Osservare dal parco: progetto di trasformazione per il parco del Meisino.

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Politecnico di Torino I Facoltà di Architettura Corso di laurea in Scienze dell’Architettura A.A. 2011/2012

Osservare dal parco: progetto di trasformazione per il parco del Meisino Tesi di Laurea Triennale candidato

Alberto Valz Gris matr. 166191 relatore

prof. A. Armando





Indice

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Introduzione Il Meisino: dov’è, cos’è, perché

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Passato Un territorio agricolo Il Parco del Viboccone Un territorio da urbanizzare

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I progetti attraverso VenTo ciclovia Il Parco Fluviale del Po Torinese Corona Verde Corona di Delizie in bicicletta La Riserva Naturale Speciale del Meisino e dell’isolone Bertolla

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I progetti intorno La Manifattura Tabacchi Lo Scalo Vanchiglia L’Abbadia di Stura Area Pescarito

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Presente Idrografia e topografia Usi del suolo Viabilità Tessuto urbano

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Progetto Edifici dismessi Punti di osservazione Percorso ciclopedonale Disegno dello spazio pubblico Aree di trasformazione Accessibilità Bosco Galoppatoio Borgo Meisino Affaccio su Bertolla

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Conclusione

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Bibliografia e sitografia


Introduzione

Il Meisino: dov’è, cos’è, perché.

Il territorio del Meisino si trova all’interno del comune di Torino, nei pressi del confine con il comune di S. Mauro Torinese.

se nei piani, in particolare nel Piano Regolatore della Città di Torino, Meisino si configura come un grande spazio pubblico, ad oggi non progettato.

Situato tra la confluenza della Dora Riparia con il Po e quella dello stesso con la Stura di Lanzo, gode di un forte carattere ambientale. Da qui si possono ammirare il ricco ambiente fluviale del Po e la splendida collina torinese, coronata dalla Basilica di Superga: per questo motivo è facile constatare un’intensa frequentazione di quest’area nei giorni festivi, in particolar modo legata all’attività sportiva e al tempo libero.

Sul territorio si collocano inoltre molte attività, principalmente produttive, alcune desuete ed altre da valorizzare, le quali non hanno pressoché alcuna interazione fra di loro.

È anche immediato notare come l’uso di questo territorio sia quasi esclusivamente legato al passaggio, dal momento che le occasioni e le strutture per la sosta sono innanzitutto estremamente carenti in numero e, ove presenti, inadeguate. Ciò che comunemente chiamiamo spazio pubblico è qui pressochè inesistente, anche

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Osservare dal parco - progetto di trasformazione per il parco del Meisino prende spunto da queste possibilità e, operando una lettura organica delle stratificazioni sul territorio, usa il gesto dell’osservare come pretesto per operare una riconnessione delle parti attraverso un uso integrato.


Introduzione

Foto aeree maps.google.it

lunghezza 5,6km

1km

1km

da Piazza Castello a Meisino

Il territorio del Meisino

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Passato

Lo studio e la conoscenza di ciò che è stato questo territorio nei secoli, partendo dalle carte storiche d’inizio ‘800 e arrivando sino ai moderni Piani Regolatori Generali, permette di reperire, oltre a riferimenti culturali, anche una lettura temporalizzata del territorio stesso. Come si è trasformato l’assetto insediativo e d’uso nel tempo? Quali allineamenti, assi, insomma segni permangono ancora oggi, e perché sono lì? In che maniera possono guidare e sostenere un progetto di trasformazione?


Passato

Un territorio agricolo.

La prima rappresentazione cartografica di Meisino avviene nel 1791 con l’edizione della Carta Corografica Dimostrativa del Territorio della Città di Torino, tracciata da Amedeo Grossi come dono al Duca di Chiablese. Meisino è, in questo disegno, un territorio fondamentalmente agricolo, disseminato di poche cascine, prebende e ville collegate tra loro attraverso esigue strade poderali. La suddivisione delle proprieta è caratterizzata dalla media dimensione dei fondi. Il culmine vero e proprio dell’ansa del fiume Po è ancora un territorio boschivo, come lo è del resto l’antistante borgata di Bertolla, ancora ovviamente priva dell’Isolone e di qualsiasi forma di urbanizzazione. Meisino è dunque l’ultimo lembo di terra a nordest situato all’interno della Città di Torino prima

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della vicina S. Mauro, dalla quale è separata tramite il rivo Costaparisio. Il principale asse di collegamento tra la città e il paese, Strada S. Mauro, giace ancora oggi nella medesima posizione. Un altro disegno, relativo alla sezione 36 del Catasto Gatti e datato 1810-20, raffigura invece in maniera più dettagliata il territorio di Meisino. Mostra come l’attività agricola si svolga fondamentalmente lontano dal corso del fiume, mantenendo una fascia di protezione boscata lungo le rive. Questo perchè il fiume, con le sue piene e la sua attività di erosione del terreno, ha plasmato il territorio nei secoli ed è dunque un elemento di instabilità, potenzialmente dannoso per la produzione agricola.


Passato

Carta storica Sez. 36 del Catasto Gatti, 1810-20, da Archivio Storico della CittĂ di Torino

200m

Meisino 1810-20

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Passato

Il Parco del Viboccone.

Meisino era anche, a partire dal 1590 circa, il territorio immediatamente antistante il Parco del Viboccone.

Benedetto Ferroggio con altre finalità rispetto ai suoi precedenti utilizzi, e cioè come stabilimento della Regia Fabbrica del Tabacco.

Nella zona Nord della città di Torino, infatti, alla confluenza dei fiumi Dora, Stura e Po, sorgeva il Palazzo del Viboccone, voluto dal duca Emanuele Filiberto, intorno alla metà del XVI secolo, come podere per l’allevamento e luogo di svago. Connesso alla città consolidata attraverso un ponte sulla Dora, era un parco riboccante di significati allegorici e di “capricci”, realizzato su di un’isola, detta Polidora, definita dai tre fiumi Po, Dora e Stura e da un naviglio tracciato tra questi ultimi due.

Del Palazzo e del parco restano oggi poche e misere tracce: le uniche testimonianze dell’antica presenza potrebbero essere alcune pietre basamentali visibili in piazza Abba, lungo l’asse alberato di corso Regio Parco, risalente anch’esso, nella sua conformazione monumentale, a quell’epoca.

Nel 1580 al duca successe il figlio Carlo Emanuele I , il quale destinò il palazzo esclusivamente a residenza di ricreazione. Danneggiato nel corso dei due assedi francesi del 1640 e del 1706, l’edificio rinacque nel 1768 su progetto dell’architetto

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Passato

Incisione da Blaeu Joan, Theatrum statuum Sabaudiae, vol. 1, p. 39, apud heredes Ioannis Bleu, Amstelodami 1682 Testo storico Carboneri Nino, “Il Parco di Viboccone�, in Ascanio Vitozzi un architetto tra Manierismo e Barocco, pp. 159-169, Officina, Roma 1966 Dibattiti www.skyscrapercity.com Il Palazzo visto da Meisino

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Passato

Un territorio da urbanizzare.

A partire dal Piano Regolatore della Città di Torino del 1907, il Meisino diventa un luogo da inglobare nella città. In particolare da connettere alla fitta maglia infrastrutturale in progetto al di là del Po, nei quartieri Vanchiglia e Regio Parco, attraverso la costruzione di due ponti, uno accanto al cimitero di Sassi e l’altro nei pressi della confluenza tra il Po e la Stura. Nessuno dei due sarà mai realizzato. Nel piano del 1907 si comincia ad intravedere la necessità di disegnare e potenziare quella rete di strade poderali che era stata, fino a quel momento, l’unico mezzo di distribuzione a Meisino. Si disegna un allargamento della sezione del primo tratto di corso Casale e il tracciamento di una strada exnovo lungo la sponda del fiume, fino al primo nuovo ponte nei dintorni del cimitero. Questo tema sarà poi il cardine della disegnata trasformazione del territorio nei successivi piani regolatori.

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I piani del 1916, del 1945 e del 1959 disegneranno infatti una maglia stradale dapprima molto fitta e per così dire “fine”, poi man mano sempre più essenziale e decisamente votata all’attraversamento dell’area più che alla distribuzione locale, segnata da rotatorie più che da incroci. Queste intenzioni tuttavia non portarono mai ad una trasformazione integrale del luogo, nè tantomeno dissolsero la complessità di usi e di realtà che lo caratterizza. Solo l’attuale via Agudio, una sorta di autostrada urbana che taglia in due il territorio, sembra essere figlia di questi piani: lo dimostra il confronto tra la foto aerea del 1961 e quella satellitare odierna, tra le quali le uniche differenze sono appunto il tracciamento di quest’asse e una più sostanziale urbanizzazione lungo l’asse di corso Casale.


Passato

Piano Regolatore della Città di Torino, 1916 da Archivio Storico della Città di Torino

Foto aerea 1961, da Archivio Storico della Città di Torino

500m

200m

Meisino 1961

PRG 1916

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I progetti attraverso

Le caratteristiche, i punti di forza e le vocazioni di un territorio possono trasparire dai progetti che gli enti pubblici prefigurano per esso. Trattandosi in questo caso di un territorio di passaggio, dai progetti che in qualche maniera vi passano attraverso. Quali sono gli obiettivi e le finalità? Quali gli scenari e le aspirazioni immaginati per quest’area? È possibile operare con continuità rispetto a questi progetti, oppure è necessario arrestarli e segnare una rottura?


I progetti attraverso

VenTo ciclovia.

VenTo ciclovia è uno studio di fattibilità elaborato dal dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, presentato a Torino nel settembre 2012. Si tratta del progetto di una ciclovia di 679 km lungo il fiume Po, a connettere le due città di Torino e Venezia attraverso una pratica di mobilità sostenibile, prevedendo punti di interscambio con altre ciclovie europee, con la via Francigena, con barche e treni. VenTo collega peraltro 15 parchi, sviluppando il 40% del suo percorso in aree protette. 102 km di VenTo sono già pedalabili, i restanti sono suddivisi per grado di criticità. Il costo del progetto è di 80 milioni di euro e si prevede di ripartirlo tra Stato, 4 regioni e 12 province, suddividendo i lavori in 3 fasi di intervento in relazione alle sopracitate categorie di criticità.

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VenTo è certamente un progetto di turismo sostenibile di rango europeo, ma anche un’opportunità reale e concreta di green economy: riabilita reti di produzione locali, attiva siti culturali poco frequentati, riporta alla luce situazioni di criticità del territorio rimaste irrisolte per troppo tempo.


I progetti attraverso

lunghezza totale 679 km 15 aree protette costo 80.000.000 â‚Ź

Scheda progetto www.progetto.vento. polimi.it

100km

Schema del tracciato

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I progetti attraverso

Il Parco Fluviale del Po Torinese.

Il parco fluviale del Po Torinese fa parte del Sistema delle Aree protette della Fascia Fluviale del Po ed è preceduto dal tratto cuneese e seguito da quello vercellese/alessandrino. Si tratta di un sistema di 14 parchi individuati lungo il corso del fiume, in sequenza dal comune di Casalgrasso a quello di Crescentino, gestiti dall’Ente Parco del Po Torinese, facente capo alla Regione Piemonte. Il sistema dei parchi fluviali torinesi è un’istituzione virtuosa: permette la conservazione di aree a carattere ambientale inserite in un territorio intensamente antropizzato, nonché talvolta densamente urbanizzato, favorendo peraltro la migrazione dell’avifauna. Costituisce inoltre la legittimazione dell’immagine collettiva di un territorio, di una città che, a discapito delle sue vocazioni passate, mantiene un legame forte con il sistema ecologico.

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I progetti attraverso

14 aree protette superficie 5.167 ha

Scheda progetto www.parcopotorinese.it Sito ente gestore www.parchipocollina.it Informazioni pratiche www.parks.it

10km

Il paesaggio fluviale

La sequenza dei parchi

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I progetti attraverso

Corona Verde.

Il progetto Corona Verde, elaborato dal Settore Pianificazione Aree Protette della Regione Piemonte in collaborazione con il DITER nel 2007 e ufficialmente adottato dalla Regione Piemonte nel 2009, consiste nel dare forma ad una infrastruttura ecologica ed ambientale, un parco territoriale sull’area torinese. Si compone di due macrotematiche.

agricolo, dello sfrangiamento dei bordi della città e della frammentazione dello spazio, OCS ha condotto varie ricerche, confluite poi nella sezione ecologico-ambientale del progetto. I punti chiave delle prescrizioni sono la conservazione attiva degli spazi naturali e delle reti di connessione, la tutela del reticolo idrografico, la difesa dello spazio rurale.

Innanzitutto consiste nella valorizzazione dell vasto patrimonio culturale e paesaggistico del territorio torinese, del quale fanno ovviamente parte sia la rete di eccellenze architettoniche espressione del potere sabaudo, sia il “sistema diffuso” degli ambienti rurali ancora integri;

Gli obiettivi vertono sull’integrazione dei due sistemi e delle rispettive fruibilità, e puntano alla continuità della rete ecologica provinciale e regionale, alla connessione tra regge sabaude e aree verdi e alla fruizione integrata da parte dei cittadini di questo spazio a scala metropolitana.

In secondo luogo nel porre attenzione all’altrettanto vasto sistema naturale, articolato nei parchi urbani, nelle fasce fluviali protette, nel paesaggio antropizzato della cintura torinese. Proprio sul tema dell’impatto urbanistico sul paesaggio

A maggio 2012, 15 progetti localizzati su 6 ambiti territoriali sono stati ammessi al finanziamento di 10.000.000€ del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

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I progetti attraverso

89 comuni 15 progetti superficie di intervento 165 ha finanziamento europeo 10.000.000â‚Ź

Presentazione www.regione.piemonte.it Storia del progetto www.parks.it Articolo www.ilsostenibile.it v

10km

2km

ambiti del progetto

l’infrastruttura verde del Po a Torino

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I progetti attraverso

Corona di Delizie in bicicletta.

Dal più generale Corona Verde deriva un’altro schema, di ambito più ristretto: Corona di Delizie in Bicicletta è un itinerario ciclabile tracciato all’interno del sistema territoriale diffuso del progetto.

ben 15 Comuni, dal momento che il percorso arriva a toccare sia il Castello di Rivoli che la Villa della Regina, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Reggia di Venaria, passando per l’Abbadia di Stura e il Mausoleo della Bella Rosin.

Ideato nel 1999, è stato sviluppato attraverso proposte progettuali fatte principalmente dall’associazione Bici & Dintorni agli amministratori locali di Comuni, Provincia, Regione e GTT, ed ha le sue radici culturali nella protezione UNESCO ottenuta nel 1997 per il sistema delle Residenze Sabaude, nonchè nella discontinuità dei percorsi ciclabili che le congiungono.

Altra componente fondamentale è la combinazione di questo tipo di percorso storico-architettonico con il paesaggio ambientale: non solo quello delle Riserve Naturali e dei parchi urbani, ma anche il territorio rurale più quotidiano della cintura torinese, certamente disgregato e lacerato da decenni di consumo di suolo, ma proprio per questo bisognoso di attenzione e frequentazione.

L’azione principale del progetto consiste appunto nel realizzare le ricuciture necessarie a rendere fruibile in sicurezza questa già esistente e capillare rete infrastrutturale di ciclopiste, ciclostrade, greenways e strade rurali. Compito tuttavia non facile a causa del coinvolgimento di

Corona di Delizie realizza dunque uno degli aspetti pratici di Corona Verde, combinare il sistema storico-architettonico con quello ambientale, concretizzandolo nel segno della mobilità dolce.

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I progetti attraverso

lunghezza itinerario principale 90+ km

15 amministrazioni comunali coinvolte

Scheda del progetto www.biciedintorni.it Comunicati stampa www.regione.piemonte.it

Mappe percorsi www.peveradasnc.it/mtb

500m

5km

mappa di Meisino

tracciato principale

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I progetti attraverso

La Riserva Naturale Speciale del Meisino e dell’isolone Bertolla.

Istituita nel 1990, rappresenta una delle componenti del Parco Fluviale del Po Torinese e comprende le sponde dello Stura a nord-ovest, il Meisino e l’isolone Bertolla. È valorizzata e conosciuta soprattutto per la presenza di numerose specie di uccelli acquatici, i quali trovano qui un ambiente favorevole a causa del rallentamento delle acque del fiume Po a causa della diga del Pascolo. Fra questi, la colonia più importante è la garzaia di aironi cenerini stabilitasi nei pioppeti dell’isolone Bertolla: è l’unico gruppo urbano italiano e uno dei soli due europei. Sui terreni dell’isola attualmente coltivati a pioppeto sono in corso interventi di rinaturalizzazione, voluti dal Comune di Torino e dall’Ente Parco del Po.

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I progetti attraverso 165 diverse specie di uccelli

superficie 245 ha

Scheda del parco www.parks.it Pagina ufficiale www.comune.torino.it Eventi e iniziative www.collinapo.it Salvaguardia e didattica www.iltuoparco.it Monitoraggio ambiente www.torinobirdwatching. net 1km

l’area della Riserva

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I progetti intorno

L’identità di un territorio “di mezzo” come Meisino passa ovviamente per il confronto con un contesto urbano allargato. Come agire in confronto ai progetti infrastrutturali, volmetrici e urbani in generale che interessano il tessuto circostante? Il carattere e le finalità del progetto sono influenzati o riferiti a ciò che accade intorno?


I progetti intorno

La Manifattura Tabacchi.

Costruita sull’antica sede del Castello del Viboccone tra il 1758 e il 1768 su progetto di Benedetto Ferroggio, ampliata nel corso del XIV secolo, quella che è stata la prima fabbrica torinese ha arrestato la totalità dei suoi processi produttivi, chiudendo ufficialmente i battenti il 19 marzo 1996. Oggi, ma solamente nei mesi che vanno da agosto ad ottobre, ospita il centro immatricolazioni dell’Università degli Studi di Torino, alla quale è data in concessione. Per il resto dell’anno viene occasionalmente utilizzata per eventi culturali di vario tipo: concerti, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Il complesso costituisce oggi una delle “emergenze storiche” all’interno dell’ambito interessato dalla Variante 200 al PRG. L’ipotesi di riuso per il complesso dell’ex Manifattura Tabacchi prevede l’insediamento di altri spazi

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dedicati alle facoltà umanistiche, che vanno dalle residenze universitarie alle attività correlate allo studio (sale espositive e congressuali, culturali, sportive), oltre alla nuova sede della Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie, ora collocata in piazza Bernini. I progetti di trasformazione elaborati dalla Divisione Edilizia e Grandi Infrastrutture, relativi al complesso della Manifattura insieme all’adiacente ex-FIMIT, richiedono tuttavia l’investimento di 103.000.000€, causa principale delle attuali difficoltà di realizzazione degli obiettivi per i quali, tuttavia, si prevede, almeno sulla carta, un termine entro il 2015.


I progetti intorno

Scheda progetti www.unito.it Breve storia www.storiaindustria.it Calendario eventi www.comune.torino.it

2km

localizzazione

fotografia degli interni

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I progetti intorno

Lo Scalo Vanchiglia.

L’ex scalo merci Vanchiglia rappresenta uno dei due poli – insieme alla Spina 4 – della trasformazione urbana prevista dalla Variante 200 al Piano Regolatore. L’area è oggi un ampio spazio vuoto che costeggia il corso Regio Parco lungo il Cimitero Monumentale, totalmente privo di qualsiasi uso ufficiale e in stato di forte abbandono. Il masterplan risultato vincitore del concorso La Metamorfosi per questo ambito prefigura un pezzo di città caratterizzato da una piastra destinata a residenze e servizi, disegnando la riconversione della sede ferroviaria dismessa, il Trincerone, in braccio della linea metropolitana M2 a livello sotterraneo e parco lineare in superficie.

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I progetti intorno

Scheda progetto www.urbancenter.to.it Linee guida concorso www.comune.torino.it Dibattiti www.skyscrapercity.com

2km

localizzazione

lo Scalo Vanchiglia oggi

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I progetti intorno

L’Abbadia di Stura.

Fondato nel 1146 grazie al lascito del facoltoso torinese Pietro Podisio con l’obiettivo di fondare un hospitale con annessa azienda agricola, il sistema dell’Abbadia di Stura costituisce un importante monumento storico nonchè elemento di identità del quartiere, pur avendo intrapreso una lunga fase di declino. Ultima abbazia medievale rimasta nella cintura metropolitana torinese. abitata fino agli anni Sessanta, è stata frazionata per operazioni successive ed infine venduta a privati negli anni Settanta, chiostro, chiesa e torre campanaria compresi. Il comparto in cui è situato il complesso è oggi prevalentemente caratterizzato da attività incongrue con la preesistenza storica dell’Abbadia: l’immediata prossimità di grandi assi stradali, tracciati a seguito del PRG del 1959, e la destinazione principalmente produttiva ne impediscono la valorizzazione e la fruibilità.

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Per queste aree la Variante n. 221 al PRG propone di attribuire una destinazione più coerente agli indirizzi di valorizzazione del paesaggio. L’obiettivo è la riqualificazione paesaggistica degli ambiti di pregio, attraverso la ricollocazione delle attività produttive incongrue. Sono peraltro anche previsti il recupero funzionale e strutturale del complesso degli edifici e la riorganizzazione a verde pubblico dell’intorno.


I progetti intorno

Breve storia www.museotorino.it www.situa.to Scheda progetto www.urbancenter.to.it Tutela www.comune.torino.it

2km

localizzazione

la facciata principale del complesso

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I progetti intorno

Area Pescarito.

L’area industriale di Pescarito, sorta in seguito ai processi innescati dal PRG della Città di Torino del 1959, è oggi al centro di un processo di riorganizzazione sia alla scala locale che alla scala metropolitana, orientato alla definizione di nuove strategie di sviluppo economico ed alla riqualificazione del tessuto urbano. Trattandosi di un progetto in fase di discussione, che coinvolge la Provincia di Torino, i Comuni di Torino, S. Mauro e Settimo, consorzi, associazioni di imprenditori e cittadini, non esiste a tutt’oggi un piano d’area. Pescarito potrebbe in futuro trasformarsi in una APEA (Area di Produzione Energeticamente Attrezzata), al fine di abbattere emissioni e consumi, oppure in un centro di smistamento servito da mezzi elettrici. Si stanno discutendo la costruzione di uno svincolo o il potenziamento del trasporto su rotaia.

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Ad oggi, la proposta più plausibile pare essere quella di ospitare un parcheggio di interscambio connesso alla rete della metropolitana attraverso una diramazione della futura linea M2, al fine di scaricare la fascia pedecollinare dall’intenso traffico quotidiano.


I progetti intorno

Scheda progetto www.urbancenter.to.it Aggiornamenti www.provincia.torino. gov.it Articolo www.12alle12.it

2km

localizzazione

deposito IVECO a Pescarito

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Presente

Corboz André, “Il territorio come palinsesto”, in Ordine sparso: saggi sull’arte, il metodo, la città e il territorio, a cura di Viganò Paola, Franco Angeli, Milano, 1998 1

“Il territorio non è un dato, ma il risultato di diversi processi. [...] Gli abitanti di un territorio cancellano e riscrivono costantemente il vecchio incunabolo del suolo”1. Questo tipo di approccio, la lettura del territorio come palinsesto, è linea guida fondamentale dell’analisi fatta su quest’area.


Presente

Idrografia e topografia.

I primi segni leggibili su questo territorio riguardano la sua conformazione idrografica e topografica consolidatasi nel corso dei secoli.

questo suolo derivano da questa linea che, pur mutando nei secoli, ha sempre mantenuto la curva caratteristica dell’ansa fluviale.

Situato ai piedi della collina torinese e perimetrato dal fiume Po in un punto in cui esso incontra due affluenti (la Dora Riparia e la Stura di Lanzo) in pochi chilometri, il territorio del Meisino è intensamente modellato dallo scorrere del corso d’acqua. Il Po, che qui è in uscita dalla città di Torino, ha già una portata media di 100m3/s ed una sezione dell’alveo intorno ai 50m di larghezza. L’ambiente fluviale caratterizza decisamente le qualità del luogo, ma non solo.

La distribuzione dell’alberatura segue anch’essa questa conformazione per quanto riguarda le porzioni presenti sui bordi, mentre si estende poi in maniera irregolare sui pendii collinari.

Infatti, a partire dalla sponda, tutte le linee di quota seguono questo andamento, fino ai 115m di dislivello che segnano la massima altitudine di quest’area. Di conseguenza, anche la suddivisione delle proprietà, la conformazione delle strade e gli usi che si fanno, e si sono fatti nei secoli, di

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Presente

St 149,9ha

Cartografia www.igmi.org

sviluppo costiero 3.068m portata media del Po 100m3/s

250m

idrografia e topografia

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Presente

Regime fondiario e usi del suolo.

Come affermato in precedenza, è possibile leggere una forte influenza dello scorrere del fiume Po anche in queste caratteristiche del suolo.

infrastruttura di via Agudio, accanto a parcelle desinate a parco, attrezzate, oppure recintate ed inutilizzate.

Le parcelle immediatamente adiacenti alla riva sono infatti boscate oppure, una volta sorpassata la diga del Pascolo, lasciate incolte a causa della facile inondabilità del terreno in queste zone. La superficie boscata di dimensioni maggiori è quella relativa all’ex Galoppatoio Militare

Esistono aree di orti urbani, sia abusivi che regolari, accanto a coltivazioni in forma più estensiva, per un totale di 19,7 ha intensamente utilizzati dai residenti delle borgate Rosa e Sassi. Sono presenti anche alcuni gruppi di cittadini, come l’associazione Il Tuo Parco, che gestiscono collettivamente queste attività

Per contro, spostandosi più all’interno, si manifesta una notevole complessità nella distribuzione degli usi del suolo, qui per chiarezza suddivisi in quattro categorie: terreno inutilizzato o destinato a parco, terreno occupato da attività produttive o residenziali, pascoli e coltivazioni. Vaste porzioni di terreno destinate a pascolo di addensano intorno al centro dell’area, caratterizzato dalla presenza della grande

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Le destinazioni residenziali, commerciali e produttive si concentrano intorno all’asse di corso Casale, nonostante la presenza di alcuni elementi sparsi nel territorio meno urbanizzato. Meisino è dunque un suolo ricco di attività strettamente legate all’ambito locale, una possibile risorsa economica e sociale per le future trasformazioni.


Presente

Cartografia www.lartu.polito.it

250m

regime fondiario e usi del suolo

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Presente

Viabilità.

La conformazione della viabilità non permette un’ingresso capillare all’interno dell’area in automobile: essa è percorsa principalmente da strade poderali sterrate, spesso riservate a pedoni o ciclisti. La distribuzione del traffico “veloce” è infatti incardinata sui due assi principali di via Agudio, quasi un’autostrada urbana votata al puro attraversamento dell’area, e corso Casale, il quale collega Torino a S. Mauro Torinese. Le fitte strade poderali che permettono l’attraversamento integrale dell’area, percorse ogni finesettimana da numerosi ciclisti e pedoni, sono però di qualità infima: una bassissima percentuale è pavimentata, alcune si riducono a sentieri di sezione estremamente ridotta e pochissime sono dotate di un’alberatura di protezione, mettendo a rischio la fruibilità da parte di una fascia estesa della popolazione.

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La caratteristica che sembra tuttavia più sottovalutata è il valore panoramico di questi percorsi: quelli che passano lungo il corso del fiume, sicuramente la fascia più interessante da osservare, sono, almeno prima della diga, non segnalati, quasi inaccessibili oppure totalmente inesistenti.


Presente

Cartografia www.comune.torino.it/ geoportale

250m

viabilitĂ

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Presente

Tessuto urbano.

Le maggiori densità sono ovviamente concentrate attorno all’asse di corso Casale, il quale ha evidentemente attratto nei secoli attività commerciali, produttive e le conseguenti destinazioni residenziali grazie alla sua importanza nel passaggio pedecollinare. Esistono tuttavia alcune entità sparse sul territorio meno densamente urbanizzato, spesso antecedenti alle forme di insediamento precedentemente descritte. Si tratta di cascine, ora in stato di abbandono come la Filanda, convertite in luoghi di produzione oppure ancora riutilizzate in maniera creativa, come ad esempio il Nietzsche Fabrik, centro culturale e artistico che talvolta apre al pubblico organizzando eventi e mostre. Ancora sui bordi, si rileva la presenza di capannoni industriali, alcuni attivi ed altri in disuso, evidentemente attratti qui dalla facilità di trasporto e accessibilità garantite da via Agudio e dalla

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vicinanza al bordo della città e alle sue infratrutture, ma scarsamente legati al territorio.


Presente

Cartografia www.comune.torino.it/ geoportale

250m

tessuto urbano

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Progetto

La composizione del progetto di trasformazione dell’area prevede la sovrapposizione di un ennesimo layer ad un territorio già stratificato ed analizzato di conseguenza. Layer al suo interno composto da più temi operativi che, seguendo le tracce di ciò che già esiste, si compongono in un progetto unitario e lavorano in maniera integrata.


Progetto

Edifici dismessi.

Il progetto individua tre gruppi di edifici inutilizzati, tutti collocati sul bordo esterno dell’area, più o meno distanti dalla sponda fluviale.

l’edificio di maggiore estensione possiede un ampio spazio libero di pertinenza, finora pavimentato e usato come deposto.

Il primo riguarda gli edifici dell’ex Galoppatoio Militare, 2000m2 di SLP al limitare del bosco situato all’interno della recinzione che lo delimita su via Nietzsche. Il gruppo è composto da cinque volumi: tre maniche organizzate attorno ad un blocco centrale, a formare due corti aperte, ed un edificio isolato.

La scelta progettuale ricade su questi tre gruppi di edifici principalmente per la loro collocazione, ma anche per la presenza di spazi aperti di pertinenza per i quali è possibile disegnare una configurazione che risolva la carenza di spazio pubblico evidenziata nell’area.

Il secondo è un piccolo complesso industriale di 4700m2 di SLP situato nei pressi della confluenza tra il Po e il torrente Stura di Lanzo, adiacente a via Agudio. È composto da sette volumi di dimensioni differenti organizzati attorno ad una corte comune. Il terzo gruppo è composto da due edifici collocati nello spazio aperto adiacente la sponda di fronte all’isolone Bertolla. La SLP è di soli 550m2, ma

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Progetto

SLP 550m2

SLP 4.700m2 SLP 2.200m2

SLP totale 4.750m2

250m

edifici dismessi

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Progetto

Punti di osservazione.

La prima mossa progettuale consiste nell’appoggiare tre punti di osservazione sulla sponda fluviale, in corrispondenza degli edifici inutilizzati precedentemente individuati. Il progetto incardina i suoi obiettivi su di un gesto, quello dell’osservare, considerato un modo di avvicinarsi, frequentare e conoscere un territorio come Meisino, circondato da un ambiente di grandissima qualità ma esso stesso introverso e frammentato. Con “punti di osservazione” si intendono piattaforme situate più o meno vicine agli edifici in trasformazione. collocate sulla riva del fiume e disegnate secondo la sezione di quest’ultima: dove essa è scoscesa e inaccessibile il volume si eleva in altezza, dove esiste un argine artificiale vi si appoggiano dei gradoni coperti, dove la pendenza è dolce e prolungata la piattaforma si allunga sull’acqua.

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I punti di osservazione rappresentano un’occasione di sosta e di uso delicato di un luogo. Inoltre, si attribuisce loro la qualità di landmark: essi materializzano un’immagine che rende facilmente identificabili il percorso e i luoghi di Meisino anche dalle aree circostanti.


Progetto

250m

punti di osservazione

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Progetto

Percorso ciclopedonale.

In seguito è necessario connettere gli elementi individuati finora. La scelta ricade ovviamente su di un percorso destinato ai pedoni e ai ciclisti che sono i maggiori utilizzatori di quest’area e rappresentano una risorsa sia alla scala locale che a quella territoriale. Il tracciato del percorso segue la sponda del fiume Po, ricalcando la linea fondamentale di assetto del territorio, facendosi anch’esso immagine di un territorio. Questo tipo di mobilità agisce in continuità con i progetti in atto, destinati a connettere il territorio in modo lento e permeabile, coniugando ambiente e attività culturali e produttive, incentivando la frequentazione delicata dei luoghi da parte dei cittadini e prefigurando scenari di turismo alternativo. Posizionare il percorso sul bordo di quest’area consente di mantenere l’uso di alcuni percosi esistenti all’interno, potenzialmente più trafficati

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perchè di servizio alle attività che qui si svolgono. Peraltro, la sponda del fiume costituisce un punto di vista privilegiato sulla città e sul paesaggio, caratteristica fondamentale nello sviluppo del progetto.


Progetto

lunghezza totale 3km

sezione percorso 6m

250m

percorso ciclopedonale

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Progetto

Disegno dello spazio pubblico.

La maggiore carenza nella fruizione dell’area risulta, come già detto, nelle possibilità di sosta e di uso dei servizi. Per questo motivo, le aree situate attorno agli edifici sono progettate e costituiscono anzi il trait d’union tra il passaggio sul percorso e l’ingresso all’interno dell’edificio. Porzioni di dimensioni differenti vengono ri-pavimentate, lasciando però alcune interruzioni nella pavimentazione per favorire la permeabilità del suolo. In quanto spazi di transizione, realizzano il loro uso pubblico in diversi modi: parcheggiare la bicicletta, sostare all’ombra di un’albero, formare una fila per entrare in un posto, darsi appuntamento o fare dei giochi.

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Progetto

superficie 7.400m2

superficie 5.800m2 superficie 3.700m2

superficie totale 16.900m2

250m

disegno dello spazio pubblico

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Progetto

Aree di trasformazione.

Le aree di trasformazione sono suddivise in primarie e secondarie, a seconda dell’intensitĂ e dell’immediatezza della trasformazione del loro suolo. Le aree di trasformazione primaria sono quelle su cui insistono direttamente i volumi da rifunzionalizzare: qui il suolo e gli usi si trasformano in maniera radicale. Le aree di trasformazione secondaria sono quelle i cui utilizzi sono considerati elementi di pregio di questa porzione di territorio: si tratta di usi agricoli, di allevamento o di aree naturali di particolare interesse. Non si prevede di trasformarle radicalmente, ma di usufruire di ciò che esse rappresentano e producono per trasformare Meisino.

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Progetto

superficie 1,3ha

superficie 1,4ha superficie 7,2ha

superficie totale (primarie) 9,9ha superficie totale (secondarie) 48,9ha 250m

aree di trasformazione

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Progetto

Rifunzionalizzazione degli edifici dismessi.

Un altro obiettivo del progetto è quello di restituire possibilità di interazione a pezzi di territorio che oggi lavorano separatamente, riconnettandole attraverso gli usi. Le operazioni di rifunzionalizzazione in progetto per gli edifici dismessi sono direttamente relazionate alle attività che si svolgono “all’interno” e costituiscono per esse un punto di visibilità. Per esempio, la produzione agricola locale può trovare un immediato sbocco commerciale nei volumi individuati: nella forma di un negozio biologico, di un mercato settimanale o di un ristorante equo e solidale. Oppure ancora, i territori a forte carattere ambientale possono guadagnare un luogo dove dibattere, discutere, informare e organizzare visite guidate: in questa maniera potranno essere conosciuti, salvaguardati oppure trasformati.

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In questa maniera si ristabilisce una relazione tra gli usi del territorio che oggi appaiono separati e sconnessi, oltre che diffondere una conoscenza del luogo in termini naturali e produttivi e delle persone che lo rendono tale.


Progetto

250m

rifunzionalizzazione degli edifici dismessi

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Progetto

Accessibilità.

La fruibilità è le occasioni di frequentazione di questo territorio non possono però essere limitate al solo accesso ciclopedonale; è anzi importante permettere e favorire la presenza di persone di un’ampia fascia d’età, dal momento che questo potrebbe contribuire alla vivacità del luogo e al suo utilizzo in fasce orarie diversificate. Per questo motivo si prevede di sfruttare i parcheggi esistenti, al fine di non realizzare altre impermeabilizzazioni del suolo, stimati su di un totale di 5.925 m2, alcuni estremamente prossimi alle aree di trasformazione ed altri situati sul suo bordo verso la collina. Al fine di connettere questi ultimi al percorso, si tracciano tre assi di supporto che ricalcano tracce o strade esistenti. La possibilità di permeare all’interno in modo rapido ed intuitivo costituisce uno dei presupposti fondamentali per l’accessibilità e la fruibilità del luogo.

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Progetto

superficie parcheggi 5.925m2 lunghezza totale viabilitĂ 2,4km 250m

accessibilitĂ

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Progetto

Bosco Galoppatoio.

L’area relativa agli edifici di proprietà demaniale situati all’interno del Galoppatoio Militare si trasforma in relazione al forte carattere ambientale di questo sito, dovuto al progressivo abbandono delle funzioni originarie: numerose specie vegetali spontanee si sono negli anni aggiunte a quelle impiantate dall’uomo e le specie avicole locali trovano rifugio in quest’area naturale.

Il disegno del suolo consta della pavimentazione di un cortile aperto sul fiume sul quale si potrà immaginare di organizzare spettacoli o attività all’aperto durante la bella stagione. Le aree laterali prevedono invece la presenza di passerelle appoggiate sul suolo da una parte, e di uno spazio per il gioco dall’altra in cui poter lasciare i bambini. Tutto intorno, il terreno è lasciato libero.

La rifunzionalizzazione degli edifici prevede un uso legato all’osservazione e al monitoraggio del patrimonio ambientale, coerentemente con quanto espresso dal punto di osservazione collocato sulla sponda. Si prevede l’affidamento dei volumi inutilizzati ad associazioni ed enti che qui potranno svolgere sessioni di didattica per le scuole, mostre sul tema dell’ambiente, workshop sperimentali ed escursioni a cavallo per esplorare il territorio. La casa isolata potrà ospitare un guardiaparco che gestisca la struttura potendo usufruire di un ampio spazio aperto per la coltivazione in proprio.

Il punto di osservazione si sviluppa in altezza in virtù dell’inaccessibilità di questo tratto di sponda e permette l’osservazione, da un’altezza di 4m, da un lato dell’ambiente fluviale e della città retrostante e dall’altro del bosco del Galoppatoio.

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Bosco Galoppatoio è un polo di possibile attrazione in cui riuso mirato delle strutture, disegno limitato del suolo, appoggio alle associazioni locali e conservazione dell’ecosistema si mescolano e realizzano un luogo di interazione e conoscenza.


Progetto

workshop e didattica

deposito spazio per associazioni

cortile comune

cavalli per visite esposizioni

spazio relax all’aria aperta

punto di osservazione

verso parcheggio

casa del guardiaparco

gioco 20m

Bosco Galoppatoio

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Progetto

Borgo Meisino.

Il piccolo complesso industriale dismesso situato alla confluenza tra il Po e la Stura di Lanzo sfrutta principalmente l’organizzazione attorno ad un vuoto centrale dei capannoni che lo compongono. La rifunzionalizzazione degli edifici ha qui un valore principalmente commerciale, immaginando vetrine in cui le eccellenze del Meisino possono apparire ed essere conosciute. La riconnessione d’uso con le aree coltivate e a pascolo si realizza attraverso la preparazione e la vendita dei prodotti locali, siano essi frutta, verdura, carne, formaggi o oggetti realizzati dai membri delle associazioni qui presenti. In questa maniera non si dimentica la funzione produttiva del sito, ma la si adatta alle necessità attuali. Inoltre, le attività commerciali dispongono qui di una strada di servizio adiacente al sito, con alcuni spazi di parcheggio e di carico/ scarico delle merci. L’insediabilità di un grande mercato settimanale può sfruttare la grande frequentazione di questo luogo nei finesettimana.

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Il disegno del suolo prevede la riconfigurazione della pavimentazione esistenze, rimuovendo alcune aree di asfalto per favorire nuovamente la permeabilità del suolo in un sito in cui l’acqua è componente fondamentale. Queste superfici scoperte permettono inoltre la sosta dei frequentatori, ospitando sui loro bordi alcuni parcheggi per le biciclette. La composizione del punto di osservazione sfrutta l’argine artificiale e ne ridisegna la parte antistante gli edifici, modellandone la sezione in forma di seduta coperta da una pensilina. Qui è possibile portarsi fin quasi sul pelo dell’acqua e scrutare l’ampia distesa blu formata dalla confluenza tra i due fiumi. Borgo Meisino è un cortile attorno al quale si riuniscono i produttori e i consumatori, stabilendo un rapporto diretto tra territorio, produzione e consumo.


Progetto strada

mercato settimanale

parcheggi caffè letterario ristorante tipico

latteria suolo permeabile

bar

punto di osservazione

frutta & verdura ristorante km0

macelleria pascolo artigiano 20m

Borgo Meisino

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Progetto

Affaccio su Bertolla.

Il sito di trasformazione situato di fronte all’isolone Bertolla sfrutta la pendenza zero del sito e le sue qualità di grande spazio aperto e naturale.

appoggiate delle passerelle per la sosta, intervento minimo ma necessario per la fruibilità di un suolo spesso umido.

Il progetto ripensa le funzioni di un capannone industriale dismesso antistante un grande piazzale di 5800m2, immaginandolo come spazio per l’arte. Prevede la possibilità di organizzare mostre, esposizioni e proiezioni sia all’aria aperta, quando possibile, che all’interno dell’edificio, una parte del quale può ospitare studi e residenze di artisti interessati a questo spazio solitario e indisturbato. Il grande cortie permette loro di sviluppare il proprio lavoro senza alcun problema di spazio.

La sezione del punto di osservazione sfrutta l’esigua altezza della sponda fluviale per protendersi verso l’antistante isolone Bertolla, luogo di grande e riconosciuta ricchezza faunistica. L’ambiente protetto garantisce ai birdwatchers molto attivi nella zona una protezione integrale. Un vuoto centrale permette inoltre di osservare il letto del fiume.

Il disegno del suolo prevede nuovamente il ridisegno della pavimentazione in funzione di una maggiore permeabilità del terreno, mantenendo però la recinzione esistente che è possibile chiudere in caso di necessità. Oltre il percorso ciclabile, su di un ampio prato adiacente alla sponda, sono

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Affaccio su Bertolla è un luogo che coniuga mobilità lenta, osservazione del paesaggio ed espressione artistica, rendendo frequentabile un’area di grande bellezza ma pressoché deserta.


Progetto

pascolo

spazio espositivo

parcheggio bici

coltivazioni casa per artisti

punto di osservazione

suolo permeabile bagni pubblici

cortile comune spazio relax all’aria aperta

20m

Affaccio su Bertolla

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Conclusione

Un modello aperto.

Una volta ricomposta, questa modalità di trasformazione del territorio, organizzata per layer sovrapposti e collaborazione tra le parti, mostra la’approccio globale e al tempo stesso mirato al progetto. I punti di interesse sono scelti in base alle loro criticità e trasformati secondo le relazioni che possono stabilire con il territorio, la viabilità ricalca segni esistenti, le nuove volumetrie si adattano alla topografia delle singole aree. Per questo motivo la lettura spaziale e temporale per temi e strati sovrapposti di un territorio così complesso e frammentato è stata necessaria e decisiva per il progetto. La composizione e l’ideazione del progetto per temi sovrapposti permette una certa modulabilità nel tempo, lasciando intravedere possibilità attuative organizzate per fasi e in collaborazione con gli attori che effettivamente operano su questo territorio.

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Conclusione

250m

Osservare dal parco.

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Bibliografia

Opere relative all’analisi storica Blaeu Joan, Theatrum statuum Sabaudiae, vol. 1, p. 39, apud heredes Ioannis Bleu, Amstelodami, 1682 Carboneri Nino, “Il Parco di Viboccone”, in Ascanio Vitozzi un architetto tra Manierismo e Barocco, pp. 159-169, Officina, Roma, 1966 Opere relative al tema del territorio Corboz André, “Il territorio come palinsesto”, in Ordine sparso: saggi sull’arte, il metodo, la città e il territorio, a cura di Viganò Paola, Franco Angeli, Milano, 1998 Durbiano Giovanni, Robiglio Matteo, Paesaggio e architettura nell’Italia contemporanea, Donzelli, Roma, 2003

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Sitografia

Pagine relative alle risorse cartografiche

Pagine relative ai progetti analizzati

www.comune.torino.it/geoportale www.igmi.org www.lartu.polito.it www.provincia.gov.it/gitac www.regione.piemonte.it/repcarj www.sistemapiemonte.it/territorio

www.collinapo.it www.comune.torino.it www.iltuoparco.it www.museotorino.it www.ocs.polito.it www.parchipocollina.it www.parcopotorinese.it www.parks.it www.progetto.vento.polimi.it www.provincia.torino.gov.it www.regione.piemonte.it www.situa.to.it www.skyscrapercity.it www.torinobirdwatching.net www.unito.it www.urbancenter.to.it

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Alberto Valz Gris 2012


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