Gastrodelirio

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Pomodoro semi dry dell'azienda agricola Paglione

Pomodoro semi dry dell'azienda agricola Paglione

Gastrodelirio Considerazioni e invettive di un critico gastronomico, ma non solo…

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Pomodoro semi dry dell’azienda agricola Paglione – Lucera (FG) Pubblicato il da Fabio Riccio —

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Di Fabio Riccio, Un pomodoro. Direte voi… niente di più comune, di pomodori in giro ce ne sono a bizzeffe. Vero. Rimane un però… cioè che di pomodori, buoni, saporiti voglio dire, ma non per bell’aspetto o perché al supermercato hanno packaging & illuminazione di prim’ordine, in giro se ne vedono pochi. Abbondano i pomodori scialbi, tristanzuoli, persino non male a vedersi, ma dai sapori assolutamente eterei. Questi, sono pomodori rassicuranti. Lo sapevate? Avete mai fatto caso che tanti, appena gli si fa gustare un qualcosa che ha un sapore vero, forte, reale, rimangono di stucco? http://www.gastrodelirio.it/fabio­riccio/pomodoro­semi­dry­dellazienda­agricola­paglione/2015/12/

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C’è anche chi dichiara: “sa di troppo”. Pomodori rassicuranti, ecco. Ho l’impressione che tanti nelle nuove generazioni, non abbiano mai assaggiato i sapori reali di tante cose, compreso quello di qualche pomodoro degno di questo nome… In Italia, a dispetto del gran (stra)parlare di cibo che si fa ovunque e sui media, in quanto a gusto e capacità di apprezzare e riconoscere sapori siamo messi male. Partiamo da questa ipotesi, e andiamo a parlare di pomodori. Anzi di un pomodoro, il pomodoro semi dry dell’azienda agricola paglione di Lucera. Era davvero tanto tempo che non mi emozionavo mangiando un pomodoro. Esagero? No. Ebbene, ieri da un semplice pomodoro (vabbè… mezzo barattolo quasi!) ho tratto gran godimento per le mie papille gustative. Si, cari lettori gastrodeliranti, il pomodoro semi dry dell’azienda agricola paglione di Lucera, mi è proprio piaciuto, e ora vi spiego perché. Qui, a Termoli dove dimoro la Puglia è a un tiro di schioppo, e non c’è bottega o negozietto che non abbia la sua piccola scelta di pomodori e altri prodotti dell’orto conservati. Di pomodori secchi, freschi, conservati e variamente trattati, ne ho provati tanti, tantissimi. Però, assaggiare il pomodoro semi dry dell’azienda agricola paglione di Lucera, è stato un gran bel cortocircuito gustativo. Capita di rado. http://www.gastrodelirio.it/fabio­riccio/pomodoro­semi­dry­dellazienda­agricola­paglione/2015/12/

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A questo punto il lettore occasionale di Gastrodelirio si aspetterà i consueti generici elogi, e magari la solita sfilza di foto in primissimo piano di pomodori (come fanno tanti altri siti) per dire quanto è buono questo pomodoro. No, assolutamente no – non è lo stile di gastrodelirio. Noi gastrodeliranti raccontiamo e descriviamo quello che ci piace solo tramite la parola scritta, e poche foto come mero supporto. Noi descriviamo, anzi scriviamo di prodotti, gusti e sensazioni, ma quel che più ci piace è il narrare le emozioni. Tornando al pomodoro semi dry dell’azienda agricola Paglione, all’aspetto si presenta quasi come tutti i pomodori a vario titolo conservati, cioè più o meno grinzoso, però con un bel colore rosso vivo, segno che è stato colto al giusto momento di maturazione, e con i suoi peletti della buccia bene in vista, logicamente il tutto è conservato sott’olio. Siamo a tavola. Pranzo. Desinare svelto e asciutto da giorno infrasettimanale (per la pasta vedremo a cena…), il tempo a casa è sempre troppo poco. Dopo buoni latticini, e un prosciutto cotto in verità dimenticabile, arriva il pomodoro. E’ la svolta del pranzo. Addento il primo semi dry ed è subito bingo. Una festa di gusto. Il sapore da subito avvolge il palato, e suadentemente oblitera tutto quanto http://www.gastrodelirio.it/fabio­riccio/pomodoro­semi­dry­dellazienda­agricola­paglione/2015/12/

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mangiato prima.

Fresco, tondo e carnoso nello stesso tempo. Profuma. Sa di buono. Sa di vero. Ne prendo un altro, più grosso. Lo spezzo con il dorso della forchetta. Bella consistenza, giusta resistenza alla pressione. Lo porto alla bocca. Pizzica la punta della lingua. Nessuna nota spiacevole, nessun superfluo sentore di liquido. Un pomodoro che riscalda la bocca, e non c’è neanche bisogno di http://www.gastrodelirio.it/fabio­riccio/pomodoro­semi­dry­dellazienda­agricola­paglione/2015/12/

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accompagnarlo con il pane, è buono così com’è. Un gusto forse primordiale, netto, e consentitemi il termine, bello. Ci senti sole e terra dentro. Ci senti un qualcosa di dimenticato. Ci si può sentire tanto, ma proprio tanto in un buon pomodoro… A questo punto, ben stimolate memoria & sinapsi si mettono in moto. Konrad Lorenz con la sua teoria dell’imprintig aveva ragione – ne sono prova vivente & ambulante. Scavando in profondità nei ricordi, torno a quasi mezzo secolo addietro, quando pur con tutti i limiti del tempo della ruggente Italia del boom economico, l’ortolano sotto casa (il famoso “Don Luigi” detto baffone) riforniva casa mia. Saranno magari state robe piene di chissà quali oscenità chimiche, che già allora furoreggiavano, ma almeno avevano un sapore. Ecco: il sapore. La gente all’epoca esigeva sapori, non solo l’aspetto o una foto in primo piano come adesso. Non voglio fare il languido di quando i mulini erano bianchi etc etc, ma i sapori, prima di ogni altra cosa quelli di frutta e verdura, erano più netti. Semplicemente non si era ancora arrivati al parossismo di questi tempi, dove le due discriminanti di chi seleziona le varietà di vegetali sono solo la resa in quantità, e la resistenza a qualsiasi cosa, abiurando (quas)i del tutto al sapore. Tanti, troppi pomodori non sanno di nulla, ci avete mai fatto caso? Invece, il gusto del pomodoro semi dry dell’azienda agricola Paglione, mi ha da subito ricordato per intensità e pienezza il mio primo pomodoro conservato assaggiato, suppongo un Piennolo, altrimenti detto anche Spongillo – avevo cinque o sei anni. http://www.gastrodelirio.it/fabio­riccio/pomodoro­semi­dry­dellazienda­agricola­paglione/2015/12/ Come sensazioni e pienezza me lo ha ricordato in pieno.

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Come sensazioni e pienezza me lo ha ricordato in pieno. Un buon sapore. Un sapore raro nel ventunesimo secolo. Un imprinting del gusto, di quello dimenticato, appunto. Il resto del barattolo lo proverò insieme a una buona pasta, condito a freddo, semplicemente così com’è – è una certezza. Az. Agricola Paglione

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A proposito di Fabio Riccio Fabio Riccio ­ Interessato da più di venti anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale. Dal lontano 1998 collabora come autore alla guida dei ristoranti d'Italia de l'Espresso, ha scritto sulla guida le tavole della birra de l'Epresso, ha collaborato a diverse edizioni della guida Osterie d'Italia dello Slow Sood, ha scritto su Diario della settimana e L'Espresso, e quando capita scrive di cibo un po' ovunque. Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it ­ basta questo? Guarda tutti gli articoli di Fabio Riccio →

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