Anno II - n. 153 - Sabato 7 agosto 2010
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Ora di punta dI
StefANo CLerICI
Il Palio e gli stallieri
quotidiano edIZIoNe eStIVA
Istat. Produzione industriale +8,2 e Pil +1,1 rispetto al 2009
Balletto di dati
l Pdl è a pezzi; Fini ha pianConfcommercio invita alla cautela: meno consumi Ièmesso tato baracca e burattini e si in proprio; Berlusconi
e Bossi vogliono andare a votare al più presto per "spazzare via tutti"; la manovra di Tremonti continua a provocare la rivolta di intere categorie produttive e degli amministratori locali (senza distinzione di bandiera). Ebbene, di fronte a una situazione politica ed economica a dir poco rovente, che cosa ti fa l'autorevole ministro del turismo, sciùra Michela Brambilla? Lancia la sua personale campagna contro il Palio di Siena. La Brambilla dice che, visto che la Catalogna ha abolito la corrida, sarebbe bene che noi italiani cancellassimo una delle nostre tradizioni storiche e culturali più antiche e apprezzate nel mondo. Perché? Per difendere i poveri cavalli. er carità, anche noi siamo contro ogni tipo di maltrattamenti degli animali e pretendiamo il rigoroso rispetto dei loro diritti. Ma così s'imboccano strade pericolose. Prima aboliamo il Palio, poi la giostra della Quintana, quindi tutte quelle feste paesane dove fanno correre gli asinelli, infine le "botticelle" romane che portano a spasso i turisti. E poi? Poi, forse, sarebbe il caso di chiudere gli ippodromi e - ciliegina sulla torta - ogni forma di circo equestre che metta piede nel nostro territorio nazionale. ia, siùra Brambilla, il turismo e il nostro patrimonio culturale sono cose serie. E poi non ha pensato che se di colpo tutti i cavalli fossero per incanto riportati liberi allo stato brado non ci sarebbe più bisogno di stallieri? Il Cavaliere e Marcello Dell'Utri potrebbero prenderla assai male.
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L’Istat ha diffuso dati incoraggianti sulla ripresa economica: il Pil (prodotto interno lordo) con un +1,1% rispetto allo stesso periodo del 2009 e la produzione industriale + 8,2. Ma la Confommercio spegne gli entusiasmi: ci sarà ripresa quando cresceranno i consumi, e così non è per ora. Calano anche le vacanze all’estero, ma questo gratifica il Belpaese.
Calcio nazionale Prandelli sceglie Cassano e Balotelli
Tregua al tormentone delle elezioni anticipate Pare che Berlusconi abbia deciso di prendersi una vacanza, interrompendo per Ferragosto il tormentone delle elezioni e lasciando ai portavoce e ai giornali di famiglia il compito di proseguire la campagna di demolizione di Fini e dei parlamentari che lo hanno seguito ricorrendo a quell’arma sempre attribuita ai “giustizialisti” e a Di Pietro che consiste nello scavare dentro le plattumiere dei tribunali alla ricerca di appigli per gettare fango sugli avversari e sui loro familiari. In ciò Feltri e Belpietro sono considerati degli specialisti. Intanto ha sucitato l’aspra reazione di Alfano un intervista in cui Bersani ha datto che bisogna “liberarsi di Berlusconi”. PAG.2
Circumvesuviana Treno a velocità eccessiva causa della sciagura?
V
Il nuovo ct della Nazionale di calcio, Prandelli, ha convocato i “ribelli” Cassano e Balotelli invertendo la rotta seguita da Lippi.
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AI LettorI
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UCrAIno A MILAno
Lo sveDese erICsson
rabbioso con la ex Muore sul K2 uccide una passante un altro alpinista Lasciato dalla fidanzata, un giovane ucraino, che per hobby fa il pugile, è sceso in strada e ha massacrato di botte fino alla morte la prima donna che ha trovato, una filippina di 41 anni che si stava recando a lavoro. L'aggressore è un cittadino ucraino di 25 anni, regolare ma con un piccolo precedente per furto. A dare l'allarme per prima alla polizia è stata la madre del giovane, preoccupata dalla furia con la quale aveva preso le chiavi di casa ed era uscito. Ma la sua telefonata al 113 non ha comunque potuto impedirgli di realizzare i suoi propositi. "E' da due giorni che va dicendo di voler far fuori qualcuno", avrebbe riferito per telefono la donna, chiedendo aiuto.
AI fInIAnI
Berlusconi, sfida sul programma Una sfida sul programma elettorale, che sarà rilanciato a settembre: giustizia, fisco, sud, federalismo. Berlusconi si rivolge così ai finiani che hanno lasciato il Pdl ma non la maggioranza. Quagliariello spiega l'esito del vertice di giovedì: 'C'è una strategia che tende a consumare un governo che ha ben lavorato per degradarlo a esecutivo dimezzato. Finché questo non si realizzerà, andremo avanti sfidando i finiani sul rilancio del programma'. Federalismo fiscale e giustizia saranno i punti chiave per il ministro leghista Roberto Calderoli, che intende vedere Fini per verificare se ci sono margini di mediazione.
E’ finito in tragedia il quarto tentativo di scalata del K2 (8.611 m) dell’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. Durante l’impresa è precipitato e morto il suo compagno di cordata, il noto alpinista svedese Fredrik Ericsson, 35 anni. L’austriaca a questo punto è tornata indietro e ha rinunciato alla scalata del K2, l’ultimo ottomila che manca nel suo palmares. Kaltenbrunner sarebbe, infatti, la prima donna a scalare tutti i 14 ottomila senza l’utilizzo di bombole d’ossigeno. Poco prima della disgrazia il marito della Kaltenbrunner, il tedesco Ralf Dujmovits, aveva rinunciato alla scalata per l’alto rischio di caduta sassi.
Americani a Hiroshima
Un accorato appello di pace per l'abolizione totale delle armi nucleari è partito ieri dalla città giapponese di Hiroshima in occasione del 65/o anniversario dal primo olocausto atomico dell'umanità, in una cerimonia storica che ha visto la prima partecipazione ufficiale degli Stati Uniti e di un Segretario generale delle Nazioni Unite.
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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
sabato 7 agosto 2010
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Deraglia la Circum un morto Sale il bilancio dell'incidente avvenuto ieri a Napoli, dove un treno della circumvesuviana ha deragliato: secondo la polizia, oltre alla vittima, un uomo di 71 anni deceduto dopo aver perso le gambe, sono 58 le persone rimaste ferite. Quaranta passeggeri sono stati portati al 'Loreto Mare': fra queste c'è anche un venticinquenne in coma, in rianimazione. otto persone sono state soccorse invece al 'San Giovanni Bosco': c'è anche una donna di 53 anni, in prognosi riservata, per un trauma cranico e un trauma toracico. Anche il conducente, Giancarlo Naso, 45 anni, è stato medicato in questo ospedale, per uno stato d'ansia da shock emotivo, secondo quanto riferito dl direttore sanitario Giuseppe Matarazzo. Al 'Cto' sono stati portati sette pazienti. Infine al 'Cardarelli' sono stati soccorsi altri tre passeggeri. Secondo la polizia molte persone sono state già dimesse, perché diversi erano i casi di ferite di lieve entità.
L’OnOmasticO Sisto e Gaetano sisto. Papa Sisto II, mentre celebrava i sacri misteri, per ordine dell’imperatore Valeriano fu arrestato dai soldati e decapitato; con lui subirono il martirio quattro diaconi, deposti insieme al pontefice a Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Gaetano. Nome etnico (fa riferimento alla regione di provenienza). Deriva dal latino Caietanus e significa proveniente da Gaeta.
accadde Oggi 1990:Via Poma Un'impiegata di roma, simonetta Cesaroni, viene assassinata nell'ufficio dove lavora: il giallo di via Poma, uno dei delitti ancora senza colpevole.
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sabato 7 agosto 2010
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ArABIA sAUDITA
foGGIA
e’ PoLeMICA In TUrChIA
Blackberry bloccati
Bimbo azzannato dal cane del nonno
Poligamo scelto dal premier
La decisione di bloccare i servizi di messaggerie del telefono multimediale Blackberry è entrata in vigore ieri in Arabia saudita. Lo hanno riferito numerosi utenti. L'ente saudita per le Telecomunicazioni aveva ordinato martedì l'interruzione dei servizi di messaggerie Blackberry a partire da ieri senza specificarne l'orario. L'ente ha giustificato la decisione sostenendo che l'utilizzo di quel cellulare contravviene alle normative in vigore nel Paese.
Un bambino di due anni è stato ricoverato con prognosi riservata agli ospedali Riuniti di Foggia, dopo essere stato azzannato dal rottweiler del nonno. Il bambino era stato soccorso dal padre il quale aveva inizialmente raccontato che ad aggredire il piccolo, nei pressi di una masseria di famiglia, sarebbero stati tre cani randagi. Il bambino è stato morso alla gola, al tronco e agli arti superiori. A destare maggiore preoccupazione è la ferita alla gola del piccolo Pasquale Pio Meola che ha provocato una grave emorragia.
"Voglio arrivare fino a quattro mogli". Sono le affermazioni di Ali Yuksel, il nuovo consigliere, eletto in giugno, del premier turco, Recep Tayyip Erdogan. La candidatura del consulente però sta facendo discutere un po' tutta l'opinione pubblica turca a causa della poligamia di Yuksel. La Turchia è infatti un paese musulmano ma di forti tradizioni laiche, dove la poligamia è proibita dal 1926, anche se tutt'ora praticata in alcune aree del Paese.
A CAUsA DeGLI InCenDI
fIDAnzATo DA 3 AnnI
Mosca invasa dal fumo
Robbie Williams oggi sposo
Mosca si è risvegliata ieri avvolta da una nuova fitta cappa di fumo acre e nocivo, dopo una notte di tuoni e lampi che ha promesso invano l'attesa pioggia. Molti abitanti hanno indossato mascherine o fazzoletti bagnati, come consigliano le autorità sanitarie, invitando preferibilmente a restare a casa: uscire in questa situazione, avvertono, è come fumare un pacchetto di sigarette in poche ore. La ridotta visibilità ha perturbato anche il funzionamento degli aeroporti: a Domodiedovo, ad esempio, gli aerei partono ma per l'atterraggio sono i comandanti a decidere di volta in volta, informa la portavoce dello scalo Elena Galanova. Finora sei aerei sono atterrati in altri scali moscoviti e a Kazan, 800 km a est della capitale. Gran parte della Russia centro occidentale continua intanto a bruciare da oltre due settimane a causa degli incendi delle foreste e delle torbiere, causati in gran parte da negligenza e alimentati da una lunga ondata di caldo eccezionale, la peggiore da 130 anni nel Paese.
robbie Williams sposa oggi la sua fidanzata americana, Ayda field, in una cerimonia sulla piccola isola californiana di Santa Catalina. Lo scrive il tabloid Sun. Secondo il giornale sono stati invitati solo familiari e pochi amici intimi, tra cui il presentatore ed attore Jonathan Wilkes, miglior amico del cantante. I due sono insieme da tre anni.
Cose DI qUesTo MonDo
Trovata a Roma la droga degli sciamani Il suo nome significa "vino dell'anima", e non è altro che una droga liquida, l'ayahuasca, usata dagli sciamani dell'America latina in riti magici e propiziatori. I carabinieri l'hanno trovata a Roma nell'abitazione di un 36enne, arrestato con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nell'appartamento i militari hanno scoperto anche numerose dosi di hashish e marijuana, oltre a 3 bottiglie di ayahuasca. Il principio attivo del "vino dell'anima" è la dimetiltriptamina presente in alcune delle più potenti sostanze allucinogene. Si tratta, in pratica, del succo di una liana ottenuto
battendo la pianta fino a sfibrarla dopo di che si lascia bollire per molte ore fino a che si ottiene un liquido denso ed amaro. L'effetto psicotico dura circa 20-30 minuti se fumata, mentre ingerita sotto forma di bevanda la DMT rimane in circolo per 2, anche 3 ore.
Taranto, 4000 morti conteggiati dall’Asl La Guardia di finanza di Taranto ha scoperto che migliaia di persone morte da anni risultano ancora in carico all'Azienda sanitaria locale. solo negli anni dal 2004 al 2008, sono circa quattromila gli assistiti deceduti ma mai cancellati dalle liste dell'Asl: in questo modo anche i morti hanno continuato a concorrere alla quantificazione delle retribuzioni dei medici di base. Denunciati e indagati i direttori generali dell'Asl negli anni incriminati. I pazienti deceduti, ma ancora nelle liste sanitarie, sono venuti a galla grazie alla comparazione dei dati delle anagrafi comunali con quelli dell'anagrafe assistiti. secondo la legge, i nominativi degli utenti morti devono essere cancellati dai funzionari preposti dell'Asl locale.
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tentativi poco convincenti di mostrare a tutti i costi che le banche europee godono di buona salute non possono che sollevare dubbi. Per certi versi a medio termine l’effetto degli stress test compiuti su 91 banche dal Committee of Banking European Supervisors (CEBS) nelle settimane passate potrebbe essere ulteriormente destabilizzante. Certo i mercati e i media finanziari, per qualche giorno, hanno goduto delle iniezioni di ottimismo derivanti dall’annuncio che soltanto 7 delle 91 banche valutate hanno fallito il test. Però alcune analisi più precise ci riportano alla realtà di una crisi non risolta e non adeguatamente affrontata.
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l test ha cercato di valutare il rischio dei crediti e di stabilire se le banche abbiano un capitale proprio adeguato ad affrontarlo. Il loro TIER 1 non dovrebbe mai essere inferiore al 6% delle attività. Invece il rischio di liquidità non è stato testato, ritenendo forse la
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Più diplomati che al nord
Un test poco rassicurante sulla salute delle banche europee dI
MArIo LettIerI*
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PAoLo rAIMoNdI**
quelle inglesi, hanno nei loro bilanci ben 197 miliardi di euro derivanti dagli aiuti dati dai governi. A fine giugno la BCE aveva linee di credito aperte con gli stati membri per 870 miliardi di euro, di cui il 42% era andato a Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Tutte cose che hanno aiutato ad abbellire le situazioni più precarie.
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n prospettiva restano perciò molte ombre sulla capacità delle banche europee a far fronte all’evolversi della crisi. In competizione con i governi, in cerca di fondi e di compratori per i loro titoli, le banche europee hanno 3.300 miliardi di euro di obbligazioni da rifinanziare entro il 2015.
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l CEBS, formato da rappresentanti delle agenzie di controllo e delle banche centrali dell’UE, aveva presentato due scenari economici. Il primo era tutto improntato al positivo, con una crescita del Pil dell’UE dell’1% nel 2010 e dell’1,7% nel 2011, Il secondo, l’“adverse scenario”, simulava al computer il comportamento delle banche in condizioni di crescita zero del Pil nel 2010 e di una riduzione dello 0,4% nel 2011. Considerava anche un possibile shock per i titoli sovrani in una condizione simile a quella della Grecia scorso. maggio del Esplicitamente però non è mai stato preso in considerazione il rischio di un default nazionale. Ma proprio il “rischio Argentina”, che si è corso in Grecia, è stato evitato grazie ad una massiccia operazione di salvataggio dei paesi dell’Europa.
sabato 7 agosto 2010
argOmenti
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piena e continua disponibilità della BCE a concedere illimitati crediti di emergenza.
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’authority preposta ai test ha accettato come corretti e validi i valori nominali delle attività in bilancio, a cominciare dai bond degli stati. Se essi fossero stati considerati al loro attuale valore di mercato, il risultato sarebbe stato completamente differente. I titoli detenuti dalle banche sono classificati in tre categorie: quelli per attività a breve, quelli detenuti fino alla loro scadenza e il resto per vendite. Per le banche europee i secondi rappresentano in media il 75-80% del totale. Per le banche italiane si stimano intorno al 70%, mentre per quelle tedesche al 90%. E
il test non ha riguardato proprio i titoli della seconda categoria. Anche la BCE ha ammesso che ciò ha mitigato la dimensione del rischio e degli aggiustamenti necessari. Infatti, se anche questi bond fossero stati testati, ben 22 banche non avrebbero superato l’esame. Non è quindi un caso che le banche tedesche si siano rifiutate di rivelare la vera entità dei titoli sovrani iscritti nei loro libri contabili.
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noltre si ricordi che 38 delle 91 banche, a partire da
na cosa emerge chiaramente dai recenti stress test: le banche europee, così come quelle internazionali, non possono far “convivere” la parte sana delle loro attività, quella della raccolta del risparmio e della concessione di crediti agli investimenti, con i titoli tossici e le componenti speculative dei derivati. Cercare di coprire questa distorsione con dei dati addomesticati, non risolve in alcun modo i problemi sistemici di fondo. Sarebbe davvero strano se l’Europa fornisse alibi a certe lobby bancarie che presentano gli stress test come un non-evento in quanto, dicono, saremmo di fronte non ad una crisi delle banche ma ad una crisi derivante dai debiti pubblici. Noi continuiamo a sostenere che sia sempre più necessario un accordo globale per separare i valori “veri” dai titoli tossici mischiati nei bilanci delle banche. I titoli tossici devono essere identificati e messi in “aree di parcheggio” ad hoc per smaltirli in un processo virtuoso di lungo periodo. *Sottosegretario all’economia nel governo Prodi ** Economista
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Il nocchiero di stromboli dI
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La migLiOre deL giOrnO
NUCCIo fAVA
Li osserva ancora distaccato e sereno – che non vuol dire però inconsapevole della serietà dei problemi – il presidente Napoletano mentre stende lo sguardo, dall’alto degli scogli di Stromboli sul vasto mare del mito, che Omero cantò ai tempi della guerra di Troia. Un cavallo di legno aveva scompigliato dall’interno il campo nemico e i Troiani si trovarono sconfitti e senza guida. Solo l’astuto Ulisse si rimise in viaggio affrontando peripezie di ogni sorta. Difficile fare paragoni con l’oggi, magari immaginando congiure di Proci in un campo o nell’altro. Resta solo la potenza di Eolo che spira dove e quando vuole, con violenza devastatrice talvolta inarrestabile. La vacanza di Napoletano ci ha suggerito queste immagini anche se ovviamente nulla possiamo sapere dei suoi pensieri mentre per mare, senza alcun elicottero presidenziale, raggiungeva le isole Eolie. A Montecitorio intanto si consumava un dibattito nervoso anche se scontato, non perché privo di novità, ma perché le vere novità si erano già manifestate con la rottura tra Berlusconi e Fini. Una enorme novità, politica e umana insieme, c’è però stata davvero ed è stata l’uscita dallo schieramento berlusconiano della giovane Chiara Moroni, figlia del parlamentare socialista bresciano suicidatosi ai tempi di tangentopoli. Toccò proprio a Giorgio Napolitano, allora presidente della Camera, comunicare all’aula il gesto estremo del parlamentare socialista che volle così drammaticamente testimoniare la sua estraneità alla corruzione e al clima giustizialista. Nessuno meglio di Napolitano è testimone autorevole di fatti e misfatti, inadeguatezze ed errori della prima e della seconda Repubblica, ed è in grado di avvertire il peso delle responsabilità storiche che gli stanno di fronte in un ennesimo passaggio cruciale della transizione infinita della storia repubblicana. Anche le forze politiche di maggioranza e opposizione – pur in un quadro politico in profondo movimento – dovrebbero esserne consapevoli. In ogni caso, come da ultimo per il Csm, anche da Stromboli il presidente della Repubblica resta il supremo garante delle istituzioni e della corretta dialettica tra le forze politiche e parlamentari, secondo il disegno garantito dalla Costituzione a difesa della democrazia.
Lettera al Corriere Il giusto merito degli studenti meridionali
sabato 7 agosto 2010
Mercoledì scorso abbiamo pubblicato un articolo di Romano Lusi che contestava un articolo del “Corriere della sera” che conteneva una scoretta interpretazione di una indagine da cui risultava - dato peraltro già ben noto ed acquisito - che gli
Marassi sul “Mattino” studenti del Sud conseguono esiti migliori di quelli del Nord. Oggi riportiamo volentieri, riprendendola da www.francoabruzzo.it, questa lettera inviata al “Corriere” dal professor Piero Tundo (e non ancora pubblicata da quel giornale) che ricalca in parte le argomentazioni svolte dal nostro giornale sull’argomento. Gentile Direttore, l’articolo di Jacomella sul Corriere del 3 agosto produce una naturale indignazione per un fatto di costume e perciò ha una funzione sociale che va capita. Tuttavia esso provoca un senso di torto ingiustamente subito in chi ottiene realmente risultati di qualità. Voglio prendere ad esempio il concorso “Olimpiadi della Scienza”, premio per le scuole medie superiori che ho fatto nascere, ora alla quinta edizione. Le ultime tre edizioni sono state condotte in collaborazione col MIUR. Ebbene, i concorrenti di questi premi, valutati da una commissione costituta da colleghi delle università del Nord e con un sistema a buste chiuse, ha visto costantemente la prevalenza di ragazzi e insegnanti del Sud. Questo sarà un piccolo esempio, ma non è isolato perché la maggioranza di competizioni e concorsi scientifici per i giovani
vedono la prevalenza dei nostri ragazzi meridionali. Perché? Certamente la spontaneità, il gusto della competizione, il desiderio di emergere insieme alla bravura - giocano il loro ruolo. Ma allora dobbiamo chiederci: che succede poi di questi ragazzi, portatori di qualità ed entusiasmo? Spesso sono costretti a frequentare le università del nord, perchè non trovano un ambiente favorevole nei loro paesi di origine. Io quindi mi preoccuperei soprattutto di questo flusso di cervelli che nuoce al sistema paese e che impoverisce ed umilia la qualità dei nostri studenti e dei nostri insegnati meritevoli. Mi rendo conto che modificare questa tendenza è molto piu’ difficile che cambiare il (mal)costume di dare voti alti; ma non perdiamo di vista l’obiettivo fondamentale che deve essere quello di ottenere dei risultati di crescita economica ed intellettuale per tutti; questo non si raggiunge se non si dà fiducia, incoraggiamento e giusto riconoscimento ai nostri prodotti e giovani speranze di qualità. Distinti saluti, Piero Tundo Past-President del Consorzio Interuniversitario Chimica per l’Ambiente Venezia
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Diritti & DOVeri
sabato 7 agosto 2010
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preVidenZa Hanicap e permessi
Non c’è obbligo di convivenza Per ottenere i benefici della legge 104 (permessi orari e mensili retribuiti) è necessario che il lavoratore destinatario conviva con il portatore di handicap, come sostengono alcuni miei conoscenti? L. Rossi, La Spezia Il diritto ai permessi orari e mensili non è più subordinato alla convivenza con il portatore di handicap, né al fatto che in famiglia ci sia un altro soggetto, anche se non lavoratore, che sarebbe in grado di assisterlo. Lo hanno deciso recenti sentenze della Cassazione, del Consiglio di stato e della Corte Costituzionale.
casalinghe
Condizioni per la pensione Mia moglie è sempre stata casalinga. Nel prossimo novembre 2010 compirà 65 anni. Avrà diritto all’assegno sociale dal dicembre successivo? Mi complimento per questa utile rubrica. N. Basso, Catania Perché sua moglie possa ottenere l’assegno sociale che, per il corrente anno 2010, è pari a 411,53 euro mensili, occorre che soddisfi i seguenti requisiti: a) almeno 65 anni di età; b) un reddito limitato, che per le persone sole è stato determinato in euro 5.349,89 annui e per le persone coniugate in euro 10.699,78 (valori 2010).
reversibilità
Calcolo sulla retribuzione Dal momento che l’assegno di invalidità non è reversibile, cosa spetta al coniuge super-
risponde il dottor ANtoNINo NICoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18
grande distribuzione
Per raggiungere quota 96 attendere la “finestra” giusta Sono nato a febbraio del 1952 e lavoro da 18 anni nel settore della grande distribuzione alimentare. Dall’estratto conto, aggiornato a giugno 2009, mi risultano 36 anni e 9 mesi di contributi. Domanda scontata: quando potrei andare in pensione? N. Bagnoli, Empoli La legge 247/2007, che ha riformato il sistema pensionistico italiano, prevede che i lavoratori dipendenti nati nel 1952, maturino i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012, con la quota 96, che è raggiungibile o con 60 anni di età e 36 di contributi o con 61 anni di età e 35 di contributi. nel suo caso, ha anche la possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi, che non sono vincolati ad un’età minima. naturalmente, dovrà attendere poi l’apertura della finestra (un anno dopo).
stite di un titolare, da diversi anni, soltanto del predetto assegno e deceduto prima del compimento dell’età pensionabile? V. Colombo, Bari
Il servizio civile svolto prima del 2009 è equiparato al servizio militare: viene, pertanto, riconosciuto il suo accredito figurativo.
In questo caso la pensione indiretta (riservata agli eredi di un assicurato non pensionato), spettante al coniuge, viene calcolata sulla base della contribuzione acquisita prima del decesso del lavoratore, senza tener conto dell’assegno di invalidità.
studi a parigi
servizio civile
Equiparato al militare se prima del 2009 Ho svolto servizio civile dal novembre 1996 al novembre 1997. Vorrei sapere se devo riscattare qualcosa per quell'anno oppure mi è riconosciuto ugualmente ai fini pensionistici. D. Pavan, Padova
Master di violino spese detraibili Volevo sapere se è possibile portare in detrazione le spese di iscrizione ad un master di violino svolto presso il Conservatorio Italiano di Parigi, sostenuto nell'anno 2009. Grazie per la cortese risposta che mi vorrà fornire. R. Ventura, Bologna sì, è possibile, a condizione che le spese non siano comunque superiori ai limiti stabiliti per tasse e contributi versati per le analoghe prestazioni rese da istituti statali italiani.
Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta
donne e scuola
Nessuna variazione Il decreto legge del 31 maggio costituisce argomento di discussione tra quanti devono andare in pensione: in qual modo è interessato il personale femminile della scuola? E. Baldini, Ancona non è stata introdotta, per tale personale, alcuna variazione al regime delle pensioni di anzianità e di vecchiaia. rimane confermata l’unica finestra anua del 1° settembre. e’ il caso di rammentare che nel settore della scuola, il requisito deve essere maturato entro la fine dello stesso anno. .
mobilità
Conserva (per poco) i vecchi requisiti Mio marito è in mobilità e raggiungerà i requisiti per la pensione di anzianità il 10 dicembre di quest’anno 2010: 59 anni di età e 37 di contributi assicurativi. Non ci è molto chiaro se coloro che sono già usciti dal lavoro saranno interessati dalle disposizioni del decreto-legge n° 78/2010. T. Scarselli, Isernia suo marito, sia pure per poco, conserva i vecchi requisiti per il pensionamento. Ciò avviene proprio perché matura i requisiti per il trattamento di anzianità entro il 31 dicembre 2010. La decorrenza della sua pensione sarà quella del 1° luglio 2011, quando si aprirà la finestra di competenza.
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Viaggi & Vacanze
sabato 7 agosto 2010
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Salsomaggiore Per chi sceglie le cure termali
Vincere lo stress e ritemprarsi a costi contenuti Salsomaggiore, un piccolo gioiello ai piedi delle colline dell'Appennino parmense che in estate esplode in tutta la sua bellezza. Tra negozi aperti sino a tarda sera, locali notturni, concerti, attività ludiche e culturali per tutte le età, percorsi enogastronomici da sperimentare almeno una volta per avvicinarsi all’eccezionale e variegata tradizione culinaria del posto. E, naturalmente, le cure termali dalle molteplici valenze, per vacanze capaci di coniugare divertimento e relax, salute e bellezza. Salsomaggiore è caratterizzata da un inconfondibile stile liberty, simbolo agli inizi del Novecento dell'ascesa sociale e culturale della borghesia. Cuore della città è il monumentale e simbolico palazzo delle Terme Berzieri, inaugurate nel 1923 dopo quasi un decennio di lavori. Le Terme di Salsomaggiore legano la loro fama alle acque salsobromoiodiche del posto, tra le più ricche di sali minerali conosciute in natura. Ma per regalarsi un week end di benessere non è necessario spendere cifre iperboliche: disintossicare l'organismo e rafforzarne le difese immunitarie, anche in vista della stagione invernale, allentare le tensioni accumulate nella quotidianità, mantenersi in forma o ritrovare le giuste energie di mente e corpo non è più solo un lusso. Tanti sono i pacchetti a disposizione con proposte wellness, fra cui docce termali, trattamenti relax, massaggi ayurvedici, tibetani e antistress, massaggi cromatici e massaggi in nuvola, ovvero massaggi “idrici a secco” praticati
attraverso l’uso di uno speciale materassino ad acqua calda. Da sperimentare anche i diversi tipi di fanghi termali (il fango bianco, il classico fango termale verde, il fango azzurro e il fango rosa) e il bagno aromatico termale che prevede l’immersione in un’apposita vasca profumata la cui acqua è arricchita con olii essenziali che levigano e proteggono la pelle, nutrita durante il bagno attraverso lievi massaggi effettuati con sacchetti di garza contenenti erbe di malva e camomilla, lavanda, timo e salvia.
Le proposte dell’estate 2010 - Pacchetto “fuga dallo stress”, in una vera e propria di oasi di piacere all'interno del magnifico Palazzo Berzieri: un Fango aromatico pennellato, una doccia francese con acqua termale, un impacco aromatico termale piedi, una riflessologia plantare, un acquaform termale. Costo: 180 euro - Pacchetto “Mente e Corpo”: un massaggio Shiatsu, un massaggio antistress, un massaggio dei cinque elementi, un ingresso alle piscine Mari d'Oriente, un Wellness cocktail. Costo: 234 euro - Pacchetto “3 giorni in relax”: tre bagni aromatici termali, tre massaggi antistress, una maschera viso/collo personalizzata, un gommage termale corpo, un ingresso alle piscine Mari d'Oriente, un Wellness cocktail. Costo: 300 euro
SCHedA. Alle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano SpA lavorano 450 persone e comprende gli stabilimenti termali “Lorenzo Berzieri” (1923) e “Luigi Zoja”( 1970), il centro Inalatorio Pediatrico, il Centro di Balneoterapia e Igiene della Bocca e il Centro di Idroterapia e le strutture alberghiere “Grand Hotel Porro” e “Hotel Valentini”. Per info: numero verde: 800 861 385 o sito www.termesalsomaggioretabiano.it
I castelli di salsomaggiore Il castello di Bargone, del Mille, arroccato sulla sommità di un colle, con il suo elegantissimo portico e il colonnato cinquecentesco. Il salone è stato dipinto da Girolamo Magnani, "lo scenografo di Verdi", tra il 1864 e il 1884: piccoli cammei con vedute del castello nelle varie ore del giorno. Il castello di Contignaco, costruito intorno al XI secolo da Adalberto Pallavicino e circondato da splendidi esemplari di querce, cedri, cipressi e di allori (oggi è sede di una azienda agricola che produce vino). Il castello di Scipione, che fu teatro di scontri tra i signori del castello Ghibellini e i Guelfi piacentini. Il castello di Tabiano, risalente ai secoli XII e XIII, oggetto di contesa fra i duchi di Milano e Niccolò Pallavicino e noto per la congiura contro lo zio Giacomo, signore di Bargone.
due proposte per soggiornare Grand Hotel Porro V.le Porro,10 43039 Salsomaggiore Terme Parma - Italy
Hotel Valentini V.le Porro,10 43039 Salsomaggiore Terme Parma - Italy
Tel. +39 0524 578221 Fax +39 0524 577878
Tel. +39 0524 578251 Fax +39 0524 578266
Servizi di ANNA MArIA de LUCA
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Affetti & dispetti (La nana) regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Amante (L') inglese regia: Catherine Corsini con Kristin Scott thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-
Alice in Wonderland
Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
A serious man regia: Joel & ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man regia: tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei
panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Agora regia: Alejandro Amenàbar con rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la
regia: tim Burton con Mia depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
Avatar regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.
finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
Baciami ancora regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous regia: oxide e danny Pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,
Cado dalle nubi
Giovanna Mezzogiorno, rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Brotherhood Basilicata coast to (fratellanza) coast regia: Nicolo donato regia: rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due
regia: Gennaro Nunziante con dino Abbrescia, fabio troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.
Pierfrancesco favino e Alba rohrwacher in “Cosa voglio di più”
Che fine hanno fatto i Morgan? regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
City Island regia: raymond de felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy
Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Chloe regia: Atom egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso
Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
Christmas (A) Carol regia: robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City Island regia: raymond de felitta
con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - Il mago della truffa regia: John requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco favino, Alba rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy Heart regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, robert duvall Non sarà il Drugo del Grande
due vite per caso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon trainer regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver
paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'Italia che trema regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-
regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
e' complicato regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
Happy family
fuori controllo regia: Martin Campbell con Mel Gibson, ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso regia: Giovanni Veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max tortora, elena Sofia ricci, Piera degli esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-
tahar rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli
regia: Gabriele Salvatores con fabio de Luigi, diego Abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti Persiani regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,
che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo regia: Pupi Avati con Christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico eric regia: Ken Loach con eric Cantona, Steve evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
Il Mi$$ionario regia: roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta regia: Jacques Audiard con tahar rahim e Niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),
Morgan freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “Invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il segreto dei suoi occhi regia: Juan Josè Campanella con ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che
apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
Il tempo che ci rimane regia: elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
Invictus regia: Clint eastwood con Morgan freeman e Matt
damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà regia: Giorgio diritti con Alba rohrwacher e Maya
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra regia: roman Polanski con ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero regia: Sergio rubini con Valeria Golino, Sergio rubini, riccardo Scamarcio, Guido
stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella
raoul Bova e elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai
disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita regia: daniele Luchetti con elio Germano, raoul Bova, Isabella ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-
regia: Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Micaela ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Le quattro volte regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Matrimoni ed altri disastri regia: Nina di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, Luciana Littizzetto, francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-
Una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. In primo piano elena Sofia ricci (a sinistra) e riccardo Scamarcio
le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
Mine Vaganti regia: ferzan ozpetek con riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, ennio fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna
dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
Nine regia: rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido
Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
Notte folle Manhattan
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regia: Mira Nair con Steve Carell, tina fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il ladro di fulmini regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
Piccolo (Il) Nicolas ed i suoi genitori regia: Laurent tirard con françois-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza
russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
Predators regia: Nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.
Prince of Persia - Le sabbie del tempo
regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
remember me regia: Allen Coulter con robert Pattinson, emilie de
ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
the road regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, robert duvall, Charlize theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
robin Hood regia: ridley Scott con russel Crowe, Cate
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
Una scena di “Shutter Island”. Al centro: Leonardo di Caprio
sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Scontro di civiltà per Shutter Island un ascensore a regia: Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, Mark Piazza Vittorio regia: Isotta toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-
Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-
gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski
un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di
regia: Alessandro d'Alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che
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MINICrItICHe deI fILM CHe Potrete Vedere NeLLe SALe e NeLLe AreNe usa la sua barca per le immersioni da sub.
the Wolfman regia: Joe Johnston con Benicio del toro, emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
tra le nuvole regia: Jason reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
George Clooney e Vera farmiga in una scena di “tra le nuvole” di Jason reitman
triage regia. danis tanovic con Colin farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
the twilight Saga: eclipse regia: davide Slade con Kristen Stewart, robert Pattinson, taylor Lautner
Il cast al completo di “the twilight”, terza pellicola della saga ”eclipse”, ma anche la peggiore
E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce
che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI