Adotta la Murgia

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torredinebbia

ADOTTA la murgia

adotta una pecora

adotta una quercia

Buone pratiche per prendersi cura dell’Alta Murgia

www.adottalamurgia.it

adotta un falco

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ADottA la murgia

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Adottare la Murgia Adotta la Murgia per diventare protagonisti (anche in rete) di buone pratiche che favoriscano un uso del territorio più consapevole e in linea con i presupposti di sostenibilità e di rispetto ambientale. Il progetto è stato cofinanziato dalla Regione Puglia, Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione , Servizio Attuazione del Programma, attraverso il Programma Operativo FESR 2007–2013, Asse VIII – Linea d’intervento 8.1,sub azione 8.1.2. c. Nello specifico si intende raggiungere l’obiettivo di consentire l’adozione di alcuni elementi simbolici del territorio (querce e varietà colturali autoctone, il falco grillaio, la pecora moscia…) attraverso azioni concrete regolamentate da specifici accordi e convenzioni con una serie di partner del progetto. Per favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza del territorio è stato realizzato un sito web dedicato al progetto www.adottalamurgia.it, nel quale sono state inserite tutte le informazioni necessarie. Inoltre sono stati organizzati dei laboratori didattici nelle scuole di primo grado del comprensorio murgiano di riferimento (Santeramo, Altamura, Gravina in Puglia, Poggiorsini, Spinazzola e Minervino). Il progetto prevede anche la distribuzione di 100 kit informativi con materiali, pubblicazioni e gadget riguardanti l’Alta Murgia, che saranno distribuiti agli utenti del sito web che avranno maturato il diritto a riceverli mediante un sistema opportunamente attivato sul sito www.adottalamurgia.it. La gran parte dei fattori limitanti che condizionano le risorse naturali e la biodiversità sono, infatti, di origine antropica, perciò le possibili soluzioni per invertire la rotta sono nelle mani dell’uomo e, per attuarle, è necessario

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adotta

innescare un reale cambiamento culturale nell’opinione pubblica. E il salto culturale, che passa inevitabilmente dalla presa di coscienza di valori da difendere, è da sempre uno dei processi più difficili da innescare e spesso è attuabile solo in tempi medio-lunghi. Ecco perché tutte le strategie finalizzate a mettere in atto efficaci iniziative di sensibilizzazione ed educazione appaiono oggi centrali per la tutela dell’ambiente e devono rientrare a tutti gli effetti tra le azioni prioritarie. Sensibilizzare ai temi della conservazione della natura e della valorizzazione delle antiche sapienze ambientali della cultura agro-silvo-pastorale dell’Alta Murgia significa promuovere le condizioni per lo sviluppo di un’attenzione individuale e collettiva che, partendo dalla conoscenza e comprensione degli ecosistemi murgiani, giunga al riconoscimento del valore intrinseco della biodiversità e della necessità di tutelare pratiche virtuose oggi compromesse. In altre parole l’opera di sensibilizzazione ed educazione è finalizzata all’obiettivo di costruire una nuova etica che promuova attitudini e pratiche del “cittadino della Murgia” ispirate al rispetto e all’uso sostenibile del mondo naturale e antropico.

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Il kit di adozione

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Il kit di adozione è costituito oltre che dalla presente brochure 1 e da un sacchetto 2 con alcune ghiande di querce autoctone selezionate pronte per l’impianto* anche da una selezione delle migliori pubblicazioni riguardanti L’Alta Murgia. Una serie di strumenti essenziali per conoscere il territorio e per aderire al progetto “Adotta la Murgia” con tutta la consapevolezza necessaria.

3 Guida al Parco nazionale dell’Alta Murgia Natura e storia del primo Parco rurale d’Italia 4 Oggetti ritrovati la cultura agropastorale dell’Alta Murgia

Parco nazionale dell’Alta Murgia DVD - Documentario e fotovisione 5

6 Farauàll Racconto di Piero Castoro

Pieghevoli tematici 7 Un grande patrimonio di biodiversità 8 Il primo Parco rurale d’Italia 9 10 Cartografia del Parco nazionale dell’Alta Murgia scala 1:50.000 e 1:100.000 formato 70x100 cm

*(disponibile solo nel periodo autunnale e invernale)

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I partners Per l’attuazione del progetto sono stati individuati dei partner in grado di assicurare l’assistenza necessaria nelle diverse azioni previste dal progetto “Adotta la Murgia”. Si è voluto, così, consolidare una rete di conoscenze che il Centro studi Torre di Nebbia ha costruito nel tempo con diverse realtà operanti nel territorio, tutte caratterizzate da serietà e competenza intorno ai temi della salvaguardia e dello sviluppo dell’Alta Murgia. Indirizzo: Largo Netti, 68 Altamura (BA) Tel. 080 3142896 Mail: cta.altamura@corpoforestale.it

Indirizzo: Via Ruvo, c.s. 298 Altamura (BARI) www.masserialacalcara.it mail info@masserialacalcara.it Tel. 080 3145365 Recapito: Via dell’Indipendenza 30 Santeramo in Colle (BA) http://gravinella.splinder.com Tel. 080 3022026

Indirizzo: Via Madre A. Ventura, 47 Trani (BAT) www.ciclomurgia.com Tel. 338 9881731 E mail info@ciclomurgia.com Indirizzi: Masseria Martucci, Contrada Parisi Comune di Altamura Masseria Marvulli, Contrada San Giovanni Comune di Altamura

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Coordinamento Territoriale Ambientale (CTA) del Corpo Forestale dello Stato di Altamura Il CTA fornirà la consulenza circa le essenze arboree da utilizzare nelle azioni di impianto delle varietà vegetali e fornirà le indicazioni necessarie per la loro localizzazione. Inoltre garantirà l’irrigazione di soccorso nei primi anni di vita nel caso di impianti arborei. Azienda agrituristica “Masseria la Calcara” - Atamura L’azienda agrituristica e zootecnica “Masseria La Calcara” dispone di un numero cospicuo di capi ovini tra i quali alcuni di razza autoctona “pecora moscia delle Murge” che metterà a disposizione per il progetto di adozione. Circolo “La Gravinella” - Santeramo in Colle Il circolo Legambiente “La Gravinella” di Santeramo in Colle, assicurerà la raccolta e la selezione delle ghiande di querce autoctone presenti nei boschi del territorio dell’Alta Murgia. Grazie alla competenza in campo botanico dei suoi soci, il circolo fornirà il supporto tecnico scientifico necessario. Associazione Ra-dici - Trani L’associazione Ra-Dici, che da anni lavora a progetti di cilo-turismo, garantirà, durante le manifestazioni all’aperto, l’animazione attraverso guide in percorsi di tracking e ciclo-escursioni, nel Parco dell’Alta Murgia. Masserie Martucci e Marvulli - Altamura Nelle masserie si potranno impiantare eventualmente un certo numero di varietà quecine autoctone. I conduttori assicureranno l’irrigazione di soccorso nei primi anni di vita delle piante e le lavorazioni di sarchiatura e potatura necessarie.


Associazione culturale “Link” - Altamura L’Associazione Culturale Link, che gestisce lo scambio di giovani volontari a livello europeo, garantirà attraverso la propria rete di contatti con associazioni internazionali la diffusione del progetto “Adotta la Murgia”. Inoltre metterà a disposizione del progetto alcuni giovani volontari, provenienti da vari paesi dell’Europa, coinvolgendoli nelle attività di animazione locale e via web. Durante la fase di preparazione del progetto “Adotta la Murgia” sono state attivate altre utili sinergie con altri progetti in itinire e con altre realtà del territorio che si occupano degli stessi temi. In particolare sono da segnalare: Progetto “Pecore attive” - Altamura Tale progetto ha avviato una micro-filiera di lavorazione artigianale della lana ovina da razze autoctone pugliesi con l’obiettivo di dare nuova vita e valore, anche commerciale, ad una risorsa territoriale, la lana ovina (che attualmente costituisce un rifiuto speciale di problematico smaltimento), attraverso la produzione di manufatti artigianali in feltro di alta qualità. Progetto “Un falco per amico” Si tratta di un Progetto Life+ finanziato dalla Comunità Europea che prevede la tutela e la salvaguardia del Falco Naumanni nei territori di Gravina e Altamura. I partners del progetto sono i Comuni di Gravina e Altamura, la Regione Puglia, la Provincia di Bari, l’Ente Parco dell’Alta Murgia e la Lipu Gravina. Tra le azioni di particolare interesse sono quelle che prevedono l’istallazione gratuita, a seguito di una specifica richiesta di adesione, di nidi artificiali sui tetti di edifici privati e pubblici. “Adotta la Murgia” sostiene, attraverso i suoi canali e gli strumenti di informazione messi a disposizione, il progetto “Un falco per amico”.

Indirizzo: Via Santa Croce 3, Altamura (BA) Tel. 080 3148080 www.linkyouth.org

Indirizzo: via Santa Lucia, 3 Altamura (BA) Email: lab@pecoreattive.it Cellulare: 329 0935671 www.pecoreattive.it

Comune di Gravina in Puglia Via Vittorio Veneto, 12 tel: 080 3259111 www.comune.gravina.ba.it/ Comune di Altamura Piazza Municipio, 1 www.comune.altamura.ba.it/ Parco Nazionale dell’Alta Murgia Via Firenze, 10 Gravina in Puglia (Ba) Tel. 080 3262268 www.parcoaltamurgia.gov.it Sezione Lipu Gravina via Bari n.3 Gravina di Puglia, lipugravina@libero.it

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adotta una pecora

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Puoi sottoscrivere un contratto di adozione con un pastore della Murgia per consentirgli di allevare più esemplari di pecora “moscia”. In cambio riceverai i prodotti provenienti dall’allevamento. Un gesto concreto per evitare l’estinzione dell’unica razza autoctona e per aiutare chi ancora resiste sull’Alta Murgia.

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Salvare la pecora “moscia” delle Murge Dai 190.000 capi censiti negli anni ’80 del secolo scorso, ridotta oggi a poche centinaia di esemplari, la pecora “moscia” delle Murge (o altamurana) è a forte pericolo di estinzione. È l’unica razza veramente autoctona dell‘Alta Murgia e deve il suo nome alla particolare caratteristica del suo vello fatto di filamenti lanosi poco increspati e cadenti.

Esemplari di pecore “mosce” delle Murge al pascolo

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Rispetto ad altre razze ha sviluppato una notevole capacità di adattamento alle caratteristiche del territorio come ad esempio la sua particolare resistenza ad alcune tipiche malattie degli ovini procurate da parassiti (ad esempio la piroplasmosi, una malattia molto diffusa causata dalle punture delle zecche che, se non curata, porta in breve tempo alla morte delle pecore). A differenza di altre razze allevate non necessita quindi di


particolari profilassi di tipo chimico/farmaceutico a tutto beneficio della salute degli animali, della redditività degli allevamenti e della qualità del latte. L’attitudine al pascolo poi le conferisce a buon diritto il titolo di vera “regina delle Murge” nei cui pascoli rocciosi può brucare molte erbe spontanee che conferiscono sapori unici ai prodotti caseari e alle carni. Incentivare l’allevamento della pecora “moscia”, in alternativa ad altre pratiche tanto innaturali quanto antieconomiche, come quella sempre più diffusa di allevamento in stalla, consente sia di scongiurare l’estinzione di un patrimonio genetico di grande valore ma anche di salvaguardare i pascoli murgiani, e in definitiva, ristabilìre un po’ di quell‘armonia sempre più compromessa tra l’uomo, gli animali e la natura.

I numeri della pecora “moscia” Caratteristiche morfologiche Taglia: media. Testa: leggera, allungata, a volte con corna corte. Orecchie piccole orizzontali, ciuffo di lana in fronte. Tronco: dorso e lombi rettilinei, groppa spiovente e non larga, addome rotondo e voluminoso, coda lunga e sottile, mammella sviluppata, globosa. Vello: bianco, aperto, biocchi appuntiti, esteso, coprente il tronco, collo, base del cranio e coda. Pelle: sottile, elastica, bianco-rosata, piccole macchie rotondeggianti di colore scuro o grigiastro sulla faccia e parti inferiori degli arti. Altezza media al garrese: maschi 71 cm, femmine 65 cm Peso medio: maschi adulti 53 kg, femmine adulte 39 kg Produzioni medie Latte: 80 - 120 lt (contenuto in grasso 7,5% proteine 6,5%) Carne: maschi adulti 38 kg, femmine adulte 36 kg Lana: (in sucido) arieti 3 kg, pecore 2 kg

Esemplare maschio adulto (in alto) di razza “moscia” e (sotto) alcuni esemplari di femmine adulte.

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Come adottare una pecora Il progetto “Adotta una pecora” intende rivitalizzare un’antica usanza, praticata da numerose famiglie, di acquistare delle pecore in occasione della nascita dei primogeniti e di affidarle, in conto capitale, a dei pastori in cambio di un certo quantitativo di prodotti caseari e di carne stabilito ogni anno. In pratica si vuole incentivare e favorire il contatto diretto tra produttori e consumatori non solo sulla base di un patto di natura commerciale ma sopratutto di tipo etico. Si tratta cioè di stabilire un contratto dove le reciproche convenienze siano condizionate da precisi impegni che abbiano delle ricadute positive su tutto il territorio. I termini di questo patto sono i seguenti: il consumatore versa una certa somma in favore dell’allevatore/produttore che si impegna ad allevare nel suo gregge un esemplare di razza “moscia”, in cambio il consumatore riceverà i prodotti dell’allevamento (prodotti caseari, carne, lana...) in misura equivalente alla somma versata.

Masseria La Calcara (in alto) e il caseificio aziendale (in basso)

Il contratto potrà essere sottoscritto con l’Azienda zootecnica “La Calcara” che alleva un certo numero di pecore “mosce” nella Masseria omonima a circa 5 km da Altamura lungo la S.P. 151. (Nella pagine a fronte il fac-simile del contratto di adozione). Info e contatti: Masseria la Calcara Nicola Colonna Tel. 080 314 5365 www.masserialacalcara.it

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aDottA una pecora

fac-simile contratto

CONTRATTO DI ADOZIONE N.___/2014 Premesso che l’azienda Masseria “La Calcara”- Società agricola alleva nell’agro di Altamura pecore di razza “moscia delle Murge”, di cui ne ha la piena e totale disponibilità; Visto che l’allevamento ovino di razza “moscia”, soprattutto nell’area dell’Alta Murgia è in forte regressione al punto da rischiare l’estinzione con la conseguente perdita della cultura pastorale connessa; Data la campagna di adozione della pecora “moscia delle Murge”, denominata “Adotta una pecora”, lanciata dal Centro studi Torre di Nebbia e dalla Regione Puglia nel tentativo di scongiurare la scomparsa di allevamenti ad alto valore ambientale; l’azienda MASSERIA “LA CALCARA”- SOC. AGRICOLA per brevità denominata “Masseria La Calcara”, sede aziendale MASSERIA “LA CALCARA” VIA RUVO, C.S. 298 - 70022 ALTAMURA (BARI), telefono 080 3145365, email info@masserialacalcara.it, sito internet www.masserialacalcara.it, Partita IVA 04181350721, iscrizione CCIAA di Bari n. 299712, legalmente rappresentata dal sig. NICOLA COLONNA, si impegna a rispettare le condizioni seguenti con ll sig. ____________________________________per brevità denominato “Contraente” nato a ___________________ il ______________C.F. __________________________________ residente in ______________________________ Via __________________________________ Tel. __________________ cell.______________ email ____________________________ [Se l’adozione è un regalo spuntare la casella e inserire i dati del beneficiario] o Questa adozione è un regalo ll Sig.___________________________________ per brevità denominato “Beneficiario” residente in ______________________________ Via __________________________________ Tel. ________________cell._________________ email ________________________________ SEGUE >>

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o il contraente accetta le seguenti condizioni contrattuali di adozione [spuntare la casella]: ART. 1 - Una marca auricolare individua inequivocabilmente ogni soggetto il quale, pertanto può essere adottato anche in modo nominativo. In tal caso verrà inviata al richiedente la carta di identità del soggetto prescelto. L’adozione riguarda esclusivamente il capo individuato alla stipula del presente contratto. ART. 2 – Oggetto del contratto è l’adozione di un capo ovino adulto di razza “Moscia delle Murge” allevato allo stato semibrado nei pascoli aziendali. L’animale rimane di proprietà dell’Azienda. Il contributo richiesto per l’adozione consente al titolare dell’Azienda di contare su di un capitale che anticipando le spese di ricovero e alimentazione lo aiuta ad accrescere la consistenza degli esemplari di razza all’interno del gregge. ART. 3 - In cambio della somma di € 100.00 a capo, versata all’atto della stipula del presente contratto in termini di acquisto di bene futuro (Cap. I art. 1472 Codice Civile), saranno corrisposti al contraente/beneficiario (solo per l’italia) prodotti o servizi aziendali (mediamente con un risparmio del 20% sui prezzi ordinari) secondo le opzioni di seguito elencate: [Indicare l’opzione prescelta] o Opzione A 7 kg di carne macellata di agnello, equivalente alla resa di un esemplare di circa 40 giorni dal peso vivo di circa 10kg. Si fa presente che non saranno utilizzati esemplari femmina di razza “moscia delle Murge”che invece saranno impiegati esclusivamente come quota di rimonta al fine di accrescere la consistenza della razza all’interno del gregge. o Opzione B 6 kg di prodotti caseari, a scelta tra formaggio stagionato (in forme da 3 kg), scamorze o ricotta. Si fa presente che per i vegetariani, o per chiunque ne faccia richiesta, è possibile l’impiego di caglio vegetale nel processo di trasformazione dei derivati del latte. o Opzione C 1 pernottamento con prima colazione per 3 persone negli alloggi destinati alla ricettività agroturistica in dotazione alla Masseria “La Calcara”. È necessario un preavviso di almeno 10 giorni. o Opzione D 1 pranzo completo per 4 persone presso il servizio di ristorazione aziendale. È necessario un preavviso di almeno 10 giorni. Il contraente/beneficiario avrà inoltre la possibilità recandosi in azienda di seguire periodicamente l’allevamento nelle varie fasi della sua attività, dal pascolo al parto, all’allattamento. La consegna dei prodotti avverrà entro dieci giorni dalla richiesta in una o più volte a scelta del contraente/beneficiario. Si precisa che in alcuni periodi dell’anno, certe tipologie di prodotti potrebbero non essere disponibili. I prodotti dovranno preferibilmente essere ritirati direttamente presso la sede aziendale, oppure, su esplicita richiesta e a spese del contraente/beneficiario, consegnati a domicilio. Le produzioni saranno confezionate con sistemi idonei al trasporto. Si declina ogni responsabilà relativa al deterioramento dei prodotti dovuti a cattiva conservazione degli stessi causata dal contraente/beneficiario.

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aDottA una pecora

ART. 4 - Le modalità di pagamento sono a scelta: [Indicare l’opzione prescelta] o pagamento in contanti;

fac-simile contratto

o bonifico bancario intestato a: Masseria “La Calcara” srl - Soc. Agricola, IBAN IT 16 G 02008 41331 000010688683 ART.5 - Il presente contratto ha validità annuale a decorrere dalla data della sottoscrizione. Il rinnovo dell’adozione relativamente allo stesso capo ovino, dovrà essere comunicato entro 30gg dalla scadenza del presente contratto e accompagnato dal relativo pagamento. ART. 6 - Per tutto ciò che non è stato espressamente riportato nel presente contratto si rimanda al Titolo III: dei singoli contratti - Capo I: della vendita; Sez. 1: Disposizioni generali; Artt. 1470 e seguenti, Codice Civile, Libro IV. La diretta sottoscrizione, oppure l’invio per posta elettronica del presente contratto firmato (corredato dalla ricevuta del bonifico bancario) a: info@masserialacalcara.it o tramite raccomandata A.R. alla Casella Postale 233, 70022 Altamura (BA), vale come lettura, approvazione e sottoscrizione di tutti gli articoli del contratto da entrambe le parti. All’atto dell’adozione verrà rilasciata al contraente un certificato di adozione in due copie, di cui una trattenuta dall’azienda, sul quale saranno riportati i quantitativi di prodotti consegnati. ___________________________, lì __________________ Masseria “La Calcara”

Il contraente

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adotta un falco

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Puoi procurarti, o autocostruirti, un nido artificiale da istallare sul tetto della tua casa. Contribuirai a mantenere viva la colonia di falchi grillai che ogni anno viene da molto lontano a riprodursi proprio sulla Murgia. Un gesto di gratitudine verso un animale cosÏ prezioso per l’equilibrio del territorio.

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Il Grillaio vero ‘signore’ dei cieli murgiani Il Falco Naumanni, più comunemente conosciuto come Falco Grillaio, è una specie globalmente minacciata classificata come “vulnerabile” da BirdLife International. In Europa nidifica in Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, Croazia, Francia, Georgia, Grecia, Italia, Kazakhistan, Moldavia, Portogallo, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Turchia e Ucraina. Le popolazioni più consistenti sono presenti nei paesi circum-mediterranei, dove è stato a lungo considerato una delle specie di rapaci più numerose. La specie ha subito un evidente calo numerico in tutti i paesi europei nei quali nidifica, con un trend particolarmente negativo nell’Europa occidentale dove dal 1950 la popolazione nidificante è diminuita di circa il 95%. Diverse ipotesi sono state fatte per cercare di spiegare questo declino della popolazione. L’Action Plan for the Lesser Kestrel evidenzia come i cambiamenti nell’uso del suolo e nelle pratiche agricole, la disponibilità dei siti di nidificazione, i pesticidi e la competizione interspecifica rappresentino le principali cause di declino nelle aree di nidificazione, assumendo, comunque, una valenza differente tra le aree di presenza della specie. Altri studi condotti in Spagna hanno evidenziato un effetto dei pesticidi più significativo nel limitare la disponibilità della risorsa trofica principale del Grillaio, costituita dagli ortotteri. Il Grillaio è uno specialista insettivoro, con diete che spesso comprendono oltre il 90% di insetti. Grilli, cavallette e locuste sono le prede principali insieme ai coleotteri di dimensioni medio-grandi, mentre termiti e formiche assumono una certa importanza nei quartieri di svernamento in Africa.

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Le coltivazioni estensive non irrigue di cereali, le foraggiere, i margini incolti tra i campi e soprattutto i pascoli naturali, sono i principali habitat di alimentazione


del grillaio dove più alta è la disponibilità di artropodi. In tali tipologie di uso del suolo, un cacciatore aereo come il Grillaio, trova anche una vegetazione adatta alla sua ricerca e alla cattura delle sue prede. Di conseguenza, il successo di cattura dipenderà strettamente non solo dall’abbondanza di prede ma anche dai parametri di struttura della vegetazione. Le trasformazioni agricole che hanno interessato l’Europa mediterranea negli ultimi 50 anni, hanno determinato la sostituzione delle aree a pascolo e delle coltivazioni estensive di cereali con colture intensive di varia natura.

Femmina di Falco grillaio. In basso un esemplare maschio.

In generale, anche dove sono sopravvissute pratiche agricole più tradizionali, si è assistito ad una diminuzione delle aree a pascolo naturale, inquadrabili dal punto di vista vegetazionale e strutturale alle steppe secondarie, a favore delle colture cerealicole o più spesso verso forme molto differenti quali le colture arboree (soprattutto vite e olivo). Anche le stesse colture cerealicole estensive, tipiche dell’area mediterranea ed inquadrabili nelle pseudosteppe, hanno subìto una notevole trasformazione determinata dall’uso di nuove varietà colturali (più alte e compatte e con ritmi di crescita differenti rispetto a varietà più tradizionali) e pratiche agronomiche che hanno portato da un lato all’abbandono della rotazione seminativo-foraggere e, dall’altro, ad un più massiccio uso di sostanze chimiche. Il Grillaio è il principale predatore presente sulla Murgia e come tutti i predatori svolge anche un importante ruolo nel controllo della catena alimentare. Essendo gli insetti della Murgia le sue prede principali, nel corso della sua permanenza primaverile-estiva sulla Murgia, ne mangia una enorme quantità contribuendo in questo modo al controllo di specie che possono risultare dannose per l’agricoltura e che vengono eliminati annualmente (oltre 15 tonnellate di insetti) dal Grillaio, gratuitamente e senza prodotti chimici.

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Il Grillaio viene, ogni anno, da molto lontano a riprodursi proprio sulla Murgia.

Italia Tunisia Libia

Egitto

Sudan

Eritrea

Etiopia

Kenia Tanzania Zambia

Allevamento Svernamento Residenti

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Botswana

Il Falco grillaio arriva in Italia dai quartieri di svernamento dell’Africa orientale sub-sahariana, tra febbraio e marzo. A fine estate, dopo il ciclo riproduttivo, ritorna in Africa percorrendo piÚ di 9.000 chilometri.


Un nido per il Grillaio Il Grillaio nidifica nelle cavità dei muri, nei sottotetti, negli anfratti e mensole di vecchie costruzioni (chiese, castelli, masserie, palazzi antichi) e su pareti rocciose naturali. Molto più rare sono le nidificazioni in cavità degli alberi, in vecchi nidi di corvidi e al suolo tra cumuli di sassi. La popolazione murgiana nidifica perciò quasi unicamente in centri urbani, utilizzando in particolar modo i centri storici. Vengono attivamente selezionate cavità presenti sui muri perimetrali di vecchie costruzioni e sottotetti non sottoposti a interventi recenti di manutenzione. I Grillai occupano la colonia riproduttiva dalla seconda metà di marzo, anche se i primi avvistamenti possono aversi già a febbraio. In maggio vengono registrate oltre il 90% delle deposizioni, con un picco (53%) nell’ultima decade. Il numero di uova deposto varia da 1 a 6 con una covata media di 3,7 uova. L’incubazione inizia dopo la deposizione del terzo o quarto uovo ed è a carico principalmente della femmina con una durata di circa 30 giorni. La percentuale di uova che schiudono, sul totale di quelle deposte è pari all’88%, determinando una nidiata media alla schiusa (numero di giovani per nido) di 3,3. Il 60% delle schiuse si ha nella seconda decade di giugno evidenziando una notevole sincronia riproduttiva, di breve durata, legata soprattutto alle abitudini migratorie della specie. Il successo riproduttivo, definito come rapporto tra il numero di giovani che si involano e il numero di coppie che hanno deposto, è stato pari a 2,4. Le principali cause di fallimento totale della nidificazione è dovuta alla predazione della covata da parte di Taccola Corvus monedula, Ratto nero Rattus rattus e Gatto domestico Felis catus. Tutte e tre queste specie possono predare sia le uova che i giovani incapaci di volare, ed in particolare i ratti e il gatto domestico possono catturare e uccidere anche gli adulti.

Come procurarsi i nidi artificiali 1.

Se abiti ad Altamura o Gravina, puoi aderire al progetto LIFE+ Un Falco per Amico che offre la possibilità di un sopralluogo gratuito da parte di Ornitologi e Tecnici specializzati al fine di valutare l’idoneità del tuo edificio a ospitare l’installazione di nidi artificiali per la riproduzione del Falco naumanni (Grillaio). Aderendo al progetto, e se la casa in cui abiti risulterà adeguata, verranno istallati, gratuitamente, uno o più nidi sul tuo tetto. Per info e adesioni: www.unfalcoperamico.it

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Se invece abiti abiti negli altri comuni del comprensorio (Santeramo, Poggiorsini, Spinazzola e Minervino Murge) puoi rivolgerti al Centro studi Torre di Nebbia che, grazie ad artigiani locali convenzionati, potrà fornirti il nido ad un costo contenuto. Per info e contatti: www.adottalamurgia.it info@altramurgia.it

3.

Se invece vuoi cimentarti nella costruzione di un nido, puoi seguire le istruzioni che troverai nelle pagine seguenti.

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Come costruire un nido artificiale per il falco Grillaio

61 cm 60 cm

36 cm

Tetto

Parete laterale dx

25 cm

144 cm

50 cm

50 cm

Parete laterale sx

30 cm

fori per eventuale fissaggio a muro

30 cm

26 cm

27,3 cm Parete posteriore

Parete frontale con foro di ingresso 6,5 cm

22,7 cm

Mensola

Base

26 cm

10 cm

50 cm 26 cm

Materiali: si possono utilizzare diversi tipi di pannelli di legno (ideali sono i pannelli fenolici utilizzati in edilizia per coibentare i tetti). Per un nido completo serve un pannello di circa 61 x 144 cm (ovvero metà dei pannelli disponibili in commercio che normalmente sono di 122 x 144 cm), lo spessore non dovrebbe essere inferiore a 18 mm; Dimensioni esterne: larghezza 30 cm, profondità 50 cm, altezza (h1) 30 cm, altezza (h2) 25 cm; Foro d’ingresso: posizionato sul lato più corto, dovrà avere un diametro di 6,5 cm; Fori di aerazione: in numero variabile da 10 a 14 con diametro di 1-1,5 cm distribuiti su tre lati; Fori di fissaggio a parete: sono sufficienti 2 fori nel caso si voglia fissare il nido a parete; Mensola d’appoggio: davanti al foro d’ingresso di dimensioni 26 x 10 cm; Tetto: sporgente da tre lati per circa 5 cm, a filo sul lato lungo più alto. Per rendere la struttura più resistente alle piogge si consiglia di trattare le superfici esterne con prodotti idrorepellenti; Assemblaggio: utilizzare viti da legno e colla vinilica. Dopo aver assemblato il tutto inserire all’interno, attraverso il foro di ingresso, un po’ di segatura mista a terriccio. Costo: il costo complessivo per il pannello di legno, il taglio dei pezzi, il prodotto idrorepellente, le viti e la colla vinilica dovrebbe aggirarsi tra i 20,00/30,00 €. 24

Pannello fenolico


mensola di appoggio

6,5 cm

5 cm

5 cm (h2) 25 cm

foro di ingresso

fori di aereazione diametro 2 cm distanziati di 8 cm

5 cm 2 cm 5 cm 26 cm 30 cm

10 cm

(h1) 30 cm

2 tasselli per fissaggio a parete

50 cm

piedini di sollevamento nel caso di posizionamento su una superficie piana

un esempio di nido artificiale

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La pratica dello spietramento

I grillai sono attirati dagli incendi dove possono cacciare le facili prede che fuggono davanti al fuoco. Le aree incendiate però non sono più utilizzate nel lungo periodo. Il fuoco evidentemente distrugge le biocenosi e la produttività di queste aree, con grave danno per la specie.

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Tutte le minacce per il Grillaio Perdita dell’habitat La perdita dell’habitat, dovuta all’espansione dell’urbanizzazione e alla modifica delle pratiche agricole tradizionali, ha negli ultimi decenni ridotto la disponibilità di risorse trofiche costringendo il Grillaio ad abbandonare molti siti dove erano presenti colonie storiche. Le pratiche agricole incentivate dalle politiche agrarie europee hanno ridotto moltissimo le superfici agricole con colture non intensive e le superfici a pascolo. La pratica dello spietramento, cioè la macinazione del banco di calcare affiorante per la messa a coltura di cereali, condotta negli ultimi decenni sulla Murgia, ha danneggiato enormemente il territorio dell’Alta Murgia sia da un punto di vista paesaggistico e idrogeologico, sia per l’eliminazione degli habitat prioritari per i quali il territorio dell’Alta Murgia è stato inserito come psic e zps nella rete Natura 2000. I dati di perdita di superficie a pascolo sono vari: si passa da quelli ufficiali prodotti dalla Provincia di Bari che tra il 1990 e il 1999 calcolano una riduzione del 30% della superficie ad altri che stimano una perdita che supera il 50%, una vera catastrofe ecologica. Questa perdita di habitat legata alle formazioni di pseudo-steppa mediterranea ha determinato gravi effetti sull’habitat del Grillaio. Perdita di habitat nei siti di sosta e di svernamento L’incremento della desertificazione nell’area del Sahel dal 1968 ad oggi ha causato la perdita di grandi aree di savana, un habitat importante per la migrazione e lo svernamento dei grillai. La costruzione di dighe e altre opere idriche ha distrutto importanti aree trofiche per il Grillaio in Senegal e in Niger (Ledant et al. 1986). Gli ortotteri, parte importante della dieta dei grillai nelle savane dell’Africa occidentale, sono scomparsi da molte aree, in parte per la distruzione delle praterie a causa della siccità e del sovrapascolamento, e in misura maggiore per l’utilizzo massiccio di pesticidi pesanti in queste aree.


Perdita dei siti di nidificazione La causa maggiore della scomparsa di siti di nidificazione presenti in strutture antropiche (edifici) è la chiusura dei buchi e la trasformazione dei sottotetti a seguito dei lavori di ristrutturazione e demolizione dei vecchi edifici nei centri storici, sedi delle colonie. Questa minaccia è particolarmente significativa per la popolazione di Grillaio della Murgia in quanto la specie nidifica esclusivamente nei centri storici dove gli interventi di restauro e recupero degli edifici storici sono numerosi. Queste operazioni hanno portato alla riduzione e alla sparizione di molte colonie. I residenti nei centri storici della Murgia, spesso ostruiscono ogni “buco” lasciato consapevolmente sugli edifici per consentire la nidificazione non solo di grillai ma anche di altri uccelli come le rondini. Occorre invece sapere che, non solo per rispetto al regolamento regionale, basterebbe lasciare, ove esistano le feritoie sulle pareti dei vecchi edifici, un’apertura di 6 centimetri di diametro, per consentire l’accesso al Grillaio, ma non ai colombi. Disturbo, riduzione dei dormitori La distruzione o il disturbo volontario operata da privati sugli alberi dormitorio dove numerosi si concentrano i grillai, rappresenta un forte fattore di disturbo-minaccia per la specie, soprattutto nella fase più importante del loro ciclo biologico. Questo fattore è particolarmente significativo nell’area della Murgia dove numerose sono state le azioni di disturbo (taglio, inutili potature di pini domestici, ecc) da parte di privati agli alberi dormitorio. Disturbo antropico Nel Mediterraneo una delle cause principali di disturbo per il Grillaio è dovuto alla caccia di frodo e alla predazione di piccoli al nido. Impianti eolici In Italia, attualmente la realizzazione di impianti eolici può rappresentare un fattore di minaccia particolarmente significativo per l’impatto degli uccelli con le pale eoliche, realizzate per lo più in aree trofiche per la specie, come è avvenuto nella colonia di Minervino, ma anche per la sottrazione di habitat che questi impianti determinano.

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I laboratori didattici Per favorire una maggiore conoscenza del Falco Grillaio e per accrescere la consapevolezza della sua tutela, sono stati programmati e svolti laboratori didattici nelle scuole di I째 grado del comprensorio (Santeramo, Altamura, Gravina in Puglia, Poggiorsini, Spinazzola e Minervino Murge).

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A scuola con i falchi

In alto: vista dei tetti del Liceo Cagnazzi di Altamura; Sopra: installazione del sistema di riprese interne al nido nel sottotetto del Liceo Cagnazzi e uno dei nidi monitorati; (a destra): sequenza di fotogrammi tratta dalle riprese delle telecamere.

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Un’altro importante progetto promosso dal Centro studi Torre di Nebbia riguarda la sperimentazione didattica realizzata, in collaborazione con il Liceo Classico di Altamura: A Scuola con i Falchi. Tale progetto, avviato nel 2006 e conclusosi nel 2013, ha attivato tra l’altro un sistema di monitoraggio e di osservazione dal vivo di tutte le fasi di riproduzione e nidificazione dei falchi, con l’utilizzo di tecnologie informatiche e l’installazione di telecamere in alcuni nidi artificiali posizionati sui tetti dell’edificio storico sede del Liceo. Attualmente il progetto ha esaurito la sua dotazione finanziaria e quindi, per evitare di spegnere definitivamente le telecamere, si è deciso di estendere il monitoraggio per un’altro anno grazie al progetto “Adotta la Murgia”. La community web, piuttosto numerosa, che nel tempo si è creata intorno al progetto “A scuola con i falchi” (www.ascuolaconifalchi.com) potrà così continuare ad assistere, via web, alle fasi riproduttive del falco Grillaio anche attraverso il sito www.adottalamurgia.it


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adotta una quercia

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Puoi ricevere alcune ghiande di querce autoctone o conoscere dove, come e quando raccoglierle con tutte le istruzioni pratiche per l’impianto. Piantare un albero è un gesto di gratitudine verso il proprio territorio per renderlo migliore e per contribuire a ristabilire quell’armonia, sempre più compromessa, tra uomo e natura. Impiantare una ghianda di quercia oggi per regalare alle prossime generazioni un territorio più ricco di querce e di alberi e per restituire alla Murgia un po’ della sua bellezza.

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Le querce dell’Alta Murgia

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L’ecosistema ambientale dell’Alta Murgia è di grande importanza naturalistica, in quanto è uno degli ultimi esempi di pseudo-steppa mediterranea presente nell’Italia peninsulare e uno dei piú importanti del Mediterraneo. In questo territorio sono stati censiti a tutt’oggi circa 1.500 specie vegetali (di cui piú di 1.100 sono spontanee), questo valore rappresenta il 25 per cento delle 6.000 specie presenti sull’intero territorio nazionale. Nonostante la preponderanza delle aree steppiche, di assoluto rilievo sono anche le essenze quercine che è possibile rintracciare nei lembi boscosi disseminati in tutto il territorio. Dominante è la roverella (Quercus pubescens), essenza che si associa raramente con il fragno (Quercus trojana) e alla sua variante, ancora più rara, conosciuta come macrobalana. Da segnalare anche la quercia spinosa (Quercus coccifera), il leccio (Quercus ilex) verso sud est, mentre lungo il fianco delle Murge rivolto verso la Fossa Bradanica, esistono dei lembi di boschi di cerro (Quercus cerris) e farnetto (Quercus frainetto), il piú rappresentativo dei quali è il bosco di Acquatettta. Queste varietà di quercia, a volte di maestosa bellezza, si rinvengono anche isolate presso le masserie o in gruppi di alcune decine di esemplari, nel mezzo dei campi o lungo i muri a secco, nelle leggere depressioni o anche sulle pendici dei dirupi. Si tratta di alberi che possiamo considerare nella lista dei ‘monumenti’ o ‘patriarchi verdi’ di enorme importanza storica. Sembra strano trovarle in un ambiente sitibondo e brullo come quello dell’Alta Murgia. La loro presenza impone comunque delle considerazioni. Esse stanno a testimoniare la passata boscosità di gran parte del territorio. Dunque i boschi (che forse vi imperavano e sono stati divelti dall’uomo, per legnatico, per dissodare la terra o altro), sono pochi e sono relitti di antichi querceti. Tuttavia anche sull’Alta Murgia compaiono quasi tutte quelle essenze quercine che fecero appellare la Puglia come la “regione delle querce” (Carano). Per questo, anche quando si tratta di


di effettuare dei rimboschimenti o progettare giardini sia pubblici che privati, occorre invertire la tendenza sempre più diffusa di privilegiare essenze estranee al territorio e incentivare invece l’impianto di queste varietà autoctone che oltre ad avere più probabilità di attecchire, viste le particolari condizioni climatiche, possono restituire al territorio un po’ di quella bellezza perduta.

Come riconoscerle ROVERELLA (Quercus pubescens): resistente all’aridità, e capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi. È facilmente riconoscibile d’inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a differenza delle altre specie di querce. Il principale carattere diagnostico per identificare la specie è quello di sentire al tatto le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria che si può facilmente apprezzare. La rusticità e plasticità di questa pianta, grazie soprattutto all’enorme vitalità della ceppaia ha permesso alla Roverella, attraverso i secoli, di resistere agli interventi distruttivi dell’uomo. Alcuni esemplari possono raggiungere anche i 1000 anni. la Roverella è un albero che di rado arriva a raggiungere i 20-25 m di altezza, di aspetto tozzo con chioma ampia, rada e irregolare. Presenta un fusto corto, ramificato a breve altezza in grosse branche è spesso contorto. Gemme: sono grigie, lunghe 8-12 mm, ovali-appuntite e molto pelose. Corteccia: di colore grigio-scura poi nerastra, fessurata sin da giovane in piccole scaglie dure a profilo quadrangolare rilevate e rugose. Foglie: sono tardivamente caduche, alterne molto variabili nella forma e dimensioni; in genere ovato allungate, presentano una lamina cuneata a margine lobato. La pagina fogliare inferiore è densamente pubescente (pelosa), con picciolo fogliare di circa 8-12 mm. Frutto: detto Achenio di forma ovoidale con striature scure allo stato fresco, portato da un peduncolo molto spesso e peloso; cupola emisferica ricoprente la ghianda per 1/3 1/2 della sua lunghezza. 35


FRAGNO (Quercus trojana Webb) Si tratta di un albero semi-sempreverde con foglie dalla forma appuntita. La pianta del fragno è diffusa in tutta la zona transadriatica, ma in Italia è presente solo in Puglia (sulle Murge) e in Basilicata (zona di Matera) in associazione con altre specie di quercia. L’habitat più adatto in cui queste piante radicano è il terreno calcareo, dove spesso i fragni vivono in simbiosi con funghi e altre piante. Corteccia: è di colore grigio cenere da giovane, poi si trasforma in un ritidoma scuro e fessurato, rugoso, è molto duro perchè è intriso di cristalli minerali. Gemme: le infiorescenze maschili sono amenti penduli lunghi 5-6 cm. I fiori femminili singoli o a gruppetti di 2-4, sono subsessili e presentano 4-5 stili allungati. Foglie: sono semplici, ad inserzione alterna, ovalilanceolate (simili a quelle del castagno ma molto più piccole) grandi circa 6-10 cm, coriacee, lucide, dai margini seghettati, con 8-14 coppie di denti ottusi e mucronati. Sono glabre su entrambe le facce. La pagina inferiore appare più chiara per la presenza di sostanze cerose. Quando seccano rimangono attaccate all’albero fino alla primavera, quando le foglie nuove fanno cadere quelle vecchie. Il picciolo è molto corto (fino a 5-6 mm) ed è dotato di stipole che ben presto cadono. Frutti: sono ghiande ovali piuttosto grosse, mucronate, racchiuse in una grande cupola, legnosa e spessa con peli setolosi appressati all’interno, simile a quella del cerro che ricopre la ghianda per metà o due terzi

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QUERCIA SPINOSA (Quercus coccifera) È una pianta sempreverde a portamento arbustivoarboreo, alta in genere 2-5 metri ma che, in condizioni ecologicamente favorevoli, può raggiungere gli 8 m. Nella forma tipica germogli e rami giovani sono quasi del tutto glabri, con pochi peli radi sparsi solo nei rametti del primo anno; Foglie: sono persistenti per più anni, coriacee, brevemente picciolate, glabre su entrambe le pagine e con pochi peli sparsi lungo le nervature principali. La lamina fogliare è piccola, generalmente lunga 2-3 cm,


ellittica o ovata-oblunga, con margine dentato-spinoso nelle forme giovanili, intero nell’habitus adulto. Frutti: le ghiande sono solitarie o appaiate. Maturano in due anni perciò sono presenti sia sui rametti dell’anno sia su quelli dell’anno successivo. La cupola è emisferica completamente avvolgente, con squame inizialmente conniventi, poi visibilmente patenti. LECCIO (Quercus ilex) Il leccio è generalmente un albero sempreverde con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-25 metri. Può assumere aspetto cespuglioso qualora cresca in ambienti rupestri. Foglie: sono semplici, a lamina coriacea a margine intero o dentato, molto variabile nella forma che va da lanceolata ad ellittica (rotondegiante nella sottospecie rotundifolia), la base è cuneata o arrotondata. La pagina superiore è verde scuro e lucida, la inferiore grigiastra e marcatamente tomentosa. Sono lunghe 3–8 cm, e larghe 1-3,5 cm. La nervatura centrale è dritta e sono presenti 7- 11 paia di nervature laterali. Frutti: lI frutti sono delle ghiande, portate singole o in gruppi di 2-5, su un peduncolo lungo circa 10–15 mm (eccezionalmente anche 40 mm). Le dimensioni variano da 1,5 a 3 cm di lunghezza, per 1-1,5 cm di diametro. Sono di colore castano scuro a maturazione, con striature più evidenti. All’apice di ogni ghianda è presente un robusto mucrone. Le ghiande sono coperte per un terzo o metà della loro lunghezza da una cupola provvista di squame ben distinte, con punte libere ma non divergenti. Maturano nello stesso anno della fioritura, in autunno. CERRO (Quercus cerris L.) Il cerro è un albero a foglie caduche, ha un tronco con corteccia grigio-brunastra con profonde solcature rossicce. Tende a sviluppare una chioma sino ad una altezza di 30-35 m. Foglie: sono alterne, eterogenee morfologicamente, ma in generale hanno forma obovato-oblunga, 7-9 paia di lobi ineguali, picciolo lungo fino a 2,5 cm, tardivamente caduche.

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Frutti: sono ghiande di circa 2,5 cm di lunghezza, caratteristiche per il “cappuccio” che le copre parzialmente ricoperto di una sorta di grossolana peluria riccioluta, di colore giallino chiaro, di cui sono rivestite anche le gemme, ciò che ne consente il riconoscimento in ogni stagione. La propagazione avviene tramite ghiande la cui maturazione fisiologica si completa in due anni. FARNETTO (Quercus frainetto Ten.) Il farnetto è un albero deciduo di grandi dimensioni (fino a 30-40 m), dalla crescita abbastanza veloce (cosa che ne determina l’impiego come pianta ornamentale, specialmente nei grandi parchi). È un albero molto longevo, dal portamento slanciato e maestoso, simile alla rovere ma con la chioma più densa. Foglie: sono grandi, ad inserzione alterna, lunghe fino a 20 cm e larghe fino a 12, obovate, più larghe nel loro terzo superiore, lobate (7-9 lobi per lato), con lobi spesso a loro volta sublobati, seni stretti e profondi, a volte raggiungenti quasi la nervatura centrale. La base può essere auricolata (come nella farnia) oppure cuneata. La caduta del fogliame in autunno è tardiva. Frutti: sono ghiande ovali, lunghe da 2 a 3 cm, simili a quelle della farnia ma portate da corti peduncoli. La cupola che le ricopre è di forma emisferica, formata da squame appressate e pubescenti, che sporgono oltre il margine inferiore..

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QUERCIA VALLONEA (Quercus macrolepis Kotschy) La vallonea è una specie semicaducifoglia alta fino a 25 metri, con chioma espansa verde scuro. Il tronco è diritto e ramificato a non molta distanza da terra in grossi rami tortuosi. È originaria delle regioni mediterranee sudorientali, dall’Italia fino al Medio Oriente e all’Asia Minore. Pianta tipica dei boschi aridi su suolo calcareo, forma boschi misti con leccio, quercia spinosa e roverella. Data la sua rarità, è stata inserita nel libro rosso delle piante d’Italia. Foglie: permangono sulla pianta fino alla primavera


dell’anno successivo; alterne e lunghe fino a 10 cm, hanno un picciolo lungo fino a 4 cm e hanno una lamina ovato-oblunga con margine un po’ lobato (3-7 lobi) che terminano in un dente subaristato. Fiorisce in aprile-maggio Frutti: ghiande che maturano al secondo anno, ovoidali, grosse, con pericarpio bruno a maturità e cupola larga rivestita di grosse squame appiattite. lunghe 6-8 cm con la cupola che si presenta formata da lunghe e folte squame patenti e ricurve all’indietro e raggiunge i 10 cm di diametro. Le ghiande della vallonea sono tra le più grandi di tutta la famiglia delle querce. Le cupole dei frutti venivano impiegate per l’estrazione del tannino usato nell’industria conciaria.

Nell’agro di Spinazzola, in località “Spaccacipolla” (contrada Macinali), nei pressi della masseria Lograno, si erge una delle querce più grandi dell’Alta Murgia. Si tratta di una roverella, vero “patriarca verde”, che misura 19 metri di altezza, 7.80 di circonferenza.

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Come impiantare una quercia partendo da una ghianda Coltivare una quercia partendo dalla ghianda è una procedura facile che ti permetterà di impiantare un esemplare sano e forte che potrai aiutare a crescere partecipando al più bel miracolo della natura: il ciclo della vita degli alberi. Come si fa? 1. Raccogli delle ghiande verdi ad inizio autunno. Scegli le migliori, prive di vermi, buchi e funghi. L’ideale sarebbero ghiande marroncine o quasi nere. Metti le ghiande verdi in un secchio d’acqua per un paio di minuti. Scarta tutte quelle che galleggiano e seleziona quelle che rimangono sul fondo. 2. Riponile in una busta grande con chiusura ermetica insieme a un po’ di segatura umida. Conserva la busta nel frigorifero per un mese o più, in modo da preparare le ghiande per la germogliazione. Questa operazione è chiamata “stratificazione” e consiste semplicemente nell’esposizione del seme a basse temperature. In questo modo, i semi saranno pronti a germogliare in primavera. 3. Controlla periodicamente le ghiande. L’estremità della radice inizierà a farsi strada verso l’esterno verso dicembre (generalmente, a cavallo tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno). Quando spunta la radice, la ghianda è pronta per essere piantata.

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4. Pianta ogni ghianda in un vaso di 5-10 cm di diametro che sia anche abbastanza profondo da permettere al fittone (la radice principale) di crescere senza problemi. Quando il fittone è abbastanza lungo e ha iniziato a staccarsi dalla ghianda, interra soltando la radice della


ghianda sulla superficie morbida del terreno nel vaso che hai scelto per questa operazione. Dopo questa operazione annaffia regolarmente. 5. Quando la piantina di quercia avrà raggiunto un’altezza di 10 centimetri - il che dovrebbe accadere in meno di sei mesi - potrai piantarla nel terreno. Nel frattempo, continua a prenderti cura della pianta nel vaso. Preferibilmente, i vasi dovrebbero essere bucati sul fondo per permettere un buon drenaggio.

10 cm

6. Prima di trapiantare la pianticella di quercia nel terreno, prepara una buca circolare di circa 30 cm di diametro e 60-90 cm di profondità. Scegli una zona in pieno sole con un terreno di buona qualità. Rimuovi le erbacce ed altri tipi di vegetazione attorno alla buca.

30 cm 60 - 90 cm

7. Posiziona la piantina di quercia nella buca, pulendola dall’eccesso di terreno in modo che l’acqua non ristagni sul fusto. La quercia non reagisce bene ai ristagni d’acqua sul proprio tronco. Riempi la buca con il terreno asportato in precedenza comprimendolo attorno alle radici evitando di lasciare dei vuoti d’aria. Stendi uno strato di pacciame di corteccia o di paglia tutto intorno alla base del fusto della piantina ricoprendo una zona di 30 cm di diametro. A questo punto comincia ad innaffiarla regolarmente per almeno i primi 2-3 anni, soprattutto nei mesi più caldi. Una volta attecchita, potrai goderti lo spettacolo di vederla crescere! Consigli Crea una protezione intorno alla piantina per evitare che gli animali la mangino. Puoi usare dei paletti e un paravento o una rete. Anche le quercie più giovani perdono le foglie in autunno, perciò non scoraggiarti quando vedrai le foglioline imbrunirsi e cadere. Aspetta il ritorno della primavera per vederla rinascere!

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Edizione a cura del Centro studi Torre di Nebbia Per la realizzazione del progetto e della presente pubblicazione hanno contribuito a vario titolo: Dario Antonioli Marinella Bozzetti Piero Castoro Filippo Clemente Michele Colonna Nicola Colonna Roberto Corradino Lucia Creanza Francesca Disanto Luigi Giorgio Andrea Grundzova Giuseppe Incampo Zlatana Lècrivain Gianfranco Maiullari Angelo Margherita Claudio Henrique Oliveira Barata Silvia Padrone Alessandro Panarese Angelo Passalacqua Stefania Pellegrino Nicola Perrini Nino Perrone Vito Santarcangelo Vito Tafuni Filippo Tito Teo Ugone

Adotta La Murgia Progetto realizzato dal Centro studi Torre di Nebbia cofinanziato dalla Regione Puglia, Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione Servizio Attuazione del Programma attraverso il Programma Operativo FESR 2007–2013, Asse VIII Linea d’intervento 8.1, sub azione 8.1.2. c

ADottA la murgia

Le foto sono dell’Archivio Fotografico Torre di Nebbia Si ringraziano per l’utilizzo di alcune foto anche Raffaele Popolizio Antonio Sigismondi Pietro Viti Luca Bellarosa © 2014 Centro studi Torre di Nebbia via Santa Croce 3 70022 Altamura (BA) tel. 080 3149809 info@altramurgia.it www.altramurgia.it La riproduzione e la condivisione della presente pubblicazione non solo è ammessa ma anche auspicata, tranne nel caso in cui lo scopo contempli motivi di lucro. Finito di stampare nel mese di marzo 2014 dalla tipografia Grafica&Stampa Altamura


www.adottalamurgia.it


Adotta la Murgia per diventare protagonisti (anche in rete) di buone pratiche che favoriscano un uso del territorio più consapevole. Condividere le informazioni necessarie per prendersi cura dell’Alta Murgia e di chi la abita: animali, piante ma anche pastori, veri custodi del territorio. In questa piccola pubblicazione, ma anche sul sito www.adottalamurgia.it, troverai tutte le informazioni necessarie per adottare una pecora, una coppia di falchi, una quercia. Semplici gesti per contribuire concretamente a preservare la straordinaria bellezza di un territorio così delicato e fragile.

UNIONE EUROPEA

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REGIONE PUGLIA Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione Servizio Attuazione del Programma

Progetto cofinanziato dal Programma Operativo FESR 2007–2013 Asse VIII – Linea d’intervento 8.1 sub azione 8.1.2. c

torredinebbia


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