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rewind

fashion portfolio Alice cavallari


fashion portfolio / alice cavallari / index

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i n d e

live freedom man’s underwear collection 7 japon etèrnel knitwear woman’s collection 17 urban pop woman’s collection 25 errant knight man’s jacket collection 35 mono no aware trendbook 2015 43 essence woman’s thesis collection 51 contre courant contemporary fashion designer 65 brilliant ethnic shooting fotografico 77



alice cavallari 3343531651 cavallari.alice@gmail.com http://issuu.com/alicecav_ laureata in fashion and textile design ied torino Progettazione collezioni, ricerca tendenze, tecniche di illustrazione e rendering, competenze grafiche, compositive e pittoriche, modellistica. uso di:: mac/pc, photoshop, illustrator, indesign, microsoft word, excel, power point

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fashion portfolio / alice cavallari / man’s underwear collection for Diesel

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UNDERWEAR MAN’S collection


live freedo

Decidere d’un tratto di partire, di lasciare tutto e di avventurarsi nella vita, quella imprevedibile e mai esplorata. A bordo dell’insostituibile motocicletta, che ci accompagna da una vita e che ci fa sentire giovani e spavaldi come un tempo. Un viaggio, alla scoperta del mondo e di noi stessi.


man’s Underwear collection for diesel


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logodesign

man’s Underwear collection for diesel


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Assemblaggio dei patch tipici dei giubbotti in pelle dei motociclisti man’s Underwear collection for diesel


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Stampa all over di borchie interne

man’s Underwear collection for diesel


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fashion portfolio / alice cavallari / knitwear woman’s collection

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knitwear womAN’S collection


japonetèrne

Negli scatti giapponesi Suzanne Held sceglie di restituire, lontano dagli eccessi e dalle tragedie della modernità, un Paese abitato dalla tradizione nel quale ogni istante si veste del silenzio del rituale, un Paese popolato tanto dagli uomini quanto dagli “spiriti” dello Shintò e dalle grandi figure del Buddhismo. In una parola, ricava il Giappone dalla contemplazione di una natura divinizzata, percepita, compresa e amata attraverso la meditazione. Suzanne Held fissa così, con una testimonianza luminosa e colorata, l’anima di un paese che il suo popo lo ha sempre saputo salvaguardare. Il grande formato delle fotografie consente al visita tore l’immersione in un Giappone senza tempo, lontano dall’effervescenza delle megalopoli e dalla febbre industriale, un Giappone nel quale l’estetismo è un’arte di vivere e nel quale l’armonia e la delicatezza del gesto si mescolano al rigore e alla precisione dei riti ancestrali.


knitwear woman’s collection


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knitwear woman’s collection


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knitwear woman’s collection


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fashion portfolio / alice cavallari / woman’s collection

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womAN’S collection


urbanpo

Wiener Secession. ispirazione volta alle linee semplici, alle forme rigide e geometriche dell’architettura viennese, che si incontrano e si fondono con colori pop, primari, puri e contrastanti fra di loro. un distaccamento dal “classico� riuscendo a valorizzare ed appagare il senso della vista..


inspiration

geometrie urbane

woman’s collection


colori pop

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pattern

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woman’s collection


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woman’s collection


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fashion portfolio / alice cavallari / MAN’S JACKET COLLECTION FOR BOMBOoGIE

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mAN’S jacket collection


errantknigh

“The only real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes.� Marcel Proust


man’’s jacket collection for bomboogie


inspiration

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man’’s jacket collection for bomboogie


color palette

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man’’s jacket collection for bomboogie


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fashion portfolio / alice cavallari /trendbook 2015

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trendbook 2015 for cavalli


mononoawar

L’estetica è talvolta descritta come bellezza che è “Imperfetta, impermanente e incompleta” una visione del concetto estetico opposta al comune pensiero occidentale: sofisticata, raffinata, un pò malinconica ma ricca di pathos. vedere il “bello” nell’ evanescenza dell’attimo e apprezzare la transitorietà delle cose, cercando di godere appieno ogni istante rendendolo unico. una continua ricerca nella sempicità del quotidiano, nella natura e nelle linee pulite e geometriche, che appaghi non solo la vista ma tutti i sensi.


trendbook 2015


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trendbook 2015


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trendbook 2015


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fashion portfolio / alice cavallari/woman’s thesis collection for roberto cavalli

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womAN’S thesis collection


es s e n c

questo progetto si basa sul concetto di estetica giapponese, partendo da una filosofia di pensiero nata tra il XVIII e il XIX secolo: mono no aware. letteralmente questo termine descrive la consapevolezza della precarietà delle cose ed il lieve senso di rammarico che comporta il loro trascorrere. da qui nasce la consapevolezza della condizione fondamentale di esistenza, che non e’ motivo di disperazione nichilista, ma piuttosto un invito a un’attivita’ vitale nel momento presente e di gratitudine per un altro tempo che ci viene concesso. è proprio questa attività vitale che genera nell’individuo il bisogno di “coltivazione del sè” (pratica confuciana) tramite delle “arti”, spesso indicate come “modi” di vita. queste sono strettamente legate al wabi-sabi che esprime una completa visione del mondo e dell’ estetica giapponese centrata sull’accettazione della transitorietà. Tale visione, talvolta descritta come “bellezza imperfetta, impermanente e incompleta” deriva dalla dottrina buddhista dell’ anitya e rappresenta la visione tradizionale della bellezza giapponese. Le sue caratteristiche estetiche, riflesse all’interno delle arti, comprendono: asimmetria, asprezza, semplicità, umiltà, intimità e suggestione di processi naturali.


woman’s thesis collection for roberto cavalli


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woman’s thesis collection for roberto cavalli


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woman’s thesis collection for roberto cavalli


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woman’s thesis collection for roberto cavalli


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woman’s thesis collection for roberto cavalli


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woman’s thesis collection for roberto cavalli


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fashion portfolio / alice cavallari /newspaper article

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contemporary fashion designer


Rei Kawakubo

contrecouran

“ Mi interessa la gente. Trovo ispirazione nelle persone che mi circondano. La bellezza o l’eleganza sono questioni di gusto personale e io non ho una definizione di bellezza.�


Sbarcata dal Giappone 30 anni fa, ha s f i dato le ide e occi d entali sull a forma del corpo e sulla realizzazione di indumenti, sulla discriminazione sessuale nella societĂ e sull’uso del colore. Si è dedicata a mettere fuori posto e ad esagerare la forma femminile con grosse imbottiture, ha creato indumenti finiti solo con tessuto calicot e ha messo a rovescio capi d’abbigliamento in modo che le cuciture interne diventassero decorazioni, ha ricercato e perfezionato il carattere androgino con le sue scarpe senza tacchi, con ampi pantaloni da uomo e giacche a spalle spioventi, e ha dipinto di nero il xx secolo, un colore che fino al suo esordio nel 1981 era utilizzato soprattutto per il lutto.



Nella sua collezione “Bump” stravolse le eleganti e attillate linee femminili utilizzate dalla maggior parte degli altri stilisti, dando rilievo a ciò che alcuni considerano una grottesca deformità, aggiungendo protuberanze imbottite dove non ce n’erano mai state prima.

M o lt i st i l ist i rimangono eternamente aggrappati alla loro idea di ciò che secondo loro gli uomini apprezzerebbero nelle donne. Io penso che ci vuole coraggio per fare qualcosa che potrebbe uscire dai concetti stereotipati e maschili di bellezza femminile. Naturalmente, dal momento che si tratta di concetti accettati significa anche che gli abiti si vendono meglio. Si tratta di un principio commerciale, che è divenuto parte del sistema, perchè al giorno d’oggi tutte le culture sono omologate, sebbene gli stilisti debbano sentirsi frustrati nell’imitare ciò che fanno tutti. E’ un circolo vizioso, anche se sicuro. Ma se vuoi fare qualcosa di diverso, allora devi rompere tale circolo.” REI KAWAKUBO


“Destroy” In opposizione agli eventi per nulla spettacolari costituiti di solito da sfilate in cui le modelle si limitano a camminare sulla passerella a coppie, le ragazze di Kawakubo stavano immobili sul palco mentre i flash scattavano, indossando gonne con maniche di giacca appese sulla parte anteriore, pantaloni con polsi di maglioni alle caviglie e scarpe basse invece degli obbligatori tacchi a spillo. L’estetica di Kawakubo rappresentava gli altrernativi anni Ottanta, insieme a quella dei suoi compatrioti Yohji Yamamoto e Issey Miake. Il pubblico uscì dall’evento profondamente scioccato.



Esposizione MusĂŠe Galliera


Tra silhouette, motivi e ornamenti, non c’è nulla di più rinfrescante di un’intera collezione presentata completamente in bianco. La sua collezione primavera/ estate 2012, intitolata “White Drama”, è intrisa di scandalosa bellezza e intenso simbolismo ed è ora orchestrata in modo tale da confondere, provocare e deliziare in ugual misura il suo pubblico. Una delle più memorabili della sua carriera, con 33 look, era formata completamente da abiti bianchi carichi di potenti emozioni dei più importanti momenti della vita di una persona: nascita. battesimo, matrimonio, morte e trascendenza. Come risultato, molti degli insiemi di Kawakubo incorporano il satin duchesse degli abiti da sposa o il pizzo del vestito da battesimo. Mentre altri sono stati più indiretti, come un


riferimento a un corpo disteso su fiori bianchi, o l’intellettualistico indossato da autorità ecclesiastiche durante la “Semana Santa” a Siviglia. La prima sposa di Kawakubo è apparsa con addosso un abito pristino, color avorio, dalle lunghe maniche e in tessuto satin duchesse con un delicato sbuffo sul dorso, un classico della sartoria metà anni Sessanta, associato a un paio di stivali go-go bianchi tipici dell’epoca di Courrèges. Nel punto in cui ci si potrebbe aspettare il suo mazzolino di fiori, c’era un grosso fiocco di satin che le teneva bloccati i polsi. Si trattava di un gesto pio o Kawakubo alludeva al carattere di servitù insito nella sacra unione? Forse al presentare capi rappresentanti le istituzioni e le tradizioni che hanno imprigionato le donne nel corso della storia abbiamo raggiunto un punto in cui possiamo felicemente rimpiangere la perdita delle limitazioni associate ai tradzionali ruoli femminili. Il luogo di presentazione è stato il Palais de la Femme dell’Esercito della Salvezza a Parigi, un centro che offre rifugio alle donne in difficoltà. Naturalmente, non è stata una scelta casuale per uno spettacolo carico di narrativa al femminilie. L’eco e il freddo presenti nell’antico convento hanno apportato un’atmosfera inquieta e austera mentre “In Dark Trees” di Brian Eno rendeva ancora più intensa la visione di Kawakubo .Una processione di sottovesti di crinolina adottarono un’inquietante struttura esterna di gabbie, e verso la fine pesanti veli di merletti e un esplosione di fiori bianchi copriorono alla vista le modelle che procedevano al di sotto.

La fragile natura delle fondamenta, la delicata biancheria intima di pizzo, l’abbondanza dei fiori bianchi e le morbide spalline all’uncinetto, protette da cappucci di velo, imbottiture di lana e cotone e mantelle avvolgenti, offrivano sicurezza e rifugio alle indossatrici. A guardare con attenzione, ci si accorge che le mani erano assenti da tutta la collezione, nascoste in maniche a tromba esageratamente lunghe e trascinate sul pavimento, oppure intrappolate in mantelli e abiti concepiti per immobilizzare le braccia di una donna sui fianchi. Si tratta di un particolare inquietante che dà enfasi all’essere in trappola nonchè all’immobilità di queste spose solenni. “White Drama” pone domande più che fornire risposte. Questa collezione esplora sicuramnete il ruolo della consapevolezza e dell’importanza tra le persone creative, di essere audaci, senza paura e intelligenti nelle proprie scelte espressive.



201 Viene in mente “Flatlandia”, il bel romanzo geometrico - utopistico scritto da Edwin Abbott a fine Ottocento. Certo, qualcuno si potrà domandare dell’uso, nel mondo reale, di abiti a trapezio e cappotti che a mala pena toccano le forme, per cancellarle come ritagli appoggiati sul corpo, ma il punto non è questo: è la capacità di trasformare la moda in gioco, di contraddire visioni e percezioni, scardinando parametri e certezze per scriverne di nuovi. Rei Kawakubo è un’innovatrice linguistica: inventare è la sua priorità, e a questo giro l’esperimento è particolarmente riuscito.

fall

In una stagione di geometrie e costruttivismi, l’ex madrina dell’Hiroshima chic e del nero si produce nello statement geometricamente più puro, forte e toccante; di sguincio, anche il più divertente. La moda concettuale - per mancanza di una definizione migliore – è spesso aliena, criptica, respingente. Mai quella di Kawakubo, piena sempre di humor secco. Hanno il sapore ludico delle attività ricreative di un giardino d’infanzia gli abiti piatti e coloratissimi; l’idea stessa di piegare il bidimensionale alle ragioni tridimensionali del corpo fa pensare a un bambino alle prese con l’invenzione di un mondo parallelo.


fashion portfolio / alice cavallari/shooting fotografico for chris bangle

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shooting fotografico


brilliantethni

“E la forma a doppio seno dei fanali? La spiegazione è in un vincolo tecnico . La linea delle luci continuava a salire a causa della meccanica e il volume stava diventando troppo massiccio. I fari retrattili costavano troppo cosi disegnai questi doppi voluimi per alleggerire la linea.Alla presentazione dell’auto un ingegnere domando : come pensate di pulire quei fari? Il mio capo accarezzo le luci e rispose..con amore ingegnere con amore..”


shooting fotografico for chris bangle


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shooting fotografico for chris bangle


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fashion portfolio Alice cavallari


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