RASSEGNA STAMPA DELL'11 APRILE 2021

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 18 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 18 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

09-APR-2021 Estratto da pag. 1-6 6566

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11-APR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 2 3043

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63 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021


da pag. 1-10 Quotidiano nazionale

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63 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021


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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 24 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-22 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 6 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 28 6566

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 2 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-5 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-27 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 24 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

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11-APR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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L'ARENA Domenica 11 Aprile 2021

VERONA Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: cronaca@larena.it

INATTESADEL«GIALLO». LeRegionial lavoroconi gruppitecnici: due letematicheassegnate Zaia,attività economiche eturismo, considerata lavocazionedell’area

IlVeneto lavoraper lariapertura Sboarina:«Ci stiamo impegnandoda mesi, perquesto abbiamopronte4nuove mostre che attendiamo diinaugurare» Manca poco, il prossimo passaggio che tutti stiamo aspettando è che il Veneto torni ad essere in zona gialla. Le Regioni italiane sono al lavoro, con loro gruppi tecnici indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in riferimento alle riaperture delle attività prevista dagli organi decisionali centrali. In quest’ambito, la Regione Veneto ha il coordinamento di due gruppi tematici specifici: il primo è prettamente sanitario e risponde a quanto previsto dal Dpcm 2 marzo 2021, art. 56 e al decreto del ministro della Salute del 23 marzo 2021, che istituisce presso il ministero un tavolo tecnico di confronto, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico individuati dal decreto del ministro della salute 30 aprile 2020. A seguito della richiesta del ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha indicato le Regioni Veneto (coordinatore), Lazio, Lombardia, Molise e la Provincia Autonoma di Trento. Il secondo gruppo di lavoro, particolarmente rilevante alla luce della grave crisi economica e delle tensioni sociali che si sono palesate, è stato costituito con riferimento alle Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, per una valutazione sugli eventuali aggiornamenti e integrazioni delle suddette linee guida, anche al fine di formulare proposte al governo sulla riapertura della attività economiche, produttive e ricreative, non appena la curva dei contagi renderà possibile programmare un allentamento delle misure attualmente in vigore. Il gruppo, coordinato dal Veneto, è costituito anche dalle Regioni Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Campania. Entrambe le linee di lavoro sono di sup-

porto e confronto con le istituzioni centrali e consentiranno nel breve periodo l’emanazione di documenti per il monitoraggio e la valutazione del rischio oltre che per la riapertura in sicurezza delle attività che saranno in grado di garantire il rispetto delle prescrizioni previste per la prevenzione del contagio da Sars-Cov2. Il documento dovrà consentire a tutte le attività di prepararsi per tempo ed essere pronti prima della stagione estiva. Un quadro all’interno del quale il Veneto, prima Regione turistica d’Italia per presenze e fatturato, e sede di prestigiose realtà culturali, come l’Arena di Verona, la Fenice di Venezia, il Teatro Stabile del Veneto, potrà dare un contributo particolarmente rilevante, anche sul fronte della vita e dell’economia che ruota attorno alla cultura. Attraverso il lavoro del gruppo interregionale sarà possibile individuare modalità organizzative e regole, dando vita anche a specifici protocolli per riaprire al pubblico le grandi occasioni di spettacolo. «Da mesi ci stiamo muovendo in questo senso», commenta il sindaco Fedrico Sboarina, «abbiamo allestito 4 mostre che nessuno ha ancora visto e che non vediamo l’ora di inaugurare, e fatto nuovi percorsi museali con le 5 nuove opere fra donazioni e prestiti. L’attività culturale dei musei ha prodotto progetti innovativi e per l’Arena abbiamo già inviato il protocollo per la riapertura del nostro anfiteatro al sottosegretario Lucia Borgonzoni che ha concordato sul fatto che Verona è capofila in Italia della ripartenza culturale». Non soltanto, Sboarina punta il dito sulla situazione vaccinale: «Il 19 giugno abbiamo la prima della stagione lirica con il maestro Muti, è necessario vaccinare più persone possibili, la nostra città deve arrivare pronta a questo appuntamento, è una sfida che non possiamo permetterci di perdere. Per il bene della città e della nostra comunità». •

Ingressoin Arenanell’estate 2020: anchequest’anno entreremocon mascherinee termoscannerall’ingresso, maaumenta il numero dispettatoriammessi

Covid, l'incidenza per Regione Numero di casi per 100.000 abitanti pubblicati nel monitoraggio di venerdì (aggiornati all’8 aprile)

416 258 238 230 206 199 188 183 179 173 170 160 148 138 136 0 130 250 CASI 0 130 100.000 ABITANTI 9 OGNI 129 IN UNA SETTIMANA 7 Il decreto legge in vigore 127 prevede 100

Valle d'Aosta Puglia Piemonte Toscana Emilia-Romagna Campania Friuli V. G. Lombardia Liguria Lazio Marche Veneto Sicilia Calabria P.A. Trento Basilicata P.A. Bolzano Sardegna Abruzzo L’EGO-HUB

Alessandra Vaccari

Umbria Molise

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il passaggio automatico in zona rossa

Fonte: Ministero della Salute

Ilbollettino

Impennata di contagi: 419 Macalanoiricoverati

Ilrepartodi Medicina generaleall’ospedaledi Borgo Roma E’stata unagiornata«calda» peri contagi quelladiierinel Veronese:419 nuovi positivi (il giornoprecedenteerano stati circala metà),un numero così

altononsi vedevadamarzo. Edèsolograzie ai 502 negativizzatinel corsodelle 24 orechela curva deicittadini attualmentecolpitidal Covidè

scesaa 6.002(-90). Dicontro,ha registratoilsegno piùil bilanciodelle vittime:altri 7 morti,per untotaledidecessi da iniziopandemia arrivatoa quota 2.489. «E’l’ultima voceche siazzererà», haspiegatoneigiorni scorsi il responsabiledei 118del Veneto, il dottorRosi, «finchèci sono contagi,cisono i ricoverie, tra le personeche finisconoinospedale, piùdiqualcunapurtroppo non sopravvive:la mortalità interapia intensivaoraèdel35%, nella primaondatainvece era del44% eriguardavasoprattuttoi più anzianiche orastiamo terminando divaccinare». Sempreieri,per ilsecondo giornoconsecutivo, ècontinuatoil calodeiricoverinegli ospedali dellacittàedellaprovincia: ora sono414 (-17) i pazienti curati nei reparti,precisamente348 inquelli diareamedica e66(dato fermo da48ore) interapiaintensiva.La curvasta lentamente flettendo versoil basso,ed èquestoil parametroguardatocon apprensionedal Ctscome «termometro»dell’andamento del contagio:ad iniziomese i veronesi ricoveraticon il Coviderano 434. C.F.

INDAGINE. L’associazione calcola quanto valgono gli interventi necessari per uscire dalla crisi delle attività economiche

Cgia invoca un «lockdown» delle tasse NoadIrpef,IresedImu senel2019il fatturato è inferiore al milione. Subito daimpegnare 80miliardi Un «lockdown» alle tasse erariali, e rimborsi più pesanti alle aziende rispetto a quelli distribuiti fino ad ora, impegnando altri 80 miliardi di euro entro la fine di luglio. È la stima fatta dalla Cgia di Mestre di quanto valgono gli interventi necessari per l’uscita dalla crisi delle attività economiche dovuta al Covid-19, nella prospettiva di un ritorno alla normalità grazie a vac-

cini e alla bella stagione. Secondo l’associazione di artigiani e imprese, sarebbe necessario permettere un blocco delle tasse erariali, che comporterebbe per partite Iva e piccole imprese un risparmio quest’anno attorno a 28 miliardi di euro. Un importo di dimensioni importanti che, secondo gli artigiani « potrebbe essere ridimensionato consentendo l’azzeramento del peso fiscale solo alle attività con ricavi al di sotto di una certa soglia o sulla base della perdita di fatturato». Il mancato gettito è stato sti-

mato ipotizzando di consentire a tutte le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di non versare per il 2021 l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni. Si tratta di circa 4,9 milioni di aziende (l’89% circa del totale nazionale), che dovrebbero comunque versare le tasse locali, per non recare problemi di liquidità a Comuni e Regioni. L’ufficio studi della Cgia auspica inoltre che l’esecutivo «metta sul tavolo almeno altri 50 miliardi di euro entro luglio che consentano di rimborsare in misura maggiore

le perdite subite dalle aziende, e permettano di compensare anche una buona parte dei costi fissi sostenuti. Modalità, quest’ultima, precisa la nota, che la Francia e la Germania hanno applicato da alcuni mesi, avendo recepito le nuove disposizioni introdotte dall’Ue in materia di aiuti di stato alle imprese». I governi Conte e Draghi, ricorda poi la Cgia, hanno già messo a disposizione delle imprese italiane 64,7 miliardi di aiuti diretti, che in buona parte devono essere ancora erogati.

La Cgia stima che finora gli imprenditori italiani abbiano beneficiato di 27 miliardi, mentre le risorse ascrivibili alla legge di Bilancio 2021 e al «decreto Sostegni» espleteranno i propri effetti principalmente nel corso di quest’anno. Gli 80 miliardi aggiuntivi proposti in questa nota porterebbero l’ammontare dei sostegni diretti alle imprese a una cifra che sfiorerebbe i 145 miliardi, importo che inciderebbe meno dell’8% sulla spesa pubblica sostenuta dall’Italia nel biennio 2020-2021. •

Localichiusi in piazzaErbe: leattivitàeconomiche chiedonoristori


Provincia 31

L'ARENA

Domenica 11 Aprile 2021

PESCANTINAeBUSSOLENGO. Lepiante nonhanno retto alle temperaturedi meno5-6 gradiregistrate nella nottedell’8 aprile.Sosdi FugoloaRegione eministero

«Per pesche e kiwi è una catastrofe» IlpresidentedellaFondazione Mercatoortofrutticolo:«Legelate hannobruciatotutti iraccolti oltreallevarietà precocidiuva»

LeRegionichiedono fondistraordinari

Unrilevatoredellatemperatura:meno4,8°

Ilghiaccio formatosi su unpescoaBussolengo

LaRegioneVeneto intende chiedereaiutoal Governo, facendofrontecomune con quellediFriuli-VeneziaGiulia, Emilia-Romagna,Lombardiae Piemonte.Lofarà non appena sarannodisponibilii primi risultatidelmonitoraggio sui dannialle colturecheègià statoavviato. L'idea èquelladi arrivareadinviareal ministero dellePoliticheagricoleuna richiestadi fondistraordinari. Sitratterebbe diaiutiche sarebberoinderoga rispetto allanormativaeal piano assicurativo2021, con i quali poterindennizzaregli agricoltoria favore deiqualile associazionidicategoria, Coldiretti,Ciae Confagricoltura,hannochiesto ladichiarazione dieccezionale avversitàatmosferica. «Le

gelatesi sono manifestate nei territoridibuona partedelNord Italiae,pertanto, con le amministrazionidituttele regioni colpiteabbiamo deciso didare vitaadun'azione unitaria,per cercarediottenere dei risarcimentichepossanoin qualchemodo ristorarele aziende»,spiegaFedericoCaner, l'assessorevenetoall'agricoltura. I dannipiùevidenti, al momento,si registranoper le coltivazioni frutticoleeper alcuneorticole a pienocampo,ma le prossime settimanesarannocruciali per capirese i germoglidellealtre coltureriusciranno omeno a svilupparsi.L’Avepa,l’organismo chesioccupa deipagamenti in agricoltura,hain programmanella prossimasettimana una seriedi sopralluoghi,per fareilpunto della situazione. LU.FI.

Situazione catastrofica per le campagne nella zona di Bussolengo e Pescantina, i cui agricoltori si sono visti praticamente azzerare le colture nella notte dell’8 aprile per le temperature scese a meno 6° e meno 5°. «Bruciati tutti i raccolti di pesche e kiwi e alcune varietà precoci di uva come lo chardonnay, con danni rilevanti fino al 100%», dice il presidente della Fondazione Mercato ortofrutticolo di

giunto che il 70% di spese sulle piante era già stato sostenuto dagli agricoltori e c’era da sperare nel raccolto per rientrare almeno dagli investimenti. Ora, purtroppo restano solo le spese». Scrive il delegato all’agricoltura e imprenditore agricolo di Pescantina, Matteo Marconi in un suo accorato post: «8 aprile 2021: ecco le immagini che non avrei mai voluto vedere! Eccole qua: dure, for-

Marconi, «assieme a Coldiretti, Avepa, al sindaco Davide Quarella, al vicesindaco Davide Pedrotti e al presidente della fondazione abbiamo fatto un sopralluogo che ha confermato la triste realtà». Anche nell’area di Bussolengo, il vicesindaco Giovanni Amantia ha accompagnato i referenti di Coldiretti e i dirigenti di Avepa a constatare i danni subiti dall’agricoltura a Bussolengo in queste ulti-

me gelate notturne. «Purtroppo la situazione è grave e si percepisce anche ad occhio nudo. Abbiamo raggiunto una temperatura minima di -4,8° centigradi e il freddo è durato per tante ore. Purtroppo il raccolto di molti tipi di frutta è andato quasi completamente perduto. Confidiamo in un rapido intervento della Regione e dello Stato in soccorso dei nostri agricoltori», conclude Amantia. • L.C.

Bussolengo e Pescantina, Gianluca Fugolo, di ritorno da una ricognizione. «Sta ai Comuni fare pressione su Regione e ministero dell’Agricoltura: è una calamità naturale che coinvolge tutto il territorio e in particolare la nostra zona delle pesche, dove si parlava già di contratti per la campagna estiva della Gdo che adesso sono gravemente compromessi perché non ci sarà prodotto. A questo va ag-

IlVeneto fa frontecomune

ti e gelide come la temperatura che è arrivata a segnare meno 5°, portando alla formazione anche di stalattiti che creano sia un paesaggio suggestivo per chi guarda solo fuori dalla finestra sia, purtroppo, un’immagine altrettanto preoccupante per tutti quegli agricoltori che avevano già visto sbocciare i primi fiori e che ora temono per l’intero raccolto. Gli agricoltori devono fare il conto non solo con

l’abbassamento dei prezzi, il tanto lavoro e il poco guadagno, ma anche con questi fenomeni che non possono essere controllati. Speriamo ora che arrivino i giusti aiuti economici per risollevare almeno in parte gli animi delusi di tutti noi imprenditori». Ricognizioni sui terreni colpiti da parte di entrambe le amministrazioni comunali di Bussolengo e Pescantina. «Venerdì mattina», precisa

SANT’AMBROGIODIVALPOLICELLA. Discussioni sudivietie orari

Lanuovaarea verdedi Sant’Ambrogiodi Valpolicella FOTO PECORA

Primadiessereaperto ilparcoè giàun ring Disputasull’area vicinaaVilla Brenzoni Bassani Massimo Ugolini

Il nuovo parco nei pressi di Villa Brenzoni Bassani a Sant'Ambrogio di Valpolicella non è stato ancora aperto ma è già al centro di un acceso botta e risposta tra maggioranza e opposizione. «La nostra intenzione è inaugurarlo quanto prima», ha annunciato in Consiglio comunale il sindaco Roberto Albino Zorzi a seguito di un'interpellanza di Alberto Marconi, consigliere del gruppo di minoran-

za Sant'Ambrogio Riparte. L'area verde fa bella nostra di sé tra la storica Villa e l'edificio polifunzionale semiaperto lungo via del Marmo. Il parco è ultimato, mancano pochi dettagli, ma non è ancora stato inaugurato a causa della pandemia. All'annuncio del sindaco è seguita un'immediata richiesta da parte dello stesso Marconi. «Nel nuovo parco», ha attaccato il consigliere di opposizione, «mi auguro che una parte sia destinata al gioco con la palla per i ragazzi

Unadelle sculturenel parco

BELFIORE. IlVenetoe ilcontrasto aiPfas magari installando una porta da calcio, un canestro oltre a un'area dedicata al passeggio dei cani. Solo così si potrà permettere alla cittadinanza di utilizzare nella sua interezza il parco. Altrimenti ricadremmo negli errori compiuti quando il sindaco Zorzi, negli scorsi 15 anni, aveva la delega all'urbanistica». Marconi ha affondato: «Mi spiace dirlo ma le aree verdi realizzate a seguito di lottizzazioni in quelli anni sono inutilizzate e onerose per i costi di manutenzione a carico di tutta la collettività». Marconi ha chiesto inoltre che l'apertura del parco, nel periodo estivo, sia estesa fino alle 23 «visto che non ci sono case abitate in prossimità». Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Zorzi: «Nel parco di Villa Brenzoni Bassani il gioco del pallone sarà, almeno inizialmente, vietato» ha affermato il primo cittadino, «vi sono aree come il campo adiacente alla scuola media utilizzabile per le partitelle». Il primo cittadino non ha escluso che «in futuro si potranno studiare soluzioni, magari facendo giocare i bambini nello spazio dell’adiacente edificio polifunzionale». Marconi ha ricordato che vi è un'altra area verde nel capoluogo ubicata in vicolo Matteotti «che potrebbe essere utilizzata, installando strutture sportive diverse. Con un filo di speranza ringraziamo sindaco e amministrazione per quanto potranno fare in favore della pratica sportiva anche nei parchi per il benessere dei nostri ragazzi». •

Gargagnago

Prosegue «Unanno conDante!» IlGruppo biblioteca Gargagnagolancia laseconda partedi«Unanno conDante!», l’iniziativachehacome curatoreLuca Frildinidel GruppoBiblioteca.Sitrattadi cinqueincontrionline sull'arte legataa Danteesulla Divina Commediaeunapasseggiata nellastessaGargagnagoper conoscerelavita del poeta. Venerdì16aprile Frildini, in videoconferenza,affronterà la tematica«L’immagine diDante nell’arte».Sabato 24 il professoreGiuseppe Degani relazionerà,attraversouna passeggiataper le viedi Gargagnago,su«La vita di Dante».Il secondoincontro onlinesisvolgerà venerdì 30: MircoCittadiniinterverrà su «L’Inferno,il regno dellacrisi»; venerdì14 maggiolo stesso Cittadiniintratterrài partecipantisu«IlPurgatorio, lacanticadellamisericordia». Venerdì28maggio sarà il professoreMassimo Pampalonia intervenire su«Il Paradisoel’innoalla Vergine». Infine,venerdì 11 giugnogran finalecon Luca Frildiniche parleràdella«Divina Commedianell’arte».La partecipazioneègratuita;per ricevereil collegamentoagli incontrionlineeprenotarsi alla passeggiataoccorrescrivere a bibliotecagargagnago@gmail.com. M.U.

Operativoabreve l’acquedotto lungo18chilometri ArrveràaLonigo eavrà una portatadi250 litrial secondo Verrà inaugurato e diventerà operativo entro pochi giorni il nuovo campo pozzi realizzato da Acque Veronesi in località Bova, nel Comune di Belfiore. Ultimate le operazioni di collaudo e pulizia, è ora in fase di ultimazione l’igienizzazione delle condotte della lunghezza di 18 chilometri, da Bova a Madonna di Lonigo nel Vicentino con un diametro nominale 1000/600. Ne ha dato conferma l’altro ieri il commissario straordinario per l’emergenza Pfas in Veneto, Nicola Dell’Acqua, precisando che il costo di questa prima parte dell’opera commissariale ammonta a 24,2 milioni di euro. Inizia così ufficialmente la graduale fase di spegnimento dei pozzi contaminati da uno dei più gravi eventi di inquinamento delle acque superficiali della storia, che ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini e decine di Comuni di una vasta area tra le province di Verona, Vicenza e Padova. «Quest’opera», fa notare il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, «è stata realizzata in due anni, da primavera 2019 a oggi, nonostante

NicolaDell’Acqua

le gravi difficoltà create dalla pandemia, per rispondere alle quali è stato necessario uno sforzo del tutto particolare. 250 litri al secondo di acqua nuova, perfettamente pulita, da bere senza alcun timore, sono anche un’onda di speranza nel futuro. Il commissario Dell’Acqua tiene inoltre a precisare che «rimane comunque operativa l’attività di filtraggio alla centrale di Madonna di Lonigo, ridimensionata sensibilmente anche nei costi, a fronte della minore quantità di acqua contaminata da trattare». Proseguono peraltro secondo i programmi i lavori relativi alle opere in carico agli altri soggetti attuatori, con previsione di ultimazione entro il prossimo anno. •


Cronaca 13

L'ARENA

Domenica 11 Aprile 2021

L’incuboCoronavirus

Iltassodipositività risaleal5,4%

Arrivanocritichesulmododi procedere

Sonostati320.892itamponimolecolari e antigenici per il coronavirus effettuati ieri in Italia, secondo idatidelministerodellaSalute.Venerdì i test erano stati 362.973. Il

tassodipositivitàèdel5,4%,inaumentodi0,2. Ed erano 3.558 i pazienti ricoverati ieriin terapiaintensiva per Covid in Italia, 45 in meno rispetto a

venerdì,mentregliingressigiornalieri in rianimazione sono stati 186 (venerdì 192). Nei reparti ordinari sonoinvecericoverate27.567persone,492 meno divenerdì.

ILCASO. Dopoleparole del premierDraghi,anche in Venetoscoppialapolemica sullepersone cheavrebbero ricevuto ilsiero non rientrandonellecategorie protette

Vaccini, ora le priorità sono un caso Zaia dà mandato alle aziende sanitarie di verificare 40mila casi. Il Pd attacca: «Disparità ancheaVerona.Enonc’èugualetrattamentotrai Comuni.Regione eUlsschiariscano» Camilla Ferro

Il problema c’è, l’ha denunciato irritato il premier Draghi: «Con che coscienza si salta la fila per vaccinarsi sapendo di esporre anziani e fragili alla morte?». I «furbetti del vaccino» finiti sotto inchiesta di diverse Procure italiane sono già più di mille: l’ipotesi di reato è truffa e peculato. E’ successo che - al di là delle connivenze dei singoli che favoriscono parenti ed amici - sarebbero state le stesse Regioni ad agevolare, attraverso una interpretazione allargata delle circolari del Governo, categorie di cittadini non aventi priorità: impiegati comunali a Padova, avvocati in Toscana, giornalisti in Campania, preti e volontari Caritas in Puglia. In Veneto, ad esempio, ad aver ricevuto il siero senza averne diritto sarebbero state più di 40mila persone che non rientrando tra quelle indicate dal Piano vaccinale sono state registrate sotto la voce «altri»: in realtà erano 322mila ma a Venezia hanno dimostrato che per 280mila

c’erano i requisiti. Proprio ieri in tarda serata, infatti, in risposta alla polemica sollevata in Consiglio sulla vicenda, è stato comunicato che «il presidente Zaia e l’assessore Lanzarin hanno dato mandato ai direttori generali delle Ulss di verificare e incrociare i dati e catalogare i soggetti che compongono questo macro gruppo». Ieri mattina il Pd, attraverso i suoi rappresentanti locali - l’onorevole Alessia Rotta, il consigliere regionale Anna Maria Bigon e il consigliere provinciale Alessio Albertini - ha duramente contestato «anomalie e disparità nella campagna di profilassi in corso a Verona» e chiesto a gran voce spiegazioni urgenti. «L’ordinanza del commissario Figliuolo stabilisce queste priorità: over 80; fragili; fascia 70-79 anni», hanno ricordato i tre amministratori, «ma a Verona questo ordine non è stato rispettato: mancano ancora 16mila ultra ottantenni, sono ancora un problema irrisolto le vaccinazioni ai non deambulanti e, nella nostra provincia, ci sono 20mila allettati non autosufficien-

ti a domicilio che stanno aspettando in grazia la loro dose». E hanno chiesto: «Chi deve procedere a prendere in carico queste persone? I medici di base? Le Usca? C’è troppa confusione, troppa indecisione e in questa situazione molti non hanno ricevuto ciò che altri, senza averne diritto, hanno avuto per vie traverse». Hanno poi spiegato che la disparità di trattamento «diventa incredibile per la coorte 70-79 anni, che ha due possibilità: prenotarsi sul portale, ma ci sono pochissimi posti liberi; accedere ai centri vaccinali comunali, dove siano stati attivati». Ed è su questo punto che Rotta, Bigon e Albertini hanno svelato «disparità di trattamento in base al colore delle amministrazioni», dichiarando apertamente che «dove c’è la Lega ci sono i vaccini, altrove invece no: lo confermano i sindaci rimasti al palo, nonostante richieste e disponibilità massima ad aprire punti vaccinali per la loro gente». Albertini ha aggiunto: «Il direttore dell’Ulss 9 Pietro Girardi in videoconferenza ha confermato che i sieri desti-

Iboxper l’accoglienzaai vaccininel padiglioneapposito dellaFiera

nati ai punti tampone comunali sono dirottati dai grandi hub. Quindi, se hai tra 70 e 79 anni e abiti nel Comune giusto, puoi vaccinarti; se vivi in quello sbagliato, non solo non puoi vaccinarti nel tuo paese, ma non puoi accedere all’hub perché i vaccini da lì sono stati spostati nei Comu-

ni “fortunati”». E li ha elencati: «Cologna Veneta ha ricevuto già 840 fiale, Nogara 1.600, San Giovanni Lupatoto 250, poi altri ancora. Perché altrove invece non sono stati attivati i centri nonostante la disponibilità dimostrata dai sindaci? A Bosco Chiesanuova, dopo un sopral-

Verona, via Cappello, 41. Un marchio in crescita, che punta sulla passione e sulle persone

luogo di oltre un mese fa con l’Ulss, nessuno ha più saputo nulla, lo stesso a San Giovanni Ilarione, Caldiero, Belfiore dove, dopo le manifestazioni di disponibilità inviate per iscritto alla Provincia e alla stessa Ulss, nessuno ha mai risposto». E Rotta: «La parità di trattamento non è rispettata, perché non è chiaro il criterio secondo il quale si scelgono i Comuni a cui inviare il farmaco: ci rifiutiamo di pensarlo, ma dobbiamo constatare quanto risulti evidente il filo politico verde che lega la scelta su certi paesi». «Il presidente Zaia si è giustificato dicendo che i 322mila “altri“ in realtà sono 44mila e faranno verifiche, ma non è una questione di numeri», conclude Bigon, «è gravissimo a prescindere, fosse anche uno solo, come lo è la discriminazione territoriale su base partitica che temiamo sia reale. Regione e Ulss devono delle spiegazioni chiare. Vogliamo sapere chi sono questi “altri“ che si ritrovano vaccinati prima di chi ne ha diritto». E poi, la stoccata finale: «Chiediamo anche se è vero che un importante gruppo industriale veronese ha già ricevuto i sieri per i propri dipendenti, mentre anziani e fragili continuano morire». •

Replicadell’Ulss

«Sonoimedici nonisindacia chiedereisieri» «Discriminazioneterritoriale nelladistribuzionedei vaccini? Assolutamenteno, abbiamo datoil farmacoa tuttala provinciaseguendo l’unico protocollopossibile, cioè quellocheprevede chela richiestaarrivi daimedici di medicinageneraleche devono indicarequantità edate per il ricevimento».Questala replica deldirettoregeneraledell’Ulss 9PietroGirardi alleaccuse del Pd:«E’ il puntodipartenza che hannoutilizzatoper attaccare lacampagna vaccinalead esserefuorviante:non sonoi sindacia doverchiedere all’Ulssi vaccinima imedici di famigliache, conoscendo i loro pazientie quindile reali necessità,sifanno arrivare -se cisono -i sieri»,haconcluso, «chepoi possono somministraredirettamente neiloroambulatori o,se è impossibile,inspazi messia disposizionedai Comuni,dalla ProtezioneCivile, dalla Provincia». C.F.

Informazione commerciale

Taglio del nastro per il Salewa Store nel cuore del centro storico cittadino Venerdì 9 aprile ha aperto i battenti a Verona il nuovo Salewa Store, dedicato esclusivamente ai prodotti del brand altoatesino che sviluppa e produce attrezzatura tecnica per la montagna, unendo materiali tradizionali a un design moderno, con standard ambientali e sociali elevati ed una grande consapevolezza per la regionalità, la qualità e il valore. Un’inaugurazione che non poteva che essere sobria, vista la situazione generale legata alla pandemia, ma che deve essere salutata con grande entusiasmo ed ottimismo, visto che l’apertura del Salewa Store ha consentito l’assunzione di cinque giovani, tutti di età attorno ai trent’anni, quattro dei quali avevano recentemente perso il lavoro per le conseguenze della crisi economica post Covid. Alla cerimonia del taglio del nastro hanno presenziato anche i genitori di Andrea Zambaldi, l’alpinista veronese scomparso nel 2014 durante una spedizione in Tibet, fortemente legato al mondo Salewa. “Siamo soddisfatti di aver trovato la location ideale per una comunità di alpinisti così importante come quella di Verona”. ha spiegato Gianluca Coneglian, retail director del Gruppo Oberalp. ”Verona non solo è ad un passo dal Monte Baldo e dalla Lessinia, le montagne dei veronesi, ma è anche la porta verso tutte le Alpi orientali. Il nostro augurio è che il nuovo Salewa Store possa diventare un punto di competenza tecnica e di servizio per tutti gli appassionati della montagna”, ha affermato Coneglian. Il nuovo Salewa Store, che occupa una superficie complessiva di 120 metri quadri, disposti su due piani, si trova in via Cappello 41, a pochi passi dal bal-

Sono imminenti altre nuove aperture Salewa, azienda etica in forte espansione, che punta sull’innovazione e la qualità

Staff ai lati dello store manager M. Savegnago (sin.), sig.ra Nadia, mamma di A. Zambaldi e G. Coneglian

Inaugurato il 9 aprile il nuovo punto vendita dedicato agli amanti della montagna Si tratta del 32esimo negozio del gruppo Oberalp in Italia, il 59esimo in Europa

cone di Giulietta, un riferimento notissimo ai veronesi come ai turisti. Per la comunità di Salewa il nuovo negozio ha un ulteriore significato particolare, legato alla già citata figura di Andrea Zambaldi, amico e collega ricordato anche da un suggestivo pannello all’interno dello store. “Pur in un periodo complicato dalle limitazioni e dal distanziamento, il Gruppo Oberalp e il marchio Salewa proseguono con la strategia di sviluppo dei negozi Salewa nelle principali località urbane per portare il nostro servizio agli appassionati che vivono in città”, ha sottolineato Coneglian. “Il nuovo Salewa Store si rivolge sia a chi già frequenta la montagna e cerca un servizio tecnico e personalizzato, sia al nuovo pubblico di consumatori che sta scoprendo questo ambiente come

luogo di rifugio e benessere, una destinazione incontaminata in cui vivere in sicurezza il proprio desiderio di contatto con la natura.” Una schiera di nuovi appassionati della montagna e dell’immersione nella natura che durante la pandemia è cresciuta, accogliendo molte persone che mai in precedenza avevano provato questi interessi. Se amate la montagna, il Salewa Store di Verona diventerà sicuramente il vostro punto di riferimento, il negozio dove trovare tutto ciò che serve e che può rendere la vita outdoor ad alta quota ancora più piacevole ed emozionante. Il nuovo Salewa Store di Verona, che si affianca all’Outlet del marchio bolzanino presente dal 2002 a Sona, è il 32esimo negozio del gruppo Oberalp in Italia ed il 59esimo in Europa.

Se un’azienda cresce anche durante una pandemia mondiale significa che vanta radici solide e persegue una filosofia vincente. Salewa intendeva aprire cinque nuovi store nel 2020, ma ne ha aperti sette ed altre aperture sono imminenti, a Settimo Torinese, Monaco di Baviera e Zakopane (Polonia). Perchè Salewa, azienda famigliare italiana, gestita da manager moderni ed efficienti, continua ad espandere la presenza in Italia, col punto vendita di Verona che affianca quelli di Milano, Genova, Torino, Padova, Aosta, oltre allo store all’Oriocenter di Bergamo, per citare alcuni dei 32 negozi, ma anche all’estero, con 27 punti vendita, compresi quelli di Vienna, Barcellona e Varsavia. Un successo che è legato a due cardini della filosofia aziendale, la passione e le persone. La passione per la montagna e la natura porta ad un processo produttivo ecosostenibile, con tutti i prodotti certificati da enti esterni e la

posizione di leader all’interno della Fairwear Foundation, realtà che visita tutti i fornitori per garantire i lavoratori operino nel totale rispetto della legalità. A ciò si aggiunge l’innovazione, che ha portato, ad esempio, alla creazione di una linea di capi per l’arrampicata realizzati in canapa, la fibra naturale più resistente del pianeta, il cui soffice filato la rende più confortevole e traspirante del cotone.


2

Domenica 11 Aprile 2021 Corriere del Veneto

VE

Il virus

La nuova ondata

PROGETTI E

LaRegione guidaigruppi di lavoroperla modificadei parametridi valutazioneelaripartenza delleattività. Gli albergatori:servonodate certe Gli indicatori

di Marco Bonet VENEZIA Se il pressing dei governatori (in particolare quelli del centrodestra) e del leader della Lega Matteo Salvini riuscirà a fare breccia nell’esecutivo Draghi, il Veneto potrebbe essere una delle tre Regioni ad aprire in anticipo rispetto alla scadenza fissata per fine aprile (con noi, il Lazio e il Molise). Si sa che per decreto nazionale tutta l’Italia sarà in zona rossa o in zona arancione fino a fine mese; tuttavia, a causa delle proteste di piazza crescenti e dei distinguo sempre più marcati in seno alla maggioranza, a Palazzo Chigi starebbe maturando l’idea di consentire una prima tranche di riaperture già da lunedì 19 aprile, nel caso in cui il moni-

VACCINAZIONI 70-79 ANNI VACCINAZIONI OVER 80 Dati in percentuale Dati in percentuale 2° 1° 1° 2° dose dose dose dose Veneto 82,95 46,48 35,91 Basilicata 2,48 Toscana 80,83 38,01 31,16 Veneto 2,30 P. A. Bolzano 3,27 77,11 30,48 P. A. Trento 54,92 Lazio 76,38 52,52 28,40 Molise 3,24 Valle d'Aosta 3,09 75,97 45,66 26,85 Marche P. A. Trento 3,05 75,70 26,11 P. A. Bolzano 62,47 Sicilia 74,92 25,21 Lombardia 33,36 2,22 Emilia R. 74,52 40,98 24,79 Emilia R. 2,50 Campania 72,00 24,57 Piemonte 43,41 1,50 Friuli V. G. 71,61 46,81 19,94 Lazio 1,81 Liguria 70,73 39,91 19,72 Abruzzo 1,99 ITALIA 69,09 35,91 18,72 Umbria 2,38 Molise 68,69 37,55 16,22 ITALIA 2,64 Sardegna 66,30 39,99 12,96 Puglia 2,33 Piemonte 65,01 12,50 Campania 41,60 2,37 Marche 64,71 11,81 Friuli V. G. 40,44 1,80 Abruzzo 63,61 10,55 Sardegna 20,43 1,46 Calabria 62,81 10,29 Valle d'Aosta 28,81 4,00 Lombardia 2,90 57,79 17,39 5,50 Toscana Umbria 56,99 38,31 4,93 Liguria 1,41 Puglia 55,46 35,48 3,54 Calabria 1,23 Basilicata 49,23 33,64 2,64 Sicilia 1,41

INDICE RT sotto 1,00 Sardegna Valle d'Aosta Sicilia Campania Liguria Basilicata Puglia Toscana Umbria Veneto Calabria ITALIA P. A. Bolzano Piemonte Lazio Abruzzo Marche P. A. Trento Lombardia Emilia-R. Molise Friuli V. G.

Dati 24 marzo 2021 1,00sopra 1,25 1,25 1,54 1,39 1,22 1,19 1,19 1,15 1,06 1,02 0,97 0,96 0,93 0,92 0,91 0,90 0,90 0,89 0,86 0,86 0,85 0,81 0,81 0,79

Fonte: dati ministero Salute e Iss

INCIDENZA DEI CASI PER 100MILA ABITANTI Dal 2 aprile 2021 all’8 aprile 2021

Molise Umbria Abruzzo Sardegna Basilicata P. A. Bolzano P. A. Trento Calabria Sicilia Veneto Marche Lazio Liguria Lombardia ITALIA Friuli V. G. Campania Emilia-R. Toscana Piemonte Puglia Valle d'Aosta

58 100 127 129 130 130 136 138 148 160 170 173 179 183 185 188 199 206 230 238 258 416 L’Ego-Hub

Bar,ristorantimapurecinemaeteatri Venetoprontoariaprireprima

toraggio di venerdì desse esiti particolarmente positivi per alcuni territori. Sulla base di quanto detto dal premier Mario Draghi durante la sua ultima conferenza stampa, oltreché dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, per ottenere il via libera sarebbe necessario combinare non solo un quadro epidemiologico confortante ma anche risultati soddisfacenti nella campagna vaccinale. Il Veneto soddisferebbe entrambi i benchmark. Dal punto di vista sanitario, infatti, il monitoraggio dell’altro ieri indica un indice del contagio Rt a 0,96, in calo rispetto all’1,12 della settimana precedente ma soprattutto al di sotto della fatidica soglia di 1, il cui superamento indica la diffusione del virus sul territorio. L’incidenza dei positivi ogni 100 mila abitanti è a 160 casi, contro i 227 di una settimana fa. Infine, la classificazione complessiva del rischio è passata da «alta» a «bassa», nonostante la pressione sulle Terapie intensive, i cui posti

Occhi al 19 aprile Quel giorno il governo potrebbe anticipare le aperture per le Regioni in regola con i dati sanitari e le vaccinazioni

letto hanno un tasso di occupazione del 31%, con soglia di guardia al 30%. Quanto all’andamento della campagna vaccinale, stando al report di ieri 308.372 persone, pari al 6,3% della popolazione veneta, hanno completato il ciclo con entrambe le dosi; 822.017, pari al 16,8% della popolazione, hanno ricevuto la prima iniezione; il tasso di copertura degli over 80 è dell’80,8% (siamo secondi in Italia dietro alla Basilicata); quello della classe 70-79 al 36% (primi in Italia); le dosi somministrate dall’inizio della campagna sono 1.130.389, l’89,3% delle forniture ricevute (primi in Italia). Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato che «è importante procedere verso lo scenario di riaperture che tutti

Fascia Viola

auspichiamo ma con grande cautela e flessibilità». Una posizione in sintonia con quella del presidente della Regione Luca Zaia, che nonostante l’insistenza di Matteo Salvini per le riaperture (per la Lega rappresentano un segnale di discontinuità forte rispetto al modus operandi del ministro della Salute Roberto Speranza, leader di Leu), pure predice cautela chiedendo sì che si possono riavviare le attività, perché «ne va della tenuta economica, sociale e psicologica delle nostre comunità» ma con «gradualità» e «cautela». «In questo contesto non esistono soglie definite per riaprire - ha poi avvertito Bursaferro - ma modelli e indicatori come il numero progressivo di popolazione vaccinata, la circolazione delle varianti e il livello che rende possibile il

di Antonella Viola

Locali e palestre, riaperture all’aperto Padovana di adozione Originaria di Taranto, si è laureata a Padova dove vive. È sposata ed è madre di due figli

C

on l’arrivo dei vaccini e della bella stagione è necessario iniziare a programmare l’allentamento delle restrizioni e la ripartenza del Paese. Ma per farlo correttamente, senza commettere errori clamorosi, bisogna affidarsi alla scienza e ai dati che abbiamo a disposizione, grazie agli studi effettuati in varie parti del mondo. E non bisogna dimenticare che le riaperture devono essere graduali, per poter analizzare e gestire il loro impatto sull’andamento dell’epidemia. Non possiamo quindi pensare di riaprire tutto allo scadere di una data del calendario: è necessario procedere gradualmente e con intelligenza, basandoci su alcuni fatti ormai dimostrati. Il contagio all’aperto è un evento molto raro. Diversi studi

La prima dell’Arena Il 25 luglio scorso, dopo la prima ondata, fu all’insegna del distanziamento

effettuati in paesi come la Cina, gli Usa o l’Irlanda hanno permesso di dimostrare quanto molti di noi sostenevano da tempo e cioè che la possibilità di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 all’aperto è bassissima. Questo è un dato di fatto che ci dovrebbe permettere di programmare al più presto, per esempio, la riapertura dei ristoranti o dei bar all’aperto, con regole ben precise sulla distanza tra i tavoli e soprattutto sul numero massimo di persone che possono sedere al tavolo. O, ancora, potremmo dare la possibilità agli operatori del settore fitness di organizzare corsi e attività nei parchi, intervento quanto mai urgente, non solo per la crisi che il settore sta affrontando ma anche per l’importanza dell’attività fisica per la

salute di adulti e ragazzi. D’altro canto, è ovvio che situazioni di assembramento non sono accettabili perché, quando la distanza tra le persone viene a mancare, il contagio, anche all’aperto, diventa possibile. I vaccini riducono fortemente la diffusione del contagio. In tutti i paesi che hanno portato avanti la campagna di vaccinazione, dal Regno Unito ad Israele, i contagi sono drasticamente calati, permettendo le riaperture e il ritorno graduale alla normalità. Noi non abbiamo effettuato un numero di vaccinazioni sufficiente a ridurre il contagio ma, volendo dare la possibilità a teatri, cinema, musei, hotel e palestre di ripartire, potremmo permettere a chi ha completato il ciclo di vaccinazioni di viaggiare, vedere una mostra, o allenarsi in palestra. E, combinando questi lasciapassare per i vaccinati con la possibilità di

Cerchiamo di non lanciare slogan e di non dividerci ancora una volta in squadre avversarie

effettuare tamponi rapidi per chi ancora non lo è, molte attività potrebbero ripartire subito. L’idea di utilizzare i test rapidi per permettere alle persone di partecipare a un evento può funzionare, ma solo a determinate condizioni: i grandi eventi di massa basati sull’uso dei tamponi rapidi sono ancora un azzardo, perché anche pochi falsi negativi, in un contesto di forte assembramento, possono causare grossi problemi. Tuttavia, con un numero di persone limitato e le distanze mantenute, come per esempio in una palestra o in un teatro, questo strumento si potrebbe rivelare utile per ricominciare. Cerchiamo quindi di non lanciare slogan e di non dividerci ancora una volta in squadre avversarie, ma di mettere nero su bianco proposte concrete che possano far ripartire il Paese in sicurezza. Le condizioni ci sono: bisogna solo fare le © RIPRODUZIONE RISERVATA mosse giuste.


Corriere del Veneto Domenica 11 Aprile 2021

CURE tracciamento di 50 casi per 100 mila». La Regione Veneto è schierata in prima fila su entrambi i fronti. Guida infatti sia il gruppo di lavoro per la revisione e l’aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico (il superamento dei famosi «21 parametri» è da tempo uno dei pallini di Zaia, che li ritiene poco aderenti alla realtà dei singoli territori) sia quello che dovrà stendere le linee guida «per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, non appena la curva dei contagi renderà possibile programmare un allentamento delle misure attualmente in vigore» come si legge in una nota diramata ieri da Palazzo Balbi. Dunque potrebbero rialzare le serrande non solo bar e ristoranti, ma anche piscine palestre cinema e teatri. «Attraverso il lavoro di questo gruppo interregionale sarà possibile individuare modalità organizzative e regole, dando vita anche a specifici protocolli per riaprire al pubblico le grandi occasioni di spettacolo - si legge infatti nella nota -. Il documento dovrà consentire a tutte le attività di prepararsi per tempo ed essere pronti prima della stagione estiva». Che è esattamente ciò che chiedono gli albergatori di Jesolo: «Occorrono date certe per le aperture perché alle strutture ricettive servono almeno tre settimane per andare pienamente a regime - spiega il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio - tutto viaggia ancora sui binari dell’incertezza, per un comparto che ha, invece, necessità di avere certezze per potersi riorganizzare in vista della prossima stagione. È evidente - aggiunge - che entro la terza settimana di aprile è fondamentale, rispetto all’andamento della situazione pandemica, avere indicazioni certe sull’avvio della stagione che, mi auguro, possa essere entro la metà di maggio. Va programmata anche la promozione - conclude Maschio sulla base delle date di reale apertura delle strutture e tenendo conto di alcune dinamiche di consumo del prodotto turistico. Altrimenti si rischia di fare “spot” e non promozione, con risultati non all’altezza degli investimenti fatti».

PRIMO PIANO

3 VE

Il sottosegretario Costa: «Le Regioni con grande capacità di somministrarli vanno messe nelle condizioni di operare al meglio» Trasporti

Mom e Atvo tamponi ai bus per scoprire se c’è il virus a bordo VENEZIA Tamponi ai bus per garantire la massima sicurezza di chi guida e utilizza i mezzi pubblici. E’ l’iniziativa avviata da Atvo, l’azienda di trasporti del Veneto Orientale, in collaborazione con la ditta Chimicambiente di Este (Padova), che da oltre 15 anni effettua analisi nel settore ambientale e dei materiali (analogo progetto interessa anche la Mom di Treviso). «Ogni settimana — spiega il direttore di Atvo, Stefano Cerchier — i mezzi che vengono utilizzati per le linee di maggiore fruizione verranno sottoposti a tampone. Significa che verranno raccolti campioni nei punti interni che più vengono a contatto con le persone come i campanelli, i maniglioni di salita e discesa e i poggiatesta. Nel caso in cui risultassero tracce di Covid, il mezzo verrebbe fermato e sottoposto ai trattamenti specifici». Inizialmente le analisi si concentreranno sulle linee più frequentate, quelle utilizzate per il trasporto scolastico, che con la riapertura delle scuole sono tornate a servire migliaia di ragazzi. Ci si soffermerà, soprattutto, sulle linee che servono i poli scolastici più grandi, quelli di Portogruaro, San Donà e Jesolo. «La sicurezza dei nostri collaboratori e di chi viaggia è prioritaria — aggiunge Fabio Turchetto, presidente Atvo — confesso che abbiamo lanciato il progetto anche perché ci amareggia sentire come i mezzi di trasporto pubblico siano sempre additati quali luoghi di contagio. Rispettiamo tutti i protocolli e ora aggiungiamo un’altra misura di sicurezza». Atvo effettuerà i tamponi ogni settimana: è l’unica azienda di trasporto pubblico in Italia, assieme alla Mom di Treviso, che realizza queste verifiche con cadenza così regolare. Analoghi controlli vengono periodicamente compiuti anche da Actv, l’azienda di trasporti del capoluogo, che in passato ha rilevato su alcuni mezzi la presenza di tracce di Covid (non è una rarità trovare minimi depositi del virus sulle superfici di mezzi e locali pubblici). Le sanificazioni e i controlli sono comunque serrati. La scorsa settimana i carabinieri del Nas hanno effettuato delle verifiche su alcuni mezzi e terminal di Atvo e Actv, per cercare l’eventuale presenza del coronavirus. In seguito a questi controlli non sono state rilevate tracce di Covid-19 o irregolarità. Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Pd torna a chiedere chiarezza sui vaccini somministrati a persone «non identificate», ricomprese dal ministero della Salute nella voce «altro», cui sono state destinate finora 334.149 dosi, poche in meno rispetto alle 361.832 inoculate agli over 80. Non convince la tabella diffusa dalla Regione con la specifica dei soggetti compresi nella categoria indicata, come Protezione civile, detenuti, polizia penitenziaria, insegnanti, vigili del fuoco. «Restano comunque 40.141 soggetti non identificati che hanno ricevuto almeno una dose e non sappiamo in quale sottocategoria rientrino — denuncia il Pd —. Su questo esercito attendiamo chiarimenti dalla Regione». E la nota ufficiale di Palazzo Balbi arriva: «Nel consueto incontro giornaliero in videoconferenza con i direttori generali delle Usl, in relazione alle 40.141 somministrazioni che non risultano classificate, il presidente Luca Zaia e l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, hanno dato mandato di verificare e incrociare i dati e catalogare i soggetti inclusi nel macrogruppo». Su possibili «furbetti» indaga la Procura di Vicenza. Un’indagine al momento esplorativa, senza indagati, scaturita dopo i controlli a campione effettuati la scorsa settimana dal Nas di Padova al centro vaccinale allestito in fiera. «Sono arrivate delle segnalazioni, alcune così generiche da non consentire alcun approfondimento, altre più specifiche, che stiamo verificando — dice il procuratore di Vicenza, Lino Giorgio Bruno —. Non si tratta di un procedimento contro persone note, almeno per ora, ed è prematuro anche azzardare ipotesi di reato e a quali eventuali sviluppi potrà portarci». Ha depositato un esposto l’avvocato Paolo Mele senior, a nome dell’ex giudice di pace Letterio Balsamo, che avrebbe lamentato percorsi preferenziali a favore di alcuni lavoratori e a discapito delle categorie a rischio, chiedendo alla Procura di rilevare eventuali illeciti. «Il privilegio a favore di determiVENEZIA

Ifurbidelvaccino, indaginiaVicenza L’UsldiTreviso portalelisteaiNas IlPd:«LaRegionechiarisca».Zaiastrigliaidg

❞ Giorgio Bruno Abbiamo aperto un’inchiesta per ora senza indagati sulla base di segnalazioni

❞ Francesco Benazzi Per non buttare via 3mila dosi, abbiamo chiamato giornalisti e Comuni

nate categorie costituisce una discriminazione sociale — spiega Mele — se i soggetti a rischio dovessero rientrare nelle statistiche dei deceduti non andrebbe ravvisata una responsabilità?». Precisa Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Usl 8 Berica: «Furbetti? Che io sappia non ce ne sono, del resto abbiamo messo in campo una serie di misure per evitarlo: quando gli utenti si iscrivono sul portale noi verifichiamo i dati. Ma è anche vero che eroghiamo un servizio, non siamo una struttura di vigilanza. L’appello è che ognuno aspetti il suo turno, se ci sono categorie prioritarie c’è un perché». Due giorni fa Antonio Stano, direttore del Servizio d’Igiene dell’Usl Pedemontana, aveva dichiarato: «Se a fine seduta avanzano dosi per defezioni non le buttiamo, ma evitiamo di darle a chi non rientra nelle fasce previste. I Nas controllano, sono stati anche da noi, acquisendo gli elenchi e i registri relativi ad ogni vaccinato. Ciascuna dose è tracciabile». Antenne alzate anche a Treviso. L’Usl ha messo a disposizione dei Nas le liste dei vaccinati in provincia, giorno per giorno. «Immagino che i carabinieri stiano facendo il giro di tutte le Usl — spiega il dg Francesco Benazzi — noi abbiamo sempre seguito le indicazioni del governo. Prima i sanitari e le case di riposo, i soggetti fragili e gli anziani, le forze dell’ordine e gli insegnanti. C’è stata una sola giornata in cui, per non buttare via tremila vaccini già aperti, abbiamo fatto una convocazione di massa a lavoratori comunali, chieden-

do a tutti i sindaci della provincia di avvisare i propri dipendenti, e ai giornalisti. È durato un solo pomeriggio ed è stato tutto alla luce del sole». Imbucati e furbetti, dice Benazzi, non ce ne sono stati: «Avevamo previsto di convocare i lavoratori dei supermercati ma il progetto è stato sospeso quando è arrivato il diktat di procedere per fasce d’età. Le vaccinazioni di “saltafila”, per quanto mi risulta, riguardano la fascia d’età 70-79 anni, prevista dal Piano vaccinale. Non abbiamo mai creato liste parallele, piuttosto una categoria che doveva essere vaccinata, la polizia penitenziaria, non lo è ancora. Proce-

Il nodo Restano 40.141 soggetti non identificati che hanno ricevuto almeno una dose deremo appena possibile». Sempre i N as hanno chiesto all’Usl 4 del Veneto orientale le liste dei dipendenti comunali e eventualmente di assessori e consiglieri dei Comuni, vaccinati, dopo le polemiche delle scorse settimane che avevano portato anche a un esposto alla magistratura. Sulla carenza dei vaccini dice invece il sottosegretario Andrea Costa: «Credo che le Regioni con grande capacità di somministrarli debbano essere messe nelle condizioni di operare nel miglior modo, affinché non vada vanificata la buona organizzazione». Benedetta Centin Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere del Veneto Domenica 11 Aprile 2021

CURE tracciamento di 50 casi per 100 mila». La Regione Veneto è schierata in prima fila su entrambi i fronti. Guida infatti sia il gruppo di lavoro per la revisione e l’aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico (il superamento dei famosi «21 parametri» è da tempo uno dei pallini di Zaia, che li ritiene poco aderenti alla realtà dei singoli territori) sia quello che dovrà stendere le linee guida «per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, non appena la curva dei contagi renderà possibile programmare un allentamento delle misure attualmente in vigore» come si legge in una nota diramata ieri da Palazzo Balbi. Dunque potrebbero rialzare le serrande non solo bar e ristoranti, ma anche piscine palestre cinema e teatri. «Attraverso il lavoro di questo gruppo interregionale sarà possibile individuare modalità organizzative e regole, dando vita anche a specifici protocolli per riaprire al pubblico le grandi occasioni di spettacolo - si legge infatti nella nota -. Il documento dovrà consentire a tutte le attività di prepararsi per tempo ed essere pronti prima della stagione estiva». Che è esattamente ciò che chiedono gli albergatori di Jesolo: «Occorrono date certe per le aperture perché alle strutture ricettive servono almeno tre settimane per andare pienamente a regime - spiega il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio - tutto viaggia ancora sui binari dell’incertezza, per un comparto che ha, invece, necessità di avere certezze per potersi riorganizzare in vista della prossima stagione. È evidente - aggiunge - che entro la terza settimana di aprile è fondamentale, rispetto all’andamento della situazione pandemica, avere indicazioni certe sull’avvio della stagione che, mi auguro, possa essere entro la metà di maggio. Va programmata anche la promozione - conclude Maschio sulla base delle date di reale apertura delle strutture e tenendo conto di alcune dinamiche di consumo del prodotto turistico. Altrimenti si rischia di fare “spot” e non promozione, con risultati non all’altezza degli investimenti fatti».

PRIMO PIANO

3 VE

Il sottosegretario Costa: «Le Regioni con grande capacità di somministrarli vanno messe nelle condizioni di operare al meglio» Trasporti

Mom e Atvo tamponi ai bus per scoprire se c’è il virus a bordo VENEZIA Tamponi ai bus per garantire la massima sicurezza di chi guida e utilizza i mezzi pubblici. E’ l’iniziativa avviata da Atvo, l’azienda di trasporti del Veneto Orientale, in collaborazione con la ditta Chimicambiente di Este (Padova), che da oltre 15 anni effettua analisi nel settore ambientale e dei materiali (analogo progetto interessa anche la Mom di Treviso). «Ogni settimana — spiega il direttore di Atvo, Stefano Cerchier — i mezzi che vengono utilizzati per le linee di maggiore fruizione verranno sottoposti a tampone. Significa che verranno raccolti campioni nei punti interni che più vengono a contatto con le persone come i campanelli, i maniglioni di salita e discesa e i poggiatesta. Nel caso in cui risultassero tracce di Covid, il mezzo verrebbe fermato e sottoposto ai trattamenti specifici». Inizialmente le analisi si concentreranno sulle linee più frequentate, quelle utilizzate per il trasporto scolastico, che con la riapertura delle scuole sono tornate a servire migliaia di ragazzi. Ci si soffermerà, soprattutto, sulle linee che servono i poli scolastici più grandi, quelli di Portogruaro, San Donà e Jesolo. «La sicurezza dei nostri collaboratori e di chi viaggia è prioritaria — aggiunge Fabio Turchetto, presidente Atvo — confesso che abbiamo lanciato il progetto anche perché ci amareggia sentire come i mezzi di trasporto pubblico siano sempre additati quali luoghi di contagio. Rispettiamo tutti i protocolli e ora aggiungiamo un’altra misura di sicurezza». Atvo effettuerà i tamponi ogni settimana: è l’unica azienda di trasporto pubblico in Italia, assieme alla Mom di Treviso, che realizza queste verifiche con cadenza così regolare. Analoghi controlli vengono periodicamente compiuti anche da Actv, l’azienda di trasporti del capoluogo, che in passato ha rilevato su alcuni mezzi la presenza di tracce di Covid (non è una rarità trovare minimi depositi del virus sulle superfici di mezzi e locali pubblici). Le sanificazioni e i controlli sono comunque serrati. La scorsa settimana i carabinieri del Nas hanno effettuato delle verifiche su alcuni mezzi e terminal di Atvo e Actv, per cercare l’eventuale presenza del coronavirus. In seguito a questi controlli non sono state rilevate tracce di Covid-19 o irregolarità. Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Pd torna a chiedere chiarezza sui vaccini somministrati a persone «non identificate», ricomprese dal ministero della Salute nella voce «altro», cui sono state destinate finora 334.149 dosi, poche in meno rispetto alle 361.832 inoculate agli over 80. Non convince la tabella diffusa dalla Regione con la specifica dei soggetti compresi nella categoria indicata, come Protezione civile, detenuti, polizia penitenziaria, insegnanti, vigili del fuoco. «Restano comunque 40.141 soggetti non identificati che hanno ricevuto almeno una dose e non sappiamo in quale sottocategoria rientrino — denuncia il Pd —. Su questo esercito attendiamo chiarimenti dalla Regione». E la nota ufficiale di Palazzo Balbi arriva: «Nel consueto incontro giornaliero in videoconferenza con i direttori generali delle Usl, in relazione alle 40.141 somministrazioni che non risultano classificate, il presidente Luca Zaia e l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, hanno dato mandato di verificare e incrociare i dati e catalogare i soggetti inclusi nel macrogruppo». Su possibili «furbetti» indaga la Procura di Vicenza. Un’indagine al momento esplorativa, senza indagati, scaturita dopo i controlli a campione effettuati la scorsa settimana dal Nas di Padova al centro vaccinale allestito in fiera. «Sono arrivate delle segnalazioni, alcune così generiche da non consentire alcun approfondimento, altre più specifiche, che stiamo verificando — dice il procuratore di Vicenza, Lino Giorgio Bruno —. Non si tratta di un procedimento contro persone note, almeno per ora, ed è prematuro anche azzardare ipotesi di reato e a quali eventuali sviluppi potrà portarci». Ha depositato un esposto l’avvocato Paolo Mele senior, a nome dell’ex giudice di pace Letterio Balsamo, che avrebbe lamentato percorsi preferenziali a favore di alcuni lavoratori e a discapito delle categorie a rischio, chiedendo alla Procura di rilevare eventuali illeciti. «Il privilegio a favore di determiVENEZIA

Ifurbidelvaccino, indaginiaVicenza L’UsldiTreviso portalelisteaiNas IlPd:«LaRegionechiarisca».Zaiastrigliaidg

❞ Giorgio Bruno Abbiamo aperto un’inchiesta per ora senza indagati sulla base di segnalazioni

❞ Francesco Benazzi Per non buttare via 3mila dosi, abbiamo chiamato giornalisti e Comuni

nate categorie costituisce una discriminazione sociale — spiega Mele — se i soggetti a rischio dovessero rientrare nelle statistiche dei deceduti non andrebbe ravvisata una responsabilità?». Precisa Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Usl 8 Berica: «Furbetti? Che io sappia non ce ne sono, del resto abbiamo messo in campo una serie di misure per evitarlo: quando gli utenti si iscrivono sul portale noi verifichiamo i dati. Ma è anche vero che eroghiamo un servizio, non siamo una struttura di vigilanza. L’appello è che ognuno aspetti il suo turno, se ci sono categorie prioritarie c’è un perché». Due giorni fa Antonio Stano, direttore del Servizio d’Igiene dell’Usl Pedemontana, aveva dichiarato: «Se a fine seduta avanzano dosi per defezioni non le buttiamo, ma evitiamo di darle a chi non rientra nelle fasce previste. I Nas controllano, sono stati anche da noi, acquisendo gli elenchi e i registri relativi ad ogni vaccinato. Ciascuna dose è tracciabile». Antenne alzate anche a Treviso. L’Usl ha messo a disposizione dei Nas le liste dei vaccinati in provincia, giorno per giorno. «Immagino che i carabinieri stiano facendo il giro di tutte le Usl — spiega il dg Francesco Benazzi — noi abbiamo sempre seguito le indicazioni del governo. Prima i sanitari e le case di riposo, i soggetti fragili e gli anziani, le forze dell’ordine e gli insegnanti. C’è stata una sola giornata in cui, per non buttare via tremila vaccini già aperti, abbiamo fatto una convocazione di massa a lavoratori comunali, chieden-

do a tutti i sindaci della provincia di avvisare i propri dipendenti, e ai giornalisti. È durato un solo pomeriggio ed è stato tutto alla luce del sole». Imbucati e furbetti, dice Benazzi, non ce ne sono stati: «Avevamo previsto di convocare i lavoratori dei supermercati ma il progetto è stato sospeso quando è arrivato il diktat di procedere per fasce d’età. Le vaccinazioni di “saltafila”, per quanto mi risulta, riguardano la fascia d’età 70-79 anni, prevista dal Piano vaccinale. Non abbiamo mai creato liste parallele, piuttosto una categoria che doveva essere vaccinata, la polizia penitenziaria, non lo è ancora. Proce-

Il nodo Restano 40.141 soggetti non identificati che hanno ricevuto almeno una dose deremo appena possibile». Sempre i N as hanno chiesto all’Usl 4 del Veneto orientale le liste dei dipendenti comunali e eventualmente di assessori e consiglieri dei Comuni, vaccinati, dopo le polemiche delle scorse settimane che avevano portato anche a un esposto alla magistratura. Sulla carenza dei vaccini dice invece il sottosegretario Andrea Costa: «Credo che le Regioni con grande capacità di somministrarli debbano essere messe nelle condizioni di operare nel miglior modo, affinché non vada vanificata la buona organizzazione». Benedetta Centin Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

11-APR-2021 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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11-APR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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PROVINCIA

DOMENICA 11 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

borgo valbelluna

Acc, i lavoratori chiedono sostegno ai cittadini Domani alle 9 inizia il presidio davanti alla prefettura: «Venite a trovarci in tanti, ci aiuterete a salvare il nostro futuro» BORGO VALBELLUNA

Il presidio davanti alla prefettura di Belluno, a sostegno della vertenza dell’Acc di Mel, è aperto a tutti coloro che desiderino solidarizzare con i lavoratori e sostenere il loro impegno per il rilancio dell’azienda. Inizierà domani mattina alle 9, presenti i massimi dirigenti dei sindacati, e continuerà ininterrottamente fino a giovedì, data in cui il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, incontrerà ni governatori del Veneto, Zaia, e del Piemonte Cirio. Da qui l’appello che i lavoratori hanno lanciato ieri, attraverso un manifesto, concordato con le segreterie pro-

vinciali di Fim, Fiom e Uilm di Belluno, e le Rsu aziendali. IN LOTTA DA UN ANNO

«Da oltre un anno lottiamo per garantire un futuro industriale ed occupazionale alla storica fabbrica di compressori di Borgo Valbelluna, che da più di mezzo secolo contribuisce in maniera significativa alla crescita economica e sociale della nostra provincia», si legge nel manifesto, «il governo e il ministero dello Sviluppo economico hanno annunciato nei mesi scorsi la nascita del progetto Italcomp, polo italiano del compressore, per il rilancio di una storica produzione della quale il nostro Paese è stato leader Europeo

e per opporsi allo strapotere dei produttori asiatici». Secondo lavoratori e sindacati, questa è un’autentica strategia di politica industriale a partecipazione pubblica utile a riaffermare il ruolo strategico della industria manifatturiera essenziale per il rilancio del Paese fuori da sterili localismi e nebbie pseudo-moderne. «Ora siamo ad uno snodo essenziale», affermano, «il governo deve decidere in tempi brevi, pena la morte per asfissia finanziaria di Acc, vero cuore pulsante del progetto Italcomp; in ballo la salvezza di oltre 700 posti di lavoro. Per tutto questo da lunedì (domani, OES) saremo in presidio permanente sotto la prefettu-

rocca pietore

Passi del Sella, a settembre parte la sperimentazione «Ora pensiamo al Fedaia» ROCCA PIETORE

Passo Fedaia, il grande dimenticato. «Con molta speranza apprendo dell’accordo sulla regolamentazione dei transiti sui passi dolomitici, cosa giusta che porterà sicuramente un miglioramento nella gestione del traffico. Però... C’è sempre un solito, grande però, come il grande dimenticato passo Fedaia». Lo fa notare Lucia Farenzena, coordinatrice del Consorzio turistico Marmolada-Val Pettorina. Per l’accesso sostenibile ai passi intorno al Sella è stato raggiunto un accordo tra il Veneto, la Provincia di Belluno, Trento e Bolzano ed i Comuni direttamente coinvolti. L’accordo sarà firmato in maggio. Nessuna chiusura del traffico è prevista in estate, ma probabilmente in settembre ci saranno delle sperimentazioni in tal senso.

Ma dalla val Pettorina e dagli operatori turistici che fanno riferimento alla Marmolada si ricorda che il Fedaia è chiuso dai primi di dicembre per neve e che non è stato ancora riaperto, almeno dalla parte bellunese. «Altro che sostenibilità», sospira di delusione (e di rabbia...) Farenzena, «la chiusura del Fedaia non dipende dal Bellunese, dal Veneto, ma dal Trentino», spiega, «è la Provincia autonoma vicina che dovrebbe mettere in sicurezza la strada dalle slavine, dalle valanghe. La proposta fatta con i fondi dei Comuni di confine sembrava equa, ma ancora una volta la non volontà dei confinanti è andata nella direzione di penalizzare il territorio di Rocca Pietore. È un peccato, perché l’area del passo, sempre molto affollata, permetterebbe anche in inverno una fruibilità da parte dei turi-

sti che avrebbero la possibilità di spostarsi liberamente accedendo ad un’offerta maggiore vista la contiguità di Rocca con Canazei». Ben venga, dunque, la valorizzazione dei passi intorno al Sella, nel senso della sostenibilità, «ma di fatto», constata amaramente Farenzena, «resta interdetta agli ospiti della Val di Fassa che non sciano, la

Gli operatori economici lamentano tanti disagi «per una chiusura lunga già cinque mesi» possibilità di visitare la Marmolada. Come ai nostri ospiti di accedere a delle attività interessanti che si svolgono nella valle vicina». Il tutto per pochi chilometri. «Non avere una mobilità sbar-

ra di Belluno per chiedere per l’ennesima volta una rapida convocazione di un tavolo presso il ministero dello sviluppo economico per concordare tempi e modalità dell’avvio del progetto».

le». Non è escluso, fra l’altro, che prima di giovedì ci sia un incontro tra i sindacati ed il presidente Zaia, al quale affidano il progetto di Italcomp, ma anche la richiesta di verificare la possibilità di un prestito ponte, fino all’estate, di 6 milioni di euro, in modo da fronteggiare tutte le incombenze di Mel, anche relative alla sicurezza degli stipendi. Domani, intanto, fra i primi che passeranno a portare solidarietà ai lavoratori del presidio, ci sarà il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, che sta seguendo passo dopo passo la vicenda. —

L’APPELLO

Ed ecco il senso ultimo dell’appello. «Chiediamo a quanti (partiti politici, associazioni, amministratori pubblici, cittadini, OES)) hanno a cuore il rilancio industriale e occupazionale della nostra provincia di passare per il presidio: saremo felici di accoglierli insieme alle lavoratrici e ai lavoratori di Acc per condividere la nostra lotta che è di tutta la nostra comunità provincia-

rata sarebbe di beneficio per tutti. Molte attività economiche del territorio di Rocca fanno riferimento per acquisti alla Val di Fassa». Arriva immediata la comprensione del Comitato degli operatori turistici dei passi dolomitici, presieduto da Osvaldo Finazzer, con albergo sul Pordoi. «Quando ho avuto modo di leggere le premesse dell’accordo sulla possibile chiusura dei valichi ai traffici mi sono detto: adesso mollo tutto. Ho poi chiesto lumi e mi è stato spiegato che non ci saranno chiusure. Ma non sono affatto tranquillo. Però mi coglie la stizza, la rabbia: da una parte, sul Fedaia, non si decidono a mettere al riparo quella strada dalle valanghe, da questa immaginano di regolamentare la frequentazione. Le varie istituzioni continuino pure in questo modo e ben presto si troveranno a fare i conti con la spoliazione dei passi». Un esempio? Da anni il Cai ha posto in alienazione il rifugio ristrutturato sul Pordoi. Non riesce a trovare un acquirente. «Qui ci sarebbe la disponibilità a fare un passo avanti, ma nessuno si azzarda a compierlo», spiega Finazzer, «con l’incertezza del futuro, aggravata dalla pandemia». — F.D.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN BREVE

FRANCESCO DAL MAS

Una manifestazione Acc

© RIPRODUZIONE RISERVATA

erto e casso

Sarà messa in sicurezza la strada verso l’abitato Lavori anche al cimitero ERTO E CASSO

Sono due i lavori pubblici che il Comune di Erto e Casso intende realizzare da qui alla fine dell’anno. Entrambi sono stati affidati all’architetto Paolo De Lorenzi, responsabile dell’ufficio tecnico, e in totale peseranno sulle casse del municipio per quasi 700 mila euro. La pericolosa strada che porta a Casso, l’unica che salga sino all’abitato, sarà allargata e messa in sicurezza. In ballo c’è quasi mezzo milione di risorse, destinate all’ampliamento della carreggiata in alcuni punti dove le manovre di guida e gli incroci dei mezzi si rendono estremamente insidiosi. Per l’occasione saranno posati anche dei nuovi guardrail lungo i profondi pendii che costeggiano l’asse viario, per migliorare ulteriormente i livelli di sicurezza.

Il sindaco Fernando Carrara ha anche disposto l’investimento di 200 mila euro per l’allargamento del cimitero di Erto e per la valorizzazione delle aree adiacenti. In questo caso si tratta di un intervento imposto dall’alto numero di persone originarie della Val Vajont che risiedono fuori comune ma che chiedono di essere sepolte in paese. Infine le alienazioni di immobili di proprietà del Comune. Per razionalizzare il patrimonio e evitare spese di manutenzione che gravino sulla collettività, l’ente ha individuato quattro alloggi situati in via Val Zemola. I beni saranno venduti nel 2022 e il loro prezzo è stato stimato in quasi 90 mila euro ciascuno. Ogni appartamento è dotato di garage e cantina. — FABIANO FILIPPIN © RIPRODUZIONE RISERVATA

FARMACIE

ORARIO FERIALE

tel. 0437 501104; CAPRILE, Corso Veneto 1, tel. 0437721112; SEREN DEL GRAPPA, via Marconi, tel. 0439 44024.

Limana Consiglio comunale convocato per il 14

Mattino 8.45-12.30, pomeriggio 16-19.30 (Cortina 9 - 12.45 e 16 - 19.30)

Mercoledì alle 17. 30 (diretta streaming sul canale youtube del Comune) primo consiglio comunale di Limana del 2021. Tra i punti in discussione l’approvazione della convenzione con l’Um Valbelluna per la gestione associata e coordinata dei servizi cimiteriali. All’odg anche l’approvazione del rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2020 e l’adesione allo sportello unico per l’edilizia (Sue) che verrà gestito in modalità telematica.

TURNO 24 ORE SU 24

GUARDIE MEDICHE

BELLUNO, Perale piazza Vittorio Emanuele 12, tel. 0437 25271; TAMBRE, via Marconi 11/c, tel. 0437 49012; SEDICO, via De Gasperi 10, tel. 0437 852009; PONTE NELLE ALPI, piazzetta Bivio 10, tel. 0437 99232; LENTIAI, via Piave 48, 0437 750581; VIGO, piazza Sant’Orsola 1, 0435 77003; CANDIDE, via VI Novembre, tel. 0435 68836; VALLE DI CADORE, via XX Settembre 74, tel. 0435 519070; BORCA, via Roma 25, tel. 0435 482018; CANALE D’AGORDO, piazza Papa Luciani 5,

Cortina Codivilla (Valle del Boite, Centro Cadore); Val di Zoldo - Centro Servizi (Longaronese, Zoldo); Belluno, Ospedale (Ponte, Belluno, Limana e Alpago); Santo Stefano Via Dante (Comelico e Cadore). Canale d’Agordo via Roma (basso Agordino, valle del Biois); Caprile Via Dogliani (alto Agordino): 118 Per Mel, Lentiai Sedico, Trichiana, 0439 883783-883784; Alano, Cesio, Feltre, Seren, Pedavena, Sospirolo, Quero Vas, San Gregorio, S. Giustina, 0439 883287-883785 Lamon, Fonzaso, Arsiè, Sovramonte 0439 883781-883782


REGIONE

DOMENICA 11 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

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Il crac di Veneto Banca vincenzo consoli a sorpresa al palazzo di giustizia di treviso

«Rifarei tutto, chiedo un giusto processo» L’ex potentissimo ad della Popolare arriva a piedi ma evita il contatto con i risparmiatori ed entra in tribunale dai sotterranei Marco Filippi / TREVISO

Arriva a piedi, in viale Verdi, l’ex potentissimo amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli. Mancano pochi minuti alle 9.30, ora dell’inizio della prima udienza del processo che lo vede imputato dei reati di aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza e, a sorpresa, contro ogni pronostico, accompagnato dal suo legale milanese Ermenegildo Costabile, appare per presenziare al procedimento. Il passo è deciso ma si ferma non appena oltrepassa un muretto che ostruiva la vista dell’entrata del tribunale di Treviso, presidiata da una trentina di risparmiatori del Coordinamento Don Torta. Verso di lui arrivano polizia e carabinieri in borghese, che garantiscono il servizio di ordine pubblico. Viene velocemente accompagnato e scortato giù per la rampa dei parcheggi. A Consoli viene evitato il contatto con i risparmiatori ed entra nel palazzo di giustizia dai sotterranei, mentre dalla zona dell’ingresso un risparmiatore urla: «Fatelo entrare da qui». È l’unico momento di tensione che si registra, nel blindatissimo tribunale di Treviso, pochi minuti prima dell’inizio del processo a Consoli per il primo filone d’inchiesta del crac di Veneto Banca. L’ex amministratore delegato, nei momenti in cui viene accompagnato nei sotterranei, non parla. Ma al termine dell’udienza, poco dopo le 12.30, un Consoli, più rilassato, senza l’incubo di affrontare rispar-

la difesa

«È un capro espiatorio lui stesso ha perso sette milioni di euro» TREVISO

Vincenzo Consoli, con l’avvocato Ermenegildo Costabile, all’uscita del tribunale di Treviso

miatori imbufaliti per aver perso tutti i loro risparmi investiti nell’ex Popolare di Montebelluna (il presidio di protesta era stato tolto mezz’ora dopo l’inizio dell’udienza, OES), incalzato da una raffica di domande nel breve tragitto che divide il tribunale dal parcheggio dove c’è la sua auto, concede qualche battuta. Nulla di clamoroso, con la promessa però che alla fine del processo parlerà. «Eccome se parlerò» preannuncia «ma oggi non ha senso». Per Consoli, un tempo venerato banchiere, l’effetto di entrare in tribunale è stato di un certo impatto emotivo: «Non ero mai stato in un’aula di un palazzo di giustizia prima di oggi» dice «È sicura-

mente un’esperienza pesante. Quello che mi auguro è di avere una giustizia giusta, solo questo. Sono un uomo fiducioso. Mi rincuora il fatto di aver visto un tribunale sereno e attento. Questa, almeno, è stata la mia impressione quando ero seduto lì davanti a loro». Consoli si prende una breve pausa quando gli si chiede cosa non rifarebbe se potesse tornare indietro. Ma poi replica deciso: «Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, tranne acquistare i due milioni di titoli del 2014 e 2015, quando io non c’ero più, perché sono soldi che ho perso». E sui manifestanti che prima di entrare aveva accuratamente evitato: «Manife-

stanti? Io non ne ho visti» dice «Ma speriamo che capiscano anche loro». Sembrano ormai lontani i tempi in cui, all’uscita del tribunale di Treviso, dopo l’udienza per lo stato di insolvenza di Veneto Banca, nell’aprile del 2018, l’ex presidente del Cda Massimo Lanza, arrivato tra l’altro dopo Consoli, fu contestato con fischi, urla e sputi da un centinaio di risparmiatori in «una situazione di allarmante caos». L’ex ad di Veneto Banca, prima di salire in macchina, chiude con una battuta: «Amarezza? L’amarezza è formidabile». Ora il suo pensiero è già alla prossima udienza del 19 aprile. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

varato il programma lifelab

Compiuti più trapianti nel Veneto Ricerca per creare organi artificiali VENEZIA

L’emergenza del Covid non ha interrotto nel 2020 l’attività dei trapianti, che è cresciuta rispetto all’anno precedente. Gli organi trapiantati sono stati 496, contro 488 del 2019. I dati sono stati elaborati dal Coordinamento Regionale per i Trapianti del Veneto (Crt), che fornisce anche maggiori dettagli: i trapianti di rene sono stati 282 (contro 267 dell’anno precedente), quelli di cuore 49 (41 nel 2019), 132 quelli di fegato (141), 12 quelli di pancreas (7) e 21 quelli di polmone (32). Il report è stato diffuso alla vigilia della giornata dedicata alla Donazione e al Trapianto di organi, che viene celebrata

oggi. Per il Veneto è anche l’occasione di presentare un programma di ricerca denominato Lifelab per lo studio sulla rigenerazione di organi e tessuti e la creazione di organi artificiali, che non ha eguali in Italia, coordinato dal Coris, il Consorzio per la Ricerca Sanitaria della Regione Veneto, e finanziato dalla Regione Veneto con 3,5 milioni di euro. «Sono dati che riempiono di orgoglio e di gratitudine per tutti i sanitari che li hanno resi possibili e per le famiglie dei donatori» dice il presidente della Regione Luca Zaia «e che costituiscono la conferma di un obbiettivo centrato: sostenere il progresso dell’intero sistema sanitario regionale anche in un periodo drammatico e im-

i dati nel bellunese

Nel 2020 tredici prelievi in provincia «Senza donazione non c’è trapianto» Due prelievi multiorgano a cuore battente eseguiti a Belluno, dieci i prelievi multitessuto su persona deceduta, uno a Feltre. Sono alcuni dati 2020 del Coordinamento trapianti Ulss1, ai quali si aggiungono i prelievi di tessuti oculari: 65 a Belluno, 24 a Feltre, 1 a Pieve e 1 a Agordo. Quanto alle donazioni di tessuti da viventi, 12 quelle di tessuto osteotendineo ad Agordo (3 a Belluno, 7 a Feltre). Infine, le donazioni di membrana

amniotica sono state 15. Poi la promozione con le scuole: Dal Piaz e Renier, la collaborazione con Aido. «Ogni persona che opera in questo settore porta dentro di sé un profondo riconoscimento per quanti permettono la realizzazione del percorso donazione-trapianto: i donatori. Senza donazione non c’è trapianto» dicono dal coordinamento. E oggi, diretta Facebook Aido con il dg Carraro e il coordinamento.

È una corsa contro le lancette della prescrizione, ma la fiducia che si arrivi a una sentenza di primo grado, che preserverebbe eventuali richieste di danni in sede civile, c’è ancora. E dopo che il collegio, presieduto dal giudice Umberto Donà (a latere Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brusegan), ha preannunciato che il processo viaggerà al ritmo di un’udienza a settimana, l’ottimismo si è fatto largo tra i numerosi legali di parte civile. Sulla carta si dovranno sentire 230 testimoni: 30 chiamati a deporre dalla procura e 200 dalla difesa. Si prevede una scrematura della lista dei testimoni della difesa. Di sicuro, Vincenzo Consoli, come ha preannunciato il suo legale, l’avvocato Ermenegildo Costabile, non si sottrarrà all’esame in aula e dirà la sua, rispondendo alle domande dei pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama e dei legali della difesa e di parte civile. Quella di ieri è stata un’udienza prettamente tecnica. Come previsto, sono state riproposte tutte le eccezioni che erano state sollevate davanti al giudice Gianluigi Zulian durante l’udienza preliminare. A fare la parte da leo-

pegnativo come quello della lotta al Covid e dell’organizzazione della prevenzione e della campagna vaccinale». «Ogni trapianto riuscito è una vita salvata» sottolinea l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin «dietro alla quale si muovono in perfetto sincrono centinaia di persone, dalla famiglia che decide la donazione, al volontariato che la promuove, alle decine e decine di chirurghi, medici, infermieri altamente specializzati, che operano sempre in totale multidisciplinarietà. Ma le vite si salvano anche con la ricerca, motivo per il quale il Veneto dedica a questa giornata nazionale un lavoro straordinario come il programma LifeLab, abbinato a una statistica in crescita che, in un periodo come questo, risulta assolutamente eccezionale». Nonostante questo impegno e la sensibilità dei cittadini veneti sul tema della donazione di organi, i pazienti in attesa di trapianto in Veneto a fine 2020 erano 1.208, un dato in miglioramento rispetto ai 1.243 in lista alla fine

ne, come previsto, l’avvocato Costabile che ha riproposto la questione dell’incompetenza territoriale del tribunale di Treviso, chiedendo il trasferimento a Trento, dopo aver scoperto che tra le potenziali parti danneggiate, che detenevano azioni nel 2016, figurano due magistrati che operano nel distretto della Corte d’Appello di Venezia. Costabile ha anche puntato il dito sulla genericità del capo d’accusa formulato dalla procura. Il legale di Veneto Banca in liquidazione ha chiesto l’estromissione dalla responsabilità civile così come accordato in sentenza dai giudici vicentini alla Popolare di Vicenza in liquidazione. Su queste eccezioni i giudici si pronunceranno all’udienza del 19 aprile. Alla fine dell’udienza Costabile ha attaccato: «Consoli ha perso 7 milioni di euro in azioni di Veneto Banca, di cui 2 acquistati nel 2015, con l’ultimo aumento di capitale. Per una questione logica una persona così non può essere accusato dei reati che gli si contestano quando invece la procura ha archiviato posizioni di persone che avevano appena 200 mila euro in azioni di Veneto Banca». — M.FIL. © RIPRODUZIONE RISERVATA

del 2019, ma che evidenzia ancora una volta l’annosa questione dell’insufficienza di organi. Il Progetto di ricerca LifeLab, Coordinato dal Coris, il Consorzio per la Ricerca Sanitaria della Regione Veneto comprende 21 progetti attivi in parallelo sulla rigenerazione dei più diversi tessuti e organi: dal cuore ai polmoni, dall’esofago all’udito, dai condotti urinari ai reni, dalla cute al fegato. Partito nel 2018, il programma vede impegnati complessivamente oltre 60 ricercatori dell’Università di Padova e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. Gli obiettivi sono ambiziosi: a seconda degli ambiti di applicazione, si studia da una parte come “ringiovanire” e ricondizionare gli organi umani, al fine di rendere idonei al trapianto organi che oggi vengono ritenuti non utilizzabili, dall’altra l’applicazione di metodiche innovative per la creazione di organi artificiali con maggiore biocompatibilità rispetto alle attuali soluzioni. —


CADORE - COMELICO

DOMENICA 11 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

pieve di cadore

Domato l’incendio di Pozzale con elicotteri e due Canadair Le squadre da terra hanno garantito il rifornimento d’acqua e spento le ceppaie La bonifica è proseguita per tutta la giornata contando sull’arrivo della pioggia re regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin – di iniziare i viaggi tra Santa Croce e Pozzale, per rilasciare i loro carichi d’acqua sulle fiamme. Sempre dal cielo hanno lavorato due elicotteri della Regione, mentre a terra i vigili del fuoco assicuravano il riempimento con le autobot-

Stefano De Barba PIEVE DI CADORE

È rientrato attorno a mezzogiorno, quando gli ultimi focolai principali sono stati spenti, l’allarme per l’incendio boschivo a monte di Pozzale, tra il Col Nudo e la Punta di Colio. Due elicotteri della Regione che pescavano acqua dai vasconi a valle e due Canadair che hanno fatto la spola tra Pozzale e il lago di Santa Croce hanno fatto il grosso del lavoro, mentre da terra avanzavano gli uomini dei Servizi forestali regionali e i volontari antincendio boschivo Antelao e di Soverzene per affrontare lo smassamento e lo spegnimento delle ceppaie ardenti. La seconda giornata di mobilitazione per l’incendio, scoppiato nel pomeriggio di venerdì, è iniziata ieri appena ha fatto giorno. La luce del sole ha permesso infatti ai Canadair – l’annuncio dell’intervento di due velivoli era stato dato dall’assesso-

I due aerei cisterna hanno fatto la spola con il lago di S. Croce ad ogni lancio

Le operazioni in due immagini dei volontari Aib di Soverzene

Simone a Carlotta De Martin Fabbro davanti al locale che hanno rilevato

C’è chi dalla montagna scappa e chi ci investe Due giovani di Padola rilevano il Moiè di Padola

«Ci prendiamo il b&b» Simone e Carlotta sfidano tutto e tutti LA SCOMMESSA

er tanti giovani che lasciano la montagna ce ne sono due, Simone e Carlotta, che non solo hanno deciso di restare ma anche di investirci. Ventitre anni lui, venti lei, rispettivamente fratello e sorella: all’anagrafe Simone e Carlotta De Martin Fabbro che, con la collaborazione dei genitori Stefano e Daniela, hanno assunto la gestione del ristorante (e, all’occorrenza anche

P

b&b) Moié di Padola, un ex agriturismo che dopo vent’anni di attività rischiava di chiudere i battenti per sempre di fronte alla volontà dei proprietari di dedicarsi finalmente alla meritata pensione. «Quando ho saputo della possibilità di prendere in gestione il Moié non ci ho pensato su due volte», racconta Simone, in qualità di “portavoce” della famiglia De Martin Fabbro di Dosoledo, «cosa mi ha spinto ad intraprendere questa iniziativa? La voglia di lavorare. Ho trascorso gli ulti-

mi mesi chiuso in casa dopo che l’avvento del Covid ha di fatto bloccato la ricettività turistica. Lavoravo in un rifugio in Pusteria quando, da un giorno all’altro, mi sono ritrovato seduto in poltrona senza fare niente. Ero stufo di stare ad aspettare; per questo, insieme a mia sorella e con l’aiuto di nostra madre che farà da supervisore, abbiamo deciso di lanciarci». Neanche i dubbi e le incertezze da rimandare al Covid hanno frenato la vostra intraprendenza? « Siamo elettrizzati da questa nuova avventura professionale. Diciamo che il nostro sogno era quello, un giorno, di poter avere una struttura tutta nostra. Rispetto ai programmi, la possibilità di farlo si è palesata forse prima di ogni più rosea previsione ma il fatto che siamo ancora molto giovani non ci spaventa, tutt’altro. Per quanto riguarda il periodo, sono fiducioso che presto tutto potrà tornare alla normalità. Abbiamo fissato il 20 giugno come data di

ti delle vasche per il prelievo dell’acqua. Il collegamento agli idranti presenti in paese ha permesso poi di garantire il riempimento delle vasche senza trasbordi di acqua con le botti. «Rivalutiamo l’importanza del lago pieno e pulito in Centro Cadore, a servizio delle nostre montagne, anche per que-

apertura ma contiamo di poter tornare a muoverci liberamente tra le nostre amate montagne anche prima di quella data. Sono fiducioso anche sul ritorno degli stranieri in Comelico, pr me già durante l’estate si potrà tornare a viaggiare oltre confine; ma il vero boom lo avremo in autunno». Quali saranno gli elementi fondanti del Moié in versione linea giovane? «Abbiamo tante idee ma per il momento manterremo fede alle tradizioni. In queste settimane faremo alcuni lavori di ristrutturazione. Al ristorante abbineremo sei camere da letto. Tutto il resto lo vedremo cammin facendo, l’importante è iniziare». Cosa ti senti di dire ai giovani che scelgono di lasciare la montagna? «Tanti cercano altrove quei servizi che, in effetti, la montagna non offre. Penso ai miei coetanei che raggiungono Lignano per trascorrere una serata in discoteca. Le peculiarità della vita di montagna sono altre ma non per questo meno belle. Personalmente credo in quello che faccio e mi piace dove sono cresciuto e vivo, quanto basta per pensare ad un futuro qui, tra i monti del Comelico». L’ultima annotazione, di fatto, è un piccolo sassolino da levarsi dalla scarpa. «Qualcuno, in queste settimane, ci ha detto: “Beati voi che, essendo giovani, avete potuto usufruire di contributi per avviare l’attività” . A queste persone rispondo che non c’è nessun contributo a disposizione di noi giovani. Abbiamo fatto tutto da soli». — GIANLUCA DE ROSA © RIPRODUZIONE RISERVATA

stioni di sicurezza», ha commentato l’assessore comunale Stefano Campi sottolineando il vai e vieni dei Canadair dal più lontano lago di Santa Croce. Anche il Comune ha dato una mano alle operazioni: «Per poter arrivare da terra fin sotto l’incendio», dice Campi, «c’era un tratto di 200 metri di strada ancora innevato. Lo abbiamo aperto con i nostri mezzi, ci sono volute tre ore di lavoro perché la neve da portare via era parecchia, ma era fondamentale poter arrivare da terra per portare avanti il lavoro di fino». Una volta spenta dal cielo la parte bassa dell’incendio, è stato allestito un campo in quota con vasca e naspi per poter spegnere i focolai rimasti nella zona alta. Un lavoro che è proseguito per tutto il resto della giornata, confidando nelle previsioni di pioggia per lo spegnimento definitivo di tutte le braci sparse sull’area di tre ettari attraversata dal fuoco. «Quella zona era stata già martoriata da Vaia, che ha buttato giù 4-5 mila metri cubi di alberi», spiega ancora Campi. «L’anno scorso abbiamo ripulito tutto portando via il legname, dunque il fuoco ha trovato soprattutto sterpaglie. La pulizia degli schianti fatta lo scorso anno è dunque servita, ci è andata di lusso con questo incendio». Ora la parola passerà ai carabinieri forestali che dovranno fare chiarezza sulle cause esatte dell’incendio. —

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in via telematica

I ladini del Cadore in assemblea sabato 24 CENTRO CADORE

L’Union ladina del Cadore de Medo, che in questo 2021 compie i suoi primi 40 anni di vita, si riunisce in assemblea. La presidente Cinzia Vecellio Mattia ha convocato i soci (ovviamente in videoconferenza) per sabato 24 aprile alle 17. Cinque sono i punti all’ordine del giorno. In apertura ci sarà una relazione sulle iniziative portate avanti l’anno scorso e verrà poi approvato il bilancio 2020. Saranno quindi illustrate le attività che si svolgeranno durante il 2021, anche sperando che ci sia un allentamento delle attuali restrizioni. In chiusura sarà approvato il bilancio preventivo per l’anno in corso e saranno trattati temi vari ed eventuali con spazio agli internet dei soci. La seduta, in base alla normative anti contagio si terrà tramite la piattaforma Zoom. Il link la quale collegarsi è stato inviato a tutti i soci tramite posta elettronica. — A.S.

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pieve di cadore: sulla ciclabile

Staccionata da riparare Una famiglia al lavoro

Un momento dell’intervento sulla staccionata divelta PIEVE DI CADORE

I cittadini “adottano” la ciclabile delle Dolomiti. Giacomo Zangrando, giovane titolare dell’azienda agricola Damos, nell’omonima località, grazie all’aiuto dei familiari nei giorni scorsi ha messo da parte le faccende quotidiane per dedicarsi al ripristino di una staccionata lungo la ciclabile che da Sottocastello scende verso la vecchia Cavallera, divelta dalle abbondanti nevicate invernali. Il legno aveva infatti ceduto sotto la pressione della neve, proprio in un punto della pista considerato delicato in termini di sicurezza perché nelle adiacenze del sottopasso che permette ai cicloturisti di evitare l’attraversamento dell’Alemagna. Giacomo ha deciso così di “adottare”, simbolicamente, quel tratto ciclabile provvedendo al ri-

pristino della staccionata. L’occasione, inoltre, è stata utile per raccogliere la tanta immondizia scoperta al suolo, soprattutto bottiglie di plastica evidentemente lanciate dalle auto in corsa. «Il mio vuole essere un semplice gesto d’amore per il territorio in cui ho deciso di vivere», dice Giacomo, «ho investito tutto me stesso nel rilancio del borgo di Damos, convinto del fatto che in questo piccolo angolo di paradiso chiamato Cadore si possono davvero fare tante belle cose. Partendo da piccolo gesti, consapevoli che ognuno può dare un contributo». Per ripristinare la staccionata Zangrando, con l’aiuto dei familiari, ha impiegato una giornata e non ha escluso di tornare per “adottare” un ulteriore tratto. — DIERRE © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

DOMENICA 11 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario

In Veneto arriva J&J, vaccino senza richiami Il direttore della sanità Flor: «Entro venerdì attendiamo da 12 a 15 mila dosi, saranno destinate ad over 80 e soggetti fragili» Non vi sono limiti d’età e gli studi pubblicati ne documentano l’efficacia rispetto alle varianti più diffuse. Le similitudini con AstraZeneca, si diceva: successivamente all’autorizzazione in ambito Ue, la stessa Ema ha avviato «una revisione del segnale di sicurezza» alla luce dei «rari casi di trombosi successivi alla vaccinazione registrati negli Stati Uniti». Al riguardo, l’agenzia americana Fda riconosce che «l’indagine sui casi è in corso» pur se «al momento non è emerso alcun nesso causale tra gli eventi».

Tant’è. Se tempi e quantità di consegna saranno rispettati, da qui alla fine di aprile la sanità del Veneto potrà contare complessivamente su 150 mila dosi settimanali. «Ci bastano a malapena per cinque giorni, abbiamo allestito una macchina da guerra ed è costretta a procedere con il freno tirato», è la lamentazione quotidiana del governatore Luca Zaia, lesto a raccomandare ai manager delle Ulss «tolleranza zero» verso gli immancabili furbetti del vaccino in agguato. —

Il prof Plebani, che ha curato lo screening del personale universitario a Padova, spiega le caratteristiche dei test in uso

permette di riconoscere quantità di virus anche più piccole. E poi ci sono quelli di quarta generazione, non rapidi, che si eseguono con strumentazioni da laboratorio e che hanno una sensibilità paragonabile quasi a quella dei molecolari». Esistono anche i molecolari rapidi, perché non vengono utilizzati? «I molecolari “rapidi” hanno un’accuratezza paragonabile ai molecolari “classici”, ma sono utilizzati esclusivamente nelle situazioni di urgenza, perché la strumentazione non consente di processare molti campioni». I test “vedono” le varianti? «I nostri test molecolari, sia su tampone nasofaringeo che salivari, riconoscono le varianti, specie quella inglese che è ormai prevalente, ma non è sempre stato così. Anche i test molecolari hanno registrato un miglioramento, nei mesi. Sugli antigenici, soprattutto di prima generazione, la questione è aperta, perché non conosciamo le varianti da sufficiente tempo». E i test che si basano sul respiro? «È lo stesso principio in base al quale alcuni cani riescono a individuare i positivi, riconoscendo con il fiuto l’odore tipicamente dovuto alla presenza della carica virale. Stiamo cercando di capire quali siano i costituenti del respiro che permettono di riconoscere l’infezione da coronavirus per poter sviluppare strumenti da utilizzare come già facciamo con il test del respiro per riconoscere l’Helicobacter pylori. Questo tipo di test sarebbe particolarmente utile per bambini, disabili e alcune categorie di pazienti fragili, per i quali i tamponi nasofaringei rappresentano un problema; ma anche per gli operatori sanitari che continuano a sottoporsi a controlli frequenti pur essendo stati vaccinati. Esistono già degli strumenti che si basano su sensori sofisticati e tecniche di spettrometria di massa; uno di questi è stato sviluppato dalla Nasa e grazie ai collegamenti di alcuni colleghi di Astronomia della nostra Università. Siamo cercando di verificarne l’utilità». —

Filippo Tosatto / VENEZIA

Sospirati come la manna dal cielo (non fosse altro per l’ingente quantità promessa) i vaccini realizzati dalla casa statunitense Johnson & Johnson sono attesi nel Veneto in settimana. «Tra giovedì e venerdì prevediamo l’arrivo di una fornitura compresa tra le 12 e le 15 mila dosi», conferma Luciano Flor, il direttore della sanità regionale «si tratta di un prodotto monodose che ci consentirà di dimezzare le procedure di somministrazione rispetto

alla campagna in corso. L’utilizzo? Sarà destinato alle fasce di popolazione a maggiore rischio - over ottanta, soggetti fragili, disabili - e in parallelo a scalare le coorti successive, a partire dai settanta/sessantenni». Già. A differenza degli antidoti fin qui adottati - Pfizer, AstraZeneca, Moderna - il vaccino all’orizzonte, che in Europa è denominato Janssen, non prevede richiamo. La sua piattaforma, simile a quella adottata da Astra, utilizza un adenovirus del raffreddore, modificato (e reso incapace di in-

fettare) per contenere il gene di produzione della proteina Spike del Covid, che stimolerà il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici e attivare le cellule T (globuli bianchi) in grado di bersagliarla. Che altro? Dal sito di J&J si apprende che l’efficacia dichiarata del vaccino è pari all’85% dei casi che richiedono ricovero in ospedale e al 100% degli episodi potenzialmente mortali; lo sviluppo anticorpale ha inizio sette giorni dopo l’inoculazione e raggiunge il grado massimo dell’efficacia in un mese.

Luciano Flor dirige la sanità veneta

Tamponi rapidi verso la perfezione Dopo la saliva si analizzerà il respiro CROMASIA

L’INTERVISTA

I VARI TIPI DI TEST Laura Berlinghieri

l cosiddetto “gold standard” – il tampone di riferimento, da eseguire per la conferma degli esiti positivi degli altri tipi di esame – rimane il molecolare. Eppure è sempre più vasta ed eterogenea la disponibilità di test in grado di scovare l’infezione da Covid. Ci sono quattro generazioni di rapidi antigenici e c’è il “tampone” salivare. Assolutamente attendibile – come dimostra il conteggio dei “falsi negativi”, finora fermo a zero – il salivare è quotidianità da ottobre all’Università di Padova, i cui dipendenti vengono tutti controllati, su base volontaria, ogni due settimane. Ma presto potrebbe aggiungersi anche un ulteriore test, il meno invasivo, basato sul respiro. Ne parla Mario Plebani, direttore del dipartimento Servizi di diagnostica integrata dell’Azienda ospedale-Università di Padova, coordinatore di uno studio dedicato proprio ai test salivari e condotto dai ricercatori dell’ateneo. Professore, ci parla del suo lavoro all’Università? «Da ottobre 2020 abbiamo sostituito il tampone nasofaringeo con il prelievo della saliva. Stiamo seguendo 6.500 dipendenti (quasi 9 su 10) e i risultati indicano che l’accuratezza di questi test è di oltre il 98%, confrontata con quella del tampone nasofaringeo. All’emergere di un contagio, viene fatto il tampone nasofaringeo con tecnica molecolare, che finora ha sempre confermato gli esiti». Come si effettua un test salivare? «Masticando per un minuto –

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sono lo “standard gold”. Individuano l’Rna del virus

necessitano di strumentazioni da laboratorio, sono molto accurati

funzionano con il prelievo della saliva e hanno un’accuratezza superiore al 98% C

Individuano l’antigene. Restituiscono l’esito in 15 minuti

IgG

IgM

sono i meno invasivi, ma attualmente sono a uno stadio di ricerca

usano la fluorescenza al mattino, prima di fare colazione e lavarsi i denti – una sorta di rotolino di cotone, per poi inserirlo in una provetta, che a sua volta va messa in un sacchetto di plastica a chiusura ermetica. Nel nostro caso, il personale deposita il sacchetto in uno degli otto plessi, per poi ottenere i risultati nel pomeriggio. Per la processazione sono necessarie poco più di tre ore, come per i tamponi molecolari. Più recentemente abbiamo validato anche i test salivari antigenici, utilizzando una tecnica ad elevata sensibilità automatizzata su strumentazione da laboratorio per la processazione: tempo, 15 minuti». Sembra molto comodo, è il futuro del testing? «Per le scuole ci piacerebbe co-

niugare rapidità, accuratezza e gestione facilitata. Soprattutto per i più piccoli, ripetere con frequenza i tamponi classici è insostenibile e quindi stiamo pensando a campioni meno “invasivi”». Passiamo ai tamponi nasofaringei e antigenici: in cosa differiscono? «Il tampone nasofaringeo, con identificazione molecolare del virus, rimane il “gold standard”, perché ha un’elevata sensibilità analitica. Per questo, può scovare anche piccole concentrazioni del virus e ha un’altissima specificità: in pratica, vede solo Sars-CoV-2 (vede l’Rna del virus), senza interferenze di altri coronavirus. L’introduzione dei test antigenici è stata resa necessaria dal-

la difficoltà nell’eseguire il crescente numero di test molecolari. Questi sono meno sensibili rispetto ai primi, cioè vedono concentrazioni più alte del virus, ma sono più gestibili, restituendo l’esito in un quarto d’ora. Cambia il principio: la ricerca non è più dell’Rna, ma dell’antigene. Essendo meno sensibili, è necessario ripeterli più volte negli stessi soggetti. Un loro utilizzo intelligente è nelle comunità chiuse, perché la ripetizione consente di non “perdere” soggetti con una più bassa carica virale». I test antigenici non sono tutti uguali… «Esistono di varie generazioni. Quelli di terza, introdotti anche dalla Regione, usano la fluorescenza, un segnale che

Il molecolare rimane l’esame più preciso ma in affidabilità è ormai insidiato

Mario Plebani

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BELLUNO

DOMENICA 11 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI

difesa idrogeologica

Nuovi lavori lungo il Piave Bottacin: sei milioni per la sicurezza a Lambioi Irene Aliprandi / BELLUNO

Imponenti lavori della Regione sul Piave a Belluno, dove già nel 2020 erano stati investiti oltre 2 milioni di euro per l’aumento del livello di resilienza del fiume, con interventi diffusi di difesa spondale e ricalibratura dell’asta fluviale nel tratto compreso tra Borgo Piave e Lambioi. «I lavori, che sono curati dai nostri uffici regionali del Genio Civile», spiega l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, «prevedono un sovralzo di 1,15 metri dell’argine esistente in sponda destra del fiume Piave a valle della confluenza con il torrente Ardo, cosa che ci permetterà di poter garantire il franco idraulico che oggi risulta insufficiente dagli studi idrodi-

namici eseguiti dal professor D’Alpaos». L’opera si estende per un tratto di circa 295 metri dalla confluenza con l’Ardo, riprofilando tutto l’argine in terra fino al termine del parcheggio delle ex concerie a Borgo Piave. «Tale intervento», prosegue Bottacin, «si coordina con quello che abbiamo finanziato al Comune di Belluno per la realizzazione di un cavaliere d’argine per lo scarico delle acque di fognatura bianca anche durante la piena del fiume, evitando il pericolo che si verifichi ancora il fenomeno di allagamento che tanti disagi ha comportato in occasione della tempesta Vaia. Nel medesimo progetto vi è poi anche la sistemazione delle difese rigide in blocchi ciclopici, dissesta-

te a seguito di Vaia, presenti in sponda destra del Piave a Lambioi. Qui abbiamo previsto la riprofilatura della sponda da proteggere con massi ciclopici e mediante la creazione di tre nuovi repellenti». L’intervento si estende per circa 110 metri lungo la porzione terminale di valle delle difese esistenti e prevede la demolizione dei nove blocchi ciclopici in calcestruzzo, costituenti la porzione terminale della difesa esistente, parte dei quali sono dissestati con una rotazione causata dallo scalzamento al piede della fondazione. «Da non dimenticare inoltre la sistemazione della difesa al piede in sponda sinistra del Piave subito a monte del ponte della Vittoria, dove attualmente è presente un reti-

colo di travi e cordoli di difesa al piede del muro arginale esistente», dice ancora l’assessore. «Le opere in progetto prevedono la rimozione del materiale interno fino ad una profondità di circa 1,5 metri e la loro sostituzione con massi ciclopici. Al piede del cordolo di testa, esposto al filone attivo della corrente, viene realizzata una berma in massi ciclopici». «Si tratta di opere molto importanti che hanno visto nei giorni scorsi l’avvio delle lavorazioni riguardanti l’intervento di sovralzo arginale in sponda destra del Piave nei pressi di Borgo Piave e oggi quelle riguardanti la realizzazione della savanella a valle del ponte della Vittoria, necessaria per deviare la corrente e consentire la realizzazione delle opere di sistemazione della sponda destra a Lambioi. Una volta terminato questo intervento», conclude Bottacin, «abbiamo in programma un’ultima opera che prevede la prosecuzione del sovralzo verso valle fino al Pontet. Un altro cantiere da un milione di euro, che sommati agli altri porterà a sei i milioni investiti per la sicurezza del Piave cittadino». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

videosorveglianza

Potenziato il sistema di controllo telecamere: in arrivo quattro schermi BELLUNO

Quattro schermi per migliorare la gestione del sistema di videosorveglianza cittadino e ottimizzare la visione delle immagini ai fini di indagine. Stanno per iniziare i lavori nel comando di via Gabelli, dove attualmente è presente un solo monitor per visionare le immagini trasmesse dalle oltre cinquanta telecamere installate in centro storico. Con la nuova linea elettrica che sarà realizzata, si potranno installare quattro schermi, che consentiranno di ottimizzare il lavoro dei vigili chiamati a identificare gli autori di un reato commesso sotto l’occhio delle telecamere. «Questo intervento è necessario per migliorare la centrale operativa che si trova nel nostro comando», spiega il

comandante della Polizia locale, Roberto Rossetti. «Con i quattro schermi che andremo ad installare, potremo avere una stanza interamente dedicata a questo servizio, e seguire contemporaneamente le immagini di un numero maggiore di telecamere». Si potrà così, ad esempio, seguire il percorso di un soggetto in continuità, mettendo in fila le immagini degli occhi elettronici dislocati in centro, che sono stati posizionati in modo tale da garantire un monitoraggio di tutto il centro storico. Dove finisce il campo di ripresa di un dispositivo, infatti, inizia quello del dispositivo successivo. «Non è semplice individuare una persona atraverso le telecamere», continua Rossetti. «Con i veicoli è più facile,

Martedì inizia la sistemazione dei marciapiedi

Manutenzioni a Cavarzano traffico a senso alternato I LAVORI

nizieranno martedì e dureranno due mesi i lavori per la sistemazione dei marciapiedi in via Pellegrini e via Doglioni a Cavarzano. Un intervento finanziato dal Comune con la variazione al bilancio votata in consiglio alla fine dell’anno scorso, e che permetterà di riparare i percorsi pedonali che sono in pessi-

I

Il marciapiede in via Pellegrini

Il monitor presente nella centrale operativa della Polizia locale

perché le telecamere leggono le targhe e si riesce a risalire a chi è transitato in un determinato punto in un certo orario. Con queste migliorie al sistema potremo avere una visione più efficace». L’intervento per la linea elettrica necessaria ad implementare la centrale operativa costerà poco più di 3.500 euro. Oltre a questo lavoro, c’è in programma la sostituzione di alcune telecamere datate con modelli più recenti, che consentono una miglior defi-

mo stato: l’asfalto si è rotto in più punti, ci sono buche e avvallamenti pericolosi, che spesso costringono i pedoni a camminare sulla strada per evitare di inciampare. In molti punti mancano anche i cordoli. I lavori di manutenzione non sono più rimandabili, visto lo stato dei marciapiedi, ma non mancheranno disagi per il traffico, per giunta in un periodo in cui sono state riaperte le scuole. Dal 13 aprile al 12 giugno, infatti, personale e macchine operatrici dovranno occupare una parte della carreggiata, il che non consente alle auto di transitare in entrambi i sensi di marcia. Il comandante della Poli-

nizione delle immagini, ad esempio in piazza Piloni e piazzale Marconi. Sarà inoltre montata una telecamera in via Sottocastello, nella zona dei giardinetti sotto Palazzo Rosso, che è stata oggetto in passato di vandalismi. La Polizia locale punta anche ad installare i leggi-targa all’uscita dal territorio comunale, nella zona del Boscon e della Sp1 in direzione Ponte nelle Alpi. — ALESSIA FORZIN © RIPRODUZIONE RISERVATA

zia locale Roberto Rossetti ha firmato un’ordinanza in base alla quale verrà istituito il senso unico alternato di circolazione veicolare a partire dalle 8 di martedì e fino alle 18 del 12 giugno. Il traffico sarà regolato da un semaforo, e nelle ore di punta anche da movieri. Le auto potranno transitare ad una velocità massima di 30 km/h e non potranno sorpassare. Ovviamente saranno chiusi i marciapiedi oggetto dei lavori: i pedoni potranno muoversi comunque in sicurezza utilizzando i percorsi loro dedicati presenti sul lato opposto della carreggiata rispetto a quello di cantiere. — A.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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politica

FdI cresce in provincia Nascono 15 circoli e aumentano i tesserati BELLUNO

Da uno a quindici circoli nel giro di un anno. Massiccia riorganizzazione per Fratelli d’Italia Belluno che, grazie alla notevole crescita dei militanti, si sta strutturando su tutto il territorio provinciale. Ieri alcuni esponenti del partito sono tornati in piazza a Belluno con un gazebo per raccogliere le adesioni e riaprire la raccolta di firme per quattro battaglie iniziate a fine 2019 e sospese a causa del Covid: l’elezione diretta del presidente della Repubblica, l’abolizione dei senatori a vita, la definizione di un tetto alle tasse in Costituzione e l’affermazione della supremazia dell’ordinamento italiano su quello europeo. È stato anche esposto uno striscione a favore dell’interramento delle linee elettriche. «La campagna tesseramenti è aperta tutto l’anno», spiega Monica Mazzoccoli, responsabile dell’organizzazione provinciale e presidente del circolo cittadino, «ma nei primi mesi è più intensa e stiamo ricevendo delle piacevoli sorprese. Abbiamo già ampiamente superato il livello degli iscritti dello scorso anno, circa 250 a livello provinciale, e oltre ai rinnovi ci sono molti nuovi ingressi. Inoltre iniziamo ad essere presenti su tutto il territorio provinciale». I tesseramenti si possono fare sia personalmente che on line dal sito nazionale

e le restrizioni hanno accelerato soprattutto questa seconda modalità. «Io preferisco la prima, perché ci permette di conoscere le persone», chiosa Mazzoccoli. «Colpisce», sottolinea il coordinatore provinciale, Filippo Osnato, «che sempre più persone decidano di metterci la faccia e di tesserarsi, non solo di votarci. Il tesseramento on line aiuta, ma ci manca non poter incontrare la gente». La novità più rilevante riguarda la creazione dei nuovi circoli. «Fino a poco tempo fa», aggiunge Osnato, «c’era solo il circolo di Belluno ed era stato avviato quello di Ponte nelle Alpi. Ora si sono aggiunti militanti anche da zone del tutto scoperte in passato, come il Feltrino e l’Agordino. Per statuto un circolo deve avere almeno dieci militanti e a questo punto siamo in grado di aprire una quindicina di circoli che copriranno l’intera provincia. Ogni circolo avrà come presidente una persona con esperienza amministrativa o politica. Inoltre avvieremo i dipartimenti provinciali tematici, in collegamento con quelli regionali. Ci stiamo dando una struttura seria e credibile, fatto che ci riempie di orgoglio, visto che alla nascita di FdI eravamo in tre e ora quelli che bussano alla porta sono sempre più numerosi». — I.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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Valbelluna

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

I 300 dell’Acc a Zaia: «Incontriamoci» Lavoratori e sindacati chiedono di potergli consegnare `«Sarà uno strumento utile in una vertenza molto difficile» il documento in vista dell’incontro col ministro Giorgetti E da domani via al presidio permanente sotto la Prefettura `

Ecocentro: riattivata la raccolta degli inerti

BORGO VALBELLUNA Acc chiede di incontrare il governatore veneto Luca Zaia. Lavoratori e organizzazioni sindacali dello stabilimento che produce compressori per la refrigerazione domestica, hanno infatti predisposto un documento che riassume la crisi che sta rischiando di portare alla chiusura del sito, nonostante gli ottimi volumi produttivi. Manca liquidità per pagare stipendi e fornitori. Una consegna che vuole arrivare prima dell’incontro tra i governatori di Veneto e Lombardia con il ministro Giancarlo Giorgetti in programma giovedì e nel quale si parlerà di Italcomp, ovvero il progetto di uno polo industriale a prevalente capitale pubblico che unisca i 300 lavoratori Acc e i 400 della fallita ex Embraco di Riva di Chieri (To), progetto guardato con interesse anche dalle banche quale passaggio fondamentale per garantire quel prestito ponte di cui Acc ha estremo bisogno in questo momento.

PONTE NELLE ALPI

zione Manola Sacchet - ma facendo attenzione anche all’altro. Questo ritengo sia fondamentale. I bambini devono imparare che la scuola sì, è loro, ma che c’è comunque una persona che ne è responsabile: questo va riconosciuto e tenuto in considerazione. Libertà è riconoscere dove c’è il mio spazio e dove entra lo spazio dell’altro, imparando a venirsi incontro, nel rispetto reciproco. Noi abbiamo semplicemente cercato di rispettare sia la posizione del Preside, sia il desiderio dei bimbi, dando loro questa opportunità di esprimersi comunque, utilizzando uno spazio dedicato». Va ricordato che anche i commercianti longaronesi hanno messo a disposizione le loro vetrine per l’affissione dei disegni. (G.S.)

A partire da martedì 13 aprile all’Ecocentro di Ponte nelle Alpi riprende il ritiro dei rifiuti inerti con le seguenti modalità: quantità limitate a 5 bidoni da 25 litri (quelli bianchi da idropittura) a settimana; non è possibile recarvisi con carrelli o rimorchi; per questa tipologia di rifiuti la quantità massima annua accettata è di 1 metro cubo; è possibile conferire inerti solo se provenienti da utenze attive ai fini della tassa rifiuti e non da utenze in ristrutturazione; ancora: solo se prodotti da attività “fai da te” effettuate dai proprietari dell’abitazione o dai conduttori delle stesse; al momento dell’arrivo all’Ecocentro è necessario rilasciare i dati relativi al conferitore e all’utenza di provenienza dei rifiuti. Il blocco dei ritiri dei rifiuti inerti di questi ultimi mesi è stato dovuto alla crisi del mercato di sbocco dei materiali in uscita degli impianti di recupero e dall’impossibilità di trovare una collocazione al materiale fermo in deposito. La Ponte Servizi ricorda inoltre che non possono essere conferiti i rifiuti prodotti da professionisti, artigiani, che svolgono lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e ristrutturazione nelle abitazioni. Per questo verrà richiesto ai cittadini un corrispettivo a copertura del costo del trattamento e dello smaltimento per i rifiuti palesemente derivanti da lavori effettuati da professionisti, come ad esempio porte ed infissi, tapparelle, sanitari, piastrelle, cartongesso, mattoni e rifiuti inerti in genere, vernici, spray isolanti, siliconi, colle per piastrelle, carta catramata e materiale isolante, bidoni di idropitture e teli da imbianchini. (G.S.)

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FUTURO OCCUPAZIONALE La lettera è stata inviata di ieri. «Tutti noi siamo consapevoli dei molteplici impegni ai quali Lei - si legge nella missiva - è chiamato in questo difficile momento sia sul fronte sanitario che su quello economico e sociale. Ancor più, quindi, apprezziamo la Sua immediata disponibilità, a partecipare all’incontro convocato dal Ministro, dimostrando ancora una volta la vicinanza della regione Veneto alla crisi di Acc Wanbao e al futuro occupazionale delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori. Abbiamo brevemente riassunto la vicenda che ormai da oltre un anno ci impegna per garantire un futuro industriale ed occupazionale alla nostra Acc, credendolo uno strumento utile al suo difficile compito di rappresentarci in una vertenza complicata ma la cui soluzione eviterebbe conseguenze drammatiche per l’intero tessuto economico Bellunese».

APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ Consapevoli che a causa delle limitazioni Covid non sarà possibile avere un incontro ufficiale

«CHIEDIAMO A TUTTI, AMMINISTRATORI, POLITICI CITTADINI E ASSOCIAZIONI DI FARE UN PASSAGGIO AL NOSTRO PRESIDIO PER DARCI FORZA»

LA CRISI INFINITA Acc, in amministrazione straordinaria, è a corto di liquidità: previsto il taglio di stipendi e di produzione

con Zaia, lavoratori e sindacati hanno avanzato la proposta di consegnarli il documento al termine del consueto punto stampa sull’andamento della pandemia che Zaia tiene giornalmente a Marghera, attraverso un’esigua rappresentanza. Intanto, domani partirà il presidio permanente sotto la prefettura di Belluno, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul problema. Il presidio inizierà alle 9 e proseguirà intanto fino a giovedì, sperando poi che arrivino notizie positive dall’incontro Giorgetti-Zaia-Cirio. «Chiediamo a tutti, politici, associazioni, amministratori pubblici e cittadini che hanno a cuore il rilancio industriale e occupazionale della nostra provincia di passare per il presidio per condividere la nostra lotta che è di tutta la nostra comunità provinciale» affermano i sindacati. Insomma, il dado è tratto. Ora starà alle forze politiche, di ogni livello, rispondere o meno alla chiamata. Eleonora Scarton © riproduzione riservata

Le proteste anti-Dad degli alunni “confinate” in un’apposita bacheca LONGARONE Purché le regole siano rispettate. Il desiderio dei bambini dell’Istituto Comprensivo di Longarone di far conoscere il loro disagio per non poter andare a scuola e la contemporanea richiesta di riprendere le lezioni in presenza, nelle scorse settimane erano sfociati nella affissione di alcuni disegni all’esterno delle due scuole primarie: una nel capoluogo, l’altra a Castellavazzo. Ma i luoghi scelti per esporre i disegni non rispettavano il regolamento dell’Istituto. Ecco perché l’Amministrazione comunale ha deciso di riservare uno spazio riservato alle produzioni dagli alunni delle scuole primaria e dell’infanzia come espressione della volontà di tornare a frequentare la scuola.

Quindi, dopo un confronto col Dirigente Scolastico Pier Eugenio Lucchetta, l’amministrazione ha deciso di predisporre due bacheche, una di fronte alla farmacia di Castellavazzo e una di fronte alla scuola primaria di Longarone, come segno di vicinanza ai bambini e alle loro famiglie. «Credo che ai nostri figli vada insegnato che libertà vuol dire proprio essere liberi di esprimere quel che si sente - dichiara l’assessore all’Istru-

LIBERTÀ È RICONOSCERE ANCHE QUELLA DEGLI ALTRI Manola Sacchet

Pulizia del lago quasi ultimata: pronti ad alzare il livello ALPAGO Dopo alcune settimane di lavoro intenso, l’operazione pulizia del lago di Santa Croce entra nella fase conclusiva. Il livello dell’acqua è stato tenuto più basso del normale di 5-6 metri nell’ultimo mese, in modo da consentire a uomini e mezzi di ripulire non solo le sponde, ma buona parte delle aree a ridosso delle rive. I lavori alla spiaggia di Farra sono praticamente conclusi e le operazioni si sono spostate nella zona del circolo velico, della Baia delle Sirene e del centro ittiogenico, dove ci sono ancora diversi tronchi e detriti da rimuovere. Ma già dalla prossima settimana il livello tornerà ad alzarsi, in modo che

il lago sia pronto ad affrontare la stagione turistica già per fine maggio. «O comunque non appena il quadro pandemico lo renderà possibile» spiega il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, delegato alla difesa del suolo.

PESCAGGI “AL VOLO” «In queste settimane abbiamo potuto portare avanti una pulizia preventiva che serve per la sicurezza dei canadair, come dimostra lo spegnimento dell’incendio di Pozzale di Cadore. Senza la pulizia del lago, con tutti i tronchi spiaggiati che potevano tornare a galleggiare al centro del bacino in caso di innalzamento del livello, sarebbe stato complicato e pericoloso consentire ai canadair di uti-

lizzare il corridoio di rifornimento. Corridoio che tra l’altro è stato controllato più volte. Le condizioni di siccità di queste settimane dovrebbero vedere un netto miglioramento con il cambio meteorologico previsto. Ma poter disporre di un lago di rifornimento in totale sicurezza era e rimane una delle priorità. L’altra priorità è legata al turismo e all’importanza che

MASSIMO BORTOLUZZI «OPERAZIONE FONDAMENTALE PER I CANADAIR CHE HANNO OPERATO A POZZALE DI CADORE»

il lago riveste per l’economia locale. Proprio per questo abbiamo velocizzato le operazioni e d’accordo con Enel già la prossima settimana il livello dell’acqua potrà tornare ad alzarsi, fino a raggiungere la normalità nel giro di qualche settimana».

INTERVENTI IN AUTUNNO

BAIA DELLE SIRENE Le sponde del lago sono state sottoposte ad un imponente lavoro di pulizia dai tronchi e ramaglie

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La Provincia, una volta conclusa la pulizia “di primavera” ha intenzione di programmare già un intervento anche per l’autunno. «In questo modo potremo lavorare di nuovo sulle sponde, al termine della stagione turistica - conclude il consigliere Bortoluzzi -. Si tratta di prevenzione per evitare un nuovo accumulo di tronchi e detriti». © riproduzione riservata


Belluno

II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia

8°C 10°C Il Sole Sorge 6:30 Tramonta 19:52 La Luna Sorge 6:40 Cala 19:15

Domenica 11, Aprile 2021

A SOLI 19 ANNI ALYSSA D’INCÀ DEBUTTA IN AZZURRO E NEL GRANDE RUGBY CONTRO L’INGHILTERRA

Concorsi letterari Tiziano Scarpa e la “svolta” per il Premio di Trichiana

Cavallet a pagina XIII

Bridda a pagina XV

Nuove professioni

La polenta è “da passeggio” e si compra nel camioncino L’idea è venuta ad Annamaria e Josè che con il loro “Food truck” promettono di raggiungere ogni angolo della provincia dolomitica

Trentin a pagina VI

Vaccini, mancano solo 3000 ottantenni La provincia continua a essere la migliore in Veneto e otto anziani su 10 hanno ricevuto almeno una dose `

Negli ospedali

Effetto covid: ricoveri ordinari in picchiata Si abbassa il numero dei ricoveri e si accorcia il tempo di degenza. Il covid-19 ha cambiato in modo radicale la vita di ciascuno. Se togliamo i letti occupati per covid i ricoveri nello scorso anno sono stati quasi 5mila in meno rispetto al 2019. A pagina II e III

Mancano meno di 3mila vaccinazioni per completare, con almeno una dose, la categoria degli ultra ottantenni. Nonostante i disguidi dell’ultimo periodo, il dipartimento di Prevenzione ha raggiunto ieri un traguardo importante: otto anziani su 10 sono coperti da almeno una dose di vaccino anti-covid. E la metà dei vaccinati, quasi il 40% della categoria, è ormai immune. Oggi nuova accelerata: il dipartimento di Prevenzione si aspetta 639 persone a Belluno, 694 a Feltre, 279 (di cui 79 con lettera e 200 seconde dosi) ad Agordo. Chi non potrà muoversi sarà raggiunto dai medici di base e dalle Usca. Piol a pagina II e III

Oggi attese 1600 persone fra Belluno, Feltre e Agordo Medici di base e Usca a casa di chi non può muoversi `

Domegge L’amico della guida alpina morta sugli Spalti di Toro

Belluno

Un progetto per reclutare nonni vigile nel distretto

Incendio sopra Pozzale, i Canadair hanno dovuto rifornirsi a Santa Croce

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Feltre

Si siede sui binari rallenta i treni e poi scappa Si siede sui binari sulla Alano - Fener - Quero e rallenta i treni di passaggio. Protagonista un trevigiano, poi fuggito e rintracciato dalle forze dell’ordine. Scarton a pagina VII

«Otuia otuia»: l’ultimo saluto a Ferruccio LA TRAGEDIA Erano in tanti ieri uomini e donne di montagna al funerale di Ferruccio Svaluto Moreolo, la guida alpina 61enne, morta sugli Spalti di Toro. Sergio Albanello compagno di tante scalate lo ha salutato come facevano tra loro: «Otuia, otuia», aiuto al contrario. Bolzonello a pagina XI

La rivolta degli stagionali: «Penalizzati dai ristori» Un anno di covid ma nessun ristoro. Rabbia e frustrazione, ieri mattina in Prefettura, da parte del mondo dell’agricoltura e del florovivaismo. Erano presenti le sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e alcuni (pochi) associati per raccontare ciò che è accaduto nel 2020 quando molti di loro non sono riusciti a chiedere nemmeno la disoccupazione agricola o la malattia. Parliamo di 1900 lavoratori stagionali. Solo a Belluno. «Pensate - hanno spiegato - che le cameriere dell’albergo hanno ricevuto indennizzi, quelle degli agriturismi no. Stesse persone, stesse mansioni, diverso trattamento». Piol a pagina V

La crisi

I 300 dell’Acc a Zaia: «Troviamoci prima dell’incontro con il ministro» Lavoratori e sindacati stilano una missiva da consegnare a Luca Zaia in prossimità del suo incontro con il ministro Giorgetti. Un riassunto della crisi che sta vivendo lo stabilimento, crisi che rischia di portare alla chiusura. «Gli sarà utile nel confronto al Mise», affermano. Intanto domani parte il presidio sotto la prefettura. A COLLOQUIO Lavoratori e sindacati sono stati ricevuti dal prefetto

Moby Prince, anniversario senza l’atteso maxischermo Niente mega-schermo per il 30esimo anniversario delle vittime del rogo del Moby Prince: 5 delle vittime furono di Arsiè. Un omaggio floreale al monumento al parco di via Cima Campo ha suggellato la memoria di quella tragedia. Il sindaco Luca Strappazzon ha spiegato il cambio di programma con motivi tecnici e con il timore di assembramento. Molte persone già alle 10 erano sul posto. Bertolio a pagina VIII

Incendio domato ma con l’acqua dal lago lontano È stato spento ieri in tarda mattinata l’incendio che era divampato venerdì pomeriggio forse per un’improvvida grigliata sopra Pozzale a Pieve di Cadore. Imponente lo spiegamento di uomini e di mezzi che per 24 ore hanno operato sul monte Tranego, impegnati anche due canadair e due elicotteri che si sono riforniti nel lago di Santa Croce. Un tragitto che ha provocato ritardi, visto che il lago del Centro Cadore non era disponibile per il prelievo d’acqua. A pagina X

Arsiè

Scarton pagina IX

ACC La crisi torna al Mise

Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it

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Si chiama “Dolomiti inclusive” ed è il progetto che punta a portare al centro della comunità le persone che ora si trovano ai margini: dalla marginalità al giubbotto giallo di “nonno vigile”. Si chiama non a caso “Dolomiti inclusive”, parte dall’Ambito Sociale del distretto 1 dell’Usl e coinvolge i comuni del territorio, capoluogo compreso. Trentin a pagina VI


XVI

Monselice

L’INDAGINE Gli investigatori erano sulle tracce dei responsabili di furti di numerosi volatili effettuati all’interno di una proprietà privata di Monselice

Este

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

MONSELICE-SOLESINO Indagavano per alcune denunce di furti di animali da cortile, ma oltre alla refurtiva hanno trovato anche sei chili di marijuana. È stata un’operazione dai risvolti inaspettati, e clamorosi, quella condotta dai carabinieri della stazione di Solesino, supportati dai colleghi Cinofili di Torreglia, da quelli della stazione di Boara Pisani e infine dai colleghi del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, che hanno arrestato cinque persone per furto e spaccio di sostanze stupefacenti.

Cercano animali rubati trovano fiumi di droga La scoperta con la perquisizione di un’attività commerciale sospetta `

Anatre e polli erano in buona salute ma c’erano chili di marijuana nascosti `

LE DENUNCE Tutto è cominciato con le denunce presentate nelle scorse settimane da un cittadino di Monselice, vittima di furti ripetuti: dalla sua proprietà continuavano a sparire misteriosamente animali da cortile, in particolare anatre e polli. I militari hanno immediatamente avviato le indagini, concentrando presto i propri sospetti su cinque persone impegnate in un’attività commerciale di Solesino, che tratta anche oggetti artistici di pregio e antichi. I carabinieri della stazione locale, quindi, hanno pensato bene di coinvolgere nell’indagine il personale del nucleo tutela del patrimonio culturale di Venezia. Man mano che le indagini proseguivano, i militari hanno acquisito elementi tali da ritenere che le cinque persone potessero essere in qualche modo coinvolte anche in un giro di spaccio di sostanze stupefacenti nella Bassa Padovana. A quel punto gli investigatori hanno chiesto e ottenuto dalla Procura di Rovigo un mandato di perquisizione. Sabato mattina i carabinieri, con la partecipazione di personale del nucleo Cinofili di Torreglia con un’unità antidroga, hanno quindi potuto en-

ARRESTATI IN CINQUE DI CUI TRE RUMENI NELL’AUTO DI UNO DI LORO GLI ARNESI ATTI A COMMETTERE EFFRAZIONI

FURTI E SPACCIO L’azione congiunta dei militari di Solesino, Boara Pisani e dell’unità cinofila di Torreglia ha portato al ritrovamento

Este

«Salviamo il riccio di Bordalo II»: il Gruppo civico e il Pd lanciano una petizione (M.E.P.) Una petizione per salvare il riccio di Bordalo II, l’installazione artistica che rischia di scomparire nel giro di qualche mese. L’animale fantastico fatto di rifiuti da sei anni campeggia nell’ex stazione delle corriere di via San Girolamo, a Este. L’artista è famoso in tutto il mondo proprio per i suoi trash animals che compaiono in

molte città europee e non solo, ricordando l’importanza del riciclo e del rispetto per l’ambiente. L’Ouriço (riccio in portoghese) è stato realizzato nel 2015 durante l’amministrazione di Giancarlo Piva. Adesso l’opera ha i mesi contati. Se non cadrà del tutto a pezzi, vista l’incuria in cui versa, sarà comunque smantellato per riqualificare

l’edificio. Questa almeno sono le intenzioni dell’amministrazione uscente. Ma il candidato sindaco Giovanni Mandoliti non ci sta e si mobilita per salvare l’opera, insieme alle forze politiche che sostengono la sua candidatura. Da qui l’iniziativa del gruppo civico Este che vorrEste e del Partito democratico di lanciare una petizione online.

In pochi giorni sono già state raccolte quasi 750 firme. «L’arte va difesa. Pensiamo che il restauro e la messa in sicurezza siano possibili realizzando una piccola tettoia che protegga l’opera – spiega Mandoliti, che nel futuro dell’area vede uno spazio destinato ai giovani e alle associazioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

trare all’interno dell’attività commerciale. Durante la perquisizione hanno trovato ben presto cinquanta animali da cortile, fortunatamente tutti vivi e sistemati in un’area attigua al fabbricato principale. Il denunciante, in un secondo momento, ha riconosciuto in quegli animali i capi che gli erano stati rubati e ha potuto rientrarne in possesso. I guai per i cinque, però, erano solamente iniziati. I carabinieri hanno infatti trovato anche sei chili di marijuana, suddivisi in 31 confezioni, che erano state nascoste in altrettanti vani di uso comune nonché all’esterno dell’abitazione. La perquisizione ha permesso ai carabinieri di scoprire infine un modesto quantitativo di hashish, 3,5 grammi, contanti per 1.110 euro, e strumenti per la pesatura dello stupefacente. Al termine della perquisizione è così scattato l’arresto per le cinque persone oggetto d’indagine. Si tratta di un 56enne, G.S., e di un 22enne, G.G., italiani, e di tre cittadini di origini rumene: la 46enne C.A., la 21enne F.A. e il 49enne D.M.. Tutti e cinque dovranno rispondere dell’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre i tre uomini dovranno anche rispondere di furto aggravato in concorso degli animali da cortile. A peggiorare la loro situazione, sono stati gli oggetti rinvenuti all’interno di una Renault Espace, di proprietà del 56enne, probabilmente utilizzata per commettere i furti: un passamontagna, alcune torce elettriche e strumenti atti a commettere effrazioni. Tutto il materiale è stato immediatamente posto sotto sequestro, così come la droga e i soldi. I carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Venezia dovranno inoltre verificare la legittima proprietà e il valore storico di alcuni oggetti d’arte presenti nell’attività commerciale. Gli arresti dovranno essere convalidati lunedì mattina. Intanto, la più giovane del gruppo, la 21enne F.A., su disposizione del magistrato, è stata rimessa in libertà, ma per gli altri quattro arrestati si sono aperte le porte delle case circondariali di Rovigo e Verona. Camilla Bovo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Parco Colli, le reazioni

Masin presidente, ambientalisti critici ESTE «Siamo scandalizzati e partiamo con la massima diffidenza: questa nomina era fuori da ogni sensata aspettativa». Le associazioni ambientaliste storcono il naso di fronte alla scelta del nuovo presidente del Parco regionale dei Colli Euganei Riccardo Masin, 47 anni, sindaco di Galzignano Terme. Non solo perché è presidente provinciale di Federcaccia («Il parco in mano ai cacciatori!», «Zaia consegna il Parco al capo delle doppiette» i commenti social rispettivamente dell’associazione L’Altra Este e del consigliere regionale di opposizione Andrea Zanoni). Ma soprattutto perché è tra i (pochi)

sindaci che hanno chiesto di ridurre le aree protette dei rispettivi Comuni. «Quale logica ha spinto il presidente Luca Zaia a questa nomina così divisiva? – si chiede Christianne Bergamin, membro della Comunità del Parco, a nome di alcune associazioni ambientaliste –. Nessuno gli ha mostrato la carta del Parco con un vistoso, anomalo buco al suo

«ZAIA LO CONSEGNA DIRETTAMENTE IN MANO AL CAPO DEI CACCIATORI. QUALE LA LOGICA DI TALE SCELTA?»

interno? È il territorio che il Comune di Galzignano ha chiesto ufficialmente di escludere dal Parco». Il riferimento è all’allarme scattato nel 2017, quando su proposta del consigliere regionale di centrodestra Sergio Berlato, noto cacciatore, le aree protette del Parco Colli erano state ridotte dell’80 per cento. Perché? Per agevolare la caccia rafforzando così il contenimento dei cinghiali. Berlato voleva restringere il perimetro del Parco ai soli cocuzzoli dei Colli. La giunta regionale aveva optato poi per uno scenario più soft, anche sulla scia delle mobilitazioni contrarie: il ritocco dei confini in base alle proposte avanzate dai singoli Comuni, tuttora in fase di valutazione. «In tre hanno cercato di approfittar-

ne – proseguono gli ambientalisti –. Uno di questi, il sindaco di Cervarese Santa Croce (Massimo Campagnolo, ndr) è già stato premiato da Zaia che l’ha nominato presidente del Parco nell’ottobre 2019. Ora viene premiato quello che ha fatto la proposta di riduzione più spinta». Masin, appunto. A ricordare i numeri è Andrea Zanoni: «918 ettari sui totali 18.694 tutelati ad area protetta. Mettere chi guarda gli animali attraverso il mirino del suo fucile a capo di un parco dove vige il divieto di caccia è a mio avviso è pure un conflitto di interessi» – osserva il consigliere regionale. A preoccupare il leader ambientalista Francesco Miazzi sono le possibili conseguenze sul Piano

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LA POLEMICA Le associazioni ambientaliste sono insorte contro la nomina del nuovo presidente del Parco Colli Riccardo Masin

ambientale del Parco: «Masin lo ha sempre definito uno strumento superato perché ingessa lo sviluppo». Disappunto anche per un Consiglio direttivo tutto al maschile. È stata riconfermata infatti la squadra nominata nel 2019, composta da Antonio Scarabello (che è stato vicepresidente reggente e di cui molte associazioni

avevano chiesto la riconferma in sede di trattativa con la Regione), Nico Schiavon, Diego Bonato e Luca Callegaro. «Non c’è neppure una donna – osserva Miazzi – eppure tra i soggetti attivi nel Parco non mancano figure femminili competenti e qualificate». Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


XI

Montebelluna

IN ISOLAMENTO Positivo al Covid anche l’assessore Claudio Borgia «Sintomi sopportabili, sono fortunato, lavorerò da casa»

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

MONTEBELLUNA Assieme da quasi settant’anni. Ancora innamorati come il primo giorno. Stanno vivendo, uniti anche se divisi, pure l’esperienza del Covid, che ha portato entrambi al ricovero all’ospedale di Montebelluna. Sono Romeo Palumbo, di quasi 92 anni, e Marialuisa Bof, di 86, i nonni di Nicola, presidente dell’ente palio, che però, in questo caso, è solo ed esclusivamente un nipote affettuoso, che ha vissuto a sua volta il virus. Un problema che, nel caso dei Palumbo, è più che mai un affare di famiglia, dato che ha colpito anche se in forma diversa ben nove componenti, di cui quattro finiti in ospedale. Due dei ricoverati sono appunto i due nonni. Ma la storia da raccontare, in questo caso, non è quella della malattia. È, piuttosto, una storia d’amore. Con lei che, finché sono rimasti in casa, si ostinava a preparare a lui “il risetto in bianco”, convinta che avrebbe avuto un sapore speciale e che il marito avrebbe mangiato solo il suo. E lui che, dopo il ricovero, in due reparti diversi, aveva l’unica preoccupazione di

ROMEO E MARIALUISA HANNO 92 E 86 ANNI E SONO FINITI IN DUE REPARTI DIVERSI: «MA PENSAVANO SOLO ALL’ALTRA META’»

Nove contagi in famiglia «Vinciamo con l’amore» `«I miei nonni in ospedale non si sono Colpiti dal virus tutti i congiunti di Nicola Palumbo, presidente dell’ente Palio mai persi di vista. E adesso stanno meglio»

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come stesse lei. Che, ad un certo punto, si è aggravata, dovendo ricorrere al casco. «Quando ne è uscita -racconta Nicola- la prima telefonata è stata per il marito, che ha sempre avuto come unico pensiero la salute di lei e che è andato nel panico quando si è scaricato il cellulare».

ANSIA E DELICATEZZA

SPOSATI DA 70 ANNI Romeo Palumbo e Marialuisa Bof in una immagine che racchiude il loro amore

Cacce al tesoro e vandalismi dopo l’Ossario il parco Daolio MONTEBELLUNA Dagli atti vandalici al parco Daolio alla caccia al tesoro al sacrario di Santa Lucia. Due luoghi chiave, per motivi diversi, di Trevignano e Montebelluna, sono vittima, in questi giorni, di intrusioni di ignoti. A Musano di Trevignano, è stato danneggiato il cancello d’ingresso così come un barbecue all’interno del parco Augusto Daolio, ma è stato anche imbrattato un muro perimetrale e divelta una recinzione. Dato che il parco è di proprietà del Comune, sono immediatamente scattate le indagini dei carabinieri per cercare di identificare i responsabili, forse un gruppo di ragazzi della zona. E le forze dell’ordine hanno effettuato anche dei sopralluoghi sul posto. Fra l’altro, da tempo luoghi pubblici di Trevignano sono finiti nel mirino di baby gang che una volta danneggiano bici rendendole pericolosissime per chi le recupera dopo averle lasciate in sosta, un’altra lanciano sassi contro edifici o monumenti.

DANNEGGIAMENTI A MUSANO DI TREVIGNANO, MENTRE QUELLI AL SACRARIO SAREBBERO DA IMPUTARE A UN GIOCO

L’ALTRO FRONTE Intanto, ieri gli alpini di Biadene si sono dedicati a pulizia e ripristino dell’ossario di Santa Lucia dopo le intrusioni avvenute nei giorni scorsi. I danneggiamenti sono innegabili e arrivati a ripetizione nonostante i ripetuti inviti da parte degli Alpini al rispetto dei luoghi. Anche in questo caso sarebbero protagonisti dei giovani ma, a quanto pare, l’intento non era quello di compiere vandalismi. In questo caso sembrerebbe che dietro le intrusioni ci fosse un gioco online, una sorta di caccia al tesoro effettuata sulla base di un’app che indica i luoghi in cui è possibile trovare gli oggetti desiderati. E il sacrario di Santa Lucia potrebbe essere stata una delle mete. Ma di cosa di tratta? A quanto pare si tratterebbe di contenitori di varie dimensioni che vengono nascosti da partecipanti al gioco e ritrovati da altri attraverso un’app che ne indica la posizione. All’interno dei contenitori sia chi li lascia, sia chi li trova deposita un messaggio. Si tratta di un gioco molto diffuso nato vent’anni fa. E, navigando in rete, si coglie come anche l’area di Biadene rientri fra quelle in cui questi tesori vengono spesso nascosti in misura consistente. C’è chi dice, ad esempio, di averne trovato uno dopo aver cercato sotto tutte le pietre. Proprio ciò di cui gli Alpini guidati da Alfredo Celotto si lamentano. L.B © RIPRODUZIONE RISERVATA

È per questo che lo stesso nipote aveva raccontato con delicatezza nei giorni scorsi la storia del rapporto fra i due. «L’amore -aveva scritto- è la telefonata che i miei nonni si fanno ogni giorno dal letto di ospedale, da due reparti diversi. Ognuno poi me la racconta con toni diversi. Le parole le conoscono solo loro. Dopo quasi 70 anni di matrimonio, sviluppi un linguaggio tutto tuo, diverso dal comune. Ogni parola ha un senso diverso, un peso diverso, una sfumatura diversa. Ogni volta che il medico lo visita, il nonno non chiede di sé. Parla di lei. Mio nonno ha sangue si-

ciliano, è un passionale, capisci subito cosa pensa. Lo stesso, a suo modo, fa la nonna. Solo che essendo una strana meticcia che fonde la cultura della montagna veneta con quella della Pennsylvania, non lo dice apertamente agli estranei. Chiama me. “Ceo, mi son piena de aghi ma son qua. E il nonno?”. Ecco, l’amore forse è questo. Pensare per due, restando sé stessi». Continuando, fra l’altro, ad avere cura per la propria persona. Tanto che la nonna, dopo il telefono, la prima cosa che ha chiesto è stato un pettine.

IL NUOVO CASO Intanto, in questi giorni anche l’assessore Claudio Borgia è risultato positivo al Covid. Solo poche settimane fa aveva esultato per la guarigione del padre e ora nella rete è caduto lui. «Ho cercato di stare il più attento possibile -dice- ma ahimè non è bastato. Fortunatamente i sintomi sono sopportabili e il fatto di non aver contagiato nessun familiare, amico o conoscente mi ha risollevato il morale. La preoccupazione di poter peggiorare è nulla in confronto a quello che stanno patendo i pazienti negli ospedali e nelle terapie intensive a cui va il mio pensiero». E proprio in un reparto di terapia intensiva è attualmente ricoverato, fra gli altri, un montebellunese per il quale sta pregando tutto il comprensorio. Dimostrando un affetto e un attaccamento che lui, magari sta in qualche modo percependo. Laura Bon © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PROBLEMA Un senzatetto si è fatto trovare seduto sui binari della ferrovia mandando in tilt la circolazione

PEDEROBBA

Crocetta Casse di espansione Severin: «Un danno» «Quelle casse di espansione sono un grosso danno per popolazioni del Piave e per il Montello». Elzo Severin, sindaco di Montebelluna, boccia su tutta la linea il progetto legato alle grave di Ciano, appena approvato. E lo fa, sollecitato da un argomento collaterale, cioè le prove anti inondazione effettuate ieri dai vari gruppi di Protezione civile della zona, chiamando in causa tutta una serie di ragioni fra loro collegate che secondo lui rendono problematico l’intervento. «Quei muraglioni in cemento armato rappresentano una ferita enorme dal punto di vista paesaggistico -dice- in un’area che è tutelata. Ma rappresentano anche un problema dal punto di vista idrogeologico, dato che il Montello è un terreno carsico. Quelle casse creano una pressione che va contro il Montello e porta l’acqua al di là dello stesso. Il vero problema però è legato al paesaggio». Poi aggiunge: «Chiederemo un colloquio a Zaia. Sono convinto che lui non sia favorevole e che questa sia in realtà un’iniziativa governativa». (lbon) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gesto di uno sconsiderato ha creato allarme sulla linea ferroviaria Calalzo-Padova e ha avuto pesanti ripercussioni sui convogli, alcuni dei quali hanno accumulato un forte ritardo. Tutto è partito da un uomo che si trovava seduto sui binari del treno lungo la tratta Alano – Fener - Quero, che quando ha visto arrivare il convoglio si è alla fuga. Il timore, però, che l’uomo potesse ripetere il gesto ha costretto Ferrovie dello Stato a far rallentare la circolazione e a far procedere i treni a passo d’uomo fino a quando le forze dell’ordine non l’hanno individuato.

L’EMERGENZA L’allarme è scattato alle 14 quando il treno partito da Treviso alle 12.35 è arrivato nella zona della stazione di Alano – Fener – Quero: il macchinista ha notato una persona seduta sui binari ed ha immediatamente fermato il convoglio mentre il capotreno avvertiva le forze dell’ordine. L’uomo pe-

CIRCOLAZIONE A LUNGO A PASSO D’UOMO. L’AUTORE DEL GESTO, 50 ANNI, È STATO BLOCCATO DAI CARABINIERI

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Seduto sui binari fugge alla vista del treno Forti ritardi ai convogli rò, quando ha visto il treno fermarsi, si è dato alla fuga in mezzo alla boscaglia che circonda la zona. Giunti sul posto, i carabinieri hanno raccolto la descrizione dell’individuo fatta dal capotreno, hanno intuito chi poteva essere e hanno dato avvio, supportati dalla polizia ferroviaria, alle ricerche. Intorno alle 16 i militari hanno ritrovato l’uomo all’interno di un vecchio casello abbandonato della tratta ferroviaria. Si tratta di un 50enne senza fissa dimora, già noto alle forze dell’ordine per aver compiuto gesti di questo tipo. È stato denunciato per interruzione di pubblico servizio anche se non gli sarà addebitata alcuna spesa per tutti i disagi causati: si tratta di un nullatenente e senza fissa dimora.

I DISAGI Notevoli i disagi subiti dai passeggeri dei treni del pomeriggio. La circolazione ferroviaria è infatti stata pesantemente rallentata, accumulando un ritardo di circa 90 minuti. Il fatto che l’uomo fosse scappato infatti non ha consentito che la circolazione riprendesse normalmente per il timore che potesse tornare sui binari. La decisione assunta quindi è stata quella di permettere la circolazione, ma solo ad andatura a vista. Questo fino a quando l’uomo è stato individuato e fermato dalle forze dell’ordine. La normale circolazione lungo la linea è stata ripristinata solo alle 16.30. ES © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Treviso

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Infrastrutture di Marca

Le opere

Terraglio Est Il cantiere aprirà entro la fine del 2022 e riguarderà il quartiere di Sant’Antonino dove sarà realizzato un sottopasso

FIDUCIOSO Il governatore Luca Zaia spinge per avere in Veneto, e nella Marca, una viabilità funzionale, sostenibile «E che guardi al futuro»

Zaia: «Terraglio est nel 2022 lavori al via, poi il quarto lotto» `«Tangenziale: un anno e mezzo per ultimare Il presidente della Regione: «Sosteniamo il cantiere, dall’Europa i 20 milioni necessari» i progetti del prolungamento fino alla Feltrina» `

L’INTERVISTA TREVISO Entro la fine del 2022 la posa della prima pietra del Terraglio Est; per il 2023 il completo finanziamento di tutta la fase progettuale del Quarto lotto della tangenziale. E poi la Pedemontana, la grande arteria destinata a cambiare abitudini e tempi di percorrenza. Il governatore Luca Zaia fa il punto sulla viabilità in provincia che, da qui a un anno, subirà cambiamenti profondi.

Governatore Zaia partiamo dal IV lotto: la situazione si sta sbloccando. «Sì. La tangenziale è diventata a tutti gli effetti una strada statale. Ormai siamo alla firma dei verbali per l’ingresso di Anas in Veneto Strade. Poi passeremo al contrat-

to di programma». E cosa prevede? «L’elenco delle opere stradali che Anas dovrà finanziare. E il Quarto lotto della tangenziale, per noi, è una priorità. Entro un anno e mezzo, come Regione e salvo imprevisti, provvederemo a ultimare tutte le fasi progettuali per essere pronti a bandire la gara con cui assegnare i lavori». Tutto definito insomma... «L’imprevisto c’è sempre ma Treviso può iniziare a scaldare i motori. E mi auguro che non ci siano più polemiche per il tracciato». Il Terraglio Est invece è ormai avviato. «Sì. La progettazione definitiva è già conclusa. Veneto Strade adesso farà il progetto esecutivo, che

significa assegnare i lavori. Entro la fine del 2022, nella speranza che non ci siano ricorsi, aprirà il cantiere». Qui si parla di u investimento di circa 20 milioni di euro. «Sì, stiamo lavorando per ottenerli. Arriveranno con un finanziamento europeo». Queste nuove arterie stradali, compresa la Pedemontana, segnano una svolta radicale. «Noi siamo per una viabilità sostenibile, non eccessiva e che guardi al futuro. Con la Pedemontana I trevigiani avranno un’autostrada A/27 che non sarà più un’incompiuta. Chi deve andare verso Milano, Bergamo, Vicenza o Bassano, entrerà in A/27 a Treviso Nord e non dovrà più andare verso Mestre. Da Treviso

a Vicenza ci si metterà 40 minuti». Come risponde a chi accusa la Regione di consumare suolo? «Ci sarà meno suolo libero, non nego la realtà. Ma chi critica mi dovrebbe dare altre soluzioni per la viabilità. Stiamo portando a termine progetti che hanno trent’anni. Di Pedemontana se ne parla dal 1990, così come di Terraglio Est e Quarto lotto. Stiamo parlando di opere ormai già digerite che si devono fare da decenni, non andiamo a costruire una nuova autostrada. E sottolineo anche che il Veneto è stata la prima regione italiana a dotarsi di una legge contro il consumo di territorio». La vera scommessa è la Pedemontana.

Quarto lotto tangenziale Secondo Regione e Comune il IV lotto, che unirà tangenziale e Feltrina, servirà a rendere più snello e fluido il traffico

La Pedemontana L’opera viaria più importante in costruzione in tutta Italia: 94,5 chilometri di lunghezza e 14 caselli di entrata e uscita

«È la più grande opera in programma in Veneto e in Italia: 94 chilometri e mezzo di lunghezza, 36 comuni attraversati, 14 caselli: uno ogni 5,9 chilometri per accontentare tutti i territori». Alcuni sindaci si lamentano per le opere complementari, dicono che se le devono finanziare. «Ricordo a tutti che abbiamo realizzato 68,3 chilometri di opere

«LA PEDEMONTANA COMPLETERÀ LA A 27 NON CONSUMEREMO NUOVO TERRITORIO, SONO PROGETTI ATTESI DA ANNI»

complementari, in pratica un’altra Pedemontana. E poi gli espropri: la Regione ha pagato 300 milioni di euro ai cittadini che hanno ceduto i loro terreni». Ci saranno problemi di traffico? «La Pedemontana snellirà i flussi. Stiamo facendo degli studi sul traffico prima dell’apertura di questa arteria stradale e li faremo anche dopo per mostrare le differenze e i miglioramenti». A quando l’apertura? «Nel giro di due mesi ci sarà l’inaugurazione di un tratto importante, che riguarderà anche la provincia di Treviso». Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA

La guerra In tribunale

CONTRO Scintille tra Mario Pozza e Luigi Garofalo

Fondazione e Camera di commercio «No a una nuova richiesta di danni»

In Camera di Commercio parlano di una prima vittoria: «Ciò comporta un ulteriore ridimensionamento delle pretese avanzate in causa da Fondazione e società Appiani - precisa Pozza - resta comunque da valutare la fondatezza anche delle altre pretese, a cominciare da quelle basate sulla stima presunta del valore delle opere eseguite, effettuata in modo non analitico ma del tutto approssimativo dal c.t.u. tecnico». A Fondazione però non si disperano: «Il giudice ha ritenuto che nei circa sei milioni di danni già quantificati vi siano compresi tutti i danni, salvo interessi e rivalutazione che saranno determinati con sentenza - osserva il presidente Luigi Garofalo - Fondazione ritiene dunque positivo l’andamento del processo». P. Cal.

IL DUELLO TREVISO Si infiamma il duello in tribunale tra Camera di Commercio e Fondazione Cassamarca. Ieri, a metà pomeriggio, l’ente camerale quasi nasconde, alla fine d un comunicato, una svolta potenzialmente decisiva: «Siamo contenti - dice il presidente Mario Pozza - perché il Giudice Ordinario del Tribunale di Treviso non ha accolto la richiesta danni di Fondazione Cassamarca». Due righe due per chiudere una vertenza milionaria che si

trascina da anni. Ma è questo il succo della comunicazione che Pozza ha fatto ai rappresentanti delle categorie riuniti in Camera di Commercio per ascoltare le linee programmatiche da seguire nei prossimi mesi.

LA DECISIONE In realtà il giudice non ha emesso una sentenza, ha solo fatto chiarezza sulla richiesta di un’ulteriore perizia per il risarcimento danni avanzata dalla Fondazione. La questione ruota tutta attorno alla mancata vendita della torre C dell’Appiani che sa-

rebbe dovuta diventare la nuova sede della Camera di Commercio. L’ipotesi non si è mai concretizzata: Fondazione chiedeva 30 milioni di euro, forte di un accordo secondo cui la Camera di Commercio si impegnava al trasloco; l’ente di piazza Borsa ha risposto di non poter andare oltre i 23 milioni. L’affare è quindi saltato e Ca’ Spineda ha fatto causa per la mancata vendita, quantificando in 5,8 milioni di euro il danno subito. Ha poi chiesto anche il pagamento dei danni finanziari registrati tenendo per anni fermo un immobile di pre-

RESPINTA L’ISTANZA PER ALTRI DUE MILIONI DI RISARCIMENTO, RESTANO IN BALLO I 5,8 MILIONI DELLA CAUSA PRINCIPALE

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gio. Per quantificarli però, si parla di circa 2 milioni di euro, ci sarebbe stato bisogno di un’ulteriore perizia. Il giudice invece ha detto che basta già quella che c’è, da 5,8, milioni, e ha rinviato tutto a luglio per l’ultima udienza dove sarà emessa una sentenza.

REAZIONI

© RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

Venezia Estuario

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Caserma Pepe, Fispmed promette «Nuovo progetto»

Campo Marte, i residenti vogliono subito un’area verde

`L’associazione

vuole ripresentare la sua proposta

Chiedono certezze sul “cantiere infinito” trasformatosi in una discarica di rifiuti `

GIUDECCA Basta cantiere, si appronti l’area verde, risposte sul completamento del secondo lotto e sull’avvio del terzo lotto. In sintesi, sono queste le richieste dei residenti della Giudecca sulla situazione dei lavori in campo Marte. Il complesso di Alvaro Siza continua a restare un affaccio sulla discarica a cielo aperto da anni, dove si alternano ditte che poi falliscono, con il risultato che a rimetterci sono i residenti. Ieri una quarantina di persone si sono recate davanti a quella che dovrebbe esser l’area verde per capire cosa riservi il futuro. Raffaele Bolani, portavoce della consulta cittadina che si sta formando per avere risposte su questa “cattedrale nel deserto”, come l’ha battezzata il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme), ne ha sia per il Comune, che per l’Ater: «Che il Comune si dia da fare per attrezzare quanto prima l’area bimbi, lo chiedono i residenti. All’Ater chiediamo che intenzioni ha sul terzo lotto, con ulteriori 20 appartamenti, visto che non è in gara d’appalto, oltre ai 19 da completare».

LIDO

IL PRESIDENTE Presente anche il presidente della municipalità Marco Borghi (Pd): «Il cantiere infinito è inaccettabile, con l’emergenza abitativa in atto non ci può essere una paralisi di questo genere. È fondamentale che si concludano i 19 appartamenti e l’area verde». Per i dem presenti anche Monica Sambo («È diventata una barzelletta, il Comune deve vigilare e sollecitare Ater e Regione») e Giuseppe Saccà: «Situazione scandalosa, il Comune, del resto, investe poco e sappiamo quanto bisogno ci sia di case». Giorgio Isotti (Pd municipalità) da sempre cerca una soluzione: «I residenti chiedono rapidità, il cantiere deve esser finito quanto prima per far spazio all’area verde». Sul piatto c’è proprio l’estensione del cantiere, che potrebbe esser ridimen-

CANTIERE INFINITO La zona delle case popolari di Campo Marte

sionata, lasciando spazio per i più piccoli, come spiega l’architetto Enrico Vianello (Pd Municipalità): «Si potrebbe razionalizzare lo spazio garantendo diverse fasi di lavori, così appare sovradimensionato».

UNA VERGOGNA «Siamo pronti a un’interrogazione che porti alla realizzazio-

MARCO BORGHI: «SITUAZIONE INACCETTABILE» MARTINI: «IL CONSIGLIO DEVE INTERVENIRE»

ne dell’area verde, Zecchi non è potuto esser presente perché al vaccino», ha spiegato Lorena Della Togna, del Partito dei veneti. Martini precisa: «Vergognoso, va portato avanti il discorso in Consiglio comunale per rispetto ai cittadini». Mentre Cecilia Tonon (Venezia è tua) che nel 2016, quando era arrivato Alvaro Siza, era presidente della commissione in municipalità, spiega: «Ci avevo creduto, è inaccettabile che si sia giunti a questo punto». Alcuni residenti hanno fatto denunciato che nel lato che combacia con l’Ire c’è una discarica abusiva: «Di notte sentiamo i botti, forse qualcuno butta vetri e immondizie lanciandoli». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Ecco come le mafie si sono infiltrate in Veneto» IL DIBATTITO VENEZIA (a.spe.) Saranno Bruno Cherchi, procuratore della Repubblica, e Rosi Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, i protagonisti di “Le grandi inchieste su mafia, camorra e ‘ndrangheta”, in programma lunedì alle 18 in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’onorevole Nicola Pellicani: è il terzo incontro promosso dal deputato Pd nell’ambito del ciclo di approfondimento “Le mafie in Veneto in tempo di covid”. «Negli ultimi tempi, dopo lunghi anni d’inerzia, la lotta alla criminalità organizzata in Veneto ha conosciuto un nuovo impulso. Dall’inizio del 2019 a oggi la Direzione distret-

tuale antimafia ha chiuso sei grandi inchieste tra Venezia, Padova e Verona, che hanno portato a circa 200 arresti», ricorda Pellicani. Già ci sono condanne, come nel caso del maxi processo sulla camorra ad Eraclea, prima volta in cui compare l’associazione a delinquere di stampo mafioso in una sentenza che riguarda il litorale, come fu in riviera del Brenta per la banda

DOMANI ALLE 18 DIBATTITO PROMOSSO DA NICOLA PELLICANI CON ROSI BINDI E IL PROCURATORE BRUNO CHERCHI

Maniero.

Fispmed, il netwoork per lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà nel Mediterraneo e nel Mar Nero, non molla. L’associazione, con sede al Lido, è pronta a presentare un altro progetto che separi la caserma “Pepe” dall’ex monastero di San Nicolò, come ha motivato il Demanio considerando il Piano presentato irricevibile proprio perché mette insieme due compendi immobiliari di proprietà diverse. Una decisione che, per i proponenti dell’investimento, non mette la parola fine al progetto. I tecnici sono al lavoro per predisporre un nuovo procedimento anche se, per il momento, le informazioni che trapelano sono scarse. Il “general contractor” dell’operazione, targata Fispmed, Eliseo Iannini, promette battaglia, nel pieno rispetto però dei rilievi che sono emersi durante l’audizione a Ca’ Farsetti. L’imprenditore aquilano ha una sede della sua azienda anche in laguna e ha realizzato due campus universitari a San Giobbe e a Santa Marta. «I dissapori e gli attacchi personali non ci interessano - spiega Iannini - il sottoscritto, e la mia azienda, hanno investito risorse proprie per fare in modo che la caserma “Pepe”, attualmente in uno stato preoccupante di abbandono e degrado, non abbia un ulteriore danno, per un bene pubblico che appartiene alla collettività. Noi presenteremo una proposta e chiediamo che venga discusso

il merito della vicenda, non antipatie o simpatie. È un progetto complesso, ci vogliono tempo e pazienza, non è facile trovare una soluzione e d’altro canto la “Pepe” è in questo stato da oltre vent’anni. L’accoglienza e i toni che si sono sentiti in commissione ci hanno ferito. Ci dispiace molto, ma non ci arrendiamo. Se poi il progetto non piace ne prenderemo atto e non si farà, con la massima serenità e senza animosità. Ma noi almeno, rispetto ad altri, ci avremmo provato e non avremo nulla di cui rimproverarci o lasciato intentato».

PAUSA DI RIFLESSIONE Fispmed si è presa una pausa di riflessione per poi valutare la questione con la massima serenità. «Stiamo valutando con i nostri tecnici e i nostri soci le prossime mosse - fa sapere sinteticamente Fispmed - vogliamo semplicemente capire quale possa essere il modo migliore per far comprendere i contenuti reali del progetto a coloro che siano realmente interessati a conoscerlo. Non abbiamo altre mire. Il nostro progetto è straordinario, ci hanno lavorato molti professionisti, a scopo di volontariato, per cui non accettiamo che sia denigrato o svilito. Noi proseguiremo con impegno nel rispetto delle norme con grande trasparenza». Lorenzo Mayer © RIPRODUZIONE RISERVATA

IANNINI SPIEGA: «IL NOSTRO OBIETTIVO È DI EVITARE L’ULTERIORE DEGRADO DI UN PREZIOSO BENE PUBBLICO»

I PRECEDENTI Il 29 marzo si era parlato de “I legami tra mafia e politica” col prefetto Vittorio Zappalorto, il magistrato Paolo Storoni, il coordinatore di Avviso pubblico Pierpaolo Romani e il presidente del Centro sulla criminalità organizzata in Veneto Maurizio Dianese. Il 22, su “Le mani delle mafie su economia e lavoro”, erano intervenuti il comandante della Guardia di Finanza Giovanni Mainolfi, la docente a Ca’ Foscari Monica Billio, il segretario di Unioncamere Veneto Roberto Crosta, il segretario generale della Cgil Veneto Christian Ferrari e l’on. Alessandro Naccarato. PROCURATORE Bruno Cherchi

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CASERMA PEPE Il complesso immobiliare di San Nicolò

«Maggiore attenzione per la salute» «Trasparenza sull’ex ospedale al mare» Interrogazione parlamentare dei 5Stelle La “Società della cura” si mobilita LA MANIFESTAZIONE VENEZIA «Usare l’intelligenza e

porre attenzione alle criticità». Questo è stato in sintesi l’invito degli esponenti veneziani della “Società della Cura”, movimento a livello nazionale che ieri mattina ha promosso una giornata di mobilitazione in 28 piazze di altrettante città italiane. Il locale flash mob si è svolto in campo Santi Giovanni e Paolo, davanti ad una ventina di convenuti. «Entro il 30 aprile il Governo dovrà presentare all’Unione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza - ha detto il responsabile veneziano della Società della Cura, Mario Santi - Il governo

Draghi, con una ristretta cerchia di consulenti delle multinazionali finanziarie, sta predisponendo un Ricovery Plan che non porterà alcuna inversione di rotta. Sul “tesoro” si sono lanciati anche i nostri Zaia e Brugnaro, con richieste ridicole in totale contrasto con gli obiettivi europei del Ricovery e del Resilience Plan, tesi a risanare il pianeta, prevenire nuovi disastri sanitari ed ambientali, garantire un’esistenza dignitosa a tutte e a tutti. Proprio la pandemia ha dimostrato come il sistema del profitto e della concorrenza non funzioni più».

MANCANO MEDICI «L’attenzione per la salute sarà un fattore di primaria impor-

tanza per il futuro - gli ha fatto eco Salvatore Lihard - Attualmente il Veneto soffre della mancanza endemica di medici specialisti ed entro il 2027 un milione e mezzo di veneti non avranno più il medico di base. La cattiva o incauta amministrazione si è riscontrata al Civile, con le dimissioni forzate del Dott. Claudio Milani. Per quanto riguarda il settore sociale prima della pandemia le domande di assistenza al Comune di Venezia erano circa 3mila, ora sono balzate esattamente a 10.121; nella regione, invece, le povertà erano il 2,3 per cento, ora sono il 10, 3 per cento». Tullio Cardona © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIDO (L.M.) Il passaggio del monoblocco dell’ex ospedale al mare dal Demanio Marittimo alle proprietà alienabili dello Stato finisce al centro di un’interrogazione parlamentare. A presentarla la senatrice Orietta Vanin del Movimento 5 Stelle che già nel dicembre 2019 si era opposta (e l’aveva spuntata) al passaggio dell’area al Comune di Venezia come proponevano alcuni parlamentari del Pd. La portavoce del Movimento chiede che sia rimessa al centro del dibattito la questione sanitaria «Non riusciamo a comprendere – si legge

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nella nota che accompagna l’interrogazione parlamentare - come in piena emergenza epidemiologica da Covid19 si possa pensare alla distruzione, e non al potenziamento, delle strutture sanitari del territorio. Alcune proposte di riallocazione del distretto sanitario delle isole sono circolate, sempre allo stato di “idee” e senza alcuna garanzia per i cittadini. Si è pensato di trasferire il distretto all’interno della futura struttura alberghiera, creando promiscuità fra ospiti degli hotel utenti e ammalati. Questo non è accettabile, soprattutto in un momento storico in cui circolano malattie a diffusione internazionale».

TRASPARENZA L’Agenzia del Demanio avrebbe rifiutato alcune richieste di accesso agli atti presentate dalle associazioni del territorio. «Chi ha la responsabilità del patrimonio immobiliare dello Stato e della salute pubblica – conclude Orietta Vanin - deve rispondere immediatamente ai cittadini che da mesi chiedono trasparenza in merito e hanno diritto alla continuità sanitaria sul territorio. Stamane ho presentato un’interrogazione parlamentare affinché si faccia luce su questa scellerata prospettiva a totale sfavore della cittadinanza». © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVI

San Donà

LA VICENDA Era stata accusata di aver favorito l’assunzione di Luciano Maritan nel ruolo di guardiaparchi

di Piave

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Zaccariotto assolta in aula, le spese le paga il Comune L’amministrazione sosterrà i costi relativi al processo dell’ex sindaco `

Si tratta di 200mila euro destinati ai tre avvocati che l’hanno assistita `

SAN DONÀ

LA SCELTA TRIBUNALE Nella foto grande l’ingresso degli uffici di piazzale Roma, a Venezia. Nel tondo in alto Francesca Zaccariotto

AL VERTICE

Noventa

benessere, perseguendo obiettivi che migliorano la qualità della vita dei cittadini. Sono temi che l’emergenza Covid ha fatto emergere in modo ancora più evidente nella loro importanza e su cui abbiamo ritenuto di dare particolare attenzione. Per questo abbiamo accolto la proposta dell’associazione “Prevenzione è vita”, nell’intento di dare supporto e strumento di prevenzione alle giovani donne». Per poter partecipare alla visita gratuita basterà prenotarsi alla pagina dell’evento e seguire le prescrizioni indicate. (E.Fur.)

Quando è iniziata la vicenda giudiziaria, infatti, Zaccariotto era in auge: sindaca, presidente della provincia, esponente di punta della Lega. «Ripensando a questa storia resta comunque un grande amaro in bocca per aver pagato anche un scotto politico – continua – Oltre alla vicenda personale come madre, moglie, figlia, tra i risvolti pubblici si metteva in discussione un compenso di 1.500 euro per un lavoro socialmente utile. E sempre per il Comune è diventata una spesa giudiziaria di tale entità, quando il criterio di costi e benefici è uno dei cardini della pubblica amministrazione. Tra l’altro non mi difendevo per aver intascato nulla, ma per dover dimostrare che non c’era stata violazione». Davide De Bortoli

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Imprenditori e giunta uniscono le forze l’obiettivo è combattere il tumore al seno Amministrazione comunale e imprenditori di Noventa insieme per un’iniziativa a sostegno delle donne nella lotta contro il tumore al seno. Grazie alla sinergia tra Comune e imprese, è stato organizzato un evento che consentirà a tutte le donne residenti a Noventa, tra i 35 e i 49 anni, di effettuare gratuitamente una mammografia o un’ecografia nelle giornate di sabato 17 e domenica 18. «L’amministrazione comunale - sottolinea il sindaco Claudio Marian - da sempre sostiene progetti legati alla salute ed al

Riparazioni di bici per risanare il parco Agorà SAN DONÀ Tre giorni dedicati a come riparare le bici: ecco un modo per rilanciare il parco Agorà. A spiegarlo è l’assessora all’Ambiente Lorena Marin, ieri mattina presente alla prima della tre giornate (fino a domani) in cui si svolge la fase pratica del corso per imparare a riparare biciclette. Il parco, infatti, è uno dei punti caldi del centro, segnalato da residenti e commercianti per le cattive frequentazioni e monitorato con attenzione dalle forze dell’ordine per lo spaccio. Per riqualificare la zona il Comune intende utilizzare come grimaldello anche questi momenti, tra cui il progetto Ecco “Economie cir-

`Da mercoledì 14

i lavori per prevenire gli allagamenti NOVENTA

L’ex sindaca Francesca Zaccariotto assolta “perché il fatto non sussiste” e sarà il Comune a pagare le parcelle degli avvocati che la hanno assistita. In totale 200mila euro suddivisi tra tre legali, in base alle rispettive competenze e consulenze: i penalisti Fabio Pinelli e Renzo Fogliata e l’amministrativista Carlo Alberto Tesserin dello studio Cacciavillani, con somme in parte anticipate dalla stessa Zaccariotto, ora assessora ai Lavori pubblici di Venezia. La legge, infatti, stabilisce che per sindaco, assessori e dirigenti il pagamento dell’assistenza legale spetti all’ente in cui viene svolto il servizio, in questo caso, appunto, il Comune.

Zaccariotto, in accordo con i legali, aveva scelto il rito ordinario conclusosi nel febbraio del 2020 “perché il fatto non sussiste”, ossia non aveva favorito Luciano Maritan. La Procura l’aveva accusata di aver fatto pressioni nel 2012 perché a lui venisse assegnato un posto come guardia-parchi, tra i lavori socialmente utili. «Una vicenda durata circa nove anni – commenta Zaccariotto – abbiamo atteso il passaggio in giudicato della sentenza, perché non fosse più possibile appellarsi, per cui nei giorni scorsi è stato possibile protocollare tutta la documentazione». L’ex sindaca è passata per due assoluzioni. «Anche la prima volta i giudici avevano stabilito che il fatto non sussistesse – continua – poi il pm nel 2017, dichiarando di avere le prove, aveva deciso di appellarsi, per una vicenda conclusasi con un’assoluzione piena anche nell’ultima udienza. Questo mi consente di riappropriarmi della mia immagine».

Al via gli interventi per la sicurezza del tunnel arginale

colari di comunità”, coordinato da Legambiente del Veneto orientale e con due formatori della cooperativa “Insieme” di Vicenza, rivolto a una ventina di persone che cercano un reinserimento nel mondo del lavoro. «Il parco Agorà è noto spesso per le situazioni critiche – commenta l’assessora Marin – è importante dimostrare che questa zona verde può essere molto altro. Teniamo molto a questo progetto perché consente ai partecipanti di acquisire competenze professionali, utili in futuro per reinserirsi nel mondo del lavoro». Maurizio Billotto e Anna Carozzani del circolo di Legambiente spiegano che «il progetto ha compreso due corsi: per imparare, appunto, a riparare le bi-

PARCO AGORA’ Una fase dell’originale iniziativa

ci e sviluppare il cicloturismo nel Veneto orientale». Entrambi hanno previsto lezioni teoriche (che si sono svolte in via telematica) e pratiche. In totale 40 ore per persone che cercano nuove opportunità lavorative e appassionati alla bici, sempre nell’ottica che questa passione possa trasformarsi in un lavoro. «I corsi hanno messo insieme riciclo, economia circolare e occupazione – continuano - ossia un nuovo strumento per diffondere la cultura della sostenibilità e della consapevolezza. Visto l’interesse dimostrato dalla cittadinanza, pensiamo alla possibilità di ripetere questo tipo di corsi e occasioni di formazione». D.Deb. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mai più la paura provata a fine ottobre 2018, quando la piena del Piave premeva sulla barriera di panconi che chiudeva il tunnel arginale e l’acqua si infiltrava tra le travi di alluminio minacciando di riversarsi nel centro cittadino. Già all’indomani di quei drammatici giorni il sindaco Claudio Marian aveva segnalato le criticità del varco fluviale alla Regione, chiedendone la messa in sicurezza. Adesso l’intervento verrà realizzato. Mercoledì 14 verrà aperto il cantiere regionale per la costruzione di un moderno sistema di chiusura elettrica del tunnel in aggiunta all’installazione manuale dei nuovi panconi, oltre all’impermeabilizzazione del sottosuolo e dei muri laterali del varco. I lavori per il rilevante progetto di messa in sicurezza idraulica del tunnel, che inizieranno con un mese di bonifica bellica del Genio militare, dovrebbero concludersi a dicembre. «Ma stiamo lavorando con la Regione e la ditta appaltatrice perché già a settembre i lavori siano finiti» ha precisato ieri il sindaco Marian in un videomessaggio ai cittadini, facendo i complimenti alla Regione e al governatore Zaia per essere intervenuti subito per risolvere il problema del tunnel di Noventa, stanziando già nel 2019 i fondi per l’opera, che costerà 1 milione e 500mila euro. Il varco, esempio unico di interruzione di un argine fluviale, fu costruito alla metà dell’800 dal governo austriaco per collegare l’allora porto sul Piave al centro cittadino. Più volte in passato l’autorità idraulica cercò di chiudere definitivamente il varco, ma i noventani si sono sempre opposti alla chiusura del tunnel, co-

me viene chiamato a Noventa, perché rappresenta un elemento caratteristico del paese. In questi giorni, alla soddisfazione per l’intervento di messa in sicurezza del varco arginale, si è aggiunto qualche mugugno in paese per i disagi che causerà il lungo periodo dei lavori durante l’estate, con il senso unico che sarà istituito in via Lampol e l’impossibilità di accedere ai 36 posti auto del parcheggio in golena. «Voglio tranquillizzare le attività commerciali di via Piaverassicura Marian, riferendosi alla via che conduce al tunnel -stiamo studiando un regolamento per ripetere l’esperienza dei plateatici dell’estate scorsa e tutelare gli esercizi del borgo, e recupereremo i parcheggi dalla fine dell’area del cantiere fino al cimitero. Sì, ci saranno disagi, ma bisogna capire che questi lavori sono importanti per Noventa». Emanuela Furlan © RIPRODUZIONE RISERVATA

PROGETTO ATTESO PER PROTEGGERE IL TERRITORIO LA CONCLUSIONE ENTRO DICEMBRE

NOVENTA DI PIAVE Il tunnel arginale

Torre di Mosto Attacco frontale di FI al sindaco Mazzarotto: «Paese senza futuro, abbi l’umiltà di dimetterti» Il consigliere comunale di maggioranza Lorenzo Mazzarotto (FI) chiede al sindaco Maurizio Mazzarotto di “fare un atto di umiltà e passare la mano”. A distanza di 6 mesi dalle elezioni, dopo le prime crepe, provocate da Gianni Artico (Lega) in occasione della formazione della giunta che portarono alla formazione del Gruppo Salvini con riserva di votare “volta per volta”, ora Forza Italia spara ad alzo zero. L’occasione è la convocazione del consiglio per la notifica del parere di incompatibilità dei consiglieri Nello Pasquon

della minoranza (Progetto torresano) e Sandro Urban della maggioranza (Futuro per Torre). “Visti i primi sei mesi di amministrazione di questo gruppo - ha detto Lorenzo Mazzarotto - non vedo un bel futuro e la invito, prima di fare danni, a passare la mano”. In merito alla presunta incompatibilità di Pasquon e Urban, lo stesso Pasquon ha letto una memoria dei suoi legali, in cui viene contestato il parere espresso dal Prefettura che cita articoli del Testo unico degli enti locali. (M.Mar.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA SITUAZIONE VENEZIA Secondo il resoconto della struttura commissariale nazionale, aggiornato a ieri pomeriggio, la campagna di vaccinazione in Veneto è arrivata a quota 1.150.941 dosi. Di queste, 74.517 sono andate agli ospiti delle strutture residenziali, immunizzati insieme agli addetti che rientrano fra i 240.244 operatori sanitari e sociosanitari complessivamente coinvolti. Ciononostante, in molte case di riposo le visite dei parenti non sono ancora consentite, con grave sofferenza degli anziani e delle famiglie: per questo l’opposizione in Consiglio regionale sollecita disposizioni chiare e uniformi sull’accesso, ma dalla Giunta viene fatto presente che le circolari statali sono tuttora un ostacolo.

Case di riposo, i vaccini non bastano a riaprirle «Circolari da rivedere» In Veneto immunizzati 74.517 ospiti, oltre `Lorenzoni: «La Regione deve intervenire» agli operatori, ma le visite restano vietate Lanzarin: «Stop del ministero, insistiamo» `

La giornata

LA MANIFESTAZIONE Ieri il problema è stato sollevato a Padova, in occasione della manifestazione promossa da Anchise, comitato dei familiari di pazienti delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), delle Rsd (Residenze sanitarie per disabili) e delle Cra (Case residenza per anziani). C’era anche Arturo Lorenzoni, portavoce delle forze di minoranza a Palazzo Ferro Fini: «La pandemia sta mettendo a dura prova la salute, anche psichica, dei circa 17mila anziani che sono ospitati nelle 355 strutture residenziali della regione. Molti di loro non sono in grado di gestire una videochiamata WhatsApp, negli ultimi mesi l’unico contatto visivo con i parenti». Ma siccome la maggioranza degli ospiti e degli operatori è già stata vaccinata, l’esponente del centrosinistra chiede alla Regione di «fornire delle indicazioni chiare e univoche in merito alle visite di persona, pur con tutte le precauzioni del caso, da parte della rete familiare». Il tema era già sul tavolo

INIEZIONI DELLA CATEGORIA “ALTRO”, PD TORNA A CHIEDERE CHIAREZZA. ZAIA AI DG: «VERIFICATE QUELLE 40.000 POSIZIONI»

Il virus non ferma i trapianti di organi

A PADOVA La manifestazione del comitato Anchise sul problema delle Rsa (ROBERTO SILVINO / NUOVE TECNICHE)

dell’assessore regionale Manuela Lanzarin: «Stiamo affrontando la questione cercando di dare indicazioni precise per aprire, visto che la maggior parte di ospiti e operatori sono vaccinati». Ma bisogna sciogliere un nodo, illustrato nela lettera inviata da Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione, al ministero della Salute. «Ci sono circolari ministeriali, di fatto mai revocate, che impongono

ancora chiusure totali e isolamento di dieci giorni all’ingresso – riferisce la titolare della Sanità – che oggi con le persone vaccinate possiamo superare. Strutture che hanno visite dei Nas un giorno sì e un giorno no sono molto preoccupate e vogliono chiarezza, anche rispetto a queste circolari nazionali che risalgono ancora alla prima ondata. Stiamo cercando di fare da tramite con il ministero per ave-

re indicazioni e dare di conseguenza le nostre, però ci deve essere una correttezza dei provvedimenti».

LA CLASSIFICAZIONE Intanto continua il dibattito sulla categoria “altro” nel rendiconto delle vaccinazioni. Tiene il punto il Partito Democratico (che fra l’altro “insegue” Fratelli d’Italia con una mozione che propone di equiparare i sanitari

Le curve dell’epidemia calano ancora continua la discesa di positivi e ricoveri Venezia Giulia indica 392 nuove infezioni (in totale 101.201). Gli individui in isolamento diminuiscono da 11.125 a 10.831, alla pari dei pazienti intubati che passano a 75 (-2) e di quelli accolti negli altri reparti che ora sono 516 (-13). Altri 12 decessi portano il tragico conto a 3.494.

IL BOLLETTINO VENEZIA Continuano ad abbassarsi le curve dell’epidemia a Nordest. Anche se la conta dei decessi ancora non si arresta, destinata com’è ad essere l’ultima a fermarsi, prosegue la riduzione dei soggetti attualmente positivi (-333 in Veneto) e in isolamento (-294 in Friuli Venezia Giulia), nonché quella dei ricoverati (rispettivamente -58 e -15). L’andamento è mediamente confermato pure nel resto d’Italia.

IN ITALIA

IN VENETO Il doppio bollettino di giornata in Veneto segnala 1.245 nuovi casi (394.791 dall’inizio dell’epidemia). Le persone attualmente positive scendono da 32.259 a 31.926, così come i degenti calano a 307 in Terapia intensiva (-3) e a 1.819 in area non critica (-55). Purtroppo altre 17 vittime aggiornano il bilancio a 10.930.

IN FRIULI VENEZIA GIULIA L’unica rilevazione del Friuli

PUNTO TAMPONI Diagnosi a Padova

ALLARME DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI SUGLI EFFETTI DEL COVID: «A SCUOLA PERÒ SIAMO MOLTO PRESENTI IN VENETO»

Complessivamente in Italia sono stati registrati altri 17.567 contagi e 344 morti. Il tasso di positività è al 5,4%. In totale i casi dall’inizio dell’emergenza sono 3.754.077 e le croci 113.923. Cala la pressione sulle strutture ospedaliere: i ricoverati con sintomi sono 27.654 (-492), mentre quelli in Terapia intensiva risultano 3.588 (-15).

LA SOFFERENZA In tutto questo risuona l’allarme degli psicologi per gli effetti

del virus nell’anno nero della pandemia. A lanciarlo è Luca Pezzullo, Presidente dell’Ordine del Veneto, che conta quasi 11 mila iscritti: «Il Covid-19 non ha minato solo la salute fisica e l’economia, ma ha lasciato importanti segni a livello psicologico». Secondo l’organismo, però, la risposta è stata pronta: «In Veneto vi è stata buona sensibilità delle istituzioni: il dialogo è costante e molto positivo con la Regione e con gli enti locali. Ed anche nella scuola vi è stata una collaborazione importante con Regione e Ufficio scolastico regionale; al momento su finanziamento ministeriale operano quasi 500 psicologi negli istituti del Veneto, per fornire in quest’anno così difficile un sostegno specialistico a insegnanti, studenti e famiglie». Invece a livello nazionale «la rete pubblica della psicologia è sottodimensionata e vi è ancora un investimento molto timido: nelle strutture pubbliche appena uno psicologo ogni 12 mila abitanti». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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VENEZIA L’emergenza Covid non ha fermato la donazione e il trapianto di organi in Veneto, a cui è dedicata la giornata nazionale di oggi. Nel 2020 gli organi trapiantati sono stati 496, contro i 488 del 2019. I dati sono stati elaborati dal Coordinamento regionale per i trapianti (Crt): gli interventi hanno riguardato in 282 casi il rene (erano stati 267 nell’anno precedente), in 49 il cuore (a fronte di 41), in 132 il fegato (141), in 12 il pancreas (7) e in 21 il polmone (32). Inoltre è stato lanciato il programma di ricerca Lifelab, per lo studio della rigenerazione di organi e tessuti e la creazione di organi artificiali, che non ha eguali in Italia e probabilmente nemmeno in Europa. L’iniziativa è coordinadata dal Consorzio per la ricerca sanitaria (Coris) ed è finanziato dalla Regione con 3,5 milioni di euro. «Sono dati che riempiono di orgoglio e gratitudine», commenta il governatore Luca Zaia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

caduti per il Covid alle vittime del dovere). Il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis chiedono chiarimenti su quei 40.000 casi da identificare, il 3,5% del totale: «La nostra non è un’accusa, ma la richiesta di massima trasparenza nel mezzo di una battaglia difficile e per di più con scarsità di vaccini». Nella videoconferenza di ieri, il governatore Luca Zaia e l’assessore Lanzarin hanno dato mandato ai direttori generali delle Ulss «di verificare e incrociare i propri dati e catalogare i soggetti che compongono quel macro gruppo». La stessa Regione comunque precisa che «l’attribuzione di una specifica categoria di rischio è effettuata dall’operatore della seduta vaccinale» e pertanto «può essere soggetta ad un margine di errore, soprattutto nei momenti di massimo afflusso». Detto questo, sotto quella etichetta «rientrano soggetti che attualmente non sono stati classificati in una delle altre condizioni di rischio previste dal ministero della Salute» e potrebbero aver acquisito quel posizionamento in occasione di un’altra immunizzazione, in quanto «il sistema regionale è lo stesso utilizzato per le vaccinazioni ordinarie».

I GRUPPI Infine è stato illustrato il ruolo del Veneto nel coordinamento dei due gruppi tematici nazionali sulle prossime riaperture delle attività economiche, produttive e ricreative. Il primo è prettamente sanitario, «con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico». Il secondo è invece chiamato a redigere le linee-guida, «non appena la curva dei contagi renderà possibile programmare un allentamento delle misure attualmente in vigore». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

COORDINAMENTO VENETO DEI DUE TAVOLI SULLA REVISIONE DEI PARAMETRI DI RISCHIO E DELLE LINEE-GUIDA PER LE RIAPERTURE


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Attualità

LA MONTAGNA l profilo delle Piccole Dolomiti è cambiato. La frana che ha cancellato il Corno, una delle torri calcaree della catena del Fumante, ha trasformato uno dei paesaggi alpini più amati e frequentati del Veneto. Non ci sono state vittime. Anche a causa della stagione, del maltempo e delle limitazioni imposte dalla zona arancione, l’evento non ha avuto testimoni. Insieme al paesaggio, in questi casi, cambia anche la storia delle montagne. «Su queste torri, e in particolare sul vicino Dito di Dio, sono state tracciate delle storiche vie di sesto grado, da maestri come Gino Soldà e Raffaele Carlesso, che continuano a essere ripetute e apprezzate» spiega Franco Perlotto, ex-sindaco di Recoaro Terme e alpinista famoso. Perlotto, sulle Piccole Dolomiti, ha all’attivo vie nuove, prime solitarie e prime invernali. «La traversata delle guglie del Fumante, che il crollo del Corno ha reso impossibile, era un’arrampicata classica. Qualche anno fa la fessura all’attacco della via Soldà al Dito di Dio si poteva afferrare con le mani. Ora è diventata un camino, una spaccatura dove si

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Domenica 11 Aprile 2021 www.gazzettino.it

Sulle Piccole Dolomiti crolla un altro “dente” Franato il Corno, torre calcarea nella catena `Tra le cause il vicino smottamento del Rotolon del Fumante, sopra Recoaro nel vicentino e sbalzi termici. Il precedente delle Cinque Torri

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entra con tutto il corpo», conclude l’alpinista. A rendere instabili il Corno e le altre torri del Fumante potrebbe aver contribuito la frana del Rotolon, un gigantesco smottamento sul versante vicentino del massiccio, che viene monitorato dal 2010 dalla Regione Veneto e dal CNR, e che si trova sulla verticale del Fumante. «Non è possibile dire se i due fenomeni siano collegati o meno. Certamente le Piccole Dolomiti, a causa della bassa quota e dell’esposizione a sud che causa dei forti sbalzi di clima, sono particolarmente soggette a crolli», aggiunge Carolina Sperman, geologa, che ha collaborato ai lavori per mettere in sicurezza e monitorare il Rotolon.

CROLLO La catena del Fumante, sopra Recoaro. Nella foto a destra, la guglia centrale è il Corno crollato

Domenica 11 Aprile 2021 Venezia, Cannaregio, zona San Leonardo. Appartamento di ampia metratura, da restaurare, posto al primo piano su stabile di poche unita. Molto luminoso, sofitti alti, si compone di ingresso, cucina, saoggiorno, sette staze, bagno e wc. classe enregetica G ape 173,88kwh/mqa euro 620.000,00 rif. 530 VENEZIA, San Marco, immediate vicinanze di Campo Santo Stefano, appartamento inserito in tipico contesto veneziano. Immobile con ingresso indipendente si compone di soggiorno con trifora, camera matrimoniale, cameretta, cucina, bagno, studio, ripostiglio. cucina, stanza e bagno al piano terra. Classe energetica G ape 515 kwh/mqa euro 495.000,00 rif.360 possibilita acquisto separato piano terra e primo

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Tutte le montagne del mondo, dal Monte Bianco all’Himalaya, sono periodicamente segnate dalle frane. Le Dolomiti, con la loro roccia stratificata e fessurata, sono sempre state esposte a questi fenomeni, che a volte hanno dimensioni colossali. Quando i crolli riguardano zone famose o visibili dal fondovalle, la notizia arriva in prima pagina. Nel 2004 ha destato preoccupazione il crollo della Torre Trephor, nel massiccio delle Cinque Torri, di fronte alle Tofane e a due passi da Cortina d’Ampezzo. Nel 2009, uno smottamento di dimensioni ancora maggiori ha devastato la Cima Una, nelle Dolomiti di Sesto, e la nuvola di polvere ha imbiancato la Val Fiscalina. Nel 2016 un’altra grande frana ha segnato il versante meridionale del Sorapiss. Gli escursionisti che visitano il rifugio Agostini, sulle Dolomiti di Brenta, scoprono accanto all’edificio i blocchi

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I ladini contestano il “campanile rosa” per il Giro a Cortina LA POLEMICA

Venezia, Cannaregio, vicinanze fondamente Nove, appartamento in zona molto tranquilla, primo piano, ingresso indipendente con magazzino al piano terra. L’appartamento e molto luminoso, affaccia sia su giardino che su calle larga. Si compone di cucina, camera matrimoniale, cameretta, soggiorno, ripostiglio. classe energetica G ape 515 kwh/mqa euro 365.000,00 rif. 324

che formavano la Torre Jandl, una guglia crollata sessantaquattro anni fa, nel 1957. Tornando ancora più indietro nel tempo, si arriva alla gigantesca frana che si è staccata dalle pendici della Civetta nel 1771, e che ha sbarrato la valle del Cordevole creando il Lago di Alleghe. Qualche decennio prima, nel 1737, uno smottamento caduto dall’Antelao aveva semidistrutto l’abitato di Borca. Negli ultimi decenni, il cambiamento climatico ha reso le nostre montagne più fragili. I ghiacciai si riducono fino a scomparire del tutto, le sorgenti si asciugano, la fauna e la flora cambiano, le temperature più alte rendono meno stabile la roccia. Renato Colucci, geologo del CNR di Trieste, si occupa da anni del permafrost, lo strato di ghiaccio che esiste da millenni all’interno delle rocce e del suolo, e che serve da collante naturale. La sua riduzione contribuisce al distacco delle frane: «Ogni evento ha i suoi motivi, e dev’essere analizzato indipendentemente - spiega Colucci -. In Italia, al contrario che in Austria o in Svizzera, i dati sulla riduzione del permafrost sono ancora pochi, e non si può generalizzare. Però è chiaro che, dove la roccia è fratturata, lo scioglimento del ghiaccio favorisce crolli e frane». Negli ultimi anni, Colucci e la sua équipe si sono occupati delle grotte delle Alpi orientali che ospitano delle colate di ghiaccio. In quella di Leupa, che si apre ai piedi del Monte Canin, sulle Alpi Giulie, dal 2014 il permafrost è scomparso. Da allora il ghiaccio si forma solamente d’inverno, e anche la stabilità delle rocce circostanti ne risente. È impossibile fare delle previsioni puntuali. Ma è certo che, nelle Alpi che continuano a riscaldarsi, le frane continueranno a cadere. Stefano Ardito

CORTINA (BELLUNO) A Cortina d’Ampezzo arriva il Giro d’Italia e il campanile della chiesa si tinge di rosa, come tutti i principali monumenti delle città che ospiteranno la conclusione di una tappa. Ma è una scelta che nella vallata a qualcuno non è piaciuta. «Siamo sinceramente dispiaciuti di vedere nuovamente il nostro campanile, simbolo della nostra fede, delle nostre radici religiose e della identità della gente d’Anpezo, usato a scopi pubblicitari e ridotto come un Arlecchino. Tutto ciò non fa parte della nostra cultura, fondata sul rispetto degli edifici religiosi», scrive Elsa Zardini, presidente dell’Union de i Ladis d’Anpezo. «Ci chiediamo se dobbiamo giungere ad atti estremi per recuperare la dignità e il rispetto che gli spettano – aggiunge – e invitiamo l’amministrazione comunale a

usare il municipio per tali scopi». La risposta del sindaco Ghedina tende a placare la contestazione: «Tanti utilizzano il campanile, per molti scopi, che non sono soltanto religiosi. Penso al nostro Corpo musicale, che orna la torre con bandiere colorate e con una chiave di violino luminosa, per la grande festa delle bande, ad agosto. In quanto alle critiche su colori e immagini proiettate, ritengo che ognuno abbia i suoi gusti, non li discuto. È naturale che si guardi al campanile: è grande, bello, imponente, rappresentativo della

«IL SIMBOLO DELLA FEDE USATO COME UN ARLECCHINO». MA IL SINDACO: «COSÌ IN TUTTE LE CITTÀ CHE OSPITANO UNA TAPPA»


30 PROVINCIA

Domenica 11 Aprile 2021 IL GIORNALE DI VICENZA

SCHIO Redazione Piazza Almerico Da Schio, / red.schio@ilgiornaledivicenza.it / 0445.523.150

SAN VITO Nuove giostrine per il parco giochi

Su richiesta avanzata da alcuni cittadini il Comune ha deciso di acquistare nuove attrezzature ludiche ed ulteriori accessori per quelle già in dotazione da installare nei parchi gioco del paese. La spesa prevista è di 10 mila euro. B.C.

IL CASO Causa zona rossa e arancione l’esposizione sulle Pm10 non era mai stata visitabile PIOVENE/COGOLLO I lavori di Vi.Abilità partiranno mercoledì

Il Covid “apre” la mostra Al viadotto Sant’Agata la manutenzione costa grazie alle vaccinazioni oltre un milione di euro In parte smantellate per far posto all’area sanitaria prevista allo Spazio Shed, alcune delle installazioni di Marco Borgarelli rimarranno visibili dai pazienti /// Mauro Sartori

Una mostra importante, •• debitamente pubblicizzata,

installata ma di fatto mai aperta a causa delle restrizioni per la zona rossa e arancione, di fatto sarà ora visitabile da chi si vaccina! La mostra in questione è “28 tonnellate di Pm10” dell’artista Marco Borgarelli allo Spazio Shed del lanificio Conte. Appena 10 giorni dopo l’inaugurazione, avvenuta virtualmente il 27 marzo in diretta social, senza venir mai aperta al pubblico, l'ufficio Cultura del Comune di Schio informa l'artista che la sede della mostra è stata cooptata dall’Ulss 7, d’intesa con il Comune stesso, per ampliare il servizio di vaccinazione attivato già al palazzetto di Marano. Il 27 scorso, come tutti attendevamo, doveva essere la giornata della riapertura parziale di musei, cinema, teatri ma la terza ondata della pandemia ha bloccato tutto. Non i 400 i partecipanti alla diretta incuriositi di capire come in questa nuova sfida Borgarelli affronta le tematiche ambientali investigando, questa volta, sull’inquinamento dell’aria da Pm10. Questioni oggi attualissime.

L’artistaMarco Borgarellimentreinstalla la mostra alloShed

Ora arrivano le vaccinazioni e domani l'esposizione verrà parzialmente smantellata lasciando esposte comunque alcune opere che contribuiranno, come afferma l’artista, « a rendere più accogliente, ricco culturalmente il noto spazio industriale. Quella che sembra una “disfatta di Caporetto” della ripresa culturale di questo Paese si rive-

la invece un'insolita situazione dove, l'emergenza incontra l'arte». Le grandi installazioni non saranno più visibili ma rimarranno, in sicurezza, esposte le tele a tecnica sperimentale con impressione di Pm10, polveri sottili e gas di scarico dell’auto. Una produzione artistica unica nel suo genere che vuole consapevo-

lizzare la società e sensibilizzare le persone sul tema dell’inquinamento dell’aria e «dell’atteggiamento passivo che tutt’oggi ancora governa le nostre abitudini quotidiane», come analizza Borgarelli, che prosegue: «Confido che l’allestimento del nuovo centro vaccinale, nel rispetto della sua funzionalità sia riguardoso e in armonia con il contesto artistico che gli si offre. Invece di parlare di arte “diffusa” come accade quando le opere scendono nelle piazze, qui si genera un’operazione inversa ovvero di arte “infusa”, i cittadini la incontrano proprio dove questa vive quotidianamente». L’artista si dice entusiasta di questa interessante evoluzione che gli offre un’occasione più unica che rara per «raccogliere sentimenti e riflessioni che scaturiscono da questo confronto culturale su temi così attuali. Dialogo che di norma rimane circoscritto a pochi ed elitari ambienti». Nell’esposizione ci sono anche immagini di radiografie che, ironia della sorte, ben si sposano con l’ambiente sanitario che si creerà allo Shed. «La vaccinazione che comporta noiosi tempi di attesa, mai troppo lunghi grazie all’efficienza di operatori e volontari - conclude l’artista - diventa il primo evento culturale, collettivo e cittadino che riporta l’attenzione sul valore del nostro ritrovarci e sul senso del nostro essere comunità, dove etica ed estetica s’incontrano».

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ALTO ASTICO Il sindaco di Tonezza Bertagnoli formalizza l’appello

«Presidio fisso h24 del 118 Una tutela per 9 Comuni» Il polo, nell’ex elementare di Arsiero, servirebbe gli 11.200 abitanti lontani dall’ospedale di Santorso

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Ha consegnato la richiesta nelle mani del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza, nella forma di una lettera indirizzata anche al governatore del Veneto Luca Zaia e all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin. Franco Bertagnoli, sindaco di Tonezza del Cimone e presidente dell’Unione montana Alto Astico si è fatto portavoce di nove Comuni (8 appartenenti all’Unione più Posina) per chiedere l’istituzione di un presidio di 118 funzionante h24 per tutti i giorni della settimana, tutto l’anno. Il tema è noto: in un territorio perlopiù montano, con contrade e insediamenti in luoghi impervi, il servizio di emergenza sanitaria risulta

AmbulanzafissaUna dellerichiestedelleamministrazionicomunali

difficoltoso, calcolando i tempi di arrivo di un’ambulanza dall’ospedale di Santorso. Un territorio vasto, che comprende circa 11.200 abitanti, di cui più di 3 mila oltre i 65 anni di età. «Questo insieme di caratteristiche rendono il contesto estremamente fragile rispet-

to all’attuale organizzazione della rete 118 - sottolinea Bertagnoli -. I comuni delle valli e della montagna non vengono raggiunti prima di 40 minuti dalla chiamata dei soccorsi, non certo per un disservizio del sistema, ma per l’oggettiva distanza e i percorsi tutt’altro che scorrevoli che

separano il nosocomio di Santorso dalla Valdastico, dalla Valposina e dall’altopiano di Tonezza del Cimone». Per superare le criticità, i sindaci di Arsiero, Cogollo del Cengio, Laghi, Lastebasse, Pedemonte, Tonezza del Cimone, Valdastico, Velo d’Astico e Posina chiedono alla Regione e all’Ulss 7 la possibilità di istituire un presidio di 118, nella già individuata sede di Arsiero, alle ex scuole elementari, dove possa stazionare un’ambulanza in grado di intervenire in tempi brevi, nell’area, in caso di necessità. I 9 Comuni hanno già impegnato risorse per adeguare i locali della sede arsierese. Fino ad oggi, il servizio era garantito solo nei fine settimana dei mesi estivi e durante le festività natalizie; il territorio chiede ora di estendere il servizio a tutti i giorni dell’anno. Bertagnoli ha consegnato la lettera a Bramezza durante la visita di quest’ultimo a Tonezza. «Il direttore ha detto che si tratta di una bella proposta e che metterà in moto la macchina organizzativa per verificare la fattibilità del progetto», conclude il presidente dell’Unione. Ma.Ca.

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La Provincia ha deciso di approfittare del minor traffico di questo periodo legato alla pandemia /// Matteo Carollo

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Al via il restyling del viadotto di Sant’Agata, al confine tra Piovene e Cogollo. È prevista per mercoledì la partenza dei lavori di manutenzione straordinaria che avranno l’obiettivo di migliorare le condizioni del manufatto. Il viadotto, realizzato agli inizi degli Anni ’70, lungo 200 metri e alto circa 80 metri, si trova sulla strada provinciale Valdastico, arteria importante sia dal punto di vista commerciale, considerando le aziende dell’area, sia da quello turistico, in quanto collegamento con il Trentino da una parte e con Posina e Tonezza del Cimone dall’altra. Di qui, la decisione della Provincia di provvedere al risanamento del ponte, per un investimento di oltre un milione di euro. Al momento gli sbalzi in calcestruzzo armato del manufatto risultano rovinati a causa dell’acqua piovana: in alcuni punti le armature sono esposte, si sono formate macchie di umidità e il sistema di allontanamento delle acque meteoriche non funziona. Anche le barriere stradali e antiscavalcamento sono danneggiate. La manutenzione straordinaria, seguita da Provincia e Vi.Abilità, prevede il ripristi-

IlviadottoDivide i centri abitatidiPioveneRocchette eCogollodel Cengio

no dei punti rovinati sia in corrispondenza dell’estradosso che all’interno delle pile e del cassone, nonché la riasfaltatura della sede stradale, con le adeguate pendenze trasversali, e la posa della guaina per la protezione dalle infiltrazioni d’acqua. Saranno poi messe a norma le barriere di protezione: è prevista la demolizione dei cordoli e la rimozione delle barriere esistenti, con la realizzazione di nuovi cordoli e doccioni per l’allontanamento delle acque di superficie e l’installazione di nuove barriere con rete di protezione. Contestualmente, sarà sostituita la condotta di fognatura nera in pressio-

ne, di competenza di Viacqua, e sarà realizzato il collegamento alla rete elettrica per l’impianto di illuminazione all’interno del cassone. «Un intervento necessario per rimettere in salute un manufatto particolarmente importante e trafficato - commenta il consigliere provinciale Giorgio Santini –. Stiamo arrivando velocemente alla consegna dei lavori prevista per mercoledì, in modo da approfittare del periodo di minor traffico dovuto alla pandemia e ridurre al minimo i disagi all’utenza, con una gestione intelligente della viabilità».

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MALO La donna si è scontrata con un furgone

ISOLA VICENTINA

Schianto in motorino Ferita la conducente

Abbatte uccellini Condannato

L’incidente è avvenuto tra via Proa e San Giovanni Alla Pisa pompieri al lavoro per spegnere un incendio

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zia locale di Malo e Monte di Malo hanno eseguito i rilievi. Poco dopo, i vigili urbani sono dovuti intervenire anche in zona Pisa, vicino a via Coppine e al guado sul Timonchio, per un incendio che ha interessato un prato di circa 50 metri quadri. In breve sono arrivati i vigili del fuoco del distaccamento di Schio, che hanno domato le fiamme sulle cui origini proseguono le indagini. Ma.Ca.

La condanna a pagare 750 euro di ammenda è definitiva. È stato infatti respinto l’ultimo ricorso presentato da Arduino Dal Pezzo, 73 anni, di Malo. L’imputato, difeso dall’avv. Paolo Mele junior, è stato ritenuto responsabile di due violazioni alla legge sulla caccia per fatti che erano avvenuti a Isola il 9 novembre di cinque anni fa. Il cacciatore infatti durante un controllo venne scoperto dopo che aveva abbattuto due verzellini e un cardellino, uccelletti di specie particolarmente protette, e di aver abbattuto anche tre fringuelli, che fanno parte di una specie non cacciabile. Era stato all’epoca denunciato, e Dal Pezzo si era opposto ad un decreto penale di condanna preferendo farsi processare per dimostrarsi innocente. Ma è stato condannato, e la Cassazione ha confermato la sentenza.

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Attimi di tensione, l’altro giorno a Malo, per un incidente tra un ciclomotore e un furgone all’incrocio tra via Proa e via San Giovanni. In base alle ricostruzioni, poco dopo le 17, il furgone stava scendendo da via San Giovanni verso il semaforo, mentre il motorino procedeva lungo via Proa, in direzione sud. Per cause in fase di accertamento, la donna è uscita dallo stop e il furgone non è riuscito ad evitarla. La guidatrice è caduta a terra mentre l’altro mezzo, che aveva cercato di non investirla, è finito contro un muretto, danneggiandolo parzialmente. La donna, ferita in modo lieve, è stata soccorsa da un’ambulanza del Suem e portata all’ospedale di Santorso. Gli agenti del corpo intercomunale di poli-

AllaPisaVigili delfuoco. Ma.Ca.

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4 PRIMO PIANO

Domenica 11 Aprile 2021 IL GIORNALE DI VICENZA

REGIONE

LA PROF. VIOLA «Ora meno restrizioni per attività all’aperto»

La lotta al virus

«Da un anno - dice l’immunologa Antonella Viola - ripeto che il contagio si verifica al chiuso e all’aperto il rischio è quasi irrilevante. Ora lo dimostrano studi effettuati in Cina, in Irlanda e in altre parti del mondo. Questi dati ci spingono a chiedere di allentare le misure all’aperto».

COME UN ANNO FA L’assessore Lanzarin: «Si prova a rivedere e semplificare le linee-guida»

Il Veneto è capofila verso le riaperture

Veneto, meno casi nonostante un quasi record di tamponi

È di nuovo il momento di •• guardare avanti. Esattamen-

te un anno fa, sui giornali dell’11 aprile 2020 (vigilia di Pasqua), con la pressione sugli ospedali in leggero calo, da Marghera il governatore Luca Zaia si appellava al Governo che puntava alle riaperture del 4 maggio chiedendo di anticipare almeno qualche sperimentazione. Allora eravamo in lockdown totale, cosa che non è più accaduta, ma adesso abbiamo alle spalle un anno intero di restrizioni e di sofferenze enormi sul fronte sanitario ma anche economico. C’è da reagire in fretta, senza mollare la guardia nella lotta al virus. E il Veneto anche stavolta è pronto a fare da traino. Come aveva sottolineato venerdì l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, e come ribadito da una nota ieri, le Regioni «sono al lavoro, e con loro gruppi tecnici indicati dalla Conferenza delle Regioni, in riferimento alle riaperture delle attività prevista dagli organi decisionali centrali». Proprio al Veneto però è affidata la guida di due dei tavoli più importanti. Quello sul cambio dei 21 parametri per stabilire se una regione va collocata in zona rossa, arancione o gialla, a cui lavorano anche Lazio, Lombardia, Molise e Trentino. E poi quello per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, dove il Veneto guida il lavoro con Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Campania. A coordinare il lavoro dei due tavoli è l’assessore Manuela Lanzarin dal punto di vista politico, da quello tecnico c’è Francesca Russo direttore “Prevenzione” della

L’assessoreManuela Lanzarin

Regione assieme al suo collaboratore Michele Mongillo direttore “Sanità pubblica”.

Cambio di parametri sanitari Il lavoro sul cambio dei 21 parametri, spiega l’assessore Lanzarin, è a uno stadio avanzato. «Era una richiesta avanzata da tempo ed è previsto dai decreti del Governo: il Veneto è coordinatore perché ha già la responsabilità in Conferenza delle Regioni di coordinare il lavoro in tutte le materie relative alla prevenzione». Di certo nell’esame della situazione delle Regioni, conferma l’assessore, entrerà la questione dei vaccini «perché è quanto ha già detto anche il premier Mario Draghi due giorni fa: per le riaperture varrà il criterio di chi è più avanti nella campagna di immunizzazione soprattutto per le categorie più a rischio come gli over 80 e gli altri». Anche se altri elementi specifici ancora non ci sono, aggiunge Lanzarin, il lavoro potrebbe essere concluso presto: «Siamo a buon punto. Noi oggi avremmo i parametri per la zona gialla. In base al decreto attuale fino al 30 aprile non si può scendere sotto la fascia aran-

Attività economiche Un anno fa il Veneto aveva fatto da capofila al tavolo nazionale per le riaperture: «Già in aprile dell’anno scorso si è formato questo gruppo coordinato dal Veneto, a cui partecipano come noto l’Inail e altre istituzioni, per cui le cinque Regioni coinvolte riprendono in mano alle linee-guida che già conosciamo per cercare di semplificare ove possibile ed essere comunque pronti per le riaperture. Le stiamo riguardando tutte: ristoranti, bar, parrucchieri, spettacoli, mercati, cultura e teatri... L’ottica è semplificarle ove possibile e aggiornarle. Le linee-guida saranno poi condivise dalle altre Regioni e saranno approvate dalla Conferenza», guidata ora come noto dal governatore leghista friulano Massimiliano Fedriga. «C’è già stato un primo incontro la settimana scorsa e un altro è previsto la settimana prossima. Credo che per fine aprile anche in questo caso avremo un lavoro ben definito». L’obiettivo finale ovviamente è una stagione estiva “aperta”. E il Veneto, sottolinea la Regione, vuole fare da traino anche per sbloccare situazioni di «prestigiose realtà culturali, come l’Arena di Verona, la Fenice di Venezia, il Teatro Stabile del Veneto, dando vita a specifici protocolli per riaprire al pubblico le grandi occasioni di spettacolo».

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CNA VENETO OVEST

«Meno intermittenza nella gestione delle riaperture, maggiori certezze nell’organizzazione del piano vaccinale per le categorie economiche e una estensione dell’orario di lavoro già al primo ritorno in zona gialla». Lo chiedono, segnala Cna Veneto ovest, i titolari di ristoranti e bar di tutta Italia in un documento congiunto «elaborato da Cna e dalle altre associazioni datoriali» e presentato già da giorni al Governo e al Parlamento. Per molte attività, specie legate a eventi e cerimonie, la mancanza di prospettive sta mettendo a rischio l’intero fatturato per il secondo anno consecutivo. «Più della chiusura - dice Mirco Froncolati, presidente Agroalimentare e ristorazione Cna Veneto ovest – ci penalizza la mancanza di una visione nel medio termine. Oltre a non lavorare oggi, gli imprenditori faticano anche a prendere prenotazioni per i mesi a venire. E a catena questo si ripercuote su assunzioni, acquisti e investimenti». La priorità è «definire una data di riapertura in sicurezza di bar e ristorazione senza ulteriori proroghe» ed estendere gli orari di attività già in zona gialla dalle 5 alle 23.

© RIPRODUZIONERISERVATA

1,2%

Umbria

4.530

2,2%

Veneto

4.384

3,7%

Toscana

4.332

5,3%

Friuli VG

4.176

4,5%

Valle d'Aosta

4.155

10%

Lazio

3.687

4,7%

Emilia Romagna

3.656

5,6%

3.255

Piemonte

«Certezza sulle date E orari più estesi»

7,3%

2.966

Liguria

6%

Lombardia

2.849

6,4%

Abruzzo

2.821

4,5%

Prov. Trento

2.700

5%

Sicilia

2.680

5,5%

Sardegna

2.295

5,6%

Campania

2.229

8,9%

Puglia

1.996

12,9%

Marche

1.953

8,7%

1.559

Basilicata

L’EGO-HUB

cione, ma dagli incontri che ci sono stati con il Governo sembra ci sia un’apertura a fare una verifica per la possibilità di anticipare cambiamenti e aperture. Potrebbe essere per una zona gialla oppure, appunto, per nuovi parametri a cui si sta lavorando. Ma è tutto da vedere».

10.625

Prov. Bolzano

Guida i due gruppi di lavoro delle Regioni per rivedere i parametri da “zona gialla” e per le regole per attività economiche e culturali /// Piero Erle

Tamponi ogni 7 giorni per 100 mila abitanti (percentuale positivi)

Regione

8,4%

Molise

1.098

5,3%

Calabria

1.078

12,8%

ITALIA

3.117

5,9%

Fonte: Cabina di regìa del Ministero della salute, settimana dal 2 all'8 aprile

REPORT SULLA PANDEMIA Il Ministero: contagi calati pur con tamponi-record

La regione ora è a rischio basso Scendono ancora i ricoveri ••

È andato bene, questa volta, l’esame del Ministero della salute e dell’Iss sull’andamento della pandemia nel Veneto. Rispetto all’ultima settimana la nostra regione è scesa da un rischio “alto, con molteplici allerta” rispetto alla diffusione dei contagi, a un rischio “basso, senza nessuna allerta da segnalare”. Era da settimane che il Veneto non registrava una “pagella” così. Come noto, l’indice Rt di trasmissione del virus è tornato sotto 1, e l’incidenza del nu-

mero di nuovi casi per 100 mila abitanti è sceso a 160, ben lontano da quel 250 a cui era sopra fino a due settimane fa. Ma il Ministero certifica anche (vedi grafico) che quel valore scende pur in presenza di un numero quasi record di tamponi fatti ogni 100 mila abitanti, ed è la prima volta che viene accolta la richiesta che il governatore Luca Zaia aveva posto, e cioè indicare anche quanti tamponi fa ogni regione in base al numero di abitanti.

DirigenteFrancescaRusso

LE TABELLE DELLA REGIONE Su oltre 335 mila iniezioni indicate in categoria “altro”, spuntano due maxi-voci sulle quali non c’è chiarezza

Vaccini, 47 mila dosi senza spiegazione Il Pd chiede «massima trasparenza», il presidente Zaia ordina ai dg di specificare a chi sono andate A chi sono andate finora •• le dosi di vaccino fatte in Ve-

neto? Da tempo il nostro giornale segnala che nei vari centri vaccinali ci sono state quanto meno “sbavature” nel concedere l’accesso alle dosi. A stupire, in particolare, è l’enormità della cifra che compare nel report del Governo, aggiornato in tempo quasi reale, sulle vaccinazioni in Italia e nelle Regioni. Oltre a

personale sanitario e non sanitario, over 80, case di riposo, forze armate e personale scolastico c’è la voce “altro”: 2,6 milioni di dosi in Italia su 12,7, e 352 mila in Veneto su 1,15 milioni. La magistratura, come noto, sta facendo verifiche. Il gruppo del Pd ha sottolineato che il Veneto è la 4a regione in Italia per dosi catalogate “altro”: il 29%.

Le cifre L’altra sera la Regione ha diffuso per la prima volta una tabella che indica cifra per cifra quelle che erano circa 335 mila dosi segnate “altro”. C’erano ben 166 mila do-

si fatte a 70enni e 62.700 a “soggetti estremamente vulnerabili e disabili” e 7.500 a care-giver o familiari: sono categorie specifiche indicate dal Governo. Seguono 15 mila dosi ad altro “personale non sanitario” oltre a quello che ha già la sua voce specifica; 9.400 a “studenti di area sanitaria”, probabilmente specializzandi; 8.400 dosi ad “altri servizi essenziali” che possono essere ad esempio dipendenti di vari enti pubblici; 4.700 a personale di Protezione civile; 4.600 a farmacisti; 3.250 a operatori di strutture per disabili; 2 mila a vigi-

li del fuoco; 1.680 a donatori di sangue; 890 a “operatori non sanitari di strutture sanitarie private”; 740 a polizia penitenziaria e 290 a detenuti; 430 a personale di servizi veterinari; un centinaio a chi frequenta asili e altro.

L’area grigia Infine due voci che più lasciano interdetti: 7.500 persone tra 60 e 64 anni che non appartengono a nessuna categoria specifica, e quindi non si sa perché siano stati già vaccinati, e ben 40 mila “da assegnare alla specifica categoria”. Su questo attacca il Pd, che chiede

•• La suddivisione delle dosi in Veneto a ieri

«massima trasparenza. Non sappiamo a quale categoria appartengano». E che la questione sia calda lo dimostra l’ulteriore nota diramata subito dalla Regione che spiega che ci sono anche altre categorie a rischio, anche se non specificate dal Ministero nei decreti Covid. E cita anche «viaggiatori internazionali, rischio Epatite B, residenti area a maggio rischio, profilassi post-esposizione, comportamento a rischio, donna in età fertile». Ma poi la nota rimarca che nella riunione con i dg di ieri «il presidente Luca Zaia e l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin hanno dato mandato di verificare e incrociare i dati e catalogare i soggetti che compongono quel macro gruppo». Fare chiarezza, appunto. P.E.

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30

DOMENICA 11 APRILE 2021 IL MATTINO

PIOVE DI SACCO - MONSELICE - ESTE

colli eUganei

Masin: «Posso guidare insieme l’Ente Parco e la Federcaccia» Il sindaco di Galzignano respinge al mittente l’accusa di conflitto d’interessi Per le catture dei cinghiali con i chiusini va garantita la continuità degli interventi Gianni Biasetto / ESTE

A dieci mesi dalle dimissioni di Massimo Campagnolo, il governatore del Veneto Luca Zaia ha nominato il nuovo presidente dell’Ente Parco Colli Euganei. È il sindaco di Galzignano Terme, Riccardo Masin, 47 anni, responsabile di produzione della ditta Lofra di Torreglia. Presiede un esecutivo composto da Antonio Scarabello, Nino Schiavon, Diego Bonato e dal sindaco di Arquà Petrarca Luca Callegaro. Masin ricopre anche la carica di componente il Consiglio di sorveglianza di Etra e di presidente della sezione di Padova di Federcaccia. «Sono onorato della scelta fatta dal presidente Zaia tenuto conto del nutrito e qualificato panorama di candidati a guidare l’Ente», esordisce Masin. «Sono conscio che vado ad assumere un onere non da poco perché il Parco Colli, a mio avviso, ha biso-

gno di un profondo rinnovamento per renderlo operativo nelle finalità previste della legge istitutiva, la numero 38 del 1989. Per quanto riguarda il mio incarico in Federcaccia non c’è alcun conflitto di interessi, trattandosi di un’associazione». Presidente, lei conosce bene le problematiche dell’Ente, in primis per essere sindaco di un Comune dei colli, e in secondo luogo per essere stato nel comitato esecutivo dal 2016 al 2017. Da dove intende iniziare? «Occorre prestare attenzione a quelle attività agricole e turistico-ricettive che permettono a chi vive e lavora nell’area protetta di restare altrimenti si rischia lo spopolamento. Il territorio, soprattutto da quand’è iniziata la pandemia, sta vivendo una situazione difficile dal punto di vista economico. Penso ad esempio agli agricoltori e alle attività di ristorazione che hanno subito notevo-

maserà

Rifiuti gettati in strada pizzicate due donne MASERÀ.

Immortalate dalla fototrappola mentre scaricavano abusivamente dei rifiuti in pieno centro. Il sistema di sorveglianza installato per mettere fine anche al malcostume dell’abbandono dei rifiuti ha beccato l’altro giorno due donne italiane, sulla quarantina, mentre lasciavano degli scatoloni e dei sacchi di immondizia sul marciapiede, accanto ad uno dei contenitori usati per la raccolta dei vestiti usati. Le due hanno accostato e

sono scese dall’auto, dalla quale hanno scaricato i rifiuti lasciati a bordo strada. Ma in quel momento è entrata in funziona la fototrappola che ha ripreso la targa dell’auto. Per gli agenti della polizia locale dell’Unione Pratiarcati è stato semplice risalire alla proprietaria, una delle due donne. Per entrambe è scattata la sanzione per abbandono di rifiuti, 600 euro, che scendono a 420 se si sceglie di pagare nel giro di pochi giorni. «Hanno gettato in strada un trolley pieno di rifiuti,

neto Agricoltura non subisca interruzioni dovute alla stagionalità dei contratti di lavoro. Sull’attività di selecontrollo intendo andare avanti sul programma in atto». E il motocross? «Lavoreremo sulla proposta fatta da alcuni sindaci, che è quella di chiedere alla Regione un inasprimento delle attuali sanzioni. Le multe attuali sono irrisorie, c’è bisogno di un provvedimento che preveda la confisca del mezzo e la denuncia di danno ambientale». La notizia delle nomine dei presidenti degli Enti Parco del Veneto ha provocato alcune reazioni. «In queste scelte emerge la volontà accentratrice di Zaia», affermano i consiglieri regionali del PD, Francesca Zottis, Andrea Zanoni, e Vanessa Camani. «Non entriamo nel merito del valore delle persone, ma è innegabile che l’autonomia che si chiede a Roma fa a pugni con l’accentramento di Palazzo Balbi. Bizzarra la nomina a presidente del Parco Colli del presidente provinciale di Federcaccia Padova: parrebbe un conflitto di interessi. Perché non scegliere il presidente di Legambiente? ». Augura buon lavoro a Riccardo Masin, invece, il presidente di Cia Padova, Roberto Betto. «Quella chiamata a guidare il Parco Colli è una squadra competente, che ha a cuore moltissime peculiarità dell’area del Parco», dichiara Betto. —

conselve

L’ex sindaco «No secco al market in centro» CONSELVE

uno scatolone con materiale inerte e altri sacchi» afferma il sindaco Gabriele Volponi «un gesto inaccettabile, considerato poi che a Maserà abbiamo un centro di multiraccolta aperto tre giorni la settimana e, con una semplice telefonata, è a disposizione un servizio di raccolta a domicilio degli ingombranti e degli inerti». Il sindaco conferma che ci sono occhi elettronici puntati sia sulle zone centrali del paese che su altri luoghi in cui si sono già verificati degli abbandoni di rifiuti. «Abbiamo due fototrappole già posizionate» aggiunge Volponi «più altre sei in dotazione alla polizia locale dell’Unione Pratiarcati. Questo episodio conferma che sono regolarmente funzionanti e che risalire ai responsabili è semplice». —

«Al nostro centro storico non serve un capannone»: è netta la bocciatura del progetto di un nuovi supermercati a due passi dalle piazze da parte dell’ex sindaco Luciano Sguotti. Alla guida dell’amministrazione comunale nei primi anni Duemila, Sguotti aveva seguito da vicino le vicissitudini del comparto centrale tra le vie Roma e Verdi, chiamato Ambito 7, sul quale ora c’è l’intenzione di costruire un supermercato di medie dimensioni. E, proprio partendo dalle difficoltà di realizzazione di un intervento urbanistico a due passi dal centro, l’ex sindaco si chiede quanto questa trasformazione sia legata alla necessità di strappare dal degrado l’area e se effettivamente porterà ad un miglioramento. La sua risposta è un deciso no. «Il nostro centro storico si merita di meglio» aggiunge «e di nuovi supermercati non ne ha bisogno. L’Ambito 7 è stato oggetto di numerose torsioni e di cambi di strategia, ora viene invocata come pretesto la difficoltà economica degli operatori, ma quel che emerge è che a vincere è il dio denaro e non una visione della città, che manca completamente a questa amministrazione». L’Ambito 7 è un’area di 8 mila metri quadrati a destinazione commerciale e residenziale che da oltre vent’anni attende di essere realizzata. Nelle ultime settimane il gruppo Unicomm sta acquistando gli appezzamenti in mano a numerosi proprietari, con l’intenzione di aprire un nuovo supermercato di media dimensione, intorno ai 1.500 metri quadrati. Secondo Sguotti questo epilogo «è figlio della speculazione dei suoli urbani, poco utile alla vivibilità del centro». —

NICOLA STIEVANO

N. S.

Al vertice dell’Ente Parco dei Colli arriva Riccardo Masin

li perdite». Uno dei problemi più sentiti dagli agricoltori, e mai risolti, è la presenza di un numero sproporzionato di cinghiali che creano danni alle colture e all’ambiente. C’è una via d’uscita?

«La prima cosa che intendo fare è verificare la dotazione che ha il Parco per combattere questo fenomeno. È importante, ad esempio, per quanto riguarda le catture con i chiusini, che la presenza degli operatori distaccati da Ve-

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PADOVA

DOMENICA 11 APRILE 2021 IL MATTINO

mortise

Medico di base va in pensione In 1.500 senza assistenza Pazienti costretti a rivolgersi anche ad ambulatori fuori Comune Crisarà: «Sono 19 anni che diciamo che mancano dottori, ma nulla è stato fatto» Felice Paduano

A Mortise, quartiere tra l’Arcella e Ponte di Brenta, area in cui vivono 7.000 persone, compresi molti anziani, è andato in pensione il medico di base Giorgio Antonello, professionista apprezzato da tutti. La messa in quiescenza del dottor Antonello lascia senza medico di famiglia 1.500 assistiti che ora stanno cercando un nuovo medico di base, ma sono ancora tantissime le persone che non riescono a trovarne uno. «Purtroppo la ricerca di un nuovo medico non è per niente facile» sottolinea Michele Russi, ex direttore delle poste in pensione, nonché ex consigliere di quartiere «le liste dei medici di famiglia risultano quasi tutte al completo sia a Mortise, a Torre che nelle limitrofe Arcella e Ponte di Brenta. La situazione si sta facendo sempre più critica anche perché

Domenico Crisarà

Un medico di base nel suo ambulatorio

tra alcuni mesi, sempre a Mortise, andrà in pensione anche un altro medico di base. In questi giorni ho conosciuto tante persone, tra cui numerosi anziani che, pur di trovare posto nelle liste di altri medici di famiglia, si sono dovuti rivolgere a studi e ambulatori fuori Comune. Ad esempio a Cadoneghe.

scompare l’ufficio di padova

Controllo unico a Mestre venti capi-stazione verranno trasferiti Sono destinati a scomparire i venti capi-stazione che attualmente prestano servizio all’apparato tecnologico che si trova al binario 1 della stazione, a pochi metri dalla sede della Polfer. Questo perché il controllo della circolazione dei treni da Padova sino a Tarvisio e Trieste sarà inglobato all’interno della cosiddetta “torre di controllo” di Mestre che è stata già realizzata ma sarà potenziata ulteriormente, dove già oggi operano turni di 30 capi-sta-

zione che, 24 ore su 24, hanno a disposizione 300 monitor e 40 mila metri di cavi di rete. Il progetto, non ancora esecutivo, è stato anticipato dalla Filt-Cgil, il sindacato storico dei ferrovieri. «La tecnologia si evolve anno dopo anno – spiega Alessandro Piras – Sarà l’apparato di Mestre a garantire la sicurezza e l’efficienza della circolazione dei treni, sia passeggeri che merci, che transitano nell’interno Nordest. La “torre di controllo” vigilerà sull’intero

coinvolta l’area est del quartiere

Porta a porta all’Arcella consegnati i primi bidoni Mancano meno di due mesi all’inizio della raccolta porta a porta nella zona di Arcella Est, dove vivono 19 mila persone. Da pochi giorni il programma messo a punto da AcegasAps e dal Comune è entrato nel vivo con la distribuzione dei primi 400 bidoncini ad altrettanti nuclei familiari residenti in questa parte del quartiere. I kit sono stati consegnati a quelli che abitano sul lato est dell’asse viario formato dal-

La consegna dei bidoncini

Non è una bella cosa perché per arrivarci gli abitanti di Mortise devono prendere tre mezzi pubblici». Russi ha scritto anche una lettera al governatore Luca Zaia, ma il presidente della Regione non ha potuto fare altro che girarla all’Usl 6 Euganea. La grave carenza dei medici di base è ben nota anche alla Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale guidata, a livello provinciale da Domenico Crisarà: «Già nel 2002 la nostra associazione lanciò l’allarme che in tutta Italia rischiavano di restare senza medico di base 14 milioni di persone» spiega il dottor Crisarà «19 anni fa ponemmo il problema alla Conferenza delle Regioni, alle sanità regionali e alle Università. Ebbene sono passati tanti anni, sono cambiati tanti Governi, ma la situazione non è cambiata per niente. Anzi rischia di peggiorare. A Padova e provincia, ma anche e specialmente nei paesi di montagna con pochi abitanti, così come nelle zone rurali». In città stanno per andare in pensione non solo altri medici di base a Mortise e all’Arcella, ma anche nelle zone di via Montà e di Padova ovest. Per cercare di risolvere il problema una volta per tutte, i medici propongono l’istituzione di un tavolo permanente formato da rappresentanti della sanità pubblica, della Regione e dell’Università. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

la conferma

Fratelli d’Italia Raffaele Zanon è presidente Fratelli d’Italia ha confermato Gabriele Zanon presidente del circolo padovano del partito. «Sabato prossimo si terrà anche una manifestazione davanti a Palazzo Moroni», spiega, «per esprimere sostegno e solidarietà al mondo del commercio penalizzato pesantemente dalle decisioni del governo di cui, bisogna ricordare siamo l’unico partito all’opposizione». E ieri in Comune c’erano anche Raffaele Zanon e Filippo Ascierto per annunciare il sit in della prossima settimana. «Il nostro slogan sarà “se mi chiudi non mi chiedi”», spiegano proprio Ascierto e Zanon, «Questa sarà una settimana di mobilitazione al fianco di chi non ce la fa più. E la situazione è ancora più grave alla luce del fatto che il governo si ostina a non voler dare i cinque miliardi di euro del cashback a favore delle imprese e dei commercianti che sono ormai in crisi. Dai ristori sono infatti arrivate briciolo assolutamente non sufficienti. Per questo invitiamo tutti i padovani a partecipare alla manifestazione della prossima settimana che si terrà proprio davanti alla sede del Comune».

traffico ferroviario di Veneto e Friuli Venezia Giulia, mentre l’apparato tecnologico di Verona provvederà al controllo della circolazione dei treni da Grisignano di Zocco sino ai confini nord del Trentino Alto Adige. La ventina di capi-stazione che lavorano a Padova non avranno alcun riflesso occupazionale. Di fatto siamo davanti ad un nuovo modello di alta tecnologia che migliorerà i livelli di sicurezza e di efficienza della circolazione dei treni». La notizia ha provocato non poche reazioni: «Dopo il rischio di perdere l’Alta velocità, dalle informazioni ricevute da Rfi, siamo destinati a perdere anche le 20 alte specializzazioni che ci sono al binario 1. Lasceranno Padova e saranno trasferite a Mestre – sottolinea il consigliere comunale Luigi Tarzia – Un’ulterio-

re conferma che il ritardo dell’arrivo a Padova della Tav da Brescia, via Verona e Vicenza, fa perdere centralità, investimenti e competitività. Rischiamo l’isolamento rispetto alle altre città del Veneto. Si apra subito un cantiere per l’alta velocità e si discuta sul serio degli investimenti da subito che servono per realizzare i nuovi collegamenti veloci Padova-Bologna senza fermate intermedie e Padova-Vicenza, mettendo in campo le migliori risorse economiche, produttive e sociali. Facciamo presto. Altrimenti ci troveremo con una stazione senza dirigenti tecnici e solo con le biglietterie elettroniche e con gli spacciatori nei dintorni di una delle stazioni più importante del Nordest per movimenti di viaggiatori». —

le vie Tiziano Aspetti e Guido Reni. La distribuzione ha coinvolto le vie Camillo Aita e Don Orione, due trasversali di via Guido Reni. Assieme ai bidoncini gli operatori di AcegasAps hanno consegnato ai residenti il calendario del ritiro dei rifiuti, che avviene solo nei giorni feriali e la guida informativa che dimostra la finalità ed il valore ecologico della raccolta differenziata. Come già in Arcella ovest, ossia nelle strade a ovest di via Aspetti e Reni, alle famiglie sono stati consegnati cinque contenitori: umido-organico, plastica e lattine, secco non riciclabile, carta e cartone e infine vetro. La guida informativa è stata stampata oltre che in italiano anche in inglese,

francese, albanese, romeno, arabo e cinese. Una scelta doverosa visto che all’Arcella il 32% della popolazione è rappresentata dagli immigrati. La campagna promozionale in corso si basa anche sulla cartellonistica stradale, sui video tutorial e sui rapporti con le scuole e con gli amministratori condominiali. Distribuiti anche gli opuscoli con le “faq”, ossia una serie di risposte alle domande più frequenti che i cittadini rivolgono ai promotori del porta a porta su singole problematiche. A partire dai vantaggi ecologici che offre la raccolta differenziata. Il nuovo sistema ha consentito alla città di arrivare al 59,4% di quota di rifiuto differenziata. —

FELICE PADUANO

F.PAD.


PRIMO PIANO

DOMENICA 11 APRILE 2021 IL MATTINO

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Coronavirus: il rischio sanitario nel Padovano

Duemila positivi in meno in due settimane Diminuiscono anche i ricoveri in ospedale Sei le vittime che da inizio pandemia salgono a 1.663. Ricoverato don Leopoldo, parroco dell’Unità pastorale di Candiana PADOVA

IL BOLLETTINO

Ieri intanto sono stati 230 i nuovi positivi, sostanzialmente stabili rispetto al giorno precedente (-1) registrati nel Padovano; sei le vittime che salgono così a 1.663. Sono 427 i pazienti ricoverati in ospedale, trenta in meno rispetto al giorno precedente: di questi, 300 si trovano nelle Malattie Infettive dove si registra la diminuzione più significativa: nelle ventiquattro ore precedenti erano 328. Ancora, 84 i malati in Rianimazione (-1) e 44 negli ospedali di comunità (-1). Complessivamente, dall’inizio della pandemia sono 66.376 le persone guarite dopo essere state contagiate, su un totale di 75.714 venute a contatto con il coronavirus. IL PARROCO DI CANDIANA

Intanto, un altro sacerdote

IL CALO DEI CONTAGIATI

Conselve

Numero giornaliero di attualmente positivi nella provincia di Padova

Morto Nevio Borella volontario dell’Avis

9.753 9.510

9.111 8.984 8.795 8.719 8.554 8.753 8.793 8.793 8.315 7.957

CONSELVE

7.709

10/04/21

09/04/21

08/04/21

07/04/21

06/04/21

05/04/21

04/04/21

03/04/21

02/04/21

01/04/21

31/03/21

30/03/21

29/03/21

7.675

28/03/21

Più di duemila positivi in meno nel giro di due settimane. Dopo alcuni giorni di “plateau” la curva dei contagiati ha iniziato nelle scorse ore a virare decisamente verso il basso. Un andamento positivo che fa ben sperare per le possibili riaperture di fine mese. Nel Padovano infatti il picco della terza ondata, iniziata nei primi giorni dello scorso febbraio, si è raggiunto lo scorso 22 marzo quando in tutta la provincia si registravano come positive 9.874 persone. Un livello che si è mantenuto costante per alcuni giorni: due settimane fa domenica 28 marzo, in piena zona rossa, il numero di contagiati era di 9.753. Un valore che, fortunatamente, poi ha preso la strada della discesa fino ai 7.675 di ieri.

Nevio Borella, 84 anni, pensionato, è morto nei giorni scorsi all’ospedale di Schiavonia. Per decenni aveva lavorato come agricoltore e viveva da solo a Beolo: lascia la sorella e i nipoti. In molti lo ricordano per la sua attività di volontariato, assiduo donatore di sangue con l’Avis. Il funerale domani alle 10.30 in Duomo a Conselve. — Nevio Borella, 84 anni

N. S.

è finito in ospedale a causa del Covid. Si tratta di don Leopoldo Zanon, 46 anni, parroco moderatore dell’Unità Pastorale di Candiana, Arre, Arzercavalli, Pontecasale e Fossaragna. Domenica scorsa il parroco era risultato positivo al

Trecento le persone nei reparti di Malattie Infettive, 84 nelle Rianimazioni coronavirus e si era messo in isolamento nella canonica di Pontecasale, separato dagli altri sacerdoti dell’Unità pastorale, tutti negativi e in isolamento fiduciario. Venerdì sera lo stesso don Leopoldo aveva diffuso in bollettino parrocchiale in cui informava i fedeli del contagio e li ringraziava per il sostegno. «Purtroppo sto lottando con questo virus» aveva scritto «ma ce la farò, ne ho fiducia e speran-

za. Sto seguendo tutte le cure che mi sono state consigliate. Non sarà una passeggiata perché ci vorrà molto tempo per guarire, visto anche il modo pesante in cui è evoluto il virus, togliendo il respiro e con una tosse costante notte e giorno». Le sue condizioni sono tuttavia peggiorate e ieri è arrivata la notizia che il parroco è stato ricoverato in ospedale a Schiavonia. Gli altri due sacerdoti sono risultati positivi al tampone molecolare e resteranno in isolamento fino al prossimo controllo. Il più anziano ha già ricevuto anche la prima dose del vaccino. Nella vicina Cartura, invece, fra gli ammalati ci sono il parroco don Giuseppe e la sua collaboratrice domestica, entrami ricoverati da qualche giorno al reparto Covid a Schiavonia, in condizioni stazionarie e non gravi. — CLAUDIO MALFITANO NICOLA STIEVANO © RIPRODUZIONE RISERVATA

se seminato così tanto affetto». Già qualche tempo fa, quando un post sui social annunciò la chiusura dell’attività, una processione di persone si riversò in negozio: increduli e rattristati perché non avrebbero più ammirato le vetrine di Paolo, esempio di gusto e raffinatezza. Paolo, alla morte del padre Saverio, che aveva un negozio di moto e cicli agli inizi del Novecento, aveva preso il posto del genitore malgrado studiasse economia a Ca’ Foscari: si laureò studiando di sera e lavorando di giorno. Ma aveva anche saputo vivere, divertirsi e amare, amare con tutto il cuore la moglie. «Per i funerali aspettiamo che mia madre possa partecipare – spiega il figlio – è negativa, ma deve finire la quarantena. L’ho accompagnato per anni a Firenze e Milano, alle fiere più importanti di arredo perché si fidava del mio gusto». E Paolo resterà per sempre il tenace ricercatore della bellezza. —

aveva avuto un negozio di arredi

Addio a Paolo Galenda volto dei commercianti di Ponte di Brenta PADOVA

«È andato via un signore. Un uomo di rara gentilezza». Gli addii a Paolo Galenda, titolare del negozio di arredi per interni, sulla pagina Facebook “Non sei di Ponte di Brenta se” sono struggenti. Il Covid ha portato via un commerciante stimato, un amico a cui voler bene e un pontesano che rappresentava la rispettabilità dei piccoli artigiani. Aveva 84 anni, lascia la moglie Anna Lisa che definiva la sua «musa ispiratrice» e il figlio Andrea, commercialista. «Il dolore è lacerante – ammette Andrea – eppure siamo stati sopraffatti dall’amore.

Paolo Galenda aveva 84 anni

Sto scoprendo cose di mio padre che non sapevo. L’abbiamo sempre conosciuto come un uomo generoso e gentile, ma non immaginavamo aves-

E. SCI.

la profilassi

Posti disponibili per i vaccini agli over 80 si può prenotare on line o in farmacia PADOVA

Ci si può far aiutare da un figlio o da un nipote, oppure ci si può recare in farmacia: l’importante è mettersi al computer, entrare nel sito della Regione Veneto e prenotare online la propria dose di vaccino contro il Covid 19. L’Usl 6 Euganea ha informato che ci sono ancora dei posto liberi per domani e martedì, riservati sempre alle persone nate nel 1941

o negli anni precedenti. È proprio su questa categoria che la campagna di vaccinazione cerca di spingere al massimo, con l’obiettivo di ultimare gli over 80 entro la fine del mese. In parallelo prosegue anche la vaccinazione, sempre da parte dell’Usl e quindi con prenotazione online obbligatoria man mano che si rendono disponibili i posti, per la fascia 79-75 anni. Poi toccherà ai vulnerabili, circa 35 mila persone tra cit-

tà e provincia. Da maggio i medici di Medicina generale inizieranno a vaccinare i proprio assistiti tra i 74 e i 70 anni che saranno convocati direttamente dal proprio medico per l’appuntamento. Entro la fine di aprile dovrebbero arrivare due forniture da ventimila dosi ciascuna di Pfizer e due forniture per un totale di 10.200 dosi di AstraZeneca. Sempre ai medici di famiglia spetterà di sommini-

strare il vaccino alle persone in assistenza domiciliare: in questo caso la programmazione concordata con l’Usl prevede di partire il 22 aprile. Al momento non ci sono altre categorie né fasce di età programmate per la vaccinazione: il calendario verrà aggiornato, infatti, man mano che la campagna procederà e sempre tenuto conto delle forniture di vaccini. Il contributo dei medici di base a cui si ag-

Un anziano mentre viene vaccinato

giungerà anche quello dei farmacisti, che attualmente stanno svolgendo il corso per poter fare i vaccinatori, consentirà di accelerare sicuramente l’attività. Ieri qualche coda in cer-

te fasce orarie e inevitabili disagi per chi ha dovuto attendere, ma nel complesso senza troppi ostacoli. Oggi si continua a vaccinare in tutti i centri di città e provincia. —


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REGIONE

DOMENICA 11 APRILE 2021 LA NUOVA

Prosegue la mobilitazione di Coldiretti: petizione popolare per lo stop. Anche la Cia chiede alla Regione di fermare il piano

L’ex presidente delle Ville Venete e Shell dietro al maxi parco fotovoltaico di Loreo IL CASO Matteo Marian

E

x presidente dell’Istituto regionale Ville Venete, ente che ha guidato dal 1996 al 2005, l’ingegner Luciano Zerbinati è un professionista stimato ma anche un riconosciuto collezionista d’arte e proprietario della splendida Villa Morosini di Polesella. La dimora che ha ospitato il Doge Francesco Morosini si staglia lungo l’argine sinistro del fiume Po ed è uno dei complessi monumentali più belli del Polesine. A una quarantina di chilometri da Villa Morosini, sullo stesso argine sinistro del Po, c’è l’area di 50 ettari dove sorgerà il maxi parco fotovoltaico di Loreo che, dopo il via libera della Conferenza dei servizi regionali, sta creando scompiglio nella granitica amministrazione guidata da Luca Zaia. L’INTRECCIO

Il parco agri-fotovoltaico grande come 75 campi da calcio sorgerà per iniziativa del-

la Marco Polo Solar 2, società con un capitale sociale di 10mila euro con sede legale a Rovigo, nata nel 2018 per occuparsi di «costruzione, compravendita e gestione di impianti destinati alla produzione elettrica da fonti rinnovabili». Amministratore unico è proprio l’ingegner Zerbinati che detiene anche la maggioranza delle quote sociali. In comune con gli altri cinque soci della Marco Polo Solar 2 vede, però, un diritto di pegno sulle proprie azioni che porta dritto nei Paesi Bassi. Sulle azioni di Zerbinati, infatti, c’è un pegno in favore della Shell Gas & Power Developments BV, ovvero il colosso petrolifero anglo-olandese. Lo stesso vale per gli altri soci: Michele Ghirardini, Giorgio Rossi, Giovanni Cis, Emma Marina Bernardinelli e Monica Canato. Dietro all’operazione che agita la giunta regionale c’è quindi l’interesse di Shell che, come annunciato nel 2019, vuole diventare un fornitore di elettricità e gas per clienti domestici. E per fare questo ha puntato anche sull’Italia, pronta a investire in fonti rinnovabili, fo-

cGia di mestre

Lockdown delle tasse e stop ai micro aiuti «Servono 80 miliardi» MESTRE

Stop ai micro aiuti, e lockdown per le tasse. Il tutto, erogando almeno 80 miliardi di euro entro la fine di luglio per salvare le attività economiche. A sostenerlo è la Cgia di Mestre. Come prima cosa, secondo l’ufficio studi degli artigiani mestrini, occorrerebbe mettere in conto 28 miliardi di euro di mancato gettito fiscale. La somma è stata stimata ipotizzando di consentire a

IL FRONTE SI ALLARGA

«Stop al progetto del mega impianto fotovoltaico di Loreo. Se andasse a buon fine, a cascata il Polesine, e tutto il Veneto, perderebbe almeno altri 200 ettari di terreni agricoli. Come se l’equivalente di 250 campi da calcio venisse sottratto all’agricoltura», sottolinea il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini. «Nella nostra regione sono già state depositate decine di altre richieste di operazioni simili a quella di Loreo, va stoppato l’iter prima che sia troppo tardi». FIBRILLAZIONI

Raccolta firme contro il maxi parco fotovoltaico di Loreo: prosegue la mobilitazione di Coldiretti

tovoltaico soprattutto. L’ITER

Sia ben chiaro, progetto del tutto lecito e anche con le carte in regola a quanto pare. Visto che dopo i rilievi della Soprintendenza è arrivato il via libera della Conferenza dei servizi regionale. Al massimo verrebbe da chiedersi se

tutte le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro di non versare per l’anno in corso l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni. Altri 50 miliardi servirebbero a rimborsare in misura maggiore le perdite subite dalle aziende permettendo di compensare anche una buona parte dei costi fissi sostenuti. Modalità, quest’ultima, che la Francia e la Germania hanno applicato da alcuni mesi. L’iniezione di denaro garantirebbe, secondo la Cgia, di mettere in sicurezza il tessuto produttivo italiano. Secondo l’Istat, quasi il 60% delle realtà imprenditoriali con meno di 50 dipendenti è a forte rischio per mancanza di liquidità e crollo della domanda interna. — E.P.

Protesta degli imprenditori

ni che sostengono la battaglia degli agricoltori contro il fotovoltaico a terra: da ieri i mercati di Campagna Amica sono diventati punti di sottoscrizione.

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l’ingegner Zerbinati avrebbe mai accetto un maxi campo fotovoltaico vicino alla sua Villa Morosini. Ma questa è un’altra storia, e non rileva in alcun modo sul fatto che il piano della Marco Polo Solar 2 abbia le carte in regola. Nel frattempo, da Rovigo fino a Belluno, cresce la mobilitazione del fronte del no guida-

to da Coldiretti Veneto che registra la petizione promossa dal comitato civico “Mamme zero consumo suolo”. Il movimento guidato da Elisabetta Russo, professoressa rodigina, sta raccogliendo consensi in tutta la regione. La docente, rivoltasi a Coldiretti, si è proposta come animatrice di una petizione di cittadi-

metalmeccanica

Nove aziende venete alla fiera di Hannover VENEZIA

Le imprese metalmeccaniche venete tornano a riaffacciarsi sul mercato globale nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Nove realtà industriali del territorio (cinque di Confartigianato e quattro di Confindustria) parteciperanno a partire da domani all’HannoverMesse, la più importante fiera del settore della meccanica e dell’ innovazione al mondo. Le 300 mila partecipazioni in presenza pre-Covid sono un lontano ricordo, quella che

inizierà domani fino a venerdì sarà la prima edizione interamente virtuale. «I nostri fatturati dipendono in modo importante dalla possibilità di farci trovare alle fiere nazionali ed internazionali», spiega Federico Boin, presidente della Federazione Meccanica di Confartigianato Veneto, «questa esperienza virtuale è un esperimento, ma i nostri imprenditori hanno più volte confermato che le fiere in presenza sono insostituibili». Grande soddisfazione, in un momento di generale difficoltà, anche da parte di Roberto

IL 1° VO A SO LUME LO

1,90 IN PIÙ

In attesa di capire se, in vista del passaggio definitivo per il via libera in Regione, la maggioranza veneta proverà a metterci una pezza (una moratoria?), il Pd torna all’attacco anche alla luce dei nuovi progetti in rampa di lancio nella Marca. «Sì al fotovoltaico, ma no al consumo di suolo» afferma Matteo Favero, responsabile Ambiente e Agricoltura del Pd Provincia di Treviso. «Anche nella provincia di Treviso diciamo no a nuovi impianti di fotovoltaico su suolo agricolo, come nel caso ipotizzato a Casier. Diciamo sì alle rinnovabili su superfici già occupate dal cemento o in disuso». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Boschetto, presidente di Confartigianato imprese Veneto, secondo cui «la presenza di questa nove imprese testimonia il desiderio degli imprenditori di cercare nuove partnership commerciali. Grazie alla collaborazione tra le associazioni, VenicePromex e al contributo di Regione Veneto e dell’ente bilaterale artigianato veneto», prosegue, «abbiamo accompagnato le aziende in un percorso di avvicinamento fatto di 10 incontri, la creazione di un video istituzionale sulla meccanica veneta e uno dedicato a ogni singola azienda partecipante. Inoltre sarà presente anche “Smact”, il competence center delle università del Triveneto, con un convegno visibile all’interno dell’area virtuale di VenicePromex». — EUGENIO PENDOLINI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MESTRE

DOMENICA 11 APRILE 2021 LA NUOVA

marghera

Nuove tecnologie di bonifica il rilancio di Ert in concordato L’azienda (ex Cfm) in difficoltà ha presentato ieri al Tribunale il suo piano e ha incontrato le organizzazioni sindacali al tavolo convocato in Regione La sua specializzazione sono le bonifiche ambientali, con una nuova tecnologia che permette di eliminare dai terreni contaminati gli inquinanti “in situ”, senza bisogno di trasferirli in discarica. Forte di questa sua specializzazione – che ha ricevuto l’interesse di Eni ed Edison – Ert srl di Marghera (ex Cfm) ha depositato ieri il piano concordatario al Tribunale Fallimentare di Venezia che si prefigge di risanare il bilancio in rosso e di rilanciare l’azien-

da. In concomitanza con la presentazione del piano concordatario l’amministratore delegato di Ert e i rappresentanti della Filctem-Cgil di Venezia hanno incontrato l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, supportata per l’occasione dal responsabile dell’Unità di Crisi della Regione Veneto. «Auspico che possano essere riconosciute le condizioni per una continuità aziendale, anche alla luce del confronto con il sindacato e la dirigenza», ha

Un operatore della Ert (ex Cfm) al lavoro

polizia

dichiarato l’assessore Donazzan al termine dell’incontro, «dal confronto che abbiamo avuto emergono potenzialità, nell’ambito di bonifiche e di riqualificazione del territorio, strettamente connesse alle competenze e al valore che Ert negli anni ha saputo maturare. Non ultima l’acquisizione di particolari tecnologie riconosciute meritevoli di attenzione da parte di colossi del settore quali Eni ed Edison». Le prospettive future di Ert, ha spiegato l’assessore, sono legate al potenziale di commesse anche in considerazione dei contratti pluriennali già in essere con Eni e Edison e delle possibili applicazioni future sviluppabili dall’azienda di Marghera. «La prossima stagione sarà quella delle riqualificazioni ambientali e certamente tra i siti di maggior interesse a livello nazionale, c’è quello di Porto Marghera», ha aggiunto Donazzan, «È quindi importante che un’azienda di tale valore e potenzialità tecnologica possa mettere a disposizione del territorio le pro-

trasporti

Spaccio e rapina Due finiscono in carcere

l’allarme

Fuga di gas in un condominio Nessun evacuato Momenti di ansia ieri mattina in un condominio con 27 appartamenti quando si è sentito dalla caldaia in comune odore di gas. Subito

sono stati avvertiti i vigili del fuoco che sono arrivati in una laterale di corso del Popolo, tra via Bissolati e via Corridoni. Come prima cosa i pompieri hanno tolto il gas a tutte le famiglie, poi sono intervenuti risolvendo il problema ed evitando che tutte le famiglie dovessero evacuare, possibilità evitata dal pronto intervento.

Gli agenti del Commissariato di Mestre, hanno dato esecuzione a due ordini di carcerazione nei confronti di un croato di 29 anni e di un italiano di 51. Il giovane croato, già arrestato a fine gennaio perché trovato in possesso di oltre 40 grammi tra eroina e cocaina, era stato posto ai domiciliari con successiva conversione della misura in obbligo di firma. Ma aveva continuato a spacciare. E’ stato quindi ri-arrestato e portato in carcere. L’italiano B.L., lo stesso è stato invece condotto presso il carcere di Santa Maria Maggiore a seguito di una rapina perpetrata con estrema violenza nei confronti dell’anziana madre. L’uomo già nel 2017, sempre per atti di violenza nei confronti della propria madre, era stato condannato con la misura della custodia cautelare domiciliare.

Un operatore sanifica un autobus

«Bus non sanificati» Cub scrive a Spisal Per Avm tutto è ok “Anomalie nella sanificazione e igienizzazione dei mezzi Actv”. È la segnalazione allo Spisal dell’Usl 3 firmata dal sindacalista Giampietro Antonini (Cub trasporti) secondo il quale a bordo degli autobus mancherebbero indicazioni precise sugli interventi effettuati. Tutto a norma, invece, per Actv che spiega come le schede tecniche siano state sostituite da Qrcode e che la sanificazione quotidiana vie-

ne fatta su ogni mezzo in deposito al rientro. A essere violata, secondo la sigla sindacale, è l’ordinanza regionale del maggio 2020 che impone alle aziende del trasporto pubblico di igienizzare, sanificare e disinfettare treni e mezzi pubblici. «Non risultano esserci a bordo degli autobus Actv schede da cui si evinca la periodicità degli interventi o il nome dell’operatore della Dussman addetta alla sanificazione» spie-

il lutto nella comunità

Oggi l’ultimo abbraccio al 33enne Azgar Chayal Si terrà oggi alle 11 nella sala della preghiera della comunità islamica nell’area Panorama a Marghera, l’ultimo saluto in Italia a Azgar Chayal il 33 enne di origine bengalese marito e papà di 3 figli morto a causa di una emorragia cerebrale nei giorni scorsi. Risiedeva al civico 16 di via Enrico Cosenz a Marghera. Si era sentito male mentre stava facendo la doccia ed è stato soccorso dai due suoi fratelli che hanno subito chia-

Azgar Chayal, 33 anni

prie competenze». Per Davide Stoppa della Filctem-Cgil il confronto con l’azienda al tavolo convocato dall’assessore Donazzan ha permesso di capire «quali prospettive ha l’azienda di salvare i posti di lavoro, grazie alle grandi competenze e professionalità del suo personale». «Ci auguriamo che ora possa esserci, finalmente, un rilancio dell'azienda anche con l'intervento delle istituzioni», ha spiegato Stoppa, «I lavoratori di Ert da anni vivono sulla loro pelle le difficoltà aziendali con stipendi in ritardo e ci auguriamo possa esserci finalmente un rilancio dell'azienda anche grazie a un intervento delle istituzioni pubbliche che permetta di salvaguardare posti di lavoro e rilanciare le attività di Ert in un settore strategico come le bonifiche ambientali. Ancor più a Porto Marghera che, dopo l’annuncio della chiusura del cracking di Versalis, rischia di diventare un deserto del lavoro». — G.FAV. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ga Antonini «La certificazione dell’avvenuta pulizia detta Fondo Base, diversa dalla sanificazione, è in molti bus ferma a ottobre/novembre 2020». Per Antonini, il Fondo di Base dovrebbe avvenire circa ogni 17 giorni, come «linea 575 del 28 gennaio con etichetta della Dusmann indecifrabile o linea 34 del 2 aprile con etichetta fondo base datata 2 ottobre 2020». «Sono stati installati anche dei microchip» aggiunge «tramite cui l’operatore dovrebbe mostrare di aver sanificato, ma non c’è alcuna certezza per il lavoratore né per l’utenza. Oppure compaiono foglia lasciati sui cruscotti senza altri dettagli e senza dare indicazioni sulle bonifiche di fondo. Chiediamo se non sia il caso di verificare la corretta applicazione delle misure previste». Dopo precedenti e numerosi sopralluoghi da parte di Spisal e Nas, dal canto suo Actv fa sapere che a bordo non ci sono le schede perché la norma non lo prevede, sostituiti da tag e Qrcode per la verifica degli interventi. Inoltre l’automobilistico ha una gestione mista delle santificazioni interna ed esterna, e quella prevista quotidianamente viene fatta sui mezzi in deposito al rientro. — EUGENIO PENDOLINI © RIPRODUZIONE RISERVATA

mato l’ambulanza. L’intervento dei medici del Suem era stato immediato. Ma dopo alcuni giorni di ricovero all’ospedale dell’Angelo di Mestre il 33enne è morto. L’uomo aveva fatto diversi lavori in Italia. «Nella nostra sede di Marghera», spiega Monir Sader, familiare del ragazzo, «la comunità islamica veneziana gli darà nella sala della preghiera nell’area Panorama a Marghera un ultimo saluto prima della sua partenza per il Bangladesh». Per volontà della famiglia infatti Azgar Chayal sarà sepolto nel suo Paese. Il volo per riportarlo al paese d’origine è fissato per metà della prossima settimana. — A.AB. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il business della terza età

Comuni, società e cooperative in pressing per i 1035 nuovi posti letto nelle Rsa Le richieste avanzate a fine anno per ampliare la disponibilità o autorizzare la costruzione di nuove case di riposo Ci sono le cooperative, ci sono i privati, ma ci sono anche le amministrazioni comunali che puntano a vedersi riconosciuti posti letto per anziani da affidare tramite appalto pubblico. Il business della terza età che ha portato la Marca a chiedere alla Regione Veneto il riconoscimento di 1035 posti letto in più con l’aggiornamento del piano di zona è tutto qui, nei numeri. E coinvolge, con interessi e prospettive ovviamente diverse, diversi gruppi ed enti. Non c’è solamente il capoluogo, dove tra soggetti pubblici e soggetti privati gravitano sei iniziative dedicate alla terza età, c’è tanto hinterland come abbiamo raccontato nel giornale anche ieri sottolineando i tre piani edilizi che ricadono tra San Biagio e Mogliano. E c’è anche la zona dell’opitergino mottense dove in tanti puntano ad allargarsi o implementare la propria offerta pubblica. La richiesta fatta in Regione si articola sulla base di tre diverse tipologie di domande: quella fatta per consumare le quote rimanenti dal vecchio piano di zona (e si tratta di circa un centinaio di posti letto); quelle fatte già in passato ma fino ad oggi mai attuate ed ora considerate prioritarie per l’organizzazione del prossimo piano di zona; infine le ulteriori richieste di nuovi posti letto arrivate nell’ultimo quinquennio che si spera possano essere accolte dalla Regione. In totale si arriva ad oltre 900 posti letto a cui negli ultimi mesi del 2020 si sono aggiunte altre domande dell’ultima ora sparse in altri punti della provincia. A fare la parte del leone tra i progetti di prossima partenza cioè Istrana con il Centro Servizi che punta alla realizzazione di una struttura da 90 posti letto. Si pensava di averla

LA DOMANDA DI NUOVI SPAZI POSTI LETTO

Il fronte della casa di riposo Menegazzi di Treviso, gestita da Israa che punta ad ampliare S.Bona

pronta entro quest’anno ma il covi d’ha certamente rallentato i tempi. Un gran numero di posti letto sono quelli previsti a Treviso dove, oltre alla quota di posti che l’amministrazione vorrebbe mettere a bando, vi sono i posti letto richiesti da Israa che punta all’ampliamento delle proprie strutture a Santa Bona E poi ci sono i casi di Salgareda e di San Biagio. Il primo comune ha chiesto 120 posti letto da bandire per una residenza anziani autosufficienti e non autosufficienti, il secondo invece ha sul tavolo ben due proposte per la realizzazione di una casa di riposo: 120 posti offerti dalla Sereni Orizzonti, altrettanti dalla Cps (che ha mire anche nel capoluogo per una novantina di posti). Ma sulla Marca gravitano anche altri gruppi di investitori co-

Paola Roma

me Orpea, il colosso della assistenza sanitaria francese che in Italia (con base a Torino) sta gestendo molte strutture fra cui “Casa mia” a Casier e il centro servizi “Tre carpini” di Maserada che punta ad allargarsi con altre 34 posti letto. Chi fra questi riuscirà ad avere il disco verde all’edificazione? La conferenza

dei sindaci, con il presidente Paola Roma, spera che la Regione autorizzi tutti dando il via libera all’innalzamento della quota di “accreditabili e autorizzabili” che è stata chiesta già in via ufficiale nella seduta della commissione sociale. Anche l’Usl2 spalleggia a proposta – condivisa in conferenza dei sindaci – ben sapendo che le prospettive demografiche indicano un continuo invecchiamento della società per altri trent’anni. Un lasso di tempo che sta facendo gola anche ad altri investitori che puntano al lusso per la terza età, cosa ben diversa dalle case di riposo che temono di più la concorrenza diretta di grandi gruppi capaci, col potere finanziario, di appiattire il mercato (e i servizi) sulle loro offerte. — FEDERICO DE WOLANSKI

Istrana Roncade Motta di Livenza Meduna Maserada Oderzo Treviso Treviso Spresiano Villorba Silea Motta San Biagio San Biagio Istrana Salgareda Ormelle

Centro Servizi Residenza per anziani ”Tomitano-Boccasin" Residenza "Rusalen” CdS "Tre Carpini" Cds “Residenza per Anziani” Comune di Treviso Israa Casa Albergo Cds "Tomasi" "Casa Marani" Cs "Villa d'Argento" "Tomitano Boccassin" Sereni Orizzonti Cps Comune Comune Coop Luigi e Augusta

90 5 9 24 34 22 97 78 44 21 16 48 120 120 30 120 60


LETTERE E OPINIONI

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LE LETTERE Coronavirus/1 Prima e seconda dose strani allungamenti Sarebbe Interessante chiedere a Zaia se, alla luce delle frasi dette in conferenza da Locatelli, la seconda dose dei vaccini a mRna venga distanziata fino a 42 giorni dai 21 e 28 attuali. Infatti Locatelli ha testualmente dichiarato: “Nell’ultima seduta del Cts è stato affrontato anche il problema del distanziamento della seconda dose per i vaccini a mRna, ma vi è stata una chiara manifestazione della possibilità di prolungare fino a 42 giorni da prima dose”. Alessandro Pin

Coronavirus/2. Tra medici e Ulss tanta confusione Quando posso ascolto il punto di Zaia, quando viene intervistato. Giorni fa è stata data l’informazione, sia in conferenza stampa che dal numero verde che, se nel portale delle prenotazioni, esce la scritta che non

si fa parte della categoria da vaccinare ci si può rivolgere al medico di famiglia, se si ritiene di essere una categoria a rischio, il quale avvisa l’Ulss. Essendo io e mio marito portatori di esenzione (io due e mio marito una per problemi importanti polmonari), ho chiamato il medico di base, il quale tuttavia ha risposto che non è di loro competenza segnalare all’ULSS, in questo caso ULSS 2. Mi chiedo a questo punto chi ha ragione? Anna Paronetto

Coronavirus/3 Si fa presto a dire vaccinatevi Alla manleva dello Stato nei confronti delle ditte che producono i vaccini lo Stato si assume poi la responsabilità verso chi ne avesse un danno? Poniamo il caso dell’avvocato 45enne di Messina colpito da trombosi dopo la prima dose di vaccino oppure della insegnante 32enne di Genova che accusò un forte malessere dopo la prima dose e ricoverata d’urgen-

za, i medici si sono visti costretti ad avviare successivamente la procedura per dichiararne la morte cerebrale. Nel firmare qualche carta prima della vaccinazione è l’assistito che solleva la responsabilità ultima? Non è da prendere sotto gamba questo quesito. È necessario che l’utente del SSN sappia a quali rischi espone sé stesso e i propri familiari, nel caso insorgessero problemi derivanti dal vaccino iniettato. Qualora sia stabilito successivamente un nesso tra la morte e il vaccino cosa accadrà? Chi pagherebbe eventualmente i danni alla famiglia dell’avvocato e dell’insegnante? Se vogliamo socializzare la protezione la società deve riconoscere ai soccombenti il giusto indennizzo. Renzo Riva

Coronavirus/4 Pandemia, povertà ed evasione fiscale La pandemia, oltre alle tante vite stroncate e alle molte sofferenze umane, è stata anche

la causa dell’aumento delle povertà. Le povertà, in tutte le loro drammatiche articolazioni sociali, da decenni, nel nostro Paese, segnano negativamente la vita di milioni di persone. Covid 19 ha accentuato questo nefasto fenomeno, sul quale autorevoli rilevatori statistici (Centri Assistenza Fiscale – Uffici Studi Economici) in questi giorni hanno pubblicato preoccupanti dati sulle quantità di nuove persone che sono entrate nel tunnel della povertà economica. Le povertà, anche in questo periodo pandemico, potrebbero essere contrastate efficacemente, se i politici che ci governano, invece di litigare tra loro e invece di essere quotidianamente sui mass-media a polemizzare, si impegnassero nella lotta alle evasioni fiscali e contributive, annualmente un’evasione di oltre cento di miliardi di euro, lo Stato, le Regioni e i Comuni, avrebbero risorse sufficienti per aiutare i poveri, orientandoli in attività di welfare generativo e indirizzandoli in percorsi occupazionali lavorativi. Su questa emergenza socio-economica: Governo – Cgil Cisl Uil – Acli – Caritas –

Conferenza delle Regioni – Anci – Associazioni imprenditoriali – Rappresentanti degli Istituti bancari – Forum Terzo Settore, dovrebbero (devono) costituire uno specifico tavolo di concertazione per far prevalere la legalità: un convinto impegno comune per estirpare le evasioni fiscali e contributive. Franco Piacentini

Coronavirus /5 È il governo a stabilire la priorità vaccini Sono una cittadina che crede fermamente nella necessità di vivere in un sistema corretto ed onesto. Mi è capitato di ascoltare un paio di giorni fa un’intervista del presidente Zaia, che lamentava a gran voce l’ordine di priorità delle somministrazioni dei vaccini “imposto” alle regioni dal governo. L’argomentazione mi è parsa più che valida, laddove contestava la priorità data a categorie come i docenti o le forze dell’ordine rispetto agli anziani o le categorie più fragili. Salvo poi, senza troppa fatica,

Il consumo del suolo e l’ignavia politica

Bisogna andare oltre l’indignazione contro questa pirateria urbanistica na villetta singola, anni 80, circondata da un parco con alberi di alto fusto, scompare sotto l’aggressione di ruspe, gru e motoseghe per far posto all’ennesimo condominio. Lo richiede il mercato immobiliare, ma soprattutto lo prevedono due leggi vergognose, profondamente “anticostituzionali”, della regione Veneto: la “legge ossimoro multideroghe” (ben 17 deroghe) nr. 14 del 6 giugno 2017 per il “contenimento del consumo di suolo” e la legge “modello greenwashing” nr. 14 del 4 aprile 2019 per “la riqualificazione urbanistica”, un mix legislativo che sta degradando il paesaggio e le condizioni ambientali per la sopravvivenza al tempo dei cambiamenti climatici. Ma non basta più indignarsi. Non può più bastare questa estenuante e logorante condivisione social dell’indignazione tra migliaia di persone in preda alla rabbia e allo sconforto. In Veneto non basta più denunciare e documentare mille piccoli e diffusi crimini ambientali e paesaggistici che vanno ad allungare l’elenco infinito e frustrante dei piccoli e grandi atti istituzionali di pirateria urbanistica. Qualcuno legittimamente si chiederà il perché nessuna forza politica pone la questione della “legittimità costituzionale”. La risposta è drammaticamente semplice: sulla sottovalutazione del “valore ecosistemico universale” del “suolo” c’è una profonda e ignorante convergenza fra tutte le forze politiche. È la conseguenza di una cultura “antropocentrica” e

U

“cementocentrica” che accomuna la classe politica, la classe imprenditoriale e l’indifferenza della gente comune. Chi è al potere in Veneto, visto che il tema dell’arresto del consumo di suolo non infiamma le platee elettorali, legifera assecondando le lobby del cemento e delle cave e chi è all’opposizione, una volta espresso il rituale, istituzionale e accademico voto contrario alla legge, ritiene di aver svolto il proprio compito, rinunciando alla lotta politica sui limiti anticostituzionali ed ecologici della legge e scaricando la responsabilità dei misfatti ambientali sul legislatore regionale. Sulla “tutela del suolo” è come ci fosse un tacito accordo fra tutte le forze politiche, sia a livello nazionale (dal 2008 stiamo ancora attendendo una legge nazionale che “arresti” il consumo di suolo nonostante si siano avvicendati governi di centro-destra e di centro-sinistra), sia a livello regionale, dove anche amministrazioni e sindaci di centro-sinistra hanno cementificato in modo bipartisan il territorio: eclatante è il caso del Comune di Padova (centro-sinistra) che, nelle pieghe di una legge anticostituzionale sul suolo, ha chiesto e ottenuto dalla regione leghista l’autorizzazione ad aumentare da 39 ettari a 262 ettari nel periodo 2017-2050 la quantità di suolo consumabile. È una grave responsabilità quella che si prende il Partito Trasversale del Cemento perché ai cittadini veneti va spiegato, in presenza di 1.200.000 immobili dismessi tra case, capannoni, negozi, il

Nelle immagini: un condominio di nuova generazione, la villetta dall’alto e il condominio in costruzione

perché non si può più edificare su suolo agricolo, sui lembi verdi non ancora impermeabilizzati dei nostri centri abitati. C’è l’assoluta urgenza di unire la “disperazione” delle nostre indignazioni e la “dispersione territoriale” delle ferite sulla carne viva del nostro suolo, del nostro paesaggio e degli alberi tagliati senza senno, per lavorare a un obiettivo comune, armati dello spirito rivolu-

zionario della nostra passione, lottando contro la “causa” e non solo gli “effetti”, diffusi e dispersi nei territori, di un “abusivismo urbanistico istituzionale” (legislativo) che compromette irreversibilmente beni comuni come il suolo, gli alberi, il paesaggio. Non si possono separare le ricadute ambientali, paesaggistiche di un “piano casa veneto” dalle ricadute ambientali e climatiche

del “consumo di suolo” o dalle ricadute ambientali e climatiche del “taglio massivo dei nostri alberi”. Sono tutte manifestazioni ed effetti di leggi anticostituzionali che sottraggono alla collettività beni comuni come paesaggio e suolo. Si promuove una mobilitazione e una raccolta di firme contro gli “effetti” delle leggi suolicida della Regione Veneto, quali un nuovo supermer-

aver trovato il testo ufficiale emanato dal consiglio dei ministri (che allego) in cui si legge chiaramente che tale ordine prevede in primis la somministrazione alle categorie più fragili, fatta salva la possibilità di inserire le altre, su libera valutazione delle regioni. Segnalo la cosa, speranzosa che l’onestà intellettuale possa sempre prevalere sull’opportunismo politico. Chiara Randazzo

Coronavirus /6 Covid point in Dogana perché scrivete “ex”? Per designare il locum dove vengono effettuati i tamponi per il Covid 19 in gergo giornalistico viene utilizzata la definizione “ex dogana”. La sede operativa della Dogana di Treviso si trova in viale della Serenissima, non è e non è mai stata “ex”, sarebbe opportuno correggersi: il punto Covid dell’ Ulss 2 si trova in Viale della Serenissima di fronte agli Uffici della Dogana di Treviso. Giuliano Sartori

cato, una nuova lottizzazione negli Ambiti di Urbanizzazione Consolidata, una ristrutturazione edilizia che ha la forma dell’abusivismo edilizio, un nuovo polo logistico, lo scavo di una cava e non ci si mobilita contro la legge regionale che consente tali scempi ambientali e paesaggistici, li autorizza, li legalizza e addirittura li esenta dalla contabilità multideroghe (ben 17) del suolo consumato. Ci stanno rubando la terra da sotto i piedi e la nostra ripetuta indignazione dinanzi agli scempi paesaggistici e ambientali finisce per sottrarci l’energia di un “pensiero positivo” e “creativo” con cui vogliamo ricostruire un ambiente più sano. Bisogna (re)agire, andare oltre l’indignazione, il lamento, lo sfogo, il localismo, il campanilismo, quest’ultimo uno dei nemici principali dell’ambiente e del paesaggio. Bisogna impadronirsi di un “linguaggio diverso” e di uno “sguardo diverso”.Appelliamoci alla letteratura giurisprudenziale e ambientale in continua evoluzione. Vista la “compenetrazione” delle “problematiche ambientali” in quelle “urbanistiche” si è affermata una letteratura giurisprudenziale e ambientale che “connette” le due sfere: “ambiente” e “governo del territorio”. Auspico quindi un’iniziativa politico-giuridica che dimostri l’incostituzionalità della “legge sul contenimento del consumo di suolo” e della legge per la “riqualificazione urbanistica”. Un’incostituzionalità “formale” (art. 117, 118 e 127), derivante dall’applicazione in Veneto della competenza concorrente sul “governo del territorio” e le sue ricadute sullo “stato dell’ambiente e del paesaggio” (competenza dello Stato) e “valoriale” (art. 9, 41 e 42) sul rapporto tra “beni comuni” e “proprietà privata”. Bisogna trasformare la nostra indign(azione) in una manifestazione di volontà pacifica e non violenta a difesa dell’ambiente e del paesaggio. — DANTE SCHIAVON


TREVISO

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il contenZioso sUl trasFeriMento alla cittaDella appiani

Camera: danni finanziari non quantificabili Cade la richiesta di Fondazione nella causa milionaria sul mancato trasloco. Pozza: pretese ulteriormente ridimensionate Non è possibile quantificare i danni finanziari pretesi da Fondazione Cassamarca nel contenzioso milionario con Camera di Commercio, per il mancato trasloco alla cittadella Appiani. Una tranche che si aggirava sui 2 milioni, rispetto ai 13,5 chiesti complessivamente da Fondazione. Al capitolo economico-finanziario, Fondazioone lamentava mancata liquidità e interessi, anche rispetto ai debiti maturati con Unicredit, per non aver concluso l’affare pattuito a suo tempo con la giunta Tessari; quella guidata da Tognana aveva poi revocato il trasloco, infine rilanciato poi dalla giunta Pozza. Nell’ultima udienza il ctu Luigi di Fant, alla luce degli atti processuali, ha dichiarato impossibile quantificare i presunti danni, e il giudice Laura Cecconi ha preso atto. Quelli immobiliari e materiali erano già stati stimati dal ctu Giuliano Marella in 5,8 milioni, a fronte dei 6,6 chiesti da Fondazione sotto questa voce specifica. Il round è andato dunque a Camera. E in piazza Borsa si esulta: «La seconda perizia è stata interrotta sul nascere e re-

vocata», dice Mario Pozza, presidente dell’ente camerale, «il ctu ha ritenuto insufficiente la documentazione reperita agli atti di causa per rispondere ai quesiti posti, per ricostruire analiticamente i presunti oneri finanziari sopportati da Fondazione Cassamarca per i lavori eseguiti per la Camera di Commercio. Ciò comporta un ulteriore ridimensionamento delle pretese avanzate in causa da Fondazione».

Restano gli oneri immobiliari: 5, 8 milioni Ca’ Spineda ne chiedeva globalmente 13,5 E Pozza aggiunge: «Resta dunque da valutare la fondatezza anche delle altre pretese, a cominciare da quelle basate sulla stima presunta del valore delle opere eseguite, effettuata in modo non analitico, ma del tutto approssimativo dal ctu tecnico». Camera è assistita dall’avvocato Bruno Barel: sostiene di non dovere nulla a Fondazione perché non avrebbe violato alcun patto. Il prezzo originale

del nuovo immobile camerale alla cittadella Appiani – 30 milioni – non era stato ritenuto «congruo» «né rispondendo a prezzi di mercato» e «anche potenziale danno erariale» come aveva sottolineato la giunta di Mario Pozza, che richiamava i dettami di spesa del Mef e la perizia affidata a uno specialista. In prima battuta Fondazione aveva chiesto 32 milioni, la Camera ne aveva offerti al massimo 26; poi Ca’Spineda era scesa a 30, ma Pozza & Co non volevano pagare l’immobile più di 24-25 milioni. La prossima udienza è già stata fissata al 15 luglio, poi le memorie delle parti e la sentenza, attesa entro fine anno per un contenzioso “pesantissimo”, al di là dei risvolti economici, per il risiko immobiliare e per il futuro del centro storico. La riqualificazione dell’immobile di piazza Borsa, dopo la scena dell’ente di restare, è strategico per la riqualificazione dell’intero quadrante, e il progetto è appena stato anticipato nelle linee generali alla giunta Conte. La giunta avrebbe espresso vivo apprezzamento per il progetto firmato dall’architetto Trabucco.— A.P.

Uno scorcio dell’Appiani con il torrione più adestra destinato a Ccamera di Commercio e oggi vuoroo

il caso sUl nUoVo presiDente

Fondazione Mazzotti, imbarazzo in Lega Bertorelli non è laureato. E attaccava Zaia

Il paesaggista Claudio Bertorelli

Il nuovo presidente della Fondazione Mazzotti, Claudio Bertorelli, appena incoronato da Conte e dall’assessore Colonna Preti, non è laureato. E in passato ha criticato su Fb la candidatura Unesco dei colli del Prosecco presentata dalla giunta Zaia: «incollatura di pezzi di storia smacchiando qua è la cose inopportune...», scriveva dopo la prima bocciatura. E poi: «In questi anni della classe dirigente e politica che ha sostenuto la candida-

tura non ho sentito un solo ragionamento che mi riporti all’alfabeto del paesaggio che sento e condivido.....Nulla: solo tanta retorica farfugliata e venduta un tanto al chilo». Ce n’è abbastanza per creare imbarazzo nella Lega cittadina e provinciale, per tacer di governatore ed FOUPSVBHF.. Perplesso il commissario provinciale Gianangelo Bof: «Chiederò lumi a Conte sui criterio di scelta». «Guardo i curriculum e le

cose fatte», non i post in rete», risponde Conte. Bertorelli vanta una lunghissima collaborazione con la giunta leghista di Scottà a Vittorio Veneto, il festival Comoda-Mente (non proseguito poi con la giunta Da Re), molti progetti e lavori nella Marca, specie in complessi abbandonati e aree dismesse, un incarico alla Fondazione Fabbri. E una decina di grandi progetti, in pool. Ma ieri in Lega qualcuno ha spulciato i curriculum,

scoprendo che Bertorelli non è laureato: né in architettura, né in ingegneria. Oddio, non lo era Carlo Scarpa, il più grande architetto italiano del ’900 ... né Mazzotti, per restare nella fondazione che Conte vuole perno della promozione cultural- territoriale, al punto da scontrarsi con Pozza e l’Ogd. Bertorelli nel curriculum si definisce «paesaggista», o «rigeneratore urbano», di cui è esperto vantando consulenze ed incarchi dal Mi-

nistero dei beni Culturali, presenza in commissioni di concorso di livello internazionale. «Non intervengo», dice cortesemente Bertorelli dalla casa di Vicenza (sua anche una chiesetta sconsacrata in via Calcada a Serravalle), «Vorrei solo che per me parlassero sempre le cose fatte e il mio percorso di formazione». Dicono abbia ha sostenuto tutti gli esami di Ingegneria a Trieste (34) ma senza laurearsi perché ha cominciato a lavorare, avviando un suo percorso sui temi della rigenerazioni urbana e del paesaggio. Tanto tuonò che adesso c’è chi vorrebbe chiarimenti, in maggioranza. Anche dall’assessore Lavinia Colonna Preti, paladina del rilancio della fondazione. — A.P.


TREVISO

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ieri a san nicolÒ

Bernardi, toccante addio «Sapeva intuire i segni e mai barattò la verità» Don Tiziano commosso nel ricordare l’«uomo di fede» Presenti amministratori, la città, Fondazione, i colleghi Il salmo dell’uomo solo e povero, legato alla terra e ai suoi frutti, che si affida al Signore consapevole che così solo non resterà più. E quello del servitore fedele, che ami viene meno al suo ruolo. Bernardi amava tanto quel salmo e quell’immagine. E da quei versi è partito don Tiziano Ferronato, visibilmente commosso, ieri nel tempio di San Nicolò, per rendere omaggio all’Ulderico Bernardi uomo di fede prima che al sociologo, scrittore e saggista scomparso a 84 anni nei giorni scorsi. Un rito semplice e tuttavia non senza una sua solennità - con le note di Bach, Tartini e Vivaldi eseguite da Federico Pupo e Donato Cuzzato – che non ha visto omaggi e tribut dal pulpitoi, se non l’omelia del par-

roco, ricca di spunti, a cominciare dalla bellezza della compartecipazione corale della città. «È stato di un uomo che guardava sempre a un orizzonte ulteriore». ha detto don Tiziano, «perché sapeva guardare alle cose in profondità, alle radici, non in superficie. per questo sapeva comprendere le cose e leggerle per migliorare il presente e il futuro, con gli insegnamenti che se ne traevano». E ancora: « Ulderico è stato un grande appassionato, un curioso, un instancabile, ma non di quella curiosità che è pettegolezzo. Viceversa voleva sempre capire come evolvevano le cose e il mondo, e non barattava mai la verità, perché la sua grande onestà intellettuale era sempre tesa alla ricerca del vero».

Truffa delle assicurazioni

Chiedevano indennizzi per finti incidenti stradali Sette persone indagate Truffa alle assicurazioni sette persone indagate: chiedevano indennizzi per 40mila euro per falsi incidenti con danni a mezzi e lesioni personali. L’indagine della polizia stradale di Treviso, si è attivata a partire dalle querele delle compagnie assicuratrici che avevano evidenziato tre incidenti stradali avvenuti a Cassandrino e Casoria in provincia di Napoli e Giugliano in Campania che però non tornavano. Alcune anomalie, infat-

Polizia stradale

E infine ha consegnato ai presenti, che si sono sterttti attorno ala mgolie, ai 3 figli, ai nipoti e agl ialtri parenti – l’immagine del chicco di grano, che si moltiplica e dà pane per tutti. « Così è stato lui, e non possiamo che rendergli grazie, e così dobbiamo ricevere la sua lezione, quella di sapere moltiplicare i semi per il bene della comunità, in una fede che allarga la visione». Tra i banchi la giunta (il sindaco Conte, Manera, Tessarolo e Zampese) i consiglieri comunali (il presidente Iannicelli, Zanini, Tocchetto e Bozzo), Fondazione Cassamarca (il presidente Garofalo, Semenzato Capraro e Cecchin) , i professionisti (Follina, Fantin, Trabucco), i colleghi (filippi), sindacalisti (Atalmi) e molta città. —

ti, hanno fatto emergere un “sistema” per trarre profitti da incidenti stradali mai avvenuti, costruiti “ad arte” da un gruppo di persone ramificate nel territorio campano. I sinistri venivano rappresentati come “incidenti con danni a cose e lesioni a persone anche trasportate”, ma il responsabile era sempre inconsapevole di aver a sua volta causato l’incidente. Nel raggiro venivano ingaggiate persone che fingevano di essere vittime di incidenti stradali mai accaduti ed altre, che, vestivano i panni di testimoni, rendendo false testimonianze in modo tale da rafforzare la richiesta di risarcimento, compilando anche constatazioni amichevoli con sottoscrizioni e ricostruzioni totalmente false.

Un momento dell’addio a Ulderico Bernardi

la ProPosTa del Pd

Favero: «No al fotovoltaico a terra Marca, spingere sulle rinnovabili» «Per raggiungere in Italia il 30% di energia elettrica da fonti rinnovabili previsto dal piano nazionale entro il 2030 serve aumentare gli impianti di produzione, non consumare altro suolo, per il fotovoltaico a terra»

Matteo Favero, responsabile ambiente del Pd trevigiano, coglie la provocazione della Colditetti, con i pannelli instlalti virtualmente in piazza deii Signori e dopo il l clamore della vicenda del parco di Loreo. « per la pro-

La finta vittima, dopo aver conferito il mandato all’avvocato ignaro del raggiro, o ad agenzie di pratiche inesistenti, si recava nelle strutture sanitarie pubbliche, dove il medico stilava certificati che attestavano conseguenze traumatiche, post incidente, inesistenti e certificazione sanitaria totalmente falsificata. Le indagini sono state agevolate anche dalla presenza del sistema di geo localizzazione satellitare installata dalle compagnie assicurative con la polizza Rca nei veicoli, che ha permesso di “scagionare” il presunto ed innocente autore del sinistro stradale. L’importo delle richieste di indennizzo avanzate dai truffatori si aggirava sull’importo di circa € 40.000 euro. —

doPo le noMine del cda

M.A.

Sulla Roggia

Il condominio sull’acqua della folaga e della gallinella LA FOTO

ulla Roggia, che dopo aver attraversato la città, sbuca dal ponte delle Scorzerie in via Fiumicelli, a pochi passi dall’affluenza sul Sile sulla discesa dei giardini di Sant’Andrea, è sorto un piccolo condominio di sterpaglia sull’acqua. Un nido, anzi un doppio nido, aggrappato in maniera precaria, con nodi stretti con il becco, ai

S

rampicanti che scendono da un piccolo giardino privato. Ad abitarlo, in cova ormai da qualche giorno, una femmina di folaga, con il maschio sempre a portata di richiamo e una gallinella d’acqua, con il maschio che spesso e volentieri ci si va ad appollaiare insieme alla femmina. Il doppio nido non ha mancato di attirare la curiosità dei passanti che spesso e volentieri si fermano a fotografare l’insolita, almeno così in vista, coabitazione.

Il nido in condominio con le gallinelle e la folaga, sulla Roggia

In realtà, negli anni scorsi il nido non aveva altri inquilini oltre alla coppia di folaghe ormai abitué. Per la verità le piene improvvise più di una volta l’avevano devastato e non sono mancati gli assalti delle pantegane che numerose vi-

vono sulle rive e sui buchi tra i blocchi di cemento, insieme alle nutrie, in grado di devastarlo con una zampata. Le folaghe avranno pensato che l’unione fa la forza, se non contro le piene, almeno contro gli assalti dei roditori.—

vincia di Trivsia diciamo o a nuovi impianti di fotovoltnaico su suoli agricoli, come ipotizzato a Casier, èprosegue, «Sì invece sì alle rinnovabili su superfici già occupate da cemento o in disuso:aree industriali dismesse, amianto, solai di edifici pubblici vanno ri convertire in spazi di produzione elettrica dal soleE dalla ristrutturazione di vecchi impianti è è possibile creare anche nuovi posti di lavori qualificato»

Parco Sile, Pd duro «Lottizzato da Zaia Zero ambientalisti» Dure reazione della minoranze di centrosinistra in Regione alle nomine al parco del Sile, dove la giunta Zaia ha riconfermato il presidente uscente Arturo Pizzolon, mentre in cda entrano i nuovi consiglieri Walter Frandoli (Lega, in passato silurato dall’Israa, dov’era vicepresidente) e il sindaco Renzo Carraretto (Casier), che guida una colazione di Lega e contrdestra. Confermati anche gli altri due consiglieri, Cristina Andretta (sindaca di Vedelago, anch’essa con tessera del Carroccio) e Giuseppe Romano. Escono Claudio Grosso e il sindaco civico Stefano Giuliato, di Casale «Nessun rappresentante espressione delle associazioni ambientaliste e una forte volontà accentratrice, con nomi appartenenti a Lega e centrodestra, come se in questi territori non esistesse altra rappresentanza politica», attacco il Pd da palazzo Fferro Fini, con i consiglieri regionali Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani. « Non è il viatico migliore per garantire una gestione che valorizzi sul serio i parchi del Veneto, anzi è un copione che si ripete e che abbiamo visto anche in altri settori», continuano gli espo-

Pizzolon resta presidente

nenti Dem, «Non entriamo nel merito del valore delle persone, giudicheremo sulla base dei fatti, ma è innegabile il centralismo della Regione, che negli anni ha espropriato le comunità delle proprie competenze e facoltà decisionali, con lunghi periodi di commissariamento e taglio di fondi. L’autonomia che si chiede a Roma fa a pugni con l’accentramento assoluto di Palazzo Balbi». I consiglieri regionali auspicano «una valorizzazione del sistema ambiente significa coinvolgimento dei diversi mondi, senza guardare alla fede partitica che invece pare essere il principale, se non unico, criterio, Vedremo l’indirizzo politico della gestione dei Parchi, ma alle parole devono seguire i fatti, finora clamorosamente mancati». —


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Il ritorno dell’Acqua Paradiso Acquisizione di San Benedetto

Friulovest Banca con l’utile crescono filiali e conti correnti

PAOLINI / PAG. 24

/ PAG. 25

EDITORIALE

l’emergenza coronavirus

QUEL CHE SERVE ALLA POLITICA

Stop ai vaccini sotto i 60

OMAR MONESTIER

STORIE di MONTAGNA

www.messaggeroveneto.it

La Regione rivede il piano in base alle indicazioni del Governo: prima gli anziani e i più fragili

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li ultimi rilevamenti sulle volontà di voto degli italiani hanno precisato ancor meglio una tendenza che appariva chiara da settimane. Fratelli d’Italia capitalizza la sua marginalità politica, stando all’opposizione. Il Partito democratico galleggia, con qualche leggera fiammata. La Lega arretra, di poco ma arretra. È qui e ora, di nuovo, dentro la maggioranza del presidente Draghi, che si materializza la necessità per il partito guidato da Matteo Salvini di proporsi al Paese come forza di Governo. La Lega vuole amministrare, stabilmente, come già accade in molte regioni. A Roma fallisce, però, quel che le riesce in periferia. Il suo gruppo dirigente s’è stancato di un atteggiamento primordiale, frusto, senza sbocchi. Con le intemerate si fanno i comizi. Quando c’è da trattare in Europa serve altro. Dunque, che fare? Un passo verso il rinnovamento m’è parsa l’indicazione di Massimiliano Fedriga alla presidenza della Conferenza delle Regioni. Dal piccolo Friuli Venezia Giulia salta fuori un profilo nazionale che, come fu per Debora Serracchiani all’epoca della non ricandidatura in Fvg, aspira a una ribalta più ampia. Oggi Serracchiani è dentro una trasformazione radicale del Pd. E Fedriga? E Zaia? Da loro non verranno mai dichiarazioni in grado di increspare il mito del Capo Salvini, nella Lega sono tutti salviniani, tocca esserlo. È iniziata, tuttavia, quella fase che stempera il populismo in favore di altro. Che cosa sarà questo altro diverso, si spera, da prima lo vedremo da come Massimiliano Fedriga gestirà una posizione di grande visibilità politica (e di scarsa operatività). Per il presidente si tratta anche di una difficile scelta personale. Come ascoltare Giancarlo Giorgetti senza scontentare Matteo Salvini? La sfida sta tutta qua. Se va bene una nuova classe dirigente, nel Pd come nella Lega, è alle porte. E, forse, basta con i soli vaffa. —

Il piano vaccini nazionale cambia ancora. Il commissario Figliuolo ha inviato alle Regioni una nuova ordinanza con cui si recepisce quanto annunciato dal premier Mario Draghi in conferenza stampa e cioè la neces-

sità di concentrarsi sui più anziani bloccando prenotazioni e vaccinazioni degli under 60. Con la conseguenza, però, che le Regioni devono rimodulare appuntamenti e piani locali. PERTOLDI / PAG. 2

CONFRONTO COI SINDACATI

GLI AIUTI ALL’ECONOMIA

/ PAGG. 4 E 5

CESCON / PAG. 13

TERAPIE INTENSIVE «I DATI SONO REALI»

ARRIVATI I SOSTEGNI PER 8.800 ATTIVITÀ UDINE

L’iniziativa del Volta: «Dovete vaccinarvi? Vi portiamo noi gratis» TERASSO / PAG. 34

PROVINCIA

L’addio di Martignacco a Renato Mucin campione di ciclismo CESARE / PAG. 36

Medici in pensione volontari contro il Covid Ci sono mestieri che non si smettono mai, per i quali la parola “pensione” sembra scontrarsi con “vocazione”. Medici per sempre. Potremmo chiamare così il gruppo di pensionati venuti in soccorso della popolazione, che indossano nuo-

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calcio

Rigore fatale e l’Udinese cade anche col Toro PIETRO OLEOTTO

T

re. Tre sconfitte di fila. Come il gioco delle carte sui banchetti fuori dalle stazioni, gioco che sapeva di fregatura perché l’Udinese ha fatto la partita, ha subito un solo tiro nello specchio. / PAGG. 50, 51 E 52

Gol di Belotti: il Torino sbanca lo stadio Friuli

vamente il camice perché non hanno mai smesso, in realtà, di vestire i valori assistenziali della solidarietà. Curare può diventare un modo di vivere per chi, da sempre, si è dedicato agli altri. DELPICCOLO / PAG. 12

La crisi a San Giorgio: vice sindaco e assessore perdono le deleghe ARTICO / PAG. 42


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