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Dal Mondo
Chi ha paura delle recidive?
La paura di un ritorno del tumore dopo le terapie, quello che in termini tecnici si chiama “recidiva”, interessa circa sei pazienti su dieci (59 per cento) secondo i risultati di uno studio di revisione pubblicato su Psycho-Oncology. E per circa uno su cinque (19 per cento) questa paura raggiunge livelli elevati. Il team di ricerca a guida olandese ha analizzato i dati di 46 studi condotti in 13 Paesi, osservando che la paura della recidiva si presenta in misura simile sia nei pazienti sia nelle persone guarite dal tumore (i survivors), e che i giovani e le donne sono le categorie più a rischio. Come spiegano gli autori, servono nuovi studi per comprendere meglio il fenomeno, identifi care chi ha più bisogno di supporto e mettere in campo strategie effi caci e personalizzate per contrastare la paura.
HIV e tumore del colon-retto
Un farmaco utilizzato per il trattamento delle infezioni virali, come quella da HIV, potrebbe rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti con tumore del colon-retto metastatico. Lo scrivono su Cancer Discovery i ricercatori del Massachusetts General Hospital, che hanno posto le basi per un eventuale “riposizionamento” in ambito oncologico della lamivudina, un farmaco antivirale che appartiene alla classe degli inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa. Il trattamento con lamivudina ha infatti fermato la crescita della malattia in 9 dei 32 pazienti coinvolti nello studio che avevano un tumore in progressione nonostante diverse linee di trattamento. Il meccanismo molecolare alla base del risultato riguarda quello che un tempo veniva chiamato “DNA spazzatura”, e che potrebbe diventare oggi un bersaglio per terapie anticancro.
Dubbi sui dolcifi canti artifi ciali
Secondo uno studio pubblicato su Plos One, i sostituti dello zucchero potrebbero non essere del tutto innocui per la salute. Analizzando i dati di oltre 100.000 partecipanti allo studio NutriNet-Santé, un gruppo di ricerca francese ha osservato infatti un’associazione tra consumo di dolcifi canti in sostituzione dello zucchero e aumento del rischio di sviluppare un cancro. In particolare, il rischio sembra aumentare per il tumore al seno, e più in generale per i tumori legati all’obesità, ed essere collegato a un consumo eccessivo di aspartame (indicato in etichetta con la sigla E951) e acesulfame-K (E950), contenuti in molte bevande e cibi prodotti a livello industriale. Sulla base di questi risultati, che dovranno comunque essere confermati in studi più ampi, gli autori suggeriscono di non eccedere nel consumo.
Sui campi da golf
Il benessere degli uomini con tumore alla prostata passa anche per i campi da golf. Ne sono convinti gli autori di un articolo pubblicato sulla rivista Supportive Care in Cancer, che spiegano perché il golf potrebbe rappresentare una soluzione ideale per recuperare (o non perdere) la forma fi sica e la funzione muscolare, in particolare dopo il periodo di inattività forzata legato alla pandemia. Il golf è un’attività fi sica di intensità moderata ottima per migliorare la salute psicosociale, muscolare e cardiovascolare di chi ha avuto una diagnosi di tumore della prostata. Inoltre rappresenta un’occasione per conoscere persone nuove e ridurre stress, ansia e depressione. Via libera dunque a due sessioni settimanali da 90 minuti o una da 180 minuti, sempre sotto la supervisione del medico e di un professionista dello sport.
Biopsia liquida per il tumore al seno
La biopsia liquida rappresenta uno strumento importante per tenere sotto controllo i cambiamenti molecolari delle cellule del tumore al seno, con importanti ricadute cliniche per le pazienti. È quanto emerge da uno studio fi nlandese pubblicato sulla rivista Cancers, nel quale gli autori hanno utilizzato questa tecnica poco invasiva – consiste in un semplice prelievo di sangue – per identifi care le mutazioni presenti nel cosiddetto DNA libero circolante, ovvero frammenti di DNA di origine tumorale contenuti nel sangue. L’analisi ha permesso di scoprire il ritorno della malattia prima che questa fosse visibile a livello clinico e ha inoltre consentito di valutare in dettaglio le modifi che che costantemente si verifi cano a livello del DNA tumorale. “Il DNA del tumore cambia nel tempo e conoscerne momento per momento le caratteristiche aiuta anche a scegliere le terapie più adatte” spiegano gli autori.
Un convegno su immunologia e immunoterapia
L’Accademia dei lincei ha ospitato a Roma, il 15 e 16 marzo, il meeting Highlights in Immunology presieduto da Lorenzo Moretta, Guido Forni, Enrico Maggi e Alberto ManEnrico Maggi e Alberto Mantovani. Lo scopo era ditovani. Lo scopo era discutere l’immunoscutere l’immunologia di SARSlogia di SARSCoV-2 e l’imCoV-2 e l’immunoteramunoterapia dei tupia dei tumori, con la partecipazione di due premi Nobel, Jules bel, Jules Hoffmann Hoffmann e Giorgio Pae Giorgio Parisi, scienziati risi, scienziati di grande valore, di grande valore, tra cui Anthony Fautra cui Anthony Fauci, Wolf Fridman, Chrisci, Wolf Fridman, Christoph Huber e Andreas Radbruch, e giovani emertoph Huber e Andreas Radbruch, e giovani emergenti. Il meeting era dedicato alla memoria di due grandi immunologi fi nanziati da AIRC, Alessandro Moretta e Giorgio Parmiani, che hanno rappresentato un modello scientifi co e umano per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerli.