steva una miscela di anaerobi e aerobi, anzi in un caso fu trovato soltanto la specie anae· robia di Sta.fil. pa1·01ilzls (VEILLO~ e ZUBER). Delle altre specie anaerobie furono isolati anche lo 8treptobcecillus /1lsifor11Jis, il Bac. 1·a· 1nosus e il Microc. f oetidzis. Essendo questi anaerobi stati trovati quasi sempre insieme ad aerobi, gli A.A.. ritengono difficile dare a qt1elli t1n valore patogeno proprio senza però poter negare ad essi una certa importa11za. Dott. QuATTRoc1000R:r. ~

'

I


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FASO.

37J

SEZIONE PRATICA.

I 1·esidni del i·ene primitivo negli annessi clell'utero umano. (WIHESER.

G.1J1iaelcologia H elve!ir.a. 1901).

L'autore basa le sue ricerche sulla osser,ra. zione microscopica di duè ovaia di feto settimestre, di ,il1e ovaia di un feto a j termine, dell'ovaio destro di una bambina di due anni, delle ovaia di una ragazza di 14 anni. Da queste i·isulta che si possono trovare residui del corpo di \Volff in tre p11nti; il più importante fra questi è dato dall'epiooforo, che persiste e cresce proporzionatamente all'ovaio. Il parooforo, che sotto forma di canaletti sta fra il foglietto principale del legamento largo ed il mesovaio, è meno svil11ppato e si atrofizza più rapidamente. Un terzo punto in ct1i si trovano i residui del rene primordiale si trova nella sostanza midollare dell'ovaio stesso : ed è costituito da piccoli c> analetti provenienti dai glomeruli del corpo di vVolff. Può avere un'estensione più o meno grande e p1·olifer~re. Di q11esto occorre tener conto dal punto di vista Ptiologico per la neoformazione delle cisti e lo Rviluppo dei teratomi. BIAGI. ,

11 rattamento chi1·nrgico del mo1·bo di Bright. • Ne1v Yorli· med. J onr1ial, 1902: Àl/.1la1es rle G11.1Jo11r, 1903 i1. 10).

(Gu 1TERAS.

L ' A., dopo fatta la storia dell'argomento, 1·i1Jorta tre osser,razioni: 1. Individuo di 79 anni. Cefalalgia, ver· tigini, pollakiuria ohe aveva fatto pensare a prostatismo. U i·ine abbondanti, legge1·e, lieve· mente albuminose con dei cilindri ialini e granulosi. Prostata un po' grossa. Decorticazione parziale dei 1·eni ; guarigione dell'atto operativo, della malattia ed anche dei disturbi prostatici. 2. Donna di 35 anni con morbo di Bright in istato pure avanzato, abbondante alb11mina, -cilindri 0rl epitelio i·enale ; rene mobile. Ne· fropessia che data solo da due settimane. 3. ))onna di 44 anni senza gravi disturbi, ad eccezione dell'edema ai piedi ed ai mal· leoli d11rante il giorno. U i·ina chia1·a, abbon· dante; urea 8 °/ 00 • cilindri nume1·osi ~ albu. 3 o;00 • mina L'ope1·azione i11cominciata fu arrestata per minaccià di sincope cloroformica. L' A. conclude dicendo che la nef1'"opessia diminuisce i disturbi del morbo di Bright nei casi di rene mobile.

1167

Che la nefrotomia è 11tile nei casi di nefrite unilaterale. Che lo scapsulamento non ese1·cita azione ancora determinata n ettamente perchè si possano tirare delle conclusioni s u questo mezzo terapeutico. Dott. LEOTTA.

PATOLOGIA DEL RICAMBIO MATERIAtE Sul n1odo di co1i1po1·ta1"si di alcuni gin.: cosidi e della formazione dei composti coniugati . di acido glicu1·onico negli a.nin:ia.] i. (F AL CK. 11fn11,c/J. 11tedic. Wo chen. 9 settembre 1902,.

Il FISCHER ed il PILOTY i·it~ngono che la formazione dell'aciclo glicuronico dal glucosio avviene assai v e1.. osimilmente p er ossidazione e che perciò la canfora o il cloralio somministrati agli ammalati si combinano essi stessi o i prodotti della loro trasformaziione con il glucosio e quindi pe1· ulteriore ossidazione formano dei composti coniugati con l'acido glicuronico. L A . in proposito p1·aticò i·ice1·che negli animali, e potè constatare la giustezza delle anzidette osservazioni. Siccome i glucosidi ei scindono assai facilmen te nei loro componenti, così per potei· decidere dal modo di comportarsi dell'orina, bisogna scegliere negli esperimenti un glucoside il quale nell' organismo animale non si scinda in modo da lJrovoca1·e la formazione di un composto coniugato cli acido glicu• ron1co. Ora lo 8cHM1EDEl~ERG ha dimostrato per l'alcool benzoilico che esso attraverso i tessuti animali si ossida e si t1·asforma in aciclo benz9ico. Perciò l' A . nelle sue rice1·che ha utilizzato il benzoilglucoside come pure i suoi derivati, poichè esse sostanze si scindono nell'organismo animale, dando 111ogo ad acido ippurico nell'o1·ina e non già a composti coniugati dell'a,cido glicuronico. E invero l' A. somministrando a cani e conigli il benzoilglucoside, trovò nell'orina acido ippurico, e non già i composti coniugati di acido glic11ronico. Il BAUMANN dalle s11e ricerche conclude che dopo grandi. dosi di fenolo l 'orina fa deviare a sinistra il piano della luce polari ?J~ zata; dopo piccole dosi di fenolo q11esta deviazione non avviene. L' A. volendo constatare la ' re1·ità cli ques ta l1ltima pa.r te somministrò ad lID cane del peso di 7 chilogrammi. t1n grammo di feni l. (15)


1168

~

IL POLICLINICO

glucoside, cor1·ispondente a O. 37 di fenolo ; nell'orina t1·ovò i composti coniugati di acido glicu1·onico. Non oontento di ciò volle sperimentare dosi }Jiù piccole, e di lì a qualche . giorno somministrò allo stesso cane O. 37 di fenolo ; l'orina conteneva del pa1·i i composti coni11ga ti di acido glicuronico ; inoltre a 5 .cani somministrò dosi di·O. 05-0. 5 di fenolo; nell'o1·ina furono riscont1""ati sempre i com· posti coniugati di acido glicuronico ; fatti questi che dimostravano, contrariamente alla asserzione del BAU.lU.ANN, che a.nche piccole dosi di fenolo fino al 30 per cento, si trasformano sempre per una parte in composti coniugati di acido glicuronico. L' .A.. att1·ibuisce i i·isultati negati,ri del BAUMANN all'avere egli praticato le sue ri· cerche nell'orina eliminata durante le 24 ore dalla somministrazione del fenolo, potendo questa miscela d.i orina riuscire inattiva al polarimetro. .L' .A.. estese le sue esperienze anche al fenilglucoside ; quindi somministrò a 5 cani, per bocca e per iniezione ipodermica dosi di fenolo fino alla quantità di 6 gra1nmi. Del fenolo così introdotto, cioè gm. 2. 22, se ne po tè riscontrare nell'orina circa il 60 pe1· cento ; era quindi scomparso il 40 p er cento, mentre il TA UBER aveva constatato che per gm. O. 5 di fenolo dato ad un cane, il 45 }Jer cento va decomposto. La quantità di composti coniugati di acido glicuronico era notevolmente cresciuta. Del fenolo introdotto il 16 p er cento fu eliminato sotto forma di acido fenolsolforico ed il 44 per rento sotto f 01·ma di acido fenolglicuronico. Que·s ti esperimenti dimostrano pure che la clecomposizione del fenilglt1cosicle si effettua con lentezza, altrimenti già con la dose di 2 grammi di gl11coside do,rrebbero manifestarsi contrazioni crampif ormi violente. Nell'orina emessa dopo la somministrazione di fenilglucoside si riscontra pure zl1cche1'0 : è una glicosm·ia che la si può forse paragonare con quella da floridzina. Dott. E. GuGLIELMETTI.

La glicosuria alimenta1·e nei malati .. di fegato. . (BRUINJNG.

Med. cllirllrg. Cen,tralblatt).

DE H .A.AN e gli autori francesi ammettono che possa aversi glicosuria nei ma· lati di fegato (cirrosi) fino nella propo1·zione •lel 50 pe1.. cento dei casi, mentre gli autori tedeschi non confe1·mano ciò. Questa disc or· lanza dipende secondo STRAUSS. da ciò che B1ERENS

(16).

[A.NNo IX, F.A.Sc. 37]

DE HA.AN ed i ·francesi somminist1·arono ai malati sui quali fecero le 101·0 ricerche gm.150 di saccarosio, mentre i tedeschi dettero gm. 100 di glucosio. Il saccarosio, giunto nell'intestino, viene colà inve1·tito in levulosio, il quale passando nell'l1rina può essere stato p1..eso dai francesi per glucosio. Ciò crede STRAUSS, ed a conferma di ciò adduce proprie esperienze. L' .A.. ha istituito una se1·ie di ricerche' per vedere quale importanza dovesse attribuirsi a questa spiegazione data da STRAUSS. Le sue ricerche riguardano 21 casi, con diverse ma.. lattie epatiche (ci1·1~osz~ ca1·cino11za, itte1'0 ca-

ta1·rale..) Il risultato è stato questo: Dei 12 casi in cui fu fatto l'esame i·ispetto al levulosio, si ebbero risultati positivi. in 10 (tutti di cirrosi) e negativi in 2 (di cui uno di cirrosi e l'altro di carcinoma). Dunque in 10 casi su 11 (90 per· cento) di cirrosi si ebbe risultato positivo rispetto al levulosio. Soro ministrando il destrosio i11 15 casi, la maggior pa1·te cirrotici, El ebbe risultato negativo in 13, positivo in 2 (entrambi ci1--rotici). Il saccarosio fu somminist1·ato in 15 casi (di cui 13 cirrotici) e in 13 fu trova.to destrosio nell'urina. Dai risultati totali appare la assoluta co11fe1. ma del fatto trovato da STRAUSS, ehe i malati di fegato sono intolleranti del levulosio: il quale zucchero è quindi da usarsi con1e mezzo diagnostico nelle malattie di fegato. Le esperienze dell' .A.. confermano anche le affe1~mazioni di _guegli autori che non t1·ovarono glt1cosio nelle t1rine dopo la somministrazione di glucosio nei malati di fegato. Somministrando a questi malati di fegato lo zucchero di canna, si manifestò in essi una. marcata glicosm·ia. Resta dunq11e stabilito dalle rice1·che fatte nella Clinica dell' A. che dopo l'introduzio11e di levulosio pello stomaco degli epatopazienti, q11asi sempre si riscontrò levulosu1·ia, dopo l'introduzione di glt1cosio solo di rado si ebbe glicoszi1·ia, mentre dopo l'introduzione di. saccaròsio, quasi costantemente si ebbe glicosuria. Il che dimostra dunque un particolare influsso delle malattie del fegato sul m odo di comporta1·si delle diverse specie di zuccheri recip1'ocamente . L' A. ha in animo di compiere alt1·e ricerche per stabilire inoltre quale influenza eserciti sulla scissione delle diverse specie di zucchero il genere della malattia epatica, fornendo così un prezioso sussidi.o diagnostico. Giacchè è sorprendente il fatto che in un caso di cirrosi incipiente, in uno di carcinoma e in un te1·zo


[ANNO

IX, F .ASC. 371

1169

SEZIONE PRATICA

di ittero catarrale nè si ebbe l evnJosuria, nè glicosu1'ia dopo aver introdotto glucosio, ma sempre glicosuria dopo l 'introduzione di sac· ca.rosio. V. Z.

Della glicosuria da etere e (}el suo 1a1odo di comportat"Si durante l'infusione intravenosa di ossigeno. ( SEELIG. Zent1·alblatt f . in,n. Mediz., n. 8, 1903). •

Numerose sostanze introdotte nell'organismo animale hanno la proprietà di determinarvi la glicosuria: tra esse le più conosciutA sono : l'ossido di carbonio, il curare, la stricnina, il nitrohenzol, il nitrito d'amile, l'acetone, la :qiorfina. In quanto all'etere, si trova menzionato qua e là nella letterat111·a che le inalazioni del medesimo possono provocare glico· sut·ia, o che l'hanno })rovocata in i"'ealtà, però le prove sperimentali con cui si dimostri che dopo l'inalazione di ete1--e si ha 1·egolarmente un'alta percentuale di zucchero nell'orina, le si ti. ovano solo in RusoHRAUPT, il quale con due espe1·imenti p1~aticati nei conigli constatò che l e inalazioni l)l"Otratte di etere p1'ovocano glicosuria. L' A. fece analoghi esperime11ti sui cani ed ebbe i seguenti risultati. L'inalazione di ete1·e dete1·mina nei cani robusti la glicosuria in modo costante. La glicosuria è constatabile durante la narcosi, anche se pr·otratta a lungo (fino a 7 ore). Cessata la narcosi, scompare la glicosuria assai rapidamente; dopo 3-4 ore non se ne ha più traccia alcuna. La glicosuria negli animali I'Obusti è assai evidente; 1·aggiunge fino 1'8-10 °/0 d~ zucchero. Gli animali deboli e denutriti elimi· nano qt1antità mino1·i di zucche1·0. La glicosuria sembra JJrocedere di pari passo che l'iperglicemia. Ora da cl1e cosa dipende questa glicosuria da etere? Siccome più d'una i·agio11e facevano ere· dere si potesse t1..atta1·e qui della fo1~ma di glicosuria che secondo l' HoPPE·SEILER e l' À.RAKI si deter1njna in seguito a mancanza di ossigeno, così si cercò di provare , s1)eri· mentalmente la giustezza di questa idea. Il G ARTNER ha p1·o'rato, non ha guarì, ch e l'introduzione di ossigeno nelle vene di cani, praticata con certe cautele, può protrarsi per lo spazio di più ore, senza che l'animale ne abbia a i·isenti1'e danno alcuno. · L' .A.. perciò combinò i due esperimenti, in· trodusse cioè ossigeno durante le inalazioni di etere : ed ebbe a constatare che le inala·

zioni di ete1·e praticate contemporaneamente all'introduz~one intravenosa di ossigeno non davano mai glicosuria. Quindi concll1se che la glicosuria in questi ·casi è dovuta alla mancanza di ossigeno. Introd11cendo ossigeno, qt1ando la glicostt1'ia si è già manifestata non ,si riesce ad a.r re· starla. Siffatte osservazioni si collegano con molte altre questioni, specialmente coll' influenza che l'introd11zione di ossigeno può avere sul· l'azione glucosiogena di altri veleni e su certe forme di diabete. L' A. sta ora st1i.diando spet rimentalmente simili questioni. Dott. E. G . '

Adiposi da albun1ina. (KA t ·F:riiIANN e MoHR - B erl. J,·tin. Woche>1.:-,

i1. 8,

1903).

Nell'ingrasso ch e sit o.ttiene con l'ipernutrizione, l'accrescim~nto è dovt1to in massima parte a.I grasso e Rolo in minima parte all'albumina. Oosì il l{auG, che i)e}. il primo sotto la direzione del VON N OORDEN si occupò di. siffatta questione nell'uomo, trovò che il 5 °/0 del material e d'ingrasso utilizzabile i--imaneva nel corpo come sostanza azotata. Egli in base a tali risultati. tende ad ammettere che nell'uomo l'ingrasso da carne magra e da albumina sia difficile, e pensa che l'azoto l"imanga entro le cellule sotto forma di .a lbumina di riserva, del pari che il glicogene s'immagazzina nelle cellule medesime. Contra1'iamente alla lJredetta opinione il BoRNSTEIN in seguito ad autoespe1·imenti c1·ede che le grandi quantità di azoto, ritenute dal· l'organismo n ella ipernutrizione, servano al:'ingrasso delle singole cellule, e propriamente sotto forma di albumina 01. ganizzata, dotata della p1·oprietà del pròtoplasma vivo e f t1nzionan te. Anche il LùTHJE notò una considerevole :r:itenzione di azoto nella ipernutrizione, egli però non ri11scì a dimostrare sotto quale fo1·ma tutto questo azoto si trovi nell'o1--ganismo. A tal uopo è necessario conosce1·e oltre la quantità dell'azoto ritenuto anche la quantità degli altri componenti del protoplasma. Tra essi ' rengono in prima linea i sali. Orbene il DAPPER, sperimentando s1t di sè stesso constatò, olt1·e la x·itenzione di albumina (fino al 35 °/ 0 di quella introdotta), anche una considerevole ritenzione di sali. Se un siffatto au1nento di mate1'ia si potè conseguire nell'individuo sano mAl"Cè un'alimentazione ipernutritiva, esso lo si pot1·à con1

(17) 5

.


1170

seguil·e anche con più facilità negl'individui denutriti, tra cui figurano quelli che noi sotto· poniamo all'ipe1·nutrizione a scopo terapeutico. Si hanno alc11ne cifre r elative alla quantità di azoto che possiamo accumulare in tali in· dividui : però si conosce poco il modo di di· portarsi clei sali. Ora questa conoscenza è tanto più importante in quanto ch e nella magg ior parte dei predetti individui cleve aversi una ' rera neoplasia protoplasmatica, e non già soltanto un aumento di grasso ed un accumulo passeggero di alb11mina. Gli .A.A., volendo spe1·imental'e il compor· tarsi di questa neoplasia protoplasmatica nell o ingrasso, istituirono apposite ricerche in 2 inferme, affette da denut1·izione generale dei tessuti, ma in tutto il resto sane. Queste inferme d11rante l'intero periodo clello sperimento furono isolate, ed inge1·irono 11na dete1·mi11ata quantità di cibo, il cui contenuto di calorie fin dal principio oltrepassava di gran lunga il q11antitati vo n ormalment e necessario ; ed anzi nel deco_rso dello esperimento f tl ancora acc1·esciuto in modo considerevole m er cè l 'ag· gi11nta cli sostanze prive di azoto (crema, burro). 1 2 1 ] 11 cleterminata la quantità di N, P 0 \ e CaO, nell'aliment~zione e n ell'o1--i11a ogni giorno ; n elle feci a periodi. Le malate ingerivano ogni gio1·no : 1300-1800 eme. di latte; 300-800 eme: di crema ste1·ilizzata; 150-225 grammi di filetto; 100-150 grammi di panini bian chi ; 120-250 g1·ammi di burro ed in alcuni periodi di tempo 20-40 g1·ammi di Plasmon. Gli Ai\.. riferiscono in apposite tabelle le determinazioni quantitative della i--azione alimenta1·e giornalier a, non cJ1e i ri· sultati clelle varie analisi. 1 risultati (lella cul'a ipe r11utritiva furono i seguenti : Un inferma i11 23 g io1·ni aumentò in peso kg. 4. 8 = grammi 208 al giorno. L'altl'a inferma in 8 gio1·ni aumentò in peso kg. 1. 2 150 grammi al giorno . ~ ln ambedue i casi la ritenzione di N fu straordinaria., essa raggiunse }Jer lo meno i ~alori pii1 alti che finora siano stati trovati n ell'ipernutrizion e, e ciò è tanto più degno di nota., in quanto ch e l'introcluzione di albumina non fu affatto grande, e quindi il sovrai:>più di albltmina in1mag·azzinata dipendeva in sostanza dalla somministrazione di alt1·0 materiale ali1nentare libero di N e cl1e risparmia l'albumina. Per quanto sono chiari questi rapporti. al· trettanto difficile è la questione ulteriore, se cioè in realtà l'ingrasso nei predetti casi dipese non olo dall'azoto o dall albumina. ma

==

. (18)

[ANNO IX, F ASC. 37]

IL POLIOLINIOO

anche dalla carne nel senso precisato dal

VON

NOORDEN.

Mettendo in rapporto la quantità di P 1 0' ritenuta co~ la quantità di CaO pure ritenuta, e supponendo, a mo' d'esempio, che CaO richiede tan.to P 1 0 6 quanto ne corrisponde alla costitl1zione chimica delle ossa, in tal caso, dico, dal confronto delle cifre ottenute nelle predette infet·me si sarebbe richiesto pii1 P di qt1ello cl1e fll ritent1to, e quindi non sarebbe • rimasto p11n to P disponibile per la formazione di nuovo protoplasma (combinazione di N e P). Si ' rerrebbe a risultati del tutto diversi, se si calcolasse dapp1~ima la quantità di P 9 0 6 necessaria a saturare la quan tità di N ritenuta n ella formazione della sostanza musco· lare, e si aggiudi casse a CaO la porzione residuale. !Ja difficoltà del calcolo ' riene innanzitutto da q11esto cl1e cioè noi non sappiamo proprio nulla i~iguardo alla. ritenzione e(1 accumulo del CaO nell'organismo ed alla sua combinazione chimica. Chi si è oncupato del bilancio clel calcio n ell organismo sa che spessissimo durante un'alimentazione ricca di calcio, si hanno enormi ritenzioni di questa . sostanza nell'organismo. Ora in che modo si distribuisce t11tto q11esto calcio immagazzinato 'l Sono state istituite in proposito diligenti ricerche n el laboratoriò diretto dal prof. VON N OORDEN, rice1·che i cui risultati si spera di dare presto alla luce. Questi risultati offri· ranno n11ovi punti di appoggio per i calcoli fatti (lagli AA. nell'esa1ne in discorso. Dott. E . G.

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ANNO

IX, F .A.SC. 371

SEZIONE PRATICA

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLARI

ACCADEMIA i.\IEDICO - CHIRURGIOA DI

FERRARA.

Seduta del 30 maggio 1903. Presidenza prof. E. Cavazzani. A. Gatti. A1ioftalnio conge1iito bilaterale. - L'O. illustra con reperti istologici un caso di anoftalmo congenito, che ha osservato in un cane di 46 giorni. .Al posto dei bulbi oculari si trovano due cisti della grandezza di i1n a.cino di uva, a pareti sottili, cir· condate dn grasso e da altri tessuti. La parete delle cisti è principalmente formata da un connettivo denso corrispondente alla sclera, in· ternamente tappezzata da un epitelio cilindrico in gran parte semplice, qua e là pigmentato, che in taluni punti ricorda l'istologia della retina. Infissi in questa pa1·ete si notano dei noduli di pigmento, formati da elementi simili alle cell11le coroideali, e delle chiazze di cartilagine ialina. I tessuti che cir· condano la cisti risultano costituiti da fibre muscolari stria.te, da fibre connettivali, da vasi, da nervi, da placche di cartilagine ialina, dalla ghian· dola lagrimale e dal ganglio ciliare: il tutto è cir· condato da numerose cellule di grasso. Non si riscontra traccia alcuna della cornea, del· l'iride, della lente del corpo ciliare, delle fibre del nervo ottico. L'O. dice cl1e il caso da lui illustrato, come quasi tutti quelli degli osservatori che l'hanno precedt1to, non po'3sono essere annoverati nè fra i 'reri anof· talmi nè fra i microftalmi, ma in ttno stadio inter· medio tra gli uni e gli altri. Discute le cat1se che possono aver prodotto l'a· nomalia, e conclude per un arresto di sviluppo dei bulbi oculari nei primi stadi della vita embrionale.

Casati E. Col1;0-1Jeri1teo-rafie ed isterectouiia i1t uu sol pezzo. - L'O. comurtiC'a un caso eseguito con questo suo speciale processo. Si trattava di donna anziana affetta da prolasso completo. Tirato fuori l'utero scolpì col bisturi sulle parete vaginale anteriore tln lembo ovoidale, ed uno triangolare sulla parete posteriore cl1e si continuava nella re· centazionc perineale. Q11esti lemhi furono dissecati lasciandoli aderenti al collo t1terino. Si ottiene cosi t1n ampio campo operati,ro da c11i riesce facil~completare l'isterectomia asportando com11letamente buona parte del pe· ritoneo che forma l'escavazione 11tero- vescical e, ed utero-rettale. Suture quindi molto alte del peritoneo. Sut11re della 'agina e del perineo. Due casi ope· rati con q11esto processo hanno dato ottimi risultati. • )

1171

Casati E. Sull'etiologia dette ern.fe - Coniuuicazione prevP-1itiva. - L'O. ha esaminato vari sacchl erniari asportati sia nell'ernia in~uinale co1ne in quelle crurali, ombellicali, non che -v-entrali susseguenti a laparotomia, ed ha esaminato H.nche dei sacchi ap· parte11enti a semplici pt1nte d'ernie, quindi picco· lissimi. Ora in tutti questi casi ha sempre trovato che il sacco è contornato da fibre muscolari che partono o · dal cremastere o dai muscoli retti addominali, fibre m11scolari che sul sacco stesso s'inse· riscono. È evidente quindi che il cremastere con· torcendosi solleva il testicolo da un lato, e tira i• fuori il peritoneo dall'altro, producendo l'infundibulo che è il primo punto di partenza clella formazione dell ernia. Da queste osservazioni 1'0. cava la conclusione, che nella cura dell'ernia inguinale, per evitare le re,~idive, ha grande importanza l'esportazione del cremastere, e che nelle laparotomit-\ per evitare le ernie ventrali bisogna curare che le fibre m11scolari dei retti non prendano acleren~a colla sutura peri· toneale.

Taddei. L'uretero-nretero anastontosi co1t 11,1to spe· eia le tzibo di 1nagnesio. Ricerche sperimentali. Nota preliminare. - Il processo, ideato dall'O., eqnsiste nell'invaginamento termino-terminale dei monconi dell'uretere reciso, reso facile e semplice meJ.iante la i11terposizione di un sottile 111betto cilindrico di inagnesio 111ngo 1 cm., con estremità a becco di clarinetto. Nel lu1ne del tubo si passano due anse di filo di catgut i c11i capi vengono all'esterno per 4 fori posti 2 a 2 (alla distanza fra loro di 2 mm.) s11 2 linee longitudinali ed opposte. Per agevolare la introdt1zione dei fili i fori hanno una direzione obliq11a dall' esterno verso l' interno e dalle parti mediane verso le estremità del tubo. Due capi corri· ·spondenti delle dt1e anse si passa110 a 1-2 mm. della sezione del capo renale dell'uretere, trafiggendone la parete dall'intestino verso l'esterno in punti late· rali ed opposti; gli altri 2 capi si passano nello stesso modo attraverso la. parete del moncone ve· scicale, ma a 4;- 5 mm. dalla sezione. Basta stirare i fili delle 2 anse ed annodarli per ottenere e man· tenere l'invaginamento del moncone renale nel ve· scicaie. 11 tt1betto di magnesio, che resta nel lume ureterico a garantire la canalizzazione ed a proteg· gere nei primi tempi il pttnto operato, scompare presto : sotto l'azione dell'orina si ha formazione di fosfato amm.onioo-magnesiaco. I ris11ltati sperimenta.li finora ottenuti sono ot· timi. Il socio Tur1·i legge 11na sua 1uemoria s u un nuovo anti111alarico, in pro,ra sperimentale estesa e con splendido ris11ltato. Trattasi di 1m 'egetale che il TURRI assunse per com111issione di estenderne l'uso s11 larga scala nelle febbri malariche lente, ostinate si110 alla cacl1essin. In pochi giorni l19)


1172

IL POLICI.INICO

di cura egli ha sempre raggiunto la g11arigione senza r ecidive, quali occorsero spessissimo trattando l' infezione coi chinacei. La memoria è piuttosto estesa, perchè tratta inoltre ilei sistemi att11ali in terapia. Sedt1ta del 24 git1gno 1903. Presidenza : Prof. E. Ca vazzani. E. Casati. Tre casi (/i cura c/1-irzirgicrt dell' i11tpote1tzrt virile. - Sono tre casi in cui si poteva escl11dere in moclo assoluto, almeno 11el primo, e quasi certa.mente negli altri due, che si trattasse d'una impotenza psichica, e in cui la resezione delle due v ene dorsali dell'asta ha portato la guarigione im· mediata e duratt1ra.

E. Casati. Inn,esto clel trigo1to vescicale nel retto in, ll1t caso (li estrofia rlella vescica . - Si trattava cli 11na bambina di d11e anni. Ft1 operata ii1 maggio ed uscì clall'ospedale in giugno essendo residuata 11na piccola fistola orinosa in via di gt1arigione perohè la inassima })arte dell'orina y·eniva emessa pel retto ogni ora e mezzo o due. N all'operazione non seguì il processo del l\iia.ydl. Disseccata la vescica, se11za aprire il peritoneo e resecata la mas· sima parte lasciando il solo trigono, questo fu suturato al rotto cl1e con un pallone di Peterson si fece sporgere al di sopra delle sinfisi del pube. In questo modo gli llreteri non st1biscono llna piegatura jn alto come nel processo del 1\iiayd1, rua seguono il loro normale decorso in basso. E. Cavazzani. Ulteriori ricerch e snl 1tttcleo1te (n et cervello). - L'O. ha determinato q11antitativamente il n ucleoue nel cervello di cani profondamente assopiti colla morfina e di cani forteme11te eccitati e portati in stato epilettico. La media dei primi è stata O. 1169 °/0 , dei secondi O. 1632. L'O. si astiene cla ogni conclusio11e, non avendo ancora dati per a sserire, se la differe11za sia da attribuire a ,,.aria· zio1ti n o1la costitt1zione del cervello o a ·variazioni nel contenuto cli sangt1e. Ciò tanto più perchè il sangt1e dei ca11i assopiti diede minor q11antità di n11cleone, che quello degli animali eccitati. L'O. fa notare anche, che il ferrinucleone (corniferrina) ott enuto tlal cervello dei cani morfinizzati, era gene· ralmente più ricco di N. che non il nucleone rica· ,·ato dal cervello dei cani eccitati. L'O. si è riservato ulteriori particolari in una n110\ra comunicazione. Dott. U~IBERTO RAVENNA. Prof. V. PENSUTI

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ASSOCIAZIONE SANITARIA DEI CIRCONDARI

J)I FROSINONE, VELLETRI E co~rUNI LlMITRO}'l • •

-i4.du na1iza orrli1iriria ten TI ta iu Va l111 onto1te il 30 ,r; iu.fJ 11 o t 903. Presidenza del dott. A.. A..ngelini. Intervenuti circa 40 soci: aderenti 55. Vengono tratta,t i molto a.rgo1nenti d'interesse pro· fessionale e scientifico, fra i ql1ali inerìtano di es· sere ricordati i seguenti:

M. Bianchi, G. B. Buglioni, O. Sensi. Sulle p e· rizie 11ze(lico-legali. - Il dott. BIANCHI co1nincia dal lamenta.re la lac11na esistente nel nl1ovo progetto di legge per la riforma giudiziari;:t., ne] quale nessun accenno si fa ai periti meclici. Ciò non è consono alle dichiarazioni dell'on . Zanardelli, cl1e cioè il detto progetto rie,roca le tradizioni italicl1e del di .. ritto ron1ano, n el quale le perizie medico·legali erano un'imm edesimazione dei gilldicati. L oratorericordando la XII tavole delle leggi e.lei decemviri, e gli illustri inter1)otri clelle medesime, c1a Trebazio a Cicerone, fa rilev·are come ]e decisioni del diritto romano fossero sempre l'espressione clei responsi scientifici della medicina forense, come dimostra Ia legge .A.qt1ilia sulla mortaiità delle ferite. sull'aborto e sulla pazzia · la Cornelia che rigunrda il ve11eficio ~ la Giulia lo stupro, il matri1nonio, ecc. Q11i11di il r elatore con grande copia di erudizione, i)assa iI1 rassegna le ' rarie epoche nelle quali i p eriti medici subirono diversità di vicende e di t.ratta1nenti, par· ·tendo dalla Scuola di Salerno per finire a Mercuriale e Fedele che riuscirono a fa.r condannare la tortura e a mettere in ridicolo il pregiudizio sul· l'esistenza delle streghe e degli stregoni. Fa così rilevare l'àitissimo contribt1to cl1e i medici periti hanno dato alla moderna ci vilta o alla. scienza giu· ridica: e dopo avere accennato al trattamento di· gnitoso che in Germania, in Francia e 11ell' AustriaU ngherià goclono i medici-periti; deplora come in Italia questi siano sempre sotto l'inctLbo tlella legge · 11 ottobre 1865. L'oratore spera che i regolamenti dell'on. Nasi possano essere l'inizio di un nuovo avvenire per i periti medici, e da ulti1no, dopo av~1.. accennato alla n11ova tendenza del sistema peniten· ziario, si augura che, come 11ei manicomi, cosi anche nelle case di pe11a, siano asstrnti alla clirezione i medici. Il dott. BUGLIONJ, dopo avei· ricorda,to ohe in altra adunanza svolse lo stesso tema, che fu dcl ll1i trat· tato anche i1elle colonne del Policli1tico. intrattiene i colleghi su alcuni degli in.convenie11ti più gravi che si verificano per• le attt1ali disposizioni della nostra procedura giudiziaria, ed esamina special· mente quelli che si riferiscono alla requisizione dei periti, di cui la scelta è lasciata all'arbitrio del ma• gistrato inquirente. Sostiene a qlLesto proposito la necessità di migliorare l'insegna.mento della n1e·


L.À.."'iNO

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IX, F ASC. 37J

c1icina legale 11elle U ni'rersità, di istituire corsi spe· ciali dopo la lat1rea, e q11indi di creare i periti di· plomati, addetti ai Tribunali e stipendiati. E , dopo aver prop11g11ato l'abolizione delle peri~ie orali, ac· ' cenna di volo alla vergognosa tariffa gi11diziaria 'rigente, che compensa, nel modo che tutti sanno, la nostra opera difficile. clelicata e piena di respon· sabilità. Il dott. SENSI confessa il suo scetticismo riguardo all'invocato migliora.m ento delle disposizioni di legge relative ai periti medici, e perciò vorrebbe che i medici condotti addirittura rinunziassero alle ricompense che oggi ricevono per le perizie. Colla somma che attualmente il Governo spende, addizionata a.i contrib11ti eo1n11nali, si potrebbe comincia.re ad or· ganizzare il ~ervizio di Stato. '-'

Dott. De Iulis. Il ve!erina.rio di / 'ro1tle all'ufficiltle .sanitario. - Sostieno che il medico, quale ufficiale sanitario, non èt,rendo competenze speciali di patologia veterinaria, non possa dettare le norme op· portune stùl'anclamento del servizio che lo riguarda. Propone che il servizio veterinario sia diretto da inedici vetorirLari. Dott. Angelini. jJ;fod1jicazio1ti tla prOJJOrsi al Se·

11ato a proposito clet d;se,qno a; legge szill' assiste1iza sanitaria uri to11tii1ti. - 81 limita a leggere il 1ne11ioral7rluJ11 <]ella Ji1eclerazione degli Ordini dei

medici e JJrosenta il segl.1ente orcline del giorno, cl1e vieno approvato all'unanimità : « I sanitari dei circonclari cli ]j"'rosinone e Vel· letri, i·iuniti in Valmontone il 30 giugno 1903, presa cono~cenza del 1neniorancln 111 testè spedito da]la Feclerazioue clegli Ordini sanitari d'Italia al :l\iinistro clegli interni o ai Senatori del Regno, lo approvano, eù llniscono la loro raccomanda,zione perchè quel 1ne11iora11,dri11i sia tenuto presente nella discussione del progetto di legge sull'assistenza sanitaria, c1ua.nrlo verrà portato di11an?Ji al Sena.t o del R egno >) .

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SEZIONE PRATICA

Dott. Angelini. Str ano il~corsç clinico cl'n1t t1i11tore <tddoni;nale. - Narra d'una. giovane di 28 anni con sintomi di calcolosi eiJatica, cho, dopo 11na delle solite coliche, mostrò, di sorpresa, in corri· spondenza clell'epigastl'io, un tumore di figura rotonda, che seguiva i mov-imenti respiratori, che aveva consistenza elastica, era indolente anche se premuto fra le dita, del volume di un piccolo .A.rancio, sessile od evidentemente impiantato sulla superficie con,ressa d el lobo sinistro del fegato. La puntura esplorativa, fatta 4 ' Tolte, diede sempre risultato negativo. N all'ipotesi di una cisti da. echinococco, mal· grado l'assenza del fremito idatideo, fu consigliata la laparotomia a scopo diagnostico e curativo. La laparotomia fu stabilita, ma la notte innanzi al giorno designato, dopo un'alt1·a forte colica, il tu111ore scomparve. L'esame delle feci, praticato stt·

bito dopo, mostrò il contenuto d'una cisti da echi· nococco. Che cosa era accaduto'? La cisti aveva preso aderenza coll'intestino, si era a poco a poco ulce · rata e in esso aveva versato il suo contenuto. Il caso ha son1rno interesse, perchè mostra come alcune volte la diagnosi :riesce assolutamente im· possibile. Q11i l'echinococco cornjnciò a svilupparsi nella spessezza del lobo sinistro del fegato, dando luogo, n el suo crescere, a coliche che furono attribuite a calcolosi : crescendo il tumore, gt1adagnò la superficie del fegato e si sgusciò, addossandosi ad 11n'ansa intestinale, con la ql1ale poi si saldò. In tal modo soltanto è spiegabile la comparsa quasi istantanea del tumore all'epigastrio. Dott. Besson. Del 11tateriale di szitziret i1t ge1iere, in, rapporto ad nna szitzira 1iell' ernia iug11i11.ale obliqua ester1ta. - Visti gli inconvenienti che possono derivare dai cosi detti punti perduti, adotta per sistema. i punti a cifra 8 o a doppio 8, a so· conda della q11antita di strati : in tal modo si pos· sono togliere i punti senza lascia.re alct1n corpo estraneo nei tesst1ti. Dott. Biancale. U1ia storia nzisteriosa. - Una signorina, morsicata da u11 cane, morl dopo G 1nesi, con sinto111i di rabbi_a : il cane · invece, v ive ancora . Dott. Buglioni. Su,ll' azio1ie e111ostatica df I la .tJela · ti1ta (contrib11to clinico). - Convinto che nella ge· latina possediamo un st1ssidio terapeutico impor. tantissimo nella cura di svariate forme emorr;.t· giche, egli la usa (la parecchio tempo : ma in se· guito ai numerosi inconvenienti ·verificatisi anche nello mani cli valorosi medici, e a.I la, pt1bblica· zione di casi di tetano, ha abbandonato la via ipodermica, e ricorre ai clisteri, come ftrrono pro· posti dal prof. RoCUBI, il quale dimostrò c_he la gelatina viene assorbita. dalla mt1cosa d el retto, senza perdere in nulla, del suo poter e emocoagulante e vaso·costrittore. Egli ha t1na ricca, serie di casi, in c11i si è giovato assai dei clisteri di geln · tina e li ria.ss11me brevemente ai colleghi ai q11ali raccomanda questo mezzo terapet1tico così semplice ed efficace. Dott. Ingegni. Presenta un qziadro ciel valore eco no1nico eletta salrite, applicato alla città e.li Frosinone e basato sulla media delle mortalità di 30 anni . Dott. Chiocca. Presenta ltn individt10, il quale alc11n i anni fa riportò fe rita della car otide esterua sinistra : il caso è importante per l'emostasi spon· tanea, e per la. g11arigione anche spontauoa di 1111 aneurisma che segtù alla ferita. Dott. Nanni.

caso di topoa111uesia i11 segziito a paclti11zeni1i.qite cerebrale e1norra,r;ica. - Ha in cura un individuo affetto da pàchimeningite, di cui fa la storia, dalla quale ris11lta questo fatto imporU1t

(21} n


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l A.NNo .IX,

IL POLICLINICO

tante, che cioè il malato dopo svegliato da uno stato comatoso che durò parecchio tempo, perdette istantaneamente la memoria dei luoghi. Attualmente egli presenta solo questo disturbo. L'O. dice che seguirà il caso, e che l'autopsia ser,rirà a portare un contributo interessantissimo allo st11dio dol centro della memoria dei luoghi. Dot~.

Sensi. Fa la r elazione sulla ;;tagio1te bal-

1ieare del 1902 allo stab;ti1iiento F ere1itino.

Dott. G.

B. BU GLIONI.

OSSERVAZIONI CLINICHE Contributo alla cu1·a del carbonchio colle iniezioni endovenose di sublin1ato coi·•

rOSI"VO

per il dott.

TOMì\fAS O ISIDORI.

FASO.

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rovente o col nitrato d'argento fuso, al quale si attribuiscono benefici effetti antisettici anche a distanza (ANGELINI). L' Annuoor, e con lt1i i chirurgi di Beauce, dove l'affezione è molto frequente, seguendo le antiche orme del MARATI, dopo sbrigliata la pustola la ricoprono con polve1·e di sublimato corrosivo: a detta dell'autore con questa moclifica nel trattamento, la pustola maligna è un morbo certamente guaribile. La cura chirurgica però da sola, senza tener conto dei gravi danni recati alla cosmesi, è spesso insufficiente specie quando l'estensione dei tesst1ti malati è considerevole, l'infezione abbastanza progredita, le ghiandole prossime già ingorgate e lo stato generale molto comp1""omesso. 2. Ini~zioni sottocutanee di acido fenico. Furono int1""odotte nella pratica fin dal 1876 dal p1·of. MAFFUOOI, il quale iniziò questo metodo in Oalitri su~ patria quando faceva i primi passi nell' esercizio professionale. Questo metodo vanta la gloria di continuati successi, e quando non si aveva idea del siero specifico, l'acido fenico costitt1iva pei medici pratici il migliore dei sieri per ch è di facile acquisto e di incontrastata efficacia. Ascende infatti a centinaia il numero dei guariti dalla grave infezione per mezzo di queste iniezioni. Il· fenolo si usa a ' raria concentra2'ione, da. t1na sgluzione al 2 °/0 si va fino a iniettarlo allo stato puro. P erò, come ben osserva il dott. CIPRIANI, questo m etodo non corrisponde all'ideale della terapia: primo inconveniente è quello del grande numero delle iniezioni (da 25 a 60 n ella stessa giornata), sia perchè non tutti i malati si prestano alle numerose puntm·e, sia perchè non è agevole, specie in campagna, sorvegliare con molte visite il malato pe1"" sorprendere eventuali fenomeni tossici. Aggiungi che per la vasta escara· che queste iniezioni inducono si hanno deformità assolutamente incompatibili con l'estetica e con le speciali funzioni dei singoli organi.

La casistica di pustole maligne curate colle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo conta già parecchie pubblicazioni; p er·ciò questa mia nota non ha sapore di novità. Senon· chè io mi sono discostato alquanto dal m etodo fin qui seguìto dagli autori di cui ho potuto prender cognizione nella letteratl1ra; e cioè mentre costoro hanno fatto costantemente prececle1·e nume1·ose iniezioni ipode1·micl1e di fenolo alle endovenose di sublimato, io cli proposito ho voluto usa1""e il solfi salA mer curiale a fine di vagliarne in modo assoluto il valore t erapeutico. Non mi risulta che altri abbia seguìto questo metodo : credo pertanto ~he così operando, l'iniezione di sublimato assuma tale carattere probativo da J'it1scire quasi una iniezione specifica. Rendo quindi tli pt1bblica ra.g ione un grave caso cli carbonchio felicemente curato applicando il me· todo Baccelli, non solo p e1· dimostrare la st1perio1""ità del biclo1·uro di m er cui-·io per inie· zione endovenosa Sl1gli altri rimedi, alla nost1·a portata, fino1·a usati nella cura del carbonchio ma pe1· volgarizzare il metodo fra i colleghi' di condotta e per togliere ogni dubbio a qualche riottoso medico di campagna sulla sem· 3. Si piiò 1;r,sa1·e similme1ite il chinosol ali'1 plicità di tecnica di queste iniezioni di effi· cacia provata. per cento. Non starò qui a fare una lunga disamina 4. Cura col siero Scla{)O. - La terapia modei vari mezzi escogitati per la cura della derna delle infezioni si p1·opone di trovare pt1stola maligna: li accennerò appena. sostanze che uccidano i parassiti o neutraliz-. 1. Cu1·a cJiirnrgica. - È la più antica, la zino i loro prodotti tossici: a questo obietto ctu·a classica : si propone la distruzione del risponde il siero del prof. Sciavo, scoperto focolaio infettivo mediante lo sbrigliamento fin dal 1895, il quale costituisce la cura spe(lella pustola e la st1a ca11sticazione col fe1·1·0 cifica del carbonchio. ~

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SEZIONE PRATIOA

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L'azione del siero è tanto più efficace e l'argomento ripo1·to più sotto le fonti alle ql1ali rapida se s'inietta nelle v~ne: fin dalle prime si può bene attingere. iniezioni si abbassa costantemente la tempe· 8to1·i'a cli1iica. - G ..... P ..... di anni 34 calratura, cadono gradatamente tutti i sintomi, zolaio è individuo di costituzione scheletrica scompaiono i bacilli circolanti n el sangue, regolare; ha pannicolo adiposo e masse muscolari poco sviluppati, colorito della pelle climinuisce l'edema. pallido, voce rauca per laringite cronica. Non La dose di siero da iniettarsi è subordinata ha sofferto malattie degne di nota, ma lascia alla gravità dell'infezione: si può cominciare osservare quell'abito linfatico p er il quale l' orcon una iniezione di 10-30 eme. nel quadrante ganismo sembra essere predisposto alle infeinferiore dell'addome, ripetendo le iniezioni zioni. Ha tre figli in disc1·eta salute, un qt1arto nei giorni seguenti secondo il bisogno; in un gli morì di tubercolosi polmona1·e. Vuol essere curato per un'affezione a carico della i·egione caso d~l dott. CosTA . la close fu appena di laterale destra del collo : racconta che circa 60 eme. Nessun alt1'0 sussidio terapeutico lo· quatt1·0 giorni addietro avvertì in eletta recale o gen~rale eguaglia questo metodo di . gione un foruncolo di piccole dimensioni che cu1·a poichè oltre a risparmiare atti operativi si andò via ' ria ingrossando e rammollendo ; contemporaneamente ebbe brividi di freddo e che talora lasciano impronte indelebili e ci· febbre alta. Ignaro della gravità del suo male catrici deformi dà, secondo afferma il dottor trascorse qualche giorno in un supino stato ABBA in base a una statistica di 300 osserva- ' di acquiescenza, decidendosi a chiama1·e il ·medico quando l'enfiagione avendo guadagnato zioni, il 100 per cento di guarigioni. il collo minacciava d'invadere il petto mentre 0 5. Iniezioni endooe1zose di sublimato all't / 0 • la febbre si manteneva altissima. Così io vedo - Gumo BACCELLI fu il primo che aprì la il malato la sera del 17 marzo 1903. via endovenosa ai rimedi e1·oici. Che questo Esame obbiettivo. - In corrispondenza del metodo risponda pienamente alle esigenze 3° medio del muscolo sternocleidomastoideo di della p1·atica è ovvio il dimostrarlo: anzitutto è destra si osserva una caratteristica ulcera ombelicata a fon do necrotico della grossezza di sempre sotto mano. Il che importa, tanto più una moneta da due centesimi non pe1.. fettache spesso noi non siamo chiamati a prestare i mente rotonda ; tale t1lcera è attorniata da una socco1..si dell'arte alle prime avvisaglie del corona d.i vescicole dalle quali sgo1·ga un morbo, ma quando la sintomatologia si è fatt a liqt1ido citrino spo1·co. I tessuti all'into1"no sono fortemente edematosi; l'edema ha invaso da imponente e minacciosa. In questi frangenti, ambo i lati la faccia fino alle regioni temporali, pochi centigrammi di deutocloruro di mercu- sono ingorgate tutte le g landole salivari e i rio, pe1· esprimermi colle parole del CoRSERI, gangli linfatici prossimiori : infine la regione sciolti in altrettanti grammi di una soluzione superiore del petto è anch'essa sede di edema fisiologica di cloruro di sodio, il tutto portato flogistico. Invitato a parlare, l'infermo pronL1ncia le all'ebullizione, off1'ono un portentoso rin1edio. parole con una certa difficoltà, la deglutizione La tecnica è nota e facile. gli è difficile, la respirazione non si effettua Il numero delle iniezioni è subordinato alla con piena libertà : cefalea persistente, a volte malignità dell'affezione ; il più delle volte una conati di vomito. La temperatura ascellare è 38° 9, P . 98. La cliagnosi di pustola maligna sola iniezione basta a mitigare i sintomi e a è ovvia. debellare il male; occorrendo si ripete I'opeStante l'ora tarda mi limito a far applicare • razione. I vantaggi di questo m etodo sono impacchi caldo-umidi di sublimato al 3 °/00 • meravigliosi, basta leggere i casi pubblicati Al mattino seguente le condizioni dell'infermo sono aggravatB : notte insonne, deliri, smanie. per convincersene: non dico poi come se ne brividi di freddo ; l'edema avanza ineso1·abilsia entusiasti qt1ando si abbia avuto l'oppor- mente, la faccia dell'infermo è mostruosà,, la respirazione semp1'e più difficile, v'ha. minaccia tunità di sperimentarlo. Sorvolo sulla cura colle iniezioni di nit1,ato di edema della glottide: T 39. 6, P. 11.J., R. 36. Giudico il caso gravissimo e disperando di d'argento, di itrolo, di actolo-;-di tossine estratte poter avere in tempo il sie1·0 ScLAvo, mi dalle carni in putrefazione o dalle culture dei appiglio, come zilti11za 1·atio, alla decisione di proteus, sulle iodo-iodurate alla DAv AINE e su praticare una iniezione di Hg 012 : intanto quelle di 0ÉZARD, di DuVERNEUIL e di RICHET : incido profondamente a croce l'ulcera e con un grosso ferro da calza al rosso caustico e nomino appena i metodi di NISSEN, di VI- anche più profondamente e tutto all'into1·no SALLI, LEcouRT, MouL.~, BoucnuT e DESPR.E z. distruggo la corona di pustole. Che io non Per comodo di chi volesse approfondirsi nel- sperassi gran cosa da questo trattamento al


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IL POLICLINICO

fuoco è fuori dubbio perchè l'infezione gene· i·ale poco può risenth·e di un trattamento locale a un tale stato di progressione ; ma nella pra· tica di condotta g uai a non fare così ; se il malato muore siamo sempre noi che lo abbiamo ucciso trascurando di t1·atta1·lo alla S. Lorenzo. I miei colleghi ne sanno ql1alcosa ! Preparo quindi le vene della piega clel gomito come pe1· il salasso e previa accurata disinfezione della parte, d~lla siringa e delle miei mani inietto nella medi~na ctifalica 1 eme. di so· luzione sterilizzata di Hg 011 all'1 °/0 • L'in· fermo non prova che una sensazione di mo· lestia e di into1·pidimento del braccio. Si con· tinuano gl'impacchi caldo-umidi sulla regione della pustola ponendo un bendaggio asettico sul luogo dell'iniezione. 18 marzo sera. T 39°. 8; l'edema non accenna a dimin·uire, i fatti a carico della deglutizione e respirazione sono gli stessi ma nell'assieme le condizioni non si fanno disperate. Eccitanti cardiaci e impacchi. 19 marzo. La scena è completamente cambiata: l'infermo ha passato una discreta notte ed ha avuto abbondante diaforesi, gli edemi accennano a diminuire. Tm. 37° 8 Ts. 38° 2. Impacchi antisettici. 20 marzo. Seguono le condizioni di accen· tuato miglioramento: l'edema si ritira, l'escara accenna a licenziarsi e si vedono al disotto buone granula zioni. T. 37° 7. Trala.scio di trascrivere il diario poichè nulla presenta d'impo1·tante; l'escara si eli· minò in pochi giorni e la cicatrizzazione ft1 pu1·e rapida. 8111 luogo dell'iniezione si ebbe per q11alche gio1·no lieve dolorabilità e leg· • g1ero rossore. A parte che il mio infe1·mo p1·esenta quelle note di miseria fisiologica per le quali si ha spiccata recettività verso le infezioni, può essere che pe1· l'arte sua ili calzolaio abbia dovuto maneggiare delle pelli infette dal ba· cillo carbonchioso e quindi toccandosi il collo o grattando un piccolo fort1ncolo abbia praticato su sè stesso un vero in~esto. Casteln11ovo di Farfa, maggio 1903. ,

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'AN~O

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SOLAvo. Ulteriori osservazio11i szilla sieroterapia del carbo11chio. R. Accad. med. di Torino. Sedutn del 25 febbraio 1898. LOMONACO . .Alc11ne osserva,zio1ti praticlie a proposito

di zi1i casfJ gravissi1110 di pzistola 11ial(qna nell'no1no. Suppi. al Policl., anno VI, n. 21. SOLAVO. Nziove ricerrlie speri111e1t!ali szil potere Cti · rcttivo del siero artticarbonchioso. ttiv. d'igiene e sanità pubblica, ·1901, pag. 212. BADUEL e DADDI. Tre casi di carboncltio 1iell'no11io curati col siero Belavo. Policlinico, 1899, Sez. med., fase. 10°. LAZZARETTI. Ve1ititré casi' rli p1istola 1nctlignct curati col siero Sclavo. Siena, tipografia S . Bernardino, 1902. CoRSERI. Iniezio11,i e1tdove11ose rli snbli1nato corrosivo 1tei casi .r1ravi tli pnstola 11iali!J1ta. Sl1ppl. al Policl., anno V, n. 38. SOLAVO. Nnovi casi di pzistola 11tttlig1ta curati col siero rt11ticarboricltioso. Ri°''· d ' igiene e sanità pubblica., 1899, n. 5.. "' ADDUCO!. Oe1itosessa1ztrt casi di p!1stola nzctligna curati col su.bli11iato in. polt:ere. Sl1ppl. al Policl., anno V, n. 51. }'IELONI. Il siero ct1tticarbo1tcl1ioso Sclavo 11,ella cura della pustola 11ialigna. Gazz. Ospedali, otto· bre 1902, n. 123. . BRANCATO. Przstola 11ialig1ia. Onra, colle incisio11i 1nulti.ple ed applicctziorte di a1itisettici. Suppl. al Policl., anno IV, n. 20. DUMONT. Le iniezion,i . i11travenose dei sali 1nercariali 1ietla s1filide. Presse médicale, n. 67, 1902. ANTONELLI. La cnra e1idove1iosa di snblinlato (11ie·

todo Baccellz) i1z u1i grctve caso di carboncliio. Policl. Sez. prat., anno IX, fase. 7°. FEDERICI. Di nn1ovo sullct czira rlella JJzistola carbo1tchiosa Gazzetta Ospedali, dicembre 1902, n. 144. CIPRIANI. La cura flella pustola 111alig11,a. S11ppl. al Policl., anno V, n. 14. 1l'IAc GowAN. Occidental Medica! Times, agosto 18~2 . STRIZOVÈRE. Rif. med., marzo 1893. IJ1 FILIPPO. U1i con.trib1ito alle iniezion,i di acitlo fe 1tico nella czira rlella pustola 1nalig1J,a. Suppi. al Policl., anno III, n. ±6. Atti del co1n;tato 11tedico di Frosi1to1ie· Velletri. Ad11nanza in Velletri del 31 maggio 1897. CARTA FENU. Sei casi rli carbo1tcltio cnrati co1t le i1tiezio1ii di acirlo fe1iico . Suppl. al Policl., anno,,.. n. 22. · CoRSERI. Sulla c11ra flel carbo1icliio colle inie.iio1ti endvve1iose di s1iblillta!o corrosivo. SuppJ. al Policl., anno V, n. 43. VELLA. Settantaci1iqne casi di pnstola 11taligna trai· tafi col 111etodo del prof. Majfncci. S11ppl. al Po liclinioo, anno III, n. 51.

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IX, F .A.se. 37J

SEZIONE PRATICA

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DIVAGAZIONI STORICHE

progressive sempre dall' a, b, c, ecc., sono arro· vesciate come quelle del testo, e però, pel loro isolamento e per la costant~ ripetizione, subito e Perchè Leonardo da Vinci scriveva da chiunque comprese. << a specchio >>. Pure lo stesso BALI.ET accetta l' opinione di (Dalla Gazzetta 11iedica italia1ia, 1903 ,~1). VoGT ( 1) che la scrittura a specchio sia la norNon vi è alcun dubbio che LEONARDO abbia male della mano sinistra, ed ebbe anche ad osserscritto costantemente a specchio, cioè da destra vare una ragazza, nata mancina, che imparando a a sinistra. Le poche parole in carattere normale scrivere da sola lo fece a specchio ; e solo più che si rinvennero qua e là nei manoscritti, non tardi sotto l'influenza dell'insegnamento prese l'asono sufficienti certo a togliere la qualifica di bitudine di scrivere in calligrafia normale, così abituale per Lui a questo genere di scrittura ; nè colla destra come colla sinistra. può ora più sostenersi, dopo le pubblicazioni di E ne diede la soddisfacentissima spiegazione, questi ultimi tempi, che l'abitudine di scrivere a riportandosi ai due tipi di scrittura, la semitica e rovescio fosse solo conseguenza della emiplegia l'ariana, quella da destra a sinistra, o centripeta, sofferta ad Amboise. Questa interpretazione è sem- l'altra da sinistra a destra, o centrifuga. Prenplicemente puerile, come quella che si diede, che dendo come punto di partenza la direzione della egli così si determinasse a scrivere per non essere scrittura sia colla mano destra, sia con quella compreso ; ad impedire le indiscrezioni dei curiosi sinistra, ariana o semitica, rispetto all' asse del ed a mantenere il segreto delle sue invenzioni e corpo, ciascuna di esse mantiene il proprio caratscoperte e dei suoi studi anatomici. tere centripeto o centrifugo. Se oggi riesce difficile la lettura dei Fogli VinMa vi sono persone che scrivono bene conserciani, perché l'antiquata forma delle lettere, l'in- vando nella nostra scrittura il centrifugismo con chiostro Hbiadito, la carta macchiata, renaerebbero ambe le mani ; e cioè possono serivere bene a difficile la lettura corrente di quella stessa calli- sinistra ; ed altre, che sono la maggioranza, non grafia anche se normale, non così si può credere lo possono fare senza lunga prep-arazione. Ciò è avesse a riuscire certo pei contemporanei suoi; e in dipendenza colla frequenza del mancinismo. Le esperienze di G. ABT (2) sugli adulti e sui del resto basti ossservare che scriveva a rovescio anche le lettere che pur dovevano essere a suo fanciulli, veramente proverebbero ·che non tutti giudizio subito capite da coloro ai quali erano coloro che scrivono a specchio sono mancini. Sopra indirizzate. 80 soggetti, 35 adulti e 45 fanciulli, invitati a Perchè adunque LEONARDO scriveva a specchio ~ scrivere colla mano sinistra, senza averli prima in In questi giorni, che un risveglio di studi 'rin- alcl1n modo iniziati, si ebbero 5 adulti solo che ciani interessa gli storici, gli scienziati, gli artisti scrissero a specchio ed 8 fanciulli. Soltanto 3 fandi tutto il mondo, potrà non ritenersi inutile rias- cit1lli arretrati, che scrivevano abitualmente a specsumere alcuni lavori ultimamente pubblicati che chio, erano mancini. L'ABT adunque porterebbe in campo la propopossono gettare qualche lume alla soluzione definitiva della questione. sizione che chi scrive & specchio non debba essere Già nel 1900 GILBERT BALLET (1) nella Nou- di necessità mancino, · e rigetta però la spiegazione velle Ieonographie de la Salpetrière, criticando del SoLLIER (3) sulla visione delle imagini delle la supposizione che LEONARDO avesse adottata la lettere diritte mentre le si scrivono invertite. Acscrittura a specchio per non farsi facilmente leg- cetta invece quella del MEIGE ( 4), cbe l'educazione gere, e tener cosl segreti i suoi scritti, osserva (1} C. V OGT. L' écriflire co11sidérée azi point rie vne che egli stesso ci darebbe la chiave della spiepliisiologiq1ie. - Rev. scient., n. 52, 1880. gazione, poichè le lettere isolate nelle figure, e (2) G. ABT. 8u,r l'écritnre e1i 11tiroir. - L 'année •

(1) BALLET. Nouvelle Iconographie de la Salpe· trière. - É scritnre e1i 1niroir de Léo1iard de Vi1ici. Parigi, novembre, 1900.

physiologique, Parigi, 1902. (3) SOLLIER. Congrès de neurologie. Paris, 1900. (4). H. MErGE. Congrès des aliénistes et neurologistes. Limoges 1901. {25)

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dell'arto superiore sinistro si faccia i1tconscientemente mentre si perfeziona quella del destro. Osserva però che se la scrittura speculare spontanea non è così frequente a ~sinistra, si è perchè è contrastata dalle imagini visive delle lettere normali, che non si riesce ad inibire di essere rievocate. Se però queste imagini trovano per qualche circostanza favorevole un impedimento alla loro rievocazione, allora la scrittura della mano sinistra si fa naturalmente e con facilità a specchio. E ciò accade in coloro che nel meccanismo delle rappresentazioni sono eminentemente .. . VlSlVl.

Un altro contributo interessantissimo ce lo porge il P1ERAcc1Nc (1) nella Rivista di patologia nervosa e mentate, 2 dicembre 19 O2. Si tratta di una ragazza di anni 12, certa Rovai Nella ; nessuna eredità patologica, mancanza congenita della mano destra (emimelia), intelligente e bene sviluppata nel resto. Presenta scrittura a specchio correttissima, rapidissima. Scrive però anche con calligrafia da sinistra a destra. A 7 anni fu inviata alla scuola. Dovendo per necessità impugnare la penna colla sinistra cominciò a disegnare le aste da destra a sinistra e con inclinazione inversa alla normale, e si rappresentò a rovescio le lettere e le parole. Richiamata, cercò di scrivere da sinistra a destra, ma il movimento le era difficoltato. u Spuntava tutti i pennini n . <l Se oggi scrivo ad u·n'amica, dice, scrivo come le altre, ma per me scrivo all'indietro n. Applicata una penna al moncherino (destro), tentò di scrivere e lo fece bene, lentamente però, da sinistra a destra senza pensare all'altro modo. In questo caso lo sforzo dell'imparare e la meccanica muscolare era stata fatta dalla Nella col sussidio sempre delle imagini arrovesciate. Questione tutt' ora insoltlta è quella se si debba o no ammettere un centro speciale per le imagini e la produzione dei movimenti per la scrittura. Si ammette da taluni il centro corticale motore nell' emisfero sinistro (pei destri) al piede della 2ià circonvoluzione frontale (ExNER). Questa localizzazione autonoma del centro del linguaggio, compreso il grafico, venne accettata da molti autori: BALLET, (1) G.

P1ERACCINI.

La scritt1ira a s1Jeccl1io e il

centr o 1110/orf ,q rnfico a11 to1101110. (26)

. .

LA.NNO IX, FASO. 37J

IL POLIOIAJNIOO

CHARCOT, PITRES, BRISSAUD, TAMBURINI, SEPPILLI, B1ANCHr, ecc. Ricordo il caso di graforrea intercorrente di C. E. MARIANI (Bollettino del Policlinico di Torino, 18 97) in favore dell' esistenza del controverso centro ·grafico. Ma vi sono pure numerosi oppositori: WERNICI{E, DEJERINE, PIERRE MARIE, MINGAZZlNI ed altri . . Non si possiede la prova clinica anatomica assoluta dell' esiste11za del 0entro specializzato pei movimenti della scrittura. Ammesso il centro grafico autonomo per la Nella, sarebbe a destra o a sinistra~ La Nella è mancina~ Vi è ·però l'arto superiore destro più forte, uguali gli inferiori, essa inizia i movimenti sempre coll'arto destro_, scrive per la prima volta con esattezza col moncherino destro e ciò fa dubitare che nella ragazza il mancinismo abbia il corrispondente substrato anatomico. Il P_1ERAcc1N1 i1on crede all'esistenza di questo dÒppio centro grafico necessario alle due scritture, d1 cui l'una (colla destra) fu improvvisa. Egli accetta la teoria wERNICICE-DEJERINE, che nega il centro grafico autonomo. La Nella, secondo il P1ERACCINI, rovesciò mentalmente le imagini diritte degli esemplari della scuola e quando scrive spontaneamente copia queste imagini interiori. Questo implicherebbe la minore o maggiore capacità di ciascuno ad evocare la imagine visiva. In sostegno di ciò lo stesso PIERACCINI cita un altro caso, quello di certo Sestini di 7O anni, mancino, che scriveva però colla destra, e che, invitato, scrisse per la prima volta colla sinistra benissimo a specchio. Era un ragioniere e un visivo. La conclusione sarebbe che per la scrittura a specchio occorre avere dei soggetti eminentemente visivi. Perciò la scrittura a specchio si ha solo in un certo numero di mancini, in quélli cioè che giungono per rappresentazione mentale a rovesciare le imagini delle lettere, e così rovesciate estetior~zzarle colla coordinazione motrice. Da quanto si è esposto mi sembra che si possa così rispondere al quesito che ci siamo posti: LEONARDO ebbe facilitata la scrittura a specchio per queste ragioni, o quasi : 1. Perché era mancino (affermazioni dei sincroni, VASARI, PACIOLLI, SABBA da Castiglione Lomazzo) ; •


ANNO

IX, F ASC. a7]

SEZIONE PRATICA ,

2. Perchè con ogni probabiljtà fu un autodidatta. Mi appoggio in questo all'opinione di un valoroso vinciano, il prof. M. BARATTA. Si trovò cioè nelle stesse condizioni dei casi di BALLET e di ABT; 3. Perchè egli era un visivo; questo nessuno potrà negarlo, poichè se fu grande in tutto, eccelse però nella pittura. Ebbe dunque le tre condizioni, come abbiamo visto da questi rapidi cenni, che si riscontrano nei soggetti che scrivono spontaneamente a specchio. Il perchè poi quel Grande si sia con tanta tenacia tenuto fermo in questa scrittura, che è senza dubbio una stranezza, dobbiamo ricercarlo nella essenza stessa della sua genialità; che se è scaturita dal più grande ed evoluto cervello della Rinascenza, vi impresse però, come in ogni altro genio, anche dei caratteri degenerativi. G. ANTONINI. ~4.ttre

OJJere (1a co1ts1iltarsi.

G . SEAILLES. Léonard de Vinci. - L' artiste et le sauan,t. - Perrin, Paris, 1892. J. P. RICHTER. Tlie titerary Woorlcs of L. d. V. co1n· pited and edited fro1n tlie origi11,at 11ia11,Nscripts by J. P. Ricltter. In two volumes. - London, 1883. Cn. RAVAJSSOU. Les écrits rle L éonard de TTinci. 6 vol. in folio. E. MUNTZ. L éonard cle Vinci. LEONARDO DA VINCI. De l'a1tato1nie. Publiés par Th. SABACHNIKOFF a'rec traduction en langue fran· çaise, transcrits et annotés par G. PilJMATI. Paris, Ha.chette e Rouveyee, 1899. BucHw ALD . SpiegetscJzr1ft bei Hir11lc1~a1t!.·eiten. Berl. klin. W och., n. 1, 1878. MARTIAL D. De l'écritnre en 1niroir; étzide szir l'écri· tzire de la nzain gartclie da1ts ses rapports avec l'aplzasie. - J ourn. d e méd. de Bordeaux, 1881. G. MARINESCO. Étnde srtr l' écr;tzi,re e1i ntiroir. Acad. de méd., 30 ,janvier 1900. 1\iI1LLS. The jot1rnal of n ervous and mental disease, 1894. LocHTE. B eitrag zar K en1ihiiss cles Vorl.:01n11ze1is zi1td der B ede11,tu1tg der 8piegelsclir1ft. - Arch. f. Psy· chiatrie, 1896. Cn. N1COLLE et A . HALLIPÉ. L' écrihire en 11iiroir. - Press~ méd. a ' 1 ril 1895. Recentissi1ne pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. 5 Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla Società Edl· trlce Dante Alighieri - Roma.

1

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Pl\ATICA Pl\OFESSIONALE ,

Il fl.em111one ligneo del collo. Prima si chiamavano queste infiammazioni con la denomina~ione di flemmone cronico. Ma RECLUS nel 1893 le battezzò col nome di flemmone lig neo e questo nome è rimasto. Le cause della malattia non sono bèn note: vec· chiaia, strapazzr, specialmente infezioni di oriO'ine . d a l'ica o dentaria. E:> am1g Talvolta un furuncolo è stato la porta d 'ingresso dei germi infettivi. Questa malattia è ab bastanza rara. KOURJ<)UMDIJA.N, avendo osservato due casi di flemmone ligneo del collo, n el servizio ospitaliero del dottor MARION, studia ora di nt1ovo questa in· fiammazione il cui inizio è, in generale, insidioso. Talvolta però i prodromi non vanno in lungo e l'invasione del male è rapida. Il collo, aumentato di volume, mostra una colo· razione rossa o rosso-vinosa nella parte centrale della tumefazione. Questa è di una durezza di legno che rammenta quella dello scirro a corazza.. Dapprima mobile, il tumore contrae presto delle aderenze con le parti profonde. Più tardi apparisce la fluttuazione, si aprono degli ascessolini e lasciano fluire del pus. La sup· purazione pt1ò durare a lungo, delle vecchie fistole si chiudono e se ne aprono d&lle nuoT"e e le piaghe non guariscono. Con tutto ciò il malato soffre pochissimo, non ha febbre o ne ha pochissima. Ad un certo momento, quando la tt1mefazione ha guadagnato le parti profonde, si mostrano accidenti di compressione verso la trachea, l'esofago, i vasi, i nervi. Donde disfagia, dispnea, modificazioni della voce, congestione della faccia, delirio, cefalalgia, intorpidimento dell'arto corrispondente alla lesione ed anche paralisi di questo arto. La durata della malattia è di parecchi mesi ; la morte può soprag· giungere, ma è possibile la risoluzione del processo, completa. La diagnosi è talvolta difficile . Lo scirro a corazza, che somiglia al flemmone ligneo, se n e di· stingue per il decorso m eno rapido e l'inizio con piccole nodosità, e per lo stato generale, che con uno scirro di tali dimens_ioni sarebbe assai compro· messo. Per differenziare il flemmone ligneo dall'actinomicosi, con la quale si potrebbe anche confondere, basta escludere l'uscita delle granulosità gialliccie caratteristiche di questa affezione. Il linfoadenoma comincia con 1 affezione di u11 ganglio~ poi di un secondo e qt1i11di di t1n terzo : 127t


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IL POLIOLIN100

rarissamente questi gangli si fondono insieme; essi del resto non acquistano mai una simile durezza. Le gomme sifilitiche, tubercolari facilmente si escludono; le adeniti cancerose secondarie, il sar· coma glandulare sono isolati prima di riunirsi e di confondersi in un vaste, induramento. Nella sclerodermia a placche il derma è indurato, ma vi sono disturbi di pigmentazione. La macchia, violacea in pi::incipio, si decolora e la pelle prende un colorito di vecchio avorio. D'altronde la, sclerodermia a placche è una malattia eccezio· i1ale. La cura all'inizio consiste in medicature umide; più tardi, al periodo di suppurazione, si pratiche· ranno parecchie incisioni larghe e profonde col bi· stouri o col termocauterio nei tessuti lardacei; delle controaperture saranno poi necessarie per permet· tere l'applicazione di drenaggi, di irrigazioni antiset· ti che. ' In caso di dispnea per edema della glottide, com· plicazione qualche volta prodottasi, si sarà obbli· gati a ricorrere alla tracheotomia. In un caso nel q-q.ale erasi notata nel pus la presenza del bacillo pseudodifterico, il RECLUS ha ottenuto una guari· gione iniettando 50 eme. di siero Roux. (Jo1ir1tal des praticien.s, 18 aprile 1903).

[.ANNO

IX,

FASO.

37]

osservazioni per dirci che non potrebbe ancora dare una risposta precisa a questa domanda. I soli fatti che egli ha constatato sono che in tutti i suoi malati le urine sono tornate normali nel corso della convalescenza; che nei casi di albuminuria accom· pagnati da cilindruria, questa persiste generalmente 4-8 giorni dopo la scomparsa dell'alb11mina e che finalmente nei casi di cilindruria pura, qubsta è sopraggiunta una volta 4 giorni ed una volta 15 giorni dopo la scomparsa della febbre, nel momento in cui le malate erano già in piena convalescenza. Del resto l' eresipela non è la sola affezione nella quale si può trov~re cilinclruria pura senza albu· minuria. Basta di scorrere la bibliografia ricchissima raccolta dall' A. per ved~re che con la centrifuga· zione la cilindruria sola è stata osservata in un certo numero di casi di iubercolosi pulmonare, di pulmonite, di febbre tifoide, di endocardite, di al· coolismo cronico, di costipazione. Aggiunge il RoMME, al quale si deve la presente recensione del lavoro del PoLLATSCHECK, che in qu~.lche caso seguito da autopsia (tubercolosi) l'esame istologico solo permise di constatare l'esi· st~nza di lesioni renali, di degenerazione ed anche di necrosi dell'epitelio dei canali uriniferi.

Diagnosi precoce degli 01·ecehioni. La cilindl·uria nell'eresipela. Come tutte le malattie ·infettive fe.bbrili l'eresi· pela si ripercuote sul rene e provoca talvolta del· l'albuminuria, sul meccanismo della quale non dob· biamo qui insistere. Questi fatti sono ben noti. Ciò che fo.rse si co· nosce meno è che qt1esta albuminuria decorre sovente a pari con una cilindruria e ehe non meno spesso il rene manifesta il suo stato di sofferenza con una cilindruria pura, cioè non, accompag1tata da albuminuria. Tale è almeno la conclusione che deriva da ·u n lavoro del dott. POLLATSCHE.CK, pubblicato nel Cen,.

h·alblatt f. in1t. Medici1i. Infatti, su 50 casi di eresipela, nei quali egli ha fatto l'esame chimico e microscopico (dopo centri· fugazione) dell'urina, egli ha trovato 10 volte albu· minuria sola, 6 volte a.lbumin1iria accompagnata da cilindruria e finalmente 3 volte cilindruria sùla, cioè non accompagnata da albuminuria. La cilindruria, con o senza albuminu1'ia, è dun· que così frequente n ell'eresipela quanto !'albumi· nuria. Donde la prima conclusione, che, se si vuole esattamente rendersi conto dello stato del rene, bisogna completare la ricerca dell'albumina con l'esame microscopico dell'urina. Ora, quale è il valore di questa cilindruria dal punto di vista della prognosi immediata dell'ere· sipela come pure della ulteriore sorte del rene'? Il PoLLATSCHECK invoca il piccolo numero delle sue

_(28)

MnbCUl\iIP segnala, come segno diagnostico precoce degli orecchioni un dolore preauricolare che si pro· duce quando una sostanza sapida è posta in contatto della mucosa linguale. Si può adoperare l'acido acetico diluito o l'aceto e bisogna i·accomandare al soggetto di fare un movimento di deglutizione perchè è in questo momento che il reflesso secretorio doloroso per lo più si produce. (Mécl. nioderne}.

Mo1·te del feto consecutiva ad iniezione di siero antidifterico nella 1nadre. Nel Medical .Record del 4 aprile corrente anno, il dottor E. R. HouGHToN, riferisce un caso interessante che solleva tln problema finora indiscusso: l'influenza sul feto delle iniezioni di siero antidifterico nella madre. ·Il soggetto di questa osserva!l.lione è una secondipara arrivata. all'ottavo mese della sua gravidanza. A questo momento tutto è nor· male: i battiti del cuore fetale sono buoni. Poco dopo la donna va a trovare un' amica affetta da difterite ed il medico che là si trovava insiste per farle un'iniezione di siero antidifterico. Subito dopo l'iniezione la donna ebbe uno svenimento, ma si riebbe e tornò a casa. Ma essa aveva notato che i moti del feto avevano cessato e l' A., chiamato subito, constatò l'assenza dei rumori del cuore. Due settimane dopo la donna partoriva un feto morto.


[ A~NO

IX, F ASC. 37)

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SEZIONE PRATICA

Nulla e1·a avvenuto oltre all'iniezione di siero, che potesse spiegare la morte, in donna sana, che aveva avuto altri figli sani ed a termine e nessun tra11ma. E l'.A.. crede che l'iniezione di siero abbia potuto determinare un'emorragia retro-placentare, donde la morte del feto nell'utHro.

APPUN!J.'ll DI 1l'lBI\APIA Azione del bismuto. A.lcuni credono che il bismuto nella cura dell'ul· cera gastrica abbia 11n'azione protettrice meccanica, mentre altri assegnano al farmaco un'azione spe· cifica. G. Fuo11s nella Dentscfte 1tied. Wochensclir1ft del 2 aprilo c. a., ha studiato la questione ed ha tro· vato nei st1oi esperimenti in vitro che le miscele di bismutosio in acqua distillata, quando sono esposte alla luce, cambiano di colore e di'\rentano prima • • gr1g1e e poi• nere. Questa riduzione, trova l' .A.., ha luogo nello sto· maco del cane, e dopo un acct1rato controllo delle s11e ricerche, l' A. stesso conclude: 1° che il carbonato di calcio, la magnesia usta e simili sostanze chimiche non possono essere sostitt1ite dal bismuto nella cura dell'ulcera gastrica; 2° che la secrezione di muco dopo l'introduzione di sottonitrato di bismuto non è dovuta ad azione meccanica dei cristalli, ma ad azione veramente specifica dei sali di bisml1to; 3° cho l'azione Cl1rativa dipende dalla rid11zione (lel sale di bismuto e l'ossidulo ridotto penetra n ei tossl1ti di gran11lazione proteggenc.loli; ! 0 che il bismutosio pare il più efficace pre· pn.rato di l)ismuto per la sua facile riducibilità.

I11compatibilità medicamentose. La cocaina, come alcaloide, partecipa alle varie incompatibilità delle sostanze di. questo gruppo. Con l'acido picrico, col ta1ini1io e co1t gli astrin.ge1iti in genere, col borato e col fosfato di soda produce un precipitato insolubile. Il carbone vegetale assorbe l'alcaloide. Si decompone col p ernta1tga1iato di po:assa, che agisce come ossidante e precipita il 1iitrato d'~·r­ gento sotto forma di cloruro di argento. Un'altra incompatibilità meno nota è quella del JJrecipitato bia1ico. Mescolando queste due sostanze in presenza di acqua si ha un miscuglio nero, che rivela la libe· razione di mercurio metallico. Anche il calo11iela1io è ridotto, in presenza di acqua, dalla cocaina. Sicchè nel fare pomate con queste due sostan~e e con la cocaina bisogna evi tare di aggiungere acqua.

Ma al contatto dell'umidità e della luce tali po1nate fatte senza. aggit1ngere acqua anneriscono poi lo stesso. Anche il ]Jrotargolo è incompatibile con la cocaina che viene precipitata. P er impedir e la precipitazione bisogna aggiungere dell'acqua boricata. I collirii a base di protargolo e cocaina debbono perciò essere preparati con questa forntula: Protargolo. . . . . . . centgm. 20 Cloridrato di cocaina . . . . » 5 • • Acqua boricata 1. 5 °/0 • gm. 5 Sciogliere separatamente i dl1e prodotti e quindi mescolare. (Arch . /Jén,. de médeci1ie, giugno 1903).

Un buon mezzo per adope1·are l'acido salicilico senza inconvenienti. Il dott. W. L. JOHNSON riferisce molti casi ne quali l'aspirina, un derivato acetilico dell'acido salicilico è stata adoperata con eccellenti risultati. Gravi cefalee sono state debellate al pari dei dolori non meno gravi del reumé:lttismo, della dis· menorrea, dell'influenza, ecc. I maggiori vantaggi di questo farmaco sono che esso non irrita lo stomaco • come fanno i salicilati e solo raramente dà origine al tinnito delle orecchie o ad altri effetti collaterali delle altre medi. cine consimili. (Me(lical R ecord).

Somn1inistrazione dell' e dell'

«

«

hydrastis

»

hama1nelis ».

L' ltydrastis ca1tade1tsis e l' Jia11ia1nelis virg1111ca sono due potenti vaso-costrittori. L'associazione di estratto fluido di ligdrastis e di lta1ria1nelis dà luogo ad un precipitato. Si fa sparire questo precipitato aggiungendo qualche goccia di HCl. Pr. Estratto fl11ido di ltydrastis can,adensis . gm. 10 Id. di ltrt11ia11zelis virgi1iicct . » 10 -Acido clori(lrico puro . . . . . . . gocce V Dose : da 5 a 20 gocce al giorno in tm po' di acqua zuccherata.

CENNI BIBLIOGRAFICI PATEL·LA prof. VINCENZO. Sulla morfologia degli essudati • Citodiagnosi (WroAL e RAVAl TT). Siena, 1903. La citodiagnosi è uno dei mezzi che la chimica moderna ha messo a disposizione d ella clinica ; come elemento diagnostico ha un v alore ancora discutibile. Tale è app11nto la questione che affronta il prof. PATELLA. Questi si presenta vari e

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IL POLIOLINIOO

numerosi qu.esiti e tutti risolve con una ricchis· sima copia di casi clinici. Enumerare tali ql1esiti è dare un'idea dell'importa.nza del lavoro compiuto clall'illustre clinico di Si~na. I. I cosidetti linfociti degli essudati sierosi della pletu~a, battezzati come linfociti del sangue da WIDAL, sono veramente tali o non derivano invece da speciali metamorfosi delle cellule epiteliali della pleura., cadt1te nell'essudato"? . II. Gli elementi che negli essudati delle sierose offrono parvenze di leltcociti grandi, mononucleati, hanno ltna derivazione dalle cellule epiteliali di tali sierose'? III. Quale rappresentanza può avere la pseudolin· focitogenesi (considerata nel concetto di EHRLICH) nella comparsa di linfociti (falsi, pse11dolinfociti, secondo le vedute ùell'autore), negli essudati sierosi e negli stessi transudati '? Quale è la durata della permanenza, in tali essudati, dei leucociti po· limorfi neutrofili, quale la loro sorte? A mezzo di quale processo scompariscono negli essudati'? IV. Il fagotelismo negli essudati sierosi rappresenta un fatto frequent~. È esso di natura vera· mente attiva'? Da qt1esti che ho esposti e da ben altri 12 il lettore può farsi lm'idea clegli argomenti trattati dal prof. PATELLA. a. P· J AVAL E . Enti·e aveugles: Conseils à l'usage des personnes q11i viennent de pe1·d1·e la vue. Masson et Cie, éditeurs. Paris, 1903. Il libriccino del dottor J aval è il vademecum indispensabile delle persone che perdono la vista, poich è è il risultato della dolorosa esperienza dell'A., rimasto anch'egli cieco. ~o stile è chiaro e senza pretese, e. prese11ta un interesse pratico per i fisio· logi e gli psicologi, specie per l e notizie sul sesto senso, nel m entre che è d't1na incontestabile utilità pratica.

Annuario Sanitario ·italiano.

-

Milano, 1903,

anno III. L 'Annuario Sanitario, oltre l'elenco generale dei sanitari, contiene i dati riguardanti i giornali di me· dicina, gli ospedali, le case di salute, le fonti mi· nerali, gli stabilimenti di cura, ecc. Inoltre essendo l'Annuario diffuso in tutti i prin· cipali alberghi, stabilimenti di bagni, ambulanze, ecc., può tornare utile ai signori specialisti avere nel volu1ne indicata la loro specialità, l'ora delle v isite ed infine le lingue estere che parlano. Tale facili· tazione vi ene accordata senza alcuna spesa ai si· gnori medici cl1e prenotano l'Annt1ario (lire 5) prima d ella pubblicazione. Tale pagamento sarà fatto al ricevimento d el volume a pubblicazione avvenuta. Agli abbonati del Policlinico che volessero avere copia dell'edizione 1903, testè uscita, verrà spedita franca di porto a prezzo ridotto inviando cartolina· vaglia di sole L. 3 ali'Amministrazione dell'An· nuario (i\·Iilano via Ges11, 23).

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n~

LA.NNo IX, F Aso. 37]

Pubblicazioni uervenute al

<<

Policlinico

>>.

PASQUINI dott. P. e GIORGJ dott. M. La campagna antimalarica del 1902 nella maremma Grossetana. - Roma, estratto dagli Atti della Società per gli studi della malaria, 1903. SALA dott. G e Rossr dott. D. A proposito di alcune pretese proprietà tossiche e terapeutiche del siero di sangue degli epilettici. - Milano, estratto dalla Gazzetta medica lombarda, 1903. ALESSI dott. U. Resistenza elettrica e contra· zione muscolare avanti e dopo l'accesso epilettico. - N ocera Inferiore, estratto dall'Archivio di psi· chi a tria., ecc. « Il Manicomio », 1903. MAGGIORA dott.. R . .Alcune osservazioni sul san· gue e sul midollo osseo nell'a,rvelenamento cronico sperimentale per sublimato corrosivo. - Estratto d~l VI Bollettino della Società medico-chirurgica di Modena, 1902·903. SAITTA dott. S. 1° Sul dolore celiaco. 2° Rino· laringi te acuta da larve da mosca. · - Palermo, estratto dagli Atti del I Gongresso medico siciliano,

1903. ·À.LESSI dott. U. Contributo alla cura dell'epilessia. - Napoli, estratto dalla Riforma medica, 1903. REBUSTELLO dott. G. Un caso d'anomalia di for· mazione e posizione del testicolo. - Ferrara, 1903. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

(2619) Sig. dott. C. C. da G. - Non appena la nuova legge andrà in vigore, Ella faccia istanza al prefetto perchè, in vista del servizio già fatto, provveda, udito il Consiglio provinciale sanita1·io, alla di Lei nomina definitiva nella carica di uffi· ciale sanitario. Ella non acqt1isterà la stabilità nel 1905, ma, subito dopo l'entrata in vigore della legge, perchè si troverà di aver in quell'epoca fatti oltre tre anni di servizio nello stesso Comune. (2621) Sig. dott. V. B. da V. - Effettivamente quando il medico è costretto ad allontanarsi dal Comune per gra,re infermità, è equo che il primo mese sia imputato nel permesso consentito dal capitolato, giacchè questo nulla dispone in caso di malattia. Non è poi esatto che il Comune debba a sue spese supplire il segretario od il maestro am· malato, giacchè d'ordinario non si fa luogo, in simili casi, a supplenza di sorta. Nulla però si op· pone a che il supplente adisca l'autorità giudi· • • z1ar1a. (2622) ·S ig. dott. S. O. da Basion. - Crediamo anche noi conveniente che nella denunzia dei casi di vaiuolo Ri indichi se l'infermo fu, e con quale esito, vaccinato. Queste notizie possono servir di norma per l'ufficiale sanitario ed occorrono ne· cessariamente per I~ redazione delle relative statistiche. Doctor JuSTITJA.


LANNO IX, F AS(}. 37]

NOTIZIE DIVERSE ROl\IA. - Nei passati giorni S. E. il p1·esidente del Consiglio dei ministri ed il ministro degli esteri ricevettero una Commi3sione del Consiglio federale degli Ordini medici, composta del prof. G. Mazzoni, dei dottori Ascarelli, Ballerini e Garofalo, che pre· sentarono alle LL. EE. un voto dei medici italiani dell'Argentina. perchè l'Italia aderisca alla conven· zione di Montevideo per la rivalida dei t.itoli accademici. Dimostrando il loro interessamento per la qui· stione, le LL. EE. non nascosero le difficoltà che si dovranno incontrare per la reciprocità del trat· tamento, ma promisero di studiarla colla migliore buona volontà. All'on. presidente del Consiglio, quale ministro 1 dell'interno, fu pure rimessa copia del memoriale diretto dalla Presidenza della Federazione ai se· natori intorno a lle modificazioni che si spera ven· gano apportate alla legge sanitaria. - N ella sua ultima seduta il Senato del Regno ha. rimandato ci novembre la discussione del pro· ~etto di legge sulla assistenza sanitaria. Ci consta che a tale rinvio non è stata estranea la Presi· denza della ] 1 ederazione degli Ordini medici italiani, la qt1ale interes:Sò al riguardo molti dei sena.tori residenti in Roma. Siamo liet.i ùi tale deliberazione la q·u ale lascia sperare che, da una severa e non affrettata di· scussione fatta all'ultima ora, esca una; legge q11ale è da tutto il ceto medico, e specialmente dai me· dici condotti, desiderata.

1183

SEZIONE PR.A.TIOA

1

- - Dal Bollettino dell'z,,jficio co1nzinale d' igien,e togliamo le seguenti notizie sul se1·vizio sanitario in Rotna nel 1902. Gli infermi c1rrati gratuitamente a domicilio fu. rono 26,43! in città, 253 nel suburbio e 13,494 n el· l'Agro romano. Servizi d'urgenza in città 4180, mal~ti uomini entrati nogli ospedali 23,396, usciti 21,353; donne entrate 12,552, uscite 11,104. Le malattie più diffuse in città furono: malattie dell'apparato digerente 7872, esterne e traumatiche 2284, cachessie, idroemie 1957, dell'apparato re· spiratorio ac11te 5876, esantemi acuti 1392, degli organi della locomozione 1419, dell'apparato ge· nito-urinario 1296. Nel suburbio e nell'Agro romano furono pii1 dif· fuse le seguenti malattie: febbri intermittenti e malariche 4.343, malattie dell' apparato digerente 2853, malattie esterne e traumatiche 1585, ma· lattie dell'apparato respiratorio 886, influenza 388. Vi è stata una diminuzione nei casi di febbre, 6821 nel 1901 e ±343 nel 1902; è pure notevole il fatto che in città non sono stati curati dai medici municipali che 482 casi di febbri malariche. I casi di morte n.el 1902 furono 9744, dei quali 2744: per ma.lattie dell'apparato respiratorio, 1±93 per malattie del sistema nervoso, 1479 per malattie dell'apparato digerente, 583 per malattie infettive e contagiose, 545 per malattie costituzionali, 1083 per malattie dell'apparato circolatorio, 406 per ma· lattie dell'apparato uro-poietico, 310 per malattie [etali e vizi congeniti, 137 per malattie dell'appa· rato locomotore, 131 per malattie dell'apparato ses· suale; seguono altre cause di morte secondarie che non superano il numero di 100. Il morbillo ha dato 3141 casi e 389 morti; la ebbre tifoide 869 casi e 147 morti; la tubercolosi .

1392 casi e 8±3 morti. F11rono ammesse 333 per· sone alla cura antirabbica; furono fatte 8008 vacci11azioni e 21, 756 rivaccinazioni. ROMA. - Il Consiglio di Stato, nejla imminente sua adunanza generale, prenderà in esame il rego· lamento sulla prevenzione della pellagra e quello per l'assistenza veterinaria. - Il Consiglio sanitario provinciale ha respinto la deliberazione del Consiglio comunale di Roma, con la quale si prorogav~ di ci1tque an1ii l'applica· zione del regolamento d'igiene relativo ai fabbri· cati. ... - Con ordinanza di sanità marittima del 6 luglio, le provenienze da B eyruth (Siria) furono assogget· tate alle prescrizioni dell'ordinanza del 1902 contro la peste bubbonica.

Nomine, promozioni, onori1loenze. Il dott. cav. Egidio Pesadori, maggiore medico all'Ospedale militare di Brescia, fu trasferito alla infermeria presidiaria di Bergamo. Per lunghi e buoni servizi, il dott. cav. Giuseppe Alvaro, colonnello medico e dll·ettore della sanità nel XII corpo d'armata, fu nominato commenda· tore nell'Ordine della Corona d'Italia, in cui fu nominato ufficiale , in considerazione di speciali benemerenze, il dott. cav. Giovanni Favre, colonnello medico dell'ispettorato di san~tà militare. Il dott. Giovanni Memmo, tenente medico nel· l'Ospedale di Roma, ed il dott. Ferdinando !'Iartoglio, tenente medico nel 63° reggimento fanteria, vennero collocati a disposizione del l\Iinistero degli affari esteri. Il dott. cav. Giuseppe Mendini, capitano medico nell'Ospedale militare di Bologna, fu collocato in aspettativa in seguito a sua domanda. Il dott. Glauco Casagrandi, tenente medico in aspettativa, fu richiamato in servizio e destinato all'Ospedale militare di Catanzaro. Il dott. Rodolfo Bernucci, tenente medico nel R. corpo delle truppe coloniali, fu trasferito al 6° alpini. Con RR. decreti del 4 giugno, 1~6 sottotenenti medici n1rono promossi a tenenti medici.

* *imbarcarsi, *

Furono destinati ad in servizio di • • em1graz1one : A Napoli, sul piroscafo 1Yapolitan. Prince, il dottore Francesco Savorani, medico di 1a classe ; sul piroscafo Calabria, il dot.t. AI?erto 0-r~ndinetti, medico di 2a classe; sul piroscafo Gall1a, il dottore Silvio Donadoni, medico di 2a classe. A Genova, st1l pirosca.fo Va1icortver, il dott Er· nesto Madia, medico di 1 a classe; sul piroscafo Holienzollern, il dott. Vittorio .. Valle 7 medico di 2a classe; sul piroscafo Liguria, il dott. L1;1igi ~apa, medico di 1a classe; sul piroscafo Anto1i11ia, il dot· tore Erasmo Ehrenfreund, medico di 1 a. classe; sul piroscafo Oittà di Milano, il dott. Giuseppe Ga· gliani, medico di 1 a classe.

Conoor•l e oondotte. ROMA. - Dal Ministero dell'Interno è stato aperto un concorso, per esame e per titoli, a dieci posti di medico di porto di 3a classe, con l'ann110 stipendio di lire 2500.


1184:

IL POLICLINIOO

[.ANNO

IX,

FASO.

37]

I

Il termine utile per la presentazione delle do· mande di ammissione al con,corso -scadrà col 30 settembre 1903. .I_to:r.1A (Pio Istituto cli 8. Spi1:.ito ecl ospedali rizi1titì ). - Concorso per la elezione di ventiquattro as· sistenti medico-chirurghi da chiamarsi secondo il bisogno. Coloro. che vorranno prendervi parte sono invi· tati. ad esibire nella Segretoria genera.le degli ospe· dal1, posta nel palazzo di S. Spirito, p. p., fino alle ?re 12 del giorno di sabato 25 luglio 1903, la propria istanza in carta da cent. 60 con l'indicazione d el domicilio e con i r equisiti necessari. La durata dell'officio sarà di due anni, anche a titolo di soprannumerario, dei qua.li t1no dovrà es· sere fatto iI1 m edicina, l'altro in chirl1rgia. PERETO (Aquila). - A tutto il 20 luglio è aperto il concorso alla condotta medico·chirurgica delle frazioni Rocca di Botte e Oricola, con l'annuo sti· pAndio di L. 3300, con obbligo del cavallo e della tenuta degli armadi farmaceutici. _ P AVIA (Ospedale S. Matteo). - Concorso per titoli al posto di chirurgo primario. Stipendio L. 1800. Scadenza 20 luglio. - Nus (Tori11,o). - Medico, ufficiale sanitario· del Consorzio N us-Fenis-St. Marcel, L. 1050. Preferiscesi chi conosca la lingua francese ed il dialetto del paese. Scade 16 luglio. NURAMINIS (Cagliari). Medico-chirurgo, t1fficiale sanitario, L. 3000 nette. Scade 31 luglio. BAGNO DI ROIVIAGNA, r esidente in SAN PIERO I N BAGNO (Firenz.e). - Medico·chir-r1rgo, L. 3200., obbl. cavallo. Scade 20 luglio. _ · COMO (Ospedale di San,t' Anita). - Concorso per esa:i:ne e per titoli al posto di medico-chir11rgo aiu· tante, L. 1000. Scade 15 luglio. VARENNA (Como). -- Medico·condotto. L. 2167. ·5s oltre L . 2666 pel servizio di ufficiale sanitario. Tutà massima anni 50. Asstlnzione 15 agosto. Occorre lodevole servizio prestato peT almeno 5 anni. Scade 22 luglio. MòNTÙ BECCARIA (Pavia). - Condotta medicochirurgica. L. 3000 nette. Età massima anni 40. Occorrono certificat~ comprovanti servizio continuo pratico in ospedali o condotta per tre anni almeno dopo la la urea. Scade 23 lt1glio.

Indice alfabetico analitico del nresente numero. Accademia medico-chirurgica di Ferrara . . Pag. Acido glicuronico negli animali (Sul modo di comportarsi di alcuni glucosidi e della formazione dei composti coniugati di). Falck • . . . • . . • • . . . • . » Acido salicilico (Un buon n1ezzo per adoperare· l' - - senza inconvenienti). - Johnson » Adiposi da albumina. - Kauffmann e Mohr >> Affezioni urinarie (Diagnosi cistoscopica delle). - Halbam ·. . . . . . . . • . . » Anoftaln10 congenito bilaterale. - Gatti. • » Antimalarico. - Turri . . . . • . . . » Assistenza sanitaria nei comuni(Modificazioni da proporsi al Senato a proposito del disegno di legge sull '). - · Angelini . . . . » Associ ~ zione sanitaria dei circondari di Frosinone, Velletri e comuni limitrofi . . »

......

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Bismuto (Azione del). - Fuchs . . . . Pag. Carboncl1io (Contributo alla cura del - colle iniezioni dì sublimato corrosivo). - Isidori » Carotide . esterna sinistra (Ferita della). Chiocca . . • . . . • . . . . . » Cenni bibliografici . . • • . • . . . >) Cilindruria nell'eresipela (La). - Pollatscheck >> Cistiti (Batteriologia delle). - Hartn1ann e Roger. . . . . . . . . . . . . » Claudicazione inter1nittente n1eralgica. Contribuzi one clinica allo studio del morbo di Bernardt-Roth . . . . . . • . • . » Colpo-perineo-rafie ed isterect0mia in un sol )) pezzo. - Casati . . • . . . . Concorsi e condotte . . . . . . • • . » Ernie (Sull'etiologia delle - . Comunicazione preventiva). - .Casati . . . . . . • » Feto (Morte del - consecutiva ~d iniezione di siero antidifterico nella madre). Houghto11. . . • . . . . . • . . » Flemn1one ligneo del collo (Il). - Kourjoumdijan . . . . • . • . . . . . . » Gelatina (Sull'azione emostatica di). - Buglioni . . . . . . . . . . . · • . » Glicosuria alimentare nei malati di fegato (La). - Bruining . . . . • . . • • » Glicosuria da etere e del suo modo di comportarsi durante l'infusione intravenosa di . ossigeno. (Della). ·- Seelig . • . . . . » Hydrastis e hamamelis (Somministrazione dell') . . . • . . . . . . • . . » Impotenza virile (1're casi di cura chirurgica dell'). - Casa ti. . . . • . . . )) Incompatibilità rpedicamentose . . . • . » Leonardo da Vinci scriveva f( a specchio » (Perchè) • . . . . . • . . . • » _Morbo di Bright (Trattamento chirurgico -del). - Guiteras . . . • . • . • . >) Nomine, promozioni; onorificenze . . . . » Notizie diverse. . . . . • . . ., . » Nucleone [Ulteriori ricerche sul - (nel cervello)]. - Ca vazzani . . . . . • . . >> Orecchioni (Diagnosi precoce degli). - Mié· cump . . . . . • . . . • . . . » P erizie n1edico-legali (Sulle). - Bianchi, Buglioni e Sensi . . . • . . . . • • » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » , • » Quadro del valore economico della salute. - Ingegni . . • . . . . • . . • » Rene primitivo negli annessi dell'utero umano (Circa i residui dtl). - Wiheser. . • • )) Risposte a quesi ti e a domande . . . . • » Sinorchidia n,elle operazioni conservatrici del testicolo (La). - Gatti e Pascale . • . )> Storia misteriosa (Una). - Biancale . • . » Sutura nell'ernia inguinale obliqua esterna_ (Del materi~le di). - Besson. • . . . » Topoamnesia in seguito a pachimeningite cecebrale emorragica. - Nanni. • . . . » Trigono vescicale nel retto in un caso di estrofia della vescica (Innesto del). - Ca• . : . • » sa ti . . . . . . . Tumore addominale (Strano decorso clinico d'un). - Angelini . . . . . . . . . » Uretero-uretero anaston1osi con uno speciale tubo di magnesio (L'). - T addei . . . » Urine per l'intestino (La derivazione delle). - Drucbert. . . • . . • . . . . » Veterinario di fron te all'ufficiale sanitario (11). - De Ju lis . . . . . . . . . . . »

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A.ano

a

.Roma, 18 luglio 1903.

SEZION:~

l'uo. 38.

l?RA.TIOA.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Giannuzzi: Contributo allo studio della citodiagnosi. - Riviste : - PATOLOG IA GENERALE : - Zangemeister e Meissl: 'l{icerche comparative sul sangue della madre e del feto, sul liquido amniotico ed osservazioni relative alla secrezione orinaria del feto durante la gravidanz.a. - Flexner e Nogughi: S ulla pluralita delle citolisine nei sieri di sangue normali. - PATOLOGIA DEL FEGATO: - Czerny: Della necrosi della cistifellea (con osservaz.ioni sulla colecistectomia e sulla colecistostomia). - Kehr : Il trattamento chirurgico della ostruzione acuta e cronica del coledoco da calcolosi o da neoplasmi. - Gilbert e Lìppmann : I l microbismo biliare normale. - Pecari: I tumori maligni primarii del fegato. - PATOLOGIA DEL CUORE : - Backenstoe : lnfluenz.a del matrimonio e della gravidanz.a sulle malattie del cuore. - Masing: D ella trasmissione dei toni e rumori cardiaci alla parete dorsale del torace e del valore diagnostico di questa trasmissione. Accademie, Società mediche, Congressi: - AccADEMIA MEDICO- cHRURGICA DI NAPOLI : - Osservazioni cliniche : - Marchetti: Contributo alla casistica delle affezioni della mammella. - Santucci: Peritonite erniaria acuta in sacco non includente v isceri addominali. - Note di medicina scientifica: - Picchio : Osservazioni pratiche sulla fisiologia della defecazione.

Pratica professionale: - CASUISTICA: - Da qual punto -di vista deve essere considerata la prognosi della tubercolosi polmonare? - Valore prognostico della diaz.o-reaz_ione nella tubercolosi polmonare. - Ingrossamento delle glandule ascellari nella tisi incipiente. - Polmonite traumatica. - Il singhioz.z.o nella pulmonite. - APPUNTI DI TERA'PIA: Cura delle emorragie gastro-duodenali. - fl brodo di . manz.o come aperitivo. - Nella lombricosi dei bambini. L e iniez.i'oni di olio canforato nella diarrea coleriforme. - 'N..,uovo ed efficace nietodo di cura del mughetto esperito nel brefotrofio di Ferrara. - Varia. - Cenni bibliografici.

Interessi professionali: - La malattia di L eone XIII e la deontologia medica. - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

Diritti di proprietà riservati

LAVORI ORIGINALI Istituto di Anatomia Patologica della R, Università di Roma.

Contributo allo studio della citodiagnosi per il dott.

A.Rì\f~NDO G1ANNUzz1.

Se si considerano i risultati delle ricerche dei vari autori che si sono occupati della citodiagnosi dei liquidi patologici contenuti nelle cavità sierose dell'organismo, si rileva come i criteri citodiagnostici differenziali si fondino essenzialmente sui rapporti qualitativi e quantitativi di quattro forme di elementi cellulari, cioè: dei leucociti polinucleati, dei linfociti, delle cellule endoteliali delle membrane sierose e dei globuli rossi del sangue. Mentre tutti gli autori che si sono occupati della citodiagnosi hanno eseguito le loro •

osservazioni intra vitam, io mi sono proposto di praticare una serie di ricerche citodiagnostiche sul cadavere, collo scopo soprattutto di approfittare nell'interpretazione dei reperti, della sicurezza di diagnosi dei singoli processi morbosi quale ci è offerta soltanto dall'au · topsia. Contro questo mio proponimento si potrebbe aprioristicamente sollevare l'obbiezione di eventuali alterazioni cadaveri che degli elementi istologici che costituiscono la base della citodiagnosi, che a yreb bero infirmato i risultati delle mie ricerche. L)espe· rienza mi ha dimostrato che un tale sospetto non è giustificato. Infatti nei cadaveri da me studiati e che furono sezionati non oltre le 24 ore dalla morte, non solo non riscontrai tali alterazioni cadaveriche degli elementi cellulari contenuti nei liquidi patologici delle sierose da farmi dubitare del valore delle mie osservazioni, ma mi riuscì sempre di di•

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Iù P OLICL INICO

mostrare nei liquidi stessi, per mezzo di preparati microscopici, la presenza dei vari microrganismi patogeni, senza che questa fosse oscurata dai batteri della putrefazione. Un'altra obbiezione che può essere sollevata riguardo al metodo da me eseguito, sarebbe quella del sangue che si mescolerebbe coi liquidi patologici da esami~are, durante le manualità tecniche dell'autopsia. Ove si consideri che operando con una certa avvedutezza, un tale inconveniente può essere facilmente evitato, che una piccola quantità di sangue non può avere importanza in una formula citologica, e, d'altra parte, che l'inconveniente in questione può egualmente verificarsi nel vivente durante le manovre per l'estrazione dei liquidi da esaminarsi, mi semb1·a che da esso non poss!lno venire infirmati i miei risultati, tanto più che essi concordano perfettamente con quelli delle osservazioni pra· ticate intra vitam. Infatti dalle mie ricerche es_eguite in questo Istituto nell'anno 1902-903, sopra un numero rilevante di liquidi patologici di etiologia varia raccolti dalle diverse sierose nel cadavere (pleure, pericardio, peritoneo, meningi), risultano confermate le principali formole citodiagnostiche stabilite dagli autori che m1 hanno preceduto nello studio dell'argomento. E precisamente: ' 1. Nelle infiammazioni suppurative acute delle sierose trovai in generale il reperto citologico dell'essudato, rappresentato essenzialmente da un numero not evole di leucociti polinucleati con granulazioni neutrofile: da scarsi globuli rossi, da qualche linfocito e da qualche macrofagocito. Degna di nota fu la scarsissima quantità di cellule endoteliali desquamate, in questa forma infiammatoria acuta suppurativa delle sierose, la cito· diagnosi della quale è confermata dall'esame batteriologico degli stessi preparati allestiti per la citodiagnosi. Nelle infiammazioni suppurative croniche non tubercolari delle sierose il reperto citologico fu eguale al precedente, salvo differenze rappresentate da una quan· t ità molto minore di leucociti e dalla presenza di numerosi elementi con alterazioni regressive di varia natura. 2. La fo":'mula cit ologica degli essudati di natura tubercolare delle sierose è caratteriz· zata dalla presenza di numerosi linfociti che (2 \

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sono il vero esponente citodiagnostico. In questa specie di essudati è notevolmente maggiore che nelle precedenti il numero delle cellule endoteliali desquamate, le quali si presentano isolate o riunite in piccoli gruppi o in falde di media grandezza. Si trovano inoltre, come elementi accessori, scarsi leucociti polinucleati e scarse emazie. • 3. In quelle infiammaz_ioni delle sierose che si producono nei cardiopatici, nei cirrotici, nei nefritici e nei cancerosi, e che dal punto di vista batteriologico risultano sterili, gli essudati hanno una forma citodiagnostica caratterizzata da un numero straor· dinariamente grande di cellule endoteliali desquamate delle sierose, isolate o riunite in gruppi o a costituire estese falde endoteliali. Il più brillante dei risultati conseguito fino ad oggi per mezzo della citodiagnosi è senza dubbio quello della diagnosi differenziale delle infiammazioni tubercolari d<tlle altre forme infiammatorie delle sierose. Tale diagnosi dif· ferenziale si basa essenzialmente, come ho detto, sulla presenza dei linfociti negli essudati di natura tubercolare. Il PATELL A nel suo ultimo lavoro sull'argomento della citodiagnosi mette fortemente in dubbio la natura linfocitaria degli elementi mononucleati che si rinvengono negli essudati tubercolari e li dice derivati in seg1rito a processi regressivi delle cellule del rivestimento endoteliale delle sierose. Basandomi sulla mi3! esperienza, non mi sembra che una tale opinione possa venire accettata per le seguenti ragioni : I linfociti presentano anzitutto caratteri istologici così spiccati da essere facilmente riconoscibili specialmente quando si trovino, come nel caso nostro, in un certo numero e sospesi in un liquido. I linfociti che si trovano negli essudati tubercolari appartengono alla specie dei lin· fociti piccoli e la loro grandezza, il nucleo rotondo con la sua struttura caratteristica, e il sottile orlo protoplasmatico che si trova attorno al nucleo stesso, sono i caratteri per i quali essi possono venire istologicamente diagnosticati. D'altra parte se è vero chetalora per alterazione di altri elementi risultano apparenze istologiche tali che possono essere interpretate come linfociti, la mia esperienza mi ha dimostrato che questo caso non


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può verificarsi per le cellule endoteliali che fanno parte dei componenti istologici degli essudati delle sierose. Infatti nei numerosi preparati lio avuto ripetute volte occasione - di osservare cellule endoteliali in preda a pro· cessi regressivi di vario grado fino alla necrosi completa di esse. Le alterazioni regressive procedono di pari passo nel protoplasma e nel nucleo il quale già di buon'ora si presenta scolorato e con evidentt alterazioni della sua struttura. Non potendosi ammettere che si produca un rimpiccolimento del grosso nucleo delle cellule endoteliali e una riduzione così notevole del loro protoplasma da raggiungere le dimensioni del nucleo e del protoplasma di un ordinario linfocito piccolo. Per accettare l'opinione del PATELLA bis o · gnerebbe ammettere una frammentazione dei grossi elementi endoteliali dalla quale · risulterebbero frammenti di volume presso che co· stante e con caratteri istologici ben definiti. Una tale ipotesi non mi sembra in alcun modo sostenibile, onde ritengo che i piccoli elementi mononucleati degli essudati tubercolari appartengano veramente alla specie dei linfociti piccoli. Concludendo, credo con la maggior parte degli autori che dallo studio citologico dei prodotti :flogistici in generale e di quelli delle sierose in particolare, si potranno trovare importanti argomenti di diagnosi differenziale, dei quali quelli già ottenuti nel breve tempo decorso dalla scoperta di W1nAL sono arra sicura. A raggiungere un tale desiderabile risultato dovrà specialmente contribuire l'applicazione dei metodi di tecnica più perfezionati. E mi lusingo che al conseguimento di essa possa giovare lo studio anatomo-patologico de me iniziato.

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e J\IIEISSL. Mii1icli. nied;c. Woclten.,

n. 16, 1903).

Gli aut?r·i dando uno sguardo sommario alla numerosa letteratura che tratta .delle speciali condizioni del sangue del feto, durante la gravidanza, ricordano i risultati a cui giunse l 'UBBELS, con le sue importantissime ricerche comparative fatte sul sangue del feto e della madre e sul liquido amniotico nei bovini. Sono i segt1enti: L'abbassamento del punto di congelazi_o ne del sangue è lo stesso tanto pe1~ la madre quanto per il feto ; in questo ed in quella il siero ha una quantità uguale di cloru1~0 di sodio. Non vi è nessuna differenza costante riguardo alla quantità delle basi; i componenti solidi del siero sono sempre più abbondanti n ella madre che nel n eonato ; il vol11me ed il numero clelle emazie è maggiore nel neonato che nella madre. Il siero del neonato è conside1·evolmente più ricco di acqua che quello della madre. L'abbassamento del punto di. coagulazi one del liquido fetale è ora maggiore} ora mino1~e di quello del sangue vuoi della madre, vuoi del feto ; il liquido amniotico ed il liquido dell'allantoide hanno un punto cli coagulazione 01·a uguale, ora dive1·so; talvolta è più alto nel liquido amniotico, tal'altra invece è più alto n el liquido dell'all~ntoide. Le sostanze_alcaline contenute nel liquido fetale, specie n ell'allantoide, sono in minor quantità di q_l1elle che si riscont1·ano nei dt1e • • s1er1. La q11antità di cloruro di soclio nel liquido amniotico è 01~a t1gu ale} ora minore; il cloruro di sodio contenuto nel liquid~ dell'allantoicle è minore di quello content1to nei cll1e • • s1er1. Gli auto1·i istituirono qi.1este stesse i·icerch e comparative sull'uomo e precisamente in sette partorienti sane e n ei i·elativi bambini cli Cl1i due gemelli. Essi stt1cliarono il nt1me1·0 delle emazie nella madre e n el bambino~, l'abbassamento del pt1nto cli coagulazione nei si eri di ambedue e n el liquido fetale, il peso specifico di qt1esti stessi sieri e del liquido fetale, il

.,,

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1188

IL POLICLINICO

cloruro di sodio, l'azoto, totale e residuale (1) e l'albumina. I risultati delle loro n11merose ed accurate ricerche sono esposti in apposita tabella. Da essi si deduce quanto segue: Sangue. - 1. Il numero degli eritrociti è per lo più maggiore nel bambino che nella madre mentre è alquanto minore il numero dei leucociti; pe1·ò in via eccezionale può a· versi anche il contrario. La quantità di emoglobina delle emazie nel bambino e nella madre non è sempre uguale; sembra sia maggiore nel bambino. In un caso il numero degli eritrociti era maggiore nella madre quantunque il contenuto di emoglobina fosse uguale a quello del bambino. 2. Il sangue del bambino coagula in genere più incompletamente che quello della madre; qualche volta anche dopo ~4 '6re riesce clifficile ottenere dal sangue del bambino una quantità sufficiente di siero: il coagulo è molto più molle di quello che si ha dal sangue della madre. Il siero centrifugato è sempre di colore giallo chiaro per la madre, più scuro e giallo arancio per il bambino. 3. La qt!antità di albumina contenuta nel siero della madre è sempre notevolmente mag· giore di quella contenuta nel siero del bambino, e per conseguenza nel siero della madre sono più alti e il peso specifico e il contenuto totale dell'azoto. Questa maggiore quantità di albumina nel siero della madre, come pure la maggiore quantità di emoglobina nel sangue del bam· bino, hanno una grande importanza nella re· spirazione fetale : il sangue del bambino è capace di trasportare una quantità di ossigeno maggiore di quella che tras i) orta il sangue materno; quindi passerà dalla madre al feto una quantità di ossigeno maggiore di quella che vi passerebbe, se il sangue materno ed il fetale avessero lo stesso potere assorbente per l'ossigeno; l'inverso accade per l'acido carbonico; questo è in gran parte trasportato dalla globulina; perciò la quantità di albu· mina di gran lunga maggiore nel sangue della madre rispetto a quella che si trova nel sangue del feto deve fare sì che si abbia un passaggio più abbondante di acido carbonico dal bambino alla madre. 4. La quantità di clo1~uri contenuti nel san· gue della madre è uguale a quella che con· tiene il sangue del feto: però si hanno talvolta alcune piccole differenze; così in un caso os· servato dagli au tor·i il sangue del bambino (1) Per azoto residt1ale qui s'intende l'azoto con· t enuto in quei corpi azotati che rimang0no disciolti nel liq11ido, dopo che si è precipitata 1 albumina. ~==--- ·

I A.\~~----~-~--

LANNO IX, FASC. 381

conteneva meno cloruri che il sangue materno. 5. L'azoto residuale è alquanto più abbondante nel sangue della madre che in quello del feto, quantunque le differenze non oltre· passino di molto i limiti di errore a cui si va incontro in siffatte dete1·minazioni quantitative. 6. Il punto di congelazione è in media uguale in ambedue i sieri; una differ·enza massima fu riscontrata dagli autori solo in un caso in cui però tra le due estrazioni sangt1igne decorse un intervallo di tre ore. Se del resto ad onta della estrazione non contemporanea del sangue la concentrazione molecolare di ambedue i sieri fu trovata completamente identica, ciò conferma il fatto già rilevato dal KRoNIG e dal FuTH, che cioè il sangue della madre e quello del bambino si trovano in condiziòni di equilibrio osmotico.

Liquido fetale: 1. Il peso specifico (1.0070-1.0081) e la quantit~ di albumina (1.5-3 per mille) in condizioni normali oscillano ent1·0 limiti relativamente ristretti. Le cifre ottenute dagli al1tori s accor·dano abbasta!lza con quelle già note nella letteratura. 2. La quantità ,fi cloruri contenuti nel liquido fetale è minore di quella contenuta nel sangue; si tratta però · di differenze estremamente piccole; esse furono i·iscontrate in modo costante in due casi dagli autori. 3. La quantità di azoto residuale differisce poco dalla quantità calcolata per il sie1·0 ma· terno e quello fetale; però in media è forse alquanto maggiore di quella del siero materno, ad ogni modo è maggiore cli quella del siero fetale. Il meconio che si frammischia al liquido fetale, ne fa crescere la quantità di azoto re· siduale e ciò a motivo della bile in esso con· tenuta. 4. L'abbassamento del punto di congelazione nel liquido fetale è certamente minore di quello che si ha nel sangue materno e nel fetale (O. 033°-0. 078°, in media O. 055°). Ciò costituì~ sce senza dubbio la differenza più im1Jortante tra il liquido fetale ed il sang11e. Il ZANGE· MEISTER in un caso di idramnios trovò tra il punto di congelazione del sangue e quello del liquido fetale una diffe1·enza di O. 030°: e que· sta• differenza fu dallo stesso attribuita, al· meno in parte, al diverso potere asso1·bente per la 00 9 riscontrato negli anzidetti liquidi. Gli autori hanno studiato la causa cli questa differenza che si riscontra tra il punto di congelazione del liquido f etale e quello clel


!ANNO

IX,

FASC.

38]

sangue. Infatti facen do attraversare i liquidi s11ddetti da correnti di ossigeno ed idrogeno, videro che la differenza non si altera sostan· zialmente; rimane in media O. 045°; e quindi conclusero che essa differenza non può in al· cun modo spiegarsi col diverso assorbimento di 00 9 • Siccome tutti i liquidi di un organismo, ad eccezione di quelli provenienti da certi organi glandolari, debbono avere una pressione osmo· tica uguale fintantochè questa pressione non venga disturbata da correnti di soluzioni più diluite o più concentrate, così anche il liquido fetale dovrà avere una concentrazione mole· colare 11guale a quella del sangue della madre e del bambino, fintantochè l'equilibrio osmo· tico non sia alterato in modo durevole dalla penetrazione di un liquido più o meno con· centrato. OrbPne, esclusa la placenta, poichè, come fu detto dianzi, il sangue ed il siero tanto della mad1·e che del feto hanno la stessa pressione osmotica, escluso pure l'amnios, poichè esso manca e di glanclole e di vasi, non r esta che il feto il quale coi prodotti dei suoi organi glandolari possa alterare la concentrazione molecolare del liquido fetale. Nell'adulto si conoscono finora solo pochi organi, i quali producono liquidi dotati di una con centrazione molecolare diversa da q11ella degli altri liquidi dell'organismo. Tra questi liq11idi viene in prima linea l'o· rina, la quale, secondo le ricerche del Ko· RANYI, ha un punto cli congelazione rappresentato da - 1. 3° a - 2. 2°, e quindi notevolmente più basso cli quello del sangue. Nella poliuria che si manifesta in seguito ad una maggiore introcluzione di liquidi, il punto di congela· zioné dell'orina pt1ò superare quello del sangue : - O. 10° fino a - O. 06°. L 'orina del lattante 11a in genere, secondo le ricerche del KoEPPE, del SoMMERFEùD e clel RoDER una concentrazione molecolare inferiore a quella del sang11e. L'orina del neonato possiede una concentrazione r elativamente molto tenue. Oltre l 'orina, anche il sudore, la saliva e le feci debbono possedere una concentrazione mo· lecola1·e diversa d& quella del sangue. Nel feto la secrezione del sudo1·e è cli nessuna importanza, poichè, secondo il KoLLIKER, le }Jrime traccie di meati e canalicoli sudoriferi sono visibili solo al settimo mese. Il meconio si riscontra nel liquido fetale solo in casi eccezionali. La secrezione salivare nel feto si effettt1a in una qt1antità così lieve che la sua pre· senza non ha importanza alcuna nella pre· sente questione ; inoltre nel liquido fetale non <•

1189

SEZIONE PRATICA. I

-

si ha traccia di ptialina, la quale invece esiste nella saliva del neonato. Quindi non rimane che ·un' ipotesi, che cioè l'orina fetale abbia un punto di congelazione essenziallliente più alto di quello del sangue, e che essa si riversi nel liquido fetale in una quantità tale da elevarne il punto di conge· lazione per un valore di O. 055° in m edia. Questa ipotesi fu completamente confermata clalle ricerche crioscopiche fatte dagli autori s11ll'orina dei neonati, dalle quali rice1~che i·isultò quanto segue: L'orina dei neonati ha una concentrazione molecolare che è al di sotto di quella del san· gue ; il suo punto di congelazione oscilla tra - O. 340° e - O. 148, in m edia è - O. 203°. Inoltre nei n eonati l'eqtti"'\ralente salino dell'orina (ossia la concentrazione di una soluzione di cloruro di sodio la quale abbia un punto di '"'congelazione uguale a quello del· l'orina) risultò essere in media = 3. 31 per mille ; il contenuto medio in, cloruro di sodio = 2. 12 per mille; mentre nell'orina dell'adulto, secondo le ricerche del KoR.A....1'1YI, l'eq11ivalente salino ha un valore medio di: 29. 44 per mille, ed il contenuto in cloruro di sodio ha un va· lore medio di: 11. 95 per mille. Da queste cifre si vede che l'orina fetale è assai povera di componenti diversi dai clo· ruri; essendo essi . trattenuti nell'organismo fetal e che li utilizza per il proprio sviluppo. Già durante i primi giorni dalla nascita cambia la costituzione dell'orina: la sua con· centrazione molecolare cresce fino ad oltre· passare q nella del sangue. Aumentano i suoi componenti; col raffreddamento si ha quasi sempre un precipitato di urati, cosa che dagli autori non fu ma i osservata nell'orina del neonato. Spesso questo aumento della funzione r enale è accompagnato da alb11minuria. Dal fin qui detto gli autori concludono che la tenuissima concentrazione molecolare del liquido fetale è dovuta alla presenza dell'orina che dal feto passa nel liquido fetale medesim<!>. Ciò posto gli autori si domandano: Questo passaggio d'orina dal feto nel liquido fetale avviene durante il parto, ovvero si effettua già nel decorso della gravidanza'? A questa domanda gli autori rispondono che normalmente il feto orina durante la g1·avidanza, per lo meno verso la fine della me· desima, ed a prova della loro asserzione ad· ducono due argomenti che sono : 1. Mescolando un liquido dotato di t1na concentrazione molecolare come q nella del sangue con un altro liquido dotato di una con· ' . centrazione molecolare come quella de11' orina fetale la miscela così ottenuta avrà una con·

'

'n\


1190

IL POLICLINICO

centrazione molecolare uguale a quella del liquido fetale, qualora questo liquido contenga il 16. 5 per cento di orina, secondo la seguente formola: 100. 0,482 = (100-x). 0,537

+

X.

0,203:

X=

16.5

1\1a tra il sangue ed il liquido fetale vi sono correnti che cercano di alterare la loro concentrazione molecolare, quindi si richiede una quantità di orina maggiore di quella rap· presentata dalla per.c entuale 16. 5, affinchè il liquido fetale possa conservare il suo tenue grado di conce·n trazione; e per eme. 500 di liquido fetale occorrono eme. 81 di orina, quantità che non si può certo produr1..e tutta intera durante il parto. Quindi il feto deve ori.na.re già prima del parto. 2. G li autori in due casi ebbero l'oppor· tunità di studiare il punto di coagulazione del sangue e del liquido fetale, prima che incominciassero le doglie del parto; trovarono nel primo caso una differenza di O. 075°; nel secondo caso 11na differenza di O. 029°. Però dal fatto che il feto orina entro l'utero non deve concludersi che il liquido fetale sia costitt1ito in totalità dal secreto orinario del feto; poichè in tal caso non si spiegherebbe la quantità relativamente grande di albumina contenuta nel liquido fetalP-; inoltre il liquido fetale esiste prima che . il rene fetale sia in grado di funzionare. Queste osservazioni degli autori sull'uomo coincidono con quella che il DoDERLEIN fece sul vitello. Esaminando il liquido fetale ed il sangue in un caso di aborto al quinto mese gli autori constatarono una differenza n el punto di coagulazione rappresentata da O. 015°, e quindi conclusero che il feto già alla fine del _quinto mese di gestazione deve diluire il liquido fe· tale riversando in esso una quantità non trascurabile di orina. Se il feto muore, e rimane ancora qualche tempo in seno alla madre, le condizioni mutano sostanzialmente ; si ha un ritorno della primitiva differenza nel punto di congelazione tra liql1ido fetale e sangue, e ciò pe-r due ragioni, primieramente perchè con la morte del feto nessa la diluizione del liquido fetale da parte dell'orina fetale, e secondaria· mente perchè dall'intestino del feto morto fuoriescono sali {come pure fuoriesce metaemoglo bina dallo stesso feto) i quali impartiscono al liquido fetale una concentrazione molecolare superiore a quella che è propria del sangue. Quindi con la morte del feto la corrente di sali che durante la vita del medesimo aveva

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IX, FASO. 38J

luogo dalla madre al feto , prende a poco a poco un senso inverso, cioè va dal feto alla madre e ciò in segl1ito alla demolizione del· l'organismo fetale. Secondo le attuali ricerche degli autori questo passaggio di sali dal bambino morto alla madre è un fenomeno che si po trae per un tempo piuttosto lungo, cosicchè gli autori sono inclinati ad ammettere che le condizioni per uno scambio di sostanze saline, sono es· senzialmente ridotte dalla morte del feto, e che perciò lo scambio avviene principalmente per mezzo della placenta, e mentre le membrane pa1"tecipano poco o punto al processo di osmosi tra madre e feto. Tl1tti questi fe11omeni osservati dopo la morte del f~to , confermano pienamente, secondo gli autori, l'esistenza di una secrezione orinaria fetale e normale, durante la gravi· danza, per lo meno durante gli ultimi quattro mesi.• Dott. E. GuGLIEL~IETTr.

· Sulla pl11ralità delle citolisine nei sieri di sangue norrpàli. e NOGUGHI - Jortl'ltal of 1nedical researcli., maggio 1903).

(FLEXNER

Gli autori hanno studiato l'azione citolitica di parecchi sieri di sangue sulle cellule di alcuni visceri quali il rene, il fegato, i testicoli. Per questo studio hanno impiegato il siero del sangue di cani, di bue, del crotalus ada· manteus, e del necturus maculatt1s. Essi trituravano finemente gli orgarii fino a farne quasi una polpa, e poi in una grossa provetta agitavano questa polpa assieme ad una soluzione salina sterile al O. 85 °/0 • La eml1lsione che si formava veniva passata a traverso d ella garza sterile: il liquido così ottenuto veniva posto a contatto eon il sie1·0 di vari animali nel rappo1·to di cinque volumi di emulsione su cento di sie1·0. Dalle loro esperienze risulta che tanto il siero degli animali a sangue caldo che di ql1elli a sangue freddo i quali furono scelti dagli autori, possiede una azione agglutinante e sol· vente per le cell11le dei visceri che furono presi in esame, allo stesso modo che per le emazie. Il potere citolitico varia non solo con il siero dei vari animali, ma anche con le specie di animali dai quali queste cellule sono state prese. Stabilito questo fatto gli autori hanno eseguito delle altre esperienze per accertarsi se le agglutinine ed i solventi fossero identici pe~ le cellule di tutti gli organi provati, o se essi fossero assolutamente o relativamente distinti.


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IX, F .A.SO. 38]

SEZIONE PRATICA

Per st11diare questo argomento furono fatti assorbire i sol venti e le agglutinine di una data specie di cellule, ponendo a contatto con il siero per circa un'ora una emulsione di queste cellule; quindi il liquido separato con la centrifugazione veniva posto a contatto con le varie emulsioni dei vari organi~ In tal modo si potè dimostrare che la permanenza di un'o1~a di una data specie di cellule nel siero di sangue era sufficente a neutralizzare il potere dissolvente del siero per le cellule del medesimo organo, ma non degli altri organi. Il meccanismo dell'azione solvente sulle cellt1le è probabilmente identico a quello della emolisi, e dipende dal contatto di sostanze .a potenzialità citolitica con altre sostanze com· plementari. Che le prime sieno multiple in ogni siero sembra }Jrovato dalle esperienze degli autori: è probabile che anche le seconde sieno multiple. ~I. Fr,Al\.fINI.

PATOLOGI.A DEL FEGATO

Della necrosi della cistifellea (con osservazioni sulla colecistectomia e sulla co· leeistostomia). (CzERNY. Mn1tclt. nied. Woclt., 1903, n. 22).

Sappiamo che la cistifellea non di rado è soggetta a fatti flogistici : ed appunto la flogosi rappresenta ~ un.o dei coefficienti essen· ziali in ogni grave attacco di litiasi biliare. Un calcolo può provocare ulcera da decubito in qualunqu~ sezione delle vie biliari, t1lceri che per lo più vengono delimitate verso il cavo peritoneale da una flogosi adesiva. I calcoli possono migrare attraverso a qt1este adesioni (1). Più volte l' .A.. ha troyato calcoli in ascessi delle pareti della regione ombellica.le, e perfino sotto la cute della regione del cieco. Spesso t1n calcolo emigra dalla cistifellea o dal cistico nel duodeno, di rado nel colon tra· sverso. A volte sul letto chirurgico si riscon· trano calcoli appunto nel tragitto di loro mi· grazione: si tro,ra un'aderenza della cistifellea o del cistico alle suddette sezioni intestinali, e nel distaccare le aderenze, si rintraccia il calcolo, imbrigliato fra la cistifellea e l'intestino. Per lo più la migrazione avviene dalla cistifellea all'epiploon, n el quale il calcolo si fa centro di t1n conglobato omentale, che spesso soltanto all'apertura del ventre può essere dif.. (1) RIEDEL chiama 11iigrazio1ie soltanto lo spostamento del calcolo lungo le vie biliari e la differenzia dagli spostamenti attraverso a perforazioni patologiche.

1191

ferenzi~to

da un tumore omentale maligno. Oltre queste così frequenti migrazioni ascit1tte, si riscontrano spesso calcoli negli ascessi, che si stabiliscono in vicinanza della vescichetta e delle vie biliari ; raccolte purulente, che pe·r lo più sono sequestrate dalla cavità péritoneale per parte dell'omento : qualche volta si estendono nello spazio subepatico o nella retrocavità degli epiploon o perfino sotto il diaframma come ascessi subfrenict. La perfora· zione da calcolo nella cavità peritoneale libera rappresenta un'evenienza rara, ma un })eri· colo gravissimo i)er. la conseguente pe1~itonite purulenta diffusa. l\1eno note che non queste flogosi suppu· rative, provocate da calcoli, per azione dei batteri piogeni intestinali, sono le forme di flogasi 1zec1·otizzanti. E ciò è tanto più meraviglioso in quanto il b. coli, che provoca così frequenti flogosi necrotizzanti nella appendice, fu riscontrato assai di frequente nella flora delle vie biliari; e d' altro canto non gli manca l'atrio di ingresso nelle pareti cistiche, attraverso alle ulceri da decubito, così di frequente provocate dalla presenza di calcoli. Sulla ge· nesi della necrosi della vescichetta biliare deve verosimilmente rappresentare un momento essenziale il comportamento dei vasi, poichè l'a. cistica nascendo dalla epatica, in vicinanza del dotto cistico, nella regione dell'ampolla, ·si porta sulla vescichetta assumen· dovi il tipo dell'arteria terminale nel senso di CoHNHEIM·LITTENS così che 11na diminuzione nella pressione circolatoria di questa ar· teria, deve porre a r epentaglio la nutrizione della vescichetta, ·che pt1ò ristabilirsi al normale, soltanto attraverso nuovi rapporti circo-latori, mediante aderenze con l' omento o con l'intestino. L ' A.. comunica due casi di necrosi della cistifellea, riportandone le storie cliniche. Nel primo si trattava di incuneamento di calcolo biliare nella cistifellea, con necrosi totale della mucosa cistica, larvato da sindrome di stenosi intestinale : fu praticata una colecistectomia parziale, con esito funesto per sepsi· cronica e paralisi cardiaca. Nel secondo si trattav-a di un individuo, soggetto a ripetuti accessi colici larvati, in forma di stenosi intestinale: fu riscontrata necrosi parziale della mucosa cistica e praticata, in due interventi, la colecistectomia totale, con esito in guarigione. In ambo i casi, aveva seguito all'incunea· mento del calcolo n el cistico la necrosi della mucosa della vescichetta biliare, necrosi che nel pr·imo caso era giunta a provocare la caduta dell'intera mucosa, mentre nel secondo (7) --~~


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IL POLICLINICO

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IX, F ASC. 38)

una. sezione soltanto della mucosa erasi ne· accenno a còliche biliari. Dopo che la chicrosata, fatto che si osserva di frequente al- rur·gia si è conquistata una sicura sfera di l'operazione. L' A . ritiene che nella genesi azione nel trattamento della colelitiasi, si pre· della necrosi non si potesse attribuire grande sentano abbastanza di frequente all'osservaimportanza a batteri, pel fatto che gli innesti zione del chirurgo infermi, nei quali o per tentati restarono sterili. sensazioni dolorose, vag·he, della regione della È verosimile che questa necrosi della mu· cistifellea, o per un aumento di resistenza cosa conduca al raggrinzamento della vesci· nella regione stessa, o per dolori nevralgici cbetta) osservato di frequente in seguito a ri· irradiati, o per disturbi di stomaco con crampi petu ti accessi. Le aderenze, che conseguono a e vomiti biliari, o per attacchi febbrili, con questo processo flogistico, sono la cagione di sensibilità della regione epatica, preceduti inginocchiamenti e r estringimenti del colon da defecazioni scolorate (KEHR) si deve pen· trasverso e del duodeno, che ci spiegano a suf· sare a lln intervento, quando la osservazione ficienza i disturbi di circolo fecale e l'osta- ripetuta del malato e prolungata, e il tratta• colato defll1sso del contenuto gastrico, come mento con mezzi interni è riuscito infrutla secondaria · dilatazione di stomaco, di cui tuoso. Forse nel 90 per cento di questi casi si così di sovente soffrono i pazienti. di coleli· rimatiasi cronica. In ambedue i malati dell' A.. si trova il calcolo sospettato, mentre nei _,,....... erano manifestati sintomi di ileo, che però nenti 10 per cento, si riscontra la cagione dei avevano potuto essere scongiurati con clisteri clis~urbi o ~n ~derenze da calcoli migrat.i spone lassativi, co~e suol avvenire nelle stenosi taneamente, o in cancri del fegato e delle vie croniche intestinali relative, che possono con· biliari, o in ulceri del piloro e del duodeno, o durre ad ostrt1zione completa, per raccolta o in induramenti della testa del pancreas, af· che potranno talvolta essere allontaaddensamento delle fe ci. Questi esiti della co- fezio.r;ti • lelitiasi }Jossono non di rado restare, anch·e nate o corrette da una coraggjosa operazione, mentre le altre volte potranno, nella diagnosi quan~o il calcolo già da tempo fu emesso con le feci, seguendo le vie naturali o per una che era impossibile prima dell'intervento, trocomunicazione patologica stabilitasi f1·a la ci· vare l'indicazione ad una terapia razionale. Non solo nella necrosi totale della vescisti e l'intestino, e possono · per la loro presenza, provoca re fenomeni tali da rendere :p.e- chetta biliare è indicata la colecistectomia, cessario un intervento diretto a sbrigliare le ma ne - è indicata la estirpazione totale anche aderenze, che provocano la stenosi. Così · può nella necrosi parziale. L' A. nella sua lunga accadere ché il chirurgo intervenga credendo pratica chiru1.. gica ha per lo più conservata di trovare ancora il calcolo, e intanto l'ac- . la cistifellea ogni qualvolta non fosse molto cesso sulle vie biliari lo persuade della as· alterata nelle sue pareti, e anc11e nelle racsenza, del corpo estraneo: egli richiude insod- colte sierose o · siero purule.ntE:>, q11ando .le disfatto, ma intanto i disturbi vengono a ces- salde aderenze agli organi vicini avrebhe1·0 sare, pel fatto che furono tolte le aderenze difficoltata l'operazione, così da non poter che cagionavano tali disturbi. E viceversa se fa1..e affidamento sulle f 01·ze dell'infern10. Oggi però l'A. riconosce di essere a volte a volte anche dopo un intervento per calcoli permangono distl11·bi . stenotici, pe.rchè non andato troppo olt1·e nella conservazione, e ne dà un esempio nel secondo dei casi comuni· siamo in grado di evitare sicuramente lo stabilirsi di adesioni in S8guito a laparotomia, o cati, dove alla colecistectomia parziale dovette impedirne la ricomparsa dopo averle sbri- far seguire un secondo intervento, per aspor· gliate, non deve questo postumo esser attri· tare completamente la veschichetta. KEHR e buito a colpa dell'operazione per se-stessa; ma RIEDEL in presenza di ·calcoli della cistifellea pil1ttosto ad 11na conseguenza inerente al pro- sogliono per lo più. asportare la v;escichetta. cesso litiaco, conseguenza non sempre evita- S'intende qùindi come i loro operati vadano bile. Queste aderenze saranno certamente, in incontro più raramente a recidiva che non tesi generale, tanto minori e tanto meno fre· gli infermi dell' A.. Però anche con l'interquenti per quanto meno i__ntensi furono gli vento, quale è condotto nella Clinica di Hei· accessi colici che richiesero l'intervento: ep· deberg, si ha 1'85. 7 di guarigioni _ stabili pe.rò anche da questo punto di vista è indi- (MERK}; e se si pensa che la semplice coleci· cato l'intervento precoce calcleggiato da RrEDEL stostomia con drenaggio e sospensione della vescichetta è un intervento · tanto benigno, e e da KEHR. I due casi dell' A.. vanno annoverati nel guarisce per lo più in tre settimane, senza gruppo dei casi di colelitiasi larvata in essi, formazione di fistole, l' A. non sa decidersi ad cioè, la storia dell 'infermo. era esente da ogni abbandonarlo per la colecistectomia, che è ( 8)


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. aggressiva; . assai. p1u anche quando voglia tener conto che attraverso ad una breccia di cm. 30-35 si può rovescia·re in fuori il bordo epatico, isolare la cistifellea ed esaminare esattamente il coledoco e il cistico, mentre attraverso alla sua incisione di cm. 10-15 è permessa soltanto una operazione in loco. Intanto anche RIEDEL e KEHR riconoscono che col loro trattamento può, n.on pertanto esser lasciato addietro qualche calcolo. Sebbene negli ultimi anni anche nella Clinica di Heidelberg sia stata ripetutamente praticata la coleci· stectomia, la colecistostomia in un ltnico tempo i ..esta tuttavia per l' A. la operaziòne più frequentemente indicata per la litiasi biliare. L'~· passa quindi a descrivere la tecnicà della colecistostom.ia, quale egli pratica nei casi in cui può esser eseguita una operazione tipica. Laparotomia sop1·a ombellicale laterale (li cm. 10-15, attraverso le fibre deÌ retto destra, nel suo terzo interno, cercando di risparmiare quanto più è possibile di filetti nervosi. Aperto il peritoneo, si distaccano le ade1·enze della vescichetta, si svuota del suo c ontenuto liquido, mediante aspirazione e si incide, dopo averla isolata dal .cavo peritoneale mediante pezze sterili. Allontanati i calcoli, eventualmente con l'aiuto del cuc(}hiaio o cli pinze, si respingono nella cisti i (}alcoli esistenti nell'ampolla, o, se questa manovra non riesce, si estraggono attraverso una piccola, bottoniera longitudinale. Quando il coledoco è libero la incisione del cistico viene suturata; ma se contiene calcoli viene prolungata fin su di esso. È necessaria la massima diligenza ed esattezza nella palpazione del çoledoco, dell'epatico e del duodeno, per sentire se contengano calcoli. Se resta il dubbio (}he vi esistano, si aprirà il coledoco, per em. 2-3 longitudinalmente, si esplorerà il suo lume e allontanati i corpi estranei,' si drenerà mediante sutura al catgut su un tubo di gomma. Se si è esclusa la presenza di cal· coli nel coledoco, e le condizioni delle pareti della cistifellea ci pe1·mettano di mantenerla, si chiuderà la incisione con uno o due piani di punti in catgut, fino a ridurne l'apertura ad abbracciare strettamente un drenaggio di gomma in essa introdotto. I capi dei due punti prossimiori al drenaggio vengono utilizzati a sosp.endere la cistifellea al peritoneo parietale. Se nella cisti o in vicinanza esiste pus, o se nel dissecare le aderenze fu 'lesa la parete intestinale, si applicherà un largo tam· ponamento, per evitare possibilmente nuove .aderenze. La gua1,igione suole ottenersi entro tre settimane. Ernie su cicatrice si hanno soltanto quando fu praticato un largo tampona""'

ai

mento o quando la sutura venne meno troppo presto per eccessiva pressione o per fatti suppurativi. Il tamponamento rappresenta, pur troppo, come ogni dr~naggio, una necessità, spesso cagione. di inevitabili inconvenienti. Dott. DALLA VEDOVA.

Il tra.ttament.o chirurgico della ostruzione acuta e cronica del coledoco da calrolosi o da neoplasn1i. (KEHR. MU1tclt. Med. Wocli., 1903, 22).

L' A. che alla riunione dei naturalisti tede· schi dello scorso anno a Karlsbad, aveva po· tuto comunicare sul 1·isultato di 720 laparo· tomie per calcolosi biliare, al Congresso medico chirurgico americano di Washington (13 maggio 1903) svolse maestrevolmente il quesito del trattamento della ostruzione del coledoco fon· ' dando le sue argomentazioni su un materiale clinico, che raggiunge ormai gli 800 inter· venti. L'ostruzione del coledoco può essere acuta o cronica, provocata da calcolosi o da neoplasie: le forme neoplastiche hanno, quasi senza eccezione, decorso cronico. L'ostruzione acuta da calcolo - che per lo più è provocata dall'incunearsi di piccoli calcoli - tranne rare eccezioni, appartiene agli in· ternisti. L' A. non ritiene in casi simili indi· cato un intervento, ma p1"eferisce di solito aspettare (lhe cessi la colica e che scompaia l'ittero, colla discesa dell'ostacolo nelle vie digerenti (il reperto negativo delle feci, ri· spetto a calcoli, non esclude che il calcolo ostrt1ente sia disceso nell'intestino). Rare volte (4 su 800) l' .A.. è stato costretto a intervenire per stenosi acuta pertinace. l\'.Ia quando al primo accesso ne succedono altri ed altri, cioè all'ost1·uzione acuta snsse· gue un'ostruzione cronica, e un trattamento medico non riesce a conseguire una latenza persistente, allora è necessario l'intervento chirru·gico. :Nlentre l'ostrt1zione acuta è in rapporto con l'incuneam.ento di piccoli calcoli, la ostruzione cronica suole, quasi senza eccezione, seguire alla presenza di grossi calcoli, ch e non pos· sono discendere attraverso alla stretta papilla duodenale. Anche in questi ca si può l'ostru· zione cessare, pur rimanendo il calcolo incu· neato (latente) ~el coledoco, o può il calcolo ulce1·are per decubito la papilla e provocare una guarigione spontanea. Ma ciò non pertanto non è !"azionale di attendere questa guarigione naturale, che è _ _ _ ( Sl\

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1194

lL I:1 0LlOLINICO

legata a pericoli ben maggiori che non sia l'intervento. L' A. - che negli ultimi anni conta una mortalità di appena il 3 °/0 in in· terventi condotti in casi non complicati ad angiocolite · purulenta, a sepsi, a cancro, mortalità così bassa, che egli pone in rapporto con la grande pratica da lui acquistat;t e dal suo personale assistente in questo genere di interventi - pensa che anche una mortalità del 20 °/ 0 complessiva di tl)tti i casi, trattati chirurgicamente, debba considerarsi assai più favorevole che non il risultato del trattamento medico, col quale pensa che non si abbia una mortalità inferiore all'80 °/0 • · Lai speranza nel decubito del coledoco e nello stabilirsi di un'ulcera o di una fistola . coledoco-duodenale, e nella caduta del calcolo nell'intestino, che seduce paz~ente e internista, e il benefico effetto temporaneo delle acque alcalino-saline, che riducono per qualche tempo il calcolo allo stato di latenza (senza quasi mai distruggerlo) espongono il paziente al pe.ricolo di infezioni ascendenti, cioè a perdere il tempo utile ad un intervento. Quindi l' 4. pensa che, quando dopo tre mesi 'dalla comparsa della prima colica, non siasi ottenut~, mediant~ il trattamento interno, una latenfja stabile, non sia più permesso attendere inerti una risoluzione naturale, ma si debba provvedere con un intervento. I migliori risultati si otterranno se si in· terverrà in un intervallo libero, quando cioè non esiste itiero nè febbre, nè coliche; però si possono ottenere buoni risultati anche dall'in· tervento durante l'esacerbazione dei sintomi. Assolutamente controindicato è un intervento soltanto nella colangite diffusa e per compli· canze polmonali o renali, o generali che rap· presentino in sè e per sè una controindicazione alla narcosi : senza la quale l' A. non si accinge a un intervento sulle vie biliari. Il trattamento chirurgico avrà tanto maggiori probabilità di buona riuscita per quanto più strettamente ci si atterrà alla asepsi la più scrupolosa, per quanta maggiore abitudine ed esperienza avrà l'operatore a inter· venire sulle vie biliari, per quanto egli sarà esatto nella tecnica, più rapido e più sicuo, e finalmente p er quanto più attento e pià diligente sia il trattamento consecutivo. La minir;na inosservanza a uno solo di questi canoni, può porre a repentaglio il buon esito di tutti gli altri. Quanto alla scelta dell'intervento l'A. pensa ohe debba sempre essere rigettaia la coledocotripsia ; che la colecistenterostomia debba esser limitata a qualehe caso; e che la pr-e· (10)

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381

ferenza spetti alla coledocoto11zia segltita da

drenaggio dell'epatico. Questa è meno pericolosa della coledocotomia, seguita da r. p. p. (dalle statistiche dell' A. si rileva che la mortalità nella coledocotomia e sutura e nella coledocotomia e drenaggio dell'epatico stanno ai casi operati rispettivamente come 10 a 100 e 3 a 100): ed è meno pericolosa, sia perchè si compie più rapidamente che non la laboriosa sutura, sia perchè la colangite, quasi sempre esistente, guarisée col trattamento all'aperto più rapidamente e non può diffondersi al fegato, dif. fusione che l'A. ha potuto constatare in seguito alla s11tura. Altre ragioni che militano a favore del trattamento col drenaggio sono poi le seguenti: nella coledocotomia, seguita da sutura, anche l'operatore più provetto nella chirurgia delle vie biliari lascia addietro nel 15 per cento dei casi qualche calcolo, mentre col drenaggio dell'epatico in secondo tempo si può allontanare il calcolo eventualmente residuale: quindi la recidiva della calcolosi è assai più rara quando alla coledocotomia segua il drenaggio dell'epatico, che nella sutura. Finalmente il drenaggio dell'epatico permette di sondare l'epatico come di dilatare la papilla duodenale sia essa tumida o ristretta da pancreatite interstiziale. Nell'incuneamento del calcolo nella papilla duodenale si ricorrerà alla papillotomia alla M. Burney (coledoco-duodenostomia interna). Di rado è necessario praticare la epaticotomia. L' inte1·vento - finchè almeno la ostruzione cronica non si complica ad angiocolite diffusa, ad ascessi epatici, o a cancro del pancreas, non è molto pericoloso (all' A. dà oggi una mortalità del 3 per cento); eseguita più tardi, cioè quando già esiistono infeziont gravi, l'operazione può di rado dispiegare i benefici effetti che da essa eravamo in diritto di at • • tenderci. Il trattamento postoperatorio richiede la . massima diligenza ed attenzione (l' A . si di· chiara assai soddisfatto del sussidio terapeu· tico offerio dalla gastrolisi, tanto che pr:àn& dell'intervento, ogni volta che lo possa, abitua il paziente all'uso della sonda gastrica)r Nella ostruzione cronica da tumore (cancro del coledoco, cancro del pancreas) il solo ti·aitamento razionale è il trattamento chirurgico. Questo per lo più potrà esplicarsi soltanto in u.na operazione palliativa che apra a,lla bila una nuova via di deflusso nel tubo ~igerente. Nei piccoli cancri della ~ezione media del co· .. ledoco è a volte possibile eseguire un"opera-


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FA.SO.

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SEZIONE PRA.TIOA

zione radicale: oosì l'A. ha potuto asportare~ con esito brillante, un cancro del coledoco . sort o immediata.mente al disotto della con·' fluenza del cistico coll'epatico, po1·tando via contemporaneamente la coler.fsti e innestando l'epatico nel duodeno. Nelle tumefazioni benigne del pancreas (pan· creatite cronica interstiziale) che pure spesso non possono esser differenziate da dege· nerazioni maligne dell'organo, n~ppure nel· l'autopsia in vivo, condotta sul letto operatorio - l'ope1·azione, che i·istabilisce una comunica· zio ne fra la cistifellea e il tubo dige1·~nte, può restituire stabilmente il paziente a completa salute.

I tumo1·i mu,ligni primarii del

f~gato (1).

Molte questioni si agitano tuttora tra gli ?sserv~tori sui tumori primarii del fegato, per I quali tuttora regna quella incertezza e quella confusione di classifica che moderne C<?noscenze anatomo-patologiche e cliniche hanno invece dissipato nella determinazione anatomo-clinica dei neoplasmi che si svilup· pano in altri organi. L ' A. ha voluto perciò riassumere in forma sintetica tali questioni e con l'appoggio della casuistica propria e di altri ha cercato di far convergere le disparate opinioni affermando la dualità morfo logica e di natt1ra, finora trascurata o inaccettata, dei tumori maligni del fegato. R. DALLA VEDOVA. Le conclusioni alle quali giunge con le sue diligenti e rigorose ricerche eseguite nell'Istituto d'anatomia patologica del prof. MAFFUCCI 11 mic1·obismo bilia1·e normale. a Pisa e rese maggiormente dimostrative da (GI,LBERT e LIPPMANN. Soc. de biol., Vol. XXXI, p. 1). bellissime ed esatte tavole contenute nel suo Gli autori hanno istituito delle ricerche sul lavoro, sono le seguenti: Non ha fondamento la dottrina, ancora oggi contenuto batterico delle vie biliari in condi· professata, che nel fegato non possano svizioni fisiologiche. Si sono serviti di animali lupparsi tumori sarcomatosi o che essi sieno di varia specie ed hanno constatato che le vie biliari normalmente sono in tutto il loro eccezionali. I tumori descritti finora come cancri mi· tragitto extraepatico sede di una ricca flora dollari, carcinomi molli, encefaloidi, che in· microbica. G-li AA. però non condividono le grossa.no il fegato e decorrono senza cirrosi, idee sostenute da altri osservatori, che cioè vanno considerati come sarcomatosi, per lo la flora batterica, riscontrata nella bile del· più della specie endoteliale o periteliale. l'ultima porzione del coledoco sia rappresen· La sar·comatosi del fegato ha caratteri anatata unicamente da germi aerobi; essi invece tomo-clinici ben differenziabili da quelli che diviclono il sistema biliare in cinque tratti : accompagnano il cancro di quest'organo: vo1° una zona inferiore, rappresentata dal· lume ed aspetto di questo, decorso più rapido, l'ampolla del V ;:tteJ' e dal terzo inferiore del rarità e diversa interpretazione dell'itteTo e coledoco, in cui si i·iscontrano germi aerobi ed dell'ascite. ' anaerobi; Il sa.reo.ma nel fegato ordinariamente si 2° una zona intermedia, formata dal terzo sviluppa in forma nodulare o, più di rado, medio del coledoco, in cui i g ermi aerobi · come una grossa massa unica, sempre con (bact. coli, cocchi) vanno gradatamente scom· notevole ingrandimento dell'organo e, in geparendo, per cedere il }losto agli anaerobi nerale, non dà metastasi che nelle sole glan(1·appresentati principalmente d«;tl funduli/or- dole linfatiche addominali; l'epitelioma invece niis, dal perfringens) e meno frequentemente è accompagnato da cirrosi, il volume dell'ordal ra11iosus) dal fragilis, dal radiforrnis) ;J gano è ridotto o appena di poco aument~~ 3° una zona costituita dal terzo superiore ma non· mai oome pe1· il sarcoma. del coledoco e dalla vescica biliare, zona pu· L'itterizia è costanie negti epiteliomi ; n el . ' rara e non sempre, come in . :raimente anaerobiotica ; sarcoma e.. p1u 4° una zona rappresentata dalle prime vie quello, legata alle alterazioni interne dell'orbiliari intraeprutiche, nella quale il numero gano, ma dovuta più spesso a cause extraepaidei germi (anaerobi) va a poco a poco. dimi· tiche (compressioni dei noduli sull'ilo, ecc.). nuendo; L'ascite, costante pure negli epiteliomi e 5° tutta la rimanen~e zona delle vie bi· talora aggravata da trombosi retrog1·ada della liari intraepatiche, .zona di a8Solut& sterilit~. neoplasia nella vena porta, manca o è scarsa nel sarcoma; quando è pronunziata ripete le G. P. .. stesse ·cause extraepatiche dell'ittero, oppure , .. •

(1) A.

P:aPERÉ.

Napoli, dott. V.

PASQUALE,

19ot.

/11 \


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IL POLJOLlNlCO

lANNO

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come nella forma endoteliale , può essere . pazioni del paziente si accordano con le conprodotta dalla progressiva occlusione che la dizioni igieniche, e se infine son tali da per· neoplasia stabilisce nei vasi. mettere una cura quando il vizio si sia chia· Il sarcoma può, come l'epitelioma, occor- ramente esplicato. rere anche in .età molto avanzata, ed, al conSe tutte queste condizioni son favorevoli, trario di questo, sembra più frequente nella nulla v'è da obiettare al contrarre il matri .. donna che nell'uomo. monio. Con tutto ciò il cuore deve essere La cirrosi non precede la formazione del· costantemente sorvegliato e il paziente stesso l'adenoma : l'epitelioma e la cirrosi si svilup· deve avere riguardo a sfuggire, per quanto pano contemporaneamente, forse in dipen· è possibile, ogni sforzo e ogni fatica in caso denza di uno stesso stimolo. Può al cancro di gravidanza. A ciò si deve aggiungere l'im· associarsi la cirrosi ipertrofica biliare, senza portanza di una cura preventiva rappresen· che restino modificati i rapporti ordinari del tata da una dieta lattea mista in modo da neoplasma col tessuto interstiziale dell'organo. consumare 2 litri di latte al giorno. In alcuni casi finalmente non può lnegarsi Tale dieta rigorosamente applicata fin dal che l'epitelioma (assai più di rado il sarcoma) 3° mese di gravidanza costituisce un valido si sviluppi in terreno precedentemente cir- aiuto alla circolazione a causa della sua azione sulla diuresi. .rotico. L' A. non crede di avere a fare serie ob· L'adenoma solitario del fegato è una f ormazione benigna, di origine congenita e come biezioni al matrimonio quando manchino tutti tale non può essere considerato tra i veri i sintomi cardio-vascolari di una certa graneoplasmi di quest'organo. L'epitelioma si vezza purchè il p aziente prometta di osserorigina sempre con forme tubulari o di cor- vare la dieta suddetta in caso di gravidanza. doni cellulari; alla sua eventuale modifica- Infatti il latte non eserciterebbe soltanto zione in struttura alveolare concorre in buona ~n'azione pre-ventiva sulla, pressione cardiaca, parte lo speciale sviluppo del tessuto connet· ma anche impedirebbe la comparsa dell'albu• • m1nur1a. 1iivo. Dott. G. PECORI. Ohe il latte sia un eccellente trattamento preventivo per le àonne gravide da~l'istante in cui la gravidanza è stabilita., è dimostrato PATOLOGIA DEL CUORE dall'aggravarsi delle lesioni cardiache in se· guito a ripetute gravidanze. La gravidanza inoltre può in alcuni casi proInftuenza del matrimonio e della gravidanza sulle malattie di cuo1·e. durre gravi disturbi nella circolazione cardiopolmonare aggravando il lavoro del cuore. Ciò (BACKENSTOE, American medicirie, n. 12, 1903). è chiaro nei mitralici in cui, per ostacolo della Un medico, consultato sull'opportunità del · piccola circolazione, si producono presto o tardi, matrimonio in casi di malattie di cuore deve sintomi cardiaci. e polmonari, quali: dispnea ed considerare le varietà delle circostanze. In emottisi. . L' A. riporta un caso clinico. primo luogo deve riflette1.. e ai tristi effetti Si tratta di una donna di 31 anno, senza che potrebbero deriva1.. e dal proibire il matrimonio ardentemente desiderato a t1n sem- antecedenti morbosi famigliari, nè personali. plice cardiaco. Inoltre egli deve considerare A 21 anno reumatismo articolare che sparve il grado della lesione, specie se questa lesione lasciando relitti - a carico del cuore. La respiha già dato origine a sintomi cardio-vasco- razione della paziente era breve e corta; a lari, quali emottisi e dispnea accentuata. In volte essa soffriva di palpitazione. Con tutto tali cirçostanze il matrimonio deve essere ciò si maritò a 24 anni. L 'anno seguente ebbe un bambino: gravisconsigliato perchè se la malattia di cuore, in c ondizioni di vita no1.. male, ha dato anche danza e parto normale : ugualmente riuscì la leggieri sintomi di « asistolia » indicanti una seconda a 26 anni. A 27 anni aborto di 4 mesi certa tenden~a « all'adinamia cardiaca », è senza alcuna causa apparente. Non vi furono probabile che una gravidanza aggravi e i·enda effetti postumi e l'infe1·ma si credeva in buona più imponenti questi sintomi a causa delle salute. Un anno dopo rimase di nuovo incinta nuove e certo deficienti condizioni imposte e per la prima volta dopo il matrimonio, co· minciò a sentire « mancare il suo cuore » . alla circolazione. Si deve poi anche considera1·e se i disturbi Uno sforzo ordinario si risolveva in dispnea~ ca1·dio-vascòlari cedono prontamente alle so· la palpitazione era più accentuata e di tanto stanze medioamen.tose impiegate: se le occu· in tanto emetteva sputo sanguigno. La gra·


[ANNO IX, FASO. 38]

SEZIONE PRATICA

vidanza però continuò a tempo normalmente. Il parto si compl bene, ma subito dopo divennero manifesti i sintomi di una asistolia acuta, evidente principalmente per emissione di sangt1e e dispnea accentuata. Faccia cianotica, estremità fredde; emottisi e azione del cuore ininterrottamente lenta e irregolare; pulsazione delle giugulari ; dilatazione del ventricolo destro; in una parola : tutti i segni di una ins11fficienza della tricuspide. Nessun effetto dalla digitale ; buoni effetti dalla morfina contro la dispnea. Ricoverata all'ospedale, la paziente non ottenne che il suo ca.ore riprendesse lo stato di eq11ilibrio che aveva prima. ·L' A. crede che, se le lesioni della mitrale e della tricuspide non son dovute alla stessa causa (reumatismo), l'influenza di gravidanze ripetute aggravi la lesione originale della mitrale }Jroducendo i disturbi del circolo polmonare e la dilatazione della metà destra del · cuore con insufficienza funzionale della tri· cuspide. Dott. ANGELO PIAZZA. .

Della trasmissione dei toni e rumori cardiaci alla parete dorsale del torace e del valore diagnostico di questa trasmissione. (Dott.

MASING.

8t. Petersburg. medie. Wochen., n. 19, 1903).

Lo studio di punti di scelta per l'ascoltazione dei toni e i·11mori cardiaci è stato oggetto di molti st11di e da parte di sommi. L'A. è ritornato all'a1""gomento della trasmissione al dorso, cl1e BACCELLI ha illustrato fin dal 1864 nel classico trattato sulla Patologia

del cuore e del!' aorta. Riferiamo il suo lavoro quale esatta espo· sizione di fatti, per quanto ormai ben noti tra noi. E mentre l' A. non sa dare spiegazione dei fenomeni, ricorderemo com' essa venisse data già clal Clinico di Roma e sia ormai da tutti accolta. L' A. ha osservato : Toni cardiaci - 1. Nel maggior numero dei casi, essendo il cuore sano, i toni cardiaci si ascoltavano su tutta la superficie dorsale, per lo meno nella porzione superiore, t1n poco al di sopra della spina della scapola; per lo più erano avvertiti meglio a sinistra che a ·destra: per lo più si udivano ambedue i toni, ma il primo era s-empre più fo1·te del secondo e ciò anche quando anteriormente si aveva un rinforzo del secondo tono: In tutto lo spazio compreso tra la scapola e la colonna vertebrale, come ·pure al disotto della scapola i toni cardiaci erano di uguale intensità. 2. In molti operai robusti e muscolosi, dal torace largo e profondo e dal polso ritmico, ma non forte, l' A. ascoltò i toni cardiaci

1197

anche sul dorso ; e da ciò concluse che lo spessore della parete toracica non ha una. importanza decisiva sulla trasmissione dei toni cardiaci alla parete dorsale , invece gli sembra verosimile che la non trasmissi· bilità dipenda da insufficienza delle contra- · zioni cardiache, e non si perita di asserire, sebbene con r iserva, che la mancanza di toni cardiaci sul dorso costituisce un sintoma di indebolimento cardiaco, e che q1iando questi toni cardiaci non sono percepiti lungo la metà destra del dorso e sono deboli lungo la metà sinistra; in tal caso si ha forse un in· dizio di debolezza cardiaca. L' A. riferisce di un individuo muscoloso, alcoolista, con ipertrofia del fegato, polso debole, toni cardiaci cleboli anteriormente, nel quale posteriormente non si percepivano punto toni cardiaci. L' A. riferisce pure di un individuo, enfisematoso, in cui anteriormente, a motivo della distensione del polmone, i toni cardiaci erano molto deboli, mentre si percepivano chiara· mente Slllla parete dorsale. Da q t1esto fatto, dice l' A., non si deve concludere che la percezione dei toni cardiaci sul dorso abbia ad esse1·e una prova che il cuore è sano, poichè, vuoi speciali condi~ioni favorevoli alla trasmissione (infiltramento polmonare), vuoi l'ipe1~trofia del cuore, vuoi un'eccit~ione psichica, ecc., ecc., possono far sì _che si percepiscano sul dorso anche dei toni provenienti da un cuore am· malato. 3. L' A. non di rado percepì sul dorso un tono metallico, in casi in cui anteriormente i toni cardiaci erano del tt1tto normali. Questo timbro metallico vuol dire che vi sono cavità risonanti, sia al di sopra del diaframma (pneumotorace, caverne polmo· nari), sia al di sotto del medesimo (stomaco, colon). Rumori cardiaci. - L' A., dopo ·di avere ricordato- quel che ne pensano in proposito vari autori, come il GuTTM.ANN, il RAUOHFuss, il N OORDEN, lo STRtJMPELL, l'EroHORST, l'HENOOH, il D'ESPINE, l'HOERSOHELM:ANN, e sopratutto l'HooHSINGER (non cita, natu1·almente, i nostri), riferisce le proprie ricerche: 1. I rumori sistolici di una certa intensità, dipendenti da insufficienza della mitrale o stenosi dell'orifizio aortico, erano semp1·e percepibili anche al dorso ed in modo assai preciso e chiaro, tanto a destra che a sinist1·a. I rumori deboli, che si hanno allo stadio iniziale di un'endocardite, o quelli che ac· compagnano solo il primo tono, non sembra si trasmettano sino alla superficie dorsale. 2. I rumori sistolici, che non dipendono da vizio organico, _non si trasmettono alla su~ perficie dorsale del torace, ove invece s1 percepisce bene il primo tono. . 3. I rumo1'i diastolici per lo più non st trasmettono al dorso. (13)


1198

IL POLIOLINIOO

Queste 3 proposizioni, secondo lo st.esso autore, non debbono considerarsi come dimostrate in modo assoluto ; sono semplici tesi ; e ciò a motivo del l\umero relativamente tenue di infermi da lui esaminati. Che se ulteriori ricerche riusciranno a stabilire che i i~umori sistolici dipendenti da vizi organici si percepiscono sempr·e sul dorso, mentre i rumori inorganici non si percepì· scono in detta località, allora si avrà un ar· gomento di grande val~re per la diagnosi differenziale dei medesimi. · L' A. non sa spiegarsi perchè tra i rùmori organici i sistolici si trasmettono al dorso, mentre i diastolici non vi si trasmettono. Per quanto nei fenomeni di propagazione dei toni e rumori cardiaci cooperjno sempre molti fattori e non tutti nello stesso senso, p11re tenendo conto degli studi finora compiuti l' intet'pretazione di tali fatti non è impossibile, Accenniamo appena ai fatti più salienti. Anzitutto certamente nella sistole il cuore b.a tte pieno e si trova quindi più a contatto .. con la parete toracica. Dalle leggi poi che governano tutta l'ascoltazione del cuore: · 1° i rumori si propagano secondo 'corrente (legge di Hoppe); 2° i rumori so_n o più forti là dove si g e· nerano (legge di Baccelli); qui ' ra specialmente applicata la seconda. Quanto alla distinzione dei i·umori inorga nici (a parte il loro meccanismo genetico) dagli organici , BACCELLi pure insegna che hanno punti precisi d'elezione e che basta allontanarsi da q11esti o rendere difficili la trasmissione (allontanare l'orecchio dal padiglione dello stetoscopio, ecc.) per perderli e risentire il tono eh' era prima da essi oscurato. Prof. A. V.

dei nuovi mezzi d'indagine, ha potuto constatare che, quando la radiografia lascia notare l'esistenza di un distinto strato di cartilagine interepifisaria, il più delle volte si riesce a determinare il distacco d ell'epifisi inferiore del femore e quindi a raddriz· zare il ginocchio senza l'uso di alcun ferro. Il BAR· BARINI dimostrò che la frattura ha luogo all"estre· mità inferiore d ella diafisi e che la cartilagine epifisaria, rimanendo attaccata all'epifisi, provvéde alla sua nutrizione. Ciò posto, il bando dato alla osteoclasia va oggi r evocato, ed essa è indicata in dati casi alla luce della lastra fotografica. · Allo scopo di semplificare il processo, nei casi nei quali si deve ricorrere all'osteotomia, pensò di pratica~e l'osteotomia lineare sottocutanea, serven· dosi della sega del Giglio. Il 5 febbraio, nella sua Clinica privata, innanzi ai giovani studenti, operò nel seguente modo: Tenendo l'arto in-semiflessìone e facendo stirare dall'assistente le parti molli della regione poplitea il più che fosse possibile, confisse un lungo punteruolo ct~unato al disopra dei con· dili, dal lato interno, due dita trasverse dal tuber· colo del terzo adduttore, sulla linea verticale passant.e per il margine interno della rotula, e.perforò le parti molli dall'avanti all'indietro, per spostare i tendini verso la parte posteriore, quindi trasver· salmente l'osso tra i due terzi anteriori ed il terzo posteriore della sua spessezza, per riuscire, attra· ' rersando i tessuti molli del lato opposto, davanti al tendine del bicipite. Affidata la sega del Giglio alla cruna del punteruolo e passatala attraverso il canale scàvato da qt1ello, potè segare l'osso dàllo indietro all'avanti, finchè si senti mancare la resi· stanza. Ritirata la sega, ruppe con facilità il ponte osseo posteriore colla stessa manovra colla quale si rompe quello che resta dopo l'azione dello scalpello nella operazione alla lVIacewen. Trattavasi di una ragazza ch_e, presentando doppio ginocchio valgo, seduta stante, fu operata nell'altro lato col processo alla Macewen, e che viene presentata guarita e raddrizzata all'Accademia, insiem~ ad RESOCONTI PARTICOLARI , altri due giovanetti, operati collo stesso ·metodo ed eguaJ.men te guariti. R. ACCADEMIA l\IEDICO·CHIRURGIGA DI NAPOLI. Attendeva alla preparazione di modelli anatomici . • Seduta del 28 giugno 1903. atti -a dimostrare che nessuna lesione di parti im· Presidente De Martinf. portanti si avvera col descritto metodo, nell'Istituto Bernabeo prof. Gaetano. Nuovò processo opera· anatomico diretto dal prof. .ANTONELLI, quando torio pel gi1iocchio valgo (osteotoniia linerare sottocu- - questi gli suggeri l'idea di procurare di elimirtare tanea). - L'O. fa la storia della cura del ginoc- il punteruolo, che lascia,ra ancora un tal senso di crudeltà all'operazione, pur avendo fatto un bel c~io valgo, facendo notare che, abbandonati i pr~­ cessi riguardahti la sezione sottocutanea dei tessuti, passo coll'eliminazione degli scalpelli e del maglio. l'osteotomia, specie quella alla Macewen (1880), Occorreva quindi passare la sega addirittura ra· rimase l'opetazione preferita, perchè trova le sue sente la superficie posteriore dell'osso. A risolvere basi nella teoria patogenetica del MIKULICZ ed è il quesito si doveva precisare bene la distanza del· indicata nella quasi generalità dei casi. Ricorda le l'arteria poplitea dal pla1tn11i popliteuni, nel pl1nto 111odificazioni apportate agli scalpelli dal D'.ANTONA dove doveva cadere l'operazione, e costruire lo istrumento adatto che conducesse la sega. Riguardo e le statistiche d el ROMANO. Studiando i casi di ginocchio valgo colla gt1ida al primo quesito, più che ai trattati classici, i quali (14:) 1

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ACCADEMIE, SOCIETl MEDICHE, CONGRESSI


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SEZIONE PR.A.TIO.A.

in generale non ne fanno un cenno preciso, ha ricorso allo studio anatomico sui cadaveri, ed, iniettando il sistema arterioso, ha notato semp.re che l'arteria poplitea nel punto dell'operazione resta un centimetro o più lontana dall'osso e che tale di· stanza aumenta ancora più nella flessione della gamba. Per condurre la sega poi h a fatto costruire un uncino speciale a larga curva, con manico in· curvato ad S italica e con punta lanceolata, ma ottusa ai lati. Riusciti gli esperimenti sul cadavere, il BERNABEO il 21 luglio ha operato con felice risultato una ragazza di 14 anni. Egli descrive dettagliatamente, dividendolo in tre tempi, il suo metodo ope· rati vo che può riassumersi cosi: Stando La gamba flessa sulla coscia, in modo che il piede poggi colla pianta sul tavolo ù.i operazione, p enetra coll'uncino a 2 dita trasverse al disopra del tubercolo del 3° adduttore, sopra una linea verticale, tirata dal margine interno della rotula. Pro· cede coll'uncino rasentando la superficie interna del femore, indi la superficie _posteriore, senza mai perdere il contatto coll'hsso, per rit1scire alla parte opposta, al disopra del tendine del bicipite, sulla linea verticale, che passa per il margine esterno della rotula. Introdllce nell,..a cruna, situata nella punta dell'uncino, la sega del Gigli, alla quale fa · percorrere in senso inverso il cammino tracciato da quello, e, tenendo sempre l'arto flesso, sega finchè manca la resistenza ossea. Nei diversi espe· rimanti fatti sui cadaveri potè constatare che non vione leso nessun tendine, o vaso, o nervo. L'O. presenta preparati anatomici dimostrativi. Roma110 prof. Clemente. Si compiace col BER· NABEO per la !3emplificazione apportata al metodo dell'osteotomia. Chiede alcuni schiarimenti reiativamente alla tecnica nel segare l'osso, posto che Ìa sega del Gigli viene fuori da due punti opposti delle parti molli. Fa rilevare che con l'osteotomia alla Macewen in centinaia di casi non ha avuto mai a deplorare alcun inconveniente. Domanda infine come si possà avere il raddriz· zamento del ginocchio valgo con ùna sezione lineare, mentre appunto colla osteotomia alla Macewen si viene a scavare collo scalpello un cuneo nell'osso. Bernabeo. La sega del Gigli non viene a iro· varsì su una lin'e a retta, ma contorna l'ossb, for~ mando quindi ùna curva a concavità posterfore. Ciò posto, è facile immaginare come si possa se· gare l'osso pur rimanendo fermi i due punti pei quali esce dalle parti molli,. . Nel raddrizzare l'osso i dùe frani.menti si iocca:rio per i due estremi interni, ed il potere germinativo del periostio è capace, sopratutto nei giovani, di formare un callo osseo che riempia il cuneo, che l'imane ali' esterno. '

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Ninni prof. Giovanni. Non comprende perchè si debba abbandonare l'operazione alla Macewen, che non presenta alcun inconv-eniente e che ritiene più semplice del metodo proposto dal BERNABEO. Il maltrattamento dell'osso favorisce la formazione di un callo resistente. · Col processo Bernabeo è im· possibile che non vengano maltrattati i tessuti in vicinanza dell'osso.. Bernabeo. Insiste nell'ammettere che il suo processo è più semplice e più sicut·o nella tecnica, in quanto lo scalpello può andare più in là dell'intenzione del chirurgo, mentre cosi non è per la sega. I preparati anatomici dimostrano che vengono lesi solamente l'osso ed il pe1:iostio. Non comprende come, perchè guarisca, l'o~so debba essere maltrattato. De Renzi prof. Enrico e Boeri prof. Giovanni. .RicercJie speri1ne1itali s zill' asportazio1ie di alcuni organi addomi1iali o srilla soppressio1ie co1npleta della circolazione rispettiva. - Le conclusioni principali, che derivano da queste ricerche, sono le seguenti: Se nei cani si sopprime in parte la circolazione della milza, questa dopo due mesi e mezzo presenta la sua integrità. È probabile che l'epiploon prov· veda a ristabilirne la circolazione. Se si sopprime completamente la circolazione del sangue, dopo pochi giorni accorre l'epiploon, che dopo dieci giorni ha già aggrovigliato la milza, e dopo un mese ha formato una specie di capsula attorno alla stessa. Dopo due mesi e mezzo al posto della milza non si trova che un nodulo fibroso. L'animale non risente alcun danno. Se nei cani si sopprime interamente la ciì,colazione della milza e contemporaneamente si asporta l'epiploon, si ha sfacelo della milza e gli animali muoiono dopo 24:-48 ore. Se, soppressa interamente la circolazione della milza, si asporta l' epiploon dopo 10 giorni; la mol.·te avviene più tardi. Si tratta probabilmente di un processo di autolisi della milza con produzione di sostanze tossiche. Il succo della milza, caduta in isfacelo, iniettato agli animali ha dimostrato una marcata tossici~a. Se si introduèono corpi estranei asettici nel peritoneo, sono incapsulati dall'epiploon. Se si sopprime la circolazione completa del rene, avvengono gli stessi fenomeni che per la milza: si incapsula e viene assorbito. ' Se si àsporta un rene, si ha albuminuria negli animali, che scompare dopo 7, 8 giorni. Probabilmente in clinica non si verificano gli stessi fatti, perchè il rene sano che rimane si è assuefatto alla maggior funzione. Se si sopprime la circolazione ad un rene, si ha comparsa di albumina e di cilindri nell'orina, e tale fatto, avvenendo tardivamente, non può attri· buirsi al raddoppiato lavoro dell'altro rene, ma ad '1 !'\\

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IL POLICLINICO

azione tossica, esercitata dal tessuto renale in isfa. celo e riassorbito. Nei cani, nei quali si sopprime la circolazione di un rene e l'epiploon, si verifica la morte. .A.Il' epiploon sembra quindi spettare un'azione protettiva., plastica, meccanica e probabilmente an· titossica. Dott. E NRICO CAI..1ENDOLI.

OSSERVAZIONI CLINICHE Contri bnto alla casistica delle affezioni della man1mella per il dott. ?scAR

~ARCHETTI.

Termina il RECLUS (1) una sua lezione l( Su le malattie della mammella n affermando che non , esistono segni decisivi patognomonici per distinguere gli ascessi cronici e subacuti della ghiandola mammaria dai tumori d'indole maligna, essendo es~i segni il più delle volte insufficienti e precari. Per la qualcosa non è da meravigliarsi se BuJ, BERARD e NÈLATON, dopo aver insistito su la diagnosi differenziale di queste affezioni, concludono ammettendo che solo il modo d'iniziarsi del male e l'evoluzione sua potranno qualche volta dare delle indicazioni precise, pure confessando che chirurghi di non dubbjo valore ed esperienza si sono sp&sse volte trovati ad avere delle sorprese. E la gravità del fatto .è dovuta a ciò che il confondere un processo infiammatorio con un neoplasma maligno, conduce a praticare l'amputazione del seno. AsrLEY CooPER infatti riferisce due casi di infiammazione della mammella, che gli erano stati inviati come tumori : in un caso di BENJ BRODTE la mammella fu amputata e DuPUYTREN (2) e Roux hanno amputato dei seni affetti da ascessi cronici. VELPEAU (3), PHOCAS, LE DENTU riferiscono poi casi simili. Solo la comunanza dunque di sintomatologia fra ]a forma infiammatoria e quella che in II!Odo comprensivo di varietà morfologiche vien designata •

(1) RECLUS. Cliniques chirurgicales de l'Hòtel Dieu, p. 417. (2) DUPUYTREN. Bull. de l'Acad. de Méd., t. IX, p. 391. (3) VELPEAU. Maladies 4u sein, p. 159. (16)

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come forma maligna, può giustificare questi errori diagnostici. I fatti che posso.no condurre al diagnostico si debbono attingere all'etiologia, al modo di decorrere dell'affezione, al dolore, allo stato dei gangli ed all'aspetto che essa va assumendo (1 ). In rapporto all'etiologia si può dire che gli ascessi cronici riconoscono, fra le cause più comuni, l'allattamento ed il traumatismo; ma, quantunque rari, veri neoplasmi si sono iniziati durante l'allattamento e sebbene non sia ben dimostrato che il traumatismo possa diventare l'origine di ne<>plasmi, pt1re JAUVRIN (2) ha pubblicato esempi di questo genere. Le forme cliniche dell'ascesso cronico della mammella sono poi diverse e tutte possono ingenerare confusione: dalla tumefazione voluminosa con una parte- fluttt1ante, a'volta da masse più o meno dure, a contorni mal limitati, per cui si potrebbe credere ad un cisto-sarcoma o ad un epitelio;ma rammollito, alla forma irregolare, con prolungamenti, che a guisa di rami penetrano nella ghiandola come nella varietà fibrosa di cancro. E tanto per l'uno che per l'altro si può avere la pelle a buccia di arancia, la retrazione del capezzolo. Il dolore, che generalmente esiste, ha una grande importanza nelle forme infiammatorie, lloichè d' ordinario non si riscontra nei neoplasmi, se non ad un'epoca avanzata della loro evoluzione ; ma giova notare che sono registrati casi, in cui il dolore era assolutamente mancante. Finalmente lo stato dei gangli può dare dei preziosi criteri, perchè.l<> ingorgo di essi precoce nelle forme infiammatorie~ è solo clinicamente dimostrabile nei neoplasmi quando essi datano da qualche mese : ~i pi~, nelle prime èssi sono ordinariamente volum1nos1 e numerosi, ma casi simili si sono riscontrati anche pel cancro. L'età della malata potrebbe qt1alche volta essere un giusto criterio sul quale appoggiare la diagnosi, ma giova a questo ~roposi~o ~ar notare che le forme ascessuali croniche s1 r1~contrano spesso esse pure nelle donne attempate e. che, d'altra parte, certi tumori della mammella s1 trovano anche nelle donne giovani. (1) RECLUS. Trattato di Chirurgia, vol. Vl, P· 179. (2) JAUVRIN. Amer. Journ. of Obst., 1888, p. 503.


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SEZIONE PRATICA •

•• Di tre casi osservati nella Clinica chirurgica di Firenze merita di esser fatta menzione : tutti tre per la difficoltà della diagnosi, l'uno poi per un'insolita modalità di sviluppo di un ascesso cronico della mammella. Ed è da quest'ultimo ch'io comincio dicendone la storia clinica.

R..... A... , di anni 54, colona di Vicchio di Mugello, entra in clinica il 30 agosto 1898. Nell'anamnesi nulla havvi d'importa~te: ha avuti ed allattati quattro figli e l'ultima gravidanza data da 18 anni. Un mese e mezzo prima di entrare in Clinica s'accorse della presenza di un tumoretto sotto al capezzolo della mammella sinistra e non rammenta di aver avuto contusioni alla parte, nè ricorda fatti ai quali imputare l'insorgenza di quest'affezione. La tumefazione, la quale non è mai stata sede di \tero dolore, ma tutt'al più di uggia, non continua, era dapprima grossa quanto u~a picc~la nocciola ed indolente alla palpazione: in seguito andò gradatamente crescendo, fino a raggiungere la grossezza d'un uovo di gallina. ~a paziente. si decise allora a ricorrere ad un medico che, diagnosticato un carcinoma della mammella, la inviò subito alla Clinica. La donna è di costituzione scheletrica regolare, con pannicolo adiposo piuttosto sviluppato: lo aspetto generale è assai buono. Alla mamme~la sinistra, in corrispondenza dell'areola mammaria, e, più precisamente nel quadrante inferiore esterno, si nota la presenza di un tumoretto, della grossezza di un uovo di gallina, ricope:to da pelle sana ed indolente affatto alla palpazione. Questo tumore, intimamente fuso colla ghiandola, assieme con la quale è mobile sulle parti profonde, è ricoperto da pelle, che sembra non aver contratti rapporti con esso. Il capezzolo è retratto: colla pressione da esso non fuoriesce liquido alcuno e le ghiandole ascellari del lato sinistro sono modicamente ingorgate, presentandosi esse dure, mobili e per niente dolorose alla pressione. Su questi dati clinici vien formulata la diagnosi di carcinoma della mammella sinistra ed il dì 7 settembre il prof. CoLzr procede ali' amputazione di essa mammella col metodo in questi casi praticato, facendo susseguire l'asportazione dei gangli ascellari ingorgati. Conducendo in seguito un'incisione sul tumore tolto via, si rinviene in seno ad esso una cavità, ripiena di un liquido puriforme e di aspetto piut tosto cremoso. Di questo liquido vengono subito fatte delle cultl1re in brodo ed in agar e si procede

ad un esame microscopico, che rileva la presenza di cellule di pus e l'assoluta mancanza di microrganismi colorabili col metodo di Gram e coi comuni mezzi di colorazione. I tubi di cultura, messi a temperatura conveniente, si mantengono sterili. Volendo poi riconoscere il rapporto del capezzolo col tumore, si conduce su quello un'incisione ed a poca distanza da esso ed in prossimità della cavità ascessuale, si trova immerso nel pus un corpo estraneo, molle, il quale esaminato con t1na lente d'ingrandimento si riconosce essere l'involucro di un grano di frumento. La cavità ascessuale ò poi limitata da una zona di tessuto, di consistenza dura, stridente al taglio, che si confonde col resto della ghiandola, alla quale è intimamente connesso.L'esame microscopico del tessuto circoscrivente l'ascesso mostra risultare esso di due parti non nettamente distinte fra di loro, di cui l'una, quella cio~ a contatto col pus, risulta di un processo d'infiltrazione di c~l­ lule, che si colorano intensamente, a nucleo voluminoso, l'altra presenta un processo di formaz.ione d~ connettivo antico, di un vero processo cioè d1 sclerosi, in mezzo al quale si trovano scarse tra~ce del tessuto ghiandolare. Nel caso dunque in parola la diagnosi non poteva, io credo, essèr più difficile. Tralasciando di ricordare il modo con il quale la affezione si presentava, per cui di certo non si poteva pensare ad altro che ad una neoplasia, in favore di questa abbiamo anche l'età délla paziente - 54 anni - e la distanza notevole dell'ultimo allattamento - 18 anni . - Eppure anche questi dati, ai quali il R&c1us dice di badare assai, si sono mostrati insufficienti. Una glumella di un chicco di grano, chissà mai come penetrato dentro t1no dei galattoforj, è stat6, in questo caso, .l'origine di un ascesso cronico della. mammella, svoltosi, si può ben dire, nel silenzio di ogni sintoma che potesse ad esso far pensare. EI\ÌMA MERIFF, nel laboratorio di Cornil, ha potuto dimostrare che gli ascessi del seno sono sempre causati da germi, che infettano prima le screpolature della mammella, tanto comuni nell'allattamento, e che in seguito penetrano allo interno per mezzo dei galattofori. Ma nella letteratura dell'argomento non mi è riuscito rintracciare altri esempi di corpi estranei penetrati direttamente nei galattofori, come causa. di ascessso della mammella.

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Patoge1tia di alc1i1ti ascessi riel seno, Accad. Med., 8 aprile 1889. BUDIN,

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* Non meno difficile per essere diagnosticato è questo secondo caso, di cui ecco la storia:

C..... G..... di anni 36, colona, di S. Bartolo, entra in Clinica. il dì 7 aprile 1900. Il padre è vivo ed emiplegico, per emorragia cerebrale : la madre è vi va e sana. Di quattro fratelli della paziente, due sono morti in tenera età - due sono vivi e sani. Di tre sorelle, due sono morte, una in giovane età ed una a 2 5 anni, di cancro della mammella. La paziente è stata sempre sana; a 25 anni ha preso marito, che è vivo e sano ed ha avuti, con parto fisiologico, sei figli, dei quali i primi cinque furono allattati dalla madre. · È da quattro mesi che la paziente si è accorta del male che l'affligge. Essa allattava l'ultimo figlio, nato da tre mesi e mezio, quando questi morì per una eresipela. Cessato l'allattamento, la mammella destra si affioscì per la scomparsa del latte: invece n'ella sinistra rimase una durezza grossa qua11to un uovo di piccione, e la secrezione lattea, sebbene diminuita, continuò ancora. La tumefazione era dolente, aveva dei periodi di dolori lancinanti, altre volte era sede di un senso di uggia come se la mammella fosse ripiena di latte. Se la paziente poi si palpava il tumore, questo diventava più dolente.. Ripara perciò in Clinica. La donna è di costituzione scheletrica regolare, - <Con masse muscolari e pannicolo adiposo ben sviluppato. L'esame dei sjngoli organi li rivela sani. La mammella sinistra non è più grossa della destra, ~olo apparisce più sostenuta; il capezzolo non ~ -deformato e si mostra apparentemente sano. La pelle non presenta alterazioni nella sua disposizione generale, solo appare solcata da cordoni rossastri e chiazze di linfangite che si dirigono dalla parte esterna della ghiandola verso l'ascella. La palpazione non risveglia quasi punto dolore ed il eapezzolo si può stirare iQ fuori. Il segmento esterno è occupato da una tumefazione grossa quanto una arancia, di consistenza dura, a superfice regolare, che fa corpo colla ghiandola, ma fra tumefazione e ghiandola si avverte un passaggio brusco per modo- che i limiti sono nettissimi. Facendo pressione sulla ghiandola mammaria esce ùna discreta quantità di latte e palpando i gangli ascellari si notano due o tre ghiandole un po' ingrossate, dure, non dolenti. L'insorgere di quest'affezione, subito dopo bn allattamento interrotto, la modalità con cui essa si manifestava, fece sorgere subito l'idea di un galattocele, ma il professor CoLZI, impressionato dal fatto della sorella morta per cancro del seno, -Oovendo'si decidere ad un intervento operativo,

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II:.i POLICLINICO

procedé ali 'usuale demolizione della mammella, pensando con questo modo di ovviare al pericolo di una fistola lattea, che spesso tien dietro al tratta.mento del galattocele con il taglio e successivo zaffamento. Tolta la mammella e su di essa -condotta poscia una sezione trasversale, si fa evidente· una ·cavità ascessuàle, piena di pus denso, gialliccio, circondata da una parete di cui l'aspetto macroscopico era tutto quéllo di un cancro. L'esame microscopico conferma poi la diagnosi. , Ecco dunque un secondo caso di una diagnosi difficile, mancando esso di sintomi che ad un cancro potessero far pensare. I ca~i di cancro suppurato non sono frequenti e spesso sono stati di dubbio diagnostico: così HABERURAAS riferisce di una malata nella quale una tumefazione fluttuante associata, ad adenopatia fu diagnosticata tubercolare e l'esame macroscopico pareva confermare la diagnosi, poichè eranvi delle masse caseose, che circondavano una cavità contenente del pus, mentre al microscopio fu trovato trattarsi di cancro suppurato. L'insolito volume assunto, nel nostro caso, dal tumore - in quattro mesi la grossezza di una arancia - dimostra il decorso particolare e rapido ché assume il cancro, durante l'allattamento: la stia gra.nde malignità è stata pure riscontrata in questa paziente, la quale dopo tre mesi dell' operaziotie ebbe a morire. Non meno interessante dei precedenti è il terzo caso: un gallattocele suppurato, che dapprima fu scambiato p~r un cancro, e solo tardi fu riconosciuto hèlla sua natura, per il mutarsi della sintomatologia. D.... E... , di 2 9 anni, di Pistoia, entra in clinica il dì 20 giugno 1900. Nell'anamnesi nulla di notevole per quanto riguarda l'ereditarietà; è stata sempre sana e maritata da tre anni, ha due :figli. Terminato l'allattamento del secondo fi glio, senza causa apprezzabile nè fenomeno subiettivo alcuno, s'iniziò nella mammella destra della paziente una tumefazione, che dapprima assai piccola, andò di mano in mano aumentando, fino ad assumere, in circa due mesi, il volume di un piccolo mandarino. La tumefazione è dura di consistenza, non dà il senso della fluttuazionè e fa corpo col tessuto ghiandolare, del quale segue i movimenti. La palpazione non risveglia dolore alcuno e contraendo il gran pettorale, ghiandola e tumefazione si rivelano indipendenti da esso. La pelle che riI


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SEZIONE PRATICA

copre la mammella, di aspetto normale in tutto. il 1 del cap~zzolo . e la disposizione a scorza d'arancio resto di questa, è increspata in corrispondenza della della pelle., dovuta, senza dubbio, ad una aderenza tumefazione, alla quale è adesa. Il capezzolo è sti- puramente iQ.fiammatoria colla parete del galattorato in dentro e le ghiandole ascellari sono incele, fanno interessante il nostro caso, che assieme gorgate. Spremendo la ghiandola non fuoriesce che piccola cogli altri ho creduto di far conoscere. quantità di un liquido torbido, più simile al siero che al latte. SPEDALE CIVILE DI S CA N ZAN O Il restante esame obbiettivo della paziei.1 te nt1lla diretto dal chirurgo primario ALEARDO SANTucci. rivela di notevole. Con questi segni clinici, l'idea prima che sorse Pt'\1•itottite erniaria acuta in sacco no11 fu di cancro, ma pur sapendo che durante. la . includente viscr.ri addo111inali per il dott. ALEARDO SANTUCCI. gravidanza e l'allattamento hanno i tumori epiteliali della mammella un decorso veloce ed assai Con una definizione generale, la peritonite maligno, la grossezza assunta jn sì poco tempo dalla tt1mefazione, lasciava assai dubbiosi sul dia- erniaria è l'infiammazione del peritoneo cognostico. Di più, si poteva aggiungere l'età giovine stituente il sacco dell'ernia. Però quando si della paziente e l'insorgenza della tumefazione nel dice peritonite erniaria, corriamo colla mente alle lesioni del viscere o dei visceri, . discesi tempo di un allattamento. La diagnosi sospetta e la ripugnanza mostrata nel sacco e poco o punto si pensa allo stato dalla paziente ad una amputazione di mammella, della sierosa erniaria Eppure vi sono perihanno fatto temporeggiare per qualche tempo, in toniti tubercolari limitate al sa co erniario., modo che, col manifestarsi di nuovi sintomi, potè come lo scrivente dimostrò già in un precel'affezione esser rico11osciuta nella· sua natura. dente lavoro (1) e come avevano già notato Infatti, a poco a poco la tumefazione si fece CRUVEILHIER (2), RE MEDI (3) e J ONNEsco ( 4). sede di un dolore continuo, a carattere puntorio; la pelle, dapprima edematosa, arrossò in seguito Quest'ultimo ritiene anzi che, coesistendo la ed attraverso ad essa si potè avere il senso della tubercolosi peritoneale e la erniaria, quella fluttuazione, aumentò di calore e si designò una . sia in generale a questa secondaria (5 ). Ed rete venosa assai marcata. A· questo punto, non è inoltre concepibile come una peritonite potendo più dubitare sulla diagnosi, fu fatta sulla erniaria acuta, da propagazione di un promammella una incisione, e dall'aspetto del liquido cesso inf'ettivo, svoltosi, p. es, negli invoevacuato si riconobbe un galattocele suppurato, che lu0ri scrotali, o s~c o ndaria ad ematoma traufu svuotato e zaffato. Dopo pochi giorni l 'amma- matico del sacco dell'ernia, si limiti alla lata lasciava la ~linica, completamente guarita. sie:r;osa del sacco, eventualmente non incluI./ esistenza di suppurazioni nella ghiandola mam- dente un viscere addominale, e p.on si dif'maria, aventi per origine un galattocele è frequente fonda alla grande cavità peritoneale. Nel piuttosto : anzi· il galaftocele suppurato è una delle quale caso la peritonite erniaria dovrebbe -0rigini degli ascessi cronici del seno. Così RECLUS ( 1) considerarsi come una peritonite parziale, riferisce di un caso, nel quale l'analisi del liquido, incistata, extraddominale e resasi indipendente dalla grande cavità sierosa, per il defatta da LcoN, ha dimostrato che esso era costitermin~rsi d~ provvide aderenze, stabilitesi tuito da una mescolanza di pus e di colo~tro. In in corrispondenza del colletto tanto più faun altro caso di ascesso, citato da NÈLATON, fu cilmente, in quanto le pareti sue collabitrovata una parete liscia e regolare, come quella sèono, se non vi s,in.s inui un viscere che dal di una cisti,/ per cui è certo si fosse trattato di un galattocele. Hanno di caratteristica questi ascessi (1) SANTUCUJ. Con,tributo allo st1:idio della tuberin questo modo originati, che esordiscono durante colosi erniaria. Settimana 1\-Ied. dello Sperimentale. A . LI, ii. 49. l'allattamento, per non suppurare che mesi ed anni (2) 0RUVEILHIER. Traite d'ana·t. pathol. génér., IV, pag. 66~. dopo, rendendo cosl la diagnosi spesso assai so- T. (3) REì\IEDI. Atti della R. Accad. dei Fisiocritìci spetta. di Siena. S. IV, V. III. (4) J ONNESCO. Tz:iberculose lzer1iia;re. R ev. d e Ohir., L'assenza assoluta di fluttuàzione, la retrazione 0

(1) RECLUS-DUPLAY. pag. 176-192.

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T. XI, pag. 185. (5) SANTUCCI. S ei casi di tubercolosi ern,iaria. Tl·att. chir11rg., vol. VI, Atti della Ace. Medicofisica Fiorentina, 25 gi11gno ' 1896.


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IL POLICLINICO

cavo addominale scenda nel sacco erniario Del resto il KoNIG (1) e l' ALBERT (2) parlano di peritoniti in sacco vuoto, e quest'ultimo ne riassume un caso, comunicato da THEILHABER.

Fatta questa riserva, il nome di peritonite erniaria è sinonimo d'infiammazione dell'ernia.

***

Lasciando qui da parte le forme tubercolari, le peritoniti erniarie sono croniche e acute. Quelle sono secondarie e fibrinoplastiche, per cui, come conseguenza di piccoli traumatismi ripetuti, per parte, p. es., di un cinto male costruito e male applicato, nel silenzio dei fenomeni subiettivi ed obiettivi palesi, si costituiscono aderenze fra sacco e contenuto viscerale, aderenze che rendono l'ernia cronicamente irriducibile. Pure una forma cronica di peritonite erniaria fibrinoplastica determina la chiusura del processo vagino-peritoneale, restato pervio nei primi anni di vita, se si applica un cinto, la cui pelotta eserciti. una pressione costante e conveniente sulla regione inguinale, per modo da obbligare la natura a chiudere la comunicazione fra sacco e cavità peritoneale, a distruggere la cavità di quello e a trasf·ormarlo in un cordone fibroso, più o meno manifesto. Le così dette stimmate del Cloquet, le zone cicatriziali, che possono trovarsi a varia altezza nel sacco e più o meno diffuse, così da dare configurazioni variate al processo vagina-peritoneale, sono esse pure prodotti di peritonite fibrinoplastica cronica, veri tentativi di obliterazione spontanea, non riuscita, del processo vaginoperitoneale. La peritonite erniaria acuta è solo eccezionalmente primitiva, così può aversi quando una ferita infetta o non convenientemente salvaguardata da infezione, , interessa e penetra nel sacco erniario (3 ). E secondaria, se si accende in conseguenza di un ematocele erniario traumatico, e primitiva, in pari tempo, rispetto alla possibile diffusione del processo flogistico alla grande ca vi tà peritoneale. (1) KoN11 ;;., Trattato di Chirurgia speciale. (2) ALBERT. Trattato di Chirurgia e l\iiedicina

Operatoria, V ol. II, pag. 342. (3) TILLMANNS. Trattato di Patologia generale e ~peciale chirurg ica. Ed. it., V ullardi, ~Iilano. (00) ,

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Ugualmente secondaria se è per propagazione diretta di un processo flogistico degli involucri scrotali, così per erisipela per es. (1), o per trasporto a distanza per via vasale (2). Secondaria è pure, se un processo infettivo si determini nel viscere erniato, così per appendicite parietale, erniaria acuta (3), per appendicite perforante (4), per enterite grave (5), per epiploite (TILLJ\iIANNs), per salpingite (6), per strozzamento di un viscere erniato, così, per esempio, dell'appendice del ceco (7), del mesenterio (8), o per essere l'intestino erniato sede di corpi estranei, o di lombrici, capaci di rappresentare la spina per una flogosi erniaria (TRICOMI). Più raramente . è la manifestazione locale di una peritonite generalizzata come BENNO ScHMIDT osservò in una donnat affetta da peritonite puerperale: solo eccezionalmente è la propagazione di unà peritonite (1) DESPR.ÉS in NÉLATON. Patol Chirurg., T. V. -(2) TRICOMI. Trattato ital. di chir., vol. V, parte 2a.. (3) COMINltCJNI. Appe1idicite er11,;a,.;a acuta, operata col metodo La1t~ modificato. Policlinico, 21giugno1902. (4} BASILL HALL. Pe11orazio1ie dell'appenrJ;ce nell' i1iterno del sacco er1iiario. Policlinico, 31 gennaio 1903, dal British med. J ourn., 1902, n. 2165. (5} DOYEN. Bullet. de la Société Anat., 1856, pag. 460. (6) GoPEL. Pyosalpinx in, eine1t Schenkelbruclisaclr.. Chirurg. Beitr. Festschrift f. Banno Schmidt, Leip· zig, E. Besold, 1896. Un caso di salpingite, svoltosi jn un sacco er· niario, fu operato dall'illustre prof. CoLZI, del quale piangiamo l'immatura e tragica morte, nella Clinica chirurgi ca di Firenze, nel 1896, quando chi scrive vi presta,ra servizio in qualità di assistente. E .... B ...., di anni 51, trecciaiola, di :B,irenze, entra in clinica il 21 aprile 1896. Affetta da 15 anni du. ernia crurale sinistra, riducibile e facilmente contenibile. Da pochi giorni l'ernia si era fatta irridu· cibile e sede di molestia, più che di vero dolore, che la pressione diretta risvegliava in modic~ mi&ura. Nessun disturbo generale si accompagnava alla ir· ridt1cibilità dell'ernia e le mestruazioni fino a quel tempo si erano mantenute r egolari. L'ernia al mo· mento dell'esa.m e della B. era come un uovo di pie· cione, irriducibile, dolente alla pressione, molle, flt1ttante. Il ventre del resto era trattabile, la fisonomia tranquilla, la canalizzazione intestinale indi· sturbata, l'utero all'esame digito-vaginale tirato verso sinistra. All'operazione si trovò la tromba aperta, arrossata, ingrandita, funzionante come da valvola fra. sacco e addome. Nel sacco c'era del liquido sieroso, chiaro. Stirando sulla tromba fuoriusciva l'ovaio pie· colo, atrofico. Venne 9iseguita la salpingectomia e quindi la cura radicale dell'ernia, secondo il ben noto metodo, che dal COLZI prende il nome. Si ebbe guarigione per prima1n. (7) J AJ A. Er1iie dell'appendice ver11iifor11ie del ceco. Oss. 24 e 26. Artero, Roma, 1899. (8) SANTUCCI. .Er1iia crurale epiploica strozzata, ecc. Gazz. Osp. e Cliniche, n. 18, 1901.


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SEZIONE PRATICA

circoscritta, secondaria questa, a sua volta, ad infiammazione infettiva di una porzione limitata dell' intestino. E dico eccezionalmente, poichè nei Trattati di chirurgia non vi è accenno a peritoniti erniarie, con tale meccanismo determinatesi; ed allo scrivente non è riuscito rintracciare alcuna monografia in proposito. Il DoYEN invero parla di una peritonite, sviluppatasi in un sacco erniario inguinale a due logge, delle quali l'una conteneva del liquido soltant<?, l'altra un'ansà d'intestino tenue infiammata. E qui, data la comunicazione diretta, labbriforme delle due logge, si capisce come la fio· gosi abbia potuto facilmente estendersi alla loggia non contenente il viscere infiammato. Ma quando questo si mantiene intraddominale e l'agente o meglio gli agenti specifici che ne hanno determinato l'infiammazione, ne varcano le pareti per tappe, in modo da fare risentire al peritoneo circostante l' influenza del loro approssimarsi e da determinarvi la formazione di aderenze protettive, per cui la peritonite incista il focolaio mor·boso primitivo; quando queste aderenze protettive, estese, valide, si sono determinate fra le varie anse intestinali, in continuo movimento fra loro, deve logicamente ritenersi come un'eccezione che la peritonite adesiva non abbia interessato il peritoneo del colletto del sacco, le cui pareti collabiscono per tutta• la lunghezza della porta erniaria e sono quindl in condizioni favorevoli per saldarsi, se il .sacco dell'ernia è vuoto . Un esempio di quest'ultima mDdalità di propagazione della flogosi peritoneale incistata al peritoneo di un sacco erniario inguinale, può addurlo lo scrivente, ad illustrazione di una delle molteplici sosprese che ·1' erniotomia offre -0osì spe.,so al chirurgo. Qui verrà riassunta in poche parole la storia del caso clinico che, per altre ragioni, ha f ornito oggetto di comunicazione in seno all' A ccademia dei Fisiocritici di Siena (1). :~

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In un uomo robusto (G ... A ... di Sanpru· gnano ), n el vigore degli anni, affetto da ernia inguinale, congenita, destra, sciolta, al 7°giorno da un attacco di tiflite acuta, che lo aveva co(1) Atti della R. A ccademia d ei Fisiocritici. A d11· nanza del 30 gi11gn o 1903.

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stretto a letto e dopo una riacutizzazione dei fenomeni dolorifici addominali, accompagnati da notevole rialzo termico, si disegna una tu· mefazione inguinale destra, tumefazione irriducibile, che guadagna in brev'ora la corri· spondente metà dello scroto, la cui pelle si fa calda, stirata, lucida, edematosa, rossa. L'alvo si chiude permanentemente alle feci ed ai gas, il vomito si rende ostinato, bilioso prima, f e· caloide poi. Il ventre già in stato di difesa, si tumefà in seguito e non permette l' esplorazione più delicata, specie nel quadrante inferiore destro ed il P. assume le caratteristiche di chi è in preda ad occlusione intestinale acuta. Lo scrivente, chiamato al domicilio del ma· lato, per l'intervento chirurgico, dal solerte collega dott. CoNSORTI, riconosce l'urgenza dell'operazione e, dopo avere tutto disposto, come meglio si poteva, in un ambiente tanto disa· datto (~), raggiunse il sacco erniario, attraversando uno spesso strato d' involucri accessori, edematosi, infiltrati. Il sacco era spesso vari millimetri, non rac· chiudeva visceri addominali, ma del liquido nerastro, dall'odore fecaloide ed era coperto nella sua superfìce interna da stratificazioni fibrinose. Il suo colletto lungo era appena permeabile ad un sottile specillo e comunicava con una cavità peritoneale incistata, che venne aperta, col prolungare in alto l' inci~ sione erniotomica. Questa cavità pure conten eva un po' di liquido scuro, putridissimo e limitava il ceco, acutamente e primitivamente infiammato. Venne praticata la cecostomia (2), la quale si rese padrona in brev'ora della grave fenomenologia morbosa, osservata nel P . Ilsacco erniario venne isolato dagli elementi del cordone spermatico ed estirpato. Nei primi tempi dall'operazione tutto il contenuto intestinale fluiva dall'ano artificiale In seguito l'apertura· cecale si restrin&e (1) L e condizion i dell'operan~o ne s~on~ig.liavano il tr asp or to all'ospedale, a 18 ch1lometr 1 d1 distanza, man cand o, p er di più, u n carro-lettiga comodo, e~? n on aggiungesse delle cause di sho~k a qu~ll~ g1a esistenti, per cui ben poco lo scrivente s1 riprom ettev a dalla resistenza organica dell'A... all'atto d ell'op erazion e stessa. . . . . (2) L e r agioni del compenso chirurgico 1.IDp1egato furon o svol te già nella comunic~zion.e r.ai;nm~~t~ta: fatta d allo scriven te all'Accademia dei F1s1ocr1tic1 d1 r S ien a. , (21)


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spontaneamente e parte dei materiali di ri- : che avrebbe potuto indurre nell'errore diafiuto s' i.ncanalavano verso il loro sbocco na- gnostico che alla tumefazione erniaria, cioè, turale. L'ano cecale venne tenuto chiuso, per fos sero legati i fatti di pseudo-strangolaperiodi di tempo progressivamente più lunghi, m~nto, i quali l'operazione dimostrò in dia mezzo di una larga pelotta, conveµiente· p~ndenza del processo tiflitico acuto. meDite eipplicata. Resta così illustrato il modo di propagaOosì s~ggiata la toUeranza del colon al ri .. z~one dell'age:µte, o meglio degli agenti orstabilirsi della circolazione fecale, l'ano arti· g~nizzati, causa d-ella flogosi cecale pr~rµ~, ficiale, a 4 mesi d,i distanza dalla sua torma- del peritoneo limitrofo poi, del sacco erniario' · ziç>ne, fu contornato da un'incjsione ellittica, in ultimo. D~co degli 8igent~ e non deU'~­ che si approfondò fino alla parete dell' inte- gente organizzato, perchè per opera di risiino, il quale venne mobilizzayo cl.alle aderenze cercaitor~ valenti che rispondono ai nomi di contratte colla parete addominale anteriore. MALVOZ (1), di BARBACCI (2), di PACINOTTI (3), Ravvivati i margini dell'ai~o pre~ernaturale, di DE KLECKI (4), di· LANNELONGUE (5), di fu chiuso questo con triplice piano di sutura LARUELLE 7 di Roux, di WEcHSELBAUM:, d~ e le pareti del ventre riunite a strati (1). CouRT01s-SuFFIT, di altri molti e del CoLzI (del Una volta ristabilita in- guale ultimo lo scrivente ha potuto seguire . la .canalizzazione . testina!~, non si notarono postumi operatori i numerosi esperimenti, durante il tempo nel degni di rili~vo ed il P., guarito di prima qua:le riIJfase assistente alla clinica chirurinte:µzione, uscì in pochi giorni dall'ospedale, gica di Firenze), è ormai acquisito alla scienza in ottime condizioni di salute, le qual' tut- che la peritonite d'origine intestinale, sia che t'ora rimangono inalterate, a più di due anni essa sussegua a perforazione, a strozzamenti, a stenosi, ad enteriti, non è che una polinfedall'ultimo intervento operatorio. :pa un'enter~e infettiva, rispettivamente zione, dovuta non al solo colibacillo, come tiflite primitiva, si ebbe qui la peritiflite e la si credette dopo i primi studi sull'argomento, pe ritonite erniaria acuta, da propagazione di- ma al passaggio nel peritoneo di differenti retta. Certam~nte quest'ultima non rappre- specie microbiche, che nel lume stesso ·del· sentava che un epifenomeno, . tale però da l'ansa intestinale hanno trovato condizioni mer\tare la nostra attenzione, come quella favorevoli al loro moltiplicarsi, al risvegliarsi, all'esaltarsi della loro virulenza : condizioni • (1) Di tutti i metodi raccomandati ed usati con che possono riassumersi così: « cambiamento vario res11ltato n ella cura dell'ano artificiale, lo seri vente prescelse l' e1tterorro fia laterale, peJ,"chè d'ambiente, di mezzo nutritivo )). 1

nel ceco, in un tratto d'intestino, cioè, di · calibro notevole, non dà restringimenti, se applicata in sen.so longitudinale o con artifizio plastico, simile a quello impiegato dal MIKULI.CZ nella pilfJroplastica e per:r;nette di affrontare larghe superficie sie· rose e di fare cadere la su t11ra a distanza dai mar· gini dell'apertura intestinale e quindi su tratti di sierosa, resistent~, non lacerabili. Lo scrivente ri· nunziò alle plastiche sull'orifizio cutaneo, le quali sono m eno pericolose perchè eseguibili ancorchè non venga aperto il peritoneo, ma sono in pari tempo inf~de e fallaei (Vrncr. Contributo alla cura

radicale della fistola i1ttesti1tale e dell' a1io preterna· turale. Gazzetta degli O.spedali e delle Cliniche, n. 41, 1903). Ragione per cui le dette plastiche oggi, mercè i progressi dell' an tisepsi e del]' asepsi, sono pressochè abbandonate, a vantaggio dell'e1tterorrafia laterale, da applicarsi colla riserva di sopra avanzata, a vantaggio dell'e1iteroa1zastoniosi laterale

Co11,trib11to clinico-speri1nentale alla cura delle fistole stercoracee. La Clinica é)hirurgica, n. 9,

(1) MALVOZ. Arch. de méd. exp. et ana~. pathol., 1891. (2) BARBACCI. Il Bact. coli co111-m. e le perit. da pe1foraz. Sperime.ntale, 15 agosto 1891. . (3) PACINOTTI. Reperto ang,f. patol. e batter. in nn caso di ente1·operitonite da Bact. coli co1nm., ecc. Firenze, Tip. coop., 1892. . (4) DE KLECKI. Reclierclies sur la pathogén1e . do la péritonite d' origi1te intestinale. _./tude de la v11·ulence du colibacille. Ann. da l'Institut Pasteur n. 9. - .A.. 1895. (5) LANNELONGUE. L'appendic;te e le sn~ cause. Sunto nella « Nuova Rivista clinico-terapel1tica »,

A. V, n. 7.

Prof. V. PENSUTI

(MONARI.

1894), che esclude dal circolo il tratto d'intestino, · su cui cade l'ano artificiale e che trova la sua in· dicazione quando l'enterectoniia si giudicft. essere pericolosa, difficile o quanto meno d'esito incerto e sopratutto a vantaggio dell'e11terecto11iia e consecutiva enteroan,asto11iosi: processo operatorio che solo costituisce l'idea.le della cura dell'ano provvisorio.

Sulle nevrosi dello stomaco ~

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SEZIONE PRATICA

NOTE DI MEDIOIN1\ SCIENTIFICA

del vicino centro della minzione : in questo l . modo si potrebbe spiegare lo stimolo violento a defecare (tenesmo) che provano i calcolosi, Osservazioni pratjc\le sulla fisiologia _ specialmente i bambini, contemporaneamente della defeca.zione al bisogno frequente di orinare: e viceversa per il dott. PICCHIO ALESSANDRO, mediCO·Chirurgo. lo stimolo continuo a mingere provocato dalle L'eccitazione del centro della defecazione, crisi emorroidarie. situato nella midolla lombare, determina il III. Meccanica della defecazione. - Essa si funzionamento dell' apparecchio muscolar~ opera: preposto alla defecazione stessa. 1° per la contrazione delle fibre circolari Eccitazione centripeta., eccitamento spinale, della S iliaca e del retto ; meccanica defecativa, ecco i tre elementi da 2° per la contrazione dei muscoli ausi• esaminare: liari della defecazione : del diaframma, dei I. L'irritazione, che dalla mucosa rettale grandi e piccoli obliqui, dei trasversi dell'adod anale si diffonde al midollo per la via dome, dei grandi retti anteriori, dei quadel p\esso sacrale può essere di varia natura: drati dei lombi, dell'elevatore dell'ano ; chimica, termica, elettrica, meccanica. A p3° p.e r il rilasciamento degli sfinteri partengono alle irritazioni chimiche che pos- anali. sono determinare il riflesso della defecazione Riguardo al modo di funzionare dei mule supposite di sapone, le piccole iniezioni scoli della seconda serie noi osserviamo . che di glicerina, ecc; a quelle termiche i semi- nell'uomo come in molti altri animali (cani cupi caldi, i bagni perineali di vapore molto ad esempio) vi ha u·n a posizione d·i defecacaldo ; alle elettriche i lavements elettrici ; alle zione, una posizione cioè nella quale la conirritazioni meccaniclie, la presenza delle feci, trazione dei muscoli ausiliari della defecadi polipi nel retto, di emorroidi all'ano, ecc. zione esplica il massimo effetto. ' I clisteri purgativi corrispondono ad irrita-. E la posizione accoccolata colle gambe :flesse zioni di natura complessa, meccanica, chimica al massimo sulle coscia e queste sul bacino. e termica. Nelle persone abitualmente stitiche si ottiene Ha influenza ancora sulla determinazione la scarica alvina molto più facilmente in quedella defecazione in via riflessa il movimento sta posizione che non nell'altra a sedere sulla del corpo, coi;ne ce lo dimostra jl bisogno di seggetta. Lai contribuzione che portano i mudefecare che n oi sentiamo al mattino, appena scoli suddetti alla defecazione consiste in un discesi dal letto.· lavoro di ewpressione intestinale, conseguenza II. Ma l' ecci&zione al centro spinale può della diminuzione di tutti i diametri della venire oltrechè in via riflessa anche in via cavità addominale. ce'rebrale: e così la defecaziòne può essere Il diaframma accorcia l'asse verticale di operata dalla sempliee volontà e in modo detta cavità ed esercita la sua compressione irresistibile dalle emozioni. dall'alto al basso. Il prof. Mosso cita l'esempio di questo ulUna profonda inspirazione infatti inizia timo fatto in una ir1·esistibile defecazione l'atto della defecazione. Segue la contrazione manifestatasi, diremo così, epidemica.ment~ del grande e piccolo obliquo e del trasverso nei sel~ati di \lll reggimento all'inizio di una dell'addome, che raccorciano l'asse trasverso battaglia. · della cavità, e qt.ella del grande retto anteriore « Come in altri disturbi di or~gine riflessa » e quadrato dei lombi, che, fucendo punto fisso àice lo SrrRDMPELL parlando della cura della in basso abbassano le coste inferiori e constitiphezza abituale associata ad ipocondria corrono col diaframma a diminuire l'asse verlicale. « anche sulla defecarz;ione ha grande influenza Questo viene raccorciato pure d~ll' eleva• l'attenzione volontaria, che in qtteiìti oasi è tore dell'ano, il quale però agisce dal basso rivolta in senso anormale ». Non è impro"babile poi che la. eccitazione in alto. In questo suo movimento di ascesa del oentro lombare della defecazione avvenga esso fa scorrere l'ano, rilasciato, sul cilindro anche per diffusione ad esso della eocitazion e . fecale, precisamente come scorre sulla testa 1

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fetale il segmento inferiore dell'utero. Nulla è a dire dell'azione delle fibre circolari e dello sfintere dell'ano, che è chiarissima: aggiungeremo solo che lo sfintere, in collaborazione col m. bulbo cavernoso (costrittore della va· gina nella donna), colle cui fibre è in rapporto, può, mediante una energica contrazione volontaria, la quale porta ad un con~ tatto più stretto f'r a loro le pieghe della mucosa anale, determinare un nuovo riflesso defecatorio e quindi il completamento della defecazione stessa. Io ho verificato che questa contrazione volontaria, spesso ripetuta, facilita l'evacuazione alvina. 5 Iu glio 1903.

PRATICA PllOFESSIONAljE Da qual punto di vista deve ~ssere conside1·ata la prognosi della tube1·colosl polmonare~ Questa è la d omanda che si fa il dottor M. B EH· REND n el numer o di aprile della Zeitschr1ft f . Tub. unrl H e;ts tatten,zvese1i. L ' .A.. n ota ch e le vecchie vedute, secondo le quali la tisi è una malattia ing uaribile d ev ono oggi es· ser e mutate. E gli riferisce le statistich e di T URBAN e R UMPF ch e h a nno v isto a nch e nel cosidetto se· con do sta dio d ella malatt ia il 48. 8 per cen to di g uarigioni. V'è oggi una sola cura v er am en te effi· cace della t isi e questa è la cura climatica nel sa n atorio d'alt it t1dine. Non si p uò n egar e ch e questo m etodo di cur a h a un'efficacia in d iretto r apporto col moderato sviluppo dei sintomi e segni fisici ; in al tre parole i casi soddisfacenti son o qu elli n ei qu ali l a tisi fu curata al st10 inizio. Q uan to p iù il male è progred ito tanto p iù è cattiva la p r ognosi. Per ciò ·che riguarda l a natura di qu esta p rognosi in r apporto ai gravi si ntomi e segni fisici, l a domanda alla quale si deve rispondere è se il progresso della malattia possa arrestarsi o n o. L a febbre etica e la ·febbre continua sono ent r ambe di cattivo p rogno· stico e qua.nto più a · lungo la piressia per siste tanto più .cattiva diviene la pr ogn osi. Ma in molti casi, quando il pazi ente è tenu to a- letto per parec· chi gior ni, la temperatura si a.bbassa. In questo caso la prognosi è buona. Grande importanza an· nette l'.A.. alle con dizioni del cuor e e dell'apparato circolatorio in generale. Ed u na tachicar d ia afeb· brile è lin segno sfavorevole, ch e p uò però emendarsi in qualche caso quando il malato sta in ri· poso a letto. 24)

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BREHMER ha assegnato alla piccolezza del cuore dei tisici un grande valore nell'etiologia del morbo. Un cuore fòrte ed un bene sviluppato sistema di muscoli in generale, si trovano insieme e questa combinazione è un fattore nettamente · favorevole nella tisi. Ne segue che gli individui tisici anemici di re· gola non vanno bene, essendo l'anemia, quando è notevole ed ha una base anatomica, un elemento molto sfavorevole relativamente alla prognosi della tisi. Anche importanti sono per la prognosi le condi· zioni del canale alimentare. .A. parte il caso della esistenza di un'affezione tubercolare dell'intestino, molti pazienti sono capricciosi per ciò che riguarda il cibo e sono soarsi mangiatori. L' .A.. considera efavorevole la prognosi in questi pazienti. Lo stato dell'appetito è infatti estrema· mente importante. Un'anemia ner vosa può esser e uno dei sintomi precocissimi d ella malattia e BREHMER ha richia· mato l'attenzione sul f~tto che molti tisici sono stati scarsi mangiatori f~n dalla prima gioventù. ·L '.A.. cita le parole di MORITZ SCHMIDT, il quale ha detto, che fino il. quando il tisico possiede uno .stoma co valido ed un cuore forte, il suo caso non si può chiamar disper a to. L 'età d el paziente, la durata d ella malattia e la. questione dell'eredità sono tutti e tre fattori im· portanti della prognosi. L~'.A.. riferisce quindi i criteri i che si possono d e· sumer e dalla dia zo-reazione, notando che quando questa è positiva n ella magg ior parte dei casi si può formular e una sfavorevole opinione circa la prognosi della tisi. Molto importan ti finalmen te, dice l' A., sono il temperamento d ell' individuo e le s ue condizioni finan ziarie. Una prognosi di r eale e pratico valore, concludo il BEHREND, può far si soltanto pren den do in piena ed eq11ilibrata considerazione t utti gli elementi su· esposti. In caso contr ario non si esce da un empi· rismo an tiscientifico e spesso fallace. f

Valore prognostico della diazo-reazione nella tubercolosi polmonare. N ei Medical News del 4 aprile corrente anno, il dott. W oon si occupa di questo ar gomen to e for· mula le seguenti con clusioni: 1. S e l 'urina in un caso di tuber cqlosi pulmonare n on p resen ta la d iazo-reazione e se si può escluder e una lesione r ena.le, la pr ognosi è favore v ole. Soltan to il 10 per cen to dei casi di.m edia gra· v ezza h anno dato luogo a q11esta reazione, che in un cer to numer o di casi, è scompar sa con la cura . I casi di t ubercolosi incipien te ch e non er ano tali


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SEZIONE PRATICA

da esigere l'am missione all'ospedale non presentavano diazo-reazione. 2. Se la diazo•reazione appare occasionn.lmen te nel cors~ della tubercolosi, la prognosi ne è naturalmente fatta più grave: ma solo il 66 per cento dei malati che presentano tale diazo-reazione transitoria, soccombono in seguito. 3. L a progry>si è molto più grave quando la diazo-ref}zione si mostra in modo persistente. Conclude inoltre l' A. che tale reazione non costituisce una ragione sufficiente per precludere ad un malato l'ingresso in un sanatorio.

lng1·ossamento dell~ gland11le ascellari nella tisi incipiente.

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sia modificando per azione nervosa riflessa la re· sistenza del polmone all'infezione. L'anatomia patologica non presenta in tal caso nl1lla di speciale. La prognosi varia in ragione dell'intensità delle lesioni meccaniche e clelle lesioni infiammatorie. Dal p11nto di vista medico-legale la polmonite traumatica è imputabile alla persona già responsa· bile dell'accidente ed è attenuata se si può provare che lo stato generale del ferito (per lo strapazzo, p~r l'alcoolismo, per una cachessia qualsiasi), abbia favorito l' epatizzaziorte. In una autopsia giudiziaria, in assenza di anam· n estici, una frattura di costole, un'ecchimosi cutanea o pleurica, una pleurite recente localizzata al punto contuso, coincidente con l'epatizzazione del lobo polmonare situato in corrispondenza di queste lesioni, permettono di affermare la polmo· nite trauma..tica. (Il Lavoro, maggio 1903).

FERNET h a esaminato le glandule ascellari nei soggetti tubercolosi durante gJi ultimi pochi anni ed è stato éolpito dalla frequenza di· percettibili ingrossamenti di dette glandule in casi di tisi inci· piente. Essi possono trova.rsi senza. difficoltà in circa Il singhiozzo nella pulmonite. un terzo dei casi e costituiscono un segno diagno· Questo sintomo appare talvolta nel corso della stico di qualche valore. pl1lmonite, per l o più dal 4° al 6° giorno, e l' A . ha L'ingrossamento è spesso unilaterale e poco notepotuto osservarne parecchi esempi. 1 vole tanto che di solito il paziente non se ne accorge. Il singhiozzo è molto rumoroso, violentissimo, Le glandule sono collocate profondamente nell'a· scuote t utto il 1aalato ed è accresciuto dalla stascella o ll1ngo la parete toracica e ;.;ariano di gran· zione seduta; per lo più è un sintomo doloroso e dezza tra quella di 11na lenticchia o di un pisello q11esti dolori sono localizzati all~ r egione lombare; fino a quella di t1na noce avellana. Rotolano sotto Ja pressione sul tragitto del n. frenico risveglia le dita e non sono dolenti alla pressione. Nel mespesso dei punti dolorosi; vi sono anche spesso de· desimo tempo poche altre glandule possono trovarsi gli sforzi di vomito. sotto le clavicole o possono esservi sintomi di in· Questo fenomeno del singhio z~o pare in rapporto grossamento delle glandule tracheo· bronchiali. con una pleurite diaframmati ca o talvolta media· L'A. non ha mai visto queste glandule rammol- , stinica di origine pneumococicca. I lirsi od aprirsi nei primi stadii della tisi, ma esse La prognosi non è grave per sè stessa; ma per probabilmente diminuiscono di granclezza od anchela sua continuità, la st1a violenza, l'insonnia che scompaiono quando ha luogo la distrt1zione del tes· produce, il singhiozzo potrebbe oscurare la diagnosi suto pulmonare ed hanno perciò solo un significato della pulmÒnite. diagnostico. Una sola cura efficace : iniezioni di morfina. In casi nei quali 1ri è generale deterioramento d ella salute o progressiva emaciazione senza ovvie cagioni e l"esame del petto è inconcludente, la pre· APPUNTI'! DI ll'El)_APIA senza di un lieve ·ingrossa.mento unilaterale delle glandule ascellari può spesso aggravare il sospetto Cura delle emo1·ragie gast1·0-duodenali. di una tisi incipiente, ancora localizzata agli apici pl1lmonari. Nel Ne1v York 11zed. Jonr1ial del 2 maggio scorso, il clott. ·MAX EINHORN espone la cura delle emor· ragie gastriche e ùuodenali. Bisogna, egli dice, Polmonite traumati ca. arrestare dapprima l'emorragia, poi combattere la Il dott. URlHES fa notare che le contusioni del malattia ch e è la causa dell'emorragia stessa. Come cura generale, riposo in letto, astensione completa torace con o senza lesione della parete e dei pol· da alimenti e da bevande, oppiacei per clistere o moni devono figurare nell'etiologia della polmonite. sotto cu te. I clisteri nutritivi bastano per l'alimen· La polmonite traumatica è l'impiantarsi del pneu· mococco nel tessl1to polmonare sotto l' influenza tazione. Le iniezioni saline sottocutanee o rettali sono utili anch'esse. Si può applicare una vescica predisponente di un'azione meccanica. Questa agisce sia permettendo al bacillo di penetrare direttamente di ghiaccio sull'addome. L 'ergotina può esser data per via ipodermica. dai bronchioli nel parenchima polmonare la.cerato I

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IL

PO~IQJ,JNIOO

Le iniezioni di siero gelatinizzato sono spesso ef· ficaci e si può sostituirle con gelatina di piedi di vitello. L'adrenalina può gio\are. L' iutervento chirurgico è di dt1e specie: escis· sione o ca11terizzazione del focolaio emorragico, poi gastro-enterostomia. L'intervento è indicato nelle emorragie profuse o in quelle che spesso si ripetono.

. . Il brodo di 1nanzo come aperitivo. LEMOINE crede che uno dei migliori aperitivi sia il brodo di manzo, il volgare brodo grasso. Esso agisce $pecialmente per i sali ch e con tiene ma anche per i suoi prodotti peptogeni. Preso freddo, digrassato, mezz'ora prima del pasto, eccita la secrezione del succo gastrico e quindi l'appetito. Preso caldissimo, agisce lo stesso. Si rinforza la sua azione aggiungendo al brodo un po' di peptone in polvere. (Méd. mod.)

Nella lombricosi dei bambini. N ei bambini affetti <.la lombricosi, il dott. V ARIOT prescrive ogni 8 giorni una delle seguenti cartine: Calomelano . Santonina. •

. centgm. 25 10 • ))

Per 11na cartina. Da prendersi a digiuno per settimane e mesi, col detto intervallo, fino a scomparsa dei vermi. (Méd. 1nod.). •

Le iniezioni di olio canfo1·ato nella diarrea colerif01·1ne. Nella diarrea coleriforme dei piccoli bambini , quando il polso è pipcolo, ineguale, HUTINEL pre· ferisce le iniezioni di olio canforato a quelle di caffeina, potendo queste determinare nei bambini fenomeni di eccitazione troppo accentuata. (Méd. mod.) •

Nuovo ed efficace metodo di cura del mughetto espe1·ito nel brefotrofio di Ferrara. La novità del metodo sta nell'associazione simultanea di due rimedi già isolatamente impiegati con qualche successo nella cq.ra del mughetto; l'acqua ossigenata ed una soluzione di borato sodico al 5 °/ 0 • La maggior efficacia è dovuta, in gran parte, allo sviluppo di O allo stato nascente, sui tessuti stessi invasi dal fungo, per la scomposizione pronta e completa ottenuta dall'alcalino sull'H2 0 2 • L'ap· plicazione si fa con largo pennello, rapidamente; si ripete tre volte nella giornata. Anche nei casi gravi, di vegetazioni confluenti, in due, tre giorni (26)

LANNo IX, rAso. 38J

il fungo fu distrutto; nei casi iniziali, la cura riusci di effetto abortivo sull'evoluzione dell'oidit1m, bastando due, tre pennellature ad arrestarla. (Accademia di Scienze Mediche e Naturali di Ferrara, seduta 11 aprile 1903). .

V-A.RJ:A I farmaci nella infanzia e nella vecchiaia. - Vi sono, dice il L ANDOUZY, due periodi della vita nei quali 1a farmacia ha poco da fare: l'infanzia e la vecchiaia. Nel bambino· le reazioni sono esagerate, istantanee, violente. Il farmaco agisce troppo e troppo presto. Nel vecchio il farmaco agisce troppo lentamente, troppo tardi o non agisce del tutto. (Méd. 11tod.).

Il permanganato di potassa nella blenorragia. - Il dott. ALEX. RENAULT richiama l'attenzione sulla necessità di guardarsi dall'usare grandi la.v aggi al permanganato nel periodo infiammatorio della blenorragia. « È dell'olio sul fuoco, egli dice, e dal secondo al terzo lavaggio appare la cistite del (Méd. 1nod. ). collo. »

La muta dei capelli. - Secondo BROCQ i capelli presentano una vera muta fisiologica e cadono re· golarmente, in più o meno grande quantità, nei mesi di maggio e settembre per ricrescere negli intervalli. Cosi una cura che sembra riuscire in certi momenti, quando cioè coincide col ricrescere dei capelli, potrà parere senza effetto se la si pre· scrive nell'epoca della caduta periodica. (Méd. 1nod.).

CENNI BIBLIOGRAFICI N. VASCHIDE e OH. VuRPAS. Essai sur la psycho·

physiologie des monstres humains. Un anencé· phale. - Un xiphopage. Sziivi de l'observatio11, dr1 Dr. DoYEN snr le xipliopage i1tdie1t opéré, Radica et Doodica. - Librairie scientifique et Jittéraire. _J. R. de Rudeval, Ed. Paris 1903. Un vol. in-8° di pag. 283. .In questo studio veramente notevole per moder· nità positiva di ricerche, gli .A.A. hanno esaminato allo stato vivente, seguendolo per due giorni, un anencefalo, e poi nè hanno fatto le ricerche ana· tomiche relative. Dai rapporti fra le manifestazioni vitali ed i ri· sultati anatomici, gli AA. hanno potuto elucidare alcune parti importanti di fisiologia. Nella seconda parte del lavoro, relativo allo xi· fopago, gli AA. hanno fatto pure ricerche personali interessanti, mettendole in rapporto con quelle fatte


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SEZIONE PRATICA

su Altri xipofagi, e specialmente su q11ello operato dal DOYEN. Oltre a 70 figure rendono più chiara l'esposi· ,zione dell'argomento che si svolge in modo at· traente e facile. T.

dell'Ateneo di Torino, raccomandiamo caldamente il st10 vol1rme ai lettori del Pol;ctinico. G. FERRERI.

Indice dei medici-cl1iru1·ghi civili e n1ilitari d'Italia e appendice per l'anno 1904. - }filano, Passaggio Galleria De Cristoforis, 2. La clitta editrice E . Finetti e C. di }filano in due volumi ha pubblicato l'indice dei medici-chirurghi civili e militari e l'appendice all'indice contenente anche i liberi docenti nelle Facoltà di medicina e chiri.ITgia dGlle Università del regno nonchè le rubriche dei medici-dentisti, chirurghi, meccanici, dentisti e le case di salute. Questi indirizzi sono riprodotti su fogli a· guisa di cartellini per e~sere staccati ed applicati s11lle bt1ste o stampati da spedirsi. R. B.·

Dott. GIUSEPPE GRADENIGO, professore i1ella Regia Università di Torino. Patologia e te1·apia del· l'o1·eccl1io e delle p1·ime vie aeree (otologia, rinologia, la1·ingologia). - L ezioni ad uso degli studenti e dei medici pratici, raccolte e p11bbli· cate per cura del dott. E. S. CASSANELLO, assi· stenta della clinica oto-rino-laringologica nella Re· gia Università di Torino, chirurgo consulente nell'ospedale italiano Umberto I in Montevideo, con 278 figure nel testo. Un volume di pag. 968. - Torino, S. Lattes e C., via Garibaldi, 3. Chi ha seguito il rapido ed ascenclente ST"olgi· mento degli studi ·oto-rino-laringoiatrici in Italia << >>. deve compiacersi della considerazione che hanno acquistato i lavori dei nostri specialisti, all'estero, UGHETTI prof. G. B. La febbre isterica. - Natanto che essi vengono frequentemente citati nei lJOli, estratto dalia Riforma medica, 1903. trattati più diffusi e gli articoli originali sono rias· BURZAGLI dott. G. B. La cura del tifo con lo zolfo. - Napoli, estratto dalla Pratica del medico, 8 unti e riprodotti in e.x:tenso nelle riviste della spe· 1903. cia.lità. P11rtroppo però sembra un- difetto organico del ì\IAl\fBRIKI dott. D. Contributo alla cura della nostro paese che, o per poca convenienza econo· peritonite tubercolare colla laparotomia. - }lan· mica o per soverchio scetticismo sulla bontà della tova, 1903: procluzione nazionale, difettino i manuali didattici LEVI-BIANCHINI dott. M. Sul valore terapeutico e si i·icorra a trad11rre le opere straniere, che spesso del tigenolo. - Napoli, estratto dalla Rifo:rma me· non i1e valgono la pena. dica, 1903. Gli scienziati francesi hanno l'arte di saper scen· CAPPUCCIO dott. D. A proposito della algia se· dere dalla cattedra per mettersi alla portata dei nosa. - Napoli, estratto dalla l\Iedicina italiana, 1903. profani; cosi la Francia, dal punto di vista didat· . tico, porta la palma nella diffusione di t11tti i rami PENZO dott. R. Oontribt1to alla cura d«?ll,ernia della scienza. Gl'italiani dov1•ebbero imparare dai crurale strozzata. - 1\'Iilano, estratto dalla Gazzetta colleghi francesi quest'arma potente di espansione degli ospedali, 1903. morale ricordandosi che nell'America meridionale N ANNOTTI dott. A . Peritelioma primitivo del nervo migliaia e migliaia di oriundi italiani e connazio· mediano. - Firenze, estratto dalla Clinica mo· nali si associano alla nostra vita intellettuale e ne derna, 1903. vogliono conserva!'e la tradizione. PEREZ dott. G. Sulle proprietà agglutinanti del Per non divagare troppo diremo intanto che dopo · sangue in talune affezioni chirurgiche. . i trattati completi dei p·r ofessori De Rossi e }f assei l\1:0NTESANO dott. V. L'azione del nitrato di ar· gli studenti della nostra specialità attende,rano da gento nella vaginale del testicolo leso, infiammato anni, invano, un manuale• di oto-rino-laringoiatria ed infetto. - Estratto dal Bollettino della R. Ac· che soddisfacesse alle prime esigenze dell'insegnacademia medica di Roma, 1903. meµto e li guidasse, con la scorta delle più recenti 1\-IONTESANO dott. V. Il sangue di alo11ni sifilitici scoperte scientifiche, all'esercizio di questo ramo con alterazioni d'innervazione. - Estratto dal Bol· cosi importante della medicina. lettino della R. Accademia medica di Roma, 1903. Il prof. Gradenigo, dell'Università · di Torino, SEBRANÒ dott. A. - Un caso di tetano trat1ma· viene ora a colmare questa lacuna col suo trattato tico guarito col metodo Baccelli. - Reggio- Calasulla patologia e terapia dell'orecchio e delle prime bria, 1903. vie aeree, testè pubblicato, nel quale non sapremmo PASQUINI dott. P . Ricerche e st11di sl1lla malaria abbastanza ammirare la intelligente fusione delle in Valdichiana. - Roma, estratto dagli Atti della più importanti nozioni oto-rino-laringoiatriche diretta. Società per gli st11di della malaria, 1903. SI?IIONINI dott. R . Contributo allo studio delle a mantenere unite nell'insegnamento e nel pratico esercizio le due specialità. artriti da diplococco nell· infanzia. - Napoli. estratto Tribt1tando le maggiori lodi a]l'illustre insegnante dal periodico <- La Pediatria ». 1903.

Pubblicazioni pervenute al

Policlinico


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IL POLIOLIN .!00

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delle altre, doventava un affare di Stato. Le vittime di queste alternative di speranze e di del11sioni sono state sempre e naturalmente La malattia di Leone XIII i medici, ai quali il titolo e lo stipendio in e la deontologia medica. buoni scudi romani di Archiatra pontificio ,,,. era sempre venuto (io parlo dei tempi più Forse, quando questo mio articolo comparirà lontani da noi) assai più per atto di nepotisul Policli1iico, Colt1i r.he pochi mesi or sono, smo che pe1.. fama di scien~a, e perciò aveva con serenità degna di Socrate, diceva a sè già acquistato ad essi gelosie e malevolenze stesso: fatalis ruit liora, Leo, jam tempus ab ire infinite. est, apparterrà alla storia. ~Ia non paia irri· Aggiungasi che per molti secoli il sospetto verenza se, quando la sua tomba non s'è an· di un avvelenamento è venuto quasi sempre cora clischiusa, io mi lascio vincern dalla ma- a tui·bare ed a confondere il giudiz;io sulle linconia di pensare ad ideali della professione ultime malattie dei pontefici, e si comprenderà medica, dei quali disgraziatamente in certi quanto sia stato in ogni tempo poco piacemomenti non si ricorda più nessuno. vole e poco apprezzato l'ufficio dell'archiatra, Grande malinconia, in verità, perchè spet- che non doveva aspettarsi ~eppure la _gratitacolo più miserando la classe me.dica non tudine del nuovo papa, al quale egli aveva pote,ra mai dare di sè stessa, di quello che in certo modo spianata la via all'altissimo ha clato in occasione dell~ malattia di seggio, p erchè questi in cuor suo da molto Leone XIII. tempo gli aveva apparecchiato il successore. · Tutto questo arrab battarsi di medici grandi Nessuna meraviglia pertanto se alla morte e piccoli, di scienziati ufficiali e di scienzia- di papa Della Genga l'anima collettiva del toidi non riconosciutj, di scrittorelli di gior- popolo romano riassunta dal mordace torso di naletti cli l)rovincia e di redattori di gravi Pasquino si domandasse come mai fosse po· Zeitsclzrzfte1z di consulenti rientrati e di cito· tuto avvenire il fatto singolare che un so 11za1'0 diagnosticatori potenziali, tutto questo affan· avesse ammazzato un leone, e se nell'agonia narsi nel disct1tere, illustrare, confutare, com· del tredicesimo papa dello stesso nome qualche miserare, disapprovare rumorosamente ogni giornale satirico spolverasse e rimettesse aJ atto} ogni parola, ogni pensiero dei medici nuovo la vecchia pasquinata. · cura.nti del nonagenario pontefice, è stata ed _ Eppu1'e, i nuovi tempi hanno porta.to nuove è tuttavia la cosa pii1 risibile ed insieme più idee anche nella nost1·a ' rita professionale ed pietosa che si potesse immaginare. è grande il dolore di chi ha fede in q neste Confortiamoci col pensare che il bistic· nuove idee nel vedere che non ha messo salde ciarsi dei medici, dei chirurgi e dei salassa· radici nemmeno la più semplice di esse, quella tori attorno al letto di un moribondo ponte- cioè, che, pontefice o imperatore o monopo· fice è quasi una tradizione della Curia di lizzatore di tr·usts, qualunque z1,omo gra1zde ha Roma, e che le cronache vaticanesche sono di1..itto di morirsene in pace, come il più piene di aneddo_ti e di pasqt1inate sulle ma- umile dei mortali, senza che si spandano per lattie clei papi, in cui sono sempre gli archiatri il mondo e vi si commentino tutte le parti· a subir le beffe. cola1·ità della sua malattia, la cui notizia non Ed è logico, perchè la successione al seggio dovrebbe mai uscire dall.a sua camera. di Pietro è per st1a natura troppo caratteri· L'invenzione dei bollettini è tutta moderna. stica ed è ben differente da qt1ella che conduce Apparentemente essi dovrebbero servire pe1.. agli altri troni di qt1esta terra ; tutto un soddisfare l'interesse che i sudditi, o i fedeli, mondo di desiderii, di cupidigie, di lotte, di o gli amici, prenrtono pe1.. l'andamento della armeggii di potenti e di sotterfugi di furbi, si malattia dei potenti. ~Ia oggi il più delle volt~ è sen1pre messo in moto ad ogni piccolo mal servono nello stesso tempo ad alimentare la di ventre di un papa o ad ogni misteriosa récla11ze dei medici curanti e la vanità delcisti comparsa sopra i suoi glutei. Tutto ciò l'entourage del morente (1). che -valeva a ritardare o a precipitare il mo· (1) Mi sono occupato di qt1~st'argomen.to. i~ un mento decisivo di un conclave, e perciò a articolo sui utedici dei grandz nel e Policl1n1co », spegnere delle ambizioni o a rinfocolarne s. p., a. VII, pag. 956 (d. O.).

INTEllESSI PROFESSIONALI

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Ben difficile sarebbe abolirli; forse IJiù fa· mente in pascolo della curiosità, della mali· cile disciplinarli. gnità, dell'invidia e dell'ignoranza del pubNon so se qualche Brouardel abbia an· blico. cora dettato le norme per la compilazione dei E perciò questi uomini egregi debbono im· bollettini, ma ere.do che ne sarebbe valsa la putare a sè stessi una parte della colpa di tutto pena. questo infuriare di c1·itiche contro il 101~0 Il bollettino, secondo me, dovrebbe avere operato. . un'intonazione assolutamente e semplicemente Ma se una piccola parte della colpa è loro, prognostica, e q~alunque altra notizia ne do· quanta non è di tutti gli scienziati e scienziavrebbe essere esclusa. toidi che si impancano a giudici'? Il mondo ha diritto di sapere se l'infermo Io non intenò.o qui uscire menomamente dal più o meno augusto sta meglio o sta peggio, campo della deontologia, e soltanto in nome se guarirà o se morirà, e in ql1esto ultimo di essa mi domando : caso per quanto tempo ancora le aspettazioni Perchè q nesto vecchio nonagenario morente più o meno legittime dei suoi successori do· è uµ Papa, si avrà il diritto di dimenticare • • vranno acu1rs1. tutti quei riguardi professionali che sono di· Ma se l'augusto infermo muoia di un carci· ventati una legge per la coscienza dei me· noma del fegato o di marasma senile, i bol· dici ones ti '? lettini non dovrebbero avere il diritto di dii~~, Se questo malato fosse un povero diav-olo perchè la curiosità pubblica non ha il diritto agonizzante in una soffitta e curato da un di sa1Jerlo. modesto pratico, da un pa:ria della professione, Ammettiamo pure che questo concetto di sarebbe lecito a qualunque clinico, grande deontologia sia troppo rigido, e poichè il mondo o mezzano, di fermarsi sulla via e di gridare è q nello che è, facciamo pure qualche pie· ai vicini che all'ulti1no piano di ql1ella misera cola concessione. Una volta tanto, al principio casa un medico ha diagnosticata una polmodella malattia, nel bollettino si potrà accen· nite che non esiste ed ha est1~atto un liquido nare al concetto diagnostico generale che i ematico che doveva esser lasciato dove stava? medici curanti si sono fatti dell' « augt1sta » Se ciò non è lecito quando si tratta di un po· malattia, ma con termini misurati, possibil· vero disgraziato, sarà ammesso dalle buone mente accessibili a tutte le intelligenze, e norme della nostra professione, insegnateci dalprecipuamente chiari. l'esperienza di venti secoli, fin da quando, cioè, il buon vecchio di Coo forse già conosceva la Sulla diagnosi non 'ri sarebbe poi nessuna ragione di tornare nei bollettini successivi, differenza fra essudati e transudati, sol perchè che dovrebbero limitarsi, in termini generali, .il malato è un altissimo personaggio che abita a clare il concetto p1~ognostico giornaliero. nel Vaticano'? E la non chiesta inframettenza Io nort credo assolutamente che sia conve· sarà consentito esplica1..la, non sussurrando il niente far parola nei bollettini del metodo non chiesto parere ai vicini di casa del ma· curativo adottato, e tanto meno dei criteri lato, ma comunicandolo a voce o pe1' iscritto clinici sui quali i medici curanti hanno fon· ad un giornalista, sapendo che il teleg1'afo con o senza fili lo farà sapore in quattro o data la loro diagnosi. Gli uomini egregi che la fiducia del Pon- cinque ore al mondo intero'/ tefice ha chiamati al suo letto sono sicuri di Io ho la malinconia di farmi queste do· aver seguito queste buone norme di deonto- mande, ma il l'icordo di altri casi troppo sologia nel comunicare al mondo intero i bol- miglianti a questo cui abbiamo assistito. mi lascia assai scettico sull' esito del! 'ammoni· lettini della sua malattia '? Io per mio conto ne dubito, e penso che mento grandissimo che viene a noi tutti da esse. g1~an parte del cicaleccio d~ questi giorni sia Un giorno, non molto tem1Jo è trascorso, nato proprio per tutti quei minutissimi det- attorno ad un povero e regale utero ammatagli di semeiotica, di terapeutica medica e lato si scatenò un infuriare di indiscrezioni. chirurgica, e persino (che Dio li perdoni!} di di discussioni, di accuse fra i più grandi gineistologia, citologia e chimica clinica che sono cologi di tutto il mondo che, per colpire alcuni stati ,,dati imprudentemente e inopportuna· loro colleghi, sottoposero l'anima e la matrice l29)


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IL POLIOLINIOO

di una povera donna ad uno scempio quasi uguale a quello che pochi anni dopo doveva farsi di lei nel vecchio konak di Belgrado. Chetato appena il clamore cli questi signori isterojatri, i 101·0 fratelli maggiori, i chirurgi generali, cominciarono ad accapigliarsi per discutere, criticare e condannare le 01)erazioni fatte ai capi clei due più potenti Stati di lingua inglese, benchè con esito differente, desicle1.. osi soltanto di dimostrare nel primo caso che la rivoltella di Leone Czolgosz era stata meno perniciosa e meno vulnerante per il presiclente Mac Kinley che non il bistori di Carlo ~Iac Bl1rney e di ~latteo ~Iann; e nel secon clo che sir Treves aveva sal,rato re Edoardo di un'app endicite inesistente. Ora è la volta dell'archiatra e dei suoi collaboratori, e la loro opera, per fortuna dei critici, si presta al fuoco di fila dei medici e dei chi1"'t1rgi insieme ! In ve1..ità, io vi dico che la deontologia meclica abbiamo bisogno di studiarla tutti, grancli e piccini, e specialmente questi signori che dalle loro cattedre p1·etendono d insegnare le co11venienze professionali ai giovani ch e si affacciano alla vita. Doc.tor 0AJUS. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

(2625) Sig. dott. C. F. da V . - Avendo il Se· nato prese le vacanze, la legge sanitaria non potrà essere disc11ssa prima del prossimo dicembre. Ora vige la legge del 1888 in tutte lE:i sue parti. (2626) Sig. dott. T. P. da C. I. - Per effetto della ricevuta disdetta Ella dovrà lascia,re il ser· vizio alla fine dell'anno in cor so. Però se il Comune permetterà che presti tuttora ser,rizio, fu modo da oltrepassare senza interruzione il triennio, diverrà stabile, rimanendo in tal caso distrutti, per effetto della permanenza in servizio, gli effetti della disdetta. Ciò con la legge in vigore. È dt1bbio se con la nuo,~a legge, i medici già licenziati pos· sano, dopo il biennio, diventare stabili. Noi riteniamo di sl, ma è opportuno attendere che si pro· nunzi prima la g iurisprudenza. (26.29) Sig. dott. A. D' A. da G. V. - Nel 1909 non potrà liquidare alcuna pensione, perchè in quell'epoca non avrà ancora compiti 25 anni di ser,~izio. ..Potrà chiedere il collocamento a riposo nel 1911. Per liquidare la pensione occorre ripe· tere il quesito con la indicazione dell'età che avrà nel 1911. (2630) Sig. dott. R. P. da. G. - Per noi, se sarà ancora in servizio nell'epoca della promulgazione (30)

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della nuova legge, potrebbe ritenersi stabil~. Occorre, però, che su tal punto, essendo diverse le • opinioni, si pronunzi alquanto la giurisprudenza. Con la legge attuale è permesso il licenziamento al solo scopo di impedire l'acquisto della stabilità. Il progetto sui medici condo'tti sarà discusso al Senato verso dicembr8. (2624:) Sig. dott. C. L. da O. - La prescrizione si compie con 30 anni dall'ultimo pagamento. Sar ebbe bene chiedere schiarimenti alla l~~ale In· tendenza di finanza. In ogni caso occorrerebbe unà clomanda giudiziale. (263R) Sig. dott. P. A. da C. - La carica di uf. ficiale sanitario, che si conferisce mercè decreto prefettizio non è suscettibile di conferma per tacita riconduzione. Essa si perde di diritto con la scadenza della nomina determinata nel relativo decreto. Faccia pratiche col Comt1ne perchè appronti lit proposta, che dovrà esser e senza indugio inviata al signor P~efetto della Provincia. Doctor JUSTITIA.

NOTIZIE DIV.ERSE 8° Congresso medico regionale ligure (Genova, 23-27 lrigl;o 1903) Comitato ordinatore del Congresso: Presiden,te: Prof. Enrico }Iorselli. Vice-pres;deu,ti: Dott. Gio. Batta Botteri, dott. Gio· vanni della Cella, dott. Edoardo Paganini, dott. J acopo Perrando. Cassiere: Prof. Pier 1\-Iichele Giuria. Segretar;o: Dott. Italo Bocca. Vice-segretari: Dott. Erminio Arpini, dott. L. Al· freçl.o Garidaldi, dott. Arturo Morselli. Nor1ne per il v;aggio. - Ai medici che interven· gono al Congresso sono accordati speciali ribassi, sui prezzi dei viaggi, nella proporzione del 40 per cento. Per fruire di questi ribassi i signori congressisti devono presentar e alla stazione di partenza i do· cumenti loro inviati dalla segreteria, cioè: 1° La ricliiesta, in carta gialla, sulla quale il portatore deve scrivere, oltre il proprio nome e co· gnome, l'indicazione della classe in cui vuole fare il viaggio. 2° La tessera, in cartoncino bianco, sulla quale deve mettere pure nome e cognome e di più la propria firma. La tessera rimane al portatore perchè possa giu· stificare, a ogni invito del personale ferroviario, di aver titolo al ribasso; la richiesta viene trattenuta dal bigliett ·1 rio il quale consegna, in cambio e contro pagamento del prezzo ridotto di andata e ritorno, un biglietto in foglio di color arancione. NB. - I biglietti ferroviari per il viaggio di ritorno non sono validi se mancano del bollo del Co· mitato. Questo bollo viene apposto da speciale in· caricato n ell'Ufficio d'iscrizione del Congresso fin<> dal giorno 23 luglio. . I signori congressisti non dimentichino inoltre di far mettere ai biglietti stessi il bollo della staziona. ferroviaria di Genova.


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SEZIONE PRATICA

Uffici del l 'o1igresso. - Sede del Congresso è il Palazzo Ducale (piazza Umberto I), che offre ai signori congressisti la comodità dell'l1fficio telegrafico e di un ufficio postale. Le sedute hanno 111ogo nello storico Salo11e, che del palazzo è il più grandioso ornamento, e nell'attiguo Salonetto, pure a disposizione del Congresso. Esposizio1ie 1nedica. - Una parte d el Salone, debitamente separata. da quella dove hanno ll1ogo le sedt1te del Congresso, è adibita per l'Esposizione medica, che venne indetta dal Comitato ordinatore allo scopo di offrire ai medici che avessero qualche istrumento di 101~0 invenzione, e agli industriali che si dedicano ai prodotti attinenti alla medicina, i mezzi per farli conoscere. L'Esposizione, che è esclusivamente campionaria, comprende : 1° Apparecchi di chirurgia e ostetricia; 2° apparecchi di elettricità applicata alla medicina; 3° ap· parecchi d'igiene e medicazione asettica e antiset· tica; 4° apparecchi per le ricerche scientifiche applicate alla medicina; 5° apparecchi di ortopedia e ortomorfia; 6° prodotti farmaceutici, acque mine..:. rali naturali e artificiali. La concessione gratuita di esporre è stata data, oltre ai medici aderenti al Congresso, agli industriali liguri e a quelli nazionali, che hanno in Liguria un deposito normale dei loro prodotti. Qualora la Presidenza del Congresso lo creda op· portuno, potrà assegnare agli espositori diplomi di benemerenza. L'Esposizione è gratuitamente aperta al p11bblico dalle ore 9 alle 18 dei giorni 23, 2:!, 25 e 26 luglio. Tessera defi1iitiva. - Per intervenire alle sedute del Congl'esso e prendere parte ai dive:t?nenti è i1idispensab;te presentare la tessera defin,ztlva. La tessera definitiva è strettamente personale, viene consegnata dall'Ufficio d'iscrizione a tutti gli aderenti che hanno pagato la quota di ammissione, e vale come ricevuta. Gallerie ortisticlie e Musei. - Per gentile concessione della Giunta munit1ipale, i signori con· gressisti, contro presentazione della tessera definitiva, hanno libero ingresso: 1° alla Galleria di Palazzo Rosso, via Garibaldi, dalle ore 11 alle 15, giovedl. venerdì e sabato; 2° alla Gallerja di Palazzo Bianco, via Garibaldi, dalle ore 10 alle 16, tutti i giorni; 3° al l\Iuseo pedagogico, via Sant' Agostino, giovedì e domenica, dalle ore 9 alle 12 ; venerdi e sabato, dalle ore 9 alle 11 e dalle 14. 30 alle 16. Ricreazio1ti. - Giovedì .23 luglio, ore 21: Rice· vimento nelle sale del J\tiuni0ipio, offerto dalla Git1nta m1micipale ai signori congressisti. Venerdì 24: luglio, ore 21 : Conferenze, nel salone del palazzo Ducale, del senatore prof. E. ~Iara­ gliano Szii doveri de; niedici 1iella lotta co1itro la tubercolosi, e .del dott. E. Paganini Sul Jtziovo costr1iendo Ospedale !Ìi Gen,ova. . Sabato 25 luglio, ore 20. 45: Serata d1 gala al Politeama Genovese in onore dei signori congres· sisti. La compagnia Marchetti rappresenterà la 1nuovissima operetta « La Basoche » di A . Messager. Domenica 26 luglio: Git~ in mare d~ G~nova a Rapallo col piroscafo Persza della N av1gazione generale italiana. Ore 8. 30: Partenza da Genova (ponte Guglielmo); » 11 circa : .Arrivo a Rapallo; » 12: Colazione al Kursaal di Rapallo; » 16: Ritorno a Genova. 1\''B·. La colazione è per sottoscrizione. L e sotto-

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scrizioni e il pagamento della quota di sottoscri· zione devono farsi alla segreteria del Congresso, entro il giorno 11. Studenti l! famiglie _dei cong:essisti. - . G~ stu: denti in medicina e i membri clelle famiglie dei signori congressisti possono pa.rtecipare . a tutte le ricreazioni organizzate per. gli adere~t1 al . Congresso, purchè accompagnati da u~o di questi. Per la gita a Rapallo e la co~azione al ~ursaal devono però pagare le rispettive quote di sottoscrizione. ORDINE DEI LAVORI.

1° giorno, giovedì 23 luglio, ore 16: lnangnrazione del Co1igr.esso. - In qu?s~a seduta, alla qu?'le furono invitati S. E. il M1nistro della pubblica istruzione il Prefetto e il Sindaco di Genova, i se· natori, d~putati e le a~tre pers?n~lità ~i .Genova ~ della Liguria, pronunzieranno i ~iscorsi inaugur.ali le autorità convenute ed il presidente pr~f .. Enrico Morselli c·o n una conferenza Sulla niedzcina e la coscienza sociale moder1ia. 2° giorno, venerdl 24 lu~lio, or~ ~: ~rima seduta. - Comunicazioni varie di med1cma mterna, neuropatologia e psichiatria, dermosifiloi~tri~. . . Ore 15: Seconda seduta. - Com11n1caziom varie di interessi professionali. Ore 21: Conferenze, nel salone del ~ala~zo D.u: cale, del prof. E. Maragliano ~ni doveri de1 nzedLci netta lotta co1itro la tz:ibercolosz, e del dott. E. Paganini Sul 1iziovo coslrzie1id~ Ospedal~ ~i Genova. 3° giorno, sabato 25 luglio, o~e 9 . . Ter za s~d1:1ta. - Comunicazioni varie di ch1r11rgia, oculistica, oto-rino-laringo-stomatoiatria. . . . . Ore 15: Quarta seduta. - Com~ic~z1on1 v~r~e di igiene e medicina pubblica, pediatria, ostetricia e ginecologia. . Scelta della sede del IX Congresso medico re· gionale Ligure. Di1nostrazio1ti praticlie. - Duran~e le sedute. del Congresso verranno fatte dai dottori V. J\Iarag~ian~ e ~I. Sciallero dimostrazioni con l'apparecchio di Rontgen, della Clinica medica di Genova. . Il prof. Maragliano mette qu?st.o apparecchio a disposizione di tutti i congressisti per qualunque ricer ca s11i loro ammalati. 4° giorno, domenica 26 luglio: Gita a Rapallo. ROMA. - Nella settimana scorsa, nell'aula magna dell'Università i n11ovi medici-chirurgi che sosten' di laurea furono I. signori . .: nero la loro tesi Luigi Sennisi, Sal processo di ci~atrice clelle cartilagini, relatore il prof. .Alessan~ri. . Augusto Massi, Sull'ali1nentazzo1ie del ba11tb11io, relatore il prof. Concetti. . . . S. Piperno, Snlla co1isis~e1iza ~ez globnl1 rossi clel sa1igzie, relatore il pr~f.. Big~a~. . . Bruno Caleca, S11gl1 idrati dz carbonzo u el~e fecz 1nedia1ite la fer11i entazio1te precoce, r elatore 11 pro. fessor Rem-Picci. Giuseppe De Li8to, SzillO: pzi1itura alt~ Qri11tclte per la 1nalattia dell1 orecclizo, relatore il professore Ferreri. ROMA. - Con r ecen te decreto è stato respinto il ricorso del dottor Vincenzo Lillo , medico chirurg.o condotto nel comune di Cellino S . !Iarco, contro il decreto del Ministero dell'interno, 9 agosto .190?, che respingeva altro reclamo. dello s.tesso s.ai:iitar10 contto la sua iscrizione a favore dei medici con· dotti. - Con provvedimento Sovrano è stata ricono· (31)


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IL POLICLINICO

sciuta la personalità giuridica nel Regno, della Società inglese « Casa di salute anglo-americana >. Tale Società ha p er iscopo di fondare in Roma un istituto per provvedere di alloggio g ratuito indigenti di nazionalità britannica e americana, rice,rere ammalati a pagamento, e mandar fuori infermiere esperte per cure private, in Italia e altrove. - Il ricorso pl'odotto dal dottor Gervasi contro il decreto del prefetto di Trapani che si rifillt.ava di nominarlo ufficiale sanitario del comune di Castellammare del Golfo, è stato accolto su conforme parere del Consiglio di Stato · a sezioni ri11nite.

[ANNo IX, F ASC. 38]

Indice alfabetico analitico del oresente numero. •

Accademia medico-cl1irurgica di Napoli. . . Pag. Affezioni· della mammella (Contributo alla casistica delle). - Marchetti . . • . . » Asportazione di alcuni organi addon1inali o sulla soppressione completa della circolazione rispettiva (Ricercl1e sperimentali )) sull'). - De Renzi e Boeri . . . . . LeBrodo di 1nanzo come aperitivo (Il). • )} rno1n . . • . . . . . • • • • ')) Capelli (La muta dei). - Brocq ~ . . . Cenni bibliografici . . . . . . • . . » Citodiagnosi (Contributo allo studio della). Nomine, promozioni, onorlfloenze. Giannuzzi. . . • . . • . . . • . » Citolisin e nei sieri di sangue normali (Sulla Il dott. Domenico Biondi, professore ordinario pluralità delle). - Flexner e Nogughi . . » di clinica chirurgica e medicina operatoria e cliret· Concorsi e condotte . . . . . . • . . » tore della Clinica relativa nella R. Università di Defecazione (Osservazioni pratiche sulla fiCagliari, e attualmente comandato ad impartire tale siologia della). - Picchio . . • • • . » insegnamento nella R. Università di Siena, a decor· Diarrea coleriforme (Le iniezioni di olio canrere dal 1° giugno 1903 fu trasferito, col suo con· forato nella). - Huti nel. . . . • . » senso, ftlla cattedra medesima nella stessa R. Uni· Diazo-reazione nella tubercolosi polmonare versità di Siena. C'l alo re prognostico della). - W ood . . » Il dott. ffinrico Roncagliolo fu autorizzato a tra· Emorragie gastro-duodenali (Cura delle). sferire, dalla R. Universita di Palermo a quella di Max Einhorn . . . . . . • • . . » Genova, la libera docenza di patologia speciale Farmaci nella infanzia e nella vecchiaia (I). » medica dimostrativa. Ginocchio valgo (osteotomia lineare sottocuIl dott. Vincenzo Giudiceandrea venne abilitato, tanea) (Nuovo processo operatorio pel). µer esame, alla privata docenza, con effetti lega.li, . Bernabeo . . . . . . . . . . • » in patologia speciale medica presso la R. Univer· Glandule ascellari nella tisi incipiente (Insi tà di Roma. grossamento delle). - Fernet . • . • » Il ~ott. Aristide Mattoli è st'ato abilitato, per Gravi danza sulle malattie di cuore (Influenza esame, alla pr:ivata docenza, con effetti legali, in del matrimonio e della). - Backenstoe . » anatomia chirurgica e in medicina operatoria nella Lombricosi dei bambini (Nella) . . . . . » R. Università di Roma. Malattia di Leone XIII e la deontologia medica (La). - Doctor Cajus • . • . . » * * *residenza i seguenti me· Mjcrobismo biliare normale (Il). - Gilbert Sono Rtati trasferiti di e Lippmann . . • . . . . . . . . » di ci provinciali : Mughetto (Nuovo ed efficace metodo di cura 11 dott. Ferrt1ccio ~Iercanti, da Perugia a 1!,irenze. del esperito nel brefotrofio di Ferrara) • . . . . . . . . . . . . » Il dott. Ulderico Matera, da Forlì a Perugia. Necrosi della cistifellea (Della). - Czerny . » Il dott. Dante Torsellini, da Firenze a ~.,orlì. Nomine, promozioni, onorificenze • . . . » Notizie di verse . . . . . . . . . . » Coli'oorat e oondotte. Ostruzione acuta e cronica del coledoco da calcolosi o da neoplasmi (Il trattamento CELLENO (Ro1na). - Condotta medico-chirurgica. chirurgico della). - Kehr . . . . . . » Stipendio annuo lire 2400 nette da ritenuta per tassa di ricchezza mobile, ma soggetto alla ritenuta pel Peritonite erniaria acuta in sacco non includente visceri addominali. - Santucci . . » monte pensioni. Popolazione, 1688 abitanti. Obb ligo di cura gratuita per tutti gli abitanti del paese P ermanganato di J potassa nella blenorragia e del contado. Scadenza 15 agosto. (Il). - Renault. • . . . . • • . . » Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla segrePolmonite t ra umatica. - Urmes .. . • . >> teria del Comune. Pubblicazioni pervenute al « Policlinico . • » Risposte e quesiti e a domanae • . . . » FAENZA (Cont11iÌssio1ie a1n1ni1iistrativa dell'ospe· Secrezione orinaria del feto durante la gravirlale i1ifernii). Trovandosi vacante in questo danza (Ricerche comparative sul sangue ospedale il posto di assistente addetto alla sezione della madre e del feto, sul liquido amniomedica, sono invitati quelli che aspirassero al con· tico ed osservazioni relative alla). - Zanseguimento del medesimo a presentare le loro gemeister e Meissl . . . . . . . . » istanze all'Ufficio di presidenza del pio luogo. Singhiozzo nella polmonite (Il) . . . . . » Il tempo utile per la presentazione delle istanze Toni e rumori cardiaci alla parete dorsale del è fissato a tutto il 31 luglio corrente. torace e del valore diagnostico di questa Annuo onorario lire 960, pagabili in rate antici· pate mensili di lire 80 1'11na. trasmissione (Della trasmissione dei). Masing • . . . . . . . • • . . » Per ulteriori notizie indirizzarsi alla Commissione suddetta. Tubercolosi polmonare (Da qual punto di vista deve essere considerata la prognosi GONNOSTRA~IATZA (Ca.qliarÌ). - l\Iedico-chirurgo, . . . . . . » della). - Behrend . ufficiale sanitario pei comuni consor?iiali di GonT umori maligni primarii del fegato (I). nostramatza, Gonnoscodina e Simala. Stipendio Pepere . . . . . . . . . . • . . - » L. 2300 nette. Scade 31 luglio. Roma.

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.Roma, 25 luglio 1903

Fuo. 39.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTI!

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Nazari: - L insegnarnento dell'anatomia patologica di1nostrativa nell'anno accadeniico 1901-1902. -- Riviste : - CHIRURGlA: - Ma ttòli: La gastro - enterostomiq,. Metodi operativi. I ndicazioni. 'l{isultati. Faure: Trattamento delle fistole intestinali. - Mendes : Nuovo processo per aprire gli ascessi sotto- diafran1.matici del fegato . - Nicolaysen : Appendicite sperirnentale: - MEDICINA : - Sergent: L'insufficienza surrenale acuta e le malattie ·infettive. - S ·roMATOLOGIA E RINOLOGIA: - Gaucher: Leucoplasia linguale. - Lanzi : Casi di rinoscleroma, relative cultitre di capsulato. lnfluenz..a di esso capsulato sui fenomeni di putrefazione e di idratazione pepsica. - Accademie, Società mediche, Congressi: - R. AccADEMrA DI MEDICINA DI ToRINO. Osservazioni cliniche : - Tasso : L e iuiez.ioni endovenose di sublimato corrosivo nella cura del jlem1none diffuso . - Centra : Edemiz..z.az.ioui al sublimato corrosivo nella pustola maligna e nella eresipela. - Note cii medicina scientifica: - La soluzione al o. 75 non é fisiologica. - Il tnicrococco del reumatis1110 acuto. Pratica professionale :. - CASUISTICA : - L' aortile sifilitica. - Ipertrofia cronica della mil{a 1iella sifilide ereditaria precoce e suo allo valore per la diagnosi di questa malattia. - La prostatite d'origine intestinale. - 'N,11frite cronica diffusa tion accompagnata da albuuiinuria. - Complicaz.io,ne interessante nella diagnosi della litiasi biliare. - APPUNTI DI TERAPIA: - L'iperidrosi locale. - Citra della seborrea pitiria~ica del capillizio. - ..Azione battericida dell'alcool. - Inefficacia ed inconvenienti d~ll'arnica co1ne topico. - Varia. - Amministrazione sanitaria. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

Diritti di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI _ Jstituto di Anatomia Patologica della R. Università di Roma diretto dal Prof.

ETTORE ~IAncmAFAVA

L ,insegnamento dell'anatomia patologica di 01ostrativa nell'an110 accad e1nico 1901-1902 per il clott. .ALESSIO N AZARI, settol'e.

Il numero delle autopsie eseguite per la scuola di anatomia patologica dimostrati va dal mese di novembre del 1901 al mese di luglio del 1902 è stato di 604. Come di solito le autopsie si praticarono nella sala incisoria .dell'Ospedale di S: Spirito, e nell'annesso an· :fiteatro il prof. MARCHIAFA VA dettò le sue lez ioni di anatomia patologica dimostrativa, godendo così dell'inestimabile vantaggio di

essere informato minutamente della storia clinica. degli individt1i sezionati. Questi provennero in massima parte dalle sale mediche e chirurgiche dell'ospedale, in minima parte dalla Clinica medica, dalla Clinica pediatrica e dalla Clinica otorinolaringoiatrica. Nel d(lrne il resoconto ho classificato l'abbondante materiale anatomopatologico secondo i sistemi organici, la ct1i lesione era stata nei singoli casi cagione della morte. Si stenia circola.torio (73 casi). ,

CuoRE (46 casi). 4 casi di eridocarrlite itlce·rosa acttlà 1Jt•imitiva. Nel primo caso, occorso in un giovane di 15 anni, che aveva presentato il qt1adro clinico di uno pset1doreumatismo, il processo endocarditico colpiva la sola valvola mitrale. Si trovò inoltre t1n'artrosinovite pt1rulenta ( 1l


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IL POLICLINICO

IX. F ASC. 3!11

( ASNO

tibiotarsica sinistra, una peritonite acuta fibrinosa e una nefrite suppurativa embolica In tutte queste localizzazioni l'esame batteriologico dimostrò la presenza _del diplococco in coltura pura. La morte, che avvenne improvvisamente con fenomeni cerebrali, fu de · terminata da una vasta apoplessia del lobo occipitale e parietale dell'emisfero cerebrale di destra - Nel secondo caso si tratta va di un individuo di 54 anni, nel quale il processo end.ocarditico acuto da diplococco colpiva le valvole aortiche e la val vola tricuspide. Nel terzo caso, occorso in un giovane di 24 ann·i, l'agente patogeno dell'endocardite fu lo stafilococco piogeno albo, e si riscontrò insufficienza act1ta delle valvole aortiche e della mitrale. Nel quarto caso trattavasi di un uomo di 40 anni. Il processo endocarditico, determinato dal diplococco, colpiva le valvole aortiche e la valvola mitrale, e la morte era avvenuta in seguito alla rottura di un 9.neurisma em· bolico micotico del tronco dell'arteria silviana di destra. In nessuno dei casi si trovarono lesioni anatomiche che si potessero considerare come atrii dell'infezione. 14 casi di eridocardite croriica. 5 delle valvole aortiche con insufficienza delle medesime; 7 della valvola mitrale con lesione composta; 3 delle valvole aortiche e mitrale contemporaneamente. 19 casi di endocardite ateroniatosa con vizio valvola re. 17 delle valvole aortiche, 2 delle 1

valvole aortiche e della mitrale. Fra questi è degno di nota il caso di un individuo di 48 anni, che aveva presentato in vita i segni di una insu:f:fipienza delle valvole aortiche, e nel quale si trovò all'autopsia una grave endoaortite ateromatosa. Parte della valvola aortica sinistra e tutta intera la val· vola aortica destra, entrambe ispessite e retratte, si erano staccate dalla loro inserzione alle pareti dell'aorta, e dietro di esse si era formato un vasto aneurisma dissecante, svoltosi nell'interno del ventricolo sinistro, e le cui pareti erano costituite dal setto interven· tricolare atrofico e dall'endocardio enorme· mente ispessito. Quest'ultimo presentava una ulcerazione del diametro di circa 1 cm., per la quale la. cavità aneurismatica si era aperta nell'interno del ventricolo sinistro. Il sacco aneurismatico conteneva soltanto sang11e disciolto, e la parete di esso, costituita dal setto l 2)

in.t erventricolare protrudeva nell'interno del ventricolo destro, che era alquanto ipertrofico. , 3 casi di ipertrofia idiopatica del cuore occorsi jn un giovane di lt> anni e in due uomini rispettivamente di 38 e 47 anni, dediti tutti a mestieri faticosi. 6 casi di 1nioca1~dite i·nte rstiziale cronica fibrosa. 4 della punta del ventricolo sinistro, dei muscoli papillari della valvola mitrale e del setto interventricolare, in seguito a sclerosi dell'arteria coronaria sinistra; negli altri due casi la miocardite era a chiazze diffuse a tutte le pareti del ventricolo sinistro. Il processo sclerotico colpiva soltanto gli strati sottoendocardici più interni del miocardio, nè erano. dimostrabili alterazioni dei • • vasi coronari. 1

V A SI

(27 casi).

SANGU IGNI

11 casi di arteriosclerosi dijfitsa grave, colle

ordinarie conseguenze e complicazioni, osservati in individui che avevano quasi tutti superati i 7() anni di vita. In un sogg,e tto di 59 anni e in un altro di 70, accanto alle lesioni sclerotiche del grande cir0olo trovammo11na sclerosi abbastanza avanzata delle ramificazioni intrapolmonari delle arterie polmonari; in entrambi i casi si aveva una notevole ipertrofia del ventricolo destro del cuore. - Anche in quest'anno abbiamo ricercato metodicamente ju tutti i cadaveri l'esistenza. del processo arteriosclerotico, e la seguent~ tabella riassume i rist1ltati delle nostre os• • servaz1on1. In grado .

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SEZIONE PRATIC.\.

Altri · 2 ·casi di aneurisma erano di vasi miSopra 6~4 individui 241 erano arteriosclerotici; si ebbe cioè una percentuale del 40 °/0 • nori, e precisamente: uno dell'arteria anoLa notevole differenza fra questa percentuale nima in un individuo di 5'J anni, affetto da e quella da noi ottenuta nello scorso anno endoaortite sifilitica. L'anet1risma, della gra,ndipende da ciò che nello scorso anno non te- dezza di un uovo di pollo si era estrinsecato nemmo conto che dei c~si di grado medio e verso la trachea determinandone una gra;ve grave:, trascurando quelli di grado leggero, stenosi, che aveva resa necessaria la tracheoche :figurano invece anch'essi nella percen- tomia. Il secondo caso f'u un aneurisma del. tuale di quest'anno. I risultati delle nostre l'arteria basilare del cerve)lo, occorso in un osservazioni riguardo alla sede e alla diffu- individuo di 44 anni, sifilitico; morto con sione del i)rocasso, all'epoca della v~ta in cui gravi fenomeni cerebrali acuti, e nel quale esso si sviluppa, all'influenza dei v ari agenti la puntura lombare praticata . tre volte dumorbosi sulla sua patogenesi collimano per- rante la vita aveva sempre dato esito a sanfettamente con quelli esposti nel preceden.t e gue. All'autopsia si riscontro un vasto emato1na sottodurale dovuto alla rottura delresoconto. In 10 individui sui 604 sezionati riscon • l'aneurisma della basilare, che era di natura trammo lesioni. sifilitiche gravi dell'aorta. La gommosa, e aveva le dimensioni di una nocnatura di tali lesioni oltre che dall'aspetto ciuola. Il nervo abducente di sinistra che ademacroscopico e microscopico caratteristico riva. al sacco aneurismatico presenta va un dell' endo e mesoaortite iperplastica sifilitica fu processo di nevrite gommosa. - In un indiconfermata dal reperto di lesioni sifilitiche viduo di 54 anni morto di polmoni te e affetto da epatite interstiziale cronica e da grave arin altri organi (testicoli, f'egato, ossa, ecc.). teriosclerosi viscerale riscontrammo un'ampia 14 casi di aneurisma. 6 di q11esti erano deldilatazione aneurismatica f'u siforme con trom1' aorta toracica; 2 dell'aorta ascendente, 2 bosi parietale parzialmente occludente a cadell'arco e 2 dell'istmo d~ll'aorta; 5 dell'aorta rico della vena porta e della vena splenica. addominale; 1 immediatamente al disotto del 2 casi di ,,·ottura sporitanea dell' aorrta. Il diaframma e gli altri 4 all'altezza dell'arteria primo avvenne in un individuo di 75 anni celiaca. L'età dei pazienti variò fra i 34 e i che presentava alterazioni senili dell'aorta, 64 anni: 6 di essi erano affetti da endoaorla cui rottura, del diametro di appena mezzo tite ateromatosa, 5 presentavano lesioni sificentimetro, aveva sede nella parete posteriore litiche dell'aorta e di altri organi (f'egato, tedel vaso a circa l cm. al disotto dell'origine sticoli). Negli aneurismi dell'aorta toracica la dell'arteria mesenterica inferiore, e aveva dato morte avvenne: in un caso per rottura delluogo ad un vasto ematoma retroperitori.eale, l'aneurisma nella cavità pleurica destra, neche dalla regi.,ne renale di sinistra si estengli altri 5 casi per paralisi cardiaca. In tutti deva lungo lo psoas fino al piccolo bacino. i casi di aneurisma dell'aorta addominale la Nel secondo caso, occorso in un indiyiduo di morte avvenne in segt1ito alla rottura del 61 anni, arteriosclerotico, morto con segni sacco aneurismatico. d'insufficienza cardiaca, si riscontrò sulla pa· Ci sembra degna di nota la frequenza ve- rete posteriore dell'aorta a circa 2 cm. al di ramente straordinaria colla quale ci è occorso . sopra dell'inserzione delle valvole aortiche nell'ultimo biennio al tavolo anatomico l' aneu- una lacerazione lineare trasversa dell'intima risma dell'aorta Infatti,~ se ci riferiamo alle e degli strati più superficiali della media, stat~stiche di J uoA, EPPINGER e di ScHROETTER estesa cm. 4,5, jl cui centro corrispondeva al secondo le quali l'anetirisma dell'aorta si pre- centro della val vola aortic.a posteriore. Mensenterebbe con una percentuale del 0,54 °/ 0 tre il margine superiòre della lacerazione per il primo, che lo ha riscontrato 48 vo]te aderiva intimamente alla tunica media sotsu 8871 autopsie; del 0,7 °/~ per il secondo, tostante, jl margine inferiore era libero, e che lo ha riscontrato 22 volte su 3149 ; e dsl- posteriormente ad esso si penetra va nella cal,l. l 4 per il terzo, che lo ha riscontrato 220 vità di un aneurisma dissecante a forma di volte su 19300, la nostra percentuale appare nido di rondine, estrinsecatosi in basso verso sensibilmente mag~iore, cioè del 2. 45 °/ 0 , a- le valvole semilunari per una estensione di cm. 2,5. vendone avuti 27 casi su 1100 autopsie. •


122()

IL POLICLL.'TICO

LANNO IX, FASC. 39j '

SANGUE. -

Organi linfatici ed emopoietici

(22 casi).

maggior parte degli organi toracici e addo minali.

1 caso di sarcoma nori melanotico del midollo 4 casi di anemia perniciosa, uno. dei quali secondario a infezione malarica, occorsi in osseo, secondario a sarcoma dell'occhio sinistro ' individui dell'età fra i 48 e i 56 anni. Il mi· enucleato un anno prima della morte, in un dolio diafisario delle ossa 111nghe era rosso in uomo di 42 anni. 2 casi di morbo di Addison in un uomo di tutti i casi e si avevano alterazioni regressive 48 anni e in un giovane di 19, per tubercodel: miocardio, del fegato e dei reni. 1 caso di ariemia splenica in un bambino di losi cronica delle capsule surrenali. In entrambi i casi riscontrammo. una notevole iperun anno e mezzo. 1 caso di leuce1nia in .u n giovane di 23.anni plasia delle glandole linfatiche .del mesencon enorme tumore leucemico della milza e terio e dell'apparecchio linfatico intestinale. del fegato. Sistenta respiratorio (246 casi). . 1 caso di emofilia in un giovane di 24 anni, LA R 1 N a E E TRA e H r:: A (42 casi). carbonaio, alcoolista, morto per anemia grave in seguito a prof'use rinorragie ripetutesi con 38 casi di difterite in bambini al disotto intervàllo vario durante circa un anno e _ dei 6 anni. Nella maggior parte dei casi rimezzo. All'autopsia si riscontrò: assenz:t di scontrammo oltre alle alterazioni difteriche • alterazioni della mucosa nasale e anemia un processo di broncopGlmonite acuta più o gravissima universale senza traccia di risve- meno diffuso. Riscontrammo spesso ulceri neglio dell'attività emopoietica del midollo delle crotiche del laringe consecutive alla intuba• ossa lunghe che appariva di consistenza di- z1one. minuita e di colorito giallo paglierino. 2 casi di laringite flemmonosa ac·ib~a primi4 casi d"infezione ?1ialarica : uno di malaria tiva) in 2 uomini di oltre 50 anni, nei quali , perniciosa comatosa in un uomo di 50 anni la morte avvenne per 8offoca~ione malgrado nel quale si trovò un enorme accumulo di la tracheotomia. piccoli parassiti estivo-autunnali nei vasellini 1 caso di la,·ingite ulcerosa sifilitica, in un del cervello e delle meningi, e gli altri tre un uomo di 53 anni, nel quale una vasta di cachessia malarica in uomini che avevano ulcerazione del seno piriforme destro aveva superati i 50 anni. determinato una stenosi così grave da rendere 7 casi di lirifom a rrialigrio delle glandole lin- necessaria la tracheotomia. fatiche in individui dell'età fra i 37 e i 64 1 caso di cancro primitivo a cellule piatte anni In 5 casi le glandole nelle quali si svolse del laringe in 11n uomo . di 46 anni. pri1niti vamente la neoformazione f'urono le BR0N c t11 (11 casi). retroperitoneali, in l caso quelle del mediastino anteriore. In quasi tutti i casi si riscon5 casi di bròncliite acitta d·i ffusa, ~dei quali trarono metastasi in vari organi (fegato, reni, in vecchi e 1 in un bambino di 3 anni. intestino, peritoneo, stomaco, polmoni, pan· 6 casi di bronchite cronica con bronchiettasie, creas, capsule surrenali) . 4 in individui di oltre 60 anni e 1 gravissimo 1 caso di sarcoma mielogerio delle ossa oc- in un uomo di 36 anni. corso in un individuo di 50 anni, il quale PoLMONI (185 casi). aveva presentato una sindrome nervosa che 1 caso di enfisema p olmonare cronico g9·ave · ricordava quella della tabe dorsale. N ell'ul· timo periodo della, vita si erano manifestati in un uomo di 60 anni con grave ipertrofia numerosi t11moretti cutanei e ingorghi mul- e dilatazione del · ventricolo destro. del cuore. 32 casi di bron,copolmoriite acuta, 23 dei quali tipli delle glandole linfatiche inguinali. Alla autopsia si riscontrò la presenza di un sar· occorsi in bambini di età inferi ore ai 6 anni, coma primitivo del midollo delle ossa lun· 2 in adulti e 7 in vecchi di età superiore ai ghe con riproduzioni multiple nel cervello, 60 anni. Nella massima parte dei casi di cerv·elletto, bulbo, midollo spinale; nei nervi broncopolmonite acuta osservati nei bambini della cauda equina, che presentavano nu· l'infezione polmonare si era sviluppata come marosi rigonfiamenti moniliformi, e nella complicazione o come postumo del morbillo;

(4)


I

.\N~O

IX,

FASC.

391

in alcuni casi riscontrammo la produzione di numerose bronchiettasie acute ora nei lo bi superiori, ora e più spesso negli inferiori 90 casi di polnioriite fibrinosa loba1--e aci1ita, 70 dei qt1ali in individui che avevano superato i 50 anni di vita. Gli individui giovani, morti di polmonite, avevano quasi tutti sof· ferto per lungo - tempo di malaria. Il processo pneumonico colpi va in 59 casi il polmone destro, in 26 casi il sinistro, in 4 casi era bilaterale. Lo stadio del processo era nel maggior numero _dei casi quello dell'epatiz· zazione grigia : in 7 casi riscontrammo l'esito in gangrena, in 1 caso l'esito in ascesso e in 6 casi l'esito in induramento. Fra le principali complicazioni della polmonite ci occorsero: 9 volte la pericardite, l'J volte l'endo· cardite acuta ulcerosa che trovammo colpire sempre le sole val vole aortiche, 7 volte la meningite purt1lenta embolica e 6 volta la nefrit9 parenchimatosa acuta. Trova~mo relativamente spesso la triade morbosa dell'esito in induramento, dell'endocardite acuta e della meningite embolica. l56 casi cli tubercolosi polmon.are cronica ""l· oe rvsa occorsi in individui di età varia fra i 2 e gli 80 anni. Notevoli fra questi tre casi: nel primo tratta vasi di un uomo di 57 anni il quale oltre a una tubercolosi polmonare cronica t1lcerosa bilaterale presentava una atrofia grave di ambedue le capsule surrenali consecutiva a due '\ asti ematomi prodottisi nel parenchima delle stesse capsule surrenali e una colorazione bronzina della pelle. Nel secondo caso trattavasj di un uomo di 64 anni il quale oltre alla tubercolosi dei polmoni presentava un aneurisma cupoliforme della faccia posteriore dell'arco dell'aorLa da endoaortìte sifilitica. Il terzo caso occorse in un indivicluo di 50 anni nel quale oltre alla tubercolosi polmon~re cronica si aveva una polmonite fi.brinosa destra totale nello stadio di epatizzazione grigia. Nello spessore di en~rambi i in u-scoli retti anteriori dell'addome di questo individuo si riscontrò la presenza di un vasto ematoma con degenerazione cerea delle fibre muscolari circostanti. 1 caso di tuniore primitivo dei polmorii oc~ corso in un vecchio di 70 anni, che a ve va presentato in vita i segni di un ordinario catarro bronchiale cronico. Alla autopsia si riscontrò la presenza in ambo i polmoni di 1

7

1221

SEZIONE PB.A.TIOA

un linfangioendotelioma diffuso peri vasale e peribronchiale con un piccolo nodulo metastatico sulla convessità del lobo destro del fegato. 1 caso di echinococco del polmone destro occorso in ttn uomo di 45 anni, pastore. Il parassita, costituito da una grossa cisti madre con numerosissime cisti figlie, aveva distrutti quasi completamente per compressione il lobo inferi6re e il lo bo medio del polmone ed era stato cag.i one della morte. 4 casi di asfissia dei 1ieonati per parto prema turo al 7° o all'8° mese. (7 casi).

· PLEuRE

3 casi di plei1irite sie rofib·ririosa acuta in due bambini di pochi mesi e in un vecchio di 65 • anni. 4 casi di pleurite piiri1ileJita, il primo . dei quali occorse in un bambino di 2 anni, che oltre a una pleurite r)urulenta destra e a una broncopolmonite confluente del lobo superiore del polmone destro, presentava una. mediastinite sup11urativa, una pericardite fibrinopt1rulenta acuta e t1na n efrite parenchimatosa acuta emorragica. Degli altri 3 casi, 2 occorsero parimenti in bambini e uno in un vecchio di 62 anni. 1

Siste111a digerente (108 casi).

BoccA, TONS ILLE E FAUCI (5 casi). 2 casi di noma, occorsi in due bambini di 3 e 4 anni, che presentavano anohe broncopolmonite gangrenosa acuta da aspirazione e nefrite. 1 caso di stomatite ulce1,osa in un uomo di 50 anni, nel quale si riscontrò anche un vasto ascesso icoroso nella regione sottomascellare sinistra e una broncopolruon~te gangrenosa acuta destra. 1 caso di e1'Jitelioma ulce rato della li1igua, con distruzione dei pilastri e della tonsilla di sinistra in un vecchio di 65 anni. Lo stesso individuo presentava 11n grosso lipoma sottocutaneo nella regione sottomascellare sinistra. Un, caso di epitelionia ulce1·ato e garigreriato del pavimento della bocca in un individuo di 50 anni nel quale si aveva distruzione di due ' . terzi del mascellare inferiore con infiltrazione neoplasica della regiane anteriore del collo e una polmonite lobare destra. 1

(5


1222

IL POLICLINICO

~TOMACO

(23 casi).

6 ca.si di ulce1·a semplice : il primo caso occ~rse

in un uomo di 64 anni, morto appena giunto nell'ospedale. All'autopsia si riscontrarono tre ulceri semplici dello stomaco due . . ' in corrispondenza della piccola curvatura e una in corrispondenza della faccia anteriore dello stomaco verso la metà dell'organo. Nel secondo caso si trattava di un uomo di 62 anni g~stropaziente da più di 30 anni, nel qual~ s1 trovarono due ulceri semplici, una della P.arete pos.teriore, l'altra della parete ante. r1ore del piloro, quest'ultima perforata. Come c?n~egt1enza ~elle ulceri si a veva una gra·vrss1ma .stenosi !!ilori?a., aumentata dalla pre· senza d1. un polipo adenomatoso al principio del duodeno, e un'enorme gastrectasia. Nel terzo caso, occorso in un uomo di 48 anni morto in segt1ito a un'abbondantissima ema~ temesi, si riscontrò un'unica ulcera della grandezza di uno scudo in corrispondenza della n:ietà della picco!a curvatura. Nel quarto easo, in un uomo di 37 anni l'autopsia dimostrò la presenza nella regione pilorica di tre u~cerazioni, una delle quali sulla parete anter~ore, perforata. Parimente nel quinto caso in una donna di 50 anni la morte av· venne in seguito a perforazione di un'ulcera della regione pilorica nella quale si trovavano altre dt1e ulceri più piccole. Si aveva stenosi pilorica e discreta gastrectasia. Notevole il sesto caso, occorso in un uomo di 33 anni gastropazie'nte da 3 anni, che negli ultimi giorni di vita pr·e sentò violenti e ripetuti accessi di tetania, in uno dei quali avvenne la morte. All'autopsia si riscontrò un'enorme dilatazione dello stomaco, che giungeva in basse .fino al pube, causata da una grave stenosi del piloro, in corrispondenza del quale trovavasi un't1lcera semplice a bordi callosi e ispessiti; un'altra ulcera simile trovavasi al principio del duodeno. 2 casi dz' stenosi cicatriziale del pilo1·0 da preg·ressa ulcera semplice con gastrectasia in un uomo di 47 anni e in un giovane di 29 anni. In quest'ultimo, che soffriva di disturbi gastrici da 8 anni, era stata praticata una cligiunostomia addominale. 15 casi di eanc'ro dello stomaco in individui dell'età fra i 42 e i 74 anni. La neoformazione aveva sede in 13 casi in corrispondenza del piloro, in due casi sulla piccola curvatura e

(ANNO

IX, F .A.Se. 39 j

sulla parete anteriore dello stomaco. In 3 casi la morte _e ra avvenuta in seguito a pe~itonite acuta da perforazione. I NTESTINO ( 48

casi).

1 caso di atresia dell'intestirio teriue in una

ba.robina dell'età dl. 4 giorni, che era nat·a bene in un parto normale. Non aveva mai emesso meconio, e da due giorni aveva vomito ed emissi~ni ~all'ano di blocch.i di muco sanguinolenti. L addome era tumido e meteorico e la sonda elastica, introdotta nel retto, s'i~ol­ trava per 25 centimetri. All'autopsia si riscontrò un difetto del mesenterio, il quale presentava un'apertura a ferro di cavallo. la cui branca anterjore aderiva alla parete addo~inale in corrispondenza della regione ombelicale con varie lacinie avvolte su loro stesse. Nel punto in cui queste lacinie s'inserivano all'intestino, precisamente a 50 centimetri dal ceco per mezzo di un cordone solido, corrispondente al diverticolo di Meckel obliterato . ' . . ' v~ era un atresia dell'intestino, la cui porzione sovrastante a questo punto era enormemente dilatata e meteorica, mentre la parte sottostante non aveva che il calibro di una penna d'oca. Negli altri organi non si trovarono alterazioni all'infuori di una bronc?polmonite emorragica bilaterale da aspira· z1one. 1 caso di occlusiorie intestinale da irttususce· zione ileocolocolica in un bambino di un anno e mezzo nel quale la parte intususcetta era giunta fip.o all' orificio anale. -1 càso di ileo paralitico in un vecchio di 72 anni, e 1 caso di occlus·ione intestin,ale da torsione in un giovane di 26 anni, operato di laparotomia e morto di µeritonjte acuta. . 5 casi di ernia inguinale strozzata con gangrena delle anse strozzate e peritonite purulenta diffusa in due vecchi di oltre 70 anni e in un bambino di 15 mesi. 2 casi di appendicite in un giovane di 18 anni e in un uomo di 52, con necrosi del1' appendice e peritonite acuta purulenta. 2 casi di enterocolite cronica, e 11 casi di enterocolite dissenterica, in 6 dei

quali si riscontrarono ascessi unici o multipli del fegato e in 2 un processo di enteroperitoni te diffusa. · •


tANXO

IX, F ASC. 39]

SEZIONE PRATICA

2 casi di stenosi fibrosa cicatriziale sifilitica del retto in due individui di sesso maschile. 16 casi di tifo add,.ominale, in 6 dei quali la morte era avvenuta in · seguito a peritonite acuta da perforazione. In un giovane di 25 anni, oltre a numero&e ulcerazioni tifose nell'ileo e nel colon trovammo una grave app~ndici te tifosa. 3 casi di adenocarcitioma del retto con me· tastasi nel fegato in individui di oltre 45 anni. PERITONEO

(5 casi).

2 casi di peritonite cronica adesiva con strozzamento interno da briglie connettivali, necrosi e perforazione delle anse strozzate e peritonite purulenta diffusa. 2 casi di peritonite cronica ti1ibercolare ade• siva e caseosa. 1 caso di ertdotelio nia primitivo del peritoneo parietale e viscerale con stenosi multiple delintestino. 1

FF.aA TO

E v1E BILIARI

(25 casi).

17 casi di c·i rrosi epat·ica atrofica in individui dell'età fra i 40 e i 60 anni ; in un solo caso trattavasi di un giovane di 29 anni. In 2 casi la morte avvenne per ematemesi in seguito a ulcerazione di varici esofagee. In altri due casi la cirrosi era co1nplicata dalla presenza. di t1n adenocarcinoma : nel -primo di questi, occorso in un individuo di 50 anni, la neoformazione a cellule del tipo delle cel· lule dei dotti bili ari era nodulare e sparsa per quasi tutto l'organo. Nel secondo caso trattavasi di un uomo di 4~ anni nel quale la neoformazione aveva sostituito quasi comple· tamente il tessuto .epatico del lobo destro ed era rammollita e necrotica. Nelle parti non necrosate si riconosceva una struttura adenomatosa a cellule del tipo delle cellule epatiche. Si aveva trombosi neoplasica antica delle vene sopraepatiche, della vena cava in· f eriore e dell'orecchietta destra del cuore ed embolie e trombosi neoplasièhe multiple delle arterie polmonari in ambedue i polmoni. 1 caso di mor·bo di Weil in un uomo di 36 anni, che ammalò coi sintomi dell'ittero grave in seguito ad aver lavorato per lunghe ore in un fognone, immerso nell'acqua fino alla cintola. All'autopsia si riscontrò che· il fegato pesava grammi 1930, aveva superficie liscia e -colorito raba.r baro. L'esame micro·

L.

·)~ 1 ·) - - •11

scopico dimostrò rigonfiamento torpido diffuso e necrosi parziale delle cellule epatiche. Si aveva inoltre una-grave nefrite parenchimatosa act1ta in rene itterico. 2 casi di cancro prirriitivo del fegato in due uomini di 45 anni. In entrambi la neof'ormazione occupava quasi tutto il lobo destro, e si avevano metastasi nodulari multiple sul peritoneo, sulla pleura e nei polmoni. 1 caso di cancro it,lcerato primiti·vo della cistifellea in un uomo di 45 anni con metastasi lungo le vie biliari nell'interno del fegato e nelle glandole linfatiche dell'ilo del fegato e dell'ilo del rene sinistro. 1 caso di echinococco del fegato in un uomo di 65 anni. Oltre a una grossa cisti ripiena · di numerose cisti figlie, che aveva distrutto quasi tutto il lobo destro del fegato, si trovarono altre cisti nel grande omento e nel peritoneo retrovescicale. Queste ultime a vevano compressi gli ureteri, determinando una grave idronefrosi bilaterale. 1 caso di irtcuneamento di calcolo nel dotto coledoco in un uomo di f4 anni con ittero universale, pericolecistite cronica con retrazione della cistifellea, cirrosi secondaria del fegato e broncopolmonite acuta bilaterale terminale. 1 caso di epatite suppurativa secondaria a suppurazione dell'ombelico e piemia con loca.lizzazioni articolari in un bambino di un mese. 1 caso di angiocolite suppurativa primitiva con periepatite e peritonite purulenta in un uomo di 5Q anni, p AN CREAS (2 casi). 1 caso di cisti ematica del pancreas, aderente all'ilo della milza in una donna di 46 anni. 1 caso di cancro primitivo del ]Janc reas in un vecchio di 76 anni. Il tumore era di piccole dimensioni, e comprimeva il dotto coledoco, rendendolo gravemente stenotico, onde una enorme dilatazione delle .vie biliari e della cistifellea e un ittero universale. 1

Sistema scl1eletrico (13 casi).

2 casi di frattu ra della base del crariio, il primo in un ragazzo di 12 anni, nel quale la frattura era avvenuta a destra, e si aveva un vasto rammollimento emorragico tral1matico del lobo frontale sinistro con un abbondante 1

t7'


1224

IL POLICLINICO

ematoma sottodurale ; il secondo in un uomo di 68 anni, nel quale si aveva frattura del temporale, del parietale e dell'ala grande del] o sfenoide di sinistra con rammollimento emor-· ragico traumatico del lobo temrJorosfenoidale destro. 1 caso di f1·attura esposta comrn.iriuta del fe .. more destro e di f'rattura comminuta dell'omero sinistro in u~ uomo di 39 anni. 1 caso di f'rattu1·a antica del collo del ferriore in un vecchio di 82 anni. 1 caso di periostite suppu rativa della tibia 1

e artrosinovite purulenta tibioastragalica in un vecchio di 70 anni. 3 casi di tubercolosi, uno dell'articolazione coxofemorale sinistra in un giovane di 14 anni, e due delle vertebre dorsali con formazione di ascesso ossìfluente nella regione iliaca ~n un bambino di 4 anni e in un giovane di 17. 3 casi di 1·achitide in bambini deJl'età di 2 anni, morti per bronchite e insufficienza respiratoria. 1 caso di osteomltlacia non puerperale in una giovane di 24 anni, morta di nefrite ero. • n1ca. Le lesioni osteomalaciche colpivano tutte le ossa dello scheletro, ma erano particolarmente gravi a carico delle ossa del bacino e degli arti inferi ori. Dal midollo delle costole si ottenne in coltura pura un bacillo identico a quello descritto da ARCANGELI e F1occA nella osteomalacia umana e da ~[ORPlJ RGO nell'osteomalacia dei ratti albini. 1 caso di osteosa rcoma dell'ileo di destra in un uomo di 54 anni, con metastasi nodulari multiple nel fegato . 1

[ANNO

IX, F ASC. 39J

con un contenuto color fondo di caffè. Tra. le cisti si vedevano scarsi residui di sostanza. renale conservata. -1 caso di ipe rnef1·orria in un uomo di 64 anni. La neoformazione si era svolta nel rene sinistro, che aveva un volume doppio del normale, e riempiva la pelvi e l'uretere corrispon· dente per una estensione di circa 5 cm. Un piccolo tumore della stessa natura trovavasi in corrispondenza dell'ilo del rene destro, affetto da nefrite parenchimatosa acuta emor• rag1ca. 1

~

V1E

llRINARIE (24 casi).

7 casi di 1·estringimento uretrale in individui dai 36 ai 70 anni eon dilatazione e ipertrofia

della vescica, cistite cronica e pielonefrite . suppurati va. 70 casi di ipe rtrofia p?·ostatica in vecchi dai 60 agli 80 anni nei quali la morte avvenne per idropionefrosi bilaterale. 1 caso di uretrite blerior1·agica acuta in un uomo di 46 anni con pielonefrite suppurativa acuta e piemia . 3 casi di cist·ite c1~oriica purulenta e ulcerosa in vecchi dai 60 agli 80 anni con idropionefrosi bilaterale. 2 casi rli caleolosi della vescica in due ,uomini, uno di 72, l'altro di 63 anni, entrambi operati di cistotomia soprapubica e morti per pielonefrite suppurativa. 1 caso cli epitelionia della vescica in un vecchio di 82 anni con riproduzioni multiple nei corpi cavernosi del pene e nelle glandole linfatiche del bacino, che comprimevano !.,uretere destro, e avevano d~terminato una grave idronefrosi. 1

Sisten1a genito-11riuario (57 casi).

(27 casi). 9 casi di nefrite acuta in soggetti di età varia fra 1 e 80 anni. Notevoli fra questi due casi di nefrite acuta, uno con grosso rene bianco, l'altro con grosso rene rosso da avvelenamento acuto da sublimato. 12 casi di 1iefrite cro·nica. in individui d'età avanzata. 4 casi di 1·erie a rte rioscle1·otico in vecchi dai 65 agli 80 anni 1 caso di aderioma cistico multiloculare in un uomo di 57 anni, morto col quadro. clinico dell'uremia. Entrambi i reni erano convertiti in due grossi ammassi di cisti a pareti liscie RENE

1

{8)

1

OR~ANI

GENITALI (6 casi).

1 caso di e·ndomet,,~ite pu rulenta con piosal1

pinx sinistro rottosi nel peritoneo-e peritonite purulenta diffusa in· una donna di 27 • anni. 2 casi d i epididimite tube1·colare cronica con tubercolosi miliare acuta dei po] moni in due vecchi, uno di 65, l'altro di 72 anni. 1 caso di ca1ic1·0 ulcerato del collo dell'utero con pelviperitonite purulenta in una donna di 45 anni.• 1 caso di cancro gelatinoso delle vescichette seminali con metastasi nell'intestino ceco in un vecchio di 60 anni.


[ANNO

IX, F .A.SO. 39]

.

SEZIONE PRATICA

1 caso di corioepitelioma maligrio dell'utero con metastasi nodulari multiple i11 ambedue i polmoni in una donna di 24 anni. Siste1na nervoso (59 casi). MENINGI

(15 casi).

4 casi di meningite pu rulerita acuta cerebro· spin11 le in individui dell'età fra i 21 e i 38 1

anni.• 8 casi di nieriirigite tubercolare, 7 dei quali

in ragazzi al disotto dei 7 anni e 1 in un uomo di 40 anni. In tutti il processo meningitico era secondario a tubercolosi cronica delle glandole peribronchiali. 1 caso di meriingite gommosa del cono midollare e della cauda equina in un uomo di 58 anni. 1 caso di pachileptomertingite sifilitica cerebrale e spinale in un uomo di 32 anni. 2 casi di trombosi mararttica dei seni della dur·a niadre. Nel primo caso si aveva trom-

bosi del seno longitudinale superiore e inferiore e delle vene della convessità del cervello in una bambina di un anno, ohe presentava una broncopolmonite acuta confluente secondaria a infezione mista morbillosa e difterica. Nel secondo caso trattavasi egualmente di una bambina di 2 anni, che presentava una broncopolmonite confluente acuta bilaterale postmorbillosa e una trombosi del seno longitudinale e del seno trasverso della dura madre con rammollimento emorragico del corpo striato -di sinistra. C E RVELLO (

40 casi).

1 caso di idrocefalo acqitisito cro1iico con

ispess]m ento cronico delle meningi molli della base del cervello e del midollo spinale in un giovane di 25 anni. 1 caso di microgiria dell'emisfero cerebrale sinistro con atrofia dell'emisf'ero cerebellare destro in un bambino di 8 anni. 1 caso di porencefalia secondaria, pseudoporencefal ia di Ziegler, in un uomo di 51 anni. L'infundibolo porencefalico si apriva in corrispondenza delle circonvoluzioni paracen· trali e del lobulo parietale superiore di destra, ed era diviso da una sottile membranella dal ventricolo laterale. Al disotto della porencefalia si aveva un rammollimento emorragico antico del nucleo lenticolare e del

*

1225

membro posteriore della capsula interna di destra. Conseguenza della lesione cerebrale era stata un'emiplegia sinistra con contrattura e atrofia degli arti. 19 casi di emorragia eerebrale da arteriosclerosi in individui f'ra i 50 e i 90 anni. In 18 casi l'emorragia era avvenuta nella sede volgçl,re; 8 volte a sinistra e 8 volte a destra, 2 volte bilaterale. Notevole fu un caso di emorragia nel peduncolo cerebrale di sinistra e nella metà corrispondente del ponte. 11 casi di rammollimento cerebrale, 9 dei quali da arteriosclerosi in individui di età superiore ai 50 anni; 2 in soggetti rispettivamente dell'età di 42 e 19 anni da arterite sifilitica. Nel primo caso, oltre al rammollimento del nucleo caudato di sinistra, si riscontrò anche una meningite gommosa del ponte. Nel secondo caso il rammollimento era a carico dei nuclei della base e della capsula interna di destra. 1 caso di ascesso cerebrale da streptococco in un ragazzo di 12 anni. Il vasto ascesso, che aveva sede nella sostanza bianca del lobo occipitale e del lobo temporosfenoidale di sinistra, era secondario a una tonsillite suppurativa bilaterale con f·ormazione di piccoli ascessi nelle tonsille. 4 casi di tumore cerebrale. In due di questi occorsi in uomini rispettivamente dell'età di 52 e 64 anni il tumore, di natura gliomatosa, a veva sede nel corpo calloso : nel primo caso occupava la medietà di questa formazione, e nel secondo caso si era svolto nello splenium: in entrambi i casi si ebbero durante la vita gravi disturbi psichici. Nel terzo caso trat. tavasi di una giovane di 19 anni, nella quale si riscontrò un glioma del talamo ottico di destra invadente il centro semiovale dell'emisfero con una vasta emorragia avvenuta nel tumore e distruggente la capsula interna corrispondente. Il quarto caso ci occorse in una bambina di 5 anni, nella quale trovammo un gliosarcoma del verme del cervelletto, inva· dente l'emisfero cerebellare sinistro con distruzione del nucleo dentato. 1 caso di epilessia in un giovane di 22 anni, morto in istato di male, nel quale l'esame anatomico rivelò soltanto un'intensa iperemia. della sostanza grigia dei centri nervosi. 1 caso di delirio acuto, in un uomo di 43 anni, psicopatico, n el quale il reperto anato mico fu completamente negativo. \ 9) _~-


1226

IL POLIOLINIOO

M1noLLo SPINALE (4 casi). 1 caso di compressione del midollo cervicale per frattura antica consolidata della quarta vertebra cervicale in un uomo di 58 anni. 1 caso di spina bifida in un bambino di tre mesi. Vi era rachioschisi e mieloschi.si che cominciavano all'altezza della 73 vertebra dorsale. Immediatamente al disotto del rigonfiamento cervicale, nella regione dei cordoni posteriori notavasi una cavità siringomielitica, che cessava nella porzione dorsale inferiore del midollo. Si notò inoltre in questo caso una cistite puru]E?nta emorragica e stenosi multiple congenite dell'uretere sinistro con idropionefrosi. 2 casi di rniielite cronica lombare in due vecchi di oltre 60 anni.

MALATTIE INFETTIVE

-

G ENER t\ LI

(22 casi).

2 casi di setticopiemia criptogenetica in un giovane di 22 anni e in un uomo di 59, il primo da diplococco con localizzazioni polmonari e renali, il secondo ·da stafilococco con localizzazioni articolari. 1 caso di erisipela gangrenosa degli arti superiori in un uomo di 57 anni. 19 casi di tubercolosi c1 onica ge·neralizzata occorsi quasi tutti in bambini e in giovani sotto i 70 anni. 9

MALATTIE DEL RICAMBIO (5 casi). 1 caso di obesità in un uomo di 56 anni con infiltrazione grassa del cuore e dilatazione acuta del ventricolo. , 4 casi di diabete mellito in 3 uomini e in una donna di età varia fra i 52 e i 65 anni. In tre casi si riscontrarono lesioni sclerotiche del pancreas. In un caso la morte avvenne per tubercolosi polmonare e nel quarto caso per miocardite necrotica da sclerosi delle arterie coronarie. Prof. V. PENSUTI

Sulle nevrosi dello stomaco Volu11ietto in,-8° grande, Lire 2. 50

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Indirizzare cartolina-vaglia alla

Alighieri

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ROMA.

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Società Editrice Da.nte

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RIVISTE CHIRURGIA

La gastro-enterostomia. Metodi operativi - Indicazioni - Risultati. (Prof. dottor ARISTIDE ~IA TTÒLI, Società editrice Da1ite Alig }tier;, 1903). La gastro-enterostomia è entrata trionfa!« mente nella pratica, ed è ormai l'operazione « preferita nella maggior parte delle malattie « dello stomaco e c1el duodeno, conquistate al « dominio chirurgico. « Fare una rassegna critica del molto che « si è pubblicato, sino ad oggi, su questo ar« gomento; portarvi un contributo personale « di espe1·imenti, di tecnica e di osservazioni « cliniche ;. raccogliere ed illustrare la prima « statistica italiana: della gastro-enterostomia : « ecco lo scopo di questo lavoro. » Dicialll\o subito che questo scopo è stato dall' A. perfettamente raggiunto, e che l'imp ortanza del lavoro che prendiamo in esame, giustifica completamente una diff11sa rivista del medesimo. «

Cenni storici.

** * La prima gastro-enterosto-

mia fu, come è noto, p1·aticata nel 1881 dal WoLFLER, per suggerimento del N100LADONI, in un caso di cancro pilo1·ico inoperabile con la resezione : il malato guarl operatoriamente. BILLROTH, LAUENSTEIN, CouRvorsrnR, RAusoHOFF che ripeterono, poco dopo, la stessa operazione, non furono altrettanto fortunati. RYDYGIER, nel 1884, praticò con successo la gastro-enterostomia in un caso di stenosi del duodeno: lVIoN.A.STYRSKI ebbe invece un insuccesso in un caso di stenosi pilo1~ica c~catriziale, consecutiva ad ingestione di acido solforico. Nel 1885, BILLROTH associò la gastro-enterostomia alla resezione pilorica. Il Nov.A.Ro ri· ferì al Congresso di Pavia del 1887 di aver praticato, con successo, la gastro-enterostomia in un caso di semplice gastroectasia, e propo· neva di ricorrere a questa operazione come cura dell'atonia gast1·ica cronica. Nel 1888, il PoSTEMPSKI, in seno alla Società italiana 'di chirurgia, proponeva di sostituire la gastroenterostomia alla resezione, nel cancro pilorico, « poichè se la gastro-enterostomia rappresenta « una operazione di ripiego, la pilorectomia « è difficile rappresenti una operazione ra« dicale. » La Società di chirurgia di Parigi si occupa di quest'argomento soltanto nel 1889, ed il


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SEZIONE PRATICA

:àiloNoD i·elatore di due casi del Roox di Losanna, 'conclude che questa operazione d ov1·a' t1·ovare molto .raramente la propria indica· zione. Ancora nel 1893 il Roux dichiara,ra di « essere ben lontano dal dividere l'entusiasmo « di certi chirurghi per questa operazione, che (( è la peggiore fra tutte, e non s'adatta che • « a casi disperati, nei qnali una sopravv1« venza di qualche m ese è tutto quanto pos· « siamo desiderare, al prezzo di una mortalità « di circa il 50 per cento nelle mani dei più « abili 1 » }la, in seguito, il pessimismo del Roux, condiviso del r esto da eminenti chirurghi di altri paesi andò n ecessariamente modifican' dosi di fronte ai numerosi successi ottenu t•i con 'la gastro-enterostomia nelle più svariate indicazioni, fino a diventare ottimismo. Così quest'atto operativo, accolto in principio con diffidenza e tenuto in disparte, ha finito per entrare vittoriosamente nella pratica ed è divenuto fecondo clei più splendidi risultati.

*** P1·eparazio1ie del 11ialato. - I candiclati alla gastro-enterostomia giungono pe1· Jo più al chirurgo in t1no stato di grave denutrizione : è necessario perciò, _salvo indicazioni urgenti ller un intervento immediato, risollevare per quanto è llossibile le forze del paziente. Una aclatta alimentazione, l'uso dei clisteri nutri· tivi, l' ipodermoclisi ripetuta, raggiungono quasi sPmpre lo scopo: nei casi più gravi l'ipode1·moclisi ed anche l'iniezi~ne endovenosa di solt1zione fisiologica, praticata prima e du1·ante l'atto operativo, possono riuscire di notevole vantaggio. Si deve far sempre precedere all'intervento lo soziotamento dello sto11zaco; anche la gastro/zJ,si è sempre consigliabile, tranne nei casi cli ulcera in atto con ematemesi. L ' A. insiste s11ll'utilità di abituare i pazienti all'uso della sonda-gastrica, perchè, non infrequentemente, nelle prime ore che seguono all'operazione, può occorrere la necessità di svuotare lo stomaco da notevoli quantità di bile che vi rifluisce: ora il sondaggio, fatto in tali condizioni, assume una gravità eccezionale negli operati che vi si sottomettono per la p1·ima volta. L'uso dei purgativi è conveniente quando è p<>ssibile o i pazienti vi sono abituati: lo svuotamento intestinale può otten ersi con i clisteri ed il massaggio addominale. La pzilizia della Qocca del nialato, praticata con mezzi meccanici ed anti~ettici, il bagno generale, l' i1n·

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pacco antisettico del campo operativo, fatto nel giorno che precede l'operazione, completano la preparazione del paziente. Anestesia. - L 'anestesia locale è impiegata largamente nella gastro-enterostomia, specie in infermi estremamente esauriti : RECLUS la preferisce in ogni caso : il CRESPI di or,rieto l'adottò in 30 casi su 36. Il CECOHERELLI ed il PosTEMPSKI praticarono, in 4 casi, la 1·achicocainizzaziorie alla Bier, ottenendo insensibilità completa: il vomito ostinato che segue di frequente alla anestesia di Bier, sembrerebbe controindicare questa pratica nelle operazioni sul ventricolo. La massima parte d~gli operatori impiegano ancora il clo1·0/ormio,.,mo1ti l'eter·e, alcuni, come il MAZZONI, fanno iniziare la narcosi col clo· roformio e continuarla coll'etere. Incisione della pa1·ete addominale. ---·· L 'inci· si one mediana, preconizzata da RYDIGIER, Nov ARO, KocHER, CzERNY, CARLE, è general· mente adottata nella gastro-ente1·ostomia: in casi eccezionali, in cui estese aderenze peri· toneali impedivano la esplorazione, qt1alche chirurgo ebbe a praticare un taglio ad L o a r- ; m a ordinariamente l'aggiunta di tagli trasve1·sali non è affatto necessaria. Rice1·ca del!' ansa da anastomizza1·e. - L'ideale, n ella gastro-enterostomia è che l'anastomosi cada su di una ijo1~zione molto alta dell'intestino tenue. La ricerca della prima ausa di· giunale non presenta quella difficoltà che da alcuni si volle attribuirle: e l"'ichiede soltanto u11a certa pratiea e l'esatta conoscenza anatomica cl ella regione. L' A. solleva e respinge in alto il grande epiploon .ed il colon trasverso: qltindi, senza servirsi del sussidio della vista, dirigendo la mano a sinistra della colonna vertebrale, immediatamente al disotto del me· socolon, afferra la prima ansa del digiuno, che si riconosce p er la sua fissità.

