L’Operatore 1 COMMERCIALE
Marzo 2012
PERIODICO della
di MATERA
Aut. Tribunale di Matera n. 88 del 15/12/88 Direttore Responsabile: Saverio Petruzzellis Direzione e Redazione: Confesercenti - Via Ugo La Malfa, 25 (5°piano) tel. e fax 0835 261717 - Matera E-mail: info@confesercentimatera.it - www.confesercentimatera.it Stampa: ARTEPRINT (MT) - via Taranto, 10 tel. 0835.385440 - fax 0835.042207 - amm.arteprint@gmail.com Spedizione gratuita alle imprese commerciali Sped. in A.P. Art. 2 - Comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Matera
Nuova sede Confesercenti di Matera - Comunicazione Dallo scorso 26 marzo gli uffici della Confesercenti Provinciale di Matera sono nella nuova sede in Via Ugo La Malfa n. 25 (5° piano) a poche decine di metri dal Municipio e dal Comando Provinciale dei Carabinieri. Chiediamo scusa per i disservizi causati durante il trasloco. Invariato il recapito telefonico e fax 0835.26.17.17.
Saldi e Sottocosto: importante risultato grazie all’azione di Fismo-Confesercenti Grazie all’azione efficace portata avanti dalla FISMO-CONFESERCENTI, il Governo ha accolto alcune richieste, prendendo atto che un’ulteriore liberalizzazione dei saldi di fine stagione come annunciato nella manovra economica di fine anno, avrebbe ulteriormente aggravato la situazione delle nostre imprese del settore moda. Il Governo infatti, accogliendo le istanze della Confesercenti, ha tolto dalle misure volte alla liberalizzazione di alcune attività economiche, quella relative alle vendite di fine stagione, così come è stata stralciata l’ipotesi di libe-
ralizzare le vendite “sottocosto”, provvedimento questo che se approvato avrebbe rappresentato un grave danno nei confronti delle nostre imprese. Rimane tutt’ora aperta la “partita” della deregulation degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Abbiamo, insieme a Confcommercio, attivato un tavolo di confronto con la Conferenza delle Regioni al fine di approdare ad un accordo “Stato-Regioni”, che permetta alle stesse Regioni, sulla base dell’art. 5 della Costituzione, di riappropriarsi della piena competenza in tema di commercio ed orari.
Un milione di euro per il Centro Storico a Matera: manca la pubblicazione del Bando Il Bando pubblicizzato lo scorso mese di ottobre ai commercianti del Centro Storico, al momento di andare in stampa con l’Operatore Commerciale, non è finito ancora sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata. I numerosi interventi compiuti dalle Associazioni dei commercianti negli scorsi mesi hanno di fatto contribuito ad accelerare un iter che però non ha dato ancora i risultati annunciati. Al momento non è dato sapere perché Comune e Regione non abbiano tenuto fede all’impegno assunto con i commercianti alcuni mesi fa.
- CORSI Abilitanti alla somministrazione e vendita di prodotti alimentari, all’attività di agenti di commercio e di affari in mediazione E’ possibile seguire corsi professionali previsti da vigenti norme che riguardano il commercio di prodotti alimentari, la somministrazione di alimenti e bevande (unificati dal Decreto Legislativo n. 59/10) e agenti di commercio e affari in mediazione. Ulteriori informazioni presso la nostra sede.
Libretti sanitari Si fa presente in proposito che dal mese di ottobre 2010 è stata abrogata la Delibera di Giunta Regionale che prevedeva la formazione in aula di almeno quattro ore, per il rilascio e rinnovo del libretto sanitario. La stessa è stata sostituita da una nuova Delibera di Giunta regionale – la n. 1484 del 7/9/10 - che prevede la formazione degli operatori del settore alimentare nell’ambito del programma di formaL’Operatore
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zione indicato nel Regolamento CE 852/04. Si tratta in pratica di formazione e addestramento in materia di igiene alimentare per l’applicazione dei principi del sistema HACCP. Sicurezza nei luoghi di lavoro Le imprese con dipendenti (o assimilati tali) potranno ricevere informazioni riguardanti tutti gli adempimenti di legge necessari per essere in regola nei luoghi di lavoro (autocertificazioni, piani sulla sicurezza, formazione addetti).
Novità
Distributori carburanti: riflessioni sul decreto approvato a fine marzo Il provvedimento di liberalizzazione della distribuzione carburanti nelle intenzioni del legislatore persegue l’obiettivo di: • promuovere lo sviluppo di operatori indipendenti ed impianti multimarca, agendo anche sulla diversificazione delle tipologie contrattuali che legano produttori e distributori di carburanti; • favorire una più generale liberalizzazione delle attività svolte dai gestori di impianti di distribuzione carburanti; • incentivare la diffusione degli impianti automatizzati; • accrescere la concorrenza e favorire una potenziale diminuzione dei prezzi; • agevolare e promuovere l’uscita dal mercato degli impianti di distribuzione meno efficienti. In realtà il provvedimento, appena convertito in Legge contiene, in prospettiva, degli elementi di fortissima novità e di sicura discontinuità rispetto alla normativa nazionale pregressa. Il primo elemento, ancorché ancora incompiuto, riguarda la possibilità che le Parti interessate (Gestori/Compagnie/Retisti), definiscano un nuovo quadro contrattuale (entro il prossimo 31 agosto) all’interno del quale, per incrementare la concorrenzialità, possa essere contemplato –a condizioni convenute di salvaguardia di marchio ed investimenti- il superamento del vincolo di esclusiva nel rifornimento. Ove si raggiungesse un’intesa (o intervenisse il MiSE a disciplinare unilateralmente) si potrebbe ottenere l’auspicata dinamizzazione del mercato con ingresso di nuovi operatori che potrebbero, utilizzando tutti gli strumenti di una forte e spinta competiti-
vità, dare il loro contributo al contenimento dei prezzi al pubblico. Il legislatore, a tale proposito -oltre agli aspetti contrattuali di regolazione del rapporto fra le Parti-, ha inteso introdurre altri due elementi che lasciano immaginare l’evoluzione del mercato in senso fortemente concorrenziale: il primo è quello relativo alla facilitazione dell’aggregazione fra Gestori non titolari di impianti ed il secondo è quello relativo alla definizione dei criteri per la costituzione di un mercato all’ingrosso dei carburanti. Quindi, per effetto combinato delle tre disposizioni: 1. condizioni di vendita non in esclusiva relative ai gestori degli impianti per la distribuzione carburanti titolari della sola licenza di esercizio, purché comprendano adeguate condizioni economiche per la remunerazione degli investimenti e dell’uso del marchio (in ogni momento i titolari degli impianti e i gestori degli stessi, da soli o in società o cooperative, possono accordarsi per l’effettuazione del riscatto degli impianti da parte del gestore stesso, stabilendo un indennizzo che tenga conto degli investimenti fatti, degli ammortamenti in relazione agli eventuali canoni già pagati, dell’avviamento e degli andamenti del fatturato, secondo criteri stabiliti con decreto del Ministero dello sviluppo economico); 2. aggregazioni di gestori di impianti di distribuzione di carburante finalizzate allo sviluppo della capacità di acquisto all’ingrosso di carburanti, di servizi di stoccaggio e di trasporto dei medesimi; 3. attuazione della direttiva 2009/119/
CE del Consiglio, del 14 settembre 2009, che stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi, sono altresì stabiliti i criteri per la costituzione di un mercato all’ingrosso dei carburanti. La distribuzione carburanti sarà investita, da un processo di trasformazione radicale che non potrà in alcun modo essere contenuta.
Parafarmacie: novità nella legge sulle liberalizzazioni Gli esercizi commerciali di cui all’articolo 5, comma 1, del decretolegge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in possesso dei requisiti vigenti, sono autorizzati, sulla base dei requisiti prescritti dal decreto del Ministro della salute previsto dall’articolo 32, comma 1, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ad allestire preparazioni galeniche officinali che non prevedono la presentazione di ricetta medica, anche in multipli, in base a quanto previsto nella farmacopea ufficiale italiana o nella farmacopea europea.
Obbligo dell’Attestato di Certificazione Energetica per gli immobili in vendita Il Decreto Legislativo n° 192 del 19 agosto 2005, art. 13 comma 2-quater, introduce delle sostanziali novità relative alla compravendita degli immobili dal punto di vista energetico. Di fatti il testo del comma di legge recita: “nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari, a decorrere dal 1° Gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendita riportano l’indice di prestazione energetica contenuto nell’attestato di certificazione energe-
tica” Ciò significa che, dallo scorso 1° gennaio 2012, sarà necessario, per vendere un immobile, avere l’Attestato di Certificazione Energetica (A.C.E.), poiché, per la pubblicazione degli annunci di vendita, sia a mezzo stampa che a mezzo internet o qualsiasi altra forma di pubblicità, dovrà essere obbligatoriamente indicata la classe energetica dell’immobile e l’indice di prestazione energetica dello stesso, che va ricavata dal Certificato Energetico. L’obbliL’Operatore
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go riguarda, pertanto, anche le agenzie immobiliari, poiché sarà cura delle stesse accertarsi della presenza dell’A. C.E. per l’immobile pubblicizzato, prima della sua pubblicazione, onde evitare sanzione pecuniaria. L’obbligo interessa tutte le regioni italiane, ed in particolar modo, Veneto e Lombardia, che hanno già introdotto pesanti sanzioni, che variano dai 1.000 ai 5.000 Euro ad annuncio. Le altre regioni, comunque, stanno già provvedendo a legiferare al riguardo.
Comunicati
Tassa di soggiorno a Matera: il NO di Confesercenti La Confesercenti si unisce al coro di no che si è alzato nei confronti della proposta di deliberazione dell’Amministrazione Comunale di Matera sull’introduzione della tassa di soggiorno sul turismo. L’idea di far pagare un contributo ai turisti che pernottano in città è una “gabella medievale” e sarebbe un atteggiamento autolesionistico per la città in particolare per il comparto turismo. Il numero delle presenze, in termini di pernottamenti in città, non giustificherebbe l’introduzione di questo balzello in quanto le stesse risorse potrebbero essere reperite semplicemente facendo attenzione al bilancio comunale e magari controllando gli sprechi. Il turismo in città non presenta caratteristiche, nè in termini di flussi nè tantomeno in termini di servizi offerti, tali da giustificare l’applicazione della tassa, al contrario presenta questioni
irrisolte prima fra tutte il fenomeno dell’abusivismo che andrebbe affrontato in maniera netta ed efficace. Non risulta ben chiaro dalla proposta di deliberazione come l’Amministrazione intenda impiegare gli eventuali introiti. Il generico riferimento, come recita l’articolo 2 della proposta, a “interventi in materia di turismo ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonchè interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ambientali locali, nonchè dei relativi servizi pubblici locali”, è sintomatico dell’ ennesimo atteggiamento di improvvisazione e scarsa capacità programmatica che al contrario servirebbero in un settore fondamentale come il turismo per la città di Matera, lacuna che purtroppo continua a perpetuarsi negli anni con qualsiasi Amministrazione.
Fallimenti Provincia di Matera: maglia nera al commercio Maglia nera al commercio per i fallimenti che nel corso del 2011 hanno interessato le imprese della nostra provincia; il calo dei consumi, l’indebitamento bancario e le difficoltà di incasso stanno affliggendo gli esercizi commerciali rendendoli particolarmente fragili di fronte all’imperversare della crisi. Il Governo centrale, con la liberalizzazione degli orari e delle aperture delle medie e grandi strutture, rincara la dose introducendo il concetto “più si rimane aperti più si incassa” L’effetto di tali provvedimenti porterà nei prossimi cinque anni, secondo le nostre previsioni, alla scomparsa di 80.000 imprese e di 240.000 posti di lavoro. L’esperienza materana, di oltre un decennio, sconfessa la previsione governativa in quanto la deregulation degli orari non ha portato purtroppo bilanci interessanti per il terziario. Chiediamo a Governo, Regione e sistema bancario di avanzare politiche concrete a favore delle piccole e medie imprese attraverso
lo snellimento della burocrazia, l’agire sulle leve che permettono realmente e in poco tempo l’attuazione di provvedimenti a favore della rete distributiva, l’introduzione di misure che diano sostegno concreto alle imprese esistenti attraverso incentivi reali a favore delle assunzioni, riconoscimenti per chi intende investire, consolidamento della debitoria senza se e senza ma! Il Fondo regionale di Garanzia, varato oltre un anno fa, risulta essere uno strumento farraginoso e di non pratica utilità; la legge 183/11 che regolamenta le transazioni gratuite per le operazioni inferiori a 100 euro per i rifornimenti di carburante non trova ancor oggi concreta applicazione, creando non poca confusione fra gli addetti. Insomma c’è un generale disinteresse verso le PMI che necessitano di maggiore attenzione in un momento come questo e verso le quali da sempre suggeriamo provvedimenti concreti per la sopravvivenza stessa dei nostri comuni.
Premiazione Concorso “Vetrine in Festa” Premiate lo scorso mese di gennaio nel salone della Camera di Commercio di Matera alcune vetrine natalizie partecipanti al concorso “Vetrine in festa” indetto da Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e CNA della provincia di Matera con il patrocinio camerale.Le tre vetrine premiate sono quelle del bar Il Caffè di Pisticci, l’Ottica Centola di Tricarico e la Pasticceria Schiuma di Giovanni Schiuma in via XX Settembre a Matera. Strade e centri storici dei comuni della nostra provincia sempre più spenti a Natale, è il triste commento di Pasquale Di Pede – direttore di Confesercenti. Ciò a testimoniare che sono le luci dei negozi a tener viva una città, senza le quali, tutto sembra più cupo; purtroppo è quello che sta avvenendo dalle nostre parti. L’iniziativa comunque, assieme a quella dei “prezzi di Natale“, – ha concluso Di Pede -ha segnato un discreto successo perchè ha contribuito a dare una spinta agli acquisti che a inizio dicembre sembravano assopiti.
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Al “Salva Italia” non segue il “cresci Italia” - Preoccupato il Presidente Lisurici Le piccole e medie imprese avanzano una serie di dubbi e perplessità circa l’azione portata avanti dal Governo Monti che, nato per salvare l’Italia da un imminente default, non ha varato ancora alcuna misura per la tanto agognata crescita. E’ quanto sostiene il Presidente di Confesercenti di Matera, Francesco Lisurici, che spera di avere almeno alle spalle il rischio fallimento ma resta preoccupato per i dati ufficiali diffusi da Bankitalia relativi al mese di gennaio 2012 che non sembrano affatto confortanti! Il debito pubblico, a gennaio, ha stabilito purtroppo un nuovo record attestandosi a 1935,8 miliardi di euro, in crescita di 38 miliardi rispetto al mese precedente; il fabbisogno finanziario del mese è a 4 miliardi di euro, più elevato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando era di 2,5 miliardi di euro. Per quanto concerne le liberalizzazioni, il Governo e’ intervenuto ancora una volta su attività commerciali già duramente toccate dalla crisi (giornalai, bar,ecc), aumentandone di fatto gli orari di lavoro. L’utilizzo del contante fino a 1000 euro sta causando un crollo dei consumi e inoltre, l’inasprimento dei controlli presso le solite attività commerciali (bar, ristoranti, pizzerie, pub, locali notturni) rischia di far credere agli Italiani che la causa della crisi è da addebitare alla sola evasione fiscale delle attività commerciali. E come se tutto questo non bastasse, con l’ultima bozza che si va delineando sulla riforma del lavoro, il prezzo più alto da pagare sarà a carico delle micro imprese: maggiori oneri per applicare contratti a tempo determinato, più denaro a favore dei nuovi fondi di disoccupazione; in cambio di cosa, visto che l’abolizione dell’art. 18 non le riguarda affatto? Ma dove si intende arrivare con questo genere di pressione messa in atto dal Governo? Occorre attuare politiche tese allo sviluppo per far riprendere l’economia e creare nuovi posti di lavoro; ma di questo non se ne parla. Le micro imprese costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo esistente e meritano, ad avviso del Presidente Lisurici, maggiore attenzione.
Novità
Siglato accordo apprendistato settore commercio E’ stato siglato nei giorni scorsi l’accordo di riordino complessivo sulla disciplina dell’apprendistato per il settore Terziario Distribuzione e Servizi tra Confesercenti e Filcams-Cgil, FisascatCisl e Uiltucs-Uil. L’ ACCORDO SARÀ IN VIGORE DAL PROSSIMO 26 APRILE. Con tale intesa le parti hanno ribadito l’importanza di tale istituto che rappresenta lo strumento principale per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, anche in coerenza delle posizioni assunte da Confesercenti e
Rete Imprese Italia in occasione del negoziato con il Governo. L’accordo, che ha recepito i contenuti del nuovo Testo Unico sull’apprendistato (D. L.vo n. 167/2011), prevede, per specifiche figure professionali (analoghe a quelle artigiane), durate diversificate e percorsi formativi ad hoc in grado di rispondere alle esigenze delle imprese e dei lavoratori. Disciplinate nell’intesa le tre tipologie di apprendistato e valorizzato in particolare l’apprendistato professionalizzante. E’ confermato e valorizzato
Centro Storico di Matera: i commercianti incontrano l’assessore Cappella A seguito dell’incontro tenutosi lo scorso mese di gennaio fra i commercianti del Centro Storico di Matera e l’assessore alla viabilità urbana, Sergio Cappella, le associazioni dei commercianti, con propria nota, hanno evidenziato alcune richieste con le relative soluzioni relative all’annosa questione della ZTL del Centro Storico di Matera che minaccia le già esili economie delle attività commerciali presenti. I commercianti propongono di trasformare i parcheggi dell’intero Centro Storico a completo utilizzo dei residenti, in parcheggi a pagamento o “zona disco” (60 min.) nelle fasce orarie 8.30 – 13.30 / 16,00 – 21.00; così facendo si garantirebbe ai residenti di trovare parcheggio presso le proprie dimore nelle ore di pausa e serali (13,30-16,00 e 21,00-8.30) e ai cittadini tutti di frequentare gli esercizi commerciali ivi presenti con l’ausilio delle proprie vetture. Inoltre suggeriscono di riprendere in
considerazione i vecchi progetti riguardanti l’istituzione della ZTL in cui si prevedevano parcheggi pubblici interrati e non subito a ridosso dell’area garantendo così gli avventori materani abituati da sempre, nel fare lo shopping, all’utilizzo dell’a propria auto. Infatti oggi registriamo il poco utilizzo dei parcheggi esistenti in quanto ubicati a svariate centinaia di metri dall’area in questione che non permette ai cittadini di raggiungere comodamente le attività del Centro; a tal proposito chiediamo come mai non si parli più del parcheggio previsto a ridosso del Boschetto e pertanto ci permettiamo di suggerire la costruzione di un parcheggio interrato sotto il Boschetto, con eventuali risorse europee, lasciando inalterate le aree verdi attraverso la realizzazione di giardini pensili. Solo con la realizzazione dei servizi si potrebbe pensare di realizzare la ZTL per l’intero arco della giornata.
il ruolo della bilateralità, e previsto il passaggio obbligato all’ente bilaterale per l’ottenimento del parere di conformità (precedentemente già previsto dal CCNL Terziario) nell’ambito della procedura di attuazione dello stesso contratto di apprendistato professionalizzante. A tal proposito ricordiamo che è di prossima costituzione l’Ente Bilaterale di Basilicata del Commercio, distribuzione, servizi e turismo. Maggiori informazioni potranno aversi presso le nostre sedi.
Sicurezza nei locali e luoghi di intrattenimento e spettacolo - personale di controllo (“buttafuori”) Il “ buttafuori”, figura professionale già esistente da tempo, è stata per così dire istituzionalizzata dall’art. 3 della legge n. 94/2009 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, in considerazione dell’impatto derivante per l’ordine e la sicurezza pubblica dallo svolgimento di alcune attività di intrattenimento e spettacolo. I gestori delle attività, al fine di garantire il divertimento in sicurezza, possono provvedere ai servizi di controllo o direttamente con proprio personale oppure avvalendosi di dipendenti da istituti di vigilanza. Se non ricorre quest’ultima ipotesi, il gestore deve impiegare unicamente personale iscritto in apposito elenco tenuto presso la Prefettura competente per territorio; un requisito essenziale richiesto dalla legge per l’iscrizione consiste nel superamento di un corso di formazione professionale da organizzarsi a cura delle Regioni.
Strutture alberghiere: decreto milleproroghe su normativa antincendio Desideriamo informarVi sullo stato delle normative antincendio cui devono attenersi le strutture turistico ricettive con oltre 25 posti letto. Come saprete la Camera dei deputati ha in via definitiva approvato la conversione in legge del Milleproroghe surichiamato che è entrato in vigore il 28 febbraio 2012. All’articolo 15, il termine per l’adeguamento alla vigente normativa antincendio è stato posticipato al 31 dicembre 2013 grazie all’azione svolta dalla Confesercenti. Come certo non vi sarà sfuggito, per poter usufruire di questa proroga le strutture turistico ricet-
tive con oltre 25 posti letto dovranno presentare una domanda – entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento recante il Piano straordinario biennale di adeguamento di cui all’articolo 15 del DL n. 216/2011 – al Comando dei Vigili del Fuoco territorialmente competente. Vi informiamo inoltre che il Ministro dell’Interno ha recentemente apposto la firma al provvedimento recante il Piano straordinario biennale di adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi che verrà prossimamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il L’Operatore
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trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione. Dal giorno della pubblicazione le imprese avranno a disposizione 30 giorni per presentare domanda, mentre i locali Comandi dei Vigili del Fuoco dovranno esprimere il loro parere sull’ammissione al Piano entro 60 giorni. Per stabilire se le imprese alberghiere associate hanno i requisiti per l’ammissione al Piano straordinario biennale, Vi consigliamo di rivolgersi ai tecnici che vi hanno assistito nella pratica di adeguamento alla norme di prevenzione incendi.
Novità
Canone RAI: i chiarimenti del Dipartimento per le Comunicazioni Come è noto, la RAI – Radiotelevisione Italiana, nello scorso mese di febbraio, ha provveduto all’invio di una lettera alle imprese di ogni tipologia, nella quale affermava che le norme di legge in materia di “abbonamenti alle radioaudizioni” imporrebbero l’obbligo del pagamento di un canone di abbonamento speciale anche a chi detenga, al di fuori dell’ambito familiare, apparecchi quali computer collegati in rete (“digital signage e similari”, si legge nella lettera della RAI), indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti, come ad esempio visione di filmati, DVD, televideo, filmati di aggiornamento, ecc. L’art. 1 del R.D.L. 21 febbraio 1938, n. 246, sulla “Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni”, stabilisce in effetti che “chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento (…)”. Ma finora nessun Ente od organo aveva mai individuato tali apparecchi, per quanto l’Agenzia delle Entrate, con nota del marzo 2008, avesse chiesto al Ministero delle Comunicazioni di procedere a tale individuazione. L’atteggiamento della RAI è apparso a R.ETE. Imprese Italia intollerabile,
essendosi l’azienda pubblica, di fatto, sostituita al legislatore nel tradurre in regola concreta una norma che certamente non ha come scopo quello di obbligare al pagamento del canone chi utilizza i propri strumenti di lavoro per finalità intrinseche, e a volte addirittura per effetto di norme che obbligano l’impresa a dotarsene (posta elettronica certificata; previsione che i contatti tra imprese e pubblica amministrazione debbano avvenire esclusivamente in forma telematica). La richiesta del pagamento del canone a tutte le imprese, senza un riscontro delle reali situazioni operative, è sembrata piuttosto rispondere ad una non dichiarata ma evidente esigenza “di far cassa”. Le Associazioni che compongono R.ETE. Imprese Italia si sono dunque opposte fermamente “all’applicazione di quello che appare un insensato nuovo balzello, basato sulla teorica eventualità dell’accesso a un servizio, piuttosto che sull’utilizzo reale del medesimo”. Pertanto, R.ETE. Imprese, considerata “la palese iniquità della situazione”, ha richiesto al Governo “un immediato intervento affinché vengano modificate le norme che impongono il pagamento del canone televisivo, escludendo quanto meno
qualsiasi obbligo di corrispondere il canone in relazione al possesso di apparecchi che fungono da strumenti di lavoro per le aziende, quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari”. Lo scorso 21 febbraio, la RAI ha emesso un comunicato nel quale si afferma che “la lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage), fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisori”. Inoltre, con propria nota del 22 febbraio, il Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico ha fornito chiarimenti sull’applicazione del RDL n. 246/38 e sul Canone di abbonamento RAI. Ne deriva, come conseguenza, che: un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è ritenuto né atto né adattabile alla ricezione delle radioaudizioni (e conseguentemente per esso non va pagato alcun canone TV).
Nuovi orari degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi Come è ormai noto, il DL 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, cosiddetto “Decreto salva Italia”, all’art. 31, è intervenuto a modifica dell’art. 3 del DL n. 223/2006, come già modificato a suo tempo dal DL n. 98/2011, in materia di orari degli esercizi commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande. Va anzitutto evidenziato che la norma si applica, come chiaramente afferma il primo comma dell’art. 3, oltre che agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, alle attività commerciali individuate dal D. Lgs. n. 114/98, dunque alle sole attività di vendita di merci al dettaglio e all’ingrosso. Nulla dice invece, con riferimento ai termini per l’adeguamento offerti a Regioni ed enti locali, l’art. 31 del DL n. 201. Se ne desume che lo Stato ritiene di-
rettamente applicabili le nuove norme. D’altra parte, le Regioni, stante la perentorietà delle nuove previsioni, che non ammettono alcuna eccezione al principio della libertà assoluta di determinazione degli orari da parte degli operatori (non sono consentiti limiti e prescrizioni inerenti il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio), altro non potrebbero fare che prendere atto della norma statale. Quanto ai pubblici esercizi (somministrazione di alimenti e bevande), il Ministero dello Sviluppo economico, con circolare n. 3644/C, del 28 ottobre 2011, ha già spiegato che “nel caso degli esercizi di somministrazione, avendo già chiarito in passato l’inapplicabilità dell’obbligo del giorno di chiusura settimanale previsto L’Operatore
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dalla legge 425/71, la disposizione ha effetti nei soli casi in cui sussistano a livello territoriale disposizioni di tale contenuto ivi comprese quelle che dispongono obblighi di chiusura notturna. Relativamente alla chiusura notturna, tuttavia, il MISE ritiene che eventuali provvedimenti motivati che limitino le aperture notturne o stabiliscano orari di chiusura correlati alla tipologia e alle modalità di esercizio dell’attività di somministrazione per motivi di pubblica sicurezza o particolari esigenze di tutela (es. somministrazione alcolici) possano continuare ad essere applicati ed adottati in quanto vincoli necessari ad evitare danni alla sicurezza o indispensabili per la protezione della salute umana, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale ed espressamente richiamati dall’art. 3, comma 1, del DL 138/11 come limiti ammissibili all’iniziativa economica privata”.
Novità
Se chiude la PMI, chiude l’Italia. Iniziative per denunciare i dati di una crisi silenziosa Il 22 marzo, in Italia, ed in Basilicata, è partita una campagna di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni nazionali e quelle locali (in primis le Regioni) sullo stato di estrema difficoltà in cui versa la PMI italiana. La Confesercenti ha convocato in quel giorno alcuni incontri per illustrare come la crisi è vissuta da un ampio settore del sistema produttivo nazionale che rappresenta il 54% della occupazione nel privato, con oltre 10.800.000 persone tra indipendenti e dipendenti. Nel corso degli incontri saranno illustrati i numeri di una crisi che sta passando sotto silenzio e sarà presentato un documento, elaborato sulla base delle proposte che RE.TE. Imprese Italia ha discusso con il Governo. E’ urgente invertire il senso delle soluzioni che i Governi, ed in particolare quello Italiano, stanno approntando per trovare una via d’uscita alla crisi più complessa degli ultimi 80 anni. Le misure finora adottate, alcune inevitabili, stanno producendo una inversione di tendenza non solo nei parametri che ciascuno di noi ha associato a questa situazione (spread, deficit di bilancio, debito pubblico, etc.), ma an-
che nei comportamenti e nella vita delle persone : nel corso dell’ultimo triennio il reddito delle famiglie si è ridotto di oltre 5 punti e di altrettanti si ridurrà entro il 2014, con la conseguente riduzione dei consumi che sono ritornati ai valori del 1990. Ciò ha avuto come conseguenza il crollo delle vendite al dettaglio (tra il 2009 e il 2011, (- 14 % al netto dell’inflazione) e la riduzione di oltre 150.000 imprese (saldo tra iscritte e cancellate) solo nei comparti del commercio e del turismo. Gli stessi aumenti dell’IVA stanno avendo effetti anche sulle PMI, determinando un peggioramento della situazione economica, con aumento della inflazione (in media + 2,5 punti fino al 2014), ulteriore riduzione del reddito disponibile delle famiglie e dei consumi e conseguente stato di sofferenza acuta per le PMI. La tassa di soggiorno, l’ aumento delle aliquote IVA intermedie, le novità fiscali introdotte con il DL 98/2011 stanno avendo ricadute sia sulla capacità competitiva di queste imprese rispetto agli operatori dei paesi concorrenti sia sull’ulteriore aggravio delle distorsioni fiscali che sono – almeno in parte – all’origine di
Edicolanti: ecco le novità La vendita della stampa quotidiana e periodica e’ effettuata nel rispetto delle seguenti modalita’: a) il prezzo di vendita della stampa quotidiana e periodica stabilito dal produttore non puo’ subire variazioni in relazione ai punti di vendita, esclusivi e non esclusivi, che effettuano la rivendita; b) le condizioni economiche e le modalita’ commerciali di cessione delle pubblicazioni, comprensive di ogni forma di compenso riconosciuta ai rivenditori, devono essere identiche per le diverse tipologie di esercizi, esclusivi e non esclusivi, che effettuano la vendita; c) i punti di vendita, esclusivi e non esclusivi, devono prevedere un adeguato spazio espositivo per le testate poste in vendita; d) e’ comunque vietata l’esposizione al pubblico di giornali, riviste e materiale pornografico. d-bis) gli edicolanti possono vendere presso la propria sede
qualunque altro prodotto secondo la vigente normativa; d ter) gli edicolanti possono praticare sconti sulla merce venduta e defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita e restituito a compensazione delle successive anticipazioni al distributore; d-quater) fermi restando gli obblighi previsti per gli edicolanti a garanzia del pluralismo informativo, la ingiustificata mancata fornitura, ovvero la fornitura ingiustificata per eccesso o difetto, rispetto alla domanda da parte del distributore costituiscono casi di pratica commerciale sleale ai fini dell’applicazione delle vigenti disposizioni in materia. d-quinquies) le clausole contrattuali fra distributori ed edicolanti, contrarie alle disposizioni del presente articolo, sono nulle per contrasto con norma imperativa di legge e non viziano il contratto cui accedono.
L’Operatore
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comportamenti elusivi ed omissivi: la Confesercenti ha calcolato che, tra aumento dei contributi sociali, aumento dell’INU, introduzione della nuova tassa rifiuti ed aumento dei costi amministrativi, per una piccola impresa con un fatturato di 50.000 euro il totale degli oneri aggiuntivi, sia pari, per il solo 2012, ad una cifra oscillante tra 3.500 e 5.000 euro. Le misure adottate stanno conducendo l’Italia , e la gran parte dei paesi europei, verso la recessione. Se non si modifica questa tendenza gli obbiettivi dei sacrifici imposti a famiglie ed imprese saranno vanificati. Rendere efficiente la spesa pubblica, risanare i bilanci e ridurre i deficit statali restano priorità condivise, ma bisogna cominciare a pensare a misure efficaci per innescare lo sviluppo e la domanda. Negli incontri saranno illustrate le nostre proposte per un fisco più a misura delle PMI, le nostre idee per una riforma equilibrata del mercato del lavoro, le nostre sollecitazioni alla Regione perché metta mano agli adempimenti normativi in ordine alle nuove leggi di settore, così come previsto dai decreti finora approvati sulle liberalizzazioni.
Commercializzazione sacchi da asporto merci Riportiamo il contenuto della nuova legge riguardante la commercializzazione dei sacchi da asporto merci che regolamenterà la questione fino all’adozione di un apposito decreto di natura non regolamentare da parte dei Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico: • i sacchi monouso per l’asporto merci realizzati con polimeri conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, secondo certificazioni rilasciate da organismi accreditati; • i sacchi riutilizzabili realizzati con altri polimeri che abbiano maniglia esterna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore a 200 micron se destinati all’uso alimentare e 100 micron se destinati ad altri usi; • i sacchi riutilizzabili realizzati con altri polimeri che abbiano maniglia interna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore ai 100 micron se destinati all’uso alimentare e 60 micron se destinati agli altri usi. Pertanto, fino alla data di adozione del citato decreto, i sacchi per l’asporto merci che rientrano nelle tipologie sopra descritte potranno essere commercializzati; per le altre tipologie permane il divieto già esistente.