Rivista di Pesca a Mosca
Rivista trimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n째1963
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLI
INE GRATUITA
Settembre-Novembre2013
n째21
Direttore Responsabile Baroni Franco Direttore Editoriale Mondini Alberto Alford Osvaldo Velo
Come eravamo Aldo Angelini
Grafici Mondini Alberto Antonio Napolitano Coordinatore Redazionale Magliocco Massimo
BFFI Antonio Napolitano
Corso Ninfa Marco Terzani
AVISIO Brono Generali
Fiume DEE Roberto Miceli
Simflyfestival Ufficio stampa SIM
Tipula Alberto Mondini
Collaboratori Massimo Matteuzzi Borriero Moreno Marco Terzani Michele Malagugini Stefano Roviaro Roberto Miceli
Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009 Rivista Gratuita Pubblicità Franco Baroni Tel. 3343328889 e-mai: francobaroniffm@gmail.com
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Volli sempre volli fortissimamente volli…. Aniene, affluente del Tevere, unico fiume da salmonidi degno di nota della provincia di Roma. Chi conosce l’Aniene sa che questo stupendo torrente attraversa una lunga valle su cui si affacciano tanti paesini dove la stragrande maggioranza dei loro abitanti è pescatore di trote e tutti i pam di Roma e dintorni sanno che, come spesso succede anche in altri fiumi, la “concorrenza” dovuta ad una cultura formatasi nei secoli dove la pesca del salmonide è parte integrante del modo di vivere di queste parti e che è intrinseca di questa valle e che va assolutamente rispettata, ha spesso causato “scontri” con i pescatori a mosca e questi spesso non pensano che prima di loro sui fiumi sono cresciuti e ancora crescono generazioni di pescatori e ancor più spesso pensano che è quasi un dovere chiedere alle amministrazioni locali di tracciare di punto in bianco una linea e dire, da oggi se vuoi pescare lo devi fare con la mosca perché da oggi questo è un tratto no kill, altrimenti vai da un’altra parte!!!! Fino a qualche anno fa c’era un altro tratto no kill molto più a monte ma non ha avuto mai il successo che tutti speravano proprio per i motivi di cui sopra e a dire il vero quasi tutti i pam del circondario avevano ormai pensato che di tratti solo per loro su questo fiume non se ne sarebbero fatti più, fino a che un gruppo di pam che hanno visto oltre il loro naso, hanno pensato di coinvolgere i “locali” sensibilizzandoli sulle reali possibilità che tra la pam e la pesca tradizionale non ci doveva essere più un confine netto ma che si poteva collaborare e così è stato, e da qualche giorno esiste su questo stupendo fiume un nuovo tratto di pesca a regime speciale diviso in più parti in cui in uno di essi si può pescare anche con le esche naturali. Ecco, credo che se uno si mette in testa di lavorare con tutti coloro che sono coinvolti quando si pensa di fare qualcosa di utile, segua la strada assolutamente più intelligente e proficua. Un grande “Bravi” a tutti coloro che hanno pensato di riproporre qualcosa di valido per questo fiume dimostrando che per arrivare all’obiettivo spesso bisogna ragionare e crederci. Massimo Magliocco
Pesca a mosca: un’idra dalle cento fauci che oggi Ercole difficilmente riuscirebbe a sconfiggere. Perché a differenza di quella di ercoliana memoria, anche il più feroce dei roghi non riuscirebbe ad impedire la ricrescita delle convinzioni ormai radicate da anni, anzi, da secoli. Oggi viviamo in un contesto moscaiolo (verrebbe da dire “moschicida”, visti i danni che nel lungo tempo sono stati fatti alla nostra passione) che si basa quasi esclusivamente su concezioni storiche ormai assodate, ormai facenti parte del nostro tessuto organico. Concezioni e modi di vedere e di pensare (e di pescare!) che abbiamo appreso dal passato come un dato di fatto, senza discussioni, senza “ragionarci su”, dando vita a fatti scontati che non si possono (o non si vogliono?) considerare sotto un’altra luce. L’avvento di internet non ha fatto altro che peggiorare la situazione e ci siamo ritrovati con un esercito di “super-esperti” che ritengono di sapere tutto non consci del fatto che nella pesca a mosca questo non sarà mai possibile. Anche il più esperto, il più bravo, il più “catturatore” avrà sempre e comunque qualcosa di nuovo da apprendere e, di conseguenza, da trasmettere. Ho come il sospetto che la visione generale della pesca a mosca ai giorni nostri non sia poi così realistica. Al contrario, penso che molti concetti oggi sbandierati come “imprescindibili” non siano altro che nozioni fatte circolare appositamente ad arte per creare un alone di magia, di mistero…. La “mosca esatta”, la superiorità della secca rispetto alla sommersa o la ninfa, la necessità di saper effettuare determinati tipi di lancio, la considerazione minimalista nei confronti di pesci
(tutti “moscabili”) che non siano salmonidi o timallidi, l’ “obbligo” di usare solo determinati tipi (se non addirittura marche o modelli) di canne per poter essere considerati pescatori a mosca… insomma tutte quelle nozioni che fanno da corollario negativo alla divulgazione di questa nostra passione comune. Le lacune maggiori che si riscontrano – soprattutto fra le “nuove leve” – sono di tipo culturale. Tutti sanno fare lanci super, sanno costruire artificiali “acchiappa tutto” ma ben pochi sanno il perché di un certo tipo di gestione oppure, ancora più semplicemente, chi erano Sawyer, Skues, Ritz, Halford…. Ecco, appunto. Halford. Chi era costui? Molti lo ritengono – perché così venne tramandato ai posteri – come il padre della pesca a mosca secca, colui il quale “inventò” la mosca secca. Che pescava “solo” a mosca secca. Che usava “solo” imitazioni esatte… Ma era davvero così? E ancora: i luoghi in cui pescava, in cui era un esperto assoluto, erano veramente così idilliaci? Era veramente un esperto della mosca secca “a tutto tondo”? E le sue teorie, erano (e sono) applicabili sempre ed ovunque? E che dire della “querelle” con Skues sulla questione secca-sommersa: sostenne con quest’ultimo dei feroci scontri verbali come quasi tutti pensano? Questo ed altro ancora può essere appurato
analizzando (e non semplicemente leggendo) l’ultima delle sue opere, “The Dry Fly Man’s Handbook” (“Il manuale del pescatore a mosca secca”, traduzione a cura di O. Velo). Forse la meno riuscita dal punto di vista editoriale ma certamente quella che meglio delle altre permette di avere una visione più completa della vita di questo “grande” della pesca mosca. Un’analisi che è stata fatta in maniera approfondita (comprensiva di proiezione di diapositive e dibattito) di fronte a decine di appassionati intervenuti alle serate di presentazione in diverse città italiane e che si ripeteranno anche nei prossimi mesi.
Per ulteriori informazioni: info@flyfishingtuscia.com.
Aldo Angelini
COME SI PESCAVA qualche anno fa...??(e soprattutto COSA AVEVAMO come attrezzatura ??) Mettendo a posto il garage, dopo l'ennesimo rimprovero di mia moglie, l'occhio mi va su uno scatolone con sopra scritto PESCA. Con la mente cerco di ricordare cosa puo' contenere, ma non ci riesco e lo apro con curiosita' ed emozione. In una busta ritrovo il mio primo morsetto per la costruzione...Dio,.. ma come facevo a fare gli artificiali con questo coso..??.. di lato vedo il primo mulinello da mosca...ma quanto Colori per tessuti,con i quali tingevo i colli, la pece usata sciolta nella trielina per la realizzazione dei dubbing in pelo, i primi siliconi per inartificiali, i finali autocostruiti.., il portafinali artigianale copiato da Pragliola, l'annodatore fatto. Se ci penso.....ma come facevamo 40 La fantasia e soprattutto la pasione un chiodo fisso, qualsiasi cosa ,dai nastri colorati, ai fili da ricamo della nonna, alle
coperture dei tappi di spumante, agli astucci delle penne trasformati in scatole portamosche ,tutto era finalizzato alla realizzazione degli artificiali o ad articoli dedicati alla pesca , insomma una MANIA.... Quanti ricordi in quella scatola... un salto nel tempo e nella gioventu' ..che portero' sempre nel cuore insieme alle persone che ho conosciuto e che hanno condiviso questa passione .(ps. ancora non ho messo a posto il garage, ma non lo dite a mia moglie....!!!!.)
Spazio
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Antonio Napolitsano
A noi appassionati di pesca a Mosca piace viaggiare , visitare le fiere d Basterebbero questi tre buoni propositi per iniziare a scoprire quali so ogni anno in Italia e all'estero. Oltre alle solite mete nazionali , Vicenza , Bologna, Prato ecc..,abbiamo d manifestazioni americane. Ci basterebbe dare un occhiata in Europa per renderci conto che in Ge lavoro, appassionati , professionisti o semplicemente volontari, organi che racchiudono tutta la nostra passione, la pesca a Mosca.
del settore e ritrovare gli amici. ono le Fiere/mostre mercato/manifestazioni che vengono organizzate
diverse possibilità all'estero senza per forza scomodare le più blasonate
ermania, in Austria, in Irlanda e in Inghilterra ogni anno , un gruppo di zzano spazi , demo e shop, logisticamente dei veri e propri contenitori Seconde me la pesca a Mosca non è una passione ma un insieme di passioni che come un grande puzzle racchiude tutto il nostro mondo , la costruzione , le attrezzature, l'entomologia, la tecnica di lancio, il Bamboo ecc.. In queste manifestazioni, noi pam per questo motivo andiamo sempre volentieri , ognuno di noi cerca e trova l'introvabile, dal materiale ricercato, al pam reporter che scrive su quella rivista tanto famosa, oppure poter provare una canna vista solo su internet e rendersi conto che non era poi tanto valida come le aspettative e al contrario ,rimanere impressionati da quella “9piedi coda4” dall'ottimo rapporto qualità prezzo e poterla acquistare direttamente li , in fiera ! Insomma, per noi pam le fiere sono come Disneyland per in nostri figli, quando varchiamo i cancelli sembriamo tanti bambini meravigliati e con lo sguardo perso vaghiamo nel nulla ,solo dopo il primo giro si riacquista un po' di lucidità:-) Ho fatto questa premessa per trasmettere quello che io provo quando vado in fiera e per avere conferma del fatto che il nostro mondo sia davvero così magico , bene , per me lo è !
A questo punto vi racconto l'ultima esperienza in tema di fiere, sapevo dell'esistenza del BFFI (the BritishFly Fair international) ma, come spesso capita, mi sono limitato ad osservare da spettatore virtuale per mezzo del web o tramite i racconti dei miei amici che c'erano già stati ed ogni volta mi sono sempre ripromesso di andarci prima o poi. Quest'anno Massimo Magliocco propone questo tour ed io e il mio amico Roberto Miceli non ci pensiamo due volte , ci sentiamo al telefono e decidiamo di partire.Ovviamente non si va in Inghilterra senza l'idea di bagnare la coda e provvediamo subito alla preparazione del kit da pesca da mettere in valigia.Ci ritroviamo all' aeroporto di Ciampino e dopo circa due ore di volo arriviamo a Manchester, da lì,noleggiamo una macchina e ci dirigiamo verso la località della fiera, precisamente a Stafford.Entriamo e subito veniamo accolti dai nostri amici che stanno già realizzando lo stand nell'area riservata alla FFM, Philip, Yan, Emanuele e Steve. Arrivare il giorno prima in fiera per allestire lo stand ha un suo fascino particolare , vedere dietro le quinte della manifestazione , vedere gli stand pian piano prendere forma, con tutti i materiali e le attrezzature che dagli scatoloni vanno a riempire i banconi, ammirare la cura ed il lavoro per sistemare i filati colorati, le mosche, le minuterie ecc... Sono circa le 18:00 e tutti hanno finito, il BFFI è pronto per l'apertura del fiera senza pubblico è forte e io è Roberto non resistiamo,diamo un occhiat prima di ripartire. A questo punto manca solo una verifica, quella che per noi sarebbe stata l lancio dove gli inglesi hanno fatto un bel lavoro e perché non valorizzarlo su la vasca" si sa come vanno a finire certe cose :-) , anche Massimo ed io mo rimasti ad allestire gli stand, si avvicinano a noi e curiosi si appoggiano alla nostri lanci canonici.
giorno dopo, sembra tutto ok, a quel punto la tentazione di fare un giro in ta veloce agli stand pregustando giĂ lo shopping feroce che avremmo fatto
l'area piĂš importante per tutta la durata , la zona della vasca e i prati per il ubito ? "ma si dai" dice Roberto "montiamo un attimo una canna e proviamo ontiamo la canna e iniziamo a scaldarci , da li a poco, quasi tutti gli addetti a staccionata e ci guardano in maniera scrupolosa mentre noi eseguiamo i
Quelli che possono sembrare dei semplici lancetti da pesca, per gli inglesi ri ad arrivarci addosso e chiederci di approfondire l'argomento con una dimos Parlando e lanciando andiamo avanti fino alle 20:30 !!! Si torna in albergo e dopo una doccia e una sistemata alle cose ci rechiamo birra :-) La mattina dopo è l'apertura ufficiale della Fiera e ormai molto di q VISITATORI ! I visitatori sono i veri protagonisti e con la loro organizzazione e composta ogni comparto del BFFI.Mi ha affascinato vedere come, in Inghilterra, la esempio i libri classici, i materiali da costruzione di mosche da salmone ch
isultano un qualcosa di nuovo e ci studiano, si avvicinano sempre di più fino strazione o semplicemente parlarne.
in un pub dove trascorreremo una piacevole serata tra amici e tanta buona quello che c'era da vedere e da scoprire lo avevo visto ,tranne una cosa , I
attesa durante le file all'ingresso , pian piano vanno a riempire gli spazi in gente presti attenzione per le cose che da noi fanno solo da contorno, ad he probabilmente finiranno appese in un quadro in chissà quale salotto, all'abbigliamento elegante più indicato per un ricevimento che per una battuta di pesca a mosca e a tutte quelle cose che emanano un profumo particolare, un profumo che sa di passione, quel profumo fatto di code di topo appena ingrassate, di canne in fibra o bamboo, quel profumo di carta e inchiostro di un libro di Halford o di dubbing di lepre, quel profumo che ha fatto innamorare la maggior parte dei pescatori “normali” trasformandoli in Pescatori a Mosca. Si sa che la tradizione prima o poi lascia sempre un po' di spazio all'innovazione, per cui la fiera è composta anche di materiali e personaggi che rappresentano la pesca a mosca moderna e il tutto avviene rimanendo sempre agganciati allo stile inglese , inconfondibile anche dopo 1000 anni. Avevo accennato dello shopping che mi aspettava. Io e Roberto facciamo un giro totale della fiera e come due Comari :-) spulciamo le “bancarelle” alla ricerca di mosche, filati, libri ecc.. Mi soffermo un po' di più sui libri e senza rendermene conto ne compro 5 per un peso complessivo di 6,3 Kg !!! Purtroppo in questo caso non conta il contenuto ma il peso dei libri, peso, che avrebbe influito sulla mia
extra tassa al check in in aereoporto :-(( Finito lo shopping rientriamo nella nostra area FFM, il tempo scorre veloce e noi siamo continuamente impegnati sia allo stand che all'esterno in zona vasca di lancio. Le sessioni dimostrative hanno una durata di 30 min e sono tutte molto interessanti, ognuno a sua volta attira l'attenzione del pubblico con argomenti tecnici e spiegazioni dettagliate dei lanci che si eseguono. Quando arriva il nostro turno il vento è sempre molto cattivo ma la capacità di adattamento alle intemperie e alle attrezzature di lancio dimostra ancora una volta che la tecnica di lancio all'italiana non è fatta solo per le canne corte e per i piccoli torrenti ma che può spaziare ed adattarsi in moltissime situazioni di pesca con altrettante tipologie di attrezzatura. A conferma di quanto appena scritto arrivano gli applausi che fanno piacere e riempiono di orgoglio dando il giusto riconoscimento al lavoro di ricerca ed evoluzione che la scuola, la FFM, sta facendo da diversi anni. Sicuramente gran parte del merito va al dt Massimo Magliocco il quale con tanta passione, esperienza e pazienza ve norama della pesca a mosca nazionale ed internazionale. Grazie al mio am scenza del lancio tecnico sia come pescatore che sul fiume offre sempre spu permesso l'ottima riuscita della nostra esperienza inglese ed hanno organ abbiamo pescato, facendoci sentire a casa. Grazie di cuore Philip,Yan ed Em Prima Vi avevo detto che avremmo ripreso l'argomento della pesca con Rob sul fiume Dee. A presto , Antonio Napolitano
ede crescere questa scuola divenuta ormai un elemento prestigioso nel pamico Roberto Miceli, con lui si impara sempre qualcosa,sia per l'ottima conounti costruttivi ed interessanti. L' ultimo grazie lo lascio per coloro che hanno nizzato tutto alla perfezione, guidandoci durante la fiera e sui fiumi dove manuele. erto :-), bene ora lascio a lui lo spazio per il racconto dei due giorni di pesca
Sul Fiume DEE
Roberto Miceli
GALLES
Dopo 2 giorni di pioggia e vento a raffiche che hanno caratterizzato la fier giorni successivi; la notizia ci rincuora visto che sono i 2 giorni di pesca org Prima di partire avevo dato un’occhiata veloce su Internet per cercare qualc come un ottimo fiume per i temoli. La cosa mi allettava parecchio in quanto, avevo pescato solo trote fario. Così la mattina partiamo di buon’ora, siamo previsioni tecnologiche non siano tradite: per fortuna così non è, un timido
ra, il meteo, almeno sui nostri smartphones ,ci promette una tregua per i ganizzati dai nostri amici inglesi, Emanuele ed Ian, sul fiume Dee in Galles. che informazione: non avevo trovato moltissimo, ma le indicazioni lo davano , nelle rarissime occasioni in cui avevo bagnato la coda in acque britanniche, assolutamente carichi di aspettative e di voglia, augurandoci che le nostre o sole ci fa compagnia durante il viaggio. La nostra destinazione è la cittadina di Llangollen in Galles. Con piacere, arrivando, vediamo che è un posto ameno, il fiume scorre in una bella valle e la cittadina è briosa e ricca di negozi. Ci fermiamo all’ufficio postale per fare una licenza temporanea e poi ci dirigiamo al negozio di articoli vari (pesca, caccia, giardinaggio e fai da te) dove una scrupolosissima e simpatica signora ci compila il permesso “trout and grayling” dall’esosissimo costo di 12 sterline al giorno. Emanuele, grazie alla sua fitta rete di contatti, già conosce gli accessi più promettenti al fiume, così ci dirigiamo al parcheggio di un circolo di golf per cambiarci e lasciare le macchine. Vi lascio immaginare la bellezza del posto, valle verde smeraldo e campi da golf rasati alla perfezione. Per arrivare al fiume, 5 minuti a piedi lungo un sentiero segnato, costeggiando dei green che sembrano disegnati ; siamo immersi nella natura, e distolti ogni tanto, solo dal rumore di una pallina da golf colpita dai vari gentlemen, rigorosamente abbigliati secondo il più classico british dress code. Non appena ci affacciamo al fiume, ne apprezziamo subito la bel-
lezza, nonostante le acque color ruggine, alle quali non siamo abituati. E’un fiume importante, largo una trentina di metri, che serpeggia creando sinuose curve tra file di alberi e sponde ricche di vegetazione. Emanuele ci dice che i livelli sono ottimi, nonostante le piogge dei giorni precedenti, e, l’alternanza di sole e nuvole che la giornata prevede, dovrebbe ulteriormente rafforzare le buone condizioni per la pesca, magari regalandoci delle buone schiuse. Le situazioni possibili sono varie, dai sottoriva infrascati, alle belle piane, correnti lente o vivaci, insomma ce n’è per tutti i gusti, non ci resta che montare la canna e immergerci in quest’atmosfera surreale fatta da un lato di golf e dall’altro di fly fishing! Really British! Ian, lupo solitario, scende a valle scomparendo ben presto alla vista, io, Antonio, Massimo ed Emanuele, ci distribuiamo su circa 300 mt di fiume, pescando a risalire. Come detto il fiume è largo e dove è possibile guadare, si può pescare in tutta la sua ampiezza. Sono io il primo a scendere in acqua; i miei amici di pesca ormai lo sanno che non appena vedo l’acqua scalpito e, bontà loro, mi lasciano sfogare spesso per primo. Monto la mia bella sec pochi lanci e, davanti ad un cespuglio semi sommerso, aggancio una trota fischi e prese in giro per me, che, con aplomb, raccolgo, pronto a rendere così continuo a pescare. Poco a valle, vedo Antonio che borbotta; ad un mio cenno mi dice di ave
cca da caccia, visto che di insetti in aria e attività ancora non se ne vedono; a, non grande, che dopo qualche salto si slama; dagli spalti alle mie spalle, pan per focaccia alla prima occasione. In ogni caso l’inizio è promettente,
er allamato un bel pesce che si è subito slamato…la vita è così, oggi a me,
domani a te!. Risalendo arrivo su una lunga piana, dove incontro Emanuele concentratiss sta’ incamerando la nostra tecnica. E’ molto più sciolto e fluido, un altro pe per poi posare la mosca proprio a monte di un bella bollata. Mi fermo a segnali di attività. Mentre mi accorgo che è partita una schiusa di effimere si rompe, Emanuele ferra e finalmente riesce ad ingannare un temolo che l ritato. Anche io individuo alcune bollate, e visto che è cominciata un po’ plecottero sul 16, e comincio a lanciare.
simo; mi fermo a guardarlo per un po’ e vedo come, col passare del tempo, escatore, rispetto al nostro primo incontro, e la sua coda, pulita, volteggia godermi la scena, non tralasciando però di osservare il fiume in attesa di grigie, gialline e plecotteri scuri, dopo vari tentativi, la superficie dell’acqua lo stava facendo sudare. La soddisfazione è evidente e il pesce più che me’ di attività superficiale, non perdo ulteriormente tempo, opto per un bel Poche volte capita di azzeccare la mosca giusta al primo colpo, ma stavolta è così…con questo plecottero farò l’80% delle catture nei 2 giorni, meno male che ne avevo una buona scorta! Le catture si succedono regolari nei momenti di attività, bei temoli e belle fario si alternano, anche se di dimensioni non da record. Pur amando l’acqua mossa, mi diverto molto a pescare sul piatto, in quanto con temoli così selettivi è d’obbligo curare la presentazione e la scelta della mosca. Questo tipo di pesca mi rilassa molto (se li prendo ) e quando ne ho l’occasione e se l’attività lo permette, sono capace di restare anche qualche ora su una bella lama d’acqua a godermi bollate e rifiuti! Immerso nei miei pensieri e rapito dalla serenità che il posto mi comunica, sono risvegliato da un richiamo di Massimo, che sotto un bel tronco sulla riva opposta ha ferrato una trota apparentemente degna di nota. La lotta è lunga e , la trota, si difende alla grande…ci vorrà un bel po’ per averne ragione, ma alla fine, Massimo la cattura: è davvero un bel pesce, dalla
livrea perfetta e dalla muscolatura tonica. A dispetto delle dimensioni, seppur generose, la difesa è stata fenomenale, ad indicare una spiccata rusticità del pesce presente. Esaurita l’attività, che come scopriremo nei 2 giorni sarà a corrente alternata, con Antonio decidiamo di risalire il fiume battendo le sponde in caccia. Prendiamo ancora qualche trota e mentre io tento di lanciare sotto delle promettenti postazioni, Antonio individua un buon giro d’acqua dietro un sasso. E’ costretto a lanciare da lontano data la profondità dell’acqua, ma approfitta per usare una dinamica che ultimamente stiamo provando spesso nei nostri corsi: altro non è che una sorta di angolato rallentato a distanza, fatto utilizzando la doppia trazione. Vedo i falsi lanci e già intuisco che il lancio sarà buono: così è, canna alta, shooting e tutto il finale si raggruppa nel punto voluto… la mosca si posa, passano tre lunghissimi secondi e la trota scatta! Antonio ferra prontamente, c’è! Alla fine è una trota di dimensioni modeste, ma la qualità della cattura e la Il resto della giornata scorre tranquillo, così come il giorno dopo, che esse pesci molto più guardinghi. A tal proposito voglio raccontare un ultimo sip smettere mentre riscendiamo lungo il fiume vediamo un’ultima bollata deg inganna il pesce. Il perdente avrebbe pagato la bevuta serale. Nonostante tu ragioniamo sul da farsi, passa Massimo che visto l’orario con il suo classico Noi, complici,lo invitiamo a provare, certi che avrebbe rifiutato anche la su subito si rompe il tip…ci guarda e ci dice:” e ce voleva tanto, bastava lancia
a difficoltà del posto la trasformano in un bel trofeo! endo più assolato, rende le schiuse un po’ più sporadiche, ma soprattutto i parietto proprio prima di andare via: io e Antonio, poiché era quasi ora di gna di nota, ci guardiamo e parte una sfida: tre lanci a testa e vediamo chi utte le mosche e le pose provate, non riusciamo ad averne ragione e mentre romano ci dice: “daje prendete sto temolo che è tardi e dobbiamo partire!” ua mosca. Invece al primo lancio il temolo sale, Massimo ferra, lo allama e are 2 metri a monte…”.
Pizzicati nell’orgoglio, non posso scrivere, in quanto sarei censurato, sul dov Così, la breve vacanza si chiude, ci resterà in mente il tempo passato insiem i pesci, ma per quanto mi riguarda, l’assoluta tranquillità che il River Dee m tendo di scrollarmi di dosso molti aspetti negativi della quotidianità e della Del resto anche a questo serve la nostra passione! Thanks Dee, see you soon!
ve lo invitiamo ad andare lui e i suoi due metri a monte!!! me ai nostri amici inglesi, le risate al pub nel dopo pesca, il posto, le schiuse, mi ha trasmesso, proiettandomi al di fuori del tempo e dello spazio, permeta routine cittadina.
Marco Terzani
Dal 6 al 7 Aprile pesca a ninfa . La località scelta
2013 la FFM h è Dimaro (Tn)
a organizzato il suo 3째 corso di ha sul fiume Noce.
Abbiamo fatto una scelta, nonostante la nostra scuola operi prevalentemente nell’insegnare la tecnica di lancio italiana finalizzata alla pesca con la mosca secca, molto innovativa e coraggiosa. E’ sicuramente un modo per distinguersi ma è prevalentemente un’opportunità per offrire una maggiore completezza a tutti coloro che si rivolgono alla FFM; inoltre, anche per la nostra scuola, è sicuramente un valore aggiunto non solo tecnico, ma anche di maggiore attrazione per tutti quei pescatori che si riconoscono solo nella pesca a ninfa, semplicemente perchè risiedono in regioni d’Italia (es. Alto Adige ) dove per conformazione, tipologia di acque, o per cultura, la pesca a mosca secca non è proprio indicata. Per queste motivazioni da un anno a questa parte è nato in FFM un gruppo di lavoro che si sta dedicando all’insegnamento della pesca a ninfa. In questo articolo non entrerò negli aspetti tecnici della pesca a ninfa in quanto molto complessa e con diverse correnti ( Czech Nynph, alla Francese o a filo, a vista, all’Italiana o a risalire ).
Diciamo che per non tradire la prerogativa della FFM, anche per i corsi di pesca a ninfa, abbiamo deciso di approfondire la tecnica a risalire o Italiana. La tipologia di corso studiata con la super visione del mio collega e amico Massimo Matteuzzi che è anche il responsabile dei corsi, è quella di fornire sia nozioni di teoria con presentazione di slide, sia di costruzione, e in particolare di pratica sul fiume, assolutamente necessaria, perchè un corso di pesca a ninfa non può che prevedere la possibilità di pescare. Veniamo al corso in oggetto che ha visto la parteci-
pazione, come istruttori, oltre che a Massimo Matteuzzi e del sottoscritto, di un altro amico e collega: Franco Baroni. IL ritrovo è fissato alle 9,30 presso l’incubatoio ittico in località Cavizzana gestito dall’Associazione Pescatori Solandri. Ad aspettarci c’erano sei baldi giovani tutti appartenenti al Club Pescatori a Mosca Solandri più un ragazzino, Alessandro, di 11 anni appassionato di pesca a mosca.Dopo le presentazioni di rito ed un briefing introduttivo diamo inizio alla pratica. Il fiume , come detto, è il Noce che presenta una fauna ittica composta principalmente da trote Mar-
morate dalla rusticità incredibile tanto da renderle diffidenti e molto difficili da catturare. Siamo in una zona Trofeo che si presta molto alla pesca a ninfa a risalire. Il programma prevede per l’intera mattinata e gran parte del pomeriggio la pratica in acqua con tutto ciò che ne consegue, quindi approccio, tecnica, utilizzo dell’attrezzatura ecc. Nonostante la differente esperienza dei singoli allievi non posso fare a meno di notare la facilità di apprendimento di Alessandro, tipica dei ragazzi della sua età, che si dimostra subito predisposto, tanto da affrontare alcune situazioni di pesca in maniere molto interessante Siamo divisi in due gruppi per meglio seguire gli allievi e le catture non si
fanno attendere molto in particolare riesco ad ingannare una splendida Marmorata stimata in 50 cm, catturata alla fine di un correntone (vedi foto).Le catture si susseguono e anche gli allievi hanno le loro soddisfazioni stimolati anche dalle trote di dimensioni generose che sia Franco che Massimo riescono a salpare con il loro guadino. Nel tardo pomeriggio ospiti dell’Hotel Vittoria di Dimaro, abbiamo la possibilità di proiettare delle slide approfondendo molti aspetti storici e tecnici della pesca a ninfa, nonchè la visione dei video che riprendono i singoli allievi in azione di pesca consentendogli di confrontarsi e commentare gli eventuali errori e gli aspetti su cui potranno lavorare in futuro. La sera prosegue con un ottima cena che ci viene offerta dal club Pescatori a Mosca Solandri e si conclude con la costruzione di alcuni artificiali.
La mattina successiva ci aspetta una fitta pioggia mista neve, ma non ci facciamo scoraggiare, e rispettato il nostro appuntamento, siamo già in pesca per completare il percorso didattico che prevede, tra l’altro, il commento singolarmente da parte degli allievi nel valutarsi in azione di pesca. Nonostante l’acqua molto fredda con i livelli un pò alti arrivano alcune catture molto interessanti che non hanno fatto altro che rendere felici i corsisti e noi soddisfatti per il buon lavoro svolto.
Con l’ora di pranzo si conclude la didattica del corso non ci resta che consegnare gli attestati che certificano la conclusione del 3° corso di pesca a ninfa della FFM. Vorrei ringraziare l’amico e collega istruttore Giampiero Bertolini che con la sua perfetta organizzazione ha reso possibile la riuscita, senza il minimo intoppo, di tutte le attività previste, gli allievi che hanno avuto la pazienza di ascoltarci, e i mie due colleghi con cui spesso passo delle giornate di pesca sempre molto interessanti e ricche di spunti tecnici.
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Sim Fly Festival, rotta verso l’Europa Boom di giovani per la decima edizione del Festival annuale della Scuola italiana di pesca a mosca
Passi in avanti per il progetto “Le vie della pesca a mosca” Più di 350 appassionati di pesca a mosca provenienti da tutto il mondo si sono radunati il 22 e il 23 giugno 2013 a Castel di Sangro (Aq) per la decima edizione del Sim Fly Festival, l’evento annuale dell’associazione Scuola italiana di pesca a mosca che ha sede proprio in questo paese abruzzese. Al 26esimo anno dalla fondazione, l’associazione ha rinnovato l’occasione, per centinaia di appassionati, di assistere per due giorni a dimostrazioni di lancio e di costruzione delle canne di bamboo e delle mosche artificiali e di confrontarsi su questo sport ambientalista, grazie anche alla presenza di istruttori Sim e G.A.I.A. e di circa 25 costruttori provenienti dall’Italia, dall’Europa e dagli Stati Uniti, oltre agli esperti costruttori della I.B.R.A. (Italian Bamboo Rodmakers Association). «Le più grandi soddisfazioni di questa decima edizione sono state il boom di presenza di under 30 intervenuti alla manifestazione, sia come pescatori sia come semplici curiosi – commenta il presidente Osvaldo Galizia – e i piccoli passi in avanti del progetto “Le vie della pesca a mosca”, che ha intenzione di migliorare la fruibilità dei 40 Km del Sangro in sinergia con il territorio, in maniera sostenibile e in modo da rendere il fiume il volano GUPPO CORSO SIM
biente e turismo Giuliano Pallotta, che si sono impegnati a riprendere l’argomento in apposite riunioni scientifiche. Di grande coinvolgimento è stata la consueta serata inaugurale, venerdì 21 giugno, con la terza edizione del cooking show “La trota sul palco”, sponsorizzato da Cantina Miglianico e dalla troticoltura marchigiana “Eredi Rossi”, al quale hanno partecipato i ristoratori di Castel di Sangro Roberto Marchei (ristorante Le Grill), Nick Biasella (La Fenice) e Ivano Pallotta (Il Boscaiolo), e gli studenti della scuola Niko Formazione guidati dal docente Davide Mazza. Molto partecipata è stata anche l’estemporanea che ha segnato l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea “L’arte della pesca… La pesca nell’arte”, diretta da Lino Alviani e visitabile presso l’ex convento della Maddalena fino al 5 luglio
dell’economia locale e ricettore di turisti soprattutto dall’estero. È comprovato che la durata media della permanenza di un pescatore a mosca, in genere con la sua famiglia, in un luogo dove possa esercitare con comodità il suo sport preferito e allo stesso tempo svolgere delle attività collaterali, va dai 4 ai 5 giorni: una risorsa che può rappresentare la svolta anche per l’entroterra abruzzese, se si considera che solo in Italia si contano 400mila licenze rilasciate per la pesca in acqua dolce». Alla tavola rotonda in cui il progetto è stato trattato, domenica 23 giugno, hanno preso parte i rappresentanti delle delegazioni regionali della Scuola, giornalisti di settore e anche il presidente di Abruzzo Innovatur (Polo di innovazione sul Turismo) Dario Colecchi, il sindaco di Castel di Sangro Umberto Murolo e l’assessore comunale ad amagli orari del museo civico Aufidenate, per poi spostarsi a Fossacesia. La 13esima edizione della mostra presenta 21 opere, già presentate a Pescara all’inizio di giugno, in virtù dell’amichevole partecipazione di altrettanti pittori di tutto il mondo. All’estemporanea inaugurale hanno partecipato gli artisti di ogni età e provenienti dal Centro Italia Séline, Riccardo Righini, Alessia Zarlenga, Nunzio Scibilia, Paola De Benedetto, Antonino Guercio, Rossano Costanzo, e la canadese Diane Michelin. GRUPPO ARTISTI
È stata presentata la versione italiana del libro di F.M. Halford “The Dry Fly Man Handbook” a cura di Osvaldo Velo, con un’interessante conferenza di presentazione dell’autore, dell’autore e delle controversie dell’epoca che interessano ancora i giorni nostri. Anche quest’anno sono stati premiati due costruttori di mosche artificiali, per il loro lavoro di sensibilizzazione e di promozione verso questo sport ambientalista, con il trofeo Claudio D’Angelo Award, realizzato dall’artista Alberto Coppini. Per l’Italia è stato premiato Nino Casino, di
Premiazione Claudio D’angelo
Castellammare di Stabia (Na), ecologo fluviale e autore del saggio “Insetti nell’acqua”; per l’estero Andy Hutson, costruttore inglese del Lincolnshire. Foto: Luca Cosenza Ufficio stampa S.I.M Fly Festival: Cristina Mosca – Modiv snc – cristina@modiv.it – 328/9379969
Guadini For Her
. I guadini sono realizzati in legno e fibra di carbonio o grafiche in material materiale estetico e strutturale esterno. Sono in serie limitata e costruiti c che mi porta a rispettare i pesci e a darli meno fastidi possibile prima del discorso soggettivo con molteplici fattori personali. Vengo da esperienze tamente in controtendenza rispetto a quelli in vendita sul mercato. Sono r sere personalizzati sia nella forma sia nella durezza sia nella rete. Lo svilup e possibilità di nuove forme sono in continuo sviluppo e questo è il bello altri, accettarli o no e analizzare la miglioria sia per il pesce sia per la p maniera corretta i fattori sono molti e anche dipendenti dalla situazione d vicinare il pesce in maniera che esca da possibili correnti impetuose cerca sarsi allungando il braccio e il guadino verso il pesce, con l'esperienza e del guadino dal gilè ,nella fase d'entrata e della corretta slamatura di es ne desiderate uno contattatemi via mail iarde@me.com cell 3482855531 A presto dalla sponda opposta, magari nella mia Ossola sia che sia un to
oes roes
le plastico, sono completamente personalizzabili sia come forma sia come con passione, la stessa che mi porta sul fiume a pescare a mosca, la stessa rilascio a meno che sia una cattura importante che poi rimane sempre un e nel settore costruttivo di materiali compositi e i guadini vanno complerealizzati in tecnologia multistrato carbonio legno carbonio e possono esppo di legature, grip manici, sistemi di fissaggio, forma concava o convessa o di costruirsi qualcosa di prorio: bisogna sempre ascoltare i pareri degli proria felicitĂ . Per quanto riguarda la tecnica nel guadinare un pesce in di pesca e ambientale. Innanzi tutto dopo la ferrata bisogna cercare di avando il posto migliore, alzare il cimimino della canna e con il corpo abbasdi cattura in cattura si andrĂ via via a migliorare le tacnica nello scangio so nel guado con conseguante rilascio arrecando zero danni al pesce. Se 1 orrente o il grande fiume, un saluto!! Iarde
Avisi
io in Val di Fiemme
Bruno Generali
Questa estate ho trascorso una bella e lunga vacanza in Val di Fiemme. In compagnia degli amici Roberto Dastoli e Paolo Peressotti, entrambi eccellenti pescatori, ho avuto modo di approfondire la conoscenza di torrente e territorio. Il torrente Avisio è certamente tra i più interessanti del Trentino Alto Adige. Ha un corso piuttosto lungo, nasce a Passo Fedaia, scorre per la Valle di Fassa, attraversa la Val di Fiemme e dopo aver scolpito le gole della Val di Cembra si getta nell'Adige. Esistono dettagliatissime mappe GPS a colori di tutte e tre le valli prodotte da 4Land (www.4land.it), con cui è possibile verificare ogni accesso e quindi pianificare con cura escursioni ed uscite di pesca. La parte che prenderò qui in esame è quella della Val di Fiemme. La valle ospita una comunità che fonda le sue radici in storia e tradizioni molto antiche, la fondazione della Magnifica Comunità di Fiemme risale al 1111 (www.mcfiemme.eu). Comprende i comuni di Moena, Predazzo, Ziano, Panchià, Tesero, Cavalese, CastelloMolina, che esprimono le sette relative associazioni di pesca. Il regolamento delle attività di pesca è unico per tutta la valle, seppur con qualche eccezione, ma non è lo stesso per i permessi che vanno reperiti presso le singole associazioni. Nel 2013 però, dopo tre anni di prova, quattro delle sette associa-
zioni (Predazzo, Ziano, Panchià, Tesero) hanno unito le forze e dato vita alla Associazione Pescatori Dilettanti Valle di Fiemme, costituendo così una riserva di pesca bellissima, molto estesa e altrettanto varia (comprende tra l'altro tanti rivi di montagna e molti laghi alpini). Ottimo il fatto che oggi sia accessibile con un unico permesso giornaliero al costo di 18 Euro (punto di riferimento in valle il Bruno Shop di Tesero, via Stava 43, telefono 0462 813686). Che meraviglia se in futuro ci fosse una unica riserva per tutta la valle, un sogno ad occhi aperti! La valle ospita numerose specie floreali tipiche dell'ambiente alpino tra cui rododendri, anemoni, ranuncoli e achillea. La copertura forestale è molto vasta ed è caratterizzata dall'abete rosso. Il territorio è poi abitato oltre che da un gran numero di marmotte, lepri, volpi, scoiattoli, anche da numerosi ungulati e da rari orsi, stambecchi e mufloni che dopo lunghi anni di assenza stanno timidamente ricomparendo. Del lupo scomparso nel corso dell'800 invece si sono completamente perse le tracce.
L'alveo fluviale si presenta in taluni punti come un grosso torrente di fondo di montagna, tutto buche e sassoni. Gli spot di pesca sono molto vari, si a e "riffles" molto interessanti. Stupendi poi i tantissimi sotto riva e gli ango taglia. L'altitudine è sempre piuttosto elevata, si parte da gli 801 metri di Mo sia la strada statale di fondovalle che una bella pista ciclabile lambiscono il to riparia è quasi sempre rigogliosa, quindi raramente durante la pesca si pro del fiume appare per lo piÚ naturale, seppur si incontra qualche rara brigli buona ed è prevalente la trota marmorata, nella parte alta del torrente son intensi e dai disegni ben definiti. Non esistono settori riservati unicamente a e due "no kill" (Cavalese e Moena), ma la presenza di pesce è ben distribui
ovalle, con una portata d'acqua molto ricca, in altri punti come un torrente alternano tratti veloci tipici delle "pocketwaters", a parti più lente con piane oli più nascosti dalla vegetazione, dove talvolta si riparano pesci di ottima olina, per arrivare ai 1204 di Moena. Gli accessi sono tutti piuttosto agevoli, orrente per tutto il suo corso, senza però essere mai invasive. La vegetazione ova la sensazione di trovarsi in una valle a forte vocazione turistica. Il letto ia e qualche traccia di vecchi lavori alle sponde. La popolazione di pesce è no però presenti anche fario e ibridi. I colori dei pesci sono stupendi, molto lla pesca a mosca. Ci sono però tre "zone trofeo" (Molina, Tesero, Predazzo) ita ovunque, anche nei tratti a prelievo normale.
Cio' è garantito da una robusta attività di ripopolamento con avannotti provenienti dalla spremitura di marmorate rustiche e locali, lavorate in ben tre incubatoi di valle. Ormai da tanti anni non si pratica immissione di pesce commerciale e tutto sommato la pressione di pesca non è particolarmente elevata. Oltre a questo, va detto che molte zone del torrente rimangono difficili da pescare data la conformazione naturale, molte buche mantengono un loro mistero e il pesce ha modo di difendersi. Quindi se pur si accede agevolmente, non è altrettanto semplice muoversi in acqua e pescare. L'Avisio è moderatamente pescoso e tutt'altro che facile, le catture possono anche essere in certi momenti numerose, ma vanno tutte conquistate. Non di rado capitano giornate difficili senza attività che si concludono con un nulla di fatto. Il cappotto va messo in conto. Basta poco perché le condizioni divengano sfavorevoli e l'acqua appaia un deserto, capita anche ai più esperti pescatori locali. In ogni caso una buona tecnica, un approccio delicato e molta attenzione all'avvicinamento sono fondamentali per avere successo su pesci rustici e selettivi come questi.
L'acqua è molto pulita e sono presenti pesci di tutte le taglie, questo dimostra l'ottimo stato di salute dell'ambiente. Ogni anno vengono catturati anche pesci trofeo di misure importanti, ma questa è una storia a parte, difficilmente escono in estate ed in pieno giorno, per cercarli bisogna dedicarsi in maniera totale alla loro ricerca. A inizio 2013 è stata catturata e trattenuta una marmorata di ottantadue centimetri da un pescatore di Reggio Emilia.
Quest'anno la stagione è stata insolitamente molto fredda, l'inverno rigido tecento metri di altezza e le temperature sono state sensibilmente sotto la fatto quest'anno in questa zona non c'è stata la primavera e questo ha inci ore centrali del giorno, come accade solitamente ad Aprile e Maggio. Poi a s alla mattina e alla sera. In Avisio è possibile praticare con soddisfazione tutt le stagioni, quella a secca ha finestre temporali più brevi durante l'anno, c Quando i livelli sono alti (capita sovente) per via delle frequenti piogge o seppur con fatica, praticare una pesca efficace, magari cercando i pesci so clima favorevole è possibile togliersi belle soddisfazioni anche con la secca. la tecnica di lancio qui è fondamentale, lanci in angolazione raggruppati, c le trote pe per consentire all'artificiale di stare in pesca almeno quattro o ci
pareva non finire mai. Fino ai primi di Luglio ha nevicato sopra i mille seta media stagionale, con una forte escursione termica tra giorno e notte. Di iso parecchio sulla pesca. Fino a metà Luglio l'attività si è concentrata nelle seguire è arrivata timidamente l'estate e i momenti migliori si sono spostati te le tecniche, però mentre la pesca a ninfa può dare buoni risultati in tutte causa l'insieme delle condizioni meteorologiche e geografiche del territorio. dello scioglimento delle nevi, oppure l'acqua è fredda, a ninfa è possibile, otto i sassi delle sponde. Quando invece il torrente è a livello ottimale ed il . Quasi sempre in caccia, ogni tanto su bollata, quasi mai in schiusa. Certo curvi e sovrapposti sono essenziali per raggiungere i punti dove stazionano inque secondi.
Non è raro incontrare sulle rive del torrente in prossimità del bosco animali c'è un dressing che i pescatori locali ritengono particolarmente efficace da costituito da un amo dritto da secca di misura dodici, corpo in pavone e du riguardo le mosche, abbiamo utilizzato per lo più' artificiali piuttosto comun quanto riguarda le ninfe, pheasant tail e altri modelli in lepre dai colori clas sottili, per una presentazione il più naturale possibile. Affrontare queste acque con Roberto è certamente stato un piccolo privileg
al pascolo, vacche o anche interi greggi di pecore. Forse anche per questo utilizzare in caccia: "la mosca della merda". Un montaggio molto semplice ue hackle girate sull'addome, una di color crema e una brown. Per il resto, ni in Cdc su taglia quattordici e sedici e qualche grossa sedge alla sera. Per ssici con palline in tungsteno non troppo pesanti, abbinate a finali lunghi e
gio, pochi altri pescatori conoscono il torrente come lui. Di giorno in giorno ho avuto modo di vedere svelati tanti piccoli segreti che richiederebbero anni di lavoro sul territorio per essere acquisiti in autonomia. Per questo un grazie di cuore! La Val di Fiemme è una bella meta di pesca per coloro che sanno apprezzare la qualità , anche di fronte ad uno scenario difficile che va affrontato con tenacia. Chi ama misurarsi con sfide importanti ed impegnative qui trova pane per i suoi denti.
Fotografie di Roberto Dastoli, Nicola Dodi e Bruno Generali.
Foto Giulio Duzzi
TIPULA Alberto Mondini
I Tipulidi sono insetti di medie e grandi dimensioni (15/25 mm) simili a grandi zanzare ma assolutamente inocui. Le larve si sviluppano ne terreno umido o nell'acqua, , gli adulti di questa grossa specie compaiono dalla primavera fino all'autunno e volano specialmente al tramonto. Molto comuni in tutta Italia, specialmente nel Nord. Classe: Insetti Ordine: Ditteri Sottordine: Nematoceri Famiglia: Tipulidi Genere: Tipula Specie: T. oleracea L.
Amo: Gamakatzu f22 10
Ritagliate una striscia di foam dello spessore di 2 mm. e fissatela in prossimitĂ della curva
Per dare forma alle zampe, con una pinzetta preriscaldata piegate 3/4 alla volta fibre di fagiano e fissatele alla base del foam. Oppure se avete pazzienza fate dei nodi come d aimmagine inizio articolo.
Fissate due ali in punta di hackle di gallo
Fissate una hackle ed avvolgetela come da immagine sucessiva
Ribaltate in avanti il foam e chiudete con alcuni nodi poi tagliate l’addome della lunghezza desiderata, in ultimo, con l’accendino bruciatene l’estremità
Foto Giulio Duzzi
Spazio
33433
francobaroniffm
Libero
328889
m@gmail.com
Bobbio 65 corso della FFM
Dal 25 al 28 aprile presso il comune di Bobbio si è tenuto il 65 corso della FFM. L’albergo che ci ospita è il Piacentino ad un minuto dal centro di Bobbio, molto confortevole e non proprio adatto a chi pensa di iniziare una dieta, infatti la conduzione familiare privilegia molto l’aspetto culinario tipico della zona, sia in qualità che in quantità.
Grazie alla sua posizione strategica , Bobbio confina con ben 4 regioni, ha visto la partecipazione di diversi corsisti provenienti da più regioni, e anche gli istruttori della scuola erano numerosi tanto da costituire un gruppo molto abbondante. Ma non eravamo solo italiani, infatti direttamente dalla Finlandia ha partecipato al corso di perfezionamento Kai Kallio, il quale avendo visto dei video di Massimo Magliocco si è incuriosito e subito si è iscritto presentandosi puntuale all’appuntamento. Kai Kallio è un pescatore esperto e l’apprendere la tecnica italiana lo ha completamente rapito, il suo impegno è stato notevole ed alla fine si è riproposto di tornare entro l’anno per un ulteriore corso, rendendosi disponibile a referenziare la FFM nel nord europa.
Il clima non è stato clemente regalandoci una pioggia insistente che ci ha accompagnato per i quattro giorni disturbando le attività ma senza impedirne lo svolgimento, grazie alle strutture che il comune di Bobbio ci ha messo ha disposizione, come la splendida sala riunioni,proprio all’interno del palazzo comunale, dove abbiamo svolto le lezioni di teoria e la palestra che ci ha permesso di ripararci nei momenti di pioggia violenta. Visto il giorno di festa del giovedi il programma, che di consueto è di tre giorni, è stato più intenso e dettagliato del solito consentendo ai partecipanti di approfondire ogni aspetto ed in particolare la didattica sul fiume studiata per consentire agli allievi a superare tutte quelle situazioni di pesca che spesso mettono in difficoltà i pescatori.
Dopo il primo gio palestra finalmen fiume Trebbia pro passanti incurios Il Trebbia con il fantasia all’imma Tra riprese filmat scorrono veloci c I lanci insegnati gruppato e i riba gli allievi affronta una 7,6�. La giornata del s mettere a dura p La domenica,com
orno interamente dedicato alla fisica e alla tecnica del lancio effettuata nella nte l’indomani siamo scesi in acqua. Lo scenario è quella dello splendido oprio sotto il caratteristico Ponte Gobbo di epoca romana che permetteva ai siti di ammirare le evoluzioni delle nostre code di topo. l suo caratteristico color verde smeraldo invitava molto lasciando la nostra aginazione. te agli allievi, dimostrazioni pratiche degli istruttori e molto lavoro, le giornate con risultati molto soddisfacenti. sono quelli classici, dagli anti dragaggio come il lancio in angolazione ragaltati, a quelli di utilità fino ai lanci veloci che hanno messo a dura prova tutti ati con la canna che ognuno utilizza in pesca,quindi non necessariamente
sabato è stata caratterizzata da una pioggia veramente insistente tanto da prova la nostra attrezzatura e lo svolgimento di tutte le attività previste. me da programma, dovevamo verificare in acqua tutti i lanci insegnati, ma
il trebbia, come uso dire per usare un eufemismo, era navigabile e di un colore marrone molto minaccioso, quindi siamo stati costretti a chiudere le nostre attività nuovamente in palestra, con un ripasso generale e la consueta consegna degli attestati di partecipazione, e il ringraziamento a tutti i partecipanti, agli allievi per la dedizione, agli istruttori per l’abnegazione e la professionalità e a Franco Baroni per aver organizzato tutto in maniera capillare consentendo il perfetto svolgimento del corso.