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L'Agricoltore Cuneese - 08/2020

No a denominazioni improprie e penalizzanti per gli allevatori

L’hamburger è solo di origine animale, così come la salsiccia e il latte. Stop! Eppure intorno a questa ovvietà si è costruito in Europa un dibattito che rischia di penalizzare enormemente gli allevatori. Lo scorso 23 ottobre l’Europarlamento ha bocciato gli emendamenti al regolamento OCM relativi alle denominazioni della carne che avrebbero bloccato l’uso di denominazioni ingannevoli per alimenti di origine vegetale spacciati per hamburger, salsicce o bistecche di carne. Questa posizione va contro la trasparenza per la quale Confagricoltura si batte da tempo, a favore dei consumatori e delle imprese zootecniche. “I consumatori - afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa-Cogeca - hanno il diritto di scegliere i prodotti che desiderano, basando la propria scelta su informazioni affidabili che riflettano correttamente le caratteristiche del prodotto. Spesso, invece, queste informazioni si rivelano ingannevoli”. Con la decisione dell’Europarlamento rimane quindi la possibilità di utilizzare termini “impropri” per prodotti appartenenti a categorie alimentari diverse. Oltre a utilizzare una terminologia non corretta, alcuni operatori del settore alimentare adottano strategie di marketing che in molti casi inducono in confusione, perché presentano prodotti vegani o vegetariani come del tutto equivalenti ai prodotti di origine animale.

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IL PIEMONTE È ORMAI LA SECONDA REGIONE ITALIANA PER SUPERFICIE COLTIVATA E PRODUZIONE DI MELE

Mele, produzione eccellente si attende un prezzo congruo

Tempo di primi bilanci per l’annata delle mele, giunta a fine raccolta delle varietà estive sotto i migliori auspici e nel pieno delle raccolte autunno-inverno. “La produzione di questa stagione è ottima, sicuramente migliore di quella del 2019 nella quale si erano registrati cali significativi, la qualità addirittura eccellente. Le aspettative per un prezzo congruo ci sono tutte”, sottolinea Marco Bruna, segretario delle zone di Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura Cuneo. Una speranza, in attesa della raccolta delle varietà invernali, che sembra essere giustificata anche dai dati di produzione, in flessione, in altre zone italiane vocate a questa coltura. La crescita locale deriva anche dall’avviamento di numerosi nuovi impianti, che sono andati in produzione quest’anno per la prima volta. “Il Piemonte è ormai stabilmente la seconda regione italiana in termini di superficie coltivata e produzione di mele: un dato significativo CLAUDIO SACCHETTO

Che fine ha fatto il catasto ortofrutticolo?

A questo proposito, ricordiamo che Confagricoltura ha posto in evidenza come il catasto ortofrutticolo – strumento di conoscenza e programmazione della produzione – ancora non sia stato attivato, pur a fronte di uno stanziamento di 5 milioni di euro ripartiti tra il 2019 ed il 2020. È importante accelerare su questo punto perché conoscere il potenziale frutticolo e varietale è essenziale per orientare le scelte e gli investimenti. Nel corso della stagione non sono mancate le minacce alla produzione: “In un anno in cui i danni provocati dalla cimice asiatica sono stati inferiori rispetto al passato, le preoccupazioni maggiori sono arrivate dall’umidità che si è fatta sentire ampiamente a causa delle piogge primaverili e ha favorito la ticchiolatura, la patina bianca e il proliferare degli afidi” continua Monge. Da rimarcare anche quest’anno i danni causati alle coltivazioni da fenomeni atmosferici violenti e imprevedibili, come grandinate o trombe d’aria sempre più frequenti sul nostro territorio per via delle mutazioni climatiche in corso. “Soltanto attraverso l’istituzione del Fondo Mutualistico per prevenire le avversità atmosferiche, le epizoozie e le fitopatie previsto dal Ministero delle politiche agricole potremo ristorare adeguatamente chi subisce danni”, conclude Sacchetto.

Un’azienda cresciuta passo dopo passo

Il Covid non ferma l’innovazione negli allevamenti avicoli A REVELLO ANDREA FRANDINO E LA SUA FAMIGLIA HANNO DA POCO INAUGURATO UNA STRUTTURA 4.0 ALTAMENTE TECNOLOGICA PER POLLI DA CARNE

Il quadro di comando dell’allevamento di Andrea Frandino

La difficile situazione economica innescata dalla pandemia di Covid-19 non risparmia nessuno. Abbiamo visto nelle precedenti pagine come anche il settore agricolo, seppur in misura minore rispetto ad altri settori, stia risentendo delle drastiche misure imposte per affrontare il momento. Fa dunque un certo effetto imbattersi in una famiglia di allevatori che, nonostante tutto e più forti di tutto, hanno deciso di investire nel lavoro che fanno, migliorando non solo le condizioni produttive della loro attività, ma soprattutto quelle degli animali. Siamo a Revello, dove Andrea Frandino, insieme al papà Ugo e alla mamma Silvia, ha inaugurato poche settimane fa il nuovo allevamento di polli da carne. Una struttura altamente automatizzata per il rispetto costante, in ogni fase, dei parametri stabiliti dal benessere animale. Prima di entrare nel capannone, una “sala comandi” fa capire di essere al cospetto di una struttura dove nulla è lasciato al caso: “Da questo quadro di comando - ci indica il giovane Andrea - riusciamo a impostare e ad avere sempre sotto controllo, in tempo reale, tutti gli indicatori per un buon funzionamento dell’allevamento: temperatura, tasso di umidità, livello di ammoniaca, anidride carbonica. Se i parametri raggiungono livelli non previsti, si attivano automaticamente 14 ventilatori per il ricircolo dell’aria che riportano le condizioni necessarie per un buon allevamento e mantengono, di fatto, l’ambiente interno sempre in uno stato ottimale, sia in estate che in inverno, e a seconda dell’età degli animali. Sei generatori di aria calda, nei primi giorni di vita dei pulcini, portano la temperatura interna oltre i 30 gradi, come quelli presenti sotto la chioccia durante la covata. Anche l’illuminazione dell’allevamento è fondamentale per il benessere dei polli ed avviene con un sistema di led in grado di simulare effetti alba e tramonto. Il tutto è poi monitorato da un sistema di telecamere collegate ai nostri smartphone”.

Roberto Borgogno (Ora Agricola), Oreste Massimino e Marco Bruna (Confagricoltura Cuneo) con Ugo Frandino, il figlio Andrea e la moglie Silvia

Dopo il lockdown l’inizio dei lavori del nuovo capannone

A infondere il coraggio di compiere l’ultimo passo è stata la permanenza del figlio Andrea in azienda, una volta terminati gli studi in Agraria. “La sua passione per questo mestiere ci ha convinti ad aggiungere questo importante e nuovo tassello all’azienda - spiega Silvia -. Pur essendo il progetto di fine 2019, la realizzazione della struttura è cominciata subito dopo il lockdown primaverile, a fine maggio, e a settembre era tutto pronto per accogliere i primi capi”. Un intervento concretizzatosi in tempi record e reso possibile anche grazie alla consulenza dei tecnici di Confagricoltura Cuneo. I pulcini arrivano in azienda appena nati e vengono allevati, maschi e femmine, in due sezioni distinte della struttura; i primi fino a raggiungere il peso di 3,5 kg, le seconde invece vengono inviate al macello al peso compreso tra 1,5 a 2,5 kg, questo per la diversa destinazione di consumo finale. Ma un migliore allevamento influisce davvero sul benessere e sulla produttività dell’animale? “Sì, abbiamo notato che i polli crescono meglio grazie a condizioni per loro ottimali - dice Silvia -. Li alimentiamo con una formula tutta vegetale e sotto la costante supervisione degli operatori della Ora Agricola di Cherasco a cui li conferiamo”.

Sopra: la nuova struttura. Sotto: pulcini appena arrivati nell’allevamento

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