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Anno II - n. 188 - Sabato 25 settembre 2010

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Ora di Punta dI aLeSSandro

CarduLLI

Il grido di dolore di Emma

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avvero la situazione del nostro paese deve essere arrivata ad un punto di gravità tale da oscurare il ritorno verso tempi migliori se anche Emma Marcegaglia, in due puntuti interventi rivolti agli industriali toscani e liguri, ha sparato a palle infuocate contro il governo. Un vero e proprio grido di dolore del capo degli imprenditori che rompe una tradizionale prudenza, ispirata al principio di non lanciarsi mai in accuse pesanti contro chi ha nelle mani il cordone della borsa, sempre aperto per foraggiare il capitalismo straccione italiano. a presidente di Confindustria ogni volta che ha avuto l’occasione non ha mancato di dire la sua, ma, nei fatti, poi si è trovata in sintonia con il ministro Sacconi nell’attaccare la Cgil e la Fiom e nel dividere i sindacati.. Ma, alla fine, a fronte di dati drammatici che segnano l’economia italiana, non ha retto ed ha smentito in modo clamoroso Berlusconi e Tremonti i quali non perdono occasione per dire che, a fronte della crisi, siamo stati i più bravi in Europa. Non è vero, ha detto Emma, siamo fra gli ultimi. Se il Pil non cresce perlomeno del 2% sarà un disastro. Berlusconi non l’ha presa proprio bene. Per lui un’altra giornata nera.

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Dal Pdl al Pd, dalla Rai ai giornali, da Santoro a Masi e alla Dandini, da Feltri a Sallusti, da Montecarlo a Santa Lucia...

Scossa continua

E ora si aspetta che cosa dirà Fini sulla società di suo cognato Ormai la nostra vita è scandita da terremoti. Economici, finanziari e politici. Lo sciame sismico non si placa, anzi s'allarga e si diffonde senza risparmiare nessuno. Traballa il Pdl, squassato dal conflitto tra berlusconiani e finiani. Traballa il Pd, tra i movimenti sussultori di Walter Veltroni e quelli ondulatori di Pierluigi Bersani. Con le scosse aggiuntive di Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Traballa - anzi crolla - il vertice di Unicredit (uno dei colossi del nostro sistema bancario) con l'uscita di scena di Alessandro Profumo. Con grande soddisfazione - dicono - del premier e di Umberto Bossi, il quale, detenendo da tempo la "golden share" del governo, reclama una banca che abbia un solo profumo: quello della stella alpina. Nel mondo dell'informazione, poi, il terremoto è quotidiano. L'ultima scossa è il "passo indietro" di Vittorio Feltri al "Giornale". Non è più direttore responsabile, bensì solo direttore editoriale. La sua poltrona è passata ad Alessandro Sallusti, fin qui condirettore e "braccio secolare" della forsennata campagna contro il presidente della Camera per via di quel miniappartamento a Montecarlo dove alloggia il cognato. Oggi è attesa una video-replica di Fini sull'argomento e potrebbe esserci un altro terremoto. Anche se il governo, grazie anche al "potrei ma non voglio" (o se preferite al "vorrei ma non posso") proprio dei finiani, pare poggi, almeno per ora, su discrete fondamenta anti-sismiche. Sallusti si è affrettato a precisare che "l'avvicendamento era previsto" e che l'evento non ha "nulla a che fare con le polemiche di questi giorni". E lo stesso Feltri ha tenuto a dire che è solo un problema di eccessive querele (troppe sulle spalle di un uomo solo) e che la stessa cosa era avvenuta anche a "Libero".

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SteFano CLerICI

Il ministro dell’isola di Santa Lucia conferma che la società acquirente della casa di Montecarlo è del cognato di Fini. Vero o falso?

Ma c'è una stranezza che va sottolineata. La notizia dell'avvicendamento - chiamiamolo così - è uscita fuori guarda caso dopo un incontro di Feltri e Sallusti con il Cavaliere. Con il Cavaliere - badate bene - e non con suo fratello Paolo che, almeno sulla carta, è l'editore del quotidiano di Feltri e Sallusti. Ma - i fatti confermano - Paolo Berlusconi è editore solo sulla carta. L'ultima parola è sempre del fratello premier. Il "giocattolo" dell'informazione, scritta e radiotelevisiva, è di Silvio e lui ne è estremamente geloso. Forse, chissà, avrà pensato che era arrivato il momento di dare una piccola scossa, non facendo certo cadere la testa di Feltri, ma semplicemente scambiandola con quella di Sallusti, tanto per calmare un po' le acque e gettare un po' di fumo negli occhi di chi, tra gli "amati moderati", cominciava a pensare che si stesse un po' esagerando con questa feroce campagna. Poi, c'è la Rai, dove lo sciame sismico è di casa. Alla prima apparizione dopo la pausa estiva, "Annozero" (dedicata anche all'affaire Montecarlo, ma con un interessantissimo e per molti aspetti drammatico collegamento con gli operai Fincantieri di Castellammare a rischio licenziamento) ha riacceso

il fuoco delle polemiche. A parte il «vaffanbicchiere» rivolto al direttore della Rai, che Mauro Masi ha preso assai male, ecco il commento (scontato, noiosamente ripetitivo) dei capigruppo Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri: "La trasmissione è stata un vero e proprio processo - con sentenza precostituita già scritta e senza possibilità alcuna di contraddittorio - celebrato in assenza di esponenti del Pdl e con l'esponente leghista in studio continuamente interrotto per impedirgli di confutare tesi irreali, fantasiose e anche autentiche calunnie". Ai colonnelli exfiniani-berlusconiani la risposta è arrivata dal pubblico dei teleutenti: gli ascolti della prima puntata di "Annozero" hanno sfiorato il 20% di share. Gli spettatori sono stati 4.874.000 (19,63%), dalle 21.13 alle 23.30. Nettamente superiori alla media di rete. Ma se Santoro è andato in onda, Serena Dandini è ancora nel limbo. I vertici aziendali dicono che il "contratto è a posto" ma il consiglio di amministrazione che doveva occuparsi del programma "Parla con me" (e della fiction su Anita Garibaldi, prodotto dalla moglie di Italo Bocchino, capogruppo di "Futuro e Libertà") è andato deserto perché i consiglieri di maggioranza hanno pensato bene di far mancare il numero legale. Se ne riparlerà, forse, martedì prossimo, poche ore prima che la Dandini cominci, come da palinsesto, la sua trasmissione. Terremoto in vista o (speriamo) solo minacciato? Tutto questo mentre a Napoli va in scena la replica del terremotospazzatura. La città "liberata" da tonnellate di mondezza (operazione sbandierata e risbandierata a ogni piè sospinto dal presidente del consiglio come fiore all'occhiello del suo "governo del fare") è di nuovo sommersa dai rifiuti.


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EmErGEnzA in CAmPAniA

sabato 25 settembre 2010

PAlErmo

rivolta a terzigno Aereo fuori pista per i rifiuti dieci feriti lievi Resta ancora grave la situazione rifiuti a Napoli anche se il sindaco Rosa Russo Iervolino evidenzia un miglioramento registrato nelle ultime ore. A Terzigno c'è stato il contatto fisico tra i manifestanti e la polizia quando sono arrivati i camion diretti alla prima discarica, già aperta, con i rifiuti da sversare. Il vice questore aggiunto, Sergio Di Mauro, è stato ferito al volto dal lancio di un sasso. Si sono vissuti momenti di grande tensione tra cariche, lanci di lacrimogeni con un migliaio di persone che si fronteggiava alla polizia. Due autocompattatori sono stati bruciati da ignoti che sono riusciti a scappare. A Napoli sono ancora stracolmi i cassonetti.

Bitonto

Grave incidente: morti una donna e due poliziotti Due poliziotti e una giovane donna morta. Un terzo poliziotto ferito gravemente che lotta tra la vita e la morte in ospedale. E' il bilancio di un violento scontro frontale avvenuto alla periferia di Bari tra una vettura privata e l'auto di servizio di una pattuglia del reparto prevenzione crimine che avrebbe dovuto prendere servizio per il turno pomeridiano a Bitonto. L'incidente è avvenuto in una curva lungo la strada provinciale 156, che collega l'aeroporto di Palese a Bitonto. L'auto della polizia, una Bmw, si è scontrata frontalmente con una Peugeot 307 che si è ribaltata finendo in un uliveto. L'impatto e' stato devastante a causa dell'alta velocita'. La giovane alla guida, Mariangela Labianca, di 21 anni, e' morta cosi' come l'ispettore capo Gabriele Schino e l'assistente Adriano Epifani.

Un Airbus 300 della Wind Jet proveniente da Roma è uscito fuori pista mentre atterrava all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo. Sul velivolo c’erano 143 passeggeri. Dopo l’uscita di pista, i passeggeri hanno lasciato l’aereo con gli scivoli di emergenza. Secondo l’ufficio stampa dell’aeroporto l’incidente sarebbe stato causato dalla fortissima pioggia. I feriti sarebbe dieci e sono stati portati in infermeria per lievi escoriazioni alla testa e al naso. L’aeroporto resterà chiuso per quattro ore per consentire la normale ripresa dell’attività dello scalo e lo spostamento del velivolo.

Violante minacciato

Sono in corso rilievi della digos sulla lettera siglata Brigate rosse con la stella a cinque punte contenente minacce a Luciano Violante e alla moglie Giulia de Marco che è stata recapitata all’adnkronos a roma. nella busta anche due bossoli.

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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

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A scuola con l’elmetto E’ polemica Si chiama “allenati per la vita” ed è un progetto di addestramento militare per tutti gli studenti della Lombardia. Prevede pattuglie di ragazzi istruiti da militari in congedo a sparare con pistole ad aria compressa, a tirare con l’arco, a sperimentare tecniche di arrampicata e primo soccorso, a sopravvivere in ambienti ostili come in guerra. Lo hanno voluto i ministri dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, e della difesa, Ignazio La russa. Il protocollo d’intesa che dà il via ai corsi (che avranno valore come credito formativo) in tutte le province lombarde è stato siglato dala direzione scolastica della regione e dal comando militare dell’esercito. Ma – come riporta il quotidiano La repubblica – ha già scatenato le polemiche. a partire dal settimanale cattolico Famiglia Cristiana, il primo a segnalare l’iniziativa, che parla di “una scelta che sa di antico”. Chi l’ha ideato parla di volontà di far rivivedere ai giovani esperienze di sport e giochi di squadra, ma anche di avvicinare la realtà scolastica alle Forze armate, ai corpi dello Stato.

L’OnOmasticO Cleofa Fu tra i primi discepoli a rivedere il Signore dopo la risurrezione. Cleofa ed un suo condiscepolo erano sulla strada di Emmaus e Gesù si avvicinò spiegando loro le Scritture. Essi lo riconobbero solo quando, sedutisi a mensa con lui, Gesù prese del pane, lo benedisse e lo spezzò. non si hanno altre informazioni sicure su di lui.

accadde Oggi 2007: Arancia Meccanica

in italia per la prima volta viene trasmesso in televisione, da una tV generalista (la7), il film Arancia meccanica di Stanley Kubrick, del 1971.


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mEDio oriEntE

FinCAntiEri

Palestina: gelo sul negoziato

Castellammare, continua lo sciopero

Il congelamento delle colonie ebraiche deve essere totale. Da New York il premier palestinese Abu Mazen respinge qualsiasi compromesso (al quale il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta faticosamente lavorando) e fa calare il gelo sui negoziati di pace appena riavviati in pompa magna dalla Casa Bianca. Le parole di Abu Mazen, affidate ad un suo portavoce, cadono come un macigno sul Palazzo di Vetro a 24 ore esatte dalle parole positive del presidente Usa Barack Obama, pronto ad accogliere l'anno prossimo il 193.mo paese dell'Onu, la Palestina.

Prosegue lo sciopero ad oltranza dei lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Castellammare che anche ieri hanno incrociato le braccia per altre otto ore. Una mobilitazione che va avanti da sei giorni e che oggi ha dato vita a una nuova manifestazione pacifica attraverso la cittadina campana. «Con la manifestazione e lo sciopero di oggi a Castellammare di Stabia ribadiamo l'urgenza della convocazione di un tavolo sulla cantieristica a Palazzo Chigi, a cui siedano tutte le parti interessate, per risolvere una situazione ormai insostenibile per le migliaia di lavoratori di Fincantieri e dell'indotto e per un intero territorio, già gravemente depresso'», dichiara l’Ugl Metalmeccanici.

CAUSA Contro lA Cir

sabato 25 settembre 2010

lo DiCE mArCEGAGliA

Crisi, l’italia non è più brava

''L'Italia ha oggi un problema serio di crescita''. La leader di Confindustria Emma Marcegaglia torna così a indicare la strada delle riforme. ''Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi non è vero, siamo stati fortemente colpiti dalla crisi'', avverte. E ai politici dice: ''A noi non interessano i conflitti personali della politica, i problemi di cui vediamo pieni i giornali. Noi vogliamo che la politica si concentri sulla crescita e sull' occupazione. Lo continueremo a dire. Non siamo sciocchi, sappiamo che viviamo un momento di grande incertezza politica, di instabilità politica'', ma le riforme non possono attendere.

