Anno II - n.135 - Mercoledì 14 luglio 2010
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Ora di punta dI
STEfAnO CLERICI
Affiliati e pensionati a ragione il Cavaliere: H le pale degli impianti eolici sardi stanno sollevan-
do un gran polverone. Ma l'aria che smuovono e diffondono è tutt'altro che pulita. C'è un tanfo che non si sentiva da tempo. Quella stessa puzza di sporchi affari che abbiamo sopportato per anni e dalla quale speravamo d'esserci liberati per sempre. Ma la corruzione è una malapianta difficile da sradicare. E le pale eoliche servono a farla crescere e prosperare. Esattamente come i Grandi Eventi e i terremoti. Ci spiega, però, indignato il nostro premier che si sta facendo tanto rumore per nulla. Perché, dice lui, a coltivare quella malapianta sono solo "quattro pensionati sfigati". E costoro come potrebbero mai fare quello che "neppure io stesso riesco a fare"?. noi - lo diciamo chiaro e tondo - questa spiegazione non ci ha rassicurati affatto, visto che Tangentopoli scoppiò dopo l'arresto di un modesto "mariuolo" di nome Mario Chiesa - pesce piccolissimo in un mare di squali - e che l'inchiesta sulla P2 cominciò con il casuale ritrovamento nella villa di Licio Gelli di un nutrito elenco di illustri affiliati. Ma quello che ci incuriosisce di più è vedere come la prenderanno uomini d'onore e di potere come Marcello Dell'Utri o Denis Verdini. Sfigati e pensionati? Al posto loro ci preoccuperemmo molto. Non tanto per l'aggettivo sfigati, quanto per quello di pensionati. Che sia un avvertimento?
A
quotidiano EdIZIOnE ESTIVA
La minaccia. Berlusconi parla addirittura di espulsione dal Pdl
Guai a chi sfiducia Nicola Cosentino Più tardi arriva la correzione: “Non lo ha detto”, ma sostiene che anche l’inchiesta sulla P3 è un polverone. Si inaspriscono i contrasti Berlusconi non ne può dell’opposizione interna alla sua maggioranza e attaca a testa bassa chi gli crea ostacoli nella difesa dei suoi uomini di fiducia, come Verdini, Dell’Utri e Nicola Cosentino il sottosegretario che aspirava alla carica di governatore della Campania e che, estromesso a causa delle sue vidende giudiziarie, pare abbia ordito una sorta di congiura contro il candidato del Pdl, poi eletto, Caldoro. Ora, di fronte alla sfiducia annunciata da Pd, Idv e Udc nei confronti del sottosegretario, i finiani hanno detto che vogliono pensarci su. Di qui la minaccia del Cavaliere: sarebbe fuori dal Pdl chi approvasse quella sficucia. PAG. 4
Nuove imprese: La ‘ndrangheta puntava limiti per a Expo 2015 gli immigrati L'autocertificazione prevista dalle norme sulla libertà di impresa per aprire un'attività non sarà possibile per una serie di documenti. Tra questi anche quelli relativi all'immigrazione. E' quanto prevede la 'bozza' di maxi-emendamento sul quale il governo dovrebbe chiedere la fiducia. Nel testo vengono escluse anche le certificazioni relative a patrimonio culturale, paesaggistico e ambiente.
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In Italia e nel Mondo
SPAGNA
SANTA MArINELLA
Scontro barca-cisterna A Madrid i 6 prigionieri un morto e un ferito politici liberati da Cuba Tragedia a Santa Marinella, sul litorale laziale. Una barca a vela si è scontrata con una nave cisterna. A bordo della piccola imbarcazione c'erano due persone: una è morta e l'altra è stata salvata dai marinai della nave. Lo scontro a circa 13 miglia dalla costa intorno alle due di notte. Nonostante le ottime condizioni di visibilità, la nave cisterna 'Martina', in navigazione da Livorno ad Augusta, è finita contro il natante di circa 8 metri. La vittima è un diportista di 50 anni che inizialmente disperso è stato ritrovato solo dopo due ore dall'incidente tra i rottami dell'imbarcazione. Ad intervenire immediatamente sul posto la Capitaneria di Porto di Civitavecchia, i mezzi nautici dei carabinieri e una squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco. I due mezzi sono stati sequestrati in merito all'inchiesta avviata dalla magistratura.
AL CENTrO SUd
I primi sei prigionieri politici liberati dalle autorità cubane sono arrivati a Madrid, accompagnati dalle rispettive famiglie, mentre un settimo è atteso in giornata: lo ha annunciato la radio nazionale spagnola. Il Ministero degli Esteri di Madrid ha reso note le identità degli ex detenuti: si tratta di Lester Gonzalez, Omar Ruiz, Antonio Villarreal, Julio Cesar Galvez, Jose Luis Garcia Paneque e Pablo Pacheco, già atterrati nella capitale, e Ricardo Gonzalez Alfonso; non è noto se i cubani parleranno con i giornalisti una volta usciti dall'area riservata dell'aeroporto. Il governo di Raul Castro, con la mediazione della Chiesa cattolica cubana e della diplomazia spagnola, ha accettato di liberare 52 prigionieri politici nell'arco dei prossimi tre o quattro mesi; oltre ai sette già rilasciati, altri 13 dovrebbero uscire dal carcere in tempi brevi.
Ecofin: manovra in linea con Ue
Nuova ondata di caldo prevista per venerdì Una nuova ondata di calore si sta abbattendo sulla penisola. Temperature record in quattro città - Bolzano, Bologna, Genova e Roma - dove si registra un grado di allerta di livello 3. Mercoledì secondo il bollettino del Dipartimento della Protezione Civile - saranno investite dalla canicola sette città: Bolzano, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Roma e Torino. Venerdì si toccheranno i 40 gradi in alcune città del Centro-Sud. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio ha convocato i responsabili delle Regioni per verificare l'attuazione del Piano operativo 2010.
dall’'Ecofin il via libera alla manovra dell'Italia: il governo ha finora rispettato gli impegni Ue sul fronte della riduzione del deficit e del risanamento delle proprie finanze pubbliche. Tremonti: “La manovra è migliorata”.
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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione: tel: 06-86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
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Economia Usa: Obama crolla nei sondaggi Sondaggi a picco per Barack Obama quattro mesi prima del voto di metà mandato: secondo l'ultimo rilevamento AbcNews/Washington Post quasi sei americani su dieci non hanno fiducia nella capacità del presidente di prendere le decisioni giuste per il paese. “Hope we can believe” in una speranza in cui possiamo credere: lo slogan della campagna 2008 per la Casa Bianca è lontano anni luce. Una chiara maggioranza di americani disapprova quello che sta facendo Obama per l'economia. Il presidente raccoglie ancora la stima dei membri del Congresso, ma anche su questo fronte la forbice si sta chiudendo. Sette elettori registrati su dieci dicono di non aver fiducia dei parlamentari democratici e una percentuale analoga ha altrettanto bassa stima dei colleghi repubblicani. Oltre un terzo degli americani - il 36 per cento - non si fida della classe politica, sia che occupi la Casa Bianca che Capitol Hill. Tra gli indipendenti la delusione è ancora più alta: due terzi degli elettori si dicono insoddisfatti e arrabbiati. Solo il 43 per cento adesso approva quel che sta facendo Obama per l'economia, mentre il 54 per cento disapprova.
L’OnOmasticO
Camillo San Camillo de Lellis, di nobile famiglia, fu soldato di ventura. Si mise a servizio dei Cappuccini di Manfredonia. Convertitosi ed entrato nell'Ordine, per curare una piaga riapertasi tornò a roma nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili.
accadde Oggi 1789 - Bastiglia Il 14 luglio 1789 l a popolazione di Parigi insorge e viene assaltata la prigione della Bastiglia, simbolo del potere assolutista del re. da questa data, infatti, si fa cominciare la rivoluzione francese
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In Italia e nel Mondo
ArrESTATO
Uccise donna a sprangate
La polizia ha arrestato l'uomo ritenuto responsabile dell'omicidio di Chiara Brandonisio, la 34enne uccisa a sprangate a Bari l'8 luglio mentre andava al lavoro in bicicletta. L'uomo è stato rintracciato nei pressi della sua abitazione a Morfasso, nel Piacentino, che gli agenti tenevano sotto controllo da diversi giorni. Domenico Iania, 52 anni, si trova ora nel carcere di Piacenza con l'accusa di omicidio volontario aggravato. L'uomo aveva conosciuto Chiara chattando e i due, secondo gli investigatori, non si erano mai incontrati prima del giorno dell'omicidio.
STATI UNITI
TEHErAN
Una marea di petrolio nel Golfo
Scienziato Amiri torna in Iran
L'esplosione della piattaforma offshore “Deepwater Horizon", avvenuta il 26 aprile scorso, ha provocato il versamento nelle acque del Golfo del Messico di una quantità di greggio compresa fra i 2,3 milioni e i 4,5 milioni di barili: lo afferma l'Agenzia Internazionale per l'Energia (Aie) nel suo rapporto mensile. Si tratta di una quantità di petrolio compresa fra i 365 milioni e i 715 milioni di litri, secondo la stima che non tiene però conto della quantità di greggio recuperata dalla British Petroleum. Secondo le stime la fuga di petrolio ha già diminuito di circa 30mila barili giornalieri la produzione nella zona del Golfo.
Lo scienziato nucleare iraniano Shamram Amiri ha deciso di tornare in Iran "secondo la sua libera volontà". Lo ha precisato una fonte ufficiale americana. "Il signor Amiri è stato negli Usa secondo la sua libera volontà e ha deciso di tornare in Iran secondo la sua libera volontà", ha precisato la fonte anonima, aggiungendo che la situazione dello scienziato è differente da quella dei cittadini americani detenuti in Iran, inclusi i tre escursionisti accusati di spionaggio, che "dovrebbero essere immediatamente rilasciati e messi in condizione di tornare negli Usa".
CUNEO
INTErCETTAzIONI
Uccide 2 ragazzi Legge pericolosa e poi si sgozza dice esperto Onu Due ragazzi, la 24enne Katerina Markovic, nata nella ex Jugoslavia e cittadina regolare, e il suo giovane amico, Salvatore Ciantia, 28 anni, sono morti dopo essere stati accoltellati a Ceva (Cuneo). A colpire i due, sotto casa di lui, Zoran Yoksimovic, di origine croata, 28 anni, che poi si è suicidato tagliandosi la gola. Il movente del duplice delitto sarebbe passionale. La 24enne è morta subito, il ragazzo poco dopo in ospedale. Pare che l'assassino abbia suonato il campanello di casa. I due giovani sarebbe scesi e l'extracomunitario non avrebbe esitato un attimo prima di colpirli. Lei è stata aggredita sui gradini del portone, il ragazzo un po' più in là in quanto, dopo aver capito le intenzioni dell'assassino, aveva cercato, probabilmente, di scappare. L'aggressore è scappato a piedi prima di essere rintracciato. Yoksimovic, che è morto dopo essere stato ricoverato in gravissime condizioni, è stato trovato in un appartamento al piano terra di una zona periferica di Ceva, lontana meno di un chilometro dal luogo dell'agguato mortale ai due giovani. Il croato è stato riconosciuto da un teste che ha avvisato l’Arma.
Le Nazioni Unite chiedono al governo di intervenire sul ddl intercettazioni perché "può minare il diritto alla libertà di espressione" e annunciano missione nel 2011 per verificare situazione. Frattini: "Sconcertato e sorpreso”.
NOvITà SCIENTIFICHE
Scoperta a Roma la molecola che combatte il diabete
G
razie ad uno studio italiano è stato scoperto una sorta di "pulsante molecolare" che aiuterebbe a spegnere il diabete. Si tratta di una molecola chiamata p66 che una volta messa fuori uso impedisce la comparsa del diabete anche quando si mangia a piacimento. La scoperta è da attribuire all'equipe di
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Giovambattista Pani e Tommaso Galeotti dell'Istituto di Patologia Generale della Facoltà Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma. I test, effettuati per ora solo su delle cavie, hanno mostrato la sconfitta del diabete. Resa nota dalla rivista dell'Accademia Nazionale americana delle Scienze "PNAS", la sco-
perta apre nuove importanti scenari tra cui la possibilità di neutralizzare alcuni degli effetti dell'obesità. "L'aspetto più interessante di questo studio - spiega Gabriele Riccardi professore di endocrinologia, è quello di proteggere dal diabete quelle persone che non riescono mai a dimagrire".
Debito pubblico record a maggio A maggio il debito pubblico italiano sale e tocca i 1.827,1 miliardi di euro: 15 miliardi in più rispetto al mese precedente, un nuovo record in valori assoluti. Dalla fine del 2009 il valore del debito italiano è salito di 65,8 miliardi, segnando un incremento del 3,7%. Ad aprile il debito si era attestato a 1.812,8 miliardi segnando già un incremento rispetto ai 1.797,7 miliardi del mese precedente. E se il debito pubblico sale a nuovi massimi, frena invece la flessione delle entrate fiscali. Tra gennaio e maggio il gettito tributario, calcolato secondo i criteri della Banca d'Italia, ha segnato una contrazione dell'1,3%, riducendo la flessione che nei primi quattro mesi era stata pari all'1,8%, secondo i dati pubblicati dal supplemento Finanza pubblica del Bollettino Statistico della Banca d'Italia. A maggio, al netto dei fondi speciali per la riscossione, cioè del gettito incassato ma non contabilizzato, l'incremento è dello 0,7%: gli incassi contabilizzati ammontano a 28.239 milioni contro i 28.035 delloo stesso mese dell’anno scorso.
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La minaccia di Berlusconi
«Fuori dal Pdl chi sfiducia Cosentino» Più tardi la smentita: «Non lo ha detto». Ma poi: «La P3? Tutta una montatura: quattro pensionati sfigati». «Non leggo più i giornali» dI
BIAnCA MARIA MAnfREdI E YASMIn InAnGIRAY (AnSA)
La fiducia sulla manovra è "un atto di coraggio", l'inchiesta romana sulla cosiddetta P3 "un polverone" che riguarda "4 pensionati sfigati", la legge sulle intercettazioni, poi, è semplicemente "doverosa": parole di Silvio Berlusconi alla festa per i 30 anni di Capital. E ha tutta l'intenzione di tranquillizzare il parterre di imprenditori ospiti al Castello Sforzesco. A loro ricorda di essere lui stesso imprenditore e coraggioso e su questo scherza parlando anche dell'inchiesta sull'eolico e sulla P3, in cui è coinvolto tra gli altri il coordinatore del Pdl, Denis Verdini. "Non succede niente, è un polverone", dice riferendosi a quanto riportato sui giornali negli ultimi giorni. Poi precisa ulteriormente: "non state a leggere i titoli dei giornali. Stamattina hanno parlato di P3: quattro sfigati pensionati che si mettono insieme per cambiare l'Italia. Ma se non ci riesco io...". Non è questo l'unico riferimento alla stampa italiana "pessimista e catastrofista", la cui vera "sentenza" di condanna viene dal numero di copie di giornali
vendute ferme ai livelli di 57 anni fa. "Io - ha sottolineato ho deciso di non comprare e di non leggere più i giornali". Non è la prima volta che il premier dice di seguire il metodo Thatcher, la lady di ferro inglese che si faceva portare solo gli articoli positivi. "Dissi a Bonaiuti: 'da domani seguiamo il suo metodo - racconta tra le risate del parterre - e per due mesi non ebbi la fortuna di vederlo''. Dei giornali contesta anche la definizione della legge sulle intercettazioni come legge bavaglio, perché si tratta di una norma "doverosa", uguale a una approvata negli anni '90 da un governo di sinistra. Non e' solo la stampa l'oggetto delle critiche del premier ma anche i magistrati che hanno la "sovranità", perché possono far abolire le leggi alla Corte Costituzionale. Secondo Berlusconi i padri costituenti per evitare un nuovo regime hanno fatto in modo di togliere "completamente il potere al governo e al presidente del consiglio e lo hanno dato al capo dello Stato, al Senato e alla Corte Costituzionale. E questo - ha scandito - é un
vulnus grave in una democrazia". Nonostante questa situazione il governo ha presentato una manovra economica efficace. Anzi la decisione di chiedere la fiducia sia alla Camera sia al Senato "non è un atto di arroganza ma di coraggio. Mettiamo a rischio noi stessi e avremo una finanziaria senza mettere mano nelle tasche degli italiani, senza gravare sulle imprese, ma gravando sulle spese esagerate delle istituzioni locali, Regioni, Province e Comuni e dello Stato centrale. Abbiamo una finanziaria che funzionerà. I nostri conti - assicura - tengono". *** Fuori dalla maggioranza chiunque votasse mozioni di sfiducia contro esponenti di governo al centro di indagini ancora in corso. Un messaggio, quello che Silvio Berlusconi avrebbe fatto arrivare ai vertici del Pdl, smentito in serata da una nota del partito, e che in molti vedono diretto in particolare ad Italo Bocchino. A tenere banco per tutto il giorno è l'annuncio fatto dal vicepresidente del gruppo che, a nome di tutti i finiani, ha dichiarato di essere pronto a "valutare" le eventuali mozioni di sfiducia contro il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (indagato con Denis Verdini e Marcello
Dell'Utri nel quadro della la cosiddetta 'P3') presentate dalle opposizioni. L'ennesimo distinguo che scatena il caos all'interno del Pdl. Il premier oggi sarà a Roma e verrà investito in prima persona della vicenda ma, già nella nota diffusa nel pomeriggio non è difficile capire il suo umore: "Personalmente intendo restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile - attacca Berlusconi - giocano una partita personale a svantaggio dell'interesse di tutti". Il tono si fa ancora più duro quando il Cavaliere parla di"clima giacobino e giustizialista nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese". Certo, sono in molti nel Pdl, a descrivere un premier amareggiato per l'intera vicenda. Il Cavaliere avrebbe imputato ai diretti interessati una certa leggerezza, amplificata però dal tam tam mediatico. Ma, quello che nel partito non si può accettare è che attacchi agli esponenti del governo arrivino dai banchi della stessa maggioranza. Certo è che il 'caso' Cosentino contribuisce ad aumentare le distanze tra i due co-fondatori. La componente che fa capo al presidente della Camera sulla questione sembra indisponibile a compromessi.
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Individuata la gerarchia
‘Ndrangheta destrutturata con 300 arresti Domenico Oppedisano, il capocrimine, è stato preso ieri assieme a centinaia di suoi affiliati. Sequestrati milioni di beni dI
L’immagine di una riunione delle ‘ndrine presso il centro intestato a falcone e Borsellino. Sotto domenico Oppedisano, il “capocrimine”
ELOISA COVELLI
«Quando abbiamo visto che i boss si riunivano in un centro intestato a Falcone e Borsellino, è stato proprio lì che abbiamo capito che dovevamo andare avanti», a parlare è il procuratore di Milano, Ilda Boccassini, durante la conferenza stampa per presentare il più grosso successo dello Stato contro le cosche: 305 arresti in tutta Italia e milioni di beni confiscati. Grazie all’operazione congiunta della Dda di Reggio Calabria e di Milano, è stato catturato Domenico Oppedisano, considerato il capo dei capi della ‘ndrangheta. In una sola notte sono state ''destrutturate'', le cosche egemoni nel capoluogo reggino, nella fascia ionica ed in quella tirrenica, tra cui i Pelle di San Luca, i Commisso di Siderno, gli Acquino-Coluccio ed i Mazzaferro di Gioiosa Ionica, i Pesce-Bellocco e gli Oppedisano di Rosarno, gli Alvaro di Sinopoli, i Longo di Polistena, gli Iamonte di Melito Porto Salvo. Tra gli arresti ci sono anche personaggi di primo piano
della vita lombarda. In manette il direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Nell'inchiesta, che ha accertato infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, sono indagati anche l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa In manette anche Pino Neri, considerato per un certo periodo capo dell'ndrangheta in Lombardia. Neri è accusato anche di avere convogliato voti elettorali su indicazione di Antonio Chiriaco, a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, che risulta estraneo ai fatti e non è indagato. Dalla maxi operazione è emerso poi un quadro nuovo della ‘ndrangheta, che è organizzata a piramide come Cosa Nostra. Al vertice c’è un gruppo collocato nel reggino, chiamato “Crimine” o “Provincia”, sotto
ci sono i “mandamenti”, gruppi alleati di cosche, e in ultimo ci sono i “locali”, le singole ‘ndrine. Oppedisano, arrestato ieri, era stato nominato “capocrimine” il 19 agosto 2009 durante il matrimonio tra Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro, entrambi figli di boss. La sua nomina era stata poi consacrata il 2 settembre successivo al santuario della Madonna dei Polsi, dove i capi delle ‘ndrine andavano a porgere i loro omaggi. La “Provincia” controlla tutti i “locali” sparsi per il mondo. Ed ha un suo tribunale di un solo grado. Le colpe più gravi vengono punite con l’omici-
dio. Così è stato per Carmelo Novella, reo di aver tentato di affrancare la “Lombardia”, l’unione delle cosche di questo territorio. Novella è stato freddato il 14 luglio 2008 in un bar nel milanese da due killer professionisti a volto scoperto. Dopo, per poco più di un anno, la “Lombardia” è stata commissariata dalla “Provincia”, che ha scelto come successore Pino Neri. Il 31 ottobre 2009 le ‘ndrine riunitesi nel centro dedicato a Falcone e Borsellino nel milanese scelgono Pasquale Zappia. Ma quest’incontro, come altri 39, viene ripreso dalle telecamere della polizia.
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dopo i 300 arresti di ieri
Nord, terreno fertile per la ‘ndrangheta Lo straordinario blitz che ha portato 3.000 uomini dei Carabinieri e della Polizia di Stato ad eseguire circa 300 arresti in varie parti del territorio nazionale, colpisce sicuramente le cosche più importanti della ‘ndrangheta reggina ed evidenzia, altresì, il preoccupante dominio che le stesse hanno ormai acquisito nel Nord Italia. L’Operazione ”Il crimine” fa emergere come gli uomini delle principali cosche della ‘ndrangheta dell’intera provincia di Reggio Calabria, mantenendo i rapporti con le rispettive case madri, siano riusciti ad infiltrarsi in buona parte dell’economia lombarda, acquisendo rapporti con il mondo politico ed imprenditoriale. L’inchiesta evidenzia le inquietanti collusioni delle cosche calabresi, diversamente strutturate rispetto al loro percorso storico, con alcuni uomini del mondo politico e con funzionari della Sanità lombarda. Ed in Lombardia è stato evidenziato come la ‘ndrangheta sappia e voglia dirigere il proprio consenso elettorale. E che tale capacità sia presente anche in Calabria è da tempo che è nel mio convincimento. I numerosi consigli comunali calabresi, le aziende sanitarie di Locri e Melito Porto Salvo e l’Azienda Sanitaria Provinciale reggina, tutti commissariati per infiltrazione mafiosa, ed alcune inchieste non possono che far comprendere come anche in Calabria la ‘ndrangheta riesca a dirigere il proprio consenso elettorale per poi gestire insieme gli affari illeciti. Mi auguro che in Calabria, così come avvenuto in Lombardia, possa al più presto essere incisa anche l’area grigia al fine di suggellare l’at-
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La migLiOre deL giOrnO
tività di contrasto al crimine organizzato che egregiamente è stata fin qui condotta da tutte le forze dell’ordine e da buona parte della magistratura di quella regione. Angela Napoli deputato Pdl, Lamezia Grandissimo risultato quello ottenuto contro la ‘ndrangheta. Un colpo al cuore alla più grande organizzzazione criminale del Paese. Si tratta di un'operazione senza precedenti, che prova quello che da tempo in tanti abbiamo denunciato e che bravi inquirenti oggi hanno potuto colpire in profondità: la 'ndrangheta controlla ormai gli affari e controlla gli appalti in buona parte del Paese, ed ha grandi interessi in tante regioni italiane. La 'ndrangheta dal sud è sbarcata a Roma e nel Lazio da tanti anni, e qui è tuttora potente e in espansione; è fortissima anche nel nord del Paese dove controlla il territorio di molte regioni. La 'ndrangheta è un'emergenza nazionale, è penetrata dappertutto, dispone di enormi capitali, è nelle Istituzioni del Paese, nelle regioni del sud come in quelle del centro-nord. E' ricchissima, ha tantissima liquidità. Franco Laratta deputato Pd, Cosenza
Telecom Esuberi e banda larga In apparenza, quella di Telecom Italia (ha annunciato 3.700 esuberi) è una delle tante crisi aziendali aperte, su cui il Governo interviene per tutelare posti di lavoro. Nei fatti, è facile intuire che dietro l'annuncio di Telecom Italia ci sia altro. Sfruttare i lavoratori
Staino su “l’Unità” per acquisire vantaggi nell'estenuante trattativa tra Governo, Agcom e altri gestori sulla rete di nuova generazione (quella in fibra ottica), di fatto bloccata da Telecom Italia, che perderebbe potere di mercato se ai cavi in rame (di sua esclusiva proprietà) subentrasse la fibra. In ballo c'è questo. Purtroppo l'ignavia delle autorità pubbliche (oltre al Governo, l'Agcom), determinata anche alla difesa di interessi tutt'altro che 'popolari', facilita l'ostruzionismo di Telecom Italia. E a rimetterci è il futuro dell'Italia che, come tutte le statistiche confermano, è in ritardo nella diffusione della banda larga. Per mantenere il monopolio della rete, Telecom è disposta a tutto, anche a 'giocare' con i diritti elementari, degli utenti e dei lavoratori, ma per 'tagliare la testa al toro' basterebbe inserire nell'alveo del servizio universale la banda larga (avviene gia' in Svizzere a Finlandia). A fronte di un simile obbligo, Telecom Italia avrebbe due scelte: investire in modo concreto ed immediato sulla nuova rete oppure mettere a disposizione di una nuova società la sua attuale rete (il famoso scorporo). domenico Murrone resp.Telecomunicazioni Aduc
rai Si va verso la puliazia etnica anche nelle reti Siamo ormai alla fase della "pulizia etnica" dentro la Rai? I nomi che si fanno per le nomine, da Rainews alle reti, sono un chiarissimo indizio che le professionalità interne all'azienda sono calpestate e che l'occupazione da parte della destra attuale è brutale. Forse così non scompare solo il pluralismo, bensì proprio l'idea originaria e profonda del servizio pubblico. Abbiamo chiesto al presidente Zavoli di poter discutere nella sede propria di Vigilanza la situazione abnorme che si sta determinando. Dove sono andati a finire i tanti che protestano contro l'ingerenza politica e partitica? Non è questo l'esempio più clamoroso del venir meno di ogni autonomia di un'azienda? Giuseppe Giulietti portavoce Articolo 21 vincenzo vita deputato del Pd
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Diritti & DOVeri L’aLtrO
L’ iniziativa
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sOciaLe
A CURA dI Riparte “L’Anello Debole”, il prestigioso premio della Comunità Capodarco di Fermo dedicato alle trasmissioni radiofoniche e televisive, nonchè alle opere cinematografiche brevi che narrano fatti e vicende della popolazione italiana e straniera “fragile”. La Comunità Capodarco, impegnata da oltre 40 anni nell’accoglienza delle persone in difficoltà, bandisce annualmente dal 2005 il Premio “L’Anello Debole”, quale accesso privilegiato alla comunicazione sociale. L’idea del premio è nata dalla considerazione che la forza della “catena” della comunicazione dipende dalla resistenza del suo anello debole: poveri, minoranze, e culture “altre” hanno il diritto di essere al centro dell’attenzione collettiva. Tutta la realtà dev’ essere rappresentata dalla comunicazione, non solo quella stereotipata, artefatta e paludata. Quest’anno il premio aggiunge la categoria “i cortissimi” e cambiano anche le modalità di scelta dei vincitori: alla giuria di qualità si affianca una giuria popolare che avrà molto peso nella decisione finale. Infine, la premiazione viene inserita all’interno di un festival ricco di eventi e articolato in più giorni previsto per il mese di novembre:
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fIdALMA fILIppELLI
Comunicazione sociale
Riparte il Premio “L’Anello Debole” Edizione rinnovata
Giancarlo Santalmassi, ideatore del premio
L’Anello Debole - Capodarco Corto Film Festival. Possono partecipare a l premio opere audio e video, edite o inedite, realizzate e/o trasmesse dopo l’1 gennaio 2009. Il campo tematico è molto ampio: il mondo del disagio e dell’impegno sociale; la sostenibilità e la denuncia ambientale. Il premio riguarda programmi giornalistici radiofonici (sezione “Radio”), televisivi (sezione “TV), cortometraggi che documentano in presa diretta la realtà (sezione “Corti della realtà”) o che utilizzano attori (sezione “Corti di Fiction”), di durata compresa tra i 3 e i 25 minuti. A queste categorie si aggiungono “I cortissimi”: audio-video della durata massima di 3’ realizzati solo con le videocamere dei telefoni cellulari. Termine ultimo per inviare le opere è il 2 agosto 2010.Alle 5 opere vincitrici (una per ciascuna categoria) verrà assegnato un premio in denaro di 1.500 euro e un monile con il simbolo del premio. Il bando completo e il fac simile dei moduli per l’iscrizione sono disponibili sul sito www.premioanellodebole.it. Per ulteriori informazioni si può contattare la segreteria al numero 0734 681001 o via mail info@premioanellodebole.it.
Torneo sociale di calcetto, pallavolo, rugby, basket e cricket
Mondiali antirazzisti a casa nostra Si svolgono in Italia dal 1997 i Mondiali Antirazzisti della UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), che quest’anno sono stati ospitati dal Centro Sportivo Salvador Allende di Casalecchio di Reno (Bo). Forse non tutti sanno che in Italia , a Casalecchio di Reno (Bo) per la precisione, si è svolta quest’anno, in contemporanea ai Mondiali di Calcio in Sudafrica, la XIV edizione dei Mondiali Antirazzisti, una manifestazione dedicata alla lotta contro il razzismo attra-
verso lo sport. La Coppa Mondiali Antirazzisti 2010 è stata assegnata all’Associazione Luxembourg Against Racism, che nel corso dell’anno si è distinta per la sua attività antidiscriminatoria.I Mondiali Antirazzisti sono
un’iniziativa della Uisp, Unione Italiana Sport per Tutti, che dal 1997 ha bandito questo premio per rafforzare il concetto di sport come diritto per tutti, ovvero come nuovo diritto di cittadinanza . Sono state registrate, nel corso dell’edizione di que-
st’anno, oltre 6000 presenze giornaliere per un totale di 30.000 partecipanti tra tornei di calcetto, pallavolo, rugby, basket e cricket. Per il calcetto, è stata prevista l’assegnazione di 3 punti extra per le suqdre portatrici di un manifesto (possibilmente bilingue) che documentasse il carattere e le attività sociali della propria formazione. Accanto alle attività sportive si sono svolti al Centro Sportivo S.Allende vari concerti di musica reggae ed hip hop, dibattiti sul tema dei diritti, mostre fotografiche e proiezioni di video e film.
GuiDaCinemaestate
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.
A serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.
A single man Regia: Tom ford con Colin firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.
Affetti & dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia
Amante (L') inglese
Mia Wasikowska in “Alice in Wonderland” Celedòn. Il titolo originale è fuorviante. non è la storia di una donna di bassa statura. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, che si occupa sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si dipana esclusivamente all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.
Agora Regia: Alejandro Amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione
riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.
Alice in Wonderland Regia: Tim Burton con Johnny depp, Mia Wasikowska, Anne Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nuovo viaggio nel Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del
Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cercherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.
Avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.
stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.
Baciami ancora
Che fine hanno fatto i Morgan?
Regia: Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Vittoria puccini, pierfrancesco favino, Claudio Santamaria, Giorgio pasotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.
Bangkok dangerous Regia: Oxide e danny pang con nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso nicolas Cage,
Giovanna Mezzogiorno, Rocco papaleo, paolo Briguglia, Alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.
dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.
Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.
Chloe Basilicata coast to Cado dalle nubi Regia: Gennaro nunziante Regia: Atom Egoyan con coast Julianne Moore, Liam
Regia: Rocco papaleo con Alessandro Gassman, paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio
con dino Abbrescia, fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la
neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musi-
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE ca. La stessa sera l'uomo perde però il volo da new York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.
A Christmas Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.
City Island Regia: Raymond de felitta con Andy Garcia, Alan Arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in
pierfrancesco favino e Alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più” uno dei quartieri meno noti di new York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?
Colpo di fulmine - Il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, spo-
sato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.
Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con pierfrancesco favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto
nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.
Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin farrell, Robert duvall non sarà il Drugo del Grande Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.
dragon Trainer Regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. non bisogna aver paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.
draquila - L'Italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, puntiglioso e cronologico. non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.
due vite per caso Regia: Alessandro Aronadio con Lorenzo Balducci, Isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto
una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. non male per chi ama il genere.
Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso
Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.
E' complicato Regia: nancy Meyers con Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far
apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?
fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per
Regia: Giovanni Veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente migliore invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.
Green Zone Regia: paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.
corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.
Il mio amico Eric
Happy family Regia: Gabriele Salvatores con fabio de Luigi, diego Abatantuono, fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.
I Gatti persiani Regia: Bahman Ghodabi con negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e
Tahar Rahim, protagonista del “profeta” sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia, che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio
Il figlio più piccolo Regia: pupi Avati con Christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, nicola nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare
la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.
Il profeta
Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.
Regia: Jacques Audiard con Tahar Rahim e niels Arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio), analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.
Il Mi$$ionario
Il segreto dei suoi occhi
Regia: Roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con
Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo darìn, Soledad Villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.
Il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.
Invictus Regia: Clint Eastwood con Morgan freeman e Matt damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un
Morgan freeman perfettamente nei panni di nelson Mandela nel film “Invictus” primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.
L'isola delle coppie Regia: peter Billingsley con Vince Vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali
irraggiungibili per molti. non rimarrà nella storia del cinema
L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con Alba Rohrwacher e Maya Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.
L'uomo nell'ombra Regia: Roman polanski con Ewan McGregor, pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato
definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.
L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con Valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.
La bocca del lupo Regia: pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.
La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande finestra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.
La prima cosa bella Regia: paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia
zando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.
Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita”
Matrimoni ed altri disastri
Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.
Regia: nina di Majo con Margherita Buy, fabio Volo, Luciana Littizzetto, francesca Inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabile) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.
pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.
La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo Vanzina con Gigi proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai
Le quattro volte Regia: Michelangelo frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utiliz-
Mine Vaganti Regia: ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, nicole Grimaudo, Alessandro preziosi, Ennio fantastichini, Lunetta Savino, Ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realiz-
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE zato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.
nine Regia: Rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, nicole Kidman, penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.
notte folle Manhattan
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Regia: Mira nair con Steve Carell, Tina fey
Una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. In primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio
Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del new Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.
percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, pierce Brosnan Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male.
Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.
piccolo (Il) nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con françois-Xavier demaison, daniel prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le
avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza trascurare le magiche atmosfere dei racconti.
prince of persia - Le sabbie del tempo Regia: Mike newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in questo caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.
Remember me Regia: Allen Coulter con Robert pattinson, Emilie de Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto sepolto improvvisamente dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di new York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.
The road Regia: John Hilcoat con Viggo Mortensen, Robert duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.
Shutter Island
Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood”
Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Max Von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano.
Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.
Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio Regia: Isotta Toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, francesco pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene
Regia: Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega vengono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.
Simon Konianski Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico,
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MInICRITICHE dEI fILM CHE pOTRETE VEdERE nELLE SALE E nELLE AREnE irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.
Sul mare Regia: Alessandro d'Alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che usa la sua barca per le immersioni da sub.
The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso
George Clooney e Vera farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.
Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e Vera farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney
nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".
Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.
Triage Regia. danis Tanovic con Colin farrell, paz Vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con no Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam
Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI