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Anno II - n. 156 - Giovedì 12 agosto 2010

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Ora di punta di

Nuccio Fava

Se l’Italia è “disgustata” a grave condizione di L Cossiga getta una luce più fosca sulle angustie e i perico-

li della fase presente della nostra vita nazionale. Le risse e gli insulti sono ormai il modo prevalente di rappresentarsi della politica, pane quotidiano di un confronto sempre più aggressivo e volgare. Per lunghi anni ho seguito le cronache politicoparlamentari, da punti di osservazione privilegiati ho attraversato la stagione di tangentopoli e il tracollo dei partiti, ma nulla di paragonabile rispetto a quanto quotidianamente giornali e tv ci mettono sotto gli occhi. “L’Italia è disgustata” scrive, non senza enfasi, Famiglia cristiana. Giudizio all’apparenza esorbitante, ma anche inadeguato perché non dice abbastanza dello smarrimento, della confusione, e del rifiuto che rappresentano gli stati d’animo prevalenti. C’è curiosità epidermica per chi l’ha combinata più grossa, per il racconto di una escort, o l’affitto di un appartamento monegasco, e anche per le frequentazioni di faccendieripiduistio la spartizione di programmi Rai. Una “ palude” ha detto Bossi sostenuto dal figlio e reclamando il voto immediato. Per non essere secondo al Cavaliere. otrebbe essere questo il “disgustoso approdo” (per dirla come "Famiglia cristiana"), se non prevarrà un filo di responsabilità, che però appare sempre più esile. Anche il presidente Napolitano non potrà fare miracoli, visto che il suo ripetuto richiamo non trova riscontro concreto. Prevarrà alla fine un minimo di convergenza nell’interesse generale e l’Italia riuscirà ad arrestarsi sull’orlo del precipizio ?

P

quotidiano EdiZioNE ESTiva

Mentre gli italiani stringevano la cinghia per la crisi

Tariffe da record "In controtendenza rispetto all'evoluzione dell'inflazione complessiva, i costi dei servizi pubblici hanno fornito al sistema impulsi inflazionistici di una certa rilevanza". Lo ministero il ammette dell'Economia nella Relazione sulla situazione economica del Paese. Tariffe alle stelle, dunque, nell’anno nel quale gli italiani hanno tirato la cinghia riducendo i consumi e nel quale i prezzi sono aumentati meno che negli ultimi cinquant'anni: i bilanci delle famiglie italiane comunque sono stati colpiti dall'aumento delle tariffe. Tra i più consistenti quelli per le tariffe dell'acqua potabile (+5,9%) e dei rifiuti (+4,5%). Più cari anche i biglietti dei treni e dei traghetti. Se in generale “nel 2009 l'inflazione è scesa ad un valore tra i più bassi degli ultimi cinquant'anni - evidenzia il mini-

stero - le tariffe hanno viaggiato in controtendenza". I prezzi delle voci sottoposte a regolamentazione (tariffe energetiche escluse) "hanno infatti registrato fin dall'inizio dell'anno una ripresa della

Mossa di Berlusconi con offerta di tregua a Fini

Ancora espisodi di pirateria stradale

Con un improvviso invito a Fini e al suo gruppo a misurarsi sui programmi, Berlusconi ha lanciato loro un mesaggio di tregua, ma a condizione che vengano isolati i “falchi”. Un tentativo di dividere i dissidenti, al quale questi hanno replicato ponendo a loro volta una condizione: basta attacchi mediatici a Fini. PAG. 2

Le ultime 24 ore sono state contrassegnate da episodi gravissimi di pirateria stradale che nulla hanno a che vedere con l’esodo ferragostano. Quello che ha destato maggiore impressione è avvenuto a Palermo, dove una carrozzina con due gemelli di pochi mesi spinta dal nonno è stata travolta da un’auto: morto uno dei bambini. PAG. 3

Acqua, rifiuti, treni, Rai, atenei, telefoni tra i più colpiti dai rincari

dinamica di crescita, con tassi saliti da poco meno del 2% al 3,5% circa di fine 2009". Il rincaro delle tariffe ha riguardato sia quelle "controllate a livello nazionale, sia quelle regolate localmente".

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in edizione stampabile esce in estate con foliazione ridotta e non viene pubblicato la domenica e il lunedì il sito invece viene costantemente aggiornato 7 giorni su 7


VentiquattrOre

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In Italia e nel Mondo

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AcquA e riFiuTi

FronTe uniTArio

Per il 2009 tariffe alle stelle

Bersani chiama le opposizioni

Nel 2009 gli italiani sono stati colpiti dall’aumento delle tariffe. “In controtendenza rispetto all’evoluzione dell’inflazione complessiva, i costi dei servizi pubblici hanno fornito al sistema impulsi inflazionistici di una certa rilevanza”. Lo evidenzia il ministero dell’Economia nella Relazione sulla situazione economica del Paese. Tra gli aumenti più consistenti quelli per le tariffe dell’acqua potabile (+5,9%) e dei rifiuti (+4,5%). Più cari anche i biglietti dei treni e dei traghetti. Se in generale “nel 2009 l’inflazione è scesa ad un valore tra i più bassi – evidenzia il ministero dell’Economia – degli ultimi cinquant’anni”, le tariffe hanno viaggiato “in controtendenza”.

Il leader del Pd Pier Luigi Bersani fa sapere che “se la rottura del mitico predellino portasse ad una situazione tale da rendere inevitabili le elezioni e per giunta con questa vergognosa legge elettorale noi ci rivolgeremmo alle forze del centrosinistra e dell’opposizione per una strategia comune di cui siamo già pronti a proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche”. “Bossi e Berlusconi -afferma il leader del Pd- fanno la voce grossa perché non sanno che pesci prendere. Possiamo aiutarli con qualche precisazione. Primo: non permetteremo che Berlusconi riduca l’Italia al Paese delle banane. In Italia abbiamo le Istituzioni. Pretendiamo di sentirgli dire che cosa intenda fare in questo indecoroso marasma”.

