aq9novembre2009

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Anno I - n. 125 - Lunedì 9 novembre 2009

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9 novembre 1989: fine della “guerra fredda”

Vent’anni senza il Muro

Celebrazioni oggi anche a Roma e nel resto d’Italia Ora di Punta di

Ennio SimEonE

La metafora di Fini Il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato ieri sera da Fabio Fazio sul suo libro uscito in questi giorni, ha fatto una serie di considerazioni interessanti sulla situazione politica, sociale e istituzionale del paese. Tra l’altro, a proposito della vita dei partiti attuali, ha ribadito che essi debbono essere aperti al confronto interno tra le varie posizioni senza obblighi di obbedienza. E per rendere esplicito questo concetto ha detto che non gradisce la “caserma”. La frase è piaciuta alle agenzie e ai giornali online d’informazione (come il nostro), che l’hanno rilanciata pochi minuti dopo la conclusione del programma di Rai3. Non è piaciuta, invece, al ministro Bondi, che è anche uno dei coordinatori del Pdl. Il quale, battendo sul tempo Capezzone, ha subito replicato a Fini a mezzo agenzie: «Ricorrere alla metafora della caserma per descrivere il Pdl è quantomeno ingeneroso». Una reazione ve la sareste aspettata semmai dall’altro coordinatore del Pdl, La Russa, ministro della Difesa e, in quanto tale, titolare delle caserme. Errore: in effetti le metafore sono di competenza del ministro della Cultura.

La caduta del muro di Berlino, che divideva in due la Germania e che segnava il confine tra il mondo occidentale e la parte di Europa legata al regime sovietico, avveniva vent’anni fa, il 9 novembre del 1989, e segnava l’abbattimento della “cortina di ferro” e la fine della “guerra fredda” che per oltre 40 anni aveva tenuto in tensione le potenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale: da una parte l’Unione Sovietica con i paesi

“satelliti” dell’Est europeo, la Cina e Cuba, dall’altra gli Stati Uniti con i suoi alleati, tra cui l’Italia. In Germania da giorni sono in corso i festeggiamenti per la ricorrenza della ritrovata unità nazionale e del travagliato processo di riunificazione; negli altri paesi oggi vi sono per la circostanza una serie di appuntamenti rievocativi. In Italia avranno il punto di maggiore interesse quelli organizzati nella capitale. Le notizie a pagina 5

L’uragano fa oltre 90 morti

Almeno 91 morti e una sessantina di dispersi: questo il bilancio del passaggio in El Salvador dell'uragano ida, che continua la sua corsa nel canale dello Yucatan, tra il messico e Cuba, puntando verso il golfo del messico.

Fino a mercoledì durerà l’ondata di maltempo Stando alle previsioni dei meteorologi, il maltempo che da sabato imperversa sulla penisola si protrarrà fino a mercoledì con piogge, vento e temperature invernali. Intanto si fanno nelle varie regioni gli inventari dei danni provocati dai violenti acquazzoni dei giorni scorsi, mentre nelle zone turistiche montane si fa l’inventario dei vantaggi che potranno derivare dalle nevicate cadute sopra gli 800 metri.

Innocente arrestato ma i parenti indagano... Stamattina dinanzi alla Corte d'Appello di Brescia, sezione minori, si svolgerà la prima udienza di un processo per ingiusta detenzione intentato da un giovane, (assistito dall'avvocato Mario Tacchinardi di Cremona) che vede sull'altro fronte l'avvocatura dello Stato. E’ una storia di ordinaria ingiustizia, ma con risvolti illuminanti su ciò che deve fare una persona in certi casi per far valere i propi diritti. Questo giovane ha trascorso 73 giorni in cella nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, accusato di una rapina che non aveva commesso. Per affermare la sua innocenza è arrivato anche a tagliarsi le vene ma sono stati i suoi familiari a dimostrarla trasformandosi in investigatori fino individuare il vero autore della rapina e a convincerlo a presentarsi davanti ai giudici e ad assumersi la responsabilità del reato. Ora, il giovane chiede allo Stato i danni dopo che i giudici hanno deciso di liberarlo e condannare il rapinatore. La riparazione richiesta ammonta a 37.000 euro. Poi si dovranno valutare i danni patiti da Daniele che si è ritrovato in carcere a 17 anni. Tutto era iniziato il 17 marzo 2007, a Mantova: due ragazzini, un bielorusso e un marocchino, fermano un passante e lo rapinano del portafoglio. Il bielorusso torna in patria. Il marocchino riesce a far perdere le tracce. I carabinieri bloccano Daniele, che aveva avuto in passato qualce problema con le forze dell’ordine e che viene “riconosciuto” dal rapinato tra le foto di nove ragazzi. L'11 giugno del 2007 viene arrestato.


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scuOLa

anticrisi

staLking

carcere

Il Tar salva centinaia di prof precari

Internet fast, la ricetta di Scajola

Si camuffa e spara all’ex e al fidanzato

Pestaggio, sospeso comandante

Da oggi, i primi 300 precari della scuola saranno inseriti nelle graduatorie delle province italiane; ma ci sono altri 7000 insegnanti in attesa di essere inseriti. Si allungano infatti le pronunce del Tar del Lazio che danno ragione ai precari esclusi dalle graduatorie. Ma – fanno notare al ministero dell’istruzione – queste sentenze del Tar saranno annullate quando il decreto “salva precari”, entro il 24 novembre, diventerà legge.

Banda larga e non solo. Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola si rivolge direttamente al premier per sbloccare i fondi già previsti per la realizzazione della rete internet veloce, ma anche per la reindustrializzazione di alcune aree messe in ginocchio dalla crisi, che potrebbe consentire di creare e difendere 60.000 posti di lavoro. Le richieste sono contenute in un «appunto» che Scajola ha consegnato al presidente del Consiglio.

Si cerca ancora Michele Lambiase, il 47enne che ha sparato sabato notte all'ex convivente e al suo fidanzato in un parcheggio di Montesilvano (Pescara), ferendoli in modo grave. Lambiase, che per non farsi riconoscere aveva indossato una parrucca bionda, si è appostato sotto l'abitazione della donna, l'ha seguita, ha atteso che salisse sull'automobile del fidanzato, quindi ha aperto lo sportello ed ha sparato. Da venerdì doveva essere agli arresti domiciliari.

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha sospeso dal servizio, in via cautelativa, il comandante della guardie penitenziarie del carcere di Castrogno, a Teramo, Giovanni Luzi, coinvolto in un'inchiesta su un presunto pestaggio di un detenuto. L'indagine scaturisce da un cd, recapitato in forma anonima al direttore del quotidiano locale “La Città”, in cui qualcuno ha riversato l'audio che costituirebbe testimonianza del reato.

Regionali. Alla ricerca di un accordo

La foto

E La Russa frena Bossi

La gioia di Flavia

Insofferenza nel Pdl per le uscite del leader leghista La Russa frena Bossi. Il ministro per le Riforme chiede per la Lega il Piemonte e il Veneto, lasciando la Lombardia a Formigoni. Ma è solo un'aspirazione, fa intendere il ministro della Difesa. «Non ho visto la parola accordo - spiega La Russa - ho visto quello che legittimamente desidera Bossi, a cui noi abbiamo sempre risposto che è legittimo chiedere ma la decisione deve essere comune». Affermazioni che arrivano da Pomezia, in occasione alla seconda conferenza programmatica de 'La Destra', che sarà alleata al Pdl alle

prossime regionali. In precedenza, era stato Maurizio Gasparri a dichiarare che due candidature per la Lega in vista delle elezioni regionali sono «eccessive». È probabile che il nodo delle regionali venga affrontato durante il vertice a tre previsto per la prossima settimana, quando il premier, Silvio Berlusconi, incontrerà Bossi e Gianfranco Fini. Ma sul tavolo del summit di maggioranza ci sarà soprattutto la riforma complessiva della giustizia.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: via Carciano 45, 00141 Roma tel. 06 4131710 - Fax 06 41299020 indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEm (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Autorizzazione del Tribunale Roma n. 343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’italia vince per 4-0 la finale di Fed Cup, la Coppa davis al femminile, contro gli Usa. decisivo il match di Flavia Pennetta contro la tennista melanie oudin.

l’OnOmasticO

Agrippino

Oggi si festeggia Sant’Agrippino vescovo. A Napoli sant'Agrippino era popolare quasi quanto san Gennaro. Secondo la tradizione, Agrippino fu il sesto vescovo della diocesi partenopea, e uno scrittore del IX secolo lo elogia così: «Innamorato della patria, difensore della città, egli non cessa di pregare ogni giorno per noi». Di lui non ci sono molte notizie. Visse alla fine del III secolo, e la traslazione delle reliquie avvenne nella cosiddetta Stefania, cioè nella chiesa costruita nel V secolo per far posto alla nuova cattedrale. In precedenza le reliquie di sant'Agrippino avevano riposato nelle catacombe di san Gennaro. Furono ritrovate dal cardinale Spinelli nel 1774.


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uniOne eurOPea

BrasiLe

David Miliband favorito come Mister Pesc

Ragazza in mini insultata e espulsa dall’università

Oggi i leader europei si consulteranno sul duo di testa che dovrà guidare la nuova Europa del Trattato di Lisbona. Per i posti di Mister Europa e Mister Pesc, vale a dire il primo presidente stabile della Ue e il primo alto rappresentante per la politica estera dai poteri molto rafforzati, introdotti dal nuovo Trattato, il ticket belga-britannico, con il premier cristiano-democratico Herman Van Rompuy, 62 anni, e il ministro degli esteri David Miliband, laburista, 44 anni, resta il Sfilata in Giappone con torte-cappello, grande favorito, si allontana quindi l’ipo- create dai migliori chef internazionali tesi Massimo D’Alema.

Espulsa dall’università perché aveva un vestito troppo corto: è capitato alla ventenne Geysi Villa Nova Arruda nell'università privata Bandeirantes, a San Paolo del Brasile. L'espulsione ha suscitato una forte polemica in Brasile. L'episodio è dello scorso 22 ottobre, ma è stato reso noto solo negli ultimi giorni dopo un filmato su YouTube. Nel video si vede chiaramente come la ragazza, che indossa un vestito succinto rosa, aderente e cortissimo, sia stata insultata da circa 700 compagni d'università.

Usa. La riforma Obama

El Salvador

Sanità per tutti, arriva il primo sì

L’uragano Ida fa oltre 90 morti

La Camera dei Rappresentanti Usa ha dato un primo storico via libera all'ambiziosa riforma della sanità pubblica americana, una delle priorità programmatiche del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che intende promulgare la legge entro la fine dell'anno. Con 220 voti a favore e 215 contrari, con il «no» di 39 deputati della maggioranza democratica ed il «sì» di un solo repubblicano, il progetto di riforma è stato approvato - cosa rara - nella notte tra sabato e domenica, al termine di lunghissimi negoziati. La riforma, che mira a coprire tutti gli americani con l'eccezione degli immigrati clandestini, passa ora al Senato, dove le cose rischiano di essere più difficili, essendo nel loro insieme i senatori più conservatori dei deputati. Una volta approvato dal Senato i due rami del Congresso dovranno mettersi d'accordo su un testo comune, che dovrà passare al vaglio delle due Camere. Quindi, ci sarà infine la firma presidenziale, con una cerimonia alla Casa Bianca. «Un voto storico», così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato il sì.

Almeno 91 morti e una sessantina di dispersi. È il bilancio in El Salvador del passaggio dell'uragano Ida, che nelle ultime ore ha raggiunto la categoria 2 della scala SaffirSimpson, e continua in queste ore la sua corsa lungo il mare nel canale dello Yucatan, tra il Messico e Cuba, verso il golfo del Messico, dove si trovano numerosi pozzi petroliferi. I

«Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze», replica Ali Abu Schwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia, a Daniela Santanchè, leader del Movimento per l'Italia, che ha affermato che «per noi Maometto è poligamo, con nove mogli, e l'ultima di nove anni, quindi anche pedofilo», a conclusione della discussione sulla questione dei crocifissi in

iL casO

Santanchè senza freni: «Maometto è pedofilo» classe a Domenica 5. I due si accusano reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere

quel che dico» afferma sempre Schwaima, mentre la Santanchè continua a ripetere «per noi era pedofilo» e Vittorio Sgarbi, silenzioso, ride di gusto. Barbara D'Urso, la

venti trascinati da Ida raggiungono una velocità di circa 160 km orari, con raffiche anche superiori. In El Salvador, hanno reso noto le autorità del piccolo paese centroamericano, circa 7 mila persone sono state evacuate nei cinque dipartimenti del paese colpiti dall'uragano, che ha provocato frane, smottamenti e inondazioni.

conduttrice scuote la testa e, prima di chiudere la discussione, dicendo di avere un crocefisso in camerino, Schwaima afferma che i «mussulmani non sono quelli che mettono le bombe», mentre la Santanchè ripete che non «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e invita a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi».


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“Il Futuro della Libertà”

Il muro di Fini: meno caserma più valori il presidente della Camera, Gianfranco Fini

Per l’anniversario della caduta del muro di Berlino, Fini pubblica il suo libro e non perde occasione per criticare il suo partito di

ELoiSA CovELLi

Nell’occhio del ciclone del suo partito lo è già da tempo, ma Gianfranco Fini non per questo indietreggia, anzi incalza sempre di più la sua maggioranza. Stavolta il casus belli gli è stato proposto da Fabio Fazio ieri sera, dove l’ex leader di An è stato invitato per parlare del suo libro appena uscito (“Il futuro della libertà. Consigli non richiesti ai nati nel 1989” ed. Rizzoli, pagine 170, euro 16), ma che si trasforma in un’occasione per parlare degli stringenti problemi italiani. A cominciare dalla giustizia. Il presidente della Camera liquida con una battuta l’indiscrezione secondo la quale Silvio Berlusconi starebbe preparando un documento da far firmare ai suoi deputati per garantirsi il voto di una legge salva-premier. «Gli autografi si chiedono a Sting non ai deputati», ribatte Fini e frena anche sulla legge sulla prescrizione breve: «Il problema è dare al cittadino danneggiato il diritto di veder tutelata la propria volontà di arrivare a una sentenza. Se con una leggina -

dice - si annullano processi, il cittadino si arrabbia». Parla anche di Vittorio Feltri, il direttore del Giornale, che l’ha più volte attaccato e che il presidente della Camera ha quer e l a t o . «Berlusconi dice- sa per certo che Feltri quando spara a palle incatenate nel campo amico danneggia il premier stesso in primo luogo. Il fatto è che lui è l'editore, e questo è quello che non mi quadra». «Con tutto il rispetto per Feltri - aggiunge - mi preoccuperei se gli intendimenti che Feltri attribuisce a Berlusconi fossero veri. Feltri è indipendente, bisogna vedere se è indipendente dalla sua volontà». Non risparmia le critiche al premier e al suo partito. «Il PdL -dice- così come è organizzato non mi seduce al 100%. Non mi piace la caser-

ma. Vorrei che ci fosse un po’ più di rispetto delle opinioni degli altri, anche se queste dovessero apparire eretiche». La questione poi riguarda non solo l'autorità di Berlusconi nel centrodestra, ma anche nel paese come presidente del Consiglio: «Berlusconi ha diritto di governare - osservaglielo hanno dato gli elettori. E deve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione», vale a dire «della Corte costituzionale, del Parlamento, del Presidente della Repubblica e d e l l a Magistratura». Concetti peraltro espressi anche nel suo libro, dove però non cita mai né Berlusconi né nessun fatto di cronaca, ma dove parla del “patriottismo costituzionale” e degli altri valori che vorrebbe trasmettere alla “Generazione F”, come la chiama lui, dove F sta per futuro. Il suo libro è scritto come una lettera per i ragazzi nati nell’89, oggi ventenni, che non conoscono l’ideologia né fascista né comunista. Dopo uno spaccato nel quale ripercorre la storia dei totali-

tarismi del Novecento, Fini arriva all’epoca attuale per consegnare ai ventenni il suo “manifesto” dei valori. Il problema di oggi, scrive Fini, è «che viviamo una fase in cui, accanto alle tradizionali contrapposizioni tra destra e sinistra, stanno emergendo, nella percezione comune, nuove linee di faglia culturali e ideali: spirito pubblico vs particolarismo, laicità vs dogmatismo, universalismo vs provincialismo, coesione vs divisione, ricomposizione vs frammentazione, rinnovamento vs conservazione. La contrapposizione più forte, quella che le unifica tutte, è però tra fiducia e scetticismo o, se preferite, tra voglia di futuro e voglia di rassicurazione. È su queste linee che si giocheranno le partite decisive del domani». Parla dell’Italia come di un paese “in mezzo al guado”, alle prese con la ricerca della modernità e per approdare in questa dimensione, per Fini occorre una grande stagione di riforme condivise. Sa bene il presidente della Camera di cosa l’Italia avrebbe bisogno: integrazione degli immigrati, laicità dello Stato, libertà economiche, riforma del welfare. Sono appunto questi i temi di cui parla ai ventenni e sui quali si scontra ogni giorno con la sua maggioranza.


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La ricorrenza che ha segnato un’epoca

Venti di libertà spirano da Roma a Berlino Anche la capitale oggi celebra i vent’anni dalla caduta del “Muro” con installazioni e spettacoli di mAriA F. rotondAro Quello che è crollato il 9 novembre 1989 a Berlino non è stato un semplice muro, ma un simbolo che il mondo intero non può permettersi di non ricordare. Per questa ragione a venti anni dalla caduta del Muro anche la capitale italiana ricorda e festeggia con “Venti di libertà” e una serie di spettacoli, mostre, convegni, incontri e dibattiti, ospitati dal Museo di Roma in Trastevere, dal Macro Future, dal Goethe Institut, dal Campidoglio, dai Mercati di Traiano, dalla Sulla Scalinata di Piazza di Spagna verranno ricostruiti fedelmente, con imponenti elementi di materiale scenografico, due segmenti di “Muro” e “torrette militari”, creando così una fittizia barriera. Così come lo spazio tra due righe scritte spesso rappresenta le parole non dette, lo spazio tra due mura - qui disposto a riproporre “la

Casa della Memoria e della Storia, dal Nuovo Cinema Aquila e da 31 gallerie d’arte private. Oggi uno dei viali del parco di Villa Ada prenderà il nome di Aleksandr Solzhenitsyn, autore di “Arcipelago Gulag” e Nobel per la letteratura, mentre in serata la scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna si animerà con installazione multimediale “Muro Percepito”, opera a cura di Tony Shargool in collaborazione con il team Media Picture International, che proietterà sul “muro” aforismi sul tema della libertà e filmati dell’epoca ripescati

L’abbattimento del muro di Berlino nelle Teche Rai. “Venti di Libertà. 1989-2009” si concluderà nel tardo pomeriggio di oggi con la serataevento “Verso (per) la Libertà”, condotta da Umberto Broccoli e animata da Enrico Ruggeri, Andrea Mirò, alla presenza del sindaco Alemanno. Ma la caduta della cortina di 155 km, che ha diviso una città e il mondo intero per anni, continuerà a essere celebrata e ricordata con tantissime altre iniziative e spettacoli che si protrarranno per tutto il mese di novembre. Dalla capitale allora, uno sguardo verso il “cielo di Berlino”.

In piazza di Spagna la “barriera antifascista” terra di nessuno. Eric Honecker, che definì il suo muro una “barriera antifascista”, volle questa folle gabbia non per proteggere i suoi stessi compatrioti, cittadini ed operai che vi trova-

rono invece la morte, ma per impedirne la fuga dal proprio regime. Si vuole dunque materializzare la medesima arbitrarietà e la mancanza di libertà di ogni regime totalitario.

Il programma i festeggiamenti di oggi SCALINATA DELLA TRINITÀ DEI MONTI PIAZZA DI SPAGNA ORE 11: inaugurazione con le scuole dell’installazione multimediale "UN MURO PERCEPITO" . VILLA ADA ORE 13: Cerimonia di intitolazione di "VIALE ALEKSANDR SOLZHENITSYN" all’interno del parco di Villa Ada. PIAZZA DI SPAGNA ORE 18.30: serata-evento "VERSO (PER) LA LIBERTA’" Conduce il Sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli con la partecipazione di Andrea Mirò ed Enrico Ruggeri. Intervengono: il sindaco di Roma Giovanni Alemanno e il Ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi.


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City & Siti

Milano

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Firenze

Minore in carcere Comunità difende fa causa allo Stato il parroco cacciato Ha trascorso 73 giorni in cella nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, ma era innocente. È accaduto a un giovane cremonese che per tentare di lasciare la sezione accoglienza è arrivato anche a tagliarsi le vene. Un'altra dozzina di giorni li ha passati agli arresti domiciliari. Tutto questo prima che l'autore della rapina per la quale era stato arrestato si presentasse davanti ai giudici e si assumesse la responsabilità del reato. Ora, il giovane chiede allo Stato i danni. I giudici hanno quindi deciso di liberare l'innocente e condannare il rapinatore, rintracciato dai parenti del ragazzo finito ingiustamente in cella. Protagonista dell'accaduto è Daniele S., cremonese, al tempo dei fatti minorenne. Una vicenda che approderà di nuovo davanti ai giudici oggi: alle 9, dinanzi alla Corte d'Appello di Brescia, sezione

minori, si svolgerà la prima udienza del processo per ingiusta detenzione. Il procedimento è stato intentato dal giovane, assistito dall'avvocato Mario Tacchinardi di Cremona, e vede sull'altro fronte l'avvocatura dello Stato. La riparazione richiesta ammonta a 37.000 euro. Poi si dovranno valutare i danni patiti da Daniele che si è ritrovato in carcere a 17 anni. Tutto inizia il 17 marzo 2007, a Mantova: due ragazzini, un bielorusso e un marocchino, fermano un passante e lo rapinano del portafoglio. Le attenzioni dei militari si concentrano sul bielorusso, che nell'estate seguente torna in patria. Il complice marocchino riesce a far perdere le tracce. Al suo posto i carabinieri bloccano Daniele che in precedenza aveva avuto qualche piccolo problema con le forze dell'ordine.

Frosinone

si erano spostati con le candele accese, quando hanno visto arrivare Betori, a piedi. Lui si è fermato, li ha salutati e poi ha risposto a quelli più vicino che gli chiedevano di far tornare Santoro. «Vi ho mandato un bravo prete - ha detto riferendosi a don Renzo Rossi, che proprio ieri ha celebrato la prima messa alle Piagge in un clima abbastanza teso - e io verrò a trovarvi appena lui mi inviterà. Faccio sempre così». «Avevo detto la stessa cosa due mesi fa anche a don Santoro ha aggiunto il vescovo rispondendo a chi gli chiedeva di andare a visitare la comunità -. Poi le cose sono precipitate. Ma verrò». «Ci rimandi Alessandro», hanno insistito. «In tre mesi ho spostato 50 sacerdoti: è una responsabilità del vescovo e io me l'assumo in pieno», ha risposto Betori, in modo fermo ma sereno.

Sicilia

Lei dorme e la bimba fa il 118 La mamma è sul letto e non dà segni di vita: così una bimba di 5 anni ha detto agli operatori del 118, contattati per telefono, chiedendone l'intervento. Il fatto è accaduto oggi pomeriggio a Sant'Andrea sul Garigliano (Fr). La bambina, che ha solo cinque anni, ha composto il numero di emergenza 118 e, all'operatore, oltre a raccontargli che la madre era sul letto immobile, ha anche detto che era diabetica. Sospettando che la donna

C'è stato ieri sera il primo incontro tra l'arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, e la Comunità delle Piagge, in rivolta per la rimozione di don Alessandro Santoro. È successo davanti all'arcivescovado, dove una sessantina di persone si sono radunate dopo aver manifestato in Duomo, durante la messa di Betori per la Dedicazione della Cattedrale. Qui, tutti vestiti di scuro, avevano innalzato candele spente, listate a lutto, per chiedere al vescovo di rivedere la sua decisione su don Alessandro, rimosso dopo la celebrazione del matrimonio tra Sandra Alvino, la donna nata uomo, e Fortunato Talotta, il 25 ottobre scorso. Una contestazione, hanno detto gli esponenti della comunità, fatta in Duomo ma «nel rispetto del luogo, dei fedeli e del vescovo», che è proseguita davanti alla Curia, dove

Svegliato il vulcano Stromboli fosse entrata in un coma diabetico, un'ambulanza è partita a sirene spiegate dall'ospedale di Cassino e arrivati nella casa di Sant'Andrea, mentre la piccola apriva loro la porta di casa, dalla camera da letto è arrivata anche la mamma, svegliata dal trambusto. La donna era caduta in un sonno profondo e questo aveva spaventato la piccola bambina, consapevole della malattia della mamma. Per fortuna era solo un falso allarme.

Ieri alle 13.30 si è risvegliato il vulcano Stromboli con un forte boato che è stato avvertito in tutto villaggio. L'esplosione è stata seguita da un'onda d'urto e da un breve lancio di massi e lapilli nella zona alta dell'isola. Fortunatamente non vi sono stati né feriti né danni ma solo tanta paura. Secondo gli esperti si è trattato di un'esplosione isolata e tutto è subito rientrato nella normalità. L'aumento del tremore sul vulcano Stromboli, è stato registrato dall'Ingv di Catania alle 14:15 ed è continuato per circa 15 minuti.

C'è stata una singola esplosione che ha prodotto una nube alta oltre 350 metri sopra la terrazza craterica, che si è espansa rapidamente verso sud-est. La nube eruttiva, secondo i vulcanologi dell'Ingv di Catania, è composta principalmente da materiale juvenile caldo che ha prodotto anche un deposito caldo sul fianco orientale del cratere sommitale. l'evento ha avuto origine dal cono di scorie del settore centrale della depressione craterica (Fig. 2ab).


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Sentenza di Strasburgo sul crocifisso/1

Noi marocchini diciamo che quel simbolo va difeso L ’Occidente non fa abbastanza per salvaguardare la sua cultura identitaria. Perciò siamo sdegnati e imbarazzati per il pronunciamento della Corte Europea contro il crocifisso nelle aule scolastiche. Si tratta di una sentenza ideologica che offende tutto il Mediterraneo che, per secoli, ha cercato il dialogo in nome del rispetto delle diverse culture e identità che lo hanno popolato. La comunità marocchina moderata in Italia non si è mai sognata di chiedere la rimozione del crocifisso dalle aule perché conosce il suo significato religioso e culturale” Commenta così Hanafi Hassan, Presidente della Confederazione marocchini in Italia la decisione della Corte Europea .Vogliamo manifestare tutta la nostra solidarietà al popolo italiano che vede oggi svilita, umiliata, e addirittura annichilita, la

propria storia. Ha ragione il Presidente della Camera Gianfranco Fini, a dichiarare che questa sentenza non rappresenta una giusta affermazione della laicità delle istituzioni, ma è volta sia a negare il ruolo del Cristianesimo nella società e nell’identità italiana, secondo un pensiero brutalmente laicista, sia a indebolire le radici culturali e identitarie di un continente. Ecco perché oggi l’Italia e l’Europa devono assumere una posizione forte e dura contro un pronunciamento miope”, ha ribadito Moustaphà Mansouri, segretario della Confederazione, aggiungendo che “la decisione di Strasburgo costituisce un passo indietro per la civiltà e la cultura umana e per questo va respinta”. Saber Mounia portavoce Confederazione Marocchini in Italia

Sentenza di Strasburgo sul crocifisso/2

Ma entrò nelle aule solo con il fascismo nel 1922 Una vera e propria vandea si è creata dopo l'allineamento del capo della opposizione parlamentare alle critiche del governo italiano e degli esponenti del clericalismo oscurantista alla sentenza della Corte di Strasburgo sul crocificco nelle aule scolastiche. L'allineamento di quasi tutta la stampa e di tutta la televisione italiana al linciaggio della Corte con centinaia di articoli infarciti di falsità e retorica patriottarda ed identitaria deve fare riflettere sulla libertà di informazione rivendicata ipocritamente da una recente manifestazione di "man-

tenuti" dello Stato, che spende sette miliardi di euro l'anno proprio per avere una stampa di regime. La sentenza di Strasburgo non c'entra niente con la laicità e la paventata deriva "laicista" dell'Europa. C'entra moltissimo con la tutela dei diritti della persona a cui non può essere imposta un simbolo religioso in cui non si riconosce o perchè di altra fede o perchè ateo. La sentenza è perfettamente coerente con il una recente sentenza della Cassazione favorevole al giudice Luigi Tosti che ha affermato lo

