Caffè
NOTE
Le immagini e i testi presenti in questo volume sono un estratto della mia tesi di laurea con t it o lo " L a Fo t o g ra fia co me P ro g e t t o " presentata il 20-12-2008 presso il Politecnico di Torino per il corso di laurea specialistica in Design. Il lavoro è stato eseguito sotto la supervisione del mio relatore, l'architetto/fotografo David Vicario.
Vivere il gusto
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Caffè e architettura hanno avuto un forte legame negli ultimi 2 secoli. Locali dove si serviva oltre che il caffè anche ospitalità, e ricovero. Dai locali arabi a quelli newyorkesi il senso è sempre lo stesso, una momento di pausa e relax nel vivere ordinario. Era mia intenzione così comporre una serie di immagini girate in un'ipotetica città, con palazzi, locali, torri e strade, dove il caffè avesse un ruolo da protagonista. Non solo, volevo che ogni elemento di questa “città” avesse a che fare con il mondo del caffè. Ho costruito così un set su di un tavolo luminoso, utilizzando tazzine, cucchiaini, s c at ole di c af f è, c ont enit or i da bar pressurizzati, ecc. Una volta ottenuta una composizione che soddisfacesse le mie aspettative ho deciso di fare le strade. Per rendere lʼasfalto ho utilizzato polvere di caffè che una volta desaturata in postproduzione rendeva un manto stradale perfetto. Ho effettuato le riprese molto da vicino con un obiettivo ultragrandangolare, per far sentire lʼosservatore dentro la scena. In oltre la ripresa ravvicinata crea delle deformazioni alle linee verticali tali da far apparire elementi piccoli, come presenze incombenti. Il grosso del lavoro però lʼho effettuato in postproduzione. Come primo punto dovevo uniformare i colori 2
allʼimmagine coordinata illy, senza però tradire la visione urbana che mi ero prefissato. Per far questo ho proceduto desaturando tutti i canali di colore tranne il rosso; così le immagini hanno un aspetto bianco e nero, che esalta i bagliori metallici ma ,mantenendo il rosso, il brand illy emerge chiaramente e lʼimmagine vive. In un secondo tempo ho aggiunto elementi architettonici senza però approfondirne i dettagli, volevo rendere lʼidea di città senza cadere in una scena leziosa. Ho creato delle maschere vettoriali alle quali ho applicato prospettiva e profondità di campo per aderire perfettamente alla foto. Poi per rendere più palese lʼartificio sono ricorso a degli schizzi a mano solo sulla caffetteria, per sottolineare il rapporto umano del luogo rappres entato c he altrimenti appariva freddo. Si sono venuti a creare così dei paesaggi urbani estranei ma allo stesso tempo familiari, dove tra grattacieli e torri troviamo ancora spazio per piccoli locali avvolgenti dove consumare in nostro caffè.
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La forma del gusto
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Immaginando di avere come committente illy, e come obiettivo quello di realizzare delle immagine che rappresentassero lʼaroma e il gusto del caffè, avviciniamoci al progetto. Come paletti abbiamo l'immagine coordinata della illy; -Andranno usati pochi colori, la cui dominante sarà il bianco. -La tazzina dovrà essere visibile. -Il logo illy dovrà essere evidente. -Non ci dovranno essere attori. -La serie dovrà essere di almeno due immagini e ci dovrà essere la possibilità di prolungare questa serie in futuro. Con questi paletti possiamo iniziare. Lʼaroma del caffè è dovuto principalmente hai seguenti fattori: Qualità del chicco Essiccatura Torrefazione Macinatura Queste fasi dovranno essere esplicate nella nostra immagine. Il chicco ha un ruolo fondamentale ma dallo schema emerge che sia lʼaroma che il gusto derivano da una serie di elementi concatenati. Quindi quando noi versiamo il caffè nella taz z a tutto ques to dev e emergere, e graficizzarlo non è così semplice. Una volta che abbiamo trovato le parole chiave su cui lavorare bisogna mettere in fila gli elementi. La prima scelta da fare è cosa mettere in scena, quali saranno i nostri attori?Che ruolo reciteranno? 12
La tazzina e il logo saranno elementi sicuri. Il gusto verrà trasmesso tramite lʼaroma, che a sua volta dovrà essere lʼinsieme delle fasi di lavorazione. Il ragionamento mi porta a pensare che questo aroma debba essere graficizzato attraverso lʼutilizzo del chicco di caffè nelle sue varie fasi di lavorazione... Decido di disegnare il fumo con il caffè, disponendo prima , più in alto, i chicchi essiccati ma non ancora tostati. Continuo con quelli torrefatti, dando loro la parte dominante, dato che nellʼaroma la nota centrale è data dalla tostatura. Finisco con il caffè macinato, ultimo passaggio della lavorazione.
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sssssssssssssssssssss sssssssssssssssssssss sssssssssssssssssssss sssssssssssssssssssss sssss
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Glamour caffè
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Per lʼultima sequenza di immagini, ho ritenuto opportuno fare ricorso ad un tipo di fotografia che non avevo ancora tentato nella mia ricerca. È mia intenzione trasmettere allʼ osservatore un senso di fascino e tranquillità, un'idea di aromi e sensazioni piacevoli. Per realizzare questo mi sono avvalso di elementi che ora vi illustrerò. Volevo creare un ambiente quasi magico, surreale, dove gli unici protagonisti fossero lʼattrice e il caffè. Per questo motivo ho mantenuto le luci molto basse, creando ombre profonde, in modo da non rendere leggibile facilmente lʼambiente intorno alla scena. Anche la caffettiera doveva avere vita propria, non volevo altri elementi a disturbare la quiete del ambiente. Così con un lavoro di moke-up accurato ho forato la caldaia della caffettiera e tramite un tondino di alluminio le ho fatto mantenere la forma che avevo in mente. Il caffè, invece è frutto di un secondo scatto realizzato con una luce molto dura radente e laterale per far emergere chiaramente le volute di vapore. È stato assemblato in un secondo tempo sullʼimagine usando Overlay. La presenza di tessuti di damasco, oltre che richezza alla scena, da un rimando alle atmosfere orientali dei primi caffè afgani. Le scene appaiono profondamente diverse 18
per un motivo semplice; volevo vedere ed indagare quale fra le due modalità di ripresa fosse più efficace. Nellʼimmagine qui a fianco ho reso i colori desaturi per poi ricolorare a mano la pelle donandole note simili al caffè. In quelle delle pagine successive invece, il lavoro di post-produzione è stato decisamente inferiore e i colori caldi sono dovuti alla dominate cromatica della luce al tugsteno che ho utilizzato.
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Testi e immagini di Alexandro Berto
Š 2009 Photographer