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Ancona
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LO STALLO E IL PARADOSSO
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ono passati circa due mesi dal nostro ultimo numero e già allora avevamo immaginato uno scenario elettorale di grande incertezza. I tempi tecnici, l’elezione del Presidente della Repubblica e l’equilibrio delle forze in Parlamento scaturito dalle elezioni ci hanno fatto vivere 60 giorni di stallo con il conseguente senso di totale assenza delle istituzioni, anche se, di fatto, un Governo c’era. Il tutto nello scenario tragico che tutti ben conosciamo e che ha accentuato questa sensazione di disagio. Ma oggi abbiamo un Governo e, dati alla mano, gli italiani vedono di buon occhio la formazione del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta con un giudizio che è positivo, ma non entusiasta. In attesa che i primi provvedimenti inizino a prender forma è toccato a Mario Draghi e alla Bce tentare di dare una sferzata all’economia attraverso la politica monetaria con la decisione di tagliare di ulteriori 25 punti base, ovvero dello 0.25 per cento il tasso d’interesse di riferimento, passando dallo 0.75 allo 0.50 per cento. Una decisione attesa e auspicata poiché l’ultimo intervento risaliva, ormai, al luglio 2012. Così facendo il Governatore Draghi è riuscito a spuntarla sui falchi della Bundesbank tedesca. Si tratta, quindi, della quarta sforbiciata dal settembre 2011 che porta questo valore al suo minimo storico. Molti analisti sono concordi che questo è più un segnale simbolico che non uno strumento efficace per far tornare a circolare la liquidità. Forse, ma di sicuro oggi il denaro è meno costoso, per ora, ancora una volta, solo per le banche. Certo per chi ha sottoscritto un mutuo a interessi variabili, per esempio, il taglio dello 0,25 per cento sugli interessi passivi potrebbe corrispondere a una riduzione della rata di 10/15 euro al mese. Chi potrebbe guadagnarci qualcosa in più, forse, sono coloro i quali il mutuo devono ancora sottoscriverlo e potrebbero, pertanto, beneficiare della riduzione del costo del denaro, incontrando finanziamenti a tassi variabili più convenienti sul mercato. La verità è che si potrebbero portare i tassi, per assurdo anche a zero, ma se la cinghia di trasmissione tra banche ed economia reale è rotta, allora non si sortirà nessun effetto. E non è un problema di liquidità che manca alle banche. Tutt'altro. La Bce ha inondato di denaro a un tasso all'1% le banche italiane proprio a cavallo tra il 2011 e l'avvio del 2012. Circa 250 miliardi affluiti nelle casse degli istituti che sono finiti ad acquistare titoli di Stato e proprie obbligazioni. Questa è la madre di tutte le questioni che il nuovo Governo dovrebbe affrontare. Questo è lo stallo dello stallo. La questione del lavoro è legata a doppio filo con l’accesso al credito di piccole e medie imprese, che continuano a pagare il denaro al 6%, sempre se riescono ad ottenerlo. Il denaro non è mai stato così a buon mercato, ma in realtà costa caro nel passaggio dalle banche alle imprese, et voilà il paradosso! Sembrerà ridondante dirlo, ma questa è la tematica su cui ci giocheremo il futuro di tante azienda da oggi alla fine dell’anno. Gabriele Costantini
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.Editoriale
Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 28 Anno V · Marzo/Aprile 2013 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Editore · Gabbiano-Srl - Via Chiusa, 6 edificio C · 60027 Osimo (AN) T. 071.9989979 Redazione · Via Chiusa, 6 - edificio C 60027 Osimo (AN) - T. 071.9989979 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · Trg Kneza Višeslava 6/g 23000 Zadar Tel. 00385 - 23778833 Hanno collaborato:
Silvia Badon, Sofia Beradi, Mafalda Bruno, Pierluigi Bonora, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Andrea Gamberi, Giulia Jorini, Virginia Lupi, Nicole Pelizzon, Leone di San Marco Ufficio grafico · Clizia Pavani, grafica@adriaeco.eu Ufficio commerciale · marketing@adriaeco.eu Segreteria · segreteria@adriaeco.eu Stampa · Tipografia Luce - Osimo (An) www.tipoluce.com Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 15,00. Per informazioni: 071.9989979 Versamento a mezzo bonifico bancario c/o Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana Spa Agenzia Ancona 2 - Via Totti - IBan IT80 I 06140 02601 050570030286 Chiuso in redazione: 24/04/2013 “Adriaeco – Adriatic Economy Observer” non è responsabile per la qualità, provenienza o veridicità delle inserzioni. La direzione di “Adriaeco” si riserva di modificare, rifiutare o sospendere la pubblicazione dei testi o delle inserzioni a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione per qualsiasi motivo. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa da esso eventualmente supportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazione di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. È vietata la riproduzione totale o parziale di tutti i testi, i disegni, le foto riprodotte su questo numero della rivista. Manoscritti, disegni, foto anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Tutti i diritti riservati.
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Sommario EDITORIALE Lo stallo e il paradosso
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EVENTO Benvenuto Stracca: Ancona riscopre il suo più illustre concittadino
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FORUM AIC XIII° Forum AIC delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio
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PORTI, TRASPORTI & LOGISTICA p. 10 Fermento nel medio Adriatico Norberto Bezzi: i porti italiani devono poter competere con quelli del Nord Europa Portualità, snodo cruciale per lo sviluppo economico Ravenna esce dal NAPA Innovazione al Terminal Container Ravenna Paolo Eusebi, Regione Marche: Infrastrutture e sinergie per competere nel mercato globale SYNTHESIS: Il Trasporto sostenibile al servizio del territorio Renata Mambelli: il legame tra uomini e mare Nuova linea Snav Ancona-Spalato: Abbiamo bisogno di un sogno! Trenitalia: una “Frecciarossa” da Ancona a Milano Nuovo Trasporto Viaggiatori: “Italo” ti accoglie ad alta velocità AREE DELL’ADRIATICO Puglia · Molise · Abruzzo Regione Marche: l’impegno per la salvaguardia del mare Adriano Cardogna: un “sistema costiero” per difenderci dall’inquinamento Università di Urbino: il restauro per una didattica dell’arte Oli Monovarietali d’Italia Repubblica di San Marino · Emilia Romagna Veneto · Friuli Venezia Giulia
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AVVISO AI NAVIGANTI Global Village
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Giovanni Mauro
Jadranka Radovanić
Rodolfo Giampieri
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Norberto Bezzi
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ANCONA RISCOPRE IL SUO PIÙ ILLUSTRE CONCITTADINO
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rganizzare eventi che devono coinvolgere una buona parte della società civile, non è cosa facile poiché si devono rispettare tutta una serie di prerogative e specifiche diverse che, allo stesso tempo, devono diventare minimo comune denominatore che coinvolga e coaguli l’interesse di tante peculiarità diverse.
Se poi il tema è tanto sentito da pochissimi e il personaggio è in concreto uno sconosciuto, nonostante un’indiscussa caratura intellettuale riconosciuta a livello internazionale, raggiungere obiettivi diviene cosa ardua. Difficile quindi, ma non impossibile e, infatti, due dei principali obiettivi sono stati raggiunti al convegno tenutosi venerdì 22 febbraio presso la Loggia dei Mercanti di Ancona su Benvenuto Straccha “Ex Antiquitate Renascor”. L’evento si è potuto tenere grazie all’impegno di Giovanni Mauro titolare della storica agenzia marittima G & G Mauro con il supporto di enti e istituzioni come la Camera di Commercio di Ancona, gli ordini degli Avvocati e dei Commercialisti della Provincia di Ancona, la Fondazione Storia Patria per le Marche, la Fondazione
A Benvenuto Stracca il padre del diritto commerciale è stato dedicato un convegno, un segnale importante per la città dorica da sempre caratterizzata dal suo cosmopolitismo commerciale che proprio quest’anno si appresta a festeggiare i 2.400 della sua fondazione
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.Evento
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I relatori del convegno tenutosi la mattina. Da sinistra: Gilberto Piccinini, Presidente Deputazione di Storia Patria per le Marche; Paola Guidi, Dirigente scolastico Istituto Superiore Vanvitelli, Stracca Angelini; Marina Bonomelli, Direttore della Fondazione Mansutti, Milano; Alessandro Mordenti, ex Direttore dell'Archivio di Stato di Ancona; Rodolfo Giampieri, Presidente Camera di Commercio di Ancona. Sotto, i relatori del convegno tenutosi nella sessione pomeridiana. Da sinistra: Gian Savino Pene Vidari, Dipartimento di Scienze Giuridiche, biblioteca “F. Patetta”, Torino; Vito Piergiovanni, Università di Genova; Giampiero Paoli, Presidente Ordine degli Avvocati della Provincia di Ancona; Marco Moroni, Università Politecnica delle Marche
Mansutti di Milano e l’Istituto Superiore Vanvitelli - Stracca - Angelini di Ancona. Grande e ingiustificato assente nel sostegno all’iniziativa è stato il comune di Ancona, che anche se in situazione di commissariamento, non solo non ha concesso il richiesto patrocinio gratuito, ma non ha neanche partecipato a nessuna delle due sessioni dei lavori, continuando a perpetrare quella damnatio memoriae che ha fatto sì che uno dei più illustri, se non il più illustre, personaggio anconetano fosse non solo dimenticato ma sistematicamente offuscato alla memoria dei suoi concittadini. Ad onor del vero, va però fatta salva la persona del dimissionario Sindaco Fiorello Gramillano che ha partecipato, a titolo personale alla sessione mattutina. Una giornata di lavori, quella del 22 febbraio, divisa in due sessioni e magistralmente coordinata dal prof. Gilberto Piccinini, presidente della Deputazione di Storia e Patria per le Marche. Nella prima, con un taglio più storico – sociale, vi è stato l’intervento del presidente della Camera di Commercio Rodolfo Giampieri (ente che già dal 2009 ha dedicato una sala di formazione presso la sua sede al giurista anconetano). E’ stata poi la volta dello studioso anconetano prof. Alessandro Mordenti ex docente universitario ed ex direttore dell’Archivio di Stato di Ancona che ha preceduto l’intervento della dott.ssa Marina Bonomelli della Fondazione Mansutti che include, all’interno della propria biblioteca, ben otto edizioni di lavori di Benvenuto Stracca fra cui un’edizione del 1553 del suo lavoro principale il “De Mercatura” e un’edizione del 1569 del “Tractatus de assecurationibus”. Ha chiuso i lavori della sessione mattutina, la prof.ssa Paola Guidi dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Vanvitelli - Stracca – Angelini. Nonostante l’importanza dei relatori che li avevano preceduti, proprio gli studenti hanno presentato in chiusura un lavoro molto interessante, attualizzando gli argomenti, coinvolgendo gli oltre 150 partecipanti e dando pienamente significato a questa fase mattutina dell’incontro che era proprio quella di far riscoprire ai più giovani cittadini anconetani la figura del padre del diritto commerciale. Nel pomeriggio si è dato al convegno un taglio ancor più scientifico, quando hanno realizzato i loro interventi, il presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Ancona avv. Giampiero Paoli e quello dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ancona Dott. Stefano Coppola. E’ stato poi il momento prof. Marco Moroni che ha realizzato un intervento impeccabile atto a inquadrare storicamente la successiva trattazione. Hanno chiuso gli interventi, i maggiori esperti al mondo delle opere del giurista anconetano ovvero, il Prof. Vito Piergiovanni dell’Università di Genova e il Prof. Gian Savino Pene Vidari dell’Università di Torino, i quali hanno fatto una dissertazione tecnica sugli scritti di Benvenuto Stracca. Il convegno si è concluso con l’impegno alla realizzazione e pubblicazione degli atti dello stesso all’interno dei quali si potranno sicuramente apprezzare in modo più completo gli studi e le analisi dei relatori. Ilaria Ferlito
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Evento
Giovanni Mauro
La preside Paola Guidi dellʼIstituto Superiore Vanvitelli, Stracca Angelini tra “Benvenuto Stracca” e la sua intervistatrice, interpretati da due alunni dell'istituto, protagonisti di un'intervista immaginaria
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XIII° FORUM AIC Al via a Medjugorie la tredicesima edizione del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio per rafforzare i legami tra i Paesi transfrontalieri
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romuovere lo sviluppo economico dell'area adriatica e ionica, rafforzare le relazioni fra gli enti camerali dei Paesi transfrontalieri, favorire la cooperazione giuridica e amministrativa tra gli stessi, diffondere la cultura di impresa attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio. Questi gli scopi del Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, che il 14 e 16 maggio 2013 giungerà alla sua XIII edizione. L'evento, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio della Federazione di Bosnia-Erzegovina, avrà luogo appunto in Bosnia-Erzegovina, nella città di Međugorje. Lo svolgimento dei lavori verrà articolato, come consuetudine, in tre giornate nelle quali sono previste le riunioni dei Tavoli tematici ambiente, agricoltura, imprenditoria femminile, pesca, trasporti Il Forum delle Camere di Commercio e turismo, la sessione plenaria del Forum, le riunioni degli organi dell’Associazione dell'Adriatico e dello Ionio, costituito nel 2001 e del Gruppo di lavoro sulla progettaziounisce, ad oggi, 38 enti camerali e altre istituzioni ne europea che ha intensificato negli pubbliche e private appartenenti ai paesi che si ultimi mesi le sue attività grazie all’aggiuaffacciano sulle due sponde dell'Adriatico: Italia, dicazione di nuovi progetti. Nello specifico, la tredicesima edizione Croazia, Federazione di Bosnia ed Erzegovina, del Forum delle Camere di commercio Montenegro, Slovenia, Grecia ed Albania. dell'Adriatico e dello Ionio - associazione Il Forum punta a coordinare ed armonizzare le con personalità giuridica nata nel 2001 azioni delle Camere di Commercio presenti in tutti che unisce gli enti camerali appartenenti alle regioni costiere del bacino - verterà i Paesi che si affacciano sul mare Adriatico, al fine di sul tema, di stretta attualità, della curare l'integrazione giuridica ed amministrativa, Macroregione Adriatico-Ionica, strategia sviluppare progetti di promozione dell'area, fare che sta attirando l'interesse di tutti i Paesi sistema nell'ottica di una Macroregione Adriatica. dell'area, che facciano già parte dell'Europa o che siano potenziali adeL'obiettivo strategico è favorire un processo di crerenti. scita duraturo attraverso un efficace utilizzo delle All'iniziativa prendono parte, come risorse pubbliche nazionali e comunitarie ed una accade in ogni edizione, i rappresentanti concreta applicazione sia dei principi europei che delle istituzioni europee, delle reti partenariali italiane ed estere, del Segretariato delle politiche di coesione e prossimità: partenariaPermanente dell'Iniziativa Adriatico to, sostenibilità e sistematicità delle azioni sono Ionica, delle istituzioni regionali, provinparole chiave della strategia dell'Associazione. La ciali e locali, nonché rappresentanti di enti, associazioni e consulenti esperti segreteria del Forum si trova presso la Camera di nelle tematiche dei tavoli di lavoro del Commercio di Ancona. Forum.
Jadranka Radovanić, Presidente del Forum delle Camere di Commercio dellʼAdriatico e dello Ionio
Rodolfo Giampieri, Vice Presidente del Forum delle Camere di Commercio dellʼAdriatico e dello Ionio
Segreteria organizzativa Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, presso la Camera di Commercio di Ancona, Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 Ancona, Italy - Tel: +39 071 5898249 +39 071 5898266 - Fax: +39 071 5898255 www.forumaic.org - segreteria.forum@an.camcom.it
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Fermento nel medio Adriatico Il baricentro della Macroregione Adriatico – Ionica scalda i motori e guarda al futuro con speranza
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onostante il perdurare della crisi economica di cui forse si potrà iniziare a vedere la fine soltanto agli inizi del 2014, i richiami della BCE, che però sembrano essere lettera morta per gli istituti di credito sempre più restii a finanziare le aziende alla ricerca di liquidità, il decreto sblocca risorse per gli enti locali che tarda a dare i frutti sperati, nel medio Adriatico c’è fermento. Da sempre, infatti, l’area dell’Italia centrale fa da traino e spina dorsale all’economia nazionale ed è, da quest’area, che s’intravedono alcuni segnali di rifiuto del passato e rilancio per il futuro.
E’ sufficiente pensare al porto di Ravenna che fino a qualche mese fa viveva con grandi speranze la sua presenza all’interno del NAPA, ma con un intervento deciso del presidente Galliano Di Marco ha voluto dare un
segnale forte, uscendo da uno schema che, forse, non dava il giusto ruolo al porto romagnolo. Scelta condivisa dagli operatori portuali che si apprestano ad affrontare la seconda parte del 2013 in trincea, ma senza temere le difficoltà. Un altro segnale giunge dal Terminal Container Ravenna che ha investito per ammodernare le cabine di guida delle gru. Non va poi dimenticato che è in dirittura d’arrivo il finanziamento per aumentare il pescaggio del porto che consentirà alle navi di ultima generazione di raggiungere lo scalo ravennate. Anche il porto di Ancona, da parte sua, sta vivendo un periodo di rilancio, nonostante lo stallo dovuto alla mancata nomina, da parte del precedente Ministro per le Infrastrutture, del nuovo presidente dell’Autorità Portuale. Come annunciato dall’assessore regionale
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Paolo Eusebi è previsto per fine anno l’avvio dei lavori per l’Uscita Ovest che darà uno slancio notevole alla viabilità del porto e della città. Anche per lo scalo Dorico è in procinto l’avvio dei lavori per il dragaggio dei fondali. Un segnale forte è arrivato anche dai privati con il Gruppo MSC: questo ha realizzato investimenti sia nel terminal container per l’acquisto di nuove gru e la sostituzione da parte di SNAV del catamarano con una nave traghetto che collegherà quasi quotidianamente Ancona con Spalato. A proposito di trasporti, non va dimenticato l’avvio del servizio di Trenitalia che, con il Frecciarossa, collegherà Ancona a Milano in meno di tre ore. E in città si attende l’arrivo della concorrenza di Ntv con Italo. Altro tassello importante per la mobilità di merci e persone è l’allargamento dell’A/14. L’opera riguarda il tratto marchigiano fino a Rimini e agevolerà i collegamenti dalle e per le Marche. L’asse Est – Ovest sarà coperto dalla Fano – Grosseto nella speranza che diventi una realtà, il collegamento, tra i due mari con un’unica direttrice. Tutte queste iniziative s’inseriscono nella più ampia strategia per la Macroregione Adriatico - Ionica: questa anche se non ancora operativa è catalizzatrice dell’interesse della Commissione Europea su un’area e su settori fondamentali per la ripresa economica.
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I PORTI ITALIANI DEVONO POTER COMPETERE CON QUELLI DEL NORD EUROPA Nella strategia Macro-regionale prende corpo l’opportunità di potenziare le infrastrutture portuali e i collegamenti viari e ferroviari
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Navi Seaways Srl è l’agenzia raccomandataria di MSC, leader a Ravenna nel business dei Servizi di Linea contenitori. A riguardo della Macroregione Adriatico - ionica abbiamo voluto confrontarci con Norberto Bezzi, CEO di Le Navi Seaways Srl, che ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “mi sono fatto l’idea che, nell’area in esame, lo sviluppo dell’economia marittima possa ragionevolmente essere conseguito puntando sul rafforzamento delle “Autostrade del mare”.
Posto che il traffico esistente tra l’Italia e i Paesi balcanici e greci già trova in diversi porti adriatici il proprio gate di entrata e uscita e che, a mio avviso, le relazioni marittime esistenti già soddisfano l’attuale domanda proveniente dal traffico turistico – mercantile, ne consegue che lo sviluppo di questa tipologia di traffico non dipende tanto dal possibile incremento economico dell’Italia o dei Paesi ad essa frontalieri, quanto dalla possibilità di poter accedere al traffico avente origine o destinazione in Europa. Ove ciò avvenisse, mi pare del tutto ragionevole ipotizzare che a beneficiarne saranno principalmente i porti dell’Adriatico. E’ un fatto, tuttavia, che per l’acquisizione del traffico europeo via Italia è necessario che i porti italiani siano in grado di essere competitivi con quelli del Nord Europa; vi è quindi la necessità di rimuovere con urgenza i nodi burocratici che attualmente compromettono la nostra competitività; se ciò non avverrà nei tempi richiesti dall’Europa, temo che l’Italia non si metterà nelle condizioni di ricevere i benefici che dall’Europa stessa potrebbero derivarle”. Quali le esigenze dello scalo Ravennate? “Ravenna, per quanto riguarda le necessità di “pescaggio” proprie dei traghetti impiegati nelle “Autostrade del mare”, non avrebbe bisogno di maggiori fondali; mentre, per rispondere alle esigenze dei traffici rinfusieri e contenitori, ha necessità di approfondire il Canale Candiano e adeguare le proprie infrastrutture portuali, opere sulle quali la nostra Autorità Portuale è fortemente impegnata”. Per quello che concerne le attività del vostro porto che tipo di vantaggi vedete in questa progettualità? “Per tutti i porti che si affacciano in Adriatico e non solo per accogliere il traffico di origine e/o destinazione europea, vi è una forte necessità di porre attenzione al potenziamento delle infrastrutture sia portuali sia di collegamento viario e ferroviario tra il porto e l’hinterland”. Quali le necessità per i collegamenti viari e ferroviari? “Ravenna ha l’assoluta necessità di potenziare i collegamenti viari con la realizzazione, almeno, dello stralcio autostradale Cesena – Ravenna – Porto Garibaldi. Si tratta di pochi chilometri ma essenziali per collegare, oltre a Ravenna, anche Ancona a Porto Garibaldi, attraverso la rete autostradale A14 e la superstrada E45, che già giunge a Ravenna. Una volta raggiunto Porto Garibaldi si potrebbe utilizzare la superstrada Porto Garibaldi – Ferrara, eventualmente da riqualificare in autostrada, e, attraverso questa, connettersi con l’autostrada che, via Verona, raggiunge il Brennero. Per i collegamenti ferroviari, invece, è importate che sia realizzata la linea Ravenna, Poggio Rusco, Verona, Brennero. Questa linea, da anni richiesta e auspicata, consentirebbe di bypassare il nodo di Bologna e raggiungere i mercati della Baviera e Austria nei tempi richiesti da quei mercati”.
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Norberto Bezzi CEO di Le Navi Seaways Srl
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PORTUALITÀ SNODO CRUCIALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO Presentati i risultati del rapporto 2012 dell'Osservatorio Piattaforma Logistica delle Marche
Il porto di Ancona
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stato di recente presentato il Rapporto 2012 dell’Osservatorio sulla Piattaforma Logistica delle Marche, prodotto dall’Istao di Ancona e intitolato Dalle infrastrutture allo sviluppo dei servizi. Nato inizialmente dalla collaborazione tra Istao, Camera di Commercio e Autorità Portuale di Ancona, l’Osservatorio oggi conta anche sul supporto di Regione Marche, Provincia, Comuni di Ancona e di Jesi, Interporto Marche. Gli studi effettuati in passato hanno spesso concentrato l’attenzione sugli effetti economici e sociali che derivano dalla incompleta realizzazione delle opere infrastrutturali. La centralità di questi argomenti resta oggi, più che mai, intatta. In questo rapporto però si è voluta porre l’attenzione su tre temi specifici che hanno in comune l’appartenenza a questioni di tipo organizzativo e commerciale capaci di incidere, con maggiore rapidità delle questioni infrastrutturali, sullo sviluppo dei traffici. Di seguito i temi e le proposte avanzate. Competitività del porto di Ancona rispetto agli altri porti Adriatici relativamente ai Terminal Handling Charges (THC). Sono i costi di terminalizzazione dei container di un porto, sostenuti dagli armatori e corrisposti ai terminalisti per le movimentazioni di gru e di piazzale. Se è vero che lo scalo dorico riesce a mantenere un buon livello di competitività sul mercato, l’indagine sugli armatori ha il pregio di aver messo in luce un aspetto interessante. E’ sicuramente un’anomalia nel panorama dei porti italiani il modello anco-
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netano, con le funzioni del terminalista spezzettate e gestite tra soggetti diversi: chi movimenta le merci in banchina, i prestatori d’opera, chi movimenta le merci su piazzale. Solo questi ultimi soggetti si interfacciano con gli armatori e ne subiscono spesso le pressioni. In questo momento storico, in particolare, la pressione a contenere le tariffe è molto spinta. Questo modello, oltre ad essere ai limiti consentiti dalle norme sulla concorrenza, comporta una rigidità di offerta, di formazione del prezzo dei servizi di THC, che il mercato attuale non riconosce più. Negli altri porti chi si interfaccia con l’armatore, cioè il terminalista, ha la possibilità di controllare tutta la filiera a monte, dai servizi di piazzale a quelli di gruaggio, per avere a disposizione tutte le leve possibili per rispondere in maniera efficace ed efficiente alle esigenze del mercato. La prima attività da mettere in cantiere è dunque quella di ripensare all’organizzazione dei terminal di Ancona, in un’ottica di efficienza e concorrenza. La situazione in effetti sta già cambiando e questo processo va consolidato e strutturato nel tempo. Da tempo si discute, nelle Marche, di come far decollare il traffico ferroviario. La quota attuale, in regione, è del 2% circa sul totale delle merci movimentate, lontana dalla media italiana (intorno al 9%) ma soprattutto europea. Eppure l’Europa ci chiede di compiere un salto netto in questo senso: entro il 2030 il 30% delle merci che viaggiano oltre 300km ( e il 50% entro il 2050) dovranno utilizzare la modalità ferroviaria. Oggi inoltre vi è la necessità di far decollare i servizi dall’interporto e di stimolare attraverso l’intermodalità lo sviluppo di nuovi mercati dal porto di Ancona. Una legge regionale sull’intermodalità, che preveda un contributo per ogni spedizione che utilizzi la soluzione ferroviaria combinata con strada o mare è un percorso già sperimentato in altre regioni (Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) con un buon successo in termini di servizi intermodali attivati. L’impegno pubblico certo sarebbe cospicuo e naturalmente non gioca a favore, in questo momento, la ristrettezza di risorse pubbliche a disposizione. Il terzo ambito di indagine è più articolato e complesso. Si tratta di individuare se e come la piattaforma logistica potrebbe avere una maggiore efficacia nel mercato dell’intermodalità presentandosi come un soggetto integrato, al limite unico, piuttosto che come somma di singoli nodi. Quando si avvia questa riflessione si ha in mente, quasi sempre, il modello Koper. Lo scalo sloveno oggi leader in Adriatico nel traffico container è riuscito a crescere rapidamente, mettendo in campo un’offerta di servizi logistici di elevato livello e una vasta rete di servizi ferroviari che collegano il porto ad Austria, Germania e molti Paesi dell’Est Europa, Russia compresa. Questa rapidità di azione è opera dell’equivalente delle nostre Autorità Portuali, che tuttavia hanno competenze e possibilità di azione totalmente diverse. Luka Koper d.o.o è una società fortemente orientata al business, quotata in borsa, con circa 800 dipendenti, terminalista delle 12 banchine portuali, appartenente ad un gruppo che controlla anche terminal terrestri, servizi tecnico nautici, vettori ferroviari. Le nostre Autorità Portuali non hanno, per legge, competenze di natura commerciale sui loro porti. E’ vero, molte Autorità nostrane hanno cercato formule diverse per entrare nel business intermodale: dalle partecipazioni negli interporti, alla costituzione di nuove società in partnership con operatori ferroviari. Le esperienze in tal senso di altre realtà territoriali non hanno prodotto granché: spesso sono state create società tra porti e interporti (o partecipazioni congiunte), nella speranza che esse producessero nuovi business, senza che poi avessero nessuna capacità di imporre indirizzi o attività ai singoli soggetti che le partecipavano, e distanti dai mercati che essi controllavano. Il modello di partnership con operatori ferroviari si è mostrato efficace in un solo caso (quasi tutte le altre società analizzate sono in liqui-
