Programma Giovent첫 in Azione Rapporto sul Servizio Volontario Europeo
Volontari, progetti e organizzazioni
INDICE Prefazione Dr. Paolo Giuseppe Di Caro, Direttore Generale Agenzia Nazionale Giovani
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Presentazione Dr.ssa Serena Angioli, Direttore Area Programmi Agenzia Nazionale Giovani
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Nota introduttiva
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Parte prima LA RICERCA “ 1. Il Servizio Volontario Europeo dei giovani: relazioni, intercultura, passaggio alla vita adulta “
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2. Le politiche europee per la gioventù 2.1. L’evoluzione e le tipologie di intervento 2.2. II ruolo del volontariato 2.3. Servizio Volontario Europeo
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3. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008-2010 3.1. I flussi di volontari in invio ed accoglienza nel triennio 2008/2010 3.2. Il profilo dei volontari secondo il genere 3.3. I flussi secondo provenienze e destinazioni territoriali 3.4. Le organizzazioni accreditate e i beneficiari
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4. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati 4.1. Caratteristiche prevalenti dei volontari 4.2. Esperienze pregresse e motivazioni dei volontari 4.3. Cittadinanza attiva 4.4. Il rapporto con il territorio 4.5. Esiti dell’esperienza 4.6. Caratteristiche delle organizzazioni
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Parte seconda SINTESI DEL DIBATTITO 1. Il Seminario sul Servizio Volontario Europeo “Gioventù in azione” (Roma, 20-21 ottobre 2011) 1.1. Un dibattito in quattro workshop 1.2. La discussione in rete
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2. I quattro concetti chiave dello SVE 2.1. Competenze e occupabilità 2.2. Spirito di servizio 2.3. Cittadinanza attiva 2.4. Rapporto con le comunità locali
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3. Le proposte emerse
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4. Per un ulteriore allargamento dello SVE 4.1. Natura ed integrità del Servizio Volontario Europeo 4.2. Promozione e pubblicizzazione 4.3. Educazione non formale e riconoscimento delle competenze 4.4. Inclusione
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Parte terza ALLEGATI
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1. Elenco associazioni ed enti invitati al seminario di preparazione alla conferenza SVE 20-21 Ottobre 2011 2. Elenco volontari europei invitati al seminario di preparazione alla conferenza SVE 20-21 Ottobre 2011
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PREFAZIONE Dr. Paolo Giuseppe Di Caro Direttore Generale Agenzia Nazionale per i Giovani “Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione". Così recita la Decisione del Consiglio, pubblicata a Bruxelles sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 22 gennaio 2010 (2010/37/CE), che ha formalizzato la proclamazione del 2011 come Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono una cittadinanza attiva. E nell’ambito dell’Anno europeo del Volontariato che nasce questa ricerca, dalla consapevolezza dell'importanza del volontariato, considerato un elemento in grado di sviluppare la democrazia e come un'opportunità di apprendimento, in grado di fornire nuove abilità e competenze che possano anche migliorare l'occupabilità dei giovani, dando cosi una forma concreta ai valori europei della solidarietà, della non discriminazione e dello sviluppo armonioso delle società dell'Unione. Il Servizio Volontario Europeo offre ai giovani (dai 18 ai 30 anni) un’esperienza di apprendimento interculturale unica, in un contesto non formale, promuovendo la loro integrazione sociale e la partecipazione attiva. I "volontari europei" operano in progetti locali in vari settori: dall’ambiente all’arte e alla cultura, alle attività sociali, allo sport e al tempo libero. Attraverso questa esperienza i giovani hanno l’opportunità di esprimere solidarietà verso gli altri e acquisire nuove competenze utili alla loro formazione personale. L'obiettivo generale dell'Anno europeo è stato quello di migliorare la visibilità delle attività di volontariato nell'Unione europea ed accrescere le opportunità per la società civile di parteciparvi. La volontà della Commissione è stata quella di mettere in evidenza il legame tra l'impegno volontario a livello locale ed il suo significato nel più ampio contesto europeo. Per conseguire tali obiettivi, l'Anno europeo ha sostenuto iniziative organizzate ai livelli comunitario, nazionale, regionale e locale, fra cui: scambi di esperienze e di buone pratiche; realizzazione di studi e di lavori di ricerca e diffusione dei relativi risultati; conferenze ed eventi di sensibilizzazione dell'opinione pubblica; iniziative concrete negli Stati membri volte a promuovere gli obiettivi dell'Anno europeo; campagne d'informazione e di promozione. E’ qui dunque che si inserisce il nostro lavoro di ricerca. Anche l’Agenzia Nazionale per i Giovani in Italia ha voluto celebrare l’ Anno Europeo del volontariato con molte iniziative volte a promuovere diffondere e rafforzare i valori del Servizio Volontario europeo tra cui questa ricerca che si propone di fornire un dato quantitativo e qualitativo sulla figura del volontario e sul suo rapporto con il territorio e le associazioni, indagandone l’aspetto motivazionale e la capacità di incidere nel tessuto sociale. La recente strategia "Europa 2020" lanciata dalla Commissione Europea fissa obiettivi ambiziosi ai fini di una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. “Youth on the Move”, una delle iniziative faro della strategia "Europa 2020", declinata oggi nell’ipotesi di Programma unico europeo “Erasmus for All”, punta sulla mobilità e sui giovani per il raggiungimento degli obiettivi individuati: “Per valorizzare appieno il loro potenziale e conseguire gli obiettivi di "Europa 2020", recita il documento, è fondamentale garantire ai giovani un'istruzione e una formazione di qualità, un'efficace integrazione nel mondo del lavoro e una maggiore mobilità”. La mobilità transfrontaliera
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dei volontari si inserisce a pieno titolo in questa previsione, seppure restino ancora molti gli ostacoli da rimuovere per una libera circolazione a livello europeo dei giovani che operano nel campo del no-profit e del volontariato. In questa direzione ci auguriamo che non solo l’apprendimento formale ma anche quello non formale e informale siano, come fatto fino ad ora, valorizzati al fine di offrire opportunità ai giovani per migliorare la propria carriera e le proprie condizioni di vita. Erasmus for All, sulla scia del successo di Gioventù in Azione, non potrà non avere anche l'obiettivo di garantire ai giovani con minori opportunità e/o a rischio di esclusione sociale la possibilità di beneficiare di percorsi di istruzione, lavoro, volontariato all’estero, pena la nascita di un Programma “monco” e carente nella sua essenza. Questa ricerca è una goccia nell’oceano, ma ha l’ambizione di ascoltare chi opera nel campo del Volontariato europeo, per raccoglierne suggerimenti, ambizioni, suggestioni e critiche, restituendo loro un miglior servizio e una attenzione a carattere nazionale e europeo sui temi della solidarietà, della mobilità e dell’apprendimento non formale.
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PRESENTAZIONE Dr.ssa Serena Angioli Direttore Area Programmi Agenzia Nazionale per i Giovani In occasione della conclusione dell’Anno europeo del Volontariato, anche l’Agenzia Nazionale per i Giovani ha voluto esprimere il proprio contributo a questa importante celebrazione che si è attuata nel 2011 e ciò è riconducibile non solo al fatto che l’ANG è il soggetto istituzionale titolato a gestire in Italia il Servizio Volontario Europeo (SVE), ma soprattutto per confermarne, sulla base della propria esperienza e conoscenza di questa attività che capillarmente si attua anche nel territorio italiano, l’importante valore aggiunto etico e sociale. Nella prospettiva dell’Anno europeo del volontariato, l’ANG si è posta in modo innovativo nei confronti degli attori dello SVE e si è intensamente dedicata alla sua promozione sul territorio nazionale, rafforzando la propria attività di councelling mirato e promuovendo iniziative di networking tra le organizzazioni accreditate in Italia e tra esse e l’Agenzia. Questo approccio, è stato infine integrato da una attività diretta a migliorare le opportunità di rete e di conoscenza, a livello regionale, tra gli operatori giovanili e di SVE e sono stati organizzati molti incontri in diverse regioni del Paese, che hanno visto un momento di sintesi in occasione di un Seminario europeo di condivisione svoltosi ad ottobre 2011. Questa attività ha fornito molti spunti di riflessione, ha arricchito le modalità di lavoro sia dell’ANG sia dei soggetti interessati e verrà portata avanti anche nel 2012 con l’obiettivo di ampliare la partecipazione dei giovani italiani allo SVE, di migliorare ulteriormente la qualità del servizio offerto e di valorizzare le competenze acquisite da parte dei giovani Volontari europei. Dalla lettura dei dati disponibili in ANG e dai risultati degli incontri svolti, la fotografia del Servizio Volontario Europeo in Italia tracciata in questo Rapporto offre molti stimoli alla riflessione suscettibili di interessare non solo gli “addetti ai lavori” del Programma Gioventù in Azione, bensì anche altri organismi chiamati ad operare nell’ambito di interesse delle politiche pubbliche quali quelle educative, dell’istruzione, dell’informazione e, più ampiamente, delle politiche giovanili. In particolare è interessante constatare che le opportunità offerte dal Servizio Volontario Europeo si sviluppano lungo due direttrici: da un lato il consolidamento della preparazione individuale dei giovani che decidono volontariamente di intraprendere questa esperienza e dall’altro, l’impatto delle attività di Volontariato europeo nelle diverse componenti della società locale. La società locale infatti, si arricchisce non solo grazie ai risultati che derivano dalla attività di servizio realizzata dal volontario europeo, ma anche dalla particolare dimensione interculturale, a specifica valenza europea, che contraddistingue proprio questa tipologia di servizio volontario e che ne fa una “cellula” di trasmissione valoriale. Il Rapporto offre uno spaccato molto articolato dello SVE in Italia dal quale si evince che molti giovani purtroppo, sono lasciati ….o si lasciano?... ancora fuori da questa esperienza. L’analisi della distribuzione territoriale delle organizzazioni di invio e di ospitalità e del flusso dei volontari, costituito dai volontari italiani che partono e da quelli stranieri che arrivano, mostra che la totalità delle regioni italiane, salvo poche eccezioni, in realtà dispone di organismi di riferimento suscettibili di promuovere lo SVE nei rispettivi territori. Tuttavia, tale presenza non implica automaticamente un dinamismo e una partecipazione giovanile allo SVE. Una verifica più attenta fa constatare una fruizione del servizio molto diversificata nel Paese ed infatti i maggiori fruitori di questa opportunità sono i giovani che provengono da alcune Regioni dell’Italia del Nord e in particolare dal Veneto, dal Piemonte mentre intere generazioni dell’Italia del Sud non accedono allo SVE, se non limitatamente e ciò accade malgrado, come indica il Rapporto, il valore aggiunto di questa esperienza nei casi in cui essa si attua nel Sud di Italia, sia altissimo.
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Emerge inoltre che i giovani italiani generalmente che decidono di intraprendere questo percorso, partono in età più adulta rispetto a quella dei loro colleghi stranieri e di conseguenza, valorizzano più tardi l’esperienza personale acquisita. Constatiamo, infatti, che la maggior parte dei giovani volontari italiani che accedono allo SVE hanno qualifiche di alta formazione, sono già laureati, hanno dei master e spesso hanno già una esperienza Erasmus alle spalle, mentre per la maggior parte dei loro colleghi stranieri lo SVE costituisce una opportunità di orientamento significativa per compiere più consapevolmente, in età giovane, quelle scelte che condizioneranno le loro vite personali e i loro percorsi di studio e di ingresso nel mercato del lavoro. Ma quale è l’insegnamento che deriva dalla esperienza di SVE e che giustifica un impegno così capillare da parte di una Amministrazione pubblica per incoraggiare ulteriormente e per accrescere la partecipazione dei giovani a questa opportunità e per assicurare le migliori condizioni affinché sia offerta a tutti i giovani? Una risposta viene dalla analisi degli aspetti valoriali di cui questa attività è portatrice che costituiscono un arricchimento per la società e contribuiscono al benessere e alla costruzione di una società più coesa e più solidale. Infatti, il lavoro svolto con gli operatori e con le associazioni e che il Rapporto mette in luce, ci dice che i tre elementi storici del Volontariato, ossia la gratuità, la spontaneità dell’azione e il beneficio arrecato a terzi, sono ancora attuali, malgrado la discussione sul concetto di “gratuità” abbia rilevato luci ed ombre della sua esplicitazione nella società contemporanea e che forse merita evidenziare. E’ infatti emerso che la “gratuità”- in quanto semplice ”non remunerazione” - da sola non è sufficiente ad assicurare l’autenticità dell’azione volontaria. Ci devono essere comunque altri “interessi” importanti personali affinché si possa distinguere e far scaturire quel potenziale di valore aggiunto per la collettività e che può emergere solo se la “non remunerazione” dell’attività è basata sulla “virtù” della gratuità. Il concetto di “virtù”, come importanti studiosi del volontariato mettono in evidenza, (tra tutti vedi Giorgio Vittadini Presidente Fondazione per la Sussidiarietà e Stefano Zamagni Professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna), porta con sé quello dell’impegno nello svolgimento delle gratuite attività, e ciò investe tanto il volontario, quanto le associazioni coinvolte. Dall’aspetto della relazione tra le persone, e tra persone di diversa nazionalità, che rappresenta un elemento fondamentale che contraddistingue lo SVE emerge il vantaggio collettivo del processo di costruzione di relazione tra individui e il valore del legame. In una società che, come la nostra attuale, sta registrando una marcata crisi della relazione con l’altro, nella quale si manifesta l’impatto dell’eccesso di individualismo, la mancanza di prospettive collettive e la debolezza dell’autorità delle istituzioni e degli organismi rappresentativi, già messo in luce da importanti studiosi quali i ricercatori del Censis, in questo tempo, le azioni che mirano alla costruzione dei legami partendo dal basso e dalla realtà, dai bisogni della gente comune, rappresentano una opportunità per contribuire a ricostruire la nostra società basandola sugli elementi “nucleari” che la fondano. Occorre anche constatare che, nell’epoca contemporanea in cui il “mercato delle opportunità” di svolgere attività a valenza interculturale europee non remunerate è diversificato, lo SVE si contraddistingue. Tuttavia si ritiene che non sia adeguatamente compreso e se non correttamente proposto ai giovani, tende a confondersi con le altre attività non remunerate di mobilità europea giovanile molto diffuse, ugualmente importanti e utili sul piano individuale, ma che non sono SVE e non hanno il potenziale di valore sociale così elevato. La crisi attuale della scuola, dell’insegnamento e della famiglia accresce l’importanza che si può attribuire alle esperienze sul campo che, come quelle del Servizio Volontario Europeo, offrono l’opportunità di riscoprire il valore della relazione, delle regole dell’impegno e del sacrificio e con esso si esplica la rilevante portata educativa dell’esperienza acquisita. Rimane infine da evidenziare l’importanza del riconoscimento delle capacità e delle abilità che grazie a questo tipo di esperienza vengono acquisite da parte dei giovani e che ci invita a guardare in modo olistico allo SVE che
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rappresenta una attività utile all’individuo, così come alla società e alla costruzione della democrazia, della partecipazione e della dimensione europea della cittadinanza attiva. Per riportare queste riflessioni alla attualità europea e nazionale del momento, è opportuno constatare che il 2011 – Anno Europeo del Volontariato - si chiude con la presentazione della proposta di Regolamento della Commissione europea denominata “Erasmus for All” (COM (2011) 788 def.) del novembre 2011 in esame presso i Parlamenti nazionali ed il Parlamento Europeo e prossimamente al Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, la quale, tra le altre attività, prevede la unificazione in un solo Programma dei diversi Interventi in favore della mobilità europea dei giovani, degli studenti e degli insegnati. Nell’ottica di una necessaria ed importante efficienza da tutti perseguita, il successo di questa proposta è ancora discutibile e l’attenzione va posta anche sui rischi di perdita di know-how e di specificità di quella che deve essere considerata una opportunità per tutti i giovani, indipendentemente dalla loro condizione dell’essere studenti, o lavoratori, o disoccupati, o a rischio di esclusione sociale, o altro. Il successo delle scelte che verranno effettuate, dipenderà comunque dalla adeguatezza dei processi gestionali, comunicativi ed informativi che talvolta rischiano di non ricevere la giusta attenzione e che, nel perseguire prospettive di semplificazione, possono essere sottovalutati. Ma la proposta di adottare un impianto globale che prioritarizzando l’obiettivo della semplificazione, non distingue più le due forme di mobilità strutturata, quella che valorizza l’educazione formale da quella che valorizza l’educazione non formale, costituisce un rischio che auspichiamo tutte le autorità e gli stakeholder diversamente coinvolti nel processo possano adeguatamente identificare e discutere affinché, nel dar luce alla nuova generazione del Programma 2014-2020, sia adeguatamente fugato.
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NOTA INTRODUTTIVA L’Italia ha estremo bisogno di rilanciare, a tutti i livelli, la sua economia ponendo al centro di un possibile nuovo percorso di crescita le nuove generazioni che, i processi di globalizzazione prima e la crisi finanziaria poi, hanno particolarmente penalizzato. Il progetto Europa 2020 ha individuato l’investimento nella qualità del capitale umano quale fattore cruciale per mantenere competitivo il vecchio continente rispetto alle nuove regioni del mondo in ascesa, per ridare dinamismo al sistema produttivo e mantenere accettabile la protezione sociale e l’equilibrio fra le diverse condizioni di individui e famiglie. Un tale obiettivo – mantenere elevata la qualità del capitale umano – può essere perseguito modernizzando e allargando la gamma degli strumenti che rendono efficace l’apprendimento, la professionalizzazione e la socializzazione. La formazione diventa, pertanto, un campo di molteplici iniziative, articolandosi in rapporto alle mutate condizioni sociali. Non può, in altri termini, costituire esclusivamente riferimento routinario e istituzionalizzato, ma deve aprirsi alla relazionalità in un orizzonte di integrazione delle culture. Innanzitutto, un tale allargamento di prospettive può verificarsi nello scambio convergente sulla cittadinanza europea, senza trascurare modalità relazionali e linguaggi propri del mondo giovanile, che dell’Europa costituisce il futuro. In un tale contesto va inquadrato il Servizio Volontario Europeo (SVE) di cui tratta il presente testo. Dopo alcuni anni di avvio e funzionamento, di seguito è tratteggiato il profilo dei volontari, delle organizzazioni ed enti operanti in tale settore, lo scenario e gli impatti cui lo SVE ha dato luogo, gli aspetti più problematici e le aperture necessarie al continuo miglioramento di una tale esperienza. Un bilancio possibile grazie a una dettagliata ricerca riportata nella prima parte del presente rapporto e, nella seconda parte, del dibattito fra operatori,volontari, rappresentanti di associazioni, organismi, istituzioni avvenuto in un proficuo seminario europeo tenutosi a Roma nell’autunno del 2011. La problematica è di tale viva attualità che proprio alla fine del 2011 la Commissione Europea ha comunicato alle altre istituzioni dell’Unione i contenuti del programma Erasmus For All (Comunicazione 2011/787 final del 23 novembre 2011) riguardanti fondamentalmente l’education e il training per i giovani. Lo SVE appartiene a pieno titolo ai programmi di formazione per i giovani europei e, più in generale, all’innalzamento della qualità del capitale umano giovanile, in quanto complementare all’apprendimento formale. Inoltre, operando su base volontaria e nello spirito della socialità costituisce un pilastro fondamentale per rafforzare le fondamenta valoriali dell’Unione. La mobilità europea costituisce certamente una componente della mobilità conoscitiva in grado di avvicinare le nuove generazioni dei diversi paesi per costruire un comune sentire. Scuole, Università sono i luoghi dove si costruisce lo spirito europeo, la mobilità e l’apprendimento non formale un importante veicolo. Con la Comunicazione 787/2011 si pongono le basi per accrescere, nella prospettiva 2014-2020, la massa critica dei partecipanti alle iniziative del già sperimentato programma Youth in Action. In tale prospettiva la mobilità europea dei volontari risponde a pieno ai paradigmi cui si ispira il nuovo
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progetto. Certamente la mobilità del volontariato europeo alimenta il lifelong learning in quanto, almeno nell’esperienza italiana più recente, i giovani coinvolti sono in gran parte laureati e utilizzano lo SVE non solo come miglioramento delle conoscenze linguistiche, ma come variegata esperienza di crescita individuale e professionale. Inoltre, attraverso la mobilità dei volontari si sviluppa un dialogo internazionale e una partnership fra associazioni, enti locali, organismi del territorio. Non sarebbe possibile alimentare tali flussi senza l’allargamento delle collaborazioni di livello internazionale, rafforzando la sussidiarietà in tutte le direzioni. Infine, realizzare programmi consente quella flessibilità nell’allocare gli incentivi che è uno degli obiettivi dichiarati di Erasmus for All. Il successo dei progetti presentati e approvati nel 2011 in Italia nell’ambito dello SVE, di cui si fornisce analitica informazione nella prima parte del presente testo, dimostra che i valori alla base di questa iniziativa rivestono tuttora grande interesse. Nel 2011 i progetti approvati sono cresciuti del 40,5% rispetto a quello precedente e inoltre il tasso di successo (approvati su presentati) ha raggiunto il ragguardevole valore del 62%. E’ il segnale evidente che valori quali l’inclusione sociale, la cittadinanza attiva, la relazionalità internazionale vengono recepiti dai giovani italiani come fattori essenziali per lo sviluppo della persona e anche per la sua occupabilità.
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Parte prima
LA RICERCA
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IL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO DEI GIOVANI: RELAZIONI, INTERCULTURA, PASSAGGIO ALLA VITA ADULTA Promuovere relazioni e scambi fra giovani contribuisce certamente a dare un senso di coesione all’integrazione europea. Ancora maggior rilievo è da annettere al programma Gioventù in Azione per il ruolo formativo del volontariato nel passaggio della generazione giovane alla vita adulta che mai come in questi anni patisce un senso di disagio per le condizioni particolarmente difficili di inserimento sociale. I materiali che seguono fanno il punto sulle principali caratteristiche del Servizio Volontario Europeo e si articolano in tre sezioni: la prima richiama principi e caratteristiche dei programmi europei, la seconda dà conto delle elaborazioni riguardanti l’intero universo dei volontari europei (20082010), la terza approfondisce gli aspetti qualitativi, attraverso una apposita indagine realizzata presso le organizzazioni. Oltre all’inquadramento dello SVE nel contesto europeo, vengono proposti in modo organizzato i dati di fonte amministrativa e i risultati di un’indagine appositamente realizzata. Nel triennio di riferimento 2008-2010 si è mantenuto costante il flusso globale di volontari europei inviati all’estero o accolti (attorno alle 600 unità) in Italia ma con una significativa differenza nella composizione interna relativa alle due attività. Mentre infatti i volontari italiani inviati all’estero sono cresciuti fra il 2008 e il 2010 del 18%, i giovani stranieri ospitati in Italia sono diminuiti del 16%. Oltre agli aspetti operativi, che indubbiamente influenzano un tale dato, la maggiore attrattività dei programmi di scambio per i giovani italiani è evidentemente legata al più generale interesse verso l’estero, particolarmente presente nella realtà italiana degli ultimi anni. Un altro carattere strutturale riguarda il genere dei volontari. Sia nel sending che nell’hosting, la maggior parte dei giovani che hanno partecipato ai programmi di scambio sono donne, in particolare le ragazze ospitate in Italia superano il 70% del totale, mentre la proporzione scende leggermente al 61% per quanto riguarda le volontarie italiane inviate all’estero. Inoltre, l’elemento organizzativo (presenza di strutture operanti attivamente nel volontariato europeo) e la più generale propensione al volontariato e al viaggio da parte del mondo giovanile influenzano la provenienza territoriale dei volontari inviati e la destinazione regionale dei volontari accolti. Nel sending il 61% dei volontari proviene dal Nord, cui segue il Mezzogiorno con il 27% e il Centro Italia con il 12%. Le regioni più significative sono Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto nel Nord, cui si affianca una regione meridionale come la Puglia. Molto simile è la destinazione regionale dei volontari stranieri, che per quasi la metà si concentrano nelle quattro regioni del Nord: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Se si approfondisce l’analisi territoriale a livello provinciale, relativa ai progetti approvati, per quanto riguarda gli invii, la maggiore concentrazione di attività riguarda le province metropolitane: da Torino a Milano con l’estensione verso Varese e Genova, e poi Bologna con l’estensione verso Cesena-Forlì, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Le uniche aree provinciali non legate a grandi città sono le due province di Trento e Bolzano, dove la tradizione di volontariato è storicamente molto forte e il triangolo Verona, Vicenza, Padova. Per quanto riguarda i Paesi di destinazione quelli più attrattivi coincidono in qualche modo con nazioni ritenute vicine alla realtà italiana. Al primo posto, c’è infatti la Spagna, a cui segue la Germania e la Francia. Un interesse particolare può essere annesso alle altre destinazioni che emergono analizzando la
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classifica del gradimento e cioè il Portogallo e la Polonia. Quest’ultimo Paese è indubbiamente influenzato anche dalle relazioni di carattere religioso. Ad indicare una sorta di reciprocità nell’interesse culturale che anima gli scambi fra volontari europei sono i Paesi di provenienza dei giovani accolti in Italia. Ai primi posti, seppur non nello stesso ordine, si confermano la Germania, la Spagna e la Francia, cui seguono la Turchia e la Polonia. Per quest’ultimo Paese si è già detto il potenziale interesse sulla base della comune cultura cattolica, per quanto riguarda la Turchia l’attrattività del nostro Paese va collocata all’interno del progressivo interesse turco per l’integrazione europea. La ricostruzione della banca dati dell’Agenzia Nazionale per i Giovani ha anche consentito di analizzare le caratteristiche delle associazioni accreditate negli ultimi tre anni 2008-9-10. Si tratta di 239 organismi, senza fini di lucro, collocati in prevalente proprio nelle quattro regioni del Nord dove, come si è visto in precedenza, è più forte l’attività di scambio e relazione. Per quanto riguarda il Mezzogiorno per tutto il triennio considerato vi è una maggiore concentrazione in alcune realtà regionali delle associazioni più attive e che pertanto registrano una elevata media di volontari coinvolti come per la Sardegna con una media di 19 volontari per associazione, o la Puglia con la media di 14 volontari per associazione. Infine, esaminando l’andamento della progettualità, si può rilevare come negli ultimi tre anni siano cresciute le domande ma, parallelamente, si è abbassato il tasso di approvazione dei progetti che nel 2008 ha riguardato i due terzi delle proposte, scese poi nel 2010 al 41% dei progetti approvati sui presentati. Nel 2011, tuttavia, il tasso di successo risulta fortemente aumentato, essendo stato approvato il 62% dei progetti presentati, che peraltro sono cresciuti molto significativamente. Fra il 2010 e 2011 le iniziative approvate sono cresciute del 40,5% rispetto al numero totale dei progetti presentati nelle rispettive annualità. Le più frequenti tematiche di riferimento per i progetti dimostrano che la promozione della cittadinanza attiva e la comprensione reciproca, valori fondanti al fine di rafforzare uno spirito civico europeo contribuiscono i due obiettivi generali preferiti dai beneficiari dei progetti approvati, in particolare le priorità su cui si è concentrata l’attenzione dei diversi progetti hanno riguardato innanzitutto le diversità, in seconda priorità partecipazione e infine la cittadinanza e l’inclusione. Per avere un quadro ancora più definito delle caratteristiche prevalenti dei volontari e delle organizzazioni, l’indagine diretta appositamente effettuata, ha fornito risultati di grande interesse. Innanzitutto le fasce giovanili coinvolte vedono una significativa differenza fra i giovani italiani inviati all’estero e gli stranieri accolti in Italia. I nostri volontari sono mediamente delle fasce di età superiori, tanto che oltre l’82% si colloca nella classe fra 23 e 26 anni, mentre un ulteriore 9% è addirittura presente nella classe di età superiore e cioè fra 27 e 30 anni. Per gli stranieri invece vale un certo anticipo, in termini di età, nel fare un’esperienza di SVE. Infatti il 43% dei volontari ospitati in Italia hanno un’età inferiore ai 22 anni. Anche dal punto di vista del profilo formativo fra gli italiani ritroviamo una quota molto significativa di laureati, pari al 61%, mentre fra gli stranieri, che come abbiamo visto hanno un’età relativamente inferiore, prevalgono i diplomati. Quanto alla condizione professionale prevale, sia per gli italiani che per gli stranieri, la condizione di inoccupato: per gli italiani è fortemente maggioritaria la presenza di giovani in cerca di prima occupazione e quindi che non hanno mai lavorato mentre per i volontari accolti, una quota del 41%, pur essendo costituita da disoccupati, ha avuto precedenti esperienze lavorative. I giovani italiani poi, per il 57%, hanno partecipato in maniera molto più significativa al programma Erasmus, mentre circa la metà dei volontari sending e hosting hanno già partecipato a precedenti
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esperienze di volontariato nazionale. Dalle analisi effettuate si può trarre una prima conclusione sulla condizione giovanile in Italia e in Europa, che presenta molte affinità. In particolare si tratta infatti di giovani che hanno fatto un percorso di formazione medio-alto, sono motivati a spendersi anche personalmente all’interno di una logica solidale, finalizzata a realizzare esperienze di scambio, in gran parte già esperite nel corso universitario, giovani che non hanno e non vedono prospettive di inserimento lavorativo al breve. E anche per questo la scelta del volontariato ha una forte base di consapevolezza che affonda le sue radici nella predisposizione a relazionarsi con il territorio, con le comunità locali e con i contesti di marginalizzazione sociale, rafforzando il ruolo che la scuola può avere nella mitigazione di tali fattori negativi. Fra gli esiti di tali processi la dimensione interculturale e la conoscenza linguistica costituiscono un impatto positivo per la grande maggioranza dei giovani che hanno partecipato ad esperienze dello SVE ma non secondario è anche l’apporto che tale esperienza ha dato per rafforzare la loro personalità, anche attraverso un’autonoma responsabilizzazione. Gli esiti di queste esperienze sono fondamentalmente legate a due grandi aree comportamentali. In via maggioritaria molti dei volontari alla conclusione del progetto cui hanno partecipato vedono confermata nella dimensione internazionale un possibile ulteriore tratto della loro vita, tanto che il 21% rimane all’estero per un periodo prolungato. Il secondo impatto all’esito dell’esperienza di volontariato realizzata riguarda invece un più diretto stimolo alla maturazione personale. Naturalmente sono molti gli elementi che emergono dall’analisi qualitativa seppur filtrata dalla valutazione delle organizzazioni e che sono analiticamente riportati di seguito. In merito proprio ai caratteri strutturati degli organismi che accompagnano il processo di invio e accoglienza, dall’analisi effettuata si evince che il tipo di accreditamento prevalente è quello che permette agli enti di operare come ente di invio, di accoglienza ed anche di coordinamento. Se si osserva la distribuzione geografica ci si accorge che ben il 61% circa degli enti accreditati ha sede al Nord, segue il sud con il 21% circa ed infine il centro con il 17% circa. Tale dato è coerente con il flusso dei volontari inviati ed ospitati dalle diverse regioni italiane. Per quanto attiene all’anzianità dell’accreditamento, un terzo circa sono le associazioni di più lunga anzianità, mentre all’estremo opposto si colloca un ulteriore 49% di organismi con un periodo di accreditamento non superiore ai 3 anni. Si tratta di organismi che per la gran parte non godono di sostegni istituzionali e utilizzano per la promozione del volontariato soprattutto strumenti quali internet o sportelli Informagiovani oltre che la scuola e le reti informali di volontariato. In definitiva, si può concludere che, nonostante i numeri assoluti non raggiungano quantità comparabili al coinvolgimento dei giovani nel volontariato nazionale, l’esperienza dello SVE va considerata come un laboratorio estremamente avanzato e complesso di innovazione sociale, che fornisce al mondo giovanile uno strumento di crescita individuale e collettiva.
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1. LE POLITICHE EUROPEE PER LA GIOVENTÙ 1.1. L’evoluzione e le tipologie di intervento La struttura della politica europea per la Gioventù si sviluppa in un quadro assai complesso nell’ambito della cooperazione fra gli Stati membri e si fonda su tre pilastri fondamentali: il mainstreaming, il metodo di coordinamento aperto e il Processo di Lisbona. Il concetto di mainstreaming fa riferimento al processo attraverso il quale le innovazioni sperimentate in un ambito circoscritto (sociale, economico ed istituzionale) vengono trasposte a livello di sistema. Si tratta di un percorso di acquisizione, da parte delle politiche e delle normative locali, nazionali e comunitarie, delle buone prassi sperimentate a livello di singolo progetto pilota, ovvero delle innovazioni che hanno dimostrato la loro efficacia1 . Il metodo di coordinamento aperto si colloca nel quadro della politica dell’occupazione e funziona in ambiti che rientrano nella competenza degli Stati membri quali l’occupazione, la protezione sociale, l’inclusione sociale, l’istruzione, la gioventù e la formazione. Esso si basa essenzialmente su: • identificazione e definizione congiunta di obiettivi da raggiungere (adottati dal Consiglio); • strumenti di misura definiti congiuntamente (statistiche, indicatori, linee guida); • il « benchmarking » vale a dire l’analisi comparativa dei risultati conseguiti dai singoli degli Stati membri e lo scambio di esperienze considerate ottimali (sorveglianza effettuata dalla Commissione). A seconda dei diversi ambiti, il metodo di coordinamento aperto, le misure dette di « soft law » sono più o meno vincolanti per gli Stati membri, ma non si configurano mai in forma di direttive, di regolamenti o di decisioni2 . Per Processo (o Strategia) di Lisbona si intende un programma di riforme economiche e sociali approvato a Lisbona dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea nel 2000. L’obiettivo fondamentale della strategia adottata a Lisbona era quello di rendere l’Unione Europea la più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2010. Come è noto gli obiettivi di Lisbona hanno subìto un processo di rinvio e sono stati aggiornati nel Programma Europa 2020. I principali obiettivi da raggiungere delineati nel Processo di Lisbona erano: • L’aumento delle possibilità di accesso e fruizione delle nuove tecnologie affinché la società dell’informazione sia alla portata di tutti, senza distinzione di classe sociale, razza, religione o sesso. La stessa economia digitale che consente di migliorare la qualità della vita è un fattore di migliore concorrenzialità e di creazione di posti di lavoro. • Lo sviluppo della economia delle conoscenze, promuovendo la messa in rete di programmi nazionali e comuni di ricerca al fine di coordinare su scala europea le tematiche dell’insegnamento e della ricerca. • Il miglioramento della competitività in Europa, instaurando un clima favorevole allo spirito d’impresa, al fine di diventare l’area economica più competitiva del mondo. • L’integrazione dei mercati finanziari e il coordinamento delle politiche macroeconomiche.
1
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (confronta http://www.lavoro.gov.it) Fonte Unione Europea (confronta http://europa.eu/legislation_summaries).
2
15
1. Le politiche europee per la gioventù
• La modernizzazione e il rafforzamento del modello sociale europeo, favorendo il lavoro, garantendo sistemi pensionistici sostenibili nel periodo dell’ «invecchiamento» della popolazione europea, nonché assicurando la stabilità sociale, attivandosi nella lotta contro la xenofobia e il razzismo, nella battaglia per promuovere le pari opportunità uomo-donna e favorendo azioni a favore delle persone diversamente abili e/o con minori opportunità3. Sul piano comunitario, le prime azioni a sostegno dei giovani si hanno negli anni ’80. Si promuovono, infatti, i primi scambi tra studenti ai quali farà seguito l’istituzione del programma Erasmus per studenti universitari nel 1987. Negli anni successivi si palesò la necessità di adottare una base giuridica specifica per consentire alla UE di occuparsi dei settori della Gioventù e dell’ Istruzione. Così, nel 1992, con il Trattato di Maastricht, si attribuirono all’UE alcune competenze nel settore delle politiche giovanili. Fino alle soglie del 2000, tali politiche si esplicarono solo nelle attività previste dai programmi Erasmus e Gioventù per l’Europa (1988-1999). Con il “Libro Bianco – Un nuovo impulso per la gioventù europea”, pubblicato dall’Unione Europea nel 2001, si iniziò a discutere delle più importanti problematiche legate ai giovani e si suggeriva l’individuazione di strategie di intervento a lungo termine fra le quali l’inserimento del metodo di coordinamento aperto e del mainstreaming. Nel 2002 l’UE ha adottato la “Risoluzione relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù” da esplicarsi anche attraverso lo sviluppo di un dialogo strutturato con i giovani dei Paesi membri4. Nel 2008 l’UE ha racchiuso tutte queste risoluzioni precedentemente formulate in un’unica “Raccomandazione relativa alla mobilità dei giovani volontari nell'Unione Europea” che, pur non essendo vincolante, ha un peso politico più evidente. Tuttavia, la Strategia di Lisbona trattava solo sommariamente il tema dei giovani e specificatamente solo in relazione alle tematiche dell’istruzione e della formazione. Nel 2005, Capi di Sato e di Governo di Francia, Germania, Spagna e Svezia proposero il “Patto europeo per la gioventù”, fissando priorità specifiche in merito ai giovani. Il Patto fu adottato dal Consiglio europeo di Bruxelles nello stesso anno. Le tematiche affrontate nello specifico erano l’occupazione, l’integrazione, la promozione sociale, l’istruzione, la formazione, la mobilità e la conciliazione della vita professionale con la vita personale e familiare. Il Patto trova riscontro nella Strategia Europa 2020 adottata nel 2010 nella quale si sottolinea il bisogno di integrare maggiormente i giovani nel mondo del lavoro per aumentare il tasso di occupazione e per favorire la riduzione dei tassi di abbandono scolastico5. La linea di indirizzo della strategia europea in favore delle politiche giovanili fanno riferimento ad alcuni principi, quali:
3
Fonte Unione Europea (confronta http://europa.eu/legislation_summaries). Fonte: La mobilità dei giovani volontari in Europa, Comitato delle Regioni – Confronta: Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi e degli stati membri (2002/C 168/02) 5 Fonte: La mobilità dei giovani volontari in Europa, Comitato delle Regioni. Per approfondimenti consultare "Conclusioni del Consiglio d'Europa del 23-24 Marzo 2010 - EUCO 7/109” 4
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1. Le politiche europee per la gioventù
• Cittadinanza attiva • Integrazione socio professionale • Mainstreaming dei giovani nelle politiche contro la discriminazione, la salute, lo sport. Infine, ulteriore strumento della politica europea per la gioventù è il dialogo strutturato. Con una risoluzione del 2005, il Consiglio ha invitato gli Stati membri a “sviluppare un dialogo strutturato con i giovani e con le loro organizzazioni a livello nazionale, regionale e locale su azioni politiche che li riguardano…”. Le istituzioni europee si consultano regolarmente con il Forum Europeo per la Gioventù , organizzazione-ombrello che rappresenta i giovani dell’UE mentre gli Stati membri consultano prevalentemente i propri consigli Nazionali per i giovani, che in Italia è in via di costituzione ed è attualmente rappresentato dal forum.
1.2. II ruolo del volontariato Nel Libro Bianco del 2001 il Servizio Volontario Europeo per i giovani veniva considerato come “una forma di partecipazione sociale, un’esperienza educativa, nonché un fattore di occupazione e d’ integrazione”. Tutti gli Stati membri erano sollecitati a rimuovere i possibili ostacoli alla mobilità dei giovani volontari. Inoltre, si ribadiva il bisogno di identificare nel servizio volontario un’esperienza di apprendimento non formale. Nel 2002, con la “Risoluzione del Consiglio relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù”, si inserivano le attività di volontariato fra gli ambiti tematici di intervento prioritari, impegnando l’UE e gli Stati membri a promuovere il valore del volontariato presso enti pubblici, ONG, enti privati, associazioni ecc… Nel 2004, a seguito dell’ invio di questionari agli Stati membri per fotografare la situazione del volontariato giovanile dei singoli paesi, l’UE adotta la “Risoluzione del Consiglio in materia di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani” in cui vengono individuati quattro obiettivi fondamentali: • incoraggiare le attività di volontariato fra i giovani per promuovere le possibilità esistenti ed ampliare e migliorare l’offerta; • eliminare gli ostacoli al fine di facilitare l’inserimento dei giovani in attività di volontariato • promuovere il volontariato come strumento di diffusione del valore della solidarietà e della cittadinanza attiva e responsabile • promuovere il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso la partecipazione ad attività di volontariato, promuovere il riconoscimento dell’impegno sociale dei giovani ed infine promuovere il valore del volontariato come strumento di passaggio dal mondo della formazione a quello del lavoro. Gli Stati membri sono stati sollecitati ad intervenire per ideare e mettere in atto strategie nazionali per la promozione delle attività di volontariato. La“Raccomandazione relativa alla mobilità dei giovani volontari nell’Unione europea”, del 2004, accorpando
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1. Le politiche europee per la gioventù
tutte le precedenti risoluzioni, può essere considerata una pietra miliare su questi aspetti. Il volontariato è stato riconosciuto come importante fattore per creare capitale sociale, sviluppo locale e comunitario e per promuovere la coesione socioeconomica ed in tal senso si muove l’interesse dell’ UE “Servizio Volontario Europeo” nelle politiche a favore del volontariato6.
1.3. Servizio Volontario Europeo Il Servizio Volontario Europeo nasce come programma pilota nel 1996 e termina nel 1999. Il grande successo ottenuto in termini di obiettivi raggiunti ha fatto sì che lo SVE fosse inserito nel programma d’azione comunitario “Gioventù” per gli anni 2000-2006. Nel 2007 il programma viene rinnovato fino al 2013 e prende il nome di “Gioventù in Azione” del quale lo SVE è una fra le principali attività previste. Il Servizio Volontario Europeo si rivolge a giovani fra i 18 ed i 30 anni, indipendentemente dal loro grado di istruzione, dalle condizioni economiche, sociali e dalle conoscenze linguistiche. Lo SVE riguarda i giovani volontari europei in attività individuali o di gruppo, in Europa ed in numerosi altri paesi del mondo. I singoli progetti possono avere una durata massima di 24 mesi mentre la durata del servizio specifico può andare da un minimo di 2 settimane ad un massimo di 12 mesi. Obiettivi fondamentali del Programma Gioventù in Azione in generale e dello SVE nello specifico, sono: • promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadinanza europea in particolare; • sviluppare la solidarietà e promuovere la tolleranza fra i giovani, in particolare per rafforzare la coesione sociale dell’Unione europea; • rafforzare la comprensione reciproca tra i giovani di diversi paesi; • contribuire allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società civile nel settore della gioventù; • promuovere la cooperazione europea in materia delle politiche giovanili. L’attività del Servizio Volontario Europeo può svolgersi in vari settori: arte e cultura, ambiente, cooperazione allo sviluppo, salute, sviluppo urbano e rurale, dialogo interreligioso, media e comunicazione e deve essere correlato ad una o più delle priorità permanenti del Programma, ossia: • cittadinanza Europea; • partecipazione giovanile; • diversità culturale; • inclusione di giovani con minori opportunità. L’ultimo punto, in particolare, risulta di fondamentale importanze se si considera che i programmi che hanno una dimensione significativa in favore della inclusione di giovani con minore opportunità, come Gioventù in Azione, sono pensati allo scopo di favorire la formazione permanente e l’apprendimento informale e non formale anche fra coloro che hanno difficoltà ad inserirsi in percorsi formativi classici, formali, scolastici ed universitari o in percorsi professionali.
6
Fonte: La mobilità dei giovani volontari in Europa , Comitato delle Regioni
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1. Le politiche europee per la gioventù
Con riferimento all’accezione europea, sono considerati giovani con minori opportunità coloro che hanno disabilità fisiche e/o mentali, ma anche coloro che sono colpiti da difficoltà economiche, ostacoli geografici e sociali, difficoltà di apprendimento. Sono escluse dalle attività di volontariato europeo quelle che esporrebbero i giovani volontari a situazione di grave rischio in quanto collegate alle attività da svolgere in situazioni immediatamente successive a crisi. È il caso, ad esempio, di progetti che abbiano come obiettivi gli aiuti umanitari, aiuti successivi a catastrofi naturali ecc... Elemento fondamentale nei progetti di SVE è il processo di apprendimento dei partecipanti. Le competenze acquisite attraverso percorsi di educazione non formale nell’arco della realizzazione delle attività vengono certificate attraverso il rilascio dello Youthpass, strumento riconosciuto a livello europeo (tav. 1).
Tav. 1 - Principali interventi della UE in materia di giovani e volontariato
• Trattato Ue (1992) • Libro bianco (2002) • Risoluzione relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (2002) • Risoluzione sugli obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani (2004) • Risoluzione sul riconoscimento del valore dell’apprendimento non formale e informale nel settore della gioventù europea (2006) • Risoluzione sulle attività di volontariato dei giovani (2007) • Raccomandazione sulla mobilità dei volontari nell’UE (2008) • Decisione del Consiglio sull’Anno europeo delle attività di volontariato (2009)
Gioventù per l’Europa (1988 1999)
Gioventù (2000-2006)
Servizio Volontario Europeo (1996-1999)
19
Gioventù in Azione (2007-2013)
2. IL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO IN ITALIA NEL TRIENNIO2008-2010 2.1. I flussi di volontari in invio ed accoglienza nel triennio 2008/2010 Il dato aggregato relativo al triennio 2008-2010 in merito alla quantificazione complessiva dei volontari italiani in invio e dei volontari stranieri in accoglienza del Servizio Volontario Europeo mostra come la tendenza risulti essere stabile, assestandosi tra le 650 e le 700 unità, fatta eccezione per l’annualità 2009 dove si registra una leggera flessione (tab. 1). La scomposizione del dato aggregato nelle articolazioni “Sending” (invio) e “Hosting” (accoglienza) offre una lettura analitica suggerendo come frequenze più elevate si registrino tra i primi, con progressivi, seppur contenuti, aumenti dal 2008 al 2010. La componente “hosting” risulta, al contrario, in diminuzione nelle annualità considerate, soprattutto tra il 2008 e il 2009, ma con ritmo e consistenze inferiori. Ciò è desumibile dai dati esposti in tab.1, da cui si osserva come tra il 2008 e il 2009 la quota hosting si riduce del 18,6%, mentre tra il 2009 e il 2010 lo scarto è più contenuto e si assesta al 3,2% In sintesi, i dati del grafico 1 mostrano come in Italia siano più consistenti i volontari in partenza piuttosto che quelli accolti. L’analisi che segue esamina il profilo dei volontari in partenza e in arrivo nella variabile di genere, di provenienza e appartenenza territoriale e propone una distribuzione regionale, delineando la geografia dello SVE in Italia. Tab. 1 – L’universo dei volontari per sesso, anni 2008-2010 (v.a.)
1. La colonna del “Totale” dei volontari non coincide con quella dei “N. Volontari” per non disponibilità del dato sul genere
21
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 1 – Trend dei volontari in invio, accoglienza 2008 - 2010
800 700 600 500 400 300 200 100 0
Sending Hosting Totale
2008
2009
2010
2.2. Il profilo dei volontari secondo il genere I grafici 2 e 3 mostrano la composizione di genere dei volontari in Sending ed Hosting: nel primo come nel secondo caso si registra una netta prevalenza del genere femminile su quello maschile in tutte e tre le annualitĂ considerate con scarti piĂš che significativi, soprattutto nei volontari accolti. Nello specifico, tra il 2008 e il 2010 6 volontari su 10 in partenza per Paesi europei erano donne, mentre tra quelli in arrivo la proporzione aumenta a 7 volontarie in arrivo ogni 10 considerati.
Graf. 2 – Composizione per genere volontari in accoglienza
Volontari in Hosting
100 26,7
30,7
30,5
80 60 Maschi Femmine
% 40 73,3
69,3
69,5
2008
2009 Anno
2010
20 0
22
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 3 – Composizione per genere volontari in invio
Volontari in Sending
100 80
39,9
38
39,7
60
Maschi Femmine
% 40 60,1
62
60,3
2008
2009 Anno
2010
20 0
Il grafico 4 rappresenta il dato aggregato del triennio della ripartizione di genere di volontari in Sending ed Hosting. Come precedentemente rilevato, la componente femminile è assolutamente prevalente. In accoglienza, le donne sono più del doppio degli uomini. In invio, la percentuale dei volontari maschi aumenta del 10,3% rispetto a quelli di accoglienza, raggiungendo, tuttavia, poco più della metà della componente femminile. Graf. 4 – Composizione per genere invio e accoglienza
Volontari 2008 - 2010
100 80
28,9
39,2
60
Maschi
%
Femmine
40
71,1
60,8
Sending
Hosting
20 0
I grafici 5 e 6 mostrano nel dettaglio l’andamento della partecipazione maschile rispetto a quella femminile ai progetti di SVE in invio ed accoglienza per ogni annualità considerata.
23
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Per quanto riguarda l’accoglienza, come si evince dal grafico 5, ad una prima fase di crescita tra il 2008 e il 2009 (pari al + 4%) si contrappone una fase di stabilizzazione nel 2010, dove l’incidenza della presenza maschile resta praticamente invariata. Graf. 5 – Incidenza percentuale componente maschile accoglienza 2008 - 2010
Volontari maschi in Hosting
100 80 60 % 40
30,7
30,5
2009
2010
Maschi
26,7
20 0 2008
Anno Per quanto riguarda, invece, l’invio, come si evince dal grafico 6, la quota di partecipazione maschile, pur essendo inferiore a quella femminile, supera di qualche punto l’incidenza registrata nell’invio ed il dato risulta variabile nel triennio, fra 38 e 40% circa. Graf. 6 - Incidenza percentuale componente maschile invio 2008 - 2010
Volontari maschi in Sending
100 80 60 % 40
39,9
38
39,7
2008
2009
2010
Maschi
20 0 Anno I grafici 7 e 8 mostrano nel dettaglio l’andamento della partecipazione femminile rispetto a quella maschile ai progetti di SVE in invio ed accoglienza per ogni annualità considerata.
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2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Per quanto riguarda l’accoglienza, dal grafico 7 si evince come la componente femminile sia per tutto il triennio considerato in netta prevalenza, pari a circa il 70% del totale dei volontari accolti. Tale tendenza si ripete anche per l’invio: il genere femminile è sempre numericamente più consistente, raggiungendo una quota del 62% rispetto al 60% degli altri due anni considerati. Graf. 7 – Incidenza percentuale componente femminile in accoglienza 2008 - 2010
Volontari femmine in Hosting
100 73,3
69,3
69,5
80 60 %
Femmine
40 20 0 2008
2009
2010
Anno Graf. 8 – Incidenza percentuale componente femminile in invio 2008 - 2010
Volontari femmine in Sending
100 80 60,1
62
60,3
60 %
Femmine
40 20 0 2008
2009 Anno
25
2010
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
2.3. I flussi secondo provenienze e destinazioni territoriali L’analisi territoriale dei flussi consente di valutare la maggiore propensione a partecipare ai programmi SVE nelle regioni italiane, di individuare i Paesi più attrattivi per i giovani italiani e quelli di provenienza per i volontari stranieri. Sia per quanto riguarda l’invio (con il 61,3%) che per l’accoglienza di volontari (con il 60,6%), si registra una netta prevalenza delle regioni del Nord Italia come territori più coinvolti nelle attività SVE (tab. 2). Sempre nelle prime posizioni si trovano il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Da sottolineare, l’alta percentuale dei volontari inviati dalla Puglia e di quelli ospitati in Sicilia (pari all’8,8%). Entrambi i dati risultano significativi se si paragonano alle percentuali delle altre regioni del Centro e del Sud. Il grafico 9 mostra la percentuale dei volontari in invio ed accoglienza per ogni macroarea geografica rispetto ai totali generali dei volontari inviati ed ospitati per le tre annualità; come già evidenziato, dal Nord Italia sono partiti circa il 60% del totale dei volontari inviati e ospitati circa il 60% del totale dei volontari complessivamente accolti in Italia nel triennio considerato.
Graf. 9 – Incidenza per Grandi ripartizioni territoriali dell’ hosting e sending
Ripartizione dei volontari nelle macroaree nel triennio 2008/2010 in relazione alla tipologia delle attività svolte
100 80 60
54,6
63,5
50,3 Hosting
%
Sending
40 20
45,4
36,5
49,7
Nord
Centro
Sud
0
26
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 10 – Articolazione in ciascuna Grande ripartizione tradizionale delle attività sendig e hosting
Ripartizione dei volontari in percentuale nelle macroaree nel triennio 2008/2010
140 120 100 % 80 60 40
60,9 Hosting Sending
22,2
61,3
20
17,2 12
0 Nord
Centro
26,7 Sud
Il grafico 10, invece, ci mostra la composizione per ciascuna circoscrizione geografica dei volontari in uscita e ospitati. Nel Mezzogiorno volontari inviati e accolti sono praticamente di pari numero; abbastanza simile è la proporzione anche al Nord, mentre nel Centro Italia (dove però i flussi sono più bassi), l’accoglienza supera significativamente gli invii.
27
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Tab. 2: Incidenze percentuali volontari Sending e Hosting per regioni Regione
Volontari in SENDING (%)
Valle d'Aosta Piemonte Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE NORD TOTALE CENTRO TOTALE SUD TOTALE
0,3 13,4 10,9 4,1 8,5 5,5 7,4 11,1 3,5 1,6 0,6 6,3 2,5 0 4,1 8,8 1,6 1,7 5,7 2,2 61,3 12 26,7 100
V.a.
Volontari in HOSTING(%)
2 85 69 26 54 35 47 70 22 10 4 40 16 0 26 56 10 11 36 14 388 76 169 633
0 10,5 20 4,4 8,5 3,9 0,8 12,5 6,4 1,6 0,5 8,7 2,5 0 2,6 5,3 0 0 8,8 3 60,6 17,2 22,2 100,0
V.a. 0 81 154 34 65 30 6 96 49 12 4 67 19 0 20 41 0 0 68 23 466 132 171 769
TOTALE 2 166 223 61 119 65 53 166 71 22 8 107 35 0 46 97 10 11 104 37 855 208 340 1403
In relazione alle regioni di provenienza dei volontari in partenza tra il 2008 e il 2010, si riporta di seguito la mappa secondo quattro classi di frequenza. Le regioni contrassegnate dalla colorazione in arancione registrano pi첫 di 40 volontari partiti nel triennio considerato e sono collocate maggiormente nel Nord Italia, seguite da isolati casi nel Centro Italia (Lazio) e nel Sud Italia (Puglia). Le regioni invece caratterizzate da numeri mediamente pi첫 contenuti (in azzurro) sono distribuite in modo pi첫 omogeneo nel Nord, Centro e Sud Italia. Il numero di regioni caratterizzate da minori volontari in partenza si collocano soprattutto nel Centro e Sud Italia.
28
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Mappa 1: Volontari in Sending - Regioni di provenienza
Pi첫 di 40 Da 21 a 40 Da 1 a 20 Nessun volontario
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2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Il ranking delle regioni italiane (tab. 3) per numero di volontari in partenza tra il 2008 e il 2010, vede in prima posizione il Piemonte, seguito a breve distanza dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna (territori che formano un’area contigua di forte attivismo nel campo dello SVE). Tale “geografia” è correlata all’elevata numerosità di associazioni accreditate (come più ampiamente descritto di seguito nel paragrafo 2.4.1 tabella 8). Outlier territoriale è la regione Puglia che con l’8,8% del totale dei volontari in partenza si colloca al quarto posto, rappresentando un’anomalia nei trend del Sud Italia. * Tuttavia al fine di avere una conoscenza realistica delle attività di SVE, è oppurtuno leggere tali dati correlandoli con quelli di cui al paragrafo 2.4.1 e con quelli delle mappe 2 e 3 pag 32 e 33
Tab. 3 – Regioni italiane per percentuale di volontari inviati nel triennio 2008 - 2010
Le regioni collocate nelle ultime posizioni risultano essere accomunate dall’esigua dimensione territoriale e collocate anch’esse nel Mezzogiorno, come il Molise, che risulta l’unica regione senza volontari in partenza. L’aggregazione delle regioni in macroripartizioni territoriali, riportate nel grafico 11, conferma come dalla sola area del Nord Italia, nel triennio considerato, siano partiti circa 6 volontari su 10, mentre il 40% si è suddiviso tra il Centro Italia e il Sud Italia.
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2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 11 – Articolazione per Grande ripartizione geografica dei volontari in sending
Ripartizione in macroaree dei volontari in Sending 2008/2010
100 80 61,3 Nord
60 %
Centro
40 20
12
26,7
Sud
0
L’analisi di livello provinciale offre una ulteriore informazione territoriale (mappa 2), che evidenzia la effettiva distribuzione geografica delle attività SVE.
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2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Mappa 2: Volontari in Sending - Province di provenienza
Più di 10 Da 3 a 10 Da 1 a 3 Nessun volontario
In accordo con il dettaglio regionale, le province a più alta intensità quanto a volontari in partenza, caratterizzate dal colore rosso (più di 10 volontari in tre anni), si collocano per lo più nel Nord Italia, mentre sono poco presenti nel Centro (Roma) e Sud Italia, eccezion fatta per alcuni grandi centri come Napoli, Bari e Palermo, territori caratterizzati da presenze significative per numero di associazioni accreditate. Le province, invece, con meno volontari partiti (tra le 3 e le 10 unità) sono naturalmente molto numerose e distribuite in modo abbastanza eterogeneo sul territorio nazionale, con particolare addensamento nel Sud Italia.
32
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
La disamina territoriale dei volontari accolti, riportata nella mappa 3, mostra come, anche in questo caso, siano le regioni del Nord Italia e la Puglia ad essere i territori più attivi e con i numeri più elevati di volontari accolti complessivamente durante il triennio, cui si affiancano territori regionali outlier rispetto al Sending come il Lazio e la Sicilia. Le regioni con medie presenze, tra i 21 e i 40 volontari accolti, si collocano nel Nord Est e in Sardegna; presenze, invece, più esigue si riscontrano in Liguria ed in alcune regioni del Centro Italia. I territori regionali, invece, totalmente esclusi (in bianco) dal circuito di accoglienza del Servizio Volontario Europeo si collocano tutti nel Sud Italia, eccezion fatta per la Valle d’Aosta.
Mappa 3: Volontari in Hosting - Regioni di destinazione
Volontari hosting Regioni di destinazione 2008-2009-2010 Più di 40 Da 21 a 40 Da 1 a 20 Nessun volontario
33
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
La graduatoria delle regioni in termini di accoglienza di volontari europei nel triennio 2008- 2010, vede nelle prime tre posizioni le stesse regioni dei volontari in Sending, vale a dire la regione Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che raccolgono circa il 42% dei volontari ospitati nel triennio (poco piÚ di 4 volontari su 10). Nella graduatoria dei volontari accolti, anche la Sicilia, il Lazio ed il Veneto registrano presenze significative (tab. 4 – graf. 12). Tab. 4 – Percentuale di volontari ospitati nel triennio 2008/2010 distribuita per Regione
34
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 12 – Articolazione per Grande ripartizione dei volontari in Hosting
Ripartizione in macroaree dei volontari in Hosting
100 80 60
60,6
Nord
%
Centro
40 20
Sud
17,2
22,2
0
Per quanto riguarda, le mete di destinazione, quasi il 50% (tab. 5 e graf. 13) del totale dei volontari in partenza dall’Italia nel triennio considerato si è ripartito in sole cinque nazioni: la Spagna nel 16,3% dei casi, la Germania nel 8,9% dei casi, la Francia nell’ 8,1% dei casi e infine, il Portogallo e la Polonia, che globalmente hanno ospitato il 13,4% dei casi. Tab. 5 – Le prime dieci destinazioni scelte dai volontari italiani
35
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 13 – Articolazione dei volontari per Paese di destinazione (val. %)
Classifica dei Paesi di destinazione nel triennio 2008/2010
Olanda Grecia Romania Turchia Regno Unito
%
Polonia Portogallo Francia Germania Spagna
0
5
10
15
20
Per quanto riguarda, invece, i Paesi di provenienza dei volontari accolti nel triennio considerato, le nazioni con le più alte frequenze ricalcano esattamente, seppur in ordine diverso, quelle di destinazione dei volontari Italiani, vale a dire Germania, Spagna, Francia, Turchia e Polonia che da sole raccolgono circa il 58% dei volontari inviati (quasi 6 su 10 volontari complessivamente considerati), delineando simili geografie dei flussi di invio ed accoglienza (tab. 6 – graf. 14).
Tab. 6 – Principali Paesi di provenienza dei volontari stranieri ospitati in Italia
36
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Classifica dei Paesi di destinazione nel triennio 2008/2010 Graf. 14 – Articolazione dei volontari, per Paese di provenienza Classifica dei Paesi di provenienza nel triennio 2008/2010 Estonia Lituania Lettonia Portogallo Ungheria Polonia Turchia Francia Spagna Germania
0
5
10
15
20
%
2.4. Le organizzazioni accreditate e i beneficiari 2.4.1. Tipologia di accreditamento delle organizzazioni nel triennio 2008/2010 Nel triennio 2008/2010 sono state accreditate dall’Agenzia Nazionale per i Giovani 239 organizzazioni in totale. Come si evince dalla tabella 7 e dal grafico 15, la prevalenza delle organizzazioni ha richiesto ed ottenuto l’accreditamento nella modalità “congiunta” in qualità, cioè, di ente di invio, di accoglienza e di coordinamento (27,6%). Se osserviamo i valori assoluti e percentuali delle singole tipologie, ossia laddove le organizzazioni hanno richiesto ed ottenuto l’accreditamento solo per uno o per l’altro profilo, è possibile osservare il notevole scarto tra gli accreditamenti in qualità di ente di solo invio e di invio a coordinamento (che rappresentano il 54,1% del totale ) e gli enti di sola accoglienza (8%). Infine, sono relativamente pochi sia gli enti accreditati solo per il coordinamento, sia quelli che indicano un’unica organizzazione accreditata solo per l’invio e/o solo per l’accoglienza (0,4%).
37
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Tab. 7 – Organizzazioni Accreditate dal 2008 al 2010
Graf. 15 – Ripartizione delle associazioni, per tipologia di accreditamento (val. %)
Tipologia di accreditamento 2008/2010
100 80
SHC SO SC
60 %
HC
40
HO
27,6
27,2
26,8
SH
20
10
0
7,9
CO
0,4
0
Organizzazioni La maggior parte delle organizzazioni accreditate nel triennio 2008/2010 hanno sede legale nelle regioni Lombardia (15,5%) e Piemonte (14,2%). Seguono, con uno scarto di diversi punti percentuali, il Veneto e l’Emilia Romagna (entrambe con l’11,7%). La regione del centro Italia con il numero più alto di organizzazioni accreditate è la Toscana (5,9%), seguita dal Lazio (5,4%). Al Sud, la regione con il numero maggiore di organizzazioni accreditate è la Sicilia (7,5%). Come si evince dalla tabella la distribuzione geografica delle organizzazioni accreditate non è affatto omogenea né proporzionale alla grandezza e alla popolosità delle singole regioni: infatti, una regione grande e popolosa come la Campania ha una percentuale pari solo al 3,8%, mentre il Trentino Alto Adige, più piccola e meno popolosa, ha una percentuale del 5%.
38
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Tab. 8 – Le organizzazioni accreditate per Regioni Regione
Organizzazioni accreditate dal 2008 al 2010 (%)
Valle d'Aosta Piemonte Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE NORD TOTALE CENTRO TOTALE SUD TOTALE
0,8 14,2 15,5 5,0 11,7 1,7 1,3 11,7 5,9 4,2 1,3 5,4 2,1 0,0 3,8 2,9 1,3 2,9 7,5 0,8 61,9 16,8 21,3 100
39
V.a. 2 34 37 12 28 4 3 28 14 10 3 13 5 0 9 7 3 7 18 2 148 40 51,0 239
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Mappa 4: Associazioni accreditate dal 2008 al 2010 - Ripartizione regionale
Associazioni accreditate 2008 - 2010 Oltre 20 associazioni Da 6 a 18 associazioni Da 2 a 5 associazioni Nessuna associazione
40
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Come si evince dal grafico, la concentrazione maggiore delle organizzazioni accreditate nel triennio 2008/2010 è nel nord Italia ed è pari al 61,9% del totale. Segue il Sud, con il 21,3% ed infine il centro, con il 16,8%. Da notare come il dato aggregato delle incidenze delle organizzazioni presenti al centro ed al sud (38,1%) rappresenta poco più della metà di quelle del Nord Italia. Tuttavia, a prescindere dalla oggettiva distribuzione geografica degli organismi accreditati è importante considerare che non tutte le organizzazioni accreditate sono “attive” - tale aspetto sarà analizzato nel successivo paragrafo
Graf. 16 – Ripartizione territoriale delle organizzazioni accreditate (val.%)
Organizzazioni accreditate dal 2008 al 2010 100 80 60
61,9 Nord
%
Centro
40
Sud
16,8
20
21,3
0 Regioni
Tab. 9 – Media dei volontari per organizzazione nelle regioni italiane Media volontari Hosting per organizzazione Valle d'Aosta Piemonte Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
0,0 2,4 4,2 2,8 2,3 7,5 2,0 3,4 3,5 1,2 1,3 5,2 3,8 0,0 2,2 5,9 0,0 0,0 3,8 11,5
Media volontari Sending per organizzazione 1,0 2,5 1,9 2,2 1,9 8,8 15,7 2,2 1,6 1,0 1,3 3,1 3,2 0,0 2,9 8,0 3,3 1,6 2,0 7,0
41
Media totale volontari H+S 1,0 4,9 6,0 5,0 4,3 16,3 17,7 5,6 5,1 2,2 2,7 8,2 7,0 0,0 5,1 13,9 3,3 1,6 5,8 18,5
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
2.4.2. Profilo e ruolo dei beneficiari Passando all’analisi della tipologia di organismi richiedenti (applicant), che abbiano cioè presentato e visto approvato il proprio progetto da parte dell’Agenzia Nazionale Giovani italiana nel triennio tra il 2008 e il 2010, il grafico n. 17 mostra come l’83,6% siano associazioni no profit, seguiti dagli enti pubblici (8,7% dei casi), mentre i restanti soggetti raccolgono complessivamente circa l’8%.
Graf. 17 – Articolazione dei beneficiari, per tipologia (val. %)
Profilo dei beneficiari 2008/2010
100
83,6
Non profit/Non governamental organisation
80
Public body
60
Body active at European level in the youth field
% 40 20 0
International governamental organisation
8,7
0,5
2,2
0
4,9
Altro
Incrociando tale dato con il ruolo del soggetto applicant (graf. 18 ) all’interno dei progetti SVE approvati nel triennio 2008-2010, è possibile osservare come la maggior parte degli enti ricopra il ruolo di soggetto in accoglienza, 4 su 10, seguito da soggetti accreditati con il solo profilo di coordinatore, seguiti da associazioni con ruolo di associazione di invio (2 su 10) e infine associazioni accreditate con doppia veste di accoglienza e invio (7,7%).
42
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 18 – Incidenza dei beneficiari, per tipologia di programma (val. %)
Ruolo dei beneficiari (2008/2010) 100 80
Host Organisation
60
Only Coordinating Organisation (neither Sending nor Host Organisation) Sending Organisation
42,6
% 40 20
30,1
Both Sending and Host Organisation
19,7 7,7
0
2.4.3. I progetti e il tasso di successo (2008-2011) Il quadro dell’attività svolta e della progettualità fin qui espressa è ben rappresentata dall’andamento dei progetti presentati e approvati. Per questa tipologia di dati è stato possibile fare riferimento al periodo 2008 - 2011. Nel quadriennio sono stati presentati all’Agenzia Nazionale Giovani 992 progetti in totale di cui 527 approvati, che rappresentano il 53,1% (tab. 10 e graf. 19). Occorre sottolineare, tuttavia, che è molto variabile il numero di progetti presentati e l’incidenza di quelli approvati. Infatti, se si osservano i dati annuali, nel 2008 la percentuale dei progetti approvati è stata pari al 66,6%, nel 2009 al 49% e nel 2010 al 40,5%. Nel 2011, invece, assistiamo ad un’inversione di tendenza ed il tasso dei progetti approvati è in forte aumento, nonostante le richieste siano nell’ordine di grandezza degli anni precedenti.
Nel 2011 assistiamo, infatti, a un incremento del 40,5% di progetti approvati e a un tasso di successo del 62% (graf. 20).
43
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Tab. 10 – Progetti presentati e approvati(*)
Graf. 19 - Raffronto fra progetti presentati e approvati
Tasso di approvazione dei progetti (v.a.)
350
N. progetti
% 300 250
286 234 209
200 150
133
115
116
100 50 0 2008
2009
44
2010
Presentati Approvati
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 20 – Tasso di successo dei progetti
Tasso di approvazione dei progetti (%)
100 80 60 %
66,6
62
2008 2009
49
40,5
40
2010 2011
20 0 Progetti
2.4.4. Obiettivi e priorità dei progetti Per quanto riguarda gli obiettivi generali del programma Gioventù in Azione il 30,4 % dei progetti SVE approvati, ha scelto la promozione della cittadinanza attiva; il 28% l’incoraggiamento della comprensione reciproca tra i giovani di diversi Paesi e il 23,9% lo sviluppo della solidarietà e la promozione della tolleranza. Seguono a notevole distanza le tematiche relative al contributo al miglioramento della qualità dei sistemi e delle competenze (8,7%) e la cooperazione nel settore della gioventù (8,7%).
Tab. 11 – Ripartizione dei progetti, per obiettivi (val. %)
45
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
Graf. 21 – Ripartizione dei progetti, in relazione agli obiettivi generali del programma Gioventù in azione (val. %)
Obiettivi
100 80 Cittad. Attiva
60
Solidarietà Tolleranza
40
Comprensione Sistemi di Sostegno Cooperazione Europea
% 30,4
23,9
28,3
20
8,7
8,7
0
Per quanto riguarda le priorità permanenti selezionate nei progetti approvati, il 35,7% del campione analizzato ha scelto la diversità culturale. Il 31,1 %, la partecipazione dei giovani. Il 23,2%, la cittadinanza attiva, mentre solo il 7,3% dell’ universo dei progetti approvati ha scelto l’inclusione di giovani con minori opportunità. Tab. 12 – Ripartizione dei progetti, per priorità permanenti del programma Gioventù in azione (val. %)
Graf. 22 – Ripartizione dei progetti, per priorità (val. %)
Priorità
100 80 Cittadinanza Partecipazione Diversità Inclusione
60 %
34,1
35,4
40 23,2 20
7,3
0
46
2. Il Servizio Volontario Europeo in Italia nel triennio 2008 - 2010
La coscienza europea, l’arte e cultura e la comunicazione, ciascuna con l’11,5%, risultano essere le tematiche più presenti nei progetti approvati. Seguono le tematiche delle politiche giovanili con il 10,9%, la disabilità con il 10,4% e la lotta alle discriminazioni (10,1%). Fanalino di coda della classifica, le comunità rom (0,6%) e le minoranze (0,3%). Nessun progetto approvato ha sviluppato le tematiche del dialogo interreligioso, della ricostruzione a seguito di conflitti o disastri e della cooperazione allo sviluppo.
Tab. 13 – Ripartizione dei progetti, per tematiche (val. %)
47
3. UN’ANALISI QUALITATIVA PRESSO GLI ORGANISMI ACCREDITATI Nell’ambito della ricerca effettuata sul Servizio Volontario Europeo l’Agenzia Nazionale per i Giovani ha realizzato un’indagine esplorativa rivolta agli organismi accreditati per lo SVE attraverso la somministrazione di un questionario strutturato, composto da circa 30 item relativi alle diverse dimensioni coinvolte nell’azione 2 del Programma Gioventù in azione. L’indagine, dalla durata di 2 mesi, ha raccolto circa 113 questionari ottenendo informazioni inedite sulle caratteristiche dei volontari (profilo socio-anagrafico), le esperienze pregresse e le motivazioni, il significato dato alla cittadinanza attiva, il rapporto col territorio e gli esiti dell’esperienza di volontariato. La lettura dei dati incrociata con quelli proposti precedentemente e effettuata elaborando il database dell’universo dei giovani coinvolti, offre una panoramica molto ampia sulle dinamiche relative al Servizio Volontario Europeo in Italia, fornendo spunti e motivi di riflessione per il futuro.
3.1. Caratteristiche prevalenti dei volontari La prima area di indagine del questionario ha riguardato la raccolta di informazioni circa il profilo socio anagrafico dei volontari, rispettivamente inviati e ospitati dalle strutture accreditate e rispondenti all’indagine.
Tab. 14 – Età prevalente del volontario (val.%)
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
49
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Il primo fattore esaminato è la classe anagrafica. Sia per i volontari in sending sia per quelli in hosting le età prevalenti si concentrano tra i 23 e i 26 anni: per i primi quasi la totalità dei giovani in partenza dall’Italia ha un’età compresa tra i 23 e i 26 anni, raggiungendo la soglia del 82,3% e per quelli accolti, l’età prevalente si concentra per il 61% nella stessa classe. Graf. 23 – Profilo anagrafico prevalente dei volontari (val%)
Età prevalente (%)
100 82,3 80 61,0 60
Hosting
40,3
%
Sending
40 13,9 20 2,6
5,2
1,3
8,9
0 16/18 anni
19/22 anni
23/26 anni
27/30 anni
Significativa è la presenza di volontari stranieri accolti in Italia di età compresa tra 19 e 22 anni (tab. 14 e graf. 23). Sono, quindi, gli italiani in partenza ad avere un’età maggiore rispetto a quelli accolti in Italia: la tendenza è confermata dal confronto delle incidenze relative alla fascia di età 27/30 anni dove gli hosting raggiungono il 5,2% contro una percentuale decisamente più alta di volontari italiani in sending, pari all’8,9%, Rispetto alle incidenze lette e incrociate alle ripartizioni territoriali, non si osservano scostamenti significativi rispetto al dato complessivo, con l’eccezione della percentuale della fascia di età 19/22 anni dei volontari in sending che nel Centro supera quella dei volontari ospitati (17,6% contro l’11,1%).
3.1.1. Profilo formativo Per quanto riguarda, invece, il profilo formativo prevalente dei volontari inviati e accolti, nel graf. 24 è possibile osservare le distribuzioni di frequenza complessivamente considerate, dalle quali si evince come la prevalenza dei volontari in hosting e sending possegga titoli di studio medio-alti. Per quanto riguarda i volontari in invio, questi ultimi per il 60,6% risultano essere in possesso della laurea, contro il 50,7% dei volontari accolti. Specularmente i diplomati risultano essere più numerosi tra le file dei volontari accolti, che staccano di circa 20 punti percentuali i diplomati italiani in partenza (occorre comunque considerare che il titolo di studio rilevato è l’ultimo in possesso, quindi i diplomati potrebbero essere anche universitari). Sono quindi connotati da un profilo formativo decisamente alto, i giovani italiani che partecipano con maggiore frequenza ad esperienze di Servizio Volontariato Europeo; sono perciò molto
50
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
meno numerosi i diplomati e sono totalmente assenti dallo Sve i giovani che sono in possesso della sola licenza media inferiore. Mentre, i volontari accolti sono caratterizzati da una prevalente formazione di livello medio. Graf.24 - Profilo formativo prevalente dei volontari (val.%)
Profilo formativo (%)
100 80 60 % 40
50,7
53,3
60,5 Hosting
35,4
Sending
20 2,7 0 Scuola media inferiore
Diploma
Laurea
Le distribuzioni per frequenza del titolo di studio prevalente in possesso dei volontari ripartite per area territoriale indicano che l’incidenza dei volontari laureati in invio sono alte ovunque, con picchi nel Nord Ovest (78,6%) e Sud e Isole (71,4%). I volontari italiani diplomati sono in partenza prevalentemente dal Sud e Isole e Nord Ovest. Per quanto invece riguarda i volontari ospitati in Italia, i laureati accolti sono piÚ numerosi nel Centro e nel Nord Ovest (rispettivamente 87,5% e 66,7%), i diplomati nel Nord Est e nel Sud e Isole, con soglie percentuali pari a 62,9% e 53,8%.
51
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 15 – Profilo formativo prevalente dei volontari per ripartizione territoriale
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
3.1.2. La condizione socio-professionale Rispetto alla condizione socio professionale dei volontari, la tab. 16 offre una lettura globale e per ripartizione territoriale: il dato complessivo informa che le percentuali più elevate, sia tra i volontari in sending sia in hosting, si concentrano tra i giovani non ancora inseriti in circuiti lavorativi, in cerca cioè di prima occupazione (rispettivamente 63,9% e 51,4%), e disoccupati, 33,7% tra i volontari in invio e 40,5% tra quelli accolti. I volontari accolti risultano, quindi, avere in misura maggiore rispetto ai volontari inviati, già esperienze lavorative alle spalle, mentre meno numerosi sono i volontari accolti ancora in cerca di prima occupazione, nonostante abbiano un’età mediamente inferiore rispetto ai giovani italiani in invio.
Tab. 16 – Condizione professionale prevalente del volontario
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
52
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
La lettura analitica del dato per area geografica conferma la modesta quota di volontari occupati, con l’eccezione di volontari in hosting nel Nord-Est e le elevate soglie di incidenze di volontari non occupati. Per quanto riguarda i disoccupati le incidenze percentuali si attestano attorno a valori più o meno simili in tutti i territori e con scarti contenuti, con l’eccezione del Nord Ovest dove la differenza tra i volontari in sending e in hosting raggiunge circa 35 punti percentuali, rendendo questa area estremamente attrattiva per esperienze di volontariato da parte di giovani stranieri che hanno già avuto esperienze lavorative. Per quanto riguarda invece i volontari in cerca di prima occupazione, tale condizione risulta sempre più elevata tra i giovani italiani in partenza rispetto agli stranieri in arrivo, con scarti rilevanti soprattutto nel Nord Ovest (80% contro 42,9%), mentre le differenze si riducono nelle altre ripartizioni pur confermando la maggiore tendenza degli italiani senza alcuna esperienza lavorativa a partecipare al Servizio Volontariato Europeo. A completare il profilo dei volontari, è stato chiesto alle associazioni di indicare l’ambito prevalente di provenienza dei soggetti che fanno richiesta di partecipazione a progetti SVE: sono gli ambiti provinciali e regionali quelli con le incidenze più elevate, raccogliendo più della metà dei volontari (circa 6 su 10). Ovviamente tale dato è fortemente correlato al bacino territoriale di operatività delle associazioni, poco caratterizzate, quindi, da ambiti estesi, come quello nazionale (16,5%), ma fortemente radicate nel contesto locale. Graf. 25 Ambito di provenienza prevalente dei volontari (val.%)
Provenienza prevalente (%)
100 80 60 %
34,0
40 20
29,1
12,6
16,5 8,7
0 Ambito locale
Ambito provinciale
Regionale
53
Nazionale
Altro
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
3.2. Esperienze pregresse e motivazioni dei volontari La seconda area di indagine ha riguardato le esperienze pregresse dei volontari inviati ed accolti dalle organizzazioni accreditate che hanno risposto al questionario. La maggior parte dei volontari italiani in partenza ha già avuto un’esperienza di mobilità nell’ambito del Lifelong Learning Programme, in particolar modo tramite il programma Erasmus. Ben il 57,3% dei giovani italiani che decide di partecipare a progetti di SVE ha, dunque, già avuto esperienze all’estero ed il dato è decisamente significativo se si osserva, invece, la quota dei volontari stranieri che partecipano a progetti in Italia, di cui solo il 27,6% ha avuto esperienze pregresse di mobilità all’estero, meno della metà rispetto ai volontari italiani. Alta è la percentuale dei volontari che ha già avuto esperienze di volontariato nazionale prima di partecipare a progetti di SVE: il 45,1% dei volontari italiani ed il 52,6% dei volontari stranieri. Pertanto è decisamente minoritaria la quota di volontari senza alcuna esperienza pregressa: il 17,1% dei volontari italiani e ben il 25% dei volontari stranieri (tab. 17 e graf. 26).
Tab. 17 – Esperienze pregresse prevalenti del volontariato
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
54
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Graf. 26 - Esperienze pregresse prevalenti del volontario Esperienze pregresse Altro Nessuna esperienza Servizio di Volontariato Europeo
Hosting Sending
Volontariato internazionale Volontariato nazionale LLP
0
20
40
60
80
100
Se si osserva il dato dei volontari in invio, tenendo conto della ripartizione geografica, si evince che il Centro è l’area dalla quale il numero più alto di volontari che parte ha già avuto esperienze pregresse all’estero in attività inerenti il Lifelong Learning Programme, con il 64,7%, (circa 10 punti percentuali in più rispetto ai valori del Nord Est, i più bassi con il 53,6%). Per quanto riguarda, invece, le esperienze di volontariato nazionale, il dato è abbastanza disomogeneo, con valori che si aggirano intorno al 50% nel Nord ed intorno al 35% nel Centro-Sud. L’area dove più giovani possono vantare pregresse esperienze di volontariato internazionale è il Nord Ovest con il 7,1%, seguita dal Centro e dal Sud e Isole. La percentuale più bassa è quella del Nord Est con il 3,6%. L’area con il più alto numero di giovani che partecipano a progetti di SVE senza aver alle spalle nessun’altra esperienza pregressa è il Nord Ovest, con una percentuale del 28,6%. In questo caso vi è un grande scarto fra la prima area e l’ultima, ossia il Centro con un valore percentuale del 5,9%. Osserviamo ora il dato dei volontari in accoglienza, tenendo sempre conto della ripartizione geografica: il valore più alto di volontari con esperienze pregresse in attività inerenti il Lifelong Learning Programme si riscontra al Centro con il 62,5% ed il più basso, con uno scarto notevole, al Nord Ovest, con il 13,3%. Per quanto riguarda esperienze pregresse in attività di volontariato nazionale, il dato oscilla fra il 62,5% del Centro ed il 42,7% del Sud e Isole. Per quanto riguarda esperienze pregresse in attività di volontariato internazionale, il dato oscilla fra il 12,5% del Centro ed il 5,9 del Nord Est. Infine, si evidenzia che la maggior parte dei volontari del campione analizzato senza alcuna esperienza pregressa, svolge progetti nell’area del Sud e Isole con una percentuale del 40% , mentre solo il 12% si reca al Centro. Un’informazione assolutamente significativa è quella che riguarda la consapevolezza dei volontari in merito alla scelta intrapresa: il 66,5% dei giovani che partecipa a progetti di SVE risulta cosciente della propria scelta fin dall’avvio mentre il 27,3% lo diventa in itinere.
55
3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 18 – Consapevolezza volontario scelta fatta
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Solo lo 0,9% delle associazioni analizzate dichiara che i volontari non sono assolutamente consapevoli della scelta fatta. Per tanto, è importante sottolineare che quasi la totalità dei giovani che prende parte ad attività di volontariato europeo, ossia ben il 92,8%, sembra disporre della consapevolezza del percorso intrapreso (tab. 18).
3.3. Cittadinanza attiva La terza area di indagine del questionario è dedicata alla cittadinanza attiva, la cui promozione è alla base di tutte le attività realizzate nel frame work del Programma Gioventù in Azione ed in particolar modo nel Servizio Volontario Europeo, considerato il ruolo fondamentale che hanno le esperienze di volontariato in merito alla partecipazione attiva alla vita sociale e culturale delle realtà nelle quali il volontariato e le associazioni operano. Il 60% del campione analizzato, ritiene che la promozione della cittadinanza attiva nei progetti di SVE avviene soprattutto grazie alla contaminazione della realtà locale attraverso le attività dei volontari. Il 47% ritiene che sia fondamentale la specificità dei progetti nei quali sono inseriti i volontari. Il 30,6% del campione ritiene, invece, che sia fondamentale ciò che le organizzazioni sono in grado di trasmettere ai volontari ed, infine, il 22,2% ritiene che il concetto di cittadinanza attiva sia promosso attraverso momenti di valutazione con i volontari sul lavoro svolto (tab. 19).
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 19 – Declinazione concetto di cittadinanza attiva (val.%)
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Se si osservano i dati tenendo conto della ripartizione geografica, si evince che è al Nord Ovest che si ritiene fondamentale la specificità del progetto (56,3%) mentre nel Nord Est essa ha il valore più basso (39,1%). Per quanto riguarda la valutazione del lavoro svolto, esso è fondamentale al Nord Ovest ed al Centro (25%) e meno importante nel Nord Est (21,7%); lo scarto fra i valori delle aree geografiche è tuttavia poco incisivo. La contaminazione dei volontari da parte delle organizzazioni assume un’importanza maggiore nel Nord Est (37%) ed è assai meno incisiva al Centro (20%). La contaminazione della comunità locale da parte dei volontari è il fattore più importante in tutte le aree geografiche, il valore più alto lo si riscontra al Centro con il 65% ed il più basso al Nord Est con il 56,5%. Allo scopo di comprendere, più specificatamente il punto di vista e la valenza data dalle associazioni al concetto di cittadinanza attiva, dimensione centrale, nei progetti di Servizio Volontario Europeo, è stato loro chiesto di indicare alcuni esempi di attività proposte ai volontari che avessero questo precipuo obiettivo. Nella tab. 20 è possibile notare come, nella maggior parte dei casi, il concetto di cittadinanza attiva si sia declinato con attività svolte con la popolazione locale (iniziative locali, coinvolgimento della popolazione residente in alcune attività, ecc), poi con attività in contesti di emarginazione sociale (attività con anziani, minori in condizioni di difficoltà, disagio). Al terzo posto le associazioni hanno indicato iniziative di promozione/disseminazione all’interno delle scuole, anche con iniziative congiunte, facendo dei giovani uno dei principali target di beneficiari non solo dell’informazione sul Servizio Volontario Europeo, ma anche soggetti con cui avviare preziose sinergie sui territori.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 20 – Esempi di attività proposte ai volontari considerate essere promotrici di cittadinanza attiva (val.%)
3.4. Il rapporto con il territorio Una ulteriore importante dimensione indagata nel questionario, ha riguardato la qualità del rapporto instaurato tra il volontario e il contesto territoriale circostante: la tab. 21 evidenzia come i volontari inviati e ospitati riescano ad avere buone relazioni prevalentemente con altri volontari presenti sul territorio, in secondo luogo con la comunità locale complessivamente considerata, a pari merito con i giovani del luogo, e infine con le associazioni locali.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 21 – Rapporto con il contesto locale
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
L’articolazione della “dimensione territoriale” mostra come soprattutto tra gli organismi accreditati nel Sud Italia e le Isole, i giovani volontari riescano ad instaurare buoni rapporti prevalentemente con i giovani e la comunità locale, percentuali che invece si riducono nelle altre ripartizioni territoriali. Da ciò emerge che il Meridione è l’area dove si realizza maggiormente un’integrazione/interazione col territorio e la popolazione locale.
Tab. 22 – Rapporto con il contesto locale per area territoriale (val. %)
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Per quanto riguarda i progetti SVE rispetto alla dimensione del territorio in cui essi si attuano, dalla tab. 23 si evince come le associazioni accreditate abbiano complessivamente dato una maggiore preferenza ai contesti di piccole dimensioni rispetto a quelli di più grandi (53, 6% contro 2,76%), sebbene il 43% circa dichiari che entrambe le opzioni abbiano la stessa significatività. Il dato incrociato alle aree territoriali informa come soprattutto nel Centro Italia le esperienze di volontariato riescano a produrre effetti visibili soprattutto in contesti territorialmente più esigui.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 23 – Valenza territoriale progetti di volontariato (val.%)
Il totale non è uguale a 100 perchè alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Infine rispetto alla capacità di produrre risultati visibili sul territorio grazie all’operato del volontario sulla comunità di accoglienza (tab. 24), il 93,4% delle risposte è stato positivo, le percentuali risultano essere trasversalmente elevate in tutte le ripartizioni territoriali, sebbene il Nord Est si distingua con una propria percentuale leggermente inferiore rispetto alle altre aggregazioni territoriali.
Tab. 24 – Produzione effetti visibili sul territorio progetti SVE (val.%)
3.5. Esiti dell’esperienza La quinta area di indagine è dedicata ad analizzare gli esiti dell’esperienza vissuta in termini di competenze acquisite ed inserimento lavorativo. Le competenze maggiormente acquisibili attraverso la partecipazione ai progetti di SVE sono quelle interculturali (82,1%) e linguistiche (75%), entrambe di valore culturale. Per quanto riguarda gli aspetti ricollegabili alla sfera personale del volontario, il 51,8% del campione analizzato ritiene che si possa imparare ad affrontare le proprie insicurezze, il 32,1% che si possa imparare a lavorare in gruppo ed il 24,1% che si possa imparare a gestire il conflitto. Il 38,4%, privilegiando una visione più sociale dell’esperienza SVE, ritiene che si possano acquisire sensibilità e tolleranza (tab. 25 e graf. 27)
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 25 – Competenze acquisibili con esperienze SVE
Il totale non è uguale a 100 perchè alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Graf. 27 - Competenze acquisibili con esperienze SVE
Competenze acquisibili
Altro Lavorare in gruppo Gestire il conflitto Affrontare le insicurezze Sensibilità e tolleranza Interculturali Linguistiche
0
20
40
60
80
100
%
Allo scopo di valutare l’utilità della partecipazione a progetti di SVE è fondamentale non solo valutare le competenze acquisite ma anche le scelte che i volontari fanno al termine del servizio. Come evidenziato dalla tab. 26, la maggior parte (48,8%) decide di rientrare in patria e di prendere parte a nuove attività di formazione all’estero. Il 32,6% rientra in patria e decide di sviluppare il proprio progetto personale, maturato nel corso del Servizio Volontario Europeo. Entrambi sono dati assolutamente significativi poiché mostrano come lo SVE sia in grado di aiutare i partecipanti a capire a fondo i propri obiettivi, chi privilegiando gli aspetti formativi ed educativi delle esperienze transfrontaliere, chi mettendosi in gioco per rea-
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
lizzare i propri progetti di vita. Più o meno parallelamente, il 32,5% di coloro che hanno preso parte ad attività di SVE tornano a casa in cerca di un lavoro. Molto alta è la percentuale di coloro che decidono di rimanere all’estero anche dopo la fine delle attività di SVE, pari al 51,1% del campione analizzato.
Tab. 26 – Scelte intraprese dopo l’esperienza SVE
Il totale non è uguale a 100 perchè alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Fondamentale è comprendere se ed in quale misura prendere parte ad attività di SVE possa essere utile a facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Il 77,4% del campione analizzato dichiara che la partecipazione al Servizio Volontario Europeo e le competenze acquisite facilitano l’occupabilità dei giovani ed il miglioramento della loro posizione. La percentuale più alta di “sì” si riscontra nel Nord Est con l’84,4% delle risposte affermative (tab. 27). Il 22,6% ritiene che la partecipazione al Servizio Volontario Europeo non aiuti i volontari né nella ricerca di un lavoro né nel miglioramento di posizioni già acquisite. Il valore più alto di “no” si riscontra nel Nord Ovest con una percentuale del 35,3%.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 27 – Facilità inserimento lavorativo dopo SVE (val.%)
Rispetto agli eventuali cambiamenti intercorsi nel tempo sul modo di prestare servizio, come si evince dalla tab. 28, il 68,8% del campione analizzato ritiene che sia cambiato. Il dato, tuttavia, non è affatto omogeneo se si osservano i dati ripartiti per area geografica. Gli scarti maggiori si hanno nelle aree del Nord Est (79,1% e 20,9%) e nell’area del Sud e Isole (72,2% e 27,8%). Al Centro ( 55,6% e 44,4%) e nel Nord Ovest (46,2% e 53,8%), infatti, la differenza fra i “sì” ed i “no” non è così netta.
Tab. 28 – Cambiamenti prestazioni dello SVE
Al fine di comprendere meglio il valore che viene attribuito all’esperienza SVE, è stato chiesto alle associazioni se lo ritenessero uno strumento utile per la promozione del valore della solidarietà e dello spirito di servizio (tab. 29). Il 92,8% del campione analizzato ritiene che lo sia e i valori percentuali risultano essere trasversalmente sostenuti in tutte le aree geografiche. E’ significativo rilevare che al Nord Ovest e nel Sud e Isole il valore è pari al 100%. Mentre nel Nord Est (93,6%) e nel Centro (85%) i valori percentuali sono più bassi.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 29 – Solidarietà e spirito di servizio nelle attività SVE
Uno specifico item del questionario ha riguardato eventuali azioni suggerite dalle associazioni per rendere maggiormente riconosciuto lo strumento dello Youthpass, certificato di competenze non formali rilasciato a seguito della partecipazione ad alcune azioni del Programma Gioventù in Azione tra cui l’Azione 2. Come si evince dalla tab. 30, le due principali modalità suggerite sono quelle di incrementare l’informazione (campagne informative dedicate) su questo strumento (39,2%), ancora troppo poco conosciuto e di inserirlo all’interno del sistema di crediti formativi dei circuiti scolastici (39,2%) tramite un riconoscimento ufficiale. Questa ultima azione lo renderebbe maggiormente spendibile nel mercato formativo lavorativo e quindi renderebbe l’esperienza acquisibile anche più appetibile per potenziali futuri volontari. Vanno in questa direzione altre opzioni, rispettivamente al secondo e terzo posto, relative alla necessità di creare protocolli/collaborazioni con istituzioni ed enti per rendere lo strumento dello Youthpass ufficialmente riconosciuto. Interessanti anche le proposte di azione sullo strumento: vale a dire l’aggiunta del bilancio di competenze e monitoraggio, una maggiore attenzione alla documentazione e, infine, un’omologazione all’Europass.
Tab. 30 – Azioni suggerite a favore della promozione dello Youthpass (val. %)
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
3.6. Caratteristiche delle organizzazioni Una specifica area del questionario ha riguardato la raccolta di informazioni sulle peculiarità e le caratteristiche degli enti accreditati allo scopo di tracciare profili rappresentativi sulla tipologia delle associazioni accreditate e dell’accreditamento richiesto, gli strumenti usati per promuovere lo SVE e le eventuali sinergie sul territorio a favore della promozione dell’azione 2 del Programma Gioventù in Azione. Per quanto concerne la tipologia di accreditamento richiesto e ottenuto, nel grafico 28 è possibile osservare come la tipologia più diffusa è quella di ente di invio che in tutte le ripartizioni territoriali supera il 60%, con il picco nel Sud e Isole (100%) e il valore più basso nel Nord Est (59,6%). La seconda tipologia più diffusa è quella relativa al coordinamento, vale a dire la funzione esercitata da una struttura centrale che può presentare progetti e che coordina l’attività di più organizzazioni di invio e di accoglienza in una rete, che raggiunge soglie piuttosto elevate in tutte le aree, con punte più ridotte nel Nord Est e nel Centro (rispettivamente 57,4% e 61,9%). Graf. 28 - Tipologia di accreditamento(*) Tipologia di accreditamento 90,5 100,0
100 80 60
76,5
76,5 52,9
86,4
72,3 59,6
61,9
57,4
59,1 Invio
%
33,3
40
Accoglienza Coordinamento
20 0 Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e isole
(*) previste più risposte
L’accreditamento in qualità di ente di accoglienza è quello che registra le percentuali minori in tutte le ripartizioni territoriali rispetto alle altre due tipologie, ad eccezione del Nord Est, dove ricopre la prima posizione (72,3%). E interessante notare che nel Nord - Ovest e nel Nord - Est le percentuali di invio e di coordinamento sono tra loro quasi equivalenti (identiche nel Nord- Ovest e con uno scarto di soli 2 punti nel Nord- Est) Per quanto riguarda l’anzianità di accreditamento, il grafico 29 mostra come le percentuali più elevate si concentrino per lo più nell’intervallo da 1 a 3 anni (35,4% dei casi) e nel periodo maggiore a 6 anni (32,7%). Gli organismi rispondenti sono, quindi associazioni inserite nel circuito del Servizio Volontario Europeo
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Graf. 29 - Anzianità di accreditamento
Anzianità di accreditamento
13,3 Meno di un anno
32,7
Da 1 a 3 anni Da 3 a 6 anni
35,4
Più di 6 anni
18,6
in modo abbastanza consolidato da un punto di vista temporale. Rispetto agli strumenti utilizzati per promuovere e diffondere la conoscenza del Servizio Volontario Europeo, il Web è stato indicato come mezzo in assoluto più utilizzato (86,5% delle risposte date), seguito dalla diffusione delle informazioni in reti di organizzazioni e incontri mirati (graf. 30). Meno della metà delle associazioni ha indicato la rete di volontari e i media locali come modalità di disseminazione/promozione dell’azione 2. Nella categoria “altro”, che raggiunge la soglia del 20%, le risposte decodificate hanno rilevato: • l’uso di newsletter e di materiale audiovisivo, • incontri nelle scuole, • partenariati con l’università, • attività di informazione e iniziative congiunte presso Sportelli Informagiovanì, punti locali Eurodesk, colloqui con potenziali volontari, • attività di visibilità di progetti finanziati dal Programma Gioventù in Azione (anche in azioni differenti dalla 2).
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Graf. 30 - Strumenti di promozione del Servizio Volontario Europeo
Strumenti di promozione
100
86,5
80
Internet
62,2 60 % 40
Rete di organizzazioni
55 46,8
Incontri mirati Rete di volontari
39,6
Media locali
20,7
20
Altro
0 Questa area del questionario ha anche indagato l’attivazione di eventuali sinergie con soggetti presenti sul territorio messe in atto per promuovere lo strumento del Servizio Volontario Europeo. Nel graf. 31 è possibile osservare la tipologia di soggetti prevalentemente contattati: gli sportelli Informagiovani risultano gli organismi territoriali con cui si intrattengono maggiori collaborazioni per la promozione dell’Azione 2 (52,3%), seguiti dagli enti locali (amministrazioni comunali, regionali, provinciali). Vi sono, poi, gli istituti scolastici che con il 41,1% di preferenze (contatti, come visto, anche per l’avvio di iniziative sulla cittadinanza attiva) precedono gli Sportelli Eurodesk (punti locali appartenenti alla rete europea e accreditati per la disseminazione del Programma Gioventù in Azione). In misura minore si ritrovano anche i servizi sociali e gli sportelli degli Uffici Europa (probabilmente meno diffusi degli Informagiovani e Eurodesk).
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Graf. 31 - Collaborazioni con enti/organizzazioni per la promozione SVE
Collaborazioni per la promozione
100 80 52,3
60
47,7
%
41,1
40
37,4 30,8 12,1
20 0 Informagiovani
Enti locali
Istituti scolastici
Eurodesk
Altro
11,2
Servizi sociali Uffici Europa
La ricodifica delle risposte confluite nella categoria “altro“, che raccoglie una significativa soglia percentuale (30,8%), ha evidenziato specifici organismi, non contemplati nelle risposte date, con cui sono state avviate fruttuose collaborazioni: • cooperative sociali, • gruppi informali, • rete di circoli locali, associazioni. • rete di circuiti locali • settore politiche giovanili dei comuni. Infine, la lettura del dato incrociato per ripartizione territoriale, tab. 31, mostra come la categoria complessivamente più selezionata, sportelli Informagiovani, registri incidenze più contenute nel Sud e Isole (26,1%) e nel Nord Est (53,5%). La significativa collaborazione con gli enti locali sembra però compensare in questi due ripartizioni la ridotta sinergia con sportelli informativi giovanili, con soglie percentuali pari al 56,5% e 48,8%, le più elevate sul territorio nazionale.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 31 – Collaborazioni con enti/organizzazioni per la promozione SVE per area territoriale (val. %)
Riguardo invece alle reti di sostegno o agevolazioni a supporto del Servizio Volontario Europeo, al Programma Gioventù in Azione, da un punto di vista finanziario, istituzionale e logistico, le associazioni hanno risposto negativamente nell’ 80,6% (graf. 32) con significative differenziazioni territoriali. Graf. 32 - Esistenza di forme di sostegno istituzionali, finanziarie al Servizio Volontario Europeo
Esistenza forme di sostegno
19,4
SI No
80,6
Il dato letto analiticamente per ripartizione territoriale, graf. 33, mette in luce alcune significative differenziazioni. Tra le associazioni del Nord Ovest si registra, infatti, la presenza in assoluto maggiore nel contesto nazionale di aiuti/supporti da parte di istituzioni a favore delle azioni dello SVE: è infatti il 41,2% delle associazioni intervistate a dichiararne l’esistenza, o quanto meno la conoscenza, nel proprio territorio. La presenza più contenuta si ha, invece nel Centro dove solo il 10% delle associazioni dichiara di avere conoscenza di strumenti di supporto allo SVE.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Graf. 33 - Esistenza di forme di sostegno istituzionali, finanziarie al Servizio Volontario Europeo per ripartizione territoriale
Esistenza forme di sostegno (ripartizione territoriale)
100
90,0
86,4
82,6
80 58,8
60
Si No
41,2
% 40
17,4
13,6
20
10,0
0 Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e isole
Per quanto concerne le diverse attività nel campo del volontariato, è stato chiesto alle associazioni di indicare in quali specifici ambiti esse fossero impegnate: dalla tabella 32 si evince che l’ambito operativo di chi opera esclusivamente nello SVE corrisponda al 51,4% dei casi, mentre l’abbinamento di Sve e Servizio Civile raggiunga il secondo posto con il 32%, seguito da associazioni che svolgono sia attività di SVE che di Cooperazione (24,8%).
Tab. 32 – Ambiti volontariato associazioni
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
La lettura del dato per area territoriale (tab. 32) mostra come nel Nord Ovest si concentri l’incidenza più elevata di associazioni che operano solo nell’ambito dello SVE. L’incidenza più contenuta si ha, invece, nel Sud Italia e Isole dove di contro si concentra la percentuale più elevata di associazioni che opera sia nello SVE sia nel Servizio Civile (61,9%). L’abbinamento in assoluto meno diffuso sul territorio nazionale, Sve e Cooperazione, è un fenomeno particolarmente contenuto nel Nord Est dove si concentra solo il 17% delle preferenze. Per quanto riguarda le motivazioni che spingono un’organizzazione ad accreditarsi come ente SVE, il 71,7% dichiara di partecipare per ampliare la propria cultura europea e per fare un’esperienza interculturale. Se si osservano i dati tenendo conto della ripartizione geografica, si nota che il valore è molto alto in tutte le aree pur rilevando uno scarto di circa 20 punti percentuali fra l’85,4% del Nord Est ed il 56,5% del Sud e Isole (tab. 33). Tab. 33 – Motivazione accreditamento delle organizzazioni
Rispetto invece alle motivazioni che, secondo le associazioni intervistate, avvicinano il volontario ad un’esperienza SVE, (tab. 34) la prevalenza delle associazioni indica la volontà di vivere un'esperienza di crescita personale (82,7%) come motivazione centrale. Il dato raggiunge il 94,1% nel Nord Ovest e scende al 77,3% nel Sud e Isole. Il 37,3% ha motivi legati alla formazione. Il dato raggiunge il 40,4% nel Nord Est e scende al 31,8% nel Sud e Isole. Il 22,7% secondo le associazioni, prende un periodo di pausa poiché non ha idee chiare sul futuro. Il dato raggiunge il 27,3% al Sud e Isole e scende all’11,8% nel Nord Ovest. Molto bassa è la percentuale di coloro che partecipano ad attività di SVE per sapere di più rispetto al proprio futuro lavorativo (solo il 3,6%).
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 34 – Motivazioni volontari per ripartizione territoriale
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
Relativamente alle specificità delle competenze acquisite da un’esperienza di Servizio Volontario Europeo rispetto ad altre esperienze di volontariato, la tab. 35 mostra come il 97,2% del campione analizzato ritiene che le competenze acquisite con lo SVE siano differenti da quelle acquisibili con altre esperienze di volontariato. Il dato rimane alto anche se si osserva la ripartizione geografica con un 100% nel Sud e Isole e valori sopra il 90% in tutte le altre aree.
Tab. 35 – Specificità delle competenze SVE per ripartizione territoriale
Rispetto alle dimensioni che caratterizzano il Servizio Volontario Europeo, il 48,2% del campione dichiara fondamentali sia la dimensione dello spirito di servizio nei confronti dell’ente ospitante sia riguardo al progetto formativo (tab. 36). Il 43,6% dichiara maggiormente prevalente il progetto formativo. Solo il 6,4% del campione dichiara prevalente lo spirito di servizio nei confronti dell’ente ospitante. L’1,8% ritiene che nessuna delle due possibilità proposte sia prevalente.
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3. Un’analisi qualitativa presso gli organismi accreditati
Tab. 36 – Dimensione Sve per ripartizione territoriale
Infine, si è chiesto alle organizzazioni quale ruolo aggiuntivo esse potrebbero svolgere oltre a quelli previsti dall’accreditamento. La tab. 37 indica come il 51,4% di esse ritiene di poter promuovere i progetti, funzione ulteriore che precede, anche se di poco, la disseminazione dei risultati raggiunti. Il 50,5 ritiene di poter estendere la portata dei progetti utilizzando i propri network. Il 57,8% ritiene di poter mettere a disposizione strutture ricettive e logistiche. Se si osserva la ripartizione geografica, il dato più alto nel Nord Ovest e nel Centro è relativo alla possibilità di mettere a disposizione strutture ricettive e logistiche (58,8% e 81%). Il dato più alto nel Nord Est è relativo alla possibilità di promuovere progetti e disseminare risultati (entrambe al 60%). Il dato più alto nel Sud e Isole è relativo alla possibilità di mettere a disposizione strutture ricettive e logistiche (72,7%). Tab. 37 – Ulteriori funzioni organizzazioni accreditate
Il totale non è uguale a 100 perché alcune organizzazioni non sono riuscite ad indicare la modalità prevalente
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Parte seconda
SINTESI DEL DIBATTITO
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1. IL SEMINARIO SUL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO NEL PROGRAMMA “GIOVENTÙ IN AZIONE” (ROMA, 20-21 OTTOBRE 2011) 1.1. Un dibattito in quattro workshop Nei giorni 20 e 21 Ottobre 2011 si sono svolti a Roma i lavori di preparazione alla Conferenza Internazionale sul Servizio Volontario Europeo. L’evento è stato organizzato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani ed ha visto la partecipazione di referenti di numerosi enti accreditati per lo SVE in Italia (associazioni no profit, enti locali ecc…) e di giovani volontari stranieri in servizio in Italia, ossia una rappresentanza di tutti gli attori chiave coinvolti nei progetti di SVE. L’evento rientrava nel quadro di un percorso di approfondimento sull’Azione 2 del Programma, intrapreso dall’Agenzia Nazionale Giovani fin dall’inizio del 2011, nel quadro dell’Anno Europeo del Volontariato. L’incontro, teso alla ricognizione ed all’inquadramento dello SVE in Italia, è stato realizzato attraverso l’organizzazione di tavole rotonde con gli stakeholders per analizzare e discutere i punti di forza ma anche le debolezze dell’attuale Programma. A supporto della discussione è stato presentato il Rapporto di ricerca riportato nella prima parte della presente pubblicazione, contenente le rilevazioni dirette, l’analisi del trend 2008-2011, le caratteristiche dei volontari coinvolti in partenza e in arrivo in Italia (flussi) e le tipologie tematiche dei progetti presentati. Nei due giorni si sono alternati momenti di plenaria e momenti di lavoro in workshop tematici per la gestione dei quali ci si è avvalsi della collaborazione di esperti facilitatori. Nei workshop, quattro in tutto, si è discusso di: a) Competenze ed occupabilità b) Spirito di servizio c) Cittadinanza attiva d) Rapporto con le comunità locali Ogni partecipante ha preso parte ai lavori di due diversi workshop così da garantire il proprio contributo su diverse tematiche chiave connesse allo SVE. E’ importante sottolineare come la diversa composizione dei gruppi ha rispecchiato l’eterogeneità degli attori coinvolti nei progetti di Servizio Volontario Europeo e, quindi, organizzazioni accreditate con esperienza consolidata ma anche quelle neo-accreditate e, soprattutto, i giovani volontari e stranieri. Per garantire omogeneità metodologica, i lavori svolti nei gruppi sono stati strutturati nella medesima modalità, raccogliendo punti di vista diversificati a cui si è cercato, con il prezioso ausilio dei facilitatori, di trovare sintesi, di seguito esposte, condivise attraverso mediazioni e tecniche di concertazione.
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1. Il seminario sul Servizio Volontario Europeo nel programma “Gioventù in Azione” (Roma, 20 - 21 Ottobre 2011)
1.2. La discussione in rete Per rendere la discussione più ampia e condivisa possibile, la sintesi del dibattito è stata inoltre inviata agli enti e organizzazioni interessate, raccogliendo ulteriori pareri, suggerimenti e annotazioni anche da parte di quei soggetti che non hanno potuto partecipare ai workshop. La risposta è stata ampia, comprendente associazioni, parrocchie, cooperative e numerosi comuni fra cui Cremona, Padova, Bassano del Grappa (Vi), Torino, Fiume Veneto (Pn), Trieste e Firenze. Di seguito è riportata la sintesi del dibattito complessivo.
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2. I QUATTRO CONCETTI CHIAVE DELLO SVE 2.1. Competenze e occupabilità La riflessione avviata durante i lavori di preparazione della Conferenza Europea sullo SVE è ruotata attorno alle quattro dimensioni chiave del Servizio Volontario Europeo a partire dal tema delle competenze, quale modalità di valorizzazione delle crescenti opportunità di apprendimento non formale e informale e del riconoscimento e della convalida di tale apprendimento nei quadri nazionali dalle qualifiche. La metodologia di lavoro ha condotto, in prima istanza, ad una definizione individuale del concetto di SVE (es. percorso di esplorazione, SVE come crescita, opportunità per lo sviluppo di competenze, esperienza di vita) discutendo sulla struttura di sostegno e sulla gratuità dello stesso. Si è poi passati all’individuazione dei beneficiari del Servizio Volontario, concludendo che esso è utile e apporta benefici a più soggetti tra cui i volontari stessi, le associazioni, gli utenti e i giovani con cui essi vengono in contatto. Approfondendo la discussione sul tipo di utilità dei progetti SVE per i volontari coinvolti, dal lavoro dei gruppi sono emersi alcuni aspetti chiave concepiti come elementi di valore aggiunto al bagaglio personale e di life skills dei giovani. Sono state individuate le seguenti dimensioni arricchenti: • la conoscenza di altre culture; • maggiore conoscenza e consapevolezza di se stessi; • sviluppo di una maggiore autonomia; • crescita e maggiore consapevolezza delle proprie competenze; • internazionalizzazione e riflessione sull’orientamento del proprio futuro. Sempre rispetto all’utilità dell’esperienza per il volontario inserito in percorso di mobilità, il gruppo ha rilevato l’importanza dell’aspetto formativo e del percorso di self assessment. L’accento è stato posto, inoltre, sull’importanza dello sviluppo di determinate competenze personali, sociali e professionali sia per lo svolgimento del servizio stesso sia per il collegamento con il mercato del lavoro e quindi del futuro occupazionale del volontario. Spostando l’attenzione sugli effetti positivi apportati alle organizzazioni accreditate, le esperienze virtuose di Servizio Volontario Europeo, secondo i componenti dei gruppi di lavoro, sottolineano l’esigenza di una maggiore divulgazione e condivisione delle buone prassi tra gli operatori, al fine di sopportare anche le attività di networking che sono necessarie allo SVE sia a livello locale sia europeo. Nel dibattito on line sono emerse ulteriori specificazioni. Innanzitutto, la sempre maggiore presenza di giovani laureati che guardano allo SVE come un’esperienza fondamentale per crescere ulteriormente nel percorso formativo, incrociando all’estero sistemi di acquisizione delle competenze fondati su principi e modelli diversi dai propri. Ma, soprattutto, il crescente ruolo dello SVE, non come principale strumento di acculturazione linguistica, quanto di accrescimento delle conoscenze professionalizzanti.
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2. I Quattro concetti chiave dello SVE
2.2. Spirito di servizio La stessa metodologia di lavoro è stata applicata alla riflessione intorno ad un altro elemento chiave dell’Azione 2, ovvero lo Spirito di Servizio, tema risultato cruciale in un dibattito a più voci. In primis, ci si è focalizzati su quale sia la motivazione, il perché si sceglie di fare volontariato europeo. Le principali ragioni che spingono i giovani a prendere parte a progetti SVE sono generalmente legate alla sfera dell’apprendimento (come ad esempio la possibilità di conoscere culture diverse o di imparare nuove lingue) e alla sfera valoriale e personale (come ad esempio la possibilità di essere utili agli altri o di intraprendere percorsi di crescita personale). L’analisi si è in seguito soffermata su quali siano i “luoghi” nei quali ci si debba maggiormente interrogare su cosa sia lo spirito di servizio, su quale sia il suo significato ed in relazione a cosa vada analizzato. I partecipanti hanno convenuto che è necessario avviare tali riflessioni all’interno delle singole organizzazioni che attuano progetti di SVE, che ci si debba chiedere se il Servizio Volontario Europeo (e più in generale il volontariato?) sia ancora uno strumento valido per promuovere la solidarietà e se trovi ancora in ciò il suo fine ultimo. Infine, è risultata convinzione comune la necessità di analizzare il tema dello spirito di servizio in relazione ai volontari accolti/inviati, ed al cambiamento del profilo dei volontari stessi. Da tali riflessioni, sono emerse la centralità dello SVE prima di tutto come esperienza umana, come esperienza di vita e l’importanza del mantenimento dell’approccio basato sulla educazione non formale. Si è inoltre sottolineato che lo spirito di servizio non dovrebbe essere solo una specificità del volontariato, ma un approccio alla vita lavorativa e non solo. In questo quadro, partecipare a un’esperienza di volontario europeo può dare senso più ampio all’inserimento dei giovani nella vita produttiva, animata anche dall’impegno personale come valore di riferimento. Un auspicio che nella realtà concreta non va dato per scontato, bensì come risultato a cui tendere.
2.3. La cittadinanza attiva Terzo concetto chiave sul quale si è concentrato il lavoro dei gruppi, ha riguardato la Cittadinanza Attiva, focalizzando, in primis, l’attenzione sull’individuazione di una definizione condivisa. Si è lavorato su più piani, diversi ma paralleli, analizzando dunque la questione dal punto di vista dei volontari, dal punto di vista delle organizzazioni e dal punto di vista delle istituzioni, ossia tutti gli attori coinvolti in un progetto di SVE. Per i volontari, la Cittadinanza Attiva si esplica attraverso il senso di responsabilità, la curiosità, la consapevolezza, la propositività, con mente aperta, spirito critico e di mediazione. Per le organizzazioni, la “Cittadinanza Attiva” si esplica attraverso l’offerta di opportunità di partecipazione, comunicazione e condivisione delle regole, dei diritti e doveri, messa in rete dell’esperienza del volontario. Sul piano delle istituzioni, la Cittadinanza Attiva passa dalla formazione del Mentor/Tutor ed attraverso le attività di monitoraggio, accompagnamento e valutazione che vengono condotte in modo centralizzato dall’ANG. In un secondo momento si è lavorato in sottogruppi, focalizzando l’attenzione sull’analisi del significato e del valore della Cittadinanza Attiva e di come si possa promuoverne l’esercizio a partire dalle definizioni scelte dai partecipanti ed in base alle buone prassi evidenziate.
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2. I Quattro concetti chiave dello SVE
Anche in questo caso si sono presi in considerazione diversi punti di vista e si è lavorato in termini individuali (legata al volontario), situazionali (legata all’organizzazione che accoglie/invia) e istituzionali (legata all’azione del programma in relazione al quadro istituzionale). Per i volontari, l’esercizio della Cittadinanza Attiva può essere promosso e stimolato con l’accompagnamento del tutor in quel processo che, attraverso una riflessione sull’esperienza affrontata, porta alla consapevolezza. Per le organizzazioni, l’esercizio della Cittadinanza Attiva può essere promosso e stimolato attraverso il mantenimento di un contatto concreto con le problematiche della realtà locale e con l’offerta degli strumenti necessari a comprendere come incidere su essa. Infine, sul piano delle istituzioni, l’esercizio della Cittadinanza Attiva può essere promosso e stimolato attraverso il coinvolgimento diretto in termini di co-finanziamenti, di assunzione diretta da parte di enti locali, di formazione nelle scuole ecc… poiché la sensazione è che tale prassi sia ancora poco presente nell’Agenda Istituzionale.
2.4. Rapporto con le comunità locali Infine, durante i lavori si è posta l’attenzione alla qualità della relazione con la comunità locale, quarto fattore ritenuto strategico per lo SVE. Nella prima fase dell’analisi è stata avviata una scomposizione del concetto in dimensioni salienti quali: la definizione di “impatto a livello locale”, il coinvolgimento del volontario a livello locale, il “cambiamento” e, infine, “l’alleanza tra amministrazione pubblica e cittadini”. L'individuazione delle cinque dimensioni chiave ha facilitato un’ ulteriore articolazione del tema, vale a dire i significati condivisi rispetto all’impatto/effetti/benefici di un progetto di SVE rispetto alla comunità locale in cui si svolgono. I gruppi di lavoro hanno trovato una convergenza su aspetti che determinano la maggiore o minore intensità del rapporto stesso: • rafforzamento del legame tra comunità e organizzazioni attive nello SVE; • natura del progetto; • potenziamento delle attività locali grazie al volontario; • recepimento nella comunità locale dell’esperienza SVE; • supporto alla lotta agli stereotipi e introduzione di elementi di innovazione/cambiamento; • infine, l’importanza dell’effetto moltiplicatore. Per il coinvolgimento del volontario a livello locale, i gruppi hanno trovato una convergenza sull’importanza della peer education, l’opportunità di fornire supporto al volontario nelle attività del tempo libero e, soprattutto nella rilevanza da dare al riconoscimento delle attività svolte dai volontari.
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3. LE PROPOSTE EMERSE Sulla scorta delle discussioni svolte nei gruppi e delle sintesi ottenute grazie a processi di mediazione, sono emerse proposte relative a linee di azione da intraprendere per il miglioramento dell’Azione 2. Gli obiettivi ritenuti centrali si sono concentrati sul miglioramento qualitativo dei progetti presentati, l’incremento dei flussi di giovani in partenza e in arrivo in Italia e su una più capillare diffusione di informazioni sull’Azione 2. Per il raggiungimento di tali obiettivi, i gruppi di lavoro hanno individuato azioni specifiche da avviare o implementare in riferimento ai temi chiave, che trovano però non solo riscontro trasversale in tutte e quattro le aree di indagine esplorate ma che necessitano di un’applicazione integrata per l’effettivo miglioramento dell’Azione 2. Relativamente al primo tema “Competenze ed occupabilità” le proposte emerse hanno riguardato la promozione e informazione sull’educazione non formale intesa come strumento di acquisizione di determinate competenze e sullo SVE, ancor prima della promozione dello Youthpass. Anche il dibattito a distanza ha confermato la necessità di valorizzare l’educazione non formale a partire da una maggiore presenza informativa nella scuola e nell’ Università. A tal fine viene suggerito il coinvolgimento degli organismi della filiera formativa formale, in iniziative comuni. A ciò si affianca la necessità del riconoscimento (anche attraverso l’assegnazione di punteggio nella partecipazione a concorsi e selezioni) e la spendibilità dello Youthpass a livello sia italiano che europeo come azione atta a favorire la promozione dello stesso come strumento di certificazione delle competenze, sia tra gli stessi volontari, che al di fuori degli addetti ai lavori, principalmente verso gli operatori del mercato del lavoro. L’attenzione delle associazioni accreditate secondo quanto emerso dai gruppi dovrebbe mirare ad attività di counselling individuale, vale a dire di una programmazione di un percorso che preveda incontri di orientamento, di analisi e bilancio competenze, tutoraggio per l’utilizzazione strategica delle proprie competenze ed individuazione di aziende che ricercano determinati profili (scouting aziendale). Anche la valorizzazione della formazione specifica dei volontari e degli operatori dei progetti SVE rappresenta secondo quanto emerso un aspetto centrale nell’area di indagine in questione. Infine l’istituzione e l’organizzazione di career day potrebbe favorire la creazione di opportunità di incontro tra volontari SVE ed operatori del mondo del lavoro, al fine di offrire colloqui conoscitivi che favoriscano il match tra competenze del volontario e profili ricercati dalle aziende. Nel dibattito on line è emersa inoltre l’opportunità di sensibilizzare anche le imprese, le rappresentanze aziendali e le Camere di Commercio perché, oltre all’attestazione delle competenze acquisite, vi sia un effettivo dialogo fra mondo del volontariato europeo e potenziali datori di lavoro. In riferimento al tema relativo allo “Spirito di Servizio”, invece, le riflessioni dei due gruppi di lavoro hanno condotto alla necessità di “raccontarsi” di più, ossia di riportare all’esterno, ai “non addetti ai lavori”, notizie, esperienze, attività, progetti relativi al mondo del volontariato europeo. I partecipanti ritengono fondamentale poter mantenere nei futuri programmi ed interventi europei, azioni come lo SVE che permettano l’esercizio e la promozione della cittadinanza attiva in una dimensione europea, anche a costo di dover sacrificare l’aspetto economico a favore di quello ideale e valoriale.
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3. Le proposte emerse
Anche al fine di realizzare con lo SVE una effettiva e positiva esperienza di vita, è necessario coinvolgere persone altamente motivate, in modo da sedimentare il valore della solidarietà attraverso il servizio. In relazione al terzo tema analizzato le proposte emerse per il potenziamento dell’esercizio della Cittadinanza Attiva hanno riguardato innanzitutto la necessità di intensificare le occasioni di esperienza sul campo a favore dei giovani volontari, favorendo un reale scambio interculturale e costruendo motivazione alla riproduzione dopo lo SVE (soluzione particolarmente auspicata dai volontari) con convinzione. I referenti delle organizzazioni presenti nei gruppi di lavoro hanno evidenziato l’importanza di intensificare le attività di informazione (a più livelli), quelle di formazione (lungo tutto il ciclo) e quelle di messa in rete dei risultati e delle esperienze. Mentre sul piano delle istituzioni, dai gruppi è emerso come sia necessario stanziare maggiori risorse economiche, lavorare per potenziare la visibilità dei risultati, intensificare l’interazione tra istituzioni locali, volontari ed organizzazioni, sviluppare la formazione specifica sulla cittadinanza attiva. Particolare attenzione viene annessa a tutte le iniziative che promuovano l’inclusione, sia in termini di coinvolgimento dei volontari che di azioni progettuali. Infine, un elemento non secondario emerso dai suggerimenti scritti delle organizzazioni è di porre il tema della cittadinanza europea come fattore qualificante della cittadinanza. Per quanto riguarda il “Rapporto con le Comunità Locali” le proposte avanzate hanno fatto riferimento, in particolare, al rafforzamento della rete locale tra pubblico e privato e alla necessità per le associazioni accreditate di proporre progetti innovativi per creare interesse ed attenzione da parte degli enti locali. Inoltre, si è suggerito all’Agenzia Nazionale Giovani di implementare il flusso di comunicazioni con gli enti locali per informare dei progetti approvati nel territorio, nonché di curare gli aspetti di disseminazione e divulgazione, accrescendo l’impatto dei risultati progettuali nei contesti locali direttamente coinvolti. In tale direzione, sono quindi emersi spunti propositivi relativi alle attività da svolgere con il volontario nella fase di rientro, all’importanza delle funzioni svolte dalle sending organization ed al ruolo fondamentale degli ex volontari (education peer to peer) la cui esperienza vissuta può costituire un fondamentale bagaglio di spunti per i giovani interessati ad un’esperienza di SVE. Rispetto alla dimensione del cambiamento le evidenze emerse dai gruppi di lavoro hanno riguardato il mantenimento/valorizzazione della rete che ha permesso di sviluppare il progetto, nonché la valorizzazione dell’effetto moltiplicatore a partire dai beneficiari diretti fino ad arrivare ai giovani che vengono a contatto con loro (peer education). Le proposte emerse dai gruppi relative al cambiamento hanno trovato convergenze in attività di valorizzazione ideate e realizzate dagli stessi volontari. Relativamente invece all’alleanza tra amministrazione pubblica e cittadini, quarta e ultima dimensione individuata nel concetto di rapporto con le comunità locali, la necessità emersa è stata quella di coinvolgere i cittadini attivi tramite progetti dell’ente locale con i giovani volontari europei.
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4. COME RAFFORZARE E MIGLIORARE ULTERIORMENTE LO SVE 4.1. Natura ed integrità del Servizio Volontario Europeo In primis, in vista della riforma a cui tutti i programmi europei saranno soggetti a partire dal 2014, è auspicabile che l’Azione 2 del Programma Gioventù in Azione possa essere mantenuta integra e, soprattutto, non venga snaturata nella sostanza e nei principi ispiratori. Il Servizio Volontario Europeo non è solo uno strumento atto alla mobilità dei giovani fine a se stessa ma ha lo scopo di favorire la conoscenza, la comprensione reciproca, la condivisione di valori ed idee, l’integrazione ed il dialogo interculturale, interreligioso ed intergenerazionale nei Paesi membri della UE così come fuori dai confini dell’Unione. E’ uno strumento per promuovere la solidarietà e la collaborazione fra i popoli, fra Paesi e culture differenti, un veicolo per aiutare a riconoscere la diversità come ricchezza per il mondo e non come fonte di timori ed inquietudini. E’ pertanto considerato come necessario promuovere e salvaguardare lo spirito originario dello SVE.
4.2. Promozione e pubblicizzazione Di fondamentale importanza è incrementare la pubblicizzazione e la promozione dell’Azione 2 supportando, a livello centralizzato, il lavoro che le organizzazioni e gli enti accreditati fanno già capillarmente sul piano locale. In base alle riflessioni dei partecipanti al dibattito, va intensificato il rapporto con le amministrazioni locali affinché ci sia un raccordo più preciso e puntuale con le organizzazioni che attuano progetti di SVE, anche per migliorare l’impatto e la ricaduta sulle singole comunità di riferimento.
4.3. Educazione Non Formale e riconoscimento delle competenze Così come è già avvenuto e sta avvenendo in molti Paesi dell’Unione Europea, deve crescere anche in Italia la promozione dell’Educazione Non Formale e, inoltre, ha senso lavorare sulla certificazione delle competenze acquisite in ambito informale e non formale affinché vengano riconosciute anche in contesti di studio formali come scuole ed università e nel mondo del lavoro.
4.4. Inclusione Analizzando quanto emerso dal rapporto di ricerca sullo stato del Servizio Volontario Europeo in Italia, dal punto di vista della distribuzione geografica delle organizzazioni/enti accreditati e dei volontari ospitati/inviati, andrebbe riequilibrato il peso delle diverse regioni, promuovendo progettualità in quelle regioni e contesti locali laddove il servizio è poco praticato. Si nota, infatti, una grande concentrazione nelle regioni con antica tradizione di volontariato (come Trento e Bolzano, dove la tradizionale di volontariato è storicamente molto forte) e nelle grandi metropoli, come Roma, Milano, Torino, Bari, Napoli, Palermo. Infine, è bene ricordare quanto nell’Azione 2 sia ritenuta rilevante ed apprezzabile la partecipazione di giovani con minori opportunità (non solo fisiche ma anche sociali, geografiche, economiche ecc…), considerando che Gioventù in Azione nasce proprio come programma molto inclusivo e infatti esso favorisce l’apprendimento anche per coloro che sono esclusi, o a rischio esclusione, dai normali percorsi di studio e formazione.
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Parte terza
ALLEGATI
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1. ELENCO ASSOCIAZIONI ED ENTI INVITATI AL SEMINARIO DI PREPARAZIONE ALLA CONFERENZA SVE 20 – 21 OTTOBRE 2011 - ROMA
Accademia europea di Firenze, Firenze ANFFAS Onlus Pordenone, Pordenone Archeoclub d'Italia, Campobello di Licata (AG) Arci Catanea, Catania ARCS, ARCI Cultura e Sviluppo, Roma Associazione Agrado, Vinci (FI) Associazione Alouanur No Profit, Torino Associazione Amesci, Napoli Associazione Anche noi a Cavallo, Porcia (PN) Associazione Ashram, Catania Associazione Biloba, Torino Associazione Casa per l'Europa, Gemona del Friuli (UD) Associazione CEMEA del Lazio, Roma Associazione Centro Astalli per l’assistenza agli Immigrati, Catania Associazione Ciessevi, Milano Associazione Culturale “ Youth in Progress”, Fiume Veneto (PN) Associazione Culturale VastaGamma, Pordenone Associazione di Promozione Sociale Onlus “Il Portico”, Dolo (VE) Associazione di Volontariato T.E.S.O.R.I., Asti Associazione FLARE Network, Torino Associazione InformaGiovani, Palermo Associazione Insieme si può. Reana del Rojale (UD) Associazione Italiana soci costruttori, Ferrara Associazione Legambiente Volontariato Ecopolis Torino, Torino Associazione Lunaria - Informagiovani del Comune di Venezia, Mestre (VE) Associazione Soro Tori Onlus, Città Tagliacozzo (AQ) Associazione TDM 2000, Cagliari Associazione Terra del Fuoco, Torino Avis Regionale Lombardia, Milano Cantiere Giovani, Frattamaggiore (NA) Cemea del Mezzogiorno onlus, Roma Centre for International Mobility CIMO Youth in Action, Helsinki, Finland Centro Solidarietà Incontro Ascolto e Prima Accoglienza Onlus - CSV Chieti, Chieti CESVOT - Centro Servizi Volontariato Toscana, Firenze CISV, Torino CISVOL, Cremona Comune di Bassano del Grappa – Informacittà, Bassano del Grappa (VI) Comune di Cremona, Cremona Comune di Firenze – Servizio Civile – Servizio Volontari Europeo, Firenze Comune di Fiume Veneto, Fiume Veneto (PN) Comune di Siena, Siena Comune di Torino – Settore Politiche Giovanili- Servizio Volontario Europeo, Torino
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Comune di Padova - Ufficio Progetto Giovani, Padova Confcooperative, Torino Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia, Firenze Congregazione Terz'Ordine Francescano di San Carlo, Scarperia (FI) Consorzio Solidarietà Sociale Forlì Cesena, Forlì Cooperativa Sociale Frassati, Roma Cooperativa Sociale Mirafiori, Torino COOPERATIVA SOCIALE MONDOERRE/San Salvario,Torino Cooperativa Stranaidea SCS, Torino Cooperativa Vedogiovane, Asti CSD Diaconia Valdese, Torre Pellice (TO) DIAPASON COOP SOC ARL ONLUS, Milano EIDEMA ACADEMY, Firenze Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, Roma Erasmus Student Network Italia, Roma Eurogems – Organisation for civil society and powerment, Treviso Europe Direct Chieti, Chieti Comune di Trieste - Europe Direct, Eurodesk, Trieste Europe Direct Maremma - Comune di Grosseto, Grossetto Exist, Trieste Federazione del Volontariato di Verona – Onlus, Verona FOCSIV – Federazione Organismi Sevizio Internazionale Volontario, Roma GOING TO EUROPE ASSOCIAZIONE, Modena Gondwana Ass. di Cooperazione e Diplomazia Popolare, Roma HATTIVA LAB Cooperativa Sociale ONLUS, Roma InCo - Interculturalità & Comunicazione, Trento Joint Associazione di promozione sociale, Milano Legambiente, Roma Legambiente Circolo di Prato, Prato Legambiente circolo Silaris, Salerno Legambiente Volontariato Verona, Verona Lo Spazio delle Idee s.c.s.a.r.l., Roseto degli Abruzzi (TE) MODAVI - Federazione Regionale Della Puglia, Bari Modavi Onlus, Roma NATs per…. Onlus, Treviso Opera Don Bonifacio Azione Verde, Roma Paralleli Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest , Torino Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita CG2000, Chiari (BS) Primavera ‘85 Cooperativa Sociale, Sovizzo (VI) Progetto Zattera Blu - Soc. Coop. Onlus, Schio (VI) Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Servizio volontariato, associazionismo, rapporti con i migranti e politiche giovanili, Udine Servizio Civile Internazionale - SCI ITALIA, Roma Sumo Società Coop. Sociale, Venezia Tempolibero Soc. Coop. Sociale ONLUS, Brescia UILDM Onlus - Sezione Laziale, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, Roma Unione degli Assessorati alle Politiche Socio-sanitarie e del lavoro – Settore assistenza tecnica ad enti locali, Palermo
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Università degli Studi di Padova - Servizio disabilità, Padova Uniser Soc. Coop. Onlus, Forlì Vedogiovane, Arona (NO) Vedogiovane S.C.SOC., Novara Villaggio SOS di Vicenza s.c.a.r.l., Vicenza Volontario in Rete, Carrè (VI) Xena – Centro scambi e dinamiche interculturali, Padova Yap (Youth Action for Peace), Roma Rispetto alle 96 associazioni ed enti invitati al Seminario di preparazione alla conferenza SVE, 71 hanno partecipato o fornito un prezioso contributo per la stesura delle sintesi dei 4 workshop pubblicate in questo volume.
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2. ELENCO DEI VOLONTARI EUROPEI INVITATI AL SEMINARIO DI PREPARAZIONE ALLA CONFERENZA SVE 20 – 21 OTTOBRE 2011 - ROMA Hanno altresì partecipato al Seminario di preparazione alla conferenza SVE, 19 volontari europei in arrivo che hanno preso parte attiva ai lavori dei 4 workshop ed in particolare al workshop “SVE e spirito di servizio”. Di seguito l’elenco nominativo dei volontari europei con brevi cenni anche sul tipo di esperienza che stanno vivendo presso le associazioni hosting:
Nuria Balasobre Sendra Date of birth: 24/12/1990 Country: Spain Study title: psychology Hosting organization: Primavera 85, Cooperativa - Sovizzo (VI) Volunteering activity: disabled people Expectations: emotional bonds/improve the knowledge of a language/help other people/ experience connected to job-study. Working with people with psychopyisical disabilities in a daiyly center.I support social workers in different workshops (hippotherapy, manual activities, exercises in swimming pool). I will work in a project focused on the development of short term memory.
Jennifer Bernard Date of birth: 26/12/1984 Country: France Study title: Master of Sociology Hosting organization: Cooperativa Sociale Lo Spazio delle Idee - Roseto degli Abruzzi (TE) Volunteering activity: counseling youngsters especially on SVE Expectations: emotional bonds/improve the knowledge of a language/help other people/ experience without the sense of money and feel what being part of Europe means l'm working in a Youth Information Centre & Europe Direct Point. My main tasks consist in counseling youngsters about all the opportunities offered to them, both on the national and European level. l'm specifically volunteering for promoting the EVS toward youngsters and helping them in the different steps of the project.
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Leo Bourgouin Date of birth: 28.04.1991 Country: France Study title: Lycée – secondary school Hosting organization: Legambiente Circolo di Prato Volunteering activity: environment Expectations: help other people Help the association during summer and international Camps
Maja Chmielewska Date of birth: 18.09.1990 Country: Poland Study title: 1 year to finish licentiate Hosting organization: Anffas Cremona Onlus Volunteering activity: disabled people Expectations: tourism/improve the knowledge of a language/help other people/ experience connected to job-study. I wanted to do something different than all people – my dream since I was a child was to go abroad and help others. Now I’m practicing my skills, and gaining experience in a field, which I would like to work in the future (that’s also one of reason to go for SVE – to try out am I good at working with disabled people and is it job, which I want to do in future). Also I wanted to be more independent and learn about others cultures.
Esteve Dandachili Date of birth: 16/05/1983 Country: Spain Study title: Tourism Hosting Organization: Legambiente Ecopolis, Torino Volunteering activity: environment Expectations: tourism/improve the knowledge of a language/help other people Environmental education to children and adults by assistance in many activities and/or games and showing/taking care of the rabbits and chickens that are in that place. (Propolis, property of the coop. Agriforest). I also participate, in Legambiente Ecopolis Torino, in activities of active citenship related to the environment, like the campaign “Puliamo il mondo”, “Salviamo l’acqua pubblica” o “Salviamo gli orti urbani”.
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Ramila Gubaydullina Date of birth: 26/03/1987 Country: Russia Study title: student Hosting Organization: InformaGiovani - Palermo Volunteering activity: youth information Expectations: experience connected to job-study/ getaway/ to learn as much as possible about the sector my hosting organization works in and then implement the knowledge to increase youth participation and initiative in my country Various youth activities: local projects (help in youth centres, information points in Palermo), information for a wide audience (youth information site, newsletter), international projects (youth exchanges and volunteer camps.
Rocío Hernández Bravo Date of birth: 26/03/1987 Date of birth: 28/07/1986 Country: Spain Study title: FPGS Interazione Sociale Hosting Organization Juventud Intercambia- Associazione di Volontariato T.E.S.O.R.I. - Asti Volunteering activity: disabled people Expectations: improve the knowledge of a language/help other people, experience connected to job-study. I work in a community for disability and one of the main goals of the Community is to make these people as sulf-sufficent as possibile.
Juste Januleviciute Date of birth: 7.04.1983 Country: Lithuania Study title: History Hosting organization: Servizio Disabilita' dell'Universita' degli Studi Di Padova Volunteering activity: disabled people Expectations: personal growth, tourism/improve the knowledge of a language/help other people The main activity is accompanying students with disabilities to the university buildings, among them and backwards to students’ home or bus/train station and, when necessary, assisting these students during the lectures or eating. In addition to this together with other EVS and Italian volunteers I am developing projects involving disabled students (such as Disability and Museums or organizing the photographic exhibition of the disabled student).
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José Francisco da Silva Lampreia Date of birth: 22.05.1983 Country: Portugal Study title: Master Hosting organization: Legambiente Volontariato Verona Volunteering activity: environment Expectations: tourism, improve the knowledge of a language, help other people, experience connected to job – study I helped Legambiente during their activities and helped promote and maintain the Historical Park of the Walls of Verona..
Marin Mamić Date of birth: 28.12.1992 Country: Croatia Study title: Finish with high school Hosting organization: Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Chieti (CSV) Volunteering activity: web and youth information Expectations: Help other people and improve the knowledge of a language I'm working on the website, the name of the website is Euro desk, I write new information, and also help with making interview.
Abdurrahman Parlar Date of birth: 6.06.1980 Country: Turkey Study title: Computer Programming Hosting organization: Sezione Laziale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Onlus – Roma Volunteering activity: disabled people Expectations: Emotional bonds and help other people I come to Rome to work with people with disabilities. If I overcome language barrier I hope take my experience gained here back to Turkey and use it there.
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Athanasia Prentza Date of birth: 3.01.1983 Country: Greece Study title: Physiotherapist Hosting Organization: Associazione Anche noi a Cavallo, Porcia (PN) Volunteering activity: disabled people Expectations: help other people/ experience connected to job-study. Participate to the therapy session for disabled people by preparing and leading the horse, take care of all the animals of the centre (horses, cat, dogs etc.) by feeding them and keeping clean their paddocks, participate to the events of the centre (birthdays, riders' shows etc.).
Marija Stefanija Rutkauskaitė Date of birth: 29.11. 1988 Country: Lithuania Study title: Business administration and management (bachelor degree) Hosting Organization: ANFFAS Onlus Pordenone Volunteering activity: disabled people Expectations: emotional bonds, improve the knowledge of a language, help other people, self-improvement In my SVE project I’m working in the disablde people center with disable people. I’m helping to the personal take care of disablde people in the daily tasks. I’m also attending in the various activities (ricamo, ceramica, colore, etc.) where I am working and helping them.
Cristina Sanchez Martín Date of birth: 9-09-1981 Country: Spain Study title: laureata in diritto Hosting Organization: Avis Regionale Lombardia, Milano Volunteering activity: promotion on Avis activities Expectations: help other people L'attività del mio SVE è aiutare i miei colleghi in ufficio e la promozione della donazione di sangue e solidarietà tra giovani. Vado anche a fare incontri sul volontariato e raccontare la mia esperienza di volontaria. Il mio progetto personale sarà la formazione nelle scuole sulla solidarietà e il lavoro di gruppo tra bambini.
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Anita Schnierle Date of birth: 02.10.1981 Country: Germany Study title: general qualification for university entrance - Abitur Hosting Organization: Cantiere Giovani Onlus, Frattamaggiore (NA) Volunteering activity: promoting office Expectations: emotional bonds, improve the knowledge of a language, help other people, know other cultures and interesting people I work for a social organisation which works with young people, immigrants and children. My tasks are promoting the voluntary service, working in the youth centre, helping in the office and working with children.
Emese TakĂĄcs Date of birth: 17.02.1993 Country: Slovakia Study title: High school Hosting Organization: CSD- Diaconia Valdese, Torre Pellice (TO) Volunteering activity: Expectations: improve the knowledge of a language, help other people, experience connected to job-study I work in the international office of Diaconia Valdese in Torre Pellice. I have two other projects working in: children camp and with Nigerian migrants from Libia.
Elena Tenza Laderas Date of birth: 26.08.1987 Country: Spain Study title: Degree in childhood education for children. College graduate nursery school teacher (3-6 years old children) Hosting Organization: Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita Cg 2000, Chiari (BS) Volunteering activity:.work with children Expectations: improve the knowledge of a language, experience connected to the job - study, getaway and know another country, acquire new knowledge and skills, meet new people doing things with children, know the culture of the country I work with children aged 1 to 3 years old doing different routines throughout the morning: chips, psychomotor activities, attend to their needs‌ We also work with kids 11 to 15 years about leisure activities and leisure time, socialization activities and homework help and with their daily problems.
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Sinziana Maria Tudor Date of birth: 08.09-1983 Country: Romania Study title: Master in Humarn Resources Hosting Organization: Ciessevi Milano Volunteering activity: EVS promotion Expectations: improve the knowledge of a language, help other people, experience connected to the job – study Promote and diffuse EVS, plannig activities promote Europe and European active citizenship through my work in the Ciessevi, coordinate the associations that wants to be accreditates, create and manage an internet forum about the EVS in Milan and a database to find information about the volunteer organizations in Milan that participate the EVS, organize, create and upload materials on website and web 2.0 supports (blog).
Alexandra Van Brempt Date of birth: 28.01.1987 Country: Belgio Study title: Master in Social and Cultural Anthropology Hosting Organization: Comune di Firenze Volunteering activity: communication and promotion Expectations: improve the knowledge of a language, experience connected to job-study, getaway and experience of living in another country and meeting new people I’m currently volunteering at the Communication Office of the Comune di Firenze. My activities until now have included: making translations, being present at events organised by the Comune, contributing to the renewal of the city’s website, being involved at the making of an informational video, etc.
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L’iniziativa è stata ideata, promossa e coordinata dall’Agenzia Nazionale per i Giovani: Paolo Giuseppe Di Caro Serena Angioli Ada Corasaniti Fabio Ferro Giuseppe Gualtieri Mirella Olivari Giovanna Perfetto Adele Tinaburri
Il rapporto sullo SVE è stato redatto da: Federica Celestini Angela Solaro sotto la direzione scientifica di Giuseppe Roma, Censis
I workshop sono facilitati da ANG e da: Kati Inkinen, Centre for International Mobility (CIMO) – Youth in Action, Finlandia Andrea Messori, Cemea Andrea Pignataro, Amesci
L’organizzazione, la comunicazione e il project management sono stati curati da: Simmetrie and partners srl
Stampa:..... Finito di stampare nel mese di:...... Pubblicazione fuori commercio
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