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Anno II - n.136 - Giovedì 15 luglio 2010

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Ora di punta DI

STEfANO ClErICI

Adeguarsi è meglio iamo onesti, un piccolo passo avanti il "maestro" S Berlusconi l'ha fatto. Dal

"ghe pensi mi" è passato al "condivido". Non che la cosa lo entusiasmi, ma ci è stato costretto. E' da un po' di tempo, infatti, che alcuni suoi allievi un po' troppo discoli giocano a rovinare la reputazione sua e del suo governo. Uno, tal Scajola, si fa beccare con le mani nella marmellata, anzi nei mattoni di casa sua, e, appena scoperto, dice che quei mattoni non sono suoi e chi li ha portati lo ha fatto a sua insaputa. Un altro, tal Brancher, si è fatto nominare capoclasse solo perché sapeva che quella nomina gli avrebbe evitato l'interrogazione. Un altro ancora, tal Cosentino, ha frequentato amicizie così pericolose da essere costretto ad abbandonare la "scuola" a furor di popolo. ome sua abitudine, davanti al collegio dei docenti (leggi opinione pubblica) il maestro Berlusconi ha reagito alzando la voce. Gridando al complotto dei "comunisti" e dei "giacobini". E difendendo a spada tratta i suoi alunni. Ma quando essi stessi hanno capito che era meglio non presentarsi all'esame finale (leggi possible sfiducia del Parlamento) il signor "ghe pensi mi" ha fatto marcia indietro e, stracciando i roboanti comunicati del giorno prima, è diventato il signor "condivido". Ci viene in mente il mitico Ferrini di "Quelli della notte", il venditore di pedalò, romagnolo e compagno verace, che ripeteva come un tormentone questa frase: "Non capisco, ma mi adeguo". Ma gli italiani ormai hanno capito. Speriamo che presto si adeguino.

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Dimissioni. Berlusconi costretto a cedere dalla mossa di Fini

A Cosentino ghe pensi mi

Il presidente della Camera fissa subito il dibattito sulla sfiducia al sottosegretario e inchioda il premier, che lo conferma al vertice del Pdl

Licenziamenti alla Fiat di Melfi. Rappresaglia? La Fiom sembra aprire al dialogo con la Fiat, o almeno chiederlo con una lettera allo stesso Sergio Marchionne. Ma, proprio mentre la missiva viene diffusa, tre operai di Melfi Marco Pignatelli, Giovanni Parozzino e Antonio La Morte, questi ultimi due delegati Fiom - vengono licenziati per aver bloccato l'approvvigionamento di materiale per la produzione durante uno sciopero. I provvedimenti

arrivano a 24 ore di distanza da quello, analogo, che ha avuto come destinatario un delegato Fiom di Mirafiori: aveva diffuso, usando la e-mail aziendale, un documento critico verso l'azienda. Ed è scattato uno sciopero di protesta.

Berlusconi non ne può dell’opposizione interna alla sua maggioranza e attaca a testa bassa chi gli crea ostacoli nella difesa dei suoi uomini di fiducia, come Verdini, Dell’Utri e Nicola Cosentino il sottosegretario che aspirava alla carica di governatore della Campania e che, estromesso a causa delle sue vidende giudiziarie, pare abbia ordito una sorta di congiura contro il candidato del Pdl, poi eletto, Caldoro. Ora, di fronte alla sfiducia annunciata da Pd, Idv e Udc nei confronti del sottosegretario, i finiani hanno detto che vogliono pensarci su. Di qui la minaccia del Cavaliere: sarebbe fuori dal Pdl chi approvasse quella sficucia. PAG. 4

Quando si perde il controllo... DI

MOISè ASTA

La situazione di un Paese oberato da una crisi indescrivibile e pressoché acefalo per via di un Esecutivo parolaio, è obiettivamente critica. Deve, anzi, essere scappata di mano al premier, che taccia di giacobinismo e giustizialismo quanti si impegnano nella ricerca e nei suggerimenti di strade diverse che portino alla crescita reale, vera, di un’antica realtà statuale, che considera “sfigati pensionati” certi “amici di merenda” finiti tra gli indagati per reati gravissimi e che non sopporta giornali e giornalisti mai proni e, quindi, tenaci nella denunzia del malaffare e nel biasimo di chi delinque. Di fattacci, inconcepibili e molto gravi, obiet-

tivamente, ce ne sono stati tanti nelle ultime settimane (non ultimo quello dell’eolico sardo che ha determinato la chiamata in causa di Verdini, Cosentino e Dell’Utri; senza dimenticare le inchieste sulla protezione civile e quelle che hanno portato alle dimissioni di Scajola prima e Brancher dopo). Si capisce, allora, quel nervosismo, moltiplicatosi anche per i legittimi, seri rimbrotti di certi alleati: pare proprio cominci a non farcela più. Manco male: non è meglio che pianti baracca e burattini e se ne torni, bel bello, a fare il suo mestiere di imprenditore? Gran parte degli italiani tirerebbe un grosso sospiro di sollievo. Non è davvero di tutti fare politica “erga omnes”, piuttosto che “ad personam”.


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VentiquattrOre

NAPOLI

CALIFORNIA

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In Italia e nel Mondo

Sequestrate aziende Scompare la voce a prestanome Casalesi di “Oh Happy day” Eseguito un sequestro preventivo d'urgenza su indicazione della Dda di Napoli nei confronti dei due figli e delle due nuore di Dante Passarelli, imprenditore considerato prestanome dei Casalesi, morto qualche anno fa. Il sequestro riguarda società create da poco per intestare beni che appartenevano a quelle sequestrate nel marzo dell'anno scorso, nell'ambito di un'inchiesta che ha mostrato i legami del clan con quello dei FarinaAlbenzio nell'area di Maddaloni. Le aziende sequestrate operavano nel settore dello zucchero, il valore dei beni posti sotto sequestro supera i 600 milioni di euro. L'azienda "Commerciale Europea spa" di Pignataro Maggiore - sequestrata è la raffineria dello zucchero "Kerò” che la famiglia Passarelli utilizzava per portare avanti l'attività in precedenza svolta all'interno dello stabilimento Ipam, già sequestrato.

Walter Hawkins, una delle voci dietro il successo del 1967 'Oh Happy Day!', è morto nella sua casa in California: lo ha annunciato il fratello Edwin, anche lui musicista. Aveva 61 anni. "Ho perso mio fratello, il mio pastore, il mio migliore amico", ha detto Edwin Hawkins del reverendo che, in coppia con lui, negli anni Sessanta, aveva trasformato un gospel pasquale in una canzone di successo premiata con un Grammy ed entrata nell'elenco delle 'canzoni del secolo' della Recording Industry Association of America. Walter Hawkins era laureato in teologia: mentre studiava sfornava dischi. Nel 1973 era stato ordinato pastore e aveva fondato la sua chiesa, la Love Center Church di Oakland.

Più che un aereo sembra un hotel

NAPOLItANO

“La Costituzione rimane testo lungimirante” La Costituzione italiana "rimane un testo altamente lungimirante". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando a Udine durante un incontro con gli amministratori locali. Il presidente ha ricordato che la Carta fondamentale della Repubblica "salda in uno stesso articolo l'inscindibilità della nazione italiana e la promozione delle autonomie". "Senza coesione nazionale l'Italia si perderebbe nel fiume della globalizzazione". Tuttavia, “si riveda ciò che è necessario rivedere si garantisca il massimo di snellezza nell'articolazione del nostro Stato".

E' atterrato per la prima volta in Italia, a Malpensa, l'A380, il piu' grande aereo passeggeri del mondo. Il velivolo di Lufthansa proveniente da Francoforte ha toccato terra ripreso e fotografato come una star.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

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Evasione fiscale recuperati 2,6 miliardi Continua "con successo" la lotta all'evasione contributiva da parte dell'Inps. Nei primi sei mesi dell'anno sono stati recuperati 2,6 miliardi di euro. Lo riferisce l'Inps, sottolineando che il dato, che si riferisce al periodo gennaio-giugno, "mostra una performance assai positiva": +13,5% rispetto al risultato pur eccezionale (+66% sul 2008) dello stesso periodo del 2009. “E' una conferma del grande lavoro di recupero crediti che l'Inps ha messo in atto in questi mesi - commenta il presidente Antonio Mastrapasqua - per contrastare il fenomeno dell'evasione contributiva. Con questo trend l'ambizioso obiettivo di arrivare a 6 miliardi di euro entro la fine dell'anno diventa realisticamente raggiungibile. Un altro segnale di efficienza nel recupero di risorse indebitamente sottratte alla collettività". La performance segnalata per il recupero crediti, si unisce a un andamento positivo nella riscossione ordinaria: nei primi sei mesi, al netto della lotta all'evasione, sono stati riscossi 58,5 miliardi di euro di contributi: oltre un punto percentuale in più (+1,2%) rispetto al preventivo e superiore allo stesso periodo dello scorso anno.

L’OnOmasticO

Bonaventura Giovanni Fidanza nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato: « Oh bona ventura ». Gli rimase per nome ed egli fu davvero una «buona ventura» per la Chiesa.

accadde Oggi 1808- Murat è re Il 15 luglio 1808 Napoleone Bonaparte firma per il regno di Napoli lo statuto di Baiona, redatto da Giuseppe Zurlo, in cui si nomina Gioacchino Murat re delle Due Sicilie. Regno che durerà poco meno di 50 anni.


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In Italia e nel Mondo

ARREStAtO

tenta tre stupri studente 17enne

Uno studente di 17 anni è stato arrestato a Vallecrosia (Imperia), dopo aver tentato di stuprare due donne di 31 e 35 anni per strada. Il giovane, avrebbe compiuto un gesto analogo anche con una ragazzina di età compresa tra i 13 e i 16 anni. Lo stupratore è stato individuato grazie all'identikit fornito da una delle vittime. Incensurato, il 17enne ha confessato tutto e si è giustificato dicendo di non saper resistere alla vista di una bella ragazza. E' stata infatti proprio la donna di 35 anni, subito dopo la tentata violenza, a chiamare i carabinieri a cui ha riferito di essere stata assalita dal giovane.

MAtURItà

YEMEN

Balotelli promosso col minino

al Qaida colpisce Cinque vittime

Promosso sì, ma, come si dice in questi casi, "con un calcio nel sedere". Mario Balotelli dice addio alle scuole superiori, diplomandosi all'istituto commerciale con il minimo dei voti: 60/100. Ma se i tifosi sperano ora in una full-immersion nel calcio, Balotelli gioca di contropiede e annuncia: "Ora voglio fare l'università". "Ha preso il minimo, ma ha finito con dignità perché nessuno gli ha regalato nulla", ha detto la direttrice della scuola. Con lui sia a scuola che sul tappeto verde, c'è Davide Santon che alla maturità è riuscito a battere Balotelli di due punti, diplomandosi con 62/100.

Cinque morti, di cui tre poliziotti, e oltre 10 feriti: è il bilancio non ancora ufficiale del duplice attacco sferrato nel sud dello Yemen contro le sedi dei servizi di sicurezza governativi. Un attacco coordinato che le autorità hanno gia' attribuito alla rete di al Qaida. Una ventina di uomini armati, incappucciati e a bordo di moto hanno stamani preso d'assalto a Zinjibar, capoluogo costiero della provincia meridionale di Abyan, la sede locale della Sicurezza generale e quella della Sicurezza politica, due delle quattro agenzie di controllo del regime yemenita filoccidentale.

AMBIENtE

RIZZICONI

Coste a rischio Ucciso gestore trivellazioni di un locale Una nuova minaccia incombe sulle azzurrissime coste meridionali italiane: la probabile costruzione di nuove piattaforme per le trivellazioni in mare, nella zona sudoccidentale della Sicilia. E davanti al recente disastro del Golfo del Messico, le popolazioni tremano: le perforazioni petrolifere, infatti comportano rischi altissimi non solo per l’ecosistema marino ma anche per le persone che da esso dipendono. Come accade in Puglia, nel Basso Adriatico, dove tra annunci, smentite, delibere e ricorsi, qualcuno paventa il rischio di trivelle per il greggio. Si è, di fatto, tentato di farlo anche al largo di Monopoli, a sud di Bari, così come si è rischiato alle Isole Tremiti, a Murgia, a Nova Siri. Ma l’affaire pugliese sembra al momento in stand-by, dato che una sentenza del TAR Puglia ha bloccato - per ora- ogni tentativo di trivellazione. Infatti, i giudici amministrativi, a causa dell’insufficiente valutazione degli impatti ambientali, hanno annullato il decreto del ministero dell'Ambiente accogliendo il ricorso della Regione Puglia. Per il momento gli ambientalisti hanno ottenuto qualche risultato.

Agguato mortale a Rizziconi, nella Piana di Gioia tauro. Il gestore di un bar, Daniel Albanese, è stato ucciso a colpi di pistola da un sicario fuori dal suo locale. La vittima, gestiva l'attività da poco con la moglie.

COSE DI QUEStO MONDO

Il computer più veloce ed ecologico è giapponese

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l supercomputer piu' ecologico del mondo è giapponese e si chiama Grape-Dr, al lavoro presso l'università di Tokyo, dove svolge i suoi calcoli con il coefficiente di risparmio energetico piu' elevato tra tutti i 'cervelloni' artificiali sparsi sul pianeta. A decretarlo è stato un gruppo di atenei Usa, organizzatori del pre-

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mio semestrale 'Little Green500', secondo cui il calcolatore nipponico, pur lontano dall'essere il piu' potente in assoluto, è riuscito a migliorare il già alto livello di efficienza energetica raggiunto dal modello in vetta alla graduatoria precedente. Grape-Dr è in grado di eseguire 815 milioni di operazioni al secondo consuman-

do un watt, con un risparmio complessivo del 5% sul vecchio eco-primato. Pur avendo una potenza massima di 'soli' 23.000 miliardi di operazioni al secondo, circa un centesimo rispetto al computer più veloce sul mercato, il calcolatore giapponese vince a mani basse sul piano del risparmio energetico.

“Nesso tra le antenne di Radio Vaticana e i tumori” Ci sarebbe un nesso tra i tumori e l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana. La perizia disposta dal tribunale di Roma e resa nota dopo cinque anni di lavoro afferma che c'è “un'associazione importante", tra l'esposizione alle strutture di Radio Vaticana e il rischio di leucemie e linfomi per i bambini. Il direttore dell'emittente della Santa Sede, padre Federico Lombardi ha annunciato che la radio "presenterà le proprie controdeduzioni". Nelle oltre 300 pagine di perizia, disposta dal gip rispetto alle morti da elettrosmog avvenute tra la fine degli anni '80 e il 2003, nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo, si parla di "rischi importanti" di morti per "tumori emolinfopoietici", per le persone esposte tra i 5 e i 9 chilometri dall'emittente, per almeno 10 anni. E in particolare dell'esposizione dei bimbi: "Lo studio suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa - si legge - tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini". Radio Vaticano ha annunciato ricorso.


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Dopo lo scandalo della “nuova loggia”

Cosentino si dimette ma attacca Cosentino resta coordinatore Pdl in Campania

Il sottosegreterio cede ma diffonde una nota velenosa contro Fini. Intanto emergono nuovi particolari su “P3” e Silvio-“Cesare” di ElOISA COVEllI Nicola Cosentino lascia l’incarico di sottosegretario all’Economia per il pressing dei finiani dopo lo scandalo che lo vede indagato nella presunta loggia P3, assieme al senatore Marcello Dell’Utri, Flavio Carboni, il coordinatore del Pdl Denis Verdini, l’assessore campano Ernesto Sica. Dai documenti dell’indagine sembrerebbe che Cosentino abbia tramato contro l’elezione di Caldoro a governatore della Campania. Su quest’ultimo, secondo l’accusa, la presunta associazione segreta stava costruendo un dossier diffamatorio simile al “caso Marrazzo”. Cosentino incassa il sostegno di Silvio Berlusconi. «Ho avuto modo di approfondire personalmente e tramite i miei collaboratori la sua totale estraneità alle vicende che gli sono contestate - scrive il premier in una nota- Sono quindi certo che la sua condotta durante la campagna elettorale per la Regione Campania è stata improntata alla massima lealtà e al massimo impegno per ottenere la vittoria di Stefano Caldoro».

L’ex sottosegretario in una nota respinge tutte le accuse e a proposito del dossieraggio dice di non aver costruito nulla, ma di aver voluto solo verificare le voci in circolazione per il bene del partito. Durissimo l’attacco per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che aveva deciso di calendarizzare la sfiducia per Cosentino già la prossima settimana. «Il presidente della Camera scrive in una nota Cosentino con solerzia degna di miglior causa, dopo che già per due volte proprio alla Camera dei Deputati analoghe mozioni erano state votate e respinte con larga maggioranza, così come anche una al Senato, ha ritenuto di volerle calendarizzare in tempi brevissimi basandosi quindi soltanto su indimostrate e inconsistenti notizie di stampa». L'atteggiamento di Fini «ben si comprende ove si conoscano le dinamiche politiche in Campania e coloro che sono i più stretti collaboratori dell'onorevole Fini, quale l'onorevole Bocchino che da anni,

senza successo, tenta di incidere sul territorio non già per interessi del partito bensì per mere ragioni di potere personale e che alla prova elettorale è sempre stato sconfitto». «E' risibile - prosegue - che l'onorevole Fini voglia far passare le sue decisioni come se derivassero da una sorta di tensione morale verso la legalità quando si tratta soltanto di un tentativo, anche assai scoperto, di ottenere il potere nel partito tramite Bocchino». Fini non replica alle accuse, ma definisce le dimissioni un «atto indispensabile e doveroso di correttezza istituzionale per una evidente e solare questione di opportunità politica». Intanto sul fronte dell’inchiesta della procura di Roma emergono nuovi particolari. Dall’informativa dei carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci di Roma, datata 18 giugno 2010, viene fuori che i presunti associati usassero lo pseudonimo "Cesare" per Berlusconi. Mentre sempre più forti appaiono i rapporti tra il governatore della Lombardia Roberto Formigoni e il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo con il gruppo di Flavio Carboni. Quanto a Formigoni, dall'informativa emerge che su mandato del presidente della Regione Lombardia, la presun-

ta associazione chiese esplicitamente al presidente della corte di appello di Milano Alfonso Marra di «porre in essere un intervento nell'ambito della nota vicenda dell'esclusione della lista riconducibile al governatore dalle elezioni regionali 2010». Caliendo nega di essere mai stato a conoscenza di operazioni segrete. All'associazione 'Centro studi giuridici per l'integrazione europea Diritti e Libertà' «ho sempre dato solo un contributo culturale. Di tutte le altre operazioni del gruppo o dell'attività extra di Lombardi non ne so nulla, non ho mai avuto rapporti con Flavio Carboni e non ho mai avuto la sensazione che Lombardi frequentasse certe persone», dice il sottosegretario alla Giustizia, negando che l'associazione segreta denominata P3 possa essersi avvalsa del suo contributo, come invece riportato dall'informativa dei carabinieri. «Dall'ordinanza - prosegue mi sono reso conto che Lombardi millantava. Ha millantato anche con i miei amici: Vincenzo Carbone (ex presidente della Cassazione, ndr) lo conosco da quarant'anni perché sono stato suo uditore. Poteva essere Lombardi intermediario tra me e lui?».


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Oggi il voto

Manovra, anche al Senato fiducia per forza Rimangono i tagli alle Regioni anche nel maxiemendamento sostitutivo del decreto legge. Si scopre poi che il refuso sulle pensioni non era stato un errore...

Qui pro quo Sacconi-Tremonti sul “refuso” sulle pensioni: in realtà il primo aveva mentito

DI ANTONIO AMOrOSO

Il governo pone la questione di fiducia nell'Aula del Senato sul maxiemendamento al decreto legge sulla manovra. Il voto si terrà entro oggi, dopodiché il testo che deve essere convertito in legge entro fine luglio passerà all'esame della Camera. Il maxiemendamento - dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito - è interamente sostitutivo della manovra. Vito comunque sottolinea come durante l'esame in commissione vi sia stato "un ampio confronto" e come la scelta di porre la questione di fiducia sia stata originata dalla "straordinaria importanza che il governo attribuisce all'approvazione di questo provvedimento". SALTA PACCHETTO AUTOTRASPORTO - Salta dal maxiemendamento della manovra il pacchetto di misure relative all'autotrasporto e che erano state aggiunte durante l'esame in commissione Bilancio al Senato. TAGLI A REGIONI NON

CAMBIANO - I tagli alle Regioni non cambiano, così come viene confermata la misura che estende all'autorizzazione paesaggistico-territoriale (di sovraintendenze o regioni) il silenzio-assenso della conferenza dei servizi e la proroga delle rate delle cosiddette quote latte. CLASSI ALUNNI DISABILI, RESTA TETTO - Le classi con studenti disabili non potranno avere più di 20 alunni. Il governo cancella con il maxiemendamento la misura, introdotta in commissione Bilancio al Senato durante l'esame della manovra, che prevedeva una deroga al tetto fissato dalla legge. TREMONTI, AUSTERITA' E' UNA NECESSITA' - "Non so se sia una ideologia ma l'austerità certamente è una necessità e una responsabilità", ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che all'assemblea di Confcooperative ha sottolineato: "siamo ad un tornante della storia, non solo per noi

ma per tutti i paesi". L'austerità, ha aggiunto, "èuna necessità che significa solidarietà e responsabilità". TREMONTI, GRANDE SENSO RESPONSABILITA' BONANNI - "In questi mesi ho visto un uomo di Stato, un uomo che ha il senso profondo della responsabilità politica, in Raffaele Bonanni". Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti si è riferito al leader della Cisl. Lo ha detto dopo aver ringraziato "quanti nel disegno della manovra hanno con forte senso di responsabilità condiviso il senso e la logica di quel cambiamento, di quel passaggio", la necessità di una rottura con

il passato, nella direzione del rigore, imposta dalla crisi. PENSIONI:SACCONI, REFUSO? ALLA FINE E' IL TESTO CHE MI PIACE - "Possiamo metterci d'accordo, se vogliamo lo chiamiamo anche Giovanni. Io so che è il testo che mi piace". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha parlato così dello stop al tetto dei 40 anni di contributi per andare in pensione inserito nella manovra economica e poi cancellato. Sacconi aveva parlato di un refuso, mentre ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha indicato che non era un refuso ma il tentativo di inserire maggiore rigore.


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Mundial ed economia

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La migLiOre deL giOrnO

Per la ripresa la Spagna confida nella “Rossa” e nell’effetto Iniesta Impennata di consumi dopo la vittoria della nazionale iberica, come ci fu quella delle nascite dopo il gol che a Roma assegnò al Barcellona la finale di Champions League DI

DANIElE ADOrNATO

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a Rossa – soprannome della nazionale spagnola – ci salverà dai numeri rossi”. Questo gioco di parole che sta circolando in questi giorni in Spagna ripropone nuovamente il quesito: la vittoria di un mondiale può trasformarsi in una grandiosa operazione di marketing? Può il gesto di un giocatore, quel gol di Andrés Iniesta da da un paesino de La Mancha più profonda, risollevare da solo una delle più disastrate economie europee?

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Staino su “l’Unità”

i sono alcuni effetti scontati e molto contingenti, come per esempio gli aumenti delle vendite di pizza, alcolici, sciarpette, giornali – soprattutto sportivi. Le compagnie telefoniche hanno registrato il giorno della finale un aumento del traffico, tra sms e chiamate, che è andato dal 300 al 600 %. L’importanza del fattore psicologico nelle crisi economiche è risaputo, e di lá di questi effetti sul breve periodo, il mondiale della Roja potrebbe sostenere l’autostima dei cittadini, l’ottimismo sul destino economico del proprio Paese, e quindi i consumi, cosa questa fonndamentale per invertire l'attuale, difficile tenden-

za economica. questi fattori interni se ne affiancano poi altri, anch'essi difficilmente calcolabili, ed esogeni. Sono quelli che hanno a che vedere con l’immagine della Spagna all'estero, con il suo brand. Questa vittoria potrebbe, segnalano molti analisti, far cambiare l'immagine del Paese da ”simpatico” ma "inconcludente, a “vincente” e organizzato, dando un nuovo impulso al made in Spain. Uno studio dell’ABN Amro calcolava che la vittoria di un mondiale garantisce un aumento di circa lo 0,7 % del PIL di un Stato (cifra che la ministra dell’economia, Elena Salgado, ha voluto subito ridimensionare). gni hanno la Spagna spende 45 milioni di euro per pubblicizzare la propria immagine all’estero. Ora da un giorno all’altro, è sulla bocca di tutti: una campagna pubblicitaria di questo livello, non avrebbe prezzo. E tutto questo, proprio alle porte di agosto. In un Paese in cui il 10 % del PIL è dato dal turismo (sono 40 milioni le peronse che lo visitano ogni anno), un aumento anche solo del 5 % dei visitanti potrebbe avere, come dichiarava un professore di marketing a El País,

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degli effetti notevolissimi sull'economia. Il ministro dell’Industria Miguel Sebastián ha detto di sperare soprattutto di conquistare i mercati asiatici, e per questo ha creato una’apposita task force incaricata di ottenere il massimo giovamento da tutto questo.

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livello politico poi, l'immagine di unità fornita dalla selección, ha cementato il senso di appartenenza nazionale, proprio nei giorni della polemica sui tagli al nuovo Statuto d'Autonomia della Catalogna sabato scorso più di un milione di persone ha protestato per le strade di Barcellona. L'ossatura della squadra è composta da giocatori del Barcellona: ben 8, tra titolari e panchinari, sui 23. totali. I catalani sono 5 (su 17 regioni). Anche il baschissimo Athletic Bilbao è rappresentato da due giocatori. Tutto ciò ha fatto sì che la bandiera spagnola ondeggiasse in luoghi finora off limits. Ma esporrla non era solo un problema legato ai nazionalismi periferici. Per molti questa bandiera è indissolubilmente legata a Francisco Franco, che alla presa del potere la volle per sostituire quella repubbli-

cana, rossa gialla e viola. Per molti, durante la transizione alla democrazia, accettare questa bandiera ha significato un duro colpo. politici socialisti non si sono fatti pregare due volte ed hanno subito trasportato a livello politico questo successo, questa unità, cavalcando l'onda di questo ottimismo diffuso. Se tuttavia queste rosee previsioni economiche non dovessero realizzarsi (la vittoria della seconda eurocoppa, 44 anni dopo la prima, non ha gli ha risparmiato due anni fa la peggior crisi dai tempi della Guerra Civile), resta sempre la speranza che altri benefici potrebbero manifestarsi sul lungo periodo, sempre frutto dell'euoria di una vittoria attesa ottant'anni. Quando un anno fa ancora Iniesta regalò al Barcellona all’ultimo minuto la qualifacazione alla finale di Champions League – poi trionfalmente conquistata a Roma contro il Chelsea - si registrò nella capitale catalana un aumento esponanziale, nove mesi dopo, delle nascite.Una manna, in tempi di continuo calo del tasso di nascita e di dibattito sulla sostenibilitá delle pensioni.

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Diritti & DOVeri

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preVidenZa con la manovra

Inutile anticipare il pensionamento Mio marito ha compiuto 59 anni lo scorso 16 febbraio ed ha più di 38 anni di contributi INPS. Sarebbe potuto andare in pensione già da gennaio. Con le nuove disposizioni del decreto-legge, non è meglio anticipare il pensionamento entro il 2010 e non attendere gli anni 2011 e successivi? E. SANtINI - EMPOLI Suo marito non deve nutrire preoccupazioni. Poiché la sua finestra si è già aperta, non soggiace alle nuove disposizioni e non è necessario anticipare il pensionamento.

risponde il dottor ANTONINO NICOlO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

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Come si calcola la liquidazione per gli statali Sono un impiegato ministeriale ed ho compiuti 62 anni a marzo. Potrei andare in pensione già nel corrente anno, avendo raggiunto, col riscatto laurea, una contribuzione di 40 anni. In che misura potrebbe essermi corrisposta la liquidazione? V. RUSSO - FOGGIA La liquidazione viene calcolata, per gli statali, sulla base dell’80% dello stipendio degli ultimi 12 mesi, diviso 12 e moltiplicato per ogni anno utile. Per i dipendenti degli enti locali, invece, l’importo degli ultimi 12 mesi va diviso per 15 e poi moltiplicato per gli anni di servizio.

Vecchie regole

Ecco i lavoratori “fortunati” Da quanto pubblicano i giornali, sulle conseguenze previdenziali del decreto legge anticrisi del 31 maggio, sembrerebbe che nessun lavoratore si salvi dalla tagliola annunciata. E’ così o ancora esiste qualcuno che si possa definire “fortunato”? O. BAttIStINI - CESENA Sì, a ben riflettere ci sono dei lavoratori che conservano il diritto alla pensione secondo le “vecchie” normative, cioè quelle anteriori al decreto. Ecco quali: 1) coloro che maturano i requisiti entro il 2010; 2) il personale della scuola; 3) i lavoratori in preavviso alla data del 30-62010; 4) coloro che, come i piloti o gli autisti dei mezzi pubblici, non hanno più titolo, al compimento dell’età, a svolgere il loro lavoro; 5) 10.000 lavoratori in mobilità in base a precedenti accordi sindacali.

mobilità

donne

Guadagna anni con i versamenti

Con le nuove regole in pensione più tardi

Mio marito è nato il 29/01/1951. E’ stato in mobilità dal 10/02/2008 al 10/04/2009. Però aveva ottenuto l'autorizzazione alla prosecuzione volontaria il 10 maggio 2007. Il 25 settembre 2010 compirà 35 anni di contribuzione. Quando potrà andare in pensione? E' vero che l'autorizzazione ai versamenti volontari gli farà anticipare la " finestra di uscita"? M. RIZZO - CROtONE L'autorizzazione alla prosecuzione volontaria rilasciata prima del 20 luglio 2007 consente di conservare i vecchi requisiti della pensione di anzianità: 35 anni di contributi più 57 di età. Nessuna agevolazione è prevista, invece, per quanto riguarda la finestra, che nel caso specifico si aprirà il 1° luglio 2011.

Sono una dipendente del Ministero delle Entrate con 27 anni di servizio, raggiunti lo scorso 1° aprile. Ho ascoltato alla televisione la dichiarazione del Governo sull’innalzamento dell’età per le donne del pubblico impiego. E’ una decisione che non condivido. Per me, nata il 30 agosto 1952, quali prospettive pensionistiche si pongono? V. MAZZA - RIMINI Prima del decreto legge di maggio scorso, lei avrebbe maturato il diritto a pensione ad agosto 2015. Ora, invece, con le nuove norme, dovrà attendere agosto 2017, quando compirà 65 anni. Poi, dovrà aspettare ancora la finestra mobile, che si aprirà dopo un anno, a settembre 2018.

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Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

per la pensione

Calcolare la propria “quota 95” Sono un lavoratore dipendente, nato nell'agosto del 1953 e lavoro con regolare versamento dei contributi ininterrottamente dal 1° dicembre del 1970. Da quale data posso richiedere la pensione? QUINtIERI - COSENZA Deve arrivare ai 40 anni di contributi. Ciò perchè da luglio 2009 sono entrate in vigore le cosiddette “quote”. Ciò significa che, in alternativa, tra contributi ed età sarebbe necessario, per il 2010, arrivare a quota 95, con un'età minima di 59 anni (requisito che lei, oggi, non possiede).

manovra

Cambiano le finestre d’uscita Ho sentito in televisione che a coloro che matureranno il diritto alla pensione di vecchiaia a partire nel 2011, non sono garantite più le 4 finestre annuali di uscita. E’ vero? L. FERRARA - ROMA Sì, il decreto n° 78/2010, in vigore dal 31 maggio, prevede che dal 2011 la pensione di vecchiaia sarà liquidata dopo 12 mesi dalla maturazione del diritto. Ne sono interessati tutti i lavoratori dipendenti. Maggiori attese sono richieste ai lavoratori autonomi: 18 mesi. Il personale della scuola, invece, continuerà ad andare in pensione dal 1° settembre dell’anno in cui matura i requisiti.


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

A serious man regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

A single man regia: Tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

Affetti & Dispetti (la nana) regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia

Amante (l') inglese

Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” Celedòn. Il titolo originale è fuorviante. Non è la storia di una donna di bassa statura. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, che si occupa sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si dipana esclusivamente all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

Agora regia: Alejandro Amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione

riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

Alice in Wonderland regia: Tim Burton con Johnny Depp, Mia Wasikowska, Anne Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del

regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cercherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

Avatar regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Baciami ancora

Che fine hanno fatto i Morgan?

regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok Dangerous regia: Oxide e Danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Giovanna Mezzogiorno, rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

regia: Marc lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

Chloe Basilicata coast to Cado dalle nubi regia: Gennaro Nunziante regia: Atom Egoyan con coast Julianne Moore, liam

regia: rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Dino Abbrescia, fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la

Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musi-


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE ca. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

A Christmas Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City Island regia: raymond De felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in

Pierfrancesco favino e Alba rohrwacher in “Cosa voglio di più” uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - Il mago della truffa regia: John requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, spo-

sato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, Alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto

nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, robert Duvall Non sarà il Drugo del Grande Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

Dragon Trainer regia: Dean Deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

Draquila - l'Italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

Due vite per caso regia: Alessandro Aronadio con lorenzo Balducci, Isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto

una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “Draquila”, di cui è lei stessa regista nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far

apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per

regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, luciana littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia ricci, Piera Degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt Demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

Il mio amico Eric

Happy family regia: Gabriele Salvatores con fabio De luigi, Diego Abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

I Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e

Tahar rahim, protagonista del “Profeta” sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia, che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

Il figlio più piccolo regia: Pupi Avati con Christian De Sica, laura Morante, luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare

la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

Il profeta

regia: Ken loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

regia: Jacques Audiard con Tahar rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

Il Mi$$ionario

Il segreto dei suoi occhi

regia: roger Delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con

regia: Juan Josè Campanella con ricardo Darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

Il tempo che ci rimane regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

Invictus regia: Clint Eastwood con Morgan freeman e Matt Damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un

Morgan freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

l'isola delle coppie regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali

irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

l'uomo che verrà regia: Giorgio Diritti con Alba rohrwacher e Maya Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

l'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato

definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

l'uomo nero regia: Sergio rubini con Valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

la bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

la nostra vita regia: Daniele luchetti con Elio Germano, raoul Bova, Isabella ragonese, luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

la prima cosa bella regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia

zando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “la nostra vita”

Matrimoni ed altri disastri

Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

regia: Nina Di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, luciana littizzetto, francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabile) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

la vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai

le quattro volte regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utiliz-

Mine Vaganti regia: ferzan Ozpetek con riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio fantastichini, lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realiz-


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE zato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine regia: rob Marshall con Daniel Day-lewis, Sophia loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle Manhattan

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regia: Mira Nair con Steve Carell, Tina fey

Una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio

Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con logan lerman, Pierce Brosnan Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male.

Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori regia: laurent Tirard con françois-Xavier Demaison, Daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le

avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Prince of Persia - le sabbie del tempo regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in questo caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

remember me regia: Allen Coulter con robert Pattinson, Emilie de ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto sepolto improvvisamente dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, robert Duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Shutter Island

russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin Hood”

robin Hood regia: ridley Scott con russel Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano.

Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio regia: Isotta Toso con Daniele liotti, Kasia Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene

regia: Martin Scorsese con leonardo Di Caprio, Mark ruffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico,


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MINICrITICHE DEI fIlM CHE POTrETE VEDErE NEllE SAlE E NEllE ArENE irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Sul mare regia: Alessandro D'Alatri con Dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso

George Clooney e Vera farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason reitman Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney

nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

Triage regia. Danis Tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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