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La migliore del giorno

vauro sul “manifesto” stesso principio peraltro rispettoso dell'art.8 della Costituzione che testualmente dice: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge». Soltanto se una legge italiana modificasse la Costituzione tornando a fare della religione cattolica la sola e unica religione di Stato sarebbe illegittima la sentenza di Strasburgo. Ma lo stesso Vaticano, nel 1984, ha riconosciuto essere la religione cattolica soltanto una delle confessioni religiose che lo Stato ammette nel suo ordinamento. Quanto al Crocifisso “simbolo della identità nazionale” bisogna osservare che soltanto dal 1922 con leggi volute dal fascismo per recuperare il consenso della Chiesa e dare un fondamento "spirituale" ad un regime violento e totalitario è stato introdotto nelle scuole e poi negli uffici pubblici per diventare infine espressione della religione di Stato con i patti lateranensi del 1929. Fino ad allora lo Stato nato dal Risorgimento aveva affidato l'identità italiana agli ideali che Cavour, Mazzini, Garibaldi avevano posto a base dell'unificazione del Paese. Nella storia millenaria d'Italia il Crocifisso non sempre ha avuto un ruolo positivo e benefico. Migliaia di disgraziati come Giordano Bruno e le vittime della Inquisizione sono state torturati e bruciati vivi con l'assistenza di un monaco o di un prete muniti di un Crocifisso che veniva mostrato ai condannati, invitati

al pentimento, per non parlare dell'uso che se ne è fatto nelle conquiste coloniali e nelle 'crociate contro i popoli dell'Islam. Dalla dichiarazione di Costantino che fece del cristianesimo instrumentum regni fino al tardissimo settecento il Crocifisso è stato usato per sopprimere i "miscredenti". Ricordo per tutti il martirio di Ipazia, grande filosofa e matematica alessandrina, torturata, scorticata viva e poi squartata da ferocissimi monaci. Negli Usa il KKK pianta enormi croci brucianti nei luoghi dove massacrano i neri o i "diversi. Certamente il cristianesimo nel corso della sua storia ha sviluppato anche valori positivi specialmente di solidarietà. Per questi i cattolici che sono davvero cristiani e non vogliono fare violenza agli altri non condividono l'esposizione del crocifisso nei pubblici uffici e non avallano la deriva imposta da Benedetto XVI e dalla Chiesa di Ruini e Bagnasco. Ma, si troveranno in difficoltà come tutti i laici italiani dal momento che i Palazzi della politica ribadiscono il diritto al monopolio cattolico mentre l'italia diventa multietnica. Pietro Ancona

Articoli e lettere per queste pagine vanno indirizzati a tribuna@altroquotidiano.it


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Diritti & DoVeri

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L’aLtrO sOciaLe di FidALmA FiLiPPELLi Un centinaio di lavoratori diversamente abili della provincia di Cagliari, iscritti alle liste della legge 68 del 1999 e assunti nell’ambito del progetto “Azione Lavor@bile” previsto dalla legge regionale n.20, sono in stato di agitazione perchè il loro contratto scade il 30 novembre prossimo. E’ dal primo agosto 2008 che questi lavoratori supportano l’ Amministrazione Provinciale di Cagliari nell’ aggiornamento della banca dati del Sistema Informativo Lavoro (SIL). All’inizio il progetto “Azione Lavor@bile” aveva la durata di tre mesi, poi, nell’ottobre 2008 è stato rinnovato per un periodo di cinque mesi, fino al marzo 2009, ed in seguito sono arrivati vari rinnovi di due mesi l’uno. Un vero e proprio stillicidio di angoscia e speranza, che ben conosce la maggior parte dei lavoratori del terzo settore, dove i progetti a lungo termine rappresentano un miraggio e le sicurezze vanno cercate altrove, in se stessi, nei propri affetti, nella fede incrollabile nella propria persona e nella propria capacità di farcela sempre. Ma non è facile per nessuno, ed a maggior ragione per chi ha dovuto suo malgrado soste-

iL casO

Agitazione e proteste a Cagliari

A rischio 100 precari di Azione Lavor@bile

nere un processo di autonomia lento e difficile. Un processo che ogni essere umano sa essere doloroso e necessario, e che la società di oggi rende sempre più accidentato con la sua concezione del lavoro flessibile portata

alle estreme conseguenze. In questi ultimi giorni i lavoratori diversamente abili della provincia di Cagliari hanno protestato davanti al Palazzo del Consiglio Provinciale, chiedendo garanzie al Presidente della

Provincia Graziano Milia, ma il loro futuro appare estremamente incerto. Per più di un anno hanno lavorato con passione ed impegno, occupandosi di una gran mole di pratiche burocratiche all’interno degli ex uffici di collocamento (CSL), caricando dati su dati relativi ad assunzioni, proroghe, trasformazioni dei rapporti di lavoro, cessazioni di quest’ultimi, rettifiche a comunicazioni di vario genere. Hanno lavorato in part time di 24 ore nelle sedi di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Senorbì, Isili, Assemini e Muravera, guadagnado 800 euro circa al mese. Alcuni di loro sono sposati con figli, altri sognano una famiglia e dunque un lavoro stabile che ne sia il legittimo presupposto. Hanno lanciato un appello semplice e tuttavia profondo, che arriva dritto al cuore di chiunque abbia temuto la perdita del posto di lavoro anche una sola volta nella vita: “ Il 30 novembre, per tutti noi, c’è il rischio che si spenga una speranza, c’è il rischio di veder buttare via un’esperienza, una professionalità acquisita con gran fatica, dopo mesi di lavoro”. Il loro obiettivo è sacro e apprezzabile perchè scelgono la strada dell’autonomia piuttosto che dell’assistenza.

Grave atto intimidatorio ai danni di una Comunità calabrese

Sabotate due autovetture per disabili Grande sconcerto per l’intimidazione ai danni della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme. Sono stati manomessi i freni di due autovetture di proprietà di due disabili ospiti della Comunità.

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l mondo del sociale si stringe in un quadrato di solidarietà intorno alla Comunità “Progetto Sud” di

Lamezia Terme, guidata dal sacerdote bresciano Giacomo Panizza e fatta oggetto di un gravissimo atto

intimidatorio nella notte tra il 3 ed il 4 novembre scorso, allorquando nel centro storico della città calabrese sono stati manomessi i freni di due autovetture di proprietà di due ospiti disabili della Comunità. Ad accorgersi dell’accaduto è stata Nunzia Coppedè, Presidente della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e proprietaria di una delle due autovetture sabotate, una Fiat Doblò attrezzata per il trasporto dei disabili. All’interno delle strutture di Progetto Sud si registra in

questi giorni un grande sconcerto per questo atto, immediatamente percepito come “avvertimento pesantissimo” - sono le parole del Presidente Giacomo Panizza - e del quale tuttavia non si riescono a comprendere le ragioni.La Comunità Progetto Sud opera nel sociale sul territorio lametino sin dal 1976, occupandosi, in rete con altre realtà del terzo settore, di disabilità, dipendenze, Aids, economia sociale, tutela dei diritti, formazione, editoria e legalità.


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Diritti & DoVeri

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el Consiglio dei Ministri dello scorso 28 ottobre il Governo ha approvato, tra gli altri provvedimenti, uno schema di decreto legislativo che prevede in materia di riforma del processo civile, l’introduzione di un nuovo istituto giuridico la c.d. “mediazione delle controversie civili e commerciali”. Il termine “mediazione” non è nuovo al nostro ordinamento giuridico e ricorre in vari ambiti delle controversie civili con significati tecnici, connotazioni, scopi e risultati pratici differenti e non sempre apprezzabili. L’ambizione del Governo è invece, come per le riforme del processo civile già di recente approvate, quella di “…deflazionare il sistema giudiziario italiano rispetto al carico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo…” , per riprendere le parole usate dal Ministro della Giustizia. Ovviamente lo scopo della mediazione non potrà essere, per la natura stessa dell’istituto, quella di attribuire la ragione o il torto in seno ad una controversia civile ma quella, diversa ma non meno utile, di dirimere

Condominio

l’AvvoCAto

La riforma

Mediatore civile servirà a qualcosa? Risponde l’avvocato Guglielmo Lomanno mandate i vostri quesiti a redazione@altroquotidiano.it il “mediatore civile” di cui parla il ministro Alfano servirà davvero a far diminuire il lavoro nei tribunali? Francesca r., Belluno una controversia favorendo un accordo tra le parti. Perché il risultato di snellire il carico di processi introdotti sia effettivo e non solo annunciato, il ricorso alla mediazione sarà obbligatorio prima di poter introdurre un giudizio davanti al giudice, in tutte le materie nelle quali la conflittualità tra i cittadini è particolarmente grande. Condominio, locazione, responsabilità medica, contratti bancari, finanziari ed assicurativi, sono le materie individuate dallo schema di decreto che da

sole interessano una percentuale rilevantissima del contenzioso pendente davanti ai nostri uffici giudiziari. Per le altre materie è previsto un ricorso volontario alla mediazione o su impulso del giudice chiamato a decidere una controversia civile. Gli organismi di mediazione potranno essere costituiti dagli organi professionali nelle materie di loro competenza e saranno vigilati dal Ministero della Giustizia; il mediatore sarà un professionista con requisiti di terzietà davanti alle parti.

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L’eventuale accordo raggiunto verrebbe omologato dal giudice diventando così esecutivo, in caso di mancato accordo tra le parti sarà il mediatore a redigere una proposta di soluzione della controversia che le parti saranno libere o meno di accettare. Se, in caso di mancata accettazione, nel corso del successivo giudizio la sentenza del giudice corrisponderà alla proposta del mediatore le spese del processo saranno sopportate dalla parte che ha rifiutato la soluzione conciliativa. Per formulare valutazioni giuridiche sarà necessario attendere la redazione del provvedimento certo è che finora, tutte le proposte di soluzione delle controversie in maniera alternativa al ricorso al giudice, non hanno riscosso grande successo né ottenuto risultati rilevanti in termini di riduzione del contenzioso giudiziario. Del resto se il livello di litigiosità nel nostro paese è così elevato non sarà perché le parti semplicemente non vogliono trovare un accordo? Se così fosse il sistema per deflazionare il “sistema giustizia” dovrebbe essere ricercato altrove.

La riforma in cantiere

I nuovi obblighi dell’amministratore Ho letto che è allo studio una riforma delle norme relative al condominio. in sostanza cosa cambia? F. r., Lecce

Risponde l’avvocato Guglielmo Lomanno Di recente è stato predisposto da un Comitato ristretto in sede di Commissione Giustizia al Senato il testo unificato dei disegni di legge, in precedenza presentati, di riforma degli articoli del Codice Civile in materia di condominio degli edifici. Una delle più significative proposte di modifica riguarda le attribuzioni e le responsabilità dell’Amministratore di condominio, disciplinate dagli articoli 1129 e 1130 del codice civile che verrebbero interessati da sostanziali innovazioni. La norme all’esame della Commissione prevedono un aumento da uno a due anni

della durata in carica dell’amministratore e pongono a carico di questo soggetto una serie di oneri in precedenza non previsti che hanno già suscitato una serie di reazioni negative da parte delle associazioni di categoria, a parere delle quali, la nuova normativa aggraverebbe responsabilità e adempimenti in capo all’amministratore senza riconoscerne adeguatamente la professionalità. Le innovazioni più significative riguardano l’obbligo di prestare - salvo espressa dispensa da parte dell’assemblea dei condomini - idonea garanzia per le responsabilità e gli obblighi

derivanti dall’espletamento del suo incarico per un valore non inferiore agli oneri prevedibili della gestione annuale. Il mancato rispetto di questo adempimento, secondo la previsione normativa, rende priva di efficacia la nomina dell’amministratore medesimo il quale, inoltre, è inoltre tenuto a prestare analoga garanzia per gli incarichi relativi alla gestione straordinaria e per le relative responsabilità. Altra novità di rilievo concerne l’obbligo dell’amministratore di agire per la riscossione forzosa delle somme dovute al condominio entro quattro mesi dal giorno in cui il credito è divenuto esigibile; in caso di mancato esercizio di azioni idonee al recupero del credito, l’amministratore ed i condomini ina-

dempienti rispondono delle somme non riscosse e dei danni derivati al condominio. Sono inoltre previsti una serie di adempimenti atti ad evitare la gestione secondo modalità che generano possibilità di confusione tra il patrimonio del condominio ed il patrimonio personale dell’amministratore ovvero quelli di altri condominii gestiti dal medesimo. Questi sarà obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi su uno specifico conto corrente bancario o postale intestato al condominio mentre allo stato attuale spesso gli amministratori depositano le somme di pertinenza di più condomini su uno stesso conto riferibile al complesso delle loro gestioni.


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ProFili

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Lo scrittore calabrese delle piccole cose

Sharo Gambino e lo “scianto” di penetrare la quotidianità di moiSè AStA

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l tempo non ha attenuato il cordoglio struggente per la morte di un operatore culturale come il calabrese Sharo Gambino, una delle firme prestigiose del settimanale “Il piccolissimo”, la testatina tuttopepe (per tanti anni, formato 17x24), edita dalla Rubbettino (a partire dal 14 febbraio 1985) e diretta da chi scrive e da Vincenzo De Virgilio, che, con la sua tiratura media di 10.000 copie, raggiunse, per dieci anni consecutivi, singoli e raggruppamenti calabresi in Italia e all’estero. Era, questa collaborazione, lo “scianto” prediletto di Gambino, affezionato al “bel giornalino”. Per due anni (1992-93) approntò i suoi elzeviri dotti, polemici, satirici, forbiti, graffianti, senza peli sulla lingua suasivi, per la rubrica fissa “Uomini & Fatti”.

Quell’acca Merita una certa attenzione la vivace nota (12 marzo ’93) in cui parlò di “quell’acca” che comparì fino all’ultimo nel suo nome. «Mi va di dirla, di raccontarla. Il motivo per cui

figura un’acca nella grafia del mio nome (ma qualcuno che non mi conosce, al telefono dice “Sciaro”, e lo rende esotico). Ma chissà perché incunea quella strana “h” tra le valve di Sa! si chiese una volta Pasquale Licciardello, recensendo un mio volume di racconti. E mi va non per presunzione, perché mi senta tanto importante da dover parlare di me (visto che non lo fanno gli altri) convinto che possa interessare; ma perché capita non di rado di sentirmelo chiedere. Un’acca, mi piace dirlo, che mi è invidiata da Otello Profazio, ma – dice – non se la può prendere perché diventerebbe Hotel. Domenico Zappone, invece, me la odiava. “A Sharo Gambino senza l’acca” scrisse dedicandomi una copia di “Le cinque fiale”, e mi faceva il lavaggio del cervello». Dei personaggi, Gambino focalizzava, con notizie inedite o riferimenti precisi, i caratteri distintivi che li rendeva simpatici e immediatamente conoscibili, al grande

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Sharo Gambino in una foto di qualche anno fa

pubblico. E tanto avvenne anche (17 aprile ’92) per il bandito tre volte ergastol a n o Serafino Castagna, “il canarino in libertà”, che, dietro le sbarre, era diventato scrittore-memorialista (con “Tu devi uccidere”- Ed. Il Momento, Roma, 1967) narrando “la sua vita e la drammatica esperienza di camorrista, culminata con la ribellione e la strage. Un testo fondamentale, anche, per conoscere la ‘ndrangheta agro-pastorale, gli ultimi suoi guizzi...”. O, poi, (13 novembre ’92) zzì

Luici ‘u Zirru, ormai morto, quel Luigi Vrenna «un ex carrettiere divenuto ricchissimo, capo indiscusso e riverito della mala crotonese» di cui narrò con distacco, nel rispetto più ortodosso della persona umana, di «autentico uomo di panza, il vecchio pezzo da 90 della vecchia ‘ndrangheta, che

faceva si rispettare con la politica e la falsa politica».

Ricordi Significativo il ricordo, in momenti diversi, di calabresi che hanno tanto dato alla cultura. Per Lui, erano tanti quelli da non dimenticare: da Gerolamo De Rada, il “Dante degli albanesi” (6 marzo’92) e Salvatore Barile, i cui versi erotici scandalizzarono persino Lorenzo Stecchetti; da Umberto Bosco (27 marzo ’92) il dantista catanzarese, storico della letteratura italiana, di cui racconta d’aver scoperto l’atto di battesimo nella chiesa matrice di Mongiana (al cui sindaco, pro-tempore si rivolge per un’adeguata, giusta, enfatizzazione della circostanza) a Domenico Vitale (3 aprile ’92), il poeta de “I zzìppuli”, a Giuliano di Cola (24 aprile ’92), il fotografo marchigiano, adottato da Cosenza, che lasciò la Calabria solo dopo aver riempito il cofano della sua auto di splendide immagini della Calabria, di cui si diceva innamorato ed estasiato. E poi: Fausto Parentela (22 maggio’92), il pittore catanzarese che restaurò i preziosi affreschi nella cupola della Basilica della Immacolata, nella sua città; l’abate Giovanni Conia di Galatro (19 giugno ’92), che tra la fine del ‘700 e i primi anni dell’800, si rivelò, con la silloge “Canzone faceta”, in vernacolo, un “pezzo da 90” della poesia dialettale che non si era privata di celebrare il ruolo del ciuco nella civiltà


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La certosa di Serra San Bruno e (in basso) la cattedrale di Gerace. Nella pagina accanto: La copertina delle memorie del bandito Serafino Castagna

contadina (era una garbata, affettuosa, “contestazione” ad Annarosa Macrì, giornalista di TG Calabria, che aveva lamentato l’assenza dell’asino nella letteratura calabrese); Eugenio (Gegé) Greco (17 luglio ’92), il giornalista catanzarese, redattore capo del TG Calabria – “una pasta d’uomo”, come si qualifica da noi chi è buono e dolce di carattere – che, tra l’altro, gli aveva pubblicato due tra i suoi primi racconti sul bisettimanale “Il corriere calabrese”. E ancora: Mario Squillace (11 dicembre ’92), il colto sacerdote studioso di Tommaso Campanella e di Emmanuel Mounier, che ne aveva officiato le nozze e di cui esaltò la cultura e la generosità, anche alla luce della magnifica cena, nella canonica di Pazzano, con la partecipazione pure di Padre Francesco Russo, il noto autore della “Storia della Chiesa in Calabria dalle origini al Concilio tridentino”; Andrea Coscarelli (2 aprile ’93), da Vaccarizzo Albanese, il poeta di “Sosta nel prato” e “Colloqui”; Pia Zanelli Misefari (16 aprile ’93), la svizzera amica di Ada Negri, consorte di Bruno Misefari (l’anarchico ingegnere di cui ella stessa aveva scritto una documentata biografia per l’Editrice Lerici). E, infine Osvaldo Bevilacqua, quello di “Sereno variabile”, calabrese

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Un uomo di cultura che dalle storie di ogni giorno traeva alimento per trasmettere il suo enciclopedico sapere

di Chiaravalle Centrale, con il quale discusse, in una trasmissione tv,se Boccaccio, il narratore del “Decamerone”, fosse mai stato ospite – o, almeno, aveva potuto pensare di internarvisi – della Certosa di Serra San Bruno; o Peppino Papaleo (19 novembre ’93), già sul set di Fellini, l’impeccabile fondatore (1955) e direttore de “L’Opinione”, infaticabile organizzatore del “Premio dei due mari” e il delicato poeta che, con la silloge “Vicolo cieco”, s’era meritato il “Premio Praga” per la poesia.

Le piccole cose Né mancavano i riferimenti a problemi di viva attualità (i collegamenti telefonici con i piccoli centri montani, l’emigrazione – che gli ricordava “lo zio Peppe Caloiero, marito di zia Rosa, sorella di mia madre, cui dispiaceva molto star lontano da Vazzano” – l’educazione sessuale nella scuola, l’importanza delle biblioteche nei piccoli centri. Toccanti, poi, le lucide righe che richiamano: (8 maggio ’92) il missionario scalanbriniano Zefferino Parolin, di Bassano del Grappa, che lascia con tristezza la Calabria

dopo aver cercato invano di squarciare i misteri dei crimini sui piani di Zerbò (dove mano sacrilega esplose un colpo di lupara contro il gigantesco Cristo crocifisso erettovi tanti anni prima) e nel resto dell’Aspromonte; (3 luglio ’92) la visita semifurtiva, assieme all’archeologo “non militante” Emilio Barillaro, da San Giovanni di Gerace, nel Museo della Magna Graecia, ai Dioscuri (“gruppo acroteriale dei due cavalieri e una Nereide che ornavano il frontone del Tempio di Persefone e Marasà di Locri), giaciuti per secoli e secoli nelle viscere della terra e restituiti alla luce da Paolo Orsi; (10 luglio’92) la kafkiana atmosfera rarefatta di certi “racconti”, ritrovata in Piazza Montecitorio, a Roma, ad attendere che potesse incon-

trare il quasi compaesano (era, infatti, di Vallelonga) filosofo Vito Giuseppe Galati, amico di Benedetto Croce, “ridotto” (come lo amareggiava la sottovalutazione dei calabresi grandi) a fare il sottosegretario alle Poste; o (5 febbraio ’93) il richiamo all’assunto di Don Pierino Gelmini secondo cui “Se nel sesso c’è piacere, ce lo ha messo il buon Dio”: Gambino parte proprio da qui per esaltare il messaggio dell’amico letterato Rocco Ritorto, così come si configura in ‘U pumu, che richiama le disavventure delle origini tra Adamo ed Eva. E le citazioni, per davvero, non dovrebbero finire qui. Chi, prima di me, ha inteso ricordare Gambino, ha preferito soffermarsi sulle opere più note dello scrittore delle Serre; ma lui – io ho pensato – era per le “piccole cose” che ha disseminato nelle colonne de “Il piccolissimo”, provando che, alla fin fine, “piccole” non erano affatto. Esse costituivano, semmai, il frutto copioso e vitale del suo sapere, che era enciclopedico senza mai essere freddo, fantasioso e tanto meno da buttare. Anzi... Sarebbe proprio il caso di dire che tutte le meravigliose pagine ch’egli ha vergato, per il giornaletto dalle dimensioni fisiche succinte, restano una miniera di dati e di indicazioni per tante ricerche: altro che scianti ed inezie.


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DoSSier

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A 43 anni dall’alluvione di Firenze

I buchi del Bel Paese

La ricorrenza del 43esimo anniversario dell’alluvione di Firenze, i morti e gli ingenti danni provocati dalle piogge nei mesi scorsi in Sicilia, Sardegna e Calabria, e la gravità dei rischi di frane che interessano tutte le regioni ed il 68,9% del totale dei comuni d’Italia impongono l’attenzione sul dissesto idrogeologico del Bel Paese. Attenzione richiamata nei giorni scorsi dal presidente del Repubblica con parole chiare. Distratto, invece, appare il governo, che preferisce annunciare l’apertura dei cantieri del Ponte sullo Stretto e lasciare senza risposta e risorse le richieste provenienti dagli stessi territori pur gravemente colpiti dalle piogge dell’inverno scorso. E, così, si va incontro al nuovo inverno senza alcun provvedimento necessario per la messa in sicurezza delle popolazioni e dei territori interessati. Si continua a trascurare che l’Italia è stata colpita da 5.400 eventi alluvionali e da 11.000 frane negli ultimi ottanta anni. Oltre alla perdita di tantissime vite umane, i danni sono stati di 30.000 miliardi solo negli ultimi venti anni. La rilevanza della diffusione e gravità dei rischi del dissesto idrogeologico è ben documentata dai dati e dalle cartografie contenuti nei Piani di assetto idrogeologico delle regioni e nelle analisi conoscitive delle condizioni di rischio su tutto il territorio nazionale redatte dal ministero dell'Ambiente, dall’Anpa, dal Dipartimento dei Servizi tecnici nazionali e dal Dipartimento della Protezione civile, dopo l’evento di Sarno del 1988. Sono 5.581 i comuni d’Italia esposti a rischio idrogeologico più elevato, dove esiste la possibilità di perdita di vite

Nulla si è fatto finora per difendere il territorio dal dissesto geologico segnalato dalla Relazione De Marchi. E i rischi si aggravano di mArio PiLEGGi*

umane con danni gravi a edifici, infrastrutture e attività socio-economiche. L’estensione della superficie del territorio nazionale classificata ad alto rischio idrogeologico è di 21.551,3 chilometri quadrati. In particolare le aree ad alto rischio di frana complessivamente sono estese 13.760 Kmq mentre le aree ad alto rischio alluvione risultano estese 7.791 Kmq . Questi dati, aggiornati al 2003, dimostrano la gravità di una condizione di dissesto già emersa ed ampiamente documen-

tata negli atti parlamentari e nelle relazioni di alto valore scientifico prodotti dopo l’alluvione di Firenze del 1966. Sull’entità dei territori esposti al rischio alluvione la nota Relazione De Marchi evidenzia che «oltre un quarto delle terre di pianura della penisola (un milione e mezzo di ettari su 6 milioni totali) è direttamente esposto alla minaccia di alluvione, la quale riguarda non soltanto alcune, ma tutte le regioni italiane dal Nord al Sud». E sulla localizzazione e importanza delle

stesse zone a rischio precisa: «Un esame anche sommario delle aree minacciate dimostra come su di esse si concentra una parte molto cospicua della popolazione, della ricchezza e del potenziale produttivo della nazione. Il fatto stesso di essere in pianura, più vicine al mare, meglio servite dalle vie di comunicazioni, sedi talvolta dei più antichi e illustri insediamenti urbani, ha facilitato in passato e facilita tuttora la concentrazione in queste aree delle attività umane e degli investimenti privati e pubblici. Ogni anno che passa, pertanto, accrescendosi la consistenza e il valore delle ricchezze situate nelle aree minacciate dalle alluvioni, cresce la potenziale entità dei danni che le alluvioni possono arrecare». Oltre ad indicare cause e rimedi dei rischi, la stessa Relazione delinea scenari e conseguenze dei ritardi di una razionale politica di difesa del suolo. E, in particolare avverte che «gli eventi alluvionali, d’altra parte, traggono origine e assumono diversa gravità in relazione allo stato di dissesto in cui si trovano gli alti e medi bacini dei corsi d’acqua. Avendo alle spalle decenni di irrazionale utilizzazione dei terreni montani e collinari e di sporadica e discontinua azione diretta a contrastare i fenomeni del loro dissesto, la minaccia a monte è venuta ognora crescendo con ritmo ancora più celere da quando l’esodo delle popolazioni montane ha indebolito e diradato la difesa che gli uomini opponevano in passato al dissesto stesso. Ogni anno che passa, pertanto, la minaccia alluvionale diventa più grave e rovinosa”. Avvertimento purtroppo ignorato nei 40 anni passati dall’epoca in cui quella Relazione fu redatta e che continua ad essere ignorato. E invece occorre un progetto di intervento strategico che abbia come obiettivi la riqualificazione delle aree fluviali, la difesa delle coste, il consolidamento dei territori soggetti a frane, la prevenzione dei rischio sismico, il recupero dei centri storici e delle periferie degradate ed abusive, la tutela dei boschi dagli incendi, la valorizzazione di tutte le risorse naturali disponibili nelle zone collinari.. Altrimenti non c’è speranza che dalla pratica dell’emergenza si possa passare alla cultura della prevenzione. *geologo, membro del Consiglio nazionale “Amici della Terra


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Culture & tenDenze

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Germania

Come ti seleziono l’italiano in classe Esistono ancora le “differenziali”, formate con criteri discriminatori. E il bambino italiano meglio coi turchi che con gli americani n AtASCiA o rAzi DA COLONIA a vicenda di Luzzara - pic- bambino né i genitori che decicolo centro della provincia dono quale scuola superiore di Reggio Emilia - ha risveglia- frequentare, bensì gli inseto l’attenzione sul tema della gnanti che, dopo la quarta convivenza e integrazione classe, li indirizzano obbligatonella società italiana diventata riamente a una scuola piuttomultietnica. Lo stesso proble- sto che un’altra. Secondo il ma si riflette in Germania che, rapporto dell’Ufficio Federale pur essendo da mezzo secolo di Statistica tedesco, risulta terra di immigrazione, vive che gli studenti italiani sono i l’integrazione tuttora come un peggiori tra i grandi gruppi di argomento delicato e irrisolto. immigrati: il 48,3% si ferma Da un sondaggio risulta che di alla Hauptschule, mentre tutti i paesi europei sarebbe la l´8,6% frequenta la Svezia il paese più ospitale, Sonderschule o scuole diffementre la Germania è agli ulti- renziali. Solo in Germania esimi posti nonostante garanzie stono ancora (l’unico paese in giuridiche riportate nella Europa) le scuole differenziali Costituzione e nelle leggi. da noi soppresse nel 1974. Uno L’istruzione degli stranieri in dei grandi problemi degli Germania è una questione spi- immigrati è vedere i propri nosa che si trascina da anni. Il figli spediti con estrema facilisistema scolastico tedesco, tra i tà in scuole dove vengono etipiù duri e rigidi d’Europa, è chettati come “portatori di costituito da quattro anni di handicap“. Questo ha portato a scuole elementari e da otto di un risultato incredibile: un scuole superiori. Le scuole bambino su cinque iscritti che superiori si suddividono in non sia tedesco non riesce a quattro categorie: finire la scuola e un buon 40% Hauptschule, Realschule, è privo di qualsiasi istruzione. Gesamtschule e Gymnasium. I primi due sono istituti tecnici d ecco che spunta fuori la dove si impara un mestiere, gli parola “discriminazione“ ultimi due danno la possibilità tanto da scatenare poco più di di andare avanti negli studi un anno fa reazioni da parte proseguendo con l’iscrizione del console italiano a all´Università. Ma non è il Stoccarda, Faiti Salvadori, che

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Una scuola mista in Germania con una prevalenza di studenti stranieri ha dichiarato: «Il sistema scolastico tedesco è selettivo e tende alla discriminazione». In poche parole l’istruzione, che dovrebbe essere un diritto ed è obbligatoria per tutti, è nella realtà un lusso e non più un bene di cui possono usufruire tutti i bambini; e a farne le spese sono sempre i figli degli immigrati. A Ratingen, piccolo centro nei pressi di Düsseldorf, c’è stato un tentativo da parte di insegnanti e genitori tedeschi di dividere i propri figli dai figli di immigrati. «Serve un grande sforzo e molto coraggio per cambiare le cose…- ha detto Beatrice Faraci, che è in Germania da dieci anni ed è madre di un bambino di sei anni che non parla ancora il tedesco - Un giorno sono andata a scuola a prendere mio figlio ed ho letto su di un foglio affisso sulla porta che avevano formato dei nuovi gruppi. In quello di mio figlio c’erano bambini turchi, pakistani e una iraniana. Nell´altro, invece, bambini tedeschi e due americane. Ho chiesto all’insegnante di mio figlio come mai questa suddivisione etnica… Mi ha risposto che era un caso. E’ un caso mettere un bambino che non conosce una parola di tedesco con altri bambini che parlano solo la loro lingua? Se non frequenta bambini tedeschi, come fa a imparare il tedesco? Allora mi sono opposta e ho

tolto mio figlio iscrivendolo alla scuola bilingue italo-tedesca. Ma anche qui sono sorti i problemi perché, secondo i tedeschi, i bambini italiani sono troppo vivaci e questo tende spesse volte a penalizzarli diventando buoni candidati per le scuole differenziali. Ora sto lottando perché mio figlio non finisca nelle scuole differenziali e perché non assuma psicofarmaci. Mi creda, le scuole in questo paese sono un inferno».

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n’altra realtà ben più complessa in Germania è l’uso spropositato di farmaci tranquillanti e anfetamine. Fra i più gettonati è il Ritalin, che viene somministrato ai bambini di età compresa tra i sei e i dodici anni se sono colpevoli di essere indisciplinati e irrequieti. Questa è la nuova tendenza del XXI secolo, limitare l’uso della pedagogia e risolvere l’educazione dei bambini trasformandoli in piccoli robot che ingurgitano pillole distruttive che hanno il potere di semplificare il lavoro dell´insegnante e, nello stesso tempo, incrementano il business delle case farmaceutiche. Il sistema scolastico tedesco è stato criticato e condannato dall’Unione europea e dall’Onu che ne richiede una rapida riforma, ma di segnali positivi, in questo senso, ancora non se ne vedono.


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ribalte

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Il professore canta l’“In cantus” “Vecchioni è forse l'unico artista italiano che può permettersi di vincere il Festivalbar e di scrivere canzoni raffinate, di riscrivere la storia di Orfeo e Euridice, di citare Oscar Wilde ed al tempo stesso di scherzare, cadere di tono, frequentare la canzonetta senza perdere lo spirito e la faccia”. Questa definizione di Ernesto Assante, noto critico musicale, credo sintetizzi la natura di questo cantautore-professore la cui musica racconta l’amore in forma lirica ma anche ironica; nelle cui canzoni si trovano tracce autobiografiche di sentimenti persi o ritrovati, di occasioni non colte, di affetti dimenticati, ma anche l’impegno politico e sociale. Il nuovo album di Roberto Vecchioni 'In Cantus', registrato dal vivo nella piazza del Duomo di Spoleto, è un coraggioso mix di sue celebri canzoni, in versione orchestrale, e di arie classiche, sulle quali il cantautore ha impresso le sue parole. Come è nata l’idea di In Cantus? «Ho avuto voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso, pensando di dare parole a pezzi immortali, senza distruggerli, senza rovinarli, per far capire che Vivaldi, Rossini, Puccini, hanno scritto arie che non hanno

Il nuovo album di Roberto Vecchioni è stato registrato dal vivo nella piazza del Duomo di Spoleto

roberto vecchioni

tempo, e che non devono rimanere separate in torri d’avorio. Ci ho provato, ed è stata un’esperienza unica, bellissima. E’ un canto dell’uomo, con la sua solitudine e le sue paure, la sua gioia e la sua felicità, che ha una misura straordinaria nel senso di chiedere, a qualcuno lassù, uno straccio di esempio che assomigli a un perdono o ad un’accettazione». Lei è sempre stato vicino ai giovani, da insegnante e da cantautore. In cosa li trova cambiati rispetto alla sua genera-

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Il live

Novità musicali

di LUiGinA dinnELLA

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zione? «Nella società in cui viviamo i più scoperti all’inganno sono i ragazzi, perché subiscono nella loro ingenuità e nella loro bontà, i valori assurdi che questo momento storico e culturale ci offre. La tv gli sbatte in faccia sentimenti retorici e facili da accettare, che loro credono veri, e invece sono delle mascherature. Io sono triste per un sacco di ragazzi che non sanno discriminare, e che si lasciano indurre in continua tentazione, in continua fregatura dalle sirene televisive, da quelle del successo o della facilità. E’ un peccato enorme, perché noi in Italia abbiamo ragazzi di grande intelligenza e potenzialità. Dovremmo fare dei debiti per aiutarli! L’operazione più intelligente che possa fare uno Stato è quella di investire sulla propria gioventù, e non c’è gioventù che non meriti, e non c’è gioventù migliore di quella italiana. Il male di cui soffrono i giovani credo sia la paura del tempo morto, forse perché nessuno gli ha insegnato a riempirlo con pensieri personali, con l’immaginazione, con i sogni. Non si deve mai smettere di cercare dei ruscelli diversi che ti portino al fiume».

il concerto a roma

Zarrillo ha festeggiato trent’anni di carriera

michele zarrillo

di CriStinA ArCHiLLEtti Michele Zarrillo si è esibito nei giorni scorsi sul palcoscenico del Gran Teatro di Roma. Il tour (prodotto e organizzato da Colorsound) conclude un anno di grandi festeggiamenti per i 30 di carriera del cantautore romano iniziati con un cd+dvd di grande successo: “Michele Zarrillo Live Roma” (pubblicato il 15 maggio da Sony Music) e proseguiti con tour estivo che ha visto Zarrillo protagonista di oltre 25 concerti in tutt’Italia. Durante il concerto ha ripercorso oltre 30 anni di carriera e tutti i suoi più grandi successi: dalle canzoni più poetiche come “L’Acrobata” ai brani del repertorio più recente come “L’ultimo film insieme” e altre canzoni inserite in due medley con arrangiamenti creati per questo tour che ha regalato al pubblico romano alternanze ritmiche e sonore che hanno spaziato dalla classica, al funk, dal pop rock al latino-americano.


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lunedì 9 novembre 2009

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Il conflitto tra padre e figlio

Un genio visionario

Alza la testa

Parnassus L’uomo che voleva inbgannare il diavolo-

Regia: Alessandro Angelini con Sergio Castellitto e Giorgio Colangeli

Marc'Aurelio d'Argento del Festival del cinema di Roma ad uno straordinario Sergio Castellitto che ha il merito di sostenere quasi da solo gran parte del film. Una macchina da presa che non lo molla un attimo per permettere ad Angelini di raccontare ancora una volta una storia conflittuale e drammatica tra un padre ed un figlio. Ex pugile fallito, ora operaio in un cantiere nautico di Fiumicino, cerca il riscatto attraverso il figlio adolescente che allena in maniera maniacale, ogni giorno, in una vecchia palestra di periferia. Con i suoi modi rudi e triviali lo incalza, lo incoraggia, lo invita ad alzare la testa, gli insegna a difendersi dagli avversari e dalla vita.

L’ultimo show di Jackson this is it (Questo è tutto) Regia: Kenny Ortega

.L'inizio delle riprese il 15 aprile del 2009. Dopo 10 anni il re del pop decide di ritornare a far concerti. Un processo creativo che proseguirà fino a giugno. Nel docu-film, che racconta le prove dell'ultimo show di Michael Jackson, si vede l'artista un po' smagrito, nelle sue famose movenze, ma decisamente energico malgrado i cinquant'anni. Toni pacati, a tratti flebili come quelli di un bambino, pronto però a trascinare tutto il gruppo. I ballerini, la band, i cantanti, lo staff organizzativo. Anche con battute ironiche ed autoironiche. Centoventi ore di girato, oltre venti canzoni, cambi di scena, video, animazioni digitali, fuochi d'artificio ed effetti scenici. In programmazione per sole due settimane, travolgente ed imperdibile, costruito unicamente per i suoi fan.

Regia: Terry Gilliam con Heath Ledger, Johnny Depp, Jude Laww, Colin Farrell Right

Johnny depp è dillinger nel film “nemico Pubblico” di mann

Commedia culinaria Julie & Julia Regia: Nora Ephron con Meryl Streep, Stanley Tucci e Ami Adams

Commedia culinaria con una strepitosa Maryl Streep. Capace di passare dai panni della stilista glamour de "Il diavolo veste Prada" a quelli di una casalinga annoiata degli anni '50, dalla voce stridula ma simpatica, che diventerà una delle chef più rinomate dell'alta cucina. Julia Child è l'autrice di un celebre libro e trasmissione tv, che permise alle donne americane di liberarsi dai cibi congelati ed in scatola. Qui si racconta la sua vita ed in parallelo quella della sua emula, cinquant'anni dopo, Julie Powell. La ragazza lavora, insoddisfatta, in una assicurazione e decide di dare una svolta alla sua vita cucinando tutte le 524 ricette del libro della Child.

Esilarante antimilitarismo L’uomo che fissa le capre Regia: Grant Heslov con George Clooney, Jeff Bridges, Ewan McGregor, Kevin Spacey

La storia è più vera di quanto pensiate. Un esercito di guerrieri new age che profetizzano la non violenza e fanno uso di Lsd, finanziato dal governo americano, per combattere il nemico fruttando telepa-

Un Dillinger alla Mann nemico pubblico Regia: Michael Mann con Johnny Depp, Christian Bale, M. Cotillard

L'indubbia capacità di esplorare la psiche di individui che si trovano in circostanze estreme va pienamente riconosciuta a Michael Mann, che anche in questo caso non si smentisce regalandoci una nuova versione della vita dissoluta e pericolosa di John Dillinger, abilmente interpretato da Johnny Depp. Forse leggermente sotto tono rispetto ai film che lo hanno reso celebre, ma ugualmente imperdibile per la sua grande e riconosciuta capacità nel gestire la macchina da presa o nel ricreare una ambientazione puntigliosa e credibile. La leggenda di un criminale degli anni '30, in America ritenuto una sorta di Robin Hood, capace di rapinare in un minuto e quaranta secondi ogni tipo di banca, ma gentile con le donne. tia e capacità paranormali. Leggere il pensiero dell'avversario, far sparire le nuvole, attraversare i muri ed uccidere una capra semplicemente fissandola negli occhi. Esilarante commedia, tratta dal libro del giornalista Jon Ronson, con uno strepitoso cast di attori (grande Jeff Bridges nei panni di un militare che si trasforma in figlio dei fiori) che riesce a dare un taglio grottesco ed apparentemente strampalato ad una pellicola profondamente anti-militarista (stile M.a.s.h. di Altman). Una sonora presa per i fondelli degli strateghi della guerra.

Con questo film l'ex Monty Paython si conferma l'indiscusso genio visionario del cinema di oggi. La sua bellezza visiva, l'ultima interpretazione dello scomparso attore australiano Heath Ledger in un ruolo magistralmente demoniaco, la mestria nell'inserire i tre celebri sostituti, ed il trionfo dell'immaginazione danno alla pellicola un tocco di grande originalità. Il dottor Parnassus, una sorta di mago immortale, che ha venduto l'anima al diavolo in cambio della figlia, è l'uomo capace di riuscire a realizzare i sogni del pubblico che partecipa al suo spettacolo itinerante chiamato "Immaginarium". Attraversando uno specchio magico ognuno potrà veder realizzati i propri desideri. Lo specchio però è il dono di un certo Mr. Nick (il cantautore e musicista Tom Waits), Lucifero in persona.

L’assurdità della guerra Lebanon Regia: Samuel Maoz con Itay Tiran, Oshri Cohen

Un film bello e coraggioso, per raccontare l'assurdità della guerra come nessuno l'aveva mai fatto prima. Attraverso quattro giovani militari chiusi in un carro armato. Capace di coinvolgere emotivamente lo spettatore a tal punto di avere la sensazione di vivere la stessa paura e la stessa claustrofobia dei protagonisti. L'istinto di sopravvivenza di fronte a una palpabile e continua minaccia di morte. Notevole prova registica dell'esordiente Maoz, israeliano che la guerra nel Libano del 1982 l'ha combattuta veramente, rivelandone tutti gli orrori e le atrocità. Magnifica la fotografia


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Mariastella Gelmini prepara l’abito da sposa

Combat Barbie è stata eletta Miss Inghilterra

mariastella Gelmini

Il ministro per l'istruzione Mariastella Gelmini ha confermato - all'"Intervista" su Sky Tg24 - che ha in programma di sposarsi a breve e che se dovesse avere dei figli non lascerà l'incarico di governo. Sollecitata da Maria Latella, su come si comporterà se dovesse avere dei figli dopo il matrimonio, Gelmini ha

risposto che farà come "moltissime donne che riescono a coniugare il ruolo di moglie e madre. Se dovesse succedere di avere un figlio, i miei colleghi dovranno ancora sopportarmi al Consiglio dei ministri". Non ha quindi intenzione di mollare il suo incarico. D’altra parte perchè dovrebbe rinunciare?

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La rivelazione

Balestri conteso da due bionde

Matteo Cambi ha una figlia segreta Parla la madre

Compleanno con litigio per il conduttore tv marco Balestri. Alla festa milanese organizzata per spegnere le candeline, l'arrivo di Antonella Elia, esuberante e biondissima showgirl, non è andato giù ad un'altra bionda, Laura drzewicka, fidanzata ufficiale di Balestri. Eh si, perchè l'Elia non ha fatto altro che scherzare tutta la sera con marco. La pace tra le due è arrivata solo alla fine del party, dopo torta e brindisi

Cambi e Casalegno

Katrina Hodge Il caporale dell'esercito britannico Katrina Hodge, soprannominata dai suoi commilitoni 'Combat Barbie', la Barbie da combattimento, è diventata la nuova Miss Inghilterra: era giunta seconda al concorso a luglio, ma il titolo è stato revocato alla vincitrice Rachel Christie, dopo che la ragazza è stata coinvolta in una rissa in un club. Raggiunta da una telefonata degli organizzatori di Miss England mentre era in caserma , Katrina, che ha al suo attivo campagne pubblicitarie per negozi di lingerie, ha accettato il titolo con entusiasmo: oggi si è registrata come rappresentante ufficiale dell'Inghilterra a Miss Mondo, e martedì volerà in Sudafrica per partecipare al concorso. In Iraq per sette mesi con il reggimento Royal Anglian (era una delle sole 10 donne), Katrina, 22 anni, nell'esercito da quando ne ha 16, ha dichiarato di aver detto sì a miss Mondo con lo stesso stato d'animo entusiasta con cui andò in prima linea: "Mi piace fare un lavoro in cui non devo truccarmi e dove mi tocca strisciare nel fango - ha detto - Ma mi piace anche essere glamour e femminile. Diventare Miss Inghilterra è un sogno che si avvera".

lunedì 9 novembre 2009

Per Almodovar il crocifisso è “pop” l crocifisso? Un elemento pop che, quando e' nei miei film, e' solo poco piu' di un elemento decorativo'. Cosi' il regista Pedro Almodovar. Il cineasta spagnolo, nei giorni scorsi a Roma per presentare 'Gli abbracci spezzati', interviene sulla sentenza di

Strasburgo. 'E' sbagliato - afferma - avere in classe il simbolo di un'unica religione'. Dalla maggioranza critiche al regista. Per Anna Maria Bernini del Pdl 'Almodovar esagera'. Il deputato Pdl Michele Scandroglio commenta: e' blasfemo.

Matteo Cambi e Elenoire Casalegno si sono conosciuti nel backstage del reality "La Tribù", programma che non è mai andato in onda ma che ha regalato ai due piccioncini una nuova storia d'amore. Una passione talmente travolgente da far dichiarare allo stesso Matteo di desiderare un figlio da Elenoire. Peccato che, stando alle ultime notizie, l'ex imprenditore una figlia già ce l'abbia... "Matteo Cambi dice di sentirsi un uomo diverso, cerca la redenzione, vorrebbe tanto un figlio? Prima dovrebbe farsi vivo con la figlia che ha già e che ha abbandonato". A rilasciare questa scottante dichiarazione a Novella 2000 è Ylenia Iovinelli, mamma di una bambina di tre anni.


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