Riassunto tesi d'Ascenzo - Di Palma

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00_INDICE 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34.

SVILUPPO NAZIONALE DELLE AREE INTERNE SNAI_REGIONE MOLISE DEMOGRAFIA SISTEMA SANITARIO BORGO DEL BENESSERE PLANIVOLUMETRICO MORFOLOGIA DEL BORGO EMERGENZE ARCHITETTONICHE STRATEGIA DI PROGETTO RILIEVO ARCHITETTONICO SISTEMA TECNOLOGICO ANALISI DEL DEGRADO_PROSPETTI ANALISI DEL DEGRADO_SEZIONI ESIGENZE DI CONSERVAZIONE CONCEPT DI PROGETTO ATTACCO A TERRA PIANTA PRIMO LIVELLO PIANTA PIANO AMMEZZATO PIANTA SECONDO LIVELLO PIANTA SOPPALCO | COPERTURA SEZIONE A-A’ SEZIONE B-B’ PROSPETTO EST PROSPETTO SUD CONSOLIDAMENTO SOLAI LIGNEI CONSOLIDAMENTO MURATURE ESISTENTI IMPIANTISTICA 1 IMPIANTISTICA 2 VISTE RENDERIZZATE CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI _CASA RC CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI_CASA A CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI_CASA L CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI_CASA M CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI_CASA B


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feriche 40 ’-75 ’

e peri Are

La nazione è ricca di diversità naturale, produzioni agro-alimentari specializzate, patrimonio culturale, sapere locale. Attrae visitatori e nuovi residenti, anche giovani.

i^k eZ lZgbm¨ le strutture sanitarie con dipartimento di emergenza ed accettazione i^k eZ fh[bebm¨ stazioni ferroviarie medio piccole classificazione dei restanti comuni in 4 fasce: aree peri-urbane aree intermedie aree periferiche

5’ >7

i^k e blmknsbhg^ l’offerta completa di scuole secondarie superiori

edie 20’-40’ erm int ee

Ma nel complesso vede una \Z]nmZ ]^fh`kZ_b\Z (1,4% fra 2001 e 2011), un progressivo bgo^\\abZf^gmh della popolazione e una forte riduzione del presidio e della fZgnm^gsbhg^ del lnheh, dei [hl\ab e degli ^]b_b\b, con effetti gravi anche sugli altri territori del paese. La Strategia per le aree interne si prefigge di fermare e invertire nel prossimo decennio il trend ]^fh`kZ_b\h negativo di queste aree attraverso una duplice azione: promozione del mercato e ripristino di cittadinanza. Da un lato si vuole spingere lo lobeniih eh\Ze^, intensivo ed estensivo, nei punti di forza di questi territori: agroalimentare, cultura e saper fare, turismo, energia. Dall’altro, si vuole riequilibrare l’offerta dei l^kobsb ]b [Zl^: scuola, salute, mobilità e rete digitale, innanzitutto.

Ar

individuazione dei poli di attrazione capaci di offrire:

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L’Italia delle aree interne è stata ottenuta sulla base di un indicatore di Z\\^llb[bebm¨ calcolato in termini di minuti di percorrenza rispetto al polo piĂš prossimo. Le Zk^^ ]b \bgmnkZ distano meno di 20 minuti dal centro, le bgm^kf^]b^ tra i 20 ei 40 minuti, tra i 40 e i 75 minuti sono considerate Zk^^ i^kb_^kb\a^, oltre i 75 minuti Zk^^ nemkZ i^kb_^kb\a^.

L^kobsb ]b [Zl^

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20’

Le aree interne, sono centri di piccole dimensioni, individuati quali aree distanti da centri di offerta dei servizi essenziali dell'istruzione, della salute e della mobilità , assai diversificati al loro interno e con forte potenziale di attrazione. L'individuazione delle Aree Interne del Paese parte da una lettura policentrica del territorio Italiano, cioè un territorio caratterizzato da una rete di comuni, o aggregazioni di comuni, che offrono servizi attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale.

Aree di cin

ra tu

01_SVILUPPO NAZIONALE DELLE AREE INTERNE

H[b^mmbob LG:B

Capitale storico-artistico Sistemi semi naturali (sistemi-agro-pastorali) Tutela del territorio “Saper fare� e artigianato

Strategia di sviluppo Ihebmb\a^

+" <hlmb lh\bZeb Assetto idro-geologico Paesaggio DiversitĂ Biologica

Ihebmb\a^ ]b Z]^`nZf^gmh ]^b l^kobsb ]b \bmmZ]bgZgsZ'

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NUOVI NATI

OVER 65

100

Istruzione SanitĂ MobilitĂ

Ik^\hg]bsbhgb ]^eeh lobeniih eh\Ze^

70 60 50 40 30 20 10 0

Selezionare le aree progetto: fasi e attori del processo B - Polo intercomunale

Fase Desk

Lavoro sul campo

C - Cintura D - Intermedio E - Periferico Aree interne 4200 comuni

Comitato tecnico Aree Interne-Regione

Aree intermedie 2377 comuni

H - Autostrade

Poli attrazione interc-comunali 104 comuni

Aree periferiche 1526 comuni

S I C I L I A

M O L I S E

L A Z I O

A B R U Z Z O

U M B R I A

Lobeniih3 Aumento del reddito,aumento della coesione sociale, riduzione dei costi sociali,ripristino/ mantenimento degli equilibli economici,manutenzione del capitale storico e artistico

ACCESSIBILITA’

V A L L E D A O S T A

P U G L I A

C A M P A N I A

H[b^mmboh nembfh3 Inversione tendenze demografiche ASSOCIAZIONALISMO TRA COMUNI

Diagnosi d’area- Open Kit (set di indicatori oggettivi per la selezione

Missione di campo

Focus group per ogni area progetto proposta dalla regione, alla quale partecipano sindaci, dirigenti di strutture scolastiche e sanitarie, utenti dei servizi, rappresentanti di associazioni imprenditoriali e del lavoro, associazioni.

1) Bozza di strategia Identifica l’area ed individua i possibili interventi. 2) Preliminare di strategia Illustra le “intenzioni del territorio�. Inizia a tradurre l’idea guida contenuta nella bozza di stategia in risultati attesi, azioni e tempi per conseguirli ed una prima valutazione di massima del riparto delle risorse. 3) Strategia d’area I contenuti del preliminare di strategia vengono tradotti in azioni specifiche, interventi e risultati attesi. 4) Accordo di Programma Quadro

Attuazioni della SNAI: il percorso delle aree selezionate

Aree cintura 3508 comuni

C A L A B R I A

<k^l\bmZ3 Aumento dell’occupazione, della popolazione e utilizzo del capitale territoriale

Costruzione strategia d’area

Demorafia, agricoltura, digital divide, patrimonio culturale e turismo, salute, accessibilitĂ , scuola.

Aree ultra periferiche 358 comuni

T R E N T I N O A L T O A D I G E

SCUOLA

Comitato tecnico Aree Interne Regione - rappresentati del terriotirio

F - Ultraperiferico G - Limiti regionali

S A R D E G N A

Ikh`^mmb ]b lobeniih eh\Ze^3 Tutela del territorio/sostenibilitĂ ambientale Valorizzazione del capitale naturale/culturale Valorizzazione dei sistemi agroalimentari / Energia rinnovabile /“Saperfareâ€? e artigianato

A - Polo

Centri 3782comuni

B A S I L I C A T A

PATRIMONIO CULTURALE E TURISMO

Innovazioni della strategia 1) La Dimensione Nazionale e la Governance multi-livello (Centro - Regioni - Associazioni/Unioni di Comuni) 2) Due linee di azione convergenti e interdipendenti: progetti di sviluppo locale su filiere chiave e interventi per il riequilibrio dell'offerta di Servizi essenziali 3) L'impegno Multi-fondo per sostenere le Aree Selezionate (Fondi nazionali piÚ Fondi strutturali: FESR, FSE e FEASR, ecc...) 4) Riguarda un numero limitato di aree per Regione tra cui una prima area il prototipo - in cui avviare un processo di apprendimento e replicazione dei meccanismi virtuosi riscontrati 5) La selezione delle aree è pubblica e avviene attraverso un processo trasparente e condiviso (Open Aree Interne)

90 80

aree ultra periferiche

Poli attrazione urbana 219 COMUNI

=bZ`ghlb ]b Zk^Z

M A R C H E

L I G U R I A

T O S C A N A

E M I L I A R O M A G N A

P I E M O N T E

F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A

L O M B A R D I A

V E N E T O

ISTRUTTORIA PUBBLICA E DELIBERA REGIONALE

L’istruttoria pubblica definisce le aree candidabili, la delibera regionale indica le aree di progetto.

AREA PROGETTO E PROTOTIPO

Tra le aree progetto, viene identificato un prototipo, la prima area tra le selezionate a iniziare il percorso per l’attuazione della SNAI.

STRATEGIA D’AREA

L’area prototipo, e poi tutte le altre aree selezionate, definisce una propria strategia d’area.

IDEE GUIDA

La strategia d’area ha lo scopo di indicare le idee-guida per modificare le tendenze negative in atto sul territorio.

APQ

La strategia d'area è la base per la stipula dell'Accordo di Programma Quadro, lo strumento attraverso cui vengono assunti dalle Regioni, il Centro e i territori impegni vincolanti per la realizzazione degli obiettivi definiti nella strategia.

AGRICOLTURA SPECIALIZZAZZIONE SETTORIALE

DIGITAL DRIVE

SALUTE

DEMOGRAFIA


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02_SNAI - REGIONE MOLISE

FORTORE

CAMPOLIETO MONACILIONI TORO

M. VALFORTORE

PIETRACATELLA GAMBATESA

GILDONE

JELSI TUFARA RICCIA

CERCEMAGGIORE

&RPXQH 3,/27$

L’area prende il nome dal fiume Fortore che con il suo corso segue il confine tra Campania il Molise e la Puglia. Le formazioni argillose operate dal reticolo fluviale confluiscono al paesaggio i suoi suggestivi profili irregolari. Le zone del fondovalle si presentano piĂš tortuose rispetto ai profili piĂš docili delle zone sommitali, adatte all’insediamento umano. Nei massicci calcarei il territorio è oggetto di abbondanti pascoli, le pendici, invece, sono ricoperte da zone boschive, con produzioni tipiche della montagna appenninica con prevalenza di quercia, pino, frassino, pioppo, olmo, acero e castagno. Il paesaggio offre un alternarsi di oliveti, vigneti, frutteti con le loro specifiche colorazioni. Si incontrano, in diversi punti della valle, sorgenti e fonti d’acqua sulfuree. Dal latte delle mucche che foraggiano il territorio, si ottiene, soprattutto il caciocavallo Silano, che ha ottenuto la denominazione di origine protetta.

Riccia

,O WHUULWRULR GHO )25725( L’area progetto afferente all’Area Interna del Fortore in Molise, si estende in una vallata collinare al confine con la Puglia e la Campania e risulta composta da 12 Comuni: Campolieto, Cercemaggiore, Gambatesa, Gildone, Jelsi (ente Capofila), Macchia Valfortore, Monacilioni, Pietracatella, Riccia, Sant’Elia a Pianisi, Toro e Tufara. La zona occupa una superficie complessiva pari a 481,63 chilometri quadrati e conta 22.511 abitanti; bisogna sottolineare che all’interno dell’area i centri piĂš grandi e quelli con maggiori servizi sono rappresentanti da Riccia (5.403 abitanti, Comune periferico) e Cercemaggiore (3.927 abitanti, Comune intermedio). Il territorio, caratterizzato da insediamenti piuttosto frammentati, trova nel basso livello di antropizzazione uno dei suoi pregi fondamentali; le caratteristiche naturali ben conservate, alternate con aree agricole, ne fanno un’area dalle elevate qualitĂ paesaggistico-ambientali. Nel territorio è presente, anche se non completamente incluso al suo interno, l’invaso del Lago di Occhito, uno sbarramento artificiale lungo il Fiume Fortore, che interessa prevalentemente il territorio di Macchia Valfortore e per tratti di minore rilievo anche quello di Gambatesa e Sant’Elia a Pianisi.

3ULQFLSDOL SUREOHPDWLFKH GHOOÂśDUHD SLORWD 6DQLWj H 'HPRJUDILD I piccoli borghi che caratterizzano l’area conservano forti tradizioni e specifiche identitĂ comunitarie e, nonostante gli sforzi per garantire la struttura piĂš elementare dei servizi di prossimitĂ - dal commercio, ai pubblici esercizi, ai servizi sanitari - appaiono ancora lontani dal poter garantire fondamentali livelli assistenziali. Le problematiche dell’area sono legate principalmente alla struttura demografica e alla sanitĂ ; una significativa perdita di popolazione (27,2% dal 1971) si è registrata in tutti i Comuni, soprattutto in quelli periferici: gli indici di vecchiaia sono infatti molto elevati in tutti i Comuni coinvolti con valori piĂš alti della media regionale e nazionale delle Aree Interne. Questo elemento è evidente anche nel settore agricolo dove, nonostante una forte vocazione dell’area (la percentuale di SAU è del 49,9% sul totale del territorio), la percentuale dei conduttori sotto i 39 anni è diminuita del 47% tra i due censimenti. I dati dimostrano che negli ultimi anni le fasce di popolazione piĂš giovane hanno abbandonato l’area, con un mancato rinnovamento della popolazione che inesorabilmente sta invecchiando insieme ai suoi borghi.

ALTO MEDIO SANNIO

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

ANALISI AREA PILOTA DEL FORTORE

SANT’ELIA A PIANISI

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Campolieto, Cercemaggiore, Gambatesa, Gildone, Jelsi, Macchia Valfortore, Monacilioni, Pietracatella, Riccia, Sant’Elia a Pianisi, Toro e Tufara.

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Alto Molise (o alto Sannio) Subregione dell'Appennino molisano a nord di Isernia, al confine con Valle Peligna-Alto Sangro e Frentano-Alto Vastese in Abruzzo a nord ovest e a nord est, Isernino e Molise centrale campobassano a sud e ad est, ha in Agnone il suo centro di riferimento. Questa zona è prevalentemente collinare/montuosa di origine calcarea. Le alture superano i 1500 metri di altezza e le parti pianeggianti sono concentrate prevalentemente nelle valli dei fiumi Trigno e Sangro. L'area è caratterizzata dalla presenza del cerro (Staffoli e Oasi Selva di Castiglione) e dell'abete bianco (Collemeluccio e Pescopennataro). Oltre i 1100 metri si trovano faggi (Monte Capraro, Monte Campo e Monte San Nicola) e praterie caratterizzate da una grande varietà di flora. La fauna invece è ancora contraddistinta dall'orso bruno marsicano, il lupo, la lontra e molte specie di rapaci tra cui l'aquila reale.

33 comuni

21.347 abitanti

35.803 abitanti

486 kmq sup.

1071 kmq sup.

44 ab/kmq

33.4 ab/kmq

MAINARDE

MATESE

INQUADRAMENTO TERRITORIALE L’Area si sviluppa attorno al Massiccio del Matese (o semplicemente Matese) montagna dell'Appennino sannita, compreso in due regioni (Molise e Campania) e quattro province (Campobasso, Isernia, Caserta e Benevento). Testimone di segni di civiltĂ remote, la storia di questo complesso montuoso, inizia oltre 25 secoli or sono ad opera dei primi abitanti di origine italica, mentre i coloni greci, anche avendo molta incidenza sulla popolazione non influirono sugli abitanti del Matese. Nel 216 a.C. questo territorio fu invaso anche dai soldati cartaginesi guidati da Annibale. La cima piĂš alta si trova in Molise, nel comune di Roccamandolfi, in provincia di Isernia, ed è monte Miletto (2050 m s.l.m.), seguono la Gallinola (1923 m s.l.m.), il monte Mutria (1823 m s.l.m.) che ha la particolaritĂ di essere al confine di tre province, il monte Erbano nel comune di Gioia Sannitica (1385 m s.l.m.) e il monte Maio.

0RQWDTXLOD

Acquaviva d'Isernia, Castel San Vincenzo, Cerro al Volturno, Colli a Volturno, Filignano, ForlĂŹ del Sannio, Fornelli, Montaquila, Montenero Val Cocchiara, Pizzone, Rionero Sannitico, Rocchetta a Volturno, Scapoli

Agnone

12 comuni

INQUADRAMENTO TERRITORIALE L’area prende il nome dalla catena delle Mainarde, separata dal massiccio del Matese dal fiume Volturno, che sfocia nel Tirreno. Il panorama dei monti delle Mainarde rimane unico per le proprie caratteristiche naturali, per la visione di cime luminose per il silenzio e la solitudine ineguagliabili della valle, per l'integrità dei luoghi, privi di qualsiasi segno dello sviluppo tecnologico spesso incurante dell'ambiente circostante. Animato solo dalle attività tradizionali e secolari dell'uomo come l'agricoltura o la pastorizia, rimane uno scenario incantevole in ogni stagione, denso di storia e di gioielli naturalistici. Nella parte alta della catena troviamo vaste aree di faggi, con aceri di diverso tipo, che si alternano a pioppi. Scendendo si trovano invece ampi boschi di cerro. L’area, nel pieno Parco Nazionale comprende vari paesi della regione, tutti luoghi dalle radici storiche di età pre-romana, dove si attestarono insediamenti sanniti e dove si svilupparono civiltà dedite all'agricoltura ed alla pastorizia.

Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelbottaccio, Castelverrino, Chiauci, Civitacampomarano, Civitanova del Sannio, Duronia, Frosolone, Limosano, Lucito, Macchiagodena, Montagano, Montefalcone nel Sannio, Pescolanciano, Pescopennataro, Petrella Tifernina, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Roccasicura, Roccavivara, Salcito, San Felice del Molise, San Pietro Avellana, Sant'Angelo del Pesco, Sant'Elena Sannita, Sessano del Molise, Trivento, Vastogirardi

Bojano, Campochiaro, Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso, Cercepiccola, Colle d'Anchise, Guardiaregia, Roccamandolfi, San Giuliano del Sannio, San Massimo, San Polo Matese, Santa Maria del Molise, Sepino,Spineti

%RMDQR

13 comuni

14 comuni

13.367 abitanti

20.572 abitanti

324 kmq sup.

420 kmq sup.

41.3 ab/kmq

49 ab/kmq


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CERCEMAGGIORE

CAMPOLIETO 2500 2000

03_DEMOGRAFIA

1500

GAMBATESA

7000

4000

6000

3500

5000

3000 2500

4000

2000 3000

1000

1500

2000 500

1000

1000

500 0

0

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

SANT’ELIA A PIANISI

dati area Superficie (kmq) DensitĂ abitativa Popolazione (N.) Popolazione di etĂ 0-16 (%) Popolazione di etĂ 17-34 (%) Popolazione di etĂ 65+ (%) Straneri (%) Anno 2010 2011 2012 2013 2014 2016 2017

0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

Popolazione 21.990 21.347 21.154 20.956 20.540 20.282 20.044

486 44 21.347 13,1 20,4 26,8 1,9

GILDONE

Campolieto MACCHIA VALFOLTORE

MONACILIONI

Variazione % -2,9% -0,9% -0,9% -0,9% -1,1% -1,2%

3000

3000

2500

2500

2000

2000

1500

1500

1500

1000

1000

1000

500

500

PETRACATELLA

500 0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

MONACILIONI

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

RICCIA

PIETRACATELLA

3000

10000

4000

9000

3500

2500

Secondo i dati definitivi ricavati dal 15 Censimento generale Istat della popolazione e delle abitazioni (9 ottobre 2011), l’area del Foltore risulta avere una popolazione di 21.347 individui. La densitĂ abitativa in riferimento alla superficie territoriale di 486 km2 è di 44 abitanti per km2. Ottenuto come la differenza tra tasso di natalitĂ e tasso di mortalitĂ , il tasso di crescita naturale presenta un segno negativo, pari al -2,9%. Il tasso del saldo migratorio risulta positivo, con un valore dello 0,3 %. Il tasso di crescita totale che combina gli indici precedenti, resta dunque negativo con un valore di -2,6 % . L'etĂ media della popolazione, in accordo con il dato nazionale, è 43 anni. In tutti i Comuni, la percentuale di residenti giovani dai 20-29 anni è estremamente bassa, mentre la fascia d'etĂ maggiormente presente è quella compresa tra i 30 e i 59 anni. In particolare, nell'area dei Comuni a nord-est è molto bassa anche la percentuale di bambini e neonati.

2000

0

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

8000

3000

GAMBATESA

JELSI

2500

3500

0

TORO

M$&&+,$ 9$/)2/725(

JELSI

3500

2000

7000

2500

1500 1000

6000

2000

5000

1500

4000 3000

1000

500

TUFARA

2000

500

1000

0

0

GILDONE

S$17Âś(/,$ $ 3,$1,6,

CERCEMAGGIORE

RICCIA

0

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

TUFARA

TORO

6000

3000

3000

5000

2500

2500

4000

2000

2000

3000

1500

1500

2000

1000

1000

1000

500

500

0

0

0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

$1'$0(172 '(02*5$),&2 10000

< 900

675$1,(5, 5(6,'(17,

900-3000

Dai dati sulla struttura demografica della popola zione, emerge un'area demografia graficamente anziana. Il rapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e piÚ e quella con meno di 15 anni, l'indice di vecchiaia, indicatore sintetico del grado di invece chiamento della popolazione, è pari a 327%.

3000-5000 > 5000

Campolieto Monacilioni

61 18

Gambatesa

94

0DFFKLD 9DOIROWRUH

20

98

Riccia

< 250

Tufara

300-350

> 60

etĂ media

21

Cercemaggiore

250-300

20-60

71

Pietracatella

98

8000

Gambatesa

7000

Gildone

6000

Jelsi Macchia Valfoltore Monacilioni Pietracatella

3000

Riccia

2000

Sant' Elia a Pianisi

1000

Toro Tufara

0 1861

1871

1881

1901

1911

1921

1931

1936

1951

1961

15

1971

1981

1991

2001

2011

&$86( 35,1&,3$/, '(/ )(120(12 ', 63232/$0(172

Gildone

> 450

Cercemaggiore

4000

42

Jelsi

< 20

9000

5000

6DQWÂś(OLD D 3LDQLVL

La popolazione straniera è costituita da 633 abitanti, il 3,25% dei residenti del Foltore ed è costituita da 258 maschi e 375 femmine.

Campolieto

49

Toro

46

755

0-4

5-9

10-14

15-19

20-24

25-29

30-34

35-39

40-44

45-49

50-54

55-59

60-64

65-69

70-74

75-79

80-84

85+

In tutti i comuni dell’ area si assiste ad una consistente diminuzione dell’ indice demografico

Assenza di lavoro

Collegamenti rali deboli

infrastruttu-

Conformazione del territorio

Diminuzione delle nascite


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

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Ospedale Antonio Caldarelli

Lista comuni area Valle Fortore

04_SISTEMA SANITARIO Il problema sanitario Garantire i livelli di assistenza base è l’obiettivo cardine che viene richiesto dal territorio del Fortore. L’area è infatti caratterizzata da un forte isolamento territoriale e da una conseguente assenza di continuitĂ assistenziale. Ripristinare tali servizi significa attuare un sistema organizzativo territoriale in grado di prendere in carico un bisogno fondamentale che è quello del diritto alla salute per tutti. A tal fine, la messa in atto di azioni sostenibili nel tempo e perfettamente integrate con le esigenze del tessuto sociale significa migliorare le condizioni di salute dei residenti. Questi dati dimostrano che, tra gli altri scopi, sia necessario migliorare i sistemi e i processi di controllo dei risultati per contribuire allo sviluppo. In estrema sintesi si può dire che l’Area del Fortore presenta: poca specialistica ambulatoriale; basso ricorso all’ospedale; non elevato ricorso all’ospedale da parte della popolazione anziana; elevato tasso di ospedalizzazione evitabile; buona ADI per la popolazione anziana.

ABRUZZO

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Toro Gildone Pietracatella Campolieto Cercemaggiore Jelsi Monacilioni Gambatesa Riccia S.Elia a Pianisi Macchia Valfoltore Tufara

Km

min

14.8 16.7 26.2 19.6 21.9 22.3 26.3 36.2 37 39 36.2 40.7

20 24 27 28 30 30 30 36 38 41 42 42

SPOKE

TIMOTEO TERMOLI

Tempi di Primo Soccorso 11

S.ELIA A PIANISI

ZONA DISAGIATA

Riccia

CARACCIOLO AGNONE

S.Elia a Pianisi

min

Campobasso

min

min

4

7

PRESIDIO TERRITORIALE

LARINO

11

Tufara Gambatesa

31

Campolieto

23

Toro

11

Pietracatella

20

Gildone

20

1

3

CAMPOBASSO

24

8

SPOKE

Cercemaggiore

19

Monacilioni

13

Jelsi

13

Macchia Valfoltore

13

2

11

11 12

RICCIA

5

VENEZIALE ISERNIA

LAZIO

6

HUB

CARDARELLI CAMPOBASSO

PUGLIA

Condizioni climatiche

Strade montane

PRESIDIO TERRITORIALE

Strade innevate

PossibilitĂ di frane

L’area del Fortore si caratterizza per un problema tangibile degli spostamenti interni rispetto ai centri in cui sono presenti le strutture sanitarie; la problematica per la popolazione viene accentuata nel periodo invernale quando si assiste ad un peggioramento delle situazioni climatiche che comporta frane e difficoltà di percorrenza di alcuni tratti stradali dell’area.

Strade dissestate

S.ROSARIO VENAFRO

Dati e CriticitĂ

334,9

CAMPANIA

Tasso di ospedalizzazione

374

Tasso di ospedalizzazione evitabile

788,1

5

Numero medio di pazienti per medico

% Assistenza domiciliare

25

Calo di risorse economiche per i servizi sociali

Carenza di personale medico causato della loro non residenza in loco

Distretti sanitari principali distanti dai comuni dell’area interna

Numero di strutture carente

24

Assistenza domiciliare integrata non sufficiente a soddisfare i vari livelli di bisogni rilevanti

Lunghi tempi d’attesa per l’arrivo di mezzi d’emergenza


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

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05_BORGO DEL BENESSERE Questa innovativa idea di sviluppo turistico potrà attirarre verso Riccia e il Fortore un target ampio di persone, proveniente dal Molise, dal Lazio, dalla Puglia e dall’:[knssh. Il progetto di Riccia, infatti, unisce e, al tempo stesso incentiva, la qualità della vita sul territorio e la valorizzazione turistica dell’area e delle sue peculiarità : l’ambiente incontaminato e ben conservato nelle sue caratteristiche tradizionali, la salubrità dell’aria, l’abbondanza del verde ed il contesto tipicamente familiare. Per far nascere, in particolare, il borgo del Benessere a Riccia saranno realizzati bgm^ko^gmb armonici col terrritorio: alle nuove strutture si affiancherà la ristrutturazione e e ZfiebZf^gmh di strutture di accoglienza parasanitarie esistenti; inoltre, ci sarà il recupero e la ristrutturazione di bffh[beb, nell’ambito del centro storico abitato, insieme alla possibilità di convertirli in luoghi finalizzati al progetto.

6WUDWHJLD GL YDORUL]]D]LRQH GHO %RUJR _ 5LFFLD La strategia di valorizzazione del Borgo del Benessere a Riccia si basa sull'implementazione di un sistema di accoglienza diffusa particolarmente innovativo che fa riferimento piĂš in generale alla famiglia dell'OspitalitĂ Diffusa nei Borghi che nel corso degli ultimi anni ha trovato terreno di sviluppo particolarmente fertile in Molise. La presenza di numerosissimi piccoli e piccolissimi borghi e centri storici e di un immenso patrimonio materiale e immateriale suscettibile di valorizzazione costituisce il presupposto per lo sviluppo di progetti di accoglienza turistica e di nuova residenzialitĂ in grado assicurare ai “residenti temporaneiâ€? autenticitĂ del soggiorno e dell’esperienza di viaggio; una full immersion nella cultura e nelle tradizioni del luogo.

MANTENERE FISICO E MENTE ATTIVA - Orti e giardini a ridosso delle abitazioni, in appezzamenti pubblici di proprietĂ comunale messi a disposizione

- Start up di imprese giovanili, indirizzato su: cooperative di servizi, imprese del benessere funzionali ai servizi, riscoperta degli antichi mestieri.

- Passeggiate su percorsi attrezzati

-Attivazione di collaborazioni con master universitari di varia natura integrando le attivitĂ formative con quelle operative nella fase di realizzazione dell'iniziativa.

-Ginnastica in aree dedicate e attrezzate

RIPOPOLARE IL CENTRO STORICO

,/ 352*(772 L’dea è di realizzare nel centro storico di Riccia, comune pilota dell’area del Fortore, un’ innovativo progetto turistico orientato al Benessere e alla Terza etĂ . Un sistema di accoglienza diffuso, specializzato nel turismo parasanitario, della salute e del benessere che, oltre alle attivitĂ ricettive, garantisca anche servizi di natura socio-sanitaria, servizi culturali e di intrattenimento potendo far leva sulle peculiari componenti naturalistiche, ambientali e culturali locali. E h[b^mmboh è quindi quello di far nascere attraverso il finanziamento del progetto di Riccia, un percorso virtuoso valido anche per gli altri comuni e per l’area del Fortore. Un percorso nel quale si sviluppino strutture e servizi di accoglienza che consentano la residenzialitĂ permanente o temporanea a soggetti che necessitano di cure, di kbZ[bebmZsbhg^ e di assistenza come, ad esempio, post infartuati, post traumatizzati, diabetici, malati di Alzheimer. Inoltre, a questi stessi soggetti e ai loro familiari e accompagnatori saranno offerti momenti di relax e occasioni di loZ`h per trascorrere piacevolmente il tempo libero a disposizione, e per beneficiare piacevolmente delle eccellenze che il contesto locale è in grado di offrire come percorsi naturalistici, produzioni tipiche ed eventi culturali.

0RGHOOR DOWHUQDWLYR

Un modello alternativo di residenzialitĂ e di vacanza destinato ad un target di utenza in continua crescita sia nel nostro Paese che all'estero, in fuga dalle grandi cittĂ ed in cerca di esperienze autentiche che valorizzano le relazioni umane grazie al contatto con i residenti delle comunitĂ ospitanti. Un sistema ricettivo “protettoâ€?, organizzato ed attrezzato con spazi, servizi comuni e per il tempo libero nel quale gli ospiti che necessitano di riabilitazione e/o assistenza trovano accoglienza in alloggi ristrutturati del centro storico con la possibilitĂ di accogliere anche familiari ed amici offrendo momenti di relax e occasioni di svago per trascorrere piacevolmente il tempo libero a disposizione e beneficiando gradevolmente delle eccellenze del territorio.

&DUDWWHULVWLFKH VDOLHQWL GHOOD VWUDWHJLD

1.Struttura ricettiva di tipo alberghiero 2.Gestione unitaria di tipo imprenditoriale 3.Ubicazione in centro storico 4.ComunitĂ ospitante presente 5.Presenze di locali adibiti a servizi comuni per gli ospiti 6.Distanza ragionevole tra le unitĂ abitative e gli spazi comuni 7.Ambiente autentico composto da case tipiche ammobiliate e ristrutturate 8.Elevato standard di qualitĂ 9.Ristorazione legata al territorio 10.Integrazione del turista (residente temporaneo) nel territorio e nella sua cultura

REALIZZARE NUOVE OCCUPAZIONI

-MenĂš totalmente realizzati sulla base di prodotti locali freschi, a chilometro zero, e seconda delle piĂš sane preparazioni

Autostrada ViabilitĂ principale

Termoli

ViabilitĂ secondaria Tratturi

ABRUZZO

Rete idrica

Guglionesi

Zone interesse architettonico

Campomarino

Aree protette

Larino

-Collaborazioni con l’Università della Terza Età , e attivazioni delle locali associazioni culturali per iniziative culturali stabili -Realizzazione di corsi di formazione tematici teorici e pratici;

Isernia

Campobasso

LAZIO

PUGLIA

Venafro

Bojano

Riccia CAMPANIA

-Si realizzeranno misure di vincolo ulteriori (ad es. il piano colore) per evitare che il progetto snaturi l’essenza architettonica del centro storico. -Si attuerà la riqualificazione dei percorsi del borgo, felle abitazioni e delle emergenze architettoniche. In primis attraverso la ristrutturazione attuata con le piÚ moderne tecniche per il risparmio e l’efficientamento energetico.


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

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06_PLANIVOLUMETRICO

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N 10

20

Prospetto del centro antico su Via Federico Ciccaglione scala 1.500

40m


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07_MORFOLOGIA DEL BORGO Sistema dei percorsi Uno degli aspetti piĂš validi del sistema dei percorsi è la permanenza dell’ambiente fisico circostante che risulta integrato nelle forme e nei materiali tratti da esso. La struttura delle strade, non si articola secondo una maglia ben precisa, ma segue una casualitĂ dovuta chiaramente all’influenza delle curve di livello. La caratteristica del percorso stradale si comprende nel rapporto tra l’esiguitĂ della sezione stradale e l’altezza delle cortine. Il ruolo predominante che vi giuoca è la morfologia naturale del luogo che articola i percorsi in varietĂ di scale, gradonate, pendenze variate e la continuitĂ stessa delle cortine edilizie che non concedono spazio ad uno slargo/piazza, ma che rende i passaggi permeabili dall’esterno. La tessitura dei percorsi si inserisce nella logica della tradizione locale, sia sotto il profilo delle tecniche costruttive, sia dell’uso dei materiali, restituendo un’immagine di continuitĂ cromatica e di materiali tra le superfici orizzontali e verticali.

Aggregazioni degli elementi architettonici

3

portale in pietra locale

scale esterne alle abitazioni

fontane

Le diverse aggregazioni e combinazioni degli elementi architettonici, dal sistema strutturale e tecniche costruttive, fino ai materiali impiegati, condizionano senza dubbio le caratteristiche tipologiche dell’assetto architettonico del centro.

scalinata in selciato in pietra calcarea locale (percorsi secondari pedonali)

selciato in pietra calcarea locale (parzialmente carrabile)

asfalto (strada carrabile)

aree verde privato

Il modello di base è formato dalla casa monofamiliare, a due o tre piani sovrapposti, dei quali quello a piano terra adibito a stalla-fienile, mentre quelli superiori ad abitazione vera e propria. Infine la forma urbana, costituita dall’aggregazione degli edificati, oltre che dall’orografia del terreno, influenzata da elementi importanti quali il Castello e la Chiesa con il campanile. Quest’ultime rappresentano le emergenze architettoniche piĂš evidenti che racchiudono sui due fronti tutto il nucleo antico della cittĂ .

Sistema di aggregazione delle residenze

alloggi efficienti

alloggi inefficienti

alloggi con efficienza tollerabile

alloggi assolutamente inefficienti

2

2

1 2

2

3

Isolato tipo - piante e prospetti

3 2

3

2

2

2 2

4

3

2 2

3

2

2

2

3

3 2

3 3

3

3 3 3

2

2 3 3

3

2

2

2 2

2 2 3

2 2

1

3

4

3

3

4

3

2

2

2 2

2

2

2

3

4

3

3

3

3

3

2

3

3 3 3

3

3

3

2 3

3

2 2 3 3

3

3

3

3

3

3

2

3

3

3

3

3

4

3

3

4

3

3 3

2 2

2 2

municipio

unitĂ abitative non occupate

3

3

3

3

2

2 2 2

2

3 3 3

unitĂ abitative occupate

2

3

2

3 3 3

3

3 2

3

3 3

4

3

2

2 3

3

3

3

3

LO SPAZIO COLLETTIVO

LA CORTE

CUL-DE-SAC

3

3

3

3

3

3

3

3

3

3

3

2

3

3

3

3 3

3

3

2 2

3

LA PIAZZA

2

1

2

2 3

3

3

3

3

3 3 3 3

L’ISOLATO

2

3

2

2 3

3

4

3 3

3

2

LA SCHIERA

2

3

3

pessimo

2

2

3

3

3 3

3 3 3

3

3

3

2

2 2

3

3

2

2

3

3 3 2

1

3

3

3 4

3 2

2

2

3

2

3

2 2

3

3

3

2

3

3

2

3

cattivo

mediocre

2

3

3 3

3

2

2

3

3

2

2

3 2 2

2 2 2

4

2 3

2

2

4

3

3

2

3

3

3

3

2

3

3

3

2

2

2

3

3

3

3

2 2

2

3

2

2

2

2

3

2

2

2

2

2

3

2

2 2

2

2

2

3 2

3

2 2

3 3 3

2

3

2

3

2

2

2

2

3

2 2

2

medio

2

2 2

buono

2

2 2

2

2

3 3


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08_EMERGENZE ARCHITETTONICHE

Sulla parte bassa del centro antico, prospiciente il piano della corte, a picco sul torrente sottostante è posta la torre cilindrica che rappresenta insieme a pochi avanzi di mura, quanto resta di un piÚ vasto complesso fortificato. Il castello, roccaforte normanna fortificata ed abbellita nel tempo, domina la vallata e costituisce un sicuro effetto scenografico e ambientale. Si ricordano lavori fatti fare da Bartolomeo di Capua verso il 1285. Nel 1400 fu abitato dalla regina costanza di Chiaromonte mentre, nel 1515 Bartolomeo di Capua lo fortificó con torrette e cannoniere e lo cinse con un fossato. Il castello fu semidistrutto durante i moti repubblicani del 1799 perchÊ considerato simbolo delle oppressioni feudali.Oggi si conserva il bellissimo torrione di vedetta con la stupenda merlatura, il barbacane di destra, la porta di ingresso e pochi altri ruderi delle mura di cinta.

Complesso castellano

prospetto su piano della corte (scala 1:200)

castello

piano della corte

S.M.delle Grazie

magazzino

S.M. dell'Assunta

La Zecca C. Annunziata

Magazzino

Magazzino

Planimetria scala 1.1000

piano terra (scala 1:200)

Il magazzino è ubicato lateralmente alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel piano della corte frontale del Castello. E’ costituito da una scala esterna che porta su un loggiato ad archi a tutto sesto voltati su pilastri lisci in mattoni. L’edificio , pur mancando di forti caratteristiche architettoniche, si integra e lega alla struttura urbanistica del centro medievale.

Storia del Borgo Riccia è un comune italiano di 5 084 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise. Con la conquista angioina nel XII secolo, Riccia divenne importante avamposto medievale, con la costruzione del castello sopra la vecchia fortificazione sannita, come punto di controllo del commercio. Il centro storico di Riccia si divide nel rione medievale, e in quello sviluppatosi nel XVIII-XX secolo. La prima parte è a pianta elicoidale irregolare, con la parte piÚ alta sormontata dalla torre del castello; la strada principale è via Castello, dove si trovano la Zecca antica, la chiesa della Madonna delle Grazie, e verso sud la chiesa dell'Annunziata, in via Bartolomeo Zaburri, mentre ad est in via Arco del Filosofo è collocata la parrocchia di Santa Maria Assunta. Si presume che questa parte antica della cittadina fosse l'arx italica, conquistata poi da Roma.

- Adeguamento prestazionale per la Sicurezza e la FruibilitĂ $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

Chiesa dell'Annunziata

Chiesa dell'Annunziata prospetto (scala 1:200)

Alcune scoperte archeologiche hanno riguardato le aree di Campo San Pietro, Pesco del Tesoro e Cerignano, e hanno fatto comprendere come questi insediamenti antichi risalgano giĂ alla popolazione italica dei Sanniti, i quali avevano eretto delle fortificazioni di confine. Alcuni storici sostengono che Riccia fosse sorta come piccola colonia romana durante la campagna militare di Lucio Cornelio Silla.

Piano della Corte

Chiesa S. Maria Assunta piano terra (scala 1:200)

La Zecca

Magazzino

Ubicazione e accessibilitĂ Ubicato all’interno del territorio molisano e compreso nella Valle del Fortore, il Comune di Riccia è situato strategicamente tra le province di Foggia, Benevento e Campobasso. Facilmente raggiungibile da tutte le regioni centrali sia attraverso le autostrade Bologna Bari (A14), Milano - Roma - Napoli (A1) e Napoli Barletta (A16) che attraverso i collegamenti ferroviari per Campobasso e Foggia. Gli aeroporti piĂš prossimi sono quelli di Pescara, Roma e Napoli, mentre il principale porto locale è quello di Termoli.

Piano della Corte

Edificata nel 1.400 circa, la Chiesa dell’Annunziata è situata alla fine di “Via Zaburriâ€?. La sua composizione è molto semplice e non presenta forte espressione estetica. Sul prospetto frontale, spicca in altezza sul borgo il campanile, ricostruito e resturato piĂš volte nei secoli.

Fattori di attrattivitĂ di livello locale L’area del Fortore Molisano, in cui si inserisce il Comune di Riccia, è un territorio ancora incontaminato sia per quanto riguarda il suo patrimonio naturalistico-ambientale che per ciò che concerne il settore turistico che, in linea con il trend regionale, non raggiunge ancora numeri consistenti. Le particolaritĂ ambientali, i beni archeologici e architettonici, l'artigianato, i prodotti enograstronomici e le tradizioni popolari costituiscono risorse locali diffuse sul tutto il territorio, compensando la mancanza di grandi attrattori turistici di richiamo nazionale e internazionale. Il Comune di Riccia conserva uno dei centri storici piĂš caratteristici della zona, posto su uno sperone roccioso e sviluppato lungo un asse nord-sud. Al suo interno conserva elementi di interesse storico-architettonico di indubbio valore, sia per quanto riguarda l’architettura civile che per quella religiosa.

Chiesa di Santa Maria della Grazie Complesso castellano

La Chiesa dell’Assunta conserva ancora diversi elementi del XIII secolo, come il portale, con la presenza di foglie nei capitelli e leoni sulle mensoline, che resta a testimonianza di un chiaro impianto precedente di epoca medievale, o all’interno lo stemma di Bartolomeo de Capua e Aurelia Orsini, contenuto all’interno di una semplice cornice. Nel fondo della navata sinistra, ritenuta dagli esperti la parte piĂš caratteristica della Chiesa, ecco la volta della cappella a costoloni dove si mostra un arco gotico con motivo a spirale. Ben visibile è il dipinto dedicato alla “Dormitio Virginisâ€?, che è stato attribuito a Silvestro Buono, un artista napoletano allievo di Antonio Solario, detto anche Lo Zingaro. L’altare maggiore è del settecento in pietra dura levigata con incavi in marmo. Infine, nelle pareti laterali sono presenti due tabernacoli in pietra, mentre sul fianco della parete a destra sono visibili alcuni frammenti di fregi, capitelli e colonne della chiesa originaria. La chiesa ha subito notevoli trasformazioni fino all’ultimo intervento, del tutto errato, avvenuto negli anni sessanta, che ha letteralmente sconvolto sia l’assetto originario della chiesa che il suo inserimento nel centro antico.


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09_STRATEGIA DI PROGETTO

SVILUPPI DELL’INIZIATIVA

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Individuazione degli immobili

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Gli immobili oggetto di ristrutturazione, da acquisire dall’amministrazione comunale di Riccia, sono stati oggetto di un bando ricognitivo attraverso il quale i proprietari di diversi immobili hanno manifestato la volontĂ di cedere gli stessi. Dalle valutazioni metriche, dalle analisi degli edifici, nonchĂŠ la loro valenza storica ed infine il rapporto fra costo di ristrutturazione e fruibilitĂ /adattabilitĂ degli spazi ottenuti, sono stati scelti n°6 immobili per l’avvio del progetto del Borgo del Benessere. Successivamente, la strategia prevede la creazione di nuovi bandi, per avviare il recupero di numerosi altri immobili nel centro storico da far confluire nel sistema di ospitalitĂ diffusa, al fine di arrivare ad una ricettivitĂ del Borgo di oltre 50 posti letto assicurando cosĂŹ condizioni ottimali di sostenibilitĂ gestionale del sistema nonchĂŠ di redditivitĂ dell'investimento.

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9DQWDJJL SHU JOL LQYHVWLWRUL SULYDWL Per gli operatori privati interessati ad investire nell'ulteriore sviluppo della progettualitĂ i vantaggi sono ascrivibili ai seguenti fattori:

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C

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a1

• possibilità di fruire di immobili ad uso ricettivo, servizi, spazi e infrastrutture a servizio del progetto. • possibilità di acquisizione immediata del patrimonio immobiliare destinabile a residenzialità e ricettività turistica opzionato dal comune a seguito di uno specifico iter procedurale • costi di acquisizione del patrimonio immobiliare da ristrutturare molto bassi • possibilità di inserirsi nell'ulteriore progettualità futura del borgo del Benessere •disponibilità dell'Amministrazione Comunale a valutare congiuntamente con gli operatori interessati le ipotesi di strutturazione del partenariato pubblicoprivato maggiormente funzionali al successo dell'iniziativa e tali da assicurare al partner privato una giusta redditività dell'investimento.

sm

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P

DESTINAZIONI D’USO

L BORGODELBENESSERE

RC

Casa Laboratorio

BORGODELBENESSERE

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L

BORGODELBENESSERE

appartamento 1

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appartamento 1

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locale tecnico

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Deposito

v

Locale tecnico

re

reception

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spogliatoi

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stanza massaggi

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idromassaggio

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Aula laboratorio

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BORGODELBENESSERE

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sala comune

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Coabitazione

appartamento 2

appartamento 2

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L

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sala comune

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Casa Cucina e Relax

cucina

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sala ristorante

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sala ristorante all’aperto

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Soppalco 2

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Sala comune

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Sala lettura

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Deposito

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Vano tecnico

appartamento 5

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sala collettiva

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appartamento 3

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appartamento 4

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appartamento 1

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sala multifunzione

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deposito

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locale tecnico

Casa Benessere

BORGODELBENESSERE

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appartamento 4

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Casa Multifunzionale

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appartamento 1

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reception sala comune

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BORGODELBENESSERE

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Soppalco 1

appartamento 3

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cucina

M

Casa Alloggio

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centro fisioterapico

c

spazio comune

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sala d’attesa / reception

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studio medico

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sala d’attesa

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ingresso

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locale tecnico


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10_RILIEVO ARCHITETTONICO Numero di livelli

3

Superficie calpestabile

230 mq

Destinazione d’uso

Abitazione

Numero vani

6

Anno di costruzione

1890 circa

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N

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PIANTA PIANO TERRA scala 1:000

PIANTA PRIMO LIVELLO scala 1:000

SEZIONE X - X’ scala 1:100

PIANTA PIANO AMMEZZATO scala 1:100

PROSPETTO LATO SUD scala 1:100

PROSPETTO LATO OVEST scala 1:100

2

PIANTA SECONDO LIVELLO scala 1:100

SEZIONE Y - Y’ scala 1:100

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11_SISTEMA TECNOLOGICO

CHIUSURA SUPERIORE COPERTURE Tegole in cotto Tavolato in legno

L’ORGANISMO EDILIZIO può essere considerato un sistema all’interno del quale sono riconoscibili parti (sub sistemi), tra loro legate da relazioni, ognuna delle quali svolge una FUNZIONE.

Travetto in legno Travi in legno

La norma UNI 8290 definisce il Sistema tecnologico “l’insieme strutturato di unitĂ tecnologiche o di elementi tecnici secondo la fase operativa metaprogettuale o progettuale del processo edilizio al quale si riferisceâ€?.

Parete perimetrale

Tramezzi

Pavimento in pietra

- strutture portanti in pietrame calcareo, con spessore variabile (50-90 cm) in conci grossolanamente squadrati e nucleo di riempimento (muratura a sacco); ciò nonostante, i maschi murari portanti si presentano in buone condizioni statiche, con buona tenuta della verticalità , grazie anche alla stabilità del piano di posa dei maschi murari che poggiano (per la quasi totalità ) direttamente sulla roccia affiorante (caratteristica di tutti i centri storici molisani e non solo);

Tavolato in legno

Malta cementizia

Travetti in legno Travi in legno Infissi in legno

Solai di piano prevalentemente in legno con travi portanti in legno massiccio (tronchi), tavolato e riempimento in materiale incoerente e/o sabbioso. Si riscontra anche la presenza di alcuni travi in ferro risalenti ad interventi di sostituzione effettuati negli anni ‘60.

PIANEROTTOLI

PARTIZIONE INTERNA INCLINATA SCALE INTERNE Le scale interne, principalmente in legno, poggiano su due travi ad L in acciaio ancorate ai solai. Le pedate sono rivestite da lastre in pietra

PARTIZIONE ESTERNA ORIZZONTALE BALCONI Il balcone è composto da un solaio in calcestruzzo armato con soletta H.7 cm e travi di 15 x 20

CHIUSURA ORIZZONTALE INFERIORE SOLAI A TERRA

Balconata Pianerottolo

- solai di piano e di copertura prevalentemente in legno con travi portanti in legno massiccio (tronchi), tavolato e riempimento in materiale incoerente e/o sabbioso, si riscontra anche la presenza di alcuni solai in ferro e voltine risalenti ad interventi di sostituzione effettuati negli anni ‘60.

Scala

Tavolato in legno h.3cm x l.10cm flottante su telaio a travetti lignei h. 5cm. Rivestimenti in cotto o in marmettoni di cemento.

CHIUSURE VERTICALI PARETI PERIMETRALI VERTICALI La classe di elementi tecnici ha la funzione sia di chiusura che funzione portante

INFISSI ESTERNI/INTERNI VERTICALI

Portale in pietra Muro di contenimento Pavimento in cotto Malta cementizia Pietrisco

- gli infissi ed i serramenti, sia interni che esterni, sono praticamente inservibili e di scarsa valenza costruttiva o del tutto assenti.

Fondazione Di buona fattura ed interesse storico risultano invece i portali in pietra lavorata presenti all’ingresso delle abitazioni ed anche gli stipiti ed architravi in alcune finestre

Tramezzi in laterizio, costituiti da mottoni forati 8 x 15cm, conglomerato cementizio e intonaco grezzo (1cm).

Il solaio tra primo piano e sottotetto è costituito da travetti e tavolato in legno

Il fabbricato è situato in pieno centro storico e presenta sostanzialmente le medesime caratteristiche costruttive:

Possono invece essere recuperati tutti i coppi che costituiscono le coperture al fine di riutilizzarli per il corretto inserimento storico dei tetti.

TRAMEZZI

SOLAI

Scomposizione del sistema

- le finiture interne sono da considerarsi pressochÊ inesistenti; i pavimenti, in cotto o in marmettoni di cemento, sono da sostituire quasi integralmente solo per piccole superfici è ipotizzabile il recupero.

PARTIZIONI INTERNE PARTIZIONE INTERNA VERTICALE

PARTIZIONE INTERNA ORIZZONTALE

Definisce quindi le caratteristiche fisiche che rendono possibile il raggiungimento totale degli obbiettivi. E’ riferito agli elementi fisici che definiscono gli spazi: Struttura, Chiusure, Partizioni e Impianti.

- le finiture, sia interne che esterne, si presentano in pessime condizioni manutentive, considerato il prolungato abbandono del fabbricato. Gli intonaci esterni, ove presenti, sono in massima parte sgretolati e profondamente degradati.

Copertura in legno con travi portanti in legno massiccio (tronchi) 22x16cm, tavolato (spessore 3 - 3.5 cm) e tegole in cotto caratteristiche del borgo storico. Il solaio di copertura è di circa 26 cm.

Gli infissi ed i serramenti, sia interni che esterni, sono praticamente inservibili e di scarsa valenza costruttiva o del tutto assenti. Sono invece presenti 2 portali in pietra locale lavorata in corrispondenza dei due ingressi

STRUTTURA STRUTTURA DI ELEVAZIONE VERTICALE Le pareti perimetrali in pietrame calcareo, svolgono la funzione portante, con spessore variabile (50-90 cm) in conci grossolanamente squadrati e nucleo di riempimento (muratura a sacco); i maschi murari portanti si presentano in buone condizioni statiche, con buona tenuta della verticalitĂ , grazie anche alla stabilitĂ del piano di posa dei maschi murari che poggiano (per la quasi totalitĂ ) direttamente sulla roccia affiorante (caratteristica di tutti i centri storici

STRUTTURA DI CONTENIMENTO L’edificio è controterra per un piano. Le mura di contenimento, costituite da conci squadrati e nucleo di riempimento, hanno spessore variabile superiore rispetto le pareti perimetrali (1 metro circa) e svolgono duplice funzione: portante/contenimento


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12_ ANALISI DEL DEGRADO

PROSPETTO LATO OVEST scala 1:50

PROSPETTO LATO SUD scala 1:50

Lo studio del degrado costituisce una fase fondamentale per il progetto di recupero e adeguamento. Questo processo scientifico e metodologico mira a riconoscere all’interno di manifestazioni di degrado, spesso complesse ed articolate, le cause agenti, i relativi meccanismi e gli effetti finali sul sistema. L’analisi delle patologie del degrado è necessaria per scegliere il tipo e le modalitĂ di intervento piĂš idonee. I processi di degrado su una struttura possono essere causati da vari fattori: • cause intrinseche, ÂŤi difetti degli edifici possono essere quasi congeniti e connaturali, e provengono dal progettoÂť; • cause estrinseche, quelle che possono ÂŤderivare da cause esterneÂť.

OVEST SUD

ABACO DEI DEGRADI Per una piĂš semplice individuazione dei fenomeni di degrado dei materiali lapidei costituenti le superfici esterne degli edifici, è stata riporta una tavola sinottica nella quale sono stati messi in relazione i seguenti elementi: - Le alterazioni e le degradazioni individuate dalle “Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessicoâ€?, (CNR-ICR, 1990, Roma); - La loro descrizione, desunta dalle suddette Raccomandazioni;

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

- Le principali cause dei fenomeni descritti; Alterazione cromatica

- La riproduzione fotografica del fenomeno descritto, avente carattere indicativo e non esaustivo; - La simbologia grafica con la quale le forme di degrado vengono correttamente descritte negli elaborati riguardanti il loro rilievo, nel rispetto della normativa vigente (“Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico�, CNR-ICR, 1990, Roma).

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o piÚ parametri che definiscono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), saturazione (chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie localizzate.

Macchia

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (sali di rame, sostanze organiche, vernici).

Patina

Alterazione strettamente limitata a quelle modificazoni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

Mancanza

Secondo le Raccomandazioni NorMaL per alterazione si intende “una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo�, mentre con il termine degradazione si intende una modificazione che “implica sempre un peggioramento�.

DESCRIZIONE

Patina biologica

Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre voci del lessico.

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo piÚ verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio etc.

CAUSE -Biodetergeni -Inquinanti atmosferici (es.deposito di polveri e fumo) -Radiazioni solari (es. pigmenti non resistenti alla luce solare) -Affioramento di macchie -Assorbimento differenziato del supporto -Emersione del pigmento in fase di de-coesione e successivo dilavamento della superficie -Bioterogeni -Ossidazione di elementi metallici (ferro, rame) -Atti di vandalismo

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

Presenza di vegatazione

Rigonfiamento

Pitting

-Fenomeni di umidità ascendente -Perdite localizzate degli impianti di smaltimento -Consistente presenza di formazioni saline -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni o di lesioni strutturali -Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell’innesto di elementi metallici -Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee -Azione di microorganismi autotrofi -Presenza di umidità o acqua -Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrosità , asperità , rientranze, etc.)

Fratturazione o fessurazione

Degradazione differenziale

DESCRIZIONE

Soluzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante

CAUSE

-Accumuli di umiditĂ -Attacco di organismi autotrofi (batteri unicellulari, alghe, licheni, piante superiori)

Sollevamento superficiale e localizzato del materiale, che assume forma e consistenza variabili

-Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Formazione di ghiaccio negli strati piĂš superficiali

Degradazione puntiforme che si manifestta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri

Tale degrado interessa principalmente le pietre calcaree, in particolare i marmi

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti

Degradazione da porre in rapporto ad eterogeneitĂ di composizione o di struttura del materiale, tale quindi da evidenziarne spesso gli originali motivi tessiturali o strutturali

-Cicli di gelo e disgelo -Dissesto dell’apparato murario di supporto -Incompatibiltà di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura -Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio e grandi cristalli) -Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio

-Ruscellamento delle acque meteoriche -Azione meccanica e chimica da parte degli agenti atmosferici (deperimento di marmi e di gessi)

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

DESCRIZIONE

CAUSE

Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o piĂš strati superficiali subparalleli fra loro

-Movimento dell’acqua all’interno del substrato -Azione di microorganismi -Applicazione di prodotti vernicianti pellicolanti su supporti tradizionali -Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio

Distacco

Soluzione di continuitĂ tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato: prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici. Nel caso di materiali lipidei naturali le parti distaccate assumono spesso forme specifiche in funzione delle caratteristiche strutturali e tessiturali, e si preferiscono allora voci quali crosta, scagliatura, esfoliazione

-Fenomeni di umidità ascendente; formazione di ghiaccio negli strati piÚ superficiali -Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e di convogliamento delle acque -Consistente presenza di formazioni saline -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni o di lesioni strutturali -Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell’innesto di elementi metallici -Impiego di prodotti vernicianti pellicolanti su supporti tradizionali -Errori di posa in opera ed utilizzo di sabbie o malte poco idonee

Efflorescenza

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino, pulvelurento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione SXz DYYHQLUH DQFKH DOO¡LQWHUQR GHO PDWHriale provocando spesso il distacco delle parti piÚ superficiali: il fenomeno prende allora il nome di cripto efflorescenza o sub-efflorescenza

Conseguente alla pressione di cristallizzazione dei sali. Tale fenomeno è accentuato da: -UmiditĂ da risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti -Ruscellamento delle acque meteoriche -Presenza di solfati -Azione del vento che accelera l’evaporazione superficiale dell’acqua -Sostanze aggiunte in trattamenti restaurativi (salificazione di potassio e di nitrato di calcio -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio)

Scagliatura

Degradazione che si manifesta col distacco totale o parziale di parti (scaglie) spesso in corrispondenza di soluzioni di continuitĂ del materiale originario. Le scaglie, costituite generalmente da materiale in apparenza inalterato, hanno forma irregolare e spessore consistente

-Esposizione agli agenti atmosferici -Presenza di umiditĂ nella muratura (cristallizzazione dei sali solubili)

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO


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SEZIONE Y - Y’ scala 1:50

13_ ANALISI DEL DEGRADO

Sin dal momento del concepimento dell’edificio, è possibile, attraverso scelte progettuali sicure e a un’esecuzione il piĂš possibile condotta a regola d’arte, garantire la sopravvivenza nel tempo dell’edificio stesso. Le cause intrinseche del degrado, pertanto, possono derivare da: • • • •

Il sito; I difetti di progettazione; Il cantiere di costruzione; I materiali, le tecnologie costruttive.

y

x

x’ y’

ABACO DEI DEGRADI Per una piĂš semplice individuazione dei fenomeni di degrado dei materiali lapidei costituenti le superfici esterne degli edifici, è stata riporta una tavola sinottica nella quale sono stati messi in relazione i seguenti elementi: SEZIONE X - X’ scala 1:50

- Le alterazioni e le degradazioni individuate dalle “Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico�, (CNR-ICR, 1990, Roma); - La loro descrizione, desunta dalle suddette Raccomandazioni;

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

Alterazione cromatica

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o piÚ parametri che definiscono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), saturazione (chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie localizzate.

Macchia

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (sali di rame, sostanze organiche, vernici).

Patina

Alterazione strettamente limitata a quelle modificazoni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.

- Le principali cause dei fenomeni descritti; - La riproduzione fotografica del fenomeno descritto, avente carattere indicativo e non esaustivo; - La simbologia grafica con la quale le forme di degrado vengono correttamente descritte negli elaborati riguardanti il loro rilievo, nel rispetto della normativa vigente (“Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico�, CNR-ICR, 1990, Roma).

Mancanza

Secondo le Raccomandazioni NorMaL per alterazione si intende “una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo�, mentre con il termine degradazione si intende una modificazione che “implica sempre un peggioramento�.

DESCRIZIONE

Patina biologica

Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre voci del lessico.

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo piÚ verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio etc.

CAUSE -Biodetergeni -Inquinanti atmosferici (es.deposito di polveri e fumo) -Radiazioni solari (es. pigmenti non resistenti alla luce solare) -Affioramento di macchie -Assorbimento differenziato del supporto -Emersione del pigmento in fase di de-coesione e successivo dilavamento della superficie -Bioterogeni -Ossidazione di elementi metallici (ferro, rame) -Atti di vandalismo

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RETINO

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

Presenza di vegatazione

Rigonfiamento

Pitting

-Fenomeni di umidità ascendente -Perdite localizzate degli impianti di smaltimento -Consistente presenza di formazioni saline -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni o di lesioni strutturali -Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell’innesto di elementi metallici -Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o

-Azione di microorganismi autotrofi -Presenza di umiditĂ o acqua -Caratteristiche morfologiche del substrato (scabrositĂ , asperitĂ , rientranze, etc.)

Fratturazione o fessurazione

Degradazione differenziale

DESCRIZIONE

Soluzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante

CAUSE

-Accumuli di umiditĂ -Attacco di organismi autotrofi (batteri unicellulari, alghe, licheni, piante superiori)

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO

ALTERAZIONI E DEGRADAZIONI

DESCRIZIONE

CAUSE

Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o piĂš strati superficiali subparalleli fra loro

-Movimento dell’acqua all’interno del substrato -Azione di microorganismi -Applicazione di prodotti vernicianti pellicolanti su supporti tradizionali -Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio

Distacco

-Fenomeni di umidità ascendente; formazione di ghiaccio negli strati piÚ superficiali -Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e di convogliamento delle acque -Consistente presenza di formazioni saline -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni o di lesioni strutturali -Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell’innesto di elementi metallici -Impiego di prodotti vernicianti pellicolanti su supporti tradizionali

Sollevamento superficiale e localizzato del materiale, che assume forma e consistenza variabili

-Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Formazione di ghiaccio negli strati piĂš superficiali

Degradazione puntiforme che si manifestta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri

Tale degrado interessa principalmente le pietre calcaree, in particolare i marmi

Soluzione di continuitĂ tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato: prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici. Nel caso di materiali lipidei naturali le parti distaccate assumono spesso forme specifiche in funzione delle caratteristiche strutturali e tessiturali, e si preferiscono allora voci quali crosta, scagliatura, esfoliazione

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti

-Cicli di gelo e disgelo -Dissesto dell’apparato murario di supporto -Incompatibiltà di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura -Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio e grandi cristalli)

Efflorescenza

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino, pulvelurento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione SXz DYYHQLUH DQFKH DOO¡LQWHUQR GHO PDWHriale provocando spesso il distacco delle parti piÚ superficiali: il fenomeno prende allora il nome di cripto efflorescenza o sub-efflorescenza

Conseguente alla pressione di cristallizzazione dei sali. Tale fenomeno è accentuato da: -UmiditĂ da risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti -Ruscellamento delle acque meteoriche -Presenza di solfati -Azione del vento che accelera l’evaporazione superficiale dell’acqua -Sostanze aggiunte in trattamenti restaurativi (salificazione di potassio e di nitrato di calcio -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte (formazione di solfoalluminati di calcio)

Scagliatura

Degradazione che si manifesta col distacco totale o parziale di parti (scaglie) spesso in corrispondenza di soluzioni di continuitĂ del materiale originario. Le scaglie, costituite generalmente da materiale in apparenza inalterato, hanno forma irregolare e spessore consistente

-Esposizione agli agenti atmosferici -Presenza di umiditĂ nella muratura (cristallizzazione dei sali solubili)

Degradazione da porre in rapporto ad eterogeneitĂ di composizione o di struttura del materiale, tale quindi da evidenziarne spesso gli originali motivi tessiturali o strutturali

-Ruscellamento delle acque meteoriche -Azione meccanica e chimica da parte degli agenti atmosferici (deperimento di marmi e di gessi)

RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

RETINO


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14_ESIGENZE DI CONSEVAZIONE

La NORMATIVA ESIGENZIALE-PRESTAZIONALE determina la qualità attraverso le definizioni di cosa si vuole dall’oggetto edilizio e non di come si vuole l’oggetto edilizio:

CLASSE ESIGENZIALE

REQUISITI fisico-tecnici, funzionali-spaziali

PRESTAZIONI IN ESSERE

ESIGENZE DI INTERVENTO

SICUREZZA

SICUREZZA STRUTTURALE

SICUREZZA ALLE AZIONI STATICHE E DINAMICHE NON GARANTITA DAGLI ELEMENTI PORTANTI DELL’IMMOBILE

CONSOLIDAMENTO DEGLI ELEMENTI PORTANTI DELLA STRUTTURA

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DISTACCO DI STRATI FUNZIONALI DELLE CHIUSURE ORIZZONTALI, VERTICALI E DELLA COPERTURA, CAUSA DI FENOMENI DI DETERIORAMENTO DELLE MURATURE E DEI MATERIALI

RIPRISTINO/SOSTITUZIONE DEGLI STRATI DEGRADATI CHE TENDONO A DISTACCARSI E CADERE RAPPRESENTANDO UN RISCHIO PER I FRUITORI

DISTACCO DI PORZIONI DI INTONACO DALLE FACCIATE CAUSA DI FENOMENI DI ALTERAZIONE CROMATICA/ARCHITETTONICA E INFILTRAZIONI

RIFACIMENTO DELLE FACCIATE NORD, SUD E OVEST DELL’EDIFICIO

INSABILITÃ DEGLI ELEMENTI DI RIFINITURA CHE GARANTISCONO GLI STANDARD DI SICUREZZA, COMFORT ED ESTETICI

RIPRISTINO E MESSA IN SICUREZZA DI TUTTI GLI ELEMENTI DI RIFINITURA

SOTTODIMENSIONAMENTO O MANCANZA DI COLLEGAMENTI VERTICALI

DIMENSIONAMENTO/INSERIMENTO DI SCALE PER CONSENTIRE COLLEGAMENTI VERTICALI E UNA SICURA EVACUAZIONE DELL’EDIFICIO

SUPERFICI FRUIBILI MANCANTI DI UNIFORMITÀ

CONTROLLO DELLA SCABROSITÀ DELLE SUPERFICI

6,&85(==$ $/ )82&2

STRUTTURA NON CONFORME ALLA NORMATIVA ANTINCENDIO CAUSA MATERIALI NON IDONEI

CONTROLLO DEL RISCHIO D’INCENDIO E SCELTA DI MATERIALI CON OTTIMA REAZIONE AL FUOCO

6,&85(==$ $/ 6,60$

STRUTTURA NON CONFORME ALL’ ATTUALE NORMATIVA ANTISISMICA

MESSA A NORMA DELLA STRUTTURA PORTANTE PER GARANTIRE EFFICIENZA MORFOLOGICA IN RELAZIONE AD AZIONI SISMICHE E DI ESERCIZIO

6,&85(==$ $*/, $*(17, 12&,9,

POSSIBILE PRESENZA DI MATERIALI TOSSICI

SOSTITUZIONE DEGI ELEMENTI NOCIVI PER UNA TOTALE ASSENZA DI EMISSIONI INQUINANTI E CONTROLLO DELLA VENTILAZIONE

3527(=,21( '$ $=,21, (67(51(

NON IDONEITÀ DEGLI INFISSI IN LEGNO E TAMPONAMENTO IN VETRO A LASTRA SINGOLA, CHE NON GARANTISCONO SICUREZZA CONTRO LE INTRUSIONI ED URTI ACCIDENTALI

INSERIMENTO DI CHIUSURE PERIMETRALI RESISTENTI ALLE INTRUSIONI UMANE, ANIMALI NOCIVI E URTI ACCIDENTALI

7(50,&, ( ,*527(50,&,

ISOLAMENTO TERMICO E IGROTERMICO NON GARANTITO CAUSA MANCANZA CAPPOTTO ESTERNO/INTERNO

INSERIMENTO DI UN CAPPOTTO ESTERNO/INTERNO PER GARANTIRE L’ISOLAMENTO ED IL CONTROLLO DELL’INERZIA TERMICA, TENUTA ALL’ ARIA E ALL’ ACQUA (IMPERMEABILITÀ)

PRESENZA DI UMIDITÃ NEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI CAUSATE DA FENOMENI DI RISALITA E INFILTRAZIONI CHE DETERMINANO LA FORMAZIONE DI PATINE BIOLOGICHE

RIMOZIONE DELLE PATINE BIOLOGICHE E RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DI INFILTRAZIONE

SCARSO ISOLAMENTO ACUSTICO CAUSATO DEL CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI INFISSI IN LEGNO E DELLE PARTIZIONI INTERNE

SOSTITUZIONE DEGLI INFISSI CON MIGLIORI PRESTAZIONI ACUSTICHE/TERMICHE E INSERIMENTO DI ISOLANTI ACUSTICI TRA LE NUOVE PARTIZIONI INTERNE

RIDOTTA ILLUMINAZIONE NATURALE ALL’INTERNO DEGLI AMBIENTI

INSERIMENTO DI CAMINI SOLARI, CONTROLLO DEI FLUSSI LUMINOSI E DELLE TRAPARENZE TRAMITE L’AMPLIAMENTO DELLE APERTURE

DIFFICOLTÀ DI PULIZIA DEI MATERIALI SCELTI

SCELTA DI MATERIALI IDONEI ALLE ATTIVITÃ

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’INCOLUMITÀ DEGLI UTENTI, NONCHÈ ALLA DIFESA DI DANNI DIPENDENTI DA FATTORI ACCIDENTALI, NELL’ESERCIZIO DEL SISTEMA EDILIZIO

Si chiede ad un oggetto (edificio) un certo comportamento (prestazione) a prescindere dalla tecnologia con cui sarà realizzato l’intervento.

6,&85(==$ 1(//¶,03,(*2

ESIGENZA A. Bisogno fondamentale di un individuo legato all’adenpimento di una determinata attività REQUISITO B. Richiesta rivolta ad un determinato elemento edilizio di possedere caratteristiche di funzionamento tali da soddisfare determinate esigenze PRESTAZIONE C. Comportamento di un determinato componente o elemento edilizio all’atto dell’impiego, ovvero in relazione ad un uso specifico QUALITÀ Grado in cui un isieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti

BENESSERE INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE A STATI DEL SISTEMA EDILIZIO ADEGUATI ALLA VITA, ALLA SALUTE ED ALLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DEGLI UTENTI

ACUSTICI E VISIVI

,*,(1,&, ( 2/)$77,9,

Attualmente non esiste una norma tecnica che ne chiarisce i passaggi ma è possibile individuare le seguenti fasi: Individuare la committenza e l’utenza dell’organismo edilizio

VENTILAZIONE DEI LOCALI MANCANTE

FRUIBILITÀ INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO

Classificare i bisogni attraverso le classi di esigenza e le esigenze Stabilire quali elementi tecnici o spaziali erogano le prestazioni che soddisfano le diverse esigenze opportunamente tradotte in requisiti

Esprimere le prestazioni attraverso opportune specificazioni

Individuare le specifiche di prestazione ovvero i valori soglia che bisogna raggiungere per considerare soddisfatto il requisito Elaborare la soluzione di progetto in funzione della sua capacità di soddisfare il programma prestazionale

ASPETTO

$&&(66,%,/,7¬

BUONA ACCESSIBILTÀ ALL’EDIFICIO DALL’ESTERNO MA DIFFICOLTÀ DI ACCESSO AI PIANI SUPERIORI PER I DIVERSAMENTI ABILI MANCANZA DI COLLEGAMENTI TRA ALCUNI LOCALI DELL’EDIFICIO

CREAZIONE DI NUOVI COLLEGAMENTI TRA GLI SPAZI

)/(66,%,/7$ '(*/, 63$=,

SPAZI MANCANTI DI ADATTABILITÀ NEL TEMPO

CREAZIONE DI AMBIENTI CHE LASCINO LA POSSIBILTA DI ACCORPAMENTO, FRAZIONAMENTO E MANIPOLAZIONE

$'$77$%,/,7¬ '(//( ),1,785( ( '(*/, 25*$1, 0(&&$1,&,

LA QUALITÃ DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI MECCANICI NON GARANTISCONO GLI STANDARD DI COMFORT

INSERIMENTO DI ELEMENTI TECNOLOGICI PER MIGLIORARE LA GESTIONE DELLA TENUTA ALL’ ARIA E VENTILAZIONE

&21752//2 '(//( 5(*2/$5,7¬ '(//( ),1,785(

DISTACCO DI PORZIONI DELL’INTONACO, CONDENSAZIONE SUPERFICIALE E SCARSA MANUTENZIONE, CHE DETERMINANO UNO SCARSO LIVELLO DI VIVIBILITÀ DEGLI SPAZI

CONTROLLO DELL’UNIFORMITÀ DELLE SUPERFICI ATTRAVERSO IL RISANAMENTO DELL’ESISTENTE E L’UTILIZZO DI TECNICHE COSTRUTTIVE E MATERIALI ADATTI

,17(*5$%,/,7¬ '(*/, (/(0(17, 7(&1,&,

ASSENZA DI DOTAZIONI IMPIANTISTICHE ADEGUATE

RIFACIMENTO E POSIZIONAMENTO ADEGUATO DEI SISTEMI IMPIANTISTICI RISPETTO ALL’EDIFICIO

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALLA FRUIZIONE PERCETTIVA DEL SISTEMA EDILIZIO DA PARTE DEGLI UTENTI

INTEGRABILITÀ INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALLA FRUIZIONE PERCETTIVA DEL SISTEMA EDILIZIO DA PARTE DEGLI UTENTI

GESTIONE

INSERIMENTO DI SISTEMI DI VENTILAZIONE PASSIVA INSERIMENTO DI UN ASCENSORE

INSERIMENTO DI IMPIANTO DOMOTICO

0$187(1,%,/,7¬ ( '85(92/(==$

DIFFICILE MANUTENIBILITÀ DELL’EDIFICIO

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ECONOMIA IN ESERCIZIO DEL SISTEMA EDILIZIO

(&2120,$ ,62/$0(172 7(50,&2

DISPENDIO DI ENERGIA DOVUTO AD UN CATTIVO ISOLAMENTO TERMICO

SOSTITUZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEGLI ELEMENTI ISOLANTI

SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

&21752//2 '(//¶,148,1$0(172

DISATTENZIONE VERSO LA BIODEGRADABILITÀ DEI MATERIALI

USO DI MATERIALI ECOSOSTENIBILI E BIODEGRADABILI

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE E MIGLIORAMENTO DEGLI STATI SOVRAESISTENTI DI CUI IL SISTEMA EDILIZIO FA PARTE

5,63$50,2 (1(5*(7,&2

NESSUN REQUISITO RISPETTATO

UTILIZZO DI MATERIALI NATURALI USO DI TECNOLOGIE MIRATE AL RISPARMIO ENERGETICO UTILIZZO DI FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI

&21752//2 '(/ &,&/2 ', 5,862

NESSUN REQUISITO RISPETTATO

ATTENZIONE VERSO LA RECUPERABILITÀ E SEPARABILITÀ DELLE COMPONENTI UTILIZZATE


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15_CONCEPT DI PROGETTO OBBIETTIVI DI PROGETTO SUDDIVISI IN CLASSI ESIGENZIALI

SICUREZZA INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’INCOLUMITÀ DEGLI UTENTI, NONCHÈ ALLA DIFESA DI DANNI DIPENDENTI DA FATTORI ACCIDENTALI, NELL’ESERCIZIO DEL SISTEMA EDILIZIO

GESTIONE

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ECONOMIA IN ESERCIZIO DEL SISTEMA EDILIZIO

3 Consolidamento degli elementi portanti

Implementazione degli elementi isolanti

BENESSERE INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE A STATI DEL SISTEMA EDILIZIO ADEGUATI ALLA VITA, ALLA SALUTE ED ALLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DEGLI UTENTI

Ventilazione passiva

Illuminazione

FRUIBILITÀ

4

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ

2

Flessibilità degli spazi Nuovi collegamenti tra gli spazi

SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE E MIGLIORAMENTO DEGLI STATI SOVRAESISTENTI DI CUI IL SISTEMA EDILIZIO FA PARTE

1 Uso di energie rinnovabili

Utilizzo di materiali naturali

Tecnologie per il risparmio energetico

Materiali ecosostenibili e biodegradabili

OBBIETTIVI DI PROGETTO

NUMERO DI LIVELLI

Aumentare l’offerta prestazionale in termini di:

BIOCOMPATIBILITÀ ECOSOSTENIBILITÀ SICUREZZA

1 reception 2 sala lettura 3 zona relax 4 alloggi

ALLOGGI POSTI LETTO SPAZI IN COMUNE SERVIZI

4 3 | 41 mq.cad 6 3 | 26 mq.cad In camera_condivisi


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16_ATTACCO A TERRA N 0,5

1

2m

+0.00m

scala 1:50

SPAZIO IN COMUNE

3

2

1

Reception area 13.2 mq. / camera da letto doppia

2.

Corpo scala area 12.5 mq.

3.

Bagno area 3.2 mq.

/ /

+2.07m

BB

1.

VICO VI°CASTELLO

AA’

libreria integrata dipendenti

2

IDEA PROGETTUALE | SPAZI INTERNI L’edifico ha una posizione angolare, con due ingressi sui due vicoli confluenti. Si sviluppa su tre livelli sfalsati, che dividono 6 piani ammezzati di circa 30 mq ognuno. Le funzioni originarie dei vani sono quelle comuni a questa tipologia di edifici storici, ovvero, piano terra adibito a deposito, stalla, cantina, mentre i piani superiori rispettivamente a zona giorno e zona notte. La copertura è composta, essendo l’edificio piuttosto articolato. Le condizioni generali sono di abbandono, con degrado piĂš o meno avanzato. La progettazione degli spazi interni prevede inizialmente la realizzazione di una sala d’ingresso con servizio reception al piano terra, sfruttando l’accesso da Via del Castello e la rimodulazione delle scale. In seguito l’immobile viene concepito in due blocchi, separati centralmente da un muro maestro: il primo, adibito a spazi condivisi e collegamento verticale, (reception, sala lettura e zona relax), il secondo a mini alloggi muniti di zona giorno, zona notte e piccola cucina ( n° 3 camere doppie). Il solaio di sottotetto sarĂ eliminato a favore dello spazio, per permettere la creazione di un soppalco leggero nella stanza da letto superiore. La progettazione degli interni, tiene conto dei criteri di fruibilitĂ e vivibilitĂ degli spazi, cercando di conservare parti identificative dell’abitazione (conservazione dei solai lignei, copertura, murature in pietra locale), senza tralasciare importanti aspetti in termini di sicurezza strutturale, progettazione energetica e salvaguardia dell’ambiente, tramite l’applicazione di nuove tecnologie costruttive e scelta di materiali ecosostenibili ed ecocompatibili.

3

AA

1

+0.00m

BB’

IDEA PROGETTUALE | PROSPETTI Il disegno delle facciate, rivolge grande attenzione al contesto storico/ culturale del borgo. Nell’intervento viene infatti rispettato il piano colore della città antica, conservando la gamma cromatica del costruito. Per dare carattere al prospetto, vengono invece effettuati dei tagli orizzontali e verticali nell’intonaco al fine di delineare l’andamento delle bucature, e stonacate alcune porzioni per mettere in risalto i blocchi di pietra naturale, materiale strutturale dell’edificio.

VIA DEL CASTELLO


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

17_PIANTA PRIMO LIVELLO N 0,5

1

2m

scala 1:50

+2.70m

quota da + 0.00m

+1.95m

SPAZIO PRIVATO SPAZIO IN COMUNE

3 2 4

1.

Zona lettura area 13,2 mq. / cucina _sala comune

2.

Spazio lavoro area 12,5 mq. / soppalco attrezzato

3.

Zona giorno camera n°1 area 30,5 mq. / cucina abitabile

4.

Zona notte camera n°1 area 4,5 mq. / camera da letto/cab.armadio

5.

Bagno camera area 4,5 mq. / superficie minima < 70mq

6.

Locale ispezione area 2,5 mq. / impianti

+2.07m

AA’

3

AA

+1.95m

+2.70m

2

VIA DEL CASTELLO 1

4

+3.60m

5 6

BB’

5

VICO VI°CASTELLO

BB

6

1

+0.00m


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

18_PIANTA PIANO AMMEZZATO N 0,5

1

2m

scala 1:50

+4.65m

quota da + 0.00m

SPAZIO PRIVATO

3

2

4

7

6

2.

Ballatoio area 13,2 mq.

3.

Zona giorno camera n°2 area 12,5 mq. / cucina abitabile

4.

Zona notte camera n°2 area 30,5 mq. / camera da letto doppia

5.

Spazio studio area 4 mq. / parete attrezzata

6.

Bagno camera area 4,5 mq. / superficie minima < 70mq

7.

Locale ispezione area 2,5 mq. / tunnel solari

VICO VI°CASTELLO +2.07m

AA’

AA

3 +4.65m

2

+2.70m

VIA DEL CASTELLO +0.00m

4 +3.60m

5

6 7

BB’

1

BB

5

SPAZIO IN COMUNE


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

19_PIANTA SECONDO LIVELLO N 0,5

1

2m

scala 1:50

+6.90m

quota da + 0.00m

+7.45m

SPAZIO PRIVATO

2

1

+2.73m

4

1.

Spazio ricreativo area 13,2 mq. / cucina _sala comune

2.

Distribuzione funzionale area 12,5 mq. / soppalco attrezzato

3.

Zona giorno camera n°3 area 30,5 mq. / cucina abitabile

4.

Bagno camera area 4,5 mq. / superficie minima < 70mq

5.

Locale ispezione area 2,5 mq. / tunnel solari - impianti

AA’ +7.45m

3

AA

2

+6.90m

+7.08m

+7.45m

4 5

BB’

5

VICO VI°CASTELLO

BB

3

SPAZIO IN COMUNE

1

VIA DEL CASTELLO +0.00m


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7$ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5( 81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

PIANTA PIANO TERRA scala 1:50

20_PIANTA SOPPALCO COPERTURA N 0,5

1

2m

scala 1:50

+9.55m

quota da + 0.00m

SPAZIO PRIVATO

2

1.

Soppalco area 13.2 mq. / camera da letto doppia

2.

Copertura area 125 mq.

/

VICO VI°CASTELLO +2.73m

BB

1

AA’

finitura - coppi in argilla

RIUSO/RECUPERO Vengono recuperati tutti i coppi che costituiscono la copertura al fine di riutilizzarli per il corretto inserimento storico dei tetti.

2

AA

VIA DEL CASTELLO +7.65m

+9.55m

BB’

1

+0.00m


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5( 81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

B6(=,21( $ $¡ Sezione AA’

N

1

2

4m

scala 1.50

LASTRE IN GESSOFIBRA

Progettazione ecosostenibile Per rispettare i criteri di progettazione ecosostenibile, vengono usati sistemi a secco nella posa e nella coibentazione interna delle chiusure verticali e orizzontali. Le lastre in gessofibra sono materiali di bioedilizia grazie all’origine della materia prima proveniente dal riciclo e grazie alle sue alte prestazioni.

d.c.

CORDOLO_COPERTURA

Il materiale è costituito da gesso rinforzato da fibra di cellulosa (carta riciclata) che funge da struttura. I pannelli in gessofibra a parità di spessore, hanno piÚ massa rispetto agli equivalenti in cartongesso ed questo il motivo principale delle migliori prestazioni in quanto a isolamento termico e acustico.

Vantaggi importanti Le lastre in gessofibra hanno la facoltĂ di assorbire VOC (Composti Organici Volatili) e sostanze cancerogene come la formaldeide. Il gessofibra funziona praticamente come una spugna, in grado di assorbire la maggior parte delle sostanze inquinanti domestiche, processandole e sanificando gli ambienti nello stesso modo in cui regola il tasso di umiditĂ nell'aria.

7.45 m 6.90 m

Nell'eventualitĂ poi che si sviluppi un incendio, il gessofibra brucia lentamente senza generare fumi nocivi, caratteristica che attribuisce al materiale la classe 0 per la resistenza al fuoco 4.65 m 1.Chiusure verticali

1

2.Chiusure orizzontali 2

Vico XI° Castello Caratteristiche del gessofibra_risparmio energetico

• Ottimo isolamento termico e acustico • Capacità di sopportare carichi ancorati • Notevole capacità di lasciarsi attraversare dal vapore • Buona resistenza in ambienti umidi alla formazione di muffe e spore

Eco-compatibile, riciclabile 100% I prodotti e sistemi a base gesso sono annoverati tra le poche soluzioni costruttive che consentono il circuito completo del riciclo

via del Castello

• Maggiore peso specifico


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ E SVILUPPO SOSTENIBILE A RICCIA (CB)

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

B6(=,21( % %¡ N

Sezione B-B’ 1

2

scala 1.50

4m

RISPARMIO ENERGETICO E 6267(1,%,/,7ÂŹ $0%,(17$/( Ogni intervento su un’ edificio ha un impatto sull’ambiente e genera in esso uno squilibrio: la riduzione dell’impatto ambientale dei materiali da costruzione, la tutela della salute dell’uomo e dello sfruttamento delle risorse sono aspetti non marginali verso cui il settore edilizio dovrĂ rivolgersi nei prossimi anni al fine di tutelare l’ambiente, ma anche di fare investimenti oculati, in linea con quello che ci chiede l’Unione Europea. In quest’ottica la scelta dei materiali da costruzione non è indifferente e ciascun materiale, inteso come prodotto finito, ha infatti un proprio impatto sull’ambiente dovuto alle materie prime utilizzate e alle diverse fasi del processo produttivo.

ISOLAMENTO TERMICO d.c.

PANNELLO IN SUGHERO icb

9.55 m

Il sughero è un materiale totalmente naturale, biodegradabile, e versatile. E’ una materia prima che presenta caratteristiche chimiche e strutturali uniche, che si amplificano attraverso il processo di tostatura, ottenendo pannelli di sughero con performance coibenti e acustiche eccezionali. Il tutto in modo 100% naturale. Il tessuto cellulare del sughero è composto per oltre il 70% da suberina e lignina e contiene una grande quantitĂ di gas simili all'aria. I segreti delle prestazioni eccezionali del sughero risiedono proprio in questi elementi.

7.45 m

Grazie al gas, il sughero è estremamente leggero, mentre la caratteristica distribuzione alveolare lo rende eccezionalmente elastico e resistente alla compressione: il sughero può essere compresso fino alla metà della sua dimensione, senza perdere in flessibilità .

Vantaggi dei pannelli ICB • La sua struttura cellulare presenta tutti i requisiti tecnici per farne un ottimo materiale isolante

4.65m

• La propagazione per conduzione del calore è limitata dalla scarsitĂ di materia che costituisce le pareti cellulari. • Effetto convezione fortemente ridotto grazie alla presenza di un elevatissimo numero di celle, ricche di aria, ma tra loro indipendenti.

Vico XI° Castello

• Isolante fonoassorbente Materiale 100% naturale e reciclabile

Collocazione nel progetto 1.Chiusure verticali

1

2.Chiusure orizzontali 2

2.07 m


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

23_ PROSPETTO EST

N

1

2

4m

PANNELLI SCORREVOLI L’inserimento in facciata di pannelli scorrevoli svolgerà un duplice compito nell’idea progettuale dell’abitazione ovvero tecnico/funzionale e definizione dello stile del prospetto. Nel progetto, questi elementi giocheranno anche una forte funzione estetica e decorativa tramite la scelta delle finiture, della tipologia di apertura e degli accessori, elementi rilevanti per identificare il carattere del fabricato.

BENESSERE INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE A STATI DEL SISTEMA EDILIZIO ADEGUATI ALLA VITA, ALLA SALUTE ED ALLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DEGLI UTENTI

ACUSTICO E VISIVO • Controllo dei flussi luminosi e delle trasparenze

SICUREZZA INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’INCOLUMITÀ DEGLI UTENTI, NONCHÈ ALLA DIFESA DI DANNI DIPEDENTI DA FATTORI ACCIDENTALI,NELL’ESERCIZIO DEL SISTEMA EDILIZIO PROTEZIONE DA AZIONI ESTERNE • Inserimento di chiusure perimetrali resistenti alle intrusioni umane, animali nocivi e urti accidentali

25mm

27mm

36mm

30/52mm

C BORGODELBENESSERE

d.c.

Ancoraggio alla guida

n.

Staffa ancoraggio muratura

e.

Guida pannello scorrevole

f.g.

Sistema di ancoraggio per il pannello

h.

Ancoraggio al pannello

o.

Guida inferiore

Prospetto Est scala 1.50


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5( 81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

24_ PROSPETTO SUD

N

1

2

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

4m

INTONACO ECOCOMPATIBILE In entrambe le facciate dei due alzati (SUD ed EST) è prevista l’applicazione di termointonaco faccia vista con finitura completamente naturale, adatto negli interventi di bio architettura e riqualificazione di beni paesaggistici-architettonici. La Biocalce, fa parte del Sistema di materiali Ecosostenibili che comprende quindi prodotti ecocompatibili, che utilizzando risorse assolutamente naturali e pensati per un'edilizia green e sostenibile. L‘intonaco naturale, completamente privo di cemento, è realizzato a base di calce, pozzolana e inerti finissimi. E’ adeguato per superfici dov’è richiesta un’alta traspirabilitĂ grazie al basso assorbimento di acqua e permeabilitĂ al vapore acqueo. Questa malta è particolarmente indicata per il restauro di fabbricati di pregio storico e artistico, tutelati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

9DQWDJJL GHOOÂśLQWRQDFR HFRFRPSDWLELOH • materiale perfettamente naturale e perciò sano ed ecosostenibile • risulta perfettamente compatibile con i materiali e le tecniche costruttive tradizionali, facendone un elemento perfetto per gli interventi di manutenzione e restauro degli edifici storici • ha una buona resistenza all'umiditĂ e alle intemperie • è molto versatile grazie ai suoi moltissimi impieghi • possiede un blando potere disinfettante, che la rende perfetta anche per la prevenzione delle infestazioni di muffe Eco-compatibile, riciclabile come inerte

Risparmio energetico L’intonaco Termoisolante risponde alle richieste prestazionali delle attuali normative, che disciplinano il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici in Italia_D.Lgs. 311/2006 relativa al rendimento energetico nelle costruzioni

Conducibilita termica (Ν 10, dry) ≤ 0,075 W/mK

PIETRA NATURALE Per il corretto inserimento delle facciate nel contesto, vengono proposti dei “tagli� sull’intonaco per creare rettangoli in pietra faccia vista, sabbiata e rigenerata.

Prospetto Sud scala 1.50


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

25_CONSOLIDAMENTO SOLAI LIGNEI

Dettaglio costruttivo

ORGANIZZAZIONE DELL’ IMPALCATO

scala 1:10

A. Pannello d’anima (tavole d’asinto)

D

B. Connessioni spinottate

Solaio collaborante - diaframma rigido I vecchi solai in legno esigono spesso interventi di rinforzo ed irrigidimento in quanto realizzati per sopportare carichi modesti; presentano quasi sempre deformabilitĂ e vibrazioni eccessive rispetto alle attuali esigenze.

C. Ancoraggio d’ angolo (capochiave)

T10

D. Piastra ’’L’’

T9

E. Trave

T8

)$6, '(/ &2162/,'$0(172 a.Rimozione del solaio esistente b.Recupero e rigenerazione delle travi esistenti c.Recupero e rigenerazione del tavolato esistente d.irrigidimento del solaio in legno tramite doppio tavolato incrociato (solaio collaborante_diaframmarigido) e.ancoraggio del solaio ai maschi murari tramite capochiave a piastra antisismica e connettori metallici.

9$17$**, '(/ &2162/,'$0(172 • • • • •

Buon aumento di rigidezza Limitato aumento di carico ReversibilitĂ InvasivitĂ limitata FacilitĂ di realizzazione

Edificio senza collegamenti solaio-pareti: ribaltamento delle facciate

T8

T7

T7

T6

TEGOLA IN LATERIZIO VENTILAZIONE NATURALE

1 mm MEBRANA TRASPIRANTE 12 mm PANNELLO OCB 30 mm LISTELLO DI VENTILAZIONE

T6

T5

1 mm GUAINA TRASPIRANTE 12 cm PANNELLO ISOLANTE

T5

FRENO VAPORE INTERNO

T4

A E

T4

T3

T3

T2

T2

RETE PARAINSETTI

30 mm TAVOLATO 45° IN LEGNO

PETTINE ANTI UCCELLI

30 mm TAVOLATO IN LEGNO

GRONDA SCOSSALINA LATERALE DI CHIUSURA

30 mm TAVOLATO ESISTENTE 1,8 cm TRAVE IN LEGNO PERLINATO IN LEGNO 30 mm PETTINE ANTI UCCELLI

T1

1 mm GRONDA

T1 B C

35 mm INTONACO ARMATO 33X33 mm MAGLIA FAZZOLETTO IN FIBRA DI VETRO 66X66 mm MAGLIA RETE IN FIBRA VETRO 10 mm CONNETTORE AD ‘’L’’ Perimetro forte: formazione della cerchiatura muraria per evitare il ribaltameto delle pareti (connettori perimetrali)

p.L

27 mm PROFILO ’’C’’ 6,5 cm MURATURA

14 mm PARQUET 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 1 mm TESSUTO TRASPIRANTE 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 20 mm PANNELLO DI SUGHERO

capochiave 30 x 30 cm

t.2

8 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO

armatura 66 x 66 mm

14 mm PANNELLO TRASPIRANTE 30 mm TAVOLATO 45°

spinotti o 10_ 6/mq

30 mm TAVOLATO -45° 30 mm TAVOLATO ESISTENTE 30 mm TRAVE ESISTENTE

Piano rigido: formazione di un solai a doppio tavolato incrociato collaborante al solaio presistente

tavolato 45°

t.1

tavolato -45°

t.2

120mm x 30mm

120mm x 30mm

Piastra “L� profilo in acciaio perimetrale

t.1

6 mm PARQUET 10 mm PANNELLO DI SUGHERO

p.L

6 mm PIASTRA C 10mm x 9mm 20 mm BARRA ACCIAIO 20 mm ISOLANTE IMPERMEABILE NATURALE


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

25_CONSOLIDAMENTO SOLAI LIGNEI

Dettaglio costruttivo

HK@:GBSS:SBHG> =>EE BFI:E<:MH

scala 1:10

A. Pannello d’anima (tavole d’asinto)

D

B. Connessioni spinottate

Solaio collaborante - diaframma rigido I vecchi solai in legno esigono spesso interventi di rinforzo ed irrigidimento in quanto realizzati per sopportare carichi modesti; presentano quasi sempre deformabilitĂ e vibrazioni eccessive rispetto alle attuali esigenze.

C. Ancoraggio d’ angolo (capochiave)

T10

D. Piastra ’’L’’

T9

E. Trave

T8

)$6, '(/ &2162/,'$0(172 a.Rimozione del solaio esistente b.Recupero e rigenerazione delle travi esistenti c.Recupero e rigenerazione del tavolato esistente d.irrigidimento del solaio in legno tramite doppio tavolato incrociato (solaio collaborante_diaframmarigido) e.ancoraggio del solaio ai maschi murari tramite capochiave a piastra antisismica e connettori metallici.

9$17$**, '(/ &2162/,'$0(172 • • • • •

T8

T7

T7

T6 T5

1 mm MEBRANA TRASPIRANTE 12 mm PANNELLO OCB 1 mm GUAINA TRASPIRANTE 12 cm PANNELLO ISOLANTE

T5

FRENO VAPORE INTERNO

T4

A E

T3

T3

T2

T2

Edificio senza collegamenti solaio-pareti: ribaltamento delle facciate

VENTILAZIONE NATURALE

30 mm LISTELLO DI VENTILAZIONE

T6

T4

Buon aumento di rigidezza Limitato aumento di carico ReversibilitĂ InvasivitĂ limitata FacilitĂ di realizzazione

TEGOLA IN LATERIZIO

RETE PARAINSETTI

30 mm TAVOLATO 45° IN LEGNO

PETTINE ANTI UCCELLI

30 mm TAVOLATO IN LEGNO

GRONDA SCOSSALINA LATERALE DI CHIUSURA

30 mm TAVOLATO ESISTENTE 1,8 cm TRAVE IN LEGNO PERLINATO IN LEGNO 30 mm PETTINE ANTI UCCELLI

T1

1 mm GRONDA

T1 B C

35 mm INTONACO ARMATO 33X33 mm MAGLIA FAZZOLETTO IN FIBRA DI VETRO 66X66 mm MAGLIA RETE IN FIBRA VETRO 10 mm CONNETTORE AD ‘’L’’ Perimetro forte: formazione della cerchiatura muraria per evitare il ribaltameto delle pareti (connettori perimetrali)

27 mm PROFILO ’’C’’ 6,5 cm MURATURA

14 mm PARQUET 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 1 mm TESSUTO TRASPIRANTE 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 20 mm PANNELLO DI SUGHERO

tavolato 45°

120mm x 30mm

tavolato -45°

t.1

8 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 14 mm PANNELLO TRASPIRANTE 30 mm TAVOLATO 45°

t.2

120mm x 30mm

Piastra “L�

t.1

30 mm TAVOLATO -45° 30 mm TAVOLATO ESISTENTE

p.L

profilo in acciaio perimetrale

Piano rigido: formazione di un solai a doppio tavolato incrociato collaborante al solaio presistente

30 mm TRAVE ESISTENTE

capochiave 30 x 30 cm

DIAFRAMMA DI FALDA

armatura 66 x 66 mm

6 mm PARQUET 10 mm PANNELLO DI SUGHERO

spinotti o 10_ 6/mq

t.2

6 mm PIASTRA C 10mm x 9mm 20 mm BARRA ACCIAIO 20 mm ISOLANTE IMPERMEABILE NATURALE

p.L

DIAFRAMMA DI PIANO


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

26_CONSOLIDAMENTO MURATURE ESISTENTI

scala 1:10

&2162/,'$0(172 '(//$ 085$785$ &21 ,1,(=,21( ', 0$/7$

1

2

3

4

5

Tipologia: Muratura in pietre a spacco di buona tessitura

a.Saturazione della struttura con acqua, prima delle iniezioni. Quest’operazione si effettua partendo dai fori posti piÚ in alto, cosÏ che per gravità l’acqua scenda verso il basso.

Livello di conoscenza: LC1 fm = 2,504 MPa Tensione media a compressione To = 0,054 MPa Tensione media tangenziale G = 580 MPa Modulo di elasticitĂ tangenziale tm = 70 mm Spessore medio della muratura

b.Iniezione di boiacca attraverso i packer a una pressione non superiore a 1,5 atm all’ugello, operando dal basso verso l’alto, favorendo cosi l’espulsione dell’aria contenuta all’interno della struttura interessata;

Caratteristiche della muratura di partenza:

I valori di resistenza meccanica sopra riportati, sono già divisi per il fattore di confidenza e moltiplicati per i fattori correttivi adottati. Caratteristiche della muratura rinforzata con intonaco e rete in GFRP: Si procede alla determinazione dei risultati derivanti dall’applicazione, su entrambe le facce della muratura, di un intonaco armato con rete in fibra di vetro. Il rinforzo verrà collegata alla muratura applicando un numero di connessioni pari a 6 ogni mq. Caratteristiche meccaniche della malta: Tipo di calce CALCEM 20 MPa fc,int = 20MPa Resistenza media a compressione ft,int = 1 MPa Resistenza media a trazione Em = 15000 MPa Modulo elastico medio Caratteristiche geometriche del rinforzo: Tipo di rete utilizzata: Spessore dell’intonaco: Tipo di connessione: Numero di connettori:

fibra di vetro 35 mm passante 6/mq

Se l’intonaco non è in buono stato, si scarniscono i giunti e si sigillano insieme alle lesioni. Può essere opportuno realizzare un intonaco per evitare la fuoriuscita della miscela.

Individuazione dei punti idonei (da 3 a 5 per mq) atte al consolidamento del muro. La realizzazione del reticolo dei fori per il posizionamento dei boccagli d’iniezione verrà eseguita con interasse tale da garantire una saturazione omogenea della muratura.

Si eseguono le perforazioni, inclinate verso il basso con un angolo di 45°. Per muri spessi fino a 70 cm, le perforazioni vengono effettuate solo su una faccia del muro e lo penetreranno per circa tre quarti del suo spessore. I fori avranno un diametro di 14-20 mm.

&2162/,'$0(172 '(//$ 085$785$ &21 ,1721$&2

Pulizia dei fori con aria compressa e posizionamento dei packers per iniezioni (boccagli)

c.Alla prima fuoriuscita della boiacca dall’iniettore posto nelle vicinanze rispetto a quello in cui si sta operando, si interrompe l’operazione e si chiude il packer utilizzato. d.Terminata la fase delle iniezioni, vengono rimossi i boccagli utilizzati e stuccati i fori con idonea malta. 2 mm RASATURA 15 mm LASTRA FIBRA DI GESSO

Il sistema di rinforzo usato, utilizza la tecnica dell’intonaco armato CRM – Composite Reinforced Mortar – di nuova generazione che utilizza reti, angolari e connettori composti principalmente da fibra di vetro. Il sistema si completa con malte da intonaco strutturali a base di calce naturale. L’intervento permette di ottenere un miglioramento strutturale omogeneo e diffuso, con elevate caratteristiche meccaniche e di duttilitĂ e con un incremento modesto di rigidezza della struttura. Viene garantita un’elevata durabilitĂ grazie all’assenza di corrosione; il sistema è reversibile e migliora la resistenza a taglio e a flessione della muratura.

30 mm ISOLAMENTO TERMICO 27 mm PROFILO ’’C’’ 10 mm TUBI IN POLIETILENE CON BARRIERA 27 mm ISOLANTE EPS

35 mm INTONACO ARMATO 33X33 mm FAZZOLETTO IN FIBRA DI VETRO

VANTAGGI E CARATTERISTICHE

66X66 mm MAGLIA RETE IN FIBRA VETRO

Caratteristiche meccaniche della muratura rinforzata ottenute dal calcolo:

1. Sistema testato con elevata resistenza meccanica

10 mm CONNETTORE AD ‘’L’’

2. Leggero e pratico da movimentare

27 mm PROFILO ’’C’’

Resistenza a compressione: fc,clac = 2,629 MPa; Resistenza a taglio: To,calc = 0,753 MPa; Modulo di elasticitĂ tangenziale: Gcalc = 7131 MPa; Modulo di elasticitĂ normale: Ecalc = 7131/ 0,4=17827,5MPa.

3. Basso spessore

6,5 cm MURATURA

Verifica del rinforzo: Cedimento a compressione della malta Îł1 = 4,428 Cedimento a trazione del filo della rete:Îł2 =1,7256

4. Rinforzo omogeneo e diffuso 5. Resistenza alla corrosione garantita e certificata 6. Compatibile con malte, coerente coi principi della conservazione 7. Sistema amagnetico, radiotrasparente e privo di conducibilitĂ elettrica

10 mm PANNELLO IN SUGHERO 6 mm PIASTRA C 10mm x 9mm 20 mm BARRA IN ACCIAIO 20 mm ISOLANTE IMPERMEABILE NATURALE

Verifica del dimensionamento: Caratteristiche meccaniche della muratura rinforzata per il calcolo: Resistenza a compressione: fc,clac = 2,629 MPa; Resistenza a taglio muratura rinforzata: To,calc = 0,189 MPa; Modulo di elasticità tangenziale: Gcalc = 7131 MPa; Modulo di elasticità normale: 17827,5MPa. I valori di resistenza meccanica sono già divisi per il fattore di confidenza ma non per il coefficiente di sicurezza γm. Tale coefficiente può essere assunto pari a 2,00 nel caso si conducano sul fabbricato delle analisi di tipo lineare, pari a 1,00 nel caso di analisi non lineari (es. analisi pushover) e può essere assunto pari a 3,00 per le verifiche, sui maschi murari, alle azioni gravitazionali.

14 mm PARQUET 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 1 mm TESSUTO TRASPIRANTE 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 20 mm PANNELLO IN SUGHERO 8 mm

PANNELLO IN FIBRA DI GESSO

14 mm PANNELLO TRASPIRANTE 30 mm TAVOLATO 45° 30 mm TAVOLATO -45° 30 mm TAVOLATO ESISTENTE 30 mm TRAVE ESISTENTE


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

26_CONSOLIDAMENTO MURATURE ESISTENTI

scala 1:10

&2162/,'$0(172 '(//$ 085$785$ &21 ,1,(=,21( ', 0$/7$

1

2

3

4

a.Saturazione della struttura con acqua, prima delle iniezioni. Quest’operazione si effettua partendo dai fori posti piÚ in alto, cosÏ che per gravità l’acqua scenda verso il basso.

Caratteristiche della muratura di partenza: Tipologia: Muratura in pietre a spacco di buona tessitura Livello di conoscenza: LC1 fm = 2,504 MPa Tensione media a compressione To = 0,054 MPa Tensione media tangenziale G = 580 MPa Modulo di elasticitĂ tangenziale tm = 70 mm Spessore medio della muratura I valori di resistenza meccanica sopra riportati, sono giĂ divisi per il fattore di confidenza e moltiplicati per i fattori correttivi adottati.

Se l’intonaco non è in buono stato, si scarniscono i giunti e si sigillano insieme alle lesioni. Può essere opportuno realizzare un intonaco per evitare la fuoriuscita della miscela.

Caratteristiche della muratura rinforzata con intonaco e rete in GFRP: Si procede alla determinazione dei risultati derivanti dall’applicazione, su entrambe le facce della muratura, di un intonaco armato con rete in fibra di vetro. Il rinforzo verrà collegata alla muratura applicando un numero di connessioni pari a 6 ogni mq. Caratteristiche meccaniche della malta: Tipo di calce CALCEM 20 MPa fc,int = 20MPa Resistenza media a compressione ft,int = 1 MPa Resistenza media a trazione Em = 15000 MPa Modulo elastico medio Caratteristiche geometriche del rinforzo: Tipo di rete utilizzata: Spessore dell’intonaco: Tipo di connessione: Numero di connettori:

fibra di vetro 35 mm passante 6/mq

Caratteristiche meccaniche della muratura rinforzata ottenute dal calcolo: Resistenza a compressione: fc,clac = 2,629 MPa; Resistenza a taglio: To,calc = 0,753 MPa; Modulo di elasticitĂ tangenziale: Gcalc = 7131 MPa; Modulo di elasticitĂ normale: Ecalc = 7131/ 0,4=17827,5MPa. Verifica del rinforzo: Cedimento a compressione della malta Îł1 = 4,428 Cedimento a trazione del filo della rete:Îł2 =1,7256

5

Individuazione dei punti idonei (da 3 a 5 per mq) atte al consolidamento del muro. La realizzazione del reticolo dei fori per il posizionamento dei boccagli d’iniezione verrà eseguita con interasse tale da garantire una saturazione omogenea della muratura.

Si eseguono le perforazioni, inclinate verso il basso con un angolo di 45°. Per muri spessi fino a 70 cm, le perforazioni vengono effettuate solo su una faccia del muro e lo penetreranno per circa tre quarti del suo spessore. I fori avranno un diametro di 14-20 mm.

&2162/,'$0(172 '(//$ 085$785$ &21 ,1721$&2

Pulizia dei fori con aria compressa e posizionamento dei packers per iniezioni (boccagli)

b.Iniezione di boiacca attraverso i packer a una pressione non superiore a 1,5 atm all’ugello, operando dal basso verso l’alto, favorendo cosi l’espulsione dell’aria contenuta all’interno della struttura interessata; c.Alla prima fuoriuscita della boiacca dall’iniettore posto nelle vicinanze rispetto a quello in cui si sta operando, si interrompe l’operazione e si chiude il packer utilizzato. d.Terminata la fase delle iniezioni, vengono rimossi i boccagli utilizzati e stuccati i fori con idonea malta.

2 mm RASATURA 15 mm LASTRA FIBRA DI GESSO

Il sistema di rinforzo usato, utilizza la tecnica dell’intonaco armato CRM – Composite Reinforced Mortar – di nuova generazione che utilizza reti, angolari e connettori composti principalmente da fibra di vetro. Il sistema si completa con malte da intonaco strutturali a base di calce naturale. L’intervento permette di ottenere un miglioramento strutturale omogeneo e diffuso, con elevate caratteristiche meccaniche e di duttilitĂ e con un incremento modesto di rigidezza della struttura. Viene garantita un’elevata durabilitĂ grazie all’assenza di corrosione; il sistema è reversibile e migliora la resistenza a taglio e a flessione della muratura.

30 mm ISOLAMENTO TERMICO 27 mm PROFILO ’’C’’ 10 mm TUBI IN POLIETILENE CON BARRIERA 27 mm ISOLANTE EPS

35 mm INTONACO ARMATO 33X33 mm FAZZOLETTO IN FIBRA DI VETRO

VANTAGGI E CARATTERISTICHE

66X66 mm MAGLIA RETE IN FIBRA VETRO

1. Sistema testato con elevata resistenza meccanica

10 mm CONNETTORE AD ‘’L’’

2. Leggero e pratico da movimentare

27 mm PROFILO ’’C’’

3. Basso spessore

6,5 cm MURATURA

4. Rinforzo omogeneo e diffuso 5. Resistenza alla corrosione garantita e certificata 6. Compatibile con malte, coerente coi principi della conservazione 7. Sistema amagnetico, radiotrasparente e privo di conducibilitĂ elettrica

10 mm PANNELLO IN SUGHERO 6 mm PIASTRA C 10mm x 9mm 20 mm BARRA IN ACCIAIO 20 mm ISOLANTE IMPERMEABILE NATURALE

Verifica del dimensionamento: Caratteristiche meccaniche della muratura rinforzata per il calcolo: Resistenza a compressione: fc,clac = 2,629 MPa; Resistenza a taglio muratura rinforzata: To,calc = 0,189 MPa; Modulo di elasticità tangenziale: Gcalc = 7131 MPa; Modulo di elasticità normale: 17827,5MPa. I valori di resistenza meccanica sono già divisi per il fattore di confidenza ma non per il coefficiente di sicurezza γm. Tale coefficiente può essere assunto pari a 2,00 nel caso si conducano sul fabbricato delle analisi di tipo lineare, pari a 1,00 nel caso di analisi non lineari (es. analisi pushover) e può essere assunto pari a 3,00 per le verifiche, sui maschi murari, alle azioni gravitazionali.

14 mm PARQUET 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 1 mm TESSUTO TRASPIRANTE 10 mm PANNELLO IN FIBRA DI GESSO 20 mm PANNELLO IN SUGHERO 8 mm

PANNELLO IN FIBRA DI GESSO

14 mm PANNELLO TRASPIRANTE 30 mm TAVOLATO 45° 30 mm TAVOLATO -45° 30 mm TAVOLATO ESISTENTE 30 mm TRAVE ESISTENTE


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOOÂśDPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* 'œ$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//œ$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' œ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

27_IMPIANTISTICA Schema sintetico

Pannelli radianti | Microcogeneratore 29 C°

Il pannello radiante applicato controparete, o a pavimento, nasce dall’esigenza di risolvere il problema di inserire l’impianto radiante in edifici esistenti unito all’utilizzo di materiali biocompatibili. Il pannello radiante è composto da una lastra in fibrogesso opportunamente lavorata in cui viene alloggiata una tubazione DN10x1,3mm in Polietilene con barriera all’ossigeno secondo norma DIN 4726 isolata posteriormente con EPS opportunamente sagomato per permettere l’inserimento tra i profili dell’orditura di supporto. Le caratteristiche intrinseche del fibrogesso permettono un’ottima trasmissione del calore nel rispetto delle richieste della Bioarchitettura.

26 C° 20 C°

26 C°

20 C°

18 C°

18 C°

29 C°

19 C°

29 C°

19 C° 19 C°

26 C°

- calore uniforme in tutto l’ambiente - utilizzo di energie rinnovabili

19 C° 20 C°

26 C°

26 C°

- comfort assoluto

19 C°

29 C°

26 C°

19 C°

19 C°

20 C°

20 C°

RAFFRESCAMENTO

RISCALDAMENTO

- interventi di manutenzione minori - meno polveri, acari e muffe - risparmio energetico fino al 40% - benessere anche dopo ore dallo spegnimento

1. Seconda orditura in lega metallica/legno spessore 27 mm, interasse 50 cm 2. Parete esistente 3. Isolamento termico spessore 30mm 4. Tubi in polietilene con barriera all’ossigeno 5. Lastra in fibrogesso 6. Prima orditura | distanziatori spessore 2. 7mm | interasse 100cm

- libertĂ di arredo - ottimale abbinato a una pompa di calore - possibilitĂ di diversificare la temperatura a secondo degli spazi

3 5

3 SEZIONE COSTRUTTIVA DELLA PARETE

1. Parete perimetrale esistente. 2. Spessore 35 mm - Intercapedine d’aria per il passaggio

10 5

7

2

delle tubazioni di allacciamento e degli impianti elettrici.

3. Profili guida ad “U� da 27x30 mm, fissati al pavimento e

6

al soffitto con tasselli.

4. SECONDA ORDITURA spessore 27 mm - Profilo a “C�

1

9

8

6

6

6

4 2 3

27x50 mm, verticale, per irrigidire la struttura. Interasse 50 cm. 5. PRIMA ORDITURA spessore 27 mm - profilo a “C� 27x50 mm, orizzontale, per il fissaggio dei moduli e delle lastre di tamponamento. Fissato con i distanziatori universali ad una distanza di 35 mm dalla parete. Interasse 1 mt. 6. Spessore 15+27 mm - Modulo radiante a parete. 7. Fuga realizzata con stucco e nastro in carta micorforata. 8. Tubazioni in multistrato preisolato, per il collegamento dei moduli. Collegamento con sistema a ritorno inverso. 9. Spessore 15 mm - Tamponamento inferiore. (Se necessario isolante con lana minerale o similari). 10 Rasatura e finitura finale. compressore

Pompa di calore Le pompe di calore sono macchine termiche in grado di trasferire energia termica da una sorgente a temperatura piÚ bassa a una sorgente a temperatura piÚ alta, utilizzando differenti forme di energia, generalmente meccanica. L’energia termica presente e disponibile naturalmente g^ee ZkbZ, o in altre fonti, viene sfruttata per riscaldare un edificio o per produrre acqua calda. Un gas, spesso chiamato freon, ha la capacità di assorbire questo calore derivante da fonte naturale, in seguito tramite la compressione ne viene innalzata la temperatura e viene quindi ceduto all’impianto di riscaldamento. L’energia elettrica necessaria serve solo per azionare il compressore ed altri dispositivi ausiliari.

condensatore

evaporatore

valvola espansione

Microcogenaratore La microcogenerazione è la produzione combinata di elettricità e di calore da un unico impianto di piccola taglia. La microcogenerazione viene spesso identificata dalla sigla inglese MCHP, acronimo di micro combined heating and power. La configurazione piÚ comune di un microcogeneratore consiste nell'abbinamento tra un motore a gas, la cui energia meccanica viene trasformata in energia elettrica, e un sistema di recupero del calore di scarto per la produzione di energia termica.

Totale indipendenza energetica

La microcogenerazione costituisce un tassello fondamentale per la transizione verso un nuovo modello energetico basato sulla generazione distribuita, caratterizzato da un gran numero di piccoli impianti decentrati sul territorio.

I microcogeneratori forniscono ai loro utilizzatori una soluzione indipendente dall'uso dell'energia dei fornitori pubblici, generando energia termica ed elettrica allo stesso tempo. La corrente può essere utilizzata dall'utente o erogata alla rete pubblica.

1. Microgeneratore

1

2. Espulsione esterna

3. Termostati ambiente 4. Pannelli radianti | pavimento 5. Pannelli radianti | parete

4


263,7$/,7$Âś 3(5 /$ 7(5=$ (7ÂŹ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

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28_IMPIANTISTICA Tunnel Solari | Microcogeneratore

40°

13,8° strato di ossido di argento super riflettente argento puro incollaggio

Studio dell’irragiamento solare

Caratteristiche della copertura e risultati % Riflettanza con angolo solare di:

supporto in lega ALANOD

I tunnel solari si presentano esternamente con lo stesso design di finestre per tetti o finestre a cupolino, integrandosi armoniosamente nella linea architettonica del tetto e con qualsiasi materiale di copertura. Possono essere installati in qualsiasi locale: dai corridoi, ai bagni fino alle camere da letto, (in questo caso deve essere considerato solo come fonte di luce e ventilazione integrativa alle finestre). Inserendo un sistema a tunnel solari non solo si migliora la qualitĂ della luce, sostituendo quella artificiale con quella naturale, ma si risparmia anche sul consumo di energia elettrica.

Ore 06.00

40°

98,16

98,22

FPM

96,78

97,66

Bagno

2m

Lunghezza2.1m Larghezza 1.8 m Altezza 2.4 m

15-35°

Sud-Est

Lunghezza tunnel 3mĂ˜ 35cm angolo 13,8°

% luce in uscita rispetto a quella in entrata

% quantitĂ di luce entrante

MIRO-SILVER

0,48

+78%

FPM

0,27

0%

Con angolo di incidenza della luce di 13,8°, i raggi solari vengono riflessi 40 volte. In queste condizioni, il tunnel solare in MIRO-SILVER porta il 78% di luce in piÚ rispetto a un tunnel in film polimerico multistrato.

angolo 40°

% luce in uscita rispetto a quella in entrata

% quantitĂ di luce entrante

MIRO-SILVER

0,82

+17%

FPM

0,70

0%

588 lux / 2182 lumen RISULTATO

102,0 100

100,0

Ore 09.00

90 85 80 75 70

Film polimerico multistrato

65 60

380

430

480

530

580

630

680

780

405 lux / 1505 lumen

98,0 96,0

119 lux / 443 lumen

94,0

MIRO-SILVER

55 50

Riflettanza totale in %

Riflettanza totale in %

95

30

40°= 98,22%

2

90

120

150

60°= 92,62%

Tegole fotovoltaiche

Microcogenaratore

L’Italia è un paese ricco di aree tutelate come i borghi antichi e i centri storici, dove la diffusione dell’energia solare e l’installazione dei moduli fotovoltaici è vincolata: occorre infatti l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali.

Elevata efficienza e notevole riduzione delle emissioni di CO2.

Questo significa che grazie a tegole fotovoltaiche, simili ai tetti tradizionali, nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico si potrebbero ottenere le autorizzazioni necessarie all’installazione. Le tegole fotovoltaiche, inoltre sono di facile installazione se comparata a quella dei panneli solari tradizionali, da cui ne deriva un minor costo di posa in opera.

Ore 12.00

60

Tempo espresso in ore

Lunghezza dell’onda 10°= 98,16%

Una lampadina rappresenta 600 lumen ~ 60 W di lampadina. Il numero di lampadine è stato arrotondato al numero intero piÚ vicino.

92,0 90

730

Tegole

Con angolo di incidenza della luce di 40°, i raggi solari vengono riflessi 11 volte. In queste condizioni, il tunnel solare in MIRO-SILVER porta il 17% di luce in piÚ rispetto a un tunnel in film polimerico multistrato.

Comparazione, dopo 150 ore di esposizione ai raggi UV-C*,tra la riflettanza della lega MIRO-SILVER e dei film polimerici multistrato

Riflettanza totale nelle frequenze di luce visibili

1

13,8° MIRO-SILVER

MICROCOGENERATORE

L’auto-produzione di energia elettrica con un microcogeneratore permette di evitare le perdite di calore e le inefficienze delle comuni centrali elettriche, connesse alla trasmissione e distribuzione dell’elettricitĂ dalla rete. Le temperature molto alte generate dalla reazione elettrochimica vengono convertite in acqua calda da un circuito di recupero del calore, che porta l’efficienza complessiva del sistema all’85%. Le emissioni di CO2, generata durante il processo di produzione di energia, sono mediamente inferiori del 50% rispetto alle emissioni delle centrali elettriche convenzionali. Ciò permetterĂ di risparmiare fino a 4 tonnellate di CO2 ogni anno. Se utilizzato in combinazione con pompe di calore e solare termico, può contribuire in modo significativo ad aumentare l’efficienza complessiva dell’intero sistema energetico della casa.

Come funziona la microcogenerazione La struttura fondamentale di una cella a combustibile è fatta di tre strati: l’anodo, l’elettrolita e il catodo. Con l’ingresso di idrogeno (combustibile) e ossigeno (comburente) all’interno della cella, si produce nell’elettrolita una reazione chimica che genera corrente elettrica e calore. Il prodotto di scarto della reazione è vapore acqueo e quindi le emissioni inquinanti risultano praticamente azzerate. Le celle a combustibile possono essere di diverso tipo, e vengono classificate in base all’elettrolita utilizzato: a membrana polimerica, ad acido fosforico, a carbonati fusi oppure ad ossidi solidi. Le uniche celle a combustibile ad aver raggiunto una certa maturitĂ tecnologica e commerciale sono le celle ad acido fosforico (conosciute anche con la sigla PAFC), che vengono utilizzate esclusivamente in cogeneratori ad alta efficienza. 2. 2. 6FKHPD VLQWHWLFR GHOO¡LPSLDQWR

Ore 15.00 1.

MONITORAGGIO Controllo e assistenza da remoto

-inclinazione del tetto: 20° -potenza impianto: 6,78 kWp -orientamento della falda: sud

1. Tunnel solari

Ore 18.00

2. ,PSLDQWR UDGLDQWH

ACQUA CALDA

ALIMENTAZIONE Allaccio perenne alla rete del (bio) gas per un funzionamento continuo

-superfice totale dell’edificio in pianta: 60 mq -coefficiente k:50 m2/kw (DLGS 28/2011) -area di istallazione min: 59,60 m2 -produzione stimata dell'impianto:8.794 kWh/anno -Emissioni annue di CO2 evitate: 4,8 t / anno

ELETTRICI TĂ€

1. Funzionamento di una cellula a combustibile

RETE ELETTRICA

RISCALDAMENTO

INTEGRAZIONE

L‘elettricitĂ non auto consumata viene immessa in rete

Il calore generato viene ceduto all’impianto radiante

PossibilitĂ di accorpamento con impianti esistenti


5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5( 81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

29_VISTE RENDERIZZATE Vista interna2 | sala lettura

Vista interna | camera 3

Ingresso | via del Castello

Vista interna | sala lettura


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

LEGENDA FUNZIONALE

30_CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI sm

sa

RC

s s

f Casa Relax e cucina

BORGODELBENESSERE

re reception

d

s

wc servizi igienici

spogliatoi

sm stanza massaggi

wc

LEGENDA FUNZIONALE

sa

sauna

id

idromassaggio

f

fitness

a

distribuzione

a1 appartamento 2

ascensore

wc

wc lt

a2

d

a2

appartamento 1

wc

servizi igienici

lt

locale tecnico

d

distribuzione

a

ascensore

d id a

a

a1

N

1

2

4m

NUMERO DI LIVELLI

3

ALLOGGI

2

POSTI LETTO

4

SPAZI IN COMUNE

5

SERVIZI

wc

re

PIANO TERRA FUNZIONALE scala 1:100

SECONDO PIANO FUNZIONALE scala 1:100

In camera_condivisi

LEGENDA FUNZIONALE

Le condizioni generali dell’immobile sono pessime in quanto lo stato di degrado è piuttosto avanzato, tuttavia la sua ubicazione in via Zaburri è vantaggiosa per un utilizzazione centrale di gestione per il servizio dell’albergo diffuso. Il piano terra gode di due grandi vani anticamente utilizzati come deposito e stalla. I due piani superiori, parzialmente crollati erano utilizzati ad uso residenziale. Ogni piano ha una superficie utilizzabile di circa 70 mq.

IDEA PROGETTUALE Il progetto prevede il totale ripristino del fabbricato realizzando al piano terra la reception centrale dell’albergo diffuso, con centro benessere, palestra e relativi servizi al piano terra. E’ prevista la collocazione di una scala e di un ascensore per raggiungere il primo piano dove si è deciso di realizzare il locale mensa/ristorante con annessa piccola cucina e servizi igienici e con la possibilità di utilizzare il ballatoio esterno come area sociale e di relazione. Al piano secondo si accede sempre tramite le scale o l’ascensore e nel quale sono state ricavate 2 camere doppie.

OCCUPAZIONI

wc

wc+

d r

c

cucina

r

sala ristorante

ra

sala ristorante all’aperto

wc

servizi igienigi

wc+

servizi igienici disabili

d

distribuzione

a

ascensore

5,63267$ (6,*(1=,$/(B)58,%,/,7$· INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

Inserimento di ascensori Creazione di nuovi collegmaneti tra gli spazi Creazioni di ambienti che lascino la possibilità di accorpamento, frazionamento e manipolazione

ACCESSIBILITA’

a

c

Personale medico_Fisioterapista Personale per la Ristorazione Addetti alle pulizie dei locali

ra

Personale lavanderia Personale manutenzione ordinaria Personale manutenzione straordinaria Assistenza Tutelare Direzione e reception

PRIMO PIANO FUNZIONALE scala 1:50

FLESSIBILTA’ DEGLI SPAZI

ADATTABILITA’


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5( 81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

31_CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI

SEMINTERRATO FUNZIONALE scala 1:100

A

Deposito

vt

Vano tecnico

LEGENDA FUNZIONALE

1

2

Sala comune

l

Sala lettura

c

vt

N

c

d

Casa Alloggio

BORGODELBENESSERE

PIANO TERRA FUNZIONALE scala 1:100

LEGENDA FUNZIONALE d

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

4m

LEGENDA FUNZIONALE NUMERO DI LIVELLI

3+1

d

distribuzione

a1

appartamento 1

2

a2

appartamento 2

In camera

a3

appartamento 3

a4

appartamento 4

wc

servizi igienici

ALLOGGI

4

POSTI LETTO

7

SPAZI IN COMUNE SERVIZI

PRIMO PIANO FUNZIONALE

scala 1:50

L’edificio, oggetto di recente ristrutturazione, è ubicato in via Zaburri, nel pieno centro storico del borgo. E’ costituito da un piano terra composto da un vano di circa 30 mq raggiungibile attraverso un corridoio piuttosto ampio. Il primo piano, non raggiungibile dal piano terra, presenta due vani di superficie 70 e 40 mq circa. E’ inoltre presente un locale seminterrato, di circa 30 mq.

wc

l

SOPPALCO FUNZIONALE scala 1:100

LEGENDA FUNZIONALE

IDEA PROGETTUALE

s1

Soppalco 1

L’idea progettuale si sviluppa sull’esigenza di realizzare degli alloggi residenziali. Del resto l’ubicazione e le caratteristiche del fabbricato sembrano soddisfarne pienamente la funzione. Realizzando infatti al piano terra una scala che collega i due piani è possibile predisporre all’ingresso un locale soggiorno comune e una sala lettura. Nel primo livello invece, ricavare 3 camere doppie (di cui 2 soppalcate) e una singola, tutte dotate di bagno privato e piccola zona giorno.

s2

Soppalco 2

a1

wc a4

5,63267$ (6,*(1=,$/(B)58,%,/,7$· INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

Inserimento di ascensori Creazione di nuovi collegmaneti tra gli spazi

d

Creazioni di ambienti che lascino la possibilità di accorpamento, frazionamento e manipolazione

ACCESSIBILITA’

FLESSIBILTA’ DEGLI SPAZI

ADATTABILITA’

OCCUPAZIONI Direzione e coordinamento Assistenza tutelare Addetti alle pulizie dei locali Personale lavanderia Personale manutenzione ordinaria Personale manutenzione straordinaria

s1

wc

a3 a2

s2

wc


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

32_CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI

LEGENDA FUNZIONALE

PIANO TERRA FUNZIONALE scala 1:100

L Casa laboratorio

BORGODELBENESSERE

L

Aula laboratorio

d

Deposito

i

Ingresso

v

Locale tecnico

LEGENDA FUNZIONALE c

sala comune

a1

appartamento 1

a2

appartamento 2

wc

servizi igienici

v L

PRIMO PIANO FUNZIONALE scala 1:50

d

N

1

2

4m

NUMERO DI LIVELLI

3

ALLOGGI

4

POSTI LETTO

8

SPAZI IN COMUNE

3

i

wc wc

In camera

SERVIZI

L’edificio, oggetto di recente ristrutturazione, è ubicato in via Zaburri, nel pieno centro storico del borgo. E’ tra gli edifici di maggiore superficie, con il piano terra di circa 45 mq, adibito a deposito e legnaia, e due piani superiori di circa 100 mq ognuno, dove sono collocati 12 vani.

LEGENDA FUNZIONALE

SECONDO PIANO FUNZIONALE scala 1:100

IDEA PROGETTUALE La soluzione progettuale in questo edificio permette di ricavare due estesi vani per aule laboratorio e locale deposito più un locale caldaia al piano terra, mentre sia al piano primo che al secondo si prevede la realizzazione di 2 camere doppie con bagni e soggiorni, più una sala relax comune, per un complessivo di 4 camere doppie. Le condizioni generali del fabbricato sono buone, sia dal punto di vista strutturale che di finiture.

a1

wc

D

Aula Laboratorio 2 (spazio flessibile)

a3

Appartamento 3

a4

Appartamento 4

wc

Servizi igienici

a4

5,63267$ (6,*(1=,$/(B)58,%,/,7$·

a2

INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

a3

Inserimento di ascensori Creazione di nuovi collegmaneti tra gli spazi Creazioni di ambienti che lascino la possibilità di accorpamento, frazionamento e manipolazione

ACCESSIBILITA’

FLESSIBILTA’ DEGLI SPAZI

ADATTABILITA’

OCCUPAZIONI Direzione e coordinamento Assistenza tutelare Addetti alle pulizie dei locali Personale lavanderia Personale manutenzione ordinaria Personale manutenzione straordinaria

L2

C


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

$GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU OD 6LFXUH]]D H OD )UXLELOLWj $GHJXDPHQWR SUHVWD]LRQDOH SHU LO %HQHVVHUH H OD 6DOYDJXDUGLD GHOO¶DPELHQWH

81,9(56,7$ '(*/, 678', ³* '¶$1181=,2´ ', &+,(7, ( 3(6&$5$ | ',3$57,0(172 ', $5&+,7(7785$ _ $ $ B _ 7(6, ', /$85($ ,1 7(&12/2*,$ '(//¶$5&+,7(7785$ / $ 8 5 ( $ 1 ' , ' $ 1 , ( / ( ' ¶ $ 6 & ( 1 = 2 B ' 2 0 ( 1 , & 2 ' , 3 $ / 0 $ _ 0 $ 7 5 , & 2 / ( B _ 5 ( / $ 7 2 5 ( 3 5 2 ) 6 6 $ $ 5 & + ' 2 1 $ 7 ( / / $ 5 $ ' 2 * 1 $ _ & 2 5 5 ( / $ 7 2 5 , 3 5 2 ) , 1 * $ / % ( 5 7 2 9 , 6 . 2 9 , & B $ 5 & + 0 $ 1 8 ( / $ 5 2 0 $ 1 2

33_CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI

scala 1:100 PRIMO LIVELLO FUNZIONALE

LEGENDA FUNZIONALE s

a4

M

wc

Casa Multifunzionale

a5 appartamento 5

distribuzione a4

a2 appartamento 2

wc

BORGODELBENESSERE

LEGENDA FUNZIONALE

d

a3

appartamento 3

a4

appartamento 4

d

distribuzione

a

lt d

wc

lt

a

ascensore a5

N 1

2

4m

a2

a6

wc

wc

a3

NUMERO DI LIVELLI

3

ALLOGGI

6

POSTI LETTO

11

SPAZI IN COMUNE

1

SECONDO PIANO FUNZIONALE scala 1:100

In camera_condivisi

SERVIZI

L’edificio risulta tra quelli di maggiore superficie con tre livelli di circa 90 mq. La diposizione risulta piuttosto articolata. Il piano terra ha tre vani adibiti a deposito con una grande corridoio che conduce alla scala. I piani superiori sono divisi con vani comunicanti di media grandezza. IDEA PROGETTUALE L’intervento prevede la realizzazione al piano terra di una sale multifunzione, con sale lettura, tv, tavoli e spazi ricreativi oltre ad una camera doppia. Al piano primo è prevista l’utilizzazione degli spazi per 2 camere doppie e una singola soppalcata tutte con bagno interno e soggiorno. Al secondo piano si prevede la realizzazione di 2 camere doppie, anch’esse con bagni e soggiorni. 5,63267$ (6,*(1=,$/(B)58,%,/,7$· INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

Inserimento di ascensori Creazione di nuovi collegmaneti tra gli spazi Creazioni di ambienti che lascino la possibilità di accorpamento, frazionamento e manipolazione

ACCESSIBILITA’

FLESSIBILTA’ DEGLI SPAZI

ADATTABILITA’

lt

PIANO TERRA FUNZIONALE scala 1:100

LEGENDA FUNZIONALE a1

appartamento 1

sm

sala multifunzione

dp

deposito

vt

locale tecnico

wc

servizi igienici

d

distribuzione

a

ascensore

wc

dp

a

OCCUPAZIONI Personale medico_Fisioterapista Personale per la Ristorazione Addetti alle pulizie dei locali Personale lavanderia Personale manutenzione ordinaria Personale manutenzione straordinaria Assistenza Tutelare Direzione e reception

appartamento 6

wc sala collettiva

wc servizi igienici

a

a6

a1

d

sm

locale tecnico

wc servizi igienici a

ascensore

d

distribuzione


263,7$/,7$¶ 3(5 /$ 7(5=$ (7¬ ( 69,/8332 6267(1,%,/( $ 5,&&,$ &%

5,&&,$B,/ %25*2 '(/ %(1(66(5(

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34_CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI

B

LEGENDA FUNZIONALE

SEMINTERRATO FUNZIONALE scala 1:100

i

ingresso

sa

sala d’attesa

a

ascensore

La

laboratorio analisi

a

1

LEGENDA FUNZIONALE

Casa del Benessere

BORGODELBENESSERE

N

PIANO -1 FUNZIONALE scala 1:100

2

sa

4m

NUMERO DI LIVELLI

4

AULE MEDICHE

2

CENTRO FISIOTERAPICO

1

LABORATORIO ANALISI

1

La

i

Condivisi

SERVIZI

Le condizioni generali dell’immobile sono pessime in quanto lo stato di degrado è piuttosto avanzato e in condizioni di totale abbandono. E’ tra gli edifici con maggiore numero di piani, accessibili da due fronti stradali opposti. IDEA PROGETTUALE L’idea forte delle destinazioni d’uso legate all’edificio punta all’organizzazione di un sistema parasanitario, legato alla salute e al benessere, che accanto a specifiche attività di cura e di assistenza, attivi programmi di prevenzione e riabilitazione. La conformazione degli spazi permette l’ubicazione di una piccola aula medicazioni e ufficio al piano terra, mentre nel livello superiore la collocazione di un centro fisioterapico con spogliatoi e bagno. Nei piani inferiori invece, accessibili dal lato opposto della strada principale, vano tecnico/magazzino, laboratorio analisi e accesso ascensore.

LEGENDA FUNZIONALE

PIANO TERRA FUNZIONALE scala 1:100

LEGENDA FUNZIONALE

rc

sala d’attesa / reception

cf

centro fisioterapico

sm

studio medico

c

spazio comune

am

aula medica

wc

servizi igienici

wc

servizi igienici

PRIMO LIVELLO FUNZIONALE scala 1:100

5,63267$ (6,*(1=,$/(B)58,%,/,7$· INSIEME DELLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ATTITUDINE DEL SISTEMA EDILIZIO AD ESSERE ADEGUATAMENTE USATO DAGLI UTENTI NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

wc

Inserimento di ascensori Creazione di nuovi collegmaneti tra gli spazi Creazioni di ambienti che lascino la possibilità di accorpamento, frazionamento e manipolazione

cf

c

rc

sm ACCESSIBILITA’

FLESSIBILTA’ DEGLI SPAZI

ADATTABILITA’

OCCUPAZIONI Personale Teleassistenza Personale medico Fisioterapista Personale Infermieristico Personale manutenzione ordinaria Personale manutenzione straordinaria Magazziniere

am

wc



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