Fissazione dello stomaco e dell'intestirio, ga· st1·0-enterostasi. - Molti operatori affidano tale ufficio alle mani degli assistenti: l' A . eacco· ·manda l'uso degli emoente1·ostati del Bigi, di ct1i egli per il primo si è servito, con tecnica speciale, nella gastro-enterostomia. Modi di p1·atica1·e l' anasto11iosi gast1·0-i1itesti· nate. - Questa può ottenersi con la sutura, le placche di osso decalcificato alla Senn il bottone di Murphy. L'A . - che è sostenitore convinto della su· tura.. a sopraggitto con seta - espon~ di~igen~ t emente tutto quanto riguarda ql1est1 d1vers1 • • mezzi di anastomosi, e passa in !""assegna in· numei""evoli modificazioni apportate al bottone. (11)


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IL POLIOLINIOO

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Metodi operativi. .- Questi, in riguardo alla situazione del neopiloro e del tratto intesti· nale anastomizzato, sono classificati così:

I.· - Gastro-enterostomia a1ite1·iore: a) precolica; b) 1:etrocolica. II. - Gastro-enterosto1nia poste1~iore: a) transepiploico-mesocolica; b) transmesocolica. III. - Gast1·0-duode1zosto11tia: a) anteriore; b) posteriore. I diversi metodi operativi sono esposti con la massima chiarezza, ed i pregi ~d i difetti di ciascuno sono fatti rilevare con una critica sana e convincente. I processi di gastro-enterostomia artte1·io1·e presentano notevoli inconvenienti {forn1azione dello sprone, strozzamento del colon trasY-erso, incarceramento dell'intestino tenue nell' anello gastro-digiunale, posizione viziosa dell'ansa anastomizzata per eventuali aderenze con il grande epiploon) ed hanno perduto molto terreno nella pratica. La gast1~0-duode1zostomia sottopilorica del Villard è, assai spesso, di difficile esect1zione per la fissità anatomica della seconda porzione del duodeno, e del resto sarebbe applicabile in rari casi, da disputarsi • più alla piloroplastica che alla gastro-entero· stomia. È la gastro-enterostomia poste1·iore di von Hacker clie presenta il minor numero d'inconvenienti e che ha dato, fino ad oggi, i migliori risultati clinici. L'obbiezione, in appa· r enza più grave, che si muove a questo me· todo, è la difficoltà ed il pericolo che p1·esen· terebbe il metodo stesso· per la profondità ctel campo d'operazione. L'obbiezione non corri· sponde alla realtà: su 12 casi di gastro-enterostomia transmesocolica posteriore che l' A. ebbe occasione di praticare, 11 volte gli fu possibile ~seguire l'anastomosi fuori dell'ad· dome, adottando la tecnica seguente : « Respingendo in alto l' epiploon gastro-Co· lico ed il colon trasverso, si tende il meso~ colon e, con le dita, vi si pratica una fendi· tura antero-posteriqre, attraverso la quale si fa passare llna plica della parete stomacale posteriore, che si spiega a ventaglio e si stringe tra le aste dell'emoenterostato del Bigi, dopo esse1·si assicurati che la plica stessa sia parallela alla grande cui·v a tura e subito al di sopra di questa. Ricercata quindi la prima ansa djgiunale, a 12-15 cm. dal ligamènto di Treitz, se ne distende una plica del bordo libero tra

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le aste di un secondo emoenterostato, avendo cura che il tratto superiore o afferente corrisponda a sinistra e l'efferente a destra. Qt1indi, :r:idotti in cavità il grande epiploon ed il colon, che rimangono a cavalcioni della plica stomacale erniata attraverso la breccia mesocolica e fissata dall'emoenterostato, si pone questo trasversalmente, con le estremità al di sopra dei margini della incisione addominale: altrettanto si fa con l'emoenterostato che regge l'ansa digiunale, e, proteggendo la cavità con alcune compresse, di cui una se ne distende al disotto ed in mezzo ai visceri da anastomizzare, si affrontano le pliche di questi e Si esegue l'anastomosi nel modo seguente: 1° Un piano posteriore di sutura siero sierosa, lungo almeno otto centimetri; 2° Incisione della sierosa e della musco• lare clello stomaco e dell'intestino, mezzo centimetro al davanti della prima sutura, t1n cen· timetro all' indentro delle estremità della medesima; 3° Un secondo piano posteriore di Sl1tura siero-muscolare, 1:>er 6 centimetri; ~· 4° Apertura delle mucose per circa 5 cen· timetri; 5° Primo piano anteriore di sutura siero· m11scolare, avendo cura d'interessare, col primo e l'ultimo punto, gli angoli (4 bordi) delle ·incisioni viscerali; 6° Secondo piano anteriore di sutura siero· sìerosa per 8 centimetri. Tolto l'emoenterostato stomacale, si fissano~ qon 4 punti, i margini dell'apertura mesocolica sulla parete stomacale, o m eglio; come pratica il DURANTE, sull'ansa digiunale anastomizzata; si toglie l'emoenterostato dal digiuno, si ri· ducono in cavità i visceri anastomizzati e si ripongono il colon ed il grande epiploon in . posizione normale. Tutte le suture sono fatte a sopraggitto, con seta n. O, montata st1 di un ago curvo di Hagerdon, che l' A . adopera direttamente. senza portaghi, con un notevole risparmio di tempo. · Seguendo la tecnica descritta, i pericoli dell'operazione sono ridotti al minimum desi· derabile, e la gastro-enterostomia può com· piersi rapidamente, con· un solo aiuto, in modo metodico e sicuro. In casi rarissimi, per conclizioni anatomi· che eccezionali (brevità del mesocolon, stomaco poco ectasico), occorre battere la via tra1zse· ·

piploica-1nesocolica.

** . * gastro-enterosto11zia i1itesi

Metodi di a di11zinuire i pe1~icoli d' infezio1ze .,,.,ierenti all 'ape1·· tnra delle cavità visce1·ali. In questo capitolo


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SEZIONE PRATICA

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l'A. espone e discute il valore dei molti me· todi di: a) Gastro-e1zte1·osto11iia in due tempi; b) Gastro-ente1·osto1nia con apertiira dei vi-

sce1·i a sritii1·a compiuta. P er i limiti necessariamente assegnati a questa rivista, non possiamo addentrarci nella discussione che l' A. sostiene, con critica acuta e brillante, pe1· dimostrare che, dato il per· fezionamento ragg iunto attualmente dalla tecnica, i metodi di gastro·enterostomia in due tempi non hanno più ragione di essere, come quelli che non assicurano il beneficio di una bocca anastomotica sufficiente e subito funzionante. Convinto tuttavia 0h e l'apertura delle cavità viscerali rappresenta, il momento di maggiore pericolo nella pratica della gastro-en~erosto­ mia, per la possibile fuoriescita del contenuto, sempre ricco di materiali infettanti, ritiene che ogni metodo operativo che valga ad eli· minare tale pericolo, pur conservando il van· taggio di stabilire l'anastomosi in primo tempo, presenti un reale interesse. A tale scopo, l' A. propone ed illustra un ingegnoso istrumento da lui ideato - pinza enterostoma e che ha ottimamente corrisposto, oltre che in molti esperimenti sugli animali, in parec· chie applicazioni fatte sull'uomo dallo stesso A. e da altri chirurghi.

* * * dopo la gastro-enteOi1·colo vizioso o rlflusso 1·ostomia. -

Le osservazioni di circolo vizioso sono assai numerose nella lette1·atura, e lo stu(lio sperimentale di questa complicanza della gastro-enterostomia, fu oggetto di molti lavori. Pu1· tuttavia esistono tra i chirurghi notevoli dive1·g.enze, sia sul valore da attri· buirsi a questo accidente nella clinica, sia sulla o _portunità di provvedere ad eliminarlo per mezzo di speciali metodi operativi. L' A. tratta diffusamente la questione, poritandovi il contributo d'importanti esperi· menti sull'animale, i quali, modificando ra· dicalmente le conclusioni a cui era venuto lil CHLUMSKY in un recente lavoro, dimostrano che i fertomeni gravi di circolo vizioso sono dati

da i1zsufficente o 1Jtancata fti1zzio1zalità della bocca e/ferente, 1nentre nè la bile né il sizcco pancreatico ese1~cita1zo Zln 'azione clannosa sulla digestione gastrica, e, od og1zi 11zodo, il riflzlsso di questi liqziidi nello sto1naco è pe1fettamertte com~atibile con la vita ed il be1zesse1·e degli ani· '1Za/i. Le conclusioni sperimentali sono poi avva· lorate dalla esposizione di un caso clinico in· teressan tissimo, in cui l' A. fu costretto ad in-

tervenire tre volte successiva.mente, e nel quale vennero a determinarsi le stesse condizioni anatomiche create sperimentalmente sul cane. Studiate le diverse varietà di riflusso e la frequenza con cui questo accidente si veri· fica, a seconda dei diversi metodi ope1--ativi impiegati, l 'A. conclude che i fatti di circolo vizioso possono assumere, in taluni casi, una tale gravità da compromettere la vita del· l'operato e per ciò sono completamente giu· stificati i tentativi di quei chirurghi che escogitarono nuovi metodi operativi o sugge· rirono modificazioni a quelli già esistenti, allo scopo di eliminare questa grave compli· canza della gastro-en terostomia.

1Jfetodi operativi intesi ad elimina1·e i p ericoli del ci1·colo vizioso. - .Sono 15 tra metodi e processi operativi che l' A. passa successivamente in rassegna, per concludere che ind11bbiamente il metodo ad Y del Roux di Losanna offre notevoli vantaggi s11 tutti gli altri, perchè ristabilisce idealmente il circolo gastro-intestinale. « Se si volesse p erò affermare che il metodo Roux è entrato vittorio· samente nella pratica comune non si sarebbe nel ver<?. La ragione di ciò va ricercata prin· cipalmente n el fatto che la esenuzione di una doppia anastomosi terminale p1--esenta una difficoltà tecnica notevolmente Sllperiore a quella dell'anastomosi laterale, specialmente per chi, non troppo tenero ammiratore del bottone di Murphy, si ostini a ritenere che una sutura ben condotta sia il mezzo chirurgico più adatto e sicuro a raggiungere lo scopo » . Ma, oltre alla difficoltà tecnica, che non giustificherebbe in tutto la preferenza data da molti chir111--ghi ad altri metodi. l 'ope· razione del Roux presenta per l' A . un altro inconveniente, quando, intervenendo per fatti di stenosi pilorica datante da qualche tempo, il tenue, pe1-- mancata funzionalità, si rinviene atrofico. Ne risulta allora un neopiloro asso· lutamente insufficiente, mentre l'anastomosi termino-laterale del digiuno dà luogo neces· sariamente. ad un notevole r estringimento del lume dell'organo. Inoltre la sezione trasver· sale dell'intestino, i cui monconi debbono rimanere aperti per parecchio tempo, aumenta i pericoli d'infezione della cavità p eritoneale. L'ideale sarebbe adunque di facilitare la tecnica della gastro-enterostomia ad Y, pro\· vedendo in pari tempo alla possibilità di creare, in ogni caso, t1na larga comunicazione tra stomaco ed intestino, ed eliminando i pe· i~icoli inerenti alla sezione del digiuno. Qt1esto triplice scopo l' A . si propone col suo m e· todo di: (13)


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IL POLICLINICO

Gastro-ente1·ostomia ad Y ad anastomosi laterale. - Laparotomia mediana e fissazione del peritoneo parietale ai bordi della incisione : sollevamento del colon trasverso, ricerca della prima ansa del digiuno, apertura del mesocolon: una plica della parete stomacale po· steriore, in prossimità della grande curvatura, si fa uscire attraverso la breccia mesocolica, e vi si anastomizza, in posizione isoperistal· tica, l'ansa digiunale prima scelta, a 25 cm. dal legamento di Treitz, come nel metodo von Hacke1~, seg11enc10 la tecnica descritta. Esclz1sio1ze dell'ultimo tratto di ansa afferente, per 12--15 cm ., mediante in,·aginamento del bordo libe1·0, con punti sieror·muscolari. Lo scopo si raggiunge perfettamente prendendo l'ansa t1·a il pollice ed il medio della mano sinistra, mentre l'indice introflette pro· fondamente il bordo libero dell'intestino: con ago curvo, munito di seta n. O, s'interessa la sie· rosa e la mltscolare sulla parte esterna delle due plicl1e fo1'mate dall'intestino introflesso, in punti diametralmente opposti, si stringe e si annoda il filo: per completare la esclusione bastano 6--8 punti di sutura nodosa~ che pos· sono essere sostituiti da un sopraggitto. Finalmente si pratica l'anastomosi laterale tra ansa efferente ed afferente subito al di· sotto del tratto escluso. Questo metodo di gastro--enterostomia che i·ealizza tutti i vantaggi del processo Roux, eliminandone gl'inconvenienti, ha avuto la sanzione clinica per parte dello stesso A . e del prof. MoNGUIDI di Parma: il risultato fu favorevolissimo in ogni caso. La doppia anastomosi laterale facilita notevolmente la tecnica, abbrevia l'operazione, in confronto al metodo Roux, e pe1--mette di stabilire, in ogni caso, una larga comunicazione tra stomaco ed ansa efferente: si sopprime cosi. la possibilità del circolo vizioso, e si elimina ogni pericolo inerente alla sezione del digiuno. • /

La possibilità di linzitare l'inte1·vento alla sola gastro--ertterosto1nia late1·ale, nel caso ili cui le condizio1zi del 11zalato dive1zga1zo 11zinacciose, costituisce ]Jllre zin vantaggio 1zo1z trascurabile del 111etodo proposto dall'A ., in confronto a quello del Roux, poichè in questo, una volta. praticata la sezion_.11 dell'ansa digiunale, occorre ad ogni costo completare le due anastomosi.

** * Scelta del 11zetodo operativo :

sz1,tzi1~a

o bot-

to11e ? I m~todi posteriori debbono essere prefe· i·iti agli ante1--iori, tutte le volte che le condizioni anatomo-patologiche lo permettono. La st1tura i)resenta notevolissimi vantaggi (14:)

LANNO IX,

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sul bottone anastomotico, sia in riguardo ai risultati immediati che lontani. Queste con· elusioni sono avvalorate dai i·isultati della statistica, raccolta dall' A., e dedotte con lo· gica rigorosa dopo una critica minuziosa e stringente.

T1·atta11zento postoperativo · Complicanze della gast1·0-enfe1~ostomia. - Gli operati vengono posti nel letto ben caldo, in posizione elevata del tronco, quasi seduti, per facilitare il funzio· namento della fistola gastro-intestinale. Le ipode1·moclisi con soluzione fisiologica di clo· ruro sodico possono rendere notevoli servigi per rialzare le forze dell'operato. Se l'operato ha d~sturbi di vomito, eruttazioni acide, senso di peso all'epigastrio, non si esiti a praticare ... lo svuotamento ed il lavaggio del ventricolo, anche nelle prime ore che seguono all'atto operativo. Il persistere dei gravi fatti di cir.. colo · vizioso costitujsce indica.zione ad un secondo intervento. Se gli operati non hanno disturbi a carico dello stomaco, è buona regola incominciare la nutrizione con liquidi, fino dalle prime ore dopo l'atto operativo. È bene che gli operati continujno a disinfettarsi la bocca, almeno nei primi 2 o 3 giorni che seguono all'atto ope1ativo, per allontanare il pericolo di pa· rotiti o infezioni delle vie respiratorie: simil· mente sono utili ripetuti lavaggi rettali con acqua salata, a scopo evacuativo. La diarrea fetida od inf1·enabile insorge non infrequentemente negli operati di gastro· enterostomia. Si è pure verificata con una certa frequenza la evisce1·azio1ze spontanea ]JO· stoperator·ia. L' A. argomenta che l'ulcera pep· tica del digizino non debba considerarsi una conseguenza dell'atto operativo; ma che debba porsi in rapporto con profondi perturbamenti della innervazione trofica.

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*

Indicazioni della

* * gast1·0-enterostomia.

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La indicazione p1~incipale della gastro-enterosto· mia è data dalla esistenza di un ostacolo al regolare s,.. uotamento dello stomaco ; ma l)Ub ~ dirsi che quei:;ta operazione è ormai p1·eferita nella maggior parte delle malattie del ven· tricolo e del duodeno passibili di cura chirur• g1ca. La gastro-enterostomia è stata praticata pe1· le seguenti indicazioni: a) cancro pilorico ; b) stenosi pilorica cicatriziale; c) stenosi pilorica da cause estrinsech~; d) sifilide del piloro; piloro-duodenite tube1·colare; e) stenosi congenita del .piloro;


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SEZIONE PRATICA

/) ulcera gastrica in corso di evoluzione; g) ulcera e stenosi del duodeno; h) stomaco a clepsidra; i) gastroptosi, gastroectasia, dispepsie • gravi. Rimandiamo il lettore alla lettura dell'interessante capitolo, in cui le diverse indicazioni sono trattate in modo esauriente~ '

***

Risultati · Statistica italiana della gastro· enterostomia. - I risultati generali di questa operazione sono andati notevolmente migliorando in questi ultimi anni, in ispecial modo per i perfezionamenti introdotti nella tecnica operatoria e per il maggior numero di lesioni benigne. Secondo la statistica internazionale pubblicata dal MAYO ROBSON nel 1900, la mortalità media è del 36: 4 per cento. L ' A . ha raccolto una statistica italiana ori· ginale di ben 1028 casi, con 819 guarigioni e 209 morti, e cioè con una mortalità meclia del 20. 33 per cento. Questa statistica è stata compilata con molta dilig~nza e scrupolosità, per contributo diretto dei singoli operatori, sensa distinzione in rigua1'do al tempo in cui l'intervento fu compiuto: i risultati ne sono quindi attendibilissimi e tornano a grande onore degli operatori italiani. La mortalità varia naturalmente a seconda della irtdicazione: n el cancro raggiunge il 33. 56 per cento, nelle lesioni benigne è invece solo del 10. 50 per cento. Tra le caz:,,se di 11zo1·te la cifra più alta (33. 49 per cento) è raggiunta dallo shoc; vengono poi il circolo vizioso e la peritonite settica che raggiungono rispettivamente il 10. 52 per cento; la cachessia ed inanizio1ze il 10. 04 pf'.)r cento; l'enzorragia (da ulcera) e la polmonite il 5. 26 .per cento. I risultati della statistica sono poi studiati in riguardo alle diverse indicazioni, ai metodi operatori adottati ed ai mezzi impiegati ad ottenere l'anastomosi. Infine sono i--iportate integralmente le tabelle statistiche individuali dei singoli chirurghi, corredate da notizie clinico-operati ve e dall'indice bibliografico.

*** Questa monog1'afia del ì\IATTÒLI eminentemente pratica, che i--ispecchia eziandio la larga e profonda coltura chirurgica dell'autore, incontrerà · ne siamo certi · il favore della massima parte de' nostri cortesi letto1'i. Prof. O. MARGARUCCI.

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Trattamento delle fistole intestinali. (FAURE. Soc;été de Chir., 1° 111glio 1903 e Presse niéd., 1900, pag. 495).

L' A. cita un'osservazione personale di fistole intestinali multiple, consecutive ad un'isterec· /t omia addominale, in cui è stato costretto apra· ticare, per esclt1dere un tratto d' intestino, una resezione ed un'enteroanastomosi. Non bisogna Bssere esclusivisti nel trattamento delle fistole intestinali, ma bisogna saper scegliere o combinare insieme i differenti pro· cessi op eratori, a seconda le condizioni nelle quali le fistole si presentano. E da questo punto di vista bisogna fare distinzione tra l'ano contro natura e le fistole stercoracee propriamente dette. Nel primo, che è gene· ralmente superficiale, gli antichi metodi d'en· terotomia e d'autoplastica diretta per lo più riusciranno; un processo molto seducente e che dà dei bt1oni risultati, quando l 'ano non è troppo largo, è il processo di Pouchet. consi· stente nell'innesto di1·etto della fistola in una ,,. ansa intestinale situata in basso. Quando l'apertura è troppo grande o nei casi di fistola stercoracea profonda, a lungo tragitto, l'operazione di scelta consiste nella resezione. lVIa la resezione è so\ente difficile, dannosa ed anche impossibile; si dovrà in tal caso ricorrere all'enie1·0-anastomosi semplice o con esclusione unilaterale dell' intestino. Quest'ultima operazione è evidentemente supe· riore all'entero-anastomosi semplice, poichè essa evita certo gl' inconvenienti che proven· gono dal passaggio di 11na parte di materiale nel moncone inferiore. Quanto all'esclusione bilatérale dell'ansa fistolosa, l' A. dice che essa deve considerarsi come una cattiva operazione, alla quale non si deve ricorrere che come ultima risorsa. Dott. N. LEOTTA.

Nuovo processo per apri1·e gli ascessi sotto-diaf1·arn n1atici del fegato. [lVfENDES .

Bahia (Brésiil). Revz:ie de Gliirnrgie, 10 §?iugno 1903].

Dopo aver accennato all'insufficienza, nella maggio1-- parte dei casi, della semplice aspi· razione del contenuto ascessuale e lavaggio della cavità, l'A. s'intrattiene sulle due vie d'accesso al fegato: l'addominale e la toracica. Critica la prima, perchè oltre i pericoli gravi che può presentare (versamento di pus nel cavo p eritoneale), essa i--iesce indaginosa e la· boriosa, data la p1--ofondità del sito su cui si . tro,rano gli ascessi sotto-diaframmatici. Pe1' la (15)


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IL POLICLINICO

via to1·acica ricorda le gravi complicazioni (pleurite e pneumotorace) che possono sopravvenire all'apertm·a della pleura. L'A. espone quindi il suo processo, che chiama paraplei1rale transdiaframmatico: Co· ricato l'infermo sul fianco sinistro, pratica sulla 9a costa a partire dalla sua inserzione alla cartilagine sternale,. un'incisione di 12 centimetri, sull'estremità della quale fa cadere per· pendicolarmente due altre incisioni. Indi dis· seca e solleva il lembo fino alla sua base, che corrisponde al 7° spazio intercostale. Quindi mette allo scoperto 1'8a e 9a costa, ne distacca il periostio e infine le reseca, asportandone 10 centimetri della 9a e 8 centimetri dell'8a. Il distacco del periostio dalle coste si esegue colla massima facilità, e la pleura non viene affatto interessata. Fatto questo, scolla col dito ' la pleura parieta.le sottostante fino al suo punto di riflessione sul diaframma. Indi solleva bene in alto il cul di sacco della pleura e pratica sul diaframma, messo allo scoperto, nella sua parte inferiore, un'incisione lunga 5 centimetri, dando così uscita al pus ascessuale. Uscita la raccolta marciosa e fatti abbondanti lavaggi della cavità ascessuale, applica due grossi dre· naggi dentro il focolaio. L' A. afferma di avere praticato questo processo sopra un uomo, sofferente di ascesso del f,egato, sotto-diaframmatico, e di cui egli ri· porta la storia clinica. A.11'8° giorno dopo l'atto operativo, tolse i drenaggi, e dopo circa un mese 1'infermo era completamente guarito. Dott. IsAJA.

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IX, F .A.SO. 39)

nell'appendice una disposizione locale mercè l'iniezione sottocutanea di tossina di bacterium coli comune, dopo aver constatato che con questa iniezione la mucosa dell'appendice si fa edematosa. A 10 animali (conigli) trattati preventivamente in questa guisa amministra culture di streptococchi. In 3a giornata _ si ha diarrea: in 8 a.n imali non si ha nessuna lesione nel· l'appendice, in 2 invece lesioni caratteristiche riferibili all'azione dello streptococco. In una seconda serie di esperienze, ad 11 animali amministrò, una con le culture di strep· tococco, quattro giorni dopo, 20 eme. di una cultura in brodo di bacteriuni coli, di due • • g1orn1. Le lesioni consecutive eran tali che la vita degli animali successiva all'ingestione si protraeva più a 111ngo. I follicoli si vede, ano in gran cop.ia aumentati di volume, rigonfi, in alcuni punti confluenti, la mucosa inspessita in tutto il suo ambito, gli altri strati dell'appendice del pari inspessiti. Si notava anche raccolta di pus entro l'appendice stessa; oltre di quelle alterazioni che si riscontrano nell'appendice umana nelle forme croniche nel· l'operazione a freddo, praticata non molto 1ungi da un attacco. n maggiore interesse in queste ricerche sta nella somiglianza fra i resultati sp~rimentali e quanto si osserva nellt~ appendiciti croniche dell'uomo. . BIAGI. 1

MEDICINA

Appendicite sperimentale. (N1cOLAYSEN.

Nord. 11zed. Arck. Bd. XXXIV-III).

Tutti gli studi fin qui fatti onde produrre sperimentalmente una flogosi dell'appendice, ammett0no conco1·demente un nesso fra questa ed i processi di enter.~te, i quali ne sarebbero il punto di partenza. I quesiti che si pose:ro i vari sperimentatori, mirarono non solo a spiega1~e questo nesso esistente fra le .enteriti infettive e certe localizzazioni flogistiche dell'appendice, ma eziandio ebb.ero in vista lo stt1dio delle ulcerazioni, delle cicatrici, e degli inspessimenti- che si presentano st1lle pareti, nonchè lo stato della mt1cosa nelle appendiciti croniche. L'A. si propone di vedere se abbassando la · vitalità dei tessuti costituenti l'appendice possa un'infezione dell'intestino localizzare la sua azione sull'appendice stessa e produrre necrosi ed ulce1..azioni. In una p1..ima serie di espe1. ienze egli crea ,16)

L'insufficienza surrenale acuta e le malattie infettive. (SERGEN T.

Presse méd., 1 x 1902).

Un giovane, alcoolista, contrae una polmo· nite; la grandissima agitazione e il delirio furioso insorti all'inizio della malattia, spa· riscono rapidamente per far posto a uno stato semi-sonnolento, accompagnato da sogni calmi e tranquilli; nello stesso tempo ·i l polso, dap· prima pieno e vibrante, diviene debole e de· pressibile. Al quarto giorno il malato si alza bruscamente a sedere sul letto e ricade morto. L'autopsia non rivela alterazioni anat?miche che possano spiegare ta.le morte repentina: solamente, oltre ai polmoni epatizzati, si hanno n elle glandole surrenali i caratteri di una surrenalite acuta, dovuta all'infezione pneumococc.ica. Tali caratteri consistono in di· minuito :volume della ghiandola, stato di congestione e presenza di emorragie puntiformi

,...


A.NNo

IX, F Asc. 391

SEZIONE PRATICA

1233

ristrette a qualche punto che appare di color corrisponde più interamente al bisogno, e il • rosso carico. più piccolo fatto che distrugge l'equilibrio In tale caso clinico dunque la coesistenza della funzione surrenale, provoca la morte clelle due entità morbose, quali la polmonite istantanea con sincope cardiaca, paralisi dei e la surrenalite, autorizza a stabilire un rap· muscoli respiratorii, ecc. porto di causa e di effetto. Infatti, la depresII. Insufficienza capsuta1·e e malattie irtfetsione del sensorio, la diminuzione dell'am- tive. - Le malattie infettive o determinano piezza del polso e la morte improvvisa che la surrenalite acuta, con r elativa insufficienza, pone termine alla malattia, si devono consi· in capsule primitivamente sane, o, in capsule derare come i sintomi della fulminea insuffi· surrenaJi già alterate, provocano l'insorgenza cienza su1·renale dovt1ta alla polmonite. di una surrenalite, acuta sempre, con la conDopo tali conside1·azioni , l' A. tratta della comitante insufficienza capsulare. Però tale patologia , an~ora poco conosciuta, delle lesioni insufficienza. può anche esse.r dovuta alla dif· ficoltà in cui si trovano le capsule surrenali delle capsule surrenali. • di compiere un e.s agerato lavoro antitossico. I. J1isufficienza capsulare e morte improvvisa. Le nostre conoscenze sulla semeiotica delle La morte imp1·ovvisa è frequente in pe1·sone che hanno lesioni delle ghiandole st1rre- lesioni surrenali sono troppo scarse per poter nali, sia, che tali lesioni abbiano dato dei distingt1ere il q11adro clinico dovuto ad esse sintomi durante la vita, sia che si sia~o pa· e quello dovuto alla malattia infettiva; pure lesate all'autopsia. Ma la morte è dovuta al- con esame rigoroso, con un'attenta discrimi· 1' insufficienza capst1lare o ha u·a altro mec- nazione di tutti i sintomi che si possono m etcanismo, vale a dire ha bisogno, per mani· tere in rilievo nei casi di surrenalite acuta e festarsi, di « un'azione indiretta, quale l'esten· megljo in quelli di surrenalite cronica, de« dersi o il limitarsi della lesione capsulare correnti senza concomitanti -malattia infettive, si può arrivare a dare t1n quadro dell' insuf« ai nervi e ai gangli del plesso solare e del· ficienza capsulare. Esso è costituito da « do· « l' involuc1·0 della capsula '/ » (OPPENHETM). Tale ultima interpretazione è giusta nei « lori lombari e addominali, anoressia, vocasi di morbo di Addison, ma l' A., che ha « mito, diarrea, abbattimento, prost1""azione con distinto in un altro lavoro il morbo di Ad· « ipotermia, piccolezza del polso e tendenza dison dal quadro della insufficienza surre· « al collasso, o a~itazione con delirio e feb« bre. » Tali sintomi non s' incontrano sempre 11ale pt1ra, è di pa1·e1""e che la morte avvenga proprio esclt1sivamente per ins11fficienza ca- 1~iuniti, ma si aggruppano diversamente a sepsulare : e che la sua supposizione sia esatta conda della cat1~a occasionale che li ha messi lo ùimostra il fatto che nel caso clinico sopra in evidenza. Ma qui bisogna chiedere, in casi i·i1Jo1""tato, l'autopsia non ha messo in rilievo di malattie infettive intercorrenti, la morte nessuna alte1·azione dei nervi o dei gangli istantanea è dovuta alla surrenalite acuta ov· addominali. Comunque sia, è necessario di· vero alla malattia infettiva che, quantunque stinguere, in caso di mo1·te subitanea, la sur. benigna, colpisce pur tuttavia un individuo i·enalite acuta da quella cronica con decorso già debilitato dalla primitiva lesione capsulare'? Tale obbiezione però non ha che impot""· latente. Nel primo .caso l'esito letale avviene i stan· tanza · relativa. Essa non vale altro che per taneo, per sincope cardiaca o per asfissia quel che riguarda i sintomi della surrenalite perchè, distrutte tutte le trabecole della ghian- o della malattia infettiva, perchè in tutte e dola, la st1a funzione antitossica è abolita e i due le ipotesi la gravità della ID:alattia e il veleni si accumulano senza poter essere eli- suo esito letale son sempre dovuti all' insufficienza stITrenale: infatti, senza di questa, la ma· minati. Nel secondo caso è più difficile spiegare lattia infettiva seguirebbe il suo corso e ter~ minerebbe con la guarigione, se accidenti imcome avviene la morte. Qt1ando le ghiandole surrenali sono lese, previsti non venissero a turbare tale andaae nessuna causa intercorrente pone termine mento. Infine, per comprendere come si com· alla malattia, ar1""iva un momento in cui la portino i morbi infetti vi nell'insuffici enza capsula1·e, basta un paragone. Se nel co1·so cli ghiandola è completamente distrutta, e allora una scarlattina compaiono dei sintomi ure· si manifesta istantaneamente la morte. Tale 9sito inoltre non ha bisogno, per avvera1""si, mici, questi son do,ruti all'insufficienza 1·e· ella distruzione compJeta di tutte e due le ' nale consecutiva alla n en·ite e non alla scarlattina. Se avviene la morte. q nesta è dovuta ~hiandole. ·Basta che una sola sia colpita : in al caso la fu·n zione antitossica di essa non alla soppressione della funzione renale; questa (17)


1234

IL POLICLINICO

è pro,rocata è vero dalla scarlattina, ma ad

essa e non a questa si deve riportare l'esito letale. Lo stesso si deve dire per la surrenalite. Gli accidenti gravi, mortali, che si manife· stano, sono dipendenti dall'insufficienza snr· renale acuta e non dalla malattia occasionale intercorrente. Tale nozione, alla quale siamo arrivati me· diante la co1npara2iione, si dimostrerebbe per se stessa più facilmente, qualora noi conosces· simo le funzioni normali delle capst1le surre· nali, così bene come conosciamo quelle del fegato e dei reni. Dott. ANGELO PIAZZA.

STOMATOLOGIA

e

RINOLOGIA

Leucoplasia linguale. (GAUCHER.

(

Presse 11iédicale, 8 juillet, 1903, Paris).

La leucoplasia linguale, secondo l' A. non è che ltna manifestazione sifilitica. Il tabacco ha una certa importanza come causa occasionale, nella sua etiologia, ma la sua causa vera è la sifilide; tale affermazione è di data recente, ma ormai incontestabile. FouRNIER infatti l1a ti""ovato che nel 90-95 per cento dei casi di leucoplasie linguali, la sifilide compariva sicu1·amente nell'anamnesi: per gli altri 5-10 per cento si può pensare che l""ientrino nei casi di sifilide ignorata. Anatomicamente la leucoplasia si avvicina mo1to alla glossite sclerosante superficiale della lingua; si pt1ò constatare alla superficie delle placche di leucoplasia una sclerosi della zona superficiale del derma ; una cheratinizzazione e ipercheratinizzazione dell'epitelio linguale. La leucoplasia l;.nguale può succedere a delle ripe tu te eruzioni di placche mucose, oppure manifestarsi sulla ling11a associata ad altre le· sioni sifilitiche te1'ziarie, o anche come lesione isolata e primitiva. L' A. tlescrive dettagliatamente i tre periodi del decorso ·della leucoplasia: il primo periodo di ipertrofia e cheratinizzazione epiteliale, il secondo di atrofia e di t1lcerazioni · il terzo ca1'atterizzato da masse vegetanti ulcerate, le quali in alcuni casi restano stazionarie, in alt1·i casi, sotto l'influenza di cause irritative multiple e varie ma s opratutto a causa di una speciale predisposizione individuale, danno origine all'epitelioma. L' A. osserva che non tutte le leucoplasie terminano coll'epitelioma, ma che tt1tti gli epi· teliomi della lingua che egli ha visto erano consecl1tivi a leucoplasia linguale: egli quindi (18)

[ANNo IX, FAsc. 39]

ne deduce c~e l'epitelioma della lingua è sem· pre una conseguPnza della sifilide, ed aggiunge che se, per contraddire questa sua ardita teoria saranno riportati casi di epitelioma o leucoplasia della lingua in soggetti no11 sifilitici, tali casi saranno molto scarsi e potranno rien· trare nella categoria delle sifilidi ignorate. L' A. consiglia quindi come cura generale, in tt1tti i casi di leucoplasia, le iniezioni sot· tocutanee cli sali solubili di mercurio. Per cura locale oltre i comuni colluttori e gargarismi alcalini consiglia le polverizzazioni con acqua di Saint Christau, i colluttori con acqua ossi· genata pura o me3colata a 2 o 3 volumi di acqua o con una soluzione al 10 per cento di clo1~ato di magnesia. Se la leucoplasia non presenta ulcerazioni consiglia il metodo di Watraszewski e cioè pennellature con soluzione di bicromato di potassio all' 1 : 50 seguite da lavaggio della bocca trattandosi di sostanza venefica. Ricorda infine di cauterizzare le ulcerazioni con acido cromico o meglio col galvano-can· terio. Si diffonde quindi sui caratteri che distin· guono la leucoplasia linguale dalla glossite sclerosante, dal lichen piano della lingua, dal· l 'epitelioma e dalla gomma sifilitica. D. MANCIOLI.

Casi di rinoscleroma, relative culture di capsolato.

fnRoenza di esso capsulato sui fenomeni di putrefazione e di idratazione pepsica. (LANZI.

Bull. della Reale Accademia di Roma, 1903, fascic. V).

~Iedica

L'al1tore, dopo aver riportato due osserva· zioni di rinoscleroma e dopo aver riferito degli esperimenti batteriologici istituiti in proposito, viene tra le altre alle seguenti conclusioni: 1. Sulla mucosa del naso affetto da rino· scleroma, non difficilmente si trova il diplo· cocco capsulato che invece mai si ritrova nella spessezza del tessuto. 2. Il capsulato del rinoscleroma non rap· presenta un parassita patogeno, ma un sapro· fita assai frequente in questa malattia, non raro in altri stati morbosi, e in nasi a schnei· deriana normale. 3. Quanto agli esperimenti st1l potere di questo capsulato sulla idratazione pepsica, c'è da notare che se es.so è assai facile a trovarsi nelle adiacen~e clelle vie di entrata dei cibi non influisce sui fenomeni di idratazione pep~ica: influisce alquanto sui fenomeni di idratazione e disgregazione putrida degli al· buminoidi organizzati. ì\f.A.NCIOLI.


[ANNO IX, F ASC. H9 J

SEZIONE PRATICA

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

R.

-

PARTICOLARI

ACCADE:l\-IIA DI MEDICINA DI T ORINO.

Seduta

del 3 luglio

1903.

Presidenza Guarescbi. Dott. C. Genna1·i. A.zione della d(qitnle s nllet JJres· sion,e vascolare e Jtei cardiopatici. - L'O. ha stu· diato la pressione vascolare nei cardiopatici, osservandola giornalmente coll'apparecchio de l Riv·a Rocci. Tratta ' ra i cardiopatici con un grammo al giorno di digitale in inft1so e dieta lattea. Le conclusioni d elle sue osser,razioni sono le se· guenti : I. N ei casi di stasi generale, con edemi. rilevanti, la pressione non aumenta sotto l'influsso della digitale, si mantiene costante fino all'inizio dalla dil1resi, poi decresce gradatamente coll'at1m entare d ell'urina e col diminuire degli edeµii, tiene ·un punto minimo che corrisponde all'assor· bimento degli edemi e si rialza gradatamente fino a l una pressione media, che rimane costante. II. N oi casi di stasi moderata, con scarsi edemi, la pressione o rimane invariata, o dimi· nuisce di poco in seguito alla somministrazione ' della digitale, se la dit1resi si compie abbondantemente. III. Quando la diuresi non si può stabilire, la pressione at1menta in modo notevole. IV. Nei cuori scompensati, con polso a.ritmico, le varie pulsazioni han110 una pressione di,rer sa alla radiale : alcune una pressione massima, altre u1ia_ ,,,,,;,,,,;,,na, altre pressioni intermedie. La digitale avvicina i due estremi. abbassando la massima, innalzando la minima, e dà alle pulsazioni una pressione media, quando il c11ore sia ~ompensato. V. Nell'uso della digitale, si conchiude, devesi tenere bene d'occhio la funzione renale, e lo stabilirsi della diuresi. 1

Dott. U. Calamida (Clinica Otorinolaringologica). Un, caso di sifilonia del setto nasale. - Il sifiloma, osservato in una donna di 31 anni, aveva sede nel setto, anteriormente al luogo di elezione per le emorragie. Il trasporto del virus p ar e sia avvenuto colle dita, inquantochè la paziente ese· guiya colle proprie mani le frizioni m ercuriali s ul corpo del bambino. A1i,qionti delle fosse nasali. - L 'O. rivedendo diligentemente la letteratura sull'argomento, si è convinto che queste neoplasie si riscontrano raramente nelle fosse nasali. Perciò crede interessante la pubblicazione di due osservazioni personali, nelle quali l'esame microscopico dimostrò trattarsi ,

1235

rispettivamente di angioma canernoso e di an• g1oma venoso. Miasi delle fosse nasali. - La penetrazione di mo~che nelle cavità nasali con consecutivo sviluppo di larve è una forma morbosa speciale dei paesi a clima caldo (conosciuta sotto la denominazione di nzyasis 1iar;um) dove ha assunto un andamenio grave, cosicchè le guarigioni ottenute sono eccezioni. In Italia, dove la malattia ha ass11nto un andamento benigno, sono note, finora, tre sole osservazioni. In questo 0aso il d ecorso e l'esito dell'affezione è stato pure benigno, inqua11to ch è l'ammalata è guarita in breve tempo senza alcuna traccia di • alterazioni d elle mucose e d elle ossa. Lo sviluppo delle larve dimostra trattarsi di una sarcopliaga . carna r1 a. Prof. D. Bajardi. Sul JJl'o cesso di riparazion e delle solnzioni di conti1tzio della prostata. - L'O. comunica i risultati di alcune esperienze, ancora in corso, esegt1ite sulla prostata dei cani, allo scopo di studiare il processo di riparazione delle soluzioni di continuità traumatiche e patologiche di quest'organo. L 'O . ha tro,rato che queste si ri· parano essenzialmente m ediante produzione di connettivo, in mezzo al quale appaiono qt1a e là scarsi cordoni di cellule epiteliali, che a poco a poco si canalizzano e si trasformano in tubi ghian: dolari aventi la medesima struttura di quelli pro· prii della prostata. Il processo di riparazione e la rigenerazione parziale del tesstlto p:hiandolare incominciano più tardi e procedono più lentamente nelle soluzioni di continuità patologiche ch e non in quelle prodotte da traumi. Dott. .R. Giani. Esan-ie ;stolo.qico a; quattro tu11iori sacro- coccigei. _,___ Nel primo caso il tumore era formato d i due parti distinte : una globosa, di consistenza carnosa, elastica, ed una allungata ed avente la forma di un abbozzo di arto inferiore. Nella parte globosa c'erano ca,rità tappezzate da epitelio ora cilindrico ed ora pavimentoso stratificato, attorno a cui si \edevano otricoli ghiando· lari simili a quelli del caT"o orale e tessuto musco· lare striato, insieme a nuclei di tessu to cartilagineo. Nel secondo caso si trovarono, insieme ad una enorme massa di tessuto adiposo, alcl1ni nod t1li di , raria grossezza, duri, cavi e tappezzati da epitelio ghiandolare. In uno di essi fu tro\ata llna struttura istologica che ricorda,--a q11ella della trachea. Nel terzo caso vi era l a presenza di ca,·ità cistiche e in parte di tessuto solido. L e pareti della cavità ripete,·ano fedelmente la struttura della pa· rete intestinale. Nella parte solida esisteva una larga. zona di tesst1to ghiandolare che ricordava il pan· t19)


1236

IL POLICLINICO

creas e accanto a questa si trovavano cun1uli di cellule aventi i caratteri e la disposizione delle cellule epatiche. Nel quarto caso esisteva una grossa cisti, piena di liquiclo chiaro e la Clli parete, formata tutta di connettivo, non aveva alcun rivestimento nè e11do· teliale, nè epiteliale. I primi tre casi depongono in favore della teoria bigeminale. Prof. Foà. Nota preliminare sz:il nzidollo delle ossa dei colonibi nella giiarigione delle fratture. - Dopo otto giorni dalla frattura si vedono comparire di· versi cumuli di plasmacell11le, che non esistono n el midollo normale, e dopo 15 giorni si trovftno di preferenza dei cumuli di cellule linfocitoidi, forse derivate dalle plasmacellule. Anche nelle ossa fra tturate, come in processi infiammatori asettici di altri organi, si osserva il comparire più o meno tardivo delle plasmacellule, che non partecipano alla formazione delle trabecole, come n ei connetti·v i non fabbricano la sostanza midollare. Dott. Be1·tarelli e Volpino (Istituto di Igien e). l!isperierize snlla rabbia. - Le prove di cui trattano rigt1ardano alct1ni tentativi di filtra~ione del ·v irus rabido, alcuni te11tativi colturali del viri1s stesso, e alc11ne ricerche biologiche per cercare un mezzo siero o citoùiagnostico sicuro e rapido per la dia· gnosi di rabbia. ~lolti di questi tentativi andarono falliti; qualche fatto interessante invece avrebbero ottenuto nelle filtrazioni. E cioè a.vrebbero osserva.to che, mentre il virus non passa per l e candele F. Chamberland, passa però attraverso a filtri con fori di circa 5 i'· di diametro. In queste prove è anche risultato spe··· rimentalmente dimostrato come l'attenuazione del virus rabido sia data da una dimint1zione nume rica d ei germi che devono costituire l'agente rabido. Ricordano ancora come non siano riusciti a trasm ettere l a rabbia n ei cani inoculan,doli n ella ghiandola sottomascellare. ed espongono ~lcune conside razioni in merito. Dott. Micl1eli (Clinica medica generale). - Co· munica il risultato della sue ricerche praticate sul siero di circa. 80 inrl;vidui degenti nella clini~a del prof. Bozzolo, ricerche intese a dimostrare la presenza o meno n el siero umano di al1to od isolitino, a misurare il potere litico del siero di sangue umano verso i globuli di coniglio e infine a stabilire il meccitnismo d'a~ione del potere antiemolitico, che alcu11e volte l 'aggit1nta di siero inattivato a 55° esercitrt sul siero attivo p ei globuli cli coniglio. Prof. Pe1·1·oncito. - Comunica osservazioni intorno al ..1Iicrosporidi1111t poliedric11111, che, mentre è causa del cosiddetto gialli1me del filugello, venne (20,

(ANNO

IX, F ASC. 39]

da lui troYato nel contenuto intestinale di individui della nostra specie malati di forme enteriche. Tale microrganismo si trasn1ette molto facilmente col mezzo della foglia p ennel1ata con materiali in· fetti di bachi morti o malati di gia1111me, come egli h a potuto dimostrare sperimentalmente, ripetendo con diverso cri terio prove già fatte dal prof. BOLLE di Gorizia. Il socio PERRONCITO si riserva di comunicare le ttlteriori osservazioni che farà st1l parassita.

C. Bassoni, la11reando in m edicina . .Etettropneumografo. - Presenta un apparecchio il quale risolve elettricamente il problema della registrazione a distanza della formola del respiro. L 'apparecchio trasmettitore è costituito essenzialmente da una piccola ruota che viene mossa per mezzo degli atti respiratori e che girando intercala in un circuito elettrico un numero maggiore o mi· nore di resistenze t:·lettrich e, le quali determinano delle variazioni n ell ' intensità della corrente che passa nel circuito. Queste variazioni di intensità della corrente determinano a loro volta delle variazioni nell'intensità del campo magnetico di una elettro c.alamita, il c11i nt1cleo di ferro dolce, che r esta in equilibrio per mezzo di un contrappeso, viene più o meno attratto n ell'interno del rocchetto. Q11esti movimenti del nucleo di ferro vengono tras· messi ad una penna che li scrive st1 lma carta a svolgimento contint10. L'apparecchio tutto funziona col mezzo di due piccoli acc11m11latori. Dott. E. MEYNIER.

OSSERVAZIONI CLINICHE Le iniezioni endovenos~ di snblin1ato corrosivo nella cura del ftemmone diffuso p er il dott. GAETANO TASSO.

In questi ultimi anni sono apparse delle pregevoli comunicazioni sugli effetti ottenuti con le iniezioni endovenose di sublimato cor· rosivo nei casi gravi di sifilide, nella infezione carbonchiosa e nella setticemia puerperale. I vari sperimentatori di questo metodo di cura si esprimono tutti in forma così persua~ siva, sulla sua efficacia, da non lctscia~ dubbio alcuno che le loro conclusioni hanno tratto non da concetti aprioristici, o da eccessiva ammirazione per l'inventore del metodo, che ha aperto così un campo assai fecondo di risorse per la moderna terapia delle malattie infettive, ma da osservazioni cliniche spassionate, fatte e controllate con tutto il rigore della scienza. Io pure posso affermare, con una certa si-


(ANNO IX, F ASC. 39J

SEZIONE PRATICA

curezza, di avere ottenuto un insperato suc· cesso col metodo di cura del Baccelli, in un paziente affetto da infezione grave, generaliz· za ta, per flemmone diffuso, neorotico, della mano e avambraccio destro, nel quale erano state esperite dapprima tutte le risorse mediche e chirurgiche senza il menomo effetto. E nell'intento di portare il mio modesto contributo al metodo, credo mio dovere di rife· rire il caso occorsomi. M. F., di 31 anni,. mezzadro di ~ambughè, ammogliato con figli, ha perduto il padre e altri parenti per tubercol_osi p~lmonar~ . H~ sofferto le malattie dell' infanzia e, sei anni or sono è stato ammalato per flemmone della mano sinistra, volto a guarigione in breve tempo, dopo che gli furono pratic~te delle incisioni multiple, che diedero esito a pus denso e abbondante. Statura e sviluppo scheletrico regol~ri; stato di nutrizione defìcente, aspetto pallido; metodo di vita regolare. Il M... si è presentato a] mio ambulatorio il giorno 21 marzo p. p , accusando dolore al dito J.?ignolo della mano de~tr~, che da due giorni, senza causa nota, gli s1 era alquanto tumefatta, e arrossata. Il paziente rifiutò una incisione, per cui gli prescrissi una medicazione antisettica. Due giorni appresso gli pra· ticai una incisione dal lato palmare dello stesso dito che si era maggio~me~te t1tmefatto? ~a~do esito a qualche goccia di pus. Lo visitai a casa il giorno seguente e, avendo constatata una invasione rapida del processo infiamma· t orio a tutta la mano, lo consigliai di farsi portare subito all'ospedale di Treviso ; ma avendone avuto un reciso rifiuto e a nulla essendo valse le mie esortazioni e l'avergli fatto conoseere la gravità del male, col suo assenso, praticai due ampie incisioni dal lat<? palmare, evitando le arcate, approfondendomi fino ai tendini flessori profondi, senza trovare traccia di pus. Certo che pus c'era, incisi dal lato .dorsale, dov'~ra maggiore l'edema infia~­ matorio e ne usci poco sangue Oltre a !310 mi colpì il fatto che il paziente avvertiva poco dolore durante l'atto operativo . . ~op. ostante lo lasciai con una certa tranqu1llita, nella certezza che il trattamento, così detto classico, delle grandi incisioni gli avrebbe po1·tato giovàmento. Il giorno seguente trovai invece la tt1me· fazione, puuto ridotta alla mano, diffusa anzi all'avambraccio. Il rossore del dito mignolo si era fatto scuro, violetto cupo; le superficie di taglio, da molli e sanguinanti, erano divenute quasi compatt.e, . di~ asp~tto l~rdaceo: La febbre, che nei primi g1orn1 variava dai 38° ai 39°, era salita .a 40 ; il polso dava 1~0 battute al rojnuto. 81 notavano oltre a c10, debolezza muscolare, insonnia completa, re-

1

1237

spirazione frequente e qualche colpo di tosse, senza che si rilevassero lesioni pleuropolmonari. A volte un dolore vivo sottocostale an· teriore, accoropagnato da un sen~o penoso di costrizione toracica, tormentava il malato. L'aia di ottusità del cuore sorpassa-ya di un centimetro circa la normale. La lingua era secca, nera al centro, rossa ai bordi; l'ap· petito completamente perduto; il ventre alquauto meteorico; l'intestino diarroico. La urinazione era scarsa. Praticai delle nuove incisioni all'avambraccio, seguite da medicazione umida, ora al sublimato corrosivo, ora all'acido fenico, non ~nt~rrotta fin da~ ~rim~ giorni d~ c?ra..~er via inter!la somm~n~s.tra1 dei card1oc1net1c1 moderatori, del chinino e salolo. Al sesto giorno di malattia le condizio~ locali erano immutate; mentre le generali destavano gravi apprensioni perchè l'ind!viduo, che fino allora aveva conservato lucidità di mente, era divenuto apatico, indiff~­ rente a tutto ciò che accadeva intorno a lui; le forze muscolari si erano ancora più indebolite. Verso sera lo feci visitare dal chiaro collega dott. C. Antoniutti, che rimase s~­ nistramente impressionato delle gravi co~d1 .. zioni ~el paziente, e. si de~ise, com~ ult1m_o tentativo ai cura, d1 esperimentare il sublimato corrosivo per iniezione endovenosa. Il dì seguente, avendo trovato immutate le condizioni generali e locali, iniettai ~ella cefalica sinistra un solo milligrammo d1 sublimato, per provare semplicemente l~ tolleranza del soggetto a questo procedimento, non sembrandomi che, se guarigione si. fosse ottenuta, si dovesse. attribuire al .su.bl1!fiato, perchè· malati gravi, a~che grav1ss1m1, l>er flemmoni diffusi riescono tal volta a guarire. L'effetto fu un miglioramento passeggiero di poche ore e, verso sera, si ebbe aum~nto d~ temperatura, delirio chiasso~o, avvers1o~e. a1 cibi e alle bevande. Il mattino dopo ne in1et· tai 4 milligrammi, con effetto profi?u~, pe~chè si notò t1n ridestarsi dal sopore, dinnnuz1one della temperatura, respirazione men? affannosa e si riuscì a somministrare all'infermo del latte e delle ova. Nella notte pero' ~1. ebbe 11na grave ricaduta, ta~ito c~e. al. mio ritorno, 24 ore dopo dell'ultima inie~ione, trovai i parenti sconsolati .e nell~at~esa di una inevitabile catastrofe. E infatti s1 notavano segni manifesti di cianosi alla. fa~cia; tor,pore intellettuale, polso freguen.t1ss1mo ~ cos~ pure il respiro e ipotermia lieve.. In1etta1 12 milligrammi di sublimato e con_ mi.a SOI?-1?-a. meraviglia potei constatare l'~nd1s~ut1bile effetto vantaggioso di questo r1med10, per· chè il giorno dopo trov~i ~'~fermo in con~ dizioni molto diverse, sinnl1 a ~uelle di un pneumonico che ha superato felicemente il periodo critico. Lenta e graduale fu la risoluzione del pro· (21)


1238 cesso,

IL POLICLINICO

ot~enutasi

per suppurazione tardiva dall~ varie. superficie di taglio. D1 q11est1 g~or~i ho visto il M .... il quale fra poco potra ripre~dere le ~u!3 occupazioni. Anc~e. dalla _semplice esposizione di questo ?aso cl.inic9, m1 pare sia lecito affermare che il sublimato corrosivo per jniezione endove· nosa,. eser?ita re.almente un benefico potere curativo, in varie forme di setticemia grave. Preganziol, 15 maggio 1903.

Edemizzazioni al sublimato co1·ro~ivo nella pustola n1aligna e nella eresipela. Nota pratica d el dott.

CENTRA 0LOD OALD O.

Scopertj i germi patogeni, scoperti gli antisettici, ben presto sorse l'idea d'impregnare i focolai infettivi di soluzioni antimicrobiche. Venne in tal modo la pratica delle edemizzazioni, pratica che, se è ben diffusa nelle cliniche e nelle città, non pochi ostacoli di ambiente trova nei piccoli centri. Essendomi occorso, non è guari, di dover ricorrere a questo metÒdo di cura in due casi d'infezione, e cioè nella pustola maligna e nella eresipela, non credo inopportuno renderli di pubblica ragione allo scopo unico di volgarizzare un compenso terapeutico di un valore immenso. Nel 1° caso l' indicazione era data dalla sede del focolaio infettivo. (faccia), al fine pre· cipuo di evitare la costituzione di cicatrici deturpanti; nel 2° dall'intensità del male che ' poneva in serio pericolo la vita del paziente. Ciò premesso, eccomi ad una esposizione sommaria dei due casi. '

. I. Pusf ola. ma.lig1ia. ~ Giovinetta quattor· dicenne, figlia di pastori, costituzione robusta. Pustola maligna in vicinanza della commes· SlJ!a labiale destra. Nessun ùubbio diagnost~co pur !llancando il sussidio del reperto mic.roscopico. Chiazza necrotica di colore ardesiaco, aderente, circondata di qualche piccola vescicola e di un alone rosso, duro, edema toso; febbre 39° 5 O. Incisione a croce ca~ter.izzazi~ne con acido· nitrico puro, ap~ pl1c~zione di pomata mercuriale doppia, occlusione con garza, cotone, baudruche. Persistendo immutati il giorno successivo i f ~nomeni, sia locali che generali., edemizzazione con soluzione di sublimato corrosivo (1 : 10,000) : 3 sedute, 3 iniezioni per ogni seduta. Alla sera temperatura 38~ O., invariato l'ed~ma. Al 3° giorno (6° di malattia), apiressia completa, edema in via di risoluzione. 122)

l.ANNo IX, F ASC. 39]

Il m~g~ioramento fu progressivo e rapida la guar1g1one., senza alcun deturpamento della parte. . Le. edemizza~i~ni furon<? . praticate per 3 giorn_i consec~t1v: ~ non s1 ebbe a lament~re il benche minimo accenno ad intossica~ione mercuriale. I~. Eresipela.

- Giovanetto tredicenne figlio di operai, costituzione gracile. Eresi~ pela .bollosa d_ella gamba sinistra, originata da p1cco~a lesione cut~nea ~s?oriata suppu· rante, sita. nella regione t1b1ale anteriore, 3 cm. al d1 ~opra d~l c?llo del piede, accompagnata da l1~fadenite ~nguinale consensuale. Nessun dubb;? sulla diagnosi, non ostante la presen~a dell ingorgo glandolare, preesistente allo sviluppo dell'e:~sipela, d.ell~ quale oltremodo patognomon1c1 erano i sintomi. Tem· reratura ~erotina ~o'). 5 o., sensorio ottuso, lingua ~rid~, vom~to frequente; l'eritema fin presso il ginocchio, cosparso di numerose :flittene. Al 3° giorno da che io aveva in oss~rvazione l! infermo (5° di malattia) in variato rimaneva lo stato generale grave, pressochè settic?, ~ell' infermo, non ostante la cura loc~le (1tt1~lo) e la cura generale (fenato di chinina, eccitanti) : mi tu possibile però, non sen~a ~:U perare degli ostacoli, peESuadere la f am1gl1a ad accettare l' edemizzazione al sublimato (1 : 10.000) ; 3 sedute, 3 iniezioni in ciascuna di ·esse, numero invero insufficiente a creare una zona di edema artificiale medicamentoso atto a circoscrivere il f'ocolaio eresipel~toso che, progrediente verso la radice ~ella. coscia, n.e aveva ormai guadagnato il 3° inferiore, ma imposto d'altra parte dall' incognita suscettibilità dell'infermo al rimedio . La sera di detto giorno, alle ore 22,30, temperatu!a _38°. 4 O, stato genera.I~ migliore, sensorio libero, scomparso il vomito. I punti colpiti dall'iniezione non presentavano quasi rossore di sorta, talchè la parte colpita di eresipela sembrava affetta di linfangioite. Al 4° giorno (6° di malattia) altre edemizzazioni come nel giorno antecedente; febbre mite, migliori i sintomi loeali, sottili striscia eritematose sollevansi verso la radice dell'arto inferiore negl' interstizi lasciati dalle iniezioni, assenza di :flittene sulle medesime. Al 5° giorno (7° di malattia) altre edemizza· zioni; apiressia, scomparsa quasi completa del· l'eritema. L'infermo entra in oonvalescenza, · che si potrasse varie settimane. Mitigatisi i sintomi generali mercè il subliq1ato, inefficaci restando altri rimedi, sintomi 'c he impri· mevano speciale gravità al caso, non mi credei autorizzato ad elevare la quantità del liquido da iniettare per dominare con maggior prontezza il processo eresipelatoso, quantunque anche in questo caso non avessi a lamentare il più piccolo sintomo di avvele- ... mento. •


[ANNo IX,

FAsc.

39]

SEZIONE PRATICA

1239 •

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA La soluzione al O. 75 non è fisiologica. È noto come sotto il nome di soluzione fisiolo· gica di cloruro di sodio, nella letteratura medica

nico è quello dell'esame microscopico; cosi RAM· BURGER trovava come il sangue, in tutte le solu· zioni, tranne che nello O. 64 °/0 , subisce modifica· zioni microscopiche. Mentre che lo stesso osservatore constatava, come la medesima soluzione determinava spiccate alterazioni del sangue dei mammiferi. Da tutto ciò deriva che la sola soluzione isoto· nica per il sangue umano è data da concentrazione dello O. 9 °/0 e che tutte le altre soluzioni, com· preso il O. 75 °/0 , sono disotoniche ed hanno condotto a risultati falsi. E questa non sarebbe che una vana .tliscussione di tecnica, se i manuali a cui sono affidati i nomi di scienziati eminenti non avessero condotto da questo punto di vista a considerazioni erronee. Così MORING, ROSENSTEIN, EBSTEIN, SCHWAL13E hanno raccomandato di usare soluzioni dallo O. 6 al O. 7 °/ 0 per tutte le applicazioni, le quali possano venire richieste nella pratica ospita.liera e civile. Ora questo conduce a conseguenze rlannose, quando grandi quantità di liquido vengano iniettate nel· l'organismo. Cosi ~IIKULICZ consiglia il lavaggio copioso del cavo addominale con soluzioni di clo· • ruro di sodio allo O. 6-0. 75 °/0 dopo le laparotomie, come un liquido indifferente. Cosi per praticare le an8stesie da infiltrazione alla Schleich occorre che siano evitati i fenomeni di dislivello osmotico, per non distt1rbare i tessuti con sottrazioni collaterali d'acqua. .Allora è giusto usare soluzioni dello O. 8 °/0 , non dello O. 9, perchè con l'aggiunta di cocaina il punto di congelame11to rimane uguale a q11ello del sangue. Da t11tto q11esto consegue che quando o in cli· nica o in laboratorio si voglia usare una soluzione fisiologica realmente indifferente, occorre valersi dello O. 9 °/0 e non d'altro.

non esiste un concetto preciso; se si esaminano i diversi lavori si vede che ora viene ritenuto come tale la O. 50, ora la O. 60, ora la O. 75 o O. 90 °/0 • Più comunemente si accettano come tali le soluzioni al O. 60, O. 75 °/0 • ENGELMANN (Dezltsclie 11ie · a;c;1iisclte Wo cli., n. 4) si domanda: ma in realtà qual'è la concentrazione di clor11ro di sodio che merita lln talo nome'? Se si adotta il criterio di HA~IBURGER, esposto nel suo recente manuale, s11lla pressione osmotica e sulla teoria dei sieri~ la solu· zione fisiologica sarebbe rappresentata dal O. 6 °/0 , la quale si conserva presso a poco indifferente di fronte ai materiali di rana sperimentati. Ma già q11esto stesso assioma dette luogo a contestazioni por quanto rigt1arda il sangue di rana; in seguito si vide, con molto maggiore chiarezza, che per il sang11e ùei mammiferi occorrono concentrazioni del O. 90 °/ 0 , affinchè i globuli rossi non vengano alte· rati nel loro volume, nel loro colore; in una ·soluzione più el ovata si corrugano; in una più leggera impallicl iscono : nell'acqua distillata si sciolgono completan1ente. Da HEDIN e HO'PPE f11 stabilito, grazie a misurazioni di1~ette, che i globuli rossi solo in questa diluizione mantengono il loro volume. Q11esto fatto venno provato grazie all'apparecchio dc.t essi ideato, e che venne chiamato e11'iatocrito. Se si centrifuga del sangue preso da poco tempo, esso COètgt1la in tempo abbastanza lungo, i globt1li rossi precipitano, ed il loro volume viene a rappresentare una percentuale notevole della colonna to· tale d el sangue. Aggiungendo una soluzione al O. 6, O. 9, 1. 50 al Il mic1·ococco del i·eumatismo acuto. sangt1e e centrifugando si hanno varie colonne di sangue e prendendo come termine di confronto E. W. W ALKER nel Practitio1ier espone i risul· quella data dal sangue puro e semplice, il quale tati di ricercbe da lui e dal BEATON fatte per su di una colonna di 60 dà il 60. 8 °/0 di globuli determinare la batteriologia del reumatismo acuto. rossi, si vede che il O. 60 dà 71. 4; lo O. 9 il 60. 04; Essi sono perfettamente d'accordo con POYNTON 1'1, 5 il 5±. 2 °/0 • nell' a-m mettere che uno speciale microrganismo e non altro si associa costantemente a1 r eumatismo Quindi se ne conclude, che i globuli rossi in so· 111zione al O. 9 °/0 di ClNa conservano il loro vo- acuto, e ne è l'agent.e causale. Essi hanno ottenuto questo micrococco da 15 ltlme; mentre nello O. 6 °/0 subiscono un aumento di volume. malati di reumatismo acuto, ed hanno ottenuto Del resto la isotonia del siero di sangue dei resul'tati positivi da quattro campioni inoculati in mammiferi con la soluzione al O. 9 °/0 di cloruro di cavie. W ALKER è convinto che dalla osservazi0ne delle sodio è dimostrabile da un nuovo punto di vista, e precisamente da quello della crioscopia. Cosi, culture e dai preparati microscopici è impossibile distinguere questo microrganismo da un comune mentre una soluzione di clort1ro di sodio al O. 6 °/0 determina un punto di coagulazione di O. 40, una streptococco. Egli pensa che il suo riconoscimento sia impedito soluzione di O. 9 determina un punto di O. 56, pro· prio come accade per il siero normale del sangue. dalla denominazione di diplococco usualmente ap· Un altro criterio per giudicare del potere isoto- _ plicata a questo germe, e vorrebbe sostituirla con (23)


1240

IL POLICLINICO

un'altra., per esempio, con quella di « micrococco reumatico ». Sulla questione poi se sia qt1esto uno strepto· cocco comune o specifico, l' A . inclina a credere alla specificità, benchè non se possano dare le " prove.

PRATICA PROFESSIONALE CAfiUip111ICA L'aortite sifilitica. (Da t1na lezione clinica d el prof. HucHARD). In una donna di 48 anni, affetta dai distm.--bi che stiamo p er descrivere, fu fatta finora la dia· gnosi di angina di petto, vera, coronarica. La dia· gnosi era verosimile, ma non esatta. All'esame obbiettivo si riscontra, che iJ. tono dia· stolico s1ill'aorta ha timbro metallico. Tale feno· m eno indica una ipertensione arteriosa, fortissima. Ma nel caso presente non esisteva una dilatazione aortica: le s ucclavie erano poco prominenti, e cioè l'aorta a livello d ell,arco non era. dilatata. I segni funzionali consistevano in manifestazioni dolorose. Esisteva un dolore permanente, aumenta· bile dalla pressione, a li,rello del 3° spazio interco· stale sinistro. C'erano, inoltre; delle crisi dolorose a carattere costrittivo ed irradiantisi nel braccio e nella mano. Ma queste crisi offrivano un carattere importante: non si verificavano sotto l 'i1tfluenza del cammino e dello sforzo. Il dolore compariva spon· taneamente, in ogni ora del giorno, all'infuori di ogni causa provocatrice apparente. Non si trattava qi1indi di un'angina di petto CO· ronarica. In questa il dolore ha un carattere essen· ziale; è cioè compare di solito dopo uno sforzo, clurante il cammino, o per un movimento brusco. Ma l'aorta era certamente lesa. Già questa donna contrasse la sifilide una decina d'anni prima. Ora si sa che l' aortite sifilitica è t1na complicanza frequente; essa si mostra di solito 10-20 anni dopo l'infezione. Quest' aortite può prod urre essa ste::;sa lè crisi anginose, si a perchè l'infiammazione dell'aorta si estende all'orifizio delle coronarie e occlude il lume· di queste; sia perchè l'infia.nimazione aortica si è propagata direttamente lungo le pareti d elle coro· narie (coronarite vera). l\Ia, mancando nel dolore il carattere proprio ch'esso ha nei casi di ·coronarite, la diagnosi esatta del caso in questione era, oltre che di aortite, di periaortite e di nevrite cardiaca. Infatti sono queste due lÙtime alterazioni la causa dei dolori risentiti in simili casi. Questi dolori ap· partengono dunque non all'angina di petto ma alla pse11do-angina, la ql1ale finisce nell'angina di petto (24)

f ANNO

IX,

FASO.

39]

vera quando sopravvengono le lesioni delle coro· • nar1e. N ell'aortite sifilitica le complicazioni sono fre· quenti, e colpiscono il più spesso il rene. Gli aor· tici sifilitici hanno un rene fragile; se essi non si curano., la sclerosi ronale è il termine ordinario d ella loro lesione aortica. Questa donna si trova,ra anche all'epoca della menopausa. BUGNON, HUCHARD, 0LÉMENT e FIES· SINGER hanno insistito sulla frequenza con cui l'aor· tite e le cardiopatie si sviluppano durante la me· no pausa. Le cardiopatie della menopausa dipendono da un sintomo capitale : l'ipertensione arteriosa, la quale dipende a sua -volta dal1a soppressione della fun· zione ovarica. Infatti LivON ha dimostrato che le varie secrezioni interne hanno un'influenza assai grande sui fenomeni vaso-motori. Oertt1ne di esse sono ipertensive, come il succo surrenale; altre sono tpotensive, come il succo ova· rico. Nella menopausa il succo ovarico ipotensore non è più secreto; e quindi i s11cchi ipertensoTi prendono il so1)ravvento. Donde l'istituirsi dell'i· pertensione con i suoi accidenti possibili: aortite, arterio-sclerosi. L e indicazioni curative risultano da questi dati patogenetici. La malata ha avuto la sifilide: le si darà quindi l'ioduro di potassio, che sarebbe del r esto anche indicato a dosi di gm. O. 25 quotidiane, se la ma· lata non avesse avuto la sifilide. Però all'ioduro di potassio è preferibile _l'ioduro di sodio, che non produce gli accidenti dei sali po· tassici. Si darà inoltre il cianuro di mercurio (gm. O. 01 pro die) per iniezioni sottocutanee, e per parecchie settimane di seguito. Interrompere quindi per parecchie settimane e poi riprendere. L'ipertensione arteriosa sarà combattuta con i latticini, i legumi al latte, le uova, l'acqua di Evian. Si darà l'ovarina (2 pastiglie di gm. O. 05, tre volte al giorno prima dei pasti). (Boll. delle Cli1iiclie).

Ipertrofia e1·onica della milza nella sifilide ere· ditaria p1·ecoce e suo alto valore per la dia· gnosi di questa malattia. Il p_rof. MARFAN, n ella .Revne 11ie1is. cles 1naladies de l'e1ifa11ce (maggio 1903, p. 211-230), insiste sull'alto valore della splenomegalia per la diagnosi della sifilide ereditaria. In generale non si attri· buisce gran valore a questo sintoma, che si consi· dera determinabile da cause svariatissime. L' A. passa in rivista i diversi lavori relativi alla frequenza della splenomegalia ed alla sua anatomia, patologica. In quanto alla esplorazione della milza


(ANNO IX,

FASC.

39]

SEZIONE PRATICA

vensa l' A., che essa debba essere praticata special· mente con la palpazione, la quRle soltanto dà nel bambino r esultati ra.p idi e sicl1ri. Dei sintomi cl1e accompagnano 1 ip~rtrofia della inilza, i principali so110 : unn, in t11mescen~a piìt o meno pron11nciata del fegato ed llna tumefazione clei gangli periferjci (collo, ascella inguine), e so· pratutto l' aneni;a . Qt1esta anen1ia può, per la s11a intensità e le r eazioni del sangt1e, confonder si completamente con la sindrome dell'anemia pseudo· le11cemica dei neonati; parecchie osservazioni r e· centi non lascia110 su questo p11nto, alcun dubbio. In certi casi]' ipertrofia della milza e l'anemia possono prececlere le 1uanifestazioni cutanee, mucose ed ossee ed es8or o i pri~1i sin to111i dell'infezione sifilitica c1ei 11eonati. 11 dott. :NIAH,FAN propone di clesC'rivere questi casi sotto il nome di jòrnirt S]Jle11011te,qa/;ca della sifilid e. Questa forma è sempre i11olto grave. L' A.. pensa elio la splenomegalia sia t1n elemento di diagnosi inolto i1uportante: l a malaria i1on esiste :.1. Parigi, lH, degenerazione amiloide e la linfadenia - i1on si osser,'"ano }Jrima del secondo anno d'età. Il 1'-IARFAN 11a tro,ratv so lo lln ba1nbino di men9 di due anni n el quale la t11bercolosi a'reva provocato un' ipertrofia della milza apprezzabile alla palpazione. Restano tre cause di spleno1negalia: la sifi· lide, il r achitismo e l'anemia pseudo-leucemica. Ora l'anemia l)Sel1do-let1ce1nica coesiste sempre col rachitismo o con l a sifilic1e e non è che il grado più ele·vato delle anemie dovute a<.l 11na di queste due malattie. Qua11clo il rachitismo è accompagnato da spleno1negalia, si trovano due volte su tre in· dizi di sifilide certa o molto probabile. La. con· statazione di ltna ipertrofia dellR. milza nel neonato deve sempre far pensare alla sifilide, che è la cat1sa pi1ì frequente frn. t11tte.

La p1·ostatite d'origine intestinale. . La prostatite è di solito consecutiva ad una in· fezione dell'uretra posteriore · nondimeno esistono delle eccezio11i alla' regola : invece dell' uret1·a può essere in ca11sa l'intestino. Il prof. NoGu:ilis (Assoc.fra11(·ai.. e d' Urolog;e, 1902), accusa in tal caso l'infezione diretta da. parte di germi dell'ampolla rettale che in,Tado110 la prostata per le ' rie li11faticl1e e sanguigne. Non è ql1esta 11na ·semplice opinione. Nel 1893 REY~IOND l1a (limo· strato la pos ibilità del passaggio diretto dei mi· crorganismi at.tra,~erso la parete retta.le. Qualche mese dopo egli pubblicava degli esempi di cistite in soggetti immuni da qualsiasi affezione blenorragica e mai cateterizzati. Nei casi di prostatite d'origine intestinale l'inizio è insidioso: sono freqt1enti bisogni di urinare, minzioni poco abbondanti e dolorose. L'esplora-

1241

zione r ettale può non indicare alcu11a modificazione di forma, di volume o di consistenza. nell'aspetto della prostata. Si tratta <.li 11na suppt1razione intraglandulare senza alcuna reazione del conn ettivo. Per metter e in luce questa suppurazione il NO· GUÈS consiglia la tecnica seguente : dopo aver fatto llrinare il malato, bt1on lavaggio clell'uretra antoriore e penetrazione nella '"escica di t1na certa q11antità (150-200 gm.) d'acqua boricata . L'ammalato 11rina allora la metà del st10 contenuto vescicale ; ci si assict1ra ehe la limpidezza 11e sia perfetta. S i pratica q11indi il massaggio della glandula prostatica con vigorose pressioni fatte in tutti i sensi e si fa svuotare la vescica in un secondo bicchiere. Se il liquido esce torbido bisogna concludere che la pressione ha svuotato i fondi ciechi ed i canali gla11dulari e cl1e questa secrezione si è accumtl· lata nell'uretra prostatica, donde è stata trascinata fuori dal passaggio della seconda por~ione di liqt1ido introdotta in v escica. L'esif?tenz~a di q11este prostatiti latenti offre una certa importanza: la compar sa di certe l1retriti in lln canale imm llne da ogni passato patologico si spiega così. Le ricerche di Ho<:tGE e N OGUÈS dimostrano che per lo pi1ì simili infezioni t1retrali sono legate alla presenza della prostatite. Di i11odo che per gt1arire la prima bisog11a rivolgersi alla seconda.

Nefrite cro11ica diffusa non accompagnata da albuminm·ia. I l dottor .A. R . ELLIOT afferma. ch e la presenza. di albumina nell'l1rina in casi di nefrite cronica è incostante e ch e per conseguenza non è q11esto t1n segno diagnostico 111olto sicuro. Quando esiste, associata ai seg11i fisici e ad altre indicazioni 11rinarie serve per completare la dia· gnosi, ma se manca, non se ne p11ò t.rarre alcuna. conclt1sione e la diagnosi de"'\ie farsi senza l'aiuto di questo importante reperto. ~Iolto pi"l1 positiva prova di una nlterazione renale è la diminuzione dell'escrezione dell'urea, eh~ può esistere per mesi ecl anni, prima che appaia albumina. e specialmente importante è la presenza di cilindri nel sedimento urinario. Qt1esti sono indubbiamente presenti co n assai piit i1otevole costanza dell'albumina nel morbo di Brigl1t e la diagnosi del]a malattia può esser fatta in modo assai più sicuro s11lla base del reperto morfologico dei cilindri che su quella del r eperto chimico del· l'alb11mina nelle urine. (Merl;cal .Retor(l, 6 giugno 1902).

..


1242

LANNO IX, FASO. 39J

IL POLIOLINlCO •

Con1plicazione interessante nella diagnosi della litiasi biliare. N ell'1Inzerica1i 11te(l. del 2 maggio il dott. HUNNER descri,te q11esta complicazione, la q11ale consiste in aclerenze epiploic~e ad antiche piaghe operatorie, ituate a qualche distanza dalla vescica. L' A. ne riferisce d t1e casi. In t1n caso la diagnosi di calcolosi biliare rin1ase incerta 1nentre .f11 in,rece positiva nell'altro caso. La diagnosi esatta non potè essere fatta in un caso se no11 ll11rante l'operazione, in base alle oser·vazioni che si erano fatte sull'altro operato. La presenza di 11na ci ca tric e da pregressa, operazione addominale anteriore deve mettere il chirt1rgo in guarclia q11ando ci si trova in presenza di sintomi addominali osct1ri. Uno dei malati fu colpito da dolori nella, r egione epatica, con ele\azione di temperatura, s11c1ori pro .fusi na11see e tal volta vomiti gravi. All'operazione la cistifellea e i canali biliari erètno assolutamente . n·o rmali, ma s i tl'ovarono aderenze solide dell'epi· ploon n el punto della ferita fatta anteriormente. Si distrusse~~,> q11este aderenze e l'ammalato gua.r ì dai suoi dolori.

APPUN!l'I DI !l'El)_APIA

All us~ita dal bagno si fa una lozione col liquido .s eguente diluito in una. o d11e volte il s110 volume d'acq11a. Naftolo ~ . Glicerina. Alcool. · .

.

.

parti

»

o-

10 100

»

BROCQ.

Opp11re: Timolo • • • • Tannino. • • • .• .A.cquavit.e canforata .

»

1 5

»

200

. gru .

Dopo la lozione si asciuga con cura poi si cosparge la località con polvere di talco, di amido. di sottonitrato di bism11to od anche con la. polvere seguente che è regolamentare n ell'esercito _tedesco contro i sudori fetidi dei piedi : Acido salicilico Amido. . . Talco in polvere Oppure: Acido salic~ilico Allume pol'T. Naftolo ~ . . Borato di soda Atnido polv. Talco polv. .

. . . .

• •

gm . 3 » 10

.

. gn1.

3

ana. gm.

5

87

»

l !

.

ana. gm. 10

. gm. 67

BROCQ.

\

OvveTo :

L'iperidrosi locale. Quando l'iperidrosi è diffusa, il pratico deve in· tervenire con prt1denza. Trattare specialmente l'af. fezione determinante (t11bercolosi, ne11ro-artritismo, anemia, malattie febbrili). I rimedii prescritti contro i sudori stessi - aga· rico, atropina, ergotina, acido canforico, tellurato di socla - non convengono punto al st1clore dei tisici. Nei sl1dori delle piressie bisogna assol11tamente a tenersi dal prescrivere cure speciali. La ct1ra locale è meno adoperata nella iperidrosi diffusa. Essa prencle la sua massima importanza nell'iperidrosi localizzata. Limitata ai piedi, alle inani, alle ascelle, essa reclama· t1na energica medicazione. Dei bagni locali freddi profumati per m ezzo di ' rarii a.ceti aromatici o <'omposti di un'acqua astringente (foglie di noce con 10 gm. di allume) devono essere freq11entemerite ripett1ti. I bagni cli formolo, di pel'manganato gi11nge1·anno rapidissimamente a far sparire i sudori fetidi dei piedi (11n c11cchiaio della soluzione comn1erciale di formalina in tm litro d'acqua). Soluzione di permanganato al O. 25 per mille. Permanganato di potassa . . gm. 10 Acqua distillata . . . . . » 300 U11

c11cchiaio medio in un litro d'acqua.

(26)

Coaltar Gesso .

• •

parti

5

100

»

D EBOUT.

Od anche: Sottonitrato di bismt1to . gm. 15 Salicilato di soda.. . . • 5 Uso esterno. L'interno delle calze e delle scarpe s1• cosparg~ della medesima polvere . Ogni 8 giorni finalmente si può fare' penetra.re fra le dita dei piedi qua.lche goccia del liq11ido so· guente: ))

Ossido rosso di piombo . Sottoacetato di }>iombo .

. gm.

))

1

29

Uon l'uso di que8ti mezzi combinati insieme le iperidrosi locali più tenaci guariscono rapidamente. (Jo11r1tal des praticiens 20 gi11gno 190i1). •

Cura della sebor1·ea piti1·iasica del ca1lillizio. .A.). Tratta 1nento genera te. - Cui· are il canale di· gerente col r egime speciale degli artritici e la co· stipazione con adatti lassativi. B). Trattan1e11to locale. - Tre inllicazioni: 1° sciogliere le sostanze grasse; 2° modificare le secrezioni glandolari : 3° eccitare la ricresciuta dei capelli.


A~"'NO

IX, FA.se. 39]

SEZIONE PRATICA

1. Per disciogliere le sostanze grasse si pllò adoperare l1na delle segt1enti solt1zioni: a) Lozione al bicarbonato di soda (10-15 gm. di bicarbonato p er 100 di a cqua).

b) Soluzione di qt1esta: Borace. . . . Etere solforico. Acqt1a. . .

H1L1,,~1.RFJT,

la ct1i formt1l a è . . gm.

12

»

15

))

250

1243

·aanza, alla f~bbre tifoide 1 sj ado1Jeri di preferenza la seguente lozione : Cloroformio . • • • • Tintura di benzoino . • Olio di ricino. . • Catrame vegetale . . • A lcool . . ,' . . . •

ana giu . !

. centgm. :i.O . gn1. 200 ......

}'J. s. a.

(.!011 r11a l (les praticie11s, 27 g iug110 1903).

l\I. s. a. Agitare la bottiglia prima di ser,rirsene.

e) Decotto di legno di Panama, a parti egt1ali con alcool a 90°. rl) Etere. di petrolio rettificato a O. 700. Aver ct1ra di non adoperare questo eter e di pe· trolio la sera, a luce di lume. P) A111moniaca : g m. 2-3 per 100 di acqua.

2. Per modificare le secrezioni glandulari si ha la scelta fra le preparazioni so]forate, la resorcina ed il mercltrio. a) Co1ue preparati di zolfo si adopera sia la pomata solforata al 10°, avendo cura di non prescrivere se non lo zolfo precipitato puro, sia le soluzioni di solfnro di potassio:

Polisolfuro secco di potassio • . gm . 1 'l'int11ra di benzoino o estratto di violette. . . . . . . . . » 2 200 Acqun. • • • • • • • • ))

l\I.

R.

a.

b) La r esorcina si aclopera sotto forma cli po·

n1ata al 100° o 200°. r) Il Attblima1,o it1 sol11zione al 1/1000.

Finalme11to si può anche adoperare l'acido sali· cilico in pomata a.I 1/100 o al 2/100. 3. Per eccitare la. ricresciuta dei capelli con,re ngono più cli tutti i preparati contenenti alcool. Il prof. GAUCHER adopera la lo:zione eccitante segl1ente : j-Sublimato . • • Olio di ricino. • • • Acido acetico glaciale Resorcina . • • • • Idrato di clora.lio • • Tintura. di ,jaborandi . Tintt1ra di canta.ridi • .Alcool a 90° . • • •

centg1n .

~o

»

40

gm .

»

»

• •

1 2 4 5

))

10

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200

l\I. s. a. Si può prescriverè la sera la pomata al polisolfuro di potassio, e la mattina la lozione eccitante precedente, togliendone il sl1blimato, per evita.r e la :formazione di un solfuro di mercurio. Nella cadt1ta dei capelli consecutiva, alla gra~yi-

Azione . battericida dell'alcool. e w ALKEl{ dopo una serie di esperienze in proposito giungono alle seguenti concluHARRlNGT ON

. .

SlOill:

1. Contro i microrganismi allo sfltlo secco l'al· cool assoluto e l'alcool ordinario commerciale sono affatto privi di potere battericida, anche con 24 ore cli contatto diretto ed altre preparazioni alcooliche contenenti più d el 70 p er cento in volume d'alcool sono più o meno deboli in ra.pporto inver so del· l'alcool che contengono: quanto pi1ì forti d'alcool tanto più deboli d'azione. 2. Contro i più comtmi germi, non sporigeni, .p atogeni, allo stctto u1nido, ogni soluzione alcoolica oltre il ±O p er cento in vollrme è efficace entro 5 minuti di tempo e certe preparazioni lo sono entro un mint1to. 3. L 'atcool a m en.o del .J:O i)er cento è troppo lento n ella sua azione o troppo incerto n ei suoi r esultati contro i germi patogeni, cosi allo s tato t1111ido, come allo stato secco. 4. L e più efficaci diluizioni di alcool contro i germi fortemente r esistenti, non sporigeni come q11elli della supptu~azione, allo stato secco ed lltnido, sono quelle che contengono dal 60 al 70 p er cento di alcool in volume. 5. A meno che l<:t membrana batterica con· tenga una certa ~quantità di 11midità, essa è i1npervia all'alcool forte; n1a i batterii a sciutti quando sono portati in contatto con alcool diluito contenente dal 30 al 60 pet· cento di acqua in v·olume, assor· bono ra1Jidamente la necessaria q11antità di acqua ed allora l'alcool può pen etrare n el protoplasn1~ cell11lare e distruggerlo . 6. L e preparazioni più forti di alcool non pos· siedono alct1n vantaggio su quelle al 60 e 70 p e r cento, anche quando i batteri sono ll1uidi: quindi, e dal momento ch e so110 inerti contro i l>atter1 asciutti, dette preparazioni più concentrate 11on de,rono essere adoperate. (Boston n1ed. and s11rg. Jour .. 21 maggio 1903).

_.,.....


1244

(ANNO IX, FASO. 39)

IL POLIOLIN .!00

secondo una statistica del Jolt1t Hopki1is Hospital e nel 12, 2 per cento di t utte le a11topsie s«?condo

Inefficacia ed inconvenienti dell'arnica co1ne topico. S econdo H~.\.LLOPEAU l 'arnica p er applicazioni locali non serve assolutamen te a nulla; inoltre q ueste u.pplicazioni di arnica p ossono pro,rocare l1na dermatite delle più \riolente. (lUéd. niod.)

R ECKLINGHAUSEN".

AMMINISTRAZIONE SANITARIA

' VA:RIA La parola « alluce )) è errata. - U 11 chirurgo ~tmerictino h a richiamato l'attenzione sul fatto ch e la parola « allt1ce » adoperata nel ling uaggio cli· nico o.i11atomico non deriva dalla parola lial/11.i.:, ch e non esiste n ell a ling ua latina. Il pollice del piede in latino si chiama « llaltf.\: » e p er ciò si deve p arlare di lzalle:v va(qus, di e.i.:te1i· sor JJroprias ltallic;s, mentre l't1sata termi11ologia di ltallu.v val,r;ns ed e.xterisor prOJJl'ins ltallucis è filo· l ogicamente inesatta, anzi erronea. Nella ling ua latina si trova effetti"\"ament·a oltre la p ar olai lialte.x od alte.,-r: (genitivo ltallicis) an ch e l'altra. par ol a liallzis od all11 s (genitivo lta tli) i1er indicaro il clito grosso del piede, ma questa parola appartiene al p erioclo d ella decade1•za clella lingua latina. S i t1·0, a la prima 'rolta in un g ran1matico <lel 111 secolo dopo Cristo, m entr e il t ermine alle.\· si trova in N AUTUS, cioè due secoli dopo Cristo. La. parola ltallnx, donde -all11ce, è clunque una s torpiatura p er confusione delle due lJarolo latine 11,alle:r ed ha llris e nr)i dovremmo chia111are allice il tlito gr osso del piecle. 1

ll nuovo Collegio n1edièo di CI1icag·o. - A l J.Vé11;Yorfi· H eretld telegrafano da Chicago ch e gli ammi· I . nistratori del (( Rush Medical Collego )) di quella città, riuscirono a raccogliere una. somma di cinque milioni di franchi da con segnarsi agli amministra· tori cl ella U ni,Tersità. di Chicago, effettuando con c iò la conclizio11e imposta dal s ig. J ohn Roche feller a.l suo dono di trenta milioni p er la fondazione di 11n nuovo Collegio medico che dev'esser e lln vero Collegio iuodello, di c11i non ·v i sia an cora l'egl1ale al mo11do. A. Chicago è irumine11te la pubblicazione del Giornale riel le 11talattie infettive, edito a spese dei sig nori conit1gi ì\Iac Cormicl(, cl1e, dopo la morte dell'unico Joro figlio, fo11darono q ui un I stitt1to speciale per lo t udi o delle malattie infettive, cl1e dipende dal « R u sh niieclical College )), Ascessi del cervello ed affezioni at1ricola1·L Da ta,tistich e nun1erose ed importanti d ei più dotti chirurgi (li ogni nazione, ris11l ta che Sll 100 a scessi tl el cervello, 37 sono dovt1ti ad è.tffezioni dell'or ec· chio. Calcoli biliari. - I calcoli biliari si trovano nella, cistifellea nella proporzione del 7 p er 100 t28)

l'ircotare telegrafica rti .·1/11iori Pref etti clel .Reg1to snll' aclulterazione dei vini, e1nessrt rlal J1finistero rlell' Intern o. · L egge 25 marzo 1900, n. 100, ha pro'r' reduto con saggie precise norme combattere frodi preparazione e commer cio vini, e r egolame nto 13 dicem · bre 1901, n. 520, segna procedura per esecuzione legge facendo speciale assegnamento fl.U torità pre fettizia per richiesta esami t~ampioni che palesasi i11dubbiamente mezzo più idoneo per è.'tssicurare osservanza legge. Go,rerno deve certo preocct1parsi esigenze co1n· me~cio e intende secondare con ogni possa vigorose iniziative ch e felicemente m anifestansi com· provanti mig liorate condizioni industrie : peraltro nello stesso loro i11teresse de,-e ricl1iamare tutta· l'attenzione s ignori Prefetti sulla n ecessità di llna più attiva osserva11/lja legge menzionata, che· rappresenta le con<'essioni più ampie che dal lato igienico si possano fare esigen~e commerciali. Vogliano q11indi i signorj Prefetti 01·gani7.1zare quella peculiare sistematica sorveglianza che forma base detta legge, attenenclosj presc1·izioni regolamentari. Portino loro attenzione fondamentale distinzione segnata n ella legge tra \rini gentùni e non ge· nui~ , quelli specialn1ente otteuuti con materie diverse dall'uva fresca o passita o con ll"\re secche o tr attati giusta articolo 1° regolamento : vigilino ch e tali prodotti i1on sia110 vendt1ti n è mescolati con vini genuini. Particolare cura richiec.l e industria secondi \Ìni ch e la legge i)ern1ette, con la necessaL·ia tutela. della indagine sanitaria e p11bblica dichiarazione del prodotto impedendon e miscela con vini genuini, gil1sta alinea cl, detto articolo. · Dispongano quindi sollecitamente ispezioni frequen ti, ~altt1 arie, anche con intervento medici pro· v inciali, non solo presso eser centi, ma eziandio enopolii provincia e produttori particolari; do· v unque, insomma, esistano depositi vini destinati commercio ; e così pure pa.rtite di , •ino in arrivo. o i n partenza, p er v ia di terra o di mare. Prele' ra1nento campioni dovrà effettuarsi modalità sta· bilite r egolamento sopracitato, inviandoli per analisi ai laboratori indicati articolo 4 legge. Si assi· cl1ri110 d elfa verita delle clichiarazioni e\rent11almente fornite dagli industriali circa i processi enotecnici attuati, e ravvisando \ iolazioni legge provvedano. r egolari denuncie at1torità giudiziaria. Vogliano SS. LL. provvedere altresì perchè applicazionelegge -sia curata an ch e da p arte autorità. doganali per vini da esportarsi. gi11sta articolo 18 r egolamento, o p er gli arrivi dall'estero, gi11sta articolo 19 e segt1enti. Richiamando attenzione signori Prefetti sulla sp eciale importanza compiti loro affidati per la tutela pubblica sal11te congiunta altissimo interesseeconomico Nazione eminentemente vinicola, Go· v-erno confida e intende che legge 25 marzo 1900 abbia la rga, frt1ttuosa esect1zione, e terrà do,-uto 1


[ANNO IX, FASC. 39]

12-15

SEZIONE PRATICA.

conto benemerenze che suoi rappresentanti conse· guiranno con il loro personale interessamento. Dei risultati ispezioni eseguite e relative analisi ;1:ttenderò relazione mensile. Piaccia segnare rice·vt1ta. Il 11!li1tis tro

guardit la sierodiagnosi, le proprieta emolitiche del siero, la cura specifica della tifoide. N un1erosi metodi di tecnica e111atologica, dei quali alcuni nuovi, trovansi pure in qt1esto libro, che ino· r ita di esser e largamente diffuso.

ZANARDELLI.

* ** l\Iinistero

Dal dell'interno, con oTdi· nanzrc. di sanità marittima del 18 corrente, f11rono dichiarate infette tutte la navi provenienti da,j porti di Valparaiso ed Iqt1ique, nBl Cile. ROMA. -

** * dell'interno,

- Il ~li11istero per contribuire alle spese che sopporta la benemerita Società per gli studi della malaria. che ha la sede in qt1estct capitale, a'rendo constatata la sua efficacia dagli aiuti che essa, arreca alla pubblica, igiene, le ha concesso t1n sussidio di 5000 lire.

CENNI BIBLIOGRAFICI

VITTORIO ASCOLI.

L. Principes d'anatomie et de pl1ysiologie appliqués à la gymnastiqne. - Paris, F. R. do

RoBLOT

Rudeva.l, éditeur, 1903. Fr. 2. 50. In qt1esta pubblicazione del dott. ROBL <)T so1to enunciate chiaramente le conoscenze anatomiche e fisiologicl1e indispensabili a chiunq11e voglia cono· scere i11 modo razional(i) i principii della. edt1caziono fisica. L A. non ha fatto u11 l'iass11nto scientifico arido. e succinto, ma ha messo in rilie.:vo tutti i p11nti cl1e trovano la .loro applicazione diretta n egli esercizi di ginnastica. La chiarezzc-t e l'orcline di questo trattato deri· vano da ciò : che è il riassunto clel corso che l' A. ha ten11to alla Scuola Normale di ginnastica .

B. R. , .,.. G1trn1eEANDltIDA.

L'e111atologia itella febbre ti·

foide. -

Libreria internazionale d el Policlinico. Roma, 1903.

In questo volume, cli oltre 300 pagi11e, trovasi 1Ln'ampia esposizione cli tt1tto le alterazioni che gli <t,ttl1ali m ezzi d'indagine permettono cli rilevare nel sangl1e. nel decorso della febbre tifoide. Una ricca lettera tura è stata raccolta e riordinata dall'A. il qt1ale l1a ])ttre compiuto nt1merose osservanioni ori· gin ali. Nella parte che riguarda, le 1nodificazioni a carico <legli elen1enti fignrati, inerita di esse L' notato un lungo studio intorno al glob11li bianchi e a t11tte le ·v·arietèi dei ine(losimi. Per le piastrine l' A.. })I'O· po11e un n11ovo m etodo di colorftzione, e ne mette in rilie,ro, in seguito specialn1ente a personali ricerche, le caratteristiche a,lterazioni in ciascnr1 perioclo della m~tlattia. Seguo110 alc11ue ricerche i11to1·110 alla r eazione iodofila ; I)Oi un ln11go capitolo i11torno alle concli· zioni batteriologiche ed alla settice1nia tifosa. Son <1uindi studiate le alterazioni fisiche e chimiche ; con osservazioni originali intol'110 alla coagttlabilità, alla quantità della fibrina, dell'acqua e del resid110 secco, e dei sali. Un capitolo, pure con molte ri· cerche personali, è dedicato a.lle modificazioni 1)1'0· vocate dal bagno freddo. Alcuni capitoli ampiamente svolti intorno al \<t· lore diag11ostico e prognostico clel reperto ematolo· gico {specialmente per la diagnosi di molte c.ompli· cazioni da, associazioni morbose, e per molte dia· gnosi differenziali), rendono utile il libro non solo agli studiosi di ematologia, ma anclìe al medico pratico. È pt1re da ricoròarsi tt1tto quello che ri-

RISPOSTE A QUESITI .E A DOMANDE (2623) Sig. dott. L. F. cla T. P. -.-- Se lo stipe11dio non sarà au1nentato in proporzione, Ella, non pt1ò far ' ralere nessuna ragione per il pagamento della tassa di ricchezza mobile, perchè tale imposta colpisce tutti indistintamente i redditi e de,Te essere pagata cla, clii riceve lo stipendio. Lo sbaglio finora incorso va a carico del Oom11ne, che l1a pagato, salvo, anche per esso, cli chiedere eu ottenere· la rettifica. Il Comt1ne, trovandosi nelle condizioni volute dalla legge, può riunirsi in consor~io co11 ctltro pel servizio sanitario ed in tal caso, in base alle llisposizioni ora in vigore, il saui tn.rio i)erde l 'acq11isito diritto della stabilità.. (2627) Sig. dott. G. D . ~f. da (l. - ln mancanza • di speciale disposizione del capitolato, le assenze, sit~no anche obbligatorie, vanno a carico <lel corl· dottato. Sarebbe sta,to bene chiedere per1nesso al sindaco ed interessarlo a fal' sostenere. bona.r ia· mente, tt1tta la spesa degli otto giorni di supplenza a carico (lel Consorzio. (2631) Sig. dott. M. O. <.la S. - Pur troppo la quìstione degli abbo11amenti aù opere da p11bb~i· blicarsi in fascicoli è di grande importanza; per· ciocchè le condizioni ùi abbona.mento i1on sempre sono mantenute dagli editori. Crediamo, però~ cho se si tratti di opera, che in corso di pt1bblica,ziouo h a cambiato a11tore ecl ha accresci11to di molto la mole, ben si possano rifiutare i successivi fascicoli, facendo previamente notificare all'editore, tl11 atto protestativo. Se nelle condizioni del giornale sta scritto che la disdetta non produce effetti sa (29)


------124()

IL POLICLINIOO

non è cla,ta un m ese prima clella scade11za dello abbona1nento, l'abbonato è ogni anno libero di lasciare f abbonamento. D eve però a'rer cura cli precisare la, sua volontà. un 1nese prima della sca(1e1tza. (2632) Sig. clott. G. B . da T. - L'obbligo dei meclici .·ociali delle ferrovie di c11ea.re anche le fa· miglio (legli impiegati deriva., salvo liovissime eccezio~i, principalmente dal fatto della i1npossibilità in clii, il pit1 delle ' rolte, si tro,rano i condottati di accedere ai caselli per mancanza assoluta di vie di accesso o per enorme e dispendiosa e,l ifficol tà cli locomozione. (2634) Sig. dott. R . E. cla P. - . .<\. noi sembra che la procodu1·a che si segue costà per le seconde perizie mediche, uon sia, in armonia con le dispo· sizioni contenute i1egli articoli .15!, 156,. 157 e 158 del Coclice di procedura penale. La richiesta della perizia medica deve essere dal giudice direttatnente rivolta al medico. In caso di rifiuto non si potrebbe applicare l'articolo ±3! clel Codice per1a,le perohè ruancl1erebbe l 'ordine legalJJi e1tte dato. N ori ab biamo notizia n ella. in vocata sentenza di Cassazione : snrel) be bene cl1e fosse identificata. Per il co1npenso delle vaccinazioni pt1r troppo :non \Ti l1a, diritto a pretenderlo, giacchè la ntlo'a legge impone tale ol)bligo ai condottati e 11el capitolato nt1lla si ùice in proposito. Non si è, però, tenuti a restitt1ira ciò che si è percepito per lo passato. (2635) Sig. dott. G . L . da J . - Per rispondel'e cideguatamente al qt1esito da lei fatto bisognerebbe a,vere sotto occhi il bando di concorso o, quanto meno, la delibera.zione consiliare che determinava le modalità dell'esame. Ordinariame11te, per tener. da llna parte, calcolo del verdetto della Commissione e per lasciar, d'alteo canto, una ce t'ta latitudine al Consiglio, nei bandi di esa.me si st1ole indi· care cl1e la scelta de,re cadere sui primi tre o quattro dichiarati idonei dalla Commissione esa1ninatrice. Se il Consiglio avosse latitl1dine di nominare t1no qt1al8iasi clei co11correnti, non avrebbe più ragione di essere la g raduatoria della Commissione, e nessuna ~narenti gia 'ri sarebbe fra i varii professionisti che presero pa.rto a,l concorso. (2636) Sig. dott. M. R. cla C. O. - Non esiste reciprocità porchè la legge sanitaria italiana col· l'al'ticolo 23 permette l'esercizio professionale ai medici $trc.tnieri solamente presso i propri conna7'ionali. Ella potrebbe esercitare presso gli italiani ch e risiedono in territorio inglese, sen1pre che leggi locali non vi si oppongano. (2638) Sig. dott. L. C. da B . V . - La delibera· zione no11 vistata, qua,ndo non -vada sottoposta a peciale approvazione, diviene esecutoria,, per de· correuza di termini, dopo 15 giorni dal suo invio in Sotto-Prefettura. Essa produce lo stesso effetto tli una deliberazione vistata. Ella potrebbe ricor· rere al Sotto-Prefetto perohè annt1lli il delibera.to, (30)

---------;;-------------lfo"'l"'!...-"""'ll!'I!~

LANNO lX,

FASC.

39)

che viola il diritto acqt1isito del medico, ma d'altra parte, trattandosi in questo caso di un yero di· ritto leso e non di un semplice interesse, sarebbG meglio citare il Comt1ne innanzi alla Autorità gilldiziaria comune. Crediamo che ella debba aver ragione, perchè non può ritenersi giusto sopprimere oggi l'alloggio grat11ito, che ha goduto per 10 anni. (2639) Sig. dott. N . S. da S . P. B . - Non esi· stono criteri assoluti ed aprioristici per determi· nare le persone o famiglie che dehbono essere in· eluse nello elenco dei poveri. D ipende dal, con· cetto della Giunta mt1nicipale, dalle condizioni economiche della popolazione e dal grado di agia· tezza che generalmente si possiede. La Giunta lo compila, ma deve essere in,riato pel visto al signor Prefetto della Provincia, innanzi al quale il sani· tario che sentesi leso nei propri interessi potrà fai· 'ralere le s ue rag ioni, facendo rile,a.re come molte famiglie non meriterebbero di esservi incluse. (2640) Sig. dott. A. T. da B. - Certamente il Comt1ne può se1npre modificare la circoscrizione della condotta per migliora,l'e il servizio dell'interesse genera.le de]l;;t cittadina.nza. Se il collega ft1 nominato inodico del Comune o i1on della frazione,. può ben mutar r esidenza, in seguito ad analogA. dispo~izione dell' .Amministrazione. Che se nell'atto di 11omina fu indicato specialmente che egli dovea servire la frazio11e; 11011 potrebbe essere per qualsiasi rètgione spostato, n.v·endo acqt1istata la stabilità. Doctor JusTITIA.

NOTIZIE DIVERSE .Es]JOsizio ,:e cte ~· 190.5. Oon,qresso sanitario ltazio)taff. - I lavori preparatori di questo lVIILANO. -

Congresso, da tenersi nel 1905 in occasione della Esposizione, che sarà importa11tissima, specialmente per !,assistenza sanitaria, sono molto avanzati. Ieri l'altro ebbe luogo una seduta. del Comitato esecutivo, del quale fanno parte gli illt1stri professori Golgi e Falchi dell'Università di Pavia e molte altre notabilità mediche milanesi, per la nomina. delle cariche del Comitato. Vennero eletti a presidente il prof. dott. cava· liere Grassi, a vice-presidenti il comm. prof. Lanzillotti- Buonsanti ed il prof. dott. Denti, a segretario generale il prof. dott. cav. Della Vedova, a. segretari di Sezione il d~tt. Banfi. ·cav. <?"iulio, Pan~, Stazzi Verrati e Bell1nzona d1 Pavia, Peduzz1, G. La~zillotti e G. }{ariani, a cassiere il dott. Schieppati. Il Congresso a.vrà le seguenti Sezioni: assistenza, sanitaria, igiene pt1bblica, clinico- scient.ifica e terapica, giuTisprudenza medica ed inforturu sul lavoro, interessi professionali. . . Il Comitato ha già fatto pratiche col Comitato dell'Esposizione perchè vi sia una galleria per q11anto concerne l'assistenza sanitaria. Quanto prima a tutti i sanitari italiani sarà in· dirizzato un programma generale. •


LANNO IX,

F.A.SC,. 3~)]

1247

SEZIONE PRATICA I

Per schiarimenti rivolger si al segretario generale prof. dott. T. Della Veclova, l\iilano, 18, ' Foro Bo· néiparte. . Ro~IA.

* * * recente R .

- Con decreto l'Università di Roma è stata autorizzata ad accettare il legato del f tl prof. Giuseppe Colasanti, dell'importo di L. 24,000, per istituire u11 premio cli lire 1000 a favore dei la11reati in medicina e chirl1rgia affinchè si perfe· zionino negli st11di farmacologici . SALuzzo, 13. - È stato sol~nnemente ina ugurato s tamane, in questa. stazione ferr<;>viaria, il monu· 1nento al senatore Carlo Butt1ni. Vi sono inter·venuti i prefetti di Ct1neo e di Pia.· cenza, gli onore\Toli deputati Chiappero, ~eofilo Rossi e Douaclio, una rappresentanza d el Consiglio pre,rinciale di Cuneo, le autorità locali, la famiglia _ Buttini, molte s ignore e numerosissimo pupblico. Parlò, applaudito, il presid ente della Società ope· raia di Saluzzo, Bollea. i11iziè\ trice clel ricordo a Carlo Buttini. Indi l'on. c.leputato J.\ilarsengo-Bastia 11a pronun· cia.to il discorso commemorativo, ch e f11 spesso in· terrotto da applausi e coronato alla fine da l1na calda ovn.zio11c. Il cav. P ea u o ringraziò infine, in no111e della, fa· miglia B11ttini. l'f omine, promozioni, onor11loenze. 8 . E. il llrof. GUIDO BACCELLI è stato, con splen· <lida lettera dell'illustre presidente prof. B ouCHARD, 11on1i11ato socio clell ' Acadé!1'iie rles 1....çciencfs di ]j,rancia.

* ** nlessina,

Nell'Uni,rersità Ji il dott. Pietro 1\Iar· ch esi è stato 11ominato assistente nella clinica oste· tetrica ginecologica dal 1° g iugno al 31 ottobre 1903. N all'U niversità di Pal ermo i seguenti professori straordinari f11rono p1•omossi professori ordinari : Il clott. R.oso)ino Colella, professore di psichiatria o clinica psicl1iatrica e (lirettore del r elativo ga1>inetto. Il dott. Arnaldo Trambusti, professore di patolo· gia generale e diretto1·e d el relativo gabinetto. Il dott. Liborio Git1ffrè, professore di patologia speciale dimostrativa ·medica. Il dott. Iginio Tansini, professore ordinario di cli· nica chirurgica, nell'Uni,re rsità di Palermo e diret· tore della clini ca r elati va, è stato, col suo consenso, trasferito alla cattedra cli clinica chirurgica e me· dicina oper..l.toria nella Uni,rersità cli Pavia, con· servando il grado di ordinario non che lo stipendio e l'assegno dei quali er a provveduto, dal 1° giugno 1903. Nella Università di Roma, il dott. Ezio Scia· manna, professore str aordinario di psichiatria e cli· nica psichiatrica, venne promosso a professore or· dinario della stessa disciplina, dal 16 gi11gno 1903. · Il dott. Salvatore Ottolenghi, professore straor· clinario cli medicina l egale nell'Universit.à di Siena, fu 11ominato per l'anno scolastico 1902·903 profes· sore straordinario nell'Uni,Tersità di Roma, dal 20 n1ag gio 1903.

. ***

Con pubblico concorso per esame e per titoli . ft1rono nominati medici aiuti degli ospedali di Roma i dottori Calonzi, Cicaterri, D' Andria, Di Porto. Felici, Medes, 1\-Iilani, Ricci, Riatti, Rocchi, Saba· tt1cci e Sforza..

* * ad* imbarcarsi

Sono stati destinati in servizio di • • emigrazio ne : A Genova, sui piroscafi rrrasll :ng!·o1t e La P/.,1,ta i dottori Alfonso ~Iasucci ed Errico ~Ializia, m e · dici di 1a classe; stil piroscafo L eo1i::: XII l, il dottore Carlo Remor, inedico di 1a cl<:tsse · sui piro· scafi Provence e Lalin, i dottori Francesco Matera e Vincenz<> Cocozza-Campanile, medici di 1 a classe. A Napoli, sul piroscafo Canibro1na n, il dott. Adolfo Favese, 'medico di 1a class~.

** * st1ccessore

ERLANGEN. - Come del prof. Striim· pel, chiamato a Breslavia, è stato nominato diret· tore della Clinica medica ·il prof. Pen~oldt. V1ENNA. - .A. decano della Facoltà medica f tt ele,rato il con siglier e aulico prof. W eichselbatun.

Couooral e oondotte. ROl\1.A.. - DaJ Ministero dell'Interno è stato aperto up. con corso, per esa.me e per titoli, a dieci posti di medico di porto di 3a classe, con l'annuo stipendio di lire 2500. Il termine utile per la presentazione delle do· man.de di ammissione al co11corso scadrà col 30 settembre 1903. ~IONTEGRANARO (A:Jcoli Piceno). Concorso ad lma condotta chirurgo·medica egual primaria. Sarà preferito fra i con correnti quello che ·dai docu1ne11ti risulterà avere maggLore attitudine per la parte chirurgica . Sono eselusi dal concorso tt1tti i sanitari interini che hanno prestato ser,~izio in questo com11ne da un trien11io ad oggi. Stipendio ann110 con ritent1ta per ta,s sa di ricchezza mobile lire 2800, clelle quali lire 2!00 per la, cura dei poveri e lire !00 per il r estante della popolazione. Popolazione clel comun e 5206 abitn.nt i ~ dei q t1ali, 4000 po·veri. Scadenza : 19 a.gosto 1903. Per maggiori scpial'imenti rivolgersi alla Segre· teria com11nale. BAZZANO (Bologna). - Concorso alla seconda con· dotta medico·chirurgica, L. 1500. Obbligo direzione ospedale Umberto I . Scade 31 lttglio. CELLENO (Ronia). - Condotta medico- chirurgica. Stipendio annuo lire 2!00 n etto da ritenuta per tassa. di ricch ezza mobile, ma soggetto alla ritenuta pel monte pensioni. Popolazione, 1688 abitanti. Obbligo di cura grat11ita per tutti gli abitanti del paese e del contado. Scadonza 15 agosto. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla segreteria del Comune. FAENZA (Conzniiss;o1ie alltniinistratioa tlell'ospe· date iu/'er1ni). - Trovandosi ·vacante in questo ·ospedale il posto di assistente addetto alla sezione m edica, sonò inv itati quelli che aspirassero al conseguimento del medesimo a presentare le lor<> ista.n ze all'Ufficio di presidenza del pio luo~o. Il tempo utile per la presentazione delle istanze è fissato a tutto il 31 luglio corr ente. Ann110 onorario lire 960, pagabili in rate anticipate m ensili di lire 80 1'11na . . . Per ulteriori notizie indirizzarsi alla Con1mtss1one sudcletta. {~1)


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[ A_NNO

L"'"'{,

FASO. 3~•]

::àfONTENERO DI BISACCIA ( Ca11tpobasso) . - Con· eorso alla condotta medica per i soli poveri. Ann110 stipendio lire 1400, compreso l,asseg no di lire 100 Accaden1ia di Medicina di Torino (R.) . • come medico necroscopo, e con l'assegno eventuale Alcool (Azione battericid a dell'). - Hardi altre lire 100, O"\re l'eletto venisse a conseguire rington e W alker . . . . . . . . anche la nomina di t1fficiale sanitario. Alluce (La parola - è errata) . . . . . Scadenza 31 luglio. ' Anatomia pJtologica dimostrativa nell'anno acNomina per un trennio. cademico r 90 r-1902 (L'insegnamento dell'). Per schiarimenti rivolgersi alla. Segreteria co · m11nale. - Nazari. . • • . • . • . . . . Aortite sifilitica (L'). - HLichard. . • . . GONNOSTRAì\IATZA (Oagt;ar1'). - 1\'Iedico-chirttrgo, Appendicite speritnentale. - Nicolaysen. . ufficiale sanitario p ei comuni consorziali di GonArnica con1e topico (Ineffi(acia ed inconvenostramatza, Gonnoscodina, e Simala. Stipendio nienti dell'). - Ha-Ilopeau . . . . . . L. 2300 i1ette. Scade 31 lt1glio. · Ascessi del , cervello ed affezioni au-ricolari . PARl\IA (Ospeclate Maggiore). - Co11corso per 5 Ascessi sotto·diaframn1atici del fegato (Nuovo posti di 1nedico-cl1it1rgo assistente. Stipendio L. 1860 processo per aprire ali) . - Mendes. . • con alloggio. Scade 31 lt1glio. Calcoli biliari. - Recklinghausen. . . • CANrscrr10 (Pori110). - ~Iedi co - condotto t1fficiale Cenni bibliografici . . • . . . . . sanitario, L. ·700, c nra poy·eri. Scade 31 luglio. Collegio medico di Chicago (Il nuovo) . ~IORI A.C+o (Treviso). - l\iledico-chirurgo·ostetrico. . . Concorsi e condotte • • . . . L. 2300 per la cura. d ei poveri, L. 100 pei non }lO· Digitale sulla pressione vascolare e nei car"'eri e L . 100 qt1a.le 11ffic. sanitario. Scade 31 agosto. diopatici (Sull'a zione della). - Gennari . EdenJizzazione al sublimato corrosivo nella :b,IRENZE. Società fior e11!i11,rt d';,r;ie1te. - La « So pustola maligna e nella eresipela. cietà fiorentina d'igiene » apre lln concor so con ttn Centra. . . • . • . . premio di lire 2,000, offerte dal presidente proElettropneumografo. - Bassoni . . . • fessor comm·. P. G rocco p er onorare ]a memoria Fistole intestinali (Trattamento delle). del compianto consocio e collega prof. Francesco Faure • . . . . . . . . . . • . . Colzi, per Lln libro di lett11ra d estinato agli allievi Flemmone diffuso (Le iniezioni endovenose delle classi e1ementa.ri, in cui siano svolte n ell a ma· di sublin1ato corrosivo nella cura ttel). niera meglio adatta alla loro età le pi1L essen~ iali Tasso . . . . . . . . . .. • nozioni d'igiene. Gas_tro-enteroston1ia (La). Metodi operativi. Il concorso è na~ionale. Risultati. - Mattòli . . . . . . I concorrenti dovra,nno invia.re i loro manoscritti Insufficienza surrenale acuta e le malattie se117.a farsi conoscere · perciò dovranno contrasse· infettive (L '). - Sergent . . . . gnarli con nn motto ripetuto sopra una scheda si· . . . . Iperidrosi locale (L') . gillata, che conterrà il loro nome, cognome e clo · Ipertrofia cronica della milza nella sifilide eremicilio. di tari a precoce e suo alto valore per la Il concorrente che non rispetta.sse il segr eto diagnosi di questa malattia. - Mar fan . imposto s'in tenderà decaduto dai cliritti del con. . Leucoplasia linguale. - Gaucher • corso. Litiasi biliare (Complicazione interessante Il concorso sa r~t giudicato da llna Commissione nella diagnosi della). - Hunner. . . . ili 5 membri. che sarà nominata dal Consiglio di· Micrococco del reun1a tisn10 acuto (Il). i·etti vo della Società, e che, esaminati i la,rori pre· 'i\Talker . . . • . . . . • sen tati, dovrà in llna r elazione scritta proporre Microsporidiu n1 poliedricum. - Perroncito • l'assegnazione del premio. Midollo dei colon1bi nella guarigione delle Il Consiglio clirettivo, t1dita la relazione della fratture (Nota preliminare sul). - Foù • Commissione, clelibererà il conferimento del premio. Nefrite cronica diffusa non accompagnata Nel caso ch e il con corso andasse deserto o che da albu1ninuri:i. - Elliot . . . . • • lleSSllllO aoi concorrenti fosse ritent"ttO merite'\role del premio, verrà. aperto un nuovo con corso. Nomine, promozioni, onorificenze . . In assemblea generale della Società il presidente Notizie di verse. . . . . . . . . p1·ocederà all'apertura della sch eda portante il motto Prostata (Sul processo di riparazione delle socorrispondente al manoscritto prescelto e proclaluzioni di continuo della). - Bajardi, • . merà il non1e del vincitore. Tutte le altre schecle Prostatite d'origine intestinale (La). - Nogués saranno bruciate sen za essere aperte. Rabbia (Esperienze sull:i ). - Bertarelli e Vol• IL libro premiato do"f·rà essere pubblicato a cura pino . . . . . . . . . . . . e s1)eso dell'at1tore entro ± mesi dalla designazione Rinoscleroma (Casi di - , relative culture del premio: trascorso int1tilmente questo termine, di capsula to. Influenza di esso capsulato la proprietà del lavoro passerà a.Ila Società fio· sui fenotneni di putrefazione e di idratarentina d'igiene. zione pepsica). - Lanzi . • . . Il termine utile per la presentazione dei la,rori Seborrea pi tiri asi ca del capillizio (Cura della). scacle col 31 maggio 190:1:. Siero (Ricerche praticate sul - di circa 80 I mano~c1·itti dovranno essere spediti in piego individui). - Micheli . . . . . . . raccomandato al segreta.rio degli atti della Società, Sifiloma del setto nasale (Un caso di). clott. Gusta"\-'"O Pacloa. Calamida . . . . . . . . . • • Il presidente Soluzione al 0.75 non è fisiologica (La) . • PIETRO GROUCO. Il segretario Tumori sacro-coccigei (Esan1e istologico di GUSTAYO PADO ..\.. quattro). - Giaoi . . . . . . . . .

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Roma., 1 agosto :1.i:,oa

Anno IX

.Fa•o. 40 .

DIRETTORI . PROF.

.

GUIDO BACCELLI REDATTORE

PROF.

CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VIT·TORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Bindi: Sulla cosidetta malattia d1: Pary (Albuminuria ciclica). Riviste : ,- SEMEIOTICA: Sukiewnkow : t.Anatomia topografica delle glandole l;n(atiche tracheo bronchiali e broncopolmonari. - Sacconaghi : Se e per qunli dati dobbiamo ritenere che il cosidetto << rumore presistolico >) coincide veramente con la atriosistole. - NEUROPATOLOGIA: - Bramwell : A proposito di un caso meralgia parestetica. - Grawitz: Trofoneurosi acuta di uti intero arto inferiore. - CHIRURGIA: - yantrin : Contributo allo_ studio dell'esclusione parziale dell'intestino. - Neuweiler: .Dell'uso del bottone di Miirphy nelle operazioni sull'intestino e sullo stomaco. - Lediard: Perforaz.ione della cistifellea. Cura per mez.zo della invaginaz.ione. - Accademie Società mediche, Congressi: R. ACCADEMIA DI MEDICINA DI TORINO. Osservazioni cliniche : - Bovo : Emorragia mortale per epiplocele incarcerato. Pratica professionale: CASUISTICA: - Paratifoide. - La diaz.oreaz.ione nella febbre tifoide. - 9vCortalità per tifoide nei bambini. - Fr:bbre tifoide con sei rioadute. - Statistica della cura operativa nelle perforaz.ioni intestinali della febbre tifqide. - APPUNTI DI TERAPIA: - Complicaz,ione della gravidanza con vizi cardiaci. - Le malattie di cuore come indicaz_ione alZ1interruzione artificiale della gravidanza. ·- 'N.,elle tnenorragie. ___,_ Varia. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - L e qualità essenz..iali per il successo nella professione medica. - Risposte a quesiti e a domande. - Amministrazione sanitaria. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte.

Indice alfabetico ·

-

Diritti di proprietà r i s e r v a t i

,-

LAVORI · ORI GIN ALI •

Sulla cosidetta malattia di PavJ (Albuminuria ciclica). (Osservazione clinica del dott.

FERRUCCIO BINDI).

H partito più saggio in questa difficile questione dell'albuminuria è di limitarsi per ora alla i .. accolta dei materiali, riserbando la sin· tesi a quando questa raccolta sarà CO{Jiosa e . I"enderà possibili i confronti e le conclusioni. Ripeto al principio di questa monografia le parole testuali che il prof. B1zzozERO appli· cava alla tubercolosi, in quanto a me pare che dalla l ette1·atura ancora esistente sull'ar· gomento nessuna conclusione decisa possa ora trarsi. Così pure REl\I-PICOI in una accurata monografia sulle albuminurie transitorie e per·

manenti negli uomini sani, termina dicendosi lieto se la lettura delle Slle linee potrà dare luogo a qualche ulteriore osservazione di casi così interessanti per il medico pratico. E da quanti mai -si occuparono per adesso di questo argomento sorge la deduzione che ogni sforzo di sintesi è per oggi immaturo. L'argomento è così del più alto interesse sia per l'aspetto clinico della questione, sia per le nebulosità che ancora avvolgono uno dei più importanti capitoli di fisiologia umana, il capitolo voglio dire della secrezione ur~naria. Per lungo tempo dominò in patologia il concetto che albumi· nuria fosse termine perfettamente patologico, restando così indissolubile il concetto di albu· minuria da quello di nefrite. Ma oggi appunto che l'esame delle urine è addivenuto una necessità anco nella pratica medica non ospit:l· ( 1)


1250

IL

POLIOLINICO

liera, questa equazione sembra essere discutibile, precipuamente per il fatto non infrequente di trovare emissione di quantità maggiori o mino1--i di albumina in soggetti che conservano, almeno apparentemente, tutti i segni della più imperturbata salute. Data quindi la novità del soggetto, lrt curiosità interessante che questo deter·mina, le discussioni che su di questo sono tutto1·a aperte, credo util~ ampliare la casisti ca di una osservazione clinica, cui ho po· tuto seguire per un tempo relativamente I ungo, perchè il tema merita considerazione sia sotto l'aspetto fisfo-patologico, sia sott~ l'aspetto cli• nlCO. Il meccanismo della ser.1·ezione urinaria può dirsi oggi stesso non perfettamente dimostrato. Sembra più verosimile che la teoria meccanica o di Lu:pw1G, associata a quella di BowMANN· HEIDENHAIN o secretoria, possano, completandosi vicendevolmente, avvicinarsi di più alla soluzione di ql1esto problema. Cosi Anuoco, LuCIANI, DRESER. Alla stregua di tali teorie nell'urina di soggetti normali dovrebbe mancare ogni traccia di sostanze proteiche. SEMMOLA spiegò l' àlb11minuria in genere ammettendo il concetto di una albumina eterogenea., di difficile assimilazione, e di cui si rendeva perciò necessaria l'eliminazione come di una sostanza non adatta al protoplasma organico. RoSENBACH spiegherebbe l'albuminuria coll'ammettere che le albumine legate indissolt1bilmente al sangue normale possano rompere i loro legami colla compagine ematica, ecl essere cosl respinte come prodotti per l'organismo i11utili o nocivi. Così intanto da tutte l e teorie, da tutte le osservazioni che r endevano il concetto della albuminuria non indissolubilmente legato al concetto di nefrite, sorgeva una nuova formola morbosa p er opera del P A VY che appunto illustrava i oasi così detti di albumint1ria fisiologica. Quando è appunto che una albuminuria può esse1·e considerata come fisiologica '/ Mentre costituisce un dato di fatto ammesso dalla maggior pa1·te dei fisiologi che n elle orine di individui sani l'albumina non dovrebbe esser e riscontrata, l'affermazione che l'albuminuria possa esser· semp1·e con siderata co me un feno( 2)

(ANNO IX, F ASC. 40 j

meno morboso è troppo spinta (LUCIANI). Così LEUBE per il primo dimostrò che l'album in uria può riscontrarsi in individui perfettamente sani : KuEHNE pure constatò tracce di albumina nell 'orina _d i persone sanissime. SENATOR, movendo oltre, stabilì i termini di questa albuminu1·ia fisiologica, nella quale la quantità di albumina dovrebbe esser· tenue, 1/2 per mille, i caratteri dell'orina normali, i cilindri assenti, la durata transitoria, l'età dei soggetti poco avanzata. DRESER ammette che possa aversi albuminuria fisiologica, sia al seguito di affaticamen ti, sia come una forma speciale ciclica intermittente della pubertà, sia per effetto di cibi speciali, sia per disturbi vasomotori, che per bagni freddi. FUMAROLA vide prodursi l'albuminuria sotto l'influenza del lavoro. muscolare, delle lunghe passeggiate sportive sia in bicicletta sia a piedi dopo l'uso del latte, dopo impressioni morali. Che · talora anco un movimento muscolare mi. nimo possa essere sufficiente a determinare l'albuminuria viene pro,rato dalla osservazione che tutti riportano del caso ~lA.RCACCI il quale riscontrava in sè stesso l'albumina dopo il semplice movimento rotatorio di un arto per 10 minuti. V ALENSI osservò l~ albuminuria talora sem· plice, talora accompagnata da cilindruria per cause psichiche in individui infortuniati sul lavoro, in studenti nel periodo degli esami, in operandi, ed attribuisce all'influenza del sim· patico o del vago la produzione del fenomeno. Col nome di alhrtminuria transitoria ematogena (BAMBERGER·POSNER·HAWKINS) si indicano quei casi di albuminuria dovuti ad un accumulo abnorme dei proteici nel sangue, o per eccesso di alimentazione azotata o per riassorbimento dei medesimi p er sospensione della secrezione lattea. · ScHREIBER notò la comparsa dell'albumina per brevi e moderate compressioni esercitate sul torace ; STIRLING in giovanetti che suo· navano istrumenti a fiato , per il prodursi in simili casi ristagni del piccolo circolo e delle vene renali. Fu pure notata albuminuria come conseguenza di manovre di massaggio, di fri· I

I


(AN.No IX, FAsc. 40J

SEZIONE

zioni cutanee, di applicazioni elettriche. Anco clal lato della qualità di albumina che nei > casi di albuniintuia fisiologica ve1·rebbe a ri· scontrarsi è tuttora aperto il campo alla discussione. Mentre da una parte i più ritengono che l'albuminuria fisiologica non può essere costituita che dalla siero-albumina, altri la riferiscono alla nucleo-albumina. FINET nelle orine di soldati di cavalleria trovò la globulina al mattino, alla sera la siero-albt1mina. FLENSBURG troYò, che di 100 p ersone che avanti il bagno non erano albl1minuriche, dopo il bagno 16 presentavano la nucleo-albumina. MALFATTI e LOEBISCH ritongono l'albuminuria fisiologica una vera nucleo-albuminuria, indipendente così dalla funzione ~lomerulare e semplicemente legata ad un consumo ahi· tuale delle cellule dell'epitelio degli organiuropoietici. che m ent1·e in alc11ne N OORDEN pure osservò . urine si trovano l e albumine del siero, veri derivati dal plasma sanguigno, in altre riscontrasi la nucleo-albumina come equivalente di un processo di sfaldamento delle vie renali. La nucleo-albumina non difficilmente è il re· perto di molte orine normali e viene ritenuto che costit11isca appunto il corpo albuminoso della così detta albuminuria fisiologica, esprimendo così uno stato di sfaldam~nto e di irritazione della vie renali (MY A). STOKVIS ritiene pure che le così dette albt1minurie fisiologiche sieno nèlla maggior parte dei ca.si albuminurie extrarenali. T.A.LBOT J ONES nega affatto l'esistenza delle albuminurie fisiologiche, di cui anco il MYA dubita, in quanto esso fa osservare che l'avere riscontrato quantità di albumina in soggetti esposti a fatiche, in soldati dopo lunghe marcie, equivalga ad avere ottenuto un i·eperto tale dopo cause che possono di per sè stesse considerarsi come morbose. Fatti p e1·ò indubbi provano ch e l 'albumina del siero, la siero-globulina e la siero-albumina possono i·ealmente trovarsi in molte orine di soggetti che di tale eliminazione non risentono effetti nocivi, indipenclentemente da quelle f orme di albumine d'origine extrarenale (nucleo- albumin11ria) e

PRATICA

1251

per questi casi la denominazione di nzalattia del Pavg è per me più giustificata del termine di albuminuria fisiologica in q uan tò mantiene il fenomeno nei limiti della patologia , essendo fino ad oggi tutt'altro che dimostrato che il fenomeno sia r ealmente fisiologico. Sulle cause e sulle form e di tali albuminurie pure, la discussione è oggidì ammessa. Ho già citato che si videro albuminurie fisiologich e, per affaticamento, per emozioni, per l'uso di cibi speciali, ecc.; aggiungerò che fu studiata ed osservata la produzione di questo fenomeno in rapporto alla stazione eretta, creando una sotto classe di malattia del Pavy, la così detta albuminuria ortostatica, nel mentre si nota,ra in generale un certo pe1·iodo ciclico n ella pre· senza dell'albumina. .. MENGE notò una albuminuria t1--ansitoria dopo la semplice palpazione di un r ene mo· bile in 20 soggetti che avanti l 'esame non mostravano nulla nelle orine. FUMAROLA l'osservò dopo l'ingestione di uova cr11de, come sperimentò su sè stesso Cl. BER· NARD, il quale però morì brighti('o. D'altra parte non mancano osservazioni di casi nei quali l' albuminuria si sarebbe dileguata dietro certe cause appt1nto che vengono clesignate come favorevoli alla sua man ifestazione. Così SENATOR trovò la scomparsa della albumina in soggetti che si dedicavano a fatiche sportive gravi. FoRREST su soldati inglesi riscontrati albt1.i minurici avanti una marcia di 20 miglia, trovò nei meclesimi dopo compiuto il cammino una diminuzione nella percentuale dell'albumina. Sulla interpretazione della produzione dell'aJ.. buminuria le opinioni pure sono varie. Ho già citato i dubbi di taluni a11tori sulla esistenza o no di queste albuminurie fi siologiche: citerò ora. i vari criteri di interpretazione pe1· avviarmi alla critica del mio caso. LECORCJ;IÉ e TALA~roN credono a cl llna in· fiammazione renale, anco limitata, e resa evidente da cause speciali, quali l a fatica, l 'emozione, i patemi d'animo, ecc. Il MY.A, pur ritenendo che nelle osservazioni pratiche si sia trattato di varie sostanze alb11minose, a genesi varia quindi, non esclude ' 3l


1252

IL

POLICLINICO

l'intervento di fattori patologici (fatica) nella produzione della albuminuria. GRISWOLD considera i soggetti albuminu· rici per effetto della digestione, come nefri· tici latenti ; nelle forme così dette di albumiJ!lUl'le famigliari è stata notata un'eredità b1·ightica, gottosa, o nervosa o neuro-artritica, e negli affetti i fenomeni della clorosi e della • anemia. LEUBE crede ad una anomalia congenita nel rivestimento epiteliale dei glomeruli, consistente in una aumentata porosità che per· metta il passaggio dell'albumina.

N OORDEN ammette una differenza nella co stituzione chimica dell'alb11mina, la quale agirebbe da sostanza estranea che dovrebbe essere così eliminata, non escludendo che possa trattarsi di una malattia del ricambio di natura non ben definita (albumin~ria discra-

sica). TEISSIER ritiene addirittura le albuminurie cicliche come nzantfestazioni giovanili dell'ar·

t1·i'tismo. RALFE le riferisce ad una distruzione esa• gerata di corpuscoli rossi analogamente alle forme di e1noglobinu1·ia pa1·ossistica atte-

nuata.

···

MYA ammette per tal11ni casi delle glome· r11liti parziali, risultato di malattie pregresse, di cui la dimostrazione anatomica fu pure foT·nita dal MARCHIAF.A.VA. . SToKVIS ritiene che le albuminurie legate a . disordini digestivi sieno in relazione cogli acido·so.tfo-coniugati o sostanze da questi pro· dotte (fenolo-indolo) al pari delle albuminurie così dettE:\ epatiche dal TEISSIER, e rapporterebbe quelle derivate da surmenage fisico ai prodotti tossici del ricambio materiale dovuti all'affaticamento. Nelle forme così dette di albuminuria or· tostatica MICHELI e GIORDANENGO ritengono trattarsi di un disturbo circolatorio intermittente, o dovuto a stasi, ovvero a di'st11rbi vaso-motorii, agenti sui reni suscettibili o per malattie pregresse o per fatti di neuro-artri· tismo. TEISSIER i~iporta questi casi a varie in· fluenze co1zgesfive cioè cata1·rali e ltervose,

LA.NN o IX, F ASC. ·401

rappresentate dal fatto che nelle epoche me-_ struali l'albuminuria si rende più intensa, che· tra.cce di nucleo-albumina sono facilmente dimostrabili per la presenza di mueo nelle orine, cp.e infine l'elemento nervoso è facile a riscontrarsi in quasi tutti i soggetti. MERKLEN rapporta le forme ortostatiche a innervazione vaso-motoria deficente, chiamandole affezioni di crescenza, tenendo conto del fatto ehe precipuamente i giovani offrono tali disturbi. ÀCHARD e WIDAL, riferendo su un caso di albuminuria ortostatica in un soggetto di 12 anni, imm.une da stigmate nev1-opatiche e da disturbi vaso-motorii delle estremità, rigetta la teoria nervosa e riannoda. la ma· latti a ad ·una infezione pregressa all'età di 6 anni, ammettendo il concetto della nefrite parziale. MERKLl'JN PIERRE invece non ritiene che qùesta forma possa riannodarsi a una pregressa malattia infettiva, ma opina invece che -possa esprimere uno stato di atonia cir· colatoria che per la stazione eretta si esageri fino a provocare una distrofia dell'epitelio glomerulare. . CHARRIN ·riferisce questi casi ad un au· mento· della pressione sanguigna., e ad un di· sturbo chimico della nutrizione degli epiteli glomerulari. CURcoux e LE NOIR analizzando un caso di albuminuria ortostatica in un soggetto di . 16 anni, affetto a 6 anni dalla scarlattin::t, i~itengono il fenomeno l~gato ad una altera~ zione renale,..- appoggiandosi anche al fatto del ritardo nella eliminazione del bleu di metilene. DE DomN~CIS rapporta certe forme di al· buminurie ad uno stato tossicoemico del sang11e per veleni che si formano nel tubo aigerente. Esposte così le principali opinioni su questo . argoment<?, ancora molto controverso, eccomi alla descrizione -del mio caso. Signorina N ... F ... , anni 18 (Grosseto). Fin dagli ultimi del 1900 cominciò ad avvertire dolori alla testa, precipuamente alla regione front.ale e talora vide prodursi il vomito che succeeffiivamente si presentò con una certa


'ANNO

IX,

FASO.

40]

SEZIONE PRA.TIO.A.

regolarità solamente in rapporto ai periodi 1nestruali. Nel febbraio 1902, sempre perdurando la . cefalea e talora il vomito all'epoca mestruale, 1·imanendo però soddisfacenti le condizioni ~enerali della malata, si manifestò prima al <piede destro, successivamente ·al sinistro, t1n edema mediocre : assunse allora un colorito pallido, si fece melanconica, si alterò nel carattere, divenne più nervosa, avea talora ten· denza al pianto. Ciononostante non avvertiva fatti di spossatezza, e non accusando dolore alc1tno alle l'eni poteva lavorar9 e camminare a lungo senza risentirne i fenomeni della stanchezza. Nel marzo 1902 gli edemi accennando ad aumentare, si decise a consultare un medico, il quale diagnosticando una nefrite presérisse · l1na dieta lattea, ma non I'Ì poso : anzi du1·ante questo periodo di cura dietetica rigo- · i·osa) durato per cinque mesi, compieva fre· (1uenten1ente passeggiate 111nghe anco 12-14 chilometri) senza risentirne effetti molesti. Durante q11esto periodo dì cura nel quale 'reni,.. ano son1ministrati 1 1/2·3 litri di latte a.l giorno, uova e biscotti, l'albumina non accennò a diminuire, gli edemi però scemarono, le forze I'iu1asero sostenute. Nel luglio successivo, sempre persistendo i fenomeni alb11mint1rici, le ft1rono consigliate le iniezioni di ferro, che però non eseguì i)ron tan1ente. Nel settembre fu veduta da un secondo medico il quale le prescrisse nuovan1ente le iniezioni rli ferro che praticò in numero di 34: dubitò questi di una vera forma flogistica renale, orclinò il i·iposo e prescrisse il latte con carni di pollo e verdure. In questo momento gli eclemi e1'ano lievisf'imi, avea però l'aspetto un po' pallido, ma l1enissimo reggeva la fatica, la marcia, essendo :tppassionata e forte camminatrice: il carattere era gaio. Al seguito delle iniezioni di ferro, del moto più regolato e della dietetica orclinatale, l 'al· bun1ina diminuì, tanto che riferisce che nel novembre non se ne trovava più affatto. Durante tutto questo periodo le mestruazioni ft1rono regolari. In dicembre riprese il suo solito cibo, aumentò il moto, non vide ri!lrodursi più gli edemi, ma le mestruazioni si fecero dolorose nuovamente e si accompagnarono ai vomiti. Nel gennaio 1903, fu veduta per la prima volta da me, ed essendo la signo1'ina colta ed intelligente, seppe farmi un'accurata descrizione dei suoi disturbi passati. L'aspetto della malata e1·a allora assai buon9; il colorito del 'rolto leggermente pallido, vivace l'espressione della faccia., le congiuntive debolmente anemiche e oosì le altre mucose esterne visibili: il carattere e l'umore gaio ; non esiste· vano affatto nè edèmi agli arti e neppure alla faccia: compieva. le sue attribuzioni in

1253

casa, faceva lezione, camminava fortemente, non av,rertiva i fenomeni della stanchezza. L'appetito ottimo, il sonno regolare. Desiderando però saggiare le sue condizioni dei reni, mi invitò a praticare l'esame delle sue orine, nelle quali notai una ragguardevole quantità di albumina. Non feci nessuna speciale restrizione di cibo, solo raccomandai in prevalenza l'alimentazione azo· tata, il moto moderato, l'applicazione mentale non esagerata e prescrissi l1na cura tonica colle iniezioni f erro-stricno-arsenicalj. Da quell'epoca alla presente esaminai le orine non meno di una volta la settimana ed in certi periodi, come verrò fra poco notando, l'esame fu praticato anco 3 e 4 volte al giorno. Al seguito ilelle iniezioni, dopo pochi dì notai una diminuzione notevole nella quantità dell'albumina; ma no~ una scomparsa definitiva: questa dovei notarla in seguito, ma per una sol volta, in quanto gli esami successivi mi mostrarono o delle tracce o delle quantità di alb11mina discrete. Avevo così ben constatato che sotto l'inflt1enza di una cura tonica l'albumina diminuiva fino a scomparire affatto, ma che con tutta facilità. si ripresentava. A titolo di prova feci sospendere le iniezioni, consigliai un moto limitato e vidi così la qua.ntità di albumina i·esiduarsi a t1'acce insensibili: un giorno però nel ripetere l'esame trovai quantità più forte di albumina, doman· ilai subito se aveva avuto un affaticamento intellettuale fisico od emottivo e seppi così che il giorno precedente aveva fatto una passeggiata di circa 1:3 chilometri: le condizioni generali della malata erano però eccellenti. A.vevo ·così constatato che l' influenza · del moto esagerato portava aò un aumento nella percentuale di albumina; volli, dietro questo reperto, studiare altre influenze sulla p1·oduzione del fenomeno, come verrò qui appresso esponendo con maggio1·e dettaglio . .A.vevo però precedentemente notato che dietro impressioni emotive la quantità cli albumina tendeva pure ad aumentare. Studiai poi l'influenza delle varie ore del giorno, tenendo conto della stazione eretta, della qualità dei cibi, delle ricorrenze me-

s~ruali.

Gli esami vennero praticati 3 o 4 volte al giorno, servendosi del metodo dell'ebt1llizione con acido acetico, a partire dal giorno successivo al termine di un periodo mestruale e furono ripetuti sistematicamente per 14 giorni coi risultati che esporrò qui appresso. La quantità media delle orine .fu gior~al­ mente di circa 1200 eme.: la reazione acida: il peso spec.ifico 1013: rare volte offrivano presenza di u1·ati. 6 maggio 1903, ore 8. Discreta q11antità di albu· mina. Ore 11. Nessun intorbidamento. Ore 17. Scarsa quantità. •

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IL POLICLINICO

7 maggio 1903, ore 8. Identica quantità. La sera antecedente ha fatto moto. 01·e 11. N essnn intorbidamento. Ha fatto 2 ore di l ezione. Ore 17. Scarsa quantità, minore che al mattino. 8 maggio 1903, ore 8. Idem. Ore 11. Lievissimo intorbidam ento. Ore 17. Nessun intorbidamento. 9 maggio 1903, ore 8. l\'Iinore quantità. La sera ha mangiato della frittata con car ciofi, una minestra con bt1rro, un'acciuga con bt1rro e mezzo arancio. Ore 11. l\iiaggiore intorbidamento d el giorno pre· cedente, ma minore del mattino. 2 ore di lezione. Mang ia pasta in brodo e lesso, un uovo a b ere, carciofi lessi. Ore 17. Scarso intorbidamento. La sera passeg· giò un'ora, cen ò con minestra in brodo, carne ar· rostita, ar ancio.

Allo scopo di st11diare se l a digestione po· teva o no influire sulla quantità dell'albumina, pratico l 'esame anco due ore dopo il pasto e raccolgo i segt1enti dati: 10 maggio 1903, ore 8. S carsa quantità. Ore 11. Nulla. lVIangia minestra in brodo, carne arrostita, caffè. Ore 14. Come al mattino. Ore 17. Quantità tenuissima. 11 maggio 1903, ore 8. Quantità maggiore d ella sera precedente, in cui fece una passeggiata di un' ora e mangiò più del solito. Ore 11. Intorbidamento tenue. Ore 14. Intorbidamento lieve. Ore 17. Come al mattino.

In questo giorno propongo di sperimentare nuovamente le iniezioni ferro-stri cno-arseni· cali e studio in rapporto al rimedio la pro· duzione del fenomeno, praticando l'esame delle orine p er 3 volte durante la giornata. 12 maggio 1903, ore 8. S carsi fioc chi (prima ha fatto un bagno caldo). Ore 11. Nulla. Ore 17... . Fiocchi più scarsi che al mattino. 13 maggio 1903, ore 8. Fiocchi più scarsi ancora. Ore 11. Nulla. Ore 17. Fiocchi più sr.arsi che al mattino seb· bene sia stata dalle ore 16 alle 17 in piedi a lavorare: dopo passeggio per un'ora. 14 maggio 1903, ore 8. Fiocchi scarsi. Ore 11. Nulla. • Ore 17. Intorbidamento, sta molto in piedi sulla sera e _p asseggia un'ora. 15 maggio 1903, ore 8. Lieve intorbidamento. Ore 11. Nulla. Ore 17. Ilieve accenno ad intorbidamento.

Si riprendono gli esami il 22 maggio per studiare l'inf uenza del period 1 premestruale. Eccone i risultati: 22 maggio 1903, ore 8. Piccole tracce. Ore 12. Vi era un lieve aumento. Ore 17. Aumenta ancora. 23 maggio 1903, ore 8. Nulla. Ore 12. Poca. Ore 17. Di più. È stata molto in piedi. 24 maggio 1903, ore 8. Poca, ha fatto il bagno caldo. Ore 12. Poca. Ore 17. Di piii. l 6)

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25 maggio 1903, ore 8. Poca. Ore 12. Nulla. Ore 17. Poca.

N el periodo premestruale sembra che l'albuminuria abbia assunto il carattere delle forme 01·tostatiche, essen.dosi invertito il fe· nomeno precetlentemente riscontrato della quantità, cioè, maggiore al inattino che alla sera: però è certo che non può considerarsi come un caso tipico di albuminuria ortostatica, perchè i rapporti colla stazione eretta non sono troppo netti e sopratutto troppo fugaci. Sembra però che in certi periodi anco la stazione eretta influisca sulla manifestazione del fenomeno. Anco in questo periodo però l'albuminuria fu mino1·e sotto l'influenza della cura tonica ipodermica. Ecco quindi un caso di albuminuria che segue speciali oscillazioni, che raggiunge pro· porzioni disc1·ete e che tende a durare per lungo tempo, lasciando le condizioni generali del soggetto in stato assai buono, tanto che se l' esame delle orine non avesse avvertito il fenomeno, la malata probabilmente non ~e ne sarebbe affatto accorta. - Si tratta qt1indi di una di quelle forme così dette di albumi· nurie cicliche pe1· il presentarsi con maggiore evidenza a p eriodi determinati~ oscillando la quantità di albumina per i rapporti collegati a cause le più sva1·iate e talora anco inapprezzabili. Non potrebbe unirsi al gruppo di quelle forme di albuminurie ortostatiche, . di cui già la letteratura possiede vari esempi, perchè se la stazione eretta procluce albumi· nuria, a ciò concorrono altre cause, quali l'a.ffaticamento mentale, fisico, emotivo, ecc. È pure fuori dubbio che in questo caso non può assolutamente dubitarsi di una forma di albuminuria d'origine extrarenal e, irt quanto l'esame microscopico delle orine non mostrò mai elementi corpuscolari dell'apparecchio uro-genitale; non si trattava quindi di una nucleo-albuminuria, ma di una forma di siero· albuminuria propriamente detta. Che quincli esistano albuminu1·ie che non producano gravi risentimenti nell'organismo e ch e abbiano un'origine puramente 1·enale non credo che più si possa dubitare: e già ho accennato che se qualche auto1·e dubita di ciò, l'accordo fra la maggior parte degli osservatori è com· pleto. Si potrebbe obbiettarmi n el caso pre· cedente che la presenza degli edemi non de·


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SEZIONE

PRATICA

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ponga in favore del morbo di Pavy, ma sibbene generale cioè venne osservato: assenza di al· di una forma di nefrite vera e propria: ma bumina al mattino, all'alzarsi dal letto si ebbe non credo che l'obbiezione possa aver un serio '1a manifestazione iniziale del fenomeno dalle valore in quanto ho n otato che al principio ore 10 alle 11, il maximum dopo le ore 12 e dei fenomeni morbosi dalla malata avvertiti la declinazione graduale nelle ore susseguenti esisteva · uno stato ·ii cloro-anemia, di cui fino alla scomparsa sulla sera inoltrata~ Nella t1·acce minime permangono ancora, che può mia osservazione si avrebbe avuto prevalen· benissimo avere avuto un'eco sull'endotelio temente un maximl1m al mattino, un minimt11u vasale, e cosl ammesso il concetto di lln'ori· alla sera, un medium e talora anco un nullum gin.e glome1·ulare dell'albuminuria, possono nelle ore medie del giorno. Sarebbe così da 1..itenersi come primitive le lesioni dei vasi giudicarsi come un caso di albuminuria ciclica glomerulari, e come secondarie quelle dei di· e non già come una vera forma ortostatica. stretti capillari della pelle o membrane sie· Di più risulta che l'influenza del pasto non rose. Data ancora la reazione acida dell'11rina si esercitò in modo molto manife_sto: si notò, nel caso in esame, io non notai mai nel se· è vero, verso le ore 14 una quantità di albudimento urinario forme speciali di cilindri, mina scarsa quando alle 11 non, ne esisteva quantunqt1e la loro presenza al pari dell'al· affatto o ne esisteva in scarsa quantità, ma bnmina, cui così frequentemente si accompa· questo ricomparire dell'albuminuria a qt1ell'ora, gnano, possa indicare anco solo una alte- può benissimo essere considerato come un ef· razione funzionale dei reni: ed inf~tti le fetto del ciclo, in quanto dopo poco tempo, alle esperienze di PosNER, W EISSBERGER, PERLS, ore 17 cioè, la quantità di albumina cresceva VoRHOVE, ToRoK, P oLLACK, eseguite appli- ancora. cando per var j e ore un laccio sulla vena Oscillazioni di incerto valore si produssero renale, diedero produzione di cilindri omogenei in rapporto al vario genere di cibo: se in gedentro i tuboli i·enali, senza che microscopi· nerale il cibo fu ~empre leggero e r·iccamente camen te ne risulta&se un'alterazione nello azotato, talvolta fu ancora più grossola110 epitelio dei tuboli . . senza che da questa differenza ne derivasse un resultato variante per quanto concerneva A taluni osservatori lJOi fu dato riscontrare nelle albuminurie cicliche, i cilindri urinosi, l'eliminazione dell'albumina. Ciò che invece che non assumono così (SENATOR) il valore di sembra avere influito particola1'mente sul fe· nomeno si è stato il con.cotto terapeutico, la un segno patognomonico di nefrite . . Analizzando le tavole poco sopra annesse, cura tonica colle iniezioni ferro- stricno-arse· i·isultano vari fatti degni d'osserva21ione : in nicali, sotto la cui influenza è scomparsa la pri1na abbiamo veduto come costantemente la quantità di albumina, pUI' conservando però quantità di albumina nel nostro caso fosse immutato il suo ciclo durante la sua attenua• maggiore al mattino, subito dopo l'abbandono ZlOn~. Questo fenomeno, che risulta già evidente del letto, dopo il riposo prolungato e tranquillo della notte: di più, come diminuisse e dopo ·poche iniezioni, era stato già da me Il.O· talvolta pure cessasse del tutto dalle ore 11 tato fin dal pr·imo momento che io vidi la alle 12 per ricominciare dopo pran.210 con tm malata, cui consigliai la istessa cura dalla minimum e raggiungere un medit1m verso le quale prontamente ottenni diminuzione della percentuale di albumina e talora per·fino la 17 circa. Questo fenomeno fn quasi costante: il pe· scomparsa. Rimane quindi il nodo più difficile in quei·iodo ciclico fu quindi evidente, colla differenza però che il ciclo notato nell'apparizione sta questione, lo stabilire cioè il meccanismo dell'albumina in questo caso fu del tutto dis· patogenetico di questa albuminuria a manifesimile a q t1ello più comunemente riscontrato stazione ciclica. È al glomert1lo di Malpighi che, io cr edo, nelle osservazioni dai vari at1tori riferite. In

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IL POLICLINICO

bisogna ricondurci per tentare almeno di fare un poco di luce su questo oscuro per quanto interessante argomento. Ammettemmo fin da principio che il meccanismo della secrezione orinosa doveva essere inte1·pretrato coll'aiuto clella teoria della secrezione e della filtrazione, giusta l'opinione di una buona parte dei fi· siologi. Oltre la pressione del sangue dentro il glo· merulo dobbiamo altresì consiçlerare un altro elemento fisico, voglio dire la velocità stessa del sangue nel glomerulo medesimo, velocità da cui dipende la quantità dei materiali secreti non sòlo, ma ancora quella dell'ossigeno di cui abbisognano le cellule secretrici per la loro funzione. In base· a questo concetto è stata spiegata la. produzione dell'albuminuria temporanea colla soffocazione, colla stricnizzazione, colla passeggera ottu1~azione del cuore destro (OVERBEOK). Dato inoltre ohe l'arteria renale possiede un volume spro1Jo1·zionatamente grande in rapporto al volume dell'organo c11i è destinata, dato ancora che esiste una gran differenza di pressione fra il sangue dell'arteria che proviene clirettamente dall'ao1·ta ove la pressione è alta, e quello della vena emulgente assai piccola, }Jel' sboccare direttamente nella cava, ove la pressione .è a zero, data la vicinanza del torace, ne cleriva che nel rene abbiamo tre condizioni particolari e cioè una velocità circolator"ia grandissinta, una abbondanza di sangzle cir·colante maggiore che negli altri organi, una g1·ande quantità quine/i di ossigeno che i globuli rossi trasportano attraverso agli epiteli renali. Qualunque cal1sa quindi, o chimica, o meccanica, o tossica, che i.)ossa influire su ciascuno di q Ltesti fattori, induce negli elementi cellulaTi del rene una alterazione, un perturbamento nella loro ntl· trizione. E tali mo cìifi cazioni ripercuotentisi nell'epitelio glomerulare possono benissimo causare il passaggio nel rene di materiali propri ed esclusivi del plasma sanguigno. Alla stregua di tali cognizioni possono così essere spiegate le albnminurié provocate da sostanze patologiche (acetone) (ÀLBERTONI) e quelle de· 1·ivate clalla eliminazione esagerata dei pro· dotti del ricambio (urea), creatinina, come (8)

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pure le albuminurie riscontrate dopo lauti pranzi, dopo affaticamento muscolare. Così in tutte quelle speciali condizioni che producono ischemia arteriosa, o stasi venosa, è possibile il determinarsi dell'albuminuria, in quanto per l'un meccanismo o per l'altro viene ad essere sempre parimenti lesa la nutrizione dell'epitelio e dell'endotelio glomernlare. Secondo SToKvrs le albuminurie cicliche, che unisce alle ortostatiche, perchè, secondo esso, il ciclo non ritorna che nella stazione eretta, rientrerebbero- nel quadro delle albuminurie cardiache, essendo possibile, secondo l'autore, riscontrare nei soggetti in discorso lln elemento cardia.co, quale la dilatazione del. cuore" la frequenza ·del polso, uno stato c1'a.nemia, sp~sso associati acl intossicazioni o ad inf ezioni pregresse. .OH.AB.RIN collega la albuminurie ortostatiche ad un fattore fisico, all'aumento cioè della pressione sanguigna, e a tl uno chimico, dato da t1n distt1rbo nella nutrizione dei tessuti, così facile a ,~erifi carsi nei giovani soggetti~ che costituiscono il mate1·iale comune di queste osservazioni. LE NOIR su 2± osservazioni di albuminltria ortostatica trovò sempre un elemento capace di influire sulla· nt1trizione degli epit~li renali, riscon tranc1o nei 'Tari soggetti o stati gastret· tasici o congestivi del fegato, influenti così sull~t pressione P velocità e quantità di sangue ciecolante dentro i glomeruli. Con eguale concetto ~ possibile spiegare anco i casi di albuminuria famigliare, ritenendo possibile la procluzione in soggetti appartenenti ad una istessa famiglia di (\ause costituzionali, fisiche o chi· mico-biologiche identiche. L'influenza delle modificazioni della corrente sanguigna, sia per chimismo proprio del sangue, sia per variazioni del calibro dei vasi per azioni vasomotorie è nella produzione del fenomeno albu' ' certamente. del più alto , .. alore, tanto minuria, che fu talora notato coincidere col fenomeno stesso altri disturbi vaso-motori, quali cianosi delle estremità ed abbassamento della press ione arteriosa. Credo quindi che il meccanismo di produzione cli queste albuminurie renali dipenda da


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SEZIONE PRATICA

fatti che succedono nel glomerulo, e che ripercuotono la loro influenza sulla nutriziorie <legli elementi glomeralari stessi, e ripeto così col MYA che il meccanismo patoge11etico del· l'albuminuria è sempre identico, sia che si tratti di forme nefritiche dichiarate, o di queste così dette albuminurie cicliche, e risiede in una lesione degli elementi glomerulari. Ora si avrà una lesione anatomica dimostrabile microscopicamente, ora questa mancherà e ne avremo solo la dimostrazjone f11nzionale, ne ""'"edremo solo gli effetti. Le forme q11indi di albt1minuria fisiologica dovrebbe1~0 essere interpretate come il primum movens di un processo patologico, e pe1, qaesta concezione influisce g1·andemente il soggetto, lo stato suo di suscettibilità organica maggiore o mino1,e a i,isentire di cause minime che s fuggono all'osservazione, o che IJer essere molteplici non possono facilmente venire class ificate ed ordinate. Le albuminurie così dette fisiologiche sono proprie della gioventù, e nell' intensità dei p1·ocessi biochimici che in quest'epoca della . vita si svolgono, possiamo .anco vedere un qualche cosa di patologico in certi clete1,minati casi. Forse l'adattamento a questa specie di irregola1"ità del ricambio, il fatto della vigorìa propria della giovinezza, fa sì che lo stato generale dei soggetti si man·t.enga talmente buono da giustificare il termine. di albumin1trie fisiologiche, a questi processi che si scostano re~ilmente dalle i·egole della fisiologia. Come spiegare il ciclo nel caso mio ? Generalmente il fenomeno dell'andamento ciclico delle forme ortostatiche fu spiegato per i i·ap· porti colla stazione eretta (STIRLING), ma la spiegazione non riesce neppure in questi casi -esatta in quanto non si comprende1·ebbe perchè • il fenomeno sia minore nelle ore serali, quando -0ioè questa influenza ha · agito per lung<) periodo di tempo. Più strana e più difficile a comprendersi i·imane la mia osservazione in quanto presenta un andamento ciclico in massima differente da quello notato da altri osservatori. N ~l mio -0aso l'influenza del riposo, della posi~ione Qrizzontale, del sonno, aumenta l'albumina, la

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quale raggiunge così il suo massimo alle o.re 8 del mattino. Riferendomi a possibili disturbi cir colatori nutritivi e funzionali del glome1.. ulo, io ritengo probabile che sia causa del fenomeno la dimtnuzion~ di pressione che la posizione orizzontale stabilisce per legge sui reni, e che sotto questa diminuzione di pressione e quindi di velocità e di circolazione di ossigeno negli elementi epiteliali ed endoteliali del glomerulo, si produca uno stato di permeabilità facile nelle cell11le medesime, tale da permettere il passaggio dell'albumj.na dal plasma sanguigno. Si comprende come prima condizione, per il prodursi del fenomeno, sia appunto una suscettibilità tutta speciale del soggetto a reagire a cause m~nime e sen~a effetto in altri. Veramente EDEL riferisce l'assenza dell'al· bumina nelle ore del mattino, n ei casi di albuminuria ciclica, alla posizione orizzontale, che esso dice agirebbe come dim·etica, facili- · tando la co1·rente sanguigna : ma prove di fisiologia dimostrano che nei capillari dello intestino, dei glomeruli dei reni, ed est1·em.ità .. inferiori la pressione in posizione eretta è maggiore. che altrove, ora per ragioni anatomiche, ora pe1, influenze idrosttttiche (LANDors). Verificata cos1 albuminuria ragguardevole dopo il riposo in letto, pe1.. questa diminuzione di velocità, di pressione e di ossigeno circolante, quindi, può spiegarsi la scomparsa o la grande diminuzione dell'albumina per effetto del circolo più attivo che si stabilisce du1·ante il mattino e la sua accentuazione dt1rante la se1·a per influenze che ciclicamente ·si manifestano sul rene quali effetti di azioni vasomotorie il cui risultato si rende·manifesto con la ripercussione sull'epitelio glome1·ulare. Nel 3aso mio in esttme si aveva intanto di già un fattore morboso, uno stato cioè di cloroanemia, che di pe1· sè stesso agisc~ diminuendo la pressione sanguigna. Credo pure che l'elemento mo1·boso non sia mai mancato in tutti i casi di albuminurie fisiologiche descritte, e ritengo che se fosse possibile in ognuno di questi casi di saggiare t11tte le funzioni orga· niche colla istessa facilità colla quale dalla • orina si . può rilevare una quantità anco pie\ 9J


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IL POLIOLINICO

cola di albumina, noi ·a vremmo sempre in ogni caso un qualche fattore patologico da considerare. Non tenendo conto delle dottrine già citate di 8EMMOLA e di RosENBACH, perchè non dimostrate, io concludo ritenendo :

-

I. Che vi sieno delle forme di albumi· nlITia così dette fisiologiche d'origine ·pura· mente renale. II. Ohe nel caso da me notato l'albuminuria aveva indubbiamente origine glomerulare, per la mancanza di lesioni che potessero portare a disfacimento epiteliale del rene, ad aumento di muco delle vie orinarie, per l'assenza di elementi morfologici nel sedimento cl elle orine. III. Che causa determinante questa forma sia stata la cloro-anemia, sebbene lievissima, cotne agente modificatore clella p1·essione san· guigna. IV. Che speciali azioni vaso-piotorie, i·i· petentisi ciclicamente per cause poco apprezzabili, abbiano dete~·minato il ciclo del fenomeno. V. Ohe a prodù.rre queste forme albuminuriche, che non inducono effetti dannosi nell'organismo, sia necessaria una speciale recet· tività del soggetto, rappresentata per così dire da inettitudine degli epiteli glomerulari, da uno stato cioè speciale di porosità o atonia di questi elementi cellulari. VI. Che nel caso mio particolare l'influenza della cura tonica ha agito favorevolmente come modificatrice degli scambi chimici dei tessuti e della pressione del sangue. VII. Ohe l'albuminuria, nel caso in esame, offrì rappo1·ti poco e'tidenti colla stazione eretta,' diretti coll'affaticamento fisico o men· tale. VIII. Che un attento esame s'\rela sempre una qualche affezione morbosa, o pregressa o tutto1·a in atto, sia pure insignificante, ma tale da doversi considerare come ~ausa della albuminuria in soggetti che godono di una i·eoettività organica speciale. IX. Ohe caratte1·e di queste forme è la transitorietà, 1 intermitte1Lza. X. Che nel periodo premestruale, però, l'albuminuria ha assunto un ciclo assai simile alle forme ortostatiche. Grosseto, 28 maggio 1903. (10)

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FASO.

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BIBLIOGRAFI ..A.•

1.

RE~1-P1c cr.

Sulle albuminurie tra1isitorie e per11iane1iti negli UOl'ni1ii sani. Policlinico, sez. pratica, an. VII.

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i ANNO IX, F .A.SO. 401

SEZIONE PRATlOA

,,.. rìn du 3 au 7 octobre 1898. De l' albul1tin1-irie to,"tén·iique et cle so1i traite1nent. Semaine m é di· cale, 1898.

1259

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34. 35.

36. 37.

38.

POSNER, WEINBERGER, P.ElRLS, VEit HOVE, ToROK, P OLLACK. Cit. da CANTANI. Trat. ital. di

pat. e terap. med . .iJ!lalat. clei r eni. OvERBECK. Cit. da L UCJANI . Fisio]. dell' uomo, an. 1901, voi. J. CHARRIN. R elafio11s physiologiqzies de l'alb1111·1i1inrie inter1nitte1tte. Semajne médicale. Acadé· mie des sciences.' Séance du 24 d éc. 1900. LE NOIJl . Sllr quelques cas d'albu,mi1iiirie ;1iter »titte11te. Semaine médicale. 1901. Socié t é méd. d ex hòpit. Séance du 19 juillet. LANDOI~. Trat. di fisiol. t1mana . La ]Jres. ione nei capillari,, vol. I, p. 160.

RIVISTE SEMEIOTICA

Anatomia topografica delle glandole linfatiche tracheob1·oncl1iali e b1·oncopol• monar1. (SUKIEWNKOW.

B er l;11. ltli1i. Woclien., n. 14, 1903).

p .ARTE

GENERALE.

T..1 'A. tlà il nome di glandole linfatiche tracheali eJ bronchiali a quelle glandole linfatiche le quali, siano esse isolato o dis poste a grl1p1)i o a catene, sono in comunicazione immediata con i vasi linfatici degli organi r es1Jiratori toracici (polmoni, bronchi, trachea) e cl1e si addossano alla trachea, ai bronchi ecl alle ramificazioni dei bronchi. Perciò ' ranno esclusi da questo gruppo altri gruppi cli glandole che si trovano entro il cavo to1·acico, come per esempio ve n'ha uno al dinnanzi dell'arco aortico, ve n e sono alcuni :11 lato interno della parete toracica anteriore, altri e grossi lungo la porzione alta delle carotidi, specie della carotide sinistra; qltasi tutti questi gruppi furono annoverati tra le glandole linfatiche tracheali e bronchiali, ma a torto , poichè esse glandole nè si trovano a ridosso della trachea e dei bronchi, nè ricevono dai medesimi la loro linfa. Pe1·· 1a ricerca e descrizione delle glandole linfatiche, tracheali e bronchiaili ·b isogna rife1·irsi ai rapporti anatomici della trachea, dei bronchi e ramificazioni "Qronchiali, poichè: 1° le glandole linfatiche, tracheali e bronchiali ricevono la loro linfa principalmente dalla trachea, dai b1·onchi e dalle i·amificazioni bronchiali ; 2° i vasi linfatici polmona1·i interni decorrono lungo le ramificazioni bronchiali e sboccano sia indipendentemente, sia uniti ai vasi linfatici polmonari esterni nelle glandole linfaticl1e che si addossano alle ra-

mificazioni b1·onchiali ; 3° t11tte le glandole linfatiche, tracheali e bronchiali si trovano p1·incipalmente a ridosso delle vie i·espiratorie intratoraciche ; :l:0 i rapporti anatomici della trachea, dei b1·o_n chi e delle ramificaz ioni bronchiali debbono considerarsi come costanti ; 5° è da supporre che anche tra la sede anatomica del le g l andole linfatiche, tracheali e bronchial i e la trachea, i bronchi e le i·amificazioni bronchiali esistano rappo1·ti costanti. Nello studio anatomo-topografico delle glandole linfatiche tracheali e bronchiali sono di grandissimo ·aiuto i rappo1·ti idiotopici e sin· topici clelle vi e respiratorie intratoraciche. La biforcazione della trachea dà luogo a tre . angoli che sono: 1° l'angolo traclieo-bronchiale dest1·0; 2° l'angolo tracheo-b1·onchiate sinist1·0; 3° l'a1igolo f1·acheo-b1·onchiate i1ifer·irJ1·e. Questi tre angoli rapprese11tano come la base fondamentale delle glandole linfatiche1 tracheali e b1·onchiali. , La stessa biforcazione della trachea dà luogo a tre spazi che sono : 1° Lo spazio tracheo-b1,onchiate dest1·0, delimitato posteriormente dalla trachea e dal vago destro ; a sinistra dall' aorta ascendente; a dest1·a dal m ediastino destro ; in basso dall'angolo tracheo-b1-.onchiale dest1·0 e dall'arteria polmonare destra ; . 2° Lo spazio tracheo-b1~01zchiale sinisf1·0, delimitato posteriormente clall' esofago e dall 'aorta discendente; anteriormente dall'arteria polmonare e dall'aorta ascendente; a sinistra dal dotto arte1·ioso ; a destra dalla trachea ; in basso dall'angolo t1·acheo-b1"onchiale si11ist1·0 ; in alto dall'arco .d ell' aorta ; 3° Lo spazio t1·acheo-br·onchiale i11/e1·io1·e, delimitato anteriormente dal pericarclio ; posteriormente e a sinistra dall'esofago ; poste1·iormente e a destra dalla colonna vertebrale e dai vasi e nervi ch e vi si addossano ; in basso lo spazio termina all'altezza delle vene polmonari che s'immettono nell'atrio sinistro. Questi tre spazi sono riempiti dai gruppi principali delle glandole linfatiche tracheali e bronchiali (più o meno avvolte da tessuto connettivo ed adiposo) ; p er ciò si distinguono t1"e gruppi di glandole : glandole linfatiche, tracheali e bronchiali destre sinistre ed inferiori. Oltre queste glandole v i sono all'ilo polmo· nare e nel paren chima polmonare altre glandole linfatiche , l e quali , contrariamente a quanto si è creduto fino ad ora, si addossano a gruppi o isolate agli angoli formati dalle rami· ficazioni dei tronchi bronchiali primari e spesso anche dei secondari: queste glandole, che _ .11


1260

IL POLIOI1INIOO

sono in parte extra ed in parte intrapolmo· nari, ' 'anno designate complessivamente col .nome di glandole linfatiche br·oncopol111ona1·i, e si distinguono in eparteriali, ventrali destre I, ventrali sinistre I, ventrali destre II, ecc. ecc. Finalmente oltre le anzidette glandole lin· fatiche vi sono alt1·e glandole isolate o a ca· tena, le quali si addossano a tutte le parti ·dei broncni, e servono p1"incipalmeute come mezzo di l1nione tra i g1·uppi glaindolari predetti. Per ciò che riguarda i . caratteri generali di queste glandole linfatiche si noti quanto segue: Il loro numero va diminuendo mano mano che ci allontaniamo dalla trachea . La grossezza non è la stese a per tutte. Nei bambini sono relativamente più voluminose che negli adulti. Il colore è in genere analogo a quello del tessuto polmonare. Nei neonati è pallido, bruno-chiaro ; nei bambini più grandicelli di· venta rossastro, nello sviluppo ulterio1"e del· l'individuo le glandole acquistano un colo1·ito grigio-scuro,. colorito che pe1·ò, secondo la maggior parte degli autori, non si osserva mai p1·ima della pubertà. Coll' anda1·e del tempo scompare una parte considerevole del parenchima delle glandole, le quali perciò prendono tal volta la forma di piccoli sacchetti ripieni di una sostanza n erastra. Varia è la forma delle singole glandole: sferica, ovale, a bastoncello, a cilindro, a piatto, a disco. · La forma dei diversi gruppi glandolari è molto più precisa, e corrisponde alla forma dello spazio da essi g1·rippi occupato. Le glandole linfatiche intratoraciche hanno una posizione prevalentemente anterolaterale rispetto alla trachea ed ai bronchi; sono più. nt1merose a destra che a sinistra. Il p1·imo fatto è dovuto p1·incipalmente ai rapporti anatomici; il secondo è dovuto soprattutto al maggiore volume del polmone destro rispetto al sinistro. p ARTE

SPECIALE.

1. Gla1idole li1ifaticlte traclteo-bronchiali di

destra. In questo gruppo si possono distingue1·e due po1·zioni: una inferiore ed una superiore. L'inferiore consta di G-7 ed anche più glandole di varia grandezza e raggruppate in· sieme: questo c11,1n11,lo di glandole incomincia in alto a livello dell'angolo anonimo, e pren· dendo una direzione anterolaterale rispetto alla trachea si dirige in basso, occupa l'an· golo tracheo-bronchiale di destra, e termina

[ A.NNo IX,

FASO.

40]

al dinnanzi della trachea, nel punto d'attacco del grosso bronco. La porzione superiore cot1sta di 5-6 glandole allungate, molto più piccole e disposte a catena. Questa catena, unita postf'riormente alla po1--zione inferiore, di sopra descritta, si dirige in alto seguendo una di· i·ezione posterolaterale rispetto alla trachea, e, oltrepassata l'arteria succlavia, decorre tra la porzione cervicale della trachea e la colonna :vertebrale. 2. Glandole linfatiche t1·ackeo-bronchiali di

sinist1"a. Anche in questo gruppo si possono distingue.re due porzioni, una inferiore, ed una su· peri ore. La inferiore, più estesa, è costituita da 3-6 glandole, di forma cilindrica, allungata, addossate le une alle altre; questo cumulo di glandole occupa lo spazio tracheo-bronchiale di sinist1·a e si addossa alla parte antero-late· rale di sinistra. La porzione superiore, in di· retta continuazione con la inferiore, è rappre· sentata da una catena di 5-11 glandole. Questa catena ha una direzione postero-laterale rispetto al~a trachea, ed occupa uno spazio compreso tra la trachea e l'esofago; talvolta è doppia i e non di rado nella sua parte S1:1periore, immediatamente al di sotto della gland9la tiroì· dea, le glandole sono così numerose che alcune di esse vengono ad addossarsi alla porzione anteriore della trachea. 3. Glandole linfaticlze t1·aclieo-.b1·onchiali in/e· •

riori. Questo gruppo consta di 9-12 glandole lin· fatiche di varia grandezza, e lJer lo più di f Grma rotonda. Nell'insieme ha l'aspetto di nn piccolo pa1·allelepipedo che occupa la parte anteriore dell'angolo tracheo-bronchiale infe· riore senza oltrepassare il livello dei bronchi. Questa specie di .parallelepipedo con uno degli spigoli più lunghi s'addossa al bronco destro, mentre con lo spigolo laterale e supe· rioré tocca il bronco sinistr·o; il vertice costi·tuito dagli spigoli corrispondenti è rivolto in basso, e si avvicina al bronco destro. Questa posizione del gruppo glandolare tracheo-bronchiale inferiore si spiega ripensando ai rap· porti anatomici dello spazio tracheo-bronchiale inferio1·e. Infatti dietro il bronco sinistro si trova l'esofago: all'innanzi vi è il pericardio che per lo più è spinto all'indietro dall'atrio sinistro e dalle vene polmonari di sinistra; e questi organi si toccano quasi immediatamente al di sotto del bronco sinistro. Rapporti ana· loghi mancano dal lato destro, ove inoltre il bronco dello stesso stesso lato a motivo del suo spessore maggiore di quello di sinistra dete1·mina una superficie più estesa di quella co1~rispondente di sinistra.


[ANNO IX, F ASC. 40]

1261

SEZIONE PRATICA

Per avere dalla parte posteriore uno sguardo generale dei tre gruppi glandolari anzidetti bisogna togliere gli organi situati poste1·ior· mente alla trachea ed ai bronchi, cioè la colonna verteb1--ale, l'esofago e l'aorta ascendente. Considerata la posizione topografica delle glandole tracheo-bronchiali è assai dubbio ohe se ne possa diagnosticare l'ingorgo, per mezzo della percussione. Invece una maggiore im· portanza· diagnostica hanno le vie di comu· nicazione esistenti tra le glandole tracheo-bron· chiali ed altri gruppi di glandole linfatiche, ioprattutto l e ce1·vicali, le quali si }lOSsono palpa1·e direttamente. I tre gruppi di glandole t1·acheo-bronchiali sono collegati tra di 101·0 mediante numerosi vasi linfatici. Essi sono irrorati da numerosi rami delle arterie bronchiali ; alle })Orzioni s11perio1--i, sp:?cie a dest1. a, provvedono anche i rami dell'at·teria succlavia e mammaria in· terna. Queste glandole sono inoltre unite alle glandole bronco-polmonari pe1· mezzo di numerosi vasi linfatici, i quali p a1·tendo da queste ul· time vanno all'ilo del polmone, e decorrendo lungo i margini superiore ed inferiore di am· bedue i bronchi, ed anche in senso trasverso ai medesimi "ranno alle glandole tracheo-bron· ehiali. Sono ancl1e degne di nota due catene cli glandole, disposte lungo le i ..adici dei bronchi, e connesse tanto con le glandole tracheo-bronchiali, quanto con le b1·onco-polmonari. 4. Glandole linfatiche b1·onco-polmonat~i. Q11elle di destra sono situate più poste1·0-la· te1·almente nei punti di ramificazione dei bronchi; que.l le di sinistra· si tro,rano nella parte anteriore degli angoli di ramificazione. Le glandole eparteriali asce11dono a 5.7 ; le ventrali I di destra a 3.4: sono di va1·ia forma, alcune si trovano dietro l'arteria, altre alla periferia posteriore degli angoli corrispo~denti, altre lungo il margine inferiore delle ramificazioni. Le ventrali di sinistra I ascendono a 2-3 e si trovano nella parte anteriore degli angoli corrispondenti. Dott. E. GUGLIELl\'IETTI.

zio della sistole e terminare in coincidenza di questo inizio ; in altri termini - la sistole rilevandocisi per mezzo delle due manifestazioni sensibili : 1o tono e itto - il rumore presistolico dovrà iniziarsi e dura1"'e avanti l'inizio del 1° tono e dell'itto e terminare in coincidenza di questo inizio. Orbene l'A. per quanto ponesse attenzione al fatto) non ha mai potuto realmente convincersi che un rumore, che a lui veniva di presenza indicato come prettamente presistolico da clinici eminentissimi (quali il FoRI1A~TJNI, il LEUBE, lo STRUMPELL}, sodisfacesse applmto a siffatta con.d izione. Pa1·vegli bensì qualche volta che il rumore precedesse distintamente il tono o l'itto; ma in tali casi o trattavasi di un tempuscolo appena appena a,1 )prezzabile di pre· cedenza dopo cui il rumore si prolungava an· cora pe1· un ce1--to tratto durante la manife.. stazione del tono o dell'itto, oppure 't1..attavasi di un tempt1scolo ben definito ma il tono o l'itto seguivano poi con un carattere abnorme di istantaneità e scatto che lasciava sempre adito a supporre che il 1"'11more avesse luogo in quel periodo iniziale in cui tono e itto normalmente si avviano con rapido crescendo a raggiungere l'acme della loro sensibile ma· nifestazione. Ohe il rumo1·e designato come presistolico è da tenersi affatto distinto - s'intende sem· pre, per· rispetto al tempo - da quello designato come sistolico, è innegabile. Questo in· comincia durante il 1° tono e l'itto - in un periodo più o meno avanzato della loro durata - , ma si continua poi con la stessa mo· venza per un tempo più o meno lungo durante la fase normale af onetica del 1° tempo. Il presistolico invece incomincia, secondo la percezione dell' A., all' incirca con l'inizio del 1° to.p.o (o, s'intende, di quel simulacro di 1° tono che i·imane) e dell' itto, ma cessa costantemente entro il limite 101·0 di durata. Riflettendo su questo carattere differenziale, l' A. venne n ella convinzione che, più che della fase precisa del ciclo cardiaco nella quale il rumore designato come presistolico ha luogo, gli autori abbiano tenuto conto del i•a.p porto del i.. t1more col 1° tono o con l'itto, intendendo come manifestazione di tono o di Se e per quali dati dobbianio ritenere che il co- itto non già l'intero periodo di dm·ata loro, si detto « rumore 1•resislolico >) coi nei de vera- ma il momento loro culminante, il loro fame1ate con la a.triosistole. stigio. A differenza del 2° tono, che è n etto, ' ' i(SACOONAGHI. Gazz. 1u ed;ca italia1ta, n. 29 e 30, 1903). brato, scoccante ~ il 1° tono è piuttosto proAu to1--iass unto. lungato, cupo; s'inizia in modo, per così dire, Il rumore presistolico, siccome quello che sordo, per riuscire soltanto, dopo un cer to ha luogo nell'ultima fase della diastole, dovrà _ tempuscolo di rapido c1·escendo, a dare l1na naturalmente iniziarsi e durare avanti l'ini- impressione sonora distinta, che è ql1ella che (13) •


·1262

IL POLICLINICO

l'orecchio istintivamente accoglie per fissare il ritmo. . Parimenti l'itto ca1·diaco - e lo dimostra in modo assai chiaro la ct1rva del cardiogramma - non è uno scatto istantaneo nè come scatto s'inizia., ma ha luogo - per quanto rapidamente - in mo 1o progressivo, fino a ragg iungere l'acme e con questo il pe· riodo di stato. .Se come· manifestazione del 1° tono o dell'itto si prende il loro momento culminante, si ha in certo modo un punto di repere per distinguere il rumore presistolico dal sistolico. E" appunto qu~sto, secondo l'avviso dell' A ., il crite1.. io che gli autori inconsciamente hanno seguìto n el designare il i·t1more presistolico. Se però, a tutto rigore, il i·umore }Jresistolico ha luogo durante il 1° tono e durante l'itto - l' A . si è obiettato: - ·questo rumore - di ct1i tuttavia la clinica ha san cito la coin· cidenza con la stenosi (assoluta o relati v a , anatomica o clinic~) dell'ostio atrioventricolare - non sarebbe, secondo la dottrina quasi universalmente accettata che proclama la na· tura prettamente sistolica del 1° tono e del· l'itto, segno di stenosi come tale, vale a dire non sarebbe dovuto al fatto del passaggio del sangue durante l'atriosistole attraverso l' ori· ficio ristretto o scabro. Eppure il fremito presistolico che talora accompagna il rumore e pare veramente coincidere con quello, è, in modo spesse volte assai manifesto, dis cendente ! Eppure nei casi in cui il i·umore a.nzichè prettamente presisto_lico, è diastolico con l"in· forzo p1·esistolico, si ha abbastanza. chiara la impressione acustica di un rumore che dallo inizio alla fine va, ininterrotto e senza (\ambiare direzione, fino allo scoccare del tono: mentre all'opposto, allorqua.ndo insieme col cosidett'o l'llmore p1·esistolico coesiste un rtI· mo1·e sistolico, si percepisce, e spesso in modo assai chiaro, l'istante in cui quello, p er così dire, arriva e questo fa partenza! Tale la convinzione di fatto dell' A.; tali le sue obiezioni alla interpretazione razionale del fatto secondo le idee di fisiologia domi· nanti. La sua convinzione di fatto , non appena egli s'accinse a ricercare nella letteratura, non tardò ad esser e avvalorata dalla opinione di alcuni }Jochi autori, e sopratutto degli inglesi 0RMEROD, BARCLAY, DICKINSON, BROCKBA.J.~K. La interpretazione però data da codesti autori a lla gen esi - sistolica - del rllmore in que .. stione, oltrechè poco plausibile per sè stessa, non para le obiezioni che l' A . si è poste in· nanz1.• Sostengono questi auto1·i ch e il cosidetto (14:)

LANNO IX, F .ASC. 40]

rumore presistolico, pur indicando stenosi, è dovuto nel fatto a rigurgito: essendo la valvola inspessita e contratta, la chiusura sarebbe ritardata, e si avrebbe quindi rigurgito e rumore fino a che avviene la chiusura, se· gnata dal tono che pone fine al rumore. Contro questa teoria furono portati da vari autori, e sopratutto dal GRooco, argomenti validissimi : n essuno pe1·ò di codesti autori assale la teoria di fronte e in modo diretto. L'O~IEROD ' il BAR0L.A.y' il DICKINSON ' il BROCKBANK afferma no che il rumore è per rispetto al temp o - sistolico, e nessuno dei contradditori sa in modo du·etto negare questo fatto . e dimostrare il contrario. Le obiezioni addotte contro la natura sistolica del tumo1~e· non esprimono altro che questo : « Se il rumore è sistolico, vi hanno taluni fatti {concomitante fremito dis< ~endente, diffusione del rumore, ecc.) che male si accor· dano con le leggi fisiopatologiche circolatorie generalmente accettate; 1nentre, se il rumore è presistolico, i fatti si accordano assai bene con le leggi » . Ma, se realmente, contro ogni deduzione dalle leggi emodi11amiche, il rumore da stenosi è sistolico, o, per meglio dire, si inizia con l'iniziarsi del 1° tono e dell'itto, non pot1·ebbe questo fatto stesso denotare che dette leggi - ammesse del r esto non senza ql1alche contrasto - sono, almeno in parte, inesatte od erronee ? L ' A. , passando a considerare i l'ari metodi ai quali è affidato il controllo della natura sistolica dell'itto e del 1° tono, ritiene essere veramente dimost1·ativi soltanto quelli, che

elimiiiando affatto dalla esperienza ogni elenzento soggettivo dànno modo di r egistrare i toni per processo puramente meccanico sul cilindro rf'gistratore del cardiogramma. Tali sono i metodi dell'HURTRLE e di EINTOVEN e GELUK, metodi pur troppo negletti anche nei più repu· tati e recenti manuali che trattano rlella fi· siologia cardiaca. Dalla critica dei risultati ottenuti da codesti autori con le loro esperienze, l' A. crede di dovere concll1dere - contro la dottrina uffir.iale, e in favore dell' antica dc.ttrina del BEAU e del BACCELLI la quale sosteneva l'itto e il 1° tono aver luogo in que1la fase della rivoluzione che noi oggidì designamo come presistole - che, nella grande maggioranza dei casi, già durante la presistole, per eftetto della contrazione degli atrì, si ha un solle· vamento d~lla punta ch e si continua poi du· i·ante la sistole, e un tono apicale il quale annettendosi con estrema rapidità a quello determinato dalla contrazione dei ventricoli fa, per così dire, co1~po con esso e desta in-


{ANNO

IX,

FASO.

40J

SEZIO~TE

si eme con esso l'impressione di un unico suono. L' itto e il 1° tono apicale sarel)bero, cioè, non pretta1nente sistolici} ma bensì p1·e·

sistolico-sistolici. Se si tiene conto di questa conclusione, non vi è motivo di esitare - ~ia p11re un solo istante -- nell 'assumere una posizione decisa di fr'o nte alla questione della natura clel i·u· more presistolico. L 'itto e il 1° tono apicale - 1' A. ha concluso sono essenzialmente presistolico-sistolici. Il rtl· more pertanto che coincide col periodo ini· ziale dell'itto e che soppianta il suono sordo precursore dello scoccare del 1° tono} sarà da 1..itenersi senz'altro con tutta quella cer· tezza che i nostri sensi ci possono guarentire - come p1--esistol ico. La concomitanza del fremito discendente, l'essere il rumore tal volta diastolico-presistolico coa.fermano l'indt1zione nostra: nel mentre· la considerazione del meccanismo lJrobabile di produzione del rumore (acceleran1ento della corrente sanguigna per l 'inte1..vento della atriosistole) ce la fanno appari1·e altrcsì razionale. Concludenclo : il cosidetto « 1·n1no1·e p1·esistolico » è ve1'ft1nente da 1·itenersi come presistolico,

te11zito co11to però che tanto l'itto qnanto il 1° tono apicale si i1ziziano già co1t la p1·esistole. Il C+AIRD· ha dato al rumore la designazione di < azlriczildr s.11stolic: designazione che l' A. dal punto di vista fisiopatologico trova giustissima, sebbene }Jropor1~ebbe di sostituire alla parola « rt11,1·icolosistolico » la eq_ui valente « at1·iosistolico » a fine di evitare una possibile confusione derivante dalla omonimia della orecclz ietta (atrio) e dell'auricola (appendice a11ri· colare). Dal punto di vista della semeiotica però - la, quale nelle sue designazioni deve, p er qt1anto è compatibile con l~ chiarezza, non eccedere dalla pt1ra obiettività di fatto - l'A. avanze1'ebbe una proposta: ammesso che le due manifestazioni sensìbili del 1° tem_po {itto e 1° tono) sono a tutto rigore p1..esistolico-sistoliche, e cl'accordo con la fisiologia che insegna essere la sistole ventricolare non altro che la continuazione dell'onda medesima contrattile della sistole degli atrì, sarebbe conveniente comprendere la sistole atriale e la sistole ventricolare in un sol tempo (cardiosistole), divi· dendo la i·ivoluzione cardiaca in [cardio ]sistole e post[cardio ]sistole (diastole senza presistole); tenuto poi conto della difficoltà di pote1'e coi nostri sensi stabilire nettamente l'istante in cui la sistole degli atri finisce e incomincia la sistole ventricolare, l' A. chiamerebbe sistolico quel rumore che occupa più o meno a lungo il periodo della [cardio]sistole, e distingl1erebbe rispettivamente· come protosistolico NER

1263

PRATICA

o deute1·osistolico quel rumore che occ upa il tempuscolo a un di presso corrispondente alla sistole degli atrì - il tempuscolo cioè che ha fine con lo scocca1'e del 1° tono - o in1· ece il periodo corris'p ondente a un di presso alla -. sistole ventricolare - il periodo cioè che allo scoccare clel 1° tono fa seguito - . Sarebbe còmpito di l1lteriore processo induttivo lo sta· bilire rispettivamente la vera natura atriosistolica o ventricolosistolica di queste due varietà sistoliche di rumore.

NEUROPATOLOGIA .

- A proposito di un caso di meralgia pareste ti ca. (BRAl\!WELL.

The Edinbzirglt med. Jonr., J tll)r 1903).

Questa malattia descritta per la prima volta dal BERNHARDT, nel 1895, con1e una forma morbosa distinta. e trattata in moélo completo dai MussER e SAILER, consiste in una parestesia caratterizzata da disturbi più o meno subbiettivi della sensibilità della pelle in tlna o in ambecl11e le coscie lungo il nervo cu.. taneo. Il caso clinico riferito dall' A. si riassume ' COSI:

Uomo di 43 anni; nessuna traccia di di· sturbi nervosi in famiglia. Da· 18 mesi av. verte nella porzione anteriore ecl infe1'iore della coscia dest1'a un senso cli dolore e di freddo. Il clolore dap1)rincipio si faceva sentire solo dopo che l'infe1""mo ·aveva camminato, ora invece è avvertito dall'infermo in piedi, a sedere, a letto. All'esame obbiettivo si ri· leva un certo grado di anestesia tattile, dolorifica, termica e f ara dica nella superficie esterna della coscia destra, ed una zona do· lorifiea in corrispondenza del punto in cui il nervo cutaneo destro attraversa la fascia crurale. Questa zona dolorifica scomparve immediatamente in seguito alla i·ecisione cli una parte del detto nervo. L 'esame microscopico del nervo reciso non 1·ilevò la presenza di alterazione alcuna. L ' A. ciò detto esamina la sintomatologia, • l'etiologia , la patologia, la prognosi e la cura di questa speciale forma morl)osa. 8i1itomatologia. - Le sensazioni anormali avvertite dagl'infermi so·no svariat~ssime: senso di bruciore, di formicolio, di punture di spillo, di freddo, di stiramento. Altre volte il dolore (lancinante o folgorante) è il solo sintoma; esso varia d'inten(15)

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;1.264

ffi POLICLINICO

sità: alcune volte è vivissi1no ed insoppor· tabile. L'esame obbiettivo rile,ra nella superficie esterna della coscia la p1·esenza di una dete1·· • minata area di iperestesia, ma, più comunemente di anestesia cutanea. E difficile talvolta }Jrecisare con esattezza i limiti di questa a1·ea. Nella maggior parte dei casi si ha dolore alla pressione in corrispondenza del punto in cui il nervo cutaneo esterno attraversa.i la fascia crurale. Nel caso i·iferito dal W ARDA. il ner\ro si palpava ingrossato. In 23 dei casi raccolti • dallo SCHLESINGER i ilisturbi erano bilaterali. Etiologia e patologia. - I momenti etiolo· gici riferiti dagli at1tori sono in primo luogo il trauma, siccome il più comune; vengono poi: la sifilide, l'alcoolismo, la febbre tifoidea ed altre malattie infettive, la gotta, il reu~atismo, il ,raffreddamento ecc., ecc. La me1·algia parestetica è più frequente nell'età media. In quanto alle lesioni anatomo-patologiche ·. il NAWRATZKI riscontrò all'autopsia di un individuo affetto dalla presente infermità un rigonfiameuto a forma di fuso, della lunghezza di circa un centimetro, a carico del nervo cutaneo esterno di ambo i lati, nel pt1nto in cui. esso nervo incrocia la spina iliaca ..anterio1·e supe1·iore. L'esame microscopico mostrò una polineurite localizzata ed associata ad alterazioni interstiziali e parenchimatose. Però in altri casi il reperto anatomico fu negativo. P1·ognosi. - Da alcuni è ritenuta assai inf at1sta per ciò che riguarda l&, scomparsa o il miglioramento notevole dei disturbi. Però nella lette1·atura si conosce un certo numero di guarigioni. Non ma,ncano le recidive. Or1rcf.. - Consiste nel riposo a letto, massaggio. applicazione di co1·rente faradica per mezzo di spazzole, bagni caldi; come analgesico si i·accemanda la morfina. Si i·icor1·e alla nevrectomia, quando gli anzidetti i--i.medi riescono inefficaci. Dott. E. G.

T1·ofo11eurosi ·acuta di . un intero ;irto inferiore. 1

ott. E.

G1tA\\1 ITZ.

Deuts. 1nedJc. Wocli. n. 27, 1903).

Osse1·vazio1ze cli1iica. -

Ragazza di 17 anni: nell'anamnesi famigliare manca qualsiasi traccia di affezioni nervose, ha goduto sempre b1tona salute. Tutt' ad un tratto e senza nessuna causa apprezzabile, avverte un vivo do· 116)

(ANNo IX, FAsc.. 40)

lo re che dalla pianta del piede si diffonde a. poco a poco a tutta la gamba sinistra. Tra~ scorsi 8 giorni viene ricoverata in un ospedale. All'esame obbiettivo si riscontrano i seguenti disturbi a carico dell'arto inferiore sinistro. La gamba è·più assottigliata della destra:. la circonfe~enza del polpaccio misura due centimetri di meno di quella dell'altro lato. La cute. è molto arrossata, e dopo una prolungata stazione eretta diviene i·osso·scura. I vasi cutanei sono fortemente inturgiditi, sopratutto le vene della superficie posterior·e del ginocohio e delle regioni limitrofe della coscia e della gamba. La. · pelle specialmente della superficie anteriore .. è molto assottigliata e splendente : anche il sottocutaneo è scarsissimo. I peli della coscia e della superficie anteriore della gamba sono più radi che a destra. Dopo alcuni giorni dall'ingresso nell'ospedale, appaiono sul ginocchio molte 'rescicolette rosso-violacee, le quali in brevissimo tempo si essiccano e si desquamano. Anche dalla pelle del dorso del piede si ha una leggiera. desquamazione della epidermide relativamentesecca. . Le accennate alterazioni furono i·iscontratesu tutto l'arto inferiore sinistro, ad eccezionedelle dita, della pianta del piede e della por-zione inferiore del calcagno. L'esame del sistema nervoso non rivelò speciali alterazioni. Punto disturbi a ca1•ico degli organi inte1·ni; punto albumina, zucchero ed indacano nell'orina. In . seguito ad impacchi umidi, a massaggi<> ed applicazione di corrente galvanica miglio-rarono le condizioni generali dell'inferma, ecrebbe alquanto il volume della gamba lesa; diminuì pl1re alquanto il rossore della porzionest1periore della coscia. Secondo l'A. !'.atrofia della pelle costi tuisèeil fatto patognomonico del caso da lui riferito, mentre l'arrossamento della pelle non è cheuna conseguenza della dilatazione dei vasi cu· tanei. Questa speciale forma morbosa è da lui definita u!la t1·ofoneu1·osi acuta di st1·ao1·dinaria di/ftlsio1ze, ben distinta dalle fo~me di 1ieuros1,· trofovasomoto1·ia (C.A.sSIRER) e di acroder1natitis cli1·onica at1·opliica1is ( HERXHEIMER e HA.RTMA NNJ, di e1·itromelalgia (RAYNAUD), di atrofia itliopatica della cute, e di e1·itromelia (PrcK) ; e questa distinzione è dovuta al fatto che nel caso dell' A. l'atrofia si manifestò in modo re· pentino ed acuto su di un'intera estremità, ed indipendentemente da qualsiasi altra lesione. Dott. E. G. ...


ANNO

IX, F ASC. 40]

SEZIONE PRATICA

CHIRURGIA

Contributo allo studio dell'esclusione parziale dell'intestino. (.Prof. V A UTRJN. Revne de chirllr/Jie, 10 luglio 1903).

L' A. divide i:µ due gruppi le indicazioni per tale atto operativo: 1° le lesioni anatomirhe gravi, di natura maligna, qu~li sono il cancro e certe forme tubercolari con estesa disorganizzazione .delle pareti intestinali 2° le lesioni, più superficiali, di natura be· nigna o infiammatoria, suscettibili di guarigione col riposo della sezione dell'intestino ammalata, quali sono l e stPnosi, le ulcerazioni, le fistole intestinali comunicanti sia all'esterno, sia in vagina o in certi 01..gani in· terni. Pe1· le affezioni del primo gruppo la esclusione della parte dell'intestino ammalata è un rimedio palliativo, capace di dare un sollievo momantaneo e un prolungamento ap· prezzabile della vita. Non è così per le affe· zioni del secondo gruppo, p~r le quali essa riesce utile ed efficace, conducendo alla gua· rigione di esse. Non si può certamente para· gonare alla i·esezione intestinale, me1..cè la quale si sopprime immediatamente la parte a,mmalata; ma qltando la resezione non si può eseguire, essa costitui3ce una risorsa p1. eziosa e ancora desiderabile perchè può condurre alla guarigione definitwa pe1· una via sicura, bencl1è talvolta lenta e difficile. Ricorda come con tale atto operativo si ha avt1to la guari· gione i~adicale in moltissimi casi di fistole stercoracee, sia· cutanee che vaginali, in casi di tubercolosi del cieno, ridotti per tale ope· razione a semplici ascessi; e in molti casi di ltlcerazioni serpiginose e profonde dell'intestino, mantenute dal co11tatto ir1..itante del ma· teriale intestinale. L' A. s'intrattiene sui vantaggi apportati da tale atto operativo, sia sulla lesione locale, la quale, sottratta allo stimolo ir1·i tante del materiale intesti.nale, migliora rapidamente, sia sulle condizioni generali, che tosto si fanno buone per il i·istabilirsi di un regolare circolo intestinale con la sottrazione dell'ostacolo Per la tube1·colosi e per le altre . lesioni infiammatorie p erineali si ha ancora un altro ''antaggio, poichè coll'isolamento della sezione dell'intestino ammalata, la lesione da diffusa e senza limiti precisi, si riduce a dimensione più piccola e a limiti più netti, da essere fa· cilmente estirpabile in secondo tempo. Facendo un paragone fra l'esclusione e la entero-anastomosi di Maisonneu ve, l' A. so· stiene che questa non può affatto paragonarsi a quella negli effetti terapeutici.

1265

E difatti con l'entero-anastomosi si evitano i sintomi d'occlusione, ma non si sopprime il ,c ontatto del materiale fecale sulla parte ammalata. Combatte il principale i ..improvero che si è fatto da alcuni a questo atto operativo, cioè che esso lascia persistere la lesione; di· mostrando che molte lesioni, che non vengono di1~ettamente-guarite con questo metoòo operativo, ne migliorano grandemente da rendersi curabili in seguitq. L ' A . poi parlando delle affezioni dell'intestino, dove tale operazione può essere applicabile afferma che questo processo s'esegue ahi· tualmente nelle malattie della regione ileocecale. In quanto alla tecnica si disting11ono due metodi principali: 1° l'esclusione unilaterale; 2° l'esclusione bilaterale. Il primo consiste nella sezione dell'intestino in alto dell'ostacolo, nella fissazion e alla cute dell'estremo inferiore, corrispondente alla lesione, e nell'anastomosi dell'estremità prossima sull'intestino in basso della parte ammalata. È una specie di entero-anastomosi che differisce dall'operazione del Maisonneuve per la sezione dell'intestino e la creazione di una fistola, avente per scopo di trarre all'esterno i prodotti di secrezione e di disgregazione dei tessuti ammalati, i quali s'acctimula,no R,u questa parte. Quest'operazione trova indicazione solo in certe condizioni speciali. L'esclusione bilaterale costituisce ve1..amente l'operazione utile ed efficace. Con es3a si mette fuori del -circolo intesti· nale il segm_ento ammalato mediante due inci· sioni l'una i11 alto e l'altra in basso, e con secutiva anastomosi dei due estremi dell'intestino sano. La porzione dell'intestino esclusa può venire trattata in tre modi differenti : 1° apertura simultanea dei due est1~emi dell' ansa esclt1sa alla parete addominale; 2° apertnra alla parete a.ddominale di un solo estremo dell'ansa, e chiusura dell'altro ~on riduzione nel ventre ; 3° chiusura ermetica dei due estremi e loro riduzione nel ventre. Nei primi due casi si parla di esclusio1ze aperta; nel 3° caso di escl1lsio1ze c/1.insa. L' A. discute i casi in cui si deve applicare l' uno o l'altro trattamento, specie la. chiusu1·a degli estremi dell'ansa esclusa, che non devesi mai eseguire nei casi di tt1mori o di lesione settica delle pareti intestinali. Infine riporta le storie di t.re ammalati sofferenti di tumore alla r egione ileo-cecale, n ei quali applicò l'esclusione dell'ansa intestinale, sede del rri.01..bo, con formazione di fistola dei due estremi dell'ansa esclusa. I risultati furono (17)

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1266

buoni; le condizioni gen~rali si sono subito migliorate, le sofferenze scomparse. Dalle fi· stole dapprima fuoriusciva abbontlante liquido purulento, ma poi questo si rid11sse a poco e divenne di aspetto mucoso. Dott.

I SAIA ANGELO.

I

Dell'uso del bottone di 11urpl1y nelle operazioni sull'intestino e sullo stoa1aco. (NEUWEILER.

I

Langeribeck' s Arclz., Bd. LXIX).

In questo lavoro, che è la continuazione di un altro precedente dello stesso A . egli parla dell'impiego del bottone di Murphy e della sutura e di quando debbono adoperarsi 1 uno o l'altra; quale sia di più rapida applicazione e di tecnica più agevole. Dicono i sostenitori del bottone che neanche la sutura circolare elimina il pericolo di una necrosi e di un insuccesso, fatti questi che vengono di solito più addebitati al bottone : ed anche le stenosi tar·dive, lungo il . tratto circolare di r~iunione, possono aversi con l'uno o l'altro dei metodi. In rigua1""do alla funzione i resultati della sutura fatta alla Czerny-Lembert sono generalmente buoni, ma nelle operazioni fatte sull'intestino tenue, per fistola stercoracea ad esem1)io, dà resultati ben più cattivi che non il bottone. Nelle anastomosi laterali dell'in· testino i resultati coinoidono per entrambi. Nelle anastomosi laterali gastro-intestinali e nella chiusura delle grandi fistole può una sutura accuratamente fatta allontare quasi certamente il pericolo di una stenosi cicatriziale. Nei tagli molto lunghi la riunione della mucosa ' riene più esatta ed il pericolo della stenosi tardiva è minor·e colla sutura che non col bottone~ lo stesso dicasi nella gastroduoclenostomia. Il bottone, può restare lungo tempo nell'intestino, può 0apitare in · un infundibolo, può per strozzamento fallire la chiusu1·a red in questi casi la perforazione tardiva è sempre da temersi. Nella gastroenterostomia ante1'iore l'uso del bottone ha da essere di molto limitato, per timore di un a perfora'Zione e di una q ualunque fra le complicanze ad esso legate, lad· dove molti chirurghi, colla sutura, riferiscono per l'operazione stessa risultati altrettanto buoni quanto per la gastroenterostomia po· steri ore. La perforazione si ha molto di fre· quente nelle anastomosi dell'intestino tenue, in seguito a resezione per· ernia strozzata e nelle operazioni sul Cl'asso, sopratutto nella ileocolostomia: in molti casi la perforazione è una conseguenza della tecnica difettosa, ov· vero di un impiego mal fatto del bottone: in (18)

[ANNo IX, FAso. 4:0]

IL POLICLINICO

ogni caso in cui l'adattamento esatto delle sierose non è possibile, la sutura, secondo l' A., dà maggiori garanzie di successo. In q nei casi p erò in cui si ha forte distensione occorre rivolgersi ad un altro mezzo di congiunzione. Nel lavoro è altresì riportata una ricca casuistica, che illustra le vedute dell'autore. JJa letteratura sul bottone di M11rphy è completa a tutt'oggi: e sono in succinto rifer'iti gli atti operativi in cui il metodo del bottone è preferibile e quelli in cui deve essere rigettato. BIAGI.

Perforazione della cistifellea. Cura per mezzo della invaginazione. (LEDIARD.

Phe Lancet, n. 1, vol.

II,

1903J.

Nel 189-:!: l'iscontrai, nella mia pratica pri· vata, il primo caso di perforazione della cistifellea in un ammalato dell'età c1i 70 anni, nel quale notai addome tumido, dolori, ' romiti e tutti i sintomi di occlusione intestinale. Es· sendo oscura la causa della improvvisa ma· l:;ittia e della morte, sop1·avvenl1ta tre gio1'ni dopo, fu fatto un esame post-niorteni, .nel quale si constatò un ascesso nella regione della cistifellea, la peritonite e 513 calcoli biliari di varie dimensioni, però tutti piccoli. Il peso di essi era di circa grammi 46. L'ammalato non aveva sofferto nè di itterizia, nè di coliche biliari, e il sospetto era cotSì lontano dal ca· dere s11lla cistifellea che io esplorai un vecchio sacco erniario, trovandolo però ' 11oto. L'ammalato fu visitato, in mia compagnia, da un eminente medico, senza che la causa del male improvviso potesse essere diagnosticata. Constatai il secondo caso nel marzo scorso, quando il dott. W. R. SPEIRS, di Haltwhistle. mi pregò di visita1·e una donna, dell'età cli 47 anni, colpita da itterizia, febbre e dolorabilità nella regione della cistifellea. Negli ultimi tre anni, essa aveva sofferto di quando in quando di coliche biliar·i che cede,rano ge· neralmente alle applicazioni calde ed all'oppio e non erano seguite da itterizia, nè produce· vano orina colorata di 'bile, nè feci clense. Quando osservai la prima volta l'ammalata. l'addome ne era normale; ma quando, llna settimana più tardi, mi accinsi ad operarla esso era gonfio e nella linea mediana si riscon· trava un tumore della granaezza di una testa <li adulto, con il massimo di tensione poco al disotto clell'ombellico. L ' operazione progettata fu q11indi cambiata in un'incisione sul tumore lungo la liaea mediana. Constatata la perito· nite, facendo scorrere le dita in alto in dire· zione del fegato, scaturì .al disopra della ferita 1

/


(ANNO IX,

FASO.

40J

uno zampillo di bile spessa e gialla, in quan· tità di grammi 187. Lavato il campo di ope· i·azione, la superficie superiore del fegato si mostrò coperta da un denso strato di essudato aderente. La cistifellea, trovata fra l'omento, presentava alla superficie anteriore, vicino al fondo, una superficie di aspetto cancrenoso: un caloolo biliare di piccola dimensione giaceva al di fuori della cistifellea. Dopo aver levata la bìle a mezzo di lavande, alla1·gai la perfora· zione con le forbici e tolsi 13 piccoli calcoli; avvolsi quindi la cistifellea nella garza e pulii . l' addome. La perforazione fu invaginata e cucita con la sutura di Lembert. L'intero ad· . dome fu poi lavato abbondantemente con solu· zionj saline e la ferità cucit~ completamente. L'ammalata sofferse per la séossa e durante alcuni giorni la. temperatura si mantenne _sub· normale; per cinque giorni I~ donna fu nutrita per il retto, quindi guarì completamente. Per la sutura della ci6tifellea perforata seguii il metodo del. dottor· G . H. Makin. · Dotto1· N. LEUZZI. ~

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTfCOLARI

R. AUCADEMIA DI MEDJCINA DI TORINO. Seduta del 10 luglio 1903. Pre8idenza: Pagliani, vice-presidente. Dott. C. Martinotti. Szill' apparato reticolare dei 1nuscoli dei co1i;gli. - Dopo ~ver citato quanto ft1 fatto da altri a11tori, 1'0. espone che questo reti· ~olo si presenta di natura alquant{I più complicata di quanto fu finora descritto; e nei muscoli di animali morti per inanizione questo reticolo subisce delle modificazioni secondarie all'atrofia delle fibrille contrattili. Dott. Sace1·dotti (Laboratorio di patologia gene· rale) . .Ricerclie s1il trapianto della ghiandola pitu;. taria adulta nel ratto albino. - Il tessuto pituitario ' innestato sottocute o nel peritoneo attecchisce abbastanza be11e; nei primi giorni si tro~ra generalmente necTotica llna porzione centrale variabile nei ~ingoli casi, ancora \Tivente \la periferica, in cui si notano segni di proliferazione. In segt1ito la parte necrotica e degenerata si riassorbe, continu_a la proliferazione, che non induce però ad aumento di massa della parte innestata, pe1~chè è controbilan· ciata da fatti di riassorbimento. Il riassorbimento va ben presto prendendo il sopravvento, sì che dopo 45-60 giorni il pezzo è ridotto m<:>ltissimo, pur notandosi ancora alcuni rari elementi in cariocinesi. •

1267

SEZIONE PRATICA

L'O. comunica pure gli studi del dott. CHI sul trapianto stesso.

l\iIARZOO·

Dott. Abba. Su alcrt1ti casi cli jJustola 1nalig1za guariti col siero Belavo.. - Innanzi tutto ripresenta il carbonchioso Elena da lui presentato all' .A.ecademia nella seduta del 3 aprile u. s. per dimostrare che, nonostante la gravità della lesione locale, . non è ·resid11ata alcuna cicatrice deforma.nte. Presenta poi il giovane Bovio, di anni 80, con· ciapelli, cL1rato colla sola sieroterapia ~al dott. BoRMANS nell'aprile scorso; la pustola risiedeva sul dorso del naso dove ora non residua alc11na cicatrice deformante, nonostante la sua ampiezza. Presenta un terzo caso, cioè un ragazzo, Torta, di anni 15, che fu curato pure col siero Solavo nel maggio scorso : la pustola risiedeva alla regione sot· tomascellare sinistra: guarì rapidamente senza re· sidual'e cìcatriée deformante: q11esto caso è impor· tante anche per lo studio della diffusione dei gernil carbonchiosi : il Torta non è conciatore, ma tornitore di metalli, però ogni domenica si reca a giuo· care alle boccie con alcuni suoi coetanei conciatori : è ' evidente cl1e alcuno di q11el]i aveva i bacilli aderenti alla mano con cui infettò l e boccie e quindi le mani del Torta, che grattandosi poscia li innestò sulla propria cute. · 1~ dottor BORMANS studiò il potere agglutinante del sangue su questi tre casi e constatò che, dtl· rante la convalescenza il siero di sangue dei car· bonchiosi manca di potere agglutinante, potere che ha invece il siero di sangue normale : ta.l e potere ricomparirebbe dopo alcuni me..~i dalla gt1arigione. Dott. E. Tedeschi (Istituto di patologia speciale medica dimostrativa). Sulla vertigln.e .r;alva1zica. L'O. non solo ha esaminato il fenomeno in indi'ridui normali, ma ancora allo stato patologico; di più ha preso in considerazione (ciò che non era stato fatto fin qt1i), il comportarsi della pressione arteriosa e del polso tlurante la vertigine voltaica. L'applicazione degli elettrodi è stata fatta sempre alle apofisi mastoidee; solo per ragione di confrònto fu praj;icata talora in altre regioni d el capo. Rigt1ardo al modo di manifestarsi della vertigine, il dott. TEDESCHI distingt1e nettamente (ciò che non sempre è stato fatto dagli autori) la parte obbiettiva dalla parte subbiettiva del fenomeno: ha osservato che solo raramente la vertigine obbiettiva ' contemporanee ; rarissimamente e subbietti"'\ra sono _la subbietti,ra precede, mentre assai "' spesso q11esta sussegue all'inclinazione del capo; per ottenere il movimen~o r ea,le basta.no di solito 1. 50-3 ~1a., per aver la -vertigine subbietti,ra occorrono 3-6·8 o più ~Ia . Ed a proposito del senso di caduta e della ca· duta reale del corpo, il TEDESCHI ha veduto che non sempre l'individuo crede di cadere dal lato opposto a quello dove av,riene inclinazione reale, ma abbastanza spesso senso di cad11ta e caduta ef·

1:

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1268 ,

IL

POLICL~ICO

fettiva avvengono dallo stesso lato; il che urta contro l'ipotesi da molti accetta.t a, che il movimento reale sia un 1novime1tto co11tpe1tsatorio di reazione contro l'impressione cli caduta. Venendo al campo patologico, i·o. ha preso in esame diverse serie e.li affezioni morbose: i più in· teressanti risultati sono quelli ottent1ti n ei n,europatici, nei car!liaci e negli i1idivid11i con lesioni auri· colari. In alcuni nenropatici, specialmente con segni di probabile iclrocefalo, manca spesso la vertigine subbiettiva la quale ricompare quasi sempre dopo la puntl1ra lombare (perchè il TEDESCHI ha pure studiato i rapporti fra puntura lombare e vertigine galvanica); negli atassici spesso manca o ritarda la vertìgine, come ave,ra trovato il SILVAGNI, ma talora esiste assai spiccata. Negli inJividlli normali 1'0. ha trovato che (anche prendendo le massime precauzioni per evitare er· rori possibili' la pressione arteriosa il più spesso si eleva, cll1rante la vertigine, mentre il polso talora si fa frequente, talora più raro o resta invariato; nei cardiopan·ci invece talvolta la pressione si eleva assai più che di norma, mentre il polso Sllbisce modificazioni, che sembrano in rapporto collo stato e coi poteri funzionali del muscolo car· diaco: alcuni sfigmogrammi, presi dura.n te la ver· tigine, sono a tale proposito assai dimostrativi. Riguardo alle· ajfezio1ii a11tricolari l'O. non può che riaffermare quanto asseri recentemente il BA· BINSKI, che cioè nelle lesioni auricolari non laterali l'inclinazione del capo si fa dal l ato della lesione, nei fatti bilaterali qt1asi sempre manca la vertigine, il capo resta immobile o si porta in addietro. Il TEDESCHI parla quindi del valore pratico della ,rertigine galvanica, specialmente per riconoscere rl' e11iblée, se siamo dinanzi ad 11na persona vera· mente ammalata d'orecchi o ad un simulatore; porta di ciò esempi assai dimostrativi. A. proposito della JJato.ge1tesi della vertigine gal· ' ranica l'O. crede che gli elementi essenziali per la produzione della vertigine stessa, siano l'apparecchio labirintico ed il N. vestibolare da un lato, i centri e le vie bt1lbo-po~tino-cerebellari dall'altro; appoggia l'O. la sua ipotesi con argomenti tratti dal· 1 anatomia patologica, dalla fisiologia e dalla clinica: se uno stimolo anomalo (eccitazione elettrica) viene a turbare l'equilibrio di detto sistema, i centri ri· sponderebbero, in maniera riflessa od a11tomatica, coi segni obbiettivi della ' rertigine · affinchè poi questa divenga cosciente, il perturbamento deve po1~tarsi oltre ed arrivare alla corteccia, ciò che st1ccede con maggiore o minore rapidità a seconda dello stato d'eccitamento del sistema nervoso cen· trale. Dott. Ugo Lombroso. Riferisce ancora altre osser· , .. azioni sulla fn1izio1ie del pan,creas nell' assorbi11ien,fo cri rttilizzazioue del grasso. (20) •

[ANNO IX, FASC.

Dott. Donati e Micheli. RicercJte sulle e11tolisi1ie dei tessuti e dei tun,iori. - Essi hanno studiato il potere emolitico di estratti di timo e pancreas di diversi animali usando diverse specie di globl1li, e hanno potuto riscontrare che tali estratti so110 coctostabili, che la sostanza emolitica è solubile in alcool e che è neutralizzata dall'aggiunta di sieri sanguigni, anche in piccola dose. Un estratto emo· litico può esserlo solo verso alcune specie ùi globuli e non certe altre; ciò che parla per una molti· plicità di sostanze emolitiche contenute negli estratti. • Con1e si vede queste hanno inoltre nulla a che fare colle emolisine dei sieri. Quanto ai tumori, st1 15 tumori stt1diati, 7 non erano emolitici, 5 lo erano su tutte le specie di globuli studiati, 3 solo su alcune. La sostanza emo· litica è qui non resistente al calore, non solubilein alcool, mentre è pure neutralizzata dall'aggiunta. di anche piccola dose di siero di sangue. Anche1'emolisina dei tumori può agire solo su certe specie di globuli, ed essere distrutta per talune specie dal passaggio traverso candela di Chamberland. Gli A.A.. si soffermano a discutere i risultati otte• nuti in queste loro ricerche. Dott. P. Robeccbi (Clinica ostetrica). Presenta le fotografie di sezio1te del cadavere di don1ia gravida al sesto 11iese. Dott. M. Donati. Ricerclie sulla cotorabilità dei globuli rossi a fresco col blezi rli 1netilene. - L'O. ha ottenuto colorazione in toto di numerosi eritrociti anche in soggetti normali con una semplicissima modificazione della tecnica usuale, la quale lo con· duce a risultati paragonabili in parte a quelli già comunicati dal SACERDOTI e che confermano non essere i globuli cianofili speciali corpuscoli giovani,. mutando inoltre alquanto il significato del loro reperto in circolo. Dott. E. n1EYNIER.

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[ ANNO

IX, F ASC. 40 j

SEZIONE PRATICA

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OSSERVAZIONI CLINICHE

se prendeva. la posizione seduta; si lamentava di leggiera dolorabilità spontanea di tutto · l'addome, specialmente alla regione ombelicale. Da qualche ora non ha vomiEmorragia mo1·ta.le pe1· epiplocele tato; lingua leggermente impatinata; nulla incarcerato di notevole agli organi toracici. per il dott. p AOLO BO\~ O. Addome trattabilissimo e non dolente alla pressione, in nessun punto. Una voluminosa Essendo chirurgo di guardia all'ospedale ernia inguinale destra discende fino a condi Pammatone in Genova, mi occorse qual- tatto del testicolo e dà suono timpanico che mese fa un caso che ho creduto abba- alla base, ottuso dalla meta in giù; non è stanza interessante rendere di pubblica ra- tesa, nè dolente. Al primo tentativo di un leggierissjmo taKis sento la porzione intestigione mediante una breve nota. Interessante nale che mi sfugge sotto le dita e rientra ed istruttivo, specialmente per la pratica con gorgolio nella cavità peritoneale; pergiornaliera della chirurgia e come ammoni- mane nel sacco una voluminosa massa epimento che non è mai eccessiva l'accuratezza ploica, come si desume dalla superficie regolare non elastica e compatta, il cui pedund'esame e la prudente riserva in qualunque colo, c-he si affonda quasi direttamente nel -0aso di ernia irreducibile si presenti all' os- peritoneo, è molto grosso, attraversa un anèllo amplissimo, e fa dubitare più che di .un'ernia serv~ione medica; anche nei casi apparenobliqua, di un laparocele. Accetto il malato temente più semplici e banali. onde possa ess ·re tenuto in osservazione. Infatti sappiaQlO che, specialmente nei Dopo circa mezz'ora che è trasportato nella vecchi, i fenomeni di strozzamento possono corsia chirurgica, cade in istato sincopale e passa.re inavvertiti o quasi, se ci si lascia illu- muore in dieci minuti, senza che alcun sindere dalle sensazioni sub biettive e dalle con- toma precursore dell'imminente catastrofe notato nè dagli infermieri di guardia dizioni locali del malato, ed alle volte sono venisse nè dai parenti stessi, che non avevano anpiccoli fatti, rilevabili solo ad un attento cora lasciato il letto del malato. esame, che possono mettere il chirurgo nella Non esf?e~domi potuto spi~gare la cau~?' retta. via, ed evitargli le disillusioni solite a della morte in un modo razionale, tanto p1u che l'infermo, a detta dei parenti, non aveva verificarsi negli interventi tardi vi. mai sofferto assolutamente di distt1rbi carOltre i fatti di strozzamento in un ernia diaci, procedetti all'esame anatomo-patoloirreducibile si possono a vere altre com pli- gico e ritrovai quanto se~ue: Reperto nnatorrio patologico. - Jndi viduo di oanze e tanto gravi da uccidere il malato, costituzione robusta; masse muscolari valide; · come fa fede il caso mio. scheletro ben conformato; pannicolo adiposo Stoi·ia clini~a. - C ... . A... di anni 72; del- molto abbondante. l'anamnesi remota non potei ricavare molte Cranio, arti, reperto negativo; soltanto notizie; l'ernia era molto antica e non gli fatti di arterio-sclerosi, specialmente nei aveva arrecato mai disturbi notevoli, fino al tronchi femorali e nell'arteria silviana; nei 13 marzo, in cui si fece dolente; ma più che primi esistono numerose placche ateromaessa, lo era tutte l'addome, in modo diffuso. siche ulcerate e calcificate. Da quel momento cessarono le defecazioni, Torace. - I polmoni -sono perfettamente permanendo tuttavia il passaggio di gas; e aderenti alle pareti toraciche per mezzo di dopo qualche ora incominciarono vomiti ri- antiche aderenze molto resistenti. tanto che petuti, dapprima di alimenti, indi biliosi ; in alcuni punti si lacerano piuttosto che senso di malessere generale e debolezza spic- distaccarsi; sono poco pigmentati ed alla catissima. Chia1nato un sanitario questi, dopo sezione perfettamente normali. Una piccola ripetuti tentativi medici per ripristinare il quantità di liquido nel pericardio. Il cuore circolo intestinale, av~ndo avvertito che il molto grasso ed ipertrofico, specialmente il sacco erniario si era fatto leggermente teso, ventricolo sinistro ; dilatata, specialmente e non potendo razionalmente supporre con l'oreochietta sinistra. Presenta una placca questa sintomatologia se non uno strozza.. sclerotica di consistenza cartilaginea quasi alla punta, i;Ulla 1)arete antero -esterna del mento; inviò il malato all'ospedale. Esame obbiettivo. - Al momento dell'ac- ventricolo sinistro. Le valvole aortiche sono cettazione, il 15 marzo 1903, alle ore 16 3 / , normali e sufficienti; le mitrali presentano il malato aveva: P. 83 molto depressibile, ma due piccoli noduletti fibrosi sul bordo, ma· ritmico. e rego~a!e; ~emperat?ra e respirazioni non sono raggrinzate ; nè è dilatato, nè stenormali; cond1z1on1 generali molto depresse, nosato l'ostio. Aprendo l'aorta si notano due ma del resto coscienza e memoria perfetta- ~lche aterome.siche e. due centimetri circa e valvole sigmoidi, grandi quanto un mente integra ; accusava senso di vertigine (11)


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IL POLICLINICO

pezzo da due centesimi ed altre piccole sparse qua e là in tutta la porzione discendente; leggiera ectasia dell'arco. A ddome. - Aprendo la cavità addominale fuoriesce subito una discreta q11antità di sangue non coagulato e scostando le pareti, si vede che ne esiste molto, specialmente a destra. Colpisce subito il fatto che l'epiploon è quasi completamente ·scomparso entro il sacco erniariq, dal cui orifizio interno fuoriesce un peduncolo di 4 centimetri circa di diametro trasverso. Il Ci)lon trasverso è stirato in basso e descrive una curva a conca· vità in alto, decorrendo sulla parete anteriore della vescica e rasentando il piano anterosuperiore del bacino. Lo stomaco è spostato a sinistra e tirato pure in basso; mentre la porzione di e pi ploon, che f'orma la pagina an · teriore del legamento gastro- colico, è tanto stirata da f'ormare, in basso, quasi un cor· done, in vece in alto, a destra, si confonde con una grande massa bruna, grossa quanto la testa di un bambino, che sporgendo dal margine epatico, occupa l'ipocondrio destro, l'epigastrio e porzione della regione ombelicale Tale massa, ad un esamo accurato si vede ricoperta dalla sierosa, attraverso la quale, per trasparenza, si scorge la colorazione nera sottostante, colorazione che va sfumando alla l eriferia, come un'infiltrazione fra i lobuli grassosi, di cui è enormente ricco, tanto il cellulare preperitoneale come l'epi· ploon, il m ese11tere ed il mesocolon. Si procede subito all'esame del sacco er· niario; inciso, si estrae l' epiploon in nessuna Earte aderente al sacco stesso, ma con f'atti ai iperplasia :fibrosa e conglomerazione delle frangie, adesione delle ri piegature, in modo da f'ormare una clava, del volume di un grosso arancio, che per la sua massa non può pjp passare attraverso il colletto del sacco. E un'ernia obliqua esterna. Sollevato l'epip ~ oon, si procede all'esame del tenue, che presenta solo una ecchimosi sottosierosa, nemmeno circolare, in un punto che f'orse sta a rappresentare l'ansa discesa nel sacco. Il colon è perfettamente sano in tutta la sua lunghezza. Estratti questi visceri dalla cavità perito· neale si vede che la massa nera è formata da un coagulo sanguigno enorme, de] peso di più di un chilogramma, il quale ha dissecato le due pagine dell'epiploon gastro- colico dalle due del mesocolon; avvolge 'luasi completamente il duodeno ed il piloro; si porta sotto la pa· rete posteriore dello stomaco e del fegato, ma non infiltra il cellulare retro ·peritoneale; ed anche inferiormente è delimitato dalla pa· gina sierosa del mesocolon. Lo stomaco non presenta nulla di anormale; contiene circa eme. 100 di liquido verdastro, s enza odore fecale. I reni sono pallidi e presentano fatti di sclerosi corticale non molto avanzata. Le logge renali non sono

LANNO IX, F ASC. 40J

i infiltrate di

sangue, solo ripiene di una co-spicua massa grassosa. Aperta l'aorta addominale e le iliache primitive, si trovano profondamente ateromasiche, specialmente in corrispondenza del tripode celiaco e alla biforcazione terminale dell'aorta, in cui, si può dire, che non esiste più endotelio, ma tutta la superficie interna è costituita da un manicotto di concrezioni calcari, coperte qua e là da piccoli trombi bianchi; anche le meseraiche e le diramazioni gastro epiploiche sono degenera te. Dato questo reperto anatomo -patologico, possiamo ora spiegarci abbastanza chiaramente il meccanismo con Clti si produsse la lacerazione vasale ; la quale mi pare sia ragionevole ammettere in un ramo gastroepiploico piuttosto che nelle meseraiche, sia per il fatto che non esiste infiltrazione sanguigna retro-peritoneale; sia perchè, dato il meccanismo di produzione, lo stiramento dei vasi dovette verificarsi specialmente sull'epipl0on e non sul mesocolon, come quelli che arrivavano direttamente i1ella porzione erniata dell'omento. Infatti, data la soppressione del circolo intestinale a livello dell'ansa del tenue discesa nel sacco erniario, non per strozzamento, ma per un meccanismo qualunque, forse per intassamento o torsione entro il sacco, si iniziarono i vomiti. Durante tali contrazioni dello stomaco, la grande curvatura tentò di rialzarsi bruscamente, mentre in questo caso, ciò non era possibile, per la resistenza dell'epiploon incarcerato e fissato · in basso dal colletto del sacco. Da qui la tensione della porzione gastro-colica di questo e la rottura di uno dei suoi vasi arteriosi già lesi profondamente per il processo ateromasico, il quale ne aveva soppresso l'elasticità e la resistenza :fisiologica. Non è bene apprezzabile il tempo trascorso dalla rottura del vaso arterioso alla morte; ma se pensiamo che le diramazioni gastroepiploiche non sono molto voluminose ; e d'altronde che l'emorragia non era libera, ma, almeno in primo tempo, dovette dissecare le pagine sierose dell'epiploon e del mesocolon, dobbiamo credere che durò latente per molte ore e fu essa che . rendeva inesplicabilmente più gravi le condizioni del malato, malgrado


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SEZIONE PRATICA

che sintomi di strozzamento vero non esistessero e l'arresto del circolo intestinale non fosse completo. !\lfi è sembrato anche interessante descrivere questo modo eccezionale di morte per un'ernia incarcerata, non avendone trovato alcun caso descritto nella bibliografia fino ad ora esistente.

PRATICA PROFESSIONALE

dell'agglutinazione, e rileva il fatto della prognosi b11ona d ell'infezione paratifoidea che dà una mor· • talità solo dell'1·2 per cento. \

Il bacillo di Ebe1·th _nel sangue dei tifosi : appli · cazioni alla diagnosi precoce della febbre ti· foide. I. CouRì\IONT e C. LESIEUR nel Jour1tal de Plty· siologie et de Patliologie gé1térale del 15 marzo 1903, hanno pubblicato un loro metodo per questa ricerca. Si estraggono da una vena d ella piega del cubito 2-3 eme. di sangue, ch e si innesta in 250 eme. di brodo di bue, salato, peptonizzato e neutralizzato o meglio nel liquido di Oambier: Sol11zione acquosa 3 : 100 di peptone Defresne . . . . . . . . . g111. 1000 Soluz1one acqt1osa 1 : 100 di soda caustica . • . . . . . . . . . -» 100 Soluzione acquosa satl1ra n. freddo di cloruro di sodio . . . . . . .. » 100 sterilizzato per filtrazione in candeletta. Su 37 casi, in 33 si sono trovati i bacilli di Ebertl1 caratteristici nel sangue : in 5 casi la siero-reazione non era apparsa ancora. Il ba.cillo esiste nel sangue fin dai pri1ni giorni della malattia fino alla fine del 3° settenario, nelle forme classiche e g 1·avi. Nel 60 p er 100 dei ca.si la cultt1ra dà r esultati positivi in 24 a 48 ore: bisogna aspettare il quinto giorno perchè lln resultato negati,ro cominci ad avere un significato. Non v'è rapporto evidente fra il poter e aggluti· nante del sangue e la rapidità di ' regetazione delle culture, nè fra la prognosi dell'affezione ed il ritardo di certe culture. Questo ritardo pa.re do,ruto all'azione del siero. In nessun caso v'erano associazioni microbiche. È importante di adoperare questo modo di ricerche nei casi n ei quali la siero·reazio11e è ne· gativa. (Arch. gén. de 11iéd.~ n. 18 1903).

CAfoUipfl'ICA Paratifoide. In questi ultimi tempi si sono riferiti molti casi di t1na malattia cl1e ha parecchi punti di somi· glianza con la tifoide, ma ne differi3ce per l'ori· gine. essendo dovuta, come hanno · dimostrato SCHOTT~fUELLER e BRION e KAYSIDR, ad t1n batterio paratifico. KAYSER riferisce ora. n ella Deutsclie 1necl. rrrocli. (:10 aprile 1903) tre nuovi casi di 1paratifoide. Il primo caso si riferisce ad una ragazza. di 2() a11ni, che da qualche giorno lagnavasi di ma· lessare e cli cefalea e quando fu veùuta la prima volta dall' A. aveva una febbre irregolarmente r e· mittente e la temperatt1ra raggiungeva i 40° O. Polso tra i 100 e 120. Leggiero delirio, ed al 5° giorno e' racuazioni di feci d'aspetto tifoso. V'era t1n po' di roseola, ma non tumore splenico. Dopo circa tre settimane g uarigione completa. L'esame del sangue mostrò con culture di bacillo tifico l'aggluti11azione alla diluizione 1 : 50, mentre <t.d 1 : 100 la reazione fu negativa; col batterio pa· ratifico, ' ' arietà A l'agglutinazione avvenne con 11na dilt1izione 1 : 50 e col batterio pa,ratifico Balla diluizione 1 : 1000; la c]jP,gnosi fu di infezione pa· ra tifoidica. Il secondo easo decorse clinicamente ed ebbe risultati sierodiagnostici come il primo. Trattavasi in questo secondo caso di una sorella della prima malata. Il terzo ca.so fu quello di un ragazzo di 8 anni. Il decorso clinico fu grave da principio ed assolu· tamente 11guale a quello di una tifoide. La piressia ......_ cadde in meno di due settimane ed il bambino guarì perfettamente. Il sangue agglutina,ra i batterli pa. ratifici della "\'arietà B, in 11na dil11izion e all'1 ·: 200 mentre non influenzava menomamente nè il bacillo tifico, nè il bacillo paratifoide di tipo A, in diluì· zione dell'1 : 50. KAYSER combatte l'uso di chiamare tifoidee queste infezioni da bacilli paratifici. Afferma che la dia· gnosi differenziale è possi.b ile soltanto con l'aiuto

La diazoreazione nella febbre tifoide. Secondo BILLINGS la diazoreazione di Ehrlich, è il più oostante di tutti i segni della febbre tifoide, non eccettt1ata la reazione di Widal. Essa è specialmente marcata dal quarto al de· cimo giorno e tanto più precoce quanto l'infezione è più grave. Essa comincia ad indebolirsi ""\rerso il decimo giorno e sparisce spesso al principio del terzo set· tenario.

Mortalità per tifoide nei bambini. dice che la febbre tifoide nei bambini assume un decorso atipico, partecipando la malattia della natura di un'infezione emorragica. (23) HENRY KoPLIK

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IL POLICLINIOO

I casi di febbre tifoide nell'infanzia, prima dei clue mesi di età fino ai due anni, si sono moltipli· cati in questi ultimi tempi nella letteratura medica. La frequenza della malattia in questi bambini, paragonata a quella di altri bambini più grandi e degli adulti, non può essare bene stabilita finchè non ne siano stati osservati e cliagnosticati coi mo· derni metodi un certo numero Sllfficiente di casi. Dalle statistiche di parecchi autori riferite da KOPLIK per determinare la percentuale dj morta· lita., la frequenza di perforazione, ecc. nei pazienti fra i 2 e i 10 anni di età .e dai casi stessi suoi si desume che la mortalità di questi bambini varia fra il 6. 6 per cento ed il 13 per cento. Per ci0 che riguarda la perforazione, il KoPLIK ne ha avuto dl1e casi st1 100. Le forme più gravi di miocardite e di endocar· dite sono pi11. rare che nell'adulto.

Febbre tifoide cou sei rfcad11te.

Il dott. STOWELL riferisce nel New Yorli: 1ned. .Journal del 16 maggio, un caso di febbre tifoide a ricadute in una donna di 30 anni, nella quale le ricadute furono in numero di sei. · Ogni l'icaduta parve meno grave e fu più corta della prececlente. La malattia durò in t11tto venti settimane e terminò con la guarigione .

Statistica della cura operativa nelle perfo1·azioni intestinali della febbre tifoide. Su 333 operazioni fatte per perforazione intesti· nale n ella febbre tifoide e divise in serie second0 l'anno nel quale furono praticate, il dott. R1CHARD HARTE ha trovato una mortalità de] 90 °/ 0 nella prima serie e del 69 °/0 nell'ultima.

APPUNflll DI fllEll_APIA Complicazione della gravidanza con Yiii ca1~diaci. Il prof. VEIT (Die Plierapie d('r Gege1izvart, gen· i1aio 1903), riferisce un caso di stenosi ed insuffi· cienza mitralica bene compensata, nel quale la paziente a'Teva potuto senza alcuno speciale di· sturbo mettere alla lt1ce 10 ugli. La paziente, divenuta gravida per l'undecima ''Qlta, fll assistita nel parto dall' A., il quale non notò nulla di speciale nell'andamento del parto, salvo un leggiero aumento del polso, 30 r espiri al minuto, e lln po' di cianosi della faccia. Ma, come l'A. fa osservare, in questi casi biso· gna stare in guardia, perchè ad ogni istante pos· !'(Ono sorgere difficoltà. A }lrova di ciò riferisce l' .L.\.. un altro cas0 ve·

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IANNO

IX, F ASC. !O]

duto da lui, nel quale esistevano serie lesioni cardiache. Nelle ultime '3ettimane di gravidanza sopraggiunse grave dispnea, ma questa disparve col riposo e con un'adatta cura. Ma quando i dolori cominciarono, apparve subito e si aggravò la dispnea in tal modo, il polso si fece cosi piccolo, appena percettibil~ et1 il respiro aumentò tanto la sua fre· quenza (fino a 50-60 respiri al minuto), che fu necessario estrarre il bambino con la massima ra· pidità possibile per salvare la vita della madre. 11 fatto della gravidanza in una malata di cuore porta certamente in un gran numero di casi allo sviluppo di sintomi molto gravi: dispnea, asma, ascite, albuminuria. Ma l' A. afferma che la causa vera di questi sintomi sta nella perdita del compenso. Quando il vizio valvolare è ben compensato tali sintomi non appaiono. In tt1tti i casi di gravidanza complicata da cardiopatie si deve avere la massima ctua, perchè la paziente sia circondata dalle condizioni igieniche migliori possibili, ma sopra tutto poi quando il compenso viene a mancare. Quando non vi è perdita di compenso l'.A.. non vede perchè la gravida,nza dovrebbe essere inter· rotta, mentre riconosce che può essere necessaria l'interr11zirne in caso di scompenso. Può qui nascere la questione se nel corso della ' gravidanza, quando appaiono i primi segni della rottura di compenso, sia desiderabile provocare l'interruzione della gravidanza. In tali casi deve farsi la necessaria preparazione. ma nel frattempo si deve fare ogni sforzo per aiu· tare le forze del cuore con adatta ct1ra.. Se questa fallisce ed i . sintomi si aggravano, allora si può a.gire. L'A. discute qt1indi sulla questione se si deve o no sconsigliare od impedire il mat!·imonio ad una malata di c11ore. Egli nota dapprima, che quando tina donna ma· lata di cuore viene consigliata ii no1t prender ma· rito, rifiuta sempre di segt1ire il consiglio. }la egli non si sentirebbe ad ogni modo di darlo, per· chè in parecchie occasioni ha veduto star bene la paziente e partorire senza inconvenienti. Ben s'intende che particolari precauzioni sono state a.doperate. Piccole dosi di morfina sembrano agire efficacemente por r eprimere l'eccitazione e l'ansietà della partoriente e quando il parto va troppo in ll1ngo, è facile ed lltile intervenire estraendo il bambino.

Le malattie di cuore come indicazione all'interruzione artificiale della graYidanza. Neln. 48 del Riisski,j Wratscli il dottor J. J. JA· KUB, considerando che ogni cuore nella gravidanza, nel parto, nel puerperio, anche se normale, va in· contro a certe alterazioni, come l'ipertrofia e la di· latazione, è portato a credere che.queste condizioni


{ANNo IX, F .A.se. 40J

della donna siano ·tanto più da temere quando il cuore è malato. È difficile, egli dice, dare 11n g iudizio quando si è interrogati sulla opportunità di permettere o no il matrimonio a donne che abbiano qualche vizio cli cuore. Quando esistono disturbi di compenso certo il 111atrimonio deve essere proibito. Più frequente è il caso che si ricorra al medico più tarai e che donne con v izio di cuor e divenute ' . gravide c?nsultino il medico su questa complicazione gravidica. In qu~sti casi l'A. afferma r ecisamente che già fin dalla comparsa di disturbi di compenso non si deve perdere 11n tempo prezioso n el trattamento interno che rimane per lo più senza rest1ltato, ma si deve subito ricorrere alla interr11zione artificiale della gra\idanza. Già il fatto che nelle mal_ate di ct1ore spesso si osservano l'aborto ed il parto prematuro spontanea· mente ci dimostra, dice l'.A..; quale debba essere la nostra linea di condotta. Il momento più opportuno per l'interruzione della gravidanza è al quarto m ese e mezzo. Il mezzo migliore e più ra.pido per provocare le contrazioni è quello che consiste nella introcluzione di un metreurynter, narcotizzando la ùonna col cloroformio. Nelle pluripare, nelle q11ali in parti precedenti si sian o ve1·ifi cate gravi complicazioni cardiache l'interruzione della gravidanza deve esser fatta anche se il vizio di cuore sia perfetta.mente com· pensato. Qua.n do la donna sia giunta già al termine di g ravidan za ed abbia un'affezione carcliaca, bisogna accorciare quanto è possibile il periodo espulsivo per m ezzo dell'estrazione artificiale del bambino.

Nelle menor1·agie. Il R OBIN consiglia : Estratto fluido : · di h:vdras tis canad~nsis . ... di gossypium herbaceum di Erodium cicutarium . di Vibt1rnum prunifolium Elixir di Garus • • • •

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SEZIONE PRATICA

gm. 5

ana. gm. 3

• • •

»

100

Un cucchiarino cinque minuti prima di co]a,zione e di pranzo. Nello stesso tempo il ROBIN c·onsiglia· l'uso delle pillole seguenti : Ergotina Bonjean . . . . ) ~ ana. centg. 10 Polvere sangue di drago . Per una pillola. Da prendere durante i due pasti principali. Cominciare la cura qualche giorno dopo la me-

norragia, continuarla per 11na diecina di giorni, ripigliarla nell'imminenza della successiva mestruazione. (Jozirnal des praticiens, 27 giugno 1903).

V.A:RI:A L'udito nei sei vaggi. - La R evue Scien,tifiqzie (n. 18) riassume i ris11ltati degli studi e degli espe· rimenti fatti di recente da una missione scientifica inglese n ella regione dello stretto di Torres, fra l' .Australia e la Nuova Guinea, intorno all'udito delle popolazioni selvagge·. In generale, si cr ede che le facoltà auditive d ei selvaggi siano molto ~viluppate : essi odono dei suoni che non vengono percepiti dagli esplorat•>ri europei", e ne indic~no la natura e la.direzione. Ma non conviene esagerare l'importanza di questo fatto giacchè si tratta di una serie di suoni che i selva~gi sono abituati a t1dire e che essi, per cosi dire, aspettano. ·E infatti, gli esperime nti esegt1iti dal MYERS, della spedizione antropologica della Università cì i Cambridge, sfatano la leggenda della superiorità auditiva del selvaggio sull'Europeo. Il M YERS fece delle prove con un p endolo di Runne il quale aà cinque colpi al secondo e che può essere facilmente fermato e inesso in movi· mento, e trovò che, in quanto si riferisce alla per· ce2iione di questi s11oni, gli inéligeni da lui studiati risultano inferiori agli Europei. n'altra serie di esperimenti fu dedicata dal MYERs alla determinazione dei st1oni più acuti che possono esser e percepiti; e servendosi del fi· schietto di Galton, egli accertò che, rispetto alla percezione dei suoni acutissimi dati da questo istrumento, i selvaggi non sono nè superiori nè infe· riori agli Europei. In generale, i fanciulli odono dei suoni più ac11ti di quelli che possono essere perce· pi ti da.gli adulti; la facoltà di udire suoni molto acuti diminuisce col crescere dell'età.

p

Un nuovo microscopio potentissi1no. La Fra1ikfzirter Zeitung sett imanale (n. 10) segnala un importante progresso che recentemente è stato comp iuto nella costruzione dei microscopi. .A. suo tempo l'Helmhol tz a"\reva dicl1iarato impossibile portare il limite di visione del microscopio a meno di un diecimillesimo di millimetro; ora, invece, due fisici tedeschi, i dott. 81EDENTOPF e ZSIGì\fONDY, di I ena, hanno costruito un nuovo micl'oscopio mu· nito di uno speciale apparecchio per illuminar e gli oggetti da esaminarsi : con questo nuovo micro· scopio si ottiene un ingrandimento di gran lunga st1periore a quello ' ottenuto finora, in modo che il limite della visione è portato a sette milionesimi di millimetro. Una prova della straordinaria potenza di q11esto microscopio è stata fornita dall'esame del cosidetto « vetro rubino » : con q11esto nome si indica un (25)


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IL POLIOLINIOO

LANNO lX, FASO. 40J '

· vetro colorato magnificamente in rosso per mezzo di oro puro metallico ~ ma l'orJ è diviso in parti· celle così minute, che finora anche col più potente microscopio non si vedeva che il vetro colorato uniformemente di rosso; col i1uovo microscopio, in vece, queste particelle infinitesimali d'oro sono visibili.

La peste nell'India. -

La Dentsclie Ru1tdscJia11 fttr Geograpltie und Statistik (n. 10) riproduce dal La1tcet alcuni dati intorno alla diffusione della peste n ell'India durante gli ultimi sei anni. Le statistiche ufficiali dimostrano ch e la terribile epidemia è in continuo aumento. Nel 1897 si eb· bero in tutta l'India 56,000 decessi dovuti alla p este; nel 1900 se ne ebbero 93,000 ; nel 1901 la cifra dei mol'ti salì a 274,000; nel 1902 a 577,000. L'aumento continua anche nell'anno corrente, giacchè nei primi tre mesi la strage prodotta dalla peste è rappre· sentata dalla enorme cifra di 334,000 decessi di cui . ' 136,000 nel solo mese di marzo. Nella seconda metà di aprile si ebbero più di 32,000 dBcessi alla settimana.. La regione maggiormente colpita è il Pengiab (l'antica Pentapotamia), nell'India settentrionale, dove la peste miete un maggior numero di vittime che in tutte le altre provincie dell'India prese in· sieme: e dove attualmente, su circa 21 milioni di abitanti, ne muoiono di peste 18,500 alla settimana. Fra l e grandi città dell'India, quelle che mag· giormente soffrono dell'epidemia sono Allahabad, Agra, Benares, Lucknow, Mirat, Bareli e il pofto di Karaci alla foce d ell'Indo ; a Bombay e a Calcutta, le condizioni in quest'ultimo te1npo sono al· quanto migliorate. (Mi1terva, a. c.) . .

CENNI BIBLIOGRAFICI -

Transactions of the Twentyfonrtl1 Annua! Meeting of the Americau Laryngological A.ssociation l1eld at Boston (Ma~s.), May 26th, 27th and 28th 1902. (New York, Kooney e Otten Priuting Co., 1902). Poche Società raccolgono nei loro rendiconti an· nuali lavori così importanti, come la Società Larin· gologica Americana. Nel volume dell'anno 1902, testè inviatoci segnaliamo specialmente glt artìcoli sopra la cheratosi della faringe, la ~eucoplachia, gli empiemi del seno Afenoidale, la c11ra. immunizzante della febbre del fieno, i risultati della cura del cancro laringeo coi raggi X, ecc., ecc. FERRERI.

· Pubblicazioni vervenuto al

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Policlinico >>.

BALLABENE dott. C. Das neue A.rzneimittel Ar· t11ralgonicon und seine Heilwirkung bei rheuma· tischen Schmerzeu, Gicht, ecc. - Berlin, 1803. S cHIASSI dott. B. Le developpement chirt1rgical

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INTERESSI PROFESSIONALI Le qualità essenziali per il successo nella professione medica. · Dopo tante voci sconfortanti, gioverà, per una volta almeno, sentirne una che non ci stringerà il cuore al pensiero del nostro a,r. • venire. Qnesta voce di buon augurio è quella (1i ,V. W. KEEN, medicinae docto1~, professòre di clinica chirurgica . nel J efferson l\1edical Colleg~ di Filadelfia, ed è risuonata nel discorso inaugurale del Dipartimento medico dell'Uni· versità di Columbia, a Washington, addì 1° giugno 1903. · Ecco che cosa dice, oltre l'Atlantico, il dottor KEEN ai giovani medici che spauriti si domandano che cosa sarà di loro domani. Nei « Saggi scelti » del distintissimo chi· i~urgo inglese sir J .AM.E S P .AGET, uno dei più interessanti è intitolato: « Ciò che d~vengono gli studenti di medicina » e comincia così : Si dice che il signor ABERNETHY nell' entral'e nel teatro anatomico per una delle sue lezioni inaugurali, guardando in giro la folla di gio· vani esclamasse con accento pietoso : « Dio vi aiuti tutti! Che avverrà di voi'? » Sir J ames procede IJOi ad analizzare i i~isultati di una sua inchiesta circa gli ultimi eventi cli mille dei suoi primi studenti. Il risultato si può stabilire in cifra rotonlla come segue. Il sessanta per cento di essi rag·


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giunsero un successo variante dal « distinto » e dal « considerevole » al « buono », il 18 per · cento un successo « molto limitato », e il 22 per cento o morirono o lasciarono la professione. Il suo lavoro conclude nel .seguente modo : niente appare più certo di questo, che il caratterè personale, la natura, la buona volontà di ciascuno studente hanno una importanza molto più grande nel determinare la sua car1~iera di qualunque altro aiuto o inframmettenza Elsteriore. Il chirurgo di Filadelf ia dice di non aver avuto mai il tempo e l'opportunità di fare una simile ricerca per i suoi scolari~ ma ciò che può <lire è basato sull'esperienza di quarant'anni d'insegnamento, durante i quali ha osservato le carriere di 6000 o 7000 studenti. I loro successi ed i loro inst1ccessi sono stati forse nelle medesime proporzioni di quelli degli allievi di P AGET. Egli non ha mai veduto mancare un successo onorevole, e anche in;vi· diabile, a colui che .avesse queste quattro qualità caratteristiche : 1° Un buon carattere morale ; 2° Buone maniere; 3° Perseveranza ; 4° Volontà di stt1diare. Poche par·ole occorrono per dimostrare la necessità del carattere morale, poichè esso è il fondamento della riuscita in qualunque in· dirizzo della vita. Colui che manca di una buona morale, manca di tutto, non può e non deve riusci1~e. « I modi fanno l'uomo » , è un vecchio adagio, e in nessun caso della vita forse essi sono così importanti come nella profess!one • del medico, perchè questi ha da fare non solo con uomini come lui, ma con donne e con bambini, con i quali le buone maniere sono essenziali. Si è detto di un ben conosciuto medico americano, ora morto, che egli doveva molto òel suo successo a ciò che scherzosamente si chiamava « il suo sorriso di diecimila dol· lari », e in tale esagerazione vi è una grande base di verità. La nettezza è sempre ricompensata; por· tare un abito con le macchie di grasso è una stravagante trascuratezza, e ci costerà più della spesa di un abito nuovo e pulito. L'esibire unghie da selvaggio è da condan· narsi tanto per un uomo civile quanto per un chirurgo.

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Per illustrare il valore del terzo requisito, della perseveranza, KEEN racconta lln epi· sodio occorso alcuni anni fa nella sua clinica. Tra i suoi studenti eravene uno che possedeva vantaggi speciali ; i suoi genitori . ave' rano mezzi sufficienti per procurargli la migliore · delle istruzioni. Passò all'università tra i primi della sua classe; si laureò con onore, fece un buonissimo servizio di assi· stente nell'ospedale, andò all'estero per un anno e più, ed acquistò la cognizione del francese e del tedesco, come aggiunta alla sua coltura medica. Prima di partire si am· mogliò e al suo ritorno si dedicò alla pratica. Un giorno venne dal maestro sco1·aggiatissimo e gli disse: « Credo che dovrò abbandonare la carriera del medico ; i miei genitori sono stati buonissimi verso di me, ma non posso dipendere sempre da loro per il mantenimento mio e della mia famiglia. » KEEN gli domandò : - Caro mio, da quanto tempo esercitate la medicina'? - Da sette mesi. - Quanto avete guadagnato'? - Due dollari e mezzo. In altre parole in 210 giorni aveva incassato 250 centesimi di dollaro, t1n p o' più di cinq11e centesimi di lira al giorno I Era abbastanza per agghiacciare il cuore più gagliardo. Tutta via KEEN lo incoraggiò e gli disse di non aver mai veduto un uomo con i quattro requisiti non riusci1·e nella sua im· presa; egli ne aveva tre : una buona condotta morale, modi garbati, e volontà di studiare, e r\uscirebbe ce1·tamente se avesse tenuto presente il quarto req11isito, cioè la perseve· i·anza. Oggi egli è conosciuto come un medico fortunato, ed ha una posi~ione onorevole. Qualunque medico può dare ai giovani, a questo rigua1·do, un po' della sua propria esperienza, poichè t11tti sono passati quasi per il medesimo stadio di scoraggiamento. Tutti . si sono veduti molte volte perseguitati dal· l'ins·uccesso e parve loro p er un lungo periodo di anni di non poter riuscire mai a guadagnare nemmeno da vivere decentemente. KEEN dice: « Moltissima gente aveva bisogno di un chirurgo, ma novantanove su cento dei malati andavano da altri e non da me, e una sola p eco1·ella sperduta, attratta dall'erba abbondante del sentiero poco fre127)


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q uentato, veniva nel mio gabinetto. ~Ia avevo Ma oltre lo studio d~i casi singoli,. i medici baoni amici che mi incoraggiavano e mi ri· debbono rammentarsi che vi so~o questioni corda,ro la storia del cavaliere sul cui stemma più e.stese e più grandi, degne della loro atera un uomo ai piedi di t1na grande monta- tenzione. gna che egli . attaccava con un piccone, e il Il dott9r KEEN ricorda ai giovani che egli cui motto era: a poco a poco. Ebbi più di un ha veduto il nascere e lo svilupparsi dell'andisinganno nella mia carriera, ma mi attaccai tisepsi, dell'asepsi, della teoria dell'immunità, al mio lavora con più tenacia che mai, i·isol· della sieroterapia, dei raggi X, di capitoli vendo di fare ogni giorno il lavoro adatto nuovi ed interi di neu~ologia e di ginecologia; a quel giorno, per quanto mi fosse possibile l'intiera patologia medica e chirurgica è stata di farlo. Finalmente le nuvole si diradarono rifatta sotto i suoi · occhi, .nel tempo della paed apparvero il cielo brillant "l ed il sole 1~i­ tologia cellulare di VIRCHOW, pubblicata splendente » . Così sarà di tutti se si 1·icor· quando proprio nasceva la sua generazione deranno del detto di EMERSON: Rendetevi di medici, e n ell'epoca dei lavori di LISTER. necessari pel mondo, e il mondo vi darà il ·nel 1860 e nel 1870. .. pane. Questi argomenti toccavano tutte le malattie La buona volontà di studiare è la quarta piuttosto che una di esse, o qualche caso parcondizione pe1~ la riuscita di un medico. La ticolare. Q.uante s coperte non ci riserberà l'avmedicina è una scienza, ed ha progredito con venire, e quanto·· più importanti! I giovani passi stra ordinariamente rapidi, specialmente debbono star sempre sull'.attenti, per far pro· in questi ultimi anni. L'avanzarsi del progresso pria tt1tta la nuova scienza che sorge dal.la nei prossimi cinquant' anni, durante la vita investigazione. . attiva dei .giovani che si affacciano ora i1ella · · Di più, i niediqi non deobono di~e11ticare che professione, sarà probabilmente ancora più la coltura g enerale ingrandisce le veclute di rapirlo che non sia. stato fino ad oggi. Coloro un uomò ed aumén ta la sua influenza e la· che non si dedicheranno con amore allo studio sua importan~a nella società'., mentre è per lui d ei loro malati, ai loro libri e ai gio1·nali di una grande sorgente di diletto. N"C>n tutti pom edicina (lovranno senza fallo aspettarsi di tranno imitare il vecchio medico scozzese di essere lasciati indietro, arenati sulle. sabbie ca·mpagna, la di ct1i storia è nal·rata da J OHN d ell'ig noranza e dell'ozio, mentre gli altri BnowN nelle sue « Ore di riposo )> . Andando sal p er~nno verso la fortuna e verso la fama. l a fargli una visita, egli lo trovò a colazione .· . Al principio di ogni carriera, per un certo pronto per il suo giro del matiino, _mentre si numero di al1ni i «casi » sono abbastanza rari, e. distraeva tra'd11cendo un'ode di Orazio in versi si può studiare ciascuno di essi in particolare greci.• come se la vita dell' ammalato di1)endesse dal Tutti }Jerò possono renòersi .fan1iliar! i caconuocer e tutto quello che è stato scritto sul p_olavori della letterat11ra; nessuno -sa~à .poi· caso speciale. Un tal modo di studiare, in guisa ·completo senza la conoscenza di qua.lche lingua di conoscer e non solo tutto ciò che riguarda il straniera. la quale permetterà ai medici non .. caso individuale, ma tl.1tto ciò che ha attinenza I. solo di appren dere meglio tutto quello che alla speciale malattia (li ct1i si tratta, vale , riguarda la medicina, ma e.ti coltivare altresì quanto- llna dozzina di casi trattati alla car· la propria mente con lo studio dei gra-ndi aulonà con la solita rozttine. Se i giovani si com· tori di tutti i popoli. porteranno così per ogni caso che <'apiti loro, Quando i giovani meclici avranno acquistata non passerà 1nolto tempo che avranno per· sufficiente esperienza, allora dovranno seri· corsa tutta la patologia e se ne saranno resi vere; ma non fin chè non abbiano qualche cosa padroni. Bisogna oh e ogni cliente si p ersuada, che valga veramente la pena di far sapere mentre il m edico studia la sua malattia, che egli agli altri. è l'unico ch e i)er il momento ~ o jnteressi di Per fare questo occorre tene1·e al corrente più. e il g iovane esercita in campagna non una serie di annotazioni di casi ; dal giorno perda il tempo in vane ciance nei caffè ed della laurea si noti e si cataloghi ogni caso. in altri luoghi e si ricordi ch e la m edicina Anche i malanni più. comuni, quando si sa· ranno riunite le annotazioni c1i un gran nuè un~ amante ch e non vuol rivali.

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mero di casi, forniranno materia per scritti i medici faranno il loro dovere, prima che il interessanti, che sa1'anno letti con piacere e • nuovo secolo finisca, dovrà dirsi i1elle storie profitto dai colleghi meno esatti e meno stt1· delle cliniche che A. B., di 25 anni ebbe la salute solita dell'infanzia, poichè le malattie di osi. I giovani. che oggi si dedicano alla medi- solite saran110 ba.ndite dalla comunanza socina, si convincano di appartenere ad una ciale. La felice infanzia sarà libera dai loro grande e nobt}e professione, il cui valore per assalti e la salute invece della malattia sarà la società umana è superiore a qualunque il suo viatico verso la giovinezza. Noi non vedremo disgraziatamente il giorno -stimi ne faccia il mondo. La vita e la felicità dei nostri simili sono fort·unato in. cui le sole cause della morte sa· ranno le disgrazie accidAntali e la vecchiaia nell~ nostre m&ni. ~essuno avrà il coraggio di in cui il chirurgo sarà solamente chiamato manten~rsi impa1'i al suo ·compito, negligente a seguire . i. p1·ogr~ssi della scienza. Ciò vor- per rimediare ai guai prodotti dalle prime, e rebbe dire-..:vimanere indifferenti dinanzi alla l'ufficio del medico consisterà nell'assistere al motte dei padri che si aff atic~no per la loro nostro ingresso nel mondo, e nel segnare i famiglia, delle madri tener.e·ed amo1·ose, degli certificati di morte dei centenari. ì\la fra i nobili attributi della nostra profesamati fanciulli la cui moiite lascia nel cuore un segno che tutte le acq~~ di Lete non po- sione, i medici che vogliono esser dègni dei tempi dovranno mettere innanzi a tutto quello tranno mai cancella)'e ! . ·· , · Il mondo intero, dice K_EEN, si è. commosso di prevenire piuttosto che di alleviare il do· lore umano. Doctor 0AJUS. nell~ ultime settimane per l'atroce massacro i11 Kischeneff, e ·1ai stainpa e la tribuna hannp avuto ra.g ione di d'enunciare al mondo RISPOSTE A OUESiTI E A DOMANDE ·Civile un tale delitto. ! ~ç>:rti e i fer~ti, in (264-1) Sig. dott. S. S. da P. - Sarebbe stata quel truce episodio della tirannideJ sono stati circa mille. Ma qual voce si è l0tvata indignata sostenibile la tesi accennata da Lei, e che, cioè, la p er protesta1--e contro l' ecatombe di' 50,000 nomina fatta dalla Giunta in linea di urgenza equi· i)ersone . morte di tifo nell'anno 1902 nei soli . vale per ogni effetto di · legge a quella fatta dal Consjglio. Però siccome Ella dice che è stata diStati Uniti, cioè di ui;ia malattia che si sasdettata da diversi mes~or sono, cioè, prima del rebbe potuta prevenir.e con l'acqua buona, e 30 giugno, cosi a nt1lla approderebb~ la dimostra·con buone precauziofii ·s anita1'ie 'l Avete sen- zione della validità dei due mesi di servizio fatti tito . mai denunziare ai popoli lé stragi che in base a nomina. della Giunta; dal momento che la tuberc.o losi compie in America come in sarebbe sempre stat~ disdettata in tempo utile Europa, cioè un'altra malattia che se non è prim.a della fine del triennio. (264:2) Sig. dott. D. D. S. da R. l\Ìl. - Se tutti i assolutamente prevenibile tuttavia potrebbe essere ridotta in• termini · angus~i con u·n a· medici esercenti sono condottati la nomina dell'uf· ,-era igiene sociale cosciente 'l Quanto spesso ficiale sanitario deve sempre· essere fatta dal Prein t11tte le clintche, mentre il maestro si ac· fetto su proposta del Consiglio provinciale di sanità. Sarebbe in tal caso preferito chi possiede cinge a far l:.ct lezione, o ad operare, si legge titoli prevalenti ed in ogni caso il più anziano di la etoria dell'ammalato, e si sente ripetere carica. Non crediamo che possa esse-re dubbia la questa ·sorprendente osservazione: « A. B., di dicitura -del nuovo progetto di legge dal momento

.

25 anni; ebbe le solite nzalattie dell'infanzia » come se le malattie potessero essere solite ! Inoltre quelli di cui si dice così sono gua1~iti dalle « solite malattie dell'infanzia », ma quelli che sono caduti vittime del morbillo, del vaiuolo, della pertosse, della scarlattina, della difterite, son passati al di là di qualunque clinica, e di qualunque storia ... Non vedete, o giovani, quale splendido campo di attività fruttifera si svolgerà in qt1esto secolo vente· simo di èui abbiamo visto l'albeggiare'? Se

che nel capoverso 3° dell'articolo 9 bis fa chiara· mento comprendere che la disposizione in esso contenuta si applica nel solo caso che nel ·comune, oltre ai condo ttati, esistano altri-liberi esercenti. (26±3) Sig. dott. D. G. P. da O. D. P. - N essuna tariffa esiste per le vaccinazioni . .Il compenso che il med'ico può pretendere di:eenderà da accordo coll'autorità municipale. Esistendo però medico condotto l'Amministrazione potrebbe essere chiamata responsabile per la maggiore spesa, essendo qt1egli obbligato ad eseguire gratuitamente le vaccinazioni. Quando l,t1fficiale sanitario_ è stato no· -

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minato con decreto del Prefetto, il Consiglio comunale non può più revocare la proposta fatta, essendo da essa scaturito un diritto pel sanitario. Il provvedimento del Prefetto è definitivo, non passibile, cioè, di ricorso in linea gerarchica, ma solo di ricorso per legittimità innanzi alla IV Sezione del Consiglio di Stato. Alla pubb1icazione della nuova legge 1'11fficiale sanitario medico con· dotto in paese ove non esercitino altri medici, resta in carica, così come è esentato dal concorso il li· bero esercente che già possiede la nomina. Negli altri casi si procede subito al concorso, intendendosi annullata la nomina precedentemente data Per: la nomina ad llfficiale sanitario occorre il concorso ed in questo, si intende, vi bisognano i titoli, ora prescritti dall'articolo 26 del regolamento. I corsi cui accenna si fanno anche in altre Uni· versità, durano ordinariamente tre mesi ed il di· ploma che si ottiene è certamente titolo di preferenza. (2644) Sig. dott. L. L. da P. - Noi crediamo che con la rinunzia alla stabilità non si perda il di· ritto, quantunque la cosa è stata variamente decisa da diverse Corti giudiziarie.. Fra qualche giorno pubblicheremo su tale argomento apposita mono· grafia, essendo di vitalissimo interesse per la classe dei medici condotti. Ella, quindi, è stabile e può far valere le sue ragioni, occorrendo, in opportuna sede. (2645) Sig. dott. r. L. da F. - Q11antunque trattisi di un caso eccezionalissimo, pur tuttavia crediamo che un compenso Le sia dovuto se non dalla Società di assicurazione, certamente dall'operaio nel cui interesse il certificato vien rilasciato. (2646) Sig. dott. T. L. da A. - Noi abbiamo più volte dichiarato che in base alla giurisprudenza prevalente, confermata ora dal nuovo progetto di legge sanitario, lo stipendio del medico condotto stabile pei poveri sia irriducibile. Però trattandosi di far valere più che un interesse, un vero e proprio diritto, Ella, nel caso che la minacciata ridu· zione abbia il suo effetto, citi l'amministrazione comunale innanzi al magistrato ordinario ed avrà certamente ragione. (264:7) Sig. dott. ~I. E. da R. - Fra le attribu· zioni che la legge attribuisce al Sindaco vi è anche qt1ella di compiere gli atti conser,rativi dei diritti del Comune, ed appunto quello cli dar la disdetta p er fine di ferma agli impiegati, è stato ritenuto atto conservativo e perciò permesso al Sindaco come tale. Non vi sarebbe, quindi, necessità di riferirne al Consiglio. Ma se, come Ella dice, il Sin· daco si è dimesso, potrebbe la Giunta in linea di l1rgenza od il Consiglio r evocar e la inferta disdetta e dissipare, così, ogni p eri colo. (2648) Sig. dott. F. B. da L. -- Ella è stata di· sdettata prima del compimento del biennio e perciò non potrebbe invocare la disposizione della nuova (30)

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legge. La risposta cui accenna si riferiva a coloro che erano stati licenziati nel 3° anno e che quindi si trovavano all'epoca della nuova legge di aTer compiuto il biennio di prova senza disdetta. Del resto se sarà riconfermata o se, non ostante il li· cenziamento, seguiterà a prestare servizio, potrebbe ancora aspirare alla stabilita. Doctor JUSTITJA. •

AMMINISTRAZIONE SANITARIA Circolar e del Mi1iistero dell'Interno - Direzione ge1ierale della san,;tà pubblica · in data 28 lnglio 1903, relativa all'Accerta.m ento dei casi di mammite tubercolare n elle vacche lattifere. Ai signori Prefetti del Regno, Il regolamento generale sanitario approvato con R. Decreto del 3 febbraio 1901, n. 45, nello specificare i motivi per i quali è vietata la vendita del latte, fa un peculiare accenno all'art. 114 lettera B del latte di animali affetti da malattie alle mammelle. Mentre non si dubita che da parte delle SS. LL. venga curata l'osservanza della citata di· sposizione, si ritiene opportuno di richiamare in particolar modo l'a,ttenzione delle ~S. LL. sui casi di mammite tubercolare, e ciò anche allo scopo di ra~cogliere notizie ed elementi valevoli a meglio determinare i pericoli che da detta malattia possono derivare alla salute d(ill'uomo. A tale intento si invitano pertanto le SS. LL. a voler provvedere affinchè ogni caso di mammite tubercolare in vacche lattifer e, che abbia a manifestarsi nelle rispettive provincie, sia anzitutto accertato con la maggiore esattezz;a, :per evitare la confusione con altre forme che posshno mentire la detta infezione. Quando ogni dubbio in proposito sia eliminato, converrà eseguire speciali ricerche ed indagini circa le persone che avessero fatto us<> del latte proveniente dalle vacche infette per -ve· dere se e · quali effetti esso abbia avuto sulla salute di quelle. Per ogni ca~o di mammite tubercolare in vacca. lattifera venuto a conoscenza delle SS. LL .. dovrà. sollecitamente inviarsi a questo Ministero reiazion~ particolareggiata, contenente tutti i dati relativi alla diagnosi ed alla storia d ella malattia, e questo Ministero si riserva poi di disporre di volta in volta quelle ulteriori indagini (specialmente batte· riologiche) che apparissero n ecessarie. Si prega di segnare ricevuta della presente circolare. P er il Mi1tistro: RONCHETTI.

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Il dott. Pietro ~Iassa, medico condotto· del Consorzio di assistenza sanitaria fra i comuni di Cavaglià e Dorzano in provincia di Novara, ri· corse a S. M. il Re a sensi dell'articolo 12, n. 4 della legge 2 git1gno 1889 n. 6661, contro la deliberazione 26 ottobre 1902 del Consiglio comunale di Cavaglià che, in conformità delle convenzion~ consorziali, riduceva da L. 1300 a 900 la quota dt retribuzione del medico che è a proprio carico, togliendo al ricon·ente il supplemento di stipendio di L. 400 fino allora corrispostogli. Su conforme parere del Consiglio di Stato a sezioni riunite con sovi·ano provvedimento del 26 cor· rente il surriferito ricorso è stato respinto. ROMA. -


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- Con recente decreto reale, Rul conforme parere del Consiglio di Stato, è stato accolto il ricorso prodotto dal comune di Guardia Sanframondi per l'annulla.mento del decreto 14 aprile scorso clel Pre.' fetto di Benevento che dichiarava nulla la delibera· zione 6 marzo ultimo scorso di qt1el Consiglio comunale che modificava il capitolato per la condotta medica locale.

NOTIZIE DIVERSE PADO"\'"A. - L'è1nnuo Congresso della Società di ntedicina inter1ia, presiedt1to, com'è noto, dall'ono· revole prof. Guido Baccelli, i)er deliberazione presa dall'assemblea dei soci, quest'anno si terrà, nel inese di ottobre prossimo, a Padova, ove si è già costituito il ·Comitato ordinatore sotto la presidenza del prof. Achille De Giovanni, senatore del Regno. Ai la·vori di questo imminente Congresso po· tranno partecipare tutti i medici italiani, siano o no ascritti alla Società, ed è certo che tale riu· nione scientifica non sarà per nulla inferiore alle riunioni precedenti, per largo concorso delle scuole cliniche italiane e dei più distinti e valenti cultori della medicina interna. · Il segretario clel Comitato ordinatore del Con· gresso è il prof. Lucatello, che ha stabilito . il suo llfficio presso questa Regia Università.

*

* * Dalla Nuova

SYDNEY. Caledonia si annunzia che nei dintorni di Pam è scoppiata una e1')idemia, che ha molti dei caratteri della peste bubbonica, ehe uccise già 25 indigeni. Fino ad ora, la malattia non colpi nessun bianco. COSTANTINOPOLI. - Siccome, il 24 luglio, a Tri· poli, in Barberia, si ebbe un decf\sso che presentò i sintomi del cholera, il Consiglio sanitario dell'Im· pero ottomano ordinò che si assoggettino ad una quarantena di cinque giorni tutte le provenienze da Tripoli.

Nomine, promozioni, onorlfloenze. Furono abilitati alla libera doéenza: Il dott. Ulisse Gardini, per esame, di medicina operatoria, nella R. Università di Modena. Il dott. Filiberto J acobelli, per titoli, in patologia chirurgica, nella R. U niverRità di Napoli. Il dott. Ercole Pusateri, per titoli, in psichiatria o clinica psichiatrica, nella R. Università di Pavia. Il dott. Tommaso Busacchi, per titoli, in clinica chirurgica, nella R. Università di Pavia. Il dott. Pietro Negri, per esame, in patologia e clinica chirurgica veterinaria, nella R. Università di Pisa. Il dott. Arnaldo Pieraccini, per titoli, in psichiatria e clinic~ psichiatrica., nella R. Università di Roma. Il dott. Antonio Perassi, per esame, in clinica chirurgica e medicina operatoria, nella R. U niversità di Torino. Il dott. Giovanni Petella, per titoli, in oftalmo· iatria e clinica oftalmoiatrica, nella R. Università di Torino. Il dott. Luigi Ferrio, per titoli, in patologia spe· ciale medica dimostrativa, nella R. Università di Torino.

Furono inoltre abilitati alla libera docenza, con effetti legali, i signori: . Dott. Florio Sprec·h er, per esame, in sifilopatia e clinica dermosifilopatie~, presso la R. · Università di Bologna.. Dott. Da·vide Fieschi, per esame, in clinica chi· ·rurgica e medicina operatoria, presso la R. Uni· versi tà di Bologna. Dott. Angelo Motta-Coco, per titoli, in patologia genel'ale, presso la R. Uni,1 ersità di Catania. Dott. Torquato Legnani, per esame, in medicina operatoria, presso la R. Università di Modena . . Dott. Francesco Scotti, per titoli, in patologia speciale medica dimostrati, a, presso la R .. Uni· 'rersità di Napoli. Dott. Giovanni Vastarini ·Cresi, per titoli, in anatomia umana, normale, presso la R. Università di Napoli. . Dott. Francesco Campione, per titoli, in ostetricia e ginecologia, presso la R . . Università di Napoli. Dott. Antonio ..Anile, per titoli, in anatomia umana normale, presso la R. Università di Napoli. Dott. Angelo Piantieri, per titoli, in medicina· operatoria, presso la R. Università di Napoli. · Dott. Teodoro D'Evant, per titoli, in embriologia., presso la R. Università di Napoli. Dott. Dt1rando Dt1rante, per titoli, in patologia e clinica pediatrica, presso la R. Università di Napoli. Dott. Luigi Mosca, per titoli, in dermosifilopatia e clinica d8r:ç.iosifilopatica, presso la R. U ni"rersità di Napoli. Dott. Tito Cavazzani, per esame, in patologia speciale chirurgica e medicina operatoria, presso la R. Università di Parma. 1

** * laureati in

Nell'elenco dei Roma, pubblicato nel fascicolo 38, invece di LurGI SENNISl si legga ALES· SANDRO PENNISI. •

Conoorat e oondotte. ROl\1A. Dal ~Iinistero dell' In terno è stato aperto un concorso, per esame e per titoli, a dieci posti di medico di porto di 3a classe, con l'annuo stipendio di lire 2500. Il termine utile per la presentazione delle do· man.de di ammissione al concorso scadrà col 30 settembre 1903. ROi\IA. - Dal Ministero d ella pubblica istruzione è stato aperto il concorso al posto di professore straordinario alla cattedra d'igiene nella R. Uni· versità di Cagliari, a c11i possono prendere parte i dottori aggregati, i liberi docenti, gli incaricati e coloro che in precedenti concorsi per professore ordinario o straordinario siano stati dichiarati eleg· gibili. I concorrenti dovranno far per,renire l~ loro do· man.de di ammissioLe in carta legale da L. 1.20 al Ministero della -pubblica istruzione, non più tardi del 30 agosto 1903. Con la domanda ciascun concorrente dovrà in· • v1are: a) una esposizione della suà vita scientifica contenente la specificazione di tutti i suoi titoli e delle sue pubblicazioni~ con l'indicazione d ei prin· cipali risultati ottenuti; b) i titoli e lH pubblicazioni predette, queste (31)


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ultime, possibilmente, in numero tli copie non mi· nore di 16, per farne la distrib11zione ai termini prescritti dal regolamento ; e) un elenco dei titoli e delle' pt1bblicazioni me· desime, in carta libera ed in numero di 16 esemplari. I concorrenti che non app~trtengo no a ll'insegna· mento debbono inoltre presentare il certificato pe· nale in data non anteriore nl 18 giugno 1903. Non sono ammessi manoscritti, e non s i accettano pubblicazioni che g iunga.no al Ministero dopo la scadenza del concorso. I candida ti dichiarati eleggibili dalla Commis· sione, i quali non comprovino. almeno un triennio d'insegnamento effettivo universitario a qualsiasi titolo, saranno soggetti ad una prova orale, che la Commissione, quando lo creda opportuno, potrà indire per tutti i candidati. .- Dal Ministero della p11bblica istruzione è stato pure aperto il concorso per professore straordinario alla cattedra di meùicina operatoria n ella R. Uni· versità di Genova. Le condizioni di questo concorso sono identiche a quelle del concorso precedente. (Ospedale di S. Maria). - Sino al 15 agosto corr. è aperto presso questo ospedale un concorso al posto di assistente onorario del riparto chirurgico. - La carica non dà diritto che all'al· loggio gratuito nell'Istituto. Oltre agli obblighi di CUl'a dei malati, di assistenza ed eventuale sosti· tuzione del chirurgo titolare, regolato da speciale capitolato, l'assistente avrà p11r quello di servizio di laboratorio. - L'ospedale dispone di un materiale clinico ricco e svariato, ed un giovane che inten· desse dedicarvisi, potrebbe iniziare la sua carriera chirurgica sotto una buona guida. - La nomina è di competenza del Consiglio ospitaliero, ed è per un solo anno. - Le domande, in carta da lire O. 60, vanno dirett~ alla Presidenza, corredate dei seg11enti documenti: a) fede di nas,c ita; b) certificato di. buona condotta ; e) fedine criminali; dJ diploma di laurea. A parità di condizioni, sarà data la preferenza a chi produrrà titoli dimostranti una speciale com· p etenza nella istologia e nella batteriologia. TREVIGLIO

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R.

UNIVERSIT À DEGLI STUDÌ DI NAPOLI.

Corso di perfezio1ianie1tto 1iell'igiene per i laz,ireati. N ell'Is tituto d'igiene di questa Universi tà si darà principio il giorno 16 settembre 1903 ad un corso di perfezionamento nell'igiene pratica per i medici aspiranti alla carica di ufficiale sanitario. A detto corso possono partecipare anche i laureati in veterinaria, in chimica e farmacia, in scienze agrarie. Se il numero dei laureati in veterinaria iscritti al corso è di almeno 20, sarà loro impartito anche uno speciale insegnamento.~ Per esservi ammesso occorre farne domanda su carta bollata di centesimi 50 al sottoscritto prima del 5 settembre prossimo e presentare: a) il diploma di laurea ; b) la ricevuta di lire 100 rilasciata dell'Eco11omo dell'Università. A chi avrà frequentato il corso, si rilascerà, dopo la prova di esame, un certificato attestante gli s tudì f a.tti. Napoli, 15 luglio 1903. Il R ettore LEONARDO BIANCHI. Roma, lg()3 -

Tip Nuionalo di G. B•r'-ro e C

[AN.No IX, FAso. 40]

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Accademia di medicina di Torino (R.). • . Pag. Anatomia topografica de1le glandole linfatiche tracheobronchiali e broncopolmonari. Sukiewnkow . . . . . . . . . • » Apparato reticolare dei muscoli dei conigli (Sull'). - Martinotti. • • • . . . • » Atriosistole (Se e per quali dati dobbiamo ritenere che il cosidetto « ruinore presistolico» coincide veramente con la). Sacconaghi . . . . • . . . . . • » Bacillo di Eberth nel sangue dei tifosi : applicazioni alla diagnosi precoce della febbre tifoide (Il). - Courmoot e Lesieur . » Bo.ttone di Murphy nelle operazioni sull'intestino e sullo stomaco (Dell'uso del). Neuweiler • • • . . . . . • . • » Cada vere di donna gravida al sesto mese (Sezione del) . - Robecchi. . • . • . » Cenni bibliografici. . • • . . . . . . » Cistifellea (Perforazione della - . Cura per n1ezzo della invaginazione). - Ledjard. . " Concorsi e condotte . . . . . . • . • J> Diazoreazione nella febbre tifoide (La). Bill i ngs . . . • . . . • . . . . » Emolisine dei tessuti e dei tumori (Ricerche sulle). - Dona ti e Mi~heli • . . ~ • . » Emorragia mortale per ep1plocele incarcerato ~ Bovo . . . • . . • . . • . . )'! Febbre tifoide con sei ricadute. - Sto\vell . )} Ghiandola pituitaria (Trapianto della - adulta nel ratto albino). - Sacerdoti . • » Globuli rossi (Ricerche sulla colorabilità dei - - a fresco col bleu ai metilene). Dona ti • . . . . . • • . . • . . » Gravi danza con viii cardiaèi (Complicazioni della). - Veit • . • . . • • . • . » Interruzione arti6.ciale della gravidanza (Le malattie di cuore come indicazione all'). -. Jakub . • • . . . . . · • • » Intestino (Contributo allo :studio dell'esclusione parziale dell'). -:- V'_autr!n: • . • » Malattia di Pary. Album1nar1a c1chca (Sulla cosidetta). - Biodi • • . • . • . • » Menorragie (Nell~). - Robin· . • . . . . » Meralgia parestet1ca (.A,. proposito d1 un caso di). - Bramwell . . . . . • • . . » Microscopio potentiss!mo (Un nuovo) • • . » No tizie di verse. • . . . • . . • . . . » Pancreas (Sulla funzione del - nell'assorbimento ed utilizzazione del grasso). - Lombroso • • . • . • . • · · · · • » Paratifoide. - Kayser . • . . . . . • » Perforazioni intestinali della febbre tifoide (Statistica della cura operativa nelle). Harte . . . . • • . . . • • • . » Peste nell'India (La). . • . . . • . • » Professione medica (Le qualità essenziali per il successo nella). - Doctor C a j us • . . » Pubblicazioni pervenute al « P oliclinico » • » Pustola maligna (Su alcuni casi di - g uariti col siero Sciavo). - Abba . • • » Risposte a quesiti e a don1ande. - Dott. Ju.. Stl t1a • - . • • • . . • . . . . . )) Tifoide nei bambini (Mortalità per). Kò· plik. . . . . . • . •. . . . • . • . )} Trofoneurosi acuta di un intero arto inferiore. - Grawitz . . • . . . • • • » Udito nei selvaggi (L'). . . . . • . . » Vertigine galvanica (Sulla). - Tedeschi. . »

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A4DO

Roma, B agosto 1903

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Fuo. 41.

SBZIO.NB PRA.TIOA.

· DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: · PROF.

FRANCESCO DURANTE ·

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO •

Lavori originali: - Peri: Sulla interruzione artificiale della gravidanza nella tubercolosi p' lmonare. - Riviste : - PAT OLOGIA GENERA LE : - Gotschlich: 7Jella presenza di prolO\Oi (apiosonia) nel sangue di individui ·affetti da tifo petecchiale. - Troje: Contributo alla questione dell'identità tra tuhercoiosi bovini e tubercolosi urnana. Grin;ibert: Diagnosi batterica per le funz.ion.i bio-chimicbe. - Buxton: Enzimi nei tu,.nori. - TERA PIA : - Escl1erich: La sieroterapia nella scarlattina alla Clinica pediatrica di Vienna. - CHIRURGIA: - Jordan : La splenectomi·a lndicaz_ioni e risultati. - Rantenberg: ~lte · az.ioni osservate nel sangue dopo l'estirpaz._ione della 111ilz.a. - Lesas: Cura chirurgica dell'ascite nella cirrosi epatica. - Accademie, Società mediche, Congressi: - A CCADEM IA MEDICO-CHIRURGICA DI FERRARA : Osservazioni cliniche : ~ Tommasoli : N efrectornia in u,n caso di lesione renale con sintomatologia strana e rara. - Note di medicina scientifica: - Contributo all' anatorn.ia patologica della leucenzia acuta. - Stato della mucosa nasale nei malati effetti dn follicolite pilare cronica dei baffi.

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Pratica professionale : - CASUISTICA : - L'afasia nelle malattie acute. - Segno patogno1nonico della nevrite sciatica. - L'emiplegia destra. - Il riso ed il pianto spasmodici. - Per la diagnosi di natura dell'anestesia. Morte brusca, di nove fig li di un a7coolico. - APPPNTI or TERAPIA: - Influenz.a del riscaldameuto a bagnomaria, S"C<lndo il metodo Soxhlet, sulla digeribilità delle sostanz.e proteiche del latte di vacca. - Purganti ipodermici. Trattarnento del meteorisnlo nei bamoini. - Un aperitivo per donne gravide. - Il cloroformio corne antiel1nintico. - Un colluttorio di acido salicilico. - Cenni bibliografici. An1ministrazione sanitaria. - Lavoro delle donne e dei fanciulli nella risaie. Interessi professionali : - Risposte a quesiti e a domande . Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

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D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

LA VORJ ORIGINALI ,

Sulla inte1·rnzione artificiale della gra,vidanza nella tubercolosi polmonare per il dott.

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ALESSANDRO PERI.

Non credo inutile richiamare l'attenzione sopra un argomento importantissimo specialmente pel medico pratico, come quello della interruzione arti:fic}iale della gravidanza nella tubercolosi polmonare, p ortando un modesto contributo personale ed esponendo i concetti ai quali mi sono uniformato. Il merito di avere fino dal 1893, posto nei veri termini la questione dell'intervento ostetrico nelle gravide tubercolose, spetta a MARAGLIANO (24) quantunque CHIARA. (7) nel 1886 e MA RTIN (28) nel 1891, abbiano accennato alla possibilità di interrompere la gravidanza nei casi di tubercolosi polmonare.

In seguito alle p11bblicazioni del Clinico genovese, l'argomento è stato oggetto di studio da parte di vari autori italiani fra cui Cuzzr (9), A ccoNCI (1), Bossr (3) (4) (5), DE J\1:ARINI (11), C10FFI (8), L A TORRE (22), LAM BERTENGHI (2t), VrLLA (40), C ALDERINr (6) e F E DER1 0 1 (13). Ma pur troppo un accordo completo sull'importante questione, non è ancora avvenuto e la prova di C}iò si è avuta nell'ultimo Congresso periodico internazionale di ostetricia e gin ecologia, tenutosi lo scorso anno in Roma. In quel Co!lgresso si è delineata una,. . corrente poco fa\TOrevole alla interruzione della gravidanza nella tubercolosi. La maggi-Or parte degli os tetrici si è dimo strata più prop ensa per le sorti del feto che per quelle d ella madre, prevalendo l idea che convenga curare la tubercolosi, sorvegliando la gravidanza. Alcuni hanno ammesso però, che in certi casi speciali, si possa interve· 1

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nire, come, ad esempio, nella forma laringea e in quella miliare RE1N (35), ScHAUTA (36), SIMPSON (37). Contrario affatto a qualunque intervento si dimostrò P1NARD (33) il quale ricordò le parole da lui scritte nella prefazione del trattato di QuEREL (34) : « Per me l' indicazione del parto o dell'aborto provocato non esiste mai in una donna incinta. tt1 bercolosa )) . Nel Congresso internazionale di medicina di Parigi, tre anni prima, BERNfIEIM (2) meno assoluto di P1NARD, sostenne che il pratico ha il dovere d'intervenire in tutti i casi in cui la tubercolosi subisce un peggioramento fin _ dalie prime settimane della gravidanza. Questo disaccordo specialmente fra gli oste· trici d l oltrealpe, è dovuto al fatto, come dice Acc0Nc1, che la tubercolosi non è un processo intimamente legato alla gravidanza· e che si svolge unicamente in quella e per quella, come il vomito incoercibile, l'ecl~mpsia, l' incarceramento dell'utero, ecc., in cui vuotato l'utero, si ha la guarigion~; nella tubercolosi, anche troncando la gravidanza, rimane una forma morbosa sempre grave. Ho creduto bene studiare la questione dal punto di vista pratico, tanto più che nei tra ttati di ostetricia che vanno per la maggiore, dell'argomento, o non si parla affatto o si fa appena cenno. E noto che in passato si rite· neva che la gravidanza esercitasse un'azione benefica sul decorso della tubercolosi. Così infat~i si esprimono CuLLEN e FRANK. Altri autori, ad esempio, GRISOLLE PETER, G uÉNAU) DE MussY, DE RENZI sostennero l'opinione opposta, mentre ANDRAL ed altri ammisero che la gravidanza in alcuni casi può esercitare un'azione nociva ed in altri benefica. DAREMBERG (10) scrisse che durante la gravidanza non suole progredire la malattia, ma che dopo il parto, essa decorre con rapidità fulminante . MARAGLIA NO nel 18J3 ha risollevato la questione provando con cifre e argomenti tratti . dalla esperienza e dalla clinica gli effetti dannosi che arreca nel decorso di un processo tubercolare, la gravidanza. Da quell'anno egli si è f'a tto apostolo convinto della necessità assoluta d'interromperla. Le cif're portate da MARAGLIANO sono eloquentissime; egli ebbe a consta-tare una morlalità del 18 °/0 nelle donne non gestanti e del 94 °/0 nelle gestanti. Di \

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più su 385 donne tubercolose, potè stabilire che in 226 la malattia risftliva ad una gravidanza o ad un parto. J ACOB (18) su un totale di 337 donne coniugate ha fatto identiche constatazioni. MARAGLIANO sostiene la necessità di intervenire anche nelle forme più circoscritte ed in questo concetto ha insistito oltre che dalla cattedra (25), nelle riviste (26) ed ultimamente al Congresso di medicina interna a· Roma (27), dimostrando come la gravidanza, il parto, il puerperio e l'allattamento aggravino immensamente il decorso del processo tubercolare. Lasciando ai clinici lo studio della questione in generale mi basta ricordare che la gravidanza ·agisce sinistramente sul decorso. della tubercolosi: 1° per le modificazioni del ricambio materiale che si hanno nello stato gravidico; 2° per le modificazioni che si stabiliscono. nella crasi sanguigna; 3° per le intossicazioni di origine intestinale, epatica, renale o fetale che si possono. determinare ; 4° per le alterazioni meccaniche del circolo; 5° per i f'enomeni simpatici che possono verificarsi durante la gestazione. Senza poi escludere che durante la gravidanza possano prodursi degli elementi particolari che influiscano sulla biologia del bacillo di Koch, dobbiamo ritenere che, nello stato gravidico; si ha una minore resistenza organica che può essere causa dello attecchimento del germe tubercolare, come della diffusione maggiore della lesioni al detto germedovute. Lo svuotamento rapido dell'utero che avviene in seguito al parto ha un'azione dannosa sul processo polmonare dando luogo ad un perturbamento del circolo che determina. con facilità congestione polmonare, nuovi focolai tubercolari, emottisi, fenomeni di intossicazione generale, ecc. KAMINER (19) (20) su 23· donne tubercolose, ha avuto 14 decessi nel puerperio, ossia il 61 per cento. Non vale la pena di spendere parole sul danno che arreca l'allattamento. - Per il ·feto poi le cose non procedono meglio ; a parte il fatto che i feti nati da madri


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sarà tanto più favorevole quanto meno è inoltrata la gravidanza ed è perciò che molti autori fra cui , H A MBURGER (15) danno la preferenza alla provocazione dell'aborto anzichè al parto prematuro. Se la donna non è giunta ancora al set· timo !llese di gestazione, qualunque siano le condizioni dell'apparato pelvi-genitale, si deve intervenire interrompendo la gravidanza. Se invece la donna ha superato il settimo mese o ha raggiunto l'ottavo, o meglio è nel nono, BREUILH, BouRGEois, 0RTrGUE e BERN11EIM (2), ossia, quando abbiamo la probabilità di avere comprendenti 315 casi di gravidanza, si eb- un feto vivo e vitale, conviene subordinare bero: la nostra linea di condotta a di verse con si· Parti a termine 239, prematuri 61, aborti 15, derazioni e specialment~ alle risultanze deloss~a n_ e l 23 per <Jento la gravidanza non 1' esame ostetrico, perchè se in una dclnna in giunse a termine. A ciò si deve aggiungere c1.ii non fosse possibile il parto a termine la possibilità di avere da madri tubercolose aspettassimo che la gravidanza tern1inasse, t'eti mostruosi come ha dimostrato G1aL10 (14), peggiorèremmo sicuramen· e le condizioni anche per altre infezioni trasmissibili eredi- della madre e perderemmo con tutta probaibilità il feto c_b.e non potrebbe essere estratto tariamente. Fermo dunque il concetto generale-espresso che mediante un'operazione ostetrica più o da MARAGLIANO che il medico abbia il dovere meno grave a seconda della viziatura, opedi interrompere la gravidanza in tutti i sog- razione, quando è possibile, da evitarsi in un getti in cui venga diagnosticata la tuber- soggetto in cui la malattia e la '?;ra vidanza colosi polmonare, conviene al pratico distin- · hanno fortemente diminuita la resistenza organica. Inoltre nei casi di gravidanza avanguere: . 1° Se in qualche caso i diritti del feto zata conviene tener conto se questa è unica o multipla. · debbono prevalere su quello della madre; B ERN~IE IM (2) sostiene che le gravi danze 2° Con quali metodi si debba intervenire nell'interesse dell'uno o dell'altra o di en- multiple sono quasi sempre disastrose anche per le forme di tubercolosi curabili. trambi ad un tempo. . Per ·quanto nel ·caso VII da me osservato Conviene dunque tener conto: · 1° della gravidanza e quando sia inol- riguardante una gravidanza gemellare in una primipara tubercolosa il parto di due feti ben trata se sia unica o multipla; 2) dello stadio in cui è giunta la malattia sviluppati e viventi sia avvenuto spontaneamente a termine, pure divido l'opinione di polmonare specialmente riguardo .: BERNHEIM di intervenire colla maggiore sola) alla durata della malattia; lecitudine accertata una ·tale diagnosi, anche b) alla estensione del processo; quando il feto abbia r~ggiun.to la vitalità. e) alla f'enomenologia cui dà luogo ; Conviene tenere conto dello stadio· cui è 3° delle condizioni riguardanti il canale pelvi·genitale (viziature pelviche, fatti morbosi giunta la malattia e specialmente dell'estensione del processo e del tempo in cui si è delle parti molli, tumori endopelvici, ecc.; 4° dei fenomeni simpatici o delle com- iniziato, come dell'esistenza di sintomi allarplicazioni che presenta quella data gravi- manti speciali: profondo esaurimento, emottisi, febbre, dispnea, t.ubercolosi laringea ecc. danza. L'età della gravidanza costituisce un ele- Se il processo decorre senza alcuno di questi mento importantissimo sia per decidere sulla fatti, quando il feto abbia raggiunta la viindicazione operatoria, com-e per la prognosi talità e non esistano difficoltà meccaniche riguardante la malattia della donna. La pro- ~l parto spontaneo, sarà bene attendere che gnosi, a parte le considerazioni sulla esten· questo avvenga naturalmente a termjne. La sione e sulla durata del processo specifico, gravidanza però deve essere in modo con-

tubercolose portano con sè la predisposizione a tubercolarizzarsi, la massima parte viene · alla luce anche a termine con uno _sviluppo deficiente da non permettere che una vita brevissjma. Minore probabilità di vita ha poi il feto che spontaneamente o artificialmente, viene alla luce prima che la gravidanza sia giunta a termine. La tubercolosi ha un'influenza spiccata sul decorso della gravidanza. Secondo le statistiche di GRISOLLE, Du-

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tinuo vigilata per intervenire se qualche sin- si riesce a salvare il feto, si accresce sempre tomo allarmante ·e ntri in scena ad aggravare l'angoscia della famiglia e la diffidenza verso le condizioni materne. l'operatore. Nella indicazione per l'intervento A questo concetto si è anche unif'ormato deve avere un grande peso anche il modo come decorre la gravidanza, tanto pei fenoil MARAGLIA NO (25). Nei quattro casi ai quali accenno in fine, meni ~impatici ai quali può dar luogo, come l'esito ottenuto mi ha convinto che la linea per le complicazioni che si possono verificare. Se la gravidanza dà luogo a vomiti insidi condotta non era errata. Nelle forme di tubercolosi avanzate, ma decorrenti senza fe· stenti, disappetenza, turbe nervose, ecc., in nomeni di grande importanza, ci comporte- modo che la nutrizione generale non si efremo nella stessa maniera, dovendo in questo fettui regolarmente, come se sopraggiungono caso prevalere i diritti del feto che ha acqui- delle complicazioni speciali g~avidiche: albustato un certo sviluppo su quelli della madre . minuria, f'atti eclamptici, emorragia da inQome ho accennato, l'esame ostetrico assume 1 serzione anomala della placenta, ecc., l'inter· nella tt1bercolosa gravida una importanza ecce- vento deve essere pronto e più sollecito che zionale. Specialmente negli ultimi mesi, oltre nei casi in cui questi fatti sopraggiungono la presentazione e la posizione serve a deter- in una donna che godeva in preceden~a bl1ooa minare il grado di sviluppo assunto dal feto salute. e mette in chiaro se esistono alterazioni o Nella gravidanza complicata da tubercofatti morbosi del canale pelvi-genitale che losi esistono dunque due specie di interimpediscano o rendano difficile il parto per vento: le vie naturali. Colla diagnosi ostetrica è pos1° Intervento . ordinario (esclusivamente sibile decidere sul metodo da seguire in ogni nell'interesse della madre) in tutti i casi di singolo caso, nonchè sulla opportunità di ri- tubercolosi complicante la gravidanza, ove correre nid altre operazioni sussidiarie. Queste non si abbiano fenomeni che mettano a ridovranno però essere limitate a quei casi schio improvviso la vita della madre ed in ove non è possibile farne a meno. Quando cui il feto non abbia raggiunto la vitalità, esista l'indicazione assoluta di una operazione qualunque sia il reperto dato dall'esame so· ostetrica sussidiaria, è necessario eseguirla matico generale, come dall' esame speciale con rigore di tecnica ed asepsi scrupolosa, dello apparato respiratorio e di quello del procurando che la donna abbia a perdere una canale pelvi-genitale. quantità minima di sangue. Nel bivio tra 2° Intervento di urgenza, quando in quaoperazione cruenta sttlla madre o sul feto si lunque epoca della gravidanza, si abbiano deve ricorrere sempre a quest'u~tima. complicazioni della malattia o della gravi· Nella pubblicazione di TRuzz1 (39) in onore danza stessa, minaccianti la vita della madre. di Porro, sono riportati tre casi di taglio ceA questo intervento si può ricorrere : sareo eseguiti su donne tubercolose Malgrado a) nell'interesse assoluto della madre ciò, in genere, dovremo evitare tutte le Ol>e- (com plic~zioni gravidi che o aggravamento del razioni che presentano una certa gravezza processo tubercolare, quando il feto non è attenendoci a quelle altre che mettono a mi- ancora vitale; nor rischio la resistenza della madre nel cui b) nel solo interesse del feto, nella grainteresse supremo abbiamo il dovere di in- vidanza presso al termine in uno stadio tervenire. Se il pratico è chiamato negli ul- avanzato della malattia dato da fatti cavitimi momenti della vita, se v'è tempo ancora, tari, intossicazione generale, t11bercolosi lapuò ricorrere al parto forzato per le vie na- ringea, ecc. In questi casi si ricorre in genere turali nell'interesse esclusivo del feto, oppure quando non esiste distocia, al parto forzato al taglio cesareo post mortem non appena la ed in fine e.l taglio cesareo post mortem, come donna abbia cessato di vivere. Nella pratica nel caso di LAMBERTENGI-Jl (21); privata ritengo inopportuno il taglio cesareo e) nell'interesse della madre e del feto, sulla donna agonizzante. A qU:esto atto ope- quando si abbiano fenomeni dovuti alla gra· rativo è preferibile il taglio cesareo post mor- vidanza o alla malattia, che mettano a rischio tem, col quale tuttavia, mentre difficilmente l'esistenza della madre e presumibilmente I


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possano essere eliminati col rapido · svuota- specialmente quando si debba intervenire in mento dell'utero soggetti con sistema nervoso eccitabile e Riguardo alla scelta dei varii metodi che quando si adotti un metodo rapido di svuosono ii+ uso per l'interruzione della gravi- tamento dell'utero. Controindicata invece danza, come ho accennato, è opportuno in quando l'intervento è dato da emottisi o genere, ove l'urgenza non si imponga, sce- quando il processo tubercolare è molto esteso, gliere i mezzi più blandi quantunque più come se l'esaurimento della donna è profondo. lenti. L'argomento porge occasione ad alcune A meno che non vi sia l'indicazione ostetrica assoluta, deve il pratico evitare gli atti considerazioni di deontologia professionale operativi cruenti sulla madre e possibilmente alle quali credo utile accennare. Nel caso in cui. il medico ha curato un qualunque intervento sussidiario a quello scelto per la interruzione della gra.,lidanza. processo polmonare specifico in una fanciulla, Nell'urgenza si deve adottare il metodo più è dovere sconsigljare nel modo pi1\ assoluto rapido. ' il matrimonio o rimandarlo fino a quando Nella pratica il processo più usato per in- non siasi stabilita una guarigione sicura conforme a ciò che ho avuto in altra occasione te~rom pere la gravidanza è quello KRAUSE di cui si è dimostrato partigiano anche H EY- a scrivere (31), e a quello che raccoman1\iIANN (17) che ~ebbene lentissimo, ha il van- dano MANTEGAZZA , MASSALONGO (29), MENNELLA (30), ecc. Se invece la tubercolosi viene taggio di essere di facile esecuzione. Nei primi quattro m.esi di gravidanza, ho diagnosticata in una giovane sposa, il prasempre ricorso alla dilatazione del canale tico deve farle presente la necessità di non cervicale coi cilindri metallici di Hegar, e rimanere incinta, dimostrando l'effetto per· allo svuotamento dell'utero col cucchiaio. Nella nicioso che ha sul decorso della malattia, lo pratica privata questo metodo corrisponde · stato gravidico e la dolorosa situazione in ottimamente perchè è rapido ed ha il van- cui dovrebbero porsi medico e malata ricortaggio di n on esporre la donna ad emorragie rendo ad un at to operativo per interrompere da aborto incompleto o ad infezioni, sempre- la gravidanza. Non si deve celare nè dimichè si osservi una rigorosa asepsi e si svuoti , nuire il valore morale che ha questo atto operativo perchè la donna non si metta nuovacompletamente la cavità uterina. ' Dopo il 4° mese, se l'i~dicazione non è ur- mente nelle condizioni di dovercisi sottogentissima, do la pref·erenza alla candeletta pbrre. Non credo utile mettere in uso, come Krause-Tibone da me modificata in modo che consiglia D uHRSSEN t12), nessuno dei vari allo stimolo meccanico è aggiunto lo stimolo processi che sono stati suggeriti per rendere sterile la donna. Così otterremo il vantaggio termico (32). indiretto anche . nei riguardi del marito che Nei casi ove questa candeletta è stata espesi sottrarrà al pericolo che presenta l'intima rimentata, ha fatto ottima prova determiuna donna tubercolosa comunanza con nando il parto in tempo assai breve. Qualora Malgrado tutte le esortazioni del medico, l'urgenza imponesse un rapido svuotamento dell'utero, lo strumento che meglio corrisponde può accadere che questi possa esser e chiae che oggi è diventato di uso assai comune mato a constatare una gravidanza in atto ; anche nelle cliniche di oltre alpe, è il dila· allora deve egli tutto disporre per intervetatore Bossi (5), col quale in pochi minuti si nire sollecitamente. Ritengo che n on si debba può raggiungere la dilatazione uterina ne- mai procedere prima di avere l'icorso al paces.s aria per il parto a termine o per eseguire rere di un altro collega , come consiglia qualunque operazione ostetrica per le vie na- L A ToRRE (23), o meglio di due, come ho turali. E che anche per l'indicazione data sempre fatto io. Nella visita collegiale è oppor tuno stabi· dalla tubercolosi polmonare abbia corrisposto, depone eloquentemente la tabella statistica bilire: 1. Che realmente esiste una lesione delriportata nel suo lavoro da DE-MARINI (11). Riguardo alla cloronarcosi, credo che in l'apparato polmonare, poichè non è difficile alcuni casi possa eseguirsi senza pericolo, che una donna allo scopo di troncare una I

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gravidanza non desiderata, simuli dei disturbi non mai avvertiti o esageri quelli che pt1ò realmente avere. A me infatti, chiamato da un egregio collega, è occorso di esaminare una, donna la quale asseriva di avere avuto emottisi, di andare soggetta ad accessi di dispnea e ad altri pei quali non credeva possibile la continuazion_e della gravidanza. Il reperto negativo nell' esama · somatico, il . . fatto ·che ]a· donna tréntaduerine era· madre di 8 figli, l'insistenza adoperata nel dimostrare la necessità di interrompere la gravidanza, suffragata, a detta della donna, dal1'opinione di colleghi autorevoli che avrebbero dichiara.to impossibile l'effett1tazione del parto a termine, mi convinsero di a vere a fare con una simulatrice. Sono lieto di poter dire che la gravidanza continua e che la donna è persuasa che potrà partorire a termine con la stessa f'a cilità delle altre volte. 2. Che la lesione è realmente tubercolare. M ARAGLIANO giustamente a questo proposito insiste sulla necessità di intervenire nei casi di tubercolosi incipiente, ricordando che una lesione circoscritta degli apici, è sempre di natura tubercolare. C10FF1 propone di intervenire anche nelle forme sospette, ma io credo invece che comn1etterebbe un errore assai grave chi troncasse una gravidanza in un soggetto in c11i la forma tubercolare . non fosse almeno clinicamente accer· tata. 3. Nel caso in cui il feto sia pervenuto alla vitalità e non sia possibile estrarlo vivente, che l'interesse della madre richiede il sacrificio del feto. Una visita collegiale ha il vantaggio inoltre di riuscire più facilmente a convincere tanto la donna che la famiglia della necessità dell'intervento . La famiglia specialmente deve essere edotta che l'interruzione della gravi· danza non rappresenta mai la cura del processo specifico, ma solo il mezzo col quale la cura può essere, con possibilità di ~uc. cesso, effettuata La prognosi riguardante la madre, data la natura del processo, deve es· sere sempre riservata. All'interruzione art;jficiale della gravidanza., oltre il sentimento materno e dei parenti, si oppongono convinzioni religiose che il medico ha lo stretto dovere di rispettare. HENROT A Y (16) al Congresso internazionale di oste\ 6)

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tricia in Roma considerò la questione dal lato religioso. Da parte del medico è opportuno insistere prudentemente sulla necessità di intervenire nell'interesse della- madre, assicurando e tutto disponendo perchè durante l'atto operativo venga fatto tutto ciò che la religione ·prescrive nei riguardi del feto. E' necessario che esplicito sia il consenso della donna come quello del marito. STRASS· MANN (38) ha insistito molto perchè si tet?-ga. ·conto dell'opinione della madre. Grave errore che potrebbe portare il medico anche a ri· spondere dinnanzi all'autorità giudiziaria, sarebbe quello di intervenire ad insaputa o contro la volontà della donna. Nella pratica privata è da evitarsi inoltre l'intervento nelle donne illegittimamente gravide, in quelle 8e· parate dal marito, nelle altre in cui questo sia assente, come in quelle in cui non sia pos~ibile con sicurezza stabilire l'identità, lo stato civile, nonchè tutti i dati che possano escludere che pure essendovi l'indicazione pèr l'intervento, questo possa eliminare le conseguenze di una colpa. Può darsi inoltre che una tubercolosa, cui sia stato praticato l'aborto o il parto prematuro, torni nuovamente ad essere incinta. Quale deve essere il contegno del·medico in questo caso? Ouzzr ritiene che non si debba intervenire una seconda volta ed io divido pienamente questa opinione, alla quale in un caso mi sono confermato (caso II). Per quanto l'interruzione della gravidanza non arrechi danno sensibile alla donna, il fatto di ayere in un breve periodo di tempo varie gesta~ zioni anche se interrotte sollecitamente, insieme agli atti operati vi necessari, credo de b bano nuocere tanto sulle condizioni generali come sul processo polmonare. E poi, se per una volta si deve ricorrere alla interruzione malgrado l~ ripugnanza istintiva che per tale atto deve sentire chi ha cuore di madre, il fatto che f'urono trasgredite le misure profilattiche consigliate, dimostra che una cura rigorosa in quella donna non è possibile, e che poco o nulla è da aspettarsi per la sua guarigione. Inoltre, se fosse consigliabile intervenire una seconda volta nella stessa donna, per essere coerenti dovremmo interrompere una terza ed una quarta gravidanza, non so con quanto vantaggio della morale. È lecito intervenire una seconda volta sol-


tANNO

IX, F .A.SO. 41]

1287 .

SEZIONE PRATICA

tanto, quando producansi accidenti di gravità eccezionale che mettano a rischio immediato la vita della donna. ' Questo per il lato morale; riguardo al lato tecnico, ·giova ricordare che il pratico che si accinge ad interrompere una gravidanza, deve · essere completamente padrone di tutta la medicina operatoria ostetrica, poichè a seconda del caso 'e delle varie indicazioni, può trovarsi nella contingenza di dover eseguire atti operativi sussidiari che debbono essere condotti con sicurezza, perizia e senza la più - piccola deficienza d"a l lato dell'asepsi per evitare complicazioni che invece di giovare , peggiorino le condizioni della donna. CoNCLus10N1: 1o La gravidanza, il parto, il puerperio e l'allattamento, esercitano un'influenza nociva sul decorso della tubercolosi. Il pratico perciò è autorizzato in generale ad interrompere la gravidanza ~n una donna tubercolosa, quanto più sollecitamente può. 2° Se la tubercolosa è in un periodo della gravidanza in cui il feto non ha raggiunto la vitalità, qualunque sia lo stadio del processo polmonare, qualunque siano le condi· zioni del canale pelvi-genitale, deve sempre intervenire. 3° Se la tubercolosa alberga nel suo utero un feto che ha acquistato la vitalità ed il canale pelvi-genitale è normale, il medico d d · d. · t·1 · · · d 1fi t eve tener conto ei irit acqu\.Siti ~ e o, limitandosi a curare il processo Rpecifico e sorvegliando la gravidanza, intervenendo solo quando complicazioni -della malattia polmo nare 0 della gravidanza stessa non entrino in scena a mettere a i·ischio la vita della madre. 40 Se la tubercolosa non presenta il ca!lale pelvi-genitale normale e il feto è vitale, l'intervento deve essere subordinato al grado del vizio pelvico e alla natura dell'ostacolo che si oppongono e rendono difficile il parto spontaneo a termine, e procederà al parto prematuro. Occorrendo atti operativi sussi· diari, dovranno avere la preferenza quelli che recano minor danno alla madre. 5° Nei casi di processi gravi ed estesi, a gravidanza. all'ottavo o al nono mese, interve~ per evitare il parto forzato nel periodo preagonico o il taglio cesareo post mortem. ·

6° Se chiamati negli ultimi momenti di vita della madre, è doveroso attendere la fine, eseguendo il taglio cesareo post niortern.. CASISTICA PERSONALE. CASO I. (1899). - Intervento ordiriario. F. P., anni 33, via dei Leoni, Sestri Ponente. Pluripara con bacino normale gravi da al terzo mese; bronchiolite specifica dell'apice sinistro, iniziatasi contemporaneamente alla gravidanza. Non sudori, nè i pertermie. Oondiz.ioni generali buone. Oloronarcosi. Dilatazione del collo coi cilindri di Hegar. Svuotamento dell'utero col cucchiaio - drenaggio. Decorso a pirettico e regolare. Dopo l'opera· zione, -eseguita quattro anni fa, le condizioni polmonari sono andate migliorando .. Attualmente la donna gode ottima salute. CASO II. -- M. P., anni 22, via San Giu· seppe, Sestri Ponente (1902). Primipara con canale pelvi-genitale normale, gravida al quinto mese. Bronchiolite specifica all'apice destro. Emottisi ripetute, ma di poca entità. Lievi ipertermie. Cura diretta contro l'emoptoe da parte del collega curante. Procedo all'interruzione della gravidanza col processo Krause, essendo cessate le emottisi. Il parto avviene senza bisogno d'ulteriore intervento. Puerperio fisiologico. Le emottisi non si sono ripetute. Dopo due mesi si è presentata avanzando il sospetto di essere nuovamente incinta. Da allora non ho avuto ·ulteriori notizie. CASO III. - Intervento d'1trgmiza. - S. V. anni 2g, Filottrano (1895) . Gravidanza semplice., al principio del nono mese, in donna pluripara, complicata da tubercolosi polmonare e laringea. La forma laringea è tanto grave da fare tutto disporre per la tracheotomia. Si introduce la candeletta Krause e si fa la dilatazione digitale del collo. Il f'eto nasce asfittico. Si ha un certo sollevamento delle sofferenze provocate dalla stenosi la· ringea, ma la donna muore in settima giornata per l'aggravarsi dei fatti polmonari. 0Aso IV. - O. M, anni 34, via Chiaravagna, Borzoli (1903). Gravidanza terzo mese in donna pluripara con bacino normale, affetta da bronco-alveolite specifica diffusa del polmone destro. Soggetta a frequenti emottisi. Ipertermia, emoptoe più violenta delle altre sofferte. Si decide d'intervenire d'urgenza senza cloronarcosi. Dilatazione coi cilindri di Hegar. Svuotam~nto dell'utero. drenaggio. Decorso apiretico, cessazione delle emottisi. rimanendo stazionari i fatti acustici e plessimetrici. CASO V. - Seriza aleun inte rvento. - D. R. via dei Leoni. Sestri Ponente (1901). Pluripara, 32 anni, con bacino normale, gravida al 9° mese, complicata da bronchio1

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1288

IL POLICLINICO

lite dell'apice polmonare sinistro e da varici degli arti inferiori e della vulva. Cura medica contro i fatti polmonari - Degenza in letto · Parto spontaneo - Feto vivo e ben sviluppato. La donna non allatta - Miglioramento notevole dei fatti polmonari e delle condizioni generali. CAso VJ. - D. M. Piazza \Tittorio Emanuele, Sestri Ponente (1901). 22 anni, con bacino normale - Gentilizio ·fortemente sospetto - Gravidanza all'8 ) mese co1nplicata da f'atti bronco -polmonari specifici a sinistra. Emottisi lieve - Questo sintomo venuto a cessare, si soprassiede - Parto spontaneo di un feto ben sviluppato - Miglioramento dei fatti polmonari. La donna ha voluto allat.; tare malgrado la proibizio~e del medico. CA SO VII. _· . s. B. Via Ghiara. se~tri P9n en te (1903). Donna primipara. di 25 anni, con bacino normale, con gravidanza probabilmente gemellare nel 9° mese, secondo il calendario mancano dieci giorni al termine. Emottisi lievi - Fatti bronco-polmonari del lobo superiore destro - ('ura rivolta a combattere l'emottisi che viene a cessare. Dopo 7 giorni dalla comparsa della la emoptoe, parto spontaneo di due feti bene sviluppati, che vengono affidati ad una nutrice Pt1erperio fisiologico · Nessuna modifica· zione da parte dell'apparato respiratorio. BIBLIOGRAFIA. 1. A CCONCI. Tubercolosi e ,qra vitla1i~a . La Clin. mod. A.nno I , 1895; pag. 125. 2. BERNBEJ:;\J. Tt1berculose et grosses. ·e. XIII Con· geès int. de méd. Paris, 1900. Obstétriql1e, p. 439. 3. Ro~sJ. Sulla profilassi ostetrica a doniicilio. Rend. del 3° annò della G l1ardia ost., 1893.

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[ANNo IX, FAsc. 41]

polidramnios, ecc. Atti della Società italiana 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22 ..

23.

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24.

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_[_A_N_N_o_rx ___,_F_A_s_c_._4_1_J_____________s_EZ_I_o_N_E_P_R_A_T_I_c_A__________________________~1289 si 01·iginano le forme di pirosoma. Spesso le emazie contengono una sola forma enrloglobulare. Qualche volta furono osservati anche dei parassiti ameboidi con appendici ottuse. PATOLOGIA GENERALE Vi sono inoltre delle forme a bastoncello con • Della presenza di protozoi (A.piosoma) nel localizzazione bipolare della cromatina. Il con· sangue di individui affetti da tit~o petec- torno del parassita è liscio e regolare; nel1' interno si osservano per lo più dei granuli chiale. che si colorano meglio di tutto il resto , e che (GoTSCHLICH. Deutscll. 111edic. Woclien., n. 19, 1903). con la doppia colorazione del Romanowskv ., L' A. in qt1esti ultimi anni ha avuto occa· appaiono rossi in campo turchino. Nei }Jreparati freschi il parassita presenta sione di osservare molti casi di una malattia . infettiva da lui indubbiamente diagnosticata movimenti assai vivani. · La forma endoglobulare ft1 dall' A . riscon· per tifo petecchiale, sia dai sintomi clinici sia. dai caratteri e1)idemiologici. ' trata in tutti e sei i casi. 2. For11za extraglobula1·i. - a) Cisti. Sono corQuesti casi si svolsero per la maggior parte nelle prigioni, ove assumevano un ca1--attere picciuoli dalla forma pressochè sferica o ovale di strao1·dinaria contagiosità, il quale invece e grandi per lo più come un'emazia, ma aventi mancava là dove le condizioni igieniche erano qualche volta anche un diametro che varia dalla m età al doppio di quello di un eritro· migliori. · Nel sang1le di sei di questi infermi l' A. i--i· cito! Le cisti si colorano assai debolmente; scont1·ò sempre un protozoo, che per i suoi co1ttengono da 3 a 6 corpicciuoli rotondi, e in· caratteri morfologici è vicinissimo all' Apio- tensamente colorabili: qualche volta conten· so1na, o Pg1·oso11ia o Pgroplasma bige11zinzi11z gono pu1·e delle forme a pera tipiche; e p er lo più hanno pure nel loro interno gra.nuli dello SMITH. Circa il valore etiologico di questo protozoo finissimi e colora.ti, che in un caso si presen· rispetto al tifo petecchiale, l' A. dichiara di tarono disposti ad anelli concentrici. L~ cisti sono dall'A. considerate q11~li forme sporigene; essere molto rise1--vato: 1° per il numero troppo ristretto di os- esse ft1rono riscontrate in un solo caso, sopra sei, e p1·opriamente in grandi quantità sol· se1·,razioni · ' 2° perchè solo in un caso potette os- tanto n el quarto e quinto giorno della ma· servare isolate le tre forme sotto le quali si lattia. b) Flagellati. - L' A. in quattro casi osservò presenta il d etto parassita nel sangue; 3° perchè il numero dei parassiti 1·iscon· dei corpi simili agli spe1·matozoi, e costituiti da trati nei prepa1--ati del sangue fu sempre assai una ~assa ovale (anse longitudinali di circa un micromillimetro e mezzo) d0nde si diparte scarso. Però, ad onta di tutto ciò, l' A. si dice in un flagello lungo ed attortigliato; questi cor· picciuoli allo stato vivo sono dotati di mo,ri· grado di poter asse1"ire quanto seg11e: 1° i detti mict'organismi non sono affatto m enti vivacissimi. Questi flagellati rappresentano forse dei ga· da ritenere quali prodotti d~ degenerazione di m eti : essi ft1rono v~duti già da altri autori, corpuscoli sanguigni; 2° essi non sono da confondere con gli come dal LEWASC HEW, dal MoTT, dal HL.A.VAS e dal THOINOT et CALMETTE. agenti IJatogeni della n1alaria. L' A. termina la sua nota preventiva di· Il parassita si tro·v·a tanto nell' inte1--no delle emazie (for1ne en doglobulari), quanto n el cendo che la dimostrazione del valore etiolo· gico specifico del descritto parassita per il plasma (due forme: cisti e flagellati). Le forme endoglob11lari si colorano bene tifo petecchiale porta con sè lo studio e la con una soluzione assai diluita di bleu di me· soluzione di lln altro quesito, posto già da tilene al borace. Le forme extraglobulari sono vario tempo, se cioè il tifo petecchiale sia o visibili mercè una rapidissima colo1--azione (uno no trasmissibile per mezzo di insetti (specie o due secondi) con f uxina disciolta in acido le cimici) analogamente a quanto avviene per la malaria: in tal modo si spieghe1~eb be la pre.fenico, e successivo lavaggio in acqua. 1. Fo1·ma e1tdoglob1lla1·e. - Essa ha per lo valenza di questa malattia in ambienti poco o punto igienici, come le carceri, ecc. più l'aspetto di una piccola pera, della gran· Dott. E . GuGLIELMETTI. dezza che varia da l1n micromillimetro alla metà di un eritrocito. Dall,associazione di due di queste form e

RIVISTE

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IL POLIOLINICO

[ANNO

IX,

FASC.

41 J

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Contributo alla questione dell'identità t1·a tnbe1·colosi bovina e tubercolosi umana. (TRO.JE.

Dentscli. niedic. Woclze11,., n.. 11, 1903).

L ' A. rife1·isce un caso di tube1·colosi -cut anea con sucr.essi,.,.a infezione tt1bercolare delle glandole linfati che, manifestatasi in un uomo pe1· contagio diretto da un bovino tubercoloso; lo ritiene importante, in quanto che nella letteratura non si riscont1·a nessun caso così chiaro come questo. Sto1·ia clz"1zica. - Individuo di 19 anni, macellaio. Luglio 1900 : nel distaccare la pleura di una vacca affetta da tisi perlacea, urta col margine tagliente dello· sterno, ch'è contaminato da pus, e riporta una ferita dell'avambraccio sinistro. La ferita è subito lavata con acido fenico e medicata; guarisce immediatamente. Di lì a circa 6 settimane compare llna piccola pustola in corriS})Oll· denza della ferita, non che ingorgo delle glandole cubitali ed ascellari di sinistra. Alla pustola segue un'ulcera della larghezza di un centimetro e mezzo e della lunghezza di un centimetro, con ma1·gini netti e tendenza ad ingrandire. Dopo una cura di 2 mesi l 'ulcera cicatrizza e l'ingo1·go gella glandola di• • m1nu1sce. Novembre 1900: intorno alla cicatr·ice si sviluppa un'affezione cutanea, diagnosticata per lupus; al lato interno del gomito nel sottocutaneo si nota un nodulo linfatico della grandezza di un gross0 fagiuolo. Si asporta il nodulo e la pelle alterata ; nel mese succassivo l'infermo è guarito. L'esame microscopico tanto del nodulo quanto dei brani di pelle asportati conferma la natura tubercolare della malattia. Giugno 1902: si sviluppa un ascesso sottocutaneo in corrispondenza dell'antica cicatrice; incisione dell ascesso e guarigione. Settembre 1902: ingorgo delle glandole linfatiche del cavo ascellare, non che della fossa sottoclavicolare di sinistra: asportazione e guarigione. L'A. attribuisce tutte queste manifestazioni morbose al virus che l'individuo s'inoculò ac· cidentalmente dalla vacca tubercolosa. Egli esclude la possibilità di una tubercolosi latente, manifestatasi sotto forma di lupus nel punto della piccola ferita cutanea: esclude pure la possibilità di una contaminazione della fe1·ita da pa1·te di bacilli di tubercolosi llmana; l'individuo, dice l,A., aveva aspetto sano e vegeto, discendeva da antenati sanis·

simi, nè fu mai a contatto di infermi tubercolosi. L'A. fa una descrizione minutissima clei caratteri microscopici di alcuni preparati ottenuti dal materiale patologico tolto all'infermo, e conclude col dire che non è possibile preci· sare una differenza istologica tra le al te1·a· zioni morbose riscontrate nell'individuo in discorso e le alterazioni proprie della tubercolosi cutanea (lupus) e glandolare (glandole linfatirhe). Questa identità di alterazioni cliniche e anatomo-patologiche è, secondo l' A ., una p1·o·v·a dell'identità dei bacilli della tubercolosi umana e di quelli della tisi perlacea; i qt1ali tl1tti presentano gradi diversi di virulenza, che si possono spiegare in modo sufficiente col diverso adattamento cl1e le varie generazioni bacillari hanno alla diversa costih1zione 01"ganica dei Joro ospiti. Dott. E. G. '

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Diagnosi batterica 1 e fu n z i o Il i b i o - c h i

(GRIMBERT.

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Arcliives de parasitologie).

Lo scopo propostosi dall' A. è di mostrare tutto il partito che si p11ò trarre dallo studi o delle funzioni bio-chimiche dei batteri, per la determinazione della specie. · Non che la conoscenza dei prodotti formatisi per la vita dei batteri nel terreno in cui essi vivono, possa da sola servire per stabilire la diagnosi, ma è certo però che le qualità fermentative di un microbo sono meno soggette a variazione della sua forma, della sua virulenza, della sua motilità. La facilità di far vivere i batteri su un grande n11mero di terreni, permette di esten· dere assai il campo delle investigazioni e di variare all'infinito gli elementi diagnostici. L ' A., riferendo le sue i·icerche personali, insiste sopratutto sulla tecnica impiegata, con· vinto che per poter ottenere dagli studi di chimica batterica tutto il beneficio che si è in diritto di ottenerne, è indispensabile che eia· scun esperim.entatore sia ce1·to, ripetendo un'e· sperienza, di 'trovarsi nelle medesime condi· zioni di quello che l' ha descritta ; così l' A. si augura che si stabilisea un~ intesa fra i batteriologi, per una unificazione pratica dei mezzi di cultura. Questo voto fu già formulato dell'A. al Con· gresso di medicina del 1900, dopo averlo svolto negli A1~chives de pa1·asitologie.


rANNl> ix, F.A.sc. 41J

SEZIONE PRATICA

L'A. divide il presente lavoro in quattro parti. Nella prima studia i mezzi di cultura ed il modo di arrivare alla loro unificazione. Nella seconda ~s pone un piano di 1'icercl1e metodiche, che permette di passare in rivista le principali funzioni b~o-chimiche dei batteri. Nella te1--za descrive i processi di analisi e tli dosaggio dei prodotti batterici forma tisi nelle culture. Nella quarta i risultati otten11ti dallo stuclio di qualche specie batterica., coi metodi precedenti. V. Z.

Enzimi nei tuutori. (BUXTOX.

Jonr1tal o/' lltedicrzl researcli., maggio 1908).

Lo scopo di questo lavoro è qi determina1·e la natura degli enzimi che si trovano nei tumori maligni; se tra questi ve ne siano al· cuni i q11ali sono sempre presenti, e se essi siano differenti da quelli che si 1·invengono nei tessuti normali. Le esperienze furono fatte studiando le reazioni qualitative su delle piastre di aga1·. Il metodo eseguito era il seguente: Il tumore, od una parte di esso veniva tri· tt1rato e poi pestato in un mortaio assieme a della polvere di pomice ; si aggiungeva llllindi della glicerina ed acqua fino . a for· mare una pa sta molle. Questa 'reniva divisa in due pa1·ti e posta in due bottiglie sterili segnate con A e B. B ' reniva bollita per venti minuti. In tt1tte e due le bottiglie si aggiungeva del cloroformio. Dopo due o tre settimane la polpa diveni,ra assolutamente sterile, ed era pronta IJer la pro1ra del fermento. L'agar adoperato per le piastre era n1antenuto in piccoli fiaschi, e al momento di usarlo si liquef ace,ra al calore, vi si aggiungeva un po' di timolo, si faceva raffreddare fino a 56° e vi si mescolava la sostanza n e· cessaria per la reazione : subito dopo si agi· tava e si versava in. parecchie capsule cli Petri. Per la i·eazione si pone,ra un piccolo cucchiaino della polpa A ed uno della })Olpa B sulla s1tperficie dell'agar, si s1Jalmava a fo1·mare un piccolo disco di cii·ca 20 m 111. di diametro, e quindi si pone,ra la capsula in una stl1fa a 40°, esposta ai vapo1·i di acqua cloroformiata. Pe1· lo studio dell'Pnzima proteolitico la sosta.nza necessaria i:>er la reazione da aggiunnersi all'aga1· p1·ima di distribuirlo nelle cap· s11le era a volte c1ell'albume di l1ovo, a 'rolte .

1291

del latte, della gelatina, cl ella fibrina, ecc. Nel caso che esista un fermento proteolitico si deve formare atto1·no al disco fatto dalla polpa del ·tumore, un alone cl1iaro trasparente il quale contrasta con la opalescenza dell'agar, opalescenza dovuta a.Ila presenza dell'albumina, del latte, ecc. Gli esperimenti fatti nella maggioranza clei casi non posero in evidenza la esistenza di lln enzima proteolitico. Solo in pochi casi questo fu svelato. Quindi i tumori maligni non sono i·icchi in genere cli fermenti proteolitici. Per lo studio dell'amilasi l' A. si servì di un agar al ql1ale era stato aggiunto dell'amido. Ponendo sulla s11a superficie della soluzione di L11gol, l'agar diviene bleu eccetto in quei punti dove l'amido è stato conve1~tito in z11c· chero. In tutte le espe1·ienze la reazione fu positiva per l'amilasi attorno alla polpa A, mentr e fu. sempre negativa attorno alla polpa cli con· trollo B. L 'amilasi quindi è costante nei tumori. e la sua q11antità non sembra variare . direttamente con la loro malignità.. I t11mori più maligni del fegato contenevano in proporzione poca amilasi. La lipasi fu studiata mescolando all'a.gar della butirrina. I risultati furono sempre positivi per la polpa A e sempre negati,ri per quella di controllo B. Pe1· lo stL1dio dell'ossidasi 1 A.. ha ~perim en · tato ' rarie reazioni. T1·a queste ha eseg11ito la reazione del guajaco, che si esegu~ nella seguente maniera: .A. poca acqua distillata posta in una cap· sula di porcellana si aggiunge una soluzione alcoolica satura di gomma di guaj aco fino a f orma1·e una emulsione a guisa di latte. Pon end o una piccola parte di tumore sul margine della miscela, se vi è ossidasi, questa assume un colorito blell do\rt1to alla ossida· zione dell'acido guajaconico content1to nel guajaco . . La i·eazione fu sempre negativa. Aggiungendo pochissima H 1 0 2 alle s11d· dette sostanze si manifestò sempre un colo· rito bleu evidente; perciò, mentre nei tun1ori non esiste l'ossidasi che fa clrveni1·e il g11a,jaco bleu, esisto invece una parossidasi: ciò clel i·esto si verifica anche per gli altl'i tess11ti. l l'isultati ottenuti con altre l'eazioni per la cli· mostrazio11e clell ossidasi f nrolto ince1·ti e poco dimostrati,~i.

~1 . FL.t\~IL'\'"I.

Recentissime pubblicazio1ii:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. CELLI (2• edizione), L . 5 Indirizzare richieste co:a Cartolina-vaglia alla Società Edl· trlce Dante Alighieri - Roma.

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J.29~

IL POLIOLINIOO •

TERAPIA

(ANNO IX, FAEO. 41]

L' A. nella im agine morbosa della scarlattina, distingue due categorie di fenomeni; cioè fenomeni d'infezione locale, come : arrosL a si e i· o te 1· api a nel l a se a r latti n a samento della muco~a delle fauci, edemi e ne· • alla Clinica pediat1·ica di Vienna. · erosi, ingorgo glandolare, rinite, otite; e fe· (ESCHERICH. lt'ien. lrli1i. rVoclie1i., N. 23, 1903). nomeni d'intossicazione generale, come: stimolo al -vomito, senso di prostrazione, di· I primi tentati,ri di sieroterapia nella scarsturbi nervosi, degenerazione a carico del lattina furono fatti dal MARJ.VIOREK. Però tanto cuore o dei reni, febbre, esantema. i risultati da lui ottenuti, quanto quelli otteSecondo le esperienze dell' A., il siero anti· nuti da altri, mostrarono che la sieroterapia scarlattinico agisce dopo un pe1"iodo latente nella scarlattina non esercita,~a un influss<;> di 4-12 ore, sopratutto Slli fenomeni d'intossi· evidente sulle ccndizio·n i morbose. cazione ~enera.le; per questo motivo, ed anche Il MosER, ritenendo che l'insuccesso tera· per la rapidità onde agisce, fu dall' A. deno· peutico del sj ero fosse dovuto ai p~ssaggi in· minato antitossico; esso perciò si presta spe· animali a cui si sottoponevano gli strepto· cialmente nei casi di scarlattina, che inso1·· cocchi, immt1nizza\i'"a i cavalli con culture di gono con febbre alta, delirio, sonnolenza, con· streptococchi provenienti direttamente dal· giuntivite, diarrea, insomma gravi si~to.mi l'uomo· e infatti il ~IEYER mostrò che nelle tossici, mentre sono leggere le alte1·az1on1 a ' . culture di streptococchi, in seguito ai passaggi carico delle fauci. in animali, si pe1·de il l)Otere agglutinante L'effetto del siero è rapp1·esentato da lln rispetto ad un dato siero. abbassamento notevole della temperatura (due Inoltre il MosER rigettò . il metodo dei pas- o 1)iù gradi) senza sudore e collasso; men tre saggi del MARMOREK per un altro motivo, contemporaneamente: rallentano il polso e la cioè per la produzione di un siero polivalente, res1Jirazione, impallidisce l'esantema, cessano quale ha, luogo in seguito ad una inoculazion~ la sonnolenza ed il delirio : e l'infe1·mo in· contemporanea di più culture di streptococchi. tende, parla e prende cibo. ~ massimo delL'influenza esercitata da q11esto fattore non l'azione benefica del siero si osser,~a dopo è ancora precisata abbastanza. Non solo le 18-30 ore dall'iniezione. oultu1·e ottent1te con materiale tolto da cadaNei casi favo1·evoli di scarlattina e senza veri cli scarlattinosi presentano differenze complicazioni, la temperatura rimane afebmorfologiche e culturali (1unghezza delle ca- brile; la malattia sembra come troncata nel • • tene, modo di sviluppo sul terreno di cult11ra, suo corso e l'esantema scompare nei• g1orn1 ' rirulenza), ma anche le varie e1)idemie cli successivi. Nei casi meno favorevoli, l'abbas· scarlattina differiscono i~una dall'altra molto samento della temperatl1ra non è completo: più di quanto avviene per altre malattie in· nel gio1·no seg11ente la tempe1~atura ha recru· fettive. Il numero delle culture inoculate con- descenze vespertine abbastanza elevate; la temporaneamente va da 10 fino a 20 nella febb1·e cade per lisi. Quando l'azione del siero quantità di 1-500 e più centimetri cubici. Il inoculato è inst1fficiente, sia per la scarsezza tempo necessario per ottenere lln siero effi· della dose, sia IJer la IJOca intensità della sua cace varia a seconda della reazione dei sin· efficacia, ad una crisi passeggera segue la goli cavalli, però non meno dei 7-8 mesi. Il caduta della febbre per lisi. grac1o di efficacia di questo siero è per ora Quanto al gruppo dei sintomi infetti1ri, ~ constatabile solo sull'uomo scarlattinoso. Un siero non ha un'azione diretta sulla necrosi giudizio approssimati,ro lo si può forse de· delle fauci, nè sull'ingorgo delle glandole, se durre dal diverso grado di agglutinamento esistono già prima dell'inoculazione. Così lJure degli stre1)tococchi inoculati, grado di ~gglu· il siero non esercita nassuna influenza sulle tinamento che cresce col crescere dell'1mmu· com1)licazioni: otite, linfoadenité, sl1ppur~ta, nizzazione. endocardite, ecc. ecc. Secondo 1 A.. il siero Circa n el 75 ])er cento dei casi di scarlattina, somministrato per tempo, sa1·ebbe in grado se trattati dall'A. col siero antistreptococcico, le non d'impedire la comparsa dei sintomi. to~· iniezioni furono seguite da edemi, esantemi e si ci e delle complicazioni, pe1· lo meno d1 d1· · febbre che durarono un tempo })iù o meno minuirne notevolmente la gravità e la fre· · lungo: pe1--ò non si ebbero mai successioni quenza. morbose di grande entità . Dott. E. GuGLIELMETTI. Le iniezioni nella dose normale di 100-200 , eme. furono praticate per lo più nel sottocutaneo della parete addominale. (l~)


[ANNO IX, F ASC. 41]

SEZIONE PRATICA

CJ H I R U R G I .A

La splenectomia._ Indicazioni e risultati. (~I. JORDA~.

Mitteil. et. d. Grenzg. d. M . n. Plt. XI, 3).

Sei spl enectomie eseguite dall' A. per indicazioni ' 'arrie (rottura, cisti emati ca, cisti da echinococco, sarcoma, ipert1·ofia semplice idiopatica) gli offrono occasione ad uno stud io che pt1ò esser i·iassunto nei seguenti po· stulati. La milza non è un organo necessario alla economià umana e prtò rapidamente essere sostitt1ita n ella st1a fl1nzio11e per supplenza di altri organi. Quindi e~sa IJUò esse1·e estirpata senza esitazione alcuna allorchè sia secle di un pro• cesso patologico. Siamo at1torizzati a splenectomizzare anch e per indicazioni i·elative. Le maggiori p1·obabilità di esito favore,role si hanno nelle demolizioni per affezioni locali : se per contrario la condizione patologica della milza è esponente di un processo generale allora la demolizione è cla rifiutarsi, perchè può po1·re in pericolo la ' 'ita dell'infermo. Nello stato attuale della chiru1~gia e dal punto di viRta del tecnicismo, la splenectomia eseguita in milza non agerente, può essere considerata come un intervento innocuo. Ma se esi stono aderenze, la demolizione è tanto pii1 difficile per. quanto più esse sono estese; così che per se stesse, esse possono costituire una controindicazione all'inter\rento e darci ragione a scegliere un altro trattamento. La scelta della breccia laparotomica per accedere all'organo (mediana, laterale longitl1clinale, laterale teasversale combinata) dev~ discendere dalle speciali condizioni del caso} dalla configurazione dell'ad(lome, dalla situazione e forma del tumore : sempre lasciandoci guidare dal pri11cipio cli raggiungere il pedt1ncolo dell'organo nel modo pi1ì rapido e più sict1ro. È quindi pe1· lo meno st1perfl110 discutere, in tesi general e, sulla preferenza da darsi a questo 1) a quel m etodo. Dalla statistica delle splenectomie riferite nella letteratl1ra rileviamo, che in ra1)porto alle affezioni della milza, che offrono inclica· zione alla demolizione (a parte le l esioni violente) il sesso femminile ha il sopravvento st1l maschile. R. D .ALL...l. V EDO\,...A..

1293 .

Alte1·azioni osservate nel sangue dopo l'esti1·pazio11e della 1nilz~t. (RA:NTENBERG .

.i1lnnc7z. 1neclic. nrorltert.,. n. 16, 1903).

L' A. riferisce un caso di estirpazione della milza, praticata in una donna cli 38 anni, per sarcoma primario di detto organo, manifestatosi 3-J mesi prima. Trascorsi 3 mesi dalla operazione si ebbe recidiva del neoplasma al lato sinistro (lel collo. La milza estirpata era in massima parte invasa dal tumore; so lo 1 / 3 all'incirca ft1nziona,ra ancora normalmente. L' A. esamìnò il sangue di questa clonna p1~ima e clopo l'estirpazione della milza efl osservò quanto segue : _ 1. Il numero clegli · eritrociti, dimint1ito clo1Jo °I'ope1.. azione, s'accrebbe cl i nno,ro; l'aumento durò 4-5 mesi. La quantità cl i emoglobin a non subì nessuna variazione sostanziale. 2. Il numero dei l eucociti si <.1uplicò dt1· rante l e prime -! settimane (da 5000 salì a 10.000} e nei 4 mesi successi\i dimint1ì fino a 7000. 3. Le cellule i)olinucleate neutrofile Sll· biro no dapp1"ima un forte aumento, che però ebbe breve rlu1~ata (iperleucocitosi act1ta), e fu seg uìto cla lln altro aumento ch e messo in i·apporto col numero totale rappresentava llna diminuzione dal 75 al 60 °/0 • .i. Durante l e prime -! settimane dall'operazione si dvilu ppò una linf ocitosi inte11sa; il numero assoluto dei linfo cit i si du1Jlicò e triplicò; il numero relativo salì cl al 19 al 30 °/0 • Punto ingo1·go glandolare. 5. Le cell11le eosinofile a11mentarono di numero clurante il primo mese clall'operazione: si ebbe il quintuplo ed il sestuplo del numero assoluto : questo aumento durò 4 mesi. I-1 'atl· mento relativo andò dal 2 all'8 °.'o· Le osservazio11i clell' A . concordano in ge· nere con le osservazioni analoghe note nella l etteratura. V i è solo clifferenza in qt1'3 sto, che cioè : l'aumento IJost-operatorio nel nu· mero clegli eritrociti d11rò più a lungo (J mesi); t1na 'rariazione evidente nella quantità dell'emoglobina non si osservò; e finalmente l'al1mento in 1111mero clelle eellt1le eosinofile si mostrò assai J>resto (-1: settimane cl opo 1 ope· razione) e i·aggiunse 1'8 °/0 • . Queste osserva.zioni dell' A. sono importa.nti in qt1anto che il tumo1~e al tempo dell'op erazione uon a'reva ancora determinato a.Iterazione alcuna nel sangt1e, no11 essendosi fino ad allora osservato un aumento q11alsiasi nel numero delle cellule eosinofile; quindi la sop· pressione della funzione propria della milza pllò consic1erarsi come 11n fatto av,~ enuto al·


129-l

IL

POLICLINICO

l'imp1"'ovviso e pr·ovocato dall'operazione. Inol· tre d1lrante tutto il tempo al quale si riferi· scono le predette osservazioni l'inferma si sentì bene: la I'ecidi\a si manifestò solo alcuni mesi dopo, quindi le alterazioni riscontrate nel sangue in questo periodo di tempo non possono attribuirsi all'influenza esercitata clal sarcoma, bensì alla scomparsa della funzione })ropria della milza. Dott. E. G-.

Cura chirurgica dell'ascite nella cir1·osi epatica (LESAS.

Dezitsclt. ntedic. 1-Voclten. n. 27, 1903).

· L'es1)érienza clinica insegna che , ..i sono dei casi di cirrosi epatica in oui l'ascite manca, ovvero è scomparsa spontaneamente. Nel primo cas J la stasi sanguigna non è tale da poter dete1·minare una raccolta di li· quido; nel secondo caso il momento etiologico si elimina da se stesso per la formazione di nuove v:ie sanguigne le quali portano il sangl1e direttamente dal sistema della vena porta alle ' Tene cave superiore ed inferiore, senza che pa.ssi prima per il fegato. Queste nuove vie sanguigne furono constatate all'a11to1)sia. Le più importanti sono : 1° Anastomosi della vena coronaria clel , ,.entricolo con le ' rene del! 'esofago · 2° Anastomosi della vena emorroidaria interna con la ' rena ipogastrica; 3° Anastomosi delle vene della capsula c1el Glisson con quelle del diaframma; -! 0 Anastomosi delle vene del cieco e del colon con la ve11a mammaria interna: 5° Anastomosi della vena ombelicale con le vene epigastrica superiore ed inferiore. Ora sì pensò di provocare artificialmente con l'intervento chirurgico queste, nuove vie collate1'ali. L'A. ricorda in p1·oposito gli esperimenti eseguiti sugli animali dall'Ecrr, dal NENCKI, dal P A ''rLOW: dal TILLMANN, dal Bozzr, non che i tentati,ri fatti dal ~iORISON e dal TALMA sul malato. Il processo operato1'io raccoman· dato c1a questi due ultimi chirl1rghi consiste nel suturare il fegato o il grande omento ai margini di un' incisione praticata sulla pareto addominale anteriore. L' A . ha raccolto nella letteratura 78 casi di cirrosi e1Jatica trattati col metodo del Talma. Circa i due quinti degli operati guarirono: scom· })arve completamente l'ascite, e migliorarono considerevolmente le condizioni generali. Dei l'imanenti tre quinti alcuni migliorarono (l'ascite non si riprodusse per lo spazio di 2 anni e i11ezzo e anche di l)Ìi1), altri o non migliora·

LANNO IX, F ASC. 41]

rono affatto, o t1'ovarono nell'operazione una morte più sollecita. Questa diversità di ri· sultati dimostra che l'atto operatorio non è sempre indicato nella cura della cirrosi epatica: esso presenta le migliori garanzie di btiona i·iuscita se praticato quando il fegato funziona ancora, cioè al massimo dopo la seconda puntura (Talma)· mentre il KEHR propone di opera1·e subito invece della ·prima pt1ntura, ed il TURNER vuole che si operi appena stabilita la diagnosi di cirrosi epatica, anche prima del periodo ascitico. Un'altra condizione per l'operazione è la mancanza di complicazioni da pa1~te del rene, non che uno stato generale buono. L' 01Jera21ione è controindicata ogni qual· · volta la funzionalitài del fegato è gra,T"emente alterata (urobilinuria, ittero, acolia ed ipocolia delle feci). In genere l'operazione del Talma è indicata in tutti quei casi nei quali esiste un ostacolo al circolo sanguigno tra la vena porta ed il fegato; tanto se l'o.stacolo può risiedere nella porta, quanto nel fegato. Tra le malattie che conducono ad una stasi della porta sono degne di nota le seguenti: 1. Trombosi della porta o diminuzione del suo lume in seguito a processi flogistici o tumori; 2. Cirrosi atro· fica del fegato; 3. Cirrosi cardiaca; 4. Cirrosi pericardiaca; 5. Cirrosi dei diabetici. L'operazione del Talma si può pratica1·e con s.uccesso anche nelle gravi emorragie dello stomaco e dell' intestino. I pericoli dell'operazio11e sono rappresentati, oltrechè dall infezione (la ql1ale del resto si può eliminare con un'accurata e scrupolosa asepsi), anche e soprattutto: 1. Dall'autointos· sicazione per la soppressa funzione del fegato : 2. Dalla possibile comparsa di un ileo per di· sturbi nervosi dov11ti alla sutura dell'omento. LA. cita in proposito il caso di un indìvidllO affetto da cirrosi epatica ed operato col pro· cesso del Talma; dopo qualche t empo l' indi· viduo morì: l'autopsia rivelò la presenza di un'inginocchiatura del colon transverso\ pro· dotta appt1nto da una sutura troppo tesa del· l'omento. Riguardo alla tecnica operatoria, sono ugual· mente bt1oni tanto i metodi intraperitoneali, quanto gli extraperitoneali. La sutura della milza è assai indicata, sia pe1· la sua super~cie di maggiore presa, sia per le condizioni più favorevoli dei ,·asi sia percl1è in tal modo si evitano le inginocchia· ture dell'intestino. I metodi dell'Ilo e del· 1 Orni presentano il pericolo di emor1·agie se· condarie; il metodo del Tansini non è di facile esecl1zione nell'l1omo infermo.


[ AsNo IX, F .A.SC. 41]

L ·A. termina ricordando la storia clinica di un caso di cirrosi epatica cm·ato con 1'01Jera· zione: incisione dell'addome lungo la linea alba e vuotamento di abbondante liquido asci· tico; il fegato era assai piccolo, con superficie cospa1·sa di grosse granulazioni; piccolo omento })iuttosto atrofico. Distaccato il peritoneo in· si eme con la fascia- t1·asversa dalla ferita dell'addome, si introduce l'omento nello spazio così p1·eparato, e lo si fissa con alcuni pl1nti di sutura. Quindi si suturano i margini liberi del peritoneo, non che quelli dell'incisione esterna. Trascorso un mese dall'opera:1.1ione l'ascite si i·iprodusse cli nuovo ed abbondantissima. Dott. E. G.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSJ RESOCONTI

1295

SEZIONE PRATICA

PARTICOLARI

..à.CCADE~I1A ~IEDICO -CHIRURGICA

DI FERRARA.

dello stomaco, delle formazioni tubolari, che hanno perduto del tutto i caratteri delle ghiandole piloriche dello stomaco, e delle quali tal11ne con i loro fondi ciechi attraver sano la 1nusc1ilaris niucosae, e si annidano nella sottomucosa. Simili formazioni le ha. trovate 1'0. anche all'inizio dell'intestino. Rap· presentano per 1'0. queste formazioni le ghiandole del Br11nner dei mammiferi, delle q11ali starebbero a,d indicare lo stadio iniziale del loro sviluppo filo· genetico, sviluppo ohe si farebbe alla dipendenza delle ghiandole piloriche.

Giannelli. Riferisce alcuni dei ris11ltati da lui ottenuti nello studio dello svilzippo dell' ap]Jctrato epifisario 1iella Seps cltalcides. Dimostra che l'occhio parietale è una filiazione dell' eva~nazione epifisaria : che con lo svilt1ppo va atrofizzando, e che il nervo che l'unisce nei primi stadi alla com· messura superiore scompare negli stadì più tardivi. Dimostra come a spese della parafisi, dell'epifisi e clel r ecesso pineale si costituisce un corpo epiteliale complesso, che egli crede an_alogo H1la ghiandola pineale dei mammiferi. Ritornerà l'O. presto sul· l'argomento. Dott. UMBERTO RAVENNA.

Seduta d el 18 111glio 1903. Presidenza professore E. Casati.

Il prof. Giannelli (per il dott. Ferrari, assistente) descrive 11n' a1io1nalia clelf arteria ascellare, rinve· nuta nello scorso anno scolastico, consistente n el· l'orjgi11e dall'ascellare di un grosso tronco, che pas· sava tra l e radici del mediano (mentre l'ascellare passa,ra innanzi ad esso), e risolveva in sei arterie: la circonflessa anteriore, la circonflessa posteriore, la sca1)olare inferior9, l'omerale profonda, le collaterali inter11e, superiore ed inferiore.

Giannelli. Comunica alc11ne sue ricerclte anato· 111iclle ed anato11io-coniparative sul plesso sacrale e so11ra alcu,1ii suoi ranti ded11cendo che è sempre bene accentuata la divisio11e di quel plesso nei due plessi secondarì, iscliiatico e prtderido; che ciascuno di q11esti due plessi ha dei rami collaterali propri, ma che hanno dei rami terminali a comune; che il nesso piccolo iscbiatiGo del Boyer, sotto quel nome riunisce i due nessi gluteo inferiore e czita1ieo posteriore della coscia al loro punto di distacco dal plesso sacrale e d eve considerarsi come uno di quei rami terminali, di cui l 'altro è il grande nervo ischiatico; e che di q nesti due rami terminali comt1ni ai d11e plessi l'uno è ventrale e l'altro dorsale. ....\..cce11na poi 1'0. a.Ila grande frequenza: con c11i ha riscontrato l'alta diT"isione dell'ischiatico nei Ferraresi dove ha otten11to una percentuale q11asi ug11ale a quella (molto elevata) avuta precedente· mente nei Senesi.

Giannelli comunica, di a1~ere rinvenuto negli anfibi auz1r1? nella parte terminale della zona pilorica

OSSERVAZIONI CLINICHE Neft'ectomia in un caso di lesion0 i·enale con sintomatologia strana e ra1·a pel dott. FRANCESCO

TOl\IMASOLl.

Se di sommo vantaggio riesce alla pratica la conoscenza di casi difficili, ma di · cui la letteratura medico-chirurgica ne possiede un buon numero, non minore utilità ritrae dalla pubblicazione di quelli rari ed imbarazzanti in cui talvolta nemmeno il bisturi basta ad aprire finestre per fare una luce sufficiente. Ond'è che avendo avuto occasione di avere sott'occhio uno di questi casi difficilissimi e rari, non trovo inutile rende1·lo di pubblica conoscenza. Z .... A ... , di anni 37, da Cesena, sartrice. N t1lla degno di nota è dato sapere dal lato eredi· tario. I genitori sono viventi e sani, non ha avuto fratelli. Nell'infanzia ebbe le malattie prop1·ie di questa età, mestruò a 12 anni, le mestruazioni fu1·ono sempre regolari, ma olt,remodo dolo· rose. N ell'ap1·ile del 1895 fu improvvisamente colta da forti dolori in corrispondenza della regione renale dest1'a, _dolori ch e si irradia vano all'addome e lungo l'a1·to inferiore corrispon· dente. Tali sofferenze durarono pochi momenti (la paziente assicura non più di 10 minuti primi) tanto che la famiglia credè t1,attarsi (15)

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1296

IL POLIOLINIOO

cli cosa da non prende1·si in considerazione e non si diede ' rer11na cura di consultare persona dell'arte. Di lì a 10 giorni p erò essendo stata la donna nuovamente colta dagli acerbi dolo1·i, ricorse al medico, il quale fece diagnosi di calcolosi renale, J>rescrivendo i soliti medicinali e le consuete cure dietetiche ed igieniche. Quantunque con ogni diligenza venissero osservate le regole insegnate· dal meclico, i vantaggi furono nulli.Nell'ottobre dello stesso anno ricorse alla visita del chir11rgo prof. GroMMI dell'ospe· dal e cli Cesena, che do po un accurato esame, constatò essere l'ovaio destro molto ingrossato. Le urine, allora esaminate, erano normali per . quantità e qualità, perciò attribuì i di· sturbi alla lesione ovarica e p1·opose alla pa· ziente l 'atto operativo. Il consiglio fu accettato e il gi01·no 18 ottobre 1895, dopo atere con· venientemente preparata l 'inferma e clatale la posizione adatta per tale operazione, si pro· ceclè all'apertura della cavità addominale, asportandone l'ovaio destro in degene1·azione cistica ed il sinistro completamente sclerosato. Dell'atto operativo guarì di prima intenzione, e dopo pochi giorni la paziente potè t : > rnare alle proprie occupazioni. Passò quattro settimane in !ssoluto benessere, e in questo frattempo per contatto con un uomo malato di blenorragia, la nostra donna s'infettò ài questo male. A ciò tennero dietro quasi subito i forti e lancinanti dolo1·i in corrispondenza della regione renale destra.. Anche questa volta il male si iniziò i--epen tinamente senza dare il minimo allarme~ la sua durata fu di 15 minuti al più. R.ico1·re nuovamente all'ospedale; l'esame obbiettivo non dà nulla di positivo, ie urine però erano di color torbido, d'albumina non v'era traccia, lievissima quantità di sangue: il sedimento ricco di cristalli d'ossalato di calèe, qualche corpuscolo di pl1s. Si tiene la donna in osservazione qualche giorno, in cui le coliche si fecero più frequenti, mantenendo però sempre i caratteri che la paziente a'reva i·i· scontrato fin dalla prima volta, cioè venuta imp1·ovvisa, quasi sempre nel pomeriggio, talvolta di notte, breve durata. Convinti si trattasse di una calcolosi r enale nel luglio del 1896 si sottopose l'inferma alla nefrotomia destra. L'atto operativo procedè l'egolarmente, ma non fu possibile rinvenire alcun che di estraneo nel i-ene. Gua1·ì in poco ternpo dell'operazione, tornò alla propria casa, ma le st1e coliche con· tinuarono a tormentarla. Le urine si manten· ne1·0 sempre torbidE>, il sedimento sempre ricco di cristalli di ossalato. Ogni settimana o poco più la donna era in preda agli acerbi dolori, tanto che i·icorse all'opera mia, perchè le segnassi ql1alche cosa per almeno mitigarli. Senza avere la certezza per dati anamnestici ed obbiettivi che si trattasse di fenomeni sifilitici, ma pe1-- semplice induzione soggettiva, sottoposi 1~inferma ad una forte e prolungata cura di ,j ocl tiro K, e per 15 giorni alla cura me1'CUriale. l6}

[ANNO

IX, F .ASO. 4 t]

A nulla approdando alcun i·imedio e la donna essendo oltremodo ridotta per i continui accessi di colica, la invitai ad entrare nella sezione chirurgica, dove allora funzionavo da aiuto. Dall'esame accurato della paziente risultava quanto segue: Costituzione scheletrica rego· lare, cute di color· no1·male, mancanza _cli pannicolo adiposo. In corrispondenza della regione renale destra si scorgeva una cicatrice dura e ~esistente , sulla quale premendo si provocava una lieve dolo1·abilità, ma in qualunque posizione si mettess~ la donna non era possibile sentire il rene. Gli organi della cavità toracica e addominale erano normali, come pure l'esame del sistema nervoso non rivelava nulla di patologico. In corrispondenza delle regioni inguinali erano palpabili piccole glandole della grossezza di poco più di t1n cece e tale forma e volume riscontravansi in quelle site ai lati del collo. Possedevano poca mobilità ed erano indolenti. Non si constatò mai aumento di temperatura nè prima nè dopo l'accesso, nè in qualsiasi altr'ora del giorno. 'L 'urina emessa durante la giornata ha raggiunto al massimo litri 1 1/2; quando le coliche si ripetevano più volte nello stesso dì, la quantità climinuiva, ma di poco, giacchè la minima è stata di 1160 eme. Il suo colore era giallo torbido; lasciata in un bicchiere faceva un'abbondante deposito di colo1· biancastro. L'esame chimico, ripett1to molte volte, clava la mancanza asso· Iuta di albumina, di sangue e delle altre sostanze anormali. Coll'esame microscopico si constatò essere il sedimento formato cli cristalli di ossalato ; si fere pure la ricerca del bacillo di Koch, ma senza frutto. Queste erano le condizionì (agosto 1898) della nostra inferma, la quale era tormentata continuamente dai soliti dolori, e in vari giorni ho io stesso assistito a tre accessi. L'l1nico calmante a sì atroci soffe1'enze si otteneva col bagno, ma la paziente ogni giorno veniva deperendo, tanto che c1·edemmo 01)portuno invitarla a sottoporsi alla nefrectomia. La mattina del 27 agosto 1898 il prof. GroJ\r~rr da me assistito procedè all'asportazione clel rene per la via lombare secondo il m,etodo dello Czerny. Ad operazione finita si fece l 'e· same macroscopico clell' organo estratto e si notò il suo vol11me essere di poco minore del normale, il tessuto pii1 consistente al tatto: per quanto si cercasse, dopo aver spaecato 1'01--gano nel suo mezzo, non fu possibile rinvenire traccia di calcolo : il tessuto centrale dell'orgalto era più duro al tatto e più consi· ste1tte al taglio. Il decorso post-operatorio fu ottimo, non si ebbe febb1·e, la ferita cicatrizzò in p oco tempo e quel che è più, l'inferma non ha risentito i dolori n è nel periodo della con· valescenza, nè in seguito. Le urine to1·nate normali per qualità e quantità subito dopo l 'operazione, contin11ano a rima.nei· tali, tanto '


[ANNO IX, F ASC. 41l

1297

SEZIONE PRATICA

che essendo trascorsi quasi 5 anni dall'atto ope1·ativo, credo si possa essere certi dell'as· soluta gt1arigione della nostra donna. Fatto così un cenno di anamnesi e delle diverse cure mediche e chirurgiche due domande "'\ engono spontanee a.Ila mente: Quale f11 l'eziologia e l~ natura d1 tanto male'? L 'ultima cura chi· rt1rgica si poteva risparmiare'?

alcuna alterazione renale e di infasticlire in special modo l e persone isteriche. È ben noto in proposito il caso di GowERS (HaPtdbllCli de1. 1\Te1?;enk1·anltheite1't) che fornisce esempio di do. lori nella regione renale mantenutisi per 40 anni senza che nulla si rinvenisse al ta,rolo anatomico. Le nefralgie secondarie sono quelle La prima idea che avrebbe balenato. alla che si presentano nel corso della tabe e che mente cli chi11nque, dopo aver bene ascoltato vennero descritte da R.A.YNAUD (A1·cliives gé1zér. il racconto delle sofferenze della nostra d onna. de 1nédecine, 1876) e che potrebbe1·0 esse1·e, ' sarebl>e stata la p1·esenza, di calcoli nel rene, secqndo questi autori, collocate a fianco delle ma questa cliagnosi bisogna, dopo gli atti opecrisi gastriche, e di fatti venne ad esse asserativi, per necessità escluderla. Alterazioni dell't1rina non mancavano, quindi gnata la denominazione cli crisi nefrit iche. I non era da pensare ad t1na gast1.. algia o acl una caratteri di queste nefralgie sarebbero qt1elli malattia della colonna vertebrale. Colla colica delle coliche r enali dete1·minate da calco li ' da da ·calcoli biliari non era possibile pure con- cui ve1--1·ebbero differenziate, <;Iietro un lt1ngo fondersi perchè in tale malattia il dolore si periodo di conti.·ollo, IJe1· la mancanza cli emalocètlizza alla supe1·f ice anteriore destra del- tt1ria e per l'assenza di concre1nenti nelle t1rine. Nel caso nostro si avevano alterazioni del l~acldome e per di più non fu mai constatato neppt1re il più lieve colorit"o itterico, come in r ene e delle urine e pe.r di più la nostra <1onna simili casi a·v·, . . iene. Dopo che il J\I1srEw1cz non presentava alct1na delle tante stigmate affermò che la sostanza renale dei vitelli ha isteriche, dati che non possono permetterci di zone di sensibilità e dopo cl1e il PENSA (Bol- far diagnosi di nefralgia primaria, come pure lettino della società 111ed. clii1~. di Pavia, 1896) è necessario esclude1·e quella cli i1efralgia se. condaria, perchè nt1lla ha constatato l'esame discepolo del GoLGI, applicando la reazione . nera a reni di giovani animali potè vedere i obbiettivo pe1.. g i11dicare tabetica la nostra plessi ner,rosi peri"\ asali fino intorno ai glo· malata. A maggior dimostrazione di ciò sta p oi la meruli, sin là dove le fibre, raggit1nto il ma.ssimo di 101·0 finezza, in parte li circòndano salute ottima che gode presentemente l'operata. La tubercolosi r enale primitiva è oggidì ter1ninando a capocchia o a fio cchetto a .ri· dosso della capsula del BowMAN, e IJotè mettere ammessa cla tutti e il riscont1--o di essa è, sein evidenza i·appo1--ti assai intimi di fibre ner- condo alct1ni, più frequente di quel che si crede. IsRARL s u 21 casi in cui praticò la ne,~ose staccantisi da plessi perivasali coi cana· licoli ; e la presenza di alcuni di quelli elementi frectomia potè constatare che l'organo era ben che vengono chiamati cellule ganglionari, le 16 volte il solo e primiti, amente colpito: su quali contraggono rapporti assai stretti con tutte le n11merose operazioni da lui eseguite le fibre nervose; nei grandi tra.ttati delle ma- sl1l rene, la tub ercolosi primitiva figt1ra come lattie clei r eni 'Tiene oggi riservato un capitolo il 10 °/0 • N att1ralmente bisogna fn1-- distinzione fra forme acL1te e cronicl1e, q11elle rianno tl anspeciale sl1lle nefralgie. dosi alla tt1bercolosi miliare e quindi sf11ggono TAL.MA, SENA.TOR, PRIOR a.m mettono senz'altro la IJossibilità di questa .ne11rosi, e per qt1esta ad ogni intervento chirurgico; queste che posintendono qt1elle manifestazioni dolorose nei sono i·isenti1·e il beneficio dell'arte ope1.. atoria; reni, che non sono a.ccompagnate da alcuna sono prevalentemenle 1-lnilaterali e compaiono clin1ostrabile alterazione clel rene o clell '11retere sotto ·tre aspetti di,rersi. La più comune varietà è la caseosa e ca,"ernosa che ha il suo o dalla presenza di co1·1Ji estranei. Tali nefralgie vengo~o di,.,. ise dagli autori inizio da uno dei poli del rene, più spesso in p1·imarie e secondarie : Qt1elle hanno la l'inferio1·e. caratteristica di non essere <le termina te cla Non ra1·amente è associata acl una lesione 1

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del r·i,,.estimento renale, come ispessimento lipomatoso della capsula adiposa, che si trasforma in un in··{olucro stratificato con proliferazione attiva connettivale e formazione di aderenze, oppure riscontrasi un'infiltrazione ascessuale, che talvolta p11ò anche non essere di natura tubercolare. L 'altra forma con cui suole presentarsi la tubercolosi r enale primitiva è l'ulcerazione delle papille nelle loro parti sporgenti nei . calici: clinicamente essa è controsegnata da ematttrie iniziali molto profuse. La 3a è la varietà nodulare: l'inte1·0 parenchima è dis· seminato ila nod11li di grandezza varia, dalla testa di spillo fino alla grana ezza di cece. In su1)erficie il r ene ha l'aspetto cli un r ene in pl'eda a processo settico disseminato, il così eletto s1irgical kiclney degl' inglesi. La prognosi di questa forma è poco lieta, perchè il più clelle volte si ammalano a breve scadenza l'altro rene ed i polmoni nonchè t1retere e vescica. P1·imi segni della tubercolosi renale primitiva sono la poliuria ·molto appariscente sin dall'inizio clel male; essa si manifesta sotto una forma intermittente e nei primi periodi l'urina è sempre limpida.. Di speciale importanza è l'ematuria iniziale, che rappresenta l'emor1·agia congestizia e flussionale, quale si os~erva nel 1° periodo della tubercolosi pol· menare. Queste ematurie sono per lo più transitorie, giacchè solo eccezionalment~ è stato osservato che abbiano continuato per molti giorni di seguito. N ell'u1·ina si trova talvolta albumina, ma questo fatto può anche dipe11dere, come faceva notare BAYER, da altre cat1se quale una nefrite cronica preesi· sten te. · L e u1·ine dapprima abbondanti e limpide a poco a poco diventano torbide e scolorate; col r·iposo lasciano depositare uno strato più o m eno abbondante di pus. Nel sedimento non incostantemente è dato rile,,..are cogli oppor· tuni mezzi il bacillo della tubercolosi. La pit1ria è costante, ma la quantità ' 'aria da un giorno all'altro, e q11ando per ostruzione dell'urete1·e dovesse cessare, l,urina emessa è chiara essendo che funziona il solo i·ene sano.

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Unitamente al pus nel sedimento non sono rare strie e coaguli di sangue, e''"enienza questa a cui diedero molta importanza 0HO· P ART, LEFERT, VoGEL per la diagnosi del· • l'ulcera tubercolare dei reni. In alcl1ni casi, in seguito a rammollimento dei tubercoli in comunicazione coi bacinetti, delle parti solide si distaccano e si mettono nell'uretere producendo un dolore simile alla colica nefritica. Da qt1anto ho succintamente esposto sulla tubercolosi renale primitiva, non si potrebbe essere lontani dall'ammettere tale morbo per la mia malata, ma facendo un'attento esame dei dati anamnestici ed obbiettivi da me in avanti sèritti, parmi sienvi fatti, i quali non ci permettono di chiamare tubercoloso il rene da noi asportato. Poliuria, pit1ria, iniziali ematurie, incostante presenza di albumina, sono i segni più salienti n~lla tubercolosi primitiva clel rene; nella nostra donna invece non si è mai constatato abbendante minzione perchè come massimo si misurarono 1500 eme. di u1--ina: il suo sedimento poi non e1..a quasi di tutto pus, ma di cristalli di ossalato con qualche globulo di • pus e quest'ultimo non costantemente perchè in qualche esame il i·eperto di tale sostanza fu negativo. Pur la ricerca del bacillo, fatta ·con ogni attenzione, riuscì negativa. Sap.gue si riscontrò una sol volta, d'albumina non furon.o mai osservate tracce. La nostra malata inoltre non ebbe pa.1·enti nè prossimi, nè loutani, che sieno morti di tubercolosi, nè ebbe mai a convivere con persone di tanto morbo affette; ora, pensare ad una localizzazione primitiva del bacillo . di Koch nel rene in una donna che non ha ereditarietà e che ha l'aspetto florido, non mi par molto giusto. Nè può pensarsi che il rene per· strapazzi e pel continuo esporsi a freddo ed umidità fossé un locus mino1·is resi'stentiae, perchè la ·nostra inferma assicura di aver fatto sempre ottima vita ca· salinga. E poi se fosse stato un processo tubercolare dal 1895 all'ultiroa operazione non si sarebbe dovuto avere una p1. opagazione, sia pur piccola del male? E il rene estratto non doveva presentare anche macroscopica-


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mente, dopo 3 anni, segni di tubercoli o di picco1e caseificazioni'? Il i·ene asportato era invece più piccolo, duro sì al tatto come al taglio, tanto nella sostanza corticale come nella midollare; ora data e riconosciuta questa lesione grossolana del rene, può essere stata la sifilide causa di tanti guai '? J

Ai moderni stl1di si deve la conoscenza dei rapporti fra affezione dei reni e sifilide, giacchè al principio del secolo WELS riteneva che l'albuminuria nei sifilitici fosse una consegl1enza della cura mercuriale. Il primo a discosta1·si da queste vedute, fu il RAYER asserendo di aver osservato dei casi in cui l'in· fluenza dell'affezione, venerea costituz;ionale aveva tale e tanta importanza da doversi lo s''" iluppo del male dei reni alla cachessia ve· ne1·ea. e paragonava l'azione della sifilide a quella della tubercolosi. paragone tanto più esatto in quanto che sembra che i casi da lui clescritti, appa1·tenessero a degene1'azione ami· loide. In seguito dimostrò come fosse erroneo l'att1·ib11ire al mercurio effetti delete1·i sul rene. e quantunque tale idea abbia avuto sino a questi ultimi anni controversie, pure oggi, IJer lo studio di valenti ~linici, si può essere certi che l'albumin11ria nei sifilitici è causata tlal morbo e non dal mercurio. Tale patogenesi attrasse sempre più l'attenzione e lo studio del medico e dei sifilografi e così nel 1867 PERROUD di Lione descrisse due casi d'albumin1tria sifilitica; DEscouTs in un suo lavoro {1878) fa cenno qi una albuminuria, in malato sifilitico da 54 giorni; lavori di tal genere furono poi letti dal DRYSDALE, dal NEGEL, BAMBERGER, V AGNER e BRAUL; MuRIAC nel s110 studio « sgpliilis des 1·eins » racconta di aver curato un uomo per albumillll ria, durante il periodo secondario~ in epoca ass~i prossima alla manifestazione primitiva. A ql1este notizie ed osservazioni 01·a 'ranno aggil1nti i recenti studi sintomatici e microscopici fatti da valenti clinici italiani ed este1i, in seguito a.i q11ali è evidente l'importanza che ha la sifilide sulle malattie renali. V a1~ie sono le opinioni intorno ai legami esistenti tra l'infezione sifilitica e queste sue speciali 1

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localizzazioni. Chi crede il vjrus sifilitico ca· pace di agire direttamente sui reni e chi in· direttamente per mezzo del sangue, nè da qual parte sia la ragione è facile cosa a dirsi. giacchè il mistero sulla natura del contagio sifi· litico esiste malgrado gli studi pii.1 pazienti ed esatti di insigni scienziati. Oggi che i ri· sultati dei laboratori hanno climostrato che i microbi qnando trovano un terreno propizio al loro sviluppo producono come effetto del loro ricambio materiale sostanze eminentemente tossiche~ le quali debbono essere smal, tite dal rene ; le idee sulla patogenesi delle nefriti infetti,re si sono modificate e alla teoria mic1·obica è st1cceduta la tossica. Questa è la ipotesi sostenuta dai più e specialmente dal sifilografo dell'Università palermitana, il quale co' suoi diligenti studi ha dimostrato come la sifilide eserciti sul rene un'azione doppia a seconda che trovasi nei suoi primi p eriocli o in un periodo avanzato. In questo per l'azione lenta irritativa meccanica e biocl1imica si ha la nefropatia interstiziale, in quello pel con· tatto diretto. dei prodotti c1el vi1·us cogli ele- . menti epiteliali si ha la nefrite parenchimatosa. Quantunque tali osservazioni vadano pr·endendo ogni giorno pii1 valore, pure hav"\Ti ancora chi non connede alla sifilide questa d11plicità di azione, ammettendo invece che il virus sifilitico fissandosi _sui reni possa in ogni tempo colpire p1·evalentemente i vasi e lo stroma; nè da qual parte si sia colto nel vero può con certezza ancora clirsi. giacchè i casi letali e le osservazioni lJositi"\Te da essi tratti, non sono ancora tali e tanti da farci abbracciare 1'11na o l'altra delle ipotesi. La nefrite sifilitica ha il · decorso (secondo il DIEULAFOY) della nefrite acuta o sub acuta. con enorme albuminuria e copioso anasarca tanto da poter osservare raccolte di liquido anche nelle sierose e le sindromi mortali c.l ell'edema polmonare e della glottide. La morte raramente è dovuta ad 11remia. ma l'alb11minuria porta un colpo così ' Tiolento alla resi· stenza ed integrità dei tessuti. che facilita la diffusione del morbo. ~la per quanto la malattia sia grave e terribile. con una saggia c111·a si può ottenere la g11arigione. La sif i· . (19l ~-


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lide al principio del periodo secondario può muto e negati,ro al p1--oposito di una malattia ledere in altro modo il I"ene, dando gli acci· che generalmente è consiclerata come vergodenti del piccolo brightismo~ il sifilobrightismo, gnosa'? Dall,ananmesi si sa che la nost1--a ope· nella stessa guisa ch'essa dà la spossatezza, rata ten·eva t1na vita allegra, vita che le ave,ra specialmente nella donna, fino a produrre un fruttato un'infezione gonococcica, di cui seppi quad1·0 analogo a quello dello stato di conva· notizia solo perchè ricorse alla cura gratuita lescenza post-tifico, }Jer una speciale azione del dispensiario celtico, e per questi facili st1oi tossica sul sistema nervoso. In questi casi si amori non poteva essere stata pel passato inha cefalea, malessere 'rertigini, senso di stan· fetta anche di sifilide, morbo oggi sì frequento chezza e cli freddezza all'estremità, lievissimi in eittà ed in campagna'? L'esame obiettivo edemi alla mattina o alla se1·a, fugaci, accom· ci fa constatare lln piccolo ingrossamento clei pagnati da lieve albtlmintlria, accidenti che linfatici al collo ed all' inguine, evenienza si addebitano alla sifilide in genere, senza questa di non poco 'Talore, giacchè per p1·0· localizzarli, ad un apparato, in ct1i non vetti specialisti il solo esame dei linfa ti ci hanno probabilmente portato alte1·azioni, che molte volte è sufficiente per formulare giu· comportano clel resto una prognosi favorevo- stamente la diagnosi di infezione sifilitica. Quantt1nqt1e per 1·agioni indipendenti dalla lissima in grazia del loro caratte1·e ti·ansi· torio per eccellenza. mia ' rolontà, ma per semplice disgrazia, non La sifilide renale, a differenza della nefrite · mi sia stato possibile esaminare microscopi· sifilitica., è una manifestazione tardiva., anzi camente un }Jezzo del i·ene estratto, pure anpuò dirsi che è l'ultima tappa clel processo che il solo esame mac1·oscopico, parmi possa morboso e che tutti gli stadi intermedi di di1·ci qualche cosa. Il rene, come ho già detto, era t1n pochino sindrome renale poco differenziano dalla descrizione clinica della sifilide renale. La ma· rimpicciolito, la sostanza ren~le incl1t1·ita.. Ora lattia }JUò sorgere lentamente con1e può de- ·questi fatti non possono e non debbono essere buttare bruscamente con fenomeni d'una certa inte1·pretati come effetto di sifilide renale, la gravità. L'albuminuria può essere di carattere quale, come l'anatomia patologica insegna, transitorio e tl1tta la ·sintomatologia non ri· ha di caratteristico appunto l'abbondante neost1ltare così chiara da imporre una diagnosi fo1·mazione di tesst1to conettivo '? A sostegno netta. In moltissimi casi solo l'anamnesi 0i pt1ò del mio concetto diagnostico anche l'osser,.,a. essere di guida. In questi malati grande gio· zione clinica 1riene in ai11to, giacchè seconclo il dott: GRuN (Jour1zal of cz1,taneozls ct1zcl ge,.,.amento si ha dal mercurio e ioduro K . Acl alcuno di questi quadri sommariamente 1zito-z1rina1~g diseases, gennaio 1898) ha potuto accennati, nè a quelli clesignati per altre lesioni stabilire: che la sifilide attacca i reni clireti·enali da sifilide, per brevità omessi, si ·adatta tamente o indirettamente e vi dà 111ogo a pro· cessi infiammatori clel parenchima o del tes· il caso nostro. Sl1to interstiziale. La sifilide, oltre a ciò, sem· ~la ciò porta corri.e conclusione che si debba assolutamente esclude1·e la possibilità che il b1--a a vere nelle lesioni renali da essa proclotte, i·ene da noi asportato fosse lln 1·ene sifilitico la tendenza di attacca1·e un rene solo. In fine e che quel dolore fosse un sintoma i·aro di questo mo1·bo nel 1·~ne p11ò dar luogo alla sifilide'? Fl1 eletto che l'isterismo simulando manifestazione di sintomi tali, che possono . le sindromi più ·v·arie della patologia nervosa, simt1lare t1n tt1more maligno o dei calcoli. Ed ora poche pa1--ole sull'oppo1·ttlnità clelmeritava l'appellativo di camaleonte, ma tale a1Jpellati,o, forse disconviene anche alla sifi· l'ultima cura chirurgica. La chirurgia renale è opera clegli llltimi licle, la ql1ale è capace di togliere a prestito dalle ' ra1·ie malattie un quadro qt1alunque, t1..ent' anni , pe1·chè prima di quell'epoca si come pe1· trarre nell'inganno il medico, al- apriva solo qt1alche ascesso che primitivamente leandosi così al silenzio del paziente sempre renale si era reso sottoct1taneo. I s11cce. ~i


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pratici sempre migliori sono dovuti ai progressi cento. In seguito i risultati andarono man delle conoscenze patog·enetiche, anatomo-pato- ( mano migliorando tanto cl1e IsRAEL su -!O logiche e della tecnica operatoria.. nefrectomie ebbe il 24 per cento. ~Ia oggi la Esaminando i rist1ltati ottent1ti dalle diverse mortalità è scesa anco1·a più in basso e i·e· branche della chirurgia, evidenti compaiono centi statistiche danno il 17 per cento; ve ne quelli della chirurgia renale, e non solo qt1ella sono poi delle personali, come quella del conservatrice, ma anche la demolitrice può TANSINC, che dà il 3 per cento. In conse andare orgogliosa di brillanti ristlltati. Una guenza di tali ri st1ltati, il cl1irurgo interviene volta destava grande pr·eocc;upazione il fatto con una certa sicurezzn sul rene, sia per cal· di do·v·er p1·ivare 1' 01·ganismo di così essenziale colosj, sia per ascessi tumori maligni, sia ed importante organo. tanto più ch e si temeva per altri processi morbosi, percbè l'esperienza che togliendo un rene i11vaso dalla marcia., ha provato che anche coll'atto o ~ erativo più calcoloso o tubercoloso, il processo potesse grave (nefrectomia) si ridona la vita a non ri1)etersi sull'altro rene e così com1Jromette1·e pochi infermi. Per quest'opera~ione avvi il inesorabilmente la vita dell'indi,·iduo. ~la ad meto·d o lombare ed il transperitoneale; ,~a1·ie eliminare. tali dubbi è , .. enuta in aiuto del sono le in-dicazioni date dalle diverse cele· chirurgo 1 esperienza clinica, la quale ha }Jro· brità per la scelta del metodo e della tecnica vato che l'organismo so1Jporta con quasi asso- (SIMON, CzERNY, KUS'.J'ER, BOTTINI, n ·ANTO· luta indifferenza quella unilaterale mutila· NA, ecc.) ma di ciò i1on credo dover pa1·lare, zio ne. e che la ri }Jroduzione di processi mor· solo mi limiterò a dire che le statistiche bosi nel i·ene rimasto solo, è molto rara, per- danno una maggio1·e mortalità col metodo chè sembra che la più gagliarda circolazione transpe1·itoneale. sanguigna e la maggior co1·1·ente del liquido Ad onta degli incoraggianti risultati ottesegregato, la aumentata atti,rità dell'organo nuti per lesioni renali dal chirurgo. pure il (la sua ipertrofia costante ne fa fede) lo pre· suo primo còmpito è quello di conservare il muniscano fino a un certo punto da simi· più che gli è possibile e T"i potrebbe essere glianti malattie. chi ci faccia rimprovero d'a''"er agito nel caso E di fatti oggi è ritenuto dai clinici che nostro troppo frettolosamente. l\:I:a se ben si un rene il quale trovisi in queste condizioni pensa ai frequentissimi accessi dolorosi, che organiche, deve essere meno disposto a.Ila for- doveva sopportare la paziente, i quali l'ave· mazione aei calcoli, alla fis sazione, attecchi- vano i·idotta priva di forze e di spirito; se mento e sviluppo cli germi infettiv i, ' re11uti si pon mente che una ct1ra specifica., quanpe1· via sanguigna e maggiormente al sicuro tunque di bre,re durata, non fu capace di per quelli p1·ovenienti dalla vescica, sia per- portare nella nostra donna il men che mi· cbè rimosso il rene suppurato non vi ha più nimo sollievo, io credo debba ritenersi che il produzione di materiale infattante, sia percl1è cbirru·go non andò er1·ato facendo l'a.sportain un uretere sempre pieno di una maggior z ione del r en e. Dalla letteratura chiru1·gica corrente e forse sotto una maggior· pressione si apprende come il DuKE (Case of 1zez11·algia della colonna liquida discendente è più diffi- o/ Kidney : 1zepl11·oto111y, recoz·e1·y, Lancet. Aug. cile il riflusso ascendente del contenuto ve- 17, 1895) abbia praticato la n efrectomia in scicale. Se tale osservazione pt1ò semb1·are una donna di 35 anni con nefralgia parossi· dubbia por· la calcolosi, non de,re co11siderarsi stica..JoHNSTON (G. B. SPLITTING. Tlie J(id11ey tale, io credo, per }Jrocessi infettivi o dege· capsz1le /01· tlze 1·elief o/' 1tepl11~afqia. N ews LXX, n erativi i quali, lasciati a sè. sono sempre J anuary 1897) ha pubblicato 2 casi di ne· apportatori di nuo\e lesioni. Sino al 1885 la fralgia dest1·a in cui intervenne incidendo la statistica della mortalità delle nef1·ectomie capsula renale. Entrambi guarirono compleera altissima: BoLz e BILLROTH avevano una tamente. Or bene, nel caso nostro perchè domortalità del 47 per cento; CzERNY del-!-! per , vevamo negare l 'intervento. qt1ando per la 1

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paziente non rimaneva altra cura capace a mette1·e sosta a tante atroci sof fe1·enze '/ Ma v'ha di più: il rene cl ella nostra inferma era malato e gravemente; quand'anche con una lunga cura medica si fossero potuti lenire i tormenti, r~ maneva sempre un organo inutile o quasi, . per ciò io credo che il chirurgo operò saggiamente, }Jerchè solo colla nefrectomia poteva togliere da.gli spasimi una donna ri• dotta nelle peggio1·i condizioni e prevemre ogni futuro pericolo. 8 apl'ile, 1903.

BIBLIOGRAFIA. PE1{1{0UD. J ourn. de méd de L y on. 1867. l\lAURIAC. Srtr lct sgphilose dn, rei1t. Arch. g6n. de inéd. 1896. NEGEL. De la sgplt. rénale. Thèse de Paris, 1882. CHAH.COT e BOUCHARD. Tratt. di pat. med. CANTANI e l\fARAGLIANO. Pat. med. D' ÀNTONA. Lez. clinica. DIEULAFOY. Lez. clin. Gazzetta Ospedali.

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tiche. I ·vasi sit11ati in· vicinanza delle infiltrazioni sono ingorgati di linfociti. Vi sono ecchjmosi mi· croscopiche. Da parte del periostio costale si notano ~spessi­ menti localizzati n ei punti di congi11nzione condrocostali e costituiti anch'essi da infiltrazioni leucemiche che sollevano il periostio. L'osso stesso è perforato, assottigliato; il midollo è infiltrato; il periostio è dissociato dai linfociti. Cosa notevole, la cartilagine, e specialmente il pericondrio, non sono inte ressati che al loro punto di congiunzione con la costola.. Q11alche 'rolta il processo leucemico non risparmia i muscoli intercostali o la ple1u·a pa· rie tale.

Stato della mucosa nasale nei malati affetti da follicolite pilare c1·onica dei baffi. Il rapporto fra la sicosi dei baffi e lo stato della pituitaria, affermato da alcuni, è messo in dt1bbio da altri. L e ossor,razioni del dottor SAVREMONE, fatte su 20 casi di sicosi, hanno dato i seguenti resultati: Il catarro nasale purt1lento è stato trovato una volta sola. Due malati erano soggetti alla febbre da fieno ed il loro naso aveva l'aspetto che. si trova abitual· mente in questa affezione, con lesioni pitl. accen· tuate dalla parte do"'\re il labbro presentava punti sicosici; sei altri malati non presentavano n1tlla di anormale n el naso. I dieci ultimi avevano una forma di catarro ipertrofico, sensibilmente differente dal catarro nasale ordinario. La sua caratteristica consiste in un in· tenso rossore della mucosa, vero eritema, predomi· nante dal lato malato in quelli la cui lesione sicosica è unilaterale· tutti hanno la cavità nasale ri· stretta da 11na cresta o devi.azione dal lato malato o dal più affetto. Il cornetto inferiore è piccolo, pare atrofizzato ; la mucosa, poco aderente, si retrae facilmente. · Spesso la lesione del labbro è unilaterale ed al lato sano corrisponde una narice normale. Lo studio qualitativo e microbico del muco è stato tentato senza successo. Risulta da queste osservazioni che lo stato della. narice e la sicosi hanno fra essi un rapporto certo di causa ed effetto e che è la secrezione nasale quella che per irritazione prod11ce la sicosi. (Arcliives internatio1iales de lar.z11tgol. et otol. T. XVI, n. 3, 1903). •

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Contrib1tto all'anato1nia patologica della leucemia acuta. Nel Virclzozv's Arcliiv (vol. 171, fase. 1, pag. 101) il dott. L. K. GLINSKI si occupa di questo argo· mento e descrive, oltre a quelle ben note dei lin· fatici della milza, delle ossa, del fegato, ecc., una serie di lesioni sierose d ella le ucemia, ed in p~rti· colare del pericardio, delle meningi, del perio~tio costale. A.d occhio nudo le alterazioni cardiaclze consistono in tumefazioni più o meno allungate, che pos· sono raggiungere lo spessore di un mignolo ed ,oc· cupano i solchi del c11ore e specialmente quello auricolo-·ve11tricolare; microscopicamente si tratta. di infiltrazione leucemica perivascolare estesa. Ql1esta infiltrazione non è limitata e si vedono net· tamente delle striscia cellulari seguire i fasci con· netti ,~ali ed i vasi fino nel tessuto muscolare; di più: sono ,risibili altera:tiioni leu cemiche sull'epicardio, in regioni dove l'esame ad occhio nudo non aveva nulla rivelato di anormale. L' infiltra.zione leuce· mica. stessa è comi:>osta di linfociti di media gran· dezza, strettamente acldo sati. Lungo le striscia di infiltrazione leucocitica che si sono fatte strada nel miocardio si nota llna ' '"ora dissociazione delle fibre m11scolari, con lesione di queste ultime. Da. parte delle 1Jte11 i1tgi si riscontrano le stesse infiltrazioni leucemiche, di colore biancastro, pre· dominanti 11u1go i \asi delle circonvoluzioni. Gli strati s11perficiali di queste infiltrazioni sono necrotizzati, gli strati profondi sono costituiti da lin· fa,tici, tal11ni dei q11ali presentano figure cariocine· (22)

I

Prof. V. PENSUTI

S11lle nevrosi dello stomaco ~

Volunietto in-8° grande, Lire 2. 50 ~

tJj* Indirizzare cartolina-vaglia alla e Società Editrice Dante Alighieri > - ROMA.

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SEZlONE PRATICA

P&ATI CA PIl OFESSI ONAIj E

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Egli ammette, con BRISSAUD, che il riso ed il pianto spasmodici sono sotto l'influenza dell'irritazione della via psico-talamica; ma essi pensano che possono anche esistere quando la via, cortico· b11lbare, la capsula interna, è distrutta. (fl:!éd. nioclern,e).

L'afasia nelle malattie acn te. .A.LDRICH (A11ierica11, Journal of. Meà. Scienices, marzo 1903), si occt1pa di questa interessante questione, specialmente in rapporto con un caso com· plicato da vaiuolo. L'afasia può temporaneamente verificarsi nel corso di molte infezioni acute febbrili, delle infe· zioni puerperali, d el diabete, della n efrite e della gotta, senza traccia alcuna di lesioni organiche. « Queste afasie sono indt1bbiamente dovute alle tossine prodotte dai bacilli specifici le quali agiscono direttamente sulle cellule della corteccia,. che hanno la funzione del linguaggio articolato. » Cosi dice l' .A.. La generalità degli autori hanno notato la com· parsa dell'afasia n ella tifoide, specialmente nei bamhini, e più frequentemente nei maschi, ma anche, non di rado, negli adulti: anche n ella polmonite acuta, l'afasia è stata già notata da altri; ma COM· BEMALE afferma che, mentre non sono rari nel vaiuolo disturbi paralitici del linguagg io, l'afasia 'rerbale vera è rara. • ALDRICH ricorda un caso di vaiuolo senza altre complicazioni in un ragazzo di 7 anni. Egli non disse parola fino a tre mesi dopo la caduta della febbre e la scomparsa dei sintomi acuti. « Pareva che egli avesse dimenticato tutte le parole che aveva imparato. ~ In sei m esi era però poi riuscito a riparlare correntemente, e la classificazione della sua afasia ri· mase dubbia; ~ertamente non ·f u motoria.

Segno patog·nomonico della nevrite sciatica. Nella nevrite sciatica, secondo il BABINSKr, ' r'è lln segno che non manca mai : l'abolizione d el riflesso achilleo. Per ricerca~·e questo riflesso, bisogna per· cuotere il tendine di Achille, tenendo il malato in ginocchio sopra una sedia, coi piedi penzoloni e ri· lasciati, oltre il margine della sedia stessa.

L'emiplegia destra. Con o senza afasia è una frequente complicazione della stenosi mitralica pt1ra della donna. DUROZIER l'ha notata 15 ' rolte Sll 43 casi e P1coT, di Bor· deaux, 12 volte su 110 casi.

Il riso ed il pianto spasmodici. considera, con BRISSAUD e BECH· TERE\V, lo strato ottico come il centro di coordinazione dei movimenti mimici del riso e del pianto. MIN GAZZINI

Per la diagnosi di natura dell'anestesia • Irrjtando la congiuntiva o la mucosa nasale, si provoca il riflesso lacrimale. S econdo SPILLER questo riflesso è conservato nell'anestesia di origine organica.

Morte brusca di nove figli di un alcoolico. Il caso è raccontato dal PERRIN ed è il seguente: Il padre beone all'eccesso, la madre nevraste· nica per le paure ricevute dal marito. Di 11 figli sono viventi solo due. La madre racconta che gli altri 9 figli sono morti tutti alla stessa maniera. Essi, dopo qualche giorno di malessere insignificante, cadevano in uno stato di sonno profondo, cui seguiva un coma di brevissima durata, e morte. Evidentemente si tratta di una malattia fami· liare, la quale riconosce per ca11sa l'eccesso di bere del padre. Non è facile però definire e determinare la speciale forma morbosa, perchè man· cante ogm dato necroscopico. L' .A.. crede piuttosto ohe si possa avvicinare questa sindrome speciale a qt1ella di STOKES ADAMS. (An,n. de M éd et Cliir. in/'arit., 1° aprile 1903).

Influenza del i·iscalda1nento a bagnomaria, secondo il metodo Soxhlet, sulla dige1·ibilità. delle so· stanze p1·oteicl1e del latte di vacca. Il dott. ENRICO GAGNONI pubblica con questo titolo nella Pediatria (anno XI, n. 6) la seguente nota preventiva: .A.vendo praticato ~olteplici ricerche comparati,re sulla digestione ed assimilazione delle sostanze pro. teiche e st1ll'assorbimento 'd el g rasso in bambini sottoposti ad alimentazione con latte di donna al seno e con latte di donna e di vacca sterilizzati alla Soxhlet, prendendo qui in considerazione i dati emessi in riguardo alla digeribilità delle so stanze albuminoidi, è venuto a dimostrarsi, iii caso . di bambini sani, una pressochè ug uale l1tilizza. zione, per parte del loro apparato digerente, delle sostanze proteiche di ognuna di ques~ specie di latte. Da quest'insieme di risultanze si p11ò esser e autorizzati a rilevarne conclusioni molto razionali circa l'influenza del calore di sterilizzazione alla Soxhlet stù valore nt1tritivo del la,ttc cli "\""acca. (23)


1304

IL POLIOLINIOO

Dom'è naturale, il più o me110 ele·vato valore nutriti,•o di un latte è in dipende11zn. della sua mag· giore o 111inore digeribilità ed assimilabilità. Or bene, credo che possa francamente asserirsi che il latte di ,~acca sterilizzato si è dimostrato n elle mie esperien ze cli una digeribilità delle su e sostanze proteiche tale quale migliore non poteva essere raggiunta dal l a tte crudo, almeno p er il bambino sano. Infatti, se io manco del ter111ine di confronto più naturale p er asserire- ciò, vale a. dire di risultati utilizzabili di un periodo di ricerca st1llo stesso bambino dt1ra11te il q11ale fo sse stato ten11to a latte di vacca crudo, pure ho lln termine di confronto ass~i importante: e che nli è vale,role del pari n elle resultanze dell'allattamento al seno, rappre· sentandomi il latte di donna naturale il genere di alimentazione che tiene il primo posto n ella gra· duatoria della digeribilità dei ' rari inezzi nutritivi del lattante. Or bene, per il latte di vacca sterilizzato ho ap · punto a\t1to un valore medio p ercentuale cl'assor• bimento dell'azoto i)er niente inferiore a q11ello ve rificato p er il latte di donna naturale. N 011 è certo a credere che col latte cTudo potesse essere rag· giunta u11a migliore utilizzazione clelle su e sostanze albumin~idi per p arte del tubo digerente del pop· pante; specialmente se si considera anche il dato di fatto che, nelle mie esperie11ze, durante l'allattamento con l atte di vacca sterilizzato l'introdtl· zione dell'albumina fu molto maggiore ch e d11rante la nutrizione al seno. Quindi, mentre se anche una difettosa digestione delle sosta11ze azotate del latte di vacca sterilizzato alla Soxhlet, si fosse verificata p er tutti i soggetti di esperimento, ciò non autorizzava. affatto ad in· vocarne come causa l'azione del calore, ma altri coefficie11ti qt1antitativi e q11alitativi; il fatto di aver con statato invece alla unanimità, sotto tal ri· guardo, n ei bambini normali, un ottimo comportarsi della loro funzione digestiva, di fronte a tal genere di nutrizione artificiale, d-epone tanto maggiormente in favore della inalterabiljtà delle sostanze pro· teiche del latte di vacca per il riscaldamento alla Soxhlet. Conseguentemente in base a q11anto ho esposto, pur astrnencl o d a 11a nozione · che n essuna ragione d'indole chimica giustifichi, fino a pro,ra in con· trario, un differente comportamento delle sostanze azotate d el latte di donna e di vacca di fronte ad un'identica azione del calore, p erraettendomi sol· tanto di emettere l1n'opinione con sona, alla in1pres· sione ricavata dalla razionale interpetrazione delle mie esperienze, ho a dire ch e riscalda11ie1ito ~ bagno 111aria, seco11do il 1netodo 80.--clilet, cle.l la~t~ .d~

;z

vacca, 11011, ha ;11flne11za sfavorevole sulla d1ger1b1l1ta delle sos fa11.ze profeiclie ;n esso esistent;. (24)

, ANNO

IX,

FASO.

41 J

Pnrga11ti ipodermici. Può riuscire utile in molti casi somministrare sos_tanze purgative per iniezione ipodermica. Le so· stanze purgative per tale via sono state divise in quattro gruppi. Purgativi ve,qetali. Tra qltesti sono l'aloe. la CO· loquinticle, la senna, la podofillina) ch e agiscono osagerando la peristalsi intestinale, sia per azione diretta s ull'i11testino da cui sono eliminati, sia sul meccanismo motore per l'intermediario clella circolazione: non possono però essere usati per via ipo· dermica, perchè dànno irritazione . locale, tumore, indurimento, ulcerazione consecutiva. Par.cJcttioi sat;n i. Fra essi solo il solfa~o di magnesia è da considerarsi: i)er via boccale, la sua azione purgativa è dovuta al potere osmotico : per via ipodern1ica (O. -10) all aumento delle contrazioni peristaltiche. P erò l effetto p11rgativo per quest'ul · tima via non sar ebbe costante. Si usano soluzioni al 2-3 °/0 d a iniettarsi n el braccio sinistro. Si richie dono ulteriori studi. · Medicantenti con azione periferica. Si tratta di azione sulle terminazioni del pneumogastrico, de· terminante il vomito od e ffetti purgati,ri. Disgra· ziil.tamente la maggior i)arte di t_ali medican1enti . agiscono pt1re sui nervi cardiaci : così la pilocarpina, la fisostigmina, la mt1scarina, l'atropina. La fisostigmina sarebbe la piiL adatta, se non fosse così tossica; la colchicina ha effetti violenti sullo stomaco e d epressivi s ul midollo. Quindi pratica· mente questo gruppo è come non esistente. Medica1nenti rlella ser;e della fnorfiua. L'apomor· fina è un potente emetico ipodermico, ma senza grande efficacia sull'intestino. Al contrario, l'a~o­ codeina ha effetto purgati,,.o, senza rlare vomito, alla dose di 2 eme. d'una soluzione a11'1 °/0 , nel • • termine di 11n' ora. L' apocodeina pare• agisca 1n modo opposto alla nicotina, determinando la vaso dilatazione, l'abbassamento della pressione sangui· gna, l'esagerazione dei movimenti peristaltici, s~nza partecipazione del sistema nervoso cent~·ale.' pro~a: bilmente p er azione sedativa s ui gangli sin1pat1ci inibitori. Il sale usato è il cloridrato n eutro d'apo· codeina. (Revue de tltérap.: n. 23, 1902J.

T1·attamento del ineteorismo nei ba111bini. Il meteorismo addominale si osserva abb.astanza frequer1temente n ei bambini che presen:ano u~ ad· dome grosso, sia, e più ordinariamenté~ i11 seguito a digordini cligestiv"i prolungati. ad enteriti croniche, sia ancora n elle malattie acute e st1 bacute del tubo digerente o n el corso di altre malatti~ .. La c.a11s~ diretta è uno stato di atonia delle pareti mtestinali. con anormale s"\·iluppo di gas. Se p er lo più questo fenomeno può passare in seconda linea nella cura della malattia principale, talvolta richiede un trat-


f.ANNo IX, FAsc. 41]

. 1305

SEZIONE PRATICA .

tamento speciale per il disturbo che produce al re· golare ft1nzionam~nto degli organi toracici. Le indicazioni generali, che devonsi avere, sono di combattei·e l'atonia e favorire la espulsione e l'assorbimento dei gas. Innanzi tutto devesi tener presente jl genere di alimentazione del bambino che va convenientemente regolato secondo l'età; occorrono poi pratiche esterne e rimedi interni. Esternamente riesce molto utile il massaggio ad· don1inale, metodico, lento, progressivo, che mentre rialza il tono muscolare, facilita la defecazione e la espulsione dei gas. Insieme ad esso vanno adoperati la faradizzazione addominale e le applica· zioni fredde. Talvolta, quando con la distensit>ne delle pareti si ha senso di dolor;:t hilità, riescono ef· ficaci le applicazioni di cataplas1ni laudanizzati. Si può ricorrere alla introduzione della sonda nell'ano o anche alla puntura dell'intestin0, proposta fin dai tempi antichi. Internamente è sempre bene cominciare dall'uso di un purgante per vuotare 1, intestino e poi adoperare le sostanze carminative ed assorbenti. ì\Iolto utile ho trovata la formula seguente: •

Acqua di calce . . . . . . gm. 50 Acqua distillata di anici. . 20 Acqua distillata di finocchi. ~ anagm. Tintura di noce vomica . . . goccie V Sciroppo~ di menta . . . . . . g m. 20 S. una cucchiaiata ogni tre ore.

i

~Ia

si pt1ò anche adoperare una pozione cloro· formata secondo la formola cli I. Simon:

Localmente poi per massaggio sull'addome è bene adoperare l'olio canforato o la vaselina can1forata. (La P ediatria, anno X.I, n. 6).

Un aperitivo pe1· donne gravide.

Nel numero del 24: maggio dei Nouvearix Renièdes il LUTA UD dà questa formula, che egli dice assai efficace: Olio di castoro • • • • • Sciroppo di rabarbaro. • • Alcool. • • • • • • • • Essenza di menta piperita . Da prendere in una volta.

Si possono prescriver e clisteri assorbenti e carminativi: Acqua di calce • • Acqua di anici • • Carbene di Belloc . Lal.1dano liq1~ido. •

.

20

"

15 . g<;>cce II

»

Il clorofor1nio co1ne antielmintico. .

Secondo il dott. O. LEGER, il cloroformio è un antielmintico effi cacissimo per i vermi nastriformi. La somministra~ione del cloroformio a scopo tenicida deve e~sere fatta così. Il paziente pre1Lde la mattina un purgante e si mette a dieta lattea. La • sera dello .stesso giorno si fa un clistere. L ' indo· mani mattina prende, in quattro porzioni, nel corso di tre quarti d'ora, la seguente miscela: Cloroformio . . . Sciroppo 3emplice

A.equa . . . • . . .

Cloroformi o • • • • • . gocc1e X Tintura di ginepro. . . . ) Tintura di cascarilla . . \ anagm. 3 Tintura di cannella . . . \ Tintura di cardamomo • • . . gm. 10 S . Cinque goccie tre volte al giorno, in una c11c· chiaiata di latte o di acqua zuccherata.

gm . 30

4 . grn. 30 o·m • 120 :o •

gm.

Tra la terza e la quarta porzione, il paziente prende 30 grammi d olio di ricino. In ql1esto modo f11rono trattati dall'A. 11 negri del Sudan affetti da taenia inermis, ed in 7 casi si ebbe subito l'espulsione completa del verme. L'insuccesso negli altri casi ft1 dovuto ali' impa· zienza dei màlati, che per acc~lerare l'uscita del "Terme stesso, tirarono e lo strapparono. (Kli1tisch-therap. Wocltensclir1ft, n. 25, 1903).

. ( anagm. 50 . gm. 20 • I gocc1e

FoNSSAGRIVEt3. ;

Sotto forma cli polvere per 1ria interna utilmente prescriver e : Magnesia calcinata. . . . . . gn1. Polvere di semi di anici . • anagm. Polvere di semi di finocchi Polvere di noce ' romica . . . centigm. Essenza di menta . . . . . goccie

!

si pt1ò 1 1 /2

5 V

}!. p. c. 10 - Da somministrarne una ogni due

ore in una cucchiaiata di acqua zuccherata o di latte.

Un collutto1·io di acido salicilico •

1

L'acido salicilico, poco solubile nell'acqua, diviene più solubile quando , renga associato con borato di soda: A cido salicilico Borato di soda Glicerina. • •

o·r • :o )}

' Acqua: distillata q. b. per 1000 c. c. •

))

2·5 10.20

50

È questa un'ottima formula per colluttorio.

(Presse 11iéd., n. 52, 1903).


1306

IL POLIOI,INIOO

CENNI BIBLIOGRAFICI

LANNo lX, FA.so. 41J

Pnbblicazioni uervenute al << Policlinico )) .

TAYLOR R . W. Patologia e cura della funzione sessuale nell'uomo e nella donna. Trad. ital. a cura del dott. L. Ferrio. - Torino, Unione tipo· grafico-editrice, 1902. L'accoglienza favorevole fatta alln, 1a edizione di questa opera ha spinto l' A. a curare anche più la 2~" edizione. Per renderla più accetta l' A. ha rive· dt1to aeol1ràtamente · tutto il testo, corretto, ampli· ficato, aggiunto ed in alcuni casi modificato. L'argomento dei disturbi sessuali d ella donna è stato trattato più diffusamente e "'Tennero aggiunti nuovi capitoli sill vaginismo, sulla masturbazione nella donna e sulla craurosi vul,are. I capitoli sull'anatomia e fisiologia dell'apparec· chio sessl1ale, sulla in1potenza psichica e sttlla ma· sturbazione nell'uomo sono stati rifatti e molto ampliati. Si è dato gran peso alle norme terapeutiche, curando la chiarezza delle indicazioni e la praticità delle cure. Si troveranno infine in questa edizione molte figt1re in nero ed a colori, la maggior parte delle quali sono originali. Questa pubblicazione continuerà certamente a godere il favore dei pratici come guida allo shldio ed alla ct1ra di tma così importante classe di ma· lattie. R. B .

· ÀLESSI dott. U . Utilità dello studio collettivo. Pisa, 1903. MARIANI dott. J. ì\il. Histérisme et lésions de l'aorta. Comm11nication présentée au Oongrès int. de Se. méd. - Madrid, 1903. FERRARA dott. .A.. Nuovo processo di exenteratio bulbi e nuova protesi o.culare. - Palermo, Estr. -dalla Gazz. Siciliana di Med,~c. e Chirurgia, 1903. MODUGNO dott. M. La pellagra nella provincia di Ravenna durante l'anno 1902. - Ravenna, Ti· pografia Lavagna, 1903. MARIANI dott. J. M. Formes curables de la t11· berculose pulmonaire. Communication présentée a11 XIV Oongrès int. de Se. méd. - ~Iadrid, 1903. MARCHETTI dott. O. Falso nevroma del nervo sotto-orbitario. - Firenze, Estr. dalla Clinica }Ioderna, 1903. BERTARELLI dott. E. Applicazione del metodo biologico alla ricerca ed alla diagnosi delie farine delle leg11minose con speciale riguardo alla ricerca della vec~ia. - Torino, Estr. dalla Rivista d'Igieno e Sanità pubblica, 1903.

VrEILLARD C. L'urologie et les 1nédecins urologues

Il Ministero di agricoltnra, industria e commercio nell'aprile scorso ha fatti al Consiglio superiore di sanità i segl1enti quesiti relativamente al lavoro delle donne e dei fanciulli nelle risaie: 1° se i fanciulli d'ambo i sessi (fino all'età da stabilirsi dal Consiglio) debbano essere esclt1si da qualsiasi lavoro nelle risaie; 2° nel caso di risoluzione negativa clel precedente quesito, quali di tali ]avori, e con quali cautele e limitazioni, possano essere consentiti ai detti fanciulli: 3° Quali limitazioni e quali cautele dovreb· bero essere stabilite per le donne impiegate nei lavori delle- risaie? Ed il Consiglio superiore di sanità nella sessione ordinaria del maggio·gi11gno scorso non ha mancato di prendere nella do,ruta considerazione i qt1esiti mossi dal Ministero di agricoltura, industria e commercio. Data però la importanza dell'argomento, prima di decidere in merito ha ritenuto opportuno di nominare nelle persone dei consiglieri prof. Ar· naldo ~Iaggiora e prof. ·Alfonso di Vestea, appo· sita Commissione coll'incarico di riferire in proposito. Riportiamo qui di seguito la relazione che la Commissione ha comt1nicato al Consiglio superiore di sanità nella sedl1ta dell' 8 giugno 1903:

dans la médecine ancienne. Gilles de Corbeil : sa vie, ses oouvres, son poème des urines. Paris, F. R. de Rudeval, 1903, fr. 15. Questo libro; che a prima vista sembra non occuparsi che di urologia e di urologhi -nella medicina antica, ci offre in realtà un quadro ' ri""\rente e com· pleto delle dottrine e sopratutto della pratica me· elica del medio-evo. I lettori saranno, spesso, meravigliati di trovare, in lt1ogo cli viete o putirili dottrin~, teorie brillan· temente esposte, l t1meggiate da profonda conoscenza del soggetto. È questa l'impressione che si prova leggendo lo studio docuu1entato e · pieno di curiosi dettagli che il V1E1LLARD fa di quella bella. figura, si ingiustamente dimenticata, di Gilles de Corbeil, medico di Filippo Augt1sto, del x'r secolo. L'edizione di lusso, le numerose riproduzioni di figure, sopratutto la documentazione impeccabile, fanno di questo libro uno dei più istruttivi ed attraenti che si possano segnalare agli spiriti colti e amanti di conoscere gli uomini e le cose tlel passato.

.R. B. (26)

AMMINISTRAZIONE SANITARIA .L avoro delle donne e dei fanciulli nelle • • r1sa1e.


ANNO

IX,

FASO.

41]

1307

SEZIONE PRATICA

...

In ordine al 1° quesito sul quale il ~Iinistero dell'a.gricoltura chiede il parere del Consiglio su· peri ore, noi osserviamo quanto segue : Nella colti,azione del riso si hanno lavori nei . quali i fanciulli e le donne minorenni trovano, in alcuni luoghi specialmente, un impiego ab bastanza largo, altri nei quali sono poco o punto impiegati; inoltre n~lle varie operazioni agricole richieste dalla cultura del riso assai di verso è, nella misura, il pericolo ct1i trovasi esposta la salt1te dei lavoratori. Così nelle prime operazl.ol,li, inerenti alla prepar.azione del terreno, vale a dire concimazione, arat11ra, livellazione, che son fatte verso la fine dell'inverno ed a risaia completamente asciutta, non v'è alcun particolare pericolo per la sall1te dei lavoratori; in q11este operazioni i fanciulli sono pochissimo impiegati, salvo ad esempio, nello stal' dinanzi ai buoi che condt1cono l'aratro; ed in qt1al· che leggero lavoro relativo allo eg11agliamento ed alla livellazione del terreno, ma anche qui in mi· sura assai limitata, perchè trattaRi di lavori che richiedono d'eRsere esegt1iti con abilità e da agri· coltore provetto. Del pari quasi nessun impiego trovano i fanci11lli d'ambo i sessi nella. delicata e non facile operazione della semina che si pratica in marzo e qu~si solamente da. uomini adulti. Per contro è fatta prevalentemente da donne, fra cui molte minorenni, ed in parte anche da fanci11lli maschi la operazione della mondatura, che, come è noto, consiste n ell'estirpare dalla risaia le male erbe cresciute insieme colle pianticelle di riso, e dura circa 45 giorni, dalla seconda m età di maggio alla prima di luglio. , Durante questo lavoro, che obbliga chi vi attende a restare p er molte ore colle gambe nude sino a! ginocchio, e colle mani n ell'acqua, il lavora· tore t.rovasi esposto all'azione prolungata del freddo dell'acqua, all'azione irritante sulla cute dell'acqua stessa, del fang-o, delle piante acquatiche (alcune delle quali han foglie con margini taglienti e punta aguzza), e là, ove le risaie han scarso ricambio di acqua, è esposto altresì alle punture d'insetti e di sanguisughe. Inoltre la posizione fortemente incurvata, con la testa in un piano più basso che il ba· cino, rende più difficile la circolazione del sangue e della linfa, mentre determina eziandio lina note· vole compressione dei visceri addominali. Per il che anche indipendentemente dal peri· colo di contrarre la malaria, p ericolo che sarebbe di molto ridotto ove i lavori cominciassero ovunque alquanto dopo la levata del sole e cessassero pa· recchio avanti il tramonto, appa.re e·v idente come la mondatura possa spiegare e spieghi di fatto, in· fl11enze nocive sulla salute, provocando dermatosi, occasionando varici od aggravando quelle preesi•

stenti, determinando disturbi nella digestione e circolatori. E poichè la maggior parte delle lavoratrici è rappresentata da ragazze prossime alla pubertà, o che di poco ha.nno varcato questo importantissimo stato fisiologico, e poi eh è fra le la ' roratrici non di rado si trova.n o altresì donne in istato di gra,ri. danza, si comprende come il la,·oro del mondare, anche per l'ostacolo che oppone alla libera circolazione dei visceri addominali, possa tol'nare particolarmente nocivo. determinando affeiio11i cloro -ane· miche, disturbi m estrt1ali ed altri inconvenienti re· lativi alla sfera genitale. Q.ueste inflt1enze 11ocive sono natltralmente pi1ì frequenti e più gra,ri là ove la giornata di la,. . oro è più lunga; al q11ale riguardo si osser,ra che mentre in alcuni 111oghi la giornata delle mondatrici è di ore 7 od 8 e mezza, in altri è di 9, in altri di 11 ore e mezzo, alle q11ali queste operaie aggiungono ancora qu·alch e altra ora di la· voro pagata a parte, con che la giornata si pro· lunga non infrequentemente alle 13 ore ed anche 13 ore e m ezzo di lavoro, non importa se in contraddizione aperta dei regolamenti contemplati dalla legge 12 giugno 1866. In parecchie regioni di risaia i contadini del sito incominciano il lavoro della mondatura ' rerso le ore 6 e smettono alle 15, avendo a""\Tuto nel frat· tempo mezz'ora od anche un'ora per mangiare; essi difficilmente fanno ore di lavoro suppletorio in risaia, ma dopo la m erenda atte11dono a q11alche lavoro di altra natura come nei can1pi di gran· turco, governo di bestiame, faccen.d e domestiche, ecc: P er contro i contadini delle altre regioni, che assoldati da un loro compagno, di regola altrettanto accorto quanto poco curoso della loro salute, im· migrarono pel tempo della mondatura, son quelli che riescono vittime degli prari più inumani da loro volontariamente accolti, e vittime altresì delle peg· giori influenze di una cattiva nutrizione e di pessime abitazioni. Q11esti contadini p er lo più stabiliscono un con· tratto a forfait col loro compagno intraprenditore di lav~ro, il qt1ale ad esempio per un mese di la"'~oro assicura un compenso di lire 30, 35, 38 per ogni mondina adulta, oltre agli alimenti. L'imprenditore di lavoro fi ssa coi proprietari ltna giornata di lavoro ad esempio di 11 ore, ma poscia sia p er indennizzarsi delle spese di viaggio, sia per compiere in llil periodo un poco minore di giorni, ad esempio 27; il lavoro di trenta giorni, la gior· nata delle nlondine si prol1mga a 13 ecl anche 13 ore e mezza di Ja,oro effettivo, e neppure la domenica è sempre concessa al riposo. Ad una giornata di lavoro così prolungata corrisponde poi llna alimentazione addirittura insuffi. ciente, monotona. escltlSi,·amente vegetale, e per di più molte volte preparata con derrate alimentari scadenti o g11aste. , t27)


1308

IL POLIOLIN100

Si aggiunga che ben poche ·yolte a0cade a queste sql1aclre di lavoratori immigrati di poter dormire in dormitori improv,risati, con giacigli di paglia in istalla munite di imposte e di \etri, che per lo più essi dormono, seIJza differenza di sesso, nei fienili o sotto a porticati, sopra mucchi di paglia di i'iso, spesso assai umida. Senza considerare gli incon,renienti d'ordine morale, si comprende come in siffatte condizioni il pericolo di infettarsi di malaria durante la notte è grande. Talvolta la squadra dei mondatori forastieri sa emanciparsi dall'imprenditore di lavoro e stabilisce il contratto direttamente col proprietario. Allora le condizioni risultano sempre migliori per gli operai,, dal punto di vista del guadagno, ma in ql1esti casi non di rado, sia per eccesso di economia da parte degli operai stessi, sia perchè di fronte a proprie· tari onesti, altri se ne trovano che non meritano ql1esto appellativo e somministrano loro alimenti scadenti le condizioni igieniche spesso non risl1ltano apprezzabilmente migliorate. Nella mietitura del riso l'impiego dei fanciulli è minore e più che all'ope-çazione della falciatura ~ssi attendono alla preparazione della paglia per comporre i covoni e ad altri lavori leggieri. Anche qui si hanno le squadre di lavoratori immigrati, nelle quali è di consuetudine tollerato dai ' proprietari il 5, 10 per _c ento di fanciulli. Gli inconvenienti per la loro sa~ute, astrazione fatta dal pericolo di infezione malarica, cui sono esposti nei soliti ricov<~ri, e dalle cattive condizioni dell'ali· mentazione, sono però minori che non nella mondatl1ra.

**:;: Da ql1esti brevissi.mi cenni, ci pare già emerga cl1e la completa esclusione dei fancil1lli da qualsiasi lavoro nelle risaie, non è giustificata, perchè se vi sono operazioni inerenti a tale coltivazione ~he inducono non dubbio pericolo per la salute dei giovani lavoratori, altre ne esistono ove non si ri· scontra verun pericolo speciale. In ogni caso j pericoli cui trovansi esposti i fan· ciulli in questa colti,razione, possono con una con· veniente disciplina delle condizioni di lavoro essere ridotti in tnJe misura ·da consentire la collabora· zione di essi, collaborazione che se punto conside rata e meno gradita dai proprietari o dai conduttori delle risaie, è tuttavia nel desiderio dei fanciulli stessi e nell'interesse delle famiglie a cui appartengono. QUESITO 2°. In ordine al 2° quesito osser· viamo: Per ciò che si riferisce all' adatt~mento del ter· reno ed alla semina del riso non si propone veruna r estrizione, perchè, come si è detto, poca è l'opera cl ei fanciulli in questi lavori nè mai oltrepassa la l oro r esistenza fisiologica. t28)

(ANNO IX,

FASC.

41)

Non, è cosi per la mondatura per la quale si , propone: 1. La esclusione dei fanciulli, d'ambo i sessi che non abbiano compiuto 13 anni. 2. La limitazione della giornata di lavoro a non pi1ì. di ore 8 effettive, divise da un'ora di intervalle> di riposo. 3. Che la giornata di lavoro non cominci se non un'ora dopo il levare del sole e termini almeno un'ora· prima del tramonto. ,, 4. Che ad ogni settimana si conceda una gior· nata intiera di riposo completo. Oltre a queste disposizioni che debbono essere comuni ai fanciulli di ambo i sessi tanto se nativi o stabilmente dimoranti nei 111oghi di risaia, q11anto se venuti colle squadre di lavoratori di altre re· gioni, si richiedono per questi ultimi particola.ri provvedimenti atti a rimuovere i maggiori pericoli cui trovansi esposti pel fatto di essere lontani dalle loro case. Occorre adunque per essi provvedere: 5. Ricoveri o dormitori con separazione dei sessi e protetti non solo contro le intemperie. ma anche contro le zanzare. 6. Promuovere ed estendere l'istituzione di cucine economiche, od anche semplicemente di locande cooperative, nelle quali un? o più degli operai scelti fra quelli particolarmente abili nell'apprestare i cibi, abbiano per turno quest'incarico. 7. Vigilanza dell'ufficiale sanitario ed ispezioni del medico provinciale con lo scopo di accertare specialmente le condizioni dei dormitori, la qualità ·dei cibi e dell'acqua da bere, l'orario del lavoro, e di rilevare le condizioni cli salute di questi • operai. 8. La giornata di riposo per ogni settimana agli operai venuti dal di f11ori de,1 e tuttavia essere rimunerata, almeno per ciò che si riferisce agli ali· menti. K on sembra. poi doversi ltlteriol'mente tollerare che le aq uadre, che emigrano temporaneamente dai luoghi salubri per recarsi alla monda dei risi, si formino senza veruna ingerenza dell'ufficiale sani· ta.r io o del medico condotte locale~ per il che spesso sucçede. che entrino a far parte di dette squadre fanciulli o donne già in ~attive condizioni di sal~te o comunque assai deboli, che dopo pochi giorni di perm~nenza sttl luogo della risaia cadon malati di malaria o di altra malattia, per il che si propone: 9. Che ogni fanciullo, ogni donna ed in genere ogni operaio, che entra a far pa.rte di dette sq11adre, abbia dovuto per ciò ottenere dall'ufficiale sa· nitario del Comune cui appartiene il certificato di sanità e di attitudine fisica ai detti lavori. Detto certificato verra rilasciato gratuitamente ai ter· mini della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli.


[ANNO IX, F ASC. 411

1309

SEZIONE PRATICA

• l

10. Che durante il tempo della mondatura venga assicurata l'assistenza medica e farmaceutica gra· tuita. Quanto alla mietitura si propongono queste stesse disposizioni tranne quelle dei due articoli 1° e 2°. QUESITO 3°. - Per quanto riguarda poi il terzo ed ultimò quesito le disposizioni restrittive sopra indicate relative al ragazzi di ambo i sessi, noi ri· teniamo debbano senza eccezione applicarsi pure alle donne, non potendosi da queste pretendere un lavoro di mondatura più lungo di 8 ore, nè che esse possan fare a meno di 1:1n giorno di riposo ogni settimana, nè che venga loro sottratto alcuno dei vantaggi che i precedenti articoli tendono ad assicurare ai fanciulli. Crediamo inoltre che per esse debbano aggiungersi alcune previdenze inerenti alla f11nzione della materni ta ; cioè : 11. Non sono ammesse alla mondatura del riso, nè alla mietitura le donne in istato di avanzata gravidanza o che comunque per effetto di questa funzrone manifestino segni di evidente indebolì· mento fisiologico ; 12. Le operaie puerpere non potranno essere ammesse al lavoro della mondatura o della mieti· tura se non dopo almeno tre settimane dal parto, e quando risulti da certifica.to dell' ufficiale sani.· tario del Comune di loro abituale dimora, che .le condizioni di salute loro permettano di compiere, senza pregiudizio, questi lavori ; 13. Ove siano ammesse alla mondah1ra od alla mietitura del riso operaie che alla.ttino, verranno loro concessi opportuni riposi a --senso del 2° capo· verso dell'articolo 17 del vigente regolamento per l'esecuzione della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli. I provvedimenti di sopra indicati, noi riteniamo valgano ad ovviare ai principali pericoli cui tro· vasi esposta la salute degli operai rii:;aiuoli e 11ella generalità hanno riscontro nelle disposizioni di di· verse leggi e regola men ti oggi in vigore. E che essi siano praticamente applicabili, lo dimostrò l'esempio lodevole di alcuni proprietarii intelligenti che li hanno da parecchi anni adottati. Dalle nostre considerazion~ risulta intanto mani· festo che la colti,ra,zione d el riso, segnatamente per l'operazione della mondatura, merita di essere in· scritta n ella tabella B, del regolamento per l'ap· plicazione della legge 7 luglio 1902.

RISPOSTE A OUESITI E . A DOMANDE

(2649) Sig. dott. C. l\'f. da C. -

Non crediamo che il Comune, mentre è in vigore apposita legge p er la concessione della pensione di riposo ai medici, possa stabilire una pensione propria a favore del medico condotto. Sarebbe una spesa assolt1tamente

facoltativa, anzi di liberalità certamente non ammes· sibile dalle autorità superiore. Se alla data d~lla promulgazione della legge sulle pensioni esisteva nel comune apposita cassa, le nuove norme han rispettato quelle in vigore, riconoscendo quasi nei medici e nei Co1nuni un diritto acquisito di rego. lare da sè la pensione ai condottati. Ma se in quel momento nulla era stabilito presso i comuni, è ri· masto a questi vietato di impiantare pei medici nuovi diritti di pensione. Ad ogni modo noi ere· diamo opportuno consigliarla a provocare dal Con· siglio comunale analoga deliberazione, ripetuta due volte, e sottoporla all'esame dell'autorità tutoria per vedere cosa dice, perchè, ripetiamo, la legge nulla dice in proposito e potrebbe esser fatto anche diversamente. Circa la misura da chiedere, bisogna regolarsi, per analogia, sulla legge che rego1a l e pensioni degli impiegati civili dello Stato. (2650) Sig. dott. A . D . .A.. da G. V. - Ella p11ò ben liquidare nel 1911 la pensione perchè avrà in quell'anno compiti 25 anni di servizio. Tenuto conto del contributo che paga, degli anni di servizio e del· l'età, Ella potr~ liquidare la somma di lire 772 annl1e. (2651) Sig. dott . .A.. B. da S. - Il Comune ha ragione. La vaccinazione deve essere eseguita grat11i· tamente dal medico condotto. Si ha diritto a rim· borso solo pel virus e pei disinfettanti. (2652) Sig. dott. G. G. da N. - Certamente il titolo da Lei posseduto è superiore a quello del collega. Ella può impugnare il decreto prefettizio di nomina o con ricorso in linea straordinaria a S. ·M. il Re o con un ricorso al IV Sezione del Consiglio di Stato in via contenziosa . (2653) Sig. dott. G. P. da G. - Dal momento che il suo capitolato non gliene fa espresso obbligo, ha diritto ad t1n compenso per la c11stodia ed ammini· strazione dell'armadio farmaceutico. Circa i·entità dello assegno, che potrebbe competerle, nulla pos· sia mo dire, giacchè esso dipende da molteplici ci1" costanze locali, che noi non possiamo avere presenti. In caso di contestazione, Ella può ricorrere alla Prefettura, p el parere del Consiglio provinciale di sanità. (2854:) Sig. dott S. L. cla S. N. B. - La è q11i· stione di fatto. Esaminare cioè, la deliberazione di nomina eer vedere se traspare o meno l'idea dello interinato. Certo vi. è il fatto della non iscrizione· alla Cassa che costituisce per Lei validissimo argo mento. Se l'Amministrazione avesse creùuto Lei obbligato a pagare, avrebbe g ià da tempo provveduto per la soddisfazione del debito. Doctor J USTITIA. Prof. Achille De Giovanni "

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi • • • • • sua orgaruzzaz1one e sue asp1raz1on1.

Un elegante volzi1netto di 90 pagi1te, Lire 'i. NB. - La vendita di tale volume, sottratte le spese, è a.

vantaggio della lega Nazionale contro la Tubercolosi.

(29J


1310

IL POLIOLINIOO

NOTIZIE DIVERSE Il Congresso sanitario nazionale del 1905 in Milano. PROGRAMMA GENERA t,E .

Il programma venne compilato da sottocommissioni co mposte da m embri apparten enti al Comitato promotore. Nei limiti del programma g en erale qui esposto, tl1tti i sanitari italiani possono fissare le comunicazioni o lettl1re che crederanno di fare attenendosi alle norme che il Comitato a suo tempo, e p el migliore andamento del Cong resso, crederà opportuno di compilare. Il Con gr esso viene di,riso n elle seguen ti Sezioni:

Assiste1tza sa1titaria; Igiene pnbblica; Se.~;one clinica, scientifica e tera1Jeutica; Giurisprrtdenza 1nedica rd i1ifortu1ti sul lavoro; 111,teress; professionali. !~

* * (( Ass;ste1tza sa1iitaIl progra11i11tct per la sezio1te ria > ri.r;uarda i se,quenti p1i1tti: L'assistenza a domicilio ; l'assis tenza ospitaliera; l'assistenza ambulatoria; le istituzioni complemen· tari ; la legislazione r elativa.

Il pro.r1ra11ima per /.a sezio1ie tratta i segnen,ti argo1ne1iti :

«

Igietie pubblica ))

L 'igiene alimentare · l 'igiene dei centri abitati; l 'igiene industriale e professionale ~ la profilassi delle 1nalattie infetti ve ; la sta tistica sanitaria. Esiste poi una, sezione « scie1ttifica, cli1tica, terapica » per la quale il OQmitato non ha fissato alcun programma, e p erò tl1tti i sanitari italiani possono svolgere gli argomenti che crederanno di maggior interesse.

Il progra11i1tia JJer la sezio1te « Ginrisprnde1tEa nteclica » ed « I1tfortunii det lavoro » lo riportiamo per intiero, è il segl1ente: 1. Dato ch e p er la nt1ova l egislazione all'Uffi. ciale sanitario debbano esser e attribuite funzioni d'indole giudiziaria, quali potranno esser e 'I quali i loro limiti? come r egolati i r itpporti di qu el funzionario coll'autorità g iudiziaria ? 2. Il segreto professionale. 3. Perizie medico·legali. 4. Le adulterazioni d elle sostanze m edicinali ecl. alimentari di fronte alla legge. 5. Sulla n ecessità di riformare l 'art. 372 d el Codice penale, ecl altri di qt1ello di procedura pe· nale, di fronte ai postulati d ella scienza. 6. I Riformatorii. 7. L'oeganiz~azioue tecnica del ser vizio sanitario d't1rgenza negli infortuni del lavoro nelle citta e nelle campa?;"ne, con speciale riguardo al trasp orto d ei feriti e degli ammalati (esposizione di modelli ed esercizi pratici}. 8. La posizione del medico condotto e del me· dico addetto alle opere pie, in rapporto alla legge per gli infort11nii del lavoro. 9. L'insegnamento universitario della medicina negli infortuni. 10. Opportunità élella istitu?iion e dell'Arbitrato l&· gale nella pratica della legge sugli infort11ni del lavoro. 11. Valutazione deJle lesioni oculari in rapporto alla, legge sugli infortuni del lavoro. (30)

LANNO

IX,

FASO.

41]

. Il p~·ograni'!ia per !et sezio1ie « I1t!eressi pro/'es s1011al1 » lo riproduciamo anch'esso per intero: 1. Della opportunità di ottenere la costituzione ed il riconoscimento giuridico dell'Ordine dei sani· tari, colla obbligatoria inscrizione in apposito albo d ei sanitari esercenti. 2. L'etica professionale nei rapporti dei sanitari fra di loro, colle collettività e coi elienti. 3. Opportunità di favorire l'istituzione di corsi pratici e di perfezionamento péi sanitari in eser· cizio professionale. 4. Della neces3ità di displinare legalmente la designazione di specialista. 5.. Opportunità dell~insegnamento del diritto sanitario e d ella deontologia presso le Università. 6. Se sia opportuno: a) invocare una più energica r epressione dell'esercizio abusivo delle professioni sanitarie, e d ell'abusivo commercio dei medicinali; b) -far si che cessi ogni favoritismo verso i sanitari ~tranieri e le specialità farmaceutiche di quelle nazioni che non accordano t1na incondizionata reciprocità di trattamento. 7. Come convenga disciplinare la cura degli ammalati agiati n egli ospedali. 8. Sul disciplinamento degli ambulatori medico· chirt1rgici. 9. Opportunità di costituire una grande Asso· ciazione nazionale di mutuo soccorso e di previdenza fra i sanitari, con speciale riguardo alle ma· lattie ed agli infortuni derivanti dalla professione. 10. Proposte concrete di modificàzioni all'attuale legge sulla Cassa pensioni p ei medici condotti. Riproduciamo, del pari, integralmente il ]Jrograni11ia per la Esposi.zione « As. ·istenza sanitarirt » annessa alla Grande Espos izione del 1905: 1. L'assistenza sanitaria nei trasporti di terra e di n1are. . -2. Mezzi di trasporto e di pronto soccorso pei feriti e n ei casi di infortuni, epidemie, disastri, ecc. (Con concorso pratico). 3. Ospedali di guerra, ospedali fluviali, ospedali e ricoveri provvisori per malati (feriti, conta· giosi,. ecc.). · · 4. Assistenza sanitaria amb11latoria. - Istituti ed ambt1latori speciali. 5. .Esposizione di opere, pubblicazioni, progetti~ stat istich e, ecc., riftettenti l'assistenza sanitaria.

L'inoculazione della sifilide alla scimmia.. N ell' t1ltima seduta dell' Accade11tia di 1riedici11,ct a Parigi METOHNII~OFF e Roux hanno presentato una scimmia (un chimpanzè) alla quale erano riusciti ad inoculare la sifilide con esito positivo. Essi hanno scelto lo chimpanzè come il più ' ri. cino all'11omo anche perch è il suo siero ha proprietà agglutinanti e precipitanti simili a quelle del siero umano. Hanno fatto l'inoculazione stropicciando materiali prelevati alla s uperficie di un ulcero duro d'un mese sopra una r egione scarificata superficialmente e situata nel prepuzio clitorideo di una giovane femmina di chimpanzè. U n 'altra inoculazione è stata fatta all'arcata sopraccigliar e col prodotto di una placca mucosa. Cinque giorni dopo, nuova inoculazione, con un ulcero di tre gio~·ni, ancora n ella regione clitoridea, ma a sinistra. Non v'è stata subito alcuna lesione superficiale e le scarificazioni sono guarite normalmente.

-


LANNo IX, F AS<,, 41]

1311

SEZIONE PRATICA

In capo a 25 giorni nella regione inoculata, alla clitoride, si è manifestata 11na vescichetta, la quale evolvendo ha presentato !~apidamente tutti i carat· teri proprii dell'ulcero duro sifilitico. Dopo la comunicazione dei due illustri professori dell'Istituto Pasteur, che hanno dedicato a queste esperienze uno le 100,000 e l'altro le 25,000 li l e dei premi dell'Istituto, il prof. FOURNIER, con tutta la competenza e l'autorità che ha in materia, ha di· chiarato che, esaminart.do il chjmpanzè presentato tla Rou ~ e METCBNIKOFF, egli ha riconosciuto, con sua grande . sorpresa, un tipo perfetto di ulcero sifilitico. Esso ha non solo tutti i caratteri obbiettivi dell'ulcero infettante, ma l'incubazione ed jJ bu bone caratteristico confermano la diagnosi. Dopo quattro settimane si saprà se l'infezione si è generalizzata o no. Il FouRNIER attende con ansietà questa data, perchè se la sifilide si dimostra inoculabile agli animali, una quantità. di problemi importanti potranno essere risoluti. ·

Istituto di medicina legale in Francia. Per decreto del mini~tro della pubblica istruzione in data 22 giugno è stata approvata la · deliberazione del Consiglio della Facoltà di medicina di Parigi, relativa all'organizzazione ed alla creazione di un Istituto di medicina legale e psichiatria. Questo Istituto ha per iscopo di dare un insegnamento teorico e pratico ai medici ed agli studenti francesi e stranieri che vi si inscriveranno. Agl' inscritti che avranno seguito regolarmente i corsi dell'Istituto di medicina legale e di psichiatria e subìto con successo t1n esame probatorio sarà conferito uno speciale d}ploma~ e sarà dato un. cer· tificato di assiduità ai medici e stt1denti stranieri che non \ 0lessero fare l'esame. 7

ROMA. - Nel primo periodo della campagna an· timalarica del decorso mese di luglio, nelle stazioni sanitarie impiantate dalla Croce Rossa Italiana nell'Agro romano, vennero curati 250 infermi ma· larici. · Con i tabloidi di bisolfato di chinino fornito dallo Stato, 1009 persone furono assoggettate a misure profilattiche. Furono curati 409 individui per malattie di verse. Per ferrovj.a, 15 ammala.ti vennero trasportati 11egli ospedali di Roma; e, per via ordinaria, altri 14 ammalati furono trasportati con le ambulanze o le carrette della Croce Rossa Italia11a. N all'Ospedale oftalmico provinciale di via del Gihnicolo, diretto dal professor Mariano Scellingo, che ha per aiuto il dottor Romeo Ro· selli e per assistenti i dottori Giulio Valenti ed .Alfredo Ramoni, nel decorso mese di luglio av'renne il seguente movimento degli infermi. Per essere ct1rati, nell'ospedale entrarono 16 uomini e 17 donne ed t1scirono 16 11omini e 15 donne, rimanendovi in cu1•cl. 15 uomini e 17 donne. Nell'ambulatorio furono curati 79 uomini e 74 donne. Si fecero le necessarie operazioni a 22 uomini ed a 14 donn e. In complesso, gli infermi curati durante il mese cli luglio furono 186, cioè 95 uomini e 91 donne. ROMA. -

BRUXELLES. - Il 1° agosto, alle ore 10 antime· ridiane, nella grande aula . del palazzo a.elle Acca· demie fu inat1gurato il tredicesimo Co1igresso dei

medici alienisti e rtezirologi della Francia e dei paesi di lingua francese. , L'inaugurazione fu presieduta dal barone Van der Bruggen, ministro dell'agricoltura, e dal signor Gi· rar~, ministro di .Francia, presso i quali si assisero i signori: Droumeau, segretario generale d~lla sezione amministrativa, che rappresentava il ministro dell'interno della Francia; Beco, segretario generale del ~Iinistero dell'agricoltura; Pet~,. de Thozee, go,rernatore della provincia di Liegi. Alla seduta inaugurale assistevano parecchi di· stinti scienziati della Francia, del Belgio, della Svizzera, della Germania, dell'Olanda e di altri paeRi, che il barone Van der Bruggen ringraziò vivamente di essere accorsi in si gran numero a · prendere parte ai lavori del Congresso, che tutto induce a sperare che abbiano una grande importanza scientifica. Il signor Gerard, ministro di Francia, fece os· servare che l'intervento di molti medici francesi al Congresso è giustificata dal fatto che la scienza neurologica è una scienza francese per le sue ori· gini ed i metodi seguiti; e, dopo di essersi ralle · grato della solidarietà e della emulazione che si hanno fra gli scienziati francesi e belgi, si disse lieto ed onorato di presiedere questo Congresso, che segna una data negli annali d ella scienza ne11rologica. Ringraziati che ebbe i dt1.e ministri d ell'interesse dimostrato per i lavori del Congresso, il profes· sore Francotte, presidente medico del Congresso, diè lettura di una interessante memoria su La ti1ltidez.za e le sue particolarità, tema che svolse con rara competenza. .Alle ore 2 pomeridiane, la sed~ta generale del Congresso dei medici alienisti e neurologisti ebbe principio con l'insediamento dell'ufficio presiden· ziale, quindi il dott. Brissaud (francese) assunse la presidenza della seduta, ed il dott. Claus, di .A.n· versa, foce una relazione sulla prima qt1estione all'ordine del giorno: Catato1iia e stzipo1~e\ argo· mento che ft1 pt1re trattato dal dott. P. Masoin, di Ghell (Belgio). Dopo che il dott. Gilberto Ballet, di Parigi, ebbe comunicate alcune· note su La denienz a precoce e i deliri sistematici, e che il· prof. Thomsen, di Bonn (Germania), riferi sopra alcuni modi di vedere E' su certe dimostrazioni della Follia 11ianiaca clepres · siva, il dott. l\iiassant di Charleroi (Belgio) precisò L a diag11os i della pazzia, e la seduta ebbe termine.

If omln.e, promozioni, onorlfloenze. Nel personale sanitario dei distretti avvenner o questi trasferimenti: Il dott. Giuseppe Simone, tenente medico, da Napoli a Lecce . Il dott. Antonio Brentani, tenente medico, da Forlì a Firenze. Il dott. Domenico Giannattasio, tenente medico, da Chieti a Teramo. Ft1rono ptu·e trasferiti i seguenti sottotenenti medici: Antoci dott. Antonio 1\Iaria, da Messina a Cefalù· Guiotto dott. G. B ., da V enezia a U dine: Cravero dott. Matteo, da Mondovi a U dine; V al· livero dott. Stefano, da Alessandria a Sien a ; Biol· chini dott. Francesco, da Napoli a Romn. ; Palmieri dott. Carmine, da P alermo a a S alerno ; Ciceri dott. Pietro, da Venezia a Treviso: Donno dott. Giuseppe, da Napoli a L(:>cce. (31) •


1312

IL POLICLJ NIOO

Conoor•l e condotte. MORIAGO (Treviso). - Medico-chirurgo-ostetrico lire 2300 per la cura dei poveri, lire 100 pei non poveri e lire 100 quale ufficiale sanitario. Scadenza 13 agosto. CELLENO (.Ronza). - J\fedico·chirurgo, ufficiale sanitario, lire 2,400 nette, cura piena. Scadenza 14 agosto. SuzzARA (.Re.qg;o Emilia). Medico-chirurgo, lire 2,000. Per le operazioni eseguite nell'ospedale a persone po,rere, lire 500. Scade 15 agosto. MOMBELLO MONFERRATO (Alessandria). - Medico condotto, ufficiale sanitario lire 1,400. Scade 15 agosto. SALA BOLOGNESE (Bolog1ta). lire 2,160. Scade 15 agosto.

}fedico-chirurgo,

MONTEGRANARO (Ascol; Pice1io). - Medico-chi· rurgo. Stipendio lire 2,800, oltre lire 100 quale eventuale ufficiale sanitario. Scade 18 agosto. R1v Al\10NTE (Belta1io). - Medico-chirurgo-oste· trico; età massima anni 40. Stipendio lire 2,000 e lire 200 quale ufficjale sanitario. Scade 15 agosto.

MONTICELLO BRUSATI (Bres c,.a). - 1\'leclico·chirurgo, lire 2.100 nette. Scade 15 agosto. V ALLE AGRICOLA (Caserta). - ì\fedico-chirurgo : stipendio lire 1,300, oltre l'alloggio ed il combus tibile. Scade 15 agosto. VALLERi\'.fOSA (Cagliari). - J\lledico-chirurgo, lire 2,500; età massima anni 45. Scade 15 agosto. PISA. Corso complementu,re d'i· giene pratica. - Col 2 novembre p. v. sarà aperto presso questa R. Università un corso complemen· tare d' igiene pratica a norma del R. decreto 29 maggio 1898 e dei programmi pubblicati riel bollettino ufficiaJe dell' istruzione pubblica del dì 16 marzo 1899. Il corso è bimestrale, con tra1,tenimenti giorna· lieri dalle ore 9 alle ore 13 e dalle 15 alle 16. Al detto corso sono ammessi oltre i la11reati in medicina e chirurgia, quelli in veterinaria e in chi· mica e farmacia. L'iscrizione resta aperta fino al 25 ottobre presso l't1ffic·io clel Rettore dell'Università, e si riceve dietro domanda accompa.gnata dai documenti giustifica· tivi, nonchè dalla quietanza dell'economo per l'e· seguito pagamento della prescritta tassa di lire 100. Le iscrizioni saranno stabilite in modo definitivo dal Dir~ttore della scuola secondo l'ordine di presentazione delle rispettive domande, compatibil· mente col n11me1·0 dei posti disponibili. Non si terrà conto delle domande di coloro che al 31 di ottobre non potranno dimostrare di esser forniti del neces· sario corredo. A questa data gl'iscritti prenderanno in consegna il posto di lavoro presso l'Istituto di igiene, presentandosi forniti di microscopio con ap· parecchio di Abbe, l ente ad immersione, oculare micrometrico, dt1e aghi di platino, due aghi da dis· sezione, pinze, forbici, bisturi, vetri11i portaoggetti e coprioggetti, vetrino po1 taoggetti incavato, vetri da orologio, serie di sei scatole di porcellana, pen · nellini di ·vaio. È ammissibile che due iscritti abbiano il micro· • • scop10 in com11ne. R. UNIVERSITÀ

Roma, 1~03 -

DI

Tip N uionale di G. Bonaro e O.

[ANNO

IX,

FASO.

41]

L'Istituto fornisce, sotto la responsabilità di eia sc11n iscritto, tutto il resto del corredo necessar· per le esercitazioni previste dai programmi. Alla fine del corso vi sarà una prova di esamE subordinatamente alla quale il Rettore rilascier1 (secondo l'articolo 5 del predetto decreto) l'attestati che abilita alle lt1nzioni di ufficiale sanitario. Pisa, 20 luglio 1903.

Il .Rettore D. SUPINO.

Indice alfabetico analitico del oresente numero.

Accademia medico-chirurgica di Ferrara . . Pag. 129! Afasia nelle malattie acute (L'). - Aldrich. » 130: Anestesia (Per la diagnosi di natura dell'). S piller . . . . . . . • . . . . . » 130: Anfibi anuri. Giannelli . • • . . . » 129! Aperitivo per donne gravide (Un). - Lutaud » 130~ Apparato epifisario nella « Seps chalcides >> » 129( Arteria ascellare (Anomalia dell>):- Giannelli » 129{ Ascite nella cirrosi epatica (Cura chirurgica dell'). - Lesas. . . . . . . . . . » 129 ~ Cenni bibliografici • . . . . . . . . » 130€ Cloroformio come antielmintico (Il). - Leger » 130~ Colluttorio di acido salici·l ico (Un). . . . >> 130~ Concorsi e condotte • . . . . . . . . » 131~ Digeribilità delle .sostanze proteiche del latte di vacca (Influenza del riscaldamento a bag nomaria secondo il metodo Soxhlet, sulla). - Gagnoni . • . . . • . . . . . » 1303 Emiplegia destra (L') . . . . . . . . » 1303 Enzimi nei tumori. - Buxton . . . . . » 1291 Estirpazione della milza (Alterazioni osservate nel sangue dopo). - Rantenberg. . » 1293 Funzioni biochimiche (Diagnosi batterica per le). - Gri1nbert . . . • • . . . . » 129 Interruzione artificiale della gravidanza nella tubercolosi polmonare (Sulla). - Peri. . » 1281 Leucemia acuta (Contributo all'anatomia patologica della). - Glinski . . . . . . » 1302 Meteorismo nei bambini (Trattamento del) . » 130 Morte brusca di nove figli di un alcoolico. - Perrin . . • . . . . . . . » 1303 Mucosa nasale nei mala ti affetti da follicoli te pilare cronica dei baffi (Stato della). Sacremone . . . . . . . • . • . » 1302 Nefrectomia in un caso di lesione renale con sintomatologia strana e rata. - Tom· masoli . . . . . . . . . . . . » 1296 Nevrite sciatica (Segno patognon1onico della). - Babinski . . . . . • . . . . . » 1303 Nomine, promozioni, onorificenze . . . . » 1311 Notizie diverse . . . • . • . • » 1310 Plesso sacrale (Ricerche ana torniche ed anatomo-comparative sul - - e sopra alcuni s uoi rami). - Giannelli . . . . . . » 1295 Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » • » 1302 Purganti ipodermici . . . . . . . » 1304 Riso e pianto spasmodici (Il) . • . . » 1303 Risposte a quesiti e a domande. • . . . » 130V Scarlattina alla Clinica pediatrica di Vienna (La sieroterapia nella). - Escherich . • » 1292 Splenectomia. Indicazioni e risultati (La). Jordan . . . . . . . • . . . • » 1293 Tifo petecchiale [Della presenza di protozoi (apiosoma) nel sangue di individui affetti daJ. - Gotschlich . . . • . . . . » 1289 Tubercolosi bovina e tubercolosi umana (Contributo alla questione dell'identità tra). - Troje . • . . . • • . . . • . » 1290


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Roma, 15 agosto 1903

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DIRETTORI PROF. GUIDO BACCELLI - PaoF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

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VITTORIO ASCOLI

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SOMMARIO.

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Lavori originali: - Rem-Picci: Contributo clinico allo studio delle neuriti e particolarmente di quelle di natura sifilitica. - Zampilloni : Sopra alcune spect'ali topografie dell'anestesia c.utanea. - Riviste : - EMATOLOGlA: -

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I. Leucemia acuta. - Rapporti tra leucemia e pseudoleucemia. - Leucemia e tubercolosi. - I corpuscoli di Lòwit. - Il. 'Batteriologia del sangue. - _-:tz,ione riduttrice dei batteri sulla emoglobina. - CHIRURGIA: - Legueu: La rottura delle raccolte tubariche durante la palpazione addominale. - Trillat :. Indurimenti e tumori fibrosi dei corpi cavernosi e penieni. - Desnos : Risultati durevoli del trattamento delle steno.\i uretrali. - Collins : Un caso di prostatectomia completa soprapubica. - TERAPIA: - Todlbauer: Sitll'az.ione far-macologica dello iodio nella arteriosclerosi. - Achard : Eliminazione comparata del bleu di m etilene e dell'ioduro di potassio. - Audenino e Bonelli: Trattamento delI'epilessia con i sali di calcio. - Audry: Gl'inconvenienti dell'impiego simultaneo dell'iodoformio e dei preparati mercuriali. - Falker: ll dermatolo come antidiarroico. Accademie, Società mediche, Congressi! - VIII CoNGREsso MEDICO REGIONALE LIGURE. - Osservazioni cliniche: - Del Torre : L'ipernutrizione nella cura della tubercolosi. - Lezione: - Sidney : La diagnosi della causa di un ittero.

Pratica professionale : -

L'intiriz.zimento delle mani nella scarlattina. - Per la diagnosi della scarlattina - I vomiti ripetuti nella proanosi delta difterite. - Un caso di infez.ione pneumococcica grave. lnfezione streptococcica dei puZ.mon~. - APPUNTI DI TERAPIA: - Cura della tabe dorsale. - Cura della lombaggitie . - Nella tosse convulsa. - Varia. CASUISTICA: -

Amministrazione sanitaria. - Lavoro delle donne e dei fanciulli nelle risaie. Interessi professionali : - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Cenni bibliografici. -

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

D i r i t t i di p r o p r i e t à r i s e r v a t i

··LAVORI ORIGINALI R.

C LINICA MEDICA DI ROMA

Cont1·ibuto clinico allo st11<lio delle neu1·iti e parti.colarmente di quelle di natura sifilitica. Prof.

GIACO~ro REM-P1cc1.

Durante l'anno scolastico testè decorso ebbi occasione di esaminare, col collega prof. MINGA.ZZINI (al quale rendo sentite grazie), alcuni -casi di neuriti che non mi sembra inutile pubblicare, presentando essi interesse clinico, sia -perchè non comuni sia per alcune particola· ri tà nella localizzazione e nel decorso. Tre di questi casi hanno comune tra loro la causa etiologica nella Ines e stimo quindi opportuno raggrupparne le storie cliniche che iarò seguire da alcune brevi conside1~azioni.

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I. - T ... E ... , capita sotto l' osservazione nel gennaio 1903. Dal racconto dell'infermo si rileva chiara· mente che egli fu contagiato da lues circa 30 anni fa, per la quale però non eseguì alcuna cura. Ha 54 anni. Non abusò di alcool. 13 anni fa ebbe paresi del faciale sinistro e diminuzione della vista. Da 18 mesi soffre di catarro bronchiale. Da 8-10 mesi si lamenta di un forte dolore al braccio destro che si arcent1ta dtITante la notte. Iniezioni di morfina~ vescicanti, pomate calmanti, bagni ca.Idi non hanno avuto alcun successo. · Esa-,ne obbiettivo. - Il faciale inferio1·e si mostra alquanto insufficiente da ambedue i lati; facili tremori nei muscoli da esso inne1·· vati; iridi ben reagenti alla luce. Nulla a ca· i·ico degli arti di sinistra. D c. boli ambeclue i l'iflessi rotulei. La forza inuscolare dell'arto inferiore destro appare alquanto mino1~e ehµ nel sinistro. Arto supe1'iore destro alquanto atrofico. Tremori fib1'illari nelle masse muscolari dell'avambraccio e nel bicipite. Lieve atrofia dei mt1scoli delle eminenze epicondiCA.so

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IL POLICLINICO

[ANNO

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loidiea epitrocleare e tenare, non pe1·ò in ' tati in modo quasi uniforme i movimenti del grado molto rilevante. braccie, déll'avamb1·accio e della mano, come La compressione dei nervi dell'avambraccio pure l'opposizione del pollice alle altre dita e i è indolente, dolente invece è la compressione -movimenti delle dita~ diminuita in tutti i mudel nervo radiale nel suo decorso i1el braccio; scoli e nervi dell'arto l'eccitabilità galvanica, t1n po' dolente è anche la compressione del ma non esiste reazione degenerativa. nervo nel solco bicipitale. Si fa diagnosi di neurite probabilmente lueRidotta è la forza muscolare nell'avambrac- tica del plesso brachiale sinistro. cio e nella mano. I movimenti del braccio, Dall'epoca in cui l'ho visitato, fino ad oggi, dell'avambraccio e della mano sono ben con· il paziente ha pr~t tic a to una cura mista j odo· servati. La sensibilità è normale. L'esame mercuriale; l'atrofia dei muscoli dell'antibracelettrico non fu pott1to eseguire. cio è andata sensibilmente diminuendo : scom· Si fa diagnosi di neurite di alcuni ra1ni del parsa ogni dolorabilità alla pressione dei plesso brachiale, e se ne stabilisce la probit· tronchi nervosi. bile natura luetica sopratutto per l'anamnesi CASO III. - V ... F ... , di anni 26, sarta, nuquanto per la mancanza di altre cause capaci <li aver dato luogo a questa neurite, riser- bile. La madre è morta 11 anni fa, sembra di 'rando il giudizio definitivo all'esito della cura. malattia epatica, il padre è vivente e sano; Si intraprende infatti una cura sistematica un fratello dell'infe1..ma sta bene, un altro è cli frizioni di pomata mercuriale; se ne fanno morto di un,affezione polmonare. La malata. eseguire in complesso un numero di quaranta. non è bevitrice, nega di essere stata coJlta. La cura viene co.m 1)letata r.on l't1so interno di giata da lues. Nel settembre dello scorso anno ioduro potassico e con applicazioni galvaniche ha sofferto una polmonite a sinistra, del resto. nessun'altra malattia degna di nota. locali. Circa la presente infermità la paziente racIl miglioramento si fa manifesto fino dal1' inizio della cura, e progredisce fino alla com- conta che 4 anni fa (1899) avvertì un clolore pleta gt1arigione che si ottiene ai primi di alla .spalla sinistra, lieve da principio e che poi crebbe d'intensità invaclendo anche sucmarzo dello stesso anno. cessivamente il braccio, il gomito, l'avamCASO II. - A ... R ... , cli anni 42, circa 10 anni b1~accio e la mano dello stesso lato. L'inferma fa fu contagiat0 da lues, 5 anni fa ebbe do- non sa dire il carattere di tale dolore, na1·ra lori, i quali erano squisitamente notturni e solo che era più tormentoso la notte e che si localizzati a tutto l'arto superiore sinistro. Tali aggrava,~a nei mesi dal febbraio al maggio. dolo1·i continuarono sempre, e circa un anno Il dolore però non le impediva di attenderedopo fl1rono segtùti da evidente atrofia di alle p1--oprie occupazioni. Venne curata con tutti i muscoli clell'arto stesso e · di quelli ricostituenti, con iodu1.. o potassico e con pendel cinto scapolare. Fu curato per altro sempre nellazioni locali di tintura di iodio ; non ha con preparati salicilici, perchè i medici repu- da tali rimedi risentito molto vantaggio. Un tarono si trattasse di dolori reumatici. Solo anno dopo (1900) l'inferma si fece visitare in l'anno scorso un sanitario sospettò che la base Roma, ed il sanitario riscontrò cl1e il braccio dei medesimi fosse di natura luetica, e consi- sinistro era dimint1ito di volume. Contempo· gliò una cu1·a di unguento mercuriale: più raneamente l'inferma si accorgeva che la tardi fece delle applicazioni galvaniche sui forza muscolare era molto diminuita in detto muscoli atrofici. Con q11esta cura migliorò arto, talchè non poteva quasi pjù lavo1.. are. notevolmente tanto che alcuni mesi più tardi La malattia ha progredito sempre, e l'inferma i muscoli del cinto scapolare avevano i--ipreso racconta che circa 4 mesi or sono (dicembre 1902) i dolori, la diminuzione di volume e la quasi completamente il loro volume. Attualmente si lagna· poco dei dolori, ma debolezza sono aumentati a tal punto che essa non i~iesce a compiere che movimenti limitati non riesce più a sollevare l'arto superiore di coll'arto stesso. sinistra se non con l'aiuto del destro. Esante obbiettivo (fine marzo 1903). - N11lla Esa11ze obbiettivo (maggio 1903). - Nulla a carico dei movimenti del VII, degli occhi, a carico del VII, della lingua, dell'arto Sll· della lingua, dell'arto superiore destro e degli _ periore destro, e degli arti inferiori d'ambo. arti inferiori. Riflessi rotulei e iridei normali. i lati. Negli arti st1periori i movimenti passivi Nulla a carico della sensibilità generale eccetto che sulla mano e sull'antibraccio sinistro, oppongono resistenza a sinistra un po' magove la sensibilità tattile e dolorifica sono al- giore che a destra per anchilosi dell~ spalla. quanto ottuse. La compressione dei tronchi La resistenza ai movimenti passivi è pure periferici del plesso brachiale sinistro è lie· nell'antibraccio e nella mano sinistra maggiore vemente dolorosa. Il braccio e l'avambraccio che dal lato destro, però la differenza è di sinistro sono diminuiti di volume rispetto al poco grado. Completamente aboliti i movidestro : alla· diminuzione partecipano tanto i menti ·attivi del braccio; limitata e difficile muscoli anteriori che i posteriori. Appianata l'estensione e ·1a flessione dell'avambraccio sul a lql1anto l'eminenza tenar e la ipotenar: limi· braccio; buoni i movimenti delle dita e della (2 )


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SEZIONE PRATICA

mano. Anche· l'opposizione del pollice è pos· sibile. La forza muscolare è scarsa in tt1tto l'arto sinistro. La compressione d-ei nervi del solco bicipitale interno e dell'ulnare pro-voca lieve dolore. Lievi ipoestesie dolorifiche nel· l 'arto; la sensibilità tattile è qt1asi egt1ale d'ambo i lati. I riflessi rotulei sono normali. Le iridi reagiscono bene alla luce. Esa11te elett1·ico. - Con la corrente galvanica si ha sul nervo i·adiale, sull'ulnare e sul mediano i·isposta p1·onta e contrazione di chiu· s11ra del catode maggiore di chiusUI·a dell'anode. Sul muscolo deltoide anch~ con correnti forti non si ottengono i·isposte, e la corrente si diffonde. Sul mu&colo bicipite e coraco·bra· chlale si hanno contrazioni pigre e CC An > CCI{. Sul _tricipite si hanno risposte pronte e si conse1·va la forma normale di contrazione. Sui muscoli dell'avambraccio si rileva una diminuzione di eccitabilità galvanica, ma CCK> OCA. A.. sinistra i muscoli: sopra e sottospinoso romboide, gran dentato, deltoide, biceps, co· ra00 brachiale, luugo supinatore sono dimi· nniti di volume; i più colpiti sono il biceps, il deltoicle; le masse dell'ipotenar più colpite della tenar, però ambedue in iscarsa misura, Poco colpiti ii;i genere sono i muscoli dell'avambraccio e della mano. Mis11re: la eirconferenza rlel polso destro è di cm. 15 e mezzo, del sinist1·0 di 14 e mezzo. Al 3° me clio del braccio sinistro cm. 19 e mezzo, 3° superiore avam· braccio sinistro 19; al 3~ medio del braccio llestro cm. ~2, 3° superio1·e avambraccio destro 21. Diag1zosi. - Neurite probabilmente luetica delle radici superiori del plesso brachiale sinist1·0 (neurite radicola1·e del tipo Duchenne· Erb). In seguito ad una energica cura antiluetica jodomerc11riale i dolori della paziente sono di 1nolto migliorati, e successivamente sono scom· pa1·si del tutto (giugno 1903).

da malattie delle ossa, delle glandole, ecc., o per diffusione da parti limitrofe al sistema nervo~o , il quale ·c osì prende parte attiva al processo. Questo rapporto si t1·ova esplicato nel modo più classico in quelle forme descritte per la prima volta da KAHLER sotto il nome di neurite radicolare multipla; nella quale si tratta di neuriti secondarie alla infiltrazione l eptomeningitica spinale e che trovano la loro analogia con le neuriti multiple radicolari basali dei nervi cerebrali. . Il N ONN~ rammenta pt1re come possono ammalare primariamente i nervi periferici a causa del vel eno sifilitico. Tale i·apporto messo in dubbio da alcuni autori oggi, in base alle osse1·vazioni esistenti deve essere am· messo con sic11rezza.

Questa partecipazione diretta del sistema . nervoso per·iferico può a sua volta esplicarsi sotto forma di nevralgie o di neuriti e polineuriti o di neuriti radicolari.

Noi abbiamo dunque tre esempi .di lesioni lueticl1e del sistema nervoso periferico, in tutti i casi localizzate in uno degli arti superiori. In uno sono presi solo alcuni rami del plesso b1·achiale; nell'altro è tutto il plesso che è interessato; nel 3° infine abbiamo l1na neu1·ite radicolare del plesso bracl1iale del tipo Dnchenne-Erb. Il NONNE (1) nella sua recentissima e completa pubblicazione sulla sifilide del bistema ner· 'roso rammenta come il sistema nervoso pe· riferico pt1ò ammalare, per Ines, in varii inodi; cioè o indirettamente per compressione

Al contrario che per le nevralgie e per· le neu1·iti radicolari la esistenza delle neuriti e polineuriti sifilit.lche non è stata riconosciuta generalmente. ~la in assenza di reperti ana· tomici il clinico è obbligato ad ammetterle quando vi è la indicazione anamnestica, la mancanza di altri momenti etiologici e sopra· ,tutto il criterio della cura. Infatti il NONNE, che ha fatto una rivista completa della letteratu1·a esistente, alla quale aggiunge poche osservazioni proprie, non ne ha raccolto che poche decine di casi (meno di 30). Anche il RuMPF (1) assicura che non ci sono molti esempi di neu1·iti sifilitiche degli arti, e non ne riporta che 4 osse1·vazioni, di cui 2 (una di ScHULTZ) del plesso brachiale. Questa localizzazione periferica del veleno sifilitico in genere è mt1ltipla; più rara è la localizzazione in un solo territorio nervoso ; mentre questo è il caso ordinario quando si t1·atta di una compressione per un Rrocesso gommoso. Tale la conclusione del NONNE. Ora to1·nando ai nostri casi noi dovremmo innanzi tutto

.(1) MAX NONNE. - Sgpltilis u1td Nervensyste1Jt. 81ebenzehn Vorlesungen, Berlin 1902.

Die sgpliilit;scJie11, Erkra1tku1igen des Nerve11,syste11ts. Wiesbaden, 1887. (1)

RUMPF.

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• R\


IL POLICLINICO

fermarci a discutere sulla natura del processo. Ma mi pare che nessun dubbio possa ammettersi al i·igl1arùo non tanto perchè in alcuni la esistenza della lues era chiaramente messa in luce dalla ànamnesi (caso II), quanto soprat11tto per il criterio della cura; nè io credo che nessuno vorrà ammettere nel mi· glioramento o nella guarigione verificatasi in seguito al trattamento me1·curiale una semplice coincidenza; perchè si trattava di forme già curate inefficacemente con i mezzi che generalmente si adoperano in tali casi, nè accennavano ad alcun miglioramento spon· taneo.

Un'altra considerazione scaturisce dall'esame dei nostri casi, ed è quella della possibilità di aver raccolto in 11no spazio di tempo breve tre osservazioni di neu1"iti luetiche; ciò che farebbe pensare che queste forme non sieno poi tanto rare, quanto comunemente si crede. Quanto alla manifestazione si vede che essa può essere anche molto tardiva (dopo 30 anni come nel caso I), ma che l'esito della cura ne stabilisce una .benignità relativamente ad altre forme di neuriti, anche quando siasi stabiìita l'atrofia e la reazione degenerativa. Per· ciò che riguarda le particolarità i·elative ai nostri casi, abbiamo rammentato come in uno si abbia la localizzazione in un solo ramo del plesso brachiale, nell'altro in tutto il plesso brachiale, nel 3° infine la lesione abbia preso il tipo radicolare Duchenne-Erb: ciò che dimost1"a, in armonia col NONNE, la possibilità di neuriti sifilitiche. Notiamo inoltre come nel 1° infe1·mo benchè la forma dura~~e da un anno, essa non ha dato che scarsa atrofia e non R. D. Mentre nel caso II, le ;;ttrofie molto accentuate dopo 3 anni dall'inizio clel processo hanno migliorato notevolmente con la cu1·a, tanto che i muscoli atrofici hanno ripreso il 101'0 volume. L'altro caso di neurite di natura non luetica., è il seguente : .

IV (maggio 1903). - C ..... L ....., di anni 34. Non ha avuto aborti. I due figli partoriti bene godono buona salute. Quattro anni fa, essendo incinta dell'ultimo figlio cominciò CASO

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ad avvertire formicolii sulla mano sinistra: cui fece seguito lln dolore che si diffuse dalla mano al gomito lungo la regione ulnare. In seguito, l'avambraccio sinistro si fissava in anchilosi flessoria sul braccio. Il dolore e il formicolio cessarono lasciando l'antibraccio ipotrofico. D'allora in poi la paziente non ha sofferto più alcun disturbo: quando tre mesi or sono è stata colta da nuovi dolori allo stee;so arto: ma più in alto: alle . spalle e po· steriormente. Nel tempo stesso l'inferma ha notato che il braccio è divenuto più piccolo. Ha praticato frizioni di tintura di iodio e 16 iniezioni di acido fenico che non le hanno giovato. $sante obbiettivo. - Le lesioni si rit1·ovano unicamente a carico dell'arto superiore sinistro, il quale si presenta in toto diminuito di volume. La diminuzione è più notevole in corrispondenza della eminenza ipotenar e della regione anteriore dell'avambraccio. Si nota un,atrofia considèrevole nella· regione sopra e sotto spinosa; appiattito il muscolo pettorale. La circonferenza degli arti misurata al terzo medio del braccio è a destra di cm. 21. 8, a sinistra di cm. 18. 5. I movimenti passivi si possono compiere bene nelle mani; sono incompleti nell'avambraccio a causa dell'anchilosi, sono dolorosi nell'articolazione scapolomerale. Dei movimenti attivi è impossibile l'addt1· zione del mignolo sulle altre dita. I movimenti delle altre dita sono completi, così pure quelli della mano. La pronazione e la supinazione dell'avambraccio sul braccio è incompleta a ca11sa dell'anchilosi. Incompleta è l'adduzione e l'abduzione del braccio rispetto al tronco; impossibile, dopo eseguiti vari tentativi, l'elevazione del braccio. Rispetto alla sensibilità si nota ipoalgesia diffusa a tutto l'arto superiore sinistro (anche nel destro v'ha lieve ipoalgesia, ma mino1'e che nel sinistro). La pressione dei tronchi nervosi nel solco bicipitale interno è dolorosa, - non però di grado molto avanzato. I riflessi rotulei sono normali, mancano i i~iflessi tendinei superiori. Le iridi reagiscono bene alla luce. Sensi specifici in condizioni normali. Si fa diagnosi di ne1i1~ite del plexus b1·a·

chialis sinist1·0. L'importanza di questo caso consiste in ciò che mentrè 4 anni fa l'inferma ha presentato una neurite dei !"ami terminali radiale, me· diano ulnare e specialmente di quest~ ultimo, •


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lasciando un'atrofia dell' a'rambraccio e spe· cialmente della eminenza ipotenar, ora si è svolta una neurite degli altri rami collaterali del plesso brachiale (muscolo cutaneo, circon· flesso, rami collaterali, ecc.), cui ha fatto seguito l'atrofia dei muscoli del braccio, delle eminenze sopra e sotto spinose e del pettorale. Il BRisSAUD (1) nelle sue lezioni sulle malattie nervose, e propriamente nella lezione XIV si trattiene a lungo su quei casi di atrofie musco· lari tardive consecutive a paralisi infantili; ossia di atrofie che si stabiliscono negli adulti in quei territori medesimi che furono già col· piti da una paralisi infantile. Il BRISSA.1m a spiegare tali casi emette tre ipotesi: la semplice coincidenza che non è certamente la più soddisfacente, o quella della irritazione che eserciterebbe sulle cellule delle corna anteriori un vecchio focolaio di polio· mielite infantile: ipotesi anche questt;l per l'.A. poco verosimile, sopratutto pe1·chè si è vista l'atrofia mt1scolare tardiva esplicarsi su gruppi molto distanti da quelli presi dalla paralisi infantile. Finalmente come più probabile am· mette la teoria infettiva, ossia t1na suscettività particolare del soggetto rispetto all' agente patogeno della paralisi infantile. Nel caso nostro ci troviamo in presenza di un fatto analogo ; possiamo ammettere cioè che una flogosi nei rami inferiori del plesso abbia esercitato, in un soggetto predisposto, • uno stimolo alla prupagazione del processo in altri rami dello stesso plesso. Checchè voglia pensarsi di una simile ipo· tesi, resta sempre l'importanza dell'osserva· zione, pe1· la quale non è certo molto soddi· sfacente supporre una semplice coincidenza. (1) BRISSAUD. Leçous sur les 1naladies nerveziAes, Paris, 1899. •

Prof. V. PENSUTI

·

Sulle nevrosi dello stomaco ~

Volumetto in-8° grande, Lire 2. 60 &,,r lndirizsare cartolina-vaglia alla Aliehieri

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ROMA

1317

SEZIONE PRATICA

e Socie~

Editrice Dante

OSPEDALE DI

S.

SPIRITO IN ROl\lA .

So p i· a a I e u n e s p e e i al i top o g i· a f i e

dell'anestesia cutanea per il dott. G1ovANNI

ZAMPILLONI

medico aiuto degli Ospedali. ·

Alcune speciali topografie dell'anestesia cri· tanea sono molto importanti sia dal lato semeiotico sia dal lato diagnostico. Che l'anestesia cutanea possa .occl1pare segmenti geometrici degli arti o del tronco è una no~one ormai vecchia, e giusto nell'isteria tale fatto ' renne segnalato sulle p:time, specialmente pe1· opera di CHARCOT. Ma poi fu trovato che anche in altre malattie si presenta una disposizione simile dell'anestesia, ed in seguito fu , ,.isto che in alcuni casi essa risulta dalla paralisi di senso nel campo di più radici dei nervi spinali, in modo da aversi un'anestesia radicolare generalizzata a tutto un segmento tli un arto o del tronco ; senza dire che anch e la topografia dell'anestesia quale si ha nella polinevrite or· dinaria occupa come queste altre una porzione più o meno estesa degli arti o del tronco, in modo che da q aesto punto di vista si i·iconnette a quelle altre disposizioni, pur distin· guendosene per dei caratteri essenziali. Laonde io credo che, mentre si può vantaggiosamente· e razionalmente conservare l'antico concetto di segmento, quale una disposizione dell'anestesia che occupa una porzione più o ~eno estesa ma completa degli arti o della metà laterale del tronco, si debba non limitare alla topografia segmentale propriamente detta, quale osservasi nell'isteria, ma estenderlo alle altre che hanno con essa in comune un tale carattere, comprendendole tutte insieme sotto il nome di disposizione a segmenti. . Questi segmenti negli arti ne occupano tutta la circonferenza e, risalendo più o meno dalla loro estremità verso la 101·0 radi0e, sono limi· tati in alto da una linea che deco1·1·e tutto in giro; e nel tronco sono costituiti da zone che occupano tutto un lato andando da dietro in avanti e che essendo più o meno alte sono limitate da due linee trasversali rispétto all'asse del tronco. Negli arti, a seconda della maggiore o minore altezza del segmento colpito dall'anestesia, si distinguono le seguenti varietà o gradi: pe1.. gli a1·ti superiori si parla di disposizione a

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IL POLICLINICO

dito di guanto, a guanto, a guantone, a bracciale, en m1.inche de gi'got, denominazione questa appartenente a CHARCOT, nel caAo che l'anestesia occupa tutta l'estensione dell'arto e finisce sul moncone della spalla con una curva a convessità superiore; e per gli arti inferiori si parla pure di disposizione a stivaletto, a sti' rale, a gambale, a calza, a calzettone. Nel tronco si parla di una disposizione a mezza fascia, a mezzo b11sto; o a cinta, a fas cia, a busto quando il segmento è bilaterale. Che del resto la parola segmento e queste altre denominazioni non esprimenti se non la estensione dell'area anestetica si possano intendere nel senso più comprensivo al qt1ale ho accennato, pi11ttosto che rife1·irsi alla semplice topografia segmentale vera, si prova col fatto ch e lo stesso PIERRE 1\iIARIE a proposito dell'anestesia nella siringomielia, in cui non esiste la topografia segmentale vera, ma la pseudo-segmentale di 01~igine radicolare, si esprime così : la termo-anestesia « il più delle volte occupa le membra) o dei segmenti di membra, o ancora delle porzioni di tronco, limitate da linee circolari, più o meno nettamente definite) ma senza nessun rapporto coi dominii di distl'ibuzione dei 11ervi sensitivi. Una disposizione assolutamente identica si nota nell'anestesia isterica. È così che si vede la termo-anestesia. siringomielica distribuirsi sotto forma di guanto, di manichino, di manica, di calza., di calzone, di gambale di pantalone, oppure sopra il torace sotto forma di corpetto con o senza maniche (Charcot). » Qt1esto basta per giustificare quanto dicevo, giacchè l'anestesia della siringomielia se è pa· ragonabile a quella dell isteria, lo è solo in quanto può fa1·si a segmenti, n el senso sopraindicato, ma non le è identica per origine, giacchè l'anestesia nella siringomielia non è segmentale ma 11seudo·segmentale essendo di origine radicolare. Nella disposizione a segmenti dell'anestesia cutanea ' ranno considerate la topog1,afia segmentale, la topog1,.aj'ia pseltdo-segmentale e la topo· grafia digradante, nome che si può applicare a quella forma di topografia (lell'anestesia, in c11i questa va decrescendo dal ba o all'alto del segmento colpito e che si riscontra specialmente nella polinevrite. La topografia segmentale è chiamata anche

a

seg11ienti~

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seg1nentale ve1·a per distinguerla dalla pseudo-

segmentale. Essa non corrisponde a quella che f te• deschi chiamano pure topografia segmentale segmenta! Pgpus -, la quale non è altro che quella che meglio si chiama topografia 1·adicola1·e, vale a dire la localizzazione al terri· torio cutaneo di distribuzione delle i·adici dei nervi spinali. In essa il passaggio dalla parte malata alla parte sana è brusco vale a dire dove finisce quella incomincia questa, o immediatamente o qualche millimetro sopra, e l'anestesia è uniforme e non decresce progressivamente dal basso all'alto, come nella topografia digradante (ad es. dellf:t polinevrite). Talvolta il segmento non si estende fino all'estremità dell'arto, giacchè si può avere, per esempio, come nell'isteria, un'anestesia a pedale in cui la pianta e il te1·zo anteriore della faccia dorsale del piede non siano af. fetti dall'anestesia. . ·I limiti del segmento in cui risiede l'anestesia non corrispondono affatto alle linee che delimitano i te1·ritori radicolari. Negli a1·ti il limite superiore è disposto o perpendicolarmente od obliquamente rispetto al loro asse (a. segmentale a limite superiore obli.quo). Tutte le forme della sensibilità superficiale possono q11i essere colpite, simultaneamente (anestesia ct1tan ea totale), oppure 'no, e allora si può aver e la termo-analgesia, come nella siringo mielia. In genere l'an~stesia è completa o assoluta ; e ql1ando diverse· forme della sensibilità cutanea sono affette, lo possono esser e in grado uguale o disuguale l'una i~ispetto all' al t1"a. Le malattie in cui si è i·iscontrata la vera topografia segmentale sono : l'isteria, l'iste1·0traumatismo, l'isteria complicante le affezioni organiche del sistema nervoso, siano affezioni dei nervi, del midollo o dell'encefalo, e segnatamente l'isteria associata a tabe ; inoltre la lep1·a e la cangrena senile delle estremità. In altre malattie è stata descritta, come nella siringomielia e nell'ematomielia, ma qt1i si t1·atta non di topografia segmentale ve1~a, ma di pseudo-segmentale d origine radicolare (DEJERINE) ; così pure è stata descritta nella tabe (GRASSET), ma si trattava geo11zet1·ica, a seg11zenti geo1netrici e ' di tabe associata ad isteria (DEJERINE).


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Essa manca nella siringomielia, ematomielia Questa topogra.fia manca nelle affezioni spontanea e traumatica, tabe non associata dove non si ha la topografia radicolare: le coll'isteria, nevrite periferica ordinaria, clas- pseudo-.tabi~ la tabe periferica (ne,rrite sensisica. tiva), la nevrite interstiziale ipertrofica, la La topografia psezido-seg11zentale o segmentale lepra. appare1ite è una topografia radicolare in La topog1·afia che si può chian1are di:q1·a· forma di segmenti. In essa i segmenti risul· dante è l'anestesia quale si trova specialmente tano dalla fusion e dei territori cutanei di nella polinevrite. distribuzione delle radici dei nervi spinali ; Come è espresso nel nome, l'anestesia de· e perciò i limiti del segmento anestesico cresce progressivamente e regolarmente dal sono radicolari, vale a dire corrispondono basso all'alto del segmento colpito : e precialle linee rlelimitanti i territori cutanei radi- samente negli arti decresce dalla estremità di cola1~i che si trovano al confine del segmento, essi verso la loro radice, e nel tronco similcosì negli arti come nel tronco. ~ mente sulla faccia anteriore dall'addome verso Ora essendo il segmento nel quale si ha la regione superiore del torace e s11lla postel'anestesia la somma dei territori i·adicolari, riore dalla regione dor·so-lombare verso la resi possono avere dt1e casi: o in q11esti terri- gione interscapolare. - tori radicolari l'intensità dell'anestesia è uguale Questa 't opografia è assai i·ara nel tronco, •' o uniforme (segmento equabile), o è disuguale, e sopratutto nella sua parte supe1·iore. in m<;>do da aversi un segmento disso0iato, Tale topografia digradante è l 'espressione vàriegato: in questo ultimo caso è evidente di una topografia nervosa periferica , come la il tipo r·adicolare di questa topografia. topografia pseudo-segmentale è l'espressione Quanto alla fo1~ma del disturbo della sensi· di una topografia radicolare. Infatti essa si bilità cutanea possono essere lese la tattile, trova nelle aree animate dai ner,ri che sono termica e dolorifica, simultaneamente o no e coinvolti nella polinevrite, e la disposizione allor·a si può avere la termo-analgesia o dis· in segmenti risulta dalla fusione dei lembi sociazione siringomielica: così ~ossono i ter· innervati dai diversi nervi, nella stessa maritori clelle diverse anestesie prese isolata- niera che nella disposizione pseudo-segmentale m ente non essere della medesima estensione, si ha la fusion e dei nastri cutanei innervati ·ed a'-rersi una porzione del segmento in cui dalle rispettive radici: i limiti però di siffatti si ha la sovrapposizione di più specie di ane· segmenti · naturalmente non sono 11etti, ma stesia, ed alt1·e in cui si ha una sola specie di sfumano man mano che torna la sensibilità anestesia. n.ormale. Anche può essere vario il grado dell'aneQuanto alla ragione del carattere digradante stesia, la quale pttò ess~re completa o assodi questa disposizione, io credo si debba alla luta e incompleta (ipoestesia). maggiore o minore estensione in lunghezza La topografia pseudosegmentale può esidelle ·a lterazioni nevritiche nei ner"\~ i affetti, stere in quelle affezioni in cui si può avere la quale .è maggiore in quelli che si dj strila topografia radicolare, e cioè: buiscono all estremità dell'arto per la loro a) delle radici posteriori• (tratto periferico maggiore lunghezza.. e mjnore in qt1elli che -0 estramidollare delle r.a dici) : traumatismi, vanno alla i·adice <li esso e che natura.lme1tte compressione, nevrite radicolare; b) del midollo (tratto ce11trale o midollare sono più corti ; e maggiore agli ètrti i11feriori ove i nervi sono più lunghi che ai st11Jerio1·i -0 intramidollare delle radici) : traumatismi, compressione, tabe, siringomielia, ematomielia ove i nervi sono }Jiù corti. L'anestesia che si trova disposta in questa spontanea o traumatica, tumori intramidollari. I traumatismi e la comp1·essione, sia delle maniera riguarda le diverse forme della senradici sia del midollo, pos8ono essere causati sibilità cutanea, tattile termica e dolorifica. La sensibilità su pe1·ficiale è o completada queste affezioni degli in volt1cri spinali: a) delle meningi: emorragia, flogosi, tu- mente scomparsa nei punti più alter~ti, come • nella lepra (anestesia, anestesia completa) o è mori; b) delle vertebre: fratture, lassazioni, male solamente diminuita (ipoestesia, anestesia in· di Pott, cancro, .e sostosi (esostosi sifilitica). • completa).


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IL POLICLINICO

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Il distu1·bo è di intensità maggiore agli arti • pubblicato nel 1857 da FRIEDREICH, seguì a notevole distanza di tempo (1899) il classico inferiori che ai superiori. Si trova quest'alterazione nella polinevrite lavoro di EBSTEIN, al quale spetta veramente che a.ttacca i nervi misti di senso e di moto, il merito di aver richiamato l'attenzione su 9 i nervi di senso, nella nevrite interstiziale questo importante argomento. D eve ora essere segnalato un i·ecentissimo ipe1·trofica, nella lepra, dove è la disposizione lavoro di N1cHOLS, il quale, fino a tutto l'anno più ordinaria dell'anestesia. 1902, ha riunito 119 casi di leucemia acuta, Manca nella nevrite sistematizzata motrice. e sulla guida dei medesimi, ai quali aggiunge Queste tre specie di topografia dell'anestesia due osservazioni personali, tenta una nuo,ra cutanea, la segmentale, la p seudo-segmentale e più completa descrizione della malattia.. e la digradante, costituiscono un gruppo naQuanto alla frequenza, dalla presente statu1·ale nella semeiotica, che sotto il titolo di tistica risultano 12 casi di lel1cemia acuta, disposizione a segmenti va messo accanto alle rispetto a 121 casi di leucemia pubblicati da altre localizzazioni dell 'a11estesia che si pos- diversi autori ame1·icani. Qualche caso, ad sono riunire n ella seg11ente classificazione esempio, quello tipico di WoLFF, è stato osservato negli animali. Qt1anto all'età, pare che morfologica: la forma acuta prevalga al disotto dei 30 anni .. . anestesia generalizzata, Il sesso maschile ne è più frequentemente emianestesia, affetto. paranestesia, Non è molto facile fissare in modo preciso anestesia a segmenti, l'ordinaria durata della malattia. Il periodo atanestesia circoscritta regionale; a lembi tivo può prolungarsi da pochi giorni fino a 3 o a nastro; insulare (ovvero a isole o placche) : od anche 6 settimane. Però alcuni osse1·vatori ment1·e quest'altra sarebbe la classificazione han descritto come forme acute alcuni casi durati fino a 3 o 4 mesi. A questo punto lo patologica : stesso N ICHOLS insiste sulla difficoltà di fissare anestesie inorg aniche, in molte circostanze un limite netto di distin· anestesie organiche; zione tra la forma acuta e la cronica; e ramnervosa perife1·iche menta che alcune forme si potrebbero ritenere radicolare come subacute. \ midollare . Ma tale qu.istione potrebbe essere molto centrali I cerebrale. semplificata, badando specialmente al modo Roma, Ospedale di S . Spirito, novembre 1901. d'inizio della malattia, ed ai gravi sintomi che questa fin dal principio presenta, secondo la mirabile descrizione fattane da EBSTEIN .. Il prolungarsi più o m,eno in seguito può dipendere da un complesso di fattori, più o ·meno apprezzabili. È ben vero che alcuni casi non EMATOLOGIA presentano un inizio brusco; ma pl'esto venI. Le1lcemia acuta. - Rapporti t1·a leucemia e gono ~ campo alcuni fatti morbosi che indicano la forma acuta. pse1tdolezice11zia. - Leucemia e tubercolo$i. - I Non è qui il caso di riportare tntta la micorpnscoti di Lowit. - Il. Batteriologia del nuta descrizione che l'A. fa della malattia. sa1tg1le. - Azione 1·iautt1·ice dei batteri szllla Basterà ricordare alcuni fatti più i~portanti. e1noglobina. (Rivista sintetica). È necessario tenei-- ben presenti i possibili 'fenomeni iniziali. La frequenza e l' imponenza delle emorragie sottocutanee e delle mt1cose I. potrebbe far .d~agnosticare 11na porpora emorra· Nel \Ta sto movimento scientifico che p1·e· gioa. Alcuni sintomi possono simulare un reusentemente si svolge intorno alla fisio-pato- matismo acuto. Le stomatiti, la faringite con logia dal sangt1e, meI·itano di essere partico- notevole ingrossamento delle tonsille, l'edema la1·men te seguìte le nuove osservazioni i·iguar- della faccia, ecc., possono essere fatti iniziali danti le affezioni leucemiche. Tra queste si va cospicui. La febbre, che molto raramente sempre più completando la nosografia della manca, è per lo più a tipo irregolare, di i·ado accompagnata da brividi, e solo in qualche cosidetta Le11ce1nia acuta. Dopo il primo caso della detta affezione, - caso sul principio della malattia. L'emacia-

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zione, la prostrazione delle forze dell'infermo diventano p:resto notevolissime. L'ingrossamento delle glandole linfatiche, dovuto ad un'eccessiva iperplasia linfocitica, è per lo più notevole; eccezionalmente assente o poco marcato; o si ha un ingrandimento limitato a singoli organi, ad esempio il timo, o ad un gruppo di glandole. La Jnilza è spesso ipertrofica. Cospicua e . caratteristica è ordi· nariamente l'ipertrofia delle glandole linfa· ti che superficiali (cervicali. ascellari, inguinali). Può notarsi il dolore sulle ossa, come indice della coesistente alterazione midollare; ma questo fatto è molto più frequente nelle forme mielemiche. Quanto alle alte1..azioni del sangue, oltre la notevole diminuzione del numero dei globuli rossi e dell' Hb, è da rilevarsiAil fatto che nella leucemia acuta, a differenza di quanto si verifica nella leucemia mielemica, molto i--aramente si osservano globuli rossi nucleati, poichilocitosi e policromatofilia. L'allillento numerico dei leucociti può esser notevole, ma è in genere minore che nelle forme croniche. Talvolta in un primissimo stadio .della malattia manca l'aumento dei leucociti (stadio preleucemico), ma in seguito il loro . n11mero cresce di gio1..no in giorno. Tale progressività però qualche volta si arresta ed il 101·0 numero rimane stazionario. · Caratteristiche sono nella leucemia acuta le proporzioni delle differenti varietà dei leucociti. Sono i linfociti che prevalgono, fino a rappresentare in qualche ca.s o il 90 °/0 e fino il 99 °/0 del numero totale clei globuli bianchi. Molto scarsi sono i polimorfonucleari e gli eosinofili. I mielociti ed i basofili ordinaria· mente mancano o sono molto rari. In questo stato di evidente. linfocitemia è pure importante tener conto delle due varietà di linfociti, grandi e piccoli. Orbene sono i grandi linfociti in marcata pre~v-alenza, mentre nelle linfemie croniche prevalgono le forme piccole (1). Questa regola presenta rare ecce· . • • z1on1. . . Se un'infezione sopraggilmge, nel decorso della leucemia acuta, si nota, come nella ero(1) Devesi richiamare l'attenzione su questo fatto, poichè porta qualcl1e luce riguardo alla genesi, tanto disc11ssa, dei leucociti mononucleari. Molti ormai dividono l'idea del FR.ANKEL, che cioè i mononucleari piccoli e grandi non sieno che differenti gradi di sviluppo di una medesima forma di globuli bianchi. Ma quali sono i più maturi: i grandi o i piccoli'? A differenza di quanto si f\ creduto finora, parrebbe che le forme meno mature sieno precisa· mente le più grandi; ed in appoggio di tale opi· nione, cl1e sembrerebbe paradossale, sta appunto il prevalere delle forme più grandi nella leucemia

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nica, una più o meno i·al?ida retrogressione dei fenomeni ematologici, e la cifra totale dei leucociti può anche tornare al normale. In questo caso può rimanere sempre prevalente la cifra dei linfociti, oppure aversi un aumento dei polinucleari. Depositi leucocitici, microscopici o in forma di noduli più o meno grossi si hanno in vari organi (fegato, milza, i·eni, ecc.). Alte1·azioni del mioca1·dio (con dilatazione delle cavità ca1"'· diache), possono rilevarsi come negli stati di tossiemia; lesioni più o meno diffuse delle arterie; stomatiti, che talvolta assumono la forma lllcerativa o cang1·enosa, e molto frequentemente si ha llna vera gengivite a tipo scorbutico. Gravi alterazioni, talvolta a forma ulcerativa e necrotica, si notano nelle tonsille; iperplasie linfoidi e fatti infiammatori anche nel faringe, e spesso anche nello stomaco e· nell' intesti110. Il fegato è spesso ipettrofico. Il sistema !"'espiratorio d'ordinario non presenta notevoli alterazioni, ma può aversi in qualche caso dispnea, emottoe, eco. Infilt1·azioni leucemich~ si notano nei reni, e l'ema· turia è frequente. Infiltra~ioni emorragiche, 11oduli leucemici, edema., ecc., può presentare la pelle. Il sistema ner,roso può presentare gravi disordini funzionali, apparentemente dovuti alla tossiemia; ma, in altri casi, gravi fatti possono aversi, per emorragie o infiltrazioni leucemiche in varie i)a1·ti del medesimo. La fenomenologia dellà leucemia acuta può esser resa ancor più co~plessa dal sopraggiungere d'infezioni secondarie locali o generali, dovute ordinariamente ai piogeni, al coli bacillo, ecc. Oltre il regredire dei fenomeni ematologici, può aversi in questi casi anche la diminuzione di volume degli organi glan· dolari, già ipertrofici. Sì potr·ebbe dire che esiste una specie di antagonismo fra il pro· cesso infettivo sopraggiunto ed il processo leucemico. Il NICHOLS accenna anche ai rapporti tra la leucemia acuta e la cronica. Rileva che non vi sono nella forma acuta sintomi o le· sioni che,' più o meno frequentemente, non acuta, nella quale la neoformazione linfocitica è così rapida e tumultuosa. .A questo proposito ricordo pure che, studiando il comportarsi dei ~leucociti ne~la febbre tifoide, ho visto che si ha nell'acme della malattia un rapido moltiplicarsi di linfociti, e son proprio le forme più grandi che si vedono abbondare nel sangue circo· lante. All'inizio della convalescenza prevalgono invece le forme piccole ; forse perchè la loro neofor· mazione non è più cosi tumultuosa, ed esse possono arrivare ad uno sviluppo più perfetto. V. G. ( Q\


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IL POLIOLINICO

possano verificarsi anche nella cronica. Quanto al prevalere, nella forma acuta, dei grandi linfociti, anche egli ritiene ~ che, più che una distinzione morfologica fondamentale nel processo morboso, ciò non dipenda che d,a un differente · stadio di sviluppo dei le11cociti neoformati in modo così rapido. Quanto al· l'etiologia, per ambedue le forme conclude che un elemento parassitario non è ancora sicuramente dimostrato; ·nè si ha una prova diretta della loro nat11ra infettiva e conta• g1osa.

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Un altro caso di leucP-mia acuta linfemica è stato rècentemente descritto da TuRK. L'importanza di questa osservazione sta nel fatto che all'a11topsia si trovò sulle pareti dello stomaco, dell' intestino tenue, della vescica urinaria e nelia prostata, nei reni, nel pancreas, nel mesenterio, nella plel1ra destra, sull'epicardio, una neoformazione linfosarcomatosa tipica; ma dall'esame della milza, del midollo delle ossa e delle glandole linfatiche moderatamente ipertrofiche non risultavano che le lesioni ordinarie della leucemia acuta. Il TtrRK ritiene che questo caso abbia notevole importanza pe1· lo studio dei rapporti tra la linfosarcomatosi e la leucemia linfa· ti ca.

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minuzione della percentuale dei linfociti, e con le caratteristiche dei tumori maligni. 3. Altre affezioni, non puramente linfatiche, del sistema linfatico; tubercolosi, tamori maligni. BECKER ritiene che lo stesso processo pato· logico è la causa della pseudoleucemia e d.ella leucemia linfatica, e che l'aumento o la dimin11zione dei linfociti è un fatto secondario, la cui ragione non può ancora sufficientemente spiegarsi. In tal caso si potrebbe abbandonare l'espressione di pseudoleucemia, per adottare quella di !infornatosi diffusa, suddividendola in aleucemica e leucemica, acuta e cronica; forse anche lienale. adenoidea e mieloidea. Anche CABOT ritiene identica, all'infuori del reperto del sangue, la patologia delle due af. fezioni. Altri autori si domandano perchè nel morbo di Hodgkin le gJ.andole si presentino così enormemente ingrossate; ma in fon do ammettono che n el detto morbo e nella linfe. mia le alterazioni glandolari siano di carattere identico. Molte altre opinioni. sono riferite da diversi autori; ma il problema etiologico e patogenetico· della malattia di Hodgkin è ancora ben lungi dall'essere risolto. Nel lavoro dianzi citato M Ax EINHORN i·i· ferisce di avere molto diligentemente studiati un certo numero di casi delle due affezioni. Egli rileva le grandi somiglianze che le me· desime possono presentare. Nella maggioranza dei casi di :rp.orbo di Hodgkin il numero dei linfociti non era molto accresciuto, e ciò quindi non conferma l'opinione di coloro che ritengono in questa affezione tale aumento come costante. Nel complesso si pt1ò dire .che l'e· same del sangue non sempre basta a far distinguere le due forme. Per quale ragione, malgrado l' ipertrofia delle glandole linfatiche, il numero éiei linfo· citi non è aumentato'/ È ben difficile rispon· dere. Forse, secondo EINHORN avviene per le glandole linfatiche q nello che si verifica per altri organi glandolari, la cui attività può essere diminuita o arrestata, probabilmente per influenze nervose.

Un'altra q11istione molto dibattuta riguarda i rapporti tra la leucemia e la pseudoleu• cernia. Il NrcHoLs confessa di non aver criteri per pronunciarsi in proposito. Dobbiamo invece a MAx EINHORN un recente lavoro su questo argomento. Diffe1·enti sono le opinioni espresse dai vari oratori intorno alle relazioni che passano tra la leucemia linfatica e la pseudoleuceffiia. ·spesso la sintomatologia dell'una si avvicina talmente a quella dell'altra affezione, che al· cuni le i·itengono forme identiche. Altri in· vece credono che in tali casi si debba parla1·e di forme di transizione. Secondo PINKus nella vera pseudoleucemia si ha un relativo aumento di linfociti, rispetto * , alle a.lt1·e forme di globuli bianchi, e ciò l'av· * * ricordata una recente vicina di molto alla leucemia linfatica. Egli Merita anche di essere divide i casi di cosidetta pseudoleucemia in osservazione di PRODI, fatta nella Clinica di tre fo1~me: Gal vagni. In t1no stesso ind.i viduo coesisteva • 1. V era pseudoleucemia con linfomatosi ge· un processo leucemico con una tubercolosi clei neralizzata e i--elativa linfocitosi, che devono polmoni, del laringe e dell'apparato glandoessere considerate in un gruppo con la vera lare linfatico. leucemia linfatica. L' A. si domanda se qui non si trattava <.li 2. Linfosarcomatosi, generalizzata linfoma· una forma speciale di tubercolosi dell'appatosi, senza alte1--azioni del sangue, o con di· . rato glandolare linfatico, nella quale, per ra· (10)


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gioni particolari, si avea non solo l'iperplasia dei gangli e della milza, ma anche una iperproduzione di linfociti con conseguente stato leucemico. Egli inclina ad ammetterlo. Questa osservazione segue ad altre, dallo stesso autore ricordate, cli EBSTEIN, BALDWIN e WILDER, JUNGE, ecc. Essa i·ichiama nuova· mente l'attenzione sui possibili rapporti patogenetici tra la leucemia e la tubercolosi, specialmente del polmone. È questo un magnifico campo di lavoro e cli osservazioni. Chi voglia occuparsi di questo argomento dovrà riprendere da un lato t·utt~ lo studio delle altel'azioni ematologiche nelle varie forme di tubercolosi; dall'altro il probl(?ma patogenetico delle affezioni leucemiche.

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L'etiologia delle affezioni leucemiche merita tanto più l'ausilio di nl1C!ve ricerche, in ql1anto che sempre nuovi dubbi vengo.n o elevati intorno all'importanza dei così detti cor· puscoli di Lowit. RECKZEH ha recentemente pubblicato nuove osservazioni ·su tale argomento. Coll'esame microscopico dei leucociti, cogli · stessi metodi proposti da LowrT~ egli ha trovate forme identiche ai detti corpuscoli in casi di leu· cernia mielogena e linfatièa, anemia perni· ciosa, clorosi, difterite, febbre tifoide, scarlattina, tl1bercolosi, ecc.,, Li 1·itiéne perciò non caratte1'istici del sangl1e leucemico. Il laro si· gnificato sarebbe dubbio ; ma, secondo il detto autore, non si potrebbero considerare come forme degenerative, come le ritiene BLOOH, perchè le ha trovate anche in leucociti non degenerati. II. Un altro argomento, che merita tutta la nostra attenzione, è lo studio batteriologico del sangue. La storia di questa parte della ematologia si potrebbe distinguere in due pe1·iodi : uno primitivo, iniziatosi già da più anni, nel quale l'insufficienza clei metodi di ricerca portò a risultati spesso negativi o contraditto1·i; 0d uno, del tt1tto i ..ecente, nel quale la tecnica più perfezionata ha reso più frequenti i re· perti positivi. Q11esti ci fanno sperare, in un avvenire più o meno prossimo, utili applicazioni per la diagnosi di m olte forme in· fettive. Devesi 01~a a RosENBERGER t1n lavoro ve1·amente importante per la i·icchezza delle notizie !'accolte Slt questo argomento. Lo stato attuale della quistione, sia in rapporto alla

1323

tecnica, che ai reperti ottenuti, è ottimamente riassunto. La tecnica dell'esame batteriologico del sangue è oltremodo difficile e delicata, poichè molte possono essere le cause d'errore. In alcuni casi l'errore è dovt1to all'uso di una inadeguata quantità di sangue. Così l'infezione può esser grave, e pure il sangue circolante essere molto povero di batterii. È inoltre molto importante il grado di diluizione clel sangue nel liquido nutritivo. Il mezzo più importa.nte d'esame è certamente la cultura ; poichè non v'è da fidarsi di preparati cli sangue estemporaneamente fatti e colorati. Occo1're prendere il sangue direttamente da una vena, ordinariamente la mediana dell'avambraccio. La pelle deve esser prima con rnolta cura lavata e disinfettata (con sublimato o acido fenico) applicandovi anche per più ore una compressa imbevuta dell'antisettico, il quale deve essere poi ben rimosso con molta acqua bollita o alcool. È bene che la soluzione di lavaggio sia calda, per fa· vorire la dilatazione dei vasi. Per la ricerca dei bacilli del tifo occorre diluire i)oco sangue in molto brodo (fino a 200 e più eme.). Questo metodo, che devesi a CASTELLANI, resB possibili i numerosi e 1·ecenti reperti positivi. CoLE fa una diluizione di 1 a 75 o di 1 a 150 ; CouRMONT e LE· SIEUR t1sano 2 a 4 eme. di sangue in 250 a 300 di brodo. So1roTTMULLER usa come mezzo di ct1ltura l'agar liqt1efatto e 1..iscaldato a 45°. Con 6 eme. del medesimo mescola bene 2 a 3 eme. di sangue. Tiene le culture a 37° e poi esamina le colonie sviluppatesi. ÀUERBACH e UNGER usano 20 a 30 goccie di sangue in 300 eme. di brodo. Per gli altri batterii si useranno i mezzi di ct1ltura che già si conoscono più arlattati per ciascu110. Volendo fare dei preparati colorati cli sangue per la 1·icerca di e'rentuali batteri, si potrà segt1ire il metodo di Giinter. Si tiene il vetrino collo straterello sanguigno clisseccato per 10 secondi in una sol11zione ac.quo sa di acido acetico al 5 i)er cento, e ciò i)er aìlontanare l'emoglobina. Si soffia quindi fortemente sul ' retrino i)er rimuovere quello che vi rimane della detta soluzione e lo si espone poi ai vapori d' am· moniaca per n eutralizzare il i·esic.luo di acido. Si colora col liquido cli Ehrlich-\\eigert all'olio di anilina e violetto di genziana, te· nendovi il p1'e}Ja1..ato per 24 ore, e poi si (le· colora con una soluzione 1 pe1.. 14 di a cido nitrico, finchè si ha una lie ve tinta verde. Poi si lava in alcool e in acql1a, e si monta


132:1:

(ANNo IX, FA.Se. '12]

IL POLIOLllc"lOO

in balsamo. Si ha con q l1esto metodo, mercè la rimozione degli eritrociti, un campo abha· stanza chiaro per lo studio dei batterii.

* ** lungo riportare tutta la mi·

Sarebbe troppo nuziosa esposizione dei reperti finora ottenuti coll'esame batteriologico del sangue in differenti stati morbosi. In genere si può çlire che tali reperti molto ci promettono per la diagnosi e la prognosi di molte malattie. L'esame batterio· logico del sangue appare inoltre sempre più necessario quando v'è l'indicazione curativa con un siero antitossico e batteriolitico. La tecnica infl t1isce notevolmente sui risul · tati. Un reperto negativo non ci a11torizza a co11clusioni assolute. , L'esame del sangue post-Jttortem non sempre può valere per determinare la natura della infezione. È noto che in alcune malattie i batterii invadono il sangue circolante solo nel periodo che precede immediatamente là morte. LONGCQPE ha notato in tali casi una progres· siva diminuzione del potere batteriolitico del sangue. In questi ultimi tempi i i~eperti positivi sono divenuti sempre più numerosi per le infezioni transplacentali. Numerosissimi sono quelli· più i·ecenti del bacillo tifoso nel san· gue circolante, anche in casi nei quali la reazione di 1\Tidal ancora mancava. Da ricordarsi le recentissime osservazioni di Fox. In molti casi di sepsi, .locale o generale, di natura differente, microrganismi òiversi sono stati trovati nel sangue in · vita. Cosi si hanno numerosi reperti nella i)neumonite, nell'influenza, nell'endocardite acuta. Pare che qualche volta sia stato trovato anche il bacillo difterico nel sangue, pure in casi di difterite. Streptococchi e stafilococchi sono stati trovati nel sangue di malati di tubercolosi polmonare, mentre il bacillo· t11bercolare è raramente dimostrabile nel sangue. Alcuni hanno trovato anche bacilli nel sangue dei sifilitici ; ma altre osse1·vazion.i occorrono a tal riguardo. Così lo studio batteriologico del sangue si va sempre più completando. Perfezionata la tecnica, molte pratiche applicazioni potranno dal medesimo at~endersj, ..,. .... .. ,. •!..•

·:..

nostre conoscenze in IJroposito sono rudi· mentali. Segnalo perciò lln recente lavoro di LABBÉ, il quale h&i studiato l'azione dei batteri sulla emoglobina. I microbi sarebbero riduttori dell'emoglobina, molto più intensamente che le loro tossine. Le differenti specie microbiche hanno azione diversa. La loro azione riduttrice è molto intensa poichè hanno bisogno, per la loro vita, di una certa quantità di ossigeno, che sottraggono al • • mezzo in cui• vivono. I batteri più fo1·temente riduttori sarebbero il colibacillo, il b. d'Eberth, il b. piocia· nico, lo stafilococco, il proteo volgare, il vi· b-rione del colera. Questi studi potrebbero spiegare non sola· mente le alterazioni quantitative dell'emoglobina nei differenti stati infettivi, ma anche le modificazioni qualitative della medesima. Essi completano le osservazioni spettrosco· piche, così brillantemente compiute . finora iu differenti stati morbosi da lIENOOQUE e dalla sua scuola. Certamente le ricerche di LABBÉ, compiute facendo agire le culture microbiche sul sang-µe defibrinato, non riproducono perfetta~ente le condizioni che si verifica110 nel sangt1e ci.l·colante. Ma la loro importanza è indiscutibile: ed esse ci aprono tutto un nuovo campo di feconde osservazioni. Prof. V. G -runrcEANDREA. BIBLIOGRAFIA. American medicine, i1. 21, 1903. TfTRK. Medicinische Blatter, n. 24, 1903. MAX EINHORN. Med. Record, 12 111glio 1902. PRODI. La R.iforma m~dica, n. 29, 1903. RECKZEH. Berl. klin. W och., 1° giugno 1903. RosENBERGER. Proceedings of the Pat. Soc. of Phi· ladelphia, maggio 1903. Fox. Ivi. LABBÉ. .A.rch. de 3'1éd. expér. et d' Ànat. path., 1903. NICHOLS.

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IX,

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SEZIONE PRATICA

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C:HIRURGIA

con il massaggio le lesioni suppu1·ate degli annessi, costituite talora da saccocce a pareti fragilissime, e talora rese più facili alla rotLa rottu1·a delle raccolte tubariche· tura per la loro situazione stessa al disopra durante la palpazione addo1ninale. dell'utero o per l'assenza di aderenze protet(F. LEGUEU . Coniptes- re1idzis fle la Société d'obsté- trici. . triqzte, cle ggnécologie et cle jJctecliatrie de Paris. La diagnosi della rottura, anche q11ando non 1903, mai). sia affermata dal collasso nel quale cade la i:> aLa comunicazione, che su questo argomento ziente, non può mancare. Essa è indicata dalla sensazione della sul' A.. 11a f~tto ultimamente alla Società ostetrica-ginecologica e pediatrica di Parigi, prende bitanea scomparsa della tumefazione sotto le le mosse dalla na1'razione di dt1e casi di rac- mani, da una percezione dl piccolo cr·aqzieme1zt, colte tt1barichè, che all' .A. stesso accadde di che possono avere insieme medico e malata e rompere dm·ante l'esame ginecologico, che ne da una sensazione speciale dolorosa che pii1 o face,ra. Si trattava in ambedue i casi di gio- mep.o forte la paziente non manca di accusare vani donne che avevano grossi pgosalpinx bi- nell'istesso momento. Quale debba essere il trattamento di tal laterali, i quali si rt1ppero sotto la mano che li palpava pe1· apprenderne le dimensioni, le genere di complicazione non p11ò ave1·si dt1bbio. ~isogna fare una laparotomia immediata. relazioni cogli organi pelvici, la consistenza, Un'ope1·azione ha in questi casi tante mi· senza esercitare speciali pressioni. In tutti e due i casi si aveva ragione di c1·edere che il nori probabilità di riuscita per quanto è fatta contenuto delle t'accolte fosse purulento ed in in tempo più lontano della rottura della sacca ogni modo virulento. In ambedue i casi l'in· anness~ale. Una sacca virulenta rottasi in q11este tervento laparotomico fu fatto seguire imme- condizioni richiede un intervento più pronto diatamente all'accidente, nél primo caso un'ora che se la sacca. stessa fosse ancora integra, e mezza dopo la rottura, senza che fossero poichè, bisogna convenirne, in tali condizioni sorti segni o sintomi gravi ; nel secondo caso il pericolo di una peritonite è imminente, spe· un'ora appena dopo, quando la malata era cialmente se la sacca era virulenta. ,D 'altra parte, seguita da un'operazione im· già caduta in gravi condizioni (dolore vivo generalizzato a tutto il ventre, vomito, polsi mediata, ' ral meglio una rottura in tal modo piccoli, frequentissimi, minaccia di sincope). prodottasi, subito riconosciuta, che una rotIn ambedue i casi al momento della rottura tura spontanea, insidiosa, difficilmente diadella sacca le malate avevano provato una gnosticata a tempo, riconosciuta in generale sensazione dolorosa e la mano che pal.p ava solo quando ne è già sorta una forma peri· il tumore aveva avuto la sensazione netta toniti ca. Forse contro un tal modo di considerare le dell'afflosciamento di esso. Medico e malata cose stanno solo i casi ne i quali le raccolte avevano avuto la pe1·cezione netta di un pic· colo craque»'ient. L'intervento fu nel primo caso che si rompono incidentalmente, sono sierose brevissimo, nel secondo notevolmente lungo. o quelli nei quali la sacca anche virulenta si apre nell'intestino. In ambedue, oltre la sacca rottasi, fu asporL'A. trova opportuno i·iferire d11e di tali tata anche la sacca del lato opposto integra casi speciali. e fu chiuso il ·ventre lasciando un drenaggio Nel primo di essi la sacca creduta tubarica alla M.ichulicz nel cul-di- sacco posteriore. si ruppe sotto le mani d ell'A. durante la pre· Ambedue le OJ:>ei·ate guarirono. parazione che egli metteva in atto per aprirla Considerando le particolarità di q neste due con un'incisione vaginale. L' .A. si affrettò a osservazioni, l'A. nota che, poichè egli è si- praticare la colpotomia c he già e1·a per fare curo che la i·ottura delle due sacche non può e così si accorse che la sacca rottasi era 11:ria esser messa in relazione con impl't1denti, vio· raccolta di una pe1..imetrosalpingite. Il liquiclo lenti o mal diretti toccamenti, certo essa sa· era sieroso, la tasca sottile e flaccida. Certo i·ebbe avvenuta anche spontaneamente o sotto anche senza cura tali sacche possono ap1'irsi l'influenza di una cat1sa occasionale inapprez- senza danno nel peritoneo, ed in ogni modo zabile, per l'eccessivo assottigliamento delle · l'operazione, se I'itardata, non aggrava le con· pareti che la i·endeva imminente in ogni caso, dizioni dell'infe1·ma. e spontanea. Nel secondo caso la tumefazione, veramente Valgano queste osservazioni a dimostrare ascessuale, e1~a portata da una inferma~ cui una volta di più come sia poco p1·udente il l' A. stesso alcuni giorni innanzi con un'inci· consiglio clato da molti ginecologi di trattare sione iliaca aT"eT"a aperta una sacca a1Jpenclici· (13)


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IL POLICLINICO

LANNO IX, F ASC. 42]

tica suppurata. La tumefazione non comunicava quella che si deve seguire per diminuire il con il focolaio ascessuale ape1·to e drenato. pericolo gravissimo nel quale cadono le in· CESARE MrcHELI. Intanto tutt'ad un tratto mentre l' A. la esa- ferme. minava, la vide scomparire sotto le sue mani. Trattavasi senza dubbio di un caso di rottn1·a Indurimenti e tumori fibrosi dei corpi accidentale di una sacca purulenta e poichè • • • cavernosi e pen1en1. non vi poteva esser dubbio sulla qualità del (TRILLAT. Gazette des hopitazix, Parigi, n. 106). suo contenuto l'intervento sarebbe stato re· clamato immediato ; ma fu dovuto rimettere Etiologia. - Questa rara affezione, o seconal mattino app1·esso per impossibilità assoluta d'operare sul momento. Al mattino di poi l'in· dariamente segue ad una causa locale bene ferma stava molto meglio, con temperatura stabilita o sorge spontaneamente, in forma abbassata : nella notte aveva emesso per l'ano primitiva. A. In maniera secondaria può essere deter· una notevole quantità di pus, la sacca si era dunque aperta nell'intestino. L 'inferma guarì minata dalla bleno1·1,agia, specie della forma col trattamento razionale dei suoi focolai asces- cronica, in cui si ha una periuretrite e llna cavernite cronica, e dalle ulce1·i 1nolli, che prosuali. Ma poichè tali casi fortunati non sono co- ducono un processo infiammatorio ayuto, cui muni e poichè non è sempre possibile nè facile segue un indurimento fibroso. Un'altra causa è la sifilide, frequentemente differenziare sacche purulente virulente o no. sierose o no, nè è facile diagnosticare se I~ al suo periodo terziario e in un'epoca molto sacche che si rompono sotto la mano dell'esplo· remota del suo accidente primario .. I t1·au1natismi possono ancora rientrare fra i·atore, si aprano nell'intestino o nel ca·v. o peritoneale, l' A.. crede che sia bene stabilire _le cause di indurimenti, così: rottura dei corpi che in tali contingenze si debba se1npre provve· cavernosi durante un coito violento; ogni ge· nere di ferite per cateterismo, puntur·e, condere con una lapal. otomia i11zmediata. 1\Iodalità speciali di tecnica per tali interventi tusioni ecc.; infine, le iniezioni fatte con troppa non v e ne sono, all'infuori della precauzione energia o con soluzioni troppo forti. B. Gli indurimenti possono sorgere primi· di non disporre l'operanda nella situazione declive p e1-- evitare la disseminazione del con- tivamente in organismi affetti d' artritismo tenuto ,trirulento della sacca n el peritoneo. Sarà (gotta, diabete, reumatismo). I nodi dei corpi cavernosi sarebbero delle prudente di non trascurare il drenaggio addominale d opo dete1·se le anse intestinali e di degenerazioni del tessuto fibroso, degli ispes· aver aspo1--tato i resti della sacca apertasi. Se simenti localizzati di questo, come suole ac· vi sono altre sacche nello stesso lato o nel lato cadere nei legamenti, nelle capsule articolari opposto debbono esser asportate. In qualche e aponevrosi dei vecchi artritici. Meno comuni sono g1i indurimenti da altra caso bisognerà provvede1·e con l'isterectomia causa gene1·ale: ne sono stati descritti in se·,.. addominale, se la lesione è bilaterale. guito a vaiolo, a tifoide, a piemia, leucemia, Era presente a questa comunicazione il pro· ileotifo o esantematico: il membro allora è in fessor Pe'Zzr di Parigi, il quale prese parte continua erezione dolorosa, l'urina e lo sperma alla discussione che seguì, sopratutto pe1· · af. sono alle volte emesse quasi di continuo. ferma1·e la necessità di stabilire la regola posta Altri indurimenti pure si presentano senza ~ià da~l' A : La laparoto11iia deve fa1-·si seguire poterli riferh--e ad alcuna delle cause soprac-

z1n11zediata alla rott1lra di una tumefazione addominale, qualunque Jle sia la natzira. Il professor Pozzr pensa che non sempre le i--accolte sierose che accompagnano le salpingiti non sono virulente. Egli ha veduto rotture di cisti ovariche sotto la pii1 leggera e~plorazione manuale quando specialmente si aveva torsione del peduncolo. In uno di tali casi ebbe a constatare una immediata inondazione sanguigna peritoneale. Così gli accadde due volte di rompere delle cisti folliculari dell ovaio, esaminando la malata sotto il clùroformio. In ogni caso la r egola posta dall' A. - quella di ope1,are al pizì p1·esto dopo l'accidente - è ' 1 -I 1

cennate: pare che questi si debbano riferire all'età, perchè si verificano sempre ad indi· vidui di oltre 40 anni, in cui l'inviluppo apo· nevrotico dei corpi cavernosi, costituiti di fasci fibrosi ed elastici tende a trasformarsi total· mente ·fibroso. La frequenza relativa di queste diverse va· i·ietà d'indurimenti è costituita da 23. 5 °/0 diabete o gotta, 19. 7 » indm·imenti senza diatesi. 11. 7 » sifilide, 9 » blenorragia, 8. 2 » traumi, · 2. 1 » rliatesi reumatismale.


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IX, F .A.SO. 42J

Sintomatologia. -

1327

SEZIONE PRATICA

Caratteri fisici. Nodo· sità ordinariamente uniche, a superficie liscia, di forma più spesso elittica, col diametro mag· giore parallelò all'asse penieno, della misura da 10 a ao millimetri e a consistenza dura· elastica. Queste nodosità possono esse mediane o laterali, ailerenti profondamente o non alla pelle, che vi scorre libera al di sopra, i nodi di origine sifilitica, traumatica o blenorragica hanno un impianto profondo in pieno tessuto erettile, quelli di natura artritica o spontanei l'isiedono nell'inviluppo fibroso dei corpi ca· vernos1.• Distu1·bi fzinzionali. - Questi si manifestano nell'erezione, la quale può essere dolorosa, incompleta e con una deviazio~e.. in corrispondenza della placca sclerotica (strabismo pe· nieno), di tal grado da raggiungerà l' impo· tentia coez;1,ndi. Ad ogni modo l'ejaculazione è disturbata e l'emissione spermatica avviene dopo cessata l'erezione (i1npotenh·a fecundandi). P1·ognosi. - Gli indurimenti blenorragici di solito regrecliscono collo scomparire della secrezione uretrale; quei sifilitici possono rias· sorbirsi colla cura specifica, quando però non trattasi di cicatrici p er lesion:i gommose ; gli altri indurimenti d'ordina1'io sono definitivi. Le complicazioni sono rare, nessuna degenerazione m~ligna fu finora osservata.. Se il prognostico è bl1ono qzltoad vitam, non è lo stesso quoad sanationem. Anatomia patologica. - Macroscopicamente questi indurimenti si pt"'esentano in forma di nodi, di placche o cli cordoni, di vario numer·o e sede : microscopieamente i nodi traumatici o infiammato1·ì sono noti in anatomia patologica ; dei sifilitici può dirsi trattarsi di alterazioni flogistiche; gli artri~ci sono for· mati di tessuto di cicatrice. Patogenesi. - Possono gl' indurimenti considerarsi una. produzione anormale del tessuto fibroso dell'aponevrosi i)eniena e quegli artri· tici per analogia possono rassomigliarsi alle concrezioni gottose dei tessuti congiuntiT"i. Diagnosi. - Tent1ti presenti i caratteri sudescritti, queste nodosità si riconoscono facil· mente. Di più esse si differenziano dalle cancerigne per ossere queste dolorose anche nella flaccidità del JJene, per la loro sede nel centro dei corpi cavernosi, per lo sviluppo ed accrescimento rapido, la sollecita aderenza alla pelle e il tr·apiantamento. Gli altri tumori benigni (encondromi, fibromi, osteomi) si riconoscono per il loro costante, benchè lento, aumento di Tolume, la consi· stenza, ecc. La natura dell'indurimento si ri· conosce per trauma tic a o blenor1'agica dalla

anamnesi, pe1· sifilitica anche ~all'anamnesi, da altre stigmate specifiche e da un tratta· mento specifico efficace: la natura artritica la rivela la maniera lenta dello sviluppo, senza reazione locale, in un individuo di età adulta con manifestazioni simili in alt1·i punti del corpo : la natura diabetica si rivela col1' analisi dell'urina. Trattamento. - Nelle forme sifilitiche, artritiche e diabetiche possono giovare, ma non sempre, le cure relative generali, localmente l"arte medica può poco, mentre la chirurgia può essere utile in quei casi di indurimenti unici laterali, col provocare, sul lato opposto di questi un altro indurimento cicatriziale compensativo. L'elettrolisi pare che abbia a volte determinato, nell'inizio dell'indurimento, un grado di riassorbimento dei tessuti sclerosati. L 'opera del curante si limiterà nella mag· gioi· parte dei casi a raccomandare ai malati di non tentare punto il raddrizzamento del pene, deviato nell'erezione, col pericolo di ag· gravare la lesione per rottura del tessuto fi· broso, sconsiglie1"'à il coito e il matrimonio. Dott. QuATTRO Croccnr.

Risultati durevoli del trattamento delle stenosi uretrali. (DESNOS.

Presse 11iédicale, 1903, pag. 132).

Collo stesso nome di stenosi uretJ."'ali ven· gono designate delle lesioni differenti per estensione, per numero, per importanza, ecc., éhe vanno da una piccola briglia cicatriziale che appare simile ad una plica della mucosa, a quelle masse dure e callose che occupano una intiera regione dell'uretra, di. cui invadono tutti gli elementi, e che fanno sporgenza sul perineo. Ne risulta che le une richiedono un trattamento diverso da quello che si conviene alle altre, non potendo applicare in tutti i casi un metodo 11nico e solo. Ciò posto è necessario stabilire nel trattamento delle stenosi dell'uretra due periodi ben distinti. L'uno primario ristabilisce il corso dell'urina; l'altt'o, secondario, destinato a ridare all'uretra la forma e le dimensioni normali, assicura la stabilità di tale l"'isultato. Pe1"' il primo periodo del trattamento si hanno n11merosi metodi cli cura, che tutti sono più o meno efficaci e tutti hanno dato successi numerosi--: dilatazione progressiva o forzata, divulsione, uretrotomia, elettrolisi, ecc. L'A. esamina tali diverse operazioni relativamente al loro risultato lontano, ricercando quale sia lo stato anatomico in cui l'uretra rimane per subire poi il trattamento del se· condo periodo di cura. Secondo la pratica per· (15)


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[ANNo IX, F.Aso. 42]

IL POLICLINICO

sonale l' A. tr@va che, delle diverse operazioni. quella che m eglio di tutte assicura poi il mantenimento rlel calibro è la r ese· zione più o m en o estesa dell' uretra. · Viene poi p er ordine l'uretrotomia interna o piuttosto l e uretrotomie. Quanto alla divulsione o alla dilatazione forzata il DESNOS non si pronuncia per la scarsezza dei casi osservati ('l). La di· latazione progressiv~ dà, specialmente quando • è applicata all'inizio, dei risultat i attivi contro le stenosi semplici, poco estese, non indt1rate. Restano a considerare le el ettrolisi. Di esse l 'una, quella di N EUMA.NN, procura delle guarigioni dure voli, p er quanto le stia contro la lentezza della sua applicazione ; l'altra, l'elettrolisi lineare , non è affatto consigliabile , poichè mette l'uretra nelle condizioni più sfa· vorevoli per l'avvenire, determinando sulle sue pareti delle lesioni cicatriziali retrattili, che impediscono una b11ona e completa dilatazione. Trattata così la stenosi con uno dei pro· cessi suddetti è finito il p eriodo primario della cura e l 't1rina passa liberamente. Esplorando però allora il canale si p ercepiscono ancora sulle sue pareti delle briglie e delle sporgenze; bisogna quindi passare al pe· riodo secondario della cura, rivolgendo l'attenzione alle suddette lesioni r esiduali_, la cui scomparsa ridarà contemporaneamente al canale la sua fles1:? ibilità, nella grande maggio· ranza dei casi. Intanto per questo trattamento secondario e complementare è necessario fare sparire ogni traccia di uretrite, colla dilatazione ul· terio1·e del canale. . A tale scopo possono venire impiegati due processi: la dilatazione spinta ad un alto grado, e l'elettrolisi lenta. La prima si ottiene splendidamente con le béniqués; la seconda, l'elettrolisi di Neumann, che è applicabile, come sopra si· è detto. anche nel trattamento primario, dà ottimi risultati. Consiste n el piazzare all'innanzi di una ste· nosi, una oliva metallica d' un diametro poco più grande· di quello della stenosi stessa, ed a farvi passare una corrente debolissima per un certo tempo, dopo il quale l'oliva s'im· pegna d' un trat to nella stenosi così dilatata. · Dott. N. LEOTTA.

sempre bagnato. Fu riscontrato un restringimento uretrale, che negli ultimi due anni costrinse l'infermo all't1so del catete re; spesso più volte nello stesso gio1"no. Lo stato gene· rale si mantenne discreto malgra.dò un notevole dimagramento. Con la palpazione rettale si sentiva che la prostata era aumentata di vo· lume; si poteva introdurre senza difficoltà , ma determinando sempre dolore e qualche volta emorragia, un catetere 011rvo n. 8; l'orina era torbida, alcalina, con poco muco· pus, non molta albumina e niente zucchero. L'ammalato fu ammesso all'ospedale il 24 gennaio 1903 e il 12 febbraio, siccome egli deperìva, si praticò la prostatectomia. Lavata la vescica e riempita di soluzione bor·ica, fu fatta quindi una incisione di cm. 8 sulla linea mediana al disopra del pube; separati i due retti , fu incisa la vescica e, introdottovi l'in· dice clella mano sinistra, raschiata completa· mente la mucosa sul lobo destro della pro· stata. Quest'ultima fu enucleata e con l'aiuto di due dita introdotte n el retto; staccata e asportata. L'emorragia, non abbondante, cessò con lavande di soluzione borica calda. La ferita fu suturata in parte, lasciando il pas· saggio ad un largo tubo che fu introdotto in vescica ed assicurato con t1n punto, mentre un catetere molle fu collocato nell'uretra. Per 4 o 5 settimane l'orina passò attra· verso alla ferita; il catetere cagionò irritazione e fu tolto al quarto giorno, sebbene la vescica venisse giornalmente irrigata. Le con· dizioni dell'ammalato migliorarono subito; la temperatura si mantenne normale, meno pe~ 4 o 5 giorni, due settimane dopo l'operazione, quando si manifestarono i sintomi del ca· tarro vescicale. Dopo 36 giorni la ferita e.ra completamente guarita e il 23 febbraio l'orina 1 a reazione acida, passava facilmente e natu· ralmente in quantità di circa eme. 30 aila "\rolta. L'ammalato è' ora completamente ristabilito e può lanciare l'orina a circa due metri di distanza. Dott. N. LEuzzr.

Un caso di prostatectomia completa sop1·apubica.

Le malattie della scuola

(CoLLINS .

Tlte Lancet, n. 4:166).

Il paziente, dell'età di 71 anni, sentiva già da molti anni frequente bisogno di mingere e difficoltà nell'emissione della orina; il s110 sonno e1'a spesso interrotto e il letto quasi ,1.6)

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[.ANNO

IX, F ASC. 42]

TERAPIA

Sull'azione fa1·macologica dello iodio nella a1"terioscle1·osi. (TODLBAUER.

1329

SEZIONE PRATICA

Mii1tcli. 11ied. Woclie1isclir., a. s. 16).

Da circa 15 anni i sali iodici sono generalmente raccomandati nel trattamento della a,rteriosclerosi. BrNz ecl altri opinarono che i benefici effetti di questa medicazione fossero dovuti alla proprietà- riassorbente dello iodio. Certo, teoricamente non si può negare che sia possibile un riassorbimento delle parti sclerotizzate; ma quando la clinica ci mostra come già pochi giorni dopo la medicazione iodica appaiono i suoi favorevoli effetti, siamo indotti a cl ammettere che l'azione dello iodio si esplichi in un'altra direzione. È merito specialmente del SÉE l'aver portato luce sn questo punto. Egli e LAPICQUE nelle loro esperienze sul ioduro di potassio e cli sodio dimostrarono la influenza dello iodio sui vasi sanguigni. Iniettando lo ioduro di potassio nella vena safena di cani curarizzati, s'ebbe da prima un aumento della pressione sanguigna ed aumento di frequenza del polso, ma dopo circa un'ora la pressione sanguìgna clecrebbe lentamente sino ad essere inferior·e alla normale. Iniettanclo lo ioduro di sodio il primitivo al1mento della pressione è insignificante, e tosto seg11e l'abbassamento come nello ioduro di potassio. I l SÉE distingue quindi nello ioduro di potassio due azioni : l'innalzçtmento della pressione è effetto del potassio e il susseguente abbassamento effetto dello iodio, il primo di· pende da eccitamento diretto dell'attività cardiaca, il secondo da dilatazione dei vasi peri· ferici. Ulteriori esperienze di ' ' ari autori con· fermarono l'asserto del SÉE; soltanto il RosE affermò che lo iodio induceva una contrazione dei vasi periferici, ma i suoi esperimenti furono dimostrati errati. Ammessi ora i risultati del SÉE, si potrebbe. domandare se la dilatazione dei vasi pe~iferici che accade in un si, stema circolatorio normale, accade anche in un sistema circolatorio arteriosclerotico. Questa possibilità deve ammettersi, altrimenti non si potrebbero spiegare gli effetti favorevoli del nitrito d'amile nei casi di angina pectoris di natura arteriosclerotica, effetti favorevoli che si po~sono spiega1·e soltanto colla dilatazione dei vasi sang:uigni del cuore. Oltre ciò bisogna tener co11to del fatto che nell'arteriosclerosi di soli~o soltanto una parte del sistema vasale è ammalata. Ammessa dnnq ue la dilatazione dei vasi perife1·ici, l'azione dello iodio si lascia facil·

mente spiegare. Secondo gli esperimenti fi· siologici di JoHANNSON e F1EGERSTEDT, quando la pressione nelle arterie è alta, diminuisce la massa di sang11e spinta nell'albero arterioso da ciascuna sistole ventricolare, e quindi si ha una stasi sanguigna nel cuore. Se ora la pres· sione arteriosa si abbassa, il ventricolo si può completamente contrarre e spingere fuori tutto il suo contenuto, e in conseguenza anche l' orec· chietta a tergo e le vene si scaricano. Poichè nell'arteriosclerosi appl1nto si ha lln forte aumento . della pression~ arteriosa anche in essa d t1nql1e si avranno i benefici effetti sul cuore. Oltre ciò, poichè la dilatazione vasale si estende anche nel sistema delle arte1·ie coronarie, si ha un maggiore afflusso di sang11e nel miocardio che pertanto meglio n11trito sarà · più valido al lavoro. Infine, bisogna anche tener conto del favorevole effetto dell'accele· ramento della corrente linfatica per cui le sostanze inutili o dannose prodotte dal ri· cambio materiale vengono· più i--apidamente asportate dai tess11ti. Dott. CARRA.

Eliminazione comparata del bleu di metilene e cli potassio.

dell'iodu1~0

Société ntéd. des H òjJ. S éance d11 17 .j uil· let 1903, Se11ia,;1ie 1néd. 1903, pag. 241).

(ACHARD.

È noto come siasi adoperato per l'esplorazione funzionale del rene l'ioduro di potassio (vedi Policlinico, Sezione pratica, 1903, n. 18) proposto da BARD e BoNNET. Secondo questi stessi autori specialmente l'eliminazione com· parata dell'ioduro di potassio con quella del bleu di metilene, fo1~nirebbe, in grazia alle differenze che detta eliminazione rivela, delle indicazioni utili per la diagno.si dello stato anatomico del rene. · Tuttavia la comparazione in parola pe1· lo più è stata fatta in condizioni difettose, o non si son provate le due sostanze nel medesimo soggetto, o si son provate in momenti differenti, o si è valutata l'eliminazione del bleu dalla durata dell'eliminazione e quella dell'ioduro dalla quantità eliminata. Per fare tale comparazione in modo più preciso, l' AcHARD, GRENET e THOMAS hanno iniettato contemporaneamente ed in reg ioni simmetriche dosi uguali (centigr. 5) di bleu e di K I, valutando pe1· ciascuna clelle due so· stanze la durata dell'eliminazione e la quantità eliminata. Con tale studio gli autori hanno visto che i tracciati mostrano per lo più grande somiglianza t1·a l'eliminazione clel b leu e ql1ella dell'iod1t1"0. (17\


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IL POLICLINICO

[.A.NNo IX, F Asc. 42]

'

Non hanno potuto constatare le regole f or· mulate da BARD e BoNNET : nelle nefriti in· terstiziali, se si hanno delle differenze, esse non sono sempre identiche, anche se si esperimenta su uno stesso soggetto in epoche dif• ferenti; nelle nefriti epiteliali si può osserva1·e una eliminazione diminuita ugualmente per l'una e per l'altra sos~anza, ovvero una eliminazione più forte di I K senza constatare l'eliminazione esagerata del bleu che ammettono BARD e BoNNET. Oosicchè risulta dalle i·icerche di AcHARD che non si ottiene nessun vantaggio con l'impiego combinato del bleu di metilene e dell'ioduro di potassio, il cui dosaggio d'altronde è più difficile, e che si elimina meno esclusivamente per il rene. LEOTTA.

Egli ha visto infatti che gli esantemi da iodoformio sono divenuti rari nella sua clinica dermosifilopatica, da quando ha rinunciato a far precedere all'applicazione dell'iodoformio il lavaggio colla soluzione ùi st1 blimato. SecJndo l' A. ql1indi bisognerebbe astenersi dall't1so contemporane~ dei due medicamenti nello stesso individt10 o almeno nella stessa i·egione del corpo. Le osservazioni dell' AuDRY sono la con· ferma dei fatti clinici e sperimentali già noti circa agli inconvenienti dell'impi~go simulta. neo cli preparati iodati e di sali di mercurio. . LEOTT.A..

Trattamento dell'epilessia con i sali di calcio.

L' A. impiega da sei anni il dermatolo come antidiarroico con bt1onissimo successo . · Egli trattò con questo rimedio 131 ammalati, dei quali 69 soffrivano di tubercolosi dell'intestino, dei polmoni, del peritoneo, 28 avevano il tifo ·addominale, 17 catarro del tenue, 6 cancro clello stomaco, dell'intestino e del fegato e 17 diarrea intercorrente. Il dermatolo fu somministrato a gm. O. 5 ogni due ore, senza nessuna aggiunta perchè è senza sapore e senza odore. Nei tubercolosi la diarrea cessò in 48 quindi nel- 69. 5 °/0 dei casi, in 8 casi diminuì fortemente~ su 13 casi non si ebbe nessun effetto . Migliore fu il risultato nei tifosi, in essi la diarrea ~parì in 26 casi su 28, qt1indi nel 92. 8 °/. dei casi. Nei 3 casi di catarro act1to del tenue si ebbe la completa guarigione in 1-3 giorni: tre casi di catarro cronico giunse1~0 alla gua1·igione entro 2-6 settimane. Nei carcinomatosi il dermatolo agisce 're. ram ente con rapidità: le diarree cessano entro 1-7 giorni. Le diarree intercorrenti sparirono 17 volte su 18, ossia nel 94. 4 •/ 0 dei casi. L' sulla base di queste osservazioni è dell'avviso che a torto il dermatolo come an· tidiarroico sia dimenticato . Esso potrebbe a buon diritto avere il suo V. Z. posto a lato dei composti tannici.

(Se1ncti1te médicale, a. s. 38).

AUDENINO e BoNELLI, assistenti di LOM· BRoso, avendo riscontrato negli epilettici un difétto nell'assorbimento del calcio, sperimen· tarono iu 10 persone dai 14 ai 30 anni affette da epilessia, un trattamento del tutto a base di calcio. Somministrando per un certo tempo acqua di calce, o bi·omuro di calce, o latta· fosfato o infine carbonato di calce, constatarono diminuzione della gravità e frequenza . degli accessi e ·a bolizione di questi in due perRone rimaste in cura una 40 giorni e l'altra 156 giorni. Siccome però era scarso o quasi nullo l'assorbimento di calcio da parte dell'intestino, gli autori in l1na seconda serie di esperimenti, hanno fatto delle iniezioni sottocutanee di cloruro di calcio all' 1 °/0 (O. 02--0. 05 di sale per giorno) e di lattofosfato di calce all'1 per 30 (O: 33--0. 99 per giorno). Su 4 malati, 3 durante la c11ra non hanno a"\ruto più accessi. Tali esperienze collima1to con quelle del prof. 8.A.BB.A.T.A.NI secondo il quale il calcio avrebbe un'azione moderatrice sui centri ner• Dott. ANGELO PIAZZA. VOSI.

GI' inconvenienti dell' i1npiego simultaneo dell'iodof"o1·mio e dei preparati mercuriali. (AUDRY.

8entai11e 1n,édicale, 1903, pag. 236).

Secondo l' A. le e1·uzioni che si vedono tanto spesso sopravvenire in seguito all'uso dell'iodoformio, sarebbero dovute, in realtà, all'uso simultaneo dell'iodoformio stesso e dei prepa· rati me1·curiali, e specialmente del sublimato.

Il de1·matolo come antidiarroico. (FA~KER.

Bol1iitschna:ja Gaseta Botlcina, a. · s. 32).

r

.A.:

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro

ra Tubercolosi

sua organizzazione e sue aspirazioni. Un elega11,te volnmetto di 90 pagine, Lire t. NB. - La. vendita di tale volume,

sot~ratte

le spese, è a vantaggio della Uga Nazionale contro la Tubercolo1i.


(ANNO IX, F ASC. 42J

SEZIONE PRATICA

1331

ACCADEMIE, SOCIETl MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLARI

VIII CONGRESS.O MEDICO REGIONALE LIGURE. Genova, 23-26 luglio.

Resoconto del nostro corrispo1tde1zte dott. P. Licci. 23 !tiglio. Inaugurazione del Congresso nel gran

salone dello storico palazzo ducale: discorsi. del rappresentante del sindaco, del prefetto, del pre· sidente dell'Accademia. Il discorso inaugurale vien tenuto dal prof. MoRSELLI, presidente del Con· gresso, sul tema : « La medicina nella coscienza so· ciale odierna » . Riassumere la splendida conferenza dell'illustre oratore è lln volerle togliere ogni suo pregio. Perchè i lettori del Policlinico n e abbiano 1ma lontana idea, riferirò le parole testuali colle quali il prof. MORSELLI chit1se il suo dire: (( . . . . . . . . A poco, a poco gli individui agi· ranno conformemente ai dettami della scienza : non troppo cervello, non troppo stomaco, non troppa sensualità e lo Stato compirà interamente la sua funzione che è funzione protettiva dei deboli contro i forti e dei sani contro gli ammalati e gli anor· mali. Orbene: perchè sia dato raggiungere questo suo ideale la classe medica ha uii compito nobilis· simo e preponderante. « Compito della medicina è : diminuire lu soffe· renze, prolungare la vita individuale, rinvigo11re e perfezionare le generazioni future, accrescere il valore dell'esistenza, ·migliorare l'individuo, miglio· Tare la specie. Il compito del medico non si re· stringe a.Ila .,lisita ad un ammalato: il medico mo· derno deve guardar e più in là: deve cooperare a far sì che le grandi forze della natura diventino motivi prepotenti nel determinismo sociale. Il me· dico non è soltanto un professionista, ma non è nemmeno un sacerdote ed è per questo che cerca di premunirsi oggi di tutti i mez~i che gli sono necessari allo sviluppo della sua ft1nzione sociale. « Questo lo scopo dei Congressi, che, come ha <letto in principio 11oratore, consiste n el creare e svill1ppare nei medici una coscienza di classe, non .a scopo strettamente corporativista, mH, nell'interesse della oollettività umana. » (App!a11si Jll'Ol111i. .<1nt1). ,

I seduta, 24 ll1glio. Presidenza prof. E. Mo1·selli. . Dott. Leone Sestini. Stil reperto di batterì resi.steu,ti agli acidi nello sputo. - L'O. conclude che nello sputo di sani e di malati si possono riscon· trare dei germi resistenti agli acidi diversi dal vero b. della tubercolosi umana~ ché se il metodo

di Gabbet è, per uso clinico, il metodo più rapido per l'esame di un espettorato, è anche qt1ello che espone a più cause di errore perchè, fra le altre cose, non si fa uso di alcool; che un ottimo me· toclo di ricerca clinica ed anatomo-patologica del b. di Koch e per la differenzia.zione dei b. resistenti agli acidi è il metodo di Kiihne-Borrel; che infine è necessario continuare le ricerche di laboratorio per stabilire con certezza la posizione sistematica dei b. resistfinti agli acidi in rapporto al b. di Koch, poichè siamo ancora in dubbio se qt1elli siano germi ben distinti da q11esto o non pil1ttosto diversa manifestazione vitale di l:tn determinato germe modificato dall'ambiente diverso. Dott. G. Quei1·0Io. Cou,tributo allo studio clinico del morbo di Cardarelli-Riga. - Comunica due casi di subglossite descritta per la prima volta dal CAR· DARELLI (1857), affezione da lui riscontrata l'estate scorsa dietro l'esame di circ.a 300 bambini po.p panti. L' A . entrambe le volte potè, dopo paziente c11ra intenta a guarire tanto l'affezione locale, q11anto le condizioni gastro-intestinali e generali dei d11e bambini, ottenere la completa guarigio11e dei piccoli pazienti. Egli ha potuto conclt1dere che l'affezione· in di· scorso, non tanto rara come si crede, non è sempre letale; che si manifesta specialmente in estate · che ò una manifestazione locale di affezione generale, poichè guarisce solo collo ristabilirsi d ello stato generale, e che il trattamento chirt1rgico è per se solo inefficace. Dott. Licci. L e a1inrie se1zza urentia. - Rif'3ren · dosi ad alcl1ni suoi stl1di sull'argo1nento, l'O. espone la storia clinica di ' tre infermi, attossicati volontariamente con forti quantità di st1blimato, i.n cui si ebbe l'anl1ria completa per t1n periodo di tempo variabile dai 4 ai 7 giorni, senza cbe si possa pensare che la cessata secrezione urinaria fosse sostitl1ita da vomiti abbondanti, diarree e s udorazioni profuse, poichè anche questi fatti erano completamente o quasi aboliti. A malgrado di ciò gl in· fermi trascorsero quel breve periodo di tempo (4·7 giorni) e morirono senza che il menomo accenno clinico di intossicazione 11remica fosse ve· n u to in scena. L'O. discute le varie obbiezioni che a questa sindrome si possono rivolgere, non esclusa ql1ella che la mancata uremia si debba mettere in rap· porto colla presenza nell'organismo degl'infermi di grandi ql1antità di sublimato che agirebbe da an· titossico per le sostan~e che in genero prod11cono le manifestazioni uremiche. Dott. Figari. 811!/a E11ioa11titossiua. - L'O. ac· cenna ai risultati ottenuti sugli animali, ai quali venne somministrata, per via gastrica, queste sostanze per un periodo di circa due mesi. Il siero di ql1esti animali acq11istò poteri antitossici ed ag· f 1f)


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[ANNO IX,

IL POLICLINICO

gl11tinanti · ed essi resistono alla infezione procu· rata con iniezione nelle vene di bacilli della tubercolosi vivi e v irulenti. Dott. A. Palmieri. Snlla czira dello z11teziniotorace. - L'O. espone 11n metodo da lui adoper ato n ella c11ra. di uno pneumotorace. Tale metodo consiste nell'estrazione del gas pleurico con un apparecchio di aspirazione e nella successiva. immis~ione di OS · sigeno puro nella pleura; g_uest'ultima manovra per clue indicazioni clistinte : u~a meccanica., per ovv iare ai pericoli del vuoto relativo pleurico dopo l'aspirazione; e l'altra p er fare una specie di lava· ttu·a gassosa de1la pleura coll'ossigeno puro, di cui sono note le proprietà microbicida. Prof. F. Ma1·iani. L' ali11ie1itazio1te e la czira. zgie· nica dei t7ibercolosi. - L '<)., dopo aver accennato alle indicazioni ter ap eutich e, alle quali ...deve infor· marsi il medico nella prescrizion e dietetica dei tubercolosi, passa in una rapida, ma completa rivista, i principali alimenti che devono esser e con· sigliati a questi a mmalati. Ricorda altresì che non è mai abbastanza raccomandato il soggiorno al· l'aria libera, il riposo fisico e psichico e s'intrattien e in ultimo sulle norme principali che devono g uida re il tube1·coloso nel sanatorio. Dott. R • .A.Iberici. Il cervello di zin idiota. - L'O. espone analiticamente le caratteristich e clinico-psi· colog ioh e di un idiota, d.A scrivendo ancora tutti i caratteri anatomici piteroidi e primatoidi del cer· vello, e col su ssidio dell'autogenesi e della filoge· n esi, mette in rilievo il paTallelismo fra l 'arr esto di sviluppo cer ebrale e le estrinsecazioni delle plich e. Chiude con un cenno all'eziologia di natura ana tomo· patologica - aplezia del sistema arterioso cer ebrale - che sempre più ravvicina atavismo e patol?gia . Dott. C. Cabitto. L a paralisi progressiva 1tella provin,cia di Genova. - Discusse le varie teorie emesse s11ll'eziologia e patogenesi della paralisi pro· g ressiva, 1'0. riass ume le osservazioni da lui fatte sui paralitici accolti nei manicomi di Gen ova e Q u arto n el periodo di 25 anni, dalle quali risulta: 1° Che nella provincia di Genova i p a ralitici, ch e erano saliti ad una cifra altissima, vanno, da 15 anni a qu esta parte; diminuendo costantemente e progressivamente di numero, forse perchè le dif· ficolt.à della lotta per l'esistenza si son fatte minori e sono migliorate in generale le condizioni economiche · 2° Che è più frequente nei coniugati dei due sessi e n elle vedove ; 3° Che predilige l'età dai 40 ai 50 anni, e che al disotto dei 30 e oltre i 60 è più frequente nella donna che n ell'uomo ; 4° Che non è tma. malattia ch e colga maggior·

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m ente le classi ele,rate, come si vuole da alcuni, ma che h a preferenza p er le classi lavoratrici ; 5° Che i fattori della paralisi sono molteplici, e ch e l'er editarietà ha in questa la stessa importanza ch e nelle altre psicopatie. · Dott. M. Sciallen. La cefalopin,a e l' orga1totera11ia cerebrale. - La cefalopina è lln estratto, preparato dall' A., di sosta.nza cer ebrale . È 11n liqt1ido limpido, brillante, privo di albt1mine precipitabili. P èr l'estrazione v.enn e u.sato l'olio invece della so· lita glicerina, perèhè è meno tossico, più nutritivo e trasporta con sè t1na maggiore quantità di prin· éipii atti vi del cervello. L ' A . passa a dimostrare ch e n el suo prodotto sono r ealmente con ten11ti i principii attivi d el cervello colla reazione specifica dell'acido solforico, colla dimostrazione della stia azione fisiologica analoga a qt1ella della sostanza, neutralizzando n el vi,ro i più potenti veleni batterici, tetano, rabbia, ecc. Prof. V. Cantù. S i1ito11iatologict e patogenesi eletta Jteiirastenia. - L ' A ., discutendo le ,r,a rie teorie emesse per spiegare la neurastenia, si ferma special· mente a considerare l'eccessiva eccitazione nervosa e i fenomeni di evidente intossicazione che sono comuni e freque11ti nel neurastenico. Certo, egli -dice: la corteccia cer ebrale ha t1na influenza spiccata nel ricambio azotato: quindi a'rr emmo due fattori ch e si stimolerebbero a ' ri cenda, e influenzerebbero parallelamente o quasi la sintomatologia di questi infermi. L ':A.., considerata d a q11esti punti di vista la pa.· togenesi della neurastenia, ricorda come sia neces· sario inspirarsi a queste teorie n ella applicazione dei concetti terapet1tici che ci devono guidare nella. cura degli ammalati.

OSSERVAZIONI CLINICHE L' ipernutrizione nella cn1·a della tubercolosi. Dott. DEL T ORRE ADELARDO.

(Da esper ie1ize eseguite nell' Os11edale Maggiore di ll!lila1io 1tel co11iparto cliretto dal priJJtario (lott. VINCENZO CAPORALI).

I ca~i clinici che ·verrò brevemente esponendo) non porteranno certo un cont1·ibuto alla cura della tubercolosi, nè daranno maggior fama ad un prodotto di cui ormai si è molto parlato. Va1·ranno p erò a dimostrare t1na volta di più, quanto sia utile, nelle forme di bacillosi, un' ipe1·nutrizione i·azionale e di facile aissimilazione, affine di mantenere le funzioni gastroenteriche n elle migliori · condizioni


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SEZIONE PRATICA

possibili. Sta il fatto che quantunque non esista ancora un rimedio specifico contro la tubercolosi, molti tisici guariscono senza medicine, anzi, direi, quasi a dispetto delle m~dicine, cosicchè il LAENNEC soleva dire : « Prescrivere agli ammalati pochi rimedi e molta igiene. » Tuttavia non è solo il concetto della iperali· mentazione, che, unita al ri1)oso ed alla ct1ra climatica, formano la base del trattamento mo· derno della tubercolosi, che mi ha spinto a sperimentare la 8011zatose in questa malattia. Poichè, anche facendo astrazione dalla dietetica, che pure è tanto importante, in queste fo1·me, da rendere celebre il motto che « la cucina è la miglioI·e medicina dell'ammalato di petto », oggi un nt1ovissimo metodo tera· pentico si è schiuso alla scienza. La zomote• ra1)1a. Già dal 1866 il FuRSTER, avendo trattato duemila ammalati di tubercolosi polmonare con l'ingestione di carne crµda, potè asserire . che con q nesto mezzo non solo si possono gua· rire le fo1..me iniziali, ma si possono altresì ottenere notevoli miglioramenti nelle forme avanzate. Questa ct1ra fu sperimentata in se· guito dal RTCHET, dall' HÉRICOURT e da altri, con risultati tanto lusinghieri, da far pensare ad un potere specifico della carne cruda .sulle tossine tubercolari. C'e1..a però un inconveniente abbastanza grave: s'incontrava spesso una · grande diffi· coltà a sottoporre i pazienti alla zomoterapia, sia perchè la maggior parte dei tisici, anche nel primo stadio, digeriscono male, soffrono di disturbi gastrici precoci, di anoressia, di ipo· cloridria, o, per lo meno, hanno un appetito capriccioso che non si presta ad una ipe1. alimentazione prolungata. D'altra parte, anche uno stomaco sano si presta poco volentieri all'ingestione giorn:t· liera di un chilogrammo di carne cruda. Si cercò di ovviare alla enormità di lavoro, sostituendo alla carne c1·uda il succo musco· lare, ottenuto per compressiòne. Sembra in· vero che questo dia gli stessi risultati della carne cruda, ma il sapore disgustoso e ]a ri· pugnanza che provoca questo succo, lo rendono poco a tlatto nella pratica privaia.

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Recentemente il MARTIN, avendo iniziate alcune esperienze sui tisici con· la carne c1·uda disseccata e ridotta in polvere, asserisce di aver ottenuto ottimi risultati n ella tubercolosi in stadio non avanzato, non solo per l'aumento di peso e ·di -forze, ma per la scompa1'sa altre sì dei sintomi obbiettivi patognomonici. Perchè non si dovrebbe ~rriva1·e agli stessi i·isultati anche con la 8011zatose? Se vi è una diffe1~enza fra carne cruda ed albumose, essa deve essere a vantaggio di quest'ultima, poichè non è altro che carne ·privata degli elem enti non assimilabili e in parte già dige1'ita. Si comp1~enderà facilmente il vantaggio di somministrare l'albumose, in una affezione in cui g en eralmente, fin dall'inizio, ci troviamo di fronte ad una ipocloridria e ad una diminl1ita funzionalità dello stomaco. Nè si può obbiettare che la 801natose manchi dell'azione specifica che da alcuni è attribuita alla carne cruda: poichè anche quest'ultima, appena in· gerita, deve subire una prima trasform~ione in albumose. I soggetti trattati con la 801~iatose in questo Ospedale Maggiore, n el comparto diretto dal dott. CAPORALI, erano affetti . da tubercolosi ìn istadio non avanzato. Premetto che non ho mai riscont1~ato fenomeni d'intolleranza se non nei casi in cui ho tentato di somministrare l'albumose in dose molto alta, per cui ho preferito la somministrazione frazionata: non pii1 di cinque grammi per volta, quattro volte al giorno. Il risultato predominante è sempre stato i ~aumento d'appetito seguìto da migliora,m ento dello stato generale. Qualche volta ho riscon· trato anche diminuzione dei fenomeni locali. CASO I. - C... V ... , anni 52 di :J)tlilano. Gentilizio oscu1'0. Non ebbe malattie precedenti. Un mese fa ammalò di angina ed in seguito, dice, alle inalaziDni, praticate a scopo terapeutico, accusò cefalea~ inappetenza, digestione difficile, bocca asciutta ed impastata, tosse ostinata e conati di vomito, distt1rbi che accusa anche al presente. Costituzione discreta. scheletro regola.re, nulla al sistema ghiandolare e vasale. Capo regolare, lingua sporca. Torace cilindrico, espansioni ampie. All'ascoltazione notasi ipofonesi agli apici, ove si ode respiro sca1·so in ge1iere, con espiro prolungato. Alla regione interscapolare si pe1·cepisco110 111i11nti

1·antoli a ,q1·zppo. (21) .


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IL POLICLINIOO

Ctiore. Area i·icoperta in parte dal lembo polmonare. Impu1'0 il p1·imo alla punta e sul focolaio aortico è coperto cla un rumore indeterminato. Addome trattabile, indolente. Fegato e milza nei limiti. Appetito scarso. 15. T. 36.8. Ipofonesi sempre ma1·cata all'apice destro, che si espande assai poco. Accusa dolore alla spalla destra. Tosse con espettorato muco·purulento. Decotto orzo. Soniatose-, I. R. 16. Tosse insistente. Tre alvi. 17. T. 37. Capogiro, poco appetito, lingua sudicia. . 18. T. 37. 4. Cefalea, pelle calda. 19. Due alvi. 20. Sempre cefalea, tosse aum~ntata, anol'essia. .l. Ord. !Ftfuso poligala. 21. Sudori notturni. 22. Lagnasi per la tosse stizzosa. 23. Sempre tossièoloso. 24. Lagnasi di dolore all'ipocondrio sinistro. 25. T. 37. 5. Lingua sempre sporca, alito cattivo. 26-27. Solito. 28. T. 37. 4. Persiste la febbre serotina. Su· dore notturno diminuito, tosse diminuita, esc1·eato in prevalenza muco-salivare. Persiste ancora diminuzione di sonorità all'apice de· stro ;, però i fenomeni acustici sono di poco conto. 29-31. Appetito buono; del i·esto nulla di nuovo. 2 agosto. Diminuita la tosse~ 3.7. Molto meglio, appetito, lingua pulita, escreato scarso. 8-13. Non ha più tossP., tuttavia si ode ancora qualche rantolo bollare all'apice. 14-26. Bene, Non ha tosse. L'appetito è ottimo. Chiede di essere dimesso. . Caso II. - V ... A .. ., d'anni 17~ di Milano: Broncoalveolite. Nulla di notevole nel gentilizio. Da circa un mese e mezzo accusa tosse con scarso escreato, muco-purulento. Non emoftoe. Ap· petito disèreto. Alvo regolare. Costituzione scheletrica discreta, cute pallida, mucose rosee, lingua sporca, qualche ingorgo ghiandolare al collo, specie n ella fossa sovraclaveare di sinistra. Tora~3 tendente alla forma cilindrica. Alla percussione leggera ipofonesi posteriorn1ente alla sopraspinata di sinistra. Quivi fremito vocale tattile un po' diminuito. All'ascoltazione, respiro aspro in ge1ze1~e, co1z q1ialche ra11 folo qzla e là a bolle staccate, accentl1antesi sotto i colpi di tosse. Addome t1·attabile. ~ egato palpabile, milza nei limiti. 1

Ipecaqua1za, So11tafose. 31. T. 37. 8. Sempre tossicoloso, appetito scar· so, al,ro chiuso, lingua sporca. l22)

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1-5. Solite condizioni. 6-10. T. 38. Sempre tosse. Appetito aumentato. 11-20. Voce roca. Escreato diminuito. 21-26. Poca tosse. Dice sentirsi bene. 27-30. Vuole andare a casa. Sebbene migliorato persistono, quantunque in grado assai minore, i fenomeni polmonari.

I casi clinici da me studiati (1) in questo comparto e all'Istituto di maternità del compianto prof. PORRO, mi hanno indotto nella convinzione che si possa iperalimentare i tubercolosi colla albumose altrettanto bene c,pa colla ca1·ne cruda. Anzi\ finuhè in questa non sarà positivamente dimostrata l'esistenza .d el· l'antitossina metatrofica, pretesa dal RICHET, credo sia sempre da preferirsi la Somatose, che l'esperienza ha dimostrato il miglior coefficente della cura degli ammalati di petto. (1) L'A. ne ha inviato le storie di 11 casi. Ra· gioni di spazio ci obbligano a pubblicarne due sole.

LEZIO·NE La diagnosi della causa dell'ittero. Lezione clinica del prof. SIDNEY PmLLIPS al Mary's Hospital di Londra.

L'ostruzione del condotto biliare comune porta all'assorbimento di bile dai condotti biliari e quindi all'ittero. Questa forma di ittero si è chiamata ostrzittiva e, nella idea che la ostruzione che dà luogo all'ittero possa verificarsi solo nel condotto comune, tutti i casi di ittero nei quali non vi era ostruzione del dotto comune sono stati chiamati non ostr1ltt-

tivi. È stato però dimostrato che uno stato ca-

tarrale della mucosa che tappezza i piccoli condotti intraepatici può anche produrre ittero, che è altrettanto « ostruttivo » quanto quello prodotto dall'ostru~ione del condotto comune. Quindi la maggior pa.rte dei casi di ittero (se non tutti) pare che siano « ostruttivi )>, l'ostruzione essendo ora nel dotto biliare co· mune, ora nei piccoli condotti intraepatici, e se i termini « ostruttivo » e « non ostruttivo » sono ancora usati nei casi di ittero, ciò vuol dire che si ritiene riferirsi soltanto alla presenza od alla assenza di ostruzione nel con· dotto comune. Comunque siano t1sate le denominazioni, il


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FASO.

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SEZIONE PRATIOA

fatto è che la prima cosa da fare nella diagnosi dell'ittero è quella di determinare se esista o no una ostruzione d el condotto bi· liare comune. Questa ostruzione è dimostrata dai seguenti fatti: 1° assenza di bile nelle feci ; 2° ingrossamento della cistifellea; 3° tumefazione del fegato. 1. L'assenza della bile nelle feci è il fatto più notevole; le altre due condizioni sono segni di conferma. Quando le feci sono bianche in casi di ittero, il dotto comune è ostruito. Quando esse non sono bianche, non v'è ostru• z1one. 2. L' ingrossamento della ·cistifellea nasce dalla sua distensione, quando il condotto comune è ostruito. Può essere così lieve da non essere scoperto alla prima, ma n ei casi ch e si protraggono, e quando l'occlusione è com· pleta, può diventare enorme e facilmente ve· dersi attraverso le pareti addominali. 3. L'ingrossamento del fegato dipende dal mancato esito della bile. Il grado dipende dalla dur~ta dell'ostruzione e _varia nei di· versi individui. Può apparire più grande di quello che in realtà non sia per la spinta del fegato all'innanzi da parte della cistifellea distesa. L'ingrossai:µ~nto può essere così grande che può nascere il dt1bbio di una malattia primaria del fegato, ma se la superficie dell'organo è uguale e non presenta noduli, il dubbio cade. L e cause di ostruzione del dotto comune_ che danno origine ad ittero sono : 1. Condizioni morbose che inter essano il condotto o il st10 orifizio n el duodeno : a) catarro; b) ulcera duodenale ; e) cancro duodenale; d) stenosi del condotto. 2. Corpi estranei nel condotto comune: calcoli biliari, calcoli pancreatici, formazioni parassitarie. 3. Pressione sul condotto comt1ne dal· l'esterno: a) per periepatite e consecutive ade· i·enze · ' b) pe1· tumori, aneurismi o ipertrofie glandolari nella fenditura portale; c) per malattia del panc1·eas. '

Ittero pe1· ost1~zizione catarrale del co1zdotto bilia1·e co1nz1,1ze. - Il catarro dell'orificio del

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dotto bilia.re nel duodeno impedisce l't1scita della bile nell'intestino, donde l'ittero. Quando l'ittero viene rapidamente, con feci bianche, con leggero ingrossamento e sensibilità della cistifellea e del fegato ma senza dolore od ascite, è probabile che l'ittero sia dovuto a catarro, specialmente se hanno pre· ceduto sintomi di indigestione gastro-c1uodenale (nausea, flatulenze, ecc.), con o senza traccie di reumatismo, di gotta o di sifilide secondaria. La diagnosi di ittero catarrale non è basata su qualche sintoma speciale, ma pit1ttosto sulla nota frequenza sua, unita all'assenza di segni di altre condizioni capaci di produrre ittero. L 'ittero cata1~rale raramente dt1ra più di 5 o 6 settimane, ma in questo tempo la cistifellea può distendersi conside1~evolmente ed il pa· ziente può di,rentare assai profondamente itte· rico ed emaciato. Se l'ittero non comincia a cedere dopo un lasso di 5 a 6 settimane e la bile non riap· pare n elle feci, la dia.g nosi di catarro semplice deve essere abbandonata e, v'è probabilità di qualche condizione più seria, come, per esem· pio, una malattia del pancreas. Itte1~0 per zilcera duodenale. - Può nascere soltanto quando l'ulcera interessa l'apertura del condotto comune nel duodeno; è però raro. L'ittero con fe ci l'ianche e isenza ascite, che si inizia dopo che il paziente ha per qualche tempo sofferto di dolore epigastrico e di sen· sibilità della stessa r egione, con ematemesi o melena, deve ascriversi ad un'ulcera duode· . nale. Gli stessi sintomi possono esser dati da un canc1·0 del pancreas, ma allora l'ittero usualmente p1..ecede qualche emorragia ed è possibile che si senta il tumore del pancreas. Itte1·0 per cancro dz:eodenale. - Se, in ag· giunta ai sintomi su enumerati clell'ulcera duodenale, può sentirsi un tumo1--e nella i·e· gione del duodeno e se le glandole linfatiche dell'addon1e, del collo o d'altri luoghi sono ingrossate, l'ittero è probabilmente dovuto a cancro duodenale. Il cancro della testSi del pancreas è anche più difficile escluderlo in questo caso che nel precedente, ma n el cancro del panc1·eas l'it· tero usualmente precede il melena.

Itte1·0 per ste1zosi del condotto bilia1·e co1n1i1ze. - L'ittero che comincia dalla nascita con l'as· (23)


1336

-

IL POLIOLINIOO

senza di bile nelle feci si deve ascrivere a J congenita stenosi del condotto ed è presto fa· tale. La stenosi acquisita è rara e sembra nella massima parte dei casi il risultato del p1·egresso passaggio di calcoli biliari, benchè • ne siano stati descritti dei casi da G. J OHNSON, T. HoLMES, lVIoxoN e PHILLIPS stesso senza alcun segno di precedente calcolosi. L'ittero può esser e attribuito a questa causa solo q11ando siano escluse tutte le altre. Itte1~0 per calcoli od alt1·i co.r pi est1·a_nei nel condotto biliare comzt1ze. - Qua.u do l'ittero, con feci bianche, con ingrossamento. e sensibilità della cistifellea e del fegato, si verifica poche · ore dopo un parossismo di acuta colica addo· minale, con sforzi di vomito o vomito ed even· . tuale piressia, questo ittero è abitualmente clov11to ad "!In corpo estran eo nel condotto bi· liare comune ed in mancanza di segni di idatidi del fegato tale corpo estraneo è presu· mibilmente un calcolo biliare.

Ittero pe1· co1npressione del co1zdotto co;1zzzne in segz:f,ito a pe1·iepatite e 1·elative acle1·e1zze. La periepatite di rado ~i verifica come una ma· lattia isolata, ma è in associazione quasi costante con l'epatite, specialmente con l'epatite sifilitica, con tumori del fegato, con calcoli biliari nei passaggi biliari o con ulcera gastrica o duodenale. Così la vena po1~ta, come il condotto biliare possono essere compressi da b1·iglie periepatiche e si p1~od11ce l'ascite tanto spesso quanto l 'ittero. Quando l'ittero si ha senza bile n elle feci, ma con ascite, con attacchi parassi· stici di dolo1~e locale e di piressia, insieme con segni di qualcuna delle condizioni su enume· rarte, le quali si associano abitualmente alla · periepati te, noi siamo atltorizzati ad ammettere questa forma morbosa. Quando tali sinton1i si verificano, ma senza ascite, la diagnosi è più difficile, e le maggiori. difficoltà stanno nel decidere se i sintomi siano dovuti a cal· coli biliari o alla periepatite, pe1· il fatto che in entrambi i casi si hanno accessi di pi· i~essia clolore locale ed ittero con feci scolo· rate. Quanto più .grave è il dolore degli accessi e q11anto più intenso l'itte1--o, .tanto maggiore è la probabilità di calcoli; ma molto spesso perie1)atite e calcolosi coesistono e molti dei sintomi che si riscontrano nella ca.l colosi sono dovuti alla periepatite asso· ciata.

Itte1·0 pe1· co11ip1·essio1ze del co1zdotto biliare (24:)

f ANNO IX, FASC. 42]

comune da tu1no1·i nella fenditu1·a portale. Ogni tumore che prema sul 'condotto biliare comune in modo da occluderlo, preme anche sulla adiacente vena porta; quindi in tali casi si ha sempre da una parte itte1·0 e dal· l'altra ascite. Se può scoprirsi un tumore nella regione della fenditura portale e vi è ascite ed ittero insieme, con feci scolorate, non si può esitare n~ll'attribuire l'ittero alla presen~a del tumor.e. Quando gli stes8i sintomi si hanno senza che si possa scoprire alcun tumore in quel punto, ma si sentono noduli d_i carcinoma nel fegato, possiamo inferirne che l'ittero risulta dalla compressione sul con· dotto comune da parte di glandole nella fen· ditura portale, secondariamente affette ed in· grossate . Il medico non deve mai attribuire l'ittero con feci scolorate, ma senza ascite, ad un cancro del fegato. Il cancro del fegato non p1~oduce per sè stesso (Halvo casi eccezional~ssimi), l1na compressione s11l condotto comune ed ogni ostruzione di questo in caso di cancro del fegato è prodotto da compressione delle glandole; secondariamente affette nella fendi, tura portale, le quali certamente p1·oducono ascite se prodt1cono ittero. Anche se .s i possono sentire noduli di cancro nel fegato; l'it· ter·o con feci scolorate non deve attribuirsi a q11esta malattia, a meno che noµ esista anche ascite, ma deve considerarsi come il probabile resultato del cancro di un qualche altro organo, come il pancreas, al quale i no· duli epatici sarebbero secondarì. Ittero per malattia del pa1icreas. - È più co· mune di quello che si potrebbe . credere. Pe1· la posizione anatomica della glandola i tumo1·i o gli ingrossamenti della testa del panc1·eas, a differenza degli altri tumori o ingrossame1tti glandolari della fenditura portale, possono com· prime1·e ed occluder·e il condotto comune, senza comprimere la vena porta. Quindi una ma· lattia del pancreas è capace di produrre ittero con feci scolorate senza prod11rre asgite, sin· torna simile a quello prodotto da calcoli biliari, ma diverso da quello per l'assenza della colica. Q11ando l'ittero apparisce, lentamente o presto, con feci bianche, sp,nza dolore o con dÒlore, ma senza l'acuto parossismo della co· lica biliare o della periepatite e senza i segni precedentemente descritti dell'ulcera o del cancro duodenale, i·ittero è dovuto o a malattia


-

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1337

SEZIONE PRATICA

del pancreas o a catarro del dotto COJDUne. Se un tumore può sentirsi nella regione della testa del pancreas, si esclude il catarro. Il do· lore eccessivo esclude anch'esso il catarro. 8) non vi è tumore nè dolore, la diagnosi tra ca· tarro del dotto e malattia del pancreas è per un certo tempo impossibile, ma se l'ittero per· siste per più di 6 settimane la presunzione che non si tratti di catarro ma di malattia del pancreas diviene più grande.

Ittero se1iza ostrz1,zione del condotto biliare comune. - Questo fatto si verifica in parecchie condizio11i e per ragioni non bene stabilite. Che ciò sia dovuto a mancata secrezione da parte del fegato è co11traddetto dal fatto che quando il fegato non secerne bile non ne risulta un'ittero. La teoria che l'ittero sia il ri· sultato di un eccessivo assorbimento di bile da parte dell'intestino è anche stata respinta. In molti casi l'ittero appare dovuto ad assorbimento dai piccoli dotti intraepatici biliari, nei quali più o meno ristagna la bile in grazia dello stato catarrale dell'epitelio, mantenuto da q11alche intossicazione del sangt1e cir· colante. Nessuna spiegazione p1·oprio esauriente può darsi della comparsa dell'ittero in tutti i casi nei quali esso si verifica indipendentemente da ostruzione del dotto com1me. Le cause possono essere enumerate come segue: 1° veleni circolanti nel sangue, come fo· sforo, toluilendiamina, ecc. ; 2° tossine 1~esultanti da certe malattie, come la feb'b re gialla, gli esantemi, la piemia, ecc.; 3° congestione del fegato ; 4° epatite; 5° atrofia acuta del fegato ; 6° condizioni speciali del sistema nervoso. Jtte1·0 per· veleni. - Benchè non possiamo stabilire in modo soddisfacente come si pro- duca l'ittero per questa causa, pure possiamo stabilire che I 'ittero è dovuto, p. es., ad av· velenamento da fosforo, se esistono prove che questa sostanza sia stata assorbita. Ittero per febb1·e gialla, ecc. - Quando l'it· tero si verifica nel corso di una di queste malattie tossinfettive, noi possiamo, per le stesse considerazioni fatte sopra, attribuire lo ittero alle tossine delle dette infezioni.

Ittero per congestione epatica.

Quando vi è ittero con presenza di bile nelle feci ed · il fegato è grosso e dolente, con na11sea o vomiti, noi possiamo inferirne che l'ittero è dovuto a congestione · del fegato, specialmente se il malato abita in una regione tropicale. Ittero per epatite. - Quando il fegato è molto ingrossato ed uguale, liscio alla sua superficie o è molto contratto, e specialmente se vi sono traccie di alcoolismo, come conati mattutini di vomito, con o senza segni di ostruzione portale, ogni ittero che si presenti con feci colorate dalla bile può \essere attri· buito a cirrosi ed è quindi un segno di questa malattia. La forma di cirrosi -nella quale l'ittero è più comune è la forma unilobulare, con un fegato grande, omogeneo e senza ascite, ma può anche verificarsi nel fegato grande con ascite o in casi con fegato piccolo, cirrotico, con o senza ascite. Probabilmente nella mag· gior parte di questi casi l'ittero è dovuto ad uno stato catarrale dei piccoli condotti biliari. L'O. riferisce 7 casi da lui studiati, po1·tan· doli in appoggio delle ·suespresse idee sulla genesi dell'ittero. (Pke Lancet, 27 giugno 1903).

PRATICA PROFESSIONALE L'intirizzimento delle mani nella scarlattina. Il dott. .AUBERTIN (Are/i. de Méd. des Enfa1its, n. 4, 1903) richiama l'attenzione su questo segno clinico, descritto da MAYER nel 1898, e che ha os· servato nel corso della scarlattina, segno poco co· nosciuto.' e che consiste in un intirizzimento delle mani, che appare contemporaneamente all'eruzione, e s'accompagna a sensazioni di spine, di formiche o di aghi. Sovente questa sensazione è leggiera, ma qualche volta accentuatissima. Generalmente il fenomeno è localizzato alle mani e le sensazioru alla pa.lmf1,, ma in qualche caso l' A. ha osservato l'intirizzimento esteso a tutto l'arto superiore; è più raro ai piedi, limitato all'alluce o al tallone. Può apparire anche qualche poco prima- dell'eru· zione, dura un giorno o due, o solo qualche ora. L'.A. contrasse la scarlattina ed osservò su di sè stesso questo fenomeno in modo intenso, sembran· dogli di avere la mano gonfiata, come per edema, con sensazioni di puntura di aghi alla palma ed alle dita. Il MAYER non ha riscontrato il feno(25)


1338

meno in altre forme eritematiche febbrili, e con· ~lude che la constatazione di questo segno può permettere di affermare la diagnosi di scarlattina nei casi dubbi.

Per la diagnosi della scarlattina. ~IAYER

segnala nella scarlattina un intorpìdilne11to delle mani che a.p pare nello stesso tempo dell'erll· zione e che è accompagnato da senso di pl1ntura e di formicolio, limitati in generale alla faccia • palmare. Questo intorpidimento è molto più raro ai piedi e vi si manifesta specialmente a livello degli alluci e del calcagno.

I vomiti i·ipetuti nella p1·ognosi della difterite. •

La comparsa di vomiti ripetuti, con intoll eran~a gastrica assoluta, nella convalescenza della difterite è un fenomeno di prognosi gravissima, che de,re far prevedere una rapida morte per sincope o per collasso.

Un caso di infezione p11enmococcica grave. Il dott. RA"\V rifeTisce n el Practitio1ter dello scorso a.prile tln caso grave dì infezione pneumo· coccica in llna donna di 41 anni che, affetta da pulmoniie doppia, presentò successivamente una glossite acuta, una parotite purulenta, quindi un empiema doppio che bisognò opera.re i1t extre1n;s da entrambi i lati, benchè si sia raccomandato di non aprire le pleure se non una alla volta. La parotite era anch essa secondaria ad un'ar· trite purulenta dell'articolazione temporo·mascellare. Dl1e giorni dopo l'operazione lo stato dell'aroma· l ata aveva migliorato notevolmente, il polso a 80, a ±0 il r espiro, ed il sonno era ritornato natural· mente. La g t1arigione si verificò senza incidenti.

Infezione streptococcica dei pul1noni.

[A.NNo IX, FAso. 42J

IL POLIOLINICO

LA w ON riferisce in Tlte Edi1tbur,qh rtted. Journal dell:aprile 1~03 (Vol. XIII, n. 4) llll caso di infezione streptococcica pura dei plùmoni e delle pleure e n e tra.e le s~gl1en ti considerazioni : 1° che il trattamento dietetico tenue non basta in ql1esti casi a ridurre la temperatura o a miglio· rare lo stn.to generale dell'infer1no; 2° ch e non furono tro,rati bacilli tubercolari nello sputo benchè i segni fisici di una caverna all'apice del polmone sinistro fossero così pronun· eia ti da farne prevedere quasi certa la presenza; 3° che il mormorio esocardico esistente in questo caso era dovuto a compressione dell'aria contenuta nella cavità puln1onare dalla sistole car· diaca e non ad un fattore pt1ramente cardiaco·

4° che l'A. potè ispezionare la cavità dell'apice p11lmonare sinistro attraverso una ferita fatta in alto per mezzo di uno specchio laringoscopico o di un·a piccola lampadina elettrica. ,

APPUNTI'! DI Tl'El)_APIA Cu1·a della tabe dorsale. I. -

TRATTAMENTO IGIENICO.

Riposo nei periodi di crisi con dolori folgoranti ravvicinati, dt1rante le crisi viscerali, ecc. Evitare hitte le caase di stancliezza fisica e cere· brale: le camminate eccessive, gli esercizi violenti. le veglie, gli eccessi venerei, le emozioni nel gi uoco, ecc. Sorvegliare t'alime1tta.~io1ie: eliminare gli alimenti ricchi di tossine, sopprimere le Levande alcooliche, usare del tabacco con moderazione. II. -

TRATTAMENTO GEl\ìERALE.

Eccettuati i casi m~lto antichi, con incoordina· zione motrice confermata, atrofie muscolari, am,au· rosi, ecc., che indicano lesioni irrimediabili, istit11ire il tratta1ne1ito 1nerc1:iriale a dosi intensive, ricorrendo esclusivamente alle iniezioni e di preferenza alle iniezioni di sali solubili. Adoperare esclusivamente il benzoato di mer· curio ed il biiodnro, meno tossici in gen erale del sublil)lato e del cianuro: Benzoato di mercurio • . . Clororo di sodio chimic. puro Acqua sterilizzata. . . . .

• • •

gm . 1 centgm. IO gm . 100

--

Un centimetro Cllbo contien e 1 centigrammo ùi benzoato. Iniettare ogni gioPno da 2 a 5 centigrammi, au1nen· tando progressivamenta le dosi secondo la tolleranza ; la dose di 2 centigrammi è, in og·ni caso. una dose minima. Il biioduro deve essere adoperato esclusivamente in soluzione acquosa (resa possibile con l'aggiunta di parte uguale di ioduro di sodio), le soluzioni oleose non prestandosi all'iniezione di grosse dosi di biioduro: Biioduro di mercurio. Ioduro di sodio puro. Acqua distillata. . .

. centgm. 20

»

20

10 Inie ttare da 2 a 5 centigrammi progressiva1nente. Le iniezioni di biioduro sono tollerate meglio tli quelle di benzoato, abbastanza spesso dolorose: bi· sogna dunque preferibilmente rivolgersi ad esse. Fare ltna serie di 25-30 iniezioni, poi ripigliat·e dopo un periodo di riposof di dt1rata variabile. Non abbandonare la cura specifica se non nel caso cl1e non si sia ottenuto alcun miglioramento dopo una cura intensiva prolt1ngata p er un tempo suffi· ciente. •

eme.


ANNO

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IX,

FASO.

42)

1339

SEZIONE PRATICA

Lo ioduro di potassio non esercita alouna azione apprezzabile sulla tabe . .Le al tre modificazioni non hanno se non un' in· fluenza accessoria: si rialzeranno le forze con l'uso intermittente della lecitina, dei glicero·f'osfati, d ella clii1ia, del cacodilato di soda, delle ;uiezioni di siero a piccole dosi.

III. - TRATTAMENTO SINTOMATICO. DOLORI FOLGORANTI. - Se i dolori sono intoll e· rabili, i1iiezio1ti di niorfina. Quando siano sopporta· bili, medicarli con l'aiuto dell'antipirina (Ì-3 gm.) per bocca o per clistere; dell'acetan;lide (centi· grammi 20-50 a dosi frazionate) in cartine; del· l'oppio. Adoperare i bagn,i cald; prolr:ingati, le polver;zzazio1ii di cloruro cli 1tietile, di etere; le sedute di incul'vamento forzato della colonna vertebrale (metodo Blondel). CRISI VISCERALI. - Contro le crisi gastriche, i1iie2io11,i di 1J1orfina; mantenere i malati a dieta idrica; sostenerne le forze con clisteri. Le iniezioni di mor· fina costituiscono l'unica risorsa contro le al tre crisi viscerali. INCOORDINAZIONE ?tIOTRICE. - Sospe1isio1te (sedute da mezzo minuto a. tre minuti), riedacazion,e dei 11ioD;11ie11ti. ATROFIA lVIUSCOLARE. - Massaggio dolce; correnti contin,nr· (10-20 milliampères). · DISTURBI GENITO- URINARII. - Segale cor1iuta (cen· tigrammi 20) per qualche giorno. Se11iic1.i_pi freddi ; bromuro di potassio (2-3 grammi) in caso di eccitazione genitale. C1u·a della lon1bag gin e.

· Se il dolore alle reni è segltito ad un falso mo· vimento o ad t1no sforzo e si è mostrato brusca· mente in seguito ad una contrazione muscolare intempestiva, pt1ò bastare una semplice ellettrizza· zioi:te faradica (10 minuti di durata). La guarigione è spesso rapida. In tale caso l'elettrizzazione galvanica assicura meglio il risultato: qualche punta di fuoco in alto sulla colonna vertebrale ed alla regione lombare e sopra le punte di fuoco la cor· rente galvanica, della durata di qualche minuto (8-12 milliampères); se il dolore è troppo °"rivo, si diminuisca il numero degli elementi. Nella lombaggine legata al reumatismo musco· lare o piuttosto delle articolazioni vertebrali (A. RoBIN) questa, cura elettrica a correnti continue e punte di fuoco p11ò rendere del pari i più segnalati servigi. RoBIN e LONDE preconizzano nella forma acuta e nella cronica l'infuso di foglie di jaborandi : Foglie di ,jallorandi. . . . gm. ± Fa macerare 10 ore nell'alcool; fa q11indi in· fuso in Acqua bollente. . . . . gm. 150

L'indomani il malato prenderà una delle ca rti11e seguenti, la mattina, a mezzodì e la sera: Solfato di chinina . Fenacetma . . . . P er una carta.

I

t ana cen gm. 30

Un buon mezzo consiste nell'11so di iniAzioni lo· cali di salicilato di soda. Queste iniezioni si prati· cano q11otidianamente a livello della r egione do· lente : un leggiero dolore segue alla l)t111t11ra., ma la r eazione dolorosa non dura: Salicilato di soda • . • . gm. 5 Acqua distillata . . . · . . » 20 Per iniezioni ipodermiche di 1 eme. S e il malato rifiuta le iniezioni o qualche altra ra· gione impedisce di praticarle, si ricorrerà alle fri· zioni revulsive o calmanti. Spesso riesce l'essenza di tren1entina: Essenza di trementina • gm . 10 A.cido salicilico • • • • • » 5 Vaselina. • • • • • ana gm. 25 Lanolina • • • • Per frizioni mattina e sera.

l

Oppure: Ulmarene (prodotto salici· lato estratto dalla regina d ei prati) • • • • • • . gm. 10 [) Essenza di trementina • • » » 20 Lanolina • . • • • • » Vaselina. 30 • • • • . • • Uso esterno. Ovvero, frizioni col balsamo Opodeldoch, il quale contiene ammoniaca e sapon&. Si può a.ggi11ngere al balsamo Opodeldoch d el cloroformio : Cloroformio . . . • • . • gm. o 50 Bals~mo Opodeldoch . . . » I

-

-

Spesso si prescrivono anche linimenti ammonia· cali composti: A rnmoniaca . . . • . . . gn1. 10 Cloroformio . . . . • • . )) 20 » 80 Balsamo del Fiora';ranti. Uso esterno. Si possono ricoprire i lombi con della flanella a 4: doppi imbevuta di un linimento calmanto, e poi . con del baudrouche, .r innovando la medicatt1ra 2-3 volte al giorno. JO Balsamo tranquillo. . gm. Salicilato di metile Ì od ulmaren e. { ana grn. 10 Cloroformio . . . . , •

::::::: did~ius:::: ì ~

»

1.30

donna. Si può anche usare il massaggio od un inezzo popolare abbastanza efficace, che r ealizza una specie 127)


1340

IL POLIOLIN .lOO

di bagno a vapore locale : applicare cioè sulle reni

una flanella a due doppi imbevuta d' aceto caldo; disopra altri due doppi di flanella asciutta. Stirare il tutto mattina e sera per 10-20 minuti con t1n ferro da stiro caldo. (Jortr1tal des praticie1is, 23 maggio 1903).

Nella tosse convulsa. G. l\t1ACR1DÈS ha usato con successo la seguente formula: Bromoformio . . . . . . . . gocce XV Gomma arabica polverizzata . ~ Benzoato di soda . . . . . ~ ana,. q. b. Sciroppo di bella donna. . . . . . gm. 25 Acqua distillata . . . . . . . . » 100 M. Un cucchiaio medio, tre o quattro volte al giorno, per t1n bambino di 6 anni.

V.AR.:IA •

I cinesi precursori" di Finsen. - Dopo le osser· vazioni di FINSEN, che datano dal 1893, confer· mate nel 1894: dalle ricerche di 0ETTINGER, i me· dici moderni conoscono il trattamento fototerapico delle eruzioni vaiolose. Mettendo il malato in una camera ove non penetrino che raggi rossi, ve· dranno svolgersi più rapidamente l'er11zione, sce· mare la s11ppurazione, sparire quasi del tutto le cicatrici. ' . E strano che i Cinesi e gli .Annamiti usino da tempo immemorabile questo trattamento. I Cinesi, che conoscono e studiano il vaiuolo almeno fin dall' XI secolo prima dell'èra cristiana e praticano l'innesto del ' raiuolo da mille anni fa, hanno avuto l'occasione di far numerose osserva· zioni sullo svolgimento di quest'affezione. Nessuna meraviglia se li vediamo, su questo punto, e ma· gari su tanti altri, assai più progrediti e prati care da tempo remo~o la fototerapia. I libri di medicina cinesi, specie il Pclt' ou, teli' i1t, si1i, fa, o Prattato del vaiuolo, consigliano di porre in una stanza poco ill11minata il soggetto su cui si è praticata la vaiolazione. Di più, in caso di ' taiuolo conclamato, da quando l'eruzione comincia a manifestarsi, raccomandano di colorire in rosso le pustole, per mezzo di un prodotto che i farma· cisti cinesi vendono sotto il nome di yen tchi. Sono tamponi di cotone impregnati d'una materia colo· rante rossa, la cartamina, estratta dal « Carthamus tinctorius » (in cinese: Jiou1ig lioa). L'operatore mette per alcuni istanti, nell'acqua bollente un leau.g (= circa 40 gn1.) di Tltalictrnni rllbelln111, una specie di ranuncolacea (in cinese: Pclie1ig 11ia; in annamitico: cn tcliang 11ia), indi leva questo medicam"0nto e lo butta via ; poi immerge nell'acqua cosi preparata llll gran tampone im(28)

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(ANNO

IX,

FASC.

42]

pregnato di cartamina (== y e1t tcltz), lo spreme leg· germente, e se ne serve, infine. per tingere in rosso i punti ove appaiono le pustole. Questa pratica sembra molto diffusa: è caldeggiata anche ne' piccoli manuali di medicina popolare, i quali contengono diverse prescrizioni mediche dettate in versi. Il REGNAULT (Presse 1nédicale, 29 luglio 1903), autore di un libro assai curioso e accuratamente compilato (JULES REGNAUL'r, Médecine et pharmacie cliez les Cliirtois et cliez les An1ia1nites. Paris, 1902; editor~ Challemel) ha comunicato all' Acadé1nie de 11iédeci1ie le suddette notizie, ed 11a aggiunto: Questo processo di fototerapia mediante colorazione diretta delle eruzioni vaiolose è il più comodo che si possa immaginare in un paese come la Cina, ove le abi· tazioni sono, in genere, sprovviste di vetri, e dove i muri in bambù, in legno o in fango battuto, lasciano penetrare pèr nt1merosi interstizi e per molto fessure la luce bianca. Gli europei potrebbero - crediamo - togliere a prestito dai « figli del cielo » questo procedimento terap~utico ed applica.rlo nei casi ov'è difficilissimo, se non impossibile, formare la « Camera rossa >> preconi?:zata da Finsen. (gg).

AMMINISTRAZIONE SANITARIA.

Lavoro delle donne e dei fanciulli nelle risaie. (Continuazione ; v. fascicolo ultimo).

Abbia.mo già riportato nel nt1mero precedente la elaborata .e dotta relazione della Commissione incaricata di riferire al Consiglio superiore di sanità sui q·uesiti proposti dal Ministero dell'agricoltura, industria e commercio i elativamente al lavoro delle donne e dei fanciulli nelle risaie. A complemento delle precedenti informazioni riteniamo far cosa grata ai lettori riportando le risposte date dall'Alto Consesso sui quesiti mossi. Al primo quesito ossia: « Se i fanciulli d'ambo i sessi (fino all'età da stabilirsi dal Consiglio) debbano essere esclusi da qualsiasi lavoTo nelle risaie )) , il Consiglio superiore di sanità ritiene che « la completa esclusione dei fanciulli da qualsiasi lavoro nelle risaie no11 è giustificata, perchè se vi sono operazioni inere11ti a tale coltivazione che inducono non dubbio pericolo per la salute dei giovani ]a,roratori, altre ne esistono ove non si ri· scontra verun pericolo speciale. » Al secondo quesito : « Nel caso di risoluzione negativa del precedente quesito, quali di tali lavori e con quali cautele e limitazioni, posson esser consentiti a~ detti fanciulli '> ' il Consiglio risponde che mentre non si propone veruna restrizione all'adat· tamento del terreno ed alla ·semina del riso, si 1


[A N"NO IX, F ASC. 42 J

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SEZIONE PRATICA

stabiliscano per l'operazione della mondatura al cune restrizioni e cioè : 1° La escll1sione dei fanciulli d 'ambo i sessi che non abbiano compiuto i 13 anni; 2° Che la giornata di lavoro sia limitata, a non più di 8 ore effettive, divise da ltn'ora di inter· vallo di riposo ; 3° Che la giornata di lavoro non cominci se non lm'ora. dopo il levare del sole e termini almeno un'ora prima del tramonto ; 4° Che ad ogni settimana si conceda una gior· nata intera di riposo. Queste le disposizioni che debbono essere comuni ai fanciulli di ambo i sessi tanto se nativi o stabilmente dimoranti nei luoghi di risaia. Per co· loro venuti colle squadre di lavoratori di altre re· gioni propone speciali provvedimenti: 5° Ricoveri e dormitori con separazione dei sessi e protetti non solo contro le intemperie, ma anche contro le zanzare ; 6° Promuove l'e ed estendere l'istituzione di cucine economiche od anche semplicemente di lo· cande cooperative nelle quali uno o più degli operai scelti fra quelli particolarmente abili nell'appre· stare i cibi, abbiano per turno questo incarico; 7° Vigilanza dell'ufficiale sanitario ed ispezioni del medico provinciale con lo scopo di accertare specialmente le condizioni dei dormitorii, la qualità dei cibi e dell'acqua da bere, l'orario d el lavoro e di rilevare le condizioni di · salute di questi operai; 8° La giornata di riposo per ogni settimana agli operai venuti dal di fuori, de·ve tuttavia essere rimunerata aJmeno per ciò che si riferisce agli alimenti; 9° Ohe ogni fanciullo, ogni donna ed in genere ogni operaio che entra a far parte di dette sq11adre, abbia dovuto per ciò ottenere dall'ufficiale sanitario del Comune cui appartiene il certificato di sanità e di attitudine fisica ai detti lavori. Tale certificato verrà rilasciato gratuitamente a termini della legge sltl lavoro delle donne e dei fanciulli ; 10° Che · durante il tempo d ella mondat11ra venga assicurata l'assistenza medica e farmaceutica gratuita; 11° Che per la mietitura si diano le stesse disposizioni, tranne quelle dei due articoli 1 e 2. In ordine, infine, al 3° quesito: « Quali limita· zioni e quali cautele dovrebbBro essere stabilite per le donne impiegate nei lavori delle risaie », il Consiglio superiore di sanità risponde: Che le di· sposizioni restrittive indicate per i ragazzi di ambo i sessi debbano, senza eccezione, applicarsi alle donne, più le seguenti: « Non sono ammesse alla mondatura del riso nè alla mietitura le donne in istato di gravidanza avanzata o che comunque per effetto di questa funzione manifestino segni di evidente indebolì· mento fisico.

Le operaie puerpere non potranno essere ammesse al lavoro della mondatura e della mietitura se non dopo almeno tre settimane dal parto e quando risulti da certificato dell'ufficiale sanitario del comune di loro abituale dimora, che le condi· zioni di saJute lora permettano di compiere, senza pregiudizio, questi lavori. « Ove siano ammesse alla mond'1ti1ra vd alla mietitura del riso operaie che all~ttino, verranno loro concessi opportuni riposi a senso del 2° capoverso dell'articolo 17 del vigente regolam~nto per la esecuzione della legge s ul lavoro delle donne e dei fanciulli. » Da ultimo il Consiglio superioÌ·e di sanità fa voti per chè la coltivazione del riso, segnatan1ente per l'operazione della mondat11ra, sia inscritta nella tabella B d ell'articolo 7 del regolamento per la l'applicazione della legge 7 luglio 1902. «

CENNI BIBLIO.G RAFICI Dott. E. MARX. -

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Diagnostica sperimentale, sie· roterapia , profilassi delle 1nalattie infettive. Traduz. del dott. E. BERTARELLI. -Torino, Unione

tip. editrice. È un libro di piccola mole, 270 pagine, in 8° pie· colo, e molto adatto per gli studbnti e i medici pra· tici. Oomprende infatti quanto di nuovo la batteriologia mette a servizio del medico, sia per la dia· gnosi, sia per la cura e la profilassi. La trattazione non si ferma alla parte tecnica d ella batteriolo~ia, ma a quanto ha diretta appli· cazione al letto del m alato. Il dott. BEltTARELLI ha fatto una traduzione esatta e molto corFetta e delle aggiunte, specie per quanto riguarda i lavori italiani, non sempre tenuti dall'autore nel pregio meritato. V. C. TEI BERNARDINO. A.vvertenze per la conservazione dei medicanienti, seguite da un'appendice com· pilata dalla Redazione del Bollettino Chimico Far· maceutico. - Milano 1903. È una ra-coolta di cognizioni u tili, tratte dalle lezioni d el prof. SEBASTIANO PURGOTTI. Vi troviamo esposte tutte le regole, sia per la raccolta delle sostanze medicamentose animali e specialmente vegetali, sia p er quanto è relativo al loro trattamento dopo raccolte ed infine per quanto riguarda la custodia dopo racco!te e modifica te. Questa monografia viene data in dono agli abbonati del Bollettino Chimico Farmaceutico. R. B .

Pubblicazioni pervenute al << Policlinico >>. PENZO dott. R. Contributo allo strtdio dell'in· fluenza delle lesioni nervose sulla guarigione delle fratture. - Padova, pubblicato nella Gazzetta degli ospedali, 1903. t29t


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IL POLICLINIOO

CALCAGNI dott. P . e POLIGNONE dott. :NI. 11 no· stro lavoro o~tetrico-ginecologico negli anni 19011902. - Napoli, estr. dalla Rassegna d'ostetricia e ginecologia, 1903. V A:N'NINI dott. G. Siringomielia spino-bulbare con accessi eritromelalgici. - Milano, Estr. dal Cor· riere sanitario. LA TORRE prof. F. Curriculum vitae. I. Vita scientifica. II. Titoli e lavori. III. Risultati ottenuti. Roma, · Soc. ed. Dante Alighieri, 1903. ·CAPPELLETTI dott. L. e D'ORlVIECA dott. A. Ulteriori rièerche sulla dieta ipoclorurata nella cura bromica della epilessia. - Foligno. tip. Campi· telli, 1903. FRA ~CESCHINI dott. G. Un nuovo tr11mento per le iniezioni endouretrali nella blenorragia. - ~fi­ lano, estr. dalla Gazz. degli ospedali, 1903.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE t2U57) Sig. dott. C. B. da P. A. - Effettivamente perchè gli anni di servizio sieno ritenuti utili oc· corre pr0durre le relative deliberazioni di nomina. Provi ad esibire un certificato d el sindaco o una deliberazi,l11e consiliare con cui si riconosca tutto il se rvi~io precedente mente prestato adducendo le ragioni per c11i non si estesero speciali deliberazioni di no1uina. - Protrebbero questi titoli esser presi in cousideeazione. - In q11anto alle visite necro· scopiche, esse debbono ~ssere eseguite nella dimora d el d efunto e non già al cimitero, perchè l'arti· colo 6 del regolamento di polizia mortuaria tassa· tivame n te . dispone che il trasporto ~ cimitero non si pt1ò fare prima della dichiarazion"e del m edico incaricato di ·constatarJ il decesso, che la morte è accerta,ta e non presumibilmente .do\r11ta a, causa d elittuosa. (2659) Sig. dott. A . P. da R . - Il Com11ne B dovrà rivolgersi al Prefetto denunziando il fatto che il sanitario ha accettata la condotta residenziale nel comune A e che quindi non può più colà eser· citare le funzioni di ufficiale sanitario. - Il Pre· fetto r evocherà la non1jna, ed allora il comu1te B farà nuo,ra proposta consiliare indicando altra per· sona idonea - Se non esistono altri medici eser· centi, la nomina competerà a col11i che, in sostit11· zione, è s tato nominato medico condotto. (2660) Sig. dott. V. G. da R .. - La ricchezza mo· bile si deve pagare anche sullo _stipendio, cl1e si riceve come interino, perchè essa colpisce qualsiasi cespito d entrata da qualsiasi causa proveniente. Il Comune non s~rebbe mai obbligato a pagare la ricch ezza mobile in luogo dell'impiegato, tranne che vi fosse espressamente autorizzato dall'autorità tutoria. Certamente non a vendo pagato tale tassa per i mesi scorsi deve pagarla ora mensilmente ~on leg· gero aumento delle quote in corso.

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l ANNO

IX, F ASC. 42J

(2661) Sig. dott. Z. C. da P. - A noi sembra che Ella abbia ragione perchè negli anni 1900-901-902, trovandosi a prestar servizio presso Opere pie non era obbligato alla iscrizione alla cassa. E se non vi era obbligatorietà, non si può pretendere ora il pagamento dei contributi. Ad ogni modo per sentir decidere autorevolmente sulla,sorta vertenza faccia subito ricorso al sig. Prefetto della Provincia, ii q11ale ai termini dell'articolo 40 del regolamento 9 marzo 1899, n. 121, udito il Consiglio di prefettura, deciderà definitivamente se Ella debba o meno pagare il contributo per gli anni suddetti. Doctor J USTlTIA.

NOTIZIE DIVERSE PARIGI. - Il pri1110 Co1tgres ..o 1t.J,zionate francese co1tfro l'alcoolis1no si terrà dal 26 al 29 ottobre 1903 nel grande anfiteatro d ella Facoltà di Medicina. A ql1esto Congresso sono invitate tutte le Società antialcooliche e tutte le persone e le collettività convinte delle stragi dell'alcoolismo e della neces· sità di porvi un rimedio. BRUXELLES. - Continuando i SllOi lavori, il tredicesimo Co1igresso dei niedici atie1iisti e rieurologi della :Wrancia e dei paesi di lingua francese, nella seconda sua adunanza esaminò il terzo quesito : Cu,l'(t detl' rtgitazio1ie e dell' i11so1tnia 1telle 111atattie nervose e 11ie11,fali. Il dottor Trenel, (li Saint·Yon, riferì sulla utilita e gl'inconvenienti di certi medicamenti in q11est~ affezioni. Egli presentò al Congresso interessanti prospetti sulle « graduazioni » del sonno nelle persone affette da malattie nervose e mentali. I dottori .Deschamps di Rennes e L ' Hoest di Liegi, comunicarono i risultati delle loro ricerche s1ùlo stesso argomento. Terminata la seduta, i congressisti si recarono all'Istituto Solvay, al parco Leopoldo, ad assistere ad una serie di proiezioni luminose scientifiche sul « taglio » di midolli dorsali~ ecc., e, dopo che il prof. Van Gehuchten ebbe comunicato loro i ris1tltati delle sue ricerche sulla poliomielite acuta dell'ad11lto, e sulla terminazione centrale dei nervi motori periferici stabilito col metodo dell~ degene· rescenza walleriana indiretta, madamigella Stefa· nowska proiettò delle interessanti fotografie sul modo di contatto dei neuroni. PARIGI. - Il Jour1ial annunzia che il signor J onnart, governatore g enerale dell'Algeria, in questi giorni conferì a lungo con il prof. Roux, dell'Istituto Pasteur, per stabilire con lui le basi dell'impianto di un servizio sanitario che valga a combattere, in Algeria~ le funeste conseguenze del paludismo (la malaria), che tutti gli anni vi miete un gran numero di vittime. - Annunziando la morte del professore N ocard, membro dell'Accademia di medicina di Parigi, avvenuta a Saint-1\'laurice, il P e'tit Parisie11 ricorda che ciò che contribuì maggiormente a far conoscere l'estinto dal gran pubblico, fu la sua confutazione della teoria del prof. R. Koch, di Berlino, riguardo alla propagazione della tubercolosi all'uomo me· diante il latte e la carne degli animali tuberco· loti ci.


LANNO IX, F AS(). 42]

SEZIONE PRATICA

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Fn al Congl'esso l)ritannico della tubercolosi, teNell'Università cli Siena, dal 1° febbraio 1903 il ntttosi a Lo11dra dal ~2 al 26 maggio 1901, che il professore Salvatore Ottolenghi cessò dall'incarico prof. N ocard, dopo di avere ricordato che, al Cond€lla medicina legale per gli studenti di g iurisprugresso della tubercolosi di Berlino egli aveva af. denza, e a decorrere dal successivo 1° marzo, il fermato che la tubercolosi dei bovini, sebbene in· sig. Carlo Raimond.i, professore ordinario, fll influisse poco sui prog ressi della tt1bercolosi umana, caricato, per l'anno scolastico 1902-1903, dell'inseera però i11negabile, .e che sarebbe stato un grave gnamento predetto nella rrtedesima Università. errore il non preoccuparsene; e, citando le espe· rienze fatte jn proposito dai suoi maestri e prede· * * docenza i signori: cessori, e specialmente dal }>rof. Cheveau, il dottor Vennero abilitati alla *libera N ocard concluse con il dire che « esistevano fatti Dott. Filippo Silvestri, per titoli, in anatomia com« indiscutibili i quali provano che è possibile inparata, presso la R. Università di Roma. « fettare degli animali bovini inoculando loro dei Dott. Rodolfo Panichi, per titoli, in dermosifilo· « prodotti tubercolosi presi dall'11omo » . patia e clinica chirurgica e medicina operatoria, Queste llichiarazioni formali furono il p11nto di presso la R. U ni,rersità di Siena. partenza cli vivaci discussioni fra scienziati partiDott. Giovanni Battista ~occasso, per esame. in giani delle due diverse teorie; ma il prof. N ocard, clinica chirurgica e medicina operatoria, presso la che aveva la convinzione di avere indicata la ' rera R. Università di Torino. · via ila seg11irsi nel la ~ lotta contro q11ella terribile Dott. Aldo Fabris, per titoli, in anatomia patoinala,ttia che è la tubercolosi, finchè visse continuò logica, presso la R. Università di Torino. a fa.re gli st11di atti a dimostrare come sia vera la Dott. Antonino Noto, per titoli, in ostetricia e sua teoria. ginecologia, n ella R. Università di Palermo. Il dott. L eopoldo Rizzo, per titoli, in patologia G.mNO'TA . - Il Secolo JYIX riferisce 11n incidente speciale dimostrativa, nella R. Università di Napoli. che si è ' ' orificato al Congresso i11ter11azionale di chin1ica di Berlino. Terminati i lavori del Con· gresso, i clelegati francesi proposero Roma come *** Giuseppe Vit1tllo, capitano medico all'Ospedale sede clel })rossimo Con~resso : i delegati austriaci, al contra.rie,, sostennero la proposta ch e designava militare di Venezia, fu trasferito al 61° fanteria. Giuseppe Vasilico, capitano medico del 61° fan Louclra e aggi11nsero che, del resto, a Roma « non teria, fu trasferito all'Ospedale militare di \T enezia. ~;i avrebbe da ammirare che il bel cielo e i begli Nicolò Cannas, capitano medico al 10° fanteria., occhi dello donne » . • fu trasferito all'Ospedale militare di Milano. Q110Rte parole che il giornale, a ragione, qualifica Giorgio Scalese, tenente medico al reggimento t•ome inco1L''enionti, furono coperte dalle proteste e lancieri Vittorio Emanu0lo II, fu trasferito all'Ospe<lisappt·o,razioni della. maggioranza dell' assemblea. dale militaro di Napoli. Uno <lei delegati italiani, il se natore Paternò, prese Giovanni Frigieri, tenente medico nel 1° reggiimmediatan1ente la parola e indirizzandosi in termento di artiglieria (la costa, fu trasferito all'Osp e· mini ètssai vivaci agli austriaci, così disse: « Poco dale militare di Bologna. C'i importa C'he ve11ga scelta Roma o Londra: ma io faccio osservare che l'Italia in fatto ili progresso scientifieo non è inferiore agli altri paesi, e che a ** I seguenti allievi della Scuola di applicazione di Ro1na, oltre il bel cielo e i begli occhi delle donne, sanità militare, sono stati nominati sotto -tenenti me· vi sono molte cose da a1nmil'are e da imparare » . dici di complemento, e destinati a prestare servizior Q11este parole, aggiunge il Secolo XIX, furono a cominciare dal 22 agosto corrente, nei reggimenti accolte dagli applausi rlell'assemblea: i delegati a cui furono rispettivamente destinati: a11stria.ci si accontentarono di tacere, e come con· Domenico Surai - Vincenzo Ciacci a - Duilio clusio1Le Roma venne scelta a sede del prossimo Balestra - Lodovico Oastelnovi - Giuseppe CoUongresso. I delegati di Francia e di Germania stantini - Vito Nicola Serio - Armando Lenzi '\"Otarpno per Roma. - Filippo Neri Scoto - Loreto Mazzetti - Vin· BERLINO. - Da una statistica pubblicata dal· cenzo Tota - Antonino Incoglia - Silvio Filìp· l'Ufficio sanitario, risulta che la Russia in Europa pone - Carmine Di Lallo - Raniero Papale · paga il più largo tributo alla tubercolosi, con 4000 Giovanni Borsarelli - Domenico Paolini - Antomorti per 1nilione d'abitanti· seguono la Francia e nino ~aganà - Pietro Po1·ru - Federigo Serafini l'Austria-Ungheria con 8000, poi la Germania, l'Ir· - Bartolomeo Picone - Angelo A.lberti Gino landa, la Svizzera, la Svezia con 2000, infine l'InDelogu - Carmelo Iannizzotto - Vincenzo Tam· ghilterra, il Belgio, la Scozia, l'Ol anda, l'Italia e la bt1rrino - Italo Simon - Antonio Conte - Giu· Norvegia con 1000 per milione di abitanti. seppe Vitiello - Antonio Grollo - Pietro Masenti - Ernesto Paparcone - Carlo Bartoletti - Donato Mastrogiovanni - Ramberto Malatesta.

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Nomine, promozioni, onor11lcenze.

Nell'Università di Genova, il cav. Pietro Canalis, professore ordinario di igiene, è stato nominato preside della Facoltà di medicina e chirtu·gia per il triennio scolastico 1903-1904, 190!-1905, 1905-1906, al 1° novembr e 1903. Nell'Università di Roma: il dott. Gaetano Gaglio, professore ordinH,rio di materia medica e farmaco· logia sperimenta.le n ell'Università di Messina e di· rettore del relativo gabinetto, è stato trasferito, col s110 consenso, alla stessa cattedra nella Università ii Roma.

Conoorsl e condotte. GENOVA (.R. U1tiversità). - Concorso a professo.r e straordinario alla cattedra di medicina operatoria. Domande, titoli, documenti, ecc. al ~Iinistero della pubblica istruzione. Scade 30 agosto. ROMA (Min,istero dell' inter1io). - C?ncor~o per esame e per titoli a dieci po~ti di medie? di ~orto di 3a classe, con lo stipendio annuo di L. _500. Scade 30 settembre.


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IL POLICLINIOO

TORINO. - Assistente volontario nell'Istituto Otorino-laringologico (Corso Regina Margherita, 8), scadenza 81 agosto. · MONTEGRANARO (Ascoli Picen,o). - Concorso ad una condotta chirurgo-medica egual primaria. Sarà preferito fra i concorrenti ~uello che dai clocumenti risulterà avere maggiore attitudine per la parte chirurgica. Sono es<Jlusi dal concorso tt1tti i sanitari interini che hanno prestato servizio in questo comune da un triennio ad oggi. Stipendio annuo con ritenuta per tassa di ric· chezza mobile lire 2800, delle quali lire 2400 per la cura dei po,reri e lire 400 per il restante della popolazione. Popolazione del comune 5206 abitanti; dei quali, 4000 poveri. Scadenza : 19 agosto 1903. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segre· teria comunale. MoRIAGO (Treviso). J\ifedico-chirurgo·ostetrico. L. 2300 per la cura dei poveri, L. 100 pei non po· veri e L. 100 quale uffic. sanitario. Scade 31 agosto. FIRENZE. Società fioren,fina d'igie1te. - La « Società fiorentina d'igiene » apre un concorso con un premio di lire 2,000, offerte dal presidente pro· fessor comm. P. Grocco per onorare la memoria del compianto consocio e collega prof. Francesco Colzi, per un libro di lettura destinato agli allievi . àelle classi elementari, in cui siano ~volte nella ma· niera meglio adatta alla loro età le più essenziali nozioni d'igiene. Il concorso è nazionale. I concorrenti dovranno inviare i loro manoscritti senza farsi conoscere; perciò dovranno contrasse· gnarli con un motto ripetuto sopra una scheda si· gillata, che conterrà il loro nome, cognome e do· micilio. Il concorrente che non rispettasse il segreto imposto, s'intenderà decadt1to dai diritti del concorso. Il c<;>ncorso sarà giudicato da una Commissione di 5 membri, che sarà nominata dal Consiglio di· rettivo della Società, e che, esaminati i lavori pre· Aentati, dovrà in una relazione scritta proporre l'assegnazione del premio. Il Consiglio direttivo, udita la relazione d~lla Commissione, delibererà il conferimento del premio. Nel caso che il concorso andasse deserto o che nessuno dei concorrenti fosse ritenuto meritevole del premio, verrà aperto un nuovo concorso. In assemblea generale della Società il presidente procederà all'aperttrra della scheda portante il motto corrispondente al manoscritto prescelto e proclamerà il nome del vincitore. Tutte le altre schede saranno bruciate senza essere aperte. Il libro premiato doTrà essere pubblicato a cura e spese dell'autore entro 4 mesi dalla designazione clel premio: trascorso inutilmente questo termine, ln. proprietà del lavoro passerà alla Società fio · rentina d'igiene. Il termine l1tile per la presentazione dei lavori scade col 31 maggio 1904. I manoscritti dovranno essere spediti in piego raccomandato al segretario degli atti della Soeietà, dott. Gt1stavo Padoa. Il preside1ite PIETRO GROCCO. Il segretario GUSTAVO P ADOA. Roma, 1go3 -

Tip Nuionale di G. Benero • O.

[ À.NNO

IX,

FASO.

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Indice alfabetico analitico del nresente numero. Anestesia cutanea (Sopra alcune speciali to· pografie dell' ). - Za1npilloni . . . . • Pag. 1317 Anurie senia uremia (Le). - Licci . . • » 1331 Batteri resistenti agli acidi nello sputo (Sul reperto dei). - Sestini . • . • • • . » 1331 Cefalopina e rorganoterapia cerebrale (La). - Scvallen • . . • . . . . . . • » 1332 Cenni bibliografici . . . • . . . . • » 1341 Cervello di un idiota (Il). - Alberìci . . » 1332 Cinesi precursori di Finsen (I) . . • . » 1340 Concorsi e condotte . . • . . . . . . » 1343 Congresso medico regionale ligure (VIII) . » 1331 Dermatolo come diarroico (Il) - Falker. . » 1330 Eliminazione comparata del bleu di metilene e dell'ioduro di potassio. - Achard . • » 1329 Emoan ti tossina (Sulla). - Figari . . . . » 1331 Epilessia (Trattamento dell' - con i sali di )) calcio). . . . . . • . • . • 1330 Infezione pneun1ococcica grave (Un caso di). - Ra w . . . . . . . . . . . . » 13 38 Infezione streptococcica dei pulmoni. Lawson . . . . . . . . . . . . » 1338 Indurimenti e tumori fibrosi dei corpi cavernosi e penieni. - Trillat . . . . . . » 1326 Intirizzimento delle inani nella scarlattina (L'). - Aubertin • . . . . • . . . » 1337 Iodio nell'arteriosclerosi (SulPazione far1naco. logica dello). - Todlbauer. • . . . . » , Iodoformio (Gl'inconvenien ti dell'impiego simultaneo dell' - e dei preparati mercuriali). - Audry . . . . . . . . . » 1330 Ipernutrizione nella cura della tubercolosi (L'). - Del Torre . . . . . . • . . . » 1332 Ittero (La diagnosi di una causa dell'). Philipps . . . . . . . . • . . . >> 1334 Leucemia acuta. - Rapporti tra leucemia e - pseudoleucemia. - Leucemia e tubercolosi. - I corpuscoli di Lovit. - II. Batteriologia del sangue. - Azione riduttrice dei batteri sulla emoglobina (I). . . . . . » 1320 Lombaggine (Cura della). - Robin . . . » 1339 Morbo di Cardarelli-Riga (Contributo allo studio clinico del). - Queirolo . . . . » 1331 Neurastenia (Sintomatologia e patogenesi della). - Cantl.1 . . . . . . . • . • . » 1332 Neuriti (Contributo clinico allo studio delle - e particolarmente di quelle di natura sifilitica). - Rem-Picci . . . . . . . » 1313 Nomine, promozioni, onorificenze . • . . » 1343 Notizie diverse. . • . . . . . . » 1342 Paralisi progressiva nella provincia di Genova (La). - Cabitto . . . . . . . . . » 1332 Pne~m?torace (Sulla cura dello). Palm1er1 • . . . . . . . . . . . . » 1332 Prostatectomia co1npleta soprapubica (Un caso di). - Collins . . • . . • » 1328 Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » . " 1341 Raccolte tubariche (La rottura delle durante la palpazione addominale). - Legueu

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Scarlattina (Per la diagnosi della). - Mayer. Stenosi uretrali (Risultati durevoli del trattamento delle). - Desnos . . . • . . . Tabe dorsale (Cura della) . . • . . . . Tosse convulsa (Nella). - Macridès . . . Tubercolosi (L'a1imentazione e la cura igienica dei). - Mariani . . • • . . Vomiti ripetuti nella prognosi della difterite

(I) . • . . . . • . . • . . . •

)) 1325 )) 1338

1327 » 1318 » 1940 »

» 133.., »

1338


.Roma, 22 agosto 1908.

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P~A.TIO.A

DIRETTORI

PaoF. GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: .- Signorelli: Di un nuovo metodo d,indagine diagnostica - La percussione della colonna vtrtebrale. - Riviste : - PATOLOGIA ESOTICA: - Sanarelli : Febbre gialla e zanzare. - M EDICINA: - Obrastzow : Sulla palpa'{ione del piloro. - Cohnheim : Dell'atonia dello stomaco e del suo rapporto col rurnore di ~uaz.z.amento e con la gastrettasia. - Salomon: Per la diagnosi del carcinoma dello stomaco. - CHIRURGIA: - Thietn: •'Della lesione traumatica del midollo spinale o « mielodelesi ». - T ricomi: Asportaz.ione totale di ambedut le aponevrosi palmari per malattia del Dupuytren. - lvlombubg: La lussazione del nervo ulnare. - Thiriar: Del metodo ossigenato nelle iniezioni chirurgiche, e principalmente nelle artriti suppurate del ginocchio. - OcuLISTICA: Lawford: Gonorrea e malattie oculari. - Osservazioni cliniche: - Anastasi: Ascesso subfrenico per suppuraz.iont di una cisti da echinococco sopra-epatica. Processo trans- pleuro- diaframmatico. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Polso 1·aro nell'ileotifo e sua importanz.a pratica. - Valore prognostico del rallentamento del polso nella difterite. - Polso paradossale. - Un caso di rottura dell'aorta nel pattinare in un raga'{\O tredicenne apparentemente sano. - Valore clinico della pressione sanguigna come indicaz_ione de.gli stimolanti nelle malattie in{antili. - Associa'{ione delf epilessia e delle affe{ioni cardiache. - La tachicardia fenomeno premonitorio di lesioni renali. - APPUNTI 01 TERAPIA: - 'Ieoria e pratica nella terapia mar'{_iale. - Quali preparati merc":riali si possono somministrare insieme al ioduro? - 'N..,ella nefrite con accessi uremici. - Contro i dolori toracici della tosse dei tubercolosi. - Pozione contro l'asma. - Varia. Rubrica dell'Ufficiale Sanitario ed Igiene. - Igiene delle carni in Germania. - Una pericolosa e poco nota altera-z.ione delle carni conservate. - Amministrazione sanitaria. - Disinfez.ione delle navi e distruz.ione dei topi. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - I kruniiri nella professione 1nedica. - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabeticoanalitico del presente numero. D i r i t t i di p r o p r i e t à r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI Istituto di clinica medica della R. Unìversità di Roma diretto dal prof.

BACCELLi

Di un nuowo metocto d'Indagine ·diagnostica La percussione della colonna vertebra le. . Nota riass11ntiva per il dott. ANGELO SIGNORE LLI, assistente volontario ed assistente medico -chi· rurgo degli ospedali di Roma. In lln lavoro, che prossima.mente sarà pubbli· .cato negli archivi di questo giornale, noi ci siamo occupati della percussione della colonna vertebrale, indagine questa sin qui non inai sistematicamente praticata, ma che merita, per le risultanze pra.tiche -che è capace di dare, di essere presa in conside· .r àzione e di entrare a far . parte delle com1mi in· dagini semetologiche che si praticano sull'uomo in· .fermo. Il fatto fondamentale, si1l quale si basano le

nostre rice1·che, è che, percuotendo sulle creste spinosa e sacrale della colo~ertebral e;-st - ri­ cava suono di,rerso nei divelr" segmenti della colonna istessa; ed essendo tali variazioni di s11ono, in condizioni fisiologiche, pressochè costanti e cor· rispondenti, anche per la qualità clel s uono, alla posizione ed alla qualità dei diversi o:,~~torn· cici ed addominali adiacenti o quasi a~ ver· tebrale, facilmente abbiamo potuto dedurre il rap· porto esistente tra esse .variazioni e la topografia e lo stato degli organi suddetti. Tale il punto di partenza del nostro lavoro: e, cer cato di stabilire, per cosi dire, il tipo fisiologico e le variazioni fisiologiche a q11esto inerenti, all• biamo indagato quali variazioni si ottengano nello di,rerse circostanze morbose e quanto valore esse abbia.no per ]a diagnosi di una determinata malattia. Nella gen esi del suono e delle variazioni di suono che si ottengono percuotendo sulla colonna vertebrale, abbiamo tennto in giusto conto anche la parte spettante alle ossa della colonna istessa ; l1

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IL POLIOL INICO

cosicchè, premesso un cenno topografico sul rachide e sui rapporti che questo contrae con i di· versi ' isceri, l'ordine del nostro lavoro è risultato così stabilito : A) Topografia della colonna vertebr~le. B) Percussione della colonna vertebrale: a) metodo d'indagine ; b) suono e variazioni di suono spettanti alle ossa del rachide, sia jn condizioni normali che pa· tologiche · e) suono e variazioni di suono dovute agli organi che stanno adiacenti ed jn vicinanza di esse, nell'individuo sano : 1° variazioni fisiologiche. 2° variazioni patologiche. 1

[ANNO

IX, F .A.SO. .J.3 J

delle vertebre e le abnormità di curvatura della colonna istessa. c) 8uo1io e variazio1ii di s1io1io dipe1tde1iti dagli"

or,qani vz'ci1ii ed adiacen,ti alla colo1i11a vertebrale., negli indiòid11,i sanz". - La percussione delle prime-

vertebre cervicali non è praticabile; in alcuni individui essa si può iniziare dalla 5a apofisi, in altri solo dalla 7a, poichè appena a questo livello. le apofisi spinose sono rilevate e rilevabili. In quelli nei quali si può praticare la percussione sulla 5a e 6a apofisi cervicale, si ricava al disopra di queste un suono chiaro, piuttosto alto e tendente al timpanico. È dalla 7a apofisi in giù poi che· i ris11ltati della percussione si fanno costanti ed hanno spiccato valore semeiologico, cioè dal suono alto e tendente al timpanico (non costantemente rilevabile) della 5a e 6a apofisi cervi*** cale, si passa, in corrispondenza della prominente, Sorvoliamo sui dati anatomo-topografici. ad lln suono c~aro polmonare, il quale si contin11a a) iJ!Ietodo d'indagi1ie. - La percussione •si pra- in basso fin sull'11 a vertebra dorsale (tra la 1oa etica facendo porre l'infermo a sedere, come per 11 a apofisi spinosa). Questo suono chia.ro non èl'esame degli organi toracici, e cercando di far uguale dapertutto, 1na s'inizia chiaro non tanto. esagerare il più possibile la curva dorso-lombare; intenso e con leggera risuonanza timpanica, poi a però, per ottenere risultati migliori e più esatti, livello della 4a o 5a apofisi dorsale diventa più pei· quel che riguarda la colonna lombo-sacrale, si intenso e profondo, perde la risuona:r;iza timpanica può far disporre l'infermo nella posizione genu· e si fa sempre più profondo sino a cessare a lipettorale, col tronco ed il bacino solle,rati e la co- vello dell'11 a vertebra. dorsale. Dall'11 a vertebra lonna inarcata in avanti, oppure nella stessa posidorsale, continuando a perc11otere all'ingiù, s'inizia zione 11ella quale si pratica la percltssione delle t1n s11ono ottuso, il quale si arresta tra, la 2a e 3a regioni rena.li. vertebra lombare; di qui il suono si fa timpanic0> 8i ricorre alla percussione immediata digitale o e resta tale sino all'estremo coccigeo; però il tim· meg1io alla percussione mediata digito-digitale; e si panismo è meno alto per il tratto lombare, che pe.rpercuote con forza moderata. cominciando dalle il tratto sacro-coccigeo. Tutte queste variazioni di suono noi le abbiamo. · ultime apofisi della colonna cervicale ~lino allo estremo coccigeo, e tant~ sulle apofisi che negli raffigurate nello schema grafico qui appresso e. che si può riassumere così : suono chiaro, piuttosto. inter,ralli di queste. b) Suo1to e variazio1ti cli sno1to spetta1ih· alle - alto e timpanico sulla 5a e 6a vertebra cervicale ossa rlet ra&ltide, sia in co1idizioni 1tor1nali clte pa- (incostante)· suono chiaro (polmonare) dalla 7a cer-· tolo,qiclte. - La percussione di una vertebra presa vicale sino al1'11 a dorsale, non tanto intenso e con. a sè o dello scheletro intero vertebrale dà suono leggera risuonanza timpanica per le prime ! veralto e timpanico, analogo al- suono che si ottiene tebre dorsali, più intenso e profondo per le verpercuotendo . al disopra di altre ossa. compatte o tebre sottostanti; suono ottuso dall'11 a vertebra dorsa~e, sin tra la 2a e 3a lombare ; suono timpaspongiose. Le variazioni fisiologiche hanno scarsissimo inte- nico per le restanti vertebre lombari e per la re· resse pratico · quelle patologiche possono essere gione sacro- coccigea, con timpanismo meno altoin rapporto con alterazioni delle vertebre (flogosi per il tratto lombare, che per il tratto sottostante. La delimitazione, delle diverse zone di risuocronicl1e, tumori, ecc.), come con abnormità di cur· vatura della colonna (cifosi, scoliosi, ecc.) : e nel nanza, è sempre . possibile a fare nell'individuoprimo caso si può avere, ad esempio, un suono ot- sano: però in taluni ·casi e per talune determinate tuso laddove in condizioni normali si ottiene un regioni (la regione lombo-sacrale), può presentare suono chiaro · nel secondo caso poi il suono e le dello grandi difficoltà. Venendo ora alla interpretazione dei diversi datf variazioni di suono fisiologiche sono meno nette già enunciati, diciamo: il suono ehiaro piuttost(} che di consl1eto e può prevalere il Sl1ono timpanico alto e timpanico della 5a e 6a vertebra cervicaleosseo, fondamentale. è dovuto al predominare del suono osseo fonda.A.d ogni modo nella valutazione e nella interpetrazione delle variazioni di suono, che si possono mentale da una parte e dall'altra è dovuto al riottener e con la percussione della colonna vertebrale suonare della trachea, posta al davanti di tali verbisogna tener pr~sAnti le già accennate alterazioni tebre.


( A.i.~.NO

IX, F .A.SC. 43)

SEZIONE PRATICA

Il suono chia.ro, che ·va c.lalla 7a cervicale sino all'11a dorsale, è dovuto principalmente, se non escl nsi va.men te ai polmoni, i quali sono, come già dicemmo. adiacenti alla colonna dorsale· ql1anto alla variazione fra suono meno intenso ed a. risuo· nanza timpanica delle prime vertebre e st1ono più intenso e profondo del tratto sottostante, si p11ò s1Jiegaré in alto per il risuonare ' della ~rachea e dei grossi bronchi (quindi la risuonanza timpanica) e per la minore quantità di parenchima polmonare aereato v·ibrante (quindi la minore intensità del suono) e in baRso per la maggiore quantità di pa· renchima istesso vibrante (quindi il suono più in· tenso e profondo). Il suono chiaro polmona.r e si arresta precisamente al confine inferiore d'ambed11e i poln1oni.

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suono • meno intenso a risuonanza timpanica.

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Schema delle variazioni del suono di percussion.e

della colonna vertebrale.

Se infatti dal p11nto che segna il passaggio tra euono chiaro e suono ottuso si tirano d11e linee trasversali e perpendicolari alla colonna, linee le quali circondano la base del torace posteriormente e d'ambo i lati , esse corrispondono esattamente al confine già detto; quindi la percussione della co· lonna vertebrale ci permette di stabilire in modo rapido e suffi~ientemente preciso i confini inferiori tl'ambed11e i polmoni. La zona di ott11sità dorso-lombare è principal· mente in ra.p porto con i r eni; essa comincia al confine in.feriore dei polmoni e s'arresta dove nor· malmente corrisponde il polo inferiore d'tmo o di ambedue i r eni; però dalla fotografia della regione appare n1anifesto che non solo i reni concorrono a dare il suono ottuso, ma anche i fasci m11scolari dello psoas adiacenti ai lati della colonna, i grossi Tasi adiacenti :tlla faccia anteriore della stessa, il

1347

fegato per un tratto breve in alto e a destra e il pancreas in corrispondenza della 2a T"ertebra 101ubare. Se tale zona di ottusitfl fosse costantemente e bene determinabile, si potrebbe lttilizzare pet la delimitazione in alto ed in basso dell'ottt1sità r enale; ma a questo proposito, essendo le nost1 e ricerche piuttosto limitate ed i risultati ottenuti non molto netti siamo costretti a fare le nostre riserve cirea la possibilità della delimitazione già detta. Quanto al timpanismo lombo-sacro-coccigeo, esso è dovuto in alto all'intestino, specie al colon, più in basso all'i11testino retto, sito al davanti del sacro e del coccige. Per quest'ultimo tratto (sacro-coccigeo), essendo il sacro un osso abbastanza esteso, largo ed appiattito e contraendo intimi rapporti con le ossa iliache, il suono che si ottiene al disopra di esso dipend e in maggior parte dall'osso, quindi il suono fondamentale osseo ha il sopravvento sugli altri fattori ed il timpanismo sacro-coccigeo ha per noi scarso valore e scarse applicazioni pratiche. 1) TTariazioni fisiologiche. - Queste riguardano sopratutto le variazioni del confine inferiore del suono chiaro-polmonare, a seconda del ' yariare e dello spostarsi (nell'inspirazione, nei diversi decubiti, ecc.) dei margini inferiori d'ambedue i pol· mon1.• Altre osservazioni si hanno a carico clel timpa· nismo lombo-sacrale a seconda dello stato di re· plezione o cli vacuità dell'intestino e specie del grosso intestino. 2) Variazio1ti patologiclie. - I dati più importanti riguardano il tratto dorsale della colonna vertebrale, e si riferiscono principalmente alle affezioni del mediastino posteriore della pleura e dei polmoni. Per il mediastino posteriore abbiamo constatato che 11n tumore qualsiasi, il quale abbia sede in tale regione è capace di dare alla percussione della colonna dorsale una riduzione ottusa di suono a quel livello dove esso ttunore ha sede. Per le affezioni della pleura e dei polmoni ab· biamo poi constatato: Nei versamenti plettrici unilaterali non saccati. o che per lo meno raggiungono la colonna vertebrale, si ha riduzione di suono ottuso in tutto quel tratto occupato dal versamento liquido, cioè dal limit~ superiore del versamento liquido sino al confine inferiore del polmone del lato sano. invece del st1ono chiaro polmonare, si ha un Sllono ridotto ottuso.• ma che si differenzia bene dal suono ottt1so del tratto dorso-lombare. Questo segno noi lo abbiamo riscontrato costante in tl1tti i versamenti ple1u~ici unilaterali, mentre non !~abbiamo riscon· trato in casi di epatizza.zioni pneumoniche, nè i11 casi di notevole ispessimento clella ple11ra (per t11-


1H48

more), quindi esso potrebbe valere come segno diagnostico di un versamento pleurico, e come segno diagnostico differenziale tra pleltrite essuda· tiva ed epatizzazione pneumonica. Noi l'abbiamo denominato: segno dell'ottusità vertebrale dei versamenti liquidi della pleura. Questo segno noi l'abbiamo riscontrato in tutti i casi di versamento liquido palese alla percussione diretta del torace, anche quando il versamento non era tanto cospicuo ed interessa"\rèl, appena uno o dlle spazi intercostali. Quanto alla spiegazione del fenomeno è sempli· cissima, cioè : qttando adiacente ad t1no dei lati della colonna invece di parenchimci polmonare aer eato c' è liquido, il quale distendendo il sacco pleurico, respinge la cavità e gli organi contenuti nel mediastino verso la parte opposta e tenta di guadagnare la linea mediana, anzi talvolta la sorpassa (da cui il segno illustrato da GRocoo del triangolo opposto di ottusità paravertebrale nei ver· samenti cospicui della pleura), è naturale che si debba ottenere una riduzione ottusa di suono. Tali mutati rapporti tra ·sacço pleurale disteso da ver· samento liquido e colonna vertebrale mancano na· turalmente in casi di semplice epatizzazione pneu· .monica, e quindi manca anche il segno dell'ottusità vertebrale. Quest'ultimo vale a.ncora come segno clifferenziale tra Yersamento liqttldo della pleura e suono ottuso da ingrandimento degli organi ipocondriaci (in tale contingenza manca ogni riduzione di ~uono vertebrale). ~ Quando . il versamento I!quido è bilaterale, allora dal punto dove esso s'. ~izia, si ha suono ottuso, non differenziabile da quello della zona sottostante dorso-lombare. Ciò si verifica quando il versamento s'inizia d'ambo i lati a.Ilo stesso· livello, o la diffe· renza di altezza tra l'uno e l'altro lato è minima·; quando invece v' è sproporzione di livello, allora il vc·rsamento più alto dà suono ridotto ottuso per ql1el tratto al quale non corrisponde versamento dall'altro lato. Dopo le affezioni della pleura e dei polmoni abbiamo consider.ato tutte quelle variazioni pato· logicl1e del confine inferiore del st1ono chiaro pol· monare: cioè innalzamento di tale confine per ver· samento pleurico bilaterale, per posizione elevata del diaframma, ecc., e(i abbassamento dello stesso confine nell'enfisema polmonare. Quanto alla zona di suono ottt1so dorso-lombare, che abbiamo detto essere in rapporto principalmente con i reni~ nessuna deduzione diagnostica ci è stato possibile di fare, poichè non ci si è presentato nessun caso abnorme, dove a detto suono di per· cussione si potesse accordare un qualche valore semeiologico. Certo, da tutto quello che precede, risulta che il limite superiore della ottusità dorso· lombare è quasi esclusivamente in rappo1·to con la '

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IL POLIOLINICO

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F Asc.

4a]

posizione dei margini polmonari di uno o di am. bedue i lati e che gli organi, i quali danno suono ottuso nel tratto dorso-lombare non hanno: rispetto al limite già detto, nessun rapporto definito. Invece è il limite inferiore dell'ottusità quello che potrebbe avere un' importanza pratica, nel senso che ad un ingrandimento abnorme di un rene, ad una cospicua raccolta perirenale estrinsecatasi più verso il baè~ e la linea mediana, ecc., potrebbe corrispondete un limite più basso del suono ottuso dorso-1-0mbare; eosì anche variazioni di suono si potrebbero avere per reni ectopici e per altre malattie, che è inutile qui specificare. r Queste però non sono che vedute teoriche, le quali potrebbero pt1re non verificarsi; quindi noi ci riserviamo il giudizio, aspettando il controllo dei fatti. Per quel che riguarda infine il timpanismo lombosacro·coccigeo, noi abbiamo riscontra_!o un'esagerazio:ue del timpanismo lombare nel maggior numero d' infermi con abbondanti versamenti ascitici, come anche in casi di abnorme ingrossa~i:}nto dell'utero (per gestazione, per tumori): ciò pot~~·bbe mettersi in rapporto col fatto che t~nto per versamento liquido, quanto per un tumore, il qui,le .:Si dispone più verso la parte anteriore che "'rso la parte posteriore dell'addome, il pacchetto int\stinale viene ad essere respinto ali' indietro (ed in alto) e quindi l'esagerato timpanismo lombare; e a produrre questo potrebbe inoltre concorrere lo stato di atonia e perciò di meteorismo intestinale, tanto frequente a verificarsi nelle asciti e nei grossi tumori del· l'addome. Di .fronte all'esagerato timpanismo lom· bare potrebbe stare una completa ottu~ità per organi o tumori adiacenti alla colonna (grossi tumori del Q'.10sentere ·o delle ghiandole retroperitoneali); quindi in tal caso un'ottusità al posto, dove di consueto si ricava suono timpanico, potrebbe avere tln certo • valore diagnostico : ma anche a tale riguardo manca il controllo dei fatti e non vogliamo addentrarci nel campo delle ipotesi e delle supposizioni. E tanto più dobbiamo essere 1iservati nelle de· duzioni che si potrebbero trarre dal suono e dalle yariazioni di suono del tratto lombo·sacro·coccigeo, in quanto che i dati sinora raccolti sono soggetti, anche nell' individuo sano, ad oscillazioni piuttosto accentuate. Noi peraltro ci proponiamo di continuare nello studio e nelle indagini iniziate, sia per aco1'escere nuove osservazioni a quell6 già raccolte, sia per meglio definire i pl1nti più incerti di questo nuovo . metodo di ricerca • Giugno 1903. 1

Recentissime pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L. & Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla Società Edl • trloe Dante Allahlerl - Roma.


l A"NNO IX, F .A.SO. 43J

SEZIONE PB.A.TIO.A.

RIVISTE PATOLOGIA ESOTICA

Febbre gialla e zanza1. e per il prof. G. SANARELLI Diréttore dell'Istituto d'igiene della R. Università di Bologna.

Il p1·oblema della possibile trasmissione della febbre gialla per mezzo delle zanzare, si è i·iaffacciato, per un fenomeno di pura imitazione, dal giorno in cui la scope1·ta di Ross e gli studi di GRASSI e dei st101 colla· borato1·i, confermati anche praticamente, mercè la protezione meccanica cont!o le za11· zare, ebbero chiarito molti punti rimasti per molto tempo oscuri nella genesi della ma· laria. La scoperta di quel bacillo patogeno .che ho chiamato icteroide, che 110 designato come specifico della febbre gialla, e che, dopo di me, molti altri autori, in· tutti i paesi dove la f eb br·e gialla i·egna endemicamente, hanno isolato, riconosciuto e confermato come tale, non ha a vt1to la sorte di lasciar sodisfatti alcuni colleghi, i quali, prima di me, ave· vano per lunghi anni, dedicato inutilmente il loro tempo alla ricerca dell'agente patogeno di questa malattia. Si spiega quindi senza molta difficoltà, come èostoro abbiano cercato sempre ogni occasione per giustificare i propri risultati inconclt1denti e le proprie gelo~ie, lanciando ogni tanto nel campo scientifico le piì1 svariate notizie sensazionali, aventi però sempre l 'un_ico scopo di creare ·della confusione e degli imbarazzi, e sopratutto di attaccare direttamente o indirettamente l'impo1·tanza eziologica del bacillo icteroide. _ È così che da principio si comi~ciò a dire che questo bacillo non esisteva, nè poteva esistere, nei casi di febbre gialla (1); in se· guito fu trovato anche dagli stessi miei av· \""ersari, ma si volle dare a crede1·e non es· se1·e altro che un volgare microbio d'infe· zione secondaria (2). Successivamente, dimost1·ata insostenibile anche questa ipot~si suggestiva, si cercò af· fermare che il bacilio icteroide resistendo (1) G. 8TER~BERG. Centralb. f. Bakt., 1897, nn. 6-7. . · (2) STERNBERG e AGRAMONTE. Centralbl. f. Bakt., 1899 11. 18.

1349

(come tutti i microbi 1) alla temperatura del ghiaccio, non poteva essere il bacillo specifico di una malattia propria dei paesi caldi (1 ). Fallita anche questa peregrina obbiezione fece pe1· qualche tempo il giro impressio· nante della stampa medica la p1·etesa rivelazione che il b. icte1·oide non fosse altro che ... il bacillo del colè1..a dei maiali ! (2). Dimostratosi ampiamente ed immediatamente che anche questo eno1·me er1·ore era dovuto unicamente alla ... insufficiente preparazione scientifica dei miei avversari., i quali avevano mescolate e confuse, in un momento di distrazione, le culture di laborato1·io (a), e scopertesi in quel frattempo le importanti funzioni delle zanzare anofeli nella t1·asmissione della malaria, i miei incorreggibili cri· tici pretesero subito dimostra1·e che anche la febbre gialla poteva essere trasmessa per l'appunto dalle zanza1..e (4), sperandosi in tal caso di liquidare una buona ,rolta le carte di cittadinanza e quindi ogni valore specifico all'odiato b. icteroide. Debbo però nota1·e subito che tutti questi tenta.itivi di soppressione s9mma1·ia e tutte queste ipotesi, emanate esclusivamente dalle medesime fonti assolt1tamente sprovviste di qualsiasi autorità scientifica e che, a varie .. riprese, io stesso ho dovuto pubblicamente convincere, non soltanto della più stupefa· cente ignoranza, nia anche della poco buona fede (5), non avrebbero dovuto forse meritare mai l'onors. di una ·seria attenzione o di una qt1alsiasi. confut~zione . da parte • mia. I miei lavori sulla eziologia e sulla patogenesi della febbre gialla, hanno avuto così ampie, ripetute ed autorevoli confe1·me da parte di tzitti coloro i q11ali si sono occl1pati con serenità e sopratutto con conipetenza dell'argomento (6), pe1-- cui io potrei conside(1) N ovv. Medicai N ews, sett. 1898. (2) REruD e CARROLL. Medical N ews, 28 <tprile 1899. . (3) Vedi: Report oj' Co11i1nissio11. o/-' M etl. Oflzc. Washington, 1900, p. 80. . {4) REED, 0ARROLL, AGRAMONTE e L AZEA il. Phi· ladelphia J\l):ed. J 011r., 27 ott. 1900. (5) V ed.i i miei articoli in : Centralbl. f. Baktex-.. 1898, n. 10, e Gazzetta degli Ospedali, 1901. n. 102. (6) Vedi il mio articolo riassuntivo : ~es r éce11.fes acqnisitio1is snr l' étiologie, etc. de la Fzevre a1i1e~ (La Semaine Médicale, 4 apr. 1900) e gli altri

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IL POLICLINICO

i·a1·mi ormai come dispensato dal non piccolo fastidio di dover prendere in considerazione, di chiarire e di corregge1·e tutti gli errori, tutte le invenzioni e tutte le inverosimiglianze che per un ingiustificato e i·esistente puntiglio di amor proprio, vanno architettando e scrivendo dì tanto in tanto i miei eo liti competitori. Ma per motivi facili a comprendersi; io ho dovuto invece pr·ende1'mi · freql1entemente la pena di dimostra1'e, com~ ho infatti dimo· strato in parecchi iniei scritti, pubblicati un po' da pertutto, non soltanto la somma leg· gerezza con la quale si van facendo e cam· biando, ad ogni pie' sospinto, ce1'te afferma· zioni, ma ho raccontato anche e senza molte riserve - la piccante istor·ia retro· spettiva di certe esperienze da burla e la st1'ana origine di una cieca ostinazione, la quale non potrà mai raggiunge1'e l'effetto de· siderato I Certo, io a.vrei potuto e potrei raccontare e scrivere sempre molto di più ed assai più fre· quentemente òi quello che non sia solito fare, perchè conosco molto bene i luoghi, gli no· mini e le co~e , perchè io sono sempre perfettamente al corl'ente di tt1tto quanto succede in quel piccolo mondo che, in un senso o nel· l' altro, s'inte1'essa a questi studi e perchè, quantunque ripugni lo ammetterlo e per quanto nel campo scientifico si voglia e si debba essere obbiettivi, tuttavia io sono costretto a rilevare ciò cl1e ho più volte amJ>iamente documentato e cioè: che nel fondo di tutte queste dispute, che si·rinnovano periodicamente sotto l'aspetto di controversie scientifiche, in app a1·enza serene, obbiettive e rispettabili, p.on c'è che l'au· dace e volgarissima petulanza di gente mal· destra che è fallita laddove io ho a '°ruto la for· tuna di riuscire e di vince1·e. Ma io non voglio trascinare in piccoìe contese llna elevata questione, che dov1""ebbe ri· manere sempre al di sopra delle competizioni personali e dei falsi pregi11dizi di scuola o di nazionalità. pubblic:lti in.: Centrn1bl. f. Bakt., 1897, n. 2"2, e 1898, n. 10; Bollet. d. Se. l\'Ied . di Bologna, 1899, vol. X ; Centralbl. f. Bakt., 1900, n. 4 ; The Medical N ews, 1899, 12 ag. e 9 dee.; Suppi. al Poli· clinico, 1900, n. 29; Gazz. degli Ospedali, 1901, n. 102 e i recentissimi lavori del BANDI (Policli· nico, se~. Pratica, 1902), e del TERNI ( J OllrJl. of the Amerio. Med. A~soc., jan. 1903). (6)

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Sono trascorsi ben sette an1ii' dal gio1·no in cui io ho segnalato per il primo I 'agente spe· cifico della febb1'e gialla, studiandolo in ogni sua parte, rivelandolo in una serie di min11ziose e complete memorie che hanno veduto la 111ce anche in q11esto periodico. Dal 1896 ad oggi, in tutti i paesi a febbre gialla e da tutti i laboratori scientifici di Ame· i·ica e di Europa, ove la questione si volle e si potè studiare con competenza e con sere· nità di animo, sono comparsi tanti lavori, tanti contributi scientifici e tante 1~elazioni ufficiali sull'argomento, per cui al presente essi costituiscono un'abbondante letteratura (1) internazionale che va aumentando tutti i giorni e che non può esse1'e ignorata da alcuno che intenda occuparsi, scrivere o riferire coscien· ziosamente sulla materia. Contempo1'aneamente sono state anche affacciate obbiezioni, sono stati sollevati dubbi, sono state pubblicate critiche e si è tentato in vari modi di attenuare e di distruggere il valore specifico del b. icteroide. Ma tutti coloro che hanno potuto seguire attentamente queste vicende, sanno molto bene che tutte quelle critiche superficiali, sbagliate o addirittura assurde, si sono andate spun· tando e demolendo, una ad una, non appena esse ' rennero cimentate a un controllo SAVe1•0 e illuminato . • Infine io debbo constatare, non senz,a legit· timo compiacimento, come nessun autore, neJD· meno fra coloro che più ostinatamente si sono assunti fin da principio il rude compito di attaccare ad ogni costo l'opet'a ·mia, è riuscito ancora a mettere in rilievo un solo erro1·e, a ò.imostra1·e zina sola inesattezza, a scuoprir,~ 1ina sola scorrettezza in tutte le mie pubbli· cazioni sulla eziologia e s~la patogenesi della febbre gialla, compresi gli svariati scritti po· lemici nei quali ho dovt1to spesso giudicarP molto gravemente (2) - con le prove alln mano - l'abilità tecnica e la capacità morale degli stessi miei critici e dei miei compe· titori ! • Queste circostanze di fatto sono state or111a1 dimostrate irrefutabili : (1) Vedi anche l'articolo riassuntivo nel Supplo· mento al Policlinico, 1900, p. 897. (2) V-edi: Centralbl. f. Bakt., 1897, p. 670; La Sa: Iute Pubblica, 15 agosto 1900 e Gazzetta degli Ospedali, 1001, n. 102.


lANNo IX, FAsc. 43]

~

1351

SEZIONE PRATICA

1° che il bact1lo icte1·oide si isola esclusi1Jc1mente dagli ammalati di febbre gialla e dai cadaveri d'individui morti di febbre gialla; 2° che il bacillo icteroide non si trova mai in ammalati o in cadaveri d'individui morti pe1· altre malattie, nemmeno nei paesi ove domina la febbre gialla; 3° che il bacillo icte1·oide e le sue toxine riproducono negli animali gli stessi sintomi ç le stesse lesioni anatomiche che si riscontrano nella febbre gialla. Sembrami quindi un'impresa per lo meno audace, quella di tentare (sia pure allo scopo di un effetto momentaneo), il discredito delle fun· zioni specifiche ~el bacillo icte1~oide, sino a tanto che non sia stato prima distrutto almeno uno solo di questi termini perentori nei quali è -0rmai i·acchiusa la questione. Non è poi chi non veda l'assoluta inutilità di combattere con argomentazioni empiriche, con ricerche somma1·ie, con esperimenti di effimera serietà, con le ipocrite riserve campate in aria od anche con un meditato silenzio, non meno ipoc1..ita e sciocco, una scoperta che da ben sette anni resiste ad ogni sorta di attacohi e riceve ogni gior·no nuove conferme! Sarebbe stato indubbiamente desiderabile, sop1·att1tto pe1· me, che il consenso sulla specificità del bacillo icte1·oide fosse apparso unanime fin da p1·incipio. Ma non si deve dimen· ticare che i bacteriologi esperti non abbon· dano t1.. oppo laddove abbonda la febbre gialla; bisogna rico1..dare che l'isoiamento del bacillo ictel·oide dagli ammalati o dai cadaveri non è punto facile e (certo senza mia colpa) mette a ben dura prova la destrezza e la pazienza del bacteriologo anche provetto; si deve tener presente che tutti coloro· i quali si sono ere· dt1ti in diritto di esprimere dei giudizi o di pronuncia1"'e delle sentenze che pa1·vero talora autorevoli, non sono che delle persone ignote <> quasi, cli un vaìore scientifico più che di· scutibile , di una correttezza non sempre irreprensibile e di una preparazione tecnica non di rado addirittura deplorevole. Finalmente non si possono dimenticare: l'intervento evidentemente passionale e le affermazioni ostinatamente inesatte e tendenziose di tutti coloro i quali, prima di me, avevano miseramente naufragato nella difficile ricerca dell'agente specifico della febbre gialla. . Questo mio linguaggio è ce1·to insolitamente

aspro, ma esso rispecchia fedelmente la verità di fatti già molte volte dimostrati e n on teme smentite da qualunque parte esse possano venire I ...,.,

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L'insieme di tutte queste cir costanze avrebbe dunque potuto consigliare a me l1n'attitudine più indiffer ente e st1ggerire ai miei critici dei giudizi meno precipitati. Ma poichè v'ha semp1·e chi trova il proprio tornaconto nel diffondere ad ogni istante delle novità sensazionali, e la Rivista d'igiene e sanità pubblica di Torino, si è assunta la missione di organo propagatore di quelle balordaggini che gittino una cattiva luce sui miei studi e sui miei lavori, così io sono stato obbligato, mio malgrado, a ritornare sull'argomento, per mettere volta pe1· volta in chia1'0 le cose, allo scopo di evitare confusioni ed errori grossolani.

***

Questa volta dunque, la Rivista d'igie1iP e sanità pubblica, reca n el fascicolo del 1° aprile ultimo decorso, nella rubrica dei rendiconti di Società scientifiche, la segt1ente testuale comunicazione che sa.rebbe stata fatta alla R. Accademia di medicina di Torino: « Nella seduta del 28 marzo u. s. il p1·0fessor PERRONCITO, a nome del socio corri· spondente dott. ADOLFO LuTz, diretto1·e del laboratorio bacteriologico di San Paolo del Brasile, comunicò che furon fatte colà, con resultati pQsitivi, esperienze di trasmissione della febbre. gialla per mezzo di zanzare speciali (8tego1ngia fasciata). Queste stegomyie vennero infettate precedentemente facendole morde1..e malati di febbre gialla, 10 o 12 ore prima. « Le espe1·ienze si pratica1·ono sopra individui che si presentaroi;i.o spontaneamente e con piena coscienza del pericolo cui andavano incontro. « Le stegomye infettate con casi tipici. ma non troppo gravi e tendenti ad una guarigione rapida, fu1·ono ti..asportat~ da San Simt) o a San Paulo (distanti alcune centinaia di chi· lomet1·i) e l'espe1..ienza venne compiuta in San Paulo, dove non si ha febbre gialla. « Si ebbe1·0 tre i--isultati positivi, di cui due abortivi tipici e un caso completo te1~mi­ nato con la guarigione. ( 7)


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IL

POLICLINICO

L·iuoculazione ha durato in tutti i casi da 78 a 80 ore. I malati sono stati punti il primo e il secondo giorno della malattia, vale a di1·e in un'epoca in cui nessuno ha mai trovato circolante nel _s angue il bacillo itteroide di Sana1·elli. « Il dott. LuTz promise di in,'iare presto i pa1·ticolari delle esperienze . « Il prof. PERRONCITO credette interpretare i sentimenti dell'Accademia i·ing1·aziando il socio corrispondente e facendo i voti più vivi per la 1·iuscita delle sue esperienze » . 01·a io mi domando st1bito: p1·ima di pre· sentare tale comunicazionP, ·all'Accademia di medicina di Torino, ha ben. i·iflettuto il professor PERRONCITO alla serietà ed alla coe· renza di questo suo atto'? ; era egli ben sicuro cl~lla serietà, dell'attendibilità e dell'autenti· cità. di siffatte esperienze, presentate in nome <lel medico di San Paulo '? Perchè la condotta del prof. PERRONClTO può parere in es t:>licabile. Appena tre anni ot sono, a.llorq11ando la discussione intorno ai miei recenti lavori era più vivace, egli lascia,ra sortire, tlal suo la· boratorio di Torino. un importante lavoro sperimentale sulla febb1·e gialla (1), frutto di lunghe ecl accu1·ate ricerche, che fino ad 01·a non sono state mai contradette e con le quali si confe1:mavano completamente-., i miei studi e si proclamava il bacillo icte1·oide qltale agente specifico di questa malattia ! Oggi lo stesso prof. PERRONCITO si p1·esenta all'Accademia medica di Torino, vi comunica gli an:zJidetti esperi men ti · del dott. L!JTZ (che fra parentesi è un auto1·e assolz1,ta1Jie1tte ignoto nella letteratu1--a bacte1·iologica contemporanea) ed ha il coraggi-0 di fare dei voti pe1· la i~iu· scita di esperimenti che non hanno, in fondo, alti·o obbiettivo cl1e quello di distruggere in· direttamente il \ra.lore eziologico . . . . . òel bac. icte1·oide I È quindi lecito chiedere: ma in ·quanti modi la pensa il p1·of. PERRoNCITO '?; quali miste· riose influenze hanno indotto l'egregio parassitologo di To1·ino ad inneggiare oggi alle stego11tyie del collega di San Paulo, dopo aver confermato e p1·oclamato dal sao stesso labo· ratorio con tanta copia di osse1·vazioni e di «

BRUSCHETTINI. Bei/rag Zll lll 8t1idi1111i e~rperi11-1 e11telleu Ge!bfiebers. Centrabl. f. Bakt.,

(1) Vedi : A.

tles 23 dicembre 1899. (8)

[ANNo IX, FA.se. 43]

espe1·imenti, le funzioni specifiche del bac. ic-

te1·oide ? Io aspetto · adt1nque dal p1·of. PERRONCITO una categorica ed ampia spiegazione a queste con.tradizioni ed a queste incoerenze scienti-~ fiche. E 11ell'attesa passiamo oltre, e veniamo anche agli espe1·imenti sensazionali di San Pa11lo.

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Tempo addietro, non appena cioè i dotto1·i REED e CARROLL ebbero abbandonato il famoso bacillo del colera dei maiali (alla · cui sfortunata avventura abbiamo accennato più innanzi) pe1· afferrarsi alla comoda teo1·ia delle zanzare, apparsa allora st1ll' orizzonte come un'estrema àncora di salvezza, venne allestita in tutta fretta, all'isola di Cuba, una strepitosa se1·ie cli esperienze (1) che volevano essere dimostrative. Infatti si giunse a far credere possibile non soltanto la trasmissione diretta della febb1·e gialla dall'uomo ammalato all'uomo sano, mediante la puntura delle zanza1·e, ma si venne persino a fissare il numero dei giorni (da 9 a 16) necessari, perchè il fantastico parassita ama· i·illigeno potesse maturare, svilupparsi e passare dallo stomaco alle ghiandole salivari delle zanzare stesse. Le analogie malariche che si vollero vedere allo1·a nel comportamento delle supposte zanzare amarilligene, si fece1·0 apparire cosl perfette ed ese1·citarono tale grado di suggestione,. pe1· cui ne rimase1·0 presi anto1~i di inconte.. stabile autorità e serietà scientifica ed il principale organizzatore di quegli esperimenti, il dott. REED, ebbe persino il coraggio di p11b-. blicare (2) che: « la disi11/ezione degli oggetti d'ziso stati in co1ttatto con gli infer11ti di febbl·e

gialla sa1·ebbe stata q1iindi innanzi del tutto szipe1ft1la I » . Naturalmente io obbiettai subito, con la esperienza dei fatti alla mano, che questo concetto era completamente falso e insostenibile, e, dopo di me, molti altri scrittori e persino il secondo Congresso scientifico latino-americano, si sono incaricati successivamente di smentire tale assurdo, dimostrando come la (1J Philadelphia 1\iied. J ournal, 27 ott. 1900. Ved~ anche il mio articolo riasslm tiv.o nolla G azz. degli ospedali, 1901, n . 102. (2) The cTourn. of the americ. med. Assoc., Chicago, 17 febbraio 1901. ·


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IX, F ASC. 43]

storia epidemiologica e l'osservazione pratica quotidiana escludano persino l'ipotesi di t1n'oste intermedio, di un periodo di moltiplicazione sessuale o di maturazione qualsiasi applicati alla eventuale trasmissione della febbre gialla, anche per mezzo della puntura di speciali zanzare (1). (1) È infatti da rilevarsi che malgrado tutto quanto è stato fatto agli Stati Uniti per affermare l'importanza delle ~anzare nella propagazione della febbre gialla, questa convinzione non è affatto pe· netrata nella coscienza del pubblico e le misure di disinfezione pubblica e privata sono rimaste sempre le stesse di prima. Il dott. SoucHON, direttore del· l'ufficio sanitario della Luisiana (Medical Record, 15 ottobre 1902), combatte le asserzioni di REED, CARROLL, GoRGA~, ecc., i quali dichiarano che la febbre gialla è, in questi l1ltimi tempi, cessata ali' A vana f'On la distruzione delle zanzare. Dice che ciò è utopistico e che New Orleans fu infetta clal 1879 al 1884, e riusci a liberarsi dalla febbre gialla con energiche misure q11arantenarie e non meno energiche disinfezioni. Tornò ad infettarsi nel 1897 e con gli stessi nwzzi fu di nuovo liberata, senza prendere alcuna precauzione contro le zan· zare. Spiega le migliorate condizioni dell'Avana, non già con la guerra alle zanzare, bensi con le unergicl1e misure del vecchio sistema, applicate nell,isola, fin dall'inizio dell'occupazione. Anche il dott. NUNO DE ANDRADE (Medical R e· rord, 11 ottobre 1902), direttore della sanità pub· l>lica al Brasile, giunge alle stesse conclusioni basandosi Sltlla epidemiologia delle varie città del Brasilo, parecchie delle quali si liberarono dalla febbro gialla con miglioramenti igienici e le vecchie mist1re, aRsai prima che venisse in voga la teoria delle za11zare. Il dott. J. H. EGBERT (Medie. Joarnal, New York, 4J7 set.teml,re 1902) consiglia pure il rigido sistema quarantenario secondo i metodi moderni (osser,ra. zione e disinfezio11e) e ritiene accertata la propa· gazione per via dei focolai, negata dai recenti invostigatori, partigiani d elle zauza.re. _Ii1oltro debbo aggiungere che nell'ultima conferenza sanitaria tenùta a Galveston il 26 gennaio ultimo decorso, fra gli Stati della Luisiana, del Texas e di Alabama, allo scopo di stabilire le norme profilattiche contro la febbre gialla, vennero adot· tate regole severissime di disinfezione e di quarantena per le navi, per. i passeggeri e per i loro bagagli! (Pnblic Healtlt Reports, 3 aprile 1903). Il nostro valoroso connazionale dottor Ivo BANDI, che attualmente trovasi all'Istituto bacteriologico di S. Pal1lo (Brasile), il lt1ogo stesso ove sono state ~seguite le recenti esperienze, in una corrispondenza ;pri,rata del 17 aprile p p., mi ha scritto testualmente cosi: ..... Quello che posso dirti di nl1ovo si è che la « guerra alle zanzare, nella qt1ale la direzione del « servizio sanitario si è impegnata acl oltranza, ha « dato fino ad ora resl1ltati completamente nega· "' tivi. Difatti non solo l'epidemia fa strage ancora • con notevole inensità nei primitivi focolai (San Si« ma.o, Ribeirao Preto, San J osé do Rio Pardo), ~ n1a si sono formati in qltesti l1ltimi tempi altri « 4 o 5 focolai nuovi! À Ribeir:lo Preto, malgrado ·« che la popolazione sia ridotta ai minimi termini, ·i sia per i vuoti prodotti dal male, sia perchè, chi (<

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SEZIONE PRATICA

Ora io rilevo con mia grantle meraviglia che le recenti esperienze di San Paulo, comunicate dal prof. Perroncito, hanno già buttato a mare gli osti intermedi, il pe1·iodo ci· clico di incubazione, di maturazione, ecc., dei supposti emosporidi amarilligeni e parlano addirittura di inoculazioni positive ottenute con « stegomyie infettate precedentemente fa« cendole mordere malati di febbre gialla 1O « o 12 ore prima » e di ..... microbi invisibili! Io trovo indttbbiamente molto abi1e questa rapida diversione dei miei critici, in un territorio così f ttori di mano come quello degli ltltra-visibili, ma ritengo però che sia indispensabile anzitutt? il mettere d'accordo questi fortunati sperimentatori, i quali partendo da premesse diametralmente opp·o ste arrivereb· bero a risultati meravigliosamente concordi, cioè all'asserita riprodl1zione sperimentale della febbre gialla nell'uomo mediante la pun· tura delle zanzare infette! Bisogna mettere bene in chiaro le ragioni per le quali, mentre a Cuba le zanzare non sono infettanti se non al 12° giorno, al Brasile invece possono trasmettere la febbre gialla 10 o 12 01~e dopo la IJuntura dell'ammalato! Non voglio dilungarmi qtti a discutere, anche per ipotesi, sulla possibilità che l'agente specifico della febbre gialla possa o no essere annoverato fra i g·ermi invisibili; ma, dal momento che io sono stato f~a i primi (1) a studiare la questione relativa alla s11pposta esistenza di questi microbi invisibili e per •

ha potuto farlo, è fuggito, esistono attualmente « circa cento ammalati nell,ospedale, il quale ha un movimento giornaliero di 15 a 20 ammalati « di febbre gialla. Quello che è successo a San Si« mao è poi molto eloql1ente. In qt1esto piccolo « paese, ove l'epidemia esiste già da oltre un anno, « si è fatta su larghissima scala la distruzione « delle zanzare, sia uccidenclole, sia eliminando « tutte le raccolte d'acqua stagnante, grandi e pie« cole, che servivano per il loro allevamento. Dopo « ciò ft1rono fatti entrare in paese gli abitanti fug« giti, rincorandoli ed assictuandoli ch e no11 avreb· « bero corso più alcun pericolo. Ma purtroppo, « pochi giorni dopo questi avvenimenti, la malattia « è ricominciata fra i 1111ovi arrivati con la stessa « intensita di prima ..... » Finalmente il dottor A. l\Iendonça, direttore della (( Rivista l\!ledica » di S. Paulo e distinto bacteriologo mi scrive in data del 27 giugno ~· ~·: '-' I « metodi profilattici contro le zanzare apJ>l1ca~ nelle « città dell,intarno di S. Paulo, ft1rono un disastro « e si p'u ò dire che qui, ad eccezione di qualche fanatico, nessuno dà importanza ai lavori ame· « ricani ... » . (1) Cen tralbl. f. Bakt. 1898, I Abth., p. 865. « (<

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IL POLIOLINIOO

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quella discreta conoscenza ed esperienza che messo appena la decima parte degli errori credo di avere in fatto di febbre gialla, mi che sono stati divulgati in questi ultimi anni sia concesso affermare risolutamente che l'ipo· dai miei contradittori intorno alla eziologia tesi della invisibilità applicata all'agente spe- della febbre gialla, non troverei più nemcifico di questa malattia, nel senso e nel meno un giornale serio, disposto ad accoglieresignificato attribuito oggi ai così detti microbi . i miei sc1·itti ! invisibili, è assurda e insostenibile. Perchè dunque si deve concedere tanto creÈ noto infatti che questi germi invisibili . dito a , questi inesperti e poco seri lavorasi troverebbero negli umori infetti dell'orga- tori 'l Ma poi non è affatto vero che la tanto denismo animale ad un così alto grado di con· cantata esperienza dei dottori REED e C.A.RROLL ~ centrazione, percui la estrema contagiosità di tali umori diviene un carattere veramente sulla infettività del sangue amarillico filtrato attraverso i filtri Berkefeld, sia dimostrativa! tipico. Essa sarebbe stata ottenuta una sola volta (1), È nota infatti la estrema contagiosità del virus mixomatogeno (S.A.N.A.RELLI), della febbre con sangue estratto da un solo paziente, e in ' una località tutt'alt1~0 che insospettata, per cui aftosa (LOEFFLER e FROSOH), della peste degli uccelli (CENTANNI e MAGGIOR.A.), della peste lo stesso MANSON (2) ha richiamato l'attenbovina (N100LLE), ecc., tutte malattie che si zion~ sui possibili e1·rori, in cui potrebbero essere caduti gli esperimentatori nei loro espe· ritengono dovute a germi ultra-visibili. Ma nella storia così ricca e così nota della rimenti ... Io poi che conosco per prova, meglio forse febbre gialla, questa estrema contagiosità, questo potere infettante diretto, non si veri- di chiunque altro, il valore di certi speri· fica assolutamente, come, per es., non si veri- mentatori, aspetto tranquillamente che la espe· fica nella febbre tifoidea. Al contrario, mentre rienza dei fatti s' incarichi di chiarire fra è pur ti·oppo dimostrato che si corrono gravi breve anche quest'ultimo equivoco. Ma veniamo senz'altro alle esperienze di pericoli di contagio facendo autopsie e maneggiando materiali -anatomici od assistendo San Paulo. amm al~ti di morva, di carbonchio, di peste * ** bubbonica, ecc., non si è mai verificato alA dimostrare anzitutto la poca serietà. cun accidente specifico, facendo semplicemente delle autopsie, manipolando dei materiali ana- scientifica della comunicazione fatta dal protomici od assistendo dt:'gli ammalati di febbre fessore PERRONOITO alla R. Accademia di medicina di Torino, basterebbe solo notare gialla. che, mentre da un lato si dice che: « le zan· Tutti colo1·0 che hanno pratica di questa zare erano infettate con casi tipici, ma non malattia, conoscono così bene tale circostanza, troppo gravi e tendenti ad una guarigioneda non valer proprio la pena che vi si debba rapida », dall'altro lato si aggiunge che : « i insiste1~e oltre. malati erano stati punti il p1·i1no ed il secondo Si cita spesso, anche troppo spesso, una giorno della malattia, vale a dire in un'epoca esperienza fatta dai soliti REED e 0.A.RROLL, in cui nessuno ha mai trovato nel sangue il secondo cui il sangue amarillicò filtrato attra· bacillo icteroide di Sanarelli » . verso candele Berkefeld, sarebbe stato caOra, bisogna ignorare completamente, non pace di dare la febbre gialla a persone sane. solo le forme cliniche comuni della febbre Ma prima di tutto mi sia lecito osservare, gialla, ma gli stessi i·udiQlenti della patologia. che la serie, ormai troppo lunga, di deplore· inteFna, per avere l'audacia di venirci a dire voli erro1~i nei quali sono incorsi qt1esti due che al primo o aI seco1ido giorno di una ma· inesperti 9sservatori in quasi tutti i loro sen· lattia infettiva acuta, sia possibile prevedere sazionali espe1'imenti sulla febb1·e gialla e che se questa sarà: « non troppo grave e tendente io ho se11zpre, a tempo e luogo, segnalato e ad una guarigione rapida » ! dimosti,ato, dovrebbe ispirare una certa legitPerchè non deve sfuggire ad alcuno il va· tima riserva circa iJ valore di questi ultimi resultati cosl recisamente affermativi. (1) J ournal of Tropioal Med., 1902~ n. 9. (2) British }Ied. J ournal, 20 sett. 1902. Io sono infatti persuaso che se avessi com-


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lore tendenzioso e artificiale di queste me· ditate premesse. Le quali, secondo l'evidente intenzione degli autori, avrebbero dovuto ac· ereditare due circostanze di fatto, indispensa· . bili alla loro tesi. Si sarebbe voluto far ere· dere cioè: 1°, che facendo pungere dalle zan· zare degli ammalati non gravi e incamminati a guarigione, si veniva quasi a pr~levare dal corpo del paziente un germe attenuato, debole, non pericoloso per il soggetto di esperienza e perciò tale .fl.a giustificare... poi, i risultati non gravi della inoculazione. Quasi che la maggiore o minor gravità di un processo in· fettivo umano, diagnosticato sino dal primo o dal secondo giorno, derivi sempre dalla mag· giore o minor virulenza dell'agente patogeno!; 2°, che al primo o secondo giorno di malattia, non essendosi anco.ra segnalato nel sangue circolante il bacillo icteroide, il germe ama· rilligeno estratto dalla zanzara mediante la puntura, in un p eriodo così precoce del pro· cesso morboso, non avrebbe potuto essere perciò il bacillo di... Sanarelli 1 Ecco quale vorrebb'essere in fondo la con· elusione, anzi, la morale della favola segna· lataci dal dott. LuTz e volgarizzata dall' illustre prof. PERRONClTO. Il quale evidentemente ignora che, nemmeno se avesse potuto prevedere simili balordaggini, il dott. TERNI (1) il quale ha studiato al Brasile la febbre gialla, ha asserito che l'iso· lamento del bacillo icteroide dall' organismo · umano può ottenersi anche quando i sintomi della malattia non sono ancora clinicamente definiti ... Ma v'è di p eggio che questo. Secondo la Rivista d'igiene e sanità pubblica, il dott. LUTZ avreb be promesso al prof. P ER· RONOITO « di inviare presto i particolari delle • esperienze ». Ancora questi particolari non hanno avuto tempo di arrivare sino a Torino, ma in com· penso sono pervenute in questo frattempo da S. Paulo, certe edificanti pubblicazioni, le q t1ali c'insegnano come le strombazzate espe· rienze si sono risolte in una grottesca e cla· morosa mistificazione scientifica. L ' illustre dott. LuTz che, secondo la comu· nicazione del collega PERRONCITO, appariva come il valoroso autore o per lo m eno, come '

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SEZIONE PRATICA

(1) J"ournal of. .A.merican Med. Assoc., genn. 1903.

il direttore d'orchestra delle famose esperienze di S. Paulo, vi partecipò soltant~ nella qualità di umile soggetto di una innocua puntura di zanzara, lasciando ad altri autori di minor fama, e precisamente ai non meno illustri dottori PE· REIBA BARRETO, SILVA RODRIGUEZ e ADRIANO DE BARRos, il non piccolo onore di sottoscri· vere una relazione di esperienze, comparsa per esteso nel giornale O Estado de 8. Pan.lo del 2 febbraio ultimo decorso, e su cui la stampa locale, politica e scientifica, ha gettato a piene mani il ridicolo, come sopra un miserabile tentativ·o di parodia ·scientifica. Fra altri il dott. c. DE V ASCONCELLOS, in un articolo di fondo comparso nel Diario Popular di S. Paulo, il 6 marzo, conclude così : « Dov'è il verdetto concl11dente di siffatte esperienze'? Già abbiamo dimostrato a sazietà, con l'analisi rigorosa, ma imparziale, delle osservazioni, che esse possono pretendere di dimostrare tutto, fuorchè la questione in li· tigio. E se qualche conclusione logica noi dovessimo ritrarre dalla r elazione delle espe· rienze, sarebbe che giammai, neppure dopo le esperienze dell'Avana, la questione della trasmissione della febbre gialla per mezzo delle zanzare, rimase così dubbia come ora ! » A questa eloquente conclusione espressa da uno scrittore locale, certo non .sospetto, io non intendo far seguire un esame critico delle esperienze comunicate compiace.ntemente all'Ac· cademia medica di Torino. Non ne varrebbe la pena e non farei altro che ripetere quanto su tale argomento h a già scritto il dottor A. MENDONQA, direttore della B evista Medica de 8. Paulo, un distinto e coscienzioso bacteriologo, il cui nome è legato agli studi che in questi ultimi tempi si sono fatti al Brasile intorno alla eziologia della febbre gialla, e che ho avuto spesso occasione di ri· cord are a titolo di onore anche in mie precedenti pubblicazioni.

** * scritti,

Alla fine di tanti coi quali, da sei anni a questa parte, io vatio segnalando e distruggendo, uno ad uno, tutti gli e1·ro1·i e tutte l e cori.tradizioni che i miei critici si sono divertiti ad accumulare, in questo frattempo, sui miei lavori, mi siano concesse poche altre osser-vazioni. }li sono accorto che il partito preso dai miei critici è ormai irriclucibile. La storia di ,...... '


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1L POLICLI.NllìO

questa lunga e vana polemica me ne dà la prova eloquente. Ad ogni mia nuova confutazione, i miei c1..itici gettano a mare, senza resistenza, l'ultimo errore; cercano qualche nuovo argomento di dibattito e ricominciano daccapo la dispe· rata fuga attraverso nuovi sentieri, con nuovi esper·imenti e nuo,·e pubblicazioni, che hanno la effime1..a resiste:qza di un giorno, ma che • • s1 rinnovano senza posa. Io non ho molta fiducia che questa fuga .d ei miei agili critici abbia a cessar presto, perchè ormai siamo ridotti a questo: a misura che si accumulano i loro erro1..i e r.rescono le beffe e l'insuccesso, a11menta la loro cieca ostinazione e il loro puntiglio, e diminuiscono di altrettanto la loro calma e la loro correttezza. Queste mie espressioni potranno appar·ire eccessive, ma dopo sei anni di paziente difesa dell'opera mia, le ritengo giustificate. Spetta ai miei critici il dimostrare che sono immeritate ! Oggi essi hanno riempito il mondo con la pretesa riproduzione sperimentale della febbre gialla n ell'uomo mediante la puntura di zan· zare infette, credendo in tal modo di aver dato alla scienza « un esperimento cruciale » . Noi sappiamo bene però che essi si sono ingan· nati e quindi hanno ingannato anche questa volta (1). Io domando ora ai miei critici: dal mo. mento che si sono .trovati individui COSÌ docili da farsi pungere con la prospettiva di con· trarre sicuramente la febbre gialla, perchè

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non si è mai riusciti a trovare tln solo sog· getto disposto a farsi inoculare un po' di cultura di bacillo icteroide ? Eppure i miei Cl'itici dov1·ebbero conside· rare questo esperimento come molto meno pericoloso di una puntura di zanzara infetta con 3angue amarillico ! Perchè non hanno voluto mai farlo'? Eppure essi avrebbero avuto un modo sem· plicissimo per decidere una buona volta il valore specifico del bacillo zcteroide e per dirimere il lungo dibattito, con la speranza di chiudere con uno strepitoso successo una lunga serie di umilianti sconfitte! Perchè quegli a1'diti sperimentatori, . i quali riproducono nell'uomo, così a colpo sicuro, col semplice mezzo di una zanzara infetta, o con l'audace iniezione di sangue amarillico, una delle più gravi e pericolose malattie lJ.mane, non hanno poi il coraggio di fare un esperimento parallelo con una cultura pura di bacillo icteroide ehe, secondo le loro affer· mazioni, dovrebbè essere un microbio banale, innocuo e senza impo1.. tanza 'l Perchè non vogliono ripetere un esperimento così interessante e che appianerebbe definitivamente ogni disputa e assesterebbe così bene, a me e alla opera . mi:Ji, il colpo decisivo? E questa proposta non paia eccessiva, dap· poichè, come è noto, esperimenti consimili si sono praticati sull'11omo coi microbi del co. lèra, della suppurazione, della blenorragia, del tifo ricorrente, dell'ulcera venerea, della erisipela, ecc. Il soggetto volenteroso non dovrebbe essere difficile a trovarsi, dal momento che ve ne sono di quelli che credono di, espo1·si scientemente a contrarre la febbre gialla, facendosi inoculare del sangue amarillico o lasciandosi pungere dalle zanzare che si suppongono in· fette di tal virus! Per conto mio, dichiaro ancora una volta che, per chiunque la desideri, tengo sempre prepa1·ata l1na buona coltura di bacillo icte-

(1) Uno dei così detti casi tipici di riproduzione sperimentale della febbre gialla nell'uomo ottenuto in S. Paltlo fu il seguente: un cocchiere napoletano, certo G .. ·. . . . F ... ·: tre giorni dopo essere stato morso da qt1attro zanzare supposte infette, accusò malessere, brividi, febbre, dolori vaganti, cefalea, albumina nelle urine (gr. 0,11-gr. 0,30 °/ 00 !) e persino una stomatorragia !... N a.turalmente quei valorosi sperimentatori affer· marono subito la, diagnosi <li febbre gialla genuina. J\'Ia purtroppo, ecco invece di chè si trattava : L'infelice soffrivn. di restringimento uretrale con cistite cro11ica. Venne siringato senza alcuna pre- 1·oide. cal1zione aniisoitica, per cui si riacutizzò la cistite I miei critici potrebbero forse - ma senza e si cleterminò una febbre uretrale che durò per ragione - ritorcere verso di me la p1'opost~ 3 o 4 g iorni. L'albt1mina n elle urine era semplicemente ... del pus; la stomatorragia proveniva dalla . di un esperimento così decisivo . ... lieve escoriazione di un lierpes labialis ... E cosi di Ma io non ne sento il bisogno! Chiunque seguito! Gli esperimenti di quegli illustri corrispondenti voglia rileggere con qualche attenzione la della Reale Accademia di !Iedicina di Torino, sono condotti tutti a questo modo e con siffa.tte mia prima memoria originale sulla eziologia della febbre gialla, pubblicata nel Policll1iico cal1tele scientifiche.


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SEZIONE PRATICA

del 1897, rileverà senza pena come io non debb:t sentire la necessità di ripetere simili prove. Io p1·evedeva q1lesto lungo ed increscioso dibattito, perchè aveva assistito e preso parte ad altro consimile che, per lunghi anni aveva seguìto gli studi cli KocH sulla eziologi~ cfe1 colèra. Ma credono proprio i miei critici, che io sia stato così ingenuo da avventurarmi sopra un terreno così difficile ed arr·ischiato, senza es· sermi formata la cortvinzione pe1·so1zale che il bacillo icteroid~ riproduce la febbre gialla nell'uomo'? Ma credono proprio che io mi sarei esposto a cuor leggero, alle inevitabili ire dei miei sfortunati precursori, alle implacabili invidie dei miei numerosi competi.t ori, ed us~rei oggi verso di loro questo linguaggio, qualora non fossi stato e non mi trovassi ben sicuro della esattezza e della incrollabilità dei miei i~esul­ tati sperimentali'? ... Bologna, 28 maggio 1903. Nota. Mentre questo articolo è in corso di pub· blicazione, la nostra stampa politica si è fatta eco di alcune ·gravi notizie arrivate or ora coi giornali di S. Paulo, intorno ad alcuni esperimenti prati· cati colà st1lln dibattuta trasmissione della febbre gialla. Questa volta si tratta davvero di un caso legit· timo di febbre gialla, e purtroppo di un caso mor· tale! Ma l'ottimo prof. Perroncito e la illustre .Acca· demia l\.fedica di Torino, che aspettano ancora i particolari di quelle tali esperienze che hanno ispi· rato questo mio scritto, non potranno compiacer· sene. · Infatti il triste caso di vera trasmissione speri· mentale della febbre gialla nell'uomo, verificatosi recentemente in S. Paulo, non ha nulla a che vedere con le zanzare e confe1yma in"'\rece sempre più l'assurdita della nuova teoria e la temerità dei st1oi autori! Ecco come si sono svolti i fatti che riassumo in breve da estese pubblicazioni locali e da particolareggiate cori·ispondenze personali. I risultati delle ben note esperienze di trasmissione della febbre gialla mediante la puntura delle zanzare, erano state accolte in S. Paulo, come si è detto più sopra, da generale scetticismo e da aspre censure, tanto dall'opinione pubblica come dalla ~ tampa locale. Tutti i medici di buon senso avevano infatti ne· gato ogni valore a quei resultati insignificanti, artificiosi e falsi. Ma gli ostinati sperimentatori non intesero darsi per vinti e cercarono di riabilitarsi innanzi al pub· blico, praticando delle esperienze inverse. Essi tentarono cioè di dimostrare ugua.lmente, per via indiretta, l'importanza delle zanzare nella trasmissione della febbre gjalla, traducendo in atto ~a stolta dottrina del dott. REED, alla quale ab·

biamo accennato più sopra, secondo cui i panni, le biancherie sporche, gli effetti letterecci, ecc. degli ammalati di febbre gialla non sarebbero più cla te· mersi, e che perciò le misure consuete di disinfezione nella febbre gialla sarebbero addiritLura da bandirsi! Quei medici riunirono perciò in un padiglione dell'ospedale d'isolamento di S . Paulo, di,ersi in· dumenti già appartenenti acl ammalati ùi febbre gìalla e · fatti venire espressamente da Ribeirao Preto, da Tat1baté e da altre localita dell'interno ove infierisce la malattia.. . Al contatto di quei sudici indumenti vennero esposti per varie ore al giorno e previo compenso pecuniario, tre sciagurati (un tal Siniscalchi, maestro di calligrafia e due operai veneti) i quali, per ve· rità se la cavarono a buon mercato, ma ~un gio· vane medico che attendeva a quelle esperienze, il dott. BONILHA DE TOLEDO, contrasse subito una forma gravissima di febbre gialla che lo uccise in pochi giorni fra la costernazione e le proteste d ella intera cittadinanza. . Questo risultato veramente disastroso e che con· trasta purtroppo in modo così decisivo con le in· significanti esperienze ldirette eseguitu con le zanzare, non ha bisogno di molti commenti. Qt1ando avrò aggiunto che S. Paulo è una città immune da febbre gialla e c:he la vittin1a non aveva avuto contatti con altre fonti di infezione che non fossero stati gli oggetti infetti arrivati da lungi, il lettore intelligente comprenderà da sè donde e come abbiano potuto trasmetter~i i microbi che uccisero ·il povero dott. BoNILHA e qt1ale valoro pratico debba attribuirsi alle pazze teorie dei miei critici! 3 giugno 1903.

lv.IEDIOINA

Sulla palpazione del piloro. (OBRASTZOW.

Deutsclt. Medie. Wocli., n. 43, 1902).

Insieme con varie sezioni del tratto intestinale, specialmente il cieco, la parte del co· lon ascendente, il colon trasverso, l'S iliar.a, la porzione inferio1·e dell'ileo, si può in ce1~ti casi esaminare colla palpazione anche il piloro unitamente all'antro pilorico. L' A. nel 1892 e GLÉ· NARD nel 1894 hanno trattato questo argomento in rapporto alla diagnosi differenziale col colon trasverso. Normalmente il piloro e tutta la porzione pilorica sono coperti dal lobo sinistro del fe· gato e quindi sfuggono alla palpazione. ~fa in certi casi, quando il fegato è spostato cosi e· chè il lobo sinistro con o senza abbassamento del lobo destro si sia innalzato, o quando l'abbassamento dello stomaco è maggiore di quello d.e l lobo epatico sinistro, la porzione pilorica diviene accessibile alla palpazione. Allora si palpa o soltanto la parte pilorica sotto fo1·ma di una po1·zione di stomaco possedente pro· prietà anatomiche e fisiologiche particolari e determinate ed unita immediatamente al pi. ~__.


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IL POLICLINICO

loro, oppure insieme ad una porzione del corpo dello stomaco. Le prime osservazioni dell' A. si riferivano alla porzione pilorica e si trattava appunto di casi con notevolissima caduta dello sto· maco accompagnata da una quasi completa impermeabilità del cardias. In questi casi di gastroptosi si palpava 8-10 cm. sopra l'om· belico il piloro posto trasversalmente è la porzione pilorica, in forma di una corda dAllo spessore di un indice, di consistenza varia· bile, che si nascondeva sotto il lobo destro del fegato. In questi casi vi era una certa distanza tra la grande curvatura dello stomaco e il colon tras,·erso che si trovava 4-6 cm. sotto l'ombe· lico. Questo fatto fu confermato in due casi con l'autopsia e in duè con la laparotomia, -come anche la sede e le proprietà del piloro potuto palpare bene durante la vita. Ma oltre le 1 condizioni date dagli alti gradi di restrin· gi1nento del cardias e che fanno palpabile la pars pilorica, questa può palparsi anche tal· volta nella dislocaz~one del fegato e nella ptosi gastrica. Non si ha una precisa statistica sulla fre· qnenza con cui pt1ò palparsi la pars pilorica e l' A. crede poco utile questa palpazione: l' A. su 900 ammalati nell'anno 1901 ha trovato palpabile il piloro in 9, ma crede però che sia molto più frequente. L' A. riferisce breve men te 9 casi in cui ha potuto nettamente palpare il piloro e dalle sue rice1·che risulta che la porzione pilorica dello stomaco si palpa abitualmente Rotto forma di un cilindro giacente o orizzontale o obliquo dall'alto al basso e da destra ve1~so sinistra, da 2 a 7 cm. sop1·a l'ombelico, per lo più nella zona del m. retto addominale destro e dello spessore di un indice o di un pol· lice. La particolarità di questo cilindro è costi.. tuita dalle sue rapide variazioni di consistenza; ora quasi cartila.gineo, ora disparente rapida· mente sotto le dita. Questo fatto differenzia il pilo1·0 da qualt1nque altr.a porzione palpa· bile del canale digerente. L 'ispessimento del cilindro si forma in 3-5 secondi, dura 5-10 se· condi e poi comincia a rammollirsi, vi si sen· tono dei gorgoglii e sparisce del tutto sotto le dita che palpano. Dopo alcuni secondi, mezzo minuto o più tardi si ripete ancora lo stesso quadro. Questa peristalsi del piloro avviene tanto a ~tomaco pieno ch e a digiuno, e allora invece <li un cilindro si percepisce un nodulo più o 1 neno rotondo e duro, grande come una noc· ciuola. Questa forma si incontra specialmente

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nei casi di gastroptosi e il nodulo è vicino all'ombelico, 1-2 cm. al disopra presso la linea mediana e in esso avvengono egualmente le variazioni peristaltiche. Nella forma nodulare sono molto più pronunciati i fini gorgoglii che si sentono alla palpazione quando il no· dulo è più consistente e quando comincia a rammollirsi. Questi gorgogl~i possono anche udirsi sotto forma di caratteristico scricchiolìo che ricorda lo scricchiolio dei topi. Quando il piloro si palpa sotto forma di cilindro, i gorgoglii sono più grossolani anche se si può sentire lo scricchiolio. Questo pro· babilmente è causato aal gas che durante le contrazioni della porzione pilorica viene ricacciato nello stomaco mentre il cli.imo è spinto nel duodeno. Però è possibile che anche una parte del chimo sotto forma di piccolissime goccie venga respinto nello stoma~o produ· cendo il particolare i·umore grazie alla riso· nanza della cavità gastrica. . Rimane la questione che cosa possa simula1'e il piloro contratto. In prima linea quando vi sia un nodt1lo canceroso sotto forma Q di una, produzione rotonda fissa, o di un cercine cilindrico. In certi casi la consistenza cartilaginea del piloro contratto può a p1~ima vista far ammettere la presenza di un tumore, ma in questo non avvengono il crepitìo o i gor· goglii, nè se ne ha la sparizione sotto le dita. Riguardo agli altri organi addominali è fa· cilissimo scambiare il piloro con il colon tra· sverso. In certi casi insieme al piloro si contrae anche una certa parte del corpo dello stomaco, formando così un cilindro più lungo che ricorda appunto quello del colon trasverso. Gorgoglii avvengono, sebbene in minor grado, anche nel rammollirsi del colon trasverso con· tratto. La sede del cilindro sopra il confine inferiore dello stomaco non garentisce dall'er· rore, poichè questa sede non è sempre uguale. Però, quando ~ sia stabilito il confine inferiore dello stomaco, se il cilindro trovasi 4-8 cm. .al disopra, si può quasi certamente escludere il colon. L' A. non ha mai trovato un'eccezione a questa regola. Vi è poi nn altro segno dato dalla risonanza epatica : se sotto il fegato o nella sua zona si trova il colon tras,rerso, la percussione epa· tica dà nn st1ono ottuso timpa.nico, se vi è l'antro pilorico un suono ottuso assoluto. Que· sto segno è decisivo. Il fatto poi che il suono epatico non si rischiara affatto quando sotto il bordo epatico trovasi il duodeno, dimost1'a che con il chimo non passa niente gas dallo stomaco nel duodeno. Riguardo al valore ~linico della palpazione del piloro è bene sapere che il BouvERET crede


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SEZIONE

PRATICA

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che la contrazione spastica del piloro sia la addotti pro e contro tanto dall'ELSNER e dallo causa più frequente dei dolori gastrici. Nel STILLER, quanto da altri, conclltde col dichiamaggior numero dei malati dell' A. con piloro · rare che se non riconosce al fenomeno del contratto, palpabile, vi erano dolori gastrici. rumore di guazzamen to un'importanza patoQuesti dolori però mal si possono collegare gnomonica per l'atonia dello stomaco nel senso immediatamente e costantemente con lo spasmo esposto dallo STILLER (indebolimento della pe· pilorico: i pazienti, anche se il piloro è sensi· ristole - indebolimento della peristaltica bile alla pressione, non si lamentano di solito insufficienza muscolare), non va però fino al di dolori du1·ante le contrazioni e non sentono punto da negargli, come fa l'ELSNER, ql1alsiasi troppo questo spasmo e i dolo1·i possono man- importanza. care del tutto. L' A. non crede che il repertc Il rumore di guazzamento percepito all'epi· descritto sia in rapporto con una malattia de· gastrio costituisce un sintoma certo di quella -terminata o con qualche sintoma determinato forma morbosa che lo STILLER chiama astenia -obbiettivo o subbiettivo. congenita diffusa, generale, o habit11,s ente1·0· Non si può escludere che dei dolori possano ptoicus, e che si riscontra negli individui magri, -comparire in casi di contrazione spastica du- gracili, con torace allungato e stretto, con l'anrevole. golo costale sporgente in corrispondenza del I sintomi della contrazione pilorica spastica processo xifoide, e con l'estremo sternale della possono osservarsi nei sani e l' A. su se stesso decima costola fluttuante. Qui vanno esclusi ha notato il crepitio pilorico. Però è possibile i casi di rilasciamento delle pareti addomiche queste contrazioni nell'iperacidità e n ella nali che si manifestano in seguito al parto o gastroptosi si facciano più energiche e dure- ad un processo di rapido dimagramento. voli per la difficoltà al passaggio del chimo Il rumore di guazzamento lo si osserva nel duodeno : ma neppure in questo caso pos- spesso in individui sani, ma con tendenza alla sono dirsi sintomi patologici. neurastenia gastrica. In qualche caso però la palpazione del pi· Al dire dello STILLER, il rumore di guazzaloro può avere valore .p atologico come in un men to è il segnale, l'avviso di disturbi nercaso che minutamente desc1·ive l' A. in cui con vosi, funzionali, cronici a carico dello stomaco, la presenza di un tumore apparente dello sto- dist11rbi che sono favoriti da tutte quelle cause, maco vi era completa sparizione della fun- le quali conducono allo stato di denutrizione zione secretoria di origine nevrastenica. Alle generale, mentre non si manifestano mai negli origini <lei tumori apparenti dell'epigastrio. individui grassi e ben nutriti. . rico:rdate da EINHORN (ptosi del lobo epatico L 'atonia o dispepsia nervosa, è~ al contrario 1'inist1'0~ ispessimento dei muscoli addominali, della gastrettasia la quale dip~nde da processi ao1·ta palpabile), è da aggiungere quindi anche locali, una malattia costituzionale. il piloro contratto specialmente nei casi di Essa è sempre accompagnata dal rumore di gastroptosi e molto più spesso di quanto non guazzamento, però la presenza di questo ru· si creda. G. P. more non è sempre un sintoma patognomonico di atonia. È di grandissima importanza pratica il fatto Dell'atonia dello stomaco e del sno i·ap- che l'atonia dellò stomaco non implica neces· sariamente la gastrettasia. Se si teme che l'a· po1·to col rumoi·e di gnazzamento e con tonia abbia a condurre alla gastrettasia, allora la gnstrettasia. è necessario prescrivere una dieta leggera e razionale (l'atonia, essendo una malattia costi· (COHNHEI:rtr. B erl. klin,. Woclten., n. 14, 1903). tuzionale, guarirà solo in seguito al migliora· ~ientre l'ELSNER considera il rumore di mento delle condizioni organiche generali) ; guaz~amento dello stomaco come un . sintoma che se invece non si tem e che all'atonia abbia di gastroptosi in seguito a rilas ciamento delle a tener dietro la dilatazione dello stomaco, pareti addominali, lo STILLER ritiene che il allora si ricorrerà senz'altro ad una cura ri· vero rumore di gl1azzamento, specie quando costituente energica, all'ipernutrizione, la quale si manifesti dopo trascorso molto tempo dal- darà ottimi risultati, mentre la cura chirt1rgica ingestione di sostanze alimentari, è un sintoma della gastroptosi sarebbe in tali casi un vero patognomonico di atonia degli strati musco·· sbaglio terapeutico. lari dello stomaco, e che la ptosi dello stomaco Dott. E. G'C'GLIEL~1ETTI. s'accompagna sempre con l'atonia, cosicchè non v'ha ptosi senza atonia. ~ L'A. riassumendo e discutendo gli argomenti


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IL POLICLINICO

Pe1· Ja diagnosi del ca1·cinon1a dello stomaco. (SAL01\ION.

Dentsclz. ntedic. ffToclien., n. 31, 1903).

Secondo l' A. la presenza di albumina nel contenuto dello stomaco, quando sia .esclusa ogni altra sorgente di albumina nel mede· simo, è un sintoma importante per la dia· gnosi del carcinoma dello stomaco; in tal caso l'albumina sarebbe dovuta ad un processo di essudazione della superficie ulcerata dello stomaco medesimo. Il n1etodo seguito dall' A. per tali riuerche è il seguente : Dopochè l'infermo da esaminare si è attenuto fedelmente durante la mattinata ad un'alimentazione liquida,' e nel pomeriggio ad un'alimentazione pure liquida, ma priva di albumina (brodo, caffè, vino, tè), alle ore 9 di sera gli si }3raticano lavande abbondanti e ripetute dello stomaco, fino a tanto che l'acqua fuo1~iesca completamente limpida. Durante la notte successiva digiuno completo. Alla dimane si pratica di nuovo il lavaggio dello stomaco, ma questa volta con 400 eme. di soluzione fisiologica di cloruro di sodio; in questo liquido si fa . la determinazione quantitativa tanto dell'albumina (col r eattivo dell'Esbach), quanto dello azoto (col metodo del Kjehldahl). L' A. sopra 22 casi da lui i~iferiti in appof?ita tabella trovò che nella dispepsia nervosa., nel catarro cronico e nella gastroptosi l'albumina o mancava del tutto nel liquido tolto dallo stomaco, o era rappresentata da una leggera opalescenza ; la quantità di azoto oscilla1ra tra 0-16 mgr. per ogni eme. Lo stesso reperto si ebbe nei casi di ulcera cronica. I casi di ulcera recente e molto dolo· rosa non furono sottoposti al detto esame per ragioni che facilmente si comprendono. Nei casi di carcinoma l' A. ebbe semp1·e un intorbidamento fioccoso corrispondente, nel· l'albuminometro dell'Esbach, al 1/!6 • 1/ 2 per mille. La quantità di azoto oscillava tra i 10-70 mgr. per ogni eme. Tutti questi casi di carcinoma, ad eccezione di uno, erano già stati diagnosticati alla, pal· pazione. Ricerche lllteriori in un materiale pii1 nu· meroso dovranno confermare l'importanza del detto sintoma nella diagnosi precoce di car· cinoma dello stomaco. Dott. G. E.

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CHIRURGIA

Della lesione t1~aurnatica del midollo spinale o « mielodèlesi '>. (THIEM. Medie. cliirnrg. Oe1itral-Blatt, n.17, 1903)r

L'A. osserva come dopo la })romlllgazione della legge sugli infortuni furono pubblicati numerosi casi di malattie organiche del sistema nervoso, manifestatesi in segnito ad un fatto tra11m atico. Sono semplicemente casi di tabe traumatica, di poliomielite anteriore traumatica, di si1~ingomielia traumatica. In questi casi, per spiegare il nesso patogeno tra il trauma periferico ed il processo moi~boso centrale, si ricorre al mezzo termine di una neurite ascendente. Tali lesioni traumatiche del midollo spinale si presentano, nei casi gravi, sotto la forma di colpo apoplettico, e ciò dopo una caduta dall'alto, un urto, ecc., ecc. Anatomicamente esse sono rappresentate, o da un disgrega.mento . della s ostanza del midollo spinale con necrosi successiva, o da un' ematomielia rappresentata clinicamente da una. paraplegia che può scomparire; che se le alterazioni persistono in una sola metà del midollo, ovvero prevalgono nelle corna anteriori o nella sostanza grigia, allora si possono avere imagini morbose tali, da ricordare una poliomielite anteriore o una. siringomielia. L'esame anatomico di alcuni di qt1esti casi rivelò, al posto della lesione traumatica, la presenza di una cicatrice pt1ramente sclerotica o cistica, formatasi in seguito al i..iasso1~bi­ mento, o dello stravaso sanguigno, o del focolaio necrotico rammollito. Il KIENBOCK ritiene che queste cavità cicatriziali non debbono considerarsi equipollenti a quelle che si f 01~mano in un processo di vera e propria siringomielia, e ciò perchè in seguito ad una lesione traumatica anche gravissima non si sviluppa mai nessuna malattia cronica del midollo spinale : quando ciò accada, trattasi sempre di un processo morboso che esisteva già prima del trauma allo stato latente; · perciò il KIENBtlCK esclude in tali casi qualsivoglia nesso etiologico propriamente detto fra trauma e malattia del midollo spinale; nella siringomielia e nella po· liomielite ante1~iore cronica il trauma periferico non avrebbe altra importanza che quella <li accelerare il p1·ocesso già in atto, analo· gamente a quanto si ammette per la ~osidetta tabe dorsale traumatica. L' A. dice di avere osservato delle forme leggere di mielodelesi con pai·alisi motoria


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SEZIONE PRATICA

transitoria, con contrazioni fibrillari, e talvolta con disturbi della sensibilità, analoghi a quelli che si riscontrano n ella siringomielia. Queste forme morbose facevano nascere ali' A. il timore si trattasse di poliomielite o di sirin· gomielia ; se non che un esame successivo gli mostrava sempre che esse alterazioni avevano peggiorato solo in casi est1--emamente rari, che per lo più erano rimaste stazionarie, e che non di rado avevano migliorato o erano guarite del tutto. Dot.t. E. G. .Aspo1·tazion~

totale di a_n1 bedue . le ~tpo­ nev1·osi palmari pe1~ malattia del Dupuytre11.

R. Accadentia delle Scienze dèll'Isti/rito di Bolog1ia, 22 marzo 1903).

(TRICOMI.

Il TRICOMI espone i risultati di un nuovo tentativo chirurgico, pe1" la cura della malattia del Dupuytren. _ Si trattava di un individuo affetto da i e· trazione dell'aponevrosi palma1 e di ambedue le mani ; dal punto di vista etiologico era da prendersi in considerazione l'eredità, essendo il padre ed un fratello dell'infermo affetti dalla stessa malattia. L' A. ha p1 aticato un'incisione rettilinea., lungo il lato ulnare della palma della mano, dal punto più alto della regione ipotenare, sino a. tre o quatt1 0 millimetri in sopra della piega digito-palma1 e; dal lato ulna1 e del quinto dito conduce poi un'incisione curvilinea, a con· vessità inferiore, che raggiunge il lato radiale del secondo dito, mantenendosi a tre o quattro millimetri sop1 a la piega digito-palmare ; per risalire quindi con un'incisione I"ettilinea sino alla plica interdigitale fra il police e l'indice. Disseca, sollevandolo in alto e ' 7 erso il lato radiale, il lembo cutaneo che ne risulta ed il quale, in certi punti, sta in intima. connessione,• mediante setti fibrosi, con la sottostante aponevrosi. Questa ' riene incisa trasversalmente, a livello del legamento anulare, e si asportano i prolungamenti che vanno al 2°, 3°, 4° e · 5° dito. L'emostasi riesce assai facile, non venendo leso alcun vaso degno d'importan~a. Prima di passare alla sutura l' A. pratica nel mezzo del lembo un' incisione di 1 cm. per applicare un drenaggio capillare. L'aponevrosi asportata si presentava notevolmente ispessita, specie nei tratti inferiori; in qualche punto esistevano ispessimenti no· dulari ci1 coscritti, fibrocartilaginei. 11

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L'esame istologico ha dimostrato una notevole ipertrofia dei cordoni t endinei aponevrotici, i quali si presentavano come costituiti da un unico e grosso fascio; il connettivo lasso, che nell'aponevrosi palmare normale separa i vari cordoni tendinei, si era trasf ormato in un tessuto compatto, sclerotico, povero di vasi sanguigni e quasi privo di fibre elastiche. Per quanto i·igual:'da la patogenesi, l'ipotesi che per l' A. sembra più attendibile è questa: Una lesione nervosa determina t1n.o stato di contrattura funzionale, cui segue, sia per le alterazioni circolatorie concomitanti alle alterazioni funzionali, sia forse anche per gli sforzi praticati continuamente dall'infermo per vincere l'ostacolo che si oppone alla regolare funzione, l'ipertrofia del connettivo con successiva scle1·osi, la quale finisce col rendere anatomicamente permanente la contrattura funzionale. Il decorso post.operativo fu ottimo. In sa giornata si sono cominciati a fare eseguire ali 'operato dei movimenti atti vi e nei giorni consecutivi è stato praticato quotidianamente il massaggio. In 12a giornata l'infermo poteva vestirsi da sè e scrivere. L'operato non ha da allora più tralasciato il massaggio e la gjnnastica metodi~a, le dita si sono conservate .ln perfetta estensione ed anche oggi (6 mesi dall'atto operativo) il ri· sultato f11nzionale di ambedue le mani è otg. p. timo.

La lussazione del 11ervo ulnai·e. (Mo~fBUBG. Arclt. f . lclin. Cll,;r., · 70, Bd. I). La lussazione del nervo ulnare è frequente. Se fino ad ora ft1 osservata così r·aramente, ciò dipende dal: fatto che di rado essa provoca alterazioni flogistiche, le q11ali r·ichia· mino l'attenzione sul nervo lussato pe1-- disturbi notevoli nella sua funzionalità. Esistono due sorta di lussazioni del nervo ulnare, la congenita e l'acquisita, quella molto più frequente _di questa . Intermedia per frequenza fra la forma con· genita e la forma acquisita è la st1blu8sazione, la quale per una semplice potente con· trazione del tricipite può trasformarsi in lussazione completa. La indicazione a una terapia attiva sta in rapporto coi fatti irritativi, che si stabiliscono nel ner·vo" e i conseguenti disturbi f un~ionalì. Questi richieggono un intervento diretto a costituire un reticolo aponevrotico o mn· scolo-aponevrotico (c·o me fu praticato dall' A .) che impedisca al nervo di abbandonare il solco epitrocleo-olecranico, durante i movimenti dell'articolazione. R. DALLA VEDOVA. I ~_

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IL POLICLINICO

Del 111 etodo ossigenato nelle infezioni chirurgiche, e principaln1ente nelle artriti suppurate del ginocchio. Acacl. de M éd. de B el.qique, seduta del 27 giugno 1903, e Se1n. Médicale, 1903, pag. 220).

(THIRIAR.

Già l' A. aveva segnalato i servizi resigli dall'ossigeno, nel t~attamento di tutta una. Herie di affezioni chirurgiche infiammatorie. L'iniezione d'ossigeno nel focolaio e nei tes· -suti circostanti del favo e del foruncolo, sotto :forma di vero enfisema gassoso, dà risultati rapidi, come nei flemmoni diffusi, negli ascessi fr·eddi, ecc. · In 3 casi di artrosinovite acuta suppurata del ginocchio l' A. ha applicato il seguente metodo: Apertura dell'articolazione, lavaggio all'acqua ossigenata, indi, posto un sistema di iubi a drenaggio, ha fatto passare per esso in modo contino dell'ossigeno, sotto una debole • pr,ess1one. In tali pazienti l' A. ha visto in 24 ore ·scom· parire la suppurazione, il secreto divenire man .' sieroso . . micror. mano sempre p111 e povero in ganismi virulenti (stafilococco aureo, gono-cocco, streptococo); e finalmente diminuire infinitamente tutti i fenomeni generali e locali, più rapidamente che cogli altri metodi. L' A . attribuisce la rapidità d'azione dell'os· sigeno, non solamente al potere microbico diretto di esso, ma sopratutto alla sua azione eccitante sui mezzi natura.li di difesa dell'or· ganismo (fagocitosi, formazione di sostanze utili, anticorpi, ecc.). Dott. LEOTTA.

OCULISTICA

Gonorrea e malattie ocula1 i. 9

(LAWl"'ORD. BritisJi med. Jonr1i., n. 2131).

La serietà e la gravezza dell'infezione gonococcica è stata soltanto in questi ultimi .anni posta in giusta luce. Essa è senza dubbio t1na delle più diffuse malattie infettive e mentre la lesione locale è tro1Jpo spesso ritenuta un'inezia, l'importanza di tale infezione non è molto inferiore a quella della sifilide quando si tien conto della sua singolare per· tinacia, della possibilità di danno sessuale permanente all'indi vidno e se infine si tien presente il co1--teo patologico da cui può venire seguita. ~lolti punti del resto non sono ancora chiari ti. Così, ad esempio, se non v'è

[ANNo IX, FAsc. 43]

dubbio che il gonococco, in quanto concerne il tratto genito-n1·inario, è l'agente specifico della produzione della usuale lesione gonorroica, la sua parte nella infezione gonococcica sistematica e nelle sue manifestazioni così dette distali o metastatiche è meno bene de· terminata ed è assai più difficile a definirsi. Così nell'artrite gonococcica, che rappresenta la complicazione più frequente, alcune volte si potè dimostrare il gonococco nel liquido articolare, altre volte invece esso mancava ed esisteva una infezione mista di stafilococchi e streptococchi. Per quanto riguarda le complicazioni oculari, fatta eccezione per la oftalmia gonor· roica dovuta a diretta inoculazione del gonococco sulla congiuntiva, il gonococco non fu mai dimostrato nell'interno del bulbo oculare. Le forme sinora descritte sono: congiuntivite, sclerite ed episclerite, irite ed iridociclite, nem·o-retinite. È stata descritta anche una cheratite suppurativa in un caso di grave in· fezione gonococcica a carattere pioemico. . L'infiammazione della congiuntiva che occorre durante il decorso di una gonorrea è ben diversa dalla comune oftalmia gonorroica e viene generalmente denominata congiunti· vite metastatica. Secondo recenti osse1·vazioni sembra che questi attacchi di congi11ntivite relativamente benigna non siano dovuti a diretta inocula· zione, poichè il gonococco non si trova nè nel tessuto congiuntivale, nè nel secreto. Ad ogni modo in simili casi è consigliabile una certa cautela nello stabilire la diagnosi, perchè anche U.n'infezione gonococcica attenuata po· trebbe dare luogo ad una forma leggiera di congiuntivite. ln tal caso deoiderà l'esame batteriologico. Ma la complicazione oculare forse meglio conosciuta è la irite: questa associazione è comune e già nota da molti anni. Non si può con ragionevole fondamento dubitare che una irite p11ò essere la manifestazione di !llla in· f ezione gonorroica generale. La ricorrenza dell'irite in successi vi attacchi di gonorrea e il suo frequente manifestarsi contemporanea· m,ente ad altre complicazioni gonorroiche ben conosciute ne sono altrettante prove. L'irite in un gran nume.ro di casi si presenta con· temporaneamente all'artrite: il FouRNIER pe1· altro i·iporta dei casi in cui ciò non avveniva. Del resto le due complicazioni hanno anche alcune caratteristiche in comune: ambedue sono facili a svanire e lascian dietro di loro un'apparente vulnerabilità dei tessuti che spesso persiste per un lungo periodo. La reci· diva tanto nell'iride che nell' articolazione può


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SEZIONE PRATICA

insorgere anche a prescindere da una nuova infezione gonococcica. Certo non bisogna in questo campo andare fino all'esagerazione e considerare una gonorrea sofferta lungo tempo prima quale causa dell'attacco di irite in un -0cchio non mai prima malato. La sclerite e l'episclerite di origine gono· coocica sono molto meno frequenti che l'irite, colla quale del resto dividono le caratteristiche. La retinite e la neuro-retinite sono da anno· verarsi fra le più I'are affezioni oculari attri· buite all'infezione go·nococcica. Pochissimi casi di tal natura si trovano rico1..dati e certo dà essi non si può trarre alcuna induzione generale, quando non sia quella di richia· mare l'atten~ione del pratico sulla possibilit~ di tali lesioni nell'infezione da gonococco. Dott. 0.A.RRA.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE SAN BIAGIO IN MARSALA.

Ascesso sub-fi·enico per suppurazione di una cisti da echinococco sopra-epatica. Processo t1·ans-pleuro-diaframmatico per il dott. GuGLIELl\:CO A~ASTASI.

G. G. di Gioacchino, di anni 21, pescivendolo, viene ricoverato d'urgenza in questo nosocomio, occupando il letto n. 23 del reparto chirurgico. Racconta l'infermo che della presente màlattia si accorse due anni addietro circa quando, di ritorno da una delJe faticose corse per la campagna, accusò forte dolore alla re~ione dell'epigastrio e per la prima volta gli fu dato notare un sollevamento della stessa regione, che si estendeva verso la base destra del torace. Dopo qualche giorno di degenza a letto, calmatosi il dolore, ritornò al pesante lavoro d-i venditore ambulante di pesci, e dall'ora in poi, a dire del G., non cessarono mai alcuni disturbi di oppressione del respiro ed affanno, provenienti dalla tensione dolorosa della regione epigastrica, dolori che si esacerba vano anche dopo. un frugalissimo pasto, tanto da essere egli costretto metodicamente a slacciarsi la cintura a fascia. Una mattina della fine di maggio u. s non aveva fatto che pochi passi al di là della borgata, quando un acutissimo dolore nella · stessa regione epigastrica lo costrinse a ritornare in · casa e coricarsi. Tale dolore, nello istesso giorno, fu seguito da febbre a tipo -remittente, che d'allora in poi non lo lasciò pili libero, e con essa si ebbe un aumento del gonfiore della regione epigastrica e dell'ipocondrio destro.

Qualunque cibo ingeriva gli esacerbava il dolore a tal punto da essere costretto di procurarsi il vomito, pur di sentirsi un po' sollevato. Tale dolore acuto, urente, partiva dall'epigastrio, cingeva l'ipocondrio destro, sali va per la spalla, diramandosi sino alla nuca, prendendo forma di contrazione dolorosa. Al gonfiore, alla febbre , al dolore si univa una tosse secca, stizzosa che durò solamente due giorni, scomparendo senza alcuna espettorazione. Entrato all'ospedale e sottoposto in prevalenza a dieta liquida, diminuirono i disturbi, ma solamente in intensità. All'ispezione ora notasi un sollevamento, che dalJ a regione epigastrica slarga la base del t orace di destra ed il quadrante superiore dello .stesso lato. Alla palpazione tale grossa tumefazione dà una consistenza duro-elastica, con la parte più culminante sotto l'arcata costale, ed il resto perdendosi nei, limi ti che in seguito verranno descritti. E da notarsi che tale tumefazione, discendendo nel quadrante superiore destro, ha il limi te inferiore formaoo da un bordo tagliente, che richiama nettamente l'idea del bordo inf'eriore destro del f'egato, non alterato. Alla percussione notai superiormente una ottusità, assolutamente immobile con lo spostamento del paziente," che dal margine superiore della 5a cartjlagine costale incontra la 7a costa lungo l'ascellare posteriore perdendosi poi con marcata curva discendente sino alla vertebrale; mentre che inferiormente la linea di ottusità, da tre dita trasverse sotto l'arcata costale, arriva in linea discendente sino a poco più di due dita trasverse sopra la cicatrice ombelicale, insino a perdersi vicino alla mammillare sinistra prolungata. . Due saggi con la siringa di Pravatz, eseguiti nella regione anteriore sottocostale, sono stati negativi; un terzo, praticatosi lungo l'ascellare posteriore, nel 9) spazio interco· stale, diede un pus denso e cremoso.

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Sorge per prima la confusione diagnostica, se trattasi cioè di una raccolta pleurica o sotto-diaframmatica. Clinici provetti quali R1 cHMANN, SELIGOOHN, P. REcLus, GonLEE, I. KNoTz, E. FqRG"C" I~, H ELLER,WINCI\:ELM ..\NN ed altri, ai quali capitarono nella loro fortunata carriera simili casi, hanno fatto notare che non solo tale confusione è comune, ma che non abbiamo dati diagnostici tali, isolatamente presi, da poter sicuramente affermare che per tal segno la tal raccolta è pleurica e la tal altra sottodiafra1n matica. Molti ad esempio non hanno potuto verificare l'impor... ,.. .


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IL POLICLINICO

tante fenomerio diaframmatico di Litten, che consiste in una striscia di ombra sulla parete toracica, ascendente o discendente col respiro, e che fu dato come un segno infallibile sullo stato del diaframma; ed altri, quale il B EcK (1) ha scritto che e< tutto sommato, all'infuori dei fatti anaml,lestici, non vi sono che ben p ochi dati patognomonici per la diagnosi di ascesso sub-frenico, tuttavia in pratica ciò non è di grande importanza, perchè si tratti di piotorace od ascesso subfrenico, l'indicazione operativa è identica. » Per essere, simili eminenti clinici, arrivati a tale eccesso di concessione dobbia.mo ammettere, che, in certi dati casi, la diagnosi è estrema men te difficile, e la difficoltà è tanto più grande qt1anto più piccolo è lo sviluppo dell'ascesso, poichè più lievi e meno evidenti sono le note diagnostiche, sia che vengano dalla parte del torace o da quella dell'addome. Il presente caso si presta piuttosto bene ad un esame critico-diagnostico ed è perciò che mi servirò di tutti quei dati patogno· monici, che la grande esperienza di alcuni e lo studio. anatomo-patologico di altri, hanno tramandato perchè si possa incorrere meno facilmente in un errore diagnostico P er lo studio del caso mi servirò di tali dati, coordinandoli ed esponendoli in tre brevissimi capitoli, a seconda lo scopo che ciascuno si prefigge di illustrare. 1. Diagnosi di sede. 2. Diagnosi di natura. 3. Scelta del metodo operativo.

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confusionismo di dati diagnostici talment< disparati, che un sanitario viene posto in u bivio sconfortan.te, se debba cioè pronunciars~ per llna diagnosi di processo patologico degl organi del torace o dell'addome. Reputo quindi conveniente riportare e di·. scutere alcuni, ed i più importanti, segni, chE difficilmente si trov~no tutti descritti ne; trattati classjci e che pil\ facilmente si pos· so:r;>.o spigolare d a alcuni casi raccolti negl~ ultimi anni da qualche Rivista estera e nel Policlinico. Molti di questi dati verranno con! f'rontati con quelli del caso presènte per la diagnosi differenziale. La diagnosi dell'ascesso subfrenico può sta bilirsi sui seguenti segni: 1. Anamnesi : l'affezione comincia prevalentemente dall'addome, con disturbi perito · nitici e dolorabilità del cavo epigastrjno, par!~ tecipazione tardiva degli organi del torace :l l'inverso se il processo si inizia dal torace.· 2. la dolorabilità che dall'epigastrico sale1 per il torace di destra e per la spalla, si di· rama alla nuca è caratteristica per un'affezione sorta nel campo dell'influenza epatica; dolo· rabilità acuta, trafittoria, delle regioni inter-'1 c_o stali medie, se trattasi di un processo pato· logico pleuritico. 3. Ott-iisità che abbia una linea superiore discendente dalla marginale sternale verso la prevertebrale (1), nel caso di ascesso subfre-· nico; e l'inverso quale la linea ascendente: indietro di W eil, iperbolica di Ladendorfr negli essudati pleuritici. · 4 Assenza di 'rumore ?'"espiratorio, delle 1. Diagnosi di sede. vibrazioni vocali, del fenomeno del Baccelli, ecc. È il capitolo più difficile dello studio dia- nel processo subdiaframmatico ; presenza e gnostico, poichè è quello nel quale gli argo- modifica di tali fatti act1sticì, nell'altro promenti in contradittorio hanno più presa. Ciò cesso. deriva specialmente dal fatto che l'ottusità 5. Nessun, rapporto fra l'altezza della linea I superiore della regione epatica viene confusa sup~riore di ottusità toracica ed il f'9rte sposenza nessuna linea di demarcazione con stamento in basso della grand'ala del fegato; un'altra che sembra scendere dal torace, e ciò mentre che nell'essudato pleurico l'altezza viene anche confortato da alcuni segni che ci della linea superiore di ottusità prevale sullo possono far mettere in discussione l ·interes- s,Postamento in basso della linea inferiore di samento della pleura nel processo patologico, ottusità. tanto più che il mediastino viene ad essere 6. Dijferenza rimarchevole del poco senso invaso e l'organo in esso racchiuso, il cuore, di resistenza alla percussione sulla ottusità. spostato dai suoi limiti normali. A tutto questo si aggiunga una quantità di sintomi (1) Carattere indicato p er primo dal FREERICHS funzionali, quali la tosse, i dolori laterali ed epigastrici, la febbre, ecc, e si ha così un e dal B ARTELS . 1

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toracica nello ascesso sub-diaframmatico, e 1 2 Diagriosi di natura. quello invece caratteristico sulla pleuritica. Il legamento falciforme del fegato divide 7. Inalzarriento dell'areate costali nel primo anatomicamente la regione subfrenica in reprocesso; slargamento degli spazi costa.li nel gione destra e sinistra. Mi occuperò sempli.secondo. cemente della metà destra siccome quella che 8. Spostamento insensibile a sinistra e f'orte più direttamente interessa. in alto del cuore nello asc;esso subfrenico, Questo spazio virtuale, occupato ha un forte spostamento laterale verso il lato san<> tessuto cellulare lasco, ha per rapporti in 11ella pleurite essudativa. alto la porzione destra del diaframma, in 9. Fenomeno diaframniatico di LittenJI che basso la superficie convessa superiore dell'ala potendosi percepire, poichè è un dato infal- destra del fegato ; nel lato sinistro il legalibile dello stato del diaframma, è di una mento falciforme, in avanti a destra e poimportanza incalcolabile. steriomente i rapporti con i visceri vicini 10. Infine ha potuto, nel presente caso, no- aumentano col maggior ab~assamento del tare un segno che mi pare possa avere una fegato, ed è perciò che tale spazio prende certa importanza nella diagnosi differenziale: rapporti collo stomaco, con la terza porzione la forma dell'ottusità pleuritica in un forte del duodeno, col colon trasverso e con l'anversamento ha la figura di un tronco di cono golo superiore di esso, col pancreas, e poste oon la base più larga nella regione toracica riormente con lo spazio retroperitoneale (2). inferiore, e la più piccola o superiore obliqua Ne deriva da Ciò che l'etiologia dell'ascesso all'esterno rispetto all'asse del corpo; invece sottodiaframmatico, prende tali e dì\rersi in uno ascesso subfrenico, per quanto possa punti di origine, da interessare ql1asi tutta la tensione di esso spostare in alto col dia- la patologia degli organi pontenuti nella caf'ramma la pleura ed il polmone, con più f'a- vità addominale, e di questi non solo quelli cilità sposterà in basso, perchè più libera, la provvisti di peritoneo, ma anco quelli che si grande ala· del fegato, ed allora si ha come trovano nello spazio retro-peritoneale. Ed nel caso in esame una ottusità, che ha la ecco perchè le cause dell'ascesso subfrenìco maggiore prominenza a forma di bozza lungo possono ascriversi ad alterazioni patologiche l'arcata costale inferiore; or se, dal punto di che si sono iniziate: nello stomaco, con ulcere unione della emiclavare con la detta arcata, o carcìnoma; nel dt1odeno, nell'intestino e colon si tiri una linea che va sino alla linea supe- per ulcerazioni tifose o cancrenose; nel feriore di ottusità questa rappresenterebbe ap· gato e dotti biliari per l'ascesso traumatico, prossimativamente la circonferenza e quella cisti da echinococco suppurate, o per infiamil raggio ; lo stesso segno fisico si· rieonosce mazione primitiva della cistifellea e del coposteriormente tirando il raggio dal punto ledoco o consecutiva a _calcolosi dei dotti; di unione dell'arcata (12i costa) con la sca- nel pancreas con le pancreatiti primarie e polare. · secondarie a tumori maligni e calcoli; nella Cosicchè la linea superiore di ottusità li- regione retroperitoneale per affezioni del rene miterebbe la regione superiore della circon- sua capsula e connettivo lasco; per appendiferenza di una tumefazione, che ha la sua citi e tifiiti ; nel torace p er le raccolte di .massima prominenza sotto l'arcata costale pus, quali l'ascesso pulmonare e l'empiema, inferiore, mentre che, la linea inf'eriore di che prendendo ade renza con il diaf'ramma, tale ottusità, confondendosi con quella della l'usurino, riversandosi nello spazio sopradegrande ala del fegato, sarebbe rappresentata scritto; infine e più raramente 1}etiologia si dalla linea del m argine inferiore tagliente può trovare in suppurazione di organi londi detta ala, spostata più o meno fortemente tani da metastasi per via portale, come ' nella tlissenteria, piemia, furuncolosi, ani n basso. Questo segno, che dovrebbe essere • maggiormente controllato e studiato, insieme g1na, ecc. Nel presente caso l'avere solamente i dialla massima parte degli altri descritti sopra, eccetto del diaframmatico di Litten, furono sturbi di compressione e di distensione, quali rilevati nel presente caso, ed è perciò che fu l'affanno e la pienezza dell'epigastrico, pre· ' · ceduto di due anni i gravissimi fatti della fatta diagnosi di: ascesso subfrenico. (21)


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IL POLICLINICO

suppurazione; l'avere notato l'infermo, insieme con i disturbi di compressione e di distensione, una tumefazione del cavo epigastrico e della base destra del torace, ed infine, senza che mi dilunghi in molti altri particolari, l'avere l'infermo sofferto fino dai primi giorni della sua malattia un dolore, che aveva tutti i caratteri della origine epatica, ci indussero a diagnosticare una suppurazione sopra-epatica, che per il suo decorso ci sembrò fosse venuta in seguito a morte ed infezione di una cisti da echinococco. Tale cisti sopportata a lungo, quasi in una maniera latente, causava solo delle acute esacerbazioni, probabilmente per fatti irritativi locali peritonitici, in seguito a dilatazione e disturbi di circolazione dati dalla sua membrana esterna, di modo che l'in · fermo, terminati tali fatti irritativi e quinili i disturbi da e3&i provenienti, ritornava al lavoro senza troppo pensare al suo stato d'infermità .

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Scelta del processo operativo.

Nell'ospedale San Biagio, in quest'ultimo decennio, si sono operati 15 casi di cisti da echinococco, così distribuiti: Uno del polmone. Uno della milza. ·· ' Uno della regione renale (1). Dodici della regione epatica. Di queste cisti solamente tre sono state curate é guarite col metodo Baccelli, tutte le altre, sia per la loro località, sia perchè suppurate, sono state chirurgicamente operate, con il processo della marsupializzazione, tirando cioè fuori una porzione della membrana della cisti e fissandola con punti di sutura tutt'intorno alla ferita della parete. Così operàndo, i11 • 12 casi si è avuto solo un caso di morte e tutti gli altri g uariti nello spazio di tempo dai 40 ai (1) Il caso se non è unico n ella storia è al cer to m eritevole di t1n cenno: C. . . . . B . . . . fi1 S . . . . . , di anni 50 circa, fu oper ata n el luglio 1899 in questo osp e· dale di n efrectomia, p er d egen ei'a zione sar coma tosa del r en e sinistr o. Due anni dop o, il ± agosto 1901, vien e ricev11ta di nuovo per t1n tumore duro-el astico della gran· dezza di una piccola testa di n eonato, sorto nella stessa r egion e r en ale sinistr a. Rammen to che lo studio e la discussion e del caso ci occupar on o di· verse ore, poich è alcuni, ed io fra questi, sosten e· vamo la riproduzione sar comatosa del connettiv o . l asco r etr o.'p eritQneale, il chir11rgo capo e qualche altr o una cisti da, echinococco. L 'atto operativo diede a lor o r agion e. l22)

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70 giorni. Però le cisti incontrate erano so· lamente della regione anteriore, inferiore e centrale del fegato; invece nel caso nostro, per quante volte anteriormente si fossero f'atti dei saggi con la siringa di Pravatz ad ago lungo, non si potè mai capitare nel focolaio, e solo per la regione latero-posteriore del torace si potè aspirare pus cremoso. Tali saggi ci fermarono maggiormente nella diagnosi di cisti suppurata della regione posterosuperiore del fegato, tale da portare tutta intiera la sintomatologia di un ascesso-sotto · diaframmatico. Per le gravi condizioni dell'infermo era urgente una cura operativa, ma quale via seguire per dominare meglio il focolaio, la. via addominale o la trans-pleuro-diaframmatica? Certo sarebbe stato molto più spiccia e meno grave per l'infermo se per la addominale. si fosse arrivato presto al focolaio, ma ciò era semplicemente impossibile o si sarebbe dovuto eseguire una larghissima breccia tale da permettere lo scollamento del fegato dalle possibili aderenze, che avrebbe potuto avere . con il diaframma o con il tessuto connetti· vale neof·ormato e arrivare così profondamente ed obliquamente in alto, al cavo ascessuale, dopo avere bene protetto la cavità addominale. Questo sarebbe stato lavoro faticosissimo ·e pericoloso, e quantunque il R ÉCAMIER, il RAuscow, SoBANASEvv ed altri consiglino tale via per aggredire lo ascesso subfrenico, ed il MARZ e l' AMANO indichino una modifica con un gran taglio, penetrando obliquamente nel cavo, dal basso in alto, pure se l'ascesso o la cisti suppurata si fosse trovata proprio nella. regione diagnosticata, dove infatti si trovo, la vista dell'operatore e dei suoi assistenti non avrebbe potuto aiutare e dirigere la ma· novra operativa, e tutto avrebbe dovuto es· sere affidato al senso, qualche volta fallace,. delle dita Poichè con lo svuotamento del pus, toltasi la forza di t ensione che teneva il f'egato distante dai suoi confini n ormali, due grandi forze, unc-t di trazione in alto prodotta dai forti _legamenti sopra-epatici, l'altra di spinta dal basso in alto recata dalla tensione addominale, avrebbero rimesso il fegato al suo posto normale, ostacolando seriamente la libera manovra dell'operatore.


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Per tutte queste ragioni si scelse il processo trans· pleuro-diaframmatico, come quello che aggrediva il focolaio più da vicino e per· chè_ l'atto operativo in tutti i suoi momenti poteva maggiormente essere controllato e bene diretto dall'operatore e dagli aiuti. Tale processo per il primo venne praticato dallo IsRAEL (3) e poscia da P. SEGOND (4) con qualche modifica; in Italia da molti, fra i quali il CASELLI. Il LANNELONGUE preferisce la resezione del bordo inferi ore del torace per raggiungere la faccia superiore convessa del fegato, senza aprire la pleura. Siccome non vi è processo classico transpleuro trans-diaframmatico, che poRsa essere seguito in questi casi, si è voluto riportare sul torace lo stesso metodo che si segue nell'addome, cioè della sutura della membrana della cisti con la parete toracica. L'atto operativo (2 luglio 1903) fu condotto dal chirurgo ~apo S. ANGILERI, con l'assistenza nostra: 1. Incisione della pelle obliquamente da dietro in avanti dall'alt() · in basso fino alla ascellare posteriore sul 10° spazio intercostale. 2. Resezione sottoperiostea. della 103 costa per un tratto di cm. 10 ·circa. 3. Incisione_e taglio della pleura per tutta la lunghezza della ferita. 4. Incisione del diaframma. In quest'ultimo momento operativo, appena inciso il diaframma, un getto di pus fuorièsce con violenza ; si tt1ra eon la garza l'occhiello fatto. . . · 5. Sutura ad U, con sei punti, uno per angolo e due per lato Ciascuno di questi punti comprende pelle, muscoli, i due foglietti della pleura, d~aframma e fuoriuscendo da questo, percorre la stessa • • • via in senso mverso. 6. Ampliamento del taglio del diaframma, fuoriuscita di circa un litro di pus cremoso, contenente una ventina dì cisti figlie, a pareti spesse, color giallo-verdastro. Drenaggio.

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Ad atto operatorio finito, la mano, sondando la cavità della cisti, notava il disfacimento di una grande porzione della membrana oo· mune cli essa, dimodochè il contenuto purulento, liberato dal suo involucro d'origine, era poi stato alla sua volta incistato dal tessuto

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connettivo neoformato, prodotto dalle ripetute peritoniti locali adesive. Esso connettivo tapezzava tutte le anfraittuosità e gli organi che limitavano la regione sotto-diaframmatica, e alla sua volta questa poteva considerarsi come un cavo ascessuale chiuso, jJ quale con la sua tensione spostava in alto il diaframma, regione destra, ed in basso la grande ala del fegato. Infatti appena fu lo spazio sotto-diaframmatico sbarazzato dal contenuto purulento, il fegato si sollevò tànt() da chiudere con la sua porzione inferiore l'apertura praticatasi nel torace, e fu necessario un grosso e resistente tubo a drenaggio per assicurare lo scolo del pus. Nel processo trans·pleurico trans-diaframmatico non tutti consigliano la sut~ra del diaframma e molti, fra i quali il 'ì\11NKELMANN (6) la sconsigliano addirittura e parlano separatamente di zaffamento della cavità pleu· rica e della peritoneale. Ma se ciò è consigliabile quando il diaframma tutt'intorno si sia procurato delle aderenze, oppure, quando trovandosi integra la membrana della cisti, una porzione di essa, attraverso l'apertura del . diaframma, si può portare sino a suturarla alle pareti toraciche, come si procede col processo del Lindemann nel metodo addominale; non è tanto facile poi praticarlo quando non si può comp~endere nella sutura nè il f'egato perchè spostato in basso, nè la membrana perchè mancante come nel caso nostro ed al· lora si è reputato conveniente di considerare chirurgicamente il diaf'ramma, come fosse membrana od involucro della cisti, e suturarlo alle parti molli del torace, con sutura ad U. Questa modifica, mi si permetta la frase, con tale sutura riunirebbe i seguenti vantaggi: 1. Impedire, come sarebbe stato possibile, la lacerazione del diaframm8, se i punti fossero stati semplici. 2. Chiudere ermeticamente tutte le cavità, formando attorno delle barriere insormon· tabili. Il paziente nei giorni consecutivi fu apirettioo, non ebbe dolori, non dis turbi di qualunque natura (1 ), ed qggi dopo 25 giorni ·dall'atto operativo, si avvicina rapidamente alla guarigione definitiva. (1) Si notò semplicem en te un disturbo di lieve importanza: l 'infermo nei primi 10 giorni cammi· nava inclinando il torace -v-er so il lato destr o. ,23)


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IL POLICLINIOO

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BIBLIOGRAFIA..

1. BECK N. Y. Medical Record, 15 febbraio 1896. Riportato dal Policlinico, anno II, n. 26, pag. 511. 2. Prof. LANZ. Lyon m édical, 22 settembre 1895. 3. ISRAEL. VII Congrès des chirurgiens <tllemands 1879, Berlin. 4. PAUL SEGOND. Dzi traite1nent des lcystes dzi fo;e. (Congrès français de chirurgie 1888). 5. R. Accademia di medicina di Genova. Seduta del 3 febbraio 1896. riportata dal supplementQ al Policlinico, anno 2°, 1896, pag. ~01. 6. Dott. WINKELl\IANN Deutsche m ed. Woch., 1899.

PRATICA PftOFESSIONAl,E Polso i·aro nell'ileo·tifo e· sua impo1·tanza pratica. È 11oto che nell'ileo-tifo si osserva spesse volte una rarità del polso assieme ad un movimento febbrile spiccato. Qt1esto argomento fu accuratamente studiato dal dott. C. QUADRONE, di Torino, nella sezione d.el prof. Pescarolo dell'ospedale S. Giovanni di Torino. L·A. giunge alle segt1enti conclt1sioni: 1. Nell'ileo-tifo si osserva assai sovente un polso raro relativamente all'altezza della febbre (bradicardia relativa); ciò però q11asi esclusivamente nel sesso mascolino e n ell'età adulta; nelle donne e nei ragazzi la freq11enza del polso si comporta per lo · più come nelle altre malattie febbrili, anzi non ra· r'a mente la freqt1enza è maggiore di quanto la temperatura lo comporti. 2. Esistono dei casi di il eo-tifo in cui vi è una rarità assolt1ta del i:>olso (bradicardia assol11ta) che dura per tutto il periodo infetti,ro ; in questi casi il polso è regolare ed i suoi battiti sono sincroni a quelli cardiaci, ed il caratter e spiccata~ente bra· dicardico pt1ò rappresentare il sintomo clinicamente più saliente della malattia. 3. Queste forme di ileo-tifo con bradicardia sono una particolarita dei casi leggieri, in essi esiste mo· vimento febbrile generalmente poco spiccato e per eccezio11e la malattia p11ò anche decorrere in modo qt1asi o del tt1tto apirettico. 4. Questi casi di ileo-tifo con bradicardia · si osservano solamente nel sesso maschile. 5. lTn polso raro nella febbre tifoide (sia assoluto che relativo nlla temperatura) fa sperare in tln esito favorevole ed in un decorso benigno della malattia, quando però esso batta regolarmente. 6. Non si deve considerare il processo tifico guarito, se non qt1ando alla rarità assoluta del polso ha fatto seguito tma frequen71a normale clei battiti cardiaci, ancho se l'apiressia dt1ri già da qualche tempo; altrimenti si possono commettere degli errori talora fatali. (24)

7. Q11esta bradicardia è legata con tutta cer tezza al processo morboso ed è dovuta alla tossina tifica, che fa sentire· la s11a azione specialmente sull'apparato frenatore del ct1ore; in certi individ11i probabilmente per uno speciale stato del vago o per una facoltà di elezione tutt'affatto particolare di questa tossina verso il suddetto nervo, l'azione moderatrice del X paio è spiccatissima, sì da costituire questo fatto il sintomo più saliente della malattia. 8. Il nome di vago -tifo a queste forme non è del tutto ingiustificato. (Il Morgagn,;, n. 4; 1903).

Valore prognostico del i·allentame~to del polso nella difterite. Benchè il rallentamento del polso sia un segno della convalescenza della difterite, secondo il pro· . fessore WEST si deve fare una prognosi cattiva quando i battiti cardiaci cadono sotto la norma. La morte si verifica, secondo l'illustre pediatra, nel 70 per cento dei casi.

Polso

p~radossale.

Il dottor f{iIEGEL (Deiitsclie med. Woc7t., 14 mag· gio 1903) pensa che il polso paradossale, studiato prima di tutti da GRIESINGER n el 1856, può essere etiologicamente diviso fu tre classi. ~el primo gruppo di malati il sintoma è dovuto ad una pericardite e prodotto dalla compressione meccanica dei grossi vasi. Nella seconda serie di casi si deve cercare la causa del fenomeno nell'esistenza di una stenosi laringea o tracheale. Qui la diminuzione della quantità d'a.ria introdotta n ei pulmoni aumenta le variazioni normali della pressione sanguigna durante la r espirazione normale e produce il polso para· dossale. La terza categoria appartiene alle malattie varie della pleura e del pulmone, ma finchè il cuore resta b11ono il fenomeno non si osserva, perchè la sua esistenza qui è segno di una dimin11zione dell'attività cardiaca. I

Un caso di i·ottura dell'aorta nel pattinare in nn ragazzo tredicenne apparentemente sano.

I )

In un ragazzo di 13 anni, che appassionatamente I dedicavasi agli esercizi del corpo, d'un tratto, m entre pattinava, apparve pallore, cardiopalmo, vertigine. Si riebbe, e dopo un apparente miglioramentc1, st1· bitamente morì due giorni dopo. · L'autopsia mostrò llna rottura dell aorta a 2 cm. sopra la valvola semilt1nare posteriore, con una dilatazione sacciforme. Inoltre l'aorta mostra.va al punto dello sbocco del dòtto arterioso di Botallo uno strozzamento che era permeabile solo ad una


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SEZIONE PRATICA

Ronda del diameti·o di 1 mm. Al disopra e al disotto di ql1esto strozzamento sboccavano parecchi grossi vaE;i, con un ltlme di 5 mm. circa di diametro, i quali evidentemente a'revano assicurato fino alla morte la circolazione collaterale. La morte era avvenuta p er rott11ra dell'aneurisma dissecante .formatosi ùue giorni prima. Il cuore era, specialmente nelln metà sinistra, dilatato ed ipertrofico.

APPUNTitl DI 1.l'EI\APIA Teoria e pratica nella te1·apia marziale. Con questo titolo scrive un inter essante •irticolo sulla fV;ener 11iecl. Presse il dottor W1scHNOWITZER di Vienna. La dignità terapeutica, egli dice, ili un preparato di ferro dipende sopratutto dal suo contenuto in ferro assorbibile e dalla sua assimilabilità. I composti di ferro agiscono più o meno astringendo, secondo che è maggiore o minore la p ercentuale di ferro ed a\l.Dlenta sulla stessa base il grado delle spiace,rol.i a.zioni collaterali d el ferro. Secondo NOTHNAGEL l'esp erienza insegna cl1e le ·grosse dosi che prima si davano no11 solo non ~anno luogo a resultati più rapidi e mìgliori, poìchè sempre viene assorbita soltanto lma. piccola quantità, di ferro, ma sono anche svantaggiose in quanto che ostacolano, con la loro irritazione meccani ca, 1~ . digestione.

Valore clinico della pressione sanguigna con1e indicazione degli stin1olanti 11elle 1nalattie in· fantili. Questo è l'argomento di uno studio del dott. W1SEàf AN-CooK, pt1bblicato n el Proctitioner ael pas· Ha to aprile. La pressione arteriOSi:L è t1na qt1antità che , raria molto meno, allo stato normale, nei bambini che negli adulti. N ei bambini di 3 a 10 anni la pres· s ione varia di rado da. 95 a 115 millimetri; si può considerare 85 mm. come una pressione debole e ti5 nlm. come una pressione debolissima. Le grida, l'agitazione e gli eccitanti rialzano llna. pressio11e normale cli 5 a 10 mm. Gli stimolanti che so110 stati adoperati per au1nen· tare la pressione sono: l'alcool, la stricnina, la di· gitalina e talvolta l 'atropina, specialmente le tre prime sostanze. In quanto a]le iniezioni saline, il loro effetto è f11gacissimo, e se esse sono indicate nei casi di col· lasso per facilitare l'eliminazione delle tossine, hanno lln'azione stimolante meno marcata. L' interesse del1e osservazioni sfigmomano1netri· che, sar ebJJe di dare delle indicazioni precise p er 1' impiego degli stimolanti.

Associazione dell'epilessia e de 11 e a f fez i on i e a i· di a e 11 e. Il dott. CHAJ\oIBOURNE ha scritto su questo argo· mento un articolo nel Practitioner dello scorso aprile. Benchè alcuni at1tori abbiano rilevato 11na forte percentuale di cardiopazienti fra epilettici, la coin· cidenza delle due affezioni non è molto frequente e si tratta di una pura coincidenza. Se alcuni ere· tlono di potet· affermar~ che un'affezione cardiaca possa essere una causa di epilessia, questo rapporto non è del tutto (limostr~ito secondo le osservazioni dell'autore.

La tachica.1·dia feno1ueno p1·e1nonitorio di lesioni renali. Secondo HUCHARD la tachicardia in un t1omo sulla cinquantina costituisce un fenomeno sospetto che deve sempre risvegliare l'attenzione e portarla sul rene. Spesso essa è allÒra premonitoria del rumore di galoppo.

Quali preparati n1ercnriali si possono somministrare insien1e al ioduro '? LESSER (Bert. klin. Woclt., n. 25) ha st udiato l'effetto dei preparati iodici e mercuriali quando vengano somministrati contemporaneamente. A l1n dipresso egli avrebbe concluso, che la. sommini· strazione contemporanea di calomelano, p1·otoioduro di mercurio e tannato d'ossido di m ercurio, fatta contemporaneamente alla somministrazione di io· duro cli potassio, rappresenta una controindicazione. Invece la somministrazione contemporanea di sublimato e di ioduro di potassio rappresenta una felice combinazione, g1·azie al ioduro di m er· curio che si forma facilmente n ell'organismor anche quando l'ingestione delle dt1e sostanze si faccia separata.me11te. Le iniezioni di sali solubili 1 di mercurio, in vece, sono sempre compn,tibili co11 la somministrazione di ioduro di potassio. D ei preparati insolubili di merct1rio possono ' renire usati insieme al ioduro, il salicilato di 111ercurio, il timo·aceta.to di mercurio, e l 'olio cinereo. E' dubbia molto la bontà della pratica delle inie· zioni di calomelano con la contemporanea, sommi· nistrazione di ioduro ; così pure il precipitato bianco. Generalmente è in modo sicuro controindicata l' applicazione del calomelano e del precipitato bianco sulle mucose in tutti i oasi n ei quali si somministra ioduro. La pratica delle frizioni mercuriali e somministrazione di ioduro non è dannosa grazie alla formazione di ioduro di mer•

CUl'lO.

. geQuando la combinazione e' permessa, riesce neralmente molto t1tile.

-


1370

IL POLIOLINIOO

Nella nefrite con accessi uremici. Il dott. HEINRICH nella Deutsche rnecl. Woch. (A. 1903) raccomanda, sulla base di t1na 111nga espe· rienza così nello stato di gravidanza come -in altre condizioni infiammatorie del r ene accompagnate da accessi uremici le iniezioni sottocutanee di idroclo· rato di pilocarpina alla dose di 10-15 milligrammi. Tali iniezioni avrebbero la massima efficacia, e co· stituirebbero · nn mezzo di cura superiore a tutti gli altri.

Contro i dolori toracici della tosse dei tubercolosi. Uno dei migliori rimedì contro i dolori toracici che accompagnano cosi spesso la tosse dei tisici, è l'uso metodico della compressa di PRIESNITZ; un asciugamani immerso nell' acqt1a alla temperatura della camera, strizzato ed applica.to sul to11lce e ricoperto q11indi con 11no strato di ovatta ed un foglio di baudrouche. (Méd. 1nod.).

Pozione contro l'asma. Digitale. . . . . . . . centgm. 5 Fa infuso di foglie in acq11a. gm. 150 Cloridrato di eroina . . . centgm. 6 .Joduro di potassio. . . . • gm. 5 Ogni q11attro ore un cucchiaio di media gran· dezza. ( Wie1ter kliu. WocJi., n. 4, 1903).

VA.R.J:A Rapporti f1·a il naso e l'appareccl1io genitale d~lla donna. LIBO V, nel 1Vratclt (1902) ha se· gnalato l'apporti fra l'apparecchio genitale femmi· nile ed il naso. FLIESS ha p er il primo constatato che al momento d elle regole la mucosa del i1aso è iperen1izzata e tirmefatta a livello dei cornetti inferiori e del tt1bercolo del setto ed ha designato queste l'egioni sotto il itome di « l'egioni genitali del naso )) , Secondo FLIESS si possono osservare delle emor· ra.gie èì livello di q11este regioni genitali del naso, tt l momento delle epoche mestr11ali. • Questi ra.ppo1·ti fra il sistema, genitale ed il naso f1u·ono confern1a,ti più tardi da SCHIFF. · Se le re· gole l1ormali possono già esercitare 1-lna tale azione qt1esta de'\re essere ancora. pi1ì. marcata quando le ·regole so110 modificate sotto l'influenza delle affezioni genitali. Fondandosi S ll qnesti stretti rapporti, si propose u11 nuovo metodo di cura di certe affezioni gine· cologiche. Così FLJESS dimostra netta.m ente che in u11 gran i11rmero di casi si riesce con Ja cocainiz· za,zione delle « regioni genitali del na.so » ad a.r ré· staro eompleta1nento i dolori nel basso ventre ed alla r egione sacrale al momento delle regole (dis-me· norren.): la cocainizzazione dell'estremità anteriore del cornetto inferiore fa cessare i dolori nel b.asso ventre e la cocainizzazione del t11borcolo del setto q11elli della regione nn Aale. (00)

LA.NNo IX, F .A.BO. 43J

L'influenza della cocainizzazione di regioni determinate della mucosa del naso è stata specialmente notata nella clisn1enorrea che non dipende da alterazioni patologiche degli organi genitali. Queste constatazioni sono state controllate da altri autori (SCHAUTA, CHROBAK, ecc.). Controllando questo modo di cura della disme· norrea sopra un gran n1unero di malati, J A WORSKI e SWANICKI hanno trovato che i felici effetti delle sedute di cocainizzazione persistono per qualche ora ed anche per qualche giorno e che una cura più prol11ngata p11ò anche dare la completa gt1a· rigione. (Ga.z. liebd. rles sc;ences 1ttéd. de Bordeau.J::).

Sulla ·1·esponsabilità del chirurgo si è av11to una disc11ssione alla Società medico-legalA di Parigi che si è chiusa con l'approvazione dei segt1enti quattro paragrafi: ' 1. Il medico no1l può i11correre nella responsabilità che nei termini del diritto comune, ossia se è possibile rilevare a suo carico una colpa, un'im· prudenza, una negligenza, all'infuori anche di qua· lunque q11estione scientifica. 2. Il medico non può procedere a qualsiasi operazione contro la 'rolontà formale cl'un malato avente tt1tta la sua cognizione. Tuttavia p11ò accadere che in un caso di urgenza razionale, o in altre condizioni che sono impossibili a prevedersi, la co· scienza del medico gli imponga lln intervento non consentito dal malato. - 3. In caso d'incoscienza del malato la medesima regola s'impone per rapporto alle persone aventi autorità legale sopra di lui, salvo i casi di un'ur· genza ecce:;jionale e di altre condizioni che sono impossibili a prevedersi e che appa.r ire'bbero essere ben più numerose. 4. In nessun caso il medico pt1ò sostituir~ ad un'operazione da lui proposta, un'altra oper.azione vol11ta dal malato o dalle persone aventi autorità legale st1 di lui, se lui stesso la giudica pericolosa o inopportuna. Il rifiuto d'accettare il suo inter· vento s11Ue condizioni da lui proposte~ lo libera, in questo caso, da ogni obbligo e responsabilità ri· guarclo alle conseguen~e della sua astensione. La l1manità sola gli potra fare un do,'ere d' inter· • venire.

Il peso del cervello e le p1·ofessioni. - Il rap· porto del peso del cervello con l'intelligenza è di· scusso ancora. Il dottor MATHIEGA, u11 antropologo ·d i Praga, ha pubblicato delle cifre interessanti in proposito. In media egli ha trovato che il.cervello mae..chile pesa 1400 gm. e q11ello femminile gm. 1200, fra i 20 e i 60 anni di età. Studiando 235 cervelli di individui di professione e di c1tlt11ra intollettt1ale molto disparate, l'A. ha


ANNO

IX, F ASC. 43]

1371

SEZIONE PRATICA

fatto la tabella seguente delle medie di peso cerebrale: Braccianti . . • • . . . . . . . . gm. 1400 » Operai in genere . • • • • • • • • • 1433 » 1436 Portieri, guardiani, sorveglianti • • • » 1450 l\tiec-canici. . . . . • • • • • • • • • Gente d'affa,r i, comm-essi, fotografi . . . » 1468 l\f edici, professori . . . . . . . . . . . » 1500 D'altro canto le pesate del dottor 1\'IATHIEGA paiono stabilire che la fabbricazione o la vendita delle bevande alcooliche non favorisce lo svi· luppo cerebrale se si giudica della cosa dal debole peso del cervello di questa gente. Il peso medio di questa categoria di p~sone è soltanto di 141f) grammi, mentre si eleva nei Falegnami a • • • • • • • • . . . . . gm. 1442 Bottai. . . .. . • • • • • •. • • • • • • » 1446 1447 Fabbri ecl altri lavoratori del f~rro. • •

.

(Méd. niocler1ie).

Epidemia dovuta a i11atite.

~

Togliamo dal Fi·

garo: Un medico ispettore delle scuole della città di Pa· rigi, in seguito ad un' inchiesta, ha scoperto che l'epi· demia. di difterite che ora regna in quel circondario era dovuta principalmente all'uso di lapis fra gli sco· lari affidati alle sue cure. Quei lapis, che appar· tengono al municipio, og-ni mattina si distribuiscono a questi, e tutte le sere sono ripresi dai custodi, di maniera che tutti i giorni ogni lapis cambia di locatario. Stante l'abitudine che hanno i ragazzi di mettersi contint1amente in bocca le matite prima di servirsene per scri,rere, ne viene per conse· guenza cl1e la difterite passa di bocca in bocca. Quel medico inviò una relazione nella quale con· siglia il niunicipio di dare ad ogni scolaro llna matita e lasciargliela.

Annuario americano di Gould. - L'a.nnuario ame· Ticano di Gould per la medicina e chirurgia contiene una curiosa statistica degli articoli pubblicati nel 1902 e degni di nota, il cui totale sommerebbe a 3639. La statistica non è certo completa; così ad esempio la Svizzera vi figura per 2 articoli e la Russia per 24 contro 1333 degli Stati Uniti. Lo statista ha certo letto più giornali americani che rl1ssi o svizzeri ! Dalla statistica risulterebbe che negli Stati Uniti si sono pubblicati tanti articoli di chirurgia q11anti in tutti gli alti paesi presi insieme : 629 contro 642: e che mentre in quasi tutti i paesi gli articoli di medicina sono più numerosi di quelli di chirurgia (Germania, :b,rancia, Italia, Russia, ece.), nei paesi a.n glosassoni si verifica il contrario (Stati Uniti·, Inghilterra, Canadà, Australia). Le pt1hblicazioni tedf\scl1e si occupano con pre•

valenza della tubercolosi, del diabete, della gotta, del sangue, della fisiologia e della chimica fisiologica; le americane di batteriologia, di medicina legale, di malattie inentali e ne1;vose, di 1nalattie cutanee; le francesi specialmente della patologia 11ervosa e della isifili de. (Jo1ir1i . 1néd. de Bru,\:., n. 25, 1903).

l\UBIUCA DELL'UFFICIALE SANITARIO ed :IO-IEN9E

Igiene delle carni in Ge1·mania. La legge tedesca s11 l controllo elette carni 1nacel· late. - Da pochi giorni è entrata in vigore la legge tedesca sul controllo delle carni macellate, ed il Consiglio federale ha emanate le disposizioni opportune per gli uffici doganali del confine. Viene con questa legge proibita in Germa11ia l'importazio11e : a) della carne in scatole, dei saJumi, e di tutta la carne ridotta in piccoli pezzi ; /j) della carne preparata di cavallo, asino, mulo e di altri solipedi; e) della carne trattata con acido borico o suoi preparati, con aldeide formica, con carbonati, con acido solforico, ecc. ecc., con sostanze coloranti, meno quelle che si adoperano per la ma.rgarina e per l'involucro dei salumi ; d) della carne fresca di cavallo, affun1ieata. e salata in pezzi inferiori ai 4 chilogrammi, ad eccezione dei prosciutti e del lardo. La proibizione non rigt1arda la carne per le provviste delle navi, e di ql1ella che ·v·iene introdotta nel piccolo movimento di frontiera, nei mer· cati e fiere cli confine. È ammessa, per l1lti1no, la importazione delle carni che non servono a]l'alimentazione dell'llomo, purchè siano escl11se le pos· sibilità. di frode o di abuso. Il secondo capitolo di questa legge igienica pre· scrive dettagliatamente i sistemi e le pratich e ili oontrollo delle carni importate in Germania, ed accenna alla visita sanitaria prescritta ta11to alla frontiera, quanto in altro l1fficio a11torizzato 1101· l'interno dell'Impero. La carne non corrispondente alla disposizione della legge va distrutta, ed i pacchi che conten· gono carne soggetta a. controllo devono porta re 1lna speciale scritta oltre all'essere diretti ad un uf ficio di dogana a ciò autorizzato. Tl1tti i pacc.h.i contenenti carne macellata hanno libero transito purchè accompagnati dal controllo doganale. (G. d. R. Soc. It. d'Ig.: anno XXV, n. 7).

t27)


1372

IL POLIOI,JN100

Una pericolosa e poco nota alterazione (lelle carni conservate. Il ùott. G. GRIXONI ha fatto delle .ricerche sulle alterazioni delle carni conservate e da esse ri· sulta che: a) la fluidificazione della gelatina contenuta nelle scatole di carne in conserva è indizio certo di avaria, anche quando mancano altre prove evi· denti di alterazione. Questa fluidificazione è opera esclusiva di batteri viventi e dei fermenti triptici da essi segrega.ti ; b) le conserve peptoniz~ate hanno potere tos· sico: inoculate agli animali causano la morte per lenta intossicazione: fatte ma.n giare ai topi ed ai ratti li llccidono; e) le tossine p1·odottesi nelle conserve fluidifi· cate hanno una forte azione antibatterica, impedi· scono lo svolgersi dei fenomeni. di putrefazione, e sono solubili in acqua ; d) esse vengono distrutte alla temperah1ra di 100 C; e) la siero-diagnosi nelle infezioni di origine alimentare è UJ1 buon mezzo per riconoscere l'agente etiologico degli agenti botulinici ; /') le scatole contenenti germi ".ivi, anche se saprofi ti, sono da escludersi dalla consumazione. La permanenza prolungata dei microbi nelle sca· tole modifica profondamente le proprietà biolo· giche di essi, sino a provocarne la morte. Secondo GRIXONI e P ANÀ, la buona carne in . conserva non solo ha - per la sua composizione chimica - un valore alimentare pressochè t1guale a, quello llella carne lessata, ma anche i principil alimentari da essa contenuti si prestano bene alla digestione ed all'assorbimento nel tubo gastrointestinale, ed alla assimilazione nei · vari tessuti òell'organismo. (G. d. R. Soc. It. d' /g., 31 luglio 1903).

l

AMMINISTRAZIONE SANITAR.IA

Disinfezione delle navi e dei topi. .

dist1~uzione

Il Ministro dell'Inte1·no in Francia ha diramato la seguente circola1·e: At signor Direttore della Sctnità in .....

Dal 4 agosto 1899 le istruzioni relative alla distruzione dei topi raccomandavano la solforazione delle navi. Il 26 settembre 1901 questa solfora· zione era resa obbligatoria per ogni bastimento clÌe veniva da un paese considerato come contaminato da peste: essa doveva effettuarsi su calate vuote ed essere controllata con c11ra prima di hn· barcare 11n nt1ovo carico.

LA.NNo IX, F Aso. 43)

Una circolare ministeriale del 12 aprile 1902, inspir(tndosi ai voti emessi dall' Acadé1nie de M édecine, prescriveva, infine, di sostituire alla solfora· zione ~ calate vuote, qt1ando l'operazione fosse possibilè e con riserva delle precauzioni ch'essa comporterebbe, la solforazione del bastimento con pieno carico. Questa solforazione praticata per mezzo di bracierj ardenti all'aria libera, non rispondeva che imperfettamente allo scopo, e in pra· tica presenta,ra seri inconvenienti. Peraltro essa costituiva un progresso ed un avviamento ad una sol11zione che permettesse cli conciliare gli interessi del commercio marittimo con le esigenze della. professione sani tari a. D'allora ad oggi è stata fatta un'altra tappa. Dagli studi fatti, cosi in Francia come all'estero. è stato, oggidì, stabilito che la distruzione dei topi e degl'insetti può, in modo efficace, essere assic11· i·ata a bordo delle navi con gran vanta.ggio della profilassi sanitaria internazionale. È perciò giunto il 'momento di generalizzare questa operazione e di rend~rla obbligatoria, adottando 1m processo che, sotto il controllo aell'autorità sanitaria, abbia una eff~cacia doc11mentata, tanto s·o tto il riguardo della costruzione dell'apparecchio, quanto sotto il riguardo del s110 f11nzionamento. Frattanto un processo soddisfa a ql1este condizioni. Gli esperimenti prosegl.titi, con successo, da pi1ì di un anno, nel porto di Dunkerq11e, circa l'impiego dell'apparecchio Clayton hanno dimostrato essere, questo apparecchio, in grado di soddisfare i diverai punti del progra~ma proposto. Il ·rapporto dei signori PROUST e FAIVRE, in nome dell'Ispezion~ ge· nerale dei servi~i sanitari, ha esposto come l'appa· recchio funziona. e i risultati della sua applicazione. ' Le conseguenze che, allo stato attuale, emergono ... da questo ra.pporto, sono le seguenti: ~ desidera.bile che tutti i bastimenti che, in un momento qualunque, si trovano a contatto di un porto inq11inato di peste o di febbre gialla siano provvisti di lln apparecchio che ad essi permetta di praticare, alla partenza, durante la rotta o all'approdo, una sol· forazione che penetri tutte le parti della nave eassicuri la distruzione, più larga ch'è possibile, non solo dei rodito1i e degl'insetti, ma anc~e dei germi patogeni che potrebbero racchiudere i s11oi locali o le sue merci. Quando quest'apparecchio . esisterà a bordo della nave e il s110 funzionamento avrà presentato, sotto il contrpllo effettivo dell'autorità sanitaria, le ga· renzie richieste, dovranno esser date le plù grandi facilitazioni per la visita, il ricevimento e lo scarico del bastimento; le tasse dovranno essere ri. dotte al minimo previsto dal regolamento; il bastiµiento potrà essere ammesso ne' porti finora chi usi alla provenienza contaminata. L'interesse. del servizio sanitario è di secondare~ con ogni stta possa, lm impianto che costituisce nelle ..


(A~NO

IX,

FASO.

43)

1373

SEZIONE PRATIO.A.

circostanze presenti il mezzo di difesa più sict1ro locali di antipirina. - Milano, estl'. dalla Gazz. degli ospedali, 1903. che finora sia stato messo a sua disposizione. GALDI dott. F. U eber die Alloxt1rkòrper im Stoff. In mancanza di q11est'apparecchio a bordo l'ope· razione dovrà esser eseguita con le risorse del porto. vvechsel bei Leulcamie. Sonderabdruck d. Archiv Gli apparecchi possono essere forniti sia a cura delle fii.r exper. Pathol. ll. Pharmakologie. N ANNOTTI dott . .A.. Dieci opera~ioni cesaree Porro. Camere di cammercio, sia dai costruttori stessi o dai loro rappresentanti: basta che le navi siano messe ' - Milano, Estr. dagli Annali di Ostetricia e Gine· in grado di ricorrervi perchè l'uso ne debba esser oologia, 1903. JuNGANO dott. M. Ricerche sperimentali sulla, considerato obbligatorio ; l'ufficio dell'autorità sani· tarla consistendo esclusivamente nel seguire l'ope- patogenesi delle cisti renali. - Napoli, Estr. dalla Gazzetta int. di l\'Iedicina pratica, 1903. razione e accertarne i risultati. MACCONE dott. L. · Studio comparativo intorno all'efficacia della cura climatica sullo sviluppo fisico dei bambini. Ricerche emo-antropometriche eseguite sui fanci11lli delle Colonie Alpine di Torino Dott. ALFONSO NEUSCHOLER. Rendiconto clinico nel bit-nnio 1901-1902. - Torino, 1903. VALENTI dott. A. Azione della chinina sul virus statistico dell'ambulatorio oculistico « Re Um· rabico. Estr. dal Bollettino della Soc. med.-chiru1· . . berto il Buono >. gica di Pavia, 1903. Dal rendiconto si rileva che il movimento degli SILVAGNI prof. L. Saggio di misura.zioni cliniche infermi durante il 1902-1903 fu di 355 uomini, della pressione arteriosa. - Bologna, Estratto dal 547 donne e 599 bambini. Complessivamente 1501 Bollettino delle Scienze l\'fediche, 1903. infermi. SILVAGNI prof. L. Rarità ed anomalie di sintomi Le medicature e consultazioni date in detto pe· e di decorso nei carcinomi dell'apparato digerente. riodo :fn.rono 17,934. Comunicazione fatta alla Soc. medico-chirurgica di Il rendiconto è seguito da alcune considerazioni Bologna, 1903. cliniche e dall'illustrazione di ltn caso molto raro DENTI dott. B. L'importanz,a delle. acque colatizio -e interessante di e oftalmia dei neonati di origine delle risaie nel meccanismo della diffusione della intrauterina ,, . • malaria. - Milano, Estr. dal Corriere Sanitario, Dott. TULLIO BETTI, direttore dell'Ospedale Mag· 1903. CONCETTI prof. L. L'insegnamento della pediàtria giore di Parma. - Relazione statistica pe1· ii in Roma. Quarto rendiconto statistico-clinico del 1902. Rivela l'accuratezza con cui vengono eseguiti i biennio 1900-1901 e 1901-1902. - Roma, Tip. Cen- . tenari, 1903. vari servizi dell'Ospedale Maggiore di Parma, dando STEFANILE dott. G. Su di una manifestazione non un resoconto completo di tutto il movimento avve· nuto nell'anno 1902. Presenti già 409 infermi, ne comune nella febbre tifoidea. - Napoli, Estr. dalla · furono accettati in quell'anno 4371, dei q11ali 2459 Rivista medica, 1903. . VITALI dott. G. Contributo allo- studio istologico furono dimessi guariti, 944: migliorati, 268 non mi· gliorati, 100 furono trasferiti in altri stabilimenti, della meningite tt1bercolare ac11ta. - Firenze, Estr. dalla Clinica Moderna, 1903. 628 morti e 378 rimasti per l'anno successivo. CORSINI dott. G. Un'epidemia di febbre tifoide. E' fatta poi una statistica nosologica, la quale fa rilevare come il contingente più forte sia stato dato Note cliniche terapeutiche. - Milano, Estr. dal periodico : Il l\'Iorgagni, 1903. dalle malattie infettive, e .giustamente fa notare . 0AMAGGIO dott. F. Legatura della carotide pri· il BETTI come tuttavia non esista per esse in quel· mitiva e della vertebrale per ferita da punta e l'Ospedale un reparto speciale. taglio, del collo. - Napoli, Estr. dal Giorn. inte rn. È dato conto, per ultimo, degli atti operativi, di· delle Scienze mediche, 1903. visi per regione e per esito, eseguiti nelle due di· BARDUZZI. Intorno alla relazione della Commisvisioni chirurgiche e nella clinica chirurgica; ossia : 936 atti operativi con la mortalità del solo 2.13 °/0 • sione parlamentare sul disegno di legge per modi ficazioni ed aggiunte alla vigente legge sanitaria. - Firenze, Estr. dalla Clinica Moderna, 1903. SIL~AGNI prof. L. Aneurisma voluminoso d ell<t << >>. aorta ascendente e dell'arco. Comunicazione fatta BONANOME dott. G. Resoconto di· alcuni casi di alla Soc. med.-chirurg. di Bologna. - Imola, 1903. (}hirurgia. - Roma, tip. G. Olivieri, 1903. BERTINO dott. A. Adeno-carcinoma cistico del CozzoLI dott. G. Il tifo a Macerata. - Tip. So· clitoride sviluppatosi sopra una cisti dermoide. ciale, 1903. Milano, Estr. dagli Annali di Ostetricia e Gine coPRANDI dott. A. La sciatica curata colle iniezioni logia, 1903.

CENNI BIBLIOGRAFICI

e

Pnbblicazioni vervenuto al Policlinico


1~74

iL POLIOLINIOO

INTERESSI PllOFESSIONALI . .....

I krumit"i nella proi"essione 1n e dica.

I

I lettori del PolicltFtlCO conoscono, per averlo letto in ·q nesto gio1·nale od in altri, che l'Ordine dei sanitari di Vicenza, dopo aver espe· i·ito tutti i mezzi in suo potere per difendere il collega dottor PoRT.A, indebitamente licenziato dai comuni consorziati di Montebelluna e Zermeghedo, stabilì di boicottare i comuni stessi, facendo appello a tutti i colleghi perchè non accettassero quella infida condotta, assicurando che la cura dei malati poveri sarebbe stata fatta pietatis cazlsa da esercenti liberi o da sanitari condotti viciniori. T11tti coloro che pensano che soltanto con la salcla e razionale organizzazione là classe medica italiana può sperare salute nel critico momento che essa attraversa, si compiacquero di questo esper·imento che avrebbe messo ad un primo e forse decisivo cimento la solida· rietà professionale dei medici italiani. Dolorosamente, l'esperienza non è riuscita perchè un medico ]{rumiro, cli cui i giornali danno il nome e il cognome, che per non fargli una .immeritata 1·éclame sarà util~ sot· tacere ha accettato la condotta di Montebel· luna e Zermeghedo, ed è stato immesso nelle sue funzioni ma1iu 1nilita1·i, cioè con la scorta di carabinieri a piedi e a ca,Tallo, fra le ma· nifestazioni ostili di tutta la popolazione, affezionata al dott. PORTA. Si legge nei giornali che l'Or·dine dei medici di Verona, ·a cui il krt1miro appa.rtiene, si è radunato per giudicare la condotta di questo collega, e che la poco bella questione si di· batterà ad Udine nel prossimo Congresso sanita1·io delle provincie lombardo-venete. Questo medico krumiro ha pensato ai s11oi interessi immediati, e~ come t1·oppa gente di questo mondo, ha p1·eferito il proverbiale uovo di oggi alla ipotetic~ gallina promessa per domani da un futuro miglioramento generale delle condizioni dei medici condotti d'Italia. Buon prò per lui, e cl1e le àlpestri aure di MontPbelluna gli siano propizie. }'la se il suo esempio dovesse generalizzarsi, e se ti·a una classe colta e moderna come è quella dei medici, si infiltrassero in Italia tali idee egoistiche ed utilitaristiche, che sono una Pccezione fra gli scaricanti dei porti e i po·

LA.NNO IX,

FASO.

4i3)

veri contadini dei tratturi di Puglia. meglio var1·ebbe sciogliere i nost1·i Consigli dell'o1·· dine, mandare al vento qualunque idea di fe· derazione e di 01·ganizzazione, e chiudere questa rt1brica degli interessi professionali alla quale tutti i giornali medici d'Italia hanno ape1·te le po1·te e noi abbiamo dedicato il meglio clella nostra anima. Doctor 0.AJUS. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

· (2656) Sig. dott. D. A. da C. G. - La quota ùol monte p ensioni deve essere pagata sempre, q uan clo anche il medico sia nominato per pochi mesi o presti servizio interinale, salvo nel caso che presti servizio fiduciario in luogo e nomt) di altro collega, che a Slla volta paghi le qt1ote orcli.n arie e stra.ordinarie. (2662) Sig. dott. D. M. B. da C. C. - Il se1·vizio da Lei prestato comincia a decorrere dal giorno in cui ha fatto le prime visite. Nulla monta che il visto al deliberato da parte delle superiori autorita sia stato apposto in epoca posteriore, perchè il visto stesso si riporta al giorno in cui la deliberazione fu presa e la completa, rendendola fin da quel giorno esecuti ' ra . .r\.. prescindere poi anche da ciò, è massitna ormai costante di giu,risprµdenza che il triennio di prova comincia a decorrere dal giorno in cui si è effettivamente assunto ser,Tizio. Se la deli· berazione i1on fissa la durata della nomina, vuol dire ehe questa è annuale e perciò può ogni anno es· sere rinnovata se non intercede disdetta data almeno tre o quattro mesi prima. Se la disdetta viene in tempo oont?;ruo, perderà la carica e la stabilità; se invece è data pochi giorni innanzi dello scadere del triennio, resterà in cal'ica solo per il ventu~o anno, ma non diverrà stabile. Essendo Ella fornito del titolo voluto dalle vigenti disposizioni, deve occ11pare il posto di ufficiale sanitario. Il Consiglio comunale dovrà proporla ed il Prefetto procederà alla nomina. (2663) Sig. dott. D . .Z. R. da P. - Essendo Ella. fornito del titolo richiesto dalle norme regolamentari in vigore, ha diritto a preferenza nella nuova nomina dell'ufficiale sanitario. Gli anni di servizio, già prestati, non sono, secondo noi, un titolo pre· feribile a quello costituito dal diploma. Con il progetto della nuova legge Ella acquisterebbe la stabilità col compimento del secondo anno di servizio. La nuova legge avrà affetto retroattivo nel senso che chi si troverà nel giorno della sua promulga· zione di aver compiuto un biennio di servizio, di· venta stabile ipso ittre. (2664) Sig. dott. Diego Finale. - Le ipotesi che Ella fa non sono attuabili perchè il supplente, nominato in sostituzione di Lei, deve egli stesso isori-


l ANNO

IX, F ASC1. 43]

1375

SEZIONE PRATICA

versi alla Cassa pensioni perchè ciò è obbligatorio. Non poterLdo, pe~--tanto, esservi due medici nè po· t.endo il Comune pagare doppia quota per suo conto, Ella deve essere considerata. come fnori servizio. Non è poi possibile fa,r o il contratto che assicuri la stabilità, perchè questa, per disposizione di or· dine pubblico, non si acquista che dopo aver com· piuto un triennio di servizio. Per conseguire la pensione con soli 20 anni di servizio, oc9orre che il medico a.bbia conseguita l'infermità a causa del suo servizio. In tal caso liquida in· base agli anni di servizio prestato. Per altre infermità, ha diritto al pagamento di una ·indennità una volta tanto. (2666) Sig. dott. T. G. da S. S. C. - Una sola volta è obbligato ad iscr.iversi alla Cassa pensioni. I sin· goli Comt1ni pagheranno _ogauno la intAra quota di contributo ordinario e straordinario, ed anticipe· ranno i contributi dovuti dal sanitario in quote pro· porzionali agli stipendi che gli corrispondono. Così è tassativamente disposto dall'articolo 35 del Regolamento 9 marzo 1899, n. 121. (2668) Sig. dott. F. di F. N. 2285. - Se il ferito avesse pagata la cura chirurgica, nella liquidazione dei danni posti a carico del feritore, avrebbe do. vt1to figurare anche il compenso del medico. Ma ~o il ferito, come avente diritto a cura gratuita, n11lla ha pagato, nulla si può pretenclere· per tale oggetto dal condannato. In altri termini il condan· nato deve rimborsare tutte le spese che il ferito ha realmente sostenuto, e non quelle non fatte, per qualsiasi c'tusa: il danno deve essere riportato alla persona che entra nella vertenza e non ai terzi. Doctor J USTITIA. \

NOTIZIE DIVERSE

('

In conformità di quanto è stabilito dalla· legge del 28 dicembre 1900, dal Governo, la ROMA. -

ventlita del bisolfato di chinino è stata e~tesa a 1.utte le pro,vincie del Regno, al prezzo di 25 centesimi ogni due grammi. In pari tempo è stato pure messo in vendita il bisolfato di chinino che le Congregazioni di carità ed i Comµni compresi nelle zone malariche hanno l'obbligo di distribuire gratuitamente ai poveri, nelle provincie di Foggia., Potenza, Lecce, Cosenza, Ch.!dti, Reggio Calabria, Campobasso ed Avellino. - Anche in quest'aitno la benemerita opera de· gli Ospizi climatici in collina è venuta in aiuto a tanti poveri fanciulli bisognosi di cul'e climatica, e n.ppena ritornarono in Roma quelli in'Tiati a. Rocca tli Papa nel passato luglio, partiva a quella volta t1n secondo gruppo di oltre 30 bambine, accompa· nate <.lalle s11ore delle ·Figlie della Caritit e dal eputato economo della pia opera, che a Rocca di Papa troveranno un clima sal11berrimo per eccel· lenza, che gioverà non poco alla ~1oro fjsica eicosti. tuzione. - Il signor Pietro Cartoni, ricco mercante di ampagna, essendo rimasto orbato dei suoi due igli. morti per tubercolosi, ha deciso di erigere,

a sue spese, nella sua villa fuori porta Salaria, 1111 sanatorio per i tttbercolosi poveri. Il signor Cartoni in p ersona ha comunicato alla Prefettura il st10 n-0bilissimo proposito e presentato domanda di autorizzazione. La generosa oblazione del signor Cartoni è stata., con solenne voto di encomio, a.ccolta all'unanimità dal Consiglio Provinciale, ed ha avuto dal Sindaco e dalla raypresentanza municipale parere favorevole e meritate espressioni di plauso. Rro JANEIRO. - Per l'etiologia delta febbre gialla. Ci si comunica che il dott. Ivo Bandi, nel congresso brasiliano di medicina e di chirurgia, tenutosi re· centemente a Rio Janeiro, ha dichiarato che la relazione ufficiale sulle esperienze eseguite nell'ospedale per le malattie infettive in San Pat1lo (secondo la quale si sarebbe riusciti a trasmettere all'uomo la febbre gialla con la puntura di zanzara infetta}- è « completamente falsa » . Il dott. Bandi ha esibito i documenti al riguardo, avendo egli assistito allo svolgersi dell'esp~rimento.

Nomine, promozioni, onorl8.oenze. Vennero abilitati alla libera docenza i signori: Il dott. Alberico Testi, per titoli, in clinica medica generale, presso la R. Università di Parma. Il dott. Federico l\.'Iongiardino, per titoli, in ana· tomia normale veterinaria, nella R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Torino. Il dott. Ugo Rossi, per titoli, in medicina legale, nella R. Università di Siena. Dott. Carlo Capellini, per titoli, in oftalmoiatria, e clinica oculistica, presso la R. Università di Pal'ma. Dott. Gino De' Rossj~ per titoli, in igiene e po· lizia medica, presso la R . Università di Pisa.

* **

ROMA. - li giorno 1-! corrente ebbero termine gli esami di concorso ai posti di assistente medicochirurgo negli ospedali di Roma, e .riuscirono i signori dottori: Artom - Barbieri - Befani - Broggi - Caleca - Cammarella - Cippitelli - De Blasi Forlì - Giammarioli - Giordani - Lo Casòio - Pe· laga1lo - Penda - Piazza - Piperno - Saraceni Sensi - Simoneschi - Testori - Tornassi - V en· ditti - Viviani - Weiss.

**>.~ I segt1enti allievi della Scuola di applicazione di sanità militare, sono stati nominati sotto· tenenti medici di complemento, e destinati a prestare servizio, a cominciare dal 22 agosto corrente, nei reggimenti a cui furono rispettivamente destinati: Antonio Marescalco Ottorino Pasquale .Antonino Giudice - .Alessandro Carega - Adolfo J\'Iartini - Riccardo Lolli - Adolfo Vecchione Paolo Arias - Camillo )Iasturzo - Biagio V izioli - Carlo Vason - Giuseppe Agosti - Art11ro ].Ionaco - Antonino J oppolo - Giuseppe D'Elia Pietro Casali - Giovanni Di Cristino - Corrado Giglio - Pietro Biondi - Tommaso :N osotti Giuseppe Naccari - Filiberto R~tt~ - ~io,ranni Profeta - Vincenzo Duca - Lmgi Flor10 - ~Ie­ nelao Codio-1 ione - Augusto Cianni - Francesco 0 Calderonio - Giuseppe Tornai - Gt1ido I'abis Alberto Perrone - Diego Di Ciò - Roberto R e· bizzi - Gioacchino Fum:.rola - Oreste Scionti -


IL POLIOJ,IN reo

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* * ad* imbarcarsi

I

(ANNO IX, F .A.SO. 43]

Indice alfabetico analitico del presente numero.

Sono stati destinati in servizio di • • Alterazione delle carni conserva te tUna peem1graz1one: ricolosa e poco nota). - Grixoni . . . Pag. A Napoli, sul piroscafo Vancover, il dott. Carlo · Annuario americano di Gould . . . . . » Tommaso Bottini, medico di 1a classe ; sul piro· Artriti suppurate del ginocchio (Del metodo scafo NaJJOlitan, Pri1ice, il dott. Antonino Anzà, me· ossigenato nelle infezioni chirurgiche e dico di 2a clas~e; sul piroscafo Patria, il dott Ro· principalmente nelle). - . Thiriar. . • . » berto Ettari, medico di 1 a classe; sul piroscafo Calabria, il dott. Nicola Monterosi, medico di 1a classe. Ascesso subfrenico per suppurazione di una cisti da echinococco sopraepatica. Processo A Genova, sul piroscafo Città di Ge1tova, il dottor trans-pleuro-diaframmatico. - Anastasi . » Alberto Grandinetti, medico di 2a classe; s11l pi· Asma (Pozione contro 1') . . . . . . . » roscafo Ligziria, il dott. Arnaldo Delogu, medico Asportazione totale di ambedue le aponeurosi di 1a classe; sul piroscafo B11e11,os Agres, il dottor pal.mari. per malattia del Dupuytren. Nunziato Tanturri, medico di 2a classe. Tr1co1nt • . • . . • . . • . • . » Il dottor Pietro V etronile, medico di 1a classe, è Atonia dell? stomaco e del suo rapporto col . stato tl'asferito al 3° dipartimento marittimo. rumore d1 guazzamento e con la gastrettasia (Dell'). - Cohnheim . • . . . »

Oonoorsl e oondotte.

ROMA (Mi1iistero dell'i1iterno). - Concorso per esame e per titoli a dieci posti di medico di porto di 3a. classe, con lo stipendio annuo di L. 2500. Se.ade 30 settembre. TORINO. - Assistente volontàrio nell'Istituto Oto· rino-laringologico (Corso Regina Margherita, 8), scadenza 81 agosto. GENOVA (.R. llrtiversità). - Concorso a professore straordinario alla cattedra di medicina operatoria. Domande, titoli, documenti, ecc. al Ministero della pubblica istruzione. Scade 30 agosto. MORIAGO (Treviso). - Medico-chirurgo-ostetrico. L. 2300 per la cura dei poveri, L. 100 pei non po· veri e L. 100 quale uffic. sanitario. Scade 31 agosto.

B. UNIVERSITÀ DI PADOVA. Corso 11ratico d' igien,e pubblica per gli aspira1iti alla carica di ufficiale sa1iitario. Il giorno 22 ottobre prossimo venturo verrà aperto, nell'lstituto d'igiene di questa R. Università, un corso pratico d'igiene - bimestrale e quotidiano per gli aspiranii alla carica di ufficiale sanitario. .A. tale corso possono iscriversi coloro che ab· hiano ottenuto la laurea in medicina e chirurgia, o in chimica e farmacia, o in veterinaria ; e per esservi ammessi bisogna farne domanda su carta da bollo da lire O. 60, dichiarando di essere prov· visti di microscopio· con lente a immersione omo· gene a, di aghi di platino per batteriologia, di bi· sturi, forbici e vetrini per microscopia. Si permette però che due inscritti possano ser· virsi di un solo microscopio. Alla domanda si deve unire la ricevuta della tassa d'iscrizione di lire 100, che si paga alla cassa dell'Economato di questa Università. Esso limitato il numero dei posti, l'iscrizione sarà cl1iusa subito che si sarà raggiunto il corrispon· dente numero di regolari domande. Nel giorno della prima lezione, gl' inscritti dò· vranno esibire il diploma di laurea o il rispettivo certificato. Terminato il corso il 20 dicembre, nei giorni 21 e 22 dello stesso mese avranno luogo gli esami, e conformemente all'articolo 5 del R. decreto 29 mag· gio 1898 sull'insegnamento dell'igiene, verrà rila· sciato, in base ad essi, un certificato degli stl1di fatti. Padova, agosto 1903.

Il .Rettore dell' ll1iiversità R. NASINI.

Roma. 1903 -

Th> Nuj.on•le cli G. Benuo • C.

Carcinoma dello stomaco (Per la diagnosi del). - Salomon . . . . . . . • . Cenni bibliografici. . . . . . . . • . Concorsi e condotte. . . . . . . ·. . Disinfezione delle navi e distruzione dei topi." Dolori toracici della tosse dei tubercolasi (Contro i). - Priesnitz . . . . . • . Epidemia dovuta a matite. . . . .. . Epilessia (Associazione dell' e délle affe. zioni cardiache). - Chambourne • . . Febbre gialla e zanzare. - Sanarelli . . . Gonorrea e malattie oculari. - La wford . Igiene delle carni in Germania . . • . . Krun1iri nella professione medica (I) . . . Lesione traumatica del midol1o spinale o « mielodèlesi » (Della). - Thiem . . • Naso e l'apparecchio ~enitale della donna (Rapporti fra il). - Fliess . . . . . . Nefrite con accessi uremici (Nella). - Hein-

rich.

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Nervo ulnare (La lussazione del). Mombubg. Nomine, promozioni, onorificenze . . . Notizie diverse • . • . • . • . . . • Percussione della colonna vertebrale (Di un nuovo metodo d'indagine diagnostica. La). - Signorelli. • . . • . . . . . . • Peso del cervello e le professioni (Il). - Mathiega . . . . • . . . . . . . • Piloro (Sulla palpazione del). - Obrastzow Polso nella difterite (Valore prognostico del rallentamento del). - Wert . . . . . Polso paradossale. - Riegel . . . . • . Polso raro nell'ileo-tifo e sua importanza pratica. - Quadrone • • • • • . • Preparati mercuriali (Quali - - si possono somministrare insieme al ioduro?). • • . . . • . . ._ • Lesser • . Pressione sanguigna come indicazione degli stin1olanti nelle malattie infantili (Valore clinico della). - Wireman-book. . • . • Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » . Responsabilità del chirurgo (Sulla) . . . • Risposte a quesiti e a domande . . . . Rottura dell'aorta nel pattinare, in un ragazzo tredicenne apparentemente sano (Un caso di) . . . • . . • . . . . • ' Tachicardia feno1neno premonitorio di lesioni renali (La). - Huchard. • . • Terapia marziale (Teoria e pratica nella) •

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.Roma, 29 agosto 1903

Aa.no IX

l'uo. 44 .

SEZIO~E

PR.A.TICA

DIRETTORI PRoF.

GUIDO BACCELLI -

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

,

SOMMARIO. Lavori originali : ~ Cèni : Parti prematuri provocati nelle vi-ziature pelviche. Riviste : - PATOLOGIA : Posner: Importanza dei cancri dell~apparecchio uro-genitale nelle questioni del cancro in genere. - Boas: Diabete e carct"noma. - R énon : Tubercolosi polmonare e diabete. z.ucchrrino. - CHIRURGIA: - Biagi : Curabilità della tubercolosi vescicale: - Olshausen: Contro il drenaggio. - Lej ars : Valore pratico della sutura arteriosa. Meriel e Florence: ..Anon1alie dell'arteria linguale dal punto di vista chirurgico. - Garratt: Metodo facile e rapido per sterilizzare il catgut ed il materiale per le suture. - OcuLISTICA : - Pt!rcy Duno : Il dolore oculare : suo significato, varietà e trattamento. - Rothmann: Del crampo del bulbo oculare nella convergenz.a. 0TOJATRIA: - Marri: Contributo allo studio della pioemia otitica. - Barton H. Potts: Indicazioni per l'intervento operativo nella suppuraz_ione dell'orecchio medio. - Accademie, Società mediche, Congressi: - VIII CoNGREsso MEDICO REGIONALE LIGURE. - Osservazionì cliniche : - Di Biagi: La guarigione della peritonite tubercolare colle iniezioni i·odo-iodurate alla Durante. - Lodi : Saturnismo acuto ed occlusione intestinale. Note di medicina scientifica: - Tiroide e veleni organici durante la gra71idanza (eclampsia). - Rapporti che esistono fra le infezioni leggiere e gli organi ematopoietici.

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Pratica professionale: - CASUISTICA : - Alcuni casi di infez,_ione mista nella febbre tifoide. - Peritonite nel decorso della febbre tifoide senz.a perforazione. - Alterazioni del midollo osseo nel tifo addominal~. - Per la dia~nosi differenziale fra tifo e malaria. - Ittero ereditario. - Gangli linfatici causa d'ittero. - Esiti differenti dell'ittero nella litiasi e nel cancro delle vie biliari. - Per la diagnosi della colecistite purulenta. - APPUNTI DI TERAPIA: - Cura dell'asma. - L'edema pulmonare acuto: sua cura f. preventione. - Cura dell'iperidrosi palmare e plantare. - Suppositorii di ghiaccio contro la dissenteria. - D iarree estive. - Varia. - Amministrazione Sanitaria. - Il concorso per i sanatorii dei poveri. Noterelle esplicative. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Ricciardi: Per gli ufficiali sanitari. - R·isposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. -

Indice alfabetico -

Dìritti di proprietà riservati ......_

LAVORI ORIGINALI MATERNITÀ ASDRUBALJ.

dalla gravidanza, o aggravate dalla gravidanza, non faceva parola di un argomento ancora molto controvèrso per le sue indicazioni. Intendo parlare del pa rto prematuro provocato a scopo puramente ostetrico. Se noi diamo t1n'occhiata alla storia di questo atto operativo, che preconizzato fino dal 1756 dal D ENMAN, ebl)e diverse fortune, fino ad essere dimenticato ai tempi del B AUDELOQUE per la severa critica, fatta a questo metodo, dall'illt1stre ostetrico francese, e poi ripreso con successo dallo SToLz di Strasburgo, se noi, dico, arriviamo fino ai giorni nostri ed osserviamo i lavori di eminenti ostetrici sull'argomento, ancor oggi vediamo che la classe degli ostetrici non è concorde nell'assegnare larga parte a questo atto operativo. La principale se non unica ragione che 1

Direttore dott. A.

BoMPIANI.

Parti p1·ematu1·i provocati nelle viziature pelviche per il dottor UGO

CENI,

aiuto.

Nell'ultimo Congresso di Ostetrici~ e Ginecologia, tenutosi in Roma 10 scorso settembre, er~ tema principale di discussione il -seguente: « Indicazioni mediche all'interruzione della .g ravidanza. » · La tesi svoltasi brillantemente per il con·corso di eminenti ostetrici, occupandosi puramente della interruzione della gravidanza nelle gestanti affette da malattie provenienti

...


1378

IL POLICLINICO

trattiene l'ostetrico dal tentare tale operazione è la m ortalità rilevante dei feti nati prematuramente in seguito a parto provocato dal settimo all'ottavo mese e mezzo e che si riscontra facilmente in tutte le statistiche finora pubblicate. Infatti partendo dalle meno recenti ed arrivando ai giorni nostri osserviamo anzitutto quella dell'Ospizio provinciale degli esposti e partorienti di Milano, pubblicata dal PoRRo nel 1872 col 76 °/ 0 di mort~lità fetale. Nello stesso Istituto, CHIARA qualche anno dopo, cioè nel 1880, ottenne il 75-85 °/o• 8PIEGEBEERG ebbe 'i l 66 o ·o, BELLUZZI il 45 °/0 • Nella Clinica ostetrica di Mosca il 55 °/ in quella di Dresda il 33 ° 0 • Nella statistica della Clinica ostetrica di Roma, pubblicata nel 1902, 8opra 89 parti prematuri provocati a scopo ostetrico, abbiamo 37 feti morti, cioè la mortalità del 41. 56 °/ 0 • Nella maternità Asdrubali lasciando ,da parte i casi di interruzione di gravida.nza a scopo medico, dei quali si è i;nolto occupato il Congresso testè decorso, noi abbiamo 24 casi di parto prematuro provocato a scopo puramente ostetrico. Indicazioni all'intervento erano: bacini. generalmente e uniformemente ristretti, bacini rachitici, compressi di 1° e 2° grado, un bacino ovalare obliquo-spinoso. A seconda delle stenosi riscontrate nelle ge· stanti presentatesi, fu interrotta la gravidanza dal settimo all'ottavo mese e mezzo. In al· cune si dovette procedere subito all'atto operativo, essendosi presentate in Maternità avendo 'già oltrepassato il tern~ine utile per una provocazione di parto. Si tenne anche calcolo dei pa1·ti precedenti. Sopra 24, 9 so· lamente erano primipare. Alle altre i parti precedenti furono espletati o con parto prematuro provocato o mediante embriotomia o • con applicazione di forcipe. I feti nati vivi f'urono t8, dei quali 8 usciti dopo 8 giorni vivi sani colla madre, 4 mandati al Bret•otrofio in seconda giornata. Sei morirono nel periodo di 48 ore. Sei f·urono i morti durante il parto. Di questi sei, il primo fu estratto mediante cefalotripsia, il secondo in presentazione di spalla, con rivolgimento interno, il terzo con applicazione di forcipe, 0

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IX, F ASC. 44 )

il quarto.nacque morto per metrorragia della madre prima del parto, il quinto nato morto con parto spontaneo, il sesto nato morto con rivolgimento interno. Ora, non calcolando i ' sei feti morti durante il soggiorno alla Ma· ternità, abbiamo la metà dei feti sopravissuti e cioè il 50 per cento dei vivi e sani. Dobbiamo qui notare che i feti morti dopo il parto e cioè nel periodo di 48 ore, tutti erano inferiori al peso di 2000 grammi, e questi morirono per atrepsia, poichè non si rinvennero alla autopsia tracce di lesioni avvenute .durante il parto, nè di processi patologici acuti o di data anteriore. Come appare chiaramente, la causa prima di questa considerevole mortalità fetale, dobbiamo ritenerla nell'incompleto sviluppo del feto, nella sua poca vitalità e' scarsa resistenza agli agenti fisici esterni. Nella provocazione del parto prematuro è regola di grande valore di stabilire con tutta esattezza il principio di gravi danza e il grado di viziatura pelvica della gestante, poichè da questi due indizi dipende spesso la vita del feto e diremo col BA RNES, che in generale è meno danno attendere troppo che agire troppo presto. · Sulle indicazioni dell'interruzione della gravidanza, vogliamo in primo luogo parlare di quelle gestanti, che pure avendo un lieve grado di ristrettezza pelvi ca, possono quasi avventurarsi ad un parto spontaneo. In questi casi, il compito dell'ostetrico è molto diminuito. Due o quattro settimane prima del termine della gravidanza in una gestante con lieve viziatura pelvica, ad 1e3empio, con coniugata vera di 89 millimetri, l'ostetrico ap· plica una candeletta nella cavità uterjna o un ·sacchetto di Barnes tra il canale cervicale, a seoonda delle condizioni permittenti del collo dell'utero, e dopo uno o due giorni, con tutta probabilità, ottiene l'espulsione spontanea del feto generalmente vivo e vitale . ...\nohe nei bacini con coniugata vera di 76 mil.Jimetri, provocando il parto a sette mesi, si potrà sperare, con un'applicazione di forcipe, ·di estrarre un f·eto vivo e vitale. Ma con coniltgata vera inferiore ai 76 millimetri 'Ti è J


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SEZIONE PRATICA

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tutta la probabilità di sottoporre la donna uterina. A tal uopo viene usata di preferenza ad un atto operativo, senza però ottenere un la candeletta Bompiani, la quale offre il vanfeto vivo e vitale. In questi casi, sarebbe taggio sul]e altre, che essendo nella sua estre· indicato il taglio cesareo, a termine di gra · ·mità foggiata a clava, riesce facile l'introduvidanza , operazione sicura nei risultati ri- zione e difficile una lesione del corpo placenguardo al feto e coi mezzi moderni di asepsi, tare, poichè colla estremità ingrossata, scivola non tanto pericolosa per la madre, quanto sulla placenta se per caso l'incontra, Henza qualsiasi atto laparotomico. lederla; Non in tutti i casi però possiamo ricorrere 4° i sacchetti di Barnes convenientemente a questa risorsa clell,arte ostetrica, perchè collocati fra il canale cervicale, in modo che spesso incontriamo il reciso rifiuto della ge · la strozzatura non superi l'orificio interno, stante di a~soggettarsi a tale atto operativo. sono un potente mezzo per provocare le conNoi abbiamo avt1to occasione di riscontrare trazioni uterine, e noi usiamo spesso a prequesto f'atto non rare volte, nelle gestanti ferenza questo metodo, che oltre ad essere che si presentano per consiglio all'ambula- perfettamente iunocuo, è anche il più soltorio ginecologico Bompiani o che vengono lecito. ricoverate n ella sala Asdrubali. A complemento di questa breve esposizione, Nella buona parte di esse, a dire il vero, per citare uno strumento, che anche nella il senso della maternità non è troppo elevato, provocazione del parto prematuro, in certi e più che alla vita del feto, si capisce che casi può riuscire prezioso, direino che recen pensano alla propria incolumità, cercando temente fu adoperato ·nella Maternità, in un sottrarsi ad un'operazione che esercita sem- caso di eclampsia, il ·d ilatatore del Bossi e pre un vago te1~rore. In questi casi, non vi ne fu riscontrata l'indiscutibile efficacia, aven· è m azzo più opportuno del parto prematuro dosi potuto ottenere in breve ,tempo una diprovocato al 7° mese, anche con pochissima latazione tale del collo dell'utero, da permetprobabilità di ottenere un feto vivo e vitale. tere l'introduzione della mano nella cavità Si sarà evitato così di esporre la donna a uterina, e l'estrazione con rivolgimento di termine di gravidanza ad t1n atto embrioto- due feti. In un altro caso, di una cardiopamioo, con tutti i pericoli che ne possono de- ziente, .cui si dovette provocare d'urgenza il rivare. L'ostetrico è anche spinto a ricorrere parto, si ottenne il medesimo favorevole risuldi preferenza al mezzo più semplice, d~lla tato. Talchè noi non saremmo alieni dal pro· relativa facilità di poter adattare qualsiasi porre un tale istrumento non solo in quei casi nei quali l'urgenza dell'a pplicazione è a~biente alla provocazione del parto prematuro, mentre un operatore non si indurrà assoluta, ma anche quando i sopradetti memai fuori di t1na Materni tà o di una Clinica a todi falliscono oppure ritardano tanto lo procedere ad una operazion~ cesarea, su donna svolgimento del parto, da estenuare la paziente. perfettamente sana, in cui l'indicazione è semConcludendo : plicemente la viziatura pelvica. 1° la provocazione del parto prematuro Circa i metodi per l'interruzione della gra- a scopo ostetrico, è un'operazione di non difvidanza nella Maternità Asdrubali usiamo i ficile applicazione ed eseguita con tutte le seguenti: rigorose regole moderne, non dà luogo ad in1° la doccia vaginale calda alla tempe- convenienti maggiori di quelli che possono ratura di 38-39 gradi; verificarsi in un parto normale ; 2° la laminaria digitata, quando l' orificio 2° si deve consigliare nei casi di viziaesterno sia chiuso, ali o scopo di rammollire e tura pelvica di 1° grado, nei quali anche un leggero impedimento all'uscita del feto a terdilatare il collo dell'utero ; 3° la introduzione della candeletta col mine, può esser causa della morte di questo metodo di I{rause, cioè tra uovo e parete per asfissia ; t 3)


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3° nelle donne con bacino viziato di 2° e 3° grado, si deve consigliare il taglio cesareo. Quando non è possibile ricorrere al taglio cesareo o perchè la donna si rifiuta di se· guire i consigli dell'ostetrico o per le condi zioni dell'ambiente non permittenti, il parto prematuro s'impone come l'unico mezzo per evitare i pericoli d'un parto ·a termine difficile e per ottenere un feto vivo. Non man-0ano ora i mezzi, se il feto è poco vit~le, di .p roteggerlo dai tristi effetti degli agenti fisici esterni, tenendolo col sistema delle grandi incubatrici, ossia in camere riscaldate a temperatura normale costante, bene aereate e re· golate con tutte le norme igieniche moderne, nelle quali il bambino premat·uro, secondato da una buon'a nutrizione e da cure assidue, può vivere bene e svilupparsi al pari di un bambino normale. CASO

I.

Anno 1887. Scheda clinica n. 71. S ... D ..., di anni 23. Primipara. D;agn,osi. Pelvi uniform. gen. ristretta. Misure: ,e. est. 17. Età di gestazione giorni 259. Pratta1ne1ito. Bagni caldi. Irrigazioni vaginali calde. Candeletta Bompiani. • Parto spontaneo. Puerperio leggermente patologico. Stato fisico del feto: Nato asfittico, rav,rivato. Peso gm. 2910. lVIandato al Brefotrofio in 2a giornata, sano. CASO

II.

Anno 1888. S cheda clinica n. 221. P ... E .. ., di anni 35. Primipara con parto prematt1ro provocato. D;ag11osi. Pelvi gen. uniform. ristretta. Misure: ob1. sin. 19. 5, obl. dest. 18. 5. · Età di gesta· zione giorni 252. Trat'i;a11,ie1zto. Irrigazioni '"'aginali calde. Cande· letta Bompi~n.i. Sacchetto di Barnes. Parto: Presentazione podalica. Estrazione ma· nuale. Puerperio normale. Stato fisico del feto: Asfittico, ravvivato. Peso gm. 2110. J\iiandato al Brefotrofio in 2a giornata, sano. CASO

III.

Anno 1889. Scheda clinica n. 60. B ... N ..., di anni 26. IIpara. 1a con parto prematuro provocato. ,..

LANNO

IL POLICLINICO

IX,

FASC.

441

obl. sin. 20, obl. dest. 20. 8, c. est. 18. 5 D. 11 Età di gestazione giorni 232. Tratta1ne1tfo. Il'rigazioni vaginali calde. Cande· letta Bom piani. 2 sacchetti Barnes. Parto: Presentazjone podalica. .Applicaz. forcipe testa seguente. Cefalotripsia. Puerperio normale. Stato fisico del feto: ].\i!orto. Peso gm. 234:0.

IV.

CASO

.Anno 1889. Scheda clinica n. 182. D ... G .. ., di anni 16. Primipara. Diag1tosi. Pelvi infantile. Misure: obl. sin. 19. 5, obl. dest. 19, c. est. 17. 5. Età di gestazione giorni 217. Pratta1tte1tto. Irrigazioni calde. Sacchetto Barnes. Parto spontaneo. Puerperio normale. • Stato fisico del feto: Sano. Peso gm. 1870. Mandato al Brefotrofio in 2a giornata, sano. CASO

V.

.Anno 1889. Scheda clinica n. 209. G ... A ..., di anni 38. Primipara. Diagnosi. Pelvi rachitica compressa. Misure: obl. sin. 18. 3, obl. doRt. 20. 5, c. est. 18. 4, D; 10. 5. Età di gestazione giorni 224:. Pratta 1ne1ito. Bagni· caldi. Candeletta Bompiani. Parto: Testa egresso . .Applicazione forcjpe. J?uerperio normale. Stato fisico del feto: Asfittico, ravvivato. Peso gm. 2520 . Mandato al Brefotrofio in 2a giornata, sano. CASO

VI.

Anno. 1890. Scheda clinica n. 265. R. Z., di anni 22. Primipara. Diagn,osi. Pelvi gen. ristretta. Misure: obl. · sin. 22, obi. d. 22, c. est. 19. Età di gesta· zione giorni 231. Prattatnento. Irrigazioni vaginali calde, sacchetto di Barnes. Parto : presentazione di spalla, versione in· terna. Puerperio normale. Stato fisico del feto : asfittico morto. Peso gm. 2000. CASO

VII.

Anno 1892. Scheda clinica n. 107. B. N ., di anni 27. Pluripara. la con craniotomia, 2a parto prem. prov., 3a taglio cesareo con feto vivo. Diagnosi. Pelvi rachitica. Misure: obl. sin. 23.5, obl. d. 23, c. est. 19. Età di gestazione gior· ni 210. Pratta1nento. Irrigazioni vaginali calde, cande-


381:

Parto. Testti fossa iliacai sin., versione interna. Puerperio normale. Stato fisico del feto : asfittico ravvi,rato. Peso gm. 1970. Osservazioni riguardo al feto: morto due giorni clopo per atrepsia. CASO

VIII.

Anno 1896. Scl1eda clinica n. 183. C. A ., di anni 35. Pluripara. 1a con cefalotripsia, 2a parto prem. prov. a 7 mesi, 3a prem. prov. Diagnosi. Pelvi generalmente ristret.ta, com· pressa. l\'Iisure: obl. sin. 22, obl. d. 22, c. est. 16.5. D. 9. Età di gestazione giorni 251. Trattanzen,fo. Irrigazioni calde, sacchetto Barnes. Parto: i)resentazione podalica., estrazione manuale. Puerperio normale. Stato fisico del feto: asfittico ravvivato. Peso gn1. 1700. Oss. : morto il giorno dopo. •

CASO

IX.

Anno 1896. Scheda clinica n. 242. B. F., di anni 20. Primipara. Diagnos;. Pelvi rachitica compressa. fflisure: c. est. 15, D. 10. Età di gesta,zione giorni 248. Tratta11ze1tfo. Irrigazioni calde, laminaria digi· tata, candeletta B., sacchetto Barnes. Parto: presentazione cefalica, applicA zione for· •

c11>e.

Puerperio leggermente patologico. Stato fisico del feto : asfittico morto. Peso gm. 1880. CASO

X.

Anno 1890. Scheda clinica n. 198. C. E., di anni 23. II para. 1a a termine con cranioclastia. Diag1iosi. Pelvi gen. ristretta compressa. l\'Iisure : c. d. 95. Età di gestazione giorni 228. Tratta11ie11,to. Irrigazioni calde, candeletta B., parto forzato. Parto: presentazione cefalica, yersione interna. Puerperio normale. Stato fisico del feto: asfittico morto. Peso gm. 2300. CASO

XI.

Puerperio normale. Stato fisico del feto : Asfittico ra\vivato. Peso gm. 1900. }Iuore dopo 6 ore. CASO

XII.

Anno 1899. Scheda clinica n. 380. V ... L ... cli a11ni 29. IIpara. 1a a termine con appl. forcipe. Feto morto dopo pochi minuti. Diag1tosi. Bacino gen. piccolo compresso. Misure: obl. sin. 20, obl. d. 20, C. B. 17. Età. di gestazione giorni 255. Trattaniento . Irrigazioni calde. Sacchetto B. Parto spontaneo. Puerperio normale. Stato fisico del feto sano. Peso gm. 2000. Esce colla madre in sa giornata. CASO

XIII.

Anno 1900. Scheda clinica n. 288. O ... A ... di anni 34r IIparrl. Diagnosi. Pelvi gen. piccola. niisure: c. es. 17. Età di gestazione giorni 263 . Tratta1nento. Irrigazioni calde. Candeletta E.Sacchetto B. Parto spontaneo. P nerperio norn1ale. Stato fisico del feto: premorto. Peso gin. 2540. CASO

XIV.

Anno 1900. Scheda clinica n. 68. S ... P ... di anni 30. IIpara. 1a prem. pro·v. 8° inese. Diag1tosi. Bacino rachitico compresso 2° grado. Mist1re: C. est. 17, C. D. 9. 5. Età di g~sta­ zione giorni 265. Trattamen,to. Sacche tto Ba1--nes. Parto: Presentazione cefalica. Applicazio11e for· cip e. P11erperio normale. Stato fisico .del feto sano. P eso gm. 3250. Esce colla madre in 8a giornata. CASO

xv.

Anno 1900. Scheda clinica n. 167. T ... ffI ... IIpara. 1a termine con craniotomia. DiagFtosi. Pel·vi conipressa 2° graclo. 1\ilisure: obl. sin. 19, obl. d. 19, C. e~t. 16. 5. Età di gesta· zione giorni 231. .... Prattaniento. Irrigazioni calde. Candeletta Bom· piani. Parto spontaneo. Puerperio normale. Stato fisico del feto sano. Peso gm. ::?200. Esce colla madre in 8a giornata..

a

Anno 1899. S cheda clinica n. 87. S ... B ... di anni 29. Primipara. . DiagNosi. Bacino raéhitico, compresso 2° grado. 1\ifisure: obl. sin. 19, obl. d. 20, C. B. 17, C. D. 9. 5. Età di gestazione, gjorni 247. CASO XVI. Tratta11ze1ito. Irrigazioni vaginali, 2 laminarie, · 2 sacchetti Barnes. .Anno 1901. Scheda clinica n. 108. C... C..., di anni Parto: Presentazione cefalica. Applicazione 40. Pluripara, 1a a termine con applicazione forcipe. forcipe, 2a id. •

(5)


1382

IL POLICLINICO

[ ÀNNO

IX, F ASC. 44 J ~Iisure

Diagnosi. Bacino rachitico compresso 1° grado.

Diag1iosi. Pelvi compressa rachitica.

Misure : obl. sin. 21, obl. d. 21. C. B. 19. Età di gestazione, giorni 256. Prattar1ie1tto. Irrigazioni calde. Candeletta Bom· piani. Sacchetto Barnes. Parto. Presentazione cefalica. Puerperio normale. Stato fisico clel feto : sano. Peso gm. 1SOO. Esce colla madre in sa giornata.

C. est. 1S. Età di gestazione, giorni '?. P1~attamento. Irrigazioni calde. Candeletta Bompiani. Parto spontaneo. Puerperio normale. Stato fisico del feto : sano. Peso gm. 2300. Esce colla madre in sa giornata. CASO

CASO

XVII.

Anno 1901. Scheda clinica n. 234. V ... L ..., di anni 31. Pluripara, 1a a termine con appli· cazione forcipe, 2a con parto prematuro pro· vocato all'S0 mese. Diagn,osi. Bacino gen. piccolo compresso. Mi· sure: C. est. 17. 5. Età di gestazione, giorni 260. Trattaniento. Irrigazioni calde. Candeletta Bom· piani. Parto spontaneo. Puerperio normale. Stato fisico del feto : sano. Peso gm. 2630. Esce colla madre in sa giornata. CASO

XVIII.

Anno 1901. Scheda clinica n. 342. D.... E ...., di anni 37. Primipara. . Diag1iosi. Pelvi rachitica piatta 1° grado. Mi· sure: obl. sin. 20, obl. d. 20. C. B. 17. 5. Età di gestazione, giorni 260. Pratta1ne1ito. Candeletta ·Bompiani. Parto. Presentazione cefalica. Applicazione forcipe. Puerperio normale. Stato fisico del feto : sano. Peso gm. 2500. Esoe colla madre in sa giornata. CASO

XIX.

Anno 1901. Scheda clinica n. 421. R... V ... , di anni 19. Primipara. Diagnosi. Pel,ri gen. piccola, compre8sa. Mi· sure : ob l. sin. 20, d. 20. C. B. 17. Età di gestazione, giorni 270. Trattamento . Irrigazioni calde. Sacchetto di Barnes. Parto. Presentazione cefalica. Applicazione forcipe. Puèrperio normale. Stato fisico del feto : sano. Peso gm. 2500. Esce colla madre in sa giornata. •

CASO

XX.

Anno 1901. Scheda clinica n. 425. T... ~I ... , di anni 29. Pluripara, 1 a a termine con cefa· lotripsia, 2a con parto prematuro provocato all'S0 mese.

'

\

:

XXI.

Anno 1902. Scheda clinic~ n. 59. C... A ..., di anni 22. IIpara, 1 a a termine con parto artificiale. Diag1tosi. Bacino gen. ristretto rachitico 2° grado. Misure: obl. sin. 19, obl. d. 21. C. B. 17. C. D. 9. Età di gestazione giorni 265. Trattamento. Irrigazioni calde, sacchetto di Bar· nes. Parto spontaneo. Puerperio normale. Stato fisico del feto: vi"'\"O. Peso gm. 1!00. Osservazioni riguardo al feto : muor~ dopo 2! ore. CASO

XXII.

Anno 1902. Scheda clinica . n. 215. P ... V ... , di anni 3.J:. Pluripara, 4 a termine con feti morti. Diagnosi. Bacino ovalare obliquo spinoso nella sinfisi pubica. Mis11re: obl. sin. 17,-obl. d. 10, C. B. 1S. C. D. S. Età di gestazione : presso ' il tèrmine. Trattanten,to. Sacchetto di Barnes. Parto: presentazione cefalica, versione interna. P nerperio no_rmale. Stato fisico del feto : asfittico ravvivato. Peso gm. 2850. Osservazioni riguardo al feto: muore poco dopo. CASO

XXIII.

Anno 1902. Scheda clinica n. 274. F ... R ..., di anni 25. Primipara. Diagn,osi. Bacino rachitico, piatto 2° grado. ~fi· sure: obl. sin. 20, obl. d. 20, C. B. 15. C. D. 9. _ Età di gestazione gior1tl 225. Tratta11ie11,to. Irrigazioni calde, laminaria, sacchetto di Barnes. Parto: presentazione spalla, versione interna. Puerperio. Muore per shoch. Stato fisico del feto : premorto. CASO

XXIV.

Anno 1903 Scheda clinica n. 116. B ... .A.... Pluripara. 2 provocati 7° mese . Diag1tosi. Pelvi compressa 2° grado. niis11re: C. est 15. Età di gestazione giorni 210. Pratta1nento. Irrigazioni calde, sacchetto di Bar· nes. Parto spontaneo.


SEZIONE PRATICA

LANNO IX, FASO. 44]

1383

Puerperio normale. Stato fisico del feto: asfittico ravvivato. Peso gm. 1320. Osservazioni rignardo al feto : ml1ore dopo 24: ore.

I.Ja teoria del CoHNHEIM secondo la quale il cancro si originerebbe da germi congeniti ha pochi argomenti al proprio sostegn '). I tumori del rene in apparenza così frequenti nei bambini, sono, come lo pr·ovano t1nanimi le nuove ricerche, tumori di natur·a di ,·ersa da quella del cancr<;>: ipernefromi, acleno1ni ma· ligni, endoteliomi, teratomi. A questo rigua1·do è degna di nota t1n'osser· PATOLOGIA vazione dell' EHRLICH, il quale vide un tt1more colloide svilupparsi in una vescica urinaria Importanza dei cancri dell'apparecchio ectopica. uro-gertitale nelle questioni d~l ca.nero· I traumi nella patogenesi dei tumori rappre· in genei·e. sentano una causa predisponente di grande importanza. P erò lo stimolo flogistico passa (De11fsclte 1neclic. TVocliensclir., n. 11, 1903). - Il PosXER il 5 dicembre 1902 , in una in prima linea; in quanto che produce meta. plasie, ed indurimenti cornei, che sembrano tornata del Oo1nitato pe1· lo studio del canc1·0, favorevoli allo sviluppo del cancro. fece una comunicazione St1i cancri dell'appa· Nell'uretra questo rapporto fu messo in recchio uro-genitale, i quali i·iuniscono in sè evidenza per la prima volta dallo HALLÉ; un nume1·0 così grande di condizioni e cir· nelle fistole uretrali il cancro non è così raro costanze cl' indole etiologica, che lo studio dei come potrebbe sembrare a prima ' rista (u11 medesimi riesce assai proficuo nelle questioni caso del KoENIG, ed t1n caso del PosNER importanti che si agitano intorno al cancro pubblicato da LIPMAN·WULF); anche nella ve· • in genere. scica la così detta leucoplasia sembra. avere Il PosNER tratta dap1Jrima della questione rapporti di parentela col cancro (MARCHAND, del co1ztagio i11111zediato da 1·appo1·ti sessilali. WENDLER, ALBARRAN, LUBARSCH). Il sudcletto Comitato ha raccolto 2330 casi di Il PosNER dubita assai ch e i calcoli vesci· cancro dei genitali nella donna, e 107 nel· cali possano predisporre allo sviluppo del l'uomo: fra tutti qt1esti ca.s i si po tè pensare cancro nella vescica. I casi riferiti dall'IsRAEL ad lln contagio avvenuto per i·apporti sessuali esclt1dono questo nesso etiologico. solo in 38 })er la clonna e 4 per l 'uomo. Al contrario è certa l' inffuenza patogena Però questi casi sono considerati per dubbi che hanno alcuni stimoli chimici : sono noti dal PosNER, poichè in essi non si trattò quasi infatti i cancri da paraffina, da tè, da fulig· mai di localizzazione analoga del carcinòma gin e, i quali si localizzano specialmen te allo negli organi genitali dell'uomo e clella donna. scroto. Il GoLDSCHMIDT osservò un caso di Al contrario è fuori di dubbio l'infezione cancro da tè nello scroto associato ad un per contatto, specie quella che avviene dalla cancro della vescica. porzione vaginale dell'utero alla vagina, da Il REHN riferisce sei casi di tumori maligni uri labbro della vulva all'altro (casi di THORN, sviluppatisi in operai addetti alla preparazione J ACOB ed alt1·i). Secondo l' ALBARRAN si pro· dei colori di anilina, cioè : quattro carcinomi ducono talvolta dei tumori in quei punti della e due sarcomi. Il PosNER osservò un caso di vescica dove la mt1cosa della medesima si tumore della, vescica in t1n operaio che manitrova a ridosso di un grosso tumore; nel cancro polava naftolo. Poco si sa circa l' importanza patogena dei del rene possono le particelle del rene emi· parassiti rispetto al cn ncro. grare nella vescica e quivi impiantarsi p er Le osservazioni dell' ALBARRAN r elati ve ai dare origine a<l altri tumori (casi di ISRAEL, . BussE, REYNÈS). Lo stesso è stato asserito dal psorospermi abbisognano di esse1·e confer·mate. Il BILHARZIA parla di emorragie e neoplasie FUTTERER riguardo al cancro dell'esofago e dello stomacò. È da vedere se la cavità ute- della vescica con caratteri apparentemente rina possa contrarre l ' infezione dalle masse carcinoma tosi. Un trauma diretto, come un colpo un urto carcinomatose che i·istagnano nella po1·zione vaginale dell'utero medesimo (caso di KUNzE). non hanno grande importa11za etiologica. Però Un caso recente dell' 0LSHAUSEN ha mostrato l'ENGLISCH riferisce 8 casi di cancro del pene che una riproduzione metastatica di cancro in cui 1'01·igine del neo1Jlasma fu attribuita al da inoculazione in seguito ad operazione, può ttauma. Non si può dire con certezza se i tumori manifestarsi anchP, dopo che è trascorso molto benjgni possano trasformarsi in malig11i. tempo dall'atto ope1--ato1·io.

RIVISTE

0

t

7 t


1384

IL POLICLINICO

Spesso dei tumori, che da principio sembrano papillomi benigni, si appalesano di poi di na· tura carcinomatosa. Il PosNER crede che in questi casi si tratta di tumori i q ttali sono in· dubbiamente maligni fin d~l loro inizio, ma che hanno un decorso assai lento. Dal punto di vista clinico ·è da i·icorda1·e che i tumori della vescica possono rimanere per lunghissimo tempo allo stadio latente, mentre le e mor1·agie e la cachessia si mani· f estano solo in un periodo tardivo. Le riproduzioni metastatiche del cancro della vescica sono relativamente rare ; invece i tumori dell'utero e della vagina · si comportano a questo riguardo come gli altri carcinomi. Fin qui il PosNER. Segue la discussione: HANSEì\fANN fa alcune osser-v azioni che si .. i:iferiscono allo studio del cancro in gene1·e. Egli ritiene che il . carcinoma si tr~pianta per contatto: ciò può avvenire senza dubbio là ove due mucose o due superfici cutanee si addossano l'una all'altra. La letteratt1ra con· tiene molti di questi casi. Nelle sierose il cancro si trapianta per disseminazione di cel· lule cancerigne distaccatesi dal neoplasma pri· mitivo; così avviene nel cavo addominale. L'HANSEMANN non crede che q llesto stesso trapiantamento per disseminazione possa accade1--e dal rene alla vescica, come non crede neppt1re che esso si verifichi dalla lingua al· l'esofago, allo stomaco, all'intestino. In questi casi le metastasi sono dovute al trasporto di cellule cancerigne lungo le vie linfatiche o sanguigne; quindi il germe andrebbe dall'interno alla superficie esterna e non già dalla superficie esterna all'interna. In quanto ai rapporti etiologici tra la cal· colosi vescicale e la comparsa del cancr J , egli si associa alle idee del PosNER; però fa nota re come nella .c istifellea la calcolosi epatica si accompagna quasi sempre al cancro. In quanto alla metaplasia della mucosa egli non crede che essa debba necessariamente p1·ecedere la formazione del cancroide. Così, a mo' d'esempio, nel cancroide dei bronchi la metapl~sia della mt1cosa bronchiale può svi· lupparsi mentre si sviluppa il cancroide. Lo stesso si dica della mucosa della vescica, e può dirsi anche dell'uretra. In quanto ai psorospermi l'HANSEMANN osser,,.a che vi sono cancri della vescica, nei· quali ogni cellula n eoplasmatica contiene nel suo in terno delle masse ialine di forma assai meravigliosa. Si può seguire la formazione di queste masse fino alle più piccole goccio· line tanto nei preparati freschi come in quelli induriti; esse sono p1·odotti della secreziqne interna delle cellule. ( 8)

[ANNO

IX, F ASC. 44]

Per ciò che riguarda i cancri della '"'escica, i quali, secondo il PosNER, dapprincipio si presentano come papillomi benigni, l'HANSE· MANN crede che in tali casi si tratta di uno sviluppo concomitante di cancro e papilloma;. la cosa avverrebbe in questo modo: quando un carcinoma si forma in vicinanza di una cavità reale o virtuale, d'ordinario in questa stessa cavità si sviluppa anche un papilloma a lato del cancro, come avviene nello stomaco, nella cistifellea, nella pelvi renale, ecc., ecc., e specialmente nel laringe; in questi casi si fa la diagnosi del papilloma, e non si pensa al carcinoma che si sviluppa al disotto, e che talvolta viene alla luce so~o dopo anni ed anni, facendo così credere che si sia proclotto per trasformazione del papilloma. In quanto al passaggio dei tumori benigni in maligni l'HANSEMANN ritiene che ciò siar stato dimostrato solo per l'adenoma benigno del fegato, il quale appunto può trasformarsi • in cancro. " BENDA. Riguardo alla riproduzione del cancro in genere, dice di avere· osservato dei ca~i di tumori carcinomatosi multipli dello intestino, che dapprincipio facevano l'impressione come di carcinomi multipli primari, mentre in realtà non erano altro che meta· stasi avvenute per la via dei linfatici: il BENDA ha del pari osservato altri casi in ct1i le riproduzioni ~arcinomatose in una stessa_ mucosa, come accade spessissimo nello stomaco, si sviluppano piuttosto in vicinanza del carcinoma primario tipico: qui si tratta di carcinomi che dai vasi linfatici della mucosa si portano presto alla superficie, ed ivi si sviluppano.. Dott. E. GuGLIELMETTI. '

Diabete e carcino1na. •

(BoAS. Berl. klz'1t.

Wochen~clir.,

n. 11, 1903).

L' A. dopo di aver dato un rapido sguardo alla. scarsa letteratura relativa all'argomento, non che aver accennato ai 12 casi da lui stesso osservati, pone il seguente quesito, se cioe

il carcinoma negli individui diabetici abbia 1in decorso dive1·so da qztello clte Jia in z-,idividrli non diabetici ed in che modo si dipo1·ti il diabete nel decorso del carcinoma. Quanto alla prima parte della questione i giudizi degli autori in proposito sono vari. Così il TUFFIER dice che il carcinoma nei diabetici ha un decorso assai lento, e ciò lo spiega con la nutrizione insufficiente dei diabetici, la quale deve esercitare un'influenza sfavorevole anche sullo sviluppo del carcinoma. Al contrario KAPPLER e GILBERT·WEIL osser· •


[ANNO

IX, F ASC. 44]

SEZIONE PRATICA

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varono nel carcinoma dei diabetici un decorso minima perchè la si possa addurre come arestremamente rapido, dovuto, secondo essi, al- gomento in favore dell'accennata teoria. l' iperglicemia. Ciò detto l' A. pone un altro quesito, cioè: L ' A. nelle prop1""ie osse1·vazioni ebbe a con· È indicata l'operazione nei carcinomi d'indi~tatare che il carcinoma a ve va un deco1""so ra· vidui dj abeti ci '? pido n ei casi di diabete florido, mentre nei casi Le osservazioni dell' A. relative a 3 casi di in cui i sintomi diabetici erano migliorati fin • carcinoma operati (1 carcinoma dello stomaco quasi a scompa1'ire, lo sviluppo del tumo1·e e 2 del retto) non sono tali da poter sugge· era molto meno progressivo di q11el che soglia rire una norma di condotta in proposito. Ocaccadere 01·dinariamente. corrono altre osservazioni. Veniamo ora alla seconda parte della q ueGeneralmente parlando è i:;toto che le ope· stione, cioè: in che modo si dipo1'ta il diabete razioni, che sono più innocue in sè stesse, nel decorso del carcinoma'? E primi.~ramente riescono pericolose nei diabetici; e nel carci· è il carcinoma in grado di provocare il dia· noma le condizioni possono essere anche più bete'/ complicate, come per esempio nel caso di can· L'A . ricorda in proposito i casi dJ carci- grena del l'.>iede. Inoltre bisogna vedere se è noma del pancreas, in cui non fu l'iscontrata tecnicamente possibile l'estirpazione totale del traccia alcuna di glicosuria, ad onta che tutto tumore avuto riguardo alla sede anatomica quanto il pancreas fosse invaso dal tumore. (per esempio lo stomaco ed il retto). Egli inoltre nella numerosa statistica di carQuando vi è la possibilità di procede1·e ad cinomi da lui raccolta non trovò neppure un una cura radicale, si veda se lo stato del Bol caso, in cui il diabete si fosse manifestato diabetico, od altre complicazioni non contr,o, <lurante il decorso di un carcinoma. Quindi indichino per conto proprio l'intervento chi· • il carcinoma è un' affezione secondaria ·r i- rurg1co. spetto al diabete, eh' è p1·imaria. Però fra il Non è garanzia bastevole il fatto che i didiabete ed il carcinoma esiste un certo rap- sturbi diabetici sono scomparsi già da molto porto. che pe1· ora è difficile precisare. tempo. So110 istr11ttivi in p1·oposito i casi delSi possono distinguere nei diabetici affetti l'HoFFER, del LANDAu, del F ABER e di altri, <la carcinoma due categorie, di cui l'una com· in cui dopo l'operazione ricomparve di nuovo prendo quei casi, nei quali la comparsa del ed intensa la glicosl1ria che prima dell'atto carcinoma si associa ad una st1'aordinaria tol- chirurgico era notevolmente diminuita o scomle1·anza per gl'idrati di car·bonio, e l'altra parsa; gl'individui operati morirono in breve comp1'ende quei casi, in cui il diabete persiste tempo per coma diabetico. sino alla fine, salvo a subire le stesse vicende Il BEOKER attribt1isce questo coma all'azione n, cui esso suole andare incontro nello stato del clorofo1'mio adoperato per la narcosi, 'li cachessia. poichè anche in individui sani dopo la narL' A. cita un esempio per ognuna di queste . cosi cloroformica si potè constatare tal· due categorie. volta la comparsa di acetone e talvolta anche. Da ciò si vede, come clice l' A., che nei singoli casi ora il carcinoma agisce da antago· sebbene più di rado, di acido acetoacetico. Se non che lo HmsoHBERG ed il FUTH nista contro il diabete, ed ora invece il dia· bete decor1'e per prop1·io conto senza risentu--ne hanno osservato che il coma e la morte pos· influenza alcuna. Dipende ciò dalla varietà sono • manifestarsi anche dopo l'anestesia alla del carcinoma, dalla sua sede anatomica, dalla cocaina. Le operazioni nei diabetici non hanno }Jresenza o mancanza di riproduzioni meta• statiche'? Son tt1tte domande alle quali non sempre questo influsso nefasto sul deco1·so del diabete; vi sono casi in cui il diabete si può l'ispondere per ora. L' A. dalla st1a statistica deduce ttn'altra continua a i·imanere latente anche dopo l 'o· conseguenza la quale, è ve1·0, non è in stretto pe1"azione, e riappare solo dopo ch'è trarappo1·to con l'argomento, per·ò ha importanza sco1·so qualche tempo. Perciò clal punto di vista della ricomparsa per la patogenesi del carcinoma. · Secondo alct1ni auto1·i, specie inglesi, l'uso della glicosuria non si hanno r t?gole precise. Quando la glicosuria esiste, allora non vi eccessivo di carni sarebbe uno · dei momenti ha dubbio che 1Jinte1·vento chirurgico è pe1'i· ~tiologici dell'odie1·no aumento di mortalità per carcinoma. Orbene l' A. nei s1toi carcino· colosissimo, avendosi facilmente il coma e la matosi riscontrò una leggera pr·evalenza degli morte siccome risulta dai casi riferiti nella ' con questo però non si vuol dire alimenti di 01·igine animale su quelli di ori· lette1·atura; gine Tegetale, però questa prevalenza è troppo che l'esito debba essere semp1·e e n ecessa1·ia-


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IL POLIOLINIOO

mente infausto, poichè si contano ris11ltati favorevoli anche in casi di diabete manifesto. Ad ogni modo, prima di inte1·venire con l'atto chirurgico, è bene migliorare, pe1~ quanto è possibile, le condizioni dell'infermo sia dal punto di vista della glicosuria che dallo stato di nut1"'izione generale: val meglio rinunziare all'atto operatorio, anzichè intraprenderlo in condizioni, che lasciano prevedere con tutta p1'obabilità un esito letale. La prognosi operatoria è pessima nei diabetici con acetonemi a. Qui però bisogna di· stinguere tra acetonemia diabetica ed aceto· nemia carcinomatosa. Anche nell'acetonemia carcinomatosa, che secondo l ' A. si manifesta solo nei casi di carcinoma diffuso, la prognosi è infausta del pari che nell'acetonemia diabetica. L' A . te1..mina facendo alcune brevi conside1·azioni sulla cura interna del ca1·cinoma dei diabetici; egli, partendo dal principio accennato di sopra, che cioè il diabete pe1.. la complicazione del carcinoma si diporta diversamente da indi""\Tiduo ad individuo, ritiene che anche le norme terapeutiche debbono variare da caso a caso. Bisogna combattere; con ogni mezzo possi· bile, la gliéosuria, in vista d'una possibile ope· i·azione e r~ccomandare l'uso moderato di idrati di carbonio; tanto più che i diabetici ca1'cinomatosi hanno spesso una ripugnanza invincibile contro gli alimenti di origine ani· male ; bisogna pure raccomandare, in modo specialissimo, l'uso abbondante di grasso, per quanto} ben inteso, lo permetta la localizza· zione del carcinoma. Dott. E. G.

'l' u b e i~ e o 1 o s i p o I m o n a i~ e

e diabete zuccherino. (RÉNON.

Arcltives .r1énérales de Médecine, n. 9, 1903).

T1·a le complicazioni del diabete zuccherino, la tube1"'colosi polmona1"'e è una delle più fre· quenti e più g ravi ..Tale rapporto} conosciuto già da molto tempo, è 01·amai del tutto indiscusso e da tutti accettato. La freql1enza della comparsa della tubercolosi in tutte le varie forme di diabete, è molto g1·ande sebbene non tt1tti gli autori siano d'accordo a questo i·igua1·rlo; così BoucHARDAT constata la presenza della tubercolosi polmonare 19 volte in 19 autopsie di diabetici; mentre FRIESINGER l'ha constatata 43 volte su 100. Nella coesistenza delle due lesioni, l'età non influisce affatto; così pure non influiscono le va.rie forme di diabete. I.Jtt tl1bercolosi si manifesta verso il pe1·iodo

I

(A.NNo IX, FA.se. 44-)

terminale. del diabete e sembra che le pregresse malattie dell'apparato respiratorio, le infezioni reumatiche e il sul·menage fisico agi· scano come cause predisponenti. Dall'esperienze di Noc.A.Rn, Roux, CHARRIN e GLEYJ risulta che il bacillo di Koch trova un eccellente ter1·eno di cultura nei mezzi zuccherini; in tal modo si può spiegare la concomitanza della tisi col diabete. Inoltre la tubercolosi può rinvenirsi sotto tutte le forme: tubercolosi miliare acuta, tubercolosi bronco· polmonare, tubercolosi cronica allo stadio di infiltrazione, caseificazione e ulcerazione ri· solvente subito nella formazione della caverna. Raramente si ha con la tubercolosi polmonare la pleu1·ite. Lo studio rlinico della tubercolosi polmo· nare dei diabetici dimostra come ql1esta possa. svolgersi sotto forma di tubercolosi latenter tubercolosi acuta, tubercolosi emottoica. A) Fo1·ma latente. - L'inizio è insidioso; la malattia insorge sotto forma di bronchite, ma la b1·onchite, che semb1·a leggera, non guarisce mai. · L'ammalato tossisce poco ed espettora sputi spessi e a ' rolte striati di sangue; si osservano e vi si rinvengono i bacilli ; lo si esamina e si trovano rantoli secchi e 11 midi alla base: il diabetico è divenuto tubercoloso. Stabilitasi l' infezione, il diabete fa i·apidi progressi: il malato, che non sa di essere tubercoloso, dimagra, deperisce, riporta l'ecci-tabilità del suo carattere al diabete, e con tale· quadro che diviene sempre più grave, in qualche mese si ha l'esito letale. Si noti che non vi ha mai grande elevazione termica; che i sudori notturni son rari, anzi, al contrario la pelle del diabetico tubercoloso è in genere molto secca; e che, infine, n ell'espettorato, oltre ai bacilli, si rinviene dello zuocaro, fatto comune perchè lo zuccaro si i--iscontra ordinariamente in tutti gli umori dei diabetici. B) Forma ac1ita. - 111 tale forma si tratta di tubercolosi miliare e di bronco-polmonitetubercolare acuta. Il decorso lle è più rapido: si ha una temperatura a 39°- 40° e in quattro settimane la cachessia è completa. O) Fo1·1na e1nottoica. - L'emottisi nel dia· bete sono tutt'altro che 11na rarità. Esempi ne i·iportano con numerose statistiche, ScHMIDT, LÉCORCHÉ e D1EUL.AFOY; in buon nt1mero di casi si è avuto esito letale. Con le descrizioni precedenti, si comp1·ende come la p1·ognosi sia costantemente infausta. LASÈGUE che e1·a a questo riguardo ottimista, morì egli stesso pe1.. tube1·colosi polmonare insorta sul suo fondo diabetico (DIEULAFOY). 011ra. - Importante è il trattamento p1•ofilat-


rANNo ix,

F Aso. 441

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SEZIONE PBATIOA

tico : do,re c'è l1n tubercoloso, il diabetico non deve a.bitare. Poi urge pr·ovvede1·e al i·egime alimentare. Il (liabetico deve astenersi completamente dai cibi e bevande zuccherate per non aumentare il mezzo zuccherino favorevole allo attecchi· mento e allo sviluppo della bacillosi. Al con· trario non c'è controindicazione assoluta per il pane di glutine, il pane di Pavy e le pa· tate. Dannoso poi è un regime d~aconiano che ha p~r obbietto , di far sparire subito la glicosuria, perchè con questo, lo zuccaro si elimina impr·ovvisamente pe1· l'urine, ma si ha lln vizio nella nutrizione che predispone il diabetico al dimagramento e quirtdi alla tube1·colosi. Il trattamento medicamentoso del diabete non ha indicazioni speciali quando questo è complicato (lalla tubercolosi: l'antipirina, i composti arsenicali, le medicazioni alcaline, il lievito di birra e l'opotPrapia, cor1"ispondono bene e giovano anche contro la tubercolosi. U gualme11te non ha cure speciali la tubercolosi ql1ando è unita al diabete: la cura d'aria {ae1·oterapia), dato che i viaggi non s;iano trop1)0 111nghi e troppo faticosi e la superalime11tazione sono i principali elementi della cura. Dott. ANGELO PIAZZA.

CHIRURGIA Cnt'a bi I ità della tubercolosi vescicale. (Au1tal. des 11zal. rles or.rJ. géu;t. nr;1iaires, n. 14, 1903).

L ' .1\... ritiene che l'unica prova della gua1·i· gione cli una tubercolosi vescicale •· l'assenza assoluta di globuli di pllS nelle urine: fi~chè in ql1esie vi hanno cli siffatti elementi. non si ha di1·itto a pa1"lare di gt1arigione. Egli potè vedere un gran nt1mero di miglio· ramenti in questa n1alattia ed 8 casi di gua1"i· gione_ completa.. Le conclusioni a cui l' A. giunge da un esame acc11rato dei suoi casi sono molto interessanti. Egli potè vedere soggetti perfettamente guariti, con. urine pe1·fettamente limpide, in cui non ostante la capacità vescicale si era conservata imml1tata da quello che era con cistite in atto (60 gm.), e la vescica non si svuotava com1)letamente, mantenendosi circa un 30 gm. di liquido residuo: le minzioni imperiose, stimolo frequente ad orina1. e, peso all'ipogastrio dopo la minzione. Spiega queste condi~ioni anormali della capacità e della sensibilità con la cicatrizzazione intervenuta nella mucosa e nella sottomucosa e colle le· sioni; per guisa che il tessuto cicatriziale,

formatosi colla guarigione dei focolai tt1be1·· colari può ridurre fino al minimo la capacità vescicale e, per compressione sulle fibre nervose, agendo sull' innervazione vescicale provocare sensazione di peso dopo la minzione, e bisogno imperioso d'orinare. Di 8 infermi, 6 sono guariti senza alcun trattamento locale, ad un solo fu fatto il czzrettage, seguito da istillazione di olio guaiacolato, 5 per cento, mentre ad un altro furono fatte istillazioni di st1blimato (1/5000). Di quei sei, cin· que son guariti rapidamente, • in seguito alla sopp1·eE-sione <1el foc olaio d'infezione, di cui quattro colla nefrectomia, ed uno p1--obabil· mente colla chiusura dell'urete1"e ammalato. Questi cinque casi dimostrano la tendenza della tt1bercolosi vescicale a guarire, purchè non sia costantemente soggetta a reinfezi.one. In due casi si ebbe insl1ccesso. Il numero dei baGilli di Koch nelle urine non ha alcun rap· porto col prognostico: può aversi morte anche laddove il reperto bacillare fu negativo, ed uno dei malati completamente gna1. iti aveva nelle urine una qualttità enorme di bacilli. Non bisogna quindi giammai pe1"de1.. si d'animo e dimettere la speranza neanche di f1·onte alle più gravi infezioni tt1bercolari della vescica: sarà c11ra nostra di sollevare con tutti i mezzi lo stato gene1"ale dei malati. La tubercolosi vescicale primitiva, se pure e~iste, è assai rara, per lo più è secortdaria ad una lesione renale o genitale. Si deve pe1· conseguenza studia1·e con cura le condizioni dei reni, della p1·ostata e delle vescichette semi· nali. Una volta assodata una nefrite tube1·colare, uniiaterale, intervenire immediatamente per o€:liere questa sorgente d'infezione: le più gravi lesioni ' resoicali non costituiscono una controindicazione alla nefrectomia. Guarigioni spontanee di nefriti tl1bercolari, secondo l' .A.. non ve ne sono. Se la p1·ostata, le vescicole seminali, sono infette, si esami~ino ripett1tamente e si t1·0· verà assai di fre'f llentc- tende ,a, a gt1arigione. Nei casi in cui cominciano a rammolli.l·~i, si tolgano di mezzo, onde evit ~_·e lesioni a carico del collo clella ves" · ·1 Bl ~.\.GI.

- - - ---

Cont1·0 il (lrenaggio. )LSHAtTSE~ . Zeitsclt1 . f. Geblfrf&ll . 1i. XLVIII, 2 -

Ggnttft·ol.,

Se111. 11zéd., n. 30).

L'A. si scaglia contro l'abuso che in ginecologia si fa del d1·enaggio. Anzitutto fa 1..i. marcare l'estremo riserbo con cui egli vi ri corre~ poichè su 1553 laparotomie, che egli ha


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IL POLIOLINICO

(ANNO IX,

FASO.

44]

praticato negli ultimi 6 anni, non ha praticato di suppurazione in atto) di asciugare perfet· il drenaggio che 9 volte sole. Non riconosce t~~ente ~I peritoneo, manovra che, con la po· per esso che una sola indicazione: la presenza s1z1one d1 Trendelenburg, è facilissima. d'un focolaio intra-addominale che continui a LEOTTA. dare del pl1s, come, per esempio, l'ascesso ap· pendicolare. Valore p1·atico della sutura arte1·iosa. È difficile fornire la prova degli inconve· (LEJARS. 8e1nai11,e 1néd., 8 aprile). nienti del drenaggio, sia perchè sarebbe teme· L'A. si occupa della sutura laterale, in quanto rario di abbandonarsi a delle vere esperienze cliniche consistenti nel drena1·e o nel non di--e- trovi applicazione nella pratica chirurgica. nare, sistematicamente, in un ce1..to numero di Premesso, come assioma, che essa non è in· casi; sia d'altra parte perchè non si può sta- dicata se non quando si tr~tta di l1na grossa bilire un paragone tra la pratica dei chirurgi arteria e la ferita non oltrepassa una dimena prefe1--enza d1"'e1tatori e quella dei chirurgi à. sione limitata, si occupa delle ferite oblique preferenza non d1·e1zatori per la massima so· e delle trasversali. Sia sulle une come sulle altre la sutura è difficile e poco sicura; in miglianza delle serie operatorie., ÙLSHAUSEN pensa che ci si può fare un'idea ogni caso ricordarsi dell'antico precetto che dell'inutilità del drenaggio abituale, vedendo essa non è possibile allorquando la ferita ol· i risultati che a lui hanno dato 113 operazioni, trepassa la metà dell'arteria. La ferita inoltre fra le più gravi, dove la maggio1· parte degli ha da essere a bordi netti, per quanto è pos· sibile asettica, diversamente è da lJreferirsi operatori avrebbero certamente drenato. Una delle più correnti indicazioni del drenag· l'allacciatura. Devesi infine tener conto delle gio è la contaminazione ac~identale del pe1·ito- conseguenze che può avere un'allacciatura per neo 1Je1· pus ed altri prodotti infetti vi. Or su 65 la f_u nzione di lln organo, per quanto questo operazioni, ove si è prodotto tale accidente, . timore sia oggi di molto diminuito. Viene alla conclusione che la sutura è ap· l' A. conta solamente 14 morti; ed inoltre i casi di pio salpinx più o meno tipici, gli hanno plicabile: 1. ~uando si tratta di una piccola ferita dato solo 4 decessi, mentre la maggio1· parte di questa mort-alità devesi alle suppurazioni su di un grande t1·onco arterioso: arte1--ia pelviche non incapsulate_, che sono in effetti iliaca, femorale, succlavia, ascellare e grosse arterie viscerali. Per lo più questo caso capita i·itenute come operazioni micidialissime. Una seconda indicazione classica del dre- ~el corso di operazio~i, per asportazjone di tumore. nag~io è la presenza di vaste superficie cruente. 2. È inolt1·e indicata la sutura nelle grosse OLSHAUSEN i)ensa che drenare in simili casi sia un errore grave, giacchè il drenaggio fa- a 1..terie, come la carotide primitiva e la in· cilita la penetrazione dell'aria coi suoi germi, te1--na, in cui l'allacciatura può_ essere pericoe quindi la decomposizione putrida delle se· losa. Cita il caso di SEGGEL in cui questi r.on erezioni. Su 10 operati di questa categoria, 1 successo suturò una piccola lesione della ca· roticle primitiva. l'A. non ebbe alcun caso di mo1·te. 3. Allo1·chè; nell'asportare un tumore si· Le perfo1·azioni della vescica o d ell'intestino costituiscono la te1·za indicazione del drenaggio tuato alla radice di un arto, si sia lesa vena e la più generalmente accettata. Or pe1· le pe1--- ed a1·te1·ia, la legatura contemporanea dei due forazioni della vescica, trattate senza drenag- tronchi può essere fatale per la vitalità del· gio (5 casi), l'A. i1on ebbe alcun decesso; su l'arto, per cui ha da tentarsi la sutura del15 casi di !""ottura dell'intestino, durante la la· l'arteria per conservare la permeabilità di parotomia, ebbe 8 morti. Infine, s11 18 opera- essa ('l). 4. È applicabile infine in certi aneurismi zioni a.ccompagnate da contaminazione consi· dere·v·ole del campo operatorio, pe1· parte o del t1·aumatici arteriosi od arterovenosi, allo1""chè sangt1e o del contenuto delle cisti, la mortalità aperta la sacca e svuotata del sangue, si t1·ovi l'apertura dell'ai""teria molto ristretta, purchè, fu nulla. Le cifre sopraindicate di decessi costituiscono si comprende, le condizioni delle pareti vasali una ino1·talità totale, che comprende cioè molti lo permettano. Se dunque le speranze concepite coi p1·imi casi nei quali i·esito fatale non è imputabile all'infezione pe1·itoneale, ma ad altre ca11se successi sono di molto ridotte e la sutura non (ca.c hessia, collasso, perfo1·azioni viscerali ri· potrà giammai sostituire l'allacciatura, vi hanno tuttavia dei casi ben definiti, in cui la s11a maste sconosciute, ecc.). Cosicchè, in vece del drenaggio l'OLSHA USEN applicazione, ben fatta, può esse1·e utile. Dott. BrAGT. consiglia (a meno che non esista un focolaio


[ANNO IX, FASO. 44]

SEZIONE PRATICA

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Anomalie dell'a1·teria linguale dal punto di vista chirurgico. (MERIEL

e FLORENCE. Presse 1nédicale, 1903, p. 507)·

Gli A A., avendo successivamente riscontrato in sei casi, che il piccolo triangolo anteriore, detto di Pirogoff, non esiste punto, per · così dire, motivo per cui hanno do,ruto in tali casi fare, nella ricerca dell'arteria linguale, in detto ti~ia~golo , un'indagine laboriosissima, pensano che bisogna richiama1·e l'atten~ione s·u •luesto fatto, pe1~ abbandonare anche sul cadavere la allacciatura dell'arteria linguale nel triangolo sopradetto e farla s~mpre nel triangolo posteriore, detto di Béclard, il più vicino possibile al tronco carotideo. Onde, secondo MERIEL e FLORENCE, la costante facilità della legatura dell'arteria linguale nel t1·iangolo anteriore non sarebbe vera. LEOTT.A..

Metodo f'acile e rapido per ste1·ilizzare il catgut ed il mate1·iale per le suture. (J. M.

GARRATT.

A1neric. Med., 1903, n. 26).

Per la, sua delicata struttura, il materiale per le suture va sterilizzato con gi·ande cautela, per non alte1·arne la resistenza alla trazione. Generalmente il procedimento tecnico per ottenere un buon !isultato è complicato, costoso e lungo. Qui si espone invece un metodo se111plice e rapido per la sterilizzazione del catgut, che in pratica è stato già usato in · più di 3000 operazioni, con splendido i·i· sultato. Il procedimento è il seguente : Si pre1)arano due vasi di. vetro a collo la1·go, con coperchio smerigliato, ben puliti e steri· lizzati. Si prende il catg11t di varia gi~ossezza, p. es., dal n. 00 al n. 3, e si taglia in pezzi che possono varia1·e dai 25 ai 50 cm. di lunghezza, secondo il bisogno. Ordinariamente i numeri 00, O, 1, si sogliono tagliare in pezzi <la 2f> cm., ed i numeri 2 e 3 da 50 cm. Quindi rlei pezzi di ogni numero si fa un pacchetto che si avvolge in carta leggera, ste1~ilizzata, avendo la precauzione di segna1·e col lavis, su ognuno dei pacchet~i, il numero del catgut che con tiene. Qt1esti pacchetti si mettono in uno dei vasi, che vi ene riempito con la seguente soluzione : Bicloruro di mercurio . . . . . gm. 15 Acido tartarico . . . . . . . . . » 75 Alcool colombiano (metilico). . . . . . . . . . • . . . ana gm. 500 Etere etilico

!

Chiuso il vaso ermeticamente, si lascia, il n. 00, 4 ore in q aesta soluzione; il n. O, 6, il n. 1, 8\ il n. 2, 10 ed il n. 3, 12 ore. Man mano

che i pacchetti si cavano dal vaso, per mezzo di apposite pinze ste1·ilizzate, si immergono nel secondo vaso, riempito già di alcool CO· lombiano, nel quale restano fino al momento di servirsene. È indispensabile adoperare . alcool c~l?m· biano o metilico, a preferenza d1 quello etilico, anche se assoluto, perchè il primo non con· tiene acqua. Il catgut preparato con questo metodo pos· siede tutti i requisiti per una buona legatur~ : forza, flessibilità e, ciò che più impo:ta, asepsi. La tecnica della sterilizzazione è facile e punto costosa e la piccolissima quantità di st1bli· mato cbe resta nel materiale è trasclirabile. Dott. N. LEUZZI.

OCULISTICA

Il dolo1·e oculare : suo si~niflcato, varietà e trattainento. (PERCY DUNN.

The Lancet, 1902, n. 4090).

L' A. fa anzitutto alcune brevi considerazioni sull'innervazione cli senso dell'occhio. Potrebbe a prima vista 1--ecar meraviglia che un organo tanto importa-nte come l'occhio non sia provveduto da altre diramazioni nervose sensitive all'infuori di un piccol o i~amo del nervo nasale che, come ognuno sa, proviene dalla prima branca del trigemino. Ci si asp.et· terebbe di trovare una complicata e molteplice innerva2.1ione sensitiva a fine di proteggere un organo sì delicato da eventt1ali inte1'ruzioni nelle vie nervos~. lVIa, esaminando più attentamente le cose s~ vede che la detta disposizione è quanto ma~ p1·ovvidenziale: specialmente la circos~anza d1 combinare la sua innervazione sensoriale con quella dell'attio·ua ca,rità nasale riesce assai vantaggiosa aITocchio. ~'influenza di ,ques~a connessione appare man1festa quando 1 occhio venga esposto d'improvviso ad una luce ~olt? viva. A prescinde1·e dal fatto del restringimento della pupilla, il fenomeno che non manca di p1·odursi, specie se trattisi di luce solare, è lo starnuto che viene ad inte1·1'ompere l'esposizione alla luce. Aclunq_lle, come la retina è protetta dalla eccessiva luce col restringersi della pupilla, così la cornea che pure presto ve.rrebbe a soff1--irne, se la eletta esposizione al sole continuasse. è protetta dallo starnuto e conseg11ente chiusura delle palpP~ bre. La forte impressione sensitiva dei raggi solari sul-plesso corneale è ·portata dai nervi cilia1'i al nucleo centrale nel ce1·vello e n (13)


. 1390

IL POLICLINICO

segue, quale fenomeno riflesso, lo starnuto. Ma questo riflesso è ancora })iù evidente quando, cloroformizzato un bambino affetto da blefarospasmo acuto, si tengono divaricate le palpebre in modo da esporre la cornea alla luce: in tal caso assai di frequente si presenta lo starnuto. Generalmen.te parlando il dolore oculare deve ritenersi ll.ò. ~intoma di grande importanza pel sussidio tliagnostico : spesso richiama l'attenzione del malato su e'rentuali processi mo1·l)osi che altrimenti sarebbero passati inos. servati, ad esem1)io un attacco acuto di glaucoma. In massima si può affermare, a parte le malattie del fondo oculare di solito indolenti, che la diminuzione o la cessazione del dolo1·e è un sintoma favorevole nelle malattie infian1matorie. Passando ora più particolarmente a considerare le diverse varietà del dolore ocula1·e, anzitutto quale sorgente di dolore ci si pre· senta la con giuntiva. L e malattie di questa membrana non sono in genere molto dolorose. Ciò si esplica fa· cilmente se si pensa che la congiunti va è prov,. . eduta da scarse terminazioni nervose sensitive che provengono quasi esclusivamente dal nervo lagrimal e. A ql1esto proposito è importante rico1·da,1·e quanto sia provvidenziale la netta se1)arazione fra l'inne1-.vazione della congiuntiva o su1Je1·ficiale e quella dell'occhio pro1)1·iamente detto o profonda. · Se così non fosse ogni irritazione della co11giun· tiva. tanto soggetta agli agenti esterni, po· trebbe facilmente propagarsi ai nervi ciliari (dato C'he qu esti dopo aver provveduto l'i1·ide ed il corpo cilia1·e proseguissero ad inner· vare la congiuntiva) portando danni incalco· labili. La netta distinzione fra i due sistemi di in· nervazione è tanto più notevole in quanto le vie linfatiche e san guigne della congiuntiva e del bulbo liberamente comunicano fra di loro, così che è reso possibile l'assorbimento di soluzioni medicamentose da parte della congiuntiva. La poca dolorabilità di questa m embrana nei processi morbosi è anche spiegata dall'esse1·e essa ta.nto facilmente disten· sibile. Passando invece alla cornea, si può dir subito èhe non esiste forse nell'organismo un altro tessuto così ricramente p1·ovveduto di terminazioni nervose sensitive e per consegue~za tanto sensibil«:>. Rappresentando essa la lente obbiettiva della camera oscura del1' occhio, era naturale che dovesse venire pro· tetta nella sua integrità nel modo più meti· holoso. (14:)

· LANNo IX, FAsc. 4.J:]

Un eHempio banale di ciò si ha subito nel fatto della intolleranza e dell'acuto dolo1·e sollevato dalla presenza in essa di un corpo estraneo : non è mai abbastanza raccomandato l'esame scrupoloso della cornea coll'illumina· zione focale poichè in alcuni casi un corpo estraneo infisso nella cornea potè far credere erroneamente ad una congiuntivite. Sempre nel campo delle lesioni corneali che danno luogo a dolore è importante lo studio della fotofobia. Questa nei bambini di solito dà luogo a blef a1·ospasmo talvolta tanto violento da rendere impossibile l'esame del· l'ocnhio se non si fa uso di un anestetico generale. I sintomi in tali casi sono affatto sproporzionati alle cause : infatti all'esame della cor- · nea non si trova che una minutissima ulcera. La patogenesi della fotofobia è stata molto discussa., ma la S})iegazione pii1 probabile è la seg uente. L ' ulcerazione òegli strati più superficiali della cornea mette allo scoperto i filamenti del plesso corneale : qualunque stimolo portato su essi determina un vivo dolore. Probabilmente non è l'esposizione alla luce ma all'aria che dà luogo ai fenomeni della fo· tof obia. Qualcosa di molto somigliante è dato di osservaoo in certe ulcerazioni cutanee straor· clinariamente sensibili: in ambo i casi è assai probabile che la strao1·dinaria irritabilità di tali ulcere cl1tanee e di quelle corneali dipenda dall'essere allo scoperto alla sl1perficie clella perdita di sostanza una maggiore _o_m~­ nore q11antità di fibre ner\ose nelle quali l'in,rolucro midollare è andato distrutto e la fibra ne1~vosa così r esta denudata ed esposta agli agenti este1·ni. Spesse volte tali ulcerazioni superficiali approfondandosi m aggiormente fanno sì che il dol0re e la, fotofobia diminuiscono notevolmente poichè in tali casi la distruzione del tessuto nervoso è }Jiù com· pleta. Nel trattamento della fotofobia e blefarospasmo bisognerà anzitutto in,ritare il paziente di sforzarsi ad aprire volontariamente g li occhi. È impo1·tante, trattandosi in genere ai soggetti anemici, i stituire una cu1·a generale r icostituente a ba.se specialmente di chinina e di arsenico. Lonalmente basterà il lava.ggio con una soluzione tiepida di chinosol all'1 : 4000 e l'in· stillazione di atropina e cocaina. D el i·esto, per quanto p ersiste11te la chiusura clelle palpebre sia, ciò non deve eccessivameute allar· mare, perchè come s.'è detto, la lesione corneale è insignificante. In qùanto alle malattie che colpiscono l'iride sembrerebbe a p1-.io1~i che, trattandosi d' un tessuto tanto riccamente prov,.. eduto di ner,..i, do·


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IX, F ASC. 44J

SEZIONE PRATICA

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vessero essere assai dolorose. Invece la pratica dimostra che non è sempre così: talvolta iriti acute son quasi indolenti e ad ogni modo non vi è sempre r elazione fra la gravezza dell'attacco. e l'intensità del dolore. In una sola cir· costanza il fatto subbietti,To del dolore ha una importanza diagnostica sicura ed è quando il bulbo diventa dolente alla pressione e spe· cialment~ in corrispondenza della i·egione ciliare : ciò sta ad indicare sicuramAnte che il processo flogistico si è diffuso al co1·po ci· tiare. ~ella irite sifilitica il dolore è assai variabile; quando è molto fo1·te il miglior·e rimedio è l'applicazione di sanguisughe alla tempia. Nella irite reumatica il dolore di so· lito è assai marcato ed è caratteristico il fatto che si presenta pressochè solo durante la notte: il miglio1· -rimedio è l'applicazione di un im· pacco caldo asciutto. Il sintoma dolore ha infine una grandissima importanza quando si manifesta in un occhio già perduto cla tempo più o meno lungo per la visione. Se un tale bulbo diventa clolente spontaneamente od alla pressione, ciò è sintoma sicuro di processi degenerativi che spesso c ondl1cono alla ossificazione o calcificazione della co1·oide, coinvolgono il co1'"po ciliare e finiscono coll'oftalmia sim1)atica. Evidentemente in q t1esti casi non v'è altra via d'uscita che la j)l'onta ~nucleazione. L'A. chiude la sua dissertazione emettendo l'ipotesi che nell'attacco acuto di glaucoma il fo1·tissi1110 dolore non si può spiegare col solo ammettere la distensione della sclera, ma che probabilmente si debba in gran parte alla compressione dei })1.. ocessi ciliari che com'è noto Aono fr·a le parti più sensibili dell'occhio. Dott. GARRA.

Del c1·ampo del bulbo ocula1·e nella convergenza. {ROTHàI.A.NN.

B erlin,. kli1t. Woclte1isclir., n. 9, 1903).

L ' .A.. nella tornata dell'associazione di psi· chiatria e neuropatologia di Berlino, 1'8 dicembre 1902, presentò il seguente caso clinico di cra1npo del bulbo oculare nella convergenza delle linee di mira. Ananz.nesi. - Individ110 cli 31 anno ; 15 anni p1·ima ebbe lln'ulcera dura, 10 anni fa go· norrea. , Nell'agosto 1900 ebbe forti dolori in co1·rispondenza dell' osso frontale; e di lì a pochi giorni comparsa improvvisa di paresi ed anestesia dell'estremità di destra. Dopo una cura mercuriale di 4 settimane le condizioni del· l'infe1·mo migliorarono considerevolmente. Un

anno dopo essendosi i ..iacutizzata la p a.l'esi, fu sottoposto l'infermo ad una seconda cura me1·· curiale. Il 24 ottobre 1901, cioè 2 mesi dopo l'ultima cura, l'infermo ebbe un accesso di convulsioni con perdita di coscienza e della durata di 2 ore : contrazioni a carico dapprima dei muscoli del lato destro del collo e poi di tutti quelli della metà destra del corpo. Status praesens. - Tremore delle estremità di destra, più intenso nei movimenti volon· tari ; leggera diminuzione della fo1·za muscolare ; aumento dei riflessi tendinei nell'e· stremità sinist1·a, che del i·esto si presentano normali ; leggera iperalgesia a destra ; forte tendenza a cadere ve1·so destra ed all'innanzi tanto nella stazione eretta, quanto nella deam· bulazione; incapacità a i·estare in piedi, gli occhi chiusi. Rigidità riflessa allo stimolo luminoso in ambedue le pupille~ che invece reagiscono alla convergenza ed all' accomo· dazione ; pt1pilla sinistra più ampia della destra. Il sintoma più importante è qt1esto : nella visione tranquilla ambedue i bulbi oculari si trovano sulla linea mediana e si m11ovono normalmente secondo cli1..ezioni di'verse. Sti· molando però l'attenzione dell'infermo, e facendogli fissa1..e e seguire con lo sgt1ardo un dito, se lo sguardo è fisso verso destra il b11lbo sinistro si porta ve1·so l'angolo interno, mentre il bulbo destro fa alcuni piccoli movimenti spasmodici verso l'esterno,. e poi si porta verso l'angolo inte1·no, in modo che ambeJue i bulbi si trovano in una posizione di forte convergenza delle linee di mira, la quale p ersiste, finchè l'infermo fissa il dito situato a destra, e cessa invece, appena l'infermo fissa un punto situato lungo la linea mediana. Lo stesso fenomeno si avvera nel bulbo sinistro, quando lo sguardo è fisso verso il lato sinistro, con questa (lifferenza che il mo,rimento dello stesso occhio verso destra e verso l'angolo interno è più pronto e più rapirlo. Questo crampo nella conve1..genza si oss~rva anche q i1ando lo sguardo è fi sso in alto o in basso. solo ch e in tali casi i btllbi si po1·tan o ' rerso ] ~angolo i nterno dopo cleboli movimenti in alto o in basso. Il crampo insorge anche in caso di una forte divergenza dei bulbi oc11lari. Questo crampo nella converge11za non p1·esenta sempr e la stessa intensità; in alcuni giorni il fenomeno è più manifesto che in altri. In quanto alla diagnosi l,A. dice ti·attarsi cli sifilicle cerebrale. Ciò lo deduce dai sintomi i·icor(lati di sopra, e dall'anamnesi e dal miglioramento consec11ti,ro alla cura me1·ct1riale. Infatti cl opo la Cl1ra mere uriale migliorarono i disturbi dell'equilib1·io, e scom1)ar,,..c èlel f1.j}


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lli POLIOLINIOO

tutto o quasi il qrampo del bulbo oculare ; il quale però di lì a poco ricomparve di bel nuovo, ad onta della cura di ioduro. In seguito si ebbero altri 5-6 accessi di convulsioni a ca· rico dei muscoli del lato destro accompagnati da pe1'dita di coscienza, analoghi a quello de· scritto di sopra ; il tremore delle estremità di destra ed i disturbi dell'equilibrio andarono aggravandosi .man mano. · Nella discussione il BERNHARDT obbiettò po· tersi trattare di un caso d'isterismo. Dott. E. GuGLIELMETTI.

OTOJATRIA

Cont1·ibuto allo studio della pioen1ia , otitica. (E.

l\1ARRI.

La Clinica lnodern,a, 29 luglio 1903).

L'A., riferendosi anche ad un poderoso la· voro clello Sc1cEMIEGELOW (Rev. Hebd. de Lar., Otol., Rliinol., ~6 aprile 1902), parla del dua· lismo esistente, riguardo alla concezione dia· gnostica e patogenica della pioemia otitica. Ricorda come la maggior parte degli autori consicleri questa forma morbosa come la espressione di una infezione producentesi con l'intermediario di una flebite del seno trasverso e del bulbo della vena giugulare in particolare, che si trovano ad immediato con· tatto con l'osso temporale ; mentre altri au-

t~ri (HESSLER, ScHWABACH, BRIEGER, ScHE·

pm· ammettendo che la flebite dei s~ni accompagni spessissimo la pioemia otitica, hanno osser,rato I'eperti necroscopici di individui morti per tale infezione pure essendo completamente sani i vasi suddetti. Oltre questi casi necroscopici sono .citati nella letteratura medica i--ari casi clinici il cui esito guarigione spontanea potrebbe fare escluclere la p1--esenza della flebite dei seni. Diciamo potrebbe perchè ti1tti i sintomi che delineano il profilo di tale affezione talora pos· sono presentarsi senza che essa esista o vi· eeversa. L' A . riporta quindi una storia clinica. Si tratta.va di un soldato, che, colpito da otite meclia purulenta act1ta destra, sviluppa· tasi sul finire di una lieve affezione i11fluenzale1 cl opo ~irca una settimana veni 'ra preso da una febb1·e che oscillò per n1olti giorni da 39°. 5 a 40° cefalea intensissima, bri,ridi, vomito, anor· i·esia senza che sulla i·egione mastoidea si avesse ' cli alterazioni di sorta. eompar1va . traccia frattanto una tosse to1·mentosa con esr.1""eato mucopurulento, di color g1·igio rossastro e

MIEGELOW),

in

1

lU)

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FASO.

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con st1·ie di sangue, e all'esame fisico si dia· gnosticava un infarto polmonare ; in 3 punti, ove in vista di una pregressa infezione ma· larica si erano praticate delle iniezioni di chinino, si svilnppa1·ono ascessi certamenteda non ascrive1·si alla tecnica dell'iniezione. 11è al preparato iniettato : la febb1·e assum.e va un distinto carattere di febbre suppu1·ativa : nella regione articolare del gomito destro si stabiliva senza alcuna causa una . suppurazione che obbligava alla artrotomia. Mancarono sempre fenomeni nervosi e lo esame del fondo dell'occhio fu sempre negativo. L'ammalato guarì completamente. L ' A. conclude che se in questo caso mancò la caratteristica sintomatologia di 11na pura e assoluta partecipazione flebitica del seno trasverso e del bulbo della giugulare, non si: può essere alieni dall'ammettere che llU processo flebitico, come ca11sa della pioemia,. deve essere esistito e che questo abbia, rife1·endosi alle nozioni anatomiche, magari avuto la sua sede in quei vasi venosi diploici, che rappresentano 11n vero anello di congiunzione, ·f ra ie parti molli dell'orecchio e i seni (pro· cesso osteoflebitico del Korne1'). Dott. T. MAN CIO LI.

Indicazioni 1•er l,iotervento operati\'O nella sup,, U[3lio1ae de11·ore~cblo medio. {BARTON

H.

PoTTS.

Pite A1nerican ,Journ. July 1903).

L' A. dopo essersi intrattenuto sulle varie cause che determinano la suppurazione c1·0· nica dalla cassa e dopo avei· enumera~o i principali metodi medicamentosi, viene sinteticamente ad esporre i sintomi che indicane> la necessità dell'intervento radicale. Tali sintomi sono: 1° lo spurgo profuso e p1·olungato che fa1·à pensare ad una compartecipazione, al processo suppurativo, dell'antro e della mastoide; 2° l'indolenzimento sulla i·egione mastoidea, specialmente nella regione dell'anti·o,. specialmente se persistente e accompagnate> da edema: tale sintoma però può essere non ben manifesto, o mancare quando il tavolate>, esterno clella mastoide è molto sclerosato; 3° l'infiammazione, indolenzimento e i·igonfiamento della parete superiore posterioredel condotto t1ditivo esterno; 4° la presenza di un seno fistoloso che conduca alla mastoide; 5° la vera ma1'cata e i·apida decadenza. dello stato di s~lute, specialmente negli anulti;


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SEZIONE PRA.TIOA

l'elevazione di temperatura, specialmente nei fanciulli; 6° il polso lento e filiforme, sproporzionato all'altezza della temperatura, la pigrizia nei fanciulli, le convulsioni, ecc., sono sintomi di compressione intracranica; 7° le larghe oscillazioni di temperatura fanno pensare alla piemia: l'indolenzimento e l'edema sòpra l'occipite sono sovente indizio E' di trombosi dei seni. Dott. T. MANCIOLI.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI · RESOCONTI

VIII

PARTICOLARI

CONGRESSO MEDICO REGIONALE LIGURE.

Genova, 23-26 luglio.

Relazio1ie del 1iostro corrisponde1ite dott. P. LÌcci. (Continuazione).

II Seduta. -

Sezione chirurgica.

Dott. Onorato Ra1faele (Clinica chirurgica, Genova). L' azio1te szii re1ii del cloroforniio nsato quale anestetico ,qenerate. - L'A. ha studiato gli effetti <lel cloroformio Sltlla secrezione renale, facendo di questa l'analisi chimica e l'esame microscopico prima e dopo la cloronarcosi. Dall'esame critico di 223 pazienti, cloroformiz· zati nella Clinica cbirurgica di. Geno,-ra, l'A. è ve· nuto alla seguente conclusione : il cloroformio; usato non a dosi tossiche, ma terapeutiche. adoperato cioè con tutte le regole dell'arte per ottenere l'ane· stesia generale, non produce aibuminuria, nè cilin· druria; e se queste alle volte :esistono, sono dovute con maggiore probabilità, ad un processo infettivo post-operatorio. Prof. Lusena. Cofttributo cti1iico Hd anatonto-patologico allo stridio rlel gozzo n1al(q1io. - Comunica un caso i)resentante tutte le note cliniche di un gozzo adenomatoso semplice dei due lobi tiroidei, complicato da convulsioni tetaniche, le q11ali si erano presentate negli llltimi mesi della malattia. ~ Il gozzo preesisteva da 16 anni: il lobo sinistro più del destro negli' ultimi due mesi era sensibil· mente a11mentato di volume. Con un aggravarsi della tetania l'infermo mancò e l'esame anatomo· patologico ·dimostrò un acleno· carcinoma dei due lobi tiroidei, con metastasi nei due polmoni e nel rene sinistro. Le metastasi nei due polmoni erano numerose e ripetevano il tipo dell'adeno- carcinoma tiroideo, ed in 'rita non ave· vano dato luogo a nessun sintomo subbiettivo od obbiettivo di lesione dell' apparecchio respira· torio. La ricerca delle para tiroidi esterne, accurata-

1393

mente fatta, ebbe esito negativo: evide11temente tali paratiroidi erano comprese n ei lobi. Nelle sezioni dei lobi (in basso e nel terzo medio della faccia posteriore), O"'{e normalmente si trovano le interne e le esterne, si trovò llna estesa infiltra· zione carcinomatosa sotto capsulare, in mezzo alla quale non fu possibile dimostrare individualizzate le paratiroidi. " L 'O. conclude ch e la presen~a della sindro1ne tetanica in un caso di gozzo, che contemporanea· mente ha subito un rapido accrescimento può far pensare allo sviluppo d i un tumore maligno (in· filtrante) di tutti dlte i lobi tiroidei. Dott. Oberti. Co1Ìtribzito allo studio dei t1:i11iori da resti paradentari. - L'.A., a proposito di un tt1· more da resti paradentari, asportatò dal mascel· lare inferiore d'una giovane donna, tratta e dimostra IHi grande importanza che in questi tumori assume il connettivo che costantemente accompagna lo s·,;rilup-po dei r esti dell'organo dello smalto. L'A. ha potuto di1nostrare come in molti casi il connettivo, tenda, parallelamente all' organo dello smalto, a formare abbozzi germinativi ricor· danti in qualche modo i primi periodi di sviluppo delle parti del dente provenienti dai tessuti connettivi. Prof. G. lngianni. L'i111pia1tfo di cltiocli di avorio

per ripq,rare il difetto osseo nella lnssa zione conge~ 11ita clell' a1tca (Nota preventiva). - L' A . convinto che nella cura della lussazione congenita dell'anca il punto più· importante da risolversi sia la ricostruzione del cotile, si propose di cr eare una barriera alla tendenza che ha la testa femorale di salire, impiantando nel tratto mancante dell'acetabolo una serie di chiodi di avorio foggiati in modo che nel loro insieme completassero il cercine osseo deficiente o assoli1tamente mancante. I chiodi di avorio, come si sa, sono benissimo tollera.ti dall'osso e nel luogo di impianto destano un attivo processo osteogenetico. Nei nllmerosi esperimenti sui cani, venne l)re· ventivamente asportato in parte o in totalità l'ace· tabolo, che fu poi sostituito da una serie di pezzetti di avorio, asseria,ti in modo cl1e nel loro insieme simula,7 ano una nt1ova ca,rità. Dopo pAriodi va.rì di tempo dai 30 ai 60 giorni alla sezione si trovarono i chiodi solidamente im · piantati e quelli meno rilevati s11lla superficie sta 'rano per essere sopravanzati. da un'attiT"a prod11zione ossea. Dott. G. D. Rosciano. Sopra n.11 caso di cisticercus cell11 losae. - Uomo cli 38 anni con anamnesi p11ra. Nella regione iliaca sinistra presenta un tumore della grandezza di un t1ovo di gallina, dru·o, indo · lente, compreso nello spessore delle pareti addo · minali, cresciuto lenta.mente nello spazio di un anno. (17)


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(.A.NNo IX, F ASc. 44]

IL POLIOLINIOO

Fatta diagnosi di fibroma delle pareti addominali, il tumore viene enucleato, essendo esso inglobato fra le fibre del muscolo piccolo obliquo e del tra· s,·erso. L esame del tt1more dimostra trattarsi di una vera e -propria cisti da cisticerco, ch e raggiunge il ' 'Oltrme di un uovo di pernice. Ad un nuovo esame del malato non si riesce a rilevare altra localizzazione.

OSSERVAZIONI CLINICHE L.a g ua1~i gione della peritonite tubercolare colle iniezioni iotlo-iodurate alla Durante per il dott. FERNANDO D1 BIAGJ. È oramai a. conoscenza doi pratici che la laparoton1ia, come per primo ebbe ad affermare il KONIG n el 1884, costituis.ce il metodo più sict1ro di cura radicale della peritonite tubercolare. Però, nonostante le numerose statistiche · le quali dimo· strano com e la prognosi di questa grave affezione sia oggi resa, mercè tale processo operatorio, ab · stanza favorevole, tanto che dal 79 per cento di guarigione (statistica Roer sch) si è giuuti fino al· 1'85. 4 per cento (statistica lVIargar11cci), non bi· ~o g;na dimenticare che spesso gli ammalati non si vogliono assoggettare all'operazione chirurgica., e che, d'altra parte, ai medici, per lo più costrett ad esercitare in luoghi assolutamente sforniti dei mezzi necessari, non sem1)re è possibile praticarla. E poi, data anche la facilita dell'intervento chi· rurgico, rimarrebbe sempre il grave inconvèniente delle complicanze che ad esso possono seguire, qt1ali la formazione di fistole stercor acee, di l1lce · razioni intestinali, di lacerazioni nella vescica (MAZZONI) e l'e"'rentualità di i·ecidive, dalle quali l'atto operativo no11 sempre ci pone al r iparo. Perciò ì ineclici e i chirurgi .si studiarono giu· stan1e11te di rid1trre, per (1uanto era possibile, il nu· mero degli interventi operati,ri, cerca11do una nt1ova. risorsa terapet1tica che in modo :U1cruento conducesse a gt1arigione i loro malati. Dopo ch e f11rono noti i brillanti s11ccessi che si ottenevano con le iniezioni iodo -iodurate, seguendo il inetoclo ormai classico clell'illustre prof. DU· RANTE, in tutte le diverse manifestazioni della t11· bercolosi ossea e glandolare, si pe11sò di esperì· mentare se le stesse inie~ioni eser citassero a11cora 11na benefica azione curatiy·a nella tubercolosi del peritoneo. E il clott. BIAOI, per primo, al XV Congresso I

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della Società di chirurgia tenuto nell'ottobre del 1900, riferiva s11 6 casi di tubercolosi peritoneale, quasi t utti a decorso cronico, con essudato sieroso. ora libero, ora saccato, ct1rati nella Clinica ch:U·u1·· gioa di Roma e g11ariti colle iniezionj iodo·iO· durate. Il relatore riporta va la gt1arigione tlnica.mente al trattamento iodico contitu ativo, sia perch è tutti quanti gl'infermi furono, per tutto il tempo in cui durò la cura,, ten11ti a dieta ordinaria, sia perchè il miglioramento s' iniziò in modo abbastanza ra· pido, tanto che bastarono 15·20 iniezioni per fai cadere la febbre, e questo fatto coincideva, co una diminuzione del liquido e con un migliora· mento dello stato g enerale; sia perchè in t1n caso trattato in precedenza con la laparoto1nia non si ebbe la g11arigione definitiva, se non q11ando l 'am· malata fu assoggettata alla cura di q11otidiane inie· zioni ipodermiche di iodio. Pochi altri casi, almeno per qt1anto è a mia co· gnizione, e sempre con esito positivo, furono regi· strati dopo questa comunicazione del B1AGI, e cio . . quello dello STEFANILE e del FABOZZI, <1uello del· l' ANTONELLI, quello abbastanza dimostrativo del· l' ARCANGELI che si riferisce acl una do11na di 32 annj, malata di peritonite t11bercolare a forma asci· tica in c11i, malgrado la laparotomia, l'essudato peritoneale tornò ben presto a manifestarsi e non avvenne il completo riassorbimento che dopo 60 iniezioni, e i casi recenti, pubblicati in questo stesso periodico, del SILVESTRI e del l\iIARTINORI. A q11esti va. aggiunto un caso r ecentissimo del dott. FILIPPO SOUDERI, che trovasi acce11na,to nella Oli1iica cltirurgica (fase. V, 1903, p. 467). Relativamente scarse sono t:-tate d11nque le ap· pli~azioni delle iniezioni alla Durante nel tratta· mento della peritonite tubercolare; pure, incorag· giato dalla conoscenza di q uesti pochi casi, non ho esitato a metterle in pratica e mi af~retto a rendei di pubblica ragione il successo ottenuto~ volendo così portare il mio modesto ma utile contrib11to alla cast1istica delle guarigioni, che n el campo clella patologia del peritoneo si possono ottener e con qt1esto nietodo di cura. · , Ed ecco, senz'altro, la storia del 1° caso cl1e int s i presentò nel tempo in éui ero medico condotte: a Tessennano (Roma). I

A 1\I ..a.... .u ...

e... •

d 1" anni. 26, da Tessennano clo111u

di casa. La madre è ancora viva o, colpita cla ~1.liena zione mentale, trovasi ricoverata nel manicomio d Roma· il padre è v ivo e gode buona salute. Une zio m~terno è morto con manifestazioni cli t11be1 •


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1395

SEZIONE PRATICA

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colosi ossea. Non ricorda di aver sofferto i comuni esantemi dell'infanzia~ nè di aver avuto malattie degne di nota. .A. 20 anni è andata sposa ad un uomo di costituzione debole da cui ha avuto due bambini robusti, dei quali 1mo vive e l'altro è morto di malattia che l'inferma .non sa precisare. JJ1.alattia presente. - La malattia presente rimonta a circa 6 mesi fa,. Prima di quest'epoca l'inferma non ha avuto disturbi di sorta, e pur vi~rendo in paese eminentemen t_e malarico, dalle indagini fatte con molta. accuratezza, n1i risulta che non è stata mai colpita da febbri di tal natura.. La. malata visitata da me il giorno 2 gennaio 1903, racconta che la presente infermità risal~ al ltlglio 1902, nelln quale epoca si accorse di una leggera tumefa!lli.one del ventre e cominciarono accessi dolorifici addominali, i qtlali però non offri,rano t1na speciale gravezza, ma si accompagnavano acl un senso vago di malessere generai~. Non ricorse a~' opera del medico perchè credette che i disturbi fossero dovuti ad uno stato iniziale di gravidanza, e per questo divezzò anche il ban1bino che. allattava. Nel mese di ottobre l'ampiezza dell'addome, al dire dell'inferma, diminuì notevolmente e così i dolori cessarono quasi del tutto, tanto che ella po· teva, senza risentire disturbo alcuno, açcudire alle sue faccende domesticl1e. Intanto le inestruazioni erano completamente scomparse e, contemporaneamente, all'amenorrea a gradi a gradi s'aggiunse una debolezza generale . notevole, anoressia. e forte djmagramento. l\'Ientre in condizioni normali aveva l'aspetto di una don11a robusta, <l.al colorito roseo, la tinta del suo volto ora andava diventando sen1pre più pallida. Il 25 dicembre si ripresentò la mestruazio~e che scarsa e scolorita clurò per 4 giorni e fu preceduta da dolori fortissimi che s'irradiavano a tutto l'addome. Frattanto cominciarono anche una stitichezza ostinata o disturbi nell'urinazione; si riaffacciarono più vivi i dolo1i accessionali dell'addome, localizzati · specialmente nel quadrante inferiore di sini· stra, compar,re la febbre a tipo vespertino, remittente nelle ore del mattino, con profuso sudore, e impensierita per questi sintomi e per 1 enorme tumefazione che aveva raggiunto il suo ventre, tumefazione che le impediva di camminare e le procurava llna discreta dispnea, si mise in letto e ri· corse al mio aiuto. L'esame obbietti\'" O al 3 gennaio era il seguente: Costituzione scheletrica r egolare, impressionante deperime11to dello stato di nittrizione. Il colorito del viso e delle mt1cose visibili ò pallido, le ;masse muscolari flaccide. Torace: all'esame degli organi respiratori si avverte la l'espirazione leggermente aspl·a in corrispondenza della, regione sottoclavicolare di destra. Onore: sano. .Appara !o digere11 te: ling11a ricoperta di una pa· tina biancastra, mancanza d'appetito, digestione lunga, penosa, sete vivissima. Addo111e: si presenta colle pareti noteYolmente 1

distese ·specie nei due quadranti inferiori, slargato ai fianchi. Circonferenza massima cm. 90. Colla palpazione si provoca un profondo e vivo dolore. L'inferma a·v,rerte anche un forte dolore spontaneo nella deambttlazione ed un peso sordo a] ventre, dopo aver mangiato, in corrispondenza del quadrante inferiore sinistro. .Assenza di ogni reticolo venoso n.ppa.riscente. Alla percussione si ha i·isonanza. ottusa i11 tl1tta la regione sotto ombellicale e nelle regioni laterali : solo in alto la risuonanza è timpanica. Netto senso di fluttuazione. J/'egato e niilza: limite superiore normale ; riesce impossibile delimitare l'inferiore per l'esisten7.a del versa1nento peritoneale. N essl1na traccia di sifilide nè pregressa, nè i11 a.tto. Si sottopone a dieta lattea, si somministrano diuretici (diuretina, digitale) e per combattere la stitichezza ostinata si ricorre a purganti (solfato di soda) e a clistieri salini e glicerinati, ma con risultati poco favorevoli; così pure rit1sci infruttuoso il trattamento con dosi generose di cl1inino, di carbonato di guaiacolo, di sali di Karlsbad. Dal decorso della malattia e dall'esame clinico della paziente deduco la diagnosi di periton ife t11bercol.are, diagnosi pienamente confermata clal collega dottor GORI, che ebbe occasione di "'\risitare l'inferma. Dopo alcuni giorni di osservazione, visto che si aveva sempre febbre con un niax;111,it11i alla sora di 37. 5-38° per discendere al mattino, al disotto di 37°, visto che a.n dava allmentando il (lenl1tri· mento e che si accentuava la dispnea, pel liquido ascitico aumentato, insisto presso la famiglia per un intervento attivo. Il giorno 19 ge11naio, assistito dal dottor GORI pro~edo alla paracentesi mediana estraendo circa 6 litri di liquido sieroso, di color giallo citrino, leggermente ematico. Alla sera l'ammalata si sente più solle\·ata ; il termometro segna 38. 5. Tenuta in osservazione per alcuni giorni, si i1ota, sempre t1na temperatura vespertina di 37. 5- 38° e si nota che il liquido intraddominale torr1a a formarsi di nuovo, quindi mi risolvo a sottoporla alle jniezioni iodo-iodurate, e il 2! gennaio pratico la prima iniezione, aggiu11gendo alla formula del Du · RANTE il guaiacolo, secondo le proporzioni segttenti : Iodio metallico puro • • Ioduro di potassio • • • • Guaiacolo • • • • • Gl icerina sterilizzata Price;

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1. ... » o. 2.50 ±0. )

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A sede delle iniezioni scelsi le regioni glntee. Feci t1so d el guaiacolo e della glicerina. l)erc hè il l\1ASSARIN1 che per primo propose qtlesta mo(1i · ficazione, ed il FRASSI, il CURTI, il SIL'\TESTRI ed altri che l't1sarono ne ave·y·ano ottent1to note,-oli vantaggi, specie per quanto rigt1n.rda la seusazio110 dolorifica che segt1e all'iniezione. (19)


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Difatti io non posso che affermare che col guaia· Riferisco brevemente la storia: colo non ebbi mai alcuna reazione locale da parte A ... G ..., di anni 25, nubile, da N arni. Nulla d'importante dal lato ereditario, sia diretto, della mia inferma e quindi non ebbi mai il bisogno, per ottenere l'attutimento del dolore, di ricorrere sia collaterale. Sin dalla prima adolescenza è stata sempre di colorito pallido, di costituzione gracile .. all'applicazione del ghiaccio come consiglia il Dusoggetta a disturbi dispeptici. RANTE, e tanto meno all'iniezione preventiva dico .. All'età di 20 anni. nel mese di novembre, ebbe caina, come usa il CERAMICOLA. una pleurite essudàtiva al lato toracico sinistro, la · quale riusci a guarire con mezzi medicamentosi (ve .. Cominciai dunque ad iniettare i1elle masse glutee scicanti, tintura di iodio); però, in seguito.a questa. una siringa di Pravatz intera e pro3eguii in questa malattia, la G... rimase sempre sofferente, de· quantita per 10 giorni, pratica11do un'iniezione al bole tanto che non poteva accudiro alle sue fac· giorno. cende, finchè nel mese di aprile ebbe a notare una tumefazione graduale sul ventre accompagnata da .A.11'11° giorno, visto che non era sopravvenuto anoressia, febbre vespertina, sospensione de' mealcun segno d'intolleranza, visto che l'addome non strui, disturbi della defecazione (stitichuzza alterpresentava pi11. a lct1n senso di fl11ttuazione, che _la nata a diarrea), dolori intensi all'addome. febbre ' respertina era del t11tto scomparsa, e che Fatta la diagnosi di peritonite tubercolare, fu sotcominciava un miglioramento marcato (diminuita la toposta alla cura coi comuni risolventi (pennella· ture di tintura di iodio, di guaiacolo), e, benchè len· spossatezza, aumentato l'appetito e la. diuresi, scom· tamente, pure si riuscì ad ottenere un migliora· parse le turbe s11bbiettive della paziente) portai a mento sempre più notevole, tanto che la paziente gr. 1. 50 la dose dello iodio nella soluzione, cosi la si credette definitivamente guarita. Verso il maggio del 1903, dopo una gita fatta a dose massima dello iodio che io venivo ad iniettare, · piedi in un paese prossimo a Narni, gita faticosa .1n una sol ·yolta, era di 3 cgm. che espose la nostra paziente all'azione del fredd<> Del resto in parecchi casi la quantità del metal· a .corpo estuante, si ebbe ltna riacutizzaz;ione di Joide si è spinta fino a 5 e più centigrammi e nella sintomi, e cioè vomito ostinato, febbre seguita da sudori profusi, dolori di stira1nento !tli'epigastriot R. Clinica chirurgica di Roma fino a 7 cgm. della diarrea, meteprismo notevole. · form11la primitiva senza che per questo si consta· L~egregio collega. dott. CURTI la sottopose al ri· assero sintò1ni di iodismo (TROl\IBETTA, CURTI, ecc.). poso assoluto dello stomaco, provvedendo alla ali· Così nella Clinica di Siena venne adoperato in mentazione per la via rettale col mezzo di clisteri nutritivi; contempCtraneamente furono pra.ticate dell& 47 in.fermi il latte iodato dello Sclavo, spingendo la dose sino all'iniezione sottoc11tanea giornaliera iniezioni di stricnina e morfina. Appena i sintomi acutissimi cominciarono a diledi 25 cgm. di iodio senza che si affacciasse alcuna guarsi, s'iniziò la cura iodica. . manifestazione d'intolleranza. (BIONDI) (1). A tutt'oggi sono state praticate 23 iniezioni con 11na soluzione iodica al 2 °/0 , che ora si è aumenProseguii dunque la cura fino a fare circa 80' inie· tata portando la soluzione al 3 °I 0 • zioni, clopo le quali, scomparsa ogni traccia di li· Le condizioni generali di nutrizione e di sangui· q11ido nell'addome, scomparso ogni segno di dolo· ficazione dell'ammalata hanno inteso subito, in mod<> rabilità, e qualunque fenomeno obbiettivo, miglio· meraviglioso, ~li effetti benefici della cura Durante ; rata notevolmente la nutrizione generale e con essa difatti è. migliorato l'appetito, sono tornate le forze. è aumentato il peso del corpo, è scomparsa la feb· aumentato il peso corporeo, regolatizzate le funzioni bre e sono spariti que' sudori profusi che tanto la intestina~i, sospesi le iniezioni e dichiarai l'inferma debilitavano, e dinanzi a questi fatti tutto dà a cre. completamente guarita. dere che dopo qualche altra iniezione si potrà di• La guarigione si mantiene tuttora. chiarare completamente guarita. Passo ora alla comunicazione di un secondo caso Non v'ha ora alcun dubbio che in questi due di tubercolosi peritoneale trattato collo stesso- me· casi, specie nel primo il quale ha. presentato un. todo. certo carattere di gravità, e por lo stato generale Al ·dott. E. Ou1iT1, direttore dell'ospedale di Na1·ni in cui si trovava la donna nel mom~nto in cui riper la sezione chirurgica, il quale mi diè. agio di corse al mio aiuto, e per il tempo che era trascorse> osserv·arlo e il permesso di pubblicarlo, e mi fu dalrini~io della malattia, il ftivorevole resultato ot· largo di consigli e d'aiuto porgo qui i più "°ivi tenuto debba ascriversi esclt1sivamente alla cura ringraziamenti. iodo-iodurata. Con ciò 11on voglio certamente ve· • nire alla conclusione che debba lasciarsi in disparte (1) In Ron1a si adoperano, con grande successo, l'intervento chirurgico tanto caldeggiato dal K 6NIG, (lelle soluzioni già preparate e titoJate (iodo-guaiacoldal DEBOVE, dal Rrv A, dal CECCIIERIDLLI, e, in un<> oleina) che cla 5 cgm. di iodio vanno fino a 25. studio recente, dal BURNEY LEO di L~ndra, ma (Nota della R eàazion,e). •

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SEZIONE PRATICA

voglio semplicemente dimostrare che prima d'ogni altra cura debbono tentarsi le iniezioni iodo·iodu· rate le quali possono riuscire di valido ai11to a conseg1tire la guarigione. Esse offrono il vantaggio di essere sempre pos· sibili, di richiedere una tecnica semplicissima e accessibile a tutti e di essere ben tollerate anche dai bambini, come è stato ormai osserv·ato dal BIANCHI, dall' ANDREOLI, dal MEYNIER, dal FRASSI e da tanti altri. Riguarclo al meccanismo d'azione dello iodio, non si ha ancora una spiegazione esatta. Alcuni come il MAROCCO, il CERVELLO e in parte anche il ~IARTINORI, ammettono che lo iodio abbia un'azione specifica sul bacillo tubercolare. Lo STEFANUCCI ALA, studiando l'azione dello iodio eon criteri chimici, fisiologici e patologici, arriva alla conclusione che essa è specifica contro i ba~ cilli della tubercolosi e dimostra che lo iodio assi· milato dal plasma alcalino si neutralizza, e diviene parte ioduro e parte iodato e che lo iodato collo ioduro arrivati alle parti malate rigenerano lo iodio libero il quale esplica una potente azione antibatterica stilla parte malata e narcotica sui centri nervosi. Il }'fAFFUCCl ed il S1~10NINI credono che esplichi la sua a,zione se non sul bacillo tubercolare, sulle tossine che q nesto elabora. Il DURANTE afferma che l'azione dello iodio non si espJica sui bacilli tubercolari, ma sui tessuti dei quali favorisce l'acceleramento del ricaµibio mate· riale, l'eliminazione degli elementi vecchi e la loro sostituzione coi più giovani e i pi1l. vitali, indu· cendo cosi nell'organismo condizioni di r esistenza tali che può combattere da sè medesimo la difft1sione del bacillo di Koch e può operarne la distr11· • z1one. Come ben osserva l'ALESSANDRI « la tendenza ad incapsulare ed isolarè i focolai tubercolari, ridu· cendoli a quel silenzio che costit11isce la guarigione clinica, o non esiste e la cura iodica la promuove, o esiste naturalmente, e la cura la moltiplica e la raf· forza ». Comunque poi siano le cose, questo è certo, che se lo iodio nori è uno specifico, è un energico ri· costituente dei tessuti e come tale ha una parte importantissima nel processo di guarigione delle forme t11bercolari. Concludendo, io mi auguro che tutti i medici continuino a portare il loro contributo di osserva· zioni, affinchè una casuistica più n11merosa possa confermare che le iniezioni di iodio costituiscono

uno dei più validi mezzi di riserva terapeutica anche nella peritonite tubercolare. N arni, 7 agosto 1903. •

BIBLIOGRAFIA. BIAGI. Rendiconto della seduta della Società italiana di chirurgia 28 ottobre 1900, Policlinico, anno VII, fascicolo IV. G. STEFANILE e S. FABOzzr. Perito1tite hibercolare guarita coll'i1iiezione di ti1ttllra di iodio iodzirato. Policlinico, anno V, n. 41. ANTONELLI. Peritonr'te essudativa cro1iica curata colle i1tiezioni alta D1ira1tte. Annali di medicina navale, anno VI, fase. V, maggio 1900. ARCANGELI. Co1ttribr1,to alla c11,ra della perito1iite tz:ibercolare colle r'niezio1ti iodiclte alla Durante. Policlinico, anno VII, fase. 44. SILVESTRI. La cura iodo-iodnrata alla Dzira1ite 1tella peritonite fllbercolare. Policlinico, anno IX fase. X. lVIARTINORI. Co1itributo alta c1ira della peritonite tu- · bercolare colle inz'ezioni iodo-iorlzirate alla Dn· rante. Policlinico, anno IX, faRc. 11. FILIPPO SCUDERI. Un caso di peritonite tubercolare .r;z:earr'to colle i1tiezioni r'orlo-iodurate. Clinica chi· rurgica, fascicolo V, 1903, pag. 467. MASSARJNI. Le i1ir'ez;o1t; r'odic!te 1ietta tubercolosi cltirnrgica . Supplemento al Policlinico, n. 1, 1896. . FRASSI. Co1itributo alla czira della t11bercolosi oliirur.qica colle i1iiezio1ii iorlo-iodarate. Policlinico, n. 5, 1897. CuRTI. À1tcora della cura dellrt tzibercolosi cltr'rnr_qica . Raccoglitore medico, serie V, voi. XXIV, n. 17-18. BIONDI. Atti del XV Congresso di chirurgia. Supplementò al Policlinico, anno VII, fase. 9. G. STEFANUCCI·À.LA. Resoconto della seduta del 6 lu· glio 1901, tenuta dalla Società Lancisiana degli ospedali di Roma. Supplem. al Policlinico, anno VII, fascicolo 38. SIMONINI. Supplen1ento al Policlinico, anno V, 1899, n. 4-5. · ALESSANDRI. Supplem. al Policlinico, anno VI, 1900, n. 11. ,

Satui·nismo acuto ed occlusione intestinale per il dott.

~IARJO

LODI.

Il risultato di un intervento operatorio, unica cura, il più delle volte, di una occlusione intestinale, dipende senza dubbio da una diagnosi quanto più è possibile precooe • e sicura.. Tuttavia vi sono casi in cui non è così facile una pronta diagnosi, e pit\ che meno sicura, sia per la mancanza di clati anamnestici, sia perchè questi non sorreggano abbastanza, anzi stiano a convalidare i dubbi. Mi è occorso un caso, che non credo di fare cosa oziosa a riferire, in cui i dati anamnestici, mentre che l'esame obbiettivo (21)


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IL POLICLINICO

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non portava un gran che di luce, stavano a Ì 3. Che anche piccole quantità di P, quali convalidare il dubbio tra saturnismo acuto potevano essere state assorbite da questo giovane nel breve tempo, e non continuo, di ed occlusione intestinale. R... D ... , di anni 27, operaio, dimorante alle un lavoro che non importava grave imbratGrazie presso Spezia, di sana e robusta CO· tamento delle mani o del viso, siano suffist.ituzione, senza precedenti nè individuali, cienti a dare un quadro di avvelenamento , nè ereditari, viene una notte d'improvviso abbastanza grave, che non ho mai risconcolto da forti dolori intestinali con carattere trato in altri operai che attendono per prodi coliche remittenti, e con un dolore fisso ad un punto poco al disotto dell' ombellico. fessione al lavoro suddetto. Dati differenziali importanti sono: l'alone Il giorno prima aveva emesso poche fecci e quasi liquide. Ricercando nei precedenti gengivale che disgraziatamente manca molte anamnestici vengo a sapere che aveva inge- volte, il ventre piuttosto retratto nel saturrito più che una discreta quantità di fave nismo, tu1nido invece nell'occlusione, e quando fresche. e che da tre giorni continuamente, e da due mesi un paio di vo]te per setti- questa dipenda d\a ammassi fecali induriti mana aveva lavorato nel R. arsenale a pit- bisogna ricercare un tumore che alla palpa· tu_rare i bastimenti con biacea e minio. zione si presenta ovoide, resistente e che sta Parendomi che la quantità di P che avesse più spesso a livello della fossa iliaca di depotuto ingerire od assorbire per la pelle in questo lavoro non dovesse essere stata ab- stra· poichè l'invaginazione ileo-cecale è pit\ oastanza rilevante per dare un apparato fe- frequente. nomenico così grave, propendo per una grave Si noti inoltre ehe jl quadro suesposto è indigestione di fa ve, con conseguenti ammassi più ·proprio dell'intossicazione da assorbied indurimenti fecali, ecc. mento, mentre invece quella da ingestione L'aspetto dell'individuo esprime una grande angoscia, i dolori lo t•anno ripiegare su se diretta di preparati di P decorre altrimenti, stesso, la temperatura è a 37, la lingua pati- e difficilmente lascia dei dubbi. nosa, il ventre leggermente retratto, costipat· NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA zione ostinata, e qualche vomito acquoso. Durante la giornata ~i vengono sommi· 1 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~nistrate due forti dosi di olio di ricino che Ti1·oide e veleni 01·ganici l'ammalato quasi subito rigetta; restano pure senz'effetto parecchi enteroclismi di olio o di durante la gravidanza (eclampsia). glicerina con acqua alla pressione di circa i In certi casi si è a,ttribuita a.Il'eclampsia una 01·i· tre metri. Manca l'alone bianco gengivale caratte- gine tiroidea.. T11ttavia,, per stabilire il fatto, gli ristico, quando esiste, di una intossicazione sperimentatori nella. ma.ggior pa.rte dei casi hanno praticato l'ablazione del corpo tiroideo in femmine saturnina. Se fossi stato in una condotta meno com· J gravide, carnivoro o onni"\rore (cagne, gatte, ecc.). moda, con un tale quadro non avrei dubi- l Ne rislùta cho siccome queste specie di . animali tato la sera stessa, cioè dopo circa 20 ore I tollerano molto male l'estirpazione della tiroide, gli dall'inizio, di inviarlo all'ospedale, ma avendo I accidenti possono esser e completamante dovuti fllla sottomano l'ospedale a Spezia pensai di procrastinare, e ricorsi ai oagni caldi ed alle soppressione di quest'organo. Moussu e CHARRIN (Socr'été de Biologie, 13 giuiniezioni di morfina. Mi trovai infatti bene, poichè nella notte gno 1903) in '·ista di ciò si sono riv-olti agli erbi· i dolori cominciarono a diminuire di inten- vori, che malgrado questa ablazione vivono settisità, e le coliche a f ar Ri meno f'requenti, ed mane, mesi e tal volta anche interi anni. Una prima capra gravida mori tre settimane in seguito l'ammalato andò progressivamente e rapidamente migliorando. dopo questa opera,zione in segl1ito acl acciden ti

I

l

Ora, l'andamento della malattia av:endo rivelato una intossicazione acuta da saturnismo, mi pare di potere stabilire: 1. La possibilità di una diagnosi dubbia tra saturnismo acuto ed occlusione intestinale. 2. Possibilità di errore, e quindi conseguenze gravissime per un ritardato intervento chirt1rgico.

ecl ampsiformi. Una seconda di~agrò, deperì, e poi si rjmiso leggermente e partorì. I d11e capretti, fino a che durò l'allattamento esclL1sivo, crebbero con grande pena e gli auto1·i riconobbero che il latte della caprn madre, mentre era ricco di grassi, era pe1·ò poverissimo di lattosio. Una terza capra non presentò nulla di anormale. Il risultato di questi fatti è ohe l'ablazione è men bene tollerata se la gestazione è in corso : al· .


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IX, F ASC. 44]

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SEZIONE PRATICA

lora i)ossono comparire perturbamenti ecla.mpsiformi, ma anche questi non sono costanti. CHARRIN osserva che, come ha già dimostrato con una serie di esperienze, clurante la gestazione i veleni organici a umentano, sia perchè sono meno completamente eliminati, sia perchè sono pit\ de· Alcuni casi di infezione n1ista bolmente attenuati. nella febb1·e tifoide. Si comprende facilmente come questo meccanismo Il dott. L. FORNACA, di Torino, ha con1unicato conduca all'eclampsia, come anche il quadro clinico alla Reale Accademia di medicina di Torino, nella vari, comportando di preferenza questo o quest'altro seduta del 27 febbraio 1903, tre casi di tifo, in dt1e carattere, epatico, renale, pi1ì raramente digestivo, dei quali, dopo la defer,rescenza (5 giorni per l'uno, eccezionalmente tiroideo o cutaneo. 12 per l'altro) si ebbe una ripresa febbrile da siL'esperic11za del resto ha rilevato che nella fem· mulare una recidiva. 1\'Ientre però nel primo pe· mina gra,rida, senza dubbio per virtt't della demi· riodo febbrile si era isolato dal sangue il b. di nera1izzazione, il nervo asse è più sensibile ai ve· Eberth, in qt1esto secon(Io· si isolò un altro mi· Ioni, alla stricnina. croorganismo avente i caratteri dello stafilococco A titolo di complemento di ~11esta dimostrazione, albo, a scarsa virule11~a ed isolabile per la durata le iniezioni di sangue di eclampsica permettono di far nascere e sintomi (albuminuria, convulsioni, ipo- dell'intero periodo (30 giorni in un caso, 45 neltermia) e lesioni (emorragie, tare epatiche, renali, ecc.) . . l'altro). La milza si mantenne grossa, il fegato aumentò di volume, il potere agglutinante del sanD'altra parte se gli alcaloidi o i tossici" minerali gue diminuì (1 : 20-30), ct1rva febbrile irregolaris· non provocano la genesi di anticorpi, per contro con veleni cellt1lari, micotici od altri, la cosa è più sima, remissioni ed esacerbazioni n11mero~e. I due ammalati gltarirono. Nel 3° caso si isolarono confacile. temporaneamente il b. di Eberth e lo sta.ftlococco Per ciò malgrado gli ostacoli facili a prevedersi albo: il potere agglutinante era positivo 1 : 50, dopo (rapiclità degli accidenti bulbari necessità di una accentuata polivalenza) con l\!Ioussu ha tentato, non un mese di malattia, solo lo stafilococco era isolabile, e lo rimase ancora per 20 giorni; curva feb · senza q11alche risultato ancora insufficiente, di otbrile irregolare ; l'ammalato guarì. Secondo l' A. le tenere un siero speciale. • osservazioni sono importanti pel particolare andamento delle bacterioemie, caratterizzate clinicamente Rappo1·ti che esistono fra le infezioni leggie1·e da febbre senza localizzazioni, e ·che potrebbero e gli organi en1atopoietici. ind11rre a crederle recidive. Il brivido mancava, :Nella Deutsclie nied. Woclte1iscltr. il FREGl\IUTH ma no11 può ritf::\nersi caratteristico della setticemia. dimostra questi rapporti. Nelle sue ricerche sperimentali s11 talo questione egli mostra èhe piccolisPe1·itonite nel decorso della febbt·e tifoide Hime dosi cli agenti infettivi, i quali danno appena. senza perforazione. origine a sintomi clinici, esercitano un'azione spe· Il dottor Y ATES, nell' A1uer;ca1t ~Jied. del 2 magcific~ sugli organi ematopoietici, dei quali stimolano l'attività. gio corrente anno, riferisce tln caso di peritonite Cosi le infezioni leggiere che si svolgono senza prodotta dal bacillo tifico clurante. il decorso della provocare sintomi, possono, in seguito, dar luogo tifoide, senza perfora.zione dell'intestino. a disturbi gravi negli organi.dell'ematopoiesi e proLa peritonite tifica senza p erforazione dipende Q.l1rre l'anemia, la clorosi, ecc. abitualmente dalla. diffusione della flogosi alla base L e esperienze sono state fatte con ct1l ture di ba· delle ulcerazioni intestinali, ma puq anche essere cilli tifici, le cui tossine sono state inoculate, a la consegt1enza della migrazione dei batterii attra· piccole dosi, nelle cavie. Le modificazioni ematiche verso la parete intestinale. Il meteorismo predispone all'infezione della ca· sono state quindi studiate specialmente nel midollo clelle ossa. vità peritoneale e, dimint1endo l assorbimento normale del peritoneo, costituisce 11na causa, secondaria di peritonite. Prof. V. PENSUTI La peritonite può riconoscer e tm' orig ine ematogena nella febbre tifoide. La peritonite senza perforazione è di solito prodotta dal bacillo tifico e la flogosi che n e risttlta è per ìo più diffusa e spesso Volumetto iii-8° gra1ide, Lire 2. 50 grave. Questa forma di peritonite non differisce cla ~ Indirizzare cartolina-vaglia alla e SocieU Editrice Dante 1 quella che è determinata dalla perforazione. Aligbieri • - ROMA. 423)

PRATICA r&OFESSIONAijE

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Sulle nevrosi dello stomaco ~

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1400

IL POLICLINIOO

La prognosi possiede probabilmente la stessa gravità delle dt1e forme. L'intervento chirurgico è indicato appena fatta la diagnosi.

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IX,

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Ittero ereditario.

Cl dott. PINK nella Wiener klin. WocJiensclzri/'t (aprile 1903) riferisce alcune storie interessanti di parecchi membri di una famiglia i quali erano tutttJ Alterazioni del midollo osseo nel tifo addominale. affetti da ittero ereditario. Il primo caso è quello di un soldato che si rico· Il dott. EUGEN FRANKEL, di Amburgo, ha stu· verò nell'ospedale nello scorso novembre. diato le alterazioni del midollo rosso delle ossa e Dalla sua gioventù era stato sempre itterico. specialmente delle vertebre n el tifo addominale ed Sua madre, che era morta nel 35° anno poche ha prima di tutto confermato i r eperti di altri au· ore dopo il st10 decimo parto, era anche stata ittetori sulla presenza di bacilli del tifo nel midollo. rica sempre, fin dalla nascita. Un fratello di 17 Notevole è il fatto che egli ha trovato nel mi· anni ed una sorella di 26 erano anche stati itterici dollo osseo bacilli del tifo in numero maggiore che fin dalla nascita. Il padre aveva sofferto di attacchi nel sangue. Nelle infezioni miste si trovano nel epilettici. Il paziente stesso aveva per tutta la vita midollo anche i germi delle infezioni secondarie. sofferto di debolezza di stomaco, non digeriva il Le .alterazioni anatomiche del midollo si possono grasso e la carne ma solo i vegetali. dividere in alterazioni incostanti ed in altre costanti Per qualche tempo a-veva sofferto di dolori al· così da potersi considerare specifiche. l'ipocondrio destro con perdita d'appetito e dii. Alle prime appartengono gli stravasi sanguigni, quando in quando vomiti di muco. Non aveva gli isolati n ecrotici, l'aumentata comparsa di cellule avuto altri mali. giganti, gli accumuli di piccoli linfociti; alle ultime Per ciò che riguardava lo stctto presente dell'in· i focolai fibrinosi con necrosi cellulare. fermo, esso era ben formato, forte, con muscoli Oltre il tifo, questi focolai fibrinosi sono stati bene sviluppati e coperti di un notevole strato di ossflrvati n el vaiuolo da CHIARI. · grasso. La pelle, come le sclerotiche, era di color La nozione che in ogni caso di tifo esistono qt1esti giallo. Il polso tardo. Il fegato un po' sensibile. focolai nel midollo delle ossa r ende perfettamente Le urine giallo-brune, piuttosto torbide, peso intelligibile la frequente complicazione postt1ma del specifico 1017, legge:rmente acide. Nessuna traccia tifo con affezioni ossee e midollari. di pigmenti biliari. Urobilina in eccesso. Indacano aumenta.tq. L eggiere. traccie di albumina e di nu· eleo-albumina. Pochi cristalli di ossalato. Esame Per la diagnosi dllferenziale f1·a tifo e mala1·ia. del sangue normale, contenuto gastrico anche. Il fratello di 17 anni, esaminato, presentava esat· Nel Britislt 1n ed. Jollrn ctl del 5 aprile 1903 il tamente i medesimi sintomi e lo stesso la sorella dottor RoGERS pt1bblica le sue ricerche s11lla dia· di 26 anni. Entrambi fin dalla loro infanzia non gnosi differenziale tra tifo e malaria, basata su) avevano mai potuto mangiar maiale o grasso senza reperto dell'esame del sangue. soffrirne. Quando il nu.mero relativo dei piccoli linfociti L ' esame dei tre casi mostra. parecchi punti di raggiunge od oltrepassa il 4.0 per cento senza che speciale inter esse clinico: siano contemporaneamente aumentate le grosse cel· 1. Che l 'ittero in tutti i tre fratelli, come nella lule mononucleari 1 è più facile che si tratti di tifo. madre, cominciò alla nascita ed è quindi da rite· Un aumento delle grosse forme mononucleate al nersi co11genito. . 12 per cento e più, specialmente dt1rante una re· 2. Che la malattia afflisse la maqre e tre figli missione della temperatura, rende più verosimile lasciando immuni gli altri 7 figli. l'esistenza della, malaria. 3. Che in tutti e tre i casi vi era una distinta Anche la presenza di mielociti parla p er la ma· colorazione gialla della pelle e delle congiuntive, laria . .Anemie di alto grado, con riduzione del nu- · benchè non vi fossero pigmenti ed acidi biliari ntero dei corpuscoli rossi a 3,0oo,qoo ed anche meno, nelle urine e le feci avessero un colore n(}rmale. sono più frequenti nella malaria. che n el tifo ; anDopo aver raccol to parecchi casi della lettera· ch e la diminuzione del numero dei leucociti al di· tura medica, dell' H ARLEY, del MoxoN, del GLAI· sotto di 2000 si trova più spesso nella malaria ch e STER e d'altri, nei quali i sintomi erano quelli stessi nel tifo. dei casi studiati da lui, l' A. giunge alla conclusione Una accentuata iperleucocitosi neutrofila non si che questi casi di ittero ereditario non sono dovuti riscontra nella malaria ed è indizio di febb1·e in· a stenosi congenita ed ereditaria del condotto epa· termittente d'altra natura, di ascesso epatico o di tico comune, come molti cr edono, ma piuttosto ~ altre complicazioni flogistiche. congenita comunicazione tra i dotti linfatici e i dotti biliari od a qualche insufficienza congenita . delle cellule epatiche. (24)


rANNO

ix, F Asc. 4±1

1401

SEZIONE PBATICA

Gangli linfatici causa d'ittero. •

Il dott. BREWER, di New York, segnala l'esistenza di tre gangli linfatici situati fra la cistifellea e lo sbocco del coledoco, la cui ipertrofia può produrre· l'ittero ed altri sintomi simulanti la litiasi.

Esiti differenti dell'ittero nella litiasi e nel cancro delle vie biliari. Secondo 0HAUFFARD nel cancro delle vie biliari l'ittero termina con la cachessia, con l'ascite e con l'edema. Al contrario l'ittero di origine litiasica fini sce piuttosto con la cirrosi biliare da una parte e dall'altra con acciclenti cli insufficienza epatica e con ittero gra"'re seconda1·io.

Per la diagnosi della colecistite purulenta. • • • v1c1nanza Nella colecistite purulenta esiste, in della 12a vertebra dorsale, una zon<t dolorosa alla pressione, pt1nto doloroso di Boas.

APPUN!J:tI ·DI fltEl\APIA

Nel Jozirual cles praticiens, l'HUCHARD afferma cbe l'asma vero, nervoso, spesso diatesico ed ere· ditario, è singolarmente migliorato dal r egime latteo· vegetale. Non carne di alcuna specie, non brodi grassi. Tale il precetto importantissimo dell' A. Questo regime deve essere rispettato per vari mesi, alternando all'occorrenza nel medesimo tempo arsenicali e ioduri: venti giorni al mese gli ioduri e dieci gli arsenicali. Per gli ioduri è ottima questa ricetta: • Ioduro di potassio • \ ana gm. 10 Tintura di lobelia. • Sciroppo di scorze di melangolo • • • • • • • • gm. 300

~

Un ct1cchiaio prima di colazione e uno prima di pranzo. Per gli arsenicali è eccellente la formula: AJ.·seniato di soda . . centgm. Acqua distillata . . . gm.

5 300

Un cucchiaio prima dei pasti. Si può anche prescri,rer€ la belladonna e la valeriana, meno efficaci, se il malato, impaziente, vuole cambiar cura. Se l'asma è accompagnato da congestione bronchiale, invece dello sciroppo di scorze di melan· ,

golo nella po7.ione iodurata si può aggit1ngere dello sciroppo di poligala o di ipecacuana :

:!

Ioduro potassico . 10 ana gm. Tintura di lobelia. Sciroppo di poligala . . gm. 200 · Id. di ipecact1ana. » 100 Se la secrezio11e bronchi ale fosse troppo abbon· dante, interrompendo l'uso dello iocluro, bisogne· rebbe prescrivere: Estratto: Di datura • . . ana 1 / 3 di centgm. Di radice d'aconito icl. Di belladonna . . id. Di giusquiamo . . . . centgm. 2 Per una pillol~. Fa pillole simil i 20. Da tre a sei al giorno: Nelle stesse condizioni Sl• possono prescr1• ' rere la terpina e la codeina: Terpina • • • • • • centgm. 15 » Codeina • • • • • • 1/2 · Per una pillola. Una la mattina, du.e la sera.

L'edema pulmona1·e acuto: sua cu1·a e prevenzione. Nella M édeci1te moder1te (n. 19, pag. 115, 1903) il dott. ~1ERKLIJJN afferma che una delle cause più comuni dell'edema pulmonare act1to ~ il freddo. L'edema vien e spesso d'un tratto, nell'inverno,. dopo un pasto copioso o dopo un bagno. Si può anche osservarlo in segt1ito a sregola· tezze dietetiche (u_so di pesce, di cacciagione, di alcool), a fatiche od anch~ ad emozioni. , Si mostra nel corso della pulmonite, della febbre tifoide e specialmente dell'influenza; in certe in· tossicazioni, particolarmente nell'alcoolismo acuto,. nelle lesioni della mitrale nelle donne in is tato di gravidanza; nell'ins11fficien za aortica (LANDOUZY). Ma di solito esso viene in malati arteriosclero.t ici che hanno insieme e cardiosclerosi é dilatazione aortica e nefrite interstiziale, conclamata o latente. Intervengono nella patoge1iesi un fattore nervoso (influenza, per esempio, dell'emozione), un fattore tossico (insufficienza r enale), t1n fattore meccanico (insufficienza cardiaca). La cura deve essere ene1:gica. Il s.alasso è l'u· nica salvezza nelle crisi acutissime; nei casi meno intensi le ventose se<'che, i cataplasmi senapizzati, i pediluvii ed i maniluvii caldi possono bastare .. D'altra parte bisogna rialzare rapidamente la ten· sione arteriosa per mezzo di iniezioni d'olio can· forato, puro o misto ad etere, dare del grog, dello champagne. L'igiene alimentare e generale costituiscono i soli mezzi preventivi. l ·,o ioduro di potassio favorisce l'edema acuto; bisogna proibirlo nei malati predisposti.


1402

IL POLIOl•INICO

Cura dell'iperidrosi palma1·e e plantare.

da filtro previamente imbevute del seguente scuglio: Permanganato di potassa gm. . 1 Acqua distillata . . . )) 100 Timolo . . . . . . centg1n. 30 BROCQ.

Bag1ii locali cald;, con aggiunta di aceto aromatico, (3-4 cucchiai per litro) o composti di: a) Decotto di foglie di noce . < gm. 1000 Allume o borato di soda . . » 10 b) Acqua . . . . . . . . . gm. 1000 Permanganato di potassa. centgm. 25 e) Acqua . . . . . • . . . gm. 1000 Formalina . . . . . . . » 15 Tintura di benzoino . . . . » 10 . Se le mani ed i piedi, invece di essere freddi e ~ianotici, sono caldi, è indicato di adoperare i bagni locali freschi e di fare delle applicazioni di ittiolo <> di naftolo o cli tannino : a) Ittiolo • • • • • • gm . 25 15 Acqua • • • • • • » 25 Lanolina anidra • • UNNA. ))

b) Naftolo. • • • • Glicerina • • • • Alcool • • • • • • in lozioni due volte al giorno. e) Tannino • • Alcool a 60° .

• •

gm . ))

»

5 10 100

KAPOSI. gm . 1-3 » 250 BROCQ.

Si può anch~ adoperare il solfato di clzi1i;1ia, in soluzione alcoolica : Solfato di chinina . • • gm . 5 » 100 .Alcool a 60° • • • • • <>vvero il perclornro rli f erro : Glice1·ina • • • • • • gm. 10 » Percloruro di ferro. • • 30 Essenza di bergamotto gocce XX. HEBRA, dopo l1na lozione, faceva 1.1na specie di medicatura con Diachilon . . . l Olio di lino. . \ ana parti l1guali. -stese sopra un panno. Questa medicazione veniva tolta dopo 12 ore, poi rinnovata, due v·olte al giorno, per dieci o do· dici giorni. Attualmente si adopera 11nicamente, oltre ai ba gni ed alle lozioni precitate, il cospargimen to con polveri varie inerti, alle quali si incorpora dell'acido salicilico o dell' acido tartarico : ecco alcune -formule di polveri composte che si possono con facilità variare: a) Talco. • • • • • • gm. 87 Amido • • • • • • 10 » Acido tartarico • • • 3 b) Talco . • • • • • • gm . 60 Sottonitrato di bismuto. » 32 Acido salicilico • • • D Permanganato di potassa. )) 2 Si pl1ò anche fare portare delle st1olette di carta ))

))

(26)

-

LA.NNo IX, FA.so.

44 J •

IDI•

Suppositorii di ghiaccio contro la dissenteria. •

Il dottor KA YENSKY propugna l'uso di questi suppositorii di ghiaccio, nella dissenteria, contro il tenesmo. I suppositorii sono grossi quanto un dito mignolo ed hanno la lunghezza di "/ 3 di questo stesso dito. Quando il primo suppositorio è sparito se ne introduce subito un secondo e poi un terzo, ecc., fino a cinque. Il paziente ha da principio una sensazione spia· cevole, ma cessa il tenesmo ed il malato si ricon· forta. Se il tenesmo continl1a, si introdt1cono altri cinque suppositori, l'uno dopo l'altro e si ripete l'applica· zione finchè non sparisce il tenesmo. Anche lo stato generale migliora progressivamente. Già nelle prime 24 ore il numero delle scariche da 50-60 scende a 15-10. (Cen,tralb. f. die ges. Plierapie, a.gosto 1903).

Diar1·ee estive. Nelle diarree esti,.. e degli adulti bisogna. prescri· vere un'alimentazione liquida o semiliquida, diffidando del latte che favorisce spesso la diarrea ed anche dell'acqua albuminosa che facilmdnte, col gran calore, si decompone . Come bevanda si darà del thè caldo, dell'infuso caldo di menta piperita, dell'acqua di riso zuccherata con sciroppo di melo cotogno.

V.ARIA

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Gli odori e i disturbi digestivi. - In una me• moria della Revue de Laru1igologie a proposito del· l'influenza degli oclori su eerti disturbi cligestivi il dott. IvAL ·cita un certo ntrmero di fatti curiosi tratti da antichi autori. HAHNEM~N (Ephern.. irat. Cur.) parla di lm abitante di Copenhagen che nella sua gioventù pro· vava violente coliche quando annasava dei limoni. Egli trasmise questa st1scettibilità nervosa ai propri figli che fino all'età di 20 anni mostrarono la me· desima sensibilità all'odore del limone e che, piì1 tardi, furono presi da un singhiozzo ogni volta che sentivano l'odore di una mela ranetta. DEBAY riferisce che l'odore del finocchio a1..e1·a su Voltaire un potente effetto carminativo, del che il grande filosofo si doleva assai. BRUYERINUS (De re cibaria) dice che il fJ,·atello di


,

ANNO

IX, F ASC. -1-1]

1-103

SEZIONE PRATICA

J ean Quercet, segretario di Francesco I, aveva una perdita emorroidale sotto l'influe11za dell'odore delle . mele cotte. Le mele ranette e le apiole producevano €pistassi e forti assalti di tosse in J ean Ql1ercet ed in un suo fratello. Nel 1682 V AN HELl\IONT ( OjJera 011i1iia) discute in parecchi capitoli della sua opera· gli effetti dei profumi sulla produzione non solo dell'epilessia, ma anche dell'emicrania, delle nausee, dei vomiti, della vertigine. della dissenteria e di altre affezioni. LÉ1"IERY (Mé1n. Acad. de scie1ices, 1699) racconta < che d11e persone l e quali restarono, per cinque -0 sei ore, in t1na camera dove erano delle rose pallide, furono dal loro odore violente1nente purgate dall'alto e dal basso » .

La chiave dei sogni applicata all'urologia. Il dott. C~IILLO V IEILLARD dà nella Fra1ice 1né· dicale qualche indicazione sull'arte di interpretare i sogni relativi all'urina.

Se voi soffrite cli qualche pena e sognate di li· berare la vostra vescica, voi sarete presto liberati anche dalla pena. Se è un uomo ricco q11ello che fa q11esto sogno, ciò significa che spenderà una parte del suo patrimonio con femmine di mal co stume e ciò tanto più quanto più t1rina avrà €messo. Se qualcuno sogna di urinare in un vaso ed il ~·a.so ò &otto di lui, vuol dire che sta per dare dei bambini alla s11a sposa; se il vaso non è sotto di di lui, sta, per darli acl un'altra donna. Se qualct1no sogna di urinar sangt1e ed il sangue si sparge in terra,, farà delle, grandi spese per delle donne e ne avrà una gran gioia. Infatti la terra 11el linguaggio dei sogni vuol dir · donna. Se qualcuno sogna di bere la propria u1·ina, è segno che spenderà molto del st10 avere, ma ric11pererà di nuovo ciò che ave,ra sciupato. P~ralisi e lagrime. - È noto come gli amma· lati di paralisi generale abbiano una grande facilità al pianto. Il dott. J\IIARANDON DE ~IONTYEL ha studiato pazientemente 5! di qu~sti ammalati dal punto di vista speciale di qt1esta piagnucolosità, ed ha constatato che la piagnucolosità esis~e nella pro· p0rzione di più di un caso su tre. La1 più forte pro· porzione d i piagnoni gli fu fornita dai sifilitici; specialmente poi se furono anche bevitori. Le sta· gioni àvrebbero pure una certa influenza. Mentre la primavera., l'estate e l'autunno danno pressochè la stessa qt1antità di piagnoni, havvi un eccedente del 10 per cento durante l'in,rerno. La ragione che l'.A.. dà di questo fatto, -sotto t1na forma d'altronl:ie dubitativa, è che forse la na.t11ra induce più alla mestizia. ed alle lagrime in inverno che in estate. (Bull. 11zé(l., n. 53, 1903).

La poi vere dentif1·icia di Messalina. - Ne tro· viamo la formula nella Rev11e de Stoniatologie che la riprodt1ce da 11na edizione di SCRIBONJlTS LARGlrS,

medico del tempo di Nerone, edizione pubblicata a Strasb11rgo nel 1786. Pol,rere di corno di cervo ealcinata oncie 2 l\'Iastice di Chio . . . . . . . » 1 Sale ammoniaco . • • • • • •

AMMINISTRAZIONE SANITARIA

Il conco1·so per i sanato1·ii dei pov e1·i. Noterelle esplicative. ·

E a cognizione di tutti il grande ·e mir?ibile mo· vimento scientifico determinato dai più recenti studi sulla tubercolosi, movimento che, interessando ben oltre che scienziati, ha attratto ed il pensiero e la cura di sociologhi, ·f ilantropi e governa.ntì. E di questi ultimi giova con giusto encomio segnalare gli italiani che fin dal 1900 fecero ban· dire un p11b blico concorso per la redazion8 di un progetto per 1m sanatorio per i po,reri, nel quale trovassero idonea applicazione tl1tti quei precetti che la dottrina, la esperienza e le peculiari condi· zioni dell'Italia nostra consigliavano, ponendo a base di ogni cosa un assoluto concetto di praticità. Il premio fissato per il progetto vincitore e-ra di lire 5000, e di liro 3000 per il secondo più degno. Numerosi furono i concorrenti, e certo pur questo è stato un l1tile risultato conseguito dal Governo, indirizzando cioè le menti e gli studi dei nostri 1ni· gliori tecnici a scopi eminentemente pratici, mo· derni, secondando e divinando quei postulati che la scienza della pubblica igiene va affermando con lento, ma progressivo cammino in tutti gli Stati civili del mondo. Una Commissione, scelta fra i luminari della scienza, si accinse al non facile compito .dell'esame dei molti progetti, e non ritrovando di potere pro· clamare subito tl'a essi i due vincitori, ne prescelse sette, e comunicando loro i rilievi che aveva ere· duto ·di fare, li invitò ad apportare le necessarie modifiche, con riser,ra di un definitivo gi11djzio. Ciò venne eseguito dai concorrenti, e fattosi luogo dalla Commissione a nuovo e diligentissimo studio, assegnò senz'altro i premi ai due che ri· tenne più meritevoli. Da allora veramente non si è sap11to più nulla, ed i concorrenti non vincitori, o altri interessati, o i semplicemente critici ed ipercritici va11no su· surrando sulle sorti e s11lle fasi e sui propositi del Governo p er questo oramai esaurito concorso. E ci è parsa cosa buona ed utile saperne e dirne qualche cosa. E ci risulta cosi che fattasi dalla Commissione la proclamazione dei vincitori, e ciò con la pii1 assoluta indipendenza, poichè pari alla scienza dei singoli membri, è la loro coscienza, è parso che 127}


1404

IL POLIOLIN100

sarebbe stato sommamente giovevole divnlgare i la-vori presentati al concorso, non solo pubblicando i due progetti vincitori, ma quelli eziandio che erano s tati amn1essi al concorso di 2° grado. Noi non sappiamo dar lode abbastanza a q11csto proposito della Direzione generale di sanità del Regno che, assumeudo a sue spese, non lie·-vi, la pubblicazione degli altri cinque progetti, rendeva agli egregi autori segnalato servigio ed onore, e forniva pre7.ioso e t1tilissimo materjale agli studiosi, ai c11ltori di questa speciale branca di medicina sociale che intende fronteggiare un problema etico sanita.r io di primissima importanza. Ebbene, chi lo crederebbe'? Tal11ni di questi signori progettisti, trattenuti da inesplicabili prevenzioni, hanno fat.to riserve di tal nat11ra, con dei se, e dei 1na così strani che il Mi· nistero dell'interno non si è creduto finora a11toriz· zato a procedere al la pubblicazione, e non pot.ra certo eseguirla se i progettisti non sciolgono le loro • riserve. Se poi è appunto questo che si intende ottenere, cioè di impedire una pubblicazione che tornerebbe ad onore dell'Italia, noi 'rogliamo sperare che la Amministrazione sanitaria del Regno non si arre· sterà, non si riterrà paga della coscienza di avere percorso tutta quanta la propria via lastricata delle migliori intenzioni di. questo mondo! Essa può be· nissirno prescindere dagli altri concorrenti e pub· blicare soltanto i progetti dei vincitori del concorso e la r elazione della Commissione. Il r1011 poter fare tutto il bene che si vorrebbe non è mai ragione sufficiente per astenersi dal fare ql1el poco di bene chB si può!..... j.

CENNI .BIBL iO GRAFICI

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P ADULA prof. FABRIZIO, docente anatomia chirur· gica ed operazioni nella R. Università di Roma. Anatomia chiru1·gica deg·li arti. Parte prima: Arto szt]Jeriore. - Roma-~lilano, Società editrice Dante ...llighieri di Albrighi, Segati & C., 1903. - Voi. in 8°-gr. cli pag. 590, r~iccamente i1lust1·ato con 680 figure originali, la massima parte a colori. Prezzo, lire 18. È un'opera, possiamo affermarlo acldirittura, tmica. nel suo ge11ere; il prof. PADULA, il cui nome è certamente noto alla più parte dei nostri lettori, ha splendidamente dimostrato che « pur rispettando i forestieri che sanno e che fanno » si può fare anche noi e - aggi ungiamo - bene spesso, meglio di loro. L'autore, acuto osservatore della psicologia dello st11dente di medicina, sovra tutto di quello dei primi anni, particolarmente poi dello studente di anatomia, nella st1a elegante prefa.zione ha rias\28)

A.SO.

sunto i dett~mi eh' egli ha sapl1to trarre daJl'inse· gnamento clell'a.natomia, massime della chirurgica, dapprima nell'Ateneo di Napoli, poi in quello di Roma. Egli, notato lo scoraggiamento onc1e sono presi molti studenti nell'imparare l'anatomia umana, ne ha segnalate le ca11se e ha cercato di eliminarl~ per il 'rolenteroso · e possiamo dire che che -vi è riuscito, almeno .per questa prima parte del· l'opera. Alla gra,re difficoltà che, nell'iniziarsi agli studi anatomici, s incont1·a per ritenere gl'innt1merevoli termini tecnicj, egli si è studiato ai o'rviare, aiutando la memoria con l'intelligenza, e 111meggiando lo stato anaton1ico degli organi con la necessità del loro e~sere : egli parte dal concetto ,che la loro pre· senza e forma sinno il portato della fL1nzione cui debbono compiere. E per coadi11vare viemmeglio la memoria, aJlenozioni anatomiche pure ha. colleg<.tto 11ozioni di patologia chirurgica, di e1nbr.iologia, di teratologia e numeros~ applicazioni di medicina operatoria; col· l'une destando l'interesse dello studioso, addentellando l'insegnamento anatomico a quello di materie affini; rile,rando con l'altre l'immediata importanza di certe cognizioni per ln. pratioa dell'arte. Ha seguito il metodo da lui adottato quand'era studente, facendosi un'anatomia topografica personale. Analizza e descri,re « ciascun organo complesso rispondente a una grande funzione, iniziandone lo studio dalle parti più stabili, alle qui' 1i spesso oc· corre riferirsi anche nell'ulteriore esame, peraltro senza discostaTsi dalla divisione clel corpo in regioni .. Riportiamo, in proposito, le sue stesse parole: « Esaminando, per ciasct1na regione, prjma le ossa e, subito dopo, le articolazioni se ve ne siano, poi le fasce aponevrotiche e i tegumenti, noi non dob· biamo riferirci a nulla ch e poco innanzi non sia. stato esposto, e allora non ci avverrà cl1e nell't1dire o nel leggere si rompa nella nostra mente la ca· tena delle idee, rendendoci il proseguimento man· chevole e penoso » . La esposizione consecutiva dei vasi e dei nervi sarà limpida a chiara pel i·icordo freschissimo delle cose udite e ved ute poco innanzi, con l e quali e vasi e nervi contraggono intimità di rapporti » . « Il riepilogare, infine, tutte le nozioni particola· reggia.tamente esposte, con uno sguardo sintetico dalla pelle alla profondità, a strati, per uso della pratica chirurgica, serve a ribadire le no~ioni che vi sono state fissate » . L'obbiettività dell'anatomia. imponeva una larga. illustrazione, con figure, di quanto l' -~utore -veniva. man mano esponendo ; Ad egli, solo mirando a rag· giungere l'intento, non si è risparmiata fatica pet' dotare il libro di figzire origi1iali, da lui stesso di· segnate e colorite, impresse a va1ie tinte, con irre..prensibile nitidezza, sì da fornire al lettore l'idea 1

<(


LANNO IX,

FASO.

4-l]

1-!03

SEZIONE PRATICA

chiaret, netta, precisa di quel che de"'i·e fissare n ella mente. E per questi tre sommi pregi l'opera. d el prof. PA· DULA ha incontrato il plal1so dei profbssori e il fa· vore degli stt1diosi ~ e non sapremmo far meglio di consigliarne, spassionatamente, l'acqtristo ai nostri lettori, i quali, pur conoscendo l'anatomia l1mana per quel _che concerne la pratica, saranno nlolte volte costretti a rinfrescare le loro cognizioni ana· tomiche. Il libro del prof. PADULA ha reso attraente, con la novità del metodo, con la disinvoltura e la faci· lita del dettato, con le ricche n11merose illustrazioni policrome, una delle più aride e ostiche discipline della scibile medico. E tenuto conto del lusso dell'edizione, si è riu· sciti anco a darla a un prezzo mite, poichè, come è noto, il costo delle illustrazioni è assai elevato.

9. Cura dell'accesso di gotta. Cura locale~ re· gime ~ c11ra generale. 10. Cura della gotta c roni~a inveterata. Cura gen eral e, regime, cttra locale. rt. jJ.

FROl:SSA RD. Le t1·aitement de la costipati on. Paris, 1903. Librairie Baillière et fils.

Il dott. FROUSSARD, inspirandosi ai dati rece11ti sulle di,rerse for·m e cliniche e sulle svariatissime cause etiologich e d ella co~tipazione , ne mostr a la grande diversità d'origine, il meccanismo estrema· mente variabile e deduce da q11esto studio una cura metodica e razionale. Senza dubbio niente è più facile p er un m alato ch e ottenere scariche alvine quotidiane, ma non è con l'uso ripetuto d ei lassativi e dei purganti che si guarisce la costipazione. Se l'uso dei medica.m enti interni è qualch e volta indispensabil~ si deve t u ttavia ridurne l'impiego al più stretto possibile e ÀPERT. La Goutte et son ti·aitement. - Paris, 1903. scegliere fra essi i meno irritanti. Librairie Baillière et fils. L' A. poco curante di dare una lista intermi11a · Il dott. AP~RT ha cercato di esporre colla mag· bile di purganti, si è principalmente dedicato a svol· giore semplicità e chiarezza l e nostre cognizioni gere lo studio e le indicazioni delle regole igieniche sulla <i. gotta e sua _9Ura » . Il numero dei gottosi è e dei m etodi fisici: la dietetica, l'idroterapia, l 'eletsì grande, la gotta è per questi una n emica cos.ì troterapia, il massaggio, di ct1i la tecnica è esposta tenace, che lo studio di questa malattia è sempre in modo come non si trova in alctm altro trattato, di attualità. sono studiati con cura n elle loro indicazioni e n ei L' A. descrive ciò che è la gotta, e con quali pro· -0edimenti l'esperienza clinica ci ha insegnato a di- loro risultati. . Questo piccolo tratta to s ulla costipa1ion e, risponde minuire e a r endere più rare le sue _crudeli maniperfettamente alle t enrlenze attuali della clinica e féstazioni. della terapia ch e h a per iscopo la ricer ca e la gua · L'osservazione clinica dà per questa malattia il rigione delle cat1se di m alattia con l'igien e più che solo criterio p er giudicare del valore di questo o con i medicamenti. Q11este regole generali son o quel rimedio: questo piccolo volume è un riassunto di ciò che è necessario conoscere da parte dei me· . maggiormente giustificate p er il trattamen to delle malattie del tt1 bo digel'ente di q11ello che non lo dici intorno a una malattia cosi diff11sa e così de· siano per le affezioni degli altri sistemi ed organi. licata a c11rare come la gotta. Diamo l'indice dei capitoli trattati: · 1. L'accesso di gotta; stato locale; stato gene· rale; disturbi digestivi; terminazione. 2. Il temperamento gottoso. Sintomi di predi· sposizione gottosa n ei fanciulli. Aumento e pubertà nei predisposti alla gotta. 3. Evoluzione della gotta. Varietà degli attacchi. Varietà di localim;azione : gotta monoarticolare e poliarticolare. Varietà di intensità e di durata. Suc· -0essione d egli attacchi; gotta cronica. 4. Gotta abarticolare ; gotta n ervosa, muscolare, viscerale. 5. Etiologia: eredità, sopralimentazione; gotta saturnina. 6. Cm·a igienica: regime, bevande, alimenti, • • eserc1z1. 7. Cura idrominerale. 8. Cura medicamentosa profilattica. A.Icalini, cido fosforico.

a. JJ.

Recentissi1na p ztbblicazio1ze : Dott. V. GIUDICEANDREA Prof. pareggiato di Patologia medica nella R. Univ. di Roma

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L' Ematologia nella .Febbre tifoide Alterazioni istoloaiche, fisiche, chimiche, batteriolooiche del sanane, sierodiaanosi, ecc. con molti metodi di tecnica ematoloaica. Volume di pag . 312 con una tavola L. 5. Richieste con cartolina-vaglia a lla Libreria. Internazionale del Policlinico, ROMA, Via del Cara.vita, n. 3.


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lL POLIOLISIOO

INTERESSI PROFESSIONALI '

I

LA.NNO

IX, F.A.sc. 44]

modo degli amministratori e sor,yegliati a notevole discapito del pubblico i::;ervizio. E ben si apponevano i medici conclotti nel I Con· Pe1· gli 11fficiali sanita1·i. gresso a Firenze, quando, rievocando il principio • · informatore del progetto Bertani, 1865, facevano (A proposito della nziova legge sa1titaria). · voti presso il Senato che fosse modificato l'artiIl par~o della montagna Orai~iana è ormai avve- colo 9-bis, permettendo all'ufficiai& sanitario di co· prire anche il posto di medico condotto. Che anzi, nt1to ed il meschino topo sarcasticamente deride secondo il Bertani, tra i madici condotti dovrebbe ancora la classe sanitaria! (1) Quante speranze de· luse, . qt1ante dorate promesse svanite per noi altri scegliersi l'?-fficiale sanitario, perchè essendo quelli più a contatto con le classi povere, le meno istruite medici, che pur meritavamo q11alche benevoio ri· e le più ribelli ai ci,rili progressi, meglio godono g11ardo ed interessamento, simile, non dico altro, a quello per i segretar~ comunaìi e per i maestri el e- la fiducia di qt1este e possono loro dettare quei consigli che la scienza insegna. mentari. Spes zilti1na Dea l lo mi auguro che quanto ho A chi studia a fondo la nuova legge e conosce di sopra esposto possa essere reso di pubblica rabene la vit~ pratica dei medici di provincia non gione. Solamente in tal modo gli 11fficiali sanitari, sfuggirà di certo che, mentre poco si è conseguito a favore dei medici condotti, hanno peggiorato, è questi pionieri e martiri della civiltà, potranno con· di molto, gli ufficiali sanitari. Per questi vigili cu- seguire una modificazione all'articolo 9·bis che non stodi della medicina sociale ben poca cosa è la sta- tolga loro il diritto alla condotta. Ginosa, maggio 1903. bilità di nomina ed il diritto alla irrisoria pensione, Dott. ANGELO RICCIARDI. quando, obbligati · a conseguire tale carica, mercè concorsi per titoli e per esami, non hanno alcuna garanzia di un adeguato stipendio minimo legale. RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE E quel che più monta è loro, per soprassello, pre· elusa anche la via alle condotte. Dico il vero: quanto (2669) Sig. dott. T.V. da G. V. - Crediamo bene più si studii meno si comprende lo spirito infor· che flUando andrà in ·vigore il progetto di legge gia, matore di tale disposizior1e. Non certo l'assicurar approvato dalla Camera, 11 medico condotto potrà. loro l'assolt1ta indipendenza dalle a11torità m11nici· pali perchè tuttora essi dipenderanno anche dai far valere, come utili agli effetti della pensione, gli anni di servizio prestati in qualità di ufficiale rispettivi sindaci, nè l'evitare il cum11lo dei fantosi sanitario, giacchè aillora saranno anche a questa e la1iti stipendi, perchè purtroppo gli a~segni a tale classe di professionisti applicate le norme contenute carica sono ora co~ì irrisorii (in più di 2000 comuni nella legge 14 luglio 1898, n. 335. Per ora non è non raggiungono le 300 lire a,nnue) che è vano spe· possibile perchè gli ufficiati sani tarii non sono am· rare un minimo legale che assic11ri al sanitario una messi al traittamento di riposo con diritto a pensione. vita decorosa. Arbitri ne sono le Gi11nte provin· (2670) Sig. dott. A. , P. da :iVI. D. A. - Con la. ciali amministrati,re, e q11ando le camarille comu· nuova legge Ella acquisterà, dopo d11e anni di prova, nali non otterranno quanto desiderano, potranno, la stabilità nel Consorzio, e non solo nel Comune grazie ail principio di autonomia, far ricorso al Con· capoluogo. Essendo stato Ella da poco nominato, è siglio superiore di sanità! Resta q11indi l'ufficiale sanitario identico nella il Comune che deve denunziare la nomina agli ef· fetti dell'iscrizione alla Cassa pensioni. EJla potrebbe sua posizione giuridica di fronte alle amministrafare anche domanda al Consiglio provinciale di sa· zioni locali, ma peggiorato nelle condizio11i finanziarie. E per la verità di quanto dico, gli attt1ali . nità. La Cassa pensioni ha sede in Roma ed è am· ufficiali sanitari di oltre 4000 comuni sono anche ministrata dalla Cassa depositi e pre~titi. Ella deve pagare il contributo ordinario minimo di lire 60 medici condotti, che saranno obbligati ad abbando· annue, e pel primo decennio anche il contributo nare la stabilità di tale carica al nuovo vent1to che straordinario di lire 72. Ella P?trà. liquidare le pen· dovrà accettarla per non poter aver di meglio.' Sarà poi in tal modo assicurata la sorveglianza siòne con 25 anni di servizio ed a 53 anni di età, ed avere, col minimo contributo, lire 582 annue. Le igienica da chi percepisce simili stipendi 'I Non lo credo· per costorò il dilemma: o il proprio dovere interruzioni di servizio sono eliminate nel computo con una lunga serie di antipatie e di ostilità e con generale degli anni di servizio utili per la pensione. Agli effetti della nuova legge i concorsi possono una notevole din1inuzione nella clientela o il co· essere per titoli o per esami. (2671) Sig. dott. F. Z. da P. - L'elenco dei poveri (1). ~ss~nd?si fermato in Senato il progetto di costituisce provvedimento definitivo non impugna· mod1f1caz1on1 alla legge sanitaria, q11esto articolo p11ò ancora giungere in tempo per proporre un utile bile, cioè, che per sola legittimità alle autorità su· emendamento. (1Vota della R ed.). periori. Ora, fino a quando non sarà annullato, dev& (30)


lANNO IX,

FAS(1.

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SEZIONE PRATICA

essere rispettato. È però gi11sio che se con esso si at1mentano illegalmente le famiglie aventi diritto alla cura gratuita, Ella possa pretendere un aumento di stipendio. Ne faccia istanza alla Giunta provinciale amministrativa, la quale deciderà dopo di aver inteso il parere del Consiglio provinciale sanitario. Doctor J USTITIA.

NOTIZIE DIVERSE Rol\IA. - S. ~I. il Re ha fatto sapere al com· mendator Colmayer, prefetto di Roma, che plaude al progetto del sig. Cartoni, e che non ha nessuna difficoltà circa la costruzione del sanatorio nella vigna Cartoni, ft1ori porta Salaria, presso villa Ada. NAPOLI. - ·Giorni sono, nell'Università di N apoli, q11indici anni dopo la sua morte, fu inaugurato il busto marmoreo di Salvatore Tommasi, che porta la seguente epigrafe, dettata dal Bovio fino dal 1901: A SALVATOR~ TOMI\t1ASI - ABRUZZESE MEDICO SOVRANO INTELLETTO UNIVERSALE CHE STRINSlil IN UNA FEDE - .SCIENZA E PATRIA.

Contemporaneamente,nell'Ospedale clinico di Gesù e Maria, veniva scoperta 11na lapide con qt1esta iscrizione dovu.ta al prof. Masci: Qnesto ospizio delta carità e del dolore zi1nano Dove la scienza dei 1norbi - Illuniin,a la scien,za della vita - Su,qgerì alla ni1i1iifice11,,za del pri11zo re d'Italia - SAL'' ATORE TOMl\fASI - Di mag1ia1ii1no pri1icipe co1tsigliere nzagna1iinio - Dell'una e delt' altra scie1iza - In Italia rr"1tnovatore.

L'uno clalta reggia e dalle batta.c;tie della patria L'altro dall'esilio e daUe vi,qilie della scie1tza Convennero quassù - In u1i co11zu1ie pe1isiero di carità e rli sapere - Il di XIII novembre MDCCCLXIII - Sinibolo dell'1lnità rlelte forze - 01tde sorse L'Italia redenta. BRUXELLES. - All'11° Congresso internazionale d'igiene e demografia., che si riunirà qui il 2 settembre prossimo venturo, prenderanno parte più di 2000 medici-igienisti. I lavori del Congresso sono stati di~isi in otto sezioni, cioè: 1 a Bacteriologia, microbiologia e parassitologia applicate all' igiene; 2a Igiene alimentare: scien~e chimiche e vete· rinarie applica te ali' igiene; 3a Tecnologia sanitaria: ingegneria ed architettura applicate all'igiene; _4a. Igiene industriale e professionale; 5a Igiene dei trasporti in ferrovia e per mare; 6a Igiene amministrativa: profilassi delle malattie trasmissibili; ca.se operaie; igiene dell'infa.n zia ; 7a. Igiene coloniale ; sa. Demografia. Il Comitato ordinatore del C<?ngresso, presieduto dal prof. Beco, segretario generale, per ogni argo· mento scelse varii relatori di diverse scuole e di diverse nazioni, fra i quali i relatori italiani sono i seguenti: « Sulla malaria », l'on. Celli, deputato al Parlamento. •« Sulla organizzazione dell'insegnamento della meclicina coloniale » , prof. De Giaxa. l

Sull'azione dei poteri pubblici nella lotta con· tro la tubercolosi », prof. Santoliq11ido. « Sulla statistica e sull'3 cause dei suicidi », prof. Rasori. « Su questioni di emigrazione », prof. Bosco. « Sulla fatica », prof. Treves. « Sulla epurazione bacterica dell'acqua delle cloache :., prof. Pagliani. « Sulle acque potabili dei terreni calcarei », prof. Nicolis. « Sulla sterilizzazione delle conserve alimentari . », colonnello Sforza. « Sulla tubercolosi t1mana e su quella degli animali domestici », prof. Go sio. « Sul valore profilattico del siero antidifte· rico », prof. Pavone. « Sull'azione e sull'origine delle sostanze attive dei sieri preventivi e dei sieri antitossici », prof. Belfanti. • «

PARIGI. - Per iniziativa presa dal governo italiano, nel prossimo ott.o bre si riunirà qui la Confe· r enza internazionale per la revisione delle \rigenti convenzioni sanitarie, allo scopo di meglio conciliare le esigenze del commercio mondiale con quelle della difesa contro la diffusione delle infezioni esotiche, e di tener conto dei progressi scientifici raggiunti in questi ultimi anni nelle molteplici indagini di laboratorio, nonchè dei rest1ltati della esperienza epidemiologica compiutasi dopo la convenzione di Venezia del 1897.

Nomine, promozioni, onorlfloenze. Nell'Università di Cagliari, il dott. Vittorio Remedi, profess-0re straordinario di patologia speciale dimostrativa chirurgica, è stato trasferito, dal 16 luglio 1903, alla cattedra di clinica chirurgica e medicina operatoria con lo stesso grado di straordi· nario, fu nominato direttore della clinica relati va, e venne confermato, per l'anno scolastico 1903-904: n egli uffici sopraindicati, dal 1° novembre 1903.

** * Facoltà medica

Ro~IA.

- La della R. Università di Roma ha conferito ql1attro posti di studio della fondazione Corsi, di lire 900 ciascuno, ai dottori : Caccini Attilio - De Marchis Francesco - Scaffidi Vittorio - Valenti Gil1lio. La stessa Facoltà ha poi dichiarato nieritevoli delta 1nen,zio1ie 01iorevole gli altri concorrenti dottori: Flamini Mario - Maiano Nicola. - Mancioli Francesco - 1\!Iaria11i Filippo.

* ** Rolandi,

Il dottor Ulderico nostro collaboratore, è stato nontjnato, per concorso, medico della Unione Pio-Tipografica Italiana, sezione di Roma, posto resosi vacante per la n1orte del dottor cava~ lier Pietro Baruffi.

Conoorsl e oondotte. (Canipobasso). - È aperto il concorso alla nomina del medico condotto per i soli poveri, cui è annesso l'annuo stipendio di lire 1400, compres.o in ~sse l'assegno di lire 100 come medico necroscopo, e con l'assegno eventuale di altre lire 100 O\e l'eletto venisse a conseguire anche la nomina di ufficiale sanitario. Va spiegato MONTENERO

DI

BISACCI•.\.

(31~

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1408

IL POLIOLINIOO

che lo stipe-ndio di cui sopra verrà corrisposto all'eletto per la sola assistenza alle famiglie povere che raggiungono il numero di 200 circa, mentre il paese conta 5500 abitanti. Trovandovisi attualmente un solo medico, l'eletto a medico condotto, esercitando privatamente la professione, potrà guadagnare circa altre lire 3000 annue. I concorrenti dovranno presentare, oltre alla laurea ed ai ce~tificati di studi speciali, un certifi· cato rilasciato dalla segreteria dell'Università, dal quale risultino i punti ottenuti nei singoli esami. Dovranno pure presentare i doc-umenti comprovanti: . a) di essere cittadino italiano; b) di · aver ten11ta sempre buona condotta mo· rale e civile e di nQn essere mai incorso in una delle condanne per le quali, ai termini dell'art. 22 della legge comunale, non si può essere nè elettore nè eleggibile; e) di essere di sana costituzione fisica; d) di aver soddisfatto agli obblighi della leva militare. ·La nomina, a norma di legge, avrà la durata di · lln triennio; e l'eletto potrà essere ·disdetto tre mesi priwa della scadenza del detto p eriodo di tempo. Le domande, corredate dei suddetti documenti e certificate, q11esti di data recente, dovranno essere esibiti nella segreteria comunale nel termine df giorni 15 dalla data dell'inserzione del presente avviso nel nostro periodico. L'eletto dovrà assumere il servizio non oltre 15 giorni dopo l a comunicazione della nomina. Il capitolato, contenuto nella deliber~ consigliare 19 giugno 1903, n. 33, approv~to dall'ill.mo signor Prefetto della provincia, addì 7 luglio, div. 3a, sez. 1 a, n. 18039, è visibile nella segreteria comunale in tutte le ore d 'ufficio. CERVASCA (Cun,eo). - Mèdico condotto, ufficiale sanitario ·d el consor~io Cervasca e Vignolo, lire 1400, Cl1ra poveri. Scadenza 8 settembre. I SOLA DELLA SCALA (Verona). - Medico chirurgo del 1° riparto, lire 2200. Obbligo direzione Ospedale ed annesso Asilo di mendicità. Se nomi· nato ufficiale sanitario, lire 300 e lire 150 quale eventuale sanitario del carcere mandamentale. Oc· corre tir0cinio di. un . biennio in Clinica o in lln riparto chirurgico di un Ospedale. Scadenza 15 set· tembre. ROMA (Ministero dell'intRrno). - Concorso per esame e per titoli a dieci posti di medico di porto di 3a classe, con lo stipendio annuo ili L. 2500. Scade 30 settembre.

Indice alfabetico analitico del Dresente numero.

.Alterazioni del midollo osseo nel tifo addominale. - Frankel . • . • . . • Pag. 1400 Anomalie dell' arterja linguale dal punto di vista chirurgico. - Meriel e Flore"'tlce . . » 1389 Asma (Cura dell'). - Huchard . . . . • » 1401 Cancri dell'apparecchio uro-genitale nelle questioni del cancro in genere (Importanza dei). - Posner . . . . . • • . . . • » 1383 Catgut (Metodo facile e rapido per sterilizzare il - ed il materiale per le suture). Garra tt • . . • • . . . . • • . » 1389 Cenni bibliografici • • • . • • . . • » 1404

[ANNO

IX,

FASO.

Chioc:U di avorio per riparare il difetto osseo nella lussazione congenita dell'anca (L'impianto di). - Ingianni . . • . . • . Pag. Cisticercus cellulosae (Sopra un caso di) . Roscia no . . . . . . . . . . • . » Cloroformio usato quale anestetico generale (L'azione sui reni del). - Onorato. . • » Colecistite purulenta (Per la diagnosi della) . » Concorsi e condotte . . • • . . . • . » Congresso medico regionale ligurè (VIII) . >> Cran1po del bulbo oculare ~ella convergenza (Del). - Rothmann • . . . . • . • » Diabete e carcinon1a. ·- Boas • . . • .. » Diarree estive . • • • . . . • . • . >) Dolore oculare: suo significato, varietà e trattamento (Il). - Percy Dunn. . . . . » Drenaggio (Contro il). - Olshausen . . . » Edema pulmonare acuto; sua cura e prevenzione (L'). - Merklen . . . . . . . » Gangli linfatici causa d'ittero. - Brew'er . » Gozzo maligno (Contributo clinico ed anatòmo-patologico allo studio del). Lu.. sena . . . . . . . . . . . . » Infezione mista nella tebbre tifoide (Alcuni casi di). - Fornaca . . . . . . . . » Iperidrosi palmare e plantare (Cura dell') • » Ittero ereditario. - Pink . . • . . . . )> Ittero nella litiasi e nel cancro delle vie biliari (Esiti differenti dell')._ - Chauf. fard. . . . . • • . . . . . . » Nomine, promozioni, onorificenze . . . . » Notizie diverse. . . . . . . . . . • » Odori e i disturbi digestivi (Gli). - I val . » Organi · ematopoietici (Rapporti che esistono fra le infezioni leggiere e gli). Freg'ffiuth •

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Paralisi e lagrime. - Marandon de Montyel . . . . . . . . . • . • • Parti prematuri provocati nelle vjziature pelviche. - Ceni . • . . . . . . • . Peritonite nel decorso della febbre tifoide senza perforazione, - Y ates . . . . . Peri toni te tubercolare colle iniezioni iodoiodura te alla Durante (La guarigio11e dell_a). - Di Biagi . . . . . . . • . . • Pioemia otitica (Contributo allo studio della). - Marri • . • . . . . . . . . . Polvere dentifricia di Messalina (La) . • . Risposte a quesiti e a domande. . . . • Sanatorii per i poveri. Noterelle esplicative (Il concorso per i). . . . . . • • . Saturnismo acuto ed occlusione intestinale. Lodi . . • . . • . . . • . • . . Suppositori di ghiaccio contro la dissenteria. - Kagen sky • . . • . . . . . . . Suppurazione dell'orecchio medio (Indicazioni per l'intervento operativo nella). - Potts Sutura arteriosa (Valore pratico della). Léj ars . . . . . . • . . . . . . Tifo e m alaria (Per la diagnosi differenziale fra). - Rogers • . • . . . . . . • Tiroide e veleni organici durante la gravidanza (eclampsia): - Moussu e Charrin Tubercolosi polmonare e diabete zuccherino . · - Rénon. . . . . . • • . . , . Tubercolosi vescicale (Curabilità della) . • Tumori da resti paradentari cçontributo allo studio dei j. - O berti . • . . . . . Ufficiali sanitari (Per gli). - Ricciarcli . . Urologia (La chiave dei sogni applicata all'). - Viellard . . . . . • . . . . .

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