Indice
Presentazione pag 2 Gli improbabili pag 5 Piccola biblioteca d’arte pag 11 Soluzioni pag 29
Presentazione
MASHUP AD-ART nasce con l’intento di stimolare la conoscenza attraverso il gioco, per far avvicinare grandi e piccini all’arte con un metodo del tutto insolito ma al tempo stesso innovativo. In ogni volume 8 opere di artisti lontani per periodo, scuola, tecnica o poetica, vengono uniti tra loro, creando “improbabili” nuovi capolavori. Osservardone i dettagli, si può giocare ad indovinare quali opere sono state unite tra loro, oppure quali elementi sono stati cancellati e sostituiti in ogni mashup. 2
Un gioco educativo e divertente che si può fare da soli o in compagnia! Nella sezione “Gli Improbabili”, si possono osservare i 4 MASHUP ADART, creati per questo primo volume. Nella “Piccola Bibblioteca d’Arte”, è possibile leggere il racconto di ciascuna opera usata in questo volume e la mini biografia del suo autore. Nella parte finale, ”Soluzioni” sono svelate le opere che unite tra loro formano MASHUP AD-ART. 3
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Gli improbabili 5
Presentazione all’atelier
Ritratto di Schokko
Giraffa nel campo
Ragazza vicino la finestra
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Piccola biblioteca d’arte 11
Jacques-Laurent Agasse (Ginevra 1767 - 1848)
Giraffa nubiana (olio su tela, 1827)
Una giraffa china il lungo collo snello verso la tazza che reggono i suoi guardiani, mentre sullo sfondo si intravedono due vacche egiziane. L’intensificarsi dei rapporti commerciali all’inizio del diciannovesimo secolo porta viaggiatori e mercanti a spingersi sempre più lontano e a ritornare dai loro viaggi con doni sempre più esotici. Giraffe, leoni e leopardi veniva offerti ai ricchi proprietari terrieri e Agasse, pittore famoso per la precisione nei dettagli, ero spesso interpellato per raggiungerli. Re Giorgio IV pagò Agasse 200 sterline per “un dipinto della Giraffa coi Guardiani”. L’uomo rappresentato con il cappello a cilindro è Edward Cross, noto importatore di uccelli e animali esotici per il serraglio reale. Nato in svizzera, Agasse visse dal 1800 in inghilteraa, dove ebbe considerevole successo come pittore di scene sportive e animali esotici, ma fu autore anche di un certo numero di ritratti di aristocratici a cavallo.
Frédéric Bazille
(Montpellier 1841 – Beaune-la-Rolande 1870)
L’atelier dell’artista (olio su tela, 1870)
L’opera fu realizzata pochissimo tempo prima la morte di Bazille, avvenuta durante una battaglia nella guerra con la Prussia. La scena è ambientata nell’atelier di Bazille, intento a commentare uno dei suoi quadri con Claude Monet ed Edoard Manet, (il quale per l’occasione dipinse la figura di Bazille). A destra, troviamo il musicologo Edmond Maître intento a suonare il pianoforte. Difficile l’identificazione degli altri personaggi; si ipotizza fossero Renoir ed Émile Zola. L’atelier, inoltre, è abbellito da diversi quadri bazilliani, tra cui una versione embrioniale de La Toilette ed il Pescatore con giacchio. A destra invece troviamo una natura morta di Claude Monet, che Bazille acquistò per aiutare l’amico economicamente. Sebbene la morte di Bazille precedeva di ben quattro anni la prima esposizione impressionista, è considerato strettamente collegato a questo movimento poichè la sua pittura, radicalmente nuova, registrava lo svolgersi della vita di tutti i giorni.
Pierre Bonnard (Fontenay-aux-Roses, 1876; Le Cannet, 1947)
La finestra aperta (olio su tela, ca 1921)
L’interno con la finestra aperta, la ragazza che dorme e il gattino, sono appena visibili attraverso la ricca gamma di colori. L’osservatore è incoraggiato ad entrare nella stanza e a partecipare alla scena guardando gli alberi fuori dalla finestra. Bonnard riesce a trasmettere con successo l’atmosfera calda e tranquilla del sud della Francia, utilizzando toni caldi intensi e brillanti. Conosciuto par ticolarmente per intimi interni domestici, Bonnard era un membro del grupo chiamato Le Nabis, che tendevano a semplificare il tratto e i colori dei loro dipinti. I Nabis rifiutavano l’idea di coinvolgere l’osservatore soltanto grazie al soggetto dell’opera; miravano a espimere sentimeti e sensazioni attraverso la forma, usando quansi sempre ampie superfici di colore piatto. Bonnard, oltre che pittore era anche abile litografo.
René Paul Gaugin (Parigi, 1848 - Tahiti 1903)
Ragazza con il fiore (olio su tela, 1891)
Malinconica e sensuale, una bella donna polinesiana colpisce l’osservatore con la luminosità del colore e la forte definizione dei contorni. La posa è tradizionale, ma sono state evitate le convenzioni dell’arte occidentale. Le forme sono semplici, i colori violenti e non esiste profondità né prospettiva. Gaugin personifica l’aspirazione diffusa alla fine dell’Ottocento del ritorno a un’idea romantica della vita primitiva. Abbandonò la famiglia e una carriera di successo per andare a vivere a Tahiti. A proposito della sua nuova vita, nel libro Noa Noa scrisse: “ Sono fuggito da tutto ciò che è artificio e convenzione. Qui entro nella Verità, divento tutt’uno con la natura”. A Tahiti cercò di catturare l’impulsiva, instintiva immediatezza dell’arte primitiva. Fu tra i primi ad usare il colore a scopo puramente decorativo o emotivo. Per questo e per il suo stile essenziale, non naturalistico, ha contribuito in misura sostanziale allo sviluppo dell’arte moderna.
Kees Van Dongen
(Delfshaven, 1877 - Monaco 1968)
Ritratto di Dolly
(olio su tela ca 1911)
La figlia del pittore ritratta con sezioni uniformi di colori intensi. La bellezza della bambina è rappresentata con uno stile esotico, dove la sensualità è evocata da scuri occhi a mandorla e labbra di rosso fiammeggiante che riecheggiano il colore del nastro sotto il cappello. Van Dongen era un abilissimo colorista, come dimostrano le delicate tonalità verdi usate per comporre il volto di Dolly. Di origini olandese, si trasferì a Parigi nel 1929 dove aderì a molti movimenti, compresi i fauves ed espressionisti, e l’influenza di entrambi si può notare nell’uso vibrante del colore puro. Giovane e precoce talento, intorno ai trent’anni si diede a una vita brillante, anche in virtù del successo raggiunto. Dopo la guerra accettò diversi lavori su commissione e, secondo alcuni, il suo grande talento artistico cominciò ad andare sprecato in ritratti superficiali.
(Groot
Campo di (olio su tela,
Vincent Van Gogh
Zundert, 1853; Auvers-sur-Oise 1890)
grano con pernice 1887)
L’ opera fu chiamata per anni “Campo di grano con allodola” ma, grazie ad una accurata ricerca, gli ornitologi hanno stabilito che l’uccello raffigurato è una pernice. Attraverso le pennellate ora lievi e veloci, ora ruvide, ora vorticose, Van Gogh voleva rappresentare il dinamismo e la vitalità sempre in fermento dell’esistenza che riusciva a percepire tanto intensamente soprattutto dinnanzi alla natura, il suo soggetto preferito. Riusciva talmente bene in ciò, che dinnanzi a quest’opera, si può quasi sentire il vento uscire dalla tela, il lieve fruscio del grano che ondeggia, la sua fragranza, e una profonda sensazione di solitudine e di pace. L’effetto è ottenuto grazie alle delicate e precise variazioni cromatiche e alle pennellate veloci prevalentemente verso un’unica direzione, per dipingere il cielo, le nubi, ed il grano verde, che generano un effetto estremamente dinamico e, al tempo stesso, armonico.
Alexei von Jawnlensky
(Kuslovo, 1864 - Wiesbaden, 1941)
Schokko,
(olio su tavola montata su tela, 1910)
w
Intenso e profondo, il ritratto di una donna alla moda è caratterizzato da spessi contorni. La pienezza chiassosa dei colori trasmette una forte carica sensuale, ma il volto come una maschera suggerisce una sessualità remota. Jawlensky si serve soltanto del colore per costruire l’immagine e darle forma emotiva ed è in questo che sta l’importanza del dipinto. Il titolo viene dal soprannome della modella, che aveva chiesto una cioccolata calda (schokko). Di origine russa, Jawlensk y trascorse la maggior par te della vita in Germania, ma le sue r a d i c i a r t is t i c h e r is a l go n o a l p a e s e n a t i v o. Nei suoi quadri unisce a elementi fauvisti (colori forti e spessi contorni), reminescenze dell’arte popolare russa Si distingue per un uso personalissimo del colore, steso a campiture larghe e piatte sulla scia di Matisse. Il volto umano era uno dei temi favoriti di Jawlensky che, nell’ultima serie di dipinti, “Meditazioni”, diventa simbolo di tragedia.
David Wilkie
(Cutts, 1785; in mare al largo di Malta, 1841)
La lettera di presentazione (olio su tavola,1813)
Un giovane porta una lettera di presentazione ad un anziano gentiluomo che lo guarda con sospetto, e con altrettanto sospetto sembra guardarlo il cane. Sottilmente rivelatore, il quadro è giocato sul contrasto tra la ruvida, semplice innocenza campagnola del ragazzo e lo sguardo di scetticismo e diffidenza del vecchio, che rivela tutta un’esistenza trascorsa nella corruzione della grande città. Figlio di un ministro della Chiesa scozzese, Wilkie è noto per il moralismo delle sue scene di vita quotidiana. Fu primo pittore di corte durante il regno di Giorgio IV e della regina Vittoria. Tra i grandi della pittura scozzese, con Henry Burns e Walter Scott, Wilkie ricevette forse il più importante omaggio alla sua arte quando Turner dipinse “Funerale in mare”, come espressione di lutto per la morte del pittore avvenuta in mare durante il ritorno da un viaggio in Medio Oriente.
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Soluzioni 29
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1 Giraffa nubiana
6 Campo di grano con pernice
Giraffa nel campo
3 La finestra aperta
4 Ragazza col fiore
Ragazza alla finestra
2 L’atelier dell’artista
8 Lettera di presentazione
Presentazione all’atelier
5 Ritratto di Dolly
7 Schokko
Ritratto di Schokko
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