Anno II - n. 173 - Sabato 4 settembre 2010
Altro
l’
quotidiano
€ 0,50
Ora di punta di
Stefano CLeriCi
Da Mirabello a Lourdes omani, dunque, è il D gran giorno. Sulla piazza amica di Mirabello,
Gianfranco Fini pronuncerà il suo "discorso della montagna". Circondato da un nutrito gruppo di discepoli e sotto lo sguardo vigile ma ostile di una folla di "infiltrati" - pronti ad appuntare e contestare ogni sua parola fuori posto - e anche di semplici curiosi, più o meno interessati. Sono settimane che la politica nostrana è paralizzata in attesa dell'Evento. Come se Mirabello fosse diventata Fatima o Lourdes. Dove avvenivano miracolose apparizioni e stupefacenti guarigioni. O più prosaicamente Monaco o Yalta, dove i potenti di turno si spartivano il pianeta e relative aree di influenza. avvia! ripeterebbe all'infinito Giampiero Mughini come usa fare quando comizia sulla sua amata Juventus. Mirabello è Mirabello, una ridente cittadina del ferrarese dove si svolge da sempre la festa del Tricolore. C'è davvero chi pensa che lì domani potrebbe apparire il Santo Salvatore della Patria? Magari con Berlusconi, Bossi, Rutelli, Bersani e Casini vestiti da pastorelli, a bocca aperta e occhi sgranati? e a Mirabello arriveranno parole di chiarezza, ben vengano (e che siano però definitive). Perché siamo tutti stufi di balletti. A cominciare dai precari sempre più precari, dai giudici insultati, dalle famiglie sempre più povere e dalle industrie in stato comatoso. Tutta gente alla quale - grazie alla attuale politica governativa per risolvere i propri problemi non resta davvero altro che andare a Lourdes.
M
S
ediZione eStiVa
Il posto di Scajola che è da mesi nelle mani del Cavaliere
Interim senza fine
Disse: entro una settimana il sostituto. Ora lo ripete Aveva detto, dopo le pacate insistenze di Napolitano: tempo una settimana e presenterò al presidente della Repubblica il nome del nuovo ministro allo Sviluppo economico. Sono passati circa due mesi da allora e altrettanti ne erano trascorsi da quando il fido Scajola era stato costretto - anche sotto il peso di penose bugie - a dare le dimissioni dopo l’esplosione dello scandalo della casa con vista Colosseo “acquistata per lui a sua insaputa” da un incaricato dell’imprenditore Anemone. E lui, Silvio Berlusconi, ha continuato a tenere per sé, ad interim, quella carica. Ieri Silvio Berlusconi ha ripetuto la promessa: entro una settimana, ha detto, nominerò il nuovo ministro. Per fortuna ha assicurato che il ritardo on
AI LETTORI
Altro
l’
quotidiano
in edizione stampabile non viene pubblicato la domenica e il lunedì fino al 10 settembre esce con foliazione ridotta il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7
La poltrona che Scajola abbandonò durante la conferenza stampa in cui annunciò le dimissioni per l’affare della casa con vista sul Colosseo
è dovuto a rifiuti di Napolitano su candidature da lui proposte. Comunque ha puntigliosamente precisato che durante il suo interinato si è operato e sono state prese molte decisio-
ni. In realtà ha realizzato per un periodo il suo sogno: quello di fare tutto da solo, senza nemmeno l’intralcio di suoi ministri di fiducia. Con quello che gli combinano... PAG. 2
Il giorno di Prandelli e Cassano L’esultanza di Cassano dopo il gol del pareggio. Suo il merito anche della seconda rete segnata da Bonucci L’Italia di Prandelli ha rotto l’incantesimo e ha battuto l’Estonia 1-2 a Tallin nel primo match di qualificazione agli Europei di calcio 2012. Gli azzurri (in maglia bianca) vanno sotto nel primo tempo: al 31′ gol di Zenjov. Ma poi ribaltano il risultato nella ripresa: al 60′ Cassano appoggia dentro di testa su calcio d’angolo di Pirlo; appena 3 minuti dopo Pirlo tira un calcio d’angolo, tacco di Cassano e Bonucci realizza.
VentiquattrOre
Altro
l’
sabato 4 settembre 2010
In Italia e nel Mondo
quotidiano
In CASo dI ELEZIonI
PArLA AI GIovAnI
Arriva il sostituto di Scajola
rosi Bindi apre Il Papa: «Il posto a un’alleanza con Fli fisso non è tutto» Il presidente del partito democratico, Rosy Bindi, apre le porte del nuovo Ulivo anche al gruppo di Futuro e libertà: "Se Berlusconi e la Lega - ha detto ai microfoni di Telelombardia - dovessero portare il Paese alle terze elezioni in sei anni, allora noi proporremo a Fli un'alleanza per la democrazia. Noi staremo con tutti coloro che sono disponibili a salvare questa Costituzione". Ma più tardi precisa di non aver mai lanciato l'idea di fare 'ammucchiate': "Non ho proposto né alleanze con Fini, né ammucchiate - ha detto, chiarendo quanto affermato nell'intervista -. Del resto, non fu un'ammucchiata quella dei cittadini che vinsero nel 2006 il referendum sulla Costituzione”.
La ricerca del posto fisso e della sicurezza economica non deve far perdere di vista i valori del Vangelo. In sintesi, è questo il messaggio inviato ai giovani di tutto il mondo da Benedetto XVI in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Madrid dal 16 al 21 agosto del 2011. "La domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante", si legge nel documento redatto dal Papa, ma i veri "punti fermi" per i giovani risiedono nella fede e "nell'insieme dei valori che sono alla base della società" e che "provengono dal Vangelo".
