RASSEGNA STAMPA DEL 10 APRILE 2021

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 14 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 14 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 30 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 30 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 11 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 11 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

07-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 6566

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07-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 6566

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

09-APR-2021 Estratto da pag. 30 6566

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09-APR-2021 Estratto da pag. 12 6566

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10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-30 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-30 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 14 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-10 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-10 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-10 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

07-APR-2021 Estratto da pag. 29 6566

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07-APR-2021 Estratto da pag. 29 6566

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07-APR-2021 Estratto da pag. 29 6566

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-15 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-15 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-31 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 10 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-10 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-10 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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10-APR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 18 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 18 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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L'ARENA Sabato 10 Aprile 2021

VERONA Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: cronaca@larena.it

IL PUNTO. Il presidente regionale conferma la validità di AstraZeneca. «Se qualcuno lo rifiuta lo prendiamo qui in Veneto. Chi ha fatto la prima dose proseguirà con quello»

«Abbiamovaccinisolofinoamartedì» Zaiachiedeun cambiodirotta «Vannoripensatele modalità perriaprireapartire damaggio Furbettidelvaccino? Nonqui» Ci sono i dati che continuano a dare segnali positivi. Ma i vaccini sono sempre pochi e la strada resta in salita. Con l’idea di un cambio di rotta a fine aprile per pensare poi alle riaperture di maggio. Sono i temi toccati da Luca Zaia nel punto stampa di ieri a Marghera, in cui si è parlato anche dei “furbetti” del vaccino su cui ha insistito il premier Mario Draghi: intanto il Veneto rimane in fascia arancione, la “migliore” tra quelle possibili visto che per altri venti giorni non è prevista la possibilità di zone gialle in Italia. «Draghi fa bene a lamentarsi delle vaccinazioni anomale ma deve essere chiaro, perché abbiamo avuto tre fasi vaccinali», la posizione del presidente del Veneto, «nella prima l’indicazione era di vaccinare tutti i sanitari e il personale che aveva a che fare con ospedali e case di riposo, nella seconda gli insegnanti, le forze di polizia e le categorie essenziali, nella terza dagli over 60 in su. Abbiamo avuto AstraZeneca autorizzato prima per gli under 55, poi gli under 65, le carte in tavola sono cambiate troppe volte». NO VACCINAZIONI ANOMALE.

Ribadendo comunque come in Veneto non siano stati rilevate somministrazioni sospette. «Se si vaccina fuori dai target la responsabilità è di chi si fa vaccinare oltre che di chi vaccina. Noi non abbiamo fatto vaccinazioni anomale», conferma Zaia leggendo poi l’elenco delle dosi classificate come “altre”, in cui ad esempio compaiono «detenuti, accompagnatori caregiver, alcuni dell'assistenza domiciliare dei Comuni e figure di questo tipo». Intanto i dati sulla pressione ospedaliera parlano di una curva dei ricoveri e delle terapie intensive in calo, un trend positivo che fa ben sperare per il futuro. CONVIVERE CON IL VIRUS.

«Già il 20 aprile credo serva un tagliando per verificare la situazione e da fine mese - il 30 aprile scadrà il Dpcm non potremo più pensare solo a restrizioni ma ad una fase di convivenza con il virus in cui determinante sarà la responsabilità individuale delle persone. Ora ci sono i vaccini e tutto andrà ritarato abbandonando i 21 parametri che sono ormai anacronistici. A Draghi ho portato le istanze del Nord, dicendo anche le Regioni devono essere braccia operative del governo pensando alla sburocratizzazione e a dare risorse reali alle nostre imprese per far ripartire il Pil che significa occupazione, solo così il Recovery plan potrebbe davvero essere moltiplicato all’ennesi-

Disposizioni in vigore dal 6 al 30 aprile 2021 ARANCIONE

ECCEZIONI AI DIVIETI

divieto dalle 22 alle 5

per comprovati motivi di lavoro, necessità e di salute

vietati salvo piccoli comuni entro 30 km

per lavoro, necessità, salute e rientro a casa, anche seconda

Piscine, palestre, teatri, cinema

chiusura nei giorni festivi e prefestivi

farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole interne

Attività sportiva

centri sportivi aperti

attività motoria vicino casa; competizioni nazionali (CONI)

aperti

beni alimentari e di necessità (lavanderie, edicole, farmacie, tabaccherie...)

Musei e mostre

chiusi

farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole interne

chiusi sempre; asporto 5-22, da 18 solo locali con cucina

consegna a domicilio

in presenza (superiori 50-75%)

le regioni possono adottare misure più restrittive

chiuse

consegna a domicilio

Circolazione nel proprio comune

ma potenza, ma senza assistenzialismo». Con Zaia anche l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin: «Il 30 aprile dovremo valutare cosa e come aprire, stiamo valutando e aggiornando le linee guida».

Spostamenti tra regioni o comuni

POCHE DOSI. Rimane però il

problema dei vaccini e delle forniture sempre troppo ridotte, senza parlare del caso AstraZeneca che ha messo in allarme tante persone. «AstraZeneca è un vaccino sicuro, forse si rischia di più ad attraversare una strada sulle strisce», il commento del presidente regionale, «per prudenza abbiamo raccomandato di usarlo solo per gli over 60 ma la percentuale di probabilità di avere conseguenze è bassissima, ho detto ai miei colleghi delle altre Regioni che se qualcuno non lo vuole noi siamo ben felici di prendercelo: non abbiamo avuto grandi abbandoni su questo fronte, i veneti hanno capito. Le nostre scorte sono ridotte, nel weekend continueremo a vaccinare ma se martedì non arrivano le forniture siamo messi male. Noi dei vaccini abbiamo bisogno come il pane, tutti hanno diritto ad essere protetti». UNMILIONEPERMAGGIO. I nu-

meri delle fiale in arrivo non sono confortanti. «La prossima settimana sono previsti 13mila vaccini AstraZeneca, 126mila e 300 di Pfizer e 14mila di Johnson&Johnson, sono troppo pochi, di Moderna invece non si sa nulla e temo non arrivi più niente fino al mese prossimo, queste sono nozze fatte con i fichi secchi, e ricordo a tutti che siamo i primi in Italia come numero e potenziale di vaccinazioni. Sono circa 600mila al mese, a maggio dovrebbero essere oltre un milione. Con aprile chiuderemo gli over 80 - ad oggi solo il 35 per cento ha ricevuto entrambe le dosi, il 43,9 per cento la prima - ma ci resterà almeno un milione di persone da finire di vaccinare». Chiarendo poi di aver ribadito al governo e al generale Figliuolo la necessità di avere al più presto altre dosi di siero anti Covid. «C'è una macchina da guerra schierata che però sta andando non dico al minimo ma comunque ben al di sotto delle sue potenzialità». Tante persone si chiedono adesso come procederà la campagna vaccinale. «Andiamo avanti per target di età in discesa; AstraZeneca viene usato sugli over 60, quando riprenderemo con insegnanti e forze dell’ordine under 60 useremo Pfizer o Moderna. E chi ha già fatto la prima dose di AstraZeneca riceverà la seconda dello stesso vaccino a prescindere dall’età come da programma, non ci sono problemi per quello». •

Centri commerciali

Negozi

Bar e ristoranti

L’EGO-HUB

Luca Mazzara

Le regole e le eccezioni

Trasporto pubblico

LAPOSTA DELLAOLGA

capienza al 50%

mezzi di trasporto scolastico

(la posta della olga)

www.larena.it

Primaimafiosi epoituttiglialtri Silvino Gonzato

Che i mafiosi - scrive la Olga - in fatto di vaccinazioni saltassero la fila anagrafica, scavalcando quelli che per età e patologie ne avrebbero avuto diritto prima di loro, non è tanto sorprendente. Quella parte d'Italia che conosciamo essere brutta e schifosa non poteva non confermarsi tale, anche in questo momento di emergenza nazionale. Qualche porcheria c'è stata ovunque ma in Sicilia, Campania e Calabria nella lista "Altro" è confluito il peggio del peggio, cioè tutto il lordume degli affiliati o degli amici o degli amici degli amici delle mafie. Favoriti da sindaci e amministratori regionali corrotti, da medici compiacenti e da agganci negli ospedali, un gran numero di brutti ceffi e i loro familiari sono saltati davanti agli ottantenni e alle altre categorie a rischio. La lupara è salva e il resto del Paese è in coda. Anche qui, quando sento che il tale e la tale sono stati vaccinati non rientrando nelle liste, me ne chiedo il motivo e storco il naso, anche in Valle D'Aosta c'è del marcio, ma pare che laggiù, nei paesi infiltrati da mafia, 'ndrangheta e camorra sia stata applicata la regola: pri-

ma i criminali e poi gli altri. D'altre parte si sa che le mafie hanno le zampe dentro la Sanità che è una tetta da cui succhiano a più non posso. Il vaccino è stato usato come strumento di potere per ingraziarsi i potenti che da quelle parti sono i mafiosi. È scoraggiante ma non stupefacente perché si sa che va così. Ho visto un servizio in televisione il quale mostrava che nelle ville confiscate dallo Stato alla Mafia ci abitano ancora i mafiosi sfrattati, e allora cosa vuoi pretendere? «Porta chi vuoi, facciamo il vaccino anche ai gatti». Così avrebbe detto, intercettato, un direttore sanitario del Cosentino. Avrebbe potuto dire: anche a cani e a porci, come è stato. E noi qui a tribolare per prenotarci, a chiederci se quando sarà il nostro turno non sarà troppo tardi e, nell'attesa, a chiedere ai parenti o agli amici vaccinati: «Ghèto avù la féara, ghèto avù mal de testa e la nausea?». Zaia ci dice che qui in Veneto non ci sono state vaccinazioni anomale e che è colpa dello Stato se sono state fatte passare avanti categorie che avevano molto meno diritto degli anziani. Qui si è fatta tanta confusione ma nei paesi della Mafia hanno avuto le idee chiare. •

Sale giochi e scommesse

Scuola/ Università

Fiere, sale congresso, discoteche...

ARANCIONE

ECCEZIONI AI DIVIETI

sospese le attività

giochi online da casa

chiusi

LEREGOLE. Noncambierà nulla rispettoalla settimanaprecedente

Si può ancora viaggiare Solo una visita al giorno Bar e ristoranti restano chiusi, ok soltanto l’asporto L’Italia resta divisa tra il rosso e l’arancione. E in attesa dell’eventuale verifica a metà aprile, che valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo, ecco le misure che sono già in vigore anche a Verona.

LASTRETTASUIVIAGGI. È pos-

LE VISITE. Le visite, sempre

una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, sono consentite in zona arancione, all’interno del Comune di residenza. Sono vietati gli spostamenti al di fuori del proprio Comune. Per quei territori con meno di 5mila abitanti è consentito spostarsi entro i 30 chilometri dal confine, con il divieto però di recarsi verso i capoluoghi di provincia. Scuole in presenza fino alla prima media. Saranno in classe anche gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50 per cento. Tutti i negozi sono aperti, compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici, centri commerciali chiusi nel fine settimana. È vietato uscire di casa dalle 22 alle 5. Il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità. Bar e ristoranti restano chiusi: possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. I presi-

IlListon deserto

denti di Regione non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole previste nel precedente decreto. GLI SPOSTAMENTI. Restano

vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

sibile viaggiare in Europa, ma almeno fino alla fine del mese sono previste limitazioni per tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori Ue: tra questi, da come si legge nel nuovo elenco di Paesi presenti nell’allegato, viene invece inclusa dal 7 aprile anche l’Austria, Israele, il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, dove dunque sarà possibile viaggiare senza motivazioni specifiche, così come avviene per gli altri Paesi dell’Europa. Chi rientra in Italia da uno di questi Paesi o da quelli Ue dovrà comunque obbligatoriamente sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico) effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo, sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad isolamento fiduciario per una durata di cinque giorni e al termine dell’isolamento effettuare comunque un altro test. Per quanto riguarda le seconde case sarà sempre possibile raggiungerle, anche in zona rossa, a patto che non ci siano ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. • F.L.


Cronaca 13

L'ARENA Sabato 10 Aprile 2021

L’incuboCoronavirus

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Le misurepercontrastare ladiffusionedelcontagio

OTTOREGIONI CONRT ANCORASUPERIORE A1

Tornano in arancione Piemonte, Lombardia, Friuli, Emilia Romagna e Toscana, mentre la Sardegna da arancionedovrebbepassarealrossoeresta indubbiola Calabria,ora

rossa: queste le indicazioni che filtrano del monitoraggio Ministero dellaSalute.Siosservaunadiminuzione del livello generale del rischio, che resta alto in Liguria, Pu-

glia, Toscana e Valle d’Aosta e moderatoinaltre15regioni.Ottohannol’indiceRtsuperiorea1.Speranza ammette che «le misure hanno datoun primocalodellacurva».

SALUTEEGIUSTIZIA. Nel pianoregionalequello di Veronaèstatol’ultimo deldistretto, da Venezia aTreviso e Bellunoinoculata laprimadose esiattende delrichiamo

Dosi a singhiozzo anche in Tribunale IlprocuratoreBarbaglio:«Il fattocheAstraZeneca siadestinatoagliultrasessantennihacausato rallentamentimarientreremotuttinelprogramma» Fabiana Marcolini

I giorni programmati per la vaccinazione del personale amministrativo e dei magistrati erano inizialmente tre, mercoledì, giovedì pomeriggio e ieri mattina. In Procura 40 le persone (tra pubblici ministeri e dipendenti delle cancellerie) e circa lo stesso numero negli altri settori del tribunale si sono sottoposti al vaccino nei due giorni a disposizione. Solo due giorni perchè, come anticipato ieri, l’appuntamento di giovedì pomeriggio con il medico dello Spisal in Corte d’Assise è stato annullato sulla base della raccomandazione che AstraZeneca sarebbe stato utilizzato esclusivamente su persone con più di 60 anni. Ma ieri mattina in 15 si sono vaccinati. Tra disposizioni nazionali, regionali e perplessità circa l’utilizzo di AstraZeneca e sulla opportunità di inocularlo a persone al di sotto dei sessant’anni, alla fine la prima dose di vaccino è stata som-

ministrata a un numero inferiore di appartenenti al settore giustizia del tribunale di Verona, che comunque è l’ultimo del Veneto a rientrare nel piano di vaccinazione. A Treviso, Venezia, Rovigo, Vicenza, Padova e Belluno tutti coloro che hanno aderito al programma hanno già ricevuto la prima dose e prossimamente faranno il richiamo, per quanto riguarda Verona, come sottolinea il procuratore Angela Barbaglio «abbiamo chiarito all’Ulss che, tenendo conto delle disposizioni regionali, non volevamo alcuna precedenza, di certo non volevamo passare davanti a nessuno per questo io e la presidente Magaraggia abbiamo comunicato che ci saremmo attenuti al calendario stabilito per il nostro tribunale. E il dottor Girardi ha affidato l’incarico alla dottoressa Peruzzi, responsabile dello Spisal, con la quale è stato predisposto il piano una volta conclusa la programmazione che riguardava la vaccinazione degli anziani». Nessun privilegio, ci tiene a

sottolineare: «Guardi la questione è nata perchè inizialmente era stato previsto il personale del settore giustizia entrasse in fascia due, subito dopo gli operatori sanitari, poi comprensibilmente siamo stati spostati in fascia tre e a quel punto sono arrivate richieste da parte del personale amministrativo». Con la responsabile dello Spisal è stato quindi concordato un calendario, il vaccino disponibile era AstraZeneca e la raccomandazione che tutto fosse programmato per evitare una sorta di vaccinazione di massa. Da qui l’invio della comunicazione a coloro che lavorano a palazzo di giustizia per avere contezza delle adesioni, «nella risposta dovevano essere indicate le condizioni fisiche che sarebbero comunque state valutate dal medico», prosegue il procuratore Barbaglio. «Le dicerie su AstraZeneca hanno comunque fatto registrare defezioni e l’organizzazione ha subito una battuta d’arresto. Ma rientreremo tutti nel programma». •

Ilbollettino

Calanoiricoveri(-16) manonimorti:altri4

L’esternodelTribunale di Verona

VERONA

NUOVA APERTURA VIENI A TROVARCI IN VIA CAPPELLO 41

Lasituazione CovidinVenetoè statasintetizzata ierimattina dalpresidente Zaia,nel corso dellasolita conferenzastampa: «Oggiabbiamoun buon bollettino,speriamocontinui così.I nuovi contagi sonosotto quota1.000, esattamente988, mentreresta altoil numero dellevittimein ungiorno,altre 38.Il totaledegliinfetti dall’iniziodell’emergenzaèdi 393.282,per fortunanelle ultime24 orec’èstato un calo importantedei ricoveri:sono 1.886i pazienti neireparti non critici(-61),308 quelli in terapiaintensiva(-13) L’incidenzadeitamponi positivi sultotale diquellieseguiti nella giornataèdel2.74%, decisamentepiù bassadi quelladimarzo». Anchegli ospedaliveronesi, ieri,hanno visto unariduzione deiricoverati:rispetto a giovedì,16inmeno, orasono 431i pazienti curati neireparti, esattamente365inarea medica(-15) e66 (-1)in rianimazione.Ieri la provincia haregistrato204nuovi casi,

Lapreparazione di unadose chehannofatto risalireil numero degli«attualmentepositivi», tornatiadavereil segnopiù (+16), salitia6.092. Altre4le persone chenonce l’hanno fatta,portando ilbilancio deidecessi dal febbraio 2020a2.482. Nelle 24ore diieri, «solo»184 negativizzati, decisamentemeno diquelli dei giorniscorsi. C.F.


Provincia 31

L'ARENA Sabato 10 Aprile 2021

INQUINAMENTO. Lasentenza non accoglie latesidell’amministrazione venezianache aveva invocatoil dirittoalla privacy degliallevatori

Pfas nelcibo, laRegione obbligata a divulgarei risultati Il Tar del Veneto dà ragione alleMamme cheavevano chiesto di conoscere gli atti dellaricercasuglianimali La Regione dovrà rendere disponibili i dati relativi alla presenza dei Pfas negli alimenti che arrivano dalla zona rossa. A stabilirlo è una sentenza che è stata pubblicata giovedì dal Tar del Veneto, il quale ha accolto un ricorso che era stato presentato da tre Mamme no Pfas, una del-

le quali veronese, e dall’associazione ambientalista Greenpeace. I dirigenti regionali si erano opposti più volte alle richieste di accesso agli atti relative ad un monitoraggio che era stato compiuto su produzioni agricole ed animali ad uso alimentare. Avevano detto di no per non violare la privacy delle aziende e dei soggetti presso i quali erano stati svolti i controlli. I giudici amministrativi, però, non hanno avvalorato la tesi portata

avanti dalla Regione ed hanno adottato una sentenza che è già esecutiva e che da sessanta giorni di tempo agli uffici per rendere pubblici tutti gli esiti dei controlli. Si tratta di un fatto che i ricorrenti giudicano come molto importante, pur precisando che «non intendono puntare il dito contro le aziende agricole, che sono anch’esse vittime». «Con questa iniziativa», spiegano, «non abbiamo solo voluto sollevare un possibile problema di salute pubblica,

ma, anche, mettere in evidenza il fatto che le istituzioni devono porsi al fianco dei produttori», dicono mamme ed ambientalisti. Mentre i consiglieri democratici Anna Maria Bigon ed Andrea Zanoni ieri invitavano la Regione «a tirare subito fuori le carte», il commissario straordinario per l’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua ha invece annunciato l’imminente inaugurazione del nuovo campo pozzi di Belfiore e dei 18 chilometri di

condotte che lo collegano alla centrale di distribuzione di Madonna di Lonigo, Vicenza. Struttura, questa, che serve anche gli acquedotti di 13 Comuni del Basso ed Est veronese. A queste infrastrutture nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altre, arrivando alla fine alla completa sostituzione delle fonti di approvvigionamento delle reti idriche. «I pozzi e le tubazioni sono state realizzate in soli due anni, nonostante l’emergenza Covid, e, portando 250 li-

tri al secondo di acqua pulita, consentiranno di avviare la fase che porterà alla chiusura dei pozzi contaminati», ha ricordato ieri Luca Zaia, il presidente della Regione. Mentre Dell’Acqua rimarcava che «rimarrà comunque operativa l’attività di filtraggio alla centrale di Madonna di Lonigo, la quale sarà comunque ridimensionata sensibilmente nei costi, a fronte della minore quantità di acqua contaminata da trattare». Passando da Venezia a Ro-

ma, va infine detto che in questi giorni trenta parlamentari, capeggiati dal deputato mantovano Cinque stelle Alberto Zolezzi, hanno presentato un’interpellanza al ministro della Salute Roberto Speranza ed a quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani chiedendo che vengano adottati provvedimenti normativi che impongano finalmente quei limiti alla presenza dei Pfas nelle acque di scarico che continuano a mancare a livello nazionale e che invece la Regione ha adottato in forma stringente, suscitando ricorsi da parte di aziende ed enti. • LU.FI.

VELO. Dagliscuri della mansarda Thomas Ghedinhavisto primaun ombra,seguita poco dopoda un’altra.Econ latorcia hailluminatoun terzoanimale epoialtri due

Incontroravvicinatoconcinquelupi Papàe figlio,alle5, sono stati richiamatidall’abbaiare insolito delloropastorebelga: ipredatori eranosullarecinzione dicasa

Lacasadella famigliaGhedinaVelo

Ryancon il pastorebelga chesi è imbattuto nei lupi eche si è molto spaventato

ne ho visto un terzo animale, inequivocabilmente un lupo, per le dimensioni e ho chiamato mio figlio Ryan che dormiva nel letto vicino perché so che da sempre, come me, desidera vedere un lupo», racconta il giovane papà. Mentre cercava il fucile «per sparare un colpo in aria, non certo per uccidere i lupi, ma solo per spaventarli temendo per la vita di Cap», precisa Thomas, Ryan, con la torcia puntata sulla recinzione, ha visto altri due lupi arrivare dalla direzione opposta a quella un cui si erano dileguati i tre individui precedenti. «Purtroppo è stata una fase

Vittorio Zambaldo

È stato un risveglio agitato quello di Thomas Ghedin, 39 anni, carpentiere, sabato mattina alle 5 quando l’abbaiare insolito del suo pastore belga, lo ha fatto insospettire che stesse capitando qualcosa al fedele Cap, custode della proprietà che dorme nella sua cuccia nel cortile di casa. «Ho aperto gli scuri della mansarda e ho visto un’ombra di quello che mi sembrava un cane, scappare dietro la recinzione, seguita quasi subito da un’altra figura simile. Ho preso la torcia elettrica e puntandola verso la recinzio-

Losguardodi unlupo

concitata e durata pochissimi secondi, per cui non abbiamo fatto in tempo né a filmare né a fotografare», spiega Thomas, che comunque ha voluto verificare che cosa fosse successo nel cortile non sentendo più abbaiare Cap. «Ci siamo vestiti e siamo scesi in cortile, con il fucile aperto ma pronto per essere caricato perché non volevo sorprese proprio sulla porta di casa, tanto più che mia moglie con la figlia più piccola dormiva in un’altra stanza, sebbene poi si siano svegliate per il trambusto. Fuori era silenzio e buio e Cap stava rintanato nella sua cuccia, spaventato, tant’è che non ne vo-

ThomasGhedin coccola Cap

leva sapere di uscire, ma fortunatamente tutto intero e vivo», sospira Thomas, anche lui spaventato da un incontro così ravvicinato ma anche eccitato dalla visione per la prima di un animale che ammira. La casa è in via Cappelletta, di fronte a piazzale Crosara dove c’è anche il parcheggio dei bus Atv e la sala polifunzionale, quindi in paese, non in una contrada isolata. Non risultano comunque predazioni da lupo in questi giorni negli allevamenti o fra gli animali domestici della zona. La recinzione è fra i 5 e i 10 metri dalla casa, ma si tratta di una rete a maglie e alta 125

centimetri, «per questo temevo che i lupi potessero essere entrati in cortile», aggiunge Thomas, «avendo visto il mio cane saltare la recinzione quando però c’erano 60 centimetri di neve al suolo e in quel periodo ho dovuto legarlo perché non andasse fuori dalla proprietà». «Solitamente teniamo accese le luci di notte sui quattro lati della casa, ma quella sera abbiamo dimenticato di accenderle. Mi sono provvisto anche di una videotrappola dopo l’accaduto, nella speranza di riprendere il ritorno dei lupi, ma finora non sono riuscito a registrare ancora nulla», conclude Thomas. •

VAL D’ALPONE. Iniziativa per colorare piazze, strade e palazzi dopo questo lungo periodo di sofferenza per la pandemia

Tre paesi ripartono con la gara dei fiori Isindacidi Vestenanova, MontecchiaeSanGiovanni Ilarione lanciano il concorso Partecipanoi lorocittadini San Giovanni Ilarione, Vestenanova e Montecchia di Crosara scelgono una ripartenza «in fiore»: è con un concorso finalizzato ad abbellire i tre paesi che i rispettivi sindaci hanno deciso di risvegliare le loro comunità «spente» dalla pandemia. Il motore lo ha acceso a San Giovanni Ilarione il sindaco Luciano Marcazzan che ha lanciato un progetto col quale far fiorire a spese

del Comune le piazze ed altri angoli del paese approntando fioriere provviste di sistema di irrigazione e altri interventi finalizzati a rendere ancora più fruibili alcuni scorci ilarionesi per farne punti di attrazione. L'idea è piaciuta molto anche a Stefano Presa (Vestenanova) e Attilio Dal Cero (Montecchia di Crosara) e dal confronto a tre è nata l'iniziativa con la quale la rivitalizzazione delle strade, delle vie, delle piazze ma anche del tessuto commerciale e delle contrade dei tre paesi passa dall'azione congiunta di Co-

mune ma anche singoli cittadini o gruppi ed esercizi commerciali del territorio. Nasce così «Il mio paese in fiore» il concorso i cui dettagli saranno definiti a giorni da ogni amministrazione civica che poi provvederà ad una comunicazione ad hoc alla cittadinanza attraverso i propri canali social ed il portale di ognuno dei tre paesi. Il concorso, nella sua trama grossa, è comunque già definito: sarà aperto a tutti, eccezion fatta per le attività del florovivaismo. Tre le categorie ammesse: una categoria è quella di balconi, davanzali, terrazzi e

giardini privati visibili dalla strada pubblica, un'altra riguarda vetrine e attività commerciali visibili dalla pubblica via mentre nella terza ricadono capitelli, fontane, contrade, fioriere o angoli di verde pubblico. Ai primi cento iscritti della prima categoria e ai primi venti iscritti delle altre due il singolo Comune erogherà un buono spesa (l'importo varia al variare della categoria) con cui concorrerà all'acquisto delle piante che i partecipanti intendono utilizzare per realizzare il loro progetto di arredo urbano in verde. Una volta completa-

ti gli allestimenti, tenendo d'occhio le scadenze che ogni singolo Comune indicherà e le modalità di raccolta del materiale, i partecipanti dovranno far pervenire al Comune le fotografie della loro opera. Tutta la documentazione raccolta sarà a quel punto esaminata da una specifica giuria, composta anche da un esperto, che definirà la classifica dei primi 10 tenendo conto dell'effetto scenografico, dell'originalità nella scelta delle piante e nella cura per mantenere più a lungo la composizione. Sarà poi una votazione popolare, at-

Fiorisu unafinestraper abbellirelafacciata

traverso i “like” postati su una pagina social che verrà indicata, a decidere chi sarà il vincitore di ogni categoria. Ai primi dieci classificati di ogni categoria andrà una pergamena ma anche un buono acquisto spendibile in una delle attività commerciali

che, in ogni singolo paese, aderiranno all'iniziativa: San Giovanni Ilarione, tanto per fare un esempio, riserva un buono da 60 euro per il primo classificato di ogni categoria e nove premi da 20 euro per gli altri classificati. • P.D.C. © RIPRODUZIONERISERVATA


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Sabato 10 Aprile 2021 Corriere del Veneto

VE

Il virus

La nuova ondata

LA CAMPAGNA ● L’editoriale La sfida digitale del lavoro SEGUE DALLA PRIMA

n questo segmento del mercato del lavoro, la prima risposta alla carenza di personale è «andarlo a cercare là dov’è» con proposte professionali qualificate e interessanti: come hanno fatto inglesi e scandinavi con il nostro Ayoub. Si potrebbe dire che queste politiche di reclutamento e selezione sono impraticabili a causa dello svantaggio istituzionale comparato dell’Italia, cioè del cuneo fiscale che ci penalizza in termini di costo del lavoro. È vero, ma non basta. Da anni, i rapporti Bes (Benessere equo e sostenibile) ci dicono che il saldo migratorio (differenza tra residenti che vanno altrove e nuovi residenti che arrivano da fuori) nel segmento delle persone laureate nella fascia 25-39 anni, per il Veneto ha sempre segno negativo (-4,6 per mille nel 2017, -2,6 nel 2018, -2,3 nel 2019), mentre ha un segno positivo nella vicina Emilia-Romagna (+15,3 per mille, +15,5, +16,2), con cui ci si confronta sempre più spesso. Questo dato riguarda tutti i settori e si spiega anche con la struttura dimensionale dell’economia delle due regioni, che in Emilia Romagna ha un numero maggiore di realtà più grandi e più competitive. Questo succede anche per le Imprese digitali. Una ricerca realizzata dall’Osservatorio Professioni Digitali dell’Università di Padova e Infocamere per il Digital Meet 2020 ha dimostrato che la dimensione media delle imprese digitali di Data Analysis e Software House in Emilia Romagna è superiore a quella del Veneto e l’intero comparto della prima, pur con 1.000 unità in meno, genera un valore complessivo della produzione superiore a quello della seconda. Nel breve termine non si può invertire la tendenza e non c’è nemmeno il tempo di aspettare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Nell’immediato, per il sistema delle imprese digitali del Veneto la sola via percorribile è «adottare» scuole professionali, istituti tecnici e ITS che preparano alle professioni digitali. Lo scorso marzo, in un seminario su digitalizzazione e progettazione dei lavori ibridi, Enaip Veneto ha presentato i suoi programmi per sviluppare le skill digitali e, di fatto, tali progetti sono stati «adottati» seduta stante dal direttore del personale di un’azienda (manifatturiera) vicentina presente. La strada è questa: percorriamola. Paolo Gubitta

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A maggio un milione di dosi. Veneto arancio, hub nei capannoni. «Fedriga giusto erede di Bonaccini»

Zaia:«Cisonopochivaccini Anoil’AstraZenecarifiutato» Resta in fascia di rischio arancione il Veneto, che però vede migliorare i parametri relativi alla diffusione della pandemia da Covid-19. Secondo il monitoraggio reso noto ieri dalla cabina di regia del ministero della Salute con l’Istituto superiore di Sanità nell’ultima settimana l’indice del contagio (Rt) è sceso da 1,12 a 0,96 e di conseguenza l’incidenza si è abbassata da 227 a 160 casi per 100 mila abitanti. La classificazione complessiva del rischio passa da «alta» a «bassa», il tasso di occupazione in Malattie infettive e Pneumologia scende al 28% (-1%), con 1.874 nuovi ricoveri (-53), a fronte di un valore-soglia del 40%. Resta la pressione sulle Terapie intensive, con un’occupazione dei letti al 31% (+1%), contro il 30% di livello di guardia, e 310 pazienti (-4). Si registrano inoltre 1.798 nuovi focolai, ai quali ieri si sono aggiunti altri 993 contagi e 32 vittime. «Contiamo ancora tra gli 80 e i 100 ricoveri al giorno, ma da una settimana il bollettino migliora — illustra il governatore Luca Zaia — le dimissioni superano gli ulteriori ingressi in ospedale. Inoltre la metà dei 32.259 veneti attualmente positivi al tampone è asintomatica, il resto ha pochi sintomi e solo il 5% necessita di ricovero. La percentuale di test positivi nel giro di una settimana è calata VENEZIA

dal 7% al 2,7%». Un trend legato anche alla campagna vaccinale, che vede il Veneto al primo posto in Italia, insieme alla Valle d’Aosta, con l’88,2% di dosi somministrate sul totale ricevuto. Ma soprattutto è a buon punto con l’immunizzazione degli anziani, condizione imposta dal premier Mario Draghi per riaprire le attività produttive ancora ferme, come ristorazione e turismo. «Ha ricevuto la prima dose di anti-Covid il 33% dei 494.443 cittadini tra 70 e 79 anni, mentre il 2,5% ha assunto anche il richiamo — spiega Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità —. Per quanto riguarda i 358.540 over 80, al 43,9% è stata somministrata la prima dose e al 35% anche la seconda, per un totale di un 78,9% coinvolto nella campagna. Infine il 26,5% dei disabili ha avuto il primo vaccino e il 22% il ciclo completo. E le Usl hanno già fissato l’appuntamento ai duemila caregiver, cioè familiari o badanti, dei pazienti oncologici». Insomma avanti tutta, al punto che ai 71 centri vaccinali operativi la Regione intende affiancarne altri più spaziosi. «Stiamo preparando grandi strutture per la vaccinazione di massa — conferma Zaia — penso a siti industriali dismessi come l’ex Pagnossin in provincia di Treviso, ai drivein, ma anche a capannoni industriali climatizzati. Diversi

La voce «altro»

Luca Zaia Anti-Covid ai giovani? Il Piano nazionale è cambiato tre volte Manuela Lanzarin Pesa anche l’uso di Astrazeneca mutato tre volte

Dopo la strigliata alle Regioni da parte del premier Mario Draghi, che le ha ammonite di «non immunizzare i 35enni prima degli anziani», e l’annuncio del presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, di voler chiedere gli elenchi dei 2.236.752 vaccinati non ricompresi nelle categorie prioritarie, ci si chiede: ma chi sono? Il ministero della Salute li raggruppa nella categoria «altro», che per il Veneto comprende 334.149 soggetti, e il Pd interroga la Regione: «Di chi si tratta, come sono stati selezionati? Sono più numerosi degli over 80 che hanno ricevuto l’anti-Covid e che dovrebbero avere la priorità assoluta. Rappresentano il 29% dei vaccinati, contro una media nazionale del 19,35%. Non capiamo, considerato anche il fatto che le persone fragili non riescono a prenotarsi sul portale regionale». Secondo l’elaborazione fornita ieri dai tecnici del settore Sanità, sotto la voce «altro» ri-

imprenditori ci hanno offerto gratuitamente quelli dismessi. I direttori generali delle Usl stanno cercando le migliori soluzioni per insediare questi presidi satellite, che però devono essere il più vicino a casa, per i cittadini». Altro che le costosissime «Primule» programmate e mai realizzate

dall’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Tutto bene se non fosse per un piccolo dettaglio: non ci sono i vaccini. «Ne abbiamo bisogno come il pane, stanno finendo, le scorte bastano per cinque giorni alla settimana — ammette Zaia —. Ne somministriamo fino a 37 mila al

giorno, ma coinvolgendo a regime anche i medici di base, gli specializzandi e i farmacisti (l’accordo è in arrivo, ndr), potremmo toccare quota 100 mila. Ho telefonato al generale Francesco Figliuolo, nuovo commissario, per chiederne ancora e la prossima settimana arriveranno 13 mila dosi di

Campagna di vaccinazione In Veneto il record di vaccinazioni, ma per i prossimi giorni in arrivo poche fiale

Protezione civile e pompieri nella categoria non prioritaria «Furbetti non ne abbiamo»

VENEZIA

Servizi essenziali Il governo Conte a febbraio ha previsto il vaccino per i vigili del fuoco

spetto a operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario, over 80, forze armate e personale scolastico, il ministero della Salute include 17 categorie. E cioè: cittadini tra 70 e 79 anni (165.797); soggetti estremamente vulnerabili e disabili (62.700); dipendenti delle Rsa (14.397); studenti di area sanitaria (9.334);

altri servizi essenziali (8.381); fascia 60/64 anni (7.457); familiari/caregiver (7.446); Protezione civile (4.647); farmacisti (4.553); strutture per disabili (3.225 ); vigili del fuoco (1.970); donatori di sangue (1.674); operatori non sanitari di strutture private (889); polizia penitenziaria (732); Servizi veterinari (425); detenuti

(288); Comunità, (come gli asili) (93). Altri 40.141 sono «in fase di verifica/assegnazione alla specifica categoria». «Vaccinazioni anomale noi non ne abbiamo fatte — assicura il governatore Luca Zaia — se risultano persone giovani già immunizzate è perché il Piano vaccinale nazionale è cambiato tre volte. Dal 27 dicembre 2020 allo scorso gennaio il diktat era di somministrare l’anti-Covid a sanitari, operatori e ospiti delle Rsa. Nella prime due voci rientrano persone giovani, così come tra i degenti delle comunità per disabili, minori, tossicodipendenti e pazienti psichiatrici. E tra il personale delle Usl c’era l’ordine di somministrare il vaccino pure agli amministrativi, ai manutentori e a tutti coloro che gravitano attorno agli ospedali. Quando a febbraio si sono riaperte le scuole — prosegue Zaia — ci è stato detto di proteggerne il personale. E poi, per estensione, le altre cate-


Corriere del Veneto Sabato 10 Aprile 2021

PRIMO PIANO

GLI AIUTI AstraZeneca, 126.300 di Pfizer Biontech e 14 mila di Johnson&Johnson. Queste ultime saranno destinate alla fetta di popolazione che Roma ci indicherà. Fino alla fine del mese, entro il quale vorremmo concludere le somministrazioni sugli over 80, le forniture si limiteranno a circa 150mila vaccini a settimana, quindi 600mila in tutto — aggiunge il presidente —. Ma per maggio dovrebbero salire a 1.090.000, con i quattro i sieri, anche se di Moderna si sono perse le tracce». Contribuiranno a potenziare la macchina organizzativa l’apertura fino a mezzanotte di almeno un centro per provincia, l’ospedale militare di Padova e le otto squadre di sanitari dell’esercito già andate

in supporto alle Usl per i tamponi e ora convertibili in team di vaccinatori. A breve la Regione firmerà poi un protocollo con i pediatri di libera scelta, che immunizzeranno i genitori degli under 16 non vaccinabili perché colpiti da malattie incompatibili con l’anti-Covid. Intanto la «fame» di vaccini è tanta da ridurre al minimo le disdette delle sedute con AstraZeneca, mentre nel resto d’Italia la percentuale di rifiuto è del 40%. «Ho detto ai colleghi governatori di dare a noi le dosi che avanzano — rivela Zaia — se non le vogliono, le prendiamo volentieri, per destinarle agli over 60 e a coloro che ne hanno assunto la prima dose. Le altre categorie verranno dopo». In attesa delle prossime forniture, si prende tempo per i richiami: la Regione annuncia una circolare con cui il ministero dilaziona a 42 giorni quelli di Pfizer Biontech, ora fissato a 21, e di Moderna, previsto a 28. «La scadenza del richiamo non deve avvenire obbligatoriamente entro quei termini — conviene il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero — ha una certa flessibilità. Deciderà Aifa». Sul fronte politico, in merito all’elezione del leghista Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, a presidente della Conferenza delle Regioni, Zaia commenta: «Sono il suo primo sostenitore, è l’uomo giusto. Succede a Stefano Bonaccini, che ringrazio perché ha saputo ben rappresentare le Regioni. Al di là delle connotazioni politiche, abbiamo portato avanti un lavoro di squadra. Io? Non sono interessato a questa poltrona, porterei via tempo al Veneto». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

gorie essenziali, come le forze armate e dell’ordine, i vigili del fuoco, la Protezione civile, per citare qualche esempio. Infine il governo Draghi ha introdotto il criterio delle fasce d’età, da noi chiesto più volte». L’altro fattore che ha alimentato la voce «altro» è stato il quadruplo cambio di destinazione, nel giro di due mesi, del vaccino di AstraZeneca. A fine gennaio le Agenzie europea e italiana del Farmaco, Ema e Aifa, l’hanno approvato fino ai 55 anni; il 16 febbraio l’Aifa ne ha esteso l’utilizzo fino ai 65; l’8 marzo sempre l’Aifa lo ha ritenuto idoneo anche per gli over 65; il 7 aprile, in seguito alla correlazione con «eventi rari di trombosi, anche fatali, in soggetti sotto i 60 anni, soprattutto donne» appurata dall’Ema, il ministero della Salute ha optato per somministrarlo solo agli over 60. «Ma nel frattempo l’avevano già assunto migliaia di persone più giovani — ricorda Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — che adesso hanno diritto alla seconda dose. Il resto delle categorie essenziali in scaletta dovrà aspettare la conclusione della campagna sugli anziani. Purtroppo il 3% degli over 60 colpiti dal Covid muore, quindi dobbiamo mettere in sicurezza prima loro». M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Crisanti

«Sono a Londra in quarantena»

VENEZIA Disavventura britannica per Andrea Crisanti che ai microfoni della trasmissione Un giorno da pecora spiega: «Sono a casa mia a Londra in quarantena perché sul volo c’era un positivo, praticamente passerò il mio soggiorno inglese rimanendo solo a casa...». Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia, è intervenuto ancora sui vaccini: «Il vaccino che ho fatto? Non ha nessun valore qui... AstraZeneca è efficace e sicuro, provoca effetti gravi in 1 caso su 2 milioni e mezzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

3 VE

Pone (Inps): «Si può ancora fare domanda»

Spettacolo e turismo, bonus da 2.400 euro a ventiduemila «atipici» Bonifici automatici ai beneficiari del dl Ristori Michielli: data certa per ripartire, il 2 giugno è tardi

❞ Michielli Si apra il 15 maggio altrimenti si perde tutta la finestra della Pentecoste

VENEZIA Nella triste «classifica» di chi sta patendo i maggiori danni economici legati alla pandemia ci sono i «lavoratori atipici». Una galassia di cittadini che oltre al reddito intermittente anch’esso ed essendo spesso legati all’altro grande ferito, il turismo, si ritrovano senza tutele. A loro, nei giorni scorsi, sono arrivati direttamente sul conto corrente 2.400 euro. Si tratta di una indennità una tantum prevista dal decreto Sostegni. A quanti veneti è arrivata l’indennità? Superano le 22.700 unità per un totale di sostegni a fondo perduto pari a quasi 56 milioni di euro, un decimo circa dei 565 milioni di euro totali erogati in Italia. La parte del leone con oltre 7.000 beneficiari la fanno gli intermittenti, appunto, seguiti a ruota da quasi 6.000 stagionali del turismo. Bonifici automatici erogati dall’Inps regionale e previsti per i lavoratori che erano già stati in precedenza beneficiari con il primo decreto Ristori. Antonio Pone, direttore di Inps Veneto annuncia che da metà aprile e fino al 30 del mese, sarà attiva la prenotazione on line sul portale Inps per i nuovi percettori (lo stesso tipo di lavoratori) che, non avendo usufruito per i più vari motivi del dl Ristori, possono comunque ancora chiedere l’indennità una tantum. «Il dato positivo - dice Pone - è che anche in questo caso, contiamo di poter erogare con la massima celerità la quota di 2.400 euro, un paio di settimane, così com’è stato con le erogazioni automatiche concluse in questi giorni». L’appello, quindi, è ai lavoratori stagionali e in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, gli stagionali impiegati in altri settori, gli intermittenti, gli autonomi occasionali, gli incaricati alle vendite a domicilio, i lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali e quelli dello spettacolo. L’Inps nazionale fa presente che chi ha il bonifico domiciliato in Posta, dato il limite di legge sui contanti, la somma sarà corrisposta in tre tranche da 800 euro. Per tutti gli altri è un bonifico unico sul conto corrente. «La tempestività nell’erogazione - conclude Pone in un momento difficile come questo è fondamentale. Ricordo che l’indennità una tantum è esentasse e non contribuisce al reddito». Diverso il discorso dei sostegni alle imprese che, in base alla contrazione del reddito, potranno essere erogati con un intervento dell’Agenzia delle entrate. Un aiuto ai tanti lavoratori

atipici del turismo, intanto, ma Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto e vice nazionale, lancia un appello al ministro Massimo Garavaglia facendo eco alla richiesta sempre più trasversale di «date-obiettivo» per le riaperture: «Dateci una data. Ma che non sia il 2 giugno: sarebbe troppo tardi. Il ministro del Turismo Garavaglia aveva giustamente indicato nel 15 mag-

gio l’inizio stagione. Era la data giusta, la stessa della Grecia, in coincidenza con la Pentecoste, che rappresenta il primo grande afflusso di turisti del Nord Europa nel nostro Paese. Spostare tutto al 2 giugno ci farebbe andare oltre la Pentecoste, che è da sempre il viatico di una buona stagione ovunque». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

La sede Il palazzo Inps a Venezia è sede degli uffici regionali dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale. È diretto da Antonio Pone

Dalla Procura di Bergamo

Piano pandemico e studio Oms sparito indagato il veronese Ranieri Guerra VENEZIA E’ indagato per false dichiarazioni dalla Procura di Bergamo il direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra. Il 5 novembre scorso ai Ranieri Guerra magistrati titolari Il medico dell’inchiesta per epidemia veronese, colposa il medico veronese direttore vicario negò di aver esercitato dell’Oms, pressioni sui ricercatori è indagato dai dell’ufficio Oms di Venezia pm di Bergamo perché facessero sparire dal sito dell’istituzione lo studio coordinato da Francesco Zambon che definiva «improvvisata e caotica» la gestione della pandemia da parte dell’Italia per il mancato aggiornamento del Piano pandemico, fermo al 2006. Zambon, mostrando delle e-mail ricevute da Guerra, ha invece riferito ai pubblici ministeri di essere stato da lui minacciato di licenziamento se non avesse ritirato la ricerca. L’ipotesi della Procura si basa sull’intenzione del numero due dell’Oms di salvaguardare i rapporti tra l’istituzione internazionale e il governo italiano e di

tutelare se stesso. Fino al 2017 Guerra era stato infatti a capo della Prevenzione al ministero della Salute, quindi toccava a lui aggiornare il Piano pandemico. Nella ricostruzione di Zambon l’11 maggio 2020, poche ore prima della sua pubblicazione, il documento al centro della storia era stato approvato dalle sedi Oms di Venezia e di Copenaghen e anche dal Comitato di Ginevra. Eppure il giorno dopo è sparito dal sito dell’Oms e non è mai stato ripubblicato. La vicenda, portata alla luce dalla trasmissione «Report», su Rai3, ha indotto Zambon a dimettersi dall’Oms il 31 marzo scorso. Ora sta vagliando altre proposte di lavoro. Dal canto suo Guerra dice: «Sono veramente stupito e profondamente amareggiato di essere indagato. Ho dichiarato ai pm tutto quello che sapevo in quel momento, in totale buonafede». (m.n.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

10-APR-2021 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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PROVINCIA

SABATO 10 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

borgo valbelluna

Acc, sale il pressing sul Mise E da lunedì presidio in piazza A metà mese Zaia e Cirio da Giorgetti: obiettivo un finanziamento da 15 milioni Le banche sarebbero così garantite nell’anticipare i 6 che servono urgentemente

Che cosa si aspettano i 300 lavoratori dell’Acc dalla convocazione al Mise del 15 aprile? Il massimo, ovviamente; e cioè che il ministero dello Sviluppo economico ufficializzi la disponibilità a erogare un finanziamento diretto ad Acc sull’articolo 37 DL Sostegni (si era parlato di 15 milioni). Sulla base di quella cifra, le banche o le finanziarie regionali – del Veneto e del Piemonte – potrebbero fare un anticipo, di fatto garantito dal Mise, di circa 6, 5 milioni da restituire al momento di effettiva erogazione dei 15 milioni. In agosto, si presume. GLI INTERROGATIVI

LE POSIZIONI

IN CHIAVE ANTI CINA

Da non dimenticare che a favore di ItalComp, Cirio (FI) è

I bene informati sostengono che la tentazione di vendere

ItalComp come un grande progetto di back-shoring in chiave anti-cinese, con una filiera a km 0, stia creando molto interesse in Giorgetti (i due principali fornitori di ACC sono Eurogroup e Marcegaglia, lombardi e a proprietà familiare). Oltretutto, aleggia «il fantasma del 1984», quando Zanussi – che sembrava finanziariamente fallita ma aveva ancora intatte prospettive di resurrezione industriale – fu regalata ai Wallenberg perché nessun imprenditore italiano si fece avanti con convinzione e l’Italia perse un’azienda-chiave. Insomma il ministro dello sviluppo avrebbe paura a mollare Ital-

borgo valbelluna

Sul tema capifrazione l’opposizione insiste «Non se ne parla più» Flavia Colle non tralascia però anche altre tematiche spinose «Lo spopolamento avanza e le crisi di Acc e Ideal Standard al Comune pare non interessino» BORGO VALBELLUNA

Continuano a mancare le figure dei capifrazione, promesse durante la campagna di fusione del 2018 assieme agli sportelli polifunzionali fisici. E la minoranza non ci sta. Per quanto riguarda gli sportelli, finora è stato infatti attivato solo quello telematico. Nonostante nel consiglio di martedì 6 il sindaco Stefano Cesa abbia spiegato che

per istituire i capifrazione alcune riunioni preliminari sarebbero già state fatte, la capogruppo Flavia Colle vuole vederci chiaro; così come chiede notizie su come verranno spesi i circa due milioni derivanti dalla fusione. «Dei capifrazione il sindaco con noi non ha parlato di recente. L’ultima volta è stata mesi fa. Gli ho anche detto che, quando propone dei regolamenti, li consegni anche al nostro gruppo, perchè li possiamo analizzare con le giuste tempistiche. Non come con il dup e il bilancio», dice la Colle, «che abbiamo avuto modo di vedere solo pochi giorni prima del consiglio.

Un’immagine di un recente consiglio online di Borgo Valbelluna

Per quanto riguarda il regolamento che disciplina la creazione dei capifrazione, noi della minoranza lo avevamo visto mesi fa, sperando che successivamente si potessero fare degli incontri. E invece non è più stato fatto niente». Colle si concentra anche su altri aspetti, tra i quali quelli legati allo spopolamento. «Cinquantasette residenti in meno nel nostro Comune non sono pochi nel giro di un anno. Servono aiuti concreti

alle famiglie se vogliamo attrarre nuovi abitanti e convincerli a vivere qui. La Valbelluna è sempre stata quella che ha avuto più abitanti rispetto ad altre zone della provincia, poiché era attrattiva: si parlava di solito dello spopolamento della montagna. E ora invece tocca anche alla parte bassa. Siccome abbiamo un territorio bellissimo e splendido, mi chiedo: vogliamo attrezzarlo affinché la gente torni a viverci? Come ho già detto,

Davide Conedera AGORDO

non possiamo spremere sempre solo quelli che ci sono, perché altrimenti è la morte del nostro territorio. Quindi un aiuto concreto alle famiglie è doveroso». La capogruppo di minoranza riflette anche sul settore industriale. «Nel dup non c’era nessun accenno ad esempio a due grosse realtà che potremmo aiutare anche noi come Comune. Perché va bene fare dei proclami, ma concretamente poi dobbiamo aiutare. Abbiamo due milioni di euro che arrivano? Dobbiamo fare qualcosa. Di Ceramica Dolomite e Acc non c’è invece accenno. Dovremmo dare fiducia ai nostri cittadini, soprattutto in questa fase difficile. Noi come gruppo abbiamo sempre messo a disposizione la nostra disponibilità. Borgo Valbelluna non deve bivaccare e tirare avanti. Se la maggioranza si è presa l’onere e l’onore di amministrare, deve fare qualcosa di concreto». — DANTE DAMIN

GIANNI SANTOMASO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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PROTESTE A TORINO

schieratissimo, col pieno sostegno della sua assessora, Chiorino (FdI) appunto, e di Pichetto Fratin (FI). Con il Piemonte, tutto il mondo 5S, dal ministro D’Incà alla Todde. Molto più sfumata la posizione del presidente Zaia, tra la Donazzan che spinge per ItalComp e Marcato che frena. Arbitro sarà insomma Giorgetti, ansioso di liberarsi del nodo Embraco (il suo capogruppo Molinari spinge anche lui per ItalComp, anche per non avere questa bomba nelle comunali di Torino).

Trenta abeti “usati” a Natale a dimora nei boschi

Gli abeti utilizzati durante le ultime festività di Natale a Noale, in provincia di Venezia, saranno ripiantati nei boschi di Agordo. Oggi alle 9. 30 i volontari del circolo “Europa verde” di Noale, in compagnia del consigliere comunale di Agordo, Davide Conedera, e del portavoce dei Verdi della provincia di Belluno, Luigino Tonus, saranno protagonisti di un’azione simbolica in una delle zone colpite a ottobre 2018 da Vaia. «In gennaio», dice il circolo “Europa verde”, « abbiamo lanciato sui social un appello per recuperare gli alberi di Natale che, a fine festività, sarebbero stati destinati alla discarica. Moltissimi i cittadini che hanno raccolto il nostro invito e che ci hanno donato gli abeti che, nell’ambito del progetto “Adottiamo gli alberi di Natale”, porteremo ad Agordo in accordo col Comune». Un progetto, quello che oggi si concretizzerà, appoggiato, oltre che da numerosi commercianti noalesi, anche dalla cooperativa “ll Germoglio” di Salzano che ha donato gli abeti usati per addobbare le piazze di Noale. «Il luogo scelto per la piantumazione», spiega il consigliere comunale Davide Conedera che ha seguito il progetto, « è un terreno di uso civico lungo il sentiero che porta a Coi Lonch. Siamo a monte di Colvignas Alto, lungo la strada per andare in Binatega. Si tratta di una zona colpita duro da Vaia dove i lavori di esbosco sono finiti qualche mese fa. Ora verranno piantati una trentina di abeti». «L’iniziativa», conclude “Europa verde”, «è nata perché siamo convinti che gli alberi siano protagonisti strategici contro i cambiamenti climatici per le loro note caratteristiche e utili per una riforestazione dei nostri territori così tanto antropizzati. Il Comune di Agordo ha accolto con favore la proposta rendendo disponibile un’area a suo tempo colpita da Vaia e ora bonificata dagli alberi caduti e pronta per accogliere nuove piantumazioni». —

Una manifestazione di lavoratori davanti all’Acc

relle». Altre incertezze riguardano nello specifico anche le modalità dell’appuntamento del 15: in presenza a Roma o in call? Solo con i presidenti o anche con gli assessori Donazzan del Veneto e Chiorino del Piemonte? E ancora: con o senza il commissario straordinario Maurizio Castro? Con o senza i viceministri Todde (sponsor numero 1 di ItalComp) e Pichetto Fratin (già assessore al Lavoro regionale del Piemonte e come tale molto addentro al dossier Embraco)?

agordo

LE REAZIONI DEL SINDACATO

Ieri pomeriggio i segretari di Fiom, Fim e Uilm si sono incontrati con i delegati ed i lavoratori. Hanno deciso insieme di dare vita ad un’azione di pressing. Tutti i giorni scenderanno in piazza, a Belluno, sotto la prefettura, per evidenziare il loro disagio e far conoscere a Roma, attraverso il diretto rappresentante del Governo, qual è il livello di allarme in Valbelluna. Il presidio inizierà alle 9 di lunedì e vedrà i lavoratori alternarsi a turno. Tre o quattro alla volta, con i segretari delle sigle sindacali a dare man forte. C’è pure l’intenzione di accompagnare il presidente Zaia nell’incontro con Giorgetti, qualora avvenisse in remoto. Accompagnarlo a distanza, ovviamente, per poi farsi raccontare direttamente, ed in tempo reale, i risultati. C’è una speranza in più nelle ultime ore: la viceministra Todde è stata riconfermata per le situazioni di crisi, un fatto che è stato salutato positivamente dai sindacati.

BORGO VALBELLUNA

Ma è quanto davvero accadrà la prossima settimana? Il clima lo farebbe supporre, anche se l’audizione del ministro Giancarlo Giorgetti, l’altro giorno alla Camera, lascia aperti degli interrogativi. I rumors romani confermerebbero che sono state le accorate implorazioni del prefetto di Torino, Claudio Palomba (preoccupatissimo per le possibili infiltrazioni di intenzioni eversive nel caso Embraco) a far convocare per il 15 aprile l’incontro di Giorgetti con i governatori Luca Zaia e Alberto Cirio. Ma i sindacati, come si sa, non saranno presenti. Sembra che con loro sia stato organizzato un tavolo il 19 o il 20 aprile, ma l’appuntamento non è stato ancora confermato. D’altra parte, nell’audizione dell’altra mattina alla Commissione Attività Produttive della Camera, il ministro Giorgetti ha detto di volerli convocare solo se non si tratterà di «inutili passe-

Comp, perdendo Chieri e trovandosi Mel in mano ai bengalesi di Walton o ai thailandesi di Kulthorn Kirby che magari la rilanciano. Potrebbe anche sfilarsi, lasciando campo libero alla viceministro Todde o coinvolgere più fortemente le due Regioni chiedendo loro di aumentare il loro intervento di partecipazione (previsto finora in 2 milioni a testa). Insomma, un bel rebus.

Ieri, intanto, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha incontrato i lavoratori della ex Embraco, che da tre giorni continuano il presidio in piazza Castello, davanti alla prefettura di Torino, dove hanno montato anche una tenda da campeggio. «Non ce ne andremo fino a quando non avremo una data certa per il tavolo con il governo», spiegano i lavoratori, per i quali tra quindici giorni scatteranno senza remissione di peccato i licenziamenti. “Giorgetti dove sei?”, si legge nei tanti cartelli affissi nella piazza. — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 10 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario «prima anziani e fragili, poi tutti gli altri»

Profilassi, sarà applicata la linea Draghi Nella Sanità stop alle iniezioni a chi non è in prima linea. Divide l’ipotesi di rinviare i richiami Paolo Russo / ROMA

Alla fine l’attesa ordinanza del generale Figliuolo inviata in nottata alle Regioni non si discosta di una virgola dall’ultima versione del piano vaccinale del governo, se non fosse per il fatto che questa volta a impartire l’ordine ai governatori è un commissario con stellette e mostrine. L’ordine di priorità resta infatti: vaccinare «prevalentemente con AstraZeneca» gli over 80, poi i due milioni di estremamente vulnerabili, compresi familiari conviventi e caregiver, a seguire le persone di età compresa tra 70 e 79 anni, infine quelli tra 60 e 69. Con l’indicazione di completare in parallelo l’immunizzazione già avviata del personale sanitario e socio sanitario. Precisando che le dosi

Vaccinazione degli anziani over 80 nell’hub di Malpensa Fiere

vanno riservate a chi tra loro è «in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid e che opera in presenza presso le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private». Di fatto uno stop ai vaccini elargiti fino ad oggi a man bassa a personale amministrativo,

tecnici, fornitori di Asl . Questo perché il generale sa bene che il nodo era e resta quello della fascia di età 70-79 anni, colpita dal più alto tasso di mortalità ma con solo il 16% ad aver ricevuto la prima dose e il 2,3% il richiamo. In tutto quasi 5 milioni di anziani da immuniz-

zare che diventano sei e mezzo con gli over 80 che devono ancora fare la puntura. Anche se con gli oltre 8 milioni di dosi previste in consegna questo mese si potrebbero vaccinare tutti. Se le Regioni privilegeranno d’ora in avanti i nonni nelle vaccinazioni. Intanto i super esperti più vicini a Draghi e Speranza si dividono su una mossa che potrebbe dare una bella accelerata alla campagna vaccinale. A lanciare l’idea è il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. «Ci sono dati che indicano come sia possibile allungare l’intervallo da 21 a 42 giorni per il richiamo del vaccino Pfizer senza perdere l’efficacia della copertura vaccinale. E questo consentirebbe di incrementare il numero delle persone che possono ricevere la prima dose». «I pre-

supposti immunologici e biologici ci son tutti, poi l’attuazione pratica spetta al ministero della Salute», precisa il professore. E anche Massimo Galli del “Sacco” di Milano approva, se pur con un paletto: «Escludendo i più fragili dai quali ci si attende una risposta immunitaria meno valida». Ma proprio da un fedelissimo di Speranza, il direttore della prevenzione del ministero, Gianni Rezza, arriva la mezza smentita. «Non credo che cambi l’indicazione di effettuare la seconda dose per i vaccini di Pfizer e Moderna, che è rispettivamente fissata a 21 e 28 giorni». Poi stemperata dall’apertura a «una certa flessibilità in termini organizzativi» e dalla precisazione «che la decisione spetta alla commissione tecnico scientifica dell’Aifa».

Dagli avvocati in Toscana ai guardiaparco in Abruzzo: così le Regioni hanno favorito categorie non a rischio

Furbetti della puntura, ci sono mille indagati IL CASO Niccolò Carratelli / ROMA

hi sono questi «altri»? Questi 2 milioni e mezzo di vaccinati, che non sono operatori sanitari né anziani over 80, non sono insegnanti e nemmeno militari. Hanno ricevuto la prima dose di vaccino, non si sa a che titolo, o meglio così sembra scorrendo il portale del governo con il report sulle somministrazioni. Una vaghezza che ha alimentato sospetti e di cui le Regioni si sono lamentate con il commissario per l’emergenza Covid, Figliuolo, che ha promesso di modificare la struttura del report, allungando la lista delle categorie previste.

C

Perché non è detto che i vaccinati inseriti nel calderone «altro» abbiano ottenuto illecitamente l’iniezione. Anzi, lì dentro sono comprese alcune categorie prioritarie non catalogate singolarmente. È il caso degli anziani nella fascia 70-79 anni, che saranno protagonisti delle prossime settimane della campagna vaccinale. Tra loro ci sono anche il premier Draghi e la moglie, che nella griglia della Regione Lazio sono contati tra i 250mila «altri» immunizzati. Poi ci sono fragili, disabili e malati cronici, con patologie previste nella griglia definita dal ministero della Salute. Senza dimenticare i loro caregiver, parenti o persone che se ne prendono cura. Inoltre, in quasi tutte le regioni, nella categoria «altro» è inserito tutto il personale non

sanitario di ditte esterne che lavorano per ospedali e Asl, come addetti alle pulizie o alla manutenzione: vaccinati in massa, soprattutto all’inizio, a volte anche prima dei medici, perché si pensava di dover creare ospedali «Covid free». Prendiamo la Campania, una delle regioni (con Calabria a Sicilia) finite nel mirino del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Morra, perché il numero dei vaccinati alla voce «altro» è «ben oltre la media nazionale». Sono 327 mila, più degli over 80 (306 mila). Ma, secondo i numeri forniti dall’Unità di crisi regionale, 128mila sono anziani tra 70 e 79 anni, 98mila tra «fragili» e disabili, 20mila caregiver. Il resto sarebbe rappresentato, in buona parte, da lavoratori esterni (non dipendenti) di

ospedali e Asl, che non rientrano nella categoria «personale non sanitario». Tra caregiver e lavoratori non sanitari è possibile si siano verificate forzature, infiltrando parenti e amici degli amici, ma «è complicato sapere con esattezza chi e quanti, anche perché c’è un problema di privacy, di certo sono una minoranza», dicono dallo staff del presidente Vincenzo De Luca. Discorso diverso riguarda i vaccinati non prioritari, ma del tutto regolari, perché hanno ricevuto la prima dose in base alle linee guida stabilite dalla loro Regione. Il caso più discusso è stato quello del personale degli uffici giudiziari in Toscana, magistrati e avvocati, compresi i giovani praticanti. Ma meritano una citazione i sacerdoti dell’Arcidiocesi di Taranto, vaccinati su richiesta del vescovo, inclusi

seminaristi ventenni e volontari Caritas. O i guardiaparco in Abruzzo, equiparati alle forze dell’ordine e considerati tra le categorie prioritarie. Frequente la vaccinazione dei dipendenti comunali, specie al Sud, da Martina Franca a Morano Calabro, passando per Matera. Ricapitolando: ci sono gli «altri» prioritari, gli «altri» non prioritari, ma leciti, e ci sono gli imbucati, in alcuni casi veri truffatori. La differenza è che su questi ultimi fioccano le inchieste in tutta Italia, quasi mille persone hanno attirato l’attenzione di procure e carabinieri del Nas. La maggioranza al Nord, circa 640, forse per la maggior densità abitativa di alcune aree, forse perché si denuncia e si controlla di più. Al Sud si segnalano quasi 280 furbetti coinvolti in indagini, al

LA SETTIMANA

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Centro più o meno 60. Al Nord molti casi sono stati registrati in Piemonte, come gli ultimi 60 indagati a Biella, accusati di aver saltato la fila per vaccinarsi. Ma i carabinieri sono a lavoro anche in Liguria e in Valle d’Aosta. Al Sud si segnala oltre un centinaio di casi solo a Palermo, in Puglia ci sono un paio di inchieste: la procura di Bari sta approfondendo le somministrazioni ai caregiver dei disabili under 16 effettuate lo scorso fine settimana, mentre i magistrati di Lecce indagano sulle anomale adesioni ad associazioni di volontariato per ottenere il requisito utile alla vaccinazione. In provincia di Perugia i Nas hanno scoperto un imprenditore che è riuscito a vaccinarsi spacciandosi per collaboratore scolastico, grazie ai buoni uffici della moglie. A Oristano, infine, ci sono 15 indagati, tra medici e infermieri, che avrebbero somministrato dosi di vaccino a persone che non ne avevano diritto. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUNO MANFELLOTTO

La destra bifronte di lotta e di governo uroreggiò negli anni Settanta “il partito di lotta e di governo” cucito su misura da Enrico Berlinguer indosso al suo Pci. Poi, dopo la tragica morte di Aldo Moro, il segretario cambiò strategia e passò all’opposizione interrompendo un cammino che riprenderà solo molti anni dopo. Oggi quell’antica etichetta spetta di diritto alla destra, divisa tra il governo (Silvio Berlusconi), la lotta (Giorgia Meloni) e la lotta stando al gover-

In attesa di sciogliere il rebus dall’Europa arrivano altre nuvole che rendono meno certe le previsioni di una imminente accelerazione della campagna vaccinale. L’Ema ha avviato una revisione anche del vaccino targato Johnson & Johnson dopo i 4 casi di trombosi cerebrale e i malori lamentati da 18 pazienti negli Usa. Numeri irrisori, ma gli esperti di Amsterdam temono che la causa della risposta autoimmune, che in rarissimi casi finisce per abbattere il numero di piastrine nel sangue provocando trombosi ed emorragie, sia da individuare nel vettore, l’adenovirus del raffreddore che trasporta la proteina spike che poi stimola la risposta immunitaria. E se così fosse la sorte toccata dall’antidoto AstraZeneca finirebbe per essere condivisa anche dal Johnson&Johnson, oltre che da quello made in Italy di Reithera ancora in fase di sperimentazione. E questa sì sarebbe una tegola per una campagna vaccinale che già dovrà affrontare il rischio fuga dal vaccino di Oxford e che risentirebbe non poco di un utilizzo a scartamento ridotto dell’antidoto J&J. —

no di Matteo Salvini, scelta che ha portato un baco nella gioiosa coalizione: non c’è una proposta condivisa; non s’intravede una strategia concordata; non c’è accordo nemmeno sui candidati alla conquista di comuni decisivi come Milano, Roma, Torino, Bologna, Trieste, Napoli… Il fatto è che ognuno pensa per sé. Berlusconi è l’unico che potrebbe pacificare gli animi, ma è impegnato a scansare gli ultimi processi e il suo ruolo è indebolito dallo scarso peso in

Parlamento e nei sondaggi. Meloni, invece, cavalca alla grande l’opposizione: presenzia, interviene, si intrufola negli ampi spazi offerti dalla par condicio televisiva. Ma vive la pesante contraddizione di chi gode di proiezioni elettorali stellari – superata quota 17 per cento – e deve accontentarsi in Parlamento del 5 per cento dei seggi. Anche questo ha pesato nella lunga lite per la presidenza del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servi-

zi segreti, che secondo prassi dovrebbe andare all’opposizione, ma che la Lega non intende mollare. Anche perché, sussurrano i maligni, di qui passano dossier caldi, come quelli sul Russiagate e sulle gesta di Gianluca Savoini, che assai preoccupano i leghisti. Se Meloni insiste non è solo per galateo istituzionale: il fulcro della sua battaglia è strappare consensi (e argomenti) nell’area presidiata da Salvini. E i risultati ci sono. Fratelli d’Italia cresce al Sud, dove crisi ed eterna

jacquerie si fondono e dove la Lega aveva provato a sfondare; e ora cerca spazio anche al Nord, battendosi per esempio perché alle imprese arrivino più soldi, magari quelli destinati al cashback e alla lotteria degli scontrini. Dei due contendenti è certo Salvini in maggiori difficoltà. È schierato al governo, ma soffre se ogni giorno non trova occasioni per criticare il suo premier; professa fede europeista, ma sogna di fare gruppo con i sovranisti; ha i piedi ben piantati nel Nord, ma imprese e partite Iva fanno affari con mezza Europa e poco tollerano i suoi giri di valzer con Orbàn. È una doppiezza difficile

da controllare, specie se, a differenza del capo, il ministro Giorgetti sorride a Mario Draghi e il presidente Zaia ragiona sui temi dell’omofobia (legge Zan). Dunque qui non si parla tanto e solo di liti – sale della politica! – bensì di scelte strategiche di fondo che il Salvini bifronte si ostina a rinviare e che presto sarà invece costretto a compiere. Perché è vero che incombe il dopo Mattarella, partita che intende giocare da protagonista, ma subito dopo si comincerà a parlare di elezioni politiche, di leadership della destra e di candidati premier. Dovrà pur scegliere. Tra lotta e governo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

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scintille sul fotovoltaico

le scelte Del carroccio

Campi solari, ora FdI si smarca Il caso Loreo agita la Regione

Lega, nuove nomine Salvini affida a Bitonci le Attività produttive

Razzolini: «Contrari alla sottrazione di suolo agricolo». Carroccio in imbarazzo Coldiretti Treviso: «Il sindaco Conte realizzi un impianto in piazza dei Signori» sentato domanda per trasformare alcuni ettari di suolo agricolo in impianto fotovoltaico da 2,5 megawatt a terra nel comune di Casier» spiega Antonio Ciri, direttore di Coldiretti Treviso.

Massimo Bitonci con Matteo Salvini, leader del Carroccio

LEGA DI LOTTA E DI GOVERNO

PADOVA

La protesta di Coldiretti Veneto contro il fotovoltaico a terra, intanto, approda in Parlamento. L’onorevole Franco Manzato (Lega) ha depositato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole chiedendo «quali interventi il Governo intenda mettere in atto, attraverso le indicazioni specifiche delle Regioni, affinché sia rallentato l’utilizzo dei terreni in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici per l’installazione di pannelli solari collocati al suolo». Insomma se Federica Vidali (Giovani di Coldiretti Rovigo) indica l’area dove sarà realizzato il maxi-impianto di Loreo VENEZIA

Pensare al caso Loreo come a una piccola Caporetto agricolo-ambientalista della giunta regionale è eccessivo, ma il parallelismo che rimbalza tra i corridoi di Palazzo Balbi e nelle telefonate che contano è decisamente efficace. I 50 ettari di parco fotovoltaico a pochi metri dal Po, autorizzati dalla Conferenza dei servizi regionale, rischiano infatti di dare vita a un effetto domino di nuovi impianti. E con l’avvicinarsi del via libera definitivo – a questo punto scontato – al progetto della Marco Polo Solar 2 (75 campi da calcio coperti da pannelli fotovoltaici) ieri il dibattito politico si è infiammato. MANI AVANTI

L’ok a Loreo rischia di essere un boomerang per la giunta guidata da Luca Zaia e così tra “pompieri” e “incendiari” c’è anche chi mette le mani avanti. «Desidero espri-

mere in modo chiaro la mia posizione contraria alla sottrazione di terreno agricolo e forestale per la sistemazione a terra di pannelli fotovoltaici» dice il consigliere trevigiano Tommaso Razzolini del gruppo Fratelli d’Italia Giorgia Meloni in una nota. «Una posizione condivisa dal gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Veneto». Insomma, in maggioranza ci si affretta a prendere le distanze. IL DOMINO

Al punto che Razzolini puntualizza: «Condivido la posizione espressa sul tema anche da Coldiretti che evidenzia come il consumo di suolo costituisca una ferita per l’agricoltura, l’ambiente e il paesaggio». Nel frattempo – in attesa che inizi la discussione sulla proposta di legge veneta numero 41 che individua le aree dismesse come quelle idonee all’installazione di pannelli solari – secondo Col-

diretti negli uffici regionali giacciono altri progetti che interessano tutto il Veneto e che, se approvati, sottrarranno altri 200 ettari (oltre ai 671 già consumati) per fare posto a parchi solari al suolo. MACCHIA D’OLIO

Insomma un’altra Loreo potrebbe capitare ovunque in Veneto. «Proporremo un progetto innovativo al sindaco di Treviso: si tratta di una piantumazione di pannelli fotovoltaici in piazza dei Signori per garantire energia gratis al centro storico» tuona Coldiretti Treviso. «Per noi i campi sono un patrimonio della collettività che non va sperperato» sostiene Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso. «Siamo sicuri che anche il sindaco, nonché presidente di Anci Veneto, Mario Conte sia dello stesso nostro avviso». Un progetto per un mini parco solare a terra è arrivato anche nella Marca: «Una società ha già pre-

Il deputato Manzato tira in ballo il governo Il Pd: «Zaia fermi questo scempio»

Matteo Salvini ha nominato il deputato padovano del Carroccio Massimo Bitonci nuovo responsabile del Dipartimento Attività Produttive della Lega. L’ex sindaco di Padova raccoglie il testimone da Guido Guidesi, ora impegnato in Regione Lombardia. «In bocca al lupo a Bitonci, che certamente farà molto bene, e grazie a Guidesi per l’ottimo lavoro che ha fatto e che sta facendo in Regione Lombardia» il commento di Salvini dopo la nomina. «Ringrazio Matteo Salvini e la Lega per questo nuovo e prestigioso incarico» il

primo commento di Bitonci che è anche capogruppo Lega in commissione Bilancio della Camera. In corsa fino all’ultimo per un posto di sottosegretario nel governo Draghi, Bitonci nei giorni scorsi è tornato a sollecitare il governo «a rivedere la nuova definizione di default ed innalzare le soglie di segnalazione, scoperto di 100 euro per piccole e medie imprese o persone fisiche e di 500 euro per società, per i conti correnti in rosso» stabilite da Eba, l’Autorità bancaria europea, e relative all’erogazione dei prestiti e al monitoraggio del credito. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Decreto Di PalaZZo BalBi

c’è una colpa è di Roma. «Sì all’energia pulita e al fotovoltaico, no alla perdita dei terreni agricoli» aggiunge il capogruppo di Zaia Presidente in consiglio regionale, Alberto Villanova. «Quando il progetto di legge 41 verrà approvato dall’aula consiliare darà la linea a tutti i grandi e piccoli progetti legati al fotovoltaico». Ma il Pd non ci sta. «La scelta del maxi impianto fotovoltaico nelle campagne di Loreo è sbagliata e contraddittoria. Si poteva pensare a una installazione che escludesse la parte agricola, rendendo meno impattante il progetto» dicono i consiglieri regionali dem Andrea Zanoni e Francesca Zottis. «Zaia fermi questo scempio». — MATTEO MARIAN © RIPRODUZIONE RISERVATA

Parchi, eletti i presidenti di Colli Euganei e Sile VENEZIA

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato i decreti di nomina dei presidenti e dei nuovi componenti dei consigli direttivi del Parco del Delta del Po, del Parco dei Colli Euganei e del Parco del Fiume Sile. Presidente del Parco dei Colli Euganei è Riccardo Masin. Sarà affiancato in Consiglio da Antonio Scarabello, Nino Schiavon, Diego Bonato e Luca Callegaro. Presidente del Parco del Fiume Sile è stato nominato Arturo Pizzolon. Membri del

IL 1° VO A SO LUME LO

1,90 IN PIÙ

Consiglio direttivo sono Walter Frandoli, Renzo Carraretto, Cristina Andretta, Giuseppe Romano. Presidente del Parco del Delta del Po è stato nominato Moreno Gasparini, In Consiglio direttivo Alessandro Faccioli, Roberto Pizzoli, Mario Visentini, Maura Veronese. «Si tratta di un momento importante per le politiche ambientali regionali sottolinea Zaia - fra i tanti patrimoni di cui è ricca la nostra regione quello naturale ha infatti un posto di assoluto rilievo nelle politiche di tutela e valorizzazione». —


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SABATO 10 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Le falde avvelenate non c’È privacy che tenga

le opere regionali

Il Tar: la Regione diffonda i dati dei Pfas nella catena alimentare

Pronto a Belfiore il nuovo campo di pozzi in falda da 24 milioni

Greenpeace vince la storica battaglia in tribunale: uova, salumi e pollame a rischio nella “zona rossa”

Pfas negli alimenti: dopo l’assalto con la barca e gli striscioni a palazzo Ferro Fini, Greenpeace vince una storica battaglia sulla trasparenza degli atti contro la Regione, che li aveva secretati invocando la privacy con l’obiettivo di impedire che «le emissioni venissero ricondotte ai singoli soggetti». Tutti i dossier relativi alle 12 sostanze Pfas, Pfoa, Pfos, Pfna e Pfhxs monitorate nel 2017 con la “georeferenziazione” delle aziende alimentari possono essere diffusi a chi ne fa richiesta. In ballo c’è la difesa della salute che riguarda non solo la “zona rossa Pfas” tra Trissino, Lonigo, Legnago e Montagnana, ma la sicurezza di chi consuma i prodotti di quella terra, in primis il mais, le uova e la filiera suina.

GUARDA: DIFFONDERE I DATI

Manifestanti di Greenpeace davanti alla Miteni di Trissino: ieri hanno vinto una battaglia per la trasparenza

Sono le analisi su 614 campioni realizzate dall’Istituto superiore di sanità nel 2017 degli animali dovesse rispettare i valori di performance stabiliti per l’acqua potabile. Oltre la soglia di 500 nanogrammi-litro scattava l’obbligo dei filtri a carbone attivo o di chiusura del pozzo. Misura tutt’ora in vigore, che scatena polemiche per i costi. LA DELIBERA DI COLETTO

Per evitare una rivolta con i forconi, Coletto aveva poi convin-

to l’Iss a monitorare la presenza della catena Pfas sugli alimenti e le coltivazione dell’area avvelenata. Il dossier, presentato a palazzo Balbi dai ricercatori e dall’assessore, aveva dato un esito rassicurante. Tra i prodotti di origine familiare più a riscaio i salumi, il prosciutto, le uova e il pollame. Addio, insomma, a risotto con fegatini ma anche a una fetta di sopressa? L’Iss aveva detto di no: i valori restano comunque sotto soglia. Il triangolo Trissino-Lonigo-Brendola non era la copia della terra dei fuochi in Campania. Anche se hanno fortemente raccomandato di evitare il fegato suino e tutti i pesci dei fiumi e canali.

«Miteni e Solvay, un filo le unisce Il C604 avvelena il bacino del Po» iteni e Solvay, due giganti della chimica nell’occhio del ciclone con l’interpellanza presentata ieri alla Camera da Alberto Zolezzi , deputato del M5s. Il suo appello al governo è chiaro: l’azien-

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Invece l’associazione ambientalista, dopo i sit-in in regione e davanti alla Miteni, ha chiesto di utilizzare quel dossier, anche perché a Vicenza è decollato il processo contro la Miteni e alle parti civili quelle analisi sulla contaminazione alimentare possono tornare utili. Di avviso opposto la Regione Veneto, che non ha mai voluto diffondere la “georeferenziazione” delle analisi: insomma, meglio evitare guai con le aziende agricole che producono verdure, frutta e vino a volontà, oltre alle filiere delle carni bianche e rosse.

L’interrogazione alla Camera di Alberto Zolezzi (M5s) riapre la polemica Il sottosegretario Costa invita alla prudenza: «Rispettate le direttive Ue»

IL CASO

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IL RICORSO DI GREENPEACE

IL VERDETTO DI PASI

Il Tar del Veneto, con il collegio giudicante presieduto da Alberto Pasi, Marco Rinaldi primo referendario e Daria Valletta referendario-estensore, ha accolto il ricorso dell’associazione ambientalista e vanificato l’impianto difensivo dei legali della Regione guidati da Franco Botteon, con Luisa Londei e Francesco Zanlucchi. Di cosa si tratta? È una vittoria di principio che nasce dallo screening avviato nel 2017 dall’assessore alla Sanità Luca Coletto, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e lo Zooprofilattico delle Tre Venezie. Per metter fine alle polemiche sulla “salubrità” dell’acqua dei pozzi artesiani e dei canali utilizzata a scopi irrigui, la giunta veneta con delibera del 14 luglio 2017 aveva deciso un giro di vite. In estrema sintesi, aveva imposto l’analisi costante sui pozzi privati in laboratori certificati e stabilito che l’acqua per l’abbeveramento

Il collegio del Tar, guidato da Aberto Pasi, ha valutato che l’esistenza dei procedimenti penali non è un motivo ostativo sufficiente alla mancata diffusione di un atto pubblico. Invocare la privacy non ha alcun fondamento proprio perché la ratio della norma italiana, che a sua volta recepisce la relativa direttiva europea, impone per le questioni ambientali la massima trasparenza. Immediato il commento di Cristina Guarda, di Europa Verde: «Da anni chiedo, assieme ai cittadini, la pubblicazione di dati che devono essere a disposizione della comunità. Ora la Regione non perda altro tempo. Il Tar, con la storica sentenza 00466/2021, dà ragione ai richiedenti e costringe la Regione Veneto a rendere accessibile i risultati del campionamento, smettendo di trincerarsi dietro dinieghi che non reggono, come dimostrato, alla prova del giudizio». Come finirà? A palazzo Balbi pensano già al ricorso al consiglio di stato.—

Passo in avanti nella bonifica dell’acqua avvelenata dai Pfas. A giorni diventerà operativo il nuovo campo pozzi realizzato da Acque Veronesi a Belfiore. Ultimate le operazioni di collaudo, si procede con l’igienizzazione delle condotte di 18 chilometri, da Bova a Madonna di Lonigo, in provincia di Vicenza. Ne ha dato conferma il commissario straordinario Pfas in Veneto, Nicola Dell’Acqua, precisando che il costo parte si aggira sui 24,2 milioni di euro. Inizia ufficialmente la graduale fase di spegnimento dei pozzi contaminati da uno dei più gravi eventi d’ inquinamento delle acque superficiali della storia, che ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini tra le province di Verona, Vicenza e Padova. «Quest’opera» sottolinea Luca Zaia «è stata realizzata in due anni nonostante le gravi difficoltà create dalla pandemia, per rispondere alle quali è stato necessario uno sforzo del tutto particolare, di cui ringrazio Acque Veronesi e tutte le maestranze che vi hanno lavorato. È bello pensare a questo acquedotto anche come un simbolo di quel rinascimento che il Veneto saprà realizzare quando sarà stata vinta la battaglia contro il Covid. 250 litri al secondo di acqua nuova, perfettamente pulita, da bere senza alcun timore, sono anche un’onda di speranza nel futuro». Il commissario Nicola Dell’Acqua tiene a precisare che «rimane operativa l’attività di filtraggio alla centrale di Madonna di Lonigo, ridimensionata sensibilmente anche nei costi, a fronte della minore quantità di acqua contaminata da trattare». —

schio veleno, per la gioia di Col etto. Sembrava finita lì.

Albino Salmaso / VENEZIA

da di Spinetta Marengo, ad Alessandria, vuole aumentare la produzione e scarica il nuovo Pfas-C604 nei fiumi: questa sostanza è stata trovata nel Tanaro ma anche nel Po, a Castelmassa di Rovigo e produce danni gravissimi alle vongole e cozze nel delta del Polesine: ne blocca la riproduzione. «L’ Ispra parla di sostan-

za molto tossica e i dirigenti dell’azienda sono stati condannati per disastro ambientale colposo per sversamento di cromo. Le ricerche mediche segnalano che i Pfas riducono la risposta dei vaccini del 50% per quanto riguarda il tetano e la difterite, ne bastano 20 nanogrammi. È documentato il passaggio di sostan-

Cristina Guarda: «Basta rinvii, quelle ricerche vanno messe a disposizione di tutti» Carpa, barbo, siluro, cavedano e tinca che nuotano in acque superficiali dell’area rossa non vanno consumati, visto che hanno una concentrazione di Pfos che supera i 20 nanogrammi per litro. Insomma, sono bombe di veleno, anche se i pescatori continuano a buttare le canne nelle acque del Gua’. Un dossier imponente con 614 campioni di alimenti analizzati e tutti assolti dal ri-

ze dalla Miteni alla Solvay, mentre il GenX dal 2014 è arrivato nell’azienda di Trissino dall’Olanda. Solo Arpa Piemonte si può opporre al raddoppio di Solvay, ci sono 24 milioni di persone da salvare lungo il bacino padano. Sono scelte dolorose, ma va riconvertito il polo di Spinetta. Sono stati trovati 15 mila nanogrammi litro di Pfoa nel sangue dei lavoratori, ne bastano 20 per causare squilibri ormonali», ha detto il deputato 5S. Gli ha risposto Andrea Costa, sottosegretario alla Salute. «L’Italia ha avviato la pulizia dell’acqua sulla base della direttiva Ue del 12 gennaio scorso, i nuovi parametri diventeranno operativi in 3 anni con metodi analitici per il controllo delle ultime moleco-

PADOVA

UNA PROTESTA DEL M5S DAVANTI ALLO STABILIMENTO DEI VELENI A TRISSINO

Il deputato grillino: «Documentato il passaggio di sostanze tra i due giganti della chimica»

le di queste sostanze che persistono nell’ambiente e nell’acqua. Il governo ha proposto che nei valori limite si tenga conto della somma delle miscele Pfas. Per quanto riguarda il C604, l’Iss dopo aver acquisito il parere dell’Efsa, l’ha definita una sostanza non genotossica. Purtroppo non c’è uno studio epidemiologico in Veneto, ma verrà realizzato ad Alessandria». Insoddisfatto, anche se con toni moderati, l’onorevole Zolezzi ha invitato il governo ad adottare i provvedimenti a tutela della salute del Veneto e del bacino del Po. «I rischi di trombi, diabete e infertilità sono documentati. I Pfas uccidono la vita e l’amore». — ALB.SAL. © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

SABATO 10 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

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Coronavirus: il rischio sanitario in Veneto

Zaia telefona a Figliuolo «Generale, più vaccini o la campagna si blocca»

il report

Nell’arco della settimana arriveranno solo 153 mila dosi: «Bastano per 5 giorni» Appello del governatore ai colleghi: «Non usate AstraZeneca? Lo prendiamo noi» Filippo Tosatto / VENEZIA

«Generale, in Veneto la fornitura vaccinale basta a malapena a coprire cinque giorni su sette, poi la campagna si arresterà con i ritardi conseguenti nel piano di copertura della popolazione a maggiore rischio. Le chiedo più dosi, ci servono come il pane». Così Luca Zaia nel corso

La polemica di Draghi sulle somministrazioni improprie a scapito degli anziani a rischio di un colloquio telefonico con Francesco Paolo Figliuolo, il commissario straordinario all’emergenza Covid: «Si è dichiarato disponibile ad una verifica delle disponibilità statali, l’ho ringraziato per l’attenzione prestata», riferisce il governatore «Purtroppo siamo alle nozze con i fichi secchi, la prossima settimana arriveranno 13 mila vaccini AstraZeneca, 126 mila Pfizer, forse 14 mila Johnson & Johnson e nulla di Moderna. Abbiamo allestito una macchina da guerra, la prima in Italia per potenziale di somministrazioni. Stiamo identificando grandi strutture, tipo capannoni climatizzati offerti dagli imprenditori, e i drive in sono già previsti. Ma viaggiamo con il freno tirato per scarsità di materia prima. A differenza dell’Unione europea,

CROMASIA

LE DOSI SOMMINISTRATE NEL VENETO A CATEGORIE DI PERSONE CLASSIFICATE COME "ALTRO" Categorie Portale REGIONALE

vaccinazioni

Età 70-79

165.797

Operatori non sanitari - RSA

14.397

Altri servizi essenziali

8.381

Familiare/Care-giver

7.446

Farmacisti

4.553

Vigili Del Fuoco

1.970

Operatori non sanitari - strutture sanitarie private

889

Personale servizi veterinari

425

Frequenza Comunita' (Es. Asilo)

Totale

il Governo non ha colpe al riguardo, lo invitiamo però ad esplorare la possibilità di approvvigionamenti ulteriori sul mercato internazionale». «OVER 80 IMMUNIZZATI ENTRO APRILE»

A proposito di Astra: «Qui non abbiamo avuto partico-

93 334.149

lari defezioni tra i destinatari, gli over 60, tanto è vero che ai colleghi presidenti di Regione ho detto “se avete flaconi non utilizzati, ce li prendiamo noi”. I casi di trombosi segnalati dopo l’inoculazione? Numeri alla mano, sono talmente rari

Il confronto tra il premier e le Regioni sull’impiego delle risorse europee tra «legittime istanze del Nord» e frecciata leghista all’eredità grillina

Recovery, il governatore a Draghi «No alla logica del monopattino» IL CONFRONTO

on è stato propriamente un minuetto il confronto tra premier e Regioni sul versante delicato del Recovery Fund, autentico banco di prova del governo Draghi e opportunità decisiva di rilancio a fronte di un Paese stremato dalla lunga stagione del Covid. Una discussione a più voci, allora, con Luca Zaia protagonista di

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un intervento dai toni decisi e a tratti graffianti. Definiti «anacronistici» i 21 criteri epidemiologici fin qui adottati per sancire chiusure e riaperture, il rappresentante del Veneto ha evocato un graduale riavvio delle attività economiche, indicando nel 30 aprile «un punto di svolta, oltre il quale potremo non pensare più alle restrizioni ma al giro di boa, ad un lavoro di convivenza con il virus, anche perché avremo i vaccini

che sono andati avanti». Ma è stato l’utilizzo delle risorse europee, dalla fase progettuale alla gestione degli investimenti, ad infiammare il confronto. «Ascoltate le legittime istanze del Sud mi sono fatto portavoce delle legittime istanze del Nord», riferisce Zaia «e ho invitato il presidente del Consiglio a valersi delle amministrazioni regionali come braccio operativo di una gestione che, concepita in chiave tradizio-

che ad attraversare sulle strisce pedonali si rischia di più». Tant’è. Nelle ultime ventiquattr’ore le dosi iniettate sono state 33.545 (il totale provvisorio è salito ad un milione 98.408) con il 79% degli over 80 intercettati («Entro aprile chiuderemo la partita»), percentuale che scende al 35,5% nella coorte dai settanta agli ottant’anni.

«Ha ragione ma deve fare chiarezza sui cambi di priorità decisi dal Governo» Nel complesso, sono 300 mila i veneti che, completato il ciclo, hanno acquisito l’immunizzazione. I DEM: LISTE UFFICIALI DI “RISERVISTI”

Al riguardo, però, monta la polemica circa l’accesso al vaccino da parte di persone o categorie prive di titolo; il premier Draghi ha stigmatizzato la circostanza - «Assurdo privilegiare uno psicologo di 35 anni a scapito di un anziano che rischia la vita» e in consiglio regionale il Pd coglie la palla al balzo per sollevare dubbi circa l’appropriatezza delle procedure adottate: «Nel Veneto i vaccinati inseriti nella categoria “Altro” sono ben 322 mila contro i 348 mila ultraottantenni ai quali spetta la priorità assoluta. Chi sono costoro, come sono stati selezionati, considerando anche che

le persone fragili non riescono a prenotarsi sul portale? Nella nostra regione l’incidenza di questo segmento sul totale dei vaccinati è del 29,41%, quarta in Italia a fronte di una media nazionale del 19,35», argomentano Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. Unanimi peraltro nel sollecitare a formazione di «liste ufficiali di riservisti» per evitare che «all’ultimo momento tramite il passaparola, persone vulnerabili siano scavalcate dall’amico dell’amico». QUELLE INDICAZIONI CONFUSE DA ROMA

Interpellato in proposito al punto stampa, Zaia ha anzitutto replicato al Presidente del consiglio: «Draghi ha ragione quando censura i comportamenti scorretti ma ha il dovere di essere chiaro. Dal Governo, in questi mesi, sono giunte tre indicazioni diverse di priorità: il personale soci-sanitario pubblico e privato, inclusi amministrativi e manutentori, nonché le case di riposo; gli insegnanti, le

forze dell’ordine e i militari; gli over ottanta, i vulnerabili, i disabili e i loro accompagnatori; quest’ultima fascia ora ha precedenza assoluta nel piano nazionale che, viceversa, pone in seconda battuta gli insegnanti. Ci sono stati, oggettivamente, cambi in corsa e confusione. Anomalie? In Veneto lo escludo, ho dissentito pubblicamente dalla scelta di vaccinare il personale del Comune di Padova, un atto condizionato dal cambio della guardia alla direzione dell’Ulss, e invito tutti gli amministratori pubblici ad attendere il loro turno. Com’è noto, né il sottoscritto né l’assessore alla Sanità, al pari dei colleghi di giunta, sono stati vaccinati». E la citata categoria “Altro” evocata dall’opposizione? «Il direttore della prevenzione, Francesca Russo, fornirà una relazione dettagliata» (è quella che pubblichiamo a lato ndr). «La lista comprende molte figure a rischio di contagio: detenuti e agenti di custodia, assistenti sociali a domicilio, farmacisti, vo-

Il Pd: nel Veneto 322 mila vaccinati rientrano nella categoria “Altro” Chi sono esattamente? lontari, accompagnatori degli anziani, tra gli altri», anticipa Manuela Lanzarin. CONFERENZA REGIONI E GRAN RIFIUTO

Che altro? Nella Conferenza delle regioni, a maggioranza di centrodestra, il governatore del Friuli Venezia-Giulia succede nella presidenza al dem emiliano Bonaccini: «Io sono il primo sostenitore di Massimiliano Fedriga, è bravo, sarà all’altezza del compito, e voglio ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro svolto». L’incarico, in verità, era stato offerto - invano - allo stesso Zaia da Matteo Salvini... «Se n’è parlato molto tempo fa», svicola il leghista «ma è un compito che assorbe tempo ed energie, amministrare una realtà complessa come il Veneto non consente divagazioni». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

nale e centralista, avrebbe un respiro corto». «Se oggi lei ed io progettassimo un ospedale con metodi ordinari, non vivremmo abbastanza per vederlo realizzato», l’immagine adottata «Servono strumenti commissariali e corsie preferenziali scandite da cronoprogrammi trasparenti». Poi, l’affondo: «C’è una parte del Paese che intravede in questi fondi l’opportunità di proseguire una politica di assistenza che grava sul debito pubblico. È la logica del monopattino, dobbiamo lasciarcela alle spalle», la frecciata al controverso bonus di grillina memoria; «La via maestra? Finanziare il rilancio delle imprese per creare occupazione e reddito così da rianimare il Pil. Se non ci riusciamo, qui finisce male». — FILIPPO TOSATTO

Luca Zaia, governatore del Veneto, chiede discontinuità al premier


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Valbelluna

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Acc, la protesta entra in prefettura Da lunedì mattina presidio sotto il palazzo del Governo: `Si andrà avanti almeno fino a giovedì, quando il ministro i lavoratori si alterneranno per coprire tutte le 24 ore Giorgetti incontrerà le Regioni sul progetto dell’Italcomp

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Due mesi di controlli dell’aria in via Roma

BORGO VALBELLUNA Un presidio permanente sotto la Prefettura di Belluno per tenere alta l’attenzione sulla vertenza Acc. È questa la decisione assunta in queste ore dai sindacati e rsu di stabilimento in vista dell’importante incontro di giovedì che vedrà il ministro Giancarlo Giorgetti incontrare i presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia per discutere del futuro del progetto Italcomp.

PONTE NELLE ALPI

DARE FORZA ALLE RICHIESTE Da qualche giorno i sindacati avevano annunciato l’intenzione di avviare una nuova iniziativa per ribadire l’urgenza di dare liquidità all’azienda. E che avrebbero alzato ancora di più il tiro dopo il presidio permanente attivato nel municipio di Mel nelle settimane passate. Come spiegano i sindacati, lunedì mattina a partire dalle 9 sarà allestito un presidio permanente sotto la prefettura di Belluno. I lavoratori si stanno organizzando a squadre e a turno ci sarà sempre qualcuno presente. Il presidio rimarrà attivo intanto fino all’importante incontro di giovedì. «Il presidio – spiega Stefano Bona, segretario provinciale della Fiom Cgil - ha l’obiettivo di rafforzare la nostra richiesta in merito alla convocazione di un tavolo che dia risposte alla soluzione della crisi che coinvolge Acc ma anche l’ex Embraco di Torino e alla promessa di costruzione del polo italiano del compressore, Italcomp, annunciato e del quale non abbiamo più notizie». I sindacati hanno anche inviato una richiesta di incontro al Prefetto. L’auspicio è che l’alta carica incontri i sindacati in una di queste quattro giornate di presidio.

IL VERTICE REGIONI-MISE Giovedì prossimo 15 aprile ci sarà un incontro importante per capire quali siano le intenzioni del Governo sul progetto Italcomp, ovvero una società a capitale pubblico che fonda Acc ed ex Embraco creando un polo del freddo nazionale Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il suo omologo del Piemonte siederanno ad un tavolo insieme al ministro Giancarlo Giorgetti per discutere proprio di Italcomp. Una notizia importante in quanto per la prima volta il ministro «batte un colpo», anche se resta l’amarezza delle organizzazioni sindacali che non sono state coinvolte in questo frangente.

PALAZZO DEI RETTORI I lavoratori Acc durante una delle tante manifestazioni davanti alla prefettura per chiedere l’impegno politico

LE NOMINE Nel frattempo da Roma arriva qualche novità. Il ministro dello sviluppo economico Giorgetti ha infatti firmato ieri le deleghe ai viceministri e alla sottosegreteria. In particolare, alla viceministra Alessandra Todde sono state delegate le azioni sulle crisi aziendali e le cosiddette “città intelligenti” mentre il viceministro Gilberto Pichetto Fratin si occuperà delle politiche industriali e delle piccole e medie imprese, made in Italy, commercio e quant’altro. «Attendavamo da tempo che venissero date le deleghe – commenta Michele Ferraro, segretario provinciale della Uilm -. La notizia della delega alle crisi aziendali alla viceministra Todde è per noi positiva in quanto lei è una delle fautrici del progetto Italcomp. Conosce il progetto, sa di cosa stiamo parlando e può quindi adesso dare risposte veloci e concrete. Questo fa ben sperare per la risoluzione delle criticità e la concretizzazione del progetto». Eleonora Scarton © riproduzione riservata

Incontri per imparare ad invecchiare: cinque esperti in altrettanti giovedì LONGARONE Meglio imparare (ad invecchiare) oggi, che ritrovarsi (vecchi) impreparati domani. Nasce da questa convinzione il ciclo di conferenze “Pillole di benessere” che il Centro Servizi Barzan di Longarone organizza sulla piattaforma zoom. «Un progetto – precisa la psicologa della struttura Vanessa D’Alpaos - che ha l’obiettivo di raggiungere la popolazione adulta e anziana del territorio». Ma anche di riallacciare i rapporti interrotti dal Covid. Ed è già una sfida proporre gli incontri su piattaforma digitale per un pubblico di questa età. Saranno cinque gli incontri sempre di giovedì alle 17,30. L’esordio, il 15 aprile, è affidato proprio alla D’Alpaos (Invecchiare bene si può. Come pro-

muovere il proprio benessere psicologico) ovvero come prendersi cura della propria mente e dei propri sentimenti prestando attenzione alla solitudine, fenomeno che è andato dilagando in quest’anno. La settimana successiva la biologa nutrizionista Agnese Barattin (Alimentazione e sistema immunitario). Giovedì 29 la fisioterapista Mara Bortoluzzi (Prevenire le cadute, in sicurezza ad ogni passo) suggerirà anche sem-

LA SFIDA SARÀ RACCOGLIERE L’ATTENZIONE DEGLI INTERESSATI SULLA PIATTAFORMA DIGITALE “ZOOM”

plici esercizi fisici. Sette giorni più tardi il neurologo Manrico Gentile (Invecchiamento attivo, conosciamo la mente) parlerà di come prendersi cura del proprio cervello. La conclusione del ciclo è fissata per giovedì 12 maggio: la psicologa Marta Paris (Non resisto! Comportamenti problematici e come limitarli secondo il metodo Mindfullness) si occuperà dei pensieri negativi e di come essi possano diventare difficili da gestire. Gli incontri saranno utilizzati anche per promuovere lo screening neuropsicologico gratuito per la fetta di popolazione nata fra il 1946 e il 1956; un’opportunità riservata non solo ai residenti di Longarone, ma anche a quelli delle zone limitrofe. Info allo sportello Anziani Attivi (366-2361981). (gs) © riproduzione riservata

Aria sotto controllo, a Ponte nelle Alpi. Dallo scorso 17 marzo infatti un mezzo mobile dell’Arpav, attrezzato per il monitoraggio, sta verificando la qualità dell’aria del comune di Ponte. L’attività rientra nel piano annuale dell’Agenzia ed è stata concordata con l’amministrazione. Il mezzo è posizionato in viale Roma, nella frazione Ponte, nei pressi del parcheggio dell’Ufficio Turistico della Provincia di Belluno e vi resterà per 60 giorni, cioè sino a poco dopo la metà del mese di maggio. Il monitoraggio riguarda i principali inquinanti dell’aria: Pm10, benzene, toluene, xileni, ozono, idrocarburi policiclici aromatici. «Si tratta – precisa l’assessore all’Ambiente, Pierluigi Dal Borgo – di un monitoraggio a campione che viene richiesto dai singoli territori. E noi lo abbiamo richiesta proprio perché vogliamo tenere sotto controllo la qualità dell’aria. E quello dove il mezzo è stato collocato, cioè nei pressi dell’Ufficio turistico, è un luogo strategico per noi in questo senso, perché di grande viabilità e quindi, proprio per questo motivo, particolarmente delicato». Insomma: in attesa dei risultati che arriveranno nella seconda metà del mese di maggio, si tratta di un monitoraggio preventivo. (G.S.) © riproduzione riservata

MONITORAGGIO La centralina mobile dell’Arpav

Imputato sbagliato per la rissa a Polpet: «Ero in Belgio» PONTE NELLE ALPI Pasticcio nell’inchiesta “Cobra gang”: la Procura sbaglia persona e indaga un ragazzo totalmente estraneo ai fatti. Anzi, nel periodo in contestazione, Hicham Bouchtaoui (questo il suo nome), originario del Belgio e residente a Mel, non si trovava nemmeno in Italia. «Hanno confuso due persone con lo stesso nome – ha spiegato l’avvocato Mina Ombretta Ponticiello – Il mio assistito era in volo verso il Belgio e non poteva aver commesso i fatti». Perciò è stato prodotto il biglietto aereo e il pm l’ha estromesso dall’inchiesta. Al suo posto è stato indagato Hicham Moussayer, un ragazzo della stessa età ma residente a

Longarone. Insieme a lui, nel fascicolo aperto dal pm, altri 10 ventenni.

LUNGA SERIE DI REATI Numerose le ipotesi di reato, tra cui violenza sessuale di gruppo, stalking, rissa, rapina, lesioni, violenza privata. Sarebbero questi i “guai” in cui si sono messi gli undici ventenni della banda che, secondo quanto ipotizzato nell’indagine, avrebbero terrorizzato alcuni ragazzi da agosto 2018 a marzo 2019. Iscritti a vario titolo nel registro degli indagati ci sono: Daniele Fenti, 20 anni di Belluno, Sofian Dhahi, 19enne nato a Pieve di Cadore, Fahed Lambarki, 19enne nato a Belluno residente a Longarone (per lui tra le ipotesi di reato non c’è la violenza sessuale di gruppo),

Mohamed Bouchtaoui, 20enne nato in Marocco residente a Mel, Hicham Moussayer (per lui tra le ipotesi di reato non c’è la violenza sessuale di gruppo), Franceso Burigo, 20enne residente a Soverzene, Younes Raouf Mazaz, 23enne nato in Marocco residente a Belluno (anche per lui non si ipotizza il reato di violenza sessuale di gruppo), Fioralb Shaqja, 21enne nato a Pieve di Cadore e

GIOVANE FINISCE NEI GUAI SOLO PER AVER AVUTO LO STESSO NOME DEL VERO PRESUNTO MEMBRO DELLA “COBRA GANG”

residente a Ospitale (per lui si ipotizzano solo le lesioni), Andrea Guarnieri, 20enne bellunese, A.M. di origine marocchina, 19enne, minorenne all’epoca dei fatti e Anoir El Kamali 19enne nato a Napoli e residente a Limana (per lui si ipotizzano solo stalking e lesioni).

UDIENZA PRELIMINARE L’udienza preliminare di ieri mattina, nella stanza al terzo piano in Tribunale a Belluno, è stata rinviata perché uno degli avvocati è a casa con il covid. Alcuni hanno già deciso che risarciranno il danno e chiederanno un patteggiamento, altri sono disposti ad andare fino in fondo, quindi a processo, e dimostrare la loro innocenza. Altri ci devono pensare. C’è poi un avvocato che

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ha sollevato un problema. Il suo assistito, all’epoca dei fatti, non aveva ancora compiuto 18 anni (mancavano pochi giorni) e quindi la sua posizione dovrebbe essere valutata dal Tribunale per i minorenni di Venezia, non da quello bellunese. Si è trattato di un altro errore da parte della Procura della repubblica. Gli avvocati hanno più di due mesi per organizzarsi.

LESIONI E VIOLENZA SESSUALE Il gup ha rinviato all’udienza del 24 giugno. La banda avrebbe cominciato ad agire alla sagra di Polpet, tra fine agosto e inizio settembre del 2018. È in quei giorni che, secondo la Procura, si verificò una vera e propria rissa che si chiuse con lesioni gravissime ai danni di un 18enne che ri-

portò una frattura del cranio. Ma ci furono altri 4 feriti. Tra le ipotesi di reato anche la violenza sessuale di gruppo che sarebbe avvenuta sempre nello stesso periodo, ovvero durante la sagra. La Cobra gang avrebbe palpeggiato alcuni coetanei. Fatto che sarebbe poi ricapitato il 19 novembre. Il pubblico ministero contesta al gruppo anche rapine e atti persecutori. Per questo motivo, nello stesso anno, scattarono le perquisizioni, all’alba, da parte poliziotti della Mobile della Questura, con il supporto degli operatori della polizia di Stato di Padova, arrivati con il cane antidroga Aiko. Furono sequestrati pc e cellulari per cercare traccia di quelle folle gesta. Davide Piol © riproduzione riservata


VII

Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Coronavirus, le storie

Centenari incrollabili, sorrisi in Rsa `Arriva il sindaco per i 105 anni di Caterina Visentin Video musicale nella casa di riposo di Montagnana per festeggiare gli anziani dopo mesi di paura del contagio e a Masi Lina Donin raggiunge il traguardo di 103 candeline

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L’INIZIATIVA MONTAGNANA Gli anziani che resistono e che raggiungono traguardi “venerabili”: 105 anni per Caterina, ospite della casa di riposo di Montagnana, seguita a ruota da Lina, di Masi, che di candeline ne ha spente 103. A entrambe sono arrivati gli auguri del presidente del Veneto Luca Zaia, in diretta tv, nel consueto punto stampa quotidiano. Dopo l’incubo del contagio è tempo di sorrisi: le case di riposo della provincia sono quasi tutte Covid free e all’interno, ospiti e dipendenti sono tutti vaccinati. Certo, l’attenzione resta altissima ed è ancora presto per cantare vittoria ma l’immunizzazione garantita dal siero anti Covid ha portato una boccata di ossigeno nelle varie strutture della provincia.

LA CLIP Un sollievo che il pensionato di Montagnana ha reso ben visibile attraverso un tenerissimo video pubblicato nella pagina social. La clip scalda il cuore: ospiti e operatori ballano sulle note della canzone “Musica leggerissima” cantata a Sanremo da Colapesce e Dimartino. La coreografia è semplicissima, alla portata anche di chi è costretto a letto o in sedia a rotelle. Ma i pochi gesti bastano a esprimere la gioia di chi ha vissuto per mesi con la paura del contagio pur avendolo fortunatamente scampato (il pensionato è sempre stato Covid free). Non a tutti è andata così bene: in altre strutture il virus ha falciato decine e decine di nonni.

LA COLONNA SONORA DI COLAPESCE E DIMARTINO FA BALLARE GLI OPERATORI E GLI OSPITI

TEMPRA INVIDIABILE Caterina Visentin, 105 anni: dietro il vetro anche il sindaco Loredana Borghesan. A destra, Lina Donin. Nella foto a sinistra, gli operatori-ballerini nel video realizzato per regalare sorrisi e allegria agli ospiti della casa di riposo di Montagnana

Ascoltata lì, in una casa di riposo, quella canzone del Festival assume un significato particolare: il «silenzio assordante» ricorda il vuoto di affetti, la distanza fisica dai propri cari, rimasti fuori per mesi, incontrati solo virtualmente grazie alle videochiamate e tuttora «schermati» da una vetrata durante le visite. E il «buco nero che sta ad un passo da noi» nominato da Colapesce e Dimartino lo conoscono bene in un’altra casa di riposo: la Scarmignan di Merlara, la prima ad essere travolta dal contagio e che nella prima ondata ha perso quasi metà degli ospiti: 34 nonni su 73. Ma adesso che il virus è stato chiuso fuori dalle case di riposo c’è bisogno davvero di «un po’ di musica leggera […] anzi leggerissima».

I COMPLEANNI Adatta anche ai festeggiamenti, come l’importante compleanno di Caterina Visentin, 105 anni vissuti intensamente. Per il suo compleanno, oltre a una lucidità invidiabile e alla sua battuta sempre pronta, ha sfoggiato collana di perle e rossetto. Gli anni non

hanno spento la socievolezza dell’anziana. La sua è stata una vita spesa tra il lavoro nei campi e l’osteria/tabacchi che gestiva. Per la festa di compleanno, ai suoi quattro figli si è aggiunta anche la sindaca Loredana Borghesan, che ha portato gli auguri dell’intera comunità (restando rigorosamente al di là della vetrata). «Credo che di tempre come quella di Caterina ormai ce ne siano poche – afferma la Borghesan –. Lei è un esempio e un incoraggiamento per tutti». Anche Lina Donin, che abita a Masi, è una nonna dalla tempra di ferro: l’altro ieri ha festeggiato 103 anni. A differenza degli altri anni, il sindaco non ha potuto andarla a trovare di persona, ma l’affetto della sua comunità l’ha raggiunta lo stesso attraverso le tante telefonate di auguri, a cui ha risposto personalmente. Madre di quattro figli, nonna e bisnonna, Lina ha sempre lavorato in campagna. E sul segreto della longevità non ha dubbi: «l’aria bona che se respira qua a Masi». Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Incontro online dell’associazione Alice

Con il lockdown aumentano i disturbi alimentari Il 10% della popolazione femminile soffre di disturbi dell’alimentazione, i più noti sono anoressia e bulimia. Ora il fenomeno è in aumento, a causa degli effetti negativi dell’emergenza sanitaria in corso. Secondo gli esperti del Centro regionale per i disturbi dell’alimentazione dell’Azienda ospedaliera di Padova, contribuiscono ad aggravare le situazioni più delicate l’isolamento sociale e la lontananza da cure e servizi di sostegno. A lanciare l’allarme è l’Associazione Alice per i Disturbi alimentari, che opera all’interno del centro di via Giustiniani. Per sensibilizzare sull’argomento sono stati organizzati gli incontri “Distanti ma vicini, in rete per la salute mentale” rivolti ai familiari di pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione, per

trovare uno spazio dove poter porre domande e condividere le esperienze vissute durante i lockdown. Le iscrizioni sono aperte. Gli incontri sono organizzati dall’associazione e saranno tenuti dalla dottoressa Manuela Soave, esperta in tematiche dei disturbi dell’alimentazione. I temi centrali saranno: elaborazione delle esperienze vissute durante i lockdown, discussione di tecniche di comunicazione efficace, condivisione di elementi psicoeducativi su disturbi dell’alimentazione. Al termine degli incontri verrà fornito un opuscolo informativo sui contenuti del corso. Gli incontri si terranno sulla piattaforma Zoom e avranno durata di novanta minuti ciascuno, dalle 17.30 alle 19. Il primo appuntamento è previsto il 16

Cartura, parroco e perpetua in ospedale Malato anche don Zanon di Candiana IL BILANCIO CARTURA Il Covid continua a colpire duramente i sacerdoti diocesani. Oltre al parroco di Arzergrande don Vittorio Stecca, ricoverato a Schiavonia dai giorni di Pasqua, nello stesso nosocomio si trova ora anche il parroco di Cartura don Giuseppe Sinigaglia. Il sacerdote era in isolamento in canonica già dalla domenica delle Palme, insieme alla collaboratrice domestica, risultata pure positiva: le condizioni di entrambi sono poi peggiorate fino a consigliare ai sanitari il ricovero all’ospedale Madre Teresa di Calcutta, da dove comunque filtrano notizie positive sul loro stato di salute. Si trova invece in isolamento nella canonica di Pontecasale don Leopoldo Zanon, 46 anni, parroco moderatore dell’Unità Pastorale di Arre, Arzercavalli, Candiana, Fossaragna e Pontecasale.

IL RACCONTO Il sacerdote, nel foglietto setti-

manale che verrà distribuito domenica nelle cinque comunità affidate alla sua cura, racconta l’esperienza che sta vivendo. «Sto alle regole che i medici mi hanno dettato chiaramente, anche perché la malattia si è manifestata in forma piuttosto violenta nel mio caso con mancanza di respiro e forte tosse. Questo ci fa capire quanto siano importanti le regole del distanziamento, l’uso dei dispositivi e l’igienizzazione delle mani. Anche gli altri due sacerdoti che con me collaborano sono in isolamento fiduciario, seppure finora negativi e mi rincuora il fatto che negativi siano anche tutti i collaboratori parrocchiali che si

MEGLIADINO SAN VITALE PIANGE LA SCOMPARSA DI ARISTEA CRIVELLARO IL FIGLIO CLAUDIO: «UNA VITA DEDICATA A LAVORO E FAMIGLIA»

sono dati da fare durante la Settimana Santa e che si sono sottoposti ai test di verifica. Mi sento vicino a tutti Voi, in particolare a chi sta soffrendo - aggiunge con tono commosso don Leopoldo Zanon – A tutti dico: le nostre comunità cristiane non vi abbandonano, ma si fanno accanto con carità, con la preghiera di ogni giorno e della domenica».

IL LUTTO Continua anche la triste scia di lutti. Il Covid-19 si è portato via Aristea Crivellaro, 96 anni, di Megliadino San Vitale. Il paese piange la sua Esterina, come la chiamavano i compaesani: una donna dolce e tenace, abituata a sopportare le fatiche del duro lavoro in campagna. L’anziana è mancata giovedì mattina all’ospedale di Schiavonia. Il virus lo aveva contratto circa quindici giorni fa: la prima settimana era stata curata a casa, poi le sue condizioni si erano aggravate, tanto da richiedere il ricovero all’ospedale Madre Teresa di Calcutta. Aristea soffriva

Ha preso il via ieri da Abano, nel centralissimo viale delle Terme, il “tour” dello striscione di Ascom “Salviamo le imprese dal fallimento”, esposto per la prima volta giovedì di fronte al Tribunale di Padova per denunciare la gravissima situazione in cui si trova il commercio a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. E.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCOMPARSA Il Covid è stato fatale per Aristea Crivellaro, 96 anni. «Una gran lavoratrice dice il figlio Claudio dedita al lavoro nei campi e alla famiglia»

La protesta

Lo striscione Ascom fa tappa alle Terme

aprile e a seguire il 28 aprile, 12 maggio, 26 maggio e così via fino al decimo e ultimo incontro fissato per il 20 ottobre. La partecipazione è gratuita, ma a numero chiuso ed è necessario sostenere un colloquio individuale. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere al 049 8755597 o a info.padova@progettoitaca.org. Gli incontri di elaborazione del lockdown rientrano nelle attività del progetto “Distanti ma vicini, in rete per la salute mentale” finanziato dalla Regione del Veneto con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La rete è formata dalle associazioni Progetto Itaca Padova, Alice per i Disturbi Alimentari, Aitsam Padova e Verona. E.Fa.

di Alzheimer ed era assistita da una badante. A parte questo, godeva di buona salute. Rimasta vedova a 56 anni, si era dedicata con amore ai suoi quattro figli (Carla, Claudio, Flavia e Stefano) e poi ai numerosi nipoti. Una dedizione che la famiglia ha cercato di ricambiare soprattutto nel momento in cui la 96enne ha smesso di essere autosufficiente. «Mamma era anche una gran lavoratrice – racconta il figlio Claudio – Ha sempre lavorato in campagna fino all’età della pensione, non solo nelle campagne della zona, ma anche fuori provincia. Da giova-

ne era stata nelle risaie piemontesi, come mondina». Il suo temperamento umile e dolce non era venuto meno neppure con l’avanzare della demenza senile. «Pur non essendo più molto lucida, il suo buon carattere è rimasto quello di un tempo», assicura il figlio. Lunedì sarà il giorno dell’addio: il funerale verrà celebrato alle 15 nella chiesa di Megliadino San Vitale. Dopo le esequie, il feretro proseguirà per la cremazione. Nicola Benvenuti Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVII

Monselice

SOTTOPOSTO A TSO Prima dell’assalto di ieri, giorni fa l’uomo si era reso protagonista del furto di una serie di segnali stradali, trovati dai vigili a casa sua

Piove di Sacco

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Armato di falce a Piazzagrande scene di panico tra i clienti

Parco Colli, Masin nuovo presidente: «Risolvo problemi» `«Il mio mandato

improntato sul dialogo e sulla collaborazione» ESTE

Aggredisce un commerciante ma non riesce a colpirlo. Arriva il 112, ferito un carabiniere `

PIOVE DI SACCO/BRUGINE Ha seminato il panico prima in un bar di Brugine, poi al centro commerciale Piazzagrande di Piove di Sacco. Dopo un pomeriggio difficile e carico di tensione, si è convenuto di ricoverare il protagonista in psichiatria e firmare a suo carico un trattamento sanitario obbligatorio. Armato di falce ha aggredito un commerciante del megastore e per pura fatalità non è riuscito a colpirlo. La sua presenza tra le corsie di Piazzagrande non è passata inosservata al personale di vigilanza. Mentre tra la clientela si sono vissuti momenti di grande paura, con un centinaio di persone che affollavano la struttura intente a fare la spesa, l’uomo è stato disarmato. Si tratta di E.G., di 41 anni, di Brugine, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine con gravi problematiche legate alla dipendenza da alcol. È successo tutto ieri attorno a mezzogiorno. Sul posto, una volta giunto l’allarme alla centrale operativa del 112, si sono portati i carabinieri della stazione di Ponte San Nicolò, supportati da altre pattuglie della compagnia di Piove di Sacco.

MILITARE ALL’OSPEDALE

Un militare nel tentativo di fermarlo è rimasto ferito ed è stato trasportato in ospedale: è stato giudicato guaribile in sette giorni. L’esagitato, dopo una strenua resistenza, è stato portato in caserma e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. La falce, con una lama di 80 centimetri, con cui ha seminato il

terrore è stata sequestrata. Il suo stato psicofisico preoccupante non consente l’arresto o altre misure restrittive. È stato indagato per porto abusivo di armi, resistenza a pubblico ufficiale e minacce aggravate. Tra chi in prima battuta ha assistito alla cattura di E.G., oltre ad un vigilante, è stato il direttore del centro Piazzagrande Filippo Lazzarin che è anche sindaco di Arzergrande.

«PERICOLO PUBBLICO»

«Questo personaggio - ha detto - è un pericolo pubblico e bisogna creare i presupposti per renderlo inoffensivo e soprattutto fare in modo che non faccia male a terzi». Il fermato è lo stesso che giorni fa ha lordato con pennarello indelebile il monumento ai Caduti di Brugine, con denuncia per vilipendio, e ha rubato la segnaletica stradale della Provincia lungo le strade di Brugine per cui è stato denunciato dal vicepresidente dell’ente, Bano. Durante un sopralluogo gli agenti della polizia locale hanno rinvenuto nel giardino della sua casa una decina di cartelli. Il primo cittadino di Brugine Michele Giraldo, da anni costretto a convivere sul suo territorio con questa figura, ieri ha riferito: «La mia giunta si sta adoperando con i servizi sociali per recuperarlo, ma la misura è colma. Non abbiamo aiuto da parte dell’interessato o della famiglia. Gli strumenti a nostra disposizione non ci consentono di fare di più. Mi appello a chi di dovere per scongiurare che un giorno possa fare del male a qualcuno». Cesare Arcolini © RIPRODUZIONE RISERVATA

ASSALTO E STRANO FURTO In alto il centro commerciale Piazzagrande Sotto ecco come aveva riutilizzato a casa la segnaletica rubata

Monselice Gli splendidi 105 anni della maestra Mercede Tantissimi auguri e ricordi dai suoi ex allievi Compleanno importante quello festeggiato l’8 aprile da Mercede Salvi Vocetti, storica maestra di scuola elementare a Monselice. L’anziana ha infatti spento ben 105 candeline. Un traguardo raggiunto circondata dall’affetto dei propri cari, anche se l’emergenza sanitaria non ha reso possibile veri e propri festeggiamenti in presenza. Il tradizionale omaggio del Gruppo Alpini di Monselice, di cui la signora Mercede è madrina, ad esempio, è stato consegnato solo virtualmente. L’affetto dei monselicensi e dei vecchi allievi, molti dei quali sono nonni, si è riversato sui social, dove sono piovuti gli

IN GAMBA Mercede Salvi, 105 anni

auguri e i ricordi dei tempi di scuola. Anche Mercede, del resto, ricorda con lucidità e affetto i suoi ex alunni. (ca.b.)

È stato finalmente nominato il nuovo presidente del Parco Colli Euganei: l’incarico è andato a Riccardo Masin, 47 anni, dal 2013 sindaco di Galzignano Terme. «Sarò il presidente di tutti – promette Masin –. Impronterò il mio mandato sul dialogo e sulla collaborazione, con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio tra ambiente e attività produttive». Ieri il presidente Luca Zaia ha firmato i decreti di nomina dei presidenti e dei nuovi componenti dei consigli direttivi dei Parchi regionali, concludendo così l’iter amministrativo previsto dalla legge regionale del 2018, che ne ha riformato la governance. Ad affiancare Masin nella direzione dell’ente ci sarà la “vecchia squadra”, riconfermata in toto: Antonio Scarabello (che quasi sicuramente continuerà a fare il vicepresidente), Nico Schiavon, Diego Bonato e Luca Callegaro. È il consiglio che Zaia aveva designato a ottobre 2019, dopo tre anni di commissariamento dell’ente, che ha sede a Este, e con quasi un anno di ritardo rispetto alla data promessa. L’obiettivo era traghettare l’ente verso la nuova nomina, prevista nel 2020, quando si sarebbe insediata la nuova giunta regionale. Le redini all’epoca erano state assunte da Massimo Campagnolo, sindaco di Cervarese Santa Croce, che si era però dimesso a settembre, alla vigilia delle elezioni regionali, a cui si era candidato come consigliere. La reggenza era quindi passata nelle mani del suo vice Scarabello. Ora il tanto atteso tassello mancante è finalmente arrivato e la nuova governance del Parco è pronta a de-

collare. Riccardo Masin ha già esperienza nella gestione dell’ente: nel 2016 per circa un anno e mezzo fece parte dell’allora comitato esecutivo. Aveva la delega al contenimento della fauna selvatica. Certo fare il presidente è una sfida più impegnativa, ma il 47enne, responsabile di produzione di un’azienda, è convinto di avere tutte le carte in regola per affrontarla: «Mi reputo un buon amministratore. Sono uno che lavora sodo. La mia mission è risolvere i problemi. Non ho cercato questa nomina, mi è stata proposta dal territorio e sono onorato che Zaia abbia scelto me». Le priorità? «Contenere la fauna selvatica, in particolare i cinghiali; positiva invece la presenza del lupo, se in numeri esigui. Ma anche organizzare gli uffici e la gestione in modo tale da ottenere contributi per la valorizzazione del Parco». A proposito: il neopresidente guarda con favore alla proposta di candidatura dei Colli Euganei come sito Unesco: «È un progetto ambizioso. Se calato nel modo giusto nella nostra realtà, è un valore aggiunto per il territorio». Soddisfatto sia del nuovo presidente, sia della riconferma del direttivo Antonio Scarabello, che ha insistito con la Regione affinché il numero uno fosse un sindaco, puntando proprio su Masin. Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

MANAGER Riccardo Masin opera in un’azienda: «Lavoro sodo»

I sindaci: «Sì al verricello sull’elisoccorso» Dimissioni impreviste di Mirko Longhitano MONSELICE Dal 2018 al 2021 l’elisoccorso di Padova ha fatto 1.758 interventi, di cui 49 nell’area dei Colli Euganei. Sono i dati comunicati dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova, Giuseppe Dal Ben, alla luce dei quali appaiono ancora più evidenti le ragioni alla base della richiesta del comitato dei sindaci del distretto 5 Padova Sud di dotare di un verricello l’elicottero del 118 di Padova. Richiesta peraltro già condivisa da tutti i sindaci dell’Ulss6, con l’obiettivo di garantire sulla zona dei Colli una migliore operatività. Attraverso il verricello, infatti, il tecnico può calarsi quando l’elicottero non può atterrare vicino al target, recupe-

za anche l’équipe sanitaria. «L’elisoccorso di Padova è tuttavia l’unico tra i quattro del Veneto a non essere dotato di verricello, ma la gara d’appalto in corso lo prevede anche per quello padovano – evidenzia il comitato dei sindaci -. Per quanto riguarda l’uso o meno del verricello sull’elicottero, sarà oggetto di un accordo che la Regione farà con il soccorso alpino e speleologico». La presidente del comitato, ovvero la sindaca di Monselice Giorgia Bedin sottolinea: «Questa dotazione tecnica SALVATAGGI Senza verricello molto è davvero importante perché mette in grado il personale mepiù difficili interventi in quota dico di operare direttamente rando più facilmente il ferito, sul luogo dell’incidente evitandal momento che lo sbarco av- do l’allungamento dei tempi complessivi del soccorso». viene senza che tocchi terra. Il tecnico del soccorso alpino Camilla Bovo permette di sbarcare in sicurez© RIPRODUZIONE RISERVATA

LOZZO ATESTINO Le sue dimissioni sono state accolte con sorpresa e con dispiacere dalla comunità di Lozzo Atestino. Mirko Longhitano si è dimesso sia da assessore che da consigliere comunale. «Per motivi personali e di gestione familiare – spiega l’infermiere strumentista che lavora alle dipendenze dell’Ulss 8 Berica –. Ho un bimbo di quattro mesi (oltre ad altre due figlie, ndr) e voglio godermelo un po’. Ma il mio impegno nel mondo dell’associazionismo e del volontariato non verrà meno, così come la collaborazione con il sindaco. Ringrazio tutti i miei concittadini per la fiducia che mi hanno dimostrato». Da quando la notizia delle di-

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EX ASSESSORE Mirko Longhitano ha lasciato la giunta Ruffin

missioni si è diffusa, il cellulare del 36enne non ha fatto che squillare: tantissimi i messaggi di affetto e di gratitudine da parte dei lozzesi e anche dei colle-

ghi amministratori. «Vuol dire che ho lasciato qualcosa di buono» commenta Longhitano. Nel 2017 si era candidato con la lista “Continuità e Rinnovamento” ottenendo 111 voti. Risultato che gli era valso la nomina di assessore con delega a sanità, sport e politiche giovanili. Sono tante le iniziative ideate e organizzate in questi 4 anni: da Giocolandia ai tornei sportivi, dall’inaugurazione della Casa delle associazioni alle serate sul tema legalità. E ancora: la collaborazione con le scuole, i corsi di primo soccorso, la palestra all’aperto. Il sindaco Fabio Ruffin non ha intenzione di sostituire l’ex assessore in giunta. Mentre in consiglio dovrebbe entrare Paolo Pulvini, il primo dei non eletti. M.E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Sono 314 le aziende padovane pronte a fare la profilassi in sede Sedici le imprese con oltre 400 lavoratori 36.643 il numero dei dipendenti interessati `

Molte pronte a coinvolgere anche i familiari e le comunità del territorio in cui sono inserite

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LA DISPONIBILITÁ

IL PIANO Priorità assoluta agli ottantenni e a i settantenni e infine ai superfragili. Questo il piano di lavoro per i prossimi 30 giorni dei direttori generali dell’Ulss 6 e dell’azienda ospedaliera

I FURBETTI Il premier Mario Draghi ha lanciato il monito: «Basta con i furbetti che si infilano per avere i vaccini quando non ne hanno diritto, le liste devono essere rispettate». Il direttore generale Fortuna ha voluto precisare la situazione: «Noi abbiamo sempre seguito le indicazioni regionali per le priorità e sono state rispettate». M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA Se c’è da combattere, le imprese ci sono. Lo dicono i numeri. Sono 314 le aziende padovane di Assindustria Venetocentro che hanno confermato la propria disponibilità ad entrare nella campagna vaccinale. Di queste, 16 hanno più di 400 dipendenti. Metteranno a disposizione i propri stabilimenti per vaccinare i dipendenti e, se serve, i loro famigliari. E se serve ancora, la comunità in cui sono inserite. Sono questi i numeri aggiornati delle società che hanno risposto all’appello di Confindustria nazionale e della loro associazione. «Un atto di grande generosità e di responsabilità verso il lavoro e verso le nostre comunità territoriali» commenta il direttore generale di Assindustria Venetocentro, Giuseppe Milan. Il personale potenzialmente raggiungibile è 36.643 unità. Sono invece 392 le aziende trevigiane, per 43.633 dipendenti quelle che hanno risposto. In totale una forza di 706 aziende associate per 80.276 dipendenti. Dunque se il presidente della Regione Luca Zaia ieri ha lanciato l’appello a grandi spazi da trovare, questo è stato già raccolto. Il primo protocollo fra Regione e imprese era stato stilato ancora prima di quello nazionale appena firmato. Quest’ultimo è stato adottato, si legge nel frontespizio, “su invito del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro della salute, che hanno promosso il confronto tra le Parti sociali per contribuire alla rapida realizzazione del piano vaccinale anti Sars-CoV-2/Covid-19, coordinato dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Co-

IL PIANO Le imprese associate ad Assindustria Venetocentro hanno risposto in massa alla mobilitazione promossa per sveltire le vaccinazioni. A sinistra il direttore Giuseppe Milan

IL DIRETTORE DI ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO, GIUSEPPE MILAN: «SIAMO PREPARATI A DARE UNA MANO» «C0NVENZIONI CON LA SANITÁ PRIVATA PER PORTARE I MEDICI AD OPERARE DENTRO STRUTTURE DI MINORI DIMENSIONI»

LA PREVENZIONE che sulle caratteristiche di chi si è ammalato gravemente. Nella prima ondata l’età media dei ricoverati in semi-intensiva era 69 anni, oggi è scesa a 59 anni. Lo scarto è molto significativo, si parla di ben dieci anni in meno».

LA CAMPAGNA

tolinea il professor Vianello -, mentre fino a poco tempo fa risultavano sempre tutti esauriti a fine turno». Tante le differenze rispetto alla prima ondata. «Se tra marzo e giugno 2020 abbiamo assistito 120 pazienti – continua – in questa seconda ondata siamo arrivati a quasi 500. Ora abbiamo le idee più chiare an-

La campagna vaccinale sembra influire positivamente sull’andamento delle degenze ospedaliere. «Mi ha colpito molto un fatto – aggiunge Vianello – fino a qualche settimana fa avevamo in carico molti ottantenni, ora sono davvero pochi. L’ipotesi più plausibile è che la vaccinazione tra la popolazione anziana stia iniziando a dare i suoi frutti. Evidentemente sta iniziando a crearsi uno scudo protettivo. Siamo ancora lontani da una vaccinazione di massa della popolazione, ma l’augurio è di arrivarci al più presto». La mortalità nelle terapie intensive Covid dell’Azienda ospedaliera oscilla tra il 15 e il 16%, la metà rispetto alla media regionale e un terzo rispetto a quella nazionale. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA

MASERÁ Due domeniche in tour per la Croce Rossa Italiana. Il 18 e 25 aprile, infatti, una cinquantina di volontari del comitato di Maserà della Cri sarà messa in campo per fare tappa nei comuni di Albignasego, Casalserugo, Maserà ed effettuare, alla popolazione anche non residente che lo richiederà, uno screening covid-19 attraverso il tampone antigenico rapido. «Attraverso una prenotazione al sito www.crimasera.it/prenotazione-tamponi sarà possibile vedere gli orari e prenotare il proprio turno – spiega il presidente Francesco Garbo – Ipotizziamo di restare quasi due ore in ciascun paese e di realizzare circa 200 tamponi a tappa, quindi 600 persone per ciascuna giornata ad un costo di 10 euro per richiedente. Ci sposteremo di piazza in piazza, dove adibiremo il mezzo mobile grazie alle gentili concessioni dei tre sindaci che hanno ben accolto la nostra proposta, condividendo l’iniziativa. I tamponi saranno eseguiti da personale medico, ovvero volontari della Croce

vid-19 e per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale”. «Ed è a questo che ci stiamo adeguando - continua Milan abbiamo in corso una cabina di regìa con sindacati, medici del lavoro e Regione appunto, per definirlo nei dettagli. Ma in sostanza siamo pronti». Ci sono problemi pratici come ad esempio il fatto che nelle aziende piccole il medico non potrà essere sempre presente. «Proprio per questo le imprese maggiori saranno degli hub di comunità interaziendale. Ci stiamo convenzionando con strutture di medicina privata per portare i sanitari nelle aziende che non potranno ospitarlo in proprio. Oppure alcuni dipendenti saranno indirizzati nell’azienda

più vicina. Lo stesso vale per la comunità. Molte aziende hanno deciso di aprire le porte anche alla vaccinazione dei residenti nel luogo. Stiamo definendo tutti gli aspetti, anche quello degli oneri organizzativi». Un altro tema importante è quello del tempo che ci vorrà per andare a fare il vaccino e che sarà sottratto alla produzione. «In questo caso non c’è problema - continua Milan - il tempo per il vaccino sarà comunque orario di lavoro, non ci sarà perdita di salario». Da ultimo c’è l’aspetto delle comunità. Al questionario inoltrato da Assindustria Venetocentro molte aziende associate hanno risposto manifestando la loro disponibilità ad allargare le

Tamponi rapidi con la Croce Rossa in tre comuni

IN ATTIVITÁ Il dottor Guerra con i volontari della Croce Rossa

PER DUE DOMENICHE TAPPA AD ALBIGNASEGO, CASALSERUGO E MASERÁ RICOMINCIATE DA IERI LE VACCINAZIONI CON IL DOTTOR GUERRA

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Rossa e non, e sarà un modo per verificare se tra i coloro che si sottoporranno al test ci siano eventuali positivi asintomatici. Ci raccomandiamo che gli interessati non si rivolgano a questo punto di controllo qualora fossero in isolamento, o sapessero di essere positivi, o avesse-

vaccinazioni a famigliari e territorio. «La giudico una prova di grande responsabilità, non a caso il titolo scelto per l’operazione su scala nazionale è fabbriche di comunità. Insomma un’impresa non è soltanto un contenitore ma può essere qualcosa di più». Un attore sociale, parte viva e attiva della comunità. «Pensi solamente al fatto che più persone vacciniamo meno si rivolgeranno al servizio sanitario che quindi a sua volta potrà rispondere più velocemente. A questo punto ci mancano solo... i vaccini. E seguendo le informazioni che arrivano credo che potremo entrare nel vivo a maggio». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

ro la temperatura oltre i 37,5 gradi». La Croce Rossa continua ad essere coinvolta a Maserà anche all’interno della Casa delle associazioni, dove sono presenti due volontari all’interno e lo staff in ambulanza per le eventuali emergenze. Qui, infatti, da ieri pomeriggio sono riprese le vaccinazioni coordinate dal dottor Cosimo Guerra della medicina di gruppo integrata “Marco Bernuzzi” di Maserà, con le dottoresse Camarda, Pettenuzzo e Vesco, e la collaborazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri. «Procederemo anche oggi, sabato, poi lunedì e martedì – spiega il sindaco Gabriele Volponi – nella somministrazione di circa 350 dosi di Astrazeneca agli anziani dai 70 ai 75 anni. Non vedo l’ora si ritorni alla normalità nella vita di tutti, come nel nostro amministrare. Infatti nel consiglio comunale del 19 aprile, che i cittadini potranno vedere in streaming, i consiglieri torneranno in presenza, effettuando tutti un tampone rapido mezz’ora prima dell’inizio, grazie alla collaborazione della Croce Rossa». Iris Rocca © RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

Delta

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Stagione alle porte, attracchi chiusi Operatori della navigazione arrabbiati. Cacciatori: «Un danno `Nel mirino la Provincia per l’assegnazione a un gestore enorme visto che in ogni stagione trasportiamo 30mila persone» Pizzoli: «Dall’Ara ha garantito l’apertura entro breve»

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PORTO TOLLE Navigazione turistica in ginocchio a Porto Tolle, con la chiusura dei pontili di attracco per motonavi e imbarcazioni da parte della Provincia, il tutto perché gli otto punti di imbarco e sbarco devono essere assegnati a un gestore tramite bando per essere messi in sicurezza ed eseguire la manutenzione, manifestazione di interesse che è scaduta proprio ieri. Ma resta un danno enorme, viste le migliaia di turisti che da marzo ad ottobre utilizzano le motonavi, proprio in momento dove già le chiusure per contenere il contagio da Covid stanno colpendo gli operatori che nel frattempo si stavano preparando alle riaperture.

cenze, enti e associazioni di categoria».

certo pressapochismo nella stesura del bando. E la paura che, la chiusura non solo dei pontili che avevano bisogno di interventi ma anche di quelli sani, possa favorire l’abusivismo».

DELUSIONE

DANNI ENORMI In quanto riesce a quantificare il danno subito? «Dall’attracco di Cà Tiepolo, unico per imbarco dei disabili in tutto il comune, passano 30mila persone tra marzo e ottobre, tra noi della Cacciatori e Delta Tour con qualche milione di euro investiti, ci ritroviamo con un danno di qualche centinaio di migliaia di euro. Ma soprattutto si tratta di 30mila persone che non arrivano sul territorio, l’indotto non parte». Cosa chiedete subito? «Vogliamo incontro tra Provincia e titolari di li-

LA CHIUSURA

PORTO TOLLE Edoardo Cacciatori mostra uno degli otto attracchi turistici chiusi dalla Provincia in attesa dell’assegnazione

La porta del Delta, la navigazione sul Po è dunque al momento chiusa, come spiega Edoardo Cacciatori, uno degli operatori turistici con due motonavi, una da 177 posti e diverse piccole imbarcazioni, azienda che da lavoro a circa dieci persone: «La provincia ha chiuso i pontili il 17 marzo, per noi e la Delta Tour di Padova, si tratta di un colpo tremendo. La Provincia aveva emesso una manifestazione di interesse per chi volesse gestire l’uso dei pontili ad ottobre. Noi avevamo fatto richieste tramite Pec sia a ottobre, che a novembre, sino a qualche giorno fa senza ricevere risposta. Siamo rammaricati per la mancanza di concertazione, dialogo e un

Deluso anche Sebastiano Bruschi vice presidente della DeltaPollService che raggruppa una trentina di imprenditori locali: «I pontili sono indispensabili per la navigazione fluviale e sono utilizzati per servizio pubblico. Proprio in una stagione dove la Regione Veneto ci sta fornendo degli aiuti economici e modelli di lavoro tipo la carta servizi per aiutarci in un marketing territoriale per promozione turistica, tutto viene chiuso, trovo ciò una mancanza di visione e coesione con gli sforzi della regione e del territorio, non ce l’abbiamo con qualcuno in particolare ma con il sistema, i tempi sono totalmente sbagliati. Chiediamo un velocissimo il processo di affidamento, non c’è più tempo».

TEMPI RISTRETTI Una spiegazione giunge dal sindaco di Porto Tolle e consigliere provinciale, Roberto Pizzoli: «Il bando è stato fatto dalla Provincia per esercitare in modo più decoroso. Chiaro che la visitazione turistica è uno dei nostri elementi più importanti. Ho sentito anche il presidente Dall’Ara che ci garantisce la tempistica, perciò l’eventuale riapertura per la stagione verrà garantita. Nei prossimi giorni ci saranno degli incontri, anche perché mi sta a cuore la situazione, la strada maestra è quella di non interrompere il servizio». Luca Crepaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ripulite le auto delle lavoratrici della lavanda PORTO TOLLE Bisognerà attendere ancora un paio di mesi per poter ammirare la nuova fioritura nel campo di lavanda che si trova a Ca’ Mello, frazione di Porto Tolle. Nel frattempo le maestranze dell’azienda agricola Friso Micaela sono già all’opera per rincalzare le piantine. Ed è proprio mentre le operaie erano intente nel proprio lavoro che un malvivente ha scassinato le serrature delle loro automobili depredandone il contenuto. «Le nostre dipendenti hanno parcheggiato come al solito dietro la casetta disabitata che si trova nei pressi del campo – racconta Enrico Masiero, figlio degli imprenditori che hanno avviato la produzione de La lavanda del Del-

ta -. Eravamo impegnati a lavorare nelle nuove sette file di piantine: loro con le zappe e io col motocoltivatore, quando abbiamo visto un uomo vestito di nero che si muoveva in maniera un po’ ambigua. Solo che mai avremmo immagina-

to una cosa del genere, capita sovente che mentre noi siamo impegnati a lavorare qualcuno passi di lì e si fermi a vedere quello che stiamo facendo».

L’AMARA SCOPERTA A fine giornata lavorativa invece l’amara scoperta. «Le due donne hanno capito che qualcosa non andava quando hanno provato ad inserire la chiave nella toppa della serratura e non vi riuscivano – continua Masiero -. Hanno quindi compreso che le porte delle auto erano state scassinate. Guardando all’interno hanno trovato tutto a soqquadro e mancavano i soldi nei portafogli. Stamattina (ieri per chi legge ndr) sono andate a fare denuncia alla stazione dei Carabinieri dove gli hanno consigliato di bloccare preventiva-

mente le carte di credito perché c’è rischio che le abbiano fotografate, quindi sono dovute andare anche in banca a sistemare le cose per tutelarsi». La delusione e la rabbia è tanta: «È impensabile fare un gesto del genere - rimarca il giovane -. Sei lì che lavori e dopo una giornata trovi l’auto rotta. Sono più le spese per aggiustare la serratura che non il contenuto che hanno portato via. Ma perché creare tanto disagio a chi lavora onestamente?». Alle operaie è andata la solidarietà dei portotollesi che su Facebook hanno condannato questo ignobile gesto. Anna Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA

Porto Viro

Zaia ha deciso: Moreno Gasparini confermato alla presidenza del Parco Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato ieri i decreti di nomina dei presidenti e dei nuovi componenti dei consigli direttivi del Parco del Delta del Po, del Parco dei Colli Euganei e del Parco del Fiume Sile, concludendo così l’iter amministrativo previsto dalla Legge Regionale 23/2018 e dalle normative nazionali. Presidente del Parco del Delta del Po è stato confermato Moreno Gasparini. In Consiglio direttivo siederanno anche Alessandro Faccioli, Roberto Pizzoli, Mario Visentini, Maura Veronese. «Si tratta di un momento

importante per le politiche ambientali regionali – sottolinea il Presidente Zaia fra i tanti patrimoni di cui è ricca la nostra regione (storia, cultura, attività produttive) quello naturale ha infatti un posto di assoluto rilievo nelle politiche territoriali di tutela e di promo-valorizzazione. Il Veneto ha una ricchezza di biodiversità molto importante, e questa varietà dell’ambiente è tutelata dalla presenza di Parchi e Aree Naturali protette che nascono proprio per conservare la bellezza della natura della nostra Regione». Soddisfatto il

confermato presidente. «Provo soddisfazione per essere stato riconfermato alla guida del Parco, dopo 15 mesi di lavoro condizionato dalla pandemia Covid 19. Siamo comunque riusciti ad ottenere buoni risultati pur operando nel pieno rispetto delle regole per contenere il coronavirus. Ringrazio il presidente Luca Zaia per questa riconferma che, sottolineo, è una dimostrazione di fiducia reciproca nei ruoli e compiti da eseguire». Giannino Dian ENTE PARCO Moreno Gasparini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Accordo Comune-Plastic Free S’inizia da Scanno Cavallari PORTO VIRO Con la firma della convenzione da parte del sindaco Maura Veronese e del referente regionale Riccardo Mancin, Porto Viro è diventato il primo comune del Delta ad istituzionalizzare un rapporto con l’associazione di volontariato ambientale Plastic Free. «Abbiamo creduto fin da subito negli scopi e nelle azioni concrete che Plastic Free sta portando avanti dice il vicesindaco Doriano Mancin- abbiamo già avuto una prima esperienza con la pulizia dell’area del centro commerciale Prisma emetteremo presto in atto altre iniziative di sensibilizzazione e anche di pulizia ambientale. Ai cittadini ormai non basta più denunciare il degrado, sono sempre di più quelli che scelgono responsabilmente di fare la propria parte». Il protocollo d’intesa prevede che l’associazione possa organizzare operazioni di raccolta di rifiuti; lezioni di educazioni ambientale nelle scuole; campagne di informazione e

sensibilizzazione localizzate; passeggiate ecologiche e turistiche; segnalare sversamenti abusivi di rifiuti. Il Comune, autorizzerà le iniziative di Plastic Free patrocinandole gratuitamente; garantirà l’intervento di Ecogest per il ritiro dei rifiuti raccolti.

L’IMPEGNO «Sono felice che Porto Viro sia stato il primo comune bassopolesano a firmare la convenzione con Plastic Free e spero che altri seguano l’esempio aggiunge Riccardo Mancinproprio in questi giorni abbiamo inserito Sara Michieli quale nostra referente in città e attorno a lei sta già crescendo un gruppo di cittadini che si sta impegnando concretamente per l’ambiente. Ma abbiamo avviato anche collaborazioni con altre associazioni. Il 18 aprile abbiamo programmato la pulizia di Scanno Cavallari come data nazionale ma, se le disposizioni governative impediranno lo spostamento tra comuni, vedremo come realizzarla». E. Gar. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XII

Crocetta Castelfranco

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Casse di espansione: c’è il via libera `Il sindaco non è d’accordo e chiede un incontro con Zaia La Regione approva l’iter di progettazione dell’opera per risolvere il problema delle devastanti esondazioni del Piave ma l’assessore regionale Bottacin: «Si lamenti col governo»

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CROCETTA Casse di espansione alle Grave di Ciano, la Regione dà il via libera all’iter di progettazione per realizzare l’opera imponente di difesa idraulica. Ma al Comune questo passo non piace. Il sindaco di Crocetta, Marianella Tormena, chiede un urgente incontro con il presidente Zaia. Polemiche che l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin respinge al mittente, invitando il primo cittadino a rivolgersi ad altri soggetti, Governo nazionale nello specifico. La Regione ha approvato, con delibera di giunta adottata il 16 marzo 2021, l’avvio dell’iter di progettazione dell’opera, prevista lungo il tratto comunale dell’alveo del Piave. L’intento della Regione è quello di risolvere in maniera definitiva le problematiche relative alle esondazioni del medio e basso corso del Piave che si sono ripetute nel corso degli ultimi anni. Opere di difesa ritenute di fondamentale importanza della Regione dal momento che il ri-

schio alluvione per il fiume Piave è particolarmente elevato, secondo gli studi svolti dalle Autorità di Bacino delle Alpi Orientali.

LA RABBIA A fianco dell’amministrazione leghista di Crocetta, si sono schierati anche altri Comuni del circondario, quasi tutti della medesima area politica, che hanno approvato una deliberazione di sostegno alla richiesta di attuazione del cosiddetto “Contratto di fiume”, prima di partire con un’opera impattante per la popolazione. Il sindaco Tormena commenta: «Prendiamo atto che la Regione e l’autorità di Distretto vogliono cancellare la comunità di Crocetta del Montello e tutte le comunità rivierasche, dopo l’approvazione della delibera 302/21 che dà il via all’iter di progettazione, fino alla cantierabilità, delle casse di espansione nelle Grave di Ciano». Il primo cittadino sottolinea la preoccupazione non solo del suo territorio, ma anche delle amministrazioni limitrofe, che stanno manifestando il loro appoggio con l’approvazione di

un atto consiliare, con il quale si chiede alla Regione di rispettare le indicazioni ministeriali del 2020. Ovverosia di ricorrere ad uno strumento di programmazione e coordinamento per la gestione delle criticità lungo il Piave, distribuendo interventi mirati ed evitando un eccessivo impatto in alcune aree piuttosto di altre. Coinvolgendo cioè anche il sito di Ponte di Piave, dove è prevista la realizzazione di un’opera analoga. «La decisione di Regione Veneto e Autorità di Bacino mette l’ipoteca di un cantiere e di lavori faraonici che dureranno anni se non decenni - spiega ancora Marianella Tormena - verrà creata un’immensa area di decantazione per le piene del Piave che allagherà un terzo di questo Comune e cancellerà

A FIANCO DEL COMUNE LEGHISTA SI SCHIERANO ANCHE LE ALTRE AMMINISTRAZIONI RIVIERASCHE

completamente il suo ecosistema. Senza contare che si creerà una gigantesca zona di accumulo di detriti dove nessuno andrà più a sistemare e pulire, proprio davanti alle colline patrimonio dell’Unesco». Oltre a questo aspetto, il primo cittadino solleva anche la tematica relativa al rischio idraulico. «L’opera priverà il Piave del suo naturale sfogo a sud, proprio dove crea una decisa curvatura. Con il risultato di far riversare l’acqua su Vidor e Moriago. Spiace constatare come si voglia far subire a questa zona tutto il disagio delle piene del Piave, mentre non si sta facendo nulla per eliminare i palesi errori urbanistici del Basso Piave. Per questo – conclude Marianella Tormena - chiediamo urgentemente di poter parlare con il presidente della Regione Luca Zaia, perché vogliamo spiegargli l’impatto disastroso di questa decisione sulle nostre comunità».

LA REPLICA Sulla questione l’assessore Bottacin ha così replicato: «Dispiace che il sindaco di Crocet-

ta indirizzi le sue lamentele nei confronti della Regione. Noi stiamo semplicemente attuando quanto già deciso dallo Stato ancora nel 2013. C’è un finanziamento per procedere senza indugio con la progettazione, e non possiamo fare altro che ottemperare ad una cosa stabilita dai governi che si sono succeduti da quell’anno. E’ a loro che il sindaco si dovrebbe rivolgere». Poi l’assessore Bottacin conclude: «La tutela della popolazione del Piave è una priorità, non possiamo correre il rischio di gravi esondazioni. Infine vorrei ricordare che è prevista sia la realizzazione della cassa di Ciano che quella di Ponte di Piave. Le due opere non sono alternative tra loro». Giulio Mondin © RIPRODUZIONE RISERVATA

TORMENA: «COSI’ PRIVIAMO IL FIUME DEL SUO NATURALE SFOGO A SUD E IL PROBLEMA SARA’ PER VIDOR E MORIAGO»

La festa dello Sport a settembre: «Più sicuro» CASTELFRANCO Slitta la festa dello Sport di Castelfranco. «Scelta fatta per far partecipare tutte le società e non vanificare gli sforzi fatti per contrastare la pandemia» affermano gli organizzatori. Il Comitato organizzatore della festa dedicata all’attività sportiva ha deciso in comune accordo con l’amministrazione, di posticipare al fine settimana del 18 e 19 settembre la festa dello sport che era prevista, come di consueto, per metà giugno.

LA DECISIONE «E’ stata una decisione maturata alla luce dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria – spiegano dal Comitato – Una scelta fatta per consentire di monitorare la situazione e non vanificare il lavoro di questi mesi dando la possibilità anche alle associazioni sportive castellane di partecipare in sicurezza». Lo scorso anno la festa dello sport è stata annullata e già dallo scorso dicembre, Comitato organizzativo e Comune si sono messi al lavoro con incontri e conferenze via streaming per definire i dettagli di questa edizione scegliendo quindi di posticiparla a settembre. «Ringraziamo l’amministrazione e tutti gli addetti ai lavori per la disponibilità e il costruttivo confronto quotidiano volto a far tornare protagonista un evento che è di tutta la cittadinanza, dopo la pausa forzata del 2020» affermano.

SI RICOMINCIA Le attività sportive di Castelfranco, da questa settimana stanno ricominciando nel rispetto delle normative legate al Covid 19. A riprendere è stato il Karate con lo sport Target che ha trovato una nuova location all’aperto nel giardino del centro culturale Due Mulini in via Marsala. E poi, lo scorso 6 aprile, i calciatori dell’Asd Virtus Castelfranco Veneto nell’area di gioco dietro al palazzetto dello Sport in via Redipuglia. Le squadre della Virtus stanno affrontando gli allenamenti cadenzati con giorni ed orari diversi a seconda della categoria dagli under 15 agli under 6. (l.r.) IL PERICOLO Le esondazioni del Piave tenute a bada dalle casse di espansione il cui iter progettuale sta per partire. Ma l’opera non piace ai Comuni rivieraschi

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Arrivano 700 nuovi contatori Enel: «Non è una truffa» CASTELFRANCO Cambio contatori elettrici in città per 700 tra case private e attività commerciali. E scatta l’invito a prestare attenzione da parte di Comune e forze dell’ordine: «State attenti alle truffe, gli incaricati sono tutti dotati di tesserino e non chiedono denaro». L’intervento di installazione dei contatori elettronici di energia elettrica di seconda generazione che partirà il 19 aprile e terminerà a fine maggio, interesserà il centro storico dentro le mura e le frazioni.

LE INFORMAZIONI Dal prossimo lunedì partirà anche l’informativa di via in via con orario e giorno dell’inter-

vento. Manovra questa per mettere a conoscenza le persone della bontà dell’intervento allontanando quindi la preoccupazione per eventuali truffe. Gli operatori sono riconoscibili dal cartellino che porta il logo di e-distribuzione e la dicitura “Open meter nuovo contatore elettronico 2.0” con i dati anagrafici del tecnico, indossano la divisa blu con strisce gialle fluo e un caschetto protettivo. I mezzi invece portano il logo di Tecnoelectra. «Il personale impegnato nell’operazione sarà riconoscibile – sottolinea il consigliere di maggioranza Michael Didonè – Per evitare truffe, la ditta ha informato la polizia locale e i carabinieri fornendo loro anche il dettaglio con i nomi degli operatori e anche le tar-

ghe dei mezzi utilizzati. Il lavoro riguarda la sostituzione dei vecchi contatori con quelli di seconda generazione che hanno il vantaggio di fare più letture durante l’arco della stessa giornata, a distanza di circa 15 minuti. Questo porta vantaggi sia per i contatori monofase dei privati, sia per quelli trifase dei commercianti che possono verificare i consumi con più frequenza

DAL 19 APRILE FINO A FINE MAGGIO I LAVORI NELLE ABITAZIONI PRIVATE E NELLE AZIENDE: A BREVE IL CALENDARIO CON VIE E ORARI

e di conseguenza i costi».

ARREDO ECOLOGICO

L’OPERAZIONE Enel sostituisce i vecchi contatori e i dipendenti saranno riconoscibili per evitare truffe

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Il centro di Castelfranco, ieri è stato interessato anche da un intervento di arredo ecologico per nascondere i bidoni della raccolta differenziata nelle attività di vicolo Monte di Pietà. “Gli EcoArredi integrano funzionalità ed estetica garantendo la migliore gestione del rifiuto in una zona di prestigio come quella dei centri storici di tutto il territorio. Questi elementi di arredo urbano permettono di limitare l’impatto visivo dei contenitori e tutelare il decoro urbano integrandosi con il conteso circostante”, affermano da Contarina. Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Crocetta Castelfranco

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Casse di espansione: c’è il via libera `Il sindaco non è d’accordo e chiede un incontro con Zaia La Regione approva l’iter di progettazione dell’opera per risolvere il problema delle devastanti esondazioni del Piave ma l’assessore regionale Bottacin: «Si lamenti col governo»

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CROCETTA Casse di espansione alle Grave di Ciano, la Regione dà il via libera all’iter di progettazione per realizzare l’opera imponente di difesa idraulica. Ma al Comune questo passo non piace. Il sindaco di Crocetta, Marianella Tormena, chiede un urgente incontro con il presidente Zaia. Polemiche che l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin respinge al mittente, invitando il primo cittadino a rivolgersi ad altri soggetti, Governo nazionale nello specifico. La Regione ha approvato, con delibera di giunta adottata il 16 marzo 2021, l’avvio dell’iter di progettazione dell’opera, prevista lungo il tratto comunale dell’alveo del Piave. L’intento della Regione è quello di risolvere in maniera definitiva le problematiche relative alle esondazioni del medio e basso corso del Piave che si sono ripetute nel corso degli ultimi anni. Opere di difesa ritenute di fondamentale importanza della Regione dal momento che il ri-

schio alluvione per il fiume Piave è particolarmente elevato, secondo gli studi svolti dalle Autorità di Bacino delle Alpi Orientali.

LA RABBIA A fianco dell’amministrazione leghista di Crocetta, si sono schierati anche altri Comuni del circondario, quasi tutti della medesima area politica, che hanno approvato una deliberazione di sostegno alla richiesta di attuazione del cosiddetto “Contratto di fiume”, prima di partire con un’opera impattante per la popolazione. Il sindaco Tormena commenta: «Prendiamo atto che la Regione e l’autorità di Distretto vogliono cancellare la comunità di Crocetta del Montello e tutte le comunità rivierasche, dopo l’approvazione della delibera 302/21 che dà il via all’iter di progettazione, fino alla cantierabilità, delle casse di espansione nelle Grave di Ciano». Il primo cittadino sottolinea la preoccupazione non solo del suo territorio, ma anche delle amministrazioni limitrofe, che stanno manifestando il loro appoggio con l’approvazione di

un atto consiliare, con il quale si chiede alla Regione di rispettare le indicazioni ministeriali del 2020. Ovverosia di ricorrere ad uno strumento di programmazione e coordinamento per la gestione delle criticità lungo il Piave, distribuendo interventi mirati ed evitando un eccessivo impatto in alcune aree piuttosto di altre. Coinvolgendo cioè anche il sito di Ponte di Piave, dove è prevista la realizzazione di un’opera analoga. «La decisione di Regione Veneto e Autorità di Bacino mette l’ipoteca di un cantiere e di lavori faraonici che dureranno anni se non decenni - spiega ancora Marianella Tormena - verrà creata un’immensa area di decantazione per le piene del Piave che allagherà un terzo di questo Comune e cancellerà

A FIANCO DEL COMUNE LEGHISTA SI SCHIERANO ANCHE LE ALTRE AMMINISTRAZIONI RIVIERASCHE

completamente il suo ecosistema. Senza contare che si creerà una gigantesca zona di accumulo di detriti dove nessuno andrà più a sistemare e pulire, proprio davanti alle colline patrimonio dell’Unesco». Oltre a questo aspetto, il primo cittadino solleva anche la tematica relativa al rischio idraulico. «L’opera priverà il Piave del suo naturale sfogo a sud, proprio dove crea una decisa curvatura. Con il risultato di far riversare l’acqua su Vidor e Moriago. Spiace constatare come si voglia far subire a questa zona tutto il disagio delle piene del Piave, mentre non si sta facendo nulla per eliminare i palesi errori urbanistici del Basso Piave. Per questo – conclude Marianella Tormena - chiediamo urgentemente di poter parlare con il presidente della Regione Luca Zaia, perché vogliamo spiegargli l’impatto disastroso di questa decisione sulle nostre comunità».

LA REPLICA Sulla questione l’assessore Bottacin ha così replicato: «Dispiace che il sindaco di Crocet-

ta indirizzi le sue lamentele nei confronti della Regione. Noi stiamo semplicemente attuando quanto già deciso dallo Stato ancora nel 2013. C’è un finanziamento per procedere senza indugio con la progettazione, e non possiamo fare altro che ottemperare ad una cosa stabilita dai governi che si sono succeduti da quell’anno. E’ a loro che il sindaco si dovrebbe rivolgere». Poi l’assessore Bottacin conclude: «La tutela della popolazione del Piave è una priorità, non possiamo correre il rischio di gravi esondazioni. Infine vorrei ricordare che è prevista sia la realizzazione della cassa di Ciano che quella di Ponte di Piave. Le due opere non sono alternative tra loro». Giulio Mondin © RIPRODUZIONE RISERVATA

TORMENA: «COSI’ PRIVIAMO IL FIUME DEL SUO NATURALE SFOGO A SUD E IL PROBLEMA SARA’ PER VIDOR E MORIAGO»

La festa dello Sport a settembre: «Più sicuro» CASTELFRANCO Slitta la festa dello Sport di Castelfranco. «Scelta fatta per far partecipare tutte le società e non vanificare gli sforzi fatti per contrastare la pandemia» affermano gli organizzatori. Il Comitato organizzatore della festa dedicata all’attività sportiva ha deciso in comune accordo con l’amministrazione, di posticipare al fine settimana del 18 e 19 settembre la festa dello sport che era prevista, come di consueto, per metà giugno.

LA DECISIONE «E’ stata una decisione maturata alla luce dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria – spiegano dal Comitato – Una scelta fatta per consentire di monitorare la situazione e non vanificare il lavoro di questi mesi dando la possibilità anche alle associazioni sportive castellane di partecipare in sicurezza». Lo scorso anno la festa dello sport è stata annullata e già dallo scorso dicembre, Comitato organizzativo e Comune si sono messi al lavoro con incontri e conferenze via streaming per definire i dettagli di questa edizione scegliendo quindi di posticiparla a settembre. «Ringraziamo l’amministrazione e tutti gli addetti ai lavori per la disponibilità e il costruttivo confronto quotidiano volto a far tornare protagonista un evento che è di tutta la cittadinanza, dopo la pausa forzata del 2020» affermano.

SI RICOMINCIA Le attività sportive di Castelfranco, da questa settimana stanno ricominciando nel rispetto delle normative legate al Covid 19. A riprendere è stato il Karate con lo sport Target che ha trovato una nuova location all’aperto nel giardino del centro culturale Due Mulini in via Marsala. E poi, lo scorso 6 aprile, i calciatori dell’Asd Virtus Castelfranco Veneto nell’area di gioco dietro al palazzetto dello Sport in via Redipuglia. Le squadre della Virtus stanno affrontando gli allenamenti cadenzati con giorni ed orari diversi a seconda della categoria dagli under 15 agli under 6. (l.r.) IL PERICOLO Le esondazioni del Piave tenute a bada dalle casse di espansione il cui iter progettuale sta per partire. Ma l’opera non piace ai Comuni rivieraschi

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Arrivano 700 nuovi contatori Enel: «Non è una truffa» CASTELFRANCO Cambio contatori elettrici in città per 700 tra case private e attività commerciali. E scatta l’invito a prestare attenzione da parte di Comune e forze dell’ordine: «State attenti alle truffe, gli incaricati sono tutti dotati di tesserino e non chiedono denaro». L’intervento di installazione dei contatori elettronici di energia elettrica di seconda generazione che partirà il 19 aprile e terminerà a fine maggio, interesserà il centro storico dentro le mura e le frazioni.

LE INFORMAZIONI Dal prossimo lunedì partirà anche l’informativa di via in via con orario e giorno dell’inter-

vento. Manovra questa per mettere a conoscenza le persone della bontà dell’intervento allontanando quindi la preoccupazione per eventuali truffe. Gli operatori sono riconoscibili dal cartellino che porta il logo di e-distribuzione e la dicitura “Open meter nuovo contatore elettronico 2.0” con i dati anagrafici del tecnico, indossano la divisa blu con strisce gialle fluo e un caschetto protettivo. I mezzi invece portano il logo di Tecnoelectra. «Il personale impegnato nell’operazione sarà riconoscibile – sottolinea il consigliere di maggioranza Michael Didonè – Per evitare truffe, la ditta ha informato la polizia locale e i carabinieri fornendo loro anche il dettaglio con i nomi degli operatori e anche le tar-

ghe dei mezzi utilizzati. Il lavoro riguarda la sostituzione dei vecchi contatori con quelli di seconda generazione che hanno il vantaggio di fare più letture durante l’arco della stessa giornata, a distanza di circa 15 minuti. Questo porta vantaggi sia per i contatori monofase dei privati, sia per quelli trifase dei commercianti che possono verificare i consumi con più frequenza

DAL 19 APRILE FINO A FINE MAGGIO I LAVORI NELLE ABITAZIONI PRIVATE E NELLE AZIENDE: A BREVE IL CALENDARIO CON VIE E ORARI

e di conseguenza i costi».

ARREDO ECOLOGICO

L’OPERAZIONE Enel sostituisce i vecchi contatori e i dipendenti saranno riconoscibili per evitare truffe

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Il centro di Castelfranco, ieri è stato interessato anche da un intervento di arredo ecologico per nascondere i bidoni della raccolta differenziata nelle attività di vicolo Monte di Pietà. “Gli EcoArredi integrano funzionalità ed estetica garantendo la migliore gestione del rifiuto in una zona di prestigio come quella dei centri storici di tutto il territorio. Questi elementi di arredo urbano permettono di limitare l’impatto visivo dei contenitori e tutelare il decoro urbano integrandosi con il conteso circostante”, affermano da Contarina. Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

Preganziol Povegliano Ponzano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Villa Franchetti: dopo dieci anni una nuova perizia Il valore dell’immobile stimato 13 milioni e 500mila euro sarà rivalutato per poi procedere al bando della gestione partecipata `

PREGANZIOL Una nuova perizia per Villa Franchetti. Per ritarare, dopo 10 anni e le mutate condizioni congiunturali, il valore dell’immobile che al tempo era stimato 13 milioni e 500mila euro. Questa la decisione di sostanza emersa dal primo tavolo dei futuri e ipotetici aderenti al bando di gestione partecipata del compendio di proprietà di Provincia e Cassamarca.

versare, all’atto di aggiudicazione, una somma almeno di almeno 150mila euro come quota da usufruire subito alla manutenzione e rigenerazione della Villa.

IL FUTURO Se queste manifestazioni di

L’INCONTRO Il primo incontro tra i firmatari della manifestazione d’interesse al bando si è svolto al Sant’Artemio ed è stato l’occasione per mettere le carte in tavola e definire i livelli di interesse sull’immobile. Nel dettaglio, le società e le amministrazioni che hanno formulato cinque offerte per un totale di sette quote hanno messo sul piatto i propri obiettivi. Il Consorzio del prosecco Doc , che ha formulato un’offerta per tre quote pari a 1 milione e 500mila euro, ha chiarito che l’interesse è quello di trovare una sede. Poi c’è un’associazione d’arte veneziana (Moca), che ha sottoscritto la manifestazione per una quota e vorrebbe tenere mostre d’arte. L’azienda Secco di Preganziol invece investirebbe su villa Franchetti per poter svolgere gli eventi aziendali nel compendio, e infine l’agency video, la “More than 30 seconds”, firmataria di una sede, chiede di avere una sede in villa. Diverso l’interesse del Comune di Preganziol che, partendo dall’obiettivo di vedere la villa aperta e valorizzata, vorrebbe focalizzare l’attenzione sul parco storico. La titolarità delle quote darà diritto alla fruizione completa del compendio immobiliare, secondo un calendario di attività e iniziative concordate tra le parti di anno in anno. Si prevede un termine quinquennale per il pagamento delle quote, fermo l’obbligo degli acquirenti di

IL PRESIDENTE della Doc Zanette

TRA I FIRMATARI ANCHE IL CONSORZIO PROSECCO DOC CHE HA FORMULATO UN’OFFERTA DI 1 MILIONE E MEZZO

Continuerà a sostenere il sindaco Antonello Baseggio, ma non più con la Lega. Daniele Visentin, 33 anni, di Indipendenza Veneta, è uscito dal gruppo consiliare “Baseggio Sindaco - Lega Salvini - Liga Veneta”. La comunicazione nell’assemblea di giovedì. «Ho deciso di uscire dal gruppo – ha messo nero su bianco il consigliere – per la mancanza di affinità di pensiero politico, culturale, morale ed etico nei confronti di una parte dei membri della lista che guardano esclusivamente al bene del partito e mettono in secondo piano i valori per la società civile, come il rispetto reciproco, la libertà di espressione e il rispetto per le istituzioni». Visentin non può

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NUOVA VITA Villa Franchetti rinasce con la gestione partecipata

Visentin abbandona il gruppo della Lega PONZANO

interesse si tradurranno in una vera e propria sottoscrizione, per villa Franchetti sono in arrivo 3 milioni di euro. I giochi sono ancora tutti da fare, ma c’è soddisfazione da parte di Provincia e Fondazione Cassamarca per il modo in cui è stato recepito l’avviso pubblico per la valorizzazione della villa. La seduta è aggiornata al 4 maggio. La possibilità di avere una nuova perizia e una stima aggiornata dell’immobile forse non ridiscuterà l’entità delle quote ma potrebbe consentire ai sottoscrittori di avere maggiori benefit alla luce delle nuove valutazioni della villa. Il partner con l’offerta più sostanziosa resta il consorzio della Doc: ma i vertici, al tavolo con tutte le altre istituzioni, hanno ribadito che al momento si tratta di uno scouting. Il consorzio cerca senza dubbio casa, ma le offerte arrivate anche dal Comune di Treviso sono molteplici. L’incontro è stato importante ma al momento interlocutorio. Dopo il 4 maggio si potranno avere maggiori dettagli sull’iter e sull’eventuale stipula del bando. Atto quello che impegnerà concretamente i sottoscrittori. Elena Filini

creare un altro gruppo: servono almeno tre consiglieri. Dal misto continuerà a supportare il mandato di Baseggio. Come prima azione dopo l’addio, giovedì il consigliere ha abbandonato la seduta al momento del voto sulla cittadinanza onoraria al Milite ignoto in segno di protesta contro quella che bolla come una strumentalizzazione. In casa Lega si punta a minimizzare. «Nessuna rottura – sottolinea Favaro, vicesindaco e segretario della Lega di Ponzano – semplicemente ideali diversi». Dall’opposizione ora pungono. «Altra falla nella maggioranza leghista – dice Sanson di Ponzano Civica – la conclamata precarietà dell’amministrazione Baseggio sta provocando lo stallo di gran parte dell’attività amministrativa». (mf) © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE NOMINE Riconfermato alla guida del parco del Sile l’ex assessore di Istrana Arturo Pizzolon

Parco Sile, Pizzolon bis con Carraretto e Frandoli L’ENTE Tre conferme e due novità per i vertici del Parco del Sile. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato ieri i decreti di nomina dei nuovi consigli direttivi degli enti che gestiscono le aree naturali protette regionali. Per l’organismo competente sui 4.152 ettari estesi lungo il fiume di risorgiva, in undici comuni delle province di Treviso, Padova e Venezia, è stato confermato alla presidenza Arturo Pizzolon, laureato in agraria, funzionario dell’Avepa, l’Agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura, ed ex assessore ad Istrana, in carica dal 2019. Ad affiancarlo, come nel precedente mandato, ci saranno ancora i consiglieri Cristina Andretta, sindaco di Vedelago, e Giuseppe Romano, già alla guida del Consorzio di bonifica Piave, anch’egli di Vedelago. Entrano invece nell’”esecutivo” Renzo Carraretto, primo cittadino di Casier, e Walter Frandoli, architetto trevigiano, in passato, tra l’al-

Gelo, danni e perdite «Stato di calamità» POVEGLIANO Si attivi lo stato di calamità naturale. E’ la richiesta che il Comune di Povegliano ha inviato alla Regione dopo le straordinarie ondate di freddo che negli ultimi giorni hanno messo in ginocchio parte dell’agricoltura trevigiana. Dal municipio sottolineano che ci sono state perdite tra il 70% e il 100% dei raccolti, soprattutto per quanto riguarda la frutta. L’obiettivo primario è avviare la procedura per cercare di ottenere dei rimborsi. «Visto l’eccezionale calo atmosferico dei giorni di mercoledì e giovedì che ha causato notevoli perdite alla produzione agricola, in particolar modo di vino e frutta di pregio – è il messaggio del sindaco Rino Manzan – l’am-

ministrazione comunale ha chiesto alla Regione la celere attivazione dello stato di calamità naturale». Il problema è estremamente sentito anche a Ponzano. Qui la questione è seguita dal vicesindaco Michele Favaro, assessore all’agricoltura della giunta Baseggio. «Il freddo ha messo tutti in difficoltà – sottolinea – ci sono produzioni, come le ciliegie, che sono state di fatto azzerate». Ora si attende di capire se anche Ponzano chiederà formalmente l’attivazione dello stato di calamità naturale. Quel che è certo è che in municipio conoscono bene il problema e hanno già annunciato di voler fare tutto il possibile per dare una mano a chi si è ritrovato a terra in seguito alle ondate di freddo fuori stagione. (mf) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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tro, consigliere comunale nel capoluogo. Prendono il posto di Stefano Giuliato e Claudio Grosso, rispettivamente sindaci di Casale sul Sile e Quarto d’Altino. Si conclude così l’iter amministrativo previsto dalla Legge Regionale 23/2018 e dalle normative nazionali. Le nuove nomine hanno interessato anche il Parco dei Colli Euganei e quello del Delta del Po. Per quanto riguarda le altre due strutture regionali, i Parchi della Lessinia e delle Dolomiti d’Ampezzo, vigono normative e procedure in parte differenti, che verranno portante a compimento nei prossimi giorni. «Si tratta di un momento importante per le politiche ambienta-

DUE NEW ENTRY NELL’ESECUTIVO CONFERMATI CONSIGLIERI CRISTINA ANDRETTA E GIUSEPPE ROMANO

li regionali – sottolinea Zaia fra i tanti patrimoni di cui è ricca la nostra regione quello naturale ha infatti un posto di assoluto rilievo nelle politiche territoriali di tutela e di promo-valorizzazione. Il Veneto ha una ricchezza di biodiversità molto importante, e questa varietà dell’ambiente è tutelata dalla presenza di Parchi e Aree Naturali protette che nascono proprio per conservare la bellezza della natura della nostra Regione». I cinque parchi rappresentano il braccio operativo della Regione del Veneto, di cui sono enti strumentali, nei loro territori di competenza in quanto enti strumentali regionali. Nel 2018 per adeguarne e uniformarne la governance è stata emanata la una legge regionale di riordino del sistema, che vede la presenza nei consigli oltre che degli amministratori locali anche di rappresentanti degli agricoltori, degli ambientalisti, delle imprese turistiche, dei cacciatori e dei pescasportivi. M.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le 105 primavere di zia Ida Cavallin PAESE Oggi Ida Cavallin di Padernello compie 105 anni. Nata a Cappelletta di Noale, quinta di 14 fratelli, in gioventù è vissuta a Venezia, presso la casa di un magistrato, dove prestava servizio come governante e dama di compagnia. Tornata in famiglia a Padernello di Paese, Ida non si è mai sposata, ma si è dedicata alla cura degli anziani genitori, e dei numerosi nipoti, facendo della cucina il suo regno. Nipoti per i quali ha sempre rappresentato un mondo fatto di attenzioni e amore. Ora vive da 4 anni a Villa Vittoria di San Polo di Piave dove trascorre il suo tempo circondata dai ricordi e da tanto affetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TRAGUARDO Ida Cavallin


V

Primo Piano

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Virus, l’economia

Zanatta: «Tre sfide per ripartire» `Il presidente vicario: «Aeroporto e Pedemontana per attrarre Assindustria e le strategie per superare la crisi nella Marca «Area metropolitana, infrastrutture, rigenerazione territoriale» imprese e turismo, ma anche sostenibilità ambientale e sociale»

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L’INTERVISTA TREVISO «Nel Trevigiano, e in Veneto, tra dimensione metropolitana, nuove infrastrutture, rigenerazione, possiamo ripartire dopo la pandemia». Per Alberto Zanatta, presidente vicario di Assindustria Venetocentro, con delega alla provincia di Treviso, è il momento di interrogarsi sulle chiavi della ripresa post emergenza Covid. Vale per i singoli cittadini, le imprese, le istituzioni e per il territorio nel suo complesso: per la Marca, in particolare, Zanatta evidenzia tre “sfide”.

Qual è lo stato attuale del nostro sistema? «Il 2020 ha confermato - nella gravità della situazione, dei lutti con la perdita di persone care, nell’ansia e tensione di molti giorni – la capacità di tenuta, nella società, nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese, in particolare quelle industriali. Sappiamo però che la ripartenza non sarà facile, che dovremo trovare nuove opportunità, formare nuove competenze, puntare su nuove vocazioni». Da dove ripartire? «Per primo, evidenzio come la gestione della pandemia ci ha visti operare insieme ai territori vicini. Come Assindustria Venetocentro abbiamo anticipato tempi e obiettivi di una sempre maggiore integrazione di area vasta, con l’unione di Treviso con Padova, e in futuro ci auguriamo anche con Venezia. Questa dimensione ‘aperta’ deve an-

«ABBIAMO ANTICIPATO L’INTEGRAZIONE DI AREA VASTA CON L’UNIONE CON PADOVA SPERIAMO DI FARLO ANCHE CON VENEZIA»

cor più entrare in tutte le scelte del territorio. Vanno già in questa direzione, ad esempio, le Università di Padova e di Venezia Ca’ Foscari, la prima con la nuova facoltà di Medicina, la seconda con il rafforzamento del suo Campus di Treviso. Scelte di cui essere partecipi e da favorire per far sì che, ove possibile, si possano comporre, in questo perimetro territoriale, in un progetto universitario caratterizzato per Treviso. Anche la sanità, con la Cittadella della salute e lo Iov a Castelfranco Veneto, farà del territorio un riferimento ben riconoscibile». Poi la questione delle infrastrutture. «Se, come auspichiamo, Padova e Venezia saranno collegate alla rete Tav verso Milano, già a maggio si inizierà a circolare sulla Superstrada Pedemontana, da Montebelluna a Malo, per poi arrivare a Spresiano, verso Est e Nord, e a Montecchio, verso Ovest. Abbiamo chiesto di potenziare i collegamenti a ‘pettine’ verso Padova e Bassano, e le opere complementari dai caselli che saranno aperti nella nuova arteria. E’ arrivato anche il via libera al master plan per l’aeroporto Canova, riferimento per ampie aree del Veneto. Questi collegamenti potranno favorire l’insediamento residenziale ( come provano i molti cantieri aperti), ma anche attrarre imprese, investimenti e senza dimenticare il potenziale ora compresso del turismo». Da tempo, Avc è impegnata sul tema della rigenerazione territoriale. È un altro fattore di sviluppo?

I PUNTI L’aeroporto di Treviso tra i punti fermi per la ripartenza nella Marca. Sotto il presidente vicario Alberto Zanatta

La Confartigianato a Zaia

Più vaccini per tornare alla normalità «Se necessario compriamoli all’estero»

«DOBBIAMO RIDISEGNARE IL TERRITORIO CON UNA NUOVA CULTURA URBANISTICA E AMMINISTRATIVA»

(L.Bon) «Vaccini a qualunque prezzo». Fausto Bosa, presidente della Confartigianato di Asolo e Montebelluna indica chiaramente, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Luca Zaia, quella che, a suo avviso, è la strada da seguire per sperare di uscire dal tunnel del Covid. «Solo una massiccia campagna di vaccinazione -dice Bosa- può garantire un ritorno alla normalità alle imprese e ai propri lavoratori, e di conseguenza anche il ritorno ad un ritmo lavorativo ordinario. Per questo i vaccini vanno cercati dove vengono prodotti e acquisiti ad un prezzo anche superiore a

quello contrattato dalle agenzie dell’unione europea». Insomma “a qualsiasi prezzo”, citando la celeberrima frase del Presidente Draghi. Anche perché, secondo Bosa, «le preoccupazioni, oltre che per l’andamento economico, si stanno spostando anche sulla frattura sociale che si fa sempre più forte e che non accenna a placarsi. Divario questo, dovuto soprattutto allo sbilanciamento tra il peso della crisi che grava su imprenditori e dipendenti privati, rispetto all’apparato della pubblica amministrazione, con il conseguente inasprimento psicologico-relazionale fra le persone». © RIPRODUZIONE RISERVATA

«A giugno presenteremo i dati del censimento sugli edifici produttivi dismessi promosso con il progetto Capannoni OnOff. Sarà un’opportunità per favorire un ridisegno del territorio con una nuova cultura amministrativa ed urbanistica, secondo logiche avanzate di sostenibilità ambientale e sociale. Molte le potenzialità, se ci crediamo. Ne potrà nascere anche una nuova relazione tra le città e la campagna o la montagna, tra aree in declino (demografico e sociale prima ancora che economico) e quelle in sviluppo». Fiducioso per la ripartenza? «Non sarà immediato, non sarà facile, ma la direzione crediamo sia questa. Fondamentale lavorare insieme, con una regia condivisa, tra amministrazioni pubbliche, rappresentanza d’impresa, soggetti economici. Con una classe dirigente all’altezza di questa nuova responsabilità». Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Parrucchieri aperti 7 giorni su 7 «Boccata d’ossigeno per la categoria» LE REAZIONI

L’ORDINANZA TREVISO Parrucchieri, barbieri, estetisti e tatuatori potranno lavorare alla domenica e nei giorni festivi dalle 7 alle 20. «Un’ottima opportunità per recuperare le settimane perdute» gioiscono gli artigiani in città. Il sindaco Mario Conte ha firmato l’ordinanza che permette ai saloni specializzati nella cura della persona (previa comunicazione al Comune e ad esclusione di quelli situati all’interno dei centri commerciali), in deroga allo specifico regolamento, di alzare le serrande tutti i giorni. «Con questa ordinanza vogliamo dare la possibilità a queste categorie di lavorare dopo la chiusura prolungata dovuta alla zona rossa», afferma il sindaco Conte. «Si tratta di un’agevolazione per organizzare l’attività su 7 giorni e a tutela della salute pubblica visto che viene garantita una migliore pianificazione degli accessi».

Denis Fadelli ha il salone in piazza Dolfin. «Dal 6 aprile lavoriamo 12 ore non stop» conferma. Da Conegliano si è trasferito nel centro storico di Treviso 3 anni fa. «Una scelta azzeccata. Ho trovato il mio ambiente e ho delle clienti deliziose». La sua attività ha potuto usufruire di ben pochi ristori. «Abbiamo avuto i 600 e poi i 1000 euro, ma non ho avuto cali perchè l’attività è in fase di espansione, quindi non percepirò altro. La possibilità di lavorare la domenica e nei festivi ci consente di accontentare le clienti il più possibile e di contingentare le presenze in salo-

A TREVISO I SALONI SPECIALIZZATI NELLA CURA DELLA PERSONA POTRANNO RIFARSI DOPO LE RESTRIZIONI DELLA ZONA ROSSA

ne. E’ faticoso, ma necessario dopo i recenti stop». Fadelli sottolinea come il fermo pandemico sia arrivato in un momento in cui solitamente le prenotazioni erano in crescita esponenziale. «Pasqua di tradizione è il momento migliore per i saloni. Abbiamo patito questa chiusura, ma nulla è paragonabile al lockdown del 2020. La nostra paura era piuttosto che si andasse avanti e non si riaprisse nei termini. Invece il Governo è stato di parola». Martedì scorso, primo giorno di apertura, il salone è stato preso d’assalto. «La prima settimana è sempre difficile, poi il lavoro si normalizza. Ma credo che il sindaco abbia avuto un pensiero importante verso la categoria- prosegue- reiterando un’ordinanza che aveva già promosso lo scorso anno. Poi ogni parrucchiere deciderà, ma che venga data la possibilità mi sembra un’ottima cosa». Fadelli rileva inoltre che anche le esigenze della clientela sono mutate. «Lo scorso anno si erano spaventate. Quest’anno avevano già ac-

Agricoltura «Esclusi dai ristori» Oggi sit-in in piazza (m.z.) «Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta, i lavoratori stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro». Per questo, come denunciano i sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, oggi alle 10.30, saranno in presidio davanti alla Prefettura. Nella Marca, sono 15mila gli stagionali del comparto: molti di loro, impiegati ad esempio, negli agriturismi e nel florovivaismo, pur non avendo potuto lavorare per le restrizioni, non hanno avuto accesso ad ammortizzatori o altri bonus. Al sit-in sarà presente anche Onofrio Rota, segretario nazionale della Fai Cisl. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PARRUCCHIERI aperti 7 su 7 assieme a centri estetici e tatuatori

quistato gli shampoo e i trattamenti per arginare la cosa da sole. Certo, anche durante la chiusura, ci sono clienti che chiedono di venire di straforo, loro ci provano. E noi diciamo di no».

IL NODO AFFITTI Ora però l’acconciatore ha in programma un colloquio con la proprietà. «Lunedì vorrei confrontarmi con il proprietario. Sono stati mesi molto difficili,

sarebbe il caso di aiutarci a vicenda anche con l’affitto». 2700 attività e 5000 lavoratori: questa la geografia del comparto nel trevigiano. Si tratta di attività che, durante la prima chiusura, hanno perso anche 60 mila euro. Per questo, da parte della categoria, c’è l’auspicio che l’ordinanza di Treviso venga mutuata anche dagli altri comuni. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Treviso

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Mazzotti, bufera sul nuovo presidente ` «Pezzi di storie incollate smacchiando le cose inopportune» Tensioni nella Lega per la nomina di Claudio Bertorelli nel 2018 criticò il dossier Unesco firmato dal governatore Zaia Bof: «Stupito, chiederò al sindaco Conte come è stato scelto»

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IL CASO TREVISO Il primo luglio 2018 scriveva sulla sua pagina Facebook: «Oggi vince il bollino Unesco la città sociale (non ideale) di Ivrea e perde la terra del Prosecco. Cioé vince chi ha una storia vera alle spalle e la sa narrare, anche quella grigia, fordista e polverosa. Non chi incolla pezzi di storie smacchiando qua e là cose per lui inopportune; perché né conosce il passato, ne’ accetta il presente e tanto meno sa immaginare il futuro». Il commento è di Claudio Bertorelli, paesaggista, nominato solo giovedì scorso presidente della Fondazione Mazzotti. Parole dure, sferzanti, scritte nel giorno in cui il dossier sulle colline del Prosecco, realizzato per incoronarle come patrimonio dell’Umanità, veniva bocciato dall’Unesco. E nella discussione che segue, Bertorelli punta l’indice contro la classe politica che quel dossier lo ha sostenuto, su tutti il governatore Luca Zaia: «In questi anni dalla classe dirigente e politica che ha sostenuto la candidatura non ho sentito un solo ragionamento che mi riporti all’alfabeto sul paesaggio che sento e condivido in qualunque dibattito locale, nazionale o europeo. Nulla. Solo tanta retorica farfugliata e venduta un tanto al chilo».

STUPORE Nella Lega c’è chi ha la memoria lunga e questi post se li ricorda. Per questo c’è stato un certo stupore quando il sindaco Mario Conte ha deciso di puntare su Bertorelli per rilanciare la Fondazione Mazzotti, che proprio della valorizzazione del territorio fa il suo cavallo di battaglia. E le colline dell’Unesco, che poi patrimonio dell’Umanità lo sono diventate, rappresentano un patrimonio caro anche Giuseppe Mazzotti, uno dei primi a parlare delle vie del vino e del Prosecco in particolare. «Le colline del Prosecco sono patrimonio da tutelare, così come lo studio profondo fatto per illustrarle davanti all’Unesco. Sinceramente chiederò a Mario i criteri utilizzati per la scelte del presidente - dice un po’ perplesso Gianangelo Bof, commissario provinciale delle Lega - di sicuro Bertorelli non è politicamente vicino alle nostre posizioni. Ma questo non è un problema, non stiamo mica parlando di incari-

chi politici. La perplessità è legata ad altro».

PERPLESSITÀ Quelle critiche, anche se sono passati anni, pesano ancora. Nella Lega c’è scetticismo. E Bof ci tiene a precisare: «I fatti parlano da soli, sono sotto gli occhi di tutti. Chi ha scritto quei post, quelle critiche, si è sbagliato. All’epoca si è dimostrato per lo

meno poco lungimirante. L’Unesco, quel dossier, poi lo ha accolto e promosso. Evidentemente non era così fatto male». Bertorelli ha anche lavorato nello studio di Leopoldo Saccon, architetto urbanista scomparso di recente a 71 anni, il “papà” del dossier e di tutto il progetto che ha portato la fama colline del Prosecco a livello internazionale. E in un commento al suo post, Bertorelli lo ricorda senza mai citarlo, riconoscendogli un ruolo da maestro ma anche evidenziando una divergenza di opinioni sul tema: «Ho lavorato in tanti studi tra cui quello della persona che ha partecipato attivamente al dossier. Persona da cui ho imparato tantissimo, ma di cui non condivido l’approccio al tema in questione. È forse questo un problema?».

NEL TREVIGIANO

IRRITATO Gianangelo Bof

IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO: «ALL’EPOCA HA DETTO COSE SBAGLIATE, I FATTI PARLANO DA SOLI»

L’attuale presidente della Fondazione Mazzotti ha lavorato molto anche a Vittorio Veneto, dove ha tenuto il suo studio prima di trasferirsi a Vicenza. Con il sindaco Giancarlo Scottà a guidare la giunta ha curato diversi lavori, tra cui la rassegna “Comodamente”, mirata a rivitalizzare con iniziative culturale parti della città bisognose di rilancio. Con il successore Gianantonio Da Re non ha invece legato molto. I due non si sono presi, troppo differenti. Da Re non era convinto del suo operato e, alla fine, la collaborazione non ha avuto seguito. Adesso la nuova avventura a Treviso, decollata però in una nube di perplessità. Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA

I VERTICI Il nuovo cda della Fondazione, al centro il sindaco Conte

NEL MIRINO Claudio Bertorelli, da giovedì è il nuovo presidente della Fondazione Mazzotti

Critico anche il centrosinistra «Scelta estranea al territorio» LE REAZIONI TREVISO Dubbi sulla reale efficacia della nuova Fondazione Mazzotti, dubbi sulla scelta del presidente che, in città, non è molto conosciuto. Il centrosinistra non lesina critiche alle scelte fatte dall’amministrazione comunale per salvare la Fondazione Mazzotti.. La prima a mettere in chiaro le sue perplessità è Antonella Tocchetto (Pd), poco convita dalla nomina del nuovo presidente Claudio Bertorelli: «Nonostante il suo curriculum, nessuno a Treviso lo conosce- dice - Forse, dunque, sarebbe stato meglio puntare su qualcuno più inserito nel territorio e nella comunità, e di personaggi di livello a Treviso ce ne sono moltissimi. Magari, una scelta interessante sarebbe stata anche quella di nominare una donna come la professoressa Anna Comacchio di Ca’ Foscari. Purtroppo a oggi la Fondazione sembra più un “braccio operativo” dell’assessore Lavinia Colonna Preti, un ente utile più per recuperare fondi da distribuire

poi sul territorio. Insomma, dal Comune avremmo in definitiva tutti voluto un po’ più di trasparenza e coinvolgimento nelle decisioni».

LA DIFESA Sul punto non si è però fatta attendere la replica di Riccardo Barbisan, capogruppo della Lega: «Vorrei ricordare al consigliere Tocchetto che durante il suo mandato la Fondazione era sostanzialmente in un baratro e, quindi, se oggi ne parliamo puntando ad un radioso futuro è perché c’è stato un importante

PERPLESSA Antonella Tocchetto

interessamento da parte del sindaco e dell’assessorato alla cultura. Per quanto poi riguarda la nomina del Presidente Bertorelli, io sono abituato a giudicare una volta terminati i lavori, non ancora prima che inizino». La questione del salvataggio del noto ente culturale trevigiano, così come posta da Barbisan, ha però indispettito il capogruppo Pd Stefano Pelloni: «E’ di fondamentale importanza che la Fondazione sia tornata in attività, ma faccio presente al consigliere Barbisan che il Comune è potuto ritornare socio di Fondazione Mazzotti solo per il cambio di una legge nazionale che in passato limitava le partecipazioni pubbliche negli enti, motivo per cui nei precedenti cinque anni erano usciti dall’ente sia la Provincia che la Camera di Commercio. Inoltre, auspico vivamente che non si utilizzi questo “nuovo” ente per contrastare ancora una volta l’operato di Mario Pozza al fine di creare così un semplice doppione di Fondazione Marca Treviso». Brando Fioravanzi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Casa di riposo a ridosso dello Storga: il no del Comune LA DECISIONE TREVISO «A ridosso dello Storga non si farà nessuna casa di riposo». Il sindaco Mario Conte smorza subito le aspettative della Cooperativa provinciale Servizi che, nei giorni scorsi, ha presentato un progetto dopo che il Piano Interventi di due anni fa aveva accolto la richiesta di cambiare la destinazione urbanistica di un terreno a Santa Maria del Rovere, a nord dello Storga, proprio di fronte alla chiesetta dalla Madonnetta, un contesto ambientale delicato, inserito ai margini di un’oasi naturale. La cooperativa sta pensando a una casa di riposo da 90 posti letto, costruita tenendo ben presente tutti gli accorgimento di impatto ambientale e con l’obiettivo di creare una dimora immersa nel verde dove poter accogliere nella massima tranquillità gli anziani ospiti. L’iter

burocratico è ancora agli albori. Siamo al livello di proposta progettuale, ma la strada appare tutta in salita.

assistenza agli anziani. La Regione però sta ancora quantificando i numeri di posti necessari, che dovranno poi essere finanziati. Quando queste soglie verranno stabilite, i posti verranno affidati ai comuni. A quel punto sarà necessario fare un bando a cui potranno partecipare tutti, dall’Israa a ogni altra società nel settore e con un progetto pronto.

SEMAFORO ROSSO L’amministrazione comunale, come ribadisce il sindaco, è decisa a dire no. E per vari motivi. Il primo è che si parla di una casa di riposo per posti convenzionati, ma le convenzioni non sono ancora state fatte. Treviso, come tutte le altre province, ha fatto presente di avere necessità di nuovi posti letto per potenziare i servizi di

Intanto la notizia di una possibile nuova costruzione al limitare dello Storga sta sollevando

IL SINDACO STOPPA IL PROGETTO PRESENTATO DALLA COOPERATIVA SERVIZI PER NOVANTA POSTI LETTO

AMBIENTALISTI: «QUELL’AREA VA TUTELATA, MEGLIO RISTRUTTURARE ALTRI EDIFICI INVECE DI NUOVE COSTRUZIONI»

LE CRITICHE

POLMONE VERDE Un percorso all’interno del parco dello Storga, nell’area potrebbe essere costruita una nuova casa di riposo

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molte polemiche. Europa Verde osserva: «Nessuna rassicurazione circa l’attenzione alla sostenibilità dell’intervento può rassicurarci rispetto all’impatto ecologico devastante che un’opera simile avrebbe sul limitrofo Parco dello Storga. Oltre alla volumetria della struttura infatti, il progetto, dovrà necessariamente prevedere anche un’enorme superficie impermeabilizzata che richiede complesse soluzioni per depurare le acque di scolo, con notevoli rischi per un’area di risorgiva». Critico anche Luigi Calesso (Coalizione Civica): «era proprio necessario che la casa di riposo venisse realizzata ex-novo? Non si poteva pensare alla ristrutturazione di qualche edificio esistente, magari abbandonato a cominciare dall’ex-brefotrofio di proprietà della Provincia distante poche centinaia di metri?». P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Il virus, il fronte sanitario

Vaccini, J&J non basta L’Ulss 3 chiude anche gli altri grandi centri Le prime dosi di Johnson&Johnson `Sedi ferme martedì e mercoledì, il 15 sono in arrivo non prima del 14 aprile dovrebbe riaprire anche il PalaExpo

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IL PIANO VENEZIA Il paradosso è che giovedì, con oltre 5mila dosi tra i vari centri vaccinali dell’Ulss 3 (5.113, per l’esattezza), si era raggiunto il record giornaliero di somministrazioni dall’inizio della campagna, un passo in più verso la tanto agognata quota seimila. Dall’apice allo stop, perché da ieri il maxi hub di Marghera, il PalaExpo, è chiuso per mancanza di vaccini. Una carenza di siero che, a ruota, costringerà a mettere in pausa anche tutti gli altri grandi centri: Mirano, Dolo, Chioggia e Venezia (piazzale Roma e Marittima) chiuderanno i battenti martedì e mercoledì. «In questi due giorni - precisa il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato - le vaccinazioni proseguiranno in ospedale». La prossima sarà una settimana da maglia nera, e non per colpa dell’azienda sanitaria lagunare: il problema restano sempre le forniture. Sono attese, per mercoledì, 1.700 dosi di Astrazeneca e 16.800 di Pfizer (di cui 6.600 per le seconde dosi e 6mila per utenti già prenotati): giovedì 15 aprile, quindi, riapriranno i centri (PalaExpo compreso) ma le scorte a questi ritmi verrebbero bruciate nel giro di tre giorni. «Stiamo quindi aprendo, con oculatezza - spiega il responsabile della campagna vaccinale, Luca Sbrogiò - nuove limitate

GESTIONE SOTTO ACCUSA VENEZIA Nel giorno in cui Luca Zaia, presidente della Regione, chiede più vaccini per il Veneto, il Pd tuona compatto sulla gestione veneziana dei punti dove farli. Dai consiglieri regionali e comunali parte la stoccata al Comune, spiegando che non si tratta però di un problema isolato alla sola realtà lagunare e, per questo, la richiesta è che si agisca presto e con chiarezza. «Il Comune deve attivarsi per garantire maggiori punti vaccinali nella Città storica e non solo quello di piazzale Roma che non è facilmente accessibile a tutti dichiara la capogruppo del Pd Monica Sambo -. È necessario individuare sedi ulteriori per la somministrazione dei vaccini». Un pensiero che i Democratici rivolge soprattutto alla fascia più debole, quella che fatica a muoversi: «Infatti la popolazione anziana non sempre rientra nelle categorie che hanno diritto alla somministrazione del vaccino a domicilio e lo spostamento a piazzale Roma da alcune zone di Venezia diventa per loro molto difficoltosa». Così emerge la propo-

possibilità di prenotazione, distribuendole nelle varie sedi per venire incontro in modo uniforme alla richiesta di tutti i territori». Si cercherà di traghettare la macchina con cautela fino al mercoledì successivo, quindi, quando arriveranno altre 16mila dosi di Pfizer e 5mila di Astrazeneca. Intanto, tra giovedì e ieri si sono aperti duemila nuovi posti prenotabili (i cosiddetti slot) riservati agli over 80.

JOHNSON&JOHNSON Settimana nera da un lato, ma rosea dall’altro, visto che arriverà anche la prima (micro) fornitura del nuovo vaccino Johnson&Johnson. Poche dosi (si parla di circa 15mila per tutta la regione) ma che potenzialmente potrebbero essere la spallata decisiva alla campagna dell’Ulss 3. Anche perché questo siero non ha bisogno di richiamo: avendo una inoculazione monodose, i tempi verranno quindi dimezzati. A chi verrà somministrato? «Ancora non abbiamo le schede tecniche, è prematura qualunque valuta-

IL PUNTO DEL DG EDGARDO CONTATO A MARGHERA ERA STATO RAGGIUNTO IL RECORD DI 5MILA INIEZIONI AL GIORNO

L’Ordine dei medici

«Chi non si vaccina ne risponderà» VENEZIA «Prima ancora che legale, vaccinarsi è un obbligo etico per un medico. Chi non lo farà, senza cambiare idea dopo essere stato richiamato, ne dovrà rispondere davanti alla nostra Commissione deontologica». Giovanni Leoni non ha dubbi. A proposito dei camici bianchi obiettori rispetto alla campagna di profilassi anti-Covid, il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, appena riconfermato numero due a livello nazionale, non usa mezzi toni. Ma mentre il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, parla di un 10-15% di medici no vax per i quali scatterebbero le sanzioni del demansionamento e del taglio dello stipendio fino a fine anno, Leoni sostiene che “a oggi non ci sono medici dichiaratamente contrari alla vaccinazione”. «Vedremo dagli elenchi - aggiunge -, ma a quanto mi consta direi che il 100% degli ospedalieri ha ricevuto l’inoculazione e altri 600 medici che non hanno agganci con l’azienda sanitaria, perché neo laureati, liberi professionisti, pensionati, hanno chiesto di essere vaccinati tramite l’Ordine: 400 nell’Ulss 3 e 200 nella 4 del Veneto orientale.

Abbiamo fornito noi i nominativi». Leoni, chirurgo al Civile di Venezia, spiega che “prima di tutto viene, sempre, la tutela del paziente”. «Non dobbiamo dimenticarlo - sottolinea il presidente -. Se c’è qualche collega che manifesta la propria contrarietà al vaccino, verrà convocato e sarà ascoltato. A oggi, però, non mi risulta. Nel caso, non posso essere io ad anticipare le sentenze, ma le singole posizioni saranno analizzate dalla Commissione deontologica cui spettano eventuali provvedimenti. Secondo regolamento, si va dall’avvertimento alla censura, fino alla sospensione e alla radiazione». In provincia di Venezia sono circa 4.500 gli iscritti all’Ordine. «Dall’incrocio dei dati nei prossimi giorni capiremo se effettivamente ci sono colleghi che non vogliono vaccinarsi - conclude Leoni -. L’invito a chi non avesse ancora provveduto è di farlo e al più presto, perché il virus lo combattiamo e lo vinciamo se ci immunizziamo con un tasso percentuale tale da garantire la necessaria copertura». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA

La priorità, in questo momento, resta tutelare gli ultraottantenni. «Con ogni dose disponibile - aggiunge Contato - siamo impegnati a vaccinare la fascia più anziana. Entro il mese tutti gli over 80 disponibili alla vaccina-

zione o si saranno iscritti attraverso il Cup e il portale, o saranno chiamati dai nostri operatori per effettuare insieme l’adesione, o saranno vaccinati a domicilio: tutti saranno raggiunti con certezza. Non verrà vaccinato solo chi si rifiuterà categoricamente». Rifiuto che non è consentito, invece, al personale sanitario. Finora sono circa un migliaio gli operatori dell’Ulss 3 (per la maggior parte Oss) che non si sono fatti somministrare il siero. «Non è detto che siano tutti novax - spiega il direttore sanitario Giovanni Carretta - alcuni hanno esigenze cliniche precise. Abbiamo già inviato loro una comunicazione bonaria, siamo certi che arriverà una risposta positiva». «Chi ha scelto la missione sanitaria come me-

DENUNCIA DA BORBIAGO: «NESSUNA NOTIZIA PER LA VACCINAZIONE A DOMICILIO DI UNA 84ENNE MA HANNO CONVOCATO IL MARITO MORTO NEL 2014»

capire tra quanto verrà effettuata la vaccinazione, oggi l’Adi di Mirano mi ha risposto dicendomi che stanno vaccinando, a domicilio, la classe 1925 e tra l’altro solo la seconda dose perché non hanno vaccini né personale, ed informandomi che, molto probabilmente, mia madre verrà vaccina-

zione», sottolinea Contato. Dovrebbe essere però l’azienda sanitaria veneziana a ricevere l’incarico di organizzare la logistica regionale per il nuovo vaccino. L’Ulss pensa ad ampliare ulteriormente la macchina per la campagna: nei prossimi giorni verranno aggiunti all’artiglieria vaccinale un drive through (identico a quello utilizzato per i tamponi: verrà deciso nei prossimi giorni dove collocarlo) e un’unità mobile.

CALENDARIO E NOVAX

«Piazzale Roma carente» Il Pd chiede altre sedi o vaporetti per i veneziani sta: «Si potrebbero estendere le campagne già utilizzate per le isole di somministrazione dei vaccini con il vaporetto, oppure individuando sedi comunali accessibili anche per le persone disabili o con ridotta mobilità. Inutile lamentarsi che una parte della popolazione non si vaccina se non garantiamo le condizioni perché le persone si possano vaccinare». Rincarano la dose i consiglieri regionali Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, i quali hanno preannunciato un’interrogazione alla giunta: «A Venezia esiste un problema oggettivo per le vaccinazioni degli anziani che non hanno alternative al recarsi a piazzale Roma o a Mestre. È necessario implementare il servizio a domicilio da parte di Usca e medici di base, oppure aumentare i luoghi per le somministrazioni. Non si può andare avanti così». Da ultimo, Paolo Ticozzi, esponente del Pd comunale in Consi-

DEMOCRATICI Monica Sambo capogruppo del Pd

glio, chiede lumi sulle difficoltà di prenotazione per disabili e pazienti fragili: «Al di là che in questo momento non ci sono né posti né vaccini disponibili, abbiamo ricevuto varie segnalazioni: per i primi l’unica opzione sarebbe il PalaExpo di Marghera, aperto e subito chiuso; per i secondi invece la sola possibilità è recarsi a Chioggia». La richiesta del consigliere riguarda soprattutto la fascia più a rischio: «Sappiamo che le persone maggiormente vulnerabili hanno bisogno di risposte certe e in tempi brevi. A questo si aggiunge la difficoltà ad avere certezze sulle vaccinazioni verso i gravemente allergici ai quali dovrebbe essere somministrata la vaccinazione in luoghi protetti». A chiedere aiuto è anche la figlia di una 84enne che vive a Borbiago di Mira: «Mia madre dovrà effettuare la vaccinazione a domicilio perché paziente non trasportabile. Dopo molte richieste per

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Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Lo Stefanini: «Una scuola per ricordare il preside Frisoli»

E il Veneto Orientale pensa di ridurre i posti letto Covid Da record veneto di casi, al drastico calo: l’Ulss 4 inizia finalmente a respirare Il dg Filippi: «La pressione scende, vedremo». Ma saltano altre sedute per i vaccini

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L’ANNIVERSARIO MESTRE A un anno dalla scomparsa a 59 anni di Davide Frisoli, dirigente scolastico dei licei Benedetti-Tommaseo di Venezia e Bruno-Franchetti di Mestre la comunità del Liceo Luigi Stefanini lo ricorda condividendo la mozione approvata dal Consiglio Comunale di Venezia il 2 luglio 2020 che impegna il sindaco a promuovere l’intitolazione di una scuola del territorio comunale a suo nome. «L’intitolazione - si legge nel provvedimento - oltre a voler ricordare tutte le vittime del Coronavirus a Venezia sarebbe il giusto riconoscimento dell’impegno dell’ex preside nel corso degli anni per la formazione e la crescita degli studenti e per il lavoro degli insegnanti. Davide Frisoli è stato molto attivo, ha portato avanti diversi progetti tra cui quello di creare una sezione scolastica all’Ospedale civile di Venezia per far proseguire gli studi ai ragazzi ricoverati». Frisoli era stata una delle prime vittime “giovani” del Covid, e la sua scomparsa aveva lasciato un segno profondo nelle numerose scuole in cui aveva lavorato, con grande apprezzamento anche da parte delle famiglie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ULSS E VACCINI Sopra, Edgardo Contato. In alto, il PalaExpo e sotto il centro di piazzale Roma

stiere - gli fa eco il direttore generale - deve capire che il non vaccinarsi è una scelta che può mettere a rischio la salute dei pazienti». Prosegue senza sosta, nel frattempo, la vaccinazione a domicilio dedicata ai grandi anziani: gli Usca stanno andando al ritmo di 150 dosi al giorno. I vaccinati a domicilio sono le persone nate tra il 1910 e il 1926. A loro è stato somministrato il Moderna (vaccino che, peraltro, non è arrivato nelle ultime forniture: al momento c’è uno stoc di sicurezza per garantire a tutti la seconda dose). Per il momento a ricevere il siero a casa sono stati in 2.700, circa il 55% del totale. L’obiettivo dell’Ulss è arrivare al 100% nel giro di dieci giorni. Davide Tamiello

SAN DONÁ

42 iniziali, e 14 tra gli operatori (tutti asintomatici). Dei 14 dipendenti, 12 non si erano vaccinati, ma 10 di questi perché avevano avuto già il Covid-19 (a Natale, nel corso di un altro focolaio), mentre solo due perché non avevano voluto e che ora faranno.

«Contagi in diminuzione. Pur in un tiepido ottimismo sull’andamento, stiamo valutando la possibilità di ridurre la disponibilità dei posti letto al Covid-Hospital di Jesolo, chiudendo qualche sezione, visto che la pressione sta calando». Le parole sono caute, calibrate, per non rischiare di creare eccessive aspettative: ma il direttore generale dell’Ulss 4, Mauro Filippi, prova a infondere un po’ di ottimismo, forte dei nuovi numeri.

LE VACCINAZIONI

I NUMERI L’ultima rilevazione parlava di una sessantina di nuovi contagi, per un totale di 872. Il minimo storico da quando è iniziata l’ascesa della terza ondata e l’Ulss 4 è stata anche, seppure per qualche giorno, la peggiore del Veneto in fatto di contagi in rapporto al numero di abitanti. Basti pensare che solo dieci giorni fa, nella rilevazione del 31 marzo, i contagiati complessivi erano 1.509. Questo indurrebbe a valutare la chiusura di alcune sezioni a Jesolo e, forse, anche del reparto Covid-19 della casa di cura “Rizzola” di San Donà di Piave. Complessivamente, da inizio pandemia, i positivi sono 19.644; a questi vanno aggiunti altri 29.400 contatti e un migliaio di viaggiatori. Il personale del dipartimento di prevenzione, nell’ambito dell’attività di contact-tracing, ha inoltre rintracciato e contattato telefonicamente 50.381 persone.

LA CASA DI RIPOSO A proposito di contagiati, Filippi ha anche toccato la questione della casa di riposto “Monumento ai Caduti”, dove la situazione (con il secondo tampone) si è ridimensionata: tra gli ospiti, 16 sono risultati effettivamente positivi rispetto ai

COVID HOSPITAL La terapia intensiva dell’ospedale di Jesolo

ORA I POSITIVI SONO IN TOTALE 872 MENTRE IL 31 MARZO SCORSO ERANO 1.509 UNA SESSANTINA I NUOVI CONTAGI «SI PUÓ VALUTARE DI CHIUDERE ALCUNE SEZIONI A JESOLO» POSSIBILE ANCHE LO STOP ALLA “RIZZOLA” DI SAN DONÁ

DIRETTORE Mauro Filippi

Sul fronte vaccini, dall’inizio dell’immunizzazione, all’Ulss 4 sono state complessivamente 48.159 le dosi di vaccino somministrate alla popolazione, di cui 37.822 prime dosi. Solo ieri nel Veneto orientale sono stati inoculati 2.158 vaccini inclusi quelli somministrati dai medici di medicina generale in sedi da loro stessi gestite. Nell’analisi dell’attività vaccinale spicca, dunque, la copertura degli ultraottantenni per quanto riguarda la prima dose (l’87%) e tra questi il 29% ha ricevuto anche la seconda dose. La fascia d’età 70-79 anni è stata immunizzata al 39% con la prima dose, mentre parallelamente continua la vaccinazione ai disabili e alle persone vulnerabili. Unica nota negativa la carenza della fornitura vaccinale che ha costretto l’Ulss 4 a rinviare di una settimana due sedute previste oggi e domani, domenica, nei centri vaccinali di Jesolo e San Donà di Piave (nati dal 1942 al 1951). É stata limitata, inoltre, l’attività di tutta la prossima settimana. «Decisione inevitabile – ha spiegato il direttore del dipartimento di prevenzione, Anna Pupo –, la vaccinazione continuerà per la somministrazione delle seconde dosi agli anziani e per la popolazione nella fascia 70-79 anni. Ci restano circa 14mila persone da vaccinare in questa fascia d’età, pertanto non appena arriveranno i vaccini continueremo a concentrarci sui nati dal 1942 al 1951». Fabrizio Cibin © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo 20 giorni di rianimazione è morto l’imprenditore Barzaghi LA GIORNATA

ta tra mesi». Ma non basta: «Hanno invece convocato per la vaccinazione mio padre, sia per telefono che per lettera, ma lui è deceduto nel 2014 - conclude la figlia -. La gestione di tutto questo mi sconforta». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Non ce l’ha fatta Massimo Barzaghi, 68 anni, titolare insieme al figlio Fabio e alla moglie Maria Rosa di una azienda di attrezzature e forniture di refrigerazione molto nota in città. Dopo 20 giorni di ricovero in rianimazione all’ospedale di Dolo ieri mattina il Covid 19 se lo è portato via. Era conosciutissimo a Venezia nell’ambito dei pubblici esercizi: per 50 anni aveva venduto attrezzature per bar e ristorazione e curato la loro manutenzione. Proprio facendo una manutenzione aveva probabilmente incontrato il virus. La malattia si è manifestata dopo un weekend in montagna, dapprima con un malessere, poi peggiorato nei giorni seguenti, e pertanto era stato ricoverato dapprima nella terapia dell’ospedale dell’Angelo a Mestre e poi trasferito in rianimazione sotto ossigeno all’ospedale di Dolo. «Siamo profondamente addolorati e stupiti –

commenta il figlio Fabio, campione di voga veneta che ha partecipato a dieci regate storiche Mio padre godeva di buona salute, non capiamo perché non ce l’abbia fatta. Ci siamo ammalati tutti di Covid, sia io che mia madre, la mia compagna e mio figlio, ma nessuno di noi in maniera così grave. Ci siamo curati tutti a casa senza grossi problemi». Barzaghi abitava a Cannaregio ed è proprio nel suo sestiere, nella parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo, che martedì 13 aprile alle 11 verranno celebrati i funerali dell’imprenditore. Massimo Barzaghi aveva iniziato giovanissimo la sua carriera insieme a Stefano Gavazzi e a Angelo Toffano e per molti anni era rimasto come socio della ditta Toffano (diventata Gbt, Toffano Gavazzi Barzaghi, con sede a San Polo) di forniture alberghiere e ristorazione. Poi, negli anni ’90, i tre soci si erano divisi e Massimo aveva aperto una propria ditta a gestione familiare. «Solo mio fratello Alberto non è nella ditta – spiega Fabio Barza-

ghi -. Mio padre gli aveva trasmesso la sua passione per l’antiquariato e oggi gestisce due negozi di antichità». Ma non era questa la sola passione del signor Massimo: amava tutti gli sport, e in particolare amava andare in barca o in catamarano, come l’attività subacquea, lo scialpinismo e la bicicletta. Michele Scibelli, amico e commercialista di fiducia, lo ricorda come un «gran lavoratore, una persona serissima che ha sempre investito nella sua azienda facendo lavorare la sua famiglia. In questi ultimi mesi stava pensando di passare la ditta al figlio. Nel suo ha sempre aiutato tutti quelli che avevano biso-

TITOLARE INSIEME ALLA MOGLIE E AL FIGLIO FABIO DI UNA DITTA DI ATTREZZATURE DI REFRIGERAZIONE

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gno. Una perdita significativa per la città e per il mondo dei pubblici esercizi». Barzagli aveva infatti un rapporto particolare con i propri clienti - tra cui i ristoranti Algiubagiò, Florida, Al Calice e Riviera - molto amichevole e umano, sempre disponibile ad aiutarli a qualunque ora nelle emergenze.

IL BILANCIO Nel frattempo il bollettino di Azienda zero ha visto, nella giornata di ieri, 4 decessi e 109 nuovi contagi. Incoraggiante il calo dei ricoveri, come segnalato anche ieri dal responsabile della campagna vaccinale dell’Ulss 3, Luca Sbrogiò: «Ci pare di poter rilevare un calo che starebbe ad indicare che anche questa terza fase va via via diminuendo la sua intensità. Calo che sarebbe importante per le nostre strutture, dove oggi sono ricoverati 272 pazienti, 29 dei quali sono in condizioni critiche». Daniela Ghio © RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Barzaghi, imprenditore, 68 anni

IL BOLLETTINO: IERI QUATTRO DECESSI E 109 NUOVI CONTAGI CONTINUA IL CALO DEI RICOVERI NEGLI OSPEDALI


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Economia

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Ceccato sbarca anche a Verona e sgomma da leader nel Nordest Il gruppo di concessionarie da 550 milioni con quartier generale nel Vicentino dopo l’operazione a Treviso compra anche “L’Automobile”. L’Ad: pronti nuovi investimenti

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ne del settore dei dealer e sempre più spesso assisteremo nei prossimi anni ad operazioni di aggregazione perché in questo periodo arrivano molte proposte soprattutto da parte di aziende medio piccole».

AUTO VERONA Continua l’espansione in Veneto del Gruppo Ceccato. Da aprile, infatti, la concessionaria “L’Automobile” di via delle Nazioni a Verona è stata acquisita dalla società vicentina, oggi tra i maggiori players nazionali del settore automobili, con un fatturato 2020 pari a 550 milioni, fra i primi 3 per auto vendute in Italia (30 mila nel 2019 di cui 17 mila nuove), primo dealer Fca (13 mila nel 2019). Un’operazione che arriva dopo l’acquisizione a fine 2020 della maggioranza della Negro Automobili di Treviso (marchi Audi, Volkswagen, Porsche e Skoda) e l’inaugurazione a gennaio dell’ampliamento e restyling della sede di Vicenza del Gruppo Ceccato. Ora, sotto l’insegna della “Ceccato Automobili” va anche la storica concessionaria Fiat veronese che nella sua storia è appartenuta al conte Gastone Colleoni. Rimangono di proprietà di “L’Automobile Spa” la concessionaria Peugeot di S. Bonifacio e una concessionaria Fiat in Umbria. L’operazione su Verona è stata “suggerita” dalla stessa Fca Auto, rivelano fonti interne alla “Lorenzo Ceccato Spa”, la holding della famiglia Ceccato di Thiene che sta alla testa sia di Gruppo Ceccato (specia-

TRASPORTI VERONA I soci di Aerogest, la società che riunisce gli enti pubblici dell’aeroporto Catullo di Verona Villafranca, hanno espresso un “indirizzo” ufficiale per la loro adesione all’aumento di capitale da 30 milioni per il rilancio dello scalo veronese. Un aumento di capitale complesso che si innesta nel confronto aperto tra Save, la società veneziana guidata da Enrico Marchi che detiene il 41,8% delle quote e che controlla anche gli scali di Venezia e Treviso, e appunto, gli enti pubblici raggruppati in Aerogest con il 47%. Alla finestra Fondazione Cariverona al 2,9% (che vorrebbe crescere acquisendo quote da Save che non vuol

AGGREGAZIONI L’insegna Ceccato Automobili presente da aprile davanti alla concessionaria di Verona, estesa su 10 mila metri quadrati coperti, è il primo segnale visibile dello sbarco nella città scaligera del Gruppo vicentino. Da maggio, poi, sarà operativo anche il servizio di officina ed assistenza per tutti marchi Fca. La concessionaria di Verona de “L’Automobile” vede oggi impiegati circa 40 dipendenti e ha un giro d’affari da circa 60 milioni. Il Gruppo Ceccato, presente sul mercato da 70 anni, conta su 650 collaboratori e 18 sedi dislocate nelle province di Vicenza, Padova, Treviso, Trento e Verona. A capo c’è la “Lorenzo Ceccato Spa” guidata, con la supervisione del presidente Pino Ceccato, dai figli Antonella, Lorenzo e Massimo. A fondare questa realtà negli anni ‘60 è stato Lorenzo Ceccato padre di Pino, che nella sua officina Fiat di Schio creò un reparto sportivo per la trasformazione delle auto da rally, il rinomato “Ceccato Rally Racing”. Massimo Rossignati

VERONA La concessionaria “L’Automobile” acquisita da Ceccato lizzato nel settore auto con i meglio un’area che è il nostro marchi Fca, Jeep, Alfa, Lancia, sbocco più naturale in contiNissan, Kia, Honda, Mg, Ram, nuità con il territorio che è Dodge, Mitsubishi), sia della In- sempre stato di nostro riferidustrial Cars (Fiat Professio- mento - ha spiegato l’Ad del nal, Iveco, Astra, Piaggio). E gruppo vicentino, Massimo rientra in un piano di sviluppo Ceccato -. Rafforzeremo ancor su Verona che già aveva visto più la concessionaria veronese tre anni fa il Gruppo Ceccato rinnovandone la struttura con entrare in partnership con un nuovo salone dedicato l’Auto Up di Cerea. all’usato. Confermiamo, naturalmente, tutti gli attuali collaCONTINUITÀ boratori presenti nella conces«L’acquisizione del 100% del- sionaria e pensiamo che a brela concessionaria “L’Automobi- ve sarà anche possibile sviluple” di Verona rappresenta per pare quest’organico, Stiamo vinoi l’opportunità di coprire al vendo un momento di evoluzio-

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Visottica “scala” Eurodecori e crea un polo d’eccellenza L’ACQUISIZIONE VENEZIA Visottica sale al 50% della bellunese Eurodecori e amplia la sua gamma produttiva ad altri settori. Il gruppo di Susegana (Treviso) attivo nella produzione di componenti per occhiali ha rilevato l’azienda specializzata nella fornitura di particolari in zama, una lega di zinco resistente e versatile, arrivando così a creare un polo produttivo unico al mondo in termini di capacità e tecnologie. Visottica Comotec, leader mondiale nella produzione di componenti per occhiali, ha l’opzione per arrivare al 100% di Eurodecori. «Questa acquisizione ha un valore strategico per il nostro gruppo – sottolinea in una nota Rinaldo Montalban, presidente di Visottica Comotec e figlio del fondatore Osalco -. Eurodecori possiede un know-how estremamente specializzato e un bagaglio di competenze preziose che oggi entrano a far parte del nostro patrimonio e vanno a completare la nostra offerta sul mercato. Ora possiamo pensare di diversificare maggiormente la nostra offerta, potenziando la strategia di espansione verso nuovi ambiti come industria, moda, bigiotteria, e oggettistica». Visottica Comotec, fondata nel 1947 e arrivata nel 2019 a un giro d’affari di 70 milioni, ha avviato negli anni scorsi un percorso di crescita attraverso una politica di acquisizioni strategiche che l’hanno portata a diventare un polo d’eccellenza a livello mondiale con 1200 addetti e 40 brevetti inter-

Aeroporto Verona: chiude Aerogest, patto tra soci pubblici per frenare Save vendere), la Provincia di Bolzano al 3,6%, quella di Brescia al 2,1% e altri enti al 2,6%. Spiega il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto: «La Legge Madia non ci permette di dar corso all’aumento attraverso Aerogest. Dovremmo farlo direttamente come singoli enti pubblici, e quindi oggi abbiamo anche deciso di andare allo scioglimento di Aerogest». «La società va messa in liquidazione in quanto rientra tra quelle che non hanno fatturato, dipendenti e che da 3 anni sono in passivo per le quali la Legge Madia ha sancito la chiusura -

conferma il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello -. Ma non è un problema, perché ogni socio pubblico, tornato in possesso delle sue quote in Aerogest, aderirà poi singolarmente all’aumento.

OGNI AZIONISTA FARÀ L’AUMENTO SINGOLARMENTE: CARIVERONA, BOLZANO E BRESCIA ALLA FINESTRA

Invece, l’altra novità è che abbiamo anche deciso di dar corso ad un patto di sindacato che mantenga uniti i soci pubblici, soprattutto nei confronti di Save. Sarà una specie di “Aerogest 2 La Vendetta”». «L’unità d’intenti dimostrata dai soci di Aerogest verso l’aumento del Catullo va nella direzione giusta - dichiara Paolo Borchia, europarlamentare veronese della Lega -. Auspichiamo che nelle prossime trattative con Save, uno dei cardini principali sia la definizione di un amministratore delegato e di un commerciale aviation dedicati allo scalo ve-

ronese».

SATELLITE «Alla fine è andata come avevamo previsto. I soci pubblici sciolgono Aerogest e rimane Save come socio privato. Dopo continui interventi della Lega e del consigliere Valdegamberi (Lista Zaia) sulla necessità di “cacciare” Save dall’aeroporto», commenta Michele Bertucco, consigliere di Sinistra in Comune: «Il presidente della Provincia di Verona, Scalzotto (Lega), il presidente della Provincia di Trento, Fugatti (Lega), il sindaco di Verona, Sboarina, hanno deciso assieme agli al-

nazionali. Oggi l’azienda conta due stabilimenti produttivi, quello storico nella sede di Susegana e un secondo in Cina a Dongguan, oltre ad una trading company ad Hong Kong. Dal 2017 fanno parte del gruppo anche Ookii, società specializzata nella produzione di articoli tecnici, e Matrix (componenti Mim e microfusione), entrambe localizzate nel distretto veneto dell’occhialeria a Seren del Grappa (Belluno) ma attivi anche in altri settori.

PRODUZIONI PARTICOLARI Fondata nel 1990 con il nome di Antares e divenuta Eurodecori dal 2002, l’azienda ha sede nella zona industriale di Quero Vas (Belluno) e conta tre stabilimenti produttivi. Fin dalla sua nascita si è specializzata nella fornitura di particolari in zama. L’azienda impiega circa 65 persone e può vantare tra i suoi clienti realtà importanti nel mondo della moda, pelletteria, occhialeria, meccanica e oggettistica. Il fatturato del 2019 ammontava a circa 9 milioni. «Con questa operazione si crea una partnership di grande rilievo – dichiara nella nota Corrado Minute, presidente e fondatore di Eurodecori -. Da oggi entriamo a far parte di un gruppo che presidia il mercato come nessun altro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL GRUPPO GUIDATO DA MONTALBAN SEMPRE PIÙ PRESENTE NEL DISTRETTO DELL’OCCHIALE GUARDA AD ALTRI SETTORI

tri soci pubblici di sottoscrivere l’aumento, di sciogliere la società Aerogest che doveva già essere chiusa da tempo in base alla legge Madia e di fregarsene delle richieste dei leghisti nostrani che per mesi hanno ululato alla luna chiedendo di cacciare Save dimenticando che in una spa se l’azionista non vende non si caccia nessuno - conclude Bertucco -. Quello che manca ancora una volta è la visione del futuro del Catullo: occorre chiarire i rapporti con Save, il socio privato che la politica di centrodestra si era tirata in casa per evitare il default. Era chiaro fin dall’inizio che Save non lavora per Verona, ma per Venezia, rispetto alla quale lo scalo scaligero è un satellite». M.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Rublo Russo Rupia Indiana Renminbi Cinese Real Brasiliano Dollaro Canadese Dollaro Australiano

Quotaz. 1,1888 130,4200 0,8666 1,1010 91,8152 88,8145 7,7934 6,6641 1,4950 1,5579

Var.% 0,13 0,55 0,43 -0,10 0,39 0,26 0,24 0,14 0,02 0,26

METALLI Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.)

Mattina 47,23 n.d.

Sera 47,44 686,42

Sterlina (post.74) Marengo Italiano

Denaro 338,85 270,80

Lettera 366 287,75

Max anno

Quantità trattate

A2A Atlantia

1,542

-0,96

16,390

0,61

1,313

1,570

9143192

13,083 16,496

2557751

19,765

0,03

Banca Mediolanum

7,854

-1,38

6,567

8,105

Banco BPM

2,335

-1,10

1,793

2,494 13625355

BPER Banca

1,870

0,59

1,467

2,063

8860141

Brembo

10,580

-2,58

10,286 11,534

467457

Buzzi Unicem

22,510

1,44

19,204 22,767

453226

Azimut H.

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

17,430 20,259

911777 1824385

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

13,932 17,186

4421859

16,965

-0,82

Intesa Sanpaolo

2,254

-0,42

1,805

Italgas

5,400

-1,85

Leonardo

7,070

-0,84

Generali

FTSE MIB

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Unipol

4,641

-0,92

3,654

4,820 2057035

2,347 64674105

UnipolSai

2,542

-0,47

2,091

2,581

4,892

5,556 2065025

NORDEST

5,527

7,878 5665493

Ascopiave

3,890

-0,26

3,585

3,895

39712

Autogrill

7,246

-0,55

4,166

7,296

1107270

2914282

Mediaset

2,464

-0,56

2,053

2,686

909572

Mediobanca

9,334

0,52

7,323

9,773

3107773

B. Ifis

11,080

0,18

8,388 11,547

113770

Carel Industries

19,200

4,69

15,088 19,326

153476

Carraro

2,410

-0,41

1,435

2,428

451945

Cattolica Ass.

4,882

-1,33

3,885

5,312

603328

Danieli

20,950

-1,41

14,509 21,887

25422

De’ Longhi

36,600

0,72

25,575 36,564

85358

Eurotech

5,125

-0,58

4,521

5,464

132982

Geox

0,834

0,48

0,752

0,870

307775

Italian Exhibition Gr.

2,850

0,00

2,161

2,897

18894

46,971 53,392

694097

Poste Italiane

10,795

0,23

8,131 10,950

2519774

Prysmian

26,700

-1,15

25,297 30,567

1287544

45,460

0,00

Saipem

2,282

-3,02

2,113

2,680 14724251

Snam

4,673

-1,70

4,235

4,752

Stellantis

14,800

-0,86

11,662 15,326 9367420 28,899 35,525

Recordati

42,015 46,869

323810

9,750

-0,51

8,714 10,076

1395453

13,020

-1,33

10,285 13,539

3851879

Enel

8,594

-0,66

7,666

8,900 19005098

Stmicroelectr.

33,280

0,50

Eni

10,200

-0,58

8,248 10,571 11528097

Telecom Italia

0,466

-1,71

0,394

0,502 22681780

Moncler

50,360

0,00

Exor

71,780

-0,50

61,721 73,108

267210

Tenaris

9,180

-1,06

6,255

9,854

3314700

OVS

1,335

0,53

1,023

1,479

817946

Ferragamo

16,465

1,35

14,736 16,852

344519

Terna

6,136

-1,51

5,686

6,528

7170832

Safilo Group

1,004

5,68

0,786

1,032

6486163

FinecoBank

13,970

-0,11

12,924 15,248

2070120

Unicredito

8,557

-1,20

7,500

9,560 21345449

Zignago Vetro

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0,71

13,416 17,040

28716

Campari Cnh Industrial

MONETE (in euro)

Min. anno

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8148177 1934872


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Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

I nodi della profilassi LA CAMPAGNA VENEZIA Arriveranno venerdì prossimo in Veneto le prime 14.000 dosi di Johnson&Johnson. O almeno dovrebbero, visto che la Regione non ha fatto nemmeno in tempo a ricevere l’apprezzabile annuncio, che sono già circolate due notizie sgradite su nuovi ritardi (è prevista una riduzione di consegne del monodose pari all’80% negli Stati Uniti e l’agenzia europea del farmaco Ema avvierà una revisione sullo stesso Janssen dopo quattro casi di tromboembolia proprio negli Usa). Ma ormai è chiaro che la campagna di profilassi va così, per cui non resta che procedere con i condizionali, nel dire che la settimana ventura sarebbero complessivamente attese fiale per 153.300 iniezioni, di cui 126.300 di PfizerBiontech, appena 13.000 di AstraZeneca e nessuna di Moderna: «Queste sono le nozze con i fichi secchi», commenta il presidente Luca Zaia, alludendo alla capacità vaccinale frustrata dalle forniture modeste, anche se per maggio sono stimati 1.090.000 vaccini dai quattro produttori, sempre che mantengano le promesse.

IL RESOCONTO Stando al resoconto della struttura commissariale anti-Covid, aggiornato a ieri sera, in Veneto sono state somministrate

LA POLEMICA VENEZIA Finora in Veneto, secondo la statistica (aggiornata alle 20.06 di ieri) della struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, sono state somministrate 354.876 dosi agli “over 80” e 332.379 alla categoria “altro”. Ma cosa c’è sotto questa etichetta, forse quei “furbetti” vivacemente criticati dal premier Mario Draghi? Sulla questione il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale, ma i dati diffusi da Palazzo Balbi pongono un problema di classificazione.

OLTRE UN TERZO Le iniezioni codificate come “altro” costituiscono oltre un ter-

Pochi vaccini, Zaia: «Costretti a farne solo 30mila al giorno» La prossima settimana attese 153.300 dosi `Il governatore: «Ne servono di più. Basta nozze Venerdì le prime 14mila Johnson&Johnson coi fichi secchi». A maggio previsti altri 1.090.000

`

1.113.746 dosi. I numeri della Giunta regionale aggiungono che, dei 358.540 ultra 80enni, è stato coinvolto il 78,9%, di cui il 43,9% per la prima dose e il 35% anche per la seconda. Fra i 70 e 79 anni, in tutto 494.443, il 2,5% ha avuto il ciclo completo e il 33% ne ha fatto metà. Fra i disabili, il 22% è già del tutto immunizzato, mentre il 26,5% attende il richiamo. Le iniezioni procedono però a un ritmo non superiore a 30-35.000 al giorno (33.545 giovedì), dato che le forniture medie sono di circa 150.000 alla settimana. «Invece il nostro potenziale quotidiano – dice Zaia – sarebbe di 50.000 pazienti con i nostri vaccinatori e altri 30.000 con medici di base, ai quali vanno aggiunte 1.500 farmacie e tutte le aziende dispo-

nibili. Per fare 100.000 vaccini al giorno non avremmo problemi, se avessimo le giuste quantità».

RICHIESTA E RISPOSTA Ieri il presidente della Regione ne ha parlato con il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, dopo che giovedì il tema era già stato al centro del confronto con il premier Mario Draghi. «Non è vero che ho

alzato la voce – precisa Zaia – però ho fatto presente che delle dosi abbiamo bisogno come il pane. So che la colpa è dell’Europa, ma allora spero che il Governo decida di liberarsi le mani e andarsi a comprare i vaccini. Al generale Figliuolo ho chiesto comunque se c’è la possibilità di averne di più e si è dichiarato disponibile a verificarlo». Come prima risposta, Figliuolo ha co-

municato che verranno allungati a 42 giorni i richiami di Pfizer e Moderna, finora fissati rispettivamente a 21 e 30, così da ampliare il giro delle prime dosi. Al momento per AstraZeneca restano invece le 12 settimane. «Di questo vaccino non abbiamo avuto grandi rinunce – rivela il governatore – tanto che ai colleghi ho detto che, se gliene avanza, lo prendiamo noi».

VIA ALLE INIEZIONI ANCHE NEI CAPANNONI FIGLIUOLO: IL RICHIAMO DI PFIZER E DELL’ALTRO MARCHIO AMERICANO SLITTERÀ A 42 GIORNI

fare chiarezza». Il governatore leghista Luca Zaia ha ribattuto: «Proponevamo di vaccinare i sanitari in prima in linea e invece ci è stato imposto di immunizzare tutti. È stato deciso di coprire i “servizi essenziali”, il che vuol dire tutto e niente. Con il caos di AstraZeneca, per qualche tempo c’erano i tetti di 55 e di 65 anni. È vero, abbiamo dovuto bloccare qualche iniziativa con i dipendenti comunali, per esempio a Padova. Ma da qui a dire che il

Per quanto riguarda l’organizzazione, le aziende sanitarie stanno predisponendo i progetti per le aperture notturne e i drive-through, luoghi in cui far transitare le auto dei vaccinandi come succede per i tamponi. «Ci stiamo dotando di grandi strutture per le vaccinazioni di massa – spiega Zaia – come capannoni spaziosi e climatizzati, che consentono percorsi lunghi fino a mezzo chilometro. Ringrazio gli imprenditori che ci offrono gratuitamente i loro siti». È il caso dell’ex Pagnossin a Treviso, mentre sono escluse tensostrutture come l’ospedale donato dal Qatar, che la Protezione civile ha in parte frazionato tra i punti vaccinali di Chioggia, Agordo e Verona. L’associazione Veneto per le Autonomie, presieduta da Simonetta Rubinato, chiede di coinvolgere i medici di famiglia: «Il meccanismo va migliorato mettendo in campo una campagna vaccinale di prossimità». L’assessore regionale Manuela Lanzarin annuncia: «Ora ogni medico di medicina generale ha il proprio codice per entrare nel portale e verificare se i propri assistiti non sono inseriti nelle liste. Quanto alle 16 squadre dell’Esercito, sono scese a 8 e divise fra le Ulss, tranne quella di Padova dove resterà attivo l’ospedale militare». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

JANSSEN Così si chiama il vaccino monodose prodotto da Johnson&Johnson (foto ANSA)

Quei 330mila sieri classificati come “altri” «Non sono furbetti» zo del totale, quando la media nazionale è di circa un quinto. Sono così andati all’attacco i dem Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, chiedendo «liste ufficiali» di riservisti: «È uno scenario grave, specialmente in un periodo di penuria di vaccini; un tema delicato su cui si sta muovendo anche la magistratura. Indipendentemente da eventuali reati è doveroso

L’ORGANIZZAZIONE

IL PD: «FARE CHIAREZZA» LA REGIONE FORNISCE I NUMERI: NELLA CATEGORIA INCLUSI ANCHE 225MILA SETTANTENNI E DISABILI

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Veneto ha fatto vaccinazioni anomale, non ci sto».

L’INSERIMENTO Ecco allora i numeri della Regione, che nella categoria “altro” conta ancora più dosi (334.149), in cui però sono inclusi anche 165.797 anziani fra 70 e 79 anni e

62.700 soggetti estremamente vulnerabili o disabili. L’inserimento è stato deciso «a livello nazionale», quando invece queste persone «meriterebbero con urgenza una classificazione a parte». Gli altri sono 14.397 operatori non sanitari delle Rsa, 3.225 delle strutture per disabili e 889 delle cliniche private; 9.334 studenti dell’area sanitaria; 8.381 lavoratori di altri servizi essenziali; 7.457 individui da 60 a 64 anni; 7.446 familiari o caregiver; 4.647 volontari della Protezione civile; 4.553 farmacisti; 1.970 vigili del fuoco; 1.674 donatori di sangue; 732 agenti della polizia penitenziaria; 425 addetti dei servizi veterinari; 288 detenuti; 93 lavoratori degli asili; 40.141 in attesa di verifica. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 10 Aprile 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest IL VERDETTO VENEZIA Tutto il Nordest è di nuovo arancione. È il risultato del verdetto pronunciato ieri dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, e successivamente ratificato dall’ordinanza del ministro Roberto Speranza, che lunedì farà uscire dal rosso il Friuli Venezia Giulia, così da raggiungere il Trentino, l’Alto Adige e soprattutto il Veneto. Quest’ultima regione avrebbe addirittura numeri da giallo, se il decreto in vigore per tutto aprile non avesse abolito questa fascia: nel giro di appena una settimana, infatti, la classificazione complessiva di rischio è scesa da «alta con molteplici allerte di resilienza» a «bassa».

GLI INDICATORI Per quanto riguarda il Veneto, gli algoritmi hanno incrociato la probabilità di diffusione «bassa» con la valutazione di impatto «bassa», per cui inevitabilmente «bassa» è risultata appunto la classificazione complessiva del rischio, tanto più perché sono scese da due a zero le segnalazioni di problemi nella risposta dei servizi sanitari territoriali. Difatti il tasso di positività dei tamponi (considerando i soli molecolari) è sceso dall’8,6% al 7,8% e la quota dei casi sottoposti al tracciamento dei contatti è tornata sopra al 90% (passando dall’88,3% al 96,8%). Sono state confermate le anticipazioni della vigilia rispetto ai due indicatori-chiave, quali l’indice di contagio Rt (calato da 1,12 a 0,06) e l’incidenza settimanale ogni centomila abitanti (diminuita da 227 a 160). Tutto questo si è poi accompagnato a un calo dei casi (da 11.603 a 9.160 in una settimana), nonché a tassi di occupazione dei posti-letto al limite della soglia per la Terapia intensiva (30%) e undici punti sotto il tetto per l’area non critica (29%).

L’ASSESSORE LANZARIN: «È STATO RICOSTITUITO IL GRUPPO DI STESURA DELLE LINEE-GUIDA, COORDINATO DA NOI, PER LE RIAPERTURE»

L’ELEZIONE TRIESTE Le Regioni d’Italia rappresentate da un presidente di Regione a statuto speciale: in un’epoca in cui il regionalismo subisce bordate pesanti quasi quotidiane e la specialità finisce spesso in un critico cono d’ombra, le venti Regioni ieri sera all’unanimità hanno affidato il vertice della Conferenza a Massimiliano Fedriga, dal 2018 governatore del Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente Michele Emiliano (Puglia). Un risultato guardato con interesse a Nordest, per i molti sviluppi futuri che una simile scelta potrebbe portare con sé sulle molte e complesse partite aperte, oltre a quelle del Covid: dai patti finanziari con lo Stato al rapporto con il fondo sanitario statale, specie per una regione come il Friuli Venezia Giulia che, dagli anni Novanta, si paga il sistema sanitario da sé impegnando ormai oltre il 60% del proprio bilancio. «Il mio impegno sarà quello di trovare una unità d’intenti e una sintesi costruttiva tra tutti i componenti delle assise da un lato e il Governo dall’altro superando gli steccati degli schieramenti», ha programmaticamente affermato Fedriga subito dopo l’elezione.

Torna arancione pure il Fvg e in Veneto numeri da giallo Lunedì il Friuli Venezia Giulia uscirà dal rosso: `In una settimana i bollettini veneti hanno visto ha ricoveri ancora alti, ma l’Rt più basso d’Italia 7.000 positivi in meno. Il rischio ora è “basso” `

Quanto al Friuli Venezia Giulia, la probabilità di diffusione «bassa» si è intersecata con la valutazione di impatto «alta», per cui la classificazione complessiva di rischio è risultata «moderata». Il suo Rt, pari a 0,79, è il più basso d’Italia, con un’incidenza di 188 casi ogni centomila abitanti. Inoltre il tasso di positività

è sceso dal 14,8% al 13,7%. La regione continua però a patire il sovraccarico sia della Terapia intensiva (46%), sia dell’area non critica (47%), con un’evidenza di nuovi focolai nelle strutture sanitarie e residenziali.

LA GIORNATA Indubbiamente, comunque,

la situazione complessiva del Nordest è in miglioramento. A confermarlo sono anche i dati di giornata, benché purtroppo in Veneto siano stati registrati altri 32 morti (10.913 in totale). Il doppio bollettino indica 993 nuovi casi (393.546 dall’inizio dell’emergenza), con 1.874 ricoverati in area non critica (-53) e

310 in Terapia intensiva (-4). Il tasso dei positivi sul totale dei tamponi, compresi cioè anche i test antigenici, è ormai al 2,74%, «quando una settimana fa era intorno al 7%», chiosa il governatore Luca Zaia, facendo anche notare che i soggetti attualmente positivi sono passati nel frattempo da circa 39.000 a 32.259, cioè

Il professore

IN VISITA Luca Zaia al centro vaccinale di Godega di Sant’Urbano (foto STEFANO COVRE / NUOVE TECNICHE)

Conferenza delle Regioni Fedriga nuovo presidente «Uniti per uscire dal tunnel» IL CENTRODESTRA «Soprattutto in questo momento di difficoltà che stiamo ancora attraversando – ha aggiunto -, diventa di fondamentale importanza trovare una linea comune che permetta al sistema Paese di uscire dall’emergenza sanitaria e di affrontare, nel migliore dei modi, le sfide future che avremo davanti a noi». Fedriga, leghista, succede al presidente dem dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in carica dal 2015. Un passaggio di mano che coincide con un passaggio di campo, da un esponente di centrosinistra a uno di centrodestra, espressione della maggioranza delle Regioni che vestono quella maglia: attualmente 14 su 20. Il veneto Luca Zaia ha smentito le voci su una candidatura alternativa: «Sono il primo sostenitore di Fedriga e non sono minimamente interessato a quella carica. Penso che Massimiliano sarà un buon successo-

Londra, Crisanti è in quarantena «Sul mio volo c’era un infetto» PADOVA Andrea Crisanti è tornato in Gran Bretagna, ma evidentemente l’aereo su cui ha viaggiato non era “Covid free”. «Sono a casa mia a Londra in quarantena perché sul volo c’era un positivo, praticamente passerò il mio soggiorno inglese rimanendo solo a casa...», ha infatti raccontato ieri lo stesso direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, ospite di “Un giorno da pecora” su Radio1 Rai. «Il vaccino che ho fatto? Non ha nessun valore qui...», ha aggiunto il docente universitario, nel giorno in cui la Sardegna di cui è consulente è finita in zona rossa. L’indice di contagio rilevato sull’isola, ormai ex zona bianca, è risultato il più alto d’Italia: l’Rt è infatti pari a 1,54. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL 2018 Massimiliano Fedriga è presidente del Friuli Venezia Giulia

IL PRESIDENTE LEGHISTA DEL FVG SUCCEDE (ALL’UNANIMITÀ) AL DEM BONACCINI, SUO VICE SARÀ IL PUGLIESE EMILIANO

re di Bonaccini, che ringrazio perché abbiamo lavorato in squadra al di là delle connotazioni politiche». La presidenza di Fedriga è maturata in questi mesi per il ruolo di coordinamento delle Regioni di centrodestra. «Un bel momento per le espressioni di assoluta stima e affettuoso saluto formulate al

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presidente uscente e al successore», riassumono ambienti vicini alla presidenza della Regione.

IL PESO Conosciuta più dagli addetti ai lavori, la Conferenza delle Regioni è diventata un attore in prima linea durante la pande-

quasi settemila in meno. La rilevazione unica del Friuli Venezia Giulia conta 336 nuove infezioni (in tutto 100.809) e altri 29 decessi (il bilancio è di 3.482), mentre i degenti intubati rimangono 77 e quelli accolti in altri reparti calano a 529 (-25).

LE ATTIVITÀ

A fronte di questi numeri, a Nordest cresce la richiesta di riaprire gradualmente tutte le attività. Annuncia l’assessore regionale Manuela Lanzarin: «A livello nazionale è stato riattivato il gruppo di stesura delle linee-guida, coordinato dal Veneto, nell’ottica di una maggiore semplificazione. Giovedì si è già riunita la parte tecnica e la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro per la revisione dei testi». L’immunologa Antonella Viola propone di cominciare dalle situazioni all’aperto, come i plateatici di bar e ristoranti e i giardini delle palestre. «Questo è l’abc – concorda Zaia – e i 21 parametri sono ormai anacronistici. Il 30 aprile non potremo più pensare alle restrizioni ma al giro di boa, a un lavoro di convivenza con il virus, anche perché avremo i vaccini che sono andati avanti». Il governatore svela infine cos’ha detto al premier Mario Draghi nel confronto su Recovery Fund: «Alle legittime istanze del Sud, io ho portato le legittime istanze del Nord. Se il Governo vuol far presto, deve utilizzare le Regioni come bracci operativi e pensare a semplificazioni burocratiche, non fare assistenzialismo con la politica del monopattino». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

mia da Covid, per l’interlocuzione costante con il Governo e la generale compattezza che le Regioni hanno tenuto tra di loro all’interno dell’organismo. Un peso che potrebbe non venir meno passata l’emergenza economico-sanitaria. Non solo perché la connessione e cooperazione con i territori sarà indispensabile per far decollare il Piano di resistenza e resilienza e far fruttare da qui al 2026 i miliardi in arrivo dall’Europa. Proprio Fedriga, infatti, è un aperto sostenitore dell’idea di dare dignità costituzionale alla Conferenza, per rafforzare il sistema di codecisione tra lo Stato e i territori. Ringraziando i predecessori Bonaccini e Giovanni Toti «per il grande lavoro che hanno svolto durante il loro mandato», Fedriga ha del resto guardato avanti proprio nel segno di una rafforzamento del ruolo regionale: «Ora più che mai è necessario marciare uniti lungo il solco tracciato da chi ci ha preceduto – ha detto – rimarcando il ruolo della Conferenza quale luogo di sintesi delle istanze delle Regioni in una dialettica propositiva e volta a dare il proprio fattivo contributo per la crescita dell’intero Paese». Antonella Lanfrit © RIPRODUZIONE RISERVATA


4 PRIMO PIANO

Sabato 10 Aprile 2021 IL GIORNALE DI VICENZA

REGIONE

GUIDOLIN (M5S) «Priorità alle dosi per disabili e caregiver»

La lotta al virus

La sen. Barbara Guidolin, 5stelle, chiede alla Regione di intervenire subito per superare il blocco attuale sulla piattaforma web e «persone fragili, i familiari conviventi e i caregiver che forniscono a queste persone assistenza continuativa vengano vaccinate prioritariamente»

CAMPAGNA VACCINALE Il governatore: «Noi pronti a correre, ma dosi fino a martedì»

Zaia chiama Figliuolo per avere più vaccini

Le vaccinazioni in Veneto per fasce d'età a ieri pomeriggio prima dose

seconda dose

over 16

«In altre Regioni in tanti rinunciano ad AstraZeneca? Lo prendiamo noi» «Aperture? Giro di boa dal 30 aprile». Esperti al lavoro sulle linee guida

Inviata a Venezia

Ci risiamo. Come ogni fi•• ne settimana i vaccini sono

agli sgoccioli. Si continuerà la somministrazione anche oggi e domani. «Ma a scartamento ridotto. Martedì dovrebbero arrivare altre dosi. Speriamo. Intanto, ho chiamato il commissario all’emergenza, il generale Francesco Figliuolo, per chiedergli di darci una mano: qui siamo forti nelle vaccinazioni. Siamo primi in Italia». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, lancia l’appello per riuscire a continuare a far correre a questo ritmo la macchina dei vaccini in Veneto. Ma servono le fiale. Risposta? «Il commissario - ha riportato Zaia si è dichiarato disponibile a verificare». Di più. Ieri dall’unità di crisi di Marghera, dove era con l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, il governatore si è spinto oltre: «Ancora una volta i veneti sono fermi sul pezzo. Rispetto a tanti miei colleghi, non registriamo grandi rifiuti per AstraZeneca. Per cui se in altre Regioni non lo vogliono, ce lo prendiamo noi. È un vaccino solo per gli over 60 che garantisce una elevata risposta anticorpale. È valido. Forse si rischia di più ad attraversare le strisce pedonali». E continua: «Bene se il governo decidesse di andarsi a comprare da solo i vaccini. Intanto al commissario e ai ministri ho chiesto una cosa: ci devono dire chiaramente le forniture in arrivo perché per noi è fondamentale. Qui c’è una macchina da guerra schierata».

Gli arrivi. Una macchina che rischia di restare ancora una volta senza carburante. La

LucaZaia presidentedelVeneto

settimana prossima sono in consegna 13 mila dosi di AstraZaneca («praticamente niente», commenta Zaia) e 120 mila di Pfizer. Moderna? Non pervenuta. Non solo. Dalla metà della prossima settimana sono inserite in calendario 14 mila dosi di Johnson & Johnson, ma mancano ancora le indicazioni sulla somministrazione di Aifa. E così è difficile al momento poterci fare realmente conto. «Con questi numeri facciamo le nozze con i fichi secchi», punge il presidente. E poi insiste. «Noi siamo pronti ad accelerare ancora di più. Giovedì abbiamo somministrato 33.545 dosi. E possiamo partire con i drive-in e con i centri vaccini operativi anche nelle ore notturne. Tutto questo, però, resta solo una grande esercitazione se non abbiamo la materia prima da inoculare. Per maggio, invece, è previsto un contingente di un milione di dosi».

I furbetti. Le dichiarazioni del premier Draghi di mercoledì sulle priorità dei vaccini, cioè prima gli over 70 perché sono loro che rischiano di morire, sono musica per il governatore che ancora non si è

vaccinato, come Lanzarin: «Draghi ha ragione a lamentarsi - dice Zaia -. Ma dobbiamo ammettere che ci sono state tre fasi vaccinali. Quella aperta a sanitari e Rsa, dove si sono vaccinati anche i ventenni Oss; poi si è aperto a insegnanti e forze dell’ordine come categorie essenziali. E finalmente, con il terzo step voluto da Draghi, si procede per classe di età come suggerivamo noi da tempo. Se c’è qualcuno che ancora si vaccina fuori target è una questione di responsabilità e di etica individuale e che ricade anche su chi vaccina. Qui in Veneto non ci sono state vaccinazioni anomale», assicura.

L’ordinanza del generale. Il terzo e nuovo piano vaccinale, stavolta firmato dal commissario Figliuolo, arriverà a breve. Due le novità. La prima, appunto, la priorità già recepita in Veneto, di vaccinare over 80, disabili, fragili e over 70. La seconda riguarda i richiami. Sia per Pfizer che Moderna i tempi si allungano: la seconda dose si riceverà non più a distanza, rispettivamente di 21 e 30 giorni, ma a 42. La prospettiva. Da metà settimana i dati sui contagi sono in lieve miglioramento. Ma il Veneto, per legge nazionale, resterà in scenario arancione anche la prossima settimana. «Sulle aperture delle attività dobbiamo aspettare il giro di boa che ci sarà il 30 aprile dice Zaia - quando scadrà il decreto ora in vigore». Nel frattempo, ha ricordato Lanzarin, «è stato riattivato un gruppo di lavoro di tecnici coordinato dal Veneto per rivedere le linee guida delle riaperture delle attività e i criteri per l’identificazione degli scenari per le Regioni».

Sì a iniezioni in quasi 600 farmacie del Veneto

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10,1%

0,3%

4,8%

over 20

FEDERFARMA

Sono 597 le farmacie del Veneto che hanno aderito alla campagna vaccinale. Lo ha comunicato ieri pomeriggio Federfarma alla Struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo, indicando l’elenco di tutte le farmacie italiane che hanno aderito alla campagna, in modo di organizzare la logistica per la distribuzione dei vaccini. «I numeri dicono che la tanto attesa svolta adesso è possibile»: a livello nazionale infatti sono già pronte ad effettuare le somministrazioni ben 11 mila farmacie in tutto il territorio nazionale (10.479 associate a Federfarma più circa 600 farmacie comunali) con oltre 25 mila farmacisti che hanno seguito il Corso di formazione erogato dall’Istituto superiore di sanità. Poiché si stima che ogni farmacia potrà eseguire da 15 a 20 immunizzazioni al giorno, è ipotizzabile che alle attuali circa 250 mila dosi somministrate ogni giorno negli hub già allestiti sul territorio nazionale se ne possano aggiungere quasi 200 mila presso le farmacie (di cui 10 mila in Veneto), per arrivare a quota 450 mila.

0,6%

over 50 8,5%

12,9%

4,9%

6,1%

over 30

over 60 10,1%

11,2%

5,1%

4,6%

L’EGO-HUB

/// Cristina Giacomuzzo

over 40

RECOVERY PLAN Il presidente: «Fondi alle imprese per farli decuplicare»

«Legittime le istanze del Sud? Anche quelle del Nord» ••

Davanti al presidente del consiglio, Mario Draghi, che aveva illustrato mercoledì alle Regioni gli aspetti del Recovery plan (Pnrr), Zaia è stato chiaro: «Ho detto che alle legittime istanze del Sud, io porto le altrettante legittime istanze del Nord», in riferimento alla maggiore quota di finanziamenti chiesti a favore del Sud Italia perché considerata come “area arretrata” e, peraltro, esplicitamente inserita in una delle tre priorità del premier.

Il governatore ha riferito ieri dall’unità di crisi di Marghera la posizione che ha espresso nella lunga riunione con i ministri e il premier del giorno prima: «Ho ribadito poi direttamente a Draghi che se davvero il Governo vuole un iter veloce, deve usare i bracci operativi, cioè le Regioni, perché queste possono “mettere a terra” gli investimenti. Al premier ho anche detto chiaramente che se vogliamo, per esempio, programmare un ospedale e ve-

ManuelaLanzarin,assessore

MIGLIORANO I DATI DEL REPORT SULLA PANDEMIA Il treni di diminuzione dei ricoveri negli ospedali si conferma anche nelle rianimazioni

I negativizzati-guariti sono più di 350 mila E per il secondo giorno il numero dei nuovi infetti scoperti è rimasto al di sotto di quota mille /// Piero Erle

Questa volta, finalmente, •• il trend è deciso. In un solo

giorno il Veneto ha visto scendere di quasi 60 unità il totale dei ricoveri legati al Covid negli ospedali. E almeno per i reparti medici è il terzo giorno consecutivo di discesa, per cui si è passati dal picco

di 1972 persone ricoverate martedì sera alle 1.874 di ieri sera: un centinaio in meno in 72 ore, con il numero di pazienti “positivi attuali” sceso a sua volta in 3 giorni da 1.710 a 1.631: significa che il calo non è solo dovuto a dimissioni di pazienti ormai negativizzati ma che c’è un effettivo minore afflusso di nuovi pazienti verso le Medicine infettive, le Pneumologie e gli altri reparti dedicati al virus. Di sicuro, comunque, aiuta il dato strabiliante di ben 104 pazienti che sono stati dimessi dalle corsie ieri perché ormai in via di guarigione.

Terapie intensive in discesa. È il dato più eclatante del report quotidiano diffuso ieri sera dalla Regione, ma non è l’unico. Ieri sera infatti, così come era avvenuto giovedì, è leggermente sceso anche il dato dei casi gravi legati al Covid. Il calo è stato di -4 casi, a quota 310, e anche in questo caso conta che i “positivi attuali” sono scesi a 298, cioè cinque in meno rispetto a due sere fa. Intanto il Ministero ieri mattina ha conteggiato 18 nuovi ingressi nelle terapie intensive in Veneto, che è un dato ancora alto ma certo ben minore di quel pic-

co di 47 ingressi che aveva indicato due giorni prima.

Vittime. Non è in calo purtroppo la pagina più tragica della pandemia, quella che dà conto delle vite umane perse per le infezioni da SarCov2. Ieri il Veneto ha pianto altri 32 lutti - sono 28 quelli registrati negli ospedali - dei quali 8 sono stati registrati nel veronese e sette nel Padovano. Il conteggio totale adesso è giunto a 10.913, segno che purtroppo si fa vicino il terribile traguardo delle 11 mila vittime dall’inizio dell’infezione nel febbraio 2020.

•• Il calo delle dosi fatte questa settimana

Contagi e vaccini. L’altro dato sicuramente positivo è che anche ieri sera, come il giorno prima, il numero dei nuovi contagi scoperti in regione è rimasto sotto le mille unità, pur a fronte di oltre 36 mila tamponi molecolari e rapidi fatti: esattamente +993, vale a dire il 2,7% dei test fatti. Di conseguenza, c’è da festeggiare anche per ben 1.017 veneti in meno tra i “positivi attuali”: ora sono scesi a 32.259, cioè ai livelli di un mese fa. E i negativizzati-guariti (ieri +1.978) sono oltre quota 350 mila. Meno bene i vaccini: tra l’altra sera alle 20 e ieri sera il Veneto risulta aver iniettato 18.200 dosi. Una brusca frenata: il dato è praticamente dimezzato rispetto a quello dell’altra sera.

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PRIMO PIANO 5

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 10 Aprile 2021

TREVISO Parrucchieri aperti anche la domenica

A Treviso per arginare la crisi delle aperture a causa del Covid i parrucchieri, barbieri, estetisti e tatuatori potranno lavorare alla domenica e nei giorni festivi dalle 7 alle 20. Il sindaco Mario Conte ha firmato l’ordinanza che permette ai saloni specializzati nella cura della

persona (previa comunicazione al Comune e a esclusione di quelli situati all’interno dei centri commerciali), in deroga allo specifico regolamento, di alzare le serrande tutti i giorni. «Con questa ordinanza vogliamo dare la possibilità a queste categorie di

lavorare dopo la chiusura prolungata dovuta alla zona rossa - afferma Conte. - . Si tratta di un’agevolazione per organizzare l’attività su 7 giorni e a tutela della salute pubblica visto che viene garantita una migliore pianificazione degli accessi».

LA CAMPAGNA L’Ulss 8 Berica vaccinerà anche dalle 20 alle 23

over 70 37,0% 2,5%

over 80 81,7% 38,7%

Iniezioni serali Prenotazioni full già in poche ore Proseguono le somministrazioni agli anziani e anche quelle agli oltre mille operatori sanitari che non si erano presentati alla prima chiamata /// Franco Pepe VICENZA

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over 90 72,6%

VACCINE CO OVID-1 D-19

22,4%

Fonte: Open data del report del Governo sulla campagna vaccinale

derlo concluso, con le norme che sono in vigore oggi non ci riusciremo mai. Serve, invece, una semplificazione dell’ufficio complicazioni affari semplici. Servono commissari per poter portare avanti opere strategiche importati che si vogliono concretizzare». E ancora. «Serve anche una politica che non sia quella del monopattino». Continua Zaia: «Ho l’impressione che una parte di questo Paese pensi ancora che il Recovery possa essere una grande opportunità in termini di assistenzialismo. Ma questo non esiste. Sicuramente pensare alla modernità di questo Paese, dal digitale all’istruzione, è una tappa fondamentale direi quasi scontata. Con questo stru-

mento serve fare altro. Ora abbiamo una situazione contingente che ci impone di rilanciare il Pil che vuol dire occupazione. Insomma, io credo che sia inutile avere tutto bello, ma nessuno che ci vive in quel bello. E dunque? Le nostre imprese ora si aspettano di poter spiccare il volo. Si aspettano di vedere cosa vuol dire sburocratizzare. E - conclude il presidente - si aspettano risorse. Perché i fondi li dobbiamo dare a chi, grazie alla leva del lavoro, riesce a farli decuplicare. Le imprese del Veneto possono farlo e hanno voglia di farlo. Ci credono. Allora è solo puntando sulle imprese che i soldi del Recovery verranno moltiplicati all’ennesima potenza».

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Cri.Gia.

I vaccini arrivano con il contagocce, alla fine di marzo si era centrato il traguardo delle 5 mila vaccinazioni al giorno, ma poi si è dovuto fare realisticamente i conti con numeri risicati e con l’eterno algoritmo dei richiami che obbliga a razionare le scorte. La campagna va avanti, e l’organizzazione dell’Ulss Berica si adegua alle variazioni di programma che arrivano da Roma e da Venezia. La novità assoluta è l’avvio delle vaccinazioni serali per over 70. Lunedì, martedì e mercoledì appuntamenti dalle 20 alle 23. Un esperimento per centro vaccinale e utenza, ma ben accolto. Le prenotazioni, un po’ a sorpresa, si sono esaurite in poche ore. Ogni sera 240 somministrazioni da parte di una quarantina di specializzandi. Come bilancio complessivo fino ad oggi quasi 12 mila dosi somministrate e oltre 81 mila vicentini vaccinati, dei quali circa 32 mila hanno già chiuso il ciclo vaccinale. Ieri in Fiera la prima dose ai nati nel 1934, circa 1.300 persone, e la seconda a 298 farmacisti, mentre a Lonigo sono tornati novantenni e centenari per il richiamo. Oggi e domani vaccini per 2.800 anziani delle classi 1935 e 1936, lunedì richiami per i nati nel 1938 e conclusione, almeno come prima dose, dello screening riservato a 32 mila over 80, una profilassi che ha registrato un alto tasso di presenze, oltre l’80%.

Terminata pure la campagna per il personale scolastico. «Non sappiamo – dice la dg Bonavina – se sia infilato qualche furbetto. Noi abbiamo messo in campo tutto ciò che potevamo per evitare che qualcuno passasse avanti senza averne il diritto, e come sistema di ulteriore controllo all’ingresso si chiedeva l’autocertificazione. L’eventuale responsabilità sarebbe di chi ha dichiarato il falso». Chiusa pure la profilassi per le forze dell’ordine. Giovedì in Fiera i sieri per un ultimo gruppo di carabinieri. La prossima settimana si proseguirà con i vicentini delle categorie dei “fragili” e gli over 70 che si sono prenotati on line (sono 48 mila e la copertura ad oggi è del 47%), e, inoltre, con i settantenni dal 1943 al 1947 assegnati ai medici di base, che in due settimane hanno garantito più di 7.700 somministrazioni, e che ora provvederanno anche a vaccinare a domicilio un migliaio di assistiti non trasportabili. Infine è ripresa la vaccinazione per i 1.026 operatori sanitari (distribuiti equamente – assicura il direttore sanitario Salvatore Barra – fra medici, infermieri e oss) che, per varie ragioni, non si erano presentati alla prima chiamata,

La dg Bonavina: «Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare che si infiltrasse qualche furbetto»

e per i quali, con il decreto del 1° aprile, scatta l’obbligo. Già pervenute 350 richieste. Al centro dell’attenzione resta AstraZeneca, il vaccino delle polemiche e delle paure. Fino a ieri nell’Ulss Berica ne sono state somministrate 31.888 dosi, e senza mai – assicura il Sisp - alcuna reazione avversa significativa, al di là di alcuni casi di malesseri svaniti nel giro di 24 ore. «Le nuove indicazioni – spiega la dg – non modificano i criteri di accesso alla vaccinazione. La circolare del ministero raccomanda l’utilizzo di AstraZeneca sopra i 60 anni. La Regione Veneto ha adottato la metodologia più restrittiva, e l’Ulss Berica somministrerà questo vaccino tassativamente agli over 60. Tutti coloro di qualsiasi età che hanno fatto la prima dose con questo siero faranno però anche la seconda con il vaccino inglese, anche perché il comitato tecnico scientifico ha evidenziato come i rarissimi effetti avversi rilevati nella prima somministrazione non si sono verificati con il richiamo». L’unica variazione riguarda i caregiver dei soggetti “fragili” in base alla legge 104, per i quali se conviventi è prevista contestualmente la vaccinazione con AstraZeneca. «Questi accompagnatori – spiega il direttore del Sisp Maria Teresa Padovan - vengono vaccinati con AstraZeneca se di età oltre i 60 anni, mentre quanti sono di età inferiore verranno richiamati in un secondo momento per essere vaccinati con il siero più adatto».

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LacampagnaSi continuaa vaccinare purnel rebusdelle dosidisponibili

CHIUPPANO La proposta

«Noi medici volontari per coprire gli over 80» Un sabato mattina per vaccinare gli over 80 e quanti devono ricevere il siero a domicilio. È la proposta dei medici della medicina di gruppo “Salus” di Chiuppano, impegnati anche ieri nella campagna all’auditorium del paese. «Siamo disposti, per un sabato mattina e gratis, a finire di vaccinare gli over 80 che non hanno ancora avuto la possibilità ricevere la dose e quanti devono essere vaccinati a domicilio; per loro si potrebbe attivare un servizio “drive in”, senza farli scendere dall’auto - spiega il dottor Paolo Pilla, referente della medicina di gruppo -. Sembra però che non sia possibile,

VacciniIlpolodi Chiuppano perché dobbiamo fare solo gli utenti tra i 70 e i 79 anni. Abbiamo una potenzialità di 250 vaccinazioni in sei ore, non credo che nella nostra area ci siano ancora più di 200 anziani da vaccinare, in un sabato mattina potremmo vaccinarli tutti. Ce lo chiedono gli anziani; molti non vanno a vaccinarsi per evitare la confusione a Marano». Ma.Ca.

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A BASSANO L’Ulss 7 fa il possibile per proseguire nel piano vaccinale confidando nelle forniture settimanali di Pfizer ma serve più siero

Fiale con il contagocce e scorte fino a mercoledì «Calendarizziamo di ora in ora per non sprecare una dose. Salta-fila? Non da noi Sarebbero scoperti subito» Vaccini Ulss 7: si naviga •• a vista. Garantite le dosi, basteranno solo fino a mercoledì prossimo, latitano quelle di AstraZeneca e Moderna; bene Pfizer, anche se solo per la costanza dei rifornimenti, perché per avviare la macchina vaccinale a pieno regime servono più sieri, di tutto. Il Johnson&Johnson atteso per il prossimo venerdì, se tutto andrà bene. I dirigenti

dell’azienda sanitaria: «Centralini intasati dalle chiamate degli utenti per avere conferme. Senza sicurezze sui vaccini, la programmazione si calendarizza di ora in ora, stiamo facendo tutto il possibile per non sprecare nemmeno un siero e rispettare le fasce prioritarie. Casi di persone che hanno ricevuto il siero senza averne diritto? Da noi non ne risultano, alcuni sieri per non essere sprecati a fine giornata sono stati somministrati alle liste di scorta. Ma farselo somministrare senza averne alcun diritto non ha senso, pri-

ma di tutto per chi decide di farlo: ogni somministrazione è registrata nel dettaglio e i Nas, come in tutte le altre Ulss, controllano le virgole delle schede dei vaccinati. I salta-fila verrebbero scoperti subito, e da noi le verifiche sono serrate». Questa la fotografia del piano vaccini dell’Ulss 7 Pedemontana, rapportata ieri nella conferenza tenuta dal direttore sanitario Antonio Di Caprio, e dal responsabile della campagna vaccinale Antonio Stano. Si parte da una buona notizia, quella legata ai ricoveri che vedono i tre reparti

emergenziali dell’ospedale di Santorso con 86 pazienti, 11 nelle aree intensive. I contagi stanno vedendo lievi inflessioni, con numeri attualmente sotto la soglia di rischio. Ma la battaglia è quella che si combatte sul fronte delle vaccinazioni, con eserciti di personale sanitario, medici di famiglia, volontari tutti a già disposizione per operare somministrazioni di massa, che però sono bloccate dalla mancanza di sieri. L’Ulss 7, per non fermarsi, non sta nemmeno facendo scorte: «I lotti di AstraZeneca che arriveranno mercoledì, saranno molto

inferiori a quelle che ci aspettavamo - spiega Di Caprio Lunedì saremo a secco. Questo penalizzerà la campagna vaccinale dei medici di base, che stanno facendo un lavoro immenso con 1700 vaccini giornalieri. Fino alla fine di aprile però potremo contare solo su 4 mila dosi». Per il Moderna non va meglio: «Per adesso le stiamo usando per i richiami - spiegano i direttori - ma anche queste entro fine mese finiranno». L’unica, pacata certezza è quella dei sieri Pfizer: «Ne arrivano circa 9 mila a settimana- conclude Stano - Una parte verranno utilizzate per i richiami. Abbiamo vaccinato 77 mila persone, su 311 mila residenti, 23 mila hanno ricevuto la seconda dose». F.C.

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L’Ulss7Di Caprio eStano illustranol’andamentodelpianovaccinale

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PROVINCIA 27

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 10 Aprile 2021

ZOVENCEDO Buoni spesa Covid Domande al via

CASTEGNERO Accesso in biblioteca su appuntamento

Aperti i termini per presentare le domande in Comune per l’ottenimento dei buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari e di prodotto di prima necessità legate all’emergenza Covid. Le richieste si presentano all’email dell’Ufficio protocollo o alla cassetta postale del municipio. M.G.

Fino a venerdì 30 aprile compreso, in base all’ordinanza del sindaco di Castegnero, Marco Montan, l’accesso nei locali della biblioteca civica sarà possibile soltanto previo appuntamento da concordare in via telefonica o via posta elettronica attraverso i consueti recapiti. M.G.

L’INQUINAMENTO Accolte le istanze di accesso alle analisi sul cibo

CAMISANO

Pfas negli alimenti Il Tar alla Regione «Renda noti i dati»

La sala del Consiglio per le lauree a distanza

Ci sono 60 giorni per fornire le informazioni richieste Greenpeace esulta: «Questa è una sentenza storica» Europa Verde e Pd chiedono risposte in tempi rapidi LasalaUn nuovo modo dilaurearsi

/// Giulia Armeni giulia.armeni@ilgiornaledivicenza.it

Dopo l’acqua, il cibo. Se •• le sostanze perfluoroalchili-

che - Pfas - oltre alla risorsa idrica hanno e stanno contaminando anche i prodotti alimentari, lo si saprà entro un paio di mesi. Vale a dire entro il termine di 60 giorni con cui il Tar del Veneto ha imposto alla Regione di rendere noti gli studi effettuati nell’area soggetta a inquinamento, da quando è esploso appunto il caso Pfas. È una sentenza che il mondo ambientalista definisce “storica” quella che giovedì 8 aprile ha accolto i ricorsi presentati dal gruppo “Mamme No Pfas” e da Greenpeace, che da tempo chiedevano l’accesso alle informazioni sullo stato delle coltivazioni a destinazione alimentare nei territori - come l’Ovest vicentino compresi nel bacino di contaminazione da Pfas. Informazioni che fino ad oggi erano rimaste parzialmente coperte per ragioni di privacy dei soggetti (categorie produttrici in primis) osservati e per non ostacolare le inchieste giudiziarie in corso, come aveva motivato la Regione. «Ma le persone che da decenni subiscono le conseguenze dell’inquinamento hanno il diritto di conoscere i dettagli

sulla contaminazione degli alimenti coltivati in zona sottolineano Greenpeace e “Mamme No Pfas” in una nota - quali siano i prodotti più a rischio e la provenienza e con riferimento a tutte e 12 le sostanze perfluoroalchiliche che sono state analizzate». I risultati di tali analisi, secondo Greenpeace, «fino ad ora sono stati forniti dalla Regione in modo aggregato e limitato a due soli composti e senza essere geolocalizzati». Ora, con la decisione della sezione II del tribunale amministrativo regionale (n. 464/2021 e 466/2021) che ha accolto i ricorsi, il governo regionale avrà 60 giorni per mettere a disposizione i dati richiesti dalle associazioni. «Non vogliamo assolutamente creare allarmismi e tantomeno criminalizzare le categorie produttrici che sono anch’esse vittime di questo grave inquinamento - precisano Greenpeace e “Mamme No Pfas” - e proprio per questo abbiamo chiesto anche di co-

A promuovere i ricorsi per avere l’accesso agli atti relativi alle colture anche il gruppo “Mamme No Pfas”

noscere le attività ispettive svolte dalla Regione Veneto e le azioni di tipo precauzionale». In precedenza già il Garante dei diritti della persona aveva osservato che le informazioni sollecitate ricadevano tra quelle accessibili perché riguardanti “emissioni nell’ambiente”. Per la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, tra coloro che parlano di «sentenza storica»,«ora la Regione non deve perdere altro tempo, per questo ho presentato un’interrogazione per capire se la giunta intenda dare immediata esecuzione a quanto disposto dal Tar». Ancora più duri Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri del Pd: «Hanno tentato di occultare i dati facendosi scudo della privacy e dell’inchiesta in corso ma finalmente tutti potranno leggere lo studio della Regione sull’impatto dei Pfas sulla catena alimentare veneta, conoscere i siti di prelievo da parte delle aziende e la tipologia dei prodotti interessati». Nessuna replica, per ora, dal fronte regionale: contattati telefonicamente, dagli uffici del commissario delegato all’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua non sono pervenuti commenti ufficiali.

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ContaminazioneIlpericolo perla presenzadiPfasnegli alimenti, oltre che nell’acqua,tiene banco daanni

L’OPERA Al confine con Lonigo

Pronti 18 chilometri di nuovo acquedotto Verrà inaugurato e diventerà operativo entro pochi giorni il nuovo campo pozzi realizzato da Acque Veronesi in località Bova, nel comune di Belfiore, in provincia di Verona. Ultimate le operazioni di collaudo e pulizia, è ora in fase di ultimazione l’igienizzazione delle condotte della lunghezza di 18 chilometri, da Bova a Madonna di Lonigo, in provincia di Vicenza. Ne ha dato conferma oggi il Commissario Straordinario per l’Emergenza Pfas in Veneto, Nicola Dell’Acqua, precisando che il costo di questa prima parte dell’opera commissariale ammonta a

Grave ragazza di 18 anni investita mentre fa jogging Seri traumi ma non sarebbe in pericolo di vita. I primi soccorsi portati da una laureanda in medicina Stava facendo jogging •• quando è stata investita da

Lestrisce L’investimento èavvenutoin via Serenissima. FOTO TROGU

ma dove la giovane ragazza, che stava correndo lungo la Treviso-Ostiglia, ha attraversato la strada all’altezza del passaggio pedonale vicino a via Ferramosca. In quel mo-

24,2 milioni di euro. Inizia così ufficialmente la graduale fase di spegnimento dei pozzi contaminati da uno dei più gravi eventi di inquinamento delle acque superficiali della storia, che ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini

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GRISIGNANO DI ZOCCO L’incidente ieri alle 17 in via Serenissima

un’auto mentre attraversava la strada all’altezza delle strisce pedonali. Una ragazza di 18 anni di Grisignano di Zocco è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Vicenza in seguito a un incidente avvenuto ieri pomeriggio in paese. La dinamica dell’incidente è in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri della stazione di Camisano che sono intervenuti per i rilievi. L’impatto è avvenuto intorno alle 17 in via Serenissi-

L’operaLe condottedell’impianto

e decine di Comuni di una vasta area tra le province di Verona, Vicenza e Padova. «Quest’opera – fa notare il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – è stata realizzata in due anni, da primavera 2019 a oggi, nonostante le gravi difficoltà create dalla pandemia; 250 litri al secondo di acqua nuova, perfettamente pulita, da bere senza alcun timore». Dell’Acqua ricorda che «rimane comunque operativa l’attività di filtraggio alla centrale di Madonna di Lonigo, ridimensionata sensibilmente anche nei costi, a fronte della minore quantità di acqua contaminata da trattare». Proseguono poi i lavori relativi alle opere in carico agli altri soggetti, con previsione di ultimazione entro il prossimo anno .

Lezioni in streaming, studiare sempre da casa, esami svolti a distanza. Essere studente durante la pandemia, non è facile. Anche per questo, il Comune di Camisano ha deciso di mettere a disposizione dei laureandi camisanesi la sala consiliare del municipio, così da poter svolgere la discussione della tesi di laurea e la proclamazione in uno spazio adeguato. La sala sarà a disposizione nei pomeriggi dalle 15 di lunedì, mercoledì e venerdì, e il sabato mattina. La richiesta dovrà essere presentata almeno quindici giorni prima della laurea, utilizzando il modulo al sito del Comune. Gli uffici, una volta verificata la disponibilità della sala, faranno pervenire agli interessati la conferma dell'avvenuta prenotazione con l'autorizzazione a firma del sindaco. L’utilizzo della sala dovrà avvenire nel rispetto delle misure sanitarie connesse all’emergenza epidemiologica da Covid. Il laureando dovrà assicurare che alla cerimonia non siano presenti in sala più di dieci persone, ovvero otto spettatori, il laureando stesso e un eventuale tecnico di assistenza, come indicato dal responsabile della sicurezza del Comune. In zona rossa, la partecipazione è limitata ai famigliari più stretti. M.M.

mento sopraggiungeva una Volvo guidata da un sessantenne che, pur frenando, non è riuscito ad evitare l’impatto. La ragazza è finita sul cofano e poi è stata sbalzata.

SOVIZZO In paese prosegue il giro di vite anti-spaccio dei carabinieri Ha subito una serie di traumi agli arti e al bacino, ma non ha mai perso conoscenza. Immediatamente è stato lanciato l’allarme al 118 e la centrale operativa del Suem ha fatto scattare un’ambulanza verso il luogo dell’investimento. Nel frattempo però i primissimi soccorsi sono stati portati da una giovane laureanda in medicina che transitava di lì e che si è fermata. Poco dopo è giunto il personale del Suem che ha stabilizzato la giovane ferita e l’ha caricata sull’ambulanza per dirigersi con un codice rosso all’ospedale San Bortolo. Secondo la prima ricostruzione non sarebbe in pericolo di vita, ma i medici si riservano la prognosi poiché la diciottenne ha subito seri traumi e la situazione clinica viene monitorata costantemente. Spetta ai carabinieri accertare la dinamica e le eventuali responsabilità dell’investimento. M.M.

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Arrestato con la droga Terzo caso in 20 giorni In manette un 33enne. «Smerciava a Tavernelle» In casa dell’uomo trovate altre sostanze e contanti

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Spacciava vicino alla chiesa di Tavernelle: con questa accusa i carabinieri lo hanno tratto in arresto. Era sotto controllo da tempo Mattia Corà, 33 anni di Arzignano ma residente a Sovizzo, che l’altra sera è stato fermato dai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Valdagno. I carabinieri lo hanno seguito per giorni fino all’altra sera, quando sono scattati il blitz e le manette. Erano circa le 21.30 e Corà si era incontrato con un giovane di 30 anni in via dei Tigli,

nel piazzale vicino alla parrocchia della frazione, al quale ha venduto lo stupefacente. I carabinieri sono intervenuti fermando entrambi. La dose appena scambiata corrispondeva a 18 grammi di marijuana e l’acquirente è stato segnalato alla prefettura, mentre il sovizzese è stato arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti. Gli uomini dell’Arma hanno quindi perquisito l’abitazione del trentatreenne. In casa Corà nascondeva altri 85 grammi della stessa droga, 25 grammi di hashish e 0,6 grammi di anfetamine. Gli stupefacenti erano nascosti sia in camera da letto che nel frigorifero della cucina. In più sono stati rinvenuti 1.820

euro in contanti, che i militari ritengono provenienti dall'attività illecita, e materiale per il confezionamento delle dosi. Tutto è stato sottoposto a sequestro e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il magistrato ha disposto che l’arrestato fosse trasferito nella propria abitazione, in regime di arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida del giudice per le indagini preliminari. Nelle ultime tre settimane questo è il terzo arresto per droga in paese, al quale si aggiunge una denuncia, a testimonianza di come i carabinieri stiano alzando il tiro contro lo spaccio in questo territorio. A.F.

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IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 10 Aprile 2021

VIABILITÀ Lettera del sindaco Montagner a Zaia e interrogazione di Possamai (Pd)

TAVOLA ROTONDA Dialogo sui grandi temi

LUTTO Oggi i funerali

È mancato Mario Fietta Negoziante del centro

Spv, sul casello di Casoni il dibattito è in Regione I dati sui flussi di traffico divergono da quelli in mano a Venezia «Chiediamo due rotatorie per allontanare i tir dal centro abitato» /// Enrico Saretta

Due rotatorie per salvare •• il centro di Casoni. Lo ha

scritto nero su bianco il sindaco di Mussolente Cristiano Montagner in una lettera indirizzata al governatore del Veneto Luca Zaia e ad altre autorità, tra cui il prefetto di Vicenza, i presidenti delle Province di Vicenza e Treviso e i sindaci dei Comuni che saranno interessati dal casello Spv di Mussolente-Loria. Di tutta la questione se n’è parlato anche l’altra sera in un evento online. «È un problema che non mi lascia dormire - ha detto Montagner - e che ci sta preoccupando molto». A dare manforte alla comunità misquilese, oggi a Venezia sarà depositata un’interrogazione sul tema dal capogruppo regionale del Partito Democratico, Giacomo Possamai, a cui seguirà anche una mozione.

La lettera. Nell’appuntamento dell'altra sera, il sindaco ha presentato i dati di uno studio sul traffico commissionato dall’Amministrazione misquilese. Lo studio ha contato circa 7000 veicoli al giorno in transito sulla sp 75, che dal nuovo casello porta alla zona industriale di Mussolente: un numero che si discosta quindi sensibilmente dai circa 3900 veicoli indicati invece dalla Regione. Regione e Comune sono quindi su posizioni opposte: per la prima, l’apertura del casello non modificherà la mole di

mezzi sulla provinciale, in quanto la Spv ha molti caselli che permetteranno quindi di diluire il traffico, per il secondo, invece, il centro di Casoni rischia di essere invaso dal traffico. Per provare a impedirlo, nella lettera il sindaco Montagner ha ribadito che è pronto a vietare il transito ai mezzi pesanti (salvo autorizzazioni ad hoc per quelli diretti nelle zone industriali). A lungo termine, però, per l’Amministrazione le soluzioni sono altre. Oltre all’arteria dal casello alla strada del Santo, come opere complementari il Comune chiede la costruzione di due rotatorie, una su via Monsignor Negrin e una su via Manzoni: il problema è che la loro realizzazione è proibitiva per le casse misquilesi, in quanto in totale servirebbe più di un milione di euro. Per l’Amministrazione, le rotatorie consentirebbero di inibire il passaggio dei mezzi nel centro abitato, confermando la statale 47 come infrastruttura idonea per l’accesso alla Spv. Pur dichiarandosi propositiva e disponibile al confronto, l’Amministrazione Montagner è intenzionata ad andare fino in fondo. «Non possiamo transigere e non lo faremo, - scrive Montagner - sulla sicurezza dei cittadini e sulla vita della frazione Casoni. In prossimità della sp 75 ci sono siti importanti e sensibili, come la scuola primaria, la materna, la chiesa, il cimitero e l’ambulatorio medico. Chiedo inoltre di prevedere, all’apertura del

Ilconfronto trai sindaci diBassano,Rosà, CartiglianoeMarostica

I sindaci della Lega e il futuro tra opere sociale e sviluppo

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Ilcasello Larotatoria che conduceall’ingresso della Spv a Casoni

casello, un costante monitoraggio dei flussi di traffico indotti dalla Spv, per comprendere i reali effetti dell’infrastruttura sul traffico locale». L’Amministrazione, infatti, è consapevole che un quadro più chiaro ci sarà soltanto quando il casello sarà aperto ed entrerà a regime.

A Venezia. Il capogruppo in Regione del Pd Possamai annuncia che sul tema presenterà un’interrogazione e una mozione al Consiglio regionale. «Il grido di dolore del sindaco Montagner potrebbe esse-

re il primo di una serie - afferma Possamai - La Regione deve quindi ascoltare i territori e valutare gli interventi migliorativi per i vari Comuni: per Mussolente potrebbero essere le due rotatorie». Con i suoi atti, quindi, Possamai chiederà innanzitutto ai vertici regionali di attivarsi per confrontare i dati sul traffico della Regione con quelli presentati dal Comune, di stabilire un’attività di monitoraggio del traffico non appena il casello aprirà e di confrontarsi costantemente con la struttura di progetto e con i Comuni stessi.

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SOCIALE È on line il portale della struttura operativa in viale Asiago

Un nuovo sito internet con “La famiglia al centro” «Una “spalla” a cui gli utenti possono appoggiarsi per ogni necessità e che aiuta a orientarsi tra i servizi» /// Caterina Zarpellon

Intuitivo, ricco di conte•• nuti, colorato e ottimizzato

per la consultazione attraverso lo smartphone. Il nuovo sito del Centro per le relazioni e le famiglie da mercoledì scorso è “on line”, facilmente raggiungibile all’indirizzo: https://lafamigliaalcentro.it/. Qui i bassanesi (ma non solo) potranno trovare tutte le informazioni sui numerosi servizi attivati dall'assessorato ai servizi sociali attraverso il centro di viale Asiago, sede e fulcro delle tante iniziative a sostegno della genitorialità e delle famiglie sviluppatesi in questi anni in città.

IlCentroperfamigliedi vialeAsiagocon staffeamministratori

«Questo strumento – ha ricordato l'assessore Mavì Zanata – completa la campagna promozionale relativa al progetto “La Famiglia al Centro”, che è stato avviato in città grazie ad un contributo della Fondazione Cariverona e che ha permesso di avviare sul territorio una serie

di percorsi finalizzati al supporto dei nuclei familiari». La promozione di queste opportunità è stata affidata all'associazione Anni D'Argento che, con il supporto dell'agenzia Kreativa, da tempo si è inserita sui canali social e che ora, attraverso il nuovo sito, mira non solo a

raggiungere un maggior numero di cittadini di ogni fascia d'età ma anche a mantenere con loro un rapporto costante e diretto». Maicol Zonta, creatore del contenitore virtuale, ha definito il portale una “spalla” a cui le persone potranno appoggiarsi per ogni necessità legata alle problematiche che i nuclei familiari attraversano nella loro evoluzione: dalla formazione della coppia alla nascita dei figli, dai temi della genitorialità a quelli della cura e dell'assistenza a genitori anziani o familiari non autosufficienti. «La consultazione - ha assicurato lo sviluppatore - sarà semplice e il linguaggio comprensibile. Nelle oltre cento pagine del sito, gli utenti potranno troveranno illustrati i vari servizi attivi nel presidio di viale Asiago ma anche anche i nomi e le qualifiche dei professionisti che collaborano con la struttura. Esperti a cui i naviganti potranno chiedere un appuntamento per una consulenza in maniera semplice e diretta, visto che per ciascuno di essi è stato predisposto un form di richiesta di contatto personalizzato».

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Infrastrutture e lavori pubblici, sociale e scuola: sono gli argomenti della tavola rotonda in diretta Facebook con i sindaci della Lega, promossa dalla sezione bassanese del Carroccio alla presenza di Elena Pavan, Paolo Bordignon, Germano Racchella e Matteo Mozzo. Con loro, i segretari di sezione Roberto Gerin (Bassano) e Barbara Lanzarin (Rosà). Si è partiti dall’amministrazione locale e dai progetti che coinvolgono più comuni «con l’obiettivo – ha dichiarato Gerin – di consolidare il legame tra le singole Amministrazioni e la collaborazione tra i diversi centri». E in relazione alle collaborazioni, per i partecipanti un punto di forza degli attuali assetti politici del Bassanese è il filo diretto che i singoli Comuni

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vantano con il governo regionale, «che – ancora Gerin – permette di tradurre in azioni concrete quell’ascolto della gente che è il tratto caratteristico della Lega». E se la diretta ha messo in luce soprattutto gli interventi locali, nell’ora abbondante di tavola rotonda si sono toccati anche temi come la Spv, «che – parola dei sindaci – già mostra i propri effetti nell’accelerare i collegamenti tra Bassanese e resto del Veneto, e aiuterà la ripresa» o il futuro delle politiche per anziani e fasce deboli. Promotore del dibattito, su questo fronte, è stato Germano Racchella, che ha individuato nell’“housing sociale” un modello di riferimento. La scuola, infine, con il sogno espresso dal sindaco Elena Pavan: «Vorrei avviare un corso post diploma legato alla promozione dell’artigianato per valorizzare le nostre eccellenze».

Si svolgono oggi alle 10 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce i funerali di Mario Fietta, 83 anni, molto conosciuto in città sia per l’attività che aveva svolto che per la passione per lo sport, in particolare per l’hockey e il calcio. Era una presenza costante sia al palasport sia al Mercante. E soprattutto voleva bene alla “sua” Bassano. Persona simpatica e stimata, che aveva saputo crearsi tanti amici, ha caratterizzato per tanti anni la vita del centro storico, avendo condotto con la collaborazione della moglie Graziella il negozio di frutta e verdura in via Marinali posto proprio di fronte all’ex tribunale. L’esercizio commerciale rappresentava per tanti bassanesi non solo l’occasione per la spesa, ma anche un punto di riferimento per scambiare quattro chiacchiere sull’andamento delle formazioni sportive locali. Da qualche tempo l’ex commerciante era gravemente ammalato. Oltre all’amata moglie, Mario lascia nel dolore le figlie Arianna e Sabrina, il fratello Francesco, la sorella Elda e i nipoti. L.Z.

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«Sinergia tra Comuni e filo diretto con la Regione sono punti di forza» /// Lorenzo Parolin

MarioFietta aveva 83 anni

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4 PRIMO PIANO

Sabato 10 Aprile 2021 IL GIORNALE DI VICENZA

REGIONE

GUIDOLIN (M5S) «Priorità alle dosi per disabili e caregiver»

La lotta al virus

La sen. Barbara Guidolin, 5stelle, chiede alla Regione di intervenire subito per superare il blocco attuale sulla piattaforma web e «persone fragili, i familiari conviventi e i caregiver che forniscono a queste persone assistenza continuativa vengano vaccinate prioritariamente»

CAMPAGNA VACCINALE Il governatore: «Noi pronti a correre, ma dosi fino a martedì»

Zaia chiama Figliuolo per avere più vaccini

Le vaccinazioni in Veneto per fasce d'età a ieri pomeriggio prima dose

seconda dose

over 16

«In altre Regioni in tanti rinunciano ad AstraZeneca? Lo prendiamo noi» «Aperture? Giro di boa dal 30 aprile». Esperti al lavoro sulle linee guida

Inviata a Venezia

Ci risiamo. Come ogni fi•• ne settimana i vaccini sono

agli sgoccioli. Si continuerà la somministrazione anche oggi e domani. «Ma a scartamento ridotto. Martedì dovrebbero arrivare altre dosi. Speriamo. Intanto, ho chiamato il commissario all’emergenza, il generale Francesco Figliuolo, per chiedergli di darci una mano: qui siamo forti nelle vaccinazioni. Siamo primi in Italia». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, lancia l’appello per riuscire a continuare a far correre a questo ritmo la macchina dei vaccini in Veneto. Ma servono le fiale. Risposta? «Il commissario - ha riportato Zaia si è dichiarato disponibile a verificare». Di più. Ieri dall’unità di crisi di Marghera, dove era con l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, il governatore si è spinto oltre: «Ancora una volta i veneti sono fermi sul pezzo. Rispetto a tanti miei colleghi, non registriamo grandi rifiuti per AstraZeneca. Per cui se in altre Regioni non lo vogliono, ce lo prendiamo noi. È un vaccino solo per gli over 60 che garantisce una elevata risposta anticorpale. È valido. Forse si rischia di più ad attraversare le strisce pedonali». E continua: «Bene se il governo decidesse di andarsi a comprare da solo i vaccini. Intanto al commissario e ai ministri ho chiesto una cosa: ci devono dire chiaramente le forniture in arrivo perché per noi è fondamentale. Qui c’è una macchina da guerra schierata».

Gli arrivi. Una macchina che rischia di restare ancora una volta senza carburante. La

LucaZaia presidentedelVeneto

settimana prossima sono in consegna 13 mila dosi di AstraZaneca («praticamente niente», commenta Zaia) e 120 mila di Pfizer. Moderna? Non pervenuta. Non solo. Dalla metà della prossima settimana sono inserite in calendario 14 mila dosi di Johnson & Johnson, ma mancano ancora le indicazioni sulla somministrazione di Aifa. E così è difficile al momento poterci fare realmente conto. «Con questi numeri facciamo le nozze con i fichi secchi», punge il presidente. E poi insiste. «Noi siamo pronti ad accelerare ancora di più. Giovedì abbiamo somministrato 33.545 dosi. E possiamo partire con i drive-in e con i centri vaccini operativi anche nelle ore notturne. Tutto questo, però, resta solo una grande esercitazione se non abbiamo la materia prima da inoculare. Per maggio, invece, è previsto un contingente di un milione di dosi».

I furbetti. Le dichiarazioni del premier Draghi di mercoledì sulle priorità dei vaccini, cioè prima gli over 70 perché sono loro che rischiano di morire, sono musica per il governatore che ancora non si è

vaccinato, come Lanzarin: «Draghi ha ragione a lamentarsi - dice Zaia -. Ma dobbiamo ammettere che ci sono state tre fasi vaccinali. Quella aperta a sanitari e Rsa, dove si sono vaccinati anche i ventenni Oss; poi si è aperto a insegnanti e forze dell’ordine come categorie essenziali. E finalmente, con il terzo step voluto da Draghi, si procede per classe di età come suggerivamo noi da tempo. Se c’è qualcuno che ancora si vaccina fuori target è una questione di responsabilità e di etica individuale e che ricade anche su chi vaccina. Qui in Veneto non ci sono state vaccinazioni anomale», assicura.

L’ordinanza del generale. Il terzo e nuovo piano vaccinale, stavolta firmato dal commissario Figliuolo, arriverà a breve. Due le novità. La prima, appunto, la priorità già recepita in Veneto, di vaccinare over 80, disabili, fragili e over 70. La seconda riguarda i richiami. Sia per Pfizer che Moderna i tempi si allungano: la seconda dose si riceverà non più a distanza, rispettivamente di 21 e 30 giorni, ma a 42. La prospettiva. Da metà settimana i dati sui contagi sono in lieve miglioramento. Ma il Veneto, per legge nazionale, resterà in scenario arancione anche la prossima settimana. «Sulle aperture delle attività dobbiamo aspettare il giro di boa che ci sarà il 30 aprile dice Zaia - quando scadrà il decreto ora in vigore». Nel frattempo, ha ricordato Lanzarin, «è stato riattivato un gruppo di lavoro di tecnici coordinato dal Veneto per rivedere le linee guida delle riaperture delle attività e i criteri per l’identificazione degli scenari per le Regioni».

Sì a iniezioni in quasi 600 farmacie del Veneto

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10,1%

0,3%

4,8%

over 20

FEDERFARMA

Sono 597 le farmacie del Veneto che hanno aderito alla campagna vaccinale. Lo ha comunicato ieri pomeriggio Federfarma alla Struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo, indicando l’elenco di tutte le farmacie italiane che hanno aderito alla campagna, in modo di organizzare la logistica per la distribuzione dei vaccini. «I numeri dicono che la tanto attesa svolta adesso è possibile»: a livello nazionale infatti sono già pronte ad effettuare le somministrazioni ben 11 mila farmacie in tutto il territorio nazionale (10.479 associate a Federfarma più circa 600 farmacie comunali) con oltre 25 mila farmacisti che hanno seguito il Corso di formazione erogato dall’Istituto superiore di sanità. Poiché si stima che ogni farmacia potrà eseguire da 15 a 20 immunizzazioni al giorno, è ipotizzabile che alle attuali circa 250 mila dosi somministrate ogni giorno negli hub già allestiti sul territorio nazionale se ne possano aggiungere quasi 200 mila presso le farmacie (di cui 10 mila in Veneto), per arrivare a quota 450 mila.

0,6%

over 50 8,5%

12,9%

4,9%

6,1%

over 30

over 60 10,1%

11,2%

5,1%

4,6%

L’EGO-HUB

/// Cristina Giacomuzzo

over 40

RECOVERY PLAN Il presidente: «Fondi alle imprese per farli decuplicare»

«Legittime le istanze del Sud? Anche quelle del Nord» ••

Davanti al presidente del consiglio, Mario Draghi, che aveva illustrato mercoledì alle Regioni gli aspetti del Recovery plan (Pnrr), Zaia è stato chiaro: «Ho detto che alle legittime istanze del Sud, io porto le altrettante legittime istanze del Nord», in riferimento alla maggiore quota di finanziamenti chiesti a favore del Sud Italia perché considerata come “area arretrata” e, peraltro, esplicitamente inserita in una delle tre priorità del premier.

Il governatore ha riferito ieri dall’unità di crisi di Marghera la posizione che ha espresso nella lunga riunione con i ministri e il premier del giorno prima: «Ho ribadito poi direttamente a Draghi che se davvero il Governo vuole un iter veloce, deve usare i bracci operativi, cioè le Regioni, perché queste possono “mettere a terra” gli investimenti. Al premier ho anche detto chiaramente che se vogliamo, per esempio, programmare un ospedale e ve-

ManuelaLanzarin,assessore

MIGLIORANO I DATI DEL REPORT SULLA PANDEMIA Il treni di diminuzione dei ricoveri negli ospedali si conferma anche nelle rianimazioni

I negativizzati-guariti sono più di 350 mila E per il secondo giorno il numero dei nuovi infetti scoperti è rimasto al di sotto di quota mille /// Piero Erle

Questa volta, finalmente, •• il trend è deciso. In un solo

giorno il Veneto ha visto scendere di quasi 60 unità il totale dei ricoveri legati al Covid negli ospedali. E almeno per i reparti medici è il terzo giorno consecutivo di discesa, per cui si è passati dal picco

di 1972 persone ricoverate martedì sera alle 1.874 di ieri sera: un centinaio in meno in 72 ore, con il numero di pazienti “positivi attuali” sceso a sua volta in 3 giorni da 1.710 a 1.631: significa che il calo non è solo dovuto a dimissioni di pazienti ormai negativizzati ma che c’è un effettivo minore afflusso di nuovi pazienti verso le Medicine infettive, le Pneumologie e gli altri reparti dedicati al virus. Di sicuro, comunque, aiuta il dato strabiliante di ben 104 pazienti che sono stati dimessi dalle corsie ieri perché ormai in via di guarigione.

Terapie intensive in discesa. È il dato più eclatante del report quotidiano diffuso ieri sera dalla Regione, ma non è l’unico. Ieri sera infatti, così come era avvenuto giovedì, è leggermente sceso anche il dato dei casi gravi legati al Covid. Il calo è stato di -4 casi, a quota 310, e anche in questo caso conta che i “positivi attuali” sono scesi a 298, cioè cinque in meno rispetto a due sere fa. Intanto il Ministero ieri mattina ha conteggiato 18 nuovi ingressi nelle terapie intensive in Veneto, che è un dato ancora alto ma certo ben minore di quel pic-

co di 47 ingressi che aveva indicato due giorni prima.

Vittime. Non è in calo purtroppo la pagina più tragica della pandemia, quella che dà conto delle vite umane perse per le infezioni da SarCov2. Ieri il Veneto ha pianto altri 32 lutti - sono 28 quelli registrati negli ospedali - dei quali 8 sono stati registrati nel veronese e sette nel Padovano. Il conteggio totale adesso è giunto a 10.913, segno che purtroppo si fa vicino il terribile traguardo delle 11 mila vittime dall’inizio dell’infezione nel febbraio 2020.

•• Il calo delle dosi fatte questa settimana

Contagi e vaccini. L’altro dato sicuramente positivo è che anche ieri sera, come il giorno prima, il numero dei nuovi contagi scoperti in regione è rimasto sotto le mille unità, pur a fronte di oltre 36 mila tamponi molecolari e rapidi fatti: esattamente +993, vale a dire il 2,7% dei test fatti. Di conseguenza, c’è da festeggiare anche per ben 1.017 veneti in meno tra i “positivi attuali”: ora sono scesi a 32.259, cioè ai livelli di un mese fa. E i negativizzati-guariti (ieri +1.978) sono oltre quota 350 mila. Meno bene i vaccini: tra l’altra sera alle 20 e ieri sera il Veneto risulta aver iniettato 18.200 dosi. Una brusca frenata: il dato è praticamente dimezzato rispetto a quello dell’altra sera.

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PRIMO PIANO

SABATO 10 APRILE 2021 IL MATTINO

Coronavirus: la profilassi nel Padovano

Vaccini ai vulnerabili a partire da maggio Mercoledì in arrivo 20 mila dosi di Pfizer Simonetta Zanetti / PADOVA

CROMASIA

Riaperte le prenotazioni per gli ultraottantenni. Fortuna: «Sono la priorità insieme agli over 75. Puntiamo a finire per aprile»

LE DOSI IN ARRIVO AD APRILE

Aggredire – con il vaccino – gli ultraottantenni entro il mese e accelerare sugli over 75 in modo tale da aprire, a maggio, la campagna a vulnerabili, circa 35 mila sul territorio. È questa la strategia dell’Usl 6 alla luce delle indicazioni in arrivo da Roma.

20.000

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LA SITUAZIONE

Nel Padovano sono 801.915 le persone con più di 16 anni candidabili al vaccino: 203.788 le dosi già somministrate, ovvero 2.541 per 10 mila abitanti: «Il 10,9% dei padovani ha ricevuto la prima dose e il 7,3% anche la seconda» spiega il dg dell’Azienda Ospedale Università Giuseppe Dal Ben nel corso della conferenza congiunta con l’Usl 6 «abbiamo una media giornaliera di 66 vaccini per 10 mila abitanti, con l’obiettivo di arrivare a 100. La macchina ci consente di crescere, tutto dipende dalla disponibilità del vaccino». Oltre cinquantamila in tutto le dosi attese entro il mese: circa 20 mila di Pfizer il 14 e altrettante il 21 aprile, cui si aggiungono 2.500 dosi di AstraZeneca verosimilmente il 15 e 7.700 il 20 aprile. Non sono previste ulteriori forniture di Moderna, né ci sono indicazioni sicure e significative su Johnson&Johnson. LE PRIORITÀ

Ieri pomeriggio sono state riaperte le prenotazioni per gli ultraottantenni: «Stiamo registrando una grande adesione sia con l’iscrizione al portale sia con l’aiuto delle farmacie e abbiamo una programmazione, strettamente condizionata alla disponibilità di vaccini, fino a lunedì o martedì» dice il dg dell’Usl Paolo Fortuna «mercoledì tuttavia attendiamo nuovi rifornimenti di Pfizer con cui ripartiremo nella pianificazione. Stiamo proce-

7.700

2.500 Mercoledì 14 dendo secondo le indicazioni anche con gli over 75». Quanto ad AstraZeneca, al momento è indicato sopra i 60 anni «non abbiamo cambiato la programmazione» prosegue «del resto in questo momento la priorità sono persone che hanno come indicazione la somministrazione di un vaccino a mRNA. E noi andiamo avanti così in attesa di altre prescrizioni». Mediamente sono 5-5.200 le iniezioni quotidiane, ma in presenza di vaccini l’Usl è arrivata 7 mila con 23 linee vaccinali potenziali in Fiera – con l’ulteriore prospettiva di potenziamento – e altrettante in provincia. «Dosi permettendo, contiamo di finire con i 17 mila over 80 entro il mese o, al più tardi, ai primi di maggio, ma non è facile perché stiamo facendo anche molte seconde dosi» prosegue Fortuna. Ieri

tra i 75 e i 79 anni restavano una novantina di posti disponibili: «Ad oggi, in questa categoria, il 40% circa ha ricevuto una dose». Com’è noto, invece, i 70-74enni dovranno attendere la chiamata del medico di base a partire da maggio. CATEGORIE FRAGILI

Nel Padovano, spiega l’Usl, sono 35 mila le persone altamente vulnerabili che verranno inserite tra i vaccinandi una volta ultimati i grandi anziani: «Non ci stiamo dimenticati dei fragili» prosegue Fortuna «stiamo facendo delle verifiche perché i sistemi di filtro sono complessi, non tutti quelli che hanno un’esenzione sono persone vulnerabili. Ad esempio, ci sono ex malati che rientrano ancora nella categoria delle esenzioni, ma non hanno l’urgenza di altri. Senza contare che mol-

«Una vita segnata dalle malattie ma per me niente iniezione» a campagna vaccinale procede a singhiozzi, sono stati vaccinati parte degli over 80 e delle classi che vanno dal 1942 al 1951, sono stati vaccinati alcuni insegnanti, gli universitari, personale del tribu-

L

Martedì 20

Mercoledì 21

Un anziano viene vaccinato in Fiera. L’indicazione ora è di correre per mettere al sicuro gli over 80

Luisa Garbin, 72 anni, da quaranta ha gravi problemi di salute «Devo operarmi al cuore, ma per l’Euganea non rientro tra le priorità»

IL CASO

Giovedì 15

nale, forze dell’ordine, e ovviamente sanitari, ma non sono ancora stati vaccinati i soggetti super fragili per i quali contrarre il Covid nella maggior parte dei casi sarebbe letale. «Fino all’altro giorno nessuno ci aveva detto nulla, ora pare che a vaccinarci saranno i medici di base, ma comunque a partire da maggio. Se

posso dirlo credo sia vergognoso». È arrabbiata Luisa Garbin, 72 anni, una storia clinica molto travagliata e oggi in attesa di un importante intervento al cuore «dal 2000 ho la legge 104 e in più sono inserita nella categoria dei superfragili», racconta la donna elencando le sue patologie «ho avuto un linfoma Hodg-

ti fragili sono over 80, quindi già in via di immunizzazione e che i disabili delle strutture sono stati vaccinati, quindi non si parte da zero». Tra i temi sul tavolo, anche quello delle imprese pronte a vaccinare: «Hanno dipendenti giovani, serve una strategia sovraregionale con indicazioni su cosa usare» prosegue il dg dell’Euganea «in attesa di capire come evolverà la situazione, considerando che c’è Johnson&Johnson in penombra». Infine, quanto al richiamo del premier Draghi sui salta-fila, Fortuna chiarisce: «Abbiamo sempre seguito e rispettato le delibere della Regione, che sono cambiate da gennaio in poi, si sono adattate, noi le abbiamo sempre rincorse, quindi da questo punto di vista mi ritengo tranquillo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

kin nel 1982 e da quel momento non sono più stata bene, ogni cinque-sei anni salta fuori un problema diverso. Ho avuto un tumore al seno, ho dovuto togliere utero e ovaie, ho una broncopneumopatia cronica, un tumore non Hodgkin all’intestino, una deformazione in atto sulle cervicali e, ciliegina sulla torta, ultimamente mi hanno trovato una stenosi aortica al cuore per cui devo essere operata al più presto». Luisa Garbin, che sta attendendo l’operazione alla valvola aortica, si sentirebbe più serena se prima di ricoverarsi avesse fatto almeno una dose di vaccino: «Visti anche i recenti episodi di focolai all’interno di alcuni reparti ho pensato che sarebbe una tutela in più entrare in ospe-

rischio caos maturitÀ, la risposta al provveditore

Richiami agli insegnanti L’Usl: hanno già la data «Si può valutare, ma sono persone già previste nelle linee vaccinali, quindi non vedo una motivazione così stringente per cambiare sistema». Il direttore generale dell’Usl 6 Paolo Fortuna replica così alla proposta del direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di trovare un modo per evitare il sovrapporsi delle date del richiamo e degli esami per i circa mille insegnanti impegnati nella Maturità a giugno. Per evitare intoppi, Roberto Natale

dale vaccinata. Con tutte le mie patologie sono consapevole che contrarre il Covid per me vorrebbe dire morte sicura, per questo sto cercando in tutti i modi di far sentire la mia voce». Più e più volte ha tentato di prenotarsi sul sito dell’Usl inserendo i propri dati ma sempre senza esito: «Mi dicevano che non rientravo in nessuna categoria, eppure mi sembra impossibile che con una legge 104 io non abbia diritto a prenotarmi». La settantaduenne non si è arresa e ha anche chiamato il numero verde dell’Usl, anche in questo caso vanamente. «L’operatrice mi ha detto che a loro non risulta che i super fragili al momento si possano prenotare, che avrei dovuto piuttosto

aveva suggerito che l’Usl mettesse a disposizione i vaccini e un medico, eventualmente anche un volontario in pensione, garantendo a sua volta la location. Una sorta di autogestione sullo stile di quanto fatto per gli universitari: «Non c’è stato alcun contatto, né c’è tanto margine di manovra sullo spostamento dei richiami per cui gli insegnanti hanno già la data di convocazione. È sufficiente che si presentino» conclude Fortuna. —

chiamare il mio medico di base». Cosa che Luisa ha fatto. «Il medico mi ha detto che non aveva alcuna comunicazione a riguardo da parte della Regione. Ora Zaia l’altro giorno ha spiegato che verrà sistemato il sito e che i super fragili si potranno prenotare con un’autocertificazione. A fine aprile poi anche i medici di base dovrebbero vaccinare a domicilio, ma solo i non deambulanti. C’è molta confusione». Il problema poi nel caso di Luisa Garbin è che non può aspettare troppo: «Ho urgenza di essere operata perché ho la valvola aortica chiusa al 90%, ma ho la sensazione che come categoria siamo stati dimenticati, un po’ come i grandi anziani». — ALICE FERRETTI


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SABATO 10 APRILE 2021 IL MATTINO

PADOVA

PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611

il risiko dell’aeroporto

All’Allegri la scuola dei pompieri e la Dia 30 milioni per la cittadella della sicurezza A gennaio l’Aeronautica renderà disponibili 42 mila metri quadrati. Interessate anche Prefettura e Guardia di Finanza Giorgio Barbieri

Una nuova cittadella della sicurezza grazie ai fondi del Recovery fund. È il piano su cui stanno lavorando il sindaco Sergio Giordani e il prefetto Renato Franceschelli che vogliono dare un futuro all’area dell’aeroporto Allegri dove, il prossimo 31 dicembre, sarà terminato il percorso di dismissione da parte dell’Aeronautica militare. Un’operazione da trenta milioni di euro circa e che manterrà invariata l’attività dell’aeroporto per i voli sanitari e di emergenza oltre alle attività di volo dell’ Aeroclub.

Archivio della Prefettura

Scuola di Formazione Professionale per Allievi Vigili del Fuoco

IL PIANO

La dismissione renderà disponibili circa 42.000 metri quadrati che, se non occupati, si trasformerebbero in un enorme buco nero con inevitabili problemi per i rioni di San Giuseppe, Sacra Famiglia, Brusegana e Basso Isonzo. Per questo, alcuni mesi fa, la Prefettura si è fatta promotrice di un’iniziativa che ha coinvolto il ministero della Difesa, l’Enac, il Demanio, la Guardia di Finanza, la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco e l’amministrazione comunale. «Non è pensabile che dal prossimo anno l’area militare dell’aeroporto sia abbandonata al degrado», afferma Giordani, «sarebbe un problema per i quartieri limitrofi e per tutta la città». Per questo si è pensato di trasformare gli edifici dismessi in una grande cittadella della sicurezza. «I Vigili del fuoco», aggiunge il sindaco, «hanno individuato una parte del area come possibile sede del nord Italia della Scuola di for-

Scuola di pilotaggio per droni Sede della Guardia di Finanza Direzione investigativa Antimafia

Un aereo sulla pista d’atterraggio dell’aeroporto Allegri

mazione per allievi. L’area dispone sia di alcuni hangar da allestire per la formazione che di alloggi da destinare alla parte residenziale della scuola. Su questo progetto ho già espresso il mio appoggio al ministro per i rapporti con il Parlamento Federico d’Incà». Anche l’Enac vorrebbe disporre di uno spazio nell’area che potrebbe essere destinata ad una scuola di pilotaggio per droni. La Prefettura ha individuato in alcuni

Il sindaco Giordani «Quell’area non può essere abbandonata al degrado» capannoni in disuso, in un’area dell’Aeronautica dall’altra parte di via Sorio, una possibile sede dove trasferire parte del proprio immenso archivio. Ma anche la Guardia di Finanza è interessata

viabilitÀ

Gra, Camani attacca Zaia «Deve coinvolgere i Comuni» «Dopo quasi vent’anni che se ne parla sembra che oggi esista un progetto definitivo del Grande raccordo anulare di Padova. Peccato sia avvolto nel mistero e che gli amministratori locali non siano stati informati. Così come avvolte nel mistero sembrano le intenzioni della giunta Zaia». Vanessa Camani, vice capogruppo del Partito democratico a Palazzo Ferro Fini, ha presentato

un’interrogazione e una richiesta di accesso agli atti per avere una copia del progetto definitivo dell’opera. «Su questa infrastruttura, peraltro molto controversa», spiega l’esponente del Pd, «la Regione ha sempre dimostrato un atteggiamento altalenante e contraddittorio. Adesso che la presidente del consiglio di amministrazione di Gra, Luisa Serato, ha consegna-

to la proposta e si è dimessa, non senza qualche polemica, non ci sono più scuse: Zaia e l’assessore De Berti dicano chiaramente quali sono le intenzioni e se si degneranno di coinvolgere i Comuni interessati. La proposta di project risale addirittura al 2006» ricorda Camani «e la Regione ha dichiarato il pubblico interesse nel 2008. Eppure l’istruttoria del Comitato

al possibile trasferimento delle due attuali sedi, nelle quali è in affitto all’interno dell’aerea militare dell’aeroporto. Stessa attenzione c’è da parte della Direzione investigativa Antimafia i cui uffici, oggi vicino alla stazione, sono anch’essi in affitto. OCCHI SUL RECOVERY

«Non dobbiamo dimenticare», spiega a tal proposito Giordani, «l’opportunità che abbiamo di finanziare l’ope-

scientifico regionale sulle condizioni di fattibilità dell’opera non è stata ancora completata, nonostante le sollecitazioni della società e nonostante il suo inserimento nel Piano dei trasporti 2020-2030. Si tratta di un intervento viabilistico molto impattante, che coinvolge tanti Comuni del padovano. A quanto pare, nel progetto definitivo sarebbero presenti una serie di ipotesi di adeguamenti tecnici per superare le criticità segnalate dal territorio, senza però che sia dato sapere come tali problemi vengano risolti». Per la consigliera regionale Camani non ci si può accontentare delle indiscrezioni apparse in questi gior-

razione attraverso il Recovery Plan. Per questo ho già interessato a questi progetti il ministro degli Interni Lamorgese, il ministro Cingolani, l’onorevole Alessandro Zan, il prefetto Laura Lega, a capo del Dipartimento Vigili del Fuoco, il capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo e l’ex viceministro agli Interni Mauri che conoscono molto bene la nostra città. Naturalmente tutto in stretta collaborazione

VANESSA CAMANI ELETTA CONSIGLIERE REGIONALE PER IL PARTITO DEMOCRATICO

«Bisogna capire l’impatto sul territorio delle modifiche al tracciato»

con il prefetto Renato Franceschelli. Seguirò da vicino e in prima persona questa partita che è fondamentale per la zona ovest della nostra città, nella quale con tale progetto vogliamo portare anche funzioni e servizi importanti per la nostra comunità, che avranno un riflesso positivo sulla vitalità dei quartieri limitrofi e che daranno uno stimolo alle attività economiche». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ni sugli organi di stampa: «Giudico decisamente poco serio questo modo di procedere: la Regione ha il potere di incidere pesantemente sugli assetti urbanistici e viabilistici dei territori, non può mancare nel coinvolgimento dei sindaci e delle comunità locali. Perciò ho presentato anche una richiesta di accesso agli atti: vogliamo capire anzitutto quali sono le modifiche proposte al tracciato e in che modo impattano sui Comuni padovani. Su questo tema è indispensabile confrontarsi con le amministrazioni locali per arrivare a una soluzione condivisa».— G.BAR. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MONTEBELLUNA

SABATO 10 APRILE 2021 LA TRIBUNA

il caso a biadene

Vandalismi all’Ossario gli alpini denunciano «Ora faremo la ronda» Nel mirino dei teppisti anche l’area circostante e la pineta «Gli autori sono ragazzi, si arrampicano pure sul monumento»

MONTEBELLUNA

Il piccolo monumento-ossario di Biadene, collocato sul pendio che sovrasta la presa 21 del Montello, è diventato oggetto di ritrovi e vandalismi, di giorno e di notte, da parte di gruppetti di minorenni, che si arrampicano sul monumento, staccano sassi dal cordolo e lasciano

buchi, aprono i cancelli e la porta dell'Ossario, fanno franare la terra sulla scalinata di accesso. Di fronte al ripetersi di simili episodi, il capogruppo degli Alpini di Biadene, Alfredo Celotto, ha presentato denuncia l'altra sera ai carabinieri di Montebelluna e ha segnalato quanto avviene di notte al monumento-ossario di Santa Lu-

cia al sindaco Elzo Severin e alla Polizia locale. Per scoraggiare quanto combinano nell'Ossario hanno gli Alpini hanno anche affisso un cartello per invitare chi si riunisce lì di notte ad avere un atteggiamento rispettoso. «Il custode li trova anche alle 21.45, quando ormai sta per scattare il coprifuoco», spiega Celotto, «Lasciano an-

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che dei buchi sul terreno e si arrampicano sul monumento. Adesso abbiamo denunciato questi fatti ai carabinieri e se si ripetono come Alpini organizzeremo anche dei controlli. Non è solo l'Ossario ad essere oggetto di vandalismi, ma anche la pineta di Biadene, che è a sua volta gestita da noi: ad esempio i vandali hanno letteralmente sradicato un alberello che avevamo piantato un paio di anni fa». Quell’Ossario, detto di Santa Lucia, probabilmente il più piccolo che esista da queste parti, è l'orgoglio del gruppo Alpini di Biadene. È stato costruito dai biadenesi per ricordare i Caduti di Biadene nella Grande Guerra. I lavori erano iniziati l'1 maggio del 1923 con la posa della prima pietra ed era stato inaugurato il 29 novembre 1925 con la traslazione di 37 salme dei morti in guerra di Biadene nella Prima guerra mondiale. Lo avevano realizzato gli alpini e da allora sono loro a curarne la manutenzione. — ENZO FAVERO © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il monumento-ossario di Biadene oggetto dei vandalismi

la sindaca di crocetta

asolano-castellana-montebellunese

volpago ambiente

cornuda

«Ciano, casse alle grave Zaia blocchi lo scempio»

Piano per fasce disagiate bus ecologici e alloggi

Terna interra l’elettrodotto «Resta il nodo stazione»

«Restaurare il municipio? Forse meglio farlo nuovo»

CROCETTA DEL MONTELLO

MONTEBELLUNA

«Chiediamo urgentemente di poter parlare con il presidente della Regione Zaia perché vogliamo spiegargli l’impatto disastroso di questa decisione sulle nostre comunità»: questa la reazione di Marianella Tormena, sindaca di Crocetta, alla notizia che la giunta regionale ha dato il via all’iter di progettazione, fino alla cantierabilità, delle casse di espansione nelle Grave di Ciano. «Vogliono far sparire le comunità rivierasche del Piave», accusa Tormena. «Questa decisione uccide in primis la comunità di Crocetta perché mette l’ipoteca di un cantiere di lavori faraonici che dureranno anni se non decenni, e crea un’immensa area di decantazione per le piene del Piave che allagherà un terzo di questo Comune e cancellerà completamente il suo ecosistema». «Senza contare che si creerà una gigantesca zona di accumulo di detriti», continua l’analisi della sindaca, « dove nessuno andrà più a sistemare e

Gli interventi sono stati così puntuali che l'area Montebellunese-Castellana-Asolana ha ottenuto altri 650 mila euro dalla riserva in aggiunta agli 11 milioni di euro provenienti dalla Ue per attivare interventi su mobilità e alloggi per le fasce disagiate pari a 17 milioni di euro. Si tratta degli interventi legati al progetto Sisus (Strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile). Nel campo della mobilità è stato deciso, di comune accordo con Mom, di sostituire l'ipotizzato bus elettrico che doveva far da navetta tra gli ospedali di Montebelluna e Castelfranco con un bus ibrido a metano a basso impatto ambientale con una maggiore capacità: 100 persone compreso posto disabile. Previsto inoltre l’acquisto di ulteriori 4 autobus (3 ibridi e uno a metano), costo di 850 mila euro circa. I nuovi 5 bus ecologici van-

VOLPAGO DEL MONTELLO

CORNUDA

Il comitato Volpago Ambiente è soddisfatto per la recente decisione di Terna di interrare più di 50 km di elettrodotto nel Bellunese, ma è preoccupato perché il nuovo progetto, al contrario della “soluzione ecologica” proposta da vari gruppi ambientalisti e da enti locali, che vuole far passare la linea Soverzene Scorzè lungo le autostrade A27 e A28, presuppone ancora la stazione elettrica di trasformazione da 80.000 metri quadri a Volpago e piloni alti 60 metri per trasportare 220 kw di corrente elettrica sopra il Parco del Sile. Gli attivisti, che presto incontreranno il sindaco di Volpago Paolo Guizzo, chiedono pertanto alla politica locale di muoversi assieme per evitarlo. «primi cittadini devono coordinarsi e farsi parte attiva», dichiarano. —

« La sistemazione della sola parte storica del municipio di Cornuda arriva ad un costo di 3.600.000 euro, è bene aprire un dibattito su cosa fare visto che per esempio la costruzione di un nuovo edificio potrebbe costare circa la metà di tale spesa». Il sindaco di Cornuda Claudio Sartor lancia la proposta della discussione approfondita per un investimento destinato in ogni caso ad essere strategico per i prossimi decenni, dopo che l’ultima ricognizione sui costi ha portato a questa notevole cifra. Nei giorni scorsi il gruppo di minoranza Amiamo Cornuda aveva polemizzato sulla rinuncia della giunta ad un contributo per i lavori di 800.000 euro. «Cerchiamo risorse più consistenti per intervenire», ha replicato il sindaco. —

GINO ZANGRANDO

G. Z.

Marianella Tormena

pulire proprio davanti alle colline patrimonio dell’Unesco. Chi vorrebbe vivere in una zona dove ci sono tutte queste problematiche?». «Dobbiamo considerare anche il rischio idraulico in caso di piena», prosegue il primo cittadino di Crocetta del Montello , «La cassa infatti priva il Piave del suo naturale sfogo a sud, proprio dove crea una decisa curvatura. Il risultato? L’acqua si riverserà sui paesi di Vidor e Moriago». — E. F.

no ad aggiungersi ai 15 già acquistati e in circolazione nel territorio dell’area urbana interessata. Arrivano anche, oltre ai già previsti impianti di conteggio dei passeggeri, strumenti necessari per la prevenzione del rischio Covid-19 come l'installazione di termoscanner e dispositivi contapasseggeri interfacciati con app prenotazione per una spesa di 439.200 euro. In campo abitativo invece arriveranno gli alloggi pe senza dimora all'ex ospedale "Carretta" a Montebelluna con una spesa di 600 mila euro, da terminare entro il 2022. Altri ne saranno ricavati all’ex Cattani in via Loreggia a Salvarosa dove già è localizzato l’intervento di co-housing entro il la fine del 2022. « Alla fine», spiega il sindaco di Montebelluna Elzo Severin, «saranno 69 le nuove unità abitative, ubicate nei Comuni di Montebelluna e Castelfranco». — E. F.

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PRIMO PIANO

SABATO 10 APRILE 2021 LA TRIBUNA

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Coronavirus: l’economia della Marca

Pedemontana, Canova e fusioni Il piano di Zanatta per la ripartenza Il numero uno degli industriali: «Territorio da rigenerare» A giugno i dati sul censimento degli edifici produttivi a Castelfranco Veneto, farà del territorio un riferimento ben riconoscibile».

TREVISO

Scacco matto alla crisi in tre mosse: integrazioni di area vasta con Padova e Venezia (con le Università, per esempio); infrastrutture (Pedemontana, aeroporto Canova, opere complementari), rigenerazione del territorio (con il recupero dei capannoni dismessi). È la ricetta anti crisi di Alberto Zanatta, numero uno di Tecnica Group e presidente vicario di Assindustria Venetocentro per la provincia di Treviso. In un dettagliato documento, Zanatta traccia le linee per la ripartenza, riprendendo anche il progetto avviato da Maria Cristina Piovesana, già presidente degli industriali, relativo a “Capannoni OnOff” per la riqualificazione del patrimonio industriale dismesso, per il quale sono in arrivo novità a partire dall’estate. PA-TRE-VE

Alberto Zanatta parte tuttavia dai progetti che vedono aggregazioni e fusioni con Padova e Venezia, nel solco della filosofia “Pa-Tre-Ve” che nasce proprio dall’accorpamento delle associazioni degli industriali. Assindustria Padova-Treviso punta, si sa, all’aggregazione con Confindustira Venezia. Ma le condivisioni riguardano tutti i campi, e per la Marca sono già un dato di fatto in molteplici settori: «Questa dimensione “aperta”’ deve

LE INFRASTRUTTURE

Alberto Zanatta

«L’uscita dalla crisi non sarà facile e nemmeno veloce Serve lavorare insieme» ancor più entrare in tutte le scelte del territorio. Vanno già in questa direzione, ad esempio, le Università di Padova e di Venezia Ca’ Foscari, la prima con la nuova facoltà di Medicina, la seconda con il rafforzamento del suo Campus di Treviso» scrive il numero uno degli industriali. «Scelte di cui essere partecipi e da favorire per far sì che, ove possibile, si possano comporre, in questo perimetro territoriale, in un progetto universitario caratterizzato per Treviso. Anche la sanità, con la Cittadella della salute (che sarà anche policlinico universitario) e lo Iov

A maggio aprirà il primo tratto “trevigiano” della Superstrada Pedemontana, quello da Malo a Montebelluna Est. Tempi più lunghi, e ancora non così certi, per l’ultimazione della tratta, l’innesto della Pedemontana sull’A27. Nella ripartenza post-Covid, le infrastrutture saranno un tassello fondamentale: «Abbiamo chiesto di potenziare i collegamenti a “pettine” verso Padova e Bassano, e le opere complementari dai caselli che saranno aperti nella nuova arteria» conferma Zanatta. «È arrivato anche il via libera al masterplan per l’aeroporto Canova di Treviso, riferimento per ampie aree del Veneto. Questi collegamenti potranno sì favorire l’insediamento residenziale (come provano i molti cantieri aperti), ma anche attrarre imprese, investimenti e senza dimenticare il potenziale ora compresso del turismo. Nuove vocazioni, che si combinano alla forza della manifattura avanzata che continuerà a caratterizzare il nostro sviluppo». IL TERRITORIO

Dove si vede più forte l’eredità di Maria Cristina Piovesana è nel capitolo relativo alla rigenerazione del territorio. A partire dai progetti per la riconversione delle grandi

Gli artigiani di Asolo e Montebelluna hanno scritto una lettera a Zaia «Le aziende sono disponibili a contribuire purché passi l’emergenza»

«Vaccinateci a qualsiasi costo le fiale ve le compriamo noi» LA PROPOSTA

ronti a somministrarli e anche a farsi carico dei costi aggiuntivi dei vaccini pur di poterli fare ai propri dipendenti: la Confartigianato AsoloMontebelluna, forte di 2500 realtà economiche del

P

Montebellunese e dell’Asolano, ha scritto al governatore Zaia e agli assessori alla Sanità e alle Attività produttive per accelerare la vaccinazione degli addetti spiegando che tante aziende sarebbero disposte anche a farsi carico di un sovrapprezzo per l’acquisto di vaccini perché i costi sarebbero in ogni caso infe-

riori a quelli che devono patire con il perdurare delle chiusure. «Condividiamo e sosteniamo appieno la proposta coinvolgere le aziende nella somministrazione del vaccino internamente ai propri dipendenti, come già previsto dai recenti protocolli d’intesa che aderiscono alla procedura ora definita» spiega Fausto

Un tratto della Superstrada Pedemontana nei pressi del casello di Montebelluna Est

strutture industriali dismesse: «A giugno Assindustria Venetocentro presenterà i dati del proprio censimento sugli edifici produttivi dismessi promosso con il progetto Capannoni OnOff, realizzato insieme a Comuni, Province e Camere di Commercio di Treviso/Belluno e di Padova, mettendo insieme molte banche dati in una comune piattaforma digitale» anticipa Zanatta. «Sarà un’opportunità per favorire un ridisegno del territorio con una nuova cultura amministrativa ed urbanistica secondo logiche avanzate di so-

Bosa, Confartigianato AsoloMontebelluna, «molte aziende sarebbero disposte a sostenere anche una spesa aggiuntiva per garantirsi l’acquisto dei vaccini stessi. Il divario che vi è tra il costo che sta patendo il sistema economico, pur con gli aiuti simbolici (irrisori… o marginali) che dovrebbero arrivare alle imprese, è enormemente più alto del costo che le aziende sarebbero disposte a sostenere per tali acquisti (ticket), pertanto se anche vi fosse un sovrapprezzo da sostenere per recepire con rapidità il farmaco sarebbe comunque l’onere minore. Solo una massiccia campagna di vaccinazione può garantire un ritorno alla normalità alle imprese e ai propri lavoratori, e di conse-

stenibilità ambientale e sociale. La piattaforma potrà accogliere anche nuove categorie di dati (sui flussi di mobilità, l’accesso ai servizi eccetera) per programmare al meglio decisioni e investimenti nel pubblico come nel privato. È una nuova, inedita, infrastruttura che non è disponibile in altri territori». LA RIPARTENZA

L’uscita dalla crisi non sarà né immediata né rapida, secondo Zanatta. E probabilmente avrà velocità diverse per diversi territori, anche all’interno della stessa pro-

FAUSTO BOSA PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO ASOLOMONTEBELLUNA

«Immunizzare i nostri dipendenti è l’unico modo per far ripartire l’economia, il lavoro e la vita di sempre»

vincia. «Assisteremo anche a diverse specializzazioni nel territorio, con un capoluogo saldamente ancorato a uno spazio metropolitano, e gli altri centri, per guardare anche a Nord e a Est, anche oltre i tradizionali confini provinciali» conclude il numero uno degli industriali. «Viviamo in un territorio bello, e possiamo migliorarlo, per noi e i nostri figli e per accogliere nuove persone e nuove famiglie. Lo pensiamo connesso, sostenibile, avanzato nei servizi». — ANDREA DE POLO © RIPRODUZIONE RISERVATA

guenza anche il ritorno a un ritmo lavorativo ordinario. Per questo i vaccini vanno cercati dove vengono prodotti e acquisiti a un prezzo anche superiore a quello contrattato dalle agenzie dell’Unione Europea, oserei dire a qualsiasi prezzo citando la celeberrima frase del Presidente Draghi pronunciata nel luglio del 2012». Una iniziativa che Confartigianato AsoloMontebelluna motiva non solo con fattori economici. «Le nostre preoccupazioni – precisa infatti Fausto Bosa – dall’andamento economico si stanno spostando anche sulla frattura sociale che si fa sempre più forte e che non accenna a placarsi». — ENZO FAVERO © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

SABATO 10 APRILE 2021 MESSAGGERO VENETO

Le scelte della politica la politica locale

subentra a bonaccini

Da Serracchiani a Savino, gli auguri per la nomina

Fedriga presidente della Conferenza delle Regioni Eletto all’unanimità Fedriga è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni

Mattia Pertoldi / UDINE

Massimiliano Fedriga è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni. Votato all’unanimità dai suoi colleghi governatori, il numero uno del Friuli Venezia Giulia succede a Stefano Bonaccini che ha guidato il consesso dalla fine del 2015 e che, giovedì sera, aveva annunciato la fine del suo lungo mandato. Tutto come previsto da mesi, dunque, con le Regioni che hanno certificato un cambio di presidenza, a livello di rappresentanza, diventato di fatto fisiologico e naturale

mento, l’ultima delle quali pure da capogruppo del Carroccio, e dunque una profonda conoscenza dei meccanismi di Palazzo. Gli ottimi rapporti con i colleghi presidenti, con cui non ha mai pole-

mizzato in questi quasi tre anni di legislatura, e la loro stima inoltre, hanno pesato parecchio sul placet generale, così come la consapevolezza di vestire i panni di un leghista “moderato” e pure con-

scio dell’importanza, come dimostrato da interviste e posizioni tenute all’interno del partito, di una svolta del Carroccio in senso maggiormente europeista. A tutto questo, inoltre, si aggiungono le posi-

zioni quasi sempre allineate a quelle di Matteo Salvini oltre al fatto – sussurrano i maligni – che il segretario nazionale leghista, non potendo schierare un Attilio Fontana bersagliato dalle critiche per

Da Debora Serracchiani che gli ha augurato di «compiere il miglior lavoro nell’interesse del Paese e delle Autonomie» passando per Sandra Savino per la quale «si tratta di un incarico prestigioso e di responsabilità che sono sicura ricoprirà al meglio» fino ai principali partiti politici, ieri sono stati in tanti a congratularsi con Massimiliano Fedriga per il nuovo ruolo.

la gestione del Covid e della campagna vaccinale, preferisca di gran lunga avere l’ex capogruppo alla guida delle Regioni rispetto al veneto, e meno ortodosso, Luca Zaia che ieri, però, ha detto di non essere mai stato interessato e, anzi di essere «il primo sostenitore di Fedriga». Sia come sia, in ogni caso, Fedriga conquista un risultato di assoluto prestigio inserendosi nella scia di alcuni tra i più importanti presidenti del Friuli Venezia Giulia – da Antonio Comelli ad Adriano Biasutti passando per Vinicio Turello e Alessandra Guerra – che hanno rivestito,

Il nuovo numero due del consesso, dopo gli anni del ligure Toti, è il pugliese Emiliano in rappresentanza del centrosinistra

«È fondamentale trovare una linea comune che permetta al sistema Paese di uscire dall’emergenza»

dopo i risultati elettorali degli ultimi anni che hanno portato il centrodestra a conquistare la stragrande maggioranza dei territori italiani. Di fronte a uno strapotere conservatore di questo tipo nelle Regioni, infatti, era stato in primis Matteo Salvini a premere, pur informalmente, per un cambio alla guida della Conferenza chiedendo, allo stesso tempo, che il ruolo venisse conferito a un esponente leghista. Il mandato di Bonaccini, in fondo, era terminato da mesi, ma di fronte alla ripresa della pandemia, i presidenti di Regione avevano trovato l’accordo, lo scorso autunno, per consentire al presidente emiliano di continuare a guidare la Conferenza in regime di proroga. Da parte sua, inoltre, Bonaccini ha sempre soltanto chiesto, per compiere un passo indietro, che l’indicazione del suo successore fosse figlia di un accordo unitario, in modo tale da non indebolire le Regioni, che in questi mesi hanno avuto la capacità di muoversi quasi sempre all’unisono, nel confronto con il Governo in un momento particolarmente delicato come quello attuale. Il nome di Fedriga, come detto, non è certo stato pescato dal mazzo all’ultimo momento. No, in via informale è stato indicato da mesi ed è frutto di una serie di motivazioni. Prima di tutto, entrando nel dettaglio, Fedriga porta con sé l’esperienza delle legislature trascorse in Parla-

in passato, la medesima carica. Altri tempi, però, e altro ruolo della Conferenza che in questi ultimi anni ha ottenuto molto più peso, decisionale e di trattativa, nei confronti del Governo. Fedriga, infatti, adesso si troverà a dover fare sintesi tra le diverse esigenze e visioni dei territori su argomenti chiave per il futuro d’Italia e delle Regioni come, tanto per citare alcuni esempi, la campagna vaccinale, la gestione dell’emergenza sanitaria e del post-pandemia e i miliardi del Recovery fund, tanto per citare alcuni esempi. Un compito tutt’altro che banale – con al suo fianco nel ruolo di vicepresidente il pugliese Michele Emiliano a rappresentare le Regioni di centrosinistra –, ma, anzi, fortemente impegnativo e affascinante, che attende il presidente del Friuli Venezia Giulia almeno da qui al 2023. «La mia volontà è quella – ha commentato a caldo il presidente – di continuare nel solco tracciato da Bonaccini, che ringrazio davvero per il lavoro svolto, tenendo assieme, come avvenuto in questi mesi, esigenze e territori di colori politici diversi. Soprattutto in questo momento di difficoltà che stiamo ancora attraversando, diventa di fondamentale importanza trovare una linea comune che permetta al sistema Paese di uscire dall’emergenza sanitaria e di affrontare le sfide del futuro». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Sabato 10 Aprile 2021

Pfas,ilgiudiceordinaallaRegione didesecretareidatisuglialimenti vrà rendere pubblici i dati sull’incidenza dei Pfas nella catena alimentare. Lo ha ordinato il Tar, giovedì, accogliendo due ricorsi che erano stati presentati lo scorso anno da G re e n p e a ce e d a a l c u n e «Mamme no-Pfas» che da tempo chiedono all’ente di rendere pubblici i risultati dei test condotti tra il 2016 e il 2017 sui prodotti coltivati o allevati nelle zone contaminate, a cavallo tra le province di Vicenza, Padova e Verona. All’epoca, l’Istituto superiore di sanità aveva stimato che all’incirca 250mila persone (sono 60 i Comuni coinvolti) abbiano utilizzato per anni acqua potabile inquinata dall e s o s t a n ze s ve r s a te d a un’azienda di Trissino, la Miteni. E di queste, circa 60mila sono quelle interessate da un livello maggiore di contaminazione. Ma se i filtri all’acquedotto hanno abbassato la percentuale di Pfas presente nell’acqua di casa, già all’epoca era emerso il problema di quanto veniva prelevato direttamente dalla falda, per abbeverare il bestiame e irrigare i campi. Il biomonitoraggio è servito proprio a capire se, e in che misura, fossero nocivi gli alimenti prodotti nell’area. I principali risultati dello studio erano stati resi pubblici dalla Regione tre anni fa: frutta e verdura sono risultati esenti da contaminazione rilevabile da Pfos (acido perfluorottansulfonato) e Pfoa (acido perfluoroottanoico) «a eccezione di alcuni campioni di mais», mentre gli alimenti di origine animale, come «il latte, il muscolo bovino e quello avicolo hanno mostrato contaminazioni trascurabili». Qualche preoccupazione in più, invece, era emersa dall’analisi dei prodotti casalinghi, comprese le uova che «mostrano livelli variabili» di sostanze nocive. Ma la contaminazione più significativa era presente nelle specie ittiche di cattura, tanto che la Regione aveva dovuto vietare il consumo di pesce pescato nelle acque superficiali dei 21 Comuni della cosiddetta «zona rossa». «Ma quelli resi pubblici dalla Regione erano dati parziali, che non tenevano conto

Restituzioni M5s

Anche D’Incà e Fraccaro fra i ritardatari VENEZIA Nei giorni del

divorzio da Rousseau, nel M5s tornano d’attualità i «ritardatari» delle restituzioni che includevano anche 300 euro proprio per le piattaforme informatiche. Fra i veneti si segnalano l’ex sottosegretario di Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro (in arretrato da settembre che, fa sapere, salderà come sempre) e il ministro Federicò D’Incà, solo da novembre che, a sua volta, salderà a stretto giro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Irrigazione Lo studio della Regione fu condotto nel 2017 su frutta, verdure a prodotti di origine animale

delle Pfas a catena corta e non rivelavano dove fossero stati prelevati i campioni con la maggiore contaminazione», spiega l’avvocato delle «Mamme no-Pfas», Matteo Ceruti. «Un comportamento omissivo che ha privato la popolazione di informazioni impor-

tanti per la salute pubblica» rincara il legale di Greenpeace, Alessandro Gariglio. Da qui la richiesta di ottenere una copia di tutti i risultati raccolti nel «Piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche».

Di fronte al rifiuto del Direttore dell’Area Sanità del Veneto, gli attivisti si erano rivolti al Garante dei diritti della persona che nel settembre scorso aveva dato loro ragione. Ma, di nuovo, la Regione aveva risposto picche, sostenendo che la divulgazione di quei dati avrebbe potuto avere un impatto sul processo ai vertici di Miteni in corso in tribunale a Vicenza. Da qui, il ricorso al tribunale amministrativo. Secondo i giudici, il diniego posto dall’ente «deve essere annullato» e quindi concede alla Regione sessanta giorni di tempo per consegnare le informazioni ambientali, salvo quelle che eventualmente «rechino pregiudizio allo svolgimento di indagini». In attesa di conoscere i dettagli dello studio, ieri è stata annunciata l’imminente inaugurazione dell’opera realizzata da Acque Veronesi a Belfiore, in provincia di Verona: 18 chilometri di acquedotto (costati 24 milioni di euro), che costituiscono il primo passo del progetto che porterà al graduale spegnimento dei pozzi contaminati. Entusiasta il governatore Luca Zaia: «Porterà 250 litri al secondo di acqua nuova, perfettamente pulita, da bere senza alcun timore». Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ferro Fini

Nomine, urla leghiste a Palazzo per i dirigenti

Il Tar dà ragione agli attivisti che chiedono di conoscere lo studio condotto sui cibi VENEZIA La Regione Veneto do-

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La vicenda ● In un’ampia zona a cavallo tra le province di Vicenza, Padova e Verona, la falda risulta contaminata dalle Pfas che sarebbero state sversate, per anni, da un’azienda di Trissino, la Miteni. ● Il Tar ha imposto alla Regione di consegnare a Greenpeace e alle «Mamme no-Pfas» i dettagli sullo studio del 2017 relativo alla contaminazione degli alimenti prodotti nella zona contaminata

VENEZIA Palazzo Ferro Fini, Ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto, interno giorno. Dopo tante commissioni e sedute d’aula «virtuali», in programma giovedì scorso c’è una riunione dal vivo fra il presidente Roberto Ciambetti e i suoi due vice, Nicola Finco (Lega come il presidente) e, per l’opposizione, la dem Francesca Zottis. A far drizzare le orecchie a più di qualcuno, nei corridoi attigui e negli uffici vicini, sarebbero stati, durante la discussione, i decibel decisamente sopra la media . Soprattutto considerato l’aplomb quasi british di Ciambetti la cosa non è passata inosservata. La vox populi è che si sarebbe consumata una sfuriata di un certo rilievo fra Finco e Ciambetti. Casus belli: la lista delle nomine dei nuovi dirigenti del consiglio regionale, inclusa, ad esempio, quella sul Corecom che è una delle deleghe assegnate allo stesso Finco. Essere messo davanti al fait accompli e, per di più, su temi di sua precisa competenza, non sarebbe andata giù all’ex capogruppo leghista che ha chiesto e ottenuto un rinvio a lunedì prossimo. Secondo il gossip, Finco sarebbe ancora di cattivo umore per le aspirazioni frustrate da assessore, vanificate dall’incastro geo-politico che ha portato alla composizione della giunta. Rispunta poi la narrazione di un Carroccio diviso fra vecchi leoni e giovani rampanti. I più vicini ai vertici del consiglio (corre l’obbligo di specificare, opposizione inclusa) negano, però, si sia verificato nulla più di un normale confronto più che civile. A chiarire che lo scontro non è stato tanto con Ciambetti ma con il segretario generale Roberto Valente è lo stesso Finco: «Non ci sono segreti, è andata così: nei giorni scorsi la segreteria generale ha inviato tutte le delibere in bianco dei dirigenti da nominare. Giovedì ci siamo presentati e tutti i nomi sono stati proposti proprio dal segretario generale che ci ha spiegato come, dati i contratti in scadenza, le delibere andassero licenziate seduta stante. Non ho nulla contro i nomi proposti ma ho contestato il metodo: parliamo di dieci figure apicali che resteranno in consiglio per i prossimi anni. Servono tempo per valutare e un minimo di condivisione. Al “prendere o lasciare” ho detto “no” chiedendo un rinvio su cui Ciambetti mi ha appoggiato. Il vice presidente vicario sono io e non accetto che le cose mi vengano dette all’ultimo minuto. I ruoli vanno rispettati». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 10 Aprile 2021 Corriere del Veneto

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Il virus

La nuova ondata

LA CAMPAGNA ● L’editoriale La sfida digitale del lavoro SEGUE DALLA PRIMA

n questo segmento del mercato del lavoro, la prima risposta alla carenza di personale è «andarlo a cercare là dov’è» con proposte professionali qualificate e interessanti: come hanno fatto inglesi e scandinavi con il nostro Ayoub. Si potrebbe dire che queste politiche di reclutamento e selezione sono impraticabili a causa dello svantaggio istituzionale comparato dell’Italia, cioè del cuneo fiscale che ci penalizza in termini di costo del lavoro. È vero, ma non basta. Da anni, i rapporti Bes (Benessere equo e sostenibile) ci dicono che il saldo migratorio (differenza tra residenti che vanno altrove e nuovi residenti che arrivano da fuori) nel segmento delle persone laureate nella fascia 25-39 anni, per il Veneto ha sempre segno negativo (-4,6 per mille nel 2017, -2,6 nel 2018, -2,3 nel 2019), mentre ha un segno positivo nella vicina Emilia-Romagna (+15,3 per mille, +15,5, +16,2), con cui ci si confronta sempre più spesso. Questo dato riguarda tutti i settori e si spiega anche con la struttura dimensionale dell’economia delle due regioni, che in Emilia Romagna ha un numero maggiore di realtà più grandi e più competitive. Questo succede anche per le Imprese digitali. Una ricerca realizzata dall’Osservatorio Professioni Digitali dell’Università di Padova e Infocamere per il Digital Meet 2020 ha dimostrato che la dimensione media delle imprese digitali di Data Analysis e Software House in Emilia Romagna è superiore a quella del Veneto e l’intero comparto della prima, pur con 1.000 unità in meno, genera un valore complessivo della produzione superiore a quello della seconda. Nel breve termine non si può invertire la tendenza e non c’è nemmeno il tempo di aspettare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Nell’immediato, per il sistema delle imprese digitali del Veneto la sola via percorribile è «adottare» scuole professionali, istituti tecnici e ITS che preparano alle professioni digitali. Lo scorso marzo, in un seminario su digitalizzazione e progettazione dei lavori ibridi, Enaip Veneto ha presentato i suoi programmi per sviluppare le skill digitali e, di fatto, tali progetti sono stati «adottati» seduta stante dal direttore del personale di un’azienda (manifatturiera) vicentina presente. La strada è questa: percorriamola. Paolo Gubitta

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A maggio un milione di dosi. Veneto arancio, hub nei capannoni. «Fedriga giusto erede di Bonaccini»

Zaia:«Cisonopochivaccini Anoil’AstraZenecarifiutato» Resta in fascia di rischio arancione il Veneto, che però vede migliorare i parametri relativi alla diffusione della pandemia da Covid-19. Secondo il monitoraggio reso noto ieri dalla cabina di regia del ministero della Salute con l’Istituto superiore di Sanità nell’ultima settimana l’indice del contagio (Rt) è sceso da 1,12 a 0,96 e di conseguenza l’incidenza si è abbassata da 227 a 160 casi per 100 mila abitanti. La classificazione complessiva del rischio passa da «alta» a «bassa», il tasso di occupazione in Malattie infettive e Pneumologia scende al 28% (-1%), con 1.874 nuovi ricoveri (-53), a fronte di un valore-soglia del 40%. Resta la pressione sulle Terapie intensive, con un’occupazione dei letti al 31% (+1%), contro il 30% di livello di guardia, e 310 pazienti (-4). Si registrano inoltre 1.798 nuovi focolai, ai quali ieri si sono aggiunti altri 993 contagi e 32 vittime. «Contiamo ancora tra gli 80 e i 100 ricoveri al giorno, ma da una settimana il bollettino migliora — illustra il governatore Luca Zaia — le dimissioni superano gli ulteriori ingressi in ospedale. Inoltre la metà dei 32.259 veneti attualmente positivi al tampone è asintomatica, il resto ha pochi sintomi e solo il 5% necessita di ricovero. La percentuale di test positivi nel giro di una settimana è calata VENEZIA

dal 7% al 2,7%». Un trend legato anche alla campagna vaccinale, che vede il Veneto al primo posto in Italia, insieme alla Valle d’Aosta, con l’88,2% di dosi somministrate sul totale ricevuto. Ma soprattutto è a buon punto con l’immunizzazione degli anziani, condizione imposta dal premier Mario Draghi per riaprire le attività produttive ancora ferme, come ristorazione e turismo. «Ha ricevuto la prima dose di anti-Covid il 33% dei 494.443 cittadini tra 70 e 79 anni, mentre il 2,5% ha assunto anche il richiamo — spiega Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità —. Per quanto riguarda i 358.540 over 80, al 43,9% è stata somministrata la prima dose e al 35% anche la seconda, per un totale di un 78,9% coinvolto nella campagna. Infine il 26,5% dei disabili ha avuto il primo vaccino e il 22% il ciclo completo. E le Usl hanno già fissato l’appuntamento ai duemila caregiver, cioè familiari o badanti, dei pazienti oncologici». Insomma avanti tutta, al punto che ai 71 centri vaccinali operativi la Regione intende affiancarne altri più spaziosi. «Stiamo preparando grandi strutture per la vaccinazione di massa — conferma Zaia — penso a siti industriali dismessi come l’ex Pagnossin in provincia di Treviso, ai drivein, ma anche a capannoni industriali climatizzati. Diversi

La voce «altro»

Luca Zaia Anti-Covid ai giovani? Il Piano nazionale è cambiato tre volte Manuela Lanzarin Pesa anche l’uso di Astrazeneca mutato tre volte

Dopo la strigliata alle Regioni da parte del premier Mario Draghi, che le ha ammonite di «non immunizzare i 35enni prima degli anziani», e l’annuncio del presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, di voler chiedere gli elenchi dei 2.236.752 vaccinati non ricompresi nelle categorie prioritarie, ci si chiede: ma chi sono? Il ministero della Salute li raggruppa nella categoria «altro», che per il Veneto comprende 334.149 soggetti, e il Pd interroga la Regione: «Di chi si tratta, come sono stati selezionati? Sono più numerosi degli over 80 che hanno ricevuto l’anti-Covid e che dovrebbero avere la priorità assoluta. Rappresentano il 29% dei vaccinati, contro una media nazionale del 19,35%. Non capiamo, considerato anche il fatto che le persone fragili non riescono a prenotarsi sul portale regionale». Secondo l’elaborazione fornita ieri dai tecnici del settore Sanità, sotto la voce «altro» ri-

imprenditori ci hanno offerto gratuitamente quelli dismessi. I direttori generali delle Usl stanno cercando le migliori soluzioni per insediare questi presidi satellite, che però devono essere il più vicino a casa, per i cittadini». Altro che le costosissime «Primule» programmate e mai realizzate

dall’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Tutto bene se non fosse per un piccolo dettaglio: non ci sono i vaccini. «Ne abbiamo bisogno come il pane, stanno finendo, le scorte bastano per cinque giorni alla settimana — ammette Zaia —. Ne somministriamo fino a 37 mila al

giorno, ma coinvolgendo a regime anche i medici di base, gli specializzandi e i farmacisti (l’accordo è in arrivo, ndr), potremmo toccare quota 100 mila. Ho telefonato al generale Francesco Figliuolo, nuovo commissario, per chiederne ancora e la prossima settimana arriveranno 13 mila dosi di

Campagna di vaccinazione In Veneto il record di vaccinazioni, ma per i prossimi giorni in arrivo poche fiale

Protezione civile e pompieri nella categoria non prioritaria «Furbetti non ne abbiamo»

VENEZIA

Servizi essenziali Il governo Conte a febbraio ha previsto il vaccino per i vigili del fuoco

spetto a operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario, over 80, forze armate e personale scolastico, il ministero della Salute include 17 categorie. E cioè: cittadini tra 70 e 79 anni (165.797); soggetti estremamente vulnerabili e disabili (62.700); dipendenti delle Rsa (14.397); studenti di area sanitaria (9.334);

altri servizi essenziali (8.381); fascia 60/64 anni (7.457); familiari/caregiver (7.446); Protezione civile (4.647); farmacisti (4.553); strutture per disabili (3.225 ); vigili del fuoco (1.970); donatori di sangue (1.674); operatori non sanitari di strutture private (889); polizia penitenziaria (732); Servizi veterinari (425); detenuti

(288); Comunità, (come gli asili) (93). Altri 40.141 sono «in fase di verifica/assegnazione alla specifica categoria». «Vaccinazioni anomale noi non ne abbiamo fatte — assicura il governatore Luca Zaia — se risultano persone giovani già immunizzate è perché il Piano vaccinale nazionale è cambiato tre volte. Dal 27 dicembre 2020 allo scorso gennaio il diktat era di somministrare l’anti-Covid a sanitari, operatori e ospiti delle Rsa. Nella prime due voci rientrano persone giovani, così come tra i degenti delle comunità per disabili, minori, tossicodipendenti e pazienti psichiatrici. E tra il personale delle Usl c’era l’ordine di somministrare il vaccino pure agli amministrativi, ai manutentori e a tutti coloro che gravitano attorno agli ospedali. Quando a febbraio si sono riaperte le scuole — prosegue Zaia — ci è stato detto di proteggerne il personale. E poi, per estensione, le altre cate-


Corriere del Veneto Sabato 10 Aprile 2021

PRIMO PIANO

GLI AIUTI AstraZeneca, 126.300 di Pfizer Biontech e 14 mila di Johnson&Johnson. Queste ultime saranno destinate alla fetta di popolazione che Roma ci indicherà. Fino alla fine del mese, entro il quale vorremmo concludere le somministrazioni sugli over 80, le forniture si limiteranno a circa 150mila vaccini a settimana, quindi 600mila in tutto — aggiunge il presidente —. Ma per maggio dovrebbero salire a 1.090.000, con i quattro i sieri, anche se di Moderna si sono perse le tracce». Contribuiranno a potenziare la macchina organizzativa l’apertura fino a mezzanotte di almeno un centro per provincia, l’ospedale militare di Padova e le otto squadre di sanitari dell’esercito già andate

in supporto alle Usl per i tamponi e ora convertibili in team di vaccinatori. A breve la Regione firmerà poi un protocollo con i pediatri di libera scelta, che immunizzeranno i genitori degli under 16 non vaccinabili perché colpiti da malattie incompatibili con l’anti-Covid. Intanto la «fame» di vaccini è tanta da ridurre al minimo le disdette delle sedute con AstraZeneca, mentre nel resto d’Italia la percentuale di rifiuto è del 40%. «Ho detto ai colleghi governatori di dare a noi le dosi che avanzano — rivela Zaia — se non le vogliono, le prendiamo volentieri, per destinarle agli over 60 e a coloro che ne hanno assunto la prima dose. Le altre categorie verranno dopo». In attesa delle prossime forniture, si prende tempo per i richiami: la Regione annuncia una circolare con cui il ministero dilaziona a 42 giorni quelli di Pfizer Biontech, ora fissato a 21, e di Moderna, previsto a 28. «La scadenza del richiamo non deve avvenire obbligatoriamente entro quei termini — conviene il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero — ha una certa flessibilità. Deciderà Aifa». Sul fronte politico, in merito all’elezione del leghista Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, a presidente della Conferenza delle Regioni, Zaia commenta: «Sono il suo primo sostenitore, è l’uomo giusto. Succede a Stefano Bonaccini, che ringrazio perché ha saputo ben rappresentare le Regioni. Al di là delle connotazioni politiche, abbiamo portato avanti un lavoro di squadra. Io? Non sono interessato a questa poltrona, porterei via tempo al Veneto». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

gorie essenziali, come le forze armate e dell’ordine, i vigili del fuoco, la Protezione civile, per citare qualche esempio. Infine il governo Draghi ha introdotto il criterio delle fasce d’età, da noi chiesto più volte». L’altro fattore che ha alimentato la voce «altro» è stato il quadruplo cambio di destinazione, nel giro di due mesi, del vaccino di AstraZeneca. A fine gennaio le Agenzie europea e italiana del Farmaco, Ema e Aifa, l’hanno approvato fino ai 55 anni; il 16 febbraio l’Aifa ne ha esteso l’utilizzo fino ai 65; l’8 marzo sempre l’Aifa lo ha ritenuto idoneo anche per gli over 65; il 7 aprile, in seguito alla correlazione con «eventi rari di trombosi, anche fatali, in soggetti sotto i 60 anni, soprattutto donne» appurata dall’Ema, il ministero della Salute ha optato per somministrarlo solo agli over 60. «Ma nel frattempo l’avevano già assunto migliaia di persone più giovani — ricorda Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — che adesso hanno diritto alla seconda dose. Il resto delle categorie essenziali in scaletta dovrà aspettare la conclusione della campagna sugli anziani. Purtroppo il 3% degli over 60 colpiti dal Covid muore, quindi dobbiamo mettere in sicurezza prima loro». M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Crisanti

«Sono a Londra in quarantena»

VENEZIA Disavventura britannica per Andrea Crisanti che ai microfoni della trasmissione Un giorno da pecora spiega: «Sono a casa mia a Londra in quarantena perché sul volo c’era un positivo, praticamente passerò il mio soggiorno inglese rimanendo solo a casa...». Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia, è intervenuto ancora sui vaccini: «Il vaccino che ho fatto? Non ha nessun valore qui... AstraZeneca è efficace e sicuro, provoca effetti gravi in 1 caso su 2 milioni e mezzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Pone (Inps): «Si può ancora fare domanda»

Spettacolo e turismo, bonus da 2.400 euro a ventiduemila «atipici» Bonifici automatici ai beneficiari del dl Ristori Michielli: data certa per ripartire, il 2 giugno è tardi

❞ Michielli Si apra il 15 maggio altrimenti si perde tutta la finestra della Pentecoste

VENEZIA Nella triste «classifica» di chi sta patendo i maggiori danni economici legati alla pandemia ci sono i «lavoratori atipici». Una galassia di cittadini che oltre al reddito intermittente anch’esso ed essendo spesso legati all’altro grande ferito, il turismo, si ritrovano senza tutele. A loro, nei giorni scorsi, sono arrivati direttamente sul conto corrente 2.400 euro. Si tratta di una indennità una tantum prevista dal decreto Sostegni. A quanti veneti è arrivata l’indennità? Superano le 22.700 unità per un totale di sostegni a fondo perduto pari a quasi 56 milioni di euro, un decimo circa dei 565 milioni di euro totali erogati in Italia. La parte del leone con oltre 7.000 beneficiari la fanno gli intermittenti, appunto, seguiti a ruota da quasi 6.000 stagionali del turismo. Bonifici automatici erogati dall’Inps regionale e previsti per i lavoratori che erano già stati in precedenza beneficiari con il primo decreto Ristori. Antonio Pone, direttore di Inps Veneto annuncia che da metà aprile e fino al 30 del mese, sarà attiva la prenotazione on line sul portale Inps per i nuovi percettori (lo stesso tipo di lavoratori) che, non avendo usufruito per i più vari motivi del dl Ristori, possono comunque ancora chiedere l’indennità una tantum. «Il dato positivo - dice Pone - è che anche in questo caso, contiamo di poter erogare con la massima celerità la quota di 2.400 euro, un paio di settimane, così com’è stato con le erogazioni automatiche concluse in questi giorni». L’appello, quindi, è ai lavoratori stagionali e in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, gli stagionali impiegati in altri settori, gli intermittenti, gli autonomi occasionali, gli incaricati alle vendite a domicilio, i lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali e quelli dello spettacolo. L’Inps nazionale fa presente che chi ha il bonifico domiciliato in Posta, dato il limite di legge sui contanti, la somma sarà corrisposta in tre tranche da 800 euro. Per tutti gli altri è un bonifico unico sul conto corrente. «La tempestività nell’erogazione - conclude Pone in un momento difficile come questo è fondamentale. Ricordo che l’indennità una tantum è esentasse e non contribuisce al reddito». Diverso il discorso dei sostegni alle imprese che, in base alla contrazione del reddito, potranno essere erogati con un intervento dell’Agenzia delle entrate. Un aiuto ai tanti lavoratori

atipici del turismo, intanto, ma Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto e vice nazionale, lancia un appello al ministro Massimo Garavaglia facendo eco alla richiesta sempre più trasversale di «date-obiettivo» per le riaperture: «Dateci una data. Ma che non sia il 2 giugno: sarebbe troppo tardi. Il ministro del Turismo Garavaglia aveva giustamente indicato nel 15 mag-

gio l’inizio stagione. Era la data giusta, la stessa della Grecia, in coincidenza con la Pentecoste, che rappresenta il primo grande afflusso di turisti del Nord Europa nel nostro Paese. Spostare tutto al 2 giugno ci farebbe andare oltre la Pentecoste, che è da sempre il viatico di una buona stagione ovunque». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

La sede Il palazzo Inps a Venezia è sede degli uffici regionali dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale. È diretto da Antonio Pone

Dalla Procura di Bergamo

Piano pandemico e studio Oms sparito indagato il veronese Ranieri Guerra VENEZIA E’ indagato per false dichiarazioni dalla Procura di Bergamo il direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra. Il 5 novembre scorso ai Ranieri Guerra magistrati titolari Il medico dell’inchiesta per epidemia veronese, colposa il medico veronese direttore vicario negò di aver esercitato dell’Oms, pressioni sui ricercatori è indagato dai dell’ufficio Oms di Venezia pm di Bergamo perché facessero sparire dal sito dell’istituzione lo studio coordinato da Francesco Zambon che definiva «improvvisata e caotica» la gestione della pandemia da parte dell’Italia per il mancato aggiornamento del Piano pandemico, fermo al 2006. Zambon, mostrando delle e-mail ricevute da Guerra, ha invece riferito ai pubblici ministeri di essere stato da lui minacciato di licenziamento se non avesse ritirato la ricerca. L’ipotesi della Procura si basa sull’intenzione del numero due dell’Oms di salvaguardare i rapporti tra l’istituzione internazionale e il governo italiano e di

tutelare se stesso. Fino al 2017 Guerra era stato infatti a capo della Prevenzione al ministero della Salute, quindi toccava a lui aggiornare il Piano pandemico. Nella ricostruzione di Zambon l’11 maggio 2020, poche ore prima della sua pubblicazione, il documento al centro della storia era stato approvato dalle sedi Oms di Venezia e di Copenaghen e anche dal Comitato di Ginevra. Eppure il giorno dopo è sparito dal sito dell’Oms e non è mai stato ripubblicato. La vicenda, portata alla luce dalla trasmissione «Report», su Rai3, ha indotto Zambon a dimettersi dall’Oms il 31 marzo scorso. Ora sta vagliando altre proposte di lavoro. Dal canto suo Guerra dice: «Sono veramente stupito e profondamente amareggiato di essere indagato. Ho dichiarato ai pm tutto quello che sapevo in quel momento, in totale buonafede». (m.n.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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