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PERIODICO

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all’interno: Speciale Fiera del Rosario di San Donà di Piave

MAGAZINE Supplemento ad Affare Fatto num. 38 - Ottobre 2014

INFORMAZIONE A DIFFUSIONE

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GRATUITA


Che cos’è

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info Un magazine completamente nuovo, originale, ma allo stesso tempo UTILE. Si rivolge ai lettori con articoli che riguardano cose concrete, con consigli pratici, per come migliorare l’ambiente in cui vivere.

In questo numero:

Come pitturare casa: 5 tecniche per tinteggiare fai da te...........pag. 3

Tenda da sole? si grazie!.........................................................................................pag. 4

In cucina con......................................................................................................................pag. 6 Speciale Fiera del Rosario S. Donà di Piave 2014...............................pag. 7

Quella volta.........................................................................................................................pag. 8 San Donà Fumetto........................................................................................................pag. 9

Chi ha inventato la pizza?..................................................................................... pag. 10

I migliori trucchi per la pulizia della casa................................................. pag. 11 Il canone concordarto conviene......................................................................pag. 12

Certificazione energetica, saperne di più................................................pag. 13 Coltivare in terrazzo, come fare.......................................................................pag. 14

In copertina: foto storica della Fiera del Rosario, piazza Indipendenza di San Donà di Piave.


Come pitturare casa: 5 tecniche per tinteggiare fai da te Prima di iniziare a pitturare una parete o imbiancare casa, sia che vogliate rinfrescare il colore, rinnovare gli ambienti, o più semplicemente provare a dare quel tocco personale alle camere, dovrete conoscere le tecniche. Senza pretese di esaustività, vogliamo almeno presentarvi cinque tecniche di tinteggiatura e cinque effetti alle pareti, fra i più diffusi, per pitturare la casa da soli ottenendo l’effetto desiderato. La spugnatura. Fra le tecniche meno complesse, questa particolare tecnica, è il risultato che si ottiene tamponando la parete con una spugna, imbevuta nella tinta, che viene poi schiacciata sul muro. L’effetto varia a seconda della pressione esercitata ma è comunque molto gradevole. La cenciatura e conciatura. La cenciatura è molto simile alla spugnatura. Pur con un metodo di applicazione simile alla precedente, prevede però l’utilizzo di materiali diversi rispetto alla spugna. Nello specifico, una volta passata una mano di colore base alle pareti, si deve agire sul muro con stracci, pelli o tessuti vari (foto seguente), passando direttamente sulla vernice appena posata, ancora fresca, in modo da tracciare dei motivi nella regolarità del colore. In alternativa, lo strumento, staccio o altro, potrà anche essere imbevuto nel colore. La velatura. Proseguendo con i diversi gradi di difficoltà introduciamo la velatura. Con questa tecnica si potranno scegliere fra diversi strumenti. Ad esempio il pennello o la pennellessa, così come dei panni o tessuti, che in ogni caso verranno utilizzati per passare una seconda mano di vernice, in genere più scura, su una base già asciutta. Così, al colore di fondo si potrà aggiungere un “velo” di altro co-

lore che, a seconda dello strumento utilizzato per stenderlo, otterrà una diversa finitura più o meno marcato come trama o più o meno leggero come impressione di colore. Il pennellato o patinato è invece una tecnica particolare che gioca sul contrasto dato da due strati diversi di colore, in genere un fondo chiaro e uno strato superiore più scuro, e dal motivo tracciato sul colore superficiale. Nel dettaglio, l’effetto pennellato, si ottiene con l’uso di un particolare pennello, che, grazie alle setole rigide, può rimuovere o segnare in maniera evidente il colore più in superficie, facendo nel primo caso apparire la vernice sottostante, oppure lasciare evidenti tracce del suo movimento sulla seconda mano di vernice Tecniche con il rullo. Concludiamo introducendo le tecniche che prevedono l’utilizzo di rulli, non solo per imbiancare ma anche per decorare. Fra i rulli ve ne sono di diversi tipi, per dimensioni, ma soprattutto per le diverse finiture che offrono, in base al materiale che ne costituisce il rullo. Fra i principali, quelli con i materiali più o meno rugosi, scamosciati o di spugna. Tutti questi, imbevuti accuratamente nella vernice da utilizzare per la finitura, andranno passati con diversa pressione.

Oderzo:

S. Donà di P.:

Le migliori pitture per muro, ferro e legno

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Tenda da sole? si grazie! non si alterano col tempo. Il colore del filo acrilico tinto in massa è impregnato nel cuore della fibra durante la sua fabbricazione, contrariamente ad altri filati il cui colore si ottiene tramite semplice ammollo. Alcune tele, generalmente in poliestere tinte in filo o in polipropilene, si deteriorano rapidamente sotto i raggi UV e perdono i loro colori con rapidità La mia tela presenta delle pieghe od ondulazione lungo le cuciture, è normale? Sì. In seguito a manipolazioni durante la cucitura, la confezione ed il montaggio, i tessuti acrilici possono talvolta presentare delle goffrature visibili in controluce e dovute ad un effetto ottico (differenza di rifrazione della luce). Queste piccole irregolarità non alterano in nulla le prestazioni della tela. Il vostro installatore non è comunque responsabile di esse. La mia tela comincia ad ammuffire, è normale? Le tele fabbricate con fibre sintetiche moderne come l’acrilico tinto in massa non sono putrescibili. Solo le fibre naturali come il cotone lo sono. Fate comunque attenzione a non richiudere la vostra tenda se la tela è umida, perchè la polvere e l’inquinamento che si depositano talvolta sulla tela sono invece putrescibili. Se per varie ragioni dovete richiudere la vostra tela umida, non appena potete fate asciugare il tessuto. La protezione sotto una tenda Vorrei una protezione massima contro gli UV. Una

Le tende in condominio Abito in un palazzo e vorrei posare una tenda, esiste una normativa specifica? Non esiste una precisa normativa per le case, che siano in città o in campagna. Dovete solo verificare presso il vostro condominio se è stato scelto un preciso tipo di tela per la vostra casa. Se abitate in un quartiere storico dovete informarvi presso la sovrintendenza per chiedere se è possibile o no mettere la tenda di vostra scelta. Cambiare una tela per tende La mia tela per tenda si è deteriorata, devo cambiare tutto? Se volete cambiare solo la vostra tela perchè si è usurata o per dare un nuovo look alla vostra casa, potete sostituire il telo. Il vostro rivenditore sostituirà solo il tessuto. Approfittate dell’autunno o dell’inverno per sostituire il vostro tessuto in modo da poterne godere sin dalle prime belle giornate. Tutti i tipi di tende possono essere rintelate? Assolutamente, tutte le armature possono essere rintelate. Tuttavia vi possono essere delle eccezioni con le armature a basso prezzo. Si consiglia vivamente di rivolgersi ad un rivenditore di tende per avere un parere da esperto. La qualità della tela La mia tela perde il colore al sole, è normale? Una tela per tende in acrilico tinto in massa resiste a lungo contro l’aggressione degli UV e i suoi colori

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SAREMO PRESENTI ALLE FIERE DI: 61° Fiera Casa Moderna di Udine dal 27/09/14 al 06/10/14 Fiera del Rosario di San Donà di Piave dal 04/10/14 al 06/10/14 Fiera Piante e Fiori di Motta di Livenza il giorno 12/10/14

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tela per tende può proteggermi? Una tela per tende offre un livello di protezione estremamente elevato contro gli UV. Il grado di protezione varia in funzione del colore della vostra tela. Le tele chiare, più permeabili agli UV rispetto alle tele scure, sono comunque efficaci quanto una crema solare a protezione 50 (più del 90% dei raggi UV filtrati). Una tenda mi protegge dal calore del sole? In estate in Italia l’energia che arriva sulla terra proveniente dal sole può superare i 1200 W/m2 cioè l’equivalente di più termosifoni per m2 di superficie al sole. A seconda della tonalità, una tela per tende filtrerà tra l’80 e il 95% dell’energia solare. Quale tonalità scegliere per avere un’atmosfera calda sotto la mia tenda? I colori influenzano il nostro benessere e contribuiscono a creare un’atmosfera fresca, calda o temperata. Una tela per tende colora la luce del sole e influisce direttamente sulla percezione della luce. Un colore come il blu “raffredderà” la tinta della luce e accentuerà la sensazione di freschezza. Un colore come il giallo “riscalderà” la tinta della luce e donerà un senso di caldo. Una tela per tende di qualità bloccherà tra il 90 e il 100% dei raggi UV. Se desiderate una protezione massima scegliete una tela acrilica tinta in massa 360 gr/m2 a colori scuri. Infatti il peso elevato esprime una forte densità del filato al metro quadro. Più il tessuto è denso, più i raggi vengono bloccati. Inoltre i colori scuri bloccano gli UV. Manutenzione e Pulizia Posso utilizzare un’idropulitrice per pulire la tenda? I detergenti a forte pressione sono vivamente sconsigliati per la manutenzione della vostra tenda e dell’armatura perchè rischiano di distruggere il trattamento repellente e antimacchia applicato sulla tela. La mia tenda è sporca, cosa devo fare? Potete spolverarla ed eliminare la polvere dalla superficie della tela a secco aspirando, soffiando dell’aria, battendola o spazzolandola. Per le mac-

chie utilizzare una soluzione di acqua e sapone La mia mantovana si sporca in inverno, cosa devo fare? La mantovana si pulisce come la tela. Tuttavia è meglio smontarla e riporla in un luogo asciutto in attesa delle belle giornate. Acquistare una tenda Perché acquistare una tenda? Innanzitutto per proteggersi dal sole e dall’aggressione dei raggi UV. Dotare la propria terrazza di una tenda vuol dire offrire uno spazio di vita in più e godere appieno della vita in esterno. Vuol anche dire abbellire la propria casa dando un tocco grafico e decorativo. Una tela per tende vi proteggerà dal caldo e dalla luce del sole di giorno ma anche dal fresco in piena notte. Dove posso acquistare una tenda? Per avere una consulenza di qualità, un’ampia scelta di prodotti su misura e una garanzia di servizi, vi consigliamo di rivolgervi presso un rivenditore di tende. Sono professionisti della protezione solare, che vi garantiscono un lavoro di qualità e una risposta adatta ai vostri bisogni. Troverete inoltre dei prodotti presso i centri commerciali specializzati ma l’offerta sarà molto più ridotta e i consigli meno personalizzati.

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IN CUCINA CON.... Antica Trattoria Al Salice Lo chef Marco suggerisce una zuppa profumata ai sapori del mare

Zuppa di pesce allo zafferano e sambuca Ingredienti per 4 persone: 1/2 porro 1 carota 50g di pomodorini 1 scalogno 5/6 foglie di basilico prezzemolo tritato q.b. 1 bicchierino di sambuca zafferano in pistilli q.b. vino bianco secco olio extravergine sale e peperoncino

200g di polpa di scorfano 150g di polpa di pesce ragno 220g di gamberi rosa 150g di ghiozzi(gò) 1 seppia 2 calamari 100g di vongole

antica trattoria Al Salice

Mondare e lavare le verdure. Squamare e pulire dalle interiora i pesci (si può far preparare il pesce dal pescivendolo). Sfilettare i pesci per tenere la polpa e le lische per preparare il brodo. Preparazione brodo: Stufare una parte delle verdure tagliate grossolanamente con un filo d’olio per circa 10 minuti, coperte. Unire le lische e le teste dei pesci rosolandole a fuoco dolce e sfumare con il vino bianco. Coprire la base con abbondante acqua calda, aggiungere una presa di sale grosso e bollire per 15 minuti. Passare il brodo al setaccio. In una casseruola fare imbiondire con un filo d’olio le verdure tagliate a julienne (taglio sottile). Unire i pesci (prima la seppia, i calamari poi lo scorfano e il pesce ragno infine i crostacei più delicati come le vongole e i gamberi). Bollire per 10 minuti. Profumare alla fine con la sambuca e lo zafferano e le erbe aromatiche. Note: Utilizzare sempre il fuoco dolce per una cottura più leggera e digeribile e non alterare così i principi degli ingredienti. I profumi, quali spezie erbe aromatiche e liquori, sempre alla fine, una cottura lunga ne altererebbe le qualità organolettiche, ( es. zafferano). di Marco Frare

Via Salezzo n. 128 - 30020 Ceggia 347.5031291 - tel/fax 0421.322.898 E-mail trattoria.salice@gmail.com www.ristorantealsalice.it 6


Speciale

NOVITA’ 2014 INGRESSO LIBERO

FIERA DEL ROSARIO CAMPIONARIA D’AUTUNNO

SAN DONA’ DI PIAVE 4-5-6 OTTOBRE 2014 I

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Venerdì 3 ottobre alla sera, Piazza Indipendenza PIAZZA IN FIERA Dj Set & Food Sabato 4 ottobre Area Fieristica Via Pralungo, h. 10 INAUGURAZIONE FIERA CAMPIONARIA D’AUTUNNO Ingresso libero Da Venerdì 3 a Lunedì 6 ottobre P.zza De Gasperi FIERA DELLA STIRIA Sabato 4 ottobre dalle ore 17.30 - 23.00 STREET BAND FESTIVAL I EDIZIONE Street Bands itineranti nel centro cittadino

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Sab/Dom/Lun: 4-5-6 ottobre FIERA CAMPIONARIA D’AUTUNNO (ingresso libero) FIERA DELLA STIRIA P.zza De Gasperi MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO P.zza Indipendenza MOSTRA DELLE ASSOCIAZIONI (dal 3 al 6 ottobre)

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Domenica 12 ottobre P.zza Indipendenza e Centro FESTA DEA POENTA In collaborazione con la Proloco di San Donà di Piave

Dom/Lun: 5-6 OTTOBRE MERCATO STRAORDINARIO DELLA FIERA DEL ROSARIO MOSTRA MERCATO DELL’AGRICOLTURA V.le Libertà

Sabato 18 ottobre h. 11 Musei Civici Sandonatesi Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea INAUGURAZIONE MOSTRA GIANNINO ANCILLOTTO (18961924): L’ALA INCOMBUSTIBILE

11-12 OTTOBRE Area fieristica di Via Pralongo san donà FUMETTO V edizione Fiera del Fumetto

Mostra storica nell’occasione del 90° Anniversario della morte dell’aviatore sandoantese della Grande Guerra.

di Zanutto Laura

Via Carozzani, 92 - San Donà di Piave Tel. 0421.221817


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Speciale

FIERA DEL ROSARIO CAMPIONARIA D’AUTUNNO

Quella volta...

Ormai da più di cent’anni in autunno ritorna la fiera regionale del rosario, che animerà la città di San Donà di Piave nella prima settimana di ottobre. La fiera del rosario verrà inaugurata con l’ormai tradizionale taglio del nastro, che sarà eseguito davanti a diverse autorità. Dopo ciò le porte dei saloni dell’esposizione campionaria d’autunno 
sull’artigianato in via Pralungo verranno aperte.

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Speciale

FIERA DEL ROSARIO CAMPIONARIA D’AUTUNNO

LA STORIA COM’E’ NATA: il giorno del Venerdì Santo le vetrine dei negozi venivano addobbate con cura particolare poiché alle migliori veniva attestato un piccolo premio. La festività più cara ai sandonatesi era però quella della Madonna del Rosario, che iniziava la prima domenica di ottobre. Non sappiamo quando fu svolta per la prima volta, anche se il più antico manifesto risale al 1814.Resta il fatto che la Fiera del Rosario, anzi la Fiera, come si dice popolarmente, continuano ad evolversi come per simboleggiare San Donà nel domani.

c’erano “l’uomo ragno” la “donna cannone” e “l’uomo serpente” speravamo di uscire senza pagare. Pagavamo tutte le giostre e i baracconi come ad esempio quello degli scheletri, un altro divertimento dietro al municipio era provare le biciclette a 10 centesimi.>>

Alcune testimonianze di anziani sandonatesi riguardanti la fiera del rosario ci fanno comprendere l’atmosfera che si respirava anni fa. 1) com’era la vostra giornata durante la fiera? <<Vivevamo un grande entusiasmo, per noi la fiera era il giorno piu’ bello dell’anno. La fiera era un’avvenimento straordinario per noi che eravamo piccoli, era come andare nel paese dei balocchi.>>

3) che giostre c’erano alla fiera? << una giostra che piaceva molto era quella delle bestie, un’altra giostra meravigliosa era quella delle gabbie, si provavano emozioni fortissime. comunque piu’ o meno le giostre erano quelle che troviamo ancora oggi, la giostre a catene, gli autoscontri, lo zero volante cioe’ le montagne russe.>>

2) come vi divertivate? << Erano 2 giorni di festa domenica, lunedi’ il divertimento piu’ grande era intrufolarsi in mezzo alla gente essere davanti ai banchetti, dove

fonte immagini e testi Biblioteca Civica di San Donà di Piave.

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Chi ha inventato la pizza? Come nasce la pizza? Dove nasce la pizza?

Per cercare di rispondere a tutte queste all’apparenza semplici domande, bisogna ripercorrere la storia della pizza e dei suoi ingredienti a partire da molto lontano ...infatti molte migliaia di anni fa, alle origini della storia, l’uomo diventava agricoltore e raccoglieva i chicchi di grano e quando ne aveva bisogno se ne nutriva. In seguito l’uomo scoprì che poteva anche impastare quel grano con l’acqua, e arrostire quell’impasto, a forma di disco su pietre roventi. Il grande passo successivo fu quando venne scoperto il principio della lievitazione, e fu inventato il primo forno per una cottura molto più comoda rispetto al passato. Questo avvenne circa seimila anni fa, in Egitto nella zona della mezza luna fertile, dal Nilo all’Eufrate. Alcuni consideravano impura quella pasta e la buttavano, altri invece pensarono di studiare il fenomeno e di sfruttarlo: tutto dipendeva dalle concezioni religiose dell’epoca. Gli ebrei, per esempio, rifiutarono sempre il pane lievitato e nei loro riti non era ammesso. Gli egizi invece impararono ad utilizzare quella pasta e a cuocerla. Gli egiziani inventarono il forno, questa è un informazione certa, che era a forma di cono. Arrivando in Italia a Napoli, verso il Mille, si parla di primitive schiacciate chiamate “lagano”, e compare anche il termine “picea”, forse per indicare una preparazione diversa, nel senso di avere già il disco di pasta coperto da ingredienti colorati prima di infornare il disco di pasta. Successivamente compare il termine pizza, non dimenticando però che il termine pizza indica anche oggi nel sud d’Italia non solo la classica pizza, ma anche dischi di pasta ripieni, focacce ripiene, o preparazioni analoghe. Ma per veder comparire finalmente la pizza per come siamo abituata a riconoscerla ai giorni d’oggi bisogna ancora aspettare il Settecento e il motivo di questo ritardo è lo stesso che presiede la nascita degli spaghetti

KRIS

al pomodoro, ovvero, perchè il pomodoro in Europa non esisteva fino a quando non venne introdotto dall’America e quindi fino alla scoperta dell’America nel 1492. Da quella data passò ancora un secolo e mezzo prima che gli europei scoprissero le virtù del pomodoro in cucina e i napoletani in particolare ne facessero una loro bandiera culinaria. Verso la fine del Settecento dunque si comincia a distinguere la pizza a Napoli prima che spicchi il suo volo nel mondo. Arrivando poi al 1830 per avere notizia dell’esistenza di una pizzeria vera e propria (fino allora i pizzaioli avevano solo dei banchi all’aperto) che viene considerata la prima pizzeria nata a Napoli, dettaPort’Alba, perché si trovava a fianco dell’arco che da piazza Dante immetteva in via Costantinopoli. Nell’estate del 1889 accadde un episodio celebre. il re Umberto I con la regina Margherita, trascorsero l’estate a Napoli nella reggia di Capodimonte, per fare atto di presenza nell’antico regno delle due Sicilie. La regina era incuriosita dalla pizza che non aveva mai mangiato e di cui forse aveva sentito parlare da qualche scrittore o artista ammesso a corte. Ma non poteva andare lei direttamente in pizzeria, così la pizzeria andò da lei; fu chiamato a palazzo il più rinomato pizzaiolo del tempo, don Raffaele Esposito, titolare della rinomata pizzeria Pietro il Pizzaiolo, che si trovava alla salita Sant’Anna. Don Raffaele utilizzando i forni delle cucine reali, assistito dalla moglie donna Rosa, preparò una pizza speciale con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè con i colori della bandiera italiana, che entusiasmò in particolare la regina Margherita, e non solo per motivi patriottici. Don Raffaele, colse al volo l’occasione e chiamò questa pizza “alla Margherita”, il giorno dopo la mise in lista al suo locale ed ebbe come si può immaginare innumerevoli richieste.

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I migliori trucchi per la pulizia della casa

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Come nella vita di tutti i giorni, anche nella pulizia della casa bisogna ingegnarsi. Oggi voglio svelarvi alcuni semplici trucchi per risparmiare tempo e fatica nelle pulizie domestiche, specialmente per quelle che possono sembrare insormontabili quanto le dodici fatiche di Ercole. Macchie difficili in casa: come eliminarle Passiamo alle tende, che oltre che abbellire casa servono anche a evitare dispersioni di calore all’esterno. Prima di metterle in lavatrice ecco un trucco su come pretrattarle. Mettete le tende banche nel cestello della lavatrice con un bicchiere di aceto e succo di due limoni, e aggiungete una presa di sale grosso. Lasciate la tenda in ammollo per almeno un’ora azionando la funzione risciacquo (acqua fredda) e interrompendola quando il cestello si riempie. Poi fate risciacquare le tende senza centrifuga, e lavate poi le tende con il ciclo che usate abitualmente. Per le tende colorate sostituite la miscela di aceto e limone con un bicchiere di aceto bianco e 3 cucchiai di sale grosso. In questa maniera eliminerete macchie di grasso, polvere e giallori, e ravviverete il bianco o il colore delle vostre tende. Gli oggetti che non puliamo quasi mai Per quanto riguarda i tappeti, ecco un rimedio per macchie di cibi e bevande. Dopo aver delicatamente tolto i residui con una spazzola, mettete della carta assorbente o del cartone sotto alla macchia e versate un po’ d’acqua gassata sulla superficie sporca. Tamponate per favorire l’asciugatura, evitando di lasciare il tappeto al sole perché favorirebbe il proliferare delle tarme. In ogni caso non usate mai acqua calda: espanderebbe la macchia.

Le pareti. Non ci si pensa quasi mai, a meno che non si macchino vistosamente, ma anche le pareti di casa possono e devono essere pulite. E non sempre è necessario ritinteggiare. Se la tempera o la vernice è lavabile (idropittura), potete passare le pareti con una spugna imbevuta in una soluzione d’acqua e ammoniaca (un cucchiaio per un litro d’acqua). Se le vostre pareti non sono lavabili, allora utilizzate della gomma pane e spolverate poi la superficie per rimuovere ogni residuo. Con la gomma pane potete anche rimuovere lo sporco sulle causato dal calore dei termosifoni. Se per decorare le vostre pareti avete invece scelto la carta da parati, ecco come farla tornare pulita e splendente. Per le macchie usate 30 ml di sgrassatore universale diluito in un po’ d’acqua e passate la soluzione con un panno ben strizzato. Per la pulizia normale, invce, usate è sufficiente uno straccio in pelle leggermente inumidito.

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Il canone concordato conviene, vieni a scoprire quanto!

Se è vero che spesso i proprietari immobiliari sono stati bersagliati dalle nuove tasse (imu, tasi,. Tari, ecc..) è vero anche che ci sono alcuni provvedimenti a loro favore che possono garantire loro ottimi guadagni. Tenendo conto che da sempre il mattone rappresenta la forma d’investimento preferita dagli italiani, l’affitto di uno o più immobili di proprietà costituisce e quella che garantisce una forma di investimento sicuro e continuo. Oggi che spesso all’affitto si rivolgono non solo trasfertisti, studenti e single, ma anche le classiche famiglie che hanno bisogno di un alloggio stabile, l’urgenza è quella di trovare un buon compromesso tra un canone contenuto e buon guadagno. A questo scopo è interessante approfondire l’utilizzo dei contratti a canone concordato. Previsti dal legislatore proprio per contenere i canoni di locazione, saliti negli ultimi anni alle stelle in diverse città italiane, questa tipologia contrattuale è stata introdotta dalle legge 431/98, nota come legge di riforma delle locazioni abitative. Come per gli altri contratti-tipo (contratto transitorio e contratto a studenti universitari fuori sede), anche per il 3+2 il canone viene determinato sulla base dei cosiddetti Accordi Territoriali, firmati dalle principali associazioni di categoria presenti sul luogo. L’incentivo per i proprietari ad adottare queste formule contrattuali deriva dalle agevolazioni fiscali: al proprietario sono concessi consistenti agevolazioni fiscali (deduzione complessiva Irpef pari al 33,5% a fronte del 5% del contratto libero), un’imposta di registro agevolata (il 2% sul 70% del canone annuo, invece che sul 100%) e possibili aliquote agevolate, che gli permettono di percepire, nell’arco dell’anno, un reddito maggiore rispetto a un contratto con canone libero. La cedolare secca (il regime fiscale facoltativo ed alternativo all’ Irpef che prevede la tassazione del red-

dito da locazione con aliquote fisse, del 21% in caso di contratti liberi), presenta buoni vantaggi fiscali rispetto alla tassazione Irpef e con l’ulteriore riduzione dal 15% al 10% sui contratti a canone concordato posiziona l’Italia ai primi posti nell’Unione Europea. A San Donà di Piave, ad esempio, ipotizzando di calcolare il rendimento annuo di un appartamento in affitto di 80 metri quadrati (zona 1 – fascia 1) si nota che applicando la tassazione Irpef (con canone di locazione libero) si ottiene un guadagno netto di oltre 3.700 euro. Con la cedolare secca al 10% (con canone concordato) si guadagnerebbero 4.180 euro con cedolare secca al 10%. Per un immobile di metratura più ampia (oltre 100 mq, zona 2 – fascia 3) il rendimento passerebbe da oltre 4.000 euro (con imposizione fiscale Irpef) e a più di 6.300 (cedolare secca al 10% con canone concordato). I vantaggi sono previsti anche per gli inquilini: utilizzando il contratto d’affitto con canone concordato l’inquilino, oltre a pagare un affitto più contenuto rispetto a quello di mercato, può usufruire di detrazioni fiscali ai fini Irpef nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale: - 495,80 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; - 247,90 euro se il reddito complessivo è superiore a 15.493,71 ma comunque inferiore a 30.987,41 euro. L’applicabilità o meno di questa tipologia contrattuale dipende soprattutto da quanto gli accordi territoriali siano aggiornati ed allineati rispetto ai canoni di mercato. Per scoprire gli accordi della nostra città ed i criteri per determinare i canoni (dal calcolo della superficie utile alla suddivisione in macrozone e valutazione della tipologia dell’immobile) vieni a trovarci in agenzia.

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La tua casa in mani sicure.


Certificazione energetica, saperne di piu’ La certificazione energetica è una procedura di valutazione volta a promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici, grazie alla informazione fornita ai proprietari ed utilizzatori, dei consumi energetici richiesti per mantenere un determinato clima interno. Essa fa parte delle misure volte alla tutela dell’ambiente, sia per un conseguente freno all’utilizzo delle risorse naturali, sia per un desiderabile contenimento delle emissioni clima alteranti. Questa procedura deve tenere conto delle condizioni climatiche e locali, del tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento, dell’eventuale impiego di fonti di energia rinnovabili e delle caratteristiche architettoniche dell’edificio. La procedura di valutazione è stata prevista da specifiche direttive europee. Per quanto riguarda l’Italia, con l’espressione «certificazione energetica degli edifici», si intende un documento attestante la prestazione energetica ed eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell’edificio. Questo documento, inizialmente denominato A.C.E. “Attestato di Certificazione Energetica” ora A.P.E. “Attestato di Prestazione Energetica”, permette di stabilire criteri, condizioni e modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Il contenimento dei consumi è volto a contribuire al conseguimento degli obiettivi nazionali di limitazione delle emissioni di gas a effetto serra posti dal protocollo di Kyoto. Inoltre si vuole promuovere la competitività dei comparti più avanzati del settore attraverso lo sviluppo tecnologico conseguente. L’attestato è un documento ufficiale, valido 10 anni, prodotto da un soggetto accreditato (certificatore energetico) e dai diversi organismi riconosciuti a livello locale e regionale. La sua utilità al momento ha i seguenti scopi principali: - per gli atti notarili: Dal 23 dicembre 2013, l’assenza dell’APE comporta sanzioni comprese tra 3.000 e 18.000 €, a carico di entrambe le parti. - per i contratti d’affitto: Dal 23 dicembre 2013 l’assenza dell’APE comporta sanzioni comprese tra 1.000 e 4.000 €, a carico di entrambe le parti, che ne rispondono in solido e in pari misura. Le sanzioni sono ridotte della metà per contratti di durata inferiore ai 3 anni. - per l’accesso alle detrazioni del 65% sul reddito IRPEF: l’attestato energetico è parte della documentazione necessaria per ottenere gli sgravi fiscali. - per porre in vendita e/o in locazione immobili e quindi pubblicizzarli attraverso annunci immobiliari, in quanto dal

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1º gennaio 2012 è divenuto obbligatorio indicare la classe energetica delle unità immobiliari. - per ottenere dal GSE gli incentivi statali sull’energia prodotta da impianti fotovoltaici; è un allegato obbligatorio ai sensi dell’ar. 7 del DM 7 luglio 2012 per gli impianti installati su edifici, che rientrano nel quinto conto energia (entrati in esercizio successivamente al 27 agosto 2012). Con l’introduzione dei decreti attuativi da parte di diverse regioni, si sono costituiti organismi che supervisionano i professionisti abilitati alla redazione dell’attestato energetico. L’attestato energetico o “Attestato di Prestazione Energetica” è il documento che stabilisce in valore assoluto il livello di consumo dell’immobile inserendolo in un’apposita classe di appartenenza. Più è bassa la lettera associata all’immobile, maggiore è il suo consumo energetico. Si può quindi riassumere che gli obiettivi della certificazione energetica degli edifici nei seguenti punti: - Migliorare la trasparenza del mercato immobiliare fornendo agli acquirenti ed ai locatari di immobili un’informazione oggettiva e trasparente delle caratteristiche e delle spese energetiche dell’immobile. - Informare e rendere coscienti i proprietari degli immobili del più probabile costo energetico relativo alla conduzione del proprio “sistema edilizio” e incoraggiare interventi migliorativi dell’efficienza energetica della propria abitazione mediante consigli che abbiano un corretto rapporto costi/ benefici. - La certificazione consente agli interessati di ottenere dal fornitore/venditore di un immobile informazioni affidabili sui probabili costi di conduzione il cui calcolo si basa su condizioni climatiche e di utilizzo standard. - L’acquirente deve poter valutare se gli conviene acquistare un immobile dal costo maggiore, ma migliore dal punto di vista della gestione e manutenzione. - Anche i produttori ed i progettisti possono confrontarsi in tema di qualità edilizia offerta. - I proprietari che apportano miglioramenti energetici importanti ma poco visibili, come isolamenti termici di pareti, tetti, etc., possono veder riconosciuti i loro investimenti con un aumento del valore del proprio immobile. Certificazione energetica degli edifici Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Bibliografia F., Montini L., Il prontuario del certificatore energetico, Sistemi editoriali, 2011; Barutti F., La certificazione energetica dell’involucro edilizio: normativa e materiali per il risparmio energetico, Sistemi Editoriali, 2010. A cura di Maria Chiara Brussolo dell’Agenzia Palladio.

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Coltivare in terrazzo come fare

Anche se non disponete di uno spazio verde, è possibile cimentarsi lo stesso nella coltivazione delle piante sia ornamentali che da frutto; basta sfruttare piccoli ambienti come il balcone e il terrazzo. Esistono piccole strategie per vedere crescere una rigogliosa vegetazione con fiori da giardino oppure un piccolo orto. E’ bene sottolineare che è necessario tenere nella dovuta considerazione fattori come clima ed esposizione, valutando con attenzione quali sono le piante da giardino più o meno adatte a crescere in questo spazio. A tal proposito ora vi illustreremo come coltivare le piante in terrazzo seguendo alcune utili indicazioni. Come coltivare le piante in terrazzo, piante ornamentali. Le piante da terrazzo che meglio si prestano ad essere coltivate sono per esempio rose nane, camelie, azalee rustiche e rododendre: sono molto resistenti al freddo. Ci sono alcune specie come per esempio gerbere, ibisco ed altre piante tropicali che durante la stagione fredda vanno riparate in un luogo caldo e protetto. Altre specie come buganvillee e gelsomini vanno protette con un adeguato riparo. Tra le pianti rampicanti troviamo l’edera o il glicine, le quali possono tranquillamente crescere in verticale su pareti oppure su graticci per creare divisori o ripari dal vento. Tra le pianti con minore manutenzione troviamo gli arbusti sempreverdi e perenni, che non lasciano foglie e non devono essere periodicamente rinno-

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vati. Poi ci sono le piante aromatiche, come basilico, salvia, rosmarino, erba cipollina, ecc. che non necessitano di cure particolari e che si rivelano utili in cucina; queste piante vanno posizionate a mezzombra pertanto mai sotto il sole diretto e innaffiate regolarmente. Come coltivare le piante in terrazzo, piante da frutto È possibile anche coltivare qualche pianta da frutto come meli, susini, peschi, nespoli, meglio se nelle varietà nane. Prima di posizionare la pianta in questione, ecco alcuni accorgimenti: Il vaso deve essere largo e alto almeno mezzo metro Occorre una buona esposizione, in particolare per meli e melograni Il kiwi va interrato in un vaso con molta terra ed essendo dioica necessita di piante maschili e femminili per poter fruttificare.

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