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Anno II - n. 158 - Sabato 14 agosto 2010

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Ora di punta di

Ennio SimEonE

Scandalosi sprechi Rai

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e agenzie hanno battuto ieri con un certo compiacimento la notizia che “tra Antonella Clerici e la Rai è stato raggiunto l’accordo”. In che cosa consisteva la materia del contendere? In una questione di soldi. Il tira e molla si è concluso con la fissazione della cifra di 1 milione e 800 mila euro che l’emittente pubblica verserà ogni anno sul conto della “brava presentatrice” (come si diceva una volta). A noi questa notizia provoca irritazione, la stessa irritazione che ci provocano le notizie sui compensi che vengono elargiti a conduttori di talk show e a opinionisti d’accatto che i medesimi reclutano come ospiti inventando per loro titoli giustificativi d’ogni sorta, come, soprattutto, la direzione di giornali-fantasma. a stessa irritazione immaginiamo che queste generose elargizioni di denaro pubblico provochino in coloro che sono costretti a pagare l’abbonamento alla Rai e che sentono parlare di debiti e di tagli anche in quella azienda a fronte dello spreco rappresentato da questi supercompensi. C’è poi da meravigliarsi se il canone televisivo figura al primo posto nella graduatoria delle evasioni degli italiani? No. C’è da meravigliarsi che ancora non sia stato attuato un massiccio “sciopero del canone”, più volte minacciato e mai attuato.

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quotidiano EdiZionE ESTiVA

In una intervista al “Corriere della sera” precisa il suo no ad elezioni anticipate dichiarato ieri a “l’Unità”

Napolitano bis

Non esistono governi tecnici che nascano dalla volontà del Capo dello Stato, ma esecutivi, qualunque sia la loro composizione, che nascono dal fatto che il Parlamento dà loro, a maggioranza, la fiducia. E' il ragionamento che fa il Presidente della Giorgio Repubblica, Napolitano, in un colloquio con il “Corriere della Sera”, all' indomani delle polemiche animate dalla sua intervista all' Unità, in cui chiedeva di fermare le "rese dei conti" e sottolineava che un "vuoto politico" e un eventuale "durissimo scontro elettorale" sarebbero un pericolo per il Paese. Nel colloquio con il Corriere il Capo dello Stato chiarisce di essersi "limitato a far capire a quanti si esercitano in continue congetture sul voto, indicando persino qualche data tra novembre e dicembre prossimi,

che è bene che si astengano perché questo non è di loro competenza". Non è possibile dire, aggiunge Napolitano, "in modo sbrigativo e strumentale" che la legislatura si chiuda senza che sia chiaro a chi compete davvero dichiararne la fine. "A queste

Ricerca Usa: Primogeniti più intelligenti

Sì di Obama alla Moschea a Ground Zero

Nascere primogeniti assicurerebbe un'intelligenza superiore ai fratelli, ma per i secondogeniti sarebbe piu' facile essere estroversi.Questi ultimi otterrebbero voti migliori a scuola perche', secondo uno studio Usa, imparano piu' rapidamente grazie all'esempio dei primogeniti. Dalla ricerca della Adelphy University di Long Island, che ha esaminato i risultati scolastici di coppie di fratelli o sorelle iscritti alla scuole superiori, emerge anche che i primogeniti sono piu' perfezionisti.

Obama riconosce che i musulmani hanno il ''diritto'' di costruire una moschea a pochi passi da Ground Zero. Il tempio dovrebbe essere realizzato nell'area dove sorgevano le Torri Gemelle, distrutte l'11 settembre 2001 da un attacco degli estremisti islamici di al Qaida. Il presidente Usa ha spiegato, per motivare l’aurtorizzazione, che «Al Qaida non e' l'Islam ma soltanto una volgare distorsione dell'Islam che fa capo a terroristi che uccidono degli innocenti».

cose - chiarisce nel colloquio col Corriere - ho reagito". Napolitano non entra però nel merito delle polemiche: "Lascio parlare, io non posso e non debbo fare considerazioni sulla possibile composizione del conflitto interno alla maggioranza". Ma ribadisce che bisogna smettere con la campagna "di pura pressione delegittimante" come quella in corso nei confronti del presidente della Camera, perché figura che "garantisce l'attività legislativa" che "va preservata da speculazioni e attacchi politici". Anche perché, a differenza di ciò che accade per i membri del governo e per il presidente del Consiglio per i presidenti delle Camere "non esiste una procedura di revoca". Il Pdl (Gasparri) replica dicendo che l’alternativa è “o Berlusconi o le urne”. Cioè non ha capito ciò che sostiene Napolitano.

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in edizione stampabile esce in estate con foliazione ridotta e non viene pubblicato la domenica e il lunedì il sito invece viene aggiornato 7 giorni su 7

BUon FERRAGoSTo


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MessiNA

olbiA

elicottero caduto forse per il carico

Protestano i pastori sardi

Potrebbe essere stato il peso eccessivo a bordo dell'elicottero a fare precipitare giovedì mattina il 'Robinson' nel Messinese, un incidente costato la vita a 4 persone. E' questa una delle ipotesi al vaglio della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) che coordina l'inchiesta sul disastro di ieri mattina. Con ogni probabilità, ma al momento non ci sono certezze, l'elicottero è precipitato, dopo avere urtato il capannone, a causa del peso ritenuto eccessivo sia dei passeggeri che delle attrezzature che servivano per sistemare un guasto ad una nave ormeggiata a Salina, alle Eolie.

Protesta del Movimento dei Pastori Sardi ad Olbia. Circa 1000 manifestanti hanno occupato ieri una rotatoria sulla via di accesso all'aeroporto della città costringendo così i passeggeri a raggiungere a piedi lo scalo. Una parte del corteo, invece, si è diretta verso l'ingresso dell'aviazione generale. La protesta è durata più di due ore e sul posto sono intervenute le forze dell'ordine. Nelle scorse settimane la protesta dei pastori aveva interessato l'aeroporto di Cagliari e la superstrada Carlo Felice. I pastori protestano per la crisi che interessa il loro settore e chiedono interventi urgenti. Momenti di tensione con alcuni passeggeri diretti all'aeroporto.

48 ore CruCiAli

Cossiga sta meglio, respira da solo “Il miglioramento delle condizioni del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ha consentito la riduzione dei supporti artificiali alle funzioni vitali principali”. Lo afferma il bollettino medico del policlinico Gemelli di Roma. I medici del policlinico Gemelli affermano che per il senatore Cossiga “è presente una ripresa del respiro spontaneo, anche se assistito meccanicamente”. Per questo, “si è iniziata una prudente, graduale, sospensione dei farmaci sedativi”. Nelle prossime 48 ore sarà possibile valutare più precisamente l’evoluzione del quadro clinico.

Il monito di Napolitano

il presidente della Repubblica, Giorgio napolitano frena le spinte, “sbrigative” e “strumentali”, che puntano al ricorso anticipato delle urne. in un’intervista a L’Unità, il capo dello Stato mette infatti tutti in guardia dai molti, troppi pericoli che “un vuoto politico e un durissimo scontro elettorale” portano con sé. il Pdl replica tramite Bondi: meglioil voto della paralisi.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEm (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’OnOmasticO

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Alcolici no stop a Ferragosto A Ferragosto deroga alle norme sulla vendita di alcol: nella notte fra il 15 e il 16 agosto si potranno bere alcolici e superalcolici in tutti i locali che resteranno aperti fino all’alba. non solo quindi nelle discoteche ma anche nei bar, negli stabilimenti balneari, negli alberghi e perfino nei negozi di alimentari che magari nei luoghi di villeggiatura tirano fino a tardi. E’ quanto prevede una norma del nuovo Codice della strada, all’art.54, in vigore da oggi, in deroga a quanto previsto dalla legge sul divieto di somministrazione e di vendita di alcolici e superalcolici dopo le 3 di notte per tutti i pubblici esercizi e sul divieto di vendita di bevande alcoliche da parte degli esercizi di vicinato dalle 24 alle 6. La deroga è prevista anche per Capodanno, per la notte di San Silvestro fra il 31 dicembre e il 1 gennaio. Sul piede di guerra i consumatori per la ‘deroga’ di Capodanno e Ferragosto. “il legislatore ha fatto un apparente regalo ai commercianti”, evidenzia l’Aduc.

Massimiliano

Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. entra nell'ordine dei francescani e, mentre l'europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in europa e in Asia. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.

accadde Oggi 1896, oro Nello Yukon viene scoperto un giacimento di oro.


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lATiNA

VeNeZiA

GiorGiA bosColo

uomo annega nel canale

Violenta 26enne, arrestato senegalese

una donna alla gondola

Un 55enne romeno è annegato nella notte dopo essere scivolato in un canale a Migliara 50, nella zona di Pontinia, in provincia di Latina. L'uomo, poco prima di morire, aveva detto ai soccorritori in modo confuso che stava cercando sua figlia. E' anche per questo, riferiscono i carabinieri, che con l'aiuto di sommozzatori si è scandagliato il canale ma le ricerche non hanno avuto nessun esito. Nel frattempo la vittima è stata identificata e, riferiscono i militari, dagli accertamenti è stato chiarito che in realtà non aveva nessuna figlia ma solo un figlio, a Torino.

Una turista milanese di 26 anni è stata violentata sulla spiaggia di Lido delle Nazioni, sul litorale ferrarese. L'aggressione si è consumata ieri mattina verso le 5 e poco dopo lo stupratore, un senegalese clandestino, è stato arrestato dai carabinieri di Comacchio. Gli accertamenti eseguiti dai sanitari dell'ospedale di Lagosanto, in provincia di Ferrara, hanno confermato la violenza. Verso le 5 la giovane, in vacanza con la famiglia, si era sdraiata da sola su un lettino in spiaggia, in stato di semincoscienza. Un senegalese clandestino, approfittando della situazione, ha spogliato e violentato la donna.

Si chiama Giorgia Boscolo ha 24 anni ed è risultata idonea alla prova di voga per poter svolgere l'attività di sostituto gondoliere. Così dopo quasi un secolo di tradizione al maschile la città lagunare celebra la prima donna Gondoliera, tra l'altro figlia d'arte dato che il padre è gondoliere anch'egli. Per Giorgia inizia quindi una nuova vita: potrà impegnarsi negli stazi dei traghetti in attesa di portare in 'autonomia', all'arrivo della licenza, una gondola vera e propria magari, per la prima volta, scarrozzando tra i canali i suoi due bambini.

russiA

isAbellA rosselliNi

roghi intorno alla centrale

Il lavoro serve all’integrazione

Nuovi incendi sono divampati intorno alla città di Sarov, sede di un centro di ricerca nucleare a 400 chilometri a est della capitale. Lo ha reso noto il ministero per le situazioni di emergenza di Mosca, portando a 582 i roghi in tutto il paese. Solo ieri le autorità russe avevano dichiarato estinte le fiamme intorno a Sarov. Intanto i vigili del fuoco russo continuano a combattere contro gli incendi in tutto il paese. Secondo una stima del governo, sono 81.000 gli ettari in fiamme. In totale 2.500 vigili del fuoco stanno cercando di controllare nuovi focolai, ha detto Viaceslav Kormilitsyn, un portavoce del ministero della protezione civile, riferisce l'agenzia Itar-Tass. Si registrano comunque lievi progressi, con 245 nuovi incendi registrati ieri, contro i 302 spenti, con un calo dell'area colpita di 15.000 ettari. Meno pesante, inoltre, la situazione nella capitale, dove il cado è diminuito e forti piogge nella notte hanno liberato il cielo dai fumi.

''Essere sposata con Scorsese non bastava a farmi sentire integrata. Fare la modella è stato il modo per entrare nella vita - professionale e non - in America'', lo ha affermato isabella Rossellini in un'intervista a 'marie Claire' in edicola oggi.

Cose di QuesTo MoNdo

Operato a 7 mesi per le botte della mamma Un bimbo di sette mesi è stato brutalmente picchiato dalla mamma, una brasiliana di 28 anni con cittadinanza italiana, ed è ricoverato in gravi condizioni in ospedale, dove ha subito anche un intervento alla testa per le percosse. L’aggressione, a quanto si è appreso, sarebbe avvenuta dopo un litigio della donna

con il compagno e padre del piccolo. Il bambino, preso anche a morsi, avrebbe riportato numerosi traumi e fratture ed è ricoverato nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. I maltrattamenti, a quanto accertato dalla polizia, duravano da diversi mesi e hanno avuto un epilogo due sere fa quando, dopo l’ennesi-

ma lite con il compagno, un artigiano del marmo di 35 anni, la donna ha picchiato il bimbo con estrema violenza. Al rientro a casa, l’uomo ha portato il figlio al pronto soccorso del locale ospedale ma per la gravità delle condizioni è stato deciso il trasferimento nel reparto di Rianimazione del Pediatrico del capoluogo.

Contratto milionario per la Clerici alla Rai Antonella Clerici resta per altri due anni in rai. la firma sotto il contratto arriverà nei prossimi giorni, alla ripresa dopo la pausa di Ferragosto, ma in sostanza è stata trovata l’intesa che legherà per due anni in esclusiva a Viale Mazzini la conduttrice, che a settembre tornerà tra i fornelli della Prova del cuoco e al timone dello show Ti lascio una canzone. il contratto prevede un compenso da 1,8 milioni l’anno per due anni, in linea con il mandato che il cda rai aveva affidato al direttore generale, Mauro Masi, che in questi giorni ha seguito personalmente la trattativa. la Clerici aveva invece chiesto 2 milioni l’anno, anche a fronte del doppio impegno tra roma (per la prova del cuoco) e Napoli (per Ti lascio una canzone).


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tribuna

la Fiat e la sentenza di Melfi

L’appuntamento di ottobre La Fiat annuncia ricorso contro la sentenza del giudice del lavoro che reintegra al loro posto i tre lavoratori ingiustamente licenziati a Melfi, ma non è improbabile che abbia deliberatamente voluto provocare una sentenza che era fatale per dimostrare una inidoneità giuridica e sociale dell'Italia agli investimenti, una realtà ingovernabile dal punto di vista delle imprese e della loro tranquillità gestionale. Tuttavia, io credo invece che la Fiat con Confindustria, Governo, Sindacati firmatari a Pomigliano, aspetti la prima decade di ottobre quando il collegato lavoro sarà blindato ed approvato dal Parlamento. Spera in norme che aboliscano il reintegro e lo sostituiscano con una manciata di spiccioli. Il lavoratore potrà avere ragione: non c'è giusta causa nei licenziamenti ma, come si dice in Sicilia, "avi ragiuni e sa mancia squadata" ( ha ragione ma non gli serve a niente), perché non tornerà mai più nella azienda che lo ha allontanato e dove magari lavorava da venti anni e forse era dirigente sindacale nel reparto. Sono convinto che si giocherà pesante contro il diritto vitale del reintegro e magari si coagulerà una maggioranza che non sarà soltanto del centro-destra. Spezzoni importanti del PD sono "maturi" ad infliggere questa coltellata al cuore della classe operaia, magari invocando l'ormai nauseante e ritrito richiamo alle riforme, alla modernità, alla flessibilità. Questa convinzione è in me corroborata dalle dichiarazioni della Cisl e della Fim Cisl che dicono di condividere la sentenza del giudice e attribuiscono il licenziamento ad un errore della Fiat indotto dal "clima di esasperazione" creato dalla Fiom. La Fim si spinge fino

a parlare di opposti estremismi della Fiat e della Fiom lodando la propria moderazione, il proprio senso di responsabilità. Sappiamo tutti che non è così e che la Fiom non ha creato nessun clima di esasperazione. L'allarme è stato generato da Marchionne con il suo "prendere o me ne vado in Polonia" accompagnato da toni sprezzanti di grande alterigia che questo signore sfoggia. Ai lavoratori ed ai siciliani preoccupati per la sorte dello stabilimento di Termini Imerese rispose che non poteva staccare Termini da dove è ed incollarla al Piemonte! Ai lavoratori di Torino ha chiuso la porta in faccia dicendo che i Serbi e gli americani della Chrysler (controllati da un sindacato di stampo mafioso) lo garantivano di più. Lo squallido ceto politico italiano non lo ha mai rimbeccato e si è prosternato ai suoi piedi a cominciare dal sindaco di Torino e dai massimi dirigenti del PD. Ceto politico che non risponde in modo serio alle delocalizzazioni realizzate in spregio ad ogni obbligo delle aziende verso l'Italia dove per decenni hanno fatto i soldi, inquinato, si sono espanse. Non ho dubbi che Cisl ed Uil continueranno a collaborare alla definizione di un "collegato lavoro" gradito da Marchionne e dalla Confindustria. Non ho dubbi che la CGIL cercherà di ridurre il danno e se non ci riuscirà si limiterà a non firmare e magari chiederà quattro ore di sciopero agli italiani. Mi inquieta molto il fatto che la FIOM, che ancora oggi è un sindacato molto amato dai lavoratori abbia fissato lo sciopero generale per il 16 ottobre quando il collegato sarà certamente già stato varato dal Parlamento. Si tratta di un errore di calendario o ci prepariamo a fare sfogare la

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La migLiOre deL giOrnO

Staino su “l’Unità”” rabbia, il risentimento, la frustrazione dei lavoratori piuttosto che giocare d'anticipo e prevenire il danno? Pietro Ancona sindacalista CGIL in pensione già consigliere CNEL

Carceri Questi i numeri sconvolgenti che ho trovato a Sollicciano

Con la delegazione che stamane ha visitato il carcere di Sollicciano a Firenze, ho trovato: 997 detenuti (884 uomini e 113 donne, 5 bambini sotto i 3 anni, 26 transessuali), 479 dei quali condannati definitivamente. Celle singole di 12mq in cui convivono 3 detenuti, celle di 24mq con 6 detenuti. La capienza regolamentare e' di 476 (tollerata 792). Per gli agenti, invece, a fronte di una pianta organica di 692, su 618 assegnati, in servizio effettivo ce n'erano solo 425. Con questi numeri appare evidente come a violare la legge e il dettato costituzionale e' lo Stato stesso, che si pone nelle condizioni non di rieducare, ma di punire, isolare e, di conseguenza, sottoporre a trattamenti inumani e degradanti che,

secondo le convenzioni Onu, si traduce concretamente nella tortura praticata direttamente dallo Stato sen. donatella Poretti Radicali -Partito Democratico

Chiaravalle Officina delle idee in Calabria

Lunedì 16 agosto, alle ore 21.30, nella piazzetta "Bellavista" di Chiaravalle Centrale (Catanzaro), si svolgerà, nell'ambito di un Caffè Letterario, la premiazione della seconda edizione del concorso letterario "L'Officina: idee per la cultura", organizzato dall'omonima associazione, articolato in tre sezioni: lingua italiana, lingua dialettale calabrese, poeti in erba. Nel corso della serata, oltre l'esibizione di artisti e talenti locali, saranno ricordati, attraverso le loro opere, poeti e amanti della letteratura della nostra terra. Sarà una nuova occasione per avvicinare le persone alla poesia e alla lettura, quindi alla bellezza. Grazie della pubblicazione Maria Augusta Giorgio presidente dell'associazione "L'Officina: idee per la cultura"


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Diritti & DOVeri

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preVidenZa Funzionario prefettizio

Come si calcola la buonuscita In Prefettura, dove lavoro da tanto, i colleghi parlano di trattamento di fine rapporto che dovrebbe sostituire il vecchio trattamento di buonuscita. A tal fine, mi sarebbe gradito che mi indicasse quale sia ancora la misura dell’indennità di buonuscita per i dipendenti ministeriali per dirimere un po’ della mia confusione. G. Veneziano, Roma ritorniamo su un argomento già portato a conoscenza di altri lettori. l’importo della buonuscita è pari a tanti dodicesimi dell’ottanta per cento dell’ultima retribuzione annua, comprensiva della tredicesima mensilità, per quanti sono gli anni utili di servizio. Per effetto del decreto-legge del 31 maggio,questa modalità di calcolo potrebbe cambiare, ma solo a partire dal 2011.

insegnante

Non c’è revisione dei coefficienti Mia madre è un'insegnante elementare con 38 anni e 6 mesi di servizio nella scuola statale. Vorrebbe completare con 40 anni di contributi il suo percorso lavorativo. Cosa comporterà l'introduzione dei nuovi coefficienti nel calcolo della sua pensio ne? F. Cecchini, Pesaro la revisione dei coefficienti non riguarda le pensioni retributive. Pertanto, nessun problema per sua madre.

Verifica contributi

Chieda all’Inps l’estratto conto Ho 42 anni e non ho avuto una vita lavorativa lineare.

Risponde il dottor AnTonino niCoLo’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

riscatto laurea

Se si passa da sistema misto a quello contributivo Se volessi passare dal sistema misto al contributivo, l'eventuale riscatto della laurea (5 anni), conseguita prima del gennaio 1981, mese dal quale decorrono i primi contributi da attività lavorativa, con quale sistema sarebbe calcolato: quello retributivo o quello contributivo? V. Filice, Roma Gli anni di riscatto laurea vanno a collocarsi, dal punto di vista assicurativo, nel periodo a cui si riferiscono. Ad esempio con 14 anni di contributi entro il 1995, i 5 anni della laurea, conseguita prima dell'inizio dell'attività lavorativa, danno il diritto ad avere la pensione tutta retributiva, il che rappresenta un sensibile vantaggio. Lavoro da 4 anni con un contratto a tempo indeterminato (ed a tempo pieno). Precedentemente, anche per 2 maternità, ho avuto solo contratti a tempo determinato per pochi mesi l'anno, o part-time e qualche attività purtroppo in nero... Non ho ancora chiaro il discorso "pensione": mi spetterà almeno quella di vecchiaia? E tutti i contributi che sto pagando all'Inps mi verranno in parte riconosciuti? P. V. Trapani la pensione di vecchiaia, per le donne e con la vigente legislazione, spetta a 60 anni di età e con almeno 20 di contributi. il consiglio è quello di chiedere ad una sede iNPs un estratto conto dei suoi contributi e, dal suo esame, saprà a quale punto del suo percorso pensionistico si trova.

sessantunenne

Non cambia nulla con le nuove norme Il 10 aprile 2011 raggiungerò i 40 anni di contribuzione da dipendente. In quella data mi troverò ad avere 61 anni appena compiuti. Sulla scorta delle nuove, recenti norme portate dal decreto legge n° 78, quando si aprirà la mia finestra di uscita? C. Leonetti, Andia (Bari) lei non sarà toccato dalle nuove norme introdotte dal Governo. Ciò perché ha già maturato i requisiti per la pensione di anzianità. infatti ha raggiunto quanto richiesto dal sistema delle “quote”. Per tale motivo, lei potrà andare in pensione dal mese successivo alla cessazione della sua attività.

Avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

malattia

Categorie escluse dall’indennità In una conversazione tra colleghi, uno di loro ha sostenuto che l’unica categoria di lavoratori che non gode dell’indennità di malattia è quella delle Colf. A me sembra che ve ne siano altre, anche se non le ricordo. E’ così? Grazie. V. Morelli, Palermo dal trattamento economico di malattia sono esclusi, finora, gli impiegati dell’industria, del credito, delle assicurazioni e dei servizi tributari appaltati, i portieri ed i dipendenti da proprietari di stabili, i viaggiatori e piazzisti, i lavoratori domestici ed i dipendenti pubblici.

età e lavoro

Quando l’azienda può mandare in pensione

Mio padre è un lavoratore dipendente che compirà 65 anni il prossimo 9 aprile 2011. Avrà un’anzianità di lavoro di 38 anni. La sua azienda può costringerlo a lasciare il lavoro, considerando il compimento del 65° anno, oppure mio padre può rimanere in servizio fino a quando gli aggrada (ovviamente senza avanzare nel frattempo domanda di pensione)? C. Landi, Piombino (Li) sì, il datore di lavoro ha facoltà di rescindere il contratto al compimento dei 65 anni. deve anche, però, tenere al lavoro il dipendente fino all’apertura della sua finestra di vecchiaia.


Viaggi & Vacanze

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Crociere la novità lanciata dalla Costa

Un giro di 7 capitali in 11 giorni di AnnA

mARiA dE LUCA

Una novità assoluta nel panorama mondiale delle vacanze in crociera: un esclusivo itinerario di 11 giorni che toccherà le capitali di ben sette Paesi europei. Si chiama la crociera dell’Europa Unita e permette di visitare in una sola vacanza le “capitali europee del weekend”, le città più popolari e più di tendenza per i viaggi del fine settimana: Parigi; Londra; Amsterdam; Berlino; Copenaghen; Oslo; Edimburgo La presentazione alla stampa è stata lanciata in questi giorni da Costa Crociere, il più grande gruppo turistico italiano e la Compagnia di crociere numero uno in Europa. La prima partenza del nuovo itinerario è prevista per 30 maggio 2011, mentre l’ultima il 28 agosto. Questi i porti in cui farà scalo Costa Magica: Amsterdam; Amburgo, da dove sarà possibile visitare Berlino; Copenaghen; Oslo; Edimburgo; Le Havre, da dove sarà possibile visitare Parigi e Dover, da dove sarà possibile visitare Londra. Per le crociere del 30 maggio, 19 luglio e 8 agosto lo scalo di Edimburgo sarà sostituito con quello di Invergordon, sempre in Scozia, dal quale è possibile visitare il lago di Lochness e le Highlands. “Solo la compagnia numero 1 in Europa poteva proporre un itinerario come questo, che unisce simbolicamente l’Europa, permettendo di visitare le capitali

più in voga del vecchio continente. E’ un ulteriore opportunità di vacanza che vogliamo regalare ai nostri clienti: ogni anno cerchiamo sempre di innovarci e migliorare, per offrire loro un’esperienza unica, che sappia stupirli e farli sognare” ha commentato Gianni Onorato, Direttore Generale di Costa Crociere S.p.A. A bordo di Costa Magica il piacere del weekend durerà un’in-

tera vacanza di ben 11 giorni, con la comodità di non dovere fare e disfare le valige. Una vera e propria crociera “cosmopolita”, che permette di scoprire culture, paesaggi, persone così differenti fra loro. Un viaggio che non è solo culturale, ma anche di piacere e divertimento, per gustare il meglio delle esperienze che le capitali europee possono offrire: dai bistrot parigini alle vie dello shopping di Londra; dal pesce fresco nei

ristoranti del canale Nyhavn di Copenaghen alle passeggiate tra i canali di Amsterdam. Vista la ricchezza di destinazioni comprese nell’itinerario, Costa Crociere offrirà ai suoi clienti uno speciale pacchetto escursioni, con 5 tour (Londra, Parigi, Berlino, Copenaghen, Oslo) al prezzo totale di 313 euro a persona. Il prezzo parte da 1.550 euro a persona, volo incluso. Nella foto: il teatro della nave

Costa magica da 2004 sui mari Costa Magica, costruita da Fincantieri a Genova Sestri Ponente ed entrata in servizio nel 2004, è stata progettata per offrire il massimo dell’ospitalità: 1.358 cabine ampie e dotate di tutti i più moderni comfort. Il tema ispiratore degli interni, ad opera dell’architetto Joseph Farcus, è rappresentato dai luoghi magici d’Italia. Il ponte piscine centrale, dove si trovano il Lido Maratea e il Lido Palinuro, è ad anfiteatro, mentre quello di poppa, il Lido Positano, è dotato di una copertura trasparente mobile che ne consente l’utilizzo in ogni stagione. Un’altra piscina è riservata esclusivamente ai bambini. Per chi vuole rigenerasi sul mare, C’è una Spa di ben 1.300 mq. I due ristoranti ed il buffet pro-

pongono il meglio della cucina italiana ed internazionale; per i palati più raffinati è aperto tutte le sere il Club Vicenza, ristorante “à la carte”. Le occasioni di divertimento non mancano con undici bar, un teatro su tre piani, una discoteca, sale da ballo, sala giochi, casinò ed Internet Café. L’arte, in tutte le sue forme, ricopre un ruolo di primo piano. A bordo della nave, infatti, sono presenti ben 360 opere originali e 5.292 multipli. Di particolare rilievo è la presenza a bordo di opere realizzate da alcuni docenti e allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, come Fernando De Filippi, Nicola Salvatore, Aldo Spoldi, Stefano Pizzi, Pablo Togni, Christian Ribecchi, Bruno Lucchi.


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SpOrt cOmmenti

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Balotelli dall’Inter al Manchester City Per la stampa italiana un fenomeno, per quella inglese un “mestierante di passaggio”: Mario Balotelli, vent’anni appena compiuti, continua a far discutere sul suo talento. Passato dall’Inter (campione d’Italia e d’Europa, nonché vincitore della Coppa Italia) al Manchester City per la non disprezzabile cifra di 28 milioni di euro, oltre 50 miliardi delle vecchie lire, guadagnerà circa tre milioni e mezzo a stagione per cinque anni ovvero circa sette miliardi sempre delle vecchie lire. A vent’anni appena compiuti: sette miliardi ogni 365 giorni; ovvero 19 milioni 178 mila 82 lire al giorno o, se preferite, diecimila euro al giorno. Al giorno! Inutile andare avanti con il calcolo e stabilire la tariffa oraria anche perché bisognerebbe limitarla ai novanta minuti delle partite o aggiungere anche le ore di allenamento? O le 24 ore dell’intero arco della giornata? Fate un po’ voi. Certo è che si tratta cifre da capogiro anche per un grande talento, peraltro non ancora espresso interamente. Non siamo di fronte ad un Maradona, per i piu’ maturi, o di un Messi per i contemporanei, siamo davanti ad una …”promessa”, non è vero Mourinho? se è vero come è vero che spesso è stato relegato in panchina dal Number One nonostante le insistenze della stampa specializzata. Certo a vent’anni non si può aver espresso tutto il potenziale tecnico, ma il caratterino per nulla facile che ha già mostrato l’ormai ex interista non lasciano spazi a dubbi. Estroso, va bene, ma che sia almeno rispettoso è forse chiedere troppo? Chi non ricorda le recenti “balotellate”, un eufemismo per ricordare l’altro grande talento del calcio italiano, Cassano celebre piu’ per le imprese fuori dal campo che per quelle con la maglia della Roma (dopo il Bari) del Real Madrid ( e scusate se è poco) o della stessa Sampdoria.

Diecimila euro al giorno MA LI vALE? Bravissimo, ma i prodigi in campo non ricordano quelli di un Maradona. E poi bisogna bilanciarli con i danni che fa negli spogliatoi di

GiUSEPPE mARiCondA

Pezzi di bravura effettuati in qualche circostanza, ma che da sole non riescono a giustificare né la fama né lo stesso compenso astronomico. D’altra parte la storia del calcio italiano è ricca di promesse (…non mantenute) o di giovani speranze rimaste tali, o che al massimo hanno raggiunto solo un buon livello molto diverso da quello eccezionale, al quale si erano candidati. Di Totti, di Del Piero (i piuì attuali) di Rivera e Mazzola (i piu’ datati) di Paolo Rossi e di Bruno Conti (diciamo della generazione di… mezzo) si ricordano tutti. Ma dei tanti altri che nelle premes-

se e nelle promesse dovevano uguagliarli non ci sono piu’ tracce. Potremmo citare un paio di nomi almeno per ogni lettera dell’alfabeto, tranne l’acca e la vu doppia iniziali inusuali per cognomi italiani, ma rischieremmo di offendere qualcuno. Allora citamo soltanto gli allenatori che hanno dovuto sudare le tradizionali sette camice per riportare ad un livello almeno soddisfacente ragazzi di ottime prospettive: Pesaola ad esempio aspirava a mettere insieme la testa (ovvero l’intelligenza, la furbizia) di un calciatore e la tecnica di un altro, “che campione sarebbe

stato” diceva. Invece era costretto a fare i conti con un vero talento senza molto cervello ed uno voglioso di emergere, dall’intelligenza viva ma con molti limiti tecnici. O quando a Firenze, in allenamento, doveva costringere un mancino a giocare senza la scarpa sinistra per indurlo ad usare anche il piede destro, e non solo per camminare. O di Vinicio, Marchesi e di tanti altri costretti ad intervenire con energia negli spogliatoi quando dopo una partita andata male i meno dotati volevano farla pagare cara a chi poteva impegnare di piu’ le sue qualità al servizio della squadra. D’altra parte la storia del calcio ricorda un Attila Sallustro, idolo della Napoli calcistica tra le due guerra, impegnato piu’ per Lucy d’Albert che per la conquista dello scudetto. Riferimenti piu’ recenti potrebbero provocare qualche imbarazzo ed allora affidiamoci al ricordo di ciascuno. Ogni appassionato di calcio potrebbe fornire il suo elenco personale di ricordi. E questo accadeva quando, come dice Vinicio, un calciatore di ottimo livello, al termine della sua carriera, poteva contare su un paio di appartamenti ed una tabaccheria. Oggi con le cifre che girano… Forse proprio per questo è molto piu’ facile cadere in tentazioni e alle gioie dei tifosi sostituire le altre piu’ –come dire- personali, A Manchester Mario Balotelli ritroverà il tecnico che lo ha lanciato in prima squadra, Roberto Mancini, un altro grande che è riuscito a mantenere tutte le promesse da calciatore. Ora dovrà dimostrare anche le qualità di tecnico: la “prova” Balotelli ci saprà dire. Certo che un po’ d’inglese – e non solo come lingua ma come self control e modo di vivere non potrà che fare bene allo stesso calciatore che ha fatto dannare e non poco il pur flemmatico Massimo Moratti.


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

Affetti & dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

Amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

Alice in Wonderland

mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

A single man Regia: Tom Ford con Colin Firth e Julianne moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, max minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con mia depp, Johnny Anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele muccino con Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, marco Cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok dangerous Regia: oxide e danny Pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna mezzogiorno, Rocco Papaleo, Paolo Briguglia, Alessando Gassman e max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: nicolo donato Regia: Rocco Papaleo con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, max Gazzè, Rocco Papaleo, Giovanna mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro nunziante con dino Abbrescia, Fabio Troiano e Giulia michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto osama Bin Laden? documentario di morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i morgan? Regia: marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City island Regia: Raymond de Felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe Regia: Atom Egoyan con Julianne moore, Liam neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (A) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City island Regia: Raymond de Felitta

con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan mcGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert duvall Non sarà il Drugo del Grande

due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon Trainer Regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - L'italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: nancy meyers con meryl Streep, Alec Baldwin, Steve martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy Family

Fuori controllo Regia: martin Campbell con mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni Veronesi con Silvio orlando, Luciana Littizzetto. michele Placido, margherita Buy, max Tortora, Elena Sofia Ricci, Piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “Profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: Paul Greengrass con matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con Fabio de Luigi, diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

i Gatti Persiani Regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

il figlio più piccolo Regia: Pupi Avati con Christian de Sica, Laura morante, Luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

il mi$$ionario Regia: Roger delattre con Jean- marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

il profeta Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

morgan Freeman perfettamente nei panni di nelson mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

invictus Regia: Clint Eastwood con morgan Freeman e matt

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: Peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con Alba Rohrwacher e maya


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman Polanski con Ewan mcGregor, Pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: Pietro marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: Paolo Virzì con Valerio mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

matrimoni ed altri disastri Regia: nina di majo con margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

Una scena corla di “mine vaganti” di ozpetek. in primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

mine Vaganti Regia: Ferzan ozpetek con Riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, ilaria occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

nine Regia: Rob marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, nicole Kidman, Penelope Cruz, marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

notte folle manhattan

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Regia: mira nair con Steve Carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, Pierce Brosnan


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

Piccolo (il) nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier demaison, daniel Prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

Predators Regia: nimrod Antal con Adrien Brody, Laurence Fishburne, Alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

Prince of Persia - Le sabbie del tempo

Regia: mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: Allen Coulter con Robert Pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con Viggo mortensen, Robert duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Blanchett, William Hurt, max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

Una scena di “Shutter island”. Al centro: Leonardo di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a Regia: martin Scorsese con Leonardo di Caprio, mark Piazza Vittorio Regia: isotta Toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco Pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: micha Wald con Jonathan Zaccai, Popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: Alessandro d'Alatri con dario Castiglio, martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

Sul mare


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miniCRiTiCHE dEi FiLm CHE PoTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e Vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. danis Tanovic con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: davide Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner

il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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