Prima Lezione di Rune

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Corso di Rune

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Corso di rune

Corso di r une I° Lezione – Il fuþark Il Fuþark antico (o Futhark antico, dove il th è pronunciato come think in inglese) è la forma di alfabeto runico più antica, utilizzata dalle tribù germaniche (come ad esempio Angli, Juti e Goti), e può essere periodizzata al tempo delle invasioni barbariche tra il II e l'VIII secolo, grazie alle iscrizioni su manufatti come gioielli, amuleti, attrezzi, armi e pietre runiche ritrovate in varie zone del nord Europa. In Scandinavia, l'alfabeto fu semplificato fino a trasformarsi nel Fuþark recente a partire dalla fine f u þ a r k g w h dell' VIII secolo. Gli Anglosassoni e i Frisoni lo ampliarono, divenne così il Fuþorc o antico inglese. n i j ï p z s t b e Al contrario del Fuþark recente, che rimase in uso fino in tempi moderni, la conoscenza di m l ŋ d o come leggere il Fuþark antico fu perduta, e fu solo nel 1865 che lo studioso norvegese Sophus Bugge riuscì a decifrarlo. Il Fuþark antico è così chiamato dai fonemi delle prime sei rune: F, U, Þ, A, R e K (visibili nella figura qui accanto). Il Fuþark è formato da 24 rune, spesso divise in tre gruppi (anche detti ætt) di 8 rune ciascuno (potete vederne la translitterazione nell’immagine).

Origini La tesi più accreditata riguardo l’origine delle rune del Fuþark antico è quella che sostiene che tale alfabeto runico sia derivato dagli alfabeti dei popoli italici: o da una variante settentrionale (alfabeto etrusco o retico) o dallo stesso alfabeto latino. Una teoria popolare del XIX secolo attribuiva la derivazione del Fuþark antico dall’alfabeto greco per mezzo di contatti tra i Goti ed Impero Bizantino fu una teoria popolare nel XIX secolo. Essa però è stata smontata quando le iscrizioni di Vimose (un pettine che contiene le più antiche iscrizioni runiche in lingua Germanica mai ritrovate) sono state datate al II secolo, precisamente al 160 d.C. circa, mentre i Goti sono venuti a contatto dei Greci solamente dal III secolo. Viceversa l'alfabeto gotico del IV secolo, che derivò da quello greco, possiede due lettere derivate dalle rune, (Jeran) e (Uruz). La forma angolosa delle rune è una proprietà condivisa con altri antichi alfabeti antichi, non è dunque un’invenzione germanica. Iscrizioni di Vimose Basti osservare l’iscrizione sull’elmo di Negau del I C'è generale consenso sul datare la creazione del primo alfabeto runico intorno al I secolo.

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L'invenzione dell'alfabeto è stata attribuita ad un unico individuo o ad un gruppo di persone che vennero in contatto con la cultura dell'Impero Romano, forse come mercenari nell'esercito romano o come mercanti. L'alfabeto fu chiaramente elaborato per intenti epigrafici, ma vi sono divergenze d'opinioni che segnalano gli aspetti magici, pratici o semplicemente goliardici (graffiti) delle rune. Bæksted conclude che nel suo stadio più precoce l'alfabeto runico era un' "imitazione artificiale, goliardica, non veramente necessaria dell'alfabeto romano", proprio come i bratteati (monete piatte, sottili, battute su una singola faccia in oro o argento) germanici furono influenzati dalla valuta romana, un'opinione accettata da Odenstedt alla luce della natura molto primitiva del corpus più antico (II-IV secolo) di iscrizioni.

Altre tipologie di Futhark Abbiamo già visto il Futhark antico, andiamo adesso a vedere altre tipologie di Futhark e scritture runiche: Rune Gotiche

Il Gotico era la lingua delle popolazioni germaniche orientali ed era originariamente scritto utilizzando un alfabeto runico di cui si hanno poche notizie dovuto alle scarse prove tangibili ritrovate. Alcuni affermano che l'alfabeto runico è stato creato dai Goti ma non vi sono sufficienti prove per confermare questa teoria. Queste rune furono rimpiazzate con un altro alfabeto creato dal vescovo Wulfila nel IV sec. d. C. Futhark Anglosassone L'alfabeto Runico fu portato in Britannia intorno al V sec. d. C., probabilmente dagli Angli, dai Sassoni, dagli Juti e dai Frisi (chiamati collettivamente gli “Anglo-Sassoni) le rune furono usate sino all' XI sec. Le iscrizioni runiche in questo alfabeto si trovano principalmente su gioielli, armi, pietre e altri oggetti mentre pochi esempi di scrittura Runica in forma di manoscritto sono giunti a noi.

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Futhark Giovane Era l'alfabeto piÚ diffuso in Scandinavia durante l'era vichinga. Si sviluppò sino alla sua forma piÚ evoluta nell' 800 d. C. In seguito fu gradualmente e quasi completamente rimpiazzato da quello Latino intorno al 1200 d. C., come risultato della conversione della Scandinavia al Cristianesimo. Tre versioni leggermente diverse di questo alfabeto si sono sviluppate in Danimarca, Svezia e Norvegia:

Futhark giovane danese

Futhark giovane svedese

Futhark giovane norvegese Nelle Rune di Gothenburg notiamo come l'ordine del futhark si sia perso per adattarsi a quello dell'alfabeto latino.

Futhark Medievale (latinizzato) Dopo l'arrivo del Cristianesimo in Scandinavia, l'alfabeto Runico venne latinizzato ( l'ordine delle lettere segue quello del nostro alfabeto ) ed usato occasionalmente, soprattutto ad uso decorativo, sino al 1850.

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Ritrovamenti delle iscrizioni Le iscrizioni in Fuþark antico sono state trovate su manufatti sparsi nella zona tra i Carpazi e la Lapponia, con la maggiore concentrazione in Danimarca. Sono solitamente brevi iscrizioni su gioielli (bratteati, fibule, fibbie di cinture), utensili (pettini) o armi (punte di lancia), e sono state trovate soprattutto in tombe o paludi. È inutile dire che la maggior parte delle iscrizioni sono state scoperte nei paesi scandinavi. Parole che compaiono frequentemente in iscrizioni su bratteati con un significato probabilmente magico sono alu, laþu e laukaz; alu è stato associato a "birra", in un contesto rituale, e laukaz a "porro, aglio", in un contesto di fertilità e crescita, oppure a “acqua”. Un esempio di iscrizione più lunga si trova su un manico d'ascia del IV secolo trovato a Nydam, nello Jutland: l’iscrizione è wagagastiz / alu:wihgusikijaz:aiþalataz (wagagastiz, "ospite dell'onda", può essere un nome di persona, il resto è stato letto come alu:wihgu sikijaz:aiþalataz, con il significato provvisorio di "ospite dell'onda/fiamma, da una palude, alu, io, che pronuncio il giuramento, consacro/combatto"; l'oscurità anche delle letture corrette è tipico delle iscrizioni runiche che vanno oltre i semplici nomi personali). Un termine che si trova frequentemente nelle iscrizioni antiche è erilaz, che sembra indicare una persona con la conoscenza delle rune. Località in cui sono state trovate L'iscrizione più antica nota oggi come detto prima è stata trovata sul pettine di Vimose scoperto nella palude di Vimose (di cui potete iscrizioni in Fuþark antico. vedere l’immagine nella prima pagina), sull'isola di Fionia: l'iscrizione dice harja, un nome di persona o un epiteto, dal proto-germanico harjaz "guerriero", o semplicemente una parola per "pettine" (*hārjaz). Le pietre runiche della Scandinavia cominciano a mostrare la transizione al Fuþark recente a partire dal VI secolo, con esempi di transizione come le pietre di Björketorp e Stentoften. All'inizio del IX secolo sia il Fuþark antico che il Fuþark recente erano conosciuti ed usati, come dimostra la pietra di Rök dove l'erilaz li usò entrambi. L'iscrizione più lunga conosciuta in Fuþark antico, ed una delle più recenti, consiste in circa 200 rune ed è stata trovata sulla pietra runica di Eggja (inizio VIII secolo), che potrebbe addirittura contenere una strofa di poesia norrena. L'astragalo di Caistor, dove si legge raihan ("cervo"), è la più antica iscrizione dell'arcipelago britannico (V secolo, all'inizio dell'era post-romana britannica) e precede le modifiche che porteranno al Fuþorc.

Etimologia della parola “runa” Il sostantivo norreno rún, (runa) indica i singoli segni del fuþark ed è conservato nelle altre lingue germaniche antiche con il significato di "segreto", "mistero"; ancora, nella lingua tedesca, il verbo raunen significa "bisbigliare, sussurrare". Le rune sono una delle più importanti istituzioni culturali e linguistiche comuni alle popolazioni germaniche. La parola Futhark invece in lingua nordica significa “lettera”, “testo” o “Iscrizione”.

Rune Ogni runa ebbe probabilmente un nome, scelto per rappresentare il suono della runa stessa; i nomi non sono tuttavia attestati direttamente per il Fuþark antico. Sono stati prodotti nomi ricostruiti dal proto-germanico, basati su quelli dati alle rune di alfabeti runici più tardi e attestati nei poemi runici e su quelli delle lettere dell'alfabeto gotico; l'asterisco prima del nome della runa indica che si tratta di una ricostruzione non attestata. Le 24 rune del Fuþark antico sono: 5


Runa

Traslitterazione

IPA

Nome proto-germanico

Significato

f

/f/

Fehu

Ricchezza, bestiame

u

/u(ː)/

ūruz

("uro" o “ûram”) Acqua

þ

/θ/, /ð/

þurisaz

Gigante

a

/a(ː)/

ansuz

("Áss") Dio

r

/r/

raidō

Cavalcata, viaggio

k

/k/

kaunan

Ulcera (oppure “Kenaz”, Fiaccola)

g

/g/

gebō

Dono

w

/w/

wunjō

Gioia

h

/h/

hagalaz

Grandine

n

/n/

naudiz

Bisogno, costrizione

i

/i(ː)/

īsaz

Ghiaccio

j

/j/

Jēran

Anno, buon anno, raccolto

ï (o æ)

/æː/

Eihwaz

Tasso (l’albero)

p

/p/

Perþo

Il significato è incerto (forse Pero)

z

/z/

algiz

Alce

s

/s/

sōwilō

Sole

t

/t/

Tîwaz, o Teiwaz

Il Dio Týr

b

/b/

berkanan

Betulla

e

/e(ː)/

ehwaz

Cavallo

m

/m/

mannaz

Uomo

l

/l/

laguz

Acqua, lago

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ŋ

/ŋ/

ingwaz

Il Dio Ingwaz

o

/o(ː)/

Ôþalan

Patrimonio

d

/d/

dagaz

Giorno

Esecuzione La grafia delle singole rune, composte da linee rette, dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuate su pietra, su legno od altre superfici dure. L'inesistenza di tratti orizzontali è motivata dal fatto che nel primo periodo scrittorio i segni runici venivano incisi su legno: escludendo l'esecuzione di tratti orizzontali si evitava che i tratti coincidessero con le venature del tronco, evidentemente disposto orizzontalmente; in questo modo si evitavano possibili equivoci ed errori di lettura. I primi esempi risalgono alla fine del II secolo d.C. Nelle più antiche iscrizioni runiche la direzione della scrittura è variabile. In seguito si afferma la tipologia da sinistra verso destra. La divisione delle parole non era in uso nella scrittura runica, sebbene occasionalmente si riscontri la presenza di uno o più puntini usati per questa funzione.

Odino signore delle rune La tradizione scandinava attribuisce a Odino il dominio delle rune, quali sorgenti magiche di ogni potere e sapienza. Il mito della "scoperta" delle rune da parte del dio viene riferito in una strofa del poema eddico Hávamál, dove si legge:

« Veit ek, at ek hekk

« Lo so io, fui appeso

vindgameiði á nætr allar níu, geiri undaðr ok gefinn Óðni, sjalfur sjalfum mér, á þeim meiði er manngi veit hvers af rótum renn.

al tronco sferzato dal vento per nove intere notti, ferito di lancia e consegnato a Odino, io stesso a me stesso, su quell'albero che nessuno sa dove dalle radici s'innalzi.

Við hleifi mik sældu né við hornigi, nýsta ek niðr, nam ek upp rúnar, æpandi nam, fell ek aftr þaðan. »

Con pane non mi saziarono né con corni [mi dissetarono]. Guardai in basso, feci salire le rune, chiamandole lo feci, e caddi di là. »

Narra la leggenda che il padre degli dei, Odino, fosse costretto a restare appeso all'albero cosmico dal quale si articolavano i nove mondi (degli dei, dei giganti, degli inferi e anche il Midgard, la “terra di mezzo” che avrebbe poi ripreso Tolkien), trafitto da una lancia, pur di acquisire la sapienza runica.

Rune e religione 7


Il legame tra le rune e la religione pagana tradizionale è forte, anche se come abbiamo visto ben pochi nomi di rune si riferiscono direttamente alla religione. Difatti le uniche ad essere legate direttamente alla religione, a parte il sole (sawilō), che potrebbe riferirsi al dio del sole ma anche semplicemente al sole come astro, sono solo tre: ansuz, tīwaz e ingwaz. La runa ansuz significa “aso”, cioè membro del clan divino degli asi. Chi sono gli asi? Ricostruiamo il mondo germanico: vi erano due differenti clan divini, gli asi e i vani: i primi comprendevano divinità della luce, della guerra, della magia; i secondi della fertilità, della riproduzione, della famiglia. Ai primi apparteneva quello che anticamente doveva essere il dio più importante, tiwaz, il cui nome indoeuropeo era deiw-os, dalla stessa radice da cui sarebbe derivato, tramite il passaggio a djew-s, lo Zeus dei greci e il djovem e poi Iov-em dei romani. Dunque una divinità della luce, anche se noi la conosciamo piuttosto come il dio nordico Tyr, che conosciamo come divinità guerriera particolarmente audace, al punto da essere l’unico dio che osi perdere una mano per legare il lupo Fenrir secondo un mito tramandato da fonti medievali scandinave. Le rune ci attestano l'importanza di un'altra divinità ingwaz, che sarebbe stato, secondo quanto ci racconta Tacito nella sua “Germania”, il capostipite delle genti germaniche del Mare del nord (Angli, Juti, Sassoni e Frisoni); una divinità che poi le fonti nordiche confonderanno con il gemello divino di Freyja, Freyr, un dio della fertilità i cui idoli erano caratterizzati da un grosso fallo, spesso eretto . Un'altra runa aveva un significato mitologico: þurisaz “gigante”. I giganti vengono rappresentati come i repellenti nemici di uomini e dei, perpetuamente attratti dalle loro donne che li schifano, al punto che la dea dell’amore, Freyja, di fronte a Thor che vorrebbe fargliene sposare uno ha una reazione assai violenta, si infuria, fa tremare la terra, gonfia il petto al punto da spezzare la celebre collana Brisingamen ed esclama: “Mi crederai la più avida di uomini, se vengo con te nel regno dei giganti!”. E si tenga conto che Freyja non è certo di gusti difficili; sappiamo ad esempio che, pur di avere la sua collana Brisingamen, non ha disdegnato di accoppiarsi con i quattro nani che l’avevano fabbricata!

I tre ætt Le rune, come abbiamo precedentemente detto, si suddividono in tre ætt, ciascuno dei quali fa riferimento ad una divinità del pantheon nordico: Freya era considerata una divinità molto importante. Connessa alla stirpe dei Vani, dunque legata alla terra, alla fertilità e ai raccolti. Sorella gemella del dio Freyr, le fu attribuito il potere dell'estasi, della magia e quello di lanciare incantesimi. Poteva assumere vari aspetti: di una colomba o di una donna matura a cavalcioni di un cinghiale o alla guida di un carro trainato da due gatti. Era a capo delle Valchirie, pertanto è tradizionalmente associata sia al significato della morte che alla sessualità. La sua ætt si compone delle rune del futhark antico chiamate fehu, uruz, thurisaz, ansuz, raido, kenaz, gebo e wunjo. La loro valenza fonetica è, rispettivamente f, u, th, a, r, k, g, w. Il dio Heimdall è legato alla stirpe degli Asi e detiene le sorti delle battaglie, i poteri della luce e dell'arcobaleno. Fu chiamato "figlio dell'onda" giacché, secondo alcuni racconti norreni sarebbe nato da nove onde del mare. La sua ætt si compone di rune chiamate halgaz, naudiz, isa, jera, eihwaz, perth, algiz e sowulo.Valore fonetico: h, n, i, y oppure j, ei, p, z oppure r se in posizione finale, s. Tyr, uno degli Asi, è conosciuto anche con l'appellativo di "padre del cielo". Rappresenta la giustizia e la lealtà, la conciliazione e la difesa. Presiedeva alla legge, ai contratti e alle questioni giudiziarie. Averlo alleato in battaglia avrebbe significato vittoria certa. Secondo un racconto dell'Edda avrebbe sacrificato un suo braccio per legare il lupo Fenrir. La sua ætt è composta da tewaz, berkana, ehwaz, mannaz, laguz, ingwaz, dagaz e othilaz.I loro valori fonetici sono rispettivamente t, b, e, m, l, ng, d, o. 8


Esempi di tipologie di iscrizioni runiche Iscrizioni su steli funerarie con inciso il nome di chi le ha eseguite oltre al nome di chi è stato sepolto ed il nome di chi ha fatto incidere la pietra. In un epoca più tarda su steli e urne si riscontrano incisioni di testi cristiani in lettere runiche. Iscrizioni magico/religiose: preghiere e maledizioni, formule magiche ed incantesimi. Iscrizioni relative al commercio: troviamo molti esempi di comunicazioni commerciali, ordini e descrizioni di merci, scuse per non aver pagato in tempo, nomi di produttori, marchi di prodotti. Le iscrizioni commerciali si trovano spesso incise su tavolette o bastoncini in legno. Iscrizioni relative alla politica; hanno a che fare con questioni di legge, personaggi storici che attestano di essersi nascosti da qualche parte dal nemico, messaggi segreti riguardanti combattimenti durante le guerre. Firme di artisti e artigiani: orefici, fabbri, incisori, falegnami, costruttori di chiese, spesso troviamo il loro nome inciso sulle loro opere. Anche gli oggetti spesso hanno il loro nome inciso sopra e/o il nome del possessore. Iscrizioni semplici: es. “Jan è stato qui”, su rocce, su grandi pietre e su edifici. lettere personali, lettere d'amore, saluti tra amici, proposte, ecc. Insulti e improperi simili a quelli scritti sui muri di città ai giorni nostri.

Aspetti delle rune Ogni runa si compone di 3 aspetti. Si tratta di una triade che deve essere considerata in modo unitario e pertanto non può essere separata, in quanto nessuna di queste tre parti può avere senso da sola: ognuna implica l'esistenza e la sussistenza delle altre due. 

Il suono (il nome pronunciato): il valore fonetico della runa è la sua caratteristica vibratoria nell'aria e nello spazio. Si suppone che nella religione nordica ciò rappresentasse la qualità creativa che risiede nella magia della vocalizzazione; probabilmente è la qualità alla quale ci si riferiva quando s'immaginava la parola di Dio, per esempio.

Il glifo della runa (la sua forma): rappresenta la qualità visibile e tangibile della runa. Questa è, forse, la caratteristica che si ritiene fosse più comprensibile per i non iniziati; l'ipotesi è supportata dall'idea che ciò che fosse visibile al lettore della runa ne influenzasse maggiormente la sensibilità spirituale.

Il contenuto simbolico: rappresenta il significato (o i significati) che sono stati attribuiti alla runa; tuttavia, si immagina che questo aspetto fosse solo un riflesso del reale significato attribuito alle rune e che dovrebbe comunque restare celato ai sensi. La ragione di una simile interpretazione è rintracciabile nell'ipotesi secondo cui le rune esistono in una realtà molto più estesa di quella tridimensionale e possono solo essere accennate nel diagramma bidimensionale.

Si suppone che i significati più oscuri delle rune possono essere concepiti soltanto da alcune persone ritenute più "sensibili" alla componente misterica delle rune.

Nella prossima lezione. SIGNIFICATI ESOTERICI DELLE RUNE FUTHARK! Un’intera lezione dedicata alle singole rune ed ai loro poteri e significati mistici in ogni particolare…

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