FOGLIO TRIMESTRALE DELLA SEZIONE ALPINI DI ALESSANDRIA “GEN. CAMILLO ROSSO” VIA LANZA 2 - 15121 ALESSANDRIA Tel. 0131 442202 Fax 0131 442202 www.alessandria.ana.it alessandria@ana.it - ilportaordini@tiscali.it Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB/AL
Dicembre ANNO XLIV N. 4 - 2012
Tiratura 2.600 copie
Costo per copia € 1,00
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Sommario pg.
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Il calcio del mulo
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1 4 0 ° T T. A A . - B i e l l a 9 0 ° d e l g r u p p o
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Auguri Presidente- Assemblea - S. Maurizio Coordidamento giovani 1° Rgpt - Auguri
«IL PORTAORDINI» Anno XLIV dalla fondazione N° 4 - dicembre 2012
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A.I.A.S. AL. - Benevento raduno 4° Rgpt.
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L o m a g n a - 9 0 ° S e z i o n e Va l s e s i a n a S a r a Vi l l a n i
Presidente Bruno Pavese Direttore responsabile Gian Luigi Ceva Redazione: Giorgio Barletta - Dario De Amici Bartolomeo Gamalero - Italo Semino - Fabrizio Torre Luciano Zenato
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Novara 15° Raduno 1° Rgpt - Il mulo
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M.A.V.M. 8° Rgt. - Capo Stato Maggiore al C.do TT.AA.
Autor. Trib. di Alessandria Tipografia
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U n a b e l l a g i o r n a ta a l l a D o m u s A l p i n o r u m
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E l A l a m e i n - Ancora una penna mozza
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Riunione capigruppo - I lettori ci scrivono
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Dai nostri Alpini in Afghanistan
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Coro Montenero
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Coro Alpini Valtanaro
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Attività dei gruppi
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Rassegna stampa - Lezioni di politica economica
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In famiglia - Borraccia - Ricordando Cabella P.
N° 176 del 14-02-1967 Litografia Viscardi Via Santi, 5 Zona D4 - AL Autor. Dir. Prov. P.T. AL
Hanno collaborato a questo numero: D. Bertin, D. Caldirola, A. Venezia, B. Pavese, P. Pia, M. Tagliafico, C. Vittone, G. Sassi, G. Bacchiarello C. Perona, M. Renna, R. Alciati, R. Ivaldi, A. Spada, G. Barletta, M. Carrega Fondatore Domenico Arnoldi Testata trimestrale della ASS.NE NAZ.LE ALPINI SEZIONE DI ALESSANDRIA “Gen. Camillo Rosso” Via Lanza, 2 - 15121 Alessandria Telefono e fax 0131 442202 www.alessandria.ana.it alessandria@ana.it ilportaordini@tiscali.it
Premio Alpiuno dell’anno pg.
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Tiratura 2.600 copie - Costo per copia € 1,00 Il Portaordini viene inviato gratuitamente ai Soci in regola con il tesseramento Arretrati € 3,00 Abbonamento sostenitore € 20,00 - Abb. patrocinatore € 50.00 Abbonamento benemerito € 100,00
Prima di copertina: la stella cometa sezionale!
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I lettori ci scrivono
APPELLO ari lettori, in allegato trovate un bollettino di c/c postale. La cosa è stata a lungo valutata dal CDS che, viste le gravose spese cui si va incontro per i lavori di consolidamento della Chiesetta di Capanne di Pey, la manutenzione e messa a norma della sede di Via Lanza e non certo ultime le mutate condizioni di spedizione del giornale, ha deciso di ricorrere alla sensibilità di Gruppi e/o singoli Soci che vorranno portare il loro contributo (Dai più modesti agli auspicabili di consistenza, tutti saranno ugualmenti bene accetti). Chi lo vorrà potrà effettuare i versamenti indicandone la specifica destinazione (Portaordini, Sede, Protezione Civile, Rifugio, Chiesetta Capanne di Pey). Si rammenta che le donazioni potranno essere detratte dalla dichiarazione annuale dei redditi citando il codice del beneficiario: 92018140068. Nell'apposito spazio del giornale sono altresì indicati i costi di abbonamento a "il Portaordini" per coloro i quali desiderassero ricevere la pubblicazione pur non essendo Soci oppure intendano portare il proprio sostegno. Grazie.
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I m p o r t a n t e i raccomandiamo espressamente a tutti coloro che hanno la possibilità di inviarci testi e foto a colori in formato digitalizzato (usando il computer per capirci) di farlo utilizzando questo formato, in quanto molte volte ci arrivano in redazione fogli di articoli evidentemente stampati da un pc. Per cortesia se avete composto il vostro “pezzo” con un computer fateci avere il file (o per posta elettronica o su disco floppy o su cd) per noi molto più comodo! Vi chiediamo questa cortesia per non ripetere il lavoro di battitura da Voi già effettuato e che quindi ci comporterebbe un’ulteriore perdita di tempo e ritardi nella spedizione del nostro periodico! Segnaliamo le caselle di posta elettronica (e.mail) della Sez. di Alessandria: alessandria@ana.it da usarsi per l'invio di comunicazioni generiche. Per qualsiasi testo, articolo o foto da pubblicare sul nostro giornale, Il Portaordini, o sul nostro sito internet www.alessandria.ana.it usare l'indirizzo ilportaordini@tiscali.it
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Si rammenta a tutti coloro che vogliono inviare materiale per la pubblicazione sul nostro periodico sezionale che le date improrogabili entro cui detto materiale deve pervenire alla redazione sono: N° 1 - 10 febbraio; N° 2 - 30 maggio; N° 3 - 30 agosto; N° 4 - 10 ottobre. Gli articoli o le foto pervenute oltre le date qua sopra riportate verranno pubblicati sul numero successivo de "Il Portaordini". Non si accettano pezzi inviati in forma anonima, articoli e comunicazioni dovranno essere corredati dal nome dell'autore e del Gruppo di apparteneneza. Qualora l'estensore dello scritto non intenda rendersi pubblicamente noto, oppure usare uno pseudonimo, dovrà evidenziarne la richiesta dopo essersi regolarmente firmato, la redazione provvederà in merito. Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero del firmatario e non automaticamente quello del Direttore e della Redazione.
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I l c a l c i o de l m u l o il tempo dell’attesa, come succede in una casa che aspetta la nascita di un figlio ci si domanda cosa porterà questo Natale, che si presenta come una fotografia sbiadita, dagli incerti contorni. Sono moltissimi i tribolati per la fame, la mancanza di un tetto, di un lavoro. La crisi ha portato, sotto l’albero, tanti desideri, tanti interrogativi e molta frugalità. L'aumento esponenziale delle tasse, il costo dei beni di prima necessità in costante ascesa e la generale situazione economica precaria, hanno portato nelle famiglie italiane un diffuso senso d’ angoscia per le condizioni generali dell'economia e, in particolare, per le aspettative negative non solo sulle possibilità di risparmio ma addirittura di come arrivare a fine mese. E mentre i politici pensano vergognosamente a salvare i loro vitalizi, i campanelli che i cittadini sentiranno suonare di più durante le prossime Festività saranno quelli d'allarme. Ma alla casta pare non ne arrivi nemmeno l'eco, al popolo delle cicale basta veder splendere il proprio sole e poco importa se sulla faccia nascosta della luna l’ombra produca stentate condizioni di vita. La situazione economica si trova ormai sotto la tenda a ossigeno e non sappiamo se le strategie finanziarie saranno in grado di portarcene fuori. Non pare esagerato chiedere alla classe dirigente di impegnarsi seriamente a governare attuando politiche di sviluppo e cercare di ridurre progressivamente il divario siderale fra chi gode di condizioni di assoluto provilegio e chi si ritrova costretto a rubare generi alimentari nei supermercati per poter sopravvivere. Non si possono inoltre chiedere sacrifici a tutti tranne che a coloro per i quali non sarebbe un sacrificio. Sicuramente la barca non si raddrizza solo colpendo i privilegi ma non sarebbe male. intanto, cominciare da li e nello stesso tempo smettere di arrampicarsi sugli specchi con false promesse pur di accaparrarsi facili consensi. Ora il Natale si avvicina ed è tempo di auguri e buoni propositi. Auguriamo a noi stessi e al nostro prossimo che il Natale ci porti almeno tenui speranze che il nuovo anno ci presenti uno zaino meno gravoso di quello caricatoci in spalla da questo che sta per terminare e caliamo sul tavolo le nostre carte migliori con l’abituale forza d’animo, con l’entusiasmo, con la voglia di fare, con lo spirito ricevuto in eredità dai nostri “Veci”. Potrà, la nostra, essere una piccola goccia, ma tante gocce insieme finiranno per formare una cascatella. E’ in simili
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occasiioni che deve venir fuori il nostro spirito alpino, è una questione di coraggio e senso civico, doti che agli Alpini certo non mancano. Dobbiamo essere consapevoli di rappresentare un notevole patrimonio per l’italia (sperando che Monti non s’inventi di tassare pure quello). Con il nostro impegno possiamo fare la differenza, dare il nostro importante contributo al migliormaneto della situazione ed è proprio nel segno della speranza che diamo voce a una vecchia storia, forse già da molti conosciuta ma che è sempre bello raccontare: Quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente. Il luogo era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione: La prima diceva: ”Io sono la Pace, ma gli uomini non mi vogliono, penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi.” Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente. La seconda disse: “Io sono la Fede, purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me, non ha senso che io resti accesa.” Appena ebbe terminato di parlare una leggera brezza soffiò su di lei e si spense. Triste, triste, la terza candela a sua volta disse: “Io sono l’Amore, non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza. Troppe volte preferiscono odiare.” E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere. Un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente “Ma cosa fate ! Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio !” E così dicendo scoppiò in lacrime. Allora la quarta candela, impietositasi disse: “ Non temere, non piangere, finché io sarò accesa potremo sempre riaccendere le altre tre candele, io sono la Speranza.” Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre. CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA DENTRO IL NOSTRO CUORE e ciscuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo, capace in ogni momento di riaccendere con la sua Speranza, la Fede, la Pace, l’Amore. Questo messaggio di speranza giunga, in segno d’augurio, a tutti i lettori, a chi ha il compito di portare avanti la nostra Associazione, aI nostri connazionali militari e non che svolgono con abnegazione missioni in Paesi lontani, a tutti gli italiani. Buon Natale e buon anno.
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TORTONA – 140° FONDAZIONE TT.AA. E 61° DI GRUPPO nche quest’anno il Gruppo Alpini di Tortona ha inteso festeggiare il proprio anniversario (per la cronaca: il 61°) in concomitanza con una ricorrenza di ben maggiore risonanza: domenica 14 ottobre 2012, infatti, era anche la data scelta dall’ANA per celebrare il 140° anno di fondazione delle Truppe Alpine. L’appuntamento, in forza di questa felice coincidenza, ha ottenuto un riscontro positivo. Alla manifestazione hanno partecipato il Presidente Pavese, i Cosiglieri Bertin, Bisiani, Caldirola, Cassino, Ceva, Donà,
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Gamalero e Pia; un buon numero di Alpini, i Vessilli (oltre, ovviamente, al nostro di Alessandria) delle Sezioni di Acqui , Bassano del Grappa, Casale, Savona e Vercelli; i Gagliardetti dei Gruppi di Alessandria, Alpignano, Arquata, Basaluzzo, Casella d’Asolo, Cassano Spinola, Castellazzo Bormida, Costigliole d’Asti, Felizzano, Garbagna, Novi, Ovada, Pasparolo, Quattordio, Rivanazzano, Rivoli, San Cristoforo, Sezzadio, Tortona, Val Curone, Valenza, Vercelli e Vignole Borbera. Molto apprezzata, vista la distanza geografica, quella degli Alpini legati a Tortona da una forte amicizia: il Ten. Col.
Sergio Sessa della Brigata Taurinense, il Maresciallo Fiumara da Trento e, occhieggianti tra i numerosi gagliardetti citati, quelli dei Gruppi di Paspardo e C a s e l l a d’Asolo. La festa è stata anche un momento per rafforzare l’amicizia con le Autorità cittadine, il nostro Sindaco Alpino Massimo Berutti e il Vicecomandante della Compagnia dei Carabinieri, Luogotenente Mario Giardino, nonché con i Gruppi tortonesi delle Associazioni Nazionali dei Carabinieri, Polizia di Stato, Aeronautica, Marinai d’Italia e Bersaglieri. Dopo le cerimonie dell’Alzabandiera e dell’Onore ai Caduti e una breve sfilata nelle vie del centro, la manifestazione è terminata con la consueta Messa
nel Santuario della Madonna della Guardia, dove il Coro Val Tanaro, con i suoi canti, ha dato voce a quell’atmosfera alpina accennata qua e là dai numerosi cappelli grigioverde tra i decori della splendida chiesa. Un’ultima nota, di carattere più intimamente tortonese: il giorno prima della cerimonia, per un’altra felice coincidenza, questa volta squisitamente casuale, si è tenuto un convegno indetto dall’Associazione ex allievi liceo Varese e Peano per ricordare Carlo Pedenovi, artista di grande rilievo, appassionato di montagna e, cosa non meno
importante, insegnante per diverse generazioni di studenti tortonesi. E per noi, in particolare, anche fondatore del Gruppo Alpini di Tortona. Ebbene, dopo la deposizione della corona di fronte al Monumento all’Alpino, realizzato proprio da lui e divenuto “simbolo” per gli Alpini tortonesi, mentre il trombettiere intonava il “Silenzio”, di certo, oltre ai grandi Pensieri per la Patria e per i Caduti, e a quello – ogni anno più ingombrante – per tutti gli Alpini “andati avanti”, nel cuore di tanti tortonesi ha trovato spazio anche un altro pensiero, più piccolo e sicuramente tutt’altro che altisonante, ma anzi personale, schietto, di poche parole: ciao, amico, grazie. Daniele Caldirola
Biella – 90° anniversario di fondazione del Gruppo L a tradizione Alpina di Biella è scritta nella data di nascita del suo Gruppo Alpini. La fondazione di un gruppo a ridosso della Fondazione dell’A.N.A., appena tre anni dopo, pone questa città, ricca di tradizioni e di industrie – oggi meno fiorenti-, tra le prime ad aderire al richiamo associativo. Sabato 15 settembre con una sobria ma orgogliosa manifestazione ha festeggiato i 90 anni di adesione ai valori e di solidarietà e amicizia che sono le fondamenta della nostra Associazione. La tradizionale sfilata si è sviluppata tra le vie del centro cittadino circondata da una allegra e plaudente popolazione in cui la presenza di famigliari degli Alpini era la parte meno significativa, a testimoniare l’affetto che circonda, da queste
parti, una commemorazione così importante. Ricca la rappresentanza di Vessilli e Gagliardetti che si sono assiepati attorno al monumento all’Alpino per l’Alzabandiera e per gli onori ai Caduti. Tra i relatori, Presidente della Provincia, Sindaco di Biella, Presidente della Sezione ed infine il Consigliere Nazionale Sandro Zorio, voglio ricordare quella del Sindaco. Iniziando dai valori e dalla volontà dei fondatori di ricordare tutti quelli meno fortunati che erano rimasti sui campi di battaglia, ha ricordato con calore ed orgoglio le iniziative attuate dagli Alpini biellesi nel corso degli anni: dalla ristrutturazione della chiesetta sul monte Camino, alla partecipazione ai soccorsi ed alla ricostruzione di Moggio Udinese e suc-
cessivamente la Sezione è presente per soccorrere le popolazioni dell’Irpinia; infine l’Abruzzo e attualmente la Romagna. Nel corso degli anni 90 la Sezione si è lanciata in una grandiosa iniziativa di sostegno all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) realizzando il recupero della cascina Carrubi creando refettorio, aule attrezzate e una serra automatizzata. Questo lungo percorso con passione, calore e commozione è stato sottolineato da un non Alpino a riprova della sincera vicinanza tra le Istituzioni locali e l’A.N.A. Alessandro Venezia
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Santo Natale 2012 AUGURI del Presidente ari Alpini e Soci Sostenitori e Amici tutti, sono a porgervi, com’è tradizione, i consueti Auguri di Buon Natale e di un Sereno e Felice Anno Nuovo a Voi ed alle V o s t r e Famiglie. L’occasione mi consente di fare alcune riflessioni su questi dodici mesi che stanno per finire. Stiamo concludendo un anno denso di iniziative che ha visto il nostro Giornale, la Sezione, i Gruppi, la Protezione Civile sostenere i nostri valori in un momento in cui sembra che prevalga un clima di rilassatezza generale. Dobbiamo fortemente continuare a sostenere le nostre iniziative di solidarietà ed amicizia anche se, talvolta,la nostra generosità non viene adeguatamente riconosciuta, ci dob-
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biamo sentire appagati nella consapevolezza che abbiamo fatto il nostro dovere per aiutare chi ha avuto bisogno di noi; il mio pensiero è anche rivolto a tutti gli emiliani vittime del sisma che li ha colpiti il maggio scorso. A Natale la buona volontà non è nascosta come in altre occasioni, ci si accorge che la sincerità ha il soppravvento sui discorsi banali e incolori di un anno intero. Anche il nostro modo di vedere i nostri cari e tutta la gente che ci sta attorno diviene diverso, ci fa dire: “E’ questo il Natale” Cari Alpini, a tutti voi, ai vostri cari, a tutti i nostri Amici, Buon Natale e Felice Anno Nuovo che sia portatore di felicità e di salute.
DOMENICA 03 MARZO 2013 ASSEMBELA ANNUALE ORDINARIA Nei locali della Sede sezionale A.N.A. di Via Lanza, 2 Alessandria, in prima convocazione alle ore 08,15 e in seconda convocazione alle ore 09,15 si terrà l’Assemblea Annuale dei Soci per discutere il seguente ORDINE DEL GIORNO : - Alzabandiera - Insediamento Presidente e Segretario dell’Assemblea - Relazione morale e finanziaria - Discussione e approvazione relazioni - Nomina Delegati all’Assemblea Nazionale - Varie ed eventuali L’Assemblea Annuale riveste particolare importanza nella vita associativa, si invita quindi tutti i Sigg. Soci alla partecipazine. - La presente pubblicazione serve quale regolare avviso di convocazione a tutti i Soci - All’Assemblea si partecipa con il Cappello Alpino (per i Soci Alpini) - L’autovettura potrà essere parcheggiata nella vicina Piazza Garibaldi - La Sezione organizza, nell’occasione, un”rancio alpino”. Chi interessato provveda alla prenotazione presso i seguenti recapiti telefonici: 0131 442202 (Alp. Romano Vassallo) 340 4696202 (Alp. Giorgio Barletta) Entro il 25/02/2013
Bruno Pavese
San Maurizio olzano - 21 settembre - , in occasione della ricorrenza di San Maurizio Patrono degli Alpini, è stata celebrata una Santa Messa nella cappella del Circolo Unificato di Bolzano, in Viale Druso. La funzione liturgica è stata officiata dal sacerdote Don Claudio Salotti, Alpino, e accompagnata dal coro della parrocchia dei Carmelitani, diretto dal maestro Adriano Miori. Alla funzione religiosa erano presenti numerosi Alpini accompagnati dal loro Comandante , Generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, insieme alle Autorità Civili, ai rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma intervenute con i loro labari e gagliardetti. Uno dei momenti più intensi della cerimonia è stato la lettura della preghiera dell’Alpino. San Maurizio ci ammonisce che chi è superiore per grado, o imbraccia le armi per necessità, deve anche essere superiore nel sacrificio e nella responsabilità, unendo il valore alla virtù, ha ricordato il Generale Primicerj al termine della Santa Messa.
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I rappresentanti del Coordinamento Giovani Alpini del 1° Rgpt. A Novara con il Presidente Perona
GLI AUGURI DELL’ALPINO LUCIANO OLIVIERI POETA DIALETTALE RICORD AD NADAL
RICORDO DI NATALE
In piat d’anrott lisandren facc propi con u stifà it fan senti a noi davsen cmè i Nadal ‘d tanc’ani fa.
Un piatto di agnolotti alessandrini fatti proprio con lo stufato ti fanno sentire a noi vicino come i Natali di tanti anni fa.
6 A.I.A.S. AL - ATTIVITA’ ESTIVA 2012 ella magica cornice della Val Borbera, tra i Comuni di Cantalupo Ligure e Rocchetta Ligure, l'AIAS di Alessandria, ha organizzato per il ventesimo anno consecutivo il Campeggio Estivo presso la “Domus Alpinorum” dell'Associazione Nazionale Alpini di Alessandria. All'attività estiva hanno preso parte i ragazzi disabili dell'AIAS del Centro Accoglienza di S. Giuliano Nuovo e del Centro Diurno “Martin Pescatore” di Via Galimberti. Quest'anno, con grande soddisfazione, si evidenzia la numerosa presenza di giovani volontari che hanno contribuito all'allestimento del campo ed alla conduzione dell'attività logistica, affiancati dagli operatori dell'AIAS, della Coop. Anteo di Biella e coordinati dai consiglieri della sezione AIAS di Alessandria. Un particolare ringraziamento va rivolto agli amici Alpini, alla Provincia di Alessandria e alla Protezione Civile che si sono impegnati per consentire la realizzazione e lo svolgimento dell'attività in totale sicurezza e comfort. Al Sindaco, al Vice-Sindaco e a tutta l'amministrazione comunale di Cantalupo Ligure vanno riconosciuti l'attenzione e l'interessamento per il sostegno dimostrati nel corso della vacanza. Molto rassicurante è stata anche la concreta assistenza del farmacista di Rocchetta Ligure. Quotidianamente, a gruppi, i nostri ragazzi si sono recati in paese per l'approvvigionamento delle derrate alimentari e quant'altro necessario, per dimostrare anche il collegamento al territorio e scoprire la bellezza naturalistica del paesaggio. Le escursione nei boschi, ai piani di S. Lorenzo, sul Monte Giarolo dove troneggia la splendida statua del Cristo Redentore hanno entusiasmato e reso affascinante l'esperienza, unica e gratificante. I più fortunati hanno potuto ammirare alcuni esemplari tipici della fauna del nostro appennino tra cui: caprioli, lepri, poiane, ghiri e scoiattoli. Particolare attenzione è stata rivolta alla preparazione del menù giornaliero con piatti tipici della gastronomia locale. A conclusione della magnifica vacanza, genitori, parenti ed amici, hanno partecipato ad una festa con un lauto pranzo. Malgrado le note difficoltà di natura economica, ci auguriamo di ritornare anche nei prossimi anni per godere dell'accoglienza di questa ridente località piemontese e della splendida gente che la abita.
B E N E V E N T O
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RADUNO 4° RAGGRUPPAMENTO l 29 e 30 settembre si è svolto a Benevento il Raduno del 4° Raggruppamento al quale ha partecipato il Coro Alpino Valtanaro con una serie di concerti e messe cantate nell’ambito delle celebrazioni ufficiali. Ad accompagnare il Coro in questa trasferta in terra sannitica c’erano anche il Presidente sezionale Bruno Pavese, il Vice-Presidente Vicario Bruno Dalchecco e i consiglieri Daniele Bertin e Bartolomeo Gamalero (nella doppia veste di corista e consigliere). L’accoglienza per la delegazione alessandrina è stata da subito molto calorosa, un po’ perché gli Alpini non li avevano visti molto spesso un po’ perché arrivavamo da una terra non troppo conosciuta da queste parti. A fare gli onori di casa c’era Angelo Capozzi, originario di Sant’Angelo a Cupolo, un paese a pochi chilometri da Benevento, dove ha buona parte della sua famiglia e dove hanno avuto fine i festeggiamenti domenica sera. Fin dalla sera del venerdì pur non essendoci molti Alpini nella città si sentiva già un calore raro dalle nostre parti e prova ne è che siamo stati oggetto di foto e interviste da parte degli organi di informazione locale. Il sabato, con l’arrivo del Coro e l’inizio delle celebrazioni ufficiali, oltre alla temperatura esterna che superava abbondantemente i 30°, è aumentato anche l’entusiasmo dei cittadini che ha dimostrato tutto il suo affetto al concerto che il coro ha tenuto nella centralissima Chiesa di San Bartolomeo. Il pubblico oltre ad essere molto numeroso ha partecipato attivamente ai canti ed ha tributato vere ovazioni ai nostri coristi. Anche noi “accompagnatori” siamo stati investiti dal calore e dall’ ondata di simpatia che i cittadini beneventani hanno tributato agli Alpini. Un’altra nota positiva è stata la partecipazione di molti giovani alla “notte verde” della città. La base della spedizione era il Centro La Pace, una struttura immersa nel verde della collina subito fuori la città, dove la Protezione Civile di Latina ha servito la cena del sabato sera e il pranzo della domenica. La cerimonia del Raduno ha avuto il suo momento più importante la domenica con la tradizionale sfilata per le vie della città. Hanno partecipato oltre alle sezioni del Sud e delle Isole anche diverse Sezioni del nord tra le quali Alessandria spiccava sia per numero di partecipanti sia per simpatia (dovuta in buona parte alle esibizioni del Coro). Foto e video della delegazione alessandrina si sprecavano sulla stampa e sui siti internet di informazione locale. Dopo il pranzo e il pomeriggio della domenica passato a cantare in mezzo al verde del Centro La Pace, il Coro e gli accompagnatori hanno raggiunto il paese di Sant’Angelo a Cupolo dove, dopo la messa cantata e il concerto del Coro, la comunità, su impulso e sotto la supervisione di Angelo ha offerto a tutti una pantagruelica cena che è culminata con un trionfo di dolci serviti nella piazza principale. La trasferta a Benevento è stata fisicamente stancante, ricca di appuntamenti e avvenimenti, ma sicuramente appagante e divertente sia per l’affetto che ci è stato dimostrato sia per la compagnia molto piacevole dei compagni di viaggio. Personalmente volevo ringraziare tutto il coro per l’invito a partecipare con loro alla spedizione e il padrone di casa Angelo Capozzi che tanto ha voluto questa trasferta.
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Daniele Bertin
7 Il Vessillo di Alessandria
a Lomagna omenica 14 ottobre il Vessillo della Sez. di Alessandria ha sfilato a Lomagna. Lomagna è un paese di circa 5.000 abitanti in provincia di Lecco, 10 km a nord di Monza. In occasione dell’alluvione del ’94 gli Alpini di
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Lomagna raccolsero una cifra e decisero, su suggerimento di Pallavidino, di consegnarla al Gruppo di Quattordio affinché la destinasse a
90° Sezione Valsesiana omenica 23 settembre 2012 la Sezione Valsesiana ha festeggiato a Borgosesia il 90° Anniversario dalla fondazione. Alla presenza del Consigliere Nazionale di riferimento Renato Zorio la cerimonia ha avuto inizio in Piazza Martiri con l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti. Oltre al Vessillo Sezionale di Alessandria, accompagnato dal VicePresidente Vicario Bruno Dalchecco e dall’alp. Daniele Bertin, erano presenti i Vessilli di Domodossola, Intra, Vercelli, Cusio-Omegna, Novara, Bergamo e Pinerolo e 41 gagliardetti di gruppo. La parte musicale e canora è stata affidata alla Banda Alpina Valsesiana e al Coro Alpin dal Rosa che hanno accompagnato il corteo lungo le vie della sfilata e durante la Santa Messa nella Chiesa Parrocchiale. Dopo la celebrazione religiosa il corteo si è riformato per una breve sfilata alla volta dell’oratorio parrocchiale ove, dopo i ringraziamenti di rito da parte degli organizzatori, ha avuto luogo il rancio alpino. Un plauso al Presidente Sezionale Giampiero Rotti per le poche ma incisive e significative parole che ha detto prima della Santa Messa con le quali ha messo in risalto l’attività pressoché quotidiana degli Alpini nei paesi della valle, più che mai attivi con e per la cittadinanza soprattutto in questi momenti di difficoltà. In sintesi poche parole ma molti fatti.
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Daniele Bertin famiglie in difficoltà economiche causa alluvione. Da allora nacque una franca amicizia con reciproci scambi di delegazioni in occasione delle scadenze importanti dei rispettivi Gruppi. Questo è l’antefatto che ha permesso al Vessillo sezionale di sfilare, previo consenso del Presidente,-con il Gagliardetto di Quattordio- alla manifestazione per il 45° di fondazione del Gruppo di Lomagna.Dopo un caloroso benvenuto e lo scambio di ricordi ed inviti a salutare le persone conosciute e non presenti, è iniziato il cerimoniale con le classiche tappe..La sfilata si è sviluppata in paese che si caratterizza per una buona disposizione nel verde e con strade ampie ed ordinate, ai cui lati si sviluppano villette e case con graziosi viali di accesso e cortili ben tenuti. Dopo la messa e la deposizione della corona ai caduti si è ritornati nella sede del Gruppo per l’aperitivo e successivamente nei locali dell’oratorio per il rancio alpino preparato dalle mogli dei soci.. L’arrivederci è previsto a Quattordio per il nostro 45°. Alessandro Venezia
Sara Villani, un’Alpina di Sale Da quando il Ministero della Difesa ha aperto il servizio militare volontario anche alle donne, numerose sono state coloro che hanno partecipato alle selezioni per una professione nell’ambito militare. Anche a Sale una ragazza c’è riuscita e con orgoglio del Gruppo Alpini locale, proprio nella specialità delle Truppe da Montagna. Sara Villani classe 1990, nipote del compianto capogruppo onorario Carrettiero Dino. Incorporata il 6 dicembre 2010, è stata 3 mesi ad Ascoli e poi, dal primo marzo, assegnata a Pinerolo al 3° rgt alpini caserma Berardi. Incorporata nuovamente il 5 giugno 2012; dal 12 giugno 2012 di stanza al 1° rgt art. terrestre – 6^ Btr. Caserma Perotti di Fossano (CN). Il Gruppo Alpini di Sale nel congratularsi con Sara spera di averla presto tra i propri iscritti.
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NOVARA – 15° Raduno 1° Raggruppamento Circa 300 pullman e innumerevoli mezzi privati provenienti da tutto il Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Francia hanno portato, approssimativamente, 25.000 partecipanti nella città gaudenziana in occasione del 15° Raduno degli Alpini del Nordovest. Le mani-
festazioni ufficiali hanno preso il via sabato 6 ottobre con l’Alzabandiera presso il monumento all’Alpino e l’arrivo del Labaro Nazionale seguiti dal conferimento della cittadinanza da parte del Comune di Novara alla Brigata Alpina Taurinense con una semplice e suggestiva cerimonia nel salone dell’Arengo del Broletto. La domenica uno splendido sole autunnale ha accompagnato la giornata iniziata con la resa degli onori al Labaro Nazionale. E’ poi iniziata la lunga sfi-
lata aperta dai Gonfaloni di Regione, Provincia e Comune; sono seguite le Autorità e rappresentanze diverse, il Labaro Nazionale, la Protezione Civile del 1° Ragrruppamento e i decorati a bordo di automezzi. Ha poi preso le mosse la grande massa degli Alpini con le Sezioni provenienti dall’estero e da altri Raggruppamenti, seguite da Francia, Valle d’Aosta e Liguria con le piemontesi a concludere. La sfilata si è dipanata, con qualche forzatura folcloristica di troppo, lungo le vie del centro storico vestite a festa e affollate di novaresi accorsi ad assistere all’evento e applaudire gli Alpini, i Vessilli, gli striscioni, le bande, i cori. La nostra Sezione è stata presente con il Vessillo scortato dal Presidente Pavese, seguito dai Vice Presidenti Dalchecco e
Cassino, dai Consiglieri sezionali Bertin, Bisiani, Boccaccio, Ceva, Gamalero, Mazzucco, Persano, Pia, Venezia e Zancanaro. Subito dietro i Gagliardetti dei Gruppi di Alessandria, Arquata , Belforte, Borghetto, Bosio, Castellazzo, Felizzano, Garbagna, Gavi, Novi, Ovada, Quattordio, San Cristoforo, Sezzadio, Solero, Terzo, Tortona, Val Curone, Valenza, Vignole, Il Coro Valtanaro e il blocco formato da 130 Alpini. Il numero dei Soci, dei Gruppi e di altre realtà sezionali che hanno brillato per la loro assenza non è risultato adeguato al rilievo dell’evento che, in una scala di valori nel corso dell’anno, si pone al secondo posto per importanza dopo l’Adunata Nazionale. Arrivederci nel 2013 a Ivrea auspicando una più corposa partecipazione.
U N R I C O R D O E U N O M A G G I O A L L’A M I C O M U L O Chissà quanti ricordi torneranno alla mente di chi ebbe la ventura di essere “conducente” al tempo di naja, vedendo il disegno con i muli in cerchio, realizzato dell’imdimenticabile Novello e posto a corredare queste note,. Per l’abituale operazione di brusca e striglia, i conducenti formavano un circolo di 8 muli legati l’un l’altro per mezzo della catena del collare e, muniti degli appositi attrezzi, al comando di un caporale posizionato al centro del cerchio, pulivano testa, collo e criniera, poi spalla, garrese, petto e zampe. Con la striglia veniva staccato lo sporco superficiale più grossolano composto da polvere, grumi di fango o letame ed i peli morti. Con la brusca veniva poi rifinito il procedimento con la rimozione delle polveri più sottili. I due attrezzi erano solitamente usati in alternanza; per prima veniva passata la striglia su una parte del mantello e, dopo alcune passate del ferro, al comando del caporale, veniva battuta su un sasso in maniera di scaricarla di quello che aveva raccolto. Seguiva, sempre a comando, l’accurata spazzolatura del pelo con la brusca. Al termine delle operazioni i muli venivano portati all’abbeverata ed infine ricoverati in scuderia dove trovavano nella mangiatoia la loro razione di biada, il composto di cereali contenente avena, segale orzo e farro. Ogni notte il silenzio della caserma era rotto dal rumore degli zoccoli dei muli che battevano
sulla massicciata delle scuderie cullando il sonno di coloro che li avevano amorevolmente accuditi. Nel corso delle escursioni estive ed invernali, al termine della giornata, i conducenti dopo averli “sbastati” portavano i muli all’abbeveratoio da campo; dopo l’abbeverata, in mancanza della mangiatoia, i muli erano messi in cerchio e sul loro testone veniva posizionata la “musetta” mentre il veterinario controllava l’eventuale presenza di fiaccature ed il maniscalco gli zoccoli e la ferratura. Poi, finalmente, i muli venivano portati al “filare” dove trovavano un po’ di fieno e paglia e, solo dopo queste operazioni, c’erano il rancio ed il meritato riposo per i conducenti. Mentre queste immagini scorrono come in un vecchio film in bianco/nero, tutti ricordiamo con serena nostalgia quelli che furono i fedeli condivisori di fatiche, in un periodo che ci aiutò a diventare uomini servendo la Patria in un glorioso Corpo così magistralmente descritto da Edmondo de Amicis: "...e poi venne su lenta, grave, bella nella sua apparenza faticosa e rude, coi suoi grandi soldati, coi suoi muli potenti l'artiglieria da montagna...." o con l’altrettanto significativa figurazione di Giulio Bedeschi “... nascono e crescono così dal suo grembo come gli abeti, le "penne nere"; che per la loro terra e l'intero mondo sono poi gli Alpini; gli Alpini d'Italia"
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MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALORE DELL'ESERCITO ALL'8° ALPINI resso la caserma “Pio Spaccamela” di Udine, sede del Reparto Comando e Supporti Tattici “Julia”, lo scorso 14 settembre il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, ha insignito la Bandiera di guerra dell’8° Reggimento Alpini della Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito. Il riconoscimento è stato conferito per l’impegno del reggimento in Afghanistan nell’ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force) dove si è distinto in numerose operazioni che, come si legge nella motivazione, hanno favorito «significativamente la governabilità dell’area occidentale afghana» L’impegno dimostrato dagli Alpini della Julia in Afghanistan è stato determinante per l’assegnazione del riconoscimento, concesso l’ultima volta a un Reggimento Alpino oltre 60 anni fa, alla fine della seconda guerra mondiale. La decorazione va ad affiancare sulla Bandiera dell’8° l’Ordine Militare di Savoia (Fronte italiano 1915/18), la Medaglia d’Oro al Valor Militare (Fronte greco 1940/41), la Medaglia d’Oro al Valor Militare (Fronte russo 1942/43), la Medaglia d’Argento al Volor Militare (Carnia 1913/17), la Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito (al Btg Gemona - alto e medio Friuli 1976) e la Croce d’Argento al Merito dell’Esercito (al Btg. Gemona – Chimoio, Mozambico 1994). Con la medaglia al valore dell’Esercito vengono premiati gli atti di coraggio compiuti in attività militari non belliche svolte dall’Esercito. La Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito è stata conferita anche al primo caporal maggiore Andrea Mancino, distintosi per aver rischiato la vita riuscendo a mettere in salvo un’autocolonna nel corso di un’imboscata. Inoltre, la Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito è stata assegnata ai capitani Andrea Zanini e Fulvio Menegazzo, tutti appartenenti all’8°. Il generale Graziano, dopo aver ringraziato le autorità civili e religiose che con la loro partecipazione hanno testimoniato il forte legame tra le Istituzioni e le Forze Armate, ha ricordato tutti i caduti e feriti nell'adempimento del dovere. Rivolgendosi agli Alpini schierati, il generale Graziano si è complimentato con gli uomini e le donne dell'8° per la professionalità con cui hanno operato in Afghanistan, per i traguardi conseguiti con la prova del livello di preparazione della forza armata che confermano il ruolo dell'Esercito nel sistema di sicurezza nazionale e internazionale. La cerimonia si e' conclusa con il passaggio di consegne tra il Generale Giovanni Manione, che ha ceduto il comando della brigata "Julia", e il Generale Ignazio Gamba già Alpino della “Julia” dove ha ricoperto l’incarico di Capo di Stato Maggiore nel 2003.
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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO IN VISITA AL COMANDO TRUPPE ALPINE olzano, 13 settembre 2012. Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, ha visitato il Comando delle Truppe Alpine di Bolzano e alcune unità dell’Esercito in Trentino Alto Adige. Dopo essere stato ricevuto dal Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, il Generale Graziano ha incontrato il personale militare e civile a cui ha rivolto il proprio saluto e apprezzamento per le capacità dimostrate nelle numerosi atti-
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vità condotte sul territorio nazionale e all’estero. Nel corso della visita il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha incontrato le autorità locali di Bolzano e di Trento, tra cui il Commissario di Governo di Bolzano, dott. Valerio Valenti, il Sindaco della città di Bolzano, dott. Luigi Spagnolli, il Presidente della Provincia di Bolzano, dott. Luis Durnwalder, il Commissario di Governo di Trento, dott. Francesco Squarcina, il Sindaco di Trento, dott. Alessandro Andreatta e il Presidente della Provincia, dott. Lorenzo Dellai, con i quali sono state valutate possibili collaborazioni e sinergie future. La visita del Generale Graziano è poi proseguita nelle aree addestrative della Val Pusteria.
P R E M I O A L P I N O D E L L’A N N O o scorso 16 settembre Savona ha accolto oltre duemila Alpini in occasione del conferimento del premio nazionale “Alpino dell’anno”. I riconoscimenti vengon o annualm e n t e assegnati a un militare in servizio e due in congedo.. Sono stati premiati il Sergente Maggiore Mirko Maddaleno del 2° Reggimento Alpini “che è intervenuto prontamente per sottrarre da un’aggressione il proprietario di un bar che era stato coinvolto da due energumeni”, Mauro Chieppo, Alpino in congedo, “per essere riuscito a portare via un anziano
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disabile e badante dall’abitazione colpita da un’incendio”, mentre un diploma di merito è stato assegnato ad A d r i a n o Frignati, classe 1932, “un Alpino che in tutta la sua vita ha svolto attività di carattere sociale nel mondo”. Quest’anno l’appuntamento è risultato particolarmente importante. ricorrendo il 140° di fondazione delle Truppe Alpine e l’80° della fondazione
della Sezione che il 12 maggio 1932, dopo 10 anni trascorsi alle dipendenze della Sezione di Genova, con la nascita della provincia di Savona, acquistava la completa autonomia. La tre giorni legata alla trentottesima edizione del premio, con il patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Savona, ha visto svolgersi una nutrita serie di manifestazioni consistente in mostre e concerti di cori e fanfara . Alla cerimonia ha partecipato fra gli altri, il Vice Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Divisione Fausto
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I lettori ci scrivono
Ritorno al futuro ……e poi! Nel numero precedente del “Portaordini”, con riferimento all’articolo “Ritorno al futuro”, ho evidenziato per similitudine alcuni comportamenti razionali e irrazionali che ognuno di noi può tenere per costruire il prossimo domani dell’associazione A.N.A. Se le persone hanno interiorizzato gli aspetti sovra esposti, o sviluppato e affrontato questo problema in altra sede, sarà più proficuo e avrò qualche speranza che i dieci lettori mi seguano nel “Ritorno al futuro… e poi!”. Per portare in positivo una situazione di disagio, di cambiamento, quando si tenta di percorrere strade nuove, le vicende che s’interpongono hanno bisogno di un’analisi strutturale e organizzativa, senza lasciar nulla al caso. In questo vengono in aiuto metodologie che ho usato, anche in situazioni complesse, e mi hanno dato risultati lusinghieri. Una di queste è il ricorso all’analisi SWOT. Il termine è un acronimo, per adesso vorrei solo far capire il concetto e come questo può aiutare, con l’aiuto delle persone, a risolvere concretamente un problema. In realtà, è un poco come chiedersi perché mai uno va dal dentista quando soffre di mal di denti. Se dobbiamo prendere una decisione, qualsiasi essa sia, è normale che ci si rifletta sopra e si analizzino le varie scelte e le conseguenze che ci deriveranno dall'avere adottato una scelta anziché un’altra. Ognuno tende a compiere una disamina di ciò che potrà capitargli dopo avere deciso cosa fare e come farlo, o magari dopo avere scelto di non decidere assolutamente niente e di rinviare tutto a tempi migliori. Quello che voglio dire è che, si definisca in un modo o in un altro. Vagliare i pro e i contro di una qualsiasi decisione è cosa che avviene normalmente e che tutti facciamo. Come dire che anziché sedersi dietro ad un tavolino e analizzare le conseguenze della decisione che stiamo per prendere facendolo in modo empirico o intuitivo, con l'Analisi SWOT siamo "costretti" a sezionare e studiare il tutto seguendo uno schema che ci obbliga a seguire un percorso tracciato. Un poco come una passeggiata nei boschi o in montagna: può scegliersi di procedere a istinto, tenendo d’occhio il punto in cui si desidera arrivare, oppure seguire sempre il sentiero e non abbandonarlo mai. La seconda scelta è, ovviamente, quella raccomandata dalle guide. L'Analisi quindi è un po' come il nostro sentiero nei boschi o in montagna: essa ci guida attraverso un percorso e ci suggerisce i passaggi da seguire e gli errori da evitare. Il presupposto fondamentale perché possa essere efficace e utile, consiste nel maggior coinvolgimento di quanti possano dare un contributo alla discussione e quindi alla decisione. Qui’ si potrebbe discutere a lungo su quanti debbano essere coinvolti. Vedi esempio alcune persone rappresentanti dei Gruppi. Il concetto generale è che partecipano tutti quelli che hanno la capacità di esprimere un giudizio motivato e valido. Si rende inevitabile trattarsi di persone in grado di dare un contributo al dibattito e di mantenere pari riservatezze. Naturalmente, più elevato è il compito affidato al gruppo, più alte saranno le motivazioni che ne deriveranno a chi vi prende parte. L'argomento è stato analizzato da Daniel Goleman, nel suo volume L'intelligenza emotiva. Goleman ci ricorda che esistono tre competenze motivazionali che caratterizzano gli individui che eccellono nei vari campi. 1 "La spinta alla realizzazione", cioè l'impulso a migliorarsi o
a eccellere. 2 “L’impegno", vale a dire la capacità di fare propri gli ideali e gli obiettivi dell'organizzazione o del gruppo. 3 ''L’iniziativa e l'ottimismo", cioè le competenze affini che mobilitano le persone a cogliere le opportunità e consentono loro di superare con facilità insuccessi e ostacoli.” Per finire questa introduzione all'analisi SWOT, rilevo una volta di più che si tratta di un esercizio lungo e complesso; che prende molto tempo e costa fatica; che deve essere affrontato con grande impegno e serietà; che deve essere intrapreso soltanto se vi si crede e si voglia raggiungere un risultato, perché in caso contrario è meglio lasciare stare; che deve avere la piena e convinta investitura dall’alto della Associazione. Deve coinvolgere tutti coloro, nei limiti ragionevoli della composizione numerica in un gruppo di lavoro, il quale deve appunto lavorare e non perdersi in confusione, parole e considerati in grado di dare il loro contributo; lavorare intensamente senza compromettere la concentrazione. Questa mancanza può costringere a ricominciare tutto daccapo. Influisce però in egual modo positivamente a costituire, per le persone chiamate a fare parte del progetto un eccezionale e insostituibile strumento di motivazione e di soddisfazione personale. L'intero esercizio consiste nell'analizzare la posizione del Gruppo preso alla luce di ciò che s’intende fare. L'analisi deve essere obiettiva e razionale. I facili entusiasmi o i persistenti pessimismi non servono. Le ambizioni personali, ancora meno. Poiché si tratta normalmente di scegliere di procedere verso una strategia di crescita e di cambiamento, vanno pure esclusi,,argomentazioni non confessabili ma sempre presenti in molti del tipo,"quale interesse ho io, che il gruppo vada avanti in quella direzione,dove la mia posizione rischia di perdere importanza/prestigio/autonomia?" e via discorrendo. Per questo motivo, ma non solo, la direzione del gruppo di lavoro che dovrà condurre in porto l'Analisi dovrà essere affidata a persona validissima, capace non soltanto di estrarre da tutti il massimo contributo, ma anche di individuare quelle persone non propriamente in buona fede (ve ne sono sempre) e i cui commenti riflettono più l'interesse personale che quello dell’associazione medesima. I parametri sono quattro: • Strength • Weakeness • Opportunity • Threats e le loro iniziali formano appunto la sigla SWOT. Corrispondenti iniziali in lingua italiana. • Forza • Debolezza • Opportunità • Pericolo. In pratica, esaminare le scelte che ci stanno davanti, vagliandone in profondità ogni aspetto, anche quello che a prima vista può apparire il più marginale e trascurabile. Nel farlo, dobbiamo seguire il sentiero tracciato, cioè i quattro parametri o paletti. La tecnica è quella del "brainstorming" (letteralmente "tempesta di cervelli") condotta attraverso un gruppo di lavoro guidato da un moderatore che sappia il fatto suo. Qui’ mi fermo, il passo successivo sarebbe quello di esaminare nel dettaglio i quattro parametri sopra accennati e impostare la pianificazione. Se i miei dieci lettori sono sopravvissuti, fin qua, hanno perlomeno accolto che esistono metodi per trasformare, una volta preso coscienza, un problema in una soluzione. Marco Tagliafico
“ F U O R I T E M P O M A SS I M O ” Egr. Direttore, Sul Portaordini n. 3 del mese di Ottobre è apparso un articolo intitolato “Camminando ancora sulla Ring Road” che mio malgrado mi coinvolge. Massimo rispetto per chi la pensa in modo diverso, ma se non c’è convergenza ognuno resta sui propri convincimenti.Le considerazioni fatte: “Questo evento (…) ha avuto solo un neo”, “….buccia di banana…” ecc. pur rispettabili, sono certamente tardive (sono passati 5
mesi) e quella sera del 27 Aprile, di tempo per intervenire ce n’era. Del resto non siamo tutti uguali; c’è a chi piace camminare, e a chi andare in bicicletta: io sono uno di questi. Con simpatia, Cons. Sez. Piergiuseppe Pia Non c’è limitazione di tempo per esporre le
proprie opinioni, in quanto come ben noto il nostro giornale non è un quotidiano, quindi nessuna notizia può essere considerata “fuori tempo massimo”. Neppure è detto che sia impossibile fra diversi punti di vista instaurare un dialogo e non cìè dialogo se uno degli interlocutori non sottopone a dibattito le sue convinzioni.. La rubrica “i lettori ci scrivono” è la giusta palestra in cui scambiarsi idee e opinioni, magari costruttive.
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I lettori ci scrivono
,…Ancora sul futuro dell’A.N.A Caro Direttore, scrivo queste poche righe lasciando a penne più prolifiche le stravaganti divagazioni sull’antica civiltà Maya o sui Garibaldini. A.N.A. quale futuro? La risposta, per chi non vuole nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi, è una sola e molto semplice: siamo ,“rerum sic stantibus” (così stando le cose, visto che - come sappiamo – la norma relativa al servizio militare obbligatorio non è stata ancora abolita bensì sospesa) una specie in via d’estinzione con prospettiva di una futura iscrizione al WWF. Il giorno in cui si dovesse verificare il fatidico e definitivo ammainabandiera nulla vieterà, a coloro che vorranno raccoglierne e perpetuarne valori e tradizioni, di costituirsi in apposita Associazione che opererà in tal senso. Occorre avere il buonsenso ed il coraggio di accettare spiacevoli eventi quali la morte o la fine di un ciclo che in madre Natura o nel corso della storia umana si verificano normalmente ed in modo ineluttabile, evitando di ricorrere a penosi e presuntuosi tentativi di esorcizzarne gli affetti (in medicina sono definiti “accanimenti terapeutici”)! Quanto al nostro bravo Presidente Nazionale non posso condividere la tesi che le delibere dei CDN che hanno preceduto la sua gestione siano dogmi immutabili o vincolanti. Mi è sufficiente ricordare che nel corso della gestione Parazzini – correva l’anno 1998 se ben ricordo – venne finalmente superata la vergognosa delibera del CDN dell’aprile 1988 che, con determinazione e tempismo degni di miglior causa visto che erano nel frattempo trascorsi oltre 40 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, escludeva dalla nostra Associazione coloro che, non per propria scelta, avevano pre-
stato servizio militare nella Divisione Alpina Monterosa. Tornando al tema attuale, debbo purtroppo confessare che dalla nostra Sede Nazionale mi sarei aspettato argomentazioni più consistenti e soprattutto più convincenti. Alpino Sassi Giuseppe P.S.: Dopo aver esaminato, sul recente N°9 – ottobre 2012 – de l’Alpino, il nuovo fregio inventato per il SOCIO AIUTANTE ho motivo di ritenere che le nostre diatribe sull’argomento siano ormai da considerare come mere esercitazioni da salotto. Peccato: mi ero illuso che il centralismo burocratico di infausta memoria avesse risparmiato almeno la nostra Sede Nazionale che, ovviamente, a questo punto non prenderà neppure in considerazione la possibilità di indire sulla “vexata quaestio” un semplicissimo e democratico referendum tra tutti i soci. Era facilmente ipotizzabile che l’argomento avrebbe suscitato l’interesse di molti Soci. Più che ovvio, quindi, dar voce alle diverse anime che compongono la nostra Associazione, giustamente preoccupate per gli scenari che si andranno a delineare nel nostro futuro Un’ancor più ampia partecipazione è auspicabile, è dagli umori della base che le valutazioni potranno avere supporto in quanto una delle peculiarità di cui da sempre ci facciamo vanto è l’assoluta pari dignità fra il Generale e l’ultimo degli Alpini.
UNA BELLA GIORNATA AL RIFUGIO DOMUS ALPINORUM Domenica 30 settembre, con un gruppo di Coristi Pensionati del Coro Montenero della Sezione Alpini di Alessandria, ci siamo dati appuntamento per il pranzo presso il RIFUGIO DOMUS ALPINORUM in Frazione Pallavicino, nel comune di Cantalupo Ligure. Eravamo una trentina tra Coristi Pensionati e i loro familiari e, dopo il pranzo – curato da Martino Borra e da sua moglie – il canto ha preso il sopravvento sulle chiacchiere e allora..: canti alpini, ovviamente, canti popolari e di montagna ci hanno dato la possibilità di risentire quell'eggregore che ha sempre legato i cantori del Coro Montenero. L’atmosfera di serenità e di amicizia che si respirava interagiva dolcemente con uno splendido sole che illuminava la folta vegetazione in cui è immerso il Rifugio Alpino. Vegetazione formata da carpini, querce, boschi di conifere. Un ambiente dove si respira un’aria di serenità e dove lo spirito si ritempra. Abbiamo scattato alcune foto per immortalare questo incontro sia all’interno che all’esterno della Casa degli Alpini. La “Casa” è posta alle pendici del Monte Giarolo ad una altitudine di circa 1.000 metri s.l.m.; è stata “ricavata” da una stalla in legno e lamiera di circa 200 mq., dismessa e donata agli Alpini. Sette anni di lavoro e la dedizione di un gruppo di volontari e di tutti i gruppi della Sezione ANA di Alessandria hanno portato alla creazione di un fabbricato in muratura composto da due ampi saloni oltre a ingresso, cucina, due bagni e due stanze fornite di letti. L’inaugurazione avvenne nell’anno 2000, nella prima domenica di agosto, in occasione della festa del Giarolo. Tornato a casa ho ripensato ai momenti di allegria trascorsi insieme ai miei vecchi amici e ho sentito la necessità di scrivere due righe non soltanto per rendervi partecipi delle belle ore trascorse, ma anche e soprattutto per segnalare a tutti voi un luogo accogliente ove si possono trascorrere ore in assoluta serenità in una struttura fornita di ogni confort. Noi sicuramente ci torneremo ma a tutti quelli che leggono, l’invito a contattare i responsabili
del Rifugio per godere di un ambiente incontaminato, immerso nella natura e circondato da un magico silenzio, lontano dai rumori e dallo smog della città. Anche l’ultimo tratto di strada è stato asfaltato, per cui ora tutto il percorso per raggiungere il Rifugio si presenta facilmente percorribile. Il sole che ci ha accompagnato per tutto il periodo di permanenza al Rifugio ci ha così voluto dare il benvenuto in una giornata che rimarrà impressa per molto tempo nella nostra memoria. Giampiero Bacchiarello
Il rifugio è a disposizione di tutti gli Alpini della Sezione di Alessandria e delle loro famiglie. Le persone cui fare riferimento sono: Carlo Giraudi: Tel. 0131 225500 Martino Borra: Tel. 0143 71923 Cell. 340 3414757
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El Alamein ealizzo di essere giunto in una delle mete più ambite dai turisti di mezzo mondo solo quando il carrello del grosso Boeing 767 si posa sulla stretta pista dell’aeroporto di El Alamein. La sottile striscia d’asfalto come una rasoiata taglia la sabbia del deserto nello splendido scenario del Mediterraneo egiziano, dove fra lunghissime spiagge bianche che si tuffano nel mare turchese, i ritmi sono scanditi dal sorgere e tramontare del sole e i colori sono un susseguirsi di infinite emozioni. Soprattutto, però, traduco in realtà il sogno cullato da tanto tempo di trovarmi sulle orme dellla leggendaria “Folgore” e andare alla scoperta di quanto rimasto della famosa, tragica battaglia fra le forze dell’Asse e le truppe del Commonwealth. Lungo la linea di El Alamein si combatté la più cruenta delle battaglie di tutta la guerra sul fronte africano. Devono qui essere ricordate con rispetto entrambe le parti in lotta, sia la combattività dell’«Afrika Korps» del maresciallo Rommel, che la tenacia dell’8.a Armata britannica, Ma quello che si impose fu il sacrificio degli italiani della Divisione Paracadutisti «Folgore» che combatterono fino all'ultimo anelito, distinguendosi per tenacia e attaccamento alla Patria. Anche gli Inglesi riconobbero questo immane sforzo militare, famosa è la frase del Generale Montgomery: "Dobbiamo inchinarci davanti ai leoni della Folgore". E’ altresi doveroso ricordare in questa battaglia, le Divisioni Trieste, Littorio, Trento, Bologna, Ariete, Brescia, Pavia, 31° Guastatori, e il Battaglione «Giovani Fascisti», i cui componenti, tutti giovanissimi, si immolarono balzando dalle trincee scavate nella sabbia e gettandosi di corsa sotto i carri armati inglesi per farli saltare in aria con le «mignatte», le bombe a tempo dotate di un dispositivo a calamita. In 27 giorni 5700 Caduti italiani (tra i quali 35 Medaglie d’Oro al Valor Militare), 4.200 tedeschi e un numero imprecisato di combattenti inquadrati sotto la bandiera britannica. Da El-Alamein prese le mosse, il 23 ottobre 1942, l’ultima controffensiva inglese agli ordini del generale Montgomery con forze schiaccianti: 1100 carri armati
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contro 500 e totale predominio dell’aria. L’avanzata della fanteria motorizzata appoggiata, oltreché dall’aviazione, da sbarchi a Tobruk e a Marsa Matruk che prese alle spalle le forze italo-tedesche. Il 20 novembre la Cirenaica sarà ancora una volta perduta per l’Asse e, questa volta, per sempre. In questo 2012, ricorre il settantesimo anniversario dell’inizio di questa battaglia che vide coprirsi di gloria migliaia di soldati italiani e numerose sono le cerimonie commemorative previste. Quella cui abbiamo partecipato inizia di buon mattino con la resa degli onori seguendo un collaudato, semplice e toccante protocollo che prevede la sfilata dei Labari presenti, lungo il viale d’accesso al Sacrario; segue un grande tricolore ad accompagnare la corona commemorativa che viene deposta all’ingresso del torrione ottagonale al cui interno sono conservate le spoglie di 4.600 Caduti noti e ignoti. Su di una bassa collinetta distante poche centinania di metri a ovest sorge l’edificio che segna la Quota 33, nota per l’opera certosina di Paolo Caccia Dominioni, con la lunga e difficoltosa ricerca delle salme dei Caduti, culminata con la costruzione del Sacrario italiano da lui progettato. Lasciato questo luogo dove non è difficile ritrovarsi le lacrime agli occhi, si visitano i Sacrari tedeco e inglese, Il cimitero di guerra britannico con le lunghe file di lapidi emergenti dalla sabbia abbacinante. Si giunge quindi al museo della battaglia che custodisce relitti di corazzati, automezzi e artiglierie delle forze in lotta, numerosi cimeli e fotografie dell’epoca e plastici della battaglia. Infine si sosta, al Km 111 punto massimo dell’avanzata delle nostre truppe, in riverente omaggio alla lapide commemorativa che reca la celebre scritta “Mancò la fortuna non il valore – 1/7/1942”. Il rimanente è solamente cronaca turistica, con le piramidi, la sfinge, le oasi, il sito ove anticamente sorgeva il favoloso faro di Alessandria, i cammellieri che ti fanno pagare 10 € per il giro sul gibboso quadrupede e poi te ne chiedono 40 per fati scendere, i venditori del tutto e di più che pertinacemente cercano di appiopparti il “Rolex vero Napoli”.
Ancora una penna mozza ncora un altro attacco, ancora un caduto (il 52°) in Afghanistan. In seguito alle ferite riportate nel corso di un
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attentato ai fini di terrorismo da parte di un gruppo d’ insorti, il 25 ottobre è deceduto il 24enne, originario di Arma di Taggia (IM) caporale Tiziano Chierotti, in forza al 2° Reggimento Alpini, di stanza nella caserma di San Rocco Castagnaretta di Cuneo. Lo scontro a fuoco, ha avuto luogo nel distretto di Bakwa, nella provincia di Farah, a sud di Herat, nel corso di un'operazione congiunta della Task Force South East con unità del 207° Corpo dell'esercito afghano. Altri tre Alpini sono rimasti coinvolti nell'evento ma non hanno, fortunatamente, riportato gravi ferite. Gli Alpini tutti e la Sezione A.N.A. di Alessandria in particolare, si uniscono al cordoglio dei familiari del Caduto e inviano un sentito “Forza ragazzi” ai feriti, con gli auguri di pronta guarigione.
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RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO Il 21 ottobre scorso presso la Sede sezionale si è tenuta l’annuale Riunione dei Capigruppo. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, alla presenza del Presidente Pavese, del Presidente Onorario Gobello, dei Consiglieri Boccaccio, Cassino, Caldirola, Ceva, Donà, Gamalero, Mazzucco, Persano, Venezia, Zancanaro e del
Segretario Barletta hanno avuto inizio i lavori. Dall’appello sono risultati presenti i Capigruppo di Alessandria, Arquata, Belforte, Carrega, Cassano Spinola, Castellazzo B.da, Felizzano, Fubine, Gavi, Madonna della Villa, Novi, Ovada, Quattordio, San Cristoforo, Sezzadio, Solero, Terzo, Tortona, Val Curone, Val Grue, Valenza, Vignole B.ra, i Presidenti dei Cori Montenero e Valtanaro. Gli interventi dei Capigruppo hanno evidenziato le rispettive problematiche riscontarte nel corso dell’anno sociale, che risultano pressoché invariabilmente comuni, quali il progressivo calo del numero di Soci senza adeguati rimpiazzi con la conseguente difficoltà di mettere in atto iniziative possibilità di sensibilizzazione verso gli “Alpini dormienti”. I Capigruppo sono stati poi sollecitati al totale intervento alle più importanti manifestazioni associative che risultano essere l’Adunata Nazionale, il Raduno del I° Raggruppamento e il Raduno Sezionale; essendo la nostra una piccola Sezione per poter ben figurare si ha bisogno della partecipazione il più possibilmente completa. Dopo la presentazione da parte del tesoriere sulla consistenza delle donazioni finalizzate all’aiuto alle popolazioni terremotate dell’Emilia si apre la discussione sulla destinazione dei suddetti fondi con il rinvio alla decisione finale al momento in cui la raccolta sarà
completata e accertata la totale consistenza. L’attenzione si è poi focalizzata sul punto 4 dell’O.D.G. riguardante le modalità di recapito del giornale sezionale il Portaordini risultando ormai, con le attuali tariffe, più alte le spese postali che non la stampa stessa del giornale e diventate insostenibili per le modeste risorse sezionali. Ad eccezione dei Gruppi di Felizzano e Solero, che provvederanno alla consegna porta a porta i restanti Capigruppo presenti si sono resi dsponibili nel far carico alle casse dei rispettivi Gruppi dell’onere di spedizione ai propri associati. Si rimane ora in attesa della risposta dei Gruppi ingiustifcatamente assenti all’importante appuntamento. I Capigruppo vengono poi esortati nell’inviare al giornale le notizie riguardanti l’attività sociale in quanto il nostro periodico è la voce, il punto d’incontro, le notizie, il pensiero, il miglior collante fra la Sezione e i Gruppi che la compongono. Non si scordi, inoltre, che proprio l’esposizione di quanto gli Alpini siano presenti e attivi sul territorio possa essere il miglior veicolo di sensibilizzazione di potenziali nuove iscrizioni e non ultimo sia gratificante, per chi si prodiga al bene di Gruppo e Sezione avere il piacere di vedere riconosciuta la propria opera. A seguire vengono rese note le nuove disposizioni in materia fiscale e le diverse norme cui i Gruppi dovranno attenersi d’ora in poi. Infine sono presentate le più immediate manifestazioni che andranno a svolgersi a livello sezionale e di Gruppo con il conseguente invito ai Capigruppo nel comunicare per tempo le date in cui intendano promuovere manifestazioni locali onde evitare sovrapposizioni con conseguente frazionamento dei partecipanti. Auspicando una maggior partecipazione in futuro da parte dei Gruppi assenti, si sono chiusi i lavori.
I lettori ci scrivono
Ancora da Perona Caro Ceva, riscontro la tua risposta per precisarti che ho scritto a te non in quanto aì singolo associato ma quale direttore del periodico che aveva pubblicato le riflessioni di Tibaldeschi nella convinzione che il mio contributo potesse essere utile al dibattito presente sul “Portaordini”. La tua risposta, sinceramente, mi stupisce un po’: il rischio di diventare un circolo ricreativo lo correremmo solo se dovessimo davvero chiuderci nella nostra “torre eburnea” (o, meglio, “torre verde”) abdicando a quei compiti di trasmissione di valori e stile di vita che da sempre hanno costituito il principale oggetto della nostra attività. Cordiali saluti, tuo Corrado Perona Proprio allo scopo di contribuire al dibattito sull’argomento da parte dei Soci è stata pubblicata integralmente la prima tua missiva, come d’altronde per correttezza d’informazione, lo sono tutte le altre che pervengono dai lettori, nonché la presente. Quanto alla seconda parte del contenuto non penso sia poi tanto stupefacente l’apprendere che ci siano diverse correnti di pensiero in materia, sono abbastanza diffusi gli echi su carta stampata e web.
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D A I N O S T R I A L P I N I I N A F G H A N I S TA N Operazione congiunta delle forze di sicurezza afgane con i militari italiani porta al ritrovamento di otto ordigni esplosivi Farah, 4 ottobre 2012 Unità afgane del 207° Corpo d’Armata dell’esercito e del 606° Corpo di polizia, in collaborazione con forze italiane della Task Force South, hanno concluso oggi un’operazione nella provincia di Farah che ha portato al ritrovamento di otto ordigni esplosivi. L’operazione, pianificata dalle forze di sicurezza locali con il contributo della Task Force South di stanza a Farah, ha visto il dispositivo congiunto di pattuglie afgane e italiane costituite da Alpini del 9° reggimento dell’Aquila e da Bersaglieri dell’8° reggimento di Caserta raggiungere e mettere in sicurezza una zona situata circa 2 chilometri a sud del villaggio di Sirak, dove i team specializzati del 32° reggimento genio hanno ritrovato e neutralizzato sei razzi da 122 mm e due da 107 mm. Gli ordigni erano ben conservati e suscettibili di essere utilizzati per attacchi imminenti ai numerosi presidi delle forze di sicurezza afgane presenti nella zona.
La provincia di Herat inaugura una scuola realizzata dal contingente italiano Herat, 10 ottobre 2012 – È stata inaugurata nei giorni scorsi la scuola pubblica di Kusk I Bad I Sabah, in provincia di Herat, realizzata dal Provincial Reconstruction Team (PRT) - CIMIC Detachment, l'unità del contingente italiano che assiste le autorità afghane nel processo di sviluppo e transizione della provincia. L’opera, del valore complessivo di 115 mila euro, è costituita da otto aule completamente equipaggiate di banchi, cattedre e lavagne e permetterà a oltre 300 bambine e bambini del villaggio di frequentare le classi primarie e medie inferiori. L'impegno a sostegno dell'istruzione in Afghanistan, dove il 45% della popolazione ha un’età inferiore ai 15 anni, è una delle priorità del PRT-CIMIC Detachment, che dal 2005 ha realizzato infrastrutture di base e altri progetti per un valore complessivo di 8,4 milioni di Euro ed ha ricevuto un attestato formale di merito da parte del Ministro dell'Istruzione di Kabul,
in occasione della Giornata dell'Insegnante tenutasi lo scorso 3 ottobre a Herat. Sempre nella provincia di Herat il contingente italiano ha realizzato un importante progetto infrastrutturale che ha consentito, con un investimento di 70 mila euro, di rafforzare gli argini del torrente nei pressi del villaggio di Gol Vafa con undici gabbioni di contenimento posati nell’alveo del corso d’acqua per proteggere l’abitato da eventuali alluvioni e preservare importanti porzioni di terreno fertile dall’erosione della corrente. Il PRT - CIMIC Detachment è l'unità del contingente italiano guidata dal colonnello Aldo Costigliolo e costituita da elementi del 1° Reggimento artiglieria da montagna di Fossano e del CIMIC Group South, un reparto multinazionale specializzato nella cooperazione civile e militare con sede a Motta di Livenza. L'unità gestisce una serie di progetti di sviluppo a favore delle autorità e comunità locali finanziati con fondi del Ministero della Difesa. Nel 2012 sono stati avviati 40 progetti per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Tutti gli interventi saranno completati entro marzo 2013 mentre in questi giorni è in via di definizione il programma per l’anno prossimo Magg. Mario Renna
Tappeti di speranza Grande successo per la mostra-mercato di tappeti realizzata dalle detenute del carcere femminile di Herat . Aiutare le detenute del carcere di Herat a ricostruirsi un futuro. Queste sono le finalita’ della mostra-mercato di tappeti e artigianato locale organizzata dal Provincial Reconstruction Team (PRT) - Cimic Detachment di Herat, su base 1° Reggimento artiglieria da montagna di Fossano e CIMIC Group South di Motta di LIvenza. L’esposizione e la vendita, organizzata nell’Aula 150 di Camp Arena, ha visto una numerosa ed appassionata affluenza di militari e personale civile della base, interessati all’acquisto di qualche bel tappeto e, perché no, a contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle detenute e dei figli che vivono con loro Capitano Andrea Spada
ad Alessandria siamo in : Piazza della Libertà 40 - Piazza Garibaldi 58 - Corso 100 Cannoni 25 - Via Dante 102 P.zza Mentana 36 (Zona Pista) - Via Genova 209 (Spinetta Marengo) - C.so Acqui 301 (Zona Cristo)
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CORO MONTENERO
EVOLUZIONE DI UN CORO Dopo quasi quarant’anni di attività, un bilancio del lavoro sin qui svolto ci sembra doveroso anche in considerazione dell’evoluzione che la nostra compagine corale ha avuto sin dal lontano 1974. Come quasi tutti i cori, anche noi siamo nati per spirito di emulazione e per l’entusiasmo di alcuni (allora) giovani che probabilmente non immaginavano che quel loro sogno potesse avere un così lungo avvenire. Ma se quell’idea, nata quasi trentanove anni fa, è ancora viva e presente, lo si deve probabilmente al fatto che in tutti questi anni il Coro ha saputo lentamente ma costantemente migliorarsi, trovando quegli stimoli e quell’indispensabile ricambio generazionale che gli consentisse di reggere alla prova del tempo. Naturalmente in tutti questi anni, ci sono stati momenti idilliaci in cui tutto andava per il meglio, ed altri di oggettiva difficoltà nei quali è stato necessario stringere i denti e dare fondo a tutta la passione per poterli superare. In queste fasi di “stanca”, il canto rischiava di trasformarsi da effettiva finalità del Coro, a mero contorno al piacere di fare gruppo, di stare insieme. In buona sostanza, se prima si stava insieme per cantare, dopo si cantava solo per stare insieme. E’ proprio questo apparente gioco di parole il vero dilemma con il quale, prima o poi, tutti i cori devono confrontarsi scegliendo, compatibilmente con i propri mezzi e le proprie aspirazioni, quale sarà il loro futuro percorso ed il modo di “fare coro”. La soluzione ideale sarebbe quella di cantare benissimo e divertirsi come pazzi ma questa resta un’utopia. Il nostro Coro,
prendendo a prestito le parole del Maestro, “ha cercato negli ultimi anni di acquisire una precisa e consapevole personalità vocale imparando poco a poco che il proprio suono non è l’ineludibile risultato della somma di trenta voci diverse e prive di duttilità, ma nasce dalla volontà e dalla ricerca di creare un suono comune”. Questa, ovviamente, non rappresenta la ricetta ideale, ma solo quella che ci siamo scelti pur nella consapevolezza che non sarebbe stata né facile né propriamente “alpina”. Non è stata facile perché i nuovi traguardi che ci siamo posti, hanno richiesto e richiedono prove assidue caratterizzate da un costante lavoro nel quale la passione ha un peso determinante in quanto gli (auspicati) risultati difficilmente vengono immediatamente percepiti dai coristi. Inoltre, questo tipo d’impostazione necessita di una programmazione alquanto lunga, con conseguente “irrigidimento” dell’attività del Coro, per cui l’impegno improvviso o imprevisto spesso non può essere accolto. Una scelta, dicevamo, anche non propriamente “alpina” perché i cori che provano a cantare in un certo modo, non sono considerati propriamente “Alpini”. A tal proposito, ci sembra illuminante ricordare quanto scritto sul nostro “Portaordini” nel lontano 2003 dal compianto E. Castagnone il quale, dissertando di cori più o meno alpini, affermava che: “Nel panorama del canto corale figurano due soggetti. Uno è rappresentato dai Cori ufficiali, istituzionali. Alcuni appassionati del canto corale si assemblano, uscendo dai ranghi…. La passione per il canto che li ha
mossi non è più fine a se stessa: è lo stimolo per raggiungere il "mosaico" perfetto, la sezione aurea. Il distacco è compiuto. Sono un "corpo speciale" che si affianca all'A.N.A. E come in tutti i "Corpi speciali", vige il "Codice Rosso". Per raggiungere il "mosaico" perfetto, vanno recisi, con dolore ma senza esitazione, i rami secchi (dei quali fa parte anche chi scrive) . La qualcosa è non solo legittima, ma obbligata: eppur, va detto, non proprio "alpina". Il fatto di aver scelto questa strada, ci ha fatto guadagnare indubbiamente stima e prestigio, ma ci ha reso sostanzialmente estranei all’ambiente associativo il quale, non di rado, ci rimprovera una scarsa partecipazione alle attività sezionali. In quest’ottica, il Coro Sezionale è considerato come un “coro di servizio” sempre a disposizione e pronto ad intervenire quando specifiche occasioni (messe, raduni, celebrazioni ecc.) lo richiedono. Anche questo è un modo di “fare coro”, indubbiamente apprezzabile per lo spirito di servizio che richiede e per la profonda “Alpinità” che lo ispira, ma non è il nostro. Noi siamo stati sempre orgogliosi di rappresentare la Sezione di Alessandria: lo abbiamo fatto al meglio delle nostre possibilità tanto sul palcoscenico più prestigioso, quanto al concerto per il Gruppo più sperduto. È nostra intenzione continuare a farlo purché ci si metta in condizione di esprimerci sempre al meglio. Per alcuni tutto questo è superbia, per noi è solo voglia di cantar bene. Renato Ivaldi
Occimiano Fra i concerti tenuti dal Montenero dopo la pausa estiva, ce ne è uno che si distingue e che è il frutto di una collaborazione inedita di più enti. Promotrice principale dell’iniziativa è stata l’Accademia Le Muse di Casale Monf.to guidata da Patrizia Barberis, la quale, coinvolgendo la Sezione A.N.A. di Casale Monferrato, il CSVA e il Comune di Occimiano, ha voluto offrire un’occasione speciale di formazione a maestre e alunni delle classi quarta e quinta della scuole primarie della zona. La manifestazione si è svolta sabato 13 ottobre a Occimiano. Obiettivo principale è stato quello di coinvolgere i giovani del territorio attraverso l’offerta di modelli di democrazia partecipata e cittadinanza attiva, privilegiando il linguaggio e la pratica della
musica e del canto corale. Per questa ragione, due sono stati gli animatori dell’incontro: i volontari della Protezione civile alpina e il Coro Montenero. Ai primi è toccato il compito di parlare della figura dell’alpino come simbolo dell’uomo e cittadino impegnato nella costruzione della società civile, portatore del senso del dovere e della fedeltà verso la Patria, della lealtà, della solidarietà, ma anche del diritto alla tradizione, alla gioia e alla condivisione. Al Montenero invece è stato chiesto di dar prova di questo “diritto alla gioia” attraverso i canti, allegri e non, della tradizione alpina. La mattinata si è conclusa con il canto, davvero corale, dell’inno nazionale. Roberto Alciati
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CORO ALPINI VALTANARO Adunata Nazionale – 11-13 maggio. Il Coro partecipa con 15 coristi, alloggiati con gli altri Alpini di Alessandria al Post Hotel nel paese di Soprabolzano sull’altopiano di Renon a 1200 m.s.l.m. all’interno di un paesaggio mozzafiato. Nei due giorni precedenti l’Adunata si approfitta per visitare alcuni centri vicini e un giro per Bolzano dove si scende mediante una vertiginosa funivia. La domenica mattina il Valtanaro partecipa alla sfilata con tanto di cartello, seguendo disciplinatamente il Gruppo di Alessandria. Al pomeriggio si ridescende verso Alessandria riandando con la mente all’esperienza trascorsa in tempi brevi ma intensi, che non si dimenticheranno facilmante. Garbagna “Madonna del lago” – 8-9 settembre. Su invito del gruppo “Val Grue” di Garbagna il Valtanaro interviene al 31° raduno alla “Madonna del lago” La bella chiesa costruita nei primi anni del dopoguerra accoglie il Coro per l’accompagnamento della
S: Messa alle 11,30 che ha fatto seguito all’alzabandiera e alla posa di una corona al monumento degli Alpini, che sorge sulla piazza antistante. Numerosi i Vessilli e Gagliardetti, Autorità locali, Alpini e Amici. Il Coro recita dignitosamente il suo ruolo e viene “compensato” da convinti applausi al termine del rito.
I l C o r o “A L P I N I VA LTA N A R O ” a B E N E V E N T O n occasione del Raduno del 4° Rgpt. che si è tenuto a Benevento nei giorni 28-29-30 Sett. u.s. il coro “ALPINI VALTANARO” sponsorizzato dall’Amico Alpino Angelo CAPOZZI del Gr. Alpini di Tortona e nativo di S. Angelo
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a Cupolo, paesino a pochi km da Benevento è stato invitato a partecipare all’evento per tenere 2 concerti nonché per accompagnare 2 Sante Messe. Non mi dilungherò più di tanto nel fare la cronaca del viaggio di anda-
ta e ritorno che non ha evidenziato difficoltà e neppure sulla cronaca particolareggiata dei due giorni di permanenza . Preferisco indirizzare la mia attenzione su due fatti, a mio avviso, fondamentali: la città di Benevento e l’accoglienza riservataci dalla popolazione. Semplicemente meravigliosi entrambi .Ciò
che ha colpito della città è stata la bellezza dei suoi palazzi, peraltro mantenuti molto bene, l’impianto strutturale cittadino con larghi corsi e viali, belle piazze, pulizia e ordine. A tutto ciò aggiungasi la meraviglia dei suoi reperti del passato tra i quali spiccano il Teatro Romano, dotato di un’acustica eccezionale e l’Arco di Traiano che appare come nuovo. Il secondo fatto che ci ha colpiti è stata la semplice e spontanea accoglienza dimostrata dalla popolazione. Gente gentile, sorridente, generosa, il cui atteggiamento ci ha fatto sentire come a casa nostra. L’entusiasmo con il quale ha partecipato ed applaudito generosamente ai due concerti tenuti la sera di sabato 29 e domenica 30 settembre, nella Chiesa di San Bartolomeo a Benevento e nella Parrocchiale di Sant’Angelo a Cupolo, sono stati il più bel regalo che ci possano aver fatto. In particolare ci ha quasi commosso un episodio avvenuto alla mattina di sabato 29 settembre. Dopo la cerimonia dell’alza Bandiera e della deposizione della corona al Monumento ai Caduti, il Coro si è diretto lungo C.so Garibaldi e, trovato un angolo tranquillo, si messo a cantare, facendo radunare in breve tempo un folto gruppo di cittadini plaudenti ad ogni canto. Proprio di fronte al Coro c’era la Chiesa di Santa Sofia presso la quale è giunta, su una vecchia Appia 3° serie, una giovane e bella sposa. Immediata è stata la
richiesta di un canto che il Coro ha volentieri dedicato alla giovane accompagnata dal
padre in lacrime: e cosa si poteva cantare se non “Belle rose du primtemps”!. La permanenza si è conclusa con una, se pur breve puntata, il giorno 1 ottobre, a Pietrelcina, per visitare la casa natale di Padre Pio. Concludo queste poche righe rivolgendo, anche a nome del Coro e degli accompagnatori, un grande grazie ad Angelo Capozzi che ci ha consentito di fare questa meravigliosa espe-
rienza che non dimenticheremo;un grazie anche ai famigliari di Angelo che ci hanno fatto sentire quasi cittadini di Sant’Angelo a Cupolo ed ai cittadini di Benevento per la loro generosa e simpatica accoglienza. Giorgio Barletta
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ATTIVITA’ DEI GRUPPI GRUPPO ALPINI VALENZA
VALENZA IN CORO
Una mela per la vita ronica, imprevedibile e invalidante, la sclerosi multipla è una tra le più gravi malattie del sistema nervoso centrale. Si manifesta tra i 20 e quarant’anni nell’età più ricca di progetti che riguardano il futuro, lo studio, la vita affettiva e lavorativa, la propria esistenza. Disturbi della vista, della mobilità e dell’equilibrio sono i principali sintomi della malattia che segue un percorso diverso da persona a persona. Le cifre ufficiali della sclerosi multipla contano ben 65.000 persone ammalate in Italia, 1.800 casi ogni anno, una diagnosi ogni 4 ore. Sensibili e atten-
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zionati verso i bisognosi, altruisti come è nella loro storia, anche quest’anno gli Alpini, e per l’occasione parliamo delle penne nere del Gruppo Riccardo Lunati di Valenza, prestano il loro aiuto in favore dell’AISM, l’associazione italiana sclerosi multipla. Così sabato 13 ottobre il Gruppo scende in campo con due presidi alle estremità di Corso Garibaldi, per la raccolta fondi al fine di “far andar avanti la ricerca”. Mai come quest’anno la missione si presentava ardua, senza dubbio la crisi economica e le varie misure fiscali non hanno arricchito le italiche borse, inoltre la giornata presentava la pur positiva concorrenza di AIDO ed animalisti che, disposti come una trincea, aspettavano inflessibilmente i cittadini che sovente arretravano alla vista delle varie postazioni. I nostri poveri Alpini le provavano tutte per accattivarsi le simpatie dei passanti, sorrisi, parole accattivanti, slogan a favore della buona causa, riuscendo, con difficoltà, ad ottenere un buon risultato finale. L’AISM che è il principale ente di riferimento per la ricerca sulla sclerosi multipla potrà sempre contare sul fattivo aiuto delle penne nere che per l’occasione, e li ringraziamo, sono state Pippo, Marco, Dino, Sergio, Wilmo, Renato e Corrado. Un grazie a tutti loro e un augurio di buon lavoro ai ricercatori AISM. Corrado Vittone
a tredicesima edizione della rassegna Valenza in coro si è svolta quest’anno, il 22 di settembre, nel bel Duomo di Valenza grazie alla presenza dei cori Montenero (coro organizzatore) e Corale Panatero. L’edizione di quest’anno, alla cui realizzazione hanno partecipato oltre al Gruppo Riccardo Lunati di Valenza anche il CSVA, l’assessorato alla Cultura di Valenza, il Consorzio commercianti Valenza Insieme ed i Lions cittadini, ha avuto come scopo prioritario il reperimento di fondi a favore dei terremotati emiliani. I due cori, alla presenza delle autorità civili (vicesindaco Paolo
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Soban e assessore alla cultura e manifestazioni Paola Bonzano), nonché del comandante della locale Stazione dei Carabinieri, hanno offerto un’ottima esibizione che, seppure agli antipodi della musica (repertorio alpino gli uni e classico gli altri), ha ottimamente intrattenuto il buon pubblico presente. Il Coro Montenero che conosciamo bene e che impazientemente aspettiamo ogni anno, presentava un’ottima scelta di canti, fra i quali il sempre bellissimo “Sui Monti Scarpazi”, preceduto dal commovente “Piccolo Angelo” e dall’attuale, ultima realizzazione del Coro, “Quel giorno di Maggio”, dedicata ai nostri caduti in Afghanistan. Applausometro ai massimi livelli per il Montenero, ma altrettanti applausi, il pubblico riservava successivamente alla corale ospite. La Corale Mario Panatero di Alessandria fondata nel 1982 presentava, all’odierna serata, ben 42 coristi che in una felice amalgama fra voci maschili e voci femminili, sorprendevano positivamente il pubblico interpretando Vivaldi, Haendel, Rossini e Bach; il repertorio, decisamente una novità per la rassegna, ha coinvolto il pubblico presente confermando la bontà della selezione del coro partecipante. A fine serata i due cori sono stati a loro volta intrattenuti….a tavola con un’ottima cenetta servita in sede alpina. Appuntamento il prossimo anno alla quattordicesima edizione. C. V.
GRUPPO ALPINI SEZZADIO
“Cena di solidarietà e Associazioni di Sezzadio, Calcio, Bocciofila , Gruppo Alpini e popolazione locale hanno organizzat o i n d a ta 1 ° S e t t e m b r e 2 0 1 2 u n a ” C e n a d i S o l i d a r i e t à p e r l ’ E m i l i a ” i l c u i r i c a v a t o , € 2 . 1 5 7 , 0 4 , è s ta t o c o n s e g na to d al Capogr uppo s i g Ma tte o Ma l v i c i n i a l l a S ezi one
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p e r L’ E m i l i a ”
ANA di Alessandria per destinazione “Ricostruzione E m i l i a ” . Ta l e i m p o r t o è s t a t o versato sul conto Sezionale ANA denominato “EMILIA “ specifico per la r a c c o l ta d e l l e d o n a z i o n i . U n r i n g r a z i a m e n t o pa r t i c o l a r e a c h i h a i d e a t o e r e s o p o s s i b i l e ta l e r i s u l ta t o .
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Rassegna stampa Distintivi delle Truppe Alpine
Muli e Alpini
di B. Erzeg e G. Galimberti Edizioni Gribaudo – Terzo (AL)
Antologia storica 1872 - 1991 di Luciano Viazzi e Piero Caravati Edizioni Nordpress - Chiari 2007 - 127 pg.
Nato come catalogo dei distintivi delle Truppe Alpine coniati in periodo postbellico, illustra in realtà la storia dei Reparti Alpini dal 1945 al 1999. La pubblicazione consta di un’ampia introduzione che esamina l’origine, il simbolismo, i metodi di lavorazione ed altre notizie tecniche. Seguono otto capitoli in cui sono raggruppati i distintivi; i primi sei trattano il 4° Corpo d’Armata Alpino, le Brigate Alpine Juilia, Tridentina, Taurinense, Orobica e Cadore, il settimo la SMALP e l’ottavo i C.A.R. e B.A.R. In ogni sezione i distintivi sono elencati seguendo le dipendenze organiche; in totale ne sono riprodotti 1478 codificati indicando il significato storico e simbolico degli elementi figurativi e delle scritte riportate indicandone la ditta produttrice, l’anno di conio, le misure e materiali impiegati. Gli Autori attraverso quest’opera intendono mantenere in vita le tradizioni alpine, far rivivere lo spirito di corpo e riportare alla memoria di chi è stato Alpino un frammento della propria vita. Per gli altri può essere un mezzo per conoscere la storia dei Reparti Alpini del dopoguerra e uno strumento di lavoro per i collezionisti
Il 1872 e il 1991 sono le date che aprono e chiudono la storia del mulo con gli alpini. "Sarebbe come se avessero strappato la penna nera dal cappello" dice più di un alpino. Di sicuro, soprattutto negli occhi dei "veci", l'immagine del mulo non potrà mai scindersi da quella degli uomini, dall'appartenenza al corpo, dalle montagne di casa. Forse sarà anche vero, come disse a suo tempo il generale Federici, che il motivo tecnico-operativo per mantenere i muli nei reparti alpini è decaduto o che "il vero spirito alpino non è legato ai muli o alle macchine ma li trascende" come afferma Lantini de Paratico. Ma è altrettanto vero che questi animali rappresentarono per anni una compagnia straordinaria, un sostegno addirittura psicologico, oltre che logistico, agli alpini. E proprio le penne nere, ancora oggi, amano ricordarli e definirli come "soldati a quattro zampe"
Foto storiche uscite dall’archivio sezionale
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IN FAMIGLIA Sono andati avanti GRUPPO DI ALESSANDRIA Il 12 agosto è mancato TERESIO CESTINO fratello del Consigliere di Gruppo Alpino GIANNI CESTINO. Le più sentite condoglianze da parte del Gruppo
GRUPPO DI VIGNOLE BORBERA Il socio Alpino PONTA PIER PAOLO è convolato a nozze con la gentil signorina ZERBO SARA. Agli sposi il Gruppo Alpini di Vignole B.ra augura ogni bene e felicità.
Nuovi arrivi Il 22 settembre è mancato DOMENICO SIANO, alla mamma le più sentite condoglianze dagli associati del Gruppo. GRUPPO DI CASTELLAZZO B.DA E' mancata la signora MARGHERITA AIACHINI mamma dell'Alpino CAVALLERO GIANPIERO e suocera dell'Alpino BRUNO ITALO. A Gianpiero, Italo e familiari il Gruppo rinnova le più sentite condoglianze. E' andato avanti un grande amico degli Alpini: il Cav.GIUSEPPE BUSCAGLIA. Il Gruppo partecipa al dolore del genero Alpino BERSELLI PIERLUIGI e di tutti i familiari. GRUPPO DI SOLERO Il Gruppo partecipa al lutto di CARLO PIATTI per la perdita del caro papà MARCO GRUPPO DI TERZO Il Gruppo esprime le sue sentite condoglianze al Socio CARLO FERRARIS per la perdita del padre MARIO GRUPPO DI VALENZA E’ mancato l’ Amico degli Alpini ROMEO CUSINATO, ai familiari giungano sentite condoglianze da parte di tutto il Gruppo R. Lunati GRUPPO DI BORGHETTO BORBERA Il Gruppo comunica l’avvenuto decesso del Capogruppo ROVEDA LUIGI, avvenuto il 18 ottobre e porge le più sentite condoglianze alla famiglia. Partecipano al lutto dei congiunti il Presidente Sez. e il CDS
Fiori d’arancio GRUPPO DI TERZO Il Socio ALBERTO GIULIANO si è unito in matrimonio con la Sig.na LOREDANA CARRETTO, valenti membri della fanfara alpina Valle Bormida. Gli Alpini del Gruppo augurano alla coppia vivissime felicitazioni.
CORO MONTENERO E’ nata EMMA SANTI figlia dei Dalina e Marco, il Coro Montenero dà il lieto annuncio alla Sezione ANA e a tutti gli amici. GRUPPO DI FELIZZANO Il 20 settembre è nata MATILDE, figlia di Daniela e Mauro. Ai genitori e al “nonno” VIRGINIO FRACCHIA le più sentite felicitazioni da parte del Gruppo Alpini Il Gruppo Alpini porge le più sentite felicitazioni ai soci : Alp. GIUSEPPE OLTRACQUA e associata PAOLA ZANINI per la nascita della nipote BIANCA nata il 7 ottobre, auguri ai genitori CRISTINA e PAOLO. Socio GIUSEPPE CACCIABUE per la nascita della nipote ISABELLA GEMMA l’ 8 ottobre, figlia di MARCO e GIOVANNA Socio GIOVANNI GATTI per la nipote SOFIA nata il 20 settembre dalla figlia VANESSA ed il genero MARCO Socio ANTONIO PIACENZA per la nascita del nipote GABRIELE nato dai genitori GIOVANNI e ILARIA il 27 luglio c.a. GRUPPO DI TERZO E’ arrivata VIOLA a riempire di gioia la nostra famiglia. Nella fotografia il giorno del battesimo con il papà Daniel Bonelli, la mamma Benedetta Cazzola, il bisnonno Cazzola Giovanni Vicecapogruppo, il cugino Ghiazza Luigi Capogruppo e il cugino Migliardi Alessandro: Che bella famiglia alpina !
In ricordo dell’amico Alpino Cabella Pasquale
Borraccia Alpino Alpino Alpino Alpino Gruppo Gruppo Gruppo
Il Portaordini Cavallo Giuseppe Fubine Scarpa Silvano Alessandria Adolfo Ferri Tortona Bellingeri Guido Cassano Sp. Alpini Novi Ligure Alpini Belforte Alpini Garbagna
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20,00 50,00 20,00 25,00 100,00 25,00 5,00
Ferruccio Gruppo Sezzadio Quartarone Gruppo
Terremoto Emilia € Vitale € Alpini Alessandria Gruppo Alpini + Associazioni varie € € Mario Carignano € Alpini San Cristoforo
10,00 1000,00 2.157,04 15,00 100,00
Ciao Pasqualino, ho saputo in ritardo della tua partenza per il Paradiso di Cantore e non sono riuscito a salutarti. Così ho deciso di scriverti queste poche righe per dirti grazie. Grazie perché se sono quello che sono un po' lo devo anche a te. Nei pomeriggi di lavoro estivo, nelle vacanze dalla scuola, quando si lavorava duramente insieme con lo zio Mario, mi raccontavi degli Alpini e della tua naja. Poi mi ricordavi che l'Associazione era il mezzo per stare tutti insieme e ricordarci dei valori dei padri da continuare con noi figli. Quando sono partito per il militare e sono diventato un Alpino mi hai subito iscritto la tuo Gruppo di Vignole Borbera. Ricordo con nostalgia la serata a cui hai voluto invitarmi a casa tua con Fredi Fossati e Peppino Prisco. Non potrò mai più dimenticare quella serata con i loro racconti struggenti della tragedia che hanno vissuto in quella pazzia che fu la guerra in Russia. Poi ho spiccato il volo con il mio Gruppo a Stazzano, la Protezione Civile ANA e poi la vita normale, la famiglia i figli, la vita. Il sentiero della montagna l'ho imboccato con un Alpino che indicava la strada e quell'Alpino ora è nel Paradiso di Cantore. Grazie di aver indicato il sentiero con quella serenità che spesso manca nella vita di oggi, sono onorato di averti conosciuto e il dolore della tua perdita si assopisce solo al pensiero che Tu ora stai guardando giù e ridi nel vedere noi poveri "figli" mentre cerchiamo di eguagliare i grandi vecchi che ci hanno preceduto nel grande sentiero della vita. Ciao Marco Carrega