NEW TRANSIT CLUB SOCIAL CLUB

Page 1

NEW TRANSIT CAMP SOCIAL CLUB Un processo di progettazione informale a Dharavi, Mumbai Alberto Bottero



POLITECNICO DI TORINO I FACOLTA’ DI ARCHITETTURA corso di laurea in Architettura (costruzione)

A.A. 2009/2010

Tesi di Laurea Magistrale

NEW TRANSIT CAMP SOCIAL CLUB

Un processo di progettazione informale a Dharavi, Mumbai


relatore

Michele Bonino

correlatori

Matias Echanove Subhash Mukerjee Rahul Srivastava

studente

Alberto Bottero settembre 2010




INDICE 1 / UN PROGETTO DI TESI IN TRE FASI

2 / MUMBAI E DHARAVI / LE PREMESSE ALL’ATTIVITA’ PROGETTUALE

3 / IV INTERNATIONAL ARCHITECTURE BIENNALE | ROTTERDAM COESISTENZA COME SOPRAVVIVENZA

4 / NEW TRANSIT CAMP SOCIAL CLUB: TEMI E RIFLESSIONI DI UN PROGETTO INFORMALE

5 / CONSIDERAZIONI SUL SIGNFICATO DI UN’ESPERIENZA PROGETTUALE A DHARAVI

Bibliografia Ringraziamenti

[ pag 11 - 17 ]

[ pag 19 - 55 ]

[ pag 57 - 93 ]

[ pag 95 - 155 ]

[ pag 157 - 167 ]


APPENDICI Testi I. The tool house Articolo pubblicato in MR ‘08 a cura di Matias Echanove e Rahul Srivastava II. The Tokyo Model of Urban Development. Lettera all’attenzione della SRA di Matias Echanove III. Learning from Dharavi Post pubblicato su airoots.net a cura di URBZ

Biennale di Rotterdam IV. IV International Architecture Biennale_sezione Parallel Cases Il layout dell’installazione V. Il materiale esposto alla IV International Architecture Biennale_Rotterdam Coexistance as survival. Enhancing informal synergies in the communities of Dharavi, Mumbai

Tavole FASE II 1. Planimetria 2. Piano terra e accessi 1:100 3. Piano primo 1:50 4. Piano secondo 1:50 5. Piano terrazza 1:50 6. Sezione AA’ 1:50 + dettagli 1:20

6A. Ingrandimento sezione AA’

7. Sezione BB’ + dettagli 1:20

7A. Ingrandimento sezione BB’

8. Sezione CC’ + dettagli 1:20

8A. Ingrandimento sezione CC’

9. Sezione DD’ scala 1:50

9A. Ingrandimento sezione DD’


ABBREVIAZIONI Testi MR ‘06: Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘06, UDRI, 2007, Mumbai. MR ‘07: Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, UDRI, 2008, Mumbai. MR ‘08: Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘08, UDRI, 2009, Mumbai. RUM: Janina Gosseye (a cura di), Reclaiming (the urbanism of) Mumbai. Kelly Shannon, Uitgeverij Sun, Academia, 2009, Amsterdam.

Glossario SRA: Slum Redevelopment Autority SRS: Slum Rehabilitation Scheme SRD: Slum Redevelopment Scheme DRP: Dharavi Redevelopment Project MHADA: Maharashtra Housing and Area Development Authority MMRDA: Mumbai Metropolitan Region Development Authority TDR: Transferable Development Rights NSDF: National Slum Dwellers Federation SPARC: Society for the Promotion of Area Resource Centers CEPT: Ahmedabad’s Center for Environmental Planning & Technology KRIA: Kamla Raheja Vidyanidhi Institute of Architecture di Varanasi UDRI: Urban Design Research Insitute, Mumbai

* I testi riportati in appendice sono stati molto importanti per la comprensione della realtà informale di Dharavi e hanno contribuito alla filosofia e all’approccio progettuali durante tutto il suo svolgimento. ** Il materiale riportato è stato esposto alla Biennale di Rotterdam tra il 26 gennaio e il 12 dicembre 2009. *** Vengono riportate le tavole della FASE II poiché la fase successiva non è ancora conclusa e poiché le maggiori scelte tecnologiche sono avvenute in questo momento



PREFAZIONE Il lavoro di ricerca che segue è strutturato in quattro

sfuggire a questo meccanismo di catalogazione ed,

parti che conducono la riflessione attraverso

a posteriori, ci si rende conto che forse la semplice

un’esperienza che si inserisce tra la ricerca e la

analisi statistica non è sufficiente per descrivere

progettazione.

un mondo caotico e complesso come

quello di

Dharavi. Un capitolo introduttivo riporta i temi e le finalità del

Le riflessioni finali sono riferite ai dubbi che sorgono

lavoro svolto presentando i successivi contenuti e le

pensando all’ipotesi di un piano di sviluppo che

tappe attraverso cui è stato strutturato il lavoro.

coinvolgerebbe l’intera area.

Due

seguono

Il quarto capitolo si sofferma sulle differenti fasi in cui

costituiscono il lavoro preparatorio nell’ottica di

è avvenuto il processo di progettazione, riportando

una successiva esperienza progettuale all’interno

anche i concetti assimilati durante il periodo di

dell’insediamento informale di Dharavi, a Mumbai.

permanenza a Mumbai che hanno costituito il

Il

background dell’intervento.

capitoli

documentativi

che

secondo capitolo, in particolare, riporta alcuni

dati introduttivi sulla città di Mumbai, sull’origine

Il lavoro presentato all’interno di questo capitolo

e la diffusione degli slums all’interno di questa ed

è

alcune informazioni circa le politiche applicate dalla

l’organizzazione no-profit URBZ grazie alla quale è

municipalità nel corso degli anni per affrontare il

stato individuato il tema di progetto: il New Transit

problema degli insediamenti informali.

Camp Social Club, un centro comunitario per le

Nella parte conclusiva l’attenzione su rivolge allo

persone anziane ed i bambini residenti nel nagar.

slum di Dharavi, documentandone brevemente la

Il racconto di un progetto ad oggi ancora in corso

storia ed analizzando i piani di sviluppo passati e

diviene in realtà lo spunto per riportare la complessità

futuri che hanno coinvolto e che coinvolgeranno lo

delle dinamiche all’interno di Dharavi e per riflettere

slum negli anni a venire.

su quanto siano distanti il mondo della progettazione

Il

capitolo

tre

riporta

invece

i

contenuti

dell’installazione “Coexistance as survival. Enhancing

stato

sviluppato

in

collaborazione

con

secondo gli statuti e le esperienze occidentali e quello dello sviluppo-incremento del costruito informale.

the existing synergies in the communities of Dharavi” presentata alla IV International Architecture Biennale

Le conclusioni di questo lavoro di ricerca, raccolte

di Rotterdam (dal settembre 2009 al dicembre

nell’ultimo capitolo, si soffermano quindi più sul

2009). Il tentativo qui è stato quello di raccontare la

processo di progettazione e sul ruolo dell’architetto

filosofia e gli obiettivi dell’indagine che sono alla base

all’interno di una realtà informale che sul progetto

dell’installazione. La ricerca di dati statistici sottolinea

stesso.

un approccio indiretto al tema e, attraverso cinque layer tematici (density, landuse, social, economy_

Il lavoro di ricerca permette di leggere l’eterogeneità e la

activities, ecology), tenta di leggere l’intricata realtà

ricchezza di un contesto progettuale completamente

di Dharavi offrendo una visione tendezialmente

estraneo a quello europeo e diametralmente opposto

neutra ed il più possibile oggettiva.

alla realtà formale e regolamentata in cui noi, come

La natura informale che caratterizza lo slum, tende a

laureandi, ci apprestiamo ad entrare.


IMMAGINE


1

Un progetto di tesi in tre fasi

1.1 IV INTERNATIONAL ARCHITECTURE BIENNALE ROTTERDAM 1.2 L’ESPERIENZA DI “VIVERE” A DHARAVI 1.3 LA CONCLUSIONE DEL PROGETTO DALL’ITALIA 11



1.1 IV INTERNATIONAL ARCHITECTURE BIENNALE ROTTERDAM Il progetto di tesi nasce dalla partecipazione del

Ad oggi le riflessioni hanno coinvolto

Politecnico di Torino, tra settembre a dicembre

principalmente la città di Mumbai, con una specifica

2009, alla IV International Architecture Biennale di

attenzione al problema degli insediamenti informali

Rotterdam, nella sezione Parallel Cases, dedicata

ed al rapporto con l’acqua.

ad ospitare le installazioni preparate da alcune

Questo “contenitore” si presenta come un spazio di

università internazionali.

riflessione aperto in risposta ai piani urbani proposti

La selezione dell’università è avvenuta in continuità

dalla municipalità negli ultimi anni ipotizzando

con due esperienze progettuali passate:

forme di sviluppo urbano “dal basso” attraverso

- la riflessione Cutting Edge Bombay presentata

un’attenzione pronunciata verso le comunità e le

alla Biennale di Venezia del 2006

istanze locali.

1

- la partecipazione al workshop Urban Typhoon a

La riflessione presentata a Rotterdam costituisce

Dharavi nel 2008 da parte di alcuni studenti.

il proseguimento naturale del lavoro di ricerca

2

Le esperienze “indiane” sono state oggi

su Dharavi avviato in seguito all’Urban Typhoon

raggruppate all’interno di HINDUSTRY Urban

Workshop.

Research Group 3, costituito nel 2009.

L’analisi presentata vuole essere il primo passo di

Il lavoro di questo gruppo di ricerca, costituito da

un percorso, anche progettuale, per la costituzione

studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di

di nuove strategie che possano ridiscutere il Dharavi

Torino, ma anche da professionisti esterni al mondo

Redevelopment Plan avviato dalla municipalità nel

dell’università, tende a riflettere su alcuni temi

2004.

urbani legati alla realtà indiana.

oo1. Il modello in esposizione alla IV International Architecture Biennale di Rotterdam all’interno della sezione Parallel Cases. Foto: Francesco Strocchio

13


1.2 L’ESPERIENZA | VIVERE A DHARAVI Il lavoro di ricerca presentato all’interno della

di prodotto commerciale reperibile in qualsiasi

tesi è arricchito da un periodo di permanenza,

altra parte di Mumbai. Per i residenti di Dharavi, lo

della durata di venti giorni, all’interno dello

slum rappresenta la possibilità di mantenere legami

slum di Dharavi che ha seguito la presentazione

comunitari e familiari ancora molto forti e utili per

dell’installazione alla Biennale di Rotterdam.

affrontare insieme le difficoltà oggettive del vivere a Mumbai.

Questo è stato l’occasione per conoscere in situ la realtà dello slum e per accorgersi che quanto

Nel nostro scoprire Dharavi siamo stati affiancati

presentato nel modello di Rotterdam fosse

da URBZ, un’organizzazione locale che tenta di

sostanzialmente reale: definire Dharavi come

coinvolgere i residenti dello slum nello sviluppo di

uno slum ci è apparso molto riduttivo. Questo

un’alternativa ai piani urbani imposti dall’alto.

termine tende infatti a nascondere l’infinità di

Oggi su Dharavi pesa come una condanna definitiva

meccanismi, anche molto complessi, che nel corso

il progetto del Dharavi Redevelopment Plan. La

degli anni sono stati sviluppati dai residenti per

nostra idea, in linea con quella di URBZ, è che

ovviare alle mancanze del governo centrale e che

Dharavi non debba essere “sviluppato”, ma più

avevamo tentato di evidenziare attraverso la nostra

semplicemente “incrementato”, “aiutato a crescere”

installazione.

attraverso la fornitura di infrastrutture, consolidato e messo in sicurezza nelle sue parti più degradate.

Vivere all’interno di Dharavi ha significato

L’approccio utilizzato dall’attuale piano di

comprendere che questa è una parte di città solo

risanamento, e dalla maggior parte di quelli passati,

in apparenza molto differente dal resto del tessuto

tende a leggere Dharavi come una tabula rasa

urbano, ma allo stesso tempo fortemente integrata

impoverendo la discussione ed il confronto su ogni

nell’economia e nella società di Mumbai. Lo slum

possibile proposta progettuale.

non appare come un ghetto, anche se così è definito nella maggior parte delle pubblicazioni, le persone

Il piccolo progetto all’interno del nagar di New

che vi abitano non se ne vergognano né tantomeno

Transit Camp acquisisce dunque significato in

aspirano a lasciarlo, o almeno la differenza è più

quest’ottica. Non un grande intervento di sviluppo

sottile rispetto a come questa viene presentata.

urbano con la presunzione di risolvere ognuno dei

Dharavi rappresenta in realtà una parte di città

problemi di Dharavi, ma un incremento “naturale”

in cui la municipalità ha deciso di rinunciare al

del costruito, l’aggiunta di un tassello che possa

proprio ruolo di pianificatore e di costruzione delle

acquisire anche un valore architettonico e sociale

infrastrutture necessarie. Se questo non fosse

partendo da ciò che esiste e che oggi, a modo suo,

avvenuto probabilmente Dharavi non sarebbe

sembra poter funzionare.

oggi così diversa dal quartiere di Sion che sorge a

La possibilità di costruire un Social Club per

pochi passi. Vivere all’interno di Dharavi significa

persone anziane e bambini di strada all’interno

essere circondati da una massa di persone

del terreno ereditato da Paul Raphael, nostro

costantemente in movimento ed inserite in qualche

committente, diventa così l’occasione di dimostrare

processo di produzione o riciclaggio. Allo stesso

come Dharavi possa essere incoraggiato e

tempo significa essere in grado di trovare ogni tipo

potenziato “dal basso”.

14


La possibilità di risiedere per un periodo all’interno

Anche le risposte che l’architetto deve dare a

dello slum ci ha inoltre aiutato a comprendere come

questo processo dovranno perciò ricollocarsi

le dinamiche informali siano straordinariamente

e riposizionarsi costantemente, in un’ottica di

differenti rispetto a quelle per cui siamo stati

continuo contatto con il contesto reale.

preparati durante il nostro percorso di architetti.

oo2. Fotomontaggio di orientamento / Percorso da Sion Station all’ufficio di URBZ, Dharavi. Foto: Alberto Bottero

oo3. Il sito di progetto del New Transit Camp Social Club all’interno di Dharavi. Foto: Alberto Bottero

15


1.3 LA CONCLUSIONE DEL PROGETTO DALL’ITALIA Durante il nostro periodo di permanenza, il processo progettuale è in realtà arrivato solo ad una prima fase di concept, anche a causa delle molte difficoltà incontrate nel lavoro sul lotto. La realtà complessa dello slum di Dharavi è emersa prepotentemente nei mesi successivi con cambiamenti di programma funzionale e di possibilità di intervento sul sito. Il lavoro di tesi ha tentato di riportare dettagliatamente le diverse fasi di progetto ad oggi sviluppate, consapevole che queste aumenteranno prima della conclusione del processo. Il lavoro di progettazione prodotto dall’Italia è stato costantemente aggiornato e guidato grazie al mantenimento della collaborazione con URBZ che ha indirizzato e accettato le nostre proposte progettuali, monitorando le possibilità reali di costruzione in situ. Un costante scambio di e-mails è stato alla base degli sviluppi progettuali proposti e risulterebbe essere il report più fedele delle difficoltà presenti in un processo di progettazione informale. Durante lo sviluppo dell’idea progettuale, il lavoro è stato inoltre presentato al Politecnico di Milano4, grazie alla disponibilità di Stefano Boeri, incontrato durante il nostro soggiorno a Mumbai. Il tentativo è stato quello di portare avanti un progetto su più piani. Uno per quanto possibile reale e costruito ed uno di riflessione teorica sulla realtà di Dharavi e sulle possibilità di intervento. Il progetto diventa così un meccanismo per dimostrare come sia possibile incrementare Dharavi in modo differente, attraverso processi di progettazione inclusivi e puntuali. Nel momento in cui venivano sviluppate idee progettuali dall’Italia, cambiavano le condizioni al contorno del progetto, rendendolo via via più complesso e rappresentativo della realtà dello slum. 16

oo4. La collaborazione con Stefano Boeri nata in seguito ad un incontro a Dharavi. Foto: Matias Echanove oo5. La costruzione del Social Club in progress durante lo sviluppo del progetto in Italia. Foto: Matias Echanove


La riflessione che emerge come capitolo conclusivo è quindi sul nuovo ruolo acquisito nel corso del periodo di progettazione, sempre più inserito e guidato, anche se a distanza, dalla realtà locale. Sebbene la proposta su cui stiamo lavorando oggi abbia una metratura molto ridotta rispetto a quella delle fasi precedenti, questa ha sembrato assecondare al meglio le condizioni locali e pare avere più possibilità di essere costruita nei mesi a venire.

Note 1.

Un progetto di tesi in tre fasi 1. L’8 novembre 2006 un gruppo di studenti della I Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino è stato premiato con il Premio Speciale della Giuria alla 10. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, con il progetto Cutting Edge Bombay, nell’ambito del workshop internazionale “Learning from cities”. Il gruppo ha avuto come tutor Michele Bonino e Subhash Mukerjee di MARC ed ha lavorato sotto il coordinamento di Pierre-Alain Croset. 2.Il workshop Urban Typhoon si è svolto a Dharavi Koliwada tra il 16 ed il 22 marzo 2008 ed è stato coordinato ed organizzato da PUKAR insieme con ricercatori ed attivisti sociali indipendenti. Ha visto la partecipazione di architetti, artisti, docenti accademici e attivisti sociali provenienti da tutto che, uniti ai residenti di Koliwada, hanno prodotto idee, immagini , piani e prospettive per il futuro di Dharavi. La conclusione del workshop ha visto anche la nascita del sito web dharavi.org. Il Politecnico di Torino ha partecipato con una delegazione di studenti coordinati da Subhash Mukerjee (team leader). 3. Attraverso gli strumenti di progettazione urbana, Hindustry studia le megalopoli indiane, con una particolare attenzione al rapporto tra aspetti sociali e architettonici. Hindustry nasce dalla partecipazione a tre eventi: - IABR Biennale Internazionale di Architettura di Rotterdam, 2009, sezione Parallel Cases, “Coexistance as Survival. Enhancing informal synergies in Dharavi communities, Mumbai. - Koliwada, Mumbai, 2008. Workshop “Urban Typhoon”, progetto Koalition - Biennale di Venezia, 2006. Workshop “Learning from cities”, progetto Cutting Edge Bombay. Vincitore del Premio Speciale per le Scuole di Architettura. 4. La lezione a cui abbiamo partecipato è stata inserita nel programma corso Urban Design coordinato da Stefano Boeri presso il Politecnico di Milano. Alla lezione ha partecipato anche Yehuda Safran, riportando la propria posizione relativamente alla situazione attuale di Dharavi ed all’utilità dell’impegno di architetti occidentali nello studio di aree urbane iper-degradate.

17


18


2

Mumbai e Dharavi | le premesse all’attività progettuale

2.1 MUMBAI 2.1.1 Cenni storici, Mumbai Oggi 2.1.2 Origine e diffusione degli slums nella città di Mumbai 2.1.3 I meccanismi politici di intervento per lo “sviluppo” degli slums

2.2 DHARAVI 2.2.1 Cenni storici 2.2.2 Le politiche applicate per il risanamento di Dharavi 2.2.3 The Opportunity of the Millenium I: il Dharavi Development Plan 2.2.4 The Opportunity for the Millenium (?) II 19



2.1 MUMBAI 2.1.1 CENNI STORICI / MUMBAI OGGI L’arcipelago, la dominazione portoghese, la British East India Company Bombay 1 ebbe origine da un arcipelago di sette isole (Mumbadevi, Colaba, Isola Old Woman’s, Mahim, Parel, Worli e Mazgaon), abitate un tempo da contadini e dai kolis (pescatori) e coperte da un’estesa macchia di foreste. Il lungo braccio di mare tra le isole ed il continente formavano un porto con acque profonde e l’isola di Colaba fungeva da approdo naturale per i naviganti. Alla fine del secolo XV secolo, i portoghesi presero il controllo delle isole e governarono, senza opposizione, per poco più di un secolo. Nel 1661 il territorio fu ceduto all’Inghilterra che successivamente ne delegò il controllo alla British East India Company. Nel 1681 questa decise di trasferire la propria sede di controllo da Surat a Bombay. L’urbanizzazione della città si è confinata in questo periodo sull’isola di Mumbadevi (a sud dell’attuale Mumbai). Hornby Vellard, la “Manchester d’oriente”, la Bombay coloniale Tra il 1772 ed il 1838 ebbe luogo il primo piano ingegneristico su vasta scala per la città, avviato da William Hornby (Governatore di Bombay 1771-1787) contro la volontà della British East India Company. Grazie agli interventi previsti da questo venne colmata la parte di mare estesa tra isole e venne costruita una via di collegamento rialzata che portò alla formazione di un unico porto naturale noto come “Hornby Vellard” (dal portoghese vallado, terrapieno). Nel 1853 venne inaugurata la prima linea ferroviaria indiana, lunga 35 km tra Bombay e Thana e un anno più tardi, nel 1854, il primo stabilimento per la lavorazione del cotone venne fondato a Bombay. Dalla metà del 1850, Bombay sarà una delle più grandi ed importanti città coloniali dell’Asia, grazie

oo1. Carta storica del XVII secolo raffigurante Salsette island. Fonte: MR ‘06, p. 262

21


ai magazzini tessili ed al connesso commercio

sviluppo urbano, ma proseguendo le grandi opere

del cotone, guadagnandosi anche l’appellativo di

di bonifica dei terreni paludosi presenti ancora nella

“Manchester d’Oriente”. L’immigrazione su larga

città.

scala dei lavoratori Marathi 2 verso la città iniziò a

La Back Bay Reclamation Company nacque negli

crescere e Bombay acquisì una forma sempre più

anni Sessanta dell’Ottocento con la volontà di

vicina a quella odierna.

bonificare tutti i terreni estesi tra le attuali Malabar

Dal momento in cui l’industria del cotone iniziò ad

Hill e Colaba, anche se le ultime opere di bonifica

espandersi, prima che la città avesse una rete di

datano 1970, ad opera del Bombay Development

trasporti adeguata, i proprietari industriali decisero

Department. Durante tutto il Novecento la città

di alloggiare i migranti il più vicino possibile agli

di Bombay ha visto costantemente aumentare

opifici. Vennero così costruiti, in prossimità dei

il numero dei propri abitanti e si è sviluppata

luoghi di lavoro, i chawls, edifici ad alta densità di

sottraendo terreno al mare ed espandendosi verso

4-5 piani fuori terra, in cui una stanza di 20 mq

le regioni più a Nord. Questa strategia funzionò fino

diveniva l’unico spazio abitativo per una famiglia ed

al periodo alla metà del Novecento. Al momento

i servizi erano installati in comune per ogni piano.

dell’indipendenza, nel 1947, Bombay contava infatti

Dopo la prima guerra d’indipendenza nel 1857,

una popolazione che era ancora al di sotto del

la British East India Company venne accusata di

milione e mezzo di persone.

cattiva gestione della città e Bombay tornò sotto il controllo della corona britannica. In seguito allo scoppio della Guerra civile Americana nel 1861 l’economia di Bombay trasse numerosi benefici per il commercio di cotone con l’Inghilterra e, grazie anche all’apertura del Canale di Suez nel 1869, divenne il porto indiano più vicino all’Europa. L’economia cittadina venne così trasformata da agraria in quella di una città coloniale di fiorente produzione manifatturiera. Come sottolineato in Reclaiming (The Urbanism of) Mumbai, dal 1860 l’isola di Bombay ha subito numerose opere di modificazione. Dalla demolizione delle mura, alla bonifica progressiva di numerose aree per la residenza e per l’ampliamento delle aree portuali, la natura è stata violata per garantire il successo economico del paesaggio artificiale. La necessità di recuperare terreno abitabile ha così caratterizzato l’intera storia della città. Tra il 1870 e il 1950 il boom economico ha portato Bombay a crescere molto velocemente, senza che fosse stato previsto alcun piano per lo 22

oo2. “Bombay with its harbour and country adjacent”. Carta storica del 1855 in cui emerge l’importanza del porto di Bombay. Fonte: RUM, p.14


oo3. Trasformazioni geologiche della Salsette Island. Fonte: RUM, p. 11 1670: le sette isole originarie, principalmente coperte da foreste, abitate da pescatori e contadini. 1812: le prime opera di bonifica ad opera della corona britannica. 1864: si notano tre bande per le differenti composizioni geologiche dei terreni (roccia vulcanica, depositi alluvionali e roccia sedimentaria stratificata). 1933: la topografia dell’isola è notevolmente modificata con l’acceleramento delle opere di bonifica. 1969: le opere di bonifica maggiori sono state concluse e l’isola ha raggiunto la propria massima capacità.

23


Dopo l’Indipendenza e gli anni della Navi Mumbai

Un gruppo di architetti formato da Charles Correa, Pravina Mehta, Shirish Patel propose quindi un

Negli anni Sessanta, Bombay divenne la capitale

piano alternativo: la costruzione di una città satellite

dello stato del Maharashtra ed il flusso migratorio

progettata per due milioni di persone: Navi Bombay.

da questa e dalle altre regioni dell’India aumentò

La “nuova Bombay” avrebbe dovuto fungere da

notevolmente. Alla fine degli anni Sessanta la città

contro-magnete per fermare l’immigrazione verso

si trovava ad ospitare tra i cinque e i sei milioni di

la città e per collocare nuove abitazioni per gli

persone.

abitanti più poveri degli slums.

Nel 1964 la municipalità di propose un piano di

Secondo quanto descritto da Charles Correa, il

massima per lo sviluppo cittadino in cui, per una

progetto si basava su tre semplici principi: un nuovo

città che ospitava già quattro milioni e mezzo di

sviluppo pianificato, la costruzione di adeguate

abitanti e per cui si prospettava un raddoppio della

infrastrutture grazie ai proventi ricavati dalla vendita

popolazione nelle due decadi successive, non

dei terreni e la volontà di deviare la pressione della

vennero previste alternative allo sviluppo urbano

crescita verso la nuova città.

degli anni precedenti. La naturale espansione verso

Il piano venne adottato nel 1969 dal Bombay

nord che la città aveva avuto negli anni passati,

Metropolitan Regional Planning Board.

sarebbe stata sufficiente anche per contenere gli

Navi Bombay nasceva come un insieme di piccole

abitanti futuri.

città adatte ad ospitare ognuna tra i 100,000 e i

oo4. La nuova centralità di Navi Bombay e collegamenti navali con l’antico porto. Fonte: Charles Correa, Housing and Urbanization: Building Solutions for People and Cities, Thames & Hudson, London, 1997 p.116 oo5. I 22,000 ettari di terreno destinati alla costruzione della Navi Bombay. Fonte: Charles Correa, Housing and Urbanization: Building Solutions for People and Cities, Thames & Hudson, London, 1997 p.116

24


16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

1901 11 21 31 41 51 61 71 81 91 01 oo6. La crescita della popolazione di Bombay tra il 1901 ed il 2001. Fonte: Charles Correa, Housing and Urbanization: Building Solutions for People and Cities, Thames & Hudson, London, 1997 p.116 (ridisegnata)

Mumbai oggi Mumbai è oggi la più grande e più densamente popolata delle città indiane, una megalopoli che sta vivendo una fase di rinnovamento e che rappresenta per molti indiani la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita e, prima ancora, quelle delle generazioni future. Il disagio è un investimento per migliorare il futuro e le opportunità della propria famiglia. La diffusione dei film di Bollywood, ha fatto divenire Mumbai un sogno di massa per gli altri abitanti del paese; il fatto che la casta qui non abbia più lo stesso valore che ancora conserva nei villaggi offre nuove possibilità anche agli abitanti un tempo appartenenti alle caste più basse. La popolazione della Mumbai (considerando l’area della Greater Mumbai3) oggi varia tra i 13 e i 16 milioni, con una prospettiva di crescita pari al 14% nella prossima decade. Una percentuale variabile tra il 40% ed il 60% di

300,000 abitanti su un terreno di 500-800 ettari con aree dedicate alla produzione industriale e distretti finanziari. Le nuove polarità vennero studiate come entità urbane autonome, collegate tra loro da un imponente sistema infrastrutturale e separate da spazi verdi. Venne inoltre ipotizzato un nuovo porto, opposto a quello della antica Bombay, nell’ottica di muovere alcune attività commerciali ed industriali. In realtà Navi Bombay non si è rivelata essere un magnete sufficientemente attrattivo per gli immigrati e per le classi più povere. La popolazione della vecchia Bombay ha continuato ad aumentare nel corso di tutti i decenni successivi raggiungendo gli odierni quindici milioni di abitanti.

questa oggi vive però in insediamenti informali. Il prodotto medio lordo di ciascuno dei suoi abitanti si aggira intorno alle 55,000 Rs pro-capite (circa 1000 USD) contro un costo annuale medio della vita di 22,000 Rs (circa 500 USD). Il PIL cittadino costituisce il 2,4% del PIL nazionale anche se il 72% della popolazione è impegnato in settori informali dell’economia. Suketu Mehta definisce Mumbai una Maximum

City, una città degli eccessi dove tutto sembra espandersi in maniera esponenziale: dai call center, all’industria cinematografica, allo status di capitale finanziaria dell’India, ma anche agli slums, al degrado delle infrastrutture e delle condizioni ambientali. Tra il 1998 e il 2002 la crescita annuale si è attestata al 2.4%, contro il 7% rilevato tra il 1994 ed il 1998. 25


Anche la qualità della vita con notevoli problemi di

ed incrementare il livello di qualità della vita.

accesso all’acqua, di congestione del traffico e di

Il potenziamento del trasporto pubblico, la

conseguente inquinamento, non è migliorata ed il

costruzione di abitazioni per residenti a basso

numero degli abitanti degli insediamenti informali è

reddito, il miglioramento delle condizioni ambientali

in progressivamente aumentato.

e di inquinamento dell’aria si presentano quindi oggi

Gli urbanisti oggi guardano al modello di Shanghai,

come temi imprescindibili per la costruzione della

come guida per la città ed il Maharashtra State

città che verrà.

Government ha appena approvato un documento

I problemi di Mumbai non potranno comunque

intitolato ‘Vision Mumbai’ , che mira a trasformare

essere risolti lavorando solo sulla città stessa, ma

Mumbai in una world-class city entro il 2013

sarà necessario migliorare anche le condizioni delle

anche se, come sostiene l’architetto Charles

aree limitrofe, dei villaggi del Maharashtra e, più in

Correa, ‘There’s very little vision. They’re more like

generale, delle altre regioni dell’India.

hallucinations.”

Il problema principale che sarà necessario

Secondo quanto riportato nel Mc-Kinsey report,

affrontare resta comunque quello dell’accesso alla

per consolidare nei prossimi anni il proprio ruolo

casa per metà della popolazione. Come raccontato

3

di metropoli finanziaria e commerciale, Mumbai dovrebbe continuare la propria crescita economica

26

oo7. Veduta della città di Mumbai dal nord della Salsette island. Fonte: Jehangir Sorabbjee in MMR ‘06, p. 246-247


nei paragrafi precedenti, la “mancanza di terra”

sviluppo della città.

ha portato i prezzi degli appartamenti della zona

In questo senso anche l’atteggiamento che la

centrale a livelli inaccessibili per la maggior parte

municipalità sta tenendo durante lo studio del

degli attuali abitanti di Mumbai.

Dharavi Redevelopment Plan, in uno degli slum

Spostare gli uffici centrali del Maharashtra

storici della città i cui terreni hanno acquisito

State Government a Navi Mumbai e dislocare le

oggi enorme valore fondiario, sembra muoversi

numerose attività portuali dal sud della città al

nella direzione di un’occasione persa per la

di fuori delle Salsette island, sarebbero entrambi

concertazione tra abitanti degli slums ed il resto

processi che permetterebbero di liberare nuovi

della città.

terreni per infrastrutture e servizi. La scelta di utilizzare l’area dismessa dei cotton mills -2,43 kmq nella parte centro-occidentale della città- per la costruzione di alloggi di lusso e centri commerciali anziché per migliorare i servizi di scuole, aree verdi e spazi pubblici, getta in realtà alcune ombre su quello che possa essere il futuro

oo8. Vision Mumbai , Bombay First-Mc Kinsey. Fonte: MMR ‘06

27


oo9. Alcuni dei grafici inseriti all’interno di Vision Mumbai: in ordine - crescita economica e qualità della vita, le principali sfide per la Mumbai del futuro. - le iniziative prioritarie che aiuteranno Mumbai a raggiungere la qualità della vita prospettata Fonte: Vision Mumbai , Bombay First-Mc Kinsey, p. 4, 14

28


2.1.2 Origine e diffusione degli slums nella città di Mumbai La contestualizzazione del fenomeno: alcuni dati

Osservando i rapporti percentuali tra popolazione

di città indiane a confronto

e abitanti degli slums, sono in realtà anche città più piccole che emergono per dati che si avvicinano a

La questione degli slums si pone oggi come un

quelli di Mumbai. In città quali Meerut e Faridabad

tema di fondamentale importanza per la città

circa il 45% della popolazione vive in insediamenti

indiana: in città come Kolkota, Delhi, Chennai e la

informali, mentre a Nagpur la percentuale supera la

stessa Mumbai una buona parte della popolazione

soglia del 30%.

vive all’interno di quelli che vengono definiti come

Nella regione di Mumbai, il Maharashtra, si stimano

insediamenti informali. In generale, oggi più di un

oggi più di undici milioni di persone, circa il 33%

quarto della popolazione cittadina indiana vive

della popolazione totale, allocate negli slums.

oggi negli slum. A Delhi sono quasi due milioni gli abitanti degli slums, a Kolkota sono circa un milione e mezzo, mentre a Chennai raggiungono le ottocentomila unità.

oo9. La diffusione degli slums in alcune città indiane. Fonte: London School of Economics (a cura di), Urban India: understanding the maximum city, Urban Age, London, p. 36

29


Mumbai “Slumbay”

costruzioni e di accesso ai servizi. Alcuni slums storici, come quello di Dharavi, hanno

Il problema è particolarmente accentuato all’interno

avuto nel tempo la possibilità di restare fissi in

di Mumbai, dove vivono oggi il 15% degli abitanti

un luogo e hanno saputo, in maniera informale

totali degli slums indiani.

e spesso al di fuori dei limiti di legge, migliorare

Tra il 1950 e il 1968 il numero delle baraccopoli è

le proprie condizioni. Sono state costruite

aumentato del 18%, fino ad arrivare, nel 1980, alla

abitazioni con materiali più duraturi, si è provvisto

soglia limite del 50% della popolazione.

all’allacciamento idrico ed a quello elettrico e sono

Oggi sei milioni e mezzo di persone su quindici

state costruite alcune infrastrutture per la mobilità

(mentre alcuni dati parlano addirittura di nove milioni e mezzo su sedici milioni di abitanti) vivono all’interno di insediamenti informali con limitato accesso alle infrastrutture ed ai servizi e costituiscono tra il 40% ed il 60% della popolazione della Greater Mumbai. Nonostante i tentativi effettuati in passato per risolvere il problema, il numero di persone residenti negli slums è oggi ancora in crescita. Il tasso di crescita è in realtà superiore al tasso di crescita urbana della città formale e Mumbai ha guadagnato, in molte pubblicazioni, il titolo di

“Slumbay”. Tipologia e distribuzione degli slums a Mumbai E ‘importante riconoscere che gli slums di Mumbai sono altamente differenziati per tipologia, dimensione e posizione ed occupano terreni appartenenti al Governo Centrale, allo stato del Maharashtra, alla municipalità 5, ma anche terreni privati. E’ valutato che circa il 43% dei terreni su cui oggi sorgono gli slums è infatti di proprietà privata. Molti sono inoltre gli abitanti che non vivono in veri e propri slums, ma che alloggiano ogni giorno, anche per periodi lunghi, sui marciapiedi della città per non allontanarsi troppo dal posto di lavoro. Come accennato in precedenza non tutti gli slums hanno al proprio interno la stessa condizione ambientale relativamente alla qualità delle 30

o10. The Times of India, articolo pubblicato nel 2006 sugli slums a Mumbai. Fonte: MR ‘06, p. 162-163


interna grazie ai piani di risanamento. Facendo riferimento alla figura 12, se nelle zone F e G riportate nella mappa il 61% degli abitanti degli slums gode di un allacciamento all’acqua, nelle zone R e P solo il 19% di questi ha accesso a questo servizio. Gli slums che si trovano oggi sui terreni comunali hanno acquisito lo status di “ufficialità” accordatogli dalla Bombay Metropolitan Autority (BMA) ai sensi dello Slum and Central Urban Land Act del 1976. Questo significa che la zona è ufficialmente riconosciuta come “non idonea all’abitazione umana” e la BMA avrà il compito di provvedere al più presto alla fornitura dell’accesso alle infrastrutture ed ai servizi necessari. Prima del 1950 gli slums sono sorti principalmente intorno alla zona dei cotton mills, nella parte centrooccidentale dell’isola, nel quartiere denominato

Byculla. Questi erano per lo più abitazioni di una stanza, in cui i lavoratori del settore tessile abitavano con le proprie famiglie. Negli anni successivi, con l’aumento della popolazione, gli slums si sono allargati anche alle zone limitrofe quali la Mahim Creek, Parel, Dadar e Matunga. Sebbene si possa considerare che il fenomeno degli slums investa tutta la città di Mumbai, va sottolineato che gli slums non sono uniformemente diffusi: essi costituiscono il 79% del costruito nella zona M e il 47% di quello delle zone L, N e T. Queste due aree sono quelle in cui è maggiore la diffusione del fenomeno, mentre nelle zone A-E e P-R gli slums costituiscono comunque una percentuale inferiore al 20%.

o11. Suddivisione in settori della Greater Mumbai. Fonte: MR ‘06, p. 23 o12. Greater Mumbai, la diffusione dei più di 3,000 insediamenti informali con almeno 1,000 residenti. Fonte: MR ‘06, p. 154-155

31


In ogni caso a Mumbai la popolazione che vive oggi negli insediamenti informali può considerarsi più inserita che in altre città indiane. Facendo un raffronto con Delhi, per esempio, a Mumbai più del 40% degli slums si trova oggi nelle zone centrali della città (da A a K), mentre nella capitale indiana questa percentuale è praticamente nulla e gli slums si sviluppano sostanzialmente nelle periferie. La formazione degli slums di Mumbai: cause ed origini Sin dalla fine del XIX secolo la municipalità di Mumbai ha tentato di impegnarsi, in modi differenti e con investimenti altalenanti, nella risoluzione del problema degli slums e delle aree urbane iperdegradate. Una serie di politiche amministrative, che nel corso degli anni Novanta hanno teso a coinvolgere anche gli investimenti privati, sono state applicate per risolvere i problemi dell’housing per gli abitanti più poveri e per quelli con redditi medio-bassi. Il fenomeno dell’occupazione informale di terreni vacanti sul territorio della Greater Mumbai ha però origine ben prima dell’indipendenza indiana e può essere associato, senza timore di semplificare eccessivamente, alla questione dell’immigrazione verso la nascente capitale finanziaria indiana. Tra il 1941 ed il 1971 circa i due terzi della popolazione di Mumbai erano costituiti da migranti di prima generazione, arrivati in città alla ricerca di un lavoro.

o13. Mumbai, la densità della popolazione nelle diverse parti della città. Si noti la densità a Dharavi, pari al valore massimo. Fonte: MR ‘06, p. 162 o14. La differenza dei prezzi di mercato nelle diverse parti della città. Si noti il valore fondiario 10,000-15,000 Rs del Bandra Kurla Complex, accanto a Dharavi. Fonte: MR ‘06, p. 163

32


Se il dato sull’immigrazione ha continuato ad aumentare nel corso degli anni, anche quello relativo all’economia informale, che sottolinea la presenza di una vita parallela a quella della città formale, è divenuto sempre più determinante rispetto all’economia cittadina: se nel 1961 gli impiegati nel settore informale costituivano circa il 50% di quelli totali, già nel 1991 questa percentuale si avvicinava al 66%. Oggi, in Mumbai Visions, i dati parlano addirittura del 72% della popolazione impegnata nell’economia informale. La maggior parte di questa aveva (ed ha) origine all’interno degli slums, rendendoli luoghi di produttività vitali per l’economia cittadina piuttosto che aree di povertà e miseria come dipinti nell’immaginario comune. Anche se è difficile quantificare la ricchezza che questi insediamenti producevano (e tuttora producono), i prodotti a basso costo che questi hanno sempre fornito al mercato formale sono frutto di salari bassi e di un mercato affittuario in grado di fornire abitazioni a prezzi molto inferiori rispetto a quelli del mercato formale. Il flusso migratorio ininterrotto verificatosi lungo tutto il Novecento da ogni regione dell’India verso Mumbai non è stato bloccato dai progetti di decentramento del nucleo cittadino attraverso la costruzione di città satellite quali Navi Bombay. Poiché la rete infrastrutturale dei trasporti non è migliorata a sufficienza nella Mumbai Metropolitan

Region 6, i migranti hanno continuato a dirigersi verso le aree centrali della città.

o15. Vignetta ironica sulle condizioni di vita all’interno della densità estrema di Mumbai. Fonte: MR ‘07, p. 25 o16. 6,000,000 di persone vivono oggi sul 5% del territorio della Greater Mumbai mentre la parte più ricca della popolazione occupa il restante 95% della città. 91 proprietari terrieri controllano quasi tutti i “terreni vuoti” mentre il 6% della popolazione controlla il 75% dei terreni della Greater Mumbai. Fonte: MR ‘06, p. 162-163

33


Anche se l’immigrazione è, come detto in

della localizzazione, dei servizi e delle infrastrutture

precedenza, una delle cause principali del

poste nelle vicinanze il prezzo di un’appartamento

proliferare degli slums, va sottolineato che questa

a Mumbai può variare tra le 1,700 Rs/sqfeet alle

non può essere considerata l’unica causa poiché

16,000 Rs/sqfeet. Questi prezzi sono notevolmente

questa non è di molto superiore rispetto ad altre

superiori rispetto ai prezzi medi presenti nelle

città nei paesi in via di sviluppo.

altre città indiane e sono comparabili con i prezzi

Il problema dunque non è l’immigrazione in sé, ma

delle abitazioni nei migliori quartieri di metropoli

la pressione che questa produce su una città che

internazionali quali Singapore, New York e

non ha più terra a disposizione per espandersi ed

Shanghai.

in cui i terreni vacanti sono stimati tra i 3,000 e

La persistente incapacità di fornire abitazioni

20,000 ettari e si trovano per lo più in mano a pochi

attraverso il mercato formale per incontrare la

privati.

domanda annuale ha determinato oggi nella città

Vi è una profonda differenza nella distribuzione

di Mumbai questo profondo disequilibrio che

dei terreni all’interno della città: mentre sei milioni

incentiva la speculazione edilizia, aumenta i profitti

di persone vivono oggi sul 5% del territorio

dei costruttori privati e non consente a molte

della Greater Mumbai, la parte più ricca della

persone una scelta alternativa a quella del mercato

popolazione occupa il restante 95% della città.

“informale”.

E’ chiaro inoltre che la fornitura di alloggi nel suo complesso, ma soprattutto per le fasce della popolazione più povere a Mumbai è stata negli anni gravemente carente. L’offerta di abitazioni formale è infatti coperta prevalentemente dal settore privato che tra il 1984 e il 1991 ha contribuito alla costruzione del 66% dell’edilizia nella Mumbai Metropolitan Region. La domanda media annuale di abitazioni è cresciuta da 46,000 negli anni Sessanta a 70,000 negli anni Settanta, a 66,000 negli anni Ottanta ed a 85,000 durante gli anni Novanta. D’altra parte però l’offerta fornita dal settore pubblico e privato insieme negli anni è stata sempre di molto inferiore: 17,600 negli anni Sessanta, 20,000 negli anni Settanta, 57,400 negli anni Ottanta e 65,000 negli anni Novanta. Questo gap presente nei dati tra domanda e offerta è stato negli anni colmato dagli insediamenti informali che oggi hanno invaso la città. Il prezzo di acquisto delle case è oggi un problema fondamentale per le persone più povere: a seconda 34

o17. Le contraddizioni dell’odierna Mumbai. Il proliferare degli slums a fianco dell città formale. Fonte: Jehangir Sorabbjee in MMR ‘06, p.232-233


35


2.1.3 I meccanismi politici di intervento per lo “sviluppo” degli slums Non venne però assicurata a nessuno degli abitanti Già dal 1896, attraverso il Bombay Improvement

la “permanenza” futura dello slum.

Trust Act la città si è dotata degli strumenti

Molti degli abitanti allocati lungo le linee ferroviarie

legislativi necessari per “liberare” il proprio territorio

e lungo i marciapiedi non beneficiarono di questo

dal problema delle baraccopoli.

censimento continuando a rimare di fatto cittadini

La prassi adottata durante tutta la prima metà del

“illegali”.

Novecento è stata quella dello “sradicamento” degli

All’interno della stessa indagine vennero pubblicati

slums dalle aree centrali della città, rinnovandole

alcuni risultati interessanti per inquadrare il

attraverso nozioni di sviluppo e lottizzazione

fenomeno della città informale: gli insediamenti

occidentali. La soluzione per la maggior parte dei

nelle periferie di Mumbai ospitavano circa l’83%

residenti informali era dunque muoversi in altre

degli abitanti degli slums e questi erano nati, nella

parti della città, più periferiche, per tornare a vivere

maggior parte dei casi, su aree non adatte per lo

nuovamente in uno slum.

sviluppo urbano quali terreni paludosi, collinari o

Nel corso degli anni Settanta una crescente

lungo linee ferroviarie.

opposizione è emersa nei confronti di questo tipo

Inoltre, furono rilevati alcuni dati relativi alle

di politica, applicato indistintamente prima dal

condizioni lavorative: tra il 10% e il 15% degli

governo inglese, poi da quello indiano in seguito

abitanti degli insediamenti informali lavorava

all’indipendenza.

all’interno degli insediamenti stessi, mentre questa

Il 1976 è sembrato essere, in un certo senso, l’anno

percentuale si alzava di molto in insediamenti più

che ha segnato una mutata attenzione verso la

consolidati, quali Dharavi, dove circa 350,000

problematica dell’abitazione per i più poveri che

persone vennero censite e dove le industrie delle

aveva ormai assunto dimensioni e proporzioni

ceramiche, delle concerie, della produzione di

decisamente ingombranti per l’intera città.

liquore e dei tessuti erano già vivacemente avviate

7

da alcuni decenni. Il Maharashtra State Government Census (1976)

I dati raccolti relativamente alle condizioni abitative parlano di abitazioni di circa 12.5 metri quadri per

Voluto dal Maharashtra State Government, il

ogni nucleo familiare; di queste solo una minima

primo censimento ufficiale risale al gennaio 1976

parte era costruita con materiali permanenti.

e ha rilevato la presenza, nella sola Bombay, di

Inoltre, mentre all’interno degli slums il 48% della

902.015 costruzioni “informali” distribuite in 2335

popolazione era proprietario della propria casa,

aree urbane degradate di cui più del 50% nate su

mentre i restanti abitanti godevano di affitti molto

territori posseduti da privati.

più bassi rispetto alla media di Bombay. Come

Grazie a questo primo tentativo di monitorare la

sottolineato già in precedenza, anche da questo

situazione relativa alle aree urbane iper-degradate

censimento emerse come il fenomeno degli slums

vennero distribuite carte d’identità ad ognuno degli

fosse strettamente connesso all’immigrazione

abitanti degli slums nati prima del 1976; questi

ed alla difficoltà di trovare casa nel mercato

acquisirono di fatto l’ “eleggibilità”, cioè il diritto ad

formale: il 79% delle famiglie erano infatti arrivate a

ottenere un’abitazione in occasione di eventuali

Mumbai dopo il 1960 e circa il 50% dei migranti era

piani di sviluppo e risanamento futuri.

originario di altri stati dell’India.

36


Le strategie di potenziamento degli slums in situ

strade e marciapiedi, la fornitura di impianti di

alla fine degli anni ‘70 ed inizio anni ‘80

illuminazione e di una rete di energia elettrica. Nonostante il largo raggio d’intervento previsto

Negli anni Ottanta circa il 50% della popolazione di

per questi piani (hanno interessato circa tre milioni

Bombay, equivalente a 4.5 milioni di persone, viveva

di abitanti degli slums fino al 1989), i risultati

all’interno degli slums ed il 70% di questa risiedeva

ottenuti sono spesso stati inferiori alle aspettative

all’interno di insediamenti riconosciuti e legittimati

e la manutenzione dei nuovi impianti installati si è

nel 1976.

rivelata difficile.

Con oltre il 40% di questi che vivevano al di

I SUP a Bombay saranno controllati principalmente

sotto della soglia minima di povertà, il tema

dalla World Bank attraverso meccanismi di

dell’intervento statale sul mercato immobiliare si

inclusione e partecipazione delle comunità locali.

prospettava come aiuto necessario ed inderogabile.

Attraverso il consenso degli abitanti verranno

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni

attivati meccanismi di utilizzo del denaro pubblico

Ottanta vennero adottate due strategie successive

per la costruzione di social housing per gli

e complementari: prima, nel 1976 lo Slum

abitanti degli slum. I primi edifici alti iniziarono a

Improvement Program (SIP) e successivamente,

sorgere all’interno degli slums anche se i costi di

dal 1983-84 lo Slum Upgradation Program (SUP).

mantenimento molto alti obbligarono molti dei

Queste strategie ebbero origine da un

primi residenti a vendere l’alloggio che era stato loro

“cambiamento di rotta” che si riscontrò anche

assegnato.

a livello internazionale sui metodi di intervento

Il piano prevedeva il coinvolgimento di 100.000

dello stato nel risanamento delle aree urbane

famiglie ogni tre anni. Le difficoltà principali di

iper-degradate: organizzazioni quali la World Bank

attuazione di questi piani si sono riscontrate nei

parlano in questi anni dell’importanza della tutela

meccanismi di coinvolgimento delle comunità e nei

delle condizioni ambientali e del miglioramento

processi acquisizione dei terreni su cui sorgevano

degli insediamenti in situ .

gli slums.

I principi che vengono richiamati sono quelli

Alla fine del 1989 questo processo aveva disatteso

di “accessibilità” (adottando un approccio

la maggior parte delle aspettative e solo il 9% degli

realistico alla disponibilità economica degli

abitanti dei nuovi edifici erano famiglie appartenenti

abitanti), “recupero dei costi” (legato al concetto

alle fasce di reddito più basse.

di accessibilità in quanto implicava che l’ utente

Nonostante i limiti riscontrabili nella riuscita degli

potesse pagare la nuova abitazione piuttosto che

interventi di risanamento, l’approccio al problema

usufruire di un “regalo”) e “replicabilità” (al fine

in questi anni sembra apparire più rispettoso delle

di creare progetti “trasferibili” nell’ottica di un

istanze locali se comparato con quello degli anni

miglioramento complessivo degli alloggi).

passati. La considerazione riservata alle condizioni

Gli interventi attuati all’interno dei SIP cercarono

ambientali e all’importanza delle comunità locali

di aumentare le infrastrutture attraverso la

ha portato a programmi politici in grado di cogliere,

costruzione di una rete per la distribuzione

anche se solo in parte, l’importanza del rispetto del

dell’acqua sanitaria e per la raccolta delle acque

“diritto alla casa” anche per gli abitanti delle aree

reflue, l’inizio di un’opera di pavimentazione di

urbane più degradate. 37


Prime Minister Grant Program (1985-1993)

sovvenzionate. Come successo anche nei piani precedenti, il

Questo programma statale di investimento, avviato

mantenimento di molti degli appartamenti costruiti

dal Primo Ministro Rajiv Ghandi nel 1985 in seguito

risultò però troppo costoso per gli abitanti dello

ad una sua visita a Dharavi, ha investito un miliardo

slum che furono costretti a vendere a classi sociali

di rupie al fine di migliorare le condizioni di vita negli

economicamente più benestanti.

slums di Bombay.

Il programma si concluse nel 1993, quando i fondi

Di queste, seicento milioni sono in state destinate

investiti terminarono ed in seguito all’attuazione di

allo slum di Dharavi che in quegli anni, con i sui 223

nuovi piani di intervento proposti dal Maharashtra

ettari di terreno occupati da 500.000 abitanti, era

State Government.

conosciuto come il più grande slum dell’Asia. Oltre che alla costruzione di infrastrutture per

Slum Redevelopment Scheme (SRD): la

l’acqua e per le strade, il denaro era destinato

privatizzazione nel risanamento degli slums

al finanziamento di 5,000 unità abitative

(1991-1995) Gli anni Novanta segnarono una svolta

o18. Grafico che rappresenta la differenza tra domanda e offerta di abitazioni a Mumbai dagli anni ‘70 ad oggi. Fonte: MR ‘06 p.158-159

38

nell’approccio politico al tema del risanamento delle aree urbane iper-degradate ed emerse un nuovo


modo di affrontare la questione.

Il vantaggio per i privati risiedeva nel fatto che,

Nel 1985, lo Shiv Sena (partito associato alla sfera

costruendo su queste aree era possibile innalzare

destra conservatrice) vinse le elezioni cittadine per

il FSI fino a 2.5 rispetto all’1.0 del resto della città,

la prima volta.

avendo così una serie di alloggi liberi da vendere al

Nel 1990, in occasione della presentazione del

normale prezzo di mercato.

proprio programma politico per le elezioni del

Alcune regolamentazioni limitarono però il

Maharashtra State Government, il suo leader

funzionamento di questi piani: la più ingombrante

propose la realizzazione di un piano di “free-

fu il “tetto massimo” di guadagno complessivo

housing” sovvenzionato in parte da promotori

dell’intervento, posto al 25% del costo dell’intera

immobiliari privati. Il tentativo era quello di

operazione. In base al concetto del guadagno

permettere agli imprenditori immobiliari di costruire

massimo era prevista anche la determinazione del

un numero maggiore di abitazioni aumentando la

limite di FSI.

densità massima di sviluppo (Floor Space Index,

Queste restrizioni vennero valutate negativamente

FSI), qualora questi si fossero impegnati nella

da molti imprenditori che ritennero non conveniente

realizzazione di housing all’interno degli slums.

investire negli SRD.

Nel 1990 lo Shiv Shena perse le elezioni ma il

Le problematiche legate all’assegnazione ed alla

Congress (partito antagonista riconducibile alla

scelta delle aree su cui applicare il programma,

sinistra) ha ugualmente ritenuto necessario

le complicazioni nate dall’interazione con le

introdurre un programma simile per migliorare

comunità e la lentezza burocratica delle istituzioni

l’offerta di abitazioni a basso costo.

furono soltanto alcuni dei deterrenti aggiuntivi che

Nel 1991 nacquero così gli Slum Redevelopment

bloccarono gli investimenti privati.

Scheme (SRD), che prevedevano il coinvolgimento

Nel 1995, da tutta la città, erano pervenute al

dell’iniziativa privata nella costruzione di housing

comune di Bombay soltanto 185 proposte di

all’interno degli slums: appartamenti da 17 a 21

adesione al programma.

metri quadri vennero costruiti da imprenditori privati e venduti ad un prezzo di 15,000 Rs (circa al 23% del costo medio di costruzione).

o19. I dati relativi all’applicazione degli SRS fino al 1998 (comprendono gli SRD). Fonte: Vinit Mukhija, Enabling Slum Redevelopment in Mumbai: Policy Paradox in Practice, 2001

39


Slum Rehabilitation Scheme (SRS): (1995-oggi)

risiede nel concetto di trasferibilità dei diritti di

Il 1995 segnerà il ritorno al potere al Maharashtra

costruzione (Transfert Development Rights, TDR):

State Government dello Shiv Shena.

in caso di intervento nei quartieri in cui non sarebbe

Visti gli scarsi risultati raggiunti dall’SRD e la

stato possibile raggiungere, nelle nuove costruzioni,

crescita spropositata dei valori immobiliari, questo

il limite di 2.5 poiché già eccessivamente densi, i

deciderà di sostituire il programma esistente (SRD)

diritti di costruzione aggiuntivi acquisiti sarebbero

con un nuovo meccanismo di intervento: gli Slum

potuti essere utilizzati in altre parti Mumbai.

Rehabilitation Scheme (SRS).

Il piano ha infine deciso di fornire un unico

Venne così istituito un comitato consultivo

intermediario responsabile dell’applicazione degli

composto da impiegati comunali, burocrati,

SRS, la Slum Redevelopment Autority (SRA).

promotori immobiliari e rappresentanti della

Questa introdusse già nel 1997 alcuni abbassamenti

società civile denominato Afzulpurkar Committee,

negli standard richiesti ai costruttori a partire dalla

con il compito di analizzare le problematiche

diminuzione delle dimensioni minime di cucine

dell’esperienza passata.

e bagni fino all’eliminazione delle norme antiincendio.

La principale modifica che questo intervento portò fu la definizione chiara di coloro che potessero

La legge ha previsto anche la possibilità da parte

essere definiti abitanti “eleggibili”: il comitato

di agenzie pubbliche di proporsi come promotori

propose che tutti coloro che potessero dimostrare

finanziari dei piani di risanamento, qualora queste lo

di vivere in uno slum di Mumbai dal 1 gennaio 1995

ritenessero una scelta utile e remunerativa.

acquisissero l’eleggibilità futura. Ad ogni famiglia

I dati relativi agli interventi circoscrivibili al

di queste sarebbe spettato un appartamento di

programma degli SRS non sono però più

21 metri quadri nel caso in cui, in futuro, si fosse

confortanti di quelli degli SRD: nel marzo 2000

deciso di procedere ad un piano di risanamento. Per

solo 3,486 unità erano state costruite per ospitare

le abitazioni così assegnate verranno inoltre ridotte

gli abitanti degli slums. Tuttavia, un aspetto

le tasse di proprietà comunale per i primi dieci anni,

interessante di questa esperienza di riqualificazione

soggette poi ad un progressivo aumento nel corso

è che oltre 75.000 famiglie residenti negli slums

dei seguenti dieci anni. I promotori immobiliari

espressero interesse ad avere un piano di

vennero in aggiunta investiti della responsabilità di

risanamento per la loro baraccopoli. E‘ anche

stanziare un fondo di 20,000 Rs per coprire i costi

importante riconoscere che l’applicazione di

di mantenimento per ognuna delle famiglie re-

questi interventi non è stata permessa in “luoghi

insediate.

pericolosi” (quali pendici collinari) e lungo la costa,

Il supporto agli investitori privati avvenne attraverso

dove lo sviluppo oggi è vietato e dove sorgono in

la deregolamentazione del “tetto massimo” di

realtà molti degli slums di Mumbai.

profitto e attraverso una valutazione della possibilità di applicare il limite di 2.5 FSI in modo proporzionale

D’altra parte, questo processo di delega del

ai prezzi di vendita degli alloggi nelle diverse parti di

problema ai costruttori privati, ha trascurato le

Mumbai.

esigenze infrastrutturali e di servizi: non prevedendo

L’ultima ma altrettanto importante innovazione

interventi di miglioramento dell’accesso all’acqua

40


ed all’elettricità, né la costruzione di edifici pubblici

individuare un promotore immobiliare privato in

per l’istruzione e la sanità e tantomeno progetti per

grado di raccogliere i documenti necessari per

la viabilità, le condizioni abitative in cui sorgevano

dimostrare l’eleggibilità e la volontà degli abitanti di

i nuovi edifici restavano inferiori agli standard

avviare le pratiche attraverso l’SRS.

cittadini.

Il processo descritto, in apparenza molto lineare, ha trovato nella determinazione dell’eleggibilità

La questione della “eleggibilità”

degli abitanti, e della conseguente inclusione

L’impressione iniziale data dagli SRS era quella che

o esclusione all’interno del piano, il punto più

le comunità diventassero finalmente promotrici

complicato della propria applicazione. In una realtà

degli interventi di risanamento attraverso un

informale, è in effetti difficile testimoniare la propria

processo di mobilitazione della popolazione.

residenza in un luogo attraverso documenti scritti e

Il meccanismo legislativo proposto determinava

validi.

che, grazie al consenso del 70% degli abitanti

Inoltre la ricerca di documenti necessari per

“eleggibili” (residenti installatisi prima del 1 gennaio

rientrare all’interno delle CBO ha creato un ampio

1995) sarebbe stato possibile creare un CBO

mercato di falsificazione e compravendita dei

(Community Based Organization)8 che avrebbe

documenti in cui le persone meno abbienti sono

rappresentato l’interesse delle comunità locali.

state come sempre le più danneggiate.

A questo punto sarebbe stato sufficiente

Le strategie di riqualificazione dei quartieri poveri di Mumbai della fine degli anni Settanta e degli anni ‘80, gli interventi avviati con i fondi stanziati dal Primo Ministro nel 1985, i successivi piani di coinvolgimento del privato nel risanamento degli slums costituiscono sommariamente il quadro storico-legislativo di risposta della città di Mumbai al tema dello sviluppo delle aree urbane iper-degradate. Questo costituisce la base legislativa su cui nasce l’attuale Dharavi Development Plan che richiama alcuni concetti introdotti in passato e ne riutilizza le retoriche.

41


42


2.2 DHARAVI 2.2.1 CENNI STORICI

MIRA-BHAYANDAR

Nella mappa del Capitano Thomas Dickinson, denominata Islands of Bombay e datata 1812-1816

THANE Vasai creek

è riportata la presenza di un antico villaggio di pescatori (Koliwada) che possiede già un apparente forma costruita. Come riporta il Gazetteer of Bombay City and

western railway

Islands, stampato per la prima volta nel 1909, il SALSETTE ISLAND

nome di Dharavi si ritrova menzionato già quando la città era ancora costituita da sette isole separate dal

central railway

Thane creek

torrente Mahim proveniente dall’entroterra. Dharavi è descritto come uno dei sei grandi koliwadas

NAVI MUMBAI ARABIAN SEA

DHARAVI

harbour railway

(villaggi di pescatori) di Bombay: “Nel 1727, Bombay

consisteva in due città, Bombay e Mahim ed in 8 villaggi Mazagaon, Varli, Parel, Vadala, Naigam, Matunga, Dharavi e Colaba. Questa aveva inoltre sette frazioni: due al di sotto di Vadala, due al di sotto di Dharavi e tre al di sotto di Parel.“

ISLAND CITY

MUMBAI HARBOUR JAHARWAL NEHRU PORT TRUST (J.N.P.T.)

Dharavi Koliwada, l’insediamento primario attorno al quale si è sviluppato oggi lo slum, si trova sul margine nord-ovest dell’odierna Dharavi ed ha mantenuto una certa indipendenza rispetto al restante del tessuto informale. Lo sviluppo urbano della città di Bombay ebbe un’accelerazione improvvisa nel corso del XIX secolo ed in particolare dopo il 1858 quando la città passò sotto il controllo inglese. Durante questi anni, in modo progettato ed in modo naturale, il mare tra le isole venne progressivamente colmato fino a formare l’attuale Salsette Island. Come riportato in City of Gold (Gillian Tindall), Bombay può vantare l’eccentrica distinzione di essere cresciuta su un terreno di pesce marcio e foglie di palma da cocco.

o19. Vista del nagar New Transit Camp, Dharavi. Foto: Alberto Bottero o20. La collocazione di Dharavi, divenuta oggi centrale nello sviluppo urbano della Salsette Island. o21. Thomas Dickinson, Islands of Bombay, 1812-1816. Fonte: Dharavi Studio 2006-2007 KRVIA,

43


A partire dall’inizio del XX secolo, da villaggio

vicinanza del mattatoio di Bandra. Il primo tempio

distante dalle periferie cittadine, Koliwada si trovò

di Ganesh Mandir costruito a Dharavi data 1913,

sempre più a ridosso del territorio urbano a causa

mentre la prima scuola Tamil risale al 1924. Durante

del continuo incremento demografico. Nonostante

gli anni Trenta si registrarono anche i primi flussi

le importanti opere di bonifica che hanno coinvolto

dall’Uttar Pradesh con la conseguente nascita di un

tutta la città nel corso del XIX e del XX secolo, il

fiorente mercato di tessuti ed indumenti.

villaggio di Koliwada riuscì a mantenere la propria

Dalla Bombay Guide Map, datata 1969, si

economia basata sulla pesca, fino alla fine degli anni

può notare come in alcune parti di Dharavi si

Sessanta.

riconoscano già zone ad alta densità di costruito.

I primi abitanti che si mossero a Dharavi

Gli anni tra il 1971 ed il 1974 divengono in realtà

incontrarono un terreno paludoso, ancora

cruciali per comprendere la storia futura di

assolutamente vergine da alcuni tipo di

Dharavi: il Clearance and Redevelopment Act del

infrastrutturazione e, diversamente da quanto

Maharashtra Slum Areas Improvement, definirà

accadde in altre aree occupate della città, coloro

infatti ufficialmente Dharavi come uno slum e

che si insediarono non dovettero successivamente

questa decisione incederà in maniera importante

muoversi, poiché l’amministrazione cittadina

sulla percezione da parte degli altri cittadini di

non ha mostrato interessi relativamente a questo

Mumbai e sul tipo di politiche adottate negli anni a

appezzamento di terreno.

venire per questa parte di città.

Piccoli insediamenti informali iniziarono a sorgere a partire dagli anni Venti, sino ad unirsi nell’unica entità che oggi ha preso il nome di Dharavi. La storia di Dharavi è indissolubilmente legata alla storia dell’immigrazione di Bombay: così se nella città i primi flussi migratori si riscontrarono dal Maharashtra, in particolare dal Konkan ed in parte dal Gujarat, anche per Dharavi la storia non si discosta di molto. Queste comunità, che si insediarono nel sud della città, vennero generalmente “sradicate” dai propri insediamenti informali e furono costrette a muoversi nelle aree più periferiche. Attraverso questo meccanismo, intere comunità furono spinte dal sud di Bombay fino a Dharavi, a quel tempo limite nord della città. Così i ceramisti di Saurashtra furono riallocati due volte prima di essere spostati a Dharavi, tra il 1910 e il 1920. Anche alcune comunità originarie del Tamil Nadu impegnate nel commercio del cuoio vennero spostate durante gli stessi anni dal sud di Bombay e si localizzarono a Dharavi, approfittando della 44

o22. Bombay Guide Map, 1969. Fonte: Dharavi Studio 20062007 KRVIA,


2.2.2 Le politiche applicate per il risanamento di Dharavi Oggi Dharavi è nuovamente al centro dell’attenzione cittadina. La sua posizione, divenuta centrale in

Il Clearance and Redevelopment Act del 1974

seguito all’espansione della Greater Mumbai e al

tenta di definire lo slum in termini di mancanza

lato dell’efficiente complesso finanziario di Bandra-

di infrastrutture ed accesso ai servizi. In seguito

Kurla , ha destato l’interesse di molti imprenditori

alla scelta di definire Dharavi come tale, lo Slum

immobiliari e della stessa amministrazione

Improvement Board avvierà un primo intervento

cittadina, intenzionata a ridisegnare Mumbai come

di risanamento. I primi sforzi saranno in direzione

una world-class city.

dell’accesso all’acqua, ai servizi igienici ed della

La storia sembra perciò oggi ripresentarsi, con

costruzione di una rete elettrica più efficiente.

la municipalità impegnata nel trovare il modo di

Questo sarà anche il periodo in cui verranno

9

“spostare” il problema di Dharavi verso le periferie

costruite Sion-Mahim-Link Road, 60 Feet e 90 Feet

più che nel tentare di risolvere e di migliorare le

Road al di sotto delle quali vengono collocate le reti

condizioni abitative dei suoi abitanti.

fognarie e le tubazioni dell’acqua. Alcuni transit camps verranno costruiti per allocare le persone sfollate nell’ambito degli interventi di costruzione delle nuove vie di attraversamento principale. L’attuale nagar denominato New Transit Camp deriva proprio dal ricollocamento di una parte

o23. 90 Feet Road ed alcuni degli edifici alti costruiti grazie alle politiche di risanamento. Fonte: Alberto Bottero

sostanziale della popolazione durante questo periodo.

45


Nel 1976 la municipalità decise di condurre un

ogni slum per dedicarli a funzioni di tipo pubblico.

censimento sulle aree degradate di Mumbai. Le

In realtà non tutti i lotti di terra che lo stato avrebbe

persone che dimostrarono di essersi insediate in

potuto acquisire con la forza di questo atto vennero

una di queste aree prima del 1975 ebbero diritto a

utilizzati e solo una piccola parte di infrastrutture e

un riconoscimento immediato dell’identità. Gli slum

servizi vennero costruiti.

nati dunque prima del 1975 vennero riconosciuti e

Il 1981 fu un anno tragico per molti slums di

lo Stato si assunse l’onere di garantire infrastrutture

Mumbai: una grande quantità di case venne

e servizi. In ogni caso non venne garantita a

letteralmente rasa al suolo e migliaia di persone

nessuno slum la sicurezza che, successivamente,

furono lasciate senza casa e caricate a forza su bus

non ci sarebbero stati interventi di demolizione.

diretti fuori dalla città, con il consiglio di tornare

Durante il corso dello stesso anno l’Urban Ceiling

Regulation Act venne approvato permettendo di confiscare i lotti di terreno inutilizzati all’interno di

46

o24. Il piano per Dharavi del1981 formulato attraverso i meccanismi degli Slum Improvement Program. Fonte: Dharavi Studio 2006-2007 KRVIA,


ognuno nelle regioni di origine. In seguito all’apertura di un’inchiesta, la Supreme

Court nel 1985 dichiarò che “lo sfratto di una persona da un marciapiede o da uno slum avrebbe portato inevitabilmente alla privazione del diritto alla vita”. Quindi, se le persone potevano dimostrare di essere arrivate a Mumbai prima del 1976 lo Stato aveva l’obbligo di garantire, in caso di demolizione di uno slum, un’adeguata alternativa per la risistemazione. Nel 1981, attraverso il quadro legislativo impostato dagli

Slum Improvement Program, compare un

nuovo piano di sviluppo per Dharavi previsto per una popolazione di 169,333 residenti. Qui emergono alcuni degli interventi che saranno parzialmente realizzati negli anni a venire. I riferimenti sono fatti alla possibilità di costruire servizi educativi e sanitari soprattutto nella parte sud di Dharavi. Compaiono all’interno di questo piano per esempio il progetto per la scuola all’interno di

Social Nagar (che oggi ospita circa 6,000 bambini) e il progetto per il Dharavi Hospital, lungo Sulochana

Shetty Road. A sud di questa sono anche individuate la maggior parte delle aree per gli interventi di Municipal Housing futuri. Alcune aree sparse in Dharavi sono inoltre state previste come spazio per il gioco ed il tempo libero nella parte sud dello slum. Nel 1985

il Primo Ministro indiano Rajiv Ghandi

decise di stanziare un miliardo di Rupie (venti milioni di USD) all’interno dei Prime Minister Grant Project in favore dei piani di sviluppo e risanamento per la città di Mumbai. Di questi, quasi nove milioni di USD furono destinati ad interventi per il risanamento a Dharavi. In quel momento i dati statali indicavano che Dharavi era abitato da 300,000 persone che avevano accesso a soli 162 rubinetti e 842 bagni. Ogni anno inoltre

o25 - o26. Edificio costruito attraverso gli SRS in Matunga Labour Camp. Foto: Alberto Bottero

47


Dharavi era allagata durante il periodo monsonico

delle dimensioni della proprietà precedente).

e le acque meteoriche si mischiavano con le acque

Attraverso un sistema di cooperative formate dagli

di scarico degli impianti sanitari. Le ragioni di questo

abitanti e con l’utilizzo dei fondi del Prime Minister

importante stanziamento divennero chiare di lì a

Grant Project ed alcuni fondi privati dei residenti si

poco. Sulla sponda opposta del Mithi River, un’altra

ipotizzava il ricollocamento di 35.000 delle 57.000

area paludosa era stata richiesta per la costruzione

famiglie stimante dalla precedente indagine. Il fatto

di un nuovo distretto commerciale: il Bandra Kurla

che 20.000 famiglie dovessero essere ricollocate

Complex. Ciò significava che Dharavi, un’area in

altrove e che le prospettive proposte dall’ambiente

prossimità di un nuovo polmone finanziario della

politico fossero quelle di uno sviluppo high-rise creò

città, doveva essere risanata.

preoccupazione nella popolazione.

Il Maharashtra State Government creò un comitato,

Il punto di vista di alcuni degli abitanti di Dharavi,

guidato da Charles Correa, nel 1986 con lo scopo di

come riporta Rediscovering Dharavi di Kalpana

creare un nuovo piano di massima per Dharavi.

Sharma, fu la visione che i poveri venissero utilizzati

Tra i punti fondamentali che questo propose, vennero

come bulldozer

segnalate la necessità di un nuovo censimento e

renderle abitabili e che, non appena questo fosse

di un approccio politico che ponesse al centro le

avvenuto, questi venivano spinti verso nuove aree

comunità.

della città non abitabili.

Vennero inoltre suggeriti il movimento di tutte le

Due ONG si unirono per proporre un piano di sviluppo

concerie di cuoio a Deonar, a nord, la necessità di

differente: la SPARC11, Society for the Promotion

una risistemazione delle altre attività produttive e

of Area Resource Centers e la NSDF

per risanare le parti paludose e

, National

12

commerciali esistenti, l’aumento dei terreni destinati

Slum Dwellers Federation, che avevano già avviato

ad uso pubblico e la revisione dei percorsi di alcune

proposte per il riconoscimento degli abitanti di strada

strade previste dal Dharavi Development Plan del

di Mumbai tra il 1974 ed il 1984, decisero di avviare

1981. Venne proposto anche il ricollocamento di

un’indagine attraverso cui stimavano un numero di

alcune famiglie nell’area di Bandra-Kurla.

famiglie residente in Dharavi pari a 100.000.

Basandosi sui suggerimenti del comitato presieduto

La proposta di queste fu un piano di risanamento

da Correa, il Maharashtra State Government delegò

low-rise, con edifici di uno o due piani fuori terra

la Maharashtra Housing and Area Development

con abitazioni uniformi di 26 metri quadri che

Autority (MHADA)10 quale Special Planning Autority

potevano essere auto-costruite dagli abitanti locali

per lo sviluppo ed il risanamento di Dharavi. Questa

con la produzione dei materiali edilizi in situ. In una

visione centralizzata venne proposta per eliminare

di queste ricerche emerse che solo il 10% degli

gli eccessivi problemi burocratici che nel corso

abitanti di Dharavi erano senza occupazione e che

degli anni avevano ritardato l’applicazione dei piani

i lavori svolti dalla popolazione all’interno di Dharavi

precedenti.

erano ormai divenuti indispensabili per l’economia

La proposta di questo piano fu inoltre quella di

dell’intera Mumbai. Questo poneva agli occhi della

proporre uno sviluppo di Dharavi attraverso il

municipalità un nuovo punto di vista: non più lo

potenziamento di infrastrutture e la costruzione di

slum come “città dei poveri”, ma come grande

edifici a cinque piani fuori terra e con abitazioni che

motore dell’economia di Mumbai. In realtà, il volto di

variassero dai 15 ai 40 metri quadri (tenendo conto

Dharavi cambiò drasticamente tra il 1989 ed il 1999

48


in seguito alla costruzione dei primi edifici fuori terra ed all’introduzione, nel 1991, del meccanismo degli

Slum Redevelopment Scheme, successivamente sostituiti dagli Slum Rehabilitation Schemes. Grazie alla creazione della Slum Rehabilitation

Autority (SRA), che dal 3 gennaio del 1997 diverrà principale responsabile dei piani di intervento per tutti gli slums di Mumbai, il piano ha permesso il ricollocamento di circa 60.000 famiglie e 350.000 abitanti degli slums in tutta Mumbai. Fu grazie a questi meccanismi di commistione tra pubblico e privato che vennero realizzati 72 edifici di sette piani all’interno di Dharavi negli ultimi anni. Questi si svilupparono per la maggior parte lungo i confini dello slum, penetrando solo raramente all’interno del tessuto urbano più consolidato. L’occasione

per

costruire

questi

fu

anche

l’acquisizione di spazio libero in seguito allo spostamento di numerose concerie di cuoio a Deonar, come proposto dal comitato presieduto da Correa nel 1986.. Il problema principale di questi meccanismi fu che l’impresa costruttrice divenne responsabile solo per la costruzione degli edifici e non si dovette impegnare della costruzione delle infrastrutture civili quali il drenaggio e la distribuzione dell’acqua né tantomeno della costruzione dei servizi igienici pubblici. A molte persone vennero così assegnati alloggi in aree dello slum non servite da mezzi pubblici e in edifici a sette piani fuori terra spesso non coperti da un adeguato approvvigionamento di acqua. Molte di queste furono inoltre costrette a vendere le proprie abitazioni per problemi economici di mantenimento degli edifici. La maggior parte degli edifici alti presenti a Dharavi si trovano già oggi in pessime condizioni a causa dell’impossibilità economica delle famiglie di contribuire alle opere per il mantenimento e la ristrutturazione. 49


2.2.3 “The Opportunity of the Millenium”: il Dharavi Redevelopment Plan La prima versione del Dharavi Redevelopment Plan è stata elaborata un decennio fa dall’architetto e consulente governativo Mukesh Mehta ed è stata approvata dal Maharashtra State Government nel 2004. Gli sviluppi odierni sono ora sotto il controllo della Slum Rehabilitation Authority (SRA)13. Il piano è stato dipinto come una possibilità di miglioramento grazie a cui gli abitanti delle baraccopoli potranno finalmente ricevere abitazioni sicure e servizi, mentre gli abitanti delle classi medie potranno beneficiare di nuovi spazi residenziali e commerciali. Inoltre i promotori immobiliari e il governo potranno realizzare profitti e rimuovere un’imbarazzante tasca di povertà dal centro di Mumbai. È stato il valore del terreno sul quale si trova oggi Dharavi che ha determinato in realtà la crescente attenzione di cui questo oggi gode. La sua collocazione ormai divenuta centrale nello scacchiere della città di Mumbai, situata a pochi passi dal futuristico Bandra Kurla Complex, emerso come il principale fulcro di attività finanziaria a Mumbai, ha ormai attirato l’attenzione di molti promotori immobiliari e determinato un significativo aumento dei valori dei terreni su cui sorge lo slum. Questo terreno appartiene per il 77% alla xx che avrebbe in questo modo la possibilità di guadagnare molto dalla vendita. Il 26 luglio del 2005 la mancanza di lungimiranza nella pianificazione BKC divenne evidente quando l’intera area finì alluvionata come molte altre parti della città di Mumbai. Nel corso dello sviluppo di questo quartiere degli affari, il fiume Mithi è infatti stato deviato con un impatto fortemente negativo sulla drenaggio naturale della zona. D’altra parte Dharavi, che è stato gradualmente bonificato dei propri abitanti, è uscito indenne dalle inondazioni. Questo ha aumentato (se possibile) l’attrattiva Dharavi e il suo valore immobiliare. 50


Idealmente alcuni promotori immobiliari vorrebbero radere al suolo le strutture dello slum e proporre un piano per residenze di lusso come avvenuto per l’area dei mills14. Politicamente questo è impossibile. Quindi il compromesso sarà quello di trovare un modo per accogliere coloro che vivono oggi a Dharavi nel corso della conversione dell’intero quartiere. Il piano prevede la suddivisione di Dharavi in cinque settori da 45 ettari ognuno, assegnati a differenti firme dell’architettura nazionali ed internazionali in seguito al bando di un concorso denominato “The

opportunity of the Millenium”. Il Dharavi Redevelopment Project prevede che i promotori immobiliari possano trarre vantaggio dall’assegnazione di extra Floor Space Index (FSI) al fine di costruire torri residenziali e spazi commerciali in cambio della costruzione di appartamenti gratuiti e piccoli spazi commerciali per gli abitanti attuali di Dharavi. Ogni zona sarebbe costituita da un mix tra case per gli attuali abitanti dello slum e abitazioni destinate alla vendita a normali prezzi di mercato. I promotori immobiliari si impegneranno inoltre a costruire le necessarie infrastrutture senza costi aggiunti per il governo centrale. Il progetto, il cui investimento previsto era di Rs 6,380 crore (1,3 miliardi di USD) nel 2004, aumentato fino a Rs 9,250 crore (quasi due miliardi di USD) nel 2006, è arrivato oggi al preventivo di Rs 15.000 crore (2,9 miliardi di USD) ed è stato più volte modificato nel corso degli anni. E’ difficile indicare i vari passaggi con cui questo si sia modificato anche se da un punto di vista logistico la una divisione in 12 settori da cui è partito si è ridotta fino a prevedere l’identificazione oggi di cinque settori indipendenti, ognuno con la propria scuola o27. Dharavi Development Plan, articolo pubblicato nel Times of India, 2007. Fonte: MR ‘07, p. 233-234

elementare e scuola secondaria, aree verdi ed ufficio postale. Sono anche previsti mercati e istituti 51


di istruzione superiore.

degli esercizi commerciali ed allo stesso tempo

L’ottica in cui è stato disegnato il piano prevede un

una minor congestione del traffico nel cuore più

massiccio intervento infrastrutturale sull’area che

residenziale.

porti Dharavi in linea con gli standard dei migliori

Inoltre le comunità locali hanno richiesto

quartieri della città.

che venga destinato un 6% dell’area totale

Durante questi anni, Mukesh Mehta, il consulente

costruita a spazi comuni a disposizione di quelle

incaricato di seguire il progetto dal Maharashtra

attività manifatturiere “home-based” che oggi

State Government, sostiene che la sfida non sia

costituiscono il tessuto produttivo di Dharavi.

nel fornire i servizi, ma nell’integrare la popolazione

Inoltre le strade, inizialmente previste di una

emarginata dello slum. Questo significherebbe

larghezza di sei metri dovranno essere allargate

anche far emergere il loro talento e garantire ad

fino a dodici metri, con marciapiedi di 2,5 m e uno

ognuno pari opportunità. Sempre secondo il

spazio per le corsie di 7 metri.

pensiero di Mukesh Mehta, ogni quartiere dovrebbe

E’ anche stata aumentata la dimensione degli

idealmente avere un carattere proprio per evitare la

alloggi: dagli iniziali 225 sq feet a 300 sq feet (27,5

monotonia dei consueti piani di sviluppo.

mq) prevedendo che gli abitanti che dimostrino di

Il dialogo con le ONG locali è stato difficile sin

possedere oggi una metratura superiore possano

dall’inizio e solo dal 2007 sembra che gli enti

acquistare fino a 100 sq feet aggiuntivi al prezzo

governativi abbiano preso in considerazione la

di costruzione. Anche coloro che oggi possiedono

possibilità di modificare il piano in base alle richieste

almeno 225 sq feet di superficie commerciale

della popolazione.

possono beneficiare dei questo vantaggio.

Nell’ottobre 2008 sono infatti state inserite nelle

Sempre durante il 2008 il villaggio di Koliwada ha

linee guida per la revisione del piano alcune

ottenuto l’assicurazione che questa parte di slum

proposte fatte dai gruppi consultivi coordinati dalle

non verrà coinvolta all’interno del piano di sviluppo.

ONG e dalle comunità.

Il processo di negoziazione oggi in atto tra le diverse

Il cambiamento più grande accettato è stato relativo

parti coinvolte sembra condurre ad un’ inevitabile

alle altezze degli edifici: nessuno dovrà superare gli

partenza dei lavori nei prossimi anni, anche se non è

otto piani fuori terra (dieci in casi eccezionali in cui

veramente stimabile una data di inizio. Sono ormai

l’edificio confini con uno spazio aperto di almeno 25

comunque irreali le prospettive ipotizzate prima

m di larghezza) al posto dei 20 e 30 piani ipotizzati

nel 2005 di una conclusione dei lavori nel corso del

in partenza. Le altezze più basse saranno in grado

2010 e quelle fatte nel 2006 per una conclusione

di consentire una migliore ventilazione ed ingresso

dei lavori nel 2013.

della luce, oltre che comportare una notevole riduzione dei costi di costruzione. Un’altra importante mediazione raggiunta è relativa agli usi: l’80% delle strutture che saranno messe liberamente sul mercato dovranno essere destinate ad uso commerciale e prevalentemente allocate sui limiti di Dharavi e vicino ai nodi di movimento. Questo permetterà un miglior funzionamento 52


2.2.4 “The Opportunity of the Millenium”? Molti sono gli interessi e le contraddizioni che il

possa accogliere l’attuale economia fatta di piccole

ancora oggi il piano contiene al proprio interno. La

unità manifatturiere “home-based” stanno di fatto

più grande tra queste sta nei numeri: nessuno può

creando una forte opposizione al piano. In questo

dire con certezza quante persone vivano oggi a

senso, il 6% di spazio “comunitario” destinato a

Dharavi.

queste attività non sembra soddisfare le richieste

Nel 1985, durante i Prime Minister Grant Project, i

degli “imprenditori informali”, che sostengono

censimenti avevano stimato un numero di 350,000

la necessità di spazi eventualmente più grandi e

abitanti. Nel 2007 un’attenta indagine condotta

diversificati per le lavorazioni.

porta a porta dalla NSDF documentò che il numero

Altri dubbi nascono sul possibile coinvolgimento

dei residenti in Dharavi era perlomeno doppio.

delle comunità nei futuri processi inclusivi nelle

Inspiegabilmente il DRP, dal 2004 e fino ad oggi,

politiche decisionali.

ha continuato a lavorare su dati vicini a quelli del

Ad oggi, infatti, alcune delle proposte avanzate dagli

1985, tenendo conto solo delle persone residenti

abitanti di Dharavi sono state recepite, ma non sono

ai piani terra (proprietari) ed escludendo tutti gli

ancora divenute linee-guida ufficiali all’interno del

abitanti presenti ai piani superiori (affittuari) arrivati

regolamento per il DRP.

dopo il 1985. Ad oggi, una nuova indagine è stata commissionata e questa sarà determinante per

o28. Immagine ironica di protesta verso il Dharavi Redevelopment Plan. Fonte: MR ‘07, p.238

comprendere se la proiezione di 57,000 famiglie che necessitano una risistemazione sia realistica oppure no. Se questo numero non dovesse essere rispettato il piano dovrà essere drasticamente rivisto. Altre discussioni stanno nascendo oggi a Dharavi circa

l’eleggibilità

degli

abitanti

e

l’eventuale

assegnazione dei futuri appartamenti. Il principio legislativo per cui solo i residenti che possono dimostrare di risiedere a Dharavi dal 1 gennaio 1995 avranno diritto ad un’abitazione mette molti degli attuali abitanti di Dharavi in una condizione complicatissima e nell’impossibilità di documentare la propria legittimità all’assegnazione di una residenza. In ogni caso, se è ormai chiaro che buona parte della popolazione sarà esclusa dall’assegnazione di un’abitazione nella nuova Dharavi, non è ancora stato specificato cosa succederà alle persone che non saranno ricollocate su quest’area. Altre critiche al progetto arrivano dal settore produttivo informale fiorente oggi a Dharavi:

i

dubbi legittimi su come la nuova organizzazione 53


Molte delle perplessità nascono infine dalle posizioni differenti delle singole comunità. Se Koliwada ha in realtà ottenuto l’assicurazione di essere esclusa dal DRP, in quanto entità estranea allo slum, lo stesso non è ancora avvenuto per Kumbharwada che, analogamente, vorrebbe mantenere il proprio tessuto urbano e con questo la propria identità e la propria economia.

Note 2. Mumbai e Dharavi: le premesse all’attività progettuale 1. Il 4 maggio 1995, il governo del Maharashtra approvò la ridenominazione della città in “Mumbai”, dopo molti anni di pressioni politiche a questo riguardo. Il vecchio nome è talvolta utilizzato in India su base informale e appare ancora nei nomi di alcune istituzioni ufficiali e organismi privati. In questa trattazione la città verrà indicata con il nome di Bombay per il periodo precedente al 1995, Mumbai sarà invece utilizzato per i riferimenti successivi. 2. Il termine indica le popolazioni provenienti dalla regione del Maharashtra 3. Greater Mumbai è una parte di Mumbai, che raggruppa aree quali Bandra, Andheri, Borivalli, Juhu beach, Marve beach, Malad and Ekshr, ed è governata dalla Municipal Corporation of Greater Mumbai che controlla anche il sistema infrastrutturale di tutta Mumbai. Può essere utilizzato per indicare Mumbai e questa 4. “Vision Mumbai. Trasforming Mumbai into a world-class city by 2013” è un report a cura di Bombay First e Mc Kinsey & C. che ha svolto un ruolo importante nell’influenzare le scelte politiche sia a livello cittadino che a livello dello Stato centrale in relazione alle necessità immediate di rinnovamento urbano. Il governo del Maharashtra ha istituito un Empowered Commitee. Le raccomandazioni formulate in Vision Mumbai sono anche servite da una base utile per cercare un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari dal governo indiano per la trasformazione di Mumbai nell’ambito della Jawaharlal Nehru National Urban Renewal Mission. 5. Municipal Corporation of Greater Mumbai or the Brihanmumbai Municipal Corporation (BMC) è l’organismo civico che governa la città di Mumbai. E’ l’organismo comunale più ricco dell’India e il suo bilancio annuale è più alto di alcuni piccoli Stati d’India. Istituito nell’ambito del Bombay Municipal Corporation Act del 1888, è responsabile per le infrastrutture civili e l’amministrazione della città e di alcuni sobborghi di Mumbai. 6. La Mumbai Metropolitan Area/Mumbai Metropolitan Region (MMR) è l’area metropolitana che consiste della metropoli di Mumbai e le sue città satellite. In via di sviluppo

54

in un periodo di circa 20 anni, si compone di sette società comunali e quindici piccoli consigli comunali. L’intera zona è controllata dalla Mumbai Metropolitan Region Development Authority (MMRDA), un organismo di governo dello stato del Maharashtra responsabile dell’urbanistica, dello sviluppo, dei trasporti e delle abitazioni nella regione. 7. Il Bombay City Improvement Trust (CIT) venne creato il 9 dicembre 1898, in risposta ad un’epidemia di peste scoppiata nel 1896. La Municipal Corporation, attraverso un atto parlamentare, consegnò a questo ente tutti i terreni vacanti cittadini. Il CIT ha intrapreso una serie di misure sanitarie e per migliorare le condizioni di vita nella città quali l’allargamento di alcune strade nella parte centrale affollata della città. Una nuova strada di attraversamento est-ovest, la Princess Street, venne costruita per incanalare l’aria proveniente dalla costa verso le parti centrali residenziali. L’attraversamento nord-sud di Sydenham Road (oggi Mohammedali Road) venne anche costruito con questa finalità. Questo avviò anche l’ampliamento dell’area suburbana Dadar-Matunga-Wadala-Sion nel 1899 con il preciso proposito di alleggerire il congestionamento della parte meridionale. Completato nel 1900, venne regolato dalla nuova Mohammedali Road. 8. Nel corso degli ultimi decenni, in Asia, le CBO sono emerse in Asia come agenti chiave per lo sviluppo urbano. Famiglie e comunità povere queste per passare da una situazione di isolamento e impotenza ad una forza collettiva ed organizzata. Oltre a fornire un mezzo di scambio di idee e sostegno, le CBO hanno tentato di creare, per i redditi più bassi, canali di comunicazione con gli enti governativi locali e nazionali, impegnandosi in progetti di sviluppo in materia di housing, proprietà dei terreni, infrastrutture e mezzi di sussistenza. 9. Il Bandra-Kurla Complex (BKC) è un complesso commerciale costruito sui terreni circostanti alla Mahim creek, a poche centinaia di metri in linea d’aria da Dharavi. Il complesso è il primo di una serie di “centri di crescita”, creati per arrestare un’ulteriore concentrazione di uffici e attività commerciali nel sud di Mumbai. Attualmente, il BKC ospita una serie di edifici commerciali, compresa la IL & FS, Asian Heart Institute, Dow Chemicals, ICICI Bank, Bharat Diamond Bourse, Dhirubhai Ambani International School, American School of


Bombay, Fortune500. 10. Istituito nel 1977, al di sotto del Housing Department Government of Maharashtra, integra le attività e le funzioni svolte da organi convenzionali per costituire un approccio coordinato ed esaustivo ai problemi dell’housing. Attualmente il MHADA coordina e controlla le attività di sette sezioni regionali a Mumbai, Konkan, Pune, Nashik, Nagpur, Amravati, Aurangabad e due sezioni speciali, il Mumbai Building Repairs and Reconstruction Board and Mumbai Slum Improvement Board. 11. E’ una delle principali ONG indiane che lavorano per l’edilizia abitativa e le questioni delle infrastrutture per i poveri urbani. Nel 1984, quando SPARC venne formato, iniziò a lavorare con i più vulnerabili e invisibili poveri di Mumbai, gli abitanti marciapiede. Dal 1986, SPARC ha lavorato in collaborazione con due organizzazioni, Slum Dwellers Federation e Mahila Milan. Insieme, essi sono noti come Alliance. Oggi, Alliance opera in circa 70 città indiane e ha reti in circa 20 paesi a livello internazionale. 12. E’ stata fondata a metà degli anni Settanta ed è un organizzazione nazionale dei gruppi dirigenti e della comunità che vivono negli insediamenti informali in tutta l’India. Il suo obiettivo principale è quello di mobilitare la popolazione urbana a venire insieme articolando le loro preoccupazioni e trovando soluzioni ai problemi che devono affrontare. Oggi NSDF lavora con circa mezzo milione di famiglie del paese. 13. E’ stata istituita il 15 dicembre 1995, per fungere da autorità di riferimento per la pianificazione e la riabilitazione delle aree degradate di Mumbai. Le responsabilità della SRA sono di indagine sulla situazione esistente in materia di aree degradate a Mumbai e la formulazione di programmi per la riabilitazione di aree degradate. 14. L’area dei mills è collocata nella parte centro meridionale di Mumbai, nel quartiere denominato Giranganon o “Village of Mills”. Questa ospitava un tempo le industrie impegnate nel fiorente settore manifatturiero del cotone. Oggi, a causa di una scarsa imposizione del governo centrale l’occasione di ripensare a queste aree come spazi a servizio di tutti i cittadini sembra essere andata perduta in favore di uno sviluppo incontrollato fatto di centri commerciali e settori residenziali e commerciali a portata solo delle classi più ricche della città.

55


56


3

IV International Architecture Biennale_Rotterdam: Coesistenza come sopravvivenza

3.1 IV INTERNATIONAL ARCHITECTURE BIENNALE ROTTERDAM

3.1.1 The open city

3.1.2 Designing coexistance: Squat

3.2 LO STUDIO DI DHARAVI ATTRAVERSO UN MODELLO IN SEZIONE 3.2.1 Densità e sviluppo demografico nel corso degli anni 3.2.2 Il profilo sociale di Dharavi (rivedere capicomunità) 3.2.3 Attività economiche, impiego e produzione all’interno di Dharavi 3.2.4 Utilizzo del suolo e analisi delle tipologie abitative 3.2.5 Ecologia dello slum”

3.3 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 57



3.1 IV INTERNATIONAL ARCHITECTURE Biennale/Rotterdam La partecipazione alla IV International Architecture

Biennale di Rotterdam rientra all’interno della sezione Parallel Cases, una parte dell’esposizione riservata alle università internazionali, per la quale il Politecnico di Torino è stato selezionato nel maggio del 2009. La scelta di creare inoltre il gruppo di ricerca HINDUSTRY, affiancato al Politecnico di Torino, e costituito da studenti, docenti e ricercatori, ha permesso di arricchire il lavoro con approcci differenti e complementari. Il tema di riflessione affrontato dalla Biennale è quello dell’Open City, declinato attraverso cinque differenti categorie: refuge, community, reciprocity,

squat e collective. L’installazione presentata dal nostro gruppo, denominata Coexistance as survival.

Enhancing informal synergies in the communities of Dharavi 1,ha tentato di riportare all’interno

dell’esposizione una lettura della realtà degli insediamenti informali che si sganciasse dalla visione “esoticista” dello slum letto semplicemente come luogo di indifferenziata povertà e disperazione. La categoria all’interno della quale questa si inserisce è quella dello squat, l’occupazione illegale dei terreni vacanti pubblici e privati. oo1. Il padiglione centrale della IV International Architecture Biennale di Rotterdam. Fonte: Francesco Strocchio

59


3.1.1 THE OPEN CITY accendono l’attenzione sulle particolarità e sulle La “città aperta”, secondo il punto di vista degli

differenti identità. La città odierna sembra dunque

organizzatori, è la transizione spaziale di una

assumere più le sembianze di un patchwork

società aperta e multiculturale in cui l’accesso

di identità, costituito di immagini e comunità

alle nuove tecnologie ed il mix culturale pone alla

separate. In contrapposizione alla metafora della

figura dell’architetto nuove domande su quale

“città aperta”, contaminata da culture differenti

possa essere il futuro dello sviluppo urbano nelle

mescolate tra loro e messe in relazione con ogni

megalopoli internazionali.

parte del mondo grazie alle tecnologie, emerge oggi l’importanza del singolare, della riconoscibilità di

La mostra intende riflettere sulle potenzialità di

ogni sua parte.

un vasto spazio in cui la società attuale si può

Questa condizione appare allo stesso tempo

sviluppare con trasparenza e tolleranza, senza

come una minaccia ricca di problematiche e come

motivi di separazione fisici e mentali.

una possibile fonte di arricchimento culturale.

La situazione odierna delle megalopoli, non sembra

La minaccia si può leggere nei fenomeni di

rispecchiare l’idea di democrazia ed apertura

segregazione sociale e spaziale che conducono

auspicate nei decenni precedenti e riscontrate

a comunità chiuse in se stesse, private della

in modelli di studio della città non sempre

possibilità di scambi culturali e di innovazione.

sufficientemente approfonditi.

La ricchezza si rispecchia chiaramente nella

Le diverse identità sociali non convivono oggi in un “caos multicolore”, ma piuttosto paiono rafforzarsi modelli di convivenza tra comunità-ghetto che

60

oo2. Locandina della Biennale di Rotterdam. Fonte: www.aibr.nl oo3. Locandina della Biennale di Rotterdam, sezione: Parallel cases. Fonte: www.aibr.nl


possibilità di interazione tra le differenti comunità,

distribuzione ed un indispensabile mescolamento

tra le differenti parti della città aperta.

delle funzioni urbane. (Jane Jacobs in The dead and

In megalopoli quali Istanbul, Jakarta, San Paolo e

the life of the Great American cities).

Mumbai, in cui la pianificazione e l’assetto futuro e

La città aperta può funzionare come un complesso

presente della città sembra essere, più che altrove,

sistema in cui la vita cittadina può mescolarsi

determinato strutture politiche complesse e non

ed abbracciarsi. Un complesso network di spazi

trasparenti, le differenze sociali sono chiaramente

pubblici, fisici e virtuali, dove lo scambio di idee

riflesse anche nello sviluppo urbano. In assenza di

e culture tra le persone possa effettivamente

una pianificazione pubblica forte la città si sviluppa

prendere posto.

in modo autonomo e spesso informale.

La città aperta presentata alla IV International

Ogni parte della città, ogni classe sociale, ogni

Architecture Biennale di Rotterdam non è dunque

comunità sviluppa la propria città: a fianco di

un’utopia né una realtà chiaramente definita,

quartieri lussuosi, non necessariamente centrali

bensì una riflessione ed un bilancio tra “aperto” e

nella città, si sviluppano così le baraccopoli, gli slum

“chiuso”, tra integrazione e integrazione mancata,

e le favelas. Il suggerimento proposto dunque dai

tra controllo e “lasseiz faire” all’interno di alcune

curatori della mostra è quello che la città aperta

delle megalopoli contemporanee.

non vada intesa semplicemente come un insieme di quartieri connessi da una fitta rete di strade in cui sia possibile muoversi liberamente, un’attenta

oo4. L’installazione Parallel cases. Le alcove delle 44 università internazionali partecipanti. Fonte: Francesco Strocchio

61


3.1.2 Designing Coexistance: Squats urbane della città. Il terreno su cui sorge lo slum è La sezione all’interno della quale è stata inserita

in realtà un’area rimasta paludosa per molti anni e

la nostra l’installazione è quella denominata

bonificata informalmente dagli abitanti stessi.

squats. In questa parte della mostra l’attenzione

I flussi migratori nel corso degli anni hanno

è concentrata su quegli insediamenti informali

portato ad uno sviluppo demografico impensabile

che negli ultimi cinquant’anni sono diventati

nei decenni precedenti e lo slum ospita oggi tra

parte sempre più consistente di molte megalopoli

500,000 e un 1,000,000 di abitanti.

odierne creando un fenomeno di interesse a livello

Gli spazi abitativi all’interno di Dharavi sono per la

internazionale.

maggior parte auto-costruiti e solo alcuni palazzi

La letteratura ha in realtà iniziato ad interessarsi in

multipiano sono stati realizzati in seguito a tentativi

maniera consistente al fenomeno solo negli ultimi

dell’amministrazione cittadina di avviare piani di

dieci anni producendo un boom esponenziale di

sviluppo e risanamento mai veramente collegati in

saggi ed analisi.

un progetto più ampio di città.

La realtà di Dharavi, uno dei più grandi slums di

Il tema dell’occupazione del suolo libero all’interno

tutta l’Asia, a Mumbai, si inserisce perfettamente in

di un’area un tempo periferica e oggi divenuta di

questo contesto e costituisce un esempio rilevante

centrale interesse per lo sviluppo della città, pone

di “città informale”.

oggi interrogativi complessi sulla proprietà dei

Dharavi, nata attorno a Koliwada, uno dei villaggio

terreni su cui oggi sorge lo slum.

di pescatori esistenti nell’area in cui si è sviluppata Mumbai, è una parte di città che è oggi divenuta centrale nelle dinamiche politiche, economiche ed

62

oo5. La hall d’ingresso Biennale di Rotterdam. Fonte: Francesco Strocchio


3.2 LO STUDIO DELLE DINAMICHE URBANE DI DHARAVI ATTRAVERSO UN MODELLO IN SEZIONE L’installazione proposta per l’esibizione comprende

abitative, delle diverse funzioni e dei molteplici usi

un modello in sezione di Dharavi, sei differenti layer

dello spazio che si riscontrano nel tessuto abitativo.

interpretativi esposti su una tavola all’interno dello

La volontà di lavorare su un modello in sezione così

spazio espositivo riservato al nostro gruppo di

stretto nasce dalla consapevolezza della ricchezza

ricerca e su una tela, appesa nello spazio centrale

dell’area studiata. La densità estrema, la povertà

di accoglienza. Un pannello riporta inoltre un

impressionante e il caos apparente che emergono

breve testo esplicativo sul significato della nostra

da una lettura superficiale di Dharavi, nascondono

installazione .

in realtà la precisione dei meccanismi che si sono

Il modello, che occupa in realtà la maggior parte

consolidati e sviluppati nel corso dei decenni.

dello spazio espositivo, diviene il vero metodo

Questi hanno permesso a Dharavi di continuare

di apprendimento interattivo. Nasce dalla scelta

la sua esistenza muovendo sul terreno paludoso

di lavorare su una sezione spaziale chiara sin

della Mahim Bay 3 un numero sempre crescente di

dall’inizio del lavoro di ricerca. In scala 1:72, questa

abitanti.

2

ridisegna una superficie reale in pianta di 13 metri in profondità e di 130 metri in lunghezza, ricreando così una stretta banda di spazio urbano all’interno di Dharavi. Il costruito riportato nel modello non è ritrovabile effettuando una sezione in una parte precisa dello slum: è piuttosto un collage di differenti tipologie

oo6. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”. Fonte: Francesco Strocchio

63


Il modello di una sezione “immaginaria” dello slum è stato utilizzato per mostrare come anche la più piccola “fetta” del costruito all’interno di Dharavi ospiti un numero impressionante di attività e funzioni, inestricabilmente sovrapposti e fortemente complementari. La complessità e la ricchezza riscontrabili all’interno di Dharavi, quella descritta dagli occhi occidentali come indifferenziata povertà, stupisce ed offre notevoli spunti di riflessione e permette di gettare le basi per una comprensione necessaria ed indispensabile nell’ottica di una qualsiasi proposta per un intervento progettuale. Spesso in modo informale, a volte anche illegalmente, Dharavi è stata in grado di creare la propria economia efficiente, una propria specifica “ecologia”, una sorta di turbolenta ma organizzata società. Il caos apparente è in realtà una complessa ed efficientissima forma di organizzazione, migliorata e perfezionata con il passare del tempo, impossibile da comprendere dagli occhi esterni. Questo è probabilmente il motivo per cui ogni piano di sviluppo per quest’area ha sempre preferito evitare il confronto con questa realtà, trattando Dharavi come una tabula rasa su cui la semplice possibilità di sviluppare la densità in altezza era fornita come unica soluzione. L’osservazione di questi meccanismi è impossibile se non si trova un modo di guardare più in profondità. Per il nostro gruppo di lavoro, comprendere Dharavi è significato cercare di acquisire gli occhi neutrali, abbandonando l’inevitabile aspirazione all’affascinante sguardo esoticista suscitata dagli incredibili “estremi” del luogo. La nostra analisi ha tentato di costruire quegli oo7-8-9. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: schema di montaggio e funzionamento, prospetto e pianta dell’installazione.

64


occhi neutrali, in grado di indagare e di “svelare” la

Questi tasselli sono per noi il punto di partenza per

logica nascosta dietro all’apparente caos dello slum.

qualsiasi ragionevole piano di sviluppo urbano o

Una serie di “maschere” tematiche divengono

risanamento. Abbiamo individuato sei differenti

il mezzo di lettura di una sezione diversamente

chiavi di lettura, che in realtà non restano mai

“muta”: potendo scorrere queste di fronte al

completamente separate e che si intrecciano ed

modello, si oscurano alcune parti di Dharavi

integrano. Dalla densità all’economia, dal profilo

mettendo a fuoco specifiche attività, intersecati

sociale all’utilizzo del suolo, dall’ “ecologia” alla

meccanismi e affascinanti storie nascoste

storia questi sei layer interpretativi divengono

nell’intensità del nucleo urbano.Improvvisamente

un metodo per riordinare e leggere lo slum

isolate, queste storie possono essere osservate

volutamente distaccato e ricercatamente neutro.

nella loro forza sinergica, se ne può comprendere

Va sottolineato che questo processo è avvenuto

il significato e l’importanza per la sopravvivenza

soprattutto grazie all’utilizzo di riferimenti indiretti:

di Dharavi e dei suoi abitanti. La complessità del

studi passati, libri, saggi ed analisi che nel corso

tutto emerge così dalla comprensione delle singole

degli ultimi anni hanno tentato di descrivere Dharavi

azioni e dei movimenti puntali, collegati gli uni agli

sono infatti il punto di partenza di uno studio “a

altri come in un inestricabile “castello di carte” in

distanza”.

cui ogni tassello è indispensabile perché Dharavi continui a funzionare.

o10. Il modello dell’installazione senza le mascherine di lettura. Fonte: Francesco Strocchio

65


3.2.1 DENSITA’ E SVILUPPO DEMOGRAFICO NEGLI ANNI La densità abitativa, lo sviluppo demografico e la

certamente cresciuti, anche se è difficile stimarne

densità del costruito sono in realtà difficilmente

l’entità.

rilevabili da statistiche e documentazioni odierne.

