Tag Magazine n° 6 Gennaio 2013

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TAG | EDITORIALE

BENVENUTO 2013 !!! Come siete giunti a questo fantomatico 2013? Di quante speranze e aspettative lo avete caricato? Ebbene, il neonato si fa già sentire, con i suoi vagiti, il bisogno di continue attenzioni e i sorrisi per tutto ciò che di nuovo scopre. Voi restate saldi sull’entusiasmo iniziale e non abbiate fretta di vedere subito i risultati del vostro impegno, siate pazienti! Per iniziare l’anno col piede giusto, Tag ha pensato a una nuova rubrica: Tag| Benessere che, di mese in mese, vi proporrà ogni sorta di suggerimenti, dallo yoga alle ricette bio, con un un’unica parola d’ordine: prendersi cura di sé! Come il nuovo nato, con la sua stessa capacità di meravigliarsi, siamo andati ancora una volta alla ricerca di personaggi, curiosità e vip da intervistare e di cui raccontarvi, con quel tocco di sana ironia che ci piace sempre mantenere e con quell’onestà intellettuale, che Roberto Giacobbo ritiene essere il segreto del suo successo… Ciliegina sulla torta, un’anticipazione del fumetto che introdurremo dal prossimo numero, qualcosa che vi riguarderà molto da vicino…ma non vogliamo svelarvi

nient’altro! Continuate a seguirci con la stessa fiducia e lo stesso calore dimostratoci fino ad ora, vi aspettiamo sul nostro profilo Facebook Tag Web Rivista Gratuita e, come sempre, in giro per Catanzaro! BENVENUTO, 2013! Siete pronti? Angela Palaia

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TAG | RICETTE

RICETTE DI STAGIONE Amici e amiche di Tag Ricette, inauguriamo il nuovo anno 2013 con due gustose ricette del nostro ormai immancabile amico e virtuoso di cucina, Alfredo Calabrò, che ci propone per questo mese la sua VELLUTATA, seguita dal BOLLITO DI VITELLA. Prendete nota e…fateci sapere come vi è andata ai fornelli! Scriveteci su redazione@taginforma.it e inviateci le foto dei vostri capolavori culinari: le pubblicheremo sul nostro profilo Facebook TAG Web Rivista Gratuita. Buon appetito!

BOLLITO DI VITELLINA IN GELATINA Ingredienti per 4persone - 1 kg di muscolo di vitellina - verdure per il brodo (2carote, 2cipolle e/o porro, 2 gambi di sedano,1 pomodoro) - 1 foglia di alloro - olio extra vergine d’oliva - sale e pepe q.b. Preparazione: La ricetta è facile e gustosa, occorre solo un po’ di tempo per la preparazione. Si prepara un classico bollito di vitello, facendolo cuocere per due/tre ore. Una volta pronto, si

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chiarifica il brodo e si mette da parte. Nel frattempo, si riduce in piccoli pezzi la carne bollita e anche delle carote, che possono essere cotte nel brodo ma devono rimanere integre per essere tagliate a pezzettini (quindi andranno messe per ultime o tolte prima dalla cottura del bollito). Infine, si aggiungono al brodo la carne e le carote tagliate. Si versa tutto in uno stampo per plumcake e si fa raffreddare in frigorifero per 6-8 ore. Una volta solidificato, si taglia a fette e si serve (freddo o a temperatura ambiente), accompagnato da patate e barbabietole rosse lesse, condite con un goccio di olio crudo, una manciata di prezzemolo e una spolverata di pepe nero.


VELLUTATA ORTOLANA Ingredienti per 4 persone - 4 carote - 2 zucchine - 1/4 di verza - 1 cipolla bianca - 100 g. di piselli - 2 patate - 2 gambi di sedano - 1 pomodoro - 100 g. di borlotti - prezzemolo q.b. - basilico q.b. - semi di finocchio selvatico - sale e pepe q.b.

Preparazione: Lavare bene le verdure e tagliarle a pezzetti. Trasferire il tutto in una casseruola, aggiungere un goccio d’olio, i semi di finocchio selvatico e soffriggere per qualche minuto, per far insaporire tutte le verdure. Dopo aggiungere 2 litri d’acqua calda e far cuocere per un’ora o più come il normale minestrone, aggiungendo sale e pepe q.b. A cottura ultimata, passare il tutto con un minipimer, così da creare una vellutata. Servire in un piatto, aggiungendo un goccio d’olio extra vergine e accompagnando la nostra vellutata con dei crackers di kamut biologici. Alfredo Calabrò

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TAG | STORIA

IL FANTASMA DI SANT’OMOBONO: UNA STORIA D’ALTRI…TEMPLI! Che cosa accade, quando la storia si confonde con la leggenda e l’angolo più antico della Catanzaro medievale comincia ad assumere connotati indefiniti, tra il fascino di un edificio mai del tutto restaurato e il folklore della fantasia popolare? Risposta: arriva l’occhio curioso di TAG, pronto a catturare le novità del momento come quelle del passato: perché anche il passato può essere ricco di novità, seppur celate nei racconti del volgo o tra i preziosi segreti dei potenti…Alcuni avranno già capito che ci riferiamo alla chiesetta sconsacrata di Sant’Omobono, risalente al XII secolo e, ad oggi, monumento più antico di Catanzaro, ancora in piedi dopo i violenti terremoti che colpirono la città nel 1744, 1783 e 1832. Su un ammasso roccioso, in quella che una volta era la Via dei Coppolari, oggi Via De Grazia, pare si ergesse un antichissimo tempio del sole, a cui poi toccò la sorte, comune a moltissimi templi, di venire assorbito dalla chiesa cattolica e consacrato al nome del Glorioso Salvatore, per divenire sede della Congrega dei Sarti, fino all’arrivo dei francesi nel 1800. Le fonti storico-architettoniche ne contendono la matrice, a metà tra

lo stile bizantino e quello normanno e, prima che venisse sconsacrata e utilizzata come deposito per armi dai francesi, se ne ipotizza un uso eminentemente pubblico, destinato all’esercizio della giustizia, alla rappresentanza e alla vendita di merci particolari. Ma il rinvenimento di alcune sepolture al suo interno, lascia pensare anche a un possibile utilizzo della chiesetta a mausoleo o cappella funeraria, senza contare i resti di alcuni monaci, ritrovati sotto il pavimento…E’ proprio ricollegandoci alle tombe e agli scheletri di questo vetusto pezzo di storia, che andiamo a presentare la leggenda di un fantasma, un Signor Fantasma, che si dice abbia fatto la fortuna di un giovane commerciante catanzarese… La testimonianza, invero una delle ultime, risale ai primi anni ’50, quando nella piazzetta antistante la chiesa non vi erano auto parcheggiate in fila, ma un comune orinatoio! A notte inoltrata, Ciccio e Benito S.,due fratelli fornai che si recavano a lavoro, si fermarono a espletare dei bisogni urgenti proprio lì, ed ecco materializzarsi sulla scalinata della chiesa una piccola figura, vestita in abito talare: probabilmente, dalla descrizione che ne fece Benito, l’ombra

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di un monaco bizantino o uno spirito ancora più antico, magari un elfetto benigno, dice qualcuno! Ciccio corse via, in preda al panico, mentre il fratello restò sul posto, non si capisce se immobilizzato dalla paura o per merito di un’inaspettata temerarietà. Il fantasma si avvicinò e gli bisbigliò alcuni numeri da giocare al lotto, grazie ai quali il ragazzo, povero e di famiglia numerosa, vinse una somma di denaro tale da consentire a lui e al fratello di comprare casa e avviare una piccola e fiorente attività. Insomma, una favola in piena regola, con tanto di vissero per sempre felici e contenti ed effetti speciali! Che fine abbia fatto il monaco o elfo o quello che è o che era un tempo, nessuno lo sa. Se manchi in noi, oggi, quel pizzico di innocente fanciullezza o se lo spirito preferisse la luce della pallida luna, a quella dei moderni lampioni, possiamo solo supporlo, così come possiamo solo supporre, immaginare e continuare a raccontare che sulla scalinata della chiesetta di Sant’Omobono o, che dir si voglia, dell’antico tempio del sole, nel cuore della notte, appaia lo spirito timido di un benefattore, fantasma di un’epoca in cui né i terremoti, né la povertà e né gli invasori, erano riusciti a sbiadire il confine magico di quel mondo a cavallo tra la storia e la leggenda.

Fonti: Misteri di Calabria,Il Monaco maledetto, Sant’Omobono di Catanzaro di Raoul Elia www.centrostudibruttium.org; www.comunecatanzaro.it Chiesa del SS. Salvatore o di S. Omobono, testo Arch. Oreste Sergi

Francesca Ceniti

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TAG | PLAY

LA RUBRICA PER GLI AMANTI DEL POKER L’autocontrollo di un giocatore di poker Oltre alle abilità strategiche e tecniche nel poker conta mostrare un grande autocontrollo. Voglio sottolineare che l’aspetto psicologico del poker è ciò che fa fallire la maggior parte dei giocatori. Anche i professionisti che giocano da anni fanno errori costosi di questo tipo, nonostante la grande conoscenza sul poker. Il problema delle bad beat Bad beat è un termine tecnico che descrive il seguente fenomeno: si gioca una mano qualitativamente di alto valore, si forma una buona combinazione al flop oppure si ha già una coppia alta in mano e alla fine si viene superati da una mano di valore inferiore. La sconfitta presuppone sempre un pessimo gioco da parte dell’avversario. Rimedi: non abbandonare la retta via a causa di eventi dolorosi!Non istruite il vostro avversario e non inveitegli contro (come con un cliente)! Abbiate sempre un obiettivo a lungo termine. Giocate sempre in prospettiva di grandi vincite!

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La curva d’apprendimento Molti giocatori restano incagliati in un determinato livello, poiché il loro meccanismo di studio non è adatto al poker. Cadono nella trappola del pensare senza sapersi orientare!Non fatevi irritare dai singoli avvenimenti. Traete conclusioni soltanto sulla base di quantità di dati sufficienti. Come abbiamo già accennato, non si può determinare il modo corretto di giocare basandosi sul risultato ottenuto. Esistono mani che abbiamo giocato in modo completamente errato, ma che abbiamo vinto, e mani giocate in maniera corretta, ma che abbiamo perso. Impazienza La mega-regola del poker: vincere passando! Alcuni giocatori si annoiano, perché poi manca l’azione al tavolo. Si ricordano che il cowboy eroico del film si è fatto notare per i suoi bluff rischiosi e non per aver passato puntualmente le proprie carte. Ma quella è Hollywood. La realtà è piuttosto sobria. Soltanto chi si attiene in modo rigoroso alla regola di giocare soltanto mani qualitativamente buone sarà premiato con il successo. Lo stesso principio vale naturalmente anche al flop. Se non è stato di aiuto


It’s one big session!

buttate vie le carte. Il fold è la vostra arma più potente al poker! Il problema del break-even (andare pari) Molti giocatori hanno problemi a concludere la sessione con una perdita. Questo comporta il fatto di giocare più a lungo rispetto a quanto suggerirebbe la capacità di concentrazione. Non giocate in modo più aggressivo quando state perdendo! Questo fenomeno è particolarmente pericoloso poco prima di andare a letto, poiché il grande sonno comporta una drastica riduzione della propria qualità di gioco. Non si dovrebbe assolutamente tentare di appianare le perdite ad ogni costo. Un modo troppo aggressivo di giocare comporta nella maggior parte dei casi delle perdite ancora maggiori. Rispettate orari prestabiliti! Con orari prestabiliti si risolve il problema del break-even ed il gioco viene facilitato parecchio.

Bisogna sempre tenere a mente la citazione di David Sklansky: It’s one big session (è una sola, lunga sessione). La nostra carriera da pokeristi è una lunga sessione e la prossima ora è sempre la prossima ora ancora, indipendentemente dal fatto che si giocherà subito oppure lunedì prossimo, quando si è riposati. La singola sessione, pertanto, è soltanto una suddivisione artificiale ed arbitraria senza uno specifico valore reale. Se abbiamo accumulato un grande bankroll, abbiamo prodotto un grosso guadagno anche in caso di una sessione perdente. Si era un giocatore vincente prima e lo si è anche dopo. Non vi è alcun motivo di allarmarsi. Ecco riassunte le virtù di un poker player: 1.Pazienza 2. Disciplina 3. Serenità 4. Diligenza 5. Obiettività (autocritica) 6. Ottimismo, coraggio 7. Sportività 8. Razionalità economica 9. Concentrazione 10. Nervi saldi 11. Modestia Alcator

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TAG | BENESSERE

INIZIARE L’ANNO CON IL GIUSTO SLANCIO ! Tag Benessere proporrà accorgimenti, ricette, pratiche, posture e suggerimenti che ci aiuteranno a ritrovare il piacere di prenderci cura di noi stessi. Per iniziare il 2013 con un sano slancio, ho pensato di intervistare Barbara Amelio, maestro yoga certificato presso “l’Accademia Yoga” di Giorgio Furlan di Roma, laureata in Scienze e tecniche psicologiche, all’università La Sapienza di Roma, operatrice qualificata in musicarterapia, che, mese per mese, ci illustrerà delle posture yogiche semplici e accessibili a tutti, per ritrovare serenità e pace interiore, oltre che rendere il nostro corpo flessibile e sano! S. Ciao Barbara, cosa si intende con il termine yoga? B. Lo Yoga è stato definito come un sistema di tecniche psico-fisicospirituali per realizzare la conoscenzaidentificazione con l’Ultima RealtàVerità (L’Assoluto). Il cammino dello Yoga si può sintetizzare in sei percorsi: 1) Raja-Yoga relativo soprattutto alla padronanza di sé ed al controllo della mente (essenzialmente disciplina

mentale); 2)Hata-Yoga relativo soprattutto all’armonia e al benessere fisico (essenzialmente disciplina fisica); 3) Karma-Yoga relativo soprattutto alla retta azione; 4) Bhakti-Yoga relativo soprattutto all’amore cosmico; 5) Jnana-Yoga relativo soprattutto al ragionamento ed alla filosofia; 6) KundaliniYoga basato su una sintesi equilibrata di tecniche prettamente fisiche, di controllo del respiro, uso di mantra, meditazioni e rilassamenti. S. Quale posizione ci illustri questo mese? B. La famosa posizione del Loto, Padmasana, base per le tecniche meditative e il pranayama, grazie alla quale si possono iniziare a sciogliere le articolazioni del corpo e a predisporsi correttamente alla meditazione. Padma, in sanscrito fiore di loto, è

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nelle culture orientali il simbolo della luce e della coscienza e il fiore completamente aperto è associato a Buddha. Non è facile raggiungere questa postura, ma la costanza e l’esercizio aiuteranno il praticante a trasformarsi, gradualmente, in un delicatissimo loto. Come il fiore ha bisogno del calore del sole, così il loto interiore, potenziale spirituale dell’uomo, necessita del calore dell’amore, per venire alla luce. Ma una regola yogica fondamentale è la pazienza: non forzare il tempo dell’evoluzione. Ogni giorno, offri al tuo stelo la possibilità di ergersi verso la luce, nutrilo con il sole della coscienza e amalo, perché in esso si rispecchia l’Assoluto. PRATICA - Per prepararci, ci sediamo e iniziamo a massaggiare con le mani gli arti superiori dalla mano alla spalla e gli arti inferiori dal piede alla coscia. Ripiegate, aiutandovi con le mani, la gamba sinistra ponendo il piede sulla coscia opposta, all’inguine (la pianta del piede è rivolta verso l’alto). Poi, piegata la gamba destra, si porta il piede all’inguine sinistro. La schiena è eretta, spalle e braccia sono rilassate; le mani sulle ginocchia , pollice e indice uniti, le altre dita distese e unite (chin mudra: la chiusura, sigillo della saggezza). Si può invertire la posizione descritta, portando prima il piede destro sulla coscia opposta e il sinistro sull’altra. Provate ad eseguire tale asana, chiudendo gli occhi e mantenendo

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l’attenzione sui punti sollecitati Quando sciogliete la posizione, fatelo lentamente. Massaggiate. Non rialzatevi subito, date tempo alle vostre articolazioni di riprendere con calma l’attività.

EFFETTI - Padmâsana previene e corregge l’incurvamento della colonna vertebrale. Il bacino si distende e il sangue circola più intensamente nella regione lombare e addominale. Padmâsana previene le affezioni alla prostata ed aiuta a rendere mobili le articolazioni di caviglie e a curare la rigidità delle ginocchia. La postura delle gambe incrociate e delle spalle erette mantiene la mente calma e allo stesso tempo vigile, rendendo padmâsana particolarmente indicato per eseguire il prânâyâma.


CONTROINDICAZIONI - La posizione deve essere eseguita con estrema cautela da chi soffre di problemi alle ginocchia o alle caviglie. In questa asana, flessibilità e fermezza della mente si intrecciano. Prima di raggiungere la posizione, il corpo deve imparare a lasciarsi andare, sciogliendo le tensioni, a diventare fluido, come “addolcimento della rigidità”. Buona pratica a tutti! Salvatore Belfiore

“Il discepolo è nato in un mondo torpido, come le acque in cui nasce il loto, ma il fiore della spiritualità è sempre incontaminato” (Nagasena).

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TAG | INTERVIEW

NEVERDOGS

Catanzaro - Ibiza ... solo andata ? Tommy Paone e Marco De Gregorio intervista con i Neverdogs a cura di Angelo Capoano e Francesca Ceniti.

Nella scelta del nome, avete giocato con l’idioma catanzarese “manch’i cani”? Come e quando nascono i Neverdogs? Sì, deriva proprio da manch’i cani. Il nome è stato concepito nel 2000 a Firenze, dove vivevamo già da qualche anno. In quel periodo suonavamo al Maresei’s, un piccolo club nel centro storico dove la domenica mattina organizzavamo gli afters. Tutto è partito da lì! Qual è stato il momento in cui avete avuto l’impressione di farcela? Sempre, in ogni momento della nostra vita, visto l’amore e la passione che abbiamo per quello che facciamo.

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Di solito è inesatto affermare che i dj “suonano”, ma chi vi ascolta è pronto a giurare il contrario: cosa vi distingue dalla solita musica electro-house in circolazione? Sicuramente è un uso improprio della parola, che ha preso piede nel mondo della nightlife. Quello che ci distingue è la nostra selezione musicale e la nostra esperienza. Sapere quando “suonare” una traccia piuttosto che un’altra è fondamentale. Inoltre, ci distingue la personalità che esprimiamo durante le nostre performance e che rende unico il nostro modo di fare divertire la gente nella dancefloor.


La fusione di generi musicali diversi, come il funky e la musica techno, suggella il vostro patto con la sperimentazione. Quale idea creativa c’è alla base del vostro progetto, come dj e come produttori? Il genere musicale che proponiamo è plasmato da contaminazioni della nuova scena house elettronica mondiale, mettendo comunque in primo piano le melodie e rimanendo coerenti ad eclettiche sonorità dinamiche groovy/deep/techno. Alla base del nostro progetto c’è la voglia di essere sempre in continua evoluzione e, quindi, di sperimentare!

Catanzaro – Ibiza…solo andata? Secondo voi..? Cosa portereste di Catanzaro a Ibiza e Londra e viceversa? Porteremmo decisamente la Brasilena a Ibiza e Londra.Viceversa, ci sarebbe un’interminabile lista di cose da

portare a Catanzaro…! C’è un personaggio o un’icona a cui vi ispirate? Sicuramente ve ne stanno diversi. Più che ispirarci, rispettiamo artisti come Marco Carola, Locodice, Richie Hawtin, Steve Lawler e i Depeche Mode come band. La musica elettronica è fatta da suoni, talvolta campionati nel modo più bizzarro, è vero che per la realizzazione di un pezzo avete utilizzato il suono di una pallina da ping-pong? Mmmh, non ricordiamo di preciso, forse vi riferite a un nostro set nel quale c’era una traccia fatta con quell’effetto! Come affermate, i suoni sono campionati nel modo più bizzarro, quindi potremmo prenderlo in considerazione per qualche traccia futura…

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Le copertine dei vostri dischi sono semplici scelte stilistiche o contengono anche significati diversi?

On Ibiza, il party di Marco Carola il venerdì’ all’Amnesia e a tutti gli aftersparty durante la stagione estiva. E’ stato emozionante poter far parte di una realtà così grossa! Tra le collaborazioni di sempre, invece, quella con Davide Ruberto e Andrea Giungato, eccellente webdesigners, un altro ragazzo di Catanzaro che vive a Londra e che cura alcuni aspetti dei Neverdogs.

Dipende, a volte sono fatte con la grafica della label che fa uscire il progetto, altre volte sono copertine disegnate da Tommy. A quali collaborazioni artistiche siete più affezionati? Tra le più recenti, quella che abbiamo intrapreso l’estate scorsa con Music

Progetti per il 2013? Aprire la nostra label discografica e continuare a proporre il nostro sound

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in giro per il mondo! Date un appuntamento ai lettori di TAG? Ragazzi vi aspettiamo il 19 gennaio 2013 all’Egg di Londra per “La Dolce vita”, o se volete ad Ibiza, per la prossima stagione estiva! In ogni caso, potete seguirci su www.neverdogs. com

Grazie a voi di TAG! Tra l’altro, per formato e contenuti, ci ricordate di circa sei anni fa, quando iniziammo a collaborare con una rivista di Ibiza, Night&Day Magazine, appena nata sul mercato e che adesso è diventata una istituzione sull’isola e non solo.Vi auguriamo lo stesso successo! In bocca al lupo anche a voi!

Grazie per questa chiacchierata, ragazzi! A presto!

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TAG | VIP

ROBERTO GIACOBBO: L’UOMO DEI MISTERI

Roberto Giacobbo: l’uomo dei misteri. TAG è andata per voi alla scoperta di uno dei volti più enigmatici e famosi della televisione. In realtà, dietro la pacata compostezza del presentatore di Voyager, si nasconde un gigante buono (nel vero senso della parola, dal momento che Roberto è alto 2 metri), con un fortissimo orgoglio italiano e un gran senso dell’umorismo! Una domanda per rompere il ghiaccio: Le hanno mai detto che Lei è la “fine del mondo”? AHAHA! No, beh…in effetti le mie figlie, qualche volta! Voyager offre spunti di riflessione decisamente singolari: quanto è pronta la grande massa o la gente comune a tutto questo? La gente comune siamo noi, proprio perché credo che ognuno sia in sé gente comune e gente speciale, per cui quando si propone con attenzione un tema, se esposto in maniera corretta e nel rispetto del prossimo, lo si può

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condividere con tanti appassionati e curiosi, che vogliono conoscere cose nuove, magari indagando il passato per capire meglio dove può andare il futuro. Il Suo programma registra altissimi livelli di gradimento, soprattutto tra i giovani: qual è il segreto di questo successo? Io penso l’onestà intellettuale. Nel momento in cui diciamo questa cosa non si sa, non si sa. Se si sa, la raccontiamo, o se dobbiamo porci una domanda, lo facciamo. Il desiderio di conoscere è proprio delle nuove generazioni. Di solito, chi dice di sapere tutto non è più giovane; chi invece vuole sapere, vuole informarsi e ama lo stimolo della mente è giovane! Si sente un po’ come un moderno Ulisse? No, io sono un professionista, un curioso che fa delle indagini, non legate alla cronaca ma alla storia e all’archeologia. È rara in questo Paese


una figura del genere, ma all’estero ce ne sono molte. Quindi non teme di certo l’Inferno dantesco, in questo

senso! No, assolutamente, anche se amo molto Dante. Qual è il servizio a cui si sente maggiormente legato? Ho avuto un’ottima esperienza con la storia e la natura all’Isola di Pasqua. Proprio perché poco frequentata rispetto alle terre che conosciamo, perché è difficile da raggiungere, è un luogo realmente affascinante e dove paradossalmente ho ritrovato degli angoli familiari: in mezzo all’Oceano Pacifico, all’improvviso, si vedono filari di vigne e cavalli allo stato brado: sembra quasi di stare in Toscana o in

Umbria! Ha mai vissuto un’esperienza ai confini della realtà, ai confini della conoscenza? Direi di no, però ho visto persone realmente ai confini della conoscenza … e questo lo dico come battuta, naturalmente! Talvolta, il sogno si confonde con la realtà - ed ecco - ci piace sognare, ma ci piace anche essere concreti: bisogna saper distinguere il sogno dalla realtà. E a volte è anche piacevole! È la prima volta che viene in Calabria? No, la prima volta era il 1989 (e poi ci sono venuto altre volte), ero programmista, regista e autore di un programma di turismo che si chiamava Ciao Italia e la prima puntata si decise di farla in Calabria. Sono arrivato da SOLO e ho girato tutto l’entroterra calabrese per trovare le cose più belle, divertenti e culturalmente valide, da proporre su Rai1. Trova che questa terra emani un certo alone di mistero o un suo fascino? La Calabria ha una serie di fascini molto belli e questo modo nuovo di poter raccontare questa terra lo trovo interessantissimo. Non più tardi di un mese fa, ho incontrato circa 4000 ragazzi delle scuole medie inferiori, in un progetto che si chiamava Calabria Jones, e ho raccontato loro quanto sia importante valorizzare dove si è nati: non si può scegliere dove nascere, ma

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si può scegliere se valorizzarlo o meno. Quindi Lei è favorevole alla tutela del patrimonio ambientale, oltre che artistico. Siamo in Italia! L’Italia è un luogo fantastico! Sono andato in altri Paesi, in cui un qualunque panorama italiano se lo sognano, dove una terra e un mare come i nostri se li sognano! Abbiamo così tanto che non ce ne accorgiamo bene, ma pian piano lo riscopriremo! Ha trovato misteri, in Calabria? Ho visto una zona bellissima e affascinante dove ci sono tracce che fanno pensare a una civiltà veramente remota: si parla dei Mille Re. Ma la cosa che mi colpisce molto della Calabria, grazie anche alla sua posizione geografica, è questo passaggio di mille popolazioni, che hanno incrociato esperienze, storie, oggetti e culture, di cui la Calabria oggi rappresenta la somma, e penso che sia bello andarli a riscoprire, diventare più orgogliosi di noi stessi, come fanno tanti altri che hanno molto meno di noi. Se le proponessero di dedicare una serie o un servizio alla Calabria, lo farebbe? Sì, certo, non sono tipo da lasciarsi condizionare da niente e nessuno, perciò se ci fosse una bella scoperta o una storia intensa da raccontare, perché no? Un mistero che affligge la nostra città: ma il Sindaco di Catanzaro… chi è? AHAHAH! Guardi, non Le so dire, non

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lo conosco! Cosa farebbe se la rapissero gli alieni? E me lo chiede? Un servizio! Un servizio in diretta, è ovvio! Quando il 21 dicembre il mondo NON finirà, i Maya si faranno una grassa risata? I Maya non hanno mai detto che il 21 finirà il mondo, purtroppo c’è qualcuno che ha interpretato male ciò che hanno detto. Ricordiamoci che l’ignoranza genera mostri e basta raccontare le cose come stanno, per togliere i mostri. Concludiamo con le ultime tre domande: chi ha incastrato Roger Rabbit, chi ha ucciso l’Uomo Ragno e che fine ha fatto Carmen San Diego? Per quanto riguarda le prime due, non sono io! Carmen San Diego la stiamo cercando per telefono: appena risponderà, vi faremo sapere! Questa volta a farci una risata siamo stati noi di TAG. Grazie Roberto! Angela Palaia Intervista rilasciata venerdì 7 dicembre presso l’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro, per l’evento “Raffaele Gaetano dialoga con Roberto Giacobbo: I Grandi Misteri di Voyager”





TAG | ARTE

KAPSI: UN PEPERONCINO FUORI DAGLI STEREOTIPI Eccoci all’appuntamento mensile con la rubrica giovane per eccellenza, non perché tratti di personaggi entro i fatidici trenta, ma perché l’Artista crea, attingendo da quel fuoco sempre vivo, che illumina, riscalda e brucia, proprio come l’energia che proviene dai giovani. Uno lo abbiamo incontrato di recente e, mai come in questo caso, il paragone col fuoco sembra più azzeccato! Il suo nome d’arte è KAPSI e deriva dall’acido capsico, che rende il peperoncino piccante e infiamma i palati più raffinati come quelli più avvezzi al famoso pipareddhu. Parlando con Kapsi, in effetti, ricevi un’ondata di energia rinvigorente, di lucido entusiasmo e di una grande forza interiore: Una Nuova Speranza, per dirla alla George Lucas! L’arte di Kapsi, al secolo Giuseppe Longo, nasce dalla strada, dove il cittadino, come un insetto inglobato nell’inestricabile ragnatela di pubblicità e mass media, creata da un insetto più grande di lui (le multinazionali), è la vittima più o meno consapevole degli eventi. E allora Kapsi cosa fa? Sfonda la barriera della pop art, arte rivolta al popolo, riprendendo e oltrepassando la critica sociale della

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street art, in cui l’arte non è più solo per il popolo, ma è fatta dal popolo stesso. Dalla street ripiega - non su tela, non si permetterebbe di

considerarla - su pezzi di compensato, tavole, vecchie ante, prese dalla strada e che, nella strada, stagionano come il buon vino, acquisendo tutta l’esperienza e tutto il “sapore” che una tela non avrebbe. Kapsi crea una mancanza di appigli illusori, rivisitando quei prodotti preconfezionati in cui il nostro occhio, passivamente, si riconosce. Una crisi d’identità. Così, Groucho Marx, icona


umoristica in assoluto, è privato della sua variante distintiva, i baffi, e rivenduta al 50% di sconto. Con un insolito codice a barre, Kapsi vende l’essenza stessa

del paradosso commerciale, nella sua porzione più pura e primordiale, come fosse del latte scaduto! Abramo Lincoln ha un inusuale berretto alla moda, al posto del tradizionale cilindro, su uno sfondo ripetitivo e ridondante, quale lo schermo di una tv senza segnale, che richiama i colori accostati di ogni t-shirt cool che si rispetti! Quanto ci riconosciamo, in tutto questo? - è il tipo di domanda che Kapsi vuole che ci poniamo, riportandoci alla poesia della materia, di Kounellisiana memoria, a quella teoria del degrado per cui l’arte è pressocché grezza, fatta di ritratti in muschio, terra, fiori, fango, sabbia, pelle di serpente; di icone che

cambiano, si affievoliscono e mutano, in un continuo work-in-progress: “rivedetevi, piegati come i fiori, che si accartocciano, si seccano e inevitabilmente appassiscono, senza neanche accorgersene! Siamo noi, come ogni altro organismo cellulare, nell’ accusato viaggio della consapevolezza di essere nominati cavalieri della spada di Damocle”. Il prossimo quadro sarà realizzato interamente con peperoncini e, magari, ci brucerà qualcosa, pensando che la mattina, ciò che ci butta dal letto, è la serie dei fili che ci muove , come solidi

burattini! L’appuntamento è alla prossima mostra di Kapsi, che inaugurerà il nuovo anno presso il Circolo Placanica: lasciatevi sfidare dalla disarmante quanto reale caducità dei suoi quadri e, novelli Neo di una pseudo-Matrix catanzarese, scegliete sempre la pillola rossa! O un peperoncino, è la stessa cosa. Francesca Ceniti

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TAG | SPORT

TRA EFFETTO RUSSOTTO E GEORGE ORWELL Giro di boa. Nuovo anno e nuovo girone per un Catanzaro che ha voglia di stupire e recuperare posizioni in classifica. Gli uomini mercato sono pronti a fare la loro parte, desiderosi di regalare a Mister Cozza quegli elementi necessari a completare la rosa e provare a raggiungere una salvezza tranquilla. Ma è davvero questo l’unico obiettivo dei giallorossi, specie dopo la “manita” rifilata al Gubbio?

La classifica mostra un Catanzaro attardato di 5 punti dalla zona play-off, 5 lunghezze dalla Nocerina, quella stessa squadra che al Ceravolo ebbe la meglio solo in pieno recupero e quando i tre punti per i padroni di casa sembravano cosa fatta. Musica per le orecchie dei tifosi più fiduciosi. Ma non è solo un dato puramente statistico, quanto piuttosto di condizione atletica. Quello che parla

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in favore dei giallorossi è lo score delle ultime sei giornate, dove il Catanzaro ha raccolto ben 13 dei 18 punti totalizzati in tutto il girone d’andata. Lo hanno chiamato “effetto-Russotto” ed è senza dubbio l’estro del trequartista romano il vero segreto del rilancio del Catanzaro di Ciccio Cozza, pronto ad emulare il fortunato girone di ritorno dello scorso campionato. Ci sono 15 gare da giocare, di cui 7 tra le mura amiche, c’è un mercato dal quale aspettarsi sicuramente qualcosa ed una tifoseria pronta a riempire gli spalti del Ceravolo e preparare un disperato aggancio ai sogni play-off. Niente voli pindarici, sia chiaro, troppo

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alto il rischio di scottarsi. Ci vuole lavoro, umiltà e soprattutto tanta pazienza perché, come diceva George Orwell, il modo più veloce di finire una guerra è perderla. Domenico Concolino



TAG | MUSICA

Aerosmith - Music From Another Dimension! (2012) Rullino i tamburi e stridano le chitarre, gli Aerosmith sono tornati! Ma se ne erano mai andati? Quesiti banali, ma fa strano sapere di un nuovo album degli Aerosmith, proprio nei giorni in cui gli Stones lanciano la loro ennesima “onesta” raccolta di (rotolanti) pietre miliari, arricchita da due inediti. Steven Tyler e Joe Perry vedono e rilanciano, anzi, vanno all in. Erano ai ferri corti? Miracoli del management, che dopo il mezzo flop del disco solista di Steven ha fatto sì che la formazione vincente tornasse nuovamente in campo. Non finiscono qui le malignità, anche perché un titolo che significa musica da un’altra dimensione, vista l’età degli interpreti, passato da poco halloween e con gli zombie tornati prepotentemente di moda nel panorama horror, rappresenta fin troppa grazia per gli scettici dalla battuta facile. Già dal primo ascolto, l’impressione preponderante è quella del “revivalone” a cavallo tra le decadi, ci ha pensato il produttore di turno a rendere il prodotto appetibile per il mercato ed il sound moderno. Legendary Child, primo singolo dell’album, è l’esempio lampante di questa ricetta molto autoreferenziale. Partendo dal presupposto che la voce di Steven

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Tyler non cambia mai, Perry si muove su un riff che ricorda quello di Walk This Way, i riverberi su cassa e rullante ci sono ma non sono eccessivi, i cori tipicamente anni 80. L’autoreferenzialità di cui sopra esce allo scoperto in brani come Luv XXX, palesemente figlia di

Love In A Elevator. Fritto misto invece su Something, caratterizzata da un’intro di organo alla Doors, un riff alla Kashmir degli Zeppelin, un andazzo chitarristico dal sapore southern ed un ritornello dall’epilogo scandito e cadenzato, che rimanda all’intro di Come Together dei Beatles. Tuttavia, non si può neanche dire che sia un lavoro fatto senza troppa convinzione: lo testimoniano pezzi come la cavalcata Street Jesus, tipici di chi, quando ha tra le mani il suo strumento, conserva ancora l’occhio


della tigre! Da segnalare il duetto che vede co-protagonista Carrie Underwood, la cantante lanciata da American Idol (in cui Steven Tyler ha ricoperto il ruolo di giudice), che si inserisce nella power-ballad Can’t Stop Lovin You. Anche volendo chiudere un occhio sulla manovra acchiappateenager, risulta però essere la meno convincente tra le rivisitazioni, non potendo non ricordare la celeberrima What It Takes. Non mancano altre ballad, sulla falsa riga della recente Fly Away From Here, non proprio dei riempitivi, ma nulla che brilli di luce propria. Pur sempre carne al fuoco, anche se non da portata principale, sono pezzi come Freedom Fighter, che fa del mood da

sottofondo per un viaggio in moto la sua arma di conquista dell’ascoltatore; ne esiste anche una probabile versione da deluxe edition, che si avvale del contributo di Johnny Depp in sede di cori. L’album in definitiva si lascia ascoltare, pur non essendo memorabile, cosa da imputare anche al consumismo odierno del mercato musicale, molto più proteso verso la formula usa e getta, che raramente coincide con progetti di spessore. Un colpo al cerchio ed uno alla botte: botte di vino, magari non pregiato come il Novello delle annate migliori, ma almeno non è aceto! Niccolò Matteucci

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TAG | UTILITY


MUSEI CATANZARO Museo MARCA Via Alessandro Turco, 63 Catanzaro Tel: 0961-746797 e mail: info@museomarca.com Orario invernale: 9:30/13:00 e 15:30/20:00 (21 Ottobre - 20 Aprile) Orario estivo: 9:30/13:00 e 16:00/20:30 (21 Aprile - 20 Ottobre) Chiuso lunedì Ingresso intero: 3 € Ingresso ridotto: 2 € (accompagnatori di persone diversamente abili, ragazzi 6-18 anni, militari, gruppi min 10/max 25 persone, scolaresche, studenti universitari conservazione dei beni culturali, architettura, accademia di belle arti, dams, lettere indirizzo storico-artistico ed archeologico) Ingresso gratuito: minori di 6 anni, maggiori di 65 anni, professionisti del settore dei beni culturali, capigruppo, insegnanti che accompagnano le scolaresche, guide turistiche in attività professionale, portatori di handicap, giornalisti con tesserino

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MUSMI (Museo Storico Militare) Via V.Cortese, 1 - Parco della Biodiversità Mediterranea Catanzaro Tel. 0961 795925 e-mail : musmi@provincia. catanzaro.it Orario: da Maggio a Settembre da martedì a domenica 10:00/13:00 e 17:00/20:00 da Ottobre ad Aprile da martedì a domenica 10:00/13:00 e 16:00/19:00 Chiuso: tutti i lun. - 25 Dicembre, 1 Gennaio, 1 Maggio Ingresso intero: 3 € Ingresso ridotto: 2 € (gruppi min. 5 persone e studenti 18-25 anni) Ingresso gratuito: under 18 anni, over 65 anni, portatori di handicap e loro accompagnatori Museo Provinciale Villa Margherita (Villa Trieste) Tel: 0961-720019 Orario: aperto 10:00/13:30 e 15:30/17:30 da mart. a ven. sabato solo mattina -domenica 9:00/12:30 - chiuso lunedì


Casa della Memoria – Fondazione Mimmo Rotella Vico dell’Onda, 7 - Catanzaro Tel: 0961-745868 Orario: 10:00 - 13:00 tutti i giorni e-mail: casadellamemoria@ fondazionemimmorotella.net Museo del Risorgimento Via Pascali, 40 - Catanzaro Tel: 0961-743691 Orario: 8:30/16:30 da lun. a ven. e-mail: distremilescz@tiscalinet.it Ingresso gratuito Museo dell’Arte e della Seta Scuola Media G. Mazzini, Via Maddalena - Catanzaro Tel: 0961-725038 Orario: aperto a richiesta Ingresso gratuito Museo delle Carrozze Frazione Siano, Contrada Monte Musofalo - Catanzaro Tel. 0961-469546 Orario: aperto 8:30/12:00 e 15:30/18:00 - chiuso sabato e domenica Ingresso gratuito

Museo Diocesano Via Arcivescovado, 13 Catanzaro Tel: 0961-721333 Orario: aperto 17:30/19:30 lun. merc. e sabato - altri orari a richiesta Info: www.diocesiczsq.org Ingresso: intero 1 €, ridotto 0,50 € Museo del Rock Piazza G.Matteotti – Catanzaro Orario: 17:30-21:00 aperto da lun. a sabato Ingresso gratuito Museo dell’Olio di oliva e della Civiltà contadina Indirizzo: via Guglielmo Marconi 88050 - Zagarise (Cz) Tel: 0984/902838 Museo della Civiltà agrosilvopastorale, delle Arti e delle Tradizioni del Parco Nazionale della Sila Indirizzo: Via Serra, 1 - Albi ( CZ) Tel: 0961/923303 – 0984/902838

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