Agnese Cacciamani Portfolio

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Agnese Cacciamani architetto portfolio


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Agnese Cacciamani architetto portfolio CURRICULUM VITAE • Date (da – a) • Tipo di esperienza

INFORMAZIONI PERSONALI Nome / Cognome

AGNESE CACCIAMANI

Indirizzo

Via Po’ 11, 06064, Panicale (PG), Italia

Telefono

+39 3478251990

E -mail Nazionalità Data di nascita Sesso

agnesecacciamani@yahoo.it Italiana 31 Gennaio, 1986 Femminile

• Nome e indirizzo del datore di lavoro • Tipo di azienda o settore • Tipo di impiego • Principali mansioni e responsabilità

• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione • Qualifica conseguita • Date (da – a) • Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione • Qualifica conseguita

• Date (da – a) • Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione • Qualifica conseguita

• Date (da – a)

• Oggetto

Agosto 2011 – Novembre 2011 Studio di Architettura Arch. Guglielmo Renzi Studio di progettazione Tirocinante Elaborazione progetti di qualità alle varie scale e nei campi della progettazione architettonica e ambientale, dell’urbanistica, del restauro e del recupero architettonico e urbano.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE • Date (da – a)

• Date (da – a) • Tipo di esperienza • Oggetto

• Tipo di esperienza

ESPERIENZA LAVORATIVA • Date (da – a)

• Oggetto

Giugno 2012 – Settembre 2012 Università degli Studi di Firenze – Facoltà di Architettura – corso di laurea specialistica a ciclo unico classe 4/s Abilitazione alla professione di architetto Settembre 2005 – Aprile 2012 Università degli Studi di Firenze – Facoltà di Architettura – corso di laurea specialistica a ciclo unico classe 4/s Laurea specialistica a ciclo unico in Architettura U.E. (4/S – classe delle lauree specialistiche in Architettura e Ingegneria Edile di cui al D.M. 28/11/200), in data 12/04/2012 con la votazione 110/110 con lode. Titolo della tesi: EXPO Milano 2015 – Le architetture di servizio. Sostenibilità di un’architettura a tempo. Settembre 2000 – Giugno 2005 Liceo classico A. Mariotti, Perugia (PG)

• Date (da – a) • Tipo di esperienza • Oggett

Febbraio 2012

Collaborazione al Concorso di idee per l’acquisizione di una proposta ideativa per la

realizzazione delle Architetture di Servizio del sito di EXPO Milano 2015. Progettazione delle linee guida al progetto del sistema delle Architetture di Servizio del sito EXPO Milano 2015 e definizione progetto preliminare della Stecca H1, Unità di servizio Bar e Infopoint.

Febbraio 2010 – Luglio 2010 Laboratorio di sintesi finale Ricostruiamo Castelnuovo – Dov’era ma non necessariamente com’era. Progetto per la ricostruzione del borgo di Castelnuovo (AQ) dopo l’evento del terremoto di Aprile 2009. Novembre 2008 – Marzo 2009 Workshop in collaborazione con AA School – Architectural Association School of Architecture, Londra Riqualificazione urbana e definizione del masterplan di progetto dell’area di Bromley-By-Bow, Londra. Progetto definitivo della stazione della metropolitana di Bromley-By-Bow. Marzo 2008 Concorso di idee Art Urbain (Séminaire Robert Auzelle) Riconsiderare la lottizzazione come insieme urbano a misura umana.

CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI

MADRELINGUA

ITALIANA

ALTRE LINGUA • Capacità di lettura • Capacità di scrittura • Capacità di espressione orale

CAPACITÀ E COMPETENZE INFORMATICHE

ATTESTATI • Reading and Writing Skills • Speaking and Listening Skills

Diploma di maturità con la votazione 95/100

Inglese Eccellente Buono Buono Conoscenza e utilizzo sistema operativo Windows. Software utilizzati: tutti i principali programmi di Office Automation (es.: Word, Excel, Power Point), nonché tutti i client internet (browser, email). Software grafica 2D: Autodesk Autocad, Adobe Photoshop, Adobe Illustrator, Adobe InDesign. Software grafica 3D: Autodesk 3D Studio Max, Maxon Cinema 4D, Next Limit Maxwell Render, Rhinoceros NURBS Modelling, Sketch-up. Preliminary English Test Pass with merit Pass with merit Cultore della materia “Tecnologia dell’Architettura” presso l’Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura Prof. Carlo Terpolilli

PREMI

Novembre 2012 Borsa di studio per meriti scolastici presso la Banca Valdichiana Credito Cooperativo Tosco-Umbro di Chiusi

ESPERIENZE DIDATTICHE

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Perchè, mi chiedo spesso, si arrischia così raramente ciò che è immediato e ciò che è difficile? Perchè nell’architettura recente si riscontra così poca fiducia nelle cose più peculiari che distinguono l’architettura: il materiale, la costruzione, il sorreggere e l’essere sorretto, la terra e il cielo; così poca fiducia in spazi liberi di essere autenticamente tali; spazi in cui si ha cura dell’involucro spaziale che li definisce, della consistenza materiale che li caratterizza, della loro capacità di ricezione e di risonanza, della loro cavità, del loro vuoto, della luce, dell’aria, dell’odore?

Costruire è l’arte di conformare un tutt’uno dotato di sen- Guardo con rispetto all’arte del congiungere, alle capacità so, a partire da una molteplicità di parti singole. Gli edifici

dei costruttori, degli artigiani e degli ingegneri. Il sapere

sono testimonianze della facoltà umana di costruire entità

dell’uomo relativo alla realizzazione delle cose, implicito

concrete. Nell’atto di costruire risiede, per me, il nocciolo

alla sua bravura, mi impressiona. Cerco quindi di proget-

vero e proprio di ogni compito architettonico. E’ attraver- tare delle costruzioni che rendano giustizia a questo saso questo atto, in cui materiali concreti vengono congiunti pere e che inoltre, siano degne di sfidare questa bravura. ed eretti, che l’architettura pensata entra a far parte del mondo reale.

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Peter Zumthor pensare architettura


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Indice dei contenuti 001 002 003 004 005

Architettura Urbanistica Grafica Fotografia Disegno

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All’interno dei luoghi di transito Un progetto in Piazza dell’Indipendenza (Firenze) 2008/2009 Architettura degli interni prof. V. Pannocchia Partita dall’analisi sulla storicità della Piazza dell’Indipendenza, e quindi sulla sua iniziale compattezza, rotta in seguito dalla strada che attualmente collega piazza San Marco con il viale di circumvallazione della Fortezza da Basso, l’idea di progetto nasce cercando di concepire, un po’ pittoricamente, un po’ decostruttivamente, l’azione di rottura, e manifestando, quindi, anche nel progetto, il risultato di questa operazione virtuale. Preso quindi un blocco parallelepipedo, si è proceduto mediante scomposizione e rotazione dei suoi sottomoduli quadrati, che in seguito costituiranno proprio i moduli della maglia strutturale su cui si svilupperanno i piani interrati ed il parcheggio, seguendo fondamentalmente due direzioni principali: quella Nord- Sud e quella dei quartieri della città esistente. Il risultato è quindi un insieme di 6 corpi principali (bar, scalinata principale, edicola, punto noleggio bici, fioraio e punto di inquadramento della statua) fuori terra ed un unico corpo interrato ( in cui troviamo degli edifici commerciali ) che ne unisce i principali dal punto di vista funzionale e strutturale, prevedendo inoltre una maggiore fattibilità dell’intervento. Il volume dell’edicola si colloca su di una piattaforma leggermente rialzata dalla quota della pavimentazione della piazza, in modo da costituirne una sorta di podio atto a