Come è evidente nelle popolari immagini aeree

La natura informale di Dharavi implica

dei tetti contigui dello slum, Dharavi è un ambiente

l’impossibilità di ridurre l’analisi di queste a numeri

estremamente denso. Il camminare attraverso i

certi e verificabili. Le indagini demografiche e le

chawl stretti dei differenti nagars, affollati ad ogni

enumerazioni non possono leggere realmente il

ora del giorno, rende l’idea di quanto alta sia la

numero di persone che entrano ed escono, vivono,

densità al suo interno.

lavorano, affittano, subaffittano ed occupano lo

Una recente indagine condotta dal Kamla Raheja

spazio costruito dentro Dharavi. E’ così che i dati

Vidyanidhi Institute of Architecture (KRVIA)4 ha

che abbiamo consultato ci consegnano numeri

stabilito che in un triangolo al centro di Dharavi (nel

completamente differenti relativamente alla

nagar di Chamra Bazaar, un’area che rappresenta

popolazione attualmente insediata.

circa un decimo della totalità di Dharavi), la densità

Dharavi, che occupa una superficie di circa 223

si alza sino a 336.643 persone per chilometro

ettari delimitata dalle stazioni ferroviarie di Sion,

quadrato. Assumendo una popolazione di 700.000

Mahim e Matunga e dalle arterie a scorrimento

abitanti (un dato verosimile e non certo azzardato)

veloce Sion e Mahim Link -che collegano la parte

la densità all’interno dello slum sarebbe di circa

orientale e occidentale della città-, è oggi la casa di

315.000 abitanti per chilometro quadrato.

un numero di persone che può variare dal mezzo

Questo significa trovarsi di fronte ad una parte di

milione e al milione di persone.

città circa undici volte più densa di Mumbai nel

Un censimento del 1986 della National Slum

suo complesso, una delle città più densamente

Dwellers Federation (NSDF) contava 530.225

popolate al mondo con 29,500 persone per

persone, di cui 106.045 proprietarie di un totale di

chilometro quadrato. Un’idea ancora più lampante

80.518 strutture abitative. I numeri da allora sono

di quanto sia densa Dharavi si ha paragonando la

density

D h a rav 216 ha re s i d e n t i a l d e n s i t y : 4,5 inhab/m2 (18.000 inhab/acre)

ave ra g e d we l l i n g u n i t sur face: 32,18 m2 ave ra n g e f a m i l y : 4,66 persons

slum built density : 2,04 m2/m2 D h a rav i i n h a b i t a n t s 800.000 (officially 376.000)

Land a D h a rav to t a l M


sua densità con quella giornaliera di Manhattan. Quest’ultima è stimata in circa 50,000 persone per chilometro quadrato: Dharavi ha una densità circa 6 volte maggiore. Il terreno su cui sorge lo slum costituisce circa il 4,5% della superficie totale della Greater Mumbai ed ospita al suo interno circa il 10% della popolazione che vive in tutti gli slums cittadini ed il 5,7% della popolazione totale di Mumbai. Altre statistiche incontrate riportano una densità all’interno di Dharavi pari a 143.200 persone per chilometro quadrato (Census del 2001) e di 279.000 abitanti per chilometro quadrato (indagine della Society for Promotion of the Area Resource

Centers -SPARC- del 2006). Facendo riferimento però sempre all’indagine condotta dal KRIA alcuni dati interessanti emergono su cosa significhi vivere in una parte di città così densa: la famiglia media (anche se la realtà della famiglia coinvolge solo una parte della popolazione) è costituita da 4-5 persone che vivono normalmente in una superficie di appartamento pari a 32 metri quadri. La densità del costruito, approssimatamente possesso durante la nostra ricerca, dovrebbe

v i s u r f a ce : a (216.160.000 m2)

a re a o f vi is 4,5% of Mumbai area

open public g ro u n d i s o f te n t a k e n fo r p r i va t e n e e d s and squads

sanitary facilities: 1/6 families

oo11. Uno dei vicoli di Dharavi. Fonte: Alberto Bottero oo12. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: mascherina di lettura density.

demografy : 1961: 102.841 1971: 175.523 1981: 169.333 1991: 278.636 2005: 321.035 2007: 376.000 tenements: 74.045

inhabitants

calcolata attraverso i dati di cui siamo venuti in

year

10% out of to t a l p o p u l a t i o n o f slums in G re a te r M u m b a i l i ve s i n D h a rav i


aggirarsi intorno ai 2 metri quadri per ogni metro di

queste strutture le persone dispongono in genere

superficie.

di un luogo chiuso e protetto in cui collocare i propri

Se circa 57,000 famiglie vivono all’interno

materassi ed usufruire di due pasti completi al

di Dharavi (dato considerato dal Dharavi

giorno, uno a base di riso e l’altro accompagnato dai

Redevelopment Plan DRP nelle stime preliminari),

chapati.

molto alto è anche il fenomeno dell’immigrazione

Inoltre, molte persone sono allocate in subaffitto

di persone singole dalle zone rurali. Questa forma

e non risultano residenti in Dharavi. Queste sono

di immigrazione ha dato luogo al fenomeno delle

generalmente persone arrivate più tardi nello slum

pongal houses che, come racconta Kalpana

e che ancora non hanno avuto l’opportunità di

Sharma in Rediscovering Dharavi 5, sono luoghi

comprare una casa propria.

coperti di “rifugio”, in cui tra le trenta e le cento

La possibilità di alloggiare in questi modi è solo una

persone, a seconda della dimensione della

delle infinite che Dharavi offre agli immigrati che

struttura, possono alloggiare.

hanno necessità di risparmiare denaro da inviare

Un’indagine avviata nel 1986 ha identificato

alle famiglie rimaste nelle regioni d’origine.

l’esistenza di almeno 62 pongal houses all’interno

Come documentano queste situazioni informali,

di Dharavi. Per un prezzo contenuto all’interno di

condurre una ricerca sui valori di densità esistenti

68


all’interno di Dharavi è realisticamente molto difficile. La Slum Redevelopment Autority, che ha condotto le indagini in previsione del piano di sviluppo di Mukesh Mehta, ha tenuto conto solo delle persone alloggiate nei piani terra degli edifici e regolarmente registrate, considerando la popolazione di Dharavi pari appunto a 57,000 famiglie. Questo dato, secondi molti esperti del settore poco credibile, sarà rivisto in seguito a un indagine commissionata alla fine del 2008 alla SPARC. Il tema per descrivere al meglio la densità all’interno di Dharavi resta comunque l’assoluta assenza di spazio pubblico e di lotti liberi. Ogni luogo ha in almeno una funzione assegnata ed ogni pezzo di terra lasciato libero è occupato nel giro di pochi giorni non sempre dal proprietario. L’occupazione illegale del terreno vacante, sia esso di proprietà privata o statale, è stato il motore attraverso cui Dharavi si è sviluppata negli anni e questo fattore risulta tuttora determinante nella sua crescita.

o13. La densità raggiunta all’interno di Dharavi grazie ad abitazioni low-rise e agli edifici alti costruito grazie ai piani di risanamento. Fonte: RUM, p. 99 o14. Una delle strade secondarie di Dharavi. Si noti la presenza degli sbalzi di ognuno dei secondi piani degli edifici nell’ottica di una massimizzazione dello spazio. Fonte: Alberto Bottero.

69


3.2.2 UTILIZZO DEL SUOLO ED ANALISI DELLE TIPOLOGIE ABITATIVE “Lavoro a domicilio, se si può permetterselo. Se poi

La tipologia residenziale pura sembra coprire,

questo non è possibile, vivere sul posto di lavoro.

facendo ancora riferimento alle statistiche

In entrambi i casi nessuno spazio può avere solo

raccolte dal Kamla Raheja Vidyanidhi Institute of

una funzione, a meno che non sia lo spazio sacro.

Architecture, solo il 33% della restante parte: da

Dei e spiriti bisogno di una certa privacy. “ 6

queste emerge anche che l’utilizzo puramente residenziale è principalmente concentrato nei nagar

La frase riportata in uno dei post del blog Airoots7

di New Transit Camp, Mukund Nagar e Chamra

di Matias Echanove e Rahul Srivastava è forse il

Bazaar.

modo più diretto e chiaro di descrivere il fenomeno dell’utilizzo del suolo all’interno di Dharavi. Ognuna

Gli spazi puramente destinati al commercio

delle costruzioni ha almeno un doppio utilizzo. Vita

costituiscono in realtà solo il 2.2% del tessuto

e lavoro sono profondamente intrecciati e gli spazi

di Dharavi, ma questi salgono sino all’8.5% se

residenziali si mescolano con quelli commerciali,

si considerano anche gli spazi utilizzati per il

industriali, manifatturieri ed artigianali.

commercio e la residenza allo stesso tempo. Questi

La tipologia residenziale pura è riscontrabile quasi

sono distribuiti lungo gli attraversamenti principali

solamente all’interno degli edifici alti costruiti

come la Dharavi main road, in Koliwada, dove

durante gli anni Ottanta e Novanta come tentativi

l’economia è oggi divenuta principalmente terziaria.

di risanamento dello slum e che oggi coprono

Un ragionamento analogo può in realtà essere

circa l’8% del tessuto di Dharavi. Questi sono

condotto anche per gli spazi relativi all’industria,

principalmente disposti lungo il percorso di 90 feet

all’artigianato ed alla produzione manifatturiera.

Road e di 60 feet Road ed emergono come giganti

Se i luoghi della produzione formalmente

dal tessuto caratteristico di due o tre piani fuori

riconosciuti costituiscono circa l’8.5% del costruito

terra del resto dello slum.

e sono principalmente disposti all’interno di 13th

landuse cour tyard cluster Koliwada fishmarket

datas relative to the whole Dharavi residential (SRA): r e s i d e n t i a l ( S LU M S ) : commercial: residential+Commercial: industrial: residential+Industrial: commercial+Industrial:

163.000 m2 711.630 m2 48.000 m2 133.000 m2 185.370 m2 321.050 m2 23.000 m2

(7,55%) (32,95%) (2,22%) (6,16%) (8,58%) (14,86%) (1,06%)

roads: private Open: cementer y : religious: open Space: amenities:

commercial + residential

300.000 120.086 33.045 12.095 41.036 53.996

m2 m2 m2 m2 m2 m2

(13,89%) (5.56%) (1.53%) (0.56%) (1.90%) (2.50%)

residential + manifacture

Indu temple

residential + manifacture

Christian chur


Compound (sud-ovest di Dharavi), salgono al

l’1.5% del suolo di Dharavi e ha anch’esso un utilizzo

22.5% se si considerano gli spazi misti industriale-

duplice. Camminargli a fianco dà l’impressione di

abitativo sviluppatisi soprattutto all’interno di Social

essere al lato di un “polmone verde” dove i bambini

Nagar e di Kumbharwada (lato est di Dharavi, lungo

si incontrano per giocare a cricket.

la linea ferroviaria centrale). Interessanti sono inoltre i dati relativi agli spazi

Lo spazio relativo ai servizi copre appena il 2.5%

urbani aperti, privati e pubblici, e agli spazi riservati

dell’area totale dello slum ed è quasi interamente

ad edifici istituzionali.

riservato al deposito degli autobus BEST, a nord della stazione ferroviaria di Sion. Lo spazio

Gli spazi aperti coprono solamente il 7.5% della

istituzionale si aggira intorno allo 0.7%, costituito

superficie di Dharavi ed il dato risulta ancora più

per la maggior parte dalla già citata scuola di Social

sorprendente se si pensa che solo l’1,90% del

Nagar che ospita oggi più di 6000 studenti.

suolo non costruito di Dharavi è pubblico. Buona parte dello spazio aperto è allocato nel nagar di

La dimensione religiosa costituisce all’interno di

Parsi Chawl, a nord di Dharavi, e in Matunga Labour

Dharavi, come d’altronde nel resto dell’India, ancora

Camp, nella parte sud ovest.

una parte importante della vita quotidiana e le

Il resto del tessuto urbano è in realtà molto denso e

costruzioni sono uniformemente diffuse in tutto lo

gli spazi aperti sono rari ed emergono in occasione

slum. Passeggiando in mezzo a Dharavi non è in

del cortile di una scuola come all’interno di New

realtà difficile incrociare un tempio indù, una tettoia

Transit Camp, in uno spazio comune a servizio del

adattata a chiesa o una stanza a piccola moschea.

villaggio di Koliwada o ancora in uno spazio per

Un’urbanizzazione “organica”, fitta e densa, è

l’essicamento delle ceramiche a Kumbharwada.

attraversata da vicoli e stradine la cui ampiezza

Un caso particolare è inoltre il cimitero, diviso in

arriva generalmente a poco più di un metro e

una parte Indù ed una Musulmana, situato tra New Transit Camp e Kumbharwada. Questo costituisce o15. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: mascherina di lettura landuse.

organic cluster Koliwada slum

residential + manifacture

ch

commercial + residential

commercial + residential

linear cluster Koliwada main road

o p e n “c l u s t e r ” Koliwada open space

manifacture + residential

manifacture + residential


fiancheggiati da un’infinità di scalette a pioli che

caratterizzante e facilmente riconoscibile per

conducono ai piani superiori. I cosiddetti chowk8

facilitare tutti i passaggi del processo di produzione

costituiscono la maggior parte del tessuto dello

delle ceramiche.

slum e alcune tipologie abitative caratterizzanti

Differente ancora è il caso di New Transit Camp

sono emerse occasionalmente in alcuni nagars in

in cui il ricollocamento temporaneo di numerose

risposta alle necessità poste dai processi produttivi. E’ questo è il caso di Kumbharwada in cui una tipologia, che si può definire “a stecca”, è divenuta

72

o15. Il Gli attraversamenti all’interno di Dharavi, gli edifici dei piani di risanamento ed il tessuto denso dello slum. Fonte: RUM, p. 87


famiglie espropriate della propria casa per la

agli interventi dei passati piani di sviluppo,

costruzione di 90 feet e 60 feet Roads ha portato

principalmente grazie alla costruzione di 90 feet

alla creazione di un tessuto a maglia ortogonale

e 60 feet road prima e di Mahatma Ghandi road

fortemente riconoscibile nella mappa di Dharavi.

successivamente.

All’interno del tessuto di Dharavi, infine, solamente il 13% dell’area è coperta da strade e collegamenti e va considerato che questa percentuale è stata raggiunta in seguito

o16. Il tessuto dell’economia informale (industriale e commerciale), quello religioso. Fonte: RUM, p. 87

73


3.2.3 IL PROFILO SOCIALE DI DHARAVI del XIX secolo il fenomeno dell’immigrazione era La maggior parte di Dharavi comprende luoghi

già iniziato anche dal nord e dal sud dell’India al

in cui vi è una miscela di indù, musulmani e altri

fine di inserirsi nelle attività lavorative di comunità

gruppi religiosi, e persone provenienti dal nord o dal

impegnate in specifici mestieri.

sud dell’India, anche se alcuni nagars sono abitati

A Dharavi, nonostante l’ambiente insalubre, le

prevalentemente da persone di origine comune.

persone sono migrate, nel corso degli anni, poiché

Esistono zone franche interamente Tamil, altre in

hanno avuto la possibilità di iniziare un lavoro. Così,

cui si incontrano solo persone dall’Uttar Pradesh e

i migranti sono arrivati presto dal Tamil Nadu e

altre ancora dove solo i Kolis vivono.

dall’Uttar Pradesh, prevalentemente uomini che

Come effettivamente riconoscono anche i suoi

cercavano impiego nelle concerie e i Kumbhars dal

abitanti, e come racconta Kalpana Sharma in

Gujarat, venuti ad a unirsi ai vasai che già erano stati

Rediscovering Dharavi, Dharavi è comunque uno

ricollocati in questo limite nord della città. Le ondate

slum composto da persone provenienti da più

successive di immigrazione hanno portato persone

di cinquanta altri villaggi ed è letteralmente un

che lavoravano nell’industria dei prodotti in pelle e

mini-India. Il Dharavi-mix, se così si può chiamare,

nella produzione di indumenti.

sottolinea un aspetto centrale del rapporto tra questa parte di città e Mumbai nel suo complesso,

Un sondaggio su Dharavi condotto nel 1986

cioè quello dell’immigrazione.

(SPARC) ha rivelato che le popolazioni provenienti dal Tamil Nadu costituivano un terzo della

Sino dall’inizio dell’Ottocento è stata la possibilità di

popolazione, alla pari con persone provenienti da

occupazione ad attirare i migranti dalle zone rurali

Maharashtra. Altri stati rappresentati erano Uttar

verso Bombay: dal Maharashtra, in particolare dal

Pradesh, Karnataka, Andhra Pradesh, Gujarat,

Konkan, per lavorare nelle fabbriche tessili, si sono

Kerala, Rajasthan e Bihar. Queste cifre sarebbero

rilevati i primi flussi migratori. Prima della metà

modificate solo marginalmente negli ultimi

social datas relative to the whole Dharavi Dharavi is composed of over 85 Nagars (neighbourhood), which are fur ther divided into housing societies, chawl societies etc. Households are 1/6 out of the total population Rental price: 185 rps/month (4 $/month) 8 0 % Pe o p l e w o r k i n g i n D h a r a v i l i v e s i n D h a r a v i householders

tenants

householders

family links

family links

family links


vent’anni, con un incremento di migranti provenienti

realtà unica non è forse il modo più adatto di leggere

dal nord, specialmente dal Bihar, ma non vi sono

la complessità sociale del luogo.

dati più recenti, per stabilire con precisione quanto il profilo della popolazione sia cambiato in questi

Tra le molte comunità presenti, alcune di queste

anni.

meritano di essere citati brevemente in quanto più storiche o più produttive, o semplicemente

Il profilo delle caste di Dharavi (nonostante

più grandi e riconoscibili di altre. Molte di queste

queste siano state ufficialmente abolite in seguito

ritornano anche successivamente nella trattazione

all’indipendenza) è legato alla natura dei lavori

in quando nuclei fortemente identitari ed utili per

che si sono sviluppati all’interno dello slum. Va

raccontare cosa sia Dharavi a chi lo immagina come

sottolineato comunque che molti degli abitanti di

una semplice spazializzazione della povertà.

Dharavi appartengono ai dhalit, gli “intoccabili”,

I due nagars sicuramente più rappresentativi

fuggiti dai loro centri rurali per approdare in una

sono Koliwada e Kumbharwada che insieme al

megalopoli in cui il giogo stretto delle caste appare

Matunga Labour Camp costituiscono anche i primi

meno opprimente.

insediamenti sviluppatisi.

Così Dharavi è oggi costituita da 85 differenti nagars a loro volta suddivisi in più piccole comunità, nuclei

- Koliwada è collocato sul limite nord-ovest, dove

familiari o produttivi allargati.

termina la Dharavi main road. E’ in realtà il villaggio

Dharavi può essere definita come un collage

impresso alla città dal dominio inglese.

di pescatori già esistente prima del rapido sviluppo di quartieri, ognuno con le proprie specificità,

La sua economia, basata sulla pesca ancora fino

dialetti, attività, feste e riti, ognuno con le proprie

al 1964, è radicalmente cambiata negli ultimi

aspirazioni, ognuno con una propria logica organizzativa. Parlare dunque di Dharavi come una o17. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: mascherina di lettura social.

family links family links

tenants

householders

family links

tenants


cinquant’anni, prima in favore della produzione

- Social Nagar, attraversato dall’ampia Mahatma

e del commercio di liquori, per poi stabilizzarsi

Ghandi Road, sede della scuola più grande di

principalmente sui guadagni provenienti dagli affitti

Dharavi, è divenuto il quartiere simbolo delle

e dalle attività commerciali lungo la Dharavi Main

opportunità e delle difficoltà di integrazione tra

Road.

musulmani ed Indù in seguito alle riots del 1992 che

La forte identità di questo nagar, retto ancora oggi

hanno coinvolto l’intera Bombay.

da un gaonpatil (capo-comunità), lo rende piuttosto

- Chamra Bazar, centrale nella sua collocazione,

chiuso rispetto alle comunità circostanti.

è prevalentemente di religione musulmana ed è

La natura di piccolo villaggio che di fatto gli

la sede di piccoli laboratori per la lavorazione di

appartiene è ancora leggibile nonostante

pelli e interiora di animali per la produzione di fili

l’esplosione urbana di Dharavi.

chirurgici connessi a laboratori e centri di ricerca internazionali, quali quelli della Johnson&Johnson;

- Kumbharwada è il nagar nato in seguito all’allontanamento dei Kumbhars, una popolazione

- New Transit Camp è uno dei nagar più accessibili

proveniente dal Gujarat e dedita alla lavorazione

di tutta Dharavi grazie alla maglia ortogonale di

delle ceramiche, dal sud della città durante gli anni

strade su cui è stato costruito. Le costruzioni

Venti del Novecento.

presenti al suo interno vennero edificate per

Anche questa, come detto, è una tra le prime

ospitare temporaneamente le persone sfollate per

comunità installatesi in Dharavi lungo il limite sud-

la costruzione di 90 feet e 60 feet Roads alla fine

est, nei pressi della stazione di Matunga.

degli anni Settanta.

Il quartiere resta uno dei più affascinanti dell’intero tessuto urbano di Dharavi: ampi spazi sono dedicati all’essiccamento delle ceramiche, creando improvvisi spazi aperti in cui sfociano i gli stretti vicoli provenienti dal tessuto urbano. Analizzando le mappe del costruito dall’alto è possibile notare la caratteristica tipologia a stecca nata per ottimizzare il processo di lavorazione della ceramica Altri nagar caratterizzati da una forte identità e riconoscibilità sono: - 13th Compound, i cui proventi principali derivano dal riciclaggio di rifiuti di Dharavi, ma anche di quelli provenienti dall’intera Mumbai. E’ uno dei nagars più insalubri a causa dell’attività svolta nella quasi totalità delle abitazioni e della sua collocazione a lato dei terreni paludosi del Mithi river; o18. Alcuni dei più caratterizzanti nagars di Dharavi citati nel testo. Fonte: www.favelization.com (ridisegnata)

76


Koliwada

Social Nagar 13th Compound Chambra Bazaar

Muslim Nagar

New Transit Camp

Kumbharwada

Matunga Labour Camp

77


L’integrazione Religiosa Dharavi resta oggi uno degli esempi di più grande integrazione religiosa e culturale presenti in tutta l’India. Attorno ad una popolazione prevalentemente Indù tutte le confessioni religiose trovano il loro spazio ed i loro luoghi di culto. L’integrazione tra religione Indù e musulmana, in particolare, stupisce per la sua tranquillità. L’unico fenomeno di rilevante conflitto si è avuto durante le Bombay Riots9 seguite alla distruzione della Masjid Babri, tra il dicembre 1992 ed il gennaio 1993, in cui ufficialmente morirono oltre 900 persone in tutta Bombay. Oggi, dopo un lungo lavoro delle associazioni governative e non, le culture si sono in parte ravvicinate e sono tornate a convivere anche se ancora con maggior diffidenza rispetto al passato. In eredità da quegli anni restano infatti alcune barriere, più mentali che fisiche, come all’interno di Social Nagar, uno dei luoghi dove la lotta è stata più violenta, in cui oggi le comunità indù e musulmane vivono ciascuna su un lato differente della Mahatma Ghandi Road. o19. Uno dei tempi indù costruiti all’interno di Chamra Bazaar. Foto: Francesco Strocchio

78


79


3.2.4 DENSITA’ E SVILUPPO DEMOGRAFICO NEGLI ANNI Come già accennato nelle pagine precedenti

scarpe, valigie e gioielli. Molto sviluppati sono

della trattazione Dharavi deve il proprio sviluppo e

anche il settore alimentare in generale e quello della

l’aumento della propria densità, fino alle estreme

ristorazione.

condizioni attuali, soprattutto alla possibilità

Le attività manifatturiere servono, in generale, tutti

di trovare lavoro e fonti di sostentamento al

i settori industriali di Mumbai e molti prodotti sono

suo interno. Attività commerciali e imprese

distribuiti anche nei mercati internazionali.

manifatturiere danno lavoro a una larga fetta della

La produttività di Dharavi è radicata in un processo

popolazione e, secondo le stime più recenti, circa

di produzione decentrata che si basa su una

l’85% della popolazione attiva ha un impiego. Di

vasta rete di piccole unità di produzione. Facendo

questa, la maggior parte svolge le proprie attività

riferimento ad uno studio dell’ Ahmedabad’s

all’interno di Dharavi, mentre alcune persone

Center for Environmental Planning & Technology

residenti nei quartieri circostanti trovano lavoro

(CEPT)10, si può dichiarare che all’interno di

proprio nelle attività informali dello slum.

Dharavi esistono circa 5,000 unità industriali

E’ questa in realtà la principale differenza tra

e manifatturiere che creano un fitto network di

Dharavi e gli altri slums di Mumbai: le persone che

produzione informale.

decidono di vivere qui hanno facilità di accesso nel

Questo dato, inoltre, non include i servizi come la

mondo lavorativo e sono molte le storie di persone

costruzione, l’istruzione e l’assistenza sanitaria,

che, dopo aver iniziato come semplici lavoratori,

né comprende il settore molto sviluppato del

sono poi divenute proprietarie di una piccola

commercio al dettaglio e la vasta gamma delle

attività. In questo senso Dharavi garantisce anche

attività produttive casalinghe minori che possono

un alto livello di mobilità sociale.

essere trovate in Dharavi. Queste sono stimate in

Le attività produttive comprendono le industrie

oltre 15,000 unità manifatturiere, sviluppatesi in

per il riciclaggio dei rifiuti, le concerie di cuoio,

ambienti costituiti da un’unica stanza. Ne deriva

la lavorazione dei metalli pesanti, la lavorazione

che circa il 23% della popolazione impiegata

del legno e la finitura di prodotti quali indumenti,

svolge le proprie mansioni all’interno dell’industria

economy_activities

MUMBAI (waste)

datas relative to the whole Dharavi: Approx. 15.000 single room manufacturing Approx. 4.902 industrial units Yearly value of produced goods 300-800 mln USD 85 % 23 % 12,6%

is employed is employed in small scale industries. is self-employed

KO L I WA D A FISHMARKET

textile units ( s h o e s, c l o t h i n g s, b a g s . . . )

plastic processing and rec ycling bakery variety of food items


manifatturiera “home-based”, mentre il 16% ha

affitto di una stanza che varia dai 15 ai 30 metri

sviluppato un’ attività produttiva in proprio.

quadri con circa 3,000 Rs mensili (64 USD). Ne

Una stima conservativa datata 27/1/2005 e

deriva che circa il 68% della popolazione di Dharavi

pubblicata sul The Economist nell’articolo “Inside

è in affitto, mentre il 32% possiede almeno una

Slums” pone il valore annuo delle merci prodotte

proprietà all’interno dello slum.

in Dharavi attorno ai 500 milioni di USD. Sebbene vada sottolineato come questo dato non sia

L’industria tessile

facilmente verificabile attraverso dichiarazioni

Con oltre 1000 unità manifatturiere l’industria

contabili, esso è in grado di dare un’idea della

tessile è probabilmente l’attività più fiorente a

capacità di produrre ricchezza, impiego e beni di cui

Dharavi. La lavorazione tessile comprende tutti i

l’intera città di Mumbai beneficia.

livelli di lavorazione ed i prodotti vengono venduti a

Sempre seguendo le statistiche fornite dal The

Dharavi ma soprattutto su scala internazionale ed in

Economist il guadagno giornaliero supera solo

particolare sul mercato di Dubai. La maggior parte

per pochi le 100 e 200 Rupie (2-4 USD). Seppur

della lavorazione avviene nelle case private in cui le

questo possa apparire molto basso agli occhi di chi

donne cuciono indumenti e tessuti.

non ha vissuto all’interno di Dharavi, ognuno degli

Molti degli impiegati in questo settore provengono

abitanti dello slum è orgoglioso di sostenere che

dall’Uttar Pradesh anche se il realtà l’industria

“nessuno qui muore di fame” (Kalpana Sharma,

tessile è diffusa in tutto lo slum di Dharavi.

Rediscovering Dharavi). Si è sviluppato infatti un complesso sistema di affitti in grado di provvedere

L’industria delle ceramiche

case a prezzi accessibili come nessun ente

Una delle più antiche sviluppatesi all’interno dello

governativo e nessuna ONG sarebbe in grado di fare

slum. A differenza della lavorazione del cuoio, la

in qualsiasi altra parte di Mumbai.

produzione di ceramiche è tutt’oggi presente e

Secondo i dati dello studio del CEPT la famiglia media di Dharavi ha un introito economico di circa 9,000 Rs mensili (195 USD) e può permettersi un

o20. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: mascherina di lettura economy_activities.

MUMBAI

KO L I WA D A MAIN STREET

KO L I WA D A O N LY O P E N S PA C E

leather manufacturing

restaurant

small scale retail

jewelr y manufacturing

potter y manufacturing


questa caratterizza uno dei nagar storici di cui

Il grande inquinamento causato dai forni per la

abbiamo già parlato. Kumbharwada, nato in seguito

lavorazione dell’argilla resta forse il quesito più

al ricollocamento di lavoratori del Gujarat dalle area

difficile da affrontare per una produzione che,

più meridionali di Mumbai, ha oggi assunto una

comunque, è troppo radicata ed importante per

forte identità, mantenendo caratteri fortemente

questa comunità per essere semplicemente

distintivi dal resto del tessuto urbano. La già citata

bloccata.

tipologia “ a stecca” caratterizza il costruito e permette la successione di ognuna delle fasi di

La lavorazione del cuoio

produzione sino all’essiccamento. L’industria delle

La produzione di cuoio è stata una delle prime

ceramiche non si ritrova praticamente in nessun

industrie ad insediarsi a Dharavi. Tutte le forme di

altra parte di Dharavi e solo in Kumbharwada

lavorazione della pelle e il trattamento di questa

conta quasi mille laboratori artigianali che danno

sono realizzati dalla casta inferiore o da gruppi

impiego e sostegno economico a circa duemila famiglie.

o21. Gli spazi per l’essicamento delle ceramiche a Kumbharwada. Fonte: Alberto Bottero.

82


non-indù. I conciatori musulmani di Dharavi migrati dal Tamil Nadu a Bombay a metà dell’Ottocento si stabilirono in quella che all’epoca era la periferia di Bombay. Ben presto la città è cresciuta intorno a loro e questi sono stati costretti a muoversi a Dharavi. La prima conceria stabilitasi qui data 1887. Qui il terreno paludoso della baia di Mahim si è rivelato il più adatto per la possibilità di utilizzare grandi quantitativi di acqua e per la presenza del mattatoio a quei tempi allocato in Bandra. Dal momento che l’industria conciaria non ha regolato l’emissione di sostanze inquinanti, queste hanno provocato notevoli problemi alla fauna ittica del Mithi River diminuendo le possibilità di pesca della comunità di Koliwada. Nel 1980 le autorità hanno vietato ogni tipo di concia all’interno Dharavi, spostando la produzione al centro di Deonar, a nord della regione di Mumbai. Le manifatture di Dharavi, oggi, comprano pelli conciate e lavorate a Deonar per produrre merci di tutti i tipi: grazie a un vasto campionario di merci che va dalle borse alle cinture, dalle giacche ai sandali ed alle scarpe, nelle botteghe lungo la Sion Link-Road si incontrano clienti provenienti da ogni parte di Mumbai. La maggior parte delle imprese che lavorano il cuoio a Dharavi sono formalmente registrate ed alcune hanno anche attività sul mercato globale. Anche se la società è formale, la produzione e i meccanismi produttivi spesso non lo sono. L’industria del cuoio offre comunque lavoro a circa 20,000 persone. Il riciclaggio di rifiuti Come dichiara Naushad Khan, presidente degli imprenditori Dharavi’s Welfare Association, in una intervista datata 18/04/2008 alla BBC, la maggior parte delle attività di riciclaggio si concentra attorno alle materie plastiche. In quantità minore, vengono anche riciclati carta e cartone e pressoché ogni

o22. Il Gli spazi per l’essicamento delle ceramiche a Kumbharwada. Fonte: Alberto Bottero.

83


altro tipo di materiale. Il settore del riciclaggio impegna circa 200,000 persone all’interno di Dharavi. Parte di queste lavorano nella raccolta di materiale diretta nelle strade di Mumbai, ma buona parte del materiale deriva anche dalla raccolta domestica e dai rifiuti raccolti dalle cameriere durante il loro servizio nei vari edifici commerciali esterni a Dharavi. La plastica, che si trova in tutte le sue forme, comprese bottiglie, scatole e penne, viene ordinata in base al colore e alla qualità. Successivamente, viene frantumata e venduta a un produttore di granuli. In ogni fabbrica i granuli di plastica verranno poi lavati, asciugati, fusi, spremuti in fili e poi tagliati in pellet. Il nagar più coinvolto nel settore del riciclaggio è quello di 13th Compound situato nella parte sud dello slum dove molte delle abitazioni ospitano sul tetto grandi quantità di borse di rifiuti, pronte ad essere selezionati e riciclati. Questo tipo di attività è senz’altro, insieme a quella dei forni di Kumbharwada, una delle più problematiche a livello ecologico per l’area. Industrie per la stampa Il settore della stampa è molto variegato all’interno di Dharavi. Ogni tipo di stampa può essere effettuata qui. Graphic designer, art directors, editors e printers hanno clienti nazionali e internazionali. Dalle tecniche di stampa storica alla serigrafia fino alle stampanti digitali di ultima generazione, il settore della stampa si sviluppa su varie scale: dai piccoli laboratori attrezzati nelle case fino locali più ampi. All’interno di Dharavi grandi imprese commissionano stampe di manifesti di Bollywood e annunci pubblicitari. Altre imprese associate, come fornitori di carta e fustellatrici, sono nate in zona e collaborano con questo settore.

84

o23. Il Gli spazi per l’essicamento degli alimenti Chambra Bazaar . Fonte: Alberto Bottero. o24. Gli spazi per l’essicamento delle ceramiche a Kumbharwada. Fonte: Alberto Bottero.



3.2.5 ECOLOGIA DELLO SLUM Mutuando il termine utilizzato da Mike Davis in

nord ovest dello slum.

Planets of Slums11, il tentativo è stato di raggruppare

La zona su cui sorge Dharavi, infatti, è un’area

in un unico layer, che potesse essere rappresentato

storicamente paludosa, resa abitabile da una lunga

ed esplicitato sul modello in mostra, ognuna delle

opera di “bonifica informale” condotta dagli abitanti

tematiche relative all’ “ecologia degli slums”:

stessi di Dharavi. Facendo riferimento ai dati

rientrano all’interno di questo capitolo le condizioni

reperibili attraverso il sito internet della Municipal

di vita intese come rischi naturali ed idrogeologici

Corporation of Greater Mumbai le zone soggette

che gravano sullo slum, l’accesso ai servizi, alle

a maggior rischio di inondazione sono l’area est,

infrastrutture e ai trasporti.

dove sorgono oggi New Transit Camp e Social

I dati seguenti fanno riferimento, se non

Nagar, insieme alle aree di Matunga Labour Camp e

diversamente indicato, agli studi, già altre volte

Muslim Nagar.

citati durante la trattazione, condotti da due

Aree di drenaggio e decorso dell’acqua si trovano

università indiane:

inoltre nei nagar collocati tra quelli citati, come

- Ahmedabad’s Center for Environmental Planning

Kumbharwada e Subhash nagar, ma anche in aree

& Technology (CEPT)

più a nord quali il nagar di Parsi Chawl ed a sud

- Kamla Raheja Vidyanidhi Institute of Architecture

come 13th Compound.

di Varanasi (KRIA) Il riferimento agli standard legislativi è fatto

Infrastrutture, accessibilità, trasporti

utilizzando l’Urban Development Plan Formulation

Dharavi è collocata in un’area che oggi è divenuta

and Implementation (UDPFI) redatto dal Governo

centrale per il futuro di Mumbai. Lo spostamento

Indiano nel 1996.

del baricentro della città, in seguito all’aumento demografico, ha portato alla formazione di grandi

I rischi naturali ed idrogeologici

complessi direzionali di compagnie finanziarie

I rischi dovuti a problematiche naturali sono

indiane ed internazionali nei quartieri di Dadar

principalmente connessi alla presenza del Mithi

e Bandra. In particolare il nuovo Bandra-Kurla

River e alla palude di mangrovie che si trovano a

Complex, sorto a nord di Dharavi, al di là del Mithi

ecology t

plastic sheets metal sheets wood

amount of waste generated 3 0 0 MT/day

pot market skin dyers rec ycling

N.collection points existing 120 required 550

sanitation existing

1/15 of required

o

i

l

e

t

q

u

x

=

e

u

e

660

e

1

o


education existing

1/24

of required

River, ha alzato notevolmente i valori fondiari dei

Le strade, spesso molto strette, non permettono

terreni sui cui nacque lo slum, producendo una

l’ingresso dei mezzi pubblici e, dove questo sarebbe

notevole pressione su di esso.

possibile, come su 90 feet Road e sulla Mahim-

Il lotto di 223 ettari già ad oggi gode di un’ottima

Sion Linkroad, la municipalità ha scelto di non

comunicazione con il resto della città: tre stazioni

provvedere alcun servizio. Non ci sono dunque linee

ferroviarie, Sion e Matunga sulla linea centrale

di autobus che attraversano Dharavi.

e Mahim sulla linea ovest, offrono la possibilità

Ne deriva che oltre i 70% del movimento all’interno

di muoversi rapidamente verso ogni parte della

di Dharavi avviene con auto private, mentre il

Greater Mumbai.

restante 30% è coperto da altri mezzi di movimento

La presenza inoltre della Eastern Express Highway

(taxi e risciò principalmente). Le parti centrali, che

che fiancheggia Dharavi sul suo lato est, unita

ospitano circa la metà della popolazione dello slum,

insieme con i raccordi di Mahim-Sion Linkroad

si trovano infatti a più di due chilometri di distanza

e di Sion-Bandra Linkroad, permette una buona

dalla prima fermata dell’autobus.

facilità di movimento anche con un mezzo privato

Relativamente all’attraversamento interno, alcuni

(compatibilmente con le problematiche del traffico

problemi sono stati moderatamente risolti grazie

da cui è afflitta l’intera Mumbai).

alla costruzione di tre strade più ampie disegnate

Infine la costruzione della Bandra-Worli Linkroad, il

durante la fine degli anni Settanta e i primi anni

ponte che attraversa la baia di Mahim, ha permesso

Ottanta: il tessuto ad estrema densità è oggi

di attraversare rapidamente i quartieri a sud di

attraversato da nord a sud dalla 90 feet road, dalla

Dharavi per muoversi verso la parte storica della

Mahatma Ghandi Road. L’unico attraversamento

città.

importante est-ovest è la Sulochana Shetty Road

I problemi di movimento per Dharavi si verificano

(60 feet road) collocata nella parte meridionale

in realtà dal punto di vista dell’accessibilità

dello slum.

dall’esterno, della sua permeabilità e dell’attraversamento.

c

o

m

u

n

i

t

y

w

x x

a

t

e

o25. Il modello dell’installazione “ Coexistance as survival”: mascherina di lettura ecology.

r

t

a

p

x 332

8-10 streets

d

o

m

e

s

t

i

c

w

a

t

30 x

e

r

4 / 24

h

2 4 / 24

h

b u c k e t

30000 deaths per year

o

p

e

n

open space existing 1/1.25 of required


La storica Dharavi Main Road, un tempo

litri d’acqua giornalieri.

attraversamento principale dello slum, è divenuta

L’accesso ai servizi igienici è un tema analogamente

oggi più una via principalmente commerciale.

complesso: esistono bagni pubblici, generalmente costruiti durante i piani di risanamento. Le

L’accesso all’acqua potabile e all’elettricità

statistiche parlano solamente di 842 servizi igienici,

La municipalità fornisce sul territorio di Dharavi un

uno ogni 660 abitanti, tredici volte meno di quelli

accesso alla linea elettrica che è di ventiquattro ore

previsti per gli standard di legge minimi. Anche

giornaliere, mentre l’accesso all’acqua potabile varia

in questo caso è realistico credere che i bagni

dalle 2 alle 4 ore giornaliere.

esistenti siano un numero decisamente maggiore

E’ difficile documentare in quante case arrivino

di quelli documentati. L’accesso all’acqua potabile

effettivamente acqua ed elettricità. La realtà

resta comunque una delle problematiche maggiori

dello slum è fatta generalmente di allacciamenti

all’interno di Dharavi ed è anche una delle maggiori

illegali alle reti di distribuzione pubblica. Così se

cause della diffusione di malattie ed infezioni.

la statistiche parlano di un solo accesso all’acqua (rubinetto) ogni 332 abitanti, dieci volte meno di

L’accesso alle strutture sanitarie ed agli istituti

quelli previsti dai limiti di legge, è veritiero credere

educativi

che questi siano più di quelli dichiarati. Ogni

L’unico ospedale di medie dimensioni presente in

abitante di Dharavi consuma infatti una media di 45

Dharavi è il Dharavi Hospital, sulla Sulochana Shetty

BANDRA KURLA COMPLEX

attraversamenti interni

n Sio

La lB ah ad

ur S

ha str

iR

oa d

mithi river

ink

Mahim Sion Link

ad ro

linea ferroviaria

di R

oad

Sion

aG han

m

ro ad

vi ara Dh

ad ro ain

Ma hat m

ad

Linkro

road

90 fee t

y wa rail

Sion

autostrada cittadina

stazione ferroviaria

L ra nd Ba

er n ast we Mahim

collegamenti esterni

H ig hw ay

ilw ay

Exp res s

SION

Eas ter n

ce ntr al ra

90 fee t

d oa

ad

ll R

Ro

Mi

tty

e Sh

ne mi

roa d

a an ch lo

Su

Jas

Mahim

Ta ka nd ha

sK

ata r

ia

Ma

rg

MAHIM

88

Matunga

o25. Mappa schematica di Dharavi in cui vengono riportati gli attraversamenti principali interni ed i collegamenti con i quartieri esterni circostanti di Sion, Bandra e Mahim. Si noti la vicinanza con tre stazioni ferroviaria, lungo la linea centrale e quella ovest e la vicinanza della Eastern Express Highway sulla destra.


Road, a sud. Un numero esiguo di studi medici ed

venti volte inferiore agli standard minimi richiesti.

infermieristici privati è sorto comunque all’interno

Problematiche connesse all’inquinamento e alla

di Dharavi.

raccolta dei rifiuti

Il Sion Hospital, situato lungo il limite est di

Le problematiche connesse al sistema di raccolta

Dharavi resta la struttura di riferimento maggiore

dei rifiuti sono dovute principalmente alla

per la popolazione. Le strutture sanitarie

mancanza di punti di raccolta e alla difficoltà di

occupano solamente 2,07 ettari determinando

accesso dei mezzi pubblici.

gravi mancanze nei servizi sanitari offerti dalla

La quantità di rifiuti pro-capite prodotta all’interno

municipalità.

di Mumbai e di Dharavi è pressoché uguale: per la

L’accesso alle strutture educative è anche

raccolta di questa all’interno dello slum vengono

insufficiente: circa 6,000 bambini frequentano il

in realtà utilizzati 42 mezzi pubblici e sono stati

più grande istituto scolastico di Dharavi, allocato

identificati solamente 120 punti di raccolta, circa 4.5

in Social Nagar. Scuole e spazi educativi di ridotte

volte meno di quelli previsti dagli standard minimi.

dimensioni sorgono anche all’interno di Koliwada,

Altre problematiche relative all’ecologia ed

Parsi Chowl e Chamra Bazar.

all’inquinamento sono connesse alle particolari

In totale all’interno di Dharavi esistono cinque

attività industriali svolte all’interno di Dharavi.

istituti di istruzione primaria, tre di istruzione

Se sono ormai praticamente state rimosse tutte

secondaria e un college. Anche in questo caso

le concerie per la lavorazione del cuoio che hanno

la superficie coperta dalle strutture educativa si

influito negativamente sull’ecosistema del Mithi

avvicina solamente ai 2 ettari contro i 31 richiesti

river, i fumi che fuoriescono ancora dai forni

dagli standard minimi. Significa che lo spazio

dei laboratori di ceramiche di Kumbharwada

educativo provveduto dalla municipalità è circa

costituiscono oggi un problema per la salute degli abitanti circostanti.

o26. Servizi igienici costruiti attraverso i piani di risanamento in New Transit Camp. Fonte: Alberto Bottero

Anche la raccolta differenziata per il riciclaggio, impostata prevalentemente in 13th Compound, porta con sé problematiche connesse alle condizioni sanitarie del luogo.

89


3.3 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il lavoro presentato alla Biennale di Rotterdam

permesso di offrire una panoramica su quella che è

è stato caratterizzato da un approccio indiretto:

la condizione reale di Dharavi.

attraverso la lettura di libri, saggi, ricerche ed articoli

Il fatto che ci trovassimo a studiare un

di giornale il tentativo è stato quello di muoversi

insediamento informale ha reso difficile il

all’interno di un tema molto complesso oggetto

reperimento di dati e statistiche, di mappe e

spesso di un’interpretazione unilaterale.

di studi relativi al tema. La letteratura ha infatti

La parola slum ha descritto, per molti anni, un’area

scritto molto negli anni in relazione al tema più

fatiscente di città, caratterizzata da costruzioni

ampio della diffusione degli slums, ma sono poche

sotto il livello standard, squallore e mancanza

le ricerche scientifiche sullo slum di Dharavi e

di infrastrutture e di sicurezza (UN-HABITAT)12,

soprattutto non è sempre semplice credere ai dati

raccogliendo molte aree urbane completamente

cui ci si trova di fronte. E’ infatti l’informalità stessa

distinte e incomparabili sotto un’unica grande

dell’insediamento a determinare la difficoltà di

categoria. Alla luce di questo lavoro la parola slum

leggerlo attraverso i numeri delle statistiche. La

sembra però perdere il suo significato, sembra

riflessione, anche alla luce dei capitoli successivi

svuotarsi di senso per la sua stessa volontà di

della trattazione, è che per comprendere Dharavi

generalizzazione. Questa tende ad appiattire

sia necessario attraversarlo e viverlo, anche se,

realtà completamente differenti, rendendo

come è successo a noi, per un breve periodo di

impossibile ogni discorso che tenti di comprendere

tempo. Il report qui presentato ha comunque la

più a fondo le ragioni storiche e sociali di ognuno di

qualità di mettere in luce molte delle tematiche

questi “slums”.E’ proprio la complessità a bloccare

centrali e di aprire nuovi orizzonti e prospettive utili

spesso il lavoro di chi si trova per la prima volta a

per lo studio di un qualsiasi piano di futuro sviluppo.

studiare Dharavi. E’ più semplice considerarlo uno

La scelta di inserire come ultima mascherina quella

“spazio della povertà, della disperazione e della

sull’ecologia dello slum non è casuale: molte volte

criminalità”, come farebbe forse Mike Davis, e

questo è il primo (ed unico) aspetto attraverso

dimenticarsi degli aspetti sociali ed economici che

cui vengono analizzati gli slums, considerando il

determinano il caos apparente di questa realtà. Il

numero della statistica (che determina le carenze

caos che abbiamo incontrato attraverso la nostra

rispetto agli standards delle città formali) come

analisi è in realtà un ordine complesso, differente

riferimento inattaccabile.

da quello classico a cui siamo abituati studiando le

La nostra volontà era quella di porre l’attenzione

stratificazioni delle città storiche occidentali e per

prima su altri aspetti ugualmente importanti

questo in apparenza non comprensibile.

(sociali, economici, di integrazione...) che

Questa stessa complessità che abbiamo tentato

determinano una nuova lettura di un contesto

di districare, attraverso un metodo di lettura

come Dharavi. Alla luce di quest’analisi diventa

“volutamente neutro”, consente di guardare a

difficile porsi di fronte a Dharavi come ad una

Dharavi con “occhi nuovi” e liberati dai preconcetti

tabula rasa che non offre occasioni di spunto per

che caratterizzano molti degli studi sulle aree

un lavoro di progettazione. La determinazione,

urbane iper-degradate dei Paesi in via di sviluppo.

come unico output possibile del lavoro di design, di

L’analisi del contesto attraverso differenti layers

un masterplan costituito di edifici alti ed adeguati

che intersecano ogni volta tematiche distinte ha

a soddisfare determinati standards, non sembra

90


essere la soluzione migliore per conservare

cancellata con un colpo di spugna in favore di un

l’identità di questo luogo e per permettere la

modello occidentale di città.

sopravvivenza delle persone che oggi lo abitano.

Il ”caos organizzato” di Dharavi deve farci riflettere

Dharavi è infatti una città che, con tutti i suoi limiti

su che cosa significhi leggere in profondità un

e le sue mancanze, sembra poter funzionare e

luogo di progetto, immergersi in una realtà per

sopravvivere, nonostante la mancanza di interventi

comprenderne le istanze e le potenzialità.

significativi per la costruzione delle infrastrutture

Il modello urbano che si è stratificato e nel corso

da parte dello stato. E’ impossibile infatti negare

degli anni in questa parte di Mumbai deve dunque

la ricchezza della società che si è venuta a creare

interrogarci circa la possibilità di pensare a

all’interno del contesto che abbiamo affrontato.

modelli nuovi, o semplicemente differenti da quelli

E’ impossibile pensare che questa possa essere

occidentali, di costruzione della città.

91


Note 3. IV International Architecture Biennale_Rotterdam: Coesistenza come sopravvivenza 1. I Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino + Hindustry Urban Research Group; tutors: Michele Bonino, Pierre-Alain Croset, Subhash Mukerjee, Tomà Berlanda; studenti: Marco Boella, Alberto Bottero, Manuela Martorelli, Francesco Stassi, Francesco Strocchio. 2. Il materiale esposto all’interno dell’installazione è raccolto in Appendici V. Il materiale esposto alla IV International Rotterdam Biennale 3. Mahim Bay è una parte del Mar Arabico di fronte a Mumbai. All’estremità meridionale si situa il quartiere di Worli, all’estremità settentrionale vi è Bandra. La baia è stata nata dopo l’unione delle isole di Mahim e Salsette all’inizio del XIX secolo. Il fiume Mithi sfocia nella Mahim Creek che conduce alla Mahim Bay. 4. Il Kamla Raheja Vidyanidhi Institute for Architecture and Environmental Studies è stato istituito nel 1992 da Upanagar Mandal Shikshan con una borsa della Kamla Raheja Foundation. Un gruppo di professionisti e artisti furono coinvolti nell’ottica di una revisione delle modalità convenzionali di istruzione, di ricerca e di pratica in ambito architettonico. Il KRVIA è da sempre profondamente coinvolto in questioni urbane, diventando una sorta di laboratorio che coinvolge e interagisce con i cambiamenti della città. Attraverso la sua ricerca e suoi progetti di consulenza, ed entro i corsi di laurea curricolari ed extra-curriculari, il KRVIA ha fornito una piattaforma importante per il dibattito e la discussione. Tra il 2006-2007 ha condotto un design studio all’interno di Dharavi, i cui risultati, anche progettuali, sono raccolti nel documento Creating a New Masterplan for Dharavi. 5. Rediscovering Dharavi di Kalpana Sharma (2000) è divenuto in questi anni una delle fonti principali di informazione su Dharavi. Non tutti le persone che vivono all’interno dello slum vedono di buon occhio e sottoscrivono cosa riportato nella pubblicazione, ma questa resta comunque una base importante per il reperimento di alcuni dati chiave e per un primo approccio alla comprensione della realtà di Dharavi.

92

6. Il testo integrale da cui è tratto questo incipit è riportato nella sezione Appendici III. Learning from Dharavi ed è divenuto una sorta di manifesto attraverso il quale i membri fondanti di URBZ, Matias Echanove e Rahul Srivastava, propongono una lettura della realtà di Dharavi. 7. www.airoots.org è un blog curato da Matias Echanove e Rahul Srivastava in cui vengono riportate riflessioni su tematiche che vanno dall’ambito urbano a quello pedagogico. 8. Con chowk si intende in hindi “incrocio di strade o vicoli” 9. I disordini iniziarono dopo la demolizione della Babri Masjid nella città di Ayodhya il 6 dicembre 1992. Si crede comunemente che i disordini siano avvenuti in due fasi. La prima è stata principalmente una reazione musulmana in seguito alla demolizione della moschea. La seconda fase è stata una reazione indù a seguito degli omicidi dell’ Hindu Mathadi Kamgar in Dongri (una zona di South Bombay). Questa ha avuto luogo nel mese di gennaio 1993. Si ritiene che circa 650 musulmani e 200 indù siano morti negli scontri. Le aree di Jogeshwari, Pydhonie, Dongri, Agripada, Gamdevi, VP Road, Byculla, Bhoiwada, Nagpada, Kherwadi, Nehru Nagar, Dharavi, Ghatkopar, Kurla, Deonar, Trombay, Bandra e Vakola sono state le più colpite dai disordini. 10. E’ un istituto universitario con sede ad Ahmenabad che offre programmi post-laurea in materia di ambiente naturale e costruito e discipline connesse. Nel 2006 ha presentato uno studio su Dharavi (Strategies for Dharavi Redevelopment) ipotizzando tra l’altro tre possibili scenari futuri per il risanamento dello slum. 11. Planet of slums, di Mike Davis, pubblicato nel 2006, è divenuto immediatamente uno dei libri base di riflessione sulla tematica degli slums, sulle problematiche a queste connessi. Il capitolo a cui si fa riferimento è “Ecology of slums” 12. La definizione riportata compare all’interno del Millenium Development Goals report del 2007 a cura di UN-Habitat: “a slum is a run-down area of a city characterized by sub-standard housing and squalor and lacking in tenure security”




4

New Transit Camp Social Club: Temi e riflessioni di un progetto informale

4.3 DINAMICHE INFORMALI: PROGETTARE DENTRO DHARAVI FASE II

4.3.1 La complessificazione del programma 4.3.2 Proposta progettuale II / Sistemi parete / Il sistema di copertura / Il piano terreno

4.4 DINAMICHE INFORMALI: PROGETTARE DENTRO DHARAVI FASE III 4.1 LA COPERAZIONE CON LE ORGANIZZAZIONI LOCALI 4.2 DINAMICHE INFORMALI: PROGETTARE DENTRO DHARAVI FASE I

4.2.1 Committenza e tema progettuale 4.2.2 New Transit Camp e il lotto di progetto 4.2.3 Finanziamento e proposta del metodo costruttivo Proposta progettuale I

4.4.1 Il coinvolgimento dei residenti: un’esperienza di partecipazione 4.4.2 Dharavi cresce senza bisogno degli architetti: il cambiamento del programma 4.4.3 Proposta progettuale III 4.4.4 Prospettive future

4.5 RIFLESSIONI PER UN PROGETTO A DHARAVI 4.5.2 La tool-house come forma vincente di sviluppo urbano “dal basso” 4.5.3 Il futuro di Dharavi: Tokyo come riferimento 95



4.1 LA COOPERAZIONE CON LE ORGANIZZAZIONI LOCALI Il lavoro impostato dall’Italia per la partecipazione

Rotterdam.

alla Biennale di Rotterdam ha avuto il supporto di

La collaborazione con questa organizzazione

due organizzazioni locali: URBZ e PUKAR.

è stata la più continua ed è proseguita anche

Entrambe le collaborazioni, già avviate prima

dopo il ritorno in Italia, attraverso lo scambio di

del lavoro sull’installazione e riallacciate grazie

suggerimenti ed idee per il completamento della

a questa occasione, sono state utili per il

proposta progettuale.

reperimento di alcuni materiali per la preparazione

URBZ è un’organizzazione attualmente molto attiva

dell’installazione.

sul territorio di Mumbai, impegnata principalmente

Durante il periodo di permanenza in India e nel

nel coinvolgimento delle comunità locali nella

corso dello sviluppo del progetto, la collaborazione

formulazione di proposte progettuali per la città,

con URBZ è divenuta più stretta e molto proficua,

nell’ottica di un approccio partecipativo. URBZ

fornendo un supporto continuo per l’integrazione

ritiene che la conoscenza più profonda sulle città

e la comprensione della realtà locale. A Mumbai

esista tra i suoi abitanti e nelle sue comunità e

sono anche stati organizzati incontri con L’ Urban

che, per le persone che lavorano nell’ambito della

Design Research Institute (UDRI) e con lo stesso

pianificazione urbana, questo sia il miglior modo

PUKAR. Questi sono divenuti uno strumento utile

per aumentare la qualità e l’impatto del proprio

per riflettere, anche attraverso una critica esterna

lavoro.

costituita da persone con un’alta conoscenza della

L’attività di URBZ comprende l’organizzazione di

realtà locale, sulle possibilità e sugli sviluppi futuri

workshops, progetti di ricerca, esercizi pedagogici,

del progetto.

l’utilizzo del proprio sito web come strumento di informazione e altre iniziative condotte con un

URBZ

approccio internazionale in cooperazione con

I contatti iniziati tra il Politecnico di Torino e

studenti, università e ricercatori provenienti da ogni

l’organizzazione, in seguito alla partecipazione di

parte del mondo.

alcuni studenti al Urban Typhoon Workshop nel

Il web-site è lo strumento principe attraverso il

marzo del 2008 a Koliwada, sono stati riallacciati

quale l’organizzazione svolge la propria opera di

in occasione della partecipazione del Politecnico di Torino alla IV International Architecture Biennale di

oo1. Il logo della home page di URBZ. Fonte: www.urbz.net

97


ricerca e diffusione di materiale sulle principali

meccanismo di inclusione nella vita comunitaria.

problematiche della città di Mumbai. Il sito è una

Inoltre, la possibilità di lavorare all’interno dello

pagina web aperta, in cui ogni persona interessata

studio di URBZ, costruito pochi mesi fa all’interno

può aggiungere i propri materiali e le proprie

di Dharavi in New Transit Camp, ci ha permesso

riflessioni per arricchire la conoscenza su tematiche

di immergerci nella realtà dello slum e di iniziare a

urbane centrali nello sviluppo odierno della città.

guardarlo con occhi diversi nonostante le poche

La posizione di URBZ si pone anche come quella

settimane a disposizione.

di un piccolo studio di progettazione a servizio

Grazie al confronto con Rahul Srivastava e Matias

della comunità in un’ottica paritaria, nel rispetto

Echanove, membri fondanti dell’organizzazione e

dei coerenti meccanismi di mercato e non con

compagni di viaggio durante la nostra permanenza,

un approccio “caritatevole”. Ancora nessuno dei

sono state raccolte nel capitolo Riflessioni per un

progetti architettonici avviati da URBZ è stato

progetto a Dharavi alcuni spunti su Dharavi, sulle

costruito. La possibilità in cui siamo stati coinvolti,

sue comunità e sulle opportunità per il suo futuro.

quella cioè di lavorare su un tema progettuale

Anche se non direttamente riscontrabili in ognuna

reale, insieme ad una committenza reale ed a un

delle linee tracciate per il progetto, queste sono

finanziatore esistente, ha permesso alla proposta

state utili chiavi di interpretazione del contesto e

progettuale finale di acquisire spunti di riflessione

importanti appigli teorici per il riposizionamento del

inusuali all’interno dell’ambito accademico.

nostro modo di sviluppare il progetto.

La collaborazione con URBZ ci ha dato la possibilità di comprendere le istanze locali attraverso un

98

oo2. Interno dello studio di URBZ a Dharavi. Fonte: Francesco Strocchio


PUKAR La collaborazione con PUKAR è stata importante

Urban Design Research Institute (UDRI)

per il reperimento di alcuni dati su Dharavi, per la

E’ un forum che supporta l’interazione tra gli

consultazione di alcune pubblicazioni specifiche e

architetti, i progettisti urbani e professionisti

per il contributo in termini di alcune critiche iniziali

provenienti da settori correlati, come l’economia

al progetto1.

urbana, la sociologia, la pianificazione, la

PUKAR è un’organizzazione che tenta di arricchire

conservazione e la storia.

le riflessioni sui temi dell’urbanizzazione e della

L’associazione dell’UDRI è stata creata nel 1984

globalizzazione utilizzando la città di Mumbai

a Mumbai e oggi è impegnata in alcuni progetti di

come base concettuale per i propri progetti, studi e

ricerca, studio e documentazione sulla città.

ricerche.

La collaborazione con l’UDRI è stata impostata in

Attraverso l’organizzazione di workshops,

due fasi.

incontri e seminari, PUKAR tende a creare uno

In un primo incontro abbiamo avuto la possibilità

spazio di dibattito critico al fine di contribuire alla

di accedere alle pubblicazioni dell’associazione ed

creazione di nuove conoscenze in ambito urbano

in particolare ai Mumbai Reader, testi in cui sono

e incoraggiando la massima partecipazione dei

contenuti articoli raccolti durante un anno solare

cittadini di Mumbai in questo processo.

dalle pubblicazioni nazionali ed internazionali che

Pukar mira a democraticizzare l’ambito della ricerca

riflettono su alcuni temi centrali per il futuro di

al fine di creare uno spazio dal quale la conoscenza

Mumbai.

degli esperti e quella nata da forme non tradizionali

Nel corso di un secondo incontro è invece stato

possano contribuire al dibattito locale e globale,

possibile scambiare opinioni sull’impostazione

circa il futuro della città.

del progetto che avevamo iniziato a sviluppare a Dharavi2.

oo3. Il logo del PUKAR. Fonte: www.pukar.org oo4. Il logo dell’UDRI. Fonte: www.udri.org

99


4.2 DINAMICHE INFORMALI / FASE I PROGETTARE DENTRO DHARAVI L’idea di poter progettare dentro Dharavi è forse una

molti progetti di architettura, la difficoltà di essere

delle scommesse più stimolanti ed interessanti che

posti di fronte a problemi concreti, che necessitano

potessero esserci proposte dall’organizzazione con

pertanto di output chiari e rapidi, è divenuto per

cui abbiamo collaborato.

noi un vantaggio che ci ha tolti dalla situazione

Nel momento in cui siamo partiti dall’Italia l’idea di

di empasse, e forse non così voluta, di proporre

dover sviluppare un masterplan che comprendesse

una nuova forma di sviluppo per Dharavi (un

tutta l’area e che provasse a ridisegnarla in maniera

approccio da pianificatori esterni che in realtà non

rispettosa e comprensiva delle istanze locali

condividiamo).

appariva come una sfida ardua ed utile, ma allo

Lo sviluppare idee progettuali semplici e low-cost,

stesso tempo come una proposta effimera che

tenendo conto dei ragionamenti che ci portavamo

sarebbe sfociata in un progetto accademico che,

dietro dal lavoro svolto nei mesi passati, è divenuto

seppur interessante, sarebbe comunque rimasto

un problema reale al quale era necessario dare

distante dalla realtà delle dinamiche informali.

risposte rapidamente..

La possibilità di “sognare” uno sviluppo dello

Progettare dentro Dharavi si è così rivelata

slum che prevedesse il mantenimento del tessuto

un’esperienza completamente differente rispetto

locale era certamente uno dei principi guida che ci

al trovarsi in una qualsiasi altra parte del mondo

eravamo posti come chiave di lettura del contesto in

(perlomeno se per mondo si intende quello

seguito a quanto rilevato grazie al lavoro di analisi di

costruito formalmente).

Rotterdam.

L’essere all’interno di una parte di città in cui praticamente nessuno degli edifici che ti

Il rischio era però quello che una nostra proposta,

circondano è stato progettato su carta pone

disegnata da architetti occidentali in viaggio per

interrogativi interessanti su quale debba essere il

un mese in una terra semi-sconosciuta, non

ruolo dell’architetto all’interno di un processo di

incontrasse realmente le necessità locali e che

costruzione qui sviluppato.

comunque fosse praticamente poco percorribile agli occhi degli enti locali.

Fondamentalmente nessuna delle costruzioni

La proposta che ci è stata fatta da Matias Echanove

informali dello slum è stata mai progettata da

e Rahul Srivastava, i membri fondanti di URBZ, è

un architetto e gli abitanti stessi insieme alle

stato quindi qualcosa di differente: avremmo avuto

manovalanze locali conoscono meglio di chiunque

la possibilità di lavorare su un progetto reale, con un

altro quali siano i materiali facilmente reperibili, a

committente ed un budget reali (e ancora in parte

basso costo e che possono portare ad una migliore

da trovare), su un piccolo lotto all’interno del nagar

soluzione qualità-prezzo in tempi rapidissimi.

di New Transit Camp, lo stesso nel quale sorgeva

In pochi giorni vengono edificate e rese abitabili

lo studio di URBZ ed in cui, in questi mesi, sta

costruzioni su ogni lotto di terreno disponibile e

nascendo la Dharavi School of Urbanology.

tutto senza bisogno dei maledetti architetti.

Il porsi davanti ad un progetto di piccola scala,

Il nostro apporto, quindi, non poteva ignorare la

drasticamente costretto e limitato dalle condizioni

ricchezza di approcci nati dalla conoscenza pratica

esistenti, ci ha catapultati in un ottica di lavoro

del luogo e dei materiali, nè le condizioni politiche

completamente differente. Come spesso accade in

ed economiche della realtà in cui ci inserivamo, ma

100


allo stesso tempo doveva provare a dare risposta a

Restano inoltre almeno due altre eredità importanti,

problemi tuttora esistenti nel costruito di Dharavi.

come risultato di questo lavoro accademico: da

Il processo descritto all’interno di questo capitolo

una parte la documentazione di un processo

è in realtà la parte ai nostri occhi più interessante,

informale che è diametralmente opposto a quello

più interessante anche dell’output progettuale in

per cui siamo stati preparati in questi anni di

sè. A quest’ultimo non verrà perciò dedicato un

studio, che non bada ai regolamenti edilizi e che

capitolo a parte, ma sarà sostanzialmente posto

è profondamente radicato nelle necessità della

come conclusione del processo in cui siamo stati

committenza in senso allargato. Inoltre resta l’idea

coinvolti.

di un differente approccio dell’architetto di fronte al

La difficoltà di muoversi all’interno di una

tema della riqualificazione degli slum.

realtà informale così intricata, complessa ed

Il nostro progetto è in realtà uno dei tasselli che

allo stesso tempo stimolante e propositiva, è

contribuiranno alla continuazione di quel Dharavi-

stato il meccanismo che ci ha portato all’output

mix di cui parla Kalpana Sharma in Rediscovering

progettuale. Questo è probabilmente criticabile a

Dharavi. Ci consegna l’idea che anche all’interno

livello formale e potrebbe forse essere stato risolto

di Dharavi sia possibile fare architettura e che

in maniera più brillante nelle scelte costruttive,

non necessariamente questa debba rinunciare ai

ma è in realtà una delle infinite soluzioni che

principi che la muovono nella città formale.

l’architettura può proporre, non necessariamente

Dharavi non è dunque una tabula rasa, ma un

giuste o sbagliate a priori, ma figlie dei processi e

luogo in cui l’approvvigionamento di infrastrutture

dell’ambiente in cui queste nascono.

ad un livello comparabile con quello del resto di

Non c’è dubbio dunque sulla ricchezza che un

Mumbai, potrebbe portare ad una forma di sviluppo

contesto come quello di Dharavi abbia aggiunto al

urbano dal basso fortemente caratterizzante oltre a

progetto in ogni sua fase.

bloccare il meccanismo perverso di sradicamento e

E’ stata questa nostra costrizione, questo obbligo di

ricollocamento degli slums.

rispettare la realtà a produrre un progetto che sarà utile per la costruzione di un edificio all’interno dello slum.

101


4.2.1 COMMITTENZA E TAMA PROGETTUALE Il lotto assegnatoci all’interno di Dharavi è un

protetto il terreno dall’arrivo di altre persone.

piccolo terreno posto a poco più di 30 metri in

La realtà informale non ha gli stessi tempi di

linea d’aria dallo studio di URBZ, nel nagar di New

quella formale. Il fenomeno dell’occupazione

Transit Camp, consegnato al nostro committente in

del terreno, nostro tema di riflessione all’interno

seguito ad un’eredità. Paul Raphael oltre ad essere

della IV International Architecture Biennale a

proprietario del lotto è anche una persona con un

Rotterdam, era stato portato agli estremi proprio

ruolo rilevante all’interno della comunità in quanto

sul lotto in cui noi ci apprestavamo a progettare.

membro fondante del movimento Communal

Un’altra caratteristica propria della realtà informale

Harmony che, dopo le Mumbai riots del 1992-93,

in cui ha luogo il progetto è stata la difficoltà di

ha cercato di riavvicinare indù e muslim all’interno

incontrare Paul Raphael. Il suo ruolo di persona di

di Dharavi. E’ stato lui, inoltre, a conseguire

riferimento all’interno del nagar è divenuto infatti

uno spazio all’interno dello slum per installare

un impedimento nel momento delle elezioni3,

la sede di URBZ. L’assegnazione dell’incarico

svoltesi il 13 ottobre, e Paul ha preferito allontanarsi

all’organizzazione di Matias Echanove e Rahul

da Dharavi per evitare il crescere di tensioni attorno

Srivastava è avvenuta attraverso un normale

al lotto in un periodo già caldo per motivi politici.

processo di mercato. La richiesta di Paul Raphael

La volontà di Paul di utilizzare lo spazio per lo

è stata quella di aiutarlo nella progettazione di uno

svolgimento di attività comunitarie è stata infatti

spazio comune per persone anziane e per ragazzi di

messa in dubbio da alcune fazione politiche interne

strada. A Dharavi, infatti è consuetudine destinare

a New Transit Camp e per noi è stato praticamente

agli utilizzi comunitari i terreni ricevuti in eredità

impossibile avviare un processo di progettazione

da persone con cui non si abbiano legami familiari

partecipata nei tempi che avevamo a disposizione.

stretti. La prima richiesta è stata quella di costruire

Era infatti impossibile parlare del nostro progetto

qualcosa rapidamente per evitare che altri abitanti

alla comunità locale poiché questo avrebbe creato

dello slum occupassero il lotto per fini privati.

tensioni e preoccupazioni maggiori. Solo alcune

Questo è il primo punto chiave del processo. Nel

persone, quali attivisti sociali impegnati sul luogo

momento in cui siamo partiti dall’Italia il lotto che

o persone appartenenti ad organizzazioni quali

ci era stato presentato era completamente libero

PUKAR e UDRI, sono stati consultati durante il

da costruzioni e solo occupato dalle rovine delle

periodo di permanenza. La comprensione delle

costruzioni precedenti. Nel corso di una settimana,

volontà del committente è avvenuta così attraverso

mentre organizzavamo gli ultimi preparativi per il

le discussioni con URBZ, unico ente in contatto

viaggio e siamo arrivati in India, a Dharavi il lotto

con Paul ed il primo vero committente con cui ci

era stato già occupato da una costruzione già

siamo confrontati è stato in realtà Freeman Murray,

curata in molte sue finiture. Ci siamo così trovati

uno dei possibili finanziatori. Il progetto di uno

di fronte alla prima complicazione di un progetto

spazio per anziani e bambini di strada doveva infatti

informale. In uno spazio in cui ogni appezzamento

essere in grado di attirare investimenti esterni per

di terreno ha un valore estremamente elevato a

la costruzione. Il tentativo iniziale è stato anche

causa dell’altissima densità del costruito, la prima

quello di ipotizzare un programma che permettesse

risposta data dal nostro committente è stata quella

il mantenimento del complesso nel tempo grazie ai

di contattare alcune maestranze locali per costruire

ricavi derivati dagli affitti dei locali.

un primo fabbricato. Questa costruzione avrebbe 102


4.2.2 NEW TRANSIT CAMP e IL LOTTO DI PROGETTO Il sito di progetto è, come accennato, un piccolo

che, oltre alle problematiche relative alla salute,

lotto all’interno del nagar di New Transit Camp,

causa un forte surriscaldamento dell’ultimo

una parte di Dharavi nata negli anni Settanta,

piano degli edifici. Gli edifici costruiti all’interno

durante i piani di risanamento che prevedevano

di Dharavi, inoltre, non sono quasi mai protetti da

la costruzione di 90 feet e 60 feet road. Alcune

chiusure trasparenti e gli spazi dedicati alle finestre

persone vennero ricollocate temporaneamente in

sono semplicemente chiusi da grate in ferro per

questa zona, ma le costruzioni dei nagar divennero

proteggere la proprietà.

permanenti durante gli anni successivi.

Altro elemento caratteristico delle costruzioni di

New Transit Camp è oggi una delle parti più

Dharavi è il tentativo di ottimizzare la superficie

accessibili di Dharavi grazie alla maglia ortogonale

calpestabile interna attraverso alcuni escamotage

che semplifica le intricate dinamiche dello slum,

quali la sistemazione all’esterno delle scale e la

alla presenza di strade minori leggermente più

costruzione di sbalzi al di sopra dei vicoli in ognuna

grandi di quelle che si incontrano normalmente nel

delle case che li costeggia. Le prime permettono

tessuto informale e grazie ad un ponte di accesso

infatti di non perdere spazio per inserire un blocco

che scavalca la linea ferroviaria centrale e lo mette

ingombrante come quello della distribuzione

in diretta comunicazione con Sion.

verticale, mentre lo sbalzo permette di recuperare

Il nagar ospita oggi principalmente persone

metri quadrati ai piani superiori sovrapponendosi ai

appartenenti alla religione musulmana e a quella indù, ma anche confessioni cristiane e buddiste. La popolazione proveniente per la maggior parte dal Karnataka, dal Tamil Nadu e dal Maharashtra. Il lotto si trova su Mahatma Ghandi Road, strada di attraversamento principale del nagar, anche se l’affaccio su questa è limitato da una struttura esistente che non rientra nella proprietà del lotto. L’accesso dalla via principale è quindi delimitato da uno spazio largo circa 3,5 metri è profondo 5,5 metri. Questo ambiente costituisce un filtro tra la strada e il lotto, rendendone difficile l’utilizzo per fini

New Transit Camp

commerciali lungo la strada principale. Dietro questo primo spazio il lotto si sviluppa con forma pressoché rettangolare molto allungata per una lunghezza di 21 metri, mentre la larghezza varia tra i 7,5 m e gli 8,0 m. Il lato retrostante ha un affaccio cieco mentre i lati lunghi si affacciano su due vicoli che conducono a 90 feet Road. Le costruzioni che sono nate in questa parte di Dharavi sono generalmente in laterizio, con solai

oo5. Collocazione di New Transit Camp all’interno di Dharavi.

misti e caratterizzate da una copertura in eternit 103


104


percorsi cittadini. E’ così che muoversi all’interno delle vie minori dei nagar significa trovarsi all’interno di piccoli tunnel 12.3 m

in cui entra a difficoltà la luce, fiancheggiati da scalette verticali e protetti dall’alto dalle costruzioni adiacenti.

7.8 m

Come accennato in precedenza, la decisione di costruire uno spazio funzionale alle dinamiche interne di Dharavi su una parte del lotto è stato demarcarne la proprietà ed evitare che questo venisse occupato per altri fini.

free plot a l l e y

il primo modo per occupare un terreno, per

Ciò che appare comunque interessante è la rapidità

6.4 m

e la meccanicità con cui questo processo è stato

1.35 m

6.2 m

avviato. Liberato metà del terreno dalle macerie della costruzione precedente, è stato edificato un

a l l e y

piccolo spazio nel corso di una settimana e, durante i nostri primi giorni di permanenza, sono state 8.9 m

Durante i colloqui con Matias e Rahul, ci è stata

9.1 m

existing building

8.9 m

la copertura.

9.1 m

completate le finiture dei pavimenti, delle finestre e

proposta più volte la possibilità di non mantenere il costruito in un’ipotesi progettuale futura in quanto questo non era stato pensato come permanente.

1.78 m

Anche Paul, durante l’unico incontro avuto con noi non è sembrato molto interessato al mantenimento

6.4 m

di questa.

existing building

5.43 m

1.86 m

1.58 m

free plot

3.45 m

oo6. Il lotto all’interno del contesto di New Transit Camp Planimetria oo7. La pianta del sito di progetto per il New Transit Camp Social Club

existing building : free plot :

59,6 m 133,4 m

total area :

193 m

105


oo8. Ingresso dalla piazzetta di fronte al sito di progetto lungo Mahatma Ghandi Road. Foto: Alberto Bottero oo9. La parte retrostante del lotto ancora libera da costruzioni. Foto: Alberto Bottero o10. L’ingresso al sito di progetto e l’accesso alla nuova costruzione. Si noti il vicolo laterale di attraversamento al di fuori del lotto di progettazione. Foto: Alberto Bottero o11. L’interno della nuova costruzione sul lotto, durante i lavori di ultimazione delle finiture. Foto: Alberto Bottero

106


107


4.2.3 FINANZIAMENTO E PROGETTO DEL METODO COSTRUTTIVO La volontà di Paul Raphael di trovare un

utilizzato per lo stoccaggio di merci.

finanziamento esterno ci ha incentivati a ricercare

L’esempio di partenza al quale abbiamo fatto

persone che fossero interessate a sovvenzionare un

riferimento è il JAAGA Creative Ground5, costruito

progetto all’interno di Dharavi.

alla fine dell’estate a Bangalore dallo stesso

L’impresa non si è rivelata così semplice e l’unica

Freeman Murray e oggetto di una nostra visita

risposta positiva è parsa arrivare da Freeman

durante il periodo di permanenza in India.

Murray , un ragazzo statunitense oggi residente

Questa struttura in pallet racks, assemblata in

a Bangalore e impegnato nella diffusione e nella

una settimana, è oggi un piccolo spazio culturale

pubblicizzazione di imprese sul web.

per la città, occupa un piccolo lotto in un’area

L’unica condizione posta da questi per finanziare

relativamente centrale ed è interamente rivestita

una parte del progetto è stata quella di dover

con teli di camion riciclati. Piccoli spazi di lavoro

ipotizzare una struttura costruita in pallet racks.

(3*4m, 4*4m), sono ricavati all’interno di un’unica

Freeman Murray è infatti attratto dalla costruzione

grande scatola, alta 7 metri.

4

di “spazi abitabili” con questo tipo di materiale, rapidamente componibile e convenzionalmente

108

o12. Il Jaaga Creative Common Ground a Bangalore. Foto: Alberto Bottero


Il viaggio a Bangalore per visitare la struttura è

di scaffalature normate a livello internazionale

stata un’occasione di riflessione sulle possibilità di

e prodotte attraverso pezzi e dimensioni

impiego di questo materiale anche per il progetto

standardizzati. Caratteristica comune ad ognuno

del New Transit Camp Social Club.

dei sistemi di pallet racks è comunque la loro

La prima mossa progettuale è avvenuta dunque

maggiore efficienza, dal punto di vista economico

ancora prima che si ipotizzasse un’idea chiara sulla

e strutturale, con l’aumento della densità di

forma dell’edificio ed è stata relativa al sistema

immagazzinamento.

costruttivo da utilizzare.

Esistono due tipologie convenzionali di scaffalature: i pallet racks ad incastro e quelli strutturali.

Pallet racks

I primi, quelli proposti da noi per la costruzione del

I pallet racks vengono comunemente utilizzati per

New Transit Camp Social Club, vengono montati

la scaffalatura dei bancali all’interno di magazzini

attraverso un sistema di bloccaggio clip-in (ad

nell’ambito industriale. Esistono moltissimi tipi

aggancio) tra trave e spalla. o13. Schema di montaggio a secco della struttura prefabbricata in pallet racks.

5

2

3

1

4

1_base di sostegno 2_spalla 3_aggancio trave-spalla 4_trave 5_travetto

109


Gli structural pallet racks invece utilizzano bulloni

una struttura temporanea. Nel caso infatti venisse

per rafforzare questa connessione. La parte

attuato il Dharavi Redevelopment Plan questo

seguente della trattazione farà sempre riferimento

sistema costruttivo permetterebbe di smontare

ai pallet racks dotati del sistema clip in.

l’edificio e di costruirlo velocemente altrove.

Le spalle sono costituite da due montanti a C

Questo sistema permette inoltre la costruzione

laterali connessi da controventi, anche questi a C

di una struttura certificata e sicura, cosa non

orizzontali o inclinati a 45°.

convenzionale all’interno di un universo informale.

La connessione ad incastro, attraverso

Il trattamento superficiale di ognuno dei pezzi che

l’inserimento degli uncini delle travi scatolari

compongono i pallet racks è previsto attraverso

nei fori dei montanti a C, permette di costruire

una zincatura e una verniciatura che permettono di

una struttura molto flessibile e rapidamente

proteggere il materiale dall’acqua e dalla corrosione

montabile/smontabile. Al di sopra delle travi

atmosferica.

vengono appoggiati i travetti su cui si dispone la

I costi di costruzione, previsti in questa fase per la

pavimentazione. La possibilità di montaggio a secco è una delle qualità che permetterebbe di costruire a Dharavi

110

o14. Schema del montaggio manuale a secco della struttura in pallet racks.


costruzione di una struttura portante collaudata

Al di sopra delle travi i travetti possono essere:

in pallet racks, sono molto variabili in funzione

- 1,02 m - 40’’ (nella campata dove viene

dell’altezza e della compattezza dell’edificio.

posizionata la spalla)

Restano comunque in linea con i costi di

- 1,22 m - 48’’ (nella campata libera).

costruzione all’interno di Dharavi, se non addirittura al di sotto di questi.

IPOTESI COSTO STRUTTURA PALLET RACKS:

Le dimensioni standard attraverso le quali abbiamo

In generale, il preventivo utilizzato per stimare i

progettato, ipotizzando l’utilizzo dei pezzi presenti

costi di costruzione della struttura in pallet racks

sul mercato, sono:

opportunamente trattata (zincata e verniciata) è stata fatta con i seguenti prezzi reperiti:

- 7,62 m -300’’ altezza spalle - 1,02 m - 40’’ distanza tra i due montanti verticali

- spalle altezza 7,62 m: 200 USD

delle spalle Le spalle possono essere disposte a una

- travi lunghezza 4,01m: 60 USD

distanza di un metro, lasciando libero il passaggio

- travetti 1,02 m/1,22 m: 7-10 USD

tra queste - 4,01 m - 158’’ lunghezza travi di collegamento.

Nell’ipotesi di costo non vengono inseriti i costi di montaggio (praticamente trascurabili) e o15. Schema tridimensionale della struttura preventivata

totale metri quadri: 60 (+ 20 terrazza)

elementi costruttivi e rispettivi costi: - 6 spalle 7,60 m: 1,200 USD - 24 travi 4,00 m: 1,440 USD - 60 travetti 1,00 m: 420 USD - 24 travetti 1,20 m: 240 USD totale: 3,300 USD

totale mq calcolati senza terrazze: 60 mq costo al mq: 55 USD/mq

totale mq calcolati con terrazze pari alla metà dell’area: 60 mq costo al mq: 50 USD/mq

111


quelli relativi al trasporto. Il trasporto non viene considerato poiché si ipotizza gratuito per un acquisto di materiale superiore ai 5,000 USD. Freeman Murray ha proposto un finanziamento tra i 10,000 e i 15,000 USD per l’acquisto del materiale strutturale. Se questo venisse utilizzato per l’acquisto del materiale non sarebbe necessario prevedere spese aggiuntive di trasporto. Va sottolineato che il costo al metro quadro potrà essere ulteriormente ridotto con l’aumento della superficie calpestabile e l’utilizzo ottimizzato delle spalle (in questo esempio sono ipotizzate le spalle di bordo, ma ad ognuna si può appoggiare un numero doppio di travi). Considerando le finiture, in un mercato formale, si potrebbe preventivare di raddoppiare i costi. In realtà all’interno di Dharavi i costi di questa parte del processo saranno drasticamente ridotti grazie al coinvolgimento delle industrie informali e all’utilizzo di materiali di recupero. Il processo di coinvolgimento delle maestranze locali porterà inoltre beneficio all’economia locale. I dati relativi al preventivo sono riferiti ad un’azienda produttrice di Delhi (ACME engineers)6. Al fine di ottimizzare il processo, e anche in un’ottica di una riduzione dei costi ambientali, sarebbe opportuno acquistare il materiale da un’azienda di Mumbai. L’ipotesi di costo verificata insieme all’organizzazione URBZ è sembrata essere vantaggiosa rispetto agli standard consueti di costruzione all’interno di Dharavi7.

112


4.2.4 PROPOSTA PROGETTUALE La prima proposta progettuale nasce durante il

la difficoltà aggiuntiva di confrontarsi con il nuovo

periodo di permanenza a Dharavi ed in seguito

edificio esistente.

ad i primi sopralluoghi sul sito accompagnati dai

La scelta caratterizzante questa fase è stata quindi

collaboratori di URBZ.

la volontà di mantenere la costruzione in muratura

E’ necessario sottolineare che durante questo primo

costruita dal nostro committente.

periodo progettuale è stato molto difficile incontrare

Ipotizzando di valutare in seguito le possibilità

Paul Raphael, nostro committente, e che quindi gli

di utilizzo dei pallet racks per questa parte del

elaborati sono stati prodotti per favorire il possibile

progetto, abbiamo previsto la sopraelevazione

finanziamento di Freeman Murray. La scelta di

dell’edificio esistente, prevedendo l’utilizzo del

utilizzare i pallet racks coinvolge principalmente la

piano terra per attività dedicate a persone anziane

torre, mentre per la parte in sopraelevazione non

e il primo piano per i bambini. Per quest’ultimo,

è ancora ipotizzato chiaramente un materiale. Le

riprendendo l’inclinazione del tetto della struttura

due possibilità sarebbero una sopraelevazione in

esistente, si sono ipotizzati spazi di gioco su

mattoni o una struttura che appoggi direttamente

differenti livelli.

sul terreno in pallet racks. In questa fase è stato previsto un sostanziale rispetto del programma propostoci nel momento o16. Il programma funzionale interno FASE I

in cui ancora non eravamo arrivati a Mumbai, con

watching terrace

terrace

children

elderly people free plot openair patio

FASE I 113


to Kumbharwada

landmark

Mahatma Ghandi road

terrace

patio

114

to 90 feet road

to 90 feet road


Il patio ed una scala collocata al suo interno fungono da zona di collegamento in aggiunta a quella principale presente nella torre. Emergono in questo passaggio tre temi importanti per la definizione finale del progetto che saranno presenti e riproposti nelle fasi successive come capisaldi dell’idea progettuale: - il tentativo di creare un landmark all’interno del paesaggio di New Transit Camp, - la volontà di costruire uno spazio aperto privato, - il mantenimento dei percorsi laterali adiacenti al lotto di progetto. La torre wireless La costruzione di una torre, che funge da blocco per la distribuzione verticale, diviene allo stesso tempo l’occasione di creare un landmark riconoscibile all’interno del nagar e offre la possibilità installare un ripetitore wireless per diffondere l’accesso a internet da Dharavi. Nonostante possa sembrare paradossale internet non è infatti uno strumento così distante dalla realtà dello slum e viene utilizzato abitualmente da molti residenti. L’accesso a internet faciliterebbe allo stesso tempo la diffusione del sito aperto dharavi.org 8, nato nel 2008 in seguito all’Urban Typhoon Workshop, e “contenitore” di storie, racconti, informazioni e attività che riguardano la realtà di Dharavi. L’idea è che la torre possa raggiungere un’altezza di circa dieci metri, attraverso la sovrapposizione di due spalle del sistema pallet racks e rivestite con una griglia metallica.

o17. Gli elementi caratterizzanti la prima fase del progetto o18. New Transit Camp Social Club: fronte lungo Mahatma Ghandi Road

115


Lo spazio aperto privato

Il mantenimento dei percorsi laterali

Il secondo tema importante, come detto, è la

Un’ultima scelta importante nasce dalla volontà

costruzione di uno spazio aperto privato. In un

di mantenere i due percorsi di attraversamento

contesto come quello di Dharavi caratterizzato

paralleli al lotto che da Mahatma Ghandi Road

da una densità del costruito estrema la scelta

conducono a 90 feet Road, non rinunciando

di destinare una parte del suolo a spazio aperto

comunque a parte della cubatura ricavabile su

potrebbe in realtà apparire utopica. Questa è

questo spazio.

consapevolmente ardua da attuare poiché significa

E’ questo il motivo per cui, sul lato nord, secondo

costruire un numero inferiore di metri quadrati

una prassi riscontrabile in tutti gli edifici di Dharavi,

abitabili, compromesso difficilmente accettabile a

è stata inserita una parte a sbalzo (in pianta 1*9 m)

Dharavi.

al di sopra del percorso pedonale.

Tuttavia ci è sembrato possibile insistere nel corso

Questa scelta nasce da un’attenta osservazione

del progetto sulla necessità di questo spazio che

delle costruzioni di Dharavi, nell’ottica di immergersi

è successivamente stata accettata dal nostro

nelle dinamiche che hanno guidato lo sviluppo dello

committente. Da questo è nata la volontà di

slum.

prevedere due spazi aperti differenziati: uno più

L’idea di utilizzare una parte dell’ edificio a

piccolo a livello del piano di campagna, diviene un

sbalzo consente così di aumentare la superficie

patio aperto a servizio della struttura, mentre al di

calpestabile al primo ed al secondo piano della

sopra della costruzione è stato pensato uno spazio

nuova costruzione, oltre ad ingrandire lo spazio

terrazza più grande.

terrazza previsto sulla copertura. o19. Vista dello spazio terrazza al di sopra del Social Club o20. Vista dall’ufficio di URBZ della nuova torre landmark

116


117


o21. Sezione AA’: emerge la volontà di mantenere la struttura in muratura esistente e sopraelevarla, creando uno spazio con differenti livelli per i bambini. Si noti il mantenimento dei due vicoli laterali e lo sbalzo ipotizzato a nord al di sopra di questo per guadagnare cubatura, secondo una prassi tipica di Dharavi.

.o22. Piante interne della prima idea progettuale: a destra: planimetria con inserimento urbano in alto: - pianta del piano terreno - spazio per persone anziane - pianta del piano primo - spazio per bambini di strada

118


4.3 DINAMICHE INFORMALI / FASE II PROGETTARE DENTRO DHARAVI La divisione del progetto in fasi coincide con la

abitazioni-laboratorio.

presenza di variate condizioni sul sito, all’interno

La volontà di costruire una tool-house prevede

di un processo di progettazione informale che si è

inoltre di utilizzare un meccanismo collaudato

rilevato molto complesso.

all’interno dello slum, ipotizzando spazi con una

In questo senso la determinazione di una fase

destinazione d’uso mista e allo stesso tempo

II è coincisa con il nostro ritorno in Italia e con

facilmente negoziabili nel contesto in cui si sviluppa

il ripensamento al programma interno. La

il progetto. Richiamare la tool-house all’interno

volontà di creare una struttura che potesse

del progetto ha inoltre un valore concettuale

essere organizzata, gestita e manutenuta da un

importante: significa ipotizzare una forma di

organizzazione no profit (con la collaborazione di

incremento urbano diametralmente opposta a

URBZ anche in una fase successiva alla costruttiva),

quella del Dharavi Redevelopment Plan e produrre

ha introdotto all’interno del progetto ragionamenti

un prototipo di housing che potrebbe anche

di tipo economico.

diffondersi come tipologia a basso costo in altre

La presenza di una persona, Freeman Murray,

parti dello slum. In questo senso riemerge anche

che si era dimostrata molto interessata al

il valore economico dell’investimento su questo

finanziamento a patto che questo comprendesse

progetto, aprendo nuove strade ad un ampio utilizzo

la sperimentazione della tecnologia costruttiva dei

di questa metodologia costruttiva. Infine, un ultimo

pallet racks ha mosso decisamente il nostro lavoro

spazio comune per la celebrazione delle cerimonie,

e le nostre scelte ancorandole definitivamente a

di incontri e di momenti di vita comunitari è stato

questo metodo costruttivo. I ragionamenti mossi

aggiunto a quelli previsti per le persone anziane e i

in questa fase sono dunque tutti nella direzione

bambini. Questo spazio sarebbe inoltre importante

di una fattibilità economica e di una ricerca delle

per garantire un’ulteriore possibilità di guadagno

possibilità tecnologiche di utilizzo dei pallet racks. In

economico attraverso l’affitto.

quest’ottica è stato cambiato anche il programma

Rimane la volontà di costruire una torre

interno dell’edificio, in accordo con Paul Raphael.

landmark, con la possibilità che questa fornisca la

L’idea è che le funzioni pensate per lo spazio interno

connessione wireless ad un’ampia parte di Dharavi

potessero essere in qualche modo remunerative e

e dalla cui terrazza panoramica il crescente numero

portare introiti economici il più possibile costanti

di turisti accorsi negli ultimi anni all’interno dello

anche negli anni futuri.

slum possa avere una visione complessiva del

Un aumento drastico dei metri quadri progettati

costruito dello slum.

ha portato all’allocazione all’interno del lotto di spazi commerciali. Seguendo inoltre le analisi e le riflessioni portate avanti questi anni da URBZ si è pensato di inserire all’interno del progetto anche il sistema di una tool-house 9. Questa tipologia costituisce la maggior parte del tessuto edificato di Dharavi, e sarebbe allo stesso tempo una buona fonte di guadagno dal punto di vista degli affitti comprendendo anche una parte destinata alle 119


4.3.1 PROPOSTA PROGETTUALE I disegni e le tavole relativi alla fase II sono inseriti in

Infatti, l’impossibilità costruttiva di intervenire con

allegato e sono quelli relativi alla fase di progetto più

una sopraelevazione della struttura esistente con

approfondita che ha determinato la maggior parte

questo materiale, ha portato il gruppo di progetto

delle scelte tecnologiche sull’edificio. Queste sono

ad ipotizzare un intervento che prevedesse la

applicabili anche alle fasi future ipotizzate nel caso

demolizione del fabbricato inizialmente costruito

di un nuovo cambiamento del programma e delle

per “proteggere” il lotto. Il mantenimento di questo

condizioni in situ.

non sarebbe infatti stato possibile se si fosse scelto di costruire il resto della struttura in pallet racks. Le

Questa seconda fase di progetto è stata

misure standard infatti non si inserivano all’interno

caratterizzata, come descritto, da un ampio cambio

del volume precedente e sarebbe stato necessario

del programma previsto e da un determinante

demolire buone parti della muratura perimetrale.

aumento della cubatura proposta.

Il programma implementato ha trovato luogo in una

La scelta, dettata principalmente dalla volontà

struttura costituita essenzialmente da tre parti.

di convincere Freeman Murray a finanziare un

Un primo fabbricato a tre piani fuori terra ospita

progetto costruito interamente in pallet racks,

al piano terreno uno spazio dedicato alle persone

è stata quella di muoversi in direzione di una

anziane (72 mq), al primo piano un ambiente per

demolizione della preesistenza costruita poche o23. Il programma funzionale interno FASE II o24. Temi progettuali della seconda fase di progetto

settimane prima sul lotto.

watching terrace

tool house inner atrium

wedding/meeting hall housing children

commercial retail elderly people

openair patio

FASE II 120

ground elevation


to Kumbharwada landmark

metal grid

Mahatma Ghandi road

roof ventilation internal patio

pvc movable wall

pvc sheet terrace

patio

polycarbonate movable panels

pvc sheet tool house

ground flo elevation 121

to 90 feet road

to 90 feet road


i bambini (76 mq) ed al secondo piano una stanza per la celebrazione delle cerimonie (76 mq). Ognuno di questi spazi è stato pensato come un open space, caratterizzato da movimenti in altezza del piano di calpestio grazie alla possibilità delle travi ad agganciarsi a differenti altezze delle spalle. Il secondo volume, distanziato di quattro metri da quello precedente in direzione perpendicolare alla Mahatma Ghandi Road permette di utilizzare il lotto nella sua interezza.

wireless tower

Mahatma Ghandi Road


Gli ambienti al piano terra sono stati pensati come possibili spazi commerciali, mentre quelli presenti ai piani superiori divengono spazi abitativi affittabili. Questo volume ha in pianta un’area di 6*4 m, completamente calpestabile, mentre ai piani superiori, grazie ad uno sbalzo di un metro a nord, ha un’area calpestabile di 28 mq. o25. Schema prospettico del progetto della fase II

open air terrace children playground elderly people

Paul’s plot

tool house

open air patio


Queste dimensioni sono comparabili (e

sua posizione precedente, che ospita all’interno

leggermente superiori) alle dimensioni proposte

anche un secondo blocco scale per l’accesso al

per gli alloggi forniti attraverso i differenti piani di

Social Club e alla tool-house.

risanamento. Lo spazio all’interno degli alloggi

Rimane inoltre all’interno del progetto l’idea della

è facilmente divisibile in relazione agli usi e alle

torre wireless con terrazza panoramica (di 15 m di

necessità della famiglia. Il sistema di tool-house

altezza) lungo Mahatma Ghandi Road, all’interno

così costituito rende il fabbricato decisamente

della quale è ospitato il vano scale principale.

appetibile sul mercato, poiché simile alle tipologie

Ognuna delle coperture dei differenti blocchi

normalmente adottate a Dharavi.

dell’edificio è prevista come calpestabile e a

Il terzo spazio ricavato tra questi due volumi è il

riguardo sono state ipotizzate tre soluzioni differenti

patio esterno, leggermente spostato rispetto alla

e complementari (tetto verde, doppio tetto con o26. Vista aerea del complesso del Social Club. La torre emerge dal resto del costruito di Dharavi e permette una vista generale sull’insediamento informale

124


125


vano per la circolazione dell’aria e sistema di raccolta delle acque piovane)10. Come nella fase I è stata preservata l’idea di mantenere i due vicoli laterali adiacenti al lotto che consentono un attraversamento verso 90 feet Road. In questa fase non è stata prevista la disposizione dei sanitari, anche se in realtà è stata ipotizzata la possibilità di utilizzare bagni chimici. E’ stato approfondito lo studio dei dettagli tecnologici relativi alle possibilità di rivestimento utilizzabili per la struttura in pallet in racks.

126


o27. Vista complessiva del Social club e della tool-house.

127


o28. La terrazza del Social club con la vista sul nagar di New Transit Camp o29. La spazialitĂ interna del Social club

128


I sistemi parete Lo studio dei sistemi di parete ha comportato lo studio di soluzioni tecnologiche nell’ottica di una fattibilità economica e costruttiva reale all’interno del contesto di Dharavi. I principi che hanno guidato il disegno delle pareti sono dunque stati: - semplicità costruttiva - modularità dei componenti - smontabilità della struttura - contenimento dei costi - possibilità di reperire i materiali in sito - volontà di utilizzare, almeno in parte, materiali riciclati - attinenza alle condizioni climatiche del sito. Le proposte comprendono al loro interno, quindi, la scelta di utilizzare il pvc utilizzato per rivestire i cassoni dei camion e quello per le insegne stradali11. Ipotizzando di recuperare la maggior parte del rivestimento da questo materiale riciclato, reperibile a bassissimo costo, si preventiva un notevole abbattimento dei costi per la costruzione delle pareti. L’utilizzo di questo materiale, generalmente abbondantemente disegnato e pubblicizzato potrebbe eventualmente attrarre alcune industrie interessate anche al finanziamento di una parte dell’edificio.

129


Inoltre il collage creato dalla differenza dei disegni

monsonico, e per la tool-house, per cui sono stati

della tela movimenta la facciata diventando motivo

studiati dei pannelli rigidi e semitrasparenti, anche

decorativo interessante e caratterizzante.

questi apribili.

Sono cosĂŹ stati proposti differenti sistemi di parete in riferimento al Social Club, tendenzialmente tesi a creare uno spazio che potesse essere sempre aperto, ma chiudibile durante le piogge nel periodo

130

o30. Il recupero dei teli in PVC dai cassoni dei camion e dalle insegne stradali.


La parete apribile del Social Club12

Partendo dall’interno: - una ringhiera è ancorata alle spalle dei pallet racks,

All’interno del Social Club è stata prevista una

( due profili a C imbullonati e una trave del sistema

parete apribile che offre la possibilità di lasciare

pallet racks utilizzata come corrimano);

aperta la struttura per la maggior parte del

- pannelli in legno opportunamente trattati e resi

tempo, evitando i problemi di surriscaldamento

impermeabili (eventualmente rivestiti con la tela in

caratteristici della maggior parte delle abitazioni di

PVC) sono ancorati alle spalle sovrapponendosi alla

Dharavi.

ringhiera, impedendo il passaggio dell’acqua nelle

Le pareti laterali rinunciano così alla ricerca

fessure tra i teli;

della solidità, mantenendo comunque tutte le

- un sistema di guide superiori ed inferiori permette

caratteristiche necessarie per lo svolgimento delle

l’apertura della tela in PVC ad esse ancorata.

attività all’interno. o31. Pareti laterali del Social Club: “stratigrafia” dei “muri” apribili sulla campata di 4,00 m tra le spalle

double layered roof

wooden panels railing

pallet racks uprights

external pvc sheet

131


Il tipo di parete così studiata consente di fornire al Social Club un rivestimento che verrà chiuso

o32. Il montaggio ed il funzionamento del sistema a tenda delle pareti apribili

durante le piogge del periodo monsonico ma che permetterà di vedere quello che succede all’interno durante i periodi non piovosi. Questo garantisce alla struttura la qualità della trasparenza, importante per un luogo pubblico comune in cui si incontrano soprattutto i bambini. L’idea è quella di stampare, sulla parte interna della tela in PVC immagini delle persone di Dharavi e del nagar di New Transit Camp, cioè i fruitori stessi dell’intervento. L’utilizzo di questo meccanismo low-tech garantisce anche un rapido montaggio ed una facile smontabilità.

C steel profile

steel hanging bar with rings

railing pallet rack upright

wooden slabs PVC openable sheet

steel hanging bar with rings pallet rack beam wooden panel

132


La parete fissa del Social Club e della tool-house13

solida utile, soprattutto all’interno della tool house, come punto di appoggio per l’arredamento e per

Relativamente al lato chiuso dalle spalle dei pallet

ricreare le caratteristiche delle pareti convenzionali.

racks, sia per il Social Club che per la tool-house, è

L’intercapedine presente tra telo e pannello

stato pensato un sistema di parete fisso composto

potrebbe inoltre essere utilizzata per il passaggio

da diversi strati.

degli eventuali impianti.

All’esterno una tela PVC il più possibile continua

Pannelli aggiuntivi con cerniere possono essere

e grazie alle cuciture tra i teli di partenza rende

facilmente aggiunti in occasione di porte ed

impermeabile la struttura e “dialoga” con le pareti

ingressi.

mobili ipotizzate per il Social Club. All’interno i

Anche questo sistema di parete è modulare e può

pannelli in legno contribuiscono a creare una parete

essere prodotto a bassissimo costo, praticamente assimilabile a quello di acquisto dei pannelli in legno. double layered roof

wooden panels pallet racks uprights

internal floors

o33. Pareti laterali del Social Club e tool-house: “stratigrafia” della parete fissa sul lato delle spalle

133 external pvc sheet


All’esterno delle spalle è applicato un telo in pvc di recupero che viene agganciato alla copertura. Il

o34. Pareti laterali del Social Club e tool-house: schema di montaggio

telo che scende lungo tutta la parete verticale sarà inoltre fissato ai montanti creando solidarietà nella struttura. Il meccanismo di montaggio è costituito da una corda che attraversa i fori di un profilo a L collocato sulla copertura e le asole del telo stesso. Il lato interno è invece costituito da pannelli maschio-femmina che vengono imbullonati alle spalle dei pallet racks. Nelle parti laterali i pannelli divengono alternativamente solo maschio o solo femmina o eventualmente semplici rettangoli (come nel caso dell’ultima campata contigua all’ingresso delle scale).

pierced L steel profile PVC sheet

upper floor wooden panel

railing

pallet rack upright

et

he Cs

wooden slabs

PV

pallet rack beam

134

ha

ing ng

e

rop


acciaio a supporto di due lastre in policarbonato

La parete apribile della tool-house14

che creano una sistema simile a un doppio vetro. Per la parte di edificio destinata alla tool-house

Questi sono fissati alla struttura ed apribili verso

si sono studiati dei pannelli molto semplici che

l’esterno attraverso un sistema a cerniera.

consentono allo stesso tempo l’ingresso della luce e

La scelta di utilizzo del policarbonato è stata

la creazione di aperture.

dettata dalla difficoltà di reperire vetro all’interno di

I pannelli sono mobili e costituiti da un telaio in

Dharavi (la maggior parte delle abitazioni ne è infatti sprovvista a causa dell’elevato costo). L’utilizzo di pannelli per la parete della tool house permette di creare pareti più solide e comparabili a quelle convenzionali delle case di Dharavi.

o35. Pareti laterali della tool-house

double layered roof

railing

steel upright

pallet racks uprights external polycarbonate panels with steel frame

135


Anche la parete apribile e semitrasparente della tool house è strutturata a strati:

o36. Il montaggio ed il funzionamento della parete in pannelli di policarbonato

- una ringhiera sorretta da due montanti indipendenti protegge dalla caduta nel momento in cui i pannelli sono aperti; - tre montanti in acciaio ancorati alle travi attraverso un sistema di sei piastre e bulloni autoavvitanti; - i pannelli in policarbonato, costituiti da una doppia lastra e da un telaio in legno sorretti ai montanti in acciaio. La chiusura è consentita da una maniglia rudimentale costituita da una piastra in acciaio che ruota attorno ad un bullone agganciato ad ognuno dei pannelli apribili.

steel plate for hanging movable polycarbonate panels with steel frame

railing pallet rack upright

wooden slabs

steel upright with anchor bolt

pallet rack beam

136


Il sistema di copertura Lavorando sul sistema di copertura l’idea era quella di utilizzarla per limitare il surriscaldamento dell’edificio. Le condizioni climatiche, infatti, prevedono una temperatura che resta costante durante tutto il corso dell’anno, attestandosi intorno ai 30 °C15. La scelta è stata dunque quella di creare una copertura dotata di un’intercapedine intermedia. Questo sistema è facilmente costruibile grazie alla struttura in pallet racks disponendo le travi che costituiscono il soffitto dell’ultimo piano e il piano di calpestio della terrazza ad una distanza variabile, che nel nostro caso è stata prevista di 30-40 cm. Il sistema non richiede particolari studi e finiture ed è molto facilitato dalla presenza dei buchi sui montanti delle spalle, posti a piccolissime distanze gli uni dagli altri e che consentono grande flessibilità nella scelta delle dimensioni dell’intercapedine. In questo modo le stanze interne all’ultimo piano, che avevamo notato essere molto calde nella struttura del JAAGA Creative Common Ground a Bangalore, non ricevono la luce diretta dei raggi solari. La presenza di una sovrastruttura (eventualmente in bamboo) per il piano terrazza migliorerebbe ulteriormente le condizioni climatiche interne.

137


Sono inoltre state previste tre soluzioni differenti

permetterebbe di risolvere almeno durante la

per l’utilizzo della copertura:

stagione monsonica il problema relativo all’accesso

- copertura verde, (con la possibilità di coltivare

all’acqua. Questa potrebbe essere utilizzata per gli

ortaggi al di sopra della struttura);

scarichi dei servizi e per il lavaggio degli indumenti,

- copertura con sistema di recupero delle acque

utilizzando il patio come luogo pubblico per

meteoriche. La collocazione di taniche di acqua

quest’attività;

all’interno dell’intercapedine, oltre a mantenere

- copertura ventilata associata ad un patio a tutta

più stabile la struttura grazie al peso proprio,

altezza interno che favorisce la ventilazione dell’

double roof compatible options distribution system

bamboo open structure

vegetable cultivation

soil tanks

double roof gap curtain walls

patio

ventilation

curtain walls

curtain walls

green roof

138

internal patio ventilation


edificio attraverso un effetto camino. L’utilizzo di

contemporanea e possono essere complementari

pareti che possano essere aperte per la maggior

tra loro.

parte della giornata favorirebbe inoltre una

Nell’ottica di complementarità, per esempio,

ventilazione costante che potrebbe innescare un

l’acqua meteorica potrebbe essere utilizzata anche

ricambio d’aria favorevole.

per l’irrigazione di una parte di copertura verde e le

Questa soluzione è stata quella che si è esplorata

intercapedini tra i depositi d’acqua favorirebbero la

anche nella parte progettuale e che si è deciso di

ventilazione..

adottare per la proposta della fase II. Le tre proposte avanzate sono in realtà utilizzabili in

monsoon season

connection to beams

connection to pillar

steel profile

plastic sheet natural air circulation

connection to wooden panel

water tanks

o37. Il dettaglio dell’apertura che permette la ventilazione del tetto

distribution system

toilet water

internal patio

rainwater recovery

o38 Alcune proposte per la copertura tra loro compatibili e complementari. Lo sviluppo del progetto ha previsto lo studio solo del sistema integrato di patio e ventilazione del tetto.

139


Il piano terreno La presenza di piogge copiose durante il periodo monsonico ci ha suggerito di studiare un piano terra che fosse rialzato rispetto al piano di calpestio. L’idea di rialzare dunque il livello del piano terreno del nostro edificio di 20-30 cm dal piano di campagna permetterebbe un libero scorrimento

ground floor elevation

monsoon season

delle acque meteoriche e sarebbe realizzata attraverso pezzi standard, costruendo un solaio attraverso una metodologia analoga a quella utilizzata per ognuno degli altri piani. I costi aggiuntivi preventivati sono dunque limitati e il tempo di montaggio aggiuntivo è ridotto. In compenso il vantaggio di avere un piano terreno che non rischia di essere allagato durante il periodo monsonico è un’innovazione interessante ed utile all’interno di Dharavi. L’altezza rispetto al piano di calpestio può inoltre

water safety level

essere facilmente modificata in relazione alle reali necessità attraverso l’incastro della trave ad un’altezza superiore o eventualmente inferiore. Il dislivello naturale rispetto al terreno costituisce inoltre una barriera naturale di sicurezza che impedisce un semplice accesso dall’esterno.

140

o39. Ipotesi di elevazione del piano di calpestio interno dell’edificio rispetto al piano di campagna. Permette il naturale deflusso delle acque meteoriche durante il periodo monsonico.


4.4 DINAMICHE INFORMALI / FASE III PROGETTARE DENTRO DHARAVI 4.4.1 IL COINVOLGIMENTO DEI RESIDENTI ALL’INTERNO DELLE SCELTE: UN ESPERIENZA DI PARTECIPAZIONE Nell’ottica di un coinvolgimento della popolazione locale all’interno del progetto è stata contattata Dipti Hingorani16, un’architetto residente Mumbai, che ha iniziato a recarsi giornalmente sul sito di progetto. Il tentativo è stato quello di recepire dalla popolazione quali fossero le reali necessità per il luogo e come avrebbero immaginato i residenti stessi il futuro Social Club. Quest’attività è in realtà solo all’inizio, mentre il nostro committente Paul Raphael è interessato a costruire velocemente sul lotto e forse non ci sarà tempo a sufficienza per approfondire i ragionamenti. Il primo risultato di quest’ idea, da noi sollecitata più volte durante la nostra permanenza e condivisa al momento dell’attuazione, è stata l’organizzazione di una sessione di disegno per i bambini del nagar. Coordinata da Dipti Hingorani, la sessione ha avuto luogo all’inizio del mese di dicembre ed ha avuto grande successo grazie al coinvolgimento di una quarantina di bambini nella prima attività ufficiale del Social Club. Ciò che è emerso dai disegni è sicuramente la volontà di spazi aperti e verdi per il gioco che hanno rafforzato la nostra idea della necessità di mantenere libera una parte del lotto per l’utilizzo comunitario. Questa prima attività all’interno dell’edificio, secondo quanto riportato dai nostri colleghi sul luogo, è stata in realtà molto utile per dichiarare l’utilizzo del lotto e scansare ogni equivoco emerso durante questi mesi circa l’utilizzo dello spazio. Ad oggi le sessioni di disegno si sono ripetute più volte e paiono coinvolgere un numero sempre crescente di bambini.

o40.Le prime due sessioni di disegno all’interno del Social Club hanno riscosso grande successo e attirato un numero crescente di bambini che hanno esposto i loro disegni alla fine delle due giornate Foto: www.flickr.com, utente: URBZOO

141


4.4.2 DHARAVI CRESCE SENZA BISOGNO DEGLI ARCHITETTI: CAMBIAMENTO DEL PROGRAMMA Nel momento in cui abbiamo iniziato un progetto all’interno di Dharavi, sapevamo che il contesto e le condizioni al contorno del progetto avrebbero fortemente influenzato il design finale e che l’essere inseriti per la prima volta all’interno di un processo costruttivo reale avrebbe determinato in maniera importante il risultato finale. Il giorno in cui abbiamo ricevuto le foto proposte qui a fianco ci siamo però resi conto di quanto difficile fosse muoversi in un contesto informale. A distanza di poco meno di due mesi dall’inizio del progetto, infatti, le condizioni del sito erano nuovamente cambiate. Il ritorno di Paul Raphael all’interno di Dharavi aveva infatti determinato un’improvvisa accelerazione dei lavori in corso: l’edificio esistente, costruito in maniera illegale prima del nostro arrivo a Mumbai era ormai stato regolarizzato, seguendo i processi imposti dalla polizia locale. La cosa più sorprendente però è stata vedere come Dharavi continuasse a crescere senza il bisogno degli architetti. Buona parte del lotto nella parte confinante con Mahatma Ghandi Road era infatti stata pavimentata e un piccolo muro divisorio era stato costruito per limitare l’accesso al lotto. Allo stesso tempo, sempre lungo il fronte di Mahatma Ghandi Road è stata costruita una piccola struttura commerciale in cui vengono serviti tè e dolci. Il significato di queste costruzioni è legato alle dinamiche che si sono sviluppate attorno al lotto durante gli ultimi mesi: le pressioni da parte degli altri abitati e la necessità di utilizzarlo in qualche modo si erano fatti via via più forti e Paul non aveva potuto aspettare le nostre proposte. Nonostante queste gli fossero state presentate più volte, infatti, la sua scelta è stata quella di optare per una costruzione più convenzionale. La nuova proposta del nostro committente è 142

o41.Dall’alto in basso: il nuovo chiosco già in funzione costruito lungo Mahatma Ghandi Road - il muro a protezione del lotto e la nuova pavimentazione -la parte del sito prevista per la costruzione del progetto in FASE III .Foto: www.flickr.com, utente: URBZOO


7.8 m

stata quella di provare a pensare ad uno spazio aggiuntivo, nella parte retrostante dell’edificio

avalaible area

ad oggi costruito ed utilizzato da URBZ e Dipti Hingorani per le sessioni di disegno con i bambini

12.3 m

di New Transit Camp. La scelta di Paul ci ha trovati in realtà d’accordo e ci è sembrato più utile provare a ipotizzare una forma di incremento del costruito esistente (che ormai costituiva una parte rilevante del lotto) piuttosto che continuare a prevedere una demolizione della costruzione in situ. Con la scelta alternativamente persone anziane e bambini, è cambiato anche il programma propostoci per la

a l l e y

di conservare lo spazio già costruito per ospitare

nuova parte costruita.

8 m * 5 m

All’interno di uno spazio in pianta di 5*8

1.35 m

6.2 m

m avremmo ora dovuto pensare a spazi completamente differenti; le nuove funzioni previste a l l e y

erano infatti quelle di una piccola sala letteraria/ biblioteca all’interno della quale potessero 8.9 m

pedagogia, filosofia e attinenti alle scienze sociali

9.1 m

existing building

8.9 m

e di Dharavi, ma anche più in generale testi di

9.1 m

essere inseriti volumi riferiti alla storia di Mumbai

in genere. Inoltre avremmo dovuto prevedere una piccola caffetteria da annettere alla sala lettura. Questo sarebbe stato un luogo importante di

1.78 m

riferimento per le persone che si recavano a Dharavi per studiarlo o semplicemente per visitarlo. Sarebbe stato un ponte tra la città esterna e lo

6.4 m 1.86 m

slum. L’ultima richiesta è stata quella di ipotizzare

1.58 m

la richiesta è stata anche quella di ipotizzare una struttura che potesse essere costruita sia in pallet

existing building

5.43 m

degli spazi terrazza privati. In questo frangente free plot

racks che in mattoni: la diminuita cubatura del progetto infatti sembra allontanare le possibilità di

3.45 m

finanziamento di Freeman Murray e della struttura in pallet racks da lui incentivata. o42. Mappa del sito di progetto: si noti la costruzione del nuovo tea shop nella parte inferiore e l’area ridotta destinata alla costruzione del nuovo programma

tea shop

143


4.4.3 PROPOSTA PROGETTUALE III Il cambio di programma descritto e le nuove attività

smuovere i dubbi presenti già nella fase precedente.

organizzate nel corso di questo periodo all’interno

La scelta è stata dunque quella di ipotizzare uno

del Social Club ci hanno obbligato a ripensare alla

spazio che in qualche modo potesse ospitare il

nostra proposta progettuale, nell’ottica di renderla

nuovo programma propostoci e che, allo stesso

più adatta allo stravolgimento del contesto intorno

tempo, creasse un complesso comunitario

al progetto.

facilmente riconoscibile.

La prima scelta fondamentale in questa fase è

E’ stata così pensata una piccola struttura al lato

stata, come accennato, quella di tornare a proporre

dell’edificio esistente, di due piani fuori terra,

la possibilità di mantenere lo spazio già costruito

ipotizzando che potesse essere costruita sia in

inizialmente da Paul Raphael.

pallet racks che in muratura.Gli spazi per la piccola

Questo, effettivamente sembra funzionare

biblioteca sono così stati previsti al piano terreno,

all’interno del nagar e molte persone paiono aver

rialzato rispetto al piano di campagna secondo

apprezzato gli sforzi del nostro committente.

quanto studiato nella fase II, mentre quelli per la

Ci è parso dunque sbagliato ipotizzare la sua

piccola caffetteria sono collocati al piano superiore.

demolizione, anche nella logica della necessità di un

Entrambi questi spazi sono in comunicazione

incremento di Dharavi dal basso.

diretta con la sala dedicata alle attività svolte dalla

La scelta della fase II era infatti stata mossa non

comunità. E’ stata inoltre proposta la possibilità di

senza riserve e principalmente dettata dalle

utilizzare il tetto dell’attuale parte costruita come

costrizioni economiche e dalla volontà di URBZ di

terrazza.

trovare un accordo con Freeman Murray. Il vedere come la struttura stesse divenendo un luogo di

o43. Il programma funzionale interno FASE III o44. Temi progettuali della terza fase di progetto

incontro e vita comunitaria non ha fatto altro che

open air roof terrace

cafè open air roof terrace library/reading room openair patio elderly people + children

FASE III 144

tea shop


to Kumbharwada

Mahatma Ghandi road

tea shop + access

social club terrace

roof access

roof ventilation

pvc movable wall

terrace

patio

pvc panels ground floor elevation

145

to 90 feet road

to 90 feet road


Uno spazio con terrazza panoramica è stato ipotizzato anche al di sopra della nuova parte costruita. La terrazza si trova dunque ad un livello decisamente più basso di quella ipotizzata per la torre nella fase II, ma l’eventuale utilizzo dei pallet racks garantirebbe la possibilità di sopraelevare in futuro questa parte dell’edificio. In questa fase ci è stato proposto di produrre anche delle immagini dello stesso edificio costruito in mattoni per tastare le reali intenzioni di Paul Raphael circa l’investimento.. In effetti, il diminuire della metratura proposta sembra aver raffreddato gli interessi di Freeman Murray nel finanziare una struttura così piccola in pallet racks. La convenienza economica di questo materiale infatti emerge nel momento in cui si costruiscono metrature piuttosto grandi e compatte. L’occasione non è comunque del tutto persa ed oggi URBZ si sta impegnando su due fronti, quello di provare a convincere Freeman Murray a finanziare la struttura e quello, eventuale, di trovare nuovi investitori per la costruzione di una nuova parte edificata in pallet racks17.

146

o45. La proposta progettuale della fase III in mattoni. Queste immagini sono state prodotte per verificare la possibilità di costruzione della struttura in pallet racks o46. Il bookshop e il cafè progettati nella fase III costruito in pallet racks


BRICKS

PALLET RACKS ...pallet racks structure wins + inside flexibility

- rigid structure

+ open building

- walls and less open parts

+ structural safety bearing

- no verified weight

+ modularity

- less modularity

+ readymade pieces

- build every part

+ possibility to change every time the building enlarge the footprint and go higher

- difficult to change the building

+ height (number of floor and sqm)

- not so safe to go higher than 2-3 floors

+ landmark building

- conventional building

+ easier to find fince founding

- probably Paul will have to pay for it

+ young people will like more

...brick structure wins - safety (?) ...no proper walls

+ safety (?)

- more difficult water and electricity lines (?)

+ easier to build water and electricity lines

- new construction way

+ know how to build

- transportation of pallets

+ you can find bricks every where in dharavi

- not verified endurance to atmosferic conditions

+ works in Indian habitat

+ old people will like more

COST COST: 50/70 USD per sqm (structure) 2,350-3,300 Rs per sqm (structure)

COST: 80 USD per sqm 3,800 Rs per sqm

o47. Tabella di confronto discussa con Paul Raphael dei vantaggi e degli svantaggi dell’utilizzo dei pallet racks e del sistema convenzionale di costruzione in mattoni o48.Lo spazio cafè al secondo piano nella fase III: interni a confronto

147


4.4.4 PROSPETTIVE FUTURE Il lavoro di progettazione ad oggi si è in parte

dell’organizzazione, oltre che ad una ricerca tra

bloccato, per la necessità di concludere la tesi e

eventuali finanziatori locali. Le prospettive future

per la contemporanea mancanza di finanziamenti

che coinvolgono il progetto sono molteplici ed allo

per il progetto. Parallelamente però la parte della

stesso tempo imprevedibili. Senz’altro la prima

struttura per bambini e persone anziane ha già

parte costruita sembra rispondere pienamente alle

iniziato a funzionare, ospitando ogni domenica una

aspettative: oltre ad aver rapidamente acquisito

sessione di disegno con oltre sessanta ragazzi.

ogni autorizzazione legale dalla polizia locale, ha

Inoltre il team di URBZ presente sul sito ha iniziato

raccolto il consenso di molte persone all’interno

a strutturare attività anche con le persone più

del nagar. La nuova parte, quella ipotizzata per la

anziane del nagar, anche se queste per il momento

caffetteria e la libreria potrebbe divenire un punto di

si limitano a colloqui e raccolta di pareri sulle

riferimento importante per coloro che visiteranno

possibilità di utilizzo dello spazio comune.

Mumbai negli anni a venire e decideranno di entrare

La ricerca del finanziamento sta continuando

anche a Dharavi.

via internet attraverso un tentativo di raccolta di

La struttura potrebbe così divenire un ponte tra gli

fondi tramite donazioni pubblicata sul sito ufficiale o49. Il nuovo ingresso del Dharavi Shelter dipinto dai bambini in queste settimane. Foto: www.flickr.com, utente: URBZOO o50.Sezione prospettica del progetto della fase III

tea shop

148

Mahatma Ghandi Road

open air terrace space for children and elderly people


abitanti di Dharavi e quelli esterni e potrebbe essere un aggancio con la restante città formale tendendo ad abbattere quella linea di confine immateriale che, più dei tracciati ferroviari e dei limiti costruiti, dividono Dharavi dal resto di Mumbai. Il nostro lavoro di design in questa fase si muove in realtà nella direzione di un approfondimento delle soluzioni costruttive studiate per la fase II, ma è in realtà in attesa di nuove linee guida in relazione alle possibilità di finanziamento locali, nella speranza di poter ipotizzare liberamente quale debba essere il metodo costruttivo utilizzato. Questa scelta sarà in effetti determinante prima di ogni mossa futura ed al momento ha bloccato lo sviluppo del progetto.

open air terrace cafè library reading room

open air patio

149

Paul’s plot


4.5 RIFLESSIONI PER UN PROGETTO A DHARAVI 4.5.1 LA TOOL-HOUSE come una forma vincente di sviluppo “dal basso”18 I due testi inseriti nel seguente capitolo tentano di riassumere l’approccio teorico e la filosofia condivisa con URBZ a proposito delle possibilità di intervento nel contesto di Dharavi. Il riportare questi concetti, a cui siamo stati avvicinati dall’organizzazione con cui abbiamo lavorato, ha il significato di porre questo tipo approccio, da noi condiviso e discusso, come lettura delle scelte progettuali presentate.

Prima della rivoluzione industriale i processi di

nella casa di un web-designer, in una bottega

produzione hanno avuto luogo principalmente

artigianale, in un ristorante nascosto in un ghetto di

nell’ambiente rurale, mentre le città svolgevano il

immigrazione.

ruolo di grandi centri commerciali.

Eppure la struttura che sarebbe l’esempio classico

La città moderna è emersa attraverso una

di tale uso, la tool-house, non ha ottenuto la

divisione del vivere nello spazio e nel tempo. Con la

legittimità che meriterebbe. E’ considerato un

rivoluzione industriale case e spazi di lavoro sono

modello di urbanizzazione obsoleto o una forma

stati radicalmente separati gli uni dagli altri. Il tempo

urbana non praticabile a causa dei principi rigorosi

del lavoro e della vivere hanno iniziato ad essere

di zonizzazione.

irregimentati lungo linee temporali precise.

Gli insediamenti informali in tutto il mondo sono

Attraverso il XX secolo, la fantasia modernista è

le migliori espressioni della presenza permanente

rimasta saldamente legata a quella di una società

della tool-house. La ragione della sua resistenza è la

industriale, anche se, nell’esperienza reale, i

sua forza economica.

processi di vita e di produzione sono spesso rimasti

In un contesto in cui oltre il 40% delle persone

connessi. Pratiche economiche formali e informali

sono lavoratori autonomi e lo sviluppo urbano ha

hanno convissuto in diversi modi. Eppure, la visione

fatto lievitare i prezzi delle abitazioni, la casa ha

idealizzata di questa età ha sempre sostenuto che

bisogno di raddoppiarsi come un sito produttivo.

l’interazione tra produzione economica e ambienti

Nei quartieri informali, non è raro trovare una

di vita fosse superflua.

tool-house parzialmente affittata come negozio

La realtà è assolutamente contraria. Il motivo per

nella parte anteriore e come laboratorio nella parte

cui i paesaggi urbani informali, che costituiscono

posteriore, oltre a servire come rifugio per una

l’habitat del 50% dell’umanità, sono così

famiglia allargata.

problematici per gli urbanisti è che questi rendono

In realtà i tool-house landscape indicano la

esplicito il rapporto tra produzione e spazi di vita

necessità di una forte ristrutturazione del modo in

non riconducendoli ad una frattura netta.

cui lavoro e produzione sono inseriti nella città post-

Non essere in grado di vedere questa dimensione

industriale. Questo ci può aiutare a visualizzare

negli slums rivela una terribile mancanza di

concretamente un futuro in cui la dicotomia del

immaginazione e interrompe l’evoluzione

formale e informale, dell’organizzazione della

complessa ed organica delle forme urbane.

produzione e dei servizi è trascesa. In cui il nuovo

Oggi, in un’era post-industriale ed iper-urbanizzata

ordine, sia spaziale che temporale, e la complessa

la produzione può essere incontrata anche in

dialettica tra l’artigianale e la produzione industriale

ogni parte della città formale: in un loft di artisti,

sono riconosciuti.

150


Le città del futuro può essere riorganizzata in

una terribile necessità di riqualificazione, ma come

modi meno prevedibili seguendo le aspirazioni e

un modello di sviluppo dal basso, con la tool-house

le esigenze localizzate. Dove lo sviluppo urbano

posta al centro di questo sistema.

è lasciato agli attori locali si osserva il riemergere

L’ultimo disegno del DRP finge di rispettare la

di spazi di vita-lavoro che sono in realtà meno

vita e le condizioni di lavoro degli attuali abitanti

disumanizzanti che molti dei blocchi residenziali e

di Dharavi, in realtà rafforza la separazione

delle torri per uffici che vengono sistematicamente

sovrapponendo funzioni economiche e residenziali

promossi da coloro che ragionano sulla città -dagli

contenute in layer distinti.

investitori immobiliari alle ONG, passando per gli

La logica della tool-house è intimamente legata al

enti governativi- come l’unico modo accettabile

più ampio contesto economico di informalità: la

verso la modernità.

produzione decentrata diminuisce i costi utilizzando

Potrebbe essere il momento di riconoscere

lo spazio in modo complesso e stratificato.

che, a causa della mancanza di infrastrutture e

Questo strumento vivibile è organicamente

delle problematiche del sovraffollamento, alcuni

collegato all’unità della famiglia, della comunità e

insediamenti informali hanno sviluppato una

la persistenza della forma villaggio nella metropoli

tendenza che può essere ben integrata in un

moderna. Ignorando queste complessità, il

paesaggio post-industriale. Questi insediamenti

tentativo di trasformare gli insediamenti informali di

emergeranno così non più come baraccopoli con

Mumbai semplicemente non può funzionare.

o51. Schema esemplificativo del funzionamento di una toolhouse. Fonte: www.dharavi.org

151


4.5.2 IL FUTURO DI DHARAVI: Tokyo come riferimento 19 L’analisi del tessuto di Dharavi e delle sue possibilità

uso specifico dei residenti, conducevano a nuclei

di “sviluppo” differente da quello proposto dal DRP è

residenziali low-rise ad alta densità. Il tessuto è

alla base del percorso di ricerca condotto da URBZ

diventato ad utilizzo misto, con molte abitazioni

in questi anni.

destinate a spazio abitativo e a luogo di produzione.

Il modello di Dharavi, come possibile forma urbana

Oggi queste parti periferiche di Tokyo, come

alternativa a quella della città europea ottocentesca,

il quartiere di Shimokitazawa, sono divenute

piuttosto che alla Broadacre city americana di

fortemente caratterizzanti della città che nessuno

Wright o alle idee di uno sviluppo in verticale delle

catalogherebbe come slums.

grandi megalopoli internazionali, offre un nuovo

La presenza di una forma urbana differente, la

possibile output su quella che possa divenire la città

difficoltà di descriverla, comprenderla e catalogarla,

post-industriale.

oltre che di muoversi e percorrerla, hanno spesso

Partendo dal modello di Tokyo come riferimento,

portato gli urbanisti occidentali a definire molti

URBZ ipotizza un intervento della municipalità

quartieri della città asiatica come caotici e privi di

che si focalizzi sull’approvvigionamento delle

organizzazione.

infrastrutture primarie (soprattutto luce, acqua e trasporti) lasciando alla popolazione il compito di dare alla città la forma costruita. Tokyo viene presa come riferimento in quanto modello prettamente asiatico di urbanizzazione che ha dimostrato di poter funzionare. Alla fine della prima guerra mondiale, buona parte della città era distrutta: l’impossibilità di pianificare velocemente ampie parti di questa, unita alla necessità di una rapida ricostruzione, hanno determinato una politica nuova da parte dell’amministrazione. Questa si è concentrata sulla costruzione delle reti di distribuzione dell’acqua e dell’elettricità, occupandosi anche del sistema di mobilità pubblica, mentre lo sviluppo urbano costruito delle parti periferiche della città è stato delegato agli attori locali. E’ stato così che la maggior parte delle periferie di Tokyo, negli anni Sessanta, hanno acquisito un’immagine simile a quella dell’odierna Dharavi. Un pattern costituito da una maggioranza di strade di difficile accesso per le automobili è divenuto l’elemento unificante di intere parti di città, più simili a piccoli villaggi che a quartieri di una nascente metropoli. Piccole strade, spesso di 152

o52. Sviluppo organico fatto di percorsi principali pubblici che si ramificano via via in vicoli sempre più privati per raggiungere i nuclei abitativi interni. Questo schema urbano viene rilevato da URBZ sia all’interno di Dharavi che nel quartiere di Shimokitazawa. Fonte: www.airoots.net


L’organizzazione che in realtà si nasconde dietro

e conserverà la capacità di creare ricchezza,

queste parti città e l’alto grado di efficienza dei

economica e culturale, permettendo allo slum di

meccanismi che permettono il funzionamento

trasformarsi in uno dei quartieri a più forte identità

di aree ad altissima densità sono però fenomeni

di tutta Mumbai.

che andrebbero letti e compresi. Il trattare questi

Va sottolineato a inoltre che ogni possibile piano

quartieri come una tabula rasa in attesa di sviluppo

per Dharavi, non sarà mai in grado di raggiungere

denota scarsa flessibilità, oltre che una pessima

il grado di densità oggi presente in questa parte di

attenzione alla ricchezza culturale ed economica

città: l’unico risultato di un piano di risanamento

che questi meccanismi hanno prodotto.

high-rise sarebbe la mobilitazione di grandi masse

Se la municipalità focalizzasse il proprio intervento

di persone verso nuove aree della città, con l’unica

sull’approvvigionamento delle infrastrutture

prospettiva della nascita di nuovi slums.

primarie, Dharavi potrebbe seguire, a qualche anno

Un piano di sviluppo che non partisse dal pattern

di distanza, quello che è stato il percorso di molte

attuale avrebbe dunque come unico output la

aree periferiche di Tokyo. Per molti anni, infatti, il

creazione di nuovi slums.

riconoscere Dharavi come uno slum ha permesso

Nuovamente, come successo altre volte nel corso

alla municipalità di fornire una copertura delle

della storia, gli slums verrebbero solamente

infrastrutture decisamente inferiore ad altre parti di

spostati e non aiutati a crescere. Il scegliere lo

città.

sviluppo di Tokyo come riferimento per il futuro di

Il proporre un piano infrastrutturale di supporto alla

Dharavi significa quindi sottolineare la necessità

forma urbana esistente per permetterne lo sviluppo

di un potenziamento in situ (già ipotizzata nel

sarebbe un approccio estremamente diverso da

corso degli anni Ottanta dalla municipalità, ma mai

quello perseguito in questi anni. La necessità di

veramente percorso) e vuole affermare il ruolo delle

lasciare alle comunità la possibilità di autocostruirsi

comunità locali nel miglioramento delle proprie

e di migliorare la qualità delle proprie abitazioni

condizioni abitative.

manterrà inalterato il pattern organico informale

o51. Fotomontaggio urbano, a destra Dharavi, a sinistra Shimokitazawa. Fonte: www.airoots.net

153


Note 4.New Transit Camp Social Club: temi e riflessioni di un progetto informale 1. Le revisioni sul progetto avvenute con PUKAR hanno avuto come interlocutrice la dott.ssa Anita Patil-Deshmukh, Executive director di Pukar. Laureata in Medicina, Anita Patil-Deshmukh ha concluso un Master in Public Health presso la Harvard University e ha lavorato come un neonatologa in un istituto di insegnamento a Chicago per 20 anni. Nel 2005 è tornata in India per contribuire allo sviluppo del settore ed è anche Senior Adviser per India China Institute (The New School, NY). 2. Le revisioni con il progetto avvenute con l’ UDRI hanno avuto come interlocutore Pankaj Joshi, Executive Director dell’UDRI. E’ architetto che ha fatto parte del Mumbai Heritage Conservation Committee, ed è stato visiting professor presso l’Architecture Academy e il Rizvi College of Architecture a Mumbai . Inoltre è consulente perla Heritage Conservation Society della Mumbai Metropolitan Region Development Authority (MMRDA). 3. Le elezioni per la presidenza dello stato del Maharashtra si sono tenute il13 ottobre 2009. Il momento risulta creare grandi tensioni all’interno di uno slum come Dharavi in cui fazioni politiche contrapposte tentano in ogni modo di acquisire i voti delle frange più povere e più deboli della popolazione votante. Molti degli articoli pubblicati durante questi giorni a sui quotidiani di Mumbai riportavano che i voti raccolti dentro Dharavi sarebbero stati determinanti per il risultato finale. 4. Freeman Murray ha lavorato con la tecnologia start-up in India e negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni. Ha studiato informatica alla University of California a Santa Cruz e successivamente si è unito al gruppo Java di Sun Microsystems per il progetto Java Server. Nel 1998 fonda con il collega Pavni Diwanji Kendara, una società di plugin per il browser. Hanno guadagnato 7 milioni di dollari come finanziamento per il rischio da Red Point e MDV e in 2 anni hanno venduto l’azienda al più grande fornitore di Internet a banda larga in quel momento, Excite@Home. Negli ultimi quattro anni ha vissuto a Pune, dove ha gestito il lavoro di outsourcing per la propria società di investimento e ha lavorato con Mixercast.com come Chief Scientist. 5. Jaaga Creative Common Ground è un esperimento a cavallo tra l’arte e l’architettura. E’ uno spazio comunitario creato per servire le arti, la tecnologia e i cambiamenti sociali a Bangalore. Esso comprende spazi di lavoro con accesso a internet, un caffè e una grande spazio pubblico multi piano per proiezioni,

154

workshop, conferenze e spettacoli. La struttura finanziata da Freeman Murray e costruita in una settimana attraverso i pallet racks sembra attrarre moltissimi residenti e ospita settimanalmente eventi e spettacoli. 6. Il marchio di riferimento per i pallet racks è in realtà MINI FABRICATION, di proprietà della ACME ENGINEERS, con sede a Delhi. 7. Il costo standard di Dharavi, in base a quanto riportato da URBZ è stato ipotizzato come variabile tra 80-100 USD al metro quadro. 8. www.dharavi.org è un sito web wiki progettato per raccogliere informazioni, immagini e idee su Dharavi a Mumbai. Dharavi è uno dei più grande insediamento informale nel mondo e dharavi. org offre uno spazio per discutere il Dharavi Redevelopment Project e possibili alternative. Chiunque può accedere e creare le proprie pagine. I contributi possono essere in lingua inglese, hindi e marathi. Il sito è nato in seguito l’esperienza dell’Urban Typhoon Workshop a Koliwada nel 2008. 9. Il concetto di tool-house è approfondito nel capitolo 4.5 Riflessioni per un progetto a Dharavi e nel teso in Appendici I. The tool house. 10. Per un approfondimento vedere il paragrafo I sistemi di copertura. 11. L’idea di utilizzare il pvc è stata ripresa dal JAAGA Creative Common Ground a Bangalore con il tentativo di ottimizzarla e renderla più funzionale alle esigenze di Dharavi. 12. Disegni tecnici tavola 7-7A 13. Disegni tecnici tavola 9-9A 14. Disegni tecnici tavola 8-8A 15. I dati climatici utilizzati fanno riferimento al World Weather Information Service (WMO) 16. Dipti Hingorani è un architetta di Mumbai che collabora con URBZ da alcuni e che ha preso in mano il processo di coinvolgimento delle persone di New Transit Camp all’interno della struttura già costruita da Paul Raphael. 17. E’ stato ad oggi aperto un contocorrente sul quale è possibile versare fondi per la costruzione del New Transit Camp Social Club attraverso una donazione tramite il sito di URBZ. 18.approfondimento in Appendici I. The tool house 19. Approfondimento in Appendici II. The Tokyo Model of Urban Development



156


5

Considerazioni sul significato di un’esperienza progettuale a Dharavi

157



Le riflessioni che emergeno alla conclusione

dinamiche in situ;

di questo lavoro sono relative al significato di

- il lavoro sulle scelte costruttive e la ricerca di

un’esperienza di un processo di progettazione in

soluzioni a basso costo;

una realtà informale, al ruolo che un architetto può

- l’attenzione alla partecipazione dei residenti nella

acquisire quando si trova inserito in questa realtà e

definizione del progetto;

all’ereditità che questa stessa esprienza lascia per

- la proposta di uno sviluppo incrementale dal basso

la formazione di un’etica professionale.

all’interno dello slum.

L’output progettuale, seppur importante, appare

Questi punti appaiono alla conclusione del

forse un aspetto secondario, anche discutibile e

nostro percorso come quattro fili conduttori

contestabile, come per ogni progetto di architettura,

che ci aiutano a rileggere l’esperienza e che

ma resta l’importanza della documentazione di

possono aiutare a definire il ruolo di un architetto

un processo differente da quelli a cui siamo stati

a Dharavi e contribuire alla formazione di un’etica

abituati e per cui siamo stati preparati in questi

professionale che acquisisce sostanza anche da

anni. Resta inoltre la consapevolezza acquisita

quest’esperienza.

nell’affrontare un processo così complesso nelle relazioni con la committenza e con i

La capacità di ricollocare le proprie scelte e

possibili finanziatori (che nel nostro caso erano

“l’indipendenza” del committente

rappresentati da due figure distinte) e che potrà essere utile in futuro percorso lavorativo.

Progettare dentro Dharavi ha significato

Infine resta un’attenzione ai legami tra la

confrontarsi con una realtà in continuo

progettazione e i costi ad essa connessi, nell’ottica

cambiamento, in cui gli interessi e le costrizioni

di soluzioni a basso costo che presentino le

temporali hanno influito sul succedersi delle scelte

necessarie qualità architettoniche e che siano

progettuali.

dunque accessibili ad ogni ceto sociale. Questo è

La linearità del tempo, che in un normale

senza dubbio uno stimolo importante che abbiamo

processo di progettazione prevede una fase di

avuto la fortuna di recepire e che ci ha aiutato a

programmazione e una progettuale precedenti a

capire in quale direzione si debba muovere l’etica di

quelle di costruzione e di utilizzo dell’edificio, non

una professione come quella dell’architetto.

può essere mantenuta all’interno di una realtà

Ci è parso utile analizzare in questo capitolo

informale.

conclusivo i passaggi in cui il nostro apporto ci è

Ci siamo così trovati di fronte a un processo in cui

parso più importante, sulla base dei quali si possa

queste quattro fasi si sono sovrapposte rendendo

ripensare al ruolo dell’architetto in un contesto

difficoltose le nostre scelte.

informale, ma anche in un contesto formale.

Contemporaneamente alla definizione del primo

Mentre la soluzione conclusiva del progetto oggi

programma dell’edificio, è infatti iniziata la

appare ancora distante dalla realizzazione, abbiamo

costruzione su una parte del lotto. In seguito,

provato a raggruppare il nostro operato in quattro

a distanza di un mese dall’inizio del progetto, il

ambiti con i quali ci siamo dovuti confrontare e che

programma è stato completamente rivisto ed

sono la principale eredità di questo lavoro:

ampliato. Nel momento in cui abbiamo tentato

- l’attenzione al rapporto con la committenza e alle

di riportare il disegno progettuale in linea con 159


il nuovo programma, mantenendo gli elementi

consueto processo di progettazione. La realtà

caratterizzanti che avevamo ipotizzato nella prima

dello slum imprime al progetto una necessaria

fase progettuale, una nuova fase di costruzione

rapidità di riflessione ed allo stesso tempo stimola

è iniziata, portandoci a rivedere alcune scelte,

una necessità di riadattarsi continuamente ai

modificando nuovamente il programma e

cambiamenti in situ.

portandoci ad ipotizzare una nuova proposta.

Allo stesso tempo il rapporto tra committenza

La fase di costruzione si è accavallata, nel corso del

e progettista è inconsueto: come accennato in

processo con quella di progettazione ed la fruizione

precedenza, in una realtà informale, nessuno degli

della struttura è iniziata addirittura a progetto non

edifici è stato progettato da architetti e, come

ancora concluso.

sottolinea Yehuda Safran, è necessario anche

Progettare a Dharavi ha quindi significato provare

abituare il committente ad essere cliente.

a migliore la capacità di rivedere le nostre posizioni

Il ruolo dell’architetto è comunque quello di

e i nostri spunti progettuali in relazione alla realtà

attenersi alle richieste della committenza, in

locale, intesa come modifica del costruito sul lotto e

modo fortemente vincolante rispetto a quanto

aspettative della committenza.

questo possa avvenire in un processo progettuale

E’ proprio stato l’aspetto temporale a risultare

consueto.

completamente modificato rispetto ad un

oo1. Il cambiamento delle condizioni del lotto durante il processo progettuale

a_1 ottobre 2009

90 feet road

90 feet road

lotto di progetto

160

90 feet road

90 feet road

lotto di progetto

Mahatma Ghandi Road Kumbharwada

c_15 dicembre 2009

b_10 ottobre 2009

90 feet road

90 feet road

lotto di progetto

Mahatma Ghandi Road

Mahatma Ghandi Road Kumbharwada

Kumbharwada


La capacità di auto-organizzarsi dimostrata dal

La necessità di un’attenzione all’aspetto

cliente rafforza infatti la sua “indipendenza dal

economico delle scelte costruttive

ruolo dell’architetto”, obbligando quest’ultimo ad adattarsi alle richieste funzionali del proprio

L’apporto di conoscenze per lo sviluppo di

committente.

alcune soluzioni costruttive, applicate ad una

Lo sviluppo del progetto sarà dunque vincolato ai

tecnologia mai utilizzata all’interno dello slum, è

cambiamenti futuri della volontà di Paul Raphael,

senz’altro quello che emerge più chiaramente dalla

alle possibilità economiche che si presenteranno

presentazione di questo elaborato.

nel corso dei prossimi mesi ed allo stesso tempo

Il proporre un metodo costruttivo completamente

dalle possibilità che il meccanismo complesso

distinto, ma allo stesso tempo fortemente legato

dello slum ti consente di sviluppare.Alla luce di

al contesto (in termini economici e possibilità di

queste considerazioni non spaventa comunque la

finanziamento), è una delle chiavi di lettura più

riduzione della superficie ipotizzata per il progetto,

significative. La ricerca di soluzioni costruttive

poichè pare più importante il mantenimento di una

“non banali” (nel nostro caso principalmente per la

prospettiva realistica piuttosto che la ricerca di una

copertura e per i sistemi parete) è stato una parte

soluzione formale ottimale che risulterebbe un

importante del nostro operato.

evoluzione progetto

risultato puramente accademico.

programma programma programma fase II + costruzione

programma

apertura tea shop

fase III

programma incontro Freeman Murray

programma

fase I

Paul in Dharavi

permesso di costruzione a posteriori

sessione di disegno

costruzione costruzione costruzione permesso di costruzione a posteriori

elezioni Maharastra

tempo

programma programma

ottobre

novembre

dicembre

gennaio

definizione programma programma costruzione fasi progettuali svolgimento attività interventi esterni

Maharastra election day

Freeman Murray

Paul back in Dharavi

police drawing registration session

tea shop

police registration

oo2. L’evoluzione del processo progettuale

161


In queste dinamiche il ruolo che ci siamo ritagliati è

costruire una copertura verde, vanno in questa

stato quello di studiare soluzioni tecnologiche che

direzione.

provassero a dare risposte ad alcuni dei problemi

La scelta di concentrarsi sulle possibili soluzioni

di comfort interno dell’edificio, immaginando che

tecnologiche, senza però approfondirle sino al

queste potessero essere applicate, anche in modo

dettaglio costruttivo è una chiara risposta alle

differente, per gli altri edifici di Dharavi.

richieste del contesto.

La scelta di proporre pareti mobili, un patio

Non avrebbe probabilmente avuto senso

interno ed una copertura ventilata grazie ad

specificare ognuno dei pezzi che compongono

un’intercapedine sono nate proprio in questo senso.

il sistema parete poiché, in un contesto come

La necessità di proporre soluzioni realisticamente

Dharavi, non sarebbe realistico immaginare che

attuabili con il budget a nostra disposizione ci

queste vengano costruite nel modo in cui sono

ha allontanati dalla ricerca di soluzioni ad alto

state disegnate. La logica del riciclo, della rapidità

contenuto tecnologico e ci ha suggerito di lavorare

e della reperibilità sarebbero infatti state più forti

sulle scelte costruttive in modo più “concettuale”,

di qualsiasi nostro disegno. E’ stato quindi l’input a

ipotizzando che queste potessero essere costruite

lavorare su alcune soluzioni facilmente realizzabili,

con i mezzi e le conoscenze reperibili a Dharavi.

che ci è sembrato potesse essere un apporto utile e

La scelta di ipotizzare pareti mobili, che non

realistico per lo sviluppo progettuale.

impediscono il surriscaldamento interno, è diametralmente opposta a quello che avremmo

La necessità della partecipazione all’interno del

potuto proporre in un contesto più vicino a quello

processo di progettazione informale

italiano. Il non lavorare su pareti ad alta inerzia termica, *ma sul rendere dinamico e non fisso,

Il terzo aspetto su cui è sembrato possa

il sistema di chiusure, per andare in contro alle

esprimersi un architetto a Dharavi è quello del

difficoltose esigenze locali dettate maggiormente,

coinvolgimento della popolazione all’interno di

dalle due stagioni che caratterizzano la vita indiana,

processi partecipativi.

determinando così la possibilità di avere una

Spesso utilizzata come pura retorica, almeno nel

ventilazione costante dell’edificio che portasse

mondo occidentale, la partecipazione diviene

un maggiore comfort interno, tutto questo inoltre

mezzo fondamentale a Dharavi per produrre

è chiaramente una scelta dettata dalle limitate

progetti realistici e rispettosi delle istanze locali.

possibilità economiche e tecnologiche.

Condurre un progetto partecipato è stato forse

In un contesto come Dharavi era inoltre

l’unico modo per permettere a questo progetto di

improponibile disegnare dettagli di ognuno dei

fare il suo corso.

componenti che avrebbero costituito la struttura

L’ “immersione” diviene quindi un’arma importante

modulare del Social Club.

ed una risorsa fondamentale per qualsiasi

In questo senso, ci è sembrato molto più utile

approccio progettuale. Trovarsi a progettare in un

proporre soluzioni più concettuali mosse in

contesto in cui la maggior parte delle persone ha

direzione di principi generali di progettazione. Le

costruito la propria casa senza l’aiuto di nessun

rudimentali proposte per il tetto, che ipotizzano

architetto fa riflettere su quanto sia possibile

una raccolta dell’acqua piovana o la possibilità di

imparare per un progettista dagli abitanti sulla realtà

162


locale. La partecipazione aiuta quindi il progettista

Il metodo che si è cercato di seguire nelle fasi di

sia nella scelta del programma dell’edificio, sia nella

ricerca e di progettazione, può essere considerato

ricerca delle soluzioni costruttive stesse.

come una possibile soluzione per creare uno sviluppo dal basso bottom-up.

L’attenzione al singolo tassello in risposta ai

In questo caso il ruolo dell’architetto torna centrale.

masterplan tabula rasa

L’abilità del progettista consiste nel saper adattare la propria esperienza alle difficoltà di un contesto in

L’ultimo aspetto su cui è possibile soffermarsi si

cui non si hanno a disposizione né grandi risorse né

spinge oltre la prassi del processo progettuale.

lavoratori esperti, e raggiungere comunque risultati

Il fatto di lavorare su un progetto così piccolo

semplici ma di discreta qualità del dettaglio, grazie

all’interno di Dharavi significa credere ed allo

all’utilizzo di componenti semplici, a basso costo e

stesso tempo sostenere una forma di sviluppo e di

soprattutto assemblabili autonomamente.

incremento che nasce dal basso, dalla popolazione.

Questa tecnica costruttiva potrebbe sviluppare

Attraverso questo tipo di approccio, che non si basa

un certo mercato all’interno dello slum, grazie alla

unicamente sulla mera soluzione architettonica, si

reperibilità sia del materiale (cosa già piuttosto

potrebbe veramente cambiare in un arco di tempo

presente nello slum stesso), sia della manodopera

non troppo lungo lo stile di vita nello slum, senza

per l’assemblaggio dei componenti costruttivi.

però cancellarne le dinamiche e i modi di abitare.

Quanto appena detto, significa in un certo senso,

Sarebbe quindi possibile cambiare le strutture

rispettare un meccanismo sviluppatosi nel corso di

abitative, rendendone più sani gli ambienti,

molti decenni e che oggi permette di vivere a milioni

pur lasciando la possibilità agli abitanti di auto-

di persone a Mumbai ed a miliardi di persone in

organizzarsi secondo le proprie dinamiche culturali.

molti dei paesi in via di sviluppo.

oo1. Il cambiamento delle condizioni di Dharavi, dopo l’applicazione del metodo Bottom-Up

fase 0

fase 1

n | years

fase X

n | years

163


L’attenzione al singolo tassello sposta

L’approccio a tabula rasa, che forse consegnerebbe

completamente il tema della discussione: non

a Mumbai un nuovo quartiere residenziale per la

più la necessità di un masterplan per risanare

classe media, cancellerebbe prima di tutto questi

un’area fortemente degradata, ma la proposta di

meccanismi oltre che un tessuto storico non così

incrementare e migliorare una situazione esistente

distante dai nuclei storici medioevali delle città

che, con tutti i limiti elencati, sembra poter

europee.

funzionare.

Inoltre non risolverebbe il problema della diffusione

Con la speranza che il governo centrale del

degli slums a Mumbai. Infatti, la percentuale di

Maharashtra e la municipalità di Mumbai inizino

persone attualmente residenti a Dharavi che

a fornire finalmente le infrastrutture adatte a

potrebbero permettersi di vivere in futuro in uno

questa parte di città, lo sviluppo di Dharavi lungo le

degli edifici proposti dai piani di risanamento

linee tracciate sino ad oggi non appare infatti così

sarebbe molto bassa. Gli esclusi probabilmente

improbabile.

si muoverebbero in un’altro terreno vacante della

Il tessuto urbano che si è venuto a creare a Dharavi

città tornando a creare nuove sacche di povertà

offre qualità difficilmente riscontrabili all’interno

e nuovi slums. Il fatto che gli architetti provino ad

della città formale: la vicinanza dei legami familiari,

intervenire sul tessuto esistente anche con piccoli

la creazione di nagars con un forte senso di

interventi inseriti nel contesto, e non attraverso

comunità, la possibilità di trovare lavoro all’interno

masterplan azzardati, tiene viva l’attenzione sulla

dei sistemi di produzione locale, l’apparente facilità

ricerca di una forma urbana differente da quella

con cui convivono persone di religioni differenti,

delle torri residenziali che hanno invaso Mumbai

sono tutti aspetti che non vanno dimenticati in un’analisi attenta della situazione dello slum.

oo4. Meccanismo del metodo d’applicazione del Bottom-Up

amministrazione mobilità edifici abitazioni architetti

infrastrutture studenti

abitanti

H2O elettricità

bambini commercianti

persone

164


negli ultimi decenni.

Il parallelo con il caso di Shimokitazawa a Tokyo è

Il tipo di percorso che abbiamo ipotizzato

perfettamente in linea alla situazione di Dharavi

attraverso lo sviluppo di un minuscolo tassello,

portata avanti dalla nostra proposta.

potrebbe essere la chiave ideale di un processo di

Anche in questo caso la città viene considerata

risanamento dal basso.

come un organismo vivente che viene

Ciò significherebbe che la progettazione e la

metabolizzato attraverso la sostituzione dei suoi

successiva costruzione di un tassello modello

componenti fondamentali. Questo è ciò che veniva

servirebbero come esempio per uno sviluppo

proposto dal movimento metabolista negli anni

graduale nel tempo, che grazie ad una successione

‘60, basato sul concetto rivoluzionario che, come

di avvenimenti a catena, donerebbe una nuova

una macchina, una città può essere metabolizzata

riconfigurazione globale. Ciò permetterebbe nuove

sostituendo le sue componenti funzionali. Questo

possibilità ed un miglior stile di vita, sostituendo

pensiero può essere espresso essenzialmente

lentamente, ma conservando minuziosamente

anche nel nostro lavoro, legittimando il tasselo

tutti i rapporti sociali che rendono speciale questo

come elemento sostitutivo di un ingranaggio mal

insieme di persone, sostituendo l’ambiente

funzionante che progressivamente nel tempo vada

insalubre esistente.

a sostituire le sue parti non funzionanti. In altre

Non si tratta di una contrapposizione tra high-rise

parole deve crearsi un sistema alla base che faciliti

e low-rise, con un rifiuto a priori degli edifici alti, ma

i cambiamenti che potranno, successivamente,

della necessità di ipotizzare un futuro per quest’area

essere prodotti individualmente.

che possa comprendere anche i suoi residenti

E’ evidente come questo meccanismo non possa

attuali, tenendo conto delle loro aspettative, delle

funzionare senza l’aiuto di una struttura che deve

possibilità e delle loro necessità economiche.

essere necessariamente fornita dalle autorità della

E’ forse questo l’insegnamento più importante che

città. La forma urbana sarà dunque, il risultato della

un architetto possa ricevere lavorando a Dharavi e

co-partecipazione di tante idee individuali e non più

allo stesso tempo l’apporto più grande per garantire

di un piano pensato da pochi e subito da tutti.

la sopravvivenza di questo meccanismo. Il fatto che ognuna delle linee disegnate coinvolga

Inoltre, dopo il devastante crollo dell’economia

e si inserisca in una società già fortemente

capitalistica, questa tesi si fà sempre più concreta,

strutturata e caratterizzata da un altissimo livello

l’architettura vista come icona del potere

di complessità non può essere ignorato o, peggio,

economico, sembra aver perso il suo ruolo guida

disconociuto.

nelle città e nelle metropoli di tutto il mondo ,

Lo sviluppo di un piccolo progetto su un lotto di

diminuendo la propria credibilità se si fa riferimento

poche decine di metri quadrati all’interno di New

ai piani di sviluppo a tabula rasa, come quelli

Transit Camp serve dunque anche questo: a

proposti nei decenni passati per Dharavi.

promuovere una strada differente rispetto a quella

Ora sembra che si stiano creando i presupposti per

ad oggi tracciata dal Dharavi Redevelopment Plan.

arrivare ad un’inversione di tendenza. Il concetto che sta alla base interpreta la città come sede

Una strada differente che ad oggi è sempre più reale

delle attività economiche ma soprattuto come

e meno utopica nella sua realizzazione.

luogo di vita, in cui la stragrande maggioranza 165


delle sue funzioni riguardano essenzialmente la vita quotidiana e niente altro. Si può esprimere quindi un’inversione di tendenza verso una pianificazione informale, che può essere vista come un’aggregazione casuale di elementi urbani determinati dallo sviluppo della vita quotidiana, i quali determinano un’ importante influenza sugli aspetti aggregativi dello stesso spazio urbano. La forma di architettura da raggiungere per poter sostenere la vita in simbiosi tra ambiente, città e comunità è forse quella appena descritta, in cui i legami e la foltissima rete di relazioni consente di creare un nucleo perfettamente autosufficiente ed in grado di svilupparsi.

166




BIBLIOGRAFIA

169


La suddivisione della bibliografia in macrotemi, riportati nell’ordine in cui compaiono nell’elaborato, è stata pensata per facilitare un’eventuale ricerca successiva su contenuti che risultano essere di base alla trattazione e per facilitare il lettore nell’eventuale approfondimento di alcuni di questi.

Sull’India e Mumbai* _Shannon, K., Gosseye J. (a cura di), Reclaiming (the urbanism of) Mumbai, Amsterdam, Uitgeverij Sun Academia, 2009. _Assadourin, E., State of the world 2006 : rapporto sullo stato del pianeta, focus Cina e India, rapporto annuale del Worldwatch Institute, Milano, Edizioni Ambiente, 2008. _Rampini, F., La speranza indiana, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2007. _London School of Economics (a cura di), Urban India: understanding the maximum city, London, Urban Age, 2007. _Rampini, F., L’impero di Cindia : Cina, India e dintorni, Milano, Mondadori, 2006 _Mehta,S., Maximum city. Bombay città degli eccessi, Einaudi, Torino, 2006. _Torri, M., Storia dell’India, Bari, Laterza, 2000 _ Jacquemin, A.R.A., Urban development and new towns in the third world : lessons from the New Bombay experience, Surrey (UK), Ashgate, 1999. _Correa ,C., Frampton, K., Charles Corres, London, Thames and Hudson, 1997. _Correa, C., Housing and Urbanization: Building Solutions for People and Cities, London, Thames & Hudson, 1997. _Tindall, G., City of Gold, 1992, New Delhi, Penguin Books, 1992. _Pough, C., Housing and urbanisation : a study of India, New Delhi, Sage, 1990. _Sundaram P.S.A., Bombay : Can it house its millions?, 1989 New Delhi, Clarion Books. Siti internet consultati: www.mmrdamumbai.org, www.sra.gov.in, www.maharashtra.gov.in, www.visionmumbai.org, timesofindia.com,

www.udri.org,

www.mumbainet.com,

www.

www.archidev.org

www.urban-age.net

Sugli slums e sulla diffusione degli insediamenti informali* _De Filippi F. (a cura di), slum[e]scape, Firenze, Alinea editrice, 2009. _UN Habitat (a cura di), State of the word’s cities 2008-2009. Harmonious Cities, London, Earthscan, 2008. _Biau D., China and India: a telling contrast in UN Habitat (a cura di), Chinese and Indian cities: a telling contrast. in Urban World, Novembre 2008. _Caruso, I. Necessità e potenzialità del riuso in uno slum indiano, Tesi di laurea magistrale in Architettura, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura II, relatore: Maritano Comoglio D., a.a. 2007-2008. _ Indian slum population doubles in two decades, in The Times, 18 maggio 2007. _Davis M., Planet of slums, London, Verso, 2006. _Neuwirth R., Shadow Cities. A billion squatters, a new urban world, New York, Routledge, 2006. _ Mohanty L.N.P., Slum in India, Aph Publishing House, 2005. _United Nations Global Report on Human Settlements, The challenge of slums. United Nations Human Settlements Program, London, Earthcan Publications, 2003. _Varma G. D., Slumming India, New Delhi, Penguin books, 2002. _Desai, V., Community participation and slum housing : a study of Bombay, New Delhi, Sage, 1995. Siti internet consultati: www.indiahousing.com, www.economist.com,

www.indiastat.com, www.favelization.com,

www.timesofindia.com, www.plataformaurbana.cl

www.searchindia.com,


Su Dharavi. Storia, statistiche e documentazione* _One in two Mumbaikars lives in a slum, in The Times of India, 8 novembre 2009. _Boano C., Isis P Nuñez Ferrera(a cura di), Dharavi, A case of contested Urbanism, Amsterdam, London, University College London, 2009. _Ahmedabad’s Center for Environmental Planning & Technology (CEPT) (a cura di), Strategies for Dharavi Plan Redevelopment, 2009. _Shannon, K., Gosseye J. (a cura di), Reclaiming (the urbanism of) Mumbai, Amsterdam, Uitgeverij Sun Academia, 2009. _PUKAR team (a cura di), Mumbai 2015. Conservation of an identity for local communities in Marco Brizzi, Paola Giaconia (a cura di), VISIONS (catalogue of the 9th edition of Beyond Media International Festival for Architecture and Media), Firenze, Image Publishing, 2009. _The Royal University College of Fine Arts, Dharavi. Documenting informalities Varnamo (Sweden), Falt and Hassler, 2008. _Caferri F., Nello slum più grande di Mumbai ventre del miracolo indiano, in Repubblica, 22 luglio 2007. _Jacobson, M., Bendiksen, J., Dharavi, Mumbai’s shadow city, in National Geographic, maggio 2007. _ The strange allure of the slums, in The Economist, 3 marzo 2007. _Kamla Raheja Vidyanidhi Institute of Architecture di Varanasi (KRIA) (a cura di), Creating a new masterplan for Dharavi, 2007. _NSDF, SPARC (a cura di) Dharavi: A View from below, in Good Governance India magazine, gen-feb 2005. _ Inside slums, in The Economist, 27 gennaio 2005. _Sharma K., Rediscovering Dharavi, New Delhi, Penguin Books India, 2000. Siti internet consultati: www.dharavi.org,

www.urbz.net,

www.pukar.org,

www.favelization.com,

www.airoots.org,

www.udri.org,

http://news.bbc.co.uk.

Sul metodo _University of Michigan Mumbai Studios Sroing and Fall, Mapping Mumbai, Mumbai, UDRI, 2005. _David De souza, Picture Mumbai, Landmarks of a new generation, The Getty Conservation Institute, Mumbai, 1997. _Pauline Rohatgi, Pheroza Godrej, Rahul Mehrotra, Bombay to Mumbai. Changing Perspectives, Mumbai, Marg Publications, Mumbai 1997. Siti internet consultati: www.pukar.org, www.dharavi.org, www.urbz.net,

www.airoots.org,

www.urbantyphoon.com

www.urbanology.org,

http://squattercity.blogspot.com/, http://mumbai-magic.blogspot.com/


*Articoli pubblicati all’interno dei Mumbai Reader ‘06 - ‘07 - ‘08 _Bhide A., Resettlement or SIlent Displacement? in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘08, Mumbai, UDRI, 2009. _Patel S., Arputham J., Burra S., Savchuk K., Getting the information base for Dharavi’s redevelopment in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘08, Mumbai, UDRI, 2009. _Phatak V. K., Dharavi redevelopment plan. Abuse of legal provisions in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘08, Mumbai, UDRI, 2009. _Echanove M., Srivastava R., The tool house in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘08, Mumbai, UDRI, 2009. _Jain U., How big is too big Mumbai in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _D’Monte D., The Highrise hang-up in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Phatak V.K., Developing land and real estate market in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Ghandi S., Housing Mumbai’s poor in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Patel S.P., Sheth A., Panchal N., Urban Layouts, densities and the quality of urban life in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Sharma K., Sealing Dharavi’s fate in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Srivastava R., Echanove M., Dharavi 2025 in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘07, Mumbai, UDRI, 2008. _Bombay First- McKinsey Report (a cura di), Vision Mumbai: Trasforming Mumbai in a world class city in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘06, Mumbai, UDRI, 2007. _Bharucha N., Who owns Mumbai? in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘06, Mumbai, UDRI, 2007. _Hagn A., Situation of informal settlements in Mumbai in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘06, Mumbai, UDRI, 2007. _Joshi P., Slums. A solution to the housing problems in Urban Design Research Institute (a cura di), Mumbai Reader ‘06, Mumbai, UDRI, 2007.


RINGRAZIAMENTI

Un grazie a Matias e Rahul, collaboratori appassionati che con la qualitĂ del loro approccio ci hanno aiutato a capire che cosa si nascondesse dietro la parola slum e a Dharavi. Grazie a Bhau, per le chiacchierate sul futuro di Dharavi e per le continue critiche al nostro operato. Grazie a Francesco, per la stupenda esperienza condivisa ed il lavoro svolto insieme. Grazie a Simona, per avermi sempre sostenuto in tutto e per tutto. Grazie a tutti gli amici, colleghi e le persone che ho incontrato durante tutti questi anni di universitĂ . Un grazie particolare alla mia famiglia, per avermi permesso di concludere gli studi in tranquillitĂ e per avermi sostenuto in tutti questi anni 173



APPENDICI

Testi: I. The tool house Articolo pubblicato in MR ‘08 a cura di Matias Echanove e Rahul Srivastava II. The Tokyo Model of Urban Development. Lettera all’attenzione della SRA di Matias Echanove III. Learning from Dharavi Post pubblicato su airoots.net a cura di URBZ. Biennale di Rotterdam: I. Exhibition Design IV International Rotterdam Biennale_sezione Parallel Cases Il layout dell’installazione II. Il materiale esposto alla IV International Architecture Biennale Rotterdam Coexistance as survival. Enhancing informal synergies in the communities of Dharavi, Mumbai


I. THE TOOL-HOUSE Articolo pubblicato in MR ‘08 a cura di Matias Echanove e Rahul Srivastava

One of the most enduring artifacts of pre-industrial

behind which an old family continues to perform a

society in contemporary times is the tool-house;

traditional occupation.

the habitat of the artisan where work and residence

Tool-houses can be found across cultures and

co-exist amicably. Conceptually located between

socio-economic backgrounds. Middle-class homes

Le Corbusier’s machine for living and Ivan Illich’s

in housing colonies often double up as clothes

convivial tool, the tool-house is an apparatus

stores over the weekend while their kitchens

fulfilling economic and sheltering purposes.

service huge clienteles. Parisian hôtels particuliers

In the past, production practices took place mostly

are conceived to provide a range of professional

in the artisanal homes of rural areas, while cities

services for their owners and guests, acting as

were political and trading centers. Today, in a post-

semi-private salons and gentleman’s clubs.

industrial hyper-urbanized era, versions of the

Yet, as a structure epitomizing such dual use,

tool house can be found in an artists loft, a web-

the tool-house, does not have the legitimacy it

designers den, a hidden restaurant in an immigrant

deserves. In fact in many places it is considered

enclave or in an up-market artisanal shopfront

outdated, or worse, an invalid urban form, thanks

176


to strict zoning laws and rigid conceptions of urban

and the re-emergence of the post-industrial artisan.

order. With the universalizing principles of the

The contemporary world is proving to be a live

industrial revolution becoming mainstream, homes

exhibition space for different eras and epochs to be

and workspaces have been decisively cut off from

displayed, with regard to the world of industry and

each other.

commerce.

The modern city emerged through an atomic

With a little bit of imagination, a walk through

division of functions which had for long cohabitated

any Mumbai slum also becomes a trip through a

in space and time. As working and living became

moment in the dawn of the industrial revolution.

spatially segregated, they also started being

When the economic regime had still not drawn the

regimented along temporal lines. When the self-

rules of how we should live, work and sleep. Several

employed artisan became a factory worker he

of Mumbai’s informal settlements are shaped by

splintered his workshop-home and his days. He

the contours of the tool-house. You can see every

would have to commute to a separate place and

wall, nook and corner becoming an extension of

compartmentalize his time in strict schedules

the tools of the trade of its inhabitants, where the

demarcating work and leisure time. Ever since, the

furnace and the cooking hearth exchange roles and

practice of separating residences from places of

sleeping competes with warehouse space, with

manufacture has shaped much of the way we think

eventually a cluster of tool-houses making for a

of cities, work, and time. In particular, the organizing

thriving workshop-neighbourhood.

of space according to these principles became the

Unfortunately, in spite of the way things actually

main purpose of urban planning.

unfolded, perceptions about industrial society were

In practice however, several parts of the urban

often limited. The movement from the home to

world are littered by sprawling collections of built-

the factory was mostly described as representing

forms that do not reflect this neat divide. In fact

progress for humanity, and measured in terms of

informal settlements around the world are the

output increase. The discourse looked at the village

best expressions of the enduring presence of the

as a counterpoint to the city, and as being culturally

tool-house. The reason for its resilience is basic

and economically backward. Not surprisingly, over

economics. In a context where more than 40% of

the last century, it is agriculture more than any

people are self-employed, and urban development

other economic activity that has been scaled up to

keeps pushing up the price of space, the home

fit the requirements of the industrial age.

needs to double up as a productive site. In low

Voices such as Gandhi’s were a few of the critical

income neighbourhoods, it is not uncommon to find

ones that questioned such narratives. His vision of

a small tool-house partially rented as storage space,

rural India was essentially an artisanal one – with

used as a shop in the front and as a workshop

the tool of the charkha becoming a potent symbol,

space in the back in addition to serving as a shelter

linked to narratives of economic self-sufficiency in

for an extended family. Interestingly, several

a colonial age dominated by the frenzy of industrial

economic commentaries these days talk of the

production. However, rather than isolating the

return of the home-based workspace (in the US this

space of the artisan, Gandhi’s vision encapsulated a

is supposed to be a good anti-dote to outsourcing)

totalizing notion of rural self-sufficiency and located

177


the village exclusively within this landscape.

livelihood and spaces that expresses the lives of

A look at the living conditions of contemporary rural

more than half of humanity. Not to be able to see

India reveals that Gandhi’s vision is desperately lost.

this dimension in slums reveals a terrible lack of

Yet, if we turn our eye to our much decried dirty

imagination and aborts the complex and organic

and messy cities, we actually see post-industrial

evolution of urban forms.

versions of the village form flourishing in all kinds of ways. It would not be too much of a stretch to say

In reality – tool-house landscapes indicate a need

that if the Gandhian village was the soul of his India,

for a sharp restructuring of the way in which

the tool-house was actually its heart. If we detach

labour, work, and capital are understood in the

the village from its exclusive rural setting and

post-industrial city. They can help us to concretely

accept it as a valid urban form, we soon realize that

visualize a future in which the dated dichotomy

one of its most persistence features, the artisanal

of the formal and the informal organization of

home, deserves much greater attention.

production and services is transcended. Where the new spatial-temporal order that internet-based

Through the twentieth century, the modernist

and mobile communication technologies have

urban imagination was firmly tied to the industrial

introduced in our lives are acknowledged, and the

age, even though in actual experience, processes

complex dialectic between the artisanal/organic,

of living, production of goods and the evolution of

decentralized and industrial mass-based product in

structures were discontinuous and fragmentary.

the contemporary economy is recognized.

Formal and informal economic practices have co-existed in several ways. Manual energy has

Cities of the future can keep being formed by the

supported mechanical energy and vice versa.

empty development and one-dimensional growth

Yet, the idealized vision of this age was always

of real-estate development or they can rearrange

one that saw human scale economic operations

themselves in less predicable ways following our

as redundant, or on the verge of disappearance.

aspirations and localized needs. Where urban

The reality is absolutely to the contrary. A lot more

development is left to local actors we observe the

production takes place in informal settlements with

(re)emergence of live-work spaces that are in fact

a combination of manual and mechanical energy

less dehumanizing than the housing block and

than we would like to acknowledge. Cheap human

its twin office tower that are being systematically

labour is what energizes and subsidizes such a

promoted by urban developers all across the

gigantic economy as India. A substantial amount

ideological spectrum – from real estate investors

of that energy is located in informal settlements,

to NGOs, passing by the government, as the only

slums and urban villages, and a million tool-houses

acceptable way towards modernity.

where massive and decentralized production

It might be time to acknowledge that for all its

processes take place.

lack of infrastructure and overcrowding, several informal settlements reveal a trend that can be well

The reason why urban landscapes formed by

integrated into a post-industrial landscape. They

tool-houses are so crucial for urbanists is that it

will then emerge not as much slums in dire need for

makes explicit the relationship between production,

redevelopment but as a highly successful model of

178


bottom-up development, with the tool house being at the core of its system. The Dharavi Redevelopment Project’s latest design produced by Mukesh Mehta – that accommodates the recommendations of a panel of experts – pretends to respect the living and working conditions as epitomized in the tool-house dominated landscape of the neighbourhood. Actually it only reinforces a segregation by superimposing economic and residential functions onto each other, in distinct layers. The fact of the matter is that the logic of the toolhouse is intimately linked to the larger economic context of informality, decentralized production and the subsidizing of costs by using space in complex and layered ways. It is organically connected to the unit of the family, the community and the persistence of the village form in the modern metropolis. By ignoring these complexities, the attempts at making over Mumbai’s informal settlements will simply not hold water.

179


II. THE TOKYO MODEL OF URBAN DEVELOPMENT Lettera all’attenzione della SRA a cura di Matias Echanove

180


181


182




III. LEARNING FROM DHARAVI

Post pubblicato su airoots.net a cura di URBZ

1. Can’t Picture it: Demographic surveys and

be read through its streets, they are like the lines

enumerations lie. They cannot possibly tell the

of the hand. It reveals a history of incremental

truth about the number of people coming, going,

development configured through the biography

living, working, renting, subletting and encroaching.

of each migrant, family, or community that ever

Dharavi can only be effectively grasped on the

moved in.

ground and in real-time. 8. Dharavi is a Mangrove Forest: Architecture, social 2. Many Dharavis: Dharavi is a collection

networks, and economic activity are irremediably

neighbourhoods, each with their own specialities,

enmeshed, like the roots and branches of a

languages, activities, festivals, rituals and

mangrove. Destroy one and you destroy the others.

aspirations. Each follow its own organizational logic.

Let one grow, and you develop everything.

3. Dharavi is not Poor: Dharavi is an Indian success

9. Forest Economy: Like all jungles, Dharavi is full

story. It is full of opportunities. It doesn’t matter

of resources for those who know how to hunt and

how small one starts, as long as one is allowed to

gather. Dharavi is a knowledge and skill based

fulfill one’s potential. That’s what Dharavi has meant

economy.

for hundreds of thousands of people. 10. Density is Wealth: If there are enough people 4. Artisanal City: Dharavi strives on artisanal energy.

passing by, (and there always are) – you’ll always be

A house is an object like any other. To build one you

able to sell something to someone. Density means

need knowhow and materials. Dharavi is not an

opportunities and Dharavi is Super Dense.

architect’s city by any means and yet architects are fascinated by it for this very energy it exudes.

11. Space = K: Space is capital, human energy is capital, relatives, neighbors and community

5. Do it Yourself or Die: Landing up in Dharavi

members are capital. Capitalize and maximize

means having a foot in the door to India’s wealthiest

whatever you’ve got – that is Dharavi’s byline.

city. Migrants either exploit it to the maximum (sometimes all the way to the top) or get their foot

2. Las Dharavegas: Dharavi follows the same

cut off.

logic of hyper exploitation of space, people and opportunities as Las Vegas. Aesthetically, however,

6. A Cluster of Tool-houses: In Dharavi virtually

it is vastly superior to Las Vegas. Humanly even

every home doubles up as a productive space. A

more so.

tool-house emerges when every wall, nook and corner becomes an extension of the tools of the

13. My Sweatshop: Dharavi is the libertarian version

trade of its inhabitant. When the furnace and the

of totalitarian Chinese sweatshop, producing just as

cooking hearth exchange roles and when sleeping

much with a decentralized web of producers. Just

competes with warehouse space.

as exploitative but allows more individual mobility and initiative.

7. Reading Dharavi’s Palm: Dharavi’s history can 185


14. Live/Work or Leave Work: Work at home if you can afford it. If you can’t then live at work. Either way no space can have just one function, unless it is sacred space. Gods and spirits need some privacy. 15. Intimate with Neighbours: Intimacy means everyone knows about everyone’s life. You are intimate with your neighbors for better or worse. 16. Hell is the Other People: Hell is other people and Dharavi is loaded with other people from all over India. The relations are conflictual but without violence (usually). At the end the bazaar keeps the goodwill flowing. 17. Fractal Social Fractures: In Dharavi you find refuge in your community and family only to find out that they are a fractal image of whatever lays outside them. Social networks are not smooth. Dealing with them only means more creative and pragmatic solutions rather than the bourgeois sense of corrected consensus. 18. Mess is more: Neighbourhoods that looks messy and backward at first sight are often instead complex, dynamic and resolutely contemporary. The karmic potential of Dharavi is realized in Tokyo’s periphery. Dharavi shares its history of incremental development, its low-rise high-density typology and labyrinthine street patterns with many of Tokyo’s neighbourhoods. 19. With Love From Dharavi: Some say it has the charm of European old towns. Yes, the very same “romantic” old towns that we all love. Did they look as pretty back then when they had open sewage systems?


20. The Village Inside: Dharavi is made of the same urban fabric that can be found in many artisan villages and smalls town in India, just much more of it. Scratch the surface and you’ll see the village emerge, almost intact. 21. Invisible Ties: Dharavi’s biggest strength in tangible terms is community/caste ties. Shrines and sacred spaces abound in Dharavi indicating this connection. They evoke old cultural trajectories and support systems. 22. Dharavi Development Project: Dharavi is already developed, it doesn’t need to be redeveloped. It simply needs the same add-on civic infrastructure that is available in any other part of the city. The Dharavi “Redevelopment” Project means stopping its on-going development and kicking hundreds of thousands of people out in the streets of Mumbai and throwing them into a situation of penury. They will move to another slum or start a fresh one, making Mumbai worse off.

187


IV. INTERNATIONALE ROTTERDAM BIENNALE_Parallel Cases Il layout dell’installazione

188


189




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.