rAi

lodo mondadori Il vaffa di Santoro errore di calcolo discusso nel Cda Il risarcimento danni riconosciuto alla Cir da parte del tribunale di Milano di 750 milioni di euro in secondo grado potrebbe ridursi del 30-35% ovvero tra i 260 e i 310 milioni di euro. Se i giudici della Corte d'Appello di Milano dovessero confermare la sentenza di primo grado e accogliere completamente l'esito della perizia affidata a Luigi Guatri, Maria Martellini e Giorgio Pellicelli allora il risarcimento danni alla Cir per la vicenda nota come Lodo Mondadori potrebbe risultare più basso di quello riconosciuto in primo grado dal giudice Raimondo Mesiano. I tre consulenti, nel loro elaborato, hanno stabilito che il valore delle società oggetto della trattativa (Ame, Amef, Espresso, Finegil e Repubblica) che ha portato alla spartizione della casa editrice di Segrate, tra il giugno del 1990 e l'aprile 1991 era diminuito di 44,5 milioni di euro, cifra che corrisponde al 18,8 per cento del divario di valore che il il giudice Raimondo Mesiano aveva quantificato in 236,5 milioni.

La direzione generale della rai porterà il caso Santoro-'annozero' alla valutazione del Cda nella riunione prevista per mercoledì 29 settembre. nel mirino il 'vaffa' di Michele Santoro, in diretta, a Mauro Masi.

CoSE Di QUESto monDo

Violentata in casa dal vicino E’ stata svegliata da un vicino di casa, aggredita e violentata mentre dormiva in casa. L’uomo è un clandestino marocchino di vent’anni, che è stato già arrestato. E’ successo nella notte tra mercoledì e giovedì in un comune dell’Appennino intorno a Reggio Emilia. La vittima è una 40enne italiana che si è

poi presentata in caserma in preda a una forte agitazione per denunciare l’accaduto. La donna era sporca di sangue e aveva il volto graffiato. I carabinieri della compagnia di Castelnovo Monti, a conclusione delle indagini, hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il presunto stupratore, che adesso si trova in

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carcere. La donna è stata poi soccorsa e visitata dai medici e ha una prognosi di una ventina di giorni. Ha raccontato di essere stata stata violentata da uno straniero suo vicino che, intorno alla mezzanotte e mezza, è entrato di nascosto nella sua abitazione, mentre lei si trovava a letto a dormire.

Bimbi islamici discriminati nel menù scolastico Dopo la polemica per i simboli leghisti piazzati in ogni angolo ora la scuola di Adro vive un’altra polemica. l’Ucoii (Unione delle comunità e islamiche in italia) chiede l’intervento del presidente della repubblica Giorgio napolitano sulla scuola, dove il sindaco “ha decretato che i bambini non potranno più usufruire di menù alternativo alla carne di maiale se non con ‘prescrizione medica’”. “in tutta evidenza – scrive in una lettera al Quirinale l’imam izzedin Elzir – si vogliono discriminare gli alunni musulmani, una provocazione odiosa”. l’Ucoii chiede a napolitanto un “alto e autorevole intervento affinchè i musulmani d’italia sappiano che dal puntuale assolvimento dei loro doveri civici deriva la tutela dei loro elementari diritti di persone e di credenti”.


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tra cronaca e politica

sabato 25 settembre 2010

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La migLiOre deL giOrnO

Il triste ritorno dell’immondizia, ma non solo a Napoli dI

nuCCIo FaVa

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on era forse mai scomparsa del tutto, ma rivedere le montagne di spazzatura per le strade di Napoli, il ritorno della guerriglia dei poveri e dei sindaci dei comuni vesuviani contro l’apertura di nuovi siti di raccolta nella vana attesa di futuri inceneritori , con l’ombra della camorra che si insinua su tutto, rappresentano una tragedia che non riguarda solo la Campania. Riguarda l’Italia intera , specie considerando che Berlusconi e Bertolaso si erano rappresentati senza risparmio di energie

come i due eroici protagonisti della ripulitura del 2008, a tal punto che persino la Lega segnalava l’evento tra i grandi risultati del governo BossiB e r l u s c o n i . Purtroppo l’immondizia troppo facilmente ritenuta sconfitta si vendica e torna a mettere in mostra simbolicamente la complessiva condizione critica del paese, lo squallore senza limiti a cui l’attuale politica sta conducendo tutto il paese e le sue istituzioni. E’ ormai lotta senza risparmio di colpi bassi intorno all’autenticità di un presunto documen-

Marassi sul “Mattino” to di un minuscolo stato caraibico, l’isola di S.Lucia, ignota alla gran parte degli italiani che ricordano bene la santa perché la sua ricorrenza coincide con il giorno più breve dell’anno. Purtroppo l’oscurità sembra prevalere in modo sempre più

preoccupante nel dibattito pubblico e nel confronto politico, né l’intervento alle Camere del presidente Berlusconi la prossima settimana sembra destinato – in questo clima avvilente - a migliorare lo stato delle cose .

“trent’anni. Spesi bene”. Coinvolti 220.000 studenti in 10.000 percorsi formativi

Educazione ai consumi nelle scuole: rinnovato il protocollo d’intesa tra la Coop e il ministero Rinnovato il Protocollo d’Intesa fra COOP e il Ministero della Pubblica Istruzione, durante le celebrazioni per il trentennale di attività sull’educazione al consumo consapevole (“Trent’anni. Spesi bene”) che hanno visto il coinvolgimento, tra gli altri, di personaggi come il procuratore Pier Luigi Vigna impegnato in una lectio magistralis sui temi della legalità e della cittadinanza, del professor Edoardo Boncinelli, di don Luigi Ciotti, Marina d’Amato. Un riconoscimento importante che rinnova una collaborazione già in essere da tempo e che si unisce all’adesione del Presidente della Repubblica all’iniziativa del trentennale. Già

negli anni ’80, infatti le “Giornate dei giovani consumatori”, ideate allora da Coop, ricevettero il riconoscimento del Presidente della Repubblica, in seguito l’attività di Educazione al Consumo Consapevole è andata sempre più strutturandosi come “servizio alle scuole” ed è stata riconosciuta istituzionalmente con un Protocollo d’Intesa stilato dal Ministero della Pubblica Istruzione già nel 1999 e successivamente rinnovato. La firma dell’attuale Protocollo riconosce dunque l’impegno di Coop sul versante della scuola (Coop, in quanto cooperativa di consumatori, contempla tra i suoi doveri statutari proprio quello dell’educazione e della

formazione) e lo inquadra nel programma “Scuola e Cibo” che è stato ricordato nel messaggio inviato dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Il ministro ha voluto ringraziare “assieme a Coop tutti quei settori e le loro aziende che accanto al legittimo obiettivo economico hanno saputo affiancare anche quelli di informazione condividendo scelte sociali e civili”. “Questa non è un’attività che Coop ha fatto e fa per la scuola –ha sottolineato Aldo Soldi, presidente Coop-Ancc (Ass. Nazionale Cooperative di Consumatori)- ma che Coop ha fatto e fa con la scuola. Non si è trattato di un lavoro di sommini-

strazione ma di un lavoro di costruzione con gli insegnanti, i bambini e i ragazzi, i loro genitori sia sui contenuti che sui metodi. In questi trent’anni abbiamo introdotto nelle scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia i temi della educazione alimentare, della solidarietà internazionale, della cittadinanza attiva utilizzando le aule scolastiche e i nostri supermercati diventati per l’occasione laboratori didattici, stimolatori di curiosità”. Nel solo anno scolastico 20092010 sono stati coinvolti oltre 220.000 studenti di ogni ordine e grado, più di 13.000 insegnanti e oltre 10.000 percorsi formativi.


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Culture & tendenze

sabato 25 settembre 2010

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Settimana milanese della moda

Guerra di colori tra i grandi stilisti

I modelli presentati da Versace, Dolce & Gabbana e Prada per le collezioni di primavera estate 2011 dI

MonICa SIMeone

Da Milano, dove si sta svolgendo la Settimana della Moda, arrivano le tendenze e le proposte degli stilisti per la prossima primavera estate. La collezione Versace punta su coloriture corpose, concrete come la donna che le indossa: il bianco, il rosso, l'arancio, il turchese e il nero. Oltre alle tinte unite, sono presenti fantasie di righe che uniscono tutti i colori della collezione e stampati con il motivo delle greche, simboloicona della maison, nelle cinque tonalita' basiche. E’ una collezione che gioca con la contrapposizione del corto delle giacche e del lungo delle gonne, allungate fino a coprire il ginocchio e a sfiorare il polpaccio.Tubini e giacche sono scolpiti e incorniciati da intarsi in vernice colorata, da lucide martingale decorate con bottoni e da bretelle di pvc, che creano squadrature geometriche ispirate al motivo della greca. Un contrasto che rende tubini e completi di gonne e top, estremamente sensuali. E' quasi un gioco fetish di 'vedo e non vedo' quell'agognato lembo di pelle della schiena, dei fianMagistrati che se ne sono occupati affermano che la Banda della Magliana «è un’invenzione giornalistica» e che «non è mai esistita una organizzazione unitaria della malavita romana» oppure, al contrario, che «era molto di più di una banda, molto più pericolosa, ed è stata colpevolmente sottovalutata». Sta di fatto che la «bandaccia», come veniva anche chiamata, è protagonista di romanzi, film e sceneggiati televisivi di grande successo, fino a diventare sino-

due dei modelli presentati da Prada (a sinistra) e da dolce & Gabbana (in alto)

chi, o delle spalle soprattutto. Alcuni abiti in stile charleston abiti accompagnano il corpo femminile, l'ondeggiare dei fianchi e sono sovrastati da

frange di seta ondeggianti dipinte negli stessi colori degli stampati. Il motivo della frangia ritorna anche negli abiti lunghi con la coda che chiudono il defilé. La ragazza D&G invece si prende una pausa di relax, cosi' vogliono Domenico Dolce e Stefano G a b b a n a : ''Vorremmno dicono i due - rallentare il tempo. Non disprezziamo le nuove tecnologie, anzi...ma crediamo che sia il caso di dedicarsi anche a cose piu' personali''.

La “storia definitiva” della banda della Magliana ricostruita da Pino Nicotri nimo di «cupola» onnicomprensiva della malavita capitolina dalla seconda metà degli anni Settanta alla fine degli anni Ottanta e a far sospettare che esista ancora. Associata alla mafia e al terrorismo nero, ritenuta ricca di agganci e compia-

cenze nelle zone torbide dei servizi segreti, della finanza, della massoneria e della gerarchia vaticana, le propaggini della Banda della Magliana sono state «viste» in quasi tutti i casi che hanno scandito la burrascosa storia italiana di quegli anni

Ecco allora un susseguirsi di fanciulle vestite di fiori, tra rose, peonie, mimose, dove anche la borsona degli attrezzi diventa una shopping a utili scomparti, con le galosce colorate, ma con alta zeppa in rafia, con la salopette da giardiniere, tenera e romantica, tutta a fiorellini. Oppure di tela sacco o di denim, corta come un grembiulino, con le culotte arricciate piene di violette, l'abitino fresco in cotone Vichy, la sacca da portare a tracolla, la t-shirt con Biancaneve. Prada invece punta tutto sulla riga, colorata, elegante, in accostamenti vari, a volte abbinata a stampe con motivi barocchi creando un contrasto, a voler stupire, come il barocco insegna, mescolando stampe di putti, di banane e righe su un unico abito.

sanguinosi. I confini tra mito e realtà si sono sempre più assottigliati fino a diventare evanescenti con il sequestro di Emanuela Orlandi. Ma come stanno in realtà le cose? Per cercare di capirlo il giornalista dell’Espresso Pino Nicotri ha scritto un libro, “Cronaca criminale - Storia definitiva della Banda della Magliana”, B.C.Dalai editore 18 euro - 352 pagine, con all’interno una lettera inedita della moglie di Enrico De Pedis all’autore.


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sabato 25 settembre 2010

notte rosa

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alcuni interni del club alter ego

Rubrica ideata e realizzata da Carmine Castoro

Alter Ego Club

sabato 25 settembre, ore 21

Brividi e suspense nella sauna sexy U

na cameriera dark, una cartomante, la padrona sadomaso, il suo “alter ego”, l’amante pazza del marito defunto. Sono questi i personaggi, sospesi fra l’intrigante, il misterioso, il sexy, che ruoteranno intorno al nuovo giallo che le attrici di “Anime di Carta” (Emanuela Petroni, Chiara Pavoni, Stefania Visconti, Alessia Belli e Arianna Neroni) metteranno in scena questo sabato 25 settembre, a partire dalle 21, presso il club-sauna, centro benessere romano Alter Ego in via Colli Albani 10. Info: alteregoclub.org (347-6041317 oppure 339-8563297). Una vera e propria caccia all’assassino che sembra ormai aver attecchito tantissimo nel locale diretto da Giorgio e Daniela che stanno puntando proprio su una diversificazione dell’offerta di intrattenimento ai loro soci indirizzata verso l’aspetto ludico, culturale e artistico dell’eros di tipo tradizionale. “La prima serata che abbiamo organizzato e condotto lo scorso sabato – sottolinea Giorgio – ha riscosso notevole successo di simpatia, divertimento e amicizia fra i soci, a dimostrazione del fatto che l’immagine classica del club privé va svecchiata in funzione di nuove ipotesi di convivialità e di serate a tema, per riproporre fantasie e desideri sottoforma di

giochi di ruolo, mini-spettacoli, forme d’arte, performance sperimentali. Anche per questo sabato ci aspettiamo il convincente seguito avuto in occasione

del primo ‘giallo’, e sarà davvero accattivante ancora una volta trovare il colpevole di un delitto ‘teatrale’ fra le varie attrici sospettate…”. Ma come si pone questa sceneggiatura dal punto di vista del brivido e della suspense? “Figure ambigue ruo-

tano intorno alle pareti domestiche, tutto è il contrario di tutto, niente è come sembra – commenta la direttrice artistica di Anime di Carta Emanuela Petroni -. Solo donne Le attrici in questa emanuela casa, o forse no, non è Petroni chiaro il e Stefania sesso di Visconti ognuna di loro. Una padrona che crede di avere in mano le redini della sua vita e della vita di tutti gli abitanti della c a s a , soprattutto della sua serva sexy e della bella cartomante che sembra pazza. La cartomante vuole rivelare lontani segreti che tutte loro vogliono, credono, pensano di aver seppellito. La serva realmente non è mai stata tale se non nell’esaltazione di onnipotenza della padrona di casa e che a quest’ultima tiene testa, l’unica a farlo, così sfaccia-

tamente, perché forse con lei conserva un terribile segreto. In questa casa tutti camminano come fantasmi, si sentono bisbigli, lamenti, sussurri. Sono gli oggetti che le donne di questa casa usano e che parlano per loro: l’acqua , il fuoco , il dondolo , i ventagli , gli aghi , rose e veli, e poi ci sono i colori che si contrappongono, nero contro rosso, rosso contro nero, bianco contro tutti. Ed infine c’è la spuma che come la follia travolge e alla fine inghiotte ciò che bagna. Saremo come le onde del mare – conclude romanticamente Emanuela -, un’onda, un’altra e un’altra, ci perderemo tra le onde e saremo spuma, onirica unione di mille anime che viaggiando lungo un unico binario giungono alla ‘sponda’ legate indissolubilmente l'una all'altra”. Le cene con delitto rappresentano, in effetti, la versione più spettacolare e moderna del più classico gioco di ruolo inaugura-

continua a pagina 7


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sabato 25 settembre 2010

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notte rosa segue da pagina 6 to da Agatha Christie. In Inghilterra si svolge ancora oggi ogni fine settimana nella locanda dell’Old Swan, Vecchio Cigno, un originale Cluedo di cui la stessa scrittrice era stata l’inventrice, alla fine degli anni ’20, riparando in una località a pochi chilometri da Londra per un periodo di riflessione e separazione dal suo legittimo compagno Sir Archibald Christie. Più di dieci anni fa, l’importazione in Italia di un gioco che unisce sapori e intrattenimento e che prende molto chi vi partecipa, proiettandolo negli scenari, felpati e inquietanti, dei gialli classici, ricreando l’inseguimento del “cattivo” da parte di “commissari” che, per quanto improvvisati, devono mettere in campo tutte le proprie facoltà cerebrali ed enigmistiche per ricostruire piste, indizi, tracce anche superficiali del passaggio dell’assassino. Lo staff della Petroni prevede un taglio colorato, fantasioso e scanzonato del classico giallo da libro Mondadori, ma non privo di rigore formale e precisione nello svolgersi della narrazione. Grande attenzione sarà riservata a costumi, parrucche, dettagli che caratterizzeranno i personaggi in scena. Nel corso della cena all’Alter Ego – private club che unisce da sempre gioco, trasgressione, intrattenimento studiato nei minimi particolari e la grande ospitalità dei padroni di casa Giorgio e Daniela- i commensali gareggeranno per la conquista di premi tra i quali ingressi gratuiti per coppie e singoli che si sono distinti nella soluzione. La serata sarà anche un’occasione per gradire il clima di grande convivialità dell’Alter Ego che da sempre ha adottato la strategia del gusto e della raffinatezza, per coniugare sempre sensualità e massimo coinvolgimento nell’ambiente.

“Misty Beethoven Erotic Parade” Galleria Mondo Bizzarro di roma (via Reggio Emilia 32) dal 25 novembre

Calendario di eros “bizzarro” “Misty Beethoven Erotic Parade” è un progetto visivo nato dall’incontro di Misty Beethoven, cerimoniere esclusivo dell’intrattenimento erotico di classe, e il fotografo di moda Angelo Cricchi, un artista che fonde l’energia patinata della pubblicità colta con una ricerca sensibile sul divenire della femminilità. Spogliare la storia del costume, l’iconografia intima della donna nelle epoche, rievocare turbamenti remoti all’interno di una pelle contemporanea, di un brivido rigenerato, questa l’idea pronunciata. Le fotografie non sono un semplice calco di figure già ritratte, un ripasso innocuo di sembianze, vogliono ridare un s o b b a l z o incantato di carnalità a ciò che riposava in pace, tra smarrite preghiere del desiderio. Quante volte la rievocazione visiva di una donna inesistente, che ha segnato con la sua fisionomia irriducibile un tempo scomparso, lascia un senso d’immunità delusa. Non fa soffrire quella bellezza, resa impotente dalla esigente volubilità della moda. L’Erotic Parade colpisce in modo irriverente questa censura dei sensi, rende i sensi di nuovo scoperti, un impatto che nasce non tanto dal potere del ricordo, quanto dall’arte che interrompe le distanze. Alla ricerca di un connubio tra profondità e

leggerezza il progetto si è tradotto in una opera editoriale che, per ironiche analogie, ha preso la forma del calendario, oggetto che misura il tempo sulla carta e che del tempo presente segue il linguaggio più immediato. La riformulazione del calendario, ovviamente, conta anche i giorni, solo che non sono i santi a contare questa volta. I giorni non sono onorati da chi si è distinto nella difesa del sommo bene cristiano, ma da chi ha sconvolto, con gli scatti autonomi del desiderio, il prossimo paralizzato dalle convenzioni, alcuni le chiamano anche peccatrici. Dodici fotografie, in formato esteso, in connubio con i dodici mesi, saranno in mostra presso la Galleria M o n d o Bizzarro di Roma (via Reggio Emilia 32 c/d per info: 0644247451), tanto grandi da interrogare ancora il presente. Il calendario, per rispettare le giuste convenzioni dell’arte, uscirà in una prima edizione limitata di cento copie, in attesa di prendere la forma più stabile di un libro che sentirà ancora meno il trascorrere del tempo. (Inaugurazione: giovedì 25 novembre 2010, ore 18.30 - 21.30 Periodo: 25 novembre - 2 dicembre 2010 Orari: dal lunedì al sabato 12.00 - 20.00 domenica 16.00-20.00)


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

affetti & dispetti (La nana) regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

amante (L') inglese regia: Catherine Corsini con Kristin Scott thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

alice in Wonderland

Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

a serious man regia: Joel & ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

a single man regia: tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

agora regia: alejandro amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

regia: tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

avatar regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok dangerous regia: oxide e danny Pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna Mezzogiorno, rocco Papaleo, Paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast regia: nicolo donato regia: rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

regia: Gennaro nunziante con dino abbrescia, Fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco Favino e alba rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc Lawrence con hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City Island regia: raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe regia: atom egoyan con Julianne Moore, Liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (a) Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City Island regia: raymond de Felitta

con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - Il mago della truffa regia: John requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy heart regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande

due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon trainer regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - L'Italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

regia: alessandro aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

e' complicato regia: nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

happy Family

Fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni Veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, elena Sofia ricci, Piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

tahar rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

regia: Gabriele Salvatores con Fabio de Luigi, diego abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

I Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

Il figlio più piccolo regia: Pupi avati con Christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

Il mio amico eric regia: Ken Loach con eric Cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

Il Mi$$ionario regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

Il profeta regia: Jacques audiard con tahar rahim e niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

Morgan Freeman perfettamente nei panni di nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

Il segreto dei suoi occhi regia: Juan Josè Campanella con ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

Il tempo che ci rimane regia: elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

Invictus regia: Clint eastwood con Morgan Freeman e Matt

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà regia: Giorgio diritti con alba rohrwacher e Maya


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero regia: Sergio rubini con Valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

raoul Bova e elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita regia: daniele Luchetti con elio Germano, raoul Bova, Isabella ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, enrico Brignano, nancy Brilli, Luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri regia: nina di Majo con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. In primo piano elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine Vaganti regia: Ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

nine regia: rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

notte folle Manhattan

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regia: Mira nair con Steve Carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (Il) nicolas ed i suoi genitori regia: Laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators regia: nimrod antal con adrien Brody, Laurence Fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

remember me regia: allen Coulter con robert Pattinson, emilie de

ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

the road regia: John hilcoat con Viggo Mortensen, robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

robin hood regia: ridley Scott con russel Crowe, Cate


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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno Blanchett, William hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

una scena di “Shutter Island”. al centro: Leonardo di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a regia: Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, Mark Piazza Vittorio regia: Isotta toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

regia: alessandro d'alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

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MInICrItIChe deI FILM deLL’anno usa la sua barca per le immersioni da sub.

the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, emily Blunt, anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e Vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e Vera Farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason reitman

triage regia. danis tanovic con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert Pattinson, taylor Lautner

Il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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