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dazione), ovvero in quello del porto di Trieste, dove l’Autorità Portuale ha dato vita ad Alpe Adria spa, società da lei stessa partecipata in quote paritarie con Regione Friuli Venezia Giulia e Trenitalia spa. Va peraltro ricordato che se questo modello ha garantito un forte sviluppo di servizi intermodali dal porto friuliano è anche vero che non rappresenta un esempio di efficienza, poiché sono necessari annualmente almeno sei milioni di euro in contributi pubblici circa il 20-25% del fatturato) per raggiungere il pareggio di bilancio. Nella nostra PLM inoltre ci sono oggi condizioni di mercato specifiche che fanno apparire una vera forzatura un modello di governance unica. I tre nodi servono segmenti di mercato differenti e indipendenti di merci, tutte o quasi, marchigiane: il porto è funzionale alle merci da e per le Marche su lunghissime percorrenze, che utilizzano il mare; l’aeroporto trasporterà nel mondo le merci ad alto valore aggiunto e che richiedono tempi rapidissimi di consegna; l’interporto dovrà intercettare le merci regionali che vanno attualmente verso Nord o verso il Tirreno (e viceversa) su strada, per convertirle alla modalità ferroviaria. È chiaro che se domani, si vogliono servire mercati terrestri distanti da Ancona, che contemplino la modalità marittima e terrestre di trasporto (ad es. il mercato della Lombardia verso la Cina), allora bisogna essere in grado di offrire servizi lato mare e lato terra, via ferrovia, in una logica integrata. Due nodi della piattaforma, porto e interporto, possono essere coinvolti in uno stesso processo/servizio, qualora l’offerta di servizi ferroviari dal porto non bastasse più. E’ auspicabile in questo caso coordinare le azioni di porto e interporto: il presidio del mercato, la progettazione di servizi comuni, lo sviluppo di un’offerta unica ai clienti. In ogni caso la spinta al coordinamento dovrebbe venire dal basso e coinvolgere gli operati del porto che interloquiscono con armatori e operatori logistici multimodali. Non appare invece inevitabile una forma strutturata di governance, tipo società, tra i soggetti gestori dei nodi. Piuttosto una governance forte, che coinvolga i soggetti istituzionali del territorio, è necessaria quando si agisce sulle scelte infrastrutturale dei nodi, al fine di evitare duplicazioni di investimenti e valorizzare al meglio possibile le dotazioni già esistenti; oppure quando si tratta di agire sulle istituzioni nazionali e europee per avere un qualche ruolo nella progettazione strategica delle infrastrutture e dei trasporti, come nella politica dei Corridoi. Per questo però c’è la Regione. Ida Simonella
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RAVENNA ESCE DAL NAPA Nella mancanza di una strategia comune e di obiettivi condivisi è maturata la scelta del presidente Di Marco
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n fulmine a ciel sereno l’addio dell’Autorità Portuale di Ravenna al Napa, l'associazione dei porti del nord Adriatico che comprende anche Venezia, Trieste, Koper e Rijeka e se a ogni saetta segue sempre un tuono, questo è assimilabile alla fuoriuscita dello scalo emiliano anche da Assoporti. Presidente Di Marco ha definito il Napa, un’assemblea di amiconi che vanno in giro a far fiere… “Si è vero, l’ho fatto a botta calda, anche se a ben pensare forse nella comunicazione integrata e, ovviamente, nella visibilità a eventi internazionali il Napa ha raggiunto una certa efficacia. Comunicare un’area come quella dell’alto Adriatico nello scacchiere mondiale non è poi così semplice e scontato”. Che cosa è mancato a quest’associazione su cui per tanti anni si è lavorato anche a Ravenna allora? “La cosa fondamentale. La mancanza di obiettivi condivisi. Quando mancano questi è difficile che i personalismi non abbiano la meglio a discapito di una strategia comune. Avevamo chiesto di fare un Piano Strategico per
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Galliano Di Marco Presidente Autorità Portuale di Ravenna
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Il porto canale di Ravenna
definire come, eventualmente, ripartirsi le varie tipologie di merci, in funzione delle precipue caratteristiche dei singoli Porti. Non abbiamo avuto riscontri. Alcuni membri del Napa, evidentemente, pensavano che ciò comportasse il rischio di portare alla creazione di una Autorità Unica, con conseguente perdita di mercato e potere”. Presidente qual è stata il “casus belli” che ha portato a questa sua decisione? “La storia è nota ed è relativa al maxiemendamento dell’ultima Finanziaria che elargiva 100 milioni di euro a Venezia e di cui è stato relatore del provvedimento l'ex ministro Renato Brunetta, ma anche con l’appoggio dell’onorevole Baretta del PD. La somma è stata destinata al progetto “Porto off – shore di Venezia”, di cui ancora non si conosce nemmeno il costo complessivo, ma che supererà, e di molto, i due miliardi di euro. Un progetto, peraltro, che nessuno ha ancora istruito e che, date le modalità di erogazione del finanziamento, non sarà comunque soggetto ai lunghi e complicati iter procedurali cui tutti i programmi degli altri porti hanno dovuto sottostare in questi anni. La cosa è ancora più sgradevole se paragonata alle vicende che vedono protagonista la nostra Autority, quella di Ravenna, che ha faticosamente ottenuto, con delibera del CIPE del 26 ottobre 2012, un finanziamento di 60 milioni di euro per l’escavo dei fondali, a fronte della presentazione di un progetto, quello dell’“Hub Portuale di Ravenna”, estremamente dettagliato e oggetto di un iter autorizzativo complesso e articolato.
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Le esigenze localistiche e non piuttosto una visione d’insieme delle esigenze dell’intera portualità italiana, non potranno che creare una profonda spaccatura nel settore. Con il risultato che tra poco saremo travolti dal Nuovo Regolamento UE del settore”. Come potrebbero cambiare gli scenari nel futuro? “Beh difficile a dirsi. Rijeka che attualmente è l’unico porto Napa non Ue lo diventerà nel giro di pochissimi mesi. Con scenari in rapido mutamento non è escludibile che si possano creare alcuni ombrelli istituzionali, naturalmente sanciti con il beneplacito dell’Europa per alcuni scali adriatici”. E per Ravenna? “Ravenna, è il solo porto italiano presente tra i primi 5 porti in una qualsiasi classifica europea (secondo Eurostat), nel settore delle merci varie non unitizzate. Il nostro scalo ha movimentato oltre 23 milioni di tonnellate di merci nel 2011, 27 milioni di tonnellate nel 2006 e si candida, con il futuro approfondimento dei fondali a consolidare il proprio primato nella movimentazione delle merci secche alla rinfusa, inoltre, grazie al progetto del nuovo terminal container, ad affermarsi anche nel settore dei contenitori. Detto ciò non escludo che si possano avviare dei dialoghi fra istituzioni, magari di altre regioni, al fine di poter creare rapporti di collaborazioni atti a raggiungere un peso adeguato nei tavoli di lavoro di Roma e Bruxelles, il tutto, naturalmente senza creare altre strutture organizzative dai costi proibitivi”. Gabriele Costantini
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INNOVAZIONE AL TERMINAL CONTAINER RAVENNA 8 milioni di euro investiti per le nuove gru di banchina dotate degli innovativi dispositivi di guida Dynamic Control Station
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l Terminal Container Ravenna (joint venture tra il Gruppo SAPIR e il Gruppo CONTSHIP ITALIA) è il principale terminal container del porto di Ravenna e sorge in un contesto industriale di spicco, collegato da un’efficiente rete ferroviaria con Milano, Padova e Bologna, tanto da essere identificato fra uno dei più operosi scali del Nord Mediterraneo.
La dinamicità del Terminal Container Ravenna si è palesata anche in questi giorni quando è stato presentato il progetto di ammodernamento di due delle sue quattro gru di banchina che, a lavori terminati, avranno un braccio in grado di operare sino a 17 file di container sul ponte, un'altezza sotto spreader di 34,5 metri e una capacità di sollevamento per 55 tonnellate. “Un investimento importante, necessario e non più rimandabile – ha dichiarato Milena Fico general manager di TCR – per offrire ai nostri clienti una maggiore flessibilità sull’utilizzo di navi di maggiore dimensione. Abbiamo inoltre approfittato di quest’opportunità per dotarci di nuovi e innovativi dispositivi di guida prodotti da Brieda Cabins e attivi in pochissimi porti al mondo. Il tutto s’inserisce nel programma di sviluppo del terminal che vuole incrementare le performance operative e contemporaneamente migliorare ulteriormente la
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Gli spazi del Terminal Container Ravenna
qualità del lavoro degli addetti. L’ergonomicità posturale delle postazioni e le sue funzionalità permettono di diminuire lo stress biomeccanico fino al 50% riducendo, di conseguenza, il carico nella zona lombare e nella schiena. Non solo, l’attenzione all’ambiente è garantita dai nuovi motori elettrici prodotti da Control Techniques (Gruppo Emerson ndr) che assicurano un risparmio di circa il 30% dei consumi. Un investimento importante in un momento di forte crisi congiunturale… “Si è vero. Abbiamo investito in questo progetto circa 8 milioni di euro che, tengo a sottolineare, utilizza tutta tecnologia e ricerca italiana, ma ripeto era necessario. D’altronde gli scenari nel medio periodo cambieranno e già oggi alcuni nostri clienti, come ad esempio MSC, utilizzano navi sempre più grandi e noi dobbiamo garantire un servizio che sia conforme a questa tipologia di navi portacontainer”. L’Adriatico può giocare un ruolo chiave negli scenari futuri? “L'Adriatico in generale e Ravenna in particolare può assumere un ruolo da protagonista nella ripresa economica. Per realizzare tutto questo, TCR deve riuscire a lavorare navi di maggiore dimensione per offrire una migliore flessibilità ed economia di scala ai propri clienti. Ravenna è la porta ideale per lo scambio con i mercati del Levante e del Medio Oriente. Può vantare servizi diretti e veloci oltre ad una serie di relazioni storiche consolidate. Inoltre, con il dispositivo Dynamic, vogliamo ulteriormente migliorare le condizioni di lavoro dei manovratori perché siamo sicuri che sia possibile crescere in termini di performance e volumi aumentando contemporaneamente la qualità del lavoro nel nostro terminal". Gabriele Costantini
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Milena Fico, general manager di TCR
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INFRASTRUTTURE E SINERGIE PER COMPETERE NEL MERCATO GLOBALE Gli scali adriatici riuniti sono più piccoli di quelli con i quali devono competere. Occorre riporre i campanilismi e collaborare per trasformare un piccolo mare in una piattaforma logistica dal Mediterraneo per il Nord Europa
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ello scacchiere Sud-Est europeo e in particolare nel medio Adriatico, il porto di Ancona deve giocare un ruolo da protagonista così come tutto il sistema porto – aeroporto – interporto, vero fulcro logistico e infrastrutturale della regione Marche. È proprio su questi temi che si è soffermato l’assessore regionale Paolo Eusebi con il quale abbiamo provato a capire quali saranno le strategie per i prossimi anni.
Paolo Eusebi assessore Regione Marche
“Lo scalo Dorico - conferma l’assessore - si sta preparando a giocare un ruolo importante non solo nell’ambito del medio Adriatico, ma all’interno della futura strategia Macroregionale. La prima e fondamentale opera è di avviare il cantiere per la realizzazione dell’uscita Ovest. Quest’opera cambierà non solo le dinamiche viarie di porto e città di Ancona, ma sarà anche fondamentale per agevolare l’operatività dell’aeroporto e dell’interporto creando le condizioni per far diventare quest’ultimo l’effettivo retroporto dello scalo Dorico”. Che tempi ci sono per l’avvio dell’opera? “Il 1° ottobre 2012 le attività di vigilanza sull’esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e di controllo della gestione delle autostrade, che erano in capo ad Anas, e il personale dell'Ispettorato di Vigilanza Concessioni Autostradali dell’ANAS, sono stati trasferiti al Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti nell’ambito del quale è stata istituita una Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali. Quindi la pratica è in mano al Ministero e si attende soltanto la stipula della concessione fra il promotore e la nuova struttura ministeriale, con un occhio attento alla revisione del progetto e dei costi nel suo complesso. Difficile quindi dare un effettivo “timing”, ma diciamo che entro la fine dell’anno, se non ci sono particolari difficoltà, potrebbe essere siglata la convenzione propedeutica all’avvio dei lavori”. Quali altre opere sono previste? “Anche dal punto di vista delle opere a mare, siamo pronti a partire con il dragaggio per aumentare la profondità fino a 14,0 metri e si sta caratterizzando la zona a mare dove depositare poi i materiali di risulta. Un altro intervento riguarda la realizzazione della vasca di col-
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La Fano - Grosseto
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Il porto di Ancona
mata di Ancona che permetterà ai porti marchigiani sottoscrittori della convenzione con la Regione Marche di sversare i sedimenti dragati. In questi giorni si sta effettuando la consegna dei suddetti lavori. Credo inoltre che sia rilevante porre l’accento anche sull’importanza di portare ad attuazione un’incompiuta da anni: la Fano – Grosseto. È notizia di pochi giorni fa, il sì quasi unanime dell’Assemblea Legislativa sulla proposta di legge per la costituzione di una società pubblica. Tale atto impegna le tre Regioni coinvolte (Marche, Umbria e Toscana) alla conclusione dell’opera e beneficia dell’agevolazione, derivante dal recente inserimento della direttrice all’interno delle reti Ten-T, con la possibilità di avere il 50% di finanziamento europeo sulle spese di progettazione e il 10% per i costi di realizzazione. Sempre di grande importanza in funzione del miglioramento della viabilità e, quindi, rivalutazione delle strutture logistiche regionali è il completamento dell’intervento relativo alla realizzazione della terza corsia della A/14. A conclusione dei lavori già ultimati in diversi tratti, da Porto Sant’Elpidio e l’apertura di complessivi cinque nuovi svincoli, fino a Rimini si viaggerà su 3 corsie più la corsia di emergenza. Tale nuovo assetto autostradale consentirà, una volta usciti dal porto di Ancona, di raggiungere con facilità l’interporto, l’aeroporto e tutte le altre destinazioni a Nord con estrema facilità”. Anche aziende d’importanza internazionale stanno puntando molto sulle prospettive di sviluppo dello scalo Dorico… “Sì, infatti, un’importante azienda come MSC ha dato due segnali considerevoli, partecipando all’acquisto di due nuove gru nel terminal container e aumentando l’attività di trasporto delle persone sostituendo il catamarano veloce con un traghetto. Questo collegherà quasi quotidianamente Ancona a Spalato con una capacità di trasporto di 1800 passeggeri e oltre 500 veicoli”. Tutte novità importanti, ma con la poltrona di presidente dell’Autority del porto vacante, è come avere una supercar senza pilota… “In effetti, anche su quest’argomento, da parte dell’ente Regione Marche, sono state già realizzate tutte le procedure atte alla nuova nomina, ma dobbiamo attendere il via libera del ministro che speriamo arrivi in tempi celeri”.
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Uscita ad Ovest L’uscita dal NAPA dell’Autorità di Ravenna apre nuovi scenari nell’ambito della portualità in Adriatico. “Oggi la competitività dei porti non deve essere più vissuta tra scali dell’Adriatico o del Mediterraneo, ma con quelli del Nord Europa e dell’Est. È assurdo poter immaginare di competere a livello globale stando soli. Occorre superare la politica dell’isolazionismo in cui ha vissuto lo scalo dorico per troppo tempo e avviare proficue collaborazioni a iniziare con quegli scali più vicini e con i quali ci possono essere interessanti sinergie e integrazioni. Credo che si possa far tesoro dell’esperienza che il NAPA ha realizzato fino ad oggi e, replicarla, correggendo quelle distorsioni che hanno portato all’allontanamento di Ravenna dall’organizzazione”. Come sempre lo sviluppo e tanto più la ripresa economica iniziano sempre dalle novità infrastrutturali ed è su queste e sui nuovi scenari che si stanno delineando che ci si dovrà basare per un concreto rilancio economico regionale e dell’intera costituenda Macroregione Adriatico Ionica.
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SYNTHESIS: IL TRASPORTO SOSTENIBILE AL SERVIZIO DEL TERRITORIO Il progetto Synthesis del programma Marco Polo II amplia la prospettiva del trasporto sostenibile a livello comunitario
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l progetto Synthesis si sviluppa all’interno del programma europeo "MARCO POLO II" ed ha come obiettivo la diffusione del moderno concetto di trasporto “sostenibile”. Le azioni del progetto mirano infatti a:
• promuovere l'intermodalità limitando la modalità camionistica a favore di quella ferroviaria e marittima nel trasporto delle merci, nel rispetto delle direttive europee che nel Libro Bianco dei Trasporti indicano chiaramente che, entro il 2030, il 30% delle merci in Europa dovrà viaggiare su modalità alternative alla gomma, il 50% entro il 2050. tali interventi miglioreranno la qualità dell'aria, limitando l'emissione di Pm10 e di CO2, e la sicurezza delle strade; • sviluppare "Reti di apprendimento”, mettendo a disposizione degli operatori innovativi corsi di formazione "a Bordo" e "a Terra"; • condividere conoscenze, strumenti di lavoro e “Best Practice” per incentivare il trasporto intermodale nel bacino Adriatico e nel Mediterraneo orientale. Per fare il punto sulle attività dei partner di progetto, Interporto Marche Spa, Diastasi e Bpm, coordinati dal capofila Anek Lines, il prossimo sabato 18 maggio organizzano a Jesi, nella sala convegni di Interporto Marche, l’evento finale dal titolo: “Macroregione Adriatico-Ionica: infrastrutture, trasporti, logistica, intermodalità” al quale parteciperanno tra gli altri: Spyridon Protopapadakis, Vice Presidente Anek Lines (leader partner di progetto), Roberto Pesaresi, Presidente Interporto Marche Spa che, nello specifico, approfondirà il tema delle “piattaforme logistiche territoriali”, Galliano Di Marco, Presidente Autorità Portuale di Ravenna, Adamis Mitsotakis, Manager DIASTASI (partner di progetto). Prevista anche la presenza delle principali associazioni di categoria del mondo dell’autotrasporto e di rappresentati istituzionali dei territori di Marche ed Emilia Romagna. Il convegno organizzato in collaborazione con FITACNA Marche - Confartigianato Trasporti Marche - FIAP Marche, permetterà di avere maggiore percezione delle problematiche e delle opportunità affrontate dal progetto Synthesis, oltre a favorire la diffusione di nuove logiche legate al trasporto delle merci in ottica più europea. In Italia 24 interporti movimentano 80milioni di tonnellate di merci, occupando 60mila persone. L'Interporto delle Marche, con sede a Jesi, è uno di questi e vanta 2 collegamenti ferroviari settimanali sulla linea JesiMilano con treni rilanciati sulle principali destinazioni europee. Produrre efficienza nei processi logistici utilizzando la intermodalità, questa è la mission di Interporto Marche Spa.
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In un Paese dove la logistica vale il 15% del PIL, l'intermodalità va a braccetto con la sostenibilità, e non solo ambientale le infrastrutture, gli interporti, primi fra queste, devono necessariamente evolversi da nodi di una rete ad aggregatore di servizi impegnato a muovere il Made in Italy su lunghe distanze, favorendo i processi di internazionalizzazione e contribuendo a traghettare aziende in una dimensione più europea. Integrare i differenti nodi non é però di per sé sufficiente a determinare il trasferimento modale; occorre lavorare sul modello gestionale, concentrando le merci secondo la logica della Piattaforma Logistica Territoriale, così come descritta nel testo di legge che riforma gli Interporti. Tale modello organizzativo/gestionale é, di fatto, già realtà nelle Marche. Una delibera della Giunta regionale delle Marche dello scorso autunno, concertata con la Regione Umbria, ha assegnato a Interporto Marche e Sviluppumbria il compito di implementare il trasporto intermodale, integrando flussi di traffico e filiere merceologiche delle due regioni, attraverso una partnership di natura gestionale/commerciale. Si attua così un esempio concreto di network tra nodi infrastrutturali, arricchito sotto l’aspetto delle funzioni e dei servizi, coerente con il disegno delle regioni affacciate sull’Adriatico in cui si lavora per aggregare porti ed interporti, connettendoli alle Reti TEN-T ed ai corridoi europei come l’Helsinki-La Valletta ed il Corridoio Baltico-Adriatico che oggi, a seguito della determina della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo dello scorso 18 dicembre, si estende fino ad Ancona. L’integrazione dei porti e degli interporti del medio e alto Adriatico nella prospettiva dei corridoi europei, ed in particolare del Baltico-Adriatico, sono la condizione essenziale per rendere concreta la Macroregione Adriatico-Ionica sotto l’aspetto logistico e trasportistico. Ovviamente questa strategia vale anche per l’altra sponda dell’Adriatico, dove si stanno realizzando importanti investimenti infrastrutturali. L’obiettivo è quello di far entrare in Europa, tramite l’Adriatico, le merci provenienti dall’estremo oriente e collegare i nostri territori con i mercati dell’est Europa, che nei prossimi anni avranno uno sviluppo maggiore.
INTERPORTO MARCHE, PARTNER DI PROGETTO Interporto Marche si estende su una superficie di 54 ettari già urbanizzati. La società Interporto Marche SpA ha programmato ed in parte realizzato investimenti in opere infrastrutturali, impianti, immobili per 130 milioni di euro. E’ in corso di realizzazione la stazione ferroviaria ”Jesi-Interporto” che consentirà l'instradamento diretto dei treni merci lungo la linea Orte-Falconara. L'obiettivo è progettare e realizzare opere infrastrutturali finalizzate alla ricezione, movimentazione e smistamento di merci, favorire lo sviluppo dell’intermodalità nel centro-Italia integrando i nodi infrastrutturali logistici regionali (portoaeroporto-interporto) e gli attori della supply-chain. TCI - Terminal Centro Italia è la business unit di Interporto Marche SpA, che si occupa della gestione delle infrastrutture ferroviarie interportuali con l'obiettivo di intensificarne i traffici. In una regione in cui il trasporto delle merci avviene quasi esclusivamente su gomma, TCI rappresenta un partner per gli operatori logistici e per il tessuto imprenditoriale manifatturiero dell’Italia centrale. In coerenza col proprio piano industriale, TCI si occupa di organizzare e gestire le operazioni di movimentazione dei container e dei convogli ferroviari, oltre che del relativo flusso documentale, con l'obiettivo di costruire soluzioni di trasporto intermodali e/o co-modali. TCI ha ottenuto l'autorizzazione ad attivare il deposito doganale di temporanea custodia nell'area terminal-container. E' possibile, quindi, trasferire container da altri porti o terminal container senza effettuare le procedure di sdoganamento, che potranno essere effettuate successivamente nel tempo limite di 45 giorni. L'attivazione del servizio consente di rendere operativo il corridoio doganale offrendo un servizio agli operatori in attesa che sia data alle merci una destinazione doganale o che siano, le stesse, rispedite fuori del territorio doganale.
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IL LEGAME TRA UOMINI E MARE Da Anversa a Saigon, da New York fino ad Ancona, dieci porti per raccontare il sodalizio con il mare
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Il porto di Anversa
Sono nata a pochi metri dal porto e tutta la mia infanzia l'ho passata nelle strade dietro il porto di Ancona. Da casa mia la notte si sentiva il suono della sirena della nebbia.
È per questo, credo, che ho imparato ad amare questo ambiente particolare, fatto di navi, di acqua, di traffici, di gente di nazionalità diversa che coesiste col porto. Da grande, nei miei viaggi, mi è capitato di trovarmi in molti porti, tutti diversi, che mantenevano però tutti la stessa caratteristica: quella di essere luoghi di passaggio, di transito, ma anche di raccordo tra genti, culture, storie. E' questo che ho voluto raccontare con il mio libro”. Inizia così l’incontro con Renta Mambelli, autrice del libro “I Porti”, edito da Castelvecchi che presenta dieci porti di diverse parti del mondo e che racconta il legame tra uomini e mare, ma anche di traffici e mercati, di fughe e di speranze. Come sono stati scelti i porti? “Ho scelto – continua l’autrice - i porti che ho raccontato in base ad alcune caratteristiche che mi avevano colpito. Angra do Heroismo, alle Azzorre, è stato il luogo in cui si inrociavano negli anni d'oro della scoperta delle americhe le rotte che arrivavano dall'Europa e fino dall'Oriente con le nuove terre occidentali. New York per quasi un secolo, dalla metà dell'800 alla metà del 900, è stato il porto dell'immigrazione europea, in fuga dal vecchio continente. Byblos, in Libano, il porto più antico della storia, quello di cui si hanno i documenti più antichi. In tutto i porti che racconto sono dieci e quasi tutti sono speciali per un aspetto, per un particolare. Non hanno in comune che una cosa, essere sul confine tra la terra e il mare, essere il punto da cui arrivano e partono navigazioni e storie: le due cose spesso coincidono”. Qual è il suo background per quanto attiene le città – porto e i servizi che si svolgono nelle aree portuali? “La mia unica competenza, in fatto di porti, è la mia storia personale, come dicevo prima: sono nata in un porto e ne ho frequentati molti. Finisce qui. Durante la ricerca di documentazione per scrivere questo libro ho però potuto incontrare molte persone che vivono e lavorano nei porti, e molte delle loro storie e dei loro racconti sono confluiti in queste pagine. Ho imparato molte cose frequentando queste persone anche perchè avevamo qualche cosa in comune, la passione per un luogo-non luogo che è un po' il riassunto del mondo del mondo che ci circonda”. Ha visitato personalmente tutti i porti descritti? Se si quale dei dieci le ha lasciato sensazioni più forti? “Questi porti li ho visti tutti e li ho amati tutti. Alcuni li ho potuti frequentare di più, in altri ci ho potuto passare solo poche ore. Ma hanno tutti un aspetto, un ricordo, un'impressione che hanno finito col creare un rapporto: se invece che porti fossero persone direi un'amicizia. Nel libro parlo di dieci porti. Sono Admiralty Bay, nell'isola di Bequia, ai Caraibi, Ancona, Angra do Heroismo alle Azzorre, Anversa, in Balgio, New York, Paradise Harbor, in Antartide, Ushuaia, in Argentina, Byblos in Libano, Venezia e Saigon. Tutti mi hanno colpito, ma credo che quelli che ricordo con più emozione sono Paradise Harbour e Anversa. Il primo perchè è un vecchio attracco di navi baleniere, testimonianza di un mondo eroico e scomparso, il secondo perchè ad Anversa ho avuto modo di sperimentare per la prima volta che cos'è un porto commericale moderno”.
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Renata Mambelli
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Ph: rivista Ship2shore
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Stefania Vago
ABBIAMO BISOGNO DI UN SOGNO! Nuova linea Ancona - Spalato per migliorare i servizi e aumentare la concorrenza
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stata inaugurata lo scorso 27 aprile la nuova linea Snav che collegherà Ancona con Spalato. Quindi una nuova nave, la Snav Adriatico, opererà all’interno del porto di Ancona effettuando il servizio verso l’opposta sponda dell’Adriatico contendendo i passeggeri alla volta della Croazia agli altri operatori.
Abbiamo raccolto le opinioni di Stefani Vago responsabile dell’azienda nonché sorella di Pierfrancesco Vago CEO di MSC Crociere sempre facente parte del gruppo dell’armatore Gianluigi Aponte. Ma come mai la sostituzione del catamarano super veloce con un vero e proprio traghetto? “Diciamo - conferma Stefania Vago - che è stata la naturale evoluzione della nostra storia in Adriatico. Sono cambiati gli scenari a partire dal costo del petrolio che agli esordi era a 45 $ al barile mentre oggi si attesta su livelli di circa il doppio e anche il tipo di turismo che oggi oltre a quello standardizzato delle vacanze è fortemente rappresentato dal turismo religioso. Con la nuova nave offriamo un servizio di primissimo livello a iniziare dalla garanzia di livelli di sicurezza all’avanguardia, spazio per quasi 2000 passeggeri, cabine tutte sopra il livello del mare e tutte munite di servizi e docce. A dimostrazione dell’elevata qualità del servizio per il cliente sono presenti una piccola spa, una discoteca e il ristorante e pizzeria con menù alla carta”. Pronostici per la stagione? “Possiamo dire che, abbiamo già un numero di prenotazioni molto più elevato di quello che ci aspettavamo, con un booking proveniente dal centro e dal sud della nostra penisola. Vorrei poi aggiungere che oltre al passaggio nave, in considerazione del forte sviluppo del turismo religioso, abbiamo realizzato diversi pacchetti, insieme al tour operator Le Grand Bleu Tours, per gestire al meglio quei turisti che si recano a Medjugorje e che oltre all’esperienza spirituale vogliono vivere anche un
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momento di classica vacanza”. A luglio la Croazia sarà ufficialmente un membro dell’Unione Europea, cosa cambierà? “In realtà questo passaggio nel pieno della stagione turistica creerà sicuramente alcuni problemi di tipo burocratico amministrativo ai vettori ma non credo che possa causare disagi per i viaggiatori. La vera novità ci sarà quando anche la Croazia aderirà agli accordi di Shengen”. La vostra famiglia è molto legata alla città di Ancona? “In effetti c’è sempre stata molta attenzione alla città. In porto, circa l’80% delle attività coinvolge in qualche modo il gruppo e io stessa, sono molto vicina a questa città sentendomi quasi adottata”. Cosa manca alla città? “La città avrebbe bisogno di vivere una stagione di cambiamenti e ci auguriamo che ciò possa avvenire quanto prima. Occorre riappropriarsi del porto che deve vivere in simbiosi completa con la stessa. Mi permetto di lanciare una provocazione, un sogno: liberiamo il porto dalle merci e lasciamoci solo i passeggeri delle crociere, rilanciamo il waterfront e riportiamo gli anconetani all’interno di un’area che da sempre affascina chiunque vi si trovi a transitare”. A proposito di infrastrutture si avvicina al definizione dell’uscita Ovest… “Direi che questa opera è un miraggio che sopravvive da circa 30 anni. È vero sarebbe estremamente importante per lo sviluppo del porto ma è meglio non fare troppi proclami fino a quando non partiranno i lavori”. In attesa di poter valutare l’effetto che la nuova linea avrà sull’andamento dei traffici del porto di Ancona, speriamo che il primo passo sia la maggiore concorrenza che, come sempre, abbassa il costo e aumenta i servizi per chi viaggia. Luigi Gagliardi
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Inaugurato il servizio Trenitalia Ancona – Rimini – Milano che porta nelle Marche e in Romagna l'alta velocità
UNA “FRECCIAROSSA” DA ANCONA A MILANO
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a domenica 14 aprile è operativo il nuovo collegamento Frecciarossa Ancona – Milano. Il treno inaugurale è partito il 09 aprile scorso da Ancona alla volta di Rimini con a bordo l'Amministratore Delegato di FS Italiane Mauro Moretti e l’assessore ai trasporti della Regione Marche Luigi Viventi. stata inaugurata lo scorso 27 aprile la nuova linea Snav che collegherà Ancona con Spalato. Quindi una nuova nave, la Snav Adriatico, opererà all’interno del porto di Ancona effettuando il servizio verso l’opposta sponda dell’Adriatico contendendo i passeggeri alla volta della Croazia agli altri operatori.
Dopo la fermata di Pesaro, il Frecciarossa è giunto a Rimini dove ad attenderlo c’erano il Sindaco Andrea Gnassi e alcuni rappresentanti delle Amministrazioni locali interessate. Due le corse giornaliere uniranno Ancona, Pesaro e Rimini con Milano, percorrendo la linea AV da Bologna e permettendo ai clienti marchigiani e romagnoli di raggiungere la capitale finanziaria del paese nelle prime ore della mattina e di rientrare in serata. Trenitalia ha inoltre allo studio un potenziamento di quest’offerta Frecciarossa, a partire da giugno, con un collegamento estivo mattutino da Milano verso la costiera romagnola e marchigiana e ritorno in serata. Nonostante la ritrovata attenzione per l’area adriatica, da parte di Trenitalia non ci sarà l’auspicato prolungamento verso Bari, che in molti auspicavano in funzione del prossimo avvio della strategia per la Macroregione Adriatico Ionica. “In quella tratta - ha detto - ''non c'è abbastanza concentrazione di clientela e questi sono treni che si pagano solo con il prezzo del biglietti dei clienti. Per quell'area ci sono i Frecciabianca, un servizio che fino a due anni fa non c'era''. Con questa nuova offerta Trenitalia prosegue nella sua strategia di estendere i benefici e i plus dell’Alta Velocità di Ferrovie dello Stato Italiane anche oltre i territori attraversati dalla nuova infrastruttura, come è già accaduto con i Frecciargento in Puglia, in Calabria, in Veneto, a Trento e a Bolzano. Con la nuova coppia di Frecciarossa crescono anche i collegamenti veloci tra Milano e Bologna che diventano 53 al giorno. Grande soddisfazione traspare anche dalle parole dell’assessore ai trasporti della Regione Marche Luigi Viventi che durante il viaggio inaugurale ''ha confermato che si tratta di un risultato insperato'' specie nell'attuale contesto economico. E anche se il servizio ''si può ancora migliorare'', si tratta di ''una possibilità di crescita che ci fa ben sperare per il futuro''. Per altro la possibilità di raggiungere il centro di Milano in tre ore in treno, secondo l'assessore mette ''una pietra tombale'', in quanto più concorrenziale e vantaggioso, al collegamento aereo tra Ancona e il capoluogo lombardo, oggi assente. Anche il il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi si è dimostrato entusiasta dell’avio del servizio e ha aggiunto che “Rimini ha riaffermato la propria centralità di questa grande piattaforma dell’ospitalità con i suoi 1200 alberghi e che ora si collega a Milano in due ore, a Venezia in due e mezzo, in un’ora e 40 con Firenze. Adesso abbiamo una carta in mano per dire a tanti mercati, a quelli tedeschi, a quelli russi ed anche ai cinesi “siamo al centro dell’Italia e siamo collegati con il centro dell’Italia”.
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Porti, trasporti & logistica
Mauro Moretti A. D. di FS Italiane
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ITALO TI ACCOGLIE AD ALTA VELOCITÀ Il quadrante sud-est europeo che ricomprende l’area della Macroregione Adriatico Ionica al centro delle novità nel settore del trasporto persone
Gianluca Pinto Responsabile Marketing e Servizi di Nuovo Trasporto Viaggiatori
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niziata poco meno di un anno fa, l’avventura di NTV spa ha già dato i primi risultati in termini di concorrenza e miglioramento del servizio. Grazie ad Italo, l’azienda sta collegando quasi tutta l’Italia alle linee ad alta velocità e, ultimo tratto che entro dicembre sarà attivato è quello sulla dorsale adriatica con l’avvio della linea Ancona Milano.
“I risultati di questi primi mesi di attività sono molto positivi – conferma Gianluca Pinto Responsabile Marketing e Servizi di Nuovo Trasporto Viaggiatori - anche superiori alle nostre previsioni. L’avvio del servizio commerciale di Italo è avvenuto in maniera regolare, secondo il calendario stabilito dal ramp up, anticipando addirittura l’avvio di alcune tratte e ricevendo feedback molto positivi proprio dai nostri viaggiatori. Nel luglio 2010 scrivemmo che la dorsale Adriatica era tagliata fuori dall’alta velocità... Che cosa è cambiato in questi anni? “È il bene della concorrenza. È bastato che Italo annunciasse, nel dicembre scorso, di voler fare servizio sull’AnconaMilano, che anche le Ferrovie hanno rivisto e riscoperto le potenzialità della dorsale Adriatica. Insomma, abbiamo dato
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una “scossa” positiva e riacceso i riflettori sull’importanza socioeconomica di questa direttrice. Ma più in generale l’arrivo di Ntv ha determinato finalmente una positiva competizione sulla qualità e varietà dei servizi e sulle offerte commerciali. Tutto a vantaggio dei consumatori con un calo di circa il 30% del costo dei biglietti e il conseguente aumento dei viaggiatori di circa il 15% in un anno”. È di pochi giorni fa l’inaugurazione della linea Trenitalia Milano – Ancona con alta velocità, a quando la prima di Italo? “Ntv, d’intesa con gli Enti locali, ha deciso di spostare al 15 dicembre 2013, in occasione del lancio del nuovo orario 2014, l’avvio dei collegamenti sulla Milano-Ancona. Una scelta fatta per le difficoltà sono sorte all’annuncio del nostro arrivo ma anche, e soprattutto, per non creare impatti negativi ai treni regionali delle Marche e dell’Emilia Romagna. Questa decisione consentirà anche il rispetto dei tempi necessari all’esecuzione dei lavori sul marciapiede della Stazione di Rimini per permettere a Italo la sosta in stazione. L’intervento sarà completamente a carico di Ntv, a dimostrazione della nostra determinazione e del nostro interesse per l’adriatica”. Quale sarà l’offerta di Italo su questa tratta? “La Ancona-Milano sarà servita da sei collegamenti (3 in andata e 3 in ritorno) programmati al mattino, fine mattinata e tardo pomeriggio. I treni percorreranno la tradizionale linea adriatica da Ancona fino a Bologna, per poi immettersi nel nodo emiliano sulla nuova linea ad Alta Velocità. In questo modo il tempo di viaggio da Ancona a Milano si ridurrà a meno di 3 ore”. C’è in programma il completamento verso Sud della dorsale Adriatica? “La partenza di Italo sull’adriatica è determinata dall’importanza strategica di questo quadrante del Paese, con un settore produttivo e turistico molto significativo. Il nostro primo obiettivo è quello di consolidare l’attuale servizio, seguendo la via maestra di una politica di piccoli passi. Abbiamo però le antenne all’erta e siamo pronti a cogliere le opportunità che si possono creare”.
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.porti, trasporti & logistica
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L’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA SBARCA IN PUGLIA L'ESA (Agenzia Spaziale Europea), incontra la Puglia e la Puglia offre le proprie competenze e l'eccellenza raggiunta nel settore aerospaziale per avviare una proficua collaborazione. Dal 2012, infatti, l'Agenzia, ha deciso di avviare una collaborazione diretta con le Regioni e in quest'attività la Puglia, attraverso i suoi due distretti aerospaziali (produttivo e tecnologico) e il suo sistema delle imprese e della ricerca, vuole essere pioniera. La Regione Puglia, inoltre, già collabora con l'Agenzia spaziale italiana (Asi), con la quale ha sottoscritto una Convenzione e alla quale ha già presentato un "Piano di sviluppo spaziale regionale" basato su sei linee strategiche: rafforzamento del potenziale produttivo e tecnologico pugliese; sviluppo della domanda regionale di servizi spaziali; cooperazione interregionale; cooperazione internazionale, sviluppo di capitale umano; diffusione e trasferimento tecnologico. "L'aerospazio è per noi uno dei modi di coniugazione delle politiche dell'innovazione e dell'industria ha detto il Presidente Nichi Vendola - occorre tenere i piedi ben piantati nell'idea che non c'è sviluppo economico se s’inseguono le idee naif dell'economia del bricolage. Il Sud non si salva con l'artigianato o il turismo, tutte cose fondamentali, ma credo che al di fuori di un'articolazione dei settori produttivi che integri l'industria, che è il settore primario, il terziario e poi i settori innovativi, non ci sia salvezza. E l'aerospazio è uno dei settori in cui ci possiamo veramente reinventare".
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Aree dell’Adriatico PUGLIA
SOTTOSCRITTO ACCORDO MIROGLIO/QBELL Con la conclusione dell’accordo tra Mirgolio e QBell, riparte un pezzo di storia industriale nell'area tarantina. Non capita spesso, di questi tempi, di chiudere positivamente un tavolo cosi difficile che ha visto coinvolta una importante fabbrica del tessile come la Miroglio e durato quattro anni. L’accordo raggiunto con il gruppo che viene dal Friuli, rappresenta un forte segnale perchè prevede investimenti che riqualificano un’area industriale storica e riconvertono la produzione di una vecchia fabbrica. La Regione Puglia farà la sua parte per accompagnare tutto il processo di riqualificazione che vede impegnato un gruppo di straordinaria serietà come QBell che porterà in Puglia il valore aggiunto di un'impresa sana, che si è trovata a trattare la Miroglio che, al pari dell’azienda friulana si è dimostrata capaci di grande sensibilità nei confronti del territorio e di grande rispetto nei confronti dei lavoratori e delle pubbliche istituzioni. In sintesi l'accordo prevede 105 assunzioni entro novembre 2013, (70 assunzioni entro luglio e 35 entro novembre). Gli altri 85 ex lavoratori della Miroglio entreranno nella mobilità con l'impegno dell'azienda subentrante, la QBell, ad attingere esclusivamente a questa platea di lavoratori per l'implementazione della occupazione che potrà seguire ad ulteriori investimenti e ulteriori commesse attese nell'immediato futuro. L'azienda QBell produrrà televisori e schermi LCD di ultima generazione e tecnologicamente avanzati. Dagli ultimi dati nel mercato, QBell è al quarto posto in Italia nella produzione di tv.
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EOLICO OFFSHORE MOLISE BOCCIATO DAL CONSIGLIO DI STATO Ancora una bocciatura, questa volta definitiva, per il parco eolico offshore da 162 MW proposto da Effeventi al largo del Molise, nonostante le modifiche al progetto originario effettuate dalla società milanese sulla base delle richieste degli enti locali. Il Consiglio di Stato ha infatti convalidato la sentenza con cui alla fine del 2011 il Tar del Molise ha accolto i ricorsi presentati dalla Regione, con il conforto di alcune associazioni e dei comuni costieri, tra cui quello di Termoli (QE 28/12/11). La sentenza ha scatenato le ire di Legambiente, che sin dall'inizio ha sostenuto il progetto. "È stata una scelta miope, quella delle amministrazioni che hanno fatto ricorso contro un progetto di energia pulita a 8 km dalla costa e ipocrita da parte di chi oggi si fa paladino dell'ambiente ma continua a dare autorizzazioni per villette e porti turistici che stanno distruggendo le coste abruzzesi e molisane", hanno commentato i presidenti di Legambiente Abruzzo e Legambiente Molise, rispettivamente Angelo Di
Matteo e Maria Assunta Libertucci. “In due Regioni dove il problema della precarietà di lavoro diventa ogni giorno più drammatico, si rinuncia a 2-300 posti occupazionali che la realizzazione dell'impianto eolico offshore e la sua successiva gestione avrebbero reso possibili", hanno aggiunto Di Matteo e Libertucci, ricordando che grazie all'impianto "si sarebbe prodotta energia pulita capace di soddisfare i fabbisogni di almeno 120.000 famiglie, con vantaggi ambientali ed economici che gli enti locali avrebbero potuto far ricadere sul territorio". I due esponenti di Legambiente riscontrano infine un "paradosso": l'impianto "era stato allontanato dalla costa, come chiedevano gli enti Locali, e i cavidotti erano stati spostati per evitare di arrecare danni alle dune, con attenzioni ambientali che mai si erano viste in Abruzzo e Molise per progetti di trasformazione del territorio".
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Aree dell’Adriatico MOLISE
ROMA SBLOCCA 118 MILIONI DA INVESTIRE PER LA SANITÀ MOLISANA Il primo vertice a Roma per la verifica degli adempimenti del Piano di Rientro si risolve per il nuovo governo regionale con un’azione di assoluta importanza in materia di sanità. Dopo anni di vuoto, arriva l’atteso sì allo sblocco delle risorse spettanti alla Regione Molise ma trattenute finora in sede centrale per via dei continui esiti negativi ai Tavoli tecnici dei Ministeri di Economia e Salute. Nella serata di oggi, al termine di un lungo, serrato e attento Paolo Frattura incontro, durante il quale presidente Regione Molise sono stati analizzati anche gli ultimi atti posti in essere dalla struttura commissariale nell’ambito del recupero del disavanzo sanitario, il Tavolo Massicci ha concesso parere favorevole allo sblocco di 55 milioni di fondi Fas e di altri 63 milioni a valere dalle premialità del Fondo sanitario. Nel totale, 118 milioni di euro. A incidere su tale decisione, che dà al Molise l’attesa boccata di ossigeno per un comparto stretto da rigidissimi limiti derivanti dalle gestioni passate, in particolare il fatto che i tecnici del Ministero hanno voluto prendere atto del cambiamento dovuto al rinnovo della maggioranza e del governo del Molise. Si tratta, a ben vedere, di un’iniezione di fiducia alla Regione. “Sono contento dell’esito di questa verifica – è il commento del presidente Frattura –. Lo sblocco di queste risorse, richiesto e pretesto da anni da chi ci ha preceduti e a loro mai concesso, è ascrivibile anche a una diversa credibilità e a una maggiore affidabilità che abbiamo dimostrato ai Tavoli ministeriali”. Con il governatore Frattura, presenti a Roma i vertici della struttura commissariale, Filippo Basso e Nicola Rosato, il soggetto attuatore dell’Asrem, Carmine Ruta, il direttore generale della Regione Molise, Antonio Francioni, accompagnato da una delegazione di dirigenti dell’assessorato alla sanità, e i rappresentanti dell’advisor Kpm.
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MARINERIA PESCARA: BUONE NOTIZIE PER LA CIG IN DEROGA "Per quanto riguarda la Cassa Integrazione in deroga riguardante i lavoratori della Marineria di Pescara, nel corso dell'incontro al Ministero abbiamo ricevuto parere favorevole alle nostre richieste e questa è sicuramente una buona notizia". È fiducioso l'assessore regionale alla Pesca, Mauro Febbo, al termine della riunione che si è svolta gli uffici della Direzione Generale della pesca marittima e dell'acquacoltura a Roma e nel corso della quale è stata affrontata anche la questione del fermo biologico. Nel corso della riunione, tutte le Organizzazioni professionali e sindacali hanno votato la modifica relativa alla CIG destinata agli operatori del Porto di Pescara e per la quale si erano profilate alcune difficoltà in quanto nel corso del 2012 non avevano praticamente effettuato nessuna giornata di lavoro. "Se il Decreto Interministeriale avesse mantenuto inalterato il dispositivo del 2012 – ha confermato Mauro Febbo -, con la Cassa integrazione riconosciuta per un periodo non superiore alle giornate retribuite al lavoratore nell'anno precedente, ben 166 marittimi sarebbero rimasti senza nessun sostegno". Ora però, grazie al lavoro portato avanti i questi mesi, siamo riusciti a ottenere questo risultato importante in attesa del tavolo tecnico che si riunirà il 7 maggio e nel corso del quale si discuteranno le modalità per reperire i fondi destinati proprio alla copertura della Cassa Integrazione in deroga". Per quanto riguarda la deroga al Fermo biologico, secondo Febbo "anche in questo caso abbiamo registrato il sostegno unanime delle Organizzazioni e i vertici del Mipaaf si sono impegnati ad effettuare tutte le valutazioni scientifiche del caso per arrivare ad una risposta ne più breve tempo possibile. Chiaramente ora bisognerà lavorare anche presso gli uffici di Bruxelles, dove la partita appare certamente più insidiosa in virtù dei regolamenti comunitari e non è escluso nei prossimi giorni un nuovo confronto tra il Ministero e la Regione Abruzzo".
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Aree dell’Adriatico ABRUZZO
CONSORZI INDUSTRIALI: PROFESSIONISTI FIRMANO CONVENZIONE È stata firmata, questa mattina, a Pescara, la convenzione da parte dei professionisti che si sono aggiudicati con avviso pubblico l'ultima fase relativa alla fusione dei sei consorzi industriali, alla presenza dei Commissari dei Consorzi industriali e della dirigenza delle commissioni. "I professionisti - spiega il vice presidente della Giunta Abruzzo con delega allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione avranno sei mesi di tempo, improrogabili, per procedere alla fusione. Per cui, dal 31 ottobre, si avrà il superamento della fase commissariale dei consorzi industriali abruzzesi. Contemporaneamente - prosegue Castiglione - entro fine anno si procederà alla costituzione dell'ARAP (Agenzia Regionale Attività Produttive), che andrà a gestire con un'unica regia tutti i servizi delle nostre aziende. Servizi che ora, il più delle volte, sono Alfredo Castiglione, vice presidente deficitari. Riguardo a chi ancora si della Giunta Abruzzo ostina ad essere critico verso il procedimento da noi adottato, - precisa Castiglione ricordo che l'Abruzzo, con circa 10 mila km quadrati, ha sette consorzi che catalizzano solo 42 comuni, solo 1.600 aziende, che forniscono servizi spesso diversi da consorzio a consorzio, per non parlare del fatto che, da venti anni circa, sono commissariati e non svolgono più azione di attrazione verso nuove aziende. Riconosciamo - prosegue l'assessore - quanto di buono, in fase di costituzione, hanno svolto i Consorzi ma l'attuale necessità è di rendere più snello ed efficace l'insediamento di nuove attività che usufruiscano di servizi tecnologicamente avanzati. Ricordo - spiega ancora Castiglione - che il Consorzio Pescara-Chieti sta seguendo il processo di liquidazione per debiti accumulati nel corso degli anni per 45 milioni di euro circa. Certamente, le aziende che rientrano in questo comprensorio non subiranno alcun contraccolpo negativo e saranno servite come le altre dall'ARAP. Non si tratta, quindi, di una fusione a freddo, come qualcuno afferma, ma di un'ottimizzazione di situazioni che oggi sono notevolmente differenti da consorzio a consorzio, dove ripeto i dipendenti non ne risentiranno. Per ultima cosa? conclude Castiglione - voglio ricordare che i ritardi che si sono verificati sono ascrivibili ai ricorsi di una sigla sindacale e di un Comune, nonché dalla ricerca della somma utile alla fusione, circa 480.00 euro, somma indispensabile per le sei fusioni".
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Chanel ha due anni. Soffre di fibromatosi, una rara forma tumorale incurabile in Italia. I suoi genitori abitano in località Vallone di Senigallia e le uniche speranze di guarigione per la loro bimba sono a Boston negli USA. I loro nomi sono Simone Bocconi e Viviana Cunegondi. Vogliamo aiutarli a reperire fondi per affrontare il viaggio e le prime visite. Il tempo è poco. Se non si agirà rapidamente le condizioni di Chanel potrebbero rapidamente peggiorare. Di seguito diamo alcune istruzioni per poter dare una mano a Chanel e ai suoi familiari a non perdere la speranza di una vita normale. Coordinate IBAN per Chanel: IT 33 0 03075 01603 CC8000501923 Banca Generali - Bocconi Simone e Cunegondi Viviana. Nella causale: Contributo per le cure di Chanel
Recapiti: Simone Bocconi 3479128638 Viviana Cunegondi 3425443021
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Paola Gazzolo e Paolo Eusebi, assessori alla Difesa del suolo e della costa delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna
L’IMPEGNO PER LA SALVAGUARDIA DEL MARE
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iglata i primi giorni di maggio la “Carta di Bologna 2012” tra Paolo Eusebi e Paola Gazzolo, assessori alla Difesa del suolo e della costa delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna. “Un documento importante per la realizzazione di nuove buone pratiche, per costruire una piattaforma europea condivisa che può essere il presupposto per l’avvio di collaborazioni future e in particolare per una strategia di interventi comuni sulla costa dell’Adriatico” è stato il commento dei due assessori al termine dell’incontro.
Collaborare alla difesa della costa, dello spazio marittimo e del litorale: fa appello alla costruzione di una rete di forze tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo la ‘Carta di Bologna 2012’ elaborata nell’ambito del progetto di cooperazione transnazionale ‘Maremed’ di cui la Regione Marche è partner. La Giunta regionale aderisce al documento, condividendo finalità e contenuti, e demanda all’assessore per la difesa del suolo e della costa, Paolo Eusebi, la sottoscrizione: “La ‘Carta di Bologna 2012’ rappresenta un valido strumento di cooperazione tra le Regioni mediterranee – evidenzia l’assessore Eusebi – per la definizione di azioni comuni sulla gestione integrata delle zone costiere e dello spazio marittimo”. Tra i maggiori obiettivi: la costruzione di una rete di collaborazione fra gli osservatori costieri esistenti per analizzare le dinamiche morfologiche costiere nel Mediterraneo, la costituzione di specifiche strutture a livello regionale per il monitoraggio costiero, la gestione dei rischi e dei fenomeni erosivi e la gestione dei sedimenti; rilevare lo stato del fenomeno erosivo e del rischio di ingressione marina lungo le coste del Mediterraneo; promuovere l’uso sostenibile della risorsa strategica costituita dal territorio costiero per una corretta urbanizzazione costiera e di una pianificazione integrata; individuare, caratterizzare e promuovere l’uso sostenibile della risorsa strategica costituita dai depositi sedimentari costieri e sottomarini nel Mediterraneo per far fronte al fenomeno erosivo e agli effetti dei cambiamenti climatici lungo le zone costiere; promuovere strumenti di pianificazione territoriale integrati che consentano, tra l’altro, la tutela del paesaggio; progettare e realizzare interventi strutturali per una concreta politica di adattamento ai rischi naturali e antropici delle zone costiere e favorire la riqualificazione dei territori costieri; promuovere iniziative di cooperazione tra le Regioni, l’Università e i portatori d’interesse favorendo le possibili sinergie.
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Aree dell’Adriatico MARCHE
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UN “SISTEMA COSTIERO” PER DIFENDERCI DALL’INQUINAMENTO Il Consigliere dei Verdi Adriano Cardogna avanza una proposta di legge per intervenire subito
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Di fronte alle coste marchigiane in un anno si registrano circa 2.000 passaggi di navi delle quali circa il 50% trasportano sostanze classificate come pericolose”.
Adriano Cardogna Consigliere dei Verdi
Sono queste le semplici cifre che hanno spinto il capogruppo dei Verdi dell’Assemblea Legislativa delle Marche, a presentare la proposta di legge n. 303 denominata “Sistema regionale per la difesa dall’inquinamento di idrocarburi o altre sostanze nocive causati da incidenti marini”. L’iniziativa prevede la predisposizione di un sistema integrato di vari sensori installati, in mare e sulla costa, in grado di rilevare eventuali sostanze inquinanti e di prevederne gli spostamenti attivandosi in caso di spiaggiamenti. “Il nostro gruppo consigliare spiega Adriano Cardogna - promuove da tempo iniziative finalizzate alla tutela del mare e della costa: ora serve un impegno diretto promuovendo un sistema da avviare, in futuro per l’intera Macroregione Adriatico - ionica”. Come mai vi siete attivati? “Affinché la Regione si doti di un pronto sistema di risposta. La vulnerabilità dell’Adriatico è nota sia per le caratteristiche intrinseche del bacino bassi fondali e lento ricambio idrico - sia per l’elevata pressione antropica cui è sottoposto. E’ interessato da un intenso traffico marittimo e in particolare di petroliere, una costante minaccia per l’intera area. Inquinanti di varia natura possono essere rilasciati accidentalmente o intenzionalmente interessando, per il gioco delle correnti, la nostra costa. Inoltre ci sono 10 porti petroliferi, 7 terminali, 3 oleodotti, 13 raffinerie, 100 piattaforme offshore e numerosi terminali di rigassificazione, in fase di realizzazione o progettazione, oltre all’avvio di nuove prospezioni petrolifere”. Quali sono gli obiettivi? “Lo scopo è mettere a 'sistema' una serie di attività ora in fase di prova contenendo gli effetti dell’inquinamento a terra. Un'adeguata preparazione degli Enti locali chiamati a intervenire, stretta collaborazione con le Autorità marittime, sostegno e copertura normativa alle attività esistenti. A livello regionale, la proposta prevede un sistema di archiviazione informatica di dati georiferiti, il miglioramento degli interventi in caso di emergenza e una rete di allertamento costiero mediante sensori mobili di rilevamento. Tutelare il mare e la costa significa tutelare la qualità della vita dell’intera comunità marchigiana. Si può fare molto anche per lo sviluppo del turismo e della pesca. Prevenzione e gestione di questo tipo di rischio saranno ancora più incisive rafforzando strategie condivise all’interno della Macroregione Adriatico ionica”. Giulia Jorini
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www.adrianocardogna.it - www.consiglio.marche.it
.Aree dell’Adriatico MARCHE
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Il passaggio del Mar Rosso e la pulitura a tampone
IL RESTAURO PER UNA DIDATTICA DELL’ARTE Una mostra illustra il frutto della collaborazione tra Università e comuni locali esposizione delle opere abruzzesi restaurate dopo il sisma del 2009 aveva già annunciato una politica che continua a caratterizzare l’attività del Corso di Restauro dell’Università di Urbino: una stretta collaborazione con le amministrazioni locali per il recupero e il restauro delle opere dei piccoli comuni marchigiani.
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La mostra Il restauro per una didattica dell’arte, dal 22 marzo al 30 giugno, nell’Oratorio della Grotta della Cattedrale a Urbino, presenta dipinti su tela e manufatti lignei, restaurati dagli studenti con la supervisione di restauratori professionisti e docenti, e provenienti dall’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Si tratta di opere d’arte difficilmente visibili al di fuori dei loro contesti locali, che, a causa della mancanza di finanziamenti, non potrebbero essere recuperate in tempi brevi, peggiorando così le condizioni conservative. Come sottolineato da Mons. Tonti, vicario episcopale, le opere d’arte sono corpi vivi e il restauro non è una dinamica definitiva fine a se stessa, ma un intervento necessario, parte di una continuità di operazioni volte a restituire il lavoro allo stato iniziale, concepito dall’autore. Gli artisti in mostra non sono tra i nomi più conosciuti dell’arte rinascimentale italiana, ma appartengono alla storia locale e rappresentano il “codice genetico” di ricerca del bello dei cittadini. In mostra sono presenti diversi oli su tela come Madonna con Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano (sec. XV) del museo Diocesano Albani o Lavanda dei piedi di Antonio Viviani, proveniente dalla cappella del SS. Sacramento della Cattedrale di Urbino. Diverse le sculture lignee prelevate dal Museo Civico di Santa Maria Extra Muros di Sant’Angelo in Vado: Beato Servo di Maria del secolo XVIII, Beata Giuliana Falconeri, i santi Antonio da Padova e Francesco. Tra i manufatti più interessanti Il passaggio del Mar Rosso, dipinto su tela attribuito a Ludovico Viviani, prelevato dalla cappella del Santissimo Sacramento della Cattedrale urbinate, presentava in origine una superficie pittorica rovinata da depositi incoerenti e da una crettatura che ne impediva la fruizione. Gli studenti e i docenti del laboratorio di restauro sono intervenuti con lo spianamento del supporto per diminuire la deformità della tela e abbassare i cretti della pittura, hanno poi sostituito la struttura di sostegno non originale e ripulito la superficie pittorica prima di procedere con la protezione superficiale finale. Altro importante intervento è stato quello eseguito sul Portale ligneo della Chiesa di San Bernardino in S. Angelo in Vado, lavorato con decorazioni fitomorfe, figure e stemmi, che presentava in partenza sostanze di varia natura ossidatesi nel tempo, zone di rigonfiamento che non permettevano la corretta percezione della lavorazione ad intaglio e parti degradate a causa delle acque piovane. Il restauro è consistito nella pulitura dalle sostanze sovrapposte, interventi di ebanisteria, eliminazione delle parti compromesse con il risanamento delle fessure fino alla patinatura e alla protezione finale del portone. All’inaugurazione della mostra sono intervenute le rappresentanze dei comuni, dell’Università, dell’Assessorato al Turismo e della Soprintendenza per i Beni delle Marche, con l’obiettivo di una politica di partecipazione che, superati i particolarismi, punti alla tutela e alla promozione del patrimonio. Silvia Badon
.www.uniurb.it
Aree dell’Adriatico MARCHE
Portone di S. Bernardino prima e dopo intervento
CITTÀ STORICHE UNESCO, PATRIMONIO DI PACE
Nel 1972 venne approvata la Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale. Firmata da 175 paesi membri, la Convenzione internazionale ha lo scopo di individuare e conservare il patrimonio considerato tesoro dell’umanità. Finora sono stati riconosciuti 936 siti in 153 stati, ma è l’Italia il paese che ne detiene il maggior numero. Alla fine degli anni ‘90 anche il centro storico di Urbino entrò a far parte del patrimonio UNESCO, come simbolo di arte e architettura rinascimentale. Oltre al riconoscimento, l’organo internazionale incoraggia i paesi membri all’adozione di una politica che dia al patrimonio culturale una funzione strategica. Con lo stesso intento di stimolare la conoscenza e la conservazione dei beni culturali, il Distretto 2090 del Rotary Club Urbino ha organizzato il convegno Città storiche UNESCO, patrimonio di pace, in programma il 20 e 21 aprile nella bella cornice del Palazzo Battiferri. L’Università, rappresentata dalla Scuola di Conservazione e Restauro, ha partecipato portando l’esperienza del ruolo della formazione nelle attività di restauro e salvaguardia del patrimonio locale. Su Urbino è stato anche l’intervento dell’arch. Paolo Ceccarelli, per la conservazione e lo sviluppo futuro della città ideale del Rinascimento, mentre Carlo Francini, Coordinatore Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, ha parlato della città di Firenze, esempio del vivere consapevolmente un sito patrimonio dell’umanità. Dopo il discorso dell’arch. Francesca Riccio del Mibac riguardo alle ipotesi di gestione e protezione dei siti, le relazioni si sono concluse con un momento di confronto su possibili progetti di recupero e valorizzazione da attuare nei centri storici e il tema per la prossima edizione del convegno. Come indicato nella presentazione da Mauro Bignami, governatore del Distretto, questo appuntamento si propone di costruire una sorta di vademecum che riporti le caratteristiche, i problemi, le necessità, ma anche le potenzialità che ogni sito esprime, e creare una sinergia con altri Rotary Club presenti nei luoghi UNESCO per adottare iniziative comuni. www.rotaryurbino.org
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“OLI MONOVARIETALI D’ITALIA” Un coinvolgente viaggio nel mondo dell’olivicoltura italiana come sinonimo di territorio: l’identità degli oli raccontata dal binomio varietà e ambiente di coltivazione
L’
edizione permette, infatti, di tracciare una completa e sistematica panoramica sulle potenzialità di questo patrimonio fortemente legato alla storia, religione, cultura e alle tradizioni gastronomiche del paesaggio in cui insistono le varietà autoctone.
Un’Italia rivisitata attraverso la sua vasta biodiversità varietale di oli extravergini di oliva che, nella loro diversificazione delle caratteristiche organolettiche e sensoriali, rappresentano a pieno titolo la reale identità di un prodotto di “sicura e certa” origine italiana. Una pubblicazione curata da quattro autori per conto della Gabbiano Editore, con la collaborazione dell’ASSAM – Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche – e della stessa Regione Marche. Lo strumento editoriale funzionale per il lettore, sempre più attento, che ricercando i prodotti, riscopre anche i territori d’appartenenza. Una vision di marketing territoriale sulla quale sono inseriti veri e propri itinerari turistici: dall’origine delle varietà autoctone d‘olivo attraverso gli oli monovarietali, ovvero ottenuti a partire da olive 100% della stessa varietà, sino alle aree di coltivazione come fantastici paesaggi d’ammirare. Un singolare progetto atto a celebrare il decennale della Rassegna Nazionale degli Oli Monovarietali che si festeggerà nel prossimo giugno 2013. L’appuntamento dell’elite degli oli extravergini di oliva italiani di elevata qualità e fortemente tipicizzati, sia dal punto di vista analitico sia da quello sensoriale, e ottenuti da varietà autoctone. Organizzata da ASSAM e Regione Marche in collaborazione con CRA – OLI sez. Spoleto e Sole24ore Business Media, nel corso delle diverse edizioni, la manifestazione ha richiamato l’attenzione degli operatori economici e tecnici del settore e dei consumatori. L’ASSAM, in 10 anni di lavoro, ha analizzato oltre 2000 campioni di olio monovarietale, provenienti da 18 regioni italiane, descrivendone le caratteristiche organolettiche e nutrizionali di oltre 130 varietà censite e catalogate. È inoltre supportata da un’arti-
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Gianluca Carrabs Amministratore Unico dellʼASSAM
colata attività di ricerca e di sperimentazione nel campo olivicolo, svolta con costanza e impegno quotidiano dagli operatori e tecnici del settore agroalimentare. Da quest’anno, la Rassegna opererà in sinergia con la neo costituita Associazione Nazionale Oli Monovarietali, senza scopo di lucro e fortemente voluta dalla stessa ASSAM: gli iscritti sono produttori singoli o associazioni/consorzi il cui olio è stato ammesso almeno una volta alla Rassegna. “Oli Monovarietali d’Italia” corona insomma, un progetto comune con l’obiettivo di valorizzare a 360 gradi l’olivicoltura italiana e i caratteri peculiari delle varietà autoctone attraverso gli oli monovarietali, compresi quelli certificati Dop, Igp, Stg, biologici e biodinamici, tipici del territorio, promuovendone la diffusione sui mercati nazionali e internazionali; stimolare l’aggiornamento e il confronto tra operatori e, non per ultimo, educare il consumatore e incrementare i consumi di oli di qualità. Una pronta risposta alla politica del settore che tiene nella dovuta considerazione la produzione oleicola monovarietale: non una nicchia di mercato, ma le fondamenta per creare blend dotati di una spiccata tipicizzazione della qualità e dell’identità sensoriale. “Un’eccellenza quale quella degli oli monovarietali – dichiara Gianluca Carrabs, Amministratore Unico dell’ASSAM – va protetta, custodita e soprattutto promossa concretamente. Questo libro è un’ottima opportunità per definire standard di qualità dove s’identifichino le caratteristiche distintive, garantendo ai consumatori la qualità del prodotto agroalimentare, la tracciabilità dal campo alla tavola e tutte le notizie utili per una completa informazione e fruizione dello stesso. Inoltre, voglio ricordare che l’adattabilità delle varietà d’oliva autoctone al territorio, acquisita nel corso dei secoli, consente una coltivazione ecocompatibile e con ulteriori potenzialità di sviluppo. Negli ultimi anni, gli operatori della filiera olivicola hanno intensificato le superfici investite a olivo e, puntando sulla presenza di varietà autoctone, hanno incrementato i redditi. Un esempio da seguire e da non sottovalutare visti i tempi di crisi che stiamo vivendo”. Giulia Jorini
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LA RICETTA ‘ANTI-CRISI’ DEGLI INDUSTRIALI Rivedere il costo del lavoro anche modificando le norme che attualmente regolano gli accordi di solidarietà. Questa la ricetta degli industriali contro la crisi economica che non risparmia il sistema San Marino e che porta l’Anis a una serie di proposte. “Dobbiamo salvaguardare le imprese ed i livelli occupazionali – scrivono gli industriali – e per fare questo occorrono strumenti giuridici straordinari che consentano di rivedere, in accordo i sindacati, il costo del lavoro”. E gli ammortizzatori sociali? “Andrebbero potenziati, ma presentano un conto insostenibile. Occorre quindi ragionare su come razionalizzarne l’uso e come reperire altre risorse economiche. Da subito vanno individuate e messe quelle misure già delineate al tavolo strategico per lo sviluppo per rilanciare la competitività del sistema paese anche con interventi straordinari di liberalizzazione degli investimenti. Decisivo in tal senso è anche la moratoria sui mutui così come peraltro indica l’ultima legge di bilancio”. Al centro della discussione politico-economica del Titano in queste settimane c’è la patrimoniale e Anis chiarisce tutti i suoi dubbi. “Un provvedimento che non condividiamo, perché creerebbe altra recessione in quanto andrebbe a incidere sui valori degli immobili che già hanno subito un forte deprezzamento con le conseguenze economiche a tutti ben note”. Insomma, le risorse andrebbero reperite in altre maniere. “Innanzitutto con i risparmi ed eliminando vecchi interventi a pioggia. Cedendo seriamente i cosiddetti ‘frustoli’ di proprietà dello Stato e non per ultimo riducendo da subito il costo dell’amministrazione pubblica”.
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LA POVERTÀ A SAN MARINO A San Marino non ci sono numeri ufficiali sulla diffusione della povertà ma molti indicatori “sociali”, oltre a quelli della disoccupazione e del Pil, fanno capire che la crisi si è radicata prepotentemente anche tra le mura domestiche delle famiglie del Titano. Alla casa San Michele della Caritas nel 2012 è stato attivato un centro d’ascolto e il mercoledì mattina di ogni settimana ci sono sammarinesi che per poter mangiare si mettono in fila per farsi consegnare provviste alimentari di base. L’età media è di 42-43 anni, e rispetto all’anno passato sono più che raddoppiati, ci racconta il direttore della Caritas Diocesana Giovanni Ceccoli. Altro sintomo dell’impoverimento dei sammarinesi, il crescente ricorso al credito sociale erogato dallo Stato a cui può accedere chi ha un reddito inferiore agli 8.500 euro. Quasi 500 le domande presentate, 315 quelle accolte che danno diritto ad un aiuto che varia dai 740 ai 2000 euro.
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STATO DI EMERGENZA FINO AL 2014 DECOLLA DA BOLOGNA IL NUOVO VOLO SPECIALE PER MEDJUGORJE
Vasco Errani, Presidente regione Emilia-Romagna Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che proroga lo stato di emergenza dopo il sisma del 20 e 29 maggio 2012 e riapre i termini dei finanziamenti agevolati anche per i tributi. Nel dettaglio viene prorogato lo stato di emergenza al 31/12/14 e si conferma la possibilità di ricorrere al prestito per le imprese per il 2013. "Un altro passo positivo e doveroso, necessario alla prosecuzione degli interventi” ha commentato il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. Confermata anche l’opportunità per le imprese di ricorrere al prestito (con garanzie e interessi a carico dello Stato) per il 2013 grazie alla riapertura fino al prossimo 15 giugno dei termini per la presentazione delle domande per accedere ai finanziamenti agevolati anche per il pagamento dei tributi, contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria. Viene previsto di conseguenza l'adeguamento della convenzione tra Cassa Depositi e Prestiti e Abi. “Il presidente Errani continuerà a lavorare in questa direzione. Adesso è necessario in primo luogo il completamento del pacchetto fiscale: l’inserimento - fra i beneficiari - delle imprese con pesanti cali di fatturato; la sospensione e revisione degli studi di settore; l’eliminazione di ogni interpretazione equivoca sulla detassazione dei contributi pubblici e dei rimborsi assicurativi e la possibilità di spalmare le perdite del 2012 nei cinque bilanci successivi”. La Regione chiede in secondo luogo l’irrinunciabile modifica, da parte del Parlamento, del patto di stabilità dei Comuni e la correzione delle norme sulle assunzioni del personale per consentire alla Struttura commissariale, ai Comuni e alle Prefetture di far fronte alla mole di lavoro legata al riconoscimento dei contributi e al controllo della legalità.
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Aree dell’Adriatico EMILIA ROMAGNA
Rusconi Viaggi, operatore turistico leader nazionale nell’organizzazione di pellegrinaggi su Medjugorje con circa 15.000 passeggeri trasportati nel 2012, presenta il nuovo volo che permetterà di raggiungere la piccola località della Bosnia Erzegovina direttamente da Bologna. “Questo nuovo volo rappresenta la novità principale della nostra già ampia e curata programmazione su Medjugorje e siamo certi che il mercato di riferimento accoglierà con piacere l’iniziativa. La notevole esperienza acquisita in ben trent’anni d’attività, l’approfondita conoscenza degli eventi e di tutta la complessa realtà locale, la formazione di accompagnatori particolarmente esperti e l’attenzione alle esigenze e alle aspettative dei partecipanti, ci consente inoltre di garantire la miglior riuscita di tutti i pellegrinaggi per Medjugorje che proponiamo” commenta il Presidente Eliseo Rusconi. Il volo decollerà dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna alle ore 12:00 con arrivo a Mostar alle ore 13:10. Il rientro da Mostar è invece in programma alle ore 10:00 con arrivo a Bologna alle 11:10. Da Bologna, Rusconi Viaggi prevede pellegrinaggi di 3 giorni con quote a partire da 455 euro a persona, di 4 giorni con un prezzo a persona di 530 euro e di 5 giorni con un costo pari a 560 euro a persona. La quota di iscrizione è di 30 euro. Sono inoltre previste interessanti riduzioni per bambini, religiosi, viaggi di nozze e anniversari (25° e 50°). I prezzi proposti dall’operatore comprendono il viaggio aereo in classe unica con voli speciali, tasse aeroportuali e di sicurezza, trasferimento dall’aeroporto a Medjugorje e viceversa, autopullman a disposizione per tutta la durata del pellegrinaggio, soggiorno a Medjugorje in pensioni o hotel 3 stelle, trattamento di pensione completa, bevande incluse a tutti i pasti, mance, assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio, materiale a supporto viaggio e auricolari durante il soggiorno.
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PATTO DI STABILITÀ VERTICALE INCENTIVATO PER GLI ENTI LOCALI La Regione ha messo a disposizione degli Enti locali del Veneto circa 50 milioni di euro di ‘spazio finanziario’ approvando in Giunta la deliberazione relativa al cosiddetto Patto verticale incentivato, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2013 e sulla base dell’intesa definita in Conferenza Stato-Regioni il febbraio scorso. Il plafond sarà così suddiviso: 37 milioni e mezzo di euro a favore di 341 Comuni (sono esclusi quelli con popolazione inferiore ai mille abitanti) e 12 milioni e mezzo di a favore delle sette Province. Contestualmente la Regione ha provveduto a rideterminare i propri obiettivi programmatici in termini di competenza finanziaria, riducendoli dello stesso importo. “Sia chiaro: non è che la Regione trasferisce risorse a Comuni e Province – spiega l’assessore al bilancio e agli Enti locali, Roberto Ciambetti –, ma consente loro di spendere quelle che già sono nelle loro casse ma risultano immobilizzate a causa dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità. Le amministrazioni potranno così effettuare pagamenti da tempo bloccati e onorare gli impegni assunti con le aziende che attendevano la corresponsione per le opere e i lavori eseguiti, immettendo così nuova liquidità nel sistema economico”.
Roberto Ciambetti, assessore al bilancio e agli Enti locali, Regione Veneto
TURISMO, CULTURA E PROGETTUALITÀ EUROPEA Al turista di ultima generazione e a quelli del futuro, cresciuti con le nuove tecnologie e padroni delle nuove forme di comunicazione, il Veneto propone itinerari culturali antichi nel tracciato e nuovi nel modo di visitarli. Si tratta dell’antica Via Annia e della linea costiera che, partendo da Adria e passando per Altino e Concordia Sagittaria, proseguono verso la mitteleuropa, i Balcani e la costa dalmata, storici riferimenti di Venezia e del Veneto, i cui principali monumenti, i musei ed i siti archeologici si potranno visitare sia fisicamente sia virtualmente. È questo il maggiore risultato di Tech-Tour, progetto transnazionale con partner serbi, italiani, croati e sloveni, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma quadro per la competitività e l’innovazione CIP 2007-2013, del quale si svolge oggi a Venezia la conferenza conclusiva dedicata al tema “La tecnologia al servizio della cultura un’opportunità per il turismo”. “Tech Tour è un progetto con budget molto limitato (poco più di 10 mila euro le risorse attribuite al Veneto), che ha tuttavia permesso – conferma l’assessore al turismo Marino Finozzi – realizzazioni di elevata qualità: pannelli interattivi e multimediali che informano il turista e la creazione di una app per tablet e smartphone che guidano virtualmente il turista nell’interazione con i siti archeologici. Il Veneto – ha aggiunto l’assessore – è impegnata in quattro progetti a finanziamento comunitario: Tech Tour appunto, Adristorical Lands, CHARTS e VeRo Tour, finanziati da tre diversi programmi europei, ciascuno con finalità differenti. Quello dei progetti europei è un settore di attività in forte crescita, rappresenta una fonte di finanziamento strategica e ci dà modo di raggiungere risultati importanti e duraturi per l’ulteriore sviluppo del turismo regionale, in un contesto transfrontaliero che collega i percorsi idealmente e fisicamente, ad altri Paesi, creando ulteriori sinergie”.
Comune di Barbona, Padova
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SI PARTE DA TAGLIO COSTI POLITICA Il nuovo presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha già le idee chiare su come intende governare la Regione, Lo si evince dall’intervista rilasciata all'ANSA della quale riportiamo i passaggi salienti. Per ridare credibilità alla politica e risparmiare risorse, il primo provvedimento, sarà ''il taglio ai costi della politica. Ridurremo drasticamente i costi di funzionamento del Consiglio regionale – ha annunciato la neo presidente - verranno tagliati fondi in dotazione ai gruppi consiliari e indennità degli eletti per equipararle a quella dei sindaci dei Comuni capoluogo; sarà eliminata la quota con cui il Consiglio integra l'indennità di fine mandato e azzerato il fondo per i presidenti di giunta e Consiglio. Via la quota di indennità destinata al vitaliziò”. Nei primi gironi di governo, poi, sembra sarà necessario “andare a Roma per rinegoziare il Patto di stabilità, per ridare fiato alle nostre imprese”. Altri provvedimenti importanti sono la sburocratizzazione dell’amministrazione, la semplificazione delle procedure, l’apertura dello Sportello unico per il cittadino e le attività produttive e, infine, abolizione del ticket da 10 euro sulle impegnative per le prestazioni sanitarie. Il contrasto alla disoccupazione giovanile avverrà attraverso “il ricorso alla 'garanzia giovani': attraverso fondi Ue – ha aggiunto la neo presidente - si può dare un impiego o uno stage agli under 25 entro 4 mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro”. Un deciso no viene invece sottolineato rispetto alla Macroregione del Nord e un convinto si, invece, a un vecchio all'euroregione “Senza confini” magari guidata dal presidente del Veneto Luca Zaia. Su come poter restituire un ruolo internazionale alla regione la giovane presidente è stata fin troppo dichiarando che ''è fondamentale far uscire il Fvg da marginalità e isolamento. Abbiamo una posizione geopolitica e una naturale vocazione europea ancora tutte da sfruttare. L'UE offre molte opportunità, a partire dai Corridoi europei, primo quello Baltico-Adriatico, presupposto per la valorizzazione del sistema portuale Fvg”.
ALLARGATA LA POSSIBILITÀ DI SPESA PER I COMUNI Il Consiglio delle Autonomie Locali, riunitosi lunedì 15 aprile a Udine, ha dato parere positivo (15 favorevoli, 5 astenuti, nessun contrario) alla delibera approvata in via preliminare dalla Giunta regionale con la quale, nell'ambito del Patto di stabilità con lo Stato, la Regione cede a Comuni e Province del Friuli Venezia Giulia un ulteriore "spazio finanziario" di 90 milioni di euro. Lo "spazio finanziario" è un nuovo termine, introdotto per la prima volta proprio dal Patto di stabilità. Con questo si intende l'entità della spesa che viene consentita agli enti locali. Con la delibera, 15 milioni di "spazio finanziario" - ovvero quindi di possibilità di spendere - vengono destinati alle Province, gli altri 75 milioni ai Comuni. Il 60% della quota riservata ai Comuni sarà assegnata "in proporzione al saldo obiettivo di ciascun Comune in base all'accordo StatoRegione" e dovrà servire con priorità assoluta al pagamento di opere per le quali il contratto è stato stipulato entro lo scorso anno. Il restante 40% sarà messo a disposizione dei Comuni che, dopo la prima assegnazione, non sono riusciti a pagare tutto il pregresso, con priorità a quelli più piccoli.
Debora Serracchiani, Presidente del Friuli Venezia Giulia
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GLOBAL VILLAGE C inghiali, vigili urbani, code stradali, alcolizzati, tossicodipendenti, inquinamento ambientale grave. Anche nel 2013 questo è il panorama usuale della nostra riviera e non solo, per le tanto agognate ferie estive per noi, i nostri anziani e, soprattutto, i nostri bambini! Il turismo italiano negli anni ’70 era il numero 1 al mondo oggi siamo al 25° posto!
Noi indigeni che la bella Italia ce la godiamo tutto l’anno, almeno d’estate abbiamo il diritto e il dovere di respirare, di non essere scippati in continuazione nei luoghi pubblici o, peggio, di essere aggrediti e violentati nelle nostre case o, comunque, derubati nelle pompe di benzina dalle compagnie petrolifere e, da ultimo, dal rapace fisco italiano. Giacché il panorama del turismo mondiale è profondamente cambiato dal secolo scorso ad aggi e la cosa è avvenuta a livello globale, così come i tedeschi nostri clienti per decenni, dobbiamo lasciare il posto a russi, arabi, cinesi e guardarli semplicemente intorno, vicino, lontano solamente confrontando il prezzo dell’ombrellone con quello di una camera d’albergo e del posto che ci potrebbe interessare. La scelta è ormai obbligata, perché in estate nel nostro territorio, soprattutto lungo le coste, il sovraffollamento è paragonabile solo a paesi come India e Cina: per cui il raffronto per persone per metro quadrato e, soprattutto, sanitariamente è inaccettabile! Lo spostamento turistico di molti milioni d’italiani all’estero potrebbe apparentemente sembrare disastroso per chi riscuote le tasse di soggiorno, per i soliti “benzinai”, per gli incassi delle autostrade, alberghi, ristoranti ecc… Ma, di fatto, innalzerebbe la qualità dell’offerta turistica italiana per i 44 milioni di Rockefeller cinesi, indiani, russi, bricks piuttosto che piiggs. Il fenomeno è già ampiamente in essere nella fascia giovanile, ma ancora tutto da organizzare per le atre fasce sociali. Di fatto stiamo parlando di un esodo di massa tipo quello vissuto da fine ottocento ai primi del novecento quando 90 milioni di europei abbandonarono la propria patria affamata per trasferirsi negli Stati Uniti d’America. In conclusione, con una sola espressione in lingua inglese, “Global Village”, si deduce che il tradizionale, profondo, congenito provincialismo italiano è terminato. Leone di San Marco
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