Eccoci qua, un giornale per San Cesario

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FEBBRAIO 2002 CHIMICA PUGLIESE

CHIMICA PUGLIESE

via Matteotti, 24 73016 San Cesario di Lecce Tel. 0832/611814 - 200054

via Matteotti, 24 73016 San Cesario di Lecce Tel. 0832/611814 - 200054

Disinfestazioni

Disinfestazioni

Periodico di politica cultura società Anno I n. 0 - In attesa di registrazione presso il Tribunale di Lecce

Le associazioni di San Cesario di Lorena Luperto

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Un altro mondo è in costruzione Il Forum di Porto Alegre di Gianni Nobile

Distribuzione gratuita

Forum

Gente di sport

Salvatore Capone Vicepresidente della Provincia

di Andrea Romano

di Antonella Bascià, Giancarlo Greco, Paolo Taurino

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4-5

La Polisportiva Aria Sana-S. Cesario

Oltremondomusica I Sound Massive di Cristian Nobile

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Con il Paradiso nel cuore di Ennio Bonea

Eccoci qua, un giornale per San Cesario Viviamo anni di straordinaria importanza: la globalizzazione, la New Economy, la forte avanzata tecnologica vengono alla ribalta per la loro presunta capacità di abbattere gli svantaggi geografici e culturali, cancellando le distanze e garantendo i rapporti umani, sociali e commerciali tra tutte le popolazioni, in ogni punto del pianeta. L’informazione e la comunicazione sono al centro della vita di ogni uomo e di ogni società. Ma processi con potenzialità enormi per lo sviluppo mondiale hanno dimostrato una forte precarietà quando usati unicamente a scopo di interesse singolo o di singole parti sociali, incapaci di liberarsi dai propri egoismi e attente solo al loro profitto. E per tanti le possibilità offerte da questa nuova era sono risultate essere un grande bluff, con conseguenze inimmaginabili per tutti, compresi noi che pensiamo di vivere liberi nel nostro piccolo paese. Le capacità educative della comunicazione vengono svendute all’arte dell’imbonimento: chi vuole un popolo di plastica utilizza la televisione e i mass media per il proprio tornaconto, dove la ragione è sempre solo dalla parte del forte. C’è chi vorrebbe rinchiuderci in un mondo virtuale dove regna l’autorità della televisione e l’opinione del giornalista venduto al miglior offerente.

Può esserci un altro tipo di informazione che non sia appiattimento e omologazione, in cui il compromesso non possa costituire l’unico, possibile stile di vita ma solo una scelta molto, troppo facile. Crediamo in un’Italia diversa, dove non prevalgono le promesse bugiarde, gli affarismi, gli interessi di pochi contro i diritti di tanti; un’Italia che sa distinguere le ragioni della storia e sa identificare aggressori e aggrediti, disonesti e corretti; un’Italia che conosce le ragioni della libertà e condanna senza condizioni la disumana follia di un periodo della sua storia. Abbiamo deciso di continuare quel cammino partito a luglio con le iniziative contro il vertice a Genova dei G8. Con queste intenzioni nasce “l’alambicco”: un nome che richiama il nostro passato economico, con le distillerie, e che vuole richiamare la funzione di filtro e di sintesi che deve avere ogni comunicazione sbandierata come notizia; il senso di un forte attaccamento alla nostra tradizione con l’impegno della ricerca della propria identità; l’orgoglio di essere cittadini di questa comunità. Vogliamo lavorare con il contributo di tutti, con la ricerca di nuove esperienze e diversi pareri, perché crediamo che il dialogo e il confronto siano un arricchimento per tutti e siano la base per la ricerca di una democrazia sempre più partecipata.

Quando ripenso a Ezechiele Leandro lo rivedo, come fosse ieri, quando venne a trovarmi in redazione de “La Tribuna del Salento”, scamiciato, con una grande corona di capelli bianchi e lunghi per parlarmi di due mostre da tenere contemporaneamente a Lecce. Mi fu subito simpatico, anche per questa stranezza che, per lui, era normale: “Sono due mostre uguali, ma con quadri diversi”, mi disse e non mi parve pazzo, come dicevano i suoi compaesani. Si lamentava spesso di questo fatto, quando diventammo amici. Specie quando andavo trovarlo al “Santuario della pazienza” nel

quale aveva costruito nientedimeno che l’Inferno e il Purgatorio; come Dante l’aveva fatta a suo modo. E il Paradiso? Gli chiesi. Ce l’ho nella mente e nel cuore, non si può fare di pietra, mi rispose. Non sono mai riuscito a sapere come si decise a diventare artista, in modo globale. Era pittore, per lo più monocromo; talvolta il rosso predominava; ed ho un quadro policromo magnifico; raro nel suo modo di esprimersi. Non aveva nessuna estetica, cioè un riferimento modulare o modellare. Faceva mostri e figure mostruose, perché riteneva di “fare” gli uomini “di dentro”. Sono brutti come il peccato e li rapprecontinua a pag. 3


Nel mondo delle associazioni

due

Attraverso la selva di sigle, abbreviazioni e termini stranieri (ong, onlus, no profit, global social forum, etc.) è l’uomo comune che parla e si appropria di un ruolo sociale, di una giustizia e di valori che l’economia post-industriale ha ignorato e continua ad ignorare. Nel campo della politica sociale si parla sempre più della necessità di mobilitare la gente e quindi di cittadinanza attiva, della capacità, cioè, di ciascuno di assumere un ruolo propositivo nella vita pubblica, sia attraverso formali strutture democratiche, che attraverso la stampa, il dibattito pubblico, l’associazionismo, i partiti, i sindacati, i club, i circoli sociali o anche attraverso la mutua assistenza tra vicini, amici, parenti. Il volontariato organizzato e la cooperazione sociale rappresentano, oggi, una

Con il

naso

di Lorena Luperto

componente significativa di quell’area che la sociologia ha definito “terzo settore” e che l’economia individua con il termine no profit. Una rivoluzione che si riflette anche nel mondo del lavoro: aumentano i master che preparano alle “professioni del Terzo Settore” e sempre più interesse si ha per le professioni nel sociale; meno guadagni ma più soddisfazioni, risposta per chi nel profit non vede più un’utilità del proprio fare. Se guardiamo al territorio di San Cesario, il quadro risulta positivo; si registra una cittadinanza attiva e impegnata in una grande varietà di esperienze associative, molte delle quali sono state appoggiate e supportate anche con una sede messa a loro disposi-

all’insù

zione dall’Amministrazione comunale. Dalle associazioni il cui fine prevalente è l’aggregazione, lo stare bene insieme, passando per le associazioni volte all’espletamento di un compito condiviso come lo sport, la solidarietà, il mutuo soccorso, per arrivare a quelle che portano avanti obiettivi culturali e di promozione sociale, lo scenario è ricco e variegato. Non possiamo che essere orgogliosi che a San Cesario tanti cittadini siano impegnati e partecipino attivamente alla vita pubblica senza altro tornaconto che il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tutti. Per promuovere e fare conoscere l’attività delle associazioni del nostro territorio “l’alambicco” punterà nei prossimi numeri la lente di ingrandimento su ognuna di esse.

AI primi 5 lettori che indovineranno dove si trova l’angolo nascosto di San Cesario, verrà regalato un libro della Manni Editori

La soluzione va inviata per e-mail a: alambicco@iow.it Per posta a: Redazione “l’alambicco” - via Umberto I, 55 - S. Cesario

di Grazia Pascali Sarebbe stata un’ordinaria intervista, condotta con un ordinario elenco di domande a cui sarebbero seguite altrettante ordinarie risposte: questa era la mia intenzione, o meglio quello che pensavo sarebbe successo quando sono entrata in casa dei miei nuovi amici. Dopo i convenevoli, arrivo al punto e comincio la mia intervista. Immediatamente uno di loro si mostra particolarmente interessato. “Lui è uno che studia molto!” dicono gli altri prendendolo simpaticamente in giro. Tra l’imbarazzo e l’orgoglio si offre volontario per farmi da “cavia”, essendo io al mio primo esperimento da giornalista fai-da-te! Ma dopo le prime domande, la grande sorpresa: mi chiede per favore, se non mi offende, se non mi dispiace, di lasciargli un

foglio con le domande e dare a lui direttamente l’incarico di intervistare se stesso. È con gioia che ho accolto la sua proposta, non perché volessi liberarmi da un impiccio, ma perché ho ammirato sinceramente la sua voglia di sperimentarsi, di provare, ho apprezzato il suo timido ma convinto entusiasmo di poter essere attivo e non passivo protagonista della mia intervista. Come mai tanto stupore da parte mia? Non ho ancora presentato il mio amico, ecco perché sembra non ci sia nulla di strano. Si chiama Birame Kor, ha 28 anni ed è in Italia da soli 5 mesi. “Ho comprato un diczionario di italiano, così quando ho tempo imparo le parole”. Mi sono sentita un’emerita

Associazionismo sportivo Polisportiva “S. Cesario - Aria Sana” A.S. “Basket San Cesario” A.S. “Dojo Arashi” A.S. “Spaziosport” Associazione “Corpi in Movimento Club”

Associazionismo culturale Associazione “Amici” Centro Studi Musica Danza e Teatro Nuova compagnia del teatro “La curte” Proloco “I tre casali” Teatro dei veleni Variarti

Associazionismo ricreativo Circolo degli amici Circolo indipendente

Associazionismo di assistenza e soccorso Associazione “Geo” - Protezione civile Società di Mutuo soccorso tra lavoratori

Associazionismo cooperativo Coop. soc. “Lavoro e sport” Coop. soc. “Città possibile”

Associazionismo cattolico Azione Cattolica (Santa Maria delle Grazie e Sant’Antonio di Padova) Confraternite (Sacri Cuori, Immacolata, Sant’Antonio, San Rocco)

Associazionismo di volontariato A.V.I.S. Centro “Oscar Romero” Volontriato vincenziano

...quando ho tempo imparo le parole

ignorante: io che a stento arrangio un po’ di inglese rigidamente scolastico, mi trovavo a chiacchierare con un laureato in legge, nonché poliglotta: “Parlo inglese, francese, portoghese e ora anche un po’ di italiano” Un po’!?! Leggete voi stessi cosa è stato in grado di scrivere Birame nel poco tempo a disposizione che ha avuto e col solo vocabolario alla mano! “Personalmente sono in Italia da poco tempo fa. Infatti io sono arrivato qui in agosto passato. Ma molti dei nostri amici sono qui da molto tempo. Qualcuno qui ha fatto 10 anni in Italia… A parte un breve soggiorno al nord, in Milano più precisamente, io sono solo in S.Cesario… La mia vita in Africa, più precisamente in Senegal, era una vita di uno studente molto calmo… Senegal è

