Anno II - n. 170 - Mercoledì 1 settembre 2010
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Ora di punta di
Moisè asta
Se Calderoli semplifica
quotidiano EdiZioNE Estiva
I dati Istat confermano: 1 giovane su 4 rimane disoccupato
La curva del lavoro
l ministro della Semplificazione, ICalderoli Rispetto a un anno fa sono stati perduti 172.000 posti – quel rubizzo
leghista che, per sua stessa ammissione, partorì un “porcellum” (la legge elettorale in vigore) – sembra voler fare appieno il mestiere chiamato a esercitare, semplificando delle considerazioni sulle diatribe estive, interne alla maggioranza di centrodestra; considerazioni che pretenderebbero di brandire concrete prospettive di rilancio di una compagine che è piuttosto avviata al lumicino. esettiamo” tutto, con un armistizio che deve, però, essere bilaterale (nel nome di un’improbabile “ragion di Stato”), soffochiamo le “vampate” ricorrenti del fuoco amico (leggasi: telenovele scandalistiche sui giornali di famiglia) e la legislatura potrà completare il suo corso. Tale sermone par proprio non fare una grinza; senonché non convince il suo passaggio sul processo breve (in base al quale, per far decadere 1-2 processi in cui è intricato il premier, se ne gettano a mare migliaia e migliaia con buona pace dei criminali e legittimo risentimento delle parti lese). on so quanti processi verrebbero cancellati, ma – spiega Calderoli – non bisogna dimenticare che ora, centinaia di processi finiscono ogni giorno nella spazzatura per decorrenza dei termini”. Può essere vero, ma, allora, che riforma della Giustizia sarebbe quella che ripetesse errori e storture del presente e del passato?
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A luglio l'occupazione e' diminuita di 172 mila unita' rispetto a luglio 2009 (-0,7%). Lo rileva l'Istat sottolineando che rispetto a giugno si e' registrato un calo di 18 mila unita' (-0,1%). Il tasso di occupazione femminile a luglio era al 46%, piu' basso di 0,5 punti percentuali rispetto a luglio 2009. Aumenta in maniera consistente il numero degli “inattivi” (+76.000 unita' rispetto a giugno e +153.000 rispetto a luglio 2009) Il tasso di disoccupazione giovanile è al 26,8%, in aumento di 1,1 punti rispetto tasso di occupazione complessivo: 1 giovane su 4 non trova lavoro.
Unità d’Italia (e Sud) a rischio di Nuccio Fava L’editoriale di Galli della Loggia (nord e sud resteranno insieme?) sul Corriere di domenica scorsa coglie il cuore del problema più acuto e difficile del nostro sistema non solo politico. Ha attraversato anche la prima repubblica quando partiti nazionali organizzati e forti personalità politiche erano comunque in vario modo condizionate dalle clientele meridionali e da tesseramenti spesso determinanti per i risultati congressuali. Con la seconda repubblica le cose non sono certo migliorate . Basti pensare alla condizione dei governi delle regioni e delle città del sud , ai casi numerosi di amministratori legati a clientele e favoritismi, causa principale della corruzione e devastazione della pubblica amministrazione, dell’inquinamento del voto e della ricerca del consenso con ogni mezzo. Soprattutto con la promessa del posto e la sistemazione dell’amico, dell’amico dell’ amico, del figlio e del parente, e così via, raccomandando e corrompendo. La democrazia dei e nei partiti risulta una presa in giro, con candidature ad ogni livello, frutto inesorabile addirittura di rapporti collusivi e di infiltrazioni mafiose. Ho sperimentato personalmente un tale contesto nelle elezioni regionali 2000-2005 in Calabria. I
partiti del centro sinistra erano bloccati da veti reciproci e mi si chiese all’ultimo di fare il candidato-presidente dell’Ulivo. Il centrodestra aveva già da ottobre candidato un noto esponente della magistratura calabrese che naturalmente vinse , sia pure di poco. Per la Calabria fu un disastro con risse interminabili , nell’uno e nell’altro campo, con la preoccupazione prevalente di sistemare gruppi e amici , di favorire iniziative vantaggiose per la propria parte . Il resto solo proclami e retorica, accuse reciproche senza costrutto alcuno. Non riuscii a combinare nulla e sempre più isolato finii addirittura per sentirmi ’pirandellianamente’ dimenticato. Il magistrato-presidente del centrodestra fu ripagato con la nomina a componente di una commissione nazionale di garanzia, nonostante il disastro della sua gestione calabrese. Il centrosinistra vinse a mani basse le nuove elezioni con candidato-presidente lo stesso che era stato considerato inaccettabile quando toccò a me fare il candidato-presidente dell’Ulivo. Ora governa di nuovo la destra con un presidente proveniente da Alleanza Nazionale, neoberlusconiano doc, sindaco di Reggio Calabria e già presidente del consiglio regionale e anche assessore della giunta calabrese. E’ questo il massimo di ricambio a
cui si assiste in Calabria. Né cambia di molto il quadro delle professioni , delle nomine pubbliche, e della dirigenza nella pubblica amministrazione , con connessioni e opacità gravi che riguardano anche gli attentati alla procura di Reggio o vicende come quelle al reparto maternità di Messina . Difficilissimo capire come uscirne. Sicuramente c’è una responsabilità enorme della politica e di un suo autentico rinnovamento, ma anche l’informazione e l’indignazione della società civile devono assicurare il loro contributo fondamentale.
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In Italia e nel Mondo roma
TaranTo
Scomparsa di Sarah “omicidio colposo” possibile rapimento per neonato morto
A sette giorni dalla scomparsa di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Taranto), i carabinieri fanno l'ipotesi di un rapimento. La ragazza non aveva fidanzati e non aveva mai respinto nessuno. Potrebbe esserle successa qualsiasi cosa, dicono i militari, ma quella del sequestro diventa un'eventualità sempre più plausibile. “Anche se ancora non seguiamo una pista precisa" aggiungono i carabinieri, dal 26 agosto sulle tracce della sudentessa scomparsa. Di lei non si hanno più notizie dalle 14.50 di quel giovedì della scorsa settimana. Da allora sono state sentite molte persone, tra parenti, amici e conoscenti, che potrebbero avere informazioni sulla ragazzina. Per Sarah si è mobilitato con diversi gruppi anche Facebook.
BagDaD
Nouri al Maliki “L’Iraq è sovrano e indipendente” Il primo ministro iracheno Nouri al Maliki nel salutare i soldati americani che hanno terminato la loro missione, ha detto che da ieri "l'Iraq è sovrano e indipendente". Giunto a Baghdad anche il vice presidente americano, Joe Biden, che presenzierà all'inizio della missione "New Dawn" dove gli Usa forniranno consulenza e assistenza alle forze di sicurezza locali. Per Maliki - che parlava in tv per segnare la transizione tra militari combattenti statunitensi e assistenti o consiglieri - l'Iraq ha guadagnato l'indipendenza e le sue forze di sicurezza ora possono affrontare tutte le minacce, sia quelle interne che quelle provenienti dall'esterno.
E' il reato di omicidio colposo quello ipotizzato dalla Procura di Roma in relazione alla morte del neonato avvenuta il 28 agosto scorso al policlinico Casilino. Al momento nel registro degli indagati, nel fascicolo aperto dal pm di turno Francesco Caporale (che compiuti gli atti urgenti invierà il fascicolo al pool specializzato in colpe professionali), non ci sono iscritti. Poco prima del parto c'era stato un diverbio tra due ostetriche. E secondo i genitori del neonato sarebbe questa una delle cause che avrebbe portato al successivo decesso del piccolo. Ovvero una serie di negligenze da parte del personale ospedaliero.
Processo per coca per la Hilton
E' stata rinviata a giudizio l'ereditiera americana Paris Hilton con la pesante accusa di possesso di droga. La ragazza dovrà presentarsi in tribunale il prossimo 27 ottobre. Paris è stata arrestata lo scorso venerdì sera a Las Vegas con un sacchetto di cocaina nella borsetta. E visto che è recidiva questa volta potrebbe davvero pagarla cara: l'ereditiera rischia una condanna fino a quattro anni di carcere.
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Direttore responsabile: Ennio simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GEcEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
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Castel di Sangro Donna muore investita da pirati della strada Una donna è morta senza essere soccorsa dopo che è stata investita da un furgone su cui viaggiavano alcuni operai. L'episodio è avvenuto a Castel di Sangro (L'Aquila). Dopo le segnalazioni dei passanti, i carabinieri sono riusciti a fermare i pirati della strada. La vittima, Marisa Marchionna, 61enne, è morta sul colpo. Cinque o sei gli operai che si trovavano sul furgone. Dubbi, per un rimpallo di responsabilità, su chi fosse alla guida. L'incidente è avvenuto all'altezza dell'incrocio di via Croce, dietro l'ospedale di Castel di Sangro. La donna, originaria del posto ma da anni residente a Milano, stava attraversando la strada, quando un furgone l'ha investita in pieno, uccidendola sul colpo. Gli occupanti del mezzo, tutti napoletani, sono fuggiti senza soccorrere la vittima, ma sono stati rintracciati grazie alla testimonianza di alcuni passanti. Resta ora da chiarire chi degli operai fosse alla guida del furgone al momento dell'incidente. Quello di Castel di Sangro è uno dei numerosi incidenti stradali che si sono verificati in questa estate che ormai sta per finire. Il più grave in ordine di tempo, tanto per ricordare, è lo scontro avvenuto a Caltanissetta dove hanno perso la vita quattro persone tra le quali un vice questorre di polizia. Comunque sia, con le entrata in vigore del nuovo codice della strada sembra sia cambiato poco. Ancora si continua a morire e c’è sempre chi cerca di farla franca.
L’OnOmasticO augusto augusto venne dall’africa. Secondo la tradizione è uno dei dodici religiosi africani, che, a causa delle incursioni vandaliche di genserico (che saccheggerà roma del 455), dovettero lasciare la loro terra, caricati su un vecchio battello senza remi e senza vela, e che approdarono miracolosamente sulle coste della Campania.
accadde Oggi 396 a.c.: veio L’1 settembre 396 a.C. marco Furio Camillo scioglie il voto fatto per la conquista di Veio, dedicando il tempio di giunone "regina di Veio" sull'aventino.
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In Italia e nel Mondo CILE
PEr SakInEH
E' iniziata l'operazione di scavo necessaria al salvataggio dei 33 minatori intrappolati nelle gallerie della miniera di San Josè, nel nord del Cile. Risolti alcuni problemi tecnici, una potente scavatrice ha iniziato la realizzazione di un pozzo profondo 700 metri che dovrebbe permettere, tra tre o quattro mesi, di riportare gli uomini in superficie. I 33 operai sono stati spostati dal loro rifugio in una zona meno afosa e più abitabile. Il caldo e la forte umidità nella zona della galleria dove si trovavano ha convinto gli esperti, dopo aver verificato che non ci sono problemi di sicurezza, a chiedere ai minatori di spostare il loro alloggiamento.
Per Parigi le offese sulla stampa iraniana contro Carla Bruni-Sarkozy, premiere dame di Francia, sono “inaccettabili”. Il Quai d'Orsay dichiara che gli insulti contro la moglie del presidente, indicata fra l'altro come “prostituta” da un giornale iraniano, sono “inammissibili” e sono stati oggetto di un messaggio indirizzato a Teheran. Intanto arrivano nuovi insulti: il quotidiano Kayhan, ha scritto ieri che Carla Bruni merita la morte e la definisce “prostituta italiana”. Gli insulti derivano dal fatto che Carla Bruni ha firmato la petizione per fermare la lapidazione di Sakineh, la donna accusata di adulterio.
operai intrappolati “Carla Bruni deve in miniera, al via morire”. altri attacchi gli scavi di salvataggio dalla stampa iraniana
CaLCIo
BoLogna
VEnEzuELa
LaFranzonilibera Incidente a Toni perl’addioalsuocero per evitare oggetto
Italiano ucciso con due colpi di pistola al volto
Fuori dal carcere di Bologna per un giorno (il primo in due anni) ma sofferente per la scomparsa di "un uomo perbene" che ha sempre creduto nella sua innocenza. E' stata la giornata 'speciale' di Annamaria Franzoni, la mamma di Samuele, il bambino di tre anni ucciso a Cogne il 30 gennaio 2002 con 17 colpi alla testa, delitto per cui lei è stata condannata in via definitiva a 16 anni. Da ieri vicino alla tomba del piccolo è sepolto il nonno paterno Mario Lorenzi, morto a 73 anni per una malattia. Per partecipare ai suoi funerali la Franzoni ha chiesto e ottenuto un permesso dal tribunale di sorveglianza, il primo dalla notte del 21 maggio 2008 in cui è entrata alla Dozza. Una boccata di ossigeno durata alcune ore, dalla mattina fino al pomeriggio, sempre scortata dalla polizia penitenziaria in borghese ma sempre assieme al marito Stefano e ai due figli, Davide e Gioele.
un turista italiano, Emiliano astore, è stato trovato morto a bordo della sua imbarcazione nell'isola venezuelana di margarita: lo hanno reso noto a Caracas i responsabili delle indagini. Il cadavere è stato ritrovato domenica ma secondo gli investigatori l'omicidio sarebbe avvenuto venerdì. astore è stato assassinato con due colpi di pistola al viso. Il corpo di astore si trovava a bordo della sua imbarcazione 'Yuncano miami' nel porto di Punta de Piedra. La vittima, precisano le fonti, è stata identificata grazie ai documenti che aveva con sè. Il corpo è rimasto per due giorni al sole, ragione per la quale hanno precisato le fonti - il viso non era riconoscibile. Il console generale a Caracas, giovanni Davoli, ha confermato la notizia, senza dare nomi, rilevando che la 'Yuncano miami' batte bandiera americana e risulta essere di proprietà di astore. I familiari della vittima, che sono stati contattati dalla rappresentanza italiana a Caracas, giungeranno in Venezuela nelle prossime ore.
Incidente stradale nella notte per l'attaccante del genoa Luca Toni, rimasto fortunatamente illeso. Stava percorrendo l'autostrada a7 quando, per evitare un oggetto metallico sulla carreggiata, ha perso il controllo della sua auto, un’audi q7.
