CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DELL’AREA COMPRESA TRA PIAZZA SANT’ANTONIO NUOVO E IL CANAL GRANDE A TRIESTE
“Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano” Italo Calvino, Le città e la memoria 3, Le città invisibili.
RELAZIONE ARCHITETTONICA È indubbio il fascino che l’asse del Canal Grande esercita su chi lo osserva: residente abituale o turista di passaggio, difficilmente chi transiti da lì potrà evitare di soffermare lo sguardo, fosse anche solo per un momento, sul mare che penetra il tessuto urbano, sul gioco cangiante dei riflessi nell’acqua, sul punto di fuga di una prospettiva perfetta che culmina nella chiesa di Sant’Antonio Nuovo da una parte o sul mare, all’orizzonte, dall’altra. Ma al di là degli aspetti fisici oggettivi ed evidenti, l’aspetto emozionale maggiore di questo luogo è legato alla dimensione del tempo, alla memoria di un preciso periodo storico particolarmente privilegiato che risiede nell’immaginario collettivo dei triestini e diventa eco distintamente percepibile anche da chi la storia di Trieste non conosce. Il tema di concorso della riqualificazione e valorizzazione dell’area compresa tra Piazza Sant’Antonio Nuovo e il Canal Grande viene qui affrontato a partire da due elementi fondamentali, fisico l’uno, simbolico l’altro: la presenza della piazza costruita nel 1934 sull’interramento del Canale e l’assenza di quest’ultimo, quindi dell’acqua, elemento chiave evocativo della sua preesistenza. Considerando che, a causa della conformazione dei tre ponti che lo attraversano, il Canal Grande oggi non potrebbe essere più navigabile se non da piccole imbarcazioni, ci si è interrogati sull’opportunità della sua riapertura fino alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo, operazione che, se pur di lecito restauro urbanistico filologico, comporterebbe la sottrazione di uno spazio pubblico per eccellenza, a questo punto sedimentato e consolidato in quei luoghi: la piazza. Luogo di sosta e di aggregazione, qui si inserisce strategicamente nel tessuto urbano: conclude (o avvia) i percorsi fortemente indirizzanti lungo l’asse del Canal Grande, dal mare aperto dentro la città (e viceversa). Nel movimento in un verso o nell’altro lungo il Canale è un momento di tregua, alternativo alla vicina piazza Ponterosso che sarà animata dal ritorno del mercato cittadino, una pausa di ampio respiro.
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Prendendo spunto da realizzazioni recenti ma già ampiamente collaudate (si pensi in primo luogo a Place de la Bourse realizzata a Bordeaux su progetto di M. Corajoud, ma anche ad operazioni analoghe e di dimensioni più contenute in città come Beauvais, Nantes, Nizza, Londra, Milano), si è scelto di proporre una riapertura simbolica del Canale, che reinterpreti il vuoto emblematico generato dal suo interramento, mediante la costruzione di un “miroir d’eau”, letteralmente uno “specchio d’acqua”. Sull’impronta del tratto di Canale preesistente che affiorerà dalla messa in luce dei quais, sorgerà una piastra inondabile da un sottile strato d’acqua (2 cm max su 1.500 mq) che permetta di mantenere in quell’area la configurazione di piazza, luogo cruciale della vita cittadina, e di rispondere nello stesso tempo al forte desiderio di potervi riportare l’acqua.
Nel progetto proposto, il livello dell’acqua sarà alla stessa quota dell’intersezione della piazza con la via San Spiridione. Con questo cambio di quota rispetto al resto del Canale, l’elemento liquido naturale, che più a valle è solo da contemplare con lo sguardo, non sarà solo esperienza visiva ma diventerà anche esperienza a dimensione sensoriale tangibile, penetrabile e ludica, entrando così in rapporto diretto e dinamico con lo spettatore. Il miroir d’eau stesso sarà uno spazio dinamico e poliedrico: potrà essere asciutto o bagnato e a pavimentazione illuminata o spenta, secondo il susseguirsi dei periodi caldi e di quelli freddi, del giorno e della notte, o la celebrazione di festività e l’organizzazione di particolari manifestazioni cittadine. Il tempo sarà scandito dal miroir d’eau e il miroir d’eau sarà declinato dal fluire delle ore, delle stagioni, dei momenti salienti della città: senza mai smarrire la propria connotazione estetica, spaziale e identitaria di piazza, è pensato come luogo fisico e mentale in continuo divenire, partecipe attivo della vita cittadina, in equilibrio tra la memoria (di ciò che è stato) e le possibilità (di ciò che può essere).
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Il riflesso della lama d’acqua per sua stessa natura contribuirà ad amplificare gli effetti di installazioni artistiche o ludiche che, di volta in volta, potranno animare ulteriormente questo spazio. A titolo di esempio, citiamo esperienze simili approdate in altre città europee: Londra, South Bank Center: “Appearing Rooms” di J. Hein Bilbao, spazi esterni del Museo Guggenheim: “Scultura di nebbia n. 08025” di F. Nakaya Bordeaux, Piazza della Borsa: Video Mapping Parigi, La Défence: “Bassin Takis” di Takis Nizza, Promenade du Paillon: “Banc de sardines” di Aérosculpture
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RELAZIONE TECNICA La quota ±0.00 di progetto corrisponde a quella della pavimentazione del miroir, posta appena 2 cm più in basso rispetto alla quota del tratto di marciapiede di via San Spiridione che costeggia la piazza. In tal modo, il livello della superficie dell’acqua lungo quel lato sarà a sfioro.
Il dislivello naturale di circa 60 cm fra la zona antistante la chiesa di Sant’Antonio Nuovo e il piano del miroir, viene colmato da una rampa con pendenza 6%, mentre il prolungamento delle direttrici del tratto di Canale immediatamente a valle dell’intervento determina l’inclinazione dei lati lunghi della superficie riempita d’acqua.
Come negli altri specchi d’acqua già realizzati (Bordeaux, Beauvais, Nantes, ecc.), il funzionamento del bacino d’acqua, che avverrà principalmente nelle ore diurne e durante la bella stagione, è ciclico, simile a quello delle maree. Per mezzo di un sistema idraulico a circuito chiuso, l’acqua, stoccata in una vasca posta nel locale tecnico interrato al di sotto di una parte del miroir, viene portata in superficie fino a formare uno strato d’acqua di 2 centimetri. Le valvole vengono poi chiuse per circa 30’ affinché l’acqua, immota, produca il cosiddetto “effetto specchio” prima di lasciarla defluire nuovamente. A questo ciclo può aggiungersi un sistema che, grazie a dei nebulizzatori, produca getti
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vaporizzati fino a due metri di altezza, permettendo di abbinare all’aspetto ludico un effetto di mitigazione nelle giornate estive. Il rivestimento del miroir è previsto in lastre quadrate (cm 100x100) di granito fiammato, con colore grigio scuro per aumentare la capacità riflettente dell’acqua. La disposizione dei getti d’acqua verticali secondo filari si alterna a fasce orizzontali contrassegnate da righe di luci led incassate a filo pavimento, determinando così, a giochi d’acqua in azione, una partitura tridimensionale allineata al ritmo di pieni e di vuoti creato dalle colonne del pronao della chiesa di Sant’Antonio Nuovo, vera quinta scenografica e punto di fuga di tutto l’asse prospettico del Canal Grande verso la città. Il progetto prevede il recupero della pavimentazione esistente sotto l’attuale strato di asfalto e la riproposizione della sua orditura e partitura. L’inserimento di caditoie a fessura lungo il passaggio da una trama all’altra permetterà di convogliare correttamente l’acqua piovana e consentirà il raccordo fra i vari piani inclinati delle strade esistenti che qui confluiscono a diverse quote altimetriche. Come per la pavimentazione del Borgo Teresiano e di Piazza Ponterosso, anche in quest’area pedonale i marciapiedi e le sedi stradali saranno complanari. Per l’illuminazione urbana della nuova piazza Sant’Antonio Nuovo, si propongono pali formati da elementi accoppiati e inclinati, a mo’ di alberi di imbarcazioni a vela ormeggiate, con corpi lampada a doppia altezza, l’una a servizio del miroir e l’altra dei camminamenti laterali. In merito alla disposizione dei dehors nella zona di intervento, si è ipotizzata una possibile modifica al Piano di Dettaglio 5 del Regolamento vigente prevedendo, coerentemente con il disegno della pavimentazione e in analogia con quanto emerge da foto storiche, il loro posizionamento in aderenza alle facciate degli edifici, ferme restando le altre prescrizioni generali.
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Lungo le sponde del Canale, in corrispondenza della chiesa di San Spiridione e della casa Scaramangà, sono previste due lunghe sedute (rispettivamente 15 e 10 ml) pensate come deformazioni del suolo create dal mare al suo ritiro. In questa fase pensate con rivestimento in pietra ricostruita e provocatoriamente colorate di rosso, potrebbero essere rielaborate come “sculture funzionali” e diventare occasione di confronto culturale con ulteriore concorso di progettazione destinato ad artisti e designer (a puro titolo di esempio, si pensi alle panchine scultoree del designer S. Wierinck selezionate per la piazza di Spuiplein, L’Aia - immagine a fianco). Per permettere di abbracciare con lo sguardo tutto l’asse prospettico del Canal Grande, il progetto prevede l’eliminazione sia dei posti auto e motocicli che dell’area raccolta rifiuti oggi esistenti nel tratto fra Piazza Sant’Antonio Nuovo e via San Spiridione. Per lo stesso motivo, è prevista la sostituzione del parapetto in pietra a protezione del passaggio fra via Bellini e via Rossini con uno trasparente in vetro, analogo a quello utilizzato per la passerella pedonale di Passaggio Joyce. Coerentemente con quanto avviene per altri spazi urbani cittadini a diretto contatto (fisico o visivo) con l’acqua (i percorsi lungo le sponde dello stesso Canal Grande, Piazza Ponterosso, Piazza Unità d’Italia), il progetto non prevede la messa a dimora di essenze arboree. Di quelle esistenti si potrebbe ipotizzare il trasferimento, insieme alla popolosa colonia di uccellini che le abitano, nell’aiuola della vicina Piazza San Giovanni.
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RELAZIONE ECONOMICA Per una sommaria ma attendibile stima dei costi di realizzazione del progetto proposto, si sono individuate le seguenti zone di progetto e macrocategorie di interventi, che potrebbero corrispondere anche a diverse fasi di attuazione:
a_ Area precedentemente occupata dal Canale: ‹Superficie stimata 1.770 mq di cui circa 1.500 mq destinati a piazza inondabile-miroir d’eau (66 x 23 m) e circa 230 mq (10 x 23 m) occupati da un piano inclinato del 6% per raccordo quote altimetriche› Lavorazioni previste: demolizione delle strutture di superficie esistenti su tutto il sedime interessato, scavo in sezione limitata
alla
sagoma
del
canale
preesistente per la ricerca della banchina perimetrale originaria, scavo dell’intera superficie del canale interessata dallo specchio d’acqua per la profondità di circa 1 m, ulteriore scavo fino a una profondità di circa 4 m per un superficie di circa 230 mq (23 x 10 m, lato via San Spiridione, con accesso verticale da botola su marciapiede) per la realizzazione dei locali tecnici interrati propedeutici al funzionamento della complessa macchina idraulica, fornitura e posa in opera dell’impianto idraulico e del sistema di illuminazione led a pavimento, realizzazione della rampa di raccordo fra la quota antistante la chiesa di Sant’Antonio Nuovo e il piano dello specchio d’acqua, rivestimento della nuova superficie con lastre di granito fiammato.
b_ Aree adiacenti: ‹Superficie stimata 5.000 mq da sottoporre a restauro della pavimentazione originaria› Lavorazioni previste: asporto dello strato di asfalto esistente, recupero e messa a dimora per il successivo riuso della
sottostante
pavimentazione
esistente, scavo e realizzazione delle reti di sottosuolo, ripristino reti fognarie, f.p.o. caditoie a
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fessura per raccolta acque piovane, restauro e completamento della pavimentazione originaria e della banchina del Canale portata in luce, completamento e ripristino delle reti di illuminazione pubblica.
c_
Arredo urbano: ‹2 lunghe sedute per 25 ml totali, 4+4 lampioni lungo le vecchie sponde, parapetto in vetro, cestini› Lavorazioni previste: fornitura e posa di elementi di arredo urbano assemblabili in opera costituenti le due lunghe sedute di progetto, di cestini gettacarte con posacenere, dei pali di illuminazione pubblica; rimozione del parapetto in pietra a protezione del passaggio fra via Bellini e via Rossini e sua sostituzione con uno nuovo in vetro analogo a quello di Passaggio Joyce.
Per una valutazione quanto più possibile corretta, la stima dei costi che contemplano lavorazioni particolari è stata fatta sulla base di realizzazioni simili documentate. Ad esempio, per il recupero della pavimentazione originaria (masegni e arenaria) si è tenuto conto delle informazioni messe a disposizione dal Comune di Trieste. Per lo specchio d’acqua, si sono prese in considerazione le quotazioni a consuntivo di realizzazioni già ultimate, dalle quali risulta che “il costo medio per le opere strutturali, l’impianto idraulico e i rivestimenti di un miroir d’eau di 1.000 mq è di 1,5 mln di euro” (cit. Le Moniteur, Architecture e Tecnique, 2015). Si può quindi ipotizzare la seguente stima dei costi: Macro categorie a_ Area precedentemente occupata dal Canale b_ Aree adiacenti c_ Arredo urbano Totale indicativo euro
costo stimato 2.400.000 1.645.000 100.000 4.145.000
incidenza 58% 40% 2% 100%
Riteniamo opportuno riferire anche i costi medi annui di manutenzione di uno specchio d’acquamiroir d’eau che, ipotizzando la messa in funzione a regime dell’impianto idraulico per 6 mesi l’anno
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(marzo-settembre) e 12 ore al giorno (10.00-22.00), secondo varie fonti si aggirerebbero intorno al 1% - 2% del suo costo di costruzione. Ovviamente, a impianto chiuso, quando l’acqua non c’è rimane la piazza, il luogo urbano d’eccellenza per la vita sociale, senza l’impedimento fisico del Canale, ma anzi con la generosità di uno spazio aperto fruibile per tutti.