Beyond the frontiers. Design for a new nomadic life

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Beyond the Frontiers

progetto curatoriale, editoriale e grafico

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Alessandra Peruch Tesi di laurea magistrale in design dell’evento e del prodotto Università degli Studi di Genova relatore: prof. Alessandro Valenti correlatrice: Annalisa Gatto



la mostra scelta del tema: il neo nomadismo

L’idea di questa mostra è partita da un contest, “curate award”, organizzato dalla fondazione Prada e dal Qatar Museum, che “riconosce che tutti noi siamo curatori. Qualsiasi cosa scegliamo e collezioniamo ha un significato.” Si trattava di sviluppare un’idea curatoriale che trattasse argomenti socialmente rilevanti, esprimendo un punto di vista contemporaneo e critico rispetto al futuro. Si è scelto di approfondire il tema del neo nomadismo, perché considerato pervadente nella società contemporanea, una società dove la mobilità spesso non rappresenta più una possibilità, ma una necessità. Altra ragione che ha portato alla scelta del tema, è stata l’influenza che la ricerca di uno stile di vita nomade ha avuto sul design dagli anni ‘60 a oggi, creando un mondo di oggetti leggeri, versatili, mobili, “nomadi”. Si è quindi indagato l’argomento attraverso vari filoni di ricerca: la letteratura specializzata, con Jacques Attali e Zygmunt Bauman come autori preferenziali; l’attualità, includendo articoli di giornale che raccontano il mondo contemporaneo; le altre esposizioni su temi affini; gli oggetti, provenienti da universi come l’architettura, il design, l’arte e la moda. L’idea di Beyond the frontiers: design for a new nomadic life, è quindi quella di esplorare il neo nomadismo attraverso oggetti provenienti da mondi diversi, che tentano di promuovere il cambiamento in atto nei modi di vivere, facendo sì che i luoghi del vivere si adattino alle nuove esigenze. Il tema è stato più volte scomposto e ricomposto nei suoi vari significati, per arrivare infine a definire delle sottosezioni coerenti, che corrispondono alle ragioni per cui oggi si intraprende una vita nomade. Ai fini del concorso, l’idea è stata presentata da un video in infografica, che rappresenta il punto di partenza di quello che poi è stato lo sviluppo finale della tesi: il progetto curatoriale, editoriale e grafico del catalogo della mostra. Un catalogo che in qualche modo prende il posto della mostra allestita in uno spazio fisico, che diviene mostra esso stesso, organizzazione spaziale di percorsi e oggetti all’interno di un progetto editoriale.

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la mostra sezioni

La mostra si suddivide in quattro sezioni, che presentano le diverse ragioni per cui oggi l’uomo torna al nomadismo: travelling, working, occupying e surviving. L’ordine in cui il visitatore incontra le sezioni va in un certo qual modo “dal positivo al negativo”, in un crescendo di forza di motivazioni: da chi conduce una vita nomade per piacere o per lavoro, a chi è nomade per protesta o per necessaria sopravvivenza. Da scelta a necessità. Travelling ci parla di chi vive viaggiando, alla scoperta di nuovi mondi, alla perenne ricerca di nuove esperienze. “Alla base del viaggio vi è spesso un desiderio di mutamento esistenziale. Viaggiare è espiazione di una colpa, iniziazione, accrescimento culturale”. Working racconta la storia dei “global nomads”, ovvero di coloro che per scelta o necessità viaggiano per lavoro, o viaggiano con il proprio lavoro, reinventandosi di volta in volta, di meta in meta. O anche di chi lavora o studia lontano da casa e molto spesso vi fa ritorno. Occupying invece accoglie due sottocategorie. La prima porta con sé le ragioni dei contestatari, di chi viaggia attraverso – e poi occupa – spazi sempre diversi, per varie ragioni di critica alla società; la seconda invece ospita gli homeless, fenomeno di occupazione del contesto urbano che risulta essere sempre più dilagante al giorno d’oggi. Surviving infine, può essere suddiviso in ulteriori sottoinsiemi: ci narra la storia di chi è costretto a fuggire da guerre e povertà; di chi cerca di sopravvivere alla forza della natura – coi suoi terremoti, uragani, tsunami, cambiamenti climatici – diventando nomade; di chi intraprende una vita in movimento a causa di una società dove affitti troppo alti o improvvisi sfratti (come per esempio quella cinese) rendono l’opzione nomadismo l’unica possibile; ci parla infine di quei pochi popoli che sono sempre stati nomadi e che vogliono continuare a esserlo, lottando ogni giorno contro un mondo che toglie loro gli spazi vitali e che crede che l’uniformazione dei cittadini a una sorta di uomo standard sia la soluzione per una più facile governabilità.


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Travelling

2

Working

3

Occupying

4

Surviving

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la mostra scelta degli oggetti

Per quanto riguarda gli oggetti, la scelta curatoriale è stata quella di non selezionarne alcuno progettato prima del 2005, cosicché possa emergere uno snapshot della situazione contemporanea. Una specie di istantanea fotografica del web degli ultimi anni, con progetti che spaziano dall’architettura al design, dalla moda alla tecnologia. Non ci si è voluti concentrare solo su una tipologia di oggetti in concreto, proprio per fornire una panoramica generale delle tendenze nomadiche di cui è intrisa l’attualità. Oltre a ciò, si è tenuto conto della trasversalità del tema, declinabile in vari ambiti, e si è voluto quindi riprodurre quella stessa trasversalità anche nella scelta degli oggetti, che comprendono libri, applicazioni smartphone, oggetti – che spesso indagano il confine sottile tra microarchitettura e macrodesign –, progetti di comunicazione, ma anche scelte di organizzazione urbanistica. Ognuno di essi celebra la forza innovatrice del design, che da sola può forse riuscire a cambiare la società in cui viviamo, o almeno a provarci. Alcuni progetti sono stati scelti perché nomadi, altri più per la loro capacità di delineare un contesto in cui poter apprezzare meglio i primi – come ad esempio i libri –. Al posto di ognuno dei progetti selezionati, ce ne sarebbero potuti essere moltissimi altri, in quanto pongono questioni simili o forniscono risposte parallele. I saggi introduttivi alle varie categorie ci portano per mano a scoprire le sezioni proprio parlando dei progetti storici sul tema del nomadismo, cui i contemporanei si ispirano.


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il catalogo timone

La stesura del timone è servita a stabilire lo spazio dedicato alle varie sezioni nella struttura totale del catalogo, composto da 110 pagine piÚ 20 inserti.


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il catalogo struttura

Il catalogo si struttura in 4 sezioni: una parte introduttiva di cui fanno parte foreword e introduzione; i saggi che meglio definiscono il tema; la parte di catalogo vero e proprio, con le categorie, a sua volta suddivise in un saggio introduttivo e presentazione degli oggetti scelti; e la parte finale che racchiude bibliografia e ringraziamenti. Neo-nomadism: camminando (o volando) nel XXI secolo, apre la sezione saggi, fornendo una panoramica su significati antichi e moderni della parola nomadismo e soprattutto su come e perché questo stile di vita sia così presente nella società attuale. Nomad, why? Società vs natura, cerca di capire le ragioni che riporterebbero l’uomo a vivere errando di luogo in luogo, secondo le opinioni di due teorici che hanno sviluppato teorie in merito: Jacques Attalì, nel suo libro L’uomo nomade, e Zygmunt Bauman nelle sue teorizzazioni di una società liquida, di una società dell’incertezza. Designing the change... Immaginando nuovi stili di vita, presenta un breve excursus sulla storia del nomadismo nel design e nell’architettura.


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Foreword

13 Introduzione

17 Neo-nomadism Camminando (o volando) nel XXI secolo 25

Nomad, why? SocietĂ vs natura

33

Designing the change ... Immaginando nuovi stili di vita

43 Travelling 57 Working 71 Occupying 87 Surviving

103

Bibliografia

107

Ringraziamenti

13


il catalogo formato

210 mm

267 mm

griglia: 12 x 20 moduli formato chiuso: 210 x 267 mm numero pagine: 110 + copertina bianca/volta numero inserti: 20 pezzi bianca/volta stampa: 4+4 su carta G-PRINT smooth 130 gr stampa inserti: 4+4 su carta G-PRINT smooth 90 gr confezione: brossura fresata e incollata con copertina G-PRINT smooth 250 gr


font

Avenir Next abcdefghijklmnopqrstuvzwy ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVZWY ultralight regular medium demibold L’Avenir è un font sans-serif disegnato da Adrian Frutiger nel 1988, il cui nome significa futuro in francese. Una delle sue fonti di ispirazione infatti è la calibrata geometria del Futura di Paul Renner, cui dà un’interpretazione più organica e umanista. Nel 2004, Frutiger, con la collaborazione di Akira Kobayashi, riprende in mano l’Avenir progettando l’Avenir Next, più leggibile anche sui nuovi supporti digitali. è stato scelto proprio per la sua geometria dalle forme più organiche, che ben si presta a rappresentare un design che si adatta a nuovi contesti e modi di vivere.

Arnhem abcdefghijklmnopqrstuvzwy ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVZWY blond normal bold L’Arnhem viene progettato nel 1999 su commissione del governo olandese per la rivista Nederlandse Staatscourant, da Fred Smeijers. Inizialmente adottato solo per i titoli, l’obiettivo diventa subito quella di creare un font la cui lettura sia piacevole anche su testi molto lunghi. Grazie a questa rielaborazione si implementa di molto il suo livello di leggibilità. Nel catalogo è stato scelto perché riesce a essere graziato e allo stesso tempo molto contemporaneo. 15


il catalogo scelta colori

c 60

m 5

travelling

c 70

k0

equilibrio, istituzionalità

m 0

occupying

c 0

k0

natura, mare, viaggio

m 30 y 20

working

c 10

y 30

y 65

ansia, inquietudine

m 70 y 40

surviving

k0

k0

emergenza, “fight or flight”

I colori, che corrispondono ciascuno a una diversa categoria, si basano su una selezione di colori freddi, che ben si adattano alla mancanza di legami di una vita all’insegna del nomadismo.


copertina

Beyond the Frontiers design for a new nomadic life

Avenir Next, ultralight e demibold, 60 pt

Avenir Next, ultralight e demibold, 36 pt

L’idea che sta alla base della prima di copertina riprende il titolo della mostra: Beyond the frontiers. Le frontiere sono qui rappresentate da 4 linee verticali che si colorano di verde, blu, giallo e rosso, i colori delle quattro motivazioni che portano a superare il confine per vivere una vita nomade. La parola nomadic rompe i confini e lo fa aiutata dal design, che in qualche modo la spinge e sostiene nell’impresa.

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il catalogo inserti

travelling

L’altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà. Italo Calvino, Le città invisibili

1 TRIPZOOM Move Better

1 DIGITAL MEETING ROOM MANAGER

Il progetto Sunset, avviato nel 2011, sviluppa Tripzoom, un’applicazione che vorrebbe “Ridurre il traffico, aumentare la sicurezza, proteggere l’ambiente e aumentare il benessere individuale nelle città europee”. Innanzitutto fornisce incentivi personali per fare una “scelta di viaggio intelligente”: Tripzoom vuole essere un “giornale di bordo” che dà al viaggiatore informazioni sul suo profilo di mobilità, il comportamento reale di viaggio e l’impatto in termini di costi di energetici. Poi, Sunset costruirà vere comunità legate al viaggio che permetteranno ai singoli di condividere il loro profilo di mobilità sui social network e anche con gli enti stradali e quelli di trasporto in cambio di vari incentivi.

Digital Meeting Room Manager è un sistema web-based di pianificazione che aiuta a collegare i lavoratori e le sale riunioni in modo interattivo e globale. Dalla scelta dell’interfaccia alla configurazione flessibile e al tempo stesso potenzialmente customizzabile, l’applicazione permette molta libertà all’utente. Le funzionalità cui si può accedere sono, tra le altre: riservare stanze riunioni istantaneamente; generare inviti ai vari meeting e spedirli; gestire le riunioni via skype; visualizzare stanze e risorse disponibili rispetto a parametri fissati come luogo, data e ora. Funzionale quindi anche nell’organizzazione di meeting a distanza. Possibilità interessante quella di interagire sulla stessa pagina dell’app da parte di tutti i partecipanti alle riunioni.

2 SENZA VOLO Storie e luoghi per viaggiare con lentezza

2 FREE AS A GLOBAL NOMAD An old tradition with a modern twist

Sunset, Australia, 2011

Federico Pace, Einaudi, 2008

Ogni volta che ci si mette in viaggio si deve rispondere alla domanda: “Come vado da qui a lì?”, “Come mi avvicino a quel luogo?”, “Come colmo questa distanza?”. Questa domanda non ha a che fare solo con lo spazio. Se fosse solo questo è chiaro che quanto più un mezzo è veloce, tanto più è adatto a colmare quella distanza. La domanda sembra avere a che fare con qualcosa d’altro. Di più intimo. Di più imperscrutabile. Ciascun luogo infatti è come una persona, e per “avvicinarmi a te” non basta che io faccia dei passi quanto più rapidi possibili per essere davvero a un passo dal tuo viso. Affinché si possa riuscire a colmare la distanza che separa un luogo da un’altro, c’è bisogno di qualcosa d’altro: attenzione, pazienza e rispetto. Senza volo, pubblicato da Einaudi nella collana ET Geografie, è un insieme di storie e viaggi per provare a capire come si colma una distanza. In treno, nave, autobus, bicicletta o a piedi: cinque modi e mezzi per attraversare gli spazi con il tempo necessario.

Novera design team, 2013

Päivi Kannisto e Santeri Kannisto, 2012

Free as a global nomad parla dei cosiddetti nomadi globali, persone che sfidano alcuni dei valori tradizionali dell’Occidente, come la sicurezza data da una vita predefinita e da una crescita economica continua. Forse hanno capito, come i grandi maestri del passato, che una vita semplice spesso è una vita migliore. I loro ideali attingono dalla vita di ogni giorno ma sognano passati esploratori, filosofi e girovaghi. Attraverso trenta interviste a dei veri nomadi globali il libro descrive cosa vuol dire viaggiare perennemente, vivere on the road senza proprietà e senza un lavoro fisso, dal punto di vista di chi lo esperimenta ogni giorno.

1 HOMELESS REACH

1 APP 1746

Qbase, LLC, 2013

Municipalità di Rio De Janeiro, 2012

Disegnato per chi si occupa di senzatetto, Homeless reach serve a dare informazioni rapide e accurate riguardo all’ospitalità. Questa app permette a chiunque abbia uno smartphone di rinvenire informazioni in tempo reale sui rifugi e servizi disponibili, filtrando i risultati in base alla localizzazione del servizio. Utilizzabile in tutti gli Stati Uniti, nel 2012 conteneva 110.000 dati in venti diverse banche dati. Alcuni dei servizi su cui si possono rinvenire informazioni sono: ricerca di centri di accoglienza e disponibilità letti; informazioni su come raggiungerli; informazioni sul cibo; risorse legali in materia. Oltre a sviluppare questa app gratuitamente, il progetto REACH ha donato tutti i fondi ricevuti dai premi vinti a delle comunità di aiuto ai senza tetto.

L’applicazione 1746, attraverso cui gli utenti possono avere un contatto con l’amministrazione comunale, è un esempio di applicazione che potrebbe rendere più facili le vite dei sei milioni e mezzo di abitanti di Rio de Janeiro. Fa parte del progetto di appsharing attraverso il quale si rendono pubbliche, con app e via Twitter, molte informazioni utili per i cittadini, candidando Rio a città smart. 1746 attraverso il servizio Alerta Rio, condivide i bollettini meteo giornalieri. Nel caso di allerte meteo serie, si provvede a inviare dei messaggi alle persone chiave del servizio emergenza, e possono essere attivate le sirene d’evacuazione.

2 UTOPIA & COMUNITÀ

2 BEFORE THEY PASS AWAY

Questo libro si presenta come una raccolta antologica, schede, mappe di un fenomeno variegato ed esteso in tutte le parti del mondo. Osservare spazio & comunità pone la riflessione su nuove dimensioni dell’abitare e sulle forme di aggregazione: dalle comunità hippies al co-housing. Sono state visitate alcune comuni e visionati online nella Communities Directory più di tremila centri attivi senza contare i 22000 Amish e 270 Kibbutzin presenti ancora oggi e le comunità storiche tramutate in monumenti e fondazioni. Prima dello sviluppo della rete questo fenomeno è stato trattato solo in alcuni libri di nicchia, successivamente con il web si è riusciti a raccogliere notevole materiale ed ampliare così la prima ricognizione effettuata da De Batté e Santinolli nel ‘74.

Le vibrazioni impalpabili trasmesse da chi vive in simbiosi con le stagioni, tradizioni millenarie, pratiche sociali e rituali spirituali, nelle terre inospitali e isolate del mondo intero. È questo che si percepisce leggendo Before they pass away. “If you don’t drink warm blood and eat fresh meat, you are doomed to die on the tundra” (Se non bevi sangue caldo e non mangi carne fresca, sei condannato a morire nella tundra). Ecco le parole di un Nenet, popolo che vive dell’allevamento di renne. Sopravvissuto a zar, rivoluzioni comuniste e liberiste, nella rigida tundra siberiana russa, ora lotta per sopravvivere in un habitat messo a rischio dall’industria energetica del gas, che per accedere agli enormi giacimenti sotterranei inquina la tundra, dirada il muschio, indebolisce le renne alle quali è legata al sopravvivenza di questa etnia migratoria. Il progetto fotografico di Jimmy Nelson documenta le 45 ultime tribù del mondo messe a repentaglio dall’avanzare della globalizzazione. Before they pass away è un progetto esplorativo che si esplica nelle 402 fotografie a colori del libro omonimo.

Giovanna Santinolli e Brunetto De Batté, 2009

Ogni sezione presenta cinque inserti bianca volta di larghezza minore del formato totale, il primo dei quali funge da apertura del capitolo e da titolo per il saggio introduttivo che si intravede sotto di lui. Gli altri 4 contengono le descrizioni degli oggetti scelti. Gli inserti variano di categoria in categoria: oltre al colore, cambia la larghezza, che corrisponde di volta in volta alla linea-confine della copertina.

Jimmy Nelson, 2013




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