4 minute read

AMBIENTE

Zone umide il "paradiso" della biodiversità

Gli ambienti naturali più importanti della riserva di Torre Guaceto sono tre: il litorale, la macchia mediterranea e la zona umida. Questo è un ambiente ad elevata produttività e ad alta biodiversità perché sede di interessanti fenomeni. Fenomeni tutti da scoprire, non solo con la bella stagione.

Di tempo ce n'è sempre meno. Oltre il 50% delle zone umide nel mondo è a rischio estinzione e con esse numerose specie vegetali e animali. Occorre agire. Quest'anno il tema della Giornata mondiale delle Zone Umide è stato infatti: “Valorizza, gestisci, ripristina, ama". Un chiaro invito all'azione. Il 2 febbraio del 1971, giorno poi scelto per la ricorrenza, è stata sottoscritta a Ramsar, in Iran, la "Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale". I 170 Paesi firmatari hanno individuato una lista di 2.435 zone umide strategiche. Sono 66 quelle presenti in Italia, tre in Puglia: le Cesine (LE); la Salina di Margherita di Savoia (BAT); Torre Guaceto (BR). Le Zone Umide sono aree acquitrinose, paludi e torbiere di natura permanente oppure transitoria. Si tratta di ecosistemi con alta concentrazione di biodiversità di piante, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e uccelli. Secondo i dati raccolti dall'Onu l'Italia custodisce il 37% della fauna dell'area europea e oltre 6.700 specie di piante vascolari. L'azione umana collegata al consumo e all'impoverimento del suolo ha già messo a rischio, secondo l'Ipbes (Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), il 47% dei mammiferi terrestri e il 23% degli uccelli. Tra il 2007 e il 2019 l’Ispra (Istituto superiore

per la protezione e la ricerca ambientale) su indicazione della Regione Puglia ha censito insieme alle associazioni Centro Studi de Romita e Ornitologia Mediterraneo le specie di uccelli che trascorrono l’inverno in Puglia. Sono stati conteggiati oltre 200mila esemplari di 114 specie differenti. Dati che rendono la Regione terza in Italia, dopo Veneto ed Emilia-Romagna, per presenza di uccelli migratori acquatici. Per l’elevata presenza di volatili, in Puglia si qualificano come siti di importanza internazionale ai sensi della convezione di Ramsar anche i comprensori di zone umide del Golfo di Manfredonia, i laghi di Lesina e Varano, il litorale di Trano e i bacini di Ugento.

“Le Zone Umide sono sempre più fondamentali”, ha spiegato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli. “Contribuiscono a ridurre il tasso di Co2 e diventano bacini d’acqua in caso di alluvioni o piogge insistenti impedendo così all’acqua di arrivare ai centri abitati. Operano un bilancio della natura, potremmo dire. È fondamentale promuovere la conoscenza di tali luoghi, a rischio estinzione proprio a causa della pressione antropica. Sempre più si costruisce in queste zone, vengono così eliminate per far posto al nuovo cemento e incrementare il consumo di suolo”. Le zone umide rappresentano quindi uno degli strumenti più efficaci per il contrasto all'impoverimento della biodiversità. Legambiente ha tracciato una mappa delle 15 best practices presenti sul territorio italiano, ossia un elenco di progetti che si sono rivelati vincenti per la tutela e la salvaguardia delle Zone Umide.

Tra le 'buone pratiche' rientra anche l'attività svolta nell'impianto di fitodepurazione di Acquedotto Pugliese a Melendugno, nel Leccese. In dodici anni di attività l'impianto ha consentito il ripristino di una Zona Umida, probabilmente esistita in passato, e il conseguente ritorno della flora e della fauna.

“A Melendugno abbiamo ricostituito una zona umida che probabilmente esisteva in passato”, ha spiegato Marcello Rainò, responsabile Reti e Impianti AQP. “L'impianto di fitodepurazione è inoltre un eccellente esempio di utilizzo dell'acqua depurata per la riqualificazione ambientale. In un territorio come il nostro, nel Salento in particolare, l'acqua depurata può essere utilizzata per scopi irrigui, preservando così la risorsa idrica pregiata per scopi potabili. Utilizzando i reflui raffinati per scopi irrigui si evita di prelevare acqua dalla falda. Quella del Salento è l'unica fonte di approvvigionamento del territorio e quindi deve essere preservata”. L’ambiente non è soltanto habitat umano, bensì elemento autonomo. L’8 febbraio la Camera dei deputati ha approvato la riforma costituzionale grazie alla quale la tutela ambientale entra tra i principi fondamentali della Costituzione italiana. Una riforma che segna il cambio di passo. La riserva naturale di Torre Guaceto può essere considerata in questo senso un esempio di come valorizzare al meglio gli habitat naturalistici. Le attività svolte nella riserva sono state inserite nel dossier di candidatura della vicina Mesagne a Capitale Italiana della Cultura. La riserva è composta da 2.200 ettari di superficie marina, otto chilometri di costa e un’area terrestre di 1.100 ettari, 800 dei quali ad uso agricolo. Un esempio virtuoso di impegno sociale iniziato 25 anni fa con l’impegno di un gruppo di volontari del WWF che iniziò a battersi per la nascita della riserva. Il rapido evolversi della situazione ambientale ha di recente portato alla necessità di aggiornamento della Convenzione di Ramsar con l’obiettivo di integrarla e ad altri schemi di conservazione globale e passare così dalla Tutela al Ripristino. In linea con lo slogan: “Valorizza, gestisci, ripristina, ama”.

Escursioni, convegni, birdwatching: tutto questo durante la Giornata internazionale delle Zone Umide organizzata da Legambiente. Per l’occasione visita al fitodepuratore di Melendugno: un sistema complesso di depurazione delle acque reflue e riqualificazione ambientale e valorizzazione del paesaggio.

This article is from: