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Corriere della Sera Venerdì 19 Dicembre 2008
MI
L’INIZIATIVA
Cultura &Tempo libero
Anniversari Il 27 dicembre del 1908 nasceva
A Natale, aggiungi un posto a tavola Un’iniziativa «meneghina doc» è alla dodicesima edizione, ha coinvolto 3.300 cittadini e fra poco, grazie a Mario Monicelli, diventerà una storia sul grande schermo. «Aggiungi un posto a tavola» spezza, anche se solo per poche ore, i pregiudizi e le barriere culturali unendo, al pranzo di Natale, famiglie italiane e stranieri in difficoltà. «I numeri dimostrano che la città non ha paura ed
è accogliente — dice Massimo Todisco, direttore dell'Osservatorio di Milano, promotore dell'iniziativa — non c'è mai stato un episodio sgradevole». Todisco comunica che aspettano un invito per il 25 dicembre «circa 400 persone, provenienti da Nord Africa ed Est Europa, fra cui mamme con bambini ospitate negli ostelli della Caritas». Per aderire, tel. 0371.22.65.20 (Marta Ghezzi)
European Boxing Night Al Palalido con i campioni L'evento è il campionato europeo dei massimi, in Italia dopo 20 anni, ma al Palalido (p.le Stuparich, ore 20) per l'European Boxing Night — promossa da Opi 2000— sono in palio tre titoli: Paolo Vidoz (foto) contro l'inglese Matt Skelton per i massimi; la corona dei superleggeri Gianluca Branco vs il finlandese Juho Tolppola e Giuseppe «The End» Lauri vs il finlandese Ville Piispanen. Aprono i milanesi Antonio Moscatiello (welter) e Fabio Hage (medi). 20/25/40 €. Tel. 02.39.27.91. (m.lott.)
il Corriere dei Piccoli, sempre vivo nei ricordi di chi è cresciuto con il giornale
Quelli che... il Corrierino
100 anni
Un libro, un bollo e una mostra alla Rotonda di via Besana Il volume I cento anni del Corriere dei Piccoli (nacque il 27 dicembre 1908), sono celebrati nel libro «Il secolo del Corriere dei Piccoli» (Rizzoli), di Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli: un'antologia dei numeri più significativi, dal 1909 al 1972 Il francobollo Al negozio Spazio Filatelia di via Cordusio 4 è in vendita il francobollo commemorativo «100 anni del Corriere dei Piccoli», del valore di 0,60 euro. Per gli appassionati la busta con due cartoline e la tessera filatelica in plastica al costo di 15 euro
«Jacovitti e Pratt, Tofano e Altan... Da loro attingemmo brio e creatività» C’
La rassegna Il 22 gennaio, alla Rotonda di via Besana, apre la mostra «Corriere dei Piccoli. Storie, fumetto e illustrazione per ragazzi». Oltre 300 opere originali di Antonio Rubino (creatore di Pierino e Quadratino), Attilio Mussino (Bilbolbul), Sergio Tofano (Bonaventura), Bruno Angoletta (Marmittone), Carlo Bisi (Sor Pampurio), Grazia Nidasio (la Stefi). E poi Dino Battaglia, Sergio Toppi, Bruno Bozzetto, Hugo Pratt, Benito Jacovitti, Tullio Altan... Un allestimento di Franco Achilli completa la mostra con i giocattoli nati dai personaggi del Corrierino
Grazia Nidasio
1917
«L’adolescenza scoperta dalla Stefi e dalla Vale»
L’anno di nascita del signor Bonaventura, che alla fine di ogni storia, sempre in compagnia del suo bassotto, si ritrovava a sventolare un milione. Lo disegnò Sergio Tofano, che si firmava «Sto»: «Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura...»
era una volta una scrittrice, Paola Carraro Lombroso (figlia di Cesare) con un' idea: far leggere i piccoli con lo stesso impegno con cui i papà «accendevano la lampada migliore e leggevano il Corriere della Sera». Alla scrittrice Luigi Albertini, direttore del «Corriere», volle dare fiducia. E dal Corrierone nacque il Corrierino, ovvero il «Corriere dei Piccoli». Senza nuvole, con le nuvole. Fascista e antifascista. Per piccini e adolescenti, educando senza annoiare. Tutto questo è stato il Corrierino e lo ricordano — a cento anni esatti dalla nascita — un libro antologico e una mostra, che si terrà dal 22 gennaio alla Rotonda di via Besana a cura della Fondazione Corriere della Sera. Il libro è «Il secolo del Corriere dei piccoli» (Rizzoli). «Una storia importante, perché è stata la prima rivista per ragazzi a dedicare una prima pagina a un fumetto», dice Matteo Stefanelli, ricercatore alla
Cattolica, autore del volume con Fabio Gadducci, professore associato a Pisa. «Fu un calderone di creatività e di brio». Brio che Andrea Pinketts, scrittore, attinse a piene mani dal suo papà. «Mio padre era un ingegnere, distrattissimo dal suo lavoro. Ogni giorno mi portava il Corrierino pensando di darmi una novità. Così, essendo un settimanale, mi ritrovavo con sei corrierini in casa, tutti uguali». Correvano gli anni 60. «Quelli di Jacovitti e Zorry Kid,
❜❜ Franca Rame Che risate con Arcibaldo e Petronilla ma il mio preferito era Marmittone
C
on i capelli cotonati e il montgomery dai colori forti, Valentina Melaverde, anzi la Vale, e la Stefi (la sorellina), hanno rappresentato forse il più autentico ritratto della moderna gioventù italiana femminile, si legge nella prefazione de «Il secolo del Corriere dei Piccoli». Grazia Nidasio va fiera delle sue ragazze immaginarie, che «si sono miracolosamente ritagliate uno spazio su un giornale tutto al maschile, pieno di soldatini, calcio, avventura». Ricorda la vignettista nata a Milano, pavese d’adozione: «Il mio fumetto era rivolto alle ragazze delle medie, alla generazione che esce dalla contestazione e scopre l’adolescenza. Proprio come l’infanzia, che era stata scoperta dalla Rivoluzione Francese con la letteratura per ragazzi: prima c’erano solo giovani-adulti». Negli Anni 70, la Vale fonda il clan della Melaverde, «si fanno il berretto in maglia e portano avanti le loro istanze: l’obiezione militare, i primi scioperi». Ma lo scopo di Valentina è divertire. «Diventa una striscia umoristica che si fa largo nella drammaticità del fumetto pieno di eroismo e superomismo. La Vale e la Stefi crescono in un momento magico per la narrativa illustrata, sul Corriere dei Ragazzi — un’evoluzione del Corrierino — c’erano tutti, Pratt, Battaglia, Sclavi...». Anche oggi le ragazze troncano i nomi a metà... «Ma quella era una gioventù di scoperta, tutto stava cambiando, anche le persone nelle strade: escono dal grigio delle nebbie con i loro cappotti dai toni shocking e le calze con le margherite. Il simbolo del cambiamento è il bel cartone Yellow Submarine con i suoi colori forti». La Stefi aspetta il Natale 1972 e «slanguorisce». Ha già preparato i regali: «Ho fatto una presina per la mamma e una collana di pastina per Vale». Stefi oggi si è fatta più stilizzata e parla dalle colonne del Corriere. Fare i regali le piace sempre: «Un cesto di mele verdi genuine, una busta di speranza alla nonna, un po’ di staminali al vicino».
Maria Teresa Veneziani
❜❜ Maurizio Nichetti Non ero un habitué, ma era il giornalino di noi bambini, assolutamente
❜❜ Giulio Giorello La mamma mi leggeva le poesiole sotto le vignette e mi regalò Bibì e Bibò
una miniera del grottesco che ho trasfuso nei miei libri», aggiunge Pinketts. Miniera come quella che si spalanca dal libro commemorativo. Davanti agli occhi scorrono Felix il Gatto, Bibì e Bibò, Arcibaldo e Petronilla. Via le nuvolette, venivano tutti riadattati con i versi in rima. E poi Bilbolbul, Sor Pampurio, Marmittone, e il signor Bonaventura, che ogni volta in fondo alla pagina, senza mai capire come, stringe in mano il suo... milione. Lo disegnò, dal 1917, Sergio Tofano, che si firmava «Sto». «Qui comincia l'avventura del signor Bonaventura — ricorda il filosofo Giulio Giorello —, un anno i miei genitori mi regalarono dei burattini di legno di Bibì e Bibò per Natale. La mamma mi leggeva le poesiole sotto le vignette e andava a comprarmelo al di là del ponte di via Argonne, all'edicola del quartiere dell'Ortica». Il Corrierino è un po' come l'albo delle foto. «Me lo ricordo bene — dice Franca Rame — mi piaceva l'impaginazione, era un giornale a mia misura. Che risate con Arcibaldo e Petronilla». Fumetti comici, fino a un certo punto. «Uno dei miei preferiti — continua la Rame — era Marmittone, il soldato sfortunato, costretto a punizioni assurde per le sue sbadataggini che finivano per mettere in ridicolo i suoi stessi ufficiali. Era un esempio di satira antimilitarista in piena epoca fascista. A ripensarci per quel tempo fu un miracolo». E dal Corrierino sono passati i più grandi. «C'erano Antonio Rubino, Attilio Mussino — dice ancora Stefanelli —, i migliori illustratori italiani. E i maestri del Dopoguerra: Grazia Nidasio, con la sua Stefi, e Pratt, Jacovitti, Altan con la Pimpa, Toppi, Battaglia, Tacconi. E dispiace per chi resta fuori». Uno che non resta fuori è il regista Maurizio Nichetti. «Io ci ho pure scritto sul Corrierino, era un racconto di Ferragosto, dove c'era un papà che regalava al bambino la città deserta. Non ero un lettore abituale ma era il giornalino di noi bambini, assolutamente». Gianni Rivera da piccino pensava già (e molto) al pallone, «ma chi se lo dimentica il signor Bonaventura?» dice. E però ammette un'altra preferenza: «Io leggevo Capitan Miki, lo prendevo ogni settimana. Il Corrierino era una cosa più saltuaria». Perdonato.
Alessandro Trevisani