Anno II - n.193 - Martedì 5 ottobre 2010
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Ora di Punta dI
MoIsè AstA
Se conta la fedina penale sporca ’è da attendere un mese C per sapere se la “stanza dei bottoni”, in Brasile, dopo
il turno elettorale dell’altro ieri che ha segnato l’ affermazione di due donne (una delle quali, ciononostante, è stata esclusa dal ballottaggio) si tingerà di rosa. Dilma Rousseff, erede politica dell’uscente Lula ha, infatti, ottenuto il 57% circa dei voti, solo perché tradita da simpatizzanti della politica di centrosinistra (la stessa che, nell’ultimo decennio, ha trasformato il Paese in uno dei più richiesti mercati emergenti e in una delle forze politiche, diplomatiche ed economiche più in vista nel mondo) agevolando il successo della “verde” Marina Silva che, con il 19% di voti ha superato di 6 punti la percentuale prevista. i vuole che il calo della Dilma sia da ascrivere all’accusa di corruzione che ha raggiunto non lei ma un suo collaboratore. Può darsi. Però in Brasile (come, fino a un certo punto, anche in Italia e negli altri Stati democratici) non c’è posto per chi è corrotto, è corruttore o è, pure, solo in fama (o sospetto) di corruzione attiva e/o passiva. Ora, dalle nostre parti, la “legge della fedina penale sporca” – scontata, invocata e applicata in ogni entità statuale civile – viene del tutto ignorata, quando, addirittura, non diventa privilegiato requisito per chi voglia assumere un pubblico incarico senza mai, comunque, contrastare la “voce del padrone”.
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Dopo oltre 5 mesi così Berlusconi ha sostituito Scaiola
Ministro di comodo Al sottosegretario Paolo Romani il dicastero dello Sviluppo Dopo oltre 150 giorno e almeno una decina di annunci, Berlusconi ha nominato ministro dello Svuluppo, in sostituzione del dimissionario Scajola, il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani. PAG. 2
Il Cavaliere ha paura dI
NUCCIo FAvA
Fa finta di procedere sicuro e spedito nominando finalmente un ministro atteso per quasi cinque mesi e con una scelta molto discutibile quale quella di Paolo Romani, invischiato da una vita con interessi televisivi filo-berlusconiani. Restano però le palle infuocate che il Cavaliere ha sparato a chiusura della festa milanese del PDL, cosa in sé non nuova, anche se molto diversa è la situazione rispetto al passato. Pure l’attacco frontale alla magistratura non è nuovo, anche se mai prima il Cavaliere era giunto a chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta sull’attività della magistratura. Si potrebbe addirittura ritenere che anche i
AI LETTORI
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finiani lo preoccupino meno dei suoi processi, materia sulla quale finisce però per mettere alla prova decisiva Gianfranco Fini, chiedendogli fedeltà assoluta giorno per giorno, cioè a scatola chiusa e in modo incondizionato. Berlusconi sa bene però che proprio su questo terreno la partita è tutta da giocare perché Fini ha già detto chiaramente che non è disponibile a fare sconti di tipo personale sui temi della legalità e della giustizia. Perché allora alzare con tanto fragore il tiro ? Perché Berlusconi teme che la situazione possa sfuggirgli di mano e le stesse elezioni anticipate non necessariamente si traducano in una risposta plebiscitaria di scontata conferma come Berlusconi minaccia. Troppe incertezze, troppi timori per chi è abituato a comandare sempre, a non tollerare distinguo e dissensi. Fini lo ha sperimentato ruvidamente e sa bene che nulla gli sarà risparmiato per contrastare la nascita della sua nuova creatura partitica e la navigazione in mare aperto. Il primo nodo - e che nodo! - sarà quello della legge elettorale, che renderebbe plausibile ogni accordo per una legge finalmente decente. Passaggio arduo, questo, per tutte le forze parlamentari e che angoscia particolarmente il Cavaliere e la Lega.
I migranti cambiano rotta e ora sbarcano nel Lazio
in edizione stampabile non viene pubblicato la domenica e il lunedì Il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7
Un barcone di 20 metri con a bordo decine di clandestini palestinesi, almeno una settantina, è sbarcato all'alba di ieri sulle coste di Latina, in località Capoportiere, facendo arenare il natante che si vede nella foto. PAG. 3
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MINIStRo Dello SVIluPPo
MAlteMPo IN lIGuRIA
Il Nobel al padre dei bambini in provetta Vaticano irritato
Paolo Romani, nominato ministro dello Sviluppo, ha giurato al Quirinale, nelle mani del capo dello Stato. Milanese, 63 anni, parlamentare da quattro legislature, viceministro con delega alle comunicazioni per i suoi buoni rapporti con le tv di Berlusconi, prende il posto di Claudio Scajola che si era dimesso a maggio dopo lo scandalo della casa con vista Colosseo ed era stato sostituito ad interim da Berlusconi. Il quale prometeva da 5 mesi di sostituirlo “entro una settimana” La nomina è stata axccolta con freddezza dal Colle.
Sono rientrati a casa sani e salvi il nonno e la sua nipotina di tre anni che risultavano dispersi tra Casanova e Varazze a causa del maltempo che sta colpendo la Liuguria.. Intanto, un addetto allo stand del cantiere Princess, all'interno del salone nautico di Genova, è rimasto lievemente ferito nel crollo di una protezione laterale della struttura durante il nubifragio abbattutosi su Genova. La forte ondata di maltempo che si é abbattuta su tutto l'arco ligure ha provocato danni e disagi anche sulla rete autostradale. Chiuse le stazioni di Genova Pegli e Genova Aeroporto per le difficoltà di assorbimento del traffico della viabilità ordinaria.
Il premio Nobel per la Medicina 2010 è stato assegnato a Robert Edwards, padre della fecondazione in provetta. Lo ha annunciato il comitato per il Nobel a Stoccolma. Il fisiologo britannico, 85 anni, è il pioniere della tecnica che ha avuto fortissime ricadute nella società e che a partire dal 1978, anno di nascita della prima bambina in provetta, Louise Brown, ha fatto nascere circa 4 milioni di persone in tutto il mondo. Sono circa 4,3 milioni nel mondo i "figli della provetta" e delle ricerche di Edwards. Proprio quest'anno, in occasione del compleanno di Louise Brown la prima bambina nata grazie alla fecondazione assistita (il 25 luglio scorso la donna, diventata mamma qualche anno fa, ha compiuto 32 anni), si erano riaccese le polemiche sul fatto che negli anni '70 il Medical Research Council (Mrc) britannico decise di non finanziare la ricerca che portò alla nascita della "bimba del miracolo". In un recente studio pubblicato su "Human Reproduction", infatti, i ricercatori dell'Università di Cambridge diretti da Martin Johnson, hanno analizzato le ragioni del "no" ai finanziamenti pubblici per gli studi di Edwards e Patrick Steptoe nel 1971. Un lavoro sovvenzionato da finanziatori privati che, il 25 luglio 1978, portò appunto alla nascita della prima bimba "in provetta". Il Nobel a Edwards ha suscitato numerose polemiche, soprattutto da parte del Vaticano.
PaoloRomanialposto Allagamenti e croll0 lasciatoda Scajola al salone nautico
PAleRMo
I vicini non gli vendono la loro casa e lui la incendia Un 60enne, visto che non riusciva a ottenere quello che voleva, ha deciso di rinunciarci per sempre. Ce l'aveva con i vicini, una coppia di anziani con i quali litigava da tempo, perché si erano rifiutati di vendergli l'appartamento, a tal punto da appiccare l'incendio all'abitazione dei coniugi. Solo per la prontezza di un automobilista, la coppia e il loro nipotino di 9 anni riuscirono a fuggire mentre le fiamme invadevano le stanze. La polizia è convinta che sia questo il movente del tentativo di omicidio per cui è stato arrestato Francesco Mirabelli, 63 anni, accusato anche di incendio doloso. L'incendio risale allo scorso 13 febbraio.
Brasile. Dilma riparte dal 46%
una vittoria col sapore della sconfitta: è l'esito politico delle elezioni in Brasile per Dilma Rousseff, la candidata del presidente lula e del Partido dos trabalhadores (Pt). Pur essendo la più votata, la 62enne Rousseff si è fermata sotto la del 50% (ovvero al 46%) e non è riuscita ad evitare il ballottaggio: ora dovrà vedersela con il suo principale avversario, il socialdemocratico José Serra. Il “duello” è fissato per il 31 ottobre.
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Direttore responsabile: Ennio simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
L’OnOmasticO Alberto Il beato Alberto Marvelli nacque a Ferrara il 21 marzo 1918. trasferitosi a Rimini con la famiglia nel 1930 si formò all'interno dell'oratorio Salesiano e nell'Azione Cattolica, nelle cui file fece le prime esperienze di apostolato. laureatosi in ingegneria, lavorò presso la Fiat; fu allievo ufficiale a trieste. Durante la guerra si prodigò instacabilmente nell'opera dei soccorsi.
accadde Oggi 1273: diploma di Alife Il 5 ottobre 1273 Carlo I d'Angiò sancisce col diploma di Alife la suddivisione dell'Abruzzo: a nord il Giustizierato d'Abruzzo ulteriore ed a sud il Giustizierato d'Abruzzo Citeriore
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lAtINA
Immigrati clandestini sbarcati ieri all’alba sulle coste laziali Circa 50 immigrati sono sbarcati all'alba di ieri sul litorale di Latina, a circa 70 km a sud di Roma. I carabinieri hanno ricevuto la segnalazione intorno alle 6.30 e ne hanno rintracciati circa 12: portati in caserma, gli immigrati hanno riferito di essere palestinesi e di essere partiti dalla Libia, ma sono ancora in corso le operazioni di identificazione. Il gruppo è sbarcato da un peschereccio. I carabinieri hanno fermato anche i presunti scafisti. Tutti sono in buone condizioni. Si tratta del primo sbarco di clandestini avvenuto sul litorale laziale.
martedì 5 ottobre 2010
tReNto
Insegnante arrestata perché ha ucciso il figlio appena nato
I carabinieri di Trento hanno arrestato una donna di 41 anni con l’accusa di omicidio volontario aggravato per aver ucciso il figlio appena nato. La donna è insegnante presso una scuola dell’infanzia del capoluogo. Le indagini, coordinate dalla locale Procura della repubblica, avrebbero appurato che nel giugno scorso la donna aveva partorito il bambino in un’abitazione privata e subito dopo lo avrebbe fatto morire. Di qui l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Decisive alle indagini sono state alcune dichiarazioni delle amiche dell’insegnante che avevano notato cambiamenti umorali.
uCCISI DA uN DRoNe uSA
RoMA
Maroni: elevato tedeschi al corso allarme terrorismo per terroristi “Non ci sono segnali precisi di rischi individuabili, ma l’allarme terrorismo in Italia resta elevato”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “L’allarme terrorismo – ha spiegato Maroni – non è mai sottovalutato. Proprio un anno fa c’é stato l’attentato alla caserma ‘Santa Barbara’ di Milano e da allora l’allarme è sempre elevato, i nostri servizi di sicurezza stanno seguendo con attenzione questo rischio, in contatto con l’intelligence dei Paesi europei e degli Stati Uniti”. Anche la Torre Eiffel e la cattedrale di Notre Dame a Parigi, oltre alla stazione centrale di Berlino e la torre della tv in Alexanderplatz e un albergo di lusso vicino alla porta di Brandeburgo nella capitale tedesca sarebbero fra i bersagli dei terroristi che avevano ordito un complotto per colpire l’Europa. Lo riferisce la Fox News nel suo sito on line, citando fonti di intelligence.
Un drone (aereo senza pilota) statunitense ha colpito una moschea a Mirali nel nord-ovest del Pakistan uccidendo otto militanti di un’organizzazione nparfamilitare. Poi si è scoperto che erano di nazionalità tedesca e che facevano parte di un gruppo noto come Jihad Islami. L'attacco è avvenuto all'indomani di un allarme terrorismo lanciato da Washington dopo la scoperta di un piano di Al Qaeda o di organizzazioni affiliate per colpire l'Europa con attentati simultanei in "stile Mumbai". La settimana scorsa fonti dell'intelligence occidentale hanno detto di ritenere che un gruppo di insorti nel Pakistan nord-occidentale siano coinvolti in un piano per attaccare alcune città europee. Negli ultimi tempi le forze americane hanno intensificato gli attacchi con drone sui militanti legati ad Al Qaeda che hanno le loro basi nel nord-ovest del Pakistan: a settembre ne sono stati condotti 21, il numero più alto in un solo mese. L'obiettivo sono i leader della rete Haqqani, una fazione dei Taliban afgani che opera nel Nord Waziristan.
CoSe DI queSto MoNDo
uccide la moglie a sassate, Carfagna parte civile
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l Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, chiederà di essere ammessa parte civile nel processo contro Hamad Khan Butt, l'uomo di origine pakistana che a Novi, nel modenese, ha ucciso a colpi di pietra la moglie, ritenuta colpevole di difendere la loro figlia che si ribellava ad un matrimonio combinato. Lo si legge in una nota del Ministero delle Pari
Opportunità nella quale la Carfagna ribadisce che "l'Italia non accetta tradizioni che violano i diritti delle donne" e invita le giovani immigrate a sporgere denuncia. "Anche questo - precisa Carfagna - è un modo per essere vicina alle giovani immigrate, per far capire che il nostro Paese è con loro ogni volta che vedono lesa la libertè e il diritto di essere cittadine libe-
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re: chi compie violenze e abusi contro le donne, chi addirittura pensa di disporre della loro vita, non puo' e non deve trovare accoglienza nel nostro Paese, perchè l'Italia rifiuta e respinge con decisione qualunque forma di prevaricazione degli uomini sulle donne. E, non a caso, punisce severamente chi, italiano o no, si macchia di questo genere di reati”.
FlC CGIl
Venerdì si ferma la scuola per uno sciopero la Flc Cgil ha proclamato, per venerdì, uno sciopero in tutti i comparti della conoscenza: scuola, università e ricerca. le ore di sciopero, spiega il sindacato, saranno attuate in maniera articolata fino a dicembre 2010. Inizialmente sarà interessata la prima ora di lezione per i docenti della scuola, la prima ora di attività per i docenti universitari e ricercatori, la prima ora di servizio per il personale ausiliario-tecnico-amministrativo (per la scuola, il personale impegnato nei turni pomeridiani/serali sciopera l’ultima ora di servizio). Per gli enti di ricerca si tratta della prima ora di lavoro per i ricercatori e tecnologi e la prima ora di servizio per il personale tecnico e amministrativo. la prima ora di sciopero sarà effettuata per tutti i comparti venerdì, successivamente saranno attuati scioperi ad intermittenza ogni quindici giorni. Intanto proseguono le agitazioni dei precari. Ieri un uomo di 45 anni a Palermo aveva tentato di lanciarsi dal tetto del provveditorato. A l’uomo, quest’anno, non è stata assegnata una catedra.
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Per rispondere alla linea di rigore della ue
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a linea di rigore appena annunciata dalla Commissione Europea di multare i paesi dell’Unione che non rispettano i parametri del Patto di Stabilità (debito sotto il 60% del Pil e deficit di bilancio annuale sotto il 3% del Pil) è necessaria ma insufficiente. Sarebbe utile se servisse a spingere i governi ad una gestione più attenta delle risorse, senza abusare dello strumento del debito che dovranno pagare le generazioni future. Comunque, tale rigore rischia di rimanere una forte affermazione astratta se non si entra nei meccanismi veri dell’economia e del suo sviluppo.
L’importanza di investire a lungo termine dI
MArIo LEttIErI
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PAoLo rAIMoNdI
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a Commissione dovrebbe prima di tutto modificare il suo approccio relativamente alle spese per gli investimenti nelle infrastrutture rispetto a quelle correnti. Entrambe generano debito, se non hanno le coperture necessarie e se devono essere finanziate ricorrendo al credito. I debiti fatti per finanziare le modernizzazioni tecnologiche e le infrastrutture però produrranno nel tempo maggiore ricchezza collettiva. Dovrebbero quindi essere trattati come investimenti e non solo come costi. Occorre distinguere in modo preciso le varie categorie di debito pubblico prima di indicare regole e sanzioni. Non può valere il principio per cui “di notte tutte le vacche sembrano grigie”. Anche perché i governi occidentali stanno ancora dibattendo su come trovare una exit strategy dalla crisi e su come abbattere i livelli di debito pubblico pericolosamente cresciuti, in alcuni casi anche per finanziare i salvataggi delle banche. I “paesi avanzati” del G20 nel 2009 hanno in media aumentato il debito pubblico al 102% del Pil e si stima che raggiungeranno il 122% nel 2014.
crescita del mercato dei Cds e degli altri simili derivati finanziari a breve. Purtroppo anche le ultime riforme proposte negli Usa e in Europa e i più recenti documenti del Basilea 3 dimostrano scarsa attenzione al ruolo degli investitori di lungo termine e ai loro progetti. Le riforme sono infatti ancora troppo rivolte ai vecchi comportamenti del mondo bancario e finanziario. Cercano, tutt’al più, di correggerne le manifestazioni più esageratamente rischiose per il sistema. Ma di fatto sanciscono ancora la superiorità della finanza sull’economia!
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er diminuire il debito, molti vorrebbero giocare con il fuoco della “inflazione controllata”. Intanto tutti sono impegnati in drastici tagli di bilancio che porterebbero a prolungare la recessione e ad accentuare le esplosioni sociali. Alcuni saggiamente propongono l’alternativa razionale di accelerare la crescita reale dell’economia attraverso investimenti a lungo termine nelle nuove tecnologie, nelle infrastrutture, nell’energia e nella ricerca. Anche a nostro avviso questa è l’unica via d’uscita dalla crisi. Tali investimenti dovrebbero essere sostenuti dagli stati e da nuovi strumenti finanziari pubblici/privati con la raccolta dei risparmi e con le risorse finanziarie anche dei grandi fondi privati e delle banche.
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econdo noi, una delle ragioni di fondo della crisi è lo “short-termism”, cioè quella idea un po’ sessantottina del mercato che punta sul
“tutto e subito”! Negli anni passati, infatti, ciò ha caratterizzato l’intero sistema con ricadute negative sui meccanismi della produzione e della finanza. Ha prima di tutto sottoposto le imprese al modello del cosiddetto “shareholders’ capitalism”, cioè alla massimizzazione immediata del valore delle azioni, mettendo in secondo luogo il reale valore economico e sociale dell’impresa. Ciò ha prodotto lo scandalo dei bonus miliardari per i manager più spregiudicati.
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o short-termism era anche sollecitato dalla crescente liquidità a basso costo che ha invaso i mercati e ha esacerbato l’attività finanziaria speculativa a breve. La deregulation globale ha poi abbattuto gli argini che separavano le banche dalle imprese finanziarie, trasformando il “rischio bancario” in puro oggetto di affari per i mercati di capitale. Da ciò è scaturita l’eccezionale
iò ha portato le quattro istituzioni finanziarie europee, che promuovono investimenti a lungo termine, la Cassa Depositi e Prestiti italiana, la Caisse des Depots francese, la Kreditanstalt fuer Wiederaufbau tedesca e la Banca Europea per gli Investimenti, a presentare a Bruxelles delle proposte per adattare le nuove regole finanziarie alle esigenze degli investimenti a lungo termine. Esse sostengono che Basilea 3, per quanto riguarda i fabbisogni di liquidità e di capitale e certi standard contabili, di fatto è più punitiva nei confronti degli investitori di lungo termine rispetto alle banche che invece operano sul breve periodo.
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enza iattanza riteniamo che prevalga ancora il dominio del vecchio e fallimentare pensiero economico, nonostante qualcuno come Mario Monti (nella foto) nel suo recente rapporto suggerisca correttamente “una riflessione se si debba sviluppare un sistema legale europeo ad hoc per gli investitori di lungo termine per incoraggiare il loro impegno negli investimenti in infrastrutture”. Questa è la strada da imboccare con urgenza.
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Barzellette e citazioni storiche
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Visti da...
Te la do io SPQR: altri tempi, altri odi, altro stile dI
ULdErICo NIstICò
na barzelletta blasfema! Una U brutta così, certo; e, a quanto pare, anche una brutta barzelletta:
e si scatena l’indignazione. Eh, dove sono i bei tempi della satira politica, quando si poteva ridere di tutti... quando i re pagavano i buffoni perché parlassero male di loro! Altri tempi, altri re! C’erano una volta le barzellette, e ce n’erano per tutti, senza che per forza gridassero allo scandalo i cultori del politicamente corretto. Quante ne so, di barzellette politiche! No, alcune non ve le posso raccontare, e ne scelgo giusto tre di quelle da salotto. ecchia Unione Sovietica. Un commissario politico chiede al contadino: “Come va la giustizia sociale?”; e quello: “Benissimo, compagno”; e via così. Poi: “Veniamo al pratico: come va il raccolto delle patate?” Il contadino: “Un mucchio che arriva alla barba di Dio!” Il commissario: “Mi meraviglio di te, compagno: Dio non esiste”; “Appunto, compagno: neanche le patate!” erone ordina a Tigellino una strage di cristiani nel Colosseo
V
N
[NOTA: Il Colosseo non c’era, ma le barzellette se ne impipano della storia]. Un gruppetto sparuto di condannati magrissimi viene assalito da cento leoni. Dopo un po’, ossa di leone spolpate da tutte le parti. Tigellino, imbarazzato: “Maestà, scusa, ho trovato solo questi quattro democristiani”. n conclusione, siamo nel Ventennio. Il gerarca Lanfranconi viene accusato di raccontare barzellette antifasciste. Lo convoca, adirato, Mussolini: “Ma che barzellette, Lanfranconi: non lo sai che il fascismo è una cosa seria?”; e quello: “Via, Benito: non mi dire che anche questa l’ho inventata io!” azzecole: per quelle più pepate, ci sentiamo a voce. Altri tempi, altra satira! E anche SPQR... una battuta freddina. Ne conosco varianti, al maschile... e al femminile! Eh, se Bossi fosse un tantino più colto in fatto di storia, quante altre invettive troverebbe, contro Roma ladrona! E in buona compagnia. Annibale giurò odio eterno ai Romani, se no papà
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Passepartout Amilcare non lo portava con sé in Spagna! Nel 98 aC gli Italici ribelli coniarono una moneta al cui confronto ogni comizietto di oggi fa solo ridere: c’è il toro italico arcuato che schiaccia sotto gli zoccoli la lupa romana! Poi, come tutte le cose italiane, finì con un compromesso. emmeno Calgalo, un capo dei Britanni nemico dei Romani, di cui dice Tacito, scherzava, con il suo famoso “Dove fanno il deserto, lo chiamano pace!” Per venire a
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Martin Lutero, il quale proclamò il loss von Rom, via da Roma e dalla Chiesa papale. Lo presero molto sul serio i lanzichenecchi del 1527, che non solo saccheggiarono l’Urbe, ma ognuno di loro portava nel suo bagaglio una corda per impiccare, caso mai, Clemente VII. Altro che un fumetto inventato tardivamente dai francesi per far dimenticare le legnate buscate ad opera di Giulio Cesare! Altri tempi, altri odi, altro stile!
usa. La partita delle tasse nelle elezioni mid-term doMENICo MACErI DAGlI USA “You cut” (Taglia) è lo slogan del Partito Repubblicano che cerca di contrastare quello di “Yes, we can” di Barack Obama nell’elezione di due anni fa. “You cut” è incluso nella “Promessa Solenne all’America” (Pledge to America) del Gop mediante il quale i cittadini americani potrebbero indicare online i tagli specifici da fare per uscire dalla crisi economica attuale. Il “Pledge” rievoca ovviamente il Contratto con l’America di sedici anni fa che precedette la conquista repubblicana di ambedue le camere. Il Gop spera di ripetersi. Le ventuno pagine del documento consistono di una rievocazione dei principi repubblicani che farebbero piacere agli elementi più conservatori del partito rappresentati dal Tea Party, l’ala destra del Gop. Promettono di ridurre le tasse, stimolare l’economia per creare posti di lavoro, abrogare la riforma sanitaria approvata recentemente, rifinanziare lo scudo missilistico e la lotta al terrorismo. In effetti, come ha detto il presidente Obama, si tratterebbe di un ritorno alla politica di George Bush che in grande misura è responsabile per la crisi economica americana ed in secondo luogo anche quella mondiale. I tagli alle tasse, come ha scritto recentemente il New York Times, aumenterebbero il
deficit federale. La continuazione degli sgravi fiscali per i benestanti non creerebbe posti di lavoro e scaverebbe un altro buco di settecento miliardi di dollari nel deficit. La riduzione delle tasse come investimento, che in teoria creerebbe lavori e stimolerebbe l’economia eliminando il deficit, è già stata provata con risultati disastrosi. Lo si è visto negli anni ottanta con Ronald Reagan e in tempi più recenti con George Bush. Le conseguenze sono ovvie. Quando il tesoro del governo non ha fondi, bisogna tagliare programmi. In effetti, i tagli fiscali sono parte del Dna repubblicano e sono indirizzati al concetto di “starve the beast” (fare morire di fame la bestia). La bestia, nell’ideologia repubblicana, è il governo. Meno governo, meno possibilità di spendere per coloro che hanno bisogno. Come ha detto Jerry Brown, candidato a governatore della California, nel suo recente dibattito con Meg Whitman, tagliare cinque miliardi di tasse ai ricchi vuol dire che i ragazzi, le scuole, e i bisognosi dovranno coprire quel buco al bilancio. Meno governo si tradurrebbe naturalmente in riduzione ed eventuale eliminazione di programmi sacrosanti come il Social Security ed il Medicare. Ecco cosa ha proposto infatti Sharron Angle, candidata del Tea Party al senato nello Stato del Nevada e avversaria di Harry Reid, l’attuale presidente del Senato.
Angle non ha evidentemente partecipato alla stesura del “Pledge”. Una delle tesi del documento è di “proteggere i programmi per gli anziani di oggi e le future generazioni”. Sembra una remata centrista per non spaventare gli elettori americani la cui maggioranza supporta il Social Security ed il Medicare. Ma sono solo parole perché continuando una pratica che insiste sulla riduzione costante delle tasse qualcuno dovrà eventualmente soffrire le conseguenze. Si crede che il Partito Repubblicano abbia buone chance di vincere almeno una delle due camere. Ma anche se riuscissero a conquistare ambedue le camere, l’eventuale minoranza democratica gli potrebbe ostacolare l’ agenda legislativa. Per non parlare poi della possibile imposizione del veto di Barack Obama. Il “Pledge” del Gop non è altro che una trovata per collegarsi al passato del “Contract with America”. Il contenuto non fa altro che riscaldare la “minestra repubblicana” per sedurre gli elettori. Vi si nasconde una filosofia egoistica del ruolo dell’uomo nella società civilizzata. Meno tasse, meno governo, ed ognuno si difenda da solo. Il “Pledge” repubblicano non avrà un forte impatto sul risultato delle elezioni di mid-term il 2 novembre. Sarà il malcontento per l’economia che aiuterà i repubblicani.
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Culture & tendenze
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Alla Settimana della moda di Parigi
La sfida della vocalist Beth Ditto, large con tante X dI
Uno dei modelli presentati da J. P. Gaultier Ma a dominare la scena sono stati quelli indossati da Beth ditto (foto in basso): la vocalist del gruppo “the Gossip” sostiene che l’obesità stimola la creatività
MoNICA sIMEoNE
E’ in corso la Settimana della moda a Parigi. In tutto 91 le sfilate previste tra cui i più importanti nomi della moda francese per presentare le collezioni Primavera Estate 2011. Beth Ditto ha aperto la sfilata per Jean Paul Gaultier che si è svolta il 3 ottobre: la notizia è che la” vocalist” del gruppo The Gossip, bassina e tonda, indossa una taglia” large” preceduta da molte X. Ospite di tanti talk show della moda, mai però era stata invitata a sfilare su una passerella. Lesbica dichiarata, grassa e contenta (era apparsa nuda sul primo numero della rivista Love), lei sostiene che essere obesa stimola la sua creatività nel vestire Gaultier ha scelto lei perchè vuole provocare e stupire con la questione delle taglie. Ha mandato a tutti l’ invito con due immagini di corpi nudi in 3D (da guardare con gli allegati appositi occhialini), uno XXL e l'altro XXS, tanto per sottolineare che, comunque tu sia, grassa o magra, vai bene a lui e ai suoi vestiti, che diventano extra large o extra
small in un gioco di pieghe estensibili e accorti drappeggi. La Ditto esce in passerella con un vestito in seta leggera stampata a fantasia 3D, da guardare con gli appositi occhialini, come molte delle mise che si sono successe nella sfilata. Oltre alla Ditto ha sfilato Sasha Pivovarova e altre sue colleghe taglia extra small, a sottolineare che l’idea di bellezza è molteplice, ad ognuno la sua. Come sempre la sfilata di Gaultier è un mix di invenzione e sorpresa,di romanticismo e di dark, stampe e smoking, giacche di pelle e shorts, pantaloni dalla linea impeccabile e tailleur con la sua solita zampata aggressiva. Jean Paul ha lasciato Hermes (tra pochi giorni la sua ultima sfilata per quella maison) e quindi si puo' dedicare intensamente al suo marchio, anche inventando altre etichette. La nuova ha la scritta in rosso e compare anche sulla giacchina di pelle bianca e rossa con spalla a busta da portare con culotte di ruches. La fantastica voce di Beth Ditto ha chiuso lo show con una stupenda performance vocale a cappella.
Raffaele De Grada, partigiano, scrittore e critico d’arte All’età di 96 anni, è morto a Milano Raffaele De Grada, chiamato Raffaelino per distinguerlo dal padre, noto pittore del Novecento. E’ stato comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, parlamentare del Pci, consigliere comunale, scrittore, insegnante all’Accademia di Brera. E’ stato, uno degli animatori di "Corrente", esemplare movimento artistico d'avanguardia fondato a
Milano dal Ernesto Treccani in posizione di fronda rispetto al regime mussoliniano e alla cultura ufficiale in linea con le direttive fasciste. La sua scomparsa è una grave perdita per la cultura italiana. Nato a Zurigo e trasferitosi con la famiglia prima a San Gimignano, poi a Milano, diventerà commentatore politico e dirigente Rai, la prima voce di Radio Milano dopo la Liberazione il
27 aprile 1945. Dirige il Giornale Radio del Nord Italia sino al 1949; è nominato consigliere di amministrazione della Rai e svolge per anni il ruolo di critico d'arte alla radio. Dal '49 al '51 è a Parigi, segretario italiano del Comitato mondiale dei partigiani della Pace ed è tra i primi firmatari dell'appello di Stoccolma contro la bomba atomica.Infine critico d’arte per il “Corriere della sera”.
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Diritti dei genitori divorziati
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La migLiOre deL giOrnO
Croce in spalla 1400 km per rivedere i figli Inizio Luglio 2010. A piedi da Milano a Cefalù. La croce alta 4 metri, 25 chili. Ignorato dai giudici, chiede ai media: "Vorrei incontrare i figli che non vedo più dal giorno del divorzio." Poi riparte. I poliziotti gli offrono del cibo. Dopo giorni la stanchezza si fa sentire: "Ho il ginocchio infiammato. E dormo all'addiaccio". Dopo tre mesi Salvatore è quasi giunto a casa. Ignorato dai grandi media e da tutte le istituzioni, appare sempre più sereno nella sua battaglia. Questo potrà sembrare incomprensibile a molti. Ma in realtà, una volta accettata la presenza di dolore nella vita (cosa normale anche se oggi non va di moda), si iniziano a vedere le cose in modo diverso. Per questo Salvatore è felice anche solo della sua fede e del suo amore, che però sta contagiando centinaia di persone che in questi mesi lo hanno seguito, delegazioni di uomini, donne, cittadini e genitori separati che lo hanno accolto, ospitato, gli hanno dato del cibo e scarpe nuove per arrivare in fondo. E' dal basso, da questa piccola grande solidarietà, che dobbiamo ricominciare, ed è dalla serenità di Salvatore che possiamo partire per spiegare ai nostri figli cosa sia la dignità e la voglia di vivere ed amare. Fabio Barzagli resp. portale nazionale www.paternita.info ps. questo il gruppo di supporto per Salvatore http://www.facebook.com/group. php?gid=146635255364752&ref=ts
Poggioreale Si uccide dopo appena 4 giorni di carcere Un detenuto di origini campane, Antonio GRANATA, di 35 anni, arrestato il 29 settembre scorso, si è tolto la vita, impiccandosi, in tarda mattinata nel carcere napoletano di Poggioreale. Il Granata appena fatto ingresso in carcere era stato allocato al Padiglione Firenze -
reparto “nuovi giunti”. Dopo che gli era stata notificata una ordinanza di custodia cautelare per 416-bis era stato spostato nel padiglione Livorno – Alta Sicurezza Con questo sono 52 i suicidi verificatisi nelle celle delle prigioni italiane dal 1 gennaio ad oggi. Una mattanza che il DAP e il Ministero della Giustizia non sembrano capaci di arginare. Il loro colpevole immobilismo, coniugato ad un incomprensibile silenzio, ampliano responsabilità che appaiono ben delineate. Con il Ministro della Giustizia diversamente impegnato ed il Capo del DAP a presiedere i cantieri edili il sistema penitenziario è condannato ad una deriva senza controllo . Tra autosoppressioni, aggressioni, violenze, sovrappopolamento e violazione del diritto le nostre galere hanno perso ogni residuo di dignità. Nonostante gli sforzi del personale, abbandonato a se stesso, nulla si può se non intervengono quelle soluzioni strutturali più volte richieste: aumento degli organici; maggior ricorso alle pene alternative; modifica del sistema sanzionatorio e abbreviazione dei tempi processuali. Queste sono alcune delle soluzioni indifferibili per recuperare civiltà, legalità ed umanità all’interno degli istituti penitenziari. Purtroppo abbiamo ragionevole certezze che non c’è una volontà politica di questo governo. Allora la lista dei morti e delle violenze è destinata, inevitabilmente, ad allungarsi. eugenio Sarno UIL PA Penitenziari ( 06 715 44 603)
Berlusconi-Fini Due miracoli in un duello
Siamo nell'epoca del paradosso. Interessante commentare la diatriba Berlusconi – Fini. Un liberista con curriculum di grande comunicatore mediatico globale che si schiera a favore di politiche protezioniste e contro l’integrazione invasiva degli extracomunitari a tutela dell’italianità; un ex fascista che riteneva Mussolini il miglior statista del secolo scorso,
Marassi sul “Mattino” convinto difensore di un nazionalismo social-autarchico che si schiera a favore di economia di mercato e società multietnica e multiculturale. Miracoli della cupidigia. Antonio Geretto tto2@libero.it
Rai Insulti a difesa del Tg1 Silenzio di Masi Alle puntuali e rigorose osservazioni del consigliere Rai Rizzo Nervo in merito alle omissioni del tg1 sulla vicenda delle bestemmie e delle barzellette la destra berlusconiana non oppone alcuna argomentazione ma solo una gragnuola di insulti, a conferma che il tg1 è ormai considerato una sorta di badante del presidente del consiglio, un foglio di famiglia. Non contenti dei pessimi risultati, si permettono persino di tirare bordate nei confronti di Raitre e del Tg3 che hanno il solo torto di continuare a fare il loro mestiere, dare tutte le notizie e persino di non perdere altri ascoltatori, come dimostrano ad esempio gli ottimi ascolti del film "Gomorra" trasmesso da Raitre. "In un'azienda seminormale il direttore generale darebbe un premio a Paolo Ruffini e a Bianca Berlinguer e aprirerebbe un procedimento nei confronti di chi sta dilapidando il servizio pubblico. Giuseppe Giulietti portavoce di Articolo 21 Vincenzo Vita senatore Pd
Disoccupazione Quel suicidio ad Ostuni
Una laurea in economia e commercio, l'ultimo lavoro in un call center concluso a dicembre del 2009 e da allora solo tentativi senza successo di trovare occupazione partecipando a concorsi e inviando curricola ad aziende. E' stata probabilmente la disoccupazione - dicono le cronache - a indurre un uomo di 38 anni di Ostuni a suicidarsi lanciandosi da un treno in corsa mentre faceva rientro a casa dopo qualche giorno trascorso a Milano. Sulla base delle testimonianze raccolte tra parenti e conoscenti la polizia ritiene che sia stata proprio la prolungata mancanza di lavoro a spingerlo alla disperazione. Mentre nel brindisino si consumava questa tragedia, nelle stesse ore una tragedia analoga è stata evitata a Palermo. Qui un precario della scuola, Filippo La Spisa, di 51 anni, padre di quattro figli, ha minacciato di lanciarsi dal quarto piano della sede dell'ufficio scolastico provinciale quando ha realizzato che per quest'anno non sarebbe riuscito ad avere un incarico. La Spisa è senza lavoro dal primo settembre scorso. Ormai sono disperato - ha spiegato quando è stato convinto a desistere - ho lavorato per 42 mesi come precario nella scuola ma ora sono il numero 899 in graduatoria e non ho alcuna speranza di ricevere l'incarico quest'anno. Altro che riforma della giustizia! Quale giustizia? Antonio esposito Napoli
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notte rosa Rubrica ideata e realizzata da Carmine Castoro
Anastasia di Fino
22 anni, di Roseto degli Abruzzi
La bellezza morbida di una vera “Plus size” Per carità, chiamatele modelle
come tutte le altre. E non per la reazione rabbiosa che potrebbero avere, ma perché più di tante altre rappresentano davvero la bellezza classica, seno formoso, fianchi opulenti, curve mozzafiato, di quelle che hanno segnato la storia della pittura, delle arti, e più modernamente del cinema e della moda, alla Sofia Loren per intenderci. Anastasia di Fino, 22 anni, abruzzese di Roseto, è una modella “taglia 46”, ridondante e burrosa nelle linee del suo corpo, ma non per questo meno conturbante, intensa, sensuale, nelle pose, nello sguardo, nella femminilità. E con tanto “sale” in testa, come si dice nelle terre del sud, per poter difendere benissimo la sua dignità di donna e “diva” in erba dello scatto. Con intelligenza e un bell’eloquio, che servono sempre come virtù, oltre le misure del girovita. Anastasia tu sei una modella che si definisce plus size. Cominciamo con lo spiegare il significato di questa etichetta “Le modelle plus size sono quelle che in Italia si chiamano taglie forti, cioè donne che non indossano la taglia “regolare” 38-40-
distribuzione) e mi sento dire dalle commesse ‘No, mi dispiace, la taglia 46 non la abbiamo’....e tutto ciò è molto umiliante, perché so di essere una ragazza come tante altre”.
42, bensì vanno dalla 44 alla 50. Si tratta di modelle morbide e tutte curve, contrariamente alle tipiche modelle da passerella, le cosidette skinny models”. Non ritieni riduttivo per il mondo della moda e per un canone generale di bellezza che si usino tutte queste categorie per definire il fisico delle ragazze? “Purtroppo da molti anni ormai il mondo della moda identifica la bellezza con la magrezza e questo concetto si è radicato nella mentalità comune. Le giovani d'oggi combattono continuamente con il proprio peso, poiché la moda impone abiti che non rispecchiano affatto le forme reali. A mio avviso il canone generale di bellezza è quello che dovrebbe ispirarsi alle arti classiche, dove le donne erano sempre ritratte con corpi morbidi e materni. Credo che il concetto di bellezza sia stato molto distorto con il passare del tempo: prima eri una bella donna se possedevi le cosiddette proporzioni auree, ora invece lo sei solo se sei molto magra e rifatta.
Che cosa pensi di questo insistere da parte di stilisti e manager su un'idea di armonia fisica legata all'eccessiva magrezza? “Credo che gli stilisti non si siano mai voluti sforzare troppo di creare abiti per donne vere. Le modelle non sono altro che manichini viventi su cui deve cadere l'abito senza imperfezione alcuna. Ma la realtà è molto diversa. Tante volte mi capita di voler acquistare un vestito (sia di stilisti noti che della grande
Molte modelle fanno uso anche di droghe sintetiche e di vero e proprio doping per stroncare la fame, non mangiare, ed essere sempre competitive per le passerelle. Che ne pensi? ti è capitato di conoscere ragazze che vivono così pur di lavorare? “Di modelle troppo magre o anoressiche ne conosco e ne vedo sempre nel mio ambiente. E' vero, usano droghe e lassativi; tante di loro hanno disturbi dell'alimentazione. E la moda è impietosa su questo argomento, poiché gli prendono le misure tutti i giorni ed il concetto è molto semplice: ‘Se ingrassi non lavori’. Così queste ragazze si ammalano e diventano brutte, secche, con le ossa sporgenti, senza forme, solo perché gli stilisti le vogliono magre. Durante una trasmissione televisiva cui ho partecipato, c'erano delle modelle molto magre che rimasero a digiuno
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notte rosa segue da pag. 8 per l'intera giornata. Naturalmente si sentivano deboli; quando gli chiesi perché lo facevano mi risposero: ‘Perché dobbiamo andare in tv con il ventre piatto’”. Come vivi tu, nella tua vita privata, l'essere molto bella ma nel senso della morbidezza delle forme e delle curve più marcate? “Diciamo che con me stessa mi trovo molto bene. Non mi vergogno di possedere un corpo così, mi piaccio, e so di piacere anche agli altri. Non mi sento affatto grassa, so quali sono i miei punti deboli ma conosco altresì i miei punti forti. Parto dal presupposto che non si può essere schiavi di un corpo ideale che tutti vorrebbero avere ma che nessuno ha”. Ci sono difficoltà per voi modelle plus size ad inserirvi nel mercato della moda? “In Italia purtroppo ancora sì. Il nostro è un mercato di nicchia e lo sarà fin quando non cambierà la mentalità comune. Proprio in occasione della settimana della moda, ad esempio, è stata esclusa dal calendario delle sfilate una delle poche firme della moda conformata: Elena Mirò. Un gesto secondo me orribile, in quanto ancora una volta si è voluta rimarcare la diversità tra modelle regolari e modelle plus size. Ho parlato dell'Italia poiché le cose nel nord Europa e in America sono molto diverse. La moda plus è gettonatissima, le modelle plus sono le più pagate del momen-
to, e tutto questo perché gli stilisti hanno capito l'importanza di rivolgersi alle donne dalla taglia 44 in su. Ultimamente mi è capitato di partecipare ad un casting come hair model, ossia modelle per capelli, e la selezionatrice, una volta conosciuta la mia taglia mi ha risposto: ‘Ah no, lei non va bene...noi stiamo cercando modelle vere, quelle al massimo
con la taglia 40’”. Come credi si debba agire, a livello di politiche sociali e massmedia, per evitare il rischio anoressia in tante adolescenti? “Mi è capitato spesso, cercando su internet, di trovare blog di ragazze ‘pro-ana’ e ‘pro-mia’, ossia a favore dell'anoressia e della bulimia. Ciò che ho letto è stato devastante...Centinaia di adolescenti e non si scambiava-
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te dal Governo di vigilare e controllare l'effettivo stato di salute delle modelle, affinché non sfilassero quelle troppo magre. Ma secondo me è tutta una copertura, è tutta una scusa per quietare il gran parlare che si fa sul fenomeno anoressia, poiché in un modo o nell'altro le skinny models continuano a sfilare, e a non mangiare”.
no consigli su come evitare di mangiare, col fine ultimo di dimagrire, di diventare anoressiche o bulimiche. I modelli cui si ispirano sono le top model, quelle d e l l e passerelle tanto citate, e p e r riprendere una frase di u n a ragazza malata in un blog “le eleganti modelle d a l l e o s s a bianche e sporgenti”. Quindi è palese che il messaggio che la moda sta lanciando è distruttivo per tutti quei giovani che non riescono a trovare una propria identità e vogliono imitare uno stereotipo di bellezza irraggiungibile. Il Governo dovrebbe battersi di più affinché la moda e gli stilisti si calmino un po', con campagne massicce di sensibilizzazione, manuali illustrativi, pubblicità. Si è tanto parlato di ‘sentinelle’ durante la settimana della moda, ossia di persone incarica-
Anche tu noti che molti fotografi immortalano le modelle senza un sorriso, senza trasmettere gioia con gli scatti. Perchè questo? “Perché ormai le modelle sono solo un prodotto, e ce ne sono 100, mille, 10mila tutte uguali, con la stessa faccia. Ad alcuni fotografi non importa immortalare la tua gioia, per loro sei solo un lavoro...E poi gli stilisti a cui devono proporti ti vogliono algida, fredda, eterea, quasi non umana insomma, e questo è il lato della moda che mi piace di meno”. tu studi anche all'università. Il mondo della moda come lo vivi?, come una sfida, una chance di lavoro, puro narcisismo? “Ho sempre ambìto al mondo della moda, già molto prima che iniziassi l'università. Questo lavoro lo vivo come una possibilità che ho adesso e che va colta; non sarà il lavoro di una vita. Sto studiando per diventare ingegnere. Certo, se non sei egocentrica non fai la modella”. Hai partecipato a molte trasmissioni televisive su reti Mediaset come modella, ma non sei stata presa come "pupa"... Che idea hai della tv oggi e dei format più popolari che puntano molto su una forte carica erotica di chi vi partecipa? “In realtà avrei dovuto partecipare come ‘secchiona’ e non come pupa! Ma poi non si è fatto più nulla. Come dico sempre ‘il sesso si vende facile’...e non a caso anche in tv. Penso che però la televisione italiana ci abbia perso parecchio, si sia impoverita: troppe donne nude e stupide, troppi litigi e troppe lacrime. Non a caso aspetto i programmi in seconda serata per guardare un po' di tv come si deve. Credo che l'Italia abbia perso il costume che l'ha sempre caratterizzata e dovrebbe recuperarlo”.
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Campionato: pausa per gli impegni della nazionale
Celeste e azzurro due colori di successo per Reja e Mazzarri dI
GIUsEPPE MArICoNdA
Si scrive Lazio si legge leader : volano alto gli aquilotti di Eddy Reja. Primi in classifica, non capitava dalla quinta giornata del campionato 2008 - 2009, in panchina Delio Rossi, decima a fine torneo, ma vittoriosa in Coppa Italia. Un punto in più rispetto ad allora e con il Napoli alle spalle, come oggi. Napoli che non batteva i giallo rossi da 13 anni ( ma i partenopei hanno pagato lo scotto del fallimento e della serie C e B...). Comunque in quell'occasione (maggio 1997) a firmare la vittoria fu Nicola Caccia, da Castello di Cisterna, in provincia di Latina, oggi allenatore quarantenne. Questa volta è stato Hamsik a concretizzare una superiorità attribuita dai critici al cambiamento di posizione di Lavezzi ed alle difficoltà di Cicinho e Cassetti. Certo è che la sconfitta ha riaperto la ferita nello spogliatoio: il feeling tra Ranieri e alcuni dei suoi giocatori sembra al tramonto. Vucinic aveva cancellato il malumore di Totti contro l'Inter, ora la sosta per la nazionale può mitigare la delusione di Borriello, sostituito perché
visto stanco dall'allenatore. Immediata la smentita del giocatore. Se ne parlerà, forse, in società. Chi non ha parlato della partita è stato Mazzarri, che ha avuto un calo di zuccheri subito dopo l'incontro: le critiche per il turn over di Bucarest avevano caricato l'allenatore partenopeo oltre misura e ha sentito questa partita in maniera particolare. La prestazione dei suoi nel primo tempo non aveva fatto altro che aumentare la tensione. Ma tutto è bene quel che finisce bene.
E bene è finito l'altro derby, quello che una volta era battezzato “d'Italia”, per entrambe le squadre: l'Inter più acciaccata che mai e con gio-
Eddy reja, che guida la Lazio, e (sotto) Lavezzi punta di diamente del Napoli
catori che hanno dovuto concludere la partita in condizioni fisiche precarie e la Juventus che ha mostrato – questa volta- una difesa attenta ed una concentrazione che faceva il paio con quella mostrata giovedì scorso sul campo del City a Manchester. Benitez dice che quando rientreranno tutti gli infortunati la squadra tornerà ad essere vincente, Del Neri annota i miglioramenti registrati sopratutto nel reparto arretrato e guarda con un pizzico di fiducia in più al futuro. Per tutti ora c'è una pausa per le qualificazioni europee della nazionale di Prandelli. La sosta dovrebbe giovare in
particolare alla Fiorentina di Mihajlovic, sconfitta da un Pelermo veramente brillante, ed all'Udinese che ha conquistato la prima vittoria anche se con grande fatica e grandissima fortuna. Una vittoria tutto sommato meritata ma arrivata quasi a tempo scaduto e su azione non esente da dubbi sulla posizione dei giocatori. Ma conta- a questo punto- la classifica: muoverla è di buon auspicio per il futuro. Futuro a tinte preoccupanti per viola, giallo rossi e Parma, sconfitta in casa da un Milan che continua a non essere brillante, ma che incamera punti tanto da aver raggiunto i cugini nerazzurri al secondo posto. E pensare che solo tre domeniche or sono avevano cinque punti di distacco. Intanto continua la bella avventura di Chievo, Brescia (nonostante la battuta d'arresto in casa laziale) e del Lecce, che nell'ora di pranzo ha fatto un sol boccone di un Catania determinato, ma assai impreciso. Infine Cassano: ha mostrato contrarietà per la sua sostituzione. Non ha brillato, speriamo che si sia riservato le energie per Irlanda del Nord e Serbia.
to N ME E PL P sU
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CINEguida
Film in programmazione Ad occhi chiusi documentario sul tango l progetto si propone di esplorare, attraverso una dettagliata documentazione ed analisi, i risvolti sociali, psicologici ed esistenziali che il ballo del tango ha nella nostra società, ponendo l'accento sull'esperienza dei diretti protagonisti grazie alle storie e alle testimonianze dei tangueri e delle tanguere, di chi cioè vive questo ballo come una componente essenziale della propria vita, a cui si affiancheranno le analisi di importanti studiosi della contemporaneità (antropologi, psicologi, sociologi..),Seguiremo così Rossana, giovane artista italiana che grazie al tango riscatta la sua femminilità, subendo una reale metamorfosi dello spirito. Incontreremo Nicola, Pietro e Simonetta, che a passi di tango riescono a tenere lontane le loro malattie fisiche e dell'anima. l'intreccio narrativo sarà costellato e impreziosito da voci evolti di numerosi protagonisti: conosceremo i più importanti ballerini argentini in circolazione (Sebastian Arce Mariana Montes Cicho Fruomboli etc...), maestri di tango, studiosi e ricercatori.
(L')Amore buio regia: Antonio Capuano con Irene de Angelis, Gabriele Agrio, Luisa ranieri, Corso salani, valeria Golino, Anna Ammirati, Fabrizio Gifuni Alla fine di una domenica di sole, mare, tuffi e pizza, quattro ragazzini, approfittano di
Irene, anche lei adolescente. Uno di loro, Ciro 16 anni, la mattina dopo va a denunciare sé e gli altri. Vengono condannati a due anni di reclusione. Quei due mondi, così opposti e diversi, finiranno coll’attrarsi, incontrarsi, fondersi. Irene e Ciro, da lontano (l’uno dal carcere di Nisida, e l’altra dalla casa meravigliosa dove vive con la famiglia in una delle zone belle della città), quasi senza accorgersene, lentamente cominceranno un irresistibile avvicinamento.
Benvenuti al sud regia: Luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro siani, Angela Finocchiaro, valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo rizzo Alberto (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia
Giacomo rizzo, Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro siani e valentina Lodovini in una scena di “Benvenuti al sud” (Alessandro Siani).
Fratelli in erba regia: tim Blake Nelson con Edward Norton, Melanie Lynskey, susan sarandon, Keri russell, Maggie siff Quando Bill Kincaid riceve la notizia dell'assassinio del suo gemello Brady, morto in un affare di droga andato male, lascia il suo posto di professore di Filosofia Classica alla Brown University e torna al suo paese nativo, nel rurale Oklahoma. Al suo arrivo si rende conto che i racconti sulla morte di suo fratello sono "alquanto esagerati" e presto si trova coinvolto in uno dei complotti di Brady.
Inception regia: Christopher Nolan con Leonardo di Caprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Cillian Murphy, Michael Caine, Dom Cobb (leonardo Di Caprio) è un abilissimo ladro, il migliore al mondo quando di tratta della pericolosa arte dell'estrazione: ovvero il furto di preziosi segreti dal profondo del subconscio mentre si sogna, quando la mente è al massimo della sua vulnerabilità. le abilità di Cobb ne hanno fatto un giocatore di primo piano nel pericoloso mondo dello spionaggio indu-
continua nelle pagine successive
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MINICrItIChE dEI FILM IN ProGrAMMAZIoNE NELLE sALE striale, ma lo hanno reso un fuggitivo ricercato in tutto il mondo, costretto a lasciarsi alle spalle tutto ciò che ha sempre amato. Ma ora Cobb ha una chance di redenzione: un ultimo lavoro potrebbe restituirgli la sua vita, ma solo se riuscirà a rendere possibile l'impossibile.
Innocenti bugie regia: James Mangold con Cameron diaz, tom Cruise, Peter sarsgaard Una solitaria casalinga della provincia americana (Cameron Diaz) vede la sua vita sconvolta dopo aver partecipato ad un apputamento al buio con quella che si rivela una super-spia internazionale (Tom Cruise) che la conduce in un pericoloso viaggio intorno al mondo per proteggere un'invenzione che potrebbe rivelarsi la chiave dei problemi energetici del pianeta.
La pecora nera regia: Ascanio Celestini con Giorgio tirabassi, Luisa de santis, Barbara valmorin, Maya sans "Il manicomio è un condominio di santi. So' santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul comodino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo". Così ci racconta Nicola i suoi trentacinque anni di "manicomio elettrico", e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. Nicola è nato negli anni sessanta, "i favolosi anni sessanta", e il mondo che lui vede dentro l'istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori – un mondo sempre più vorace, dove l'unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura.
La vendetta di Kid regia: Brad Peyton
con Chris o'donnell, Jack McBrayer, Carlos Alazraqui, rodriguez, Alec Paul Baldwin, Michael Clarke duncan, Joe Pantoliano, roger Moore, Bette Midler, Malcolm stewart, Malcolm Goodwin Continua il racconto della battaglia tra cani e gatti per il controllo della Terra. Gli amici a quattro zampe saranno impegnati a fronteggiare il ritorno di Kitty Galore intenta a progettare la sua vendetta e la conquista del mondo.
Mangia prega ama regia:: ryan Murphy con Julia roberts, James Franco, Billy Crudup, Javier Bardem, richard Jenkins, viola davis, Luca Argentero, Arlene tur, tuva Novotny, stephanie danielson, James schram liz Gilbert (Julia Roberts) ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, liz decide di allontanarsi dal suo mondo rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il piacere di mangiare; in India arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali ritrova il suo equilibrio interiore grazie al vero amore.
Mordimi rEGIA: Jason Friedberg, Aaron seltzer con Jenn Proske, Matt Lanter, Chris riggi, Parodia della saga di Twilight, Mordimi èuna commedia sulla rabbia adolescenziale e i film romantici dei nostri tempi. Becca, un'adolescente ansiosa che non è una vampira, è incerta tra due ragazzi. Prima
di poter scegliere, deve superare gli ostacoli creati dal padre ultraprotettivo, che la imbarazza trattandola come una bambina. Nel frattempo, anche gli amici di Becca vivono i loro problemi sentimentali. Tutti questi legami romantici arrivano a una conclusione esilarante durante il ballo scolastico.
Niente paura regia: Piergiorgio Gay con Luciano Ligabue, musiche di Luciano Ligabue Niente paura è un film sull’identità nazionale nell'epoca delle "passioni spente", nell’epoca della crisi radicale della politica, in senso lato. Il film racconta - in modo non ideologico, ma attraverso le storie personali di uomini e donne comuni, di persone conosciute e dello stesso ligabue - colonna sonora del film e "narratore per eccellenza" - come siamo e come eravamo, in realtà da dove veniamo (fine anni Settanta, primi anni Ottanta, quando si opera una svolta sia nelle istituzioni che nel costume) e quale Paese siamo diventati oggi.
Quella sera dorata rEGIA: James Ivory Omar Razaghi è uno studente di origini iraniane diplomatosi all'università del Colorado al quale viene assegnata un borsa di studio per scrivere la biografia ufficiale dell'autore scomparso latino-americano Jules Gund. Ma, a sorpresa, la Fondazione Gund nega a Omar l'autorizzazione alle ricerche. Su consiglio della fidanzata Deirdre, il ragazzo si reca in Uruguay per incontrare gli eredi e chiedere all'esecutore testamentario di cambiare idea. Ma si ritrova coinvolto in un vespaio di intrighi, relazioni improprie e stravaganze.
sharm el sheikhUn’estate indimenticabile
Fabrizio Ugo regia: Giordani Brignano, Enrico con Giorgio Panariello, Laura dazzi, Cecilia torrisi, Michela Quattrociocche, Elena russo, Maurizio Walter Casagrande, santillo, daniele La Leggia, Fioretta Mari, Ludovica Bizzaglia, hassan shapi, sergio Muniz (Enrico Romano Fabio Brignano), è un ottimo venditore di polizze assicurative si trasforma in mediocre mentitore quando rischia di perdere il lavoro e non dice nulla a casa; mamma Franca (Cecilia Dazzi), è un'eterna insegnante precaria costretta a prendere atto anche della precarietà del suo matrimonio, ma non ha il coraggio di dirlo al marito; la figlia Martina (Michela Quattrociocche), è reduce da un amore finito; mentre Giulia, adolescente è fan di Harry Potter, all'eterna ricerca del suo primo vero amore. A chiudere, c'è nonna Camilla (Fioretta Mari). Con la scusa di portare tutti in vacanza Fabio, che odia il mare, convince i suoi a partire con lui per alla volta del Mar Rosso...
(la)solitudine dei numeri primi regia: saverio Costanzo con Alba rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, tommaso Neri, vittorio Lomartire, Aurora ruffino, Isabella Maurizio rossellini, roberto donadoni, sbaratto, Giorgia senesi, Filippo timi 1984, 1991, 1998, 2007. lungo questi anni le vite di Mattia e Alice scorrono parallele senza mai riuscire a congiungersi. Due infanzie difficili, compromesse da un avvenimento terribile che segnerà le fragili esistenze dei protagonisti fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Mattia e Alice, portano dentro e fuori di loro i segni
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MINICrItIChE dEI FILM IN ProGrAMMAZIoNE NELLE sALE del passato. la consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli ad un isolamento inevitabile ma consapevole. l'idea del film nasce dal libro la solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, vincitore del premio Strega 2008.
somewhere regia: sofia Coppola con stephen dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Michelle Monaghan, Laura ramsey, robert schwartzman, Giorgia surina Johnny vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont. Se ne va in giro sulla sua Ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni. Fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali, sulla sua posizione nel mondo e ad affrontare la questione che tutti dobbiamo affrontare: quale percorso scegliere nella nostra vita?
step-up 3 d rEGIA: Jon Chu con harry shum Jr., Adam G. sevani, Kylie Goldstein luke è un ballerino di strada orfano, impegnato nel disperato tentativo di non essere sfrattato dalla sua unica casa: un vecchio magazzino decadente che è invece il paradiso di tanti ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per farlo lui e la sua crew dovranno vincere la World Jam Competition dove i migliori ballerini di strada del mondo si ritrovano faccia a faccia per decretare chi sia il più forte. Sulla strada per la vittoria incontrerà Natalie, una balle-
rina fantastica ma decisamente misteriosa....
the American regia: Anton Corbijn con George Clooney, Bruce Altman, violante Placido, thekla reuten, Paolo Bonacelli, Filippo timi, Irina Björklund, samuli vauramo, Björn Granath Solo ed unico tra gli assassini, Jack (interpretato da Clooney) è un esperto artigiano. Quando un lavoro in Svezia finisce in maniera più cruente di come se lo sarebbe aspettato, questo Americano all'estero promette al suo contatto larry (Bruce Altman) che il suo prossimo incarico sarà il suo ultimo. Jack si ritira nella campagna italiana, dove si nasconde in un piccolo paesino sperduto e gode la lontananza dalla morte. Il suo compito, come assegnatoli da una donna belga, Mathilde, è nella costruzione di un'arma super letale. Sorprendendo se stesso, Jack si rivolge al prete locale Padre Benedetto e inizia una relazione amorosa con Clara. Nell'uscire dalla solitudine ed oscurità Jack però sta provocando la sorte.
the town regia: Ben Affleck con Ben Affleck, rebecca hall, Chris Cooper la storia racconta di un rapinatore di banche, interpretato da Ben Affleck, che si invaghisce della cassiera di una banca (Rebecca Hall) che ha svaligiato, senza sapere che in realtà questa è anche l'esca che un agente dell'FBI ha gettato al ladro per catturarlo.
Una sconfinata giovinezza regia: Pupi Avati con Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, serena Grandi, Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Manuela
Morabito, Erika Blanc, vincenzo Crocitti lino Settembre e sua moglie Chicca conducono una vita coniugale serena e senzaserie difficoltà. Sono entrambi soddisfatti delle loro professioni, lui prima firma alla redazione sportiva del Messaggero e lei docente di Filologia Medievale alla Gregoriana. l'unico vero dispiacere che ha accompagnato i venticinque anni di matrimonio è la mancanza di figli. Una mancanza che non ha compromesso la loro unione ma l'ha al contrario rinsaldata. l'oggi però, in modo totalmente inatteso, presenta loro una grossa preoccupazione: lino da qualche tempo accusa problemi di memoria che mano a mano si accentuano andando a compromettere in modo sempre più evidente il quotidiano svolgersi delle sue attività sia nell'ambito professionale che familiare. Dapprima sia lui che Chicca decidono di riderci sopra ma il disturbo si manifesta sempre più fino a quando, dopo attenti e approfonditi esami, un neurologo diagnostica una patologia degenerativa delle cellule cerebrali. Inizia così una toccante storia d'amore fra un uomo che si allontana sempre più dal presente, con la mente trascinata in infiniti altrovi, e la sua donna che, rifiutando qualsiasi ipotesi di abbandono e qualsiasi ausilio che la escluda, decide di stargli accanto nel processo "regressivo"
Un weekend da bamboccioni regia: dennis dugan con Adam sandler, Kevin James, rob schneider Trent'anni dopo il diploma, cinque amici, vecchi compagni di squadra, si riuniscono per onorare la scomparsa dell'allenatore di basket d'infanzia. Con mogli e figli, trascorrono insieme il weekend del 4 luglio nella casa sul
lago dove anni prima avevano festeggiato la vittoria della squadra. Ricreando atmosfere del passato, scoprono che crescere non significa necessariamente diventare adulti.
20 sigarette regia: Aureliano Amadei con Carolina Crescentini, vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Massimo Popolizio, Gisella Burinato, Antonio Gerardi, duccio Camerini, Luciano virgilio, Alberto Basaluzzo, orsetta de rossi, Edoardo Pesce Novembre 2003: Aureliano, 28enne, precario nel lavoro e negli affetti, riceve all'improvviso l'offerta di partire per lavorare come aiuto regista alla preparazione di un film che si svolge in Iraq, al seguito della "missione di pace" dei militari italiani, con il regista Stefano Rolla. Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova protagonista della tragedia dell'attentato alla caserma di Nassirya del 12 Novembre 2003. E' l'unico "civile" sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben 19 italiani...
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Film recenti che potrete vedere in tv Affetti & dispetti (La nana) regia: sebastiàn silva con Catalina saavedra, Claudia Celedòn. la storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. la nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. la pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Agora regia: Alejandro Amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. la vera
storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Alice in Wonderland regia: tim Burton con Johnny depp, Mia Wasikowska, Anne hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica monarca "capocciona" Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Amante (L') inglese regia: Catherine Corsini con Kristin scott thomas, sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella
villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cercherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
A serious man regia: Joel & Ethan Coen con Michael stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man regia: tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Avatar regia: James Cameron con sam Worthington, sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con stefano Accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, sabrina
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv Impacciatore. Muccino in grande forma. la trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. la new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Bangkok dangerous
Brotherhood (Fratellanza)
regia: oxide e danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage, che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
Basilicata coast to coast regia: rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna
regia: Nicolo donato con thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. la storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
Cado dalle nubi regia: Gennaro Nunziante
con dino Abbrescia, Fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. la fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. la sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc Lawrence con hugh Grant, sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. l'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
City Island regia: raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv Chloe regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. la stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
Christmas (A) Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande
schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City Island regia: raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - Il mago della truffa regia: John requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un inci-
dente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più regia: silvio soldini con Pierfrancesco Favino, Alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. l'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy heart regia: scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivan-
te. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer regia: dean deblois e Chris sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'Italia che trema regia: sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzan-
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv do questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
due vite per caso regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. l'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato regia: Nancy Meyers con Meryl streep, Alec Baldwin, steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri
interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. la storia del triangolo over 50 tra una donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
Fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. le immagini iniziali sono di sicuro impatto. l'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni veronesi con silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, Elena sofia ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena trat-
teggiati ma decisamente convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. la Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
happy Family regia: Gabriele salvatores con Fabio de Luigi, diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato
su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con Negar shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia, che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo regia: Pupi Avati con Christian de sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "la cena per farli conoscere"
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico Eric
tagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta
regia: Ken Loach con Eric Cantona, steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
regia: Jacques Audiard con tahar rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. la faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il Mi$$ionario
Il segreto dei suoi occhi
regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da luc Besson. l'attore pro-
regia: Juan Josè Campanella con ricardo darìn, soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo
l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
Il tempo che ci rimane L'isola delle coppie
regia: Elia suleiman con saleh Bakri, shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
Invictus
L'uomo che verrà
regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt
regia: Giorgio diritti con Alba rohrwacher e Maya
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "la stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
L'uomo nero regia: sergio rubini con valeria Golino, sergio rubini, riccardo scamarcio, Guido
La nostra vita regia: daniele Luchetti con Elio Germano, raoul Bova, Isabella ragonese, Luca
Zingaretti, stefania Giorgio Montorsi, Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella regia: Paolo virzì con valerio Mastandrea, stefania sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellis-
sima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri regia: Nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi. l'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabile) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. la Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. l'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine vaganti regia: Ferzan ozpetek con riccardo scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta savino, Ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della fami-
glia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine regia: rob Marshall con daniel day-Lewis, sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. la pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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regia: Mira Nair con steve Carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche
poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. la coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. l'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di
una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori regia: Laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv sabbie del tempo regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
remember me regia: Allen Coulter con robert Pattinson, Emilie de ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non
ci sarà l'happy end.
the road regia: John hilcoat con viggo Mortensen, robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "la strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
robin hood regia: ridley scott con russel Crowe, Cate Blanchett, William hurt, Max von sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano.
Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
scontro di civiltà per un ascensore a Piazza vittorio regia: Isotta toso con Liotti, Kasia daniele smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in questo caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
shutter Island regia: Martin scorsese con Leonardo di Caprio, Mark Buffalo, Ben Kingsley, Max von sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine,
mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
simon Konianski regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
sul mare regia: Alessandro d'Alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il
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FILM dELLA sCorsA stAGIoNE ChE PotrEtE PrEsto rIvEdErE IN tv regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. l'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.
Colin Farrell e Paz vega in una scena di triage
the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, Emily Blunt, Anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "l'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero
per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. la storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. la sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
the twilight Saga: Eclipse regia: davide slade con Kristen stewart, robert Pattinson, taylor Lautner E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede pratica-
mente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
triage regia. danis tanovic con Colin Farrell, Paz vega, Christopher Lee
Premio Oscar nel '93 con No Man's land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
recensioni redatte con la collaborazione di Luciana vecchioli