“Ho comprato un diczionario di italiano”

un paese dell’Africa dell’ovest… Adesso io non ho fatto ancora qui quello che voglio fare. Per il momento faccio una attività commerciale. Più tardi voglio fare il dottorato e trovare un buon lavoro… C’è molta bravissima gente qui in S.Cesario, ma ho bisogno di conoscerla di più… La famiglia è importante per noi africani… Siamo qui per lavorare e trovare soldi, in parte per aiutare la nostra famiglia… C’è bisogno allora per noi di tornare nel nostro paese talvolta… Le persone care che io ho lasciato nel mio paese sono quelli della mia famiglia: papà, mamma, sorella, fratello…” Allora, che ne dite!?! Un solo particolare: l’attività commerciale a cui si riferisce Birame, non è certo in un grosso e supertecnologico centro commerciale all’americana. Devo aggiungere altro? Non credo sia necessario…


tre

Un altro mondo in costruzione di Gianni Nobile

È stato questo lo slogan del 2° Forum Sociale Mondiale che si è svolto a Porto Alegre in Brasile dal 31 gennaio al 5 febbraio scorso. Un ritorno a Porto Alegre (l’anno scorso si è svolto anche il 1° FSM), che ha segnato il passaggio alla “maggiore età” di quel movimento -ormai planetario- che dai media viene semplicisticamente etichettato come “No Global”. Maggiore età raggiunta piuttosto precocemente se pensiamo che il “battesimo” avvenne solo poco più di due anni fa, nel dicembre 1999, a Seattle, quando alcune migliaia di dimostranti protestarono ad una conferenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). All’inizio è stato snobbato, poi si è tentato di ridimensionarlo prevedendone il rapido declino.

A Genova nel luglio 2001 la svolta. Al capo della polizia che prevedeva 40.000 dimostranti, il movimento rispose con la partecipazio- mezzo”. Passare da grande forza ne di duecentocinquantamila per- giovanile motivata e combattiva sone che portarono nella città ligu- ma ai margini della battaglia polire la voce degli ultimi della terra, tica che governa il pianeta a forza di quei 3/4 miliardi di persone che dalla globalizzazione voluta dai Per saperne di più: “Grandi” avevano solo subito gli www.portoalegre2002.org effetti negativi, e cioè fame, guerra e sfruttamento. Ora il movi- www.forumsocialmundial.org mento è chiamato a fare un passo www.unimondo.org in avanti: a costruire un mondo www.retelilliput.org nuovo. Si deve passare dall’impegno personale e delle singole “generale”, che sappia sedersi al associazioni a cambiare il proprio tavolo dei grandi e giocare le sue stile di vita ed a incidere nei propri carte. In questo senso il FSM ha territori fino ad assumere un impe- previsto un forum mondiale gno “globale”: a mettere in comu- straordinario nella città di nicazione le culture, le etnie, le Gerusalemme. comunità. Bisogna “mettersi in Un gesto clamoroso, una iniziati-

4 domande “globali” Che cos’è il Forum sociale di Porto Alegre? È il momento di incontro dei gruppi della società civile di tutto il mondo.

za, di rapporti diseguali tra uomini e donne, di protezione dell’ambiente, di salute, di democratizzazione dei mezzi di comunicazione…

Perché a Porto Alegre? La scelta di Porto Alegre non è casuale: da tredici anni la città è amministrata dal “Partito dei lavoratori” (Partido dos trabalhadores) con politiche che vengono considerate una valida alternativa al neoliberismo. La capitale del Rio Grande do Sul è stata la prima città brasiliana ad adottare il cosiddetto “bilancio partecipativo”: i cittadini, organizzati in assemblee, hanno la possibilità di pronunciarsi sulla destinazione di una parte dei fondi comunali.

Quali sono gli obiettivi raggiunti? Il forum si è chiuso con un manifesto: “Resistenza al neoliberismo, al militarismo, alla guerra: per la pace e la giustizia sociale” in cui il movimento ha sintetizzato i principi della sua azione. Le “priorità di lotta” saranno: condanna alla guerra e al terrorismo, annullamento del debito dei paesi poveri, istituzione della Tobin Tax, abolizione dei paradisi fiscali, protezione dell’ambiente e delle biodiversità, sostegno ai diritti dei lavoratori, alla parità fra uomo e donna, diffusione della democrazia nel mondo.

Di cosa si è parlato? Di pace, terra, di valori come libertà, uguaglianza e fratellan-

continua dalla prima

va popolare di massa che si affianchi alle (fallimentari) iniziative dei governi e che porterà nel cuore della battaglia tra Israeliani e Palestinesi migliaia e migliaia di pacifisti, sperando che possa servire a cambiare i termini di questo conflitto. Altro punto fondamentale sarà (e sembra un paradosso!) evitare che il movimento si “globalizzi”, si trasformi cioè in un apparato burocratico, con l’unificazione dei linguaggi e della rappresentanza. La vera sfida dopo Porto Alegre sarà proprio questa: sentirsi più legati solidalmente ma più autonomi, più eterogenei, più radicati nei propri territori; più liberi da vincoli che vengono dall’alto, e più capaci di comunicazioni globali. Sa-ranno queste le vere alternative per la costruzione di un mondo diverso da quello che ci hanno regalato i Grandi del pianeta.

