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In bilico fra paura e speranza: Io, il Covid e quattro figli
Parte 3 Frammenti di clinica
I sogni e l’immaginario dei pazienti in psicoterapia nel 2020
Advertisement
di Maria Letizia Rotolo .......................................................................... 115
L’emergenza sanitaria da Covid-19 come esperienza del perturbante in analisi
di Angelo Moroni ...................................................................................... 121
L’elaborazione del lutto per Covid: “Il sacco nero”
di Roberto Cavaliere ................................................................................. 133
La psicoterapia e i legami oltre lo schermo
di Elena Grimaldo .................................................................................... 137
Trauma. Dallo sbigottimento pandemico a una nuova politica dei corpi
di Fabio Gabrielli e Andrea Carta......................................................... 139
Casi clinici affrontati con il metodo EMDR
di Luana Giannini ................................................................................... 147
La mascherina e il volto
di Elena Grimaldo .................................................................................... 151
Amori 4.0 in epoca Covid
di Amalia Prunotto................................................................................... 155
Io ti blocco…Io ti amo… ma poi, dopo la pandemia?
di Maria Letizia Rotolo ........................................................................... 161
Di nuovo Lui… il Sesso…
di Andrea Gatti ......................................................................................... 165
Il virus che colpisce i sogni di maternità
di Sarah Pederboni.................................................................................... 169
Il Covid-19 in classe
di Loredana Storani.................................................................................. 173
La generazione dimenticata
di Alessandra Spera..................................................................... 177
aPPendiCe
L’impatto della pandemia Covid-19 su cittadini ed operatori sanitari a livello internazionale: breve recensione della letteratura scientifica corrente
di Leandro Cavaliere ............................................................................... 183
gli autori .............................................................................. 193
Prefazione
di Pietro Barbetta
Questo è un libro sul virus. In questo caso si tratta del nome-del-virus: Covid-19, con tutte le sue derivazioni. Si tratta di un virus che, come e più degli altri, ha prodotto un’ecatombe umana. Ancora non siamo all’estinzione della specie, ma dovremmo considerare un po’ più seriamente questa possibilità. In molti, prima di Covid-19, enunciarono – è proprio il caso di usare il passato remoto – l’addensarsi di sempre nuovi virus durante gli ultimi decenni. Questo nome, Covid-19, sembra essere un salto di qualità. Come nella teoria degli equilibri punteggiati, con il tempo si accumula una continuità di elementi ai quali segue un cambiamento catastrofico. Molte catastrofi sono state compiute direttamente dall’uomo, in primo luogo la Shoah, poi lo sterminio dei curdi, quello dei tutsi, i massacri cambogiani, Srebrenica.
Altre, minori, dallo scientismo anti-ecologico – la diga del Vajont – all’opera delle multinazionali – l’inquinamento del Golfo del Messico, la strage di Sonda, in Trentino, e molte altre “fatalità” non del tutto casuali, altamente attese, coperte dalle autorità che non sono intervenute.
Questa invasione di virus appartiene a un altro livello: un livello planetario.
Il virus mi ricorda una nota a pie di pagina di Freud. C’è qualcosa che è ancora più misterioso dei quattro privilegi dell’inconscio: “Stiamo rivedendo, per un altro contesto, la menzione di un altro notevole privilegio del sistema Inc”.
In questa nota, c’è qualcosa che ci avvicina alla comprensione del virus sul piano psicologico. Il virus somiglia all’inconscio? È, in qualche modo, un fenomeno dell’inconscio? Se sì, dov’è il locus dell’inconscio riguardo al virus?
Sappiamo che la nota si riferisce alla possibilità per la psiche di cambiare il corpo: questa la questione nascosta, velata/disvelata nella nota. Dietro questa nota c’è un largo dibattito tra Freud, Ferenczi e Groddeck, ripreso nel 1975 da Elvio Fachinelli, in un numero de L’erba voglio dedicato al corpo.
Freud, giustamente, temeva, a quell’epoca, di venire accusato di essere seguace di Lamarck, di non essere ossequioso verso le allora supposte tesi darwiniane. Oggi invece, le teorie paleoantropologiche ammettono, con
la sopra menzionata teoria degli equilibri punteggiati, l’influenza dell’organismo sull’ambiente. Dunque possiamo riammettere il corpo dentro la psicoanalisi, riaprire una riflessione sul corpo. Il virus, oggetto materiale, benché ultra-invisibile, affeziona il nostro corpo, produce malattia e morte, soffocamento, e dunque Angst, angoscia, Ananke, destino. E, a sua volta, questa angoscia ha influenza sui sintomi fisici e psichici. Covid-19 è il nome di un padre assassino, di un orco che divora, almeno cerca di divorare, chi incontra. Come fare a togliere la corona ai figli dell’orco per fare in modo che l’orco divori se stesso? In fondo, dietro al concetto di vaccinazione, ci trovate Pollicino.
La prima traduzione inglese del celebre libro di Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore, fu: Acquainted with Grief. Acquaintance, più che “cognizione”, come la usiamo noi oggi, è habitus, presenza costante, qualcosa di cui si sa, talmente bene, da non essere neppure più rilevante, come quando si ammirano le bellezze degli emirati arabi, senza osservare quegli spot interni all’immagine in cui gli “schiavi neri” lavorano alla manutenzione dei palazzi lussuosi.
Chissà, forse questo, oggi, ci riguarda.
Introduzione
di Elena Grimaldo, Roberto Pozzetti e Maria Letizia Rotolo
L’esperienza del Covid-19 e delle restrizioni prudenziali che ne sono derivate ha intaccato l’ordinarietà della nostra esistenza. Molto è cambiato nella routine di ciascuno di noi e alcune tracce e alcune ferite di quei giorni drammatici sono ancora presenti e dolorose.
Il titolo richiama al tema delle emozioni come la paura che induce le persone a nascondere e a omettere il proprio stato di salute e il proprio vissuto per timore di un ostracismo e di un’esclusione sociale.
Da un punto di vista psicologico, scrivere costituisce un tentativo di elaborare qualcosa di intenso e di drammatico, incidendo dei propri segni grafici su un computer e su dei fogli di carta là dove la grafia presenta le caratteristiche adatte a circoscrivere almeno in parte le tracce della sofferenza provata.
Questo libro si focalizza sulla dimensione esperienziale, attraverso delle testimonianze su quanto è accaduto e sta ancora accadendo, anziché costruire improbabili congetture teoriche sulle vicende dell’anno 2020, l’anno del coronavirus.
Privilegiando il vissuto di chi ha incontrato i problemi correlati al coronavirus, in varie forme, il libro si divide in tre parti.
La prima parte raccoglie storie di chi il Coronavirus Disease, detto CoviD-19 in quanto diffuso nel 2019, lo ha effettivamente incontrato contagiandosi o trovandosi a diretto contatto con familiari e vicini di casa seriamente ammalati.
Nella seconda sezione, clinici da tempo attivi in svariati contesti pubblici e privati descrivono l’attenzione che hanno rivolto sia al trattamento di persone ammalate sia al sostegno offerto al personale impegnato sul fronte dell’emergenza sanitaria dinanzi a un’epidemia sconosciuta e di inedita virulenza.
La terza e ultima parte si focalizza su contributi maggiormente clinici, presentando degli esempi concreti di storie di malattia e della loro presa in carico, soprattutto dal vertice psicologico e sociale.
Il volume è una raccolta utile per chi ha avuto una diagnosi di Covid-19, a chi ha sviluppato la malattia in forma sintomatica, paucisintomatica o asintomatica, a chi avuto un familiare o un amico malato o deceduto, ai professionisti socio-sanitari, agli psicologi e psicoterapeuti, in tutta Italia.