Maneggiare con cura

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MANEGGIARE CON CURA

CAMBIAMENTO CLIMATICO E FAIR TRADE DOSSIER 1


INDICE INTRODUZIONE

Lettera del Presidente pag. 5

PARTE PRIMA - IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

1.

Il cambiamento climatico pag. 7

2. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU pag. 10 (SDGs ONU) e il Fair Trade 3. Il Commercio Equo e Solidale: una risposta pag. 12 alla giustizia climatica

PARTE SECONDA - STORIE DI FILIERE

4. La voce dei produttori: sfide al cambiamento climatico pag. 15

• Asia e Africa pag. 16 • America Latina pag. 18 • Italia pag. 24 5. Effetti dei cambiamenti climatici sui prodotti simbolo pag. 27 del Commercio Equo e Solidale • Miele • Banane • Caffè

Dossier "Maneggiare con cura. Cambiamento climatico e Fair Trade" a cura di Altromercato Impresa Sociale – Soc. Coop. Coordinamento editoriale: Francesca Serra Contributi: Sofia Bacchion, Cristiano Calvi, Cinzia Capuzzo, Davide Cavazza, Ilaria Favè, Giulia Sitton

6. Altromercato e la sostenibilità ambientale pag. 29

PARTE TERZA - CONCLUSIONE 7. Il futuro è nelle tue mani (piccole grandi scelte quotidiane per salvare il pianeta) pag. 32

Si ringraziano i partner produttori di Altromercato per le preziose testimonianze ricevute. Realizzato in occasione di Altromercato Campus 2019 Stampato nel mese di settembre 2019 da Esperia srl – Lavis (TN) Direzione grafica: Simona Placci Progetto grafico: Barbara Thermes

Fonti pag. 34


LETTERA DEL PRESIDENTE Abbiamo iniziato tanti anni fa per una questione di giustizia. Ci ribolliva il sangue quando Frans van der Hoff ci raccontava dei coyotes che affamavano i contadini di caffè in Messico con il loro lavoro di intermediari delle multinazionali. Migliaia di persone in Italia si sono impegnate a creare associazioni, gruppi d’acquisto, botteghe perché migliaia di produttori nel mondo potessero saltare le intermediazioni e vivere dignitosamente arrivando con il loro prodotto ai consumatori responsabili. Oggi con la stessa logica di giustizia dobbiamo affrontare la crisi climatica. Fao, Nazioni Unite, Banca Mondiale, sono tutti concordi. I cambiamenti climatici stanno picchiando duro sui piccoli produttori, e nei prossimi 30 anni migliaia di loro dovranno abbandonare le loro terre perché non riusciranno più a produrre. Piogge torrenziali, siccità, venti impetuosi renderanno impossibile continuare a coltivare come fatto da diverse generazioni. Ancora una volta i più vulnerabili pagheranno il prezzo perché a livello globale i Paesi più ricchi non sono disposti a mettere in discussione il loro modello di produzione e consumo. Per noi di Altromercato, per tutto il movimento del Commercio Equo e Solidale, non è una scelta. Nulla è più urgente di questa crisi climatica che diventa priorità del nostro agire, come abbiamo ribadito a Lima, in Perù, in occasione della conferenza di WFTO1 2019, modificando i criteri del Fair Trade. Questo dossier e l’appuntamento di Altromercato Campus ci ridanno l’opportunità di amplificare la voce dei nostri partner e di assumerci ancora - insieme a loro - la responsabilità del cambiamento. Verona, 12 ottobre 2019

© photo Archivio Karethic

Cristiano Calvi, Presidente di Altromercato

1 World Fair Trade Organization, Organizzazione Mondiale che riunisce le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale a livello globale.

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PARTE PRIMA: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 1. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO Il cambiamento climatico è un fenomeno che colpisce tutti i paesi del mondo. È senza dubbio uno dei temi più attuali e una delle maggiori sfide per la comunità internazionale. Per mitigare i problemi dovuti a questo fenomeno, è necessaria una collaborazione internazionale per realizzare uno sviluppo sostenibile che assicuri che le generazioni future dispongano di risorse naturali sufficienti a garantire il loro benessere. Servono sistemi di produzione e di consumo più sostenibili. Diventa sempre più urgente proporre soluzioni concrete, da attuare sia a livello macro che da applicare nella vita quotidiana di ognuno di noi. La letteratura scientifica in materia è molto vasta e i dati sono in continua evoluzione. Per introdurre e spiegare il fenomeno attraverso evidenze significative riteniamo utile fornire in questo Dossier - e specialmente nel primo capitolo - i dati più aggiornati. Abbiamo per questo motivo selezionato accuratamente le fonti: ci affidiamo in particolare all’ultimo report delle Nazioni Unite sul tema e a documenti della FAO.

© photo Archivio Reismühle Brunnen

LE CAUSE

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Il riscaldamento attuale è dovuto alla crescente emissione di gas serra (CO2, diossido di carbonio) come conseguenza dell’utilizzo di combustibile fossile, alla deforestazione e all’allevamento intensivo di bovini.

LA CRISI CLIMATICA La crisi climatica è ormai inequivocabile e provoca:

Aumento delle temperature medie globali (+1° nell’ultimo secolo)

Maggior frequenza delle ondate di calore inedite

Conseguente fusione dei ghiacciai (in 150 anni sulle Alpi la superficie si è dimezzata)

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› Aumento dei livelli oceanici (+ 3,5 mm/anno) ›

Maggior frequenza di siccità e incendi boschivi

Variazione della distribuzione geografica di piante e animali ed estinzioni di specie

› ›

Aumento di rovesci intensi

I GAS SERRA: LA DISTRIBUZIONE DELLE EMISSIONI NEL MONDO › I PAESI PIÙ RICCHI E INDUSTRIALIZZATI SONO QUELLI CHE EMETTONO PIÙ GAS

SERRA, CON ECONOMIE BASATE SUL CARBONE E MOLTI SPRECHI DI ENERGIE E MATERIE PRIME -> CON 20 TONNELLATE DI CO2 PRO-CAPITE ANNUE (USA, CANADA, AUSTRALIA)

› I PAESI PIÙ POVERI NE SUBISCONO MAGGIORMENTE GLI EFFETTI, NONOSTANTE

CONTRIBUISCANO POCHISSIMO AL RISCALDAMENTO GLOBALE (POCHE DECINE DI CO2 PRO-CAPITE)

ITALIA E EUROPA SI TROVANO NEL MEZZO:

NEL 2018: RECORD DI EMISSIONE DI CO2 (33 MILIARDI DI TONNELLATE)

› ITALIA: 8,7 DI CO2 TONNELLATE PRO-CAPITE › EUROPA: 7,1 DI CO2 TONNELLATE PRO-CAPITE › CRESCE IL CONTRIBUTO DELLE ECONOMIE EMERGENTI (CINA, INDIA, BRASILE) 7


L’8 agosto 2019 è stato presentato a Ginevra il Rapporto “Cambiamento Climatico e Territorio” del Comitato dell’ONU sul Clima (IPCC, il panel intergovernativo e scientifico dell’ONU che si occupa di valutare i cambiamenti climatici) con focus sulle conseguenze del riscaldamento globale su agricoltura e foreste. Ancora una volta emerge che a pagare le conseguenze più alte del riscaldamento globale sono soprattutto le popolazioni più povere di Asia e Africa, con guerre e migrazioni. Ma anche il Mediterraneo è ad alto rischio di desertificazione e incendi. La causa è il riscaldamento globale che secondo i ricercatori già nel 2030 potrebbe arrivare alla soglia dei +1,5° C rispetto ai livelli pre industriali. L’obiettivo minimo dell’accordo COP 21 firmato a Parigi nel 2015 da oltre 190 Paesi punta a rimanere sotto i 2°. Ogni decimo di grado in più aumenta i rischi per il Pianeta. Con un riscaldamento globale attorno ai 2°, l’IPCC prevede come «molto alta» l’incidenza delle siccità e degli eventi piovosi estremi nel Mediterraneo e nell’Africa Meridionale. Nel Rapporto dell’IPCC i ricercatori si sono soffermati in particolare su un aspetto: una buona gestione della terra può aiutare a fronteggiare il problema del cambiamento climatico e a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2/1,5° C. Una gestione sostenibile del territorio può aiutare a mitigare gli effetti dei gas serra che stiamo continuando a pompare in atmosfera. Attraverso la riforestazione, la “afforestazione” (creare nuove foreste) e mitigando la deforestazione. Le piante, oltre a essere il “polmone” del Pianeta, possono immagazzinare CO2 sottraendola all’atmosfera fino a un terzo delle emissioni totali, una percentuale variabile proprio per l’incognita dei cambiamenti climatici. Anche una gestione dell’agricoltura potrà essere utile. Il documento dell’ONU ha il grande obiettivo di sensibilizzare alla sostenibilità e coinvolgere tutti: dai produttori ai consumatori.

Gli alti livelli di CO2 nell’atmosfera renderanno meno nutrienti i prodotti (5,9-12,7% di proteine in meno, 3,7–6,5% in meno di zinco e 5,2–7,5% in meno di ferro) e anche questo colpirà soprattutto le popolazioni dei Paesi poveri o in via di sviluppo, alimentando un circolo vizioso. In futuro il cambiamento climatico avrà un ulteriore impatto sulla resa agricola, la qualità e l'offerta di cibo, con un possibile aumento dei prezzi alimentari. È previsto un aumento fino al 23% per il 2050 rispetto agli scenari senza cambiamento climatico. L’agricoltura e l’uso del suolo sono responsabili del 23% delle emissioni dell’uomo di gas serra. Una dieta più bilanciata e a base di prodotti a basse emissioni di carbonio (vegetali e frutta, meno carni rosse) potrebbe liberare da 4 a 25 milioni di chilometri quadrati di superficie e significare meno emissioni pari a oltre tre miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Le scelte alimentari hanno un peso: andrebbero privilegiate le diete bilanciate con alimenti a base vegetale, come cereali a grana grossa, legumi, frutta e verdura e alimenti di origine animale prodotti in modo sostenibile.

GLI STRUMENTI PER RIDURRE LE EMISSIONI È proprio la gestione del territorio, secondo il Comitato Scientifico dell’ONU sul Clima, la chiave per poter trovare una soluzione e allontanare il disastro.

AGRICOLTURA E SICUREZZA ALIMENTARE

Occorre una gestione basata su:

Il Rapporto dell’ONU mette in evidenza come i cambiamenti climatici interessino i quattro pilastri della sicurezza alimentare:

Produzione sostenibile di cibo Gestione sostenibile delle foreste Gestione del carbonio organico nel suolo Conservazione degli ecosistemi, ripristino del territorio › Riduzione della deforestazione, del degrado e della perdita e dello spreco di cibo

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Gli effetti dei cambiamenti climatici si riflettono sulla disponibilità di cibo e sulla qualità. Gli eventi estremi avranno l’effetto di diminuire la certezza di fornitura in maniera non prevedibile, determinando forti oscillazioni dei prezzi che si ripercuoteranno soprattutto sulle popolazioni più povere e sui produttori di quelle regioni. Più a rischio sono le regioni tropicali e sub tropicali dove la produttività è destinata a calare con l’aumento delle temperature.

La disponibilità (produzione e resa) L’accesso (prezzi e possibilità di ottenere cibo) L’utilizzo (nutrizione e cucina) La stabilità (interruzioni della disponibilità)

Tutte queste azioni ridurrebbero le emissioni di gas serra e, quindi, limiterebbero il riscaldamento globale. Alcune misure hanno un impatto immediato, mentre altre richiedono decenni per ottenere risultati.

BIODIVERSITÀ A RISCHIO Dati allarmanti sono stati rilevati anche da studi che analizzano lo stato della biodiversità nel mondo. Secondo il Rapporto della FAO sullo stato della biodiversità nel mondo del 2019, a minacciare la biodiversità sono i cambiamenti nell'uso e nella gestione della terra e dell'acqua, la mancanza o inadeguatezza delle politiche in materia, l'inquinamento e il cambiamento climatico, il sovrasfruttamento delle risorse e l’urbanizzazione. Il Rapporto della FAO sottolinea come a dover essere tutelato sia l’intero sistema complesso e

Pur essendo oltre 6mila i tipi di pianta coltivati a fine alimentare, le specie che danno un contributo significativo di produzione a livello globale sarebbero meno di 200. Nove specie rappresentano oltre il 66% del peso di tutta la produzione agricola (canna da zucchero, mais, riso, grano, patate, semi di soia, olio del frutto di palma, barbabietole da zucchero e manioca).

“La terra è il posto in cui viviamo. La terra è sotto una crescente pressione da parte dell’uomo. La terra è una parte della soluzione. Ma la terra non può farlo da sola”. "Cambiamento climatico e territorio" Rapporto del Comitato Scientifico dell'Onu sul Clima – 8 agosto 2019 interconnesso nel quale viviamo, tra specie animali e vegetali, specie selvatiche e allevate o seminate dall’uomo. E la minaccia è reale. La nostra agricoltura si fonda ormai su un'estrema povertà.

Il 75% delle colture alimentari mondiali dipende, in parte, dall'impollinazione, ma la perdita di api è in aumento e il 17% delle specie di impollinatori vertebrati è gravemente minacciato. Così come molte specie di uccelli, pipistrelli e insetti che aiutano a controllare parassiti e malattie.

Oltre 26mila specie sono a rischio di estinzione, tra animali e vegetali. La loro scomparsa metterebbe in crisi l'intero sistema alimentare, ormai basato su un pugno di prodotti.

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LE MIGRAZIONI CLIMATICHE

IN ITALIA IN 10 ANNI I CAMBIAMENTI CLIMATICI › HANNO CAUSATO DANNI PER 14 MILIARDI ALL'AGRICOLTURA ITALIANA

A CAUSA DEGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI AUMENTERANNO LE MIGRAZIONI, ALL’INTERNO DEI PAESI E OLTRE LE FRONTIERE. I MIGRANTI ECONOMICI SARANNO SEMPRE PIÙ MIGRANTI CLIMATICI, UNA SITUAZIONE CHE RISCHIA DI ACCENTUARE I CONFLITTI PER L’USO DELLE TERRE MA ANCHE NEI PAESI DI DESTINAZIONE, TRA CUI L’ITALIA, ESACERBANDO COSÌ LO SCONTRO GIÀ IN ATTO, A LIVELLO SOCIALE, CULTURALE E POLITICO. NELLE TRE REGIONI PIÙ DENSAMENTE POPOLATE

› NEGLI ULTIMI 25 ANNI È SCOMPARSO OLTRE

UN QUARTO DELLA TERRA COLTIVATA (-28%)

› IN UN SECOLO SONO SCOMPARSE 6MILA VARIETÀ DI FRUTTA › NEGLI ULTIMI 15 ANNI È SPARITA UNA PIANTA

AL MONDO ENTRO IL 2050 SI PREVEDONO

DA FRUTTO SU TRE

MIGRAZIONI INTERNE DI 140 MILIONI DI PERSONE.

2. GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (SDGs ONU) E IL FAIR TRADE L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development Goals, SDGs - da raggiungere entro il 2030, in un grande programma d’azione per un totale di 169 “target” o “traguardi”. Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. “Obiettivi comuni” significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. Il Commercio Equo e Solidale è un attore efficace per raggiungere molti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Il Commercio Equo e Solidale è una partnership

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economica basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che mira a una maggiore equità nel commercio internazionale. Contribuisce a uno sviluppo sostenibile complessivo attraverso l’offerta di migliori condizioni economiche e assicurando i diritti dei produttori e dei lavoratori svantaggiati, specialmente nel Sud del Mondo. Le organizzazioni del Commercio Equo, sostenute dai consumatori, sono coinvolte attivamente nel sostegno ai produttori, nell’azione di sensibilizzazione e nello sviluppo di campagne volte al cambiamento delle normative e delle pratiche del commercio internazionale tradizionale. La visione del Commercio Equo e Solidale è quella di un mondo in cui giustizia e sviluppo sostenibile siano il cuore delle strutture e delle pratiche del commercio così che ognuno, attraverso il proprio lavoro, possa mantenere una vita dignitosa e sviluppare al massimo il proprio potenziale umano. Le scelte di un consumatore del Commercio Equo e Solidale hanno effetti concreti per gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che l’ONU e tutte le 193 nazioni del mondo si sono impegnate a perseguire entro il 2030. Ne analizziamo qui i principali:

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.

OBIETTIVO ONU N.2: FAME ZERO. Il Commercio Equo e Solidale riconosce ai produttori e ai lavoratori con i quali si relaziona prezzi equi e condizioni economiche che permettono alle loro famiglie una dieta alimentare equilibrata e dignitosa, senza essere costretti a emigrare. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.

OBIETTIVO ONU N.5: PARITÀ DI GENERE. Con il Commercio Equo e Solidale le donne ricevono parità di retribuzione e diritti, la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano le organizzazioni ove operano e un ruolo sociale rilevante nelle loro comunità. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.

OBIETTIVO ONU N.8: LAVORO DIGNITOSO E SVILUPPO ECONOMICO. Il Commercio Equo e Solidale opera tramite contratti condivisi con i produttori che prevedono prezzi, condizioni di pagamento e di lavoro dignitose, e la destinazione di un “premium economico” alla comunità.

Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.

OBIETTIVO ONU N.13: BUONE AZIONI PER IL CLIMA. Il Commercio Equo e Solidale promuove e incentiva pratiche agricole e produzioni sostenibili, fornisce strumenti ai piccoli produttori per far fronte ai cambiamenti climatici, opera per ridurre il consumo di risorse naturali. Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli.

OBIETTIVO ONU N.16: PACE E GIUSTIZIA. Il Commercio Equo e Solidale sostiene le organizzazioni di produttori che s'impegnano nella lotta per la difesa dei diritti umani e per la convivenza pacifica tra i popoli, dando loro concreto sostegno. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

OBIETTIVO ONU N.17: ALLEANZA PER LA SOSTENIBILITÀ. Il Commercio Equo e Solidale coinvolge cittadini, produttori e imprese per rendere il commercio uno strumento per lo sviluppo sostenibile e la riduzione di sfruttamento, disuguaglianze e impatto ambientale.

Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo.

OBIETTIVO ONU N.12: CONSUMO E PRODUZIONI RESPONSABILI. Il Commercio Equo e Solidale informa e sostiene i consumatori nel fare scelte sostenibili, assicurando che i produttori ricevano prezzi più equi e diritti e promuovendo modelli di produzione sostenibili.

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IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (SDGs) DELLE NAZIONI UNITE: L'OBIETTIVO 13 La lotta contro il cambiamento climatico è stata inserita dall’ONU nella sua Agenda 2030 per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) nel tredicesimo Obiettivo.

OBIETTIVO 13 ADOTTARE MISURE URGENTI PER COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E I SUOI EFFETTI.

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Incorporare le misure relative ai cambiamenti climatici nelle politiche, nelle strategie e nei piani nazionali Migliorare l'istruzione, la consapevolezza e la capacità umana e istituzionale in relazione alla mitigazione dei cambiamenti climatici, adattandosi a essa, riducendo i suoi effetti e il preallarme Attuare l'impegno assunto dai paesi sviluppati che aderiscono alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con l'obiettivo di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all'anno per il 2020, al fine di soddisfare le esigenze dei paesi in via di sviluppo

La protezione dell’ambiente, della biodiversità e la disponibilità a lungo termine delle risorse naturali sono da sempre pilastri fondamentali del Commercio Equo e Solidale. Tutti gli attori della catena di produzione, distribuzione e consumo sono responsabili delle buone pratiche ambientali che includono la protezione del suolo e dell’acqua e la riduzione del consumo di energia, delle emissioni di gas serra e dei rifiuti. L’intera catena di valore dovrebbe essere gestita in modo da assicurare che i costi reali delle buone pratiche ambientali si riflettano nei prezzi e nelle condizioni di scambio. I piccoli agricoltori e gli artigiani sono tra i più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico ed è importante che siano supportati nello sviluppo e nell’investimento in strategie di adattamento e mitigazione.

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Il Commercio Equo e Solidale da anni si interroga sul proprio ruolo per affrontare i cambiamenti climatici e sulle soluzioni da adottare: i produttori subiscono ormai da tempo gli effetti del riscaldamento globale e lo combattono adottando tecniche e modelli replicabili. WFTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale, stabilisce 10 Principi che le organizzazioni equosolidali devono seguire giorno per giorno nel loro lavoro e le monitora per assicurarsi che si attengano a tali principi. Il decimo principio, che è stato rielaborato a settembre 2019 considerando l’emergenza climatica, riguarda appunto la sostenibilità ambientale e il rispetto per l’ambiente.

PRINCIPIO 10 DI WFTO (WORLD FAIR TRADE ORGANIZATION): RISPETTO PER L’AMBIENTE Le organizzazioni che producono prodotti del Commercio Equo e Solidale massimizzano l’uso di materie prime provenienti da fonti gestite in modo sostenibile nelle loro gamme di prodotti, acquistando in loco quando possibile. Utilizzano tecnologie di produzione che mirano a ridurre il consumo energetico e, ove possibile, a utilizzare tecnologie energetiche rinnovabili che riducono al minimo le emissioni di gas serra. Mirano a ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente del loro flusso di rifiuti. I produttori di prodotti agroalimentari del Commercio Equo e Solidale riducono al minimo il loro impatto ambientale utilizzando, ove possibile, metodi di produzione biologici o a basso impiego di pesticidi. Gli acquirenti e gli importatori di prodotti del Commercio Equo e Solidale danno precedenza all’acquisto di prodotti ottenuti da materie prime che nascono da fonti sostenibili e hanno un impatto minimo sull’ambiente. Tutte le organizzazioni utilizzano, per quanto possibile, materiali per l’imballaggio riciclati o facilmente biodegradabili e, ove possibile, i prodotti vengono spediti via mare.

Oggi l'umanità è minacciata da qualcosa che nessuno immaginava quando è nato il Fair Trade, che potrebbe condizionare i progressi che il movimento ha realizzato in 60 anni: una crisi mondiale causata dal riscaldamento globale. Il riscaldamento globale è la più grande sfida che l'umanità abbia mai affrontato ed è necessario trattarla come tale. A tal fine, alla Conferenza Internazionale di WFTO, Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale, che si è tenuta a Lima dal 16 al 19 settembre 2019, è stata presentata una risoluzione, con l’obiettivo di assumere un impegno pubblico chiaro e concreto sulla problematica dei cambiamenti climatici. I 412 membri WFTO - tra i quali anche Altromercato - hanno votato per aggiornare i loro principi. Il movimento ha preso la storica decisione di rinominare il principio 10 “Rispetto per l’ambiente” con il nuovo titolo “Crisi Climatica e Protezione del Pianeta”. Il nuovo principio aumenterà gli sforzi e gli investimenti dei produttori, dei soci e di tutte le organizzazioni per ridurre le emissioni di CO2, promuovere la produzione sostenibile e diminuire ulteriormente i rifiuti, eliminando in particolare le materie plastiche.

“Lavoratori e agricoltori, artigiani e consumatori sono solidali per lottare contro la crisi climatica. Le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale in tutto il mondo intensificheranno gli sforzi per ripensare la progettazione, la produzione e gli imballaggi. Molti di noi stanno già investendo in energia solare, abbracciando l’agricoltura biologica, promuovendo le fibre naturali e aprendo la strada al riutilizzo e al riciclo. Vogliamo mostrare come le persone e il pianeta possano essere messi al primo posto nel processo produttivo”. Roopa Mehta, Presidentessa WFTO Per assicurare un futuro al pianeta e al Commercio Equo e Solidale diventa sempre più urgente dare risposte per affrontare la crisi climatica, che deve diventare la priorità per tutte le organizzazioni che si occupano di Fair Trade.

© photo Archivio Reismühle Brunnen

“CRISI CLIMATICA E PROTEZIONE DEL PIANETA”: RINNOVATO IL PRINCIPIO 10 DI WFTO

3. IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: UNA RISPOSTA ALLA GIUSTIZIA CLIMATICA

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PARTE SECONDA: STORIE DI FILIERE

COME UN COMMERCIO PIÙ EQUO PUÒ PORTARE ALLA GIUSTIZIA CLIMATICA

In questa occasione si è fatta sentire in modo chiaro anche la posizione delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale internazionali - Fairtrade International, WFTO – Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale, e Fair Trade Advocacy Office, in difesa dei piccoli produttori agricoli. I piccoli produttori agricoli, i meno responsabili degli effetti dei cambiamenti climatici, soffrono a causa di raccolti a rischio, carenza d’acqua e disastri naturali. Più di 500 milioni di piccole aziende agricole di produttori forniscono oltre l'80% del cibo consumato nel Sud del Mondo. Insieme ai lavoratori impiegati in agricoltura, sono tra i gruppi più colpiti dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Da molte organizzazioni Fair Trade di tutto il mondo, è arrivata la richiesta di adottare soluzioni audaci e coraggiose sul clima per supportare i piccoli produttori. Le organizzazioni hanno ribadito che la giustizia climatica si raggiungerà solo con maggiori regole vincolanti anche sul commercio e favorendo pratiche commerciali più eque per chi produce. Il movimento internazionale del Commercio Equo e Solidale ha invitato le parti dell’UNFCCC United Nations Framework Convention on Climate Change - ad adottare cinque misure concrete per trasformare urgentemente il sistema economico globale in modo che sia funzionale al benessere delle persone e del pianeta:

1 Introdurre meccanismi di trasparenza, sistemi di incentivi e normative vincolanti per gli attori privati ​​ per creare catene di approvvigionamento resilienti ed eque ai cambiamenti climatici e adempiere al loro dovere di diligenza, ad esempio attraverso il pagamento di prezzi equi che consentano redditi dignitosi lungo tutta la catena di approvvigionamento e coprano i costi di una produzione sostenibile da parte dei piccoli agricoltori 2 Fornire agli agricoltori su piccola scala e alle

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comunità vulnerabili sostegno finanziario, formazione incentrata sugli agricoltori e competenza tecnica per affrontare gli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici, riprendersi dagli effetti degli shock climatici, ripristinare i loro mezzi di sussistenza e attuare strategie efficaci di mitigazione del clima e adattamento

3 Promuovere meccanismi che affrontino

l'internalizzazione dei costi delle attività economiche non corrette e non rispettose del clima e facilitino gli incentivi fiscali per i prodotti agricoli senza CO2, (ad esempio attraverso l'introduzione di una tassa sul CO2)

4 Assicurare che il settore privato nel Sud del Mondo

paghi solo tasse appropriate e gli Stati investano nello sviluppo di modelli resilienti ai cambiamenti climatici a beneficio dei piccoli agricoltori e delle comunità vulnerabili

5 Investire nella ricerca agronomica nelle aree più

colpite dai cambiamenti climatici e promuovere pratiche agricole resilienti incentrate sui piccoli proprietari (ad esempio la conservazione di modelli di biodiversità e agroforestali che rispettino le conoscenze tradizionali e la sovranità alimentare)

Un commercio più giusto è un passo fondamentale verso il raggiungimento della giustizia climatica; occorre dare la priorità alle esigenze dei piccoli agricoltori e produttori e tener conto delle loro maggiori vulnerabilità. Tuttavia, il Commercio Equo e Solidale da solo non può far fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla disuguaglianza nelle catene del valore; l’attuale sistema economico globale deve essere urgentemente trasformato.

4. LA VOCE DEI PRODUTTORI: SFIDE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono in maniera non equa. I popoli del Sud del Mondo, che sono i meno responsabili di questo problema crescente, sono attualmente i più colpiti. I Produttori delle filiere di Commercio Equo e Solidale sono al centro degli effetti del cambiamento climatico, sia perché devono far fronte a eventi climatici estremi e nuove criticità produttive (lato difensivo) sia perché scelgono metodi produttivi sostenibili per influire positivamente sull’ambiente (lato proattivo). A differenza del commercio tradizionale, il Commercio Equo e Solidale, sostiene queste iniziative fornendo ai produttori del Sud del

Mondo condizioni commerciali più eque che contribuiscono alla prosperità delle loro famiglie e delle loro comunità. I produttori del Commercio Equo e Solidale lavorano duramente ogni giorno per contrastare i cambiamenti climatici, con diversi progetti e modalità produttive sostenibili. Di seguito possiamo vedere come i produttori partner di Altromercato sono colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, ma anche in che modo riescono a sviluppare strategie di adattamento efficaci e rispettose del pianeta, costruendo esempi virtuosi di produzione agricola amica del clima.

© photo Archivio Reismühle Brunnen

Dal 3 al 14 dicembre 2018 la Polonia ha ospitato COP 24, la Conferenza Mondiale sul Clima da cui, secondo molti, dipenderanno le sorti del pianeta.

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ASIA E AFRICA GREEN NET (TAILANDIA) Pioniera dell'agricoltura biologica in Asia, Green Net è fortemente impegnata nella salvaguardia dell'ambiente, nella tutela della biodiversità e nella lotta ai cambiamenti climatici. Il profumato riso Thai, l'aloe vera e il latte di cocco sono coltivati da contadini che credono nell'agricoltura biologica e nel Commercio Equo e Solidale.

L’IMPATTO DELLA CRISI CLIMATICA I contadini di Green Net, che coltivano la terra in diverse regioni tailandesi, hanno osservato quattro tipi di fenomeni legati ai cambiamenti climatici, che si ripetono e intensificano praticamente ogni anno:

Il prolungarsi di alte temperature durante la stagione estiva, tanto che quasi ogni anno viene superata la temperatura massima registrata

La stagione delle piogge arriva in ritardo rispetto all’alternanza stagionale che si è sempre verificata negli anni

› Durante la stagione delle piogge, caratterizzata da un forte tasso di umidità e temperature elevate, le precipitazioni sono molto più intense e concentrate in brevi periodi ›

La stagione secca, con venti secchi e freddi, è più breve

La maggioranza dei soci di Green Net sono contadini che coltivano principalmente riso. Purtroppo, a causa dei fenomeni collegati ai cambiamenti climatici, una parte dei loro campi non è più coltivabile a riso e i campi che ancora vengono coltivati danno una resa molto inferiore rispetto al passato.

© photo Archivio Green Net

Per i contadini di noci di cocco, il secondo gruppo più importante per Green Net, i raccolti sono invece aumentati a causa dei cambiamenti climatici. Questo ha comportato però una netta caduta dei prezzi di mercato delle noci di cocco. Per aiutare questi contadini Green Net ha deciso di aumentare del 50% anche il prezzo stabilito dal Commercio Equo e Solidale.

SFIDE “I piccoli contadini marginalizzati sono gli ultimi responsabili dell’emissione dei gas serra, ma quelli che ne pagano il prezzo più alto. Come persone e attivisti del Commercio Equo e Solidale è nostra responsabilità aiutare a mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici”. Vitoon Ruenglert Panyakul, Presidente di Earth Net Foundation

“Adattamento ai cambiamenti climatici” 16

Da oltre 10 anni Green Net ed Earth Net Foundation – organizzazione fondata da Green Net – portano avanti un programma di adattamento ai cambiamenti climatici, fornendo supporto tecnico e aiuti finanziari ai contadini soci delle cooperative per migliorare la gestione delle risorse idriche, fondamentali per la coltivazione del riso e diversificare le colture, promuovendo prodotti agricoli da vendere al mercato locale. Più di 100 contadini hanno aderito al programma, ma la maggioranza è ora in difficoltà a causa degli eventi atmosferici estremi. Green Net ha dato vita a un nuovo programma a sostegno delle cooperative di contadini, "Reducing organic rice farmland", per la riduzione dei campi coltivati a riso biologico e la loro conversione a colture più resistenti alle alte temperature e a un andamento piovoso irregolare.

Purtroppo la riduzione dei raccolti di riso biologico indebolirà le cooperative di contadini, le cui entrate dipendevano soprattutto dal riso biologico, che veniva lavorato nel mulino della cooperativa prima di essere commercializzato ed esportato tramite Green Net.

alberi di mango della pregiata varietà “carabao” per avere una fonte di reddito, prevenire lo smottamento del terreno e l’erosione del suolo, proteggere centinaia di specie, compensare le emissioni di carbonio e contribuire a ridurre il riscaldamento globale.

Per i contadini di noci di cocco, visto il crollo dei prezzi, Green Net sta promuovendo anche in questo caso una diversificazione delle colture.

Prokritee (Bangladesh)

Un altro sostegno che Green Net dà ai contadini è insegnare loro a realizzare il “biochar”, il cosiddetto “carbone vegetale”, ottenuto tramite degradazione termica dei gusci delle noci di cocco. Il “biochar” è un ottimo fertilizzante per il suolo e riduce i costi di produzione. Infine, permette il riutilizzo dei gusci delle noci di cocco, che altrimenti costituirebbero rifiuti che i villaggi dovrebbero smaltire.

Fair Farming (India) I contadini di Fair Farming Foundation, che vivono nei villaggi remoti in Uttarakhand alle pendici dell’Himalaya, sono proprietari di piccoli appezzamenti, coltivati a riso biologico, in associazione con altri prodotti come ceci, soia, grano, miglio, curcuma. Negli ultimi anni i contadini hanno dovuto affrontare il grosso problema della disponibilità dell’acqua, poiché le piogge sono molto meno frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Per permettere la coltivazione del riso Basmati con meno acqua si sta implementando il metodo agronomico SRI, System of Rice Intensification, che si basa sull’umidificazione del suolo anziché coltura in immersione, con un risparmio dell’acqua fino al 50%. Razionalizzando la gestione dell’acqua con il metodo SRI e un sistema di canalizzazione gestito dal villaggio, i contadini riescono a coltivare verdure e soia biologiche nella “contro stagione” del riso. In questo modo il terreno si rinvigorisce grazie alla rotazione delle colture e i contadini possono avere verdure e legumi biologi per il consumo familiare e per la vendita al mercato locale, realizzando un piccolo reddito aggiuntivo. Grazie al metodo SRI, Fair Farming ha calcolato di aver ridotto le emissioni di gas serra tra il 20% e il 30%. Un contributo significativo che crescerà ancora nei prossimi anni.

Preda Fair Trade (Filippine) Preda Fair Trade si sta impegnando nella salvaguardia del patrimonio forestale con un progetto ambizioso. Oltre 400 agricoltori di Zambales, indigeni Aeta, stanno piantando 4.000

In Bangladesh gli artigiani di Prokritee hanno dovuto sopportare una stagione delle piogge molto lunga, con forti alluvioni e i loro orti familiari non hanno prodotto quasi nulla. Questi problemi, dovuti ai cambiamenti climatici, ora sono peggiorati e in futuro potrebbero aggravarsi ulteriormente. Quando le piogge e le inondazioni si susseguono per molti giorni, gli artigiani devono cambiare i loro ritmi di lavoro. Senza il sole non possono asciugare le foglie di molte piante come “kaisa”, “hogla” e la palma, che utilizzano per intrecciare i cesti. Anche juta e canapa devono essere perfettamente asciutte prima di essere adoperate. E la bellissima carta seta artigianale bengalese, che Altromercato utilizza come packaging per i panettoni e le uova di Pasqua, ha bisogno del calore del sole.

Heiveld (Sudafrica) La regione del Suid Bokkeveld in Sudafrica è molto vulnerabile ai cambiamenti climatici. Nel 2003 le piogge arrivarono con tre mesi di ritardo; l’estrema siccità fece morire molte piante di rooibos e molti animali. I contadini erano in ginocchio. Uniti dalla cooperativa Heiveld, iniziarono un lungo percorso per proteggersi dai cambiamenti climatici globali. Da allora si organizzano corsi per raccogliere e interpretare i dati sui fenomeni atmosferici e negli anni hanno portato avanti diverse azioni per un migliore utilizzo dell’acqua, per prevenire l’erosione, la desertificazione e i danni causati dai forti venti. Nel corso della "grande siccità", le varietà selvatiche di rooibos e quelle coltivate sono state analizzate dall’Università di Città del Capo e dagli “agricoltori-ricercatori” di Heiveld. Il rooibos selvatico cresce più lentamente e le riserve nelle sue grosse radici garantiscono una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici. È infatti molto più resistente alla siccità rispetto al suo cugino coltivato. Il rooibos selvatico non viene seminato con i tradizionali solchi, ma gettando i semi sul campo, in modo che crescano solo le piante

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più resistenti; le piante non vengono irrigate e non vi è alcun utilizzo di fertilizzanti e sostanze chimiche.

Questi fenomeni hanno fatto sì che la produzione di caffè negli ultimi 5 anni sia diminuita di circa il 30% e purtroppo ne ha risentito anche la qualità. Allo stesso modo è diventato molto difficile stimare la produzione annuale, creando incertezza a tutti i contadini.

“Qui a Bokkeveld, nel bush, non è facile sopravvivere. La terra aspra brucia in estate e in inverno è ghiacciata dal gelo che uccide i germogli. Grazie a Heiveld abbiamo visto che il rooibos selvatico sopravvive in condizioni climatiche estreme. Come noi”. I contadini della Cooperativa Heiveld

“Dobbiamo implementare azioni che contribuiscono a proteggere il nostro pianeta e prediligere mezzi di adattamento e mitigazione. La cosa peggiore sarebbe se gli esseri umani non dessero la dovuta importanza ai cambiamenti climatici e, anzi, compissero attività che danneggiassero l’ambiente”. Jose Rojas Hernandez, Ingegnere Agronomo di Norandino

© photo Marta Fracasso

SFIDE Norandino ha messo in campo molteplici misure per aiutare i soci a contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. A livello produttivo si stanno selezionando le varietà di piante più resistenti e meno “attaccabili” da parassiti e funghi. A causa delle forti siccità è fondamentale migliorare la tecnologia per rendere più efficienti i sistemi d’irrigazione, tramite irrigazione a pioggia, piccole riserve d’acqua e la raccolta dell’acqua piovana. Si sta inoltre diversificando la produzione, in modo da non dipendere eccessivamente da un prodotto, invitando i contadini a coltivare zucchero di canna (panela), cacao, banane e altri prodotti tipici locali. Fondamentali sono i corsi di formazione per i piccoli produttori sui cambiamenti climatici e i modi per contrastarli.

IL PROGETTO DI RIFORESTAZIONE DELLA SIERRA DE PIURA Dal 2008 Norandino, assieme alla Ong Progreso, a Proclimate e altre associazioni ambientaliste, promuove il progetto di riforestazione della Sierra de Piura, che mira a produrre “bonos de carbonio”. Obiettivo del progetto è contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre le emissioni di CO2, piantando alberi in aree scelte per la riforestazione in dieci comuni della zona di Choco. Grazie ai risultati raggiunti si possono vendere i “crediti di carbonio” che servono a finanziare l’assistenza tecnica per aumentare la produttività delle piante di caffè, continuare a studiare il cambiamento climatico e implementare azioni per contrastarne gli effetti negativi. Il progetto è un grande successo per le 2.000 famiglie di produttori che vivono e lavorano a 3.000 metri, in condizioni estremamente difficili e in un contesto di grande povertà. I “crediti di carbonio” sono un’alternativa economica reale e sostenibile. Grazie alla forte spinta innovativa, il progetto ha vinto il secondo premio nazionale del Ministero per l’Ambiente peruviano e il premio “Mejores Prácticas para la Adaptación y Mitigación al cambio climático – Proclimate’’ per la categoria caffè.

"Perseveranza"

AMERICA LATINA L’IMPATTO DELLA CRISI CLIMATICA La zona settentrionale del Perù e i dipartimenti di Piura, Tumbes, Amazonas, Cajamarca y San Martín, dove vivono i soci di Norandino, sono stati fortemente colpiti dai cambiamenti climatici. Tra gli impatti negativi dovuti ai cambiamenti climatici, gli agricoltori di Norandino sono stati particolarmente danneggiati da:

NORANDINO (PERÙ) La cooperativa Norandino riunisce in Perù 7.000 famiglie e da anni è impegnata a migliorare le condizioni di vita dei contadini soci. Grazie all’incremento nelle vendite dell’eccellente caffè biologico di qualità arabica e del cacao biologico i soci di Norandino hanno creato una valida alternativa al mercato di foglie di coca. Impegni prioritari per la cooperativa sono lo sviluppo sostenibile e la riforestazione.

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Attacchi di insetti nocivi alle piante (“broca”, cioè scarafaggi che forano le ciliegie del caffè, “roya”, cioè funghi che creano la "ruggine del caffè") con maggior intensità rispetto al passato

Periodi più lunghi di siccità, e/o periodi di forti piogge (fenomeno climatico comunemente chiamato El Niño)

Nei terreni a bassa altitudine, inferiore ai 1200 s.l.m, già ora non è più possibile coltivare caffè

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REDESIGN (PERÙ) coca e ora crescono le baby banana biologiche Altromercato, cacao, agrumi e specie arboree che contribuiscono al progetto di sviluppo sostenibile di Redesign.

SFIDE L’impegno di Redesign per contrastare i danni causati dai cambiamenti climatici e dare nuova speranza ai contadini ha dato vita al progetto “Sviluppo sostenibile e lotta contro il cambiamento climatico nell’Alto Huallaga”. Il progetto vuole sviluppare azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a beneficio dei produttori di baby banana e contrastare la crisi economica e sociale che ha colpito la zona. Il progetto è nato in collaborazione con varie istituzioni peruviane e italiane tra cui Ctm Agrofair, la Cooperativa Mandacarù Altromercato, la Provincia Autonoma di Trento, il Dipartimento di Ingegneria Ambientale dell’Università di Trento e l’Università Agraria de La Selva.

© photo Beatrice De Blasi

Nella selva Amazzonica Alta, nella foresta tropicale incontaminata, caratterizzata da elevata biodiversità, in una delle regioni più povere e depresse del Perù, nasce Redesign a sostegno di 250 piccoli contadini: 165 ettari vengono strappati alla coltivazione della

risultano piccoli, deformati e privi di zucchero. L’eccesso di precipitazione produce l’inondazione dei campi e il mancato drenaggio provoca lo sviluppo di parassiti delle foglie (tripodi) che inficiano lo sviluppo della pianta e del frutto.

Fondamentale è monitorare le condizioni metereologiche e climatiche per capire come limitare i danni alla produzione. Grazie a un controllo costante nel tempo e a una stazione d’osservazione pilota si vogliono sviluppare modelli predittivi che diano informazioni in tempo reale, oltre a implementare strutture come barriere frangivento e sistemi d’irrigazione da utilizzare prevalentemente in estate, per evitare che i frutti maturino in modo inadeguato a causa della siccità.

“Per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici bisogna sensibilizzare i consumatori, le persone, le istituzioni pubbliche e private, invitando tutti ad adottare comportamenti che riducano l’impatto ambientale. Noi, come produttori di Redesign, promuoviamo un’agricoltura familiare, biologica e biodinamica per uno sviluppo all’insegna della sostenibilità”. Juan Francisco Hun Pop, Ingegnere Agronomo di Redesign

Attraverso il progetto sono state analizzate le caratteristiche dei terreni, si sta implementando un sistema di produzione di humus biologico, si stanno sviluppando strumenti agronomici per il controllo dei parassiti. I contadini sono sempre stati coinvolti in prima persona.

"Cooperazione"

Apicoop (Cile) Negli ultimi tre anni il Cile ha vissuto fenomeni metereologici estremi e impensabili: incendi che hanno devastato le foreste, temperature più alte mai registrate, il Niño sulla costa e nevicate impensabili ad Ancud, nel sud del Cile. La siccità e in contemporanea l’aumento delle temperature stanno causando lo scioglimento dei ghiacci della Cordigliera delle Ande. I produttori di Apicoop, con circa 5 ettari a famiglia, si trovano in tutto il Cile, dalla regione Maule a nord, fino a Lagos nel sud. In Cile hanno avvertito fortemente gli effetti dei cambiamenti climatici, negli ultimi 10 anni c’è stata una diminuzione delle precipitazioni in media del 57%. I pochi giorni di pioggia hanno registrato precipitazioni fortissime con allagamenti e alluvioni. Vi è un notevole impatto negativo per la produzione del miele. Negli ultimi 5 anni le riserve d’acqua tradizionali, pozzi, fiumi e laghi, della cooperativa Apicoop non sono sufficienti a coprire il fabbisogno estivo. Le api si posano sui fiori e i produttori dipendono dalla flora locale, sotto stress a causa del deficit idrico e delle alte temperature e il periodo di fioritura si è molto accorciato. Se questi cambiamenti perdureranno, la produzione per arnia diminuirà sensibilmente. Apicoop promuove corsi per i produttori in “coscienza ambientale” e ha elaborato un piano gestionale, per far sì che tutti gli scarti generati dall’apicultura vengano gestiti correttamente e non contamino le acque. Nella zona più arida stanno riforestando e piantando specie mellifere autoctone.

"Coscienza ambientale"

L’IMPATTO DELLA CRISI CLIMATICA

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da estemporanei quanto violenti tornados, accompagnati da precipitazioni ed esondazioni dei corsi d’acqua, alternati a periodi di forte siccità con temperature estremamente elevate. La baby banana esige un misurato equilibrio di clima caldo, con temperature attorno ai 26°C, umidità dell’aria costante, piogge prolungate e distribuite regolarmente. I frutti durante la fase di maturazione risentono del sole diretto e necessitano della protezione delle foglie o di altre specie arboree per crescere adeguatamente. La velocità dei venti superiore ai 20 km/h produce la rottura delle foglie, la frizione fra i frutti e spesso l’abbattimento dell’intera pianta. La mancanza di acqua preclude invece un’adeguata fioritura e i frutti che nascono

Candela (Perù) Candela ringrazia Altromercato per condividere lo sforzo di parlare dei cambiamenti climatici e degli effetti che hanno sulle persone più vulnerabili. Ora è necessario agire per mantenere lo stile di vita dei popoli dell’Amazzonia. © photo Archivio Apicoop

La piana alluvionale dell’Alto Rio Huallaga (un affluente del Rio delle Amazzoni) dove vivono i contadini di Redesign, si trova nella regione di Huanúco, zona completamente isolata e poverissima del Perù. Purtroppo anche qui i cambiamenti climatici, modificando il ciclo vegetativo e distruggendo intere aree produttive, impediscono la pianificazione della produzione e inducono molti produttori ad abbandonare la regione. Si creano ondate migratorie stagionali verso le zone minerarie del paese, contribuendo alla rottura dei già precari tessuti sociali. I cambiamenti climatici causati dall’attività umana nella fascia tropicale attraversata dal fiume Huallaga si manifestano attraverso la comparsa di eventi atmosferici estremi, caratterizzati

I cambiamenti climatici, cioè estrema siccità seguita da piogge molto abbondanti, sono responsabili del crollo del 60% della produzione della noce dell’Amazzonia nel 2017. Sono stati colpiti duramente i produttori della foresta Amazzonica e c’è forte incertezza rispetto al futuro; i cambiamenti sono imprevedibili e non si può sapere in che modo saranno danneggiati

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Candela vuole sensibilizzare i consumatori europei sugli effetti dei cambiamenti climatici a nome dei 400 “castañeros” del dipartimento “Madre de Dios”. Altrettanto importante è invitare i consumatori ad acquistare i prodotti che provengono dalla foresta Amazzonica. In questo modo possono aiutare la produzione silvestre di un’area importantissima, che potrebbe essere danneggiata in modo drammatico dai cambiamenti climatici.

“Possiamo parlare molto dei cambiamenti climatici, possiamo fare molte raccomandazioni, ci possiamo lamentare, ma dobbiamo agire. Solo con l’azione si crea la possibilità di cambiare. Noi dipendiamo dalla natura, abbiamo bisogno della natura e se creiamo dei cambiamenti che non siamo in grado di gestire o di risolvere, le conseguenze per gli abitanti e i coltivatori della foresta Amazzonica saranno terribili perché loro sono i primi a essere danneggiati”. Gaston Vizcarra Kennedy, Presidente Candela Perù

Fruandes (Colombia) Ci troviamo nella zona tropicale e nelle zone più basse della Colombia sta crescendo la desertificazione. La prima strategia che Fruandes ha elaborato per contrastare i cambiamenti climatici è stato un ampio piano di gestione dell’acqua. Contemporaneamente ha organizzato corsi per insegnare ai contadini l’importanza di un uso consapevole dell’acqua e la salvaguardia dei bacini. Nelle coltivazioni intensive e nelle monocolture

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"Coscientizzazione"

Il 100% della produzione dei piccoli contadini, i 3.000 ettari di canna da zucchero coltivati dai soci di Manduvira, dipendono dalle piogge e non vengono irrigati artificialmente. La “finca” (l’appezzamento) biologica di ogni produttore dev’essere resiliente ai cambiamenti climatici, si deve poter adattare e così minimizzare gli impatti sulla produzione.

Nella regione semiarida Mixteca-Popoloca, dove vivono le 1.000 famiglie del gruppo cooperativo Quali, la pioggia è sempre meno a causa dei cambiamenti climatici. Quando i produttori hanno bisogno dell’acqua non piove e quando finalmente piove, si tratta di piogge torrenziali con chicchi di grandine, che rovinano i campi di amaranto. Le temperature estreme di quest’anno hanno fatto evaporare la poca acqua caduta. I più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici sono i piccoli produttori.

I produttori di Uciri hanno osservato come i cambiamenti climatici e le forti precipitazioni abbiano avuto influenze negative sulle piante del caffè e sulla produzione. Il fenomeno più evidente è la “roya”, un fungo che attacca la foglia e viene chiamato la "ruggine del caffè". La “roya” è presente in Messico dal 1981 e non si è ancora riusciti a sradicarla. Il fungo ha colpito oltre 6.000 ettari di coltivazioni delle comunità di UCIRI e ha devastato i piccoli produttori. Nel 2013 la “roya” ha causato la perdita del 97% della produzione di caffè. Alcuni anni fa hanno iniziato a seminare diverse varietà di caffè per capire quali fossero le più resistenti e ridare speranza ai contadini. Ad oggi sono riusciti a rinnovare il 25% dei campi. Sono convinti che la conservazione ecologica sia importante, ma tutto questo lavoro non lo paga nessuno.

Per difendersi dall’estrema aridità e salvare la produzione e i bisogni delle famiglie campesine, assai vulnerabili ai cambiamenti estremi, stanno costruendo dighe, bacini e vari sistemi per raccogliere l’acqua piovana. I produttori di Quali costruiscono recinzioni per evitare l’erosione del suolo e mantenere il giusto grado d’umidità del terreno. La collaborazione con “Aguas para Siempre” dà loro la possibilità di organizzare formazione sulla rigenerazione ecologica per i piccoli produttori di questa zona sperduta del Messico.

I contadini raccontano che alla fine della raccolta c’è stata una forte aridità per tre mesi, seguita da tre mesi di piogge continue. Così, invece che produrre una buona canna da zucchero, sono cresciute tantissime foglie e hanno avuto uno scarto di produzione del 20%. Purtroppo anche la fioritura e la fruttificazione non hanno seguito i ritmi normali.

Per essere resilienti ai cambiamenti climatici, la cooperativa s’impegna tutti i giorni. I tecnici di Manduvira visitano i contadini e forniscono assistenza direttamente nei campi. Grazie a questo grande lavoro di formazione, in tutte le comunità i contadini portano avanti pratiche agro-ecologiche che permettono di catturare il carbonio e diminuire le emissioni di gas serra. Non bruciano più nulla, con gli scarti della lavorazione creano il compost e evitano l’uso di qualsiasi plastica non strettamente necessaria.

Uciri (Messico)

Quali sceglie di “cuidar”, avere cura della Madre Terra, la casa di tutti, promuovendo l’uso di tecniche agro-ecologiche come la riforestazione, la raccolta d’acqua piovana, incoraggiando l’agricoltura biologica ed evitando l’uso di pesticidi che inquinano il terreno.

Manduvira (Paraguay)

La cooperativa Manduvira, sempre attiva a migliorare la filiera della canna da zucchero, fa formazione ai produttori su argomenti come l’ottimizzazione del terreno, la fertilizzazione dei campi con concimi biologici, l’associazione delle colture, l’utilizzo del compost e della pacciamatura per mantenere l’umidità del suolo. Grazie ad alcuni finanziamenti ha costruito un laboratorio per monitorare il processo di produzione di concime biologico in un ambiente controllato e migliorare la fertilizzazione dei terreni.

Quali (Messico)

“I consumatori che pagano un prezzo equo e solidale per il nostro amaranto danno ai nostri contadini la possibilità di costruire opere per la conservazione ecologica del suolo e dell’acqua”.

Le comunità indigene zapoteca e mizteca di Uciri vogliono mandare un messaggio ai consumatori europei: “Quando si beve il caffè di UCIRI, non solo si beve un caffè biologico eccellente ma si contribuisce a preservare la biodiversità in Oaxaca. La nostra regione è un polmone per il pianeta, un paradiso di flora e fauna. Ne siamo orgogliosi”.

“Normalmente raccoglievo circa 800 chili di caffè. Quando il fungo “roya” ha attaccato le piante, sono riuscito a raccogliere 50, massimo 100 chili”. Benito Quiroz, Produttore di Caffè

Roberto Acevedo Martínez, Produttore di Amaranto

© photo Adriana Zehbrauskas

Candela è impegnata in progetti di riforestazione e tramite l’agricoltura biodinamica recupera zone degradate della foresta. È importante che i produttori possano lavorare nelle zone loro assegnate con nuove proposte per mantenere le specie selvatiche autoctone della foresta Amazzonica. Candela ha creato un vivaio di piante di noci dell’Amazzonia e altri prodotti locali e fa formazione ai produttori per migliorare le tecniche produttive.

in Colombia si bruciano le sterpaglie dopo la raccolta e questo provoca gas serra e spesso incendi, soprattutto in estate quando le temperature sono molto elevate. I consumatori che scelgono bacche di physalis e ananas, i frutti delle Ande, l’agricoltura biologica e il consumo responsabile contribuiscono a tutelare l’ambiente e la natura.

© photo Adriana Zehbrauskas

i piccoli produttori.

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GIROLOMONI (ITALIA) ITALIA

Passione per la terra e per la cultura contadina sono i primi ingredienti della pasta Girolomoni. La cooperativa agricola Girolomoni è stata fondata da Gino Girolomoni, un uomo che ha segnato la storia del biologico in Italia con le sue lotte e con la sua visione di un ritorno alla terra. Situata nelle Marche, Girolomoni pratica da più di 40 anni esclusivamente l’agricoltura biologica, e si batte per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico sulle proprie colture, sottolineando la necessità di adottare decisioni immediate e a notevole impatto.

“Ognuno di noi è chiamato ad agire, sia come organizzazioni, sia come abitanti della terra. Come organizzazioni perché il biologico da solo non basta a determinare la qualità delle scelte di vita. Ha bisogno di stare insieme, procedere con altri settori che vadano nella stessa direzione come il Commercio Equo e Solidale che vuole onorare un debito di giustizia, le medicine dolci, le energie rinnovabili che sono garanzia di futuro. E infine come abitanti della terra non tanto per salvare il mondo, ma per non stare dalla parte di quelli che lo distruggono”. Giovanni e Gino Girolomoni

Un’ulteriore grave problematica da fronteggiare è rappresentata dalle conseguenze del cambiamento climatico quali:

singoli e ottenere delle polizze vantaggiose che vengano incluse nel contratto di filiera

Promuovere presso le proprie aziende le tecniche dell’agricoltura conservativa e rigenerativa: rotazioni mirate, minime lavorazioni e colture di copertura per proteggere il terreno tra due colture principali. L’obiettivo è aumentare la biodiversità e soprattutto migliorare la fertilità dei terreni

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"Biologico"

Grossi problemi di dissesto idrogeologico ed erosione delle colline, sempre più orfane di alberi come conseguenza della meccanizzazione dell’agricoltura Nevicate scarse

Annate diverse le une dalle altre con tempi di intervento in campo per le lavorazioni o la 3 semina sempre più ristretti Colture di rinnovo, quali leguminose o girasoli, che risentono maggiormente delle diverse annate, non garantendo in certi casi neppure il raccolto

SFIDE L’IMPATTO DELLA CRISI CLIMATICA Negli ultimi anni fare il contadino è diventato un mestiere sempre più difficile e sempre più agricoltori del territorio si stanno convertendo all’agricoltura biologica, con la speranza di poter sopravvivere a un mercato che difficilmente riconosce i costi di produzione.

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Portare avanti la ricerca sui semi: precursori dei cosiddetti “grani antichi”, oltre a promuovere il mantenimento e l’utilizzo di varietà che altrimenti sarebbero state abbandonate, questi grani si adattano molto bene a essere coltivati in aree marginali e all’agricoltura biologica. Inoltre, avendo una maggior “rusticità”, sono più resilienti ai cambiamenti climatici

Infine, la cooperativa è tra i soci fondatori della neonata Fondazione "Seminare il futuro", che sostiene la ricerca e la salvaguardia della filiera non speculativa dei semi con l'obiettivo di costituire nuove varietà di grano libere, adatte all’agricoltura Assicurare i raccolti per gli eventi biologica e biodinamica. Il primo progetto di ricerca atmosferici avversi. La cooperativa intende avviato riguarda proprio la selezione di nuove dialogare con le compagnie di assicurazione varietà di grano duro e grande importanza è stata come gruppo di 200 aziende e non come data all’adattamento al cambiamento climatico.

Per fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico, la cooperativa si sta muovendo in tre direzioni:

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Perlage (Italia)

biodiversità aumenta e il cibo ottenuto è più gustoso e salutare.

I cambiamenti climatici stanno generando eventi meteorologici estremi che mettono a repentaglio le produzioni agricole. Per conservare le potenzialità produttive, Perlage crede che si debba passare a un’economia rigenerativa, piantando milioni di alberi per invertire l’impronta carbonica.

Quest'anno i soci di Valdibella hanno aggiunto un'altra goccia al loro importante progetto: possono sminuzzare la paglia dei cereali al momento della raccolta, grazie all’acquisto del trinciapaglia da montare alla mietitrebbia. Questo semplice attrezzo permette di non bruciare più le stoppie dei cereali, pratica disastrosa che, in Sicilia e in molti territori, sconvolge gli ecosistemi e rilascia enormi quantità di CO2 nell'atmosfera. Per il futuro vorrebbero sensibilizzare anche altri agricoltori della zona a farne uso.

L'attenzione di Perlage alla sostenibilità in viticoltura abbraccia l'intero processo produttivo, dalla scelta del terreno più adatto a quella del singolo vitigno. Sostenibilità ambientale che si protrae con estrema cura in ogni pratica agronomica sui vigneti, in tutte le fasi di vinificazione e conservazione, sino alla vendita di vino al degustatore. Il lavoro del viticoltore biologico, che Perlage porta avanti nella zona di ConeglianoValdobbiadene dal 1985, è strettamente interconnesso agli andamenti climatici. Come racconta il presidente Ivo Nardi “se vogliamo continuare a fare viticoltura sul nostro territorio, dobbiamo invertire la tendenza. È necessario che tutti smettano di utilizzare energie fossili”.

5. EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SUI PRODOTTI SIMBOLO DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

MIELE PRINCIPALI EFFETTI NEGATIVI DI CUI SOFFRE L'APICOLTURA A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

“Dobbiamo portare la nostra goccia per spegnere l'incendio”.

Uno degli effetti più visibili per gli apicoltori sono i cambiamenti che stanno vivendo nei regimi delle piogge: questi non coincidono più con i tempi di fioritura delle diverse varietà di nettare e polline, causando un calo sostanziale della produzione di miele. Se i produttori non rispondono con una gestione adeguata per affrontare la siccità, c'è un'alta probabilità che le colonie di api sciamino: la regina esce per cercare nuovi orizzonti dove il nettare e il polline sono migliori e dietro a essa la colonia completa.

Massimiliano Solano, Agronomo della Cooperativa Agricola Valdibella

Perlage s’impegna in prima persona: quattro anni fa grazie a fondi europei ha potuto costruire un impianto fotovoltaico di pannelli solari da 100 kW che copre circa il 30% del fabbisogno energetico dell’azienda e permette di risparmiare 540 tonnellate annue di emissioni di CO2.

Di conseguenza, l'apicoltore perde tutto il capitale investito nell'alveare e nelle api. Gli apicoltori subiscono inoltre: una diminuzione generalizzata della popolazione di api causata dalle variazioni di temperatura; l'aumento dell'umidità nel miele a causa di mancanza di api; l'aumento di parassiti e malattie non precedentemente rilevati; il cambiamento generalizzato del comportamento delle api stesse.

Recentemente ha iniziato un progetto a Farra di Soligo nel vigneto “Riva Moretta” per la realizzazione di laghetti collinari che hanno la capacità di trattenere acqua piovana da utilizzare durante i periodi, sempre più frequenti, di siccità. Questi laghetti hanno anche il compito di rallentare i tempi di corrivazione delle acque verso i paesi, limitando così il forte rischio d’inondazioni.

BANANE PRINCIPALI EFFETTI NEGATIVI SULLA PRODUZIONE DI BANANE A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

"Rigenerare"

Quando gli agricoltori di Valdibella hanno scelto di coltivare in modo sostenibile non sapevano ancora dei cambiamenti climatici. La scelta di allora di produrre in modo biologico è ancora più valida oggi per contrastare il riscaldamento globale. L'agricoltura biologica, infatti, è più conservativa, sequestra una maggiore quantità di CO2 sotto forma di sostanza organica e riduce le lavorazioni del suolo con un minor consumo di combustibili fossili. Non ultimo, la

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© photo Lorenzo Boccagni

Valdibella (Italia)

Per i produttori di banane una delle conseguenze più negative del cambiamento climatico è stata la riduzione della stagione delle piogge; se prima potevano godere di piogge per 5 o 6 mesi all'anno, negli ultimi anni la stagione è diminuita della metà o più. In alcune regioni dove non sono mai stati necessari sistemi di irrigazione a causa delle continue precipitazioni, ora è praticamente obbligatorio sviluppare questi sistemi.

Le alte temperature provocano l’aumento anche della siccità e la diffusione di parassiti (sigatoka nero, macha rosso, tra gli altri). In Ecuador, per esempio, si stima che la temperatura media annuale massima sia aumentata da 1,5 gradi centigradi, favorendo una maggiore aggressività di sigatoka.

CAFFÈ PRINCIPALI EFFETTI NEGATIVI SULLA PRODUZIONE DEL CAFFÈ A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI Negli ultimi anni, la produzione di caffè è stata influenzata dal cambiamento climatico, con conseguenze molto negative, come l'emergere di nuovi parassiti e malattie, o la diffusione di alcuni di essi già presenti ma non così sviluppati e che stanno cambiando il loro comportamento (parassiti del suolo come i galiziani o Jobotos, i pillbugs della radice del caffè, il morso, il ragno rosso, ecc.); il caso della “roya”, ruggine, è probabilmente il più noto e anche uno di quelli che ha avuto il maggiore impatto sulla produzione di caffè dei piccoli produttori di Commercio Equo e Solidale. Va anche menzionato lo squilibrio ecologicoclimatico, soprattutto nella distribuzione naturale dei cicli di pioggia durante l'anno, che ha gravemente colpito i periodi di fioritura, lo sviluppo delle piante e infine la sua produzione. Vi sono prove evidenti del fatto che l'aumento delle temperature e le variazioni delle precipitazioni hanno già condizionato la produzione di caffè, la qualità, aumentato i parassiti e le malattie, influenzando gravemente la sicurezza economica in alcune regioni.

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IL CAFFÈ E L’IMPATTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: ALCUNI DATI Senza una forte azione per limitare le emissioni, si prevede che il cambiamento climatico ridurrà l'area globale adatta alla produzione di caffè fino al

50% entro il 2050.

Entro il 2080, il caffè selvatico, un'importante risorsa genetica per gli agricoltori, potrebbe estinguersi.

La maggior parte dei 25 milioni di coltivatori di caffè del mondo sono piccoli produttori. Da soli, hanno poca capacità di adattarsi a un mondo più caldo in cui il clima e la volatilità del mercato cospirano contro di loro.

È probabile che il cambiamento climatico aumenti in modo significativo l'onere per la salute e il benessere, fisico e mentale, dei produttori, dei lavoratori e delle comunità di caffè, con conseguenze per la produttività.

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I consumatori sono esposti a carenze di approvvigionamento, impatti sul sapore e sull'aroma e aumento dei prezzi.

Oltre 120 milioni di persone in più di 70 paesi si affidano alla filiera del caffè per i loro mezzi di sostentamento.

Molti Paesi in cui le esportazioni di caffè costituiscono l'asse principale dell'economia sono anche tra i più vulnerabili ai rischi climatici. Alcuni di questi si collocano nella

TOP-10 per i danni climatici dagli anni '90. Le strategie di adattamento delle colture comprendono lo sviluppo di sistemi di produzione più resilienti, la diversificazione delle colture e lo spostamento delle piantagioni in pendenza.

6. ALTROMERCATO E LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale da sempre si sono fatte portavoce e hanno messo in pratica molte iniziative atte a salvaguardare e a rispettare l’ambiente, riducendo l’impatto ambientale dei loro prodotti e delle produzioni. Questo per Altromercato vale in tutte le fasi della filiera. Abbiamo visto infatti in che modo i produttori che coltivano e producono i prodotti distribuiti da Altromercato affrontano le sfide legate al cambiamento climatico e in che modo lavorano tenendo sempre presente l’obiettivo della sostenibilità ambientale. Vediamo ora, con alcuni esempi, come Altromercato - la maggiore Organizzazione di Commercio Equo e Solidale in Italia e la seconda al mondo - mette in pratica una serie di iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale. La sostenibilità ambientale - insieme a quella sociale - è per Altromercato cruciale in ogni aspetto della sua attività, da oltre 30 anni.

IL CONFEZIONAMENTO DEI PRODOTTI Da molti anni la maggior parte degli imballi dei prodotti Altromercato è smaltibile con la raccolta differenziata, in prevalenza carta, vetro e plastiche ad alto tasso di riciclo. L’attenzione e la ricerca di nuove soluzioni sono sempre in corso per fare fronte anche a quelle situazioni in cui la preservazione e la barriera per prodotti delicati risulta fondamentale. L’impegno a favore della sostenibilità ambientale e l’investimento in ricerca e sviluppo sono stati all’origine di una rivoluzione nel mercato del caffè di cui Altromercato è stato pioniere: è stato il primo in Italia a proporre il pacchetto "solidale con l’ambiente", perché composto soltanto da materiale plastico, senza alluminio e compatibile con la raccolta differenziata della plastica. Il materiale di questa confezione a fine vita, infatti, può essere destinato al circuito del riciclo delle plastiche miste, che vengono riutilizzate per produrre nuovi oggetti e arredi urbani. Il pacchetto protegge in maniera efficace il caffè tostato da luce, umidità e ossigeno e garantisce un “sotto vuoto” assolutamente paragonabile a quello degli imballi tradizionali, consentendo un risparmio di alluminio di 4.400 kg l’anno.

Gli involucri delle confezioni delle tavolette di cioccolato Altromercato non contengono alluminio. Sono realizzati in carta e plastica che possono essere smaltite con la raccolta differenziata. Le confezioni dei prodotti di Natyr e BioNatyr, la linea di cosmesi del Commercio Equo e Solidale di Altromercato, sono realizzate con materiali riciclabili e a basso impatto ambientale. Altromercato propone anche imballi fatti a mano e riutilizzabili come i cestini del tè dello Sri Lanka, i sacchetti dei panettoni e delle uova di Pasqua realizzati con materiali naturali come carta seta e altre fibre naturali e sostenibili.

IL BIOLOGICO ALTROMERCATO Il biologico Altromercato unisce la sostenibilità sociale a quella ambientale. Il valore dell’agricoltura biologica si fonde con i criteri di un’economia più giusta, che rispetta la terra, chi la lavora e chi consuma il prodotto.

GLI INGREDIENTI DEL BIO ALTROMERCATO

Premio Bio riconosciuto da Altromercato per prodotti provenienti da agricoltura biologica, a favore dei Produttori e delle loro comunità, che hanno scelto di coltivare nel rispetto della loro Madre Terra

Prodotti OGM-free e utilizzo esclusivo di fertilizzanti naturali

Tracciabilità e corretta informazione sulla provenienza degli ingredienti utilizzati

Qualità delle materie prime, selezionate nei luoghi d'origine

› › ›

› Relazioni di lunga durata e affiancamento con progetti di cooperazione tecnica nelle filiere a tutela dell’ambiente, di progetti eco- compatibili per favorire lo sviluppo di risorse rinnovabili › ›

Salvaguardia della biodiversità Miglioramento delle condizioni economiche e di vita dei 50 gruppi di produttori biologici coinvolti nel mondo e in Italia

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330

IL BIOLOGICO ALTROMERCATO IN NUMERI

PRODOTTI ALIMENTARI BIOLOGICI

100 50

PRODOTTI COSMETICI BIOLOGICI

PRODUTTORI CON CUI LAVORA ALTROMERCATO NEL BIO

+2% INCREMENTO DEL VALORE DI ACQUISTI BIO DAI PRODUTTORI*

*Nel 2018/2019

LA LOGISTICA

Nel tempo si è impostata una miglior pianificazione per ottimizzare gli ordini delle Botteghe Altromercato, previsti settimanalmente, che garantisce una riduzione dei mezzi e degli imballi utilizzati. Per l'imballaggio nelle spedizioni si cerca di utilizzare materiali di recupero e, qualora fossero necessari

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materiali nuovi, si utilizzano quelli ecosostenibili, come i cartoni certificati FSC e uno speciale film estensibile che permette la riduzione della quantità di plastica necessaria per avvolgere correttamente un carico pallettizzato. © photo Archivio Reismühle Brunnen

Particolare attenzione alla sostenibilità viene data anche nella logistica. Altromercato s’impegna a far viaggiare le proprie merci in container pieni e ottimizzati nel carico. I bancali a perdere (utilizzati per l’invio della nostra merce ai clienti) hanno tutti la certificazione PEFC con la garanzia che la materia prima legno deriva da foreste gestite in maniera sostenibile e la certificazione "CFP" Carbon Footprint di Prodotto.

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PARTE TERZA: CONCLUSIONE 5. 7. IL FUTURO È NELLE TUE MANI (PICCOLE GRANDI SCELTE QUOTIDIANE PER SALVARE IL PIANETA) Salvare il pianeta può sembrare una missione impossibile, non alla portata di tutti. La buona notizia è che non è così. Questa sfida è nelle mani di ciascuno di noi e possiamo farlo in modo semplice: il nostro campo d’azione è la vita quotidiana, il negozio in cui facciamo la spesa, la tavola su cui ceniamo ogni sera.

Abbiamo un potere davvero unico nelle nostre mani e si chiama “scelta consapevole”. Lo usiamo ogni volta che chiediamo da dove viene il cibo che mangiamo, i vestiti che indossiamo, i regali che acquistiamo, l’energia che usiamo. Ogni volta che scegliamo quei prodotti che contengono un ingrediente fondamentale: il rispetto dei diritti umani e dei diritti economici, sociali e ambientali. Quanto basta per contribuire a costruire un futuro più sostenibile.

COSA PUOI FARE TU? IL TUO DECALOGO QUOTIDIANO PER “SALVARE IL MONDO”

1.

SCEGLI CIBI PROVENIENTI DAI PRODUTTORI EQUOSOLIDALI E DA PRODUZIONI BIOLOGICHE

Il Commercio Equo e Solidale è un modello alternativo di produzione e di acquisto e porta a un consumo più sostenibile. L’agricoltura biologica si basa sul rispetto dei processi ecologici, delle risorse e della biodiversità. Scegli bene il cibo che consumi e ricorda sempre di leggere l’etichetta!

2.

PREDILIGI IL CONSUMO DI PRODOTTI DI STAGIONE E RIDUCI IL CONSUMO DI CARNE

I prodotti di stagione sono più sani, economici e non richiedono l’uso di serre. L’allevamento di animali comporta la produzione di molti gas serra. Puoi ridurre il consumo di carne nella tua dieta, stabilendo ad esempio alcuni giorni alla settimana in cui decidi di non mangiarla.

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3.

Scegli di indossare abbigliamento e accessori sostenibili, realizzati nel rispetto dell’ambiente e di chi li realizza. Evita il più possibile il “fast fashion”, con produzioni non sostenibili per chi lavora e per l’ambiente e che produce un’elevata quantità di scarti non semplici da smaltire (è la seconda industria al mondo per consumo di acqua e produce il 20% del totale delle acque di scarico e il 10% delle emissioni globali).

9.

RICICLA E RIUTILIZZA

Tieni in vita il più possibile gli oggetti di uso quotidiano. Prima di buttarli, utilizzali più volte e cerca di trovare un uso alternativo.

10. SENSIBILIZZA SUL PROBLEMA DEL CAMBIAMENTO

6.

RIDUCI GLI SPRECHI ENERGETICI

Mantieni una temperatura della tua abitazione al di sotto dei 20°, non sprecare illuminazione, utilizza lampadine ad alta efficienza energetica. Usa meno acqua calda per docce (da preferire al bagno) e per i lavaggi in lavatrice.

CLIMATICO E DIFFONDI LE BUONE ABITUDINI

Fai conoscere a più persone possibile il problema del cambiamento climatico, condividi i rischi a cui il pianeta sta andando incontro e, se puoi, trasmetti dati scientifici ed esempi concreti che puoi trovare anche all’interno di questo Dossier. Diventa promotore delle buone abitudini per salvare il pianeta, coinvolgi i tuoi amici, racconta quello che fai!

RIDUCI GLI SPRECHI ALIMENTARI

Si stima che dal 25 al 30% del cibo sia perso o buttato, e dal 2010 al 2016 questo abbia contribuito dall’8 al 10% al totale delle emissioni di gas serra prodotti dall’uomo. È uno spreco di risorse e quindi un danno per l’ambiente.

4.

SCEGLI DI VESTIRE ALLA MODA... "ETICA"

7.

CERCA DI NON ACQUISTARE PRODOTTI CON TROPPI IMBALLAGGI

Scegli prodotti con meno imballaggi che diventano un rifiuto da smaltire con costi elevati a carico dell’ambiente. Ricorda di portare con te un sacchetto riutilizzabile per la tua spesa.

BEVI L'ACQUA DEL RUBINETTO

La migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia: se tuteliamo fiumi, laghi e falde idriche possiamo avere acqua potabile di qualità dai nostri rubinetti di casa. Quando sei fuori casa, non dimenticare la tua borraccia ecofriendly.

8.

RIDUCI IL TRASPORTO IN AUTO E IL CARBURANTE

Cammina, usa la bicicletta, i mezzi pubblici, condividi la macchina con amici e colleghi. Quando scegli di viaggiare in aereo, compensa le emissioni causate dal volo e investi in attività eco-compatibili.

“Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei figli, probabilmente, mi faranno domande su di voi. Mi chiederanno perché non avete fatto niente quando c’era ancora tempo per farlo. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma gli state rubando il futuro!" Greta Thunberg 33


FONTI

PARTE PRIMA – IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

1. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Luca Mercalli, “Il clima che cambia” (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano, 2019)

Comitato Scientifico dell'ONU sul Clima, Rapporto “Cambiamento climatico e territorio” - 8 agosto 2019

ipccitalia.cmcc.it/cambiamenti-climatici-e-territorio-pubblicato-lo-special-report/ repubblica.it/ambiente open.online/2019/08/08/rapporto-onu-2019-cambiamento-climatico-e-territorio/

Primo Rapporto FAO sullo stato della biodiversità nel mondo, “The state of the world’s biodiversity for food and agriculture”, 2019

valori.it/fao-senza-biodiversita-il-sistema-alimentare-e-a-rischio-collasso/ Coldiretti coldiretti.it/ambiente-e-sviluppo-sostenibile/ipcc-cambio-clima-danni-14-mld-allagricoltura-10-anni

Banca Mondiale, Report "Groundswell - Preparing for Internal Climate Migration" - 2018

vita.it/it/article/2018/03/21/migranti-climatici-lallarme-della-banca-mondiale/146313/

2. GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’ONU (SDGs ONU) E IL FAIR TRADE

ONU, Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdf

Fair Trade Advocacy Office, “Raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso il Commercio Equo – Linee guida per le Amministrazioni locali”.

Altromercato, Dossier Tematico “7 mosse facili per salvare il mondo”, elaborato in occasione di WFTDay2017

3. IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: UNA RISPOSTA ALLA GIUSTIZIA CLIMATICA

ONU, Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdf

“Carta Internazionale del Commercio Equo e Solidale” - 25 settembre 2018

wfto.com

Summit WFTO settembre 2019, “Fair trade & the climate crisis: a wfto resolution for the future of Fair Trade”

WFTO, Comunicato Stampa “Fair Trade calls climate emergency, revises principles” - 20 settembre 2019

“TradeJustice: A key component of building smallholder farmers’ climate resilience - Policy Statement of the Global Fair Trade Movement to COP 24” - novembre 2018

PARTE SECONDA – STORIE DI FILIERE

4. LA VOCE DEI PRODUTTORI. SFIDE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Si ringraziano i partner produttori di Altromercato per le preziose testimonianze ricevute

5. EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SUI PRODOTTI SIMBOLO DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

CLAC Latin American and Caribbean Network of Fair Trade Small Producers and Workers

The Climate Institute, “A Brewing Storm: The climate change risks to coffee” - agosto 2016

climateinstitute.org.au/verve/_resources/TCI_A_Brewing_Storm_FINAL_WEB270916.pdf

6. ALTROMERCATO E LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

altromercato.it PARTE TERZA - CONCLUSIONE

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7. IL FUTURO DEL PIANETA È NELLE NOSTRE MANI (PICCOLE GRANDI SCELTE QUOTIDIANE PER SALVARE IL PIANETA)

Altromercato, Dossier Tematico “7 mosse facili per salvare il mondo”, elaborato in occasione di WFTDay 2017

Altromercato, Dossier “Clima e Cibo per un altro vivere, con WWF” - 2016

WWF, “Il Clima nel Piatto” – 2015

Comitato Scientifico dell'ONU sul Clima, Rapporto "Cambiamento climatico e territorio" - 8 agosto 2019

Amore per le persone, per il pianeta e tanta sana incoscienza. Sono state queste le scintille che, nel 1988, hanno portato tre ragazzi altoatesini, Heini, Rudi e Antonio a lasciare i loro lavori sicuri e gettare il cuore oltre l’ostacolo per dar vita ad Altromercato, la prima realtà in Italia impegnata a cambiare il Mondo unendo il commercio all’impegno sociale, dimostrando che non solo possono coesistere, ma anche generare un’economia più giusta per tutti. In 30 anni il sogno di quei tre ragazzi si è trasformato nel sogno di tanti come loro: decine di associazioni e cooperative sono cresciute grazie a oltre 30.000 investitori sociali, 3.000 volontari e decine di operatori. Il piccolo negozio di Bolzano è diventato una rete di 225 Botteghe in tutta Italia, punto di arrivo di una filiera sostenibile che vede coinvolti 60.000 artigiani e oltre 430.000 contadini, impegnati ogni giorno a dare vita a più di 2.000 prodotti, lavorati nel rispetto delle persone e dei luoghi d’origine. Oggi puoi decidere di fare parte di questo movimento a partire dalle tue piccole scelte quotidiane: bevendo uno dei 76 milioni di caffè equosolidale che abbiamo preparato quest’anno, gustando una delle 25 milioni banane che coltiviamo con metodo biologico o mettendo semplicemente a tavola un piatto fatto e decorato a mano da una delle nostre artigiane. Prodotti frutto di un lavoro #davverobuono e di un sogno che puoi realizzare anche tu. Cerca il mondo Altromercato sul sito www.altromercato.it


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