CoSE DI quESTo monDo
Scuola, in ospedale per lo sciopero della fame
G
iacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero della fame dal 16 agosto per protestare contro i tagli agli organici, è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale Santo Spirito di Roma a causa del grave stato di disidratazione riscontrato dal medico che questa mattina ha accertato le condizioni di salute dei lavoratori in presidio davanti Montecitorio. Lo rende noto
RdB/USB Scuola che, in una nota ribadisce la solidarietà ai precari in lotta ed al contempo invita i colleghi ad interrompere lo sciopero della fame ed a passare "a forme collettive ed organizzate di mobilitazione". "La scelta dello sciopero della fame - spiegano - è infatti una forma dura ed estrema, non dettata dalla disperazione ma dalla volontà di rompere il silenzio intorno al mondo della
scuola. Tuttavia l'esperienza insegna che tali azioni rischiano di divenire passerelle di un circo mediatico che accende e spegne le luci in base ai propri interessi". RdB/USB Scuola considera "vergognoso il silenzio del ministro Gelmini la quale, nonostante questo sia il secondo digiuno in due anni attuato dai lavoratori palermitani, non ha invitato i precari a terminare la protesta"
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gheddafi: risvolti di una visita
di
stEFaNo cLERici
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La migLiOre deL giOrnO
Come ai tempi di Monsignor Governatore Come abbiamo scritto ieri, commentando con triste ironia la visita del presidente libico a Roma, "pecunia non olet". Come a dire: questo governo in nome degli affari (figli di amicizie di comodo e di business magari sottobanco) non ha mai conosciuto e mai conoscerà vergogna. Per il Cavaliere e i suoi supporter lo show del Colonnello (con tanto di ragazze assoldate per una provocatoria campagna promozionale di conversione all'Islam) è stato solo folklore. Folklore sì, ma da miliardi di euro di appalti, che probabilmente andranno oltre ad alcune grandi imprese dalla dalla "faccia pulita"anche a una qualche "cricca" che ha libero accesso a Palazzo Chigi, a palazzo Grazioli, a villa Certosa o a qualche altro "buen retiro" più o meno conosciuto del nostro premier. Il Colonnello Gheddafi ha fatto esibire insieme al nostri carabinieri a cavallo, i suoi stupendi destrieri berberi: la corsa dei berberi, lungo la via Lata (oggi via del Corso) è stato - per secoli - l'appuntamento più atteso dai romani in occasione del Carnevale, una delle feste più sentite e partecipate da potenti e popolino. Era il momento in cui ogni scherzo valeva. Era il momento in cui Monsignor Governatore concedeva perfino di mascherarsi da prete (che era altrimenti grave reato penale). Ebbene, oggi la corsa dei berberi è servita a gettare la maschera. Non quella di Gheddafi. Quanto quella di chi tenta spudoratemente di tenergli ancora in faccia la maschera. Solo perché "pecunia non olet”.
mercoledìì 1 settembre 2010
E il risarcimento agli italiani che in Libia hanno lavorato? di
viNcENZo GaLiZia*
Solo Berlusconi poteva permettere al dittatore libico lo spettacolo che ha offerto a Roma, visti gli interessi che legano le sue società ai futuri accordi economici dell'Italia con la Libia. Il ministro Frattini dice che coloro che criticano Gheddafi non hanno a cuore l'interesse dell'Italia, ma siamo sicuri che l'interesse sia dell'Italia e non solo invece del premier Berlusconi? Tra l'altro, dato che si parla di interesse dell'Italia, vorremmo chiedere al dittatore Gheddafi, che dopo sessantanni ha ancora preteso ed ottenuto riparazioni di guerra, quando verranno risarciti i cittadini italiani che da un giorno all'altro vennero cacciati dalla Libia dopo oltre quarant’anni di operoso lavoro e dopo aver costruito la loro propria vita nel territorio libico, sviluppandolo con sacrifici e lavoro. * presidente nazionale del Fronte Verde Ecologisti Indipendenti
Gli affari in Libia, i fessi e i furbi di
vauro sul “Manifesto” sentiamo dai media su alcuni aspetti della visita del leader libico Muammar Gheddafi. Gheddafi e Berlusconi, e gli imprenditori italiani, stanno facendo affari: energia, costruzioni, armamenti, finanza, ecc. Il resto e' fumo. L'Europa islamica? Un desiderio, come lo è quello delle Chiese che ritengono assoluto il proprio credo: praticamente tutte. L'invasione degli africani? Forse, intanto l'80% degli immigrati arriva dal Nord-Est. I cavalli berberi? Sono belli, perché non vederli? Le 200 "modelle", come dice El Mundo “fanno scenografia”, come la tenda e gli abiti libici. Chi punta sugli aspetti vistosi fa fumo. E' una vecchia tecnica. Purtroppo, i furbi di turno la ripropongono, tanto ci sono sempre i fessi che ci credono. Giuseppe Prezzolini (1882-1992), diceva che i cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. Appunto. segretario Aduc
PRiMo MastRaNtoNi*
Pecunia non olet. Il denaro non puzza, dicevano i latini. Anche Alceo (VII secolo a.C.) diceva che "l'uomo vale per le sue ricchezze"; evidentemente non si riferiva a quelle etiche ma alla moneta sonante. Stando così le cose non comprendiamo lo stracciar di vesti che leggiamo o
E’ fuori luogo irridere Gheddafi di
PiEtRo aNcoNa*
L'Italietta con forti pulsioni razziste si è lasciata andare a sfot-
tò, frizzi e lazzi, commenti volgari ed offensivi verso Gheddafi. Le divise sfoggiate dal Colonnello non gli sono piaciute, sono state oggetto di scherno e tantissimi si sono sentiti disturbati dalla sua presenza in Italia e dal risalto che il Governo ha dato a questo evento. Hanno avuto da ridire sui trecento cavalli berberi che si sono esibiti assieme ai carabinieri a cavallo in una caserma di Roma ed hanno naturalmente criticato tutto quello che Gheddafi ha detto e fatto.Questa campagna di respingimento e di denigrazione è stata orchestrata dai maggiori giornali italiani che obbediscono ad un forte riflesso condizionato dell'Occidente, in primo luogo degli americani, contro la Libia ed il suo Presidente. Non dimentichiamo che Reagan fece bombardare la tenda di Gheddafi riuscendo quasi ad ucciderlo assieme ai suoi familiari e massacrando una delle sue nipote. Motivo di tanto livore è probabilmente il fatto che il Colonnello, nonostante sia ritenuto una specie di buffone da circo, per quaranta anni ha preservato la libertà della Libia riuscendo a mantenere il controllo sulle sue immense ricchezze di petrolio. Quando parliamo della Libia teniamo presente le disgrazie che incombono sull'Irak e sull'Afghanistan e l'artiglio occi-
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La migLiOre suLLa visita Giannelli sul “corriere della sera” dentale che si minaccia di ghermire l'Iran . Repubblica fa da capofila a questa batteria massmediatica. L'opposizione parlamentare si sta comportando in modo irresponsabile e grottesco. Bersani ha mostrato di essere un politicante di poco spessore e Fini, Presidente della Camera, che si è recato qualche tempo fa in Israele per farsi sdoganare e che non dice una sola parola sul martirio del popolo palestinese storce il naso e disapprova gli onori che il governo Berlusconi sta rendendo al suo ospite. Ma come ha ricordato Berlusconi la visita ed i festeggiamenti dell'anniversario del patto con l'Italia chiudono una ferita che risale al 1911. L'Italia ha occupato per moltissimi anni la Libia. Il suo dominio è stato di una ferocia apocalittica. Il generale Magliocco si divertiva a gasare la popolazione civile irrorandola di iprite dai suoi aerei appositamente adattati. Migliaia e migliaia di libici finirono impiccati, impalati o mitragliati. Le migliore terre furono assegnate dal fascismo a coloni italiani strappandole ai loro legittimi proprietari. Bisogna rileggere Del Boca per avere una idea della crudeltà insensata e della violenza senza fine che hanno fatto degli italiani un incubo terribile per le popolazioni libiche. L'Italia ha imparato dagli USA a chiedere diritti umani senza rispettarli. L'Italia delle pulizie etniche che distrugge le povere abitazioni dei rom, l'Italia dei respingimenti che hanno causato migliaia di morti nel Mediterraneo, delle carceri stracolme di essere umani allucinati, delle caserme in cui non sono rari le uccisioni di persone arrestate, indica in Gheddafi un tiranno torturatore dopo avere stipulato con lui accordi per la repressione. La pulsione razzista e colonialista ha il sopravvento anche sugli interessi economici e sulle urgenze dell'Italia che sono ben più gravi di quelle della Libia. Come nota oggi il Professore Gallino l'Italia ha perso quasi
Non toccate Anno Zero Lo stallo nella trattativa con Santoro al di là delle motivazioni fornite, affonda le radici nell'ordine di allontanare Santoro prima delle elezioni e comunque di stravolgere il programma cacciando Vauro e Travaglio; da qui anche la scelta di allontanare il direttore di Raidue. Sulla base delle prime notizie di agenzia relative all'incontro tra il direttore generale della Rai, Masi, e Michele Santoro, si ricava la convinzione che non si può in silenzio e che bisogna perciò rilanciare la raccolta di firme promossa da “Articolo21” in calce allo slogan "Non toccate Anno Zero" che ha già ottenuto migliaia di adedsioni. Inoltre “Articolo21” è pronta a dare mandato ai propri legali per preparare una denuncia o una class action qualora si decidesse di mettere in discussione tempi, modi, nomi e contenuti e del programma. giuseppe giulietti www.articolo21.org
tutto il suo patrimonio industriale. La stessa Fiat, ridimensionata e costretta a cercare luoghi di produzione a costo bassissimo all'estero, non sembra avere un grande futuro. La terziarizzazione dell'economia italiana è diventata quasi patologica e dipendiamo sempre di più dai paesi industrializzati. Ebbene gli accordi con la Libia danno una grande boccata d'ossigeno. Basterebbe questo a indurre alla prudenza gli isterici ed irresponsabili politicanti e pennivendoli che da giorni martellano di commenti offensivi ed ingiuriosi il colonnello Gheddafi. Qualcuno non ha perduto la testa e non si è abbandonato a questa ridicola ed autolesionistica campagna antilibica. Valentino Parlato che ho sentito
ieri sera a Rai24new non si è unito al coro della diffamazione. Provo ad immaginare che cosa succedebbe se venisse in Italia il Presidente Ahmadinjed specialmente dopo la campagna per la lapidazione mai avvenuta ddlla signora Sakineh. Anche qui scatta un pregiudizio, un riflesso razzista e colonialista ed una grande voglia a fare da ascari agli USA trascurando gli interessi veri per compiacere l'Imperatore di oltre oceano. Eppure Iran e Libia sono stati vitali e continuano ad esserlo per la nostra prosperità. *ex dirigente dell Cgil e membro del Cnel Palermo
Bruno Vespa dalla melodia all’enologia
Apprendiamo che Bruno Vespa ha declinato l’invito del direttore di Rai1, Mauro Mazza, che lo voleva conduttore della prossima edizione del Festival di San Remo. “Sono lusingato della proposta” - ha dichiarato il famoso giornalista di Porta a Porta – “ma faccio un altro mestiere... Magari in un’altra vita”. Veramente lodevole ammettere i propri limiti, nel mondo dello showbusiness non è usuale. Qualcosa però non quadra. Se il sig. Vespa non si sognerebbe, in questa vita, di svolgere attività che non conosce, come mai continua da anni a curare una rubrica dove parla di vino nel settimanale Panorama? Elai elai.culturadelvino@libero.it
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ridotte attitudini
In pensione anche a 60 anni Mio padre, in seguito ad un intervento chirurgico abbastanza impegnativo, ha perso gran parte della sua capacità lavorativa e dietro indicazione del nostro medico, che ha quantificato in almeno l’80% la riduzione, è propenso a chiedere la pensione anticipata di vecchiaia (60 anni di età anziché 65). Nel caso di accoglimento della domanda, dovrà attendere anche lui la cosiddetta “finestra a scorrimento”? C. D., Siracusa no, fortunatamente il legislatore del 31 maggio 2010 ha tenuto conto di tale categoria ed ha previsto per essa il mantenimento della vecchia normativa, indubbiamente più favorevole.
riscatto laurea
Si può lavorando nel volontariato Mio figlio si è laureato a dicembre 2008. Da febbraio 2010 svolge, presso un’associazione umanitaria, attività sociale non retribuita a favore di portatori di handicap. Quesito: è già possibile effettuare il riscatto degli anni di studio? In caso positivo, a quanto ammonterebbe l'importo da pagare? Poichè lo stesso non ha ancora redditi, tale importo può essere detratto da me? G. Guido, Brindisi Dal 2008 è possibile riscattare la laurea anche se non è ancora iniziata l'attività lavorativa. Per ogni anno da riscattare nel regime contributivo il costo è pari al 33% del minimale contributivo degli autonomi (14.334 euro per il 2010). La spesa annuale è quindi di 4.730 euro. I contributi possono essere pagati in 120 rate mensili senza interessi e sono detraibili dal genitore con aliquota del 19%.
Diritti & DOVeri previdenZa Risponde il dottor aNtoNiNo NicoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
età per la pensione
Una deroga affidata all’Inps per i lavoratori in mobilità Un operatore di patronato mi ha riferito che il governo, nel varare col decreto legge n° 78/2010 una normativa più restrittiva per i pensionamenti, consente a 10.000 lavoratori di andare in pensione con le vecchie regole. Potrei avere ulteriori chiarimenti? Potrebbe esserne interessato un mio fratello di 58 anni. N. Mazzantini, Grosseto Si tratta di una norma in deroga al nuovo regime generale, che consente ai lavoratori in mobilità e per quelli che sono stati incentivati all’esodo (ad esempio, dipendenti del credito e delle assicurazioni) di usufruire ancora delle vecchie finestre. E’ stato affidato all’InPS il compito di individuare tali lavoratori nel limite di 10.000 unità complessive per tutto il territorio nazionale.
reversibilità
no ha meno di 26 anni.
Se studente, sì ma non fuori corso
pubblico impiego
Vorrei sapere se uno studente universitario ha diritto ad una quota di pensione di reversibilità per la sola durata del corso legale di studi o, comunque, fino al 26° anno di età. Ciò in quanto ho ricevuto informazioni contrastanti in merito. S. Amato, Cosenza La normativa prevede che la quota di pensione ai superstiti, studenti universitari, spetti per la durata legale del corso di laurea . ma se questo è iniziato tardi, con riferimento all’età (ad esempio, a 23 o 24 anni), la pensione viene corrisposta fino al 26° anno di età. Se, invece, il corso legale di laurea termina prima (per esempio, a 23 anni) e lo studente ancora non ha conseguito la laurea, per il periodo di fuori corso la pensione non spetta, anche se l’orfa-
Donne più penalizzate Sono una dipendente della Regione Lazio di 55 anni ed ho dovuto prendere atto che il momento della mia uscita dal lavoro per pensionamento si è allontanato di parecchio. A mio avviso e facendo dei calcoli sulle tabelle pubblicate dalla stampa, la categoria più penalizzata dal decreto legge sarà quella delle donne del pubblico impiego. E’ vero? L. Morelli, Roma Sì, è proprio vero. E ciò per due motivi, concomitanti. Il primo è costituito dallo scalone di 4 anni introdotto a partire dal 2012 e che porterà di colpo l’età pensionabile da 61 a 65 anni. Il secondo riguarda l’ulteriore attesa di 1 anno dal momento di raggiungimento dei requisiti.
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avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
personale scolastico
Una eccezione con motivo valido E’ vero che il personale della scuola non è stato toccato dalla riforma pensionistica varata, con decreto legge, a fine maggio 2010? Per quali motivi non viene equiparato agli altri lavoratori? S. Giudice, Roma Sì, corrisponde a verità la deroga cui lei fa riferimento. Il personale della scuola continuerà ad andare in pensione con la finestra unica annuale del 1° settembre (1° novembre per le università). ne possono fruire quei dipendenti che maturano il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia entro il 31 dicembre dell’anno del pensionamento. Il motivo è quello di non interferire con lo svolgimento dell’anno scolastico con pensionamenti nel corso dello stesso.
crediti inps
Un avviso che vale la cartella esattoriale E’ attendibile la notizia secondo la quale, a partire dal 2011, l’INPS avrà la possibilità di recuperare i crediti di qualsiasi natura in tempi più ristretti? M. Rossi, Ancona Sì, tra le novità di fine maggio ve n’è una che riguarda la riscossione dei crediti da parte dell’InPS. Basterà la notifica, da parte dell’Ente, di un avviso di pagamento che diventa un titolo esecutivo. Esso sostituisce la cartella esattoriale ed intimerà il pagamento della somma dovuta entro 90 giorni. Decorso tale termine, scatterà l’esecuzione forzata. ma esiste la possibilità di avanzare ricorso entro 90 giorni.
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Mostra del cinema di Venezia Stasera (ore 19, diretta su Rete4) l’apertura
Da domani arrivano i nostri con “La pecora nera” di
Jessica Alba è già arrivata, pronta a sfilare a mezzanotte sul red carpet per "Machete", il film di Robert Rodriguez. Sbarcato anche il presidente della giuria Quentin Tarantino. Natalie Portman e Vincent Cassel sono gli ospiti più attesi della giornata. Grande assente il regista iraniano Jafar Panahi, Leone d'oro nel 2000 per "Il Cerchio", autore del corto "The accordion" che apre le Giornate degli Autori. Panahi da anni si batte per i diritti civili nel suo Paese, dopo l'arresto nei mesi scorsi Teheran gli ha praticamente rifiutato il visto per l'Italia. A questo punto sembra tutto pronto. Si parte. Oggi pomeriggio alle 19, con diretta su Rai 4, esordio della 67/ma Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. Sul palco la madrina della manifestazione Isabella Ragonese, interventi del presidente Paolo Baratta e del direttore artistico Marco Muller e tra il pubblico una presenza speciale ed insolita: quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accompagnato dalla moglie Clio, a Venezia in visita privata. "Black Swan'', l'atteso nuovo film del regista americano Darren Aronofsky (Leone d'oro alla 65esima Mostra nel 2008 per ''The Wrestler''), aprirà il concorso questa sera, al posto del bocciato "L'americano" con George Clooney. Thriller psicologico con Vincent Cassell,
LuciaNa vEcchioLi
ambientato nel mondo del balletto newyorkese, "Black Swan" vede protagonista Natalie Portman nel ruolo di Nina, una prima ballerina che si trova imprigionata in una ragnatela di competizione con una nuova rivale nella compagnia (Mila Kunis). Undici giorni di proiezioni, con 23 lungometraggi in concorso, 27 fuori concorso ed una valanga di italiani, il doppio dell'anno passato. Domani pomeriggio ad inaugurare la lunga lista dei Made in Italy sarà "La pecora
nera" di e con Ascanio Celestini e Maya Sansa. Chiusura affidata invece il 9 settembre a "La solitudine dei numeri primi" di Saverio Costanzo con A l b a Rohrwacher e Filippo Timi, tratto dal romanzo di Premio Strega di Paolo Giordano. Il film più lungo della selezione (204 minuti), "Noi credevamo" di Mario Martone sul Risorgimento italiano si vedrà il 7 settembre. Il 3 sarà la volta de "La passione" di Carlo
Mazzacuraticon Silvio Orlando, Corrado Guzzanti e Capotondi. Cristiana Preceduto ed accompagnato da polemiche anche accese, il 6 settembre ci "Vallanzasca-Gli sarà angeli del male", film fuori concorso di Michele Placido con Kim Rossi Stuart nel ruolo dell'ex bandito oggi sessantenne. Roberta Torre apre Controcampo Italiano con "I baci mai dati". Con le immagini reali della televisione del 1960, Gabriele Salvatores ha costruito "1960", pellicola fuori concorso realizzata con i materiali d'archivio delle Teche Rai, voce narrante Antonio Cederna. Lungometraggio di 75 minuti, attraverso l'Italia dal Sud al Nord negli anni del boom economico, racconta la saga di una famiglia meridionale alla ricerca del figlio Rosario emigrato a Milano. Ancora il 3 settembre "Il sangue verde" di Andrea Segre, girato tra Rosarno, Caserta e Roma. Una ricostruzione degli eventi e delle violenze avvenute nella cittadina calabrese lo scorso gennaio, attraverso il racconto di sette migranti africani. LE FoTo. In alto: Jessica alba e Danny Trejo in “machete”. In basso: quentin Tarantino (a sinistra) e marco muller
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
affetti & dispetti (La nana) Regia: sebastiàn silva con catalina saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
amante (L') inglese Regia: catherine corsini con Kristin scott thomas, sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
a serious man Regia: Joel & Ethan coen con Michael stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
a single man Regia: tom Ford con colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
agora Regia: alejandro amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
Regia: tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
avatar Regia: James cameron con Worthington, sam sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con stefano accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, claudio santamaria, Giorgio Pasotti, Marco cocci, sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous Regia: oxide e danny Pang con Nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo donato Regia: Rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
Regia: Gennaro Nunziante con dino abbrescia, Fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco Favino e alba Rohrwacher in “cosa voglio di più”
che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con hugh Grant, sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
city island Regia: Raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
chloe Regia: atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
christmas (a) carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
city island Regia: Raymond de Felitta
con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
colpo di fulmine - il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
cosa voglio di più Regia: silvio soldini con Pierfrancesco Favino, alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
crazy heart Regia: scott cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, colin Farrell, Robert duvall Non sarà il Drugo del Grande
due vite per caso
sabina Guzzanti che assume le sembranze di silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer Regia: dean deblois e chris sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'italia che trema Regia: sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
Regia: alessandro aronadio con Lorenzo Balducci, isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl streep, alec Baldwin, steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
happy Family
Fuori controllo Regia: Martin campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni veronesi con silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, Elena sofia Ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
Regia: Gabriele salvatores con Fabio de Luigi, diego abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, carla signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
i Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar shaghaghi, hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
il figlio più piccolo Regia: Pupi avati con christian de sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric cantona, steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
il Mi$$ionario Regia: Roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
il profeta Regia: Jacques audiard con tahar Rahim e Niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè campanella con Ricardo darìn, soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
il tempo che ci rimane Regia: Elia suleiman con saleh Bakri, shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
invictus Regia: clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con alba Rohrwacher e Maya
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero Regia: sergio Rubini con valeria Golino, sergio Rubini, Riccardo scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, isabella Ragonese, Luca Zingaretti, stefania Montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
Regia: Paolo virzì con valerio Mastandrea, stefania sandrelli, claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa Regia: carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, Luciana Littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. in primo piano Elena sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine vaganti Regia: Ferzan ozpetek con Riccardo scamarcio, Nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine Regia: Rob Marshall con daniel day-Lewis, sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope cruz, Marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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Regia: Mira Nair con steve carell, tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini Regia: chris columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
Russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators Regia: Nimrod antal con adrien Brody, Laurence Fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
Remember me Regia: allen coulter con Robert Pattinson, Emilie de
Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
the road Regia: John hilcoat con viggo Mortensen, Robert duvall, charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Robin hood Regia: Ridley scott con Russel crowe, cate
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MiNicRitichE dEi FiLM chE PotREtE vEdERE NELLE saLE E NELLE aRENE Blanchett, William hurt, Max von sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
una scena di “shutter island”. al centro: Leonardo di caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
scontro di civiltà per shutter island un ascensore a Regia: Martin scorsese con Leonardo di caprio, Mark Piazza vittorio Regia: isotta toso con daniele Liotti, Kasia smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
Regia: alessandro d'alatri con dario castiglio, Martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
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the Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del toro, Emily Blunt, anthony hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George clooney e vera Farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason Reitman
triage Regia. danis tanovic con colin Farrell, Paz vega, christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
the twilight Saga: Eclipse Regia: davide slade con Kristen stewart, Robert Pattinson, taylor Lautner
il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI