Anno I - n. 107 - Giovedì 15 ottobre 2009
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Adesso non se la passano bene nè il Pdl nè il Pd
Due partiti a malpartito Fini dissente sempre più apertamente con Berlusconi, e lo contraddice su problemi-chiave: giustizia (no ai pm sotto il controllo dell’eesecutivo), influenza della stampa estera sulla delegittimazione dell’Italia, immigrazione. E adesso comincia ad essere meno isolato di quanto si immaginasse...
Ora di Punta di
E’ l’ora dei separati in casa
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n politica è il momento dei separati in casa. Nel Pd è scoppiato (ma è meglio dire riscoppiato) un caso Binetti la deputata teodem che ha votato insieme alla maggioranza di governo l'affossamento della legge contro l'omofobia - e cova sotto la cenere un caso Rutelli, sempre più insofferente alle scelte di quello che, secondo lui, è un "partito mai nato". Nel Popolo delle Libertà, invece, non passa giorno, anzi non passa ora, che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non prenda le distanze da Silvio Berlusconi. l premier pensa a una riforma della giustizia per mettere il guinzaglio ai magistrati? E Fini gli risponde pubblicamente: «E' essenziale il rispetto della Cosituzione, specie nella parte in cui afferma l'assoluta indipendenza della magistratura». Il Cavaliere accusa la stampa nazionale e internazionale di sputtanare l'Italia? E Fini gli risponde pubblicamente: «L'immagine dell'Italia non dipende solo dai media». Il presidente del Consiglio dichiara a gran voce che lui andrà avanti comunque? E Fini gli risponde pubblicamente: «Ci sono le condizioni per un confronto sereno e civile». E’ evidente - così come stanno ora le cose - che è più facile che la separazione sfoci in divorzio in casa Pd piuttosto che in casa Pdl. Ma mai dire mai...
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Dopo la tregua durante la la convention i candidati alla segreteria del Pd Vi opraccentuano gli attriti. E adesso si misurano sul “lodo Scalfari”, cioè sulla proposta del fondatore di Repubblica di nominare segretariochi prenderà più voti alle primarie, anche se non supererà il 50%.
Ed ecco “La comparsa”, di Paola Caporossi Presentato il libro “la comparsa. Perché il Pd non è mai nato”, scritto da Paola Caporossi, che faceva parte dei “25 saggi” nominati alla fondazione del partito. Alcune anticipazioni alle pagine 4 e 5
StefAno CleriCi
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informAzionE
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AttEntAto Di miLAno
“Pizzul è morto” Ma si tratta di una bufala online
interrogatorio rinviato: Game è in coma
Il "Giornale del Friuli libero", ha lanciato la fortunatamente falsa notizia della scomparsa di Bruno Pizzul, il popolarissimo telecronista Rai. “Se ne è andato Pizzul, a soli 71 anni", si legge sul lancio della notizia: cliccando sul link, però, appare un messaggio di errore che già puzza di bruciato. E l'"incendio" si sviluppa non appena si compone il numero di cellulare e risponde una voce inconfondibile: "Io morto? Me lo hanno detto poco fa -sogghigna Pizzul- io quegli strumenti non li conosco. Non so proprio La notizia della sua morte ha fatto il giro del web. Poi cosa sia successo, comunque posso dire che qualcuno per avere certezza ha telefonato e con un sono vivo e vegeto". ghigno Pizzul ha risposto: “Sono ancora vivo”.
LA DifEsA Di minzoLini
Il gip di Milano Franco Cantù Rajnoldi si è riservato la decisione sulla posizione di Mohammed Game, il libico che lunedì ha fatto esplodere un ordigno davanti alla caserma Santa Barbara di Milano. Il ministro Maroni: "Gli effetti della bomba non sono stati devastanti soltanto per un difetto dell'ordigno". Intanto ieri mattina non si è potuto svolgere l’interrogatorio del libico poichè è stato sottoposto dai medici a coma farmacologico. Game nell’esplosione ha riportato la perdita degli occhi e gli è stata amputata una mano. Sono gravi le sue condizioni.
A DiCEmbrE AL viA i LAvori
Ponte sullo Stretto “Il primo esempio di censore censurato” tra annunci e critiche Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, si definisce «il primo esempio di censore censurato». Parlando in Commissione di vigilanza Rai, Minzolini ha detto: «l’ultima polemica che è stata scatenata contro di me è la dimostrazione di quanto sia surreale la situazione. Mi hanno accusato - ha spiegato - di avere censurato e sottostimato le notizie. Poi mi hanno criti-
cato per avere fatto un editoriale irrituale. Insomma, sarei il primo esempio di censore censurato». Per Minzolini, «anche qui la critica è alquanto paradossale. È scoppiata una polemica solo perchè, in termini estremamente rispettosi, ho espresso opinioni diverse sullo stato della libertà di stampa in questo Paese rispetto a quella di chi ha manifestato due sabati fa».
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Direttore responsabile: ennio Simeone Redazione e stampa: via Carciano 45, 00131 Roma tel. 06 4131710 - Fax 06 41299020 redazione@altroquotidiano.it Editrice: GeCeM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009
«A dicembre-gennaio inizieremo a realizzare quella grande e fondamentale infrastruttura per la Sicilia che è il ponte sullo stretto di Messina». L'annuncio è di Silvio Berlusconi nel suo intervento alla presentazione dei piani di sviluppo dei sistemi aeroportuali di Roma e Milano a Villa Madama. Un annuncio che ha suscitato un vero vespaio di polemiche. «Una scelta che dimentica il dissesto e non guarda alle reali necessità del Paese». Lo afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. «È opportuno ricordare ,aggiunge, che per la costruzione di quest'opera faraonica non è ancora stato presentato un piano finanziario completo ma solo un ipotetico project financing e che di vero e di concreto ci sono, al momento, solo soldi pubblici: i finanziamenti di 1,3 miliardi di euro stanziati dal Cipe questa estate». «È veramente una presa in giro inqualificabile proporre un'opera faraonica mentre pochi giorni fa le case sono cadute sotto la frana a Messina. Piuttosto se si vuole fare ripartire l'edilizia si metta in campo un grande piano di manutenzione delle scuole italiane che cadono a pezzi». Dario Franceschini, intervistato dal Tg3, risponde così al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L’OnOmasticO
Aurelia oggi si festeggia la beata Aurelia. secondo la leggenda raccolta da m. rader Aurelia, figlia di Ugo Capeto, per non sposarsi con un nobile al quale era stata promessa, abbandonò la casa paterna e fuggì a ratisbona, dove l'abate di s. Emmerano le diede il permesso di dimorare nel monastero di s. Andrea. in esso Aurelia visse circa cinquant'anni e morì nel 1027. il 15 ottobre, anniversario della sua morte, i monaci di s. Emmerano accendevano davanti alla sua immagine dei ceri : il che, forse, le valse il titolo di beata o di santa.
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sAmoA
Dal rock al blues fino ai canti natalizi Dylan stupisce ancora
Ancora un sisma ha colpito l’isola nessun ferito
La voce è roca e nasale, a tratti cavernosa: è proprio lui, Bob Dylan, ad interpretare classici di Natale come Here Comes Santa Claus, Little Drummer Boy, Adeste Fidelis o Must Be Santa. Come praticamente tutti i cantanti americani, anche il menestrello di Duluth ha ceduto alle sirene natalizie e ha registrato un disco di canti di Natale, in vendita da questa settimana, i cui proventi verranno versati in beneficenza. Il risultato viene giudicato da alcuni disarmante, da altri sorprendente, e le prime critiche semRoba da non credere: il menestrello del rock e del bra dividere profondamente gli americani, blues, con la sua voce rauca, ha registrato una comgeneralmente ghiotti di questo tipo di prodotto. pilation di canti natalizi. Dylan stupisce ancora.
Una scossa di terremoto di magnitudo 6 ha colpito le isole Samoa nell'Oceano Pacifico, meno di due settimane dopo il sisma di magnitudo 8 che provocò una serie di devastanti tsunami. Lo ha reso noto l'Istituto di geofisica americano. La scossa è avvenuta alle 6 di mercoledì ora locale (le 20 in Italia), a dieci chilometri di profondità. L'epicentro è stato localizzato a 365 chilometri a ovest di Apia, capitale delle Samoa. Non è stato lanciato alcun allerta tsunami a differenza della volta scorsa quando si verificò poi la tragedia del sisma sull’isola di Sumatra.
UnionE EUroPEA
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Repubblicani in crisi Sì di Italia e Francia a Blair presidente per il libro di Bush Per i repubblicani che si preparano alla prima elezione senza George W. Bush potenziali imbarazzi sono in arrivo: uno dietro l'altro, da Capodanno a novembre 2010 quando gli americani andranno alle urne per il voto di metà mandato, i Vip della passata amministrazione saranno in libreria con libri di memorie capaci di provocare nell'elettorato un ritorno di indignazione. Almeno cinque volumi torneranno a raccontare la storia di otto controversi anni di storia americana narrati dai diretti protagonisti: tra i più controversi di tutti, in uscita il prossimo autunno, è l'autobiografia dell'ex capo del Pentagono Donald Rumsfeld che promette di narrare candidamente il cammino dell'America verso la guerra in Iraq. Sempre nell'autunno 2010 è in calendario 'Decision Points', l'autobiografia dello stesso Bush. La riflessione del capo del tesoro Henry 'Hank' Paulson sulla crisi finanziaria, in libreria a gennaio, provocherà col suo titolo minaccioso - 'On The Brink', (Sul baratro) - ripensamenti sugli sconquassi provocati dagli anni di Bush sull'economia. Completano la cinquina le memorie da due milioni di dollari di anticipo dell'ex First Lady Laura Bush, quelle dello stratega Karl Rove e il libro più controverso di tutti a firma dell'ex vice-presidente Dick Cheney.
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Abbiamo aperto una nuova strada per confermare e rafforzare» la presenza dell'Italia sul mercato saudita. È questo il bilancio del ministro degli Esteri Franco Fattini sulla sua visita di due giorni a Riad, dove ha riavviato, dopo uno stop di sette anni, i lavori della Commissione mista italo-saudita, alla sua decima sessione. Nel corso della riunione tra istituzioni, imprese e università dei due paesi, ha spiegato Frattini, si è «deciso di rilanciare in modo
Anche l'Italia si schiera a sostegno della candidatura dell'ex premier inglese Tony Blair per il posto di primo presidente permanente dell'Ue. «Ha tutte le carte in regola per diventare il primo presidente del Consiglio europeo ai sensi del Trattato di Lisbona», ha scritto Berlusconi in una lettera al 'Foglio. È un candidato «autorevole e carsimatico», gli ha fatto eco Frattini parlando da Riad. Ma la candidatura di Blair, a cui anche il presidente francese Nicolas Sarkozy continuerebbe a dare il suo appoggio, non ha ancora raccolto un sostegno ampio. Il club dei 'piccoli soci fondatori della Cee, ovvero Belgio, Olanda e Lussemburgo, pochi giorni fa hanno diffuso una nota attraverso la quale hanno evidenziato le loro perplessità.
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L’Italia torna sul mercato saudita sostenziale la collaborazione economica a tutto campo» e si sono «esplorati settori di investimento del tutto innovativi». «Macchinari, moda italiana e costruzioni», sono tra i principali settori di interesse del nostro paese nel regno saudita, ma «abbiamo anche aperto vie importanti di col-
laborazione» in ambiti innovativi, come le nuove tecnologie e l'ambiente, «in cui l'Italia ha grandi capacità di know how», ha spiegato il ministro. Le opportunità offerte dal mercato saudita, in fase di forte diversificazione, sono innumerevoli. Una tra tutte, quella della costruzione di sei nuove
città economiche, a basso impatto ambientale e ognuna specializzata in un settore produttivo. Con la presenza alla riunione della Commissione mista di realtà univesitarie come Cattolica, Sapienza, Biccocca e Università di Parma, si è inoltre «aperta una strada fondamentale per la collaborazione culturale e scientifica» con un paese che sempre più punta sulla fomazione dei suoi cittadini, nell'ottica della saudizzazione della sua forza lavoro».
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Il libro “La comparsa” di Paola Caporossi
La finta apertura del Pd Un’apertura solo fittizia “…… (Alla fine dei lavori del Comitato dei 45 ) Ce n’era abbastanza per essere soddisfatti rispetto alla media stantia e sclerotizzata dei partiti italiani: qui le porte erano state aperte e le finestre spalancate. Solo che si trattava di porte e finestre dei piani bassi: quelle dei piani alti, dove si decide e si comanda, erano rimaste chiuse, serratissime. In fondo, come aveva detto Soro, qui c’era da fare un partito. E, quindi, doveva sembrare normale che i vari Fassino, Rutelli, Finocchiaro, ecc. …. , restassero al loro posto per guidare il processo con la propria indiscutibile esperienza politica. Il punto non è tanto che volessero restare, e, per certi versi, neppure che restassero ai posti di comando, quanto che lo facessero senza sottoporsi veramente al voto degli elettori delle primarie: furono tutti contenti di essere garantiti. La battaglia delle primarie era stata trasformata di proposito in una battaglia per la leadership. E su questo le regole dei quarantacinque furono molto efficaci: da luglio ad ottobre, tutti parlarono solo dei tre contendenti alla segretaria, e praticamente nessuno di come erano state decise le persone da candidare dietro al loro nome“. tutti garantiti ” …. (Nessuno sa che, alla prima riunione del Comitato dei 45) Prodi si diversificò dalla maggioranza dei presenti, persino da certi suoi sostenitori: “Su un punto dobbiamo ancora decidere: se garantire qualcuno. Per me no: nessuno di noi deve avere un posto sicuro nel passaggio dal vecchio al nuovo. L’apertura
Pubblichiamo dei brani di racconti inediti del libro “La comparsa. Perché il Partito democratico non è mai nato”, Pascal Editrice
del partito deve essere massima”. Lo disse esortando a prendere una posizione quella sera stessa. Mi stupì l’unica che rispose, Rosy Bindi: “Romano, qui dobbiamo decidere quanti ne vogliamo mettere in sicurezza”. “Nemmeno uno” fu il rimbalzo di Prodi. “Eh, no … bisogna stare attenti”. “Allora mi dimetto”. “No – insisté Bindi – si può mettere in sicurezza e al tempo stesso aprire.” Degli altri nessuno ebbe il coraggio di fiatare. L’imbroglio L’intervento di Veltroni su
questo punto fu un capolavoro di demagogia: “Sulle regole – esordì – fate quello che volete, non mi interessa, ma voglio che i ragazzi di Locri che vogliono candidarsi con me possano farlo”. Con una frase un doppio incasso: smarcarsi dai burocrati dei commi e degli articoli, fingendo di non essere interessato alle soluzioni tecniche; farsi paladino della gente comune, chiamando in causa i giovani calabresi in quel periodo assurti a simbolo della lotta alla mafia. Duplice spot, insomma, ma ancora una volta nel contesto sbagliato: era lì, anche lui come tutti noi, per decidere le regole, non per affascinare un
pubblico di elettori indecisi. Mi permisi di interromperlo dalla platea: “Scusa, Walter, ma perché vuoi far candidare quei ragazzi? Lo sai bene, anche a Locri i posti sicuri in lista saranno cinque, forse sei, e, con le liste bloccate, due andranno ai DS, due alla Margherita e uno o due all’area Prodi. Allora, perché candidarli? Per illuderli? A che serve candidarli, se tanto non possono vincere?”. Ci fu brusio in sala, ma nessuna risposta. merito e consenso Ancora mi chiedo, ad esempio, perché la lettera di dimissioni dalla Direzione Nazionale del PD della brava Irene Tenagli non abbia avuto, nel partito, lo stesso clamore della Serracchiani. Un curriculum come quello di Irene non è un merito per il partito? Oppure contano solo gli anni in sezione? Io credo che servano entrambe le figure, e l’una non può rimpiazzare l’altra: c’è bisogno della giovane trascinatrice, ma non si può fare a meno di chi competentemente elabora idee. Occorre investire anche in chi lavora a progetti che vanno oltre l’immediatezza e sono capaci di prospettare scenari di medio e lungo periodo. ‘E quello che veramente manca al PD: una classe dirigente con questi attributi, che sappia creare politiche di ampio respiro, capaci di risolvere l’imminente ma sempre guardando lontano ed puntando in alto.Per questo, non possiamo abbandonare alle primarie la responsabilità del ricambio e della selezione all’interno del partito. Occorre una scelta più responsabile e lungimirante, che è investire nella formazione di una nuova classe politica. E’ la vera priorità.
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Il libro “La comparsa” di Paola Caporossi
Ecco il PD che non è nato Non fa sconti per nessuno Paola Caporossi (prima foto) nel suo libro “La comparsa. Perché il Partito democratico non è mai nato” (edito dalla Pascal Editrice). Nelle 143 pagine del volume racconta particolari inediti sulla nascita del Pd. E ne ha per tutta la classe dirigente. Lei che è stata diretta testimone delle prime fasi del nascente partito, chiamata nel 2007 a partecipare al “Comitato dei 45 saggi” per scrivere le regole del Pd. Già dal reclutamento viene da sorridere. La Caporossi era nel direttivo nazionale dell’APD (Associazione per il Partito democratico), un gruppo di cittadini che spontaneamente si erano costituiti attorno a quest’idea di partit o . Cooptata grazie al presidente dell’associazione che le h a fatto mandare il curriculum per sms a uno dei coordinatori del comitato, ha appreso di essere tra i “saggi” grazie alle agenzie di stampa. Nella prima riunione, l’unica di vero dibattito, solo romano Prodi aveva idea di chi fosse, per tutti gli altri era solo un’estranea da ignorare. E così da “comparsa” come si autodefinisce racconta dei particolari inediti delle riunioni che hanno posto le fondamenta del partito. Solo
Presentato ieri a Roma il racconto-rivelazione di un’esponente del Comitato dei 25 saggi, che ha posto le fondamenta del Pd di eloiSA Covelli Romano Prodi nel primo incontro si è detto contrario alla messa in sicurezza del direttivo di Ds e Margherita nel nuovo partito, mentre rosy bindi si è schierata subito a favore, ma per un numero ristretto. Mentre Prodi non voleva un vero segretario del Pd, l’ha dovuto infine accettare per le pressioni dei partiti. E il cerchio si è stretto attorno al nome di Walter veltroni, che con la sua faccia da buonista, ha garantito pagandone lui stesso poi le conseguenze- la messa in salvo dei vecchi dirigenti inseriti nelle sue liste nelle primarie del 2007. E traghettati così dal direttivo dei Ds e M a r g h e r i t a all’Assemblea costituente del PD. Non si salva nemmeno D a r i o franceschini, che pure ieri è intervenuto alla presentazione del libro, che all’epoca del comitato si è schierato a favore delle liste multiple bloccate a sostegno del candida-
to, un modo per non scontentare nessuno. E massimo D’Alema, invece, ha disertato tutte le riunioni del comitato, ordendo fuori per le soluzioni. Perché d’altronde, come spiega la Caporossi, il comitato di regole non ne ha mai fatte. Ma si è dovuto limitare a ratificare gli accordi fatti fuori da quella sede, mettendo, come dice l’autrice, la “foglia di fico” s u l l e loro decisioni. francesco rutelli e Piero fassino, allora segretari di Margherita e Ds, furono i primi a voler un nuovo segretario per il Pd, pur consapevoli che q u e s t o potesse indebolire il ruolo, già difficile di Romano Prodi al governo. E Arturo Parisi? A sorpresa a lui si deve la presenza del 50 percento di donne nelle liste per la Costituente, tutti gli altri non ci pensavano proprio. Romano Prodi, che nella prima assemblea sembrava
più combattivo, nelle altre si è dimostrato succube dei partiti. Mentre Rosy Bindi appariva come la più battagliera all’interno del comitato è stata poi la prima a voltare le spalle all’APD che pure la sosteneva nella corsa alle primarie, solo perché l’associazione non a v e v a grandi nomi. E cosa dire poi di Gad Lerner, assente “giustificato” dalle prime due assemblee del comitato, che si è presentato nella terza con il Codice Etico rubacchiato alla Caporossi? Anche Walter Veltroni, che all’epoca l’autrice appoggiava, non ne esce bene dal libro, dato che una volta eletto non si è degnato neanche di ricevere la collega del comitato. Insomma la Caporossi non ne salva uno, ha uno sguardo più comprensivo solo per Romano Prodi, quasi vittima di giochi dei partiti. E riconosce il merito delle quote rosa al prodiano Parisi.
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Carriere separate in Magistratura
Fini: «I pm indipendenti dal governo» Da Francoforte ha fatto sentire la sua voce il presidente della Camera. L’Anm contraria a un ordine autonomo. Napoli del Pdl si oppone di MiChele de roSe «Un conto è la separazione delle carriere dei magistrati, un altro è che il pm sia sottoposto ad altri poteri se non a quello dell'ordine giudiziario». Gianfranco Fini chiude la porta a una riforma della giustizia che sottoponga i pubblici ministeri al governo. E dalla Fiera del Libro di Francoforte il presidente della Camera lancia un monito: «Le riforme istituzionali si facciano, ma con una larga maggioranza». Quanto all'indipendenza ed all'autonomia dei pubblici ministeri, anche in caso di separazione delle carriere dei giudici, Fini resta sulle sue posizioni di sempre. «Non ho cambiato opinione - puntualizza - sul fatto che la Costituzione va rispettata sul principio di assoluta indipendenza di tutti i magistrati». In ogni caso, Fini esorta la maggioranza a non affidarsi solo ai voti di cui dispone in Parlamento per fare le riforme: diversamente c'è sempre da fare i conti con la spada di Damocle del referendum confermativo. Un esempio? La riforma della seconda parte della Costituzione varata dal centrodestra nella XIV legislatura, ma affondata dagli elettori. «Sulla fine del bicameralismo perfetto, sulla riduzione dei parlamentari e su
nuove forme di equilibrio tra potere esecutivo e legislativo sostiene - si possono fare riforme che siano approvate con una larga maggioranza quale è quella prevista dall'articolo 138 d e l l a Costituzione, indispensabile per evitare l'ipotesi, non automatica ma già attivata in passato, di un referendum confermativo». Sulla separazione delle carriere in magistratura, comunque, si è aperto un dibattito a più voci. L’Anm «Prendiamo atto con favore delle rassicurazioni in ordine alla volontà di mantenere il pieno statuto di indipendenza del pm» dice il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, che giudica invece «del tutto sbagliata» la costituzione di un «ordine autonomo» dei pm «con un proprio organo di autogoverno»:
Sotto il presidente della Camera, Gianfranco Fini
«un corpo separato di pm, pienamente autonomo e indipendente offrirebbe ai cittadini un minor livello di garanzie dei loro diritti». Le camere penali «Nell'ampio dibattito che si è aperto sul rilancio, da parte del governo, delle riforme costituzionali della giustizia, sono di notevole rilievo le parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, in particolare riguardo alla separazione delle carriere. Dichiarazioni senz'altro da condividere. Questa riforma vuole restituire completa autonomia al giudice che, assumendo un pieno controllo giurisdizionale sull'operato del pubblico ministero, imprime al processo maggiore qualità e efficienza». Lo afferma il presidente dell'unione Camere Penali Italiane, Oreste Dominioni. Ma non mancano anche interventi da parte del mondo politico. Creano qualche spiraglio di polemica le parole di Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl. napoli del Pdl «Apprezzo gli auspici di Fini come presidente della Camera ma non
comprendo - sostiene Napoli - le sue prese di posizione preventive sulla riforma del ruolo del pm: vorrei conoscere il pensiero politico di Fini nelle sedi di partito e non nelle sue vesti di Presidente della Camera. Anche perchè, mi permetto di aggiungere, il rispetto per figure e ruoli istituzionali è dovuto finchè chi le incarna si muove all'interno del perimetro istituzionale». Donadi di idv Per Italia dei Valori tocca a Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, chiarire la posizione del partito che rappresenta. «Fini ha ragione sull'indipendenza della magistratura, ma dovrebbe spiegarlo a Berlusconi ed alla sua maggioranza, che preparano una riforma punitiva contro i magistrati. Ci auguriamo che quelle del presidente della Camera non siano solo parole e che faccia valere il suo forte ruolo politico nel Pdl». il ministro matteoli Piena convergenza con il presidente della Camera, il ministro Altero Matteoli. «Oggi è stato fatto un passo avanti notevole. Fini ha detto anche che era d'accordo per quanto riguarda la separazione delle carriere. Questo credo sia molto importante». «Che poi il magistrato - ha aggiunto il ministro Altero Matteoli - non debba dipendere dall'esecutivo, da nessuno, è quasi un'ovvietà. Altrimenti sarebbe al servizio di qualcuno e questo non è possibile».
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milano
Crociera con gay, Astici nel ghiaccio chiesti i danni processati i cuochi Un risarcimento di 3 mila euro per essersi trovati a loro insaputa, sostengono, a bordo di una nave che ospitava una crociera per omosessuali mentre invece ritenevano di avere prenotato un viaggio classico tra Civitavecchia e Barcellona: è quanto chiedono alla compagnia di navigazione Grimaldi marito e moglie originari della zona di Trevi, nel perugino. La coppia, persone di mezza età sulle quali non si sono appresi altri dettagli, si sono rivolti all'avvocato Antonio Francesconi. Il legale ha quindi scritto alla compagnia dalla quale - ha spiegato - però al momento non ha ricevuto risposta. «Non è una questione di discriminazione - ha detto oggi il legale - ma solo di mancata soddisfazione per il viaggio. Uno spiacevole equivoco che però va risarcito». Non è dello stesso parere il presidente
di Gay.it, Alessio De Giorgi, organizzatore della crociera che parla di «caso di omofobia» e chiede a sua volta un risarcimento danni. La coppia aveva ottenuto il viaggio, di tre giorni, con una raccolta punti. Dopo averlo scelto su un catalogo - ha spiegato ancora l'avvocato Francesconi - i due si erano «messi in contatto con la compagnia per la prenotazione senza però che nessuno facesse riferimento alla crociera gay, così come non c'erano accenni nel depliant». Una volta a bordo marito e moglie si sono invece accorti che si trattava in realtà di «Revuelta», la prima crociera per omosessuali organizzata in Italia. Con feste e spettacoli, «tutti» dedicate al mondo gay. Circa mille e 500 le persone a bordo. Sulla nave i due avrebbero incontrato anche alcune persone a loro note.
roma
zato, tra l'altro, nei reati che riguardano il settore degli alimenti. Nel decreto di citazione a giudizio il magistrato ha contestato il maltrattamento di animali, dove gli animali chiamati in causa sono i cugini più pregiati, secondo i buongustai, delle aragoste: sono stati tenuti «vivi a diretto contatto con il ghiaccio - questo il capo di imputazione - e con tale condotta, senza necessità», sono stati sottoposti a «sevizie» e «a comportamenti e a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche». Fatti, per il pm, aggravati in quanto da tale comportamento «derivava la morte degli astici». Il caso milanese, è uno dei primi se non il primo, per il quale si è tenuto un dibattimento. Dibattimento che oggi si è concluso con l'assoluzione dei due ristoratori e di questo metodo di conservazione degli astici.
Pavia
Chiusa la discoteca sul barcone Un barcone a tre piani ormeggiato sul lungotevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, noto ai più giovani per le feste in discoteca, è stato demolito ieri mattina a Roma perché “completamente abusivo”. La struttura contestata già nel 2006, durante la sua realizzazione, era adibita anche a ristorante, piano bar e aula per convegni. Ma la Regione Lazio contesta: «non ha alcun permesso». La Gestioni Associate S.r.l., proprietari del barcone respinge le accuse e sostiene: «Siamo in regola. Abbiamo ben 43 per-
Conservare astici vivi adagiati sul ghiaccio per poi cucinarli non è reato. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che ha assolto con formula piena un ristoratore milanese e la moglie finiti sotto processo per maltrattamento di animali in quanto avevano esposto, in una delle sale da pranzo, alcuni dei prelibati crostacei su un letto ghiacciato prima di farli finire, ancora in vita, in pentola. Il giudice ieri mattina, scagionando i due perché il fatto non costituisce reato, ha accolto le tesi del difensore, l'avvocato Luca Giuliante, secondo il quale «la consuetudine gastronomica prevede che la cottura avvenga quando l'astice è ancora vivo». A chiedere il rinvio a giudizio, con citazione diretta dei due titolari di un noto ristorante che si trova nelle vicinanze del Duomo, è stato il pm Giulio Benedetti, magistrato specializ-
Rubano l’urna del morto messi». L'intervento eseguito sotto la direzione del responsabile dell'Ufficio antiabusivismo della Regione, Massimo Miglio prevede lo svuotamento completo del barcone e il rimorchio per il trasporto in altra sede. Secondo il vice presidente della giunta regionale Esterino Montino: «I titolari non avevano neppure la licenza di somministrazione, oltre al fatto che erano stabilmente ancorati a un ponte cittadino. Era autorizzata solo in quanto piattaforma sul fiume ed era diventata un locale a tutti gli effetti».
Le svaligiano la casa e si portano via pure l'urna con le ceneri del marito. È la brutta avventura capitata a una vedova di 59 anni, Michelina D., residente in via Aguzzafame a Vigevano (Pavia). Il furto risale alla mattinata di lunedì, mentre la donna era fuori casa: dopo aver forzato la serratura di una porta secondaria, i malviventi hanno puntato dritto alla camera da letto, impossessandosi di un portagioie e, appunto, dell'urna in cui
erano custodite le ceneri del consorte, Angelo Sacco, scomparso appena tre mesi fa. La vedova ora lancia un appello: «Prego dal profondo del cuore l'autore del furto affinchè mi restituisca le ceneri di mio marito - dice la donna -. È tutto quello che mi resta di lui. Può lasciare l'urna vicino all'agenzia di pompe funebri. Nessuno cercherà di risalire alla sua identità». Chissà se i ladri si lasceranno impietosire dall’appello della signora...
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Aspetto Fini al gay pride Caro direttore, vedo che alla Camera dei deputati vari ex camerati di An molto vicini al presidente Gianfranco Fini, archiviata la “maschia gioventù”, si sono scoperti paladini dei diritti delle persone omosessuali e quindi acerrimi nemici dell'omofobia. Una posizione sostenuta con convinzione anche da quello che mi è sembrato il più bel giornale della sinistra riformista e libertaria oggi (14 ottobre 2009) in edicola, il Secolo d'Italia. Ricordo che, quando partecipai da componente dell'Assemblea nazionale di An al romano Gay Pride del 2000, qualche parlamentare del mio stesso ex partito mi etichettò con un termine che
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migLiOre deL giOrnO
finanche il meno fantasioso degli italiani può facilmente immaginare. Al prossimo appuntamento del Gay Pride mi piacerebbe vedere il presidente Gianfranco Fini e i miei ex colleghi del Secolo d'Italia. Forse, con un decennio di ritardo, il presidente Fini potrebbe cogliere l'occasione per chiedermi scusa a nome di quelli che me ne dissero di tutti i colori per la mia partecipazione al Gay Pride del 2000. Grazie dell'attenzione e per la eventuale pubblicazione di questa mia lettera. Cordialmente Enzo Palmesano enzopalmesano@yahoo.it Maramotti su “l’Unità”
L’esperienza dei verdi a monterodondo Forse è arrivato il momento di avviare una fase seria di confronto politico, sociale e culturale comiciando con il sgombrare il campo da ipocrisie e pregiudizi. Sono troppi anni che faccio politica, attraversando diverse esperenze politiche (Lotta Continua, Autonomia Operaia, Pci, Prc, Ds, Verdi), dopo l'esperienza nei Ds, chiusa prima che questo partito decidesse di far nascere il Partito Democrtico (progetto che all'epoca ho guardato con rispetto ma che personalmente non condividevo). Ho incontrato sulla mia strada i verdi che a Monterotondo nel 2004 alle amministrative raggiungono un consenso del 7%. Nasce un bellissimo rapporto unano e politico che ci permette ancora oggi di essere una forza del 6% (scherzando dico che i verdi di Monterotndo in Europa sono terzi dopo i francesi ed i tedeschi): è un rapporto politico ed umano che secondo me è stato utile e positivo per la città ed il
centrosinistra. I verdi hanno fatto un patto politico-elettorale con il movimento civico, fatto di realtà locali interessanti che rappresentano cittadini, associazioni, ecc. Il nostro coordinamento politico è rappresentato da questo mondo e voglio ringraziare pubblcamente il gruppo dirigente dei verdi di Monterotondo per il loro impegno in questi mesi: Valentina, Pina, Serena, Claudia, Alessandro, Gigi, Fabrizio, Daniele, Emanuele, Paolo, Gianfranco... Poi abbiamo un'altra interessante esperienza politica, quella dei comunisti che a Monterotondo hanno cominciato a sperimentare un percorso comune (avendo scelto di fare un gruppo consiliare unico). Guardo a questo mondo con rispetto ed interesse. Abbiamo molte cose in comune e bisogna continuare a condividere idee e progetti, come bisogna guardare con interesse anche a quello che si muove dentro al Pd. In questi anni ho imparato ad ascoltare. Giovanni forte Monterotondo
i mass-media tutti contro berlusconi Rifiutare una bambina perché il padre è un esponete della criminalità è un atteggiamento assurdo. Così si istiga alla discriminazione e si procede in modo diametralmente opposto a quanto cita la nostra Costituzione. Mi riferisco alla situazione di una bimba di 11 anni alla quale a Bari è stato impedito di iniziare l'anno scolastico perché inserita negli elenchi a rischio del tribunale dei minori. La madre aveva provato a chiedere l'iscrizione della figlia in due istituti, alla scuola media Carducci e alla Pascoli. Entrambe, però, le hanno chiuso la porta: la prima per motivi di posti, la seconda invece non ha fornito alcuna spiegazione. La donna, indignata per il comportamento dei dirigenti scolastici, si è presentata alla Carducci minacciando verbalmente la preside Rosa Angela Ferrara, che ha
poi richiesto l`intervento della polizia. Capisco l'esasperazione della madre anche se è necessario mantenere il controllo. La sola vittima, in tutta questa vicenda, è la ragazzina e le istituzioni devono dare un segnale forte che ribadisca il suo diritto a ricevere l'istruzione come ogni altro suo coetaneo". Il provveditore agli studi, Giovanni Lacoppola, ha apertamente criticato l'atteggiamento del dirigente della Pascoli e ha denunciato il tutto all`Ufficio scolastico regionale. La soluzione della controversia sembra comunque essere vicina. Auspichiamo che la vicenda si risolva nel minor tempo possibile per permettere alla bimba un reintegro sereno e senza traumi. Questi episodi ci lasciano basiti e increduli perché, anche nei contesti scolastici, manca purtroppo una cultura dell'uguaglianza e dell'integrazione condivisa. manuela bellantuoni e Antonello De Pierro di “Italia dei Diritti” Bari
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Appuntamento per il 25 ottobre con le “competizioni perdute nel tempo” di CriStinA ArChilletti Dopo il successo dell’edizione 2008 torna, domenica 25 ottobre, dalle 10 alle 17, nella cornice di Via dei Fori Imperiali, “La Memoria dei Giochi di Strada” evento che si ripropone di riportare nel cuore di Roma gli sport, i giochi e le tradizioni di una volta. Le precedente edizione ha visto la partecipazione di oltre 20.000 persone tra sportivi, pubblico, scuole e Federazioni aderenti. L’intento è quello di raccogliere in un’unica e prestigiosa sede tutti quei giochi, alcuni dei quali divenuti vere e proprie discipline sportive, che affondano le radici nel tempo. E’ giusto non disperdere certi valori e necessario riproporre tante attività, spesso dimenticate, al grande pubblico, portando a conoscenza dei più giovani, soprattutto di quelli nati e cresciuti nelle città, l’esistenza storica di attività ludico-sportive che in passato costituivano, oltre che momento di svago, un motivo di aggregazione, unito ad una sana, campanilistica competizione in manifestazioni che vedevano la partecipazione di più comunità, intese come differenti paesi o anche come differenti rioni del medesimo paese. Nelle varie aree ci si potrà cimentare in vari giochi tra i quali il tiro alla fune, la corsa dei carrettini, il lancio della ruzzola e quello della forma di formaggio, il calcio balilla, le bocce, la corsa dei sacchi, gli scacchi con scacchiera umana, il braccio di ferro, il tamburello, il salto della corsa, il palo della cuccagna, la pignatta, la trottola ed il cerchio. L’edizione del 2009 sarà ancor più ricca di appuntamenti, con il coinvolgimento di atleti di discipline sportive e giochi storici praticate con
Culture & tendenze
giovedì 15 ottobre 2009
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La memoria dei giochi di strada a Roma
Arte
Tornare bimbi con un giro di trottola
Un’impronta svela l’opera di Leonardo
foto di bambini che giocano in strada e la “trottola” grande seguito in ogni parte d ’ I t a l i a . L’iniziativa vuole lanciare un messaggio etico che ponga nella giusta ottica anche il fenomeno dello sport nella sua moderna accezione, riproponendone i prodromi al grande pubblico come le attività ludiche che in passato costituivano un momento di svago e di aggregazione nel contesto di una sana competizione campanilistica, per mezzo di manifestazioni che vedevano la partecipazione di più comunità, intese anche come differenti rioni del medesimo paese, ovvero come avveniva nella stessa città di Roma sino a metà del secolo scorso. Verranno allestite diverse aree tematiche quali: una mostra itinerante
d i grafica ed incisioni ispirate ai g i o c h i popolari e trad i z i o n a l i , un’esposizione di antichi attrezzi sportivi e di attrezzi di civiltà rurale ben trenta stand gastronomici con degustazione di prodotti tipici risalenti alle tradizioni popolari con inviti alle pro-loco ed alle rappresentanze dei piccoli comuni italiani e di altre regioni. Verrà organizzata, inoltre, una ricostruzione di momenti ludici
la scoperta a londra
Un capolavoro perduto di Leonardo da Vinci sarebbe stato identificato da alcuni esperti d'arte tramite un'impronta digitale dell'artista. Venduto da Christie's a New York per 19.000 dollari nel 1998, il ritratto, inizialm e n t e attribuito ad un artista tedesco d'iniz i o Ottocento, sarebbe dunque il p r i m o dipinto del maestro italiano a venire alla luce in più di un secolo e varrebbe oltre 100 milioni di sterline. L'opera è in gesso e inchiostro su pergamena e ha le dimensioni di 33cm x 24cm.
vissuti in strada lo scorso secolo mediante manichini e oggetti originali d’epoca a cura dell’Associazione Culturale “Casa delle Scatole”. Il ricavato della mostra di giocattoli verrà destinato ai bambini ricoverati in ospedale in lunga degenza. Concerto di musica popolare a Cerchi Magici. Quest’anno, poi, si intende dare alla manifestazione un respiro internazionale, ed in particolare europeo, invitando le delegazioni di altri Paesi: Francia, Spagna,
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Musica
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Pellicole
Skunk Anansie: come prima ma rinnovati «Hanno un non so che di triste tutte le band che continuano a riformarsi. La gente sembra agire così solamente per soldi. Noi non la pensiamo così. Noi vediamo tutto ciò come nient'altro che l'esordio di una nuova band, rinata. Più vecchi, più saggi, ma senza necessariamente apparire tali!». Così Skin, cantante icona degli Skunk Anansie, di passaggio a Roma per promuovere il nuovo cd in uscita il 23 ottobre, parla del ritorno sulla scena musicale della sua band, che si era sciolta nel 2001. Una rentreé in grande stile, che parte da un greatest hits, "Smashes&Trashes" con tre inediti e un tour europeo in 21 date che ha avuto inizio a Bruxelles il 9 ottobre e si chiuderà il 26 novembre alla Brixton Academy. Per tutte le date c'é già il tutto esaurito. In Italia i fan potranno ascoltarli dal vivo il 15 novembre a Milano e il 16 a Firenze. Una decisione, quella di tornare insieme, che la band spiega così: «Mi ha chiamato il mio manager - racconta all'Ansa Mark Richardson, batterista della band - proponendomi un greatest hits e chiedendomi se volevo essere coinvolto. Così ci siamo incontrati tutti e quattro e abbiamo deciso che volevamo tornare insieme. Ci siamo divertiti così tanto di nuovo riuniti, che abbiamo deciso di continuare. Questo è l'elemento che ci dato la spinta». Un ritorno che ha le radici in quello che era la band prima, accompagnato dal desiderio di rinnovamento. "Siamo ancora gli Skunk Anansie - aggiunge Skin - Ci siamo sviluppati nella musica, abbiamo nuove idee,
giovedì 15 ottobre 2009
Tutte le date sono sold out. Comprese le due tappe italiane, il 15 novembre a Milano e il 16 a Firenze
Cantano Sting, Bono ed elton John
L’ultima irriverente opera di Cohen Sting, Bono ed Elton John cantano a sorpresa nella sigla di coda di “Bruno”, l'ultimo irriverente film di Sacha Baron Cohen, in Italia dal 23 ottobre prossimo. Diretto da Larry Charles, prodotto, cosceneggiato e interpretato dallo stesso C o h e n , Bruno è un giornalista di moda gay che, ostentando la sua sessualità e la sua nazionalità, austriaca, scatena una serie di sketch al limite tra finzione e realtà. «Mettete da parte le bombe e i fucili e fate l'amore per sempre», canta Bono degli U2 nella canzone-sigla.
il regista è l’indiano roshan Abbas
Presto un film su facebook
Gli Skunk Anansie ma siamo sempre noi. Si ricomincia con un greatest hits e nuove produzioni, ma siamo ancora gli Skunk Anansie». I nuovi brani (Because of you, Tear the place up e Squander, ndr) sembrano «enfatizzare ciò che di più buono ha la band - continua Skin - testi forti, ritornelli incisivi, ottimi arrangiamenti e qualche stranezza in mezzo». Ma questo è solo l'inizio, come spiegano gli stessi membri della band. I progetti futuri
sono numerosi. «Stiamo programmando un nuovo album annuncia divertita Skin - dopo il greatest hit e il tour. Ci stiamo divertendo molto, abbiamo solo bisogno di tempo per gustare il fatto di essere di nuovo una band. Abbiamo bisogno di lavorarci su, dedicarci alla produzione nel nostro stile. Al momento lo show è fantastico e penso che ascolterete nuova musica degli Skunk Anansie». (Ansa)
Dalla realtà virtuale a quella filmica. Shah Rukh Khan, una delle star di Bollywood, produrrà un film su Facebook. La pellicola, nella quale potrebbe recitare lui stesso, segna il debutto come regista di un presentatore indiano, Roshan Abbas. Il film è basato su una sceneggiatura dello stesso Abbas, si intitola “Graffiti, Cartoline dalla Scuola”.
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Grande SChermO
Un noioso polpettone
Lo scoop che salva l’hacker la ragazza che gioca con il fuoco Regia: Daniel Alfredson con Noomi Rapace e Michael Nyqvist Seconda parte con più sangue e dolore di "Uomini che odiano le donne" e protagonista assoluta Lisbeth Salander, l'hacker androgina. Questa volta finalmente scopriremo molte cose sul suo passato. La madre vittima di un padre violento. Internata in un istituto psichiatrico a dodici anni ed una vita costellata di ingiustizie. Dopo l'uccisione di due giornalisti di Millennium e del suo tutore, tutti credono che Lisbeth sia l'assassina. Il direttore della rivista, Mikael Blomqvist, invece l'aiuterà a scoprire i colpevoli, con un vero e proprio colpo di scena finale. Qualche passaggio nebuloso per chi non ha letto il libro
Pagina a cura di lUCiAnA veCChioli
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Un secolo di storia italiana
Barbarossa Regia: Renzo Martinelli con Rutger Hauer, Raz Degan, Kasia Smutniak A parte alcune falsità storiche già rivelate dagli esperti (vedere articolo di Franco Cardini sul quotidiano Il Tempo), il film è un noioso polpettone in costume infarcito da una lunga serie di slogan tanto cari alla Lega di oggi. Concetti e parole d'ordine da sempre sbandierati dal Carroccio, che suonano fuori luogo. Al di là delle legittime convinzioni politiche di ognuno, stupisce che un regista del calibro e della capacità di Martinelli, autore di pellicole come Vajont, abbia potuto realizzare un prodotto cinematografico così scadente, non al livello dei precedenti. Sceneggiatura sfilacciata, dialoghi eccessivamente enfatizzati, sequenze dei combattimenti poco credibili. Sembra una pellicola propagandistica, neanche riuscita tanto bene.
giovedì 15 ottobre 2009
Baarìa Regia: Giuseppe Tornatore con Francesco Scianna, Margareth Madè, e unaffollatissimo cast di attori noti
Ksenia rappaport e filippo timi in una scena del film “la doppia ora” dell’esordiante regista Giuseppe Capotondi
i segreti di quel mega-concerto
Un thriller sotto zero
Motel Woodstock
incubo bianco
Regia: Ang Lee con Demetri Martin McAdams Woodstock come non lo avete mai visto. Senza star, senza Jimi Hendrix, Janis Joplin o Joe Cocker. A quarant'anni dallo storico concerto ecco un bel film che racconta come è nato uno degli eventi più famosi della storia della musica e non solo. Tratto dal libro autobiografico di Elliot Tiber, è la storia di un ragazzo di provincia che per rilanciare il fatiscente hotel di famiglia creò le condizioni per realizzare il memorabile raduno. Dopo la rinuncia della cittadina di Wallkill (dove ancora si mordono le mani), Elliot contatta gli organizzatori ed offre l'hotel come base per l'evento. Poi convince il suo vicino di casa, proprietario di una fattoria di 250 ettari che produce latte, ad ospitare il festival.
Regia: Dominic Sena con Kate Beckinsale, Gabriel Macht
il miglior tarantino doc
Francia. Il colonnello nazista Hans Landa (uno strepitoso Christoph Waltz, capace di esprimere contemporaneamente ironia e ferocia) entra a passi lenti nell'abitazione di un contadino e delle sue figlie. Sotto le tavole del pavimento è nascosta una intera famiglia di ebrei. Il duello dialettico tra i due è finemente studiato e calibrato, drammaticamente esilarante. Leit motiv di tutta la pellicola, con un cast di attori che riesce alla perfezione ad incarnare lo stile di uno dei registi più innovativi di Hollywood.
Bastardi senza gloria Regia: Quentin Tarantino con Brad Pitt, Eli Roth, Christoph Waltz Un consiglio: il film va visto assolutamente in lingua originale con i sottotitoli, altrimenti perde gran parte della sua bellezza. Forse il miglior lavoro di Tarantino, sicuramente il più ispirato. Primi anni dell'occupazione tedesca in
Il continente più freddo ed isolato della terra. Temperature fino a -50. Vento a cento miglia l'ora. Una lunga serie di inspiegabili delitti. Una poliziotta depressa che ha scelto di lavorare nella base dell'Antartide (dalla quale non vede però l'ora di andarsene) e che dovrà scoprire i misteri dei cadaveri trovati in un aereo russo sepolto nella neve. Un thriller sotto zero. Tutti qua gli elementi di un film un po' scontato, la cui unica emozione arriva dagli sterminati paesaggi di ghiaccio. A ben pensarci qualche sensazione affiora anche quando il medico taglia le due dita assiderate della mano alla protagonista.
Il mondo di Tornatore. La Bagheria dove è nato e vissuto per 28 anni, descritta con passione e dovizia di particolari. Un microcosmo attraverso il quale passa tutta la Storia. Una cittadina che cambia come cambiano i suoi abitanti. Dagli anni '10 fino ad oggi. Scene di vita rurale e contadina del primo '900 passando attraverso il fascismo, la guerra, l'arrivo degli americani, il referendum Monarchia e Repubblica, le lotte sindacali, la conquista delle terre, la mafia, la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il '68, la ribellione. Su tutto, l'amore tra Ninetta e Peppino. Come sempre scrupoloso e attento ai dettagli, il regista ci regala un kolossal che racchiude tutta la sua maestria, con una fotografia ed una ambientazione scenografica da Oscar.
Un noir con colpi di scena la doppia ora Regia: Giuseppe Capotondi con Ksenia Rappoport, Filippo Timi Felice esordio alla regia di un giovane cineasta con un passato di videoclip e spot pubblicitari. Un film di genere come ormai non se ne vedono da tempo in giro. Molto curato, ben scritto e diretto, un intreccio narrativo originale e pieno di colpi di scena. Coppa Volpi a Venezia per la protagonista Ksenia Rappoport che insieme al sempre bravo e credibile Filippo Timi danno vita ad una storia che sfuma verso l'horror, il noir ed il thriller. Lei è una cameriera che arriva da Lubiana. Lui, il custode di una lussuosa villa. Si incontrano ad uno speeddate ed è subito amore, fino a quando non rimangono coinvolti in una rapina.
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scoppiate
Giorgio Armani
Il freddo dovrebbe avvicinare chi si ama, per scaldarsi meglio. Invece nel mondo dello showbiz le coppie scoppiano. Stranezze del nuovo millennio. Aida Yespica, dopo solo un mese di dolce liaison, ha rotto con l'imprenditore Emilio Rodriguez. Secondo Chi i due hanno battibeccato alla grande durante una cena al ristor a n t e dell'Hotel Bulgari a Milano. Son volate parole grosse, poi l'uomo si è alzato e, dopo aver sganciato i soldi per il conto, se n'è andato. Destinazione Barcellona. Pare che Aida, alterata, abbia gridato: "Con me ha chiuso". Fuoco di paglia. Stesso destino per Sara Varone e Matteo Guerra. L'idillio che aveva fatto infuriare la 'pasionaria' del GF9 Daniela Martani si è spento, sempre secondo il settimanale diretto da Alfonso Signorini. Ancora non si conoscono le cause dell'addio, che ci sia ancora l'ex hostess di mezzo? Oppure Matteo, corteggiatore doc, ha già messo gli occhi su qualche altra starlette?
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Versace propone Armani come senatore a vita
Aida Yespica e Sara Varone tornano single
Aida Yespica e Sara varone (in basso)
giovedì 15 ottobre 2009
Dal gruppo Armani, in assenza del capo, nessun commento ufficiale sulla candidatura a senatore a vita per lo stilista. Santo Versace lo ha proposto per la carica di senatore a vita, con una lettera a Napolitano e al Corriere della Sera. Proposte di candidature, Armani ne aveva avute tante, peraltro 'da vari partiti'
come aveva egli stesso ammesso con una certa soddisfazione, come a dire 'tutti mi vogliono'. Finora aveva sempre resistito. Giorgio Armani come Sergio Pininfarina, designer d'avanguardia, l'ultimo in ordine di tempo a ricevere la carica. Per Napolitano sarebbe la prima nomina di un senatore a vita.
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L’esclusa
Naomi di nuovo in vacanza
Paola Perego ora vuole fare anche l’attrice
Se in europa è arrivato il freddo, a Miami prosegue la bella stagione. Così dopo gli impegni sulle passerelle di Milano e Parigi, la supertop naomi Campbell è volata in florida per rilassarsi un po’ insieme al fidanzato e milionario russo vladislav doronin. Matrimonio in vista? Per le nozze il problema c'è: vladislav non ha ancora ottenuto il divorzio dalla prima moglie, sposata 21 anni fa.
Il disturbatore Paolini confessa tutto al giudice Il disturbatore Gabriele Paolini, dopo circa 20.000 incursioni davanti alle telecamere e decine di processi subiti, va in pensione. Lo ha confermato lui stesso ieri in tribunale a Roma, å≠dove è sotto processo per interruzione di pubblico servizio, molestie, violenza privata e altri reati. «Mai più blitz in televisione» assicura il disturbatore, «anche se quelle erano espressioni artistiche». Paolini dice anche che per quei blitz, noti in anticipo, ha percepito 130mila euro, e tutti in nero.
Paola Perego «A me sarebbe gradito rifare “La talpa”. Magari, nel frattempo, mi metto a fare l'attrice». Così Paola Perego in un'intervista a “Chi”. Nell'intervista la Perego, commenta per laprima volta la scelta di Mediaset di cancellare “La Tribu'”: la verità è che tutto il lavoro è andato perduto, è un’occasione mancata per tutti. E 100 persone hanno perso il lavoro. Poi parla dell'ipotesi di recitare come protagonista in un tv movie scritto da Rossella e Simona Izzo, che Mediaset sta valutando.