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www.riza.it OTTOBRE 2016 n. 428 PERIODICO MENSILE ISSN 2499-0418 (ONLINE)

ELIMINA I VELENI CHE TI FANNO STAR MALE

Basta autocritiche e sensi di colpa Le tre regole per imparare a volerti bene

BASTANO 5 MINUTI AL GIORNO! Per allontanare l’ansia e i disagi, anche se durano da tanto tempo

ANTIDOLORIFICI NATURALI SCEGLI L’ALTERNATIVA VERDE SENZA RISCHI

L’EDITORIALE DI MORELLI PANICO: CONTA ANCHE COME TI VESTI

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A cura dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica

Direttore responsabile: Raffaele Morelli Condirettori: Vittorio Caprioglio, Daniela Marafante, Piero Parietti Direttore generale: Liliana Tieger Redazione: Giorgio Barbetta (caporedattore) Grafica e impaginazione: Elisa De Gradi Progetto grafico: Roberta Marcante Comitato scientifico: Ervin Laszlo (presidente), Piero Parietti, Maria Ceriani, Emilio Minelli (direttori scientifici), Romeo Compostella, Maurizio Cusani, Pietro Fornari, Francesco Padrini, Maria Rita Parsi, Fiorenza Zanchi HANNO COLLABORATO Testi: M. Battistutta, G. Cataldo, P. Costanzo, P. Fornari, G. Guerini Rocco, P. Lumia, A. Mantice, C. Marazzina, M. Monciotti, M. Morelli, N. Morelli, D. Mosca, P. Parietti, G. Ruatasio, M. G. Tumminello, K. Vignoli, M. Zanardi, M. Zani Immagini: A. Ruggieri, Fotolia, 123rf.com. Copertina: A. Ruggieri Pubblicità: Direttore: Doris Tieger Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Segreteria: Luana Lombardi, Chiara Rizzelli Responsabile amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Responsabile ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio abbonamenti: Maria Tondini CORSI DELL’ISTITUTO RIZA Responsabile: Patrizia Peri Segreteria: Pierangela Scapuzzi, Alessandra Montagna REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, SERVIZIO ABBONAMENTI E PUBBLICITÀ: via L. Anelli 1, 20122 Milano, tel. 02/5845961 (8 linee r.a.) - fax 02/58318162 Stampato in Italia da: Rotolito Lombarda S.p.A. 20063 Cernusco Sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia e per l'estero: SO.DI.P S.p.A., via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Una copia € 4,20, arretrati € 8,40. Abbonamento annuale (12 numeri): Italia: € 38,00. Paesi europei: € 122,00. Altri Paesi: € 164,00. Oceania: € 218,00. Versamenti da effettuare sul C.C.P. n. 25847203, intestato a Edizioni Riza S.p.A., via L. Anelli, 1 - 20122 Milano. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 190 del 19-4-’80. ISSN 0394-9982 (PRINT) ISSN 2499-0418 (ONLINE)

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n. 428 OTTOBRE 2016

diretta da Raffaele Morelli

SOMMARIO A tu per tu con Raffaele Morelli

L’Editoriale Morelli risponde

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Lezioni di autostima

Ingrassare e dimagrire: puoi trovare il tuo equilibrio

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Riza al tuo fianco

I disagi interiori I disturbi psicosomatici Curarsi con i sogni Coppie e amori I tuoi successi

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Il giornale delle

Soluzioni

Il tema del mese Medicina naturale

VITA DI COPPIA Amore & denaro Accoppiata ad alto rischio LA DISTRAZIONE Un’assenza che ci regala la vera presenza LA COMUNICAZIONE Come difendersi dalle manipolazioni

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Il giornale delle soluzioni

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Come stare (bene) con te stesso

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Lettere & risposte Erba di grano e d’orzo Antidolorifici naturali Selenio e zinco

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Il tema del mese

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Associato a:

Interventi

Le interviste impossibili Comunicare le emozioni Il cervello e le parole Sesso e amore Dalla parte di lei Figli nostri Il test del mese

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La medicina naturale

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L’EDITORIALE Di Raffaele Morelli. raffaele.morelli@riza.it

Il panico? Dipende Lo ha scoperto Marta che, a occhi chiusi, ha visto una donna molto diversa da quella supersexy che recitava di continuo per piacere agli uomini, ma che poi scappava di fronte all’intimità. E ha iniziato a camminare su una strada nuova, più vicina alla sua vera essenza

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Illustrazione di Alberto Ruggieri

n ognuno di noi è nascosta un’immagine: se la trascuriamo stiamo male, se la abbandoniamo allora siamo nei guai. Magari nella vita prendiamo la strada opposta, ma l’immagine nascosta è sempre lì, in attesa di venire alla luce. Marta ha 40 anni, veste in modo provocante, quando cammina per strada tutti si voltano a guardarla. Una sera va al ristorante con un uomo che ha corteggiato per tanto tempo: finalmente è riuscita ad andarci a cena. «Mi sono accorta che a lui non piaceva che avessi gli occhi addosso: ero molto sexy, molto scollata, la gonna cortissima, il rossetto accentuato, i tacchi altissimi. Mi sentivo supersexy, ma lui sembrava infastidito». Usciti dal ristorante, Marta si aspettava che la invitasse a casa sua. Niente. «Allora gli ho detto se voleva salire lui a casa mia. Si è inventato una scusa e se ne è andato». L’immagine della donna sexy lo aveva fatto scappare a gambe levate. Eppure anche lui l’aveva corteggiata altre volte, dato che per lavoro si vedevano spesso. «Forse quando ci incontriamo di giorno gli piaccio perché non mi vesto in modo troppo provocante». Quella sera, appena rientrata a casa, Marta comincia a sudare, fa fatica a respirare, le

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arriva un attacco di panico. Sente pulsare la testa, ha le vertigini: chiama l’ambulanza. Ha 250 di pressione e l’attacco di panico si fa sempre più violento. La ricoverano, la riempiono di psicofarmaci e iniziano la cura per la pressione alta. Da quella sera inizia un vero e proprio calvario. Con i farmaci la pressione, a parte alcuni sbalzi, si regolarizza, ma gli attacchi di panico insorgono sempre più violenti e frequenti. Per chi ti vesti? Anche quando è venuta nel mio studio è arrivata con il look supersexy. Avevo la sensazione che indossasse qualcosa di artificiale, di troppo vistoso, di innaturale. Come se facesse uno sforzo a vestirsi così, come se fosse ingabbiata da quel personaggio. La mia sensazione veniva avallata dal suo racconto: Marta mi confessa che lei si veste così, ma con gli uomini, al momento di andare a letto, scappa quasi sempre, oppure fa del petting, senza arrivare al rapporto sessuale. Insomma, l’immagine della donna sexy e provocante non le appartiene veramente, non le corrisponde. A volte i personaggi che recitiamo sono vere e proprie camicie di for-

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IL BLOG DI MORELLI Cerca gli interventi e i video che ti aiutano a superare i piccoli e grandi problemi con te stesso e con gli altri: riza.it/raffaelemorelli.html

anche da come ti vesti Ogni stato energetico vuole il suo vestito. Ma se ti costringi in un abito mentale che non è tuo, l’anima farà di tutto per farti cambiare strada. Anche mandarti il panico

za che indossiamo per aderire a modelli esterni, ma non sono minimamente vicini alla nostra essenza, alla nostra Immagine Innata, al nostro inconscio. Paradossalmente Marta si vestiva per piacere, per sedurre, ma spesso produceva l’effetto opposto: quella sera l’uomo che desiderava da tempo è fuggito. Capita quasi sempre quando ci vestiamo per gli altri, non per noi stessi. Così come ciascuno di noi ha un’immagine unica, così si sente a suo agio con l’abito giusto. Sì, possiamo vestirci per gli altri o per noi stessi. Marta era abitata, nell’inconscio, nel buio dell’anima, da C O N T I N U A A PA G . 6

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L’EDITORIALE

A volte i personaggi che portiamo in scena

sono vere e proprie camicie di forza che indossiamo per aderire a modelli esterni, ma sono molto lontani

dal nostro nucleo, dal nostro mondo interiore

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un’altra donna, da un’altra immagine di sé. Le ho detto di chiudere gli occhi e l’ho invitata a cercare un’immagine di donna con cui si sentiva a suo agio. «Vedo una suora, anzi vedo me bambina vestita come quando facevo la comunione». Quell’immagine a occhi chiusi era sorprendente: era esattamente l’opposto della donna provocante, quella finita al pronto soccorso. Marta non se n’era accorta, ma, analizzando i suoi disturbi, ho potuto constatare che i picchi ipertensivi e gli attacchi di panico, almeno nei primi mesi, arrivavano sempre quando lei si vestiva in modo provocante, quando tutti le gettavano gli occhi addosso. Le ho detto: «La suora e la prima comunione sono immagini di bambina. Oggi come vestirebbe la Marta che prega?». Mi ha risposto: «Non saprei. So solo che quando immaginavo la suorina che dice le preghiere mi sentivo bene, rilassata, tranquilla». La terra di nessun dove Alla seduta successiva sono rimasto senza parole. Marta aveva un golf molto accollato, una gonna lunga, un trucco leggero, tacchi bassi. Portava questo look con grande disinvoltura. Ho fatto finta di niente, non ho commentato il suo nuovo modo di vestire. Non ho detto nulla e lei anche. La sensazione che dava era di essere a suo agio, mentre con il vestito sexy, con i tacchi alti, era

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supercontrollata. Con quei supertacchi si sforzava di controllarsi, come una persona che cammina sui trampoli. Durante la seduta mi racconta che ogni giorno chiude gli occhi, immagina la suora e questo la fa stare bene. Corbin, il grande studioso delle immagini, sosteneva che il mondo immaginario non è irreale, non è qualcosa che non esiste, come siamo abituati a credere. E prende in prestito dall’antico pensiero persiano la frase: “la terra di nessun dove”, per dire che in noi c’è una terra sconosciuta, sottile, apparentemente immateriale, che è il luogo delle Immagini. Ciascuno ha la sua. Se la trovi, guarisce dai mali dell’anima. Via via la suora di Marta è diventata «una donna castigata, coperta, dolce, materna e tenera». Chi l’avrebbe detto che la donna supersexy nascondesse un’immagine di segno differente, opposto? La “terra di nessun dove” la stava aspettando: senza di lei sarebbe stata veramente una donna in lotta con se stessa. Naturalmente la suora e la supersexy non sono l’una contro l’altra. Il problema è se una delle due prende il sopravvento e cancella l’altra. Quell’immagine voleva il suo vestito. Marta glielo ha dato e i disturbi se ne sono andati. Quando stiamo male occorre chiudere gli occhi e cercare un personaggio, un’immagine che ci rassicuri. Il resto viene da sé. ■

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Centro Riza Servizio di psicologia e psicoterapia

Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

Incontri terapeutici di gruppo, condotti dal dott. Raffaele Morelli, medico, psichiatra e psicoterapeuta, tutti i giovedì dalle 17.00 alle 18.30 Dato l’elevato numero di richieste si consiglia di prenotare con largo anticipo

LE TECNICHE PER PREVENIRE E CURARE L’ANSIA E IL PANICO Chi soffre di DAP (disturbi da attacco di panico) ritiene che questo disagio sia insormontabile e finisce con il farsi condizionare l’esistenza. Rinuncia a viaggi, teme la solitudine, perde la sua autonomia e l’indipendenza. In questi incontri di gruppo si impara prima a gestire il disagio e via via a scoprire che l’ansia e gli attacchi di panico sono la manifestazione della parte più vitale che chiede di prenderci cura di noi stessi. Affrontarle come un’opportunità di crescita rende molto più rapida la guarigione.

Incontri terapeutici di gruppo, condotti dalla dott.ssa Maria Chiara Marazzina, psicologa e psicoterapeuta, tutti i martedì dalle 18.30 alle 20.00 Centro Riza di Medicina Naturale - Via Luigi Anelli, 4 - 20122 Milano Per informazioni e prenotazioni tel. 02-5820793 http://centro.riza.it - centro@riza.it Trova questa rivista e tutte le altre molto prima,ed in più quotidiani,libri,fumetti, audiolibri,e tanto altro,tutto gratis,su:https://marapcana.press


MORELLI RISPONDE Le email al direttore. raffaele.morelli@riza.it

«Marito e amante:

perché non so decidermi?» Molte volte vogliamo fare la scelta giusta, senza renderci conto che proprio questa idea crea ansia e ci allontana dalla naturale maturazione della nostra anima. È quello che accade a Nicoletta, divisa tra due uomini

LA LETTERA DI NICOLETTA “Mi tormento da due anni ma sono bloccata”

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a due anni sono afflitta da un problema da cui non so come uscire. Mi sento una vigliacca. Sono sposata con un uomo con cui ho una grande affinità da molti punti di vista, ma purtroppo la passione con gli anni è sfumata. E ho un amante, con cui passo pomeriggi di fuoco, ma con cui ho qualche problemino fuori dal letto... Divergenze caratteriali. Mio marito non sa nulla, solo l’idea di farlo soffrire mi fa sprofondare... E così tormento le amiche più intime per uscire da un dilemma che mi stressa». NICOLETTA

C

ara Nicoletta, l’anima, intesa come quell’energia sottile che ti abita, non può risolvere il problema nel momento in cui tu lo identifichi. Se lo identifichi lo rendi irrisolvibile. Tu continui a dirti: «Il mio problema è mio marito… Però con chi sto, con lui o con l’altro? Sì ma non posso lasciarlo. Però vorrei che il mio amante mi trattasse diversamente… Prima o poi lascio mio marito... Sì ma con l’altro non c’è molto 8

oltre il letto...»; tutto questo crea una chimica dentro il cervello che si deposita e diventa una nube tossica. E ti fa credere che la tua vita dipenda dalla decisione che prenderai. Quando, in realtà, nessuno te l’ha chiesto! Ma non basta: la cosa peggiore che puoi fare è parlarne, fare confidenze alle amiche. Cosa ne può sapere un’altra di te? Parlando del tuo “dilemma” lo cronicizzi. E diventi quella che passa il tempo a dire alle amiche: «Lo lascio o non lo lascio?». E le amiche ne hanno fin sopra i capelli di sentirtelo dire. Così diventi un burattino. E non fai l’unica cosa che conta: creare silenzio dentro di te, non parlarne più con nessuno, entrare nel buio, nel nulla e “sia quel che sia”. Nella vita c’è un momento in cui dobbiamo diventare donne e uomini. E una donna decide da sola, pensa da sola, ragiona da sola. Allora diventa una donna. Se no resta una bambina. E continua a fingere, a recitare un mantra: «Sto con lui o sto con l’altro?». In realtà a te le cose vanno bene così, non vuoi decidere, li vuoi tutti e due, ti servono tutti e due. Altrimenti avresti già scelto, è evidente. Non ti importa dell’uno o dell’altro, ti importa che questi due uomini, o meglio le energie che rappresentano, in questo momento della tua vita siano presenti entrambi. Percepire ti basta Il problema non può mai essere il matrimonio. Non può mai essere una relazione. Non è un rapporto che ti può rendere felice. E non è un rapporto che ti può rendere infelice. Tu produci

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Non decide l’io L’anima, liberata dalle identità, trova da sola la persona di cui ha bisogno

i tuoi stati di felicità e di tristezza, non gli altri. E li produci perché sono funzionali a quel momento. Il punto chiave è: Nicoletta sta facendo la Nicoletta? Questa è la partita. Non sei nata per fare la donna qualsiasi! C’è qualcosa di unico che ti crea. Devi ragionare così: «Io sono una pianta, il mio seme sta facendo la mia pianta, qualcosa sta facendo la Nicoletta, la sta facendo ora e non gli interessa nulla del “parere di Nicoletta”. Il lavoro di Nicoletta consiste solo nel non disturbare il lavoro della pianta». Allora, se stai solo nelle cose senza volerle correggere, non ci sarà più un problema matrimoniale da risolvere, non conterà andare più o meno d’accordo, non ci sarà da lasciarsi o non lasciarsi. L’anima, liberata dall’identità, trova lei la persona che le serve in quel momento, senza il tuo commento. La mente silenziosa produce prodigi. Quando ho un problema, o penso che ci sia un problema, sai cosa faccio? Una cosa semplice. Mi dico: «Adesso silenzio, non ho niente da dirmi, nessun commento, entro nel buio, nel regno del nulla, e aspetto». Noi invece abbiamo questo vizio: «Parla, parla, parla!». Non c’è niente da dire! C’è da percepire l’interno, perché l’interno, quando viene liberato, agisce, così dicono gli alchimisti: se tu ogni giorno allontani da te l’idea che ti sei fatto di te, allora il nucleo ti regala i fiori e i frutti della pianta. Come te li regala? Con gli incontri giusti, con i pensieri giusti, con le immagini giuste, con ■ ciò che ti serve.

L’ESERCIZIO Convoca le immagini e poi aspetta: la rosa fiorirà

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ei tormentata e bloccata di fronte a un dilemma, come Nicoletta che pensa di dover scegliere tra marito e amante? Chiudi gli occhi, immagina di essere la donna che sta con L’amante. La vedi? Lasciala lì. Adesso immaginati dall’altro lato della mente di essere la donna che sta con tuo marito. La vedi? Ora immagina che queste due donne si diano la mano e stiano lì insieme. Senza che tu faccia commenti o intervenga: stai lì con loro e basta. Ecco, il tuo lavoro è già finito. Siamo nati per trasformare il mondo in immagini, non per decidere quale immagine è giusta. In una situazione come quella di Nicoletta, gli antichi greci avrebbero detto: stanotte lo faccio impazzire perché sono Afrodite, dea dell’amore. Stasera invece gli cucino perché sono la signora della casa, la dea Estia. Avrebbero visto l’energia, non la personalizzazione. L’anima convoca le energie che ci servono per evolvere quando ci servono. Non sta a noi prendere decisioni, il nostro compito non è giudicare, correggere, mettere le cose a posto. È guardare l’interno. E aspettare. Allora arrivano le soluzioni giuste. La soluzione non viene mai da un pensiero esterno, viene soltanto dalla percezione e dall’assenza di pensiero. Se hai trovato una soluzione pensandoci, è una pessima soluzione. Se non ci hai pensato ed è venuta da sola allora è una buona soluzione. Come la rosa che fa il germoglio. Nessuno glielo insegna, lo fa.

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LEZIONI DI AUTOSTIMA

Di Vittorio Caprioglio

Ingrassare e dimagrire: puoi

il tuo equilibrio

Marta ingrassa molto quando è in coppia e diventa fin troppo magra quando è single. Energia che ristagna, certo. Ma anche la necessità di far convivere tutte le spinte e le energie che la animano. Solo così alimenterà anche l’autostima

«H

o 35 anni - mi scrive Marta - e un problema con il mio corpo e in particolare con il cibo. O meglio, ce l’ho e non ce l’ho, dipende dai periodi. Mi sono accorta nel tempo che ingrasso e dimagrisco a seconda se sono in coppia o single. Quando sono da sola sono una persona molto attiva, come se volessi mangiarmi la vita: esco, coltivo interessi, vedo persone sempre nuove, vado a correre e dimagrisco, fin troppo. Senza bisogno di fare diete. Quando invece sto con qualcuno, dopo qualche mese tendo un po’ a moderarmi se non a spegnermi, mi piace stare in casa, cucinare per lui e inevitabilmente ingrasso anche molti chili. Regolarmente mi metto a dieta ferrea ma non serve a niente. Alla fine accade che per un motivo o per un altro lascio il mio ragazzo e torno da sola e il ciclo ricomincia. Perché sono sempre io a lasciare. Ormai ho capito che funziona così: sono una fisarmonica. Non penso sia un problema di metabolismo. Forse sto con la persona sbagliata? Ma mi succede già da parecchi anni. Sbaglio sempre partner? O forse è un problema di autostima, di fiducia in me stessa? Ma non è strano che mi senta forte quando sono sola e debole quando sono in coppia? La coppia non dovrebbe darci più forza?». Non c’è colpevole Ebbene, cara Marta, la prima considerazione che mi viene spontanea è che a te piace molto analizzarti, lo si vede da tutte le domande che ti fai, alcune delle quali anche sensate e puntuali. Purtroppo analizzare il mondo interiore

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non è la strategia giusta, come il continuo ripetersi dello schema che tu hai descritto dimostra. Chi l’ha detto che la coppia “deve renderci più forti”? È un luogo comune, un modello, e i modelli sono sempre dannosi per l’anima e per il benessere. Ci costringono a essere come non siamo, a diventare artificiali. L’anima non vuole essere modellata, guidata o capita, vuole essere ascoltata, percepita e assecondata. E se continua a ripresentarci un contenuto è proprio perché non la stiamo ascoltando. Analizzarla vuol dire giocare al detective, all’investigatore. L’investigatore cerca sempre il colpevole. È come dire che nella tua anima c’è qualcosa di colpevole, di “criminale” che va scovato e corretto. È esattamente il contrario: nell’anima ci sono forze che vogliono sbocciare. Se le blocchi arriva la crisi, che è sempre benefica. Portandole alla ribalta, invece, osservandole senza fare commenti o dare giudizi in base a luoghi comuni, potrai trovare un nuovo equilibrio ed è questa la vera base della fiducia in se stessi, non l’autocorrezione o il tentativo di migliorarsi. L’altra Marta Tu del resto hai capito già il meccanismo: se dentro di te l’energia non scorre libera, inizia a girare a vuoto e si accumula. Ecco il grasso che aumenta: scorte per quando la vita tornerà a fluire. A niente servono le diete, che toccano appena la superficie del tuo essere. In quelle situazioni però non stai male: ti piace cucinare per lui, accudirlo.

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LA LEGGE DELL’ANIMA Se ti fissi su un estremo del tuo carattere, l’opposto verrà a disturbarti

trovare

Basta fisarmonica Ritrovi la tua forma quando fai cessare i conflitti dentro di te

Ma solo per un po’. Poi basta: sbotti, lo pianti, torni sola e invece di mangiare dolci, “mangi la vita”. Ed emerge l’altra Marta: attiva, sempre in movimento, quasi feroce nell’aggredire le giornate. Accogli le tue dee Perché l’anima a volte ci manda stati così differenti, prima uno e poi l’altro, come su un’altalena? Jung chiamava questo movimento interiore con un nome greco: enantiodromia. In pratica significa: quanto più ti spingi a un estremo di te stesso e ti ci identifichi, tanto più arriverà l’estremo opposto a bilanciare. Ma Jung aggiungeva: non bisogna scegliere uno dei due, anzi, proprio l’identificazione eccessiva tende a far emergere l’estremo

Enantiodromia è un termine della psicologia di Carl Gustav Jung che deriva dal greco ed è composto di enantios, opposto, e dromos, corsa, e significa: “corsa nell’opposto”. In termini psicologici significa che quanto più la persona si identifica in un estremo della sua personalità (ad esempio bontà, generosità o arrendevolezza), tanto più l’estremo opposto (rabbia, egoismo o testardaggine) cercherà strade consce o inconsce per riequilibrare la situazione. È un concetto presente nella filosofia di Eraclito, secondo il quale il divenire altro non è che un continuo gioco degli opposti. Anche l’antico Taoismo cinese parla dell’alternanza continua di yin e yang come dinamica universale del cosmo e la rappresenta con il caratteristico cerchio metà bianco e metà nero. Così ne parla Jung: «Questo fenomeno caratteristico si verifica quasi universalmente là dove una direttiva completamente unilaterale domina la vita cosciente, così che col tempo si forma una contrapposizione inconscia altrettanto forte, che dapprima si manifesta con un’inibizione delle prestazioni della coscienza e in seguito con un’interruzione dell’indirizzo cosciente» (Carl Gustav Jung, Dizionario di Psicologia Analitica).

opposto. In ognuno di noi ci sono tanti volti. Gli antichi Greci li rappresentavano come divinità.Ad esempio Estia, la dea del focolare che accudisce il suo sposo. Artemide, la vendicativa dea cacciatrice. Afrodite, la sensuale dea dell’amore. Sono forze e stati dell’anima. E tutte sono importanti. Non si tratta di scegliere quella “più giusta”, ma di accoglierle tutte, senza sensi di colpa, limitandosi a osservarle quando si presentano nella nostra via. Solo così potranno cominciare a convivere. Porta un po’ di donna di casa nei periodi in cui sei sola, e un po’ di selvaggia cacciatrice quando sei in coppia. E non avrai più bisogno di palleggiarti tra gli estremi. ■ Ottobre 2016

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IL NUOVO NUMERO

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RIZA

al tuo fianco Di Vittorio Caprioglio, Daniela Marafante, Chiara Marazzina e Maria Grazia Tumminello

La voce dei lettori e le risposte degli esperti

I disagi interiori

Disturbi psicosomatici

AGGRESSIVITÀ REPRESSA Grazie alle immagini puoi fare della rabbia la tua alleata

LA GASTRITE

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I vostri successi

Curarsi con i sogni IL SOGNO NEL CASSETTO Il neonato ritrovato: dalle tue radici nascerà qualcosa di nuovo

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Coppie e amori DESIDERIO DI MATERNITÀ Un figlio che non arriva: il pericolo è farne un pensiero fisso

Stomaco gonfio e nausea? Basta sottomissione!

mossa da altri»

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24 Ottobre 2016

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RIZA al tuo fianco I disagi interiori di Vittorio Caprioglio, medico psicoterapeuta

AGGRESSIVITÀ REPRESSA

Grazie alle immagini puoi fare della rabbia la tua alleata Uno spazio protetto Con la fantasia puoi accogliere le emozioni che ti spaventano

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ome faccio a tirare fuori la rabbia che c’è in me? Ho 21 anni e questa emozione mi sta distruggendo. Appena qualcosa o qualcuno mi dà fastidio sento un nodo alla gola e un pugno allo stomaco. A volte mi è successo di scoppiare e diventare aggressivo. Mi sentivo come una pentola a pressione, che bolle, bolle e poi scoppia! Mi sento uno sciocco, mi sento impotente. Come faccio a esprimere la rabbia e a non tenerla a bada?». NICOLÒ

C

aro Nicolò, quando un accesso di rabbia si affaccia in te, prova a far così: cerca uno spazio isolato, siediti un momento, chiudi gli occhi e immagina. Immagina di trovarti in un’altra epoca, quella che ti attira di più in quel frangente, e di essere un personaggio di quei tempi che si trova a vivere una battaglia selvaggia. Che sia un attacco dei pirati del ‘500, una lotta tra popolazioni primitive, uno scontro nella giungla del Vietnam, un duello nello spazio... fai in modo che siano cinque, dieci minuti nei quali Marte, il dio dell’aggressività e della guerra, possa circolare liberamente dentro di te, senza sensi di colpa e senza timore di fare del male. Fatto questo, torna a fare ciò che facevi prima. 16

Riza psicosomatica

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BRUTTI PENSIERI

Vie tortuose Non costringere i sentimenti a percorrere strade troppo complicate

La paura dell’infarto sta dicendo: usa di più il tuo cuore!

«S

ono una ragazza di 28 anni; soffro da qualche anno di ansia e panico, ma grazie ai vostri insegnamenti non mi spaventano più, ci convivo. Quello che mi fa paura davvero è l’ossessione con cui gli attacchi si presentano e che poi mi rimane in testa per giornate intere il timore di avere un infarto. Ho fatto molti controlli e ho un cuore sanissimo ma questo non riesce a tranquillizzarmi. Non so da cosa è nato questo pensiero, so che ogni volta che ho l’ansia non penso al perché mi è arrivata, ma all’infarto!». CARMELA

I

l cuore è il centro della vitalità e degli affetti. Quando temiamo che scoppi o che si “rompa” (ecco la paura dell’infarto), è segno che non gli stiamo dando lo spazio che merita nella nostra vita. Non ci lasciamo andare a sufficienza, non ci permettiamo di innamorarci, costringiamo la nostra

vita emotiva a scorrere entro percorsi troppo angusti e controllati. Da qualche parte in te esiste una Carmela diversa e capace, quando è il momento, di vivere più con il cuore e meno con la ragione. Valla a cercare, prova a darle spazio! Vedrai che questi brutti pensieri lentamente sfumeranno.

SUPERARE UN TRAUMA

L’eco del ricordo sfumerà: devi concederti tempo ono stata coinvolta tempo fa in un episodio di violenza avvenuta in un luogo pubblico. Io non ho riportato danni ma da allora qualsiasi particolare che mi riporta a quella sera mi fa star male. Mi vengono frequenti attacchi di panico specialmente quando sono in luoghi molto affollati, la notte dormo poco e male, e qualsiasi rumore sento per strada come il rumore di una bottiglia di vetro che cade o

un fuoco d’artificio o una risata un po’ più rumorosa, inizio ad agitarmi. Non riesco a controllare queste emozioni, né a gestire questi momenti e la cosa mi sta spaventando sempre più, sto impazzendo?». FELICIANA

Q

uando i disagi dipendono da eventi come quello che mi descrivi bisogna avere pazienza perché l’eco di quanto accaduto si deve dissolvere. I sintomi che riporti sono tutti as-

solutamente normali, non devi preoccuparti di avere qualcosa che non va né sforzarti di mandarli via: sarebbe peggio. Si possono stemperare solo col tempo, proprio come l’eco che lentamente sparisce da solo: se ci vai sopra con altre voci lo prolunghi e basta. Quel che puoi fare, quando si affaccia il ricordo, è portare la mente altrove, immaginare qualcosa di rasserenante. E, lo ripeto ancora, devi darti tempo.

«S

Ottobre 2016

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RIZA al tuo fianco Disturbi psicosomatici di Daniela Marafante, medico psicoterapeuta daniela.marafante@riza.it

LA GASTRITE Stomaco gonfio e nau La relazione con un uomo prepotente ha riacceso in Angela una tendenza latente a subire le critiche in modo eccessivo. Ma ora il suo stomaco si contorce e arrivano nausea e bruciori: il corpo pretende un cambio di rotta

A

ngela arriva nel mio studio e inizia a parlare come un fiume in piena. «Ho deciso di farmi aiutare da lei dopo aver letto molti numeri della vostra rivista e anche perché, anche se sono giovane, non sono del tutto stupida. Purtroppo una parte di me lo deve essere e questa parte mi fa stare male fisicamente, anche quando potrei farne a meno. Ora le spiego: ho 24 anni e il mio problema è nato dalla relazione che ho avuto con un ragazzo, Massimo, parecchio più grande di me. Ci siamo frequentati, all’inizio era un’esperienza bellissima ed è stata anche la mia prima volta, sessualmente. Col tempo però lui ha iniziato a essere sempre più esigente, io dovevo fare, dire, vestirmi, insomma essere solo come voleva lui. A un certo punto non ho retto più, ho cercato di parlargli ma lui mi ha trattata malissimo, dicendo che non valevo niente ed ero una donna tutta da buttare».

Continue ferite Raccontando questa storia An-

gela si comprime lo stomaco con le mani, come se dovesse fermare un conato di vomito. Io le domando se non si sente bene e lei mi risponde che da allora il suo stomaco si gonfia ed è afflitta da nausea 18

e bruciori. Ma non solo. «Soffro di ansia e il “trattamento” di Massimo mi ha segnata. Veniva a insultarmi sul luogo di lavoro e mi ha reso molto, molto insicura. Da allora mi sono lasciata andare, sono dimagrita, non ho più appetito e lo stomaco mi si gonfia spesso, anche al lavoro. Faccio la commessa in un grande negozio di abiti e lì, spesso, i clienti non sono molto pazienti e gentili. Non appena ricevo un commento negativo vado in tilt e il mio

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UNA DIFFICOLTÀ A DIGERIRE CRITICHE E SENSI DI COLPA

Il fuoco che non esprimi diventa bruciore allo stomaco

N

on è raro che la gastrite si presenti in soggetti che stanno vivendo forme di dipendenza dal partner o dalla famiglia di origine e che quindi non sentono legittimato il proprio desiderio di autonomia e soffrono di scarsa autostima. La disistima infatti è legata a un eccesso di giudizio la cui origine non è all’esterno, come si pensa, ma all’interno. È il soggetto stesso che si giudica incapace e quindi tende a subire mettendo in atto una grande capacità di sopportazione. Quando poi il desiderio di autonomia si affaccia, ecco che si sente in colpa. La gastrite rappresenta proprio la difficoltà a digerire giudizi e sensi di colpa: il succo gastrico tiene dentro e scarica sullo stomaco tutta la tensione accumulata. E il fuoco inespresso arde tutto all’interno in forma di bruciore.

sea? Basta sottomissione! in passato e Angela, dopo aver chiuso gli occhi ed essere rimasta per qualche istante in silenzio, racconta di aver passato un periodo pesante durante l’ultimo anno delle elementari. Una nuova maestra l’aveva presa di mira e la criticava continuamente. Angela si arrabbiava moltissimo e avrebbe voluto, testuali parole, «vomitare addosso la sua rabbia a quella donna odiosa». Ovviamente non lo faceva, si stringeva lo stomaco per fermare l’impulso. Occorre girare in positivo questi sentimenti, attraverso le immagini.

Lingue di fuoco «Angela, proviamo insieme a

stomaco si contrae come se dovessi vomitare e devo correre in bagno. Tutto questo per un uomo?».

Timore del giudizio La causa che sta rovinando

le giornate di Angela è la paura di essere giudicata, paura che la relazione con Massimo ha riacceso, ma che doveva essere già presente in lei. Le chiedo di ricordare se il giudizio di qualcuno l’aveva ferita

Da dove nasce La gastrite ci parla di tutta l’ira che mandiamo giù

reagire a ciò che Massimo voleva e continua a volere. Chiuda gli occhi e immagini di trovarsi di fronte a lui, un uomo prepotente che vuole dominare le donne per non mettersi in discussione. Ora immagini che dalla sua bocca, Angela, emerga una lingua di fuoco che non brucia, ma che si attorciglia attorno al corpo di Massimo e gli provoca una bella scossa. Dopo un poco ritiri la sua lingua e immagini che Massimo si inginocchi davanti a lei a chiederle scusa». Vedo Angela a occhi chiusi, un sorriso compare sulle sue labbra. Dopo qualche minuto in cui l’esercizio prosegue, le faccio aprire gli occhi e parliamo: «Con questo esercizio abbiamo liberato la rabbia che, anche con la maestra, ha sempre cercato di controllare e chiudere nello stomaco. Non ha fatto del male a nessuno, ma ha insegnato a se stessa che può difendersi e ottenere rispetto quando ne ha diritto». Angela, il viso ancora sorridente mi racconta: «Lo stomaco non mi fa più male. Mi sento felice! Anzi, mi è venuto da ridere nel vedere Massimo che se la faceva addosso dalla paura. Sarà stato più grande, più colto e più presuntuoso, ma io sono stata me stessa e più forte di lui». Ottobre 2016

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RIZA al tuo fianco Curarsi con i sogni di Chiara Marazzina, psicologa e psicoterapeuta chiara.marazzina@riza.it

Nei sogni i pensieri si fanno da parte ed entriamo in contatto con uno strato profondo e saggio del cervello, che sa cosa ci serve. Impariamo ad ascoltare le sue preziose indicazioni

IL SOGNO NEL CASSETTO

Il neonato ritrovato: dalle tue radici nascerà qualcosa di nuovo «D

a quando mi sono trasferita a Milano sento la nostalgia dei miei familiari. Abitano nelle Marche, scendo a trovarli appena posso, ma non è la stessa cosa. Da poco frequento un uomo che mi piace molto, ma non so ancora se con me sta facendo sul serio. L’altra notte ho sognato di fare il presepe di Natale su un ripiano della mia sala. Sotto ci sono dei cassetti. A un certo punto vedo che il cassetto e il presepe si muovono come se ci fosse qualcosa di vivo. Apro il cassetto e spunta fuori un

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neonato cinese. È pallido e sporco e succhia l’acqua del presepe. Sua madre e i suoi parenti lo hanno nascosto in casa mia perché potesse nutrirsi. Lo prendo in braccio e lo lavo perché è sporco di feci. È strano tenere in braccio questo bambino cinese, ma nel contempo mi fa piacere e mi suscita tenerezza. Una volta pulito vedo il corpo di un bambino paffuto che mi parla come un adulto e mi dice: ROSARIA “È stata la mia famiglia a portarmi qui”.

I

l Natale, nei sogni, rimanda spesso alla nostalgia dei tempi passati, a un mondo ovattato, caldo e protettivo fatto di legami familiari che si sono allentati nel tempo. Sono immagini di gioia e unione che Rosa desidera rivivere; ma la cassettiera sottostante indica anche “un sogno nel cassetto”. Come spesso accade nei sogni, qualcosa prende vita e dal cassetto salta fuori il neonato. Dal punto di vista dell’Io può indicare l’aspirazione a diventare mamma, a costruire una famiglia, ma su un piano più profondo allude a un parto spirituale, sottile, a nuovi progetti, a energie creative che stanno per sgorgare dentro, a lati sconosciuti (il bambino è cinese) che vogliono emergere. Qualcosa di nuovo sta per nascere. Il neonato parla poi come una persona adulta e questo evidenzia quanto la sognatrice sia in contatto con il proprio “fanciullo interiore”, un aspetto genuino e incondizionato della personalità che condensa in sé un grande nucleo energetico. Le immagini oniriche stanno conducendo Rosaria in un viaggio per ricongiungersi con le sue radici e le sue aspirazioni più profonde.

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BISOGNO DI SPAZI

L’inconscio ti avvisa: cerca l’autonomia o perdi l’equilibrio

«D

T

rovarsi su un’altura può significare attingere a una visione più oggettiva e distaccata rispetto a ciò che stiamo vivendo. Silvia si trova con Giacomo, l’uomo che la portava a fare voli pindarici e a sognare una relazione d’amore romantica, che non si è mai concretizzata nella realtà. Prima tende a seguirlo, ma poi gli dice “no” e torna

Il mondo dall’alto In sogno trovarsi su un’altura suggerisce la necessità di uno sguardo più distaccato su di sé

in basso, a toccare terra, a toccare con mano una visione delle cose più vera e reale. Scendere da una montagna può alludere al bisogno di allontanarsi da progetti troppo rischiosi o fasulli e accorgersi di esigenze più autentiche, più in linea con il mondo interno. Silvia infatti vuole tornare a casa perché ha urgenza di occuparsi di “una cosa molto precisa”. Ha fretta di recuperare i suoi spazi, il suo mondo e la sua autonomia. Il messaggio del sogno è molto chiaro: Silvia deve percorrere da sola la strada della sua vita, per non correre nuovamente il rischio di farsi condizionare e perdere l’equilibrio e la centratura che sta finalmente ritrovando. ■

a anni ho una relazione tormentata con Giacomo: a parole mi promette tutto, in realtà mi prende e lascia a suo piacimento. Ora sto riprendendo in mano la mia vita e ho ricominciato a occuparmi di me stessa. L’altra notte ho fatto questo sogno. Mi trovo con Giacomo su un’altura, ci sono rocce grigie scoscese oltre le quali, in basso, un pianoro dov’è parcheggiata la nostra macchina. Chiacchierando e scherzando Giacomo mi riporta verso il pianoro, io lo seguo per un po’, ma poi mi ricordo che stavo andando a casa, avevo urgenza di fare una cosa molto precisa. Così senza titubanze gli dico “no”. Mentre lo dico mi avvicino alla parete di roccia che mi sembra più percorribile per raggiungere la macchina. Inizio a scendere e Giacomo è dietro di me. Io vado guardinga per non cadere, sono tranquilla, però penso: “Non è che se perde l’equilibrio, poi SILVIA fa cadere anche me…”».

 Il simbolo

LA MONTAGNA E IL CAMMINO ESISTENZIALE Nei sogni la montagna indica il cammino esistenziale compiuto dal sognatore. Per Jung scalarla significa elevarsi, indirizzarsi verso la propria evoluzione psichica. Marie-Louise Von Franz scrive: «La montagna indica il luogo, la tappa della vita, in cui l‘eroe dopo ardui sforzi comincia a orientarsi, a acquistare fermezza e conoscenza di sé». Dirigersi in alto può indicare il bisogno di elevarci al di sopra di una situazione per distaccarcene, tornare a valle l’esigenza di valutarne gli aspetti pratici.

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RIZA al tuo fianco Coppie e amori di Maria Grazia Tumminello, psicologa e psicoterapeuta mgrazia.tumminello@riza.it

DESIDERIO DI MATERNITÀ

Un figlio che non arriva: il pericolo è farne un pensiero fisso «S

iamo sposati da cinque anni e ancora non abbiamo bambini. Ci abbiamo provato fin dall’inizio perché entrambi sogniamo una famiglia numerosa. Abbiamo fatto visite ed esami, ci hanno proposto diverse terapie ma nessuna è andata a buon fine, neppure l’inseminazione artificiale. Per mia moglie

è diventata un’ossessione, io le dico che abbiamo noi stessi, che possiamo stare bene anche così, che potremmo adottare, ma lei non vuol saperne. È sempre più triste e io mi sento solo». ALESSANDRO

U

n bambino che non arriva: può diventare una sfida perversa, un’ossessione, un gioco al massacro che travolge la sessualità, il piacere di fare le piccole cose insieme, la progettualità, i sentimenti. Tua moglie è entrata in un loop che va interrotto prima possibile: una psicoterapia di coppia potrebbe essere la via più breve. Tocca a te proporla: dille che serve a voi, per non perdervi. Perché senza il “due” non può esserci il “tre”.

L’ERRORE DA EVITARE

Accanirsi può ritardare il concepimento

O

gni coppia ha i suoi tempi, la sua fertilità che dipende da un’infinità di fattori non controllabili o comprensibili. Una cosa è certa: se un bambino non arriva vuol dire che non è arrivato il suo momento. Bisogna assolutamente sospendere l’accanimento: scatena ansia e stati interiori che ostacolano il concepimento. Occorre dedicarsi ad altro: a se stessi, al partner, ad altri interessi. A volte proprio quando cessa di essere un progetto mentale cui dedicare sforzi, quando si smette di cercarlo e ci si affida alla vita, il figlio arriva. Un autentico desiderio di genitorialità infine non dovrebbe escludere l’adozione.

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QUELLI CHE TENGONO IL BRONCIO

L’amore è litigarello? Voi fatelo diventare un gioco

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o e il mio compagno siamo sempre stati una coppia frizzante: litighiamo spesso e volentieri, spesso per stupidaggini che a raccontarle sembrano pretesti o questioni di principio. La cosa che mi manda in bestia è che lui mi tiene il muso per giorni. Fino a quando io non sbotto o non mi piego. Non capisco perché non riusciamo a comunicare diversamente. È un’altalena di allontanamenti e riappacificazioni un po’ estenuante». GABRIELLA

E

ntrambi volete sentirvi dire che avete ragione e questo è più importante della questione in sé. Ma forse avete ragione entrambi, ognuno dal suo punto di vista e ci si può confrontare a metà, come due adulti che vedono le cose diversamente senza che ci sia un vincitore e un vinto. Fate un patto: litigate con l’orologio alla mano, ciascuno di voi due ha 5 minuti, non di più, per dire che cosa lo irrita. Poi, finito il tempo, non se ne parla più. E chi tiene il muso? Dovrà pagare una multa! Contrasti di coppia Non sono un problema, ma vanno vissuti in modo fluido. Niente musi lunghi!

RUOLI IN FAMIGLIA Mamme al lavoro: non dovete mai sentirvi in colpa! ono sposata e ho due bambine. Mi sono presa un lungo periodo di maternità perché le piccole sono nate a poca distanza l’una dall’altra, ma adesso che la minore ha due anni ho un gran desiderio di tornare a fare il mio lavoro di infermiera. Mio marito sostiene che le bimbe hanno ancora bisogno di me, che col suo stipendio ce la caviamo e che il

mio andrebbe via tutto tra asilo e tata. Ma io lavorerei anche gratis! Mi manca il contatto con la gente, i miei colleghi, l’ospedale. Sono una madre egoista e immatura?». ANNA

N

o, sei una donna che ha chiari i suoi bisogni, il che è tutt’altro che una colpa o un male, sia per te che per le bambine. L’organizzazione

pratica spetterà a te, dato che tuo marito non sarà molto collaborativo, però dopo un primo periodo di rodaggio io credo che troverete un nuovo equilibrio che andrà bene a tutti. E se lui dovesse ancora rimproverarti dicendo che trascuri i bambini, puoi sempre proporre a lui di rimanere a casa mentre tu cerchi un lavoro che possa mantenere tutti. Ma dubito che accetterà…

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RIZA al tuo fianco I vostri successi di Daniela Marafante, medico psicoterapeuta daniela.marafante@riza.it

ANSIA E DISISTIMA «Non sono più una marionetta mossa Roberta è sempre stata convinta di non valere granché, come persona e come donna. Le sue scelte sono state condizionate dalla paura. Ma prima l’ansia, poi la passione le aprono nuove possibilità

L’

ansia è sempre un segnale importante: qualcosa finalmente si sta muovendo, la voglia di indipendenza si affaccia, anche se la persona ha ancora paura di se stessa… È quello che penso mentre in psicoterapia ascolto il racconto di Roberta. «Devo uscire da un tunnel» mi dice. «La mia vita non esiste più, mi sento solo uno strumento governato dagli altri. Certe mattine mi sveglio in uno stato di ansia terribile e le mie giornate sono dominate dalla depressione. Non so come fare per uscirne. Io non vorrei prendere farmaci. Si può fare qualcosa per questa donna che non sa più chi è?». Roberta ha 40 anni, è sposata da 13 e, come mi racconta, finalmente ha avuto un figlio cinque anni fa. Dice “finalmente” perché in passato ha avuto due aborti spontanei che l’hanno fatta sentire una nullità come donna. «Purtroppo questa sensazione non è nuova per me. I miei genitori si sono separati quando avevo un anno e mio padre se ne è sempre fregato di noi. Mia madre era una donna molto fredda ed è morta quando ero ragazza, ma anche prima non è mai stata molto presente. Mi sentivo inutile 24

come donna e forse per questo mi sono sposata proprio con Alfredo. Quando finalmente è nato il bambino ho lasciato il mio lavoro, che in realtà amavo molto, per essere una buona madre e una brava moglie».

Vita d’inferno, finché... Mentre il racconto

di Roberta continua io noto che le si gonfiano delle strane bollicine rosse sul collo e sulle braccia, ma non glielo faccio notare, la lascio parlare. «Mio marito è un manager con un pessimo carattere: è paranoico, deve controllare tutto. Dopo la nascita di nostro figlio poi si sono intromessi anche i suoceri, invadenti e aggressivi. Vorrebbero occuparsi del bambino più di me. Un inferno! Io vorrei riprendere il lavoro, ma né marito né suoceri sono favorevoli. Mi dicono: “Hai tutto: una casa bellissima, una vita comoda, cosa vuoi ancora?”. No, la mia vita non esiste più e io sto sempre peggio. Finché…». E qui Roberta arrossisce come una fiamma e quasi balbetta. «Finché non incontro un uomo in palestra, che mi corteggia, mi fa sentire attraente, mi fa sentire donna. È una sensazione nuova, bellissima. Pur-

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L’ESERCIZIO CON LE IMMAGINI Sperimenta a occhi chiusi la sensazione di invulnerabilità

P

er aiutare Roberta a superare la sensazione di debolezza e di scarsa autostima, le ho suggerito di lasciarsi andare, una volta alla settimana, a immagini che stimolassero la sua energia interiore. Ecco come fare. «Chiudi gli occhi, rilassati, e immagina una scena del tuo passato che ti disturba profondamente… Scegline una sola: tu che ti senti sconfitto… Lui o lei che se ne va via… Un litigio in famiglia… Adesso lascia che si depositi dentro di te questa scena… Guarda come hai reagito l’ultima volta… Le ultime volte… Osserva le cose che hai detto, che hai fatto… Poi poni l’attenzione

da altri»

sulla tua interiorità, sull’energia che percepisci ora, adesso… La scena è sempre quella, i dolori sono sempre quelli, ma ti senti inondare, senti qualcosa dentro di te che viene da lontano… Da molto lontano… Qualcosa che sa cosa va fatto… Senti una pace profonda… Non c’è l’ansia di agire, di parlare… Tu senti solo la tua presenza, non vuoi capire, non speri che le cose vadano bene… Osservi e sei totalmente presente… Non stai facendo niente, nessuno sforzo e questa assenza di sforzo produce un benessere profondo e antico… Le condizioni esterne sono quelle di prima, ma nulla può più ferirti adesso… Percepisci solo la tua presenza interiore, senti un benessere che viene da lontano…».

troppo Marco non è un uomo affidabile e non mi dà l’esclusiva e io allora non so cosa fare». La paziente scoppia a piangere: dice di sentirsi da un lato imprigionata in una vita fredda ma comoda, di sentirsi una marionetta, dall’altro una parte di lei vorrebbe esplodere e cambiare tutto, ma ha paura di non essere in grado.

Buttarsi, con elasticità

Passa qualche tempo e Roberta mi richiama per fissare un appuntamento. Arriva con un articolo di Riza in mano. Me lo legge: «La nostra autostima non dipende mai dai consensi provenienti dall’esterno, il benessere può partire solo da noi, a patto che impariamo a “stare nel presente”, a viverlo pienamente, senza giudicare niente». «Ecco, dottoressa, ho deciso di buttarmi: ho parlato con mio marito. Voglio separarmi. Sarà una lotta, lui ha minacciato di togliermi tutto. Ma il destino mi è corso in aiuto: qualche giorno fa mi ha chiamato un mio ex collega del vecchio lavoro. Mi ha offerto di rientrare subito e io ho accettato. Ho capito che posso affrontare le cose una alla volta. Anche con Marco: ho accettato il suo modo di fare un po’ “elastico”, in fondo sta bene anche a me. La cosa bella è che in realtà lui si sta dimostrando sempre più presente e appassionato. Da due settimane non ho più l’ansia e sono felice. L’unica cosa strana - mi dice - è che per qualche giorno su tutto il corpo ho avuto una vera e propria eruzione di bollicine rosse; poi sono sparite». «Cara Roberta, la pelle è la nostra identità e lei, cambiando se stessa, ha cambiato anche la pelle!». ■ Ottobre 2016

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RIZA al tuo fianco Istituto Riza - Milano

Curarsi con la Q Q

psicote

uando ci si sente male, ricorrere alla psicoterapia significa prendersi cura di se stessi. Consapevoli che il malessere può dipendere da un nostro comportamento sbagliato, da scelte che non ci appartengono, da una mentalità che ci condiziona… ne parliamo con un terapeuta per far emergere, di noi, un lato nuovo, diverso, più affine a ciò che siamo. Ogni malattia infatti, sia che abbia caratteristiche organiche, sia che ne manifesti di psichiche, rappresenta il tentativo di liberarci da un modo di essere superato.

Le caratteristiche del percorso I colloqui di psicoterapia, in genere a frequenza settimanale, hanno come finalità il recupero del benessere. I passaggi salienti sono: • Trovare il senso del disagio che si sta vivendo. • Cogliere come mai si è manifestato proprio in quel momento della vita. • Osservare che “vantaggi” offre. • Notare in cosa non si è più gli stessi. • Recuperare l’equilibrio psicofisico attraverso tecniche specifiche.

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Gli operatori In Istituto operano medici e psicologi specializzati presso la Scuola di Psicoterapia di Riza, e il loro approccio rispecchia le caratteristiche del lavoro di ricerca, clinico ed editoriale, sviluppato dall’Istituto stesso negli ultimi trent’anni. Pur variando da caso a caso e rispettando la soggettività di ogni paziente, gli operatori utilizzano un approccio psicoterapeutico che punta, prevalentemente, a superare i disagi in un arco di tempo contenuto.

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NOVITÀ: INCONTRI DI GRUPPO Le tecniche per prevenire e curare l’ansia e il panico L’ansia e gli attacchi di panico sono la manifestazione della nostra parte più vitale che ci chiede di prenderci cura di noi stessi. Per questo sono un’opportunità di crescita. Incontri terapeutici di gruppo tutti i martedì dalle 18.30 alle 20.00. I gruppi sono condotti dalla dott.ssa Maria Chiara Marazzina psicologa e psicoterapeuta. Per informazioni e prenotazioni: 02.5820793

rapia Istituto Riza di Medicina Psicosomatica Via Quadronno, 20 - 20122 Milano Per informazioni e prenotazioni tel. 02-58459624 Dal lunedì al venerdì 9.30-13.00 e 14.00-18.00

I NOSTRI ESPERTI Dr. Raffaele Morelli

Dr. Piero Parietti

Dr. Vittorio Caprioglio

Dr.ssa Maria Chiara Marazzina

Psichiatra psicoterapeuta, Presidente dell’Istituto Riza

Medico psicoterapeuta, Direttore dell’Istituto Riza

Dr.ssa Daniela Marafante Medico psicoterapeuta, Vice-Direttore dell’Istituto Riza

Psichiatra psicoterapeuta, Direttore della Scuola di Formazione

Psicologa psicoterapeuta

Dr. Andrea Nervetti Psicologo psicoterapeuta

Come raggiungerci Via Quadronno 20, 20122 Milano • • • •

MM3 Crocetta Tram: linea 24 - 30 - 16 Autobus: 94 Autostrada: MI-BO, uscita Corvetto, dir. c.so Lodi Ottobre 2016

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Il giornale

delle soluzioni di Pietro Fornari medico, psicoterapeuta

La tua guida al benessere quotidiano

VITA DI COPPIA Amore & denaro Accoppiata ad alto rischio

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LA DISTRAZIONE Un’assenza che ti regala la vera presenza

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LA COMUNICAZIONE Come difendersi dalle manipolazioni

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Il giornale delle soluzioni

VITA DI COPPIA

&denaro

Amore

Accoppiata ad alto rischio

«È taccagno»; «Paga tutto, mi vuole comprare?»; «Al momento del conto va in bagno»; «Mi sta svenando». Inutile negarlo, i soldi sono un problema anche in coppia. E non solo all’inizio. La chiave: affrontarlo assieme

U

no degli ambiti più delicati ma più misconosciuti, per quasi tutte le relazioni sentimentali, è la gestione del denaro. Così delicato da costituire una delle principali cause di disaccordo e di frustrazione, e che diventa purtroppo il terreno su cui si gioca l’ultima battaglia (legale) di tante coppie. È un argomento che in psicoterapia emerge con frequenza, pieno di sfaccettature e di implicazioni emotive e affettive: di fatto il modo in cui la coppia gestisce l’aspetto economico è rappresentativo, almeno in parte, degli equilibri (o squilibri) nei quali è calata e del modo in cui i due partner condividono la vita.

Il candore iniziale I sentimenti non sono equi-

parabili al denaro, né il denaro può quantificare i sentimenti. Ma se si osserva con attenzione, appare chiaro che non sono i soldi in sé, ma il modo di condividerli a rappresentare qualcosa di importante. All’inizio della relazione, rapiti dall’innamora-

mento e dall’eros, non si dà peso alla questione, così come all’inizio della convivenza o del matrimonio: si pensa, comprensibilmente, che il sentimento suggerirà i comportamenti giusti o che si saprà superare alcuni già evidenti sbilanciamenti. Ma quando la fatica del quotidiano aumenta (e il romanticismo diminuisce), ecco salire dall’inconscio inquietanti sensazioni: «Mi controlla le spese»; «Non si fida di me»; «Mi sta sfruttando»; «Se ne approfitta»; «Non mi intesta nulla»; «Non mi dà sicurezza».

Salgono le critiche

Sensazioni che, nel giro di un po’ di tempo, si traducono in giudizi sul partner: «Non mi ama veramente»; «Non si mette in gioco fino in fondo»; «Si sta tenendo aperta una via d’uscita»; «Non si prende cura del mio futuro»; «Sta mettendo una barriera tra noi»; «Mi sta succhiando il sangue»; «Sa soltanto prendere». Queste equazioni interiori, elaborate da uno o da C O N T I N U A A PA G . 3 2

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Riza psicosomatica

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GLI ERRORI PIÙ FREQUENTI Problema di bilancio: non farlo diventare un macigno tra voi Rimuginare in silenzio Non segnalare

al partner il proprio disagio riguardo alla gestione comune dei soldi se si è compreso che la situazione non è adeguata.

Negare il problema Ignorare il malessere dell’altro e le sue richieste di rivedere assieme la gestione del denaro in coppia, fino a spingerlo all’esasperazione.

Approfittare del partner Comportarsi

come se tutto fosse dovuto e approfittarne, usando il partner che mette in comune il proprio denaro senza problemi.

Rinfacciare la propria generosità

Sobbarcarsi “eroicamente” tutta la situazione economica per poi rinfacciare con frequenza tutto quel che si fa per far sentire l’altro in colpa.

Le conseguenze RIPICCHE, SFIDUCIA, DELUSIONE: COSÌ I SOLDI MINANO LA COPPIA

Nevrosi Si innescano dinamiche nevrotiche,

fatte di piccole ripicche e vendette, o della ricerca esterna di risarcimenti e compensazioni.

Sfiducia La stima e la fiducia nell’altro

calano vistosamente, prevale uno sguardo critico sul partner anche quando non è il caso.

Astio Il rancore verso il partner si accumula

e cresce la convinzione di essere stati traditi nelle aspettative. Spesso cala anche il desiderio.

Solitudine Si affaccia la sensazione di

non essere “veramente in coppia”, come se ognuno facesse la propria vita o non ci fosse un progetto condiviso.

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Il giornale delle soluzioni VITA DI COPPIA

QUELLO CHE CONTA È L’INVESTIMENTO EMOTIVO

Non sono mai solo soldi: c’è dietro un mondo di significati

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a gestione economica in coppia spesso crea problemi perché sul denaro vi sono proiezioni inconsce molto potenti. Innanzitutto, per molti, rappresenta una parte di sé, un’estensione della personalità, e non è detto che uno si senta in grado di metterla completamente in gioco. In secondo luogo il denaro è il simbolo della propria fatica quotidiana e anche delle prospettive future legate al poter fare, al potersi proteggere dagli imprevisti della vita e, perciò, è qualcosa che fa sentire toccati “sul vivo”. È “quel che si ha” e, quindi, è direttamente chiamato in campo nel dare e nel prendere, nel donarsi e nel negarsi, con tutte le piccole e grandi nevrosi che si portano dietro. Da non dimenticare, infine, che il denaro di una coppia non di rado ha valenze genealogiche: deriva dai genitori, dagli antenati e, a volte, una parte di quello che è attualmente in campo viene elargito da genitori e suoceri in forma di aiuto, e quindi su di esso gravano anche le loro proiezioni e aspettative. Tutto ciò deve indurre a non sottovalutare l’importanza di una messa a punto della sua gestione, il più velocemente possibile, così da non attivare problematiche sempre in agguato.

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entrambi, non si presentano solo quando vi è un forte sbilanciamento tra i due (lui ricco e lei che deve elemosinare denaro per ogni cosa, oppure una condivisione delle spese al 50% in presenza di uno stipendio che è il triplo dell’altro), ma anche quando, fin dall’inizio, le cose sono state pattuite con chiarezza. Ciò significa che la dinamica economica di un rapporto racchiude in sé - in chiave simbolica - la natura dello schema amoroso di quella specifica coppia.

Calcoli e rigidità In pratica col tempo, soprat-

tutto nella routine o nelle difficoltà, emerge la necessità di vedere, anche nell’ambito economico, l’ingrediente fondamentale del vero amore: la gratuità, la disponibilità a dare qualcosa di sé pur di far felice l’altro, la capacità di uscire dai calcoli e dai conti in nome della condivisione. È per questo che, nonostante ogni tentativo di giustificare razionalmente una situazione che magari ci sta stretta, l’inconscio si ribella. E si ribella non allo sbilanciamento, ma alla rigidità. La coscienza può fare tutti i calcoli che vuole, ma l’anima detesta ogni forma di

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L’importante è non tenersi tutto dentro. Non abbiate paura di apparire ingrati o avari. La gestione del denaro parla dell’ingrediente più importante di una coppia: la gratuità

La guida pratica Mai confondere disponibilità di soldi con maggiore potere Dialoga senza aggressività

Non esiste un comportamento standard che mette la coppia al sicuro da conflitti sulla gestione del denaro. Per quanto possa risultare ostico, è necessario impegnarsi per individuare una modalità accettabile per tutti e due e in sintonia con le reali possibilità economiche. Ma serve un dialogo senza aggressività, leale e determinato a risolvere. Sulla bilancia Il modo in cui gestite i soldi non è solo specchio del carattere di ognuno, ma dello “schema amoroso” della vostra relazione

rigidità: vuole elasticità, coraggio, poesia, eroismo, laddove l’eroismo è anche uscire dal pattuito senza fare drammi e senza farlo pesare.

Fate il punto Inoltre, nel tempo si cambia. Così

come la coppia deve crescere nel modo di amarsi e di condividere il quotidiano (figli, impegni, responsabilità, gioie, progetti), dovrà crescere anche nella condivisione economica che, idealmente, dovrebbe aggiornarsi secondo le nuove esigenze. È quindi legittimo che chi dei due sente l’esigenza di un cambiamento nella gestione del denaro possa esprimerlo all’altro, che a sua volta dovrebbe ascoltarlo con apertura mentale e di cuore, così da raggiungere un nuovo equilibrio che soddisfi i bisogni di tutti e tre: dell’uno, dell’altra e della coppia. L’esperienza dimostra che non è facile: ci si arrocca facilmente sulle proprie posizioni e si finisce per scontrarsi senza risultato. Ma questa “crisi economica”, che si apre a un certo punto in molte coppie, è forse un passaggio che i due devono affrontare. Perché, se si amano davvero, sarà impossibile non ■ trovare un accordo valido.

Condividi le scelte importanti

Quando uno dei due è in condizioni economiche molto migliori dell’altro e non vi è condivisione del denaro, è importante che il più “ricco” condivida con il partner almeno le scelte e le decisioni importanti. Avere più soldi non significa avere il potere decisionale, non deve portare alla sopraffazione dell’altro o alla sua umiliazione.

Non vendicarti con lo shopping

È fondamentale non utilizzare eventuali squilibri economici per mettere in atto ripicche o ricatti, altrimenti la coppia diverrà nel tempo un ecosistema inquinato, nel quale entrambi sentiranno una pesantezza decisamente non sostenibile. Evita dunque sia di falsificare i conti sia di vendicarti con feroci shopping compulsivi.

No ai rancori muti Pensi che ti stia sfruttando? Magari non lo dici, ma l’inconscio lavora...

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LA DISTRAZIONE

Un’assenza

che ti regala la vera presenza Distrarsi di continuo esprime un tentativo di messa a punto della propria vita

Tra le nuvole Più cerchi di gestire e controllare, più le distrazioni aumentano

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LE CAUSE PIÙ FREQUENTI Può essere un sintomo: stai tirando troppo la corda Stanchezza mentale

A volte non siamo in grado di riconoscere il nostro limite, di capire quando la mente non ce la fa più. Il sovraccarico di responsabilità, di impegno, e la mancanza di vero svago e piacere sono infatti tra le maggiori cause di distrazione.

Depressione

In quanto espressione di uno sganciamento dalla realtà, la depressione è la distrazione per eccellenza. Il distacco, l’apatia, lo scarso interesse è in realtà la “cura” spontanea che l’anima innesca quando la persona si è collocata dentro uno stile di vita che la sta spegnendo.

Ansia trascurata

migliorare la prestazione mentale, la riduce. Curare l’ansia significa garantire almeno l’80% delle distrazioni in meno.

Superficialità

Capita di vivere periodi in cui, senza esserne consapevoli, si agisce con superficialità, tanto per fare, per togliersi le incombenze di mezzo al più presto. La distrazione indica la necessità di ritrovare interesse e cura per il quotidiano.

Malessere fisico

Sintomi o malattie fastidiose o prolungate tolgono energia alla mente e non la fanno mai essere presente al 100%. Fai il possibile per curarli e, in ogni caso, sii prudente nelle attività che richiedono concentrazione.

Ogni forma d’ansia eccessiva mette il corpo e la mente in uno stato di allerta che, invece di

Perdere le chiavi, dimenticare appuntamenti, inciampare o farsi male inavvertitamente. Ci sono periodi in cui accade spesso, e non capisci perché. Quando succede non è mai senza motivo

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oche caratteristiche della mente umana sono ambivalenti quanto la distrazione. Da un lato, può rivelarsi dannosa e pericolosa. Basti pensare a quella che causa incidenti d’auto o sul lavoro. Dall’altro può essere un prezioso indicatore di qualcosa di noi che non riusciamo a riconoscere e, al contempo, può costituire uno strumento di rottura, capace di aprire a nuove soluzioni o a nuovi orientamenti. Quel che è certo è che, nonostante i tentativi di controllo che ognuno di noi fa, una piccola quota di distrazione prima o poi si palesa. Del resto l’evoluzione sembra quasi averla conservata perché non è un errore di natura, ma almeno in parte è una risorsa.

Contiene un messaggio Ci sono periodi nei quali

capita di distrarsi continuamente. Ci dimentichiamo

Coincidenze? Da qualche tempo ti capita di tutto: è il momento di osservarti meglio

appuntamenti, perdiamo le chiavi di casa o i documenti, inciampiamo in un ostacolo che non abbiamo visto. Oppure ci dimentichiamo un anniversario, una promessa, una parte di discorso preparato. La distrazione, in questi periodi, può annidarsi ovunque e non riusciamo a bloccare questa tendenza. Anzi, più ci impegniamo a gestire e a controllare, più le disattenzioni aumentano. Ma quando accade non è mai senza motivo. C’è qualcosa - o anche più di una cosa - che spinge la nostra mente, per un istante, ad assentarsi, a tralasciare, a trascurare. La distrazione porta dunque con sé un significato, a volte un messaggio forte. Ed è solo comprendendo questo significato che possiamo tornare presenti alla nostra vita quotidiana e alle cose che contano. Innanzitutto, dietro molte distrazioni, c’è un complessivo disordine interiore: ci trasciniamo da C O N T I N U A A PA G . 3 6

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Il giornale delle soluzioni LA DISTRAZIONE È una vera e propria funzione della mente: ti stacca da routine, abitudini, identità troppo rigide per farti notare che stai trascurando qualcosa di essenziale S E G U E D A PA G . 3 5

un po’ di tempo avendo una certa confusione sulle priorità da seguire o senza aver ben chiare le finalità che stiamo perseguendo. In questi casi, se ci fermiamo a riflettere, noteremo che non percepiamo una trama di vita coerente e sensata, ma che stiamo annaspando dietro le cose da fare, assorbiti e insoddisfatti. Ci accorgiamo di essere continuamente “portati via” da ciò che stiamo facendo, di vivere solo all’esterno. Spesso siamo animati da un eccessivo senso di responsabilità, da una difficoltà a dire di no, che nell’insieme creano sovraccarico e stanchezza mentale.

Necessità di cambiamento

Lo stress induce le ghiandole surrenali a produrre l’ormone cortisolo in maggiore quantità; un fenomeno che agisce negativamente sulla memoria e sulla lucidità mentale. La distrazione esprime in questi casi un grande malessere psicofi sico. Il caos che porta nella nostra vita è espressione del caos che c’è dentro di noi: lo evidenzia, mostra le conseguenze e impone di fermarsi e di fare il punto della situazione al più presto, cercando di cambiare le cose. Un cambiamento che, quasi

QUANDO CAPITA A SCUOLA Nei bambini è sintomo di curiosità e mente aperta

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enché fin dai primi anni di scuola la distrazione del bambino venga identificata come problema e quindi combattuta, entro certi limiti può al contrario costituire l’espressione di una mente indipendente, a cui non basta la lezione che si sta svolgendo in classe, ma che è interessata anche a tante altre cose che attraversano il suo spazio vitale. Questa distrazione esprime la curiosità, la brama di conoscenza tipica dei bambini ma, in fondo, di tutta l’umanità fin dall’inizio dei tempi. Senza di essa saremmo tutti identificati in ciò che stiamo facendo, senza alzare mai lo sguardo verso altro, verso nuove intuizioni. Il bambino che ogni tanto si distrae, quindi, sta mostrando intelligenza, vivacità intellettiva e di saper maneggiare un ottimo strumento evolutivo.

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Troppa fretta La mente si distrae quando la costringi su percorsi stressanti

sempre, sarà nel senso di una riduzione della fretta, della frenesia, del numero di cose cui dedicarsi, o di un miglioramento nell’organizzazione del tempo e nell’atteggiamento con cui si affronta il quotidiano.

La distrazione sana

C’è però un altro grande messaggio della distrazione, altamente costruttivo. A volte la distrazione arriva per aiutarci, per salvarci. Ma da cosa? Da qualcosa che non fa per noi, nei contenuti che presenta o nei modi in cui lo facciamo o siamo obbligati a farlo. Fare un certo lavoro o farlo in “quel” modo, stare in una certa relazione o starci in “quel” modo, seguire un certo stile di vita, sottoporsi a doveri lontani dai propri gusti, dalla propria indole. Ecco: la distrazione sana è una funzione in profonda sintonia con la nostra natura, cioè con quella parte di noi che ha bisogno di esprimersi in modo autentico. Perciò, anche se sul momento ci danneggia, ci sta facendo dire quei no che non riusciamo a pronunciare, ci sta chiarendo a cosa non vogliamo prestarci, in pratica ci boicotta una strada per aprirne un’altra, più sentita, più vera. Certo non la indica: siamo noi a dover prendere al balzo questo periodo ad alto tasso di distrazione e a doverlo trasformare in uno spazio dove possono ■ arrivare nuove intuizioni, idee e progetti.

Il vantaggio Quando si crea il vuoto, c’è spazio per nuove idee

La guida pratica Hai bisogno di farti portare via. È il momento di dare una svolta Osserva la tue distrazioni

È sempre fondamentale porsi qualche domanda: a che cosa non riesci a dire di no? C’è qualcosa che non ti interessa per nulla? C’è una parte di te che sta altrove? E se sì, dove? Stai cercando, magari inconsciamente, di boicottarti? Sei molto stanco ma non vuoi o non puoi mollare? Rispondere può essere la chiave per dare una svolta a questo periodo.

Fermati a riflettere

Se ti trovi in un periodo di grande distrazione, non continuare a giustificarti con te stesso o con gli altri e non lamentarti. In silenzio, con serietà, impara la lezione: è necessario spezzare l’automatismo di gesti, azioni, ruoli in cui sei calato e ritrovare il tuo baricentro. La vera presenza non viene dallo sforzo ma dal vivere naturalmente in asse con il proprio mondo interiore

Cambia velocità di vita

Spesso la distrazione si associa a una velocità sbagliata con cui si affronta la vita quotidiana. Può essere troppo elevata oppure troppo bassa: in entrambi i casi l’attenzione si riduce. Serve un ritmo più vicino alle proprie caratteristiche, nel quale poter essere spontaneamente presenti, lucidi, “tutti lì”. Individua la velocità più adatta a te e fai il possibile per non abbandonarla.

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LA COMUNICAZIONE

Come difendersi Convincere gli altri con le proprie strategie comunicative è un diktat della nostra epoca. Ma da qui alla manipolazione il passo è breve. Come difendersi? Con una qualità antica, che crea ponti e disinnesca i furbi: la gentilezza

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a capacità di comunicare è sempre più importante: è tutto un fiorire di corsi e master finalizzati a migliorare la qualità e l’incisività di quel che uno ha da dire. Corsi che, nel loro insieme, dicono sostanzialmente la stessa cosa, e cioè che bisogna affermare idee ed esigenze con forza, con determinazione, ricorrendo a strategie che, in molti casi, non possono che cadere nel manipolatorio. Del resto, dai media e dal web arriva quotidianamente la stessa “lezione”: entrano nel nostro tempo senza chiederlo, invadono la privacy, esercitano una continua pressione richiedendo attenzione. Ma c’è un paradosso: proprio nell’epoca della connessione illimitata, la maggior parte delle persone sembra non riuscire a dialogare.

Incomprensioni e provocazioni In psicotera-

pia, ad esempio, sono sempre di più le persone che mostrano al terapeuta il proprio smartphone per fargli leggere i dialoghi o le discussioni che han-

no avuto con il partner, con un amico, un collega, un familiare. Dialoghi scritti - che quindi, in teoria, dovrebbero essere più meditati di un dialogo verbale - da cui emerge con evidenza una grande difficoltà nel farsi capire e nel capire (ovviamente stiamo parlando di argomentazioni su temi personali). Ciò che sorprende è che, a un certo punto della conversazione, i toni si accendono all’improvviso e, da una cortesia ammiccante, si giunge alla provocazione, al sarcasmo, all’aggressività verbale, come se queste fossero le migliori armi a disposizione nei momenti difficili di un confronto.

Una ritualità accogliente Non che oggi la

gentilezza non esista più, o non ci sia in giro qualche persona gentile. Ma la gentilezza come strumento comunicativo non viene inserita in nessun corso e in nessun social. Eppure costituisce una delle principali chiavi di accesso a ogni tipo di dialogo proficuo. Gentilezza non come parte di una C O N T I N U A A PA G . 4 0

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Invece di trattenere troppo e poi sbottare, puoi imparare a dire tutto facendoti comprendere, senza paure

dalle manipolazioni

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Il giornale delle soluzioni LA COMUNICAZIONE In tempi di comunicazione urlata la priorità è proteggersi dalle invasioni di campo e preservare il proprio mondo interno Il rischio Astuzia e strategia allontanano da un vero scambio

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strategia, non come maschera provvisoria pronta a lasciare il campo all’aggressività non appena le aspettative non trovano immediata corrispondenza. Bensì come terreno stesso della comunicazione: un modo di parlare e di porsi in qualche misura “rituale”; viene in mente la ritualità tipica dell’Oriente, fatta di inchini e di formule volte all’accoglienza. Una facoltà che dà all’intento espressivo la capacità di penetrare nella mente e nel cuore dell’interlocutore come nient’altro sa fare.

Lucidi e determinati Un esempio? Nelle sedu-

LA CHIAVE

Gentilezza: spegne i sospetti, favorisce la libertà e protegge dalla rabbia • Scoraggia gli eccessi di emotività e le argomentazioni irrazionali e aiuta a non perdere il filo del discorso. • Fornisce delle chance a discussioni che sembrano ormai deteriorate. • Apporta serenità e rende piacevole il dialogo, favorendo la confidenza e aiutando le persone ad aprirsi e dare fiducia. • Migliora la qualità delle relazioni e può avere un positivo effetto contagioso, aumentando il numero di amicizie e conoscenze. • Permette di affrontare temi delicati e spinosi senza incorrere nel rischio di apparire insensibili e superficiali.

te di psicoterapia il confronto profondo fra terapeuta e paziente non sarebbe possibile in un’atmosfera che non sia basata proprio sulla gentilezza di chi deve curare: la pazienza attenta nell’ascoltare e un impegno spontaneo a utilizzare toni pacati, misurati, rispettosi delle idee e dello stato d’animo dell’altro. Un impegno che deve rinforzarsi proprio nei momenti più difficili, quando anche al terapeuta verrebbe da alzare la voce e da usare toni coloriti per scuotere il suo paziente in difficoltà. Perché gentilezza non significa soltanto modi garbati: essa implica lucidità, presenza a se stessi, padronanza espressiva e - cosa che sfugge a molti - grande determinazione.

Gli effetti positivi Esistono due modalità in cui la gentilezza può agire. La prima è quella in cui l’atmosfera del dialogo è serena. Qui essere gentili velocizza il dibattito, favorisce l’apertura dell’interlocutore e crea la condizione perché i messaggi giungano a entrambe le parti in modo diretto, non mediato da sospetti o da altre sovrastrutture mentali. La seconda é quella in cui il dialogo si fa ostico e l’interlocutore è oppositivo, arrabbiato o pieno

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OCCHIO ALL’EQUIVOCO

Non si tratta di truffare col sorriso, ma di costruire un terreno di confronto Non rinunciare alla forza polemica La gentilezza è uno strumento comunicativo importante ma non può certamente essere l’unico. Occorre sempre mantenere la libertà espressiva di poter discutere con toni accesi, perché in alcuni momenti specifici ciò si rende necessario.

Sì al rispetto

No all’adulazione

Se l’interlocutore è aggressivo o i suoi contenuti sono “gentilmente sarcastici” non possiamo esporci come agnelli fra i lupi. Chiediamo parole e toni rispettosi, altrimenti è meglio rimandare la conversazione o chiuderla al più presto.

Attenzione: comunicare bene non significa cercare di compiacere le aspettative dell’interlocutore, né deve essere il modo per avere la sua benevolenza. Usciamo definitivamente dall’idea di agire per strategia ed entriamo nell’ottica di un’espressione di noi diretta e di qualità.

L’opportunità Per comprendersi serve un terreno comune. I gesti rituali aiutano a costruirlo

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Il giornale delle soluzioni LA COMUNICAZIONE

La guida pratica Il modello imperante prevede l’utilizzo di tecniche e maschere per affermare se stessi. Un mito da sfatare riscoprendo il pregio di una comunicazione più autentica S E G U E D A PA G . 4 0

di pregiudizi. Qui il modello attuale di comunicazione prevede l’utilizzo di varie strategie volte a far passare comunque il concetto che abbiamo in mente. L’utilizzo della gentilezza, invece, si pone come elemento scioccante, potremmo dire rivoluzionario, capace di trasformare in positivo un conflitto, un equivoco o una forte incomprensione. Spiazza l’interlocutore e, al contempo, lo fa sentire protetto dalla nostra rabbia ma anche dalla sua; gli offre una libertà di pensiero e la possibilità di riflettere meglio, migliorando la sua disposizione d’animo. Gentilezza, dunque, non significa né implodere né manipolare, ma condurre il dialogo in uno spazio di vero, autentico confronto. ■

Non avere paura: puoi esprimere le tue idee Evita la soggezione

Molte persone pensano che affermare le proprie idee con toni forti o perentori sia l’unica via efficace e che invece, con la gentilezza, il messaggio perda forza, come se essere gentili qui volesse dire essere deboli. In realtà è quasi sempre vero il contrario. L’importante è che la gentilezza non costituisca il ripiego di chi ha paura di esprimere le proprie idee. Ma non si chiamerebbe più così. Si chiamerebbe soggezione.

Non parlare in automatico

Per comunicare in modo efficace, soprattutto in momenti di difficoltà o di conflitto, spesso è determinante non dire la prima cosa che viene in mente. La gentilezza richiede la gestione degli impulsi verbali, ma non vuol dire assolutamente trattenere le proprie emozioni. Al contrario essa permette di dire tutto. Anche per questo va coltivata.

Modula l’espressione

Dal punto di vista etimologico la parola gentilezza deriva dal latino gens, il nome dato a chi condivideva la stessa origine “familiare”. In qualche modo, quindi, essere gentili significa andare verso gli altri con una voce, uno sguardo e una postura corporea di chi si trova con i propri simili. È qualità umana, qualità di pensiero e qualità comunicativa. Non migliora solo le relazioni, ma anche noi stessi.

Obiettivo comune Ogni conflitto può essere utile se l’imperativo non è vincere ma crescere

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Centro Riza di Me

e dimagrimento

Il Centro Riza di Medicina Naturale e Dimagrimento Olistico è il centro medico dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica specializzato in cure naturali e percorsi di dimagrimento. pp I principi ispiratori del nostro approccio sono quelli della medicina psicosomatica: occorre andare alla radice dei sintomi per ccomprenderne il senso, poiché ciò permette di ristabilire rale l’armonia tra ment in modo naturale mente e corpo.

Visite mediche per cure naturali V Pre Presso esso il Centro R Riza è presente un’équipe di medici esperti nelle cure naturali per la maggior m parte delle patologie croniche: gastrite, reflusso gastroesofageo, colite, ipertensione iperte tensione arteriosa, arterios allergie, dermatiti, psoriasi, cefalea ed emicrania ecc.

Percorso Perco corso ind individuale di dimagrimento nostro metodo di dimagrimento cerca di andare alla radice del sovrappeso Il nost basandosi pilasti fondamentali: basand osii su tre p Educazione alimentare (non diete restrittive o iperproteiche) A: Educ cazio one al Disintossicazione dell’organismo con rimedi naturali (no farmaci dimagranti) B: Disin ntossic icazi aspetti emotivi che portano ad alterare il rapporto col cibo. C: Cura degli aas

Psicoterapia Psico otera rap Nel caso o dei disagi d psicosomatici e laddove indicato, le cure naturali sono spesso ancate percorsi di psicoterapia, utili soprattutto in caso di ansia, attacchi di affianca ate daa perco colon panico, colo on irritabile, irritabi gastrite, dermatite, fame nervosa, disturbi del comportaalimentare, depressione, crisi relazionali ecc. Tutti i medici e psicologi del mento aalim mentare, de sono specializzati in psicoterapia a indirizzo psicosomatico. Centro sson no specializza

Consulenza Cons Con sule ssu sessuologica I terap terapeuti pe del Centro si occupano anche di tematiche sessuali maschili e femcalo del desiderio, disfunzione erettile, eiaculazione precoce, vaminili,, come c ginismo, ginism mo dipendenza sessuale ecc. Nella stragrande maggioranza dei casi l’approccio procci io è di tipo psicoterapeutico spesso affiancato all’uso di rimedi naturali (omeopatia, fitoterapia ecc.). (omeo

Per ulteriori informazioni e appuntamenti telefonare al n. 02 5820793 Centro Riza di Medicina Naturale e Dimagrimento Olistico Via Luigi Anelli, 4 - 20122 Milano - e-mail centro@riza.it - www.riza.it

Centro Riza di Medicina Naturale

Dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 14.00-18.00. Si riceve anche il sabato.

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dicina Naturale olistico

INCONTRI DI GRUPPO

TRATTAMENTI DI OSTEOPATIA

Tutti i giovedì dalle ore 17:00

È un metodo terapeutico olistico utile per riequilibrare, attraverso appropriate tecniche manuali, i disagi derivanti da squilibri del sistema muscolo-scheletrico.

con Raffaele Morelli

a cura di Natalino Villella (osteopata)

SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

INCONTRI A NUMERO CHIUSO Prenotazione obbligatoria

CURA L’INTESTINO E DIMAGRISCI

È efficace in caso di: • dolori cervicali e lombari • cefalea • dolori articolari e muscolari • alterazioni dell’equilibrio • stanchezza cronica • affezioni congestizie (otiti, sinusiti), • disturbi ginecologici (incontinenza da sforzo, dolore pelvico)

• disturbi digestivi (stipsi, reflusso) • dolori legati alla gravidanza e al post partum • disordini temporo- mandibolari (bruxismo, click mandibolari) • alterazioni della postura

a cura della dott.ssa Pamela Scarlata L’intestino umano é costituito da centomila miliardi di batteri, che idealmente dovrebbero andare d’accordo tra di loro ed essere in un giusto equilibrio di numero. Diversi fattori (farmaci, diete scorrette, stress) alterano questo ecosistema intestinale portando a disbiosi, direttamente collegata con il sorgere di problemi quali: gonfiori addominali eccessivi, stipsi, colon irritabile , problemi alla pelle, obesità, diabete, asma, allergie ed intolleranze. E’ possibile studiare il mondo intestinale di ognuno di noi e correggerlo con determinati alimenti e specifici batteri.

Trattamento post oncologico di disintossicazione naturale Prende avvio un nuovo servizio di riequilibrio psico-fisico (che utilizza solamente rimedi omeopatici e fitoterapici) per pacondotto che dal dott. Raffsostenuto aele Fiore e zienti oncologici hanno terminato cicli chemioterapici.

Per informazioni e prenotazioni: 02/5820793 centro@riza.it

Gli esperti del Centro Riza di Medicina Naturale Dr.ssa Eliana Mea

Medico neurologo, psicoterapeuta, omeopata

Dr.ssa Pamela Scarlata

Medico, esperto in medicina funzionale dell’intestino e nutrizione

Dr.ssa Cristina Molina Medico omeopata

Dr.ssa Daniela Marafante Medico psicoterapeuta, Vice-Direttore dell’Istituto Riza e responsabile del Centro Riza

Dr.ssa Maria Chiara Marazzina Psicologa psicoterapeuta

Dr.ssa Marilena Zanardi Psicologa e floriterapeuta

Dr. Francesco Catona Psicologo psicoterapeuta

Dr.ssa Laura Onorato Nutrizionista, farmacista

Michela Riva

Naturopata e operatrice di massaggio olistico

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Il tema del mese

Come stare (bene) con te stesso Impara a volerti bene: vanno via i sensi di colpa, le autocritiche e tutti i veleni che ti fanno soffrire

A cura di Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Immagini: A. Ruggieri Hanno collaborato: M. Battistutta, P. Lumia, C. Marazzina, M. Monciotti, D. Mosca.

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Riza psicosomatica

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La chiave: ritrova il tuo centro. Così svaniscono insicurezza, stress e disagi

Il tuo vero volto

Non devi somigliare a nessuno: in te c’è tutto quello che ti serve per essere felice Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

Hai ancora quel toc La felicità interiore è l’effetto di un rapporto naturale con il mondo interno. Se l’hai perso, riattivarlo è facile CI SONO PERIODI IN CUI TUTTO RIESCE FACILE: TI SENTI ISPIRATO, OGNI COSA VA COME DEVE ANDARE, ARRIVANO NOVITÀ POSITIVE E SEI IN GRADO DI AFFRONTARE QUELLE NEGATIVE CON LEGGEREZZA. MA NON È UN MIRACOLO: È UNA PRECISA DISPOSIZIONE D’ANIMO, UN BUON RAPPORTO CON SE STESSI A PRODURRE QUEGLI EFFETTI. E PUOI SEMPRE REPLICARLO!

È Niente sforzi Realizzarsi significa assecondare le predisposizioni naturali racchiuse nel tuo nucleo

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vero, ci sono fasi della vita in cui sembra di avere il tocco magico. Tutto va alla perfezione in modo spontaneo, senza sforzi. Come se il nostro benessere interiore si espandesse naturalmente intorno a noi. Perché allora in altri periodi andiamo in crisi? Allarghiamo lo sguardo: ansia, panico, depressioni, farmaci inghiottiti come caramelle: sono spie di un malessere ormai collettivo. Il quadro è chiaro: non stiamo bene con noi stessi. Perché? Forse una storia personale, quella di Valeria, lettrice di Riza che ci ha scritto una lunga lettera, può illuminarci. Ascoltiamo il suo racconto. «Per « tanti anni - scrive Valeria - ho creduto di avere una vita perfetta. Un marito che mi amava, un buon lavoro, una suocera che si era rivelata una mamma, dato che io avevo perso la mia da bambina. A volte faticavo a crederci e mi chiedevo se non fosse tutto un sogno. Una vocina dentro

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Star bene con se stessi dipende da te, non dal mondo esterno. Gli obiettivi raggiunti o mancati, le aspettative, le mancanze: sei solo tu a produrli. La tua vita è un riflesso di te stesso. Ecco perché e importante trattarsi bene

co magico? GLI INGREDIENTI DEL TUO BENESSERE Ecco le tre funzioni del cervello da non perdere più di vista

L

a condizione di disagio psicologico e di insoddisfazione sempre più diffusa è legata al fatto che, in questa nostra epoca, abbiamo tutti smarrito tre importanti funzioni della psiche e del cervello. Questa perdita influenza direttamente il nostro atteggiamento verso gli altri e verso noi stessi. Vediamole nel dettaglio così da comprendere in che direzione muoverci per ritrovarle. 1. La dimensione notturna Il cervello nello stato di silenzio e di buio produce spontaneamente sogni e immagini che parlano della nostra essenza. Quella notturna è una dimensione soffocata dal rumore di fondo della vita collettiva, dalla paura della solitudine, dal rifiuto di tutti gli stati di disagio e dolore, subito scacciati e nascosti coi farmaci. Ma senza il nostro “lato oscuro” non possiamo evolverci.

2. L’altro dentro di te Si tratta delle contraddizioni che ci abitano, delle voci dell’istinto che ci spiazzano, dei sintomi del corpo e della mente. Non li sappiamo più leggere perché siamo presi dai miti della razionalità, e della coerenza. Ma il centro del nostro essere non è governato dalla ragione, non può essere analizzato, è sempre “sconosciuto”. Per questo è la sorgente della vera creatività, cioè della capacità di guardare gli eventi in modo nuovo e di mutare insieme a loro, non rimanendo impantanati in problemi del passato. 3. Uno sguardo nitido e diretto È lo sguardo senza pregiudizi, non contaminato dai luoghi comuni. Consiste nel vedere cosa accade e nel sapere cosa va fatto. È una funzione naturale che però smarriamo a causa delle aspettative, degli obiettivi, dei sensi di colpa, dei modelli di perfezione. Presi da queste fantasie non vediamo più ciò che c’è. Tornare a osservare senza dare giudizi allarga la mente.

di me mi metteva in guardia, ma io non l’ascoltavo, fino a una sera in cui uscii a cena con la mia amica Caterina, in crisi con il marito: in giro si diceva che lui la tradisse da anni, lei aveva indagato (assumendo un vero investigatore, cosa che mi pareva un‘esagerazione) e ne aveva avuto conferma. Mi chiese che avrei fatto al suo posto. Già, che avrei fatto al suo posto? Mi venne un’idea, più che altro per sfida. Comprai su internet una microspia, di quelle grandi come una noce, e la nascosi sotto il sedile dell’auto di mio marito. Grazie a semplici istruzioni, fui capace di collegarla al mio cellulare. È soltanto un gioco innocente, mi dicevo. Non cerco niente, è solo

curiosità, come trasformarsi in un fantasma, mi raccontavo». Ma quante volte l’inconscio ci parla proprio in questo modo, attraverso intuizioni o comportamenti strani e inaspettati? Ma noi siamo troppo distratti... L’istinto ti guida Prosegue Valeria: «Trovai quello che non cercavo e che mai avrei voluto trovare. Mi bastò ascoltare una sola conversazione. In macchina c’erano mia suocera, mio marito e una donna. Scoprii che era la sua amante da anni, con la compiacenza e l’appoggio di mia suocera. Fu come restare vedova e orfana per la seconda volta, in un solo colpo. La mia vita distrutta nel giro di una chiacchierata. C O N T I N U A A PA G . 5 0

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

Bastano pochi minuti al giorno: una piccola crepa nel guscio della ripetitività e il bruco si trasforma in farfalla. E comincia a volare S E G U E D A PA G . 4 9

Per tanti anni non avevo visto quello che mi capitava sotto il naso». Ecco perché non stiamo bene con noi stessi: viviamo sulla superficie, perennemente concentrati sull’esterno. E così arriva la sofferenza. Quello che siamo davvero è contenuto all’interno: per invertire la rotta occorre finalmente puntare verso il mondo interiore, il nostro vero centro. Ma sentiamo ancora cosa dice Valeria. Tu non vedi, l’anima sì «Buttai fuori casa mio marito e al suo posto accolsi la disperazione. Ero a pezzi. Dopo alcuni mesi ne misi insieme alcuni e mi trascinai in psicoterapia. Durante le sedute scoprii che per tanti anni il mio corpo aveva provato a inviarmi segnali di allarme, ma io li avevo snobbati, tutta concentrata sull’immagine da dare all’esterno. Ecco il motivo della mia insistente insonnia, che io attribuivo a certi cibi: l’anima mi voleva dire di svegliarmi! Ecco perché non sognavo mai: non ero in contatto con il mio inconscio. Cercavo di ignorare quello che in fondo sapevo: altrimenti perché sarei arrivata a comprare su internet una sofistica attrezzatura da spia? Era stato l’istinto a guidarmi. E fu proprio all’istinto che continuai ad affidarmi. La mia vita è finita? Allora ne inizio un’altra, mi dissi. Mi tagliai i capelli, regalai i miei abiti e ne comprai di nuovi, di tutt’altro stile. Cominciai a fare sport, che avevo sempre evitato. Poco

Felicità non vuol dire eliminare dal proprio orizzonte le emozioni negative. Proprio il contrario. Si tratta di guardarle senza combatterle, lasciando il timone a un sapere più profondo della mente razionale 50

alla volta mi lasciai andare a un cambiamento che sentivo svilupparsi da dentro e che mi regalava felicità. A ogni nuova, piccola svolta, una piccola, grande gioia». L’anima sa e vede cose che noi non vediamo! E per quanto ci distanziamo da lei, non possiamo perderla, cosi come un raggio non può perdere il proprio mozzo. Dobbiamo tornare ad ascoltarla. Proprio come Valeria: dobbiamo fidarci dei messaggi che ci giungono attraverso il corpo e l’inconscio. Che sia l’insonnia di Valeria, che la spingeva a scuotersi dall’illusione di cui era prigioniera. O l’insoddisfazione, o una leggera depressione, o per qualcuno l’ansia. Sono tutti stimoli che ci aiutano a evolverci. Prova a smarrirti Lo stesso è capitato a Francesca, una donna in sovrappeso che per molto tempo ha lottato contro se stessa, avversando le proprie inclinazioni e i propri desideri. Pensava solo al lavoro e alla famiglia, e non si concedeva mai una distrazione. Il poco tempo libero lo passava a studiare e pianificare diete, e tuttavia era salita sopra i cento chili e scesa, per così dire, agli inferi. Come ha fatto a risalire? Perdendo la strada! Tutto è cominciato con un regalo di compleanno: per i suoi quarant’anni la mamma le ha offerto un viaggio, senza marito e figli. Quasi costretta, è partita per l’Egitto. Qui ha vissuto una strana esperienza: durante una tempesta di sabbia si è smarrita in groppa al dromedario. Ha vagato per ore da sola nel deserto. Invece che paura, provava un’esuberante voglia di vivere e la sensazione di

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NON SEI SOLO LA TUA STORIA Devi perdere un po’ di “io” per esprimere il mondo interno

C

Gioia di vivere Arriva solo smettendo di dividere gli stati d’animo in buoni e cattivi e permettendo loro di affacciarsi quando serve

ome abbiamo visto in precedenza, le più importanti funzioni del cervello, quelle che possono produrre la felicità di ogni giorno, non sono la razionalità e il controllo, ma il silenzio, il buio, l’istinto, le immagini spontanee, i contenuti inconsci. Se osserviamo bene, però, ci rendiamo conto che tutte queste funzioni hanno qualcosa in comune: più loro emergono, più l’io, i pensieri coscienti, le opinioni tendono a sfumare. È di notte che si sogna, è in stati di coscienza profonda che emergono le intuizioni che ci cambiano la vita. In questi stati, soprattutto, sfuma l’idea di storia, il passato come serbatoio dell’identità («Sono così perché in passato sono stato ferito, perché mia mamma non mi ha amato, perché ho avuto esperienze negative...»). Quando il nostro nucleo prende spazio e influenza beneficamente la vita, allora quella identità fatta di ruoli, di convizioni, di alibi, di pensieri che ossessivamente cercano cause e soluzioni arretra fino a svanire. Ecco il vero segreto: occorre perdere un po’ di “io” per ritrovare il proprio centro: occorre perdersi nei labirinti dell’anima e incontare i nostri demoni per scoprire chi siamo. N. Morelli

potersi finalmente ascoltare. Tornata in Italia, ha coltivato questa sensazione e senza diete ha perso nel tempo oltre quaranta chili. Ecco, ricentrarsi significa prima di tutto ascoltarsi. Per farlo è necessario chiudere le orecchie alle sirene esterne: modelli di comportamento, ruoli, obiettivi, aspettative… Ricordati che vivi Perdersi è vitale: perdersi significa gettare via la maschera che indossiamo più o meno volontariamente ogni giorno. Io non sono la moglie, la mamma, la cuoca, l’impiegata: io sono quella che ogni giorno cerca se stessa. Non si ha idea di quante cose si scoprono, sposando questa visione. E bastano pochi minuti al giorno in cui staccarci dalla persona che crediamo di essere. Bastano piccoli gesti per innescare il cambiamento: cambiare percorso per tornare a casa, andare in posti mai visti prima, iscriversi a un corso, rispondere a un’inserzione, indossare il vestito più bello, interessarsi alle novità, provare un cibo nuovo... Basta una piccola crepa nel guscio della ripetitività, perché il bruco si trasformi in farfalla e cominci a volare. Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

IL TEST

Scopri quanto sei

Lo dice il tuo corpo: lucidità e armonia fioriscono quando vivi con pienezza ogni istante

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I TRE PROFILI Rispondi alle domande e scopri il tuo a pagina 54 ■ Sei sulla circonferenza

■ Sei sul raggio

■ Sei vicino al centro

vicino al tuo centro DOVE TI SEI COLLOCATO NELLA VITA? AL CONFINE, PROPRIO SULLA CIRCONFERENZA DEL TUO MODO D’ESSERE, FACILE PREDA DEI GIUDIZI ALTRUI, DEI TENTATIVI DI CORREGGERTI E DELLE INSICUREZZE? OPPURE RIPOSI IN UN PUNTO IN CUI PREGI E DIFETTI SI DANNO LA MANO E TU NON TI FAI CONDIZIONARE? SCOPRILO ORA CON IL NOSTRO TEST

Qual è l’età giusta per il primo amore?

Sai cosa vuoi?

A Quando se ne capisce l’importanza B Quando ci si sente pronti C Quando capita

A Tutti lo sanno B Credi di saperlo, ma poi... C Sì

Se fossi un colore saresti

Sei a una festa piena di persone importanti

A Il blu B L’arancione C Perché uno solo?

Il capo ti dice bravo A È onesto B Ti vuole bene C Ha il suo tornaconto

A Cerchi di essere all’altezza B Ti chiedi cosa hanno di speciale C E allora?

Con chi di loro andresti a cena? A Il tuo sindaco B Un attore C Un nonnetto in gamba

La commessa ti sconsiglia l’abito che hai scelto

I migliori anni della vita…

A La ascolti, se ne intende B Accidenti che indecisione! C L’abito è tuo, non suo

A L’infanzia spensierata B La giovinezza piena di speranze C La maturità libera

Ti svegli allegro, senza motivo

Il lavoro…

A Gatta ci cova B Ti passerà C Ottimo!

A Nobilita l’uomo B Lo stressa più del necessario C È un’utile palestra

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

IL TEST

LE RISPOSTE Basta un contrattempo per mandarti in crisi? Ti controlli troppo e in te ci sono conflitti interni che non vedi MAGGIORANZA DI A

MAGGIORANZA DI B

SEI SULLA CIRCONFERENZA Ti mantieni troppo in superficie, per questo sei spesso a disagio

SEI SUL RAGGIO Vicino a te stesso nei momenti di benessere, ti perdi in quelli di crisi

Il tuo ritratto Una persona con un io molto strutturato, fortemente identificata con i tuoi valori e i punti di riferimento che sono i binari su cui scorre la tua vita. Buonsenso e moderazione sono i cardini su cui ruoti, vuoi sentirti a posto con la coscienza e in linea con la norma. Quanto sei vicino a te stesso Stai coltivando di te solo la parte che gli altri vedono e vuoi che accettino, la più somigliante a chi ti circonda. Ma è solo la facciata di un edificio che rischia di rimanere disabitato. Il tuo punto debole Un’immagine rispettabile, una condotta irreprensibile, adesione ai doveri e l’impegno a limare i difetti: questo ti indebolisce. Disagi e somatizzazioni non sono che una richiesta di attenzione a bisogni, spinte, emozioni che fanno parte della tua natura e che, cacciati dalla porta, rientrano dalla finestra. I consigli • Ogni tanto fai qualcosa che “non è da te”. • Accogli brutti pensieri ed emozioni che non ti piacciono.

Il tuo ritratto Sei una persona tormentata, facile preda dei conflitti interiori e dell’insicurezza. È come se avessi un’anima doppia: da una parte un forte senso di libertà, spinte decise, gusti spiccati, che però contrasti, freni, metti in discussione. Quanto sei vicino a te stesso Il contatto con te stesso è discontinuo: ci sono momenti di grazia in cui tutto quadra e ti senti in pace con te stesso, a casa. Succede quando fai quello che ti piace, quando trovi qualcosa che ti accende. Ma basta un contrattempo banale perché tu ti ritrovi risucchiato in un labirinto di dubbi e autocritiche. Il tuo punto debole Contrasti il tuo modo di essere anziché assecondarlo. Tutto sarebbe più semplice se agissi seguendo la pancia. Più pensi e più sbagli! I consigli • Vai bene così come sei: basta lottare. • Il benessere non dipende da quel che hai o non hai: non porgli condizioni.

MAGGIORANZA DI C

SEI VICINO AL CENTRO Il tuo baricentro è dentro di te, per questo non perdi mai l’equilibrio Il tuo ritratto Ti accetti così come sei, con le tue contraddizioni, i lati oscuri, le paure, i punti deboli. Anzi su questi riesci a fare leva per risollevarti. Il tuo segreto è l’assenza di aspettative e di pregiudizi su come dovrebbero andare le cose e la disponibilità a trovare il buono in ogni situazione. Quanto sei vicino a te stesso Non c’è niente di mistico nel contatto con te stesso, non hai bisogno di condizioni speciali per ritrovarti. Ti basta ascoltare il corpo, guardarti

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intorno, la lucidità e l’armonia derivano dall’essere tutto nelle cose che fai, senza distrazioni. Il tuo punto di forza Non cerchi fuori quello che puoi trovare dentro di te. La semplicità è il segreto della tua profondità: hai capito che per stare bene, non c’è bisogno di darsi da fare e di agitarsi ma semplicemente di sintonizzarti con persone, cose, momenti, ritmi, sapori, colori, interessi, che tu senti giusti per te, in quel momento. Come accordare il tuo strumento sulla nota giusta.

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

Tre aiutanti ti accom sul cammino giusto Ti insegnano l’atteggiamento migliore con cui affrontare le tue giornate

C

osa facciamo quando ci accorgiamo che una pianta in vaso non sta bene? Per prima cosa osserviamo il suo terreno e il punto della casa in cui l’abbiamo collocata. È troppo umido? Troppo poco? Arriva abbastanza luce? Spesso basta un piccolo spostamento affinché goda della giusta illuminazione, o un rinvaso per rinnovare il terreno. Perché stare in un terreno inadatto non permette alla pianta di svilupparsi e di fiorire. Quando non stiamo bene con noi stessi è esattamente questo che dobbiamo fare: osservare il terreno e il punto in cui siamo collocati. E notare se stiamo dando a noi stessi il nutrimento mentale giusto. Occorre “impegnare” diversamente il cervello spostando l’attenzione dai pensieri e dalla ragione: queste funzioni non esauriscono che una minima parte delle nostre potenzialità. Sono anzi come occhiali deformanti che consegnano una realtà sempre uguale. Quando non stiamo bene, quando dobbiamo affrontare un problema con noi stessi e con gli altri, la razionalità ci limita più che aiutarci. Spiegazioni e raziocinio, come abbiamo visto, risiedono infatti nel cervello

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diurno, che vede solo una piccola fetta del reale, che tuttavia viene ingigantita fino a farla diventare un’immagine fissa e rigida di noi stessi. Le risposte, quelle vere, arrivano spontanee dal cervello notturno quando, libero da ruoli e copioni da recitare, ci indirizza verso ciò che è più funzionale per noi. Il primo punta alla perfezione e può innescare il conflitto interiore. Il secondo punta al completamento e quindi combatte le autocritiche eccessive e i sensi di colpa. L’altro sguardo Come contattare il cervello notturno? Come spostare l’attenzione? È più facile di quello che sembra perché ci sono validi aiutanti al nostro costante servizio. Nelle prossime pagine vi offriamo una guida puntuale fatta di storie cliniche e racconti di persone che hanno scoperto dentro di sé le risorse per stare bene, superando conflitti e crisi. E in più una serie di esercizi pratici e immaginativi per iniziare a sperimentare da subito quello sguardo più “largo” capace di trasformare in meglio la vita. A. Mantice

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Vedere nei propri lati oscuri una fonte di luce: è questo il segreto del benessere e la chiave per realizzare se stessi

pagnano Imperfezi

1 2 3

oni

Incerte zz e

Cambiam enti

Imperfezioni Smetti di subire i giudizi e di correggerti a pag. 58

Incertezze Fai spazio agli opposti e trovi la tua strada

a pag. 62

Cambiamenti Trasforma i problemi cronici in occasioni di evoluzione a pag. 66 Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

1 Guardati: non hai pro Subire troppo le critiche altrui ti porta lontano dal tuo percorso «SE QUALCOSA NON VA DEVO ELIMINARLO!». TUTTI PENSIAMO COSÌ. COSA FANNO INVECE I BAMBINI? GIOCANO, SI DISTRAGGONO, VANNO A DORMIRE, PIANGONO... SONO PIÙ NATURALI E PER QUESTO, UN MINUTO DOPO IL PIANTO, TORNA IL SORRISO

I

l bisogno di appartenenza è uno dei bisogni fondamentali: sentirsi parte di un gruppo aumenta il senso di sicurezza, l’autostima e la sensazione di essere accettati e quindi di “andare bene”. Quando questo non accade e per qualche ragione ci sentiamo diversi avvertiamo un senso di disagio, di inadeguatezza. Per non sentirlo commettiamo un errore: inseguiamo modelli che non ci appartengono e ci costringiamo dentro forme che non sono le nostre. E quindi ci omologhiamo, diventiamo come tutti, ma al prezzo di perdere ciò che è più importante: noi stessi. E iniziamo a stare male. Paola, quella strana Paola ha 16 anni e l’etichetta di “strana”. È strana perché soffre di frequenti emicranie, perché piange molto, perché di notte non riesce a dormire, soprattutto perché non ama la confusione e le piace molto stare sola, cosa che intorno a lei non molti sembrano apprezzare. Quando arriva l’attacco di emicrania Paola non riesce a fare nulla se non stare sdraiata a occhi chiusi, nel silenzio. I farmaci non danno effetti e, nell’ultimo anno, gli episodi sono stati talmente tanti da costringerla a casa da scuola. È a questo punto che i suoi genitori decidono di mandarla in psicoterapia. A casa del resto gli scontri sono quo-

tidiani: mamma e papà non riescono ad accettare la situazione e pensano che sia almeno in parte una scusa per evitare la scuola e gli impegni. «Crescere è assumersi le proprie responsabilità!», ammonisce il padre. Paola si sente sempre più sotto pressione e incompresa. La sua testa è un vortice di pensieri che ruotano tra il desiderio di stare bene, il senso di colpa per non riuscire a reagire, la paura di non tornare a scuola, l’idea di essere diversa. Occorre una nuova regola per lei e la suggerisce la psicoterapeuta: anziché tentare di dormire a tutti i costi di notte, deve provare ad assecondare i ritmi del corpo. Non è semplice, ma sono i suoi stessi sintomi che la obbligano ad arrendersi. Qualche ora di sonno diurno le permette di recuperare un po’ di forze e di usare le ore notturne, godendone. Perché Paola ama la notte: c’è silenzio, nessuno le dice cosa fare e si sente libera. In terapia ha cominciato a disegnare: da piccola, ricorda, aveva sempre la matita in mano! Disegna le sue sensazioni e le sue paure, il suo mal di testa, che ora ha una forma e un volto, i suoi sogni e le sue fantasticherie. Non sei sbagliata Ed ecco che la notte diventa lo spazio ideale in cui disegnare. Paola lo fa incessantemente, ogni notte. I disegni diventano più espressivi,

«Non portatemi via i miei demoni: potrebbero fuggire anche i miei angeli» RAINER M. RILKE 58

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L’AIUTANTE / Le tue imperfezioni ■ LA REGOLA Smetti di subire i giudizi e di correggerti

prio niente che non va! LA VIA DELLA CONOSCENZA Percepire tutti gli stati interni ti regala la gioia di vivere

S

iamo convinti che alcuni aspetti di noi non vadano bene e debbano essere corretti, eliminati o almeno nascosti. Ma l’essere umano non è perfetto, è fatto di virtù e di vizi che sono parte della nostra essenza. Un tempo, nel mondo greco e romano, nemmeno gli dei erano perfetti. Avevano grandi doti, ma anche difetti, anch’essi divini, cioè tratti del carattere che li rendevano unici e adatti a occuparsi di certi aspetti della vita. Pensiamo all’impulsività di Marte, dio della guerra: senza la sua rabbia non avrebbe potuto scendere in battaglia; o ad Atena, dea della saggezza e stratega: solo con la sua fredda distanza poteva guidare gli eroi a lei devoti. Per cogliere il lato positivo dei nostri difetti basta cambiare sguardo. Non correggere ciò che sei, ma osservalo senza volerlo cambiare e senza mai la pretesa di conoscerlo fino in fondo. Così permetti al seme di estrarre le sue funzioni. Perché la vita è andare sempre di più verso ciò che ti caratterizza fin dall’inizio, eliminando l’inutile.

finché decide di comprare delle tele e inizia a dipingere. Dare spazio a questa parte creativa significa vedere la propria diversità da un altro punto di vista. Le conseguenze sono decisive: mentre dipinge tele sempre più grandi i mal di testa diminuiscono di frequenza e di intensità. Ora che si sente meglio, con il consenso dei genitori decide di tornare a scuola ma in un corso serale. Paola ora sa di essere “diversa”, ma non più sbagliata; sente di essere un animale notturno e sa che il suo mal di testa è un compagno di viaggio: non lo può scacciare o controllare, ma ha imparato ad accoglierlo senza combatterlo e anche la lotta contro se stessa è finita. Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

La guida - Non devi migliorare ma osservarti senza autocritiche Tieni con te le tue paure, le tue difficoltà, i tuoi infantilismi, le malinconie, le solitudini, le scontrosità. Sono la tua bussola più preziosa

S

entirsi diversi dagli altri non è essere sbagliati! Molti grandi artisti, scrittori, pittori, musicisti, hanno fatto scaturire le loro più grandi opere a partire dai propri “difetti”. L’arte spesso è nata proprio dalle malinconie e dalle debolezze, dalle anomalie e dalle difficoltà di integrarsi di questi grandi personaggi. Questo vale per tutti: ciò che ci fa penare e che è considerato dalla società un errore da correggere può diventare la fonte da cui far scaturire qualcosa di unico e originale. Anche noi possiamo trasformare i nostri difetti in qualcosa di prezioso.

FAI PACE CON I TUOI LATI BRUTTI A che animale somiglia il tuo peg

Q

uesto esercizio con le immagini può essere fatto nei momenti in cui senti maggiormente il peso dei giudizi altrui, in cui ti senti incapace di portare a termine un compito, in cui ti sembra di aver commesso “il solito errore” e lo riconduci a un tuo modo di essere difettoso. Le immagini hanno grandi poteri perché bypassano la razionalità e parlano direttamente al nucleo più interno.

LE FRASI DA NON DIRE • Devo correggere i miei difetti • Devo lavorare su di me • Devo cercare la perfezione

• Chiudi gli occhi e con la mente vai a cercare ciò che non ti piace di te. Un lato del carattere: la rabbia, l’invidia, la paura... E immagina che al suo fianco, all’altro lato della tua mente, ci sia qualcosa che invece ti piace di te. Adesso immagina che ciò che non ti piace di te si trasformi in un animale. E che anche ciò che invece ti piace si trasformi in un animale, ma

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Limiti: non combatterli e diventeranno i tuoi migliori compagni di viaggio 1

DISEGNA IL TUO CAOS INTERIORE Quando stai male, quando la malinconia ti assale, quando ti senti inadatto e i tuoi difetti ti creano dentro un senso di frustrazione e dolore, fermati. Prendi un foglio e una matita. Fai qualche respiro e chiudi per un istante gli occhi: non scacciare ciò che ti fa stare male ma ascolta quello che senti. A questo punto impugna la matita con la mano opposta a quella dominante e, sempre con gli occhi chiusi, inizia a scarabocchiare sul foglio. Lascia che la mano vada dove vuole, asseconda il movimento, senza preoccuparti. È solo uno scarabocchio. Non c’è pretesa di bellezza. Quando lo desideri fermati, ma tieni gli occhi chiusi ancora un istante. Osserva la tua traccia e osserva te stesso.

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GUARDA TE STESSO E LA TUA “FORMA BIZZARRA” Ora apri gli occhi e guarda ciò che è rimasto sul foglio: la tua mano e la matita muovendosi avranno creato segni, incroci, linee, forme. Osserva senza giudicare, guarda ciò che è emerso. Comincia a girare il foglio in tutte le direzioni cambiando punto di vista. Cosa vedi?

gior difetto? Prova ad accudirlo diverso. A destra un animale e a sinistra un altro. Quello di destra incarna il tuo diavolo, l’animale cattivo, che non vorresti, e quello di sinistra l’animale che adori, che vuoi sempre con te. Adesso comincia a immaginare che si avvicinino, annusandosi, con circospezione. Si leccano, stanno insieme, la tua mano destra è posata su uno, la tua mano sinistra è sull’altro. L’animale del regno della notte, l’animale del regno del giorno. Uno è luminoso, l’altro è immerso nelle tenebre. E stanno lì, uno accanto all’altro. Adesso vai indietro nel tempo e scegli un’immagine della tua vita in cui ridevi come un pazzo, non riuscivi a smettere di ridere. Può essere un anno fa, dieci anni fa, come vuoi. E anche allora i due animali sono presenti. Resta per un po’ a osservarli, accucciati assieme. Poi, lentamente, puoi riaprire gli occhi.

Qualche forma ti ricorda qualcosa? Ci sono linee che ti colpiscono di più, forme bizzarre che ti attraggono? Mentre giochi col foglio, osservati: anche tu sei una “forma bizzarra” tutta da scoprire senza giudicare? Come ti senti adesso? È ancora tutto come prima?

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DAI NUOVA FORMA ALLA TUA ESSENZA Adesso prova a creare qualcosa di unico a partire dal tuo scarabocchio. Avrai bisogno anche di pastelli colorati. Comincia a evidenziare le linee e le forme che ti hanno colpito, fai emergere dallo scarabocchio un’immagine, non importa quale e non importa che sia “bella” o “perfetta”. Colora, aggiungi dettagli, evidenzia delle parti: divertiti a trovare un senso nel non-senso del tuo scarabocchio e se non lo trovi gioca con le forme e i colori come se stessi creando un’opera astratta. Vai avanti finché lo desideri, fino a quando non senti che il lavoro è concluso. • Ora fermati. Osserva ciò che hai creato: non importa che sia bello, importa che sia tuo, unico; ascolta: come ti senti, cosa è accaduto alle sensazioni che provavi, sono ancora uguali o è cambiato qualcosa? • A questo punto, se lo desideri, scrivi. Puoi dare un titolo al tuo lavoro, puoi prendere nota di quello che è successo, di come stavi e di come stai ora. Potrebbe venirti voglia di scrivere una poesia o altro, in questo momento la tua parte creativa e libera può esprimersi. Assecondala e lasciati guidare. Jung diceva: «Spesso le mani sanno svelare un segreto attorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente».

«Se guardi senza alcuna intenzione, le cose avvengono» ALAN WATTS Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

2 Non trovi la tua strada? Le indecisioni aiutano ad allagare la men PENSI DI VOLERE UNA COSA MA L’ISTINTO TI SPINGE ALTROVE E DENTRO DI TE INFURIA LA BATTAGLIA. CHE FARE? PORTA LO SGUARDO AL DI LÀ: GLI OPPOSTI SONO ENTRAMBI DEGNI DI TROVARE SPAZIO. ACCOGLIENDOLI ANDRAI OLTRE, VERSO TE STESSO

«S

in da bambina sono stata quella degli estremi. Le mie compagne di classe le adoravo o le detestavo, non ho mai avuto una via di mezzo. E ora lo stesso problema mi si ripropone col cibo». Esordisce così Camilla durante il primo incontro con lo psicoterapeuta. La donna racconta come per lei cucinare sia come una magia, descrive con passione l’alchimia nell’amalgamare tutti gli ingredienti. La sua famiglia si è tramandata di generazione in generazione un ricettario “segreto”: peccato che il solo cucinare non la sazi, anzi, sembra non riempirsi mai: «Il mio stomaco è un pozzo senza fondo, ma quando finisco di abbuffarmi mi sento profondamente in colpa e mi odio. Per questo sono sempre a dieta, anche se poi non la riesco a rispettare». Camilla non ha mai un limite con il cibo, eppure la sua vita, tra casa e lavoro, è piena di limiti e divieti che di continuo si auto-impone. La sua giornata è pianificata con una tabella di marcia molto ferrea, guai a sgarrare! Dovere, impegni e responsabilità arrivano prima di tutto! Talvolta si spinge a fare i mestieri di casa la sera a discapito dell’intimità con il marito, che si è trasformata nel tempo in un ulteriore impegno. Anche con lui il rapporto sembra costellato di ambivalenze. Quando parla del marito ne elenca i tanti pregi, eppure la loro sessualità è diventata fredda e meccanica. «L’idea di

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L’AIUTANTE / Le tue incertezze ■ LA REGOLA Fai spazio agli opposti e scopri la tua direzione

Lascia che lei trovi te te. E ti insegnano che tu sei molto di più fare l’amore con lui non mi stuzzica più da tempo, ma non riuscirei mai a immaginare la mia vita senza Piero». Non lottare più Quante volte nella vita ci troviamo in lotta con due lati che corrispondono a estremi opposti? Gli atteggiamenti ambivalenti fanno parte della natura umana, mai si accentuano nel momento in cui entriamo in lotta con noi stessi. Quando impera un modello di perfezione e cerchiamo di aderirvi, mettiamo a tacere dei modi di essere che, a un certo punto, prendono il sopravvento per potersi manifestare. Come nel caso di Camilla: più vuole aderire a un ruoo di moglie perfetta, raggiungere una linea invidiabile e si sforza di entrare in un range di comportamenti “giusti”, più l’istinto represso prende il sopravvento e ribalta gli equilibri. La verità è che non possiamo fare a meno di certi lati di noi e più cerchiamo di eliminarli, più si rinforzano e si esprimono in maniera estrema. Occorre farli stare insieme. Solo in questo modo si eviterà di toccare gli eccessi e di stare male. Camilla in psicoterapia usa le immagini e un giorno vede il suo stomaco come una caverna che si trasforma nella casa dei nonni, luogo in cui si è sempre sentita se stessa. Lì vede due donne, una bionda e una mora che si prendono per mano. Finalmente l’immagine di donna angelica e quella più istintiva fanno pace. Gli effetti sono subito evidenti: cambia abbigliamento, è più a suo agio con se stessa e senza sforzi ritrova il piacere di mangiare senza superare certi limiti. Col tempo comincia a dimagrire, si piace di più e ritrova persino il piacere di “perdere la testa” con suo marito.

NON DEVI SCEGLIERE Lascia che dentro di te vivano più opzioni e più energie

«A

lle 5 dico che ti lascio. Alle 6 ti chiedo quando arrivi». Essere pieni di contraddizioni sembra un guaio. Ma lo diventa solo se ti imponi di scegliere una linea univoca. Pensa in modo diverso: alle 5 entri nell’energia del lasciare, dell’abbandonare; alle 6 entri nell’energia del tornare a casa. Entrambe esistono dentro di te. Entrambe contengono insegnamenti utili. È la pretesa della mente di scegliere subito uno dei due corni del problema che ti devasta: il mito della coerenza è deleterio. Quella che chiami incoerenza è la disponibilità a farti visitare da forze interiori, stati energetici che gli antichi chiamavano dei. Fai stare dentro di te più opzioni. Fai convivere più energie. Più diventi “largo” e accogliente, più stai bene con te stesso. E solo allora la decisione giusta si affaccerà da sé, in modo naturale. La verità è che gli opposti coabitano e quando si manifestano distruggono l’unilateralità che vuole mantenere sempre il controllo su tutto. Perché la vita è fatta di alti e bassi, di chiari e di scuri, di calore e di freddezza. Come sarebbe un quadro senza le ombre o colori contrastanti? Privo di profondità, senz’anima. Per questo per dipingere la vita è necessario imparare a usare tutti i colori che renderanno il dipinto unico e irripetibile.

«Mi contraddico? Ebbene sì. Mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini» WALT WHITMAN Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

La guida - Guarda oltre il labirinto, il tuo benessere si trova proprio lì Quando sei angosciato da situazioni senza via d’uscita o conflitti interiori, non cercare subito la risposta, ma affidati a immagini, sensi, fantasie IL POTERE DELLE IMMAGINI Gettano un ponte tra il corpo, la psiche e il benessere

Nuovi percorsi Solo l’istinto ti indica la via. Ma per attivarlo devi smarrire la “solita strada”

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li esercizi di queste pagine ruotano intorno a un principio: sei pieno di contraddizioni? Ottimo: l’anima ha bisogno di muoversi tra le diverse polarità che la caratterizzano! Ma per farlo, ti chiede di allontanarti dal mondo superficiale delle soluzioni preconfezionate, delle aspettative da soddisfare, delle regole da rispettare, dei modelli a cui adeguarsi e di compiere un viaggio personale dentro di te. Devi accedere a una dimensione onirica, quasi mitologica, in cui gli opposti, attraverso le immagini, trovano la loro cittadinanza. Qui, nel labirinto, l’identità di superficie si sgretola e quella solita frase - “io sono fatto così!” - perde importanza. Secondo Edmund Jacobson, uno dei padri del rilassamento, l’immaginazione è un ponte tra corpo e psiche. Quando immagini, a livello fisiologico le strutture nervose coinvolte sono le stesse della percezione, per cui il vissuto finale che arriva all’inconscio è che tutto sia possibile. Affidandoti al potenziale delle immagini l’anima ti libererà dal falso bisogno di decidere subito: la mente sgombra LE FRASI DA NON DIRE dalle nebbie delle illusioni e • Devo valutare i pro e i contro delle convinzioni permetterà • Devo essere coerente al cervello di orientarsi • Non so decidermi, sono un debole spontaneamente verso una direzione a lei più consona.

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QUATTRO PASSI NEL CAOS DELL’ANIMA Vaga con la mente, perdi il controllo e scopri quanto è piacevole

S

imbolo del caos primordiale, l’immagine del labirinto testimonia la necessità dell’uomo di ogni tempo di perdersi per poi ritrovarsi. La sua finalità, infatti, non è solo trovare la “via d’uscita”, ma nel farlo portarci a cedere il controllo sugli eventi, farci perdere la bussola. Solo quando l’io si è smarrito, allora altre energie, più interne, che provengono dal centro, si affacciano portandoci le vere risposte. • Almeno due volte a settimana scegli un luogo familiare, isolato e semibuio. Oscurità e silenzio sono elementi essenziali e funzionali al rilassamento. • A occhi chiusi porta la mente a visualizzare una situazione conflittuale, un dubbio che ti assilla, una lotta interiore. Senti bene nel corpo tutto lo smarrimento e il senso di impotenza. Percepisci bene la sensazione di confusione e lascia che nella tua mente, pian piano, vada delineandosi l’immagine di un labirinto. Un labirinto antico... le cui pareti

sono fatte di piante... un luogo sconosciuto… puoi percepirne chiaramente colori e odori… l’aria è pesante per l’umidità della vegetazione... prosegui con fatica... avanzi lentamente... anche se in realtà tu vorresti correre... prosegui nella solitudine... non ci sono direzioni stabilite... vaghi nel tuo cammino... non c’è nessuno ad indicarti la strada... e man mano che avanzi un senso di vuoto... di sbandamento... e anche di leggerezza ti fanno da compagnia... passo dopo passo, svolta dopo svolta... un sentiero vale l’altro... non sai dove stai andando ma ti accorgi che stai riprendendo il tuo ritmo... e mano a mano che procedi senti un piacere arrivare dal basso... il piacere dei piedi liberi di andare, il piacere della tua pancia che ha trovato in sé la sua direzione... sei all’ennesima svolta e scorgi in lontananza un borgo antico, forse una cittadina... stai ancora lì a osservarlo per un po’... Quando lo ritieni apri gli occhi, respira lentamente e piu torna alle tue normali attività.

Accetta di smarrirti. Perché solo quando l’io ha ceduto le redini, altri saperi, più profondi, si affacciano e ti salvano

QUANDO SEI IN CRISI E NON SAI COME VENIRNE FUORI Nel nucleo spegni le chiacchiere e trovi profumi, immagini, intuizioni

A

bbiamo visto sopra come lo “smarrimento simbolico” aiuta, quando siamo confusi, indecisi o angosciati da una situazione che ci appare senza uscita, a staccarsi dal solito contesto mentale, dal chiacchiericcio di ipotesi, spiegazioni, dai tentativi di valutare con la ragione i pro e i contro, riportando invece vicini al “centro silenzioso”. Solo in questo spazio l’anima può inviare i suoi segnali: indicazioni, suggerimenti o moniti da tenere sott’occhio. Ecco gli strumenti che può usare. • L’OLFATTO Nel campo delle relazioni è il più decisivo fra i sensi. Se a naso una persona non ti piace, non fidarti! I bulbi olfattivi, sono collocati nel sistema limbico, il cervello antico sede dell’emotività e dell’istinto. È in questa sede che il messaggio olfattivo viene tradotto. Il suo odore non ti conquista? Non è la persona per te.

• INTUIZIONI E PRESENTIMENTI Hai percepito la falsità di un collega ma hai lasciato correre per paura di un giudizio avventato. Oppure hai fiutato un buon affare ma non ti sei fidato del tuo istinto perdendo un treno importante. Spesso sottostimiamo la nostra capacità percettiva. L’istinto sa da dove arrivano le minacce o le buone occasioni: metti a tacere le tue opinioni e dagli retta. • LE EMOZIONI Quante volte ti è capitato di essere di malumore? E quante volte non gli ha dato retta pensando fosse dovuto a cause esterne: lo stress, un abbandono, il sogno di una vita infranto? Eppure la tristezza, come la rabbia, svolge una funzione importantissima: questi stati d’animo segnalano che non sei sulla giusta strada, che forse quell’amore dopo tutto non lo volevi o che quel lavoro alla fine non ti piaceva nemmeno.

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

3 Quanto durano i pro Non sono loro a ripetersi, ma i tuoi schemi mentali. Ecco come farli svanire DIFFICOLTÀ, BATTUTE D’ARRESTO, CRISI: SE CERCHI DI INTERVENIRE PER “RIMETTERE LE COSE A POSTO”, LE RENDI CRONICHE. NON OPPORTI AL MUTAMENTO. CHIEDITI INVECE: E SE QUESTA DEVIAZIONE DAL CORSO DELLA MIA VITA FOSSE LA COSA MIGLIORE CHE MI PUÒ CAPITARE?

C

atia, trentanove anni, arriva al primo colloquio di psicoterapia; sguardo basso, abbigliamento curato, ma poco femminile. Subito parte il lamento: «Non ce la faccio più. Mi sveglio di notte e non dormo. Poi la mattina mi alzo a fatica dal letto e mi trascino in ufficio». E in ufficio non va meglio, anzi: «Non sopporto nessuno. Tutti che rompono. Quando esco dal lavoro sto bene, a casa la tristezza non esiste più». Catia sembra sapere bene quale sia la causa del proprio malessere: il lavoro. Ma quasi mai la causa individuata è “vera”, c’è sempre dell’altro. Senza nemmeno rendersene conto, mentre parla, ammette di lamentarsi anche col marito, tutto il tempo. E lui ormai mal sopporta i suoi sfoghi. Ed ecco che, con molte resistenze, alla fine emerge un’altra verità: «Lavoro nell’azienda dei miei genitori, e chi mi “rompe” davvero è mia sorella minore. Mi sta rovinando l’esistenza! È avida, scontrosa e menefreghista. Lo è sempre stata, la sopporto da quando è nata». Catia descrive sua sorella come una donna giovane, superficiale e molto emancipata con gli uomini. In azienda riveste un ruolo creativo, mentre lei è la contabile seria e ordinata. «È una ribelle, si prende la libertà di rispondere male persino a nostro padre!». Da

un lato Catia vorrebbe lasciare il lavoro, dall’altro non vuole darla vinta alla sorella. In questo conflitto di cosa si sta dimenticando? Di se stessa: cosa vuole davvero Catia? Ciò che ci fa soffrire all’esterno è sempre il riflesso di un desiderio o un lato di noi che non esprimiamo. Sua sorella incarna qualità e aspetti di sé che Catia non lascia emergere. Li giudica come sbagliati. Si nasconde dietro la maschera della sorella maggiore, adulta e coscienziosa. E, come faceva da piccola, si lamenta tutto il tempo della sorella. Ma è Catia a essere ostinatamente attaccata a un’immagine infantile di se stessa. «Io ho tentato in tanti modi di migliorare il rapporto con lei». Non si accorge che non c’è nessun rapporto da migliorare, è lei stessa a creare un problema che non esiste. Il conflitto sul quale si avvita Catia è tutto dentro di sé, la sorella è solo l’interruttore. Rompi l’incantesimo Eraclito dice: «Non puoi entrare due volte nello stesso fiume, perché continua a scorrere. Mentre i piedi vanno più in profondità, l’acqua in superficie sta scorrendo». La vita è come un fiume. In superficie c’è la mentalità comune: dogmi, giudizi,

Quando ti accorgi che gli ostacoli sono insormontabili vuol dire che non sono “i tuoi” ostacoli. L’anima ci manda solo i dolori che possiamo superare. Se non passano, sei tu che ti stai intestardendo 66

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L’AIUTANTE / Cambiamenti e novità ■ LA REGOLA Trasforma i problemi cronici in occasioni di evoluzione

blemi, dentro di te? TUTTO MUTA, FALLO ANCHE TU Ripensi troppo a un torto del passato? Lo stai tenendo in vita solo tu!

E

cco un test per capire se stai bene con te stesso: quanto durano i tuoi problemi? Un problema di ieri, dell’altro ieri, di un mese fa, di un anno fa ha ancora spazio dentro di te? Più dura, più occorre allarmarsi. Quanti di noi passano una vita a pensare a frasi dette anni prima? Quanti conflitti durano troppo? Anna ad esempio è in crisi con sua figlia Elena, da quando questa è diventata adolescente e ribelle. Insiste per farla ragionare, vuole “risolvere il problema”. Non si accorge che questa crisi le chiede un cambio di mentalità, di ritrovare la propria parte anticonvenzionale, ribelle. Solo così ritroverà anche una sintonia con la figlia. Purtroppo abbiamo un’idea permanente di noi stessi e di come devono andare le cose. «Io sono fatto così, bisogna agire in questo modo». Ogni deviazione dal binario diventa una minaccia, un rischio. E per scongiurarlo alziamo barricate dietro cui ci nascondiamo, anche per anni. Ed ecco che le crisi diventano permanenti. Ma è un’illusione: tutto muta, la vita scorre come un fiume, quando lo guardi è già passato. La sorgente continua a ricrearlo, ma se guardi solo il fiume cercando di tenerlo fermo, cercando in quel tratto di fiume la soluzione, i problemi diventano cronici. Non ti accorgi che “il nuovo” arriva proprio per farti muovere da lì.

ma nel profondo c’è l’essenza misteriosa che produce i nostri gusti, gli interessi, persino i lati di noi che non ci piacciono. Il punto non è: come risolvere il problema con mia sorella. Il punto è: che donna porto in campo? La sorella è solo lo specchio dell’immagine femminile che Catia ha dimenticato di se stessa, la “donna” che non ha ancora fatto nascere. Il terapeuta invita Catia a tornare ai propri 18 anni, a quei momenti di gioia, di ballo sfrenato. Colloquio dopo colloquio, attraverso quell’immagine da troppo tempo dimenticata, Catia entra in contatto con gli infiniti volti del femminile che la abitano, superando il blocco che aveva impedito alla sua donna interiore di esprimersi e condurla verso la donna che oggi può diventare. Ottobre 2016

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Il tema del mese STARE BENE CON SE STESSI

La guida - Prova a tirarti indietro e lascia fare al buio e al silenzio Porta i tuoi “problemi irrisolvibili” a un livello più profondo di te stesso, dove regnano il silenzio e il buio. È il livello del tuo centro, l’unico che ha le soluzioni davvero efficaci

LA DISIDENTIFICAZIONE L’idea che i problemi ritornino è un’illusione della mente

T

i sembra che i tuoi guai si ripetano sempre uguali? Di rifare gli stessi errori, di rivedere situazioni spiacevoli già vissute? In realtà è un’illusione: gli stati interni sono assolutamente impermanenti. Ti sembra che tutto ritorni perché è la tua mentalità a non cambiare: la usi per filtrare gli eventi e estrarne sempre lo stesso succo. Finisci per essere dominato da tutto quello con cui il tuo Io s’identifica: frasi fatte, convinzioni, luoghi comuni... L’obiettivo dell’esercizio è imparare a “disidentificarti”, a staccare la tua essenza da questa scorza. • Assumi una posizione comoda e rilassata, respira in modo naturale, fino a raggiungere uno stato di quiete. Nella calma ripeti a te stesso: «Io ho un corpo. Il mio corpo può essere teso e stanco o riposato, è un prezioso strumento di azione e di esperienza nel mondo, ma io non sono il mio corpo». E poi: «Io ho delle emozioni. Le mie emozioni sono varie, mutevoli: posso osservarle, ma io non sono le mie emozioni». E infine: «Io ho una mente. I suoi contenuti sono mutevoli. La mia mente è un organo di conoscenza, ma io non sono la mia mente. Io sono l’essenza di me stesso, sono un centro di autocoscienza. Io sono un centro di volontà, di energia creativa. Io sono».

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LE FRASI DA NON DIRE • Le brutte esperienze mi hanno segnato • Il passato non si può cancellare • Dopo tanti anni ci ripenso ancora

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FERMA LE REAZIONI AUTOMATICHE L’intervento immediato fa danni: impara a osservare le emozioni

I

cambiamenti dolorosi - ad esempio abbandoni, conflitti, perdite - sono accompagnati da paura, rabbia, fastidio: emozioni vissute come disturbanti. L’io reagisce allora innescando risposte automatiche finalizzate a tornare alla situazione precedente, anche quando non è possibile. In realtà proprio queste emozioni aiutano il cambiamento. Accoglierle è quindi essenziale. Ecco come fare. • Orienta l’attenzione sul tuo corpo. Osserva, senza cercare di cambiarle, alcune delle sensazioni fisiche che percepisci dal contatto del tuo corpo con la superficie di appoggio, i tuoi piedi sul pavimento, i tuoi vestiti sulla pelle. Passa al respiro, le sensazioni corporee del

momento. Ora, orienta l’attenzione alle emozioni. In che stato emotivo ti trovi in questo momento? Quali sono gli stati d’animo ricorrenti nella tua quotidianità? Limitati a guardarli, con l’atteggiamento del principiante. Lottarci contro li rende disturbanti. Eliminarli non consente loro di svolgere la funzione che hanno. Ora i pensieri. Non appena viene un pensiero, osservalo, fin che non ne viene un altro, un altro ancora. Osservane il flusso, ancora per qualche minuto. Puoi lasciarli sfumare. Chi osserva tutti questi livelli? Sei tu: la tua essenza profonda, che ha osservato tutti questi livelli e se ne può distinguere. “Io sono”: percepisci per qualche istante questa realtà.

Il regno della notte Occupa un terzo della nostra vita ma le sue immagini ci guidano anche di giorno

«Non puoi entrare due volte nello stesso fiume» ERACLITO USA IL TUO TESORO INTERIORE Quando tutto tace il cervello attiva le risorse interne più creative

L

e più recenti conferme circa il valore del silenzio per il nostro benessere psicofisico arrivano dalla pratica clinica, e dalla neurofisiologia. Entrare nel silenzio significa accedere a uno spazio del profondo che ci abita, una dimensione feconda in cui portare emozioni, pensieri e gli stati energetici che affiorano naturalmente dentro di noi. Lo stile di vita moderno può rendere difficoltoso contattare il silenzio; ma la consapevolezza può essere attivata in ogni istante. • Porta la tua attenzione sulle cose che fai, completamente immerso, in questo stato ti accorgiti dei momenti di silenzio che arrivano da soli, senza essere né richiesti, né preparati. Può trattarsi di pochi momenti. Non appena avverti l’arrivo di uno

di questi, fermati, qualunque cosa tu stia facendo. Forse è stata la prima cosa che ti è capitata al risveglio, o di notte quando tutti dormivano. Può anche succedere mentre sei circondato dal rumore, dal movimento: mentre vai in ufficio o sei seduto alla scrivania. Riconosci semplicemente la presenza del silenzio. Per qualche istante, poi lascialo andare, non cercare di prolungarlo. Se in uno di questi spazi ti accorgi dell’arrivo di pensieri a interromperlo, accoglili, osservali con distacco. Non commentare nulla di ciò che accade. Lascia che il silenzio, le emozioni, e i pensieri inaspettati convivano. Goditi semplicemente il rilassamento. Non appena sarà ■ svanito continua ciò che stavi facendo.

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LE RIVISTE Riza Psicosomatica

Dimagrire

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Li trovi in edicola oppure ordinali a Edizioni Riza - Tel 02/5845961

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I LIBRI

QUESTO MESE RICONOSCERE ED EVITARE I “VELENI” NEI CIBI

VINCI GASTRITE, ACIDITÀ E REFLUSSO COI CIBI GIUSTI

Quasi tutti gli alimenti contengono sostanze chimiche per colorarli, conservarli o insaporirli; il libro spiega quali sono, dove si trovano e quali effetti possono dare. Così puoi scegliere i cibi più sicuri. In edicola con Dimagrire e da solo dal 20 settembre 2016

UN FRUTTO PREZIOSO PER LA LINEA E LA SALUTE Prenditi cura del tuo stomaco con un’alimentazione sana a cui abbinare i rimedi che rigenerano la mucosa gastrica, facilitano la digestione, prevengono gonfiori, reflusso e bruciori. In edicola con Dimagrire e da solo dal 20 settembre 2016

ASCOLTA I SEGNALI CHE IL TUO CORPO TI MANDA

COME ATTIVARE L’ORMONE DEL BENESSERE I cali d’umore sono dovuti anche alla carenza di serotonina, la sostanza che influenza il cervello e ci fa sentire contenti; ecco i modi naturali per aumentarne il livello: i cibi giusti, le piante, l’esposizione alla luce, il movimento fisico. In edicola con Salute Naturale e da solo dal 26 settembre 2016

CAPIRE LE PERSONE DAL LORO VISO Il nostro volto è l’espressione più vera e profonda dell’animo. Sul viso è possibile “leggere” le emozioni di chi ci sta di fronte, capire il suo carattere e le sue vere intenzioni. In edicola da solo dal 6 ottobre 2016

Il pompelmo è ricco di virtù: spazza via i grassi dannosi dalle arterie, contrasta i picchi glicemici e fa perdere peso. Anche i semi sono utili perché il loro estratto neutralizza i batteri. In edicola con Salute Naturale e da solo dal 26 settembre 2016

I LAMENTI CI TOLGONO ENERGIE E RISORSE

Ti fa male il ginocchio, la schiena o una gamba? Ti spieghiamo cosa può significare questo disturbo, nel linguaggio simbolico del nostro corpo. I malesseri arrivano per segnalarci cosa non va nella vita che stiamo vivendo ora. In edicola con Riza Psicosomatica e da solo dal 1 ottobre 2016

QUANDO IL CORPO RIFIUTA UN CIBO

Lasciarsi coinvolgere dalle lamentele degli altri ci condiziona negativamente; lamentarci con gli altri ci rende passivi e abbassa l’autostima; i consigli per uscire dalla trappola delle lamentele e rinforzare le nostre risorse profonde. In edicola con Riza Psicosomatica e da solo dal 1 ottobre 2016

SE TI DEPURI PREVIENI TUTTE LE MALATTIE Tutto quello che serve sapere sulle intolleranze: come riconoscerle, cosa fare per prevenirle, quali alimenti e rimedi verdi sono più efficaci per ridurre i disturbi e risanare l’intestino infiammato. In edicola da solo dal 12 ottobre 2016

I consigli per eliminare le tossine più pericolose per la nostra salute grazie ai cibi depurativi e ai rimedi naturali. Ritrovi energia, cancelli i disturbi e previeni le patologie più gravi. In edicola da solo dal 12 ottobre 2016

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ISTITUTO RIZA DI MEDICINA PSICOSOMATICA

Corso di Specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico Scuola di Specializzazione Direttore: dott. Piero Parietti

(riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, D.M. 24/10/94 e 25/05/01)

Sono aperte le iscrizioni

Anno accademico 2016-2017 Inizio dicembre 2016 La Scuola è aperta ai laureati in Medicina e Chirurgia o in Psicologia. Rilascia il diploma di specializzazione in psicoterapia secondo l’art. 3 della legge 56/89 e del DM 509/1998 Il piano didattico prevede: • Una formazione teorica comprensiva di: - una parte generale in cui sono sviluppati temi di psicologia dell’età evolutiva, psico-patologica, psichiatrica oltre alla presentazione e valutazione critica dei principali modelli di psicoterapia; - una parte specifica che prevede l’insegnamento dell’approccio psicosomatico nonché la teoria e la tecnica della psicoterapia a indirizzo psicosomatico; • Un training pratico-clinico; • Un tirocinio in strutture pubbliche; • Una formazione personale secondo un indirizzo attinente all’orientamento della Scuola. La Scuola ha durata quadriennale e un monte ore annuo di 500 ore; - è a numero chiuso; - prevede un esame di ammissione e uno al termine di ciascun anno, il cui risultato è vincolante per il passaggio all’anno successivo; - la frequenza è obbligatoria; - le lezioni saranno in genere concentrate nelle giornate di Sabato e Domenica e le unità didattiche saranno di 8 ore.

Per informazioni rivolgersi alla segreteria della Scuola: tel. 02/5845961 • fax 02/58318162 scuolapsicoterapia@riza.it • www.scuola-psicoterapia-riza.it

Riza - Scuola di Psicoterapia

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La medicina

naturale A cura della dott.ssa Marafante e di Marilena Zanardi di PaoloDaniela Marzorati medico, omeopata

Con la collaborazione di Gabriella Cataldo, Patrizia Costanzo e Giordana Ruatasio

Curarsi e mantenere in forma il corpo e la mente

CORPO E SALUTE

ALIMENTAZIONE ERBA DI GRANO E D’ORZO Energia attiva direttamente dai succhi freschi

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ANTIDOLORIFICI NATURALI Ora puoi scegliere l’alternativa verde

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BELLI DENTRO E FUORI

RUBUS IDAEUS

SELENIO E ZINCO Microelementi indispensabili per la tua bellezza

LETTERE & RISPOSTE Cisti ovariche: ecco la terapia per ridurle

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88 Ottobre 2016

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La medicina naturale LETTERE & RISPOSTE Scrivi a: Marilena Zanardi - marilena.zanardi@tiscali.it

RUBUS IDAEUS

Cisti ovariche: ecco la terapia per ridurle «A

ll’ultimo controllo ginecologico l’ecografia ha rilevato la presenza di cisti ovariche bilaterali e il medico mi ha consigliato un’operazione per rimuoverle. Nel frattempo mi piacerebbe ricevere da lei un consiglio su una cura omeopatica per aiutare la riduzione delle cisti prima di un intervento chirurgico». CINZIA

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OVAIO

e cisti ovariche sono il risultato di una sindrome, che può essere momentanea o meno, caratterizzata da una difficoltà di risposta agli stimoli ipofisiari; colpiscono un’alta percentuale di donne, ma nella maggior parte dei casi non sono pericolose e tendono a scomparire da sole nel giro di qualche mese. La terapia naturale più indicata prevede l’associazione tra fitoterapici, oligoelementi e omeopatici e va prolungata per un paio di mesi. L’oligoelemento Zinco-Rame per riequilibrare l’asse ipofisi-genitale; il macerato glicerico di lampone (Rubus idaeus); gli omeopatici Thuya 9 CH e Apis 15 CH.

I rimedi • Zinco-Rame, una fiala sublinguale a giorni alterni, da assumere la mattina a digiuno. • Rubus idaeus, macerato glicerico, 50 gocce in poca acqua un’ora prima di pranzo. • Thuya 9 CH e Apis 15 CH, 5 granuli di ciascuno al giorno per una o due settimane. 74

Riza psicosomatica

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Colon irritabile e ansia: agisci con melissa

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ono per carattere un tipo ansioso, puntiglioso e un po’ perfezionista e questo mio modo di essere mi crea spesso uno stato di agitazione, in casa ma soprattutto sul lavoro. Basta una situazione nuova in ufficio, o una riunione di lavoro improvvisa e non programmata per farmi correre in bagno, con crampi e scariche. Fino ad ora ho ovviato con un farmaco per il colon irritabile, ma poiché ho letto che dà dipendenza vorrei sostituirlo con un prodotto naturale». BRUNA

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farmaci per il colon irritabile agiscono in effetti sul sottofondo ansioso del disturbo, soprattutto se, come nel suo caso, si manifesta con stati di agitazione e corse in bagno. Per sostituirli può prendere la tintura madre di melissa, un’erba ansiolitica e antispasmodica molto usata in questo tipo di sindrome. La associ a un rimedio omeopatico specifico per l’ansia da anticipazione: Argentum nitricum 9 CH. ■

MELISSA

I rimedi Melissa TM, 30 gocce in un po’ d’acqua alle 10 e alle 17. Argentum nitricum 9 CH, 3 granuli tre volte al giorno, da assumere a bocca “pulita”, cioè lontano da pasti, fumo, caffè ecc.

Sinergie di benessere

Pharmaceutical and Natural Products

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La medicina naturale

ALIMENTAZIONE

ERBA DI GRANO E D’ORZO

Energia attiva direttamente dai succhi freschi Inquinamento, farmaci, cibi-spazzatura; è il momento di sfruttare le proprietà rigeneranti delle erbe capaci di assorbire e sfruttare l’energia solare. Slow come vuole la tradizione, ma fast da consumare di Patrizia Costanzo

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rima della scoperta del fuoco i nostri antenati mangiavano soltanto cibi crudi. Con il passare del tempo l’uomo iniziò a scaldare le parti più dure delle piante per renderle più commestibili. Oltre a nutrirci di cibi prevalentemente cotti, nel ventesimo secolo abbiamo iniziato anche a raffinare e trattare i nutrienti fino a renderli spesso privi di energia e di valore nutrizionale. Alcuni studi e ricerche sostengono che questa metamorfosi del cibo può essere tra le cause di diversi disturbi, tra cui malattie del sistema immunitario e degenerative (ipertensione e arteriosclerosi). Anche stanchezza e invecchiamento precoce potrebbero essere causati da questi motivi e da uno sbilanciamento di nutrienti, dovuto anche a eccesso 76

di sostanze chimiche, abuso di farmaci e altri fattori inquinanti, oltre che a una carenza nella nostra dieta.

Cibo di qualità Per ovviare a tutto questo, vi pro-

poniamo due super-cibi verdi ricchi di clorofilla e di energia dalle notevoli proprietà rigeneranti e depurative. Lo confermano dal Giappone gli studi del dottor Yoshihide Hagiwara sulle innumerevoli proprietà benefiche presenti nelle giovani foglie d’orzo, che contengono nutrienti speciali, tra i quali molto interessante è la ricchezza di enzimi, minerali, vitamine e aminoacidi. Un’enorme riserva di energia vitale arriva anche dall’erba di grano, che contribuisce a nutrire l’organismo e a depurarlo dalle tossine.

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UNA BOMBA DI MINERALI, VITAMINE ED ENZIMI L’erba d’orzo rigenera e mantiene giovani più a lungo

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erba d’orzo è uno dei prodotti usati in Oriente (in particolare in Giappone) per la salute: il dottor Hagiwara considera il suo succo una delle risorse più ricche di nutrienti per l’uomo, perché contiene alte concentrazioni di minerali (cinque volte più ferro degli spinaci), vitamine (sette volte più ricco in vitamina C che il suo peso equivalente in arance) e soprattutto enzimi utilizzati dal metabolismo umano. Sostanze che, secondo studi fatti in laboratorio in Giappone, possono attivare cellule sane viventi e prevenire l’invecchiamento precoce delle cellule.

Erba d’orzo Si trova in commercio in polvere

MAGICA POLVERE VERDE Facile da assumere e sempre pronta all’uso

L’

erba d’orzo si trova in commercio in polvere e in tavolette nei negozi specializzati in prodotti biologici. Il succo verde delle foglioline d’orzo viene disidratato a temperatura ambiente in un tempo brevissimo (circa due o tre secondi), utilizzando un procedimento di polverizzazione a getto d’aria che è stato brevettato in Giappone, negli Stati Uniti e in molti altri Paesi. La polvere di quest’erba, una volta disciolta nell’acqua, grazie a una lavorazione che ne preserva integri i nutrienti, diventa sostanzialmente identica al succo verde fresco.

Come utilizzare l’erba d’orzo A FREDDO, DILUITA IN ACQUA O IN LATTI VEGETALI. RINVIGORISCE E RILASSA

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l dottor Hagiwara consiglia di assumere da 2 a 6 grammi di succo di erba d’orzo anche due o tre volte al giorno. Si miscela la polvere in un bicchiere d’acqua o in bevande vegetali come il latte di riso, avena o orzo, che donano alla bevanda un sapore maltato, oppure, per ottenere una bevanda gradevole e rinfrescante la si diluisce in succo di pomodoro o di carote. La polvere d’orzo deve comunque essere sciolta sempre in liquidi freddi o a

temperatura ambiente, perché oltre i 49 °C gli enzimi più importanti, le vitamine e la clorofilla vengono distrutti. Il succo d’orzo preso al mattino a stomaco vuoto rinvigorisce la mente e il sangue e ti regala una scorta di nutrienti per tutta la giornata. Un bicchiere preso la sera prima di andare a dormire, abbassa l’acidità nel sangue e favorisce il sonno. Inoltre pare che sia più efficace se sorseggiato lentamente poco alla volta, anziché ingerito rapidamente.

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La medicina naturale ALIMENTAZIONE NE Erba di grano e d’orzo

Con l’erba di grano ritrovi energia e carica vitale Combatte l’anemia, ripulisce il sangue, libera da scorie, tossine e grassi in eccesso e vince la stanchezza

ANCHE I NUTRIZIONISTI SONO DALLA SUA PARTE L’erba di grano disintossica il sangue e rinforza il sistema immunitario

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a celebre nutrizionista Ann Wigmore, direttore esecutivo dell’Hippocrates Institute, considera l’erba di grano un potente tonico rivitalizzante. Uno studio condotto dalla dottoressa Thelma Arthur presso l’Arthur Testing Laboratory, ha dimostrato invece che dopo due settimane di dieta a base di alimenti vivi e erba di grano, il sangue risulta disintossicato e il sistema immunitario rafforzato.

I benefici La clorofilla depura il sangue e aiuta la circolazione

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er ricaricarci di energia dobbiamo disporre di una riserva costante di sostanze nutritive adeguate di alta qualità, come quelle contenute nell’erba di grano. Quando la stanchezza persiste e non ci sentiamo ristorati e ricaricati nemmeno dopo il riposo notturno, è probabile che alla base ci sia una dieta inadeguata. L’erba di grano oltre a ripristinare l’energia colmando le carenze alimentari, elimina le scorie che intasano le cellule, il sangue, i tessuti e gli organi del nostro organismo: contribuisce a liberare i grassi, i depositi di minerali e le proteine in eccesso che sono intrappolati negli organi, risparmiando così energia che sarebbe impegnata dall’organismo nello sforzo di depurarsi.

Il segreto è nella clorofilla La clorofilla è il “san-

gue” delle piante: un’affermazione non così strana se pensiamo che Hans Fisher (premio Nobel per la chimica), notò che, a livello molecolare, il sangue umano, che porta ossigeno alle nostre cellule, è praticamente identico alla clorofilla. La clorofilla è un pigmento verde, presente nelle giovani foglie e quindi abbondante nell’erba di grano, che contiene composti minerali e proteici e può essere pensata come “energia solare condensata”. Possiede la straordinaria capacità di depurare e formare il sangue, favorisce la circolazione sanguigna e apporta ossigeno ai tessuti, rivitalizzandoli. Esercita inoltre un ruolo disintossicante e rigenerante per il fegato e deodorante per l’organismo.

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COME SI CONSUMA Facile coltivarla in casa, oppure cerca il succo in negozio

L’

erba di grano è facile da coltivare: bastano una manciata di chicchi di grano, un po’ d’acqua, una vaschetta riempita per due/tre cm di terriccio e potrete coltivare la vostra erba di grano in soli 7 giorni. Una vaschetta di erba di grano fornisce da 200 a 350 g circa di succo, che una volta estratto va consumato subito. Altrimenti è facilmente reperibile il succo pronto per l’uso, nei negozi di prodotti biologici.

LE RICETTE Bevanda verde con carotene (disintossicante e antiossidante) Ingredienti per una porzione: 90 ml di succo di carota, 90 ml di succo di sedano (estratto da 2 gambi grandi), 40 ml di succo di erba di grano, 15 ml di succo di prezzemolo (da 5 rametti circa). Preparazione: spremete le carote in un estrattore ad alta velocità e gli altri ingredienti in un estrattore per erba di grano o centrifuga. Mescolate e servite.

Succo di grano e barbabietole (contro l’anemia) Ingredienti per una porzione: 40 ml di succo di erba di grano, 30 ml di succo di barbabietola (estratto da ½ barbabietola), 180 ml di succo di cetriolo (da un cetriolo). Preparazione: mettete tutti gli ingredienti in un estrattore per verdure o centrifuga, mescolate e servite. ■

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La medicina naturale

CORPO E SALUTE

ANTIDOLORIFICI NATURALI

Ora puoi scegliere l’alternativa verde Il ricorso senza regole ad antidolorifici di sintesi è pericoloso, gli effetti collaterali sono notevoli. Serve un approccio più consapevole al dolore. Partendo da sostanze naturali, non dannose e spesso più efficaci

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n tutto il mondo l’abuso di antidolorifici e antinfiammatori sta diventando un problema serio: troppo spesso se ne fa un uso eccessivo, basandosi su spot pubblicitari o sul consiglio di amici e parenti, senza considerare che tali farmaci producono numerosi effetti collaterali, tollerabili solo in caso

di assoluta necessità. Gli studi clinici dimostrano infatti che questi medicinali producono nel tempo una vera e propria dipendenza psicofisica, associata alla necessità di aumentare la dose per avere lo stesso effetto e a veri e propri sintomi di astinenza.

Validi e mirati Per proteggere la salute è quindi

meglio ricorrere ai rimedi naturali, tanto più che, contrariamente all’opinione comune, sono spesso più rapidi e risolutivi di quelli di sintesi. Un altro vantaggio di questi antidolorifici è di offrire una vasta gamma di rimedi diversi e flessibili: da quelli generici a quelli mirati, in base alla localizzazione del dolore, ma anche alla sua origine e alla sintomatologia specifica. Scopriamo quali usare caso per caso. 80

Riza psicosomatica

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GLI EFFETTI DELLA CHIMICA Guarda l’etichetta: l’impatto sulla salute è importante

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asta leggere il bugiardino per rendersi conto del loro impatto sulla salute: tra gli organi colpiti figurano in primo piano fegato e reni, ma anche stomaco e intestino, il sistema cardiovascolare e la chimica cerebrale. Secondo le ricerche, l’uso abituale di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) aumenta di un terzo la probabilità di morte per eventi cardiovascolari, provoca un ingrassamento deformante che resiste ad ogni dieta e, in più, invecchia e danneggia la pelle, riempiendola di brufoli e cellulite.

PRONTO SOCCORSO

Spirea, l’erba passe-partout contro tutti i dolori

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nalgesica, antinfiammatoria e antipiretica, la spirea (Spirea ulmaria) è nota come “pianta del dolore” per antonomasia, grazie alla sua capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine proinfiammatorie. Ottima in tutte le sindromi dolorose di origine infiammatoria, compreso il mal di denti e le cefalee, non danneggia le mucose gastroduodenali perché contiene mucillagini ad azione protettiva. LE DOSI Si assume in estratto idroalcolico: 40-50 gocce in poca acqua due volte al giorno, lontano dai pasti.

SPIREA

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La medicina naturale CORPO E SALUTE Antidolore naturali

Mal di schiena: erbe e rimedi per togliere i pesi da spalle e colonna Posture, sedentarietà, ma anche stile di vita e fattori psicologici sono alla base di uno dei disturbi più diffusi. Con la natura puoi intervenire subito

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l mal di schiena è, secondo le statistiche, tra i disturbi algici più diffusi: ne soffrono, più o meno frequentemente, oltre 15 milioni di italiani. Le cause possono essere legate a fattori come posture scorrette, sforzi o movimenti bruschi, residui di traumatismi passati ecc. Spesso però il fattore scatenante è legato allo stress o a stati d’ansia, momenti depressivi o preoccupazioni che scaricano sulla colonna vertebrale il “peso della vita”.

GLI OLIGOELEMENTI Sciogli contratture e spasmi con fosforo e magnesio Fosforo e magnesio sono gli oligoelementi per la schiena: il fosforo è antispasmodico e favorisce l’assorbimento intestinale del calcio, rafforzando ossa e colonna vertebrale, mentre il magnesio regola l’eccitabilità neuro-muscolare e l’equilibrio del sistema nervoso, sciogliendo le tensioni che producono contratture. LE DOSI Nei momenti acuti si consiglia di assumere una fiala al giorno di Fosforo e due o tre fiale di Magnesio, fino a miglioramento.

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LE PIANTE Colpo della strega e tensioni: risolvi con scutellaria e boswellia • La boswellia (Boswellia serrata) è il rimedio da scegliere nel mal di schiena di origine muscolo-tensiva o artrosica: oltre a contrastare il dolore, inibisce la sintesi dei leucotrieni proinfiammatori e contrasta la distruzione dei tessuti. LE DOSI Si assume in estratto secco: una compressa da 300 mg di estratto secco di boswellia titolato al 65% in acidi boswellici, subito dopo i due pasti principali. • Il colpo della strega colpisce con un dolore acuto e paralizzante che blocca l’intera fascia lombare, irrigidendola e rendendo impossibile il movimento. Colpisce in genere soggetti centrati sul fare e sul senso del dovere, soprattutto nei confronti di famigliari e amici. Il rimedio è la scutellaria (Scutellaria baicalensis), che associa all’azione antidolorifica quella miorilassante e sedativa. LE DOSI Si assume in tintura madre: 30 gocce in poca acqua due volte al giorno, fino a miglioramento.

Berberis Rimedio omeopatico indicato per la lombalgia acuta

BRYONIA

L’OMEOPATIA Offre soluzioni su misura per tutti i mal di schiena: trova la tua • Actea racemosa è utile quando il dolore compare dopo essere stati seduti a lungo alla scrivania: la muscolatura è contratta e rigida e le vertebre doloranti al tatto. Si assume alla diluizione 9 CH, 3 granuli tre volte al giorno, fino a miglioramento. • Silicea è raccomandato contro il mal di schiena acuto o cronico nelle persone magre, freddolose, con problemi alla colonna vertebrale (scoliosi, cifosi o lordosi), peggiorati dal freddo, dalle vibrazioni e dalle correnti d’aria, e migliorati dal caldo. Si assume alla diluizione 15 CH, cinque granuli due volte al giorno fino a miglioramento. • Berberis è il rimedio della lombalgia acuta con dolori violenti e taglienti come una coltellata, simili a quelli di una colica renale, accompagnati talvolta da bruciori urinari e intolleranza alla più piccola pressione e alla minima scossa. Il dolore può aumentare al punto da causare uno svenimento. Si assume alla diluizione 5 CH, tre granuli ogni mezz’ora diradando in base al miglioramento. • Bryonia è utile nei casi di dolore acuto o cronico, che si amplifica al movimento e si attenua con il calore. Si assume alla 7 CH, 3 granuli tre o quattro volte al giorno negli attacchi acuti. Nei dolori cronici si usa una terapia “di terreno”: 5 granuli la mattina a digiuno per due mesi. • Rhus toxicodendron è utile nelle lombalgie che compaiono dopo sforzi eccessivi (lunghe camminate, palestra ecc.) o dopo una forte sudata. Dolori “come se la schiena si dovesse spezzare”, con rigidità dorsale e debolezza alle gambe, accompagnati da agitazione. Si assume alla diluizione 5 CH, tre granuli ogni mezz’ora fino a miglioramento.

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La medicina naturale

PULSATILLA

CORPO E SALUTE Antidolore naturali

Mal di testa: la via omeopatica contro il dolore più invalidante Emicrania, cefalea tensiva o a grappolo: quando arrivano qualsiasi azione diventa impossibile. Proponiamo una strategia omeopatica personalizzata, da verificare con il proprio omeopata

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l mal di testa, o cefalea, è forse il disturbo algico più diffuso in assoluto e uno dei più invalidanti, perché quando è acuto impedisce qualunque attività fisica o intellettuale, e perfino il riposo. Per questo tipo di dolore sono efficacissimi i rimedi omeopatici, da scegliere in base ai sintomi specifici. LE DOSI Tranne Belladonna, che prevede una posologia specifica, tutti gli altri rimedi proposti di seguito vanno assunti alla diluizione 9 CH, 2 granuli ogni 15 minuti, diradando in base al miglioramento. • Belladonna 200 CH È il rimedio principe delle cefalee a grappolo acute e delle emicranie che si concentrano principalmente sul lato destro. Il dolore lancinante parte dall’occipite e irradia alla fronte e all’occhio destro, accompagnato da pulsazione delle carotidi, viso arrossato, pupille dilatate, testa e faccia “bollenti” con mani e piedi freddi. Il soggetto è irrequieto, irascibile e intollerante alla luce, al movimento e ai rumori: desidera solo restare

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seduto o sdraiato al buio. Si assume in globuli: una monodose tutta assieme al bisogno. • Glonoinum È il rimedio della cefalea vasomotoria che affligge più spesso gli ipertesi e le donne in menopausa. Il dolore parte dal collo e aumenta salendo, dando la sensazione che la testa “stia per scoppiare”, con pulsazioni ritmiche che accompagnano le fitte dolorose, palpitazioni, vertigini. I sintomi peggiorano con il calore, le scosse, il rumore; migliorano con il freddo, all’aria aperta, stringendo la testa tra la mani, stando seduti. • Bryonia È utile nelle cefalee con dolore frontale che aumenta scendendo all’indietro fino alla nuca, aggravato dal muoversi, accompagnato da bocca secca, stitichezza e forte irritabilità, con scoppi di collera al minimo pretesto. • Dulcamara È utile nelle cefalee scatenate dal freddo intenso e umido, con dolori acuti di tipo nevralgico e freddolosità generale, peggiorato dall’umidità, da pioggia, nebbia, migliorato dal calore. • Pulsatilla È indicata nelle emicranie da ciclo con dolore acuto e pulsante migliorato comprimendosi la testa e all’aria fresca, peggiorato daI sostare negli ambienti chiusi e dopo aver mangiato cibi grassi.

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AKTIV : orzo biologico pregermogliato

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Gli integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata, e di un sano stile di vita.

rizione t u n a n o una bu di fibre ricca cessaria e n a i g r nti l’ene fornisce ntare i vari mome per affro ella giornata d


La medicina naturale CORPO E SALUTE Antidolore naturali

IRIS VERSICOLOR

Mal di stomaco: cibo sbagliato o vita indigesta? Così risolvi Il funzionamento di stomaco e intestino è estremamente sensibile ai fattori emotivi e molti disturbi hanno origine proprio nella sfera psicologica. Ecco perché un approccio naturale è il più adatto

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a protesta dello stomaco che si manifesta col dolore può rivelare due diverse situazioni: stiamo mangiando male in modo prolungato, oppure, da un punto di vista psicosomatico, stiamo vivendo situazioni “indigeste” a cui non osiamo sottrarci per paura di essere rifiutati o perché ci sentiremmo in colpa. Le ferite dell’ulcera rivelano invece che stiamo sopportando da troppo tempo frustrazioni e ingoiando amarezza fino a logorarci dentro.

LA FITOTERAPIA Altea e liquirizia riducono l’infiammazione delle mucose

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ltea (Althaea officinalis) e liquirizia (Glychyrrhiza glabra) sono le erbe più indicate per risolvere rapidamente l’infiammazione della mucosa gastrica che produce bruciori acuti: le mucillagini dell’altea formano un gel protettivo idratante e antinfiammatorio che isola le mucose gastriche dall’azione degli acidi, mentre la liquirizia ne riequilibra la secrezione e risolve la nausea, il gonfiore e i crampi dolorosi. Si assume una tazza di decotto di radici di altea e liquirizia, dopo i pasti principali.

Altea e liquirizia Proteggono le mucose e sedano i crampi allo stomaco

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I FIORI DI BACH Serve un supporto psicologico? Questi fiori fanno al caso tuo

D L’OMEOPATIA Nux e Iris, da usare quando digerisci male e hai acidità

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l rimedio generico della cattiva digestione, da portare sempre con sé, è Nux vomica 9 CH: 5 granuli al bisogno per risolvere rapidamente il dolore. Iris versicolor 9 CH è indicata invece in tutti i casi di iperacidità gastrica, con sensazione di dolore che si estende all’intero tubo digerente: utile sia nelle gastriti acide che nelle esofagiti da reflusso e nell’ernia iatale. Si assume nella dose di 5 granuli 2 volte al giorno, fino a miglioramento.

ata la grande sensibilità del sistema gastrico alle dinamiche psicoemotive e relazionali, le essenze floreali non possono mancare tra i rimedi da usare quando lo stomaco si ammala: • In caso di gastrite la diluizione consigliata comprende: Gentian per sostenere fegato e stomaco, Holly per contrastare l’infiammazione gastrica, Centaury per recuperare la fiducia in se stessi e tonificare la volontà. • Contro le ulcere è utile: Willow per la cronicità del disturbo, Star of Bethlehem per sanare le ferite, Sweet Chestnut per riattivare le capacità di autoguarigione, e il californiano Aloe Vera per rigenerare le mucose.

 Come usarli

Per creare la miscela floreale più indicata alla propria sintomatologia si devono versare due gocce di ogni fiore che la compone in una boccetta di vetro scuro con il contagocce, aggiungendo poi ¾ di acqua minerale naturale e ¼ di brandy. Si consiglia di assumere 4 gocce della miscela 4 volte al giorno, da sciogliere sotto la lingua.

WILLOW

Quando colpisce la pancia QUATTRO RISPOSTE NATURALI CHE RIEQUILIBRANO L’INTESTINO

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n linea di massima, il mal di pancia può essere dovuto a numerose cause: dai virus intestinali alle intossicazioni alimentari, dalle sindromi spastiche di origine nervosa a quelle da ciclo o sindrome premestruale. Ecco i rimedi più indicati. • Alchemilla Esercita un’importante azione sedativa sul dolore ed è l’erba più indicata nelle coliche intestinali dolorose con diarrea, perché contiene flavonoidi antinfiammatori e tannini dall’azione drenante e astringente. LE DOSI Si usa in tintura madre: 20 gocce in poca acqua mattina e sera, per non più di tre settimane continuative. • Melissa È utile nelle sindromi del colon irritabile, nei dolori da ciclo e negli spasmi della muscolatura addominale su base ansiosa: ansiolitica, sedativa e antispasmodica, agisce direttamente sulla muscolatura gastrointestinale rilassandola. LE DOSI Si assume in tintura madre: 30 gocce diluite in poca acqua due volte al giorno, lontano dai pasti: alle 10 e alle 17. • Arsenicum album Scegliamolo tra gli omeopatici in caso di intossicazione o intolleranze alimentari, con bruciore, crampi addominali, bocca secca, nausea, brividi e senso di costrizione al petto. Sintomo tipico è il bisogno di bere spesso piccoli sorsi di acqua.

LE DOSI Si assume alla 9 CH, 5 granuli 3 volte al giorno. • Magnesia Pphosphorica È il rimedio del mal di pancia da colon irritabile o da ciclo, con dolori crampiformi che partono dall’addome e irradiano al dorso. Il dolore si concentra attorno all’ombelico e migliora piegandosi in due e applicando calore alla parte dolente. LE DOSI Si assume alla 7 CH, 3 granuli ogni mezz’ora nelle crisi acute, diradando al miglioramento dei sintomi. Il rimedio funziona meglio diluito in poca acqua calda. ■

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La medicina naturale Fondamentali Presenti in piccole quantità sono però indispensabili alla salute

BELLI DENTRO E FUORI

SELENIO E ZINCO

Selenio

Microelementi indispensabili per la tua Antiossidanti e antiage, attivi sulla produzione di sebo, elastina, collagene, questi minerali presenti in piccole quantità non devono mai mancare. Ecco come reintegrarli e come usarli di Gabriella Cataldo

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lcuni minerali sono presenti nel nostro corpo in quantità infinitesimali e per queso vengono chiamati microelementi, ma sono importantissimi per consentire le reazioni chimiche e fisiche alla base di fondamentali funzioni biologiche. Agiscono come architravi per migliaia di enzimi e di composti chimici contribuendo a regolare l’attività di tutti i tessuti. Tra i microelementi più preziosi soprattutto per la bellezza della pelle troviamo il selenio e lo zinco

Le virtù del selenio Il selenio è un minerale essen-

ziale per la buona salute dell’intero organismo ed è una sostanza spiccatamente antiossidante e quindi protettiva e antiage. Interviene nell’attivazione dell’enzima superossidodismutasi (SOD), che difende la cellula dai radicali liberi, assicura solidità alla membrana cellulare e attiva la formazione del coenzima Q10, fondamentale per rinforzare e dare energia alla pelle. La carenza di selenio riduce la produzione di sebo, causando l’aumento 88

della secchezza cutanea, e quella di collagene, elastina e acido ialuronico, con perdita di elasticità, compattezza, nutrimento e idratazione della pelle.

Le virtù dello zinco Lo zinco è un minerale dalle

numerose proprietà tra le quali spicca l’azione antiossidante. Contribuisce al rinnovamento cellulare, garantendo il buon funzionamento di tutti i processi collegati alla salute e alla compattezza della pelle, come la sintesi del collagene e dell’acido ialuronico e la cicatrizzazione. La carenza di zinco provoca, oltre a una generale spossatezza, invecchiamento precoce della pelle e dei suoi annessi: capelli sottili e sfibrati e unghie fragili con macchioline bianche. La carenza di questo minerale causa diminuzione e alterazione delle fibre di collagene e acido ialuronico. Inoltre lo zinco ha un’azione sebo-equilibrante e disinfettante, per questo viene utilizzato in molti prodotti cosmetici per pelle seborroica e acneica.

Riza psicosomatica

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Zi nc o

DOVE TROVARLI Ecco i cibi più ricchi di questi utili minerali SELENIO Lievito di birra, soia, pesce azzurro, merluzzo, frutti di mare, frattaglie, latte e derivati, cereali integrali, patate, frutti a guscio apportatori anche di vitamina E. L’anacardo o noce brasiliana è una fonte particolarmente abbondante di selenio. ZINCO Agnello, fegato di vitello, carne rossa, pesce, crostacei, uova, cereali integrali e loro farine, legumi, cacao, semi di zucca, di cumino e di sesamo.

bellezza IL MIX RICOSTITUENTE Integratori e semi: la super-cura di autunno e primavera

T SEMI DI ZUCCA

erreni impoveriti e diserbanti chimici diminuiscono il contenuto di minerali nelle coltivazioni e di questo risente tutta la catena alimentare. Queste carenze, unite al rallentamento metabolico collegato all’età, impoveriscono l’organismo di preziose sostanze. Diventa allora utile un paio di volte l’anno (primavera e autunno) fare una cura con integratori e abituarsi a consumare ogni giorno alcuni cibi che sono particolarmente ricchi di selenio e zinco. Inoltre per un’azione ancora più efficace è bene aumentare il consumo anche di vitamina C, perché di questi minerali, favorisce l’assorbimento potenziando tutte le funzioni collegate al metabolismo cutaneo. COME FARE Assumi una capsula di zinco e una di selenio ogni mattina con una spremuta di arancio o di pompelmo, quindi aggiungi alla normale colazione due anacardi e un cucchiaio di semi di zucca e di sesamo, che avrai fatto leggermente tostare in un padellino antiaderente. IL VANTAGGIO I semi in generale e quelli di zucca, cumino e sesamo in particolare sono dei veri tesori di sostanze necessarie al benessere dell’organismo; abituati a usarli come “spezzafame” a metà mattino e nel pomeriggio con una spremuta o un frullato di frutta oppure con uno yogurt magro.

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Polline Ottima riserva di zinco e selenio

La medicina naturale BELLI DENTRO E FUORI Selenio e zinco

Il polline d’api, integratore che fa miracoli Contiene grandi quantità di elementi utili all’organismo, tra cui non mancano proprio zinco e selenio. Ecco perché è un comodo aiutante della salute della pelle

I

l polline d’api è un vero scrigno di benefici, l’integratore naturale che contiene quasi tutto ciò che è necessario per star bene: vitamine C, A e del gruppo B, compreso l’acido folico, aminoacidi ed anche selenio e zinco. Lo puoi usare come integratore alimentare naturale per rinforzare le difese immunitarie e come cura ricostituente per la pelle, soprattutto dopo malattie o periodi particolarmente stressanti. COME FARE Assumi un cucchiaino di polline in polvere insieme a un cucchiaino di miele biologico sciolti in 1/2 bicchiere d’acqua minerale tiepida il mattino prima della colazione, per un mese.

MASCHERA AL POLLINE Usa così il grande alleato della pelle secca e devitalizzata

I

n una ciotola metti 1 cucchiaino di polline in polvere che farai sciogliere in 1 cucchiaio di acqua di rose, aggiungi 1 cucchiaino di miele, 1 cucchiaio di farina di sesamo (puoi prepararla macinando i semi non tostati), 1 cucchiaio di argilla rosa, 5 gocce di olio di avocado e acqua di rose quanto basta per avere una crema morbida e semisolida. Applicala su viso e collo perfettamente detersi e tieni in posa per 15 minuti, quindi sciacqua molto bene e sul viso ancora umido applica 5 gocce di olio di avocado, facendolo assorbire completamente. Fai questa maschera 2 volte a settimana per un mese, quindi prosegui 1 volta a settimana.

PELLE INFIAMMATA Trattamento allo zinco per pelli seborroiche e acneiche

S

ciogli il contenuto di una capsula di integratore di zinco in due cucchiai di acqua di rosmarino, quindi aiutandoti con due garzine sterili fai assorbire il prodotto su tutto il viso, insistendo sui comedoni infiammati. Esegui questa operazione lentamente per far sì che la pelle assorba il composto completamente, tamponando delicatamente per non irritare. Alla fine massaggia su tutta la zona un mix di gel di aloe vera con olio di jojoba (1/2 cucchiaino di gel + 1/2 cucchiaino di olio di jojoba) fino a completo assorbimento. ■

ROSMARINO 90

Riza psicosomatica

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Lo shopping del mese

Il gel per trattare le articolazioni

Gli oli essenziali per la tua cucina naturale

L

romatizzare impasti e condimenti, yogurt, dolci, bevande e liquori è una piccola parte di quello che puoi fare con gli Aromi Naturali di Olfattiva. Esalta il sapore dei tuoi piatti, stupisci con semplicità e allegria. Dalla Natura, un gustoso ingrediente per accendere la fantasia in cucina.

eni complex gel è utile per il trattamento cutaneo delle zone articolari. Leni Complex gel è una nuova formulazione in gel a base di Artiglio del Diavolo, Boswellia, Spirea Olmaria e Capsico, principi naturali particolarmente utili nel trattamento cutaneo delle zone articolari. Non unge ed è di rapido assorbimento.

i

Specchiasol - Tel. 045/6752315 www.specchiasol.it

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i

Olfattiva - Tel. 0545/82966 www.olfattiva.it - info@olfattiva.it

Comode e salutari barrette con frutta secca

Benessere delle prime vie respiratorie

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sperCi Ripresa Fast è un integratore alimentare a base di estratti titolati di Zenzero, Sambuco, Liquirizia e Propoli con Vitamina C e Zinco, selezionati per sostenere il benessere di naso, gola e prime vie respiratorie in occasione dei disturbi da raffreddamento tipici della stagione invernale, senza indurre sonnolenza. Assunto al comparire dei primi sintomi, contribuisce alla spontanea risoluzione del disagio, sostiene le difese e migliora la fluidità delle secrezioni.

omode, salutari, veloci e ricche di frutta secca e cereali, le barrette Gioia sono ideali da portare sempre con te, per regalarti un momento di autentico godimento e restare in equilibrio con il tuo benessere. Trovi le barrette Gioia nei gusti: Goji Tibetano; Mandorle Italiane e Goji Tibetano; Fave di Cacao e Mandorle Italiane.

i

Agricola Lusia - Tel. 0425/607902 www.coloralavitadigioia.it

L’aiuto contro acidosi e stanchezza

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antamix è un integratore a base di potassio citrato, magnesio citrato e zinco citrato; i minerali citrati aumentano il pH urinario, rendendo limpide le urine, e prevengono la precipitazione dei cristalli di acido urico. Pantamix è indicato in caso di iperacidità gastrica, disidratazione, perdita di sali minerali, acidosi tissutale, stanchezza e affaticamento e sindrome premestruale.

i

Biodelta - Tel. 0823/399162 - www.biodelta.it amministrazione@biodelta.it

A

i

Farmaderbe - Tel. 0432/670951 www.farmaderbe.it

L’integratore che migliora la funzione articolare

T

imedol® è un integratore alimentare a base di Glucosammina solfato, Artiglio del diavolo, MSM e Bromelina. La sinergia dei nutrienti contenuti in Timedol®, è utile per prevenire la precoce usura delle articolazioni al fine di mantenere intatta la loro funzionalità.

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Revalfarma - Tel. 085/693440 www.revalfarma.com

Ottobre 2016

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I Corsi di Riza

Una mappa accurata degli incontri formativi di Riza per apprendere e applicare le tecniche psicosomatiche, per ritrovare e mantenere salute e equilibrio psicofisico

Il talento Scopri la tua creatività nascosta! Ognuno di noi ha una sua natura, un suo talento. Ognuno di noi è speciale. Ci ammaliamo quando soffochiamo il nostro talento, quando vogliamo essere più massa che individui. Diventiamo depressi, ansiosi, infelici perché vogliamo essere dei cloni, esattamente uguali ai modelli che ci hanno formato e a cui troppo spesso ci uniformiamo. CITTÀ

DATE

Torino 02/58207921

• 12-13 novembre 2016

€ 196 IVA INCLUSA

L’arte di comunicare

Migliorare il dialogo con se stessi e con gli altri Di solito pensiamo che per comunicare bene sia necessario un apposito addestramento, che ci insegni a trovare le parole giuste, quelle più convincenti e magari anche le posizioni ed i gesti del corpo più utili per convincere l’altro, per imporgli il nostro punto di vista o almeno un compromesso, una mediazione, per trasmettergli il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile. Insomma, consideriamo che l’abile comunicatore sia chi non si trova mai “in difficoltà” o “in imbarazzo”. CITTÀ

DATE

Milano 02/58207921

• 5-6 novembre 2016 € 196 IVA INCLUSA

Shiatsu

Ayurveda

SEMINARIO INTRODUTTIVO Lo Shiatsu, inteso come pratica applicativa, si pone come mezzo di comunicazione, comprensione intima di un’altra persona: “ capiamoci senza e oltre le parole” e allargando la visuale, come disponibilità attraverso l’individuo, ad una comprensione ben più ampia della Grande Legge Universale. CITTÀ

DATE

Milano 02/58207921

• 5-6 novembre 2016 € 242 IVA INCLUSA

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SEMINARIO INTRODUTTIVO l’Ayurveda prende in considerazione la totalità dell’uomo, mente, corpo e anima, collocandolo nel contesto dell’inseparabile relazione con l’ambiente naturale in cui vive e con i sistemi relazionali e sociali a cui appartiene. CITTÀ

DATE

Roma 02/58207921

• 8-9 ottobre 2016

€ 242 IVA INCLUSA

Riza psicosomatica

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Questi corsi sono a carattere tecnico-pratico e sono aperti, oltre che al pubblico, a fisioterapisti, estetiste, naturopati, infermieri, insegnanti di educazione fisica, personal trainer, psicologi e medici. I naturopati in formazione presso l’Istituto Riza hanno diritto di prelazione.

Massaggio psicosomatico

Tecnica craniosacrale

Condotto da Sara Diamare l l contatto tattile è una via della comunicazione umana che coinvolge direttamente in profondità la soggettività sia del toccato che del toccante. Conoscere gli aspetti simbolici e relazionali ad essa sottesa è un requisito indispensabile per la gestione di un approccio che vuole essere olistico. Il massaggio ad indirizzo psicosomatico si prefigge di fornire, attraverso i presupposti teorici e la sperimentazione pratica, le conoscenze necessarie per una maggiore consapevolezza di questa via di comunicazione. Il fine è quello di favorire i processi che portato allo stato di benessere psico-fisico della persona trattata.

Condotto da Luigi Dragonetti Le ossa craniche sono dotate di una loro mobilità intrinseca, che riflette ed interagisce con la fluttuazione ritmica del liquido cefalorachidiano. Affinando la pratica e con una ricercata sensibilità palpatoria, è possibile utilizzare il massaggio craniosacrale in modo efficace. Ciò che viene generalmente percepita come una scatola ossea dura, può diventare sotto le mani qualcosa di vivo e pulsante, che risponde con delicatezza al respiro e al movimento. Il corso si articola in cinque week-end teorico-pratici; durante ogni incontro è prevista una discussione sul materiale elaborato dai principianti su quanto esposto nelle lezioni precedenti.

CITTÀ

DATE

Roma tel. 02/58207921

• 28-29 gennaio, 25-26 febbraio, 25-26 marzo 2017

COSTO

CONDUTTORE

CITTÀ

DATE

€ 635 IVA INCLUSA

S. Diamare

Milano tel. 02/58207921

• 28-29 gennaio, 25-26 febbraio, 25-26 marzo 22-23 aprile, 27-28 maggio 2017

Bologna tel. 02/58207921

• 21-22 gennaio, 4-5 febbraio, 11-12 marzo 6-7 maggio, 17-18 giugno 2017

COSTO

CONDUTTORE

€ 1208 IVA INCLUSA

L. Dragonetti

Tecniche di Enneagramma Condotto da Maurizio Cusani L’Enneagramma è un sistema molto antico per la conoscenza e il perfezionamento di sé. È fondamentale per comprendere i propri e gli altrui automatismi comportamentali. Ma è estremamente utile anche per la relazione e la comunicazione con l’altro e può diventare un mezzo indispensabile per l’attività professionale del naturopata. Cercheremo in questo corso di iniziare il naturopata all’utilizzo graduale di questo strumento diagnostico, nella sua pratica con il cliente. CITTÀ

DATE

Verona tel. 02/58207921

• 21-22 gennaio, 18-19 febbraio, 18-19 marzo 2017

COSTO

CONDUTTORE

€ 635 IVA INCLUSA

M. Cusani

Rimedi floreali Condotto da Fiorella Rossi La floriterapia è una disciplina basata sulla visione olistica della vita, che considera ogni persona come un’inscindibile unità fisica, psichica e spirituale. Così i fiori possono essere usati per riequilibrare ogni problema, da quelli emotivi a quelli psicofisici. Scopo del corso è fornire un ampio panorama delle varie tecniche di floriterapia, dai fiori di bach a quelli australiani.

Aromamassaggio e oli essenziali Condotto da Flavia Vallarin Il corso fornisce una conoscenza approfondita degli oli essenziali, delle loro proprietà e applicazioni pratiche per la salute ed il benessere psicofisico Comprenderà una parte esperienziale in cui i partecipanti potranno sperimentate le manualità di base dell’aromamassaggio, con l’evidenziazione delle aree e dei punti riflessi da trattare nei vari disturbi per favorire il riequilibrio energetico. Ogni incontro prevede una parte teorica e una parte pratica di Aromamassaggio. Verrà analizzato l’utilizzo delle essenze naturali nelle principali problematiche (comprese quelle estetiche e sessuali), con particolare risalto agli aspetti psicosomatici. Inoltre l’approccio nuovo e originale dato dalla lettura degli oli in chiave energetica e simbolica, permette di intervenire in modo più completo, efficace e personalizzato.

CITTÀ

DATE

CITTÀ

DATE

Bologna tel. 02/58207921

• 21-22 gennaio, 4-5 febbraio, 4-5 marzo 2017

Verona tel. 02/58207921

• 1-2 ottobre, 5-6 novembre 2016

COSTO

CONDUTTORE

COSTO

CONDUTTORE

€ 635 IVA INCLUSA

F. Rossi

€ 440 IVA INCLUSA

F. Vallarin

Ottobre 2016

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Le scuole di Formazione di Riza ISTITUTO RIZA DI MEDICINA PSICOSOMATICA

Scuola di Natu Anno Accademico 2016-2017

DIREZIONE DELLA SCUOLA E COMITATO SCIENTIFICO Dott. Raffaele Morelli Presidente dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia Dott. Vittorio Caprioglio Direttore dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia ll Comitato Scientifico della Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza è composto da Cattedratici Universitari italiani e stranieri di grandissimo prestigio: Prof. Umberto Solimene (Presidente), Prof. Mariano Bizzarri, Prof. Marcello Cesa-Bianchi, Prof. Ervin Laszlo, Prof. Emilio Minelli, Prof. Piero Parietti,

Prof. Ivano Spano.

LA FIGURA PROFESSIONALE DEL NATUROPATA La Naturopatia è una disciplina che si ispira alla visione olistica di mente e corpo e rappresenta la sintesi dei metodi naturali al servizio del benessere e della qualità della vita. Oggi è ormai da tutti riconosciuta come sicuro coadiuvante della salute e del benessere e particolarmente utile per la prevenzione. Le recenti indagini statistiche, sia a livello nazionale (ISTAT) che internazionale (OMS), evidenziano che un sempre maggior numero di persone (oltre un terzo della popolazione) si rivolge, per la cura della propria salute, a forme di medicina non convenzionale (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, etc…). Ma se al medico, adeguatamente qualificato in queste discipline, spetta il compito esclusivo di occuparsi della diagnosi e della cura delle malattie, si delinea al suo fianco in modo rilevante una figura innovativa: il naturopata. Il naturopata, con le sue conoscenze professionali nelle tecniche di trattamento che si riallacciano alle grandi Tradizioni Orientali ed Occidentali, è un “operatore del benessere” le cui indicazioni si iscrivono nel quadro di una riconciliazione con le leggi della Natura.

Il naturopata opera in questi ambiti: • il primo di tipo EDUCATIVO, all’interno del quale informa ed educa le persone che gli si rivolgono a conoscere e gestire il proprio equilibrio psico-fisico e a raggiungere e mantenere uno stato di benessere, indicando a tal fine i comportamenti più idonei da seguire. • il secondo di tipo ASSISTENZIALE, ovvero di ausilio al cliente perché riconosca in se stesso eventuali squilibri di tipo psico-fisico-emozionale o predisposizioni ad essi e di intervento con metodiche “dolci” per favorire il ripristino dell’equilibrio e del benessere. Oltre alle discipline naturali che vanno dalle tecniche di massaggio alla kinesiologia, dalle erbe ai fiori di Bach, dall’Eubiotica alla Cromoterapia, seguendo la tradizione dell’Istituto Riza, il Naturopata acquisisce e utilizza le tecniche di Autostima, di scoperta del proprio Talento, di Rilassamento. I moderni studi neuro-fisiologici hanno infatti messo in luce che ogni trasformazione del nostro stato di coscienza è in grado di modificare il sistema limbico-ipotalamico

Secondo gli orientamenti della UE, nell’ambito del personale di assisten in particolare per coloro che sapranno utilizzare quelle metodiche legate ad un ap 94

Riza psicosomatica

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di

ropatia

FINR

FEDERAZIONE ITALIANA DEI NATUROPATI RIZA

D at o d pr i r l’a i en ch lt ot ie iss ars st im ic es o on i c nu lar ons me go igl ro an ia tic ip o

Col patrocinio della Società Italiana di Medicina Psicosomatica

Corso Triennale di Formazione (la parte più antica del cervello) dove il nostro corpo viene, istante per istante, ricreato e rigenerato. Dove svolge la sua attività Il naturopata opera in palestre, centri di fitness, centri Benessere, centri estetici, strutture termali/di balneazione, strutture assistenziali pubbliche/private, strutture per l’infanzia e la 3° età, presso studi medici, in ambienti propri. Le prospettive future di lavoro Attualmente in Italia non è ancora stata giuridicamente riconosciuta la figura professionale del Naturopata.Esistono però, delle leggi regionali (Lombardia, Toscana, Liguria, Emilia Romagna) già approvate e in attesa solamente di esse-

re completate e rese operative che prevedono l’esistenza e il riconoscimento della figura professionale del naturopata e di scuole di Naturopatia idonee a formarlo. La struttura del corso e il monte-ore formativo della Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza sono conformi alle caratteristiche indicate dalle suddette Leggi. IL CORSO: A CHI È RIVOLTO L’impostazione del corso di naturopatia è strutturata per dare un insegnamento completo a coloro che si avvicinano per la prima volta a questa realtà, dalla quale si aspettano l’apertura di nuovi sbocchi professionali. Ma è indicato anche a coloro che già svolgono un’attività come riabilitatori o fisioterapisti, infermieri, erboristi, operatori del settore estetico, personal trainer, insegnanti di ginnastica, di fitness e, in generale, operatori del campo naturale. Nel contempo si rivolge anche a tutti coloro che vogliono attivare palestre, centri Benessere e di Fitness naturale, sia di micro che di macro dimensioni, acquisendo una professionalità sperimentata da anni e centrata sulle premesse indicate in precedenza.

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: MILANO, TORINO, VERONA, BOLOGNA E ROMA Tel. 02/5820793 02/58207920 Fax 02/58207979 www.scuola-naturopatia-riza.it mail: scuolanaturopatia.milano@riza.it

QUANDO MILANO 14 gennaio 2017 ROMA 21 gennaio 2017 VERONA 22 gennaio 2017 BOLOGNA 28 gennaio 2017 TORINO 29 gennaio 2017 COSTI E MODALITÀ DI PAGAMENTO La quota annuale di partecipazione al Corso, comprensiva dei seminari, del materiale didattico di base, della quota annuale di iscrizione alla Federazione Italiana Naturopati Riza, è di € 1982, Iva inclusa

za della salute si apriranno nuove prospettive di lavoro, proccio “a misura d’uomo” e lungo l’asse della visione psicosomatica. Ottobre 2016

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RIZA

informa CENTRI TERAPEUTICI E TERAPEUTI Studio di Psicoterapia CONEGLIANO (TV) Dr.ssa Maria Visentin, medico psicoterapeuta, specializzato presso l’Istituito Riza. Riceve per psicoterapia individuale: • Disturbi psicosomatici e relazionali. • Depressione. • Attacchi di panico • Elaborazione del lutto • Tecniche immaginative e di rilassamento corporeo. Info e appuntamenti: Cell.: 328/5778484 - ore 12.30 - 14.30 Appuntamenti Segreteria 0438/32197

Psicologa - Psicoterapeuta. Sessuologia PADOVA - JESOLO (VE) - ESTE (PD) Dr.ssa Serenella Salomoni, psicologa e psicoterapeuta, iscritta all’Albo degli psicoterapeuti dell’Istituto Riza. Trattamento psicologico dei disturbi sessuali e terapia della coppia. A.I.S.P.A (Assoc. Italiana Sessuologia, Psicologia Applicata), Socia FISS (Fed It Sessuologia Scientifica) Info e appuntamenti: Via S. D’Acquisto 23 - Padova, Tel.: 049/777014 - Cell.: 320/8518818 Via Aquileia 2/U, Jesolo (VE) c/o il Domus Medica via Zanchi 12 , Este (PD) Tel.: 0429/50303 www.serenellasalomoni.com serenellasalomoni@hotmail.com 96

Natalino Villella Osteopata D.O. BSC. MILANO L'osteopatia è un metodo terapeutico olistico utile per riequilibrare, attraverso appropriate tecniche manuali, i disagi derivanti da squilibri del sistema muscolo-scheletrico. È efficace in caso di dolori cervicali lombari, cefalea, dolori articolari e muscolari, alterazioni dell'equilibrio, stanchezza cronica, affezioni congestizie (otiti, sinusiti), disturbi ginecologici (incontinenza da sforzo, dolore pelvico), disturbi digestivi (stipsi, reflusso), dolori legati alla gravidanza e al post partum, disordini temporo-mandibolari (bruxismo, click mandibolari) e alterazioni della postura. Info e appuntamenti: centro Riza di Medicina Naturale Via Luigi Anelli 4 Tel.: 02/5820793

Psicologa Psicoterapeuta BASSANO DEL GRAPPA (VI) MONTEBELLUNA (TV) CONEGLIANO (TV) CASTELFRANCO VENETO (TV) La dr.ssa Renata Giacomelli, specializzata all'Istituto Riza, effettua consultazione e psicoterapia per i disturbi psicosomatici, le diverse forme di ansia e panico, depressione e difficoltà nelle relazioni familiari e di coppia. Info e appuntamenti: Cell.: 342/1932376 338/1917979 - www.renatagiacomelli.it info@renatagiacomelli.it

Riza psicosomatica

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Centro Riza Studio di psicoterapia e psicosomatica MILANO-CASALMAGGIORE (CR) DESENZANO (BS) La dr.ssa Elena Ferrari psicoterapeuta e psicosomatista specializzata presso l'Istituto Riza effettua consulenze e colloqui per: • disturbi psicosomatici • disturbi alimentari • ansia stress attacchi di panico • bambini e adolescenti • Tecnica EMDR per elaborare i traumi • percorso BEN-ESSERE: Dieta e Autostima Psicosomatica Per Info e appuntamenti: 339-2161823

Istituto Yoga Surya Chandra Marga: incontri YOGA RATNA Incontri tenuti da Gabriella Cella Al-Chamali • a Piacenza in Via Raffaello Sanzio 23 • All’Ashram SuryaChandra - Caselasca - Bettola (Pc) • In altri Centri Yoga diretti dai suoi allievi diplomati alla S.I.Y.R. Incontri di approfondimento dello Yoga Ratna Domenica 2 ottobre: Piacenza - Il Kriya alla luce dello Yoga Ratna Domenica 6 novembre: Piacenza - nello Yoga Ratna le dee della fortuna in un percorso di gioia Info e appuntamenti: Tel.- Fax: 0523/911671 - www.yogaratna.it contattaci@yogaratna.it

Studio di Psicologia e Psicoterapia TREVISO Lo Studio di Psicologia e Psicoterapia è formato da psicologi-psicoterapeuti specializzati ed iscritti all'Albo degli Psicoterapeuti dell'Istituto Riza di Milano. Ricevono su appuntamento per colloqui/terapie individuali, di coppia o di gruppo. Trattano disturbi psicosomatici, alimentari, sessuali, diverse forme d'ansia e di panico, conflitti di coppia e familiari. Organizzano e conducono corsi su: Autostima, Il Talento, La Dieta Psicosomatica, L'Arte di Comunicare, Tecniche di Rilassamento Corporeo. La dr.ssa Elena Santomartino si occupa anche del trattamento psicoterapeutico integrato della dipendenza da nicotina. Info e appuntamenti: dr.ssa Elena Santomartino - Cell.: 347/9258475 Via Bertuol, 1 Frescada (TV) dr. Roberto Lucchetta - Cell.: 340/8569010 www.robertolucchetta.it RIZA INFORMA: Edizioni Riza - via L. Anelli, 1 - 20122 Milano tel. 02/5845961 - fax 02/58318162 - (Doris Tieger)

Servizio di psicologia e psicoterapia

Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

Il giovedì alle ore 17.00 presso il Centro Riza di Medicina Naturale gli incontri di gruppo con Raffaele Morelli Dato l’elevato numero di richieste si consiglia di prenotare con largo anticipo al numero 02/5820793 Centro Riza di Medicina Naturale Via L. Anelli, 4 20122 Milano

Sito web: http://centro.riza.it email: centro@riza.it

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ootb - Theatre in English CORSI DI TEATRO IN INGLESE PER ADULTI Migliora il tuo inglese con il teatro! Grazie al lavoro di improvvisazione e alla messa in scena di testi teatrali, i partecipanti potranno migliorare la pronuncia e le intonazioni della lingua inglese, potenziare il vocabolario e imparare ad esprimersi in modo più naturale! I corsi sono tenuti completamente in lingua inglese. Il giorno 5 ottobre 2016 alle ore 19, ootb organizza una lezione gratuita aperta a tutti gli interessati che potranno sperimentare il metodo di insegnamento e valutare concretamente la possibilità di iscriversi al corso annuale. Per maggiori informazioni sui corsi e per prenotare la lezione aperta, scrivere a infocorsi.ootb@gmail.com

Dal 5 ottobre in edicola il nuovo numero di

RIZA SCIENZE

I chakra ci aiutano a sviluppare la nostra vera essenza e custodiscono il segreto della nostra salute. Scopriamo cosa sono e come riattivano la nostra energia vitale.

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La direzione di Riza psicosomatica non si assume responsabilità sulle notizie pubblicate nelle pagine di Riza Informa.

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Le interviste impossibili Incontri immaginari con i Saggi di Davide Mosca Scrittore

«La mia paura? È la Parola di Kafka Cosa succederebbe se uno scrittore di oggi incontrasse un grande uomo (o una grande donna) del passato? Proseguono le interviste immaginarie di Davide Mosca sulle tracce dei Saggi di ogni epoca. Questo mese eccolo a Praga, a passeggiare con Franz Kafka

H

o appuntamento con Kafka al Caffè Arco di Praga, dove lui si trova con gli amici. È un grande locale d’angolo a ridosso del centro, con una serie di imponenti vetrine che si affacciano su entrambe le strade. Sotto il fregio, su cui campeggiano le lettere dell’insegna, corrono festoni di piante rampicanti che ricadono lungo le pareti creando una sorta di tendina naturale. L’interno è fumoso e ingombro di tavoli. Inciampo in una sedia e per poco non finisco a terra. Mi guardo attorno, ma gli avventori sono chini sui loro giornali grandi come lenzuoli. Intercetto un cameriere in giacca nera e farfallino. Gli domando di Franz Kafka. Mi chiede a che ora avevo appuntamento. Quando gli dico cinque minuti fa, mi sorride paterno. «Allora dovrà aspettarlo almeno altri cinquantacinque». Il cameriere si sbaglia. Kafka arriva appena quarantacinque minuti più tardi. Mi porge una mano pallida e affusolata

La verità è viva, possiede pertanto un volto vivo e mutevole. La metamorfosi è ciò che ci contraddistingue nell’intimo

Davide Mosca, scrittore e collaboratore di Riza, ha utilizzato per questo testo scritti di Kafka, solo in parte “romanzati” per esigenze di scrittura. Franz Kafka 100

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FRANZ KAFKA È CONSIDERATO NON SOLO UNO DEI PIÙ GRANDI SCRITTORI DEL ‘900, MA ANCHE UNA DELLE MENTI PIÙ ACUTE CHE LA STORIA ABBIA CONOSCIUTO

mia essenza» e con un gran sorriso mi chiede di perdonarlo per il ritardo. La sua espressione è talmente innocente che mi sento in colpa io per essere arrivato in orario. Mi dice che non ha voglia di entrare nella taverna e che preferisce camminare. Ho qualcosa in contrario? Senza aspettare la mia risposta si avvia e io mi devo affrettare per tenergli dietro. È più alto di me di dieci centimetri, senza contare la criniera di folti capelli neri, alti sulla testa come quelli di un moderno hypster. Prendendomi in contropiede mi domanda del Paese da cui provengo. Io borbotto qualcosa sull’Italia e per associazione di idee gli chiedo del futuro - in fondo è da lì che provengo. Gli spiego che nel mio Paese le persone sono ossessionate dall’avvenire, e che molte credono che non saranno mai felici prima di aver ottenuto i loro obiettivi. «Succede in ogni Paese. Però, meglio lasciare dormire il futuro come si merita. Se lo si sveglia prima del tempo, si ottiene un presente assonnato». «Altri, invece, hanno paura del futuro». «Paura, paura, paura…» ripete Kafka, gustandosi la parola, quasi fosse uno dei suoi dolci preferiti. «La mia paura è la mia essenza, e probabilmente la parte migliore di me stesso. Nella mia paura è contenuto quello che sono davvero. Dovremmo ascoltare molto di più la nostra paura, e fidarci di lei». Poi, come se si fosse accorto di non aver risposto esattamente alla mia domanda, aggiunge: «La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio».

LA VITA E L’OPERA L’impiegato che raccontò il mistero della vita e della morte

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crittore boemo di lingua tedesca, Kafka nasce a Praga nel 1883, all’epoca dell’impero austro-ungarico, da una famiglia ebrea della buona borghesia. Per questo si definisce tedesco tra i cechi, ed ebreo tra i tedeschi. Laureatosi in giurisprudenza, lavora come impiegato per tutta la vita, prima presso le Assicurazioni Generali e poi per l’Istituto contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia. Tutta la sua intensa produzione letteraria avviene quasi esclusivamente di notte. Nonostante in vita abbia pubblicato poco, fin dal principio è circondato da un’aura mitica. Con il diffondersi dei suoi scritti, la sua fama non fa che crescere: oggi è considerato non solo uno dei più influenti scrittori del Novecento, ma anche una delle menti più acute che la storia abbia conosciuto. Oltre a celebri racconti come La metamorfosi metamorfosi, tra le sue opere ricordiamo i due romanzi, entrambi incompiuti: Il processo e Il castello. Muore di tubercolosi a Kierling, presso Vienna, nel 1924.

AFORISMI DI ZÜRAU Adelphi

LA METAMORFOSI Rizzoli

IL PROCESSO Feltrinelli

IL CASTELLO Mondadori

Sembra un uomo sereno. Eppure dalle pagine delle sue opere emerge un profondo turbamento. Gli domando se la sua sia capacità di dominarsi. C O N T I N U A A PA G . 1 0 2

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Le interviste impossibili «Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio» S E G U E D A PA G . 1 0 1

«Non aspiro a dominarmi. Dominarsi significa: voler intervenire in un punto casuale delle infinite irradiazioni della mia esistenza spirituale. Allora meglio se non agisco e semplicemente contemplo ammirato l’immane complesso, portandomi via soltanto il rafforzamento che questa visione mi regala. La verità è viva, possiede pertanto un volto vivo e mutevole. La metamorfosi è ciò che ci contraddistingue nell’intimo». «Mi stai dicendo che non possiamo conoscerci?». «Esatto. Confessione e bugia sono la stessa cosa. Per poter confessare, si mente. Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, ossia la menzogna». «Il tema è al centro dei tuoi scritti» gli faccio notare. «Io cerco sempre di comunicare qualcosa di non comunicabile, di spiegare qualcosa di inspiegabile, di parlare di ciò che ho nelle ossa e che soltanto in queste ossa può essere vissuto. Un libro dev’essere appunto un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi».

alza indice e medio e li agita per alcuni secondi. «Ti consiglio due compiti per la vita: restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio». Le sue parole mi ricordano la famosa parabola narrata nel Processo. Davanti alla Legge sta un usciere. A lui si rivolge un campagnolo e chiede di entrare nella Legge. Ma il custode gli dice che per il momento non gli può consentire l’accesso. L’uomo chiede se potrà mai farlo e il guardiano risponde che c’è la possibilità che vi riesca. L’uomo aspetta presso l’entrata per anni, tentando di corrompere il guardiano con i suoi averi; il guardiano accetta le offerte, ma dice all’uomo: accetto solo perché tu non creda di aver trascurato qualcosa. L’uomo attende presso il portone fino a che non sta per morire. Un attimo prima che ciò accada, chiede al guardiano perché, seppure tutti cerchino la legge, nessuno è venuto davanti alla porta in tutti quegli anni. Il guardiano risponde: nessun altro poteva entrare qui perché questo ingresso era destinato soltanto a te. Ora vado a chiuderlo.

«Il mistero è dunque il nucleo della vita?» lo incalzo. «Io ritengo che la meraviglia della vita sia sempre a disposizione di ognuno in tutta la sua pienezza, anche se essa rimane nascosta, profonda, invisibile, decisamente lontana. Tuttavia c’è, e non è né ostile né ribelle. Se la si chiama con la parola giusta, con il suo giusto nome, essa arriva. Questa è l’essenza dell’incantesimo, che non crea, bensì chiama».

Kafka annuisce: «Ciascuno deve percorrere la propria strada. Nessuno può vivere la tua vita al posto tuo. Ma non c’è da affannarsi. Anzi. Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. La strada ti si offrirà spontaneamente. Non ne potrà fare a meno».

«È per questo che le immagini sono così importanti?». «Le immagini attivano le energie misteriose presenti dentro di noi» mi dice, prima di estrarre un sacchetto dalla tasca. Me lo porge: è colmo di noci sgusciate. Ne prendo una manciata. Nel frattempo siamo arrivati alla Moldava. Ci sediamo su una panchina ai margini della sponda erbosa. Kafka

Di punto in bianco balza in piedi. Sorride e mi informa che è in ritardo e deve proprio andare. «E comunque lascia che ti dica una cosa ancora» mi annuncia voltandosi dopo un paio di falcate, senza smettere di camminare. «Dire una cosa è troppo poco, le cose bisogna viverle». Non faccio in tempo a replicare, che è scomparso nella bruma densa che sale dal fiume. ■

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Difendersi dalle bufale: esercizio quotidiano TEORIE BIZZARRE, COMPLOTTISMI, OPINIONI SENZA FONDAMENTO CHE CIRCOLANO OVUNQUE: COME DESTREGGIARSI? PROVANDO A VEDERE “L’EFFETTO CHE FA”

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metodo scientifico che tenga: a “scienziato della cola fonte è divenuta un’opiniomunicazione” (titolo ne. In un mondo tanto incerto, che ha avuto il coragl’unico modo di procedere è gio di utilizzare, rimanendo partire dal risultato finale: che con volto serio, solo il Preside risultato porta credere nella della mia Facoltà il giorno di terra piatta, nelle scie chimiconseguimento delle lauree che o aderire al “pastafarianeaccademiche) mi diverto a simo”? Per chi non lo sapesse, studiare i meccanismi di proil pastafarianesimo è una relipagazione delle “bufale”; le gione che prevede, tra le altre bufale, per chi non lo sapesse, cose, che in un giorno sacro i sono notizie apparentemente fedeli si esprimano in termini vere destinate a venire smapirateschi con roboanti: «Arr, scherate alla riprova dei fatti. corpo di mille balene» per veIl problema, con l’avvento nerare la sacra divinità che ha dei social media, è che anche Un pensiero che ti fa star male creato l’universo: il Mostrole enciclopedie, i dizionari e non può essere un buon pensiero spaghetti… i giornali sono diventati “sociali” e le fonti si sono trasforPartire dal risultato Come si può sopravvivere e restare mate in opinioni. La propagazione di una sciocchezza sani di fronte a un’opinione pubblica con un concetto di procede di pari passo con l’invenzione dei fatti a proprio democrazia talmente deviato da non riconoscere strumenti sostegno, diffondendosi in modo virale, diventando più di ragionamento “oggettivi” per sconfessare i pastafariaveloce del suo smascheramento, motivo per cui nasconi? Partire dal risultato è la risposta: credere nel “grande no sostenitori delle teorie più disparate: dall’esistenza di complotto mondiale” aumenta il tuo senso di solidarietà una società di uomini-rettile (rettiliani) con base al centro verso il prossimo e sviluppa il tuo senso civico e morale? della Terra, ai “terrapiattisti”, sinceri sprovveduti che con Ben venga nella tua vita la teoria della cospirazione! O ti argomentazioni dal fascino funambolico confutano con trasforma in un paranoico ossessivo-compulsivo? In questo veemenza la teoria della sfericità terrestre, le foto dai sacaso ti consiglio di rivedere le tue convinzioni. Un esercizio telliti e l’esistenza dello spazio. divertente che vi consiglio di fare, in questo mondo-vetrina in cui si scrivono più pensieri e opinioni di quanti in effetti Troppe opinioni L’ultima nella quale mi sono imbattuto non si pensino, è quello di documentarvi sulle opinioni più è la dieta “melariana” secondo la quale una dieta di sole differenti dalle vostre e di provare non tanto a sposarne, mele conferisce l’immortalità: prova ne è, manco a dirlo, quanto a capirne le argomentazioni: scoprireste che il dila Bibbia. Il fenomeno sarebbe risibile se non riguardasse verso in realtà è davvero molto somigliante e che a volte i ognuno di noi; tutti siamo esposti alle bufale e tutti noi ne contrari vanno nella stessa direzione. crediamo vera almeno una: fidatevi, è statistica. Non c’è ■

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Il cervello e le parole di Antonino

Minervino

Psichiatra e conversazionalista

L’allegria, una cascata di salute nel cervello MOLTE RICERCHE STANNO EVIDENZIANDO IN MODO SEMPRE PIÙ CHIARO CHE GLI STATI DI FELICITÀ INFLUENZANO POSITIVAMENTE IL DECORSO DELLE MALATTIE

A

llegria! Ve lo ricordate? Quelli con qualche anno in più probabilmente sì, quelli un po’ più giovani lo avranno sentito rievocare in qualche occasione in cui si parla di Mike Bongiorno. Si tratta infatti della parola con la quale il famoso presentatore televisivo cominciava le sue trasmissioni e che lo ha accompagnato per tutta la sua lunga carriera. Così faceva anche un medico svizzero, Boris Luban Plozza, che fu per molti medici, psicologi e psicoterapeuti, anche italiani, un maestro nell’arte di avere una buona relazione con i propri pazienti. Iniziava le sue conferenze e i suoi seminari con un entusiastico e dialettale: «Alegra!». Ma è il caso di essere così esortativi nei riguardi dell’allegria? E perché? Resistenza al dolore In maniera intuitiva verrebbe da dire che, a guardarsi intorno e a respirare un certo clima generale, si nota un deciso decremento del tasso di allegria nell’ambiente che ci circonda e, di conseguenza, degli stati di allegria con cui dovremmo affrontare le nostre giornate. Di conseguenza la qualità del nostro tempo peggiora e con questa anche la percezione della qualità della nostra esperienza. Dovremmo preoccuparcene davvero perché poca allegria nelle nostre giornate vuol dire rischio per la nostra salute per mancanza di quei fattori protettivi che l’allegria, cui si associano il buonumore e la felicità, produce. Il cervello ha una parte rilevante in questo discorso e non mancano gli studi che hanno cercato di mettere in evidenza quali siano le strutture implicate nella condizione di allegria. Si tratta di una notevole quantità di ricerche i cui risultati non sono del tutto confermati. Ma sono dati sufficienti ad affermare che ansia, depressione, stress e dolore sono condizioni di disagio e di

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sofferenza che risentono molto favorevolmente di tutto ciò che può renderci allegri. Alcuni studi dimostrano che assistere a film comici riduce notevolmente gli ormoni dello stress limitando i rischi legati alla condizione di stress cronico, come ad esempio gli alti e persistenti livelli di cortisolo che “bruciano” le cellule nervose o come la riduzione delle difese immunitarie. Altri studi hanno evidenziato come la risata aumenti la produzione di melatonina nelle madri che allattano: più melatonina passa da madre a figlio attraverso il latte, più si riduce la reattività allergica e diminuisce la probabilità che il figlio sviluppi la dermatite atopica. Una maggiore resistenza al dolore, invece, è stata correlata alle risate suscitate situazioni divertenti. Esperienze di buonumore e di allegria hanno anche un buon effetto ansiolitico senza sedazione, tipica e non sempre desiderabile azione di molti farmaci usati per l’ansia. Allegra serietà Il peso degli stati emotivi e della felicità provata dai singoli individui e dalla società nel suo complesso è entrato a pieno titolo persino nei calcoli di economisti e finanzieri, a dimostrazione che l’allegria di un individuo e di un popolo sono una condizione da prendere molto sul serio. Soprattutto in un momento in cui prevalgono, incombono o persistono fenomeni che, anche grazie alla globalizzazione, vengono continuamente proposti alla nostra attenzione in modo pervasivo: crisi economica, terrorismo, immigrazione di massa. La serietà con cui questi grandi problemi devono essere affrontati non è incompatibile con l’esigenza di innestare nel nostro quotidiano dosi di allegria. Anche questa è una faccenda seria! ■ La felicità scorre nel cervello

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Sesso e amore di Marco

Rossi

Psichiatra e sessuologo

Sei consigli per accendere la coppia L’EROS È UN’ONDA POTENTE CHE CI REGALA VOGLIA DI VIVERE. COME NUTRIRLO SE È SPENTO? ECCO SEI SEMPLICI CONSIGLI PER RITROVARE INTESA E DESIDERIO

«

Sono un uomo molto passionale. Il fatto è che mia moglie mi tarpa le ali: lei è tutta precisina, non perde mai il controllo, è sempre molto equilibrata, non si lascia mai andare e s’aspetta che io segua queste regole di moderazione anche a letto. Inoltre mi critica perché non incarno le sue aspettative, dice che pensava io fossi diverso, poiché sembravo un uomo serio mentre anche io “penso solo a quello” (queste sono le sue parole!). Con i suoi atteggiamenti mia moglie da un certo punto di vista mi spegne il desiderio, anche se da un punto di vista fisico mi piace sempre molto. Come posso fare?» GIANFRANCO

L’

eros è un motore potente che fa nascere e muovere la vita, che ci fa evolvere e ci rigenera. Il desiderio attiva un’onda eccitatoria che scorre dentro di noi e accende un’energia sottile che non dovrebbe mai mancare nella coppia. Lei mi chiede aiuto per capire come alimentare la sensualità di sua moglie. Il primo consiglio che posso darle è: seguire la fantasia, soprattutto quella intima, che rompe gli schemi e ci riscatta dalla banalità. Nella fantasia lei e sua moglie potrete uscire dai ruoli e dai “personaggi di sempre” e potrete essere tutto quello che desiderate. Aiuti sua moglie a lasciar libero sfogo ai suoi sogni e alle sue fantasie. Il secondo consiglio è: vivere solo il presente. Mi raccomando non dica mai: «L’altra volta mi è piaciuto di più», o «Prima tra noi era diverso». La memoria del momento indimenticabile

di ieri ci spinge a ricercare lo stesso piacere domani e la delusione è assicurata. Consiglio sempre di stare nel presente. È sempre un piacere senza confronti, se lo si vive adesso, nel ”qui e ora” (Osho). Chi si arrende vince Il terzo consiglio è: niente regole. L’energia intima deve fluire liberamente, come la fiamma, altrimenti si spegne. L’erotismo pretende stupore, sorpresa, gioco. L’eros scorre quando le briglie della sensualità sono sciolte. Il quarto consiglio è: niente aspettative. Se desidera che il vostro “bilancio intimo di coppia” sia attivo, non deve investire solo per un suo tornaconto! L’eros non ha una mentalità da contabile. Lei deve dare passione a sua moglie, senza aspettare di riceve la stessa “moneta” passionale. Ogni persona ha una carica sessuale diversa, che non deve essere quan-

tificata. Se lei regalerà passione a sua moglie sono certo che le sue attenzioni e il suo calore saranno in grado di farle comprendere l’importanza di condividere la sfera intima con più trasporto. Il quinto consiglio è: creare emozioni positive. Allegria, gioia, entusiasmo, disponibilità al cambiamento, eccitazione: se non ridete e se non vi divertite insieme è il segno che qualcosa non va. Il sesto consiglio infine è: la resa totale. Arrendersi significa non permettere a opinioni, convinzioni, dubbi di condizionarci la vita. Dicono i saggi: sii sempre originale, mai un imitatore. Come riuscirci? Arrendendosi. Non c’è passione se non c’è ■ resa assoluta!

L’eros fa muovere tutta la vita

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Dalla parte di lei di Katia

Vignoli

Psicologa e psicoterapeuta

All’anima serve una stanza segreta

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IN COPPIA ARRIVA IL MOMENTO IN CUI SI DECIDE DI VIVERE ASSIEME. MA SCATTA L’ANSIA: LASCIARE “IL MIO NIDO”? INCONCEPIBILE. PERCHÉ UN NIDO CI VUOLE!

Finora il mio compagno e io abbiamo mantenuto le nostre rispettive case, due appartamenti piccoli, perfetti per uno. Oggi, per ragioni economiche, stiamo valutando l’ipotesi di vivere insieme in una casa più grande e io sono entrata in crisi. Mi rendo ben conto che la soluzione per cui stiamo optando è sensata e non mi spaventa la convivenza, visto che di fatto lui di norma la notte dorme a casa mia e il più delle volte ceniamo da me. È proprio l’idea di abbandonare il mio nido che mi angoscia, il posto speciale in cui sono a mio agio come in nessun altro luogo. Sarà che lavorando in casa (sono traduttrice) passo la maggior parte del mio tempo qui; sarà che amo ogni angolo di questo spazio, la luce, i rumori, l’atmosfera. Lui, in questo momento è attento soprattutto ai conti, non sembra capire e tratta il mio malessere come un capriccio, ragion per cui tra noi adesso è rissa continua. Vorrei non trovarmi di fronte a un AUT AUT AUT, perché, pur tenendo moltissimo a lui, non voglio andarmene da qui, ma sono la prima a domandarmi: possibile che un posto possa significare tanto?». LETTERA FIRMATA

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irginia Woolf, nel suo libro Una stanza tutta per sé, suggerisce alle donne, come prima conquista di indipendenza, di guadagnarsi uno spazio tutto loro, basta una stanza, che non sia accessibile ad altri; un luogo che non è solo un posto in cui stare indisturbate, ma una cassa di risonanza di loro stesse, come un cuore nascosto. Credo che sì, un posto possa significare tanto, specie per una donna. Si creano strane alchimie affinché un luogo di-

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venti un posto, il tuo posto; coincidenze felici tra modi di essere e arredi, inclinazioni e giochi di luce, sguardi e affacci. Dall’esterno è difficile cogliere la corrispondenza che per te fa di quel luogo il posto irrinunciabile: gli altri vedono solo porte, muri e finestre, laddove tu invece riconosci possibilità, movimenti, libertà inaspettate e momenti di pace perfetta. È prezioso un posto così, non meno di un amore vero, e comprendo la tua angoscia all’idea di doverlo abbandonare. Magica concentrazione I Greci, che conoscevano bene le necessità dell’anima, chiamavano temenos quel posto inviolabile, dal verbo temno, tagliare. Era infatti uno spazio speciale, ritagliato dalla quotidianità, un piccolo posto sacro, situato perlopiù in un bosco o su una collina, al quale si poteva accedere rispettando particolari regole e, una volta entrati, si diventava immuni da qualsiasi aggressione. Rifugiatisi nel temenos non si poteva esser né catturati né uccisi. Un significato simile ce l’hanno anche i cerchi delle streghe: ritagliavano nelle radure dei boschi pezzi di terra rotondi, riservati ai loro rituali; luoghi circoscritti predisposti ad accogliere eventi straordinari, nel senso letterale di fuori dal solito. Il posto eletto ha una funzione simile: da un lato protegge e concentra ciò che avviene dentro; dall’altro esclude ciò che è fuori. Nel tuo caso specifico, visto che a casa lavori, avrai sperimentato quanto soprattutto lì tu riesca a focalizzare e mantenere l’attenzione su ciò che hai da fare. E forse il tuo timore è anche di perdere quella magica concentrazione cui soprattutto tra quelle pareti, più che in qualsiasi altro posto, riesci ad arrivare. ■ La tana, un’esigenza interiore

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Figli nostri di Maria

Rita Parsi

Psicoterapeuta e scrittrice

Quando i bambini ci guardano... troppo

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IL FIGLIO PICCOLO VI SCOPRE MENTRE FATE L’AMORE? NON È UN GROSSO PROBLEMA, SOPRATTUTTO SE L’AFFETTIVITÀ È VISSUTA IN FAMIGLIA IN MODO SPONTANEO

Io e Claudio siamo sposati da otto anni e abbiamo un figlio di cinque anni, Andrea. L’altra notte Andrea è entrato nella nostra stanza mentre facevamo l’amore. Credevamo dormisse come un sasso. Non sappiamo cosa abbia pensato, ma sicuramente ci ha visti. Dobbiamo affrontare il discorso o fare finta di niente?». ROSA

P

uò accadere, anche ai genitori più accorti, di imbattersi nella situazione descritta. Talvolta, di notte, per un bisogno o una paura improvvisa, i bambini piombano nella camera dei genitori e sorprendono mamma e papà nella loro intimità. Come il bambino elabori l’accaduto dipende molto da come la sessualità e il rapporto con il corpo sono normalmente vissuti in famiglia. A cinque anni i bambini di oggi, in genere, sanno già che la loro esistenza non è iniziata con l’arrivo di una cicogna ma è il frutto dell’incontro d’amore tra mamma e papà. Per un bambino l’amore, naturalmente e istintivamente, è sempre espresso attraverso il contatto, la vicinanza, il piacere di stare insieme, di dare e ricevere carezze, bacetti, coccole... Ma anche tuffandosi in calorosi abbracci e giochi di esplorazione del corpo. In questa fase il tema edipico e lo sviluppo dell’identità sessuale impegnano gran parte della vita intrapsichica e relazionale del bambino. Tra i tre e i sei anni i piccoli sperimentano, attraverso il gioco, le sensazioni che il corpo può co-

gliere, ne saggiano il funzionamento; si toccano, si strusciano su oggetti morbidi come, per esempio, cuscini e pupazzi e cercano, con esuberanza, un contatto attivo e vivace con il corpo degli altri. È l’età in cui i bambini chiedono, curiosi, di potersi osservare e confrontare all’adulto: «Posso fare la doccia con voi?»; oppure: «Facciamo cavalluccio?»; «Giochiamo alla lotta?». I maschi chiedono in sposa la mamma, le femmine il papà. Serenità e acoglienza L’apertura verso il sesso opposto dà il via ai primi innamoramenti e, attraverso i giochi di imitazione, i piccoli innamorati provano a recitare i copioni familiari. È la fase in cui nascono i primi legami affettivi tra coetanei, le prime amicizie del cuore. Dunque se l’affettività, in famiglia, non è fatta solo di sentimenti nascosti o trattenuti ma è spontanea, attraverso atti concreti, e il bambino ha visto, da sempre, i genitori scambiarsi gesti d’affetto, a cinque anni non sarà particolarmente sorpreso nello scoprirli a fare l’amore. È importante, in questi casi, provare ad

accogliere il piccolo intruso e ascoltare il bisogno che lo ha spinto a fare irruzione nella camera dei genitori, piuttosto che rimproverarlo e allontanarlo bruscamente. La serenità, espressa da mamma e papà, farà sì che anche questa imprevista esperienza possa essere assimilata, armonicamente, nella mente e nel cuore del bambino. Se, al contrario, eccessivo pudore e vergogna avessero guidato non solo la reazione degli adulti all’imprevista visita notturna ma, in genere, l’educazione affettivo-sentimentale del bambino, è bene che i genitori utilizzino, al meglio, questo incidente di percorso. Innanzitutto riflettendo insieme sul significato e il valore che la sessualità può avere sullo sviluppo armonico del figlio e, in secondo luogo, allenandosi a divenire, anche con l’aiuto di un esperto, modelli di riferimento affettivo aperti e disponibili all’intimità emotiva e al dialogo. ■

Pudore, senza esagerare

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Il test del mese di M.

G. Tumminello

Psicologa e psicoterapeuta

Punti alla perfezione? Con quale metro misuri te stesso e gli altri? Tendi a un ideale assoluto? Cerchi il pelo nell’uovo? Tra ansia, frustrazione e felicità ecco il test di questo mese La recita del tuo bambino è un disastro... A Lo applaudi lo stesso B Esprimi un giudizio solo se te lo chiede C Gli spieghi cosa non ha funzionato

Lui/lei vuole salire a casa tua, ma hai lasciato un caos A Inventi una scusa B Accetti: prima o poi dovrà scoprirlo C Ti senti colto in castagna

Il tuo ex: preferisci che ti ricordi... A Per i tuoi pregi B Come vuole C Con nostalgia

Hai mal di schiena e devi fare sport

Ospiti a sorpresa, ma nel frigo poco e nulla A Tutti in pizzeria B Due spaghetti li puoi sempre fare C Adesso ti adatti ma rimedierai con un invito formale

Devi fare un regalo al tuo partner A Scegli il meglio che c’è B Cerchi di sorprenderlo C Realizzi un suo desiderio

Ti piacerebbe dipingere, ma non sei capace A Non c’è nulla che non si possa imparare B Ti diverti a pasticciare con i colori C Lasci perdere

A Ti iscrivi in palestra e inizi un programma serio B Scegli quello che più ti ispira oppure passeggi C Ti fai consigliare dal medico

Sorprendi due colleghi che spettegolano di te

Maggioranza di A

Maggioranza di B

Maggioranza di C

Mirando al massimo ottieni il minimo

Perfetto è tutto ciò che ti fa bene

Critico e intransigente non sei mai soddisfatto

Perfezionista, lo sei e te ne vanti. Vuol dire avere a cuore ciò che si fa, impegnarsi senza risparmio, crederci. Il tuo ideale di perfezione richiede sudore e fatica e continua tensione. Ma l’ansia trasforma in performance anche ciò che dovrebbe scorrere liscio. Cambia punto di vista: è perfetto ciò che fai senza alcuna fatica.

A giudicare dagli obiettivi che ti poni, potresti sembrare una persona che si accontenta di poco. E in effetti è così, ma lungi dall’essere un difetto questo è il tuo punto di forza. Cerchi tutto ciò che ti piace, che ti fa stare bene. Il criterio con cui giudichi le cose sei tu, il tuo benessere. Perfetto dunque vuol dire su misura per te.

Il tuo spirito critico insinua dubbi, svaluta ciò che dovrebbe essere apprezzato, trova la crepa in ogni cosa. «Posso fare meglio», ti dici e intanto la meta si sposta in avanti. È come tendere all’infinito, un processo senza fine. E tu lo sai bene. Punta al benessere immediato: il migliore dei successi.

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A Li affronti offeso B Lasci perdere C Fai finta di nulla ma te la prendi

Riza psicosomatica

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