sento come sono nei sette vizi capitali! Il concetto contrastante del bello e del brutto equivaleva al buono e al cattivo, perché la sua concezione filosofica, era essenzialmente morale e il morale era il religioso. Un grande guazzabuglio se si guarda alla “norma”; ma Ezechiele era senza norma, ma con un alto senso del “dovere”; nei rapporti con gli altri uomini la bontà era l’unico modo di comportarsi. Scriveva e pubblicava, applicando, senza conoscerla, la teoria del grande linguista americano, uno dei capi mondiali dei no global, Noam Chomsky, il quale sostiene che esistono due modi di esprimersi: quello semantico, che prescinde dalla grammatica; l’altro sintattico che basa l’espressione sulla costruzione grammaticale della frase e del periodo, la sintassi. L’uomo non era umile, pur senza essere superbo; aveva una dignità umana che lo vedeva mortificato per il mancato riconoscimento che soprattutto i suoi compaesani gli negavano, diceva di sentirsi meritevole per le sue qualità artistiche di creatività istintiva. Egli era felice della definizione che gli avevo dato di “primitivo”, come sentirsi uomo delle origini, e non era del pari contento di sentirsi chiamato “naif” come se fosse seguace di qualcuno. L’artista era eccentrico nella originalità espressiva; esagerato ed esuberante per la molteplicità dell’essere pittore, scultore, scrittore, disegnatore. Ennio Bonea

Continua oggi il lungo percorso che mira a riscattare la figura artistica di Ezechiele Leandro e a far conoscere nel mondo la sua originalità. Il 16 febbraio, nel giorno del 21° anniversario della morte, è stato presentato il suo libro inedito La creazione nell’ambito del Protocollo d’Intesa siglato tra il Comune di San Cesario di Lecce e gli Eredi di Leandro; il prossimo passo sarà la firma del Protocollo tra questi ultimi, il Comune stesso, l’Accademia di Belle arti, il Museo provinciale “S. Castromediano” e l’Università di Lecce.

Periodico di politica cultura società Anno I n. 0 - Febbraio 2002 In attesa di registr. presso il Tribunale di Lecce Direttore responsabile: Roberto Guido Hanno collaborato: Antonella Bascià, Ennio Bonea, Alessandro Bongiorno, Alessandra Caiaffa, Guido Capoccia, Anthony Fracasso, Giancarlo Greco, Daniela Litti, Lorena Luperto, Cristian Nobile, Gianni Nobile, Grazia Pascali, Tonio Rollo, Andrea Romano, Carmelo Tarantino, Paolo Taurino, Fernando Valletta

Per contattarci: alambicco@iow.it via Umberto I, 55 - S. Cesario di Lecce Stampato presso: Valerio Grafiche San Cesario

via Verdi angolo via Pistilli 73016 S. Cesario di Lecce

la tua isola è Qui!


quattro

La Provincia di Salvatore Capone

Forum

Intervistiamo Salvatore Capone, Sindaco di San Cesario dal 1993, vicepresidente della Provincia di Lecce con Decreto presidenziale del 31/10/2001 con la delega alla Programmazione economica, territoriale ed ambientale (programmazione pluriennale, generale e settoriale, coordinamento attività programmatoria dei comuni), Pianificazione territoriale (coordinamento territoriale, ufficio cartografico, protezione civile). Nei ricuadri poniamo l’attenzione dei lettori su alcuni interventi e/o programmi promossi e realizzati dalla Provincia di Lecce e che vedono protagonista il nostro territorio comunale. a cura di Antonella Bascià Giancarlo Greco Paolo Taurino

San Cesario ti ha conosciuto e stimato dapprima per il tuo forte impegno nel mondo dell’associazionismo cattolico, poi come

Sindaco, ancora come Consigliere provinciale e, dal 31 ottobre scorso, della come Vicepresidente Provincia di Lecce. Ma tu come hai vissuto questa “carriera” politica? In realtà non ho mai pensato ad una “carriera” politica. Credo inve-

ce di aver contribuito, attraverso questo mio impegno ed insieme a tantissime altre persone, alla costruzione di un nuovo modo di fare politica. Dal 1993, infatti, i cittadini di San Cesario hanno scelto di vivere un’esperienza unica mettendo insieme uomini e donne come espressione di un mondo molto ampio che vede aggregati ancora oggi partiti, associazionismo e mondo dell’imprenditoria in un progetto di partecipazione e cittadinanza attiva. Anche questo nuovo incarico nella Giunta Provinciale, da Vicepresidente, assieme allo straordinario risultato del ’99, che mi ha permesso di essere il primo degli eletti in Provincia con il 34% dei consensi, non sono che il frutto di questo modo di fare politica. È stato un riconoscimento manifestato dal Presidente della Provincia, Lorenzo Ria, alla città di San Cesario e a tutti i cittadini che hanno creduto in questo progetto ed hanno speso le loro forze per realizzarlo. Cosa pensi che abbia contraddistinto il tuo modo di essere Sindaco? Ci sono due elementi che ritengo fondamentali: il rapporto umano e un modo trasparente e collegiale di amministrare. A questi, poi, devo aggiungere lo stile e il comportamento di tutti coloro che hanno condiviso dapprima il progetto politico e poi amministrativo. Ciò ha dato forza all’impegno portato avanti in questi anni che rimane la base fondamentale anche per l’impegno futuro. Fra poche settimane lascerai la guida del Comune di San Cesario.

ISTITUTO DI CULTURE MEDITERRANEE

La Provincia di Lecce ha approvato nella seduta del 26/05/2000 il progetto elaborato da Salvatore Capone, all’epoca Presidente della Commissione Cultura e Ricerca Scientifica, per la nascita nel Salento dell’Istituto di Culture Mediterranee, volto a promuovere una crescita solidale delle genti salentine e mediterranee. L’Istituto è al servizio della comunità salentina ed internazionale, in particolare delle realtà produttive e delle agenzie educative e di cultura impegnate sul fronte

Come continuerà il tuo impegno sul territorio? Sicuramente continuerò ad impegnarmi personalmente per la mia comunità. E poi la Provincia, in futuro, non potrà che essere maggiormente attenta alle iniziative che coinvolgeranno San Cesario e tutti coloro che ci operano. Già in questi primi mesi abbiamo intrapreso progetti interessanti: dall’Istituto di Culture Mediterranee alle azioni mirate al recupero ed alla fruizione dei Beni culturali, dalle opere pubbliche al progetto ambizioso del Sistema Museale del territorio. E nello specifico quali iniziative sono finalizzate al richiamo turistico su San Cesario? Attraverso un accordo di programma tra il nostro Comune e la Provincia di Lecce, che verrà definito nei prossimi mesi, è stato inserito nel bilancio della Provincia 2002 un programma di valorizzazione dei beni culturali di interesse storico, artistico e archeologico che rivaluterà il Sistema Museale del nostro territorio. Questo programma ha un’estensione di ampio raggio che, partendo dalla ristrutturazione di singole Chiese (Sant’Elia, San Rocco, l’Immacolata) spazia sino ad includere un progetto di più vasta portata qual è quello dell’istituzione del Museo dell’alcool. Tutto questo non può che costituire un rilancio del territorio a forte richiamo turistico. Mi sembra che proprio il settore turismo sia un punto di forza dell’Amministrazione Ria. Sì, fin dal suo insediamento. La pro-

della pace, dello sviluppo e della cooperazione. L’Istituto è anche lo strumento politico e fisico che consente di dare organicita e sinergie alle numerose iniziative della Provincia di Lecce ed alle azioni intraprese dalle agenzie territoriali, affinché si definisca un’autentica e condivisa dimensione culturale della convivialità delle differenze. Oggi l’Istituto, presieduto dal prof. Gino Pisanò (docente nell’Università di Lecce), ha sede presso la Casa Museo e la Biblioteca “G.Comi” a Lucugnano (Tricase) di proprietà della Provincia di Lecce.

mozione del Salento è una carta importante per lo sviluppo della nostra terra. Assistiamo, oggi, ad una costante crescita delle presenze turistiche e non è pensabile continuare a promuovere solo Lecce e il suo Barocco. C’è un intero territorio, ricco di monumenti, chiese, paesaggi straordinari da salvaguardare e su cui investire. Questo è il concetto di area vasta che ho in mente e per il quale mi impegnerò. Parlando di importanti iniziative riferibili al territorio, quanto incide l’”allegra” politica accentratrice di gestione della Regione? La Provincia di Lecce, ha difficoltà a confrontarsi con una Regione che VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA MUSEALE DEL NOSTRO TERRITORIO

La Provincia di Lecce e il Comune di San Cesario, alla luce degli interventi culturali già realizzati, hanno definito un progetto di valorizzazione dei beni di interesse storico, artistico, archeologico, attraverso un accordo di programma che servirà ad ampliare la rete nell’ambito di un più diffuso sistema museale del nostro territorio (Museo civico, Casa Museo Leandro, Museo dell’alcool, valorizzazione dei beni ecclesiastici). Il progetto si inserisce nel programma più ampio denominato “Luoghi in Comune” che l’Amministrazione comunale di San Cesario ha avviato da tempo. Il programma, della durata di tre anni (2002-2003-2004), prevede un intervento finanziario da parte della Provincia di Lecce di euro 92.964,00.


accentra la sua azione programmatoria, anche in materia di gestione delle risorse finanziarie, quando invece è riconosciuta, attraverso norme ben definite, autonomia decisionale a Comuni e Province che hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio. Bisogna privilegiare la programmazione economica reale, quella che parte dal basso. Stiamo lavorando sul piano energetico, sul piano provinciale per la gestione dei rifiuti, è stato già approvato il piano territoriale di coordinamento provinciale che costituisce la cornice delle politiche di sviluppo del nostro Salento che rischia di essere vanificato se non condiviso dalla Regione. Quale ritieni sia la strategia adatta perché una piccola comunità come la nostra possa contribuire in maniera costruttiva a risollevare una coalizione che, a livello nazionale, mostra momenti di crisi? È importante coinvolgere il cittadino e creare momenti di partecipazione attiva. Lo stesso giornale, del quale siete promotori, è uno strumento di fondamentale importanza perché può servire ad aprire un dialogo, un confronto, una critica costruttiva. La partecipazione è un elemento indispensabile ed essenziale soprattutto per chi opera all’interno di una coalizione come la nostra, di centrosinistra, che si ritiene progressista, che fa attenzione alla persona e all’uomo, che cerca di salvaguardare le marginalità sociali. La forza del centrosinistra sta nel vivere con intensità quello che accade all’interno delle piccole realtà, per questo bisogna potenziare la partecipazione dal basso e l’aggregazione che abbiamo potuto esprimere a San Cesario deve essere consolidata, potenziata, attraverso una reale partecipazione attiva perché questa è la strategia vincente che ci ha portato ad ottenere i risultati che conosciamo e che porterà San Cesario e la nostra coalizione ad ottenere risultati positivi anche in futuro. La cosa più bella dell’esperienza da Sindaco e l’augurio al nuovo candidato Sindaco Rino Serra. Sono al termine di una esperienza amministrativa e politica intensa anche e soprattutto dal punto di vista APPROVATO IL PROGETTO DELLA STRADA PROVINCIALE SAN CESARIO-LEQUILE

La Giunta provinciale con delibera n° 748 del 6/11/2001 ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di sistemazione idraulica e del Piano viabile della Strada provinciale 10 San Cesario-Lequile. Il progetto

cinque LA PROVINCIA DI LECCE E LA TUTELA DEI BENI CULTURALI DI SAN CESARIO

In questi anni notevole è stata l’attenzione che la Provincia di Lecce, attraverso il Presidente Ria, ha voluto destinare alla tutela dei beni culturali della nostra cittadina. Infatti, con la concessione di contributi erogati al Comune di San Cesario e alle Parrocchie Santa Maria delle Grazie e Sant’Antonio di Padova si sono programmati e realizzati interventi di sistemazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali. Nello specifico si segnalano gli interventi più significativi: Chiesa Santa Maria delle Grazie La Provincia di Lecce con provvedimento di Giunta n° 603/99 ha concesso un contributo di £ 10.000.000 per il progetto di superamento delle barriere architettoniche, facilitando l’ingresso nella chiesa matrice delle persone con particolari difficoltà fisiche. Chiesa di Sant’Elia Sono stati realizzati lavori di restauro per una spesa totale di £ 196.000.000 di questi £ 136.000.000 erogati al Comune e £ 50.000.000 alla Parrocchia Santa Maria delle Grazie. Con questo progetto la Chiesa di Sant’Elia, dopo molti anni, verrà restituita alla comunità di San Cesario per l’attività di culto e per quanti ne vorranno apprezzare il valore artistico e storico.

umano perché sono riuscito a costruire un rapporto di fiducia e rispetto con i cittadini e con le persone che mi sono state accanto in questi anni. Questo nostro atteggiamento ha portato la gente ad avere un rapporto diverso con le istituzioni e con gli amministratori. L’augurio che sento di porgere al nuovo candidato Sindaco Rino Serra.

sarà realizzato impegnando la somma di lire 250.000.000. L’intervento è indispensabile ai fini del transito veicolare in sicurezza sulla suddetta arteria che collega le due cittadine. Dopo l’approvazione dell’esecutivo si avvieranno tutte le procedure di gara per dare poi definitivo inizio ai lavori programmati.

Chiesa di San Rocco La Parrocchia di Sant’Antonio di Padova ha avviato i lavori di risanamento e recupero della chiesa attraverso due interventi finanziati dalla Provincia di Lecce e precisamente di £ 50.000.000 nel 2000 e £ 40.000.000 nel 2001. Gli interventi previsti daranno la possibilità di rendere fruibile questo ulteriore bene di particolare interesse storico, artistico ed ecclesiastico. Chiesa dell’Addolorata Anche questa chiesa sarà interessata da una serie di lavori finalizzati al suo restauro. La Provincia, infatti, su istanza della Parrocchia Santa Maria delle Grazie, ha concesso con delibera n° 968 del 21/12/01 un contributo di £.30.000.000. Gli interventi programmati saranno quelli che rivestono carattere di urgenza. La Madonna del Carro in laboratorio L’antica statua della Madonna del Carro posizionata alle spalle dell’altare maggiore della chiesa matrice, dopo un sopralluogo effettuato dal Vice Presidente della Provincia, Salvatore Capone, e dal Direttore del museo provinciale, Tonino Cassiano, accompagnati dal parroco don Gino Scardino, è stata trasferita al laboratorio di restauro del Museo provinciale. L’opera di particolare pregio e interesse storico-artistico sarà restaurata a cura della Provincia di Lecce. Chiesa Maria SS. Immacolata La Provincia di Lecce con provvedimento di Giunta del novembre 2000 ha contribuito al completamento del restauro dell’altare maggiore con una somma di £ 25.000.000 concessi a favore della Parrocchia Santa Maria delle Grazie. Da segnalare che questo contributo è servito a completare i lavori già avviati a proprie spese dalla stessa Confraternita dell’Immacolata e dal Comune di San Cesario.


Italia, Repubblica del lavoro sei

di Alessandra Caiaffa

Lo Statuto dei lavoratori (legge n. 300 del 20/06/1970) rappresenta la fonte più importante del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Ispirato al contratto dei metalmeccanici del 1969, è stato emanato dopo un lungo periodo di lotte sindacali orientate alla riaffermazione della dignità e della libertà di pensiero dei lavoratori. Questo insieme di norme ha costituito per decenni un importante limite allo strapotere dell’imprenditore sui luoghi di lavoro. All’interno di esso vi sono riconosciuti principi inalienabili come: il diritto a non essere discriminati a causa delle proprie opinioni politiche o religiose, il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero nei luoghi in cui i lavoratori prestano l’opera, il diritto a svolgere attività sindacali all’interno dei luoghi di lavoro e il diritto alla ricollocazione nel posto di lavoro nel caso in cui il giudice annulli il licenziamento effettuato senza giusta causa o giustificato motivo. Ed è proprio su quest’ultimo punto che in questi giorni sono insorti i sindacati e i lavoratori, perché la proposta di legge n. 3584 del Ministro Maroni di modifica dello Statuto, consentirebbe al datore di lavoro di licenziare gli assunti a tempo indeterminato senza giusta causa né giustificato motivo salvo la corresponsione di una indennità aggiuntiva. Questa misura, come le altre, sarebbe necessaria al fine di creare nuovi posti di lavoro, combattere il lavoro nero e creare maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, ma l’equazione libertà di licenziare = più assunzioni non è sostenibile: perché un’azienda dovreb-

be assumere una persona in sostituzione di un’altra appena licenziata se non per motivi discriminatori? La nostra stessa Costituzione (01/01/1948) nell’art. 1 riconosce che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro...” e all’art. 4 che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto...”. È questo che la nostra Carta Costituzionale riconosce: il diritto al lavoro, e non, come sostiene il Ministro Maroni, una conquista di ogni uomo. Il lavoro non può essere inteso come una conquista perché a tutti deve essere ricono-

sciuta la possibilità di vivere grazie alle proprie forze, anche a chi non ne ha le capacità. Questo modo di fare del Governo va nella direzione opposta a quella della difesa degli interessi dei lavoratori, per assomigliare sempre più ad una ricompensa a Confindustria per il sostegno ottenuto in campagna elettorale. Con la modifica dell’art. 18 le imprese sarebbero più forti e i lavoratori più deboli!

Quando il lavoro chiama

Miraggio Nord-Est di Daniela Litti Anch’io, come tanti, quel giorno ho ricevuto la chiamata. Era un giorno di settembre, di quelli che di autunnale hanno solo le spiagge deserte degli ultimi turisti. Eppure qualcosa stava per accadere: la chiamata. Il lavoro chiama! Nord chiama Sud! Un salto giù dal letto, una valigia sigillata con l’ultima lacrima del

congedo e della felicità. Certo, tutto non ci stava in quella valigia: qualcosa ho dovuto lasciare fuori. Oggi soltanto posso dire che è stato meglio così. Sì perché stavolta la chiamata, quando arriverà, sarà “Sud chiama Nord”. Mi caricherò la mia valigia e tornerò a casa, terra di miraggi e di prodezze. Cosa ti porto terra? Non una squadra di calcio che fa meraviglie, non un’a-

La borsa dei “valori” di Paolo Taurino

Il sistema economico dei Paesi “industrializzati”, detti anche ad “economia avanzata”, è fondato sulla libertà di intraprendere attività che siano profittevoli e quindi vantaggiose per chi le intraprende. Nel corso degli anni ’90, alcuni Gruppi multinazionali hanno sviluppato, grazie anche ad Internet, la caratteristica di estrema mobilità del Capitale a prescindere dai confini dei vari Paesi. Siamo stati abituati a leggere e ascoltare che l’Economia del Nuovo Millennio è fondata sulla

“globalizzazione” dei mercati... Appena sveglio, sono solito accendere il televisore nella mia stanza da letto, per ascoltare le prime notizie della giornata, e puntualmente mi chiedo a quale scopo si possa dare la notizia del dato relativo all’apertura del mercato azionario di Hong Kong (l’indice azionario si chiama Hang Seng, figuriamoci a me ricorda un erba officinale…). Se penso, però, che sul finire degli anni novanta, gli indici dei

zienda di abbigliamento che veste da 0 a 12 anni o la dolciaria più famosa d’Italia, solo una visione più grande della vita, questo sì. La “bella vita” del nostro Sud, così ricco di grandi scenari, scolpiti per sempre nell’anima di chi li ha vissuti. Intanto un pezzo d’Italia itinera con me. Ma sono sempre io con le mie idee che si trasmutano, che adesso forse hanno meno paura di respirare, di gridare, di volare. In quella valigia di settembre avevo lasciato fuori un poco, quel

mercati delle Tigri Asiatiche, hanno fatto perdere il sonno a non pochi italiani, sono giunto alla conclusione che nel bene e nel male si debba convivere con la consapevolezza che popoliamo un mondo governato da regole che, nel campo dell’Economia, sfuggono oramai ai canoni classici. Sull’altare della globalizzazione si sta cercando di immolare le fondamentali conquiste dello Stato Sociale o il cosiddetto Welfare State per aumentare quella “competitività” del sistema così cara a Confindustria. Globalizzazione, nella sua accezione economica, vuol dire soprattutto abbattimento delle regole, omogeneizzazione dei trattamenti fiscali, abbattimento della tassazione sulle transazioni finanziarie, libertà di ingresso e uscita dalla produzione, privatizzazione dei servizi pubblici, esaltazione delle capacità dei più forti, disprezzo delle ricadute sull’ambiente etc. Non dimentichiamo inoltre che esiste un fortissimo squilibro nella distribuzione dei benefici dello sviluppo economico che garantisce l’economia libera; infatti su 6,3 miliardi di persone, solo 1/3 vive in condizioni di vita accettabili. Fa impressione ricordare che il solo Bill Gates, magnate americano dell’informatica, ha un patrimonio personale che somma quanto prodotto in un anno dall’economia dell’intera Colombia. Non nascondiamoci però dietro le facili voglie di conservazione della status quo ante globalizzazione, perché se è vero come è vero che indietro non si torna, è altrettanto vero che questo processo si può e si deve governare.

poco non è andato perduto, lo ritrovo ora, nei pensieri di oggi, nelle speranze di ieri, nei sogni di domani. Ho ansia di vivere le cose che ho lasciato

quando sono partita, quel poco che mi appartiene veramente, che ti fa morire di nostalgia e che ogni volta ti fa dire: “Ben trovata casa mia”.

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Micella, l’uomo oltremo(n)domusica del calcio Insaho Raggae: i Sound Massive

sette

G e n t e d i s p o r t

di Cristian Nobile

In questo spazio ho scelto di parlare dello sport prendendo in prestito immagini e sensazioni di chi lo vive con impegno giornaliero. Sono in compagnia di Annino Micella dirigente della Polisportiva San Cesario - Aria Sana, memoria storica del calcio locale. di Andrea Romano

Come e quando nasce la passione per il calcio? Sono nato vicino al campo allora detto “Le Cocole” divenuto poi il campo “V. Zanchi”. Da sempre, quindi, ho seguito con attenzione le vicende della Polisportiva San Cesario nata intorno al ’64 con il Pres. Don Nino Capone. Ho anche giocato facendo il 12° (secondo portiere) in promozione poi ho intrapreso la carriera arbitrale nei tornei amatoriali con il “centro arbitri liberi”. Quando sei entrato a far parte della Polisportiva? La collaborazione è iniziata sin dai tempi del Pres. Vergallo; allora avevo il compito di recuperare le mille lire con le quali quasi cento soci mensilmente contribuivano al finanziamento della squadra. Sono diventato dirigente nel ’69 con il Pres. Mario Liaci. Da allora fino ad oggi, con il Pres. Valentini, cerco di rendermi utile in ogni modo. Qual è stata e qual è la vostra attenzione verso il settore giovanile? Abbiamo sempre avuto un ottimo settore giovanile. Un’esperienza bellissima è stata quella con dell’Intercampus quasi 150 ragazzi e professionisti come Adamo, Luperto, Mileti... Attualmente abbiamo una collaborazione con

Loddi e contiamo 60/70 iscritti alla scuola calcio, 20 giovanissimi, 20 allievi. Qual è stato il momento più brutto che si è trovato ad affrontare? Quando si è conclusa l’esperienza del Pres. Mario Liaci. La situazione diventò difficilissima: la terza categoria, a un passo della disfatta totale. Poi, fortunatamente, circa sei anni fa c’è stata la fusione con la Polisportiva Aria Sana del pres. Valentini che ha segnato la rinascita di tutto il movimento calcistico.

Il momento più bello? Non posso dimenticare una squadra fortissima che militava in promozione, ai tempi del Pres. Vergallo, con atleti come D’Innocenzo, Caforio, Medagli, Lippolis. Attualmente il San Cesario milita in prima categoria. Come vanno le cose? L’inizio non è stato esaltante, ma con il recupero di qualche giocatore infortunato come Colla, la squadra sembra essersi ripresa. Speriamo bene!!!

Il nostro viaggio all’interno della realtà musicale di San Cesario non poteva che cominciare con loro, i SOUND MASSIVE, che con il loro particolare modo di fare musica hanno già conquistato i giovani di tutto il salento La loro musica è il Reggae, la loro lingua è “lu dialettu salentino”. La loro forza: dire sempre quello che pensano!I Sound Massive sono: ZAKÀ, SANDRONE, JAM.P

Quando nascono i Sound Massive? qualcuno ci metta le mani sopra! La Nel ‘94, dall’esigenza di concretizzare i dance hall è una situazione estremamenpensieri che hai in mente, la rabbia che hai te “libera”, e tale deve rimanere. dentro! Da quando cerchi la mille lire e tua Cosa significa Sound Massive… madre ti risponde ca sirda nu l’hannu paca- Lo dice la parola: “Suono massiccio”. Ci tu, da quando vedi che le cose non cam- rifacciamo ai fratelli giamaicani che porbiano e tu sei lì fermo a subire le situazioni tano le casse per la strada, nella piena che ti stanno attorno. È stato così che ci libertà di dire la propria, di lanciare “messiamo guardati negli occhi e ci siamo detti: saggi politici” tra una canzone e l’altra. “va beh, ce amu fare?” In una vostra canzone scrivete: “qualChe genere di musica fate? che cosa intra a mie se aceta…” Ma Facciamo Reggae! per chi e per cosa bu acetati? Perché questi nomignoli? Per le cose ca nu cangianu, le cose scuse! (Zakà) Quand’ero piccolo ci trovavamo O li politici ca parlanu parlanu, però stanu tutti in via Insaho, ed io ero il più piccolo. bueni e i problemi non se li pongono. Non so esattamente cosa significhi: ma a Dopo Genova, si è iniziato a guardare mie tutti me chiamavano Zakallo, poi al problema della globalizzazione in diventato per tutti Zakà! maniera diversa. Anche voi avete “sfi(Sandrone) Tutti mi chiamano solo dato” uno dei simboli di questo “straSandrone! Nasce dall’esperienza con no” modo di intendere il mondo, il l’hip-hop. Ad un certo punto senti il biso- Mc’Donalds, con un vostro concerto. Come è andata? gno di identificarti in Non fu troppo seguito. Ma qualcosa, anche se solo la nostra è una conserviamo un ricordo con un nome. Sarà pure positivo. che allora pesavo ben stazione mobile. Abbiamo anche noi voluto 98 chili!!! Portiamo il Sound contribuire a diffondere il Cosa hanno significaMassive Mini-Hifi messaggio di un mondo to per voi e per la nella strada. che deve cambiare, delvostra musica i Sud l’uguaglianza nelle diverSound System, con il loro particolarissimo Reggae “made in sità. Anche culinarie! Vuoi mettere un panino uguale in tutto il mondo con quello culle salento”? Hanno significato tanto, per noi e per tutti rape ca comu lu face matrima nu lu face quelli che fanno reggae. Ci hanno stimo- nisciunu? Ogni posto ha la sua cultura, la sua cucina! lato ad essere noi stessi, fino in fondo. Voi avete inciso insieme ad altri un Cd Come è il vostro rapporto con San Salento Showcase 2001. Come consi- Cesario? (Zakà mi guarda e si chiude in derate questa esperienza? un “eloquente” silenzio - nda) Sicuramente positiva. Hai la possibilità di A mie me piace troppu lu paise miu! Mi far conoscere la tua musica anche ad piacciono i suoi luoghi, P.zza Bologna, a altri, di uscire da quella che è la realtà rretu alla Giordana. delle Dance Hall, di chi ti conosce e ti Progetti per il futuro…….. segue, della tua realtà. Beh, sicuramente l’aspirazione è quella di Ho notato che la Dance Hall è poco arrivare a realizzare un lavoro discografico tutto nostro. Ma non abbiamo fretta! pubblicizzata. Perchè? Ben venga! Vedi Cristian, si rischia che In bocca al lupo ragazzi…


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