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Anno II - n. 161 - Giovedì 19 agosto 2010

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Ora di punta di

NuCCiO Fava

Il peso di quella bara vuota

omo delle istituzioni più che U politico di partito, Francesco Cossiga avrà ponde-

rato a lungo la sua scelta: funerali privati nella sua terra, l’amata Sardegna, senza rappresentati ufficiali delle istruzioni. Alle istituzioni tuttavia, in quanto tali, espressive dell’ordinamento costituzionale e democratico della Repubblica, Cossiga ha voluto confermare attaccamento, fedeltà e gratitudine con le quattro lettere indirizzate alle più alte cariche dello Stato. ndimenticabile però, nell’animo del Presidente emerito, il ricordo della cerimonia in San Giovanni – officiata da papa Montini - dopo l’assassinio di Moro con la bara vuota d’innanzi a tutti i leader impietriti e sgomenti: la famiglia dello statista democristiano aveva scelto polemicamente il cimitero di Turrita Tiberina, dove riposa ormai anche la moglie, “la diletta Norina”, destinataria delle ultime dolci e strazianti volontà del marito. Cossiga comprese e, già dimissionario, ne restò segnato profondissimamente senza mai riuscire a superare del tutto quel senso di colpa da lui stesso ricordato in più occasioni. orse però la scelta dei funerali privati esprime anche il disagio e l’inquietudine mai nascosti da Cossiga che, con interventi spesso ironici e irridenti, non mancava di sottolineare il suo disagio per una condizione politica ed etico-civile dell’Italia che non amava. In vario modo del resto, non solo con le picconate, Cossiga aveva cercato di contribuire a modificarne il corso. Il bilancio doveva apparirgli però infruttuoso e negativo. Con il suo temperato pessimismo e la forte fede cristiana ha forse voluto lasciarci questo ultimo messaggio da semplice cittadino che affronta la morte senza orpelli e fanfare.

I

quotidiano EdiZiONE ESTiva

Feltri e il Giornale. Smentiti dal “testimone chiave”

La telenovela-beffa di Montecarlo L’ingegnere Giorgio Mereto, che il Giornale berlusconiano aveva presentato come “testimone chiave” di una visita di Fini alla famosa casa di Montecarlo (dove alloggia come inquilino il fratello della compagna di Fini), smentisce le frasi attribuitegli e minaccia di querela il direttore, Vittorio

L’omaggio dei presidenti

Feltri. Il quale insiste con la telenovela costruita per condurre l’opera di killeraggio nei confronti del presidente della Camera, gettandogli addosso fango per punirlo della “insubordinzione” al Cavaliere. Ieri Fini ha avuto occasione di parlarne anche con Gianni Letta, che ha brevemente incontrato al Gemelli dopo l’omaggio alla salna di Cossiga, ribadendogli che chiunque alimenti i conflitti politici attacando le istituzioni (presidente della Camera e presidente della Repubblica) non fa che daneggiare il paese e gli italiani. Va aggiunto che Bossi lo ha invitato a dimettersi, ma facendo leva su una motivazione politica: la perdita di consenso nel partito che lo ha eletto. Berlusconi invece lancia messaggi ai “finiani moderati” e ha invitato i suoi fedelissimi e “riportarne a casa” almeno uno testa: che una tecnica condolidata da venditore di pentole o di abbonamenti televisivi.

ai LETTORi

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in edizione stampabile esce in estate con foliazione ridotta e non viene pubblicato la domenica e il lunedì il sito invece viene aggiornato 7 giorni su 7 L’omaggio di Napolitano, Ciampi e Scalfaro alla salma di Cossiga ieri al Gemelli. Oggi i funerali privati a Sassari

BuON FERRaGOSTO


VentiquattrOre

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In Italia e nel Mondo

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riCCo iL boTTiNo

iL riTorNo

Morte Cossiga Napolitano: “Ho salutato un amico”

Un ricco bottino, tra gioielli e quadri, quello saccheggiato dalla casa romana di Silvana Pampanini, una delle più grandi dive del passato. Il furto sarebbe avvenuto nel giorno di Ferragosto mentre la Pampanini, 85enne, era in vacanza al mare. Visto il gran numero di oggetti portati via dall'appartamento, gli investigatori non escludono che i ladri si siano intrattenuti nella casa della Pampanini per un paio di giorni. Avvertita del fatto l'attrice sarebbe sotto choc. I ladri infatti avrebbero portato via non solo oggetti di valore, ma soprattutto i ricordi di 40 anni di carriera fra teatro e cinema. Silvana Pampanini ha lavorato con i più grandi interpreti del cinema dell'epoca tra cui Totò, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Gassman.

Irene Pivetti, ex presidente della Camera ed ex enfant prodige della politica, torna sulla scena, in veste di assessore comunale. La sua designazione ad assessore a Reggio Calabria è stata annunciata dal sindaco, Giuseppe Raffa. “Più che un ritorno – precisa lei – è la riaffermazione di un impegno nel sociale che questa volta, però, ha come scenario un’area che necessita di estrema attenzione, sul piano economico ed occupazionale”. La nuova giunta comunale di Reggio Calabria nasce dopo che il sindaco Raffa, ha di fatto, modificato per gran parte il suo esucutivo, atto dovuto a una serie di contrasti nella maggioranza di centrodestra.

Ieri alle 9,20, con quaranta minuti di anticipo rispetto all'orario previsto, all'arrivo del segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, è stata aperta la camera ardente del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Bertone ha benedetto la salma che martedì è stata traslata nella chiesa centrale dell'Università cattolica di Roma. Davanti alla chiesa, si è radunata fin dal primo mattino una piccola folla di giornalisti e gente comune. Pochi minuti prima dell'apertura della camera ardente, sono arrivati i figli di Cossiga, Giuseppe e Anna Maria. Numerose le corone di fiori. Tra le altre, quelle del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio dei ministri e della Corte Costituzionale. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha detto: “II mio è un piccolo omaggio ad un grande uomo di Stato, ho salutato un amico". Schifani, invece ha annunciato che “al Senato alla ripresa dei lavori, di intesa con la famiglia e con le alte cariche, con il presidente della Repubblica e con il governo, organizzeremo all'interno dell'Aula un momento per commemorare la figura di uno statista alto e grande". Anche papa Benedetto XVI ha espresso cordoglio per la morte di un “autorevole protagonista della vita nazionale italiana e uomo di fede". Nel pomeriggio è arrivato Berlusconi che ha salutato i figli di Cossiga. Intanto stamattina si celebrano i funerali a Sassari nella chiesa di San Giuseppe.

Saccheggiata la casa della Pampanini

Pivetti assessore a reggio Calabria

Amauri denunciato per oltraggio

TerMoLi

Di Pietro cade dalla moto e si fa male Meno gravi del temuto le conseguenze di una caduta per Antonio di Pietro: si era parlato di fratturadel malleolo tibiale destro. Invece pare si tratti di una forte distorsione alla caviglia curata con una fasciatura all’ospedale di Termoli. Il leader dell'Idv aveva preso in prestito dal figlio una due ruote di grossa cilindrata. La scarsa dimestichezza con il mezzo o il brecciolino sull'asfalto hanno provocato l'incidente.

il centravanti brasiliano della Juventus, Amauri, è stato denunciato dai carabinieri della Compagnia di Moncalieri per oltraggio a pubblico ufficiale. il giocatore si è visto contestare un'infrazione di divieto di sosta all'uscita da un locale nella cittadina dell'hinterland torinese e la sua reazione, secondo la versione dei militari, è stata eccessiva, al punto da indurre gli uomini dell'Arma a denunciarlo per oltraggio.

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione tel. 06 86293192 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Editrice: GECEM (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Registrato al ROC Partita Iva 09937731009

L’OnOmasticO Giovanni San Giovanni eudes, nato in Normandia nel 1601, muore nel 1680. Divenuto un attivista e un devoto di Maria è ordinato sacerdote nel Collegio dei gesuiti di Caen. Da qui parte per assistere gli appestati nella regione di Argentan. in seguito si consacra alle missioni parrocchiali. riesce a far costruire un seminario, dando vita alla «Congregazione di Gesù e di Maria ».

accadde Oggi 1573: Gran Sasso il 19 agosto 1573 il Capitano bolognese Francesco De Marchi, con un piccolo gruppo di compagni, compì la prima ascensione documentata alla vetta del Gran Sasso


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giovedì 19 agosto 2009

In Italia e nel Mondo

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GoSSiP

VeNeziA

Michael Douglas ha un tumore alla gola. Lo rende noto il sito web della rivista People. Il noto attore americano, 65 anni, premio Oscar, si sottoporrà presto a un ciclo di radioterapia e chemioterapia di circa otto settimane. I medici gli hanno consigliato di optare per un ricovero ospedaliero. “Sono molto ottimista”, è stato il commento a caldo di Douglas, secondo quanto riferito dal suo portavoce. Vincitore di ben due Oscar, uno nel 1975 come produttore con “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, l’altro come miglior attore protagonista in “Wall Street” nel 1988, Michael Douglas è sposato d con l’attrice Catherine Zeta-Jones.

Una maxi evasione di 91 milioni di euro è stata scoperta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia, che ha accertato un particolare sistema di frode fiscale realizzato nell'ambito della commercializzazione di opere d'arte attraverso il "sistema delle televendite". Secondo la GdF venivano omesse fatturazioni e dichiarazioni di redditi e Iva ad alcuni dei principali operatori del settore delle vendite in tv di arte. Oltre ai 91 milioni di euro, anche di altri 55 milioni di Irap e 18 milioni di euro per violazione all'Iva. Le indagini hanno consentito di accertare anche l'omesso versamento alla Siae di oltre 2 milioni di euro.

Tumore alla gola per Michael Douglas “Sono ottimista”

bArbArANo ViCeNTiNo

Maxiteletruffa di opere d’arte

AFGHANiSTAN

Assessoreleghista Tiene in gabbia indagatopersquillo per 3 mesi la moglie L’assessore leghista alla sicurezza nel Comune di Barbarano Vicentino, Alessandro Costa, è indagato per l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e gli uffici dell’assessorato nell’ambito di un’indagine su sfruttamento della prostituzione che vede al centro alcuni siti internet a luci rosse. Secondo l’accusa Costa era a capo di un’organizzazione che faceva affari con gli annunci di escort su internet. L’indagine della procura di Padova, avviata da oltre due anni, ha messo sotto la lente gli indirizzi “bestannunci”, già oscurati dalla squadra mobile di Verona nel marzo dello scorso anno. L’assessore Costa, che lavora come vigile urbano in un altro comune vicentino, è sospettato dagli inquirenti di essere al vertice dell’organizzazione che faceva affari con gli annunci hot su questi siti per appuntamenti.

Storia di ordinaria follia in Afghanistan: un uomo ha segregato la moglie in una gabbia per 105 giorni torturandola e negandole il cibo. «Mio marito mi ha incarcerato per 3 mesi e mezzo. Sono innocente, non potevo vedere i miei figli, né avere cibo. Lui è un giocatore», ha detto Shafiqa, 35 anni, liberata dalla polizia, che ha arrestato l'uomo con l'accusa di essere un giocatore d'azzardo.

CoSe Di queSTo MoNDo

Partorisce in auto prima di morire

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na donna incinta di 28 anni è morta in un incidente stradale avvenuto martedì sera a Gironico, nel Comasco. La donna si è spenta prima di arrivare all'ospedale, ma i medici, sia pure in condizioni estreme, sono riusciti a fare nascere la bambina. La neonata versa ora in gravi condizioni. Nello scontro frontale tra due auto sono rimaste ferite

altre cinque persone, alcune in modo grave. Ignote le cause dell'incidente. Le condizioni della bambina sono molto serie e gravi, è in prognosi riservata", spiegano dall'ospedale Sant'Anna. Mentre i medici tentavano di rianimare la 21enne in ambulanza, la dottoressa si è accorta che non c'era più nulla da fare e ha preso "una decisione eroica

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e di grande competenza", e ha fatto nascere la bambina con un cesareo. Mancavano infatti solo sette giorni alla nascita quando il violento scontro ha ucciso la donna. Lo schianto è avvenuto intorno alle 22 sulla provinciale Leonardo Da Vinci a Gironico, in provincia di Como, all'altezza della ditta Taborelli. Ora c’è preoccupazione per il neonato.

Narni,morti inunoscontro dueragazze eunminorenne Tre giovani di Narni (Terni), due ragazze di 18 anni e un 17enne, sono morti dopo che l'auto sulla quale viaggiavano è finita fuori strada nei pressi della città. Ferito un 20enne che era alla guida del mezzo. L'auto, un'Alfa 147, ha preso fuoco dopo essere finita fuori strada. Non è chiaro se le ragazze, che viaggiavano sui sedili posteriori, siano decedute per lo schianto o per l'incendio. il terzo giovane è morto in ospedale per le gravi ferite. L'incidente è avvenuto sulla vecchia Statale ortana, in località Stifone. i giovani stavano tornando a casa dopo aver trascorso la serata presso il circuito internazionale di go kart di Viterbo. L'Alfa era diretta verso Narni quando, per cause ancora in corso di accertamento, ha sbandato, finendo prima contro il guardrail e poi urtando alcuni piccoli pilastri di cemento che si trovano sul bordo della carreggiata. Nell'urto l'autovettura si è letteralmente disintegrata, poi ha preso fuoco. Alla guida dell'auto c'era un ventenne rimasto ferito lievemente.


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tribuna

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Sovraffollamento delle carceri

Esistono già le leggi per svuotarle

“Quando l’odio diventa codardo se ne va mascherato in società e si fa chiamare giustizia” (Arthur Schnitzler) Si sta discutendo del disegno di legge riguardante l’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a un anno. Probabilmente i politici a giorni lo approveranno perché non ne possono fare a meno dato che i carceri stanno scoppiando dal sovraffollamento. Ma non credo che ci fosse bisogno di una legge per applicare altre leggi, perché se la magistratura di sorveglianza applicasse le misure alternative, le galere italiane non sarebbero così stracolme. E poi perché non dare una possibilità anche a quei detenuti che sono da tanti anni in carcere? Ci sono uomini da più di vent’anni chiusi fra quattro mura, che fare di questi uomini? Molti di loro sono ancora recuperabili, forse più di quelli che hanno da fare un anno e che sono dentro da pochi mesi. Questo governo di centrodestra ha riempito le carceri di spazzatura umana per mantenere l’unica promessa elettorale del suo programma politico. Cosa che probabilmente farà anche il prossimo governo di destra, o di sinistra se vincerà le prossime elezioni. Sia il centrosinistra sia il centrodestra sono d’accordo solo su una cosa: riempire le carceri come delle scatole di sardine e usare l’emergenza mafia per continuare a prendere voti. Per sconfiggere il sovraffollamento delle galere italiane, non serve costruire nuove prigioni: basterebbe svuotarle. E per svuotarle basterebbe cambiare le regole sociali. Il carcere in Italia non è altro che lo specchio di fuori, dell’ingiustizia, della sofferenza, dell’emarginazione, della morte e degli avanzi della società perbene e disumana. La riflessione di un’amica mi ha fatto amaramente sorridere: «Mi ha fatto effetto leggere la parola “cancello aperto”, in un carcere si usa lo stesso linguaggio che si usa per gli animali». Carmelo Musumeci

giovedì 19 agosto 2010

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Le migLiOri deL giOrnO

Alimentari L’inganno del kilometro zero Alimenti a kilometro zero. E' la nuova moda di chi crede di risolvere i problemi ambientali ed economici con l'acquisto dei "prodotti del contadino". Visto che il contadino non coltiva nei centri cittadini, occorre che il consumatore vada sul campo o che il contadino arrivi in citta'. In entrambi i casi i km non sono zero ma qualche decina. Dunque, che senso ha affermare che un alimento è a kilometro zero? Questa situazione si configura solo da chi ha un orto personale sotto casa e non da chi acquista prodotti della "nostra terra". Si dira' che qualche decina di kilometri sono niente a confronto delle migliaia che percorrono gli alimenti provenienti dai Paesi d'oltreoceano. Vero, va solo aggiunto che il nostro Paese produce la meta' del grano e delle olive che servono per produrre la farina della nostra pasta e pane e dell'olio di oliva che consumiamo; se non importassimo tali prodotti saremmo alla fame. Recentemente la provincia di Venezia ha lanciato l'operazione "kilometro zero", ma nella sola Venezia le presenze turistiche (alberghi, pensioni, affittacamere, ecc.) nel 2009 sono state di circa 9 milioni. Come la sfamiamo questa moltitudine di turisti? Con i prodotti a kilometro zero? Aduc

Furti in treno Come farsi rimborsare In questo periodo aumenta il umero dei viaggiatori in treno e l'occasione è ghiotta per i ladri, che vedono aumentare le possibilità di mettere a segno qualche colpo in più. Che fare in caso di

Giannelli sul “Corriere della sera” furti? L'informazione non è molto diffusa ma è possibile farsi risarcire il danno derivante dai furti subiti durante un viaggio in treno. Non per tutti i treni ma per gli Eurostar, gli Intercity (gran comfort), i vagoni letto e le cuccette. Nel prezzo del biglietto è infatti compresa una quota assicurativa che consente di chiedere un rimborso per il furto. Vediamo in particolare. Eurostar e Intercity: sono indennizzati i furti solo per le valigie sistemate nell'apposito vano portabagagli, all'estremità delle carrozze. Il rimborso è di 260 euro per valigia per un massimo di due valigie, il massimale e' quindi 520 euro. Vagoni letto e cuccette: oltre alle valigie sono previsti risarcimenti per il furto di portafogli, macchine fotografiche, computer, ecc., a condizione che le porte siano state chiuse. Il massimale e' di 520 euro. Il passeggero dovrà segnalare il furto al personale del treno, fare la denuncia alle forze di polizia o alla Autorità giudiziaria entro 3 giorni e inviare la richiesta entro 15 giorni a: Trenitalia - Assistenza passeggeri Piazza della Croce Rossa 1 - 00161 ROMA. oppure presso gli Uffici passeggeri della stazione di arrivo. Occorre naturalmente allegare alla richiesta copia della denuncia e il biglietto. Aduc

Sprechi Le spese della Camera (ma anche le altre) Avevamo detto che la questione dello stipendio dei parlamentari era il fumo. L'arrosto è altrove. A conferma della esattezza della nostra analisi arriva la denuncia dei Radicali sugli affitti e servizi, e loro tipologia, pagati dalla Camera dei Deputati: 586 milioni di euro (piu' di mille miliardi delle vecchie lire), in 10 anni. Spese consistenti a fronte delle quali la riduzione dello stipendio dei parlamentari e' ridicola. Serve ad accontentare gli ingenui. Si potrebbe fare altrettanto per tutte le spese pubbliche: si scoprirebbe, per esempio, che per cambiare una lampadina si spendono 17 euro quando al negozio costa 1 euro. Nella sanita' se venissero applicati i criteri della logistica moderna si potrebbe risparmiare fino al 20% della spesa, vale a dire qualche migliaio di miliardi. Non siamo noi a dimostrarlo ma esperti tedeschi di logistica e pianificazione aziendale. Lo spreco dipenderebbe dai troppi fornitori, dai volumi delle giacenze, da ritardi contabili, ecc. E se lo dicono i tedeschi, che sono maniaci della organizzazione, non possiamo che crederci. Invece, da noi, si fa fumo. Tanto. Primo Mastroianni


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preVidenZa Finestre

Per lei si aprirà 7 mesi più tardi Il 20 luglio 2012 raggiungerò, a 58 anni, i 40 anni di contributi che mi ero prefisso da tempo. Fino all’emanazione dell’ormai famoso decretolegge di maggio, la mia finestra di uscita sarebbe stata quella di gennaio 2013. Ora, invece, di quanto sarò penalizzato? F. Riggi, Caltanissetta Con le nuove norme governative, dovrà attendere 13 mesi dal raggiungimento dei requisiti per percepire il primo assegno della sua pensione. in pratica, da agosto 2013.

Finestra mobile

Pensione con un anno di ritardo Sono assistente in uno studio professionale. Vorrei andare in pensione con 40 anni di contributi, evento che si realizzerà a gennaio 2012. Ciò premesso, vorrei sapere da quando partirebbe la mia prestazione economica e se anch’io sarò soggetto a quella che ora viene definita “finestra mobile”. E. Rossi, Padova

Risponde il dottor aNTONiNO NiCOLO’ Potete inviargli i vostri quesiti direttamente all’indirizzo e-mail: toniconc@libero.it oppure potete telefonargli al numero 388 0554031 ogni giovedì dalle 15 alle 18

dopo il nuovo decreto

Dovrà attendere un anno in più per percepire la pensione Mia madre è una signora nata a maggio 1951. Ha lavorato in gioventù ma, per esigenze di famiglia, ha dovuto abbandonare il lavoro a 42 anni, nel 1993. Aveva raggiunto quasi 17 anni di contributi e poteva giovarsi della possibilità di ottenere la pensione con soli 15 anni di versamenti. Con il decreto legge di maggio scorso, avrà danni nella decorrenza della sua pensione? F. Galli, Cremona Purtroppo, sì. Poiché compirà nel 2011 i 60 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia, dovrà attendere la finestra di uscita che si aprirà, in virtù della nuova normativa, dopo un anno e precisamente a giugno 2012.

all’INPDAP. Mi dicono che comunque non potrò andare in pensione prima dei 65 anni. E’ vero? D. Ricci, Latina

La finestra mobile si applica anche a quei lavoratori che maturano il diritto al pensionamento di anzianità con 40 anni di contributi. Pertanto, lei riceverà il primo assegno di pensione il 1° febbraio 2013.

No, non è vero. In alternativa alla pensione di vecchiaia esiste, come sa, la pensione di anzianità. E proprio quest’ultima prestazione le consentirà di andare in pensione con decorrenza novembre 2013. Ciò in quanto maturerà i requisiti richiesti ad ottobre 2012, quando avrà 60 anni di età e 38 di contributi.

agenzia delle entrate

dipendenti privati

Non dovrà aspettare i 65 anni

Vecchie finestre con 40 anni contributivi

Sono una dipendente dell’Agenzia delle Entrate ed ho compiuto 58 anni lo scorso mese di giugno. Sono stata assunta il 15 ottobre 1974 e, quindi, posso contare su circa 36 anni di contribuzione

Vorrei una sua risposta su un quesito al quale io ed i miei amici diamo una soluzione molto differenziata: quale sarà la prima finestra utile di uscita per coloro che, da dipendenti privati, raggiun-

gono i 40 anni di contributi entro il 31 dicembre di quest’anno? L. Prisco, Napoli i lavoratori che maturano i requisiti dei 40 anni di contributi entro il 31 dicembre 2010, hanno diritto a veder loro applicate le vecchie finestre di uscita. Pertanto, la prima che si presenterà loro è quella del 1° aprile 2011.

aspettando il 2014

Se ne parlerà a ottobre 2015 Mio marito maturerà 40 anni di attività lavorativa (ivi compresi 4 anni di riscatto laurea ed 1 anno di militare), il 1° settembre 2014. Due mesi dopo compirà 61 anni. A quella data (novembre) potrà andare in pensione o gli toc-

avvertiamo i lettori che alcuni quesiti e relativi pareri vengono ripetuti perché riguardano argomenti che hanno già ottenuto risposta

cherà attendere ancora? V. Leone, Catania Dovrà attendere ancora 12 mesi da quando maturerà il diritto, perché nei suoi confronti si applicherà la finestra a “scorrimento”. Pertanto, la sua pensione decorrerà dal 1° ottobre 2015.

contributi volontari

Meglio versare quei quattro anni Mia sorella, 56 anni, da ragazza aveva svolto lavoro dipendente. Nel 1991 ha dovuto smettere quando i contributi versati erano poco più di 11 anni. Fece domanda per i versamenti volontari, ma non effettuò alcun pagamento. Le chiedo: quanti anni dovrà versare per aver diritto a 60 anni alla pensione di vecchiaia? In sostanza, le conviene completare i versamenti? S. Ferrara, Palermo Sua sorella può aver diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni con soli 15 anni di contributi, in quanto aveva avuto l’autorizzazione ai versamenti volontari prima del 31-12-1992. Pertanto, le conviene sicuramente versare i quasi 4 anni che le sono necessari. Tenga presente che le somme pagate potranno essere scaricate dall'irpef.


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sOciaLe a CuRa di

FidaLMa FiLippELLi

Manicomi giudiziari

Nessuno ne parla eppure a esistono ancora

In Italia si denuncia sempre più spesso il sovraffolamento delle carceri, senza tuttavia effetti consequenziali sul piano degli interventi politici pratici. Qualche eminente personaggio in cerca di rinnovata visibilità va a visitare i detenuti a Ferragosto e finisce là. Esiste, inoltre, una zona nera costituita dai “manicomi” giudiziari di cui nessuno parla e che andrebbe invece segnalata con forza dai media. I mali cronici di questa realtà sono il sovraffollamento, le misure di coercizione con la pratica abituale di legare le persone ai letti, la somiglianza impressionante delle strutture coi vecchi manicomi e, dulcis in fundo, l’incertezza della durata della pena dovuta al fatto che si

iL casO

tratta di una misura di sicurezza piuttosto che di una pena vera e propria. Gli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari) in Italia sono sei e secondo l’Associazione Antigone sono tutti dotati di una o più sale di coercizione, con letti provvisti di cinghie di cuoio ed in alcuni casi un buco al centro per i bisogni fisici. Il dato circa le presenze negli Opg riportato dal Rapporto Antigone relativo al 31 dicembre 2008 riferisce di 1313 persone detenute (1230 uomini) per una capienza regolamentare di 955. I dati riguardanti le misure coercitive sono fermi al 2004 ed in base alle cifre disponibili almeno un internato su sei ha fatto questa esperienza. Secondo Antigone il valore in questione è

sottostimato perchè non sono disponibili numeri certi sulle strutture di Napoli e Aversa. A proposito dell’Opg di Aversa (in provincia di Caserta), esso è divenuto tristemente noto nel tempo per essere una delle realtà carcerarie in cui si riscontra il più elevato numero di suicidi tra i detenuti. Tutto questo dovrebbe far riflettere l’opinione pubblica attraverso la mediazione di una stampa attenta e preparata. Ed invece il

disagio mentale fa la sua comparsa più nelle pagine di cronaca -soprattutto nera - che in quelle di salute e cultura. Il “folle” o “pazzo” o “squilibrato” o “psicopatico” (definizioni tanto offensive quanto abusate) è prevalentemente associato a situazioni pericolose o atti di violenza. Scarsa o nulla è l’attenzione al disagio mentale vero e proprio ed alle sue realtà correlate, tra le quali la gravità delle condizioni in cui versano gli internati degli Opg. f. f.

A cura di Angelo Ferracuti un libro sui migranti scritto dai migranti

“Permesso di soggiorno” in 16 storie vere Angelo Ferracuti, scrittore da sempre attento al sociale, ha curato per Ediesse una raccolta di sedici storie raccontate in italiano da scrittori migranti residenti nel nostro paese. Vale la pena leggerle per la loro intensità e sincerità.

E

’ stato appena pubblicato daEdiesse (www.ediesseonline.it) un interessante libro a cura di Angelo Ferracuti intitolato “Permesso di soggiorno”. Si tratta di 16 storie, raccontate in 200 pagine circa dai maggiori scrittori migranti prove-

nienti da tutto il mondo che risiedono nel nostro paese e scrivono in lingua italiana. L’effetto d’insieme è quello di uno scenario spietato in cui gli italiani “brava gente” mostrano spesso il loro lato d’ombra cinico e razzista.Come scrive Enrico

Panini nella prefazione, con intento fortemente politico: «In attesa di una piena e definitiva cittadinanza la scrittura diventa un luogo di accoglienza e integrazione fondamentale. Tanto più che in questo volume gli stranieri sono i soggetti e non solo l’oggetto

del racconto, affermano cioè un protagonismo, nella scrittura, che non sempre la nostra società riconosce loro. Non è neanche da sottovalutare il fatto che essi scrivono in italiano: vorrà pure dire qualcosa, questo, se l’uso e il possesso di una lingua sono elementi d’integrazione fondamentale». I temi sono i più diversi, si va dalla condizione di sradicamento sociale e culturale, al lavoro assoggettato e sfruttato, fino a tematiche più private, oppure simboliche legate alle culture di riferimento. Fidalma Filippelli


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L’arcipelago di Pernambuco nell’Atlantico a 545 km dal Brasile

Un paradiso con tassa giornaliera di “preservazione” di aNNa

MaRia dE LuCa

Non ditelo a quelli dell’Isola dei Famosi: vi si piazzerebbero subito con le loro telecamere. C’è un arcipelago sperduto nell’oceano Atlantico, definito dall’Unesco patrimonio dell’umanità, poco più a sud dell’Equatore, a 545 chilometri dalla costa del Brasile dove si nuota tra le tartarughe, seguendo banchi di pesci coloratissimi e dalle forme incredibili. E' uno dei posti più isolati del mondo. Verso nord solo oceano fino alla Groenlandia, verso sud solo acqua fino all’Antartide, a est solo mare fino al Golfo di Guinea. Ventuno isolette vulcaniche che fanno parte dello stato di Pernambuco, dove l’unica abitata è Fernando de Noronha, diciassette chilometri di paradiso e solo duemila abitanti. E’un santuario ecologico dove nidificano almeno 40 specie di uccelli marini e terrestri, quasi tutto Parco nazionale marino e per metterci piede è necessario un particolare permesso. Per ogni giorno di soggiorno bisogna pagare una tassa di preservazione dell’isola. L'atterraggio non è dei migliori. La pista è molto corta, quindi gli aerei – o meglio l'aereo dato che c'è solo un volo al giorno da Recife – è costretto ad una brusca frenata, con conseguente rotolamento di valige. Appena si scende dallaa scaletta si vede subito una montagna a forma di volto di indiano: il Morro do Pico. Domina l'isola da quasi tutte le prospettive. Arrivando non ce ne si rende conto perché

sembra di essere al livello del mare ma in realtà ci troviamo a quattromila metri, sulla cima di un vulcano della dorsale medio atlantica. Come è possibile? E’tutta sott’acqua: l’isola è per 756 metri al di sotto della superficie dell'oceano. Dalle sue spiagge si vedono le altre isole Rata, Sela Gineta, Cabeluda e São Jose, oltre alle due isolette di Leão e Viúva. Appena arrivati sentite mistero della natura selvaggia e di un equilibrio tra uomo e natura che si riassume nel silenzio che regna sovrano. Qui tartarughe e delfini vengono per far nascere i loro piccoli, protetti dagli abitanti che conservano l’isola con cura esemplare, anche dalla sbadataggine di certi turisti. Provate ad entrare in acqua camminando: subito vi fermano e vi costringono ad indossare un giubbotto galleggiante in modo da non rovinare con i piedi lo

splendido fondale. La biodiversità marina nell’isola è infatti una delle più preziose del mondo, grazie ad un gioco di correnti che si incrociano proprio intorno all’isola. Ci sono 15 delle 18 specie di coralli conosciuti in Brasile, 230 specie fra pesci e molluschi ed uccelli rarissimi, come l'Elaenia ridleyana e la Vireo gracilirostris, la Zenaida auriculata noronha. E poi sterne, fregate, gabbiani, rondini di mare e da altri uccelli marini. L’acqua è calda durante tutto l'anno (circa 24 º C) e la visibilità in genere, tranne che a gennaio febbraio è superiore ai trenta metri. La tassa di soggiorno viene pagata in base al numero dei giorni in cui vi fermate sull’isola, ma se decidete di partire prima perché la vita selvaggia non fa per voi vi rimborseranno la differenza. Al contrario, se vi innamorate del posto e decidete di restarci di più, pagherete alla partenza o in contanti, assegno,

immergersi tra le tartarughe Le spiagge sono tante, tutte magnifiche. undici sono i punti dove l’immersione è permessa. Si va da quelle più selvagge del Mar de Fora, dove si apre la culla delle tartarughe marine (la baia do Leào, dove a migliaia vanno a deporre le uova). alla Praia da Atalàia, che si trova in un anfiteatro naturale. Pericolosa per l’alta presenza degli squali è invece Praia da Caieira. Le spiagge del Mar de Dentro sono invece chiuse dal bosco e sono l’habitat preferito dalle Mabuia, lucertole giganti locali e dal Teju, una specie di varano di un metro e mezzo. e’uno dei punti migliori per godersi il tramonto. Gli amanti del surf prediligono invece la Praia do boldrò, con i suoi alisei che spingono le palme. una delle spiagge più grandi è la Praia da Cacimba do Padre, che arriva fino ai Dòis irmàos, i due scogli fratelli nella baia dos Porcos, un’insenatura da favola. Per iNFo: http://www.noronha.com.br

carte di credito, ecc dollari. La tassa è US $ 36,69 al giorno e deve essere pagato in aeroporto al momento dello sbarco o di Internet. C'è anche una tassa di conservazione da pagare per le tracce e costa in media 10 dollari. Ma perché pagare per stare nell’isola? Perché negli anni Ottanta a causa di speculatori che avevano fiutato l’affare turistico, la natura è stata messa in pericolo. Cosi gli abitanti sono corsi ai ripari e nel 1988 hanno istituito il parco nazionale marino e regole molto rigide per entrare nell’isola. Oggi sono concessi non più di quattrocento visitatori per volta e una tassa che aumenta dal decimo giorno di soggiorno in poi. Risultato: oggi Fernando de Noronha ha l’acqua più pulita di tutto l’oceano Atlantico. Monitoraggi continui rilevano le eventuali variazioni riflesso dei cambiamenti del pianeta. E’una sorta di laboratorio per vedere come era il mondo subito dopo la creazione. Se volete entrare nel paradiso terrestre e godervi le spiagge – tutte diverse - mettete in valigia quindi tutto il vostro bon ton insieme ad una crema solare (ci sono 3200 ore di sole all’anno) un cappello, abiti leggeri e scarpe adatte a camminare. Dimenticatevi dell'asfalto. Qui si viaggia in jeep che vengono noleggiate con autista. si può andare tutto l’anno, ma gennaio è il mese preferito dai surfisti. In tutta l’isola ci sono solo due alberghi, ma in compenso ci sono diversi ostelli e pensioni. Il campeggio è vietato.


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE congrega dei Parabolani ad uccidere la scienziata, non è molto piaciuto, ma secondo il regista quello che si vede nel film è solo il 30 per cento del male che ha fatto l'alto prelato.

affetti & dispetti (La nana) Regia: Sebastiàn Silva con Catalina Saavedra, Claudia Celedòn. La storia di una donna di bassa statura? Niente di tutto questo. La nana è una sorta di "tata" italiana, la colf che vive con la famiglia, occupandosi sia della casa che dei bambini. Qui magistralmente interpretata da una bravissima e sconosciutissima attrice cilena (Catalina Saavedra, non a caso premiata al Sundance ed a Torino), che praticamente da sola sostiene tutto il film, riuscendo a mettere tutti in ombra. La pellicola ha un impianto molto teatrale, si svolge all'interno delle varie stanze della villetta di una famiglia benestante. I dialoghi sono pochi ed il tutto trapela e si intuisce dalle espressioni di questa cameriera, introversa, scorbutica e dallo sguardo triste. Un volto spesso in primo piano che riesce a spiegare meglio di mille parole stati d'animo ed emozioni. Vale la pena darci un'occhiata solo per vederla all'opera.

amante (L') inglese Regia: Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi Lopez Epopea tutta al femminile dove protagonista è una donna che lotta per affermare la propria autodeterminazione. Suzanne vive in una bella villa nel sud della Francia con un marito e due figli adolescenti. Una esistenza borghese e piena di noia spezzata dall'incontro con Ivan, rude operaio spagnolo con qualche errore alle spalle, che un giorno arriva per ristrutturare lo studio dell'abitazione. Un'avventura che si trasforma presto in passione travolgente e vero amore. Il marito, noto medico della zona molto attento alle apparenze ed in procinto di lanciarsi nella carriera politica, più che altro ferito dall'essere stato scaricato per un semplice operaio, cer-

alice in Wonderland

Mia Wasikowska in “alice in Wonderland” cherà in tutti i modi di contrastare la liaison, ricorrendo anche a biechi ricatti. Finale catartico.

a serious man Regia: Joel & Ethan Coen con Michael Stuhlbarg Il film è ambientato nel 1967 in una comunità ebraica di una non bene identificata cittadina del Mid West. Larry Gopnik è un docente universitario e cerca di vivere secondo le regole della collettività. Tenta di fare del suo meglio nonostante abbia il figlio che fuma erba, la figlia che vuole rifarsi il naso, la moglie lo lascia per un altro uomo e tanta sfiga lo perseguita. Il tutto condito da un tagliente umorismo yiddish. Gli stessi Coen, intervenuti al festival del cinema di Roma, hanno ammesso di aver attinto a piene mani, nello scrivere la sceneggiatura, dai ricordi della loro infanzia. Grande prova dell'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, in Italia del tutto sconosciuto del quale però si intuisce l'enorme capacità interpretativa per cui è noto nell'universo teatrale Usa.

a single man Regia: Tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore Patinato e forse stilisticamente troppo perfetto (poteva essere diversamente?), ma con un grande Colin Firth nei

panni di un professore universitario che non riesce a dare un senso alla vita dopo la morte del suo compagno per un incidente stradale. Discreto esordio alla regia per il celebre stilista texano che è riuscito a fare un film con parecchie imperfezioni, eppure coinvolgente ed emozionante. Libero adattamento del romanzo di Christopher Isherwood "Un uomo solo", è un racconto sull'amore interrotto, sull'isolamento della condizione umana e l'importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

agora Regia: alejandro amenàbar con Rachel Weisz, Max Minghella Non è un film contro il cristianesimo ma contro tutti i fond a m e n t a l i s m i . Sostanzialmente è questa la chiave di lettura. Un concetto però non condiviso dalle alte gerarchie della Chiesa che, secondo la casa di distribuzione, dopo una proiezione riservata ha avuto reazioni stizzite di dissenso sul taglio dato alla pellicola. La vera storia della filosofa greca Ipazia uccisa e fatta a pezzi dagli integralisti cristiani nel 391 dopo Cristo ad Alessandria d'Egitto, ha faticato non poco ad uscire in Italia, suscitando, come era prevedibile, parecchie polemiche. Il ruolo del vescovo Cirillo, che avrebbe istigato la

Regia: Tim Burton con Mia depp, Johnny anne Wasikowska, Hathaway. Spettacolare ed emozionante Burton. Ancora una volta non delude, regalandoci una inedita Alice, indipendente, moderna ed ormai ventenne. Non più la bambina del Paese delle Meraviglie, ma una donna che intraprende un nel viaggio nuovo Sottomondo per conoscere il suo futuro, che non sarà quello di sposare il viscido e stupido Lord Hamish. Il suo destino è diventare una donna d'affari. Johnny Depp sempre all'altezza dei personaggi che interpreta, anche in questo caso bizzarro e divertente al punto giusto nei panni del Cappellaio Matto. Strepitosa Helena Bonham Carter (dolce metà del regista), la tirannica "capocciona" monarca Iracondia, dal carattere irascibile ed una certa propensione a tagliare la testa dei suoi nemici, che poi lascia soavemente galleggiare nel fossato che circonda il castello.

avatar Regia: James Cameron con Worthington, Sam Sigourney Weaver Cosa dire di più di quanto non si sia già sproloquiato su questo film. Gli effetti sono davvero speciali (l'animazione è splendida, in particolare le figure dei Na'vi e l'ambientazione di Pandora), la storia però, per quanto politicamente corretta, è un po' banalotta. I buoni, i cattivi, l'amore, il lieto fine, con tanto di pistolotto moralistico. Il cattivo è così cattivo da sembrare una caricatura. Già dalle prime scene si capisce al volo dove andrà a parare e soprattutto come


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE uomini daranno inizio ad una relazione segreta, ma la loro passione proibita dovrà scontare la punizione del gruppo di estrema destra. Tuttavia l'amore e l'attrazione sessuale è così forte che, pur dovendo infrangere ogni regola, Lars e Jimmy non riusciranno a mettere fine alla relazione. Attori all'altezza di uno script non facile ed alquanto complesso da interpretare. Da non perdere. Marc'Aurelio d'Oro al Festival di Roma.

finirà. E poi sembra un lungo déjà-vu. A tratti viene in mente "Balla coi lupi", "The Fountain" di Aronofskye (ma l'albero della vita non è simile?), "Soldato blu", "Il signore degli anelli", "Apocalypse Now" e chi più ha più ne metta. Un consiglio: provate a vederlo anche nella versione normale, senza gli occhialini, nei cinema che non hanno il 3D. I colori sono molto più vivaci.

Baciami ancora Regia: Gabriele Muccino con Stefano accorsi, vittoria puccini, pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio pasotti, Marco Cocci, Sabrina impacciatore. Muccino in grande forma. La trasferta americana gli ha fatto bene, lo ha galvanizzato ed arricchito e con la macchina da presa fa faville. Corre letteralmente dietro agli attori, non li molla un istante nel tentativo di estrapolare emozioni e sentimenti. Dopo i trentenni racconta gioie e dolori della generazione dei quaranta. Il ritorno alle radici ma anche la voglia di rimettersi in gioco, l'amore per l'altra persona e quello per i figli. Un gruppo di amici impegnati in una estenuante ricerca della felicità. Forse una costruzione un po' troppo adrenalitica ed affannata (in 2 ore e19 di durata), ma decisamente efficace nel delineare i personaggi. La new entry Vittoria Puccini non fa rimpiangere Giovanna Mezzogiorno.

Bangkok dangerous Regia: Oxide e danny pang con Nicolas Cage e Charlie Young Remake dell'omonima pellicola del '99 dei fratelli di Hong Kong, già noti per "The eye", che rifanno se stessi. Come spesso avviene, la star indigena viene rimpiazzata da quella a stelle e strisce. In questo caso Nicolas Cage,

Cado dalle nubi

Giovanna Mezzogiorno, Rocco papaleo, paolo Briguglia, alessando Gassman e Max Gazzè in una scena di “Basilicata coast to coast” che oltre al ruolo di interprete principale (spietato killer che si innamora di una ragazza sordomuta) si è anche ritagliato quello da produttore. Action movie a tinte noir (con velleità da thriller psicologico) che però non convince per niente. Regia svogliata ma anche una performance non certo eccellente del protagonista che si ostina a porsi con la stessa smorfia stampata sul volto, nel tentativo di esternare disagio ed inquietudine.

dietro alla macchina da presa per l'attore Rocco Papaleo, fino ad ora quasi esclusivamente relegato nei panni del caratterista, che con questa strampalata pellicola tenta di raccontare risorse e potenzialità della sua terra. Cinque amici, una piccola band di provincia per non rinunciare ai propri sogni. Cast credibile ed a proprio agio nelle singole interpretazioni, anche per un cantante come Gazzè alla sua prima prova cinematografica.

Brotherhood Basilicata coast to (Fratellanza) coast Regia: Nicolo donato Regia: Rocco papaleo con alessandro Gassman, paolo Briguglia, Max Gazzè, Rocco papaleo, Giovanna Mezzogiorno Easy Rider in salsa lucana. Dal Tirreno allo Ionio a piedi per dieci giorni, attraversando una delle regioni più belle e suggestive del nostro Sud d'Italia. Divertente e surreale road movie musicale che vede protagonisti cinque personaggi in cerca delle proprie identità. Interessante esordio

con Thure Lindhardt, david dencik Una delle pellicole più interessanti in circolazione quest'estate. La storia di un amore pericoloso ma soprattutto la ricerca della propria identità. Deluso da un mancato avanzamento di carriera, Lars decide di lasciare l'esercito. Più per noia che per convinzione decide di aderire ad un movimento neo-nazista dove conosce Jimmy. I due

Regia: Gennaro Nunziante con dino abbrescia, Fabio Troiano e Giulia Michelini Ignorante, cafone, scorretto, razzista, non azzecca un congiuntivo, però sfonda nel mondo della tv. Il trionfo della mediocrità. La fotografia esatta dell'Italia di oggi, quella che ci propina tutti i giorni il piccolo schermo. E lui, Checco Zalone, il comico di Zelig, ci sguazza. La sua parodia è esilarante. Un esordio felice per il comico tv, rispetto a tanti colleghi che hanno tentato la stessa strada con risultati davvero deludenti. Riesce a fare un film corale dove anche i personaggi di contorno danno il loro significativo contributo, evitando che la storia sia solo una lunga sfilza di gag. Prende in giro tutti, con ingenuità usa un linguaggio scorretto ed assurdo. Fa la pipì nella sacra ampolla di acqua del Po e scambia Alberto da Giussano per un Power Ranger.

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? documentario di Morgan Spurlock Dopo "Super Size Me", il regista, autore, produttore ed attore del cinema indipendente americano mette mano ad un'altra provocatoria impresa: scovare Bin Laden e soprattutto capire se c'è qualcuno che ha mai provato veramente a cercarlo. Sopra a tutti, Cia ed FBI. Inizia a New York


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE e fa il giro del mondo. Attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan fino alle regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove gli immigrati aspirano alla guerra santa. Irriverente, divertente e parecchio documentato il film paradossalmente sviluppa una profonda comprensione dei conflitti che turbano il mondo, con parecchi spunti di riflessione.

pierfrancesco Favino e alba Rohrwacher in “Cosa voglio di più”

Che fine hanno fatto i Morgan? Regia: Marc Lawrence con Hugh Grant, Sarah Jessica parker Veramente il sottotitolo potrebbe essere: che fine ha fatto Hugh Grant? Il ragazzo, ormai cinquantenne per la verità, non sembra più quello di "Quattro matrimoni e un funerale" oppure "Notting Hill". Film noioso e non riuscito nonostante lo sforzo produttivo di mettere insieme due star del cinema inglese ed americano. L'idea di catapultare in piena campagna una coppia di cittadini doc che non riesce a staccarsi dal BlackBerry, per andare a vivere nel Wyoming (accanto a cavalli, orsi e rudi cow-boy con tanto di pistola nella fondina), poteva anche funzionare. In questo caso però non fa neanche tanto ridere. Sceneggiatura debole e recitazione altrettanto sciatta.

City island Regia: Raymond de Felitta con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Da tempo non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy

Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Chloe Regia: atom Egoyan con Julianne Moore, Liam Neeson Apparentemente un thriller, ma molto più intenso nella sua struttura e complessità. E' anche una storia d'amore, di suspance ed ipotetici tradimenti. Viaggio, con qualche perversione, in un tranquillo ma fragile ménage coniugale. Catherine, stimata ginecologa della middle class, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David, professore di musica. La stessa sera l'uomo perde però il volo da New York per tornare a casa e la moglie comincia a nutrire qualche sospetto, soprattutto dopo aver scoperto nel suo cellulare un ambiguo sms di una delle sue allieve. Una sera a cena fuori con amici, Catherine incontra per caso

Chloe, giovane e bellissima escort di lusso. Per liberarsi dell'ossessione decide di ingaggiarla per testare la fedeltà del marito. Resterà invischiata invece in un gioco pericoloso che la condurrà ad un rapporto lesbo.

Christmas (a) Carol Regia: Robert Zemeckis con i volti di Jim Carrey, Gary Oldman e Colin Firth Onestamente un po' troppo lugubre e poco adatto a bimbi molto piccoli per essere definito un film di Natale destinato alle famiglie. Inizia con un morto disteso dentro una bara con due monete sugli occhi, per poi proseguire con una serie di fantasmi che fanno visita al vecchio avaro Scrooge nella sua casa oscura e sinistra. Tuttavia l'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Charles Dickens è un piccolo capolavoro, soprattutto di tecnica. Realizzato con il sistema motion capture (quello utilizzato per The Polar Express), ossia cattura delle espressioni degli attori (celebri!) riportate digitalmente sul grande schermo sotto forma di animazione, riesce a dare una profondità ed una nitidezza alle immagini da sembrare un film su pellicola.

City island Regia: Raymond de Felitta

con andy Garcia, alan arkin, Julianna Margulies Era da tempo che non vedevamo una sceneggiatura così curata e ben scritta. Risultato, una spassosissima commedia con una storia che gira intorno al classico gioco delle verità nascoste, ambientata in uno dei quartieri meno noti di New York. Protagonista, un inedito ed istrionico Andy Garcia, nei panni della guardia carceraria con il pallino della recitazione (la scena del suo primo provino vale tutto il film), con parecchi scheletri nell'armadio, come del resto hanno tutti gli altri componenti della famiglia. Ottimo cast di attori, diretto con impegno da un regista che arriva dal cinema indipendente i cui film fanno spesso il giro dei festival più prestigiosi e che ha anche recentemente affermato di ispirarsi al nostro Pietro Germi. Cosa volere di più?

Colpo di fulmine - il mago della truffa Regia: John Requa e Glenn Ficarra con Jim Carrey, Ewan McGregor Certo, la storia nella fase di scrittura della sceneggiatura è stata parecchio romanzata ma sembra che tutti gli eventi descritti siano realmente accaduti. Basta questo per rendere il film apprezzabile di una certa attenzione, perché se fosse vero solo un terzo di


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE glioso e cronologico. Non manca neanche la satira, con l'imitazione del premier. Una ricostruzione certosina di quello che è accaduto in Abruzzo ma anche al G8, a Napoli con la questione dei rifiuti e quant'altro. Da vedere.

quello narrato è davvero incredibile come un uomo possa arrivare a fare tanto nel corso di una vita. A parte questo, l'interpretazione di Carrey è un po' troppo fumettistica e gli eventi si susseguono con un certa confusione. Un morigerato agente di polizia, sposato con prole, che suona l'organo in chiesa, dopo un incidente stradale decide di cambiare vita. Si dichiara gay, inizia a vivere una esistenza stravagante fatta di truffe ed imbrogli che lo porta dritto in prigione dove incontra Phillip Morris, l'amore della sua vita. Per lui tenterà, con successo, un colpo impossibile dietro l'altro.

Cosa voglio di più Regia: Silvio Soldini con pierfrancesco Favino, alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston Il ricordo di "Pane e tulipani" è ormai lontano, tanto da non sembrare un film di Soldini. Manca la poesia e quel tocco surreale che caratterizza il suo cinema, anche nell'affrontare temi vicini all'attualità. "Per la prima volta è stato un episodio di vita reale a far scattare in me l'idea di questo film" ha affermato. L'intento, quello di raccontare una storia d'amore in tempi di crisi, recessione e precariato, ma è come se mancasse di personalità. Ecco, forse ha un po' spiazzato il suo pubblico cercando di fare altro da quello realizzato fino ad ora, per questo il film non convince fino in fondo. Per il resto la bravura del regista milanese dietro alla macchina da presa è indiscutibile come quella nel dirigere gli attori, soprattutto nelle famose scene di sesso che sono sicuramente le più difficili.

Crazy Heart Regia: Scott Cooper con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert duvall Non sarà il Drugo del Grande

due vite per caso

Sabina Guzzanti che assume le sembranze di Silvio Berlusconi in “draquila”, di cui è lei stessa regista Lebowski, ma anche qui il grande Jeff Bridges riesce ancora a dare il meglio di sé per un film, low-budget, che gira interamente intorno alla sua figura. Intreccio narrativo forse scontato e prevedibile che però l'attore, con ammiccamenti e grande capacità interpretativa, riesce a rendere interessante ed accattivante. Invecchiato, appesantito, alcolizzato ed in fase discendente, Bad Blake è una vecchia gloria del country che ora deve accontentarsi di qualche isolato locale della sconfinata provincia americana ed alloggiare in alberghi di quarta categoria. Il casuale incontro con una giovane giornalista di una rivista locale che vuole intervistarlo, gli cambierà in qualche modo la vita.

dragon Trainer Regia: dean deblois e Chris Sanders Delizioso cartone animato in 3D, da vedere anche nella versione normale, non si perde nulla. Il tocco magico è quello della Dream Works Animation, creatori di Shrek e Madagascar. Portatore di due messaggi facili ma corposi, che di questi tempi non guastano. Non bisogna aver

paura ad uscire fuori dal coro, affermando le proprie opinioni, e soprattutto non bisogna aver timore di ciò che esternamente può apparire diverso da noi. Il piccolo e gracile vichingo Hic vive in un comunità dove da sempre si combattono i draghi che rubano le pecore. Ma lui è un progressista ed è convinto che il dialogo con il nemico sia invece la strada giusta. Il suo senso dell'umorismo non si concilia però con gli ideali della tribù, dei coetanei e del forzuto padre, Stoick l'Immenso. Tratto dai libri della britannica Cressida Cowell.

draquila - L'italia che trema Regia: Sabina Guzzanti Il ministro dei Beni Culturali ha disertato il Festival di Cannes per protesta, il documentario secondo lui è fazioso e non veritiero. Ad alcuni aquilani è piaciuto ad altri per niente. Sabina Guzzanti riaccende le polemiche e questa volta si occupa del terremoto dell'Aquila e non solo. Snocciola con insolita pacatezza la sue teorie, utilizzando questa volta tecniche da reportage giornalistico, punti-

Regia: alessandro aronadio con Lorenzo Balducci, isabella Ragonese. Sgombriamo subito il campo. Sarà pure il raccomandatissimo figlio del famoso imprenditore coinvolto nello scandalo degli appalti al G8, ma Lorenzo Balducci è perfetto nel ruolo di Matteo Carli. Riesce con sorprendente capacità recitativa ad interpretare due ruoli affini ma non uguali. Una sorta di Sliding Doors all'italiana, per raccontare il doppio destino di un ventenne che una notte piovosa incontra per caso un'auto con dei poliziotti a bordo. L'incontro o lo scontro con quegli uomini determinerà il resto della sua vita. Rabbia, paura ed angoscia di una generazione che forse non ha futuro. Interessante esordio alla regia del giovane regista romano già apprezzato al Festival di Berlino.

E' complicato Regia: Nancy Meyers con Meryl Streep, alec Baldwin, Steve Martin E' sempre un piacere ritrovare la grande Meryl, anche se in questo caso è protagonista di una commedia non proprio originalissima e forse troppo hollywoodiana per un talento del suo livello. Tuttavia, tanto di cappello ad una attrice che a sessant'anni è ancora capace di trovare un ruolo di primo piano in un ambiente dove dopo i quaranta già si annaspa. Grazie alle sue innate capacità è in grado di far apparire decente un film che molto probabilmente con altri interpreti avrebbe creato qualche imbarazzo. La storia del triangolo over 50 tra una


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE donna, il suo ex marito ed un ipotetico pretendente stenta a decollare. E poi, va bene dare un'immagine di donna realizzata ma perché la scelta di stamparle sul viso, dall'inizio alla fine, quell'insistente sorriso a volte davvero fuori luogo?

interrogativi, soprattutto rispetto al ruolo giocato da un potente generale di Saddam Hussein.

Happy Family

Fuori controllo Regia: Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone Con qualche ruga in più e qualche capello in meno ma con la stessa spavalderia ritorna dopo sette anni Mel Gibson e lo fa con un thriller ad alta tensione, che fonde politica, ecologia ed affari (loschi). Ancora una volta impegnato nella consueta lotta solitaria contro tutti e tutto, senza esclusione di colpi. Le immagini iniziali sono di sicuro impatto. L'inaspettata uccisione a sangue freddo della giovane Emma, sulla porta della casa del padre poliziotto, solletica subito la curiosità dello spettatore. Un avvio repentino per una storia avvincente, ben girata, senza troppe sbavature. Non male per chi ama il genere.

Genitori&figli. agitare bene prima dell'uso Regia: Giovanni veronesi con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto. Michele placido, Margherita Buy, Max Tortora, Elena Sofia Ricci, piera degli Esposti Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo della quattordicenne Nina. E' credibile il quadro che il regista toscano traccia delle nuove generazioni, riesce a fotografarne bene il malessere e l'incapacità di capirsi fino in fondo. Certo, in un contesto da commedia e con i toni leggeri del genere, a volte con profili appena tratteggiati ma decisamente convincenti. Decisamente miglio-

Tahar Rahim, protagonista del “profeta” re invece il fronte dei cosiddetti "grandi", dove si capisce che Veronesi ha maggiore conoscenza della materia. Avvalendosi di un cast di attori di alto profilo, abbandona per il momento il film ad episodi per raccontare una storia più strutturata e ricca di sfumature rispetto ai precedenti lavori.

Green Zone Regia: paul Greengrass con Matt demon, Greg Kinnear Agli americani non è piaciuto molto. Anzi, visti gli esigui incassi potremo dire quasi niente. Perché i cattivi, ebbene si, questa volta sono loro. A dirla tutta, è difficile trovare nella cinematografia a stelle e strisce un altro film così esplicito, così diretto, nell'incolpare il governo Usa di aver provocato una guerra senza senso. La Green Zone del titolo è il blindatissimo quartiere situato nel centro di Baghdad dove risiedono le truppe, è da qui che parte l'avvincente thriller a sfondo politico. Da qui il maresciallo Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono l'incarico di scovare nel deserto dell'Iraq i depositi con le famose armi di distruzione di massa. Non trovando nulla di tutto ciò, l'ufficiale inizierà ad avere qualche sospetto ed a porsi degli

Regia: Gabriele Salvatores con Fabio de Luigi, diego abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, valeria Bilello Non è l'ennesimo film sulla famiglia. Salvatores semplicemente racconta degli uomini e delle donne, e lo fa con un film originale, poetico, spassoso, colorato, elaborato su diversi piani narrativi e continui passaggi tra finzione e realtà. Otto personaggi in cerca d'autore. Sono questi i protagonisti, la famiglia felice a cui il titolo ironicamente allude. Escluso Ezio, 38 anni, una vita trascorsa senza aver mai concluso nulla di buono che un giorno decide di scrivere una sceneggiatura per il cinema. Due coppie, i loro figli, i nonni, il cane, esseri del tutto inventati che ad un certo punto però vivono di luce propria, escono dallo schermo del computer di Ezio (un Fabio De Luigi in grande forma) per rivendicare la loro esistenza. Il cinema nel cinema.

i Gatti persiani Regia: Bahman Ghodabi con Negar Shaghaghi, Hamed Behdad Durante la lavorazione il regista è stato arrestato per ben due volte. In Iran la musica è considerata, dall'attuale regime, impura in quanto fonte di allegria e quindi vietata. I ragazzi sono costretti a suonare e cantare clandestinamente, nel chiuso di cantine e sotterranei. Un mondo nascosto, del quale la maggior parte della popolazione ignora l'esistenza. Completamente girato a Teheran, al di là dell'aspetto musicale, è un interessante viaggio nelle dinamiche che oggi governano l'ex Persia,

che aiuta a capire meglio cosa stia realmente avvenendo in quel Paese. Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, la sceneggiatura è stata scritta da Ghobadi e dalla fidanzata Roxana Saberi, la giornalista americana di origine iraniana processata per spionaggio

il figlio più piccolo Regia: pupi avati con Christian de Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella Con la scusa di completare la trilogia sulla paternità (dopo "La cena per farli conoscere" e "Il papà di Giovanna"), Avati racconta l'Italia di oggi e lo fa con particolare cattiveria ed ironia, aiutato anche da un più che brillante cast di attori. Apparentemente parla di beghe familiari, in realtà dà vita ad un preciso affresco del Bel Paese: cinico, corrotto e corruttore, egoista, disposto a tutto in nome del dio denaro. Un insospettabile De Sica (dopo tanti cine-panettoni) riesce finalmente a dare corpo ad un personaggio complesso e spietato, il "furbetto del quartierino" di turno che pur di salvarsi dalla galera per i suoi guai finanziari, non si fa scrupolo di riversare le sue colpe sull'ingenuo figlio.

il mio amico Eric Regia: Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets Un omaggio al calciatore del Manchester United Eric Cantona, personaggio discusso e borderline, per raccontare ancora una volta una storia di periferia. Loach lascia per il momento i toni seriosi dei suoi precedenti film ed affronta con leggerezza ed un tocco di fantasia i temi che gli sono da sempre cari. Il titolo originale, Looking for Eric, probabilmente si adatta meglio ad una storia dove il protagonista Eric Bishop, dipendente postale con una situazione famigliare


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE e sentimentale disastrata, è alla continua ricerca di se stesso. Nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della sua vita immagina di dialogare con il grande campione francese, che nel film recita se stesso. Da non perdere nel finale la vera conferenza stampa di Cantona, rimasta nella storia del calcio.

il Mi$$ionario Regia: Roger delattre con Jean- Marie Bigard Divertente commedia degli equivoci, senza troppe pretese ma ben costruita, prodotta da Luc Besson. L'attore protagonista, che ha anche scritto la sceneggiatura, nel raccontare il suo primo incontro con Besson sul set di un precedente film, ha rivelato che in quell'occasione, prima di squadrarlo da cima a fondo, gli ha detto che lo avrebbe visto bene nei panni di un prete. Parole profetiche. Bigard veste i panni di Mario Diccara, ex galeotto appena uscito dalla prigione che ha qualche conto in sospeso con la malavita. Chiede aiuto al fratello prelato che gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un paesino dell'Ardèche, travestito da sacerdote. Al suo arrivo scopre che il parroco è morto e gli abitanti lo scambiano per il sostituto.

il profeta Regia: Jacques audiard con Tahar Rahim e Niels arestrup Difficile non identificarsi con la faccia d'angelo del protagonista, perché anche se la storia è politicamente poco corretta (un percorso di formazione alla rovescia, un antieroe) non si può non stare dalla sua parte. Accertato ormai il fatto che il carcere non riabilita proprio nessuno, il film è abilmente orchestrato da un regista che conferma qualità straordinarie nel dirigere gli attori. La faccia del giovane Malik (felice esordio),

Morgan Freeman perfettamente nei panni di Nelson Mandela nel film “invictus” analfabeta e ladruncolo che entra in carcere per uscirne dopo sei anni più acculturato, spietato ed a capo di una pericolosa banda, e quella del boss corso César Luciani (si intuisce ad occhio nudo la consolidata esperienza anche teatrale), reggono praticamente tutto il film.

il segreto dei suoi occhi Regia: Juan Josè Campanella con Ricardo darìn, Soledad villamil Un noir, una commedia, una storia d'amore. Sullo sfondo l'Argentina peronista degli anni '70. Magica commistione di generi per raccontare uno dei periodi più cupi del Paese. Da questo punto di vista decisamente più efficace di tante pellicole che puntano al politico. Aspetto, questo, abilmente ed apparentemente relegato ai margini e che invece si rivela la vera anima. Il film ti entra dentro, lentamente, e per parecchio non ti molla. Con piglio sicuro il regista di origine italiana nato a Buenos Aires, dirige uno dei migliori lavori della stagione che non a caso ha conquistato l'Oscar destinato al film straniero riuscendo a battere opere di pregio come "Il profeta" e "Il nastro bianco". Cast più che

apprezzabile, sceneggiatura essenziale, quasi scarna ma con la capacità di arrivare dritta alla meta. Da non perdere.

il tempo che ci rimane Regia: Elia Suleiman con Saleh Bakri, Shafika Bajjali Suleiman è nato a Nazareth in Palestina ed il film è semiautobiografico, in quattro episodi, sulla sua famiglia. E' ispirato ai diari del padre, a partire dal 1948 quando decise di partire per unirsi alla Resistenza dopo l'occupazione di Israele. Scene di vita quotidiana di quei palestinesi che decisero di restare e che furono chiamati "arabi israeliani", costretti a vivere da stranieri nella loro patria. Contrariamente a quanto si possa pensare non ha nulla della pesantezza che magari ci si potrebbe aspettare da una pellicola di questo genere, il regista (che interpreta tra l'altro anche se stesso) ci ha costruito sopra una storia surreale, piena di ironia, con musiche coinvolgenti. Senza trascurare però l'aspetto politico di una questione ancora attualissima ed irrisolta.

invictus Regia: Clint Eastwood con Morgan Freeman e Matt

damon Il capitano Francois Pienaar entra nella minuscola cella dove per 27 anni è stato recluso Nelson Mandela. Allarga le braccia, come per prenderne le misure e dalla finestra lo immagina nel cortile, in catene, intento a spaccare pietre sotto il sole cocente. Perché un uomo che ha dovuto subire tanto dolore parla di perdono? Forse l'eccesso di retorica, inusuale per un film di Eastwood, può in un primo momento generare qualche attimo di smarrimento. Poi con lo scorrere delle immagini prevale l'emozione, quella di veder rappresentato un momento cruciale della storia del Sudafrica ma forse anche del mondo. Le interpretazioni di Freeman nei panni di Nelson Mandela e Damon in quelli del biondissimo capitano della squadra di rugby sono appassionanti.

L'isola delle coppie Regia: peter Billingsley con vince vaughn, Jason Bateman, Kristen Bell Coppia in crisi convince gli amici ad accompagnarla in una vacanza terapeutica per sposi con problemi coniugali, in uno splendido resort di Bora Bora. Il costo del biglietto è esoso ma se accettano di andare con loro verrà dimezzato. Partono, convinti di andare incontro ad una vacanza a cinque stelle invece scopriranno presto che la frequentazione della stravagante terapia non è a discrezione di chi ne ha bisogno e non è un optional. Jean Reno con il codino nelle vesti di santone che dovrebbe aiutare gli sposi. Una commedia (furbetta) che deve essere presa per quello che è: un paio d'ore di divertimento ammirando e sognando località tropicali irraggiungibili per molti. Non rimarrà nella storia del cinema

L'uomo che verrà Regia: Giorgio diritti con alba Rohrwacher e Maya


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Sansa Girato con assoluto rigore, non scade mai nella retorica. Diretto in maniera magistrale, con attori di grande spessore che recitano i rari dialoghi in dialetto bolognese (sottotitolati in italiano). Meritatamente premiato all'ultimo festival del cinema di Roma, ripercorre gli ultimi nove mesi dalla strage di Marzabotto dove furono massacrate dai nazisti 770 persone, per la maggior parte donne, bambini ed anziani. Il racconto cadenzato dei nove mesi d'attesa per la nascita di un bambino in un'umile famiglia di contadini, attraverso lo sguardo della sorellina muta di otto anni. Film di forte impatto emotivo, forse di non facile fruizione, ma decisamente da non perdere.

L'uomo nell'ombra Regia: Roman polanski con Ewan McGregor, pierce Brosnan. Che Polanski sia un maestro nella regia è fuor di dubbio ed anche in questa occasione dà prova di grande abilità del dirigere gli attori. Ha sdoganato definitivamente uno come Brosnan che nella vita ha trovato non poche difficoltà a costruire una dignitosa carriera non legata quasi esclusivamente al fascino ed al glamour. Unico punto debole forse una sceneggiatura a volte prevedibile ed improbabile (come quando il protagonista scova alcune delicate e segrete informazioni semplicemente consultando Internet. Va bene che nella rete si trova di tutto, ma questa volta appare un po' esagerato) per un film che ha la sua forza in una storia costruita su temi importanti, piena di inganni e tradimenti, dove ognuno è molto diverso da ciò che appare.

L'uomo nero Regia: Sergio Rubini con valeria Golino, Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Guido

stra sull'Italia con le sue storie di immigrazione, sfruttamento, valori famigliari. Cast ben assortito. Unica stonatura, forse, un finale troppo happy, da commedia.

La prima cosa bella

Raoul Bova e Elio Germano (premiato come miglior attore a Cannes con Javier Bardem) in una scena del film “La nostra vita” Gianquinto. Uno dei migliori film di Rubini. Intenso, commovente, ironico e fortemente autobiografico. Dopo "La stazione" del 1990, il regista/ attore torna a parlare della sua infanzia e della Puglia ripartendo da quella stazione ferroviaria che sembra sia rimasta fortemente ancorata ai ricordi. Ma questa volta lo fa con un tocco di maggiore maturità, riuscendo a fare un film più compiuto. Sceneggiatura ben calibrata, cast di attori decisamente convincenti. Iniziando dal piccolo e straordinario protagonista fino ad arrivare ad una brava Valeria Golino che riesce ad interpretare il ruolo di una donna moderna ed emancipata degli anni '60, che non rinuncerebbe mai al suo lavoro di insegnante, capace però di conservare intatti gli atavici dettami della tradizione.

La bocca del lupo Regia: pietro Marcello con i reali protagonisti della storia. Piccolo film di nicchia, per raffinati cultori del cinema d‘autore. Ricco di poesia e sentimento. Due anime perse raccontano le loro vite. Sullo sfondo la Genova storica, descritta e fotografata alla De Andrè. Quella di ieri, delle "tripperie" ormai scomparse, e quella di oggi percorsa dai

disperati e dagli ultimi. Enzo è appena uscito dalla galera e attraversa la città, alla ricerca dei luoghi di un tempo ormai dismessi. Nella piccola casa nel ghetto, tra i vicoli del vecchio quartiere, l'aspetta da anni l’amatissima Mary, prostituta transessuale. Nato da un'idea della fondazione San Marcellino, gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità dei senza tetto, degli emarginati.

La nostra vita Regia: daniele Luchetti con Elio Germano, Raoul Bova, isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli. Un grande Elio Germano, che ha ampiamente meritato il premio come miglior attore a Cannes, per un film sui trentenni di oggi. Quelli che non hanno santi in paradiso, forse i nuovi proletari come li definisce lo stesso Luchetti. In realtà dei giovani intelligenti e svegli che cercano di farsi strada in un mondo dove la priorità sono i soldi e la loro capacità di comprarci più cose possibili. Figli di un consumismo sfrenato, ma anche capaci di mettere al mondo tre figli nella totale incertezza economica e con il desiderio di fare il grande salto in avanti. Il film però non è solo questo. Anche una grande fine-

Regia: paolo virzì con valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia pandolfi, Micaela Ramazzotti. Svolta intimista per il regista toscano che si allontana decisamente dalle tematiche sociali che hanno caratterizzato le sue precedenti pellicole, per concentrarsi sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi in una sorta di romanzo famigliare. Un percorso tutto nuovo per il quale sceglie l'attrice simbolo della commedia all'italiana, la splendida Stefania Sandrelli che insieme ad un Mastandrea in grande forma (una delle migliori interpretazioni dell'attore romano nel ruolo di Bruno e del suo mal di vivere) da vita ad un duetto recitativo di ottimo livello, riuscendo a coinvolgere l'intero cast. Costruito su due piani temporali, il film percorre circa quarant'anni di vita livornese, la storia di una mamma bellissima e svampita e dei suoi due figlioli dagli anni 70/80 fino ai nostri giorni.

La vita è una cosa meravigliosa Regia: Carlo vanzina con Gigi proietti, vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri Saranno pure i furbetti del quartierino, ladroni e corrotti, però in fondo in fondo sono dei buoni. Insomma, prevale la tesi dei "birbantelli". E' questa l'Italia descritta dai Vanzina. Gli italiani? Un popolo di cialtroni, dicono, sempre pronti a trovare la scorciatoia, la raccomandazione, l'appoggio del potente di turno, ma subito dopo arriva puntuale l'assoluzione. Così il direttore di un potente


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE gruppo bancario, intrallazzone ed imbroglione, si ritira in campagna a coltivare gli ortaggi in compagnia di belle ragazze (!), il chirurgo che cercava e dispensava favori a destra e manca si redime andando a curare i poveri. Il poliziotto intercettatore, che usa il suo potere per conquistare una bella ragazza, ritrova l'amore. E via discorrendo. Unico punto forza del film un eccellente cast di attori, che riesce a tenere in piedi una storia mediocre ed improbabile. Con tutto il "materiale" che la cronaca regala ogni giorno si poteva fare veramente di più.

Le quattro volte Regia: Michelangelo Frammartino Il regista milanese di origine calabrese, dopo il bellissimo e pluripremiato "Il dono" ci regala un nuovo lavoro dove creatività e poesia si fondono per raccontare il fascino arcaico di una terra dove il tempo sembra si sia fermato. Interamente girato senza dialoghi, senza attori, solo con rumori di sottofondo, utilizzando la tecnica del documentario (come peraltro aveva già fatto con il primo lungometraggio), la cinepresa si limita a riprendere scene di vita quotidiana di un piccolo villaggio rurale, in realtà riesce a leggere oltre le immagini. Illustra il ciclo della vita e della natura, attraverso uno sguardo originale ed innovativo che può ricordare quello di Franco Piavoli e Vittorio De Seta. Accolto a Cannes da giudizi più che lusinghieri dalla critica internazionale.

Matrimoni ed altri disastri Regia: Nina di Majo con Margherita Buy, Fabio volo, Luciana Littizzetto, Francesca inaudi. L'intento della regista era una commedia semplice e sofistica, in realtà è complicata (tanto da apparire improbabi-

una scena corla di “Mine vaganti” di Ozpetek. in primo piano Elena Sofia Ricci (a sinistra) e Riccardo Scamarcio

le) ed abbastanza ordinaria, quasi scontata. Sceneggiatura debole e poco equilibrata, dialoghi fuori dal mondo. La Buy, sulla cui faccia la cinepresa non molla mai un attimo facendo sparire dallo schermo tutto il resto, fa sempre la solita parte della single ansiosa e nevrotica. Poi, per chissà quale magico artifizio, ad un certo punto tutti si innamorano di lei. L'adolescente inquieto, l'intellettuale di sinistra inevitabilmente sfigato, il tecnico che aggiusta i computer e pure il cognato mezzo leghista ed ignorante come una capra al quale dà anche un bacetto tutto casto. Cast stellare sottoutilizzato.

Mine vaganti Regia: Ferzan Ozpetek con Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, alessandro preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, ilaria Occhini Gruppo di famiglia in un interno. Il paragone con il grande film di Luchino Visconti finisce qui. Tuttavia, nulla da togliere al regista turco che ha realizzato un film godibile, intimo, per la prima volta curioso di esplorare il cuore della famiglia tradizionale e tradizionalista, animata dal perbenismo di facciata. Un nucleo numeroso, come tanti nel Sud d'Italia, proprietario di un pastificio, con una nonna

dolce e ribelle, una madre affettuosa e tollerante, la zia stravagante (una piacevole sorpresa l'interpretazione di Elena Sofia Ricci), il padre molto attento alle apparenze e due figli gay che hanno da sempre nascosto la loro vera identità. Scamarcio particolarmente bravo a non strafare in un ruolo non certo facile. Sullo sfondo la splendida Lecce con i vicoli, piazze ed il candore della sua architettura.

Nine Regia: Rob Marshall con daniel day-Lewis, Sophia Loren, Nicole Kidman, penelope Cruz, Marion Cotillard Già il musical di Broadway sembra non sia piaciuto per nulla a Fellini. Immaginate cosa potrebbe dire oggi di questo film, se fosse ancora vivo. Una sfilza di banalità e luoghi comuni sull'Italia e sugli italiani, da non credere. La pizza, i mandolini e siamo al completo. Ovviamente nulla a che vedere con un capolavoro come “8 e mezzo“. A parte questo, le canzoni sono accattivanti, i balletti rocamboleschi, i costumi sfavillanti. Ingredienti essenziali per catturare il grande pubblico. Per non parlare della lunga sfilza di star e bellezze internazionali. Penelope Cruz insolitamente conturbante e sexy. Guido

Contini è affascinante, glamour e donnaiolo ma non possiede l'ironia di Mastroianni.

Notte folle Manhattan

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Regia: Mira Nair con Steve Carell, Tina Fey Battute e situazioni scopiazzate da altre celebri pellicole, tuttavia divertente ed anche poco corretta (è pieno di parolacce) per una commedia americana destinata alle famiglie. La coppia Carell & Fey funziona, ben diretta dal regista di "Una notte al museo", per cui alla fine il film risulta piacevole ed alcune gag sono davvero esilaranti. Ipotetico plot alla intrigo internazionale, con il più classico scambio di persona. Una tranquilla ed annoiata coppia con tanto di prole chiassosa, che vive nella provincia del New Jersey, decide di uscire dalla routine concedendosi una serata speciale e cenare in uno dei ristoranti più trandy della città. Non avendo la prenotazione, però, hanno la malaugurata idea di prendere il posto di una coppia che non si è presentata.

percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - il ladro di fulmini Regia: Chris Columbus con Logan Lerman, pierce Brosnan


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Il paragone con le avventure di Harry Potter è inevitabile. Il regista ne ha diretti ben due. Come il celebre maghetto anche Percy Jackson ha poteri sovrannaturali, per metà divino e per metà umano, con l'innata capacità di tenere a bada il male. Anche lui ha genitori "magici", è figlio del dio greco Poseidone, e molte delle situazioni in cui si trova porta inevitabilmente al personaggio della Rowling. L'apparizione dell'Idra a tre teste non può non ricordare Fuffy il cane a tre teste di Hagrid. Solo una squallida copia dunque? Niente affatto. Il film ha una sua valenza, si lascia vedere con piacere, in qualche modo è anche educativo (all'inizio insegnanti e compagni di scuola lo credono mentalmente limitato) e poi potrà riempire il vuoto che Potter lascerà. Moderno classico della letteratura fantasy dello scrittore Rick Riordan, "Il ladro di fulmini" è il primo di una serie di cinque libri, l'ultimo uscito a maggio dello scorso anno.

piccolo (il) Nicolas ed i suoi genitori Regia: Laurent Tirard con François-Xavier demaison, daniel prévost Adattamento sul grande schermo di uno dei più importanti classici per l'infanzia francesi, probabile primo esempio di letteratura moderna per piccoli, nato dalla fantasia di René Goscinny (l'ideatore di Asterix) e JeanJacques Sempè. Il protagonista è un bambino di otto anni, Nicolas, una sorta di Gian Burrasca d'Oltralpe. Ambientato negli anni '50, le avventure del pestifero ragazzino con la sua strampalata combriccola di amici, divertono molto e riescono a creare un processo di identificazione sia nei bimbi che nei grandi, con un abile doppio piano di lettura. Riuscita trasposizione sul grande schermo, senza

Russel Crowe (a destra) nel ruolo che il regista Ridley Scott gli ha assegnato per la nuova versione di “Robin Hood” trascurare le magiche atmosfere dei racconti.

predators Regia: Nimrod antal con adrien Brody, Laurence Fishburne, alice Braga Remake dell'action movie interpretato nell'87 da Schwarzenegger, con un inedito Adrien Brody nei panni dell'ex marine tutto muscoli, tattica militare e mitraglietta in spalla. Mercenario alla guida di un gruppetto di veri cattivi. Letteralmente piovuti dal cielo, ben presto scopriranno di essere stati catapultati in un pianeta alieno per essere trasformati in prede. Uomini (e donna) allenati ad uccidere che invece saranno spietatamente cacciati ed eliminati da una nuova razza di predators alieni, guerrieri astutissimi in grado di rendersi invisibili. Film ben orchestrato, di sicuro effetto, altamente confezionato. Apprezzabile.

prince of persia - Le sabbie del tempo

Regia: Mike Newell con Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, alfred Molina Dopo "I pirati dei Caraibi" ecco un altro film tratto da un videogioco degli anni '80. A dirigerlo questa volta il regista inglese di "Quattro matrimoni e un funerale" e di "Harry Potter e il calice di fuoco". Se piace il genere, l'action fantasy è piacevole e scorre abbastanza facilmente nonostante le oltre due ore di durata. Le scenografie esotiche dell'antica Persia, in gran parte riprodotte al computer, non deludono le aspettative. C'è tutto. Il principe bello e muscoloso che corre lungo i muri, la principessa misteriosa e furba, il pugnale, le arti magiche, la lotta contro le forze oscure, ed uno stuolo di allenatissimi stuntman. Insomma, un bel fumettone. Sempre ottime le Interpretazioni di Molina e Kingsley.

Remember me Regia: allen Coulter con Robert pattinson, Emilie de

Ravin Una sorpresa. Che il vampiretto più celebre del momento si sia cimentato, nonostante il travolgente successo di Twilight, in una pellicola del genere depone a favore di questo bel ragazzone rimasto improvvisamente sepolto dalla notorietà e da una stuolo di adoranti fan. Il film, contrariamente a quanto si possa credere, non è solo una storia d'amore destinata al filone giovanilistico, l'intreccio è molto più raffinato e complesso, pieno di humour, acume, con dialoghi ben scritti ed interpretati. Finale sorprendente che vuole essere un omaggio alla città di New York. Senza voler svelare nulla, perché l'epilogo è davvero inaspettato, la storia parte da due ventenni provenienti da mondi del tutto opposti, che si incontrano in maniera non proprio casuale, e che si innamorano. Ma non ci sarà l'happy end.

The road Regia: John Hilcoat con viggo Mortensen, Robert duvall, Charlize Theron E' vero, è deprimente, triste, disperato, senza futuro, eppure è uno dei film più interessanti che il genere catastrofista abbia partorito negli ultimi anni. Completamente privo di retorica, un regista semi-sconosciuto porta sul grande schermo il romanzo "La strada" del grande scrittore statunitense Cormac McCarthy. Lo fa rivelando notevoli capacità nel dirigere i pochi (ma buoni) attori del cast. Un film complesso, difficile, dove la macchina da presa è quasi esclusivamente puntata sui volti di un padre e di un figlio che cercano di sopravvivere in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma, dove gli esseri umani sono spinti a dare il meglio e (soprattutto) il peggio di sé.

Robin Hood Regia: Ridley Scott con Russel Crowe, Cate


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE Blanchett, William Hurt, Max von Sydow. Certo, se si pensa che è stato il regista di Blade Runner e Thelma & Louise qualche attimo di sconforto assale. Non è che fosse così indispensabile l'ennesima pellicola su una figura trita e ritrita come l’arciere di Sherwood. Tuttavia non si può dire che sia, nel suo complesso, un brutto film. Conosciamo tutti le capacità del grande regista americano. Il prodotto infatti è ben confezionato, e non a caso sia Scott che Crowe lo hanno anche prodotto. A parte qualche sprazzo di vera noia, soprattutto durante le interminabili e sanguinolente scene di scontri armati tra buoni e cattivi, la vera novità è la figura di Lady Marion, qui in una insolita ed improbabile veste di rivoluzionaria in un’epoca dove le donne stavano zitte, obbedivano e procreavano. Vedova di guerra senza figli, non solo respinge i pretendenti, ma combatte anche con armatura e spada, coltiva i campi ed esprime la sua opinione. Già annunciato Robin Hood 2.

una scena di “Shutter island”. al centro: Leonardo di Caprio

sto caso però quello che manca è la mano ferma di una regia esperta capace di dirigere un buon cast di attori e plasmare, rendendola scorrevole e convincente, una trama a tratti complessa. Un intreccio narrativo con un preciso scopo, da scoprire solo nel finale.

Scontro di civiltà per Shutter island un ascensore a Regia: Martin Scorsese con Leonardo di Caprio, Mark piazza vittorio Regia: isotta Toso con daniele Liotti, Kasia Smutniak, Francesco pannofino Peccato, un'occasione mancata. Perché l'omonimo romanzo di Amara Lakhous (se vi capita leggetelo), dal quale è stato tratto il film, è piacevole, a tratti divertente nel raccontare le vicissitudini di un gruppo di inquilini di varie nazionalità, ricco di spunti interessanti per riflettere sulla nostra società. Lo scontro di civiltà del titolo, si consuma nel chiuso di un palazzo e di un condominio a Piazza Vittorio, nel cuore del quartiere più multietnico di Roma. Come spesso avviene la trasposizione tradisce in parte l'opera letteraria, in que-

Buffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow. Un affresco sul dolore e sulla follia. Film particolarmente claustrofobico e cupo, con una magnifica fotografia, come tutte le opere di Scorsese curato e costruito nei minimi particolari. Maestro nel dirigere i suoi attori. Dramma psicologico avvincente, che lascia con il fiato sospeso sino alla fine, mai scontato, con una ambientazione quasi maniacale. Un'isola-fortezza, battuta dal vento e da una pioggia incessante, sede di un noto manicomio criminale. Siamo nel 1954, all'apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Daniels (Di Caprio) ed il suo collega ven-

gono convocati a Shutter Island per indagare sulla misteriosa scomparsa di una pluriomicida, ma nulla è come appare.

Simon Konianski

un giovane laureato in filosofia, disoccupato, abbandonato dalla moglie, costretto a tornare a vivere con il padre, un ex deportato che gli darà del filo da torcere anche da morto.

Regia: Micha Wald con Jonathan Zaccai, popeck Un popolo che sa ridere della propria tragedia. Sul filone di una serie di riuscitissime commedie dallo humour yiddish (da "Train de vie" in poi), arriva questo giovane e sconosciuto regista belga di origini ebraiche che al suo secondo lungometraggio mette in luce un talento del quale probabilmente sentiremo parlare ancora. Dosato e con il giusto cast di attori, costruisce un film divertente e drammatico, irriverente e scoppiettante, graffiante e doloroso. Colonna sonora dai ritmi leggeri ed accattivanti in netto contrasto dal contesto narrativo. Più che l'accostamento con Woody Allen, Radu Mihaileanu o al nostro Benigni, lo stile somiglia molto a quello dei grandi fratelli Coen che sullo stesso argomento hanno realizzato "A serious man". Fortemente autobiografico, è il racconto di

Regia: alessandro d'alatri con dario Castiglio, Martina Codecasa D'Alatri torna a sorprenderci. Dopo il cine-panettone alternativo "Commediasexy", il regista romano questa volta firma un film completamente in digitale, a basso budget, interpretato da attori semisconosciuti. Una commedia sentimentale appartenente al filone giovanilistico, dai risvolti sociali, ambientata nella splendida isola di Ventotene che, ad onor del vero, contribuisce parecchio alla riuscita della storia tratta dal romanzo di Anna Pavignano (In bilico sul mare). Il giovane e bel Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) d'estate porta i turisti in giro con il suo gozzo mentre d'inverno fa il muratore in nero nei cantieri sulla terraferma. L'amore arriva con Martina, la ragazza di buona famiglia che

Sul mare


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MiNiCRiTiCHE dEi FiLM CHE pOTRETE vEdERE NELLE SaLE E NELLE aRENE usa la sua barca per le immersioni da sub.

The Wolfman Regia: Joe Johnston con Benicio del Toro, Emily Blunt, anthony Hopkins Monster movie di tutto rispetto. Diretto con mano ferma ed interpretato con la stessa convinzione da un intenso Benicio Del Toro (bravo anche con il pesante trucco da lupo) accanto al sempre straordinario Hopkins, nel ruolo del padre. Remake del classico horror "L'uomo lupo" di George Waggner del 1941, costruzione di un sanguinoso puzzle con un'antica maledizione che trasforma le persone in lupi mannari durante le notti di luna piena, che sta lentamente uccidendo gli abitanti di Blackmoor. Poco splatter ma di certo non annoia, diligentemente condensato in poco più di un'ora e mezza con una tensione narrativa che non cala mai. Interessante ricostruzione d'epoca in stile vittoriano.

Tra le nuvole Regia: Jason Reitman con George Clooney e vera Farmiga Un film attraversato da un umorismo fresco e leggero per affrontare un tema di scottante attualità, dai risvolti inevitabilmente drammatici. La storia di un "tagliatore di teste", un manager molto ricercato in tempi di crisi, che le aziende assumono per brevi periodi con il compito di licenziare il personale in eccesso. Un grande Clooney nei panni del professionista senza scrupoli che dopo tanti anni spesi felicemente tra una città e l'altra dell'America, improvvisamente sente di dover cambiar vita. La sfilza dei dipendenti che passa sotto la mannaia di Clooney sono veri disoccupati provenienti da Detroit e St. Louis, le città più colpite dalla recessione. Il regista è il figlio di Ivan Reitman, quello che ha diretto "Ghostbusters".

George Clooney e vera Farmiga in una scena di “Tra le nuvole” di Jason Reitman

Triage Regia. danis Tanovic con Colin Farrell, paz vega, Christopher Lee Premio Oscar nel '93 con No Man's Land, Tanovic ritorna ad affrontare gli orrori della guerra, da un altro punto di vista. Quello dei sopravvissuti. Di coloro che ce l'hanno fatta, ma che hanno lasciato in quei terribili luoghi gran parte della loro vita. Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex reporter Scott Anderson che ha seguito i conflitti in Uganda, Beirut, Cecenia e Bosnia il film è la storia di due fotoreporter inviati nel Kurdistan iracheno nel 1988 poco prima dei massacri di gas ordinati da Saddam Hussein. Le scene sono forti, particolarmente violente e sanguinolenti. In un ospedale da campo improvvisato, senza acqua ed attrezzature adeguate, il medico è costretto a sparare in testa ai pazienti più gravi, quelli senza speranze.

The Twilight Saga: Eclipse Regia: davide Slade con Kristen Stewart, Robert pattinson, Taylor Lautner

il cast al completo di “The Twilight”, terza pellicola della saga ”Eclipse”, ma anche la peggiore

E' troppo facile parlare male del film, talmente è insulso. Il peggiore dei tre. Nella prima parte non succede praticamente nulla. Ci sono dei neovampiri che cercano vittime da succhiare in giro per la città (sai che novità!), sarebbero dei cattivoni che tentano di organizzare un piccolo esercito per far fuori Bella. I dialoghi tra i tre protagonisti hanno temi fissi e ripetitivi. Parole come amore, cuore, sentimento vengono usate fino allo sfinimento. Lei dice al vampiro Edward: "io ti amo, sono pronta a morire per te", mentre al licantropo pettoruto Jacob ribadisce "sono solo tua amica", però si capisce

che forse c'è dell'altro dopo due bacetti non proprio casti. I due rivali, con piglio molto maschio, fanno a gara nel rassicurarla. "Ti proteggo io" afferma uno, "no, a lei ci penso io" ribatte l'altro. Salvo poi allearsi per salvarle la pelle (si fa per dire). Va bene, trattasi di pellicola per adolescenti. Ma che fatica arrivare sino alla fine.

Recensioni di LUCIANA VECCHIOLI


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