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Anno II - n. 185 - Mercoledì 22 settembre 2010

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Ora di Punta di

Nuccio Fava

La solitudine del “giudice ragazzino”

ono passati venti anni dal S feroce assassinio del giovane magistrato Rosario Livatino.

Le cosche dell’agrigentino – in lotta intestina per l’egemonia non potevano sopportare l’intransigenza assoluta nei confronti di ogni tentativo di ammorbidimento e l’accusavano di comportarsi in modo meno severo verso una cosca rispetto all’altra. Gli spietati killer della mafia nella loro logica criminale pretendevano di fiaccare le virtù umane e professionali del magistrato non volendo accettare che la loro capacità di violenza e di intimidazione non riuscisse a prevalere. Rosario Livatino capiva bene tutto questo, avvertiva quotidianamente la solitudine della sua condizione mentre ogni mattina si recava in macchina da Canicattì ad Agrigento senza alcuna scorta. Fu facile per i sicari bloccare la sua vettura, inseguire il magistrato che aveva tentato una via di fuga nella campagna circostante e finirlo a bruciapelo con colpi alla testa. Livatino aveva solo 36 anni. Il suo assassinio suscitò nell’immediato scalpore anche per le frasi infelici del presidente Cossiga che aveva parlato di “giudici ragazzini”. Intorno a quel delitto c’è stata in questi anni quasi una sorta di imbarazzo collettivo, un progressivo silenzio interrotto solo da qualche ricordo in occasione dell’anniversario. Sono passati ormai venti anni ed il silenzio per molti versi sembra prevalere . Sarebbe doveroso invece che il sacrificio e il martirio di questo giovane magistrato non vadano dimenticati. La sua solitudine, che ne ha certo favorito l’assassinio per mano mafiosa, deve restare di monito per tutti e per contrastare la permanente condizione di solitudine e di impotenza di tanti magistrati in trincea.

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www.altroquotidiano.it

Ecco la nuova giunta senza il Pdl e appoggiata dal Pd

Amaro di Sicilia

Al pettine anche il nodo intercettazioni a Cosentino (su cui voterà la Camera). Intanto i sondaggi penalizzano il Cavaliere caforte. Ed è un colpo che si aggiunge a quello venutogli ieri dalla lettura dei dati di un sondaggio (di cui nel grafico qui accanto riassumiamo l’esito con un confronto con i periodi precedenti) che delinea un calo di popolarità per lui e per il suo governo, pur non assegnando all’opposizione segnali di conquista del malcontento popolare nei confronti del centrodestra. Al tempo stesso si va in parlamento alla votazione sulla ammissibilità o meno dell’suo delle intercettazioni effettuate sulle conversazioni telefonche nelle quali si sente la voce del sottosegretario dimissionario Nicola Cosentino che tratta affari e contemporaneamente tesse trame contro Stefano Caldoro quando se ne ventilava la candidatura a presidente della Regione in rappresentanza del Pdl. Insomma i guai per il Cavaliere non finiscono mai e ritorna la tentazione di elezioni anticipate.

Il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo ha presentato ieri all’assemblea regionale siciliana la nuova giunta dalla quale ha estromesso quello che era il suo principale alleato, il Pdl, e che conta sull’appoggio del Movimento per le autonomie (la formazione di Lombardo, appunto), sull’Udc fedele a Casini, sulla parte “finiana” del Pdl, sull’Api di Rutelli, ma asoprattutto sul Pd. Questi i nomi degli assessori: Gian Maria Sparma, Andrea Piraino, Letizia Diliberti, Sebastiano Messineo, Elio D'Antrasi, Giosue' Marino, ex prefetto di Palermo e commissario nazionale antiracket, e i riconfermati Marco Venturi, Massimo Russo, Pier Carmelo Russo, Caterina Chinnici, Gaetano Armao e Mario Centorrino. Anche se nel Pd si è manifestato qualche dissesno sull’operazione, essa rappresenta indubbiamente un duro colpo per Berlusconi, che in Sicilia aveva la sua migliore roc-

AI LETTORI

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IN EDIZIONE STAMPABILE NoN vieNe pubblicato la domeNica e il luNedì

Unicredit dal Profumo di Libia al puzzo di Lega

Addio Sandra dopo quei 5 mesi senza Raimondo

* * * il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7 PAG. 5

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VentiquattrOre

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FrAncIA

MESSInA

Indagato per riciclaggio il presidente dello Ior

Un pacco con un detonatore, filo e liquidi è stato trovato sui binari del TGV, il treno francese ad alta velocità, all'altezza di Massy-Palaiseau, a una cinquantina di chilometri a sud di Parigi. Il materiale è stato trovato dal personale delle ferrovie, che aveva avvistato un pacco sospetto sulle rotaie. Da diversi giorni, in Francia, è stata elevata l'attenzione per un nuovo allarme terrorismo. Secondo le informazioni di LCI, quello che sembrava essere un detonatore è stato trovato all'interno di un pacco, avvistato sui binari attorno alle 11 di ieri. Poi si è appreso che il pacco era inoffensivo. Il livello dell'allerta Vigipirate, il dispositivo antiterrorismo, è da giovedi' scorso di colore ''rosso'', il secondo in ordine di gravità (il primo è scarlatto).

“Il piccolo Giosué sta meglio, non è più in coma farmacologico”. Lo ha detto il prof. Ignazio Barberi, direttore dell’unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, parlando del caso del bambino nato con una sofferenza postischemica dopo un parto nell’ospedale Papardo di Messina. “Il bimbo – prosegue Barberi – respira da solo, stiamo naturalmente continuando la terapia prevista. Sapremo dire qualcosa di più sulle sue condizioni nei prossimi giorni”. Nei giorni scorsi i genitori del piccolo Giosuè avevano denunciato un diverbio tra due medici sulla condotta da tenere durante il parto.

Il presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior) Ettore Gotti Tedeschi, e un altro importante dirigente della stessa banca vaticana sono indagati dalla procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. La Guardia di Finanza ha sequestrato 23 milioni di euro su un conto corrente aperto presso il Credito Artigiano. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro in merito a due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla JP Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino. L'inchiesta della procura prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia con sospensione della stessa operazione per cinque giorni lavorativi. Ciò ha consentito al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla procura di attivarsi. Il sequestro non è stato disposto perché ci sia prova di riciclaggio ma perché, secondo le autorità giudiziarie, è già stato commesso, da parte dei vertici dello Ior, il reato omissivo della norma antiriciclaggio.

detonatore trovato sui binari del Tgv

LondrA

“Padre seriale” Dieci figli con dieci mogli diverse “Padre seriale", i media inglesi lo hanno soprannominato così. Il suo vero nome però è Keith MacDonald, ha 25 anni, è disoccupato e, visto il tempo libero a suo disposizione, si “diverte" a fare figli. Il giovane "Casanova" infatti annovera dieci figli avuti da dieci ragazze diverse che, a quanto pare, abborderebbe alle fermate degli autobus. Keith MacDonald sta facendo discutere l'intera opinione pubblica inglese poiché le sue "prodezze" costerebbero ai contribuenti oltre 1,8 milioni di euro. Una vera “botta" per lo Stato che, secondo un calcolo dovrà mantenere madri e figli arrivando a sborsare fino a 2 milioni di sterline.

Lite in sala parto il bebè sta meglio

Doping, in cella Enrico Rossi

Il ciclista professionista Enrico rossi, 28 anni, fratello di Vania rossi e cognato di riccardo riccò, è stato arrestato dai carabinieri del nas. L'indagine - che ha coinvolto altri ciclisti, medici e atleti - riguarda le accuse di associazione per delinquere dedita al traffico illecito di sostanze dopanti, utilizzate da atleti per alterare lo svolgimento delle competizioni sportive. Tra gli indagati anche un giornalista sportivo.

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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: Gecem (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’OnOmasticO Fortunato di San Fortunato, le cui ossa riposano dal 22 settembre 1950 nella chiesa Parrocchiale di Lonate Pozzolo (VA), località di cui è patrono insieme a Sant'Ambrogio, non si hanno notizie certe. L'unica notizia sicura è che apparteneva alla Legione Tebea. Questa legione era formata da 6666 soldati, di origine egiziana, al comando di san Maurizio.

accadde Oggi 1979: bouvet Il 22 settembre 1979 due satelliti Vela rilevano il flash di un'esplosione nucleare molto debole, avvenuta nei pressi dell'Isola Bouvet nell'Atlantico meridionale.


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AFGhAnISTAn

Precipita elicottero Muoiono nove militari dell’Isaf Nove soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza sono morti in un incidente di elicottero nell'Afghanistan meridionale. Lo ha riferito l'Isaf in un comunicato. Nello schianto sono rimasti feriti altri due soldati stranieri e un civile americano. Nella zona non c'era attività ostile degli insorti e sull'incidente è stata aperta un'inchiesta. Con la morte di nove soldati delle forze internazionali in un incidente di elicottero nell'Afghanistan meridionale, sono salite a 529 le vittime dall'inizio dell'anno, facendo del 2010 l'anno più cruento da quando, nove anni fa, è cominciata la missione Enduring Freedom.

PESchIErA dEL GArdA

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rIMInI

Uccisa perché denunciò un pedofilo fermato un uomo

Svolta nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Teresa Buonocore, la donna di 51 anni uccisa in auto lunedì a Napoli. C'è infatti il fermo di un uomo e la posizione di altre tre persone è al vaglio degli investigatori. L'inchiesta, dunque, non è più di competenza della Dda. Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo ha ricevuto nel suo ufficio a Napoli l'avvocato Elena Coccia, che era il legale di parte civile nel processo per la violenza sessuale subita da una figlia di Teresa Buonocore al termine del quale Enrico Perillo, il presunto pedofilo, è stato condannato a 15 anni di reclusione. Da ricordare che tre anni fa la vittima subì una intimidazione.

cALcIo

cASSIno

Coniugi annegati rafa: col Palermo figlio indagato abbiamo dominato

coppia gay malmenata a festa della birra

Sono di due coniugi di Carpi, nel Modenese, i corpi di due anziani trovati tra domenica e lunedì nel canale di Mezzo a Peschiera del Garda. Il figlio della coppia, un 46enne, è indagato per duplice omicidio. L'uomo avrebbe soffocato i genitori nel garage di casa, li avrebbe avvolti in cartoni, trasportati in Veneto e gettati nelle acque del lago. Il 46enne è stato interrogato dagli inquirenti a Carpi. Le autopsie sui due cadaveri ripescati a 12 ore l'uno dall'altra si svolgeranno entrambe nella giornata di oggi all'istituto di medicina legale di Verona . Dall'analisi dei corpi gli investigatori si augurano di ottenere le risposte che ancora mancano per completare il quadro delle indagini. Intanto gli investigatori in queste ore stanno cercando di chiudere il cerchio sul presunto autore del duplice omicidio. L’indagato, infatti, è stato sentito più volte dai pm.

Una coppia gay inglese, regolarmente sposata, è stata aggredita e picchiata mentre si trovava alla festa della birra di Pignataro, vicino cassino. I due inglesi, che hanno poi denunciato quanto avvenuto, sono stati aggrediti mentre erano seduti su una panca durante la manifestazione organizzata nel piccolo centro di Pignataro, in provincia di Frosinone. I due, trentenni e in vacanza nel paesino, erano intenti a scambiarsi effusioni seduti su una panca, quando sono stati avvicinati da un gruppo di uomini, probabilmente di nazionalità romena, che li ha selvaggiamente picchiati dopo averli insultati per il loro comportamento. Le vittime hanno riportato ferite al setto nasale e alla testa. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della compagnia di Pontecorvo. I militari stanno ascoltando anche gli altri presenti alla festa per cercare di risalire agli aggressori. La coppia è ancora sotto shock per l’aggressione subita e ancora non è riuscita a darsi una spiegazione del perchè dell’avvenuta aggressione.

“Io vengo dall'Inghilterra e lì i presidenti non parlano tanto. dopo la gara col Palermo, come allenatore, posso dire che abbiamo fatto 17 tiri in porta...”. rafa Benitez tecnico dell’Inter, replica al presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.

coSE dI QUESTo Mondo

Tazza ‘e cafè per ordine della camorra

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a Squadra Mobile di Caserta ha eseguito ieri mattina undici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di altrettanti affiliati alla fazione dei Casalesi, capeggiata da Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotto 'e mezzanotte' ma per alcuni mesi - dall'aprile del

2008 al gennaio del 2009 - saldamente in mano al capo dell'ala stragista dell'organizzazione, Giuseppe Setola. li indagati, tra cui lo stesso Setola, sono accusati, tra l'altro, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsioni aggravate e continuate, porto e detenzione di armi e munizioni. Setola e gli altri destinatari dei

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provvedimenti restrittivi sono ritenuti responsabili, in particolare, di estorsioni a centinaia di titolari di bar e caffetterie dell'agro aversano ed anche del litorale domiziano, costretti, tra l'altro, ad acquistare una miscela di caffé, il 'Caffe' Nobis', giudicata di pessima qualità, ad un normale prezzo di mercato. E i titolari dei bar hanno subito numerose minacce.


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argOmenti

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Lettera dalla california

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La migLiOre deL giOrnO

Così si confrontano sulle tasse democratici e repubblicani di

domeNico maceri*

’unica cosa che vi posso “L dire è che il Congresso continuerà la riduzione delle

tasse per la classe media”. Parla Nancy Pelosi, parlamentare democratica della California e presidente della Camera dei rappresentanti. Lo ha detto nel dibattito sulla riduzione delle tasse approvata dall’amministrazione di George Bush nel 2001. Il nodo però è se l’estensione si applicherebbe anche ai ceti più alti e cioè a dire le famiglie con reddito superiore ai 250.000 dollari annui. ella campagna presidenziale del 2008 Barack Obama disse che lui favoriva la scadenza della riduzione per questi benestanti ma l’avrebbemantenuta per tutti gli altri. I repubblicani ovviamente hanno sempre voluto mantenere la riduzione per tutti. Con la data di scadenza vicina, bisogna agire o in caso contrario le tasse aumenterebbero per tutti. Considerando la situazione economica con una ripresa molto lenta che continua a preoccupare, l’aumento delle tasse è visto in luce negativa. Il mito è che le tasse vanno ridotte durante i periodi di calo economico onde stimolare lo sviluppo. Per i repubblicani le tasse vanno sempre ridotte non importa se l’economia lo richieda o no. La riduzione fiscale fa parte del DNA repubblicano senza considerare gli effetti suldeficit oppure l’impatto sull’economia. i crede che più soldi in tasca ha la gente e più ne spende e così si stimolano le attività economiche che eventualmente creano posti di lavoro. Non necessariamente dicono alcuni economisti. Mantenere le riduzioni fiscali di Bush avrebbe un effetto positivo sull’economia

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nel caso della classe media, definita con un massimo di 100.000 dollari annui. Le famiglie in questo gruppo probabilmente spenderebbero tutti i loro risparmi ricevuti dalla riduzione fiscale. Si tratta di 2.900 dollari annui per quelli con reddito di 50.000 e 4.500 per coloro con reddito di 100.000. el caso dei benestanti, definiti con reddito di 250.000 annui o più, la riduzione di tasse sarebbe di una media di quasi 11.000 dollari. Che cosa farebbero questi individui con questi risparmi? Difficile dire dato che in un modo o nell’altro non avrebbero un grande effetto sul loro standard di vita. Quanti posti di lavoro hanno prodotto queste riduzioni di tasse ai benestanti dal 2001 fino ad oggi? Come ha detto la Pelosi, gli sgravi fiscali ai benestanti “non hanno creato posti di lavoro; hanno semplicemente ingrandito il deficit”. Ciò naturalmente vuol dire che tutti i cittadini pagano gli interessi per il deficit di cui eventualmente beneficiano gli investitori stranieri. a riduzione delle tasse nel clima politico attuale è però complessa perché deve fare i conti con l’ideologia. Nel caso di Obama si tratta di mantenere una promessa politica. Il problema è che aumentare le tasse, qualunque tassa, sarà usata dai repubblicani come strumento per attaccare i democratici. D’altra parte però un recente sondaggio indica che il 54% degli americani crede che sarebbe giusto aumentare le tasse ai benestanti. iò non spiana perfettamente il cammino a Obama e ai democratici che al momento hanno il controllo di ambedue

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Giannelli sul “corriere della sera” le camere legislative. Date le incertezze politiche e le vicine elezioni di midterm, si farà un compromesso. Con ogni probabilità tutte le riduzioni fiscali approvate da Bush saranno estese ma quelle per i benestanti avranno un’estensione temporanea di un anno o due. Anche parecchi senatori repubblicani hanno affermato che nonostante il loro desiderio di dare permanenza alla riduzione delle tasse potrebbero accettare un’estensione temporanea e poi decidere in modo definitivo una volta usciti dalla crisi economica. i tratterebbe dunque di una vittoria per tutti. I repubblicani guadagnerebbero ideologicamente perché continuerebbero a dimostrarsi paladini dei benestanti. I democratici otterrebbero qualche beneficio politico alle elezioni di novembre. Perderebbe l’economia perché gli sgravi fiscali ai ceti alti non si traducono in nuovi posti di lavoro. Sfortunatamente quando l’economia si mescola alla politica, causa disagi perché i politici cercano di proteggere se stessi e non quelli che li hanno eletti.

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*Domenico Maceri (dmaceri@gmail.com), PhD vive in California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA

Roma sempre assediata dai bus turistici Solo due mesi fa l’amministrazione comunale di Roma sbandierava ai quattro venti l'adozione del nuovo regolamento comunale sui bus turistici, strumento che avrebbe dovuto regolamentare definitivamente e concretamente la circolazione e la sosta di questi mezzi nella nostra città. Roma però continua ad essere assediata dai pullman turistici che circolano a qualisiasi orario, in barba alle più elementari norme previste dal codice della strada. Spesso bloccano la circolazione stradale del centro, e non solo. Pullman che senza titolo sostano in divieto di sosta, negli spazi riservati ad altri mezzi, ed in alcuni casi in corrispondenza delle fermate dei mezzi pubblici. Spesso i turisti vengono fatti scendere da questi mezzi a loro rischio e pericolo, in quanto gli autisti si fermano nei punti più disparati, spesso anche in doppia fila, per di più bloccando il traffico veicolare. Non è giusto che i cittadini romani siano costretti a subire ogni giorno queste angherie. dario nanni Roma


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Unicredit Troppi capitali libici in quella banca

L’ad Profumo costretto alle dimissioni C’è lo zampino della Lega in questo cambio al vertice? Il Pd ne è convinto e in certa misura difende l’operato del banchiere di arNolFo SpezzachiNi Tredici anni in sella per Alessandro Profumo, il banchiere d’assalto, nato dal nulla che ha sestuplicato il valore del titolo di Unicredit prima della crisi finanziaria esplosa nel 2008. Tredici anni in cui Profumo è stato uno dei manager più pagati in Italia con retribuzioni che solo tra il 2002, da quando cioè le società quotate in borsa hanno l’obbligo di esporre i compensi erogati ai propri amministratori, ed il hanno toccato l’astronomica cifra di oltre 45 milioni di euro, la bella cifretta di oltre 5 milioni l’anno, con il top proprio l’anno che ha concluso la preparazione della grande crisi finanziaria; nel 2007 Profumo ha incassato oltre 9 milioni di euro, in larga parte bonus e altri emolumenti. Il divorzio si è consumato ieri prima della riunione ma affonda le proprie radici nella crisi scoppiata alla fine del 2007 ed è figlio di margini ridotti all’osso, di un titolo troppo spesso col segno meno ed il dividendo sull’esercizio 2008 solo in azioni, una autonomia da molti ritenuta eccessiva dell’ormai ex AD.

Sembra quasi che gli acquisti dei libici nel capitale della banca siano più un pretesto per sfogare problemi mai risolti che il vero problema. Fatto sta che la ventilata scalata della Libia, con la Central Bank of Lybia al 4,98% e la Lybian Authority Investment al 2,6%, ha fatto infuriare in un colpo solo sia le Fondazioni socie e sia la nomenklatura fedele all’ideale leghista che ha interpretato in maniera piuttosto forzata il ruolo di forza politica determinante in Veneto e nel Nord Italia. Tanto che Francesco Boccia,

alessandro profumo deputato e coordinatore delle commissioni economiche del Pd, in un’intervista a Radio Radicale ha dichiarato di essere preoccupato per il futuro di quello che ‘un ottimo banchiere’ ha trasformato nel secondo gruppo bancario italiano mentre «pare chiaro in queste ore che non la pensano nello stesso modo, nella maggioranza, gli inquilini di Palazzo Chigi e quelli del Ministero dell’Economia. Noi non possiamo far finta di non aver sentito la Lega. Forse il presidente della regione Veneto ha scambiato Unicredit per CrediEuroNord, ricordate? Forse dalle parti della Lega non hanno capito che esiste il mercato, esistono le regole, i risparmiatori, gli azionisti. Da quelle parti pensano ancora che prendendo una manciata di voti in qualche comune si possano nominare consiglieri di amministrazione quasi sempre inadeguati, che poi vanno in cda di un grande gruppo bancario a dire a chi prestare i soldi e a chi no. Io non voglio ritrovarmi in una Italia così». arriva a fine mese, e ora dovrebbe ricevere una buonuscita da decine di migliaia di euro? Inaccettabile».

Lannutti (Adusbef) invita a brindare Di diverso parere rispetto al responsabile economico del Pd è il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti, il quale invita risparmiatori e consumatori a «brindare alla fine ingloriosa del signor Profumo con lo stesso spumante italiano utilizzato per le dimissioni dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio», Lannutti, che è anche capogruppo dell’IdV in Commissione Finanze, dichiara che con il «signor Profumo dovrebbe terminare un’era fatta di banche grandi, non di grandi banche, senz’anima e senza rispetto per una clientela ridotta a numeretti, ha imposto ai bancari il perseguimento degli obiettivi da raggiungere a tutti i costi: o con la carota di incentivi e promozioni, o con il bastone del trasferimento anche geografico ed in aree meno allettanti». Secondo Lannutti «La grave situazione determinata dalla spregiudicata gestione dell’ad di UniCredit ha causato enormi danni alla Banca, ai correntisti e all’economia italiana: sarebbe uno scandalo inaccettabile se fosse confermata l’ipotesi di una liquidazione milionaria per Profumo».


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mercoledì 22 settmbre 2010

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Morta a 79 anni

Sandra segue Raimondo 5 mesi dopo Impossibile parlare della Mondaini al singolare, lei e Vianello rappresentavano un forte sodalizio nella vita e sulla scena di

valeria NivadiNi

Sono appena passati cinque mesi dalla morte di Raimondo Vianello eppure a Sandra Mondaini, la compagna di una vita, devono essere sembrati un’eternità. Tanto, troppo tempo senza il suo Raimondo, colui che in pubblico la punzecchiava con sferzanti battute e nel privato la proteggeva con la tenerezza e l’affetto che solo i grandi amori sanno dare. Durante i funerali di Raimondo Vianello lo stesso monsignor Faccendini aveva dichiarato che sembrava “innaturale pensarli separati” e nemmeno i due amatissimi figli adottivi, Raymond e Gianmarco, sono riusciti a impedire che il cuore di Sandrina cedesse alla tristezza. E così è stato. Sandra Mondaini si è spenta ieri, all’età di 79 anni, all’ospedale San Raffaele di Milano, dopo una lunga malattia che di certo la morte del marito ha contribuito a far precipitare. Era nata a Milano nel 1931, poi nel 1955 l’ingresso nella compagnia di rivista di Erminio Macario come soubrette. Non è una vamp, ma una donna esuberante e dalla

battuta pronta. E sono questi gli ingredienti che determinano il suo immediato successo. Nel 1958 l’incontro con Raimondo Vianello, l’uomo della sua vita, con cui inizierà un sodalizio artistico e affettivo e che li vedrà convolare a nozze nel 1962. «Non avevo capito se parlava seriamente:

scherzava sempre». Così parlerà, anni dopo, della proposta di matrimonio di cui Vianello l’aveva resa destinataria e che dice molto dell’ironia posseduta da quel giovanotto ironico e allampanato come un lord inglese, ma italianissimo nei geni. Dal teatro alla tv il passo è breve e la scatola dei sogni la consacra reginetta del varietà in spettacoli sempre garbati e di rara eleganza. Dal primo

Sandra e raimondo in una foto recente e (in basso) in una gag di molti anni fa successo, con Canzonissima 1961, alla più recente Casa Vianello, che gli irresistibili sketch di questa coppia inossidabile hanno reso una delle sitcom più seguite di sempre. Lei nella parte di una casalinga annoiata e lui in quella di un marito continuamente rapito dalla bellezza delle vamp di turno. Il tutto condito da battute ed equivoci, fino alla fatidica scena del lettone matrimoniale in cui lei, scalciando sotto le lenzuola, consacrerà il suo “che barba, che noia” come tormentone nazional – popolare. Più volte hanno prestato il loro volto in favore delle campagne di raccolta fondi per l’Airc, associazione italiana che si occupa della ricerca sui tumori, essendo stati colpiti entrambi dalla malattia. Ancora una sfida da raccogliere insieme e che insieme hanno vinto. Nel 2008 l’addio alle scene annunciato, con grande commozione, durante la conferenza stampa del loro ultimo

lavoro insieme: Crociera Vianello. In carrozzina, molto provata, Sandra Mondaini annuncia il suo ritiro a causa di una malattia rara, “ma non mi posso lamentare se penso a tanti giovani che soffrono. Io ho fatto la mia vita – queste le sue parole ai giornalisti – ed è stata bellissima. Certo potrei andare avanti bene un altro po’, ma purtroppo per i miei disturbi non si conosce la cura”. E subito la battuta di Raimondo: “Io la conosco sì”, quasi a voler sdrammatizzare con il suo tipico humor quel particolare momento. E’ sempre difficile riassumere in un articolo un’intera vita, perché di cose da scrivere ce ne sarebbero fin troppe e lo spazio non è mai abbastanza. Ancora più difficile è raccontare la vita di Sandrina usando il singolare, visto che il plurale, in questo caso, è quasi d’obbligo. Impossibile parlare di Raimondo senza fare un cenno a Sandra e viceversa. E oggi, ancora di più, pesa come un macigno l’assenza di questa coppia dallo scenario televisivo e culturale nostrano. Oggi siamo tutti orfani. Di Sandra e di Raimondo, ma soprattutto della buona tv che essi rappresentavano.


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Campionato infrasettimanale Ore 20,45: per un giorno (quasi) tutti insieme

Si sente Profumo di schemi nuovi per la Roma di Ranieri La squadra giallorossa, di cui è azionista Unicredit, guarda da Brescia con invidia alla Lazio che affronta il Milan e alla matricola Cesena in vetta alla classifica di

GiuSeppe maricoNda

Primo turno infrasettimanale: si torna provvisoriamente all'antico. Si gioca, infatti, tutti insieme stasera alle 20 e 45 tranne la Juventus che posticipa di un giorno, sempre in omaggio alla diretta televisiva. Torna il calcio tradizionale e tornano i nodi per i tecnici che già sono sulla graticola della critica, per le illusioni frantumate, per i rapporti tesi negli stanzoni che nessuna diretta televisiva riuscirà mai a documentare... Si comincia con la Roma a Brescia. Un altro terremoto per Unicredit, titolare del pacchetto azionario già di Sensi? Nessuno poteva mai prevedere un distacco in classifica ( e che distacco...) a vantaggio della neo promossa. Ranieri cambierà qualcosa? E' probabile, con Totti e de Rossi infortunati deve sperimentare schemi nuovi anche se la verifica del modulo da trasferta è ancora tutta da fare dopo l'incredibile partita di Cagliari. Se la Roma fosse realmente quella lì ci sarebbe da stare preoccupati, come gli azionisti con la storia del ribaltone per Alessandro Profumo: cinque volte sotto in una sola partita. E poi concedere una doppietta all'ex laziale Di Vaio in casa e negli ultimi minuti, beh è veramente troppo: c'è da correre ai ripari. Ma il calcio è bello proprio perché riserva sorprese: la Juventus, data per spacciata dal suo stesso allenatore dopo due giornate di campionato ( ed altrettante di coppa euro-

pea), è risorta improvvisamente nel “derby dei bianconeri disperati”: un punto solo per i torinesi, zero -rimasti tali- per gli udinesi. E per Guidolin la trasferta di Bologna assume già il sapore di ultima spiaggia. Difficile il cammino anche di Allegri: la Lazio dell'esperto Reja ha già pronta qualche trappola tecnica per Ibrahimovic e compagni. Anche se non c'è da studiare molto se è vero, come raccontano le cronache, che l'unico che rientrava a dar mano alla difesa, quando la palla l'avevano gli avversari, era il trentasettenne Filippo Inzaghi, uscito dal campo stremato. Testimonianza di una professionalità straordina-

ria. Per il resto l'Inter deve scacciare l'incubo Bari della prima giornata della passata stagione: Mourinho ebbe un impatto a dir poco duro con il campionato italiano. Benitez non può rischiare come il suo collega lo scorso anno e deve puntare a ben altro che allo stentato punticino rimediato a fatica, contro una squadra che mostrò addirittura di voler aspirare alla vittoria. E il Cesena delle rivelazioni deve confermare tutto il suo valore sul campo del Catania. Infine proseguendo nella rivelazioni c'è da tener occhio al ritrovato Napoli di Mazzarri. Pioli, guida del Chievo, ha annunciato la pron-

ta volontà di riscatto della sua squadra, a cominciare dal San Paolo. San Paolo che lo scorso anno era illuminato più dal gioco e dalle vittorie - oltre una dozzina consecutive – che dai riflettori. Un bel Napoli, specie di notte, che apriva il cuore dei suoi tifosi alla speranza di un ritorno al passato., i tempi di Maradona. E a proposito di Maradona, il piccolo ( si fa per dire, ora ha 24 anni) Diego Armando jr. è tornato a calcare il terreno di gioco, con il Forio d'Ischia in promozione. Due gol su punizione (roba da dna...) e tante aspettative. Aspettative anche per il provino di Enok Barwuah, un ragazzo di 17 anni, che aspira a giocare nelle Primavera del Napoli. Un nome che sembra non dire niente, ma se si aggiunge che è il fratello naturale di Mario Balotelli suscita tanta curiosità da indurre i responsabili del Napoli a rinviare l'appuntamento sul campo di Castelvolturno, fissato per oggi. Scarsa curiosità, anzi preoccupazione per il ventilato ( o meglio ...minacciato) arrivo di Vittorio Sgarbi alla direzione del Madre, il museo di arte moderna, voluto da Antonio Bassolino ed Eduardo Cycelin, che lo ha portato in pochi anni all'attenzione della critica einternazionale. Sgarbi? Più che uno sgarbo, un insulto che la città di Napoli, francamente, non merita. Nonostante tutti i recenti errori nella scelta dei nuovi amministratori...


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Culture & tendenze

mercoledì 22 settembre 2010

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Si chiude la London Fashion Week e si apre la settimana della moda primavera-estate di Milano Settembre è come al solito uno dei mesi più densi di appuntamenti per operatori e appassionati della moda: dopo la settimana di New York, chiude oggi la London Fashion Week per la moda femminile primavera estate 2011 che ha preso il via il 17 settembre. Mentre a Milano si apre la settimana della Moda primavera estate che si concluderà il 28 settembre. In occasione dell’evento londinese è stato ricordato il grande designer Alexander McQueen, morto suicida lo scorso febbraio. Moltissime le celebrities che hanno partecipato alla cerimonia in memoria dello stilista prematuramente scomparso, che si è svolta nella cattedrale di St Paul’s a Londra, proprio nei giorni della Settimana della Moda, con l’intervento di moltissime star, che hanno avuto modo di indossare nel corso della loro vita le sue creazioni. C’erano Sarah Jessica Parker, le modelle Kate Moss e Naomi Campbell, ma anche la collega Stella McCartney, e Anna Wintour, direttrice di “Vogue America”. Ora a proseguire il progetto di Alexander Mc Queen c’è la giovane Sara Burton che è stata scelta per continuare a realizzare le collezioni di moda per il fashion brand inglese. La Burton si è trovata a misurarsi subito con le firme più prestigiose. Hanno sfilato in questi giorni a Londra i principali nomi dell’industria della moda britannica, tra cui Vivienne Westwood, la cui passerella è stata come sempre molto colorata e ironica, per una donna dal temperamento deciso, che ama osare. Tra i maggiori esponenti della moda anglosassone che hanno

Si è sfilato anche nel ricordo di McQueen Per la prima volta la passerella londinese vista in diretta su iPad e in 25 boutique che espongono il marchio Bumberry di

moNica SimeoNe

presentato le loro proposte si è distinta la grintosa collezione di Burberry con una iniziativa davvero sorprendente: infatti in occasione della sua partecipazione alla London Fashion Week le sfilate sono state mostrate in diretta in 25 boutique del marchio di moda inglese, inoltre le clienti hanno potuto assistere allo spettacolo e conoscere la nuova collezione di moda anche attraverso il loro iPad, e, con un semplice clic, potevano acquistare l’abito di loro gradimento. Stessa cosa sul sito internet di Burberry: seguendo le sfilate si poteva decidere di comprare immediatamente gli outfit che più sono piaciuti, e ricevere il tutto comodamente a casa.

le Foto. Sarah Jessica parker alla cerimonia commemorativa di alexander mcQueen, di cui si vede in alto a sinistra un momento davanti alla chiesa St. paul’s di londra. Qui a lato: una delle sfilate londinesi con i modelli colorati e ironici di vivienne Westwood


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Anteprime cinema “Inception” di Christopher Nolan

Il personaggio trasferito dalla realtà alla finzione

Nolan (in primo piano nella foto sotto) qui con il proptagonista, leonardo di caprio, e ellen page

«Mi sono accorto di aver fatto un film su un gruppo di persone che fanno un film», ammette il regista. Convincente Di Caprio di

luciaNa vecchioli

Più che un film è un rompicapo. Ne conviene anche Christopher Nolan, uno dei registi americani più quotati del momento, a soli quarant’anni già ai vertici della Hollywood che conta e che ha diretto, prodotto e sceneggiato "Inception" il blockbuster in Italia da venerdì ma che nel mondo ha già incassato 753 milioni di dollari. "I risultati al box office sono andati oltre le nostre aspettative, ho avuto timore che il film non venisse capito dal grande pubblico e risultasse un puzzle troppo cerebraleha detto Nolan arrivato nella capitale insieme alla moglie produttrice Emma Thomas Ho scritto il film circa dieci anni fa. A quel tempo andava molto di moda l'idea che vivessimo in una realtà immaginaria, come "Matrix" o il mio "Memento". Ho solo voluto ribaltare il concetto: portare una persona dal mondo della realtà a quello del sogno. Inoltro volevo introdurre il sogno nel sogno, fatto di vari livelli. Allora sembrava un concetto difficile; oggi grazie ai videogiochi

appare molto più accessibile". Costato circa 150 milioni di dollari, accolto negli Usa con grande successo di pubblico e di critica (ormai diventato un vero e proprio business tanto che lo stesso Nolan ha annunciato la prossima realizzazione del videogioco), il film racconta la storia di un gruppo di uomini capeggiata da Dom Cobb (interpretato da un Leonardo Di Caprio sempre più bravo e convincente) che ha escogitato il metodo per entrare nella mente delle persone al fine di manipolarne sogni e volontà, rubando preziosi segreti dal profondo del subconscio mentre il soggetto sogna, quando la mente è al massimo della sua vulnerabilità. In questa realtà fantascientifica la vittima designata, però, ha una insospettata preparazione a resistere alle incursioni per cui la scena diventa vio-

lenta con tanto di sparatorie, morti e feriti. Cobb è un abilissimo ed atipico ladro che inevitabilmente si trova protagonista nel mondo dello spionaggio industriale, ma anche un ricercato dalla polizia perché accusato di aver ucciso la moglie, in realtà morta suicida. Un nuovo lavoro, commissionato da un misterioso imprenditore asiatico che gli ha promesso in cambio l'immunità, potrebbe restituirgli la vita. Questa volta non dovrà rubare

un'idea ma impiantarne una nuova nella testa di un uomo. Inception, appunto, inteso come innesto. Per eseguire l'operazione Cobb si avvale di un team di persone, trasformandosi a sua volta in una sorta di regista nel tentativo di creare un vero e proprio film nella mente del designato. "Mi sono accorto solo dopo l'ultimo ciak di aver fatto un film su un gruppo di persone che fa un film, utilizzando come set il campo misterioso dei sogni. All'inizio proprio non ci pensavo" spiega il regista di "Batman - Il cavaliere oscuro" e "The Prestige" - Per realizzarlo mi sono ispirato innanzi tutto a Borges, ma anche a Ridley Scott con "Blade Runner" ed a Stanley Kubrick in "2001: Odissea nello spazio". Senza dimenticare pellicole sulla realtà virtuale come "Matrix" e "Dark City". Ottimo cast, all'altezza del protagonista, nel quale troviamo anche Michael Caine, Ellen Page, Tom Berenger e Marion Cottillard. Mr. Nolan sta lavorando al nuovo Batman? "Non mi piace parlare dei progetti in corso, posso solo dire che sto elaborando la sceneggiatura insieme a mio fratello Jonathan che ha già creato una stesura".


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notte rosa Rubrica ideata e realizzata da carmine castoro

Soraia di Fazio

24 anni, catanese trapiantata a Torino

Una femminilità che sa di passerella Caliente e vulcanica come una siciliana doc, curve pericolose e grandi capacità seduttive, sbarazzina, sportiva, e all’improvviso sinuosa e maliarda come una vera “donna di cuori”, Soraia di Fazio, 24 anni, catanese trapiantata a Torino, all’ombra della Mole antonelliana, per questioni di studio e di ascesa nel mondo dello spettacolo, è una bellezza dai colori forti, mediterranei, marcati, con contaminazioni estetiche che hanno un fascinoso sentore d’Oriente. Una femminilità che sa di passerella, palcoscenico e “mille e una notte”… Soraia tu sei una bellissima ragazza e fai la modella. come pensi oggi venga valorizzata la bellezza femminile nel mondo dello spettacolo e della nightlife? c'è chi dice che c'è un maschilismo molto strisciante... «Innanzitutto grazie per il complimento. Credo che spesso la donna venga considerata come un oggetto da ammirare, come se fosse un accessorio, un ornamento: spesso si ci imbatte nello stereotipo che se una donna è bella non possiede l’intelligenza, di conseguenza viene considerata solo per l’aspetto fisico e non per il carattere e le potenzialità artistiche e intellettive. In un mondo come quello dello spetta-

colo tutto ciò è ancor a più evidente; ai maschi interessa solo veder un bel corpo e non il resto. Nella società odierna la bellezza è indispensabile in tutti i campi, più hai un bell’aspetto più hai

successo, è una cosa assurda ma è cosi». Sei una laureanda in lettere, abituata quindi a leggere romanzi, libri di filosofia,

saggi. Vedi una contraddizione in te fra il mondo dello studio e quello dell'immagine? «Sì sto per laurearmi in lettere, adoro leggere e mi dispiace notare che molti miei coetanei sono allergici ai libri, e non capiscono l’importanza della cultura. A primo impatto sembra che ci sia una contraddizione tra l’essere e l’apparire, ma non per forza le due cose sono inconciliabili; anche qui cadiamo nel classico stereotipo della donna intelligente, colta che non deve apparire e aver cura di sé, e della bellona ignorante. Credo che l’immagine sia solo l’involucro della persona, un elemento in più. Assurdo pensare che ad una persona di cultura non possa piacere lo spettacolo, anzi i mezzi di comunicazione sono uno strumento importante per trasmettere la cultura, grazie al teatro ad esempio conosciamo celebri melodrammi o commedie latine e greche, quindi compito di un attore è interpretare e far conoscere questi capolavori agli altri». c'è stato un momento "zero" per dire così, in cui ti sei guardata allo specchio e hai deciso di incamminarti nel mondo dello spettacolo? raccontami un episodio... «Ho sempre sognato di diventare un’attrice, fin da bambina guardavo in tv film e telenovelas e mi immedesimavo tantissimo nei personaggi, finché un giorno dissi a mia madre alla tenera età di 4 anni: ‘voglio fare la lavatrice’ non sapendo pronunciare la parola ‘attrice’. Un altro episodio che mi ricordo bene fu quan-

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notte rosa segue da pagina 10 do volevo andare in discoteca, piansi per convincere i miei; peccato che avevo solo 7 anni, quindi non potevo, ma alla fine sono riuscita ad entrare in un locale con i miei genitori dove si ballava e ricordo che ero felicissima e ballai tutta la notte… Quindi direi che è una passione che ho da sempre, che è maturata con il passar degli anni». Le tue "misure" ti inquadrano come una ragazza molto formosa e mediterranea. cosa pensi delle ragazze che pur di assomigliare alle modelle da defilé rischiano gravi disturbi alimentari? «Sono assolutamente contro certi falsi canoni propugnati dal mondo della moda: le vere donne sono ragazze magre sì, ma con le forme, non quelle con la taglia 38. Io ho una 42 e mi sento nella media e sto bene con il mio corpo nonostante anch’io come tutte abbia i miei difetti. Il mondo della moda è assurdo, le modelle non sono donne ma manichini, perché ciò che importa è far risaltare l’abito, non far trasparire la bellezza femminile, anzi potremmo dire che la donna non è per niente valorizzata. Quindi magra non equivale a bella, tutt’altro. Molte ragazzine vedendo queste modelle vogliono imitarle e finiscono per cadere nel tunnel della anoressia, mentre la famiglia e i media dovrebbero educare ad altri valori e offrire altri punti di riferimento che non siano modelle magrissime o showgirl siliconate». nel tuo curriculum si leggono esperienze di moda, tv, cinema. Verso cosa va il tuo cuore, in particolar modo? «Mi definisco un’artista poliedrica, ma la mia passione più grande rimane il cinema: recitare è stupendo, smetti di essere te stessa per indossare i panni di un personaggio magari lontanissimo da te, e devi essere talmente brava ad interpretarlo che

devi commuovere o far ridere il pubblico…Sensazione stupenda». Sei siciliana, ma lavori prevalentemente al nord dove vivi, fra Torino e Milano. Il sud è un po’ arretrato anche nell'industria dello spettacolo e costringe ad andare lontano da casa? «Adoro la mia terra, orgogliosa di essere siciliana, il mio carattere è forte e passionale come quello della maggior parte dei miei conterranei. Purtroppo però ho dovuto abbandonare la mia terra natìa perché in certi settori lavorativi è arretrata, ma penso che per quanto riguarda lo spettacolo non sia solo un problema del sud, perché vivendo a Torino riscontro anche qui poche occasioni lavorative come in qualsiasi altra città che non sia Roma e Milano». Sei stata una ragazza-copertina per noti magazine di miss e motori. cosa pensi di questo binomio donnamacchina di lusso? oggigiorno, voi donne siete molto esigenti da questo punto di vista col partner o no…? «Premetto che non ho neanche la patente e la mia conoscenza nel mondo dei motori equivale a zero. Molte donne sono attratte dal lusso, così come molti uomini, ma sicuramente nella scelta del mio partner non conta la macchina che possiede o il suo conto in banca; se ha un buon lavoro, ancora meglio, ma mi deve colpire per il suo carattere non per il resto: la mia giornata la devo condividere con lui, non con il suo lavoro o con la sua auto». Lavori molto anche nel campo delle discoteche. c’è ancora spazio per le classiche "cubiste" o questo ruolo sta tramontando? «Io adoro ballare, starei ore sul cubo, ma non crediate di trovarmi a ballare seminuda, oggi fortunatamente non esiste più la

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classica cubista, spesso volgare, che si muove sul cubo, ma si fa animazione. Bisogna saper ballare bene, vestirsi in maniera originale, spesso con costumi a tema, non basta più avere un bel fisico ma capacità. Purtroppo però i cosiddetti locali ‘fighetti’ oggi puntano sull’immagine, ovvero ragazze carine che stiano ai tavoli o che ballano in pista, quindi il margine di lavoro per chi fa animazione si è ridotto abbastanza per dar spazio a questa nuova figura professionale». Se ti proponessero di fare televisione ad alti livelli in cosa ti sperimenteresti? «Sicuramente in tv non farei la valletta muta, vorrei invece condurre un programma di musicale o di attualità, e se mi proponessero delle fiction con un soggetto interessante sarei felicissima di far parte del cast». Si sacrificano affetti e amicizie per fare carriera nel mondo dello spettacolo? ci si attira gelosie, invidie? «Spesso chi ti sta accanto non comprende i tuoi sogni e aspirazioni e si è costretti ad allontanarsi; è un comportamento egoistico cercare di proibire qualcosa a chi si vuol bene perché una persona va accettata e amata cosi com’è. Io vorrei un uomo che mi sostenesse nel mio lavoro e che fosse felice per me, anziché fare inutile scenate di gelosia costringendomi a scegliere tra carriera e amore, perché non c’è bisogno di farlo, le cose sono perfettamente conciliabili. In famiglia invece non ho particolari problemi, anzi c’è mio fratello che mi aiuta e sostiene tantissimo. Per quanto riguarda l’invidia ce n’è fin troppa, e ne sono spesso vittima perché c’è troppa gente insicura che, anziché cercare di realizzare qualcosa nella propria vita, cerca di distruggere quella altrui. Evidentemente sono persone maligne senza capacità, che non riescono a godere delle gioie altrui. La cosa che mi fa star male è che spesso queste persone sono quelle che credi ti vogliano bene, invece no, godono solo dei tuoi insuccessi e soffrono per i tuoi successi. Ma alla fine, gente così meglio perderla che trovarla». Foto e cv delle modelle a selezionenotterosa@gmail.com


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miNicritiche dei Film dell’aNNo congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

affetti & dispetti (la nana) regia: Sebastiàn Silva con catalina Saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

amante (l') inglese regia: catherine corsini con Kristin Scott thomas, Sergi lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

alice in Wonderland

mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

a serious man regia: Joel & ethan coen con michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

a single man regia: tom Ford con colin Firth e Julianne moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

agora regia: alejandro amenàbar con rachel Weisz, max minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

regia: tim burton con mia depp, Johnny anne Wasikowska, hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

avatar regia: James cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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miNicritiche dei Film dell’aNNo uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

baciami ancora regia: Gabriele muccino con Stefano accorsi, vittoria puccini, pierfrancesco Favino, claudio Santamaria, Giorgio pasotti, marco cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

bangkok dangerous regia: oxide e danny pang con Nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

cado dalle nubi

Giovanna mezzogiorno, rocco papaleo, paolo briguglia, alessando Gassman e max Gazzè in una scena di “basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

brotherhood basilicata coast to (Fratellanza) coast regia: Nicolo donato regia: rocco papaleo con alessandro Gassman, paolo briguglia, max Gazzè, rocco papaleo, Giovanna mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con thure lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

regia: Gennaro Nunziante con dino abbrescia, Fabio troiano e Giulia michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

che fine ha fatto osama bin laden? documentario di morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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miNicritiche dei Film dell’aNNo e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

pierfrancesco Favino e alba rohrwacher in “cosa voglio di più”

che fine hanno fatto i morgan? regia: marc lawrence con hugh Grant, Sarah Jessica parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

city island regia: raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

chloe regia: atom egoyan con Julianne moore, liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

christmas (a) carol regia: robert zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

city island regia: raymond de Felitta

con andy Garcia, alan arkin, Julianna margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

colpo di fulmine - il mago della truffa regia: John requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, ewan mcGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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miNicritiche dei Film dell’aNNo glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con pierfrancesco Favino, alba rohrwacher, Giuseppe battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

crazy heart regia: Scott cooper con Jeff bridges, maggie Gyllenhaal, colin Farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande

due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon trainer regia: dean deblois e chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - l'italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

regia: alessandro aronadio con lorenzo balducci, isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

e' complicato regia: Nancy meyers con meryl Streep, alec baldwin, Steve martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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miNicritiche dei Film dell’aNNo donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

happy Family

Fuori controllo regia: martin campbell con mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni veronesi con Silvio orlando, luciana littizzetto. michele placido, margherita buy, max tortora, elena Sofia ricci, piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

tahar rahim, protagonista del “profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green zone regia: paul Greengrass con matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

regia: Gabriele Salvatores con Fabio de luigi, diego abatantuono, Fabrizio bentivoglio, margherita buy, carla Signoris, valeria bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

i Gatti persiani regia: bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, hamed behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

il figlio più piccolo regia: pupi avati con christian de Sica, laura morante, luca zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

il mio amico eric regia: Ken loach con eric cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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miNicritiche dei Film dell’aNNo e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

il mi$$ionario regia: roger delattre con Jean- marie bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

il profeta regia: Jacques audiard con tahar rahim e Niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

il segreto dei suoi occhi regia: Juan Josè campanella con ricardo darìn, Soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

il tempo che ci rimane regia: elia Suleiman con Saleh bakri, Shafika bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

invictus regia: clint eastwood con morgan Freeman e matt

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

l'isola delle coppie regia: peter billingsley con vince vaughn, Jason bateman, Kristen bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

l'uomo che verrà regia: Giorgio diritti con alba rohrwacher e maya


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miNicritiche dei Film dell’aNNo Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

l'uomo nell'ombra regia: roman polanski con ewan mcGregor, pierce brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

l'uomo nero regia: Sergio rubini con valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

la prima cosa bella

raoul bova e elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier bardem) in una scena del film “la nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

la bocca del lupo regia: pietro marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

la nostra vita regia: daniele luchetti con elio Germano, raoul bova, isabella ragonese, luca zingaretti, Stefania montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

regia: paolo virzì con valerio mastandrea, Stefania Sandrelli, claudia pandolfi, micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

la vita è una cosa meravigliosa regia: carlo vanzina con Gigi proietti, vincenzo Salemme, enrico brignano, Nancy brilli, luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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miNicritiche dei Film dell’aNNo gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

le quattro volte regia: michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

matrimoni ed altri disastri regia: Nina di majo con margherita buy, Fabio volo, luciana littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

una scena corla di “mine vaganti” di ozpetek. in primo piano elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

mine vaganti regia: Ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, alessandro preziosi, ennio Fantastichini, lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine regia: rob marshall con daniel day-lewis, Sophia loren, Nicole Kidman, penelope cruz, marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle manhattan

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regia: mira Nair con Steve carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini regia: chris columbus con logan lerman, pierce Brosnan


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miNicritiche dei Film dell’aNNo Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

piccolo (il) Nicolas ed i suoi genitori regia: laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

predators regia: Nimrod antal con adrien brody, laurence Fishburne, alice braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

prince of persia - le sabbie del tempo

regia: mike Newell con Jake Gyllenhaal, ben Kingsley, alfred molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

remember me regia: allen coulter con robert pattinson, emilie de

ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

the road regia: John hilcoat con viggo mortensen, robert duvall, charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

robin hood regia: ridley Scott con russel crowe, cate


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miNicritiche dei Film dell’aNNo blanchett, William hurt, max von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

una scena di “Shutter island”. al centro: leonardo di caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a regia: martin Scorsese con leonardo di caprio, mark piazza vittorio regia: isotta toso con daniele liotti, Kasia Smutniak, Francesco pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

buffalo, ben Kingsley, max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

regia: micha Wald con Jonathan zaccai, popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

regia: alessandro d'alatri con dario castiglio, martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

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miNicritiche dei Film dell’aNNo usa la sua barca per le immersioni da sub.

the Wolfman regia: Joe Johnston con benicio del toro, emily blunt, anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

tra le nuvole regia: Jason reitman con George clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George clooney e vera Farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason reitman

triage regia. danis tanovic con colin Farrell, paz vega, christopher lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert pattinson, taylor lautner

il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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