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ROMANIA
Romania - Informazioni generali Generalità Nome ufficiale:
România
Lingua ufficiale:
Il romeno
La bandiera:
Rosso, giallo e blu, a strisce verticali, con il blu vicino all’asta.
Collocazione:
Forma governativa: Statuto europeo: Popolazione:
Religione prevalente: Capitale:
Ora ufficiale: Clima:
La Romania è situata nel sud-est dell’Europa e confina con l’Ucraina (a nord e ad est), con la Repubblica Moldavia (ad est), con l’Ungheria (all’ovest e al nord-ovest), con la Serbia (al sudovest) e con la Bulgaria (a sud).
Repubblica parlamentare bicamerale.
Membro dell’Unione Europea dal 01/01/2007.
21.733.556 abitanti (2003), tra cui 89% romeni. Le principali minoranze sono i magiari e i sèkler (7,1%), rrom (1,7%).
cristiano-ortodossa (86,8% della popolazione). Altri culti: cattolico (5%), protestante (3,5%), greco cattolico (1%) ecc. la città di Bucarest (2.064.000 abitanti), città menzionata per la prima volta in un documento ufficiale nel 1459. un’ora in più rispetto all’Italia
temperato-continentale. La temperatura media d’estate è di 22-24°C, con valori massimi fino a 38°C. Durante l’inverno, la temperatura media sta sotto –3°C.
L’unità di misura: Moneta nazionale:
Telefoni per emergenze: Feste legali:
il metro (si adopera il sistema metrico). 1 km = 0,62 miglia
LEU (RON). 1 leu = 100 bani. Banconote correnti in circolazione: 1,5,10, 50, 100, 200 e 500 lei. Monete correnti in circolazione: 1, 5, 10 e 50 bani.
112 (servizio valido in tutto il Paese).
1 Dicembre – Festa nazionale della Romania; 1 e 2 gennaio – Anno Nuovo; 1 Maggio – giornata dei lavoratori, primo e secondo giorno di Pasqua; il 25 ed il 26 Dicembre – Natale; il lunedì dopo la Pentecoste e il 15 Agosto.
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Un Viaggio in Romania Tra favola e realtà
Quello che Vi proponiamo è un viaggio in un Paese fiabesco fra gente cordiale, con il sorriso sempre sulle labbra: un motivo già valido per un viaggio in ROMANIA.
Natura e Gusto.
Viaggiare in Romania è come entrare in una favola, attraverso città medievali, chiese in legno e monasteri dipinti, fortezze e castelli, e anche attraverso contrade nascoste tra le colline dove il tempo scorre a ritmi ancora lenti, ben diversi da quelli a cui siamo abituati noi “gente di città”. Un viaggio in cui la natura si offre all’occhio avido del viaggiatore in tutta la sua fulgida bellezza in ogni stagione. Ma anche un viaggio del gusto dove il sapore dei cibi tradizionali viene esaltato da vini pregiati, vincitori ogni anno di medaglie ai concorsi internazionali.
Il Casinò di Constanta
La Transilvania il cui nome ci riporta in mente la storia del conte-vampiro, romantica e misteriosa, svela al viaggiatore, come un libro di storia, il segreto delle sue città e fortezze medievali; la regione del Maramures, dove il tempo sembra essersi fermato qualche secolo fa, mantiene ancora vive la sue tradizioni; nel nord della Moldavia, nella regione chiamata Bucovina, i monasteri affrescati tra il XV° e il XVI° secolo ci trasportano nel mistero della fede. E poi ancora il Danubio, “il re dei fiumi e il fiume dei re”, che stanco dopo un viaggio lungo il continente, va a riposare nel Mar Nero e fa nascere un bellissimo delta, un vero paradiso terrestre. Per non dimenticare la capitale, Bucarest soprannominata la piccola Parigi negli anni della Belle Epoque per le sue somiglianze con la capitale francese e le ampie spiagge di sabbia fine che invitano a trascorrere una vacanza balneare godendo dei piaceri del mare e delle carezze del sole. A tutto questo si aggiunge una tradizione e una vocazione millenaria nel termalismo e nel benessere che hanno reso famosa la Romania sin dagli anni Settanta.
Dettaglio dell’affresco nel monastero di Sucevita
Bucarest
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Bucarest La piccola Parigi
Con una popolazione di oltre due milioni di abitanti, Bucarest compare per la prima volta in un documento ufficiale del XV secolo che porta la firma del principe Vlad III detto Tepes (l’Impalatore).
Il Palazzo del Parlamento
La megalomania dell’ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu ha dimostrato la sua massima espressione nella costruzione di quella che si voleva la “Casa del Popolo”, un’immensa costruzione realizzata con materiali interamente romeni: dal marmo e dal legno ai tappeti, alle tende e i candelabri. Oggi questa costruzione, la seconda più grande al mondo come superficie dopo il Pentagono statunitense, è la sede del Parlamento della Romania, motivo per cui viene chiamata Palazzo del Parlamento.
L’Arco di trionfo e Soseaua Kiseleff
Alla base del suo nome sta la leggenda del pastore Bucur che portava a pascolo da queste parti le sue greggi. Sia Bucuresti (in italiano
Bucarest) che il nome Bucur hanno in comune la stessa radice, quella del verbo “a se bucura” (rallegrarsi, essere contenti). Il possibile
significato della città potrebbe essere, quindi, “città della gioia”. Nel periodo interbellico i suoi viali alberati, l’architettura “fin-de-siècle” e la sua frenetica vita culturale e artistica le valsero il soprannome di “piccola Parigi”. A coronare questo soprannome: l’arco di trionfo da dove parte un grande viale, Soseaua Kiseleff, più lungo del celebre viale parigino Champs Elysées.
L’eclettismo architettonico della città è sorprendente: dai resti della vecchia corte principesca (Curtea Veche) eretta nel Quattrocento alle chiese ortodosse, agli edifici in stile liberty e art nouveau.
Oltre ad essere il cuore economico del Paese, Bucarest ne è anche il fulcro della vita culturale. In breve, Bucarest vanta 37 musei, 22
teatri, 2 teatri dell’opera, 3 auditorium senza contare le biblioteche pubbliche, le librerie e, gli ormai alla moda, book-caffé. Il Teatro dell’opera propone un cartellone classico - Puccini, Verdi, Mozart - mentre la cornice neo-classica dell’Auditorium (Ateneul Roman)
accoglie numerosi concerti sostenuti dalla filarmonica George Enescu. Ogni due anni nell’Auditorium si svolge il festival-concorso
internazionale di musica classica “George Enescu” dedicato alla memoria del grande compositore e direttore d’orchestra romeno. L’ultima edizione di questo festival ha chiuso i battenti il 26 settembre 2009.
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Bucarest
I principali musei
Il museo nazionale d’Arte
Il Museo del villaggio
Immerso nel verde del parco Herastrau, sulla riva dell’omonimo lago, si trova il Museo del Villaggio inaugurato nel 1936 grazie all’impegno del sociologo romeno Dimitrie Gusti che ha raccolto materiale etnografico da tutto il Paese. Il museo comprende più di 350 costruzioni tradizionali da tutte le regioni del Paese, contenendo più di 100.000 oggetti domestici originali, riuscendo così a ricostruire la vita contadina della Romania tra il Seicento e gli inizi del Novecento. Il Museo del Villaggio è oggi una vera istituzione in cui si svolge un’attività di ricerca etnografica che cerca di mantener vivo il legame con il mondo rurale. A questo scopo, il museo riunisce periodicamente artigiani da ogni angolo del Paese, scultori, intagliatori, vasai, pittori di icone su legno e vetro, decoratori di uova, tessitrici di tappeti e stoffe in bellissimi colori naturali, ricamatrici che mettono qui in mostra la loro destrezza e tramandano alle nuove generazioni l’arte tradizionale. Orario di apertura: da martedì alla domenica dalle 09.00 alle 19.00 estivo e dalle 09.00 alle 16.00 invernale; lunedì chiuso. www.muzeul-satului.ro
Il Museo nazionale d’arte
Quando nel 1948 i comunisti misero fine alla monarchia, il Palazzo reale diventò la sede del Museo Nazionale d’Arte che custodisce più di 70.000 opere d’arte divise in due grandi sezioni. La “Galleria Nazionale” è composta dalle opere dei maggiori artisti romeni tra cui Brancusi, Grigorescu, Aman, Luchian, Palladi, Ion Jalea mentre la “Galleria Europea” comprende opere firmate Rubens, Rembrandt, Veneziano, Tiziano, Tintoretto, El Greco, Pissaro, Delacroix, Sisley. Orario di apertura: da mercoledì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00 estivo e dalle 10.00 alle 18.00 invernale; lunedì e martedì chiuso.
Il Museo nazionale di storia
Custodito nell’edificio di quello che una volta fu il principale ufficio postale di Bucarest, il Museo Nazionale di Storia ricostruisce nelle sue 60 stanze la storia della Romania partendo dal paleolitico. Molto interessante è la sala del tesoro che custodisce gelosamente pezzi di inestimabile valore rappresentati da gioielli e oggetti che risalgono alla preistoria. Orario di apertura: da martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00 estivo e dalle 09.00 alle 17.00 invernale; lunedì chiuso. Altri musei importanti di Bucarest sono Il Museo del Contadino con la sua collezione di attrezzi in legno per l’agricoltura e oggettistica per la casa, il Museo delle Collezioni d’Arte che custodisce opere di rilievo provenienti da collezioni private, che portano la firma dei più importanti artisti romeni e internazionali, il Museo di Storia Naturale, il Museo George Enescu dedicato alla memoria del più famoso compositore romeno (1881 - 1955), il Museo Cotroceni allestito in un’ala del Palazzo omonimo, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica, il Museo della Comunità Ebraica, ecc.
Bucarest
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Le notti di Bucarest Bucarest, come ogni capitale che si rispetti, ha una vivace vita mondana: con ristoranti, club, discoteche e casinò che soddisfano le esigenze di ogni visitatore. Tra i ristoranti
più rinomati citiamo: Casa Doina, Locanda Jaristea, Caru’ cu Bere (tradizionale ristorante birreria custodito in un edificio
patrimonio storico); Casa Vernescu. La Il Circolo Militare Nazionale
Esplorare la città
Girare per Bucarest è molto facile: la rete di trasporto pubblico formata da metropolitana (metrou), tram (tramvai), autobus (autobus) e filobus (troleibuz) arriva praticamente ovunque. La metropolitana è il modo più veloce per raggiungere il centro o le principali attrattive turistiche. Il trasporto pubblico inizia alle 05:00 e finisce a mezzanotte. Le cooperative di TAXI sono numerose in città. I taxi che devono avere ben in vista il nome della cooperativa di cui fanno parte esibiscono la tariffa sulle porte anteriori. Il costo di un trasferimento dall’aeroporto Otopeni – Henri Coanda al centro di Bucarest è di circa 20,00 euro.
capitale della Romania è anche una delle
poche città europee dove è permesso il gioco d’azzardo: numerosi sono i casinò di cui
alcuni funzionano all’interno di palazzi del XVIII e XIX secolo.
Accoglienza
Ultimamente l’offerta alberghiera della capitale è nettamente migliorata. Alberghi nuovi o recentemente ristrutturati accolgono i visitatori nel rispetto degli standard internazionali e sono all’altezza di ogni aspettativa. A basso prezzo oppure di alto livello, la ricettività di Bucarest risponde alle esigenze di tutti i tipi di viaggiatori: dai giovani abituati agli ostelli della gioventù alle persone facoltose abituate agli alberghi di lusso. Informazioni sugli alberghi di Bucarest: www.romania.it alla rubrica “Dove dormire”.
Sicurezza
Bucarest è una città sicura e accogliente. In ogni caso, come in ogni grande città, i turisti devono fare attenzione, soprattutto nei posti affollati, ai borseggiatori. E’ comunque consigliato cambiare i soldi solo negli uffici di cambio o nelle banche, di non accettare inviti e altre attenzioni dalla parte di persone sconosciute anche se ben vestite e con ottima padronanza della lingua italiana.
La Casa di Risparmio
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La Provincia
Le provincie della Romania La Transilvania
Il suo nome che deriva dal latino (significa il paese al di là dei boschi), rispecchia la natura rigogliosa che caratterizza questa regione sita al riparo dei Carpazi. Solo il nome di questa zona suscita la nostra immaginazione e ci fa pensare ad una regione piena di romanticismo con fortezze medievali riparate all’occhio indiscreto da fitti boschi, dove nascono storie d’amore struggenti destinate all’eternità. Lungo i secoli, accanto ai Romeni hanno vissuto Magiari, Tedeschi, Ebrei che hanno lasciato un’eredità architettonica, culturale, gastronomica che ancora oggi attira milioni di turisti. L’architettura, più di qualsiasi altra cosa, mette in evidenza il carattere di ognuna di queste popolazioni, sia che si tratti dell’architettura civile, militare o religiosa. Per i viaggiatori che sono interessati ai numerosi siti medioevali eccezionalmente conservati, La Transilvania è senza dubbio una destinazione turistica di grande importanza. Sin dagli inizi del Duecento i coloni sassoni hanno eretto qui numerose città fortificate dove hanno svolto le loro attività, divisi in corporazioni; essi hanno costruito le sette più importanti città fortificate della Transilvania; Brasov, Sibiu, Sighisoara, Cluj Napoca, Bistrita, Sebes e Medias - conosciute col nome “Siebenburgen”. Importanti e ancora ben conservate sono le mura di cinta e le torri di queste città che hanno protetto per secoli gli abitanti contro le invasioni dei Turchi e dei Tartari. Interessantissime sono anche le chiese fortificate, una formula architettonica oggigiorno considerata unica in Europa, e dove, in caso di attacchi, trovava riparo un intero villaggio.
La storia delle Provincie Per secoli la Romania è stata divisa in tre provincie storiche; la Valacchia, la Transilvania e la Moldavia, guidate da principi coraggiosi, grandi difensori dell’identità nazionale, dell’indipendenza e soprattutto, del mondo cristiano. Mentre la Transilvania è stata per secoli sotto la dominazione ungherese e poi asburgica e pertanto il suo sviluppo ha preso una forte impronta soprattutto austriaca, la Valacchia e la Moldova sono state provincie relativamente indipendenti, fatto che ha condotto al forte sviluppo di alcune città che hanno avuto ruolo di capitali, punti di massima concentrazione del potere politico, militare e finanziario. Dal punto di vista geografico, oggi, la Romania è divisa, da ovest a est, nelle seguente regioni: Banato, Crisana, Maramures, Transilvania (tutte queste regioni componevano la Transilvania), Moldova (include anche la parte nord chiamata Bucovina), Muntenia, Oltenia e Dobrogea (che insieme formavano la Valacchia anche se per ben più 3 secoli la Dobrogea è stata sotto dominazione ottomana).
Braşov
Nonostante sia una delle principali città della Romania, Braşov si presenta immersa nella natura grazie alla sua particolare posizione che ha facilitato lo sviluppo nella sola direzione di Nord-Est, e mantenendo intatta la delimitazione nelle rimanenti direzioni ove si affacciano boschi fitti. Il primo insediamento fortificato fu quello di Brassoviaburg, dovuto ai Sassoni. Tale fortificazione aveva la funzione di difesa dagli attacchi delle popolazioni turche e mongole. L’intera zona in cui si trova Braşov era stata invece oggetto di molteplici invasioni, prima i Romani nel 106 d.C., poi slavi, bulgari, ungheresi tra i secoli IX e X. La città di Braşov assunse dimensioni sempre maggiori, diventando così il principale centro della Transilvania, con importanza culturale, oltre che commerciale; la spinta economica giunse anche sotto la dominazione austriaca del 1688. Senza subire grossi danni nelle due guerre mondiali, fu invece colpita da un terremoto nel 1940. Il dopoguerra vide l’industrializzazione della città che divenne tra le più importanti della Romania.
Veduta di Brasov
La Provincia
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Brasov - Piata Sfatului (la piazza del Consiglio)
Il turismo a Braşov
Biserica Neagra
Uno dei più importanti monumenti di Braşov è la Chiesa Nera (Biserica Neagra). Eretta nel 1380, è la più grande chiesa in stile gotico del sud-est europeo, con 89 metri lunghezza e 38 metri di larghezza. L’edificio fu parzialmente distrutto in seguito ad un incendio nel 1689. A questo incendio è dovuto anche il nome. La campana della chiesa, fatta in bronzo, è la più grande di tutta la Romania (6 tonnellate). La chiesa custodisce anche un’impressionante collezione di antichi tappeti orientali regalati al comune di Braşov dai negozianti che transitavano la zona. Nella chiesa, adesso di rito evangelico, si svolgono regolarmente concerti di organo.
Braşov offre ai suoi turisti tante opportunità: Turismo montano: caratterizzato dalla presenza di tanti massicci montuosi, tante zone boschive con dei sentieri battuti e dei rifugi. Il terreno offre sentieri sia per i più esperti della montagne sia per i bambini e anziani Turismo culturale storico: favorito dalla presenza di tanti monumenti storici precomunisti in tutta la regione Turismo religioso: per la presenza dei monasteri come Sãmbătă de Sus, per il periodo delle grandi feste e non solo, e per la presenza delle chiese con un grande valore storico e architettonico come la chiesa S. Nicolae Turismo sportivo: alpinismo, sci di fondo, sci alpino, equitazione, mountainbike, caccia e pesca nelle zone collinare, parapendio e animalwatching, tenendo presente che nel territorio nel municipio Braşov vivono più del 30% della fauna carnivora d’Europa (lupi, felini, orsi ecc). Specialmente in primavera è facile imbattersi in orsi e orsetti nei boschi al risveglio dal letargo.
L’interno della Biserica Neagra
L’esterno della Biserica Neagra
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Sibiu, Capitale della Cultura La città venne fondata nel 1190 dai Sassoni di Transilvania, coloni di origine tedesca, e venne probabilmente costruita nei pressi di un insediamento di epoca Romana, citato in alcuni documenti medievali come Caedonia. Con una storia secolare durante la quale i romeni, i tedeschi e i magiari hanno vissuto e lavorato insieme lasciando in eredità una ricca cultura, la città di Sibiu è stata designata nel 2007 come capitale europea della cultura. La fondazione della città di Sibiu risale all’epoca romana, con il nome di “Cibium”. Nel periodo medioevale fu importante la posizione difensiva che essa occupava in riferimento agli attacchi dei nemici provenienti dalla direzione Sud. La città di Sibiu conobbe nel medioevo un periodo di grande prosperità in cui si praticava il commercio di merci provenienti da paesi sia orientali che occidentali.
Piata Mare di Sibiu
Sibiu
La Provincia
Grazie ad uno stile architettonico unico, Sibiu è considerata una delle più belle città della Romania e richiama ogni anno centinaia di migliaia di turisti. Tra i suoi musei un’attenzione particolare è rivolta dai turisti al Museo Brukenthal che è anche il primo museo della Romania. Il museo è allestito in un palazzo del Settecento appartenente al barone Samuel von Brukenthal, governatore della Transilvania, grande amante dell’arte, specialmente della pittura e mecenate che ha lasciato al comune di Sibiu la sua residenza contenente la sua collezione d’arte diventata poi museo. Le altre principali attrattive turistiche sono: la Piata Mare (Piazza Grande), il museo di storia, la Piata Mica (Piazza Piccola), il museo della storia della farmacia, la chiesa dei frati francescani, la chiesa delle orsoline, la Piazza Huet.
La Provincia
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Cluj Napoca A circa 480 km a Nord Ovest da Bucarest e
sulle rive del fiume Somesul Mic, si trova Cluj,
uno dei più importanti centri accademici, culturali e industriali della Romania. Cluj è una
città multietnica dove vivono Romeni, Ungher-
esi e Tedeschi; di ciò ci si accorge frequentando le manifestazioni culturali, gastronomiche e osservando la architettura degli edifici. Le vi-
cende storiche della città, dacia e poi romana (Napoca), magiara, sassone e romena, si sentono
ancora nel nome della città stessa. I primi docu-
menti che provano l’esistenza della città risalgono al 106 d.c. come insediamento romano; al ritiro dei romani, la stessa città scompare sotto
le orde barbariche e le successive testimonianze
risalgono al 1173. Sotto il dominio ungherese, è il vescovo della città di Cluj che spinge alla conquista dei diritti della regione della Transil-
Sibiel e il museo P. Zosim Oancea
A circa 30 km da Sibiu, nel villaggio chiamato Sibiel si trova il museo P. Zosim Oancea che ospita la più grande collezione di icone su vetro della Transilvania, l’espressione della creatività artistica di ispirazione religiosa nata dalla fantasia dei contadini. La collezione conta circa 600 icone su vetro, singolare fusione di tradizione orientale e tecnica occidentale che si sono diffuse in Transilvania nella prima parte del XVIII secolo.Una visita al museo di Sibiel offre l’occasione di scoprire non solo questi capolavori dell’arte contadina ma anche la figura del Padre Zosim Oancea alla cui intelligenza e instancabile tenacia si deve questo straordinario museo. www.sibiel.net
vania Romena. Alla fine del XVIII secolo Cluj divenne capoluogo della Transilvania; attualmente conta più di 300.000 abitanti.
Una strada di Cluj Napoca
Cluj è una città moderna, in cui sono sempre più presenti locali notturni che animano le ser-
ate dei locali e dei turisti. I punti di incontro sono dunque molti, tra bar, discoteche, ristoranti L’interno del museo P. Zosim Oancea
e locali di ogni tipo.
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La Provincia
Sighisoara La città di Sighisoara è considerata una delle più belle città della Romania e, decisamente, la più romantica. La città conserva tuttora il suo aspetto medievale, dalla cerchia delle antiche mura alle vie e alle piazze caratteristiche, motivo per cui è riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La storia della città inizia alla fine del XII secolo, quando i Sassoni la fondarono e le diedero il nome di
La Torre dell’Orologio
Castrum Sex. Nel XV secolo diventa una città libera, ricca e splendente grazie alle corporazioni che la governavano.
Detta anche la Torre del Consiglio perché
vi si tenevano fino al 1556 le assemblee cittadine, questa torre è considerata il simbolo
di Sighisoara. Alta 64 m, venne eretta nel 1676. Interessante è il carillon con vari per-
sonaggi a carattere simbolico che si muovono ogni ora. Nel 1891 il tetto venne coperto
Sighisoara è anche la città natia del Principe della Valacchia Vlad Tepes (l’Impalatore) e ispiratore dell’ ormai, celeberrimo romanzo Dracula. Ogni anno, nell’ ultimo fine settimana di luglio a Sighisoara viene organizzato il festival medioevale, una manifestazione che ripropone l’atmosfera dei tempi remoti con musica, balli e costumi dell’epoca.
con tegole in ceramica colorata e smaltata. La torre è sede del Museo di Storia dal
1898 in cui, visitando le varie sale, è possibile ricostruire la storia della città.
Veduta dall’alto di Sighisoara
La Provincia
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Maramures
Situata all’estremo nord della Transilvania e al confine con l’Ucraina, Maramures è caratterizzata da montagne ricoperte di boschi che si alternano con incantevoli valli che conferiscono a questa regione un’immagine fiabesca. Nella zona la gente vive seguendo ancora i ritmi della natura. Ogni viaggio in Maramures è un viaggio in un tempo remoto; gli abitanti si impegnano a conservare le tradizioni, usi e
costumi le cui radici si perdono nella notte dei tempi. Alla base dell’intera esistenza della popolazione di Maramures sta il legno che non è solo un materiale per costruzioni ma, con il passare dei secoli, è diventato parte della vita, anzi è la vita stessa, perché qui tutto e fatto in legno dalle case alle chiese, dai portoni agli oggetti di uso quotidiano.
Le torri ad incastro Maramures è conosciuta nel mondo intero per le
sue caratteristiche chiese lignee con torri alte fino a 70 m costruite senza uso di chiodi, ma solamente
ad incastro. Sette di queste chiese sono state dichiarate dall’ UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Chiesa lignea
Baia Mare
Baia Mare è la principale città della regione del Maramures, una depressione, a nord della Romania, a circa 228 m sul livello del mare, cinta di montagne (Rodnei, Maramures, Tibles e monti Gutai) ai confini con l’ Ucraina, nei Carpazi orientali. Baia Mare, che si trova a 600 km da Bucarest, è il punto di partenza ideale per visitare l’intera regione del Maramures, ricca di oro, uranio e altri minerali. Vi sono diversi monumenti di architettura medioevale e tante altre attrattive turistiche tra cui: Piata Libertatii (Piazza della Libertà), Piata Cetatii (Piazza della Fortezza), Biserica din lemn (la Chiesa di legno) - una costruzione nello stile dell’arte popolare, tipica del Maramures che risale al 1630, Biserica “Sfânta Treime” (la Chiesa della Trinità), costruita nel 1717-1720, ecc.
Il Cimitero Allegro
Viaggiando nella zona, a pochi chilometri dalla città di Sighetu Marmatiei, al confine con l’Ucraina, è d’obbligo una sosta a Sapanta, che da molti anni è nel top delle preferenze dei turisti grazie al suo cimitero. Suona strano, ma è la verità. A Sapanta, il turista riceve una delle più belle lezioni di vita, ereditata dagli abitanti dai loro avi che consideravano la morte come un inizio e non una fine. Il cimitero di Sapanta, conosciuto come il “Cimitero allegro” ne è la testimonianza. La morte è accolta qui con l’allegria dei colori vivaci con cui sono dipinte le croci e con gli epitaffi satirici che descrivono la vita del defunto.
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La Provincia
Banato e Crisana
La parte ovest della Romania è conosciuta più che altro per la sua importanza economica e per le numerose imprese italiane che producono qui. In realtà si tratta di una regione ricca, una pianura divisa in due dal fiume Mures: al nord si trova Crisana mentre al sud si trova Banato. Ma l’importanza storica e culturale di questa zona della Romania va di pari passo con quella economica. Queste due regioni sono state sotto il dominio ungherese dal XI secolo al 1553 quando vennero conquistate dai Turchi. Nel 1699 l’Impero Ottomano ha riconosciuto agli Asburgici il diritto di guidare la Transilvania, Crisana inclusa, ma ha conservato il Banato. Dal 1719 fino al 1918 l’Impero Asburgico ha dominato l’intera Transilvania, il Banato e la Crisana, ma mentre Crisana conserva chiare influenze ungheresi, il Banato riflette in maniera evidente l’influenza tedesca.
Timisoara
Sede di un aeroporto internazionale, diventato ultimamente il più importante dopo quelli di Bucarest, collegato con i principali aeroporti italiani ed europei, Timisoara si trova nella parte Ovest della Romania, nei pressi del confine con l’ex Jugoslavia, non lontana dall’Ungheria e a meno di 600 km da Bucarest. Dalla piccola città fortificata agli inizi del 1212 conosciuta col nome Castrum Temesiensis, alla città di oggi con quasi 400 mila abitanti, Timisoara, la più grande città nell’Ovest della Romania, capitale del Banato, ha fatto passi da gigante. “La Piccola Vienna” o “La Città dei fiori e dei parchi” sono due dei soprannomi di Timisoara che riflettono due aspetti importanti della città: l’architettura molto simile a quella di Vienna e i numerosi parchi che danno un aspetto gradevole ed accogliente alla città. Grazie alla lunga dominazione asburgica ma anche alla vicinanza dell’Europa Occidentale, Timisoara è la città romena più cosmopolita, eccellente esempio di convivenza tra i popoli, con tre teatri, con cattedrali e chiese ortodosse e cattoliche, con ristoranti e bar dove si parla romeno, magiaro, tedesco, serbo e… italiano.
La Cattedrale di Timisoara di notte
Negli ultimi anni, grazie ad una buona politica locale, la città ha attirato migliaia di imprenditori stranieri, soprattutto italiani provenienti principalmente dal Veneto. Molto vivace è la vita culturale grazie anche alla presenza dell’Università, di teatri e musei.
Oradea Con circa 200.000 abitanti, la città di Oradea è situata nella valle del fiume Crisul Repede, molto vicina al confine con l’Ungheria. La città si presenta con un centro storico maestoso e due grandi piazze: piazza 1 Dicembre e piazza dell’Unione. La città è laboriosa, ricca d’acqua nel territorio e di piccole industrie. Le origini di Oradea si perdono nei periodi preistorici, dal neolitico fino al romano. La città fu rasa al suolo dalle invasioni dei mongoli nel 1241, rinacque comunque sulle rovine, per divenire residenza del Re di Ungheria Mattia Corvino.
Storica galleria di Oradea
I periodi successivi conobbero prosperità sotto l’impero asburgico; tornò a far parte definitivamente della Romania dopo la fine della seconda guerra mondiale. Da non perdere durante una visita della città: Cetatea Stelara (la cittadella stellare) che risale al XII secolo, il museo Tarii Crisurilor, la cattedrale romano-cattolica che è il più grande edificio sacro barocco della Romania.
La Provincia
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Moldova Dal punto di vista geografica, Moldova è situata tra i Carpazi all’ovest e il fiume Prut all’est. Moldova è una provincia storica che fu fondata tra il 1356 e 1359 dal voivoda (principe) Bogdan I che riuscì ad unificare i piccoli feudi presenti sul territorio.
A dispetto della sua tormentata storia, Moldova è stata culla della cultura romena: qui fu fondata la prima università romena (a Iasi) e il primo teatro ebreo al mondo, aperto nel 1876. Nello stesso tempo Moldova ha dato i natali ad importanti personalità del mondo
culturale romeno e universale. Tra queste citiamo: Mihai Eminescu, considerato l’ultimo grande romantico, l’erede assoluto di Leopardi, e lo storico Nicolae Iorga che ha fondato gli istituti culturali romeni in Italia ecc.
La fama internazionale della Moldova è strettamente collegata alla costruzione delle chiese e dei monasteri eretti dai principi moldavi tra il Quattrocento e il Cinquecento. Siti nella parte nord della Moldova, nella regione chiamata Bucovina, questi monasteri sono stati
inseriti dall’UNESCO nella lista dei più bei monumenti del mondo. Sette di questi sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità: Moldovita, Voronet, Humor, Arbore, Patrauti, Probota e la Chiesa di San Giorgio di Suceava.
Iasi
Principale centro della Moldavia, con più di 300.000 abitanti, Iasi sorge su un altopiano; la sua economia si basa sull’industria e i servizi. Qui si trova la più antica università del Paese. Le prime informazioni riguardo alla città di Iasi risalgono al 1407; questa risultava
essere un sito di dogana posto sulla strada per Suceava, che a quell’epoca era la
capitale della Moldova. Nel 1565 il principe Alexandru Lapusneanu trasferisce a Iasi la capitale. Dopo gli attacchi dei Tartari la città fu distrutta e conobbe altre insidie da parte dei Polacchi guidati dal re Giovanni Sobieski. Sotto il principe
Alexandru Ioan Cuza assunse il grado di capitale della Moldavia e Valacchia; ciò durò dal 1859 al 1862, anno in cui la capitale fu spostata a Bucarest. Dopo tale evento la città di Iasi conobbe un ridimensionamento, rimanendo comunque un importante centro della Romania, con una interessante vita culturale ed artistica.
Palazzo della Cultura di Iasi
Suceava
Con poco piu di 100.000 abitanti, Suceava si trova in un altopiano della Moldova, in riva all’omonimo fiume. Suceava è il posto ideale per iniziare la visita della regione e dei monasteri della
Bucovina. La storia di questa città inizia come una colonia dei Daci e risale ai primi 100 anni d.C. Iniziano periodi importanti nel XV secolo, allorquando la città diviene capitale della Moldavia, i periodi fiorenti sono però interrotti
dagli assalti di Solimano il Magnifico che la espugnò nel 1538. Dopo circa un ventennio la capitale è trasferita a Iasi, con questo evento iniziò dunque un periodo di decadenza. Nel 1775 viene annessa all’impero Austro-Ungarico; ritorna a far parte della Romania solamente nel periodo più recente seguente alla prima guerra mondiale. Tra i siti di maggior interesse turistico: il monastero Zamca, la chiesa
Sf. Ioan Botezatorul (S. Giovanni Battista), la chiesa Sf. Dumitru (S. Demetrio), il museo di etnografia e arte tradizionale.
Suceava - L’antichissima colonia Dacia
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La Provincia
Valacchia
Sita nella parte sud della Romania, la Valacchia confina a nord con i Carpazi e al sud è bagnata dalle acque del Danubio, che funge anche da confine naturale con la Bulgaria. Riconosciuta per la sua importanza agricola che le ha conferito nel periodo interbellico il soprannome di “granaio dell’Europa”, la Valacchia ha un grosso potenziale turistico culturale e religioso (dovuto ai tanti siti culturali e alle numerose chiese e complessi monastici), a quello verde e di avventura (grazie alla presenza dei Carpazi con tanti parchi naturali ma anche grazie alla presenza del Delta del Danubio), al turismo benessere e al turismo balneare (non dobbiamo dimenticare: la parte sud-est della Romania che gode della presenza del Mar Nero). La Valacchia, una delle più antiche provincie storiche della Romania ha ottenuto la sua indipendenza nel 1330 dopo la vittoria contro Carlo Roberto d’Angiò. I suoi principi più illustri tra cui citiamo Neagoe Basarab, Vlad Tepes e Constantin Brancoveanu hanno legato il loro nome alla fondazione di importanti città, di chiese e monasteri. Vlad Tepes alias Dracula è stato non solo uno dei più grandi difensori del mondo cristiano ma fu anche colui che menzionò per la prima volta, in un documento ufficiale, la città di Bucarest. La regione Oltenia, il cui nome deriva dal fiume Olt, uno dei più grandi fiumi della Romania, si trova nell’estremità sud del Paese, a sud dei Carpazi e sopra il Danubio. Anche se la sua storia non è stata delle più tranquille, l’Oltenia serba è uno dei posti di inaudito valore culturale inseriti in un quadro naturale mozzafiato. I suoi abitanti hanno saputo conservare la loro identità e le loro condizioni anche se hanno assimilato le influenze dei popoli vicini. I turisti che visitano questa regione sono attirati dalle vestigia delle città antiche, dalle rovine dei palazzi che nel medioevo erano splendide dimore principesche, dai musei e dalle tradizioni ancestrali. L’Oltenia è anche la patria di uno dei più grandi scultori del mondo, Constantin Brancusi, considerato, insieme ad August Rodin, il padre della scultura moderna. Durante una visita in Oltenia da visitare assolutamente il monastero Horezu (patrimonio Unesco dell’umanità) e il monastero “Dintrun lemn” la cui chiesa originaria fu costruita dal tronco di un solo albero (da qui il nome che significa “da un solo legno”).
Craiova
Eretta sulle rovine della fortezza dacia Pelendava, Craiova ha raggiunto il suo massimo sviluppo tra i secoli XIV – XV. L’ubicazione di quella che allora era la capitale della provincia ha favorito il suo sviluppo visto che si trovava sulla strada che i commercianti dell’epoca, provenienti dalla Penisola Balcanica, percorrevamo per raggiungere la Transilvania e da lì l’Occidente. Oggi è una città che conta oltre 250 mila abitanti ed è un importante centro universitario e culturale. Se andate a visitare questa città non esitate a riposare nel parco Bibescu: fu progettato dal francese E. Redont e vinse la medaglia d’oro alla mostra internazionale di Parigi nel 1900.
Constatin Brancusi nacque a Hobita nel distretto Gorj il 19 febbraio 1876. Compie i primi studi d’arte a Craiova, poi all’Accademia delle Belle Arti di Bucarest. Quindi lavora a Vienna e Monaco. Nel 1904 si trasferisce a Parigi dove si iscrive all’Ecole des Beaux- Arts e lavora presso gli atelier di Mercié e Auguste Rodin. A Parigi conosce e frequenta Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Henri Rousseau e Fernand Léger. Mantiene i legami con la sua terra d’origine dove espone ogni anno. A Targu Jiu si trovano alcune delle sue opere più importanti, ispirate all’arte tradizionale romena: “La porta del bacio”, “Il tavolo del silenzio”, “La colonna senza fine”. Studia e trae ispirazione dall’arte africana, egizia, cicladica e messicana che si riflettono nelle sue creazioni. Constantin Brancusi muore a Parigi nel 1957, dopo aver lasciato il suo atelier, insieme a tutto ciò che conteneva, allo Stato Francese. Attualmente l’atelier Brancusi è una mostra permanente vicino al Centro Pompidou (a Parigi).
La Provincia
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La regione della Valacchia che confina all’ovest con l’Oltenia, al sud e all’est con il Danubio porta il nome di Muntenia.
Nella sua parte centrale si trova la pianura chiamata Baragan, una delle più
ricche zone agricole dalla Romania grazie alle condizioni climatiche ottime per la coltivazione dei cereali. Oltre all’agricoltura, questa regione vanta un’altra
ricchezza: il petrolio, nelle vicinanze di Ploiesti da dove l’oro nero viene estratto da più di 100 anni.
A parte la capitale della Romania, Bucarest, che è anche capitale della Muntenia, la regione offre tante attrattive turistiche tra cui è doveroso citare il complesso
monastico di Curtea de Arges, considerato il Panteon della Romania, ma anche la bella cittadina montana Sinaia che oltre ad essere uno dei più bei comprensori
sciistici della Romania è anche uno dei maggiori punti di attrazione culturale grazie alla presenza dei castelli Peles e del meno conosciuto Pelisor.
Sinaia
Soprannominata anche “la perla dei Carpazi” Sinaia si trova a 125 km nord da
Bucarest nella zona chiamata la Valle del Prahova, una delle più popolari e visitate zone turistiche della Romania. Sinaia gode di un quadro naturale che non ha nulla da invidiare alle più note località montane simili dell’Europa. In più, la cittadina vanta la presenza di alcuni monumenti, tra i più visitati del Paese. Tra questi il Monastero Sinaia e i castelli Peles e Pelisor.
Il Castello di Peles
Il monastero Sinaia
Fu eretto nel 1695 dal nobile romeno Mihail Cantacuzino dopo un suo pellegrinaggio nella Terra Santa e al Monte Sinai. Da qui anche il nome del monastero che poi diventa il nome della città. Il monastero è costruito in stile brancovenesc (uno stile architettonico specifico della Valacchia del Seicento), con portico sostenuto da colonne in pietra scolpita. La pittura interna è ancora molto ben conservata. La biblioteca e il museo del monastero custodiscono manoscritti, icone, oggetti di culto, documenti antichi nonché la prima Bibbia stampata in lingua romena nel 1688.
Il Castello Peles
Considerato tra i più belli dell’Europa, il Castello Peles è un capolavoro di architettura eclettica dominato dallo stile neo rinascimentale tedesco. Voluto dal re Carlo I della Romania e dalla sua famiglia, il castello fu eretto tra il 1873 e 1883. Le 160 stanze del castello sono decorate con gusto (alla decorazione di alcune camere ha contribuito anche Gustav Klimt, amico della regina), riflettendo i più raffinati stili dell’epoca. Vetrate con scene di favole tedesche, lampadari in vetro di Murano, intagli in legno pregiato e oro o pareti rivestite in pelle di Cordoba, porcellane di Sèvre e sculture in avorio vengono a completare il quadro della residenza prediletta della famiglia reale e soprattutto della regina Elisabetta, mecenate e a sua volta scrittrice di un certo successo. Il castello di Peles potrebbe essere considerato anche il castello dei primati: - è stato il primo edificio del genere a disporre sin dalla costruzione di riscaldamento centralizzato e ascensore - nella sala del teatro voluta dalla regina è stata presentata per la prima volta in Romania una pellicola cinematografica. Adiacente al Castello di Peles si trova il Castello Pelisor (Il Piccolo Peles), Costruito in stile art nouveau, Pelisor ha 70 stanze decorate con mobili viennesi e vasi Tiffany e Lalique. Attualmente museo, il complesso Peles–Pelisor può essere visitato dal mercoledì alla domenica tra le 10,00 e le 16,00 (lunedì e martedì chiuso) www.peles.ro
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La Provincia
Dobrogea
Nella parte sud-est della Romania, che confina all’ovest e al nord con il Danubio, al sud con la Bulgaria e all’est con il Mar Nero si trova le regione chiamata Dobrogea. Più di 2800 anni fa le navi greche provenienti dal Mar Egeo penetrano nel mare che loro chiamavano Sciti Axaina (il blu scuro) oppure il Pontos Axeinos (il mare non accogliente). Approdano sulla costa dell’attuale Romania, fondano le prime città: Callatis (l’attuale Mangalia), Tomis (l’attuale Constanta), Histria (attualmente un immenso museo in aria aperta), Aegyssos (l’attuale Tulcea) e Axiopolis (l’attuale Cernavoda) – le ultime due, città porto sul Danubio, cambiano il nome del mare chiamandolo Pontos Euxeinos (il mare accogliente). Da queste parti, nell’antichità sono passati personaggi storici come Dario e Alessandro Magno. I romani conquistarono questa terra insieme a tutto il territorio della Dacia e quando l’Impero si divise, Dobrogea diventò parte dell’Impero Romano d’Oriente. Contesa tra la Valacchia e l’Impero Ottomano la Dobrogea entra a far parte definitivamente dall’impero nel 1416 fino alla fine dell’Ottocento quando ritornò alla Romania. La regione vanta dei primati dal punto di vista geologico come le più vecchie montagne del mondo (Monti Niculitel vecchi di quasi 400 milioni anni) e la terra più giovane del mondo – il Delta del Danubio – terra formata dalle alluvioni portate dal grande fiume fino al suo incontro con il Mar Nero.
Constanta
Il Casinò di Constanta
La statua di Ovidio
La più grande città porto del Mar Nero, Constanta risente ancora del passato che vide la presenza dei Greci e dei Romani: è una città d’arte, meta irrinunciabile per gli appassionati. Le prime tracce della città risalgono al VII sec. a.c., quando i navigatori greci fondarono la prima città con il nome “Tomis”. Successivamente i romani conquistano Tomis, sotto la guida di Lucullo. Tomis diviene sempre più un centro di importanza commerciale, tanto che divenne capitale della Scithia minor. Il declino la porta alla completa distruzione, anche a seguito degli attacchi di diverse popolazioni: decisivo quelli degli Avari. Ricompare nel XIII sec. con il nome di Constanta, battezzata così dall’imperatore Costantino. Dopo il dominio dei Turchi, passano diversi secoli prima che Constanta conosca un periodo di rinnovamento, che arriva sul finire del XIX secolo, allorquando i territori della Dobrogea vengono annessi a quelli della Romania. Ci sono tanti posti di interesse turistico da visitare, tra questi proponiamo: Piata Ovidiu (Piazza Ovidio) che è sempre stata considerata la principale piazza della città dove possono essere ammirati gli edifici storici tra cui il Museo di Storia Nazionale e di Archeologia; la piazza è dominata dalla statua del poeta romano Ovidio, esiliato a Tomis dall’Imperatore Adriano; il porto turistico è la marina della città di Constanta; qui ci si può sedere ai tavolini dei bar a bere un drink godendo del bel panorama del centro storico; la Cattedrale Ortodossa eretta tra gli anni 1884-1895 (nelle sue vicinanze sono i resti rinvenuti da alcuni scavi archeologici, relativi alla antica Tomis); il museo di scultura Ion Jalea (nel museo si trovano le sculture dell’artista Ion Jalea, uno dei più grandi scultori romeni contemporanei); il Museo d’Arte (dove sono esposti i quadri dei pittori più importanti della Romania, attivi tra l’ottocento e il novecento); il Museo della Marina Romena, la Grande Moschea (costruita nel recente 1910-1912 sui resti di una precedente costruzione). Altre cose da visitare: l’acquario (sito di fronte al Casinò, vicino al porto), il delfinario (sito sulla sponda Est del lago Tabacariei), il Museo Etnografico (sito nei pressi della Piazza Ovidiu), l’edificio Romano con mosaico (in Piazza Ovidiu).
Idee per il viaggio
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La Romania in breve idee per viaggiare Le strade da seguire per andare alla scoperta dei posti più belli della Romania sono infinite, come infiniti sono i posti da scoprire. Basta solo decidere da dove cominciare: se dalla medievale Transilvania oppure dal Maramures terra dei finissimi intagliatori, o ancora dalla Moldova delle chiese dipinte, dalla Valacchia – patria dello scultore Constantin Brancusi oppure dalla regione chiamata Dobrogea situata tra il Danubio e il Mar Nero, terra di ancestrale bellezza. La scelta è libera perché ogni regione ha il suo carattere, la sua storia e una cultura da
Brasov e il castello di Bran
Pensato come posto di guardia e di sdoga-
namento merci, il castello eretto nel ‘300, fu
regalato, agli inizi del ‘900 alla regina Maria che lo trasformò nella sua residenza estiva. Il castello si trova a pochi chilometri dalla città di Brasov, una città medievale eretta
raccontare.
dai coloni sassoni nel’200. Nonostante sia
Transilvania; fortezze, boschi e… misteri
Brasov si presenta immersa nella natura, a
Appena arrivati in Transilvania ci si rende conto che è esattamente così come la gente se la immagina: una terra di castelli e fortezze, spesso al ridosso delle montagne o nascosti tra i boschi, che sembrano usciti da un film sul conte Dracula. Austera, piacevolmente misteriosa e costellata da città medievali dal fascino immutato che ne aumentano la suggestione. Non a caso il Castello di Bran è
una delle principali città della Romania,
causa della sua particolare posizione che ha facilitato lo sviluppo nella sola direzione di Nord-Est, mantenendo quindi intatta la
delimitazione nelle rimanenti direzioni ove si affacciano boschi fitti di alberi.
chiamato “il castello di Dracula”. Con le sue belle torri e le sue mura bianche lo si scorge già da lontano sulla cima dell’altura che domina il paesino omonimo.
Il Castello di Bran
Altre tappe d’obbligo sono Sighisoara - una città medievale, tutt’ora abitata e meglio
conservata in tutta la Romania, inserita dall’ Unesco tra i siti patrimonio dell’umanità, Cluj Napoca – capitale storica della
Transilvania e Sibiu – Capitale europea della cultura nel 2007.
La Transilvania è inoltre costellata da piccoli
centri abitati come Viscri, Prejmer e Biertan
caratterizzati da chiese fortificate intorno alle quali si è sviluppato il paese. Questi centri fanno parte dai siti protetti dall’Unesco. Villaggio della Transilvania
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Idee per il viaggio
Moldova, terra di artisti
La regione situata nella parte Est della Romania è conosciuta nel mondo intero come “la patria del monasteri dipinti” e rappresenta un
tappa irrinunciabile. Gli affreschi esterni riproducono scene della Bibbia in cui spesso sono presenti personaggi dell’epoca: i turchi, nemici
dei romeni e del mondo cristiano, sono destinati agli Inferi mentre principi moldavi si ritrovano spesso tra i santi. Sette di queste chiese affrescate sono patrimonio Unesco dell’umanità: Voronet chiamata anche la Cappella Sistina dell’Oriente, Moldovita, Sucevita, sono i
nomi più conosciuti. Siti in un quadro naturale mozzafiato questi monasteri permettono al visitatore di ripercorrere con gli occhi e con la mente scorci panoramici senza rivali. Iasi e Suceava sono le città più note, accomunate dal loro passato di capitali della Moldova quando
questa provincia storica era ancora principato indipendente. Iasi è il più vecchio centro universitario della Romania, cosmopolita e vivace, punteggiata da favolosi palazzi. Suceava fu capitale della Moldova tra il 1388 e il 1565 e un fiorente nodo commerciale fra Europa e la Turchia. Fra le sue attrattive: la cittadella e le bellissime chiese (già nel 1500 la città ne vantava oltre quaranta). Terra di artisti e spiriti
creativi, la Moldova e anche la terra natia di alcuni dei più importanti scrittori della Romania tra cui il sommo poeta Mihai Eminescu o il narratore Ion Creanga.
Castelli e chiese della Valacchia
Non è una delle regioni più conosciute, ma non per questo è meno importante. Non soltanto perché la capitale Bucarest ne fa parte
ma perché ha tutte le ragioni per pretendere e meritare l’attenzione dei viaggiatori. Il suo patrimonio storico e architettonico è straordinariamente ricco. Ne fanno parte monasteri antichissimi come quelli di Cozia, Horezu (patrimonio Unesco), Dintr-un lemn e
Tismana, e anche castelli come Peles e Pelisor. Secondo i visitatori, Peles sarebbe uno dei luoghi imperdibili della Romania, per varie
ragioni: la prima è la sua particolare e eclettica architettura, che lo rende molto simile ad un castello delle fiabe. Quindi gli interni arredati
con i materiali più preziosi ed esotici che lasciano letteralmente a bocca aperta anche il visitatore più smaliziato. Per non dire che alcune stanze sono state decorate dal grande Klimt in persona. Peles fu costruito dal re Carlo I di Romania come residenza estiva della famiglia
reale. Il vicino castello Pelisor, fu costruito dal re per il suo nipote Ferdinando, suo erede e futuro re del Paese. Quasi tutti i suoi arredi
furono fatti arrivare da Vienna e sono ancora visibili all’interno dell’elegante residenza. Non tutti sanno che alla Valacchia va anche il merito di aver dato i natali allo scultore Constantin Brancusi, considerato il padre della scultura moderna e allievo dell’altrettanto grande Auguste Rodin.
Il parco nazionale Retezat: Sito nella parte centro-occidentale della Romania, Retezat, che fa parte della catena dei Carpazi Meridionali, è il più antico parco nazionale del Paese (1935). Il parco nazionale ha una superficie di 38.047 ettari di cui 1.800 sono stati dichiarati (dal 1955) area strettamente protetta nella zona chiamata “Gemenele”. Il parco nazionale Retezat dispone di una grande diversità di forme che si riflette in un paesaggio spettacolare formato da cime che sembrano sorreggere il cielo che si alternano con valli e laghi glaciali. Sono in tutto 58 i laghi di origine glaciale permanenti di cui il più profondo è Zanoaga (29 m) e il più grande è Bucura (8,86 ettari). Rinomato per la sua diversità floristica, Retezat serba 1.190 specie di piante superiori, un terzo di tutte le piante superiori conosciute in Romania. A queste si aggiungono un numero quasi uguale di specie di piante inferiori. Nelle passeggiate tra le valli del parco Retezat è facile incontrare specie rare tra cui la scarpetta di Venere, diversi tipi di genziana, lo sparviere, il fiordaliso o la regina delle piante alpine, la stella alpina. Il parco nazionale Retezat, grazie ai suoi habitat naturali, custodisce una fauna particolarmente ricca sia per il numero di specie che per il numero di esemplari di queste specie. I laghi pullulano di trote e altre 11 specie di pesci, di cui alcune si trovano solo in questa zona. Sempre qui hanno trovato il loro habitat 185 specie di uccelli tra cui l’aquila reale, il falco pellegrino, l’aquila anatraia, il biancone, il gallo cedrone, il gufo reale, la civetta nana e la cicogna nera. I mammiferi del Parco sono raggruppati in 55 specie che rappresentano il 23% dei mammiferi terrestri dell’Europa. Troviamo qui lupi, l’orso bruno, la lince, il gatto selvatico, ma anche il camoscio, il cervo, il capriolo, la lontra e la marmotta. Le grotte sono il regno di 13 specie di pipistrelli tra cui il rinolfo maggiore (rhinolophus ferrumequinum), il serotino bicolore (vespertilio murinus) e il pipistrello comune.
Idee per il viaggio
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Dobrogea – un viaggio tra storia e natura, tra sole e mare I primi uomini si stabilirono su queste terre in epoca paleolitica dando origine poi alla cosiddetta cultura Hamangia. Da allora la regione non fu più abbandonata e con il trascorrere della storia si trasformò in una terra battuta da diversi popoli: greci, romani, bizantini e ot-
tomani. Il poeta latino Ovidio vi dimorò da esiliato, non senza lasciarsi sedurre e ispirare dalle tinte e dai panorami per scrivere alcune delle sue migliori opere.
Anche la natura ha contribuito a fare di questa terra un luogo di particolare bellezza. E’ infatti qui che il Danubio termina il suo periplo europeo sfociando nel Mar Nero e offrendo il suo delta come perfetto habitat per infinite specie di pesci e volatili. Si tratta di 5.800 kmq di natura allo stato puro: la più grande riserva di zone umide d’Europa con oltre 1.200 specie vegetali, circa 300 specie di uccelli e un centinaio di varietà ittiche. Un patrimonio di ricchezza del tutto unico, non a caso protetto dall’Unesco e dal WWF.
Faro genovese di Constanta
Mare e vacanze Delta del Danubio
Dobrogea è anche il litorale del Mar Nero
che concentra il 40% della capacità ricettiva della Romania, oasi di divertimento e
di benessere per turisti di tutto il mondo. Uno scampolo di terra che continua a riservare infinite piacevoli sorprese per chi ama
il contatto con la natura ma anche per chi
desidera di trascorrere una vacanza godendo dei piaceri di un mare a bassa salinità e per
sua stessa natura privo di fauna urticante e insensibile ai flussi delle maree.
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Il patrimonio UNESCO dell’umanità 31 tesori tra storia e natura Le chiese in legno del Maramures:
Il Maramures è la regione del Nord estremo della Romania, al confine con l’Ucraina. La regione, scrigno di tradizioni ancestrali, è caratterizzata dalla lavorazione del legno in tutte le sue forme: dall’ edilizia agli oggetti utili per la casa. Sono sette i siti Unesco in Maramures, tutti e sette rappresentati dalle chiese costruite in legno senza utilizzo di chiodi ma solo ad incastro.
Barsana: risalente al 1720 è dedicata alla Madonna ed è costruita su una pianta rettangolare; Budesti-Josani: risalente al 1642 e intitolata a San Nicola, è caratterizzata da pitture murali del 1762; Desesti: fu costruita nel 1770 al posto di una chiesa del 1360; le pitture interne sono state realizzate nel 1780; Ieud: eretta nel 1717 è dedicata alla nascita della Vergine Sisesti (nel villaggio Plopis): è una chiesa dedicata ai Santi Arcangeli ed è considerata la più bella e la più armoniosa delle chiese del Maramures; Una Chiesa costruita in legno
Una lista lunga e variegata:
Poienile Izei: eretta nel 1604 contiene affreschi del 1794; La chiesa del villaggio Rogoz: (sulla riva del fiume Lapus) fu eretta nel 1663 e dedicata agli Arcangeli. Incendiata dai Tartari, fu ricostruita nel 1717;
I siti romeni dichiarati patrimonio Unesco dell’umanità. La lista che raggruppa monasteri, chiese linee, fortezze e chiese fortificare, siti archeologici di grande valore e il Delta del Danubio – una riserva naturale fra le più importanti del mondo.
La chiesa del villaggio Surdesti: eretta nel 1767, è costruita in legno di rovere su una base di pietra. La sua torre alta 54 m è una delle più alte della regione.
Il Delta del Danubio
Monastero Bârsana
I tesori dell’UNESCO
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I monasteri della Moldova Voronet: dedicata a San Giorgio, fu eretta nel 1488 dal principe Stefano il Grande
e affrescata nel 1547; i suoi affreschi, tra cui Il Giudizio Universale le hanno valso la fama di “Capella Sistina dell’Oriente” .
Patrimoni dell’Unesco I siti monastici della Moldova (la regione
dell’Est del Paese che include anche la
Bucovina) sono stati inseriti nel 1993 nella
Humor: eretta nel 1530 fu dipinta del 1535; il colore che caratterizza i suoi
lista dei monumenti protetti dall’Unesco.
affreschi è il rosso mattone.
Grazie ai loro affreschi che hanno resistito
Moldovita: eretta del principe Petru Rares nel 1532 e affrescata 1537 è una delle
delle stagioni, questi monasteri sono stati
più belle chiese affrescate della Bucovina; il suo affresco più noto è “l’Assedio di Costantinopoli”;
alle vicissitudini della storia e del susseguirsi
paragonati spesso a dei capolavori come la Cappella degli Scrovegni, il Duomo di
Il monastero Probota: è una delle più belle espressioni dell’architettura cristiana
Orvieto oppure alla Cappella Sistina.
moldava; la chiesa fu dipinta nel 1532;
La chiesa di Patrauti: fu commissionata del principe Stefano il Grande nel 1487. Il suo affresco più rappresentativo è “la cavalcata della Santa Croce” che, come tutti gli affreschi delle altre chiese, ha un profondo significato anti-ottomano;
Arbore; il monastero consacrato alla decapitazione di San Giovanni Battista fu eretto nel 1503 mentre gli affreschi risalgono al 1541
La chiesa San Giorgio di Suceava; la sua costruzione iniziò nel 1514 e fu ultimata
nel 1522 mentre gli affreschi, di cui si conservano solo alcuni frammenti, risalgono al periodo compreso tra 1532 e 1534
Dettaglio affresco monastero Sucevita
Gli affreschi nel monastero Probota
Monastero di Voronet
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I tesori dell’UNESCO
I siti Unesco della Transilvania Sighisoara: è la più bella città medievale della Romania; eretta tra il Trecento e il Quattrocento ha conservato magicamente la sua aria medievale con le vie strette, le case massicce, le possenti mura di cinta e torri da difesa. Spiccano la torre dell’orologio, la chiesa della collina e, senza ombra di dubbio, la casa natia del principe Vlad (alias il Conte Dracula) – oggi ristorante; La chiesa fortificata di Biertan fu eretta tra il 1492 e il 1515; il portale della sacrestia è considerato un capolavoro del genere; Calnic è una fortezza menzionata per la prima volta in un documento nel secolo XII; Il villaggio di Biertan visto dall’alto
Darjiu risale al XV secolo con fortificazioni del XVI secolo; all’interno conserva pitture murali di grande valore artistico; Prejmer è la più possente roccaforte contadina della Transilvania. Molto interessante è la chiesa evangelica costruita in stile gotico eretta nel 1250; La chiesa evangelica di Saschiz eretta tra il 1493 e il 1496 è molto interessante per le sue fortificazioni; La cittadella Viscri fu eretta nel XVI secolo è presenta una doppia cinta muraria; interessante la chiesa evangelica costruita in stile gotico;
Monastero Horezu
La chiesa San Pietro di Valea Viilor risale al XII secolo e ha l’aspetto di una torre di difesa;
Le fortezze daciche dei Monti Orastie Prima dell’arrivo dei romani, il territorio dell’attuale Romania era abitato dai daci, popolo appartenenti alla grande tribù dei traci. I siti di Blidaru, Capalna, Costesti,
Lucani Piatra Rosie e Sarmizegetusa Regia che si trovano nel Monti Orastie, costruite tra il I° secolo a. C. e il I° secolo d.H. testimoniano dei leggendari avi dei
romeni che hanno costruito un imponente sistema di difesa in cui “convivevano” elementi di architettura militare con elementi di architettura religiosa.
Il monastero Horezu: inserito tra i monumenti patrimonio dell’umanità nel 1999, si tratta del più ampio complesso monastico medievale conservatosi nella
Valacchia. Il complesso comprende la chiesa eretta tra il 1690 e il 1693, la cappella, la torre campanaria e il refettorio.
Il Delta del Danubio è per grandezza il secondo delta dell’Europa con una
superficie di 2.681 kmq. E’ considerato un vero paradiso terrestre grazie alla
ricchezza della sua flora e della sua fauna. Il Danubio sfocia nel Mar Nero attraverso tre bracci: Chilia, Sulina e Sfantu Gheorghe (San Giorgio). Dettaglio del Monastero Horezu
Turismo benessere
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Turismo benessere in Romania il patrimonio termale In Romania la pratica del termalismo risale agli antichi Romani, ed è ancora ampiamente diffusa.
La Romania vanta un ricco patrimonio termale europeo: un terzo delle sorgenti minerali sono sparse sul suo territorio. Nel Paese si trovano infatti ben settanta
centri termali attivi, indicati per la cura di varie patologie ma anche per rilassanti trattamenti di remise-en-forme. Le sorgenti termali (alcaline o acide, a base di
zolfo o ferro, ecc) insieme ai laghi con proprietà terapeutiche dovute ai fanghi, fanno della Romania una meta ricercata per le cure delle diverse affezioni e malattie di tipo cardiovascolare, reumatico, respiratore, digestivo, neurologico, etc.
Il quadro termale viene completato dai centri termali del sud-ovest come Buzias o
Baile Herculane, località fondata dai Romani e dedicata ad Ercole e dove, secoli più tardi, l’imperatore Francesco Giuseppe e la moglie Elisabetta fecero costruire
un padiglione personale per le cure; nel nord-ovest del Paese l’importante spa Baile
Felix accoglie i turisti con le sue acque termali che arrivano ad una temperatura di 60°; nella Valle dell’Olt, regione piena di storia, si trovano le località Ocnele Mari, Govora famosa per cure contro l’asma e la bronchite e che dal 1887, in
seguito all’idea dell’idrologo francese Buchet, diventa la prima località romena
Attività in un Centro Benessere
che produce l’acqua minerale imbottigliata, e Olanesti, che ricevette nel 1873
Il polo benessere nel Mar Nero
allergie, malattie del sistema digestivo e respiratorio. La fama di questa località è
I più frequentati centri benessere si trovano
minerale miracolosa di Olanesti sostenendo che gli effetti curativi fossero più
centri offrono trattamenti a base dei fanghi
la Medaglia d’Oro alla Mostra di Vienna per le sue acque che curano diverse dovuta anche all’imperatore Napoleone III che si faceva portare in Francia l’acqua
completi delle acque di Evian. Anche il centro del Paese gode di importantissimi sorgenti termali, tra cui: Borsec con le sue acque minerali a base di calcio e
magnesio, Tusnad famosa per i trattamenti aerosol e con mofeta (il biossido
di carbone che fuoriesce dalla piccole aperture della terra), Balvanyos, Sovata,
nota per le acque a base di cloruro di sodio con ottimi risultati nelle affezioni ginecologiche e contro la sterilità (non per caso l’emblema della città è una cicogna con un bimbo nel becco).
Un posto d’onore nel mondo del wellness romeno è rappresentato dai trattamenti
a base di Gerovital e Aslavital, i primi prodotti al mondo ideati per ritardare l’invecchiamento cellulare. I famosi trattamenti della dottoressa Ana Aslan furono
collaudati da pazienti illustri come Charlie Chaplin, Pablo Picasso, Omar Sharif
o Fidel Castro. Alla dottoressa Ana Aslan, la Romania deve la fama di essere una delle principali mete del turismo benessere fin dalla metà del scorso secolo.
sulle sponde del Mar Nero. In questa zona i
terapeutici, balneoterapie e elioterapie. Località come Eforie, Neptun, Mangalia, Techirghiol – noto per le cure con il fango e
per le proprietà delle sue acque salate simili a
quelle del Mar Morto – hanno fatto la storia del turismo benessere in Romania.
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Turismo attivo
Turismo attivo Lo sport in Romania La diversità morfologica del Paese offre la possibilità di sviluppare numerose attività sportive che rendono la destinazione un’importante punto di riferimento per le vacanze. Le possibilità di svolgere il turismo attivo in Romania sono diverse: sci, trekking, cicloturismo, rafting, golf, caccia, pesca, speleologia e tante altre.
Escursione nei Monti Carpazi
Escursione in Mountain Bike
La caccia in Romania:
La caccia attira ogni anno tanti appassionati di questa attività. Il patrimonio venatorio della Romania si fregia di 732 trofei premiati e 448 medaglie d’oro all’attivo. L’offerta è divisa in due grandi categorie: la cacciagione piccola, galli cedroni, oche e anatre selvatiche, e poi quella di grossa taglia come orsi, cinghiali, lupi, cervi e camosci. Per chi invece è appassionato della pesca, le zone raccomandate sono i fiumi e i laghi del Sud e del centro del Paese, i torrenti di montagna e l’immancabile Delta del Danubio. Le specie più incontrate sono la carpa, il luccio, il pesce gatto e la trotta nelle acque di montagna.
Lo sci viene svolto soprattutto sui massicci Postavarul e Bucegi, il punto di passaggio tra le storiche regioni Transilvania e Valacchia. La località più nota per lo sci è Poiana Brasov a 1.030 metri di altitudine. Segue Predeal, a mille metri di quota con piste illuminate per lo sci notturno e impianti per la neve artificiale, per quelle rare occasioni che non nevica. Da ricordare sono anche Azuga e Busteni che hanno nuovi impianti di risalita e le piste recentemente ristrutturate. Ma lo sci può essere praticato anche nei Carpazi Orientali a Vatra Dornei, Durau o Piatra Neamt oppure nei Carpazi Occidentali. I Monti Carpazi rappresentano la principale meta per il trekking. Le cime più alte della catena montuosa sono: nei Carpazi Orientali la cima Pietrosul Rodei (2.303 m), nei Carpazi Meridionali Moldoveanu, la veta più alta della Romania (2.544 m) e nei Carpazi Occidentali la Curcubata Mare (1.849 m). I percorsi trekking più difficili si trovano nei monti Rodna, Bucegi, Piatra Craiului, Parang, Retezat e Fagaras mentre, generalmente, i più facili in Ceahlau, Ciucas, Harghita, Trascau e Bihor Vladeasa. Il mountain biking è un altro sport che si pratica con successo sulle montagne e gli altopiani della Romania. Le catene montuose che coprono un terzo del territorio romeno offrono un vasto comprensorio da esplorare su due ruote. Le più interessanti zone per il cicloturismo sono la Bucovina, la zona Neamt – Ceahlau – Cheile Bicazului, i monti Apuseni, i Carpazi de Curbura, Monti Banatului. In bici si possono raggiungere alcune delle più alte cime tipo Curbata Mare (nel distretto Bihor), Vladeasa e Muntele Mare (nei monti Apuseni), Mestecanis, Rarau, Ignis (Gutai), Retitis (Calimani), Lacauti (nei monti Vrancei), Penteleu (nel distretto Buzau), Omu (Bucegi). Un traguardo da superare è la Transalpina – la strada che arriva al passo più alto della Romania, Urdele a 2.147 m. La rete idrografica della Romania è anche essa una risorsa per il turismo attivo, soprattutto se si tratta dei fiumi e torrenti che scendono veloci dalle montagne offrendo così agli appassionati degli sport estremi come il rafting e canioning la possibilità di mettere alla prova le loro capacità su tragitti con vari livelli di difficoltà e di varie lunghezze. Le discese in gommone vengono organizzate su vari fiumi del Paese tra cui il Mures (Valea Muresului), l’Olt (Valea Oltului) nella parte centrale della Romania, i fiumi Cris (Alb, Repede, Negru, Varatec, Mic, Baitei e Pietros) e Nera, che si trovano nella parte Ovest del Paese, Dambovita al Sud e Bistrita all’Est.
Business travel
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Business travel in Romania il commercio e gli affari Sette aeroporti internazionali, una rete stradale e ferroviaria articolata e, soprattutto, una posizione geografica favorevole che da secoli la pone al centro dei movimenti commerciali fra Europa e Asia, fanno della Romania una meta indicata anche per
il turismo di affari. I grandi centri per i convegni e le aree espositive e fieristiche che si trovano nei principali centri del Paese, uniti all’ampia disponibilità di sale per riunioni, meeting e conferenze offerta dagli alberghi, consentono infatti di
organizzare con successo gli eventi più diversi. Con la garanzia di un’elevata qualità
Interno del Palazzo del Parlamento a Bucarest
del servizio e dell’assistenza dell’ospite.
Per comprendere quanto la Romania sia oggi attrezzate per il business travel è infatti sufficiente pensare che ogni anno vengono organizzati nel Paese circa 5.000 meeting e quasi un migliaio di eventi, per un numero di partecipanti superiore al
milione. L’obiettivo è naturalmente quello di far lievitare questo numero in virtù dell’ampia e variegata offerta di location, e anche dell’opportunità di escursioni e
di svago offerte dal territorio per completare il soggiorno. Ovviamente in primato della ricettività business travel va a Bucarest, che, a corredo del viaggio di lavoro
mette a disposizione un ampio ventaglio di passatempi: dalla visita alle gallerie d’arte o ai musei, fino ai casinò e agli eleganti club e locali notturni. Centri per i
congressi e conferenze si trovano però anche nelle località di montagna e di mare. Di queste ultime le più attrezzate sono Constanta, Mamaia e Mangalia, mentre per chi preferisce il fresco e il verde delle montagne, Brasov, Poiana Brasov e Sinaia possiedono alberghi e centri convegni in grado di soddisfare ogni esigenza. Anche
in questo caso l’offerta di svago è ampia e talvolta arricchita da un corroborante
servizio spa e wellness, ideale per recuperare le energie dopo una giornata di lavoro. Interno della Casa di Risparmio a Bucarest
Interno dell’Ateneo di Bucarest
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Vacanze in campagna
Vacanze in campagna l’agriturismo e le tradizioni popolari Transilvania:
Immersi in un paesaggio mozzafiato, a pochi chilometri da Brasov ed a poco più di 150 m da Bucarest, i villaggi Bran, Moeciu de Sus e Moeciu de Jos, Pestera, Simea e Fundata offrono ospitalità a turisti arrivati da tutto il mondo. Poi nei dintorni di Sibiu - Marginimea Sibiului – possiamo trovare ospitalità a Salistea o a Sibiel (dove si trova il più grande museo di icone su vetro del mondo) oppure a Dilisca, Rod, Jina, Poiana Sibiului e Rasinari (dove sono nate grandi personalità della cultura romena e mondiale tra cui Emil Cioran). Un viaggio in Valea Ariesului (nel distretto di Alba) nella parte Sud dei Monti Apuseni ti aiuta a penetrare in una delle più interessanti contee: Tara Motilor. Un viaggio che ti porta a conoscere la storia di questa terra e di questa gente (chiese in legno, masserie, monumenti che ricordano i momenti cruciali della storia). Nello stesso tempo in questa zona gli amanti della natura vengono appagati con paesaggi indimenticabili e nello stesso tempo unici dovuti ai frequenti: il ghiacciaio Scarisoara, la Grotta di Ionete, le gole Ordancusii.
Maramures: Bambina in costume tradizionale
Una vacanza in agriturismo:
I villaggi romeni conservano ancora tutte le tradizioni dei secoli passati, pertanto una vacanza in uno dei tanti agriturismo della Romania prende per molti le dimensioni di un viaggio nei tempo passati: altri sapori, altri colori, altre dimensioni del tempo. Il contadino romeno ha per sveglia il canto del gallo e conserva quella ingenuità e quella saggezza che l’Occidente ha perduto da ben mezzo secolo. Il villaggio significa, quindi, tradizioni, costumi ancestrali, sagre e feste, buon cibo e buon vino. La campagna romena sembra una cartolina i cui elementi, il paesaggio, il costume tradizionale, la gente ti rimangono impressi nella mente.
Lungo le valli create dai fiumi Mara, Iza, Vaser o Cosau, riparati dalle montagne che li circondano, i villaggi della regione chiamata Maramures sono un richiamo per i turisti grazie alla loro principale caratteristica: qui tutto è fatto in legno, dalle chiese alle case e ai portoni monumentali che rassomigliano ad archi di trionfo. Ogni villaggio è un invito sempre aperto: nel villaggio Surdesti si trova la più grande chiesa del mondo eretta interamente in legno, Barsana dove si trova uno dei più interessanti complessi monacali, eretto anche esso in legno, Sapanta, il villaggio che richiama i visitatori con il “Cimitero Allegro” e poi Ieud, Bogdan Voda, Rozavlea chi più ne ha, più ne metta…
Bambini in costume durante una festa tradizionale
Vacanze in campagna
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Bucovina:
è ormai il sinonimo delle chiese affrescate al esterno, conosciute in tutto il mondo. Una volta arrivati nei pressi di queste chiese dove il silenzio è interrotto soltanto dal suono delle campane è difficile non fermarsi ad una delle tanti pensioni agrituristiche della zona. Qui i contadini hanno saputo sfruttare pienamente la bellezza del paesaggio. Vama, Vatra Moldovitei, Marginea, Solca, Putna sono soltanto una parte dei villaggi dove una vacanza significa un full immersion nella natura e nella cultura. Altre zone in cui il classico albergo può essere sostituito senza rimorsi con l’accoglienza rurale sono: il Delta del Danubio, il nord dell’Oltenia dove troviamo altri esempi di spiritualità cristiana ortodossa materializzati attraverso i monasteri della zona tipo Hurez (patrimonio Unesco), Dintr’un lemn (la cui chiesa fu costruita come dice il suo nome dal tronco di un unico albero). Tutte le pensioni agrituristiche sono classificate, come gli alberghi, in conformità con le leggi vigenti da uno a cinque fiori; ognuno ha un’insegna con il nome e la classifica (il numero di fiori, equivalente alle stelle degli alberghi); generalmente tutto quello che si consuma negli agriturismo dal latte al vino, dal formaggio alla carne sono di produzione propria.
L’interno di una chiesa affrescata
Arrivare nei villaggi con ricettività turistica è facile: sui cartelli stradali, vicino al nome della località sta disegnato un fiore stilizzato. In molte località ci sono dei punti di informazioni turistiche dove i turisti possono avere informazioni sulla ricettività ma anche sulle cose da vedere. Per maggiori informazioni visitare il sito dell’Associazione Nazionale per il Turismo Rurale ed Ecologico www.antrec.ro
Villaggio Ciocanesti
Tramonto autunnale
Vecchio del Maramures
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La Romania a tavola
La Romania… a tavola la cucina romena Il menù “standard” romeno è composto un antipasto, che può essere caldo o freddo, a base di verdure, carne e formaggi, un primo - vari tipi di minestre, un secondo di
carne, pesce o pollame accompagnato da un contorno (garnitura) e un’insalata, che d’inverno viene sostituita da muraturi (sottoaceti). Di sicuro non può mancare il dolce che sia esso di alta pasticceria o “fatto in casa”.
Nella regione racchiusa tra il Danubio e il Mar Nero, nella regione chiamata
Dobrogea è facile da immaginare che il re della tavola è il pesce cucinato in tutti i modi. Dopo un antipasto a base di crema di uova di luccio, filetto affumicato di storione o carpa e acciughe fritte segue la zuppa di pesce (molto diversa rispetto alla
zuppa di pesce italiana). Come secondo piatto vengono proposti: saramura de crap
o di siluro (carpa in salamoia), siluro alla griglia o rombo con salsa di pomodoro e Una selezione di vini romeni
Il vino e i romeni:
aglio, tutto accompagnato da un buon vino Aligoté o un Sauvignon Blanc di Sarica
Niculitel o di Murfatlar. Per coloro che non amano il pesce viene proposto agnello
al forno o capretto alla brace “annaffiato” dal Merlot di Murfatlar o da un buon
La cucina romena molto ricca e molto saporita ha saputo utilizzare a regola d’arte le influenze delle cucine dei vicini da quella balcanica a quella ungherese e tedesca senza scordarsi delle influenze arrivate via mare dai Paesi lontani.
Cabernet Sauvignon prodotto a Sarica Niculitel o a Oltina.
Lo scrittore ed enciclopedista romeno Bogdan Petriceicu Hasdeu diceva dei suoi connazionali che sono un popolo viticolo per eccellenza e che le loro radici si confondono con quelle della vigna che coltivano con tanto amore. Motivo per cui non esageriamo quando affermiamo che i romeni rassomigliano al vino che producono: sono allegri e affettuosi, “frizzanti” e accoglienti, pazienti e fiduciosi nel loro futuro.
nell’Ottocento. La più vecchia vigna 100% romena è quella di Cotnari menzionata
Moldova è una regione enogastronomica per eccellenza. Trecento anni fa, il principe Dimitrie Cantemir scriveva: ”tutti gli altri doni della Terra sono superati qui da vigne da favola…” Questa regione vanta anche il fatto che è riuscita a conservare
delle vigne autoctone, scampate alla filossera che si abbatte sulle vigne romene per la prima volta in un documento nel lontano 1448.
Un buon vino accompagna sempre un buon pasto, ecco il motivo per cui vi invitiamo a conoscere la Romania… a tavola.
Un primo piatto di Pesce
La Romania a tavola
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Nella Valacchia, le coste inclinate di Valea Mare e Stefanesti, come delle piramidi dedicate a Dioniso producono dei vini leggeri e secchi, ma nello stesso tempo profumati e pieni di freschezza. Il Sauvignon Blanc, il Riesling, il Feteasca Alba o Neagra, il Merlot o il Cabernet Sauvignon accompagnano una cucina ricca e fantasiosa che parte dalla carpa ripiena di verdure e dalle cozze per arrivare alla carne che prende la forma delle polpettine di carne o dello stinco affumicato con fagioli. Qui, come d’altronde anche in Dobrogea i dolci sono di provenienza orientale: baclava o sarailie – una specie di mille foglie con miele e mandorle. Accompagnati, senza dubbio, di un bicchiere di Moscato fresco. La cucina della Transilvania è un
Sarmalute con mamaliguta
felice “matrimonio” tra le cucine romena, tedesca e ungherese. Un pasto potrebbe
Il menu ideale della Moldova:
cominciare con costole di maiale affumicate, lardo bollito in salamoia, salsicce
Per quanto riguarda “il menu”, Vi invitiamo
piccanti, formaggio affumicato. Insieme all’antipasto è d’obbligo la palinca (un triplo distillato di prugne). Può seguire un piatto di crauti “alla Cluj” (crauti al forno con carne macinata), un buon filetto di maiale al forno con spezie mescolate ad arte o, addirittura il gulas. La buona tradizione tedesca si nota soprattutto nei
ad assaggiare per prima una zuppa a base di carne, piena del colore e del profumo delle
spezie. Seguono poi le “sarmalute” (che si
trovano in tutte le regioni della Romania,
dolci: strudel e torte varie fanno la gola a tutti.
tanto che vengono considerate il piatto
Nel Banato si fa sentire anche l’influenza serba: la zuppa di gallina con tagliolini
e spezie avvolte in foglie di cavolo sotto
fatti in casa, l’arrosto di pollame, i pomodori al riso, i contorni di patate e peperoni fanno venire l’acquolina in bocca. Se a tavola vengono portati vini come Cadarca (o Kadarca) di Minis o Feteasca Regala de Recas il successo è garantito.
caratteristico del Paese) – polpette di carne salamoia – accompagnate da polenta dorata. A farle compagnia un bicchiere di Cabernet
Sauvignon o di Feteasca Neagra di Odobesti. Dopo le sarmalute, vengono portati in tavola gallina arrostita nel paiolo con salsa all’aglio
oppure un filetto di maiale con patate “alla Moldova”, piatti che si “fidanzano” molto bene con il Merlot di Uricani. Per finire
“in gloria” vengono portati in tavola i dolci: “poale in brau” (una sfogliata a base di
formaggio) o le focacce ripiene di mele. Con loro, di certo, un vino particolare: Feteasca Alba o Moscato di Odobesti.
Una tavola imbandita
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La Tradizione in Romania
Tradizioni e curiosità le feste nella tradizione romena Le feste più sentite in Romania sono quelle collegate alla tradizione e fede cristiana. Il mese di dicembre è atteso da sempre con grande gioia soprattutto dai piccoli. Le feste invernali coprono il periodo compreso tra il 6 dicembre, il giorno di San
Nicola e il 7 gennaio, il giorno di San Giovanni Battista ed è caratterizzato da un repertorio ricco di tradizioni e usanze materializzato tante volte in vere e proprie composizioni letterarie, musicali e coreografiche.
Gli auguri scambiati in questo periodo servono da buon auspicio di prosperità,
benessere e abbondanza, attraverso canzoni come Plugusorul, Plugul, Sorcova, giochi di maschere o canzoni della stella, esempi di manifestazioni folcloristiche che trasformano queste festività in una delle più spettacolari manifestazioni dello spirito del popolo romeno.
La festa di San Nicola (il 6 dicembre) è attesa dai bambini romeni con la stessa
impazienza con cui i bambini italiani attendono l’arrivo della Befana perché San Nicola porta loro dei giocatoli o dei dolci. Ovviamente se sono stati buoni perché
Tradizioni radicate:
ai cattivi lascia nelle scarpe un bastone con cui dovrebbero essere puniti.
Il popolo romeno mantiene tuttora vive le
sue tradizioni, sia in campagna che in città. In campagna i lavori agricoli vengono ancora
gestiti dai ritmi imposti dal succedersi delle stagioni e ad ogni fase dei lavori è dedicata una festa come, ad esempio la festa della
mietitura, la festa per la prima mungitura
delle pecore, la festa della vendemmia ecc. Molte delle tradizioni e delle feste cristiane hanno alla base credenze e riti pagani
tramandati da generazione in generazione. Il viaggiatore scopre con piacere tradizioni, usi e costumi che nel mondo occidentale sono spariti da almeno un quarto di secolo.
Bambino vestito con il costume tradizionale
Tradizioni e curiosità
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Dopo il 6 dicembre e fino alla vigilia, le famiglie si preparano per le feste più belle
dell’anno: il Natale e il Capodanno. In ogni angolo del Paese si rispetta Colindatul la tradizione di andare di casa in casa durante questi giorni di festa, cantando e porgendo gli auguri di Natale e del Nuovo Anno ai padroni di casa. A questa
tradizione partecipa tutta la comunità anche se, effettivamente, solo i bambini e i
ragazzi, costituiti in gruppi dopo regole ben precise e una gerarchia propria, vanno a cantare. Tutte le canzoni sono caratterizzate da una nota di evidente ottimismo
formulato attraverso l’espressione dei desideri e delle aspirazioni dell’uomo, arrivando fino ai limiti del fantastico.
Il dono offerto dal padrone della casa ai “colindatori” (le persone che cantano
Plugul:
intrecciata, che simboleggia un anno ricco.
“L’aratro” (Plugul) mentre i ragazzini
gli auguri) è, nella sua forma tradizionale, un pane dolce a forma di ciambella
Il mattino del 24 dicembre, fino a mezzogiorno i bambini e i ragazzi tra 5 e 14 anni vanno di casa in casa cantando “Mos Ajunul” (Il Babbo Vigilia), corta canzone
augurale che segna l’inizio delle feste e delle tradizioni specifiche per questo
periodo. La sera, dopo la messa, gruppi di ragazzi cantano “Steaua” (La stella), canzone di fattura religiosa che evoca la stella cometa che guidò i re magi fino alla stalla dove è nato Gesù. I ragazzi sono vestiti in abito tradizionale e il capo
del gruppo porta in mano una stella cha ha al suo centro una piccola icona che raffigura la natività illuminata da una lampadina. I più grandi organizzano piccole
rappresentazioni teatrali di fattura religiosa che evocano episodi biblici collegati alla natività (I re magi, la strage degli innocenti, i pastori ecc).
La sera del 31 dicembre i ragazzi cantano
“L’aratrino” (Plugusorul). Si tratta di un vero
e proprio “manuale” in versi delle pratiche agricole di primavera, a testimonianza
che nel passato remoto il nuovo anno si festeggiava il 1 marzo. Nei villaggi, i giovani
muniti di campane e fruste, portano con loro un vero aratro tirato da due buoi con cui arano un pezzettino del cortile in segno
di buon augurio e un ricco anno nuovo. La
stessa cosa fanno anche i ragazzini ma con un aratro giocattolo.
Altre tradizioni, tutte collegate alla civiltà
contadina, hanno al centro dei personaggi raffiguranti vecchi e vecchiette, pastori e la capra, lo zingaro e l’orso ecc. La maggior
parte di esse hanno origini pagane come testimoniano anche le maschere e i costumi
indossati dai partecipanti, tante volte simili ai mamutones sardi.
Tradizioni natalizie in Moldova
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Capra: Le origini delle tradizioni che hanno al centro la capra si perdono nella notte dei
tempi. La canzone “Capra” con tutte le
sue fasi (l’uccisione, il pianto, la sepoltura, la risurrezione) ha all’origine la cerimonia
pagana di sacrificio dell’animale per una
deità. Col tempo, si è rinunciato al sacrificio
e la cerimonia si è trasformata in un rito collegato all’arrivo del nuovo anno che
dovrebbe portare benessere e ricche raccolti
a quelli che lo ascoltano (suggerite dai
chicchi di grano lanciati dal padrone della casa sulla “capra”) .
Boboteaza:
Tradizioni e curiosità
La Pasqua in Romania L’altra grande festa che anima il popolo romeno è la Pasqua. Le festività pasquali
sono anticipati da 40 giorni di digiuno che aiutano a purificare il corpo e lo spirito. L’arrivo della più grande festa cristiana è annunciato dalla “domenica dei fiori” (la domenica delle palme italiana) che apre la Settimana Santa. In questa settimana ai fedeli sono ricordate le passioni di Cristo da quando fu arrestato alla crocifissione
e alla risurrezione. Giovedì, in chiesa vengono letti i 12 vangeli, uno per ogni ora del giorno; venerdì, il giorno della crocifissione, e sabato sono i giorni liturgici e nelle chiese vengono celebrate delle messe tutto il giorno. Questa settimana
le famiglie si preparano intensamente per la Pasqua: le case vengono dipinte, i giardini sistemati, iniziano anche i preparativi per il pranzo pasquale. La gioia
dei bambini è la tradizione delle uova dipinte che in alcune regioni sono dei veri capolavori effimeri perché poi, durante il pranzo pasquale le uova vengono rotte.
La messa di sabato notte che segna la risurrezione di Cristo è, forse la più carica
d’emozioni, messa durante l’arco dell’intero anno. Poco prima di mezzanotte tutte
le luci si spengono, non solo in chiesa ma anche nelle case. Quando le campane segnano mezzanotte il prete esce dall’altare con una candela accesa dicendo “Venite
Mentre nel mondo cattolico l’Epifania
a prendere la luce” e una ad una le persone presenti alla messa accendono le loro
ortodosso nel giorno dell’Epifania (sempre
famiglie fino alla prossima Pasqua.
segna la visita dei re magi nel mondo
candele che porteranno poi con cura a casa perché è la luce santa che proteggerà le
il 6 gennaio) viene celebrato il battesimo
La mattina, grandi e piccoli si lavano il viso con acqua fresca in cui sono immersi
di Gesù nel Giordano. In Romania questo giorno si chiama Boboteaza (dalla parola
botez cioè battesimo). E’ il giorno in qui le acque vengono benedette. In questo giorno
un uovo dipinto di rosso, delle monetine e, tante volte, anche una piantina di ortica
perché diventino freschi come l’acqua, sani e rossi in viso come l’uovo, benestanti, ma anche “pungenti” come l’ortica.
è vietato lavare i panni per non sporcare
Il pranzo della domenica di
diventata così santa ha poteri miracolosi.
Tutti indossando vestiti nuovi e
o un fiume e butta dentro un crocifisso.
al tavolo colmo di leccornie. Il
volte gelata, per recuperarlo. La credenza
pranzo prendendo uovo dipinto
sarà protetta di qualsiasi malattia per tutto
vicino dicendo “Hristos a inviat”
il crocifisso era un condannato, veniva
“Adevarat a inviat” (è veramente
le acque benedette. Si dice che l’acqua
Pasqua è il momento più atteso.
Il prete si reca in un posto dove c’è un lago
con emozione si mettono intorno
Gli uomini si buttano poi nell’acqua, tante
capo famiglia segna l’inizio del
dice che la persona che recupera il crocifisso
che lo batte contro l’uovo del suo
l’anno. In passato se colui che recuperava
(Cristo è risorto) e l’altro risponde
assolto della sua pena. Collegato al giorno
risorto). E così ha inizio la festa!
del Battesimo di Cristo è il giorno di San Giovanni, celebrato il 7 gennaio, che segna anche la fine delle festività invernali.
Ragazzina con uova dipinte
Tradizioni e curiosità
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Sanziene:
Altrettanto bella e piena di significati è la festa chiamata Sanziene o Dragaica,
festeggiata il 24 giugno. È la più spettacolare festa pagana inclusa nel calendario
delle feste cristiane ortodosse della Romania. Collegata al mito della fertilità della
terra, questa festa ha alla base più personaggi mitologici: le fate della foresta che danzando la notte danno la forza di crescere alle piante, portano fertilità alle donne e alle bestie e poi la dea della terra che nasce il 9 marzo (il giorno dell’equinozio di
primavera del calendario giuliano) e diventa miracolosamente matura il 24 giugno, nel giorno del solstizio d’estate quando fiorisce la pianta che porta questo nome. Se
le piante officinali sono raccolte in questa occasione, le loro proprietà curative sono massime, se le vergini si lavano con la rugiada la loro pelle resta per sempre bella
e fresca, ma nello stesso tempo le persone che non rispettano queste tradizioni subiranno le conseguenze.
Il Santo patrono: Il 30 novembre, ogni anno viene celebrato Sant’Andrea,
il
santo
patrono
della
Romania che introdusse il cristianesimo e che visse per un po’ di tempo non lontano
da Constanta (sul litorale del Mar Nero). Durante la notte chiamata anche la notte del lupo che porta l’inverno, la notte degli
spiriti oppure la notte dei sortilegi, si dice che si scatenino gli spiriti, motivo per cui le
finestre, le porte, le scale, e qualsiasi posto che potrebbe permettere l’ingresso degli spiriti in casa, vengono unti d’aglio, che come si
Martisor:
L’arrivo della primavera è segnato dalla festa chiamata “Martisor” (piccolo marzo) celebrata il 1 marzo. È senza dubbio una festa di origini pagane che ha alla base la leggenda di un giovane che ha sacrificato la sua vita, nell’ultimo giorno d’inverno
sa, li tiene lontani. La notte di Sant’Andrea
è anche la notte in cui le ragazze possono conoscere il loro futuro attraverso diverse
usanze tra le quali; guardare il fondo di un pozzo alla luce di una candela.
per liberare il sole. Da quel giorno viene regalato un ciondolo portafortuna con un filo intrecciato in due colori, rosso come il sangue e bianco come la neve. Oppure bianco e freddo come l’inverno e rosso come la gioia per l’arrivo della primavera. Adesso sono le donne ad indossare questo ciondolo anche se in alcune zone era regalato soprattutto agli uomini. Il suo compito era di tenere lontane le malattie, le fatture e il malocchio.
Il Valentine’s day dei romeni Tradizionalmente, il giorno dell’amore era festeggiato alla fine di febbraio (il 24 febbraio) che per l’uomo arcaico significava l’inizio della primavera quando la natura si sveglia, gli uccelli si annidano e l’uomo diventa partecipe alla gioia della natura. Entità
mitologica
simile
a
Cupido,
Dragobete (che ha la stessa radice della parola dragoste cioè amore) era un giovane
uomo molto bello e un pochino birbante che faceva innamorare le persone. Si dice che
fu trasformato in un’erbaccia dalla Vergine
stessa perché aveva osato a provare i suoi “doni” persino con lei.
In passato, nel sud del Paese, nel giorno di
Dragobete, le ragazze correvano sulle strade del villaggio inseguite dal ragazzo a cui piaceva. Se
il ragazzo la raggiungeva lo baciava, segnando così il loro fidanzamento ufficiale.
Informazioni pratiche: Come entrare nel Paese
Guidare un’auto
Per i soggiorni di durata inferiore a 90 giorni, i cittadini dell’Unione Europea possono entrare in Romania con la carta di identità purché di validità superiore ai sei mesi. Per permanenze superiori ai 90 giorni è necessario richiedere il permesso di soggiorno all’Autorità per Stranieri, che dipende dal Ministero dell’Interno romeno.
Diciotto anni è l’età minima richiesta per condurre un’automobile. La velocità massima tollerata nei centri abitati è di 50 km/h. Fuori centro abitato è invece di 90 km/h e in autostrada 120 km/h. Si circola sul lato destro della carreggiata e non è consentito il consumo di alcolici per chi siede alla guida.
E’ possibile introdurre sino a 10.000 Euro o l’equivalente in qualsiasi valuta. Le somme superiori a 10.000 euro vanno dichiarate.
Patente
Il cambio della valuta C’è la possibilità di cambiare la valuta presso gli appositi sportelli disponibili negli alberghi, nelle stazioni, negli aeroporti, nei grandi negozi e nelle principali vie cittadine. Assolutamente da evitare il cambio in nero. Per informazioni aggiornate sui tassi di cambio, è utile consultare il sito della Banca Nazionale di Romania: www.bnr.ro. Bancomat Si trovano sportelli Bancomat in tutte le banche, negli aeroporti, alberghi e anche nei maggiori centri commerciali e supermercati. Con una carta internazionale è possibile prelevare direttamente in moneta locale.
In generale, è valida la patente italiana, anche se alcune società di autonoleggio preferiscono la patente di guida internazionale. Tassa di circolazione Per poter circolare in auto all’interno della Romania è necessario pagare la Rovinieta, una tasse di circolazione variabile in base alla cilindrata dell’auto e alla lunghezza del soggiorno. L’importo, che per i soggiorni inferiori a un mese varia dai 3 ai dieci euro, deve essere versato appena entrati nel Paese, presso le stazioni di rifornimento, gli uffici postali o le Casse di risparmio (Cec). In contrassegno verrà consegnato un tagliando adesivo da apporre sull’auto in modo che sia visibile. Assistenza sanitaria
Le carte di credito Il pagamento con carta di credito è molto diffuso in Romania. Nei grandi centri abitati è possibile regolare i pagamenti utilizzando le card, accettate negli alberghi, nei grandi ristoranti e nella maggior parte dei negozi. Le più usate: American Express, MasterCard, Diners Club e Visa. Telefoni utili Digitando il numero 112 si viene messi in collegamento con un servizio di emergenza unificato operativo sull’intero territorio. Fra i numeri utili: 961 per le ambulanze 955 per la Polizia 981 per i Vigili del Fuoco 972 informazioni per gli appelli internazionali 951 per le informazioni generali
Per viaggiare in Romania è sufficiente l’assicurazione italiana. Il pronto soccorso è gratuito, per i cittadini stranieri le visite mediche sono a pagamento, come pure i ricoveri ospedalieri. Per viaggiare in Romania non è richiesta o consigliata alcuna vaccinazione. Per viaggiare con gli animali serve il libretto sanitario rilasciato dal veterinario che possa testimoniare la vaccinazione antirabbica fatta non più tardi di sei mesi prima del viaggio Per qualsiasi altra informazione contattate: Ente Nazionale per il Turismo della Romania Via Torino, 95 – 00184 Roma Telefono +39 06 4880267, fax +39 06 48986281 e-mail: office@romania.it oppure i Consolati della Romania a Roma, Milano, Torino, Bologna e Trieste (www.roma.mae.ro )
931 per le informazioni telefoniche 021-2222222 soccorso stradale
grafica: www.alessandrocalzetta.it - www.grafichemeccaniche.it
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Ente Nazionale per il Turismo della Romania Via Torino, 95 - (Galleria Esedra) - 00184 Roma - Italia telefono: +39 06 4880267 - FAX: +39 06 48986281 e-mail: office@romania.it - www.romania.it