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ARTE CULTURA BELLEZZA
24 KM TRA MARE E SALINE
In una terra bagnata dal mare e baciata dal sale, esiste un luogo magico, surreale, suggestivo, un posto che sembra essere stato dipinto da un pittore impressionista. Questa terra è Margherita di Savoia, nel Basso Tavoliere ai piedi del Gargano, e il luogo magico sono le saline, colorate di bianco e di tutte le tonalità esistenti del rosa. Habitat naturale di circa 80 specie di animali differenti, tra cui i tanto amati fenicotteri rosa, le saline più grandi d’Europa rappresentano una vera e propria fabbrica naturale, dove Natura e Uomo, convivono nel pieno rispetto l’uno dell’altro, in un equilibrio perfetto. Hanno origini antichissime, così come raccontato da Marina Marrone, responsabile del Centro Visite di Margherita di Savoia: “I primi ritrovamenti risalgono infatti al IV secolo a.C. mentre il primo documento scritto risale al II secolo d.C. Qui compare il toponimo Salinis, riferito proprio a questa zona”. Il territorio di Margherita di Savoia infatti si presta alla formazione di una salina marittima, con lo strato di terreno argilloso di cui è costituito, quindi particolarmente impermeabile. “Questa naturale conformazione – ha spiegato Marina Marrone - ha fatto sì che l’acqua di mare che arrivava con le mareggiate, creasse delle conche dove poi precipitava il sale”. Una salina naturale, quindi, che poi dalla metà del 1700, grazie al lavoro dell’architetto Luigi Vanvitelli, si è trasformata in un importante polo artificiale di produzione del cosiddetto oro bianco. Piccola curiosità, l’architetto Vanvitelli nella sua lunga carriera si è anche occupato di realizzare l’imponente acquedotto Carolino di Caserta. Oggi nella salina, che si estende per circa 24 km da nord a sud e per 5 km nell’entroterra della Bat con una superficie totale di 4.500 ettari, si producono mediamente dalle 400 alle 600mila tonnellate di sale all’anno, con una capacità potenziale di oltre 700mila tonnellate. Il processo parte dal mare a 20 km dalle saline, qui con tre grandi idrovore l’acqua marina viene prelevata e portata nella prima zona evaporante, da qui poi passa nella seconda zona evaporante, così come spiegato da Giuseppe Agricola, amministratore delegato di Atisale S.p.A., tra le principali aziende italiane operanti nell’industria del sale e primo produttore nazionale di sale di origine marina. “Quando l’acqua raggiunge la giusta temperatura, vie-
Margherita di Savoia è un luogo magico grazie alla riserva di saline e all’habitat naturale per 80 specie di animali. Tra questi i fenicotteri rosa. Nella salina, estesa per 24 km, si producono mediamente dalle 400 alle 600 tonnellate di sale all’anno.
ne immessa nei bacini salanti – ha raccontato Agricola - Dal mese di settembre fino ad aprile, il sale viene raccolto e ammassato nella zona più grande delle saline, l’aia di ammassamento Pettiglio, per poi partire a bordo di camion per arrivare direttamente al cliente oppure in aziende che si occupano della trasformazione del prodotto. Prodotto che, dopo un lungo viaggio, infine raggiunge i mercati italiani ed esteri”. In particolare, la superficie evaporante serve a portare le acque del mare a saturazione rispetto al cloruro di sodio, l’altra superficie coperta dalle acque costituisce la zona salante nella quale si ha a disposizione il sale. Un’altra piccola curiosità, il processo di cristallizzazione del cloruro di sodio, meglio conosciuto come il sale da cucina, è rimasto pressoché
Le saline di Margherita di Savoia fanno parte di una Riserva Naturale dello Stato. Grazie ad una guida è possibile fare un tour ascoltando aneddoti, storie e curiosità. I più fortunati riescono ad immortalare i fenicotteri rosa chiamati anche ‘trampolieri rosa’. (foto Filippo Rizzi)
identico anche a distanza di millenni e l’opera dell’uomo, è servita soltanto a moltiplicare e migliorare la produzione e i sistemi di raccolta. Quindi il sale marino che portiamo sulle nostre tavole è lo stesso che si contendevano i Romani, che lo utilizzavano come moneta. Fondamentale in questo lungo e complesso processo è la figura del saliniere che con i suoi tanti anni di esperienza, sa perfettamente quando spostare l’acqua da una zona all’altra, tenendo conto dell’azione del sole e del vento. E sono proprio i salinieri che in alcuni periodi dell’anno, quelli più lenti e tranquilli, realizzano con il sale delle vere e proprie opere d’arte, mediante un particolare processo. “Le sculture vengono realizzate dopo aver recuperato alcuni pezzi di legno – ha spiegato ancora Marina Marrone – Pezzi che successivamente vengono lavorati con coltelli e taglierini, per formare la cosiddetta anima. A questo punto, il saliniere immerge nel bacino salante quanto realizzato precedentemente con il legno, attrattore naturale di cloruro di sodio, e dopo qualche tempo, attraverso il processo di cristallizzazione del sale sul legno, si creano le sculture”. Le saline di Margherita di Savoia fanno parte di una grande Riserva naturale di Stato, quest’ultima gestita dal Nucleo Tutela Biodiversità dei Carabinieri Forestali. La riserva non è però completamente accessibile ai turisti, che invece possono visitare solo alcune aree, a bordo dei colorati trenini messi a disposizione dal Centro Visite. Qui, una guida racconta aneddoti, storie, curiosità, fornendo soprattutto informazioni utili per scoprire e approfondire il lavoro che quotidianamente viene svolto in questo incantevole luogo. In alcuni punti del tour, i visitatori hanno anche la possibilità di assistere ad una dimostrazio-
ne pratica, osservando da vicino le operazioni che vengono svolte per controllare e calcolare il grado di salinità dell’acqua, avendo anche l’opportunità di toccare con mano l’acqua stessa, che risulta essere più densa rispetto a quella marina. E sono numerosi i turisti che ogni anno, in particolare nel periodo estivo, decidono di visitare le saline, riuscendo in alcuni casi anche a scorgere, seppur da lontano, i fenicotteri rosa, che vivono insieme ad altre specie animali, nella riserva naturale. Ma da cosa è dovuto il colore rosa di questo luogo magico? In primis dall’elevato grado di salinità delle acque e poi dalla presenza di alcuni microrganismi algari, come la dunaliella salina e dalla presenza di tanti piccolissimi crostacei ricchi di betacarotenoidi, l’artemia salina, cibo preferito dai fenicotteri. Il colore del loro piumaggio infatti dipende proprio dalla loro dieta. Eleganti e sinuosi, sono anche chiamati “Trampolieri rosa”. I fenicotteri sono arrivati a Margherita di Savoia nel lontano 1992 ed oggi la colonia qui presente conta ben 250 esemplari. Sono le femmine a scegliere il luogo in cui nidificare in totale sicurezza. Principalmente monogami, entrambi i “genitori” si occupano poi dell’alimentazione e della crescita dei propri pulcini. Questi ultimi, a circa due settimane dalla nascita, sono già liberi di poter esplorare l’ambiente circostante, formando delle micro-colonie, così da diventare più forti e meno vulnerabili a possibili attacchi dei predatori, come rapaci e gabbiani. Tutelare e proteggere il loro habitat naturale è una delle priorità del Centro Visite di Margherita di Savoia che, da una parte accompagna il visitatore ad avere un contatto diretto con la natura, in piena libertà, facendolo immergere in quella che è la realtà della produzione del sale, dall’altro però protegge l’ecosistema qui presente, le zone umide importanti per la tutela della biodiversità. Particolare attenzione quindi viene prestata al tema dell’ecoturismo e dell’accessibilità alle zone protette, attraverso la stretta collaborazione tra azienda e realtà ambientaliste locali, che insieme promuovono una politica sinergica in piena cooperazione.