Anno II - n. 202 - Venerdì 15 ottobre 2010
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Ora di Punta dI
C
MoIsè AstA
Analisi biforcuta
hiavi di lettura diverse, da Banca centrale europea e Federal Reserve americana, su stato attuale e prospettive solutorie della crisi economica. La prima, infatti, sul suo Bollettino ufficiale, assume che le Banche centrali han fatto fronte a “sfide senza precedenti” dimostrando “capacità di reagire con prontezza, flessibilità e decisione” dinanzi alla congiuntura negativa. Quasi a dire che si è a buon punto e che, in fondo, basta attendere con pazienza, pur avvertendo l’esigenza di forti riforme “nei Paesi che, in passato, hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi sui conti pubblici e disavanzi esterni elevati”. L’allusione all’Italia, visto che il discorso è relativo soprattutto all’eurozona, è chiara. er la Federal Reserve, invece, la situazione presente è così critica che, per fronteggiarla, occorrono quelle immediate misure eccezionali, che essa si dice pronta a porre in atto (ma chi glielo impedisce?). A questo punto è legittimo chiedersi quale delle due linee di valutazione è la più seria, la più vera, la più realistica. Non c’è dubbio che – come paventa la stessa Bce – urga “stimolare la concorrenza nei mercati dei beni e soprattutto dei servizi” per ristrutturare il settore industriale ed incoraggiare le nuove tecnologie. Con i tagli reiterati di Tremonti (che precarizzano sempre più il mondo del lavoro), però, non si va da nessuna parte. Altro che ciance!
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Annozero. Il conduttore si appella al popolo televisivo
Sancta Sanctorum
Ricorrerà all’arbitrato nella vertenza aperta con il direttore generale della Rai, Mauro Masi, che lo ha sospeso per fermare la trasmissione «Io sono un abbonato Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro. Raccogliete questa frase in ogni caseggiato e inviate alla Rai questo vostro messaggio perchè è un vostro diritto di cittadini continuare a vedere Annozero, non dovete avere i vostri cervelli ridotti a una marmellata televisiva. Con i problemi che riguardano la mia sospensione, ci devo fare i conti io in prima persona». E’ questo l’appello con il quale Santoro si rivolge ai telespettatori perchè prendano nelle mani la battaglia
per la libertà dell’informazione. Perchè salvino la Rai, servizio pubblico. Ha aperto così la puntata di Annozero, con tono pacato ma duro, Santoro che non cade nella trappola delle provocazioni di Mauro Masi, il quale aveva dichiarato al Messaggero (e poi ha smentito) di volerlo licenziare. Santoro afferma di voler difendere la Rai, non se stesso, opponendosi alla sospensione di due punta-
Autogol di Maroni: allarme infiltrati per il corteo Fiom
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Intervenendo a “Porta a porta”, il ministro Maroni “avverte” che al corteo di domani a Roma della Fiom potrebbero infiltrarsi dei provocatori anche stranieri per creare incidenti. Un allarme per dissuadere la gente dal parteciparvi? Un allarme per mettere le mani avanti e autoassolversi in caso di mancato controllo della situazione, scaricandone la responsabilità sul sindacato? Comunque un gesto che preventivamente assolve anche i partecipanti al corteo da eventuali responsabilità qualora si dovessero verificare provocazioni. Insomma, un comportamento che molti giudicano irresponsabile: megli avrebbe fatto Maroni a prendere riservatamente le misure che gli competono. PAG. 3
te del programma, per cui ricorrerà ad un arbitrato interno, molto rischioso, pur di mandare in onda Annozero. Pochi minuti dedicati al problema punizione del conduttore, perchè, come ci ha detto Sandro Ruotolo, «non vogliamo fare una trasmissione che parla di noi, vogliamo parlare di libertà d’informazione e di crisi economica che segnano in modo negativo l’attuale fase politica del nostro paese». Comunque nella puntata di ieri sera di "Annozero" sull’argomento è intervenuto il segretario del Pd Bersani, il quale ha detto che in “Rai ci sono autolesionismi. Finchè non si cambieranno i meccanismi i partiti non usciranno dalla Rai, finché non ci sarà un amministratore delegato non ne usciremo mai. Noi paghiamo il canone per avere un’azienda normale”. Formigoni più spiritoso: “Io mi sarei limitato al cartellino giallo. Io da utente dalla Rai avrei evitato questo provvedimento”. Epifani, segretario della Cigl: “E’ un provvedimento che non ha nè capo nè coda. Anche perchè non hanno tenuto conto delle persone che lavorano attorno ad Annozero”. Gianni Riotta ha affermato che la sospensione ”è una cavolata. Se non c’è stata una mediazione tra te e il direttore dell’azienda, evidentemente c’è un problema nella Rai, quindi è un provvedimento inutile”. Era prevista anche la presenza di Capezzone, ma di rappresentanti del Pdl in sala nemmeno l’ombra. La trasmissione è poi proseguita affrontando l’argomento economia, con le intercettazioni contro la Marcegaglia e i racconti di tanti operai e piccoli imprenditori che stanno affrontando la crisi. E come ha detto una giovane donna intervistata: ”Ormai siamo costretti a sopravvivere”.
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AvetrAnA
LA FinAnziAriA
Doppiotrapianto dimanoaMonza Sitrattadelprimo casoalmondo
I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) Roma hanno trovato tracce di impronte digitali di diverso tipo sul cellulare di Sara Scazzi. Lo si è appreso da fonti investigative. Il telefonino della 15enne di Avetrana, uccisa dallo zio reo confesso Michele Misseri il 26 agosto scorso, venne consegnato ai carabinieri dallo stesso omicida, privo di batteria il 29 settembre. L'uomo disse, per depistare gli investigatori, di averlo trovato casualmente vicino a rami e foglie secche bruciate in un podere in cui aveva lavorato la sera prima. Intanto, gli investigatori continuano a interrogare i familiari di Misseri. Poichè si ipotizza che l’uomo abbia mentito durante i vari interrogatori per coprire qualcuno.
Via libera dal Consiglio dei Ministri alla legge di stabilità, la vecchia finanziaria. La riunione è durata circa mezz’ora. Il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla Finanziaria ha svolto una “discussione responsabile”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Tra i ministri – ha aggiunto – c’è stata massima condivisione”. “ Finita la legge di stabilità, lanciamo la politica dello sviluppo. Da ora possiamo formalmente avviare la seconda fase” quella dello sviluppo, dopo la fase della stabilita’ di bilancio”, ha aggiunto Tremonti. Il quale ha poi parlato della riforma del fisco che sarà affrontata mercoledì.
Eccezionale intervento chirurgico all'ospedale San Gerardo di Monza. A una paziente di 52 anni che aveva subìto l'amputazione di mani e piedi per una sepsi sono state trapiantate le mani. entrambe L'operazione, la prima al mondo di questo genere, è stata effettuata dall'equipe del professor Massimo Del Bene. Per l'intervento è stata usata anche una tecnica basata sulle cellule staminali. La paziente aveva subito l'amputazione dei entrambe le mani ed entrambi i piedi a causa di una gravissima forma di sepsi che aveva colpito tutte le quattro estremità del corpo. Le sue condizioni cliniche sono considerate buone dai sanitari. La donatrice è una signora di 58 anni e l'espianto era stato eseguito presso l'ospedale di Cremona. Ora ci vorranno 7 giorni per sciogliere la prognosi sulla completa riuscita dell'intervento. “Si tratta di un nuovo, grande successo per la sanità lombarda'' ha sottolineato Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, nell'annunciare l'intervento. Per l'intervento del doppio trapianto di mano è stata usata una tecnica anti-rigetto basata sulle cellule staminali. Le cellule sono le stesse che producono ossa e cartilagini, e iniettate nel paziente nelle prime 24 ore hanno un'azione immunosoppressiva.
Diverse impronte Leggedistabilità sul cellulare di Sarah vialiberadalgoverno
PiAzzA ArMerinA
Violentarono disabile condanna definitiva per tre giovani Condanna definitiva con sentenza della Corte di Cassazione per 3 giovani di Piazza Armerina che violentarono una ragazza disabile di 23 anni. Arrestati Filippo Castoro, 29 anni, Concetto Chiella, 28, e Giovanni Tagliarino, 26. La Cassazione ha così confermato la condanna inflitta in appello a 4 anni, di cui sei mesi già scontati. Lo stupro avvenne il 18 luglio del 2003. I tre furono arrestati in flagranza di reato insieme a un altro giovane, allora minorenne. La notizia fece scalpore perchè la vittima era una giovane disabile. Piazza Armerina divenne in quel periodo capitale mediatica.
La protesta degli universitari
Sit-in di protesta “ad oltranza”, degli universitari, davanti alla Camera contro la riforma Gelmini. Gli studenti chiedono il ritiro del provvedimento, mentre le associazioni invocano modifiche sostanziali all’articolato che il governo non sembra intenzionato a introdurre. Sulla mancanza di fondi per attuare la riforma è intervenuto tremonti il quale ha affermato che a fine anno saranno sboccati i finanziamenti necessari.
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Direttore responsabile: Ennio simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
L’OnOmasticO Aurelia Secondo la leggenda raccolta da M. rader, Aurelia, figlia di Ugo Capeto, per non sposarsi con un nobile al quale era stata promessa, abbandonò la casa paterna e fuggì a ratisbona, dove l'abate di S. emmerano le diede il permesso di dimorare nel monastero di S. Andrea. Qui Aurelia visse circa cinquant'anni e morì nel 1027.
accadde Oggi 1863: Css Hunley il 15 ottobre 1863 il primo sottomarino funzionante, il CSS Hunley affonda durante un test, uccidendo Horace Lawson Hunley (il suo inventore) e sette uomini di equipaggio.
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FrAnCiA
Arrestata e poi liberata la madre de giovane morto in cella a Grasse Cira Antignano, la madre di Daniele Franceschi - il giovane morto il 25 agosto in carcere a Grasse, in Francia, in circostanze da chiarire - è stata arrestata dalla polizia francese perché stava manifestando davanti al penitenziario. Il suo legale ha spiegato che la donna sarebbe stata ferita da un calcio sferratole da un agente, che le avrebbe rotto tre costole. La donna è poi stata rilasciata grazie all'intervento del console italiano. Oltre alla libertà Cira Antignano ha ottenuto che la salma dei figlio rientrasse in Italia. E così è avvenuto ieri mattina. Ora si attende l’esito delle inchieste sulle cause del decesso di Daniele.
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roMA
L’infermieraromena incomairreversibile burtoneavevagiàcolpito
Maricica Hahaianu l’infermiera romena colpita da un pugno al volto da Alessio Burtone è in coma irreversibile. Lo hanno annunciato ieri sera i sanitari che hanno spiegato che le condizioni della donna si sono aggravate nel pomeriggio” Intanto si è appreso che Alessio Burtone, il 14 giugno, aveva colpito alla bocca un ragazzo che portava a spasso il cane. La rissa era finita con un rapporto ai vigili e una denuncia al commissariato. Allora il giovane era finito in ospedale. A bordo del suo scooter, Burtone sfiora sulle strisce un ragazzo. Quello si arrabbia. Lui si ferma e lo aggredisce prima verbalmente, poi con un cazzotto alla bocca.
ForMULA 1
SCHiFAni
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ULtrà Serbi
La legge elettorale il circus in russia a partire dal 2014 resta al Senato
Maroni attacca “Ha sbagliato l’interpol”
Non si sa se chiamarlo “scontro tra istituzioni” oppure un semplice “disaccordo”. Fatto sta che ancora una volta Pdl e Gianfranco Fini sono in conflitto. Stavolta il motivo della polemica è la legge elettorale che Fini aveva chiesto, in fase di discusssione, di poter dare il via dalla Camera dei deputati. Ora è arrivata la replica di Schifani. Che ha comunicato di ritenere opportuno che l’esame dei disegni di legge in materia elettorale debba proseguire presso la Commissione affari costituzionali del Senato: è quanto rende noto l’ufficio stampa di Palazzo Madama che informa, come detto, sulla lettera di risposta di Schifani al presidente della Camera Gianfranco Fini. Questo è il primo scontro tra Fli e Pdl dopo la pace simbolica ritrovata con l’accordo sulle nomine dei presidenti delle Commissioni parlamentari. Ora, la nuova polemica. E Fini commenta: Non si farà”.
“La sottovalutazione c'è stata da parte dell'interpol di belgrado. Sulle critiche ci rido sopra". roberto Maroni interviene sui disordini di Genova e rende noto quanto comunicato dall'intelligence di belgrado l'8 ottobre scorso riguardo alle tifoserie. “il messaggio che abbiamo ricevuto dall'interpol di belgrado - ha spiegato il ministro dell'interno - parlava di cento tifosi, non duemila". il capo del viminale ha sottolineato che proprio questa nota delle autorità serbe “ha indotto la nostra polizia a considerarla una partita che si poteva gestire con le forze che abbiamo messo a disposizione. e' chiaro che se ci avessero detto 'arriva una banda di criminali ultras che potrebbero mettere a ferro e fuoco la città", avremmo gestito in modo diverso. Quindi - ha sottolineato - questa carenza di informazioni c'é stata". intanto ivan, il capo degli ultrà arrestato, tramite il suo legale ha fatto sapere che la protesta attuata allo stadio Marassi era contro “la Federazione calcio serba”.
La Formula 1 sbarcherà in russia dal 2014 con il Gp che si disputerà a Sochi. La fumata bianca è arrivata ieri dopo un incontro tra il premier russo vladimir Putin e il patron del circus, bernie ecclestone.
CoSe Di QUeSto MonDo
bimba con un tumore salvata grazie a Facebook
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a vita di una bimba di 2 anni, Grace Freeman, è stata salvata grazie a una foto pubblicata su Facebook, notata da un'infermiera che mentre sfogliava gli scatti pubblicati nella bacheca dell'amica, Michele Freeman, ha visto un'anomalia. L'occhio destro della piccola a causa del flash era rosso mentre l'altro, il sinistro, bianco. Per Nicola Sharp, che ha lavorato 20 anni in un reparto
pediatrico, non c'erano dubbi: era un tumore. La famiglia Freeman, una volta, fatte le analisi, ha scoperto che la piccola Grace è affetta da retinoblastoma, formato da due piccoli tumori all'occhio sinistro. Secondo i medici senza il provvidenziale sguardo "informato" di Nicola sarebbe stato impossibile scoprire in tempo il tumore. La bimba avrebbe perso la vista all'occhio
sinistro e probabilmente le sarebbe stato fatale. Adesso Grace ogni 4 settimane deve recarsi a Birmingham per degli specifici trattamenti laser. E dovrà continuare a monitorare le condizioni del blastoma per tutta la vita. Il retinoblastoma colpisce solo i bambini e il sintomo più comune è che la pupilla riflette la luce bianca, come gli occhi di un un gatto.
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Domani la manifestazione della Fiom a Roma
Contro ogni tentativo di divisione dI
PAolo sERvEntI lonGHI
S
arà una grande e bella manifestazione quella di sabato pomeriggio in piazza san Giovanni. I lavoratori metalmeccanici arriveranno a Roma da tutta Italia per chiedere il rispetto dei diritti, dei contratti, della democrazia sindacale, per il lavoro, i redditi e le tutele sociali. Contro un governo che da quando è nato compie sforzi sovrumani per dividere il sindacato e per indebolire i lavoratori, già duramente colpiti da una crisi che non accenna a dare tregua all’insieme del sistema produttivo industriale del paese.
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e bandiere della Cgil, delle categorie, delle strutture territoriali, sfileranno a fianco di quelle della Fiom, che organizza la manifestazione, perché non vi sono distinguo negli obiettivi di fondo della protesta, nella critica degli accordi separati e dell’introduzione delle deroghe nei contratti, nella richiesta alle organizzazioni firmatarie di verificare subito la rispettiva rappresentatività in tutti settori, nel privato e nella pubblica amministrazione.
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erto, l’esigenza di mettersi in gioco, di lanciare la sfida del confronto anche duro a governo e imprese, di innovare la contrattazione, di espandere le regole a chi ora ne è privo (specie i giovani precari), non può essere né taciuta né nascosta perché il futuro deve vedere la Cgil, come la Fiom, protagoniste del cambiamento. Anche se per riavviare il dialogo con le imprese bisogna essere almeno in due, nel caso italiano in quattro, perché le confederazioni sono tre e la Cgil è quella più rappresentativa.
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le riaffermazioni di identità di Cisl e Uil - in questo senso va interpretata la loro manifestazione di sabato scorso a Roma – vanno benissimo se però evitano di introdurre nuovi elementi di divisione e soprattutto di offrire una sponda al ministro Sacconi che vagheggia di un “unico” sindacato riformista (altro che identità!). Ma, in ogni caso, chi sfilerà a Roma con la Cgil e la Fiom sa bene che qualunque forzatura o, peggio, provocazione farà il gioco (anche mediatico) di chi vuole abbattere i diritti dei lavoratori. Come si è cercato di fare a Torino, Treviglio, Livorno, Lecco, Terni e a Roma contro la Cisl.
Da Annozero a piazza S. Giovanni: diritti
e dignità del lavoro dI
AlEssAndRo CARdUllI
Dalla piazza televisiva di Anno zero alla piazza che racconta la storia delle lotte operaie, San Giovanni, a Roma, che domani, nel primo pomeriggio,accoglierà decine di migliaia di lavoratori. Non sono due cose diverse, c’è un filo rosso che lega i due eventi: la dignità , i diritti , la libertà della persona, la dignità del lavoro, i diritti dei lavoratori. Santoro e la redazione di Anno zero hanno dato una lezione di dignità a personaggi come Mauro Masi e al burattinaio che tira i fli. Chi fa questa scomoda, o troppo comoda professione digiornalista ,sa bene cosa significa lavorare mentre sai che ti hanno punito, sospeso, tolto lo stipendio ti hanno umiliato come ha detto Santoro, non hai certezze del tuo futuro. E la redazione che ha sostenuto una puntata del programma, di grande interesse portando di fronte a milioni di telespettatori i problemi della crisi economica con i suoi riflessi pesanti sulla vita dei lavoratori, dando voce alle operaie dell’Omsa, le calze migliori del mondo, che vengono messe sul lastrico da uno dei padroni che de localizza e,dopo aver realizzato lauti profitti, prende baracca e burattini e se ne va in un paese dove di più e meglio si possono sfruttare le persone,pagando due soldi. Lo schiavismo in chiave moderna ,.la tanto decantata globalizzazione. Dice una imprenditrice di Prato, disperata: non ho esportato capitali, non ho usufruito dello scudo fiscale, le macchine che ho
comprato non mi servono più, non c’è lavoro. Si rivolgono, anche con accenti duri, a Bersani, Formigoni, Epifani. Dov’è il governo? Assente. Gianni Riotta il direttore del giornale confindustriale parla della Marcegaglia sottoposta al tiro al bersaglio dal Giornale rappresentato in studio da Zurlo, una faccia meno truce di quella di Sallusti che la butta sullo scherzo.
informazione e crisi economica
La libertà dell’informazione, il diritto dei cittadini ad essere informati si intreccia con la crisi economica, con i drammi di centinaia di migliaia di operai. Siamo costretti – dicono-a gesti clamorosi, a salire sui tetti, ad occupare le stazioni, bloccare le autostrade perché i media raccontino il paese reale. Torna, nelle parole delle operaie dell’Omsa la “dignità del lavoro”, l’orgoglio di produrre anche se il salario è poco<più di mille euro. Questi problemi, tante storie individuali e collettive, dalla piazza televisiva di Annozero arriveranno domani,sabato, nelle strade di Roma. Le tute blu della Fiom-Cgil, arriveranno da tutte le fabbriche italiane, da tutto il paese. Come ha detto Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil che, in questo ruolo, terrà il suo ultimo comizio nella piazza, simbolo delle lotte democratiche, la dignità del lavoro significa che i lavoratori hanno diritto a dire la loro sui problemi che li riguardano. La divisione sindacale, con il
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Anche l’informazione in quella manifestazione segue da pag. 4 governo che ha soffiato sul fuoco nel tentativo sciocco, impossibile, di isolare la Cgil, si recupera solo se Cisl e Uil accettano il confronto, tornano insieme alla Cgil a discutere con i lavoratori, che hanno diritto a votare, sempre e ovunque, quando le posizioni dei sindacati sono divergenti.
il lavoro un bene comune
Tutti i lavoratori e non solo gli iscritti ai sindacati. “ Il lavoro è un bene comune”: è lo slogan della manifestazione Democrazia,diritti, legalità, i pilastri sui quali costruire la dignità del lavoro. Il ministro Maroni ha buttato là, a poche ore dalla manifestazione una freccia avvelenata: c’è il rischio che gruppi estranei, provenienti anche dall’estero si rendano protagonisti di atti violenti, ma, dice, voi metalmeccanici siete in grado di impedire atti di violenza. Come dire: noi ce ne laviamo le mani, se succede qualcosa di brutto vuol dire che non l’avete saputo impedire. Davvero singolare questo
Masi non doveva impugnare il cartellino rosso Il direttore generale della Rai crede di essere un arbitro che sventola cartellini rossi sulle facce dei giornalisti a lui sgraditi, come Michele Santoro, Roberto Natale e i colleghi del Manifesto e dell'Unità. Ma l'informazione non è un campo di calcio, bensì un terreno delicato nel quale i lettori e i telespettatori hanno diritto al massimo pluralismo delle idee e delle voci. Proprio chi ha alluso allo Zimbabwe non può pensare di procedere scompostamente, tentando di punire giornalisti e sinda-
Così raduni, corteo e comizio 1° ConCEntRAMEnto ore 13,30 Piazza dei Cinquecento area antistante il Museo nazionale Romano Regioni: Abruzzo; Alto Adige; Calabria; Campania; lazio; lombardia; Marche; Molise; sicilia; trentino; Umbria. Il corteo percorrerà via delle terme di diocleziano, via G. Amendola, via Cavour, Piazza dell’Esquilino, via liberiana, Piazza santa Maria Maggiore, via Merulana, largo Brancaccio, viale Manzoni, viale Emanuele Filiberto per concludersi a Piazza di Porta san Giovanni. 2. ConCEntRAMEnto ore13,30 (Piazzale dei Partigiani antistante la stazione ostiense) Regioni: Basilicata; Emilia Romagna; Friuli venezia Giulia; liguria; Piemonte; Puglia; sardegna; toscana; valle d’Aosta; veneto. Il corteo percorrerà Piazzale dei Partigiani, Piazza di Porta san Paolo, via della Piramide Cestia, viale Aventino, Piazza di Porta Capena, via di san Gregorio, via Celio vibenna, via labicana, viale Manzoni, via Merulana, Piazza di Porta san Giovanni. Il Comizio conclusivo si terrà a piazza san Giovanni In piazza con la Fiom l'esibizione della "Banda Jorona" e delle "Cheja Celen" ministro dell’Interno che non ha saputo bloccare tre ,quattrocento delinquenti serbi, ha consentito che per le strade
di Genova e poi allo stadio si dedicassero a opere di devastazione sistematica nel nome del nazionalismo più becero,
faccia la lezioncina ai metalmeccanici e alla Cgil. Ma anche questa,purtroppo, è Italia.
calisti contrari a qualsiasi tentativo di imbavagliare la libera stampa. Giancarlo Ghirra segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti
del diritto di cronaca: un redattore può offendere pubblicamente il suo direttore generale senza pagare pegno. Gli insulti rientrano nella libertà di stampa. Anche gli americani fanno le stesse affermazioni (“Gli insulti sono una forma estrema della libertà di pensiero”), ma aggiungono: “salvo poi risponderne”. Ghirra è stato poi incauto, in quanto, come giudice disciplinare d’appello un giorno potrebbe essere chiamato a pronunciarsi sulla storiaccia. Il suo dovere è di non parlare anche perché non ha compiti di rappresentanza dell’ente. Franco Abruzzo ex presidente Ordine dei giornalisti Milano
Da Santoro uso improprio del mezzo
Ghirra non aveva diritto e titolo per intervenire Ghirra si è lanciato in un’avventurosa dichiarazione sul “caso Santoro” inserita arbitrariamente nel sito del’Ordine, ma è stata eliminata su disposizione del presidente Enzo Iacopino, che finalmente ha tirato fuori gli attributi. Ha stabilito un nuovo principio nell’ambito
Masi ha fatto bene a sospendere Santoro per l’uso improprio del mezzo”. ha fatto bene a sospendere Santoro per l'uso improprio del mezzo. Se uno va in televisione e da dell'imbecille al direttore generale non può aspettarsi altro che una reazione. In questi anni si è formata in Rai una zona franca nella quale ogni conduttore avendo un referente politico ne fa un casus belli" e conclude a radio 24 "Se Santoro vuole fare quello che vuole cambi azienda. Luca barbareschi deputato di Fli
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L’immigrazione clandestina al centro delle elezioni Usa
La cameriera che ha messo nei guai la candidata repubblicana doMEnICo MACERI Il cognome del marito di Meg Whitman è Harsh (duro, aspro). Ecco come si potrebbe definire la linea della Whitman verso i clandestini. La Whitman (foto), come si sa, è la candidata repubblicana a governatore dello Stato della California. La tolleranza zero delle sue dichiarazioni politiche verso i clandestini però non combacia con la pratica nella sua vita personale. La Whitman ha licenziato la sua cameriera, Nicky Diaz Santillan, dopo che lei la informò di essere clandestina. Santillan era stata assunta da Whitman nove anni fa attraverso un’agenzia alla quale aveva presentato documenti falsi. Dopo aver perduto il lavoro, Santillan ha deciso di denunciare la sua ex padrona perché secondo lei era stata costretta a lavorare extra e non era stata pagata. La rivelazione ha ovviamente causato grossi grattacapi politici a Whitman. Le accuse di ipocrisia le sono piovute addosso non solo dai democratici ma anche da alcuni repubblicani che già la consideravano non abbastanza dura con i clandestini. Su questo punto la Whitman ha sostenuto una linea dura. E lo ha dimostrato, secondo lei stessa, il licenziamento di Santillan non appena aveva scoperto che la cameriera era clandestina. Whitman si è difesa dicendo che lei non aveva nessuna colpa dato che aveva assunto la Santillan attraverso un’agenzia
DAllA
CAlIfORnIA
la quale era responsabile per il controllo dei documenti. Il problema per la candidata è che la legge americana dice che il datore di lavoro che paga l’impiegato deve assumersi la responsabilità del controllo dei documenti. Nonostante che l’assunzione fosse avvenuta mediante l’agenzia, la Whitman pagava direttamente la cameriera. Quindi lei doveva riempire il modulo I-9 richiesto dalla legge. Non lo fece. Sapevano Whitman ed il marito che la Santillan era nel Paese illegalmente prima di licenziarla? Sei anni fa avevano ricevuto una lettera dalla Previdenza Sociale dichiarando che vi erano possibili irregolarità nei dati personali della loro dipendente. Il marito aveva scritto una nota sulla lettera consegnandola a Santillan chiedendole di effettuare i controlli necessari. Qualcosa quindi avranno saputo, anche se non ci avranno fatto caso. La Whitman e suo marito consideravano la Santillan parte “della loro famiglia”. Quando la Santillan gli ha chiesto assistenza per regolarizzare il suo status immigratorio l’hanno licenziato. Non una bella maniera di trattare un “membro della famiglia”.
Una questione spinosa
La questione dei clandestini è spinosa per tutti gli americani e specialmente in California. In
un modo o nell’altro quasi tutti hanno dei contatti con i clandestini, i quali accettano i lavori più umili non solo facendo le pulizie nelle case dei benestanti ma anche nei ristoranti e ovviamente nei lavori agricoli. Queste persone sono molto vulnerabili e si sforzano di non attirare l’attenzione delle autorità. Non è raro che vengano maltrattati e spesso mal pagati per il loro lavoro. Come ha spiegato il Cardinale Roger Mahoney di Los Angeles in un suo recente intervento, i clandestini sono accettati per i lavori ma allo stesso tempo sono criticati per avere attraversato la frontiera illegalmente. E’ come se alla frontiera ci fossero dei cartelli invitandoli ad entrare con offerte di lavoro ma allo stesso tempo fossero informati di non poter entrare nel Paese. Nel loro secondo dibattito per la poltrona di governatore della California la Whitman e Jerry Brown, il suo avversario democratico, hanno discusso a lungo la questione dei clandestini. Il dibattito è stato sponsorizzato in parte dalla rete televisiva in spagnolo Univisión. Inevitabilmente il caso della Santillan è stato discusso. Whitman ha accusato Brown di essere lui ad avere incitato la Santillan a venire a galla per ragioni politiche. Gli ha detto che “dovrebbe vergognarsi” per avere esposto la Santillan
al rischio di essere deportata. La Nicky che è emersa pubblicamente non era “quella che aveva lavorato” per lei per nove anni. Dal canto suo Brown ha risposto per le rime accusando la Whitman di ipocrisia quando lei afferma che i datori di lavoro “devono essere responsabili” e puniti se assumono lavoratori clandestini. La Whitman, secondo Brown, non ha fatto altro che dire una cosa e fare esattamente il contrario.
La domanda della studentessa
Alla fine del dibattito una studentessa universitaria che non ha rivelato il nome ha chiesto l’opinione dei due candidati sul Dream Act. Questo disegno di legge aprirebbe le porte della cittadinanza americana ai figli dei clandestini residenti in America se completassero due anni di università o si arruolassero nelle forze armate americane. Whitman ha detto di essere contraria. Brown ha dichiarato invece di essere favorevole al disegno di legge. Due visioni del modo di trattare gli immigrati. La prima che li vede come usa e getta, la seconda che considera il problema con umanità. *Domenico Maceri (dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA.
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La migLiOre deL giOrnO
tremonti ci spieghi
Federalismo fiscale solo a beneficio delle regioni leghiste? Federalismo fiscale, a che serve? A far restare i soldi laddove si producono, direbbero i leghisti. In sintesi il modello delle regioni a statuto autonomo, tipo Trentino-Alto Adige. Oggi le regioni incassano dal sistema fiscale l'addizionale Irpef (privati), l'Irap (imprese) e partecipazione Iva (servizi e utenze). Secondo la proposta del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, l'Irap puo' essere solo abbassata ma deve essere compensata da un aumento dell'Irpef, il che e' poco probabile. L'Irpef puo' essere aumentata, in relazione alle esigenze di cassa, ma non per i redditi da lavoro dipendente e da pensione, limitatamente ai primi due scaglioni Irpef, il che significa che l'aumento interessera' i redditi medio-alti cioe' quelli piu' presenti nelle regioni ricche. E quali sono le regioni ricche? Quelle del Nord Italia, cioe' quelle che votano Lega. Paradossale? Sembra proprio di si'. Primo Mastrantoni segretario Aduc
Carceri Un tentato suicidio e un’evasione troppo facile L’altra mattina intorno alle ore 10 un detenuto ventitreenne di nazionalità italiana ha tentato di togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo all'interno della propria cella del Carcere di Pistoia. Grazie al pronto e provvidenziale intervento del personale di vigilanza il giovane è stato immediatamente soccorso ed accompagnato al Pronto Soccorso dell'Ospedale dove tuttora è ricoverato in gravissime, disperate condizioni. Si teme per la sua vita. Sul fenomeno dei tentati suicidi in carcere domani la UIL PA Penitenziari renderà disponibili i dati dal 1° gennaio al 30 settembre 2010. E non sarà , purtroppo, un bel leggere. *** Un detenuto tunisino ristretto presso la Casa Circondariale di Padova, in attesa di giudizio per
reati legati allo spaccio di droga, è evaso l’altra mattina intorno alle 10.55 dal cortile passeggio del carcere patavino. Il detenuto, che in prima mattinata aveva effettuato colloqui con i familiari , ha scavalcato prima il muretto dei passeggi e successivamente la cinta (aggrappandosi ad un palo prospiciente al muro). Si è, quindi, allontanato di corsa verso l’autostrada . Il muro di cinta , attualmente inagibile, era sguarnito di sorveglianza. La prestanza fisica dell’uomo ( 1,82 cm di altezza per 54 KG) ha facilitato la fuga. Per quanto ci riguarda non possiamo che ribadire quanto già più volte denunciato . Ovvero che il deficit dell’organico di polizia penitenziaria costringe gli operatori a prestare servizio in condizioni ben al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Questo significa, come è purtroppo dimostrato dai 13 evasi di quest’anno, che chiunque voglia e quando vorrà potrà evadere dalle nostre prigioni groviera. A prescindere dalle capacità e dall’impegno del personale. eugenio Sarno Uil Penitenziari
Giannelli sul “Corriere della sera”
outing Ma chi lo fa non ha per caso altri scopi?
Nei giorni scorsi, forse per timore che le luci dei riflettori si spostassero sui “concorrenti”, ma molto più probabilmente per gestire meglio i rispettivi interessi, due noti personaggi italiani in linea con la moda del momento, hanno fatto outing. Tiziano Ferro nell’imminenza dell’uscita di un suo libro autobiografico, ha dichiarato di essere gay, mentre l’auto candidato alla presidenza del Partito Democratico, Niki Vendola, ha fatto sapere di essersi teneramente fidanzato con un focoso amante canadese. Lasciamo perdere che il matrimonio è un contratto sponsale tra maschio e femmina finalizzato alla procreazione e lasciamo perdere che il Magistero e le Sacre Scritture bollano la sodomia come grave peccato contro natura, che può importare alla gente comune delle pratiche amatorie due privati cittadini? Evidentemente chi fa outing sa bene che le affermazioni pubbliche non si fermano alla sola notizia, ma spianano la strada alla diffusione dell’ideologia gay che da qualche anno è penetrata nell’opinione pubblica. Laici, laicisti e liberali hanno bellamente accettato il nuovo corso della società moderna, ma quello che preoccupa è lo “sdoganamento” dell’omosessualità da parte di non pochi
cattolici che, fregandosene della morale cristiana, la ripudiano senza scrupoli. Il credente Vendola, con le sue reiterate dichiarazioni di fede in Dio accompagnate da un contradditorio comportamento di vita anticristiano ed anticattolico, ne è l’esempio più visibile. Curiosità: quando il figlio dell’Uomo tornerà sulla Terra, che farà quando scoprirà che il suo altare è popolato da effemminati, gay, trans e sodomiti? Licenzierà in tronco l’omofob San Paolo per antimodernità, o manderà, come promesso, i “diversamente orientati” a crogiolarsi sulla graticola eterna? Gianni toffali Verona
Per Xiaobo
Numerosi parlamentari di tutti gli schieramenti hanno aderito all'appello Articolo21 per chiedere la liberazione del Premio Nobel Liu Xiaobo. Il rispetto dei diritti umani richiede molti sforzi e una grande coerenza ma è l'unica lente attraverso la quale giudicare fino in fondo i comportamenti dei paesi amici: e su questo tema non si possono fare sconti. Per questo motivo chiediamo che le autorità cinesi consentano la partecipazione di Liu Xiaobo alla cerimonia di consegna del Premio Nobel 2010 e al governo italiano di assumere una posizione chiara e forte come quella espressa dal presidente Obama che ha chiesto la liberazione del dissidente cinese. i promotori rosa Calipari Giuseppe
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Diritti & DOVeri PreVidenZa Risponde il dottor AntonIno nIColo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
Lavoratori precoci
Non ci sono più le agevolazioni Ho iniziato a lavorare a dicembre 1971 a 16 anni, come dipendente in un distributore di carburante. Quando potrò andare in pensione? E' ancora in vigore la legge sui lavoratori precoci? C. Galli, Civitavecchia non c'è più, da diversi anni ormai, alcuna agevolazione per i lavoratori precoci. Lei raggiunge il diritto all'anzianità con 40 anni di contributi, quindi a dicembre 2011. Con apertura della finestra a gennaio 2013.
assegni familiari
La residenza non incide Sono un giovane lavoratore dipendente (assunto nel 2003). Sono sposato da dicembre 2008 e non ho chiesto finora l’assegno al nucleo familiare in quanto mia moglie ha conservato la residenza nel suo comune di nascita. Io, invece, per motivi di lavoro, risiedo a Palermo. Ho diritto a quell’assegno, anche in considerazione che mia moglie non lavora e non ha alcun reddito? T. Romano, Palermo La risposta è positiva. infatti, la diversità di residenza non incide sul diritto, quando il coniuge non è legalmente ed effettivamente separato. L’importo mensile è correlato al reddito di entrambi i coniugi ed è rilevabile dalle apposite tabelle, in possesso delle aziende.
riscatto della laurea
Questi i tre parametri di calcolo per valutare la convenienza Mi sono deciso, qualche mese addietro, a chiedere all’INPDAP il riscatto della laurea in Giurisprudenza (4 anni) da me conseguita nel 1984. Oggi ho 50 anni di età e vorrei raggiungere al più presto i 40 anni di contributi. Le chiedo di sapere su quale base avviene il calcolo del riscatto per calcolare la convenienza dell’operazione. F. Conti, Tivoli il calcolo del riscatto, da parte dell’ente previdenziale competente, avviene sulla base di alcuni parametri ben precisi: a) l’età anagrafica del richiedente; b) la sua anzianità contributiva; c) la retribuzione di cui gode al momento della richiesta. Per tali motivi, è evidente la convenienza di chiedere i riscatti il più presto possibile.
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Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
contributi volontari
Come conteggiare l’importo da pagare Mia moglie, ex lavoratrice dipendente, ha 55 anni. Da un estratto conto INPS figurano accreditati 901 contributi settimanali, pari a poco più di 17 anni. Le mancano, quindi, quasi 3 anni per raggiungere, a 60 anni, il diritto alla pensione di vecchiaia. Vorremmo provvedere a colmare il vuoto con contributi volontari. A quanto potrebbe ammontare il costo? S. Antonelli, Foligno (Pg) Per calcolare il costo annuo dei contributi volontari dei lavoratori dipendenti è sufficiente moltiplicare l’aliquota del 31,37% sullo stipendio lordo percepito nell’ultimo anno di lavoro.
rateizzazione
anni di mobilità
Periodi precedenti da riscattare
Riconosciuti come contributi figurativi
Prima dipendente poi professionista
Sono personalmente interessato a conoscere se, per gli anni di mobilità, un lavoratore ha ugualmente diritto a vedersi riconosciuta una quota di pensione (retributiva) pari al 2%, come avviene per chi lavora regolarmente (senza ammortizzatori sociali). Grazie. A. Barbagli, Arezzo
Sono nato nel 1953. Ho lavorato dal 1974 al 2000 (26 anni) come dipendente, dal 2000 sono libero professionista (senza Cassa di Previdenza, però) pagando regolarmente l’Inps. Quando avrò diritto d’andare in pensione ? Grazie. R. Franchi, Roma
Mio cognato è morto lo scorso luglio, dopo 29 anni di lavoro presso varie aziende industriali. Aveva 54 anni e nel 2009 gli era stata riconosciuta dall’INPS la pensione di inabilità. Vorremmo sapere se a mia suocera,di 84 anni, compete una quota della pensione, quale familiare superstite di mio cognato. P. Caruso, Bari La pensione ai superstiti spetta ai genitori di età superiore ai 65 anni, che non sono titolari di altra pensione e risultano a carico, al momento della morte, del lavoratore deceduto. Questo diritto nasce, però, soltanto nel caso in cui non vi siano né coniuge né figli superstiti del defunto o, pure esistendo, non abbiano titolo, per qualche motivo, alla pensione.
risposta affermativa. il periodo di godimento dell’indennità di mobilità viene accreditato quale contribuzione figurativa utile a tutti gli effetti pensionistici. Pertanto, anche per esso, il periodo di un anno “frutta” il 2%.
calcolo complesso
Devo ritenere che, nei 10 anni di professionista, lei sia stato iscritto alla Gestione Separata dell’inPS. in tal caso, potrebbe fruire della totalizzazione dei contributi, al raggiungimento dei 40 anni di contribuzione (nel 2014 a 61 anni). Però la pensione verrebbe calcolata soltanto col metodo contributivo. Altrimenti, dovrà attendere i 65 anni di età per avere una pensione di vecchiaia col metodo retributivo ed una pensione supplementare, per i contributi versati alla Gestione separata.
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L a sociolog i a della storia di un saggis t a scrupoloso che focalizza il “crescendo”, attraverso tappe sempre più significativamente intense e complesse, di quella che già da tempo si configura come la consorteria criminale organizzata più forte ed espansa a livello planetario (la ‘ndrangheta calabrese) e l’esperienza consumata, attenta esegetica, chiarificatrice di un magistrato che non s’è mai chiamato fuori dalla breccia e, semmai, ha scelto di dare il suo schietto, sentito, contributo per l’individuazione più completa ma essenziale del problema (ai fini della sua soluzione) costituiscono la componente essenziale – si direbbe la struttura portante – del riuscito volume “Borghesia mafiosa” (Edizioni Dedalo, pp. 360 Euro 18,00, settembre 2010) che, redatto ed annotato dallo storico Mario Casaburi, è arricchito pure da un intervento (articolato in due capitolo, il IX e il X) del calabrese Emilio Ledonne, attuale Procuratore Generale di Bologna nonché esperto di mafia, tra i migliori che si contano oggi. Già… perché Casaburiha indugiato sul lento ma costante, e forse sempre più ardito formarsi della ‘ndrangheta divenuta “impresa” (e, come tale, anche riprova di una “moderna borghesia mafiosa”), “insomma,
nOVità editOriaLi Un nuovo saggio di Mario Casaburi
Dalla mafia rurale alla ‘ndrangheta multinazionale dI MoIsè AstA nelle attività della pubblica ammiattivissima e vincitrice accanto (a quella – ndr) con pizzo e mazzetta nistrazione produttive di profitti, come gli appalti di opere, specialanche di pochi euro, un’organizzamente quelle di grande impegno zione criminale, una nuova ‘ndrangheta caratterizzata da un orizzonte finanziario”. Non mancano poi i riferimenti alla necessità dell’azioe da un’azione internazionali”, se è ne di contrasto e al ruolo che, in vero (ed è vero) che “i nuovi affiliati questa, dovrà recitare la società cercano di far evolvere la famiglia, civile.. salire ai vertici della gerarchia sociale, diventare avvocati, finanIl saggio – che sarebbe utile far conoscere, nel quadro del necessazieri, medici, primari ospedalieri, rio, costante, impegno antimafia direttori di cliniche private”. delle Istituzioni competenti, alla Ledonne, che ha potuto cacciare gioventù studiosa (con le opportumani e sguardo nei poderosi faldoni alla base di tanti processi di ne analisi dei propri docenti) di ogni ordine e grado, in tutto il Sud mafia, leggendoli, interpretandoli – ripercorre, con distacco, ma pure ed utilizzandoli con il riconosciuto con il suffragio dei più attenti e veriacume di chi ama il proprio mestieficati documenti probatori, il lento re, invece, dopo aver riferito sulla evolvere di una “società” che ha, molteplicità delle attività illecite in man mano, affinato le sue scelte e le ogni possibile grande area terrestre, sue capacità di delinquere, confemette a fuoco l’astuta strategia rendo al proprio comportamento ‘ndranghetista ne “il condizionaeterodosso e fuorilegge, persino (oh mento dei pubblici poteri, spesso paradosso!) una parvenza di razioattuato con gravi atti di intimidazionalità. ne fisica sulle persone di amministratori locali” con il quale “la E’ stato, tante volte, detto e ridetto. ‘ndrangheta continua a penetrare Il crimine organizzato è fenomeno
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umano (altro che sotto-ideologia! Altro che legami simbolici!) ed il bel saggio in esame ne è testimonianza. La storia della ‘ndrangheta viene ripercorsa non già a mo’ di racconto tempestato di delitti, storture e prepotenze lasciando, in genere, pressoché anonimi i protagonisti (si privilegiano i termini ‘ndrina, famiglia, picciotto, capobastone e simili) e ricorrendo all’uso di cognomi magari per incutere irrazionali timori. Casaburi ha optato per una metodologia diversa, quella cioè di tessere la complessa tela del divenire remoto e recente della criminalità “non comune” calabrese, attraverso i “curricula” tormentosi e tormentati di certi personaggi “difficili” che hanno avuto a che fare con il sangue, con il sopruso e con la violenza, del tipo Musolino o Castagna, e che egli ha continuato a chiamare brigante o bandito, non certo perché temesse di dare a ciascuno di loro del ‘ndranghetista. I suoi scandagli sui nessi e sulle relazioni tra ‘ndrangheta e fascismo (con certe propaggini fino ai tempi della rivolta dei “boia chi molla” e dell’attentato ai treni di Gioia Tauro) non hanno impedito alcune franche, legittime riflessioni sui contorni alla Repubblica “rossa” di Caulonia. Davvero un saggio apprezzabile per la compiutezza che si coglie, chiara e suadente, anche nelle cinque appendici (con documenti del Consiglio regionale della Calabria e del CSM, e con note su “’Ndrangjheta e politica”, “Chiesa e ‘ndrangheta” e “Tra consenso, esaltazione della ‘ndrangheta, immaginario collettivo, mentalità e comportamenti mafiosi”). E, naturalmente, nelle conclusioni tratte dallo stesso storico.
E’ “casual” il matrimonio tra Valentino e Gap dI
MonICA sIMEonE
Dopo l’addio alle scene del grande Valentino Garavani, la maison, guidata ora da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli la cui collezione ha sfilato alla settimana della Moda di Parigi, ha annunciato la sua collaborazione con il marchio di moda americano Gap, per la realizzazione di una linea di moda casual e a prezzi sicuramente competitivi. Per le fashion addicted italiane una doppia bella notizia: infatti oltre a gioire per questa collezione di moda, Gap apre finalmente due punti vendita nel nostro paese,
a Milano e a Roma. Proprio per celebrare al meglio l’apertura di questi nuovi store italiani,il marchio di moda casual americano ha deciso di unirsi con la celebre maison per festeggiare al meglio l’apertura dei suoi negozi i n Italia. Sulla scia di altre collaborazioni del genere, come la recente tra Lanvin e H&M, ecco che ora anche Valentino ci propone una collezione di moda finalmente
accessibile. I capi di abbigliamento saranno in vendita a Milano e a Roma, ma anche da Colette, a Parigi, e a Londra, da Dover Street Market. Per Maria Grazia Chiuri e PierPaolo Piccioli una collaborazione interessante, con un partner molto importante, per creare una collezione di lusso ma accessibile a tutte. Ovviamente orgoglioso il mar-
chio di moda Gap, come capiamo dalle parole di Stephen Sunnucks, presidente della sezione europea del gruppo di moda: “In occasione dell’apertura dei primi negozi Gap a Milano e Roma siamo felici di ricevere il benvenuto della maison Valentino che ha avuto un ruolo unico nella storia della moda italiana e di lavorare con Maria Grazia e Pier Paolo e il loro approccio fresco e moderno allo stile femminile“. Il negozio di Milano sara’ inaugurato alla fine di novembre: solo allora potremo ammirare la collezione di Valentino per Gap.
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Militaria e dintorni in Europa 21° edizione, Roma 16 e 17 ottobre
Passione per la storia ma anche un messaggio di pace a 21ma manifestazione di “Militaria e dintorni in L Europa”, a Roma sabato 16 e
domenica 17 ottobre (orario 10,30/19,00), sarà di scena presso il Centro Eventi Esperanza Palace, Largo L.Mossa 8, nelle adiacenze dell’Hotel Ergife in Via Aurelia 619. Una mostra unica nel suo genere, che presenta un patrimonio di cimeli, reperti, prodotti di artigianato militare, di cui abbiamo approfondito i contenuti con il suo organizzatore, Paolo Auriemma.
dI
CARMInE CAstoRo
Intervista con PAOLO AURIEMMA organizzatore della mostra
ome è nata nella sua vita questa grande pasC sione per l'antiquariato
ei stesso ha una persoL nalissima collezione di ingente valore storico. Ce
militare?
ne parla?
P
otrei rispondere semplicemente che mi ci sono trovato di mezzo fin da bambino, non tanto per i reperti - con alcuni dei quali giocavo inconsapevole del loro valore di testimonianza - quanto per la memoria di chi aveva vissuto particolari periodi della nostra storia, a partire dal tardo Risorgimento fino all’ultimo conflitto mondiale. La fonte primaria dei miei iniziali rudimenti storici furono i racconti di chi visse quella storia: i nonni, le vecchie prozie, antichi (nel senso di età anagrafica) amici di famiglia, i miei stessi genitori. Le nozioni storiche di certi periodi le ho avute, quindi, da fonte diretta, per mia fortuna, senza che di mezzo vi fosse
ritagliata e cucita sulle aspettative che io stesso nutro quando vado a vedere altre mostre del settore: quindi: ambiente curato, selezione degli espositori, accoglienza in prima persona dei visitatori (per quanto mi è possibile), disponibilità degli espositori a spiegare le cose, e via dicendo. In secondo luogo, la formula di successo è stata quella di volere dimostrare che si può fare cultura anche attraverso l’oggetto collezionato. Ciò ha attirato non solo gli esperti ed i collezionisti, ma anche i curiosi.
ra quello che mi son ritrovaT to per casa e quello da me reperito in giro per un periodo
mediazione alcuna. Il passo successivo è stato il ritrovamento di vari reperti in giro per le case e le soffitte dei nonni. A cui ha fatto immediato seguito il tentativo di capire a chi e a cosa essi si riferissero. Infine, l’incrocio con il dato storico riportato nei libri, spesso collazionati tra loro per giungere ad una conoscenza ‘reale’ riguardo ad una stessa questione. a sua mostra è un credi successo e Lscendo
partecipazione di persone, esperte e non. Come vede questo fenomeno? on può che farmi piacere, se non altro mi ripaga, assieN me a tutto lo staff organizzativo,
delle fatiche che si affrontano ogni volta che si prepara una nuova edizione di “M&D”. Tuttavia vorrei puntualizzare. In primo luogo, la mostra nasce organizzata da collezionisti per i collezionisti, nel senso che è
di circa quarant’anni, oggi mi ritrovo un bell’accumulo di disparati oggetti. Non ho capito se è stato il mio inconscio a volerlo o il caso, ma tutto questo materiale segue un preciso filo logico e cronologico che parte dal 1848 al 1948. Quindi dal Risorgimento alla proclamazione della Repubblica. Poiché sono fermamente convinto che il collezionare non deve risolversi nella caccia al feticcio del proprio desiderio da doversi
continua a pag. 11
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segue da pag. 10 completare in assoluta solitudine, bensì deve essere condivisione con gli altri della propria passione e curiosità, e, quindi, condivisione anche degli oggetti del nostro desiderio, ho organizzato una mostra itinerante intitolata ‘Dalla Repubblica Romana alla Repubblica Italiana’, ovvero la Storia d'Italia dai primi moti risorgimentali alla nascita della Repubblica Italiana raccontata attraverso gli oggetti ed i documenti di un collezionista di militaria. Documenti, giornali d’epoca, medaglie oggetti di scavo, uniformi, elmetti ed altri 1000 oggetti raccontano la storia in maniera diretta a chi vi si ponesse di fronte, senza il filtro dell’ideologia e dell’influenza del momento. uali "reperti bellici" più rari o particolari le Q sono capitati nella sua attività di collezionista e organizzatore di mostre di settore?
ersonalmente, in questo ultimo periodo mi sto interesP sando di reperti cartacei. Agli
albori della mia collezione, per motivi di spazio, mi sono invece dedicato alle medaglie e decorazioni. La verità è che non esiste un periodo di mezzo al quale mi sia dedicato a questo o quel settore specifico, perché ho continuato a raccogliere materiale indipendentemente da tutto. Non li definirei, però, esclusivamente reperti bellici, in quanto la mia raccolta, proprio perché riguarda la storia, non si limita solo alle guerre. Per esempio, ho la raccolta delle leggi dello ultimi giorni dello Stato Pontificio,
piuttosto che il progetto del 1876 ed il disegno di legge del nuovo Codice penale per il regno d’Italia del 1888 (c.d. Zanardelli). Il certificato elettorale per la costituente del 1948 e la scheda per il referendum istituzionale del 1946. Certo, ho molto materiale che si riferisce ai vari periodi bellici e dei vari eserciti, ma tutto inquadrato in un contesto storico e di condivisione. Sulla rarità, o presunta tale, di un oggetto non mi sono mai soffermato, in quanto ho preferito la particolarità dello stesso. Ho toccato un cappello di presunta proprietà di Goering, ho visto la cravatta di Mazzini ed un pezzo del tronco dell’albero presso il quale trovarono gloriosa fine i fratelli Cairoli, posseggo documenti con firme di personaggi illustri. Ma quello che conta, per me, è il fatto che dietro ad ogni oggetto vi è la storia di una persona, indipendentemente se illustre o meno. La storia è fatta dagli uomini, qualunque essi siano, quindi, è l’uomo in sé che per me conta.
S
ervirebbe un maggior rispetto per la "memoria storica" oggi o no? Ci sono responsabilità in questo senso del mondo didattico?
dedicata all’utilizzo scolastico, è stato in mano ad una certa parte politica, che la ha raccontata con visione unilaterale. Chi si distaccava veniva tacciato di revisionista e nostalgico. Ma vogliamo semplicemente parlare della vicenda delle foibe che sono apparse sui nostri libri di testo solo da pochissimo tempo? Con tono poco ironico, ma molto polemico, ma a Mosca e la combriccola nostrana credevano si trattasse di ritrovamenti archeo-
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del famoso principio romano “si vis pacem para bellum”. Non vorrei essere ripetitivo, la raccolta degli oggetti fine a se stessa ha un vago sapore di feticismo; ma la raccolta di oggetti di qualunque origine, bellica o civile, finalizzata allo studio ed alla conservazione della memoria storica dell’uomo ha tutt’altra rilevanza. ltimamente si sta assistendo a un proliferare U di mostre analoghe a Militaria. Per lei è un bene o una inutile saturazione?
redo che tutto questo proliferare di mostre di militaria C più o meno grandi non sia un
logici di infimo conto al punto di non doverne parlare affatto. e cose militari vengono sempre associate a guerL ra, morte, o deliri di regime
di chi crede nella violenza. voi di Militaria volete invece lanciare messaggi di pace...
i è stato insegnato che la &D” ha sempre adottato il Storia è maestra di vita, M anche se la scrivono i vincitori: Mmotto “ricordi di guerra per anni, il monopolio della sto- per pensare alla pace” una speriografia in Italia, anche quella
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cie di capovolgimento astratto
bene per il settore e mi spiego. Tutti hanno il diritto di fare o di realizzare qualcosa, ma alla base dell’azione deve esserci in primo luogo la riflessione. Spesso si assiste al nascere ed al morire di manifestazioni nell’arco di una sola edizione, altre vivacchiano a stento e si snaturano con inserimenti che nulla in assoluto hanno a che vedere con la militaria in particolare e con il collezionismo in generale (p.es. generi alimentari più o meno tipici, animali, tecnologie, ecc.). Gli espositori di una certa caratura sono più propensi a frequentare quelle piazze che gli garantiscono una certa affluenza di pubblico (della serie poche ma buone), ne consegue che alcune manifestazioni presentano uno sparuto manipolo di espositori, più idonee per i neofiti, che per palati oramai sopraffini. Uno spropositato proliferare di manifestazioni introduce anche il pericolo, sempre in agguato, di alimentare il mercato del falso”.
to n ME E Pl P sU
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CINEguida
Film in programmazione Ad occhi chiusi documentario sul tango l progetto si propone di esplorare, attraverso una dettagliata documentazione ed analisi, i risvolti sociali, psicologici ed esistenziali che il ballo del tango ha nella nostra società, ponendo l'accento sull'esperienza dei diretti protagonisti grazie alle storie e alle testimonianze dei tangueri e delle tanguere, di chi cioè vive questo ballo come una componente essenziale della propria vita, a cui si affiancheranno le analisi di importanti studiosi della contemporaneità (antropologi, psicologi, sociologi..),Seguiremo così Rossana, giovane artista italiana che grazie al tango riscatta la sua femminilità, subendo una reale metamorfosi dello spirito. Incontreremo nicola, Pietro e Simonetta, che a passi di tango riescono a tenere lontane le loro malattie fisiche e dell'anima. l'intreccio narrativo sarà costellato e impreziosito da voci evolti di numerosi protagonisti: conosceremo i più importanti ballerini argentini in circolazione (Sebastian Arce Mariana Montes Cicho fruomboli etc...), maestri di tango, studiosi e ricercatori.
(l')Amore buio Regia: Antonio Capuano con Irene de Angelis, Gabriele Agrio, luisa Ranieri, Corso salani, valeria Golino, Anna Ammirati, Fabrizio Gifuni Alla fine di una domenica di sole, mare, tuffi e pizza, quattro ragazzini, approfittano di
Irene, anche lei adolescente. Uno di loro, Ciro 16 anni, la mattina dopo va a denunciare sé e gli altri. Vengono condannati a due anni di reclusione. Quei due mondi, così opposti e diversi, finiranno coll’attrarsi, incontrarsi, fondersi. Irene e Ciro, da lontano (l’uno dal carcere di nisida, e l’altra dalla casa meravigliosa dove vive con la famiglia in una delle zone belle della città), quasi senza accorgersene, lentamente cominceranno un irresistibile avvicinamento.
Benvenuti al sud Regia: luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro siani, Angela Finocchiaro, valentina lodovini, nando Paone, Giacomo Rizzo Remake della commedia francese, record di incassi, scritta, diretta ed interpretata da Dany Boon (al quale il film riserva un piccolo omaggio con una fugace apparizione), "Bienvenue chez le ch'tis" (in Italia uscita con il titolo di "Giù al nord"). Il film sceneggiato da Massimo Gaudioso (coautore di "Gomorra") e diretto dal regista di "Incantesimo napoletano" sembra funzionare. Divertente, a tratti esilarante, soprattutto nella prima parte, quella che descrive la calata verso il Meridione da parte del brianzolo funzionario (Bisio) delle Poste Italiane. Con una certa abilità e sapienza la pellicola gioca su luoghi comuni e stereotipi sociali tra nord e Sud che in questi ultimi anni una certa politica (quella leghista) ha
Giacomo Rizzo, Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro siani e valentina lodovini in una scena di “Benvenuti al sud” alimentato. Ben dosato, molto attento a non valicare alcuni confini (forse il regista avrebbe potuto osare di più, visto il contesto), lontano dal trash dei vari cinepanettoni, il film mette in luce vizi e virtù degli italiani. Perplessità su un finale scontato e buonista. Buon cast di attori protagonisti che però appaiano meno credibili dei colleghi (di rango) con ruoli da caratterista.
un affare di droga andato male, lascia il suo posto di professore di filosofia Classica alla Brown University e torna al suo paese nativo, nel rurale Oklahoma. Al suo arrivo si rende conto che i racconti sulla morte di suo fratello sono "alquanto esagerati" e presto si trova coinvolto in uno dei complotti di Brady.
Fratelli in erba
Regia: Christopher nolan con leonardo di Caprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Cillian Murphy, Michael Caine, Complesso, di difficile fruizio-
Regia: tim Blake nelson con Edward norton, Melanie lynskey, susan sarandon, Keri Russell, Maggie siff Quando Bill Kincaid riceve la notizia dell'assassinio del suo gemello Brady, morto in
Inception
continua nelle pagine successive
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CineguiDa
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MInICRItICHE dEI FIlM In PRoGRAMMAZIonE nEllE sAlE ne, tutto improntato sul continuo gioco tra realtà e finzione, conscio e subconscio, che neanche il finale riesce a svelare, nolan mette in campo uno dei suoi film più ambiziosi. Un labirinto, non solo metaforico, dove lo spettatore rischia più volte di perdersi nel tentativo di capire cosa realmente stia accadendo. Sforzo del tutto inutile, probabilmente è sufficiente lasciarsi trasportare dagli eventi che si susseguono incalzanti, confusi e non porsi troppe domande. forse la forza del film è proprio qui, nel non delineare completamente il contesto in cui opera? Oppure è semplicemente una trovata furbetta? Presto ne verrà tratto anche un videogioco. A metà tra "Matrix" e "Shutter Island" di Scorsese, le incursioni di Dom Cobb (un ottimo leonardo Di Caprio) nei meandri della mente umana ha già conquistato mezzo mondo. ne esce fuori una sorta di thriller dove però non c'è colpevole.
Innocenti bugie Regia: James Mangold con Cameron diaz, tom Cruise, Peter sarsgaard Una solitaria casalinga della provincia americana (Cameron Diaz) vede la sua vita sconvolta dopo aver partecipato ad un apputamento al buio con quella che si rivela una super-spia internazionale (Tom Cruise) che la conduce in un pericoloso viaggio intorno al mondo per proteggere un'invenzione che potrebbe rivelarsi la chiave dei problemi energetici del pianeta.
la pecora nera Regia: Ascanio Celestini con Giorgio tirabassi, luisa de santis, Barbara valmorin, Maya sans "Il manicomio è un condominio di santi. So' santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul como-
dino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo". Così ci racconta nicola i suoi trentacinque anni di "manicomio elettrico", e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. nicola è nato negli anni sessanta, "i favolosi anni sessanta", e il mondo che lui vede dentro l'istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori – un mondo sempre più vorace, dove l'unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura.
la vendetta di Kid Regia: Brad Peyton con Chris o'donnell, Jack McBrayer, Carlos Alazraqui, Paul Rodriguez, Alec Baldwin, Michael Clarke duncan, Joe Pantoliano, Roger Moore, Bette Midler, Malcolm stewart, Malcolm Goodwin Continua il racconto della battaglia tra cani e gatti per il controllo della Terra. Gli amici a quattro zampe saranno impegnati a fronteggiare il ritorno di Kitty Galore intenta a progettare la sua vendetta e la conquista del mondo.
Mangia prega ama Regia:: Ryan Murphy con Julia Roberts, James Franco, Billy Crudup, Javier Bardem, Richard Jenkins. Sarà pure un film tratto dal libro autobiografico di Elizabeth Gilbert, peraltro assai fedele al testo, ma non si può certo ignorare l'interminabile serie di banalità e luoghi comuni che contiene. Una così lunga sfilza di fesserie sull'italiano medio, rappresentato (senza un filo di ironia) in tutte le salse, non si era mai vista nella storia del cinema. Mentre guarda le partite di calcio, mentre litiga, gesticola ed ovviamente insulta l'avversario. Mentre apostrofa le ragazze per strada con un bel "A' bone!" e poi gli tocca il
culo. non rispetta la fila e naturalmente "magna a quattro canasse" e parla solo di sesso e amore. Mancano i mandolini e poi siamo al completo. Definirla "eccessiva rappresentazione stereotipata del nostro Paese" è essere gentili. Come se non bastasse la commedia non ingrana la marcia giusta, a tratti appare stanca e noiosa, la storia della scrittrice in fuga dalla sua insoddisfazione sentimentale ed esistenziale non convince
Mordimi REGIA: Jason Friedberg, Aaron seltzer con Jenn Proske, Matt lanter, Chris Riggi, Parodia della saga di Twilight, Mordimi èuna commedia sulla rabbia adolescenziale e i film romantici dei nostri tempi. Becca, un'adolescente ansiosa che non è una vampira, è incerta tra due ragazzi. Prima di poter scegliere, deve superare gli ostacoli creati dal padre ultraprotettivo, che la imbarazza trattandola come una bambina. nel frattempo, anche gli amici di Becca vivono i loro problemi sentimentali. Tutti questi legami romantici arrivano a una conclusione esilarante durante il ballo scolastico.
niente paura Regia: Piergiorgio Gay con luciano ligabue, musiche di luciano ligabue niente paura è un film sull’identità nazionale nell'epoca delle "passioni spente", nell’epoca della crisi radicale della politica, in senso lato. Il film racconta - in modo non ideologico, ma attraverso le storie personali di uomini e donne comuni, di persone conosciute e dello stesso ligabue - colonna sonora del film e "narratore per eccellenza" - come siamo e come eravamo, in realtà da dove veniamo (fine anni Settanta, primi anni Ottanta, quando si opera una svolta sia nelle istituzioni
che nel costume) e quale Paese siamo diventati oggi.
Quella sera dorata REGIA: James Ivory Omar Razaghi è uno studente di origini iraniane diplomatosi all'università del Colorado al quale viene assegnata un borsa di studio per scrivere la biografia ufficiale dell'autore scomparso latino-americano Jules Gund. Ma, a sorpresa, la fondazione Gund nega a Omar l'autorizzazione alle ricerche. Su consiglio della fidanzata Deirdre, il ragazzo si reca in Uruguay per incontrare gli eredi e chiedere all'esecutore testamentario di cambiare idea. Ma si ritrova coinvolto in un vespaio di intrighi, relazioni improprie e stravaganze.
sharm el sheikhUn’estate indimenticabile Fabrizio Ugo Regia: Giordani Brignano, Enrico con Giorgio Panariello, laura dazzi, Cecilia torrisi, Michela Quattrociocche, Elena Russo, Maurizio Walter Casagrande, santillo, daniele la leggia, Fioretta Mari, ludovica Bizzaglia, Hassan shapi, sergio Muniz Titolo esplicativo per non lasciare spazio a dubbi, location spettacolare, uno degli hotel a cinque stelle più famosi della celebre meta turistica, un cast di attori capace di soddisfare qualsiasi palato, da nord a Sud. la formula è quella del cinepanettone anche se costruito con un tocco di maggiore eleganza, a parte la scena alla Tinto Brass con un'inquadratura po' troppo insistente sul lato b di una prostituta russa che tenta Brignano. sedurre di Equivoci, malintesi, bugie, sentimenti ed una incursione sul sociale che non guasta mai, il film scorre via senza problemi. Sempre esilaranti e riuscite le gag del comico
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MInICRItICHE dEI FIlM In PRoGRAMMAZIonE nEllE sAlE del passato. la consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli ad un isolamento inevitabile ma consapevole. l'idea del film nasce dal libro la solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, vincitore del premio Strega 2008.
somewhere Regia: sofia Coppola con stephen dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Michelle Monaghan, laura Ramsey, Robert schwartzman, Giorgia surina Johnny vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont. Se ne va in giro sulla sua ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni. fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali, sulla sua posizione nel mondo e ad affrontare la questione che tutti dobbiamo affrontare: quale percorso scegliere nella nostra vita?
step-up 3 d REGIA: Jon Chu con Harry shum Jr., Adam G. sevani, Kylie Goldstein luke è un ballerino di strada orfano, impegnato nel disperato tentativo di non essere sfrattato dalla sua unica casa: un vecchio magazzino decadente che è invece il paradiso di tanti ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per farlo lui e la sua crew dovranno vincere la World Jam Competition dove i migliori ballerini di strada del mondo si ritrovano faccia a faccia per decretare chi sia il più forte. Sulla strada per la vittoria incontrerà natalie, una balle-
rina fantastica ma decisamente misteriosa....
the American Regia: Anton Corbijn con George Clooney, Bruce Altman, violante Placido, thekla Reuten, Paolo Bonacelli, Filippo timi, Irina Björklund, samuli vauramo, Björn Granath Solo ed unico tra gli assassini, Jack (interpretato da Clooney) è un esperto artigiano. Quando un lavoro in Svezia finisce in maniera più cruente di come se lo sarebbe aspettato, questo Americano all'estero promette al suo contatto larry (Bruce Altman) che il suo prossimo incarico sarà il suo ultimo. Jack si ritira nella campagna italiana, dove si nasconde in un piccolo paesino sperduto e gode la lontananza dalla morte. Il suo compito, come assegnatoli da una donna belga, Mathilde, è nella costruzione di un'arma super letale. Sorprendendo se stesso, Jack si rivolge al prete locale Padre Benedetto e inizia una relazione amorosa con Clara. nell'uscire dalla solitudine ed oscurità Jack però sta provocando la sorte.
the town Regia: Ben Affleck con Ben Affleck, Rebecca Hall, Chris Cooper la storia racconta di un rapinatore di banche, interpretato da Ben Affleck, che si invaghisce della cassiera di una banca (Rebecca Hall) che ha svaligiato, senza sapere che in realtà questa è anche l'esca che un agente dell'fBI ha gettato al ladro per catturarlo.
Una sconfinata giovinezza Regia: Pupi Avati con Fabrizio Bentivoglio, Francesca neri, serena Grandi, Gianni Cavina, lino Capolicchio, Manuela
Morabito, Erika Blanc, vincenzo Crocitti lino Settembre e sua moglie Chicca conducono una vita coniugale serena e senzaserie difficoltà. Sono entrambi soddisfatti delle loro professioni, lui prima firma alla redazione sportiva del Messaggero e lei docente di filologia Medievale alla Gregoriana. l'unico vero dispiacere che ha accompagnato i venticinque anni di matrimonio è la mancanza di figli. Una mancanza che non ha compromesso la loro unione ma l'ha al contrario rinsaldata. l'oggi però, in modo totalmente inatteso, presenta loro una grossa preoccupazione: lino da qualche tempo accusa problemi di memoria che mano a mano si accentuano andando a compromettere in modo sempre più evidente il quotidiano svolgersi delle sue attività sia nell'ambito professionale che familiare. Dapprima sia lui che Chicca decidono di riderci sopra ma il disturbo si manifesta sempre più fino a quando, dopo attenti e approfonditi esami, un neurologo diagnostica una patologia degenerativa delle cellule cerebrali. Inizia così una toccante storia d'amore fra un uomo che si allontana sempre più dal presente, con la mente trascinata in infiniti altrovi, e la sua donna che, rifiutando qualsiasi ipotesi di abbandono e qualsiasi ausilio che la escluda, decide di stargli accanto nel processo "regressivo"
lago dove anni prima avevano festeggiato la vittoria della squadra. Ricreando atmosfere del passato, scoprono che crescere non significa necessariamente diventare adulti.
20 sigarette Regia: Aureliano Amadei con Carolina Crescentini, vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Massimo Popolizio, Gisella Burinato, Antonio Gerardi, duccio Camerini, luciano virgilio, Alberto Basaluzzo, orsetta de Rossi, Edoardo Pesce novembre 2003: Aureliano, 28enne, precario nel lavoro e negli affetti, riceve all'improvviso l'offerta di partire per lavorare come aiuto regista alla preparazione di un film che si svolge in Iraq, al seguito della "missione di pace" dei militari italiani, con il regista Stefano Rolla. Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova protagonista della tragedia dell'attentato alla caserma di nassirya del 12 novembre 2003. E' l'unico "civile" sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben 19 italiani...
Un weekend da bamboccioni Regia: dennis dugan con Adam sandler, Kevin James, Rob schneider Trent'anni dopo il diploma, cinque amici, vecchi compagni di squadra, si riuniscono per onorare la scomparsa dell'allenatore di basket d'infanzia. Con mogli e figli, trascorrono insieme il weekend del 4 luglio nella casa sul
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Film recenti che potrete vedere in tv Affetti & dispetti (la nana) Regia: sebastiàn silva con Catalina saavedra, Claudia Celedòn. la storia di una donna di bassa statura? niente di tutto questo. la nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. la pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. la vera
storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Alice in Wonderland Regia: tim Burton con Johnny depp, Mia Wasikowska, Anne Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica monarca "capocciona" Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Amante (l') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin scott thomas, sergi lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella
villa nel sud della francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cercherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. finale catartico.
A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man Regia: tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Avatar Regia: James Cameron con sam Worthington, sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con stefano Accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, sabrina
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv Impacciatore. Muccino in grande forma. la trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. la new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Bangkok dangerous
Brotherhood (Fratellanza)
Regia: oxide e danny Pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso nicolas Cage, che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
Basilicata coast to coast Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna
Regia: nicolo donato con thure lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. la storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al festival di Roma.
Cado dalle nubi Regia: Gennaro nunziante
con dino Abbrescia, Fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. la fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. la sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Che fine ha fatto osama Bin laden? documentario di Morgan spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed fBI. Inizia a new York e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc lawrence con Hugh Grant, sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "notting Hill". film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. l'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
City Island Regia: Raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di new York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne Moore, liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. la stessa sera l'uomo perde però il volo da new York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande
schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City Island Regia: Raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di new York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un inci-
dente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più Regia: silvio soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. l'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy Heart Regia: scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert duvall non sarà il Drugo del Grande lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivan-
te. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer Regia: dean deblois e Chris sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. non bisogna aver paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - l'Italia che trema Regia: sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzan-
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv do questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
due vite per caso Regia: Alessandro Aronadio con lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. l'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al festival di Berlino.
E' complicato Regia: nancy Meyers con Meryl streep, Alec Baldwin, steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri
interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. la storia del triangolo over 50 tra una donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
Fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. le immagini iniziali sono di sicuro impatto. l'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni veronesi con silvio orlando, luciana littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, Elena sofia Ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena trat-
teggiati ma decisamente convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. la Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
Happy Family Regia: Gabriele salvatores con Fabio de luigi, diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla signoris, valeria Bilello non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato
su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un fabio De luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con negar shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia, che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian de sica, laura Morante, luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "la cena per farli conoscere"
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico Eric
tagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta
Regia: Ken loach con Eric Cantona, steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
Regia: Jacques Audiard con tahar Rahim e niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. la faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il Mi$$ionario
Il segreto dei suoi occhi
Regia: Roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da luc Besson. l'attore pro-
Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo darìn, soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo
l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
damon Il capitano francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. le interpretazioni di freeman nei panni di nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
Il tempo che ci rimane l'isola delle coppie
Regia: Elia suleiman con saleh Bakri, shafika Bajjali Suleiman è nato a nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
Regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. non rimarrà nella storia del cinema
Invictus
l'uomo che verrà
Regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt
Regia: Giorgio diritti con Alba Rohrwacher e Maya
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
l'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "la stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
la bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
l'uomo nero Regia: sergio Rubini con valeria Golino, sergio Rubini, Riccardo scamarcio, Guido
la nostra vita Regia: daniele luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, luca
Zingaretti, stefania Giorgio Montorsi, Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
la prima cosa bella Regia: Paolo virzì con valerio Mastandrea, stefania sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellis-
sima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
la vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo salemme, Enrico Brignano, nancy Brilli, luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri Regia: nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, luciana littizzetto, Francesca Inaudi. l'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabile) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. la Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. l'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine vaganti Regia: Ferzan ozpetek con Riccardo scamarcio, nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, lunetta savino, Ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della fami-
glia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
nine Regia: Rob Marshall con daniel day-lewis, sophia loren, nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. la pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
notte folle Manhattan
a
Regia: Mira nair con steve Carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche
poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. la coppia Carell & fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del new Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con logan lerman, Pierce Brosnan Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. l'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di
una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (Il) nicolas ed i suoi genitori Regia: laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators Regia: nimrod Antal con Adrien Brody, laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - le
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv sabbie del tempo Regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di new York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non
ci sarà l'happy end.
the road Regia: John Hilcoat con viggo Mortensen, Robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "la strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Robin Hood Regia: Ridley scott con Russel Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Max von sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & louise qualche attimo di sconforto assale. non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano.
Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
scontro di civiltà per un ascensore a Piazza vittorio Regia: Isotta toso con liotti, Kasia daniele smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in questo caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
shutter Island Regia: Martin scorsese con leonardo di Caprio, Mark Buffalo, Ben Kingsley, Max von sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine,
mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
simon Konianski Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
sul mare Regia: Alessandro d'Alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il
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FIlM dEllA sCoRsA stAGIonE CHE PotREtE PREsto RIvEdERE In tv regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. l'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.
Colin Farrell e Paz vega in una scena di triage
the Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "l'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero
per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. la storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. la sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
the twilight Saga: Eclipse Regia: davide slade con Kristen stewart, Robert Pattinson, taylor lautner E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. nella prima parte non succede pratica-
mente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
triage Regia. danis tanovic con Colin Farrell, Paz vega, Christopher lee
Premio Oscar nel '93 con no Man's land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
Recensioni redatte con la collaborazione di lUCIAnA vECCHIolI