Lauree anti-crisi

MelFi

Fiat contro il reintegro dei 3 operai La Fiat presenterà ricorso ''nel più breve tempo possibile'' contro il reintegro dei tre operai di Melfi. ''La cosa certa è che il 23 agosto i lavoratori devono rientrare in fabbrica. Questo è il fatto con cui si deve fare i conti'', replica il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. E lo scontro con Cisl e Uil riacquista di nuovo toni accesi. ''Valuteremo le motivazioni della decisione del giudice spiega la Fiat - che non appare coerente con il quadro istruttorio già emerso, pur nella sommarietà degli accertamenti condotti”.

La laurea più richiesta dalle aziende è quella in ingegneria ambientale, stando al rapporto Excelsior unioncamereministero del Lavoro. il 2010 segna il ’sorpasso’ degli ingegneri sui dottori in economia, sempre gettonati (+7,7% rispetto al 2009). Prospettive molto meno rosee per la laurea in discipline umanistiche e artistiche (-39% di richieste), architetti (-36%). Benissimo medici e dentisti.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GEcEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’OnOmasticO

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Premier si appella ai finiani dopo la richiesta di dimissioni avanzata dai parlamentari del Pdl al presidente della camera Gianfranco Fini, e dopo una giornata segnata dai veleni, interviene in prima persona Silvio Berlusconi per lanciare un aut aut alla pattuglia di Futuro e Libertà. Lo fa inserendosi nella prima crepa manifestatasi nel gruppo dei seguaci del presidente della camera: se dentro Futuro e Libertà prevarranno le colombe ''sarà certamente possibile ritrovare quell'unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive''. Berlusconi fissa le sue condizioni: il rispetto del mandato elettorale e del programma ''è l'unico atteggiamento responsabile che si aspettano i nostri elettori''. Elettori che ''non potrebbero comprendere come alcuni possano dividersi per giochi di palazzo della vecchia politica ed esclusivamente per tornaconto di parte''. Nessuno sconto per l'ala degli ultras finiani: le loro parole contro il governo e la maggioranza sono ''farneticanti e irresponsabili''.

Giovanna Francesca

la vita di Giovanna Frémiot è legata indissolubilmente alla figura di Francesco di Sales, suo direttore e guida spirituale, e di cui fu seguace e al tempo stesso ispiratrice e collaboratrice. nata a Digione nel 1572, a vent'anni sposò il barone de chantal, da cui ebbe numerosi figli. rimasta vedova, avvertì sempre di più il desiderio di ritirarsi dal mondo e di consacrarsi a Dio. Sotto la guida di Francesco di Sales, diede vita a una nuova fondazione intitolata alla Visitazione e destinata all'assistenza dei malati.

accadde Oggi 1851, macchina da cucire isaac Singer ottiene il brevetto per la sua macchina da cucito.


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In Italia e nel Mondo

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DenunciATA

PAlerMo

lA PoleMicA

Seno grosso topless vietato

Muore gemellina investita in passeggino

ramadan al via dove si prega?

Luisa D.B., commessa in un negozio di abbigliamento in via del Corso, è una bella ragazza mora con una quarta misura di seno. Non c'è nessuna legge che vieti il topless sulle spiagge italiane eppure una 26enne è finita nei guai, sul litorale romano tra Lavinio e Nettuno, per aver "indugiato" mentre si spalmava la crema solare sul seno di fronte a due ragazzini di 12 e 14 anni. La madre dei due si è infuriata ed è iniziata una violenta discussione finita solo con l'intervento della polizia che ha predisposto una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.

Grave incidente stradale a Palermo, dove due gemellini di nove mesi sono stati investiti da un’auto mentre attraversavano, sul passeggino spinto dal nonno, un incrocio. I due fratellini, un maschio e una femmina, nati nell’ottobre scorso a Palermo, sono stati investiti da una macchina che aveva fatto una carambola dopo un tamponamento con un’altra vettura ancora tra le vie Maggiore Toselli e generale Streva. I piccoli e il nonno sono stati trasportati all’ospedale Villa Sofia, dove la femmina è morta durante un’operazione d’urgenza alla testa. Il gemellino se l’è cavata con pochi punti alla testa.

Parte in gran parte dei paesi arabi il Ramadan, il mese di digiuno osservato dai musulmani. Lo hanno stabilito sulla base di osservazioni astronomiche le autorità religiose dell'Arabia Saudita, la culla del rito sunnita. Anche in Italia 1,2 milioni di musulmani si asterranno dal bere, mangiare, fumare e fare sesso durante il giorno. Ma scoppia la polemica sull'assenza di luoghi di culto islamici nel nostro Paese. Ad eccezione di Roma, dove ha sede la grande moschea, e Catania, nelle altre città italiane i luoghi di preghiera sono spesso ricavati in scantinati, garage e abitazioni private.

JAMeS FiSher

PonTeDerA

Sindaco rimuove Esilio in cambio manifesti osé della vita Il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, ha deciso di far rimuovere da tutta la città i manifesti pubblicitari di un negozio di elettronica del vicino paese di Ponsacco: la motivazione è legata alle immagini che sono state considerate troppo osè. Nei cartelloni, posizionati in diverse fermate di autobus, si vede una modella toccare le proprie parti intime. Per ore la donna del manifesto ha attirato l'attenzione dei passanti sia per il suo gesto di allusivo autoerotismo, inequivocabile e provocante, sia perché si tratta di una bella modella. Un'operazione promozionale presto interrotta nel pomeriggio. Il sindaco Millozzi ha ritenuto che il richiamo sensuale affidato all'immagine della modella fosse andato oltre i limiti del buongusto e ha ordinato la rimozione dei manifesti o il loro "oscuramento" totale anche considerando che "la campagna pubblicitaria rappresenta un'offesa alla dignità del corpo femminile", come c'è scritto nell'ordinanza.

ventisette anni nel braccio della morte e poi, finalmente, la libertà. Pagata al prezzo di una sorta di esilio: secondo il New York Times, infatti, James Fisher ha accettato, in cambio della vita, di non rimettere mai più piede nell'oklahoma, lo stato al centro degli Stati uniti dove a 20 anni commise il reato che lo portò al carcere.

coSe Di queSTo MonDo

Morta per una lasagna Un’anziana donna di 74 anni è morta e sei persone sono rimaste intossicate dopo aver mangiato delle lasagne comprate in una rosticceria. E’ successo a Falcone, in provincia di Messina. La donna era stata ricoverata insieme a quattro suoi famigliari nell’ospedale di Barcellona con i sintomi di intossicazione ali-

mentare, ma per lei non c’è stato nulla da fare. La procura ha avviato un’inchiesta i carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche. Altre due ragazzine, che erano in vacanza con la famiglia a Falcone, sono finite in ospedale dopo aver mangiato le lasagne comprate nella stessa rosticceria-polleria in cui ave-

vano acquistato la pasta. Le due ragazzine hanno avuto i sintomi di un’intossicazione e sono state ricoverate all’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto (Me): una è già stata dimessa l’altra è ricoverata. Indagano i carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto. L’autopsia sul cadavere si terrà stamattina.

In fiamme le terre contaminate di Cernobyl Dalla metà luglio gli incendi boschivi in russia hanno colpito circa 4.000 ettari contaminati dall’esplosione della centrale nucleare ucraina di cernobyl, nel 1986. lo afferma la Guardia forestale russa nel suo sito, www.rcfh.ru. “in base ai dati del monitoraggio sulla radioattività condotto sul territorio delle regioni russe, incluse le terre inquinate da elementi radioattivi, da metà luglio incendi boschivi sono stati registrati su 3.900 ettari”, è scritto nel sito. l’elenco delle zone colpite “nei territori più inquinati” include fra l’altro la regione di Briansk, al confine con Bielorussia e ucraina, secondo la forestale. il 6 agosto, solo in quella zona sono stati registrati almeno 28 incendi, su una superficie di 269 ettari, tutti colpiti nel 1986 dall’incendio della centrale atomica ucraina.


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carceri La pausa ferragostana non faccia dimenticare il dramma La pausa ferragostana rischia di confinare ancor più nel dimenticatoio l’emergenza carceri, la cui drammatica attualità, invece, è facilmente rilevabile dai numeri che la caratterizzano. Ad oggi sono ristretti complessivamente 67.780 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 43.584. Il superamento della soglia di capienza massima è un dato al quale concorrono tutti gli istituti d’Italia. Purtroppo il precipitare della situazione penitenziaria è direttamente proporzionale all’oceano di impegni assunti e non mantenuti dal governo e dal ministro Alfano. Dall’inutile dichiarazione dello stato d’emergenza, all’indefinito piano carceri, alle (soltanto) annunciate assunzioni. Se l’impegno concreto del presidente Berlusconi e del ministro Alfano sul fronte penitenziario fosse stato almeno pari all’impegno verbale oggi avremmo un sistema penitenziario degno della patria di Cesare Beccaria. Invece così non è. Dobbiamo riferirci ad un sistema penitenziario che affoga nell’inciviltà ed è seppellito dalla propria illegalità. Un sistema che produce morte e sofferenza. Un sistema che trasforma la pena in supplizio ed il lavoro in tortura. Il disegno di legge Alfano poteva, doveva, essere il momento delle svolte e delle decisioni bipartisan. Purtroppo sono prevalse le logiche partitiche che hanno svuotato di ogni effetto deflazionante il disegno di legge originario. L’attuale testo, quand’anche venisse approvato in Senato in autunno,

tribuna nulla risolverà rispetto al sovraffollamento. Così come le 2000 assunzioni previste in polizia penitenziaria si concreteranno in tempi incompatibili con i reali, urgenti, bisogni. Su questo avevamo confidato in un decreto legge prima della pausa estiva. Nulla. L’ennesima occasione mancata. Di certo gli attestati e i riconoscimenti, al personale che si è particolarmente distinto, fanno piacere ma il ministro Alfano e il capo del DAP non possono pensare che da soli bastino a soddisfare le esigenze della polizia penitenziaria che andrebbe premiata in blocco per l’impegno, la dedizione, la disponibilità, la competenza e la professionalità messe in campo in questi momenti terribili. Del resto a testimoniare la grave crisi dell’universo penitenziario ci sono i troppi suicidi e i tanti episodi di violenza. Dal 1 gennaio ad oggi sono 40 i detenuti suicidatisi e 83 quelli salva ti in extremis dal personale di polizia penitenziaria. Ciò dimostra che le indegne e vergognose condizioni di detenzione amplificano la depressione e spingono verso gli autolesionismi e le autosoppressioni. Ed è probabile, visto il trend, che quest’anno sarà superato il record di suicidi in carcere. Ma anche sul fronte della sicurezza le cose non stanno meglio : 10 detenuti evasi e 12 evasioni sventate. Qui i record sono già stati abbattuti. Gli agenti penitenziari feriti da detenuti e che hanno riportato prognosi superiori ai cinque giorni assommano a ben 159. Il sovraffollamento determina l’impossibilità di una gestione oculata delle allocazioni. Sovente per la mancanza di posti si è costretti a ricorrere al “materasso a scomparsa”. Ovvero il materasso posto sul pavimento infilato sotto l’ultimo posto dei letti a castello multipiano. La promiscuità tra etnie ed appartenenze criminali è un ulteriore elemento di tensione. Non è certo un caso l’aumento esponenziale delle risse. Il carcere è tornato ad

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La migLiOre deL giOrnO

vauro sul “Manifesto” essere l’università del crimine: con regole, gerarchie e violenze . Questo è il vero fallimento del DAP. eugenio Sarno segretario UilPA penitenziari

Sofismi vinosi Lasciamo in pace Giulio Cesare Una famosa azienda vinicola siciliana, in collaborazione con importanti studiosi del vino, sta tentando il recupero di un’uva che deriverebbe dal Mamertino, uva la cui presenza nel periodo romano nell’isola è testimoniata da numerose fonti storiche e dal ritrovamento di alcuni vinaccioli fossili. Unire la produzione enologica del nostro paese a testimonianze storiche e archeologiche è lodevole, per carità, ma sarebbe ora di smetterla di lanciarsi in ipotesi di consonanza di uve e vitigni antichi con quelli moderni perché è un’operazione che rischia di ridursi a puro sofismo culturale nel tentativo di dimostrare l’indimostrabile a soli scopi commerciali. Hanno già pronto lo slogan associando il mamertino a Giulio Cesare. Ciò che si può dire con certezza è che il vino che beviamo da fine

‘800 fino ai giorni nostri, cioè da quando esiste una base scientifica di enologia, è molto diverso da quello che si beveva un tempo; oggi il vino è con netta prevalenza secco, un tempo si preferivano i vini dolci e per molto tempo il vino non veniva consumato puro ma allungato con acqua o altro. Dichiarare l’identità di vini e/o vitigni prodotti e coltivati ai giorni nostri con quelli dell’antichità, non regge né da un punto di vista archeologico, né da un punto di vista ampelografico. Come può confermare qualunque archeologo serio, l’unica cosa che possono testimoniare i vinaccioli fossili rinvenuti in diversi luoghi è solo che lì si coltivava la vite senza nemmeno la possibilità di distinzione tra vite selvatica e domestica. Da un punto di vista ampelografico è molto difficile sapere se un uva antica possa corrispondere a quella attuale situata in un certo luogo. Alla luce di quanto detto teniamoci l’incontestabile ed enorme patrimonio di testimonianze che indicano il vino come prodotto storicamente legato alle tradizioni e alla civiltà del nostro paese elai elai.culturadelvino@libero.it


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Diritti & DOVeri

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preVidenZa contributi volontari

Convengono, per allerare i tempi Sono nato nel 1951. Il 15/12/09 ho raggiunto 37 anni di contributi di cui 20 da operaio e 17 da artigiano. Vorrei smettere di lavorare per motivi familiari. Cosa mi consiglia: i versamenti volontari, il ricongiungimento dei contributi o attendere l’età di 65 anni? Negli ultimi anni, da artigiano, ho avuto un reddito medio di 18.000 euro. E’ possibile conoscere i costi? F. Federico, Bari le consiglio i versamenti volontari che le consentono di raggiungere i 40 anni in breve tempo ed in età ancora giovane. il costo è grosso modo, nella gestione artigiani, pari a 3.600 euro l’anno.

Finestre

Il requisito per quella del 2011 Potrei andare in pensione con la finestra di gennaio 2011, perché avrei già raggiunto l’età prescritta per l’anzianità, secondo la riforma Prodi. Avrei bisogno di una conferma: ho, alla data del 31 dicembre 2009, poco più di 31 anni di contributi obbligatori, oltre a quasi 4 anni di contribuzione figurativa ed a 15 mesi di servizio militare. Mi saranno sufficienti? Sono nato nel febbraio del 1950. M. Palermo, Catania Sì, a meno che tra i contributi figurativi, cui lei fa cenno, non vi siano quelli per malattia e disoccupazione che non possono essere presi in considerazione al fine del raggiungimento del requisito dei 35 anni.

assegni

Ora esistono quelli per nucleo familiare Vorrei porre un quesito per avere un opportuno chiarimento: Assegni Familiari ed

Risponde il dottor aNToNiNo NicoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

invalidità

Niente assegno dopo i 75 anni se ha già l’accompagnamento Mio suocero ha 75 anni. E’ invalido civile al 100% da un anno. Riceve l’indennità di accompagnamento più la pensione Inps (perché ha lavorato in agricoltura), di 600 euro al mese. Ci sono altre norme, che prevedano la percezione di un assegno di invalidità di cui avrebbe bisogno? N. R., Latina Suo suocero non ha diritto alla pensione di inabilità ci¬vile perché ha raggiunto il grado di invalidità del 100% dopo i 65 anni di età. Gli invalidi civili, infatti, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, nei cui confronti sia stata accertata una inabilità totale (100%), hanno diritto a una pensione di inabilità, previo accertamento dei redditi personali (con esclusione, quindi, dei redditi del coniuge e degli altri familiari). la pensione di inabilità spetta nella misura intera anche se l'invalido risulta ricoverato in un istituto pubblico

"Assegno al Nucleo Familiare", di cui ho sentito parlare da più anni, sono la stessa cosa? Qual è la più vantaggiosa da chiedere? R. Conti, Foggia Fino al 1988 esisteva solo la denominazione “assegni familiari”, con una normativa diversa da quella attuale. oggi, praticamente, essa non esiste quasi più, perché riguarda soltanto coltivatori diretti, mezzadri, coloni ed i pensionati delle Gestioni per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri). Per i lavoratori dipendenti (e pensionati ex dipendenti), invece, esiste “l'assegno per il nucleo familiare” (AnF), correlato, con regole proprie, ai redditi del nucleo stesso. capita che spesso si utilizzi impropriamen-

te la dizione “assegni familiari” per intendere l'assegno al nucleo familiare.

pensionato statale

Niente agevolazioni contributive Sono pensionato statale (Inpdap) dal 2005 . Ho compiuto, ad aprile scorso, l’età di 66 anni ed esercito un'attività commerciale avviata, nel 2000, da mio figlio, che si è trasferito, nel 2006, in Brasile. Mi è stato riferito, da un cliente, che mi spetterebbe la riduzione del 50% sui contributi previdenziali personali che verso ogni anno all'Inps, per l'attività d'impresa che svolgo. E’ vero? P. De Luca, Cosenza no. l'agevolazione contributiva, cui ella si riferisce, esiste ma è riservata ai soli pensionati delle gestioni inps. ella, pertanto, non ne può usufruire.

avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

malattia

Categorie escluse dall’indennità In una conversazione tra colleghi, uno di loro ha sostenuto che l’unica categoria di lavoratori che non gode dell’indennità di malattia è quella delle Colf. A me sembra che ve ne siano altre, anche se non le ricordo. E’ così? Grazie. V. Morelli, Palermo Dal trattamento economico di malattia sono esclusi, finora, gli impiegati dell’industria, del credito, delle assicurazioni e dei servizi tributari appaltati, i portieri ed i dipendenti da proprietari di stabili, i viaggiatori e piazzisti, i lavoratori domestici ed i dipendenti pubblici.

età e lavoro

Quando l’azienda può mandare in pensione

Mio padre è un lavoratore dipendente che compirà 65 anni il prossimo 9 aprile 2011. Avrà un’anzianità di lavoro di 38 anni. La sua azienda può costringerlo a lasciare il lavoro, considerando il compimento del 65° anno, oppure mio padre può rimanere in servizio fino a quando gli aggrada (ovviamente senza avanzare nel frattempo domanda di pensione)? C. Landi, Piombino (Li) Sì, il datore di lavoro ha facoltà di rescindere il contratto al compimento dei 65 anni. Deve anche, però, tenere al lavoro il dipendente fino all’apertura della sua finestra di vecchiaia.


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L’aLtrO

iL casO

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sOciaLe

a cuRa di Vorremmo oggi parlare di Camillo, il cui drammatico caso sta attirando in questi giorni l’attenzione dei media e tuttavia rappresenta la norma più che l’eccezione nel sociale. Perchè raccontarne, dunque? Il motivo è semplice: certe vicende bisogna renderle note sviscerandole, di modo che l’opinione pubblica possa comprendere cosa accade quotidianamente nella dimensione altra della marginalità, della disabilità e del disagio. Stando ai fatti, Camillo (il nome è di fantasia per la tutela della privacy) soffre da trent’anni di schizofrenia paranoide cronica. In parole povere, i suoi pensieri sono disorganizzati e sconnessi, sente “voci” che gli raccontano di un mondo ostile dal quale difendersi anche attraverso il ricorso alla violenza, non riesce a relazionarsi in modo stabile con nessuno, tranne che con gli operatori di strada della Crocerossa di Milano e con i volontari di Madre Teresa che gli danno da mangiare, gli fanno compagnia e curano le terribile piaghe a rischio di setticemia che ricoprono le sue gambe. Nel 1980 Camillo, che faceva il metronotte e viveva coi genitori, balzò dall’anonimato sulle pricipali pagi-

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FidaLMa FiLiPPELLi

Drammi della disabilità psichica

Camillo? Troppo malato per le strutture sanitarie

ne di cronaca locale e nazionale per essersi messo a sparare sui passanti. Da quel momento iniziò per lui la vita di strada alternata a trattamenti sanitari obbligatori necessari per la sicurezza sua e degli altri, ma traumatici per una mente fragile come quella di Camillo. Camillo non ha più contatti con i suoi familiari, che umanamente non ce l’hanno fatta. Così come non ce la fanno tanti altri familiari di disabili psichici gravi, i quali non sono né cattivi né votati all’abbandono, ma semplicemente non riescono a gestire il dramma da soli - ed il sistema è tale da lasciarli invariabilmente soli -. Attualmente Camillo si trova al San Camillo di Milano per l’ennesimo trattamento sanitario obbligatorio e nessuna delle 15 strutture sociosanitarie residenziali della Lombradia che potrebbero prenderlo in carico lo vuole. Perchè? Perchè è un paziente difficile. L’alternativa è unica: la strada, posssibilità concreta che esclude naturalmente una terapia farmacologica e psichiatrica costante e di lungo periodo. Condizione necessaria e sufficiente non per la guarigione, bensì per la sopravvivenza fisica e psicologica di quest’uomo già tanto provato dalla vita.

Una carriera artistica costruita come work in progress di diversità

Antonietta Laterza, un’artista off limits Antonietta Laterza è una donna ed un’artista che ha saputo tramutare la disabilità e la conseguente diversità in un valore aggiunto di talento, fascino ed anticonformismo. Notevole la sua creazione teatrale PepperMonaPuppis. Antonietta Laterza è una donna ed un’artista che dalla disabilità fisica non si è lasciata sopraffare e l’ha al contrario trasformata in un valore aggiunto di fascino e di sano anticonformismo. Costretta sulla sedia a rotelle dalla poliomelite in età infan-

tile, ha costruito con intelligenza la sua personalià scenica di cantautrice, attrice e performer teatrale. Bolognese, quattro raccolte musicali all’attivo, nel 1990 è stata la prima donna in carrozzina a cantare la sigla del Cantagiro. In seguito ha

collaborato alla sceneggiatura di ‘Perdiamoci di vista', il film di Carlo Verdone. Oggi è anche presidente dell’associazione Sirena-project -arte diversità, un’iniziativa attraverso la quale vuole legittimamente riappropriarsi del diritto ad essere femminil-

mente bella e sexy nonostante la diversità. Antonietta Laterza ama considerarsi una sirena dei giorni nostri, che al posto della coda ha la carrozzina. E sul suo blog ufficiale (www.antoniettalaterza.com) il credo che ha ispirato una biografia così affascinante ed anticonformista è evidente da commenti, immagini e dichiarazioni. Indimenticabile la sua creazione teatrale “PepperMonaPuppis”, la cui protagonista dai capelli blu è un vero emblema della complessità femminile.


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Cultura & tenDenze

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Mode

A Rubbettino il premio Enriquez Sirolo per “Non bacio le mani”

Gli stilisti si sbizzarriscono con i materiali

Il prepotente ritorno di sua altezza la zeppa C’è chi punta sul legno e chi sul sughero, ma per rivestirla si lavora di fantasia alcuni modelli di calzature confezionate con pelli di rettili (in alto) e altri con la rafia (a sinistra)

di

MoNica SiMEoNE

Questa primavera –estate 2010 ha definitivamente sancito il ritorno della zeppa, che già dalla scorsa estate 2009 era tornata a far capolino nei servizi fotografici di moda. La scarpa con la zeppa ha avuto nel secolo precedente un grande successo nel periodo della seconda guerra mondiale. Veniva realizzata prevalentemente in sughero, e benché sia nata come elemento di praticità per motivi legati anche all’autarchia, diventò caratteristica di grande femminilità. Successivamente, dalla metà degli anni settanta, ci fu un nuovo ritorno della zeppa che, con un occhio al discorso etnico vivo in quegli anni, era realizzata in materiali naturali, come la corda, il legno e il sughero. Nello stesso periodo di gran moda furono gli zoccoli, con la tomaia in cuoio, o in tessuto colorato ed in plastica. Per questa estate gli stilisti ci hanno proposto la zeppa, ma anche gli zoccoli, in materiali e fogge diversissime. Marras, che affronta sempre una ricerca di forme e materie in qualche modo etniche, utilizza la corda e la intreccia in una struttura alta, elegante, sospesa su due cilindri di pelle. La giapponese Tsumori Chisato abbina la rafia al tessuto di seta fiorato, creando un connubio romantico.Celine, Cavalli, Paola Frani la propongono in legno, ispirandosi ai sandali giapponesi. John Galliano per Dior ha creato dei sandali con zeppa altissima in rettile colorato, e li ha abbinati a calze di lurex. Sempre in pelle di serpente Laura Biagiotti sceglie invece le tonalità naturali della pelle. Barbara Bui mette in risalto l’anima più “serale” abbinando rettile metallizzato e catenelle che avvolgono il piede. Bottega Veneta sceglie una forma del sandalo sottile e alta realizzata in pelle di serpente di un bel giallo solare. Innovativo Alexander Wang la trasforma in sabot leopardato e in sandalo etnico. Riccardo Tisci per Givenchy lascia il piede completamente rivestito in pelle e tessuto, mentre Richmond e Albino danno la loro interpretazione della zeppa in metallo, il primo in materiale riflettente, il secondo realizzando la zeppa in strati sovrapposti in un abbagliante colore oro.

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Il 22 agosto a Sirolo in provincia di Ancora sarà consegnato alla casa editrice Rubbettino il Premio Enriquez Sirolo 2010 come migliore casa editrice per la comunicazione di impegno sociale e civile profuso con la campagna “non bacio le mani”. Non bacio le mani è il claim della campagna di sensibilizzazione antimafia promossa dalla casa editrice con il contributo della Provincia di Catanzaro, che mira a promuovere la lettura come strumento di conoscenza utile a contrastare i fenomeni mafiosi. La lettura che aiuta a conoscere meglio la realtà che ci circonda, a capire a fondo quello che succede in un Paese come il nostro in cui il malaffare è ovunque presente e, spesso, si nasconde dietro forme inconsuete e ingannevoli. La cultura come strumento di libertà, che aiuta a non abbassare la testa, a non baciare le mani. Il Premio Enriquez, unico nel suo genere, è un riconoscimento che viene assegnato a coloro tra attori, registi e artisti della comunicazione che si sono particolarmente distinti per impegno civile nel mondo della comunicazione.

“Amore cristiano amore musulmano” stasera all’Isola Tiberina Sarà proiettato stasera all’Isola del Cinema l’atteso cortometraggio per l’integrazione girato nelle strade del popoloso quartiere Tiburtino e tratto dalla vita del consigliere Luigi Biondi. “Amore: amore cristiano, amore musulmano”, è un cortometraggio tratto liberamente dalla storia vera dell’interprete e regista Luigi Biondi, disabile, consigliere municipale proprio in quel quartiere dal 1996 al 2001, noto per le sue battaglie sociali contro lo spaccio di droga, a favore dell’integrazione dei disabili e degli stranieri residenti di ogni etnia e religione, pur essendo lui un politico “di destra”. Tra gli autori e sceneggiatori della particolare ed avvincente storia, anche il marchese autore e regista di

PsychOroscopia Giulio de Nicolais ed Enzo Stavolo. La produzione è di Ukraina in Europa Onlus, presidente la regista ucraina Liliya Bilyk che nella pellicola cura le scene e i costumi. Una storia d’amore vera che mostra come l’integrazione sia possibile nel caso in cui in nome dell’Amore, ciascuno sia disposto ad accettare l’altro con tutte le sue novità e limitazioni. Con l’occasione Isola Tiberina, l’affascinante Isola sul fiume Tevere, avrà la sua Miss 2010. La serata sarà presentata da Angelo Martini conduttore e autore di Numeri Uno su Rai Due, altre. Le ragazze arriveranno da tutto il Mondo per indossare gli abiti di Renè & Martini.


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Last minute Dall’America all’Africa

Quattro proposte autunnali di aNNa

in alto Zanzibar e Kenia. Sotto: Santo domingo e Sharm el Sheikh

MaRia dE Luca

Oggi vi proponiamno una carrellata di vacanze last minute da settembre. KenYA - MAMBrui– AnGel’S BAY DAl 2 SeTTeMBre al 29 noVeMBre Durata: 9giorni/7notti Soft All inclusive quota base a persona in camera doppia: € 515,00 Il Kenya: spiagge dorate e sconfinate, baie cristalline, gente sorridente e cordiale, colori e profumi inusitati, escursioni nella savana. Mambrui si trova a pochi km da Malindi e la Angel’s Bay è uno spettacolo: si chiama così perché la spiaggia è cosparsa di pagliuzze dorate, mentre il mare è incredibilmente rosso a causa del Sabaky, fiume che attraversa il Kenya e che trascina in acqua la terra rossa dalla savana. Mambrui offre anche lo spettacolo dei forti e le moschee dislocati lungo la fascia costiera, testimoni di un passato in cui la zona era dominata da una serie di cittàstato musulmane in perenne lotta tra di loro. ZAnZiBAr – hoTel BAoBAB 4* DAl 9 SeTTeMBre al 23 oTToBre Durata: 9 giorni/7 notti pensione completa con bevande quota base a persona in

camera doppia: € 650,00 Grazie all’influenza congiunta delle culture arabe, persiane e bantu e dell’importante attività commerciale che ha legato Zanzibar al Medio Oriente, all'India e alla Cina, l'arcipelago è un luogo suggestivo e unico al mondo. La cultura swahili è difatti un affascinante mix in cui immergersi, soprattutto nella capitale Stone Town, patrimonio Unesco: un labirinto arabeggiante di stradine, dominata dalla torre bianca dell’orologio che al tramonto si tinge di rosa. Da non perdere la Jozani Forest, riserva naturale di circa 2945 ettari ricca di eucalipti secolari abitata da scimmiette ed antilopi; il tour delle spezie nella zona di Kizimbani; i resti degli ottocenteschi bagni persiani del sultano a Kidici e, infine, non mancate di andare a Kizimkazi per… giocare con i delfini! S. DoMinGo – BAhiAhYBe – GrAn DoMinicuS 4* DAl 1 SeTTeMBre Al 31 oTToBre 2010 Durata: 9 giorni/7 notti All inclusive quota a persona in camera doppia: € 790,00 Santo Domingo: la seconda isola delle Antille per dimensioni, politicamente divisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana. La capitale omo-

nima è un’antica città ricca di storia. Le spiagge sono meravigliose, la vita notturna è animatissima: casinò, nightclub, discoteche e bar per tutti i gusti. Chi ama lo sport non ha che l’imbarazzo della scelta (golf, tennis, maneggi, immersioni, noleggio barche) e non mancano neppure gli itinerari storici e naturalistici per scoprire l'isola e le sue radici spagnole. Vicino alla città trovate Boca Chica, una spiaggia candida protetta dalla barriera corallina. E' la preferita dai dominicani, soprattutto nei weekend. I vip si ritrovano alla Casa de Capo: ville e locali esclusivi per la mondanità internazionale. A Puerto Plata si trovano lidi incantevoli, un centro storico in stile vittoriano e prodotti tipici: rum, zucchero e ambra. Infine, la suggestiva oasi tropicale - tutelata dall'UNESCO - di Punta Cana e la Penisola di Samanà, l’unica a conservare - grazie alla difficoltà nel raggiungerla - ancora una natura incontaminata, bianche spiagge deserte e vegetazione rigogliosa. E’ di qui che, in alcuni periodi dell’anno, si può osservare anche il passaggio delle balene

noVeMBre 2010 Durata: 8 giorni/7 notti Pensione completa quota base a persona in camera doppia: € 399,00 Anni fa Sharm era un porto sperduto in una landa desertica sulla punta sud della penisola del Sinai. Oggi è oggi uno dei luoghi più apprezzati da chi vuole mare strepitoso, sole tutto l'anno, e ottimi alberghi con prezzi accattivanti. Intensa è anche la vita notturna, con pub, disco,night club e bar lungo la costa da Sharm ai sobborghi fino a Nabq bay. Da provare lo snorkeling nel parco nazionale di Rad Mohammed dove le acque sono un tripudio di colori, coralli e pesci (si consiglia di andare con una guida). Varie le escursioni archeologiche, come le piramidi di Giza e le crociere sul Nilo intorno a Luxor o l’affascinante Monastero di Santa Caterina. E, infine, una mattina svegliatevi prestissimo e partite per l'ascesa notturna al monte Sinai: l’alba che si ammira da qui è uno spettacolo suggestivo ed unico, che vi resterà indelebilmente nel cuore.

eGiTTo – ShArM el SheiKh – hotel 4* DAl 8 oTToBre al 2

Per informazioni: www.lastminutetour.com numero verde 800 133 331


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L’esordio del nuovo ct della Nazionale

Prandelli rimandato a settembre La squadra è da rifondare e occorre tempo, ma con la mossa Cassano-Balotelli ha già dimostrato quali sono le sue intenzioni di

GiuSEPPE MaRicoNda

Prandelli Cesare, rimandato a settembre. Come accadeva una volta agli alunni che avevano bisogno di una “ripassatina” in qualche materia. E a settembre si dovrà fare sul serio: ci saranno in palio i primi punti per la qualificazione agli Europei del 2012. Gli ostacoli da superare, l’Estonia a Tallin e le Isole Far Oer a Firenze tra il 3 ed il 5 del mese prossimo non dovrebbero creare grandi preoccupazioni. Non dovrebbero, appunto… Anche la Costa d’Avorio, sembrava la formazione ideale per la “prima” del buon Cesare: eliminata dal mondiale, priva del suo giocatore piu’ pericoloso, quel Drogba che fa grande il Chelsea, e addirittura senza allenatore. Affidata all’ultimo momento a quel Zahoui che solo i cronisti sportivi di buona memoria possono ricordare nella breve e non entusiasmante permanenza nell’Ascoli dell’indimenticabile presidente Rozzi:”un po’ di colore” diceva ironicamente a chi gli contestava quel primo, singolare (all’epoca) tesseramento di un giocatore africano.… Sven Goran Erikson aveva lasciato subito dopo l’ eliminazione dal mondiale, ma la mano e la bravura del tecnico svedese noto in Italia, in Inghilterra per aver guidato squadre verso lo scudetto e la stessa nazionale ora affidata a Capello, la mano del tecnico svedese si è

vista tutta: certo in 24 ore Zahoui non poteva incidere gran che ed ha lasciato ai giocatori la possibilità di prendersi la prima rivincita dopo un mondiale piu’ sfortunato che da scordare, come quello di Lippi. Stesse convocazioni, stesso schieramento e l’ handicap Drogba che la squadra, in parte, aveva dovuto subire anche in Sud Africa per l’infortunio ad un braccio durante la preparazione. Costa d’Avorio dunque ok e la nuova Italia? Da rivedere. O meglio da rifondare. Che si dovesse ripartire da zero ormai par chiaro a tutti. Perfino alla Rai, che – a parte l’ottimo Marco Civoli - ha cambiato tutti gli inviati al seguito degli azzurri. E, francamente, come squadra non sono stati diversi dalla Nazionale, anche loro da rivedere a settembre. Prandelli,

da parte sua, ha provato a mostrare coraggio: fantasisti e attaccanti dovevano mostrare voglia non solo di risultato, ma di bel gioco. Il risultato non c’è stato, il bel gioco si è visto soltanto in qualche spunto individuale. D’altra parte si sa: giocatori con il talento di Cassano o di Balotelli possono sembrare assopiti per buona parte della gara, ma sono in grado di inventare improvvisamente l’assist o il tocco decisivo. Un’attesa che ha accompagnato tutta gara ed è naufragata alla fine nell’abbondante acqua che si è rovesciata su Londra. A proposito: ma si può sapere chi e perché ha deciso di giocare questa partita nella capitale britannica? Una scelta che ha interessato poco piu’ di diecimila persone. Anche questo dato sottolinea che il momento del calcio italiano non è dei piu’ favorevoli. D’altra parte la frattura tra Lega e Federazione rispecchia in pieno il nostro paese: non c’è settore, sociale, sindacale, finanziario, politico in cui non si evidenzi una frattura, una divaricazione, un conflitto. Come dire: tutto “discende per li rami”…e non vorremmo che anche nello spogliatoio della nazionale si ricominciasse con gli schieramenti e le fazioni, reduci contro nuovi o addirittura tra gli stessi neo entrati che si contendono la prima pagina del quotidiano sportivo e non. E un segnale – ma questa volta da parte dei giornalisti - in questo senso c’è già stato : differenti le valutazioni sui singoli giocatori. Giudizi personali possono essere

certo divergenti, ma esaltazioni di prove con particolare enfasi possono anche accompagnare i “consigli per gli acquisti” che di questi tempi stanno riempiendo appunto le colonne degli stessi giornali. Richieste di ingaggi sono spesso accompagnate da robuste rassegne stampa. Molti dei nostri azzurri sono in procinto di emigrare, qualche altro aspira a rientrare ed una segnalazione se non altro serve a far breccia nel cuore dei tifosi se non degli esperti, addetti ai lavori o presidenti di società. Viceversa sottolineare questioni caratteriali, scarsa disciplina tattica o appannamento di condizione atletica può aiutare a convincere il tifoso a rassegnarsi al cambiamento di casacca. Ecco: questo è un altro elemento che deve far riflettere Cesare Prandelli: lui dice (ed è vero) di aver lasciato con rammarico la Fiorentina per la passione che aveva accompagnato la sue esperienza nel club viola. Non ha saputo dire no alla Nazionale, forse rimettendoci anche sotto il profilo economico. Quanti dei suoi giocatori sarebbero disposti a seguirlo? Discorso da inguaribili romantici? No, probabilmente il male del nostro calcio nasce proprio dal rapporto più con la sostanza del contratto che con la squadra, la città, la maglia. E così i nuovi talenti anziché crearli in casa si preferisce (chi può) andarseli a prendere già bell’e pronti. Un vortice che ha già travolto decine di società minori, ma che minaccia da vicino anche qualche grande club.


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

affetti & dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con catalina Saavedra, claudia celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

amante (L') inglese Regia: catherine corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

alice in Wonderland

Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

a serious man Regia: Joel & Ethan coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

a single man Regia: Tom Ford con colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

agora Regia: alejandro amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

avatar Regia: James cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok dangerous Regia: oxide e danny Pang con Nicolas cage e charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

cado dalle nubi

Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo donato Regia: Rocco Papaleo con alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro Nunziante con dino abbrescia, Fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco Favino e alba Rohrwacher in “cosa voglio di più”

che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

city island Regia: Raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

chloe Regia: atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

christmas (a) carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim carrey, Gary oldman e colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

city island Regia: Raymond de Felitta

con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

colpo di fulmine - il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

crazy Heart Regia: Scott cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, colin Farrell, Robert duvall Non sarà il Drugo del Grande

due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon Trainer Regia: dean deblois e chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - L'italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: alessandro aronadio con Lorenzo Balducci, isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy Family

Fuori controllo Regia: Martin campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. Michele Placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: Paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con Fabio de Luigi, diego abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, carla Signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

i Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

il figlio più piccolo Regia: Pupi avati con christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

il Mi$$ionario Regia: Roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

il profeta Regia: Jacques audiard con Tahar Rahim e Niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè campanella con Ricardo darìn, Soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

invictus Regia: clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con alba Rohrwacher e Maya


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: Pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: Paolo virzì con valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, claudia Pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: carlo vanzina con Gigi Proietti, vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, Luciana Littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

una scena corla di “Mine vaganti” di ozpetek. in primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine vaganti Regia: Ferzan ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine Regia: Rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, Penelope cruz, Marion cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle Manhattan

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Regia: Mira Nair con Steve carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini Regia: chris columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators Regia: Nimrod antal con adrien Brody, Laurence Fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: allen coulter con Robert Pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con viggo Mortensen, Robert duvall, charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel crowe, cate


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MiNicRiTicHE dEi FiLM cHE PoTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Blanchett, William Hurt, Max von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

una scena di “Shutter island”. al centro: Leonardo di caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo di caprio, Mark Piazza vittorio Regia: isotta Toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: alessandro d'alatri con dario castiglio, Martina codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

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The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del Toro, Emily Blunt, anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George clooney e vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. danis Tanovic con colin Farrell, Paz vega, christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner

il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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