Prof. vendesi
L’EdITorIALE
Anche Avvenire contro la Gelmini Nell'anno scolastico che sta per cominciare «non si guardi ad altri interessi che non siano quelli dei ragazzi, non si sfrutti il loro nome per richieste e pretese, per quanto comprensibili. Non si faccia carriera sulla loro pelle». Il che vale «per il Ministro, e per ogni adulto che ha una funzione nella scuola”. Il duro monito è contenuto in un editoriale del giornale dei vescovi Avvenire, pubblicato ieri, all'indomani della conferenza stampa del ministro Maria Stella Gelmini. «La signora ministro - afferma l'articolo - ha affrontato con gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l'Università che la scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo molto». Sulla quale il giudizio dei vescovi rimane sospeso. Nonostante gli sforzi, infatti, anche per "interessi corporativi" e i "molti problemi lasciati per strada" "anche quest'anno il panorama dell'avvio" del nuovo anno scolastico appare - a giudizio di Avvenire - "confuso e pieno di ombre".
Professori precari si vendono su ebay. La provocazione è stata lanciata dal blog “docenti in mutande”. attualmente il numero dei docenti precari è pari a 200mila contro i 700mila già di ruolo.
Altro
l’
quotidiano
Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
2
«Vedo che da più parti si chiede la nomina di un nuovo Ministro per lo Sviluppo, sostenendo che sino ad ora ci sarebbe stato un vuoto in questa funzione. Mi permetto di garantire che il mio 'interim' non è stato un vuoto, ma 'un pieno', un vero e proprio pieno di decisioni e di provvedimenti e che il dicastero di Via Vittorio Veneto è stato ed è nelle mani di una delle istituzioni più autorevoli del Paese, quella del Presidente del Consiglio». afferma in una nota il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «e' stato un vuoto totale. Comunque, non è la prima volta che sento dire che la nomina ci sarà la prossima settimana. di che anno? Spero che sia di quest'anno». Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, replica, dalla festa dell'api, al premier Silvio Berlusconi, sul suo impegno ad interim al ministero dello Sviluppo economico.
L’OnOmasticO Ida Santa Ida nacque in Westfalia e visse al tempo di Carlo Magno (742-814). Sposò il duca di Sassonia, Ekbert, e lo curò per molti anni. rimasta vedova si dedicò ai bisognosi, perciò fu soprannominata la “madre dei poveri”.
accadde Oggi 476: fine Impero Romano L'Imperatore romano romolo Augusto viene deposto da odoacre, che si proclama re d'Italia. L'Impero romano d'occidente di fatto cessa di esistere
VentiquattrOre
Altro
l’
sabato 4 settembre 2010
In Italia e nel Mondo
quotidiano
BrESCIA
TUTTI MorTI
Fratellini nel lago: uno annega
Aereo Ups si schianta a dubai
Un fratellino e una sorellina, di 8 e 10 anni, sono caduti nel lago d’Iseo a Marone (Brescia). Dopo una iniziale risposta alla rianimazione effettuata le condizioni di uno dei due sono peggiorate ed è stato dichiarato il decesso in serata agli Ospedali civili di Brescia. Le condizioni della sorellina, ricoverata agli Ospedali riuniti di Bergamo, restano gravi e la prognosi è riservata. I bambini erano scivolati mentre giocavano sulla rampa-scivolo per le barche del porticciolo. Non sapendo nuotare sono stati recuperati in fin di vita.
Un aereo Boeing 747-400F cargo del corriere internazionale Ups si è schiantato in fase di decollo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, provocando un incendio. Secondo quanto riferito dalla stessa Ups i due membri dell'equipaggio sono morti. Il velivolo, che era diretto a Colonia, in Germania, è precipitato all'interno della base militare di Nad Al Sheba e non su un'autostrada come detto inizialmente. Alla base dell'incidente vi sarebbe un problema tecnico. Il velivolo ha preso fuoco e poi si è schiantato. Alcuni testimoni nell'area della Silicon Oasis, tra il rinomato Global Village e Al Ain Road, hanno visto un'immensa palla di fuoco.
GUAI A CorTE
Animalisti contro Harry Il principe Harry è finito nell'ennesimo scandalo di corte. Gli obiettivi, infatti, lo hanno immortalato mentre gioca a polo e cavalca un pony sanguinante, ferito dagli speroni del principe. Secondo uno spettatore Harry, nonostante il taglio sull'animale, avrebbe continuato a giocare. I gruppi britannici per la tutela degli animali hanno accusato il principe di "crudeltà" e la Hurlingham Polo Association ha avviato un'indagine. A difesa del principino St. James Palace ha riferito che Harry, non appena si è accorto che il pony perdeva sangue, ha interrotto immediatamente la partita.
PrEndE Un PASSEGGIno
MAGnITUdo 7,0
Forte terremoto Lindsay Lohan in nuova Zelanda pirata vip Un forte terremoto di magnitudo 7,0 ha colpito nel pomeriggio (ora italiana) la seconda citta' della Nuova Zelanda, Christchurch, sulla costa orientale. Non si ha notizia di morti o feriti, solo di numerosi danni agli edifici e di blackout elettrici in molte zone. Non e' stato emesso un allarme tsunami. La scossa, durata 40 secondi, e' stata registrata intorno alle 4:35 del mattino ora locale (le 18:35 ora italiana), a 30 chilometri a ovest di Christchurch, a 16 chilometri di profondita'. La citta' ha 342.000 abitanti e si trova sulla costa orientale dell'Isola Sud, una delle due che formano la Nuova Zelanda. Inizialmente il terremoto era stato valutato di magnitudo 7,4 dal Servizio geologico degli Stati Uniti (USGS), poi la stima e' scesa a 7,0. La scossa e' stata avvertita anche nella capitale Wellington, nell'isola Nord. I cittadini di Christchurch sono corsi in strada in pigiama, terrorizzati. Ampie zone della citta', fra le quali il centro, sono rimaste senza corrente.
Lindsay Lohan è accusata di essere passata con il rosso e aver quasi investito un passeggino. La Lohan, appena uscita da un ospedale neuro-psichiatrico, avrebbe colpito di striscio un passeggino, con sopra un bimbo di tre anni, rimasto illeso.
CoSE dI qUESTo Mondo
Ragazzo cubano picchiato perché nero Da un anno e mezzo dei ragazzini italiani lo offendevano per via del colore della sua pelle. Poi sono passati dalle parole ai fatti. E per un dodicenne cubano la serata è finita con tanto spavento e il naso fratturato. Teatro dell'aggressione un parco di Zelo Surrigone, paese alle porte di Abbiategrasso, nel Milanese, dove il giovane - che giocava con
il suo skateboard insieme con due coetanei - è stato avvicinato da altri tre ragazzini, di 13 anni, insultato e poi preso a spinte e qualche pugno. Tornato a casa, ha raccontato l'accaduto alla madre che l’ha condotto all'ospedale di Abbiategrasso. Al giovane è stata riscontrata una contusione al naso, con probabile frattura, e
3
una lesione agli occhi. "Mio figlio era al parco con due amici della stessa età quando sono arrivati i tre ragazzini - ha spiegato la madre del ragazzo - Hanno salutato gli amici italiani e gli hanno chiesto il suo skateboard. Mio figlio glielo ha dato per andare a giocare con una altalena, ma quando ha visto che stavano per rompere lo skateboard è andato a riprenderlo e lì è iniziato tutto".
Obama: «Andiamo verso giorni migliori» Timidi ma significativi segnali di ripresa in America, sufficienti per far dire al presidente, Barack obama, che ''l'economia si sta muovendo nella direzione giusta, andiamo verso giorni migliori''. Gli ultimi dati sull'occupazione, con un +67mila unita' nel settore privato, dimostrano che il rischio di una nuova recessione si allontana. obama ha voluto commentare gli ultimi dati sull'occupazione e ha sottolineato che, per quanto timidi, sono ''una notizia positiva'' perche' confermano una tendenza in atto: per l'ottavo mese consecutivo il settore privato dell'economia americana ha registrato una crescita dell'occupazione. Ad agosto i posti di lavoro sono aumentati di 67 mila unita', mentre il tasso di disoccupazione e' rimasto sostanzialmente stabile al 9,6% (un mese fa era del 9,5%).
Altro
l’
quotidiano
Carcere Se un detenuto “ammesso al lavoro esterno” decide di evadere... Tra un morto ammazzato e un carcere costretto a vivere del suo, ecco che un paio di detenuti hanno pensato bene di levare le tende, darsela a gambe. Un’evasione da non poter essere neppure raccontata, perché privata in partenza di ogni letteratura, di qualsivoglia vanteria criminale. Se ne sono andati dentro un vero e proprio tradimento culturale, volgendo le spalle a quel patto di lealtà, stipulato innanzitutto con se stessi, con le Istituzioni, con la gente all’intorno, ristretta e libera. Un’evasione messa in atto da persone di scarsa pericolosità sociale, a bassa soglia di attenzione, un’evasione accaduta non per mancanza di personale, ma perché a metterla in scena sono stati “quelli dalla faccia voltata indietro” per dirla alla Adriano Sofri, uomini destinati a varcare nuovamente il cancello blindato di un penitenziario, perché in quei passi affrettati verso una libertà prostituta ci sono le certezze inconfessabili per un ritorno a breve termine nelle patrie galere. Lo hanno fatto non da un istituto additato a fortino della disumanità, no, hanno scardinato la propria dignità da un luogo fortemente deputato a svolgere il ruolo di recupero del condannato, la propria utilità sociale sul versante della giusta pena da scontare e della conseguente riparazione da mettere in pratica. Tanti anni fa anch’io ho usufruito di questa opportunità, dentro un progetto di destrutturazione e ricostruzione interiore, ho avuto la possibilità di ritornare a essere una persona migliore. Conosco bene la metodologia del lavoro esterno in e fuori dal carcere, e come rientrando nei requisiti previsti, sia possibile (per pochi), accedere all’istituto dell’ art. 21, come questa eventuale concessione implichi il mettere in gioco la
tribuna propria autorevolezza e il proprio prestigio per la Direzione del carcere. Per arrivare a questo obiettivo, non è sufficiente la mera buona condotta, non è un beneficio strettamente imparentato con una sorta di automatismo. Avevo trascorso oltre venti anni di carcere, non mi erano mai stati concessi permessi premio, l’art. 21 è tutto incentrato sullo strumento principe per ogni trattamento rieducativo: il lavoro e la dignità che ne deriva. In quella “evasione” non c’entrano né pesano le problematiche endemiche della Amministrazione Penitenziaria: il sovraffollamento, la carenza di personale, l’assenza di investimenti finanziari appropriati. Il detenuto ammesso al lavoro esterno è una persona che gode di fiducia, capace di affidabilità, protagonista di un percorso di risalita esistenziale, di un cambiamento di mentalità. Avrei potuto anch’io alzare i tacchi, “evadere”, ma quando non si ha più residenzialità con il proprio passato criminale, con la pericolosità sociale, il cammino in atto non è più strettamente legato al solo contenimento, alla sola incapacitazione, bensì è sinonimo di collaborazione lavorativa e di risvolti umani condivisi. Potevo incamminarmi verso l’uscita, verso la rete metallica, verso una libertà miserabile, ma non mi è mai sfiorata l’idea di ritornare a una vita sottobanco, per anni ho usufruito del lavoro interno-esterno alla prigione, soprattutto di una piccola ma grande manutenzione dell’anima, e ogni giorno che scorre via, comprendo il valore delle responsabilità acquisite che fanno la distanza da “quelli dalla faccia voltata indietro”. vincenzo Andraous
Criminalità Risorse ridicole per Reggio Calabria L’incremento di risorse promesso dal governo a favore della lotta alla criminalità a Reggio Calabria è veramente titanico: ben 45 mila euro. Passerà alla storia come il gemello del piano Marshall per
sabato 4 settembre 2010
4
La migLiOre deL giOrnO
Marassi sul “Mattino”” ricostruire il Paese. Facendo due conti è realmente uno sforzo di inaudite proporzioni, equivale allo 0,0015 % di quanto il governo destina per pagare le multe per le quote latte degli agricoltori padani e lo 0,0001125 dei fondi FAS sottratti alla Calabria dallo stesso governo in barba agli obiettivi comunitari di convergenza. Era la risposta che solo un governo amico della Calabria poteva mettere in campo. Sicuramente provocherà l’insurrezione di altre regioni! Per incrementare un così cospicuo tesoretto proponiamo di mettere all’asta tutti i bossoli inviati negli ultimi due anni come avvertimento-marketing ai politici calabresi. Certo alcuni sono il segno di una minaccia reale, complessivamente sono il segno di una barbarie da qualunque parte provengano. La loro vendita però riuscirà grosso modo a pareggiare lo sforzo supplementare dello Stato! D’altra parte è più o meno quanto costa un viaggio a Reggio di un ministro con aereo di Stato. Che non sia per questo lo stanziamento? Franco Laratta, demetrio naccari Carlizzi
risparmi La (ri)scoperta dell’acqua calda Ogni tanto crolla una leggenda
metropolitana. E' convinzione comune che l'acqua calda pulisca i tessuti meglio di quella fredda. Non e' proprio così. Vero e' che la solubilità di una macchia aumenta con l'aumentare della temperatura dell'acqua e che, quindi, si pongono le condizioni per l'eliminazione della macchia stessa. Aumentare la solubilita' della macchia significa, pero', scomporla in tante piccole parti che si diffondono in profondita' nelle fibre rendendo piu' difficile la successiva asportazione con detersivi o con lavaggi a secco. Questo processo avviene in particolare con le macchie grasse sui tessuti sintetici; il fenomeno trova diffusione proprio in estate con l'uso di costumi da mare (sintetici) e di oli solari o di pranzi consumati con slip o boxer (e relative macchie). Inoltre lo sporco di natura proteica (es. uova) puo' diventare di difficile pulizia a causa dei processi di coagulazione delle proteine. Al tutto aggiungiamo che l'acqua calda "stressa" i tessuti e costituisce una spesa aggiuntiva del lavaggio (riscaldare costa!). Consigli? Non e' necessario posizionare la temperatura dell'acqua della lavatrice a 60 gradi: si sprecano soldi, si danneggiano i tessuti e non si ottengono risultati migliori di un lavaggio a 30 gradi. Primo Mastrantoni segretario Aduc
Altro
l’
quotidiano
ridotte attitudini
In pensione anche a 60 anni Mio padre, in seguito ad un intervento chirurgico abbastanza impegnativo, ha perso gran parte della sua capacità lavorativa e dietro indicazione del nostro medico, che ha quantificato in almeno l’80% la riduzione, è propenso a chiedere la pensione anticipata di vecchiaia (60 anni di età anziché 65). Nel caso di accoglimento della domanda, dovrà attendere anche lui la cosiddetta “finestra a scorrimento”? C. D., Siracusa no, fortunatamente il legislatore del 31 maggio 2010 ha tenuto conto di tale categoria ed ha previsto per essa il mantenimento della vecchia normativa, indubbiamente più favorevole.
riscatto laurea
Si può lavorando nel volontariato Mio figlio si è laureato a dicembre 2008. Da febbraio 2010 svolge, presso un’associazione umanitaria, attività sociale non retribuita a favore di portatori di handicap. Quesito: è già possibile effettuare il riscatto degli anni di studio? In caso positivo, a quanto ammonterebbe l'importo da pagare? Poichè lo stesso non ha ancora redditi, tale importo può essere detratto da me? G. Guido, Brindisi dal 2008 è possibile riscattare la laurea anche se non è ancora iniziata l'attività lavorativa. Per ogni anno da riscattare nel regime contributivo il costo è pari al 33% del minimale contributivo degli autonomi (14.334 euro per il 2010). La spesa annuale è quindi di 4.730 euro. I contributi possono essere pagati in 120 rate mensili senza interessi e sono detraibili dal genitore con aliquota del 19%.
Diritti & DOVeri preVidenZa risponde il dottor antonino niCoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
età per la pensione
Una deroga affidata all’Inps per i lavoratori in mobilità Un operatore di patronato mi ha riferito che il governo, nel varare col decreto legge n° 78/2010 una normativa più restrittiva per i pensionamenti, consente a 10.000 lavoratori di andare in pensione con le vecchie regole. Potrei avere ulteriori chiarimenti? Potrebbe esserne interessato un mio fratello di 58 anni. N. Mazzantini, Grosseto Si tratta di una norma in deroga al nuovo regime generale, che consente ai lavoratori in mobilità e per quelli che sono stati incentivati all’esodo (ad esempio, dipendenti del credito e delle assicurazioni) di usufruire ancora delle vecchie finestre. E’ stato affidato all’InPS il compito di individuare tali lavoratori nel limite di 10.000 unità complessive per tutto il territorio nazionale.
reversibilità
no ha meno di 26 anni.
Se studente, sì ma non fuori corso
pubblico impiego
Vorrei sapere se uno studente universitario ha diritto ad una quota di pensione di reversibilità per la sola durata del corso legale di studi o, comunque, fino al 26° anno di età. Ciò in quanto ho ricevuto informazioni contrastanti in merito. S. Amato, Cosenza La normativa prevede che la quota di pensione ai superstiti, studenti universitari, spetti per la durata legale del corso di laurea . Ma se questo è iniziato tardi, con riferimento all’età (ad esempio, a 23 o 24 anni), la pensione viene corrisposta fino al 26° anno di età. Se, invece, il corso legale di laurea termina prima (per esempio, a 23 anni) e lo studente ancora non ha conseguito la laurea, per il periodo di fuori corso la pensione non spetta, anche se l’orfa-
Donne più penalizzate Sono una dipendente della Regione Lazio di 55 anni ed ho dovuto prendere atto che il momento della mia uscita dal lavoro per pensionamento si è allontanato di parecchio. A mio avviso e facendo dei calcoli sulle tabelle pubblicate dalla stampa, la categoria più penalizzata dal decreto legge sarà quella delle donne del pubblico impiego. E’ vero? L. Morelli, Roma Sì, è proprio vero. E ciò per due motivi, concomitanti. Il primo è costituito dallo scalone di 4 anni introdotto a partire dal 2012 e che porterà di colpo l’età pensionabile da 61 a 65 anni. Il secondo riguarda l’ulteriore attesa di 1 anno dal momento di raggiungimento dei requisiti.
sabato 4 settembre 2010
5
avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
personale scolastico
Una eccezione con motivo valido E’ vero che il personale della scuola non è stato toccato dalla riforma pensionistica varata, con decreto legge, a fine maggio 2010? Per quali motivi non viene equiparato agli altri lavoratori? S. Giudice, Roma Sì, corrisponde a verità la deroga cui lei fa riferimento. Il personale della scuola continuerà ad andare in pensione con la finestra unica annuale del 1° settembre (1° novembre per le università). ne possono fruire quei dipendenti che maturano il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia entro il 31 dicembre dell’anno del pensionamento. Il motivo è quello di non interferire con lo svolgimento dell’anno scolastico con pensionamenti nel corso dello stesso.
crediti inps
Un avviso che vale la cartella esattoriale E’ attendibile la notizia secondo la quale, a partire dal 2011, l’INPS avrà la possibilità di recuperare i crediti di qualsiasi natura in tempi più ristretti? M. Rossi, Ancona Sì, tra le novità di fine maggio ve n’è una che riguarda la riscossione dei crediti da parte dell’InPS. Basterà la notifica, da parte dell’Ente, di un avviso di pagamento che diventa un titolo esecutivo. Esso sostituisce la cartella esattoriale ed intimerà il pagamento della somma dovuta entro 90 giorni. decorso tale termine, scatterà l’esecuzione forzata. Ma esiste la possibilità di avanzare ricorso entro 90 giorni.
Altro
l’
quotidiano
Culture & tenDenze
sabato 4 settembre 2010
6
A Tortora il 3 setembre di 150 anni fa
Garibaldì strappò l’ordine di fucilazione del notaio di
BiaGio MoLiterni
Centocinquant’anni fa, in queste ore, il 3 settembre del 1860, Giuseppe Garibaldi fece sosta a Tortora, primo paese della Calabria per chi scende dalla Campania. Quella visita fu così rievocata il 9 luglio 1882 da Pietro Lomonaco Melazzi in un discorso tenuto alla Società Operaia «Silvio Curatolo» di Aieta: «Il 3 settembre 1860 il Comune vicino di Tortora ebbe l’onore e il piacere di alloggiarlo fra le sue mura; anzi dimorò per varie ore in casa di mio fratello Biagio ch’è domiciliato e residente a Tortora, ove prese una refezione insieme ai Generali Bixio, Cosenz, Medici e Bertrani, soli, senza niuna forza». L’evento è confermato da un telegramma che l’Eroe dei Due Mondi inviò il 7 febbraio 1875 allo stesso don Biagio Lomonaco Melazzi: «Caro Melazzi, Grazie per la vostra del 1° e per il gentile ricordo. Salutatemi il fratello …Vostro G. Garibaldi». La sosta a Tortora fu imprevista e organizzata in tutta fretta. Il Generale, reduce dalla conquista della Sicilia e della Calabria, era diretto a Napoli in vista dello scontro decisivo con l’esercito di Francesco II, e voleva arrivarci nel più breve tempo possibile per non dar tempo al nemico di organizzarsi. Ma la sera di domenica 2 settembre 1860, mentre si trovava a Rotonda, ospite della famiglia Fasanelli, seppe che i circa 3000 soldati borbonici del generale Caldarelli, sia pure in ritirata, erano attestati presso Castelluccio e rischiavano di rallentare la sua marcia. Decise perciò di spostarsi sulla costa tirrenica calabrese per poi recarsi via mare a Sapri, dove c’erano ad attenderlo i 1500 uomini delle brigate Milano, Spinazzi e Puppi che, provenien-
ti da Paola, erano appena sbarcati nella cittadina campana sotto la guida del generale Türr. L’intenzione di Garibaldi era di dirottarli sul passo del Fortino, non lontano da Lagonegro, per sbarrare la strada alle truppe del Caldarelli e poter riprendere con maggiore sicurezza il cammino verso la capitale dell’ormai traballante Regno delle Due Sicilie. In un primo momento aveva pensato di raggiungere il Tirreno attraverso la valle del MercureLao, ma poi cambiò idea e vi giunse, per vie interne, passando per il territorio di Tortora. Probabilmente, la variazione di programma gli fu suggerita da don Bonaventura De Rinaldis, di Rotonda, la cui figlia Filomena aveva sposato il tortorese don Francesco Maceri. Ed è proprio al padre di quest’ultimo, il sindaco don Biagio Maceri, che don Bonaventura inviò un messaggio segreto per avvertilo dell’imminente arrivo dell’illustre ospite.
Garibaldi, con alcuni uomini al seguito, forse sei, lasciò Rotonda in piena notte e, seguendo le indicazione del giovane pastore Paolo Maceri, incontrato sull’altipiano del Carro, giunse a Tortora intorno alle 10,30 del mattino seguente. Ad accoglierlo, all’ingresso del paese, c’erano don Biagio Maceri, nell’occasione nominato Capitano della guardia nazionale, e l’intera popolazione in festa, opportunamente “indottrinata” dai notabili locali, in parte massoni, che, un po’ perché credevano nell’ideale unitario e, forse, molto di più per tutelare i propri interessi, erano passati in massa dalla parte del vincitore. Il folto corteo raggiunse quindi la casa di don Biagio Lomonaco Melazzi, genero di don Biagio Maceri per averne sposato la figlia Teresa. L’unica eccezione fu quella del notaio Francesco Marsiglia che, fedele al regime borbonico, si
Garibaldi. in basso: Casa Lomonaco Melazzi a tortora rifiutò di rendere omaggio all’Eroe e che per questo motivo rischiò di essere passato per le armi. L’ordine di fucilazione fu però strappato dallo stesso Garibaldi, il quale, per intercessione del sacerdote don Mansueto Perrelli, optò per la presa in ostaggio del giovane figlio del notaio, Domenico. Questi, portato con sé a cavallo dal Medici, fu poi liberato intorno alle ore 14,00, ovvero nel momento in cui il gruppo di garibaldini, lasciata Tortora, si imbarcò per Sapri all’Agnola di Castrocucco, in territorio di Maratea. Prima della partenza, il Generale ebbe modo di colloquiare affabilmente con alcuni patrioti che lo avevano raggiunto sulla spiaggia. Tra questi vi erano Filippo La Gioia di Aieta e sua madre Angela Candia, la quale non mancò di offrire tutti i suoi figli per il riscatto della Patria. Garibaldi, commosso dalle nobili parole della donna, la colmò di baci e le disse: «Se tutte le donne d’Italia fossero simili a voi, l’Italia sarebbe libera da più secoli». Il Generale giunse a Sapri nella serata del 3 settembre e poté quindi riprendere la sua vittoriosa marcia verso Napoli, facilitata dal fatto che, nel frattempo, le tanto temute truppe borboniche del Caldarelli si erano disperse. Si erano infatti rifiutate di seguire il loro comandante nella scelta, maturata nella notte, di convertirsi alla causa unitaria o, secondo un diverso punto di vista, di “vendersi” all’ invasore. P.S. Il sedicenne Carlo Mazzei di Maratea, nipote acquisito di don Biagio Maceri, raggiunse i garibaldini a Lagonegro e morì in battaglia il 1° ottobre 1860 presso Aversa. C’era anche chi ci credeva davvero!
Altro
l’
quotidiano
sabato 4 settembre 2010
Ciulture & tenDenze
novità in libreria/1 Un volume di Pier Luigi Leoni e Enzo Prudenzi
Civiltà contadine attraverso la storia della cucina Oggi, i valori della cultura contadina sopravvivono solamente nella memoria degli anziani, si trascura invece l’attaccamento alle feste tradizionali e ai raduni familiari, passione per una cucina semplice ma saporita. Viaggio nella civiltà contadina – La cucina, un libro di Pier Luigi Leoni ed Enzo Prudenzi (Annulli Editori) si sofferma in particolar modo sulla perduta arte del far da mangiare, propria dei contadini. E sottolinea la necessità di correggere gli errori umani del passato, ristabilendo un contatto con la natura che si è perso a causa di una vita frenetica e stressante. A questo proposito, Vittorio Tapparelli, della Slow Food di Orvieto, che ha firmato la prefazione, sostiene: «Con le nostre scelte noi decidiamo quale tipo di agricoltura riteniamo desiderabile: se quella alle dipendenze della chimica o quella sostenibile, “ecologica”, orientata verso una qualità alimentare buona, pulita e giusta.» Le testimonianze fornite agli autori da ex contadini riguardano campagna orvietana intorno alla metà del secolo scorso. Approfondire un’area geografica specifica consente di entrare nei dettagli, andare oltre le semplici curiosità, offrendo una panoramica completa di un mondo scomparso, quello dei nostri nonni, che molti ricorderanno con un pizzico di nostalgia e commozione. In questo libro veniamo piacevolmente portati nella cucina contadina di metà Novecento, e osserviamo il focolare, il catenaccio con appeso il paiolo e le erbe, la rastrelliera con le pentole, la tinozza per il bagno e il bucato, il forno. Adibita a diverse funzioni, la cucina serviva anche da ingresso, soggiorno, luogo di lavoro. Le donne, oltre a cucinare, vi lavoravano a maglia, recitavano il rosario, raccontavano favole ai bambini. Gli uomini facevano lavoretti di falegnameria, realizzavano ceste Il volume è corredato di alcune ricette diffuse nei territori di Orvieto e Viterbo e numerose fotografie, alcune delle quali tratte dall’archivio personale del fotografo Enrico Pasquali. Pier Luigi Leoni è giornalista pubblicista, scrittore di libri di diritto degli enti locali, saggi storici e politici e novelle. Ex segretario comunale, si dedica ancora alla vita politica di Orvieto, dove vive, e si interessa di “gastrosofia”. Enzo Prudenzi è funzionario ministeriale a Viterbo nonché, nel tempo libero, autore di varie pubblicazioni sulle tradizioni e sul territorio. Per ulteriori informazioni: Giro di Parole, divisione di Metaphor Tel. 02 30910986 – info@girodiparole.it
7
novità in libreria/2 “Il pianoro delle quaglie” di Orazio Barrese Sarà presentato giovedì a Taurianova (rc)
Rimpianto di una Calabria che ormai non esiste più Giovedì prossimo ore 18 a Villa Zerbi a Taurianova (Rc), con l’intervento dell’autore, sarà presentato il libro di Orazio Barrese “Il pianoro delle quaglie”, edito da Iride, del gruppo Rubbettino. Sintesi. Mentre percorre la città in autobus Lino ha un sussulto: quegli occhi verdi… il volto luminoso… È lei la ragazza sulla cui esistenza si è interrogato per anni? Da questo incontro fortuito, e dagli altri che ne seguiranno, prende avvio un passato che si alterna al presente. È un ritorno nella Calabria degli aranceti colorati, degli ulivi giganti come cattedrali, accarezzati dall’alito leggero di un mare viola, o avvolti dalle brezze aspromontane di resina profumata. È il racconto della vita di Lino, dal suo rapporto con la sorella al suo amore per
Clara; dalle lotte sindacali al senso dell’onore e della dignità. Anche se oggi – dice il protagonista – «le mani non sono tutte disarmate. Alcune anzi hanno tagliato teste umane, le hanno lanciate in aria per poi prendere la mira e spappolarle a colpi di mitra e di pistola. E sono ancora tanti gli uomini miti e generosi ma hanno sguardi cupi e i cieli sono diventati lividi e le stelle corrusche. E il fiore di zàgara ha sapore di fiele». orazio Barrese è giornalista. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: I Complici. Gli dell’antimafia anni (Feltrinelli, 1973; Rubbettino, 1988); L’Anonima Dc, con Massimo Caprara (Feltrinelli 1977), La guerra dei sette anni. Dossier sul bandito Giacinta con Giuliano d’Agostino (Rubbettino 1997)
Incontro del Movimento delle agende rosse sulla legalità Il Movimento delle Agende Rosse Avellino Benevento, il gruppo facebook "Io sto con il giudice Clemente di Benevento.Comitato Scorta Civica" ed il "Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia", attraverso i propri responsabili - Ivan Pipicelli, Carolina Vecchione e Rosanna Carpentieri - informano che il 12 settembre, dalle ore 11, tra i boschi dell’Oasi WWF del Parco regionale del Partenio, Acqua delle Vene, sito in Pannarano (Bn), si svolgerà un dibattito informale sulla Legalità, l’Ambiente e la
corretta gestione dell’Acqua Pubblica. Il sostituto Procuratore presso il Tribunale di Benevento, Dott. Antonio Clemente (magistrato tra i più impegnati nella lotta al malaffare nella provincia di Benevento ed al ripristino della legalità violata) , Vincenzo Cenname (Ingegnere ambientalista e sindaco di Camigliano esautorato di recente dei suoi poteri a causa della "disobbedienza civile" alla legge sulla provincializzazione della gestione dei rifiuti in Campania) e Padre Alex Zanotelli (Emerito attivista del Comitato Referendario
Nazionale per l’acqua pubblica) daranno vita ad un interessante confronto su temi di estrema attualità, che consentirà agli intervenuti di acquisire maggiori informazioni in merito e di poter porre domande libere sui temi trattati e sulle questioni emergenti dalla discussione. Moderatore del dibattito sarà il giornalista Sandro Ruotolo.Tra gli ospiti sarà presente anche Don Vitaliano Della Sala. Inoltre verrà allestito un banchetto informativo sul Popolo delle Agende Rosse.
Altro
l’
quotidiano
sabato 4 settembre 2010
ribalte
8
Mostra del cinema di Venezia Presentato “Somewhere”, poi dinner party esclusivo
Sofia Coppola fa dell’ironia sulla tv italiana dei Telegatti E' iniziato nel migliore dei modi il giorno di Sofia Coppola alla Mostra del Cinema di Venezia: la prima proiezione in anteprima per la stampa del suo 'Somewhere', in corsa per il Leone d'Oro nel concorso principale, ha ricevuto un lungo applauso finale dal pubblico di giornalisti e critici. La storia è quella dell'attore Johnny Marco (interpretato da Stephen Dorff) che spende la sue giornate tra giri in Ferrari e festini annoiati a base di pasticche e ragazze squillo nella stanza del Four Seasons di Los Angeles dove vive. Ma la sua vita cambierà per sempre quando la figlia undicenne Cleo (la giovane attrice Elle Fanning), avuta da un precedente matrimonio fallito, trascorre dei giorni con lui. "Volevo fare un ritratto intimo della crisi esistenziale di un uomo della Los Angeles moderna", spiega la regista che nel film dedica un parentesi decisamente ironica alla tv italiana, quando il protagonista e la figlia si recano a Milano per un impegno promozionale legato a un film di Johnny e fanno tappa 'obbligata' alla serata dei Telegatti. Nelle scene italiane compaiono Simona Ventura, nei panni della conduttrice dei Telegatti, al fianco di Nino Frassica, e Laura Chiatti, un'amante italiana del divo hollywoodiano. Ma ''non c'è contrapposizione tra noi e voi: adoro la cultura italiana, le immagini girate a Milano sono rappresentative del mondo dello spettacolo in generale. Non è un giudizio specifico sui Telegatti, ma sullo showbiz in generale, che non cambia da Los Angeles a Milano", pun-
tualizza Sofia Coppola. Somewhere arriva "in un momento duro per il cinema indipendente americano: ho potuto realizzarlo grazie ai miei contatti con società quali Medusa", dice la regista, lamentando la "difficoltà a realizzare film diversi dai blockbuster: è difficile avere un pieno controllo sul progetto, io sono stata molto fortunata". Anche grazie a papà Francis Ford Coppola, e su un duplice fronte: da un lato, "sebbene quello di Johnny sia un personaggio diverso, i ricordi della mia infanzia con papà ci sono: viaggiare con lui era eccitante ed entusiasmante entrare nel mondo degli adulti. Penso, ad esempio, alla scena del casinò". Dall'altro, il regista del Padrino figura qui quale produttore esecutivo e riceverà prossimamente l'Oscar alla carriera proprio per la sua attività nella produzione: "Ne è molto onorato, e mi ha sempre incoraggiato nel mio lavoro, perché rimanessi indipendente e creassi in libertà".
Sofia Coppola. In basso: elle fanning, la giovanissima protagonista del suo film “Somewhere”
"Ho scritto il film appena dopo la nascita di mia figlia: la maternità cambia le priorità", prosegue la Coppola (che ha avuto Romy e da poco Cosima da Thomas Mars, il leader dei Phoenix, che firmano nuovamente le musiche), sottolineando, sulla scia di Lost in Translation, come "mi piacciono le storie personali, le persone che attraversano momenti di transizione, e volevo esplorare lo showbusiness". Senza nasconderne, anzi stigmatizzandone le ombre, come conferma Stephen Dorff: "La recitazione è gran parte della mia vita, e anche io ho attraversato momenti di depressione: trascorri 3-4 mesi su un set, la troupe diventa la tua famiglia, quella che io ancora non ho e vorrei avere e, poi, in attesa di un nuovo ingaggio, ti confronti con la solitudine. Stai in albergo, suoni la chitarra o giochi a tennis... Spero di lavorare nuovamente con Sofia, ma le dico sin d'ora di farlo durare di più il prossimo film, perché siamo stati davvero una famiglia".
E il clima di grande familiarità sul set lo conferma anche Elle Fanning, sorella minore della più famosa Dakota: "Con Stephen abbiamo visitato l'hotel prima di girare: ci siamo ambientati nella stanza, giocato e scherzato, per creare il legame di un padre e di una figlia". Dopo la proiezione ufficiale del film nella Sala Grande del Palazzo del Cinema alle 19.30, è seguito il mega dinner party organizzato da Antoine Arnault, capo della comunicazione di Louis Vuitton, all’interno dello splendido Palazzo Polignac, uno dei palazzi più importanti del veneziano. rinascimento Nell'elenco dei fortunati che sono riusciti ad ottenere l'invito alla festa di Sofia Coppola in Louis Vuitton, figurano: oltre al cast del film e ai vertici di Medusa che distribuisce la pellicola, l'attore americano Willem Dafoe, la top model Naomi Campbell, Silvia Fendi, la madrina della mostra Isabella Ragonese, il regista Luca Claudio Guadagnino, Santamaria, Stefania Rocca, Valerio Mastandrea, Beppe Fiorello, Jasmine Trinca, Luisa Ranieri, Cristiana Capotondi, Andrea Pezzi, il conte e la contessa Gilberto e Bianca Arrivabene Vallenti Gonzaga, il principe Carlo Giovannelli, il produttore Tarak Ben Ammar, Bianca Brandolini, Brandino e Marie Brandolini d'Adda, Vittorio e Yaya Coin, Federico Zoppas, la regista e fotografa americana Zoe Cassavetes, l'attrice giapponese Kiko Mizuhara e la designer Delfina Delettrez. (adnkronos)
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
i
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
affetti & dispetti (La nana) regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
amante (L') inglese regia: Catherine Corsini con Kristin Scott thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
a serious man regia: Joel & ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
a single man regia: tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
agora regia: alejandro amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
regia: tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
avatar regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
ii
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous regia: oxide e danny Pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
Cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, rocco Papaleo, Paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (fratellanza) coast regia: nicolo donato regia: rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
regia: Gennaro nunziante con dino abbrescia, fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
GuiDaCinemaestate
Altro
l’
quotidiano
iii
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco favino e alba rohrwacher in “Cosa voglio di più”
Che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
City island regia: raymond de felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Chloe regia: atom egoyan con Julianne Moore, Liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
Christmas (a) Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City island regia: raymond de felitta
con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - il mago della truffa regia: John requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
iV
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy Heart regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande
due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
regia: alessandro aronadio con Lorenzo Balducci, isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
e' complicato regia: nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
V
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
Happy family
fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni Veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, elena Sofia ricci, Piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
tahar rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
regia: Gabriele Salvatores con fabio de Luigi, diego abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
i Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
il figlio più piccolo regia: Pupi avati con Christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
il mio amico eric regia: Ken Loach con eric Cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
Vi
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
il Mi$$ionario regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
il profeta regia: Jacques audiard con tahar rahim e niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan freeman perfettamente nei panni di nelson Mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
il segreto dei suoi occhi regia: Juan Josè Campanella con ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
il tempo che ci rimane regia: elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
invictus regia: Clint eastwood con Morgan freeman e Matt
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà regia: Giorgio diritti con alba rohrwacher e Maya
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
Vii
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero regia: Sergio rubini con Valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
raoul Bova e elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita regia: daniele Luchetti con elio Germano, raoul Bova, isabella ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, enrico Brignano, nancy Brilli, Luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
Viii
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri regia: nina di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, Luciana Littizzetto, francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
Una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. in primo piano elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine Vaganti regia: ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, ennio fantastichini, Lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
nine regia: rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
notte folle Manhattan
a
regia: Mira nair con Steve Carell, tina fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
iX
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (il) nicolas ed i suoi genitori regia: Laurent tirard con françois-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators regia: nimrod antal con adrien Brody, Laurence fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
remember me regia: allen Coulter con robert Pattinson, emilie de
ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
the road regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
robin Hood regia: ridley Scott con russel Crowe, Cate
Altro
l’
quotidiano
GuiDaCinemaestate
X
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
Una scena di “Shutter island”. al centro: Leonardo di Caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a regia: Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, Mark Piazza Vittorio regia: isotta toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
regia: alessandro d'alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
Sul mare
GuiDaCinemaestate
Altro
l’
quotidiano
Xi
MiniCritiCHe dei fiLM CHe Potrete Vedere neLLe SaLe e neLLe arene usa la sua barca per le immersioni da sub.
the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, emily Blunt, anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George Clooney e Vera farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason reitman
triage regia. danis tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert Pattinson, taylor Lautner
il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI