Anno II - n. 177 - Sabato 11 settembre 2010
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Ora di punta di
Ennio SimEonE
Anche lui se l’era cercata?
P
oi ha chiesto scusa. Come un uomo della sua intelligenza sa fare. Ma la frase che Giulio Andreotti ha pronunciato sul giudice Ambrosoli, ucciso per aver fatto fino in fondo il suo dovere nella inchiesta sugli affari del banchiere Sindona e sulle sue collusioni con gli ambienti della mafia siciliana e d’oltre oceano, ha fatto venire la pelle d’oca. «Se l’è cercata, come si usa in gergo romanesco», aveva dichiarato in tv, a “La storia siamo noi”, il senatore a vita per spiegare con il suo realistico cinismo che Ambrosoli era consapevole dei rischi che correva e aveva tirato avanti egualmente. Se ne è scusato, ma la sua frase fotografa un giudizio che spesso in Itala viene espresso di fronte ad episodi come l’assassinio di un magistrato coraggioso. nche di Angelo Vassallo, il sindaco che si opponeva ad affari poco limpidi attorno al porto di Acciaroli, qualcuno, se non lo ha detto, lo avrà pensato. Siamo il paese del “ma chi te lo fa fare?”. E’ perciò avvilente che il capo del governo di questo paese, addirittura nell’ultima delle sue missioni in territorio straniero, proprio ieri nella Russia di Putin, abbia colto ancora una volta l’occasione per attaccare i magistrati italiani, di cui si proclama vittima. Ma non c’è da meravigliarsi se c’è chi lo assolverà, dicendo che in fondo i giudici “se la sono cercata”.
A
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I funerali ad Acciaroli di Angelo Vassallo, difensore della legalità
Addio al sindaco-eroe
Seimila persone nonostante pioggia e vento. L’omaggio dei leader politici (in testa il segretario del Pd, di cui era militante)
Con una sferzante omelia del vescovo di Vallo della Lucania e con la richiesta alle istituzioni e alla politica di un impegno per quest’area della bella costa salernitana da parte del vice sindaco Stefano Pisani si è concluso il funerale di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, assassinato nella notte di domenica. Nonostante la pioggia e il forte vento, alla cerimonia funebrehanno partecipato oltre seimila persone e numerosi leader politici: dal ministro Stefania Prestigiacomo a Bersani, segretario del Pd di cui Vassallo era militante, dal leader dell'Udc Casini al governatore della Puglia Nichi Vendola. Una gigantografia sette metri per dieci del sindaco-pescatore in piedi su uno scoglio in mezzo al mare, ricopre la torre che dà sul porto, con lo striscione "Ora ci chiamiamo tutti Angelo Vassallo: sei e sarai sempre vivo in mezzo a noi". PAG. 2
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Obama: noi siamo contro al Qaeda non contro l’Islam E il pastore Jones rinuncia a bruciare il Corano
in EdiZionE STAmPABiLE non viEnE PuBBLicATo LA domEnicA E iL LunEdì il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7
«Catturare o uccidere Osama Bin Laden e Ayman Al Zawahiri resta una delle priorità assolute per gli Stati Uniti», ha detto Obama sottolineando che l'eliminazione del capo di Al Qaida segnerebbe «un importante passo avanti per la sicurezza americana». Il pastore della Florida Terry Jones, intanto, ha fatto sapere che oggi, in occasione dell'anniversario dell'11 settembre, il falò del Corano non avrà luogo. Jones aveva detto di sperare di poter incontrare l'Imam di New York che vuole costruire una moschea a breve distanza da Ground Zero, lanciandogli un ultimatum perché si mettesse in contatto con lui entro due ore: ultimatum che era scaduto senza alcun confronto fra le parti. Nonostante padre Jones avesse annunciato di aver cambiato idea, il presidente aveva lanciato comunque il suo monito: «Siamo una nazione unita, composta da persone che danno a Dio nomi diversi, ma nessuno riuscirà a farci del male con divisioni basate su differenze religiose o etniche».
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sabato 11 settembre 2010
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AfGhAnistAn
sAn fRAnCisCo
Berlusconi: “Ci sono politici che vogliono la loro aziendina”
Un ordigno è esploso nel distretto di Shindand, in Afghanistan, al passaggio di una pattuglia italiana. Lo scoppio non ha causato danni ai membri dell'equipaggio. Il convoglio, formato da quattro blindati Lince, stava perlustrando la Zirko Valley, a sud di Herat, quando il primo veicolo è stato investito da una deflagrazione. La cellula del Lince ha resistito all'urto, proteggendo i quattro militari a bordo. Dopo aver messo in sicurezza l'area, i militari della pattuglia hanno chiesto l'intervento di una squadra soccorso per il recupero del veicolo danneggiato e l'invio di un team specializzato per ricostruire la dinamica dell'evento. E’ il secondo ordigno contro gli italiani in poco meno di un mese.
Sei persone sono morte e 39 sono rimaste ferite in seguito a un'esplosione vicino all'aeroporto di San Francisco. Lo scoppio, avvenuto nella zona di San Bruno, probabilmente a causa di una condotta di gas naturale che passa nel sottosuolo, ha causato l'incendio di diverse abitazioni alle porte della città californiana e scatenato il panico tra i residenti. Decine le case danneggiate dall'esplosione. L'incidente, avvenuto in California, ha completamente distrutto molte case. La colonna di fuoco era alta circa 100 metri con un'onda espansiva che si è sentita a vari chilometri di distanza, tanto che molti hanno pensato a un terremoto.
Nuovo affondo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla magistratura. “Nel mio Paese la magistratura ha raggiunto un potere che non ha limiti. La magistratura deve essere potere dello Stato e non ordine dello Stato" ha detto nel suo intervento al Forum sulla democrazia di Yaroslavl, in Russia. Molte "accuse" della magistratura sono "assolutamente inventate" e mettono "a rischio la governabilità del Paese" ha aggiunto. Il premier Silvio Berlusconi ha poi respinto fermamente l'ipotesi di elezioni anticipate in Italia. “Il mio governo andrà avanti per i tre anni di legislatura che ancora mancano", ha detto. Poi, alludendo al conflitto con Gianfranco Fini interno alla maggioranza: “Sono piccole questioni di professionisti della politica che vogliono avere la loro aziendina politica. Ma sono cose che non toccano la governabilità". Il presidente del Consiglio si è detto convinto di andare "avanti tranquilli". La parentesi di politica italiana, ha spiegato il premier, è dovuta al fatto che a questo convegno internazionale “molti miei amici mi hanno chiesto preoccupati: ma cosa sta succedendo in Italia?. Ecco, ora chiudo questa parentesi e spero di aver chiuso anche le preoccupazioni dei miei amici". D'altronde, ha aggiunto, "con il cambio della legge elettorale è stata raggiunta la governabilità: abbiamo avuto 5 anni di governo, e ora andiamo avanti per altri 5 anni". Se ne saprà di più a fine mese.
Esplode un ordigno nessun italiano ferito
RomA
Crac Parmalat In arrivo 2 milioni per i risparmatori
Il ministero della Giustizia ha garantito in parte il credito vantato dagli obbligazionisti coinvolti nel crac della Parmalat, ottenendo dagli Stati Uniti lo svincolamento della somma di 2 milioni 98 mila 647 euro, occultati all'estero da uno degli imputati per il fallimento dell'azienda. Lo ha reso noto un comunicato di via Arenula. “Il ministero della Giustizia, attraverso l'impegno e la professionalità dei propri uffici competenti, ha garantito il credito vantato dagli obbligazionisti coinvolti bel crack della Parmalat, ottenendo dagli Stati Uniti lo svincolamento della somma di 2 milioni e 98 mila e 647 euro”.
scoppia condotta di gas, sei le vittime
Fini-Schifani, coppia solidale
Gianfranco fini si dice "soddisfatto" di quanto affermato dal presidente del senato Renato schifani nel suo intervento a Gubbio dove ha dichiarato che “non si può sfiduciare fini. "E' la riprova - spiega il presidente della Camera prima di partecipare alla riunione dei presidenti delle Camere del G8 - di quanto fosse bizzara una ipotesi diversa". E ha assicurato che la legislatura durerà cinque anni.
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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GEcEm (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
L’OnOmasticO Baldassarre il mercedario Beato Baldassarre Velàsquez, cadde prigioniero fra i saraceni ribelli a La muela presso saragozza in spagna. fu, da questi, minacciato di morte qualora non avesse rinnegato la fede cattolica ma egli li rimproverò severamente delle loro cattiverie e vizi così testimoniando la propria fede fu trafitto da una freccia nell'anno 1588.
accadde Oggi 1998: clinton L’11 settembre 1998 il consigliere Kenneth starr in un rapporto al Congresso degli stati Uniti, accusa il presidente Bill Clinton di 11 possibili reati che prevedono l'impeachment.
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In Italia e nel Mondo ACCiARoLi
ifuneralidiVassallo ilvescovo: “ikiller sonodellepoverebestie” "Povere bestie umane". Così ha descritto gli assassini di Angelo Vassallo il vescovo di Vallo della Lucania che, ad Acciaroli, ha celebrato i funerali del sindaco di Pollica, trucidato domenica scorsa. “L'assassinio di Vassallo dimostra come i killer siano più simili alle bestie che non agli uomini - ha aggiunto Mons. Rocco Favale . Spero che non siano mescolati tra noi o seduti comodamente a casa su un divano a guardare la televisione". ''Perché lo hanno fatto? - si è chiesto il presule - Forse per qualche affare sul territorio che è stato smascherato o rifiutato da Angelo Questi sicari sono la dimostrazione dell'abbrutimento della razza umana".
sabato 11 settembre 2010
CoPEnhAGEn
tentadifarsiesplodere inunhotel,arrestato mancatokamikaze
La polizia danese ha arrestato un uomo che ha tentato di farsi saltare in aria in un albergo di Copenhagen, senza causare feriti. Lo rende noto il quotidiano Politiken. La polizia ha spiegato che una «picola esplosione» si è comunque verificata allo Jorgensens Hotel nel centro della capitale danese. Gli agenti hanno catturato il mancato attentatore suicida in un parco nei pressi dell'albergo e ha sigillato l'intera zona. Secondo i media locali il mancato kamikaze ha tentato di far detonare la bomba nei bagni dell'albergo che si affaccia su Israels Square. L'uomo è rimasto ferito alla testa dall'esplosione.
CALifoRniA
AfGhAnistAn
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iL 26 sEttEmBRE
Rogo del Corano Usa, abolire legge ucciso manifestante sui soldati omosex
“nonsiamo tutelati”,sciopero deicalciatori
Un manifestante afghano è stato ucciso da colpi di arma da fuoco durante una protesta contro le minacce di bruciare il Corano nei pressi di una base Nato nel nord dell'Afghanistan. E intanto il pastore statunitense Terry Jones, che ha scatenato la polemica annunciando la sua intenzione di bruciare il Corano per commemorare l'11 settembre, ci ha ripensato. Ha infatti annunciato che non lo farà. Una folla di circa 10mila persone si era riversata in strada a Faizabad, nel nord-est del Paese, e un gruppo si è diretto verso la base della Nato gestita dai tedeschi. Quando i manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi, i soldati hanno aperto il fuoco. I talebani hanno approfittato della iniziativa del prete battista per attivare una campagna contro i militari Usa e hanno distribuito un volantino contenente minacce “contro chi ha usato violare il Corano”.
i calciatori hanno annunciato uno sciopero per la quinta giornata di campionato in programma il 25 e il 26 settembre. Parole molto dure quelle pronunciate dal portavoce dei calciatori della massima serie, massimo oddo: “La Aic – ha detto – in perfetta sintonia con le squadre di serie A, ha deciso che queste non scenderanno in campo nella quinta giornata di campionato di serie A del 25 e 26 settembre contro la richiesta di introduzione di un nuovo regime contrattuale”, da parte della Lega di serie A che, secondo l’Aic, comporterebbe “la carenza più assoluta di ogni forma di tutela” dei calciatori. “Lo sciopero ci sarà sicuramente al di là delle decisioni che potranno essere prese nella riunione di lunedì perché questa protesta va al di là della proroga dell’accordo collettivo ma riguarda lo status di oggetto di noi calciatori. Lo sciopero si protrarrà se non verranno presi accordi consoni. La decisione parte da lontano”, ha aggiunto riferendosi al vertice in calendario lunedì prossimo.
il divieto imposto ai militari statunitensi di rivelare la propria omosessualità, secondo la regola "don't ask, don't tell” è incostituzionale perché viola la libertà di espressione. A stabilirlo è stato un tribunale federale della California.
PRoCLAmi ministERiALi
scuola, la Gelmini: “i precari sistemati in 6 anni”
Q
uello dei precari della scuola “è un problema di disoccupazione gravissimo, una vera piaga sociale molto dolorosa, ereditata dal passato, per la quale in un momento di crisi economica è difficile se non impossibile dare risposta”. Così il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è tornata sul tema del precariato della scuola, in una conferenza stam-
pa a palazzo Chigi sulle nuove regole per diventare docente. Gelmini ha spiegato che “il governo sta mettendo in campo iniziative sicuramente parziali, ma è il massimo che possiamo fare. Nella scuola i posti vacanti sono 20.000, ma i precari nelle graduatorie sono 220.000. In più se contiamo i precari nelle graduatorie degli istituti arriviamo a 500/600
mila, sicuramente un numero di difficile inserimento”. Comunque ha assicurato che” è difficile fare previsioni, ma secondo stime del ministero nei prossimi anni ci saranno molti pensionamenti e quindi nell’arco di 6-7 anni c’è la ragionevole certezza che gli attuali 220mila precari saranno assorbiti dal sistema d’istruzione”. E sono in tanti a sperare.
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La svolta cubana e il ricordo di un incontro di tanti anni fa
Quando fidel mi spiegò la tesi dei tre machete di Novità o svolta che dir si voglia, è innegabile che il Leader Maximo l'abbia annunciata davvero. Nel segno libertario e un po’ utopista della costruzione di un socialismo non burocratico e illiberale, caraibico appunto come Fidel Castro l'aveva auspicato agli inizi della sua vittoria contro il dittatore Batista. La novità è tale - non solo per l'età del leader cubano che la stessa stampa Usa ha titolato su Fidel Castro “divenuto capitalista”. Ovviamente con il punto interrogativo, anche se non basta a ridurne il rilievo. Personalmete non mi sono del tutto sorpreso, anche se ritenevo ormai che non potesse più avvenire. Devo tornare indietro di molti anni, al tempo dell'università, facilitato purtroppo in questo ricordo dolente dalla scomparsa di Piero Vivarelli, personalità singolare, intelligente e vivace in vari campi, che aveva anche animato per parecchi anni il festival del cinema latino-americano a l'Havana e si era iscritto al partito comunista cubano, ricevendo la tessera dalle mani di Fidel. Tornando ai miei lontani anni universitari, ricordo che Giuseppina Li Causi, presidente della sezione italiana dell'ICAP (Istituto cubano per l'amicizia tra i popoli) mi propose di andare a Cuba per la festa del 26 de julio, data storica nelle celebrazioni castriste della rivoluzione. Ero presidente del'UNIRI (la rappresentanza nazionale degli
nuccio FAvA
universitari italiani) e avrei dovuto anche partecipare ad alcuni incontri con studenti e docenti, interessati ai movimenti di contestazione e alle condizioni di agibilità democratica come allora si diceva - dei nostri atenei. Non fu questa una esperienza particolarmente interessante: tutto un discutere di democrazia formale e di democrazia sostanziale, di come costruire la rivoluzione, con un generale prevalere di chiusure ideologiche, rispetto alla riflessione allora prevalente in Italia sull'autonomia dell'università e sul ruolo originale e non subalterno del
professionista intellettuale che le facoltà universitarie avrebbero dovuto contribuire a formare in modo originale e critico. Come dimenticare però la felicità di ritrovarmi sull'aereo per Cuba, con partenza dall'areoporto di Madrid, dove rimasi per diverse ore - in una stanza piccola e caldissima - fermato dalle guardie di frontiera perchè il mio nome risultava nella lista dei manifestanti a Piazza di Spagna contro il franchismo. L'aereo, un vecchio quadrimotore Costellation ad elica della Emprenza Consolidada De Aviacion Cubana, dopo molti sobbalzi ed una sosta per il rifor-
nimento a Gander in Canada, giunse sul cielo dell'isolo. Uno spettacolo fantastico, mai visto e indimenticabile: mi sembrò di giungere nel paradiso terrestre, come l'avevi imaginato alle lezioni di catechismo. Fondamentali si rivelarono due conoscenze, avvenute quasi per caso a Santa Clara, dove si svolse quell'anno la celebrazione del 26 de julio. Fidel parlò quasi nove ore e anche al Nunzio Apostolico, il primo dei due nuovi amici, sembrò un pò lunghetto. Al ministro Carneado, responsabile per i rapporti con i culti religiosi, la lunghezza appariva normale: l'intervento di Fidel era trasmesso in diretta in tutta l'isola ed era necessario spiegare bene e ripetere più volte i concetti principali. A me francamente sembrava eccessivo, anche perchè faceva un caldo tremendo e in tribuna lo stesso corpo diplomatico appariva stremato. Fui però fortunato. Il Nunzio mi offrì il ritorno in auto, mi raccontò molte cose sui rapporti non facili anche se interessanti con il regine cubano senza escludere possibili evoluzioni positive. Il viaggio di Giovanni Paolo II sarebbe avvenuto molti anni dopo, ma già il Nunzio di Roma e la Chiesa cubana lavoravano per allargare spazi di dialogo e di convivenza. Anche il ministro per i rapporti con i differenti culti religiosi mi sembrò esprimere sintonia ed interesse. Grande amico personale di continua a pagina 5
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Fidel con il fratello Raul al passaggio delle consegne
segue da pagina 4 Fidel, il ministro per gli affari religiosi aveva conosciuto la tortura durante gli interrogatori della polizia di Batista. Non ne parlava, ma scoprì direttamente le cicatrici sulle spalle e ai fianchi durante una gita al mare, sulla spiaggia di Varadero allora incontaminata, non invasa dai quei casermoni vacanzieri che l'hanno irrimediabilmente deturpata. Parlammo anche della santeria, un fenomeno tra religiosità e magia molto diffuso in Cuba, risultato di una mescolanza singolare di cattolicesimo e antichi riti africani, inportati nei Caraibi al tempo della tratta degli schiavi. Ignoravo completamente l'ampiezza del fenomeno, e mi rendevo sempre più conto del ruolo chiave che il mio amico ministro svolgeva nella strategia del Comandante, non solo alle prese con le grandi questioni dello scacchiere internazionale e della costruzione del socialismo cubano. Gli chiesi con discrezione se Fidel fosse credente. Mi rispose che sicuramente restava una forte risonanza degli studi presso i Gesuiti e che, in ogni caso, la domanda andava rivolta direttamente al Comandante. Un bel problema, aggiunsi, perchè bisognerebbe poterlo incontrare. Il mio amico sorrise e mi invitò a godermi il panorama. Si avvicinava ormai la partenza. Le giornate trascorrevano tra nuotate e sole su spiagge bellissime, passaggiate e bevute in piazza
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Mi disse che lo strumento preferibile per tagliare la canna da zucchero non era né quello di fabbricazione russa, né quello cinese, ma il cecoslovacco: la prova che “piccolo è bello” come... il suo socialismo caraibico della Cattedrale. La cosa sorprendente mi giunse all'improvviso nel cuore della notte, stavo dormendo e mi chiamarono dalla portineria dell'albergo: c'era una macchina all'ingresso, che mi avrebbe condotto dal Comandante in capo. Inutile fare domande e non mi passò nemmeno per la testa. Attraversammo una zona piena di alberi, lontana dal mare, e d'improvviso alcuni soldati aprirono un varco. Fidel giocherellava con un pallone da baschet e fu subito molto gentile e cordiale. Mi chiese dei giovani italiani, dei movimenti di contestazione, mi disse della sua ammirazione per Garibaldi e che aveva letto gli scritti di Gramsci. Ma la sua preoccupazione maggiore era la divisione del mondo in blocchi contrap-
posti con la grave responsabilità dell'imperialismo Usa che voleva costringere Cuba alla resa per fame attraverso un blocco disumano. Non amava però Fidel il socialismo sovietico, burocratico ed egemonico. Temeva anche la crescita cinese e - in questa prospettiva - il rischio di un confronto militare alle frontiere dell'Ussuri. Bisognava lavorare per una nuova via d'uscita. La sera prima aveva premiato le migliori squadre di raccoglitori della canna da zucchero. Usavano macete differenti, rimarcava Fidel. Non avevano vinto nè i compagni che avevano usato il macete sovietico, nè quelli che avevano usato quello cinese. Il migliore raccolto e in minor tempo lo aveva realizzato la squadra che aveva utilizzato un macete cecoslovacco.
Non era di sicuro la versione cubana "piccolo è bello". Esprimeva però la filosofia da Fidel sempre perseguita che anche l'esperimento cubano aveva valore e importanza e poteva fare in qualche misura da modello. Sono successe tante cose da quella indimenticabile alba. Fidel ha attraversato sconfitte e scritto pagine inquafilicabili, proprio sul terreno della democrazia e dello sviluppo del suo popolo. Ormai al tramonto tuttavia, con un colpo di intelligenza e di fantasia che nessuno si aspettava più, il Comandante apre una nuova pista. Per il futuro di Cuba prima di tutto ma anche per la messa in guardia dai fondamentalismi, con l'invito di grande forza perchè mai più l'umanità debba vivere tragedie come lo sterminio degli ebrei. Un Fidel inedito, quindi, che ha sorpreso tutti, naturalmente anche me che pure mantengo vivo il ricordo di quel personale incontro di tanti anni fa. P.s. Rientrato a Roma mi trovai deferito ai probiviri della Dc, per beghe interne al movimento giovanile democristiano. Nelle stesse giornate venivo invitato dalla Segreteria di Stato ad un colloquio, per raccontare le mie impressioni su Cuba. L'incontro si svolse sulla terrazza dell'accademia per la formazione dei diplomatici della Santa Sede, che si trova in piazza della Minerva a Roma, a poche decine di metri da piazza del Gesù allora sede della Democrazia Cristiana.
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Carceri Suicidi a quota 47 e intimidazioni al personale penitenziario Con la morte di Ivan Maggi, 22 anni, e il suicidio di C.F. 32enne transessuale italiano nel carcere di Poggioreale, nelle ultiome 48 ore, il numero complessivo dei detenuti che si sono tolti la vita nelle celle dei penitenziari italiani in questo 2010 tocca quota 47 Purtroppo il ragazzo impiccatosi domenica scorsa nel carcere di La Spezia che pure era stato tratto in salvo dagli agenti penitenziari, non ce l’ha fatta. Così come dobbiamo registrare l’ennesima tragedia derivante dall’improprio uso delle bombolette di gas in uso ai detenuti. Non possiamo non interrogarci sulle colpe e sulle responsabilità del sistema penitenziario in questa escalation di morte e violenza. Ai 47 suicidi, infatti, occorre sommare i 102 suicidi sventati in extremis che testimoniano come troppo spesso la border-line della depressione, amplificata dalla solitudine e dalle incivili condizioni di detenzione, faccia segnare l’irreparabile decisione di evadere dalla propria vita. Purtroppo con la morte del ventiduenne è caduta anche l’ultima barriera. La Liguria, infatti, era l’unica regione a non avere registrato, in questo anno, morti in cella per suicidio. Riteniamo che la vergogna penitenziaria con il suo carico di disumanità e inciviltà vada raccontata per intero e senza foglie di fico. La UIL ha inteso, in tal modo, riparare al buco dell’informazione che la circolare–bavaglio diramata dal DAP avrebbe comportato. Purtroppo dobbiamo rilevare come oltre all’evidente deriva oscurantistal’Amministrazione Penitenziaria rischi di connotarsi anche per una sistematica azione di intimidazione nei confronti di sindacalisti che diffondono notizie o rilasciano dichiarazioni alla stampa. Ultimo caso a Messina dove nei confronti del segretario provinciale della UILPA Penitenziari è stato aperto un procedimento
tribuna disciplinare sulla scorta di un comunicato stampa contenente osservazioni critiche. Questo nonostante le norme di garanzia prevedano esplicite salvaguardie al personale con incarichi sindacali. Voglio auspicare che la Direzione di Messina riveda la sua posizione perché diversamente sarebbe un attacco alle libertà di espressione, di opinione e di pensiero che sono tutelate dalla Costituzione. E’ chiaro che in caso contrario ritenendo l’azione disciplinare una palese intimidazione non potremo non rivolgerci al ministro Alfano perché siano garantite le prerogative sindacali e valutare il deferimento all’autorità giudiziaria del direttore per abuso di potere. Eugenio sarno segretario UILPA Penitenziari
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La migLiOre deL giOrnO
marassi sul “mattino”
isola d’Elba Pascoli dei mufloni in piazza Dopo i parchi, gli orti e i giardini, gli eserciti affamati dei mufloni elbani sono calati nelle strade e nelle piazze dei borghi montani. Con il favore delle tenebre e tranquillizzati dal russare di residenti e turisti, hanno invaso notti addietro Poggio, finora metà di occasionali quanto rumorose incursioni. Questa volta, guidati da giganteschi maschi dalle corna imponenti, hanno scelto per i loro pascoli la piazza principale del paese, piazza del Castagneto fino a qualche ora prima territorio di spensierate scorribande di bambini. Incuranti dei potenti fari della torre dell’orologio che illuminavano a giorno il centro di vita del paese, hanno fatto piazza pulita delle piante di gerani coltivati con tanta amore dalla popolazione. Prima che la devastazione di una decina di grandi vasi, che abbelliscono la famosa località turistica, fosse completata, è apparso ai loro orizzonti niente meno che il Vice Sindaco di Marciana, Fortunato Mazzei, svegliato da alcuni irriducibili nottambuli. Il quale li ha accompagnati da buon amministratore alle porte del paese, invitandoli cortese-
mente a non tornare mai più. Pare, intanto, che sia allo studio dell’ente Parco dell’arcipelago elbano un progetto per offrire un contributo in denaro a chiunque ospiti in casa una coppia di mufloni. Romano cantastorie elbano
Volo libero Si festeggia in Lombardia e in Alto Adige
Domenica 19 settembre a Palazzago (Bergamo) l'associazione Volo Libero Bergamo festeggerà il suo trentesimo anniversario. Si tratta di una data importante per i 70 piloti che praticano il volo in deltaplano e parapendio nelle fila di questo sodalizio e per i tanti che vi hanno militato, molti ancora in contatto con i colleghi di oggi. La data testimonia pure quanto il volo libero, entusiasmante disciplina che sfrutta come motore l'energia del sole e delle correnti d'aria ascensionali, conseguenza dell'irraggiamento del suolo, sia solidamente attestato tra le attività sportive e del tempo libero in provincia, come nel resto d'Italia. Le prealpi Orobiche e le valli bergamasche sono una palestra invidiabile per la pratica
del volo libero, attività che qui annovera club e scuole: a Caprino Bergamasco, ad Albino, in Val Gandino ed a Rovetta. Per i 30 anni del Volo Libero Bergamo si attendono piloti, amici e semplici curiosi un po' da tutta la regione. Dopo il ritrovo verso mezzogiorno, dai decolli in Roncola e sul Monte Linzone inizieranno i voli che culmineranno nel vasto atterraggio di Palazzago con una gara di precisione. Seguiranno premiazioni e buffet. Difficile stabilire orari precisi: il volo libero è fortemente legato alle condizioni meteo ed ai capricci del tempo che condizionano ogni programma. Contemporaneamente il Falken Club di Falzes (Bolzano) festeggerà il 35° anno di attività, il 17, 18 e 20 del mese. Per la ricorrenza presso Campo Tures, avrà luogo un Air Show con varie pattuglie acrobatiche, dimostrazioni di aeromodelli, aerei ed elicotteri, paracadutismo, alianti, palloni aerostatici ed ovviamente parapendio e deltaplani, presente per questa specialità il campione del mondo Alex Ploner, l'azzurro che detiene il titolo mondiale. A coronare il tutto un festival di musica country al Palazzetto dello Sport. Gustavo Vitali Federazione Italiana Volo Libero
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calcolo pensione
Se non si hanno 40 anni di contributi Mio padre sta per maturare il diritto per andare in pensione (vecchiaia) avendo da poco compiuto 64 anni. Ho, però, qualche perplessità. Ed è la seguente: si chiede cosa comporta, economicamente, andare in pensione a 65 anni, senza aver raggiunto i 40 anni di contributi. P. D’Orazio, Chieti Per la pensione di vecchiaia occorre raggiungere un minimo di 20 anni di contribuzione. ogni anno di lavoro (e relativi contributi) vale, ai fini della pensione con il calcolo retributivo, il 2%. Quindi, ad esempio, chi raggiunge 30 anni di contributi riceverà una rendita pari a circa il 60% della media rivalutata delle retribuzioni degli ultimi 10 anni. naturalmente, chi arriva ai 40 anni, riceverà l’80%.
medico e riscatto
Diritti & DOVeri preVidenZa Risponde il dottor AnTonino nicoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
nel caso prospettato il riscatto, anche se parecchio costoso, è conveniente sia perché consente di ottenere la pensione con 40 anni di contributi, a prescindere dall'età, sia perché i conteggi dell'onere saranno effettuati sulla base dell'età e delle retribuzioni del 1996.
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Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
fuori del matrimonio, purchè legalmente riconosciuti.
part-time in un grande magazzino
Bonus contributivo
Per la pensione 20 anni utili
Niente finestre per chi ne ha usufruito
Mia madre, 51 anni, lavora, come impiegata, in un grande centro commerciale. Ha iniziato la sua attività il 1° giugno 1993 ed ha accettato, fin dall’inizio, un contratto a part-time (24 ore settimanali). Dal 1°-1-2007 è passata a 30 ore settimanali. Vorremmo sapere quanto le manca per raggiungere i 20 anni di contributi al fine di ritirarsi, se possibile, dal lavoro. C. Salerno, Firenze i periodi di lavoro part-time sono utili ai fini del diritto alla pensione. Vengono ridotti soltanto ai fini della misura della prestazione. Pertanto, per il raggiungimento dei 20 anni utili per la pensione di vecchiaia (a 60 anni di età) potrà contare sull'intero periodo lavorativo (17 anni e 7 mesi al 31 dicembre 2009). ne discende che dovrà continuare a lavorare per altri 2 anni e 5 mesi. inoltre, dal 2008 il riscatto non è più gravato da interessi per l’eventuale pagamento rateale.
E’ costoso ma in questo caso conviene donne in polizia Sono un medico, specialista uro- Non soggette logo. Ho 52 anni ed ho cominciato a lavorare, in un ospedale pub- al nuovo limite blico, nel 1981 all'età di 33 anni. Sono ancora in attesa, nonostante i solleciti, del calcolo dell'importo del riscatto di 10 anni (laurea più specializzazione) da parte dell'Inpdap, come da richiesta del 1997. Mi conviene riscattare tale periodo? Il riscatto è, nel mio caso, utile al raggiungimento dei 40 anni di contributi? Vorrei dedicarmi alla libera professione. V. D., Roma
sabato 11 settembre 2010
Le donne che prestano attività nelle forze di Polizia e come tali da considerare appartenenti al pubblico impiego, saranno soggette anch’esse all’elevazione del limite minimo dell’età (ai fini pensionistici), introdotto a far tempo da gennaio 2012? F. T., Lecce no, il personale femminile delle forze Armate, della Polizia, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di finanza e del Corpo dei Vigili del fuoco conserva le vecchie senza rimanere coinvolto nei nuovi limiti fissati dal Governo col decreto legge n° 78/2010.
Figli fuori matrimonio
Affermato il diritto agli assegni familiari Mentre, nei giorni scorsi, ascoltavo una radio locale, mi ha colpito una breve notizia, secondo la quale è ora possibile, per i lavoratori, ottenere l’assegno per il nucleo familiare tenendo conto anche dei figli nati al di fuori del matrimonio. Quanto c’è di vero su tale versante? F. Moretti, Parma La notizia è vera e nasce da una sentenza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, dello scorso giugno (n° 14783/2010). nel caso specifico, la richiesta di un dipendente per ottenere l’assegno al nucleo familiare per 3 figli nati da una convivenza fuori matrimonio, pure esistente. L’inPs aveva negato tale diritto ma la Cassazione ha stabilito che, ai fini del diritto, il nucleo familiare comprende anche i figli nati al di
Mio fratello compirà 65 anni a marzo 2011. A suo tempo usufruì del famoso “bonus contributivo” introdotto dal ministro Maroni, se ben ricordo. Potrà andare in pensione da aprile 2011 o dovrà attendere ancora un anno, ossia il 1° aprile 2012? A. Neri, Salerno i lavoratori che hanno usufruito del “bonus” per la pensione di anzianità ed hanno continuato a lavorare possono percepire la pensione dal mese successivo alla cessazione dell’attività, senza soggiacere al regime delle finestre.
superstiti
Pensione al 60% per il coniuge Mio suocero, 88 anni, è da parecchio preoccupato per quella che sarà la situazione economica della moglie, 70 anni, casalinga, in caso di sua morte. E’ titolare di una pensione di 2.100 euro mensili e teme che venga decurtata del 30% quando la moglie ne diventerà beneficiaria. Mia moglie sostiene che, nei confronti del coniuge superstite, la misura della pensione rimane inalterata. Chi ha ragione? D. Ferrigno, Roma nessuno dei due. La normativa attualmente vigente prevede che, in caso di decesso del pensionato, la pensione ai superstiti venga liquidata al coniuge nella misura del 60%.
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notte rossa
sabato 11 settembre 2010
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interni del nirvana club e le attrici Emanuela Petroni e Stefania visconti
Rubrica ideata e realizzata da Carmine Castoro
nirvana Club
di Porto d’Ascoli
Cena sexy con... delitto ettere anonime che scivolano sotto le sedie, personaggi L misteriosi che seminano il
panico, appuntamenti al buio sotto una falce di luna, grida che squarciano all’improvviso il silenzio, cadaveri e belle sospettate da perquisire, lame che scintillano dietro un’innocua abat-jour…Sembra davvero la scena di un film da brivido alla Hitchcock e invece è un divertentissimo micro-reality che, seppur all’insegna del gioco e della finzione, riempirà di suspense e mistero le già raffinate e selezionatissime atmosfere del Nirvana Private Club di Porto d’Ascoli (via Pasubio 1/F; per informazioni e prenotazioni nirvanaprivateclub.it, oppure 0735-753873), un notissimo tempio dell’eros sano e trasgressivo che attira già un pubblico di grandi estimatori del genere dalle Marche e dalle altre regioni d’Italia. Piatti gustosi, un ambiente da giallo classico, un “assassino” da assicurare alla giustizia, un teatro interattivo, suggestivo e coinvolgente, che sviluppa fra i tavoli una vera e propria trama thriller da dipanare con le più acute doti logico-deduttive. Sono questi gli ingredienti della “Cena sexy con delitto”, una serata chic e choc che vivrà il suo primo appuntamento oggi, sabato 11 settembre, presso il club Nirvana di Porto d’Ascoli, e che prevede una affascinante articolazione di “indagini” nel clima caldo e avvolgente, composto di salottini, stanze-relax e delicate abatjour, del Nirvana, quando le “squadre investigati-
ve” si confronteranno in un murder-game per vincere prestigiosi premi messi a disposizione dalla direzione della famosa associazione culturale marchigiana. La kermesse per Holmes in erba è supportata artisticamente dallo staff romano di “Anime di Carta”, gruppo capitanato dall’attrice Emanuela Petroni che, fra le tante iniziative teatrali, spettacolari, ludiche, artistiche di grande prestigio porta avanti da anni anche il progetto di proporre in tutta Italia - partendo dalle esperienze maturate nel mondo anglosassone - nuove modalità di intrattenimento interattivo giallo, con il contributo e la consulenza di un organico composto da autori, registi, attori e tecnici in grado di allestire scene “mozzafiato” in con-
testi privati, pubblici, aziendali. Le cene con delitto rappresentano, in effetti, la versione più spettacolare e moderna del più classico gioco di ruolo inaugurato da Agatha Christie. In Inghilterra si svolge ancora oggi ogni fine settimana nella locanda dell’Old Swan, Vecchio Cigno, un originale Cluedo di
cui la stessa scrittrice era stata l’inventrice, alla fine degli anni ’20, riparando in una località a pochi chilometri da Londra per un periodo di riflessione e separazione dal suo legittimo compagno Sir Archibald Christie. Più di dieci anni fa, l’importazione in Italia di un gioco che unisce sapori e intrattenimento e che prende molto chi vi partecipa, proiettandolo negli scenari, felpati e inquietanti, dei gialli classici, ricreando l’inseguimento del “cattivo” da parte di “commissari” che, per quanto improvvisati, devono mettere in campo tutte le proprie facoltà cerebrali ed enigmistiche per ricostruire piste, indizi, tracce anche superficiali del passaggio dell’assassino.
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notte rossa segue da pagina 8 Lo staff della Petroni prevede un taglio colorato, fantasioso e scanzonato del classico giallo da libro Mondadori, ma non privo di rigore formale e precisione nello svolgersi della narrazione. Grande attenzione sarà riservata a costumi, parrucche, dettagli che caratterizzeranno i personaggi in scena. «I nostri “Weekend con il morto”, le nostre “Cene con delitto”, i nostri spettacoli ‘Caccia al tesoro con l’assassino – sottolinea la stessa Emanuela - si distinguono per essere forme alternative alla tipica rappresentazione teatrale. Tutto comincia con una serie di colpi di scena che nascono da un evento delittuoso, ma la serata prosegue e si sviluppa in un giallo deduttivo nel quale la partecipazione degli ospiti diventa essenziale. Ciascun invitato infatti, se lo desidera, potrà essere coinvolto nella scena interagendo direttamente sia con gli altri partecipanti sia con gli altri attori. Ogni parte possiede un suo preciso filo conduttore nel quale ciascun ospite potrà esprimere le proprie capacità investigative per giungere alla soluzione del caso. Nel corso di una “Cena con delitto” i commensali assistono dunque ad una messa in scena interattiva, così il ruolo dei partecipanti non sarà passivo. Ciascun tavolo è, infatti, una squadra investigativa in competizione con tutte le altre per la soluzione del ‘caso’ e nei momenti stabiliti dal commis-
sario-conduttore, ogni partecipante potrà intervenire interrogando i sospetti. Si tratta dunque di veri e propri giochi di ruolo con costumi esilaranti e interpretazioni comiche e surreali, e l'interazione non si limita agli interrogatori. Nei nostri spettacoli - continua l’attrice -, tutte le volte che l'investigatore riceve nuovi indizi, questi vengono distribuiti anche alle squadre investigative che saranno pertanto messe al corrente in
tempo reale sull'evoluzione delle indagini. Alla fine del gioco ogni squadra investigativa è invitata a scrivere chi, come e perché ha commesso il delitto seguendo gli indizi, osservando e ascoltando i personaggi e interagendo con essi. La squadra che si è avvicinata per prima alla soluzione del caso è la vincitrice del gioco». Insomma, un vero e proprio
intrattenimento che unisce le “celluline grigie” del famoso investigatore belga Hercule Poirot, nato dalla penna proprio di Agatha Christie, un po’ di caccia ai fantasmi e un pizzico di Famiglia Adams: tutti ingredienti di un simpaticissimo gioco che prevede, ovviamente, anche ammiccamenti e sguardi galeotti tipici delle “magiche” notti del Nirvana. “Cerchiamo sempre di offrire ai nostri soci delle serate a tema, degli eventi originali, dei momenti di relax per facilitare conoscenze, amicizie, scambi e contatti anche fisici – sottolinea Amedeo Onesto direttore dell’associazione culturale fondata da Giuliano Attili, altra grande presenza nell’ospitalità del locale alle porte di San Benedetto del Tronto -, e questa forma di organizzazione che abbiamo impresso alla nostra agenda di appuntamenti settimanali sembra che venga ampiamente premiata dai consensi e dai plausi che riceviamo”. “Nel caso di una ‘Cena con delitto’ – chiarisce la Petroni -, tra una portata e l'altra, mangiando e degustando prelibatezze, i commensali assistono ad una rappresentazione di indagini che vengono effettuate a seguito di un crimine. Nel caso di un ‘Weekend con il morto’ di ora in ora (soprattutto di notte) gli invitati vivono in
prima persona sul set di un vero e proprio film giallo con divertenti, surreali e spaventosi personaggi, fantasmi, rumori, sussurri e colpi di scena. Nel caso di una ‘Caccia al tesoro con l’assassino’ il pubblico si ritrova nella piazza di un paese circondato da personaggi folli che fanno parte di una simpatica storia di intrighi e sortilegi, amori, magie e assassini. Attori che creano situazioni fantastiche, scenette interattive, indovinelli, ricerche contro il tempo per scoprire l’assassino che si cela dietro i misteri del paese”. Fra i premi che la direzione del Nirvana metterà a disposizione dei migliori Sheridan, ingressi gratuiti per coppie e singoli che si sono distinti nella soluzione, gadget femminili per “lei” e vini di gran marca. Le serate saranno anche un’occasione per gradire la raffinata cucina degli chef del Nirvana che da sempre ha adottato la strategia del gusto e della raffinatezza, proponendo ricchi buffet o cene ufficiali di gran stile, per coniugare sempre sensualità e massimo coinvolgimento nell’ambiente. L’idea è anche quella di creare un appuntamento ricorrente al Nirvana per una sorta di torneo sexy-giallo. Probabilmente lungo varie serate intitolate ad altrettanti famosi detective della letteratura gialla classica, un modo per ricordarli nei loro tic, nelle loro abitudini e abilità, così come sono stati creati da scrittori e maestri della criminologia. Ma su questo Amedeo e Giuliano ancora preferiscono un alone di mistero…
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Dopo la nazionale lo sciopero. Prandelli e Cassano hanno provato a riaccendere l’entusiasmo degli appassionati con due belle vittoria (ma francamente non difficilissime…) ora arriva la doccia gelata annunciata da Massimo Oddo, portavoce dell’Associazione calciatori: c’è lo sciopero, stop alla V giornata di campionato. Il 25 e 26 settembre non ci saranno partite. Felicità in molte famiglie e week end fuori porta? Chissà. Certo stadi chiusi. Sembra incredibile: eppure – al momento - è così: il filo, già teso per vari motivi, che doveva unire la rappresentanza federale e quella sindacale dei calciatori, con le società e la nuova Lega di serie A, ( l’elezione di un manager “navigato” quale l’ex direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta), quel filo già tanto teso si è spezzato. E rischia di travolgere ora tutti. Naturalmente si susseguiranno dichiarazioni, sarcasmi, commenti, analisi, tutti per dimostrare le proprie ragioni, ma una cosa è certa: da quando le riprese televisive hanno portato allo “spezzatino” di quello che una volta era l’unico appuntamento certo che vigeva ancora in Italia, qualcosa nel meccanismo si è irrimediabilmente rotto. Ricordate? Un decennio fa perfino la Chiesa aveva tentato di protestare contro il “lavoro” dei calciatori nel giorno dedicato al riposo chiedendo di spostare il campionato al sabato: nessuno aveva preso in considerazione la proposta. Erano gli anni in cui i treni arrivavano quando potevano, i programmi televisivi diventavano ballerini, il cattivo tempo paralizzata le città e il trasporto pubblico e così elencando; ma c’era un’unica certezza: allora, alle 14 e 30 ( di allora…) , con la pioggia o il bel tempo, su tutti i campi di periferia, di città o di grandi metropoli l’arbitro fischiava l’avvio della partita, dalla serie A all’Interregionale, alla Eccellenza e quant’altri. Poi sono arrivati Stream e Telepiù e hanno cominciato a cambiare le abitudini dei tifosi e, soprattutto, i bilanci delle
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Proclamato dai calciatori per il 25 e 26 settembre
Doccia fredda dello sciopero in campo Intanto il campionato sembra calamitato dai colpacci della campagna acquisti del Milan, che somiglia tanto a una campagna elettorale di
GiuSEPPE mARicondA
società e delle famiglie. E alla fine sono diventati (oggi con Sky, Mediaset Premium, Dahalia e così via) i veri “padroni del pallone”, che però al tavo-
lo con il Sindacato calciatori non si siedono, delegano … Adesso senza rimpiangere il passato, ma prendendo atto del complesso presente, forse non è
Riscossa delle ferrari? Alonso e massa al 2° e 3° posto nelle prove libere di ieri a monza. Preludio a una riscossa domenica nel Gran Premio d’italia? vedrem o. intanto ieri il miglior tempo è stato di vettel su Red Bull
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il caso di entrare n el merito di queste questioni, potremo farlo in un’altra occasione. Quello che più interessa gli appassionati è il ritorno del campionato e della Coppe Europee. Allora vediamo - sinteticamente - qual è il dato tecnico significativo. Anticipano il turno Inter, Milan e Roma: grosse novità, ma non per i campioni uscenti che si sono limitati solo ad ipotizzare un futuro con Kakà. Intanto devono riprendersi dallo shock per il pareggio d’esordio con il Bologna. Il nuovo, anzi il vecchio che si rinnova, è tutto del Milan. Qualcuno intravede un avvio di campagna elettorale più che conclusione di campagna acquisti. Clamoroso, comunque, il ritorno di Ibrahimovic (per lui l’ultima maglia è sempre la più bella come l’ultimo assegno…) e l’ingaggio di Robinho. Sarà un Milan a trazione anteriore. Ma già si prevede che se non corrono tutti c’è poco da stare… Allegri. Gracile la battuta come sembra gracile il centro campo rossonero: Ambrosini, Gattuso e Pirlo insieme sfiorano i 100 anni. Avranno fiato a sufficienza per contrastare nel merito quelle che sono le preoccupanti dichiarazioni dello svedese: “Se facciamo tutti il nostro dovere, non c’è bisogno di tornare indietro a coprire: attacchiamo e basta”. A qualcuno sono già venuti i brividi : sulla strada milanista c’è il Cesena, neo promossa, ben organizzata, che ha dato filo da torcere alla Roma. Squadra che, a sua volta, ha trovato posto a Borriello, ormai “chiuso” nel Milan. Attacco più forte ? Vedremo sul campo. Intanto a Herning in Danimarca per i play off europei dell’Under 21 Italia piuttosto fortunata, dall’urna è uscita la Bielorussia. Primo match in casa ad ottobre. Infine in tutto questo concentrato di spese e contratti milionari una triste notizia emerge da una lettera al Corriere dello sport : un ragazzo down denuncia che la società calcio Napoli ha abolito gli sconti sui biglietti a loro riservati. Una vergogna.
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Mostra del Cinema Venezia
Il toto-Leone tra “Post mortem” e “Detective Dee” L'obitoriale 'Post Mortem' di Pablo Larrain, la mega-produzione 'Detective Dee' di Tsui Hark e ancora dall'Asia '13 assassins' del giapponese Takashi Miike tra sangue e katane. Potrebbe essere questa la terna in un ipotetico Totoleone a 24 ore dalla fine di questo festival di Venezia. Una terna che tocca puntualmente i gusti del cinefilo presidente della giuria Quentin Tarantino che ama, come si sa, i cadaveri, le arti marziali e l'ironia. Restando agli italiani, la discesa in campo ieri di Saverio Costanzo con 'La solitudine dei numeri primi' non sembra aver cambiato troppo lo scenario dei candidati al Leone d'oro o dei premi maggiori. Anzi, ad essere piu' precisi, e' ancora Mazzacurati quello che ha ottenuto il migliore punteggio dai critici (7,1) seguito da 'La pecora nera' (6,0) di Ascanio Celestini e 'Noi credevamo' di Mario Martone (5,5). Ma il film di Costanzo, che ha diviso i critici, e ha ottenuto lo stesso punteggio di Celestini (6,0) mette in campo il valore aggiunto di Alba Rohrwacher (gia' David di Donatello e Globo d'oro per il Papa' di Giovanna l'anno scorso che potrebbe ottenere la Coppa Volpi). Dovrebbe pero' affrontare una numero uno come Catherine Deneuve, protagonista del film 'Potiche' di Ozon o l'esordiente attrice tunisina Yahima Torres. E sempre restando a un premio all'Italia - impossibile immaginare ne resti priva - potrebbe andare Cristo 'involontario' Giuseppe Battiston de La passione (che sembra sia' piaciuto anche a Tarantino). Questa volta dovrebbe vedersela pero' con uno straordinario Paul Giamatti, protagonista de La versione di Barney, film passato oggi in concorso. L'attore di origine italiana ha anche il
vantaggio di essere gia' al Lido, una cosa nel segno di quel risparmio tanto auspicato dal presidente della Biennale Baratta. Tornando ai tre film piu' papabili. 'Post mortem' racconta la storia di un uomo piccolo-piccolo nel cadaverico Cile di Pinochet; tra ironia e combattimenti '13 Assassins' di scena la storia del nobile samurai Shinzaemon Shimada che riceve segretamente l'incarico di assassinare il crudele signore feudale Naritsugu - una sorta di filosofo del male assoluto ammantato da ingenuita' filosofiche - in seguito alla sua violenta ascesa al potere. Infine in Detective Dee l'investigazione di misteriose morti per autocombustione di uomini nella Cina del 600. Tornando alla classifica piu' alta si trova 'Somewhere' di Sofia Coppola, racconto di un attore (Dorff papabile Coppa Volpi). troppo di successo e troppo solo che scopre come si possa vivere meglio con una figlia undicenne davvero angelica. Ma si candidano a un potenziale premio anche 'Norwegian Wood' di Tran Anh
Hung, un racconto poetico di ragazzi ventenni, ma gia' troppo vecchi, tra poesia e morte. Moltissimi festivalieri puntano invece sul film russo, da pochi in realta' visto, 'Silent Souls' di Aleksei Fedorchenko, anche qui una storia funeraria. Ovvero il lungo viaggio con sorpresa di un marito per seppellire l'amata moglie. Ma, attenzione, a Tarantino sembra siano piaciuti i truculenti clown di Balada triste de Trompeta di Alex de la Iglesia. Intanto ieri è stata la volta di un altro importante film in concorso, "La versione di Barney, che proprio come avvenuto con 'La solitudine dei numeri primi' di Saverio Costanzo, mette in campo un altro best seller che potrebbe irritare la sensibilita' di milioni di appassionati. Nel caso di ieri era il libro di Paolo Giordano, oggi quello, sempre omonimo, di Mordechai Richler. Il film, prodotto da Canada e Italia (Fandango) e firmato da Richard J.Lewis (regista di 'Csi'), che sara' distribuito in Italia da Medusa, non racconta altro che la vita irriverente di Barney Panofsky (Paul Giamatti), ovvero i suoi molti matrimoni (ben tre), il rapporto con l'eccentrico padre (Dustin Hoffman), col suo dissoluto amico (Scott Speedman) e infine il suo grande amore per Miriam (Rosamund Pike), la donna che sara' la sua terza moglie e adre dei suoi figli. La storia di questo uomo, irritante e irritato, nell'arco di oltre 40 anni, avra' una tappa anche a Roma, dove vivra' da ragazzo la sua personalissima boheme. E tutto questo prima che Barney, cinico manager televisivo delle Produzioni Assolutamente
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Inutili, perda progressivamente la memoria per l'Alzheimer. ''Questo libro e' cosi' tanto amato, sia dagli italiani sia dai canadesi, che mi sono guardato bene dal rispettarne lo spirito, mettendo ovviamente la centro la storia d'amore di Barney e Miriam'': cosi' il regista parla di questo film in concorso, che ha avuto una gestazione di oltre sette anni. Dice invece Giamatti: ''Anch'io, come Barney, non sono un tipo amabile. Per prepararmi ho ovviamente letto il libro e devo dire di aver ammorbidito sullo schermo il personaggio originale''. L'attore parla poi delle sue origini italiane (''Mio nonno veniva dall'Italia e faceva orologi'') mentre del suo illustre partner Dustin Hoffman dice: ''E' un uomo molto divertente. Sembra che intenda il suo lavoro sul set anche come un'occasione per dire barzellette sporche. Certo, se avesse 30 anni di meno avrebbe fatto il mio personaggio molto meglio di me''. Comunque, conclude, ''Barney e' molto romantico, frustrato e pieno di un'ossessione che lo rende allo stesso tempo dolce e bastardo''. Qual e' stato il periodo piu' difficile da rappresentare? ''Sicuramente Barney da giovane. La gioventu' - spiega Giamatti - e' un periodo che si e' allontanato roppo da me, poterla ben rappresentare. Insomma, non mi ricordo proprio come ero a 28 anni''. A difendere il film anche il produttore Robert Lantos: ''Certo che c'e' umorismo ebraico ma va considerato che Richler era un personaggio scomodo per la stessa comunita' ebraica alla quale apparteneva. Il motivo? Perche' li prendeva in giro con il suo umorismo 'politically uncorrect'''. l. v.
E’ morto Ivano Davoli il cronista della “dolce vita” E’ morto a Reggio Emilia il giornalista Ivano Davoli Aveva 80 anni. Con Ivano Davoli se ne va un protagonista del giornalismo italiano, anzi un pezzo di storia del costume del nostro Paese. Giornalista, attore, direttore e fondatore di periodici, innovatore dei telegiornali a Telemontecarlo, grande uomo
di pubbliche relazioni, il suo nome rimarrà sempre legato alla straordinaria stagione della “dolce vita” romana, che lui raccontò per primo sulle colonne di Paese Sera. Partì
per Roma senza una lira in tasca ma con una lettera di presentazione di Davide Lajolo, e con i suoi scoop (il primo sulla situazione degli ospedali romani) si conquistò presto un posto nelle redazioni dei quotidiani del Pci. Sposò Miranda Martino, ma il matrimonio fu annullato dalla Sacra Rota.
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Affetti & dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con catalina Saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Amante (L') inglese Regia: catherine corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
Alice in Wonderland
mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
A serious man Regia: Joel & Ethan coen con michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man Regia: Tom Ford con colin Firth e Julianne moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, max minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
Regia: Tim Burton con mia depp, Johnny Anne Wasikowska, hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Avatar Regia: James cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora Regia: Gabriele muccino con Stefano Accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, marco cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous Regia: oxide e danny Pang con nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
cado dalle nubi
Giovanna mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: nicolo donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con Thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
Regia: Gennaro nunziante con dino Abbrescia, Fabio Troiano e Giulia michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher in “cosa voglio di più”
che fine hanno fatto i morgan? Regia: marc Lawrence con hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
city island Regia: Raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne moore, Liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
christmas (A) carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
city island Regia: Raymond de Felitta
con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
colpo di fulmine - il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, Ewan mcGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
crazy heart Regia: Scott cooper con Jeff Bridges, maggie Gyllenhaal, colin Farrell, Robert duvall Non sarà il Drugo del Grande
due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon Trainer Regia: dean deblois e chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato Regia: nancy meyers con meryl Streep, Alec Baldwin, Steve martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
happy Family
Fuori controllo Regia: martin campbell con mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. michele Placido, margherita Buy, max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: Paul Greengrass con matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
Regia: Gabriele Salvatores con Fabio de Luigi, diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, margherita Buy, carla Signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
i Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con christian de Sica, Laura morante, Luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
il mi$$ionario Regia: Roger delattre con Jean- marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
morgan Freeman perfettamente nei panni di nelson mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè campanella con Ricardo darìn, Soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
invictus Regia: clint Eastwood con morgan Freeman e matt
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con Alba Rohrwacher e maya
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan mcGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo Regia: Pietro marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
Regia: Paolo virzì con valerio mastandrea, Stefania Sandrelli, claudia Pandolfi, micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa Regia: carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo Salemme, Enrico Brignano, nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte Regia: michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
matrimoni ed altri disastri Regia: nina di majo con margherita Buy, Fabio volo, Luciana Littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
una scena corla di “mine vaganti” di ozpetek. in primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
mine vaganti Regia: Ferzan ozpetek con Riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
nine Regia: Rob marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, nicole Kidman, Penelope cruz, marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
notte folle manhattan
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Regia: mira nair con Steve carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini Regia: chris columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (il) nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
Russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators Regia: nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
Regia: mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
Remember me Regia: Allen coulter con Robert Pattinson, Emilie de
Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
The road Regia: John hilcoat con viggo mortensen, Robert duvall, charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Robin hood Regia: Ridley Scott con Russel crowe, cate
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno Blanchett, William hurt, max von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
una scena di “Shutter island”. Al centro: Leonardo di caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a Regia: martin Scorsese con Leonardo di caprio, mark Piazza vittorio Regia: isotta Toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Regia: micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
Regia: Alessandro d'Alatri con dario castiglio, martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
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minicRiTichE dEi FiLm dELL’Anno usa la sua barca per le immersioni da sub.
The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del Toro, Emily Blunt, Anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George clooney e vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman
Triage Regia. danis Tanovic con colin Farrell, Paz vega, christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
The Twilight Saga: Eclipse Regia: davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner
il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI