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Anno II - n.199 - Martedì 12 ottobre 2010

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Ora di Punta di

Stefano CleriCi

Pace, guerra e ipocrisia

nore ai Caduti, innanzi O tutto. E, subito dopo, guerra all'ipocrisia. La nostra poli-

tica ha trovato, sul sangue dei quattro alpini morti Afghanistan, la sua ultima diatriba: dobbiamo armare i nostri caccia bombardieri di bombe (che, a dispetto del nome, oggi pare ne siano sprovvisti) oppure no? Come sempre, anche in politica internazionale, le posizioni sono diverse. C'è chi, come la sinistra radicale e l'Italia dei Valori, dice no e anzi spinge sulla necessità di ritirarci al più presto. E chi, invece - a cominciare dalla maggioranza e anche da alcuni autorevoli esponenti pd (vedi le dichiarazioni di Piero Fassino a Lucia Annunziata su Rai3) - sostiene che un ritiro delle nostre truppe prima del previsto non è pensabile, perché potrebbe sembrare una sorta di resa ai talebani e al terrorismo. l motivo di questi contrasti è che c'è un equivoco di fondo. Finché il governo continuerà a dire, anche davanti alle salme dei nostri soldati assassinati in terra straniera che erano e sono lì solo in "missione di pace", allora è ovvio che la rabbia monti, anche nei nostri ragazzi in prima linea (e Facebook ne è testimonianza). Se è vero, invece - come a molti di noi pare ormai vero, assodato e sperimentato con continue tragedie - che la "missione di pace" di cui ministri e sottosegretari si riempiono la bocca è pura ipocrisia, allora altro che bombe! Ai nostri ragazzi andrebbe dato, a qualsiasi prezzo, il meglio tutto ciò che possa proteggerli. Come fanno altri paesi dell'alleanza. Con in più l'orgogliosa consapevolezza che al fronte i nostri ragazzi hanno spesso dimostrato di essere i migliori. Ma smettiamola di confondere la pace con la guerra.

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E’ polemica sul sì o no alle bombe sui nostri aerei

Da La Russa con furore Alla fine il ministro della Difesa ha stabilito che spetta al parlamento (e non al governo) decidere per l’Afghanistan Armare i caccia italiani impiegati in Afghanistan con bombe "non è in contraddizione" con il mandato e la strategia militari della forza internazionale Isaf, ma la decisione va assunta dai singoli paesi a livello nazionale: dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, arriva luce verde ad un’eventuale dotazione di bombe per i monoreattori Amx, ma nessuna interferenza sull'esito del dibattito aperto in Italia, dopo l'agguato dei talebani costato la vita ad altri quattro militari italiani. "In Afghanistan tutti i contingenti internazionali dotati di bombardieri hanno i loro aerei con l'armamento previsto, vale a dire le bombe. L'Italia no, per mia decisione. Ora, di fronte a quello che sta accadendo, non me la sento più di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere", ha detto ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa. di

MoiSè aSta

uale sarebbe la sua scelta è Q chiaro, visto che non pare resista al “fascino” di certe ten-

denze guerrafondaie; solo che non se la sente di autosmascherarsi e punterebbe a farsi spalleggiare dal Parlamento. Così il Ministro della Difesa vorrebbe dotare di bombe i velivoli italiani in… missione di pace nell’Afghanistan per la caccia ai talebani. Come – sottolinea – stanno facendo gli altri alleati.

Nella fogadella loquela non spiega a che dovrebbero servire questi ordigni, visto che, in altra sede, lo stesso uomo di governo (come tanti suoi sodali di maggioranza) assicura che a metà 2011i circa 3500 militari italiani rientreranno da quella terra ove, intanto, 34 nostri connazionali in divisa hanno perso la vita. Mera propaganda?Ma da quando in qua si può scherzare sulla pelle dei nostri ragazzi? i lavori seriamente, cercando di definire (e subito!) – come sollecita Bersani (con più intran-

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sigenza rispetto a Fassino!) – il ruolo che ha o deve avere l’Italia in Afghanistan. Anche ad evitare che ci si perda nella “devianza” individuata dal prodiano Parisi dato che “partecipare al pari degli altri a quella che gli altri chiamano guerra equivale a riconoscere di partecipare a una guerra”. Gli è, però, che “la nostra Costituzione, a differenza di quella di molti altri alleati, non consente la guerra se non entro limiti precisi”. Dimentico pure della Carta fondamentale questo Ministro dello Stato italiano?

Cagliari, riaperto l’aeroporto dopo la rivolta dei clandestini

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in edizione stampabile non viene pubblicato la domenica e il lunedì

il sito invece viene aggiornato 7 giorni su 7

Processo per direttissima per i 10 immigrati clandestini nordafricani protagonisti della protesta all’aeroporto di Cagliari e della fuga dal centro di accoglienza di elmas, arrestati poi dalle forze dell'ordine. intanto protestano i sindacati di polizia per la carenza del personale addetto al Centro e per la sua ubicazione. Vicino all'aeroporto, ogni sommossa comporta la chiusura dello scalo. "non è un centro idoneo", dicono :"meglio chiuderlo per sempre".


VentiquattrOre

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SveziA

SAN GiULiANO TeRMe

Stamattina i funerali dei 4 alpini uccisi in Afghanistan

Il premio Nobel per l'Economia è stato assegnato a due americani, Peter Diamond e Dale Mortensen e al britannico Christopher Pissarides. La Reale accademia svedese delle Scienze ha spiegato che il riconoscimento è stato assegnato “per le loro analisi sui mercati alla ricerca di attriti". Peter A. Diamond, nato a New York nel 1940, è professore di economia al Massachusetts Institute of Technology, a Cambridge; il suo connazionale Dale T. Mortensen, nato nel 1939 a Enterprise, nell'Oregon, è professore di economia alla Northwestern University, di Evanston, nell'Illinois. Christopher A. Pissarides, cittanidino britannico nato nel 1948 a Nicosia, Cipro, è professore di economia alla London School of Economics.

Ha confessato di aver ucciso il padre, dopo aver passato con lui l'intera domenica. Si conclude così la triste parabola di Simone Greco, che ha inferto decine di coltellate al padre Michele, maresciallo dell'aeronautica. Simone era già stato ricoverato per problemi psichiatrici, cui si sovrapponeva la tossicodipendenza. Per il padre, tentare di avere un rapporto normale con lui era sempre stato troppo difficile. Fino all'epilogo di domenica sera, mentre rientravano a casa, ad Agnano, frazione di San Giuliano Terme, nel pisano. Dopo l'intera domenica trascorsa insieme, in giro, nell'ennesimo tentativo di trovare un modo di calmare il figlio, la tragedia.

Sono arrivate ieri alle 9 all'aeroporto militare di Roma Ciampino le salme dei quattro alpini rimasti uccisi in un'imboscata dai talebani sabato in Afghanistan. Ad accogliere i feretri il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il premier Silvio Berlusconi. I funerali si svolgeranno oggi alle 10,30 nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli. Ieri mattina erano presenti a Ciampino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario di Stato, Enrico Letta e il ministro all Difesa, Ignazio La Russa. Contestato, quest’ultimo da uno dei familiari di una delle vittime. Dopo l'omaggio del Capo dello Stato, le bare sono state condotte verso i carri funebri, mentre il trombettiere del Settimo reggimento intonava il Silenzio. Dietro alle bare, i parenti giuntida 4 regioni diverse: la Toscana, la Sardegna, la Sicilia e la Puglia. Tanti gli attestati di solidarietà che hanno ricevuto. Ora la questione Afghanistan diventa un caso politico. Infatti, oltre a stabilire l’uso di eventuali armi a bordo di aerei (La Russa ha detto che sarebbero necessarie ma che deve stabilirlo il Parlamento in quanto organo predisposto a tale compito, e Frattini che parlava di uso di bombe), si deve stabilire la data del rientro in Italia del nostro contingente, fissato in un primo momento per il 2111.

Atresupereconomisti Maresciallo dei parà ilpremioNobel ammazzato dal figlio

CALAbRiA

Tassi usurari al 120%. Eseguiti sei arresti Circa cento carabinieri coordinati dal Comando provinciale di Reggio Calabria hanno compiuto un’operazione contro un’organizzazione di usurai ed estorsori attiva nella Piana di Gioia Tauro. Sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi. L’indagine “Tentacolo” ha mostrato che gli usurai davano prestiti ad imprenditori in difficoltà con tassi d’interesse del 120% l’anno. Alcune delle persone coinvolte nel blitz sono vicine alla cosca Molè. L’operazione è stata avviata a settembre, sotto la direzione dei pm della Procura della Repubblica di Palmi.

Viky più potente della Regina

Ormai la Regina, elisabetta ii, ha fatto il suo tempo. Tra le donne più potenti d'inghilterra infatti arriva solo al terzo posto. Conquista il podio la mamma di Harry Potter, J. K. Rowling. Una inaspettata medaglia d'argento, invece, va a victoria beckham. Sono i risultati della classifica indetta dal ''National Magazine Company'', in occasione del suo 100esimo anniversario.

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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’OnOmasticO amelio e amico Oggi si celebrano i santi Amelio e Amico. Sono commemorati a Mortara (Pavia) dove i loro corpi furono sepolti. Appartengono, secondo gli Atti, al periodo carolingio; ma nella loro vicenda si riscontrano elementi più propri del ciclo bretone di avventura che del ciclo guerriero di Carlo Magno. La storia riporta che si riincontrarono dopo diversi poco prima di morire.

accadde Oggi 1810: oktoberfest il 12 ottobre 1810 si è svolge la prima Oktoberfest: i reali di baviera invitano i cittadini al matrimonio del principe Ludwig con la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen.


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ROMA

L’ex senatore del Pdl Di Girolamo a giudizio per bancarotta Ulteriori guai giudiziari per l'ex senatore del Popolo della Libertà Nicola Paolo Di Girolamo. Dopo il suo coinvolgimento nella vicenda Fastweb-Telecom Italia Sparkle, l'ex parlamentare è stato rinviato a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla truffa ai danni della Bnl. Di Girolamo è al momento ai domiciliari, e ha già scontato sei mesi di carcere. Secondo il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Paolo D'Ovidio avrebbe ottenuto fidi per due milioni di euro a beneficio di società a lui riconducibili, già in sofferenza e senza fornire garanzie di rientro.

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Scoperta dalla Finanza fabbrica lager. Trovati anche due neonati

Una fabbrica lager in pessime condizioni igienico-sanitarie nella quale lavoravano 34 lavoratori, tra cui 5 minori e due neonati che dormivano nei dormitori del sito è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Verona in una operazione per il contrasto all’utilizzo di manodopera clandestina. I militari hanno sequestrato anche etichette commissionate da aziende italiane con la scritta “prodotto realizzato in Italia esclusivamente da manodopera italiana”. Altri controlli sono stati eseguiti in diverse città italiane. La merce sequestrata ieri mattina, hanno spiegato gli inquirenti, a volte finiva anche in negozi di griffe.

ARzANA

iRAN

AveTRANA

Ucciso a fucilate per vendetta

Spariti avvocato e figlio di Sakineh

Sarah . Chiesta perizia psichiatrica per Misseri

E’ stato attirato all’esterno con una telefonata e poi ucciso sull’uscio di casa con alcune fucilate caricate a pallettoni. Questa l’esecuzione di Antonio Pietro Demurtas, di 37 anni, di Arzana (Ogliastra). La vendetta per uno sgarro subito avrebbe armato, senza ombra di dubbio per gli inquirenti, i sicari, che sarebbero stati almeno due. Demurtas alcuni anni fa fu coinvolto in un’inchiesta su un presunto traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione fornita da Polizia e Carabinieri, Demurtas era in casa quando ha ricevuto una telefonata da qualcuno che conosceva. Per nulla insospettito, l’uomo è uscito dall’abitazione e subito dopo sono risuonate alcune fucilate. Raggiunto al torace e a un fianco, Demurtas ha tentato di rientrare nell’abitazione, ma è morto mentre gli anziani genitori chiamavano i soccorsi.

La diplomazia è al lavoro per verificare che cosa sia accaduto al figlio e a uno degli avvocati di Sakineh , la donna iraniana condannata alla lapidazione con l'accusa di aver tradito il marito e di essere complice dell’omicidio dell’uomo.

COSe Di qUeSTO MONDO

Cocktail di droghe e alcol uccide ragazzo

E

’ stato probabilmente un cocktail di anfetamine e ketamina, insieme all’alcol, a uccidere un ragazzo di 19 anni di Carpi (Modena) raccolto sabato notte dal 118 davanti ad un locale in via Mattei, alla periferia di Bologna. Per il giovane sono intervenuti problemi al cuore e al fegato che sono risultati fatali. I carabinieri stanno indagando per rico-

struire la serata del ragazzo e capire da chi aveva preso le pasticche stupefacenti.Sono stati i medici del 118 a intervenire per primi davanti al locale, dove hanno rianimato il giovane che ormai non dava più segni di vita. Il 19enne è stato portato all’Ospedale Sant’Orsola e ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono apparse subito

molto gravi: oltre ai problemi cardiaci, ci sono stati problemi al fegato, ai reni e di coagulazione del sangue. Poi il decesso dopo una notte di agonia. Gli inquirenti in queste ore stanno sentendo gli amici della giovane vittima per cercare di appurare chi abbia fornito al ragazzo la droga. Al momento, comunque, non risultano persone indagate.

Restano molti punti oscuri nell'omicidio di Sarah Scazzi. La Procura di Taranto indaga per capire se l'uccisione e l'occultamento del cadavere della 15enne di Avetrana siano avvenuti come ha detto lo zio Michele Misseri, per cui l'avvocato ha chiesto la perizia psichiatrica. i pm si chiedono se l'uomo abbia fatto tutto da solo o se sia stato coperto da qualcuno. i magistrati stanno sentendo familiari e conoscenti. Si sposta alla Procura di Taranto, insomma, l'attenzione generale per aggiungere tasselli all'indagine, che dovrà scoprire elementi nuovi sull'omicidio e sull'occultamento del cadavere di Sarah. La richiesta di perizia psichiatrica per Misseri, come detto, è stata consegnata ieri mattina dal suo legale, l'avvocato Galoppa, negli ufficio del giudice per le indagini preliminari. La richiesta tende ad accertare la capacità di intendere e di volere dell'indagato sia al momento del delitto sia durante il giudizio. “Misseri negli interrogatori, ha detto il legale, ha sostenuto cose illogiche e poco credibili”.


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Sulla presenza e sul ruolo che l’Italia dovrebbe avere oggi in Afghanistan

Se fossi un prof della Nuova Zelanda direi queste 12 cose (più una) di

UlderiCo niStiCò

accio finta di essere non un opinionista italiano, F ma il professore di strate-

gia di un’Accademia militare di un posto lontanissimo dall’italia e dalla sua politica, poniamo la Nuova zelanda. io in verità insegno lettere in un Liceo, però faccio lo storico dilettante, e perciò devo intendermi per forza di quella componente di ogni storia che è la guerra. ecco cosa io direi nel corso di una mia lezione a proposito della presenza italiana in Afghanistan.

. Gli italiani sono in Afghanistan perché, dal 1943, 1l’Italia è legata agli Stati Uniti da

un rapporto di vassallaggio, o, più esattamente, societas iniquo iure: gli Americani decidono a chi fare la guerra, e gli altri, Italia compresa, seguono; . Fino al 1980 l’Italia era quasi disarmata; dal 1982, prima spedizione in Libano, ha cominciato a partecipare ad operazioni militari, il che ha costretto le forze armate italiane ad una radicale ristrutturazione, con nettissimo miglioramento e di qualità e di armamenti e di spirito militare; . L’Italia, per condizionamenti interni, è obbligata a negare di star combattendo guerre propriamente dette, il che pone degli effettivi limiti alla sua azione militare nei diversi fronti.

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bombe gli aerei è sorprendente: apprendiamo, infatti, che in Afghanistan ci sono degli aerei italiani, però, essendo disarmati, stanno lì solo a consumare combustile! . I bombardamenti aerei sono però perfettamente inutili, come dimostrano quelli americani, o, ancor più paradossale, la carica di carri armati tedeschi nostalgici di Guderian, solo che questa volta attaccavano il niente! I talebani (con preziosismo filologico, si usa chiamarli taleban, che, effettivamente, è il plurale di taleb) non hanno città, industrie, treni, nulla che valga la pena di bombardare. . La guerra in Afghanistan si vince o si perde all’antica, per terra, puntando, con reparti agili e decisi, ai territori occupati dal nemico per annientarlo. Nota: Non scordate che io sono professore di strategia in Nuova Zelanda, perciò me ne impipo del politicamente corretto e della politica interna italiana, e chiamo le cose con il loro nome. . La soluzione, per la Nato, è: dichiarare guerra ai talebani; attaccarli dovunque e in qualsiasi modo, come si farebbe in guerra; batterli, e costringerli a firmare un trattato di pace. L’Italia può benissimo partecipare alla guerra e chiamarla guerra, in quanto la sua costituzione, all’art. 11, recita che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...”; mentre non intende sottomettere l’Afghanistan come fece, per esempio, con l’Abissinia nel 1936; e tanto meno ha confini per cui controvertere. Del resto, il medesimo articolo continua così: “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”. nsomma, questa guerra non è vietata! Lascino stare le bombe e i carri armati e altre armi adatte ad uno scontro con altri carri e aerei, e, fucile in spalla, vedano di fare presto e bene. Così concluderebbe, credo, il professore neozelandese.

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. Si giova di un enco. Per la prima volta, la 4 miabile atteggiamento di 6presenza italiana in stampa e tv, che evitano di atti- Afghanistan sta suscitando

rare troppo l’attenzione dell’opinione pubblica, coprendo così eventuali combattimenti e, in genere, l’uso della forza. L’esempio più evidente è la spedizione nella lontanissima ma cattolica Timor Est minacciata dai musulmani, che, voluta da D’Alema, durò dal 1999 dal 2000, e assicurò l’indipendenza del piccolo Stato; e senza che si sapesse mai niente di cosa facessero per oltre un anno i nostri soldati; . I risultati militari delle spedizioni italiane sono stati, in genere, ottimi, con la sola eccezione del fallimento della spedizione in Somalia del 1992, che però fu colpa degli americani;

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maggiore attenzione, e si cominciano a sentire parole come “caduti” e “combattimento”, che nelle precedenti vicende erano impensabili; . I soldati italiani stanno subendo numerose perdite, mentre, che si sappia, devono limitare le loro attività alla difesa, senza poter attaccare; . In caso di morte di militari, l’atteggiamento ufficiale è di effetto fortemente negativo sul morale delle truppe, che si sentono sotto tiro ed esposti a rischio di venire colpiti piuttosto che di colpire: uno stato d’animo pericolosissimo per degli uomini al fronte; . La proposta del ministro Larussa di armare di

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Dice il ministro del Lavoro,Sacconi, a margine della manifestazione promossa da Cisl e Uil sul fisco: “ Le proposte di Cisl e Uil coincidono largamente con il Libro bianco di Tremonti. Ormai il sindacato unico c’è, il più grande sindacato italiano si chiama Cisl e Uil”. Dice il ministro Brunetta in merito elle rivendicazioni dei due sindacati. “ Già fatto o quasi”. Dice il segretario generale della Uil. “ La Cgil non c’è e non ne sentiamo la mancanza”. Dice il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: “ Se serve faremo dieci, cento, mille Pomigliano”. Dicono i due sindacalisti riferendosi alla Cgil: “ Noi creiamo posti di lavoro anche quando le cose non sono semplici, loro forse perché non ottengono niente offendono e aggrediscono”.Infine i due sindacati affermano che in piazza c’erano centomila persone. La q uestura che, in queste occasioni divide sempre perlomeno per dieci i presenti, questa volta tace. Chissà perché. Mai, nella storia del sindacalismo di questo dopoguerra, si era registrata una divisione così profonda, violenta anche nelle parole.

il ministro del Lavoro fa il tifo

Mai un ministro del Lavoro si era permesso di fare il tifo, modo così volgare, per questa o quella organizzazione. Mai un ministro del Lavoro aveva soffiato sul fuoco come Marini, auspicando, favorendo, provocando divisioni fra le organizzazioni dei lavoratori. Le sciocchezze e le provocazioni contenute in queste dichiarazioni sono visibili a occhio nudo. Come fa un sindacalista, Angeletti, non sentire la mancanza di una organizzazione, come la Cgil che conta , dai al 2009, ben 5.746,167 iscritti a fronte dei 2.174.000 della sua Uil? E il ministro Sacconi canta vittoria perché c’ un sindacato unico che mettendo insieme agli iscritti alla Confederazione di Angeletti quelli della Cisl, 4.531.000 si

Divisione tra i sindacati e rapporti con governo e Confindustria

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prio Epifani a conclusione dell’incontro ad esprimere un giudizio positivo di Epifani, Cisl e Uil, fanno spallucce,non gradiscono il ritorno della più grande organizzazione sindacale italiana ad un tavolo di confronto e di proposta. Si arrabbiano i ministri e lo stesso Berlusconi . Non possono più sbizzarsi negli incontri segreti in qualche stanza del palazzo, in qualche ristorante romano, decidere sulla pelle dei lavoratori accordi separati e poi piangere sul latte versato, fare la voce grossa.

Sabato a Roma le tute blu della Fiom

Sotto tiro la Cgil Cisl, Uil e Sacconi giocano col fuoco di

aleSSandro CardUlli

arriva a 6.705.000, solo poco più di novecentomila di quanto ne conta da sola la Cgil. I numeri sono persone in carne e ossa, lavoratori e pensionati, donne e uomini, giovani e anziani, precari e disoccupati. Come fanno Angeletti, Bonanni e Sacconi ad avere un tale disprezzo per chi non la pensa come tu vuoi? E Bonanni fa finta di non sapere che ben il 40% degli operai di Pomigliano ha votato contro quell’accordo e che tanti hanno votato sì perché ricattati: o approvi o Marchionne non investe e resti disoccupato. Confindustria sente che

senza la Cgil, peggio contro la Cgil e le sue organizzazioni nelle aziende e nel territorio, è difficile affrontare il problema della crescita, dello sviluppo, del fisco che si abbatte sul lavoro dipendente, della crisi di tante piccole e medie imprse, dei consumi che non possono riprendere in queste condizioni. Apre un tavolo, con i sindacati, le associazioni di categoria,. Si capisce meglio perché la presidente Marcegaglia viene presa bastonate. C’è anche la Cgil è d’accordo e sollecita la messa a punto di un pacchetto di proposte al governo. E’ pro-

La Cgil diventa ingombrante. Sacconi e Brunetta non possono continuare a fare i loro giochetti, soffiano quanto più possono sul fuoco, niente lasciano di intentato per dividere i sindacati. Anche questo è un segno della crisi della politica berlusconiana, della deriva autoritaria, minacciosa per la democrazia, di questa fase in cui una fibrillazione tira l’altra. Proprio la difesa della democrazia, della Costituzione, ha bisogno del rapporto unitario nel movimento sindacale, come dimostra la storia del nostro paese. Ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori, in prima persona, possono far sentire la loro voce, come afferma Guglielmo Epifani, quando propone che si apre , Cgil, Cisl, Uil, un dibattito con gli iscritti e i non iscritti. Si lavori, propone, per organizzare una manifestazione unitaria a Reggio Calabria per la legalità. Si riparta dalle cose su cui c’è accordo. Per ora il silenzio di Cisl e Uil e assordante.Intanto La Fiom-Cgil organizza per sabato prossimo, nel pomeriggio, una manifestazione nazionale che si concluderà a Piazza San Giovanni. “ Il lavoro è un bene comune. Si ai diritti, no a ricatti”: uno slogan che è un appello al Paese, alle forze politiche e sociali, anche ai due sindacati che “ non sentono la mancanza della Cgil”, dicono alla Fiom.


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Giudizi para-lombrosiani in tv

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La migLiOre deL giOrnO

Diciamo basta alla curiosità morbosa sulla madre di Sarah A pochi giorni dal ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi, la ragazza di Avetrana (Taranto) uccisa barbaramente dallo zio, l’attenzione dei media resta ancora alta alimentando una curiosità morbosa da parte dell’opinione pubblica, soprattutto sul comportamento della madre di Sarah. Sentiamo di dover dire: giù le mani dalla mamma di Sarah, basta con la vivisezione, le reiteranti valutazioni paralombrosiane, con i giudizi sommari sul carattere, su quella che oggi è la seconda vittima di una terribile tragedia. Rispettate quella madre, lasciatela libera senza giudicare. Lasciatele esprimere il suo dolore come e dove vuole. La coscienza individuale e professionale ritrovi la strada giusta: ora si è persa accecata dai riflettori.

Grazia Passeri presidente dell’Associazione Salvamamme Tel: 339.233.55.98 - 338.999.33.73

Nobel e altro Difendere i diritti di Xiaobao come quelli della Baraldini Il Presidente Obama "intima" alla Cina la immediata scarcerazione di Liu Xiaobo l'indomani del conferimento del premio Nobel per la Pace. Liù Hiaobo è una delle figure più significative di Tien An Men ed è diventato nel corso degli anni una vera propria icona dell'Occidente come la Betancourt, la signora birmana San Suu Kui, Neda e poi Sakineh, il Dalai Lama ed i suoi monaci che vogliono tornare al potere in Tibet, ed altre figure ancora che servono ad attizzare odio verso paesi o regimi mal sopportati dagli Usa. Io sono per la difesa dei diritti civili ed umani, ma per la loro universale applicazione. Non si può combattere per i diritti soltanto in determinate direzioni e soltanto contro certe realtà ma dappertutto ed in tutte le circostanze. I diritti civili ed umani non debbono essere stru-

mentalizzati per umiliare le nazioni che si vogliono mettere in difficoltà o legare alla colonna infame dell'obbrobrio, della riprovazione generale. Ricordo che gli USA non hanno le carte in regola per contestare alla Cina o all'Iran o ad altri comportamenti lesivi dei diritti umani. La nostra connazionale Silvia Baraldini è stata tenuta prigioniera negli USA per circa venti anni, detenuta in diverse prigioni e sottoposta a regime durissimo ed a torture per periodi prolungati di tempo. Non aveva mai commesso alcun delitto, alcun fatto di sangue: era attivista ed ideologa dei diritti degli afroamericani, diritti negati tuttora dal momento che la stragrande maggioranza dei tre milioni di detenuti americani sono neri e vengono utilizzati per lavori coatti appaltati da privati. E' vero che il Presidente degli USA è nero ma la sua elezione ha portato lustro soltanto alla parte alto borghese e non a tutti i neri. Obama è nero ma la sua politica e la sua ideologia sono wasp del tutto bianche e delle tradizioni più intransigenti del capitalismo. Silvia Baraldini è stata detenuta dal 1983 al 1999. Fu estradata in Italia con l'impegno del nostro Governo di farle completare i 43 anni di detenzione alla quale era

Giannelli sul “Corriere della sera” stata condannata dal tribunale americano. Gli USA hanno cercato di fare impazzire Silvia Baraldini. "La censura operata sulla sua posta, la durissima restrizione nei rapporti con l’esterno, con i propri parenti, compresa l’anziana madre, sono nulla se paragonati alle vere e proprie torture che subisce: per tre mesi consecutivi le applicano l’interruzione costante del sonno. La svegliano ogni 20 minuti. La guardia arriva, apre la porta e le punta sul viso un fascio di luce con la propria torcia. Se non si sveglia, fa chiasso e fa in modo che il suo debole dormiveglia venga sempre sistematicamente interrotto. Al contempo la deprivano della luce, le impediscono di riconoscere i colori, la circondano di un alone separatorio con tutto ciò che può essere il contatto mentale tra la realtà e la cella." Attualmente molti prigionieri politici privi di ogni diritto perchè etichettati come "terroristi" sono detenuti a Guantanamo ed in altre carceri segrete sparse per il mondo. Sottoposti a torture di vario genere a cominciare di quella famigerata detta waterboarding. Subiscono umiliazioni allo scopo di piegarne l'autostima e di ridurli alla sottomissione totale. Non sono assistiti da legali e non hanno rapporti con la famiglie. Quando vengono liberati si trovano sdradicati e sospesi nel vuoto dal momento che tutti rifiutano di riceverli

appunto perchè criminalizzati e circondati di una sinistra fama. Anche se liberi saranno civilmente morti. Non abbiamo mai sentito la voce di un detenuto di Guantanamo e mai la sentiremo. E' come se fossero morti anche se continuano a vivere sotto la stretta sorveglianza di militari che spesso si comportano con sadismo, senza un briciolo di umanità. Pietro Ancona

Moralismi Chi si scandalizza per quelle lettere di alcune ragazze rumene

Alcune prostitute rumene che “lavorano” nel parco di San Siro a Milano, mandano alla loro famiglie in patria una media di 56000 euro al mese. Dichiarano che mai si sognerebbero di dire la verità su cosa fanno in Italia, ai loro cari hanno detto che venivano nel Belpaese a rubare. In poche parole puttane assolutamente no, ma ladre si può fare. Unanimi i toni retorici di sdegno e gli anatemi moralisti per queste gravi dichiarazioni. Non c’è da sorprendersene, è tutto in linea col modo in cui si ragiona nel nostro Paese. Pensiamo a come giudichiamo i politici. Puttanieri assolutamente no, ladri…si può fare. Così fan tutti. Antonio Geretto tto2@libero.it


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Diritti & DOVeri PreVidenZa risponde il dottor antonino niColo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

Lavoratori precoci

Non ci sono più le agevolazioni Ho iniziato a lavorare a dicembre 1971 a 16 anni, come dipendente in un distributore di carburante. Quando potrò andare in pensione? E' ancora in vigore la legge sui lavoratori precoci? C. Galli, Civitavecchia Non c'è più, da diversi anni ormai, alcuna agevolazione per i lavoratori precoci. Lei raggiunge il diritto all'anzianità con 40 anni di contributi, quindi a dicembre 2011. Con apertura della finestra a gennaio 2013.

assegni familiari

La residenza non incide Sono un giovane lavoratore dipendente (assunto nel 2003). Sono sposato da dicembre 2008 e non ho chiesto finora l’assegno al nucleo familiare in quanto mia moglie ha conservato la residenza nel suo comune di nascita. Io, invece, per motivi di lavoro, risiedo a Palermo. Ho diritto a quell’assegno, anche in considerazione che mia moglie non lavora e non ha alcun reddito? T. Romano, Palermo La risposta è positiva. infatti, la diversità di residenza non incide sul diritto, quando il coniuge non è legalmente ed effettivamente separato. L’importo mensile è correlato al reddito di entrambi i coniugi ed è rilevabile dalle apposite tabelle, in possesso delle aziende.

Per il pensionamento a 60 anni

Se si può ricorrere all’inabilità Sono una dipendente del pubblico impiego, ho 54 anni e al compimento del 60° anno d'età, cioè fra 6 anni, contavo di andare in pensione con un'anzianità di servizio di 38 anni. Ora con la nuova riforma slitterei di altri 3 anni, accumulando 40 anni di servizio più uno come prevede la manovra economica recentemente approvata. Per sopraggiunti motivi di salute di natura cronica vorrei mantenere la soglia del pensionamento al 60° anno d'età, per poter contare anche su una pensione dignitosa. Sarà possibile farlo e nell'eventualità quali sarebbero le penalità. E. P. Per ottenere la prestazione pensionistica a 60 anni di età, lei dovrebbe chiedere la pensione di inabilità (che può essere di varie forme, secondo le circostanze che la riguardano). Su tale punto, la normativa iNPDAP è differente da quella iNPS, che prevede anche una ”pensione anticipata di vecchiaia” a 60 anni. La perdita, in termini economici, rispetto ai 40 anni, non sarebbe rilevante: si aggira attorno al 4%.

rateizzazione

anni di mobilità

Periodi precedenti da riscattare

Riconosciuti come contributi figurativi

Mio cognato è morto lo scorso luglio, dopo 29 anni di lavoro presso varie aziende industriali. Aveva 54 anni e nel 2009 gli era stata riconosciuta dall’INPS la pensione di inabilità. Vorremmo sapere se a mia suocera,di 84 anni, compete una quota della pensione, quale familiare superstite di mio cognato. P. Caruso, Bari La pensione ai superstiti spetta ai genitori di età superiore ai 65 anni, che non sono titolari di altra pensione e risultano a carico, al momento della morte, del lavoratore deceduto. questo diritto nasce, però, soltanto nel caso in cui non vi siano né coniuge né figli superstiti del defunto o, pure esistendo, non abbiano titolo, per qualche motivo, alla pensione.

Sono personalmente interessato a conoscere se, per gli anni di mobilità, un lavoratore ha ugualmente diritto a vedersi riconosciuta una quota di pensione (retributiva) pari al 2%, come avviene per chi lavora regolarmente (senza ammortizzatori sociali). Grazie. A. Barbagli, Arezzo Risposta affermativa. il periodo di godimento dell’indennità di mobilità viene accreditato quale contribuzione figurativa utile a tutti gli effetti pensionistici. Pertanto, anche per esso, il periodo di un anno “frutta” il 2%.

martedì 12 ottobre 2010

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avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

contributi volontari

Come conteggiare l’importo da pagare Mia moglie, ex lavoratrice dipendente, ha 55 anni. Da un estratto conto INPS figurano accreditati 901 contributi settimanali, pari a poco più di 17 anni. Le mancano, quindi, quasi 3 anni per raggiungere, a 60 anni, il diritto alla pensione di vecchiaia. Vorremmo provvedere a colmare il vuoto con contributi volontari. A quanto potrebbe ammontare il costo? S. Antonelli, Foligno (Pg) Per calcolare il costo annuo dei contributi volontari dei lavoratori dipendenti è sufficiente moltiplicare l’aliquota del 31,37% sullo stipendio lordo percepito nell’ultimo anno di lavoro.

calcolo complesso

Prima dipendente poi professionista Sono nato nel 1953. Ho lavorato dal 1974 al 2000 (26 anni) come dipendente, dal 2000 sono libero professionista (senza Cassa di Previdenza, però) pagando regolarmente l’Inps. Quando avrò diritto d’andare in pensione ? Grazie. R. Franchi, Roma Devo ritenere che, nei 10 anni di professionista, lei sia stato iscritto alla Gestione Separata dell’iNPS. in tal caso, potrebbe fruire della totalizzazione dei contributi, al raggiungimento dei 40 anni di contribuzione (nel 2014 a 61 anni). Però la pensione verrebbe calcolata soltanto col metodo contributivo. Altrimenti, dovrà attendere i 65 anni di età per avere una pensione di vecchiaia col metodo retributivo ed una pensione supplementare, per i contributi versati alla Gestione separata.


ribalte

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Anteprima cinema

Ma come ci sa fare Oliver Stone con il denaro di

lUCiana VeCChioli

Dice di non essere un economista (il padre però era un intermediario finanziario a New York), di limitarsi "a fare periodiche incursioni a Wall Street", ma vedendo il film si intuisce subito il lungo lavoro di ricerca e documentazione che ha dovuto affrontare. Oliver Stone sbarca a Roma per presentare "Wall Street il denaro non muore mai", in uscita dal 22 ottobre, sfoggiando una conoscenza del mondo dell'economia e della finanza da far crepare d'invidia qualche vero esperto. Capelli nerissimi, poche rughe malgrado i 64 anni, piglio sicuro, il regista di "Platoon" e “JFK” non esita a dare giudizi poco lusinghieri sull'attuale sistema capitalistico, sul quale nutre parecchie perplessità. "Wall Street è necessaria, serve per dare una iniezione al mercato libero, l'unico sistema conosciuto che abbia funzionato, ciò non toglie che non debba essere regolamentato. Un tempo solo attraverso la produzione si otteneva il profitto oggi invece si guadagna denaro investendo altro denaro, come nell'usura". Il film è una sorta di sequel di quello uscito nell'87, che ha fatto guadagnare a Michael Douglas l'Oscar come miglior attore. In realtà, a parte Douglas, gli interpreti sono tutti nuovi e la storia, anche se affine alla precedente, è del

oliver Stone con Michael douglas in una pausa della lavorazione di “Wall Street - il denaro non muiore mai” e, in basso, una scena del film

tutto originale ed estremamente legata all'attualità. "Non è un sequel, è la giusta conclusione - sostiene a ragione Stone - E' completamente nuovo, fresco, si può vedere anche senza aver visto il precedente. Comunque non l'avrei mai girato se non fosse accaduto tutto quello che sappiamo". Gordon Gekko da broker senza scrupoli si trasforma in un anziano ex detenuto con la voglia di recuperare il rapporto con la figlia, diviso tra il desiderio di riconquistare un affetto famigliare e le sue ambizioni. "Fare questo film è stata una sfida - continua il regista che nella pellicola si ritaglia anche un brevissimo ruolo - L'ho fatto solo oggi perché spero

che con il crollo delle borse del 2008, quell'epoca sia finita. C'è stata un'enorme deregulation, i mercati sono stati dominati dal liberismo sfrenato, senza regole. Chi doveva controllare, come le agenzie di rating, non l'ha fatto. Comportamenti immorali che hanno comportato il crollo del sistema. Spero che questa sorta di capitalismo predatorio sia al capolinea". Nel film Gekko non è un eroe, ma il pubblico sembra sempre stare dalla sua parte. Siamo tutti più cattivi o lei lo ha reso più affascinante? "Il suo sorriso cinico lo rende affascinante, ma soprattutto Gekko è un vincente e l'America ama i vincenti. Esce di prigione, scrive un libro contraddicen-

do tutto ciò in cui credeva, poi inizia a comprare azioni quando tutti le vendono e costruisce la sua nuova fortuna con soldi rubati. Anche restituire il denaro alla figlia è un investimento". Oggi con Obama le cose potrebbero cambiare? "E' stato scritto un regolamento di tre-quattromila pagine che sta leggendo soltanto gli avvocati nel tentativo di trovare un modo per aggirarlo. Mi auguro solo che la prossima bolla speculativa riguardi le energie alternative". Tra i prossimi progetti annunciati, una serie sulla storia del '900 destinata alla tv americana, un documentario sotto forma di film della durata di dieci ore dal titolo "Oliver Stone's Secret History of America".


to n Me e Pl P SU

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CINEguida

Film in programmazione ad occhi chiusi documentario sul tango l progetto si propone di esplorare, attraverso una dettagliata documentazione ed analisi, i risvolti sociali, psicologici ed esistenziali che il ballo del tango ha nella nostra società, ponendo l'accento sull'esperienza dei diretti protagonisti grazie alle storie e alle testimonianze dei tangueri e delle tanguere, di chi cioè vive questo ballo come una componente essenziale della propria vita, a cui si affiancheranno le analisi di importanti studiosi della contemporaneità (antropologi, psicologi, sociologi..),Seguiremo così Rossana, giovane artista italiana che grazie al tango riscatta la sua femminilità, subendo una reale metamorfosi dello spirito. Incontreremo Nicola, Pietro e Simonetta, che a passi di tango riescono a tenere lontane le loro malattie fisiche e dell'anima. L'intreccio narrativo sarà costellato e impreziosito da voci evolti di numerosi protagonisti: conosceremo i più importanti ballerini argentini in circolazione (Sebastian Arce Mariana Montes Cicho Fruomboli etc...), maestri di tango, studiosi e ricercatori.

(l')amore buio regia: antonio Capuano con irene de angelis, Gabriele agrio, luisa ranieri, Corso Salani, Valeria Golino, anna ammirati, fabrizio Gifuni Alla fine di una domenica di sole, mare, tuffi e pizza, quattro ragazzini, approfittano di

Irene, anche lei adolescente. Uno di loro, Ciro 16 anni, la mattina dopo va a denunciare sé e gli altri. Vengono condannati a due anni di reclusione. Quei due mondi, così opposti e diversi, finiranno coll’attrarsi, incontrarsi, fondersi. Irene e Ciro, da lontano (l’uno dal carcere di Nisida, e l’altra dalla casa meravigliosa dove vive con la famiglia in una delle zone belle della città), quasi senza accorgersene, lentamente cominceranno un irresistibile avvicinamento.

Benvenuti al Sud regia: luca Miniero con Claudio Bisio, alessandro Siani, angela finocchiaro, Valentina lodovini, nando Paone, Giacomo rizzo Remake della commedia francese, record di incassi, scritta, diretta ed interpretata da Dany Boon (al quale il film riserva un piccolo omaggio con una fugace apparizione), "Bienvenue chez le ch'tis" (in Italia uscita con il titolo di "Giù al Nord"). Il film sceneggiato da Massimo Gaudioso (coautore di "Gomorra") e diretto dal regista di "Incantesimo napoletano" sembra funzionare. Divertente, a tratti esilarante, soprattutto nella prima parte, quella che descrive la calata verso il Meridione da parte del brianzolo funzionario (Bisio) delle Poste Italiane. Con una certa abilità e sapienza la pellicola gioca su luoghi comuni e stereotipi sociali tra Nord e Sud che in questi ultimi anni una certa politica (quella leghista) ha

Giacomo rizzo, Claudio Bisio, angela finocchiaro, alessandro Siani e Valentina lodovini in una scena di “Benvenuti al Sud” alimentato. Ben dosato, molto attento a non valicare alcuni confini (forse il regista avrebbe potuto osare di più, visto il contesto), lontano dal trash dei vari cinepanettoni, il film mette in luce vizi e virtù degli italiani. Perplessità su un finale scontato e buonista. Buon cast di attori protagonisti che però appaiano meno credibili dei colleghi (di rango) con ruoli da caratterista.

un affare di droga andato male, lascia il suo posto di professore di Filosofia Classica alla Brown University e torna al suo paese nativo, nel rurale Oklahoma. Al suo arrivo si rende conto che i racconti sulla morte di suo fratello sono "alquanto esagerati" e presto si trova coinvolto in uno dei complotti di Brady.

fratelli in erba

regia: Christopher nolan con leonardo di Caprio, Marion Cotillard, ellen Page, Cillian Murphy, Michael Caine, Complesso, di difficile fruizio-

regia: tim Blake nelson con edward norton, Melanie lynskey, Susan Sarandon, Keri russell, Maggie Siff Quando Bill Kincaid riceve la notizia dell'assassinio del suo gemello Brady, morto in

inception

continua nelle pagine successive


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CineguiDa

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MiniCritiChe dei filM in ProGraMMaZione nelle Sale ne, tutto improntato sul continuo gioco tra realtà e finzione, conscio e subconscio, che neanche il finale riesce a svelare, Nolan mette in campo uno dei suoi film più ambiziosi. Un labirinto, non solo metaforico, dove lo spettatore rischia più volte di perdersi nel tentativo di capire cosa realmente stia accadendo. Sforzo del tutto inutile, probabilmente è sufficiente lasciarsi trasportare dagli eventi che si susseguono incalzanti, confusi e non porsi troppe domande. Forse la forza del film è proprio qui, nel non delineare completamente il contesto in cui opera? Oppure è semplicemente una trovata furbetta? Presto ne verrà tratto anche un videogioco. A metà tra "Matrix" e "Shutter Island" di Scorsese, le incursioni di Dom Cobb (un ottimo Leonardo Di Caprio) nei meandri della mente umana ha già conquistato mezzo mondo. Ne esce fuori una sorta di thriller dove però non c'è colpevole.

innocenti bugie regia: James Mangold con Cameron diaz, tom Cruise, Peter Sarsgaard Una solitaria casalinga della provincia americana (Cameron Diaz) vede la sua vita sconvolta dopo aver partecipato ad un apputamento al buio con quella che si rivela una super-spia internazionale (Tom Cruise) che la conduce in un pericoloso viaggio intorno al mondo per proteggere un'invenzione che potrebbe rivelarsi la chiave dei problemi energetici del pianeta.

la pecora nera regia: ascanio Celestini con Giorgio tirabassi, luisa de Santis, Barbara Valmorin, Maya Sans "Il manicomio è un condominio di santi. So' santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul como-

dino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo". Così ci racconta Nicola i suoi trentacinque anni di "manicomio elettrico", e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. Nicola è nato negli anni sessanta, "i favolosi anni sessanta", e il mondo che lui vede dentro l'istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori – un mondo sempre più vorace, dove l'unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura.

la vendetta di Kid regia: Brad Peyton con Chris o'donnell, Jack McBrayer, Carlos alazraqui, Paul rodriguez, alec Baldwin, Michael Clarke duncan, Joe Pantoliano, roger Moore, Bette Midler, Malcolm Stewart, Malcolm Goodwin Continua il racconto della battaglia tra cani e gatti per il controllo della Terra. Gli amici a quattro zampe saranno impegnati a fronteggiare il ritorno di Kitty Galore intenta a progettare la sua vendetta e la conquista del mondo.

Mangia prega ama regia:: ryan Murphy con Julia roberts, James franco, Billy Crudup, Javier Bardem, richard Jenkins. Sarà pure un film tratto dal libro autobiografico di Elizabeth Gilbert, peraltro assai fedele al testo, ma non si può certo ignorare l'interminabile serie di banalità e luoghi comuni che contiene. Una così lunga sfilza di fesserie sull'italiano medio, rappresentato (senza un filo di ironia) in tutte le salse, non si era mai vista nella storia del cinema. Mentre guarda le partite di calcio, mentre litiga, gesticola ed ovviamente insulta l'avversario. Mentre apostrofa le ragazze per strada con un bel "A' bone!" e poi gli tocca il

culo. Non rispetta la fila e naturalmente "magna a quattro canasse" e parla solo di sesso e amore. Mancano i mandolini e poi siamo al completo. Definirla "eccessiva rappresentazione stereotipata del nostro Paese" è essere gentili. Come se non bastasse la commedia non ingrana la marcia giusta, a tratti appare stanca e noiosa, la storia della scrittrice in fuga dalla sua insoddisfazione sentimentale ed esistenziale non convince

Mordimi reGia: Jason friedberg, aaron Seltzer con Jenn Proske, Matt lanter, Chris riggi, Parodia della saga di Twilight, Mordimi èuna commedia sulla rabbia adolescenziale e i film romantici dei nostri tempi. Becca, un'adolescente ansiosa che non è una vampira, è incerta tra due ragazzi. Prima di poter scegliere, deve superare gli ostacoli creati dal padre ultraprotettivo, che la imbarazza trattandola come una bambina. Nel frattempo, anche gli amici di Becca vivono i loro problemi sentimentali. Tutti questi legami romantici arrivano a una conclusione esilarante durante il ballo scolastico.

niente paura regia: Piergiorgio Gay con luciano ligabue, musiche di luciano ligabue Niente paura è un film sull’identità nazionale nell'epoca delle "passioni spente", nell’epoca della crisi radicale della politica, in senso lato. Il film racconta - in modo non ideologico, ma attraverso le storie personali di uomini e donne comuni, di persone conosciute e dello stesso Ligabue - colonna sonora del film e "narratore per eccellenza" - come siamo e come eravamo, in realtà da dove veniamo (fine anni Settanta, primi anni Ottanta, quando si opera una svolta sia nelle istituzioni

che nel costume) e quale Paese siamo diventati oggi.

Quella sera dorata reGia: James ivory Omar Razaghi è uno studente di origini iraniane diplomatosi all'università del Colorado al quale viene assegnata un borsa di studio per scrivere la biografia ufficiale dell'autore scomparso latino-americano Jules Gund. Ma, a sorpresa, la Fondazione Gund nega a Omar l'autorizzazione alle ricerche. Su consiglio della fidanzata Deirdre, il ragazzo si reca in Uruguay per incontrare gli eredi e chiedere all'esecutore testamentario di cambiare idea. Ma si ritrova coinvolto in un vespaio di intrighi, relazioni improprie e stravaganze.

Sharm el SheikhUn’estate indimenticabile fabrizio Ugo regia: Giordani Brignano, enrico con Giorgio Panariello, laura dazzi, Cecilia torrisi, Michela Quattrociocche, elena russo, Maurizio Walter Casagrande, Santillo, daniele la leggia, fioretta Mari, ludovica Bizzaglia, hassan Shapi, Sergio Muniz Titolo esplicativo per non lasciare spazio a dubbi, location spettacolare, uno degli hotel a cinque stelle più famosi della celebre meta turistica, un cast di attori capace di soddisfare qualsiasi palato, da Nord a Sud. La formula è quella del cinepanettone anche se costruito con un tocco di maggiore eleganza, a parte la scena alla Tinto Brass con un'inquadratura po' troppo insistente sul lato b di una prostituta russa che tenta Brignano. sedurre di Equivoci, malintesi, bugie, sentimenti ed una incursione sul sociale che non guasta mai, il film scorre via senza problemi. Sempre esilaranti e riuscite le gag del comico


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MiniCritiChe dei filM in ProGraMMaZione nelle Sale del passato. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli ad un isolamento inevitabile ma consapevole. L'idea del film nasce dal libro La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, vincitore del premio Strega 2008.

Somewhere regia: Sofia Coppola con Stephen dorff, elle fanning, Chris Pontius, Michelle Monaghan, laura ramsey, robert Schwartzman, Giorgia Surina Johnny vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont. Se ne va in giro sulla sua Ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni. Fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali, sulla sua posizione nel mondo e ad affrontare la questione che tutti dobbiamo affrontare: quale percorso scegliere nella nostra vita?

Step-up 3 d reGia: Jon Chu con harry Shum Jr., adam G. Sevani, Kylie Goldstein Luke è un ballerino di strada orfano, impegnato nel disperato tentativo di non essere sfrattato dalla sua unica casa: un vecchio magazzino decadente che è invece il paradiso di tanti ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per farlo lui e la sua crew dovranno vincere la World Jam Competition dove i migliori ballerini di strada del mondo si ritrovano faccia a faccia per decretare chi sia il più forte. Sulla strada per la vittoria incontrerà Natalie, una balle-

rina fantastica ma decisamente misteriosa....

the american regia: anton Corbijn con George Clooney, Bruce altman, Violante Placido, thekla reuten, Paolo Bonacelli, filippo timi, irina Björklund, Samuli Vauramo, Björn Granath Solo ed unico tra gli assassini, Jack (interpretato da Clooney) è un esperto artigiano. Quando un lavoro in Svezia finisce in maniera più cruente di come se lo sarebbe aspettato, questo Americano all'estero promette al suo contatto Larry (Bruce Altman) che il suo prossimo incarico sarà il suo ultimo. Jack si ritira nella campagna italiana, dove si nasconde in un piccolo paesino sperduto e gode la lontananza dalla morte. Il suo compito, come assegnatoli da una donna belga, Mathilde, è nella costruzione di un'arma super letale. Sorprendendo se stesso, Jack si rivolge al prete locale Padre Benedetto e inizia una relazione amorosa con Clara. Nell'uscire dalla solitudine ed oscurità Jack però sta provocando la sorte.

the town regia: Ben affleck con Ben affleck, rebecca hall, Chris Cooper La storia racconta di un rapinatore di banche, interpretato da Ben Affleck, che si invaghisce della cassiera di una banca (Rebecca Hall) che ha svaligiato, senza sapere che in realtà questa è anche l'esca che un agente dell'FBI ha gettato al ladro per catturarlo.

Una sconfinata giovinezza regia: Pupi avati con fabrizio Bentivoglio, francesca neri, Serena Grandi, Gianni Cavina, lino Capolicchio, Manuela

Morabito, erika Blanc, Vincenzo Crocitti Lino Settembre e sua moglie Chicca conducono una vita coniugale serena e senzaserie difficoltà. Sono entrambi soddisfatti delle loro professioni, lui prima firma alla redazione sportiva del Messaggero e lei docente di Filologia Medievale alla Gregoriana. L'unico vero dispiacere che ha accompagnato i venticinque anni di matrimonio è la mancanza di figli. Una mancanza che non ha compromesso la loro unione ma l'ha al contrario rinsaldata. L'oggi però, in modo totalmente inatteso, presenta loro una grossa preoccupazione: Lino da qualche tempo accusa problemi di memoria che mano a mano si accentuano andando a compromettere in modo sempre più evidente il quotidiano svolgersi delle sue attività sia nell'ambito professionale che familiare. Dapprima sia lui che Chicca decidono di riderci sopra ma il disturbo si manifesta sempre più fino a quando, dopo attenti e approfonditi esami, un neurologo diagnostica una patologia degenerativa delle cellule cerebrali. Inizia così una toccante storia d'amore fra un uomo che si allontana sempre più dal presente, con la mente trascinata in infiniti altrovi, e la sua donna che, rifiutando qualsiasi ipotesi di abbandono e qualsiasi ausilio che la escluda, decide di stargli accanto nel processo "regressivo"

lago dove anni prima avevano festeggiato la vittoria della squadra. Ricreando atmosfere del passato, scoprono che crescere non significa necessariamente diventare adulti.

20 sigarette regia: aureliano amadei con Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Massimo Popolizio, Gisella Burinato, antonio Gerardi, duccio Camerini, luciano Virgilio, alberto Basaluzzo, orsetta de rossi, edoardo Pesce Novembre 2003: Aureliano, 28enne, precario nel lavoro e negli affetti, riceve all'improvviso l'offerta di partire per lavorare come aiuto regista alla preparazione di un film che si svolge in Iraq, al seguito della "missione di pace" dei militari italiani, con il regista Stefano Rolla. Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova protagonista della tragedia dell'attentato alla caserma di Nassirya del 12 Novembre 2003. E' l'unico "civile" sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben 19 italiani...

Un weekend da bamboccioni regia: dennis dugan con adam Sandler, Kevin James, rob Schneider Trent'anni dopo il diploma, cinque amici, vecchi compagni di squadra, si riuniscono per onorare la scomparsa dell'allenatore di basket d'infanzia. Con mogli e figli, trascorrono insieme il weekend del 4 luglio nella casa sul

altre recensioni nelle pagg. seguenti


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iV

filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV

film recenti che potrete vedere in tv affetti & dispetti (la nana) regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

agora regia: alejandro amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera

storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

alice in Wonderland regia: tim Burton con Johnny depp, Mia Wasikowska, anne hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica monarca "capocciona" Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

amante (l') inglese regia: Catherine Corsini con Kristin Scott thomas, Sergi lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella

villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cercherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

a serious man regia: Joel & ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

a single man regia: tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

avatar regia: James Cameron con Sam Worthington, Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Bangkok dangerous

Brotherhood (fratellanza)

regia: oxide e danny Pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage, che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

Basilicata coast to coast regia: rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna

regia: nicolo donato con thure lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

Cado dalle nubi regia: Gennaro nunziante

con dino abbrescia, fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto osama Bin laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc lawrence con hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City island regia: raymond de felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV Chloe regia: atom egoyan con Julianne Moore, liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (a) Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande

schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City island regia: raymond de felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - il mago della truffa regia: John requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un inci-

dente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy heart regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivan-

te. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon trainer regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - l'italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzan-


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV do questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

due vite per caso regia: alessandro aronadio con lorenzo Balducci, isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

e' complicato regia: nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri

interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni Veronesi con Silvio orlando, luciana littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, elena Sofia ricci, Piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena trat-

teggiati ma decisamente convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

happy family regia: Gabriele Salvatores con fabio de luigi, diego abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato

su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

i Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia, che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

il figlio più piccolo regia: Pupi avati con Christian de Sica, laura Morante, luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere"


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

il mio amico eric

tagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

il profeta

regia: Ken loach con eric Cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

regia: Jacques audiard con tahar rahim e niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

il Mi$$ionario

il segreto dei suoi occhi

regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore pro-

regia: Juan Josè Campanella con ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo

l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

il tempo che ci rimane l'isola delle coppie

regia: elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

invictus

l'uomo che verrà

regia: Clint eastwood con Morgan freeman e Matt

regia: Giorgio diritti con alba rohrwacher e Maya


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

l'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con ewan McGregor, Pierce Brosnan Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

la bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

l'uomo nero regia: Sergio rubini con Valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido

la nostra vita regia: daniele luchetti con elio Germano, raoul Bova, isabella ragonese, luca

Zingaretti, Stefania Giorgio Montorsi, Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

la prima cosa bella regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellis-

sima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

la vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, enrico Brignano, nancy Brilli, luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

le quattro volte regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri regia: nina di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, luciana littizzetto, francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabile) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine Vaganti regia: ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, ennio fantastichini, lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della fami-

glia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

nine regia: rob Marshall con daniel day-lewis, Sophia loren, nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

notte folle Manhattan

a

regia: Mira nair con Steve Carell, tina fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche

poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con logan lerman, Pierce Brosnan Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di

una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (il) nicolas ed i suoi genitori regia: laurent tirard con françois-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators regia: nimrod antal con adrien Brody, laurence fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - le


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV sabbie del tempo regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

remember me regia: allen Coulter con robert Pattinson, emilie de ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non

ci sarà l'happy end.

the road regia: John hilcoat con Viggo Mortensen, robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

robin hood regia: ridley Scott con russel Crowe, Cate Blanchett, William hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano.

Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio regia: isotta toso con liotti, Kasia daniele Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in questo caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Shutter island regia: Martin Scorsese con leonardo di Caprio, Mark Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine,

mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Sul mare regia: alessandro d'alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il


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filM della SCorSa StaGione Che Potrete PreSto riVedere in tV regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.

Colin farrell e Paz Vega in una scena di triage

the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, emily Blunt, anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero

per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert Pattinson, taylor lautner E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede pratica-

mente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

triage regia. danis tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher lee

Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

recensioni redatte con la collaborazione di lUCiana VeCChioli


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