Gazzetta dello sport 09 09 2014

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www.gazzetta.it martedì 9 settembre 2014 1,40 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA VIA CAMPANIA 59/C - TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

ITALIA

anno 118 - Numero numero 212

TUTTI PAZZI PER POGBA

INTER OGGI COLLOQUIO CON IL GIOCATORE

Mazzarri è tentato: Guarin dietro Icardi Palacio e Osvaldo non sono al massimo: col Sassuolo c’è l’idea del colombiano

FINORA VINCE PIU’ DI PLATINI E ZIDANE RINNOVO IN VISTA: JUVE FINO AL 2019

www.ACMilanArabic.com 3 Paul Pogba a 21 anni e 6 mesi ha più titoli e più presenze con la Francia dei suoi illustri predecessori

3 Fredy Guarin, 28 anni. All’Inter da gennaio 2012 PEGASO

BOCCI, DELLA VALLE, LAUDISA ALLE PAGINE 10-11

DALLA VITE A PAGINA 12

VIA ALLE QUALIFICAZIONI EURO2016

CONTE QUESTA CONTA

A Oslo (20.45) esordio europeo per il nuovo c.t., che dice: «Sono qui per unire, non per dividere». L’Italia in Norvegia non vince dal 1937. Allora segnarono Piola e Meazza, stavolta tocca a Zaza e Immobile

F.1 ALTA TENSIONE SUL CASO MONTEZEMOLO

Marchionne in Ferrari verso la presidenza Della Valle lo attacca Blitz a Maranello dell’a.d. Fca: pronta la sua squadra Diego: «Paghi le tasse in Italia». Alonso è inquieto 3 Montezemolo e Marchionne ALLIEVI, CREMONESI, PERNA, TOSI ALLE PAGINE 20-21

CICLISMO DUE CORRIDORI ESPULSI IN CORSA

Sputi, insulti, pugni: che ring alla Vuelta! Contador scatto da re

ELEFANTE , LICARI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 4

ilRicordo

QUANTA ANSIA PER IL MIO DEBUTTO DI ARRIGO SACCHI

3 La rissa tra Rovny e Brambilla AZANZA GHISALBERTI ALLE PAG. 22-23, PASTONESI A PAG. 17

A PAGINA 17

TENNIS LA WILLIAMS REGINA DEGLI US OPEN

UNDER A 4 PUNTE CON CIPRO UNA VITTORIA ED È PRIMA

Antonio Conte, 45 anni, ha un contratto di due anni con la Figc IPP

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INTERVISTA L’ALLENATORE E IL COLPO IN PORTOGALLO

BIANCHIN, D’ANGELO A PAGINA 7

RIFORME I PROGETTI DI TAVECCHIO IN CONSIGLIO

EXTRATIME

De Biasi: «Albanesi brava gente «Rose di 25 con 8 del vivaio Avremmo battuto pure CR7» per aiutare il nostro calcio»

L’ONDA ANOMALA DEI NUOVI TECNICI

LONGHI A PAGINA 9

ALL’INTERNO 8 PAGINE

CECCHINI A PAGINA 5

Serena: «L’amore? Non ho tempo...» MARTUCCI A PAGINA 25

IL ROMPIPALLONE DI GENE GNOCCHI

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Tavecchio: «In Serie A voglio almeno quattro italiani». Le società: «Ok, l’arbitro e i suoi assistenti».


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PRIMO PIANO NAZIONALE

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VERSO EURO 2016

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Tutto il programma

Oggi Gli azzurri giocano a Oslo per il debutto nel girone H (con Croazia, Norvegia, Bulgaria, Azerbaigian e Malta) oggi alle 20.45. A ottobre altre 2 sfide Doppio impegno a ottobre: in programma ItaliaAzerbaigian venerdì 10, mentre lunedì 13 si va in trasferta a Malta. A novembre la Croazia Ultimo impegno del 2014 è previsto per domenica 16 novembre in casa contro la Croazia. Le sfide del 2015 Si comincia sabato 28 marzo con la trasferta in Bulgaria. A giugno (venerdì 12) il ritorno in Croazia. Gli ultimi appuntamenti saranno: Italia-Malta il 3 settembre; Italia-Bulgaria il 6 settembre; AzerbaigianItalia il 10 ottobre; si chiude con Italia-Norvegia il 13 ottobre.

NIENTE SCHERZI QUI FA FRESCO Dal Brasile a Oslo puntando la Francia Si apre l’era Conte

Primo impegno da 3 punti per l’Italia nelle qualificazioni europee Il neo c.t. trova una Norvegia giù nel ranking (53a), ma ostica: non la battiamo in trasferta da 77 anni. Florenzi farà il Vidal, Darmian in pole su Candreva, visti i larghi esterni avversari DAL NOSTRO INVIATO

lia contro l’Olanda può essere definita con altri tre aggettivi: corta, aggressiva, esplosiva. Il fatto di essere corta, e neanche troppo alta, Non è da sottovalutare il fatto che da ha obbligato subito l’Olanda ad allontanare i settantasette anni l’Italia resti a secco in Nor- difensori dal portiere. Quindi il pressing a vegia. Soprattutto perché, dopo quelli dei centrocampo, l’impostazione del doppio play mitici Piola e Meazza, gli altri confronti si so- De Rossi-Bonucci, e la velocità esplosiva e no svolti tutti nel calcio moderno, dal 1987 al sincronizzata di Zaza-Immobile l’hanno ca2005, e sono quindi attenstigata. Sarebbe bello ridibili. Anche in Italia la fapetersi, ma la Norvegia tica è stata spesso oltre Contro l’Olanda, il c.t. non cadrà nella stesse inogni immaginazione. Però ha avuto una squadra genuità: è meno presunè vera un’altra cosa: che tuosa, ha un c.t. a rischio e corta, aggressiva, questo, storicamente, è s’accontenterebbe di un esplosiva. Qui però uno dei peggiori momenti pari come profetizza il sarà diverso (calcistici) della Norvegia, santone Olsen. L’Italia di affondata nel ranking Fifa Bari può già suggerire (53a), assente nel Mondiaun’interessante variaziole dal ’98 e nell’Europeo ne sul tema rispetto alla Manca una torre stile dal 2000. Juve ossessiva nel possesLlorente nella sua Un solo successo (in so palla e nell’installarsi Juventus, ma sarà Moldova), 6 gol fatti e 21 nella metà campo altrui irrinunciabile il lavoro (finendo con sbattere consubiti nelle ultime 12 pardi mezzali aggressive tite. tro difese schierate e affolSegnali contraddittori late): visto che manca uno che s’incrociano con una come Llorente, torre tradizione beneaugurante: la prima panchi- d’area, meglio restare qualche metro indiena ufficiale di Sacchi (1-1, 1991) e Lippi (2-1, tro e sfruttare di più spazi larghi e velocità. 2004) cadde proprio con i norvegesi, e par- Importante che restino carattere, grinta e faliamo degli ultimi due c.t. a raggiungere una me del c.t.. finale mondiale. Insomma: vincere oggi a Mezzali da Conte Della Juve, poi, è irrinunOslo vale molto più dei, pur importantissimi, tre punti. E si può fare. ciabile il lavoro delle mezzali aggressive che, FABIO LICARI OSLO (Norvegia)

L’Italia di Antonio Conte durante il primo allenamento all’Ullevaal Stadium di Oslo AP

Come la Juve ma… Parafrasando Conte, l’Ita-

LA SITUAZIONE

Giorno di debutto anche per le altre quattro eurorivali GRUPPO H Oggi Azerbaigian-Bulgaria Croazia-Malta Norvegia-ITALIA

ore 18 ore 20.45 ore 20.45

LE PROSSIME PARTITE: Bulgaria-Croazia

10/10/14

ITALIA-Azerbaigian

10/10/14

Malta-Norvegia

10/10/14

Croazia-Azerbaigian

13/10/14

Malta-ITALIA

13/10/14

Norvegia-Bulgaria

13/10/14

Azerbaigian-Norvegia

16/11/14

Bulgaria-Malta

16/11/14

ITALIA-Croazia

16/11/14

a turno, s’infilano verso l’area per comporre un attacco a cinque: ecco il motivo della probabile scelta di Florenzi – il più simil-Vidal per ritmo, «tigna» e tiro – accanto a Giaccherini, sebbene questa scelta andrebbe contro i principi di una coppia con tanti centimetri. L’altro dubbio, Darmian-Candreva, vede il torinista favorito dall’idea di una Norvegia con esterni larghi. In ogni caso la lotta per la seconda maglia di mezzala è apertissima: con De Rossi play eletto, con Marchisio primo interno, Conte va in cerca del suo Vidal e il romanista dovrà fare di tutto per convincere della bontà della scelta. Rivincita europea Dalla Juve, inoltre, può scaturire una sfida tutta personale per il c.t. che in Italia ha vinto e stravinto, conquistando tre scudetti di fila, ma non è riuscito a ripetersi in Europa. Un’interpretazione buonista è che il primo

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i precedenti tra Italia e Norvegia In 7 incontri, l’Italia si è imposta 4 volte, la Norvegia una e due sono stati i pareggi. In terra norvegese, però, su 2 confronti, una vittoria dei padroni di casa e un pareggio.


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QUI NORVEGIA

Squadra raccolta E poi attenti alle ripartenze OSLO (s.v.) Sarà una Norvegia all’italiana, rannicchiata in non possesso palla (4-5-1) e pronta a distendersi in contropiede (4-3-3). Bisognerà maneggiare con cura i due esterni, soprattutto quello di sinistra, il marocchino naturalizzato norvegese Tarik Elyounoussi: gioca nell’Hoffenheim ed è un’ala svelta. A destra Moller Daehli, che però non sta bene. In avanti occhio a King, padre del Gambia e madre norvegese. È attaccante del Blackburn, seconda divisione inglese. Non dipingiamo però i norvegesi più forti di quel che sono: nel ranking Fifa annaspano al 53° posto, dietro Sierra Leone (50) e Uzbekistan (51). Allo stadio è annunciato l’esaurito (26.500 spettatori). Anche Norvegia-Italia 2-1 valevole per le qualificazioni a Euro ‘92 fece registrare il sold out. Tocchiamo ferro.

COSÌ IN CAMPO A OSLO ORE 20.45 METEO Nuvoloso, temperatura 14°

TARIK ELYOUNOUSSI NORVEGIA 4-5-1 10 Ala sinistra di origini marocchine, gioca in T. ELYOUNOUSSI 2 Germania e punta tutto HOGLI su dribbling e rapidità: se salta l'uomo, può 19 creare scompiglio JENSSEN 23

12 NYLAND

14 DARMIAN 7 ZAZA

ITALIA 3-5-2 13 RANOCCHIA

8 FLORENZI

ZAZA Come con l’Olanda, verrà incontro al pallone per far uscire un difensore e appoggiare, o lanciare di prima, mmobile Immobile in n velocità

www.ACMilanArabic.com 6

7 KING

S. JOHANSEN 8 NORDTVEIT

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QUI ITALIA

STADIO Ullevaal Stadion, 25.000 spettatori

FORREN

LA GAZZETTA DELLO SPORT

16 DE ROSSI

15 SKJELBRED

9 IMMOBILE

16 20 ELABDELLAOUI MOELLER DAEHLI

DE SCIGLIO

ALL. Hogmo

1 BUFFON

3 GIACCHERINI

20

PANCHINA: 1 Jarstein, 22 A. Hansen, 3 Semb Berge, 4 Hagen, 5 Flo, 9 Samuelsen, 11 Pedersen, 14 Konradsen, 21 Tettey, 18 M. Elyounoussi, 22 Kamara SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Linnes e Hedenstad

19 BONUCCI

5 ASTORI

ALL. Conte

PANCHINA: 12 Sirigu, 23 Perin, 4 Ogbonna, 2 Maggio, 15 Pasqual, 6 Candreva, 21 Verratti, 18 Parolo, 17 Poli, 22 Destro, 10 Giovinco, 11 El Shaarawy SQUALIFICATI: Marchisio DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Barzagli, Chiellini, Pirlo, Montolivo, G.Rossi, Pazzini

ARBITRO Miloard Mazic (Ser) GUARDALINEE Ristic-Djurdjevic (Ser) ADDIZIONALI Grujic-Filipovic (Ser) QUARTO UOMO Petrovic (Ser) TV Rai 1 e Rai 1 HD INTERNET www.gazzetta.it

Rifinitura a Oslo sotto la pioggia Difesa invariata OSLO (f.li) Sotto una pioggia leggera, anche se non fa troppo freddo, allenamento di rifinitura degli azzurri circa un’ora dopo l’atterraggio a Oslo. Conte permette alla stampa di rimanere fino alla fine, tanto non rivela niente perché gli ultimi schemi sono stati provati in mattinata a Coverciano, contro l’Under 18 di Vanoli, con la solita difesa (Ranocchia, Bonucci e Astori), De Rossi play e due coppie fisse a centrocampo: FlorenziGiaccherini, Parolo-Poli. Qui a Oslo i giocatori sono stati impegnati in corsetta, palleggi e tiri (molto preciso Quagliarella), per prendere confidenza con luci e atmosfera dell’Ullevaal. A bordo campo tutti i dirigenti federali, dal presidente Tavecchio all’immancabile Lotito, ma non in divisa ufficiale come a Bari. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GDS

l’urlo di Antonio Separati alla nascita Conte esordisce nella patria di Munch A guardarli bene sembrano essere stati separati alla nascita il protagonista de «L’urlo», opera del norvegese Edvard Munch, e Antonio Conte in versione «panchina».

anno con il Bayern Monaco (poi campione) sarebbero comunque caduti tutti, alcuni malamente (vedi il Barcellona stracciato tra andata e ritorno). L’anno successivo lo stop è stato, se possibile, più bruciante perché procurato anche dalla neve e dal gran lavoro dei giardinieri del Galatasaray, bravissimi e impuniti nell’arare la metà campo bianconera impedendo lo svolgersi di qualsiasi manovra. Due precedenti da prendere a calci. L’occasione: la nuova vita di Conte che riparte proprio dall’Europeo. Verso Francia 16 Nell’edizione che qualifica quasi una squadra su due, sarebbe ben strano fallire l’appuntamento. Si va in campo a Oslo conoscendo il risultato della Bulgaria (contro il misterioso Azerbaigian), mentre in contemporanea la Croazia riceverà Malta. Se azeri e maltesi sono gli avversari di ottobre nel mirino degli osservatori del c.t., non ci vuole un genio per immaginare che la Croazia è l’altra favorita del gruppo e la Bulgaria – tutto in teoria – dovrebbe contendere il terzo posto, quello dei playoff, alla Norvegia. Da 20 partite di qualificazione europea (10 Donadoni, 10 Prandelli) l’Italia non perde, anzi: 17 successi e 3 pareggi. Ultimo k.o. il 6 settembre 2006, Francia-Italia 3-1. Ma oggi non è un debutto qualunque, nell’anno (quasi) zero dell’Italia che dagli anni ‘60 non usciva così a pezzi, non solo nei risultati, da due Mondiali consecutivi.

I precedenti NORVEGIA AVARA CON GLI AZZURRI

Non vinciamo dal ’37 Zaza e Immobile, fate come Piola e Meazza I due mitici cannonieri di Pozzo firmarono l’unico successo dell’Italia a Oslo. Ci riprovano due ragazzi rampanti. Anche se tutti chiedono di Balotelli ...

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COPPIA ATTUALE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ciro Immobile, 24 anni, è passato dal Torino al Borussia Dortmund nell’ultima sessione di mercato. È cresciuto nel settore giovanile della Juventus

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Simone Zaza, 23 anni, è diventato un giocatore tutto del Sassuolo durante l’ultima sessione di mercato. La Juve mantiene un’opzione di ri-acquisto

Silvio Piola e Giuseppe Meazza, compagni in Nazionale dal 1935 al 1939 DAL NOSTRO INVIATO

SEBASTIANO VERNAZZA @GazzaVernazza OSLO (Norvegia)

Una sola volta, nel 1937. Da 77 anni l’Italia non vince in Norvegia. Per scovare l’ultimo e unico nostro successo a Oslo e dintorni bisogna risalire al 27 maggio 1937. Stesso stadio di stasera, l’Ullevaal, più volte ristrutturato nel corso del tempo. In quel fine maggio mini tournée degli azzurri: prima a Praga per la Coppa Internazionale e poi in Scandinavia via Parigi, col treno. La Nazionale, guidata da Vittorio Pozzo, era campione del mondo in carica e l’anno successivo avrebbe rivinto il Mondiale. Si esibì all’Ullevaal in amichevole - a differenza di oggi che si gioca per i tre punti - e si impose per 3-1, gol di Mezza e doppietta di Piola. Quasi ottant’anni più tardi ci riproviamo con Zaza e Immobile, e l’accostamento un po’ fa sorridere, perché Meazza e Piola, da tempo scomparsi, sono due monumenti del nostro calcio. Altra epoca, altro mondo. L’Italia era impri-

Meazza segnò da infortunato, uscì dal campo nel primo tempo e rientrò nel secondo gionata nella dittatura del fascismo e l’inviato della Gazzetta usava la parola «camerati» per definire i nostri giocatori. Uscire e rientrare In quel calcio antico succedevano cose strane. Non c’erano le sostituzioni, così poteva capitare che un giocatore si infortunasse, che uscisse per un po’ e che rientrasse. Nel 1937 all’Ullevaal accadde a Meazza. La cronaca della Gazzetta del giorno dopo riferisce di un infortunio muscolare dell’attaccante dell’Ambrosiana Inter. «Strappo all’inguine», scrive il cronista, roba da non camminare più per un po’, ma le iperboli piacciono un sacco a Benito Mussolini e sui giornali se ne fa largo uso. Meazza «eroicamente» rimane in campo e realizza lo

0-1 su assist di Piola. Verso la mezz’ora esce perché non ce la fa più e l’Italia chiude il primo tempo in dieci. A sorpresa Meazza riappare sul terreno al primo minuto della ripresa: allora si poteva, immaginate oggi una cosa del genere. Gioca da fermo e tanto basta. Piola fa una doppietta, i norvegesi si guadagnano il gol dell’onore. Da allora i confronti coi norvegesi non si sono mai conclusi con più di una rete di scarto in un senso o nell’altro, segno che tra noi e gli avversari di stasera regna un certo equilibrio. Il bilancio complessivo ci è favorevole - otto vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte -, ma all’Ullevaal non troveremo un tappeto rosso, per quanto l’attuale Norvegia sia annunciata come nazionale dimessa e in cerca d’identità. Ciro & Simone Ciro Immobile e Simone Zaza proveranno stasera a imitare Piola e Meazza. Nel senso del risultato e basta: non si può chiedere a due ragazzi di emulare due mostri sacri, suonerebbe ridicolo. Si va a caccia di conferme, si spera che Bari non sia stata un’allucinazione. Immobile gioca nel Borussia Dortmund e l’Europa lo riconosce come attaccante di livello internazionale. Zaza sta nel Sassuolo, ma la prestazione con l’Olanda ha fatto circolare il suo nome. Ovunque nel mondo si chiedono perché Antonio Conte non abbia convocato Mario Balotelli e Oslo non ha fatto eccezione. Il c.t. norvegese Per Matias Hogmo ha così risposto a una domanda su SuperMario: «Immobile è del suo livello (di Balotelli, ndr) e mi sembra più stabile». L’interprete non ha specificato che cosa intendesse Hogmo per «stabile», libera interpretazione. Affermazione discutibile, ma che rende l’idea di come sia cambiata altrove la percezione dell’Italia in pochi mesi. Leonardo Bonucci prepara altri lanci per i due davanti: «Con Immobile ci siamo capiti in tre minuti. Prima della partita con l’Olanda gli ho detto: “Quando mi vedi posizionato sulla destra, preparati ad attaccare la profondità”. E così è andata». È ora di dare un seguito alla vittoria del ‘37. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Conte, stop polemiche «Non voglio dividere L’Italia vince se unita» Il c.t.: «Ho le spalle larghe, Lotito e Chiellini non sono casi In nove giorni s’è lavorato bene: qui c’è grande apertura» avanti verso i club e i colleghi dei club, io sono qui per unire e non per dividere, perché se si vuole fare qualcosa di importante è solo l’unione che fa la forza. Detto questo, episodi e fraintendimenti come quello dei giorni scorsi possono capitare: ci servirà come esperienza, per perfezionare la gestione di situazioni del genere». Attrazione fatale Ma è una serenità che nasce soprattutto dall’interno, dal cuore della squadra e dal cuore che ci ha messo Conte: «In nove giorni abbiamo dovuto fare il lavoro che in una squadra di club fai in un mese, ma l’abbiamo fatto bene. Nella squadra ho trovato una grande apertura: penso che la mia credibilità non arrivi solo da quanto ho fatto o dalle regole che detto, ma dal lavoro che faccio giorno dopo giorno, e mi pare che l’idea di calcio che vogliamo proporre abbia attratto i giocatori. E mi pare che i giocatori l’abbiano recepita bene». È un’idea di calcio che per Conte è sempre stata un mezzo: il fine è noto e qualunque parallelo con altre realtà, ad esempio la Ferrari, è conseguenza: «Sapete bene quanto ci tenga a vincere, quanto ami lavorare per quell’unico obiettivo. Per il Paese la Ferrari rappresenta un po’ quello che rappresenta la Nazionale, dunque auguriamoci il meglio per entrambe le realtà».

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LE AMICHEVOLI

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Ieri Corea del SudUruguay 0-1, Arabia SauditaAustralia 2-3 Oggi Cina-Giordania (ore 7.35), IndonesiaYemen (12), GiapponeVenezuela (12.20), Singapore-Hong Kong (13.30), Qatar-Perù (17.30), Kuwait-Bahrain (19) Prima volta Il Kosovo ha ottenuto domenica la sua prima vittoria in campo internazionale: 1-0 all’Oman, dopo un pari e due sconfitte

IL TEMA

Difesa da blindare Bonucci sicuro: «Ci divertiremo» La Nazionale di Prandelli ha incassato gol in 9 delle ultime 10 gare, ora serve la svolta Lo juventino: «Noi attenti già con l’Olanda» DAL NOSTRO INVIATO

OSLO (Norvegia)

Antonio Conte non ha mai detto a una sua squadra: dobbiamo attaccare, punto. Ha sempre detto: proviamo a difenderci attaccando. Anche con 4-5 giocatori, ma a una condizione: portare lo stesso numero di giocatori a fare da equilibratori della fase difensiva. Il dato è banale, ma non mente: la sua Juventus ha vinto gli ultimi tre scudetti consecutivi mettendo fra sé e le avversarie sempre la migliore difesa del campionato. Per distacco.

www.ACMilanArabic.com « DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE @andrelefante OSLO (Norvegia)

Giovedì a Bari c’era il brivido del debutto, di uno stadio amico, vecchie emozioni, sensazioni nuove e risposte con il paracadute: era la prima volta, ma era un’amichevole. Oslo no: forse la stessa emozione («Ma mi sono già portato avanti a Bari», ha sorriso il c.t.), però altri brividi. Stasera si vede il manico di Antonio Conte, non solo la mano. Stasera quel che succede va agli atti negli archivi, ma anche in classifica: ci si ricorderà di come è finita molto più che di dove tutto è successo. Che poi lo stadio Ullevaal al momento non è questo gran ricordo, per Conte. Giugno 2000, amichevole pre-Europeo, Zoff in panchina, lui (con Fiore) a far da spalla ad Albertini: sconfitta 1-0 e distorsione alla caviglia destra, con sostituzione dopo neanche mezzora. Stasera,

Conte spera di non dover sostituire certi numeri messi in fila da chi lo ha preceduto: nelle qualificazioni all’Europeo l’Italia è imbattuta da 20 partite (17 vittorie e un pareggio) e non cade alla prima tappa di questo cammino da quarant’anni. Unire, non dividere Non sono confronti da cattivi pensieri: «Sono molto sereno, come prima dell’Olanda», dice Conte. È una serenità che arriva dall’impermeabilità a certe scossette o scossoni di questi giorni, dalla querelle Lotito alla polemica Chiellini: «Visti i miei trascorsi ho le spalle larghe, ma questi non li considero casi. Lotito in qualità di consigliere federale ha tutto il diritto a venire con la Nazionale e comunque non si permetterebbe mai sconfinamenti inopportuni. Quanto a Chiellini, partiamo da un presupposto: siamo tutti sulla stessa barca e c’è bisogno di tutti. Io farò sempre un passo

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Antonio Conte 45 anni, durante la rifinitura all’Ullevaal Stadion di Oslo: il c.t., che arriva da 3 scudetti di fila con la Juventus, ha firmato un biennale con la Federcalcio

LAPRESSE

Temo la Norvegia Da subito, Norvegia permettendo: «Non c’è mai nulla di facile e quanto possa essere un’avversaria difficile da affrontare l’ha dimostrato contro l’Inghilterra, con un centrocampo più folto rispetto alle partite precedenti: sono molto attenti nella fase difensiva, ma vedrete che con le ripartenze proveranno pure a vincere». Una cosa è certa: stasera non sentirete dire a Conte che gli hanno rubato l’idea. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le cifre non mentono Giovedì scorso a Bari, l’Olanda in dieci dopo pochi minuti non era stato il test crash che forse il commissario tecnico auspicava per il suo reparto arretrato. Il test ci sarà stasera in Norvegia: non è dato sapere quanto «crash», quello che si sa già è che non prendere schiaffi sarà importante almeno quanto darne. E a proposito di schiaffi, altri numeri che non dicono bugie: prima del 2-0 all’Olanda, nelle ultime dieci partite l’Italia aveva subìto più gol di quanti ne aveva segnati (12-10) e solo una volta su dieci (Italia-Irlanda 0-0 in amichevole, lo scorso maggio) aveva tenuto la sua porta al sicuro. Tanto che il record nel girone di qualificazione all’Europeo 2012 (due gol presi in dieci partite, otto a portiere imbattuto) era scolorito via via come un ricordo lontano. Tanto che da più di un anno - San Marino e Repubblica Ceca, maggio e giugno 2013 - non contiamo due partite di seguito con lo zero alla casella reti subìte.

Dice Astori Stasera, dopo aver chiuso la porta all’Olanda, si può fare il bis. Sono fili che il commissario tecnico ci terrebbe a riallacciare e i gio-

Leonardo Bonucci, 27 anni AFP

Conte ti martella in ogni minuto di ogni allenamento. A noi difensori dà più certezze DAVIDE ASTORI DIFENSORE ITALIA

catori è da una settimana che prendono nota. Il penultimo a sottolinearlo era stato Astori, candidato titolare nella linea a tre molto poco simil Juve di stasera: «Conte non ti martella solo in panchina, ma anche in ogni minuto di ogni allenamento. Per noi difensori significa avere più certezze: per le coperture ma pure per le uscite, che così diventano più facili anche per chi non ha i piedi di velluto come me». L’ultimo è stato Bonucci, ieri: «Già contro l’Olanda si è vista un’ottima fase difensiva anche perché la fatica di ritmi di lavoro così intensi è pure divertimento: sudi per conquistare la palla, ma poi ti diverti a giocarla». E però stasera non ci sarà solo da divertirsi: «La Norvegia ha un reparto offensivo di qualità e occhio al suo 4-5-1: agevola molto le ripartenze degli esterni». a.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA

le altre gare del girone

La Croazia con Kovacic Ghedin e Malta scoprono la nuova generazione ROBERT MATTEONI

L’interista Mateo Kovacic, 20 anni AFP

Dopo l’amarezza del Mondiale, dove la Croazia è stata eliminata al 1° turno, la nazionale di Niko Kovac incomincia l’avventura delle qualificazioni per l’Euro 2016. Le polemiche dopo il ritorno dal Brasile, indirizzate in primis al giovanissimo c.t., hanno fato vacillare l’ambiente. Sull’onda si sono ritirati veterani come Pletikosa, Eduardo e Vukojevic. Kovac ha ringiovanito la rosa.

La grande occasione è arrivata per Subasic, Halilovic, Kramaric e Brozovic. Malta è avversaria della Croazia per la quarta volta dal ‘99. Nel 2005, nelle qualificazioni per il Mondiale in Germania, Malta ha tolto due punti alla nazionale di Kranjcar, ottenendo un 1-1. Curiosità: nelle partite giocate a Zagabria la Croazia ha sempre vinto contro i maltesi. Si gioca allo stadio Maksimir e si prevedono non più di 10 mila persone.

Vogts crede ai miracoli L’Azerbaigian prova a fermare la Bulgaria PAVEL KOLEV

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ZAGABRIA, ORE 20.45 CROAZIA (4-2-3-1) Subasic; Srna, Corluka, Lovren, Strinic; Rakitic, Modric; Halilovic, Brozovic, Kovacic; Mandzukic. All. N. Kovac. MALTA (5-3-1-1) Hogg; R.Fenech, Agius, Caruana, Camilleri, Kristensen; P.Fenech, Brog, Failla; Schembri; Mifsud. All. Ghedin. ARBITRO Bezborodov (Russia).

Il c.t. degli azeri Berti Vogts, 67 AFP

La partita vale come uno spareggio per il terzo posto nel girone. E cosi da Berti Vogts, il c.t. tedesco dell’Azerbaigian, si aspettano miracoli. E la vecchia volpe sa bene che nel calcio i miracoli possono accadere. Per il più giovane c.t. della Bulgaria, Luboslav Penev, la situazione non è molto diversa. Dopo aver tenuto in vita fino all’ultimo la possibilità di qualificarsi ai playoff per il Mon-

diale brasiliano, adesso vorrebbe ripetersi in chiave europea. Ma per rimanere in lotta serve prendere tutti i punti a portata di mano come quelli di oggi. Bulgaria senza il portiere Mihaylov, ex Verona; assenti anche il capitano Ivelin Popov, sottoposto a un intervento chirurgico allo zigomo, il difensore centrale Ivan Ivanov, Yordan Minev e Gargorov. A preoccupare il c.t. c’è anche il terreno di gioco della Bakcell Arena. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BAKU, ORE 18 AZERBAIGIAN (4-2-3-1) K. Agaev; Shukurov, B. Gusseinov, Sadigov, Budak; Garaev, Abishov; Abdullaev, R. Aliev, Dzhavadov; Dadashov. All. Vogts. BULGARIA (4-4-1-1) Stoyanov; Hristov, I. Milanov, Bodurov, V. Minev; Manolev, Dyakov, G. Milanov, Nedelev, Gadzhev, Mizanski. All. Penev ARBITRO Yefet (Israele)


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PRIMO PIANO NAZIONALE il personaggio CONSIGLIERE APPASSIONATO

manca una breve chiacchierata anche col c.t. Conte, seduto non lontano.

«Ora siederemo in tribuna» Ma poi Lotito non resiste e torna in panca. Senza tuta Il presidente della Lazio ha dato spettacolo in volo. Rime su tarli e merli e una promessa: «Più fanno così, più io “meno”» DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI OSLO (Norvegia)

Dopo le polemiche di Bari, lo «stil novo» di Claudio Lotito comincia dalla seconda fila del charter che porta la Nazionale ad Oslo. Con l’iperattivismo che lo contraddistingue, a volte parla a due cellulari contemporaneamente fin quando non teme di essere ascoltato dalla cop-

pia di cronisti nei pressi. «Voi come fate a stare qui?», ringhia. E quando gli viene spiegato che hanno pagato il biglietto, ribatte secco: «Non potete stare in questa zona (l’aereo ha una sola classe, ndr). E poi io non ho alcun titolo per rilasciare interviste», conclude con sarcasmo, alludendo alle critiche ricevute. «E io meno» Ma sentendosi osservato, il suo piccolo show continua, regalando al vice presi-

Claudio Lotito, 57 anni, scende dalla scaletta dell’aereo che ha portato la Nazionale a Oslo GETTY

dente dei Dilettanti, Mambelli, un paio di apologhi in rima su tarli, noci e merli. Infine, rivolgendosi al presidente Macalli, aggiunge ad alta voce: «Loro non lo sanno, ma più fanno così, più meno». Chi siano i destinatari della frase, non è difficile immaginarlo. I complimenti, infatti, sono tutti per il personale di bordo del charter, di cui loda il menu, innaffiato da tantissima acqua. Conversazioni? Tante, soprattutto col presidente Tavecchio, anche se non

Ritorno in panchina Inutile dire come l’attenzione sia tutta per lui, ma questo non appanna il feeling con Tavecchio. «Lotito è una persona solare e come consigliere federale ha diritto di stare con gli azzurri. La sua esuberanza è nota. Ma un conto è essere esuberanti e leali, un altro esuberanti e maliziosi. E in lui non c’è alcuna malizia. In ogni caso, mai si è varcata la soglia dello spogliatoio, né lo faremo mai: è un oracolo di Conte. La casacca con la scritta Italia? Quel giorno a Bari pioveva e l’ha presa, ma rientra nelle cose che si possono fare. Ci fosse stato un ombrello glielo avremmo dato, comunque speriamo che ad Oslo abbia un giaccone suo. E la prossima volta, invece che in panchina, andremo in tribuna». Evidentemente più tardi cambia idea, perché alle 19.56 il numero uno della Lazio - dopo un lungo confabulare all’ingresso del tunnel coi dirigenti, su riforme e settori giovanili - insieme al presidente della Figc, si siede di nuovo sulla panchina italiana, mentre la squadra si allena. Stavolta, però, niente casacche della Nazionale per lui, ma solo un elegante montgomery imbottito color marrone. Perché i soliti criticoni non dicano che Lotito in Nazionale è troppo invadente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tavecchio: «Rose a 25 e 8 del vivaio» Venerdì il n° 1 Figc porterà le proposte in Consiglio: «Gli extracomunitari? Faremo come in Inghilterra» DAI NOSTRI INVIATI

MASSIMO CECCHINI FABIO LICARI OSLO (Norvegia)

Da venerdì il calcio italiano prova ad avviare l’iter delle riforme. Il presidente federale Carlo Tavecchio porterà in Consiglio tre proposte: 1) rose delle squadre non superiori a 25 calciatori; 2) 8 di questi (di qualsiasi nazionalità) formati nei nostri settori giovanili; 3) procedure delle licenze per iscriversi al campionato uniformate a quelle dell’Uefa.

Carlo Tavecchio, 71 anni, presidente della Figc dall’11 agosto GETTY

Nodo stranieri A dispetto della volontà, le normative europee impediscono di ottenere una specificità del calcio, senza contare che - a differenza di altre discipline - sembra impossibile che i club facciano un patto per fissare un limite minimo di italiani in campo. Il lavoro, comunque, non mancherà. «Faremo prestissimo, ma l’obbligo di 4 italiani in campo è difficile da attuare: per i 28 Paesi della Ue, vale la legge della libera circolazione. Agiremo sulle rose: ristrette e con l’obbligo di giocatori provenienti dai vivai. E per gli extracomunitari lavoreremo sui curricula, come in Inghilterra. Chiederemo l’intervento del Governo per uno strumento legislativo. La speci-

ficità da inserire nei trattati? Sarà dura, ma ci proveremo. In ogni caso occorre avere un rapporto con la Lega di A. In Italia comunque c’è un bacino di 700mila giovani sotto i 18 anni. Per farli conoscere bisogna realizzare centri federali con diramazioni nelle province e poi nelle regioni. Sarebbe una vetrina per il calcio professionistico che saprebbe dove andare a pescare. La Figc dovrà andare anche nelle scuole per creare, come gli inglesi, delle squadre negli istituti scolastici che possano partecipare a dei campionati». E sul tema il c.t. Conte aggiunge: «Mettere dei paletti per gli stranieri? Quella di Gigi può essere un’idea. In ogni caso bisogna iniziare a pensare qualcosa di serio e di fattibile, perché dopo le parole adesso servono anche i fatti. Mi auguro che si metta in moto un ingranaggio, qualunque cosa si deciderà di fare sarà un grande aiuto per me e per tutte le nazionali giovanili». Uefa Il sistema scelto da Tavecchio è in linea coi regolamenti Uefa per le coppe: rose da 25, con 8 giocatori obbligatoriamente del vivaio (del club o della federazione), i cosiddetti homegrown player, senza distinzione di nazionalità naturalmente. Ed è tutto ciò che

«

suoi giuristi lo sanno bene.

La B è il torneo degli italiani, ma non sono per l’imposizione in campo

ANDREA ABODI PRESIDENTE LEGA SERIE B

il Trattato Ue permette. Per anni Blatter ha cercato di far approvare il 6+5 (6 nazionali e 5 stranieri) ma ha perso: una delle poche battaglie che l’hanno visto soccombere. Intendiamoci: la Federcalcio può pure approvare il 4+7, chiamiamolo così, ma basterebbe il ricorso alla Commissione Ue o un’indagine d’ufficio di Bruxelles, per far saltare tutto. Vero che la pallavolo oggi prevede 3 italiani in campionato, ma è una regola attaccabile in qualunque momento (e il calcio è più monitorato dall’Ue perché più ricco). Insomma: non si può fare e Tavecchio e i

La B italiana Sul tema ha parlato anche Abodi, presidente di B, sull’onda del 76% di italiani impiegati in questa serie nell’ultima giornata. «La Serie B è il campionato degli italiani, spero presto a 20 squadre, ma non credo nell’imposizione di inserire italiani in campo. Campionati? Potremo, per una stagione, proporre 5 retrocessioni con un contributo finanziario straordinario per la quinta retrocessa, e tre promozioni dalla Lega Pro. L’importante è mantenere un’ampia finestra fra la Serie A e la Serie B. Se si rimarrà a 3 promozioni o a due più uno come nel modello tedesco, lo si vedrà nel confronto». Juve: verso la pace I titoli di coda, però, sono ancora per Tavecchio che, dopo aver censurato gli insulti razzisti a Enoch, fratello di Balotelli, stempera la polemica con la Juve. «Non ci sono problemi col nostro staff. Io non ho mai parlato con Marotta. I rapporti tra Conte e il suo vecchio club sono rimasti ottimi. In momenti delicati può darsi ci siano state incomprensioni o difetti di comunicazione». Per questo Conte prestissimo andrà a Vinovo per sancire la fine delle ruggini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014


MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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NAZIONALE GLI AZZURRINI VERSO GLI EUROPEI

Il B4 azzurro in picchiata sul playoff Belotti, Battocchio, Bernardeschi, Berardi: Under 21 a 4 punte per battere Cipro e passare da testa di serie DAL NOSTRO INVIATO

LUCA BIANCHIN lucabianchin7 CASTEL DI SANGRO (L’Aquila)

L’Italia con quattro attaccanti è un’anomalia storica. Berardi più Bernardeschi più Battocchio più Belotti: neanche quando i Romani conquistarono Cipro siamo stati così offensivi. La B4, strana evoluzione della B2 Baggio-Borgonovo, è la chiave per leggere l’ultima partita del girone di qualificazione al playoff dell’Europeo Under 21. L’Under di Di Biagio ha fatto un mezzo miracolo rimontando la Serbia venerdì a Pescara e quattro giorni dopo sarebbe il caso di non rovinare tutto. Se battessimo Cipro saremmo primi e testa di serie nel sorteggio del playoff, un modo soft per dire che eviteremmo Spagna, Inghilterra, Germania e quasi tutte le più forti del giro. Una sconfitta invece aprirebbe scenari «costaricani», con un’eliminazione contro ogni pronostico. La chiave però questa volta è nell’approccio, perché Di Biagio se la giocherà con una delle nazionali più offensive degli ultimi anni:

una punta, tre esterni offensivi e un centrocampista di costruzione.

COSI IN CAMPO A CASTEL DI SANGRO (ORE 17) ITALIA 4-2-3-1

Il nuovo esterno Maurizio Viscidi, vice coordinatore delle nazionali giovanili, ieri spiegava la trasformazione che sta vivendo il nostro calcio: «Sacchi prediligeva un esterno più... centrocampista mentre Conte, nuovo responsabile delle nostre Under, in quel ruolo vuole giocatori capaci di saltare l’uomo. In un certo senso stiamo rivedendo il concetto di esterno». Conte in Gazzetta qualche giorno fa raccontava il suo primo allenamento con Sacchi e sembrava parlasse del contatto con un marziano. Oltre un decennio dopo la stima non è cambiata ma nella sua testa c’è il tentativo di evolvere il 4-4-2, base recente delle giovanili azzurre, in un 42-4. Di Biagio ha già portato la sperimentazione a un livello avanzato: «Agli esterni chiedo di attaccare e sacrificarsi – ha detto ieri -. Berardi contro la Serbia lo ha fatto benissimo, è stato decisivo». Nota a margine: Bernardeschi dovrebbe giocare dietro a Belotti per lasciare campo libero a destra per Berardi. Qualche dubbio in difesa (Antei fuori?) e in mezzo, do-

La curiosità

www.ACMilanArabic.com 3 17 7

Biraghi

19

24

9

6

La prima fase dell’Europeo Under 21 ha 10 gruppi: le 10 prime e le 4 migliori seconde si qualificano al playoff dell’8 e 14 ottobre (andata e ritorno). Il playoff determinerà le 7 nazionali qualificate per l’Europeo 2015 in Repubblica Ceca (17-30 giugno). Euro 2015 manderà poi 4 squadre europee all’Olimpiade di Rio 2016 (l’Inghilterra non può qualificarsi perché ai Giochi si presenta come Gran Bretagna).

Moulazimis Demetriou Z. Theodorou

Battocchio 8

6

4

Viviani

Rugani

1

11

9

Ioannou

Bernardeschi Belotti Sotiriou P. Theodorou

Bardi 5

1 Mytidis

11

Bianchetti 4

Efthimiou

Sturaro 2

la situazione

CIPRO 4-3-3

10

Berardi

Zappacosta

7

8

Kyprianou Froxylias

20 Themistocleous

ALLENATORE: Hadjiloukas. PANCHINA: 12 Panayi, 2 Kousoulos, 5 Christofides, 15 Panayiotou, 18 Poutziouris, 16 Kosmas, 10 Roushias. SQUALIFICATI: Laifis. DIFFIDATI: Moulazimis, Roushias, Froxylias, Mytidis, Christofides, Laifis. INDISPONIBILI: Englezou ARBITRO Amhof (Svi) GUARDALINEE Zeder e Helbling (Svi) QUARTO UOMO San (Svi) TV diretta su Rai3 INTERNET www.gazzetta.it

ALLENATORE: Di Biagio. PANCHINA: 12 Leali, 13 Antei, 14 Sabelli, 15 Baselli, 16 Cataldi, 17 Longo, 18 Trotta. SQUALIFICATI: nessuno. DIFFIDATI: Belotti, Antei, Longo, Baselli, Murru, Sabelli, Romagnoli, Berardi, Bernardeschi. INDISPONIBILI: nessuno

Ecco la tattica dei ciprioti Ecco la lavagna con cui il tecnico Hadjiloukas ha indottrinato i suoi nella riunione tecnica nell’hotel a Castel di Sangro: così il 4-33 dei ciprioti cercherà di arginare il 4-2-3-1 dell’Italia.

GDS

ve Baselli cresce. Già che ci siamo, non sarebbe male mettere in pratica un altro concetto-chiave di Conte: attaccare la linea difensiva avversaria con cinque giocatori. Nel caso dell’Under, i quattro attaccanti più un centrocampista tra Viviani e Sturaro. Entra Rugani Cipro è arrivato a Castel di Sangro dopo parecchie ore di viaggio – oltre

dieci, pare – e ha una formazione sperimentale. Sa già che soffrirà sugli esterni, dove le ultime generazioni di italiani hanno sorpreso: tra Under 20, Under 19 e Under 18 si sono visti Parigini (Perugia), Ciurria (Spezia), Ricci (Crotone), tutti giocatori interessanti. Si faranno concorrenza. Di Biagio invece ha pochi dubbi: la B4 dovrebbe monopolizzare l’attacco, mentre in mezzo si

rivedrà Viviani e in difesa Rugani potrebbe togliere il posto ad Antei. «I ragazzi hanno dato tutto contro la Serbia – ha detto Di Biagio -. Guardassi la stanchezza, dovrei cambiare otto giocatori». A proposito di stanchezza, abbiamo una lista diffidati lunga da Castel di Sangro a Pescara. Se la partita si mettesse bene, due parole chiave: niente cartellini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SITUAZIONE L’Italia (gruppo 9) va al playoff battendo oggi Cipro. CLASSIFICA Belgio p. 16; Italia 15; Serbia 13; Cipro 6; Irlanda del Nord 3. Il Belgio ha già giocato tutte le sue partite OGGI Italia-Cipro e Irlanda del NordSerbia LE PARTITE DI IERI Estonia-Slovenia 1-7, LussemburgoScozia 0-3, Bosnia-Ungheria 1-4, Ucraina-Lichtenstein 3-0, SvizzeraLettonia 7-1, Olanda-Slovacchia 0-1, Francia-Islanda 1-1. LE QUALIFICATE Già sicure del primo posto: Inghilterra (gruppo 1), Danimarca (2), Slovacchia (3), Spagna (4), Croazia (5), Germania (6), Portogallo (8) e Francia (10). Tra le seconde ci sarà sicuramente l’Ucraina. Nel gruppo 7 corsa a quattro tra Polonia, Turchia, Svezia e Grecia. LA ROSA Questa la rosa che ha a disposizione Di Biagio (tra parentesi le squadre di provenienza): Bardi (Chievo), Zappacosta (Atalanta), Bianchetti (Empoli), Rugani (Empoli), Biraghi (Chievo), Sturaro (Genoa), Viviani (Latina), Berardi (Sassuolo), Bernardeschi (Fiorentina), Battocchio (Entella), Belotti (Palermo), Leali (Cesena), Antei (Sassuolo), Sabelli (Bari), Baselli (Atalanta), Cataldi (Lazio), Longo (Cagliari), Trotta (Fulham).

IL PERSONAGGIO L’ITALOARGENTINO SEMPRE PRESENTE

Da Messi all’Entella: talismano Battocchio è il segreto di Di Biagio DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO D’ANGELO CASTEL DI SANGRO (L’Aquila)

Decisivo Battocchio è un po’ il talismano di Di Biagio, che non rinuncerebbe mai alle sue qualità. Possono cambiare moduli, sistemi e schemi in questa Under, ma in tutti verrà cucito un abito su misura per «Batto», il «sempre presente» azzurro nella fase a gironi alla pari con Bardi. Venerdì sul 2-0 per la Serbia serviva un guizzo per tornare a sperare e Cristian ha puntato l’area conquistando la

NON HA TERMINI DI PARAGONE.

Cristian Battocchio, 22 anni IPP

punizione che ha dato il via alla rimonta. Nuove sfide Scoperto dall’Udinese nelle giovanili del Newell’s Old Boys, Battocchio ha da poco lasciato l’Inghilterra e il Watford per accettare la sfida con l’Entella in B pur di tornare in Italia e giocare con continuità: «E’ assurdo che non giochi in A – ha ammesso ieri Di Biagio -, ma sono contento che abbia trovato una società disposta a dargli fiducia. Cristian ha le carte per esplodere, sarà protagonista». In A ha debuttato 19enne ed è lì che ora spera di tornare. Ma oggi c’è un progetto da portare a conclusione, come Battocchio stesso ha evidenziato con un tweet post Serbia: «Sempre più vicini al nostro sogno...». Ancora un passo e sarà festa. Il ritorno in A passa anche da qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi ce l’ha lo sa.

of bonollo.it

Il calcio è fatto anche di episodi e di segni. E la rincorsa per la qualificazione al playoff dell’Italia ha i suoi. Prende forma nel posto e nel modo in cui nessuno poteva immaginare. L’uomo del destino si chiama Cristian Battocchio, 169 centimetri di forza esplosiva e una città Natale in comune con sua maestà Messi. C’è indelebile la sua impronta nella rimonta azzurra, che ha come tappa fondamentale la trasferta a Genk del 14 ottobre scorso. Quel giorno l’Under 21 di Luigi Di Biagio sbanca il fortino del Belgio, fin lì a punteggio pieno con quattro vittorie su quattro gare, lanciando un chiaro segnale alle rivali: «Noi ci crediamo». Con i giganti belgi stesi dal colpo di testa del più piccolo della compagnia. E su quella spizzata è girato tutto il cammino degli azzurrini verso Euro 2015.


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MONDO QUALIFICAZIONI EURO 2016

Inghilterra in affanno Poi un doppio Welbeck manda k.o. la Svizzera La squadra di Hodgson non vinceva in gare ufficiali da 11 mesi Brutto esordio per Petkovic: a decidere sono i contropiede SVIZZERA INGHILTERRA

0 2

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Welbeck al 14’ s.t. e al 49’ s.t.

SVIZZERA (4-3-3) Sommer; Lichtsteiner, Djourou Von Bergen, Rodriguez; Behrami, Inler, Xhaka (dal 29’ s.t. Dzemaili); Shaqiri, Seferovic, Mehmedi (dal 19’ s.t. Drmic) PANCHINA Hitz, Bürki, Benito, Senderos, Widmer, Frei, Stocker, Fernandes, Kasami, Schär ALLENATORE Petkovic. ESPULSI nessuno AMMONITI nessuno

INGHILTERRA (4-4-2) Hart; Stones, Cahill, Jones (dal 32’ s.t. Jagielka), Baines; Henderson, Wilshere (dal 28’ s.t. Milner) Sterling, Delph; Welbeck, Rooney (dal 45’ s.t. Lambert) PANCHINA Forster, Rose, Chambers, Oxlade-Chamberlain, Townsend ALLENATORE Hodgson. ESPULSI nessuno AMMONITI Delph per gioco scorretto, Lambert per comportamento non regolamentare ARBITRO Cakir (Tur). NOTE spettatori 35.500 (tutto esaurito). Angoli 5-6. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 5-5. In fuorigioco 2-3. Recuperi: 0’ primo tempo, 5’ secondo tempo.

Danny Welbeck, 23 anni, segna il primo gol contro la Svizzera AFP PIERLUIGI GIGANTI BASILEA (Svizzera)

L’Inghilterra rovina il debutto sulla panchina svizzera di Vlado Petkovic, mentre la doppietta di Welbeck regala agli inglesi quella vittoria che mancava, in competizioni internazionali, da ben undici mesi. Le due squadre manovrano bene, talvolta anche a ritmi elevati, ma non riescono a fare breccia nelle difese av-

versarie. Sono quindi gli errori individuali che fanno la differenza. Quando al 29’ Von Bergen perde palla dove non dovrebbe, il rapidissimo Sterling è in ritardo di un niente sul centro basso di Welbeck. E nell’occasione in cui Jones si fa sorprendere come un pivello da Shaqiri, Hart fa il miracolo deviando con una gamba la conclusione di Seferovic (33’). Il centrale dello United fa in fretta a farsi perdonare: a meno due dal riposo svetta

imperioso sull’angolo di Rooney e costringe Sommer ad allungarsi sulla sua sinistra e a smanacciare via la sfera. Che contropiede Nella ripre-

sa gli svizzeri sembrano innestare le marce alte. Ma è solo un’illusione. Perché dopo l’eccellente deviazione di Hart sulla staffilata di Seferovic, sono gli uomini di Hodgson a passare dopo un’ora di fatiche. Una ripartenza a cento all’ora, innescata da una leggerezza di Inler (fino a quel momento uno dei migliori dei suoi), scatena il fraseggio tra Rooney e Sterling. E sull’appoggio del peperino del Liverpool è un giochetto da ragazzi per Welbeck segnare l’1-0. Colpo nel finale Petkovic si gioca le carte Drmic e Dzemaili, fa sfilare Shaqiri tra le linee ma il fantasista del Bayern Monaco non trova mai i tempi giusti. La palla del pari Drmic ce l’avrebbe anche, ma la punta, dopo aver scartato Hart, si deve arrendere al ritorno imperioso di Cahill che sulla linea devia in qualche modo. I padroni di casa si buttano in avanti a testa bassa e l’Inghilterra non perdona. Ancora Welbeck nel tempo di recupero finalizza il più classico dei contropiede, dopo esser stato servito su un piatto d’argento da Lambert. In un girone a maglie molto allargate (passano le prime due e le quattro migliori terze) vincere in trasferta sul terreno dell’avversario più insidioso è già una mezza qualificazione. Per la Svizzera invece non mancheranno le prove d’appello.

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CHI SI QUALIFICA

S

Francia 2016 Va anche la migliore terza All’Europeo 2016 accedono direttamente alla fase finale le nove vincitrici dei rispettivi gironi, le nove seconde classificate e anche la migliore terza. Le altre otto terze disputeranno gli spareggi, che daranno diritto ai quattro posti mancanti. Per la prima volta, le qualificazioni si disputano con la distribuzione delle partite da giovedì a martedì (nel caso di questa settimana, da domenica a martedì). Gli incontri inizieranno generalmente alle 18 e alle 20.45

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BATTUTO IL LIECHTENSTEIN 4-0

Ecco Dzyuba e la Russia è travolgente MICHAEL BRAGA

Dopo il 4-0 rifilato in amichevole all’Azerbaigian, la Russia si ripete e sconfigge in goleada anche il Liechtenstein, nel primo incontro ufficiale dopo la delusione del mondiale. In una Khimki Arena quasi deserta (nemmeno 10.000 spettatori) la nazionale di Capello fa valere la propria caratura. Russia subito in vantaggio: Ignashevich calcia una punizione da distanza siderale e trova la deviazione vincente di Buchel che beffa un impotente Jele. Nella ripresa, Capello concede finalmente spazio a Dzyuba, capocannoniere dello scorso campionato russo e anche di quello appena iniziato, non convocato per il Mondiale: l’ex attaccante del Rostov lo ripaga ampiamente. Dopo il gol del raddoppio, realizzato grazie a un goffo autogol di Burgmeier, sul quale rimpalla fortunosamente un tiro di Dzagoev, è un assolo del neoentrato: prima si guadagna d’esperienza un calcio di rigore, che Kombarov trasforma chiudendo di fatto la partita, poi riesce a trovare il primo gol con la maglia della nazionale, agevolato da una bella serpentina firmata da Kokorin. RUSSIA-LIECHTENSTEIN 4-0 MARCATORI aut. Buchel al 4’ p.t.; aut. Burgmeier al 5’, D. Kombarov su rig. al 9’, Dzyuba al 20’ s.t.; RUSSIA (4-4-2) Akinfeev (dal 27‘ s.t. Lodygin); Smolnikov, Ignashevich, V. Berezutskij, D. Kombarov; Glushakov, Dzagoev (dal 31’ s.t. Ozdoev), Cheryshev, Samedov; Kokorin, Kerzhakov (dal 1’ s.t. Dzyuba). All. Capello. LIECHTENSTEIN (4-4-2) Jehle; Quintans (dal 42’ s.t. Wolfinger), Christen (dal 19’ s.t. Brandle), Buchel, Frick; Burgmeier, Yildiz; Hasler, Salanovic, Polverino (dal 28’ s.t. Gubser); Wieser. All. Renè. NOTE ammoniti: Wieser e Frick (L). ARBITRO Delferier (Belgio)

CONTRO LA MACEDONIA BUSQUETS SEGNA IL PRIMO GOL CON LA NAZIONALE

LE ALTRE PARTITE

GIRONI A-B

Tutto facile per la Spagna Si ricomincia da Fabregas

Vucinic lancia il Montenegro Ibra a secco

Oggi in campo Olanda, Turchia e Bosnia

DAL NOSTRO INVIATO

FILIPPO MARIA RICCI Twitter@filippomricci VALENCIA (Spagna)

Una goleada tonificante, qualche interessante indicazione sulla direzione che sta prendendo il cambio generazionale e il debutto di Munir El Haddadi. Padre marocchino e madre di Melilla, 2 presenze in Liga col Barça e 11 in Segunda col Barça B, chiamato in tutta fretta per l’infortunio di Diego Costa non senza polemiche visto che ha saltato la fila composta da Llorente, Aduriz Torres e Soldado (Negredo e Morata sono fuori uso). Questo il succo del 5-1 che la Spagna ha rifilato ad una Macedonia volenterosa dalla cintola in su e inguardabile nelle parti basse nella gara che ha aperto il cammino alla ricerca del terzo Europeo di fila dopo le vittorie del 2008 e del 2012. Tutto il potere a Cesc Rispetto al 5-1 rimediato con l’Olanda al Mondiale Del Bosque ha confermato 5 uomini: Casillas, Ramos, Alba, Busquets e Silva. In assenza dei pensionati (a livello di nazionale) Xavi e Xabi Alonso e dell’infortunato Iniesta il c.t. ha affidato la maglia numero 10 e le chiavi del gioco a Fabregas. Il catalano non deve fare il falso 9 e sembra libero di testa e di posizione e cerca di assumersi le responsabilità del caso visto che intorno ha Busquets e Koke intenti a coprirgli le spalle e i vari Pedro, Silva e Alcacer, non esattamente dei draghi a livello di personalità, a muoversi per creare. Vedremo co-

Una rete di Vucinic apre il 2-0 del Montenegro con la Moldavia. 1-1 tra Austria e Svezia: Ibrahimovic a secco. Ecco comunque l’elenco delle partite di ieri con i marcatori: GIRONE C Lussemburgo-Bielorussia 1-1 Gerson (L) al 42’ p.t.; Dragun (B) al 33’ s.t.; SpagnaMacedonia 5-1 Sergio Ramos (S) su rig. al 15’, Paco Alcácer (S) al 17’, Ibraimi (M) su rig. al 28’, Busquets (S) al 48’ p.t.; David Silva (S) al 5’, Pedro (S) al 46’ s.t.; Ucraina-Slovacchia 0-1 Mak (S) al 17’ p.t.

Serio Ramos, 28 anni, primo a destra, abbracciato dopo il gol LAPRESSE

SPAGNA MACEDONIA

5 1

PRIMO TEMPO 3-1 MARCATORI Sergio Ramos (S) su rig. al 15’, Alcácer (S) al 17’, Ibrahimi (M) su rig. al 28’, Busquets (S) al 48’ p.t.; Silva (S) al 5’, Pedro (S) al 46’ s.t.

SPAGNA (4-3-3) Casillas 6,5; Juanfran 6,5, Albiol 6, Sergio Ramos 6 (dal 23’ s.t. Bartra 6), Jordi Alba 7,5; Fabregas 7, Busquets 7, Koke 6,5 (dal s.t. Munir 6); Pedro 7, Alcácer 6,5 (dal 12’ s.t. Isco 6,5), Silva 8. PANCHINA De Gea, Casilla, Azpilicueta, San José, Iturraspe, Raul Garcia, Cazorla. ALLENATORE Del Bosque 7 ESPULSI nessuno AMMONITI Koke per gioco scorretto

MACEDONIA (5-4-1) Pacovski 6; Ristovski 5, Mojsov 4, Sikov 4,5, Cuculi 4,5, Alilovski 6 (dal 1’ s.t. Demiri 5); Ibraimi 6,5, Spirovski 5 (dal 19’ s.t. Radeski 5,5), Trajkovski 6, Abdurahimi 6,5 (dal 30’ s.t. D. Velkoski 5,5); Jahovic 5,5. PANCHINA Bogatinov, Naumovski, Todorovski, Damchevski, Hasani, K. Velkoski, Glisic, Ristevski, Kostovski. ALLENATORE Gjurovski 5 ESPULSI nessuno AMMONITI Ristovski per proteste, Abdurahimi per comp. non regolamentare ARBITRO Sidiropoulos (Grecia) 5,5 NOTE spettatori 12.000 circa. Tiri in porta 10-6. Tiri fuori 4-1. In fuorigioco 2-0. Angoli 6-5. Rec. p.t. 2‘, s.t. 3‘

me cambieranno le cose col rientro di Iniesta: ora la nuova Spagna è di Cesc.

GIRONE E Estonia-Slovenia 1-0 Purje (E) al 41’ s.t.; San MarinoLituania 0-2 Matulevicius (L) al 5’, Novikovas (L) al 36’ p.t.; Svizzera-Inghilterra 0-2 Welbeck (I) al 14’ e al 49’ s.t.;

Tocco e velocità E non ha

cambiato pelle: il concetto è sempre quello della banda di bassotti che cercano e si passano la palla. Complici i limiti dell’avversario la cosa riesce con grande continuità. La Spagna segna due volte in due minuti con un rigore al cucchiaio di Ramos e un gol a porta vuota di Alcacer. Poi si rilassa, incassa il rigore di Ibraimi e inizia di nuovo a spingere chiudendo la gara col primo gol di Busquets in nazionale (70 partite) che arriva con un altrettanto raro tiro da fuori area. Tranquillizzata la Roja ha accelerato ancora appoggiandosi sulla freccia Jordi Alba, ha creato tanto e ha trovato le reti di Silva e Pedro. Viste le 3 sconfitte nelle ultime 4 uscite per la Spagna aveva bisogno di morale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIRONE G Russia-Liechtenstein 4-0 aut. Buchel (R) al 4’ p.t.; aut. Burgmeier (R) al 5’, D. Kombarov (R) su rig. al 9’, Dzyuba (R) al 20’ s.t.; AustriaSvezia 1-1 Alaba (A) al 7’, Erkan Zengin (S) al 12’ p.t.; Montenegro-Moldavia 2-0 Vucinic (Mon) al 47’ p.t.; Tomasevic (Mon) al 28’ s.t..

Di seguito il programma completo delle partite di oggi dei gironi A e B validi per le qualificazioni ad Euro 2016 che si giocherà in Francia. GIRONE A Kazakistan-Lettonia ore 18

GRUPPO C

Partite giocate

Lussemburgo - Bielorussia Spagna - Macedonia Ucraina-Slovacchia

1-1 5-1 0-1

V 1 1 0 0 0 0

N 0 0 1 1 0 0

P Gf Gs 0 5 1 0 1 0 0 1 1 0 1 1 1 0 1 1 1 5

Le prossime partite: Bielorussia-Ucraina Macedonia-Lussemburgo Slovacchia-Spagna

9/10/14 10/10/14 10/10/14

GRUPPO E

V 1 1 1 0 0 0

N 0 0 0 0 0 0

P 0 0 0 1 1 1

Le prossime partite: Inghilterra-San Marino Lituania-Estonia Slovenia-Svizzera

Gf 2 2 1 0 0 0

Gs 0 0 0 1 2 2

Classifica Finlandia Irlanda del Nord Romania Grecia Ungheria Far Oer

9/10/14 9/10/14 9/10/14

Le prossime partite: Liechtenstein-Montenegro Moldavia-Austria Svezia-Russia

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Pt G 3 1 3 1 3 1 0 1 0 1 0 1

1-2 1-3 0-1

V 1 1 1 0 0 0

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P Gf Gs 0 3 1 0 2 1 0 1 0 1 0 1 1 1 2 1 1 3

Le prossime partite: Romania Ungheria Finalndia-Grecia Irlanda del nord-Isole Far Oer

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GRUPPO I Partite giocate

Russia-Liechtenstein Austria-Svezia Montenegro-Moldavia

Mirko Vucinic, 30 anni, REUTERS

V 1 1 1 0 0 0

Le prossime partite: Irlanda Gibilterra Scozia-Georgia Polonia-Germania

Ungheria-Irlanda del Nord Isole Far Oer-Finlandia Grecia-Romania

Partite giocate

Pt G 3 1 3 1 1 1 1 1 0 1 0 1

Pt G 3 1 3 1 3 1 0 1 0 1 0 1

1-0 0-2 0-2

GRUPPO G

Classifica Russia Montenegro Austria Svezia Moldavia Lichtestein

Classifica Polonia Germania Irlanda Georgia Scozia Gibilterra

1-2 2-1 0-7

Partite giocate

Estonia-Slovenia San Marino-Lituania Svizzera-Inghilterra

Pt G 3 1 3 1 3 1 0 1 0 1 0 1

Gerogia-Irlanda Germania-Scozia Gibilterra-Polonia

GRUPPO F

Partite giocate

Classifica Inghilterra Lituania Estonia Slovenia San Marino Svizzera

GIRONE B Andorra-Galles ore 20.45 Bosnia-Cipro ore 20.45 Israele-Belgio rinviata al 31/5/15

GRUPPO D

Partite giocate

Pt G Classifica Spagna 3 1 Slovacchia 3 1 Bielorussia 1 1 Lussemburgo 1 1 Ucraina 0 1 Macedonia 0 1

Rep. Ceca-Olanda ore 20.45 Islanda-Turchia ore 20.45

V 1 1 0 0 0 0

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Danimarca-Armenia Portogallo-Albania riposa Serbia

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Classifica Danimarca Albania Serbia Portogallo Armenia

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Pt G 3 1 3 1 0 0 0 1 0 1

Le prossime partite: Armenia-Serbia Albania-Danimarca riposa Portogallo

2-1 0-1

V 1 1 0 0 0

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MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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MONDO QUALIFICAZIONI EURO 2016

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È C.T. DAL 2011

S

Gianni De Biasi è nato a Sarmede (Treviso) il 16 giugno 1956. Ex centrocampista, comincia ad allenare alla Pro Vasto nel 19921993, poi passa al Carpi, Cosenza, Spal e Modena. Con i gialloblù conquista due promozioni di fila dalla C1 alla A. Dopo due campionati al Brescia (20032005), allena il Torino. Dopo il Levante (Spagna), torna al Toro poi va a Udine. Dal dicembre 2011 è c.t. dell’Albania.

L’intervista GIANNI DE BIASI

laprodezza

«Albanesi brava gente Così avremmo vinto anche con Ronaldo» Il c.t. racconta il grande colpo sul campo del Portogallo: «C’è entusiasmo, qui il calcio è in continua crescita. In Italia non si può più fare l’allenatore, non ho voglia di tornare»

GUGLIELMO LONGHI

Gianni De Biasi allena la nazionale che nel ranking mondiale è al 67° posto e che domenica ha punito il Portogallo a casa sua. Come si dice catenaccio in albanese?

«Non volevamo fare una partita difensiva, siamo stati costretti. E comunque abbiamo creato tre occasioni, loro sono stati molto fumosi». Ma se avesse giocato Cristiano Ronaldo?

«Non credo che avremmo sfigurato, magari avremmo vinto lo stesso giocando più corti e cercando di raddoppiare su di lui».

Reazioni alla vostra impresa?

«C’è molto entusiasmo, ho ricevuto tantissimi messaggi, anche da qualcuno della Figc». Come riesce a farsi capire dai giocatori?

«Quasi tutti conoscono l’italiano, poi c’è Cana che mi aiuta visto che parla benissimo tre lingue». Cosa le piace dell’Albania?

«L’ho girata a lungo in bici: la parte sud, quella vicina al confine con la Grecia, è una meraviglia».

sta in piedi?

«Che sono lavativi e indolenti. Invece lavorano molto. Ore e ore. Anche nel calcio: negli allenamenti non si tirano mai indietro, non contestano, sono sempre disponibili.» La nazionale dove si allena?

«A Durazzo in un resort in mezzo alla pineta. Un centro discreto, rimesso a nuovo da poco».

Balaj, un destro spettacolare per punire i portoghesi Bekim Balaj, 23 anni, al 7’ del secondo tempo segna di destro lo splendido gol in semirovesciata che permette all’Albania di vincere a sorpresa sul campo del Portogallo. L’attaccante dello Slavia Praga, che era al debutto in una partita ufficiale con la maglia della nazionale, in campionato ha già realizzato due reti in cinque gare. La squadra allenata da Gianni De Biasi incontrerà giovedì la Danimarca, che l’altro ieri ha battuto 2-1 l’Armenia: sfida al vertice nel girone I EPA

4

LA CIFRA

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Le vittorie di De Biasi in gare ufficiali con l’Albania: 3 nelle qualificazioni mondiali, una in quelle europee. Il bilancio è completato da 5 sconfitte e 2 pareggi

non fai l’allenatore, ma il gestore di situazioni create da altri. Quando ho potuto pianificare, come con Spal, Modena e Torino al primo anno di Cairo, ho vinto molto». Perché gli allenatori italiani sono tanto amati all’estero?

«Perché arrivano da un’ottima scuola e hanno la fantasia per superare le crisi».

«Quando raggiungono un obiettivo, poi tendono a mollare».

Una volta ha detto: «In Italia non allenerò più».

Un luogo comune che non

«Dipende dalle situazioni, ma sono convinto che da noi

«È successo che sono venute fuori le lacune tecniche e anche

Cosa non le piace degli albanesi?

«Una decina di giorni al mese, ma la famiglia è rimasta a Conegliano».

Com’è il calcio albanese?

«Sta crescendo: col campionato ridotto a 10 squadre, è aumentata la qualità». Come si vive in Albania?

«Bene, molti di quelli che sono venuti da noi adesso stanno rientrando con gli euro». I giocatori più forti?

Prima delle qualificazioni a Brasile 2014 ha scritto alla squadra una lettera in stile Russell Crowe-Gladiatore: «Da oggi con me avrete solo una possibilità. Scendere sul campo e diventare eroi». Eravate secondi, avete perso tre gare di fila e addio Mondiale.

In media quanto tempo si ferma in Albania?

l’esiguità della rosa».

«Quelli che giocano in Italia: Berisha e Cana della Lazio e Hysaj dell’Empoli. E Basha, che è fuori per infortunio». L’Albania andrà per la prima volta all’Europeo?

«Ci proviamo, ma sarà dura: nel girone siamo la quinta nazionale su cinque come ranking...». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

TRA NAZIONALI E SERIE A IL PERSONAGGIO

Precoce Pogba Alla sua età Platini e Zidane fecero di meno

POGBA A 21 ANNI E 6 MESI

L’Équipe 6 SETTEMBRE 2014

con i club

in nazionale

PRESENZE

96

18

(Manchester Utd e Juventus)

GOL

Il quotidiano francese L’Équipe ha dedicato sabato la prima pagina al talento della Juve con l’eloquente titolo «Pogbamania»: «Ha tutto o quasi per diventare la superstar che il calcio francese aspetta»

14 4 TITOLI 2 scudetti con la Juve (2012-2013 e 2013-2014), 2 Supercoppe italiane (2012 e 2013) Mondiale Under 20 con la Francia

Per lo juventino più titoli e più presenze con la Francia: ora insegue il Pallone d’oro

Paul Pogba, 21 anni, è approdato alla Juve a parametro zero nell’estate del 2012 dopo aver militato nel Manchester United AFP GDS

DAL NOSTRO INVIATO

FABIANA DELLA VALLE TORINO

Fosse diventato un giocatore di ping pong, probabilmente avrebbe ugualmente fatto parlare di sé, perché a qualsiasi cosa si dedichi il suo obiettivo è diventare il numero uno. Fortuna per noi, Paul Pogba a un certo punto ha scelto il pallone, anche per seguire i due fratelli maggiori, calciatori professionisti. Così lo sport che praticava solamente due volte al mese è diventato la sua vita e lui ci ha messo dentro tutta la passione, bruciando in poco tempo concorrenza e tappe, fino a sconvolgere le gerarchie. L’ultimo gol alla Serbia con la maglia dei Bleus l’ha consacrato idolo dei francesi e l’ha avvicinato nell’immaginario collettivo a due simboli come Platini e Zidane. Euforia Il quarto gol in 18 presenze con la nazionale francese è un sigillo che fa piovere elogi in pagella. L’Equipe lo incorona migliore in campo, gli dà otto e lo definisce «audace, con gesti di gran classe, nonostante il duro trattamento riservatogli dai ser-

bi». Stesso voto di Le Parisien, che ricorda come a 21 anni Platini avesse appena tre gettoni con la Francia (in realtà erano 5 alla stessa età di Pogba, cioè a 21 anni e 6 mesi) e Zidane neanche uno. «Ha dimostrato ancora una volta la sua importanza nel dispositivo francese, e il peso nelle varie fasi di gioco». Per Liberation «Pogba è la nuova star del calcio francese. Il potere è suo»; Le Monde certifica che «Pogba non è più una sorpre-

LO STOP SI ALLUNGA

Chiellini sempre ko Ora è a rischio anche Milan-Juve VINOVO (Torino) Brutte notizie per Giorgio Chiellini, rientrato dalla Nazionale per un infortunio. Il difensore è stato sottoposto a esami diagnostici che hanno confermato la presenza di un edema intrafibrillare del soleo. Chiellini è squalificato per l’Udinese. Ma salterà il debutto in Champions League, martedì 16 contro il Malmö in casa e resta in dubbio per il Milan il 20.

idoli a confronto

sa». Un’apoteosi sui giornali transalpini che conferma il nuovo status dello juventino. Pogba è un idolo, l’icona destinata a superare i suoi modelli. I precedenti Tra la Juve e i francesi è stato spesso amore. Il capitano della Francia campione d’Europa nel 1984 giocava nella Juve, il protagonista (con doppietta) della Francia campione del mondo nel 1998 pure. Pogba non ha fatto in tempo a emozionarsi con Platini (lui è nato nel 1993, Michel si è ritirato nel 1987), però è riuscito a innamorarsi di Zidane. «Spero di fare meglio di tutti», ha sempre detto, perché la differenza tra un campione e un giocatore forte per lui sta nel cercare la propria via per superare gli altri. Obiettivo già in parte raggiunto, perché Pogba a 21 anni e sei mesi ha vinto due scudetti, due supercoppe italiane e un Mondiale Under 20. Le Roi a quell’età giocava nel Nancy e aveva nel curriculum solo una promozione in prima divisione, Zizou era del Bordeaux e non aveva ancora messo titoli in bacheca. Tutti e due però avevano più presenze e più reti con i club. Paul non è un attaccante né un fantasista, ma

con i club

in nazionale

ZIDANE A 21 ANNI E 6 MESI con i club

PRESENZE

128

in nazionale*

PRESENZE

5

133

(Nancy)

(Cannes, Bordeaux) *debutterà a 22 anni GOL

GOL

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Obiettivo Pallone d’oro Pogba è troppo completo per essere simile a un solo giocatore: fisico incredibile, tecnica innata, tiro micidiale dalla distanza (merito di suo padre, che da piccolo lo faceva allenare solo con palloni gonfissimi), grande intelligenza tattica. Paul però non si culla sugli allori del talento. Ogni giorno lavora per diventare il migliore, perché solo se sei completo come Cristiano Ronaldo puoi arrivare al Pallone d’oro. Platini l’ha vinto tre volte, il primo quando aveva 28 anni, Zidane si è fermato a uno all’età di 26 anni. Paul ha solo 21 anni, il tempo non gli manca. E meno male che non ha scelto il ping pong.

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4 TITOLI Nessun titolo

TITOLI Nessun titolo

GDS

la definizione di mezzala non rende giustizia. È centrocampista come il suo c.t. Deschamps, altro ex bianconero, ma con compiti e caratteristiche diverse. Basta guardare i video dei suoi gol: sa disegnare traiettorie da numero 10, anche se non lo porta sulle spalle. Qualche esempio? Il sinistro al volo contro il Napoli, oppure il destro di controbalzo da lontanissimo contro l’Udinese.

GDS

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Immigrati, banlieue e tensioni? Una volta Ora c’è Paul con la cresta senza spine glia di ristoratori, né Zinedine Zidane, ombroso, misterioso e a tratti aggressivo. Pogba probabilmente non prenderebbe a testate un avversario. Al massimo alzerebbe la cresta.

ALESSANDRA BOCCI

Anni Ottanta. Discoteche, champagne e camicie con collo stirato. C’erano tensioni, ma c’era anche una gioventù che si arrampicava su scale sociali debolissime che promettevano fama e soldi senza rischi di caduta. Anni Novanta e nuovo millennio. Il mondo cambia e scopre che l’islamismo non è le Mille e una notte, le torri gemelle sono in fiamme, le banlieues pure. Nuovo decennio, nuove complicazioni. Le creste nel calcio dilagano e le rabbie dei ragazzi si diversificano. In Francia fiorisce Paul Pogba, nome cattolico, famiglia della Guinea, poche rivendicazioni e molta programmazione. E’ l’idolo della nuova era, quella dei social che rendono asociali e dell’Ice Bucket Challenge che dilaga. Di Pogba si sono venduti gadget prima del Mondiale e quando Paul è tornato a casa dopo i quarti non ha ricevuto critiche e pesci in faccia, ma affetto. Dov’è cresciuto, a Roissy en Brie, lo hanno invitato a ballare davanti ai fan e lui si è esibito ben felice di ricambiare il sostegno. Paul Pogba non è né Michel Platini, il bianco in pace con le origini italiane della fami-

PLATINI A 21 ANNI E 6 MESI

Michel Platini ai tempi della Juve, dove giocò dall’82 all’87

Tipi Pogba non è nato in una vera banlieue, ma in un palazzo popolare di pochi piani e poco caos. I suoi fratelli giocano a calcio con meno successo, lui è un idolo. A vent’anni, dicono, né Platini né Zidane erano così bravi: bisogna vedere se fra qualche anno lui sarà bravo come loro. Intanto è il suo momento. Platini è stato un idolo borghese, il preferito dell’avvocato Agnelli del quale comprendeva le battute di spirito. Zidane ha prestato i suoi fascinosi occhi di algerino a una nota casa di mode per un notissimo profumo. E’ cresciuto in un quartiere difficile ed è rimasto un uomo difficile, schivo, antidivo, capace di tenersi addosso per anni pesi sportivamente incommensurabili come la testata a Materazzi nella finale del Mondiale 2006. Zidane è stato un giocatore meraviglioso e un tipo indecifrabile, Platini uno sfrontato yuppie del calcio. Pogba è un follower di se stesso. Creste, tinte, esultanze a volte discutibili, soprannomi non indimenticabili, tipo Polpo

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I NUMERI

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i Palloni d’oro vinti da l Platini. Con la Juve ha vinto fra l’altro una anche Coppa Campioni

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Champions vinta da Zidane con il Real Madrid. Nel palmares un Pallone d’oro

o Bijou (lo chiamavano così da ragazzino). A tredici anni aveva già la testa di un professionista, a 14 ha lasciato il Torcy per andare a Le Havre, rinomato e antico club specialista nello sviluppo dei talenti, a sedici baruffando si è trasferito in Inghilterra, al Manchester United. L’incontro con Mino Raiola è stato garanzia di successo economico e non solo: Pogba è l’idolo dei bambini, in Francia e in alcune zone d’Italia. La pelle colorata e la cresta e l’orecchino non sono sinonimi, parrebbe, di inquietudine e macchine sfasciate. Pogba è a posto, al Mondiale è stato l’espressione di una Francia che aveva superato le tensioni etniche di quattro anni prima. Il suo tipo, alto, tecnico e con le caratteristiche atletiche di un uomo di colore, è ormai ricercato da anni nei migliori club francesi, ma non tutti riescono bene come Pogba; in ogni caso, bianco o nero che sia, non c’è niente da obiettare. Diciamo che nessuno legge più Camus, e gli occhi bollenti e insieme freddi di Zidane sono ormai un patrimonio archelogico. Pensare che non sono passati neppure dieci anni e che ogni tanto incidentalmente qualche banlieue brucia ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

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I NUMERI

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le stagioni di Pogba alla Juve. Quella appena iniziata è la terza. Ha già vinto due scudetti. Nella prima stagione, 2012-2013, per lui 27 presenze in A. Nella seconda, quella della consacrazione definitiva, ha giocato in campionato 36 partite.

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IL MERCATO

Rinnovo alle porte Firma fino al 2019 Ingaggio da 4 milioni In vista un nuovo incontro tra Marotta e Raiola per definire i dettagli. Annuncio per fine mese

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SOCIETA’ E AGENTE

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Beppe Marotta E’ amministratore delegato e direttore generale della Juventus. Segue il mercato della società bianconera

S

Mino Raiola E’ l’agente di Paul Pogba. Ma anche di Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic. Ha vissuto a lungo in Olanda, ora risiede a Montecarlo

CARLO LAUDISA @carlolaudisa MILANO

Paul Pogba è sereno in campo. E si vede. Forse anche perché sa che il suo futuro bianconero è ormai disegnato. L’amministratore delegato bianconero Beppe Marotta e l’agente del centrocampista francese Mino Raiola hanno già fissato gli appuntamenti per chiudere la trattativa sul rinnovo tanto atteso entro fine mese. Nell’ultimo vertice del 29 agosto scorso il confronto è stato positivo e ha permesso di gettare le basi per il prolungamento sino al 2019 con un aumento a 4 milioni di euro netti a stagione: più bonus ovviamente. Sprint Adesso vanno definiti i dettagli e saranno necessari almeno un altro paio di incontri per chiudere la pratica. Il percorso è ormai in discesa e ciò giustifica l’ottimismo delle parti. Del resto il rapporto con il giocatore e il suo rappresentante è sempre stato limpido. La Juve intende dargli il massimo, contando sul suo grande potenziale a lungo termine. Sull’altro versante questa disponibilità viene apprezzata. Anche per questo motivo Paul in questi mesi non ha mai dato adito alle ricorrenti notizie di mercato sul suo conto. Lui è sempre rimasto tranquillo al suo posto, concentrato a dare il massimo per i bianconeri. Eppure nella scorsa primavera il Paris Saint Germain s’era detto pronto a spendere 70 milioni di euro per farlo diventare l’emblema del calcio francese nella sua Parigi. E per invogliarlo aveva messo a budget un contratto da 8 milioni netti all’anno. Poi, i veti del Fair play finanziario han-

no frenato il club presieduto da Nasser Al Khelaifi che ha sterzato su altri progetti, limitandosi all’acquisto di David Luiz dal Chelsea per puntellare la difesa. Appetiti Tuttavia rimane d’attualità lo scenario parigino. Prima o poi gli uomini dello sceicco Al Thani torneranno alla carica. Né vanno sottovalutati i pretendenti di Premier League. S’è già parlato del Chelsea e del Manchester United, pronto a farlo tornare dalla porta principale. Intanto la Juve si cautela e lo fa usando al meglio le sue armi a disposizione. L’imminente prolungamento è la riprova che il parigino ha vissuto questi suoi due primi anni torinesi con lo spirito giusto. Se si eccettua per quell’equivoco sull’orario di un allenamento che indusse Conte a multarlo, poi, ha sempre rigato dritto. In campo e fuori. I confronti A Manchester, durante la gestione Ferguson, s’era sentito trascurato, scappando nel 2012 a parametro zero. Invece in casa bianconera è stato sin dal primo giorno al centro del progetto tecnico. E Paul ha apprezzato, ripagando la fiducia come meglio non poteva. Si spiega così la solidità di un rapporto cresciuto all’insegna della chiarezza. E della lealtà. Pogba è deciso a dare il meglio di sé con questa maglia. Non ha pruriti di alcun genere, anche perché sa che il tempo è dalla sua parte. Allo stesso modo il club presieduto da Andrea Agnelli cerca di goderselo il più possibile. Per quanto tempo? Non dipende dalla Juve. Ma neanche da Pogba... © RIPRODUZIONE RISERVATA

i gol segnati finora dal centrocampista francese in Serie A: 5 nella prima stagione, 7 nella seconda. Al Manchester United in Premier nel 2011-2012 ha giocato tre partite senza segnare.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL CASO LA RINUNCIA ALLA NAZIONALE CREA TENSIONI TRA UEFA E BAVARESI

Rummenigge replica a Platini «Ribery non sarà convocato» L’a.d. del Bayern e il rischio squalifica: «Franck ha parlato con Deschamps, è tutto ok» Se è stata solo una prova muscolare lo scopriremo prossimamente. Nel frattempo c’è da registrare la netta replica a Michel Platini da parte di Karl-Heinz Rummenigge, amministratore delegato del Bayern Monaco, che pare chiudere così il caso: «Ribery non sarà chiamato in nazionale. Tutto è stato fatto in conformità con le regole della Fifa. Esattamente come Lahm ha parlato del suo ritiro con il c.t. Loew, così ha fatto Ribery con Deschamps». Il presidente dell’Uefa, il giorno prima, aveva lanciato una sorta di minaccia al francese per via del suo proposito di non vestire più la maglia dei Bleus. «Se Ribery rinuncia alla chiamata rischia una squalifica di tre giornate», aveva detto Platini. Annuncio La stella del Bayern, assente a Brasile 2014 per un infortunio, a 31 anni ha deciso di dare l’addio alla Francia concentrando tutte le energie sul club: «Smetto con

la nazionale. Per me è il miglior momento per pensare ad altro, per concentrarmi sulla famiglia e sul Bayern, lasciando spazio ai giovani. Bisogna saper dire basta a un certo punto». Un po’ quello che successe ad Alessandro Nesta dopo il Mondiale del 2006. Scenario Le parole di Rummenigge lasciano intendere che ci sia un patto non scritto tra Ribery (foto) e Deschamps e che il c.t. francese non lo convocherà, evitandogli eventuali infrazioni dello statuto Fifa («ogni giocatore è obbligato a rispondere alla convocazione della nazionale», recita l’allegato 1, articolo 3, comma 1). D’altronde, era stato lo stesso Deschamps a spiegare: «Voglio solo giocatori motivati e attaccati alla maglia». La chiosa è del direttore generale del Bayer Leverkusen, Michael Schade: «Non viviamo sotto una dittatura, ogni giocatore deve avere il diritto di decidere se vuole giocare per il suo Paese oppure no». © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’intervista UN GRANDE EX AZZURRO

6 Bergomi: «Io sto con Michel

i cartellini beccati da Pogba con la Juventus: 5 gialli, dei quali 4 nella passata stagione e un rosso diretto, nel suo primo anno italiano.

La nazionale dà emozioni, quella maglia non si rifiuta»

Il campione del Mondo 1982: «Non ho mai detto no all’Italia e mai avrei potuto farlo: rispondere a una convocazione è una questione etica, però credo nel dialogo e non nelle multe» MATTEO BREGA MILANO

«Io non ho mai detto addio alla Nazionale e mai lo avrei potuto fare. Quella maglia regala emozioni incredibili». Beppe Bergomi (81 presenze e 6 gol in azzurro, campione del Mondo 1982) è doppiamente sorpreso dalle scelte di Lahm e Ribery. Per lui rappresentare il proprio Paese era ed è un piacevole dovere. Ecco perché non capisce gli addii dei due giocatori del Bayern Monaco a Germania e Francia. Quindi lei sta con Platini?

«Io sto con Platini quando dice che le convocazioni in nazionale non si devono rifiutare. Per una questione etica non si dovrebbe mai dire di no al proprio Paese. In che senso?

«I rifiuti a una convocazione devono essere motivati bene. La famiglia non può rientrare in questo caso. Perché se fai il calciatore devi mettere in preventivo che avrai una moglie, dei figli e continui impegni con club e Nazionale». Di solito però questi addii passano lisci...

«Solitamente sì, anche perché in maniera onesta e intelligente chi sa che è in atto un cambio generazionale fa il primo passo. Si auto-esclude e così toglie anche l’impaccio al commissario tecnico di spiegare certe esclusioni». Anche Gerrard e Lam-

pard si sono chiamati fuori. Cosa c’è di diverso per loro due?

«Sicuramente la carta d’identità, li capisco di più. Hanno superato la soglia dei 30 anni abbondantemente, il loro fisico molto probabilmente non risponde più come prima». Invece Lahm e Ribery...

«Guardavo la Germania contro l’Argentina. A destra Löw ha schierato Grosskreutz, un centrocampista adattato in quel ruolo. Lahm può dare ancora molto alla nazionale. Per-

«

Il mio fu un caso unico. Dopo un gran campionato tornai nel ‘98 dopo 7 anni GIUSEPPE BERGOMI EX CALCIATORE

ché deve farsi da parte quando ancora si è nel pieno delle proprie possibilità?» Quindi sposa l’idea di una possibile punizione di Platini?

«No, sono sempre per il dialogo. No alle multe, nessuna sanzione disciplinare. Sono persone adulte, con dirigenti preparati. Si deve arrivare a una soluzione intelligente». Ma allora quando un giocatore può farsi da parte?

«Il cambio del commissario tecnico è un motivo buono. Di solito la sostituzione del c.t. significa anche il cambio generazionale dei convocabili. Anche se rimango convinto che alla propria nazionale non si dovrebbe mai dire la parola addio. Io ai miei tempi, e ora i calciatori attuali, siamo stati e sono abbastanza svegli da capire quando è arrivato il momento di farsi da parte». Lei rientrò apposta per il Mondiale del 1998 in Francia.

«Appunto, il mio è stato un caso più unico che raro. Ero fuori dal giro della Nazionale dal 1991. Feci una grande stagione nel 1997-98 e la concomitanza di diversi infortuni venni chiamato per il Mondiale. Ma sapevo che quella sarebbe stata l’ultima chiamata in azzurro». Quindi il suo ciclo finì sulla traversa del rigore di Di Biagio ai quarti contro la Francia.

«Non è facile rinunciare all’Italia, io infatti non dissi mai addio...». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

SERIE A IL PROGETTO COMPLETATO IL RIFINANZIAMENTO, IL PRESIDENTE VUOLE AUMENTARE I RICAVI SULLA SCIA DEL MODELLO ROMA

Svolta Thohir: «Inter, ora voglio lo stadio» Meazza restaurato o impianto nuovo? L’idea San Siro: struttura da 55mila posti e aree ospitalità nell’area dell’ex ippodromo MARIO PAGLIARA LUCA TAIDELLI

L’ordine di Erick Thohir è partito di recente: «Voglio una nuova casa per l’Inter». Ora che ha completato la difficile opera di rifinanziamento del club e liberato le garanzie bancarie che facevano capo a Massimo Moratti, il presidente nerazzurro ha dato mandato ai suoi dirigenti di studiare i piani di fattibilità per un nuovo impianto di proprietà oppure - ipotesi che resta la più probabile - per un completo restyling di San Siro.

IL RECUPERATO INTER

Rifinanziamento ed effetto Pallotta Thohir si è convinto anche dopo le novità legate al collega

americano James Pallotta, che con il progetto legato alla nuova casa giallorossa è destinato ad aumentare i ricavi della Roma, portandola nello stesso range delle milanesi. L’Inter insomma sull’argomento si è chiarita le idee, ma rimane importante capire come intenda muoversi anche il Milan. Ed è per questo che nella seconda metà settimana il direttore generale Marco Fassone - sino a stasera impegnato a Ginevra con i lavori dell’Eca - incontrerà l’amministratore delegato Barbara Berlusconi per capire la posizione dei rossoneri. Puntate precedenti E qui serve fare un riepilogo delle puntate precedenti. Perché finché a comandare c’era soltanto Adriano Galliani, per il Milan lasciare San Siro era impensabile. E infatti l’Inter stava studiando un progetto per un impianto di proprietà. Nel settembre scorso, con l’avvento di BB, la posizione dei cugini è radicalmente cambiata. Tanto che in marzo è arrivata ad Arexpo Spa, la società che gestisce il dopo Expo, la manifestazione d’interesse per costruire la nuova casa rossonera nell’area di Rho che ospiterà l’Esposizione nel 2015. E su queste basi l’Inter - che aveva

In settimana incontro Fassone-Barbara Berlusconi per capire le intenzioni del Milan, con cui si potrebbe rinnovare la convivenza Erick Thohir, 44 anni, presidente dell’Inter dal novembre 2013 ANSA

pure altre priorità - ha virato sul restyling di San Siro. Davanti alla prospettiva di un investimento superiore ai 450 milioni (300 per i terreni, 150 per lo stadio), il Milan si è nuovamente raffreddato. Salotto da 55mila posti Anche per questo lo scenario più probabile prevede appunto una nuova convivenza rossonerazzurra. Ma in un Meazza profondamente ristrutturato. Un impianto che scenderebbe a 55mila posti (dagli oltre 70mila attuali), ma un salotto sul modello degli altri paesi europei. In parallelo verrebbero create tutte le strutture che permettono al tifoso di godersi appieno la giornata allo stadio, spendendo: negozi, ristoranti, box, aree hospitality, centro commerciale. Da verificare se il tutto sorgerebbe all’interno dello stadio o nell’adiacente area ex trotto (ancora di proprietà della Snai). Soluzione, quest’ultima, che però farebbe lievitare i costi. I lavori per la finale Champions I tempi di questa rivoluzione? Inevitabilmente lunghi, perché ora la certezza è che Inter e Milan si sono impegnate con Comune e Uefa a terminare entro la primavera 2016 i lavori indispensabili per ospitare la finale di Champions League. Interventi che comunque non creeranno disagi ai tifosi in questa stagione e saranno invasivi al minimo anche nella prossima. In una riunione di agosto, il Comune si è impegnato a stanziare 2 milioni che con l’investimento dei due club permetterà il raddoppio

L’ultima carta del... Mazzarri: spunta Guarin dietro a Icardi Palacio e Osvaldo non al 100%: da qui l’idea di rilanciare Fredy con il Sassuolo Oggi colloquio tra il colombiano e il tecnico MATTEO DALLA VITE @Emmedivu MILANO

Discorsetto e via: si riparte. Oggi Mazzarri rivede quasi tutti. Fra questi anche Guarin, che ha giocato contro il Brasile venerdì scorso a Miami. Ecco: WM e Fredy faranno un (altro) discorsetto dopo le tempeste (placate) di mercato. Il tecnico ribadirà due cose: fiducia e spostamento di ruolo. L’ormai jolly offensivo - che ama l’Inter e ci sta benone - risponderà di essere pronto a tutto.

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le presenze di Guarin con la maglia nerazzurra in due anni e mezzo: 70 in Serie A, 12 in Europa League e 6 in Coppa Italia

Fredy Guarin, 28 anni, all’Inter dal gennaio 2012. È rimasto a Milano nonostante alcune richieste RAMELLA

to alla continuità possa essere esplosivo.

Difesa, impiego, continuità

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le reti segnate dal centrocampista colombiano con l’Inter: 8 in A, 4 in Europa League e 2 in Coppa Italia

dove gioca

Di qua e di là Insomma: dopo

aver rifiutato offerte (per il prestito e l’acquisizione a 10 milioni, di Zenit, Valencia e Galatasaray) e aver constatato che il giocatore vale l’idea di un grande rilancio, ecco che l’Inter ha confezionato un nuovo vestito per il suo colombiano che effettivamente ha numeri che propendono verso la zona di trequarti e di centrodestra. Nel campetto a fianco si vede proprio quella zolla più verde, segno che Guarin può stare dietro a una punta come già successo in passato. Il colombiano è duttile ma deve perdere meno palloni ed aumentare evidentemente la precisione nel tiro verso lo specchio. WM vara la nuova Guarineide: pensandolo anche dal 1’. Più che un rilancio, un lancio in orbita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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DESTRA

Poi, si sa: Guarin non ha la fase difensiva come must del proprio repertorio, e allora Mazzarri conterà proprio su questo sgravarlo dal macigno costante dei rientri per farlo rendere al massimo come guastatore negli inserimenti. Altro aspetto importante, la continuità: nel colloquio che andrà in scena oggi, il tecnico chiederà proprio questo a Fredy, e cioè di essere più presente dentro la partita, di incidere senza estraniarsi come è successo in passato. Guarin sa benissimo che questo è stato uno dei suoi punti deboli, e lavorerà proprio per migliorarsi e migliorare. Del resto va sempre sottolineata una cosa: a parte le parentesi di mercato, WM ha sempre utilizzato Guarin. L’ha sempre tenuto in altissima considerazione perché convinto che il suo potenziale abbina-

CENTRO

Le tre carte Un altro, possibile, perché circa il suo utilizzo

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I NUMERI

SINISTRA

I perché E il tutto può essere anche un pronti-via da titolare. Domanda: addirittura? Niente, oggi, è da escludere, perché è vero che Palacio è quasi pronto e Osvaldo procede verso il recupero, ma si sa: Mazzarri vuole giocatori in campo solo al 100%. E le due punte vere (oltre a Icardi, punto fermo) al cento per cento probabilmente non saranno. È anche per questo che WM, contro il Sassuolo, sta pensando a un 3-5-1-1 con rilancio immediato di Fredy Guarin dal primo minuto: perché un incarico così dà adrenalina e agevola il reinserimento, per far capire che si può ripartire a razzo dopo i (non) fatti di mercato, perché la presenza del colombiano là davanti può far inserire Hernanes e Kovacic da interni (più che con una seconda punta), perché gli equilibri contano.

dal primo minuto è dettato dalla voglia nerazzurra di stabilire che Fredy Guarin è rimasto... rimanendo utile. Utilissimo. A più voci è stato detto che farà il trequartista o la seconda punta, e allora Mazzarri sta elaborando l’opzione-colombiano dietro a Icardi (oltre a quelle legate a Palacio e Osvaldo): la presenza di Guarin permetterebbe al tecnico di dare un’unità in più alla copertura offrendo più slanci proprio a Hernanes e Kovacic. Se dovesse optare per Guarin, WM non giocherebbe quindi con due punte ma con una vera (Maurito) e una impura.

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DIFESA

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Preferenze? Trequartista o centrodestra Nel campetto riferito alla scorsa annata (dati OPTA), ecco i tocchi per zona di Fredy Guarin: si nota con evidenza quel 121 appostato proprio dietro a un’ipotetica prima punta, ciò a cui sta pensando Mazzarri per la gara contro il Sassuolo. Assieme all’ipotesi Guarin, il tecnico pensa pure a Palacio e Osvaldo.


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delle aree ospitalità anche nel settore arancione e il rifacimento dei servizi, ritenuti sotto agli standard Uefa. In un piano di revisione generale dei costi, Thohir in primavera aveva congelato la rata nerazzurra, che andava oltre al 70% del canone d’affitto dell’impianto e che verrà scorporata. Ora invece è stato trovato un nuovo accordo e l’Inter contribuirà per i lavori minimi. Aspettando poi di capire come investire per la vera svolta.

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I DIVERSI SCENARI PER AVERE UNO STADIO AL PASSO CON I TEMPI

Piano A riammodernamento del Meazza

Rho

www.ACMilanArabic.com A4 A50 A 50

Quattro scenari Con il nuovo Ceo Michael Bo-

lingbroke - cui ET ha dato pieni poteri di ordinaria amministrazione del club - che si occuperà dello sviluppo nel marchio, sarà Fassone a dover presentare nel breve tre scenari a livello di costi del progetto e relativi ricavi potenziali. In ordine di probabilità, gli scenari sono dunque i seguenti: Inter e Milan che trasformano San Siro in uno stadio moderno entro il 2018; i nerazzurri che portano avanti da soli il piano restyling; progetto di un nuovo stadio Inter, in area ex Expo se i costi per l’area di Rho scenderanno, o su terreno privato; Inter e Milan che costruiscono insieme il nuovo impianto. Scenario difficile da immaginare perché creerebbe una crisi politica, col Comune che si ritroverebbe con San Siro vuoto e i terreni Expo non dedicati al nuovo impianto. Uno scenario insomma ancora da definire. Ma con una certezza. Entro qualche anno l’Inter avrà una nuova casa.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Sesto S. Giovanni

Stazione P.ta Garibaldi

Stazione Centrale A51

MILANO

San Siro

Area ex trotto

Il M Meazza eazza sc scenderebbe enderebb d bbe a 55 55m 55mila ila l posti più confortevoli, confortevol f li con la creazione di ristoranti, negozi e centro commerciale. Questi potrebbero anche essere collocati nell’adiacente area ex trotto. Per un progetto che però comporterebbe costi più alti

Aeroporto di Linate

www.ACMilanArabic.com San Donato Milanese

Piano B possibili aree per il nuovo stadio

Assago

www.ACMilanArabic.com Inzaghi, l’estate RCS

I RITROVATI MILAN

© RIPRODUZIONE RISERVATA

sta finendo: ora i rossoneri difendono bene Dopo le figuracce in amichevole, Pippo ha rimesso in piedi la difesa: Alex spicca, De Sciglio corre, aiuti e raddoppi precisi

G.B. OLIVERO MILANO

C’erano giorni, nemmeno tanto lontani, in cui la situazione della difesa del Milan sembrava più intricata di un gomitolo di lana tra le zampe di un gatto. Durante l’estate la squadra rossonera imbarcava acqua e prendeva gol senza soluzione di continuità: la facilità con la quale gli avversari arrivavano al tiro era irrisoria e ci si chiedeva come Pippo Inzaghi avrebbe risolto il proble-

LE DUE SOLUZIONI

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ALEX

ALEX

BONERA DE SCIGLIO

ZAPATA

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Mexes e Rami per ora partono dietro, Zaccardo e Albertazzi sono ai margini

ma. O come avrebbe limitato i danni, visto che questo Milan deve pensare a segnare un gol in più degli avversari piuttosto che a subirne uno in meno. Al Trofeo Tim contro Juve e Sassuolo ci fu la prima inversione di rotta: zero gol incassati e un numero di occasioni lasciate agli avversari che rientra nella logica. Contro la Lazio, nel debutto in campionato, Diego Lopez è stato battuto una volta (paradossalmente da un compagno: autogol di Alex), ha parato un rigore e fatto un altro grande intervento. Però, rispetto ad alcune tremende esibizioni estive, la difesa è sembrata meno fragile. Il cammino è ancora lungo, ma il lavoro in allenamento sta portando i primi frutti. Gli ingredienti Nella tournée americana il Milan era spaccato in tre reparti, lungo, abbandonato a se stesso. Quindi indifendibile. Adesso difende di squadra, ossia non affidandosi solo a terzini e marcatori, ma a tutto il gruppo. La ricetta di Inzaghi è semplice: linee vicine, raddoppi appena si può (è l’applicazione pratica del principio «aiutare il compagno»: davvero in campo si danno tutti una mano, squadra corta e stretta, attaccanti in pressione quando gli avversari cominciano a impostare il gioco. Applicazione e intensità: non basta, ma aiuta. Inzaghi, naturalmente, deve affidarsi anche alle individualità. Nesta e Thiago Silva non ci sono più, ma Pippo ha nella rosa un po’

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I NUMERI

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la mediagol subiti Nell’ultimo campionato il Milan ha incassato 49 gol in 38 partite

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i gol incassati nel 2010-11 Nell’anno dell’ultimo scudetto rossonero (2010-11) la squadra allenata da Allegri incassò appena 24 reti. Poi un peggioramento graduale: 33 nel 2011-12 (2° posto), 39 nel 2012-13 (3° posto), 49 nel 2013-14 (8° posto)

Alex, 32 anni, e Mattia De Sciglio, 21, sono i pilastri della nuova difesa rossonera LAPRESSE-LIVERANI

di ingredienti validi da cui volta per volta può scegliere. L’esperienza la porta Daniele Bonera, uno che quando hanno distribuito il senso tattico si è messo in coda due o tre volte e ne ha fatto scorta. Il gioco aereo è roba per Alex, la velocità fa parte del bagaglio di Zapata. Gli altri due centrali di scorta (Rami e Mexes) per ora sono ai margini, ma in una stagione lunga anche loro potrebbero avere un’occasione perché Inzaghi ha sempre detto che il rendimento in allenamento è fondamentale. Anche la batteria degli esterni presenta delle qualità: c’è il talento esuberante di De Sciglio, la facilità di corsa di Abate, il guizzo mancino di Armero. Zaccardo non avrà spazio e anche Albertazzi dovrà cercare a gennaio un’altra destinazione. Ma Inzaghi sa di avere a disposizione un pacchetto di difensori che non è ovviamente all’altezza del Milan di un

tempo, ma che può crescere se la disposizione tattica di tutta la squadra aiuterà la terza linea a svolgere bene il suo compito. Due opzioni Tra l’altro l’allenatore rossonero può scegliere due soluzioni diverse in base all’avversario e al tipo di partita che vuole impostare. Se serve molta spinta sulle fasce può schierare contemporaneamente due terzini d’assalto (Abate-De Sciglio o De SciglioArmero; più difficile AbateArmero) se invece, come contro la Lazio, il pericolo può arrivare proprio dalle corsie laterali basta allargare Bonera per avere tre centrali sempre pronti a intervenire e un solo terzino abilitato a spingere in avanti alla ricerca del cross. Ricordando sempre quello che predica Inzaghi: l’equilibrio è fondamentale e gli attaccanti sono i primi difensori. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FUORI DAL COMA

Isaac si risveglia Il Milan è felice: «Che bella notizia» (C.Prad.) Isaac Akuetteh si è risvegliato dal coma. Il quindicenne ghanese, cresciuto nelle giovanili del Milan e ora in prestito al Varese, ha preso coscienza nel suo letto d’ospedale al Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, dove era ricoverato dal 31 agosto. Akuetteh, travolto da un treno all’altezza di Cadorago mentre percorreva in bicicletta una strada vicina alle rotaie, ha riconosciuto i genitori e la sorella. Dalla struttura prevale la cautela, mentre il Milan ha diffuso per primo il comunicato: «La settimana non poteva cominciare con una notizia migliore».


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SERIE A

Benatia: «Via da Roma solo per fare cassa» Pallotta: «Bugiardo!» Dura replica del presidente al marocchino («Volevo restare»): «Avvelenatore di spogliatoi». A ottobre sfida in Champions DAVIDE STOPPINI ROMA

Raccontano che James Pallotta sia un ottimo giocatore di basket, oltre che un appassionato. Raccontano pure di averlo visto all’opera sotto canestro, con grande disinvoltura, nei campi della sua tenuta di Boston. Nessuno, però, l’aveva mai prodursi in un contropiede — o transizione, meglio per un cestista — come quello nei confronti di Mehdi Benatia e della Roma tutta ieri pomeriggio. «È un bugiardo e un avvelenatore di spogliatoio», ha scritto il presidente di suo pugno, colpendo diretto l’avversario e prendendo alla sprovvi-

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i milioni incassati per Benatia Oltre a 4 di bonus e a un’amichevole col Bayern di Monaco valutata 2 milioni, per un totale di 32

sta — ecco il contropiede — anche chi a Trigoria aveva organizzato una replica a Benatia per giovedì da parte del d.s. Walter Sabatini. L’accordo del ristorante Pallotta non ce l’ha fatta più, ecco il punto. Ha letto e riletto l’intervista di Benatia a «Kicker», gli sono passate sotto il naso anche le parole del marocchino — di prossima pubblicazione — a «L’Equipe» e ha voluto replicare a tutti i costi. «Sabatini mi disse che il club voleva tenermi — ha raccontato il difensore ora al Bayern —, ma anche che aveva anche bisogno di far cassa, quindi doveva vendermi. E questo mi ha fatto arrabbiare, perché io volevo restare. Mi cercavano City, Chelsea, Barcellona e Real Madrid. Ma quando è arrivato il Bayern ho capito che non potevo lasciarmi scappare questa opportunità». E neppure Pallotta poteva lasciarsi scappare l’opportunità di rispondere. «Benatia continua a costruire il proprio castello di invenzioni negli ultimi due mesi — le parole dagli

Il presidente James Pallotta e, nel tondo, Benatia ANSA

Usa —. A luglio, a Boston, avevamo raggiunto un accordo verbale che prevedeva un aumento salariale». Pallotta si riferisce alla notte tra il 21 e il 22 luglio, la chiacchierata a tavola con Benatia, nella quale il presidente chiese, tra l’altro, unità d’intenti per lo scudetto. Retroscena compagni Quella sera di fatto Benatia tornò ad essere un giocatore della Roma, anche agli occhi dei compagni. Qualche giorno più tardi, avversario il Manchester United, arrivò anche la fascia di capitano di Garcia. «Mi disse di essere molto felice di rimanere — ancora Pallotta —. Nel corso del mese successivo ha però mentito, oltre che a me, sia a Garcia che ai suoi compagni: è inaccettabile. Così a Sabatini ho detto che stava avvelenando lo spogliatoio e che lo volevo fuori: sia Rudi che Walter hanno concordato con me. Non è stata una questione di denaro, è stata una questione di personalità nel nostro spogliatoio». E qui c’è il retroscena della rottura di Benatia coi compagni più influenti, al rientro dal ritiro in Austria. Infortunatosi Javi Martinez nel Bayern, il marocchino ha nuovamente captato possibilità di cessione. A Trigoria in molti lo hanno visto nuovamente cambiare atteggiamento e a quel punto il muro alzato a difesa del compagno è venuto meno. Il resto l’ha fatto il rifiuto del rinnovo — quasi 3 milioni bonus compresi — e l’offerta del Bayern, che sarà avversario della Roma all’Olimpico il 21 ottobre. «E non sarà come in allenamento, quando non potevo essere troppo aggressivo con Totti», ha detto Benatia. Frase che, a rileggere le frizioni con lo spogliatoio, a Trigoria non è passata inosservata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ESTATE AL VELENO

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28 maggio L’intervista Alla Gazzetta, Benatia tuona: «La proposta di rinnovo della società è stata inaccettabile»

22 luglio La cena A Boston, Pallotta parla con Benatia: «Resta con noi e vinciamo» 30 luglio La certezza Pallotta: «Mehdi non è mai stato in vendita». Ma si era esposto anche Garcia 13 agosto Martinez k.o. L’infortunio dello spagnolo del Bayern apre nuovi scenari 19 agosto La rottura Nel giorno dell’Open Day, Benatia rifiuta il rinnovo 26 agosto Al Bayern I tedeschi ufficializzano l’acquisto del marocchino

OGGI IL RIENTRO IN ITALIA?

Caso Maicon La società lo cerca, lui non risponde ROMA

Su come si sia conclusa la notte brava a Miami di Maicon circolano le versioni più disparate sul web, qualcuna diffusa da siti satirici e altre invece riportate da fonti anonime. Di certo c’è che la Roma ha perso le tracce del giocatore, irraggiungibile: nessuna risposta, né alle telefonate, né ai messaggi. L’unica notizia l’ha data il manager, secondo il quale Maicon tornerà in Italia oggi. A Trigoria aspettano con impazienza: il giocatore sarà convocato per un colloquio chiarificatore. La Roma ha provato anche a mettersi in contatto con Gilmar Rinaldi, il coordinatore della Seleçao, senza ricevere risposte: tra la società e Gilmar — come tra lo stesso dirigente e Maicon — ci sono tra l’altro vecchi contenziosi aperti. E oltre ad aver messo al corrente il presidente Pallotta della vicenda, da Trigoria è anche partita una richiesta alla federazione brasiliana di una versione ufficiale. Ma a pensarci bene, che cosa sia successo a Miami per la Roma è un problema relativo. La società è preoccupata degli effetti collaterali. L’idea di Garcia, fino a prova contraria, resta quella di schierare Maicon con il Cska. Ci riuscirà? stop © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A

Piomba De Laurentiis per riempire il vuoto Il presidente del Napoli rassicura la squadra: fiducia nel progetto, nessuna lite con Benitez che riposa a Liverpool MIMMO MALFITANO NAPOLI

È arrivato a Castelvolturno nel pomeriggio, sorprendendo giocatori e staff tecnico. Le indiscrezioni sui presunti contrasti con Rafa Benitez gli avranno consigliato di fare chiarezza all’interno dello spogliatoio. Aurelio De Laurentiis s’è presentato al centro sportivo per parlare alla squadra. L’ha fatto nonostante l’assenza dell’allenatore, in permesso già da alcuni giorni a Liverpool, dove risiede la famiglia. L’esigenza di tranquillizzare il gruppo, dunque, è nata da quelle voci, definite ridicole dalla società, che invece si sono dimostrate attendibili più che mai. Che Benitez sia contrariato per come è stato pianificato il mercato estivo, non è una novità. Anzi, l’argomento è già stato discusso tra le parti e, probabilmente, il confronto potrebbe riprendere domani pomeriggio, al rientro del tecnico spagnolo dalla settimana di vacanza. Una scelta discutibile, la sua, che ha aperto ad alcune considerazioni, perché il Napoli è l’unica squadra, in questo periodo, che si sta allenando senza il proprio allenatore. Una situazione inusuale per il nostro calcio.

ilpersonaggio

GIANLUCA MONTI NAPOLI

Ad accogliere ieri Aurelio De Laurentiis nello spogliatoio del Napoli sono stati i collaboratori di Rafa Benitez: gli spagnoli Paco De Miguel e Xavi Valero (rispettivamente preparatore atletico e preparatore dei portieri) e Fabio Pecchia, vice di Benitez dalla passata stagione. «L’avvocatino», come Pecchia venne soprannominato per la sua laurea in giurisprudenza presa mentre giocava in Serie A, è stato scrupoloso nel

Aurelio De Laurentiis, 65 anni, da 10 numero uno del Napoli. Cinque i tecnici nella sua presidenza: Ventura, Reja, Donadoni, Mazzarri e Benitez ANSA

Nessun condizionamento De Laurentiis ha voluto tranquillizzare i giocatori, ha detto loro che non c’è alcun pericolo che lui possa cedere la società (una voce circolata in città, ma senza un contenuto credibile) e che non c’è nessun contrasto con l’allenatore. Ha poi ribadito di credere, insieme con Benitez, in questo progetto e che, quindi, si aspetta una risposta positiva domenica, contro il

Chievo. La visita del presidente è durata poco meno di mezz’ora e, prima di congedarsi dal gruppo ha invitato giocatori e tecnici a trascorrere la giornata di domani (la squadra riposerà) a «Cinecittà World», il complesso di cui è azionista, inaugurato due mesi fa. Chiarezza Il confronto tra presidente e allenatore, sulle strategie future, non potrà es-

sere rimandato a lungo. È pur vero che la stagione è appena iniziata, ma un club non può continuare a programmare avendo un tecnico in scadenza di contratto. Benitez non ha alcuna fretta di rinnovare, nei suoi progetti ci sarebbe il ritorno in Inghilterra, a fine stagione, dove vive la famiglia che non s’è mai voluta trasferire a Napoli. E il rincorrersi di tante voci ha inevitabilmente generato una serie di discussioni e interrogativi a cui dovranno rispondere gli interessati.Una situazione analoga l’ha già vissuta, De Laurentiis, due stagioni fa, quando Mazzarri rimandò fino all’ultimo giorno utile la discussione sul rinnovo e, nel frattempo, aveva già l’accordo con Moratti per allenare l’Inter. Un atteggiamento che ferì non poco il presidente del Napoli che pur di trattenerlo gli propose un triennale da 4 milioni a stagione. Ma il no di Mazzarri fu irremovibile e lui, dopo mesi di attesa, si arrese e ingaggiò Rafa Benitez. Programmazione Le esigenze dell’ambiente Napoli non consentono gestioni approssimate ed è necessario che il tecnico spagnolo chiarisca la propria posizione, soprattutto per non cercare equivoci all’interno dello spogliatoio. L’esperienza avrà indotto il presidente ad intervenire per rasserenare la squadra, per incitarla a non mollare, perché il suo progetto non subirà variazioni, nonostante l’eliminazione dalla Champions. Lui ha dimostrato di avere le idee ben chiare, anche se possono non piacere alla stragrande maggioranza dei tifosi. Ma, quantomeno, le ha. Sul suo futuro, invece, Benitez non si è voluto pronunciare, lasciando intendere che sul progetto del club nutre più perplessità che certezze. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Adesso ai comandi c’è il vice Pecchia l’avvocatino che andò a lezione da Rafa preparare la seduta di ieri secondo le indicazioni fornitegli da Benitez. Il rapporto tra i due è solido e di vecchia data. Già perché Pecchia, sei anni fa, prima di intraprendere la carriera di allenatore, andò a Liverpool a studiare i metodi di Benitez. Ne rimase folgorato e anche Benitez fu incuriosito da quell’incontro. Così, quando il comune amico Filippo Fusco (attuale d.s. del Bologna) fece a Rafa il nome di Pecchia l’estate scorsa come suo ipotetico vice, quella scintilla si è riaccesa in un attimo. Pecchia ha legato molto con gli altri collaboratori

di Benitez (tra i quali c’è anche il «tattico» Antonio Gomez) e parla anche un discreto spagnolo. In panchina ha sempre un atteggiamento pacato, sul campo non si limita soltanto a disporre birilli e bandierine. Anzi, si dedica molto alla tecnica individuale dei giocatori, con un occhio di riguardo al reparto di centrocampo. È stato così anche ieri. Lopez e De Guzman sono stati gli «osservati speciali» di Pecchia e lo saranno anche oggi. Al suo ritorno Benitez li troverà pronti. Merito, anche, dell’avvocatino. Rafa Benitez, 54 anni, e il vice Fabio Pecchia, 41 LAPRESSE

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IN CROAZIA

GIORNI DI PAUSA

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Mercoledì 3 A Nyon Benitez non dirige l’allenamento del Napoli perché impegnato a Nyon nel forum Uefa riservato agli allenatori d’Elite Venerdì 5 A Liverpool Il tecnico spagnolo si prende qualche giorno di riposo e vola a Liverpool, dove vive la famiglia Sabato 6 La smentita Con una nota, il Napoli smentisce la possibilità che il rapporto tra Benitez e De Laurentiis si sia incrinato Giovedì 11 Il rientro Dopo l’allenamento di oggi, il Napoli avrà 24 ore di riposo: giovedì, giorno della ripresa, Benitez tornerà al timone

Diego Maradona, 53 anni AFP

Solito Maradona Calci e insulti fuori da un locale Diego Armando Maradona ci ricasca. A una settimana dalla sua partecipazione a Roma alla Partita interreligiosa per la Pace, l’ex «Pibe de oro» si è reso protagonista di una rissa a Dubrovnik, in Croazia, dove è in vacanza. A scatenare la sua ira, testimoniata anche da un video messo on line da un sito croato, sarebbe stata una domanda postagli da persone fuori da una discoteca a proposito di Sergio Aguero, attaccante del Manchester City ed ex marito della figlia Giannina, a cui Maradona (che all’interno del locale aveva firmato autografi e scattato foto) avrebbe risposto con insulti e calci.

CLASSIFICA SQUADRE

PUNTI

MILAN ROMA UDINESE NAPOLI CESENA JUVENTUS CAGLIARI PALERMO SAMPDORIA SASSUOLO ATALANTA INTER TORINO VERONA GENOA CHIEVO PARMA LAZIO EMPOLI FIORENTINA

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PARTITE V N 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

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CHAMPIONS PRELIMINARI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONE

PROSSIMO TURNO Sabato 13 settembre EMPOLI-ROMA (ore 18) JUVENTUS-UDINESE (ore 20.45) Domenica 14 settembre SAMPDORIA-TORINO (ore 12.30) CAGLIARI-ATALANTA (ore 15) FIORENTINA-GENOA (ore 15) INTER-SASSUOLO (ore 15) LAZIO-CESENA (ore 15) NAPOLI-CHIEVO (ore 15) PARMA-MILAN (ore 20.45) Lunedì 15 settembre VERONA-PALERMO (ore 20.45)

SPONSOR TECNICO UDINESE CALCIO

RETI F S 3 1 2 0 2 0 2 1 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 1 1 3 0 2 0 2


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SERIE A

L’Argentina a due facce 4 Riecco Romero

I NUMERI

2 Il reietto Samp

I rigori parati da Romero, a Vlaar e a Sneijder, nella semifinale mondiale contro l’Olanda a San Paolo

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Quell’abbraccio con Messi dopo i rigori con l’Olanda Lionel Messi festeggia col laziale Biglia e il sampdoriano Romero la vittoria contro l’Olanda ai rigori nella semifinale mondiale del 9 luglio a San Paolo. In quell’occasione Messi segnò il suo rigore, mentre Romero ne parò due LAPRESSE

4 Biglia va veloce

I NUMERI

26 Così il mago dei sorpassi s’è preso la Lazio

Le gare di Biglia nel primo campionato con la Lazio (e 2 gol).

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Le partite con l’Argentina (0 reti). Al Mondiale 3 da titolare e 7 totali

Lucas Biglia, 28 anni

Il regista nato a... Mercedes ha iniziato la riscossa in Brasile: promosso titolare da Sabella, ora è un punto fermo di Pioli NICOLA BERARDINO ROMA

La sua specialità è il sorpasso. Senza guardare nello specchietto retrovisore perché a 28 anni non si può perdere tempo a scrutarsi le spalle. Bisogna solo osare. E magari esplorarsi dentro, per raschiare tutte le proprie forze. Lucas Biglia sa superare chi gli sta davanti. Così il posto da titolare diventa suo senza tante manovre. Nell’Argentina e nella Lazio è andata così. Nel giro di appena due mesi, un doppio sorpasso per dare una marcia diversa alla carriera. E ritrovarsi titolare sia in nazionale sia nella

squadra di club. Marcia in più Biglia, nato a Mercedes (un nome che forse può aiutare a far nascere la voglia di sorpasso), è alla seconda stagione in Italia. Nell’estate 2013 l’arrivo dall’Anderlecht. In Belgio sei annate per testare il calcio europeo dopo l’apprendistato in patria con Argentinos Juniors e Independiente. Alla Lazio si è ritrovato Ledesma come alter ego per la cabina di regia, ma ha totalizzato 26 gare e 2 gol in campionato. Scontando anche le difficoltà di adattamento a una realtà tattica più complessa delle precedenti. Anche quelle curve a gomito della sua prima stagione in A gli sono però servite. Come esperienza e come arricchimento professio-

nale. Dal Mondiale è partita la riscossa di Biglia. Dalle briciole dei minuti finali nella prima gara, quella contro la Bosnia del 15 giugno, al posto da titolare, nella finale con la Germania. Al fianco di Mascherano nel mezzo del centrocampo, nel 4-4-2 di Sabella, a ispirare Messi. Il rincalzo doc è così diventato un punto fermo dell’Argentina. Anche col nuovo c.t. Martino, che una settimana fa nel remake della finale del Maracanà, a Düsseldorf, ha schierato Biglia dal primo minuto come esterno sinistro di centrocampo, nel 4-3-3. El Principito è stato tra i protagonisti del colpaccio contro i Campioni del Mondo. Subito titolare Nella Lazio di Pioli era partito come alternativa a Ledesma. Il nuovo tecnico ha puntato tutto sul 4-3-3 con i due argentini in ballottaggio per la cabina di regia. Il precampionato sembrava indirizzare la scelta finale verso Ledesma, ma nel debutto di San Siro, contro il Milan, si è compiuto l’altro sorpasso: Biglia in campo per tutti i 90 minuti. La sua aggressività negli spazi brevi come valore aggiunto per la nuova Lazio. Al rientro da Düsseldorf, ha lavoraro a parte per tre giorni(affaticamento muscolare). Ieri, alla ripresa degli allenamenti, è rientrato nel gruppo. Domenica, all’Olimpico contro il Cesena, Lucas Biglia vuole guidare la Lazio a un sorpasso da tre punti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le reti subite in 62 partite nelle due stagioni con la Samp: la prima in B (2011-2012) e la seconda in A (2012-13)

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Le gare giocate col Monaco l’anno scorso. Poi Ranieri l’ha messo in panca

rimane ai box ma da paperone Il portiere, eroe al Mondiale, doveva partire Oggi torna a Genova, con il futuro in tribuna e un maxi stipendio di 4.657 euro al giorno

FILIPPO GRIMALDI GENOVA

Così parlò Massimo Ferrero: «Romero? È il momento giusto perché si trovi uno squadrone». Era il 9 luglio, quando il nuovo presidente della Sampdoria anticipò alla Gazzetta ciò che secondo lui era già quasi una certezza. Il numero uno argentino, di lì a poco vicecampione del mondo, non avrebbe avuto difficoltà a trovarsi una nuova sistemazione. Mani d’oro Invece, numeri alla mano, il reprobo Sergio Romero (tutt’altro che uno sprovveduto, e più di lui pure il suo potente manager Raiola) è ancora qui. Non solo: s’è già messo in tasca (a spese della Samp) ben 330.647 euro netti, dal 1° luglio a oggi, pari a 4.657 euro netti al giorno. Nessuna volontà di fargli la morale, ma la società blucerchiata ha pagato caro l’errore di considerarlo anzitempo fuori dai giochi. Quando l’ha capito, era troppo tardi per trovare una via d’uscita, visto che la sera del 2 settembre, poco prima della chiusura delle liste, il portiere ha comunicato alla Samp che sarebbe rimasto volentieri a Genova. Il terzo incomodo Nessuna volontà di contestarne le doti sportive. Al Mondiale è stato tra i milgiori dell’Argentina.

Resta il fatto che le ipotesi Benfica, Liverpool e Manchester United sono saltate una dopo l’altra nonostante la Samp gli avesse concesso prima il cartellino, e poi una robusta buonuscita superiore al mezzo milione di euro, quale valido incentivo a fare le valigie. E Romero, che alla Samp aveva già dimostrato di essere un ottimo incassatore — tutto casa e campo, ma di fatto un corpo estraneo al gruppo — non s’è certo preoccupato dell’accoglienza che troverà da oggi a Bogliasco. Di sicuro, la prova che la società blucerchiata fosse sicura di liberarsi di un ingaggio che da solo pesa quanto un terzo di tutta la rosa attuale viene dall’ingaggio di Viviano, nuovo numero uno. Oggi il monte-stipendi lordo dei tre portieri è di 5,2 milioni. Qualcosa, insomma, non ha funzionato. I tifosi sono divisi, ma difficilmente il pragmatismo di Mihajlovic lo porterà a chiudere il portiere argentino in uno stanzino e a gettare via la chiave, sperando in un a sorta di ravvedimento operoso di Romero & Raiola sul mercato di gennaio. Soltanto una pia illusione? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Romero, 27 anni PEGASO


MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

laRiflessione di FRANCO ARTURI

onosco Vittorio Gallinari, padre di Danilo, dagli anni 80. Persona di rara classe, cultura C e buon senso. La moglie non poteva che essere della stessa pasta. Insieme hanno fondato una gran famiglia, con figli splendidi. Danilo l’ho incrociato per la prima volta su un campo qualunque della Lombardia: aveva 13 anni, giocava la finale del Trofeo delle Province. Amore cestistico a prima vista: avrei scommesso qualunque cosa che quel puledrino dalle gambe infinite, dall’andatura caracollante e dal tiro infallibile sarebbe diventato qualcuno. Profezia molto facile, ammetto: le stimmate del fenomeno erano evidenti. Ho continuato a «spiarlo», spesso per caso, quando sgobbava madido di

sopralapanca

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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GALLINARI CITTADINO AMERICANO? UNA SORPRESA, MA DOLOROSA sudore a 17-18 anni al Palalido, in estati infuocate, legato a elastici o ad altri strumenti di tortura atletica, per riprendersi da qualche infortunio. Non mi ha mai visto, ma lo incitavo in silenzio. Ho seguito la sua carriera, e continuo a farlo, con affetto speciale: ogni contratto, ogni elogio, quasi ogni canestro mi dà autentica gioia. Incrementata dalla constatazione evidente che è cresciuto anche culturalmente e umanamente. Una bella persona. Capirete perché, con questa lunga premessa, e pur non essendo particolarmente romantico e zero nazionalista, ho sentito un colpo al cuore nel leggere, al termine della bella intervista di Massimo Lopes Pegna a Danilo, sulla Gazzetta dell’altro giorno l’affermazione di Danilo: «Voglio di-

laVignetta

ventare cittadino americano». Non ho la minima intenzione di indagare sui motivi di questa sceltaintenzione: ciascuno ha diritto alla sua privacy, su una sfera per nulla pubblica come questa. Ma una dolorosa sorpresa posso e devo esprimerla, caro Danilo. Giurerei che questo Paese, il nostro e il tuo, fino a nuovo passaporto, ha bisogno esattamente di persone come te per tirarsi in piedi e togliersi dalla palude in cui sta per essere risucchiato. Danilo caro, i canestri azzurri sono l’ultima cosa a cui sto pensando. Penso a te, a noi, al tuo talento, alla tua intelligenza, alla tua onestà. È questa Italia sbilenca che ti ha fatto così: è l’ora della gratitudine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TempiSupplementari

DI STEFANO FROSINI A CURA DI ALBERTO CERRUTI Fax: 0262827917. Email: acerruti@rcs.it

di ARRIGO SACCHI

ANTONIO, A ME CHIEDEVANO I MIRACOLI ANCH’IO INIZIAI DA C.T. CON LA NORVEGIA esordio ufficiale di Antonio Conte sulla L’ panchina della Nazionale italiana avverrà contro la Norvegia, proprio come capitò a me nel lontano 1991. Si tratta di una coincidenza che mi fa ricordare come vissi quella mia prima vigilia da commissario tecnico azzurro. Intanto auguro ad Antonio grandi successi, ma mi permetto di dargli una raccomandazione: eserciti i giocatori a tirare i rigori. La sfida con gli scandinavi era il mio esordio, sostituivo il bravo Azeglio Vicini, che però non aveva avuto fortuna avendo mancato la qualificazione alla fase finale del campionato europeo in Svezia. La critica e i tifosi in generale si attendevano molto e si aspettavano già dopo appena quattro-cinque giorni di allenamento di vedere una squadra vincente e divertente. Insomma, non ci si attendeva i riscontri di un tecnico, ma di un mago che combina prodigi.

Ero conscio delle aspettative, così come delle incomprensioni e delle critiche che un risultato non buono avrebbe generato. Una simile situazione sicuramente non contribuiva a rasserenarmi, sapevo che potevo incidere principalmente a livello motivazionale, mentre per quanto riguardava il gioco era tutto in divenire. Il confronto con il Parma e con il Milan che avevo allenato era davvero improponibile: in quattro giorni non era nemmeno immaginabile raggiungere i risultati di un lavoro di anni e anni. Per dare una parvenza di organizzazione di gioco, mi ero premunito di convocare alcuni giocatori che avevo avuto la fortuna di allenare nel Milan, in particolare Franco Baresi e l’esperto Carletto Ancelotti, uomini chiave che occupavano posizioni strategiche per dare il «la» a una idea di calcio come la desideravo io. Un misto di sensazioni, tensioni, dubbi e speranze si alternava nella mia mente, unitamente alla curiosità di constatare all’atto pratico come sarebbe stato il match. La notte della vigilia non fu delle più tranquille, ma ciò non era una sorpresa. Ero ansioso di iniziare e curioso di vedere che cosa avevano appreso i convocati in così pochi giorni. Ero onorato del ruolo che avevo, oltre che orgoglioso, ma mi sembrava di non essere particolarmente teso ed emozionato. Mi sbagliavo: quando entrai in campo e specialmente all’inno di Mameli sentii un emozione fortissima, poi iniziò la partita e scomparve tutto per lasciare spazio al match che terminò 1-1. In bocca al lupo, caro Antonio.

Antonio Conte, 45 anni. C.t. azzurro GETTY IMAGES

Nella crisi Napoli tutti responsabili

TwitTwit IL CINGUETTIO DEL GIORNO Rafael Benitez, 54 anni. Seconda stagione al Napoli AFP VALERIO ASPROMONTE Azzurro di scherma

I due cani piu belli di Grottaferrata @ValeAspro

FILIPPO MAGNINI Campione di nuoto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ilCaso

QUANDO LA STRADA DIVENTA UN RING DA TACCONE A PETACCHI CICLISTI PUGILI

Quanti uomini come me si riducono cosi durante lo shopping sfrenato della propria ragazza? @mafaldina88 @FiloMagnini

di MARCO PASTONESI

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iavolo Rosso: è lui, Giovanni Gerbi da Asti, il primo carissimo rissoso del ciclismo. Milano-Sanremo del 1907, la prima della storia, 288 km, 33 corridori, in volata due Bianchi (Petit Breton e il Diavolo Rosso) contro un Peugeot (Georges Garrigou), a 800 metri dal traguardo il Diavolo Rosso – concordata la divisione dei premi con Petit Breton - devia verso Garrigou, lo stringe, lo chiude, lo tocca, lo sbilancia, lo afferra per il collo, quindi ha anche il coraggio di sprintare per il secondo posto. Sarà retrocesso al terzo. La storia del ciclismo è fatta anche di scatti (d’ira) e attacchi (di rabbia), e c’è chi finisce al gancio (ma al viso). Il più irascibile è Vito Taccone. Al Giro d’Italia del 1965, tappa Potenza-Maratea, arrivo a due fra Taccone e Luciano Armani. Taccone, abruzzese, già sette tappe vinte in carriera, e Armani, parmense, neoprofessionista. Prima bisticciano a parole, poi a pedali, infine a mani. Perché Taccone vuole vincere a tutti i costi, Armani pure, si mette alla ruota di Vito e non la molla, lo sprint diventa quasi surplace, dietro sopraggiunge un gruppetto con velocisti come Carlesi e Neri, allora Armani parte, Taccone gli dà due codate, poi toglie una mano dal manubrio e con quella allontana l’avversario, dopo il traguardo (primo Taccone ma, dopo l’intervento della giuria, primo Armani), Armani viene trattenuto a braccia da due giornalisti. Taccone e Armani fanno la pace alla fine del Giro, quando l’organizzatore Nino Recalcati li in-

gaggia per continuare le sfide (combinate) in riunioni tipo pista. Ma quando si corre a L’Aquila, gli spettatori si scatenano, lanciano bottiglie ad Armani, minacciano di linciarlo. Taccone s’incendia anche al Tour de France. Succede nel 1964: giornata torrida, caldo bestiale, uno spettatore allunga due foglie di cavolo con del ghiaccio dentro, Taccone sta per afferrare il rinfrescante naturale quando lo spagnolo Fernando Manzaneque glielo sfila di mano e se lo infila sotto il cappellino. Taccone lo insegue e gli salta addosso, i due precipitano in un cespuglio di spine e si azzuffano, intervengono Jacques Goddet, patron del Tour, e i motociclisti che, a palettate, dividono i due litiganti. «Lo avrei ammazzato», confessa Taccone, e c’è da credergli. Sarà l’adrenalina a sciogliere i freni, sarà l’acido lattico a evaporare il «fair play», ma è così che saltano i nervi. A Mario Beccia, nervoso, che alla Sanremo accusa Vincenzo Torriani di averlo frenato, il patron delle corse della Gazzetta risponde, serafico: «Raglio d’asino non sale in cielo». A Mario Cipollini, che sempre alla Sanremo lancia la bici nel vetro posteriore dell’ammiraglia di Carmine Castellano, il direttore di corsa allarga filosoficamente le braccia. C’è chi tira un cazzotto agli spettatori (Wladimir Belli), chi a un avversario. Capita anche al Velocista Gentiluomo: una volta Alessandro Petacchi rifila un cazzotto al lettone Andris Nauduzs (Giro d’Italia 2003), un’altra volta al francese Nacer Bouhanni (Giro di Turchia 2011). Ignorando che l’idolo di Bouhanni non è Mark Cavendish, ma Mike Tyson. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LAURE MANAUDOU Ex campionessa di nuoto

Ringrazio tutti coloro che sono preoccupati per me. Posso rassicurarli, una caduta da moto. Nulla di grave @Manaudou

ALEX ZANARDI Campione paralimpico

In bocca al lupo ai nostri Militari agli #InvictusGames. Ragazzi vorrei essere li con Voi, ma ci sono col cuore. Alé! @lxznr

Grazie al suo carattere e alla sua esperienza, Benitez è l’allenatore ideale per il Napoli. In questo momento di difficoltà, De Laurentiis dovrebbe dimostrargli la sua fiducia coi fatti e non con le parole, rinnovandogli il contratto, altrimenti prevedo tempi duri. Moris De Leyva Dolceacqua (Imperia) L’eliminazione del Napoli dalla Champions è figlia di tanti padri: approccio mentale sbagliato, peccati di sufficienza di alcuni giocatori, superiorità del calcio spagnolo su quello italiano. Benitez sapeva da maggio di questo preliminare, per cui la preparazione doveva essere diversa. E poi i nuovi arrivati non appaiono migliori di quelli partiti. Per puntare allo scudetto non sempre basterà una prestazione come a Marassi. Concludo con un ricorso storico: il Napoli nel 1986 andò fuori al primo turno di Coppa Uefa dal Tolosa e probabilmente da quella serata trasse la forza per arrivare al primo scudetto. Da tifoso spero che dalla notte basca scaturisca un prosieguo di stagione simile, pur consapevole che quelli erano altri tempi ed era un altro Napoli... Pasquale Di Mattia, Roma La bruciante eliminazione a Bilbao rischia di rimanere una macchia indelebile su tutta la stagione del Napoli in generale e di Benitez in particolare. Qualcosa, anzi molto, si è rotto nel rapporto tra il tecnico e il presidente, ma anche tra la squadra e il pubblico, come testimonia il bassissimo numero di abbonati: 6.300 per ora, meno della metà dei 14.133 del campionato scorso. E’ vero, come sostiene il tifoso De Leyva, che De Laurentiis dovrebbe dimostrare la sua fiducia a Benitez con un gesto concreto quale sarebbe il rinnovo del contratto in scadenza, ma nessuno può obbligare né lui, né altri presidenti a prendere impegni per il futuro, specialmente in questi momenti di crisi. I gran-

di professionisti - e Benitez sicuramente lo è – si impegnano al massimo sino all’ultimo giorno del proprio contratto, come del resto fece Mazzarri che consegnò al suo successore un Napoli secondo in campionato e riqualificato alla fase a gruppi in Champions, senza i rischiosissimi preliminari. Il vero problema, quindi, non è un rinnovo anticipato, più o meno convinto e convincente, ma il rendimento del Napoli a cavallo tra il primo e il secondo anno di Benitez. E qui mi ricollego a quanto scrive l’altro tifoso Di Mattia, che allarga il fronte delle responsabilità per spiegare la bocciatura a San Mames. Benitez e con lui il suo staff hanno sbagliato la preparazione, molti giocatori hanno sbagliato partita, ma anche il presidente ha sbagliato a non rinforzare la squadra, limitando gli orizzonti al ds Bigon, l’unico davvero incolpevole. Con questo organico, dopo il colpaccio di Marassi firmato da De Guzman, Benitez dovrà fugare i tanti dubbi che improvvisamente lo circondano, perché non bisogna dimenticare che era stato ingaggiato soprattutto per la sua esperienza internazionale. In questo senso il fresco kappaò europeo si aggiunge all’eliminazione di un anno fa nella prima fase di Champions e a maggior motivo alla successiva, ancora meno giustificabile, bocciatura negli ottavi di Europa League con il Porto. Appesantito da questi scomodi precedenti, al ritorno dalle sue discusse vacanze a Liverpool, Benitez ripartirà in salita in campionato e nelle due coppe rimaste, magari sperando nella scaramanzia. Anche se è vero che il Napoli vinse il suo primo storico scudetto nel 1987 dopo essere stato eliminato in Europa dal non irresistibile Tolosa, ma quello era proprio un altro Napoli. Con il genio di Maradona in campo, la concretezza di Ottavio Bianchi in panchina e la sensibilità del presidente Ferlaino, mai in visita alla squadra quando l’allenatore non c’era. Anche perchè Bianchi non rimaneva in vacanza a Bergamo... © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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MAGIC + 3 CAMPIONATO

Torna il Papu Gomez, dalle bombe ai gol Il centrocampista ex Catania è all’Atalanta dopo il brutto periodo in Ucraina. Le sue giocate a 14 milioni PORTIERI Nome ABBIATI AGAZZI AGLIARDI ANDUJAR AVRAMOV BARDI BASSI BENUSSI BERISHA BERNI BIGGERI BIZZARRI BRESSAN BRKIC BUFFON CARBONI CARRIZO CASTELLAZZI COLOMBI COLOMBO CONSIGLI CORDAZ CRAGNO DA COSTA DE SANCTIS DIEGO LOPEZ FREZZOLINI FULIGNATI GILLET GOLLINI HANDANOVIC IACOBUCCI KARNEZIS LAMANNA LEALI LOBONT LUPATELLI MARCHETTI MASSOLO MERET MIRANTE NETO PADELLI PEGOLO PERIN POLITO POMINI PUGGIONI RAFAEL C.B. RAFAEL D.A. ROMERO S. ROSATI RUBINHO SCUFFET SECULIN SEPE SKORUPSKI SOMMARIVA SORRENTINO SPORTIELLO STORARI STRAKOSHA TATARUSANU UJKANI VIVIANO

Squadra Costo MIL 12 MIL 2 CES 2 NAP 1 ATA 1 CHI 8 EMP 8 VER 1 LAZ 2 INT 1 EMP 1 CHI 1 CES 1 UDI 2 JUV 17 CAG 1 INT 1 TOR 1 CAG 9 NAP 1 SAS 11 PAR 1 CAG 2 SAM 10 ROM 17 MIL 15 ATA 1 PAL 1 TOR 2 VER 1 INT 18 PAR 1 UDI 1 GEN 1 CES 9 ROM 1 FIO 1 LAZ 12 SAM 1 UDI 1 PAR 13 FIO 13 TOR 12 SAS 7 GEN 12 SAS 1 SAS 3 CHI 2 NAP 15 VER 11 SAM 1 NAP 1 JUV 1 UDI 11 CHI 1 EMP 2 ROM 1 GEN 1 PAL 11 ATA 1 JUV 1 LAZ 1 FIO 1 PAL 1 SAM 4

DIFENSORI Nome ABATE ACERBI AGOSTINI ALBERTAZZI ALBIOL ALEX ALONSO ANDELKOVIC ANDREOLLI ANTEI ANTONINI ARIAUDO ASTORI AVELAR BAGADUR BALZANO BALZARETTI BAMBA BARBA BARZAGLI BASANTA BASTA BELLINI BELMONTE BENALOUANE BENEDETTI BIANCHETTI BIANCO BIAVA BIRAGHI BOCHNIEWICZ BONERA BONUCCI BOVO

Squadra Costo MIL 8 SAS 4 VER 6 MIL 3 NAP 11 MIL 13 FIO 3 PAL 5 INT 4 SAS 3 GEN 6 SAS 4 ROM 8 CAG 5 FIO 1 CAG 4 ROM 5 PAL 5 EMP 2 JUV 14 FIO 6 LAZ 13 ATA 2 UDI 2 ATA 6 CAG 3 EMP 3 SAS 3 ATA 8 CHI 4 UDI 1 MIL 6 JUV 12 TOR 6

BRAAFHEID BRITOS BRIVIO BUBNJIC BURDISSO CACCIATORE CACERES CAMPAGNARO CANA CANNAVARO CAPELLI CAPUANO CASSANI CASTAN CAVANDA CEPPITELLI CESAR CHERUBIN CHIELLINI CIANI CODA COLE COSTA DAINELLI D'AMBROSIO DANILO DAPRELA' DARMIAN DE CEGLIE DE MAIO DE SCIGLIO DE SILVESTRI DE VRIJ DEL GROSSO DODO' DOMIZZI DONKOR DRAME' EDENILSON EDIMAR EMANUELSON EMERSON EVRA FARAONI FEDDAL FELIPE FORNASIER FREY GABRIEL SILVA GAMBERINI GASTALDELLO GASTON SILVA GAZZOLA GENTILETTI GHOULAM GLIK GOBBI GONZALEZ ALE. GONZALEZ G. HEGAZI HENRIQUE HEURTAUX HOLEBAS HYSAJ IZZO JANSSON JONATHAN JUAN JESUS KONKO KOULIBALY KRAJNC LAURINI LAZAAR LICHTSTEINER LONGHI LUCARELLI LUCCHINI LUNA MAGGIO MAGNUSSON MAICON MAKSIMOVIC MANFREDINI MANOLAS MANTOVANI MARCHESE MARIO RUI MARQUES MARQUEZ MARTIC MASIELLO MAZZOTTA MBAYE MESBAH MESTO MEXES MILANOVIC MILAN MOLINARO MONTELEONE MORAS MORETTI MORGANELLA MOTTA MUNOZ MURRU NAGATOMO NICA NOVARETTI

il Magic consiglio ROBERTO PINNA

Nel calcio il mondo animale è spesso presente. Dalla Pulce Messi alla Pantera Pogba. Due roditori d’area di rigore però non si erano mai visti. Al massimo c’erano stati dei problemi con le talpe nei campi di allenamento. Il Verona quest’anno ha invece deciso di schierare due conigli, poco simpatici per le difese avversarie, come Nico Lopez e Saviola. Loro sperano di affiancare, non a caso, l’Ariete Toni. Ma la concorrenza è tanta. El Conejo Un tempo l’argentino era un coniglietto pasquale dall’uovo d’oro: il suo cartellino valeva 54 miliardi. Dopo il grande tradimento, ovvero il passaggio dal Barcellona al Real, tutti lo davano per finito. Era diventato troppo tenero, persino per le difese avversarie, a cui raramente

LAZ NAP VER UDI GEN SAM JUV INT LAZ SAS CES CAG PAR ROM LAZ CAG CHI ATA JUV LAZ UDI ROM PAR CHI INT UDI PAL TOR PAR GEN MIL SAM LAZ ATA INT UDI INT ATA GEN CHI ROM PAL JUV UDI PAL PAR SAM CHI UDI CHI SAM TOR SAS LAZ NAP TOR PAR VER PAL FIO NAP UDI ROM EMP GEN TOR INT INT LAZ NAP CES EMP PAL JUV SAS PAR CES VER NAP CES ROM TOR SAS ROM PAL GEN EMP VER VER VER TOR CES INT SAM NAP MIL PAL TOR PAL VER TOR PAL JUV PAL CAG INT CES LAZ

4 5 5 3 7 5 7 6 7 7 5 5 8 12 4 5 4 4 15 4 3 11 4 7 5 8 4 11 3 6 8 11 11 4 8 7 1 5 5 4 7 4 11 4 2 4 4 5 11 5 11 3 4 5 6 10 7 5 4 2 8 9 5 4 4 4 10 8 5 5 4 3 5 16 5 9 6 6 6 2 15 6 5 10 4 8 3 4 8 4 4 4 4 4 4 5 3 9 1 6 7 4 3 6 6 13 3 4

OGBONNA PALETTA PARENTE PASQUAL PASQUALE PEDRO MENDES PELUSO PERES PERICO PERTICONE PIRIS PISANO E. PISANO F. RADU RAIMONDI RAMI RANOCCHIA REGINI RENZETTI RICHARDS RISPOLI RISTOVSKI RODRIGUEZ GON. RODRIGUEZ GUI. ROMAGNOLI RONCAGLIA ROSI ROSSETTINI RUGANI SAMPIRISI SANTACROCE SARDO SAVIC SCALONI SILVESTRE SOMMA SORENSEN STENDARDO TERRANOVA TERZI TOMOVIC TONELLI TOROSIDIS VIDIC VITIELLO VOLTA VRSALJKO WAGUE YANGA MBIWA ZACCARDO ZAPATA C. ZAPPACOSTA ZUKANOVIC ZUNIGA

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ANCHE IN COPPA

Già partita la Magic Champions Le leghe gratis La sentite la musichetta? Sì, Magic Champions è arrivata. Da sabato 6 settembre è possibile creare e iscrivere la vostra squadra, andando su magic.gazzetta.it. e acquistando un abbonamento online o inserendo il codice che trovate sulla Magic card Champions in vendita in edicola a 9,99 euro. Da quest’anno c’è anche l’esclusiva novità delle Magic Leghe Champions, la piattaforma digitale di Gazzetta per gestire il vostro torneo con gli amici basato sulla Champions League. Come per il Mondiale, le leghe saranno totalmente gratuite. Un nostro regalo per premiare la vostra grande passione per il fantacalcio.

CENTROCAMPISTI Nome ACQUAH ALHASSAN ALLAN ANTONELLI AQUILANI ARMERO ASAMOAH BADELJ BADU BARELLA BARRETO E. BASELLI BASHA BELLOMO BENASSI BERTOLACCI BIABIANY BIDAOUI BIGLIA BIONDINI BIRSA BOLZONI BONAVENTURA BORJA VALERO BRIENZA BRIGHI BRILLANTE CAIO RANGEL CAMPANHARO CANDREVA CAPELLO CARBONERO CARMONA CASCIONE CATALDI CAZZOLA CHIBSAH CHOCHEV CHRISTODOULOPOULOS CIGARINI COFIE COMAN CONTI COPPOLA COSSU CRISETIG CROCE

Squadra Costo PAR 6 UDI 3 UDI 10 GEN 7 FIO 15 MIL 7 JUV 9 FIO 6 UDI 11 CAG 1 PAL 10 ATA 6 TOR 4 CHI 5 TOR 6 GEN 7 PAR 14 PAR 5 LAZ 7 SAS 7 CHI 7 PAL 5 MIL 15 FIO 19 CES 6 SAS 8 FIO 3 CAG 3 VER 2 LAZ 17 CAG 3 CES 7 ATA 7 CES 8 LAZ 3 CES 5 SAS 4 PAL 4 VER 7 ATA 10 CHI 4 JUV 3 CAG 10 CES 4 CAG 8 CAG 5 EMP 4

CUADRADO D'ALESSANDRO DAVID LOPEZ DE FEUDIS DE GUZMAN DE JONG DE ROSSI DE VITIS DELLA ROCCA DESSENA DONSAH DUNCAN EDERSON EKDAL EL KADDOURI ERIKSSON ESSIEN ESTIGARRIBIA EVANGELISTA FARNERUD FELIPE ANDERSON FERNANDES FERNANDEZ M. FETFATZIDIS FLORENZI GALLOPPA GARGANO GAZZI GIORGI GOMEZ GONZALEZ ALV. GRASSI GRECO GUARENTE GUARIN GUILHERME HALLBERG HALLFREDSSON HAMSIK HERNANES HETEMAJ HONDA IAGO ILICIC INLER IONITA IZCO JAADI JADSON JANKOVIC B. JOAO PEDRO JOAQUIN JORGINHO JORQUERA KEITA S. KONE KOVACIC KRHIN KRSTICIC KUCKA

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KUPISZ KURTIC KUZMANOVIC LAXALT LAZAREVIC LAZZARI LEDESMA LESTIENNE LODI LUCAS SOUZA LULIC MAGNANELLI MANGANI MARCHIONNI MARCHISIO MARESCA MARIN MARRONE MASTOUR MAURI J. MAURI S. MEDEL MENEZ MERTENS MIGLIACCIO MISSIROLI MOLINA MONTOLIVO MORALEZ MORO MUNTARI MURONI MUSSIS M'VILA NAINGGOLAN NGOYI NOCERINO OBBADI OBI OBIANG OCTAVIO ONAZI PADOIN PALOMBO PAREDES PAROLO PEPE PEREIRINHA PEREYRA PEREZ PEROTTI PINZI PIRLO PIZARRO PJANIC POGBA POLI PUCCIARELLI PULZETTI QUAISON RADOSEVIC RADOVANOVIC RAGUSA RIERA RIGONI RINCON RIZZO ROMULO SALA SANCHEZ MINO SANTANA SAPONARA SCHELOTTO SIGNORELLI SORIANO SPINAZZOLA STROOTMAN STURARO TABANELLI TACHTSIDIS TAIDER UCAN VALDIFIORI VALOTI VALZANIA VAN GINKEL VARGAS J. VAZQUEZ VECINO VERDI VIDAL VIVES WIDMER WSZOLEK YABRE ZAPATA A. ZE' EDUARDO ZIELINSKI

ATTACCANTI Nome AGUIRRE AMAURI

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Squadra Costo EMP 10 TOR 16

Saviola e Lopez, le armi improprie Costo

16 Gare 2013-14

30 Gol 2013-14

14 Ammonizioni

0 Espulsioni

0

faceva paura. Javier decise allora di portare dentoni e talento a Lisbona dove con il Benfica, in parte si ritrovò. Poi Malaga e Olympiacos. Non fa una stagione completa da tanto tempo ma Verona può sperare: Saviola non sbaglia (quasi) mai al primo anno in una nuova squadra.

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la scheda JAVIER SAVIOLA 32 ANNI ATTACCANTE

Javier Saviola, è nato a Buenos Aires, in Argentina, l’11 dicembre 1981. Cresce calcisticamente con il River Plate. In Europa per prima lo comprò il Barcellona.

El Conejito Storia simile per il giovane coniglio uruguagio Nico Lopez. Nel 2012 arriva alla Roma dal Nacional Montevideo con la promessa di sorprendere. Con la Primavera in effetti fa anche molto bene, ma i denti sono ancora quelli da latte. I giallorossi lo spediscono allora ad Udine, dove non viene inserito tra i nomi indimenticabili passati al Friuli. Da quest’estate è pure lui a Verona, dove ha subito promesso di aver indossato la dentiera letale sotto porta: «Sono il nuovo Iturbe», ha detto. Come presentazione non c’è male. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BABACAR BARRETO P. BELFODIL BELOTTI BENTIVEGNA BERARDI BERGESSIO BERNARDESCHI BIANCHI BOAKYE BONAZZOLI BORRIELLO BOTTA CALLEJON CAPPELLUZZO CASSANO CHANTURIA CODA M. DEFREL DENIS DESTRO DI NATALE DJORDJEVIC DJORDJEVIC L. DJURIC DYBALA EDER EL HAMDAOUI EL SHAARAWY FARES FARIAS FEDATO FLOCCARI FLORO FLORES GABBIADINI GARRITANO GERVINHO GHEZZAL GIOVINCO GLIOZZI GOMEZ M. GOMEZ T. HIGUAIN IAKOVENKO IBARBO ICARDI INSIGNE ITURBE JOAO SILVA KEITA B. KLOSE LARRONDO LJAJIC LLORENTE LOI LONGO MACCARONE MAKIENOK MARILUNGO MARTINEZ MATRI MAXI LOPEZ MCHEDLIDZE MEGGIORINI MICHU MONCINI MORATA MURIEL NENE' NIANG NICO LOPEZ OKAKA OSVALDO PALACIO PALLADINO PALOSCHI PANICO PAVOLETTI PAZZINI PELLISSIER PINILLA POZZI QUAGLIARELLA RODRIGUEZ ROSSETI ROSSI ROVINI SANABRIA SANSONE G. SANSONE N. SAU SAVIOLA SERENI SHEKILADZE SUCCI TAVANO TEVEZ THEREAU TONI TORRES TOTTI TOUNKARA ZAPATA D. ZAZA

ULTIMI ANNI Dal 2009 ad oggi ha vestito tre maglie diverse. In ordine: Lisbona, Malaga e Olympiacos. Nonostante non sia più il calciatore di una volta, l’anno scorso ha trovato due gol in Champions.

Javier Saviola, 32 anni, con la maglia numero 7 del Verona


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE B

Tacopina, addio Roma «Pronto per il Bologna» La società giallorossa lo saluta e dà per certo l’acquisto Lo stupore del club di Guaraldi: «Molti punti da chiarire» ANDREA TOSI BOLOGNA

Il Bologna non vince mai, la sua crisi sembra infinita, i debiti dicono -28 milioni, i tifosi e la piazza sono sfiduciati per la caduta in Serie B, ma Joseph Tacopina, l’avvocato di New York che già sei anni fa tentò la scalata a Casteldebole senza successo, è pronto a rilevare il blasonato e decaduto club rossoblù a qualunque costo. La cordata di investitori Usa guidata dall’ormai ex vicepresidente e consigliere della Roma è caldissima è già oggi è in programma lo sbarco a Bologna dello stesso Tacopina con alcuni suoi partner Usa legati alla banca d’affari Park Lane che opera nel settore delle acquisizioni di aziende. Ieri Tacopina è uscito decisamente alla scoperto inviando alla proprietà della Roma una lettera in cui annuncia di volere abbandonare l’incarico per imbarcarsi nell’avventura bolognese. Percorso Nella lettera Tacopina scrive che «è con un grande senso di appagamento che comunico le mie dimissioni dal board della Roma. Un giorno mio padre mi disse che bisogna lasciare che accada ciò che la vita ha pianificato per noi e che avrei capito quando sarebbe stato il momento di andarmene. Roma è stato il sogno di una vita, ho sudato e pianto per essa, ma adesso è venuto il momento di prendere un altro percorso che mi riporta indietro nel tempo. Bologna è una città splendida, la sua squadra mi piace, per questo ho deciso di farne parte. Sono pronto ad imbarcarmi in un nuovo viaggio». Poco dopo la Roma risponde con una nota molto più esplicita: «Joseph Tacopina ha presentato le sue dimissioni dalle cariche ricoperte all’interno del CdA, con effetti a partire dall’8 settembre 2014. Vogliamo ringraziare l’avvocato Tacopina per il servizio reso all’interno del Consiglio. Auguriamo buona fortuna a lui e al Bologna Calcio». Insomma, sembra tutto fatto per l’approdo di JT sotto le Due Torri.

Joseph Tacopina, 48 anni, avvocato statunitense vicino all’acquisto del Bologna ANSA

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ANNI DIFFICILI

S

Gli ultimi anni del Bologna sono stati turbolenti. Nel 2008 il passaggio da Cazzola al suo vice Menarini, con la figlia Francesca presidente. A inizio 2010 la cessione a Porcedda e pochi mesi dopo il passaggio a una cordata di soci, tra cui Zanetti e Morandi. Dopo un mese presidenza a Guaraldi, che oggi ha il 52% delle quote

Frenata Ma per il Bologna non è ancora tempo di annunci. Anzi il club di Guaraldi frena l’onda Usa con una nota un po’ stizzita: «Apprendiamo con un certo stupore dal sito ufficiale della A.S. Roma che si dà praticamente per scontata la conclusione della trattativa per l’acquisizione del Bologna F.C. da parte dell’avv. Tacopina. Ferma restando la piena disponibilità da parte della proprietà, che peraltro è stata contattata allo stesso fine anche da altri soggetti più discreti ma altrettanto decisi, a procedere nella trattativa nell’esclusivo interesse del Bologna F.C., si tiene a precisare che occorre ancora trovare un accordo su diversi punti, e che tali chiarimenti si potranno ottenere solo con un incontro fra le parti che, per cause indipendenti dalla volontà di entrambe, non potrà avvenire prima della prossima settimana». Tacopina ha fretta di chiudere, Guaraldi prende tempo. Ma il Bologna quanto può aspettare?

CATANIA

Pellegrino resta ma deve riscattarsi contro il Perugia CATANIA (g.f.) Maurizio Pellegrino resterà alla guida del Catania anche per la sfida di Perugia. Il tecnico, dopo il pesante k.o. di Vercelli, era stato considerato in bilico, tanto che erano circolati i nomi di Nicola, Di Carlo, Liverani e Marino. Senza una reazione a Perugia, potrebbe però esserci il cambio. Mercato Di Gennaro ha firmato per il Vicenza, che è vicino anche a Ragusa. Da Udine potrebbero arrivare Faraoni e Alhassan, mentre per la difesa gli obiettivi sono Mantovani e Manfredini. In Lega Pro la ripescata Arezzo ha chiuso con Erpen (ex Pro Vercelli), Millesi (ex Avellino) e Conti (Casertana).

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COSÌ DOPO DUE TURNI

S

Classifica Perugia p. 6; Carpi, Lanciano, Cittadella, Ternana, Livorno e Trapani 4; Latina*, Pro Vercelli, Spezia, Bari, Frosinone e Avellino 3; Pescara e Varese (-1) 2; Catania, Bologna, Entella e Modena 1; Vicenza*, Brescia e Crotone 0 Prossimo turno Venerdì ore 20.30 PescaraBologna Sabato ore 15 Avellino-Spezia; Crotone-Carpi; Entella-Brescia; Frosinone-Bari; Modena-Pro Vercelli; Perugia-Catania; TrapaniCittadella; Varese-Lanciano Domenica ore 18 Vicenza-Ternana Lunedì ore 20.30 Livorno-Latina Il recupero Mercoledì ore 20.30 Vicenza-Latina GIUDICE SPORTIVO Squalificati per 5 giornate Terlizzi (Trapani), per 3 Caputo (Bari) e Cosenza (Pro Vercelli), per 2 Zappino (Frosinone), per 1 Blanchard (Frosinone), Defendi (Bari), Sauro (Catania). Ammende: 5 mila euro al Bari, 3 mila al Pescara, 2 mila a Latina e Perugia, mille a Ternana, Trapani e Vicenza.

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L’INCONTRO A COVERCIANO IL DESIGNATORE SEVERO

Farina: «Basta proteste ma gli arbitri siano un po’ meno permalosi» Stangata del giudice: 5 giornate a Terlizzi Abodi: «Errore evidente contro l’Entella» DAL NOSTRO INVIATO

NICOLA BINDA FIRENZE

In genere è una formalità di un’oretta, massimo un’ora e mezza. Stavolta l’incontro tra gli arbitri della B con capitani, allenatori e dirigenti è durato quasi tre ore, buffet compreso. E mai fu più tempestivo. Perché una partenza così isterica aveva proprio bisogno di un chiarimento. Nelle prime due giornate ci sono state 12 espulsioni, ma soprattutto il livello di proteste e lamentele è già da fine campionato. Il giudice sportivo ieri è andato giù pesante: 5 giornate a Terlizzi del Trapani e 3 a Caputo del Bari e Cosenza della Pro Vercelli. Forse è una conseguenza della non felicissima stagione scorsa, con i giocatori scesi subito in campo un po’ prevenuti. Chissà. Il nuovo designatore Stefano Farina ha avuto un approccio molto duro con i suoi 26 arbitri. Se lo può permettere: 21 li ha lanciati lui dalla Can Pro. Ha chiesto loro «poca arroganza e meno permalosità», ma al tempo stesso tolleranza zero di fronte a proteste plateali. Anche ieri a Coverciano il nuovo designatore è stato diretto e incisivo. Ha fatto vedere filmati per spiegare la regola del fuorigioco e l’uso dello spray, ha mostrato diversi episodi e anche errori arbitrali, ha anche fatto un po’ di teatro con Caputo. Il capitano del Bari è stato espulso domenica sera per una gomitata e Farina ha fatto la finta dicendo «purtroppo non posso farvi vedere le immagini». Il giocatore ha abboccato rispondendo «eh sì, piacerebbe anche a me rivederle»: a quel punto Farina le ha tirate fuori inchiodando Caputo che, con signorilità, ha ammesso le sue colpe. Ma ancora non sapeva delle tre giornate... Bari sereno Tra gli ospiti il più atteso era Gianluca Paparesta, presidente del Bari ed ex arbitro. E’ stato uno dei più incisivi nel dibattito, in un clima molto costruttivo. Anche Devis Mangia, che non ha gradito i due rossi col Perugia, ha ammesso: «Quattro espulsi in 4 gare ufficiali: troppi.

Stefano Farina, 52 anni, da questa stagione designatore della Can di Serie B CANNELLA

L’anno scorso il Bari ha avuto 114 ammoniti e 18 espulsi. Qualcosa non va, dobbiamo lavorarci, capisco che la piazza metta pressione, ma così facendo ci facciamo del male da soli». Sarebbe stato facile prendersela con gli arbitri, invece l’atteggiamento autocritico è da apprezzare. I club riceveranno la visita di un arbitro della Can B per un approfondimento. E’ una novità. Farina guarda avanti: «Dopo la scissione tra Can A e Can B, qui ci sono arbitri con sempre meno gare di A sulle spalle; c’è meno esperienza, ma si lavora per crescere. Bisogna arrivare a un interscambio tra A e B: sono convinto che gli arbitri di A scenderebbero volentieri qualche volta». Soddisfatto Andrea Abodi (che a Radio 1 ha annunciato per settembre un accordo per la Serie B a 20 squadre): «L’obiettivo è diminuire i cartellini e contenere le proteste. E tutti erano d’accordo». E su twitter, a chi gli chiedeva un commento sul rigore negato all’Entella a Bologna, ha detto: «Purtroppo errore evidente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGA PRO IL POSTICIPO DEL GIRONE B

Settembrini e Caponi gol Il Pontedera sale in vetta PONTEDERA-SAN MARINO

2-1

MARCATORI Settembrini (P) al 2’, Poretti (S) al 27’ p.t.; Caponi (P) al 29’ s.t. PONTEDERA (3-5-2) Ricci 6; Madrigali 6, Vettori 6, Gasbarro 6; Galli 6, Bartolomei 6,5 (dal 24’ s.t. Luperini s.v.), Caponi 7, Settembrini 6,5, Paparusso 6,5 (dal 24’ s.t. Cesaretti s.v.); Grassi 6,5, Scardina 6 (dal 37’ s.t. Redolfi s.v.). (Cardelli, Disanto, Gori, Polvani). All. Indiani 6,5. SAN MARINO (4-3-3) Vivan 6; Russo 5,5 (dal 39’ s.t. Jara Martinez s.v.), Fogacci 5,5, Ferrero 6, Alvaro 5,5; Sensi 5,5, Valeriani 6, Poletti 6,5 (dal 30’ s.t. Soligo s.v.); Coto 6 (dal 35’ s.t. Cicarevic s.v.), La Mantia 5,5, Muntadas 5,5. (Migani, Paolini, Bangoura, Miravent). All. Rodriguez-Covelo 6. ARBITRO Zanonato di Vicenza 5,5. NOTE paganti 1040, abbonati 154, incasso di 10.247 euro. Espulso Sensi al

48’ s.t.; ammoniti Vettori, Caponi, Paparusso, Alvaro, Jara Martinez. Angoli 7-3. STEFANO LEMMI PONTEDERA (Pi)

L’ultimo... boccone di spezzatino della seconda giornata finisce nel piatto del Pontedera, che supera il San Marino in una sfida inedita fra i due club e schizza in vetta alla classifica agganciandosi all’Ascoli. Partenza in discesa per i toscani, che dopo 2’ pescano il jolly: Settembrini spara di sinistro, Fogacci è sulla traiettoria e per Vivan è già tempo di raccogliere la sfera in rete. Il vantaggio illude i pa-

droni di casa, che anziché affondare la zampata decisiva sembrano sentirsi già al sicuro e si perdono in pericolosi fraseggi. Un comportamento che favorisce il ritorno dei più rapidi ospiti. Così Poretti non si fa pregare e infila una punizione lassù dove Ricci non può arrivare (27’). Colpo vincente Il pareggio conferma l’equilibrio che regna in campo, nonostante le due squadre provino comunque a superarsi. Lo stallo dura fino allo slalom vincente di capitan Caponi, che al 29’ supera tre difensori e infila Vivan in uscita. Dieci minuti più tardi Cesaretti a porta vuota non regala la tranquillità, sprecando una buona occasione, ma il San Marino ha ormai speso tutto. E il Pontedera può far festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RICORSO

Poggibonsi oggi davanti al Tar per il ripescaggio ROMA Oggi davanti alla Terza sezione quater del Tar del Lazio (presidente Giuseppe Sapone) si discute il ricorso del Poggibonsi contro l’esclusione dal ripescaggio in Lega Pro. La società era stata esclusa perché non aveva il sistema di videosorveglianza mobile quando erano state ripescate Torres, Martina e Aversa Normanna. La sua richiesta di sospensione del campionato era stata già respinta dal Tar, ma oggi verrà ridiscussa. Il ricorso del Poggibonsi era stato respinto anche dall’Alta corte del Coni.

la situazione Reggina-Messina non si gioca domenica La situazione dopo 2 giornate: Girone A Monza e Pavia p. 6; Cremonese, Como e Venezia 4; Giana*, Novara, Lumezzane, Alessandria, Feralpi Salò, Bassano, Real Vicenza e Torres 3; AlbinoLeffe*, Pordenone e Südtirol 1; Mantova, Pro Patria, Renate e Arezzo** 0. (** due in meno; * una in meno). Domani, 20.30: Arezzo-Torres; Bassano-Giana; Feralpi SalòPordenone; Lumezzane-Mantova; Venezia-Südtirol; 20.45: Alessandria-Novara; Como-Real Vicenza; Cremonese-Renate; Monza-Pavia; Pro Patria-AlbinoLeffe. Girone B Ascoli e Pontedera p. 6; Pisa, Tuttocuoio, Lucchese e Savona 4; Reggiana, Forlì e Grosseto 3; Santarcangelo e Carrarese 2; Ancona, Prato, San Marino, Pistoiese, Gubbio e L’Aquila 1; Teramo e Spal 0; Pro Piacenza (-8) -2. Venerdì, 20.45: L’Aquila-Prato. Sabato, 14.30: PistoiesePro Piacenza; 15: Grosseto-Reggiana; 16: San Marino-Carrarese; 17: Forlì-Teramo; 19.30: Spal-Santarcangelo. Domenica, 12.30: Ancona-Pontedera; 14.30: Tutto-

cuoio-Ascoli; 16: Lucchese-Savona; 18: Pisa-Gubbio. Girone C Salernitana, Reggina, Catanzaro, Benevento, Lupa Roma e Vigor Lamezia p. 4; Lecce, Barletta e Foggia (-1) 3; Casertana, Aversa Normanna, Cosenza, Matera e Melfi 2; Paganese, Ischia, Messina, Savoia e Juve Stabia 1; Martina 0. Venerdì, 19.30: Foggia-Melfi. Sabato, 14.30: Ischia-Vigor Lamezia; 15: Matera-Lecce; 16: Catanzaro-Martina; 17: Barletta-Cosenza; 19.30: Casertana-Juve Stabia. Domenica, 11: Salernitana-Aversa Normanna; 14.30: Lupa Roma-Paganese; 16: Savoia-Benevento. Reggina-Messina non si giocherà domenica alle 18, come previsto, per motivi di ordine pubblico. Forse anticipata a venerdì. GIUDICE SPORTIVO Squalificati per 2 giornate Quinto (Foggia), per 1 Idda (Casertana), De Giorgi (Martina), Pelagatti (Pisa), Calvano e Mungo (Pistoiese), Jadid (Cremonese), Fantini (Forlì), Martin (Südtirol), Donida (Lecce), Tundo (Melfi).


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

FORMULA 1 IL CASO l’Analisi DI PINO ALLIEVI

Ma Wall Street è un pretesto per cambiare «Lei mi chiede se riesco a vedermi, un giorno, fuori dalla Ferrari? No, non mi ci vedo, la Ferrari è la mia casa», ci disse due anni fa Luca di Montezemolo. I tempi sono cambiati, per ogni cosa c’è una fine e la quotazione a New York è un banale pretesto. Non ci fosse stato il traguardo di Wall Street, la scusa sarebbe stata un’altra. Ma una volta uscito Montezemolo, ci sarà un periodo di transizione complicato da vivere per un team — i tempi della gestione industriale sono più lunghi e comunque la produzione va a gonfie vele — che non po’ permettersi altri tempi morti. Se Marchionne si prenderà la carica di presidente, dovrà nominare qualcuno che poi si occupi della gestione quotidiana. Sarà un uomo di sua fiducia, ovviamente. Il toto-nomina è già cominciato e c’è un nome che circola: quello di Alfredo Altavilla, capo operativo dell’Emea, ovvero del settore Africa e Medio Oriente, grande appassionato di auto e corse. Si fa poi il nome di un manager americano. Nulla è deciso. L’importante è che si conceda a Marco Mattiacci la stabilità per portare avanti il suo piano, continuando con un Alonso che scalpita e che ha fatto presente a Montezemolo e Marchionne le perplessità che lo assillano. Solo lui può essere il baricentro di una ricostruzione dovuta (in caso contrario c’è sul mercato Vettel), dopo che nella programmazione della nuova era della F.1 si sono commessi macroscopici errori di valutazione sia dell’impegno, sia degli investimenti. Ovvero i due punti sui quali la Mercedes è intervenuta prima di tutti, coi risultati che conosciamo. Alla Ferrari è mancata la visione generale. Aver smantellato il reparto elettronico quando l’elettronica ritornava centrale con le power unit, è stato un errore madornale e di recente si è andati a cercare i tecnici di cui si era fatto a meno. E’ un esempio banale che spiega una delle componenti all’origine della crisi. Aver poi rinunciato, nel giro di un paio di mesi, a Domenicali e Marmorini, ha accentuato il senso di confusione cui ora deve far fronte Mattiacci. Il quale è tuttavia convinto di aver imboccato la strada giusta per rivedere la luce. Auguriamocelo. Ribaltoni ce ne sono già stati troppi, nell’era post-Schumacher. Marchionne troverà una squadra formata da uomini validissimi, con una campagna acquisti di tecnici quasi ultimata. L’importante sarà il posizionamento in campo dei vari elementi e la motivazione. A parole è tutto facile, nella pratica la Ferrari, con i suoi consolidati giochi di potere e le parrocchie che di recente si sono moltiplicate, ha una solida esperienza su come complicarsi la vita. E perdere sulle piste.

A

LE OPINIONI

S

Giorgio Squinzi Presidente Confindustria «Montezemolo è indispensabile alla Ferrari? È un problema aziendale»

ANDREA CREMONESI

Non è più questione di se ma di quando. L’uscita dalla Ferrari di Luca di Montezemolo da «esagerato polverone estivo» è diventata una certezza dopo le bordate lanciate da Sergio Marchionne domenica a Cernobbio. E se sino alla vigilia di Monza la «crisi» poteva apparire gestibile, la bacchettata pubblico potrebbe avere come effetto una accelerazione della separazione. Per questo, quando ieri pomeriggio, si è sparsa la voce della presenza dell’amministratore delegato della Fca a Maranello, la temperatura si è alzata. In realtà il manager canadese si trovava al quartier generale di una Ferrari, uscita dalla gara di casa con le ossa rotte, non per ... sfrattare l’attuale inquilino dall’ufficio presidenziale ma per un consiglio d’amministrazione della Phillip Morris. Non ci sono conferme che Marchionne abbia visto l’«amico Luca» per un chiarimento e tantomeno che abbia incontrato i due piloti, anch’essi in fabbrica.

L’a.d. Fca Sergio Marchionne, 62 anni, con il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, 67 LAPRESSE

Alta tensione www.ACMilanArabic.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S

Angelo Sticchi Damiani Presidente Aci «Marchionne ed Elkann riporteranno la Ferrari in alto. Ma Montezemolo ha ottenuto grandi risultati»

S

Dino Zoff «È ingeneroso prendersela con Montezemolo. I problemi c’erano pure prima di lui. E dopo i periodi difficili la Ferrari si è sempre rialzata»

A destra, Diego Della Valle, (60). Imprenditore, presidente ed a.d. di Hogan e Tod’s e patron della Fiorentina LAPRESSE

Data Giovedì tra l’altro Marchionne, dopo aver presenziato al lancio della Jeep Renegade a Balocco, dovrebbe tornare di nuovo in Emilia, per il cda del Cavallino. Sarà quella l’occasione della resa dei conti? Difficile considerato che Montezemolo per la sua carica ha uno stipendio cospicuo (6 milioni di euro) e avrebbe richiesto una liquidazione di 300. La questione sarà trattata dai legali e allora potrebbe essere ancora Montezemolo a rappresentare la Ferrari al Salone di Parigi il 2-3 ottobre. E forse anche alla festa per i 60 anni della presenza nord americana della rossa. Struttura Se il «quando» re-

sta dunque ancora un punto interrogativo, su «chi» prenderà il timone della Ferrari non ci sono più molti dubbi: sarà lo stesso Marchionne a sedersi sulla poltrona presidenziale (che, in molti scommettono, resterà sua anche quando farà un passo indietro da Fca). Non arriverà da solo anche se l’attuale amministratore delegato, Amedeo Felisa, pur essendo in età pensionabile continuerà a restare al suo posto: il nome di chi seguirà la Ferrari giorno dopo giorno potrebbe costituire una sorpresa, potrebbe infatti trattarsi

Un blitz a Maranello per Marchionne: pronta la sua Ferrari Della Valle lo attacca

Sarà numero 1, avrà a fianco Felisa e un «americano» Diego: «Fa annunci da 10 anni. Paghi le tasse in Italia» di un esponente «americano». Corse La domanda è se ci sa-

ranno conseguenze anche sulla Gestione Sportiva perché se la rottura con Montezemolo è avvenuta per una differente visione strategica su che cosa dovrà essere la Ferrari nel futuro gruppo globalizzato, domenica Marchionne ha picchiato duro pure sulla mancanza di risultati sportivi. Giudicare adesso Mattiacci, sarebbe intempestivo, avendo

ereditato macchina e staff da Domenicali a stagione iniziata. E l’a.d. lo sa. Ma sarà altrettanto paziente davanti a un eventuale nuovo flop nel 2015 dopo aver dichiarato che «non voglio vedere gente in settima e dodicesima posizione?». Il nuovo capo della Ges intanto ha già cambiato il proprio approccio: dopo una prima fase in cui aveva prevalso la politica di accentramento (con deleghe solo al d.t. James Allison), ora ha scelto una via più collegiale, coin-

volgendo altri dirigenti di esperienza. E riprendendo piani che erano stati accantonati forse troppo in fretta. Peccato che si sia perso un po’ di tempo e anche qualche opportunità di acchiappare tecnici di valore (anche se qualche colpo tra Mercedes e Audi è stato messo a segno). Come il team, anche Mattiacci dovrà crescere velocemente nella comprensione della F.1 per superare le perplessità che Alonso nutre ancora. E con le risorse che ha a di-

IL GIORNO DOPO I DIPENDENTI AVVERTONO IL CAMBIO DI ATMOSFERA. TUTTI CHIEDONO MAGGIORI RISORSE PER LO SVILUPPO F.1

Fine turno nella fabbrica delle rosse «Giochi di potere». «La Fiat investa» Poca voglia di parlare ai cancelli. Ma l’uscita dell’a.d. canadese sembra troppo dura

retto in mezzo a collezionisti e azionisti, a quelli bassi i dipendenti tornano al lavoro con poca voglia di parlare. Ci sono Marchionne, Montezemolo e Piero Ferrari, probabile che siano già iniziate le consultazioni prima di arrivare al Cda in programma giovedì.

DAL NOSTRO INVIATO

Tutti per Luca Tra un turno e l’altro, i dipendenti scappano veloci. Si fermano in pochi chiedendo di omettere i cognomi. «In questo momento delicato per la Ferrari — dice Davide — non era il caso di scatenare polemiche. Invece l’uscita di Marchionne è stata molto dura. Mi pare che siamo dentro ad un gioco di potere nel quale l’obiettivo è cacciare Montezemolo. Il problema è che senza fare investimenti in F.1 non si può migliorare. Temo che dovremo soffrire ancora molto tempo prima di torna-

ANDREA TOSI MARANELLO (Mo)

Il giorno dopo il grave flop di Monza, con le Ferrari fuori da tutti i giochi, e le parole di Sergio Marchionne che bocciano la gestione sportiva, il clima sopra Maranello è pesantissimo. C’è un bel sole ma la cappa di negatività che aleggia sulla scuderia del Cavallino non consente di godersi la coda dell’estate. Ai piani alti c’è un evento della Philip Morris che richiama i vertici dell’azienda ad un confronto indi-

Dipendenti della Ferrari all’uscita dello stabilimento a Maranello ANSA

re a vincere. Oggi la Mercedes è due anni avanti a noi come evoluzione della macchina». La difesa dell’attuale presidente del Cavallino è il tema dominante. «Montezemolo era qui quando vincevamo a mani basse — argomenta Alessandro —. Non era un genio prima e non è uno stupido adesso. La Ferrari oggi è inferiore alla

concorrenza perché non spende più soldi per l’evoluzione e per i suoi manager di alto livello. Con tutto il rispetto c’è una bella differenza tra Todt che veniva dai rally, comunque dal mondo delle corse, e Mattiacci che vendeva auto. Il livello delle conoscenze si è abbassato notevolmente. E poi a Torino devono capire che in F.1 non si vince tagliando il tagliabile ma investendo». Vecchio ferrarista Ma ci sono anche voci contrarie come quella di Gemino Battilani, anni 86 di cui 36 spesi in Ferrari come responsabile della fonderia. «Montezemolo qui è una bandiera, ma quello che dice Marchionne non è sbagliato: nessuno è indispensabile. Sono andati via Todt e Domenicali, potrebbe cambiare anche il presidente perché c’è bisogno di energie nuove e il mondo va avanti. John Elkann mi sembra ideale per rimpiazzare Montezemolo. La Ferrari per tornare a vincere deve rischiare di più in corsa e nello sviluppo. Solo così tornerà a primeggiare». © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

HANNO DETTO

Proprietà

10%

90%

Piero Ferrari

Fiat spa

Bilancio 2013 S

+5%

2.035

Il fatturato a 2,3 miliardi di euro

consegne negli Stati Uniti, +9% rispetto al 2012

+5,4%

677

L’utile netto pari a 246 milioni di euro

Vetture consegnate in Gran Bretagna, primo mercato europeo del gruppo

1,36 Miliardi di euro La posizione finanziaria industriale netta

Consegne in Italia, mercato che ormai rappresenta meno del 3% delle vendite mondiali Ferrari

Le vetture omologate a 6.922 unità

Vetture vendute nel 2013

Previsioni vetture vendute per il 2018

2013

7.270 6.900 -370

Riduzione voluta per l’esclusività del marchio

7.000 previsioni 2018 (ma si potrà salire a 10.000 auto l’anno) 74.000

Chrysler

S

Marco Mattiacci «Fernando sa che dovremo attraversare momenti difficili, per tornare a essere competitivi. Serve unità»

400.000 350.000 800.000 596.000 600.000

Dodge

1.500.000 1.900.000

Fiat

732.000

Jeep

1.900.000

Maserati 15.400 75.000 GDS

sposizione non potrà sbagliare. Attacco Come prevedibile le

parole di Marchionne (non solo sulla Ferrari) hanno creato polemiche. Zitto Montezemolo, ha parlato Diego Della Valle, che a lui è legato da amicizia e affari. «Vuole dare lezione a noi italiani su che cosa dobbiamo fare: è una cosa vergognosa e offensiva. Se si sente orgoglioso di essere italiano, cominci a pagare le sue tasse personali in Italia dove le pagano i

3

Fernando Alonso «Salvo grandi novità, resterò alla Ferrari per almeno altri 2 anni. Ma dobbiamo valutare, per continuare in modo vincente»

205

-5,4%

Alfa Romeo

21

d Alonso è inquieto

IL MARCHIO FERRARI

Ferrari 2012 prodotte

LA GAZZETTA DELLO SPORT

lavoratori Fiat. Noi italiani non dobbiamo permettere a questi “furbetti” cosmopoliti di prenderci in giro in questo modo, sicuri di farla sempre franca. Sono 10 anni che Marchionne fa annunci e promesse a vuoto. Di persone come lui, gli italiani che vivono una crisi tremenda, ne fanno volentieri a meno. Speriamo che lo capisca anche lui e non salga più in cattedra per dare insegnamenti non richiesti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

domande a... STEFANO CASELLI PRORETTORE UNIVERSITÀ BOCCONI - MILANO

«Farebbe bene pure alle corse lo sbarco del Cavallino in Borsa» 1 Perché nella querelle Marchionne-Montezemolo viene citata la data del 13 ottobre? Perché è così importante? «Il 13 ottobre segna la definitiva internazionalizzazione del gruppo Fiat-Chrysler, ora Fca, con la quotazione a Wall Street. Si tratta del coronamento di un percorso unico, molto coraggioso: un’azienda italiana ne ha comprata una molto più grande negli Usa. Adesso, quotandosi, va ad aumentare la propria visibilità, ma soprattutto a cercare di reperire risorse per espansioni future». 2 Pensa che dopo la quotazione di Fca negli Usa possa avvenire anche quella Ferrari? «Penso che dopo il debutto a Wall Street inevitabilmente si porrà un tema Ferrari, è ine-

luttabile che sbarchi in Borsa. E i tifosi devono stare tranquilli perché è una cosa positiva: si diventa ancora più forti e si trovano capitali che possono tradursi in successo anche nell’attività sportiva. Dall’altro lato, nella gestione dell’azienda Ferrari molte cose dovrebbero cambiare subito: quotarsi in Borsa comporta altri schemi organizzativi, operativi e manageriali».

3 Qualcuno agita il pericolo di una perdita dell’identità italiana del Cavallino. «Può avere contraccolpi un’azienda piccola o con un marchio non importante. Non mi pare il caso della Ferrari: nel mondo è un emblema di lusso, qualità e soprattutto italianità». v.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Kimi Raikkonen «Per il futuro vedremo. Non sono più giovane, non potrò girare per sempre nel paddock. C’è anche altro da fare nella vita»

Lungo colloquio con Montezemolo Fernando ieri in fabbrica: vuole una rossa vincente nel 2015 e certezze sul futuro prima di legarsi a vita agita il due volte iridato. Sono i venti di cambiamento a Maranello. Ieri Alonso, anziché partire per Dubai, è tornato in fabbrica, dove c’era anche Raikkonen, e ha parlato a lungo con Montezemolo, per il quale a Monza ha speso parole di stima e affetto. Possibile che abbia chiesto rassicurazioni in un momento mai così incerto. La F.1 è cambiata dal 2009 e la Ferrari è rimasta indietro nella ricerca aerodinamica e al simulatore. Non a caso Mattiacci, arrivato ad aprile al posto di Domenicali, è ripartito da questo per dare una scossa. Dicevano che fosse stato appoggiato da Marchionne e dai vertici della Fiat e i fatti di oggi lo fanno pensare. Modello di manager di successo, imbevuto di quella cultura americana che va di moda in Fiat, Mattiacci è stato accolto con scetticismo dal mondo della F.1, ma in questi mesi è stato abile. L’asse con la Renault per avere dal 2015 più libertà di sviluppo sui motori (tallone d’Achille attuale della rossa) è stata una sua mossa politica azzeccata. L’accordo con gli americani della Haas per il team satellite nel 2016 un altro fiore all’occhiello.

LUIGI PERNA

«Voglio vincere», ha ripetuto Fernando Alonso a Monza. «Lui sa che dovremo attraversare momenti difficili», l’ha frenato il team principal Marco Mattiacci. Già, ma Alonso è disposto ad aspettare? E fino a quando? La domanda circola più o meno da un anno, quando vennero fuori le prime voci di un corteggiamento della McLaren, spinta dai capitali della Honda. Poi tutto è rimasto in sospeso. Anche per i dubbi dello spagnolo, combattuto fra una scommessa incerta e la speranza di poter ancora aprire un ciclo vincente alla Ferrari. Sibillino Le vicende di questa stagione amara, senza vittorie, culminata nel ritiro di domenica e nella bocciatura di Sergio Marchionne al presidente Luca di Montezemolo, tengono però in costante agitazione lo spagnolo. Non è un caso che Fernando a Monza abbia dato almeno trequattro versioni diverse sull’argomento contratto, anche sibilline: «Se non ci saranno grandi novità resterò almeno altri 2 anni. Ma bisogna valutare, per continuare questo matrimonio in modo vincente». Il rinnovo con il Cavallino (2017-2019) sarebbe un impegno a vita, perciò Alonso prende tempo: vuole prima capire se la Ferrari possa tornare competitiva nel 2015 o nel 2016. E poi c’è l’aspetto economico: lo spagnolo punta a un aumento dell’ingaggio e magari anche a un ritocco di quello attuale. «Voglio essere pagato per quanto valgo. Un punto più del mio compagno di squadra uguale un euro in più», ha detto con una metafora. E di punti quest’anno ne ha fatti ben più di Kimi

Raikkonen. Il quale a sua volta ha un orizzonte limitato a Maranello, fino alla scadenza del 2015. La Ferrari ha fatto capire che Vettel e Hamilton potrebbero arrivare se Alonso facesse una scelta clamorosa. A sua volta Alonso si è guardato attorno, bussando alla Red Bull e alla Mercedes, se uno fra Vettel e Hamilton si spostasse. Non è facile però, anche per i vincoli del suo contratto.

Fernando Alonso, 31 anni, torna ai box dopo il k.o. del suo motore durante il 29o giro. Finisce così il suo GP d’Italia ANSA

Mandato Intanto sta rivoltando anche la fabbrica. I nuovi banchi prova sono solo l’ultimo di una serie di investimenti spaventosi, resi possibili solo dalla forza di un mandato dall’alto. E ci saranno altri rinforzi sul fronte dei tecnici. Di fatto da maggio, quando in Ferrari una circolare sancisce di affidare pieni poteri a Mattiacci nella gestione del budget e delle risorse, il capo della Ges ha potuto muoversi in autonomia, avviando la ricostruzione. Che vedremo dove porterà e che sarà legata a un nuovo corso al vertice del Cavallino.

Incontro Ma c’è pure altro che

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BILANCIO DOPO LA GARA DI DOMENICA

SOSPETTI

A Monza «solo» in 144 mila ma Bernie non alza il prezzo

Rosberg sul GP: «Macché regalo ho fatto un casino»

Siamo ancora ai preliminari ma rispetto alla settimana scorsa Monza può guardare al futuro con maggiore tranquillità. E’ la sensazione che Ivan Capelli, neo direttore dell’Automobil Club di Milano, ha ricavato dal colloquio avuto con Bernie Ecclestone e durante il quale ha in sostanza presentato la propria squadra. «E’ durato un’ora e si è svolto in un clima di grande collaborazione — ha spiegato l’ex ferrarista —. Un primo risultato lo abbiamo già raggiunto perché non abbiamo avuto una richiesta di adeguare economicamente il contratto per i restanti due anni di contratto». Dunque per il momento il GP d’Italia non solo continuerà ad essere disputato sullo stradale brianzolo ma ancora con costi più contenuti rispetto ad altre realtà europee. Condizioni Per il futuro restano ovviamente sul tappeto le

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Ivan Capelli «Il colloquio con Ecclestone è stato costruttivo. Intanto non dobbiamo pagare di più per i restanti due anni di contratto»

tre condizioni: adeguamento finanziario (20 milioni di euro), allargamento del paddock, niente più salette gestite direttamente da Sias. «Per ora c’è una differenza di 10 milioni di dollari. Faremo una proposta a Bernie». Bisogna trovare un accordo entro primavera. Numeri Intanto l’85a edizione è andata in archivio come previsto con numeri inferiori rispetto al 2013: mancano all’appello circa 16 mila persone, secondo le stime della Sias. In totale si sono registrate 144 mila presenze (erano state 161 mila 12 mesi fa): 4 mila il giovedì; 20 mila il venerdì; 40 mila il sabato e 80 mila la domenica. «Vedremo se sarà possibile attuare una differente politica dei prezzi in futuro», è la promessa di Capelli. Ma basterà forse una Ferrari vincente. a.cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«È stata solo una giornata deludente. Ho fatto un casino». Nico Rosberg, in un video pubblicato sul proprio account di Twitter, ha cercato una volta per tutte di spazzare via il sospetto che domenica abbia regalato il successo a Lewis Hamilton per rasserenare l’atmosfera in fabbrica. «Lewis era veloce e quindi ho dovuto rischiare di più — ha spiegato il leader del Mondiale —. in quella staccata sono arrivato lungo e ho preferito saltare la curva piuttosto che rischiare di spiattellare le gomme». Dal canto suo il team ha ironizzato sui sospetti, postando sul proprio profilo twitter una foto con una serie di maiali che volano e relativo messaggio: «Breaking news: una drammatica scena nei cieli di Brackley dove NR6 ha ceduto la vittoria al rivale per il titolo LH44».


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

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CICLISMO SEDICESIMA TAPPA NELLE ASTURIE DAL NOSTRO INVIATO

CLAUDIO GHISALBERTI LA FARRAPONA (Spagna)

Fuori dalla Vuelta e dalla Nazionale. Costa cara a Gianluca Brambilla la scazzottata con il russo Ivan Rovny. Succede tutto sul San Lorenzo, penultimo dei cinque gpm in programma, 38 km al traguardo. I due fanno parte della fuga che ha preso il largo sulla Colladona, la prima salita. La fatica comincia a essere tanta, le mente poco lucida. Brambilla sta disputando una grande Vuelta. Lavorando per il suo capitano, Rigoberto Uran, si sta conquistando anche un posto tra gli undici azzurri per il Mondiale di Ponferrada. Anche domenica, seppure non si fosse visto in

VUELTA KM 122

Da sinistra Gianluca Brambilla, vicentino di 27 anni, e il russo Ivan Rovny, 26 BETTINI

COLPI PROIBITI 1

2 1 Inizia il «combattimento» tra Gianluca Brambilla (maglia nera) e il russo Ivan Rovny (gialla), gregario di Contador, che non vuole tirare in fuga. IÑAKI AZANZA 2 Brambilla colpisce il russo 3 con sputi e pugni IPP DALLA TV 3 Rovny si abbassa per evitare i colpi IPP DALLA TV 4 Brambilla, espulso dalla corsa mentre è in fuga, si rivolge al russo: «Hanno cacciato anche te» DE WAELE

Il motivo? Rovny, gregario di Contador, non tirava in fuga. Gianluca si scusa televisione, aveva dato una mano enorme al colombiano vittima pure di una foratura. Ma ieri Uran non stava bene, sapeva che la sua Vuelta era ormai segnata dai problemi ai bronchi (arriverà poi a un quarto d’ora da Contador) e dà il via libera al suo gregario. Brambilla sta bene e vuole provare a vincere una tappa. Vorrebbe che in fuga tutti collaborassero. Rovny, invece, sta a ruota perché è compagno di squadra di Contador. Non che la fuga possa mettere in pericolo la maglia rossa, ma lui è lì solo per portarsi avanti, per farsi trovare pronto quando ci sarà battaglia. Boxe L’italiano si lamenta, alza la voce e tocca il russo (che capisce l’italiano per avere vissuto in Italia) sulla coscia per fargli capire che sta parlando con lui. Il russo, il prediletto di Oleg Tinkov che lo ha sempre voluto nelle sue squadre, risponde dando un colpo con la mano sinistra a Brambilla e poi prendendolo per il «coppino». La reazione di Gianluca è immediata: destro in faccia seguito da sputo. Match. L’incontro di pugilato, a dire il vero, è un po’ ridicolo, un po’ penoso. La gazzarra prosegue per alcune centinaia di metri. I due nel colpirsi sbandano, Brambilla finisce sull’erba alla sua sinistra, e rischiano di travolgere gli altri che, per evitare di finire a terra, sono costretti a schivarli. Alle loro spalle la macchina rossa di uno dei membri della giuria. La corsa prosegue, Brambil-

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Pugni, sputi: la strada come ring E Brambilla saluta la Nazionale Incredibile litigio tra il vicentino e il russo Rovny: espulsi in gara, mai visto!

I «CICLOPUGILI» Leggi Marco Pastonesi

a pagina 17

&

la attacca con De Marchi, Rovny si stacca e aspetta Contador. Inizia l’ultima salita, la Farrapona. La macchina rossa della giuria torna sotto, affianca Brambilla e gli comunica la decisione, giusta e ineccepibile, presa da Jean-Michel Voets, il presidente belga. Gianluca prima rimane quasi interdetto, poi si rialza lamentandosi e scuotendo il capo. Un atteggiamento più da calciatore su di giri che da ciclista. Poi, non contento, il 27enne vicentino fa il cuore con le mani e si batte sul petto. Un gesto d’amore, una dedica. Uno si fa cacciare per una stupidata colossale in mondovi-

NELLA TAPPA DELLA VUELTA IL POLIZIOTTO AVEVA 40 ANNI E TRE FIGLIE

Cade in discesa Muore motociclista della Guardia Civil Si chiamava Eugenio Garcia. Quarant’anni, era di Albacete, aveva 3 figlie. I tempi all’imperfetto li impone la tragedia di ieri: Garcia è morto. Alla Vuelta. In corsa Era un motociclista della Guardia Civil e stava prestando servizio nella sedicesima tappa. Fino alle 15.30 circa, secondo le prime ricostruzioni, quando Garcia si trovava all’altezza del chilometro 22 della AS-228 e il gruppo stava affrontando la discesa dell’Alto

de la Colladona. All’agente toccava il compito di aprire la strada al gruppo: qualcosa di abituale nelle gare ciclistiche, ma Garcia per circostanze ancora da chiarire ha perso il controllo della sua moto ed è andato a colpire con violenza il guardrail. Le telecamere hanno mostrato solo parzialmente l’accaduto, in corrispondenza della località asturiana di Proaza: Garcia è stato trasportato all’Ospedale più vicino in elicottero, ma non c’è stato niente da fare. Tempo fa era stato distac-

cato ad Albacete, ma in questi giorni era impiegato proprio al «Servicio de Movilidad y Seguridad Vial» della Vuelta. Messaggi Sono stati davvero tantissimi i messaggi di cordoglio per la morte di Garcia sul web. E molti sono arrivati dai corridori, che naturalmente hanno saputo dell’accaduto solo al termine della tappa. «Le persone come Garcia sono degli angeli della strada. La loro missione è fare il più possibile per tenerci lontano dai pericoli. Siamo vicini ai suoi cari in un momento così difficile». Sembra tra l’altro che Garcia fosse un appassionato di ciclismo e che non fosse la prima volta che prestava servizio alle gare. Oggi i funerali, domani prima del via della diciassettesima un minuto di silenzio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sione e poi fa una dedica? Arriva il gruppo, Brambilla che intanto aveva proseguito piano in attesa dell’ammiraglia, rivede Rovny davanti alla maglia rossa e con la mano gli fa il gesto: «Ci hanno cacciato». Ancora qualche minuto e i commissari comunicano la decisione anche a Bjarne Riis che si mette a urlare. Brambilla e Rovny hanno così «un merito», quello di essere i primi due corridori a essere cacciati in diretta. Non si era mai visto. Etica E adesso? I due protagonisti restano a bocca chiusa, preferiscono non commentare l’episodio, chissà se per vergo-

gna o per volere della squadra, salvo poi Brambilla scrivere un tweet di scuse. Ma soprattutto per l’italiano potrebbero esserci pesanti ripercussioni sull’immediato futuro. «Brambilla ha fatto una grossa stupidata — commenta con voce triste il c.t. Davide Cassani —. Sono dispiaciuto. Prima di prendere una decisione voglio parlare con lui e con il presidente». E da Renato Di Rocco arriva un veto: «Abbiamo un regolamento etico che parla chiaro. La maglia azzurra la possono vestire solo atleti che sono d’esempio».

Gazzetta.it DA SIERRA A BELLI GUARDA I VIDEO DELLA «BICI-BOXE» Lo spettacolo mandato in onda da Brambilla e Rovny ha alcuni precedenti. E alcuni li potete rivedere sul nostro sito: dalla scazzottata tra Sierra e Arrieta alla Vuelta ‘95, a Wladimir Belli cacciato dal Giro 2001 per il pugno a un tifoso vestito da Gilberto Simoni, suo rivale.

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L’INCHIESTA DI RIMINI TESTIMONI MAI SENTITI. CHI MISE A SOQQUADRO LA STANZA?

«Camera devastata? Dove stava Pantani tutto era tranquillo» FRANCESCO CENITI

Mentre si aspettano le prime mosse della Procura di Rimini dopo la riapertura del caso sulla morte di Marco Pantani (ipotesi omicidio volontario), tra le tante anomalie sulle indagini svolte 10 anni fa e che portarono in breve tempo alla conclusione di un decesso causato dall’overdose accidentale, si aggiunge un nuovo tassello da approfondire e per certi versi incomprensibile.

Rumori e silenzi Un testimone della tragedia ieri è stato intervistato da Sky. Si tratta del ragazzo (Marco anche lui) che alloggiava al Residence Le Rose proprio di fronte alla stanza occupata dal Pirata. Non solo, in albergo in un’altra camera, attaccata a quella di Pantani, c’era anche la mamma (stavano traslocando). «Rumori per un appartamento messo a soqquadro? Dormivo e il 14 mattina nulla mi ha disturbato fino alle 13. Mia madre nella camera accanto era sveglia: quando

ha saputo della tragedia mi ha confidato che verso le 12 aveva ascoltato dei movimenti, come se fosse in azione la donna delle pulizie», ha rivelato Marco a Sky. Insomma, nulla di paragonabile a quello descritto negli atti ufficiali: Pantani in pieno delirio che devasta la stanza prima di morire. Non solo, l’ora indicata dalla donna è particolare perché secondo la nuova perizia medico legale, contenuta nell’esposto presentato alla Procura dalla famiglia del ciclista, a mezzogiorno il Pirata era già morto. Altra anomalia, forse la più clamorosa: il ragazzo nel 2004 era stato sentito dagli inquirenti solo sulla sera prima, nessuna domanda su quanto accaduto la mattina del 14, mentre la madre di Marco (vicina della stanza di Pantani) non è stata mai ascoltata...


MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

VUELTA KM 160

giornata pessima. Per tutti il riposo oggi a La Coruna arriva alla perfezione.

COLPI DA K.O.

Storia Ma torniamo a Contador. Quella di ieri, nella terza e ultima battaglia del temutissimo «trittico asturiano» è stata un’impresa storica. Intanto, perché le sue vittorie con la maglia rossa di leader non sono molte. Anzi, questa è solo la seconda. L’unico precedente sei anni fa, Vuelta del 2008. Alberto conquista l’Angliru, diventa leader e il giorno successivo si ripete a Fuentes de Invierno. Ma l’impresa è storica anche per altri motivi. Il primo, il più importante e quello che

Froome è steso Contador firma la sua rivincita

Splendido duello: Alberto si vendica dopo il Tour 2013, trionfa in salita, è sempre più re

DAL NOSTRO INVIATO

CLAUDIO GHISALBERTI LA FARRAPONA (Spagna)

Il colpo del Pistolero. Alberto Contador, re della corsa, avvolto nel suo mantello rosso, conquista la tappa regina, quella con cinque salite e traguardo in cima a La Farrapona. La Vuelta non è ancora definitivamente sua, ma l’ipoteca che ha posto per il trionfo di Santiago de Compostela è molto forte. Gli avversari cominciano a essere lontani. Valverde 2° a 1’36”, più che pensare ad attaccare deve guardarsi alle spalle, visto che a soli 3” ha Froome. Rodriguez, a 2’29”,

sembra ormai destinato a una carriera senza trionfi nei grandi giri. Aru, ancora una buona prestazione la sua, mette in cassaforte il 5° posto. Contador è a 3’38”, ma Dan Martin è 2’39” più giù. L’altra notizia bella, per noi italiani, è la conferma ad altissimi livelli di Alessandro De Marchi, 3° al traguardo, dopo una fuga coraggiosa e potente. Sparisce invece il colombiano Rigoberto Uran che, a causa di problemi ai bronchi, ha vissuto una tappa drammatica conclusa a quasi 16’ da Contador. Per la sua Omega Pharma, che s’è vista anche cacciare Brambilla per la lite in corsa con Rovny, una

«

Ho dato il massimo, e il mio bilancio finora è ottimo. Magari finisse così

Momenti chiave

LA «FRULLATA» Verso il traguardo de la Farrapona, Froome ci prova con una «frullata» ai meno 4,5 km: Contador resiste

FABIO ARU 24 ANNI, 5° A 3’38”

Contador si terrà nel cuore, è che per la prima volta in un «mano a mano» dove non ci si gioca solo la vittoria ma anche l’onore, Alberto è riuscito a togliersi da ruota Chris Froome. L’inglese non è uno qualsiasi. E’ il corridore che ha messo in dubbio l’egemonia dello spagnolo. Non per niente Contador lo considera «l’avversario più forte che abbia mai incontrato». E lo spagnolo non è un novellino, uno di primo pelo. Ne ha di chilometri e di battaglie alle spalle. Persino contro un certo Armstrong. La sfida ieri è stata durissima. Prima della salita finale, per non trascurare il minimo dettaglio, Alberto cambia bici. «Le previsioni davano pioggia e io ero partito con tubolari da bagnato — spiega — poi visto che era asciutto ho preferito cambiare». Quando a 4,5 km dalla cima Froome ha fatto la «frullata» decisiva, Valverde, Rodriguez e Aru sono saltati. Solo Contador è stato capace di ballare sui pedali e tenergli la ruota. Sarebbe bello vederlo correre una volta senza occhiali lo spagnolo, per vedergli gli occhi. Per capire fino a che punto può arrivare la sua ferocia. «Ho capito subito che potevo tenere il suo ritmo», afferma Contador. Poi un altro paio di accelerazioni dell’inglese, con Alberto che non perde un metro e che gode nel vedere gli altri due spagnoli sempre più dietro. «Io penso alla mia corsa, loro alla loro», il suo commento che è una lapide. Con Purito e Valverde non ci sarà mai un accordo. Nemmeno per Ponferrada, per il Mondiale. Contador, che non vede il percorso adatto alle sue caratteri-

LA SENTENZA Alberto tiene il ritmo di Froome senza problemi e anzi ai meno 800 metri accelera: è lo scatto verso la vittoria

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stiche, è intenzionato a rinunciare per non dovere dare una mano ai rivali. Forza Agli 800 metri lo scatto definitivo, quello che mette il sigillo sulla tappa e forse sulla Vuelta. «No, questo è un passo importante ma la Vuelta non è ancora vinta — afferma Alberto —. Mancano cinque tappe dove può ancora succedere di tutto». Ok, ma adesso chi potrebbe essere l’avversario più pericoloso? «Le mie gambe hanno forza e recupero bene. La cosa più importante nelle prossime tappe è che non abbia incidenti». «Per lo meno ho fatto un piccolo passo avanti nella generale — si consola Froome —. Però diventa difficile battere Alberto. Come sapete, mi sono presentato a questa corsa che mi mancava un po’ di ritmo, però sono molto felice di come sta andando finora». Pensare che Contador e Froome, dopo gli infortuni al Tour, qui non dovevano neppure esserci. Invece, non solo ci sono, ma volano. I dati dicono che la salita è stata una delle più veloci di sempre. E stavolta, in una tappa di quasi 5mila metri di dislivello, non ci sono se e ma. Neanche il vento era a favore. E pensare che Bjarne Riis, il team manager di Contador, tre sere a Santander fa ci confidava che Alberto sta sì bene, ma non è al top come invece lo era al Tour. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Oggi riposo Aru si conferma quinto in classifica

IL SIGILLO Sul traguardo, il segno del «Pistolero» e lo sguardo quasi atterrito di Chris Froome (sotto) FOTOSERVIZIO BETTINI

ARRIVO: 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff) 160,5 km in 4.53’35”, media 32,802; 2. Froome (Gb, Sky) a 15”; 3. De Marchi (Cannondale) a 50”; 4. Valverde (Spa) a 55”; 5. Rodriguez (Spa) a 59”; 6. Aru a 1’06”; 7. Martin (Irl) a 1’12”; 8. Gesink (Ola) a 1’22”; 9. S. Sanchez (Spa) a 1’43”; 10. Hesjedal (Can) a 1’48”; 11. Barguil (Fra) a 1’51”; 12. Navarro (Spa) a 2’; 13. Poels (Ola) a 2’11”; 14. D. Caruso; 15. Nieve (Spa) a 2’32”; 16. Meintjies (S. Af.) a 2’56”; 17. Hernandez (Spa); 18. Mate (Spa) a 3’06”; 19. Nerz (Ger) a 3’11”; 20. Moreno (Spa) a 3’27”; 23. G. Caruso a 4’51”; 32. Cunego a 9’28”. CLASSIFICA: 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff) 63.25’; 2. Valverde (Spa, Movistar) a 1’36”; 3. Froome (Gb, Sky) a 1’39”; 4. Rodriguez (Spa) a 2’29”; 5. Aru a 3’38”; 6. Martin (Irl) a 6’17”; 7. Gesink (Ola) a 6’43”; 8. S. Sanchez (Spa) a 6’55”; 9. Barguil (Fra) a 8’37”; 10. D. Caruso a 9’10”; 11. Navarro (Spa) a 9’24”; 12. Moreno (Spa) a 11’52”; 13. Nieve (Spa) a 13’16”; 14. Sicard (Fra) a 17’16”; 15. Kelderman (Ola) a 17’54”; 16. Uran (Col) a 18’53”; 17. Monfort (Bel) a 19’59”; 18. G. Caruso a 20’34”; 19. Pardilla (Spa) a 21’58”; 20. Anacona (Col) a 22’48”. OGGI: riposo. GIRO DI GRAN BRETAGNA — Seconda tappa a Mark Renshaw (Omega-Quick Step), anche leader. Oggi la 3ª a The Tumble, 179.9 km. TV: Bike Channel, 14.15


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PALLAVOLO MONDIALE IN POLONIA LA DIAGNOSI DISTORSIONE ALLA CAVIGLIA DESTRA, DIFFICILE RIVEDERLO IN CAMPO NELLA SECONDA FASE

Il Mondiale di Zaytsev rischia di essere già finito LODZ

Non è ancora certo, ma dopo la visita del medico azzurro, Piero Benelli, che ha diagnosticato una distorsione alla caviglia destra di Ivan Zaytsev, si farà fatica a vedere ancora in campo al Mondiale il bomber dell’Italia, almeno in questo secondo girone, cruciale per l’Italia. Ieri le varie Nazionali si sono trasferite per raggiungere le nuove sedi di gioco: per la comitiva azzurra un viaggio di

oltre quattro ore verso Nord, destinazione Lodz, in un’altra cattedrale del volley polacco, con l’Atlas Arena, costruita di fianco allo stadio di calcio e capace di contenere oltre 13 mila spettatori, che non c’è dubbio invaderanno l’ex città tessile per sostenere la Polonia guidata dai tecnici francesi Antiga e Blain. La Polonia arriva in questo girone con una serie di tutto-esaurito nei palasport e con il pullman completamente brandizzato, con le stesse immagini del Mondiale e una gigantesca scritta color

oro, in campo rosso (forse la scelta del colore non è del tutto casuale...) POLAND. Allenamento Ieri in serata per gli azzurri una nuova seduta di pesi, mentre oggi prenderanno contatto con il nuovo palazzo dello sport, cercando qualche punto di riferimento in vista della prima partita della seconda fase con un avversario ben noto negli ultimi 20 anni di volley, la Serbia. Ormai completamente rinnovata e con tanti volti noti al nostro campionato. Dei 7 titolari ser-

bi ben 5 giocano nella Superlega italiana: i centrali Podrascanin e Stankovic (campioni d’Italia con Macerata), il bomber Atanasijevic (Perugia), Petric (Modena) e il regista Jovovic (neo acquisto di Monza). Senza contare anche i vari Kovacevic, Starovic o le vecchie conoscenze come Nikic. L’Italia, gioco forza, opporrà di certo una novità nella formazione di partenza: al posto di Zaytsev ci sarà Vettori (o Sabbi...). g.l.p.

Ivan Zaytsev, 25 anni, sdrammatizza dopo l’infortunio di domenica TARANTINI

Anastasi: «L’Italia si è persa d La squadra non è più serena» HA DETTO

L’analisi dell’ex c.t.: «Il ricambio generazionale stava andando bene ma qualcosa deve essere successo. Se ne esce ripartendo da Travica» DAL NOSTRO INVIATO

Jiri Kovar, 25, schiacciatore: 10.2 punti di media, il migliore dopo Zaytsev TARANTINI

GIAN LUCA PASINI LODZ (Polonia)

Andrea Anastasi nel 2010, all’ultimo Mondiale, era alla guida dell’Italia (con cui ha vinto — da giocatore — il primo Mondiale azzurro nel 1990); fino all’estate dell’anno scorso ha guidato la Polonia portandola a vari successi fra cui la World League, oggi è tecnico del Danzica, sempre in Polonia.

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Dica?

Come se ne esce?

GIRONE E SQUADRE Polonia Francia Serbia Iran Stati Uniti Argentina Italia Australia

PT 9 7 6 5 4 3 2 0

G 3 3 3 3 3 3 3 3

V 3 2 2 2 1 1 1 0

P SVSP 0 9 0 1 8 5 1 6 5 1 7 6 2 6 7 2 4 6 2 5 8 3 1 9

A WROCLAW E KATOWICE

GIRONE F SQUADRE Brasile Russia Germania Canada Bulgaria Finlandia Cuba Cina

PT 9 8 6 5 5 2 1 0

G 3 3 3 3 3 3 3 3

V 3 3 2 2 1 1 0 0

P SVSP 0 9 1 0 9 2 1 6 4 1 6 5 2 7 6 2 4 8 3 3 9 3 0 9

S Domani a Lodz

Sul ruolo di Travica «Sono un suo grande fan. Ha dato al gruppo presenza e spessore morale, una figura simile a quella di Grbic nella Serbia»

«Purtroppo una squadra che non mi ha fatto una grossa impressione. Fino a qui aveva ottenuto risultati, anche se era stata brava ad approfittare di certe situazioni, come all’Europeo 2013, quando è arrivata in semifinale con un percorso facilitato. Arrivata qui, si è un po’ persa. Penso che per gli addetti ai lavori le dichiarazioni di Travica dopo la gara con gli Usa siano chiare. Ci sono state cose che non hanno funzionato e questo ha tolto serenità a una squadra che aveva fatto le cose per benino anche nel ricambio generazionale... Però...».

«Non conosco esattamente la dinamica del gruppo: penso che la squadra di Mauro Berruto abbia un peso specifico importante. Sono un grande fan di Dragan Travica. Penso che lui abbia dato a questa squadra un grandissimo

A BYDGOSZCZ E LODZ

la guida

Come ha visto l’Italia finora?

«Anche se sembra difficilissimo, vorrei dire che non è tutto finito. Due punti sono pochi, ma il terzo posto potrebbe essere riacciuffato. Quindi gli auguro davvero che abbiano il colpo di coda. E’ la mia Nazionale. E’ il mio Paese. Perché questa squadra mi ha dato la possibilità di fare un lavoro che amo. E non sono ipocrita, non per tutte le mie ex squadre provo le stesse cose. Senza considerare che per il movimento italiano sarebbe un duro colpo».

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Sui problemi azzurri «L’Italia non mi ha impressionato. Le dichiarazioni dopo la sconfitta con gli Stati Uniti sono state chiare, ci sono state cose che non hanno funzionato»

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Andrea Anastasi, 54 anni, già c.t. di Italia, Spagna e Polonia TARANTINI

spessore morale: non essendo un funambolo del gioco, ha dato presenza. Una figura simile a Nikola Grbic nella Serbia. Penso che ripartendo da lui e da Zaytsev... Certo l’assenza di Ivan ha reso molto molto difficile la situazione dell’Italia. Ha bisogno di fare una partita importante... Ma anche all’Olimpiade era accaduto. Avevano giocato così così, rischiando di restare fuori dopo il girone di qualificazione, poi quando sono arrivati ai quarti hanno svoltato fino nella gara con gli Usa fino ad arrivare alla medaglia di bronzo». Cosa ha visto finora in questo Mondiale?

«Un inizio di torneo non brillante da parte di tutte le squadre. Presumo che anche psicologicamente con un Mon-

diale così lungo abbiano tutti programmato di trovare la condizione migliore più avanti, nelle gare decisive. Fino ad ora non ho visto una grande pallavolo. L’unica squadra che ha fatto molto bene è stata la Polonia». A proposito di Polonia, l’esclusione di Bartosz Kurek (che è già tornato a Macerata per la preparazione) l’ha sorpresa?

«Sì, l’ho detto subito. Non so quello che possa essere accaduto. Qua si dice che lui e Antiga avessero avuto problemi quando giocavano entrambi nel Belchatow, ma non so. Però umanamente mi dispiace per Bartosz, è un ragazzo che ha dato il cuore per essere qui, dove c’è un contorno eccezionale per la pallavolo polacca: lui non ha mai rinunciato alla Nazionale e che non sia nei 14, anche tecnicamente stona». Visto la sua grande espe-

rienza polacca, un parere sul modello organizzativo utilizzato qui.

«Vi faccio l’esempio del mio club, il Danzica, che è piccolo. Il presidente è un ragazzo di 29 anni con un ruolo gestionale (la proprietà è del vice presidente che però segue la sua azienda), abbiamo una persona che si occupa solo degli sponsor, abbiamo una responsabile del marketing, un’altra che è responsabile della comunicazione e degli eventi sociali oltre a un addetto stampa, tutti fra i 28 e i 35 anni, tutti laureati. E assieme a loro decidiamo gli eventi a cui partecipare, le iniziative da fare. Io non so se in Italia siamo rimasti ai miei tempi della Nazionale, ma per il Mondiale del 2010 non abbiamo fatto assolutamente nulla di promozionale. Sì i palazzetti erano pieni della gente della pallavolo, ma fuori di li chi lo sapeva?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sulle chance dell’Italia «Sembra molto difficile, ma non è tutto finito. Per svoltare serve una prestazione importante come fu con gli Usa all’Olimpiade»

contro la Serbia alle 16.30

Il calendario della seconda fase. POOL E Bydgoszcz e Lodz Domani 16.30: Argentina-Francia (Bydgoszcz), Serbia-ITALIA (Lodz); 20.15 Australia-Iran (Bydgoszcz), PoloniaStati Uniti (Lodz). Giovedì 16.30 Argentina-Iran (Bydgoszcz), Serbia-Stati Uniti (Lodz); 20.15 Australia-Francia (Bydgoszcz), Polonia-ITALIA (Lodz). Sabato 13 16.30 Argentina-ITALIA (Bydgoszcz), Serbia-Francia (Lodz); 20.15 Australia-Stati Uniti (Bydgoszcz), Polonia-Iran (Lodz). Domenica 14 16.30 Argentina-Stati Uniti (Bydgoszcz), Serbia-Iran (Lodz); 20.15 Australia-ITALIA (Bydgoszcz), Polonia-Francia (Lodz). POOL F Wroclaw e Katowice Domani 16.30 Brasile-Bulgaria (Katowice), Finlandia-Russia (Wroclaw); 20.15 Germania-Cina (Katowice), CubaCanada (Wroclaw). Giovedì 16.30 Brasile-Cina (Katowice), Finlandia-Canada (Wroclaw); 20.15 Germania-Bulgaria (Katowice), CubaRussia (Wroclaw). Sabato 13 16.30 Brasile-Canada (Katowice), Finlandia-Cina (Wroclaw); 20.15 Germania-Russia (Katowice), Cuba-Bulgaria (Wroclaw). Domenica 14 16.30 Brasile-Russia (Katowice), Finlandia-Bulgaria (Wroclaw); 20.15 Germania-Canada (Katowice), Cuba-Cina (Wroclaw). FORMULA Alla seconda fase (2 gironi da 8 Nazionali) si sono qualificate le prime 4 delle 4 pool iniziali, portandosi dietro i risultati con le altre qualificate. Alla terza fase accedono le prime 3 di ogni gruppo. Le 6 squadre superstiti vengono divise in due pool da 3 le prime 2 vanno alle semifinali incrociate. STATISTICHE (a.a.) Nella prima fase solo tre azzurri sono rientrati nella top ten dei vari fondamentali. Emanuele Birarelli a muro, 8° con 15 punti e una media di 0,71 per set; Jiri Kovar in ricezione, 8° con il 53.2% e Ivan Zaytsev come marcatore, 7° con 82 punti. ROUZIER PRIMO (a.a.) E’ il francese Rouzier, con 97 punti, il miglior marcatore del Mondiale dopo le prime 60 partite del torneo, il bomber che era l’anno scorso a Cuneo e non aveva lasciato un ricordo indimenticabile…


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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TENNIS I DOMINATORI DEGLI US OPEN FINALE UOMINI UN’ALTRA PARTITA SENZA STORIA fra neofiti dagli Us Open ‘97, Rafter-Rusedski.

Cilic, una marcia trionfale In tre set travolto Nishikori Il croato non dà scampo al giapponese e trionfa in uno Slam come già coach Ivanisevic NEW YORK

Una volata, Marin Cilic doveva giocare in fretta, tirare in fretta e vincere in fretta, proprio come il maestro, Goran Ivanisevic. E, favorito dalle gambe molli di Kei Nishikori — che s’è trovato col serbatoio vuoto proprio a un passo dal traguardo degli Us Open — ha vinto il primo Slam, alla prima finale di un Major, a 25 anni, da appena numero 16 del mondo. Ma ce l’ha fatta in modo degnissimo, dopo aver dato una lezione di tennis in tre set a Berdych e Fe-

Freddezza Così, con il suo gioco essenziale e la ricerca continua del vincente, Cilic non ha dato tregua al piccolo, scattante Kei, primo asiatico a raggiungere una finale Slam, ricalcando le gesta di mastro Ivanisevic, l’ultimo croato finalista in un Major con l’incredibile trionfo di Wimbledon 2001, guarda caso, anche quello ottenuto di lunedì. Bravissimo a tenere subito il pedale dell’acceleratore premuto, Cilic non ha avuto alcun problema nel primo set dopo il 4-2, volando al 6-3 col 91% di punti con la prima. Nel secondo parziale si è disunito solo sul 5-2, quando ha restituito uno dei due break, ma poi, favorito da uno smash sballato del giapponese, ha chiuso anche la seconda frazione per 6-3. Poi, con l’aiuto del net il ragazzo di Medjugorje ha salvato tre palle-break da brivido, chiudendo infine con un altro 6-3 in un’ora e 54’.

derer, tirando fuori quella rabbia agonistica che tutti credevano non possedesse, accumulata in 4 mesi di sospensione per doping, e scaraventandola in campo insieme alla potenza dei suoi obici nel momento più importante, condendola col coraggio dei forti. Bombardieri Perché Marin dal talento cristallino e dalle lunghe leve (è alto 1.98) non è un signor nessuno, era già salito al numero 9 del mondo nel 2010, ma era poi rimasto in penombra rispetto al «gemello» del settembre ‘88. Cioè l’altro bombardiere del circuito, Juan Martin Del Potro, uno dei soli due picchiatori (con Wawrinka agli Australian Open di gennaio) capaci dal 2005 di interrompere l’abbuffata di tornei Slam dei Fab Four. Non è un caso se la favola degli Us Open 2009 del potente trampoliere argentino si ripete, sul cemento di New York, col primo successo in un Major di un altro omone potente, nella prima finale

v.m. Finale: Cilic (Cro) b. Nishikori (Giap) 6-3 6-3 6-3 © RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA FOTO E APPROFONDIMENTI SULLA FINALE

L’esultanza di Marin Cilic, 25, fino a ieri n. 12 al mondo

www.gazzetta.it

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«Io sono nata per vincere gli Slam» Serena Williams a cuore aperto: «Ma non mi considero una leggenda. L’amore? Non ho tempo»

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Le partite vinte a New York Trionfando per la 6a volta agli Us Open, la Williams ha portato il record a New York a 79 vinte e 9 perse

«Non riuscivo a credere a quanto stavo male in Australia, la schiena mi ha completamente abbandonato. Dopo i French Open mi sono detta: “Devi assolutamente essere molto più forte”. E ho lavorato 6 ore al giorno, al massimo, solo per perdere Wimbledon... Ma gli Us Open mi ripagano di tutto. Vincere i piccoli tornei, lottare nei set, nei match, mi ha restituito la fiducia per vincere qui. Non vinci da zero. Sarei stata incredibilmente dispiaciuta se non avessi avuto uno Slam nel 2014, anche se qui puntavo davvero al terzo-quarto turno e questo mi ha tolto tensione». Secondo la sua amica Caroline Wozniacki, Serena è di un altro pianeta e sfidarla quando gioca così non è divertente.

DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI VinceMartucci NEW YORK

Gli italiani fanno festa con la lasagna da Giò a Via della Pace, Serena Williams festeggia nella banca più famosa d’America l’ultimo assegno da 4 milioni per il sesto trionfo agli Us Open, il terzo di fila, il 18° dello Slam, e si concede a pochi intimi. Che cos’ha provato in campo, quando Evert e Navratilova le hanno consegnato il braccialetto a 18 carati?

«Mï sono detta: “E’ reale, è successo davvero, sono entrata nel club dei 18”. Ho qualcosa in comune con le leggende. Io non lo sono, di certo». Se si guarda indietro, da dove è partita, le sembra un sogno?

«Non finirò mai di ringraziare i miei genitori per averci messo tanta disciplina e tanto lavoro, io nemmeno porto a passeggio il mio cane tutti i giorni, loro si sono dedicati totalmente e hanno fatto sacrifici immensi, non ci sono parole. Li onoro». Ha detto che pensa già al numero 19, agli Australian Open di gennaio.

«Ma non ho altri numeri in te-

«Che carina Caroline, dolce, quando sono con lei abbasso il muro e sono quella che sono. Ma ... ieri notte alla nostra cena mi ha rubato il cellulare... Io mi sento meglio ogni anno, sempre più forte, sempre più in forma. Quando gioco al meglio è difficile battermi perché servo piuttosto bene, ho una discreta risposta e sono piuttosto veloce».

sta, non penso a quelle che hanno vinto ancora tanti Majors di più, anche perché ci sono tante altre giocatrici fortissime che vengono su, tante facce nuove, anche se spero di vedere sempre la mia faccia alla fine. Forse nel 2007 ho pensato: “Ehi, hai vinto 8 Majors!”. Mai avrei immaginato di arrivare a 18. Almeno finché non ne ho vinti 17...».

E come persona, come si definirebbe?

«Molto, molto, divertente, super carina e protettiva». E’ innamorata?

«Non ho tempo per l’amore, ora c’è Wuhan, poi Pechino e le finali Wta di Singapore. Nel ‘98, quando guardavo Venus, pensavo: “Voglio vincere gli Slam, sono nata per questo...”. Non per l’amore».

Al di là dei 18 Slam, come si vede nella storia del tennis?

«Non ci penso perché sto ancora giocando, penso solo a vincere titoli e Slam, non mi paragono mai con nessuna. Io non ho un ego. Venus e io abbiamo portato un nuovo stile di tennista, potente, atletica, offensiva».

«Tanto, la pressione in finale era tanta, dopo tre fallimenti, quest’anno». Cosa l’ha aiutata nei momenti difficili?

Quant’è stata dura questa stagione senza Slam fino a New York?

Serena Williams è nata a Saginaw, Michigan, il 26 settembre 1981 ma è cresciuta in California e attualmente vive in Florida. E’ allenata da Patrick Mouratoglou.

LA CARRIERA Sul circuito dal 1997, vince il primo torneo nel febbraio del 1999, battendo a Parigi Indoor Amelie Mauresmo. Il primo Slam è di quell’anno, gli Us Open, dove batte Martina Hingis (FOTO Ap). Con 18 Slam vinti (6 Us Open, 2 Roland Garros, 5 Wimbledon e 5 Australian Open) ha raggiunto Martina Navratilova e Chris Evert al 4° posto di ogni tempo. In totale in carriera ha vinto 63 tornei di singolare e 22 di doppio (13 Slam) e quattro medaglie d’oro olimpiche. Ha un record di 677 vittorie e 118 sconfitte. Numero uno del mondo, la più vecchia ad esserci riuscita.

Che altri interessi ha?

«Adesso alla Fashion Week espongo le mie creazioni. Poi sto costruendo una casa, mi sto spostando da mia sorella, ma resterò nella stessa strada, con quest’ultimo assegno posso confermare il progetto che avevo studiato con l’architetto di San Francisco e i miei amici del Nord Italia che mi aiutano per gli interni, la voglio più europea che tipica della Florida, diversa da quella di Venus che è tutta moderna e riflette la sua personalità».

Quant’è stata dura quest’ultima battaglia?

«Sono sempre stata una grande lavoratrice, sono sempre stata modesta e ho sempre cercato di trovare un sistema per vincere e migliorare il gioco perché le altre lavorano tanto per battermi».

la scheda

Ha esaurito i sogni?

SORRISI NEWYORKESI Serena Williams a terra dopo il punto della vittoria e sorridente con la coppa degli Us Open: nelle sei finali a New York la numero uno del mondo ha sconfitto la Hingis (1999), la sorella Venus (2002), la Jankovic (2008), due volte la Azarenka (2012 e 2013) e Wozniacki 6-3 6-3 (2014)

«Oddio, le ultime due notti sono stati incubi: ho perso con la Azarenka nei quarti, ho perso un match perché sentivo di non poter giocare, e un’altra volta ho perso l’aereo. Erano reali, mi sono svegliata così stressata... Che bella, invece, la realtà!». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CLASSIFICA

Resta numero uno davanti alla Halep Errani in risalita 1. S. Williams (Usa) 9430; 2. Halep (Rom) 6160; 3. (4) Kvitova (Cec) 5926; 4. (5) Sharapova (Rus) 5575; 5. (6) A. Radwanska (Pol) 5380: 6. (3) Li Na (Cina) 5270; 7. (8) Bouchard (Can) 4545; 8. (7). A Kerber (Ger) 4400; 9. (11) Wozniacki (Dan) 4305; 10. (9) Ivanovic (Ser) 3855; Le italiane: 12. (14) Errani 3215; 16. (12) Pennetta 2651; 42. (31) Giorgi 1135; 44. (30) Vinci 1122; 74.(77) Schiavone 750. DJOKOVIC NO Novak Djokovic non giocherà lo spareggio playoff di Davis in India del fine settimana.


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MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014

ATLETICA LA SORPRESA DELL’ESTATE

metri

1500

4’13”26

4’12”65

4’14”20

4’05”32

4’16”01 4’07”56

4’10”26

4’10”47

4’07”49

4’19”61 Torino Castiglion Aubagne (G. del Braunschweig della Pescaia (C.I. juniores) Mediterraneo) (Coppa Europa) 8 giu 25 mag 22 giu 15 giu

Velenje 1 lug

Rovereto (Assoluti) 20 lug

Zurigo (batt. Europei) 12 ago

Zurigo (finale) 15 ago

Zurigo (meeting) 28 ago

Rovereto (meeting) 2 set

IN QUESTA STAGIONE FEDERICA DEL BUONO HA CORSO 11 VOLTE I 1500 METRI: DAL PRIMO DI APRILE AL MEETING DEL 2 SETTEMBRE A ROVERETO SI È MIGLIORATA DI OLTRE 14 SECONDI

Del Buono senza limiti «Mi sono stupita da sola» A 19 anni la più bella scoperta del 2014 ha distrutto i personali «E pensare che mi alleno la metà di chi corre in questi tempi» fatto il personale dei 1500, avevo la febbre. Stavo male durante il riscaldamento, poi in pista è passato tutto. Mi hanno detto che c’era un vento terribile, ma io non l’ho sentito, forse perché sono piccola e oppongo poca resistenza. E domenica a Rieti. Non mi sentivo un granché, eppure nel rettilineo finale ne avevo ancora». Tanti miglioramenti, ma patisce ancora le partenze brucianti delle gare da meeting.

Non ho quella velocità, devo adattarmi e fare esperienza». Però i suoi finali sono sempre brucianti.

Federica Del Buono, 19 anni, impegnata sui 1500 agli Europei di Zurigo dove si è classificata quinta COLOMBO

Federica, se lo aspettava?

«Macché. anche dopo gli Europei pensavo arrivasse la stanchezza, invece ho sempre tagliato il traguardo con ancora qualcosa in corpo. Anzi,

IN QUATTRO MESI HA LIMATO 7 SECONDI

metri

Federica del Buono dice che per quest’anno non si migliorerà più. «Lascio qualcosa per l’anno prossimo», afferma sorridendo. Ma sino a domenica è stata un fuoco d’artificio. Lo dicono i numeri: 800 metri, personale 2013 2’07”23, attuale 2’00”38; 1500 da 4’19”61 a 4’05”32, 3000 da 9’34”70 a 9’01”38. La più bella sorpresa della stagione dell’atletica azzurra. Ad aprile era una promessa, ora è una splendida realtà che anche le più titolate avversarie cominciano a temere.Una promessa per il futuro.

800

PIERANGELO MOLINARO

1000 metri

2’05”35 2’03”95

2’00”38 2’39”18 Milano 24 apr

2’01”80

2’07”23

3000 metri

nel 2013 Vicenza (f.r. r. societari) 11 mag

Lignano Sabbiadoro 8 lug l

Pergine Valsugana 3 ago

9’01”38 Rieti 7 sett

Gavardo 18 mag

IN QUESTA STAGIONE FEDERICA DEL BUONO HA CORSO QUATTRO VOLTE GLI 800 METRI

qualche volta mi sono arrabbiata: voleva dire che potevo lanciare prima il finale». Dove pensava di arrivare?

«Vi faccio una confidenza. Prima di iniziare la stagione con mamma Rossella che mi allena, avevamo scritto gli obiettivi: nei 1500, la mia distanza, volevo arrivare a correre fra 4’10” e 4’14”, sugli 800

a 2’04”, sui 3000 a 9”10, e meno di 16’ sui 5000, che invece quest’anno non ho mai corso». Obiettivi stracciati.

«Sono stupita anch’io. anche perché per ora lavoro in allenamento la metà di chi fa i miei tempi. Forse mamma per me ha scelto davvero la strada giusta... Ho visto in diverse occasioni. A Rovereto, dove ho

4

PESA 48 KG

S

4’06”80

nel 2013

Treviso 13 apr

27

TIRO A SEGNO E A VOLO

E’ MIGLIORATA DI BEN 14 SECONDI 4’16”95

LA GAZZETTA DELLO SPORT

«Vi sbagliate, non sono io che vado forte, ma le altre che con quelle partenze si spompano e rallentano. A Rieti ad esempio ho impiegato 30 secondi ogni frazione di 200 metri, più regolare di così... Ma adesso è finita, ho ancora i 1500 della finale dei societari a fine settembre a Milano e forse una frazione della 4x400. Poi vacanza». Pure Rossella Gramola, la mamma allenatrice , è stupita: «Una stagione quella di Federica davvero incredibile, mi ha stupito con i suoi recuperi finali. Ora si riposa, poi continuiamo a crescere, ma sempre per gradi. Lavoreremo sulla sua resistenza, che è già buona ma può crescere ancora, quindi la forza. Vedremo se è possibile a novembre o dicembre fare un’esperienza di lavoro in altura, se riuscirò a prendere ferie a scuola. Ma continuiamo per gradi, senza forzature». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA ALLENA LA MAMMA Vicentina ha 19 anni Federica Del Buono è nata a Vicenza, dove vive, il 12 dicembre 1994. E’ alta 1.64 per 48 kg e gareggia con la maglia della Forestale. E’ figlia di Gianni Del Buono e di Rossella Gramola, che la allena, ambedue in passato mezzofondisti azzurri. Personali In questa stagione ha sensibilmente migliorato i primati personali: 2’00”38 sugli 800 (39a al mondo), 4’05”32 sui 1500 (36a al mondo), 2’39” sui 1000 e 9’01”38 sui 3000.

MONDIALI A GRANADA

Flop Campriani Nella «sua» gara chiude al 18° posto Nella carabina 10 m è stato oro nel 2010: «Solo colpa mia»

Niccolò Campriani, 26 anni, argento olimpico UITS DAL NOSTRO INVIATO

MARIO SALVINI GRANADA (Spagna)

Primo bersaglio fallito. Nicco Campriani nella carabina 10m resta lontano dal podio e dalla qualificazione per Rio 2016. E si tratta della gara che a Monaco 2010 aveva vinto, quella in cui a Londra era stato d’argento. E in cui ieri ha chiuso solo 18°. «Era da quattro anni che non restavo fuori da una finale», riflette ad alta voce. Mentre la sua allenatrice, la svizzera Gaby Buhlmann, gli trova qualche attenuante: «Rispetto a quando eravamo stati qui in primavera le luci sono cambiate e anche noi dello staff abbiamo fatto un errore a non programmare di arrivare prima per prepararci meglio». Ma Nicco taglia corto: «No, tutta la responsabilità è mia. Ho sbagliato atteggiamento nell’ultimo mese, mi sono concentrato su troppi particolari, sono stato dispersivo nella preparazione». Senza abbattersi. «La sconfitta in generale è sottovalutata. A volte può far bene. Intendiamoci, mi dispiace, ma ci vedo anche un senso di liberazione. Sul serio, sto cercando di prendere gli aspetti positivi di questo cattivo risultato. E sono sicuro che non condizionerà le mie prossime gare». Vale a dire la carabina a terra giovedì e poi sabato, la tre posizioni di cui è primo nel ranking internazionale. «Il mio Mondiale non è ancora finito». Johnny, Petra e gli altri Intanto per il tiro a volo gli uomini della fossa ieri han tirato le prime due serie. Ben 12 sono rimasti «pieni», a 50/50, tra loro Johnny Pellielo. Massimo Fabbrizi è a 49, Valerio Grazini a 47. Oggi altre due serie, domani le finali. Sempre oggi invece in linea ci sarà la fidanzata di Campriani, Petra Zublasing, nella carabina 10m. Specialità in cui è prima nel ranking Mondiale. In palio sei posti per Rio. Con lei Sabrina Sena e Elania Nardelli (che fu bronzo quattro anni fa a Monaco). E ancora nella pistola 50m uomini (finale, con quattro carte) ci sono Luca Tesconi, Andrea Amore e Giuseppe Giordano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Carabina 10m uomini: 1. Yang Haoran (Cina) 207.9–632.1; 2. Louginets (Rus) 206–627.3; 3. Bubnovich (Bie) 184.9–629.7; 18. Campriani 624.4; 54. Pappalardo 620.3; 65. Weithaler 618.8.


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BASKET MONDIALE IN SPAGNA: I QUARTI

Magnifiche 8: che show Chi fermerà Manimal?

il grande enigma

Rose, ora giù la maschera «Con la Slovenia cambierò» Oggi a Barcellona

USA-SLOVENIA Gli Stati Uniti, dopo aver battuto comodamente il Messico, affrontano la Slovenia. La vincente sfiderà una tra Lituania e Turchia. ore 21, diretta SportItalia

«Aspettate domani e vedrete». Derrick Rose è circondato da persone che gli chiedono come mai la stella più attesa degli Stati Uniti, l’mvp del 2011, stia facendo così fatica in questo Mondiale. E’ reduce da due anni di stop e due operazioni alle ginocchia ma dice di star bene e i medici lo confermano. Quindi? L’asso dei Bulls, stella da 25 punti di media nella Nba, ha disputato negli ottavi contro il Messico la peggiore di tante gare modeste: zero punti, 0/5 e tre perse in penetrazioni terminate in modo piuttosto goffo. Che ha portato il totale delle sue statistiche iridate a 4.5 punti di media col 21% al tiro (1/11 da tre). E’ dall’inizio del Mondiale che coach Krzyzewski e il suo assistente, Tim Thibodeau che allena Rose ai Bulls, alzano cortine fumogene dicendo che Der-

Torna Derrick Krzyzewski sostiene che Derrick: «Stia cercando di coinvolgere tutti, dimenticando però che lui è uno dei numeri uno in campo. Quando prende un’iniziativa. E’ molto altruista, ma abbiamo bisogna che Derrick sia Derrick». Dopo due operazioni è normale avere dei problemi, soprattutto nella testa. «L’importante è che Rose si prenda cura di se stesso, che resti sano: tutto il resto va bene così» dice Thibodeau. Oggi vedremo.

Domani a Madrid

SPAGNA-FRANCIA Sfida ricca di fascino tra gli strafavoriti spagnoli e una Francia super anche senza Parker. La vincente sfida una tra Brasile e Serbia ore 22, diretta su SportItalia

Il mondo parla di lui da quando, nel 2008, a 17 anni, fu il più giovane della storia a disputare una finale olimpica. Difficile immaginare che oggi, Ricky Rubio, debba ancora compiere 24 anni: un argento olimpico, due ori e un bronzo europeo, una fama ormai consolidata anche nella Nba per quel suo modo unico di essere playmaker e di far vivere, coi suoi passaggi imprevedibili, una squadra. Eppure questo è un Mondiale particolare per lui, quello in cui ha ripreso in mano la Spagna. Perché il miglior passatore d’Europa, in realtà, nella squadra del suo Paese non ha più giocato davvero bene dal 2009 in poi. Soprattutto per una fatica bestiale nel fare canestro. Al Mondiale del 2010, quando iniziò il suo inspiegabile down, tirò col 27%, all’Europeo vinto nel

TESTI DAL NOSTRO INVIATO A BARCELLONA LUCA CHIABOTTI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2011 col 23.3% venendo di fatto soppiantato da Jose Calderon: i problemi in attacco sembravano averlo reso insicuro. L’infortunio che gli ha fatto saltare i Giochi di Londra riportò poi in Nazionale quello che era considerato un Rubio prima di Rubio, l’eccitante Sergio Rodriguez che ha giocato di più e meglio di Ricky nell’ultimo Europeo. Critiche E siccome gli americani in certe cose sono più crudeli di noi, lo scorso dicembre scrissero Ricky era sulla strada «per diventare il peggior tiratore della storia moderna della Nba». Rubio, dall’inizio della preparazione, si è sottoposto a un lavoro extra con la palla mentre negli Stati Uniti cominciava la discussione sul prolungamento del suo contratto ai Timberwolves. Non che il tiro sia la cosa fondamentale per lui: è il miglior passatore ed è primo nei recuperi al Mondiale, dove si è messo in luce anche in chiave difensiva. Ma dalla partita con la Francia di stasera in poi, fino all’annunciata finale con gli Stati Uniti, la Spagna ha bisogno di Rubio. Magari non dei suoi tiri, ma della magia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

il coach tra due epoche

Preldzic, l’uomo del destino e dei tanti passaporti

Invito La Turchia è al Mondiale grazie ad una wild card dopo il disastro dell’ultimo

Rubio, il bambino prodigio si sta riprendendo la Spagna

rick ha solo bisogno di tempo per togliersi la ruggine ma, soprattutto, che sta facendo quello che gli chiedono: difesa e lavoro di squadra. Ma resta il giallo più grande del Mondiale: gioca così per scelta o perchè non ce la fa? «Domani con la Slovenia sarà una gara differente, credo di aver capito, devo cambiare delle piccole cose. Ma fino a quando vinciamo, non mi preoccupo di niente — dice —. Tutti sembrano matti perché non tiro di più ma faccio quello che la partita mi dice di fare, non forzo tiri: questo è il mio ruolo. Cercherò di essere più aggressivo in attacco ma, anche, di non cambiare il mio gioco per la squadra».

il tuttofare turco

Un tiro di Emir Preldzic ha portato la Turchia ai quarti di finale contro la Lituania. Meglio: due tiri, la tripla a 5” dalla fine del sorpasso e quella a 48” dalla sirena del -2. Per un totale di 9 punti, gli ultimi realizzati dalla sua squadra contro l’Australia al termine di una partita che coach Ataman ha ammesso: «E’ stata giocata meglio dai nostri avversari ma vinta da noi. Ovvio che l’ultimo canestro di Preldzic sia stato fortunato, ma il suo finale è stato straordinario». Contro la Finlandia è stato Akyol a 4” dalla fine a salvare la Turchia dall’eliminazione: sono i segnali del destino...

dopo una lunga crisi

Kenneth Faried, 24 anni, uno dei grandi protagonisti del Mondiale. Il lungo di Denver viaggia a 12.8 punti e 7.8 rimbalzi di media AFP

Oggi a Barcellona

LITUANIA-TURCHIA La Turchia è nei quarti grazie a una tripla allo scadere e sfida la tosta Lituania. La vincente incontrerà gli Stati Uniti oppure la Slovenia.

momenti chiave, playmaker. Emir ha una classica storia europea da raccontare e tre passaporti: nato in Bosnia, ha giocato in Slovenia anche nelle nazionali giovanili forte della sua doppia cittadinanza. Nel 2011, dopo aver rifiutato le convocazioni slovene in virtù di un dichiarato amore per la Bosnia, smorzato subito dalla Fiba che proibì ai bosniaci di convocarlo, è diventato... turco.

ore 17, diretta SportItalia

Dallas E’ stato scelto dalla

Europeo e il suo cammino, finora, è stato controverso. Preldzic è il miglior realizzatore della sua squadra, secondo a rimbalzo, primo negli assist: è una delle tante visioni che Boscia Tanjevic ha avuto, che lo portò al Fenerbahce dalla Slovenia quando era un giovane e filiforme 2.05 che può giocare in tutti i ruoli, ma anche, se non soprattutto nei

Nba nel 2009, e per quelle incomprensibili cose americane, pur sapendo che non ha intenzione di lasciare l’Europa, i suoi diritti sono passati da quattro squadre diverse e, a luglio, sono arrivati a Dallas. La sfida con gli Usa ha dimostrato che neanche gli americani hanno un giocatore così versatile. Se li incontrerà di nuovo in semifinale, sarà un altro segno del destino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Brasile, sboccia il ciclo con l’argentino Magnano Ruben Magnano, argentino, origini piemontesi, passaporto italiano preso quando allenava a Varese, ha vinto la partita più importante da quando, 10 anni fa, la sua Argentina superò gli Stati Uniti di Tim Duncan in semifinale vincendo poi l’oro olimpico contro l’Italia. La sua eredità ha continuato a inseguirlo e batterlo dal 2010, anno in cui il Brasile decise di affidarsi a lui, un nemico argentino, per rimettere in piedi un programma cestistico che fosse pari alla forza dei singoli giocatori che intanto andavano crescendo, soprattutto sotto canestro. Niente da fare: i suoi ex ragazzi argentini lo hanno eliminato agli ottavi del Mondiale 2010 e nei quarti all’Olimpiade 2012. Così, quan-

Domani a Madrid

SERBIA-BRASILE La sorprendente Serbia di Djordjevic sfida il Brasile di Splitter e Varejao. Chi passa incontrerà la vincente di Spagna-Francia ore 18, diretta SportItalia

do il Brasile domenica ha chiuso con una vittoria roboante il ciclo di una generazione d’oro, tutti sono andati da Magnano per chiedere come si sentisse: «Mi sento al contrario di quando ho perso contro l’Argentina». Niente da fare, Ruben è così. «C’è una similitudine tra questo Brasile e la squadra con cui ho vinto l’oro olimpico — dice — l’impegno

preso con la gente e la loro mobilitazzione per tornare a vincere insieme a noi. E’ stato un giorno molto importante, i giocatori lo sanno, tutto lo staff lo sa perché dall’inizio del raduno volevamo dimostrare di meritare il nostro invito qui». Wild card I brasiliani hanno speso bene i soldi della wild card, forti di un progetto che ha portato in Spagna 4 giocatori Nba, Splitter, Varejao, Nene sotto canestro e Barbosa, assieme a un gruppo che ha raggiunto la maturità. E non ha più paura di perdere con l’Argentina. Basterà per battere la Serbia: «Conosco così bene i serbi da non credere sia possibile batterli sul piano mentale» dice Magnano. Ma tecnicamente sì. Il Brasile, salito sul podio l’ultima volta nel 1978 ai danni degli azzurri, è pronto a tornarci. Col più argentino degli allenatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA

UN NUOVO CASO STERLING IL PROPRIETARIO DEGLI HAWKS SI È AUTODENUNCIATO E HA MESSO IL CLUB IN VENDITA

LE DECISIONI FIBA

E-mail razzista: Jabbar difende Levenson

L’Europeo 2015 in Francia, Croazia, Germania e Lettonia

La missiva scoperta da un detective MASSIMO LOPES PEGNA NEW YORK

missiva, inviata a stretti collaboratori nel 2012, Levenson faceva un’analisi di marketing, usando una serie di stereotipi poco appropriati, sul perché la sua Arena fosse fra le meno frequentate della Nba.

Ora saltano fuori i dettagli su come si è arrivati all’autodenuncia di Bruce Levenson, proprietario di riferimento degli Atlanta Hawks, per aver scritto un email con pregiudizi razzisti e alla sua decisione di vendere la franchigia. In quella

Spionaggio Ora si sa che quella email è stata scoperta da un detective privato assunto da un altro degli azionisti del team dopo che in un meeting dello scorso giugno, il gm Danny Ferry aveva espresso un parere non politically cor-

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

rect su un giocatore che stava trattando. Ferry riferendosi a Luol Deng, nato nel Sudan del Sud e cresciuto in Inghilterra, disse: «E’ un bravo ragazzo, ma non è perfetto. Ha ancora molta Africa dentro di sé. Non lo dico in senso negativo». Ma quella frase irritò chi era presente alla riunione: «Parole sempre inopportune, ma soprattutto nell’era post-Sterling», fu detto. Ora l’ad degli Hawks, Steve Koonin, assicura che anche Fer-

Bruce Levenson patron degli Hawks

ry, che si è scusato con il giocatore e con l’agente, verrà punito. A sorpresa, in difesa di Levenson si è mosso Kareem Abdul Jabbar che sulla rivista Time, di cui è collaboratore, ha pubblicato un articolo con cui si schiera al fianco del proprietario degli Hawks e lo scagiona pubblicamente dall’infamante accusa di essere un razzista. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo la revoca dell’organizzazione all’Ucraina, l’Europeo 2015 si giocherà in 4 Paesi: Francia, Germania, Croazia e Lettonia. I 4 gironi si divideranno tra Berlino, Zagabria, Riga e Montpellier, mentre la fase finale si svolgerà a Lille, in Francia. I sorteggi a gennaio o febbraio 2015, il torneo si svolgerà dal 5 al 20 settembre. INCHIESTA FIBA La Fiba ha aperto un’inchiesta sull’Australia per la sconfitta contro l’Angola. Il sospetto è che gli australiani abbiano perso apposta (83-91) per evitare l’incrocio con gli Usa. AVELLINO (l.z.) La Sidigas c’è: oggi arrivano gli extracomunitari, domani si parte per Folgaria. Intanto, c’è la rinuncia al torneo di Viadana. Ufficiali Burgess (Orlandina), Hyman (Cremona).


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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TUTTENOTIZIE & RISULTATI ATLETICA

IPPICA LA RARISSIMA TROTTATRICE NATA AD ASSISI IN APRILE

Puledra albina, festa di battesimo E’ stata chiamata Via Lattea MATTEO PIERELLI

E’ stata una grande festa, in una cornice da sogno, degna di una cavallina speciale che adesso ha anche un nome. Si chiama Via Lattea la trottatrice albina nata lo scorso 4 aprile nell’allevamento di Sergio Carfagna ad Assisi, proprio sotto la Basilica di San Francesco, dove ieri anche Giampaolo Minnucci, il driver del grande Varenne, ha voluto esserci alla presentazione del libro «La scuderia dei miracoli» (il ricavato in beneficenza), realizzato da Giorgio Galvani e dal presidente della provincia di Perugia Mario Vinicio Guasticchi, che racconta una serie di storie quasi soprannaturali accaduti all’allevamento Carfagna. Si parte da Iglesias (il cavallo rapito, ritrovato quasi morto per la fame e poi ritornato a vincere in pista) e si arriva a questa cavallina albina che farà un’altra passerella venerdì alla mostra del cavallo a Città di Castello e poi ancora a Capannelle il 5 ottobre, giorno del Derby di trotto. La storia Quando nella notte del 4 aprile è nata da mamma Melodiass (il papà è Gruc-

BASEBALL PRE EUROPEO: OGGI FINALE IN TV

La puledra albina e il libro (benefico) dedicatole

cione Jet) i presenti sono rimasti a bocca aperta: i genitori sono scuri come la pece. Lei invece, caso unico in Europa, è nata tutta bianca. Insomma, l’ennesimo miracolo della scuderia di Sergio Carfagna, diventato oggetto di studio del professor Maurizio Silvestrelli, della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Perugia: «E’ il primo caso di mantello bianco riscontrato nel trottatore italiano e forse va ben al di là anche dei nostri confini». Infatti a livello internazionale risultano solo due casi: una femmina nata nel 1998 in Canada e un maschio nato nel 2012 nel New Jersey.

FOOTBALL PARTITA LA NFL

Ancora Via Lattea, con l’allevatore Sergio Carfagna

In pista nel 2016? Il nome della cavallina è stato scelto da Sergio Carfagna, su consiglio come di consueto del suo amico Padre Danilo Reverberi. «Via Lattea, come la costellazione di stelle luminose così come è luminoso e bianco il suo mantello. Il nome ha la V iniziale, come da regolamento per i nati nel 2014» ha detto il frate francescano. Se Via Lattea scenderà in pista, la prima data utile è luglio 2016, quando avrà due anni. «Secondo gli studi dei veterinari - dice Carfagna - i cavalli bianchi non hanno chance di fare i corridori, perché hanno diversi punti deboli: poca forza, fasti-

BOXE L’EX IRIDATO DEI MASSIMI

di intestinali e problemi con l’esposizione al sole. Però al momento Via Lattea non ha nulla di tutto questo. Sta facendo la stessa trafila degli altri miei cavalli dai quali non si differenzia in niente. E’ allegra, gli piace il contatto con la gente e fra due mesi la staccheremo dalla madre visto che a 6-7 mesi smetterà di prendere il latte. Poi passerà un altro po’ di tempo e comincerò ad attaccarle un sulky. Vedremo se ha l’attitudine al trotto. Il nostro sogno è quello di vederla in pista». Sarebbe l’ennesima testimonianza dell’esistenza della scuderia dei miracoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LOTTA MONDIALI IN UZBEKISTAN

RIGAUDO MAMMA BIS Elisa Rigaudo è diventata mamma per la seconda volta: domenica notte è nato Simone, che va a far coppia con Elena, quasi quattro anni. La 34enne marciatrice cuneese, un bronzo olimpico e uno europeo, tornerà ad allenarsi puntando ai Mondiali di Pechino 2015. ASTE IN PIAZZA (si.g.) A Chiari (Bs), 5.80 del polacco Sobera sul ceco Balner (5.75). Uomini. Asta: 4. Boni 5.45; 5. Piantella 5.25, 6. Rubbiani 5.25; 7. Sinno 5.05. A Monza. Uomini. Asta: Rubbiani 5.20; Lau 5.00; Sinno 5.00; Piantella 5.00. Donne. Asta: Malavisi 4.10; Cargnelli 4.10. Ad Aquisgrana (Ger). Uomini. Asta: Hollis (Usa) 5.80; Wojciechowski (Pol) e Xue Changrui (Cina) 5.70. CITY GAMES (si.g.) Nei Great North City Games di Gateshead-Newcastle (Gb), pista installata vicino al fiume Tyne, 8° posto per Giulia Viola (4’39”56) nel miglio su strada. Uomini. 150 (-0.5): Kilty 15”32; Rodgers (Usa) 15”33. Miglio: Tesfaye (Ger) 4’00”92; As. Kiprop (Ken) 4’01”09. 110 hs (-0.1): Robles (Cuba) 13”40. Donne. 150 (-0.9): Phillip 16”69; J. Williams 16”84; Felix (Usa) 16”92. 500: Ohuruogu 1’07”46. 100 hs (-0.3): Porter 12”79. Asta: Suhr (Usa) 4.52; Murer (Bra) 4.42. LUTTO (si.g.) E’ morto a Sydney, Sandor Rozsnyoi, 84enne ungherese, primatista mondiale dei 3000 siepi nel 1956 a Budapest (8’35”6) e argento olimpico nella stessa stagione a Melbourne. Due anni prima era stato oro europeo a Berna. Dopo l’invasione sovietica in Ungheria, nel 1956, era rimasto in Australia dove ha vissuto insegnando educazione fisica.

BOXE SUPERLEGGERO (r.g.) A Cincinnati (Usa), il superleggero Lucas Matthysse (Arg, 36-3) battendo Roberto Ortiz (Mes, 31-1-1) conquista il titolo Silver Wbc e chiede di battersi con Danny Garcia, titolare Wba e Wbc. Adrien Broner (Usa ,29-1) b. Taylor (Usa 18-3) p. 10; welter: Berto (Usa, 29-3) b. Chambers (Usa, 24-4-1) p.10. A Laredo (Usa) il russo Mekhontsev (5), oro a Londra mediomassimi, batte Miller (Usa, 28-9) kot 3

CANOA FIAMME GIALLE AL BUZZI All’Ospedale pediatrico Buzzi di Milano sono arrivati Antonio Rossi, assessore allo Sport lombardo, e Alberto Ricchetti, capitano della squadra delle Fiamme Gialle e fresco vincitore di 4 titoli italiani (nel K1 mt. 500 e 1000 e nel K4 mt. 200 e 1000)e i compagni Nicola Ripamonti e Albino Battelli, vincitori di 4 titoli italiani (nel K4 mt. 200 e 1000 e nel K2 mt. 500 e 1000). Visitati Pediatria e di Chirurgia Pediatrica: i giovani degenti hanno incontrato e conosciuto gli atleti. MONDIALI DRAGON BOAT Il Canada (42 ori, 28 argenti e 22 bronzi) domina il medagliere dei Mondiali di Dragon Boat conclusi a Ravenna. Seguono Germania (17 -20-12) ed Australia (12-16-18 ). L’Italia chiude con 4 bronzi nelle small boats, 2 nei 500 (Indiana Roma) e 1 con Abbraccio Rosa Dragonflies (Roma) e di Pink Torino nei 500 e 200 small boat.

GHIACCIO

Mineo da show e l’Italia batte ancora la Spagna

Atlanta, che rimonta Film su Marciano Rice, video shock: uscirà nel 2015 i Ravens lo tagliano Scene pure in Italia

(m.c.) Cala il sipario stasera a Vicenza sull’Italian Baseball Week, ultimo test per la nazionale di Marco Mazzieri in vista dell’esordio europeo di venerdì prossimo a Regensburg (Ger) contro il Belgio. L’Italia si è guadagnata aritmeticamente un posto per la finale della manifestazione di preparazione alla rassegna continentale organizzata in Veneto, grazie ad una vittoria tranquilla, la terza, a spese della Spagna di Mauro Mazzotti. Gli azzurri hanno ipotecato il successo già nel primo inning, grazie ad un gran doppio di Alberto Mineo (ventenne ricevitore dei Cubs rookie, nella foto Ratti), che porta a casa i tre corridori messi in base dall’ex del San Marino, Ivan Granados. Sorretti a dovere dal partente Corradini e dal debuttante Anselmi (rookie con Cincinnati), l’Italia ha controllato senza problemi fino alla fine i ragazzi di Mazzotti. Nell’incontro di ieri pomeriggio la Rep. Ceca ha superato al tie-break (9-7 al 10°) la Spagna, che si è comunque Italian Baseball week, 3° turno: Spagna-Italia 3-6. Punti, Italia 301.101.000: 6 (8bv0e); Spagna 001.010.100: 3 (6-1). Lanciatori: vincente Rivera, perdente Granados. Oggi: ore 20.30, a Vicenza, finale (diretta Rai Sport Due).

Prima domenica di stagione regolare Nfl e tante sorprese. Atlanta ha rimontato da 7-20 in casa battendo New Orleans con un fg da 52 yard di Matt Bryant (foto REUTERS) al supplementare. Chicago è stata superata da Buffalo al Soldier Field, anche qui all’overtime. New England, una delle favorite, ha subito un 23-0 nella ripresa cedendo ai Dolphins nonostante il ritorno (subito con touchdown) di Gronkowski. Convincono i 49ers, avanti subito 21-0 a Dallas grazie ai 3 intercetti lanciati da Romo. Bene anche Denver, che resiste alla rimonta di Indianapolis. Ieri il sito Tmz ha pubblicato il video in cui si vede Ray Rice, running back di Baltimore, stendere la fidanzata con un pugno. Il giocatore era stato sospeso 2 gare dalla lega. Dopo aver visto le immagini e considerata la reazione dell’opinione pubblica, Baltimore lo ha tagliato. La Nfl lo ha squalificato a tempo indeterminato. Risultati: Atlanta-New Orleans 37-34 dts; Baltimore-Cincinnati 16-23; Chicago-Buffalo 20-23 dts; Houston-Washington 6-17; MiamiNew England 33-20; Kansas CityTennessee 10-26; NY Jets-Oakland 19-14; Philadelphia-Jacksonville 34-17; Pittsburgh-Cleveland 30-27; St.Louis-Minnesota 6-34; DallasSan Francisco 17-28; Tampa BayCarolina 14-20; DenverIndianapiolis 31-24.

(r.g.) A New York è stato firmato un accordo di collaborazione tra la Città della Pace Film, casa cinematografica americana, e la famiglia Marchegiano, rappresentata nell’occasione da Peter (74) e da Elisabeth 82, fratello e sorella di Rocky Marciano, oltre al figlio Kevin Rocky, per la realizzazione di un film sull’imbattuto (49 match) ex campione mondiale dei massimi, diretto da Dustin Marcellino e che dovrebbe intitolarsi «49-0 The Brockton Blockbuster». Il regista recentemente ha visitato Brockton, nel Massachusetts, dove Rocky nacque nel 1923. In passato sono stati girati due film su Marciano, non autorizzati dai fratelli. Questa volta «sarà la vera storia di un campione che ha lasciato un segno indelebile non solo in America ma nel mondo sportivo – ha spiegato il regista — perché anche i giovani ne conoscono il nome attraverso i film su Rocky Balboa, ma questa sarà la storia vera di un campione senza tramonto». La lavorazione inizierà fine anno, anticipata da una conferenza stampa nella quale verrà comunicato il cast e dovrebbe terminare entro il 2015. Verranno girate alcune scene a Ripa Teatina, in Abruzzo, per raccontare la partenza per l’America del nonno Rocco e del padre Pierino, avvenuta il 14 marzo 1912.

MARCHEI, NIENTE GRAND PRIX Valentina Marchei dopo un mese di sosta (distorsione al ginocchio destro con interessamento del legamento collaterale mediale) riprende ad allenarsi e non parteciperà alle tappe di Grand Prix di ottobre e novembre, Skate Canada e Rostelecom Cup.

GOLF

Prima giornata La Russia inizia con due vittorie Nord Corea, Russia (nella foto Sadulaev) e Turchia si dividono le prime medaglie d’oro ai Mondiali di Tashkent (Uzbekistan). Nei 125 kg si ferma al bronzo il russo Gatsalov, campione olimpico nel 2004, che inseguiva il sesto titolo iridato. L’unico italiano in gara, Tudor negli 86 kg, eliminato al primo turno dal portoricano Espinal I PODI Kg 57: 1. Kyong Il Yang (N.Cor); 2. Khinchegashvili (Geo); 3. Andreyeu (Bie), Rahimi (Iran). 70: 1. Tsabolov (Rus); 2. Gor (Tur); 3. Shabanau (Bie), Abdurakhomonov (Uzb). 86: 1. Sadulaev (Rus); 2. Salas (Cuba); 3. Mohammadian (Iran), Yasar (Tur). 125: 1. Akgul (Tur); 2. Ghasemi (Iran); 3. Dlagnev (Usa), Gatsalov (Rus). OGGI Libera: 61, 65, 74 (Lumia) e 97 kg.

MONDIALE AMATEUR IN GIAPPONE Enrico Di Nitto, Guido Migliozzi e Renato in campo da domani per il Mondiale amateur a squadre al Karuizawa 72 Golf East. 69 formazioni partecipanti sui due percorsi del Iriyama Course e dell’Oshitate Course (par 72), a Karuizawa in Giappone. Difendono il titolo gli Stati Uniti.

alla mia salute – ha scritto la 27enne campionessa olimpica e mondiale su Facebook e Twitter in un post successivamente rimosso – Sono caduta in moto, ma niente di grave». «Ha subito una distorsione alla caviglia che causato un grande gonfiore – spiega il suo agente JeanFrançois Salessy – cammina con le stampelle, ma è stata più grande la paura del male». PROGRAMMA D’ARRIGO (al.f.) Andrea Mitchell D’Arrigo annuncia il suo programma gare della stagione: debutterà il 3 ottobre proprio a Gainesville. Nel suo calendario Usa figurano anche i campionati nazionali di Greensboro (4-6 dicembre), in concomitanza con i Mondiali in corta di Doha (3-7 dicembre): nei prossimi giorni, il padre e manager Francesco volerà negli Usa per valutare il rientro del figlio in azzurro. SUPER HAGINO (al.f.) Kosuke Hagino, già autore del record asiatico nei 200 mx, domina i 400 mx a Yokohama (Giap) in 4’09”62 (55”62, 1’02”35, 1’11”60, 1’00”05). Nella 4x200 sl, nuota 1’45”96 in 1a frazione. AZZURRINI D’ARGENTO (al.f.) Gli azzurrini Daniel Silvestri, Alessandro Belinelli e Carlotta De Mattia conquistano l’argento nel team event (3 km) ai Mondiali juniores di fondo del lago Balaton (Ung): 34’07” il crono della formazione italiana battuta solo dai cinesi (33’26”).

PALLANUOTO UNDER 19 DONNE A Ostia, nella 2a giornata dell’Europeo U 19 donne, Italia-Ucraina 17-4. Le azzurrine, già qualificate per i quarti, oggi riposano.

PALLAPUGNO AZZURRI DI BRONZO (c.f.) Due medaglie di bronzo per l’Italia al Mondiale degli sport sferistici di Massamagrell (Spa). Gli azzurri del c.t. Sergio Corino sono saliti sul podio tra gli uomini nel gioco internazionale e nel raspall femminile, ottenendo anche un 4° posto nell’one wall maschile.

RUGBY A PRATO (ri.t.) A Prato arriva il 40enne francese Sebastien Bruno, ex tallonatore, attuale allenatore degli avanti del Tolone, campione di Francia e d’Europa: sarà il supervisore tecnico per difesa e mischia. Nello staff dirigenziale probabile ingresso di Denis Dallan. Circa 25 i giocatori in rosa.

SPORT INVERNALI DOLORI RAZZOLI Sul ghiacciaio di Saas Fee prosegue il raduno degli slalomisti di Coppa del mondo. Presenti Cristian Deville, Stefano Gross e Chiara Costazza, Giordano Ronci e Riccardo Tonetti. Al raduno è presente Patrick Thaler, con un programma differenziato per non sovraccaricare la schiena, mentre Giuliano Razzoli ha interrotto l’allenamento per sottoporsi presso la Commissione Medica FISI ad ulteriori accertamenti al ginocchio ancora dolorante.

SCI NAUTICO TRICOLORI(m.l.) A Ravenna si sono disputati gli Assoluti discipline classiche. Mattatori i fratelli Gianmarco Pajni e Marialuisa Pajni. I vincitori. Slalom: Carlo Allais e Beatrice Ianni. Figure: Gianmarco Pajni e Beatrice Pirri. Salto: Gianmarco Pajni e Marialuisa Pajni. Combinata: Gianmarco Pajni e Marialuisa Pajni

TRIATHLON FABIAN A SEGNO (al.f.) Alessandro Fabian vince il 1° Garmin Trio di Forte dei Marmi (Lu) su distanza sprint: l’azzurro reduce dalla finale di World Series taglia il traguardo in 59’21” davanti a Barnaby e Butturini. A Elisa Battistoni la gara femminile (1h10’40”).

TUFFI AZZURRINI PER I MONDIALI (al.f.) Iniziano oggi a Penza (Rus) i Mondiali juniores di tuffi. Quattro gli azzurrini al via: Francesco Porco, Giulia Belsasso, Laura Bilotta e Anna Laura Granelli.

HOCKEY GHIACCIO MERCATO (m.l.) Al Valpellice il 24enne difensore serbo Stefan Ilic (ex Milano e Varese). Al Caldaro (try-out) dal Bolzano l’attaccante Paolo Widmann e il difensore Luca Franza.

IPPICA IERI QUINTÉ 13-14-7-6-15 A Follonica (m 2220): 1 Picasso Rivarco (E. Bellei) 1.14.9; 2 Porsche Font; 3 Pafo del Rio; 4 Nadira; 5 Niagara Lux; Tot.: 6,20; 2,01, 1,91, 1,63 (30,76). Quinté: n.v. Quarté: 491,37. Tris: 55,93. OGGI QUINTÉ A NAPOLI (inizio convegno alle 16.30) scegliamo Roberta Zack (15), Richter del Ronco (12), Rico (16), Right Story Lf (8), Roger Waters (10) e River Jet (5). i corre anche - Trotto: Modena (15.35) e Trieste (15.25). Galoppo: Roma (14.45).

NUOTO INCIDENTE STRADALE PER LAURE MANAUDOU (al.f.) Piccolo incidente stradale per Laure Manaudou: domenica mattina, a Marsiglia, l’ex nuotatrice francese, percorrendo in sella al suo scooter via de la Pointe-Rouge, è stata urtata da un’automobile che stava uscendo da un parcheggio ed è caduta a terra. Trasportata all’ospedale de la Conception, i medici hanno riscontrato lievi ferite. «Ringrazio tutti quelli che tengono

VARIE LIBRI E SPORT (ro.pa.) «Libri in Campo» da domani a domenica alla Biblioteca medievale Malatestiana di Cesena. All’inaugurazione il presidente del Coni Giovanni Malagò e Daniele Meucci, oro europeo di maratona. Domani saranno presentati i volumi dedicati a Pantani, con mamma Tonina e il c.t. Davide Cassani,e a Simoncelli.

VELA GIOVANILI (r.ra.) A Napoli i campionati nazionali giovanili classi in singolo. I vincitori: Laser Radial (M) Gianmarco Planchesteiner,Laser Radial (F) Valentina Balbi; Laser 4.7 (M) Guido Gallinaro;Laser 4.7 (F) Elisa Navoni; Optimist (M) Alessandro Caldari ; Optimist (F) Elisabetta Fedele; Techno 293 U13 (M) Gabriele Guella,Techno 293 U13 (F) Marta Monge; Techno 293 U15 (M) Giorgio Stancampiano,Techno 293 U15 (F) Giorgia Speciale,Techno 293 U17 (M) Francesco Tomasello; Techno 293 U17 (F) Rosanna Stancampino; RS:X 8.5 (M) Michele Cittadini, RS:X 8.5 (F) Marta Maggetti ROLEX SWAN (r.ra.) Inizia oggi a Porto Cervo la 18a Rolex Swan Cup. Al via 93 scafi di 21 Paesi: 5 giorni di regata e 5 le classi: Maxi, Grand Prix, Swan 60 e Classic, Swan 45 (che gareggiano per il mondiale di classe) e Swan 42. Giovedì Long Race con regata costiera fino alle isole francesi in prossimità della Corsica.


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ALTRI MONDI

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Il fatto del giorno

_orrori africani

DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it

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ITALIANI DETENUTI

Le suore uccise in Burundi dalla follia o dall’Islam? Le tre saveriane prima violentate (e una decapitata). Le autorità parlano di rapina, ma nulla è stato rubato. E continuano a morire missionari Le tre monache violentate e ammazzate in Burundi vanno messe nella lista dei martiri cristiani perseguitati da fanatici di altre religioni? O si tratta davvero di una rapina, come sostengono le autorità locali? La polizia dice di aver identificato il colpevole e assicura che lo prenderà presto. Però dal convento non manca niente. Dunque, benché l’assassino abbia avuto a disposizione molte ore, non ha trovato il modo di portar via qualcosa. I dubbi sono tanti.

1 L’orrore è accresciuto dalla figura delle vittime. Bernardetta Boggian, di 75 anni, da Padova, quella a cui il bandito ha tagliato la testa. Lucia Pulici di 73 anni. Olga Raschietti, vicentina, di 80.

Erano suore saveriane, un ordine missionario di religiose che si ispira alla predicazione e all’esempio di San Francesco Saverio. L’assassino sarebbe uno squilibrato che è stato visto fuggire con un coltello in mano. È entrato nel convento di Kamenge (siamo nella zona nord della capitale Bujumbura), ha violentato e ammazzato suor Lucia e suor Olga, poi è rimasto chiuso nella casa, non si sa bene a far che. Nonostante il terrore provocato dalla scoperta dei cadaveri, suor Bernardetta e un’altra monaca, che si chiama Mercedes, sono rimaste a dormire nella casa. Ma l’assassino s’era nascosto da qualche parte e a quel punto deve aver colpito nel sonno, violentando, ucci-

poli». Napolitano: «Un atto vile ed esecrabile perpetrato ai danni di chi si trovava in Burundi per farsi interprete, a costo di grandi sacrifici, di altissimi valori di solidarietà e fratellanza con i più bisognosi». La Mogherini ha espresso grande dolore: «Assistiamo ancora una volta al sacrificio di chi ha passato la propria vita ad alleviare le truppe sofferenze che ancora esistono nel continente africano. Attendiamo ora che le autorità del Burundi chiariscano quanto accaduto e ci adopereremo per riportare in Italia quanto prima le salme delle religiose».

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Ma è proprio necessario andare in questi posti sperduti a predicare, a convertire?

Le suore uccise in Burundi: da sin. Bernardetta Boggian, Olga Raschietti e Lucia Pulici

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dendo e decapitando anche Bernardetta.

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Il moltiplicarsi di queste decapitazioni non può essere il risultato dei video diffusi da quelli dell’Isis? Il taglio della testa sta diventando una specie di moda orrenda...

IL NUMERO

Le migliaia di missionari Sono circa diecimila i missionari italiani nel mondo. Religiosi, suore ma anche laici, in tutti gli angoli della terra, soprattutto in Africa, Asia, America Latina, ma anche nella vicina Europa. L’età media dei missionari è di 63 anni

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Può darsi. Ma come azzardare ipotesi se qui manca anche l’assassino? C’è la testimonianza di padre Mario Pulcini, superiore dei saveriani in Burundi. «Verso le 16 di ieri (domenica, ndr) la sorella Bernardetta è venuta nel mio ufficio chiedendo notizie delle sorelle Lucia e Olga che erano rimaste a casa mentre lei e la sorella Mercedes erano andate all’aeroporto per accogliere altre sorelle di ritorno in Burundi dal loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto perché dall’interno della casa non c’erano segnali di vita: tutto era chiuso e con le tende tirate». Padre Pulcini ha provato a chiamare le sorelle, ma invano. «I guardiani del cancello non le avevano viste uscire. Esito negativo ha

dato anche una veloce ricerca nel quartiere presso alcune persone ammalate che le sorelle visitavano soprattutto di domenica. Ero davanti all’entrata con l’intenzione di forzare la serratura quando la porta si è aperta ed è apparsa Bernardetta, sconvolta. Aveva trovato una porta di servizio laterale alla loro casa aperta e i corpi senza vita delle sorelle Olga e Lucia. Poi questa notte le sorelle sono tornate a chiamarmi, temevano che l’aggressore fosse in casa. Quando siamo riusciti ad entrare abbiamo trovato anche suor Bernardetta senza vita». Due episodi accaduti, quindi, a distanza di diverse ore, non si sa nemmeno se per opera della stessa persona.

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Non c’è un governo in Burundi? Non è un caso internazionale?

Per ora, ho letto solo reazioni da parte italiana e della Chiesa. Il Papa, prima di tutto: «Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i po-

La vocazione missionaria è insita nella filosofia della Chiesa cattolica. Paolo VI: «La Chiesa esiste per evangelizzare». Il Concilio Vaticano II: «La Chiesa per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla Missione del Figlio e dalla Missione dello Spirito Santo». I missionari cattolici nel mondo sono più di trecentomila. L’Africa è una meta prediletta, nonostante gli eccidi. Questo non è il primo.

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Che mi dice del Burundi?

Uno staterello poco più grande della Lombardia, collocato nella regione dei Grandi Laghi. Tra i cinque paesi più poveri al mondo, campano con meno di un dollaro al giorno. Sono tutti contadini (arachidi, patate, riso, tè, caffè, soprattutto banane). È qui – oltre che nel confinante Rwanda – che si sono fatti a pezzi uno con l’altro a colpi di machete hutu e tutsi. Ci ricordiamo del Burundi quasi solo per questo. Era il paradiso di bufali, giraffe, zebre, ippopotami, leoni, scimmie. Sterminati anche loro durante la guerra civile. Dagli incendi, e dagli uomini che li ammazzavano per mangiarseli.

IL CASO E LA STAMPA ACCUSA

Marò, l’India apre al rientro «Rispetto per i giudici»

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Tomaso ed Eli: oggi il giudizio Ci sono altri due italiani detenuti in India. Si chiamano Tomaso Bruno, 30enne originario di Albenga (Savona), e Elisabetta Boncompagni, 39 anni (nelle foto), sono rinchiusi nel carcere di Varanasi, lungo il Gange, da 4 anni per l’omicidio dell’amico Francesco Montis. La giustizia indiana li ha condannati all’ergastolo e domani la Corte Suprema pronuncerà la sentenza definitiva. La loro storia verrà raccontata presto in un film dal titolo «Più libero di prima», del regista Adriano Sforzi, amico d’infanzia di Bruno

I marò Latorre e Girone in India ANSA

Adesso sì che il rientro è possibile, forse vicino. Il ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj ha dichiarato a New Dehli che se la Corte Suprema concederà per ragioni umanitarie l’autorizzazione al rientro in Italia di Massimiliano Latorre, uno dei nostri due marò colpito da ischemia, «non si opporrà». Ieri mattina la Corte suprema indiana, su richiesta della difesa, aveva comunque esentato Latorre dall’obbligo di firma in commissariato per due settimane. Al tempo stesso i giudici avevano chiesto al governo un parere sulla richiesta di ritorno a casa. Ora l’udienza è stata aggiornata al 12 settembre e, secondo fonti giudiziarie, l’istanza di rientro in patria menziona un periodo di tre o quattro mesi necessari al completo ristabilimento. Nel caso di una concessione del permesso, la Corte porrebbe delle condizioni che l’Italia è pronta ad accettare. Ma, proprio mentre si apre lo spiraglio, nuove accuse piovono su Latorre e sul suo collega Salvatore Girone: ieri il quotidiano indiano Hindustan Times ha scritto che i due marò, coinvolti nell’incidente che il 15 febbraio 2012 provocò la morte di due pescatori indiani, «presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima nel quale si sosteneva che i pescatori erano armati». Secca la smentita dell’armatore: «Il comandante Umberto Vitelli non ha mai rilasciato a qualsivoglia autorità alcuna dichiarazione: non avrebbe potuto vedere alcuna arma perché era nel ponte di comando», ha detto Pio Schiano, direttore generale della Fratelli D’Amato Dolphin Tanker, armatrice della Enrica Lexie.


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ANCHE DUE INTOSSICATE

ALTRI MONDI

Incendio a Milano, muore un ottantenne Un 85enne è morto e due donne sono rimaste intossicate: è questo il tragico bilancio di un incendio scoppiato ieri pomeriggio

in una mansarda al sesto piano di un palazzo alla periferia nord di Milano. La vittima, Arnaldo Zeni, soffriva di cuore. Ancora non si conoscono le cause del rogo, ma si pensa che l’uomo possa aver scordato una sigaretta accesa. I vigili del fuoco hanno fatto evacuare sedici appartamenti.

Il delitto di Garlasco: per la seconda volta prelevato il dna di Stasi Il ragazzo indagato nell’appello bis: aveva fatto il tampone già nel 2007 Ora il confronto con le nuove tracce sulle unghie della fidanzata uccisa FILIPPO CONTICELLO filippocont

Come nei giorni confusi dopo il delitto, quando l’Italia intera scopriva Garlasco e la sua anima oscura. Ieri è stato prelevato ancora il dna di Alberto Stasi per compararlo con quello rintracciato sui frammenti di due unghie di Chiara Poggi, la sua ex fidanzata ammazzata nel paesino in provincia di Pavia il 13 agosto 2007. Per quel delitto ancora senza un colpevole l’ex studente bocconiano è stato assolto due volte e, dopo l’annullamento della sentenza di secondo grado da parte della Cassazione, è di nuovo imputato a Milano nell’appello bis. Vista l’urgenza di nuovi approfondimenti, ieri Stasi è stato convocato nel dipartimento di Scienza e Salute dell’Università di Genova dai periti nominati dai giudici milanesi. Questo nuovo tampone salivare gli era stato richiesto dopo che l’analisi sulle due unghie della ragazza avevano regalato risultati interessanti: con una metodologia cosiddetta a «lavaggio», assai più raffinata di quella abbozzata anni fa durante le indagini, ecco spuntare tracce di cromosoma Y. Quello maschile. Approfondire Ieri c’erano consulenti e difensori di Stasi accanto a consulenti e legali dei Poggi. È stata la seconda donazione di campione biologico da parte del ragazzo e tra qualche giorno, forse giovedì, dovrebbe essere pronto il profilo genetico. A quel punto, via alla comparazione con il cromosoma Y: sia nel caso di compatibilità sia nel caso di non compatibilità, si terrà una nuova riunione tra periti per valu-

Alberto Stasi, unico indagato per l’omicidio dell’ex fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco in provincia di Pavia il 13 agosto 2007 ANSA

Entro il 22 settembre sarà depositato ai giudici l’esito degli studi genetici tare l’attendibilità del confronto. Poi, entro il 22 settembre, dovrebbe essere depositato ai giudici milanesi l’esito assieme ai risultati dell’esame sulla camminata di Alberto. Sarà la ripetizione virtuale di quella che fece quando scoprì il cadavere della fidanzata e, secondo indiscrezioni, i periti della Corte potrebbero regalare un assist all’accusa e alla parte civile: sembrerebbe impossibile che sulle suole delle scarpe indossate quel giorno non siano rimaste tracce di sangue. Intanto sono stati raccolti nuovi elementi sulla bicicletta nera da

donna degli Stasi, sequestrata solo quattro mesi fa, e sono state recuperate alcune fotografie di Alberto scattate nella stazione dei carabinieri di Garlasco poco dopo l’omicidio. Tra queste, una o due in cui si vede l’avambraccio del giovane con due segni che immediatamente avevano fatto pensare a una colluttazione: le foto, trasmesse dai militari al pm, furono dimenticate ma nella nuova udienza dell’8 ottobre l’accusa vorrà approfondire. E poi c’è quel viaggio fatto a Londra da Stasi e da un amico su cui da mesi si avvita l’indagine: i due erano stati raggiunti da Chiara che, tornata in Italia, sarebbe entrata nel pc del fidanzato e avrebbe copiato in una chiavetta Usb i dati della cartella «Londra». Cosa c’era davvero là dentro? Scoprirlo potrebbe avvicinare alla verità, finalmente.

IL CASO AMICI IN CORTEO

Omicidio di Napoli Nuove perizie sul corpo di Davide Il pm di Napoli Manuela Persico ha disposto nuovi accertamenti sul corpo di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un carabiniere venerdì nel Rione Traiano: oltre ad autopsia e perizia balistica, verranno eseguite anche Tac e risonanza magnetica per ricostruire al meglio cosa sia accaduto. Per i risultati bisognerà però attendere alcune settimane. Intanto il legale del militare indagato per omicidio colposo: «Proveremo che è stato un incidente». Ieri gli amici di Davide hanno marciato ancora in corteo per chiedere giustizia.

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SI PAGA CINGUETTANDO

La svolta di Twitter per l’e-commerce Anche Twitter si lancia nell’e-commerce. Il social network ha iniziato i test per il pulsante «buy now», acquista ora, per

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convincere le aziende pubblicitarie a investire di più. Twitter sta lavorando con Stripe, una start up specializzata nei pagamenti, per consentire agli utenti di pagare grazie a un semplice tweet, senza dover digitare ogni volta i dati della propria carta di credito sullo smartphone.

POPOLARE KATE È DI NUOVO INCINTA

CRISI NEL GARGANO

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Recuperato il corpo del 70enne È stato recuperato ieri nel mare di Peschici, nel Gargano, il corpo di Vincenzo Blenx, il 70enne travolto dal fango mentre era nella sua auto durante l’alluvione che ha colpito la costa pugliese nel weekend. Ieri a San Marco in Lamis, uno dei paesi più colpiti, è arrivato anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: «In Italia dobbiamo smettere di contare i morti dopo le alluvioni»

Il principe William, Kate e il piccolo George ANSA

Un Royal Baby contro la Scozia indipendente Domenica per la prima volta nei sondaggi gli elettori favorevoli all’indipendenza della Scozia erano diventati la maggioranza (il 51% secondo quello realizzato da YouGov per il Sunday Times). Roba da far tremare la Regina Elisabetta, che vuole che il suo Regno Unito resti tale anche dopo l’attesissimo referendum del 18 settembre. Ma ieri ecco giungere da Buckingham Palace la lieta novella: il principe William e la sua Kate aspettano il loro secondo figlio. Vista l’impennata di popolarità che la famiglia reale ha avuto nell’estate di un anno fa con l’arrivo del piccolo George, adesso ci si aspetta che la notizia di un altro Royal Baby possa salvare il Regno dalla secessione scozzese, che dura da 307 anni. Nell’ultimo mese gli indipendentisti hanno guadagnato oltre 10 punti e l’ipotesi di una loro vittoria, sottovalutata per mesi, è diventata più che concreta. Lo dimostra il crollo della sterlina che ieri ha perso oltre l’1% sul dollaro, il livello più basso dal novembre 2013, ed è ormai in difficoltà anche contro l’euro. Secondo la stampa inglese, la Regina si sarebbe detta «inorridita» di fronte alla possibilità di perdere la Scozia, ma Buckingham Palace ha smentito, affrettandosi a far sapere che Elisabetta resta «strettamente neutrale», pur seguendo gli eventi con «grande interesse». Di sicuro però nell’incontro che ha avuto nel weekend con David Cameron si è parlato molto della possibile crisi istituzionale e il premier le avrebbe assicurato il massimo impegno per scongiurare la secessione, mettendo sul piatto anche le proprie dimissioni. Nausee reali Da ieri però gran parte degli inglesi ha abbandonato i discorsi sull’unione nazionale per dedicarsi al bambino in arrivo. La voce era nell’aria da qualche tempo, ma il Palazzo Reale ieri ha ufficializzato la gravidanza per giustificare l’assenza della duchessa di Cambridge ad un impegno ieri a Oxford: è rimasta bloccata a Kensington Palace alle prese con una forma acuta di nausee. Stessa scena vista per George. Ma qui c’è da salvare tutto il reame...

notizie Tascabili

La lista dei risparmi

Superati i 100 miliardi

Padoan-Cottarelli, vertice con Renzi sulla «Spending»

Germania boom A luglio è record di esportazioni

Scambio di prigionieri in Ucraina

Dal «coordinamento» tra le forze dell’ordine, alla revisione di incentivi e trasferimenti dei ministeri alle imprese che valgono fino a 4 miliardi, fino al taglio delle partecipate: entra nel vivo l’operazione risparmio di Renzi che ieri in una riunione preparatoria a Palazzo Chigi ha visto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli. È servita a mettere a punto un metodo di lavoro: nel vivo degli interventi si entrerà mercoledì, quando sono stati fissati incontri per individuare le voci oggetto di quella sforbiciata del 3% delle spese ministeriali annunciata dal premier.

La minaccia della Russia «Chiuderemo i cieli» L’Ue congela le sanzioni Uno scambio di prigionieri consolida le prospettive del cessate il fuoco in Ucraina, nonostante gli avvertimenti incrociati. E l’Ue, sullo sfondo dei dubbi di alcuni Paesi, congela «per alcuni giorni» l’attuazione del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, di fronte al quale Mosca aveva già minacciato di essere pronta a rispondere con una chiusura del suo immenso spazio aereo ai voli civili europei. Sul terreno, del resto, qualche segnale di distensione prende corpo, a partire dal rilascio di 1200 militari ucraini dopo l’accordo sul cessate il fuoco concordato il 5 settembre tra Kiev e i ribelli filorussi nell’est: a dare l’annuncio, auspicando che

Il presidente Poroshenko tra i soldati ucraini a Mariupol AP entro fine settimana ne siano rilasciati altri 863, è stato lo stesso presidente ucraino Petro Poroshenko, volato ieri a Mariupol per arringare i 500 mila abitanti della città contro gli attacchi isolati che lì, come all’aeroporto e in alcuni quartieri di Donetsk, minano la tregua. Ma qualcosa si muove, come suggerisce pure la nuova telefonata fra Poroshenko e Vladimir Putin in cui è stato ribadito che «il dialogo prosegue».

Una schiera di auto blu FOTOGRAMMA

Eliminate 2851 vetture

Taglio alle auto blu Il 33% in meno in 2 anni e mezzo La sforbiciata c’è stata e si è fatta sentire. Le auto blu, simbolo del potere pubblico, si sono infatti ridotte del 33% nel giro di poco più di 2 anni e mezzo, un terzo in meno da quando è cominciato il monitoraggio a oggi. Secondo il centro studi Formez sono state eliminate 2.851 vetture “versione lusso”: oltre mille l’anno.

Angela Merkel gongola. La sua Germania ha fatto segnare ieri un nuovo record: le esportazioni tedesche hanno sfondato per la prima volta la soglia dei 100 miliardi di euro. Secondo l’Ufficio di statistica federale Destatis, nel solo mese di luglio sono arrivate a 101 miliardi di euro, segnando un +4,7% rispetto al mese precedente e un +8,5% annuo. A questo boom fa da contraltare il calo dell’1,8% mensile delle importazioni e le polemiche non mancano: secondo molti partner europei la Germania dovrebbe aumentare il consumo interno, favorendo le importazioni dai Paesi dell’eurozona.


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LA SHOWGIRL CONFERMA

ALTRI MONDI

Hunziker: «Aspetto un altro bambino» Michelle Hunziker è in dolce attesa. Lo ha annunciato la showgirl su Facebook. «Ora possiamo dirlo!», si legge in un

post. «Desideriamo rendervi partecipi dell’immensa gioia di diventare nuovamente genitori! Aspettiamo un altro bebè!». Per la conduttrice è la terza gravidanza, dopo la prima figlia Aurora, avuta da Eros Ramazzotti, e Sole, avuta meno di un anno fa dall’attuale compagno, Tomaso Trussardi.

FILM PRODOTTO IN PIEMONTE

Depardieu a Biella: girerà un fantasy Gerard Depardieu girerà a fine settembre nel Biellese un film italianissimo. La star francese è tra i protagonisti di «Creators»,

Club Dogo in salsa americana A «Ma il rap rimane ignorante» TORNANO GLI ONE DIRECTION

Dopo due anni, nuovo disco del gruppo hip hop registrato a Los Angeles «Raccontiamo un Paese amaro, dove i laureati lavorano al supermarket» L’ALBUM ESCE OGGI «A VOLTE ESAGERO»

Gianluca Grignani, 42 anni, è nato a Milano

I Club Dogo a Los Angeles, dove hanno registrato l’ultimo album: da sinistra, Don Joe, Jake La Furia e Guè Pequeno STEFANIA ANGELINI MILANO

Regola numero uno per tenere assieme un gruppo rap e scalare le classifiche: «Non litigare per le donne, per i soldi e per la musica. Litigare solo per le cazz...». Schierati l’uno accanto all’altro, con tanto di cappellino, tatuaggi in vista e occhiali da sole, si presentano con una piccola grande provocazione: «Non siamo più quelli di Mi Fist». Intanto fuori, la fila di ragazzini che da ore aspettano di entrare si fa sempre più lunga. Dentro, in un una saletta dello store Mondadori di piazza Duomo, i tre dei Club Dogo (Jack La Furia, Guè Pequeno e Don Joe) provano a descrivere il nuovo disco che esce oggi — più variegato del solito nelle sonorità e con collaborazioni inedite (da Cris Cab ad Arisa) — e che arriva a due anni di distanza dall’ultimo, con un titolo (Non siamo più quelli di Mi Fist) che sembra annunciare una svolta. «Mi Fist (il loro primo album, ndr) è considerato una pagina della nostra storia, ma sono

«

Tutti ci dicono che non siamo più quelli di una volta e adesso lo diciamo pure noi JACK LA FURIA RAPPER

passati più di dieci anni: che siamo cambiati è un dato stilistico e anagrafico. Abbiamo scelto questo titolo per prendere in giro chi ci accusa di non essere più quelli di una volta», spiega Jack La Furia. Che si gonfia il petto quando, senza mezze parole, precisa: «Ma i nostri pezzi rimangono sempre ignoranti...». Idoli Del resto, come dimostrano i fan in fila per incontrare i loro beniamini, oramai i rapper sono i nuovi idoli musicali: «Se sentiamo addosso delle responsabilità nei confronti dei giovani? Per niente — interviene Guè —. A noi interessa che la musica sia forte. Se poi entriamo nel cuore bene. E comunque i ragazzi chiedono il rap e il mercato di-

scografico e i media si adeguano di conseguenza». E se la fissa del gruppo milanese è di descrivere la realtà (dall’Italia del G8 a Vallettopoli), adesso è arrivato il momento del «forse, delle incertezze», raccontato bene in Siamo nati qua: «È un ritratto amaro, ma dice cose vere», spiegano i Dogo. E in effetti la canzone descrive una generazione che ha venduto «le speranze dal compro oro», dove «i laureati stanno al supermarket» e «la disonestà è nel Dna». Insomma, i Club Dogo sembra che abbiano una visione dell’Italia ancora più dura perché il punto di vista è Los Angeles, dove è stato realizzato gran parte del disco: «Non siamo americanofili, ma lì c’è meritocrazia, se spacchi ce la fai, non come qui», incalza Jack. Intanto, un sogno Guè l’ha realizzato (ha doppiato un personaggio di Step Up All In ) e Jack avrà una parte in un misterioso film. In attesa di vederli all’evento speciale a Milano (il 19 settembre al Fabrique), in tour (al via il 5 dicembre da Napoli) e (forse) in qualche reality show in tv. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Si rivede Grignani: «Via dai riflettori, portano solo guai» «Ho lavorato su quest’album uscendo da me stesso. Mi sono abbandonato alla gente, ho lasciato la gabbia dorata del cantautore per mischiarmi al mondo che sento più mio». È un Gianluca Grignani diverso quello che ha realizzato «A volte esagero», l’album Sony (con cui ha appena prolungato il contratto per altri 2 dischi) che esce oggi. Un disco atteso, di cui si è parlato molto soprattutto dopo l’arresto del cantautore, 42 anni, a luglio a Riccione. Ora è libero con obbligo di firma e il 16 settembre ci sarà una nuova udienza del processo. Lui liquida così la questione: «A volte esagero, ma anche gli altri però… Qualcuno ha detto pure che si trattava di una mossa pubblicitaria per lanciare l’album. Pure in questo caso solo due parole: anche no». Preferisce parlare della sua musica, del suono rock e pulito dei 10 brani inediti e soprattutto di tutte le cose che sentiva il bisogno di dire, «cose che per molti sono scomode. In “Non voglio essere un fenomeno” dico proprio questo: “Nella vita non sono un bluff / esser famosi è già fuori moda per me”». Nel disco si parla anche di dipendenze. Da evitare. «Delle mie si è parlato tanto... Ma la gente è troppo intelligente per credere a queste cose. In “Fuori dai guai” invito tutti a non essere ingenui, a star lontano dai riflettori: sono quelli che portano i guai». Elisabetta Esposito

GUARDA l’intervista completa a Grignani

www.gazzetta/Sportlife.it

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Arriva «Four»: dal 17 novembre Tornano gli One Direction: esce il 17 novembre «Four», il nuovo album della boyband inglese. Gli One Direction sono reduci dal successo mondiale di «Where We Are», tour negli stadi che ha registrato il tutto esaurito, e del film documentario in 3D «This Is Us». Sabato 11 e domenica 12 ottobre, inoltre, la band sarà protagonista al cinema con «One Direction: Where We Are Il Film concerto» (in 220 sale solo in Italia)

un fantasy che sarà diretto da Piergiuseppe Zaia. Lo ha annunciato lo stesso regista in una conferenza stampa alla Confartigianato di Biella. Nel cast oltre a Depardieu anche Bruce Payne e Marc Fiorino. «Il film sarà realizzato in altissima definizione».

Diversamente affabile DIARIO DI UN’INVALIDA LEGGERMENTE ARRABBIATA

DI FIAMMA SATTA

)

La sfortuna dei disabili è un’occasione per la società In Argentina sono stati ritrovati i resti quasi completi del più grande dinosauro mai esistito sulla faccia della terra, il titanosauro. Erbivoro, alto ventisei metri, pesante sessantacinque tonnellate, con vertebre del diametro di un metro, femore di sei e coda di nove, è vissuto circa settantasette milioni di anni fa. I due esemplari scoperti furono probabilmente travolti da un fiume in piena e sepolti nelle sabbie mobili. Uno dei paleontologi a cui si deve questa importante scoperta, l’americano Kenneth Lacovara, ha detto che «la sepoltura rapida e profonda dei corpi ci ha regalato una straordinaria completezza. La loro sfortuna è stata la nostra fortuna». Probabilmente ho la mente contorta, ma l’ultima frase («la loro sfortuna è stata la nostra fortuna») mi ha fatto pensare ai temi che mi stanno a cuore. Infatti, sono sempre più convinta che la sfortuna di coloro che incidenti o malattie rendono disabili rappresenti un’opportunità per la società che, invece, spesso li esclude, anche dalla vista. Se li accettasse, li rispettasse e li osservasse con spirito attento e solidale, essa potrebbe acquisire la loro energia e forza d’animo, assimilare tenacia e coraggio, imparare da loro l’ormai rarissimo valore della pazienza e, quindi, potrebbe rinforzarsi. Altro che emarginarli! Che società tonta… Segui Fiamma sul blog diversamenteaffabile.gazzetta.it


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Scorpione 8

Toro 7+

Gemelli 5,5

Cancro 7,5

Leone 5,5

DI ANTONIO CAPITANI

Lavoro e compagnia altrui potrebbero causarvi un eritema diffuso. Non esplodete e amatevi. La sana attivitĂ suina aiuta.

Nel lavoro trionfate, la fortuna vi fa regaloni. E c’è pure una bella fornicazione nostrana a farvi piĂš contenti. Uau.

Il morale sale, il lavoro di squadra produce bene e tanto. Ma la fornicazione vi rammenta che one rondin doesnt’t do spring.

Lavoro e obblighi potrebbero rendere faticosa la giornata e indurvi a cibarvi delle carni di capi e colleghi. Desistete, fate i suini.

Lavoro, affetti e forma fisica traggono vantaggio dalla Luna. E la fortuna vi gira intorno fino a toccarvi. Pure sul sudombelico. Uau.

Siete forse piacevoli come un foruncolo sugli zebedei, oggi. Nel lavoro e in amore. Non siate cupi! Anche se sfighette suine aleggiano.

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Sagittario 6-

Capricorno 7+

Acquario 7

Pesci 7,5

Potreste rendere poco. Ma non necessariamente per colpa vostra, bensÏ dei familiari e dei colleghi. La fornicazione è comunque perfettibile.

La Luna vi ricarica e promette sia news, sia risultati felici a ogni livello. L’amore è un’opera d’arte, brillantezze suine confortano.

LuciditĂ e pragmatismo vi fanno gioco. Anche sul fronte economico. Niente pigrizie, però. Reazioni scarse o scomposte a sud dell’ombelico.

Luna intuitiva e creativa che vi aiuta nel lavoro. Start up e debutti riescono, l’ormone scalpita e nitrisce: che galoppate suine.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

Vergine 5,5

Bilancia 7

Qualche incaglio c’è. E i rapporti con gli altri sono tesi come un bucato. Mediate, senza strangolare nessuno. Lavoro ni, ormone pressante.

Precisione e volontà vi fan creare piccoli capolavori. Anche se sfilettate un po’ troppo gli zebedei altrui. Fornicazione a lunga durata.

NANI

Luís Carlos Almeida da Cunha, noto come Nani, ala portoghese dello Sporting Lisbona in prestito dallo United, è nato a Praia il 17 novembre 1986

Gazzetta.it

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it

Testata di proprietĂ de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.â€? - A. Bonacossa Š 2014

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PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

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Carmine Gautieri è stato a lungo un giocatore di Serie A, vestendo - tra le altre - le maglie di Roma, Bari e Atalanta. Ora è il tecnico del Livorno, ma sua figlia Marianna rischia di diventare in poche ore piÚ famosa di lui: è bastato il tam tam su Internet che ha portato in evidenza la prorompente bellezza della ragazza.

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L’uruguaiano Fagundez, dei New England Revolution, ha trovato un modo originale per celebrare un gol: gli spari (veri) con vecchi fucili di un gruppo di figuranti in costumi d’epoca. E in rete impazza anche il video del bambino che guarda in tv una haka degli All Blacks e imita i rugbisti neozelandesi. Esilarante.

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014


RUI VITORIA Vitoria Guimarães

WILLY SAGNOL Bordeaux

ROGER SCHMIDT Bayer Leverkusen

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SOMMARIO PRIMO PIANO SCOZIA

RANGERS-CELTIC SFIDA SUL REFERENDUM STEFANO BOLDRINI a pag. 4

BANDIERA BRITANNICA PER IL NO AL REFERENDUM (AFP)

SPAGNA

CATALOGNA IN PIAZZA MA IL BARÇA TACE FILIPPO MARIA RICCI a pag. 4

EUROPA RUSSIA

LA DINAMO È GRANDE GRAZIE A ROTENBERG MICHAEL BRAGA a pag. 5

BELGIO

IL NUOVO MOUSCRON MADE IN FRANCE ALEC CORDOLCINI a pag. 5

GERMANIA

ECCO IL PADERBORN, I SUPER DEBUTTANTI GIANLUCA SPESSOT a pag. 6

MONDO ARGENTINA

L’ORO IN BOCA DI ARRUABARRENA MARTIN MAZUR a pag. 7

Ghana

ASAMOAH GYAN MISTERI E ACCUSE FILIPPO MARIA RICCI a pag. 7

Questi tecnici sono la sorpresa di inizio stagione. Debuttanti in massima serie o alle prime armi, guidano i tornei in Inghilterra, Francia, Germania e Portogallo. Pur se non hanno chance di vittoria finale DI PAOLO AVANTI, ALESSANDRO GRANDESSO, IACOPO IANDIORIO, GIANLUCA SPESSOT alle pagine 2 e 3

GARRY MONK Swansea


2

PRIMO PIANO

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

Decatrends DI ALESSANDRO DE CALÒ © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ONDA ANOMALA

NUOVI TECNICI SUBITO AL TOP E QUALCOSA RIMARRÀ Aspettavamo Zizou tra gli astri nascenti. Ma è meglio tenere nel mirino quattro nomi ●● Non è facile capire come nasce un grande allenatore, quanto il peso dei risultati finisce col confondere i limiti del suo valore, come i club e i giocatori ne condizionano l’affermazione. Fino a pochi mesi fa, il Milan era convinto di aver trovato in Clarence Seedorf il migliore dei tecnici possibili. Forse chi l’ha scelto aveva ragione, ma Seedorf è durato poco. Quest’estate il Bordeaux voleva ripartire con Zidane in panca. L’operazione aveva un senso: è da Bordeaux che – negli anni Novanta – Zizou aveva spiccato il volo per diventare il fuoriclasse che sappiamo, nella Juve e nel Real. Allontanato da Mourinho ma allevato da Ancelotti come vice, Zidane ora allena il Castilla, la squadra B dei Blancos. Buona scelta? In quattro partite ha rimediato solo sconfitte ed è ultimo in classifica. Sprofondo flop. Invece il Bordeaux, snobbato da Zizou, vola alto nel campionato francese, davanti al Psg di Ibra, grazie al lavoro di Willy Sagnol, ex onesto terzino di Bayern e Francia, allevato al verbo delle panche federali.

Il tempo ripristinerà le tradizionali gerarchie, ma intanto un’onda anomala attraversa l’Europa. E assieme ai girondini di Sagnol, spinge verso l’alto squadre capaci di imprese sorprendenti guidate da allenatori semisconosciuti che meritano grande attenzione. Garry Monk, nello Swansea, era il capitano di Brendan Rodgers, attuale mago dei Reds, almeno fino a sabato comanda la Premier a pari punti con Mou. Rui Vitoria è un professore di educazione fisica che sta facendo grandi cose a Guimaraes e studia per sostituire Jesus al Benfica. Roger Schmidt è un ingegnere che ha dato lezioni di pressing in amichevole al Bayern e adesso comanda la Bundesliga. Pare che Jürgen Klopp l’abbia accusato di copiarlo. Normale, si cerca sempre di clonare gli schemi di gioco che funzionano meglio e di innovare trovando gli antidoti dei modelli dominanti. Dovendo rispondere a stadi pieni, in genere questi tecnici si preoccupano anche dello spettacolo. Un optional che in Italia tende a svaporare dietro al risultato.

GARRY MONK

WILLY SAGNOL

SWANSEA

BORDEAUX

LA BANDIERA ORA STA IN PANCHINA

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uando lo scorso maggio, a stagione chiusa con una tranquilla salvezza, lo Swansea City gli offrì un contratto di 3 anni, un fan scettico fece una scommessa: se Garry Monk, 35 anni, non viene esonerato prima della scadenza mi faccio la Manica a nuoto. Un eccesso di sfiducia per un tecnico che ora si trova in testa alla Premier al pari del Chelsea di Mourinho, prossimo avversario di sabato. Cresciuto col mito di Franco Baresi, Monk è stato per 10 anni una delle colonne della difesa dello Swansea. Debuttò nel lontano 2004 quando i gallesi iniziarono la stagione di League Two (quarta serie) perdendo 2-0 in casa, nel vecchio Vetch Field, col Northampton Town. La stagione sarebbe poi finita con la promozione in League One, prima tappa di una vertiginosa scalata. Il dopo Laudrup Nel 2006 Monk ereditò la fascia di capitano dall’attuale tecnico dell’Everton Roberto Martinez. C’era quando nel 2011 gli Swans raggiunsero la Premier League, prima squadra gallese nella storia, e fu lui ad alzare la coppa di Lega nel 2013, prima volta per una squadra non inglese. Quando un anno dopo, al termine di una lunga striscia di k.o. e con qualche spaccatura nello spogliatoio (si parlò anche di una lite pesante, con tanto di lancio di un mattone, proprio tra Monk e l’ex Genoa Chico Flores), Michael Laudrup fu cacciato, alla dirigenza dello Swansea fu naturale affidarsi, nelle vesti di traghettatore, alla bandiera della squadra, il giocatore che ne rappresentava l’anima. Monk debuttò vincendo il derby con il Cardiff City, il pri-

mo derby gallese nella storia della Premier League. Arrivò poi un onorevole 12° posto con salvezza anticipata che gli valse l’offerta di un contratto. E ora questa partenza sprint con quattro vittorie su quattro (tre di Premier League, battuto pure il Manchester United a Old Trafford alla prima in Premier quest’anno, e una di coppa di Lega), la migliore dal 1923. Monk tiene i piedi per terra («Il nostro obiettivo è la salvezza»), com’è giusto che sia, ma quello che colpisce, oltre ai risultati, è la capacità di questa squadra di continuare a offrire un calcio propositivo e spettacolare. Il marchio 4-2-3-1 È ormai un marchio di fabbrica che risale ai tempi di Martinez tecnico (2007-09) e che raggiunse il punto più alto con Brendan Rodgers. Con l’attuale tecnico del Liverpool lo Swansea raggiunse la Premier dando spettacolo e stupendo. Martinez, Paulo Sousa, Rodgers, Laudrup: tutti maestri di Monk, che ha saputo recepire il meglio dall’approccio tattico e psicologico di ognuno di loro. E quest’anno, persa la colonia spagnola (Chico Flores, Hernandez, Pozuelo oltre a Michu passato al Napoli) ma ritrovato Sigurdsson dopo 2 stagioni al Tottenham, il tecnico di Bedford ha costruito ancora una volta una squadra votata all’attacco, alla velocità, con Dyer e Routledge sulle fasce e Bony terminale offensivo, un 4-2-3-1 che mette paura e sta portando risultati insperati. Nel segno di quella che ormai sta diventando una tradizione: a Swansea si gioca bene e ci si diverte. PAOLO AVANTI

SONO WILLY, SIGNORI, E VENGO DA LONTANO

1 «V COPPA DI LEGA VINTA DA MONK ALLO SWANSEA

1 IL GOL SUBÌTO IN PREMIER (3 GARE) MIGLIOR DIFESA

4 LE VITTORIE IN STAGIONE: 3 IN PREMIER

ecchio, chiudi il becco». Questa sola frase rispecchia la personalità di Willy Sagnol, quello che per 8 stagioni ha disegnato ineccepibili cross per i vari attaccanti del Bayern. Quello che quando nel 2006 qualche ex nobile della nazionale, nel caso Desailly, si permise di criticare la sua Francia pretese appunto rispetto e silenzio. Quello che quest’anno ha sfruttato la puzza sotto il naso dell’amico Zidane per esordire sulla panchina di un Bordeaux primo a sorpresa davanti al Psg. Un rincalzo vincente che in Gironda ha importato mentalità tedesca, ma pure filosofia offensiva alla Hitzfeld, garantita da un palmares personale che incute timore ai suoi anonimi giocatori. La tempra del capo In primis all’atipico Cheick Diabaté, attaccante maliano di 194 cm, noto per i gol poco accademici che dice: «È lui il capo». E la tempra del capo, l’ex terzino destro Sagnol ce l’ha sempre avuta. Se non altro per mentalità e senso del rispetto. Come quando a 22 anni si presentò dal presidente del Monaco (a Montecarlo) per chiedere un adeguamento: «Dopo il titolo guadagnavo solo 12mila euro al mese, chiesi il quadruplo. Campora ne propose meno del doppio. Mi prese per un imbecille e lasciai il suo ufficio dopo pochi secondi. Dicono che noi dell’Auvergne siamo avari e testardi. Avaro non lo sono, ma testardo lo sono doppiamente». Poco dopo era già in Baviera. Il tutto senza procuratore che non ha mai avuto. Al Bayern, «il ragazzo di campagna», come ama definirsi, divenne uno dei vetera-

ni, vincendo tutto, dalla Bundelisga (5 volte) alla Champions (2001) e all’Intercontinentale (2001). Meno gloriosa l’esperienza in nazionale, da dopo l’Euro 2000, collezionando «solo» un paio di Confederations Cup. E una finale Mondiale, persa con l’Italia nel 2006. Ricordo amaro, nonostante lo splendido cross per la testa di Zidane, neutralizzata dalla miracolosa parata di Buffon, e il rigore calciato in rete. Zizou si ritirò sotto il cielo di Berlino, Sagnol dopo l’umiliante 1-4 con l’Olanda a Euro 2008, sfumato senza passare la fase a gruppi. Capolinea per un 31enne perseguitato dagli infortuni. L’anti Barton Tre anni dopo, Sagnol entrò in Federazione per riformare le giovanili dopo i vari scandali della nazionale maggiore, con strascichi politici a sfondo etnico e sociale. E con regole chiare, valide anche per il figlio di Zidane, Enzo, corteggiato dalle Under della Spagna: «Se sceglie la Roja, con noi ha chiuso». Solito stile sfrontato, riservato anche a Joey Barton che diede del fannulloni ai giovani francesi: «Non dico che i giocatori inglesi siano tutti stupidi, ma lui lo è». Genere di tackle che non risparmia neppure agli amici giornalisti: «Di calcio non ne capiscono nulla, ma non potrei mai fare il giornalista». Ma tecnico di club sì, visto che non si sente «funzionario statale». E dopo la panchina dell’U21, eccolo a 37 anni su quella del Bordeaux, predicando spettacolo e disciplina, che il portiere Carrasso riassume: «Se non segui le sue indicazioni, ti toglie dal campo». ALESSANDRO GRANDESSO

3 GLI ANNI DA C.T. NELLE GIOVANILI DI FRANCIA

9 I GOL FATTI DAL BORDEAUX IN 4 GARE DI LIGUE 1

5 LE BUNDESLIGA VINTE IN CAMPO CON IL BAYERN


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PRIMO PIANO

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

I quattro moschettieri In Premier, Ligue 1, Bundesliga e Portogallo guidano a sorpresa Swansea, Bordeaux, Bayer Leverkusen e Vitoria Guimarães. Ecco i ritratti dei loro tecnici, la nouvelle vague d’Europa

Debuttanti, o quasi Garry Monk e Willy Sagnol sono trentenni al primo torneo di massima divisione. Roger Schmidt e Rui Vitoria hanno la loro prima chance con un team attrezzato per far bene

Le undici virtù del leader SOTTOTITOLO: IL CALCIO COME SCUOLA DI VITA. PREFAZIONE DI GIANNI MURA. AUTORE: JORGE VALDANO, 58 ANNI, CAMPIONE DEL MONDO CON L’ARGENTINA NEL 1986, EX REAL MADRID. EDIZIONI ISBN, PAG. 160, 19 EURO

LA RECENSIONE

VALDANO E LE UNDICI VIRTÙ

ROGER SCHMIDT

RUI VITORIA

BAYER LEVERKUSEN

VITORIA GUIMARÃES

L’UOMO CHE UMILIÒ I MIRACOLI A FATIMA PEP E IL BAYERN E I MENINOS IN CIMA

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inque vittorie in 5 gare ufficiali, 19 gol fatti e 4 subiti. Sono serviti meno di 2 mesi a Roger Schmidt, 47 anni, per inculcare ai suoi un calcio d’attacco, bello ma anche molto aggressivo e si vede che la squadra è con lui. Schmidt è un tecnico da copertina per il curriculum fuori dagli schemi. Da calciatore di talento a 20 anni giocava ancora fra i dilettanti. Aveva capito che non avrebbe sfondato e decise di usare lo sport per finanziare lo studio. Si iscrisse alla facoltà di ingegneria a Paderborn e, presa la laurea, fu subito assunto dalla Benteler, azienda che fornisce le grandi case d’auto. Nel 2004 smise di giocare e decise di fare l’allenatore. Nel ’07 voleva lasciare: non riusciva più a conciliare famiglia, lavoro e passione. Ma lo stesso anno arrivò la chiamata del Münster che gli avrebbe garantito un posto da ingegnere in caso di licenziamento. Salisburgo über alles Lasciò la Benteler e arrivò la promozione nella 4ª serie ma poi mancò conquista della 3ª e, nel marzo 2010, ecco il primo e finora unico esonero. Prende il patentino di allenatore e già nell’estate 2011 ecco la chiamata del Paderborn. Sfiora la promozione in Bundes con una candidata alla retrocessione, lo nota il Salisburgo che tira fuori il milione di euro della clausola rescissoria per metterlo sotto contratto. In Austria è subito 2° posto con 91 gol segnati in 36 turni. Nel 2013-14 la conquista del titolo più veloce della storia austriaca con 110 reti realizzate. E poi l’amichevole in cui umilia un Bayern sperimentale ma con Guardiola che dice: «Mai giocato contro una squadra in grado di praticare un pressing simile». il calcio messo in mostra dal Salisburgo rivaluta il tecnico senza pedigree. Il Leverkusen batte l’Eintracht e paga gli 1,5 milioni di euro del contratto che lo lega ai Red Bull. Sposato, con 2 figlie, non ha procuratore e i contratti glieli prepara un vecchio amico, Marco de Angelis. E quando Klopp parla di plagio, rispedisce le accuse al mittente affermando che il suo calcio non si è ancora visto in Bundes. In allenamento cura ogni dettaglio e quando un’azione offensiva dura più di 10 secondi la interrompe e si ricomincia daccapo. Corsa e tattica e gli allenamenti delle spagnole vivisezionati per carpire i segreti della circolazione palla. «Noi cerchiamo di farli i gol, non di impedirli». GIANLUCA SPESSOT

5 N TRIONFI FINORA SU 5 PARTITE A LEVERKUSEN

1 LA BUNDESLIGA AUSTRIACA VINTA NEL 2014

1 LE SUE STAGIONI IN BUNDESLIGA TEDESCA

on ha il carisma di Mourinho, ma di sicuro ha la battuta pronta di José. «Il Porto può andare a prendere i migliori d’Europa, noi i migliori di strada, i meninos de rua, che poi diventano i migliori in città». Avenida São Gonçalo, Guimarães, 60 km a nord-est di Porto. Così parlò una settimana fa Rui Vitoria, 44 anni, tecnico di una banda di ragazzini del Vitoria Guimarães, storico club (70 presenze in A, ma al massimo un 3° posto, nel ’69). Con un gruppo di poco più di 24 anni di media (2° team più giovane in Liga dopo il Nacional), fatto di meninos della casa o prestiti (campagna acquisti a costo zero), con un valore di mercato di 20 milioni di euro, Rui Vitoria è partito forte nella Liga, con 3 successi in 3 turni e un sorprendente 1° posto, alla pari con Rio Ave e Porto, che domenica ospita. Nel segno del 4-3-3 Rui Vitoria, amante del 4-3-3 e del calcio offensivo, è un nome discretamente nuovo anche in patria. Sono solo 4 anni che frequenta la Liga, ma qui ha già vinto una coppa di Portogallo (1° trofeo del club) nel 2013, in finale col Benfica, dove giusto 10 anni fa allenava nelle giovanili. Poi una puntata a Fatima, con 2 promozione in B nel 2007 e nel 2009. Come il suo idolo Mou, al quale dicono non somigli come stile essendo discreto coi media e poco amante della polemica, Rui Vitoria non ha avuto una grande carriera da giocatore: centrocampista in C con la Vilafranquense e il Seixal negli anni 90, ha chiuso a 32 anni. Ma nel frattempo l’ex ragazzo di Alverca do Ribatejo si è laureato in Educazione Fisica e

ha iniziato a insegnare. «Forse lo studio non mi ha permesso di concentrarmi di più sulla carriera di giocatore e ho dovuto rinunciare a delle proposte perché pensavo di più a finire gli studi», ha ammesso 4 anni fa quando ha debuttato da tecnico in Liga nel Paços de Ferreira. Di certo gli studi gli sono serviti per il lavoro di tecnico. «Oggi l’allenatore è un gestore delle risorse umane. Deve conoscere le tecnologie, la psicologia, avere leadership, capire di marketing e comunicazione. Non basta più essere bravi nell’analisi di gioco o negli allenamenti. In questo i portoghesi sono fra i migliori, riusciamo a competere con club con investimenti ben più superiori ai nostri». Dopo Jesus? E sull’attualità: «Non andrò a cambiare il nostro modo di giocare quando affronteremo il Porto e le altre big». Lui ha fatto delle difficoltà economiche del club uno sprone «abbiamo ragazzi di tecnica elevata, anche se molti alle prime armi. Perciò sono rimasto sorpreso dai risultati fin qui ottenuti». E ha aggiunto: «Mi piacerebbe allenare gente come Rui Costa, Futre o Ronaldo. Ma se la mia società avesse tanti soldi forse prenderebbe un altro allenatore…». Invece il presidente Mendes se lo tiene stretto. Da un po’ circolano voci di un interesse dello Sporting. E pure il Benfica starebbe pensando a lui. D’altronde per il dopo Jesus chi meglio di uno che ha fatto miracoli a Fatima? IACOPO IANDIORIO

2 LE PROMOZIONI DI RUI VITORIA IN B COL FATIMA

1 LA COPPA DI PORTOGALLO VINTA NEL 2013

9 I GOL SEGNATI IN 3 MATCH DI LIGA DAL V. GUIMARÃES

Da tempo Jorge Valdano ha smesso di essere un ex calciatore capace di tenere una penna in mano per diventare un intellettuale nel senso più bello e pieno della parola. Il suo nuovo libro, «Le undici virtù del leader» (ISBN edizioni, 160 pagine, 19 euro), è un ulteriore passo avanti su questa strada: undici capitoli a tema per analizzare lo sviluppo di una leadership - dalla credibilità alla semplicità, dalla passione all’umiltà - con tanti gustosissimi (e spesso inediti) aneddoti esplicativi tratti dalla sua enorme carriera di giocatore, allenatore e dirigente, e dichiarate ambizioni di poter spiegare qualcosa anche al di fuori del mondo del calcio. È ormai una prassi che grandi figure sportive vengano richieste come oratori a corsi per manager: beh, non sapremmo immaginarne una più adatta allo scopo di Valdano. Il capitolo più affascinante, quello sullo stile - che non si negozia, ed è assolutamente slegato dal risultato richiama subito alla memoria il confronto perduto con José Mourinho nel breve periodo in cui entrambi lavorarono per il Real Madrid. Su insistenza del suo bravissimo traduttore, il giornalista Pierpaolo Marchetti, Valdano ha aggiunto all’edizione italiana 23 brevi ritratti di grandi contemporanei del calcio. Non mancheranno di fare rumore. Ecco quello su Mourinho. p.condò

«MA MOURINHO HA SCELTO L’EGO NON LA TESTA» e Guardiola è Mozart, Mourinho è Salieri: S sarebbe un gran musicista, se non esistesse Mozart. Si tratta di un vincente, che ama molto di più il risultato del gioco. Insegue la vittoria in modo ossessivo ed esercita una leadership dominante che richiede un’autentica esibizione di potere. Possiede un grande fascino mediatico, che quando vince lo trasforma in un eroe, e quando perde in una caricatura. Il suo linguaggio ha avuto la potenza del vincitore infallibile: qualsiasi cosa dicesse sembrava una rivelazione. Anche se io non gli ho mai sentito dire, sia in pubblico sia in privato, una sola frase calcistica degna di essere ricordata. Credo che il Real Madrid gli abbia fatto molto male, proprio perché gli ha fatto perdere l’infallibilità, pur avendo avuto a disposizione una delle migliori rose della storia del club. Quando non si è più infallibili, le cose che si dicono hanno molto meno appeal. Così è il calcio dei nostri giorni. La sua potente personalità non lascia indifferente nessuno, o lo si ama o lo si odia, e questo finisce per dividere giornalisti, tifosi e giocatori. Per questo motivo è così difficile che i suoi progetti mantengano un livello alto per più di due anni. Un personaggio fatto su misura per questi tempi rumorosi e vuoti, con il quale non sono riuscito a intendermi perché è agli antipodi della mia sensibilità. Io credo nell’intelligenza e per questo ho accettato di condividere un anno di lavoro con un uomo che sembrava averne. Per me è stata una grande lezione: l’intelligenza e l’ego sono nemici fra loro. E quando si scontrano, vince l’ego.


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PRIMO PIANO

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

SCOZIA

STEFANO BOLDRINI

FERGUSON E MOYES: C’È N CHI DICE NO! MA I CELTIC...

Gli ultimi due allenatori del Manchester United, come i tifosi dei Rangers, sono contrari all’indipendenza. Ma negli ultimi sondaggi il «sì» è in testa. Spinto dai tanti fan dell’altro team di Glasgow che si muovono su facebook

I TIFOSI DEI RANGERS DI GLASGOW HANNO LE IDEE CHIARE. A DESTRA, PROPAGANDA A FAVORE DELL’INDIPENDENZA (AFP)

è giocata sui temi economici. Con cinismo tutto britannico, non c’è stato spazio per i sentimenti. Solo gli intellettuali, come i musicisti David Bowie o Mick Jagger, hanno lanciato appelli a favore del «bene comune». Il resto è stato pensioni, sterlina, UE, tasse. Poco spazio al patriottismo di un Paese di 78 mila kmq, con 5,2 milioni di abitanti, bagnato dal petrolio: i giacimenti nel Mare del Nord rappresentano le maggiori riserve dell’Ue.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A LONDRA © RIPRODUZIONE RISERVATA

eck and neck. Testa a testa. È iniziato il conto alla rovescia che porta al referendum sull’indipendenza della Scozia - 18 settembre e si profila una battaglia all’ultimo voto. Ma c’è una grande novità: per la prima volta, per il sondaggio YouGov poll per il Sunday Times di domenica, i «Sì» sarebbero in vantaggio. Alla domanda «Should Scotland be an indipendent country?», su 1.084 persone il 51% degli intervistati ha risposto «Yes» e tra gli unionisti è iniziato a serpeggiare il panico. Sorpasso indipendenti I timori riguardano anche la City e la stessa regina Elisabetta II, che pur avendo assunto ufficialmente una posizione di neutralità, tifa per i «No». In caso di vittoria dei «sì» la Gran Bretagna perderebbe il 32% del territorio, l’8% della popolazione, il 10% dell’economia, l’8,2% di tasse. L’effetto immediato dell’esito del sondaggio è che il ministro del Tesoro britannico, George Osborne, ha promesso maggiori poteri economici alla Scozia se resterà unita alla Gran Bretagna: «Siamo pronti a varare un piano per garantire maggiori poteri politici, fiscali e nella gestione dello Stato sociale». La rimonta dei «Sì», alimentata dagli elettori laburisti, è clamorosa. Fino ad un mese fa, il partito del «No» sembrava destinato a un successo netto. Forse proprio la convinzione di avere la vittoria in tasca ha distratto i politici di

Londra, a cominciare dal premier Cameron, più interessato alla questione terrorismo che a quella scozzese. Il fronte del «Sì», guidato dal premier scozzese Alex Salmond, non si è mai perso d’animo, neppure quando lo stesso Salmond nei due confronti tv con gli unionisti ha commesso un paio di errori: ha detto che una Scozia indipendente avrebbe accesso automatico all’Unione europea e che in caso di separazione dalla Gran Bretagna dopo 307 anni di matrimonio sarebbe stata mantenuta la sterlina. Questioni controverse, aggiunte alla difficoltà di convincere gli elettori che una Scozia indipendente sarà un Paese più prospero. La battaglia si

In 16 per l’Unione E lo sport? Il partito dei «No» è rappresentato dai fan dei Rangers, ma si sono pronunciati contro l’indipendenza 16 vecchie glorie, come Jim Leighton, Denis Law, Alex McLeish, Alan Hansen e l’allenatore David Moyes, ex United. Qualche tempo fa anche Alex Ferguson si era schierato per il «no». La tifoseria del Celtic è divisa. Legata alle origini cattoliche e irlandesi, una parte consistente dei fan teme che l’indipendenza possa troncare il rapporto con le radici, ma prevale il partito degli «Yes», con tanto di pagina facebook «Celtic fans for Scottish Independence». Gli atleti delle altre discipline hanno mantenuto una linea più riservata, compreso il tennista Murray, primo britannico a vincere Wimbledon dopo 77 anni e oro all’Olimpiade di Londra. Detto che il contributo degli scozzesi ai successi della Gran Bretagna ai Giochi del 2012 è stato consistente – 13 medaglie su 65 totali, di cui 7 d’oro -, anche nello sport prevale il tema della convenienza. Il recente successo dei Giochi del Commonwealth, a Glasgow, è considerato la migliore delle risposte per i «Sì». E allora fino all’ultimo voto.

SCOZIA&CATALOGNA

REFERENDUM

A Edimburgo si vota il 18 per staccarsi dalla Gran Bretagna e molti ex calciatori si sono già espressi A Barcellona si vorrebbe farlo il 9 novembre e intanto l’11 settembre si scende in piazza per la Diada

SPAGNA

IL SILENZIO RUMOROSO DEL BARÇA

Giovedì è la festa catalana, Guardiola a favore della manifestazione. Non il club DAL NOSTRO CORRISPONDENTEO MADRID

FILIPPO MARIA RICCI © RIPRODUZIONE RISERVATA

U

n rumoroso silenzio, quello del Barça. Che non passa inosservato. La Catalogna si appresta a vivere la sua Diada più emotiva, massiva e politicamente decisiva e il Futbol Club Barcelona, «Esercito disarmato della Catalogna» secondo la storica definizione di Manuel Vazquez Montalban, sta facendo degli equilibrismi per mantenersi al margine dello scenario provando a non urtare la sensibilità e la suscettibilità dei compatrioti e dei tifosi catalani. Funamboli-

smo complesso. L’11 settembre è il giorno della Diada, la festa che in Catalogna si celebra per commemorare la sconfitta del 1714 considerata decisiva per la perdita dell’indipendenza. Negli ultimi anni la Diada si è trasformata in una enorme festa per la rivendicazione dei diritti della Catalogna a separarsi dalla Spagna e giovedì l’idea degli organizzatori è quella di celebrare la «Diada defintiva», un evento politicamente dirompente, impossibile da trascurare o ignorare a Madrid. La regione autonoma il 9 novembre vorrebbe andare alle urne per votare il referendum sull’indipendenza. Non si sa ancora se potrà farlo perché

I TIFOSI DEL BARCELLONA NON PERDONO OCCASIONE PER MANIFESTARE A FAVORE DELL’INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA

l’ultima parola spetta al Tribunale Costituzionale spagnolo e da Madrid c’è la ferma volontà di evitare il voto. La V umana La chiamata alla strada è massiccia: sarà disegnata una V umana che al vertice avrà un gruppo di 16enni, l’età minima per votare all’eventuale referendum, riempiendo di gente gli 11 km di asfalto tra la Gran Via e la Diagonal, 200.000 metri quadrati nei quali si formerà una gigantesca bandiera catalana, la Senyera che lo scorso anno il Barça ha adottato come seconda maglia. Gli iscritti alla manifestazione sono già circa 500.000, numero destinato a aumentare.

Pep e Laporta attivissimi Il Barcellona ha scelto una politica di partecipazione passiva: il club parteciperà ai consueti atti istituzionali legati alla Diada, come l’omaggio floreale al monumento di Rafael Casanova o la presenza alla celebrazione ufficiale del Tricentenario. Però nulla legato alla manifestazione. Per ora non è trapelata l’iscrizione alla grande V nemmeno a titolo personale di giocatori o dirigenti. Tutto questo mentre l’ex presidente Joan Laporta ha annunciato la sua partecipazione e Pep Guardiola ha partecipato a uno spot a favore del referendum del 9 novembre: «In questo momento la grande maggioranza dei catalani vuole

decidere il proprio futuro. Come? Nella massima espressione della democrazia, votando in un referendum», dice in inglese l’allenatore del Bayern Monaco. La pressione popolare sul Barça è in aumento: è stata lanciata una petizione popolare perché il club aderisca formalmente al Patto Nazionale per il Diritto a Decidere, una piattaforma di appoggio al referendum alla quale hanno aderito la maggioranza delle grandi istituzioni della regione e che la invece la società di Bartomeu sinora ha ignorato, assenza pesante e molto notata. La gente e i dirigenti Guardiola e Laporta hanno costruito il miglior Barcellona del-

la storia e hanno sempre avuto ben chiaro il ruolo politico della squadra. La nuova dirigenza, con Rosell e poi Bartomeu, ha invece preso le distanze nonostante sotto il loro mandato al Camp Nou sia iniziata la rivendicazione dell’indipendenza, col grido «In-de-pen-den-cià» lanciato altissimo al minuto 17 e 14 secondi di ogni tempo di ogni partita. La pressione popolare vorrebbe che sabato contro l’Athletic Bilbao il Barça scendesse in campo con la Senyera ma il club ha fatto sapere che sarà difficile, perché la maglia da usare in casa è un’altra e quella della bandiera era la divisa dello scorso anno. Il Barça frena, la Catalogna accelera.


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EUROPA

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RUSSIA

BELGIO

INGHILTERRA

LA DINAMO ORA IL MOUSCRON HA ROTENBERG È RESUSCITATO NEL SUO MOTORE MADE IN LILLE

Non vince il titolo dal 1976 ma il miliardario Fallito nel ’09, ha centrato 4 promozioni e ora è 2° in A. Con 18 giocatori e proprietà francesi di San Pietroburgo vuole sfidare lo Zenit amico e partner di tatami di Putin, è uno dei maggiori soci della SPM Bank, da lui fondata nel 2001 (e sanzionata ad aprile dalla Ue per la crisi ucraina). Di origine finniche, come i suoi figli: l’omonimo Boris è riserva nella Dinamo (dopo un’esperienza a Cipro) mentre Roman lavora nello SKA di hockey.

MICHAEL BRAGA © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mosca regnava ancora Leonid Breznev, in Argentina Isabelita Peron e in Cambogia arrivava al potere Pol Pot. Era il 1976 e a luglio la Dinamo di Sevidov vinceva il campionato primavera. Sì, perché quell’anno, per la prima volta dopo 40 anni, se ne disputarono due. Oggi il popolo belo-golubye (biancoblù) è tornato a gioire e a sperare. Anche se siamo solo alla sesta giornata, la Dinamo di Cherchesov è seconda a 3 punti dallo Zenit, al quale farà visita sabato. Negli ultimi anni 10 anni Mosca è stata solo Cska. Scelte sbagliate e incapacità di rinnovarsi hanno prodotto la delocalizzazione (leggi S. Pietroburgo e Kazan). Ma da un anno al comando della Dinamo c’è Boris Rotenberg: eccentrico uomo d’affari, 57 anni, 1,2 miliardi di euro di patrimonio, originario di San Pietroburgo e con una grande passione per il judo, che in gioventù l’ha reso

MATHIEU VALBUENA, 29 ANNI, COL PRESIDENTE DELLA DINAMO ROTENBERG, 57 (AFP)

Colpo Valbuena Rotenberg in estate ha preso dal Marsiglia il nazionale francese Mathieu Valbuena (7 milioni di euro), che ha avuto un impatto notevole in Russia, ritagliandosi da subito il ruolo di trascinatore. Decisivo coi suoi assist e le sue intuizioni, Valbuena è stato da molti definito il nuovo Danny (il portoghese ceduto dalla Dinamo nel 2008 allo Zenit), perché capace di mettersi sulle spalle tutto il gruppo. «È un mago», ha detto Rotenberg, che con un colpo del genere ha dato un segnale forte: i grandi in Russia non sono un’esclusiva dello Zenit. Rotenberg è poi stato bravo a consolidare la squadra con giocatori utili alla causa come Hubocan (ex Zenit), Vainquer (Standard), rivelazione di quest’estate moscovita, e Buttner, ex United, che hanno alzato il livello della rosa, che può vantare pure il giovane Kokorin (pallino di Capello), Kuranyi e Samba. A guidare il gruppo una leggenda come Stanislav Cherchesov, 51 anni, ex portiere di Spartak e Russia, abbastanza sovietico nelle metodologie e negli schemi e poco avvezzo agli influssi provenienti da ovest. Cacciato dallo Spartak nel 2008 ha ricominciato con Sochi, Terek e Perm. E ha intenzione di fare strada pure in Europa League. Sabato a San Pietroburgo l’ennesimo capitolo di una rivalità storica: ma stavolta la Dinamo vuole essere protagonista.

sist (4) di una squadra votata all’attacco. Parlano i numeri: 14 reti in 6 gare (media 2,33) fanno del Mouscron il miglior attacco del campionato. Tutti i gol battono bandiera francese, a partire dai 6 di Abdoulay Diaby, capocannoniere del torneo. Facile intuire il club di provenienza, così come quello del tecnico Rachid Chibab, origini marocchine, in carica dal dicembre 2013 dopo una ventina di anni trascorsi nelle giovanili del Lille. Sotto le sue grinfie sono passati talenti quali Eden Hazard, Divock Origi, Debuchy, Cabaye, Digne. «È un martello», ricorda Hazard, «lavora tantissimo sull’aspetto mentale e non transige sulla disciplina. Diceva sempre che lui non formava solo calciatori, ma professionisti e uomini». ALEC CORDOLCINI © RIPRODUZIONE RISERVATA

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nni fa lo Standard, in polemica con una Federcalcio considerata «troppo fiamminga», minacciò di lasciare il Belgio e chiedere l’iscrizione alla Ligue 1. Oggi si è verificato l’opposto: una squadra francese iscritta alla A belga. Già, perché il neopromosso Mouscron-Peruwelz, 2° a sorpresa alle spalle dell’Anderlecht, affonda le proprie radici nell’Esagono. Sia a livello di proprietà, col 51% del pacchetto societario controllato – a partire dal maggio 2012 - dal Lille, sia in campo, con 18 giocatori francesi in rosa. A farla da padrone è il club del Nord-Passo di Calais, che manda in prestito in Vallonia una media di 6-7 giocatori a stagione, anche se non mancano elementi provenienti da altri club di Ligue 1. Come Steeven Langil, lo scorso anno al Guingamp, in passato addirittura match-winner in Champions (Auxerre-Ajax 2-1, novembre 2010) e oggi re degli as-

ABDOULAYE DIABY, 23 ANNI, FRANCESE, 6 GOL IN 6 GARE COL MOUSCRON, IN PRESTITO DAL LILLE (AFP)

Il maestro di Hazard Se la scorsa stagione con Chibab il Mouscron aveva vinto i playoff di B, centrando la quarta promozione in 5 anni, in quella attuale ha mostrato di non soffrire di vertigini, a dispetto di un calendario terribile per una matricola: Anderlecht alla prima (dove è maturato l’unico k.o. finora subìto), Standard alla quarta, Zulte alla quinta. E nelle prossime due ecco le altre big, Gent e Genk. Ma la squadra si sta esprimendo sui migliori livelli dell’Excelsior Mouscron, riportando a tempi in cui a Le Canonnier si respirava aria d’Europa (’06-07, dopo essere stati finalisti in Coppa di Belgio) e si lanciavano talenti (Demba Ba, il genoano Lestienne). Nel ’09 però è arrivato il fallimento, nonostante i debiti ammontassero a meno di 1 milione di euro. Per la rinascita si è ricorsi alla fusione: si prende un piccolo club di provincia e lo si «integra» con ciò che rimane del team in bancarotta. Ma il Mouscron il prossimo anno ripristinerà l’antica ragione sociale.

AUSTRIA

I LUPI ORA VANNO A CACCIA DEI TORI Il Wolfsberger domenica ospita i Red Bull con i quali condivide il primato in Bundesliga. Il tecnico li guida da un anno e il presidente è un esperto di biomasse CHRISTIAN REICHEL © RIPRODUZIONE RISERVATA

ette vittorie su 8 gare, un S 2° posto mai raggiunto prima nella Bundesliga austriaca. Con la partenza blitz il Wolfsberger AC - in breve WAC - ha stupito nella prima fase del campionato. E ora i 25 mila abitanti di Wolfsberg, cittadina del nordest della Carinzia, sono orgogliosi dei proprio Lupi, nomignolo derivato dalla prima parte del nome della città. I 18 punti in 7 gare raccolti sotto la guida del 43enne allenatore Dietmar Kühbauer sono un bilancio del tutto inatteso. Kühbauer ha assunto l’incarico nel settembre 2013 all’ultimo posto portando il Wac in un anno verso sfere inaudite

e ora si sogna anche la Champions (il 2° posto vale il biglietto per i preliminari). La mente spagnola L’ex centrocampista Kühbauer (55 presenze per l’Austria ed ex Rapid Vienna, Real Sociedad e Wolfsburg) ha superato i record stabiliti da Nenad Bjelica. Il croato, ora allo Spezia, ha festeggiato col WAC prima la promozione in A nel maggio 2012 (la prima assoluta del club in Bundes) e poi un 5° posto. L’incredibile exploit del WAC (fondato nel 1931) porta la firma pure di Dietmar Riegler: il 48enne, proprio di Wolfsberg, è alla guida della società dal 2005. Esperto di biomassa (dirige fra l’altro 11 centrali a biomassa in Austria e altre 2 in Slovacchia, e il suo

IN BIANCO JACOBO, 30 ANNI DEL WAC, CONTRO SUTTNER DELL’AUSTRIA V.

gruppo aziendale RZ ha 200 dipendenti) provvede a gran parte del budget annuale, circa 6 milioni di euro. I soldi, l’entusiasmo e le idee di Riegler hanno portato all’ampliamento dello stadio (la Lavanttal-Arena) da 4.100 a 7.300 posti. Il prossimo passo sarà l’installazione del riscaldamento

previsto nel 2015. Il goleador, in un team con solo 3 attaccanti, è il centrocampista il centrocampista Pascal Wernitznig, 24 anni e 4 gol, ex Wacker Innsbruck, già nell’Under 21. La mente è il centrocampista spagnolo Jacobo, 30 anni, scuola Atletico, in Austria da 4 stagioni.

A Klagenfurt La prossima sfida da affrontare per il Wac vale come matchclou dell’ottava giornata di Bundesliga: domenica prossima infatti il Wolfsberger ospita i campioni del Red Bull Salisburgo. Un duello ineguale – visto il budget del Salisburgo che supera i 50 milioni di euro – che elettrizza tutta la Carinzia e ha perfino convinto i Lupi a lasciare il proprio territorio. Perché il capo del «branco», il presidente Riegler, ha deciso di far disputare questa gara sul campo neutro di Klagenfurt (a circa 50 km di distanza) per soddisfare la straordinaria richiesta di biglietti – questo stadio offre 32 mila posti, e l’ambizioso Riegler punta almeno a 20 mila presenze. «Sarà la nostra partita dell’anno, o più probabilmente la nostra gara della storia». In caso di vittoria il Wac conquisterebbe il primato solitario della classifica. Altro che biomassa...

ASPRILLA ORA SI OFFRE AL NEWCASTLE ●● (si.mar.) Faustino Asprilla si è offerto al Newcastle. A 44 anni vorrebbe fare l’allenatore degli attaccanti, figura che lui dice fondamentale in una squadra «perché ti fa vedere gli errori che stai commettendo. Voglio lavorare nel calcio perché ci ho giocato tutta la vita – ha detto Asprilla al Chronicle Live – e farlo al Newcastle (dove ha giocato nel 1996-98, prima di Parma, ndr) sarebbe un sogno che si avvera».

INGHILTERRA

LOIC REMY AL CHELSEA NON VUOLE IL 9 ●● (si.mar.) Loic Remy ha preferito non sfidare la maledizione della n.9 del Chelsea, visti i nefasti precedenti di Torres (20 gol in 110 gare di Premier), Di Santo, Sidwell e Boulahrouz (tutti a 0), Kezman (4) e Crespo (10). Numeri imbarazzanti pensando alle 147 reti di Dixon o alle 69 di Hasselbaink, che hanno dunque spinto l’ex Qpr ad optare per la 18 (che è poi 1+8, 9), lasciando così libera la maglia maledetta.

GERMANIA

REUS SI FERMA STARÀ FUORI 4 SETTIMANE ●● Marco Reus, centrocampista del Borussia Dortmund, resterà fermo per circa quattro settimane a causa dell’infortunio alla caviglia sinistra riportato durante il vittorioso incontro contro la Scozia, valido per le qualificazioni agli Europei. Il club giallonero comunica che il medico sociale Markus Brown ha diagnosticato al giocatore la parziale lacerazione del legamento della caviglia sinistra.

INGHILTERRA

OLD TRAFFORD: VERMI, SPRAY ALL’AGLIO ●● In questo inizio di stagione tribolato per il Manchester United di Van Gaal soffre anche il campo di Old Trafford, infestato dai vermi che stanno mangiando tutta l’erba. Per il Daily Star i giardinieri Red Devils, constatato che i soliti pesticidi non funzionano, avrebbero trovato la soluzione che permetterà di disinfestare il terreno di gioco in tempo per la sfida di domenica col QPR: uno speciale spray all’aglio.

RUSSIA

DAL 2015 SOLO 6 STRANIERI PER SQUADRA ●● (a.lu.) La Russia vuole ridurre il numero di stranieri nei club di calcio e dei principali altri sport. Lo ha annunciato il ministro dello Sport, Vitaly Mutko, spiegando che è in via di predisposizione una legge che diminuirà la presenza di stranieri nei vari tornei. Nei club di calcio, il numero di stranieri ammessi sarà ridotto a 6. La legge dovrebbe essere varata all’inizio del 2015.


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EUROPA

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

GERMANIA

GIANLUCA SPESSOT © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMANIA

PETRUCCI VIA DALLO UNITED, VA AL CLUJ ●● (a.lu.) Il 22enne Davide Petrucci, romano ed ex vivaio della Roma e Under 19 azzurro, lascia per fine contratto il Manchester United e si trasferisce in Romania al Cluj. Preso dai Red Devils nel 2009, è stato dato in prestito prima al Peterborough, poi Royal Antwerp (in B belga) e quindi al Charlton Athletic (in Championship).

GERMANIA

IL BAYERN DONA 255 SEDIOLINI IN MACEDONIA ●● (s.s.) Il Bayern Monaco non butta via niente. E dopo il restyling estivo, dona 255 vecchi sediolini della South Stand dell’Allianz Arena a una scuola di Dollogozhda nel sud-ovest della Macedonia, vicino alla città di Struga, al confine con l’Albania. La scuola di Dollogozhda aveva provato a chiederne un centinaio. Ed è stata superaccontentata.

FRANCIA

SUPER BOOM DELLE VENDITE IN BLEUS ●● (a.g.) La Francia affida allo sponsor Nike (42 milioni di euro annuali fino al ’18), la gestione del merchandising. Ma l’effetto post Mondiale ed Euro 2016 hanno più che raddoppiato il business. La boutique ufficiale a Parigi ha un giro d’affari da 700 mila euro (300 mila un anno fa). E le vendite online del portale ufficiale hanno moltiplicato per 11 il fatturato.

ISRAELE

KAYAL (CELTIC) FA UN FIGLIO: LO CHIAMA PIRLO ●● (a.lu.) Gli nasce il primo figlio e lo chiama Pirlo. È la scelta di Beram Kayal, 26enne centrocampista israeliano del Celtic, grande fan del regista della Juve. L’annuncio arriva su Instagram. «Oggi sono stato allietato dalla nascita del mio primo figlio Pirlo Kayal scrive -. Mia moglie Angela e Pirlo stanno bene. È stato un giorno emozionante».

SCOZIA

MOTHERWELL: ABBONAMENTI DA 5-10 PARTITE ●● Per venire incontro a quei tifosi che non possono permettersi un abbonamento annuale e incoraggiare una squadra in profonda crisi il Motherwell (terzultimo in Scozia dopo 5 turni, 1 vittoria in casa e 2 k.o. finora) ha lanciato Flexi-Ticket il pacchetto di abbonamento a 5 o 10 partite da 90 o 180 euro (e meno della metà per ragazzi fino a 15 anni). Funzionerà?

PADERBORN IL MIRACOLO DEL RE DEI MOBILI

Quattro punti in 2 partite ed un meritato 3-0 ad Amburgo. Non poteva iniziare meglio l’avventura in Bundesliga del Paderborn, che l’anno scorso avrebbe dovuto lottare per la salvezza in B. Ma non parlate di miracolo al tecnico André Breitenreiter, 40 anni, che questa estate ha dichiarato al Kicker: «Mosé ha diviso le acque del Mar Rosso. Per me quelli sono miracoli. La nostra promozione non è stata casuale ma il frutto di un duro lavoro». Idee chiare di uno che da giocatore era una punta messasi in luce nelle giovanili dell’Hannover e capace di conquistare la Coppa di Germania nel 1992. Nel 1993 disputò i Mondiali U20 in Australia (2 gol) e fu nominato miglior giocatore della Bassa Sassonia. GERMANIA Andò all’Amburgo ma non mantenne le PADERBORN promesse e poi al Wolfsburg e all’Unterhaching. Da tecnico è alla sua seconda esperienza dopo il TSV Havelse (4ª divisione).

Herr Finke ha una catena di negozi da 300 milioni. Un tecnico dalla 4ª serie e un ex galeotto come stellina

Meha k.o. Una storia simile a quella dei protagonisti sul campo della promozione in Bundes. Nel 2013-14 il Paderborn, club della Nord Renania-Vestaflia da 144 mila abitanti con un budget da 10 milioni, ha subìto tanti gol (48 contro i 20 del Colonia primatista) ma la promozione è arrivata grazie al 2° miglior attacco del torneo (63). Ben 15 ne ha messi a segno Mahir Saglik, 31 anni, attaccante turco di Paderborn che ha girato mezza Germania, giocando nelle serie inferiori, prima di tornare a casa e scoprirsi bomber di razza a 30 anni. A fargli fare il salto di qualità ha contribuito il fosforo di Alban Meha, 28 anni, albanese di origini kosovare famoso per la sue punizioni. Entrambi

sono infortunati e hanno dovuto assistere dalla tribuna alle magie dei compagni, a partire da Mario Vrancic, centrocampista tuttofare e autore di un gran gol con l’Amburgo. In assenza di Saglik il peso dell’attacco è ricaduto su Elias Kachunga, 22enne di Colonia e figlio di congolese, appena convocato nell’U21. Ha uno scatto fulminante e i 30 metri li corre in 3”91’ (di lui fa meglio solo Aubameyang con 3”70). Per lui 2 reti in 2 gare. No gare dopo le 22 La storia più bizzarra è quella di Süleyman Koc. Berlinese d’origini turche, è un centrocampista veloce e tecnico. Le amicizie sono sbagliate e nell’aprile 2011 è arrestato dopo varie rapine. Condannato a 3 anni e mezzo di carcere, finisce dietro le sbarre. Nel dicembre 2013 può uscire per buona condotta (prima, un anno in libertà condizionata) e da gennaio veste la maglia del club che non può giocare le partite serali perché gli abitanti della zona hanno ottenuto che alle 22 cessino gli schiamazzi. Il prato dello stadio non ha il riscaldamento antighiaccio ed è stato realizzato nel 2008 anche grazie ai soldi di Wilfried Finke, il presidente mecenate a capo di una catena di negozi di mobili con un fatturato di 300 milioni di euro. Come raggiungere la Benteler Arena? È consigliata la bicicletta: ci sono ben 2 mila posti riservati alle due ruote.

PASSIONE BLU SOPRA, TIFOSI DEL PADERBORN, LA FESTA PROMOZIONE, UN TATUAGGIO, UN FAN COLORATO (REUTERS/AFP)

DEBUTTANTI DA SBALLO In Bundesliga e in Liga hanno esordito il Paderborn e l’Eibar. Entrambi con allenatori alle prime armi, Breitenreiter e Garritano. Che promettono di volere fare molta strada

SPAGNA

PICCOLO EIBAR LO MANDA BIELSA

I baschi sono la città meno popolosa e col budget più basso in prima divisione Ma 2 anni fa eliminarono in coppa l’Athletic del Loco. Che diede alcune dritte IACOPO IANDIORIO © RIPRODUZIONE RISERVATA

I l primo segnale che le cose stavano per cambiare, e in meglio, si è avuto nel dicembre 2012. Marcelo Bielsa, allora tecnico

L’ALLENATORE GAIZKA GARRITANO PORTATO IN TRIONFO DAI SUOI A MAGGIO (IPP)

dell’Athletic, prese l’auto e in 40 minuti si fece i 46 km in direzione San Sebastian per uscire a Eibar. Il piccolo club basco aveva appena eliminato i Leoni di Bilbao in coppa del Re e Bielsa, per non far sembrare le sue congratulazioni della sera prima solo un rito, il giorno dopo il match andò a trovare il tecnico dell’Eibar Gaizka Garritano, 37 anni, portandogli come regalo una corposa cartella con tutti gli appunti che El Loco aveva preso sull’Eibar. Garritano, ex vivaio dell’Athletic e per 5 stagioni centrocampista dello stesso Eibar in Segunda (nel 2005

si fermò a 3 punti verdi o blaugrana (il dalla storica profan club più numeroEIBAR mozione in Liso si chiama «Eskoga), cugino di zia la Brava») : i coAnder (ex Athlori dello stemma letic e Saragozdella città, ma anSPAGNA za) e figlio di che quelli del BarAngel (già vice cellona, la cui matecnico all’Alaves glia nel 1947 fu regain A), da debuttante lata dalla federazione assoluto in prima squalocale al club, a corto di dedra porta quell’anno l’Eibar in nari, vista la fine recente della B. Guerra Civile. L’Eibar ha visto la Segunda nel 1953-58 e poi per Il macellaio Garmendia 18 anni dal 1988 (record di perE poi lo scorso maggio per la manenza consecutiva), nel prima volta in 74 anni di storia 1990 per il 50° anniversario del in A: il club della città meno po- club ha ospitato addirittura polata (27 mila abitanti) nella l’Ajax. È il club nel quale sono storia della Liga, il 60° in asso- esplosi i giovanissimi Xabi luto e quello col budget più bas- Alonso e David Silva, il futuro so: poco più di 1,7 milioni di eu- Pichichi dell’Atletico degli anni ro, con uno stadio del 1947, 70 Garate. Il simbolo è l’ex porl’Ipurua, che fa poco più di 5 tiere José Ignacio Garmendia, mila spettatori (lo stanno am- 17 anni nel club dal 1978 in poi, pliando per arrivare a 6700). che in settimana però portava Nei giorni di festa, come è suc- avanti la sua macelleria. L’Eibar cesso lo scorso 24 agosto, al de- oggi ha 15 facce nuove (11 butto vincente in Liga contro la quelli andati via) fra cui l’italiaReal Sociedad del capoluogo di no Federico Piovaccari (in preGuipuzkoa, all’Ipurua si può ve- stito dalla Samp). Un po’ d’azder anche gente in kilt a quadri zurro fra i kilt.


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MONDO

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

ARGENTINA

BRASILE

L’ORA DI ARRUABARRENA IL BASCO HA L’ORO IN BOCA L’ex laterale gialloblù, leader della generazione dorata degli anni 90, ha preso il posto di Bianchi: «Vorrei essere come Carlos e Pellegrini» DA BUENOS AIRES

MARTIN MAZUR © RIPRODUZIONE RISERVATA

N

el 1992 lo spogliatoio del Boca sembrava Vietnam. Due gruppi ben diversi, veterani che non si sopportavano, lottavano per la fascia da capitano per i loro leader, Navarro Montoya (le colombe) e Marcico (i falchi). E tra di loro c’era un piccione: Rodolfo Martin Arruabarrena, 17 anni, uno dei pochi giocatori del vivaio arrivato in Primera in tutto il decennio. Tutti, falchi e colombe, gli volevano bene. E lo prendevano in giro. Lo ricorda il suo compagno Blas Giunta: «In inverno Marcico gli metteva l’aria condizionata al massimo e lui si metteva sotto le coperte. Sembrava l’Alaska. «Hai freddo, Baschetto?». «No, no», diceva lui, tremando». Odio guidare Arruabarrena neanche sapeva guidare. Giocava nel Boca ma agli allenamenti lo portava suo papà, come se si trattasse di un ragazzino che va a scuola. Un giorno finalmente arrivò con una Nissan nuova. Falchi e colombe lo applaudirono nel parcheggio. Ma il Basco era pallido. «Guardate dall’altra parte e non ridete», disse. Nel primo giorno di guida la Nissan era tutta ammaccata. «Ancora non mi piace guidare, ma lo faccio meglio», giura oggi Arruabarrena (39 anni), allenatore del Boca da 10 giorni. L’esordio come giocatore

SOPRA, RODOLFO ARRUABARRENA 39 ANNI, TECNICO DEL BOCA DA 10 GIORNI. DESTRA, NEL 2000 CONQUISTÒ LA LIBERTADORES (AFP)

fu col Siviglia di Maradona nel 1992 . In carriera ha avuto i tecnici sudamericani più influenti della storia: Tabarez (1993), Menotti (1994), Passarella (nazionale, 1995), Bilardo (1996), Veira (1997), Bianchi (19982000), Bielsa (nazionale, 2000) e Pellegrini (2004-2007). «Da tutti ho imparato qualcosa, ma i punti di riferimento sono senza dubbio Bianchi e Pellegrini. Vorrei essere un allenatore con la semplicità di Carlos e le risorse che offre l’Ingegnere ai suoi giocatori», spiega. Arruabarrena lasciò la Bombonera come eroe, nel 2000, 2 gol contro il

Palmeiras nell’andata della finale di Libertadores, poi vinta ai rigori in trasferta. Fino al 2007, nel Villarreal, diventò l’uomo con più presenze nella storia, poi superato da Marcos Senna. Dopo l’esperienza nell’Aek in Grecia con Serra Ferrer, firmò come terzino del Tigre, allenato dal suo amico Diego Cagna. «Sono un grande tifoso del Boca. Se una volta torno alla Bombonera, sarà per insultare i calciatori dagli spalti», disse nel 2009. Allora non aveva programmato il suo

GHANA

Todo junto È questo il profilo di allenatore che ora si cercava con disperazione nel Boca, dopo il pisolino di 18 mesi con Carlos Bianchi. Uno choc di motivazione e gioventù: due vittorie in due gare (1 col Velez, ex primo). «So che sono il primo giocatore dell’era d’oro che diventa allenatore del club, e spero che la mia presenza serva per aprire la porta a tanti altri ex compagni», assicura il Basco. La cosa più difficile continua ad essere pronunciare il suo cognome. «Mi hanno chiamato in vari modi, Ruabarrena, Aruabarena... e ci sono abituato. Ma per tutti sono il Basco, anche io la penso così. Se qualcuno mi chiama Rodolfo, non so se mi giro». In Spagna per questo ha avuto un problema con la bolletta dell’elettricità. «Mi avevano messo Arrua Barrena, telefonai e dissi che ero Arruabarrena tutto attaccato (“todo junto”). Il mese dopo mi è arrivata la bolletta. Diceva Signor Arrua Barrena Todojunto». Un altro simbolo degli anni 90, Juan Simón, diventerà il direttore sportivo del nuovo Boca. Come tifoso e opinionista, Simón aveva criticato molto i giocatori della rosa, specie Guillermo Burdisso. «Con gli anni dovrei essere più calmo, invece alla Bombonera mi trasformo», spiega lui, che ha dovuto firmare la pace con la rosa prima di accettare. Il cambio si è già visto in campo. Un Boca meno razionale e più passionale, meno calcolatore e più impulsivo. Benvenuti al Boca del Basco Arruabarrena. Todo junto.

ECUADOR

ASAMOAH GYAN TRA MISTERI E PESANTI ACCUSE Dopo la morte del cantante Castro un giornalista incolpa il giocatore in conferenza e poi è picchiato ercoledì scorso, confeM renza stampa del Ghana alla vigilia della sfida di Coppa d’Africa con l’Uganda. «So che questa domanda può sembrare di cattivo gusto e che non c’entra nulla con la partita, però vorrei chiedere ad Asamoah Gyan un chiarimento. Girano delle voci secondo le quali lei avrebbe sacrificato la vita di Castro per qualsivoglia ragione...». Il moderatore invita l’attaccante a non rispondere. Questi, visibilmente scosso, cerca lo scontro e dev’essere fermato. Il giornalista si chiama Daniel Kenu e lavora per un importante quotidiano, il Daily Graphic, e due giorni dopo quando va a ritirare l’accredito viene attaccato e picchiato da alcuni sconosciuti. Viene salvato da un collega, finisce all’ospedale e denuncia l’aggressione alla polizia. Che si mette sulle tracce di Baffour Gyan, fratello di Asamoah, ex nazionale e con una lunga e discreta carriera europea (a Mosca soprattutto) alle spalle. Vista la situazione, Baffour Gyan si è costituito ed è stato poi rilasciato su cauzione, così come Salim Addo, agente di Asamo-

futuro da allenatore: ma sarebbe stato lui il salvatore del Tigre dalla retrocessione, grazie al 2° posto del Clausura 2012.

ASAMOAH GYAN, 28 ANNI (EPA)

ah Gyan. I due sono ora in attesa del processo. L’aggressione è stata stigmatizzata dall’ordine dei giornalista ghanesi: «Che piaccia o no ad Asamoah Gyan, la voce è lì che corre e il giornalista senza alcuna malizia gli ha offerto l’occasione di fare chiarezza. E in ogni caso, perché il calciatore non ha ordinato l’aggressione dell’avvocato Ampah quando questi aveva chiesto il suo arresto?». I fatti Il 6 luglio scorso il cantante Castro The Destroyer (al secolo Theopilus Tagoe) e la modella Janet Bandu scompaiono nelle

acque dell’estuario del fiume Volta presso la località di Ada Foah mentre sono su una moto d’acqua. Sono lì in vacanza con Asamoah Gyan (e suo fratello Baffour), amico d’infanzia di Castro. I due hanno anche inciso un singolo insieme che ha avuto un enorme successo. Gyan, quello che nel 2010 sbagliò il rigore contro l’Uruguay che poteva dare al Ghana la storica semifinale Mondiale, è disperato. Resta sul fiume per altri 5 giorni, partecipa alla ricerche ma i corpi dei due ragazzi non vengono ritrovati. Viene aperta un’indagine, le testimonianze paiono contraddittorie, la famiglia della ragazza chiede chiarezza e promette querele al cantante scomparso nel caso venga ritrovato vivo. Qualche giorno dopo l’avvocato Maurice Ampaw, piuttosto noto in Ghana, chiede pubblicamente l’arresto di Asamoah Gyan: «Per costringerlo a far luce su cosa sia realmente successo quel giorno». In Ghana si diffonde una voce secondo la quale il capitano della nazionale avrebbe utilizzato l’amico Castro per un sacrificio umano (voodoo) e martedì durante l’allenamento delle Black Stars alcuni giovani dalle tribune apostrofano polemicamente Gyan, chiedendogli con insistenza «Dov’è Castro?». Il resto dei tifosi non gradisce, si sfiora la rissa, la polizia interviene e ferma due delle persone che se l’erano presa con Gyan. Il giornalista chiede lumi e viene picchiato, il mistero resta. FILIPPO MARIA RICCI

MUSHUC RUNA, IL PONCHITO IN CIMA A QUITO Il club indigeno di Ambato in testa alla classifica. Ed esempio, con 2 milioni di euro, di perfetta gestione eno di un anno fa, nel feM steggiare una storica promozione in massima divisione, Luis Alfonso Chango celebrava il Mushuc Runa (in quechua «uomo nuovo») come «un veicolo per l’integrazione sociale delle comunità rurali e indigene», convinto fosse giunto anche per loro il momento di diventare «attori importanti in ogni ambito della vita nazionale, anche quello sportivo». Oggi il presidente del club andino, il primo fondato e gestito da una comunità indigena capace di arrivare fino alla A ecuadoriana, può dire di aver fatto ancora di più, fino a recitare il ruolo del protagonista. Perché il piccolo Ponchito, con un budget annuale che non è nemmeno il 10% di quello di big come l’Emelec, non è solo un modello di gestione virtuosa nel disastroso panorama finanziario del calcio di Quito, che rischia di collassare dopo oltre un decennio di perdite costanti. Il Mushuc Runa, oggi, è anche quella squadra che (col Barcellona) comanda a sorpresa il torneo. A inizio stagione pochi avrebbero scommesso sul Ponchito. Nonostante 10 acquisti e un budget schizzato da 500 mila dollari a 2 milioni, il Mushuc pareva desti-

nato a un’immediata retrocessione dopo il terzultimo posto racimolato nella Primera Etapa. «Paghiamo poco, ma lo facciamo sempre con puntualità ed esigo che la squadra si meriti lo stipendio. Perciò, fin quando non cambierà il vento, i rubinetti sono chiusi», ha detto Chango. Sei anni di crisi La minaccia e il cambio di tecnico, con l’arrivo dell’argentino Julio Asad, sono bastati a invertire la rotta: filotto di 8 risultati utili consecutivi e 1° posto in classifica dopo la 5ª giornata della Segunda Etapa. Poco importa il k.o. dell’ultimo turno col Nacional. Isola felice in un mare inquinato, ad Ambato ci si gode il momento d’oro mentre il calcio locale è a rischio paralisi a causa di una crisi finanziaria che si trascina dal 2000 e che oggi ha raggiunto livelli insostenibili. Salvo il Ponchito e i big Emelec, LDQ e Independiente, tutti gli altri club di A lamentano buchi spaventosi. «Negli ultimi 6 anni – dice Carlos Carrasco, direttore del dipartimento contabile della federazione (Fef) – i club hanno registrato un passivo medio di 25 milioni di dollari». ADRIANO SEU

ANCORA PATO E IL SAN PAOLO SI AVVICINA ●● (a. seu) Ancora un gol di Pato (e sono 7) e ancora un successo del San Paolo: 2-0 sul Recife e ora il Cruzeiro, primo, è a 7 punti; domenica scorsa uno spettacolare 3-3 col Fluminense, con doppietta per i campioni in carica dell’ex romanista Julio Baptista. In fondo il Palmeiras strappa un sofferto 1-1 con l’Atletico Paranaense, ma è sempre quartultimo (ultimo posto retrocessione) col Criciuma. Giovedì si gioca un altro turno.

BRASILE

INSULTATO E POI ESPULSO DALL’ARBITRO ●● (m.can.) Altro episodio di razzismo in Brasile e ancora protagonista un portiere. Tombese-Operario è stata interrotta al 36’ del primo tempo per ululati razzisti nei confronti di Igor, estremo difensore dell’Operario. A differenza di Aranha del Santos, Igor ha reagito in maniera molto evidente, calciando il pallone verso la curva dei tifosi avversari, venendo però espulso dall’arbitro. Ne è seguita una rissa e l’interruzione del match per 13’.

ALGERIA

PER IL MINISTRO EBOSSÉ UCCISO DA UNA PIETRA ●● (n.s.) Per il Ministro dello sport algerino Mohammad Tahmi è stato «un pezzo seghettato di ardesia» lanciato dagli spalti a uccidere il calciatore camerunese Albert Ebossé, morto lo scorso 24 agosto a 24 anni, dopo il match perso in casa dal suo JS Kabylie contro l’USM di Algeri a fine partita. In Camerun l’ex portiere Bell ha sostenuto che fosse stato uccio negli spogliatoi, dopo un’aggressione.

SUD COREA

ULI STIELIKE C.T. VAN MARWIJK NON S’ACCORDA ●● (n.s.) Uli Stielike, 59 anni, tedesco, è stato assunto come nuovo c.t. della Corea del Sud, uscita malamente (ultima) nel gruppo H ai Mondiali brasiliani con Hong Myung-bo allenatore. Stielike, ex Borussia M. e Real Madrid (42 presenze in nazionale, campione d’Europa con la Germania nel 1980), ha allenato in passato Svizzera e Costa d’Avorio. La prima scelta dei coreani l’olandese Bert van Marwijk non si era accordato.

FIFA/QATAR

SI STUDIA PER I MONDIALI 2022 IN INVERNO ●● (a. lu) Da oggi la chance di far giocare i Mondiali 2022 in inverno è ipotesi concreta. Prima riunione per la Task Force Fifa per valutare le opzioni sul calendario 201824. Sul tavolo il lavoro dello sceicco Salman Al Khalifa col segretario generale Fifa Valcke e i primi confronti sulla possibilità di giocare il Mondiale in Qatar in inverno e non in estate. Due i periodi studiati: gennaio-febbraio e novembre-dicembre 2022.


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EXTRA FUN

â—?â—? Tutti hanno un sogno, quasi tutti sanno che probabilmente non lo realizzeranno mai. E poi c’è chi magari se ne sceglie uno fattibile e chissĂ che prima o poi non lo coroni. Prendere la qui presente Nancy Navarro, vent’anni, bellezza tatuatissima e punkeggiante che posa anche per Suicide Girls, la Shangri-La delle bellezze tatuatissime e punkeggianti. Ecco, il sogno di Nancy è Leo Messi, e ha avuto pure la bontĂ di descriverlo nel dettaglio: ÂŤLeo è il mio amore impossibile. Mi piacerebbe tornare a casa con lui, una cenetta tranquilla, un gelato come dessert, poi io vado a farmi una doccia, lui entra in bagno all’improvviso e facciamo l’amore sotto l’acqua scroscianteÂť. Roba da Wag qualsiasi, insomma. E pazienza se visto il soggetto vi aspettavate una roba tra mostri, astronavi e schitarrate gothic: dietro la scorza bohemien, Nancy è una romanticona.

INGHILTERRA

LADY ROONEY SI DĂ€ ALLA BOXE PER DIMAGRIRE

â—?â—? (si.mar.) Stufa di fare sempre gli stessi esercizi in palestra, Coleen Rooney ha chiesto al marito Wayne qualche consiglio per restare in forma. E l’attaccante dello United l’ha spinta a provare la boxe, che lui pratica. L’esperimento è diventato un allenamento a tempo pieno, con la signora cosĂŹ presa dai guantoni da riuscire ad andare avanti a tirar cazzotti per oltre 10 minuti di fila.

BRASILE

SE VINCE MARINA ROMARIO FARÀ IL MINISTRO �� (a. seu) In caso di vittoria del partito socialista (Psb) alle elezioni presidenziali del 5 ottobre, Romario sarebbe il primo candidato a occupare la poltrona di ministro dello Sport. Marina Silva, la socialista che lotta nei sondaggi con la presidente Dilma, avrebbe scelto O Baixinho per gestire le sorti dello sport. Secondo quanto insinua la stampa, la candidata avrebbe scelto Romario perchÊ acerrimo nemico dell’attuale presidente della Cbf, JosÊ Maria Marin, e dell’attuale ministro Aldo Rebelo, entrambi appoggiati dall’attuale partito di governo.

ECUADOR

IN SEI ACCUSATI DI AVER PRESO IL 60% DEI PREMI

SPAGNA

IL DURO LAVORO DELLO SPALMA-IRINA â—?â—? (s.s.) Eh sĂŹ, duro il lavoro dello spalma olio... Se poi l’oggetto di tante attenzioni è la top model russa Irina Shayk, 28 anni, fidanzata di Cristiano Ronaldo, l’incombenza è ancora piĂš gravosa. Sui social network si sono divertiti a riportare questa foto e a ÂŤcompatireÂť il povero assistente alla fotografia, sul set di una nuova campagna pubblicitaria della signorina Shayk. Che in Spagna sta facendo faville al suo debutto anche come interprete del film Hercules, nel quale lei è Megara.

SPAGNA

sms

I HAVE A DREAM: UNA DOCCIA CON LEO MESSI

R

FA L’INDIANO Michael Chopra, 30 anni, ex promessa del Newcastle, rinuncia al passaporto inglese per giocare con l’India (grazie ai nonni emigrati in Inghilterra).

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PARIGI VIOLENTA Gli ultrĂ del Psg scatenati anche in serie C. VenerdĂŹ incidenti a Parigi al derby tra Paris Fc e Red Star. Una trentina di fermi e 4 feriti. Sabato a Sedan, gravi danni in un bar, petardi e fumogeni, prima e durante la gara delle riserve Psg.

R

�� (s.s.) La costaricana Gina Gonzalez, 38 anni, già segretaria di Alfredo Di Stefano (morto lo scorso 7 luglio a 88 anni, gloria del Real Madrid) alla argentina Radio Continental ha sparato a zero contro il presidente Florentino Perez: Ha voluto che don Alfredo fosse dichiarato incapace di intendere e di volere per poterne controllare i diritti di immagine. L’ha umiliato. Alfredo era lucido e anche sessualmente attivo, era felice ed era arrivato a chiedermi di adottare un bimbo.

INGHILTERRA

IL FIGLIO DI GASCOIGNE VUOL FARE LA POP STAR

VEDO NERO Il c.t. del Niger Gernot Rohr, 61 anni, ex Gabon, impegnato nelle qualificazioni per la coppa d’Africa 2015 ha dichiarato di non essere pagato da 11 mesi. Ha lanciato un ultimatum: sarà in panca domani col Mozambico?

â—?â—? Il 18enne Regan Gascoigne, figlio di Paul, 47 anni, ex Newcastle, Tottenham e Lazio, si vuole lanciare nella pop music. Con la band StateSide, secondo quanto scrive il Daily Star, starebbe per firmare un contratto con Simon Cowell, 54 anni, produttore discografico e televisivo britannico, creatore del format ÂŤAmerica’s Got TalentÂť, cui è seguito ÂŤBritain’s Got TalentÂť. Tutto questo dopo appena una settimana che papĂ Paul ha subĂŹto l’ennesimo ricovero in ospedale per ubriachezza.

R

BRASILE

FISCHIO TRANS (m.c.) Valerio Gama, detto Laleska, arbitro transessuale di 35 anni medita di lasciare. Dice di essere stato emarginato: è stato espulso dal quadro arbitri della Lega di Beberibe. Ora se la cava fischiando fra i dilettanti.

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CIAO LILLO I Millonarios di Bogotà licenziano Juanma Lillo, 48 anni, già maestro di Guardiola, dopo il k.o. col Santa Fe: il club è 12°.

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NUOVO SPARTAK Lo Spartak Mosca inaugura il suo nuovo stadio, la Otkrytie Arena, che verrĂ usato al Mondiale 2018. L’evento è stata l’amichevole con i serbi della Stella Rossa (1-1).

â—?â—? (a.seu) Jorge Ramos di Espn accusa 6 ÂŤsenatoriÂť di essersi presi il 60% dei 4,8 milioni di dollari previsti come premio qualificazione ai Mondiali. Antonio Valencia, citato come Noboa, Caicedo, Guagua, Montero e Walter AyovĂ­, minaccia querela. Nel frattempo, il presidente federale Luis Chiriboga si è affrettato a spiegare che ÂŤil 50% dei premi è stato diviso in parti uguali tra lo staff e i 51 giocatori che hanno contribuito alla qualificazione. L’altra metĂ verrĂ diviso tra quelli che hanno preso parte alla spedizione brasilianaÂť.

LA EX DI DI STEFANO CONTRO FLORENTINO

COLOMBIA

VALDERRAMA SINDACO, PER UN PUGNO DI PELI (s.s.) E alla fine Carlos Valderrama 53 anni, finisce in tv come protagonista di Por un puùado de pelos (Per una manciata di capelli). Ma solo in Colombia, dove il serial debutta il 18 settembre. L’ex Pibe dei Cafeteros interpreta Nemesio, il sindaco capelluto di una cittadina di provincia, dove si dice esista una fonte miracolosa contra la caduta dei capelli . A sin. la locandina.

2014 RC, UN ASTEROIDE PER ROGERIO CENI â—?â—? (cangemi) Si chiama 2014 RC ed è l’asteroide che domenica sera ha sfiorato la terra (sopra la Nuova Zelanda). Proprio nel giorno in cui Rogerio Ceni ha festeggiato, in San Paolo-Recife, i 24 anni di carriera col Tricolor. Ha iniziato il 7 settembre 1990 e oggi è ancora un leader inossidabile. L’omaggioÂť della Nasa è stato sottolineato dal San Paolo con un tweet. Ceni, 41 anni, ha annunciato il suo ritiro a fine anno. Intanto si gode il ÂŤsuoÂť asteroide e continua a parare e far gol.

ARGENTINA

ARRESTATI 2 RAPITORI DEL PAPĂ€ DI TEVEZ â—?â—? (a.seu.) Si stringe il cerchio attorno a tutti gli autori del rapimento di Raimundo Segundo, padre adottivo di Tevez, sequestrato a fine luglio da una banda armata e rilasciato dopo poche ore in cambio di un riscatto di 36 mila euro. Secondo fonti della polizia, sono stati arrestati 2 individui ritenuti responsabili del rapimento. La Policia ha eseguito gli arresti nel Municipio di Moron, Buenos Aires. I sospetti finiti in cella sono un argentino di 22 anni e un paraguaiano di 24.

La frase ERIC CANTONA EX ATTACCANTE DELLO UNITED

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Nancy

EXTRATIME - 9 SETTEMBRE 2014

Falcao ora può morire felice, ha raggiunto la vetta. Dopo lo United non può che andare piÚ in basso

Mondovisione LE PARTITE DA NON PERDERE NEI PROSSIMI GIORNI IN TV

OGGI

VENERDĂŒ 12

QUALIFICAZ. EUROPEE AZERBAIGIAN BULGARIA Sky Sport 1 HD 18.00

LIGUE 1 LIONE MONACO Fox Sports 20.30

PREMIER LEAGUE ARSENAL MANCHESTER CITY Fox Sports 13.45

SABATO 13 SETTEMBRE PREMIER LEAGUE CHELSEA SWANSEA Fox Sports Plus 16.00

LIGA RAYO VALLECANO ELCHE Fox Sports 12.00

DOMENICA 14 SETTEMBRE PREMIER LEAGUE MANCHESTER UN. QPR Fox Sports 17.00

LIGA BARCELLONA ATHLETIC B. Fox Sports 18.30 (repl.)

LUNEDĂŒ 15

QUALIFICAZ. EUROPEE REPUBBLICA CECA OLANDA Sky Sport 1 HD 20.45

BUNDESLIGA BAYER LEVERK. WERDER Sky Supercalcio HD 20.30

BUNDESLIGA BAYERN MONACO STOCCARDA Sky Sport 1 HD 15.30

LIGA REAL MADRID ATLETICO MADRID Fox Sports 20.00

BUNDESLIGA EINTRACHT FR. AUGSBURG Sky Calcio 9 15.30

BRASILEIRAO SAN PAOLO CRUZEIRO Fox Sports Plus 21.00

PREMIER LEAGUE HULL CITY WEST HAM Fox Sports 21.00


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