delimitare una zona privilegiata e differenziata mediante un disegno a moduli quadrati, dal resto. I suddetti moduli costituiscono, quindi, una scacchiera dalla quale si alzano, sempre in combinazioni di 4 o più moduli, le sedute per dar modo di leggere il quotidiano o una qualsivoglia rivista in prossimità del luogo d’acquisto, e seguono nel loro orientamento, e quindi anche in quella dell’edicola che vi si colloca sopra, l’orientamento del volume del punto noleggio bici (sullo stesso versante della piazza) del punto esposizione e della tettoia di copertura del fioraio, (nel versante opposto) costituendo pertanto, un tacito, ma non per questo impercettibile, dialogo con le altre parti del progetto. Stesso discorso vale per il dialogo tra i corpi principali dell’intervento, ovvero i grandi cubi inclinati del bar e del blocco scale d’accesso al livello inferiore, che, coadiuvati dalle stesse direttrici, costituiscono palesi inviti a praticare il livello interrato nel quale si sviluppa una vera e propria piazza coperta in cui vi è un grande passaggio come in una galleria commerciale che invita le persone a praticare il piano trascendendo la mera funzione di sbocco dal parcheggio ed attraversamento sicuro della strada. L’invito sta, oltre che nella maggior consistenza volumetrica dei due corpi, anche nella loro eccezionalità per cui essi sono

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planivolumetrico

1_ bar 2_ inquadramento 3_ esposizione 4_ edicola 5_ scala d’accesso al sottopassaggio 6_ fioraio 7_ noleggio biciclette sezione aa

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Agnese Cacciamani architetto portfolio inclinati e parzialmente sprofondati nel terreno, rendendo così idea fisica del movimento tettonico che è alla base della concezione architettonica di questo progetto. Si è deciso di realizzare la maggior parte degli edifici in cemento armato, così da creare una continuità con la struttura sottostante del parcheggio i cui collegamenti verticali andranno ad insinuarsi nel progetto, oltre che per una maggiore economia di mezzi, aspetto attualmente importante per una valutazione di un buon progetto. Al livello -1 abbiamo una vera e propria “vasca” modulata regolarmente da una maglia di pilastri quadrata di interasse 4,5 metri circondata da uno scannafosso praticabile in cui vi è la possibilità di ubicare gli impianti di areazione e simili, ed un ritmo di edifici commerciali scandisce il pas-

saggio, intervallato da aree di sicurezza dell’immissione ed emissione dei flussi secondari di persone nelle varie zone del parcheggio a questa complanare. Blocchi scale ed ascensore sono specchiati nei vari livelli e si ripetono regolarmente ad eccezione del primo piano sotto il livello del suolo. Tutti i corpi emergenti, ad eccezione del volume bar-scalinata che è in vetro ed acciaio come la piramide di accesso al Louvre di Pei che sottolinea la sua funzione di ingresso (e, come l’esempio parigino, si costituisce di materiale trasparente così da rendere meno aggressivo l’inserimento nell’area nonostante la sua maggiore mole) sono quindi di struttura in cemento armato rivestito da doghe di lega zinco-rame-titanio della rheizink, rivestimento innovativo molto in voga nell’architettura moderna che

unisce i livelli funzionali a quelli estetici. C’è da fare un’ultima considerazione sulla questione visuale che determina un taglio nel volume dell’accesso sud delle scale: questo infatti rompe il tamponamento in corrispondenza della linea immaginaria che unisce le due statue che qualificano la piazza e lo sostituisce con una striscia vetrata che va inoltre ad illuminare maggiormente l’interno delle scale.

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Museo Piero della Francesca Un progetto a Sansepolcro (Arezzo) 2008/2009 Laboratorio di progettazione dell’architettura III prof. M. Alpini Il sito si trova in forte stato di degrado e per arginare questa situazione ci si è mossi cercando di riorganizzarlo seguendo le sue vicissitudini storiche e riportarlo ad uno stato originario, non considerando dunque quelle stratificazioni che hanno portato l’area allo stato odierno. Si è iniziato dunque considerando l’area accanto la chiesa e dietro l’ex manifattura tabacchi come sgombra da qualsiasi costruzione. Questo postulato potrebbe essere considerato da molti come un intervento discutibile, ma necessario ai fini progettuali data l’assenza di edifici in alcun modo qualificati. L’idea è subito scaturita da un segno molto forte rintracciabile nel sito: le mura e il frammento delle mura cinquecentesche. Si è cercato quindi di rendere solidali il progetto a quest’ultimo per creare una continuità della traccia delle antiche mura che conservasse una certa unità e forza espressiva. Quindi uno degli scopi più importanti era rendere il sito, oggi interessato da edifici per lo più anonimi, caratterizzato da una struttura che potesse evocare suggestioni passate, legarsi al passato e soprattutto integrarsi col tessuto urbano odierno. Secondo l’architetto contemporaneo Tadao Ando: “Un solo palo piantato in una scena ne interrompe la continuità. Alle medesime maniere un singolo muro indurisce, interrompe, si oppone e altera violentemente lo

scenario in cui si colloca, e inizia così a svelare i segni di una trasformazione che porta all’architettura. Allo stesso tempo però un muro può mescolarsi con quanto lo circonda attraverso accadimenti quali le ombre che gli alberi vicini proiettano sulla sua superficie.” “Nel mio lavoro i muri hanno la funzione di individuare spazi fisicamente e psicologicamente isolati dal mondo esterno... con altre parole potrei dire che i muri possono essere utilizzati per dare senso ai muri.” “Nelle mie opere i muri hanno un duplice ruolo, poiché contemporaneamente affermano e rifiutano. Disponendo i muri come secondo determinati intervalli definisco le aperture. In tal modo non debbono interpretare la semplice funzione del delimitare, ma vengono incaricati di perseguire un diverso obiettivo e sono studiati in maniera da accogliere perlomeno quanto rifiutano. Fattori amorfi e immateriali quali il vento, la luce del sole, il cielo, il paesaggio vengono separati e catturati dai muri che in tale maniera operano a favore del mondo interno che definiscono”

Quindi scoglio difficile nel progetto era il confronto con le mura cinquecentesche e trecentesche, le quali si pongono come segno architettonico molto forte e quindi difficilmente collegabile ad una struttura progettata ex novo. Dopo svariati tentativi si è deciso di liberare il frammento

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Agnese Cacciamani architetto portfolio murario da eventuali strutture moderne ma solo di coprirlo con una copertura che non interagisce direttamente con le stesso, sottolineando così l’ingresso al museo. Al piano terra del museo sono posti i servizi principali quali biglietteria, uffici, servizi igienici e bookshop. Segno progettuale molto forte e che si pone come collegamento tra il vecchio e il nuovo è la creazione di un muro cavo che taglia a metà l’edificio del museo e che sottolinea la continuità del percorso delle mura. Sulle pareti del muro sono ricavate delle nicchie che servono da spazi espositivi per opere di rilevanza artistica e caratterizzanti l’identità del museo. All’interno del muro stesso sono poste le scale per la discesa al piano interrato del museo dove si trova il grande spazio espositivo. Il punto finale della prospettiva delle scale è doverosamente sottolineato dall’inserimento dell’opera principale di un grande maestro del rinascimento italiano ovvero “La resurrezione” di Piero della Francesca. Fin dalle prime opere note si evidenziarono le caratteristiche tipiche di Piero: estrema attenzione all’organizzazione prospettica e ritmica, semplificazione geometrica dei volumi, movimento colto nell’attimo in cui esso può eternarsi, passaggi intermedi tra una tonalità di colore ed un’altra per evitare bruschi contrasti, luce non fisica ma intellettuale, che pervade tutte le sue opere: in generale, una realtà decantata dalla mente umana. Data la tale rilevanza dell’artista e dato il suo particolare legame col territorio si è deciso di dedicare il museo a questo personaggio che fece molto per la ripresa dei canoni antichi di rappresentazione.

pianta livello 0

pianta livello -1

sezione longitudinale

sezioni trasversali

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Casa bifamiliare progettare sostenibile Un progetto in località Panicale (Perugia) 2009/2010 Progettazione esecutiva prof. M. Forcelli L’intervento di iniziativa privata in oggetto è localizzato all’interno di una lottizzazione a destinazione residenziale nel comune di Panicale (PG). Le caratteristiche del lotto ed il posizionamento degli accessi hanno suggerito di accorpare le ville in due unità in modo da dare continuità ai giardini che ne abbracciano i tre lati. Le case, totalmente immerse nella natura, sorgono su un terreno in pendenza, con una magnifica vista sulla valle. La topografia del luogo, molto complessa e caratterizzata da continui cambi di quota e terrazzamenti, ha determinato le scelte fondamentali che definiscono il carattere insediativo dell’edificio. L’aspetto essenziale del progetto consiste nella costruzione di due edifici su due livelli diversi con un salto di quota di due metri, inserendosi perfettamente nel contesto senza la necessità di massicci movimenti di terra. La semplicità e la pulizia della composizione costituiscono un chiaro riferimento all’architettura razionalista dalla quale vengono ripresi alcuni caratteri quali la semplicità delle forme e la chiarezza del disegno planimetrico uniti ad una riduzione formale nella scelta dei colori e dei materiali. I prospetti sono caratterizzati dall’equilibrio instabile che si crea nel rapporto tra superfici continue e logge rivestite in legno che determinano una forte tensione dinamica.

Questi rapporti sono evidenziati da tagli ed aperture che mediano il rapporto con gli spazi del giardino. Gli affacci e le logge sono studiati in modo da ridurre al minimo l’introspezione tra gli alloggi. Gli spazi interni sono progettati in funzione del rapporto con l’esterno definendo, come nel caso della zona giorno, una continuità visiva con lo spazio a verde mediante l’uso di ampie aperture vetrate. Particolare attenzione è stata dedicata alle soluzioni distributive. La ripartizione interna disegna una chiara distinzione fra zona giorno collocata al piano terra e zona notte al piano superiore; distinzione percepibile anche all’esterno grazie a un diverso trattamento delle superfici. I box auto sono stati posizionati nel piano terra ed accessibili con una unica viabilità comune a tutte le unità abitative. Ogni villa è dotata di un posto auto esterno accessibile dal vialetto d’ingresso. Materiali vecchi e nuovi sono usati in modo equivalente, adattati, come i dettagli, alla perizia delle maestranze locali. É stato scelto un rivestimento in lastre di pietra a facciata ventilata per il piano terra e un intonaco bianco per il piano primo. Alla consistenza minerale dello piano terra si contrappone l’astratta leggerezza del piano superiore, dove, alla perdita di peso degli elementi, consegue un incremento della trasparenza.

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planivolumetrico

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Expo Milano 2015 le architetture di servizio sostenibilità di un’architettura a tempo Un progetto in località Rho (Milano) 2011/2012 Tesi di laurea prof. C. Terpolilli L’apparente cura e completezza con la quale è stato redatto il bando dell’unico concorso aperto per l’EXPO 2015 ha dato spazio ad una ricerca tanto appassionante quanto complessa. Il visitatore di Expo non è più soggetto passivo dell’esposizione: egli diventa quasi inutile e subisce ciò che le strategie di mercato consigliano. Nel caso preso in esame l’Orto Globale, così come la Smart City, non può vivere o realizzarsi per una ideale volontà. La missione dell’architetto è quella di coinvolgere e convincere: la sua idea deve parlare al visitatore, interpretare il mondo e prefigurare scenari futuri, convincendo la committenza. La caducità ne connota il valore iconico più che visionario. Nell’attesa di trasformare le esposizioni in vere e proprie finestre sul futuro, è necessario almeno che questi show siano occasioni per una riflessione corretta sul tema della sostenibilità, legata alla temporaneità e alla rapidità costruttiva. L’oggetto del concorso è costituito dal sistema di edifici che raccolgono tutte le diverse funzioni di servizio presenti sul sito: ristorazione, spazi commerciali, servizi ai partecipanti, sicurezza, logistica, magazzini e locali tecnici. Il masterplan prevede diverse tipologie di Architetture di

servizio e il conocorso richiedeva di definire una strategia complessiva per tutti gli edifici di servizio, fino a sviluppare in modo maggiormente dettagliato un’area tipo, definendo il layout funzionale, il sistema costruttivo, i materiali, la sostenibilità ambientale della soluzione proposta. In particolare poi, il bando richiedeva di approfondire l’ideazione di un edificio di grandi dimensioni “Stecca H1”, di un edificio di medie dimensioni “Bar 11” e di un edificio di piccole dimensioni “Infopoint”. Le richieste del bando di concorso fanno riferimento alla progetttazione di edifici caratterizzati da spazi di elevata qualità e relazionati in modo equilibrato con il contesto, strutture rapidamente e facilmente costruibili, sostenibili per quanto riguarda l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale e facilmente riutilizzabili e riciclabili. Si è voluta creare una strategia di interazione tra spazi serviti e serventi, individuando tre invarianti tipologiche: il Muro Tecnologico, le Unità Ambientali e le Unità di Servizio. Ognuna ha un proprio sistema costruttivo che ne evidenzia la temporaneità, la rapidità di costruzione e la sostenibilità del processo durante l’intero ciclo di vita utile dell’edificio.

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sezione aa

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pianta

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Masterplan Bromley-By-Bow Workshop presso l’Architectural Association University (Londra) 2008/2009 Laboratorio di progettazione dell’architettura IV prof. A. Baratelli La Lower Lea Valley di Londra si inserisce all’interno di quella fascia di 26Km di verde prevista da Abercrombie, nel 1944, per creare attorno alla città di Londra la più vasta area di respiro, poi invasa da industrie e attraversata da vie di trasporto che ne hanno cambiato la sua origine. Il Masterplan si sviluppa dall’analisi dello stato attuale, attraverso lo studio dell’uso del suolo e delle peculiari potenzialità dell’area, proseguendo con il successivo confronto, con le previsioni elaborate dal Greater London Council attraverso il London Plan. Oggi nel tentativo di riconnettere questo corridoio verde si cerca di recuperare il vuoto lasciato dalle industrie dismesse per creare luoghi di ricreazione ed intrattenimento. L’intervento a scala globale prevede la creazione di spazi verdi articolati sul lungofiume, parallelamente all’inserimento di piccole attività fruibili lungo tutto il corso della giornata per una maggior sicurezza dell’area. Sfruttando le potenzialità dell’ambiente queste attività si divideranno tra commerciali, di ristoro e sportive (accessi diretti all’acqua, noleggio di piccole imbarcazioni per gli sport acquatici...). Un secondo tipo di intervento è la cessione controllata di terreno attualmente occupato dalle industrie, assicurandosi allo stesso tempo che il nuovo sviluppo sia sostenibile e costruito nel rispetto dei più alti standard ambientali e

progettuali: questo obbiettivo sarà raggiunto integrando il tessuto urbano cittadino con i nuovi spazi verdi interconnessi, riqualificando ed ampliando al tempo stesso le aree residenziali, in modo da uniformarne la densità attraverso interventi mirati. Unitamente all’inserimento di nuove abitazioni, grande attenzione sarà dedicata alla creazione di nuovi potenziali posti di lavoro nell’area, attraverso l’inserimento di servizi diffusi in zone “mixed use”, originando delle nuove strade commerciali fruibili dagli abitanti, che attualmente hanno a disposizione esclusivamente un solo supermercato posto in posizione baricentrica. L’occasione per questi rinnovamenti è data dai giochi olimpici del 2012 che verranno ospitati proprio a Londra: gli enti pubblici lavoreranno in concerto con il settore privato per costruire questi interventi, le nuove infrastrutture (modifiche ai sistemi viari e alle infrastrutture sociali), supporteranno allo stesso tempo una crescita dell’offerta di case e di posti lavoro. Si andranno a creare nuovi spazi pubblici, inserendo di fatto nuovi punti di aggregazione nei pressi degli interventi principali. Si cercherà quindi di restituire al lungo fiume il suo decoro e la sua vitalità, creando spazi per nuove attività nei pressi dei corsi d’acqua e riqualificando gli spazi aperti limitrofi.

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Agnese Cacciamani architetto portfolio Il Masterplan prevede cinque fasi di attuazione nelle quali vengono contemporaneamente inseriti interventi per residenze e per servizi allo scopo di bilanciare i costi di realizzazione. Buona parte dei proventi deriverà dagli investimenti privati poi reinvestiti per la creazione di opere pubbliche per una reale fattibilità economica. Nella prima fase si prevede di operare a breve termine nell’ambito del St. Andrews Hospital, come da London Plan, e nel recupero della zona limitrofa con aree residenziali e mixed use, al fine di creare un centro il più possibile compatto. Questa realizzazione a breve termine ha come obiettivo quello di funzionare da principale nucleo attrattivo per poi promuovere le fasi successive. Il secondo step prevede la creazione di alloggi al di là

del fiume e una riqualificazione dell’area industriale a sud ovest che ospiterà la riallocazione di alcune piccole attività poste più a nord. Il terzo crea residenze a schiera e tipologie abitative in linea di tipo mixed use recuperando il vuoto lasciato dalle industrie nella parte a nord. Vengono risistemate anche le vie all’interno dell’area industriale ed è anche previsto l’inserimento di verde attrezzato. Il quarto prevede, invece, la progettazione di una parte abitativa con un verde di pertinenza delle case a schiera orientato verso la green-way, ed una intensificazione degli alloggi verso sud, comprensivi di servizi e spazi commerciali, in modo da rendere l’area potenzialmente viva e sicura 24 ore su 24.

Con la quinta fase di sviluppo verrà inserito uno sports center polifunzionale legato anche agli sport acquatici, nelle vicinanze della pumping station, unitamente ad una serie di accessi diretti all’acqua. Lo scopo finale del progetto è il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - migliorare la qualità architettonica generale e sviluppare sempre più potenzialità attrattive all’interno dell’area, per migliorare la qualità di vita percepita, stimolare le presenze occasionali e aumentare la popolazione residente, incentivando i trasferimenti; -creare macro aree polifunzionali il più possibile compatte e accessibili ma soprattutto ben connesse tra di loro, con il centro città e i quartieri limitrofi.

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PK0 chair Poul Kjaerholm Rappresentazione grafica di oggetti di design 2011/2012 Disegno automatico prof. G. Verdiani compensato laccato 66 x 66 x 68.6 cm Nato nel 1929 in Vrå Øoster in Vendsyssel, nel nord dello Jutland. morì molto presto nel 1980, ma non prima di aver progettato alcuni dei mobili più belli della Scandinavia. Era uno dei rappresentanti più importanti della tradizione del design scandinavo, come un abile ebanista lui, più di chiunque altro, aveva imparato che se il dettaglio non era in ordine, il resto non aveva molta importanza. Questo lo seguì per tutta la sua carriera. Fortemente ispirato dall’artista Piet Mondrian e architetti Gerrit Rietveld e Mies van der Rohe, i suoi pezzi sono impregnati dell’amore per la chiarezza, la perfezione e dettagli.

“I am trying to express the very language of the materials themselves.”

Poul Kjaerholm

“Poul Kjærholm is a man whose modern, functionalistic approaches keep all extravagant tendencies towards luxury at bay.”

Gerrit Rietveld

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003 Grafica

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scorcio, Venezia settembre 2012

arsenale, Venezia settembre 2012

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Agnese Cacciamani architetto portfolio veduta, Venezia settembre 2012

004 Fotografia

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biennale, Venezia settembre 2012

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Lloyd’s, Londra London County Concil, Londra Swiss Re, Londra marzo 2009


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Negozio Olivetti, Venezia Carlo Scarpa

Padiglione Barcellona, Barcellona Ludwig Mies Van Der Rohe

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L’unico modo attraverso cui gli artisti comunicano tra loro dovrebbe essere attraverso il ricordo vigoroso e vivace di ciò che ha stimolato la loro sensibilità; in un modo che appartiene soltanto a loro, e gli permetterà di attizzare il fuoco del loro genio. Essi dovrebbero guardarsi dal proporre spiegazioni che si rifanno alla ragione, poichè l’impressione che un’immagine crea sui nostri sensi viene sconfitta quando indugiamo sulla causa che ha prodotto l’effetto. Descrivere i propri piaceri equivale a cessare di vivere sotto la loro influenza, cessare di gioire, cessare di esistere.

E.-L. Boullée Architecture, Essay on Art

Robie House, Chicago Frank